XXXIV Stagione Musicale
Luglio Musicale 2009
5, 9, 12, 15,18,19 e 25 luglio 2009
Cortile Palazzo Vescovile Ore 21.30 –– Pignataro. M.
VI Rassegna ‘E. Caruso’
Pignataro M. e dintorni: Il Medioevo da incontrare - arte, musica e turismo.
Consiglio Direttivo
Adduce Domenico
Cassiere
Bovenzi Pietro
Bovenzi Tommaso
Vice segretario
Cuccaro Eliseo
De Rosa Benito
Fiorillo Nicola
Vice Direttore Artistico
Giuliano Gerardo
Marrapese Vito
Martone Antonio
Martone Luigi
Vice Cassiere
Penna Giorgio
Ricciardi Giuseppe
Rotoli Franco
Scialdone Gabriele
Segretario
Scialdone Giorgio
Vice Presidente
Vendemia Rossella
Vice Direttore Artistico
Presidente Onorario
Direttore Artistico
Fiorillo Bartolomeo
Wanda Venticinque
Presidente
Giuseppe Rotoli
La musica e il canto lirico, dice il filosofo e musicista Vladimir Jankélevitch, ‘per loro
natura sono portate ad esprimere l’inesprimibile e a rappresentare elementi contrastanti, senza
cercarli di conciliarli ad ogni costo. Il loro fondamento non è indeterminato, ma anzi è in stretto
rapporto con l’Essere e quindi con la Verità. Quando esse sono fedeli a farsi voce del loro tempo,
assumono una funzione profetica insostituibile e sono quindi da prendersi in considerazione
soprattutto in momenti di trapasso e di crisi’.
Con tale convincimento ‘Gli Amici della Musica’ allestiscono la XXXIV Edizione del
Luglio Musicale 2009 dando uno spazio rilevante alla grande lirica volendo, in un certo qual modo,
richiamare l’attenzione sulla grande figura di Enrico Caruso, al quale l’intera rassegna è dedicata.
La presentazione di ogni concerto è preceduta dal resoconto di un periodo significativo della vita di
E. Caruso fino alla tragica ed immatura morte avvenuta nel 1921.
Senza trascurare la musica sinfonica e da camera, che anche quest’anno è ben presente,
insieme ad un concerto jazz, la lirica vuole essere il centro delle manifestazioni ‘Gli Amici della
Musica’ sono convinti che una maggiore e migliore attenzione andrebbe rivolta al ricco patrimonio
culturale rappresentato dal melodramma italiano. Il Bel Canto è una delle risorse preziose
dell’Italia; esso contribuisce alla diffusione della cultura italiana in tutto il mondo ed è capace di
attirare sul nostro territorio milioni di turisti.
Le molteplici voci che ascolteremo, al di là dei contenuti propri delle arie e canzoni, daranno
all’ascoltatore l’occasione di affinare la sua sensibilità e di proiettarlo in un mondo di creatività
della quale oggi tutti hanno bisogno.
Offrendo musica e lirica l’Associazione intende dare a tutti l’occasione di percepire nelle 7
serate la sospensione del tempo e gli aspetti impalpabili del mistero dell’Essere.
.
Il Consiglio Direttivo
Elettronica, Elettrotecnica Trasformatori Elettrici
GETRA S.P.A. STRADA ST. 265 KM. 28
81025 Marcianise - CE
Tel 0823581711
Domenica 5 luglio 2009 - ore 21.30
Enrico Caruso « Sarebbe diventato cantante anche se fosse venuto al mondo senza corde
vocali » (Joseph Roth)
Enrico Caruso (Napoli, 25 febbraio 1873 – Napoli, 2 agosto 1921) è stato il più grande tenore
italiano. È considerato il tenore per eccellenza, grazie alla suggestione del timbro e alla
inconfondibile malia dello strumento vocale. Eddy Monetti, dopo aver ascoltato un rudimentale
disco a 78 giri di Enrico Caruso affermò:’…quella voce senza eguali arrivò fino al mio cuore, e
cominciai ad amare Enrico Caruso. E a capire due cose. La prima: il tenore non aveva e, suppongo,
non avrà mai rivali, quella voce è un miracolo della natura. La seconda, e questa riflessione ferisce
profondamente, è che il più grande tenore di tutti i tempi è quasi dimenticato e ignorato nel nostro
Paese, mentre in America è certamente più famoso di Cavour e Garibaldi messi assieme’ (P.
Gargano Una vita una leggenda, G. Mondatori, 1997, pag. 11).
Infanzia ed esordi
Nacque in una povera famiglia (originaria di
Piedimonte d'Alife oggi Piedimonte Matese,
da Marcellino Caruso e Annarella Baldini in
via SS. Giovanni e Paolo 7 nel quartiere
napoletano di San Carlo all'Arena, ove una
lapide ne ricorda l'evento: il padre,
Marcellino, era un operaio metalmeccanico e
la madre, Anna Baldini, faceva la donna delle
pulizie. La madre aveva avuto prima di lui 7
figli: tutti morti. Dopo di lui nacquero altri tre
fratelli.
Dopo aver frequentato le scuole regolari, a
dieci anni andò a lavorare col padre in fonderia ma sotto l'insistenza della madre si iscrisse a una
scuola serale dove scoprì di essere portato per il disegno; iniziò così ad elaborare progetti di fontane
per l'officina dove lavorava. Ma nel frattempo qualcosa stava crescendo in lui: la sua Voce. Le
prime arie d'opera e le prime nozioni di canto gli vennero insegnate dal maestro Raffaele De Lutio.
Nel 1888 sua madre morì di tubercolosi e poco tempo dopo il padre si risposò
con Maria Castaldi. Ma oltre a cantare nel coro della chiesa, Enrico fece qualche
apparizione in spettacoli teatrali; la sua voce nel frattempo si era irrobustita e le
piccole rappresentazioni cominciarono a non bastargli più, dopo l’esordio al
Cimarosa di Caserta il 28 marzo del 1995 fu segnalato dal baritono Enrico
Pignataro agli impresari del Bellini di Napoli, affinché sostituisse il tenore
titolare a letto per bronchite. L’offerta fu accettata a volo da Caruso che stava
giocando a carte nella trattoria Bella Napoli alla ferrovia.
La sua fortuna iniziò quando il baritono Eduardo Missino sentendolo cantare si entusiasmò a tal
punto che lo presentò al maestro Guglielmo Vergine il quale accettò di dargli lezioni per fargli
migliorare la voce ma pretese da lui il 25% dei suoi guadagni con un contratto che sarebbe durato
cinque anni.
Domenica 5 luglio 2009 - ore 21.30
Jazz
QUICK JOY
Jazz Quartet
Luca Aquino – Trumpet
Lello Petrarca – Organ
Alberto Falco – Guitar
Aldo Fucile – Drums
L’impatto sonoro moderno rende il concerto carico di energia. La sperimentazione, l’uso di tempi
dispari e l’intreccio con sorprendenti invenzioni ritmiche non intaccano la fluidità e la scorrevolezza
delle linee melodiche; le sonorità, pur rifacendosi ad un jazz d’avanguardia di scuola soprattutto
newyorkese, recano tuttavia l’impronta di influenze stilistiche più propriamente mediterranee.
L’impasto timbrico caratterizzato dal caldo suono dell’organo hammond e il supporto di una ritmica
caratterizzata da straordinaria scioltezza e forte senso dell’interplay danno vita ad una musica densa,
pregnante e di grande impatto.
Programma
LAST TIME I SAW YOU
IL TRE VOLTE GRANDISSIMO
E LUCIO FU
BITE ME
EVOLUTION
WITH THE SUN IN MY HEART
THE GRASS
TATE
SILVER’S COLOUR
PEACEFUL SONG
QUICK JOY
Aldo Fucile – Drums Affascinato sin da piccolo dagli strumenti a percussione ne intuisce ben
presto le infinite modalità espressive non solo di natura ritmica ma anche melodica ed armonica. Ha
lentamente sviluppato la profonda consapevolezza che l’origine dei suoni e del ritmo si trovano
nella natura stessa delle cose. Il suo obiettivo è quello di riuscire a tradurre in suoni e ritmo reali,
servendosi di questa modalità di ascolto profondo, le sonorità e il ritmo che incessantemente
fluiscono nel tempo e che forse costituiscono l’essenza della vita stessa e della natura.
Ha collaborato con: Andy Gravish, Jerry Bergonzi, Iris Romen, Carlo Actis Dato, Bob Fix, Josè
Devila, Bob Marquart, Westley Ivankovich, Daniele Scannapieco, Jerry Popolo, Gianni Amato,
Aldo Vigorito, Giulio Martino, Pietro Condorelli, , Tommaso Scannapieco, Paolo Pelella, Fausto
Ferraiuolo, Vittorio Pepe, Lello Cannavale, Filiberto Palermini e molti altri musicisti.
Lello Petrarca - Organ
Nasce a Caserta il 23/05/1977. E’ diplomato in pianoforte al Conservatorio con il massimo dei voti.
Considerato l’astro nascente del pianismo jazz italiano, vanta un curriculum di partecipazioni e
collaborazioni prestigiose ed uno stile interpretativo già maturo. Collabora da diversi anni con artisti
e jazzisti di livello nazionale ed internazionale tra i quali: Nino Buonocore, Francesca Schiavo,
Daniele Sepe, Marco Zurzolo, Antonio Onorato, Salvatore Tranchini, Enrico Del Gaudio, Antonio
Fresa, Giacomo Pedicini, Massimo Ferrante, Emiliano De Luca, Antonio Imparato, Aldo Fucile,
Flavio Dapiran, Alberto Falco, Alberto D’Anna, Daniele Esposito, Andy Gravish, Westley
Ivanhovich, Iris Romen, Carlo Acrtis Dato, Josè Devila, e diversi altri.
Alberto Falco – Guitar
Musicista attivo dal 1990, vanta collaborazioni sia nell’ambito jazzistico, Lee Harper Quintett, Gal
Ziv Quartett, Tal Balshai Duo, Uli Gradinger Quartet, sia in campo teatrale collaborando con il M°
Virzo alle musiche de “ Il chiodo fisso” regia di Renato Carpentieri (2003), che di danza,
“Lailailà”(video 2005 Perugia-New York), "Spacewalk" e "Equilibrium Precarium" (1996, New
York), “With Things Attached” (1997, New York), e nel panorama free con lo spettacolo di musica
e pittura “Monk-in” (1999, Napoli). E’ vincitore nel 2003 del "Premio della critica" al festival
Salerno Music Doors con il Quartetto Toledo (in giuria Steve Grossman) e nel 2000 di una borsa di
studio durante il corso di formazione tenutosi presso l'associazione "WE LOVE JAZZ" a Genova,
docente Sandro Gibellini. Oltre alla continua attività concertistica in Italia e Germania, ha inoltre
partecipato a: Marechiaro Jazz Festival, Pertosa Jazz, Pomigliano Jazz Festival, Jazz and Other di
Bolzano,
Luca Aquino –Trumpet Trombettista e flicornista beneventano, inizia lo studio della tromba in età
giovanile e già vanta concerti in tutto il mondo. Si appassiona al jazz durante un seminario con
Paolo Fresu in Benevento Città Spettacolo. Dopo Chet Baker e Freddie Hubbard approda e
s’innamora totalmente di Miles Davis. Nel 2004 frequenta i seminari di Paolo Fresu, quelli senesi,
ottiene la borsa di studio al Time in Jazz di Nuoro ed inizia la sua attività professionale diventando
endorser ufficiale di Hub Van laar, costruttore olandese di trombe e flicorni intraprendendo una fitta
partecipazione a concerti e dimostrazioni in scuole e festival jazz in Europa e negli Usa. Nel 2007
vince il secondo premio internazionale di jazz Massimo Urbani. Nel 2008, pubblica l’album
“Sopra le Nuvole” per l'Emarcy/Universal riscuotendo ampi consensi in Italia, all'estero e
soprattutto negli Stati Uniti dove vince il secondo posto al Top Jazz 2008 classificandosi come
miglior trombettista italiano.
.
Cortile Palazzo Vescovile – Pignataro. M.
Giovedì 9 luglio 2009 – ore 21.30
La chiamata alle armi
Nel 1894 Caruso venne chiamato alle armi, ma dopo solo un mese e mezzo, grazie alle leggi in
vigore a quel tempo e ad un maggiore che era amante della musica, venne congedato e mandato a
casa per permettergli di continuare a cantare e a studiare. Dopo le lezioni con il maestro Vergine,
Caruso si sentiva ormai pronto all'esordio, ma alle prove per la Mignon di Ambroise Thomas non
venne accettato. Esordirà il 16 novembre 1894 con una parte ne L'amico Francesco di Domenico
Morelli percependo 80 lire per quattro rappresentazioni (poi ridotte a due a causa dello scarso
afflusso di pubblico e nonostante una buona critica).
Un amore sfortunato
Iniziò così ad esibirsi nei teatri di Caserta, Napoli e Salerno e fece la sua prima esibizione all'estero
a Il Cairo percependo la cifra di 600 lire per un mese di lavoro. Nell’estate del 1896 Caruso andò a
rigenerarsi a Napoli. Mostrò agli amici gli abiti più eleganti e accessori dorati. Esibì perfino un
segretario particolare, Enrico Lorello, designato perché era
stato il suo più grande tifoso nei mesi incerti dell’avvio. I
soli tormenti gli vennero da una mancata promessa di
Puccini. Il tenore era sicuro di ottenere il ruolo di Mario
Caravadossi nella prima mondiale della Tosca a Roma, ma
per una questione di donne, Puccini lo preferì a De
Marchi.
Nel 1897, a Salerno, Caruso conobbe il direttore
d'orchestra Vincenzo Lombardi che gli propose di
effettuare con lui la stagione estiva a Livorno; qui Caruso
conobbe il soprano Ada Giacchetti, sposata e madre di un
bambino. Con lei avrà una relazione che durerà undici anni e da cui nasceranno due figli: Rodolfo
ed Enrico junior. Ada lo lascerà per fuggire con il loro autista, con il quale cercherà anche di
estorcergli denaro. Tutto finirà in tribunale con la dichiarazione di colpevolezza per la Giacchetti
che verrà condannata a tre mesi di reclusione e a 100 lire di multa.
La Vecchia Metropolitan Opera a New York.
(foto dal 1905).
Nel 1899 Caruso si esibisce a Pietroburgo, che gli riservò onori speciali e
lo zar di tutte le Russie, Nicola II gli disse:’Molte grazie’. Alla fine del
concerto Enrico Caruso trovò in camerino il dono regale: un servizio
d’argento di 250 pezzi e un paio di gemelli d’oro tempestati di diamanti.
L’ex metalmeccanico si inebriò di tanto lusso e non si risparmiò. Due volte
cantò due opere in una stessa sera, la Lucia di Lammermoor con Luisa
Tetrazzani e la Cavalleria rusticana con Tilde Carotini. Ritornò a
Pietroburgo nei primi giorni del 1900 ove affrontò l’Aida e sfoggiò un
meraviglioso Si bemolle acuto. Caruso pensava intanto alla rivincita nei
confronti di Puccini che gli aveva preferito De Marchi. L’occasione scoccò a Treviso ove fu
osannato da un enorme successo. A novembre la missione rivincita fu completata a Bologna,
crocevia di giovani tenori aspiranti al titolo del migliore, e vinse trionfalmente Caruso ed ebbe
anche il riconoscimento di Puccini, il quale ammise l’errore romano e dichiarò che Caruso nel ruolo
di Mario Caravadossi era il migliore.
Giovedì 9 luglio 2009 – ore 21.30
MUSIC FOR WELLNESS (Suggestioni musicali per il benessere psicofisico)
Il duo pianistico formato da Francesco Gravina e Antonio Simone, di recente
costituzione, si è reso promotore (con la collaborazione del Dipartimento Artistico
dell’Accademia di Scienze Umane “Jean Piaget”) di un progetto denominato “Music
for Wellness” che si pone come obiettivo principale quello di ricreare, con esecuzioni
dal vivo, atmosfere sonore atte a favorire negli ascoltatori una condizione di
benessere psicofisico.
L’idea nasce dalla decennale esperienza maturata da Antonio Simone (pianista,
compositore, musicoterapeuta) nel campo della Musicoterapia e da Francesco
Gravina (pianista, compositore, arrangiatore e programmatore midi) nel campo della
Computer Music, prevedendo per la realizzazione di questo progetto anche l’utilizzo
di una virtual orchestra (campionamento sonoro di un’orchestra reale con suoni
riprodotti tramite computer) con la quale i due pianoforti digitali interagiscono lungo
tutta la durata del concerto. A ciò, inoltre, si accompagna la riproduzione di un
ambiente scenografico molto particolare, tramite proiezioni su maxi-schermo, e
background sonori in sintonia con le proposte musicali realizzate dal vivo.
Il programma dei brani scelti attinge prevalentemente dal repertorio della corrente
definita “new age music”, ma con qualche incursione anche nello smooth jazz, con
autori che pianisticamente ne risultano maggiormente rappresentativi, tra cui: Andrè
Gagnon, Yuhki Kuramoto, David Benoit, Kevin Kern, Masaji Watanabe.
Programma
Andrè Gagnon: Amour revé
Un piano sur la mer
Nocturne
Peine perdue
Photo jaunie
Yuhki Kuramoto: In a refreshing breeze
Meditation
Romancing time
David Benoit: Kei’s song
6th string poet
Kevin Kern: Sundial dreams
Masaji Watanabe: Lavender
Visita Grotta delle Formelle a Calvi antica
DOMENICA 12 LUGLIO 2009– ore 21.30
Esordio alla Scala di Milano
Nel 1898 Caruso esordisce al Teatro Lirico di
Milano nel ruolo di Loris in Fedora di
Umberto Giordano. L’autore aveva scritto il
melodramma su misura della voce del tenore
Roberto Stagno. Ma questi morì e il maestro si
convinse che solo Caruso poteva essere
all’altezza del cimento. Lo scrisse alla vedova
di Stagno, la quale andò ad ascoltare il
napoletano e ne fu conquistata. Accettò di
dividere con lui il palcoscenico del Lirico
meneghino. Caruso si preparò con puntiglio e
con disciplinato impegno. Nelle prove, quando
riuscì a ‘legare’nel registro di passaggio, urlò:”
Aggiu truvato!” Giordano diresse l’opera di
persona e tremò finchè Amor ti vieta fu
bissata. Facile fu il gioco di parole “Caruso cantò Fedora e la fè d’oro”, fu un trionfo. Giordano
tanto tempo dopo ammise di non aver affatto capito che Caruso fosse un dio e paragonò il suo canto
al violoncello, uno dei tanti strumenti cui è stata paragonata quella meravigliosa voce. Da allora i
contratti per Caruso piovvero come una fitta pioggia. Seguirono poi tournée a Lisbona, Roma,
Montecarlo e al Covent Garden di Londra dove interpretò il Rigoletto di Giuseppe Verdi; l'anno
dopo sarà a Buenos Aires.
Nel 1900 Caruso cantò nuovamente alla Scala nella Bohème diretta da Arturo Toscanini.
Delusione al Teatro San Carlo
In una vita da melodramma, dopo la fama fu inevitabile la delusione
feroce. Accadde negli ultimi mesi del 1901. Nella più moderna Napoli
Raffaele e Almerigo Esposito avevano inaugurato la Phonotype, prima
etichetta discografica ed Enrico ne era felice. Il tenore aveva in tasca il
contratto con il Teatro San Carlo, tremila lire a recita, segno di grande
considerazione. Persino le bandiere dei panni grigi stese ad asciugare gli
sembrarono magnifiche. Il debutto avvenne il 30 dicembre 1901
nell’Elisir d’amor collaudato con successo alla Scala. Ma qui ebbe la sua
più grande delusione: l’emozione e un'insicurezza malcelata non lo
fecero cantare al meglio. Caruso volle cogliere i molti rilievi sollevati
contro le sue performance, ma si indignò per le ironie che qualche giornale fece sui magri incassi
delle sue recite e per una vignetta acidula contro la sua compagna. Il tenore capì che nel ritorno c’è
la sconfitta, non la salvezza. Gli abiti di scena dovettero pesare su di lui come un mantello di paura.
Così si fermò sulla soglia delle luci napoletane e si rassegnò a sogni di frontiera. Ormai deluso dalla
reazione dei suoi concittadini e dalle critiche, centrate sul fatto se la sua voce fosse portata
maggiormente al registro di baritono piuttosto che su quello di tenore, decise di autoesiliarsi e di
non cantare mai più nella sua città natale.
DOMENICA 12 LUGLIO 2009– ore 21.30
GEORGE GERSHWIN BRASS QUINTET
Antonello Bottoni, tromba
Fausto Bottoni, trombone
Silverio Nardecchia, tromba e trombone
Maurizio Pagliei, corno
Claudio Valente, tuba
PROGRAMMA
FUGANDO
QUASI TARANTELLA
ENRIQUE
INTRO
BENNY
MANOLA
RUSSIAN MELODIES
I TRE PUNTINI
VARIATION ON OLD MC DONALD’S THEME
SLIDE
VIVA MEXICO
George Gershwin Brass Quintet
Il gruppo, composto da Antonello Bottoni, Fausto Bottoni,
Silverio Nardecchia, Maurizio Pagliei, Claudio Valente,
nasce nel 1993, dall’incontro di cinque amici, tutti diplomati
presso il Conservatorio di Musica di Frosinone, che nelle varie
esperienze musicali hanno avuto modo di confrontare le proprie
idee nel campo della musica.
La caratteristica principale di questo tipo di formazione consiste
nel raggruppare solo strumenti ad ottone, che esprimono un timbro
forte e marcato.
Il gruppo prevede una prima e una seconda tromba che, nel loro
intersecarsi armonico, creano una melodia brillante ed incisiva.
C’è poi l’armonia creata dal corno e dal trombone che molto
spesso assurgono al ruolo di strumenti principali e solisti.
Completa la formazione l’indispensabile pedale armonico, la tuba,
che sostiene la melodia con una ritmica trainante.
Il vasto repertorio del quintetto spazia dalla musica classica e
sinfonica a quella moderna, da brani di circostanza a composizioni
originali per tale complesso.
Numerose sono le occasioni musicali nelle quali il gruppo ha
avuto modo di far apprezzare il proprio talento artistico,
riscuotendo il plauso del pubblico nelle più importanti rassegne
italiane ed europee.
Grotta dei Santi a Calvi antica
Cortile Palazzo Vescovile – Sala Concerti – Pignataro. M. Ore 21.30
spa
81052 Pignataro Maggiore (CE) - v. Del Conte
tel: 0823 654090 Fax: 0823 654091
Mercoledì 15 luglio 2009
Primo cantante ad incidere dischi
Con Rosa Ponselle in La forza del destino.
Caruso cercò sempre di curare di più la sua voce per correggere
i difetti e crearsi un repertorio. A Milano incise l'11 aprile del
1902 dieci dischi con arie d'opera per conto della casa
discografica inglese Gramophone & Typewriter Company. Il
cantante napoletano fu il primo a cimentarsi nella nuova
tecnologia, fino ad allora snobbata da molti altri cantanti, e
questo determinò il suo successo e quello della casa
discografica.
A novembre del 1903 è in America - risiedeva al
Knickerbocker Hotel, che attualmente non è più un albergo ma
un prestigioso palazzo con uffici societari chiamato Six Times
Square - quando ancora stava con la sua amata Ada: ebbe un
contratto col Teatro Metropolitan di New York, che ottenne
grazie alla mediazione del banchiere Pasquale Simonelli, e
l’esordio avvenne il 23 novembre con il Rigoletto. Passato l'impasse della prima, ebbe un tale
successo con le successive rappresentazioni tanto da diventare l'idolo dei melomani dell'epoca.
Caruso stesso commissionò a Tiffany & Co. la produzione di una medaglia in oro 24 kt. col suo
profilo, PER RICORDO delle sue recite al Metropolitan di New York, da distribuire tra i suoi
intimi.
Caruso pretendeva ingaggi esorbitanti ma era anche capace di cantare gratis per allietare gli
emigranti. Ma oltre alla fama in America, subì anche la gelosia e l'invidia di taluni che lo fecero
accusare di molestie sessuali ad una giovane sconosciuta e gridarono allo scandalo per un bacio
scambiato in scena con la soubrette Lina Cavalieri. Caruso venne condannato a pagare
un'ammenda, subendo così un'ingiustizia ed una cocente umiliazione.
Core 'ngrato
Nel 1909 incise una serie di ventidue canzoni napoletane che comprendevano anche Core 'ngrato,
canzone scritta da Riccardo Cordiferro e da Salvatore Cardillo che si ispirarono alle sue vicende
sentimentali dopo l'abbandono da parte della Giacchetti. Fu in quell'anno che Caruso venne operato
a Milano per una laringite ipertrofica, intervento che non compromise sul momento la sua carriera
tanto da consentirgli di continuare le sue tournée per il mondo senza trascurare recite per
beneficenza durante il periodo della guerra. Solo a Napoli non volle tenere più alcun concerto
sentendosi ancora indispettito dall'accoglienza ricevuta anni prima al San Carlo.
Mercoledì 15 luglio 2009
GRANDE ORCHESTRA SINFONICA "CHAIKOWSKJ"
DELLA REPUBBLICA RUSSA DI UDMURTIA
direttore Leonardo Quadrini
Il sinfonismo "lirico" italiano e francese
Programma
G.Verdi - Sinfonia (la Forza del destino)
- Preludio atto I (La Traviata)
V.Bellini- Sinfonia (Norma)
G.Rossini - Sinfonia ( Il Barbiere di Siviglia)
-Sinfonia ( La Gazza ladra )
- Sinfonia (Guglielmo Tell)
G.Verdi -Sinfonia (Nabucco)
G.Bizet- suite da "Carmen"
M. Ravel – Bolero
Vivendo nell’epoca in cui le idee musicali e la maggior parte dei pensieri intimi dell’umanità sono assimilati
(la descrizione del termine sinfonismo dato da B. Asafiev) dove la musica sinfonica è uno degli stili superiori
e complessi dell’arte musicale, ci rendiamo conto che l’atteggiamento al confronto di questa, era, ed è ancora
un testo di verifica, un segno importante del livello culturale della società. L’orchestra sinfonica della
repubblica di Udmurtia si trasforma oggi in un emissario dell’arte e della cultura nazionale all’estero.
Fondata nel 1992, nel territorio noto per aver dato i natali al grande compositore russo P. J. Chaikowski e
terra di grande tradizione musicale, l’orchestra ha effettuato i primi concerti nel territorio vicino al fiume
Volga e lo spirito che animava l’attività è stato quello della propaganda dei maggiori compositori e opere più
importanti con particolare attenzione ai concerti didattici e per le scuole. Oggi questa orchestra ha raggiunto
un livello qualitativo alto con 900 titoli in
repertorio tanto da essere presente nei 3 più importanti festival della repubblica quali: “Festival
Chaikowschi” ,”Festival dei giovani talenti” ,”Festival del jazz”. Sin dalla nascita ha collaborato con direttori
e solisti esteri (Rilov, Quadrini, Mansorov, Mennier, Krell, Horovitz,Valdmann ecc.) e solisti D. Kramer,
K.Rodj, D. Mazviev, A. Chindin, Riccardo Caruso, D.Kogan, Katia Ricciarelli, Cecilia
Gasdia, Aldo Ciccolini, Antonella Ruggiero ecc. Nel 2000 ha ricevuto il premio statale della Repubblica per
l’attività svolta. Nel 2003 l’orchestra è stata insignita del riconoscimento “Lira” della capitale Jhievsk. Da 7
anni tiene tourneè in Italia su tutto il territorio nazionale partecipando ai
più prestigiosi festival “Caruso”, “Lanza” “Leoncavallo” ecc. ed esibendosi a Villa Adriana di Tivoli, Capri,
Ischia, Ravello, Notofestival, Ultrapadum-festival, museo delle scienze di Torino, palazzo Ducale di Massa
Carrara, Castello Lancellotti di Lauro, “Festival pucciniano” di Formia, ecc.
Nel luglio 2004 ha preso parte alla trasmissione televisiva su RAI TRE “Ciao Massimo” condotta da Pippo
Baudo.
FLORIAN-GEORGE ZAMFIR , nato a Craiova (Romania), ha iniziato a prendere lezioni al violino all’
Art Highschool della sua città. Ha terminato gli studi in 1978 e si è diplomato al 'Ciprian Porumbescu”
Music Conservatory a Bucharest. Ha iniziato la sua attività professionale come docente al „Marin Sorescu”
Art Highschool; in seguito è stato direttore di coro della Filarmonica „Oltenia” (Craiova).
E’ il fondatore del Coro „Carmina Nova”, ed ha ottenuto importanti premi in differenti concorsi,
- Secondo Posto al Concorso Internazionale per Coro ‚Chişinău, Moldavia in 1995
- Terzo Posto al Concorso Internazionale per Coro – Cluj Napoca, Romania in 1997
Ha partecipato a tutte le edizioni ‚Concorso della Creazione’, dove le esecuzioni sono state apprezzate da
famosi musicisti rumeni: Irina Odăgescu łuŃuianu, Dan Buciu, Marin Constantin. Ha anche vinto il
Premio„George Simonis” nel1996. Nel 1999 ha iniziato la sua attività al teatro lirico „Elena Teodorini”
come direttore del Coro. Neò 2001 Florian-George Zamfir è diventato Direttore Generaledi questa
istituzione. Nel 2002 insieme al coro del Teatro Lirico „Elena Teodorini” ottennero il Primo Premio
della XX Edizione del Festival Internazionale „D. Kiriac” . Come direttore è stato apprezzato in Francia,
Germania, Moldavia.
Visita Cattedrale di Calvi antica del IV secolo
Cortile Palazzo Vescovile – Pignataro M. – Ore 21.30
Sabato 18 luglio 2009 ore 21.30
Re d’America e d’Europa
Enrico e Ada conobbero la Statua della Libertà l’11 novembre 1903;
sbarcati nel porto di New York furono accompagnati in limousine al
rilucente Hotel Majestic. In valigia Caruso aveva un contratto di 25 recite.
All’esordio al Metropolitan i palchi ospitavano gli uomini più ricchi del
mondo e i critici più velenosi. La scenografia del Rigoletto era imponente,
ma la serata non fu un vero successo. I suoi acuti degli esordi americani non
furono perfetti e non si avvilì. I critici esaltarono, invece, la sua
interpretazione nella Bohème. Alla fine Marcella Semprich strappò uno dei
fiori che ornavano il palcoscenico e lo offrì con ostentazione al napoletano.
Era nato un fenomeno. Il famoso giornalista Joseph Pulitzer gli offrì
cinquantamila dollari per cinquanta cartoons da pubblicare sul World.
Caruso rifiutò cortesemente. La prima stagione al Metropolitan fu dura, alle
29 recite si aggiunsero moltissimi concerti. Ma ben presto il tenore napoletano fece ritorno in
Europa dove l’attendeva una lunga serie di successi. Al ritorno fu a Montecarlo e poi a Parigi. A
Barcellona gli impresari si svenarono per Caruso. Alla prima del Rigoletto la sua bravura cancellò la
mediocrità degli altri interpreti e la folla ottenne tre bis.
Anche Praga, Dresda e Londra lo videro un vero vincitore, ma la partenza estiva per l’Italia, ormai
terra di riposo, fu comunque una liberazione. Nonostante i dissapori con Ada, Caruso continuava
ad accumulare successo a successo, con una notorietà mondiale. A Londra assaporò il trionfo con la
Manon Lescaut, poiché nonostante una infreddatura fu l’attrazione della serata.
La seconda stagione americana cominciò con l’Aida. Dodici ruoli, altri dischi con la Victor. Il
trionfo non faceva più notizia. Enrico e Ada si trasferirono in un appartamento di
Murray Hill, stipato di amici e adulatori. Cene all’italiana, vermicelli e Chianti,
ricordi e sorrisi. Il tenore a volte si metteva ai fornelli e preparava la sua
specialità ‘bucatini alla Caruso’. La primavera del 1905 vide Caruso attraversare
l’America da costa a costa, Ada era la sua stanca ombra. Nella Cavalleria il
tenore sostituì, senza annunciarlo in pubblico, il febbricitante Andreas Dippel e
gli ignari quotidiani locali esaltarono la brillante prova del ‘tedesco’.
A maggio lo troviamo di nuovo a Parigi con la Fedora in risposta sollecita ad un richiamo di
Sonzogno e a Londra con una serata in onore del re Alfonso di Spagna. I reali d’Inghilterra lo
invitarono a Buckingham Palace e gli consegnarono una spilla di diamanti e rubini. Quelli del
Belgio lo salutarono con calore all’inaugurazione del Teatro Reale di Ostenda.
Sabato 18 luglio 2009 ore 21.30
Cortile Palazzo Vescovile
Pignataro Maggiore (CE)
RECITAL LIRICO
”IL BUFFO ALL’OPERA”
Filippo Morace, basso
Rossella Vendemia, pianoforte
La figura del ‘basso buffo’ nel melodramma: viaggio in un crescendo di
simpatia attraverso i ‘buffi’ dell’opera, autentici campioni del raffinato
divertimento offerto, ieri come oggi, dai drammi giocosi della gloriosa
tradizione belcantistica italiana: un vivace, brillante, estroso omaggio al teatro
musicale comico di tutti i tempi .
PROGRAMMA
VINCENZO BELLINI (1801- 1835): “VI RAVVISO, O LUOGHI AMENI”
ARIA DI RODOLFO DA ‘LA SONNAMBULA’
GIOACHINO ROSSINI (1792- 1868)“LA CALUNNIA È UN VENTICELLO”
ARIA DI DON BASILIO DA ‘IL BARBIERE DI SIVIGLIA’
W. A. MOZART (1756- 1791): “MADAMINA IL CATALOGO È QUESTO”
ARIA DI LEPORELLO DA ‘DON GIOVANNI’
VINCENZO BELLINI (1801- 1835): “VAGA LUNA CHE INARGENTI”
ROMANZETTA DA ‘COMPOSIZIONI VOCALI DA CAMERA’
GIOACHINO ROSSINI(1792- 1868):“A UN DOTTOR DELLA MIA SORTE”
ARIA DI DON BARTOLO DA ‘IL BARBIERE DI SIVIGLIA’
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GIOACHINO ROSSINI (1792- 1868): “MIEI RAMPOLLI FEMMININI”
ARIA DI DON MAGNIFICO DA ‘LA CENERENTOLA’
VINCENZO BELLINI (1801- 1835): “DOLENTE IMMAGINE DI FILLE MIA”
ARIETTA DA ‘COMPOSIZIONI VOCALI DA CAMERA’
GAETANO DONIZETTI (1797- 1848): “UDITE, UDITE, O RUSTICI”
ARIA DI DULCAMARA DA ‘L’ELISIR D’AMORE’
W. A.MOZART(1756- 1791): “NON PIÙ ANDRAI, FARFALLONE AMOROSO”
ARIA DI FIGARO DA ‘LE NOZZE DI FIGARO’
GIOACHINO ROSSINI (1792- 1868): “MEDAGLIE INCOMPARABILI”
ARIA DI DON PROFONDO DA ‘IL VIAGGIO A REIMS’
Filippo Morace, basso-baritono, nasce a Napoli e studia canto al Conservatorio di Salerno
sotto la guida del M° Pina Schettino diplomandosi con il massimo dei voti. Inizia la carriera
artistica al San Carlo di Napoli ne Le convenienze e inconvenienze teatrali di Donizetti, e le 99
disgrazie di Pulcinella di Stravinskij, con allestimenti e regia del M° R. De Simone col quale
debutta anche in Livietta e Tracollo di Pergolesi. Vincitore di numerosi concorsi nazionali ed
internazionali, nel 1999 si qualifica primo assoluto nel concorso G. Belli di Spoleto dove segue
i corsi di interpretazione vocale tenuti da N. De Carolis e R. Bruson e debutta nelle Nozze di
Figaro di Mozart e in Oberto Conte di San Bonifacio di Verdi. Ha al suo attivo numerosi
allestimenti di opere tra cui il Barbiere di Siviglia di Rossini alla Fenice di Venezia, allo
Stadttheater di Klagenfurt, all’Opera di Roma, al San Carlo di Napoli ed allo Stadtoper di
Berlino, la Nina ossia la pazza per amore di Paisiello (Conte) a Caserta, La Cenerentola (Don
Magnifico) e l’Italiana in Algeri (Haly) di Rossini all’Opera di Roma, La Cenerentola (Don
Magnifico) di Rossini, il Marito disperato (Conte) di Cimarosa e la Jenufa (Mugnaio) di
Yanacek per il San Carlo di Napoli; partecipa altresì all’inaugurazione del Teatro dell’Opera
di Roma nella Tosca di Puccini (Carceriere), al fianco di Luciano Pavarotti, diretto da Placido
Domingo, trasmesso in Mondovisione. Canta in Viaggio a Reims (Don Profondo) di Rossini al
Comunale di Bologna, in Elisir D’amore (Dulcamara) di Donizetti al Tetro Verdi di Trieste, in
L’osteria di Marechiaro di Paisiello per il San Carlo di Napoli, in The Death of Klinghofer di
Adams al Comunale di Ferrara e Modena, nella Zingara (Ranuccio) di Donizetti e l’Ivanhoe
(Ismael) di Rossini a Martina Franca, nella Boheme (Shaunard) di Puccini all’Opera di Roma, al
San Carlo di Napoli, allo Sferisterio di Macerata, e da ultimo al Teatro alla Scala di
Milano.Debutta nel 2004 al Rossini Opera Festival con il Trionfo delle Belle. Ha cantato Il
Flaminio di Pergolesi a Beaune in Francia, il Barbiere di Sivigliadi Paisiello e Le Domino Noir
(Ursule) di Auber alla Fenice di Venezia, Il Turco in Italia (Prosdocimo) di Rossini, l’Elisir
d’amore (Dulcamara) di Donizetti e la Manon Lescaut di Puccini ad Amsterdam. Tra i suoi
lavori si ricordano anche gli impegni al Teatro Sao Carlo di Lisboa, al teatro della Monnaie di
Bruxelles, al teatro ABAO OLBE di Bilbao, al Teatro di Palma de Majorca, al Teatro dei Campi
Elisi a Parigi. Nell’ultima stagione Lirica ha cantato al comunale di Reggio Emilia nell’Alidoro
di L. Leo con l’orchestra barocca della Pietà dei Turchini, ne Lu vommero a duello (Don
Simone) di R. De Simone per il San Carlo di Napoli, nel Don Bucefalo (Don Bucefalo) di
Cagnoni al Festival della Valle d’Itria ,nella Didone (Sinone il Greco) di Cavalli alla Scala di
Milano, nella Virtù de’ strali d’Amore (Marte) di Cavalli alla Fenice di Venezia.
Rossella Vendemia, diplomata in pianoforte ed in clavicembalo presso il Conservatorio S.
Pietro a Majella di Napoli; specializzata nella collaborazione pianistica per cantanti d'opera e
nella musica da camera, da circa 15 anni svolge una intensa attività concertistica suonando in
teatri ed auditorium prestigiosi, sia in Italia che all'estero e riscuotendo consensi di pubblico e
di critica.. Ha ottenuto il diploma biennale di alto perfezionamento di Teoria e Pratica della
Collaborazione Pianistica presso l'Accademia Musicale Pescarese con il M.° Roberto
Cognazzo. Ha seguito i corsi di perfezionamento presso la Scuola Superiore per Cantanti e
Pianisti "Hugo Wolf" di Acquasparta (Terni) prendendo parte ai concerti finali.. Ha ottenuto
il diploma di Maestro Collaboratore Sostituto, dopo aver frequentato il corso di formazione
professionale a carattere nazionale per n. 9 maestri sostituti da impiegare nei teatri d'opera
lirica, organizzato nell'estate '91 dal Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto "A. Belli" ed ha
lavorato come maestro collaboratore sostituto alla XLV stagione lirica 1991. In quella
occasione si è esibita con la Budapest Philarmonic diretta dal M.° G. Pacor nel concerto
celebrativo in onore di Ruggero Raimondi al Teatro Nuovo di Spoleto. Svolge regolarmente il
ruolo di accompagnatore al pianoforte in diversi concorsi e corsi a carattere nazionale ed
internazionale. Ha pubblicato per le Edizioni Santabarbara di Bellona (CE). Nell'ottobre 1996 ha
inciso a Milano, in duo con il clarinettista Piero Pellecchia, il CD "L'estro della Romanza: fantasie e
divertimenti su celebri melodrammi dell'800", con la prefazione del M.° Roberto Cognazzo,
concertista, storiografo e critico musicale, già docente presso il Conservatorio G. Verdi di Torino.
Ha inciso, in qualità di pianista solista, il "Notturno n. 3" di Raffaele Salemme, inserito nella
Enciclopedia Italiana dei Compositori Contemporanei in 10 CD e 2 volumi, edita da Pagano Editore
Napoli. Nell’autunno 2006, sempre in duo con il clarinettista Piero Pellecchia, ha inciso il CD
“Il gioco delle parti- Composizioni e ricomposizioni di Roberto Cognazzo” per l’etichetta
discografica ‘ Antichi Organi del Canavese’ (TO) (AOC Classic), edito dalle Edizioni
Leonardi di Milano. Ha al suo attivo circa 500 concerti, in svariate formazioni cameristiche,
presso importanti istituzioni musicali. E` vice direttrice artistica dell'Associazione "Amici della
Musica" di Pignataro Maggiore, redattrice della rivista "Le Muse", edita dalla stessa E` docente
titolare di cattedra presso il Conservatorio Statale di Musica “Nicola Sala” di Benevento.
Visita Convento di S. Pasquale a Pignataro M. (CE)
Domenica 19 luglio 2009
Opo i successi a New York, Caruso alimentò la sua fama in Europa. Baruffe a Vienna per il costo
esorbitante dei biglietti, ma i tremila spettatori godettero di una serata memorabile. Il caroprezzo era
conseguenza diretta dei favolosi ingaggi pretesi dal tenore. A Berlino fu chiamato quindici volte al
proscenio. Ad Amburgo subì l’assedio degli ammiratori; sotto il suo albergo la polizia spiccò 263
contravvenzioni per disturbo della quiete pubblica. Il Kaiser Guglielmo lo nominò ‘cantante da
camera imperiale’.
A Parigi gli diedero la Legion d’onore, da aggiungere alla Croce di Grande Ufficiale della Corona
d’Italia. Nel novembre del 1906 fu accusato di aggressione
sessuale a New York e il giudice lo condannò ad una
ammenda di 10 dollari. Il solidale Giacomo Puccini avanzò
l’ipotesi di una congiura. Alla rappresentazione della
Bohème l’America gli tributò un applauso clamoroso
dimostrandogli il sua apprezzamento e perdono.
Nel maggio del 1907 Caruso partì per Londra per tentare di
riscaldarsi al calore degli inglesi, che lo adoravano. Riscoprì
il gusto di ingenui scherzi, dal palcoscenico scambiò smorfie
con Tosti spettatore, cucì una manica della giacca del
baritono e concittadino Pasquale Amato, ritardando la sua
uscita in soccorso di Mimì; riempì d’acqua il cappello a
cilindro del basso Arimondi. Per dare un taglio netto con il
passato decise di tagliarsi i baffi: un’immagine nuova dopo
l’anno più nero.
Il collaudo nell’Aida del 2 ottobre a Budapest procurò al
Nostro un altro dispiacere. Infastidita dal caro – biglietti e da un soprano incerto, la platea restò
fredda e alla fine Caruso non volle tornare al proscenio. Si riscattò a Vienna, Amburgo, Francoforte,
Berlino.
Nel giugno del 1908 Caruso fu diretto dal giovane Tullio Serafin nel Rigoletto. Per gioco o per
maliziosa rivincita di passate beffe, nel duetto del secondo atto Nella Melba si mosse sul
palcoscenico in modo da oscurare il tenore, nascondendolo al pubblico. Ma una stupenda Parmi
veder le lacrime calamitò su di lui l’attenzione del teatro parigino e lo assicurò sulla forma della
voce. Nel 1909 a causa dei profondi dissapori con Ada sentì una spossante stanchezza, tanto da
scrivere al fratello Giovanni:”Avrei bisogno di fermarmi per almeno un anno in Italia. Invece
rientrò alla grande in Cavalleria. L’ottimismo ritrovato subito si spense nell’Aida. I critici
ascoltarono una voce pesante, addolorata, ben diversa da quella ‘stupenda’ di pochi giorni prima e
rilanciarono interrogativi sul suo futuro.. Il dottor Curtis gli proibì di accettare ingaggi estivi. A fine
maggio rientrò nella clinica privata milanese del professore Della Vedova per una laringite
ipertrofica nodulare.
Il 6 novembre a New York entrò nella sala della Victor per incidere la sua prima canzone
napoletana, Mamma mia che vò sapè, autobiografica. Nella canzone c’è l’eco della presenza della
mamma Annarella, affetto indelebile e confortante.
Domenica 19 luglio 2009
Gran Concerto Lirico
Gloria Mazza
soprano
Walter Omaggio tenore
Bruno Iacullo baritono
Antonio De Lisio basso
Francesco Pareti pianoforte
Programma
Vissi d’arte da Tosca di G. Puccini
Mi chiamano Mimì da Bohème di G. Puccini
Non ti scordar di me di E. De Curtis – Furnò – Marischka
Torna a Surriento di E. De Curits – G. De Curtis
La fleur da Carmen di G. Bizet
Tombe degli avi miei da Lucia di Lammermoor di G. Donizetti
Vivere di (C.A. Bixio)
‘O Paese d’o sole (Di Capua – Capurro)
La calunnia, da il Barbiere di Siviglia, di G. Rossini
Era de Maggio di Di Giacomo - Costa
O tu Palermo da I vespri siciliani di G. Verdi
Pari siamo da Rigoletto di G. Verdi
Credo da Otello di G. Verdi
‘A vucchella (D’Annunzio – Tosti)
Duetto O Mimì da Bohème di G. Puccini
Gloria Mazza è nata a Sarno e giovanissima ha intrapreso lo studio del canto e si è brillantemente
diplomata a Salerno, perfezionandosi sotto la guida del M° Walter Ferrari e del celebre soprano
Antonietta Stella a Roma. Dopo i brillanti risultati ottenuti in diversi concorsi internazionali di
canto lirico a ventuno anni entra a far parte del coro del teatro di San Carlo ove prende parte a ruoli
importanti; voce solista nella messa solenne di C. Gounod, Manon di Massenet e Suor Angelica di
G. Puccini. Per i concerti del San Carlo sostiene il ruolo della Contessa nelle Nozze di Figaro di
Mozart.
Antonio de Bisio (basso). E’ nato a Napoli nel 1965 ed ha studiato con W. Ferrari, P, Washington,
C. Desideri e P. Montarselo. Ha frequentato corsi di perfezionamento scenico-vocali presso
l’Accademia Internazionale di Duino. Ha partecipato alla master-class di tecnica ed interpretazione
vocale tenuta a Portici dal M° Paolo Montarselo, risultando finalista in diversi concorsi
internazionali. Per l’Opera Buffa Festival di Napoli è stato Pasquariello ne ‘Li sposi per accidenti’
di Cimarosa, lo Stabat Mater di Marinelli, ‘La furba e lo sciocco’ di Sarro. Al Taetro San Carlo è
stato Alidoro nella ‘Cenerentola’ di Rossini, il Conte ne ‘Le nozze di Figaro’ di Mozart e basso
nella ‘Petite Messe Solenelle’ di Rossini.
Bruno Iacullo. Nato a Torre del Greco, inizia gli studi di canto con il soprano M.G. Marchini nel
1985. Nel 1988 vince il concorso presso il Teatro Carlo Felice di Genova come artista del coro. Al
Teatro San Carlo di Napoli debutta da solista nella Messa di Gloria di G. Puccini, ne La Solenne di
C. Gounod e successivamente ne I cantori di Brema di Panariello. Nel 1994 è al Teatro G. Verdi di
Trieste dove canta ne Fedora e in seguito nel Rigoletto. Nel 1998 è Oberto Conte di San Bonifacio
a Bassano del Grappa. Nel ’99 è al Teatro San Carlo di Napoli, dove canta Cavalleria rusticana in
differita televisiva. Seguono Nabucco e Rigoletto al Teatro G. Verdi di Salerno. Nel dicembre del
2004 è a Taranto per il Festival Internazionale con l’opera Pagliacci nel ruolo di Silvio.
Walter Omaggio. Ha studiato canto al Conservatorio di Avellino con Pia Ferrara. Si impone
giovanissimo sulla scena lirica internazionale, vincendo nel ’93 – 94 il concorso europeo di Spoleto
e nel 95 – 96 negli USA l’International Competition of Philadelphia di Luciano Pavarotti. Ha
cantato in molti importanti teatri italiani, quali San Carlo di Napoli, l’Opera di Roma, il Comunale
di Bologna, il Carlo Felice di Genova e il Massimo di Palermo, all’estero in Francia, Inghilterra,
Grecia, USA, Corea del Sud e in Cile. Sia nei ruoli di protagonista in opere come Bohème, Traviata.
Madama Butterfly, Tosca, Cenerentola, Lucia di Lammermoor, Rita, L’elisir d’amore, Don
Pasquale, Falstaff, sia in ruoli da comprimario in Rigoletto, Norma, Nabucco Tannhauser,
Pagliacci, Tosca. Ha inciso numerosi CD, tra i quali per la Decca – Ricordi la registrazione
dell’opera Adelia di Donizetti, con Mariella Devia.
Francesco Pareti, pianista napoletano, ha compiuto gli studi presso il conservatorio ‘San Pietro a
Majella’ di Napoli, dove si è diplomato in pianoforte, clavicembalo, musica corale e direzione di
coro. Dal 1986 fino al 2000 ha svolto compiti di Maestro sostituto del Teatro San Carlo di Napoli,
giungendo a ricoprire la carica di Direttore del Coro e collaborando in tale veste con importanti
direttori d’orchestra, come Bruno Aprea, J. Darlington, D. Kitaenko e L.Maazel. Lo studio delle
prassi esecutive della musica pianista lo ha indotto a seguire corsi sperimentali di II livello in
fortepiano e pianoforte Storico presso il Conservatorio di Perugia. Ha seguito master – class tenute
da alcuni dei più eminenti studiosi del settore, come M Bilson, Bart van Oort.
Caffetteria Full Moon
Piazza Umberto I - Pignataro Maggiore
Sabato 25 luglio 2009
Gli ultimi anni (1918 – 1921)
Nel 28 agosto del 1918 sposò Dorothy Benjamin, ragazza di buona famiglia più giovane di lui di
venti anni (dalla quale avrà una figlia, Gloria), Caruso iniziò verso il 1920 a
soffrire d'insonnia e, durante la rappresentazione di Pagliacci, ebbe un calo
di voce; ma fu tre giorni dopo, mentre cantava ne L'elisir d'amore, che perse
sangue dalla bocca e fu costretto a sospendere la recita. Venne operato il 30
dicembre al polmone sinistro. Trascorse la convalescenza in Italia, a
Sorrento; dopo una lieve ripresa ebbe una ricaduta e non poté finire il
viaggio verso Roma per subire un nuovo intervento chirurgico: il male lo
fermò in una delle stanze dell'albergo Vesuvio a Napoli dove morì a soli 48
anni.
È sepolto a Napoli, in una cappella privata nel cimitero di Santa Maria del
Pianto nel quartiere Doganella.
Caruso interpretò due film come protagonista, My cousin e The splendid romance.
Giudizio critico sull'artista
Enrico Caruso rappresenta uno dei più tenaci miti dell'opera lirica. Poiché fu il
primo cantante a sfruttare con consapevolezza le potenzialità (anche
remunerative) offerte dal disco, la sua fama gli sopravvisse per molti anni,
rendendo sempre aperta la caccia a chi, tra le grandi voci di tenore, ne potesse
essere considerato a buon diritto l'erede. Le doti naturali del giovane Caruso, per
la verità, non apparivano indiscutibili: aveva voce poco potente, facile
all'incrinatura sugli acuti e decisamente "corta", sì che, a volte l'emissione di un
semplice "la" naturale poteva causargli delle difficoltà, al punto che lo si sarebbe potuto anche
considerare un baritono. Con l'applicazione, tuttavia, Caruso, da intelligente autodidatta
particolarmente esigente nei propri confronti, arrivò a sviluppare una personale tecnica vocale (in
cui l'intero torace - ad un tempo mantice e organo - vibrava amplificando magnificamente i suoni)
tale da correggere tutti i principali difetti dei primi anni di carriera, utilizzando il naturale colore
scuro della voce come un elemento di virile seduzione.
In un panorama vocale che stava faticosamente abbandonando certe
leziosità ottocentesche (quelle amate a Napoli, dove infatti Caruso
naufragò ne L'elisir d'amore) e a cui mancavano ancora le voci adatte a
rendere le violente passioni portate sulla scena dalla giovane scuola,
Caruso fu la personalità giusta al momento giusto: seppe dare
un'interpretazione straordinaria di Canio e di altri ruoli veristi, come
Chénier, ma anche di quelli di Aida, Rigoletto, o Faust, opere cantate con
un gusto del tutto nuovo e ben testimoniate da dischi tecnicamente
primordiali ma eccezionali sotto il profilo puramente vocale. Entrò quindi
anche nelle grazie di Puccini che scrisse per lui La fanciulla del West.
Dopo un'operazione alle corde vocali (causa tumore proprio a queste) subita nel 1910, come ben
testimoniato dai dischi, la voce divenne ancora più brunita, talune agilità gli furono precluse e
sempre più faticoso divenne l'uso della mezzavoce. Ciò non di meno Caruso rimase un interprete
inarrivabile per impeto e passionalità e, almeno fino al si acuto, in grado di afferrare di slancio acuti
tonanti che mandavano in visibilio il pubblico e risuonavano anche nelle numerose incisioni di
canzoni napoletane. L'onerosissima tecnica vocale elaborata da Caruso fu certamente
corresponsabile della sua morte prematura che, peraltro, valse a consacrare il mito del "tenore dei
tenori" prima che un reale declino ne potesse intaccare la gloria.
* Le notizie sula vita di Enrico Caruso sono tratte maggiormente dal volume’ Una vita una
leggenda’ di Pietro Gargano (G. Mondadori Editore)
Sabato 25 luglio 2009
CORO lirico del Teatro dell’OPERA Rumena di CRAIOVA
diretto dal maestro FLORIAN ZAMFIR
Svetlana Sicenkova, (Russia) soprano della Radio di Bucarest- Romania
al pianoforte il maestro Leonardo Quadrini
e la partecipazione straordinaria di Antonio Pastore al flauto
Programma
A. Boito
-- Prologo (Mefistofele)
G.Donizetti
--Scena ed aria della pazzia (Lucia di Lammermoor)
Tradizional spiritual
G.Verdi
-- Caro nome (Rigoletto)
G.Verdi
-- Zitti, zitti…. (coro --Rigoletto)
V.Bellini
-- Casta diva (Norma)
Tradizional spiritual
F.Lehar
- aria di Vilja (la vedova allegra
G.Verdi
-- Ah forse è lui (la Traviata)
G.Verdi
-- Coro delle zingarelle
G.Verdi
– coro “ Và pensiero” (Nabucco)
V.Bellini
-- Deh ..non volerli vittime (Norma)
Leonardo Quadrini -personaggio di spicco della scena nazionale ed internazionale, docente titolare di
“Esercitazioni orchestrali” presso il conservatorio di Benevento "Nicola Sala", ha tenuto circa 2000 concerti
in 4 continenti e nelle maggiori capitali (Madrid, Helsinki, Parigi, New York, Sydney, Miami, Tirana, Sofia,
Bucarest, Roma, Minsk, Atene , Seoul, Skopje,Caracas, Venezia, Milano ,Torino ecc,) collaborando con
famosi artisti: Katia Ricciarelli, Ines Salazar, Nicola Martinucci, Cecilia Gasdia,Chiara Taigi, Gianluca
Terranova,Irina Vasilieva, Peppino Principe, Fiorenza Cossotto,Oscar Ghiglia, Antonella Ruggiero, Lucio
Dalla, Mariella Nava,Stelvio Cipriani, gli attori Enzo Garinei ,Ugo Pagliai, Moni Ovadia, ecc
Diplomato in Direzione d'orchestra, Strumentazione per banda, Musica corale e direzione di coro, Organo e
composizione organistica ,Pianoforte “summa cum lauda” ; è stato per 10 anni Ispettore Onorario del
Ministero dei Beni Culturali per la tutela degli organi e strumenti storici.
Ha partecipato, collaborando con la Ricciarelli alle trasmissioni televisive: “CASA RAIUNO” di Massimo
Giletti Nel febbraio 2003 "LA VITA IN DIRETTA" di Cocuzza , a marzo 2004 Rai Uno la trasmissione
Rai Uno "Venezia la luna e tu". A settembre 2002 con Mara Venier Rai Uno "nel nome del cuore", ad
Assisi con Milly Carlucci Nel 2004 partecipa su RaiUno a “Napoli prima e dopo” condotta da Luisa Corna.
Ad ottobre 2003 RaiSat Mozart-“Requiem” dal duomo di Orvieto
Il 16 agosto 2004 va a “ciao Massimo “ su RaiTre condotta da Pippo Baudo; il 19 gennaio 2007 a "Notte
d'Amore " Rai Due con l'orchestra sinfonica.di Avellino e con Gasdia, Terranova, Nair, Grazia di Michele. Il
14 dicembre 2005 partecipa a “Sotto l’albero “ Rai Due con Katia Ricciarelli; ad Aprile 2007 a "Colpo di
Genio" Rai Uno di Simona Ventura con Katia Ricciarelli; il 30 maggio 2005 sta su Rai Tre “Cominciamo….
Bene” con il soprano Chiara Taigi; e nell’ottobre del 2003 dalla Cattedrale di Tirana, in Eurovisione dirige il
concerto per la Beatificazione di Madre Teresa di Calcutta. Nel 2004 in mondovisione su Telepace-sat dirige
il concerto, con il soprano Cecilia Gasdia, per la laurea honoris causa a Giulio Andreotti dall’Aula Magna
dell’Universita Lateranense in Roma. Nel gennaio 2004, patrocinato dal Ministro Tremaglia per gli italiani
nel mondo, per il NabuccoDay, al teatro di Faenza, ha accompagnato –con il pianoforte storico Stenway &
Sons di Giuseppe Verdi – i soprani K.Ricciarelli,C. Taigi e R. Canzian (in diretta radiofonica
mondiale) con arie di Verdi.
L’ultimo CD con l’orchestra sinfonica di Timisoara e il soprano Cecilia Gasdia è stato presentato in
udienza privata al Papa Benedetto XVI il 21 giugno scorso nella Sala Nervi in Vaticano
SVETLANA SICENKOVA, soprano, nata in Russia si è trasferita giovanissima in Moldavia dove,
a Chisinau, ha frequentato l’Accademia Musicale diplomandosi a pieni voti. Inizia in Moldavia,
prestissimo l’attività lirica presso il Teatro Nazionale ed in numerose tournèe all’estero. Frequenta
poi svariati corsi di perfezionamento in Austria presso l’università di musica e canto in Vienna
studiando con Julia Hamari e con Edith Wiens. Partecipa a concorsi internazionali e in Scozia nel
1999 ottiene un premio speciale dalla giuria. Si trasferisce successivamente in Romania dove vince
il concorso ed entra nel coro della RADIO di Bucarest; si interessa anche di musica da camera e
anche in questa disciplina inizia una proficua e longeva attività tenendo numerosissimi recital con
pianoforte in tutte le sale della Romania su musiche di Schumann, Rachmaninov, Schubert,
Brahms. Mahler. Nel contempo perfeziona molti ruoli operistici e debutta in “Lucia di
Lammermoor” e “Un Ballo in maschera” proprio sotto la direzione del maestro Quadrini. Inoltre è
Violetta in “Traviata” e Leonora in “Trovatore” sempre con grande successo di pubblico e critica
per la dolcezza e utilità della propria voce.
CORO lirico del Teatro dell’OPERA Rumena di CRAIOVA
Istituito nel 1979, in una delle città più antiche del sud della Romania nella regione “OLTENIA”.Fondatore
del gruppo corale il M° CONSTANTIN UNGUREANU, che con la sua esperienza, è riuscito in poco tempo
a preparare i giovani coristi alla prima rappresentazione dell’opera lirica la “TRAVIATA” di G.VERDI nel
1980. Il repertorio spazia dalla musica tradizionale rumena, alla grande rappresentazione lirico-sinfonica
corale:“LASATI-MASA CÁNT” di Ciprian Porumbescu; “TUDOR DIN VLADIMIRI”Ghe BRATU;“La
vedova allegra” di F. Lehar;“Il pipistrello” di J. Strauss; “La Traviata”, “Rigoletto”, “Trovatore”,
“Nabucco”, “Un ballo in maschera”, “Aida” di G. Verdi; “Cavalleria usticana” di Pietro Ma scagni.
L’istituzione del Teatro dell’Opera di Craiova è frequentemente in collaborazione con le scuole elementari e
medie per svolgere attività didattico musicali effettuando seminari, e lezioni concerto. Molte le tourneè
effettuate all’estero: Italia, Germania e Svizzera dal 1992. Negli ultimi anni il maestro del coro è PAVEL
SOPOV.
Visita Convento di S. Pasquale a Pignataro M. (CE)
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Opuscolo degli eventi - Duo Pellecchia