ANNO III N. 1 [17]
GENNAIO 1998
si troppo
Qui fuma
Analisi sul ritrovato furore ambientalista.
E se alla fine tutto restasse come prima?
Poteri piccoli e grandi sarebbero accontentati.
Ma la salute?
Asilo nido
Aumentare la retta
o chiuderlo?
Chiesa SS. Annunziata
Scheda di
Libero Rappazzo
Il testo della nuova legge elettorale
Numero 1
SOMMARIO
Copertina
4
giornale indipendente
fotocopiato in proprio
Redattori:
Francesco Carrozza
Filippo De Mariano
Letterio Carrozza
Filippo G. De Mariano
Hanno collaborato:
Libero Rappazzo
Santo Brunetta
Rosario Torre
6
9
10
11
Verso le elezioni
12
Copertina:
Santina Alleruzzo
Redazione:
via Garibaldi, 19
98046 - S. Lucia del Mela
ANNO III N. 1
GENNAIO 1998
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l’indirizzo e se si intende avvalersi
del servizio per 6 o 12 numeri.
13
Chiuso in redazione il
21 gennaio 1998
Indiscrezioni. Il movimentismo vince, i partiti restano a
guardare.
Documenti. La nuova legge elettorale.
Problemi
15
Asilo infido. Il problema (sconosciuto ai più) dell’aumento delle
rette dell’Asilo nido comunale.
Rubriche
16
17
18
19
Sport. Pallavolo, serie C
Letto/Visto/Ascoltato
Solo una pagina
Lettere
Un opuscolo su S. Lucia del Mela dell’associazione Padre
Parisi T.O.R. - Progetto Mela
The End
20
Arretrati:
Gli arretrati vanno richiesti alla
redazione oppure presso i punti di
distribuzione.
Fumo negli occhi. Raffineria e centrale Enel nell’occhio del
ciclone
Che cosa è la Direttiva Seveso
Noi, avvolti da una “cappa” inestinguibile
Le caratteristiche geografiche della nostra zona
La scheda. Che cosa è l’LC-FINER
L’intervento. Santo Brunetta: il potere politico latita e gli
insediamenti industriali continuano.
Intanto a Milazzo...
Conclusione
Rettifiche. A proposito della Guardia Medica.
...puntini puntini... A cura di Francesco Carrozza
Inserto
I-II
La chiesa SS. Annunziata. A cura di Libero Rappazzo
4
Copertina
agorà - gennaio 1998
AMBIENTE E INQUINAMENTO
Fumo negli occhi
La Raffineria e la Centrale Enel tornano nellʼocchio del ciclone.
Tra un paio di mesi lʼLC-Finer potrebbe entrare in funzione. Con
gravi rischi per la salute di tutti, secondo gli ambientalisti. Il
sindaco di Milazzo denuncia la centrale Enel. Fra tante incertezze
e pochissime informazioni date ai cittadini, questo sembra essere
il momento propizio per risolvere il nodo dellʼindustrializzazione
del milazzese. Passerà invano? intanto i casi di tumore
aumentano. Il collegamento con gli impianti industriali non può
essere meccanico, però...
FALSO D’AUTORE
Mattina. Una slendida mattina d’estate; cercate di
immaginarla: l’aria quasi tangibile, un cielo senza
l’ombra di una nuvola, una luce via via crescente. Io
personalmente la immagino dal balcone della mia
stanza, nella mia casa in via Garibaldi, che si affaccia su quella fetta di mondo così strana, incantevole
e crudele che è la Valle del Mela. Avete provato a immaginare, ognuno dai vostri balconi? Ora spingete
lo sguardo a nord-ovest, verso Milazzo, verso le
Eolie, le splendide Eolie. Incantevole. E per un momento né io né voi la vedete, i vostri (nostri) sensi lo
rifiutano inconsciamente, troppo bello è lo spettacolo
della natura. Poi, però, quella strana sensazione cresce, quell’impressione di stare guardando un quadro
pregiato danneggiato dalla mano di qualche restauratore inesperto; ecco, allora, che ci si accorge di
quella scia di smog, nera e anonima, tagliare in due
il cielo all’orizzonte. E prima ancora che la tristezza
scalzi la poesia, i nostri occhi si soffermano sui due
colossi industriali che campeggiano in mezzo alle
due foci dei fiumi che solcano la nostra Valle.
Bene, adesso potete smettere di immaginare. [F.C.]
In queste pagine
Inquinamento e salute. Quale rapporto tra
i tumori e gli scarichi delle industrie.
Cose da sapere. Che cosa è la Direttiva
Seveso.
Breve storia degli insediamenti industriali
nel milazzese. E qualche interessante
notazione geografica sul nostro territorio.
Le tabelle con i dati sui malati di tumore
della provincia di Messina.
Scheda. Che cosa è l’LC-Finer.
Cosa succede a Milazzo? Il Comune che
ospita la Raffineria e tutte le sue
incertezze.
Copertina
agorà - gennaio 1998
Francesco Carrozza
“M
editerranea” è il nome
della più comunemente
conosciuta raffineria,
quell’ammasso di comignoli e ciminiere che occupa, dagli anni ‘50, il litorale di Milazzo; giusto accanto sorge
l’Enel, già famosa per il referendum
di qualche anno fa; entrambe le strutture, soprattutto per quelli che hanno
sempre vissuto qui e che, come me,
non sono così vecchi da ricordarsi
come fossero quelle spiagge prima che
tutto accadesse, rappresentano un
qualcosa di normale, nel senso che,
con gli anni, diventa ordinario inquadrarle visivamente in quel preciso
punto del litorale milazzese e sarebbe
difficile immaginarne il paesaggio
senza. Ovviamente non è solo una
questione paesaggistica quella che mi
spinge a scrivere. Il problema è un
altro: con quali occhi dovrò guardare
in quella direzione, oggi, alla luce di
dati allarmanti che ci pervengono da
più punti, chi più chi meno attendibili? Mediterranea e Enel cosa sono
in effetti? Tutto giace nell’ombra, nel
buio dell’omertà, più nera del fumo
che esce copioso da quei grigi e tristi
camini. Il mondo tace, intorno a noi.
E intanto muore. Escludendo le (sporadiche) iniziative di questo e quel
gruppo, o singolo, che, alla fine, proprio in quanto sporadiche, divengono
sterili e quasi scontate, nessuno
muove le acque intorno a quello che e ne sono drammaticamente convinto
- dovrebbe essere l’argomento che ciascun cittadino di questo circondario
dovrebbe conoscere meglio di tutti gli
altri. Qui si parla di vita o di morte.
E nessuno vuole morire.
Mentre prepariamo questo numero,
in cui dedichiamo ampia parte a questo argomento serio e gravissimo, le
ciminiere, da qui a Milazzo e a Archi,
continuano a sputare al cielo miliardi
di miliardi di molecole tossiche. E noi
lasciamo che ciò avvenga. No, niente
si muove, o comunque troppo poco,
quando, invece, dovrebbe muoversi
tutto, anche le case.
Di cosa abbiamo paura? Raffinare il
petrolio, produrre energia elettrica,
non significa inquinare (e uccidere) a
tutti i costi; volere fare più soldi, risparmiando su controlli e procedure
di depurazione e diminuzione dell’inquinamento atmosferico - perché lo
sanno anche gli ultimi arrivati che,
sotto questo punto di vista, gli impianti sopra citati non sono certo un
esempio di correttezza assoluta quello sì che signifca inquinare e, diciamolo pure apertamente, uccidere.
Parliamo di dati, non di storie inventate. E così capita che un prete, padre
Paolino Ficarra, di una parrocchia del
circondario, ai funerali di uno dei suoi
parrocchiani si lasci vincere dalla rabbia, dal disgusto, dalla amarezza e
lanci un grido, una domanda ai presenti a quel rito funebre: «Per quanto
tempo ancora dovrò vedere i miei parrocchiani morire di cancro?» Lo stesso
parroco, in un secondo momento,
avrebbe riferito ad un suo conoscente
e amico (il consigliere Santo Brunetta) di una raccolta di dati che egli
stesso avrebbe fatto nella sua parrocchia. La pelle si accappona: ben l’82%
delle morti è per cancro, un dato che,
se veramente attendibile (ricordiamoci che, in fondo, il buon padre Paolino, per quanto impegno possa metterci, resta comunque un prete e non
un funzionario dell’Istat...) non dovrebbe far più dormire la notte nessuno. Perché, anche se è vero che non
ci sono pubblicazioni scientifiche che
ne comprovino la veridicità, l’aumento
quasi esponenziale delle morti per
5
cancro non ci fa pensare ad altro che
a quei comignoli e a quelle ciminiere
di cui sopra.
A tal proposito, il professor Trichopoulos, direttore di uno dei maggiori
centri di studi sul cancro in America,
ha recentemente ribadito, in una pubblicazione, che «...l’inquinamento
dell’aria, dell’acqua e del suolo svolge
un ruolo infrequente e difficile da documentare come causa del cancro negli esseri umani. Gli effetti nocivi sono
difficili da verificare in quanto derivano generalmente dall’esposizione a
parecchi composti cancerogeni,
ognuno dei quali a bassissimi livelli.
Nondimeno, è ragionevole ritenere
che gli inquinanti possano contribuire
a circa il 2 per cento dei tumori a decorso fatale, soprattutto del polmone
e della vescica...». Ma aggiunge: «...le
analisi chimiche dei campioni d’aria
prelevati in aree urbane indicano che
l’esposizione a lungo termine ad alti
livelli di inquinamento atmosferico
possa incrementare il rischio di cancro del polmone di circa il 50 per
cento, specialmente tra i fumatori...».
Come si può intuire il problema è veramente di grosse dimensioni, ma ancora più grande dovrebbe essere lo
stupore, di fronte ad un simile esempio di omertà e di reticenza; nessuno,
tranne pochi eletti, conosce cosa si
cela tra le mura di quegli edifici.
Tutto giace in un surreale silenzio.
Intanto respiriamo, mangiamo e beviamo qualcosa di cui non ci è dato
sapere.
Poco più di dieci chilometri ci separano dalla Raffineria, dalla centrale
Enel...; l’interesse che dimostriamo
per l’argomento ci allontana dalle
fiamme di combustione del petrolio di
migliaia di anni luce. C’è chi, nel silenzio, muore o sta morendo per cause
che mai saprà.
6
Copertina
agorà - gennaio 1998
BREVE STORIA DEGLI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI E
QUALCHE NOTAZIONE GEOGRAFICA
Nelle prossime pagine cercheremo di
affrontare questo delicato argomento,
e ci sembrava doveroso dedicargli
tanto spazio. Non ci importa fare accuse contro questo o quello. Vogliamo
(dobbiamo) solo sapere a cosa andiamo incontro.
Sarà come gettare una pietra nell’oceano più grande dell’Universo.
E speriamo che padre Paolino abbia
sbagliato a fare i conti...
Noi, avvolti
da una “cappa” inestinguibile
I tipi di venti che spirano in questa zona spingono i fumi della
Raffineria e della centrale Enel verso la Valle del Mela. I monti
Peloritani li bloccano liasciandoli ristangare sulle nostre teste. Le
conseguenze per le piante, per le acque... e per noi
Che cosa è la direttiva
Seveso
a Direttiva Seveso recepisce una direttiva della
L
Cee. L’obiettivo per cui è stata emana-
ta è quello di prevenire incidenti rilevanti all’interno degli impianti industriali. In sostanza, impone alle industrie di informare
le Autorità sul tipo di impianti che funzionano al suo interno. Ogni volta che un nuovo impianto viene installato, l’industria
deve inviare una nota informativa ai Ministeri dell’Ambiente, della Sanità e dell’Industria, alla Regione e alla Provincia. Questo tipo di obbligo riguarda gli stabilimenti
industriali che utilizzano sostanze pericolose come
idrogeno, anidride solforosa, ecc., o che tengono immagazzinate al proprio interno gas o liquidi infiammabili. Oltre che informare le Autorità sugli impianti
installati, le industrie devono contemporaneamente
predisporre piani di emergenza in caso di incidenti.
Ottenute le informazioni, le varie Autorità svolgono
compiti differenti: i Ministeri Ambiente e Sanità informano i prefetti e la Comunità Europea sulle caratteristiche e la pericolosità degli impianti; la Regione formula osservazioni ai piani di emergenza e controlla
che le industrie mantengano sempre le misure di sicurezza; il Prefetto predispone un piano di emergenza
che riguarda la popolazione civile. Inoltre deve garantire l’informazione dei cittadini.
Per l’LC-FINING la Raffineria non ha seguito tutte queste procedure.
Rosario Torre
N
el secondo dopoguerra, agli albori del
“boom economico”, nel meridione e soprattutto in Sicilia vengono ubicate
un certo tipo di industrie.
Siamo nel 1957-’58 quando vengono
completati i lavori per la Raffineria di
Milazzo, siamo negli anni in
cui per la prima volta gli occupati nel secondario superano quelli dell’agricoltura.
Nella zona costiera del nordest siciliano sorge il primo e
unico polo industriale della
provincia di Messina, in una
zona, a sismicità media, che
comprende i comuni di Milazzo (Raffineria di petrolio),
San Filippo del Mela (centrale termoelettrica), Pace del Mela (industria
metallurgica) e in seguito Torregrotta, Venetico e Rometta (industrie
dei materiali da costruzione) e Villafranca Tirrena (industrie meccaniche
e dei pneumatici). È grazie ad esse
che la nostra provincia (o per lo meno
alcune tasche) ha goduto di un certo
“benessere economico” a scapito ovviamente della qualità della vita che
risente maggiormente di ben altri parametri fra cui l’essenziale diritto alla
salute.
Milazzo e il suo comprensorio hanno
perso un’occasione unica per sviluppare una fonte di reddito meno rischiosa dal punto di vista della
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agorà - gennaio 1998
sicurezza degli impianti ed ecologicamente più pulita per ciò che attiene
l’ambiente (l’unico che ci permette di
vivere, se ben rispettato naturalmente dai suoi abitanti).
In questo periodo (1950-’60) la famiglia Marzotto (dell’omonimo gruppo
tessile e di abbigliamento) si era interessata ad una delle zone siciliane più
belle dal punto di vista paesaggistico
e maggiormente presente nei libri
storici e mitologici: la terra costeggiata da Ulisse, la terra vicina ai luoghi di nascita di Ercole ed Efesto, la
costa dove Caio Duilio sconfisse i Cartaginesi, dove Garibaldi sconfisse i
Borboni, dove Greci, Bizantini, Arabi,
Normanni, Angioini, Aragonesi, Borboni e tanti altri lasciarono grande
impronta della loro cultura.
Oggi Milazzo e il comprensorio sono
meta di “turismo di passaggio” per le
splendide Eolie, per Portorosa e per il
resto della costa nord della Sicilia, e
fra non molto nemmeno le isole prospicienti il Capo di Milazzo riceveranno i grandi flussi turistici che già
da qualche anno sono in netto declino. Oltre al turismo, un’altra
grande fonte di reddito possibile era
quella legata alle primizie agricole, in
quel periodo esportate ovunque, che
con stabilimenti adeguati, con tutta
una serie di servizi collegati, potevano fare un’agguerrita concorrenza
ai mercati greci, spagnoli e portoghesi, che oggi per motivi di cambio
valuta e per capacità d’impiego dei
fondi della Cee sono divenuti mercati
molto convenienti che producono gli
stessi prodotti che noi (del Meridione)
abbiamo difficoltà a piazzare.
Comunque, saltando i “mea culpa”,
ritorniamo a queste cattedrali che
hanno spazzato via fonti di reddito
“pulite” e soprattutto le nostre vite e
quelle dei nostri cari. A parere dei
medici, e non solo loro (basta contare
i morti e vederne le cause: male
ignoto, male misterioso, male oscuro,
ovvero cancro), in questo comprensorio vi è una fortissima incidenza di
malattie respiratorie, tumorali e di
mortalità per le stesse rispetto al
resto della Sicilia (eppure in provincia di Siracusa ci sono quattro impianti petrolchimici e a Gela tre), e
ciò la dice lunga su come i “conti” non
Morti per tumore Messina e provincia - Anno 1994
Fonte: Istat / Le cifre del grafico mostrano che il numero maggiore di tumori riguarda sedi dell’organismo interessate dagli effetti apportati dalle sostanze chimiche presenti nel fumo.
7
tornano.
Cosa succede dal punto di vista ambientale?
Le industrie scaricano a mare o nel’aria (se si seppelliscono i rifiuti, con
il filtraggio di acqua piovana nel sottosuolo siamo nella stessa situazione!), con l’evaporazione tale
“vapore acqueo” con tutto il suo contenuto (gas di scarico) ritorna in aria,
dove già esistono i composti volatili di
tali impianti e con variazioni di temperature, altitudini e umidità relativa condensano e in seguito cadono
sotto forma di pioggia: molta cade
sulle nostre colture che noi mangiamo e molta si infiltra nel sottosuolo e va ad inquinare le falde
acquifere da cui attingiamo l’acqua
che poi beviamo.
Riguardo ai venti, il prevalente è il
Maestrale (che spira da nord-ovest)
che porta tali scarichi verso sud, dove
incontra i Peloritani, e verso est, dove
si immette nello Stretto di Messina
(qui si mescola allo smog di una delle
città italiane più inquinate, anche se
qui l’aria gode di una maggiore dinamica); nella zona costiera la Brezza di
mare, che è un vento locale di breve
durata, è maggiormente “pericolosa”
per centri come Milazzo, Archi,
Giammoro; ma la situazione più a rischio per gli spostamenti di tali gas
con questo vettore si ha quando l’aria
è più secca (giornate assolate, prive di
vento) allorché resta negli strati più
basi e crea una vera “cappa” che in seguito alle perturbazioni che vengono
dall’Atlantico, prima che piova, con i
vari fattori che portano alle precipitazioni, fanno sì che quest’aria (col
suo contenuto), col vapore acqueo e
col pulviscolo, portino alla caduta di
essi sotto forma di pioggia; ma venti
quale il Maestrale e la Tramontana
(che spira da nord) portano anche le
8
Copertina
sostanze inquinanti delle molteplici
città ed industrie delle zone che attraversano; infine, il Libeccio (vento di
sud-ovest) non sembra interessare
molto quest’area riparata dai Peloritani, ma lo Scirocco (che spira da sudest) sembra interessare le aree fino a
Patti. E tutto ciò completa l’apocalisse con l’aria che respiriamo (anidride carbonica, monossido di
carbonio, biossido di zolfo - il 12 gennaio scorso la centralina di rilevamento di Milazzo porto ha rilevato la
presenza nell’aria di una percentuale
di quest’ultimo elemento nettamente
superiore alla norma, ndr - biossido di
azoto, composti organici volatili, ecc.),
non dimentichiamoci che le ciminiere
alte vengno costruite per allontanare
il più possibile questi gas dal luogo di
origine e che, con i venti (sopra descritti) che spirano dal mare verso
terra, essi vengono sospinti in zone
interne, dove si trovano “imprigionati” da aspri monti, come i nostri Peloritani (è questo il caso di comuni
come il nostro). Questo ovviamente
agorà - gennaio 1998
aggiunto alla pericolosità degli stessi
impianti, già messi alla prova nel giugno 1993 con un’esplosione causa di 7
morti e 14 feriti. Allora si disse solo
che la Raffineria di Milazzo «è l’impianto più a rischio d’Italia», ma questo pure un bambino può farlo (con
tutto il rispetto per i più piccoli, che
spesso sono più intelligenti di noi).
Le abitazioni vicine (nel caso dei serbatoi, a 5 metri di distanza; nel caso
dei tralicci dell’Enel, a non molti
metri), la linea ferroviaria, la stessa
autostrada e le altre piccole carreggiate sono quelle che “inspiegabilmente” (chissà per quale concessione
edilizia) corrono più pericoli, senza
contare gli effetti diretti e indiretti di
un incidente per tutta la popolazione
del territorio circostante.
Non ancora contenti di tutto ciò e del
referendum vinto contro la conversione a carbone della centrale Enel,
cosa ci regalano per il 1998? Niente
poco di meno che una bomba H.
Sì, è questa la sorpresa che Babbo
Natale e la Befana (dopo che già ne
avevano parlato in ambito regionale
nel 1992 e dopo i lavori di fine 1996 inizio 1997) ci hanno recapitato senza
che nemmeno ce ne accorgessimo. E
per farlo non hanno richiesto (quando
dovevano) nemmeno la V.I.A. (autorizzazione riguardante la valutazione
dell’impianto ambientale).
Questa bomba si chiama LC-FINING
[per il suo funzionamento in dettaglio
vedi scheda].
Nel mondo esistono altri sei impianti
di questo tipo (negli Usa, in Canada,
in Messico e in Kuwait) e questo sarà
il primo in Europa, con il rischio immediato che tutte le raffinerie di petrolio europee, e forse anche del
bacino del Mediterraneo, portino i
loro scarti in questa sorta di “inceneritore”, con crescente numero di petroliere nei nostri mari e con un
aumento catastrofico di emissioni volatili e di residui solidi da “criptare”.
Ciò sarebbe un danno irreparabile
per il turismo eoliano, per le poche
primizie dell’agricoltura e soprattutto
per i circa 80.000 abitanti della zona.
Morti di tumore per sesso e fascia d’età in Sicilia
TOTALE
M
F
M-F
5.680 4.387 10.267
0
anni
1
-4
3
5
-14
9
33
15
-24
25
-34
54
97
35
-44
281
45
-54
55
-59
723
60
-64
65
-69
70
-74
75
-79
85
e
oltre
80
-84
730 1110 1597 1762 1434 1484
941
Morti di tumore per anno
1956
Messina
Sicilia
Italia
1961
1966
1971
1976
1981
1986
1991
1993
1994
724
811
846
1.016
1.058
1.047
1.192
1.402
1.458
1.534
4.157
5.024
5.706
6.271
6.747
7.412
8.285
9.534
9.949
10.267
67.641
77.899
90.563 102.639 110.513 122.884 136.846 150.617 153.941 155.879
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9
LʼINTERVENTO
Che cosa è
l’LC-FINER
LC-FINER di Milazzo, primo
in Europa, dal momento in
cui entrerà in funzione (probabilmente nei prossimi mesi) servirà
a convertire i residui pesanti ad
alto contenuto di zolfo, che si ottengono dalla raffinazione del petrolio, in prodotti più leggeri
(come benzine e olii combustibili)
e sostanzialmente privi di zolfo.
La logica che ha portato a ciò è
quella dettata da esigenze di mercato internazionali: il petrolio è
un materiale “ad esaurimento”,
dunque il suo prezzo tende a salire; apapre, quindi, indispensabile
ottenere il più possibile dal petrolio. Il problema è, però, che per
“togliere” lo zolfo dai residui pesanti è necessario fornire una forte quantità di idrogeno: ecco che
interviene l’impianto di “produzione idrogeno”, quello, per intenderci, che molti ambientalisti
hanno definito “Bomba H”. Parliamoci chiaro: se dovesse capitare
un incidente, l’eventuale esplosione dell’impianto ad idrogeno
spazzerebbe via ogni cosa nel
raggio di chilometri.
Ma non finisce qui. Un altro inconveniente sarà legato alla liberazione nell’atmosfera di zolfo,
quello estratto dal petrolio: dissertare sulla nocività di questo
elemento nei confronti dell’organismo, se inalato a quantità inadeguate, mi sembra superfluo.
Per capirci: fa male, molto male.
[F.C.]
L’
Il potere politico latita
e gli insediamenti industriali
continuano
di SANTO BRUNETTA
Il consigliere Santo Brunetta è stato il promotore e l’estensore materiale
della mozione sull’inquinamento nella Valle del Mela che il consiglio
comunale ha approvato all’unanimità e di cui abbiamo parlato nel
numero scorso.Già in precedenza si è spesso interessato alla tutela
dell’ambiente.
Di seguito pubblichiamo un suo intervento e una parte del testo di
un’interpellanza che ha rivolto al Sindaco nel 1995 per chiedere
un’indagine sulla composizione delle acque del nostro Comune, e la
relativa risposta del Sindaco.
I
l mio impegno per la salvaguardia
della salute e dell’ambiente dai rischi
dell’inquinamento ha origini lonta-
ne.
Nel tempo, mi è capitato anche di scontrarmi con gli stessi sindacati dei lavoratori
allorquando questi, per una malintesa
concezione della tutela dell’occupazione,
si apprestavano a barattare la salute della
collettività per una manciata di posti di
lavoro. Ricordo un episodio molto significativo. Ero presente a una pubblica assemblea, organizzata dalla triplice sindacale, che si svolgeva presso la sala congressi
della Silvanetta Palace Hotel di Milazzo,
per discutere sull’opportunità o meno di
convertire, da olio combustibile a carbone,
la centrale termoelettrica di S. Filippo del
Mela.
Il problema era molto sentito e vi è stata
una discussione appassionata. Nessuno o
quasi si era espresso a favore del carbone.
Senonché, nel chiudere i lavori, il rappresentante sindacale venuto da Roma (un
certo Zorzoli), facente parte di non so
quale organizzazione nazionale in materia
di controllo dell’inquinamento industriale,
senza tener conto dell’orientamento generale dell’assemblea, così iniziava il suo
intervento: «La conversione a carbone
della centrale termoelettrica di S. Filippo
del Mela si farà perché così è stato stabilito
a Roma». Dopo aver detto ciò, l’illustre
rappresentante sindacale non ha potuto
più proseguire il suo intervento perché gli
intervenuti lo hanno duramente contestato.
Ricordo che siamo stati in molti ad abbandonare i locali in segno di grave disappunto.
A distanza di anni ho saputo che anche lo
Zorzoli, che ho avuto il piacere di contestare,è salito agli onori della cronaca: ha
dovuto, insieme ad altri, dar conto del suo
operato ai giudici di “Mani pulite” e possiamo ben capire il perché.
Proseguendo nel mio impegno, ho investito
dell’argomento un periodico nazionale. Infatti, “Cronache nazionale” ha pubblicato
già nel maggio 1998 un mio articolo dal
titolo “Impedire il saccheggio del territorio”
in cui venivano denunciati apertamente
gli inquinatori e i loro complici: «Se i
potenti dell’industria, calati dal continente,
hanno potuto mettere a sacco e fuoco
queste ubertose contrade è perché hanno
trovato qui un potere locale per certi versi
irresponsabile, disposto a sacrificare, al
potere finanziario, gli interessi generali
della collettività [...] Dobbiamo avere consapevolezza piena del fatto che il territorio
è un bene, una risorsa da utilizzare nel
modo migliore possibile. Tra l’uomo e il
suo ambiente non dovrà esistere contrasto
ma piena armonia. La lotta, quindi, da
10
Copertina
agorà - gennaio 1998
portare avanti contro I “VICINI DI CASA”
l’inquinamento (cioè
contro gli inquinatori
ntorno a tutto questo sistema di cose, che abbiamo tentato di
e i loro complici) per
ricostruire, a modo nostro, in queste pagine, si è mossa e si
assicurare una migliore qualità della muove - era più che ovvio immaginarlo - tutta una situazione polivita, altro non è che tica, che sicuramente ha visto il Sindaco di Milazzo protagonista,
un aspetto della lotta almeno in parte, dal momento che l’LC-FINING è stato realizzato
più complessiva per sul suolo di Milazzo. È noto, tuttavia, che tempo fa lo stesso Pino
cambiare questa so- avrebbe dichiarato che gli sta a cuore la tutela dell’Ambiente e
della salute dell’Uomo e che si sarebbe sempre mostrato molto
cietà».
Da allora ad oggi la attento verso le questioni sollevate dalle associazioni ambientalisituazione ha subito stiche. Qualcuno gli ha anche chiesto se la storia dell’LC-FINING e
un ulteriore, preoc- del suo impianto non avrebbe meritato forse più chiarezza ed un
cupante aggrava- dibattito democratico che mettesse di fronte le varie forze politimento. Ciò significa che nonché i cittadini. Carmelo Pino ha ricordato che è stata la
che chi era (ed è) precedente Amministrazione a rilasciare la concessione edilizia
preposto alla tutela per l’LC-FINING e non la sua. Dal canto suo, ha continuato il sindella salute e del- daco di Milazzo, si adopererà a fare chiarezza sull’impianto.
l’ambiente è stato la- È infine di questi giorni la notizia che è stata presentata dallo stesso Pino una denuncia nei confronti della Centrale Enel, per quetitante.
Nel frattempo ci ven- stioni relative all’inquinamento.
gono suggerite, nella A questo punto ci chiediamo: e perché non contro la Raffineria?
zona in questione,
ulteriori insediamenti inquinanti (l’Agro- in cui ci troviamo dal punto di vista amfarm) e di particolare pericolosità (LC-FI- bientale, non possiamo più permettere
NING). Evidentemente, nella situazione che altro inquinamento (ed altri rischi) si
Intanto a Milazzo...
I
Acque comunali:
l’interpellanza
aggiunga a quelli già esistenti. Pertanto
esprimo il mio parere negativo circa l’insediamento dell’Agrofarm in territorio di
S. Filippo del Mela e dell’impianto ad
idrogeno presso la Raffineria di Milazzo.
Sull’impianto ad idrogeno ha fatto bene il
consiglio comunale di Milazzo a chiedere
al sindaco la revoca della concessione edilizia (“Gazzetta del Sud” del 4 settembre
‘97).
In conclusione, dopo aver discusso di salute
e di ambiente, credo che una riflessione
va fatta. Se ci troviamo a vivere in condizioni così drammatiche è perché abbiamo
consentito che altri divenissero protagonisti
delle scelt sull’utilizzo del territorio. Abbiamo, cioè, delegato quelli che erano dei
compiti di nostra pertinenza ad altri, i
quali ne hanno fatto uso ed abuso, con le
conseguenze che ben sappiamo.
Se non riusciremo ad appropriarci di ciò che
ci compete, possiamo continuare a ben lamentarci, ma senza concludere nulla. Occorre,
pertanto, diventare protagonisti e lottare, se
veramente ci teniamo a creare per noi
stessi e per coloro che verranno dopo di
noi un ambiente meno oppressivo.
I cittadini sono messi, quindi, in condizione di sapere
cosa bevono e di stabilire anche di interrompere di bere
se ciò può comportare danni per la loro salute. [...]
6 dicembre 1995
Oggetto: Analisi chimica e chimico-fisica dell’acqua potabile del Comune.
Risposta del sindaco
In riferimento alla sua interpellanza [...] si significa quanto
Il sottoscritto consigliere comunale interpella la S.V. per
segue:
sapere se non ritenga utile sottoporre ad analisi chimica e
[...]
chimico-fisica le sorgenti che concorrono all’approvvigio-
- in riferimento al Suo suggerimento circa l’effettuazione di
namento dell’acquedotto del Comune per conoscere, tra
analisi tendenti a verificare l’esatta composizione delle
l’altro, sia i gas in esse contenuti (anidride carbonica, os-
acque comunali destinate al consumo umano, questa
sigeno) che le sostanze in esse presenti (calcio, sodio, po-
Amministrazione sta valutando la proposta mediante
tassio, magnesio, cloro, silicio, fluoro, ecc.). Da notizie
contatti con il Servizio Pubblico.
acquisite mi risulta che, da tempo, molti Paesi europei e
[...]
alcune regioni dell’Italia del nord portano avanti iniziative
del genere, ritenendole di grande utilità pubblica.
Il Sindaco
Pasquale Calderone
Copertina
agorà - gennaio 1998
Rettifica
CONCLUSIONE
L
a nostra, purtroppo, è una
zona ad alto rischio. Da
anni respiriamo l’aria arricchita dai prodotti di rifiuto di Enel
e Raffineria. Da anni non sappiamo più di tanto. La salute, la
vita, non devono essere un optional. Mai. Quando, nel lontano ‘57,
folle di disoccupati reclamarono il
loro diritto di voler lavorare, scelsero - forse non lo sapevano - questa e solo questa strada. Oggi tocca
a tutti noi dover convivere con questa realtà che - non prendiamoci in
giro - resta e rimarrà immutabile.
Troppi interessi in gioco. Ma se
Enel e Raffineria dovranno ormai
essere accettate, più o meno con
rassegnazione, da tutti gli abitanti
di questa piccola parte di Mondo,
che nessuno accetti mai, proprio
mai di barattare la propria vita e
quella di altre migliaia di ignoranti
quali siamo, per qualche soldo in
più.Perché, ribadisco, si può vivere
con una Raffineria di petrolio e una
centrale Enel nel proprio territorio,
non è poi una cosa incompatibile
con vita e salute, ammesso sempre
che tutti facciano il loro dovere:
noi, gli ignoranti, cercando di diventarlo un po’ meno, vivendo più
attivamente questa realtà; loro, i
signori dell’industria, attuando
tutte le norme per la salvaguardia
dell’ambiente, della salute, dell’integrità delle vite umane. Non è così
difficile se mille, duemila, cinquemila “ignoranti” mettono insieme
la propria voce, opportunamente
canalizzata e investita di più autorità dall’intervento di consigli comunali, dei sindaci, che non
dovrebbero mai ostacolare indagini
11
di acqua o aria nei propri territori,
e che, anzi, dovrebbero incentivare,
nei comuni di cui fanno parte, la
creazione di piccoli gruppi di
“controllo”, o di
“studio” che periodicamente
si
scambino informazioni, sia tra
gruppo e gruppo,
sia con la Raffineria e con l’Enel, al
fine di fare sentire
viva la voce di
quelli che più contano, la voce del
popolo.
Abbattere i campanilismi che ci fanno vedere il cimitero di S. Filippo come
ultima frontiera tra il nostro paese
e il mondo, parlare, scambiarsi informazioni, capire che siamo tutti
nella stessa, malferma, barca e che
solo remando tutti insieme possiamo venirne fuori. Impariamo a
saper convivere con le scelte che i
nostri genitori hanno fatto, con intelligenza. La Raffineria e l’Enel
(quei due colossi che campeggiano
nel comunque stupendo litorale di
Milazzo, quei due giganteschi ammassi di ciminiere e di comignoli
attanagliati dall’aria limpida nella
quale si ergono, grigi e alti, sì, proprio quelle due “mostruosità”) possono diventare nostri pacifici
compagni di vita, se impareremo a
gridare un po’ di più. Sarà una vita
piena di fumo, d’accordo, ma sarà
comunque vita.
[F.C.]
A proposito della
Guardia Medica
Nello scorso numero
abbiamo pubblicato un breve
ar ticolo nel quale
chiedevamo per
quale motivo
spesso le telefonate
nottur ne alla
Guardia Medica non
ricevono risposta.
L’ar ticolo era stato
ispirato all’autore
da due episodi che
lo avevano
riguardato
personalmente.
A distanza di un
mese crediamo di
essere stati un po’
troppo precipitosi. Chi legge
quel testo può forse
intravedere una tendenza
generalizzatrice.
Vogliamo precisare che
quanto scritto si riferiva solo
a singoli episodi, che
potrebbero anche avere una
spiegazione.
Ad esempio, al momento
della telefonata entrambi gli
operatori di tur no potevano
essere fuori per delle visite.
Chiediamo scusa ai medici di
guardia di S. Lucia del Mela
e ai nostri lettori, ai quali
non vogliamo offrire né
terrorismo psicologico né
sfiducia.
E non volevamo farlo
nemmeno con quell’ar ticolo,
che tuttavia abbiamo scritto
e pubblicato con troppa
leggerezza.
12
Verso le elezioni
agorà - gennaio 1998
LA SITUAZIONE POLITICA
Il movimentismo vince,
i partiti restano a guardare
Filippo De Mariano
una campagna elettorale e possiedono gli strumenti per ottenere consensi:
insomma, sanno come si fa il porta a porta. È legittimo però sospettare
È
bene non farsi molte illusioni: anche la prossima sarà una
che l’iniziativa non riesca ad essere sufficiente per vincere. L’ultima
campagna elettorale molto tradizionale, in tipico stile luciese.
tornata amministrativa ha dimostrato come i sindaci uscenti godano di
Cosa si intende per stile luciese? Semplicemente che nei
un’onda lunga di consenso che può essere dovuta all’effettiva capacità
quattro anni tra un’elezione e l’altra nessuno fa niente, mentre nelle im-
amministrativa oppure a chissà quale suggestione della tortuosa mente
mediate vicinanze delle elezioni si muovono con la massima solerzia (e
degli elettori, ma che comunque c’è ed è molto forte.
con il silenziatore inserito) gruppetti di persone che si fingono movimenti
E a questo riguardo il cartello Città Domani-Rinascita è tutto da valutare
politici dalla nobile ispirazione etica.
quanto a capacità di frenare con le idee e i programmi l’ “effetto sindaco
Nei casi più fortunati qualcuno di questi gruppetti raggiunge la configu-
uscente”.
razione di un movimento (magari pasando per una fase intermedia di as-
Sullo sfondo, ancora, da qui in avanti su muoveranno altri clan di tipo fa-
sociazione politica) che presenta una propria lista.
milistico che garantiranno a questo o a quello qualche decina o qualche
IL MOVIMENTISMO - La dinamica di questi gruppetti è sempre molto
centinaio di voti, ricevendo in cambio la possibilità di inserire in lista un
curiosa. I loro componenti si sentono veri e propri statisti: forti e sicuri di
proprio candidato-fantoccio e la difesa di certi interessi consolidatisi negli
sé, assicurano ai pochi che hanno diritto di rivolgere loro la parola, che
anni.
hanno un programma, un progetto praticamente perfetto. Mamma
I PARTITI - Ai margini di questo “mercato delle vacche” restano i parti-
quanto siamo bravi!
ti.
I churchill-roosvelt-adenauer si muovono in silenzio, lontano dai clamori,
Potremmo sbagliarci, ma abbiamo l’impressione, ad esempio, che il Pds
persi nel fumo delle loro teorizzazioni e fiduciosi di poter entrare a
sia impegnato a discutere quale torta cucinare, mentre altri, ad un altro
Palazzo per difendere i più particolari degli interessi generali: quelli dei
tavolo, non solo l’hanno già preparata, ma hanno anche diviso le porzioni.
parenti e degli amici, che infatti hanno spesso case niente male e lavori
Fa malinconia un partito così importante (quello di maggioranza relativa
che «però, pensavo peggio».
a livello nazionale, ma debole in ambito regionale e ancor di più nella
Insomma, sono clan, pieni di sé, che sanno come muoversi e che magari,
nostra provincia) destinato ancora una volta a fare da spettatore, incapace
alla fine, le perdono, le elezioni, ma intanto, in questi mesi di vigilia,
di darsi quadri dirigenti credibili e capaci e di liberarsi dalla zavorra di un
possono darsi un tono, possono giocare a guardia e ladri, possono dedicarsi
passato pieno di tante miserie, diciamo così, residenzial-urbanistiche.
allo spionaggio nostrano, tutto pasta e ricotta.
Alleanza Nazionale, poi sembra brancolare nel buio. I tempi dell’inaugu-
Per passare dal generale al particolare, anche in questa fase succede
razione della sezione alla presenza degli onorevoli di Roma e Palermo
qualcosa del genere. Qualche gruppo di fantasisti lavora, trama, intrallazza,
sono lontani. La strategia di acquisire visibilità e consensi con i
stabilisce tutto a tavolino. Per poi, magari, venirsene fuori con l’originalità
finanziamenti della Provincia si è rivelata di corto respiro, specie dopo la
e la genialità delle amministrative di quattro anni fa.
sospensione di Buzzanca. Ma i dirigenti luciesi non ne sono convinti.
Intendiamoci, sono liberi di fare tutto questo perché non è un reato e
Secondo una voce da noi raccolta, infatti, sabato scorso (17 gennaio)
perché qui non esistono partiti con strutture e forze sufficienti per
alcuni caporali luciesi di AN hanno incontrato Buzzanca per cercare di
metterli in ridicolo.
ottenere per i prossimi mesi un qualche finanziamento ad effetto da tra-
IL CARTELLO - Non a caso l’unica trattativa certa avviata all’interno
mutare in soldoni a giugno.
del fronte dell’opposizione è quella che riguarda Città Domani e Rinascita
IL POTERE COME SERVIZIO - Chi lavora senza che nessuno lo
(nel mese scorso parlavamo del Pds: in realtà l’iniziativa è di Città Doma-
disturbi è il Sindaco. In questa ultima fase chissà quali contatti ha avuto.
ni).
Nessuno sa nulla. Il favorito resta comunque lui. Poco importa se cerca
Quattro anni fa, dopo l’intimidazione a La Camera, fu Rinascita a
alleanze a Destra (Ccd) e a Sinistra (Vaccarino e Pds), l’importante è
contattare Città Domani per costituire un fronte unico, ma si sentì
mantenere il potere. Il potere come servizio, beninteso.
rispondere picche. Questa volta, evidentemente memore dell’errore
CONCLUSIONE - Messaggio finale: cari clienti, in cucina si sta
strategico di allora, è stata Città Domani a promuovere l’idea del cartello.
lavorando, la porta non potete aprirla (il cartello è molto chiaro, mi pare:
Da un punto di vista puramente organizzativo è, questa, l’opzione più
«È severamente vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori»), quando i
comoda: entrambi i movimenti mettono insieme dodici degli attuali
piatti del menù saranno pronti, ve li serviremo.
quindici consiglieri comunali, quindi hanno persone che sanno cosa sia
E speriamo che il vostro stomaco sia resistente.
Verso le elezioni
agorà - gennaio 1998
13
DOCUMENTI
La nuova legge elettorale
Qui di seguito pubblichiamo parzialmente il
resto della nuova legge elettorale siciliana. Le
parti che vi proponiamo sono quelle relative ai
comuni con meno di 10.000 abitanti, tra i quali
rientra anche il nostro. Il numero all’inizio di
ogni capoverso indica il comma. Tutto ciò che è
compreso tra parentesi tonda è stato aggiunto da
noi. I puntini compresi tra parentesi quadra [...]
indicano che lì viene omessa una parte del testo
della legge.
ARTICOLO 1
Presentazione candidatura a sindaco
e a consigliere comunale
1) L' articolo 7 della legge regionale 26 agosto
1992, n. 7, è sostituito dal seguente:
Art. 7
1. La dichiarazione di presentazione delle
liste dei candidati al consiglio comunale e
delle collegate candidature alla carica di sindaco per ogni comune deve essere sottoscritta:
[...]
g) da non meno di 40 e da non più di 100 elettori nei comuni con popolazione compresa tra
2.001 e 5.000 abitanti;
[...]
3) Nessuna sottoscrizione è richiesta per i
partiti o gruppi politici costituiti presso l' Assemblea regionale siciliana in gruppo parlamentare o che nell' ultima elezione regionale
abbiano ottenuto almeno un seggio, anche se
presentino liste contraddistinte dal contrassegno tradizionale affiancato ad altri simboli.
In tali ipotesi le liste dei candidati saranno
sottoscritte e presentate dal rappresentante
regionale del partito o del gruppo politico o
da una o più persone dallo stesso delegate,
con firma autenticata.
4) [...] con la lista di candidati al consiglio comunale di sindaco e il programma amministrativo da affiggere all' albo pretorio.
5) All' atto della presentazione della lista, cia-
scun candidato alla carica di sindaco deve dichiarare di non aver accettato la candidatura
in altro comune. Unitamente alla dichiarazione di accettazione della candidatura ed al
programma amministrativo di cui al comma
4 dovrà presentare l' elenco di almeno la
metà degli assessori che intende nominare
(2 assessori).
6) Chi è eletto in un comune non può presentarsi come candidato in altri comuni.
7) E' consentita la candidatura contemporanea alla carica di sindaco ed alla carica di
consigliere comunale nello stesso comune. In
caso di elezione ad entrambe le cariche, il
candidato eletto sindaco decade da quella di
consigliere comunale.
8. I candidati alle cariche di sindaco o consigliere comunale devono aggiungere alla documentazione già prescritta apposita
dichiarazione, da rilasciare davanti a pubblico ufficiale, attestante se gli stessi sono
stati raggiunti, ai sensi dell' articolo 369 del
codice di procedura penale, da informazione
di garanzia relativa al delitto di associazione
per delinquere di stampo mafioso; se sono
stati proposti per una misura di prevenzione;
se sono stati fatti oggetto di avviso orale ai
sensi dell' articolo 4 della legge 27 dicembre
1956, n. 1423; se sono coniugati, ovvero conviventi con persona condannata, con sentenza anche non passata in giudicato per
associazione per delinquere di stampo mafioso; se gli stessi, i coniugi o i conviventi,
siano parenti di primo grado, o legati da vincoli di affiliazione, con soggetti condannati,
con sentenza anche non passata in giudicato,
per il reato di associazione per delinquere di
stampo mafioso. La mancata dichiarazione
produce l' esclusione del candidato.
ARTICOLO 2
Modalità di elezione del sindaco e del
consiglio comunale con popolazione
sino a 10.000 abitanti
1) Nei comuni con popolazione sino a 10.000
abitanti l' elezione dei consiglieri comunali si
effettua con sistema maggioritario contestualmente alla elezione del sindaco.
2) Ciascuna candidatura alla carica di sindaco è collegata ad una lista di candidati alla
carica di consigliere comunale, comprendente una numero di candidati non superiore al numero dei consiglieri da eleggere
(15)e non inferiore ai tre quarti (11). Ciascun
candidato alla carica di sindaco deve dichiarare, all' atto della presentazione della candidatura, il collegamento con una (non è
possibile l’apparentamento di liste) lista presentata per l' elezione del consiglio comunale.
La dichiarazione ha efficacia solo se convergente con analoga dichiarazione resa dai delegati della lista interessata.
3) La scheda per l' elezione del sindaco è
quella stessa utilizzata per l' elezione del consiglio comunale. La scheda reca i nomi ed i
cognomi dei candidati alla carica di sindaco,
scritti entro un apposito rettangolo, al cui
fianco è riportato il contrassegno della lista
con cui il candidato è collegato. Ciascun elettore può, con un unico voto, votare per un
candidato alla carica di sindaco e per la lista
ad esso collegata, tracciando un segno sul
contrassegno di tale lista. Ciascun elettore
può altresì votare per un candidato alla carica di sindaco, anche non collegato alla lista
prescelta, tracciando un segno sul relativo
rettangolo.
4) E' proclamato eletto sindaco il candidato
che ottiene il maggior numero di voti. In caso
di parità si procede ad un turno di ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto il
maggior numero di voti, da effettuarsi la seconda domenica successiva a quella del
primo turno di votazione. In caso di ulteriore
parità viene eletto il più anziano di età.
5) Alla lista collegata al sindaco eletto è at-
14
Verso le elezioni
tribuito il 60 per cento dei seggi assegnati al
comune (9 seggi). All' altra lista che ha riportato il maggior numero di voti viene attribuito il 40 per cento dei seggi (6 seggi).
Qualora altra lista non collegata al sindaco
eletto abbia ottenuto il 50 per cento più uno
dei voti validi, alla stessa è attribuito il 60 per
cento dei seggi (9 seggi). In tal caso alla lista
collegata al sindaco è attribuito il 40 per cento
dei seggi (6 seggi). Qualora più liste non collegate al sindaco ottengano lo stesso più alto
numero di voti si procede alla ripartizione dei
seggi tra le medesime per parti uguali; l'
eventuale seggio dispari è attribuito per sorteggio (4 seggi a ciascuna lista e l’ultimo sorteggiato).
6) Nell' ambito di ogni lista i candidati sono
proclamati eletti consiglieri comunali secondo l' ordine delle rispettive cifre individuali (per cifra individuale si intendono i voti
di preferenza). A parità di cifra (di preferenze)
sono proclamati eletti i candidati che precedono nell' ordine di lista (ad esempio, il candidato n. 4 anziché il candidato n. 7 della
lista).
[...]
ARTICOLO 8
Nomina delle giunte
1) [...] Il sindaco eletto nomina la giunta, comprendendo anche gli assessori proposti all’atto della presentazione della candidatura,
a condizione che siano in possesso dei requisiti di eleggibilità richiesti per la elezione al
consiglio comunale ed alla carica di sindaco.
La durata della giunta è fissata in quattro
anni. La composizione della giunta viene comunicata, entro dieci giorni dall’insediamento, al consiglio comunale che può
esprimere formalmente le proprie valutazioni.
[...]
stessi.
2) Il sindaco [...] e la giunta cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione
di sfiducia votata per appello nominale [...]
dai due terzi i componenti il consiglio (10
voti). La mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei
consiglieri assegnati (6 consiglieri) e viene
messa in discussione non prima di dieci
giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione viene approvata,
si procede allo scioglimento del consiglio ed
alla nomina di un commissario ai sensi dell’art. 11, comma 4.
ARTICOLO 11
Cessazione dalle cariche
1) La cessazione dalla carica di sindaco [...]
per decadenza, dimissioni, revoca, rimozione,
morte o impedimento permanente, comporta la cessazione dalla carica dei componenti della giunta e del consiglio.
2) La cessazione del consiglio comunale [...]
per dimissioni contestuali (cioè, contemporanee) della maggioranza assoluta dei componenti (8 consiglieri) o per altra causa
comporta la nomina da parte dell’assessore
regionale per gli enti locali, secondo le disposizioni dell’art. 11, comma 4, di un commissario, il quale resterà in carica sino al rinnovo
degli organi comunali [...] per scadenza naturale.
3) Nell’ipotesi in cui le dimissioni dalle cariche comportino la decadenza degli organi co-
Errata corrige
Nel numero di novembre avevamo scritto
che la nuova legge elettorale non prevede
per i comuni inferiori a 10.000 abitanti il
voto di preferenza per i consiglieri comunali
e che questi ultimi vengono proclamati
eletti secondo l’ordine di lista.
ARTICOLO 10
Mozione di sfiducia
1) Il voto del consiglio comunale [...] contrario
ad una proposta del sindaco [...] o della
giunta non comporta le dimissioni degli
Come appare dall’articolo 2, comma 6
pubblicato nella pagina precedente, si tratta
di un nostro errore.
Ce ne scusiamo con i lettori.
agorà - gennaio 1998
munali [...], la comunicazione dell’avvenuto
deposito della manifestazione di volontà alla
sezione provinciale del comitato regionale di
controllo ed all’Assessorato regionale degli enti
locali compete [...] al segretario comunale [...].
4) Le competenze del sindaco [...], della
giunta e del consiglio sono esercitate da un
commissario nominato ai sensi degli articoli
55 e 145 dell’ordinamento regionale degli
enti locali approvato con legge regionale 15
marzo 1963, n. 16, e successive modifiche e
integrazioni.
5) Le nuove elezioni avranno luogo alla
prima tornata utile.
[...]
ARTICOLO 16
Disposizioni riguardanti la composizione dei seggi elettorali
1) Dopo il secondo capoverso dell’articolo 26
della legge regionale 20 marzo 1951, n. 29,
come modificato dall’articolo 6 della legge regionale 4 giugno 1970, n. 9, è aggiunto il seguente comma:
«Per la medesima tornata elettorale non può
essere nominato presidente di seggio più di
un componente del medesimo nucleo familiare o suo parente o affine sino al terzo
grado».
2) Alla fine dell’articolo 28 della legge regionale 20 marzo 1951, n. 29, è aggiunto il seguente comma:
«Il segretario non può in alcun caso appartenere al medesimo nucleo familiare del presidente del seggio né può essere legato da
rapporto di parentela o affinità sino al terzo
grado».
3) Alla fine dell’articolo 10 del Testo Unico
della legge per l’elezione dei consigli comunali della Regione siciliana, approvato con
decreto del Presidente della regione del 20
agosto 1960, n. 3 è aggiunto il seguente
comma:
«Il segretario non può in alcun caso appartenere al medesimo nucleo familiare del presidente del seggio né può essere legato da
rapporto di parentela o affinità sino al terzo
grado».
Problemi
agorà - gennaio 1998
15
AUMENTERÀ LA RETTA
Asilo infido
Nel silenzio più totale lʼamministrazione comunale sta provvedendo
ad aumentare le rette dellʼAsilo nido comunale. Resteranno uguali
per tutte le famiglie, sganciate dal reddito. I sindacati si oppongono, i
genitori fuggono
Fi. De M.
a un mese a questa parte
esiste il problema dell’Asilo nido comunale. In
particolare, il problema è costituito dalla retta che i genitori devono pagare.
In questi giorni la vertenza, che
vede impegnati il Sindaco, i genitori e i sindacati, è sospesa in at-
D
La retta: com’è...
...come potrebbe essere
tesa che una comunicazione
scritta della Regione Siciliana faccia chiarezza su un punto essenziale della vicenda.
La necessità di aumentare la retta
(attualmente di poco più di 100
mila lire) è sostenuta dall’amministrazione comunale, secondo la
quale da quest’anno il calcolo
della somma che i genitori devono
pagare non va fatto come in pas-
sato.
Fino ad oggi, il Comune sottraeva
alle spese complessive dell’Asilo
nido la quota di finanziamento
che riceve dalla Regione (5 milioni
per ogni bambino) e della spesa
restante copriva il 36% con le
rette pagate dai genitori.
Se, ad esempio, le spese complessive erano di 200 milioni l’anno e
la Regione erogava un finanziamento di 100 milioni, dei restanti
100 milioni il 36% (36 milioni) doveva essere coperto con le rette.
Da quest’anno, invece, secondo
l’amministrazione comunale, il
36% da far pagare ai genitori deve
essere calcolato sulla spesa complessiva del servizio (nel caso del
nostro esempio: il 36% di 200 milioni), quindi le rette vanno aumentate.
L’interlocutore principale dell’amministrazione comunale è ovviamente rappresentato dai genitori.
Oltre a loro sono coinvolti i sindacati, i quali non condividono l’interpretazione del Sindaco sul
modo di calcolare la quota spettante ai genitori. Nei prossimi
giorni risolverà questo contrasto
la nota della Regione di cui si diceva, sul cui invio l’assessore Maimone ha ricevuto garanzie in un
recente viaggio a Palermo.
Comunque vada a finire, la vicenda offre due tipi di riflessioni:
una sul metodo usato dall’amministrazione comunale e l’altra
sulle sorti dell’Asilo nido comu-
16
Problemi
nale.
Nello scorso dicembre il Sindaco ha fatto sapere ai genitori (e
solo a loro: scavalcando così i sindacati, che devono tutelare gli interessi dei dipendenti della
struttura e devono avere voce in
capitolo nella gestione del servizio) che la retta sarebbe stata portata a 240 mila lire al mese. Un
aumento di oltre il 100%, quindi,
che ha allarmato molte famiglie,
che hanno ritirato i loro figli (attualmente le richieste sono 17,
mentre l’anno scorso erano state
anche il doppio).
Ovviamente un Asilo nido aperto
a pochi bambini rappresenterebbe
un peso per le casse comunali
molto più di adesso, poiché gli stipendi dei dipendenti (4 maestre, 3
inservienti e 2 dipendenti staccate
presso altre strutture comunali)
dovrebbero essere pagati comunque.
Qualche settimana fa, il Sindaco,
evidentemente allarmato da una
simile prospettiva, ha riformulato
la proposta, prevedendo una retta
di 180 mila lire al mese, cifra comunque considerevole per alcune
famiglie, visto che la retta non è
proporzionale al reddito ma
uguale per tutti (in spregio dell’elementare e costituzionalmente
garantito principio di uguaglianza).
Sindaco e sindacati restano su posizioni contrapposte, mentre i genitori auspicano una ulteriore
limitazione dell’aumento, sempre
che la attesa nota della Regione
non risolva del tutto il problema
consentendo di proseguire a praticare il calcolo degli anni scorsi.
Resta comunque sconsolante
il tentativo dell’amministrazione
agorà - gennaio 1998
comunale di procedere all’aumento delle rette nel silenzio assoluto.
Nessuno ha saputo nulla: solo due
settimane fa il consiglio comunale
si è occupato della vicenda.
In quella occasione il consigliere
Pasqualino Rizzo ha ottenuto dal
Sindaco che venga convocato al
più presto un incontro che metta
allo stesso tavolo l’amministrazione, il consiglio, i rappresentanti
dei genitori e i sindacati per discutere, oltre che del contingente problema delle rette, delle sorti
dell’Asilo nido comunale.
È un servizio che va mantenuto? O i costi tenderanno a lievitare
tanto
da
renderne
insostenibile il mantenimento per
le finanze comunali? E ancora, se
va mantenuto, deve essere migliorato? E come?
I sindacati, ad esempio, propongono di anticipare l’orario di apertura, di posticipare quello di
chiusura, ripensando magari
anche il tipo di attività da svolgere all’interno della struttura, e
di diversificare le rette sulla base
dei redditi o, meglio ancora (eludendo l’ostacolo dell’evasione),
sulla base del tenore di vita delle
famiglie.
Qual è la posizione dell’amministrazione comunale? Perché sembra così interessata a incassare
più soldi e a evitare in tutti i modi
che sulla vicenda si apra un dibattito che coinvolga consiglio comunale, genitori e sindacati e
permetta a tutti i cittadini di sapere?
Torneremo sulla questione nel
prossimo mese, quando l’attuale
fase di stasi sarà sbloccata e una
decisione verrà comunque presa.
Sport
PALLAVOLO
15 giorni di fuoco
prima della pausa
D
al prossimo mese dedicheremo uno spazio
fisso e più ampio allo sport luciese. Stavolta approfittiamo di questa colonna per proporvi la classifica del campionato di serie C di
pallavolo femminile aggiornata al 17 gennaio
e le gare in programma nelle prossime due
giornate, le ultime prima della fine del girone
d’andata.
La Pol. S. Lucia del Mela giocherà subito uno
scontro diretto per la salvezza a Sant’Agata Li
Battiati, per poi ospitare la Puntese. Si tratta
di due gare importanti che potrebbero rilanciare
la squadra alla luce dei progressi mostrati
nelle ultime due gare, nonostante una serie di
infortuni capitati ad alcune giocatrici importanti.
CLASSIFICA
Giarre, New Hair
Folgore Pace, Giammoro, S. Teresa
Puntese
Atl. Catania
S. Lucia del Mela
Volley Battiati, Oliveri
Riposto
Futura Unrra
10a giornata
Atl. Catania
- Oliveri
Volley Battiati
- S. Lucia d. M.
Puntese
- S. Teresa
Giammoro
- New Hair
Futura Unrra
- Riposto
Giarre
- Folgore Pace
11a giornata
Folgore Pace
- Atl. Catania
Riposto
- Giarre
New Hair
- Futura Unrra
S. Teresa
- Giammoro
S. Lucia d. M.
- Puntese
Oliveri
- Volley Battiati
16
14
10
8
6
4
2
0
Letto/Visto/Ascoltato
agorà - gennaio 1998
Macaroni`
Q
uinto libro per Francesco Guccini, che
in questa occasione si cimenta in un
genere letterario dai meccanismi delicati, il
giallo. E per evitare di elaborare una trama
debole che non crei la necessaria suspense
in attesa del disvelamento dell’assassino,
Guccini si è fatto affiancare da un giallista
di fama, Loriano Macchiavelli, ideatori del
commissario Sarti Antonio.
La struttura del testo è costruita in modo
attento e tradizionale, e qui si vede l’opera
di Macchiavelli. Nella prima parte si intrecciano le vicende presenti e passate della
gente di un paesino dell’appennino toscoemiliano. Alla fine del ‘800 molti di loro andavano in Francia alla ricerca di un lavoro,
ma molto spesso venivano solo sfruttati e
comunque sempre designati con termini
spregiativi, tra cui il “macaronì” del titolo.
Nel presente, costituito dagli anni del Ventennio fascista, in quello stesso paese si verifica una serie di strani delitti. Ne sono
vittime il parroco, il maresciallo, un anarchico e un francese. Cerca di risolverli il
nuovo maresciallo, Benedetto Santovito, relegato lassù per il suo antifascismo. Scoprirà che la soluzione è legata proprio a
qualcosa successo in Francia anni prima.
Il personaggio del maresciallo è molto ben
costruito, come del resto tutta la comunità
del paesino. E in questo ha sicuramente
contato il rapporto di Guccini con la sua
Pavana e in generale con tutta la gente
di montagna accanto a cui è cresciuto e
che aveva già descritto nei precedenti
libri. Dai quali questo si distacca nettamente dal punto di vista linguistico:
solo qualche termine o espressione dialettale. Niente a che vedere col linguaggio
da iniziati di “Croniche Epafaniche”.
Vedi anche Solo una pagina
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LETTO
Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli, Macaroni`. Romanzo di santi e di delinquenti, Mondadori
17
La vita e` bella
E`
il film più discusso del momento. Si è iniziato con
lodi sperticate provenienti da Destra, Centro e Sinistra per il Benigni-ebreo coinvolto con la famiglia
nella tragedia dei campi di concentramento. Dopo, qualcuno da Destra ha insinuato il dubbio che si trattasse
di una furbata, seguito da qualche altro ancora che da
Sinistra ha suggerito a Benigni di non fare quello che
non sa fare.
Categorie politico-militanti a parte, il film, come tutti
ormai sanno, propone una prima parte che si avvicina
alla filmografia tradizionale di Benigni, e una seconda
che, abbandonato il registro comico, tende al tragico
(magari senz amai raggiungerlo del tutto). Si può anche
dire che la prima parte è costruita in modo molto attento con un sistema di incastri e rimandi che prosegue
(e si risolve) anche nella seconda. Vi si ritrova “impegnato”, in qualche caso il sorriso più che la risata. E ancora c’è spazio per i bei sentimenti della storia d’amore
Benigni-Braschi, scandita dai «Buongiorno, principessa». Tuttavia non manca qualche sguaiataggine:
l’albergo in stile simil-fascista, ad esempio, è eccessivo.
La second aparte affronta nel modo più drammaticamente diretto il razzismo nazi-fascista e l’olocausto
ebreo portandoci in un campo di concentramento. E
qui nascono i problemi. Il campo in cui vengono deportati Benigni, la moglie e il figlio non è realtà. La sua ricostruzione dal punto di vista storiografico è molto
debole e, quindi, poco credibile. Ma proprio in questa
poca credibilità si trova la chiave per spiegare il salto
prima parte-seconda parte, realtà-irrealtà. Cosa c’è di
più irreale (o almeno surreale) e incredibile della persecuzione ebrea? E allora, ecco la vicenda fiabesca lontanissima da Primo Levi, un apologo che commuove,
intenerisce e affida agli spettatori un messaggio di speranza: anche contro la barbarie e la violenza si può vincere. «Abbiamo vinto!» grida il piccolo Giosuè nell’ultima
scena.
Quindi, “La vita è bella” è innanzitutto buono, ma anche
bello. E magari proiettamolo qui da noi per ricordarci
degli invisibili campi di concentramento luciesi.
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VISTO
La vita e` bella, di Roberto Benigni. Con Roberto Benigni,
Nicoletta Braschi, Giorgio Cantarini
18
Solo una pagina
The Will
To Live
D
odici canzoni, dodici
gioielli che rispecchiano la “volontà di vivere”, la gioia di pensare.
Un suono saggio, che ricorda Hendryx e Marley
con quella chitarra che
alle volte produce un
suono delicato quasi trasparente, e altre quel
suono graffiante, confuso.
Tutto questo è Ben Harper, un tipo strano, un
tipo che mescola sonorità
che ricordano il folk, il
funky, il reggae, il blues, il
jazz e soprattutto il rock,
il vero rock che da tanto
tempo non si sentiva, il
vero suono che ti fa venire
la pelle d’oca, che ti fa capire di essere e di fare
parte di questo mondo
dove esiste il bene e il
male.
Ben Harper con quei movimenti lenti, con quel
suono anni Sessanta, con
quel grido acustico che
sembrava “estinto” invece
ancora esiste, esiste qualcuno che lo sa produrre.
“The Will To Live” un cd
tutto da ascoltare e riascoltare milioni di volte
senza che vi stanchi.
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ASCOLTATO
Ben Harper, The Will To Live, Virgin
agorà - gennaio 1998
Italiani boat people
Quando gli italiani erano extracomunitari
L
i spinsero su per la scaletta come bestie e li ammucchiarono nella
stiva. Di notte.
«Lì c’è dell’acqua: usatene poca perché non ce ne sarà fino
all’arrivo» disse un tale che aveva in testa un berretto filettato
d’oro. «Se vi siete portati da mangiare, fatene conto perché a bordo
non ce n’è». Indicò un angolo più buio: «Per i bisogni corporali» e
se andò sprangando dall’esterno la porta della stiva.
Un viaggio durato chissà quanti giorni, senza vedere la luce del
giorno, fra il fetore di pesce marcio e il sudore di troppi ragazzi.
Li tolsero dalla stiva e li fecero scendere su una barca che
dondolava alle onde un po’ troppo alte per chi non sapeva come
fosse fatto il mare. Una notte senza luna.
Vicino a riva, li spinsero fuori dalla barca senza tanti complimenti
e alcuni caddero in acqua, che per fortuna era bassa. Ci fu chi
approfittò per lavarsi e togliersi di dosso il sudore e il puzzo di
pesce marcio. Anche se l’acqua era fredda. Alcuni ci presero gusto
e cominciarono a sguazzare e gridare. Gridarono anche dalla
spiaggia, poco distante:
«Fate silenzio, per dio! Volete svegliare tutta la Francia?»
Allora erano arrivati in Francia!
Sulla spiaggia, andò loro incontro l’ombra di un gigante: «Ci sono
tutti?» chiese verso la barca.
L’uomo che li aveva portati grugnì qualcosa e riprese il mare. La
nave ondeggiava, ombra scura in lontananza.
«Adesso ce ne andiamo» disse il gigante. «Vi voglio dietro di me,
non scostatevi e non perdetemi di vista perché non tornerò indietro
a cercarvi. Statemi vicino se non volete ritrovarvi in Italia prima
di un amen. Soprattutto fate quello che vi dico senza chiedere.
D’ora in poi dovete fidarvi solo di me. Io vi procurerò un lavoro,
una casa e da mangiare. Se farete i buoni ci sarà anche la carta di
straniero».
Nessuno sapeva cosa fosse la carta di straniero ma non chiesero.
[da Macaronì. Romanzo di santi e delinquenti di Francesco
Guccini e Loriano Macchiavelli]
Lettere
agorà - gennaio 1998
19
Un opuscolo su
Puntine
di
grammofono
S. Lucia del Mela
Posta
Vi ricordate, o non vi hanno mai parlato, della machine grammophone per
la riproduzione di suoni incisi su disco
a sessantotto giri? A me piace ricordare particolarmente quelli con la manovella e la tromba, collegata ad un
braccio snodato che terminava con un
dispositivo detto pick-up. A quest’ultimo si fissava una puntina che, percorrendo il solco del disco, ne
trasformava le ondulazioni in suoni, i
quali erano amplificati, appunto, dalla
tromba di bronzo che, grande quanto
un ombrellino, si apre come un fiore di
fresia gigante. Si usava cambiarle
spesso, ogni tre, cinque dischi, per
avere un suono decente, e conservarne
qualcuna, delle puntine di grammofono, per ricordare il brivido lungo la
schiena quando, raggiunta un’intesa
Lei s’era stretta a Lui sull’onda di
Abat-jour o La vie en rose. Ieri ne ho
trovate alcune e, senza che affiorino le
mille trafitture giovanili, prende corpo
il bisogno di dar voce a sensazioni, più
o meno naïf, nascoste nei solchi di
rughe lasciatemi dal tempo.
La prima mi parla di un foglio dattiloscritto, “Universitas”, che, adolescente, ho letto e visto circolare per il
paese ripopolato dal ritorno di reduci
e combattenti della seconda guerra
mondiale (redazione: Armando Brigiano, Carmelo Romano, Nino Rizzo,
Carmelo Mastroieni, Carmelo Rotella
ed altri). Era, se non erro, il 1945 e
c’era tanta euforia di esprimersi finalmente in libertà. Non pareva vero, ma
si poteva (almeno) parlare di tutto e
senza censura. I grandi partiti uscivano dalla clandestinità, altri vedevano la luce. Si viveva un momento
esaltante di ritrovata libertà e di de-
Associazione socio-culturale Padre Giovanni Parisi T.O.R. - Progetto Mela ha
pubblicato nelle scorse settimane un opuscolo su S. Lucia
del Mela. L’opera propone in
32 pagine una sintetica panoramica sulle principali bellezze
artistiche
e
paesaggistiche del paese ed è
divisa in due sezioni linguistiche: la prima è scritta in italiano e riporta i testi di Libero
Rappazzo, mentre la seconda
ripropone le stesse informazioni in inglese grazie alla traduzione di Paolo Calderone.
Completano il libretto le informazioni su come raggiungere
S. Lucia del Mela, sulle principali manifestazioni che vi si
svolgono e foto che integrano i
testi.
L’associazione Padre Parisi ha
potuto dare alle stampe l’opuscolo fidando solo sui propri
fondi e sui contributi degli
sponsor che hanno trovato spazio all’interno dello stesso opuscolo. Nessun contributo è
stato concesso dall’Amministrazione comunale.
L’iniziativa è stata concepita
non solo per favoririne la distribuzione in paese (copie
sono disponibili presso i punti
vendita degli sponsor), ma soprattutto per rifornire di questi opuscoli tour-operators e
altri addetti del settore turistico perché possano avviare
flussi di visitatori anche verso
la nostra zona.
L’
mocrazia mai conosciuta prima. Finocchiaro Aprile aveva fondato il movimento separatista, che, se non
realizzò l’indipendenza della Sicilia,
ne ottenne, avendo posto il problema
Regionale, l’autonomia a statuto speciale.
In montagna si recintavano le nasete
nuove; nel territorio (fuori le mura) i
contadini si riunivano per far fronte
comune contro il padronato agrario, la
canaglia cittadina prendeva i pacchi
dono ed i 5 kg. di pasta per dare il
voto.
I pochissimi intellettuali su quel foglio, fra ironia e satira, analizzavano
il quotidiano, di chi la guerra l’aveva
fatta e di chi si era imboscato e aveva
profittato sulla miseria altrui. Non
mancavano le frecciate e le (smentite)
puntualizzazioni, qualora fossero
state necessarie, non erano mai tali da
occupare per intero il prossimo foglio;
forse perché a quel tempo i vecchie gerarchi e i podestà si erano ritirati
nell’ombra in attesa di riciclarsi, come
poi avvenne ed avviene ancora oggi.
La mala razza non si estingue mai!
La mia puntina già stride e pertanto:
Complimenti “Agorà”, piace il fatto
che ci sei, che parli, analizzi crtichi,
formuli delle ipotesi e delle proposte.
Ti prego, non sentirti mai in colpa se i
tuoi giudizi non piacciono ad alcuni,
quelli pensino a bene operare. Tu,
“Agorà”, hai il compito di pungolare
informando ed a mio giudizio lo fai
alla grande ospitando tutti, me compreso.
Mimmo Cirino
S. Lucia del Mela
20
The End
agorà - gennaio 1998
... puntini puntini ...
a cura di
Francesco Carrozza
Ehi, voi degli «antichi nuovi splendori»! Le orecchie sono fatte per sentire? E allora usatele, furbacchioni che non siete altro! tempo
fa vi era stato suggerito di provvedere per la pericolosità del rudere della chiesa di San Michele, di cui non resta che l’arco; e naturalmente non avete fatto nulla. Non sarò di certo Federico Zeri, per illuminarvi sull’importanza artistica del monumento (che sicuramente ci sarà), ma, con tutto il rispetto, non sono neanche Ray Charles, per non accorgermi che sta in piedi per scommessa...
***
Piazza Margherita, nelle ore diurne e pomeridiane, è sempre stata popolata di persone, che molto spesso non discutono tra loro.
Guardano. A lungo mi sono interrogato su cosa trovassero di così interessante, tanto da restare lì imbambolati per ore. Ora mi sono
dato una mezza risposta: vedere chi sono i quattro fessi che si fermano agli “stop” di via dell’Arco e di via Facciata...
***
Qualche tempo fa mi sono incontrato con Lino Calderone, nel suo ufficio; il poster di Scalfaro alle spalle, la sedia da sindaco, la
scrivania da sindaco, il telefono con interfono da sindaco. Insomma tutto in regola; ci sono state anche le parole da sindaco: «In questo
paese non c’è alcun potere parallelo che trami all’oscuro del sindaco e dell’amministrazione e che ne controlli le mosse». In quel momento mi chiedevo se fosse il caso di ricordargli che poteva anche fare a meno di sottolineare quei concetti, visto che tutti i cittadini
di questo paese, di quelli limitrofi e, perché no, del mondo intero, sapevano benissimo che quanto stesse dicendo era sommamente
vero...
***
Qualche mese addietro qualcuno mi ha fatto notare che le strade attorno al Castello di S. Lucia, baluardo del centro storico, sono
state ribattezzate (dal Sindaco, suppongo) alla memoria dei giudici Falcone, Borsellino, di Francesca Morvillo e della scorta. Mi trovo,
francamente, d’accordo con l’intento, di chi ha avuto quest’idea, di dare un segnale forte di lotta alla mafia (anche se, credo, per convincerci che la mafia in questo paese si sia sentita realmente minacciata da questo o da altri tipi di manifestazioni analoghe, ci vorrebbe, più che un “segnale” un’esplosione atomica...); tuttavia non posso fare a meno di notare una cosa: le stesse persone che parlano
tutto l’anno di salvaguardia del centro storico, di salvaguardia del nostro patrimonio artistico-culturale-ecc..., alla prima occasione
buona commettono un così palese e assurdo anacronismo...
Ai movimenti, ai partiti politici, alle associazioni
Avvicinandosi le elezioni, abbiamo deciso di mettere a disposizione di chiunque sia interessato una parte del giornale
per aprire un dibattito sui temi di principale interesse per la
prossima campagna elettorale.
In particolare, offriamo ai movimenti e ai partiti politici la
possibilità di spiegare ai cittadini quali problemi ritengano
sia essenziale affrontare nella prossima competizione elettorale e di prospettarne alcune possibili soluzioni.
Alle associazioni, invece, diamo l’opportunità di far conoscere (agli attuali e ai potenziali, futuri governanti) quali
ostacoli affrontano nell’organizzare le loro manifestazioni e
cosa chiedono per migliorare il paese.
L’invito è esteso anche a semplici cittadini che hanno a cuore
particolari problemi o, più in generale, le sorti del luogo in
cui vivono.
Tutti potranno gratuitamente servirsi del giornale, purché il
materiale ci giunga con sufficiente anticipo dalla data di pubblicazione.
La redazione provvederà di volta in volta a comunicare agli
interessati le scadenze per la consegna del materiale da pubblicare.
L’iniziativa è valida fino all’immediata vigilia dell’inizio
della campagna elettorale. Per la fase successiva ci regoleremo in altro modo.
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