r^ J M"^ C4RL0 BOTTA E I SUOI TEIMPL IMDftGRiLB ORAZIONE PRONUNCUTA IL NEL XTI HOVEHIISE MOCCCLVUI NAZIONALE COLLEGIO-CONVITTO SMS OJat ^HW^'"JSiA, ^tateiioie di iJtotiae Geoatafia EMILIO LIVERIERO NOVARA 18»8 di Girolamo Nella Tipografia Mìglio. .7 ALLA PF.R GIOVENTÙ' CONFORTARLA ALLO SUBALPINA STUDIO DELLA MAESTRA DI VIRTÙ* CIVILE E POLITICA STORLl Signorij xjnva deve la debito e del e eolla solennità^ presente minciamento bennati gli animi tutti a quale omaggio ad si scepoli Maèstri e adunati a degli degB e dei io ^ktì in breve per da saluto si cui tempo traluce vivo studi di pensiero festivamente ricinto di prima degnamente bene aDa loro^ i affetto mutuo quali sul e V scienza della alle felice hanno di volto degli io leggo li studio per-* anelando e tanto governa^ rallegrerò mi desiderati premi debito mio meta chi modo V assiduo e E nobile a cure ispecial In i ottenuto che sapieioii ingegno 0ducia. mutua giovani^ promettono. pel di e questi con rispondendo patrja l'arduo riprendere intermesso^ amor Di-» dispensano. si premi ^ rallegrftrnù tanto eo^ stimolo opportuno e , un esser . augusto 49uesto amichevole un studi i meritati giovani veggo scambiarsi cammùiio uni migliori ai virtùj curanti agli annuali dà tempo un ^ alla deeoro patrio con co- gli altri sovra avvertendoli che gnalatisi se- questi ^ loro chi si dànnOj li riceve^ lodevoli 7Ìone. Né poterono ehi è quando conati tutti coloro dell' debbono vìriù 4a altri^ : ma può primato ingegno. Non affaticarsi i éò si* non tutti essere tali, e di né possono lunghi di e i essere ardere non nella degni men i sono tutti estima- quelli come di a rendersi conseguita scienza^ domani, né impari a all' eccellenza nella perchè ma eccitamento della raggiunga, debbono vanità^ apprezzata^ tragga quali primo esser tanto ne che pensmo per e puerile a meritevole sconfortino si oggi il pascolo più sempre assurgere pure sieno negli opere ultimo la veggendo debitamente pr^arla con perchè non vita^ lode, pazienti primi, nobile emù- ma e fazione né vicenda a educare da via noi tenersi: degni portamenti Volendo di e eccitare con vivo al e far sacri suo ho s' abbiano onore tollerare a in e " al e divisato al mio la memoria della di ogni la Gioventù Istituto di buon fatiche di rinfrescare professarela a si concederà animo Carlo Botta io della moderna discorso si creda le storiche per le tutte gni che diritto alla nostra tutti coloro che civiltà^la lode Ma giunsero in dei loro e sé degli scritti che per quanto eglipotè Essendo lui,. la di lui me si sua insegnarcia e onorare di scienza non debito di parlarvidi la si a potrà vita di abbiano comprendere di Dante Machiavelli. della meritarono Botta Carlo o e scuola feconda e tanta farò tempi, in tempi piena essa e loro opere di alti am-^ la di darvi e . farci operare e più perfetta visse, mostrandovi grandi e non che sovra sempre più esperti delle fortemente cose soffrire;essendo egregie,i giovaniapprenderannoa patria nostra cose Della fortuna. quanto questipoterono di varìi potrà patria parte presero aQe cui A perché pochi con-*" \ avversa con quello non e giustiziapoichéle lottare dei fortemente gloria. grandi inge« , i suoi sovra i suoi scritti opere più i so non quello di Niccolò ragionandovi , e opinione che ^ lo studio lieti accidenti umane, e ebbero tanto ferma cbe tanto ^ o predilezione si illustrarono della Nazione scelsi tematico, ma- un , lui doti si vari come tempi, immagine di io o del mio ^ sorelle^ opperò augusto il nome posteriè nobilissimo maestramenti. vita dei sieno citta- insuperatoe esclusiva porto anzi breve un fdosofo un ed parti dell'ingegnobene coi vanto un io riverenza; di Vico nome cieca o sovranamente esse suonare possa poeta ^ un una le scienze e di qualsivoglia di Galileo, il sono nutra discipline^ poiché ad alcuno come ch'io gentiliarti in uguale di tessere spero, istoria scrittore piuttostoche stoilca uno amarezze patriainsigne.Né perchè io scelga a soggetto carità alla in questo nazionale storia , diiM) per giovare per generosamente si le opere con dolori lennità questa lieta so- fra le tempi difficilissimi^ gli scritti e la patria^ amare i nostri e in quale lità abi- ingiurie le nostre ^ elogioa loro le della vita bene suo della libertà^in chiamato me la a^colta^ magnanimamente illustre Italiano, il un inquieta^con A travagliò. é che mi momento medesinu) meco di patriae vita una vilirsi^ av- mente nobil- desse mi dire^che ^ causa volere ingegno, questa nostri giovani^coi i sappiano esempio aglistudi degli uomini e lo A V cbe tale materia recare insegnarlecome dei casi per poca mostrarono. io ora -il cuor meno non vicenda. compatirsi a e quanto bene e né , onorarsi in felicità d' ingegno molta superbireper , di tanti illustri monumenti sempre d'arte 7 L* stesso^ anno direttore all'Accademia San storici di cioè Berhno,, addi sei di novembre, piemontesi Carlo di del Giorgio, cospicuo borgo il perdeva , sessantasei,nasceva in Torino che Signori o mille nel settecento glia fami- onorevole agiatae il principe degli Canavese, Botta. Giuseppe Guglielmo mato chia- Lagrange Il padre dì lui, volgare coltura, il quale esercitava colà con molta di dargli la più compiuta educazione. medicins^ ebbe cura di uomo la lode non pertanto il Botta applicò l'animo agli studi, di e vanissimo Gio- mente svegliatae pronta ch'egliera, e dotato di quella tenacità di propositi, di quellaalpigianafierezza, che sono particolardistintivo delTingegno canavesano, di sé. E un illustre ad apprendere i di riverenza cose storiche, che Nacque però discepolo: e dalle labbra sue dottrina nella viva il il Botta della medicina, annuendo studio da scito padre ed allievo nel benemerito del e Piemonte, al cura collegiodi attendeva con zelo Redi, l' anno medicina ai medici essa il Torino attese stesso scienza, pellegrinela dare stesso scienza esempio non e eleganze deir mostrare arte. raro essa in per non e mille anni dopo gato aggre- indefessa della musica nostra lingua delle opere Italia,seppe vestire col fatto quanto le bilmente mira- le lettere, beUissima alla lettura dicina, me- fu nominato con trascurava titoli alla ardore Mentre studi, della botanica figlio pur abbracciasse. casa tre allo il quale,uil che con primi opera della laurea e il maestro, i suoi padre, sua tra quellastorica di per nella pazientei migliori esemplaridella quale,con le di nella Università. nel tempo amorevoli padre primi germi giovineBotta invaghitosispecialmentedi cercava, i ai desiderii del frutto,che piacevasi;ma e il non mitissima. e sensi di in conto ereditaria quel collegioripetitoredi in buona Collegiodelle provincie,istituto tanto con l'indole laureati in medicina, bramava avo egli questa professionequasi Entrato il Tenivelli illustrarsi.Terminati all'Universi tè Giorgio nelle erudizione, specialmente discepolo ebbe poi tanto e^i ebbe egli disciplina la cui corrispondenza di eloquentiattinse San in delle lettere. Era d'affetto per quale dovea studia recossi delle scuole rettore per 'la molta una sime lietis- famìgliasperanze propizia^poiché,essendo anche Tenivelli, sotto degno bentosto alla dare a rudimenti primi degno e mandato Carlo ingegno, men maestro gli fu la fortuna giovinetto,fu ancora tardò non di di forme aggiungano ghezza va- 8 II. L' in anno il Botta cui veniva Torino^ iniziavasi quel dramma in francese.Un' della moltiforme stanca perduta essa, la fede colle pompe mali coi zata da Provincie della vami, dei da della dall' enorme Luigi XIY pubblicimali notavano aizzata vogliosa commentavano, quella lotta terribile d'Europa e che che pel , la fece che chi la chi a fu importantissimiv«ri conquistatrice, che diede ai principie ai princìpiil calpestarei ritti dei principi.Io negli esordii èra dei di locare la licenza della dea trionfando che francesi prudenti, grave e venne ma funesto i di-* inaugurare spavento e , una ed altare , la violenza per col-* magine questo la ridevole im- bensì cosi vicina in molti eco animi si rivoltarono esulare quando colla prepotenza delle armi la tradizionale so-* l'ansietà e infranto era e saviezza i contro la rivoluzione cacciameli. a nerosi ge- L' ìndole di loro filosofiche , Leopoldo I già di Toscana di , con civilidei Giuseppe II di opportune e Austria , Mentre Sardegna, la Penisola ivi la fede neUa di che spontaneamente sapientileggiprovveduto in parte ai popoli preservarono la Francia. III di Emanuele , immersa lo su popoli non dottrine, i provvidi regni di Carlo aveano per trono e trovarono i benché sia solo che in Italia , benché solo dovettero degli Italiani mite atterravano Dirò Ragione fatale meno cessati i dubbii • queiraccordo , principi,e questi allora di Francia accordare del Terrorismo scure alla Francia, le idee più francese, quando, che ingiu^ dell'Europa Signori,le espettazioni parvero re si seppe quello la su e o maggiori feudali popoli il violare ai popoli temperata libertà alla Francia; popoli quando e dirò, dei quanto , della rivoluzione pitigli sdegni, popolo nuova diritti dei non diritto, e terribile lezione una popoli,mostrando che conseguire deplorarsiin ogni secolo pati, da ai di fu non sparso di molti Dio mercimonio finanze,scon«* uno vestigidelle sangue separavano è desiderio abbattere doveva distruggeregli ultimi stizie: Quella rivoluzione a scandolez- dagliscrittori , e sanguata dis- bipartiti gra^ dissesto delie che d'ogni gente quella egualitàcivile e politica troni mal sovr*^ l'avea giustizia,del dell' avvenire cese, fran- pesava vittorie,e Luigi XY inuguale amministrazione del presente, paurosa eominciÒL secoli cittadini,dei provincie,cittadini da medicina nazione che costumi, sdegnata degliiniquiprivilegi , i La Europa. principidacché colle ruinose e pubbliciuflBzi spaventata tenta air oppressioneche ne' suoi collegiodi che si disse Rivoluzione di sangue si preparava nuova epoca al aggregato orrori «tagli monarchia era in sogni bi- cui fu spenta , 9 gli Italiani tettati da i loro amavano ire turbolente alla libertà gli Italiani j e rivoluzione santo che nome eranO in Piemonte fecero plauso i futuri vedendone Botta il manifesto reggimento alle calde «ella la e onesta occultarli. La capeva da cui per due per la Botta e anni che la prigionia j primo lenire cercò e delle r esercito alpi,fu dal Piemonte, Reietto egli risolse francese, da cui sperava, utili chiarirono, la salute d'Italia. E inalberato lo stendardo ganza dei monarchi confini,e portare distrutto ad il trono abbattere a o del loro in' nome paese, di una parti d'Italia Indi contrade. militare e indi in la poi i fatti ragione tutte di quei di costretta rivolte in fieri ad del- Gap. il vessillo posteriori avere città, fu sue passò sincero Francia, dopo le ai gnana, l'antesi- essere e dalla proselitismo, di di scandali soffrire a cognizioniintorno pareva veramente esterrefatti d' Europa semi severo dalla Francia, seguire da sete delie idee militare all'ospedale repubblicano in prepotenza dei casi, e dalla il governo mostrare al servizio governo torto a se mal varie per la Francia di stesso per del Piemonte^ il povero cortesemente cui di e schiettezza parentiebbe quelledue medico accolto seco più lodevoli alla invasione ai viaggiando quel inviato quellalibertà di amatore di si convenisse punita: venne uscirà a artisticiMi ascritto da ove, che doversi e per la Svizzera^ raccogliendo intanto Francia, più dubitò non insignesacrificio ch'eglicompieva Forzato dolori i suoi e topografici particolari in di strappato agli amici della Ubertà. causa imprudenza minacciato^ credette ^ Carlo forme paese intempestivi^ma opporsi gagliardamente era il Botta contro Piemonte magnanima piemontese^ volendo francesi suo Torino^ di citi li nutriva^ e per la innata intenzione pre-^ fu quelligiovanilie incomposti desiderii del condizione incerta Francia^ non costoro in scritti sfogo negli Erano brame. sue di ardenti compilazione4ilinn giornate pericolo di vagheggiare pel dare augusto : Eppenciòquanti Tra eccessi. pubblicavasiallora che migliorìe. e patrioamore idee altri alla con di vano^ tende- meta della libertà e nuove pervertimenti ed letterario e scientìfico libero segreto alle quale^ attendendo ^ con loro stessa generoso. di liberi sensi in-^ la violenza riforme nome animo gli animi giungere con governi nel sorta era giovani nel loro palpitareogni fa di temperato affetto alla con francese in Francia mentre argomentavano fiducia dai aspettando*con La si principi; dalla ostile colle-* uscire Italia ed da'suoì altrove: repubblicanisi disponevano intollerante libertà i troni deUe altre Nazioni. francese, incominciarono del governo la cacciata addussero che della Sovranità la e quei nobilissime due brev'ora io contea di vincali di Nizza ^ vansi le sorti del chiamando di disperdere d'un confederati gli eserciti Lombardia, ogni eserciti l'un gente I di cenno nien assai generale rei di troppo liberi sensi che le armi vincitrici dei Francesi il sempre quale più danno ad salute popolo un propria austriaca generose Proposizione pagine, egli portasse Egli alle l'Italia;ma le d'Italia che più armi tardi e Piemonte, più gio^ il in quanto è cinque egli innanzi tremante Lombardia di lo saluta^ coloro cose essi il Botta, vide sapendo quanto strani e gran di sottrarsi un breve desiderasse alla opuscolo libero j poche quanto affetto la denza. indipen- potessero liberare dallo la un quanto perciò, ci attestano conoscere al d'Italia,dietro patria.Tra loro in abba-r noto e di governo ne sciatovi la- e precipitevolefuga. ai Lombardi maniera più proprii possedimenti. aspirazioni, come a strarsi, mo- più battaglie i tutti esulare in nobili a di vittoria;cinque succedersi tanto straniere ebbe e il capo quali chiaramente cose sperava volse e indirizzato una in Signori, vi o dipendenza dagli di dominii il scese difendere a ben all'Italia, scrisse i suoi vinti incontro, d'Italia, importasse e dominazione, col titolo di e sia la improvvide passò rapidamente dovuto sue trova- presto mostrarsi di re, rientrarono dischiudersi lieto avvenire In aveano nelle costante le alleata del Austriaci ben curvarono libertà. stringe- partito il segnale d'una vinse numerosa loro addietro mal a ed ritratti gli stettero Savoia pochi giorniil Piemonte in era la patti giuratie della repubblica; leggenti della della vindice rono dei ed allora, Napoleone l'altro dopo lo per di preservare dovea eransi avvenisse che ne* quei popolie di^trug^ndo amica soltanto principid' Italia sgomentati felice a che sottomesso gli Austriaci ove trovando e reame, Bonaparte. Questi, un'ombra Quello con leale , sul trono stanza: più Piemontesi e di tutti. Napoleone grande nostro la santità generalifrancesi, ma dei vine tratto Savoia di generalidella repubblica quando già osservare e della ri* cose ridotte^ specialmente per schietta la caduta Reali i e Sardegna, libertà a austriaca, avida della corte qual dovea, a di d' affetto che e Piemonte estenderli, che ed Re principi.Finalmente ai loro i provincie del devozione soldo inesperienzaa resistere,occuparono' e , vanli esitanze del Lombardia, Francia , parati per fiacchezza mal mici dalla dell' Austria dominii impetuosi sui al messo scompiglio nelle la tra guerra erasi quei maravigliosirìvolgimeuti tanto e troppo fidenti nelle promesse scesero Botta degli Austriaci Piemonte, in Italia. Rottasi manente Carlo Impertanto^ appena fallacia delle niero strasue a speranze proprio Infatti sangue. vendette giustizia kre la sonante varie stato sia non Io ho accennato vissero credei necessario additare sé a in T il avea natura ragione sere esvo- di siaio^ ragione di la storia dei essendo tempi si scrittori^ svolgesseroe Botta. L'aver fatti, e veduto antiche idee formarsi speranze tante e moderni. che, per combere socnire, sva- anno appresso dovuto far pace uomini de' suoi so vatori. Colà quale da storico^a di poi in o malvagi, che spintida irrequieti di suscitare torbidi e rivolte. molestia sedici di tasse, anni viveva più e il maestro nel vìnto da mancarono altre teiTe, cosi in Moncalieri in alcune dello corso leone, Napo- alcune città sfrenate idee Nacque pertanto, un'infausta sedizione le eccitazioni per cui colla pro-» per assecurarsi padri, non cordare ri- confessione,assai sua Sardegna, colla Francia quello io debbo qui si attenne di ti Re E carriera preparato che divenire prepararloa umane, cose dai casi e tentassero repubblicane non tante , avvenimento di lei il trono del Piemonte per di ciò che è e di Carlo cuore principedegli storici doloroso della vita. L^ come quanto possa qualieventi a persuaderlo d'intraprenderela sortito dà lezione e so , cosi solenni e non , di degno ^ di politica grande tesoro arrecargli esperienza, innestarvi forti e profondeconvinzioni, avvezzarlo intelletto, un a fausto stipularel'in- certo poseia fu, valse il tanti giudicaresapientementele che medesimo anno della vita dei sommi mezzo e germinare nuove dovette acuirne gliItaliani cui fatto qual vi siano miglior commentario compiersiintorno e e di diritto. equità e M' ingegno travagliassero si da dovea campo questi fatti perchè a il in cui a di ragione ragioni di maniere in altri pose che parola quasi che il scusare riprovato dagliItaliani secolo ogni À Vene^àa. repubblicadi in propri! sudori neir gli Austriaci popolo non un Campoformio, in cui con solenne violazione di ogni austriaca l'antica e gloriosa all'astuta politica e innocente di trattato dei prezzo la prometteva, dalla Lombardia cacciato avea a che quel Napoleone stèsso aspettavano salute^ ed egli loro Che divino decreto essere acquistarela indipendenza che possa del imperciocchépare ; di Botta dei Carlo no-^ Teni- , il quale,da San Giorgiochiamato velli, città,s' avea co' suoi guadagnata afiezione- e, dando era salito in fama dei tempi, avverso in luce di all'ufficiodi modi ingènui ed cinque dotti volumi elegante scrittore. per natura, siccome « di professorein quella umani la pubblica biografie piemontesi, Alieno quegliche eglidalle opinioni italianissimo era. *12 che non uomo^ sandosi fare^ a il buon che deravano Tenivelli tornasse buono tanto di levare (^) «^ casa e^ fattolo montar in lode del sulle popolo lai inscio e ai voleri acconciandosi avvi** che desi-* ^ in trassero piazza gligridarono: parlasse comestibili dei era lo andarono tutti forza per di ciò con d' ogni parte panche^ le tasse e e mano non i sollevati ^ in acconcio alla ed égli era , a rivolazioni. Ma sognar a di Savoia^ alla Casa divoto quanto venisse d'oltr'alpi^ da condannasse. U velli^ Teni- dellafuriosa moltitudine^eloquentemente perorò e disse le lodi del popolo e tasse più miti ordinò^ senza in quell'animo^ le conseguenze era prevedere^tanta semplicità suo operato. Le qualiinvero furono tristissime^poiché tradito da guari dopo falso amico un giudicio^cadde maestro^ suo fine di lui desti^ esclama mi diedero civili Cosi morte. ^i uni pur storie mie di io (^) mie bontà e tanto un di Le ». del o giovine che memoria; sua storico. E è mi ampia con Carlo Botta Tenivelli ebbe di cose! un (•) V. e nel vita con una quando detto momento a leggeràqueste indegno il tempo seggio^ ed le fatiche e che quel intese la morte maestri io vendicherò stesso: Italia a Carlo e I. e. il avesse suo si trasmise discepoli; perciocché Tenivelli^e Denina; e^ ricevettero quei gloriosi al fiero del buon storica in Piemonte scienza polo disce- attestino la credo se ^ for^p prospera celeste tuo la moderna Botta, Storia d^ Italia dal 1789, ("*) Botta, op, rosa gene- funesti^ fonte chi se me per lo storico Carlo tre nti caso^ mirabile Carlo danza concor- al fonte battesimale medesimo. nome Carlo tutti atroce troppo indarno discepolodello storico maestro a ^ di affetto da eredità fu il Botta dirlo^la coi più luminosamente se Io discepolo. quel il caro so lagrima avrji da e goderai non quelladell'anima sia del tutto mi impiegato era parentimiei apprendessinella non Tu fosti di utili precettiy confortarmi;e ne quali parole non TeniveUi^ tergendo una la tu aver non del maestro sensitivo ^ a alla sciagurata « per me a gii altri pur nell' avversa maestro^ ma un' innocente corso la morte gratitudine. che i ancora morendo potrà giudicarech'io crederò mi questo mortai temperarmi^ a e troppo amorevoli, ond' io durante tuna vivendo e di e rivolgendosi^più concludere si possa come d' affetto desti; e morendo bitaneo su- tima Mòncalieri^ vit- di storie dettò intomo , non con pianse amaramente la vita del corpo non insegnamentimi mostrasti lui eglia perchè ^ Botta caldissime pagine condannato del , piazza stessa tardi nelle, sue più e mi fucilato sulla Il improptitudini. delle altrui del per lire trecento pur 1814, libro . XI. 1*5 Intattole di guerra cose Leoben a stipulati infausti Bouaparte tra di preliminari pubblicamente confermati in dal quei Francia ed Austria di di ad presero assaltarono sottomisero e la Dalmazia r austriaca ^^ d'accordo ). ^ insegna, E essa con di ad veneziana A nel dolore e posto inalberarsi suo Venezia a videro^ i Francesi^, le isole venete del (pirnelor preda. Per antichi cadevano essendo potestà dei direttore dell'Ospedale;militare. di fraudi macchiavano studi dell' arte Essendo sua^ e l' isola povera soldati per , parzialeo deglistudi con delle (^) fatti nell'isola appresso opera, per la « essa, di lui salutari- ne di » ^ e medico era e si l'affidatogli ministero. cura di^iueimiseri fu bentosto ne avido Gorfiii a agli umani provveduta. procacciarsifama frequente e numerosa questo o queir altro famoso ed operoso con pratica^ né' medico onesto. fosse ^ Frutto della acquistataesperienza,pubblicòegli Storia naturale dopo e medica dell'isola di dei dotti, delia fama consentimento comune indegna. In sua parte il terra alla occorrenti cose alla potenti della con che di detrattore l'anno probitàesercitò rara danaro i mentre rapine^egli attese parole sue^ alcuno grazia presso di intercessione generosa Egli non era^ sono opinionistrane^ né e Là^ Ve-»* Francesi. dell'esercito d'Italia fu piandato medico a possedimenti, e suoi in mar tal modo questa^ che fu detta Spedizionedi levante^prese puranco Bottaliche non sgomento viemeglio assicurfire il possesso Zante e provinciedi Venezia^ Tlstria^ con repubblicasi rapivano gli Corfù^ Gefalonia^Itaca ppsaya; Francesi e il Bonaparte^ imperiali^annuente occupare realtà deliberati di in ma , mentre fintisi amici frattanto Jonio^ col pretesto di volerne nezia Bonaparte^ Tedeschi S. Marco^ moveano ^ di quali strappato il gloriosovessillo \ \ statuito Venezia fraude, floridissime tre 1' Albania^ le e 1m*o tra la Gli i dominii. occuparne avendo infelice repubblica* di quell' le spoglie spartirsi fidente nella benevolenza e essere, Gampoformio. Corapievasi" Venezia^ Impertanto^aggiuntasialla rapina sicura quegli dopo doveano mese di trattato preliminariil mercato Imperatore d' Austria qualche che pace Y e altrove^ Eransi* Botta il nostro chiamarono avere di tanto Corfù:, uomo ragionato da principio(son molta . e varia descrive erudizione con dell'isola lodata si manifestavano (*)N. Tommaseo, in accuratezza e della città di Gorfù le malattìe queir ospedale, Dizionario e eslelicf) , che e del suo clima, più frequentemente; speciahnente 1' epidemìa ch^^ rà\h Beila. / u x il durante soggiorno neli' isola imperversò^ della suo potè scoprireil assidue ricerche Mostrasi curarla. il Botta leggi con trarre sa di Brown, Scozzese sommo medicali la acume il caduta scrittore della di in medicina dottrina del la teorica se indaginie le nuove di Botta perte sco- nuove secondochèd a ^ espertiintesi dire^sarebbe uomini Seguace sostiene;tal che le nome ^ fedele ingegnoso perchè dai ^ fosse per non ai fatti le con cessi prosperisuc- con e libro questo rigorosa induzione. grande con in si attiene medicina^ prudente perchè fatti carattere vero quale quasi siccome venerato nella è storia. ¥1. necessità delle IV di in Piemonte^ cose Sardegna e di rivolte nei spargendo semi il contristato^mandava mandato^ suo fine abdicare^ Piemonte fu creato un di il tristo incarico era i membri Furono uno essi ^ di egregiamente o per erano o nobiltà certamente stiera servitù fatto avrebbero («)Bolla, e si. generale francese esegui Emanuele dovette il diritto cedeva ad il campo amministrare coloro governo^ o per qualitàed virtù bene Poco o ^ per tutte il ebbero che queir epoca fausta in- scrive il Botta i per fecero e in ridotta essi al Piemonte ogni modo fra la invadente di mansuetudine. cil. libro XV. Se molto male né in fora- ma molto impedirono , nequizia degna di cariche^ queste qualitàinsieme; , ^ che più splendevano altezza là patria loro degni di governare potendo alla tivi. agli uffici amministra- assunto d' onorate di natali^ e molti (*)•». di spegnere Cosi quel nuovo dottrina^ specialmentecol. dare temperanza ed medico di uomini per e il quale^salito-per l'alto ingegno in chiara ^ fama^ fu tolto all'ufficiodi « guise molestato piemontesi in cose , avea ordine provvisorio.Tra le reggere che esigenzestancandolo Allora ingiustizia. governo Botta fu il nostro Sardegna. alla alla forza^ Y innocenza Il sperava suo^ francese Italia con in Emanuele ^ in mille l'infelice Carlo e ritirarsi in e sudditi^ avea^ pietà adempiendo e strane con di Savoia. Casa Carlo re. Il governo generale Joubert la potenza della il di Bonapartedal padre caduta^ dopo averlo^ sua fedelmente una dalla repubblicafrancese larva sul tr«no. indarno^ di conservarsi giurato la la* principed' insigne rettitudine , religiosamenteai pattisegnaticon ma Ioniche^il Botta fu chiamato ove lasciato sussistere vedemmo^ come dalle isole al continente Tornato cosa è imitabili servire esempi alla di patria 15 difficili bene e tempi procellosi in della benevolenza il nuovo fatto. dei cieli formato stato quellabarbarica dispersida ch'essi glistati parti seguito sentier E uno deiresiglio. dal dovettero i Francesi^ poiché rifuggirsene oltr'alpi : tutti coloro e che incamminarsi a erano dell'esigte deli'Italia : tristi condizioni le vedere loro dis- le sorti mutarne a questi^o Signori^voi già di i dolori cui a in Italia costretti rando dispe- dalla violenza venne ruinarono^ si videro le loro ^ colluvie suo degliuomini. senno si opposero fondato aveano fu Carlo Botta del e al aiuto^ non porgere dalla violenza Inutilmente Russi. e cercò la Francia^ scesero GoUegatisicontro Austriaci lodarsi il Botta che , ridotto in tristissimo stato Piemonte Ma da è pel lo inaspriti Piemonte suo tristo immaginate^ miseramente il aveano lacero ^ di deserto^straziato dalla fame^ contristato i Tedeschi mentre Re che ebbe avi potuto dall' infida era Napoli Austria tenuto invaso le contro senza le mentii e ingiustizie imperavano qualche lenimento lontano dal suo mali a reame funestata vendette Perciocché numero. si che i Principi^i le ire della iniquiesempi imitandone^ la santità della loro vi il buon e si grandi le terre j di deturpate di arsioni, saccheggi e profanazioni; le borboniche per confische e supplizii^ aveva recare dalle ire ducali Toscana processie isdegnosa insolenza con di persecuzioni y una rivoluzione^ troppo fedelmente rendessero come al cospetto dei causa e vertiginefatale qualipoc' anzi protestavano s' accorgevano non di carcerazioni gli dubbia popoli. ¥11. le speranze Tutte in le si ebbero arbitro i stabili in Piemonte un di nuovo stata, cortesi addolcita il dottrina e tornato cessò di Volendo egligratificarsi glorioso suo una Consulta benevolenza alla Consulta. In adoperarsipel bene della patria.Ma scettro, quasi autonomo, di stato. nero opinioniven- la cui dall' esigilo, , non nuovamente politici per pacatezza d' egli scrive, dalla fu chiamato ed , ordinamenti il Piemonte. di Governo al potere. Il Botta siccome Nuovi in apparenza governo, Commissione una e Marengo a sotto raccoglierli egregi, reputatiper assunti gli era lui la Lombardia popoH prima consistente in Uomini da italiani si appuntarono ardimento maraviglìoso con Italia e, vincitore dei destini della Penisola. quindi degli esuli e Bonaparte^ il quale^superale improvviso in scese alpi, rese allora dei Francesi amarezza di molte quel supremo eran tempi anime ufficio tristis- io cui in 6imi le e penuria; e mal soldati messo rapine tutti in dei incertezza era piemontese piaghe le diuturne cupola di Superga, con gli uomini' giardino del Re, ddi potendo ({uesto non istituirne un del Botta e ed rendita una sita e feee specialmente almeno ebbe opera fra quel governo, alle si opposero; i piombi alia il graditopasseggio e li conservò. dovette esecutiva,e fu composto il bossi. lire qual questo governo stanziato benefizio dell'Univer- a giovali dirlo, cosd, in tanta qualche porgere Fu l'avere onora del Botta, che opportunitàdi che tempi durare, si ed La più miserie tante si oppose assai lo delle scienze. per Pure demolire Commissione di cinquecento mila annua Francesi^ sempre strappare e la infelicità dei effimero, deir Accademia cose di essa, ma estrema gittavasiil tempo volta efficacemente altri Carli, il Giulio di due di il governo ^ si disse altro,che impotente per i stoltamente rovina certa intanto dominavano. si volle dai Francesi quando di molesti in restia ca- clii italiano^chi diffidenza; /e francesi più d'una pretensioni come il Piemonte rimarginavano e del Piemonte meritarono strane Ma si fare. La che sapevano e paura voleva esser non più superbienti^ sempre bene aveano ^ francese /chi e governanti e govevnati si perturbazione alleviamento alle pubblichesciagure. di subitanee Epoca ,di repentinisorgimenti e Bonaparte stancato di per , {spianarela via a' suoi ambiziosi forme politicoreggimento varie con di quella apparenza togliergli d' Italia, chiave tal modo sei ^gli il nostro che di autonomia divenne dall'arena si ritrasse il Piemonte^ che gli ancor cosi il dominio provincia deliberò restava, del Piemonte Eletto politica. al di questa. Per Francia, di acconciavasi. rappresentante del dipartimentodella Né e per diviso in questo di Corpo legislativo Dora , cosi seppe e acquistarsila pubblicaestimazione incarico^ gli fu conferto quattro anni dopo, in queir illustre Parlamento ufficio di Vice-presidente, del suo e giunto il termine avvenne alle elezione nuova . voglie del membro dimostrò che caso forte ^ della Commissione portato sulla lo cancellò. terna Poi dell' ordine quasi nel posto di sia che^ revole l'onodato, Man- E qui legislatore. pericolosoal debole l'opporsi il Botta, specialmente quand'era glidie venia, sicché in cia Fran- esecutiva^fatto opposizioneal Bonaparte per la ddla quanto poiché avendo questi,imperatore, non croce lo confermò il il dif- egliaccettonne Scile una avei^e , dipartimentialla foggia francese Botta quella.Il disegni dopo assicurandosi ; già vagheggiava paese era , francese allo stato aggregandolo cadute Questura compenso Riunione. con , del essendo il nome di Botta pigliosoldatesco Napoleone ufficio gli diede la niegatogli 18 IX. Le sorti intanto volgevanoal napoleoniche essersi curvata ai felice piedi del lui per rìstaurare le oppresse legislativo quando fu in e Botta soleva posto il partito di il mondo giorni de' suoi trionfi le le vittorie, di la Francia privato: vedrà non gloria del Legislatoree del b dichiarare Tempo « più nel leone^ Napo- quei giorni fatali.Invasa nei francese pagar nel mille ottocento il che ramente ca- Signori, i rapidi ignorate, o non secoli noi vedemmo il sangue e che lo sappiamo, noi dei traverso a a Consiglio caduto verrà, Conquistatore;ma leggivelarsi Voi il Botta incontro pronunciato pubblicamenteciò dire in sempre £uropa, dopo Conquistatore,levavasi nazionalità. Sedeva quella adunanza in cui la fu basso. L' venimenti av- quattordici dai Collegatiil grande edificio napoleonico si sfasciò,fu sul trono avito ripostala discendenza e Corpo legislativo , sciolto il dei Borboni. avéa la caduta stata suoi Napoleone restare dal desiderio mossa stati s' che uomo un pubblicaamministrazione universale. Cento Poco » le sorti pugno epoca il Privo casa ÌB e « che opere il sopravvenne lei,nei la stima meritato avevano tratto nuovo dell'Accademia di dalla. oscurità rientrati i Borboni, Nancy. gli fu Ma Dovette della seconda quale,di vivissimo della vita separarsida a lui lei e discesa di di reselo consentire che bel suo picciolo podere di San Giorgio,e Napoleone, padre carica. di di una ritoitio avea sato^ spo- infino allora tre si ritirasse in per tunosa for- nuovo la rassegnare * e minato Lacèpede,no- di affettoproseguendolo,aveva mitigato e nuovo il Botta, avendolo caduto forza dei tragico periodo della Università, che fu il conte patria, al tempo gli affanni nel in cospicui servigi nella segnalato per per Maestà sua d'impiego,né potendo più reggere al mantenimento in Parigi,dovette separarsidalla moglie che nel suo la . di venne rettore Napoleone Luigi XYIII di bel Napoleone credette un istante avere della Francia d' Europa. In quella breve e direttore nuovo egli anche che leggevasi: sere es- non in cui giorni , in bramando Francia, il Re in ove dopo tempo poteva di fissare,per quanto stava era e però e di lui, dità piccola ere- una Signori,non o ammirato, lettere di naturalità gli concesse era tal uomo, di esempio fortuna unica si splendidi carichi,era e avversari di mirabile tolse,e, si non privata, dalla quale nella vita ì Corpo legislativo dal natale. Un da* suoi anche più tanti sostenuto nel paese dopo età ! all'uscire continenza che allora rientrò la restante tutta per Il Botta figliuoli. Piemonte provvederealle spese 1. 19 del ad viaggio vendere (fremo nel dirio)a peso di carta esemplarideUa sua storia d'America^ ghiere seicento risparmi di molti i di queiropera Sevelingescinque alla cui mentre sacrificato; avea incredibile cosa ^ anni dovea vera e dro-» un fruttare al ^ migliaiadi scudi. blicazione pub- la traduzione * H. Al vedere la penna gittatovia propriidanni. la tenacità via Ma dei virtù indivisa dai sommi anziché ^ cose. diedi Il « a valore^ la e dice cuore Cantò (^)». dell'antichità moderazione romano abbiano il nel Camillo saputo in la clemenza ricevuto 3 primo ^ cantò ^ che scrive^ secolo zioso ambi- sentendomi dei uno più congiungere se una soldo fu passatempo : ma che so non versi liane epicamente d'ita- cantare di il Botta che e avendo pochi a egli^pieno ^ che da in egli^secondo pensieripiù quieti il a invogliarei e » far versi chiari uomini sercito dolci studi più a turbolento alla luce il diede per passatempo come intendeva e perturbarsi dalla e consiglio^compose mutato esso la costanza conquistata.Quel poema scrivere a preso di lui. Con degno ritrarre rima^ poi^ ottava egli avea e ossia Feio affaticarsipei più non ingegni è il Botta ^ principioin il ìndegnazione avrebbe di stesso se Perciò propositi. del Camillo poema scioltiy mi giurato a e iscusabile con intrapresarimoversi^in quell'annomedesimo suo « jattura altri tanta Te- ove guerra fece il primo passo alla sviscerato delle forme conquistadel mondo. Amante greche e il Botta desunse dalla mitologiail meraviglioso latine^ e studiossi di atteggiarei concetti nel Camillo caratteri lo stile alla maniera e ben disegnati^narrazioni descrizioni animate e E corretto. basta non stile pieno di nobiltà spesso poeta il la scienza, abbondavano, questo libro è caduto a suo il buon non diventare La autore. gusto, poeti quando ^ sempre neir obblio ragione è, può dar lodevole lavoro 0 vita perenne come sforzo d* alle Signori,che (•)Tommaseo, all'aurea ap. e I. — che non che Signori, 0 l'arte, che al Botta non quel quell'estro, manca giova mediocrità mediocrità e. puro ed io creatrice^ poetichecreazioni. Il libro del Botta ingegno, poeticoal disopra della tiva^ attrat- assai bello soffio, quella scintilla che, indefinibile raggio della virtù sola lodano prive di non qualche graziosoritratto^ uno nondimeno ardirei chiamare classici. Si un ^ finalmente e episodio^ dei non dissimularlo? si eleva e , il regno della — ^ come voi sapete , poesiaè niegato. XI.- ?: •? ' l ? Poco che il Botta dopo le ire iiìitigarsi della sua la Commissione d'istruzione Eletto di Rouen. alfine trovato il trascorso malevolenze vivo di Rouen di cui obbliarlo potuto mai gloria,di a ritornare la in era a Parigi d' la Società e eh' ella « : lui debitrice di agricoltura avrebbe non della ricordanza cercò di pare Di che sentirono rimosso. scrivere perdendo non per ciò che vittima avere s'ingannò; perciocché ma , delle scienze parte della quale gran il Botta se demia dell'Acca- ufficio, sperava eglidi carica prima gli fece la , seguente rettore la vecchiezza: sua tercession in- per (^),accordavagli uno nominavalo primo quinquennio 1*Accademia rammarico parvero Luigi XVIII, re francese pubblica dalla alquanto dei letterati^ e neiranno prò asilo per venne , il queir onorevole a quèto ^n , blèse gentiluomo sussidi stanziati in degli annui . trista fortuna: illustre ^i un • il Camillo pubblicato ebbe propria Costretto ». tanto peralle alleviamento nuovo , nelle lettere,e sventure la Storia lunga d'Italia lavorava. mano T!entp ventidue; mandarla ma grande fecero,e ne da tutte lodandolo dello dalla invadente |yochi anni dopo gli decretò iinnunziandogliper in vent' barbarie, lo avere apni quella d'America, è l'autore fatti che avea non preso spesso tutto raccontò con e guerre coi una e mutazioni Il duca (*) 11 cav. di Decazcs. Poggi. lavoro e battaglie d' idee di mille scudi, cadute dì consuetudini e veduto, calda con di vòlta E così ai essa quali eloquenza avvenimenti, trionfi e In e e in quell'epoca;poiché era epopea, del Botta. avea li raccontò meditata se meritava, la quale, dopo proprii occhi e un corrispondentee quella la prima Fertilissima imparzialità. , C) si più compiuto picciolaparte, somigliantead governi il forse generosa Innumerevoli socio suo spartitoquel premio. avesse quella Storia veramente curiosità, fu premio quinquennale non recenti trattando l'esempio difesa la con essere del segretario mezzo l'Accademia che insigni onori il creò (^). spese elogiall'autore. L'Ac- vennero , lingua non edizioni in breve quei tempi. Quattordici ne sue tanto cose l'universale eccitare partid'Europa della Crusca •cademia di da 1 autore amico suo a pubblicarla di Storia,che vivamente potuto italiano un quale nel mille otto- avrebbe non nanzi in- trarre a alla termine a dopo, il carico nuova per sua diessì intorno condotta anni assunto avvenimento aMSl^^ povertà due se, L'apparizionedi questa cosi i789 questa la per sì fosse generosamente dovea dal Fu alle stampe raddoppiatoardore con di e ristaurazioni leggiavvennero di dai il primordii della rivoluzione di cose^ quellavicenda il tutte come l'Ercole le dalle altre une nella lui Pio Y del vennero a debbono Vi YII^ i qualicon Pio e dalle che scusa qualiio che, dopo infine aveale lo rimanente, giusto per né che buon e Carlo condanna 3 descrive,e osò darle scambiato mentre effimera r Italia che Sdegno a coi cose e di essa, come Non inspirati. essi avviso mio con poca nella e con poco , tuttavia che degna dell'*opera e. giudica la caduta e XV. della di Venezia scrittore Italia sia uguaglianza; rivolgimentialtro le strette ' dominante abbia forma, la libertà non proprie con abbia catene. nobilissimi,perchè da patria la conclusione e dell' autore conclude: agliStati italiani, libri XII memoria alle apparenze, di pensieroegliaccenna perspicuità nella ferto sof- niera d'ogni ma- severamente e coUa più vede legge civile,non Bona, op. ragiona, avea sdegnasi che libertà adescare tanti il storia sua affetto da nobiltà di dolore della ognun tacerò lui reputate opportune essere nella così infausta amico, la sostanza nomi, , guai,non che qualche venale d'imprudenza nome Colui indipendenza.Del tribolazioni della indipendenza : al gli accuse serie di sincero dì suo avvolgersi intorno dolore la parola patir dalla Francia, e quel a Ginguenè tanta con il desiderio é le larva carità ebbe cfie la gioventù, lasciandosi duolsi fatto il e dalla taccia ridotta in servitù stata é IV avea il Botta,certo difende (^)« Il sentimento quellainfelice repubblica nel Botta una Emanuele quando e gravi rivolgeegli che pur piemontese,quantunque corte di ciò mostrasi con nome Sol mi sia lecito notare ed esiglio;quando raccontale re ingiustaè in tanta generoso e loro principecompiange, per la unità, più di rammarico carcere anche libertà,né né Reali di Savoia dei quando parola potente che patria qual era l'Italiae immersala litare mi- deboli quantunque applaudireagliambiziosi disegnidi ^nimo procacciatoné Botta, come della genio dignitàin , sconvolto avere cui riverenti. Di rincontro quellamano lo difenderò. non Su campeggia^ sicché resìstergli^ domarli a italiano amante un innanzi mansueta Europa. Severa, e talvolta amara, od Botta contro NapoleoneBonaparte, e poteva di buon non valse stato serie di fatali una il capo chinare animosamente oppressinon mosse^ sua fu che mitologia^Napoleone Bonaparte^al dei violati dirittiosarono domato pia terrìbile sia se vertiginosarapiditàgenerate. con avversari fautori ed tutta e dell'Imperio; in quellastoria ci si schierano figure che ed sai più lagrimevole^non , le a quale non della la fine principioo conseguenze alla caduta francese politica », e di quellastoria : perciocché , alle riforme dovere « da l'egualità le istituzioni parlaci) 22 può esser» il suo concetto^ a modo'niuno ai dì nostri^al conveuirsì all'Italia(*^) Se il Botta vivesse ancora eh' egliappella chimera Y egualità mente siasifacilvedere come politica dal Piemonte^ e come ivi le istituzioni da lui condannate^ conseguita mcntari^ che altro non « ». , j benefizio del regno e d' Italia^ prosperamentefioriscano, libro quelle mal ponderate certo eh' eglicancellerebbe dal suo a io son sentenze, e farebbe che quelle plausoal magnanimo Principe noi con feliciistituzionispontaneamente ci diede. ancora prima di por di prima queste è quale scritta contro a alla termine sua opere voglia nell'unico Popoli fine di trarne , d' Italia qualchelucro gli lo stile non dì idee;ma l'inesattezza di ridotto anco ai e in quellastoria intelligenti a finimento teriali ma- provvide. indipendenzadi animo e qualchestorico particolare la fretta accusano delle la scrisse l'autore,il quale,giudiceseverissimo sue con cui opere, mai dimostrossi. La seconda, che fu pur di questa contento non Aveva il Botta da lungotempo è d'assai maggioreimportanza. immensa l'idea di empierequella la _, della famiglia, se in partesovvenne bisognidell'autore, alla fama di luì non abbastanza qualchenovità compose storica (carriera il Botta. La storia in francese dei una di sé sostentamento Lodano e altre due indefesso ne' suoi lavori, Perseverando l'ultima, giato vagheg- lacuna,che nella storia d'Italia incontravasi dal punto in cui l'avea lasciata il Guicciardini insino al cioè dal 4534 tempo della rivoluzione francese, al 178"j e molti e giàraccolto per si difficileimpresa: ma premuto dal bisognodi provvederecon più rapidi lavori alle sue domestiche ormai depostoil pensiero, maso ne avea necessità, quando il conte TomLittardi immaginò, per fornirgli i mezzi di compiefla, una sottoscrizione. Il generoso disegno ebbe effetto, poichéraccoltisialcuni, varii materiali avea tra italianie misero francesi, insieme una somma di sessanta mila Botta,il resto fu destinato alle spese di stampa. Impresagravissima Tautore chiamolla, e veramente, come il narrare la storia di quei tre secoli pienidi tanti atlantica era accettò e così varii avvenimenti. Ma il Botta punto non isgomentatosi r arduo mandato, e nel mille ottocento trentadue,dopo sei anni di continue fatiche, in tutte la sua storia. Nella quale, come pubblicò le altre di lui,sono anzitutto da commendarsi di libertà, queiprincipii che di del continuo d'umanità, d'indipendenza, giustìzia propugna, n obile cui delle italiane con cose amantissimo^ quella imparzialità, egli lire, di cui seimila tosto Bolla,op. (»"^) e. annue al libro XXVII. 35 lasciarsi dall' affetto acciecare senza Lodevole sociali mutazioni chiaro dei fatti i e ^ di guerre del paro mettere Botta j e quellafunesta lingua assai di non a attingendoli ch'egli, giudiciid'uomini talvolta fallaci e ^ fonte di poca di cose, ripudiano.Anche riverenti di stato ignominiosa^ né che convenga quel ai dell'autore, potrebbero di fatali occasione faccia l'andar biare la dignitàdella guardinghinella l'oro con con cui mi poc'anzi Botta, quantunque per la mole e quando « bieco La » salito al trono del di meditati atrocità cui 'inoltre certe frasi di Egli prendoli comen dimento l'inten- di scemarsi a per giovanilidare inespertementi venisse o solo le quali, contro Pontefici, alle e troppa con accennar me;2;lio assai pregio in pertanto savio consiglio é afiine quest'opera, contraddire sia, per la novità anni é priva degli accennali di iscam- non ciecamente il questibiasimi alle l'antico ardore del viver Sardegna Carlo Botta, istituito V Ordine di mende, e non difetti, si breve ponderare,e com' con in età tempo di cessa da é che plorarsi de- i suoi , glimancava. finalmente Alberto, sere, es- già sessagenaria egli scrive,a guardarlocon suo del questa Bene ammiranda. sua, compierla in solita sempre, negli ultimi per certi,e molti questa istoria, poiché nessun' opera pazientiricerche fortuna la debita celebrai potè maturatamente nelle sufficiente di che l'autore dovesse non giudizii del si accusi macchiata e storia veri ritrovano non scoria, e pervertire così è eccellente per quanto umana, o loro enorme mancano Chiesa. lettura quelloche Né giudizio. nostro lodi loro a sofismi,per si abbastanza non la per credono questicon fatti s' incontrano certi turpitudine,sarebbe di ombra di autorità, narra qualicome i non quest'ultima sicché molti fatti dubbii compiacenza narrati, i quali,o la eccessiva versati la natura e sue coloro che pregi distinta^ certa, consultato dalla fama , ponderatezza esaminato glieffetti e parte per fretta,parte per avere, F autenticità e meno quellad'America sicurezza che viene documenti copia di ragioni che nelle altre con Tautore accusano intime loro cause lodevole ; delia Eppure^ quantunque di tanti sono discipline profondamente nelle storici]^ possa racconto politiche talvolta deblama- ricercata. opere serie di magnificenza^ benché la e la purezza trice^dello stile^ le e ^ e il suo nostrani. e Stati d' Italia penetra spesso nelle *cuì con infine in tanta e legami degliuni coglialtri lodevole indaga; dei varii cose speditoconduce e discernimento quell'acuto le cui con succedersi in tanto dispone^ e e V ordine^ è pure stranieri giudica e ^ da gliarrise. lungo tempo civile di Savoia, ne lo viso Essendo ratore ammi- insigni , u sul privato suo assegnandogli tremila. Allora settembre il Botta deir r Accademia delle scienze a sava alfine dalle di Giorgio5 poi san perciocchénel dei francesi lo creava re il dopo di re Svezia di da conoscere patria loro dovea nobilissime sé il scienza speranze^ onestissimo bearsi per nella nascente console Emilio, del gli antichi regni giorno ammalato. La di protestava d' «ignora a Clotilde quel tempo : ijuidem promtus di novembre che posso ancor aggiunge vita e una dura feci per Ma logoro egli era di corpo; Minutolo omai il a nel 4836, siamo fare già autetn caro dalle fatiche. con da e questi tre molto due inabile ad Y Italia scrivendo ogni : erasi sua sando conver- carriera. Alla infatti scriveva verso tissima. pregia- parole: spiritus sacre nel 4766 nato son Peggio poi sei addosso. quest'è bene. mi una Negli a poco ai però Ella può giudicare di dolor9sache anni a scrivere,signora mia infirma.Io gono invol- che incontanente della Napoli così esorta Paolo suo cogli amie! sicché al termine di quasi barsi potuto ser- quelletenebre Lussemburgo al giunto Ella mi infermità sfruttato ed io essere est^ e ^ cese fran- Mossoùl, scopriva le rovine a questo propositole risponderòcolle In 6 spiritoe « poichéin infermità, fattasi cronica, gli tolse Gapece — di lui. Fonte avesse se Cilly^ tradurla a pre^e di capitano stesso ") ^ parte di tanta sofferto tediosa ogni vigore poco francese dava per cagione di menzione al Botta anni Emilio^ che quarantatre^ quando d' Oriente! freddo per Paolo con manca-* capitano Duhault Oh! gloria del figlio. così Ninivp, rompendo Un ultimi gli non francese onorata quellastoria governo la avea archeologia^già nave sempre suoi stetta riverenti^bra-* quel viaggio dallo vita fino al mille ottocento in di orgoglio era della su di frequentee scritta^egli ne' era Frattanto coir ardito globo nella storia che si facesse descritta di del nostro giro meritato avea facendo e della anfit cogliamici lontani^ e aprir loro benemerito tanto da perciò superbiva.Pìa-^ suo domestiche^ poiché il figliuol rendersi poi due e co' suoi scritti modestissimo segretidell' anima. i consolazioni vano* egli cercati onore^ dell' ordine tanto re-« trentaquattro lo visitavano colui che indi glorioso^pò-* più non legioned' insegne americani lettere per confidenza ingenua vicino nobilitato. Né bevagliconversare le mandavagli e mille ottocento cavaliere della polare. I più illustriitaliani e mosi farìgi.Vecchio a mezzo Torino^ ove accoglienza3 lunghe agitazioni^e gli onori ogni parte gliaffluivano il nuovo a e in venne solenne decretò ^i Piemonte^ trentadue di lire pensione annua il rivedere desiderò mille ottocento anno cossi patrimonio un' rende poco miei quanto io poteva fare : ora si lieta la disuria. Sono anni se ciò più tanto perverdi la debolezza 28 dell' ingegno , alti non della gradi fu meno repubblica,ne Machiavelli e entrambi, integritàdell' la maestro discese povero fu del ben del ben pur dire animo salito ai : grande; e maestro, più ciardini Guic- come di migliore ma, fare. XV. Signori! Io Botta: vi ho non altre minori molte ma opuscolo,a giudiziodi un di Savoia di Piemonte e di fisica. Di né esse dimostrarvi occupò : fu medico, si poeta. Non esser poteva Né basta rendere monumento, mondo j onore ne la dello allo aveano dell'uno scopritoredel e modesta una dare alla memoria perpetua ma , italiano illustre artefice italiano (^^)compose, per fu eretto, perché ma magnanimi r intendimento mio di lui. Io r ho studi,e si un la già per nome gloria del studi conforti nel perché aggiunga, Marocchelli. sommo necessaria - una virtù faccia di esempio con all'illustre ardente leggesi: esso o « i suoi valorosi e a la , tadini concit- degli scritti a magnanime zelo » giovani,fu ci sìa stimolo conseguenza, rilievo basso- propria immortale istorico altro, un mostrazio di- é testimonianza io feci della vita il suo coltivare a Né ». parlarvieh' celebrato apprendiamo (*^)Carlo carità cittadina. Sovra eternare incognito dell'altro,doppio e insigne che non lui vivo, loro Giorgio vollero di San tanei coecon avere imprese,gliconsecrarono, monumento, che é tal sommo gratitudinedei lui riconoscenti a niuno glorioso. nome riverenza, innalzandogliun gloriae siccome così diverse opere e rappresentante la Storia. Questo di lui suo tardò Conterraneo grande dole eglid' in- persinovojle e sopra nobilissima a nome il e accenno cose, busto di « il suo gliabitanti Anche venne. del loro storico secoli madre perché all'Italia, varie lavori storici grandi nei già fatto Dotato storico lode tante con le loro nobili come e le raggiunse la eccellenza,che posteri.Gli Americani, dei eloquenzanarrato tanta Da a in molte fu politico, sempre l'aver ; ma giustamenteonorare a e un tanto né fu l'essere riuscito in tre e che merito in tutto da esser compiuto perseverante, e verso insufficiente, solamente : meravigliosa dell'autore. l'operosità bollente,animosa vedemmo, ciò sul medicina materie coteste questo é luogo da , questioni di a giudice in me, né spetta discorrere per a intorno alle Case dissertazione ingegnosa una tutte versano — si eccettui se — lo lesse, pregevole,intorno chi ed di Carlo principali opere egli,le quali scrìsse , sciolto italiano delle parlato che nimi magnaopere. scienza; a chiedere la libertà la e più di fortuna nell'avversa lei dB patria ; ad caro; consolazioni sacrificar a sia ove qualunque in essere loro^ e fortezza d' ; amare biala ab- quanto uopo^ condizione ad di nei cose ^ alti più 0 di storia e di lui Da generosi. tanti sue glorie di migliori umili più questa di Italia destini; a. che nostra^ in le sue poiché megho uomini meditare di tante noi un giusto secolari T amara all'avvenire onesti divine Le miserie ci 'esperienza della e un' la fu cuna innumerabili utile speranza di commoveranno del cittadini amore intelligenze teatro. orgoglio e profondo con miserando avvenimenti ispireranno provveder società^ apprendiamo tristissimi infecondo^ non della gradi passato patria. . e' lore do- gnerà inse- 1 y 2« AVVERTENZA. Fra cui gliscrittiche ebbe tra si giovòsono: maggiormente mani di Fautore di questa orazione, quelli il discorso intorno nel Dizionario estetico di Niccolò Tommaseo, la aella Enciclopedia popolaredel Pomba^ Felice professore debbe Dance eglia' suoi amici Emanuele Ghersi^ì nel suo e a C. Botta del biografia quellapiù recente Panteon piccolo GiuseppeMaggiora Verganoe quali dal pubblicata avvocato Giovanni cortesiagK procurarono librie do-^ ispontanea cumenti relativialla vita del Botta, quantùnquenon opportuni per Y indole del lavoro che biografici* particolari Botta-ìnsevìidi Molte grazie poi Subalpino. - con che si legge non tutti glisieno (ornati di scendere ai minuti glipermetteva