BE I _ I N F0_04_1 983_036_ITm BEI Information Année : 1983 Numéro : 036 Langue : IT BaDooa BQDCAD[P©(3 ρ © σ gjD8 DouTssGÔDmQiïifi illtlD N. 36 ottobre 1983 ISSN 0250-3905 Imwastom n®l ) ύΘWL·umpι nei «Investire nel futuro dell'Europa» sarà II tema dl un simposio che la Banca Europea organizzerà a Lussemburgo il 17 e il 18 novembre p.v. L'obiettivo è di determinare, in senso lato, a quali investimenti occorrerà dare la priorità nei restanti anni '80 e oltre per consentire che la CEE migliori sensibilmente i suoi risultati economici nonché di evincere quali debbano essere gli orientamenti generali e le condizioni finanziarie per la realizzazione di detti investimenti. Il simposio vedrà riunite eminenti personalità del mondo economico, finanziario, politico, sindacale e accademico dei 10 Paesi membri oltre che delle istituzioni comunitarie. Esso coincide con la pubblicazione di un libro, dal titolo «Investire nel futuro dell'Europa», patrocinato dalla BEI; in esso otto economisti europei, aventi una profonda esperienza 1-5 Rapida espansione dei finanziamenti in Grecia dopo la sua adesione alla Comunità 5-9 Mutui su risorse del Nuovo gip Strumento Comunitario — elenco delle operazioni degli ultimi 15 mesi 10-11 ECU : Tassi di conversione «Sembra dunque che i prossimi anni saranno decisivi.» — scrive nella prefazione del libro il Presidente della BEI Yves Le Portz — «O l'Europa riuscirà a rilanciare gli investimenti e a concentrarli nei settori prioritari ad un livello tale che le permetta di ritrovare un ritmo e una strategia accettabili dello sviluppo, in una congiuntura non inflazionistica, ο essa rischia una fase di declino sempre più grave. Il comportamento degli operatori economici, dei governi e delle istituzioni finanziarie in materia sia di volume e dl scelta degli investimenti che di contesto economico generale è pertanto essenziale.» L'iniziativa di organizzare il simposio e patrocinare il libro è stata presa dalla BEI in occasione della ricorrenza del 25° anniversario della sua fondazione. In questo numero: «Investire nel futuro dell'Europa» (tema di un simposio, organizzato dalla BEI. che SI terrà a Lussemburgo il 17Ί8 novembre 1983 e di un libro patrocinato dalla stessa BEI) rispettivi campi, fanno delle raccomandazioni circa la linea da adottare per far fronte alla situazione economica attuale e alla sua prevedibile evoluzione. Le loro conclusioni saranno oggetto di un dibattito nel corso del simposio. 12 Chiunque desideri ricevere regolarmente il Bollettino «BEI-lnformazioni» (disponibile, oltre che in italiano, in francese, inglese, tedesco, olandese, danese e greco) può farne richiesta alla Divisione Informazione/, Relazioni Pubbliche; su domanda saranno anche inviate, sempre gratuitamente, copie supplementari di questo numero {per conferenze, ecc.) Creata nel 1958 nel quadro del Trattato istitutivo della Comunità Economica Europea (Trattato di Roma), la BEI ha come missione principale il finanziamento di investimenti volti a contribuire allo «sviluppo equilibrato e senza scosse» della CEE, favorendo in particolare la crescita economica delle regioni meno prospere. Il 25° anniversario della fondazione della Comunità ricorre in un.periodo di pericolosi squilibri nell'economia europea: praticamente una «crescita zero» nel 1982, con deboli segni di miglioramento; il ristagno degli investimenti, con l'industria che riduce le spese nei periodi difficili; gli squilibri strutturali sempre più pronunciati e il generale aumento della disoccupazione, con punte molto elevate in talune regioni; Il problema del costo dell'energia e della sicurezza di approvvigionamento, gli scarsi progressi verso una maggiore autosufficienza, le importazioni petrolifere che potrebbero di nuovo aumentare sensibilmente se l'attività economica riprendesse vigore. «E forse ancora più grave constatare — scrive il Presidente Le Portz — che, a seguito del basso livello degli investimenti che viene registrato da parecchi anni, l'apparato produttivo dell'industria europea è in fase di invecchiamento, mentre quello di diversi Paesi concorrenti viene ammodernato. L'industria europea rischia A v v i s o alla s t a m p a ! Gli argomenti trattati nel simposio su «Investire nel futuro dell'Europa» interessano sicuramente il grosso pubblico. I giornalisti che desiderino «coprire» l'avvenimento sono pregati di informarne II più presto possibile, in ogni caso entro venerdì 4 novembre, la Divisione Informaziorie/Relazioni pubbliche della BEI. II simposio avrà luogo al «Centre de Conférences» del Kirchberg (Centro Europeo), dove saranno disponibili le apparecchiature necessarie: telefono, telex, ecc; per accedervi, i giornalisti dovranno presentare i documenti abituali. l'obsolescenza, per quanto concerne sia la produzione dei beni mediante le nuove tecnologie che l'introduzione di procedimenti di fabbricazione moderni negli altri settori di produzione. Questo ritardo, se non sarà colmato, rischia di costituire per molto tempo un fattore di grave ristagno per l'economia della Comunità.» «Attualmente, a metà 1983, dei segni di ripresa si delineano in taluni Paesi della Comunità, ma non è detto che essi diano luogo ad un miglioramento regolare e duraturo della congiuntura. Le tendenze a medio termine restano nell'insieme poco favorevoli, e in ogni caso non sono tali da determinare una riduzione sensibile della disoccupazione. Un netto miglioramento presuppone un adeguato livello di investimenti per alimentare la ripresa, ristabilire la competitività dell'industria europea e sviluppare l'occupazione. Ma una tale ripresa non può non provocare una nuova inflazione a meno che non siano riunite talune condizioni, tra le quali lo stretto coordinamento delle politiche economiche e finanziarie — particolarmente in seno alla Comunità Europea — è una delle più importanti.» «Mentre si delineano i primi segni di ripresa, un'azione speciale per mettere la necessità dello sviluppo degli investimenti prioritari e le condizioni di detto sviluppo al primo rango delle preoccupazioni europee sembra dunque particolarmente appropriata.» «È in questa prospettiva che si situa l'iniziativa presa dalla Banca Europea in occasione del 25° anniversario della sua fondazione. È apparso in effetti che, parallelamente agli orientamenti definiti dal Consiglio Europeo e all'azione intrapresa dal Parlamento e dalla Commissione delle Comunità, non sarebbe inutile lanciare nuove iniziative dirette a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza e sull'urgenza di azioni destinate a favorire direttamente 0 indirettamente una ripresa non inflazionistica degli investimenti.» Il libro Il libro «Investire nel futuro dell'Europa» comprende i seguenti capitoli: «Prospettive per lo sviluppo economico dell'Europa» di Em/7e van Lennep, Segretario Generale dell'OCSE, Parigi «Sviluppo, investimento e occupazione in Europa negli anni '80» di fi/lictiel Albert, Presidente delle Assurances Générales de France, Parigi «Investimenti e condizioni monetarie e finanziarie internazionali» di Alexandre Lamfalussy, Vice Direttore Generale della Banca dei Regolamenti Internazionali, Basilea «Investimenti e pubblici poteri» di Otmar Emminger, ex Presidente della Deutsche Bundesbank, Francoforte «Investimento e competitività tecnologica» di Guido Carli, ex Governatore della Banca d'Italia, Roma «Investimenti ed energia» di Ulf Lantzke, Direttore Esecutivo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia, Parigi «Investimenti e sviluppo delle regioni in ritardo» di Jean Henri Paul Paelinck, Direttore dell'Istituto Economico Olandese e Professore di Economia all'Università Erasmus di Rotterdam La Banca ha voluto commemorare il 25° anniversario della sua fondazione anche con una pubblicazione — «BE11958-1983» — e con un film sulla sua attività e sui suoi obiettivi. La pubblicazione vuol dare al lettore le informazioni essenziali su tutti gli aspetti delle operazioni della Banca, senza scendere in dettagli di carattere troppo tecnico; essa ha 116 pagine e contiene numerose illustrazioni (carte, grafici, foto). È disponibile nelle sette lingue ufficiali della Comunità Europea e viene inviata gratuitamente a quanti ne tarmo richiesta ad uno degli indirizzi indicati nell'ultima pagina. • Il film, dal titolo «La Banca dell'Europa», ha una durata di mezz'ora e mostra come la BEI, finanziando determinati investimenti, contribuisce ài raggiungimento degli obiettivi comunitari. Il film, sotto forma di videocassetta, è disponibile nelle versioni inglese, francese e tedesca; quelle, nelle altre lingue comunitarie lo saranno successivamente. Gli interessati possono chiedere informazioni alla Divisione Informazione/Relazioni Pubbliche della Banca a Lussemburgo. «Finanziamento dell'investimento» di Lord Roll of Ipsden, Presidente della S.G. Warburg & Co., Londra. Arnold Heertje, Professore di Economia all'Università di Amsterdam, ne ha coordinato e curato la pubblicazione, in stretta collaborazione con il Comitato direttivo e in particolare con Arie Pais, Vicepresidente della Banca Europea per gli Investimenti. Il prestigio è la competenza degli autori nei loro campi rispettivi sono riconosciuti a livello internazionale. La BEI li ha invitati ad esprimere i loro punti di vista sui principali problemi relativi all'investimento, ponendo come sola condizione che quadro di riferimento fosse la Comunità Europea. Le idee espresse non rispecchiano quindi necessariamente la politica ufficiale della BEI, che ha voluto appunto allargare il dibattito su tali questioni. «I programmi di politica economica, purtroppo, rassomigliano spesso a liste delle spese idealizzate», scrive Emile van Lennep nel primo capitolo; i vari autori, tuttavia, hanno cercato di individuare diversi punti che dovrebbero essere oggetto di riflessione da parte dei responsabili economici della CEE. Da diversi capitoli emerge che esiste un bisogno imperioso di poter prendere le decisioni d'investimento in un contesto molto meno incerto. Quando le imprese sono esitanti e preoccupate circa il loro futuro, si sentono indotte più a guardare ai risultati a breve termine e a rapidi profitti che a impegnarsi in investimenti di maggiore portata e importanza strutturale che richiedono valutazioni a più lungo termine delle prospettive di costi e ricavi. La riduzione dell'inflazione e tassi d'interesse più bassi e più stabili sono elementi fondamentali al riguardo, come lo è una stabilità ragionevole dei tassi di cambio, soprattutto tra le monete CEE. Il calo dei profitti nel settore industriale, viene ricordato, influisce negativamente sull'investimento; sarebbe poi necessaria una diminuzione delle imposte e degli oneri sociali che gravano sulle imprese. Vari autori si soffermano sulla crescita della spesa sociale e della quota di PIL da essa assorbita. Conciliare la crescita economica con un adeguato benessere sociale costituirà una delle sfide principali nei prossimi anni, e più di un autore ricorda la necessità di moderare le aspettative della gente circa le provvidenze sociali suggerendo che i programmi vadano riesaminati con occhio maggiormente critico quanto alla loro efficacia. perazione economica è in fase di ascesa.» Viene poi trattato il problema delle carenze della politica di ricerca e sviluppo, e uno dei suggerimenti più concreti è quello di stringere maggiormente i legami tra la ricerca universitaria e l'industria. Nel campo energetico, sono da segnalare alcune specifiche raccomandazioni su come ridurre la dipendenza dell'Europa dalle importazioni di petrolio; uno degli aspetti è quello dell'energia nucleare e viene proposto, affinché il grosso pubblico possa accettare con meno remore questa forma di energia, che venga elaborato e rapidamente messo in atto dai rispettivi governi un piano di smaltimento delle scorie radioattive. Per Michel Albert, i Paesi membri della CEE — tenuto conto delle dimensioni del mercato e delle capacità in campo scientifico e industriale - possono svolgere un ruolo di primo piano nella nuova rivoluzione industriale; questo potenziale è ora sfruttato in scarsa misura, molto spesso in modo frammentario e «non europeo». Il «Mercato Comune» è ancora diviso da molte barriere tecniche ο di altro tipo, Il che penalizza le imprese più efficienti le quali di conseguenza spostano i loro interessi - e una parte dei loro investimenti - verso altre parti del mondo. Uno scarso coordinamento e le duplicazioni comportano un notevole spreco di risorse nel campo della ricerca (i fondi destinati alla ricerca e allo sviluppo nei Paesi della Comunità sono il doppio di quelli del Giappone, ma i risultati non sono certo proporzionali). L'Europa ha cercato sì di armonizzare le politiche industriali - sostiene M. Albert - ma nei settori tradizionali e non in quelli nuovi e dinamici, destinati a svilupparsi. È significativo, infine, che la cooperazione europea sia vista come un fattore essenziale per risolvere ο al meno attenuare i problemi economi ci, ma la lentezza dei progressi è oggetto di critiche; si invita quindi a rafforzare l'integrazione europea nei settori più importanti e in particolare in quello delle tecnologie d'avvenire. Si citeranno in appresso alcuni passi del libro. Emile van Lennep mette in rilievo il carattere «aperto» dell'economia europea; egli scrive che le prospettive per la CEE nei prossimi 10 anni dipendono in grande misura non solo dal grado di successo che sarà raggiunto nell'assicurare una più stretta cooperazione nel campo della politica economica tra i Paesi membri della Comunità, ma anche dalla maggiore capacità che essa avrà di operare insieme, e non in opposizione, al resto del mondo industrializzato e ai Paesi in via di sviluppo del Terzo Mondo. Egli sottolinea poi l'importanza della cooperazione intergovernativa e del rispetto di un «minimo di disciplina internazionale». «Sarebbe tuttavia avventato sopravvalutare gli elementi potenziali idonei a rafforzare il coordinamento delle politiche nell'immediato futuro. Considerato quanto differiscono le condizioni politiche (ed i cicli elettorali) dei vari Paesi e considerato come reagiscono diversamente le singole società ai mutevoli eventi economici e politici, gli ostacoli internazionali al progresso economico sono destinati a perdurare ed i governi dovranno adattarli e contenerli attraverso reciproche concessioni. In certi campi, soprattutto in quello commerciale, si notano peraltro segni di un allarmante declino, che andranno considerati seriamente prima di poter affermare che la coor «Non è l'Europa che declina sul pendio del sottosviluppo relativo e del mancato sviluppo, è l'Europa mancata. Cominciamo soltanto ora a pagarne il costo, non soltanto sotto forma di imposte che aumentano, di debiti che si accumulano, di tecnologie che ci sfuggono e di posti di lavoro che scompaiono, ma, ciò che è più grave, in termini di rilassatezza, di devianza, di demoralizzazione e di insicurezza. Fino a quando continueremo a pagare in questo modo? La decisione spetta agli europei: come si è visto nelle pagine precedenti, in tutto questo non vi è alcuna fatalità, ma molti errori e soprattutto incoscienza.» Alexandre Lamfalussy scrive che l'Europa, nelle sue decisioni di investimento, non può non tener conto del mutevole contesto monetario e finanziario internazionale, in particolare dell'evoluzione dei tassi d'interesse e di cambio. Il Sistema Monetario Europeo - destinato a promuovere una maggiore stabilità dei tassi di cambio tra le monete europee - «è un successo limitato, ma è pur sempre un successo»; la sua sopravvivenza e il buon funzionamerito sono estremamente importanti per la formazione di capitale all'interno della Comunità. «I successivi riallineamenti operati dopo il 1981 non suscitano ottimi- smo. In un senso tecnico, lo SME è sopravvissuto fino ad ora e tale fatto ha consentito di limitare la variabilità giornaliera dei tassi; ciò costituisce una realizzazione non trascurabile. D'altro lato non è stato possibile evitare modifiche fondamentali dei corsi di cambio: mancando una convergenza sotto il profilo dei risultati economici dei Paesi membri, vi è ragione di temere che lo SME si trasformi in un sistema di parità striscianti.» A. Lamfalussy accenna poi alle tensioni nel sistema bancario occidentale derivanti dal pesante indebitamento per finanziare i disavanzi di parte corrente in Paesi che trovano delle difficoltà nel far fronte al servizio del debito, e fa rilevare che eventuali misure - una brusca diminuzione dei nuovi finanziamenti ο un'e strema prudenza nell'accordarli potrebbero avere un impatto sfavo revole sull'economia e sugli investi menti europei. Otmar Emminger rileva che gli inve stimenti sono un fattore chiave del l'economia e che essi determinano gli incrementi di produttività, le capacità di adattamento ai mutamenti strutturali dell'economia mondiale, la competitività e di conseguenza, per una parte rilevante, l'occupazione. Egli fa poi osservare come gli investimenti, soprattutto quelli nel settore produttivo, siano ostacolati dagli elevati disavanzi di bilancio statali, dalle imposte e dagli oneri sociali oltre che dalla concomitante diminuzione della redditività delle imprese. Egli preconizza «una chiara volontà politica diretta a migliorare le prospettive di profitto» e «una riduzione degli oneri fiscali e sociali delle imprese, e in particolare l'istituzione di sgravi fiscali a favore degli utili reinvestiti.» «Non vi è dubbio, comunque, che in molti Paesi la struttura del regime fiscale si è andata convertendo in un autentico ostacolo agli investimenti (anche nella Repubblica federale di Germania) e che nella maggior parte degli Stati europei l'onere fiscale che grava sull'attività economica è maggiore che negli Stati Uniti ο in Giappone». «In ordine al miglioramento delle condizioni di base nel cui quadro devono effettuarsi gli investimenti produttivi occorre anche cercare, da un lato, di diminuire la quota ecces siva delle amministrazioni pubbliche nel prodotto nazionale e, dall'altro, di ridurre il disavanzo di bilancio; il mercato finanziario ne risulterà me- no gravato ed aumenterà l'afflusso di liquidità alle imprese. Gli eccessi del sistema fiscale e sociale europeo pongono pertanto un problema di riorganizzazione e di riassetto di primaria importanza: se non lo si risolve, l'economia europea sprofonderà ancor più nella mediocrità.» Non è sufficiente orientare maggiormente le risorse finanziarie verso gli investimenti produttivi; è anche necessario mobilitare le risorse intellettuali - ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e tecniche di produzione perché l'economia della Comunità possa beneficiare del progresso tecnologico e migliorare la propria competitività. Per Guido Carli occorre, a tal fine, migliorare l'azione di coordinamento tra la ricerca universitaria, le politiche nazionali e comunitarie nel campo della ricerca e dello sviluppo e l'industria. La spesa pubblica potrebbe così portare a risultati nettamente migliori. «Oggi si riscontra una generale convergenza di opinioni sul fatto che, finché i governi europei non avranno migliorato i propri metodi di stimolazione della R & S sul piano nazionale e le modalità della loro cooperazione a livello comunitario per quanto riguarda la progettazione, esecuzione e valorizzazione di determinate categorie di azioni di R & S, la Comunità non avrà i mezzi né le possibilità di rimediare alla situazione in cui si trova.» In Europa sono pochi i settori nei quali sono stati concentrati gli sforzi d'innovazione: «Per quanto riguarda le iniziative pubbliche di incentivazione dello sviluppo industriale, un dato colpisce immediatamente l'attenzione: l'aiuto pubblico è concentrato su un numero estremamente ridotto di settori. In alcuni Paesi della Comunità, quattro settori - elettrotecnica, aeronautica, informatica e telecomunicazioni - assorbono quasi il 90% del totale degli interventi pubblici a favore delia R & S. Oggi ci si rende conto che non soltanto tale eccessiva concentrazione è andata a scapito dell'innovazione nei settori non privilegiati, ma che per di più molti di questi settori si sono trovati nell'incapacità di assorbire rapidamente i progressi tecnologici realizzati nei settori d'avanguardia sostenuti dallo Stato.» È indispensabile, inoltre una più stretta collaborazione tra le imprese dei vari Paesi: «Uno degli insegnamenti degli ultimi anni e che l'attuazione di strategie puramente nazionali intese a conservare un'adeguata quota dei mercati mondiali di tecnologie avanzate non costituisce uno strumento sufficientemente efficace. In vari settori dell'industria europea è andato affermandosi il convincimento che deve instaurarsi con urgenza una più intensa collaborazione transfrontaliera tra le imprese, onde completare le azioni di stimolo che i poteri pubblici possono sviluppare.» L'attuale situazione sul mercato petrolifero, che non pone problemi di approvvigionamento, ha dirottato l'attenzione internazionale verso altre questioni pressanti, - scrive U. Lantzite - ma non è il caso di essere troppo ottimisti. Mettendo in guardia contro «un falso senso di sicurezza» in Europa, egli continua: «Il basso ritmo di crescita economica ha ridotto le tensioni sui mercati dell'energia e del petrolio, ma ha altresì contribuito a rallentare gli investimenti energetici. Quando l'economia si riprenderà — ciò è indispensabile per ridurre la disoccupazione - e i redditi aumenteranno, si avrà probabilmente un'espansione marcata della domanda di energia. La sola fonte energetica che può essere rapidamente sfruttata è il petrolio. Sussiste pertanto il rischio effettivo che la ripresa economica provochi un aumento della domanda di petrolio fornito dai Paesi OPEC, e ciò già attenuerà alcune delle cause che hanno portato al recente calo dei prezzi petroliferi. Più avanti, intorno agli anni '90, può darsi che la domanda di petrolio si avvicini di nuovo pericolosamente al livello di produzione che i Paesi OPEC sono in grado e hanno l'intenzione di mantenere. Ciò renderebbe naturalmente l'Europa ancora più vulnerabile a perturbazioni dell'offerta e ad improvvisi rialzi dei prezzi petroliferi, come già abbiamo sperimentato in passato.» Disponibile in 4 lingue «Investire nel futuro dell'Europa» è patrocinato dalla Banca Europea porgli Investimenti; il libro, a cura del Prof. Arnold Heertje dell'Università di Amsterdam, è edito da Basii Blackwell, Oxford, in collaborazione con Guida Editori, Napoli, per la versione italiana nonché con Economica, Parigi, per la versione francese (Investir dans l'avenir de l'Europe) e Springer Verlag, Heidelberg (Investieren in die Zukunft Europas) per quella tedesca (in inglese: Investing in Europe's Future). Gli investimenti nel settore dell'energia non hanno risentito solo della minore pressione sui prezzi petroliferi; sono state anche le incertezze circa i programmi da mettere in atto per far fronte alla domanda futura, i bassi profitti delle società che sarebbero interessate ad investire in nuovi progetti energetici, e l'alto livello dei tassi d'interesse e dell'inflazione che hanno portato alla recente revisione verso il basso dei piani d'investimento. «In linea di massima - continua U. Lantzke - questo movimento riduttivo rispecchia una sana capacità dei sistemi economici di reagire prontamente ai segnali che ad essi pervengono dal mercato, evitando sprechi di risorse e investimenti subottimali. D'altra parte, sussiste però il rischio che si arrivi a reazioni eccessive, ossia a rinviare ο annulla re anche quegli investimenti energe tici che invece sono economicamen te giustificati. Considerati i tempi lunghi che trascorrono tra decisione e realizzazione dei progetti di forni tura di energia e il periodo invece relativamente breve entro il quale può verificarsi una variazione del mercato energetico, occorre domandarsi se le reazioni sopra descritte siano davvero idonee a costruire un più sicuro e stabile futuro nel campo dell'energia.» Se la sfida tecnologica e i problemi di approvvigionamento energetico sono ovviamente in prima linea sul fronte europeo, l'obiettivo a lungo termine di uno sviluppo regionale più equilibrato dovrebbe continuare a rappresentare un elemento chiave delle politiche economiche nazionali e comunitarie. Sebbene sia stata raggiunta una certa convergenza negli ultimi 30 anni - scrive Henri Paul Paelinck - gli squilibri regionali sono ancora notevoli. Facendo notare che lo studio serio e sistematico delle questioni inerenti allo sviluppo regionale è relativamente recente - con una solida base statistica a partire solo dagli anni '60 - egli scrive che uno dei problemi principali è quello di definire «l'allocazione ottimale degli aiuti» alle regioni. Anziché con misure generiche, in futuro il problema potrebbe essere affrontato dosando l'azione regionale in maniera molto più precisa, tenendo conto delle diverse e specifiche caratteristiche di ciascuna area e della natura dei suoi problemi di sviluppo. Ciò significherebbe l'applicazione in ciascuna regione di un «dosaggio ideale», su misura, dei possibili incentivi per l'insediamento ο l'espansione di attività produttive. per la promozione di investimenti infrastrutturali, per l'addestramento professionale e per la ricerca e lo sviluppo. L'obiettivo sarebbe, con mezzi e un'intensità appropriati a ciascun caso, di modificare il profilo di ogni regione in ritardo portandola sopra la «soglia critica» a partire dalla quale lo sviluppo si autoalimenterebbe. Lo studio indica quindi come determinare i fabbisogni di ciascuna regione. H. P. Paelinck sottolinea anche l'importanza di assicurare migliori condizioni ambientali con adeguati investimenti nel rinnovamento urbano, allo scopo di favorire lo sviluppo regionale accréscendo l'attrattiva delle aree di insediamento industriale. Lord Roll, nel capitolo finale, parla della «dura, a volte molto dura concorrenza» per le emissioni sui mercati dei capitali e ritiene necessario che gli emittenti europei accrescano la loro presenza. «Quando il denaro... è chiamato in causa, le domande di finanziamento dell'Europa, qualunque sia la loro origine o. il loro scopo, si trovano confrontate ad un numero davvero impressionante di altre domande.» Pertanto il ruolo delle istituzioni comunitarie, ed in particolare quello della Banca Europea per gli Investimenti, che raccolgono risorse sui mercati per convogliarle verso investimenti prioritari è di notevole importanza. La BEI e gli altri emittenti comunitari, - scrive Lord Roll - grazie all'ottimo credito di cui godono possono procurarsi dei mezzi finanziari alle condizioni più favorevoli; la loro competenza è riconosciuta sui vari mercati non soltanto dagli investitori ma anche dagli intermediari, cioè dalle banche d'investimento e d'affari che gestiscono e sottoscrivono le emissioni pubbliche della BEI, della CECA ecc. ο intervengono nei loro collocamenti privati. «La Comunità può affermare, a giusto titolo, che la sua presenza ha migliorato la disponibilità di fondi per gli investimenti a scopi prettamente europei.» È difficile fare previsioni - continua Lord Roll - ma è necessario che l'Europa e, in seno ad essa, le istituzioni della Comunità si adoperino per procacciarsi mutuatari di qualità e per accrescere la raccolta di fondi sui mercati finanziari. Ciò che conta per gli investitori sono soprattutto due fattori, sui quali si basa la loro decisione d'investire: la sicurezza ed Il rendimento; -molto dipenderà quindi dalla capacità di saper loro offrire quanto essi cercano. È evidente, d'altra parte, che le istituzioni comunitarie devono tener conto, al riguardo, della sicurezza e del rendimento dell'investimento in Europa, che - a prescindere da considerazioni di ordine politico - dipendono dall'evoluzione dell'economia europea. Entro questo vasto contesto, il ruolo che la Comunità può e vuole assumere sarà determinato daMa coesione e dal livello d'integrazione tra i Paesi membri. «Alla luce degli ottimi risultati ottenuti dalla Banca Europea per gli Investimenti nei suoi venticinque anni di attività, come del resto dalle istituzioni sue consorelle, è lecito sperare che nessun vincolo potrà frenare il loro costante e rapido progresso.» Il simposio Nel corso del simposio ciascun autore presenterà il capitolo da lui scritto e si soffermerà sulle conclusioni; seguirà quindi un dibattito con i convenuti (più di 150). Sono previste allocuzioni di H. Onno Ruding, Ministro delle Finanze dei Paesi Bassi e Presidente in carica del Consiglio dei governatori della Banca.Europea per gli Investimenti, e di Pierre Werner, Primo Ministro e Governatore per il Lussemburgo. Tra le personalità delle istituzioni europee che hanno annunciato la loro partecipazione figurano tre membri della Commissione delle Comunità Europee — François-Xavier Ortoli (Vicepresidente, respon- sabile degli «Affari economici e finanziari» e del «Credito e investimenti», Antonio Giolitti (Politica regionale e Coordinamento dei fondi' comunitari) e Frans Andriessen (Relazioni con il Parlamento Europeo^ Concorrenza) — nonché Lady Elles, Vicepresidente del Parlamento Europeo, in rappresentanza del Presidente Pieter Dankert; la Sig.ra Hanna Walz, Presidente della Commissione per l'Energia, la Ricerca e la Tecnologia del Parlamento Europeo; François Ceyrac, Presidente del Comitato Economico e Sociale; Georges Debunne, Presidente della Confederazione Europea dei Sindacati. Sono previsti anche interventi di dirigenti di istituti di credito nazionali tra cui Luigi Arcuti, Presidente dell' IMI, e Ernst-Günther Broder, membro principale del Consiglio direttivo della Kreditanstalt für Wiederaufbau -, di personalità dèi mondo industriale e di autorità pubbliche. Dopo una breve allocuzione di benvenuto del presidente Le Portz, avrà inizio il dibattito - in seduta plenaria, presieduta dal Vicepresidente della BEI Arie Pais - sugli interventi di Emile van Lennep e Alexandre Lamfalussy (contesto economico e monetario). Successivamente i partecipanti si divideranno in tre gruppi per discutere su: aspetti specifici del settore energetico (presentazione Ulf Lantzke; presidente: Sig.ra Hanna Walz); competitività industriale (presentazione Guido Carli; presidente: Lucio Izzo, Vicepresidente della BEI); sviluppo regionale (presentazione Jean Henri Paul Paelinck; presidente Noel Whelan, Vicepresidente della BEI). 11 programma prevede poi, nuovamente in seduta plenaria, gli interventi di Lord Roll, Michel Albert e Otmar Emminger. Ulteriori informazioni al riguardo potranno essere richieste alla Divisione Informazione/Relazioni Pubbliche della Banca a Lussemburgo (v. indirizzo nel riquadro all'ultima pagina). [Ra^podla espaoisiurìe deo fonianiDaméintD BEI in Grecie dopo la sya adesioo© alia CEE Il totale delle operazioni della BEI in Grecia — a seguito della rapida espansione dei finanziamenti (quasi 780 milioni di ECU/52 miliardi di dracme) dopo l'adesione del Paese alla Comunità Europea, cioè dal 1°. 1.1981 - si eleva ora ad oltre 1,1 miliardi di ECU">. La BEI - la cui attività di finanziamento in Grecia, nel L'impatto di questi finanziamenti sull'economia greca è considerevole; si valutano a circa 2,2 miliardi di ECU/DR 153 miliardi gli investimetiti fissi realizzati con il contributo della quadro dei Protocolli finanziari allegati all'Accordo di associazione, risale al 1963 - ha contribuito, principalmente dal 1981, alla realizzazione di numerosi investimenti nei settori dell'industria, dell'agricoltura, dell'energia e dell'infrastruttura nonché alla ricostruzione delle zone colpite dai terremoti del 1981. BEI nel Paese dal 1981 e a oltre 12 000 i posti di lavoro creati ο salva guardati. Quest'impatto è tanto più rilevante in quanto si concentra nelle zone meno sviluppate enei settori prioritari; l'incremento dei finanzia"'•Dati al 30 settembre 1983. Gli importi in dracme figuranti nei testo sono stati determinati sulla base dei tassi dì conversione al momento della firma dei contratti. menti risponde d'altro lato alla necessità di rafforzare la struttura economica della Grecia per facilitare la sua integrazione nella Comunità e può essere considerato come una manifestazione concreta della solidarietà europea. Prima del 1981 le operazioni della BEI in Grecia, così come negli altri Paesi fuori della Comunità, non potevano superare un certo importo in un dato periodo: nel quadro di due Protocolli finanziari successivi erano stati previsti circa 350 milioni di ECU"' per investimenti nei settori dell'industria, dell'agricoltura, dell'energia e delle infrastrutture di base. Quando la Grecia è divenuta Paese membro ha potuto accedere liberamente ai finanziamenti della BEI, non essendo fissato in pratica alcun importo massimo; già nel 1981 la Banca accordava circa 160 milioni di ECU e nel 1982 quasi 460 milioni. La Grecia, con circa il 3,6% della popolazione della Comunità, ha beneficiato nel 1982 del 10,8% delle operazioni della Banca nella CEE (su risorse proprie ο su quelle del Nuovo Strumento Comunitario), il che la pone al secondo posto (dopo l'Irlan da), sulla base del numero di abitan ti, per volume di finanziamenti rice vuti. Anche quest'anno le operazioni, stanno continuando ad un ritmo so stenuto; infatti i finanziamenti già accordati e quelli in fase di istruttoria lasciano presumere un importo comparabile, se non un ulteriore incremento. Al momento in cui questo Bollettino va in stampa è prevista la firma ad Atene, in occasione della riunione del Consiglio di amministrazione, di contratti di finanziamento per 143,6 milioni di ECU/DR 11,4 miliardi. L'aumento dei finanziamenti dal 1981 in poi è dovuto soprattutto al fatto che le priorità che si impongono all'economia greca coincidono con gli obiettivi assegnati alla BEI dal Trattato di Roma, in particolare per quanto concerne lo sviluppo regionale e la riduzione della dipendenza dalle importazioni di petrolio; vanno poi aggiunte le operazioni nel quadro del Nuovo Strumento Comunitario di Prestiti e Mutui (NSC, v. pag. 10). Nel perseguimento dello sviluppo equilibrato della Comunità, obiettivo fissato dal Trattato di Roma, la BEI finanzia in primo luogo gli investimenti che contribuiscono allo svi- luppo regionale, quelli cioè situati nelle regioni che già beneficiano di aiuti nazionali a finalità regionale. Ciò implica una concentrazione dei finanziamenti nei Paesi membri in cui le regioni in ritardo e/o i problemi di riconversione industriale gravano maggiormente sull'economia. È tale il caso della Grecia, dove il prodotto interno lordo pro capite, tenuto conto delle parità del potere d'acquisto, corrispondeva nel 1980 al 57% della media comunitaria (dietro l'Irlanda, con il 62%): a livelli diversi tutto il territorio nazionale, tranne le regioni di Atene-Pireo e di Salonicco, è ammissibile agli aiuti per lo sviluppo regionale. Inoltre va rilevato che esistono forti squilibri tra le diverse regioni e che in alcune di esse il PIL è molto meno elevato della media nazionale. Agli ostacoli naturali dovuti alla configurazione fisica del Paese, si aggiunge il peso ancora elevato dell'agricoltura, che nel 1980 occupava il 30% circa della popolazione attiva, spesso sottoccupata, in aziende di dimensioni modeste e con una produttività nettamente inferiore alla media comunitaria. La quasi totalità dei finanziamenti della BEI ha contribuito alla realizzazione di investimenti destinati ad avere un impatto regionale. I progetti finanziati a tale titolo hanno interessato tanto l'industria, in particolare le piccole e medie imprese, quanto lo sviluppo agricolo (irrigazione, investimenti nelle aziende) e la realizzazione di infrastrutture di trasporto e delle telecomunicazioni, particolarmente importanti in un Paese dove Γ80% del territorio na zionale è montagnoso e che conta un migliaio di isole di cui 170 abitate. Lo sviluppo delle comunicazioni è talvolta difficile e comporta costi elevati, il che frena la crescita economica e accentua l'esodo rurale e l'emigrazione. Si rivela quindi particolarmente necessario l'ammodernamento delle reti stradale e ferroviaria nonché delle telecomunicazioni. Gli investimenti finanziati sono volti a migliorare le condizioni d'insediamento di nuove attività nelle regioni poco industrializzate e in particolare in taluni poli di sviluppo (Patrasso, Larissa, Heraklion, Giannina, ecc.); le autorità mirano infatti a una più equilibrata distribuzione territoriale delle attività economiche, concentrate ora in misura eccessiva nelle zone di Atene-Pireo e di Salonicco che contano il 40% della popolazione con oltre il 55% della produzione industriale e i due terzi delle attività del settore terziario. Sono prioritari anche gli investimenti nel settore dell'energia, sia per la ~ valorizzazione delle risorse interne che per il risparmio energetico o, per diversificare le importazioni, l'utilizzazione del carbone invece dell'olio combustibile. Vg notato al riguardo che, per il suo fabbisogno di energia primaria, nel 1982 la Grecia dipendeva per quasi il 65% dalle importazioni di petrolio; essa deve quindi realizzare massicci investimenti tenendo presente che l'obiettivo comunitario è di portare al 40% circa, nel 1990, la quota media del petrolio nel consumo totale di energia dei Dieci. La Grecia dispone di consistenti risorse di lignite, di siti idroelettrici ancora sfruttabili nonché di giacimenti d'idrocarburi e cerca anche di promuovere il risparmio energetico. Un'altra priorità è costituita dalla protezione dell'ambiente, che in Grecia - Paese turistico per eccellenza e, in quanto Paese membro della Comunità Europea, firmatario della Convenzione di Barcellona sulla protezione delle acque del Mediterraneo - assume un'importanza particolare; l'urbanizzazione recente del Paese e l'ipertrofia delle città di Atene-Pireo e di Salonicco pongono da alcuni anni problemi di inquinamento che richiedono un'azione di grande respiro e investimenti considerevoli. Un altro settore in cui sono particolarmente necessari gli interventi della Banca, tenuto conto dell'aspra concorrenza sui mercati mondiali, è quello dell'ammodernamento e della riconversione industriale per far fronte alle sfide tecnologiche. L'industria greca, infatti, conta un numero molto elevato di piccole imprese,anche artigianali, spesso insufficientemente attrezzate e a scarsa produttività; la BEI si è sforzata di contribuire alla crescita della loro competitività, condizione essenziale perché esse possano pienamente integrarsi nel mercato comune. Fabbisogno di capitali a lungo termine Dopo una crescita economica piuttosto rapida sino alla metà degli anni '70 (6,25% l'anno in media dal 1965 al 1975, contro il 3,75% negli altri Paesi europei membri dell'OCSE) si è registrato un certo rallentamento a seguito dei due «shocks» petroliferi e della recessione internazionale; dal 1975 al 1980 il ritmo di crescita è "> Sui finanziamenti in Grecia prima dell'adesione v. BEI-lnformazioni n. 21 (maggio 1980) e opuscolo «Banca Europea per gli Investimenti 1958-1983». che sono inviati gratuitamente a quanti ne fanno richiesta alla Divisione Informazione/Relazioni Pubbliche della Banca. passato al 3,5% (2,75% negli altri Paesi membri dell'OCSE), seguito da un ristagno nel 1982 e da un debole avvio di ripresa nel 1983. La persistenza, dopo il primo «shock» petrolifero, di un tasso d'inflazione elevato ha anche influito negativamente sugli investimenti, di cui nel settore industriale privato si è notata negli ultimi anni una certa diminuzione. Le esportazioni - prodotti agricoli, materie prime e prodotti dell'industria leggera, con una quota crescente di prodotti implicanti una tecnologia più avanzata - sono tradizionalmente inferiori alle importazioni, ma il disavanzo della bilancia commerciale che ne deriva è coperto per la maggior parte dalle entrate invisibili (trasporti marittimi, rimesse degli emigrati, turismo). Dei problemi di bilancia dei pagamenti sono sorti negli ultimi anni in seguito alla crescita meno rapida degli introiti d'esportazione e al conseguente deterioramento della bilancia commerciale oltre che al ristagno delle entrate turistiche dal 1979, agli effetti della recessione internazionale, alla minore redditività della flotta e alla diminuzione delle rimesse degli emigrati, il cui numero è nell'insieme diminuito. La riduzione dei flussi dì capitali nazionali e la relativa ristrettezza del mercato nazionale dei capitali non favoriscono certo l'azione delle istituzioni di credito a lungo termine, inducendo spesso le imprese a indebitarsi con prestiti a più breve termine che mal si adattano all'investimento industriale e, a più forte ragione, alle infrastrutture. È quindi necessario ricorrere a prestiti esteri. Al riguardo, i finanziamenti della BEI presentano per la Grecia un'attrattiva particolare: essi sono a lungo termine ed a tasso fisso, che corrisponde all'incirca a quello dei prestiti che la Banca emette sui mercati dei capitali, dove essa gode di un credito di primissimo ordine, e che è quindi molto favorevole; un'altra caratteristica è che gli importi sono versati in valuta estera, di cui l'economia greca ha precisamente bisogno. Questi finanziamenti, che contribuiscono concretamente allo sforzo d'investimento delle autorità greche, hanno rappresentato nel 1981-1982 quasi il 4,3% della formazione lorda di capitale fisso nel Paese. Sui 1 229 milioni di ECU di finanziamenti comunitari accordati nel Paese nel 1981-1982, cioè nei primi due anni di adesione alla Comunità, oltre la metà (618 milioni) è stata accordata dalla BEI: 493,1 milioni su risorse proprie e 124,9 su quelle del Nuovo Strumento Comunitario. L'importo restante è costituito da 11 milioni di ECU concessi dalla Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA) e da 600 milioni di ECU erogati sotto forma di sovvenzioni dai fondi comunitari (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia, Fondo Sociale) e nel quadro degli aiuti per progetti pilota nel settore energetico. Finanziamenti per settore I finanziamenti che la Banca Europea per gli Investimenti ha accordato dal 1981 al 30 settembre 1983 hanno riguardato per circa il 33% (255 milioni di ECU) le infrastrutture di comunicazione, per oltre il 27% (212,8 milioni di ECU) l'industria, l'agricoltura e II turismo, per circa il 20% l'energia e per oltre il 19% l'irrigazione, il trattamento delle acque e infrastrutture varie. Al primo posto vengono i progetti per il miglioramento delle reti telefonica e stradale; su 255 milioni dl ECU, 186,5 milioni sono andati all'OTE (Ente gj-eco delle telecomunicazioni) per l'ammodernamento e l'estensione della rete telefonica e telex; il numero degli abbonati che sono stati ο saranno così raccordati alla rete, in particolare nelle regioni meno sviluppate e isolate, è valutato in circa 320 000. Inoltre 53 milioni di ECU hanno contribuito all'ammodernamento e alla rettifica del tracciato delle strade Salonicco-Serresfrontiera bulgara e Patrasso-Olimpia, con diramazioni sino alla zona industriale e al sito archeologico di quest'ultima città. Segue l'energia, con 160,8 milioni di ECU così ripartiti: 74 milioni per la costruzione delle centrali idroelettri- che di Pigai (Epiro) e Stratos (Grecia centrale), dove la produzione dovrebbe essere pari a circa 185 000 tonnellate equivalenti di petrolio l'anno a partire dal 1986; 49,8 milioni per la messa in coltivazione di una miniera di lignite a cielo aperto a Amynteon, a nord di Ptolemais (Macedonia); 30,4 milioni per la costruzione, in prossimità della suddetta miniera, di una centrale termica di 600 MW (le importazioni dovrebbero diminuire, a partire dalla metà del 1986, di 800 000 tonnellate equivalenti di petrolio l'anno); infine 6,6 milioni per la produzione combinata di calore e di elettricità con l'installazione di due turboalternatori alimentati con gas di torcia, in una raffineria di idrocarburi vicino a Corinto; quest'ultimo progetto permetterà un risparmio energetico valutato in circa 38 500 tonnellate equivalenti di petrolio l'anno e contribuirà alla protezione dell'ambiente nelle vicinanze di un sito archeologico conosciuto in tutto il mondo. Il Consiglio delle Comunità Europee aveva deciso nel dicembre 1981 di accordare un aiuto speciale per la ricostruzione delle zone colpite dai terremoti del febbraio/marzo 1981. L'importo stanziato - 80 milioni di ECU su risorse del Nuovo Strumento Comunitario - è stato concesso in un unico finanziamento che ha contribuito al rifacimento di 42 tratti stradali, alla ricostruzione ο alla ripara zione di quasi 800 locali scolastici, di 27 fabbricati e di 7 ponti ferroviari nonché all'installazione di 550 edifici prefabbricati. Per accentuare il carattere di aiuto, detto finanziamento ha beneficiato di un abbuono d'interesse del 3% a carico del bilancio comunitario. D'altra parte 31,7 milioni di ECU hanno contribuito alla sistemazione Divenuta — con l'adesione alla CEE — Paese membro della BEI, la Grecia contribuisce al suo capitale e partecipa alla sua gestione. Nel capitale - sottoscritto dai 10 Stati membri della CEE a concorrenza di 14,4 miliardi di ECU, di.cui circa il 10,2% effettivamente versatolo da versare) - la quota della Grecia è stata fissata a 225 milioni di ECU (1,56%), di cui 22,9 milioni effettivamente versati ο da versare. Nel Consiglio dei governatori, composto di un ministro per ciascuno Stato membro, il governatore per la Grecia è,,Gerassimos ARSENIS, Ministro dell'Economia Nazionale. Nel Consiglio di amministrazione siede - in qualità di membro titolare - Stavros THOMADAKIS, Consigliere del Ministro dell'Economia Nazionale. Nel Comitato di verifica, uno dei tre membri è Costantin THANOPOULOS, Vicedirettore della Banca di Grecia; il Sig. Thanopoulos assicurerà la presidenza del Comitato sino alla prossima Seduta annuale del Consiglio dei governatori. Il personale delia Banca, proveniente dai diversi Paesi membri della CEE, comporta un numero crescente di dipendenti di nazionalità greca. ο all'estensione di diverse zone industriali (a Larissa, Giannina, Pa trasso, Heraklion, ecc.) nel quadro degli sforzi delle autorità greche per promuòvere l'insediamento ο il tra sferimento di imprese verso detti poli di sviluppo. La BEI ha anche accordato 23,6 milioni "^di^ECU per la protezione dell'ambiente: raccolta e trattamen to delle acque di scarico nelle città di Giannina, Larissa, Kastoria e Ptolemais mediante la costruzione di reti fognane e di impianti di depurazione, costruzione dell'impianto di depurazione di Metamorphosis, a nord di Atene, che dovrebbe permettere di ridurre dell'80-90% l'inquinamento del golfo saronico. Infine 15,2 milioni di ECU hanno interessato lavori di irrigazione nella Macedonia orientale e in Epiro, su quasi 17 500 ettari, nonché l'ammodernamento e la manutenzione degli impianti esìstenti. Il settore della produzione Nel settore della produzione, tra il 1981 e la fine di settembre 1983, i finanziamenti della BEI si sono elevati a 212,8 milioni di ECU. Tra i progetti industriali di maggiore dimensione, al primo posto figura la produzione di cemento, di cui la Grecia è il secondo esportatore europeo dopo la Spagna: 40,2 milioni di ECU sono stati infatti concessi per la conversione all'alimentazione a carbone di due cementifici (nella Grecia centrale e a Volos) e per il progressivo trasferimento a Milaki (Eubea) della produzione di una fabbrica del Pireo; quest'ultimo progetto ha anche comportato la conversione degli impianti all'alimentazione a carbone e la costruzione di un terminale carbonifero. Va notato che tutti questi investimenti mirano a ridurre la dipendenza dal petrolio, le cui importazioni, grazie all'utilizzazione del carbone e alla razionalizzazione dei consumi, dovrebbero diminuire di oltre 500 000 t/anno; i cementifici sono stati dotati di dispositivi e impianti antinquinamento. Il trasferimento dal Pireo a Milaki della produzione di una fabbrica di cemento risponde sia alla preoccupazione di riequilibrare la ripartizione geografica delle attività che a quella di ridurre l'inquinamento atmosferico della zona di Atene-Pireo. La BEI ha anche concesso 15 milioni di ECU per l'ammodernamento degli impianti di produzione di allumina e alluminio dello stabilimento di S. Nicola, nel golfo di Corinto, e per l'aumento della capacità di produzione di allumina (-)- 100 000 t/anno). Questi investimenti permetteranno altresì un risparmio di combustibile valutato in circa 34 000 tep/anno. Tuttavia la maggior parte dei fondi accordati (157,5 milioni di ECU) ha interessato i piccoli e medi investimenti, particolarmente importanti in Grecia; già molto prima dell'adesione del Paese alla Comunità, la BEI accordava prestiti globali'alla Banca Ellenica per lo Sviluppo Industriale (ETBA), alla Banca Nazionale degli Investimenti per lo Sviluppo Industriale (NIBÌD/ETEBA) e, per l'agricoltura e l'agro-industria, alla Banca Agricola Greca alle quali son venute ad aggiungersi, dopo l'adesione alla CEE, la Banca per gM Investimenti e la Banca Nazionale di Grecia; questi istituti hanno utilizzato i prestiti globali (linee di credito) per finanziare piccoli e medi investimenti, principalmente della piccola e media industria ma anche nei settori del turismo e dell'agricoltura (piccoli comprensori irrigui, investimenti nelle aziende). Gli investimenti cosi finan- Operazionl della Banca In Grecia (dal 1° 1.1981 al 31.8.1983) Ripartizione per regione Totale dei mutui m milioni di ECU Peloponneso-Ovest della Grecia centrale 173· Est della Grecia centrale . isole 160Macedonia centro-occidentale 147 Epiro 62 Tessaglia 57 Macedonia orientalo 49 Creta 32 Tracia 25 Isole dell Egeo orientale 8,7 di CUI crediti su prestili globali numero milioni di F-CU 21 11 41 23.4 31 19 47 5 15 16,5 14 7 14 13,1 6 2,6 9 8,7 di CUI 33,6 milioni a titolo dell aiuto per la ricostruzione di CUI 46.4 milioni a titolo dell'aiuto per la ricostruzione ziati possono essere localizzati su tutto il territorio greco, ma nelle zone di Atene e Salonicco finora hanno riguardato soprattutto l'ammodernamento di unità industriali. Su 157,5 milioni di ECU, 103,3 sono stati accordati nei settori industriale e turistico; di questi, 6,8 milioni hanno interessato piccoli e medi investimenti volti a permettere un'utilizzazione più razionale dell'energia. D'altra parte, 10,2 milioni sono andati alla Banca Agricola Greca per investimenti diretti ad accrescere la produttività mediante la meccanizzazione, l'irrigazione collettiva ο in vestimenti nelle aziende; infine, 44 milioni sono in corso di assegna zione. Al 31 agosto 1983, i prestiti globali avevano contribuito alla realizzazio ne di 133 piccoli e medi investimenti nell'industria: 27,2 milioni sono stati accordati per l'industria alimentare, 12,5 milioni per la produzione e la prima trasformazione dei metalli, 10,7 milioni per le lavorazioni metal liche e la meccanica, 8 milioni per il settore dei tessili e del cuoio, 6,1 milioni per i materiali da costruzio ne; l'importo restante ha interessato i seguenti settori: vetro e ceramica, chimica, legno, industria estrattiva, trasformazione della gomma e delle materie plastiche, materiale di tra sporto, costruzione elettrica e elet tronica, ecc. Va notato che 9 investi menti a favore della piccola e media industria, nel quadro di un prestito globale all'ETEBA, hanno interessa to la riduzione ο la razionalizzazione del consumo di energia. D'altra parte 11,8 milioni di ECU sono stati concessi per lo sviluppo delle attività turistiche, un settore tradizionalmente importante per la Grecia. Tra i 15 investimenti finanziati, va ricordato in particolare il nuovo museo archeologico dell'isola di Milo (Cicladi) per il quale sonò stati accordati nel dicembre 1982, su un prestito globale all'ETBA, 163 000 ECU; questo finanziamento, che rientrava nel quadro dell'azione comunitaria nel settore culturale e più in particolare della protezione del patrimonio architettonico, era il primo della BEI per un investimento di questo tipo, destinato a promuovere lo sviluppo del turismo nell'isola e conforme, d'altro lato, a uno degli obiettivi del programma di sviluppo regionale del Paese. Esso ha beneficiato di un abbuono d'interesse di circa il 5% a carico del bilancio comunitario, sulle cui risorse è stata anche concessa una sovvenzione di 50 000 ECU. Va rilevato che la maggior parte degli investimenti industriali e.turi- stiel finanziati tramite prestiti globali (numericamente il 60%, il 65% per importo) è stata realizzata da imprese con meno di 50 addetti e il 2 1 % (15% per importo) da imprese con un numero di addetti compreso tra 50 e 200. Un importo di 10,2 milioni di ECU è stato d'altra parte accordato tramite la Banca Agricola Greca a favore di investimenti agro-industriali e per l'ammodernamento di 1 100 aziende agricole, su più di 15 000 ettari, dove lavorano circa 2 300 persone. Dal punto di vista regionale, i finanziamenti (compresi i crediti su prestiti globali) concessi dalla BEI su risorse proprie ο su quelle del Nuovo Strumento Comunitario, si riparti scono come indicato nella tab. a pag. 8. 3ytyi sy rosoirs© del IMnoow© StirymaDTitû Oomyoïitao© Nei primi nove mesi del 1983 i mutui accordati su risorse del Nuovo Strumento Comunitario di Prestiti e iViutui (NSC ο Sportello Ortoli) hanno permesso la realizzazione di investimenti per un totale di 536 milioni di ECU, contribuendo allo sviluppo dei settori dell'energia, dell'infrastruttura, dell'industria e del turismo nella Comunità Europea. Il campo d'azione dell'NSC copre una gamma sempre più vasta di investimenti, dalle piccole imprese a conduzione familiare ad alcune delle più grandi opere di ingegneria civile attualmente in fase di realizzazione nei L'adozione di dette decisioni mira a favorire l'incremento degli investimenti e interessa da vicino la BEI, che gestisce i mutui NSC per conto della Comunità. Il Nuovo Strumento Comunitario di Prestiti e Mutui è stato creato nell'ottobre 1978 dal Consiglio dei Ministri allo scopo di rafforzare l'azione comunitaria contro la disoccupazione, il basso livello degli investimenti e le divergenze dei risultati economici degli Stati membri. L'idea di base era che, emettendo prestiti a lungo termine, la CEE avrebbe potuto reperire risorse addizionali da destinare agli investimenti, aumentando così nell'insieme la capacità di raccolta di fondi della Comunità. L'NSC è un meccanismo attraverso il quale la Commissione delle Comunità Europee raccoglie — a nome della CEE, grazie al credito di cui essa gode — fondi sui mercati dei capitali; la Banca Europea per gli Investimenti utilizza poi detti fondi, su mandato della Comunità, per accordare mutui a favore di progetti d'investimento volti a promuovere la realizzazione degli obiettivi economici ai quali la Comunità annette particolare importanza. I mutui su risorse dell'NSC sono divenuti una parte consistente dell'attività della BEI, affiancandosi ai finanziamenti sulle sue risorse proprie, costituite per la maggior parte dai proventi dei prestiti che essa emette sui mercati dei capitali. Da quando, cinque anni fa, l'NSC è divenuto operativo, sono stati accordati mutui per 2,3 miliardi di ECU, pari al 12,5% di tutte le operazioni di finanziamento della BEI; nei primi nove mesi dell'anno in corso i mutui NSC hanno rappresentato il 20% delle operazioni della Banca nella Comunità. Paesi membri della Comunità; i progetti finora finanziati hanno interessato la Danimarca, la Francia, la Grecia, l'Irlanda, l'Italia e il Regno Unito. Tale azione ha ricevuto quest'anno un nuovo impulso dalla decisione del Consiglio delle Comunità Europee che abilita la Commissione a contrarre nuovi prestiti per un importo massimo di 3 miliardi di ECU (nel 1978 e nel 1982 due analoghe decisioni avevano permesso ciascuna la raccolta di fondi per 1 miliardo di ECU, ora interamente assegnati). iVìutui NSC nel 1983 Nel 1983, 244 milioni di ECU sono stati utilizzati per contribuire alla realizzazione degli obiettivi comunitari in materia d'energia. Tra i progetti finanziati figurano: una rete di gasdotti in Danimarca per la trasmissione e la distribuzione del gas naturale estratto dai giacimenti del settore danese del Mare del Nord; diverse opere per lo stoccaggio e il trasporto del gas naturale in Italia, fra cui la costruzione di condotte raccordate al tratto siciliano del gasdotto Algeria-Italia; lo sfruttamento di miniere di lignite in Grecia e la costruzione di centrali alimentate con questo combustibile in Grecia e in Francia; una centrale termoelettrica a carbone in Irlanda; la posa di cavi sottomarini ad alta tensione per l'interconnessione della rete elettrica britannica e di quella francese. Inoltre, per la prima volta, i mutui NSC sono stati utilizzati per finanziare l'installazione di pannelli solari in edifici residenziali e del settore terziario in Italia. I mutui a favore delle infrastrutture, per un totale di 49,1 milioni di ECU, hanno contribuito alla costruzione del tratto finale dell'autostrada Udine-Tarvisio che collegherà la rete autostradale italiana a quella austriaca e, quindi, a quella tedesca, e, in Irlanda, allo sviluppo delle telecomunicazioni. Un aspetto rilevante delle operazioni di quest'anno è l'aiuto accordato alle piccole e medie imprese. Fondi per un totale di 102,4 milioni di ECU sono stati concessi sotto forma di prestiti globali" per investimenti produttivi di PMI in Italia, Danimarca e Regno Unito; essi hanno interessato principalmente l'industria e i servizi, ma anche il turismo e il settore alberghiero. Inoltre sono ora in corso di assegnazione, sempre per investimenti di PMI, i fondi dei prestiti globali firmati nel corso del 1982 (quasi 250 milioni di ECU). Si valuta che dall'inizio di quest'anno i crediti sui prestiti globali NSC abbiano favorito l'insediamento ο l'espansione di 350 PMI, con la creazione ο la salvaguardia di circa 2 500 posti di lavoro. I mutui NSC sono stati destinati an che alla costruzione di fabbricati industriali «chiavi in mano» in Irlan da e di alloggi per i lavoratori in Italia (63 milioni di ECU) e alla ricostruzio ne delle zone terremotate del Mez zogiorno (89,9 milioni di ECU). Investimenti prioritari Gli investimenti nei settori della pro duzione ο utilizzazione razionale dell'energia, dell'infrastruttura re gionale e dello sviluppo Industriale delle PMI possono beneficiare dei mutui su risorse NSC in quanto con tribuiscono alla realizzazione degli obiettivi economici ai quali la Comu nità annette una grande importanza; detti obiettivi sono fissati dal Consiglio delle Comunità Europee. Da quando, cinque anni fa, l'NSC è stato creato, il numero dei settori d'intervento si è progressivamente esteso. '" I prestiti globali sono in pratica linee di credito aperte ad una banca ο ad un istituto di finanziamento operante a livello nazionale ο regionale che utilizza l'importo per finanziare investimenti di piccole e medie dimensioni conformi ai criteri di valutazione economica, finanziaria e tecnica della BEI. Per ulteriori informazioni sui prestiti globali vedasi il Bollet tino BEI n. 35 del luglio 1983. I primi prestiti NSC, per un importo fino ad un miliardo di ECU, furono autorizzati nell'ottobre 1978"'; i fondi dovevano essere utilizzati per il finanziamento di investimenti nel settore dell'infrastruttura che favorissero lo sviluppo regionale e di progetti nel settore energetico che contribuissero a ridurre la dipendenza della Comunità dalle importazioni di petrolio. La maggior parte dell'importo à stata destinata a progetti concernenti le strade, le telecomunicazioni, le reti idriche e fognarie (principalmente nel Mezzogiorno d'Italia e in Irlanda ma anche nell'Inghilterra nord-orientale, in Scozia e nella Francia sud-occidentale) nonché agli investimenti atti a valorizzare le risorse energetiche della Comunità: costruzione di centrali idroelettriche, geotermiche e a carbone, sfruttamento di giacimenti di petrolio ο di gas e utilizzazione commer ciale della torba quale fonte energe tica. Un importo massimo di 100 milioni di ECU è stato stanziato specificamente per il finanziamento di fabbricati industriali «chiavi in mano» (in Irlanda) e di alloggi nel quadro delle infrastrutture necessarie per lo sviluppo industriale (nel Mezzogiorno d'Italia). Nell'aprile 1982, autorizzando nuovi prestiti NSC per un miliardo di ECU, il Consiglio ha da una parte riaffermato la necessità di destinare 1 fondi NSC alle infrastrutture per lo sviluppo regionale e la produzione di energia e, dall'altra, ha allargato la gamma dei progetti energetici ammissibili ai mutui, ponendo l'accento sull' «impiego razionale dell'energia, la sostituzione del petrolio con altre fonti di energia in tutti i settori e le infrastrutture atte a consentire tale sostituzione . . .»'^'. Introducendo un'importante innovazione il Consiglio precisava che avrebbero potuto beneficiare dei mutui NSC i progetti concernenti investimenti produttivi realizzati da piccole e medie imprese. Ciò ha permesso di accordare prestiti globali su risorse NSC per il finanziamento di PMI situate fuori delle zone in cui la BEI normalmente interviene a titolo dello sviluppo regionale. Nell'aprile 1983 il Consiglio adottava una nuova decisione che abilitava la Commissione a contrarre prestiti per 3 miliardi di ECU e in giugno autorizzava la prima «tranche» di 1,5 miliardi. Anche in questo caso i fondi I" Decisione del Consiglio n. 78/870/CEE del 16 ottobre 1978 — G U n. L 298 del 25.10.1978. '^1 Decisione del Consiglio n. 82/268/CEE del 26 aprile 1982 — G U n. L 116 del 30.4.1982. 10 Mutui concessi nel quadro del Nuovo Strumento Comunitario dal 1°.7.1982 al 30.9.1983 In appresso sono elencati — ripartiti per Paese e per grande settore d'intervento — ι mutui accordati nel quadro dei Nuovo Strumento Comunitario (NSC) rial Ρ 7 1982 al 30.9 1983 '. . ivi compresi quelli per la ricostruzione delle zone del Mezzogiorno d Italia e della Grecia colpite rispettivamente dai terrumoti del novembre 1980 e del febbraio-marzo 1981 I mutui in Italia ed in Irlanda contrassegnati con un asterisco hanno beneficiato dell'abbuono d'intotusse del 3°c a carico dei bilancio comunitario, previsto dagli accordi sul Sistema Monetano Furoppo (SMFi quelli per la ricostruzione delle zone torremolate (contrassegnati con due asterischi; hanno beneficiato tutti dell abbuono d'interesse del 3%. sempre a canco del bilancio comunitario, nel quadro della decisione del Consiglio sull'aiuto straordinario della Comunità per le zone sinistrate. Gli importi indicati tta parentesi sono quelli dei finanziamenti che la BEI ha concesso per gli stessi progetti, su nsoisv proprie La maggior parte delle operazioni in Irlanda e in Italia in appresso elencate ha beneficiato dell'abbuono d interesse nel quadro dello SME in alcuni casi, peto solo una parte dell impone è stata accordata a tasso agevolato NB: I tassi di co'i\,eisione son^i quelli in vigore Jl m j m c n l o della fuma de' contraili di finanziamento OKR FCU DANIMARCA: totale NSC Energia Costruzione di gasdotti per il irrfbporij del gas estratto dai giacimenti del se-tore d;uicsu dui Mdie del Nord - Dansk Olie og Naturgas A S (DONG) Industria • Prestito globale a favore di picrole e medie impreso (PMIi del settore manifattunero - Finansieringsinstituttet f3r Industri og Handvaerk A'S (ΓΙΗ) Prestito globale ή favore di PMI nei settori inriuslnak- e dei servizi - Den Danske Rank Intornationdl S A Infrastruttura Costruzione di un tratto dell autostrada Copenaghen-Rodby com prendente i due ponti dell'isola di Far» - StatQ aanese FRANCIA: totale NSC Energia Sfruttamento di una minium di lignite e costruzione di una centralo termica • Charbonnages de Franro Industria Prestito globale per il finanzirfmonto di investimenti produttivi di PMI fuori delle zone di sviluppo rogronale - Credit d Equipement des Petites et Moyennes entreprises (CEPME) GRECIA: totale NSC Energia Sfruttamento di ci.icimenti di lignite - ente elettrico greco Centrale elettnca dlirniintata a lignite Tnte Elettrico Orerò Infrastruttura Estensione ο ammodernamento delle reti telefoniche urbane e interurbane Fnte greco del e telecomunicazioni Ricostruzione di strade, ferrovie ed editici, inslallaziono di caso picfabbricato - Stato greco IRLANDA: totale NSC Energia Costruzione di una centrale elettnca a carbone - Electricity Supply Board (ESB) Potenziamento di centrali elettriche a torba con l'aggiunta di nuovi gruppi generatori - ESB Costruzione di un gasdotto a partire dal giacimento sottomanno di Kinsale Head - Bord Gais Eireann Industria Costruzione di fabbricati industriali - stato irlandese Infrastruttura Sviluppo delle telecomunicazioni - Stato irlandese (2 mutui) (milioni) 154,7 90.7 135 0 (milioni) 1 260,0 735 0 1 060 0 31 25 0 123 100.0 48.6 -100 0 79.1 650.0 67.3 FF (milioni) 450,0 29.7 179 5 200.0 700.0 37 6 250.0 DR (milioni) 159,9 11 054,7 24,0 25.8 11.0 79 4 1859 9 2000.0 852.5 15000 44.9 3 000 0 (74 7 80.0 7200.0 5 342 S' 124,1 IRE (milioni) 88,7 26.05 745.2 23,3 28.9 18.5 100.016.0· 20,0 14.5 26.1 10,0* 18.0· 3.75 7 7,5 2,6 7.9· 56.5 797.9 39.6 735.0· • I La tabella conprende • mutui NSC accordati nel periodo 1 luglio 1982-30 settembre 1983. continuando cosi cronologicamente l'elenco pubblicato nel η 31 del Bollettino (luglio 1982) saranno assegnati in via prioritaria ad investimenti conformi agli obiettivi comunitari nel settore energetico (sia per la produzione di energia che per la razionalizzazione dei consumi), alle infrastrutture per lo sviluppo regionale e agli investimenti produttivi delle piccole e medie imprese, in particolare ai progetti volti alla «diffusione dell'innovazione e delle nuove tecnologie . . .»'". È sotto forma di mutui NSC ( i quali potranno raggiungere l'importo massimo di 1,08 miliardi di ECU) che è stata accordata, d'altro lato, la maggior parte dell'aiuto per la ricostruzione delle zone del Mezzogiorno d'Italia e della Grecia colpite dai terremoti, rispettivamente, del novembre 1980 e del febbraio/marzo 1981 ; essi beneficiano di un abbuono d'interesse del 3% a carico del bilancio comunitario. Procedure per i mutui NSC Le procedure relative ai mutui NSC, viste dalla parte del mutuatario, sono pressoché analoghe a quelle per i finanziamenti su risorse proprie della BEI, con la sola differenza che le domande di mutuo sono presentate simultaneamente alla Banca e alla Commissione. Par ciascuna domanda, la Commissione stabilisce se l'investimento proposto è conforme alle direttive fissate dal Consiglio per l'utilizzazione dei fondi NSC. Se la Commissione esprime parere favorevole, la Banca decide sulla concessione del mutuo e sulle condizioni, secondo i suoi criteri abituali e conformemente alle procedure previste dal proprio Statuto. La Banca effettua un'istruttoria approfondita del progetto dal punto di vista economico, finanziario, tecnico e gestionale per verificare, tra l'altro, che esso: • i — è conforme alla legislazione nazionale e comunitaria; — apporterà un notevole contributo, direttamente ο indirettamente, al miglioramento della produttività economica; — è valido dal punto di vista finanziario e tecnico. 1 Se i risultati dell'istruttoria sono positivi, il Comitato direttivo della Banca raccomanda l'approvazione dell'operazione al Consiglio di amministrazione, che ne fissa anche le condizioni. Anche in questo caso non vi è una grande differenza, per il mutuatario. "' Decisione del Consiglio n. 83/308/CEE del 13 giugno 1983 — G U n. L 164 del 23.6.1983. 743,3 LIT (miliardi) 987.0 Estensione e potenziamento della rete di distribuzione del gas naturale in Piemonte e Liguria - Società Italiana per it Gas p.A., tramite la Banca Nazionale del Lavoro (BNL) — Sezione Autonoma per il Finanziamento di Opere di Pubblica Utilità 15,1 75.7 a).o· 50.0· Conversione al carbone e impianti per il recupero del calore e la riduzione del consumo di elettricità in un cementificio a Pederobba (Treviso) - Cementi Piave S.p.A. tramite BNL — Sezione Speciale per il Credito Industriale 6.8 9.0 Prestito globale per il finanziamento di piccole e medie iniziative volt a permettere un'utilizzazione più razionale dell'energia - Mediocredito Centrale Impianti per il trasporto e lo stoccaggio di gas naturale - AGIP S.p.A. Costruzione di gasdotti - SNAM S.p.A. Installazione di pannelli solari in edifici residenziali e del settore terziario - Ente Nazionale per l'Energia Elettrica (ENEL) Infrastrutture Costruzione di un tratto dell'autostrada Udine-Tarvisio - Banca Nazionale del Lavoro Lavori di ricostruzione in edifici pubblici e abitazioni - Stato italiano Lavori di riparazione della rete ferroviaria - Stato italiano Lavori di riparazione dell'Acquedotto Pugliese - Stato italiano Costruzione di alloggi popolari in prossimità di centri industriali - Stato italiano Miglioramento della rete telefonica in Puglia - Società Italiana per l'Esercizio Telefonico p.A. (SIP), tramite l'Istituto per lo Sviluppo Economico dell'Italia Meridionale (ISVEIMER) Estensione della rete telefonica in Sicilia 18,9 25.0 22,6 30.0- 15,1 20 0" 40.4 54.0 30,2 40 0 74.9 100.0·· 36 9 49 0 " 56.5 56 7 75.075.0" 80.0· 92 019 50.0· 90.0- ITALIA: totale NSC Energia 59.6 684 37.8 68.Û 37.8 73.0 50.0150 0 · 56,7 75.0· Prestito globale per il finanziamento di investimenti di PMI nell'industria - Ente Finanziare Interbancario (Efibanca) Prestito globale per il finanziamento di investimenti di PMI nell'industria - Banca per Finanziamenti a Medio e Lungo Termine S.p.A. (Interbanca) 11,3 15.0 15,0 20 0 Prestito globale per piccole e medie iniziative nei settori turistico e alberghiero - Banca Nazionale del Lavoro Prestito globale per il finanziamento di investimenti di PMI nelle zone non assistite dei Centro-Nord - Banca Nazionale del Lavoro Prestito globale per il finanziamento di investimenti di PMI nelle zone non assistite del Centro-Nord - Centrobanca Prestito globale per il finanziamento di investimenti di PMI nelle zone non assistite del Centro-Nord - Istituto Mobiliare Italiano (IMI) Prestito globale per il finanziamento di investimenti di PMI nelle zone non assistite del Centro-Nord - Mediocredito Centrale 15.1 20 0 18.9 25.0 37 8 50.0 60.4 80.0 75.5 100.0 - SIP, tramite l'Istituto Regionale per il Finanziamento alle Industrie in Sicilia (IRFIS) Impianti di depurazione e reti di collettori delle acque di scarico provenienti da vari comuni del Golfo di Napoli - Cassa per il Mezzogiorno Industria E (milioni! REGNO UNITO: totale NSC Energia Posa di cavi sottomarini per l'interconnessione delle reti elettriche francese e britannica - Central Electricity Generating Board (CEGB) e Electricité de France (EdF) Industria Prestito globale a favore di PMI nei settori industriale, turistico e dei servizi nelle aree non assistite - Industriai Credit and Finance Company (ICFC) Prestito globale a favore di PMI nei settori industriale, turistico s dei servizi nelle aree non assistite - Midland Bank Prestito globale a favore di PMI nei settori industriale, turistico e dei servizi nelle aree non assistite - National Westminster Bank 65.3 40,0 32.0 20 0 50.0 30.0 16.7 10.0 8.3 50 8,3 50 11 tra un m u t u o NSC e un m u t u o su risorse proprie della Banca. In genere il finanziamento è erogato, totalmente ο parzialmente, in valuta este ra. 1 tassi d'interesse sono calcolati in entrambi i casi allo stesso m o d o ; non essendovi finalità di lucro, essi rispecchiano il costo della raccolta dei f o n d i . La scelta delle monete e la durata d i p e n d o n o dalle c o n d i z i o n i prevalenti sui mercati dei capitali, c o m e del resto per i finanziamenti su risorse proprie della BEI. Finora i mutui NSC sono stati accordati per una durata c o m p r e s a tra 7 e 20 anni, c o n un p e r i o d o di p r e a m m o r t a m e n t o variabile a seconda dei p r o g e t t i . Le risorse NSC sono generalmente utilizzate per il finanziamento di investimenti in settori c o m p l e m e n t a r i , q u a n d o non sono gli stessi, di quelli in cui opera la BEI c o n le sue risorse proprie. I mutui della Banca c o p r o n o al massimo il 5 0 % del costo degli investimenti fissi e, d i norma, l'importo totale del finanziamento BEI e di quello NSC accordati per uno Stesso progetto non supera questo limite del 5 0 % . In pratica i finanziamenti BEI su risorse proprie c o p r o no circa il 3 0 % del costo degli immobilizzi dei p r o g e t t i ; tale percentuale passa al 4 0 % circa se viene concesso anche un m u t u o NSC. In- sieme i due mutui apportano q u i n d i un sostanziale c o n t r i b u t o alla realizzazione di investimenti particolarmente importanti per il r a g g i u n g i mento degli obiettivi e c o n o m i c i della C o m u n i t à . Prescindendo dai prestiti globali, su 75 progetti parzialmente finanziati c o n f o n d i NSC dal 1978 al 30 settembre scorso, 59 hanno beneficiato anche di mutui su risorse proprie della BEI. Il costo degli investimenti fissi di tali progetti è a m m o n t a t o a 10,7 miliardi di ECU, di cui il 12% (1,3 miliardi) coperto c o n mutui NSC e il 2 8 % (3 miliardi) c o n mutui su risorse proprie della BEI. Dei 16 investimenti che hanno beneficiato dei soli fondi NSC, 10 riguardavano la ricostruzione delle zone terremotate e, date le particolari circostanze, quelli accordati in Italia hanno coperto una percentuale del 9 0 % circa del costo dei progetti e quelli concessi in Grecia oltre il 73%. Tramite il Nuovo S t r u m e n t o C o m u nitario, che consente di associare le possibilità di raccolta di f o n d i della CEE e la capacità operativa della BEI — in termini di personale c o n esperienza nel settore bancario e nella (Mutui su risorse d e l l ' N S C (1979 - 30.9.1983) Ripartizione secondo l'obiettivo e c o n o m i c o Sviluppo regionale Danin-icircet Grecia Francia Irlanda Italia Regno Unito Interesse comune europeo — ammodernamento e riconversione di imprese 1 518,3 46.6 159.9 70,0 277,6 902,4 59.8 1 117,6 Energia Valorizza/ione di risorse della Comunità Giacimonti d'idiocarburi Caibone. lignite, torba Utilizzazione Mzionale dell'enfìrgia Diversificaziono delle importazioni Gas naturale Carbone Coinunicazioni e altre infrastrutture d'interesse comunitario Trasporti Strade ed opere d arte Protezione dell ambiente Ammodernamento e riconversione di imprese Investimenti produttivi PMI 78.8 56.7 320,3 320.3 Da detrarre per tener conto Oelie duplicazioni derivanti da finanziamenti giustificati simultaneamente da più obiettivi 334.1 TOTALE 12 milioni di ECU 661,8 233.6 1219 111,7 279,7 148,4 122.3 26.1 135,5 78,8 2 301,8 valutazione dei progetti n o n c h é nell'amministrazione dei f i n a n z i a m e n t i — sono stati accordati dal 1978 circa 2,3 miliardi di ECU per investimenti prioritari. Dalle ultime decisioni del Consiglio si p u ò dedurre che i m u tuatari potranno c o n t i n u a r e a beneficiare di questa fonte supplementare di finanziamento. i „ ^Is^O Si riportano qui appresso i controvalori in moneta nazionale, al 30 settembre 1983, dell'ECU; la Banca applica questi tassi di conversione nel trimestre ottobre-dicembre 1983 per l'elaborazione dei prospetti finanziari e dei dati statistici: DM 2,26145 FLUX 45,8906 £ 0,574833 DKR 8,16621 FF 6,86984 ' DR 79,4578 LIT 1 370,27 IRE 0,725517 HFL 2,52828 $ USA 0,859375 FB 45,8906 I dati statistici relativi all'attività della Banca si basano sui diversi tassi di conversione dell'unità di conto e poi dell'ECU utilizzati dal 1958; pertanto, tenuto conto anche dei movimenti di prezzo intervenuti in un periodo cosi lungo, essi vanno interpretati con prudenza. BEI-INFORMAZIONI è una pubblicazione periodica della Banca Europea per gli Investimenti che esce contemporaneamente in 7 lingue (danese, francese, greco, inglese, italiano, olandese e tedesco). La riproduzione degli scritti apparsi su BEI-INFORMAZIONI è consentita; si gradirebbero però la citazione della fonte e l'invio del ritaglio dell'articolo pubblicato. 100, Bd. Konrad Adenauer L-2950 Luxembourg Tei 4379-1 Telex 3530 bnkeu lu Telecopiatrice 43 77 04 Dipartimento Italia: Via Sardegna, 38 - 1-00187 Roma Tei 49 79 41 Telex 611130 bankeu i Telecopiatrice 474 58 77 Ufficio di Rappresentanza a Bruxelles: rue de la Loi 227 B-1040 Bruxelles Tel. 230 98 90 Telex 21721 bankeu b Telecópiatrice 230 58 27 Liaison Office for the United Kingdom 23, Queen Anne's Gate, Westminster London SWIH 9BU . Tel. 222 29 33 Telex 919159 bankeu g Telecopiatrice 222 29 36 Printed • in Luxembourg by éditpress luxembourg, 44, r, du canal, Esch/Alzette