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Anno 8 - n° 17 - Distribuzione Gratuita
ATTUALITA’
A
KI S
K ULTURA
INFORMAZIONE
15 Dicembre 2012
SPORT & TURISMO
Marino Giuseppe
C.so Italia, 96 - ACIREALE
IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI
Non c’è trucco e non c’è inganno. Stavolta non si tratta di un artifizio escogitato ad arte per lanciare un messaggio provocatorio.
Non è una maglia alzata al cielo a consegnare al popolo dell’etere
un’ ostentazione di arroganza o di pavoneggiamento bullesco. No.
Nulla di tutto ciò. E’ solo cattivo gusto. E dire che i più retrogradi
ne avrebbero avuto di ragioni per
annoverare tra le file del cattivo
gusto mille e più espressioni presenti sul volto, o più in generale,
sulla persona in questione. A
cominciare dal bizzarro taglio dei
capelli o dagli innumerevoli
tatuaggi stampati a macchia di
leopardo. Ma, si sa, questo non
può e non deve far testo, testimonianza, com’è vero ai giorni
nostri, di una moda che non
conosce limitazione, grazie ai
mille e più esempi calcistico-televisivi. Ma allo “sfortunato” protagonista di quello che giorni addietro è stato etichettato come un
fatto di rilevanza nazionale deve
essere necessariamente sfuggito
qualcosa. Perché se è vero che,
vivvaddio, non possono essere
confutati i motivi che hanno portato ad una rimostranza simile, che
sia la vicinanza affettiva all’oggetto del suo pensiero sulla maglia a
mezza manica, come la ragione
stessa di aver compiuto una
ragazzata pur difendendo l’onore
e l’ipotetica innocenza di un compagno di giochi e di infanzia, non
doveva passare sottobanco l’impressione di poter sollevare un
putiferio (come poi puntualmente accaduto) per un gesto, forse già
compiuto in precedenza, e comunque preparato nei dettagli prima
di una partita di calcio. Che il rossazzurro Arcidiacono abbia fatto
una goliardata o meno, qui non si tratta più di mode strambe o vili
(che dire degli striscioni di pseudo-solidarietà comparsi in diversi
stadi del Paese all’indomani del fattaccio di Cosenza?....siamo
davvero alla frutta!!!), ne di gesti dimostrativi in barba ai propri
schieramenti morali. Qui la misura è davvero colma. Cattivo gusto
e imbarazzante disinteresse verso l’etica di una società civile allo
sbando. Anche se, paroloni a parte, bastava solo un po’ di logica.
Magari quella maglia gliel’avesse recapitata di persona, il nostro
Arcidiacono poteva ancora sgroppare sulle fasce…
Riccardo Anastasi
"In questo tempo di preparazione al Natale
non risuoni soltanto la suadente voce del consumismo che invita alla banalità', ma si renda
presente anche la voce di Dio, che invita alla
condivisione con chi e' piu' debole, con chi e'
solo, con chi e' più' povero. Condividere mette
in gioco non soltanto le proprie ricchezze
materiali, le proprie possibilità' economiche,
ma anche i propri doni, le proprie aspirazioni,
le proprie problematiche.
Condividere e' via obbligata per costruire vera
fraternità', per sentire, oltre che teorizzare, la
Chiesa come famiglia riunita da Dio".
"Su questa strada vogliamo camminare. In
questo percorso vogliamo crescere, nella fede
di coloro che ci hanno preceduto, con lo
sguardo rivolto al Bambino di Betlemme, che
vediamo condividere la fragilità della condizione di tutti coloro che hanno bisogno.
Questo Santo Natale sia occasione per tutti di
sperimentare di nuovo ed ancora più' da vicino l'intensità' dell'amore di Dio".
Acesi da copertina
Questa settimana vi presentiamo Andrea Leonardi, il piccolo di 9 anni che ha vinto lo “Zecchino Bianco”, lo
“Zecchino Blu” e si è classificato al terzo posto alla rassegna canora dell’Antoniano di Bologna e Marco Fichera
reduce dai successi nella scherma a El Salvador e in
Coppa del Mondo a Bratislava oltre a Daniele Garozzo
che, assieme al fratello Enrico continua a mietere successi in tutto il mondo. .E’ d’obbligo anche una copertina per
Orazio Sorbello, l’indimenticato ed indimenticabile bomber
dell’Acireale (dei tempi d’oro) che ritorna ad indossare i
colori granata per un (ri)lancio della squadra verso i famosi traguardi sperati e desiderati da tutti gli sportivi acesi. E
per finire rileviamo l’elezione del dott. Fabrizio Leotta,
dopo dieci anni, di un candidato acese nel Consiglio
dell’Ordine dei Commercialisti di Catania ed il riconoscimento del magazine internazionale “Reatctions” a
Giuseppe Marino assegnandogli il premio come “Migliore
Compagnia Assicurativa Europea”.Una caramella?
….forse vedremo Miriam Leone su palco dell’Ariston a San
Remo….mentre Antonello Tonna continua a spopolare con
i suoi grandi successi…l’ultimo all’Amigdala di Viagrande.
La speranza ritorna sempre...
Nei tempi tristi che viviamo con
profonda angoscia - noi che abbiamo
la ventura (dico soltanto la ventura) di
assistere al tramonto di una civiltà e
al sorgere di un'altra, con i suoi pregi
e con tutti i suoi indicibili difetti - troviamo di raro motivi di consolazione e
di speranza. Occorre a quelli della
nostra età, che hanno vissuto intensamente all'antica, delle
buone idee del passato, molta forza di animo ed altrettanta rassegnazione per rimanere sulla breccia. La crescita
rapidissima dell'umanità ha creato un divario incolmabile
fra il nostro mondo spirituale e quello dei giovani di oggi,
che disprezzano il passato, le tradizioni, la storia, come se
fossero pericoli da evitare a qualunque costo, ai fini della
costruzione di un mondo migliore. Il disordine, la rivolta, la
violenza, che agitano larghi settori della vita sociale, accrescono per altro il nostro disagio, facendo proprio credere
che l'umanità, uscita dalla guerra, porti ancora nell'animo il
dramma e le ferite, vive, del grandioso disastro, e che un'epidemia gravissima colpisca le coscienze senza riparo,
stremandole sino in fondo. La debolezza del potere costituito, favorendo l'arbitrio, produce, altresì, delusione e
smarrimento negli spiriti ancora sani. L'arrivismo e /'imbroglio, che dominano quasi ovunque nella vita politica - insieme con la doppiezza di coloro che tengono sempre un
piede nel presunto futuro, pronti, all'occasione, a passare
dalla parte dell'avversario - aggiungono una nota assai
grave al quadro desolante. La tristezza vela, così, la nostra
visuale dell'avvenire; e allora sembra proprio che la sola
possibilità che rimanga sia quella di raccomandarci al
Signore. Poi, però, la speranza ritorna sempre, perchè mai
essa si spegne completamente nell'animo dell'uomo; e la
vita risorge. E ad alimentarla sono alcune manifestazioni di
ripresa, che si muovono nell'ordine e nel rispetto dei principi migliori, e delle quali sono protagonisti anche alcuni
giovani, che rivelano così di possedere un'anima ancora
integra e viva .
Cristoforo Cosentini - Dalla presentazione del libro
“Acireale Viva – Viaggio nella nostalgia”
di Antonio Pagano. Tipografia Galatea- Acireale - 1971
2 Sabato 15 Dicembre 2012
ACIREALE IN BREVE
AKIS
L’ALTRO “ARCHIMEDE”
E’ stato notificato al Comune il decreto di finanziamento di 4milioni e mezzo di euro per la manutenzione
straordinaria finalizzata all’abbattimento dei consumi
energetici nell’edificio denominato Palazzo di Città,
sede del Municipio di Acireale. Si tratta di un intervento
che sarà realizzato con fondi europei inseriti nella linea
guida per l’attuazione territoriale Asse VI Sviluppo urbano sostenibile che agisce sul PO Fesr 2007 – 2013
approvato dalla Giunta della Regione Siciliana.
ph Fabio Consoli
------------------------------------------------------------------------Funzionari ministeriali e della Regione hanno visitato i
quattro cantieri aperti all’interno della Villa Belvedere.
Maestranze, tecnici, ingegneri e progettisti sono all’opera da alcune settimane per l’ammodernamento e la
ristrutturazione del grande polmone verde cittadino.
Un’opera, non solo di vernissage, attesa da diversi anni.
I commissari, ognuno per la propria parte, hanno visio-
La conferenza del prof.re Angelo Pagano, come al solito sempre interessante, non riguardava la figura di
Archimede conosciuto secondo una tradizione popolare, ma verteva su ciò che di fondamentale e grande ha
scoperto e inventato già 2300 anni fa nel campo nella
matematica e della fisica. Ha fatto riferimento, il
prof.Pagano, anche al palinsesto trovato anni fa e che
, dopo molti lavori di pulitura e ricostruzione, è ormai
perfettamente leggibile e pubblicato in internet. Nella
interessante serata curata dall’associazione degli ex
alunni dell’Archimede e presentata dal prof. Arcangelo
Blanco, erano presenti, oltre ad un buon numero di soci,
molti studenti del Liceo Scientifico ai quali sarà consegnato dalla segreteria un attestato di partecipazione da
sfruttare come credito formativo nel momento degli
scrutini, come concordato con il Dirigente scolastico
prof. Riccardo Biasco. (Foto di Nuccia Leotta)
Il prossimo incontro è avvenuto ieri con la proiezione di
un filmato che riguarda un’esperienza umanitaria in
Uganda curato dalla signora Celestina Arcidiacono .Si
sono esibiti, nell’occasione, i maestri musicisti Franco
Costa e Agata Frasà.
Meeting di studio “Valle del Belice 2012”
nato i diversi aspetti dell’opera, da quello burocratico
all’applicazione dei progetti, al cronopogramma dei
diversi cantieri. Il sopralluogo, non ha segnato rilievi. Si
tratta di un normale giro conoscitivo che ministeri e
Regione programmano proprio per verificare la bontà
delle opere, l’effettiva spesa dei fondi europei, la ricaduta delle somme investite sulla cittadinanza e, in questo
caso sui movimenti turistici, il valore delle opere su cui
vengono investono le somme, la professionalità dei cantieri e la programmazione futura. La “villa” nel suo insieme, cioè il giardino con il Belvedere, l’Arena Eden, il
Caffè Eden, l’Angolo di Paradiso sta radicalmente cambiando volto, per meglio accogliere acesi, visitatori, turisti.
-------------------------------------------------------------------------“Diventare Insieme Genitori consapevoli ripercorrendo le vie delle emozioni”: è il corso di formazione
rivolto ai genitori degli alunni delle scuole di Acireale che
ha avuto inizio promosso dalla Città di Acireale,
Assessorato P.I.- Servizio di Psicologia Scolastica – che
ha l’obiettivo di offrire ai genitori, tramite il loro coinvolgimento, strumenti e strategie relazionali per favorire
nel bambino, nell’adolescente e in se stessi la capacità
di fronteggiare le frustrazioni e i disagi senza lasciarsi
sopraffare da essi. Il Corso è realizzato gratuitamente
nell’ambito dei servizi aggiuntivi al servizio di Assistenza
igienico personale agli alunni con disabilità dal
Consorzio di Coop. Sociali “Terzo Settore” ed è condotto dalla dott. Ssa Rosalinda Musmeci, psicologa dello
stesso Consorzio. Tale iniziativa si configura come un
“Laboratorio”, ed è strutturato in 4 incontri, che si svolgono presso la S.M. G.Galilei di Acireale.
-------------------------------------------------------------------------Presso il Centro d’Orientamento”Il Quadrivio”
(Fondazione del Gruppo Credito Siciliano di Acireale) ed
ospitato nel Centro Direzionale dell’Istituto acese si è
svolto un importante incontro rivolto a Docenti e
Genitori delle Scuole Secondarie di II° Grado al
quale hanno partecipato il dott. Giuseppe Caruso
(Dirigente Area Didattica dell’Università di Catania), la
dott. Laura Vagnoni (Coordinatore generale dell’area
didattica), la dott. Catia Belluomo (Coordinatore settore
Carriera Studenti) e la dott. Domenica Mancuso
Prizzitano ((Responsabile Ufficio Management
Didattico); i temi trattati: il Decreto Ministeriale 270/04 e
ordinamenti didattici, il Manifesto degli Studi, il Bando
unico d’ateneo: concorso di ammissione e criteri di
accesso ai corsi di laurea magistrale a ciclo unico. I
saluti dell’amministrazione acese sono stati portati dall’asessore alla P.I: prof.ssa Nives Leonardi mentre il
saluto de il “Quadrivio” dal dott. Filippo Licata.
L'accogliente cittadina siciliana di Menfi (AG), tredicimila abitanti, posta a 120 metri s.l.m. tra vigneti e uliveti,
dal 16 al 18 novembre scorsi, grazie alla sua capacità
ricettiva ha ospitato il Meeting di studio “Valle del Belice
2012” che si è svolto presso il locale Centro Civico,
struttura adatta ad accogliere attività formative di protezione civile. Ad organizzare un Meeting sulla P.C. è
stata l'Associazione Nazionale Disaster Manager con
sede a Roma, di cui fanno parte le acesi Martina Vella
(diciassettenne) e Antonina Panebianco responsabile,
nel Settore P.C. del comune di Acireale, del Gruppo di
Lavoro “Formazione, Informazione, Previsione e
Prevenzione dei rischi del territorio”. Per la cronaca
aggiungiamo che Antonina Panebianco è in atto l'unica
donna in Italia insignita del Certificato di Emergency
Manager rilasciato dalla Associazione Nazionale
Disaster Manager, e che le persone insignite del detto
Certificato, a seguito di concorso per titoli, sono solo
dieci. “Le emergenze di questi ultimi anni dovute a fenomeni calamitosi – dichiara la Panebianco - e la nuova
Normativa dettata dalla Legge n. 100/2012, stanno
modificando profondamente il modo di concepire il
ruolo della P.C. a tutti i livelli. La formazione e l'aggiornamento professionale rimangono perciò un caposaldo
delle professionalità operative nel Sistema Protezione
Civile”. Il Seminario di Menfi prevedeva ben dieci
Workshop tematici ed era rivolto ai Disaster Manager,
ai volontari di protezione civile di tutta Italia, ai tecnici
degli Enti Locali, ai rappresentanti delle Strutture
Operative Nazionali. Il dott. Sergio Achille presidente
della A.N.D.M., funzionario del Ministero dell'Interno,
nonchè relatore del Workshop n° 6 (L. 100/2012), a
conclusione dei lavori ha caldamente ringraziato l'amministrazione comunale di Menfi, e per essa il sindaco,
dottore Michele Botta, e l'assessore alla P.C., arch.
Maria Margherita Ocello, per la disponibilità e sensibilità dimostrata nel concedere il patrocinio, e gli sponsor,
dato che per la prima volta l'Associazione in dodici anni
di attività, ha potuto operare anche in Sicilia. Ha inoltre
ringraziato i vari relatori tra cui docenti dell'Università di
Palermo, Dirigenti Scolastici, l'Ordine regionale di
Sicilia degli Psicologi, il Co.Re.O.V.-Sicilia Solidale
(coordinamento regionale organizzazioni di volontariato), Direttori dei Servizi del D.R.P.C. della R.S. La
nostra “Antonina” nazionale ha anche partecipato all'organizzazione di parte del Meeting e gestito il compito di
Responsabile della Segreteria Organizzativa. Il prossimo Meeting si dovrebbe svolgere ancora in Sicilia entro
aprile 2013, in sede da stabilire, e pertanto ci auguriamo che l'amministrazione comunale acese il cui territorio è esposto a fenomeni calamitosi vari, possa orientare l'A.N.D.M. su Acireale quale sede dell'incontro.
Camillo De Martino
E'
nata
Giorgia
Napoli per la gioia
del papà Anthony e la
mamma
Agata
Giuffrida. Ben 3,8 kg.
di dolcezza per la
sicura felicità dei
nonni
paterni
Concetto e Graziella
Torrisi e di quelli
materni Turi e Rosaria Messina. Le congratulazioni della
nostra redazione ed in particolar modo al neo nonno
Turi Giuffrida, preciso e puntuale Cerimoniere del
Comune di Aci Catena.
PARROCCHIA MARIA SS. RITORNATA
ACI BONACCORSI-LAVINA
La Parrocchia di Lavina in Aci Bonaccorsi sta vivendo
diversi momenti di gioia e di aggregazione: il 23 ottobre
u.s. ha visto rinascere il Gruppo di Preghiera di P. Pio
con quasi quaranta iscritti.In questa occasione il
Parroco ha voluto riunire il Gruppo di Preghiera per
vedere insieme un Film sulla vita del Santo di
Pietrelcina. L'altro evento di grande effetto, ma soprattutto di devozione è stata l'incoronazione della Statua
dell'Immacolata da parte di S. Ecc. Mons. Pio Vittorio
Vigo, Vescovo emerito di Acireale.
Inaugurata
ad
Acireale una nuova
drogheria ad opera
del signor Mario
Trovato, docente di
Lettere da sempre
appassionato
di
cucina e sapori tradizionali. La liquirizia, questo il nome che è stato dato alla nuova attività
commerciale, sita in piazza Europa 14, contiene molti
elementi di continuità con le botteghe del passato, proponendo il caffè tostato giornalmente, ad opera dei più
longevi torrefattori di Acireale, Franco Tosto e la sua
famiglia, l’olio artigianale, il miele di Zafferana Etnea, i
legumi e la frutta secca, le spezie e i canditi. La continuità con il passato è rappresentata all’interno del negozio anche alla presenza di due foto che raffigurano la
bottega che il nonno del titolare, Abramo, aveva in via
Davì, e la salsamenteria che i bisnonni della moglie del
Trovato avevano a Philadelphia, in America.
Ma La liquirizia offre alla sua clientela anche il meglio
che il mercato alimentare odierno ci propone, sia in termini di marchi nazionali: Flamigni con il suo torrone,
Lindt con il suo cioccolato, Caffarel con i suoi dolciumi,
sia in termini di produzioni locali: le siciliane Di Stefano
e Fiasconaro con i loro panettoni, Tammaro con il tonno
di Favignana, Sicilia Tentazioni con sughi e patè,
Scyavuru con le marmellate e le conserve, Antiche
Delizie con i rosoli e i liquori. La liquirizia espone, inoltre, tra i suoi scaffali anche aziende artigianali locali provenienti da ogni parte d’Italia. Ed ecco Brezzo, azienda
cuneese di ragù di cinghiale e funghi porcini, La
Fabbrica della Pasta di Gragnano con la pasta IGP,
Pruneddu azienda di torrone sardo, Zagarese leader
nella trasformazione della liquirizia calabra.
All’inaugurazione avvenuta giorno 30 novembre è intervenuto il parroco della parrocchia San Paolo di Acireale,
Mons. Sebastiano Raciti, che dopo il taglio del nastro
ad opera della sig.ra Agata Pistarà Tosto ha benedetto
i nuovi locali indirizzando ai presenti parole di incoraggiamento e di speranza nella certezza che il lavoro svolto con sacrificio e dedizione alla lunga è sempre premiato dai risultati.
La speranza è che anche in questo momento di crisi di
consumi questa nuova attività possa diventare punto di
incontro per tutti coloro che non vogliono derogare ai
valori del mangiare bene.
La diagnosi molecolare della Sindrome di Gilbert:
uno studio in soggetti siciliani iperbilirubinemici
La diagnosi di Sindrome di Gilbert si pone oggi per
esclusione di patologie che possano causare incremento della bilirubinemia indiretta. I sintomi più comuni
della Sindrome di Gilbert comprendono stanchezza,
debolezza, vaghi dolori addominali, dispepsia, anoressia e lieve colorazione gialla delle sclere (subittero) e
della cute (ittero).
Tali sintomi sono
presenti anche in
patologie di una
certa gravità quali
epatiti, cirrosi, ostruzioni dei dotti biliari
e tumori del fegato o
del pancreas. Anche
la carenza congenita dell’enzima G6-PD, tipica del cosiddetto favismo,
caratterizzato da crisi emolitiche che insorgono a seguito di ingestione di fave o piselli o di assunzione di farmaci ossidanti, può determinare iperbilirubinemia non
coniugata. Risulta quindi di estrema importanza l’analisi molecolare del gene UGT1A1 perché consente di
diagnosticare con certezza l’origine genetica dell’iperbilirubinemia indiretta e quindi la Sindrome di Gilbert.
La casistica dell’I.R.M.A. di Acireale indica che in
Sicilia, nei soggetti con iperbilirubinemia indiretta non
causata da patologie organiche specifiche, si ha un’incidenza di circa il 50% della Sindrome di Gilbert che
giustifica l’appropriatezza dell’esame genetico. Infatti il
predetto esame chiude il percorso diagnostico senza
ulteriori accertamenti con evidente riduzione dei costi
sanitari e dei disagi al paziente dovuti a indagini invasive non necessarie come ad esempio la biopsia epatica
Da sx: la dott.ssa Anna Maria Roccazzello, la
prof.ssa Giuseppina Raciti dell'Università di
Catania ed il dott. Elio insirello.
In relazione all’articolo dello
scorso numero di Akis (a
pag.2) e relativo ad un esposto all’ASP con piacere pubblichiamo quanto l’Istituto
Superiore di Sanità di Roma, a
firma del Direttore del
Dipartimento di Malattie Infettive, Parassitarie e
Immunologiche, dr. Giovanni Rezza, invia al dott.
Giovanni Tringali dell’I.R.M.A. di Acireale:
Il Dott. Tringali espone in maniera corretta la situazione
sull'uso di antibiotici a livello territoriale in Italia, che
vede, a fronte di una media nazionale di 25 DDD per
1000 abitanti, un ampio range con livelli più bassi nelle
regioni del Nord e livelli notevolmente più altri (35-40
DDD per 1000 abitanti) nelle regioni del Sud. Questo
indica che una quota dell'uso è probabilmente inappropriato cioè gli antibiotici vengono prescritti anche se non
si è in presenza di una infezione batterica.
Tra le raccomandazioni per promuovere l'uso appropriato di antibiotici c'è anche quella di ottenere ogni qual
volta sia possibile, campioni clinici da sottomettere ad
esami colturali e se del caso, ad un antibiogramma.
Come il Dott. Tringali sostiene, soprattutto nel caso di
campioni provenienti da materiali non sterili es. tampone
farigeo, è essenziale identificare il batterio responsabile
con i test opportuni prima di procedere all'antibiogramma che se eseguito su un batterio commensale, non
responsabile dell'infezione, oltre ad essere un inutile
aggravio di spesa per il SSN, può indurre il medico ad
una prescrizione di antibiotici inappropriata.
Questo non è. sicuramente l'unico motivo di prescrizione eccessiva di antibiotici perché altri fattori (culturali,
sociali, economici) possono condizionarla, ma è sicuramente un aspetto che può essere corretto facilmente.
“Genitori-figli abitanti dello stesso pianeta ?”
All’Istituto comprensivo “ G. Galilei” di Acireale si è
tenuto l’incontro-dibattito: “Genitori-figli abitanti dello
stesso pianeta?”
manifestazione dedicata alla
Convenzione sui diritti dell’infanzia organizzate dal
Comune di Acireale. Il DS Prof.ssa G. Montella ha
accolto l’assessore Nives Leonardi, la dott.ssa Anna M.
Gioeni e la dott.ssa Chiara Sanfilippo dell’associazione
“Apeiron” che hanno relazionato e dibattuto con un
interessato pubblico. All’incontro hanno partecipato
anche un gruppo di genitori non udenti dell’associazione Afae coaudiuvato attraverso il linguaggio Lis dalla
dott.ssa Olga Di Stefano. L’incontro molto efficace ha
sollevato un dibattito animato e produttivo.
Un monumentale presepe artistico in polistirolo lavorato con attrezzatura a caldo e con proporzioni reali che
occupa gran parte del presbiterio della Chiesa Madre di
Piano d’Api, (lungo 10 m ed un’altezza di oltre 5 metri
e mezzo) è stato sistemato ed ambientato in uno scenario proprio siciliano: raffigura infatti uno dei cortili tipici
della nostra zona propri della fine dell’800. Al suo interno troviamo un classico palazzetto siciliano con balcone
e tegole, muri con effetto pietra mista a mattoni; al centro il tipico cortile siciliano con arredi tipici; a sinistra il
cuore del presepe con una sorta di gazebo, con pilastrini in mattone e muri in pietra, che ospita la Natività.
L’opera che già dal 15 Dicembre sarà esposta con il
tema dell’Annunciazione del Signore e della casa di
Nazareth
e
dal
24
Dicembre al 6
G e n n a i o
nella tradizionale rappresentazione
del presepe
con la tipica
Natività e l’adorazione dei
pastori è realizzata da un giovane studente
dell’Accademia di Belle Arti di Catania, ma nativo del
luogo. Il giovane, Michele Barbagallo, sin da adolescente ha realizzato opere artistiche di modellismo di arte
presepiale, conseguendo alcuni rilevanti successi nei
concorsi scolastici e cittadini del periodo natalizio. Già
dal Natale 2011 ha realizzato una Natività in legno e polistirolo di rilevanti dimensioni (2,2 m di lunghezza e 2,3 m
di altezza) che è stata posta sull’altare maggiore della
Chiesa Madre “S. Maria della Misericordia” di Piano
D’Api, riscuotendo uno straordinario apprezzamento
durante tutto il corso del periodo natalizio. Un’opera di
rilevante tenore artistico che arricchisce la frazione di un
tema caro alle umane moltitudini di carità e pace cristiana ed ha lo scopo di avvicinare il grande pubblico che
ama visitare gli innumerevoli presepi che vengono allestiti dalle chiese, associazioni, famiglie a visitare la piccola ma accogliente Piano d’Api.
AKIS
Sabato 15 Dicembre 2012
PER NON DIMENTICARE...
Vito Finocchiaro
E’ scomparso il 19 agosto 1991. Era
uno dei giornalisti siciliani tra i più
apprezzati: una di quelle persone che
si ricordano con piacere per la sua
onestà e per il suo lindore culturale.
Ha scritto centinaia di articoli e alcuni
libri. Il suo stile era elegante, forbito,
signorile, come lo era lui. La prima
corrispondenza non poteva che essere dedicata al calcio: il vecchio
campo sportivo di piazza Roma era
divenuto un’ubertosa coltivazione di
cavoli e Finocchiaro protestò con sdegno. Fu la prima prova di una passione civica che registrerà pagine importanti.
La squadra granata occuperà un posto di riguardo nella vita dell’insigne giornalista. Vito ne parlava con trasporto e competenza. A
chiudere un occhio, sarebbe sembrato che si riferisse al “Genoa
cricket and foot-ball club 1893”. “Tu sei drogato di calcio”, gli diceva il cav. Turi Pistarà. E non sbagliava di molto, perché, in qualità di
segretario, egli seguiva il suo in tutte le trasferte, scrivendopezzi di
gran pregio, poi raccolti in volume.
Al versante sportivo, Finocchiaro accostò ben presto altri più rilevanti impegni: fu funzionario e popi direttore della locale Azienda di
cura, soggiorno e turismo; consigliere comunale per il Partito socialdemocratico di Giuseppe Saragat; presidente del Lions club, socio
effettivo dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici e, da ultimo, affascinante scrittore. Tutte le iniziative condividevano il singolare impegno e la lungimiranza di quest’uomo che portava Acireale nel cuore,
sforzandosi di renderla più prestigiosa, nobile, elevata, raccontando
le stranezze, le contraddizioni, le miserie, la nobiltà e le certezze dei
suoi concittadini.
Dietro lo scrittore, l’amministratore e il giornalista, c’era l’uomo: garbato, corretto, perbene comme il fault, direbbero i francesi: cioè
senza esibizionismi, senza atteggiamenti da primo della classe.
Confessa Stendhal: “Componendo la Certosa, per prendere il tono,
leggevo tutte le mattine due o tre pagine del Codice Civile, in modo
di essere sempre naturale”. Vito Finocchiaro era naturale di suo. Il
suo sguardo non venne mai indirizzato dal basso in alto, perché l’adulazione non rientrava tra i suoi difetti, né dall’alto in basso, perché considerava l’orgoglio tra i peccati più stupidi. Egli guardava
alla storia e ai personaggi illustri di Acireale, ai quali si accostava
con grande umiltà e con altrettanta determinazione per trarne ispirazione.
La piazza a lui destinata è quella antistante la tribuna centrale del
Tupparello. Il suo nome ricorderà a tutti che la passione sportiva
non ha niente a che spartire con la violenza e la maleducazione, ma
è un terreno privilegiato nel quale occorre riservare la precedenza
alla distinzione, perché solo così si potrà vincere l’incontro anche
quando si perde sul terreno di gioco.
Giuseppe Contarino
Da
“Il sabba dei minchioni”
(Acireale – Estate 1978) riportiamo
l’ultimo capoverso scritto da Vito
Finocchiaro a chiusura della prefazione:
“Che dire? Che dirmi? Che dirvi?
Ai terzi ed a me, nulla. A voi grazie,
affettuosamente grazie di questa
rinnovata, o nuova, compagnia che
accomuna. In fin dei conti, essere
“minchioni” non è necessariamente un difetto, se l’essere “furbi”
comporta colpevoli rinunzie, inibizioni, compromessi, disonestà,
merce che non interessa quanti la pensano come e che, assieme, abbiamo lasciato e lasciamo a disposizione di quanti
hanno vissuto e vivono di disonestà, di compromessi, di inibizioni, di rinunzie colpevoli, e che, per questo, fanno parte di
quel mondo dei “furbi” per il quale nutro sensi di profonda
pena.
Vito Finocchiaro
Da “L’occhio del
cavallo”Vi consigliamo leggere, tra
l’altro, il capitolo “I
pronipoti di Neil
Alden Armstrong”
(pag.51/54). : ben
dieci “stacco” che
dimostrano come,
dopo oltre trenta’anni, niente è
cambiato
ad
Acireale e, purtroppo, forse, niente
cambierà!
Nella sua ultima seduta, la Commissione per la toponomastica, presieduta dalla prof.
Nives Leonardi, ha proceduto a denominare due piazze e due vie. Le prime portano i
nomi di Vito Finocchiaro e di Giovanni Paolo II; le altre due, di Giuseppe Cavicchi e di
Emanuele Macrì.
INCONTRI CON MACRI'
Quando il Caffè Grasso, di Donna Niriana, come si ostinano a dire gli
anziani, accoglieva ancora, nelle sue due ampie sale, professionisti,
commercianti, pittori, e, oltre alla ospitalità, offriva loro, nelle fredde
serate di inverno, tepore e buon odore di caffè, invitando alla discussione i vari gruppetti che vi si formavano - gli argomenti preferiti toccavano la letteratura, qualche volta la politica, il teatro, la pittura,
soprattutto, non per nulla il figlio del proprietario, Salvatore, ha l'hobby
della pittura - mi accadeva di incontrare nel locale, un Caffè
Michelangelo di provincia, oggi, purtroppo scomparso per far posto ad
un freddo ufficio di banca, Emanuele Macrì, il Cavaliere per antonomasia. Il simpatico amico, puparo vero, legato ad una tradizione
epico-cavalleresca, che tende a scomparire, travolta inesorabilmente
dalla intensa vita di oggi, si avvicinava a me per raccontarmi di qualche sua fortunata tournée all'estero, dove i suoi pupi, le sue creature
- soleva così chiamarli come fossero esseri viventi avevano strappato applausi a scena aperta a uomini diversi da noi per civiltà e tradizioni, ma non mancava, talora, di manifestare un po' di dispiacere perchè avrebbe voluto dai siciliani una partecipazione più viva agli spettacoli da lui preparati con tanta maestrìa, avrebbe voluto che nel suo
teatro ci fossero meno stranieri, ma più siciliani e che lo
spettacolo non fosse solo
manifestazione
turistica
organizzata, ma partecipazione sentita, sofferta, perchè, se per i forestieri i pupi
rappresentano una curiosità
fugace (ma non sempre:
infatti i pupi si fanno capire e
amare da tutti, dice Macrì) ,
per i siciliani essi sono affetto ancor vivo per una cosa che è molto più di uno svago di un'ora. La
chiara voce di Macrì, rievocante, in occasione dei nostri incontri, le
gesta dei suoi prodi paladini, che riescono a commuoverlo per qualche atto di generosità e di fierezza o ad indispettirlo per il nero tradimento, mi sembrava contraddistinta da tono epico: novello aedo, egli
porta nel sangue la passione per una tradizione fatta di alte idealità.
Gli incontri con Macrì si concludevano, qualche volta, nel suo teatro.
Ricordo che un giorno insistette perchè gli facessi compagnia: aspettava la visita di Salvatore Lo Presti per una intervista dello studioso
catanese, che da tempo è intento a preparare un libro sui pupi di
Sicilia. In quella circostanza egli volle presentarmi, uno per uno, i piumati personaggi schierati dietro le quinte, mostrarmi le tele, che servono da fondale, e la piccola officina dove vanno a finire i pezzi guasti. Un'altra volta mi portò a casa sua per mostrarmi i trofei, di cui è
orgogliosissimo, e, tra questi, un grosso album contenente le firme
degli uomini illustri, che hanno visitato il teatro Mariano Pennisi: Orio
Vergani, Luigi Russo, Massimo Bontempelli, Salvatore Quasimodo,
perso¬nalità della politica e dell'arte, italiane e straniere.
Macrì non montava in superbia [del resto, la superbia, da non confondere con la fierezza, è al bando dal mondo cavalleresco) per i riconoscimenti avuti: ogni vittoria egli l'attribuiva ai suoi personaggi, la consacrava alla tradizione paladinesca isolana, la considerava sprone a
che proprio i siciliani non lascino tramontare un prezioso patrimonio
fo/kloristico che, in vero, il fumettismo dei nostri tempi tende a cancellare. Macrì, in certi sfoghi fatti ex abundantia cordis contro l'apatia
di taluni e contro certe sciatte manifestazioni, che non hanno niente di
folkloristico, dimostrava il candore e la sincerità di chi effettivamente
crede in quel che fa e non considera mestiere, nel senso deteriore del
termine, la sua attività, bensì professione,. nella accezione più propria, dal latino profiteri, professare, essere cosciente, quindi credere.
E Macrì crede in quel che fa, con profonda umiltà, come il celebre
puparo russo Serghej Obraszov, il quale, pur essendo ricco di una
esperienza più che ventennale, confessa che « ogni sera, arrivando
in teatro per la rappresentazione, innanzi tutto, prima di cominciare,
spia dal piccolo foro del sipario, cercando di comprendere chi sia il
suo spettatore, il suo critico della serata ... ", (I)
Macrì crede nella sua professione, anche se, per colpa di noi moderni, che voltiamo le spalle a questo mondo fantastico, eppur tanto vero,
i pupi sono considerati (balorda considerazione, questa!!) cose di altri
tempi. « Malinconia dei pupi », scrive Ettore Li Gotti, « oggi non sono
più personaggi viventi; la loro storia è divenuta fuori moda, sopraffatta dalle avventure di Tom Mix, di Pecos Bill e di Sitting Bill, dagli eroi
dei racconti illustrati e dei romanzi a fumetti, e sono divenuti oggetto
da museo!!! " (2). Il puparo mestierante si arrenderebbe di fronte a
certi atteggiamenti ostili verso il teatro popolare (ma si può concepire
il mestierantismo in un campo sì nobile?), quello vero, invece,
resi¬ste e non dà peso alle critiche di chi non ha mai visto uno spetta¬colo e si erge, lo stesso, a giudice implacabile di quello che non
conosce. Macrì non disarma, anche se è costretto a riconoscere che
la gloriosa tradizione cavalleresca siciliana corre il serio rischio di
rimanere travolta dalla ondata di trita banalità di un fumettismo sempre più dilagante. Di questo stato di cose don Emanuele, sulle cui
spalle grava una grandissima responsabilità, soffre molto. Quando il
padre adottivo, Mariano Pennisi, inteso Nasca, puparo di razza,
discendente, come don Candeloro, di verghiana memoria, da una
famiglia di artisti veri, sentì ormai prossima la fine, rivolgendosi al giovane Emanuele, che gli stava accanto, disse: « Giu¬rami, Emanuele,
che i pupi non moriranno con me!! ". Emanuele giurò solennemente.
Gli occhi di Macrì diventano rossi di pianto al ricordo di Mariano
Pennisi, l'uomo leale e generoso, che, con ammirevole spirito di sacrificio, si era prodigato per estrarlo dalle macerie della casa dei Macrì,
messinesi, distrutta dal terremoto di quel tragico dicembre del 1908.
Se è vero, come suole ripetere il caro amico, che « in Sicilia non si
muore ", anche i prodi paladini non debbono conoscere la fine. Essi
rappresentano « il senso eroico che circola sempre più o meno sotterraneo nella psicologia popolare" (Paolo Toschi). Fortunato
Pasqualino, l’autore de La bistenta e di Mio Padre Adamo, crede nella
vitalità del mondo paladinesco come espres¬sione artistica. Anche
quando i pupi « avranno esaurito i compiti loro assegnati
nell'Ottocento ", secolo, questo, in cui esplicarono « funzioni di sfogo
sociale e di propaganda politica, cui l'Opira qualche volta servì, continueranno a vivere morendo, ma della morte che, finchè commuove, è
vita d'arte" (3).
Da “Acireale Viva – Viaggio nella nostalgia” di Antonio Pagano
GIUSEPPE CAVICCHI
o l'ansito della ricerca
La testa, dai lineamenti regolari, dalla fronte spaziosa, dalla candida capigliatura ondulata, sembrava forgiata dalla mano di uno scultore greco. E qualcosa dello spirito greco era in lui. La solenne compostezza del procedere, le lente flessioni del parlare, il carattere
dialogico delle sue lezioni, anche quel suo estraniarsi dal tempo
cronologico recavano il segno dello spirito greco. Ma lo spirito
greco non è soltanto spirito apollineo, ma pure, come in pagine
roventi dimostrò Nietzsche, spirito dionisiaco. Cioè spirito inquieto.
Una inquietudine di Cavicchi la si può cogliere nel suo darsi a molteplici forme di arte espressiva: alla scultura, alla pittura, alla musica (sua madre era pianista). E ancora la sua curiosità intellettuale,
che lo portava a leggere di tutto, tutto assimilando con timbro personale. L'attività emergente, almeno come professionalità, fu l'insegnamento della filosofia. Alieno dalle forme convenzionali e burocratiche, non si trovava a suo agio tra rcgistri. tabelle e conteggi.
Perciò il suo insegnamento era libero e, in riguardo alle fissità dei
programmi, extra-vagante. Il timbro del suo insegnamento era
socratico. Amava provocare interrogativi, domande, ricerche, più
che esporre rispettivamente. I percorsi della storia della filosofia
sono ardui e tortuosi. Non possono essere percorsi, con leale
senso critico, senza una certa angoscia intellettuale, senza una
certa lacerazione dello spirito Anche una salda fede non può percorrerli senza sentirne contraccolpi dolorosi e inquietanti sussulti.
Una volta, parecchi anni fa, passeggiando lungo il corso Umberto di
Acireale, quasi all'improvviso, fermandosi all'altezza della chiesa di
S. Rocco, mi ripetè (si parlava del problema della fede) le parole
che Pascal pone sulla bocca di Gesù: «Tu non mi cercheresti, se
non mi avessi trovato». Ci fu, allora, ricordo, come una flessione di
interiore sofferenza nel suo sorriso che in genere sembrava distaccato e non privo di humor e come un balenìo doloroso nei suoi occhi
chiari e luminosi. Credo di aver intuito, allora, il dramma di una ricerca che non si placava. Ero a Milano e mi fece arrivare i suoi saluti
da una persona, alla quale aveva raccomandato: «E gli dica di
averrni incontrato qui, nella chiesa dell'Oratorio». Capii allora che la
ricerca si era, in qualche modo, placata. Chi ha detto che il ritorno
alla pratica della fede in età avanzata sia il segno di una stanchezza dello spirito? Non potrebbe essere invece lo sbocco di una lenta e
forse sofferta maturazione? La chiesa dell'Oratorio, dove palpita lo spirito del santo vescovo filippino,
Giambattista Arista. E al vescovo
Arista, che lo aveva accolto fanciullo, nell'Istituto S. Michele, dopo il terremoto di Messina, è dedicato l'ultimo scritto di Cavicchi (Ricordi di
mons. Arista, in «Memorie e
Rendiconti» dell' Accademia di
Scienze, Lettere e Belle Arti degli
Zelanti e dei Dafnici di Acireale,
1988, pp. 497-4(9). È uno scritto
semplice, spontaneo, fresco, dove
emerge la memoria della fanciullezza ingenua e sognante..
La dimestichezza con il vescovo si aveva in maniera particolare la
Praiola, nella riviera che i filippini possedevano. Cavicchi ricorda i
vari momenti della giornata che trascorreva con il vescovo ; c'era il
momento del gioco, nella letizia filippina. «Egli nascondeva nelle
mani un confetto e io, forzando le sue dita, dovevo scoprirlo, ma egli
lo passava da una mano all'altra, allargava le braccia, io gli saltavo
addosso, mi aggrappavo alle sue spalle per raggiungere le mani,
aprire le dita e impossessarmi del confetto: era una dolce soddisfazione per me e per lui». C'era poi, la sera, la dolce preghiera mariana. «All' Ave Maria, venne il tempo in cui io ebbi l'incarico di recitare il Rosario sotto il pergolato per la piccola comunità, ma spesso
mi distraevo e invece di recitare le dieci Ave Maria di rito, ne recitavo di meno o anche di più: nel primo caso egli mi interrompeva, nel
secondo caso era solito non intervenire». Nell'ultima malattia, che
egli, abituato ad avere florida salute, soffrÌ intensamente, amava, la
sera, sintonizzarsi, per radio, con la recita del Rosario, in parrocchia. Così, nel dolce nome di Maria, il sofferto tramonto si congiungeva con la sognante aurora dell'infanzia. Avrà ripetuto, al mattino
e alla sera della vita, la stessa invocazione filiale: prega per noi,
adesso e nell'ora della nostra morte. Ha detto Pascal che ogni
uomo muore solo. Ma nella misteriosa solitudine dell'estremo traguardo interferisce, tenerissima, la presenza e la preghiera della
Madre.
Giuseppe Cristaldi
Da “Atti dei Convegni sulla Sicilianità” anni 2003-2004
di SiciliaAntica
Di nonno Pino ricordo che stava quasi
sempre nel suo studio imponente dove,
a volte sonnecchiando, mi dava ripetizioni di latino. Aveva un alone di severità ma in realtà era un uomo molto mite,
parlava lentamente e sempre con una
sottile ironia, sembrava sempre immerso nei suoi studi. A Natale si dedicava al
presepe assieme a mio zio Cesare. A me
quel presepe sembrava immenso, c’erano il laghetto, il mulino, le luci e il
muschio vero. A queste festività associo
sempre il presepe, i bracieri accesi, i
gatti che si rannicchiavano sui letti e mio nonno che all’ora di pranzo usciva dal suo studio, spesso ancora in pigiama, e, mentre noi
nipoti imperversavamo tra grida e schiamazzi, con la sua flemma
ci faceva “ Eh, eh, eh, calma…”
Un ricordo del nipote Antonio Catania
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Sabato 15 Dicembre 2012
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Premio Internazionale di Giornalismo “Maria Grazia Cutuli”
Venerdì 23 novembre, nella Casa del Vendemmiatore a Santa
Venerina, si è tenuta la serata inaugurale dell’ottava edizione del
Premio Internazionale di Giornalismo in onore di Maria Grazia
Cutuli, giornalista siciliana, la cui famiglia è originaria di Santa
Venerina, assassinata in Afghanistan nel 2001. Questo appuntamento, diretto e curato da Giovanni Vecchio, è stato organizzato
dalla Fondazione Cutuli ( rappresentata da Donata e Mario Cutuli,
sorella e fratello della giornalista) con la collaborazione diretta del
“Corriere della Sera” e del Comune di Santa Venerina.
In apertura il numerosissimo pubblico ha potuto gustare “Usher
Waltz” di Nikita Koshkin e “Bohémien rhapsody” dei Queen, eseguiti ed arrangiati da Flavio Emanuele Costantino Burtone, laureato al
conservatorio “Vincenzo Bellini” di Catania in chitarra classica e che
è stato molto applaudito per l’ottima performance.
Quindi l’ottima presentatrice Anna Pavone ha dato il via alla manifestazione invitando a prendere la parola il sindaco Enrico Pappalardo
e il presidente del Consiglio comunale Giuseppe Marano , che
hanno sottolineato l’esempio di Maria Grazia Cutuli, disposta ad
affrontare situazioni a rischio nei Paesi più disparati dove conflitti e
guerre erano in corso per dare voce agli ultimi e raccontando verità
scomode al punto da rimetterci la sua vita. Marano ha inoltre sottolineato che il Premio, attivato dal Comune di Santa Venerina assie-
me al Corriere della sera nel 2005 per iniziativa dell’allora vice sindaco e assessore alla Cultura Salvatore Musumeci, dal 2009 è
stato organizzato dalla Fondazione “Maria Grazia Cutuli”, presieduta da Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera (vice presidente Donata Cutuli). La novità di quest’anno – ha continuato
Marano – è stato il concorso giornalistico riservato agli studenti di
seconda e terza media dell’istituto comprensivo di Santa Venerina,
che è stato attuato dalla Fondazione e dal Comune (Assessorato
P.I.) con la collaborazione della dirigente scolastica Mariangiola
Garraffo e delle giornaliste professioniste Ada Mollica e Pinella
Leocata. Maria Grazia aveva scalato la vetta della professione, solo
dopo un lungo percorso, così come ci hanno mostrato le immagini
del video di Rosario Di Raimondo e Giulia Zuccariello della scuola
di Giornalismo “Ilaria Alpi” di Bologna: dopo un esordio come collaboratrice del quotidiano “La Sicilia” e dell'emittente televisiva
“Telecolor”, Maria Grazia si trasferì a Milano, dove lavorò prima al
periodico “Centocose” e poi ad “Epoca” diventando una giornalista
professionista. Ma è collaborando con l'UNHCR, l'agenzia delle
Nazioni Unite, che ha coltivato un'esperienza nel campo della politica estera. A metà degli anni ‘90 iniziò così a lavorare per il “Corriere
della Sera” e dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 venne inviata
in Afghanistan: il 19 novembre dello stesso anno, mentre si trovava
nei pressi di Sarobi, venne assassinata insieme ad un inviato e a
due corrispondenti. Non è dunque un caso se il titolo del video è:
“Maria Grazia Cutuli, una storia ancora da raccontare”, e da ricordare perché << i morti diventano tali se li si dimenticano >>, come
ha affermato il Sindaco, il quale ha aggiunto che il Premio, promuovendo ciò che la giornalista catanese ha amato di più fare ovvero
“riportare la verità”, è di certo un modo esemplare di ricordarla e,perché no?, di prenderne esempio. E’ di certo questo il senso per cui i
vincitori del premio stanno tuttora lavorando in quest’ambito:
Antonio Morra, caporedattore del Corriere ,ha conversato durante la
manifestazione con i vincitori del
Premio Internazionale di
Giornalismo di quest’anno mettendo in evidenza che l’attenzione
stavolta è stata rivolta alle cosiddette “Primavere arabe” e ai problemi che riguardano l’area mediterranea e del Medioriente: Salah
Metnani, laureato in Lingue e Letterature Straniere, è uno scrittore e
giornalista di origine tunisina, ormai italiano a tutti gli effetti ,inviato
nelle aree a rischio da Rai News, che ha subito recentemente un
attentato in prima persona assistendo allo sgancio di una bomba;
Alessio Genovese è un giornalista emergente siciliano, freelance, è
uno dei migliori fotogiornalisti italiani, che ha realizzato servizi dalla
Tunisia, da Lampedusa e dalla Siria; Joumana Haddad (vincitrice
per la stampa estera) è una scrittrice e giornalista libanese, attivista
per i diritti umani e responsabile delle pagine culturali del quotidiano
Al Nahar (Il giorno) di Beirut. La conversazione è stata quanto mai
vicina all’attualità ed è stata accompagnata da video originali realizzati dagli stessi giornalisti premiati.
Da cornice alla manifestazione hanno fatto i vari interventi musicali,
allietando la serata: la cantante jazz Edy Valastro, accompagnata
alla chitarra classica da Alfredo D’Urso; Gesuele Sciacca Group (
Gesuele Sciacca alla voce e chitarra, Mariodavide Leonardi alla
viola e violino, Franco Pulvirenti alla fisarmonica,Carmelo Alizzio al
basso, Damiano Alizzio alle percussioni, Daniela Greco e Francesca
Sciacca alla voce). Un intervento, molto intenso, è stato quello creato dall’attrice Carola Colonna, la quale ha letto “A Kabul è il terrore:
le milizie coraniche arruolano i bambini”, un pezzo scritto dalla Cutuli
per il “Corriere della Sera”.
Altro momento significativo ha riguardato gli studenti di seconda e
terza media dell’istituto comprensivo di Santa Venerina, che si sono
distinti per l’elaborazione di un articolo attinente alla promozione del
proprio territorio. I sei premiati hanno ricevuto dalla dirigente scola-
di Santa Venerina, sorto lo scorso 1 settembre per l’accorpamento
del Circolo Diadattico e dell’I.C. “A. Manzoni” e che è in attesa di
nuova denominazione proprio alla giornalista, che riposa nel cimitero di Dagala del Re. Inoltre, Domenico Strano, presidente dell’associazione culturale “STO. CU. SVI. T.” , assieme ad Enzo Coniglio,
presidente di “Sicilia R&D” hanno annunciato di aver presentato
istanza al Comune per la denominazione della traversa di Via
Sabotino a Monacella al preside prof. Giuseppe Cutuli, padre della
giornalista, letterato, che fu docente anche nella locale scuola
media, il quale aveva una sua proprietà e una casa proprio in questa strada in attesa di denominazione.
Una serata di alta cultura, dunque, in onore della Cutuli , che ha
ottenuto ampio consenso da tutto il pubblico, il quale ne ha mostrato di apprezzare la conduzione di Anna Pavone e l’ottima regia di
Giovanni Vecchio, che ha saputo rendere varia e interessante la
manifestazione con una durata ragionevole.
L’indomani mattina nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università
di Catania la Haddad e Methnani hanno tenuto delle lezioni magistrali, coordinate dal giornalista del Corriere Felice Cavallaro, rispettivamente su “Gli inviati e la stagione delle insurrezioni arabe” e “Per
un giornalismo post-femminista”. In serata, invece, al Teatro
Sangiorgi di Catania c’è stata la consegna dei riconoscimenti ai neolaureati in discipline giornalistiche (laurea breve, laurea specialistica
e dottorato) le cui tesi sono state selezionate dai rappresentati delle
quattro università siciliane) e ai giornalisti già indicati per la stampa
estera, italiana e siciliana. La consegna è stata preceduta da un
confronto molto interessante, coordinato dalla giornalista Rai
Monica Maggioni, sull’attuale momento critico nell’area del
Mediterraneo e del Medioriente al quale hanno preso parte Laura
Boldrini, portavoce ONU per i rifugiati, il ministro dell’Interno Anna
Maria Cancellieri e Ferruccio De Bortoli, seguito dalla lettura di un
articolo della Cutuli da parte dell’attrice Piera degli Esposti e dalla
proiezione “Lost Rights” della compagnia di danza “Flusso Dance
Project”. Infine, in collegamento dalla Siria, è stato ascoltato il giornalista Lorenzo Cremonesi ed è stato consegnato un riconoscimento speciale al giornalista greco Nikos Megrelis per il suo film-documentario “Dying for the Truth”. La serata è stata concluda dal cantautore Antonello Venditti. La regia è stata di Elio Gimbo.
Davvero interessante si è rivelata questa edizione del Premio.
Nhora Caggegi
stica Garraffo e dalle giornaliste Mollica e Leocata una macchina
fotografica offerta dalla Fondazione Cutuli. Ecco i vincitori di questa
prima edizione: 1)Lucy Maugeri di IIC per l’articolo “Santa Venerina
… il mio paese”; 2)Nelly Bafumi e Mariapia Mammino di III D “Un territorio dai mille volti”; 3)Matteo Coco di III B “Alle pendici dell’Etna”,
4) Desirée Samuele di II A “Il mistero del folletto dell’Etna”; 5)
Claudio Rapisarda di III A “Santa Venerina: Storia e agricoltura”.I
primi due classificati (in effetti tre), sono stati invitati a partecipare
alla serata finale di Catania.
Il nome di Maria Grazia echeggia dunque in queste paese, che la
riconosce come uno dei simboli più significativi della zona e le ha
dedicato l’aula consiliare, mentre è stata avanzata l’ipotesi di proporre agli organi competenti l’intitolazione dell’istituto comprensivo
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Sabato 15 Dicembre 2012
Splendida esibizione del Trio Denaro –Leonardi - Licciardello
Nel salone della biblioteca dell’Accademia Zelantea di Acireale ha avuto
luogo il concerto Musica per l’anima del M° Gabriele Denaro, accompagnato dal violinista Carmelo Leonardi e dal violoncellista Mario Licciardello.
Ha porto il saluto il presidente dell’Accademia dott. Giuseppe Contarino. Ha
introdotto l’incontro musicale la prof. Leda Vasta, storico dell’arte e membro
dell’Accademia. Dopo aver salutato il pubblico che l’ha accolta con un caloroso applauso, la prof.ssa Vasta ha sottolineato che in una città come
Acireale cultura e musica non possono e non dovrebbero essere promosse solo dell’Accademia Zelantea. Infatti le potenzialità di questa città, che
aspira a diventare un centro di turismo culturale, sono tantissime. In realtà,
è vero, ad Acireale cultura e musica dovrebbero trovare più spazio. Un
evento come questo è la dimostrazione di come la musica possa mobilitare un folto e qualificato pubblico e di come la città possa “vivere” attraverso la musica. Gabriele Denaro, pianista e compositore, è ormai noto nel
panorama musicale contemporaneo per il suo stile personalissimo fondato
sull’affascinante connubio tra una salda impostazione classica e improvvisi
frammenti minimalisti che si evolvono in svariate soluzioni timbriche e
melodiche. Su invito di importanti istituzioni musicali, si è esibito, in Italia,
Francia, Spagna, Russia,
Belgio,
Lussemburgo,
Romania,
Bulgaria,
Germania,
Svizzera,
Egitto. Ha composto, sin
dal 1979, oltre 400 brani
originali per pianoforte,
trio, ensemble, formazioni
cameristiche e orchestre
sinfoniche. Ha composto
colonne
sonore
per
mediometraggi e cortometraggi
ricevendo
numerosi riconoscimenti
e classificandosi ai primi
posti in concorsi per
colonne sonore. Ha collaborato con attori ( fra cui
Enrico Lo Verso), ballerini, registi e poeti. La sua
musica è stata definita musica per l’anima o musica per immagini. La maggior parte dei brani ascoltati durante la serata, contenuti nel suo sesto ed
ultimo CD “L’Attesa”, sono caratterizzati da un alto livello di qualità artistica e da una rara capacità di orchestrazione sinfonica. Fin dai primi accordi, il linguaggio musicale di Gabriele Denaro raggiunge la nostra emotività
trasformandosi in esperienza interiore. La prof.ssa Vasta, a tal proposito, ha
citato la frase di Claude Levi-Strauss “La musica vive se stessa in me ed io
mi ascolto attraverso di essa....”. Ma ciò che più ci ha sorpreso durante il
concerto, oltre al generale entusiastico consenso, è stata la relazione
empatica che si è stabilita tra musica e pubblico. Nonostante venga definita “musica per immagini”, condivido l’opinione della prof.ssa Vasta quando
dice che la musica di Gabriele Denaro va oltre, vive da sola, in grado com’è
di generare un autentico universo di variegate emozioni allo stato puro. La
musica del Mestro Denaro riesce ad esprimere simbolicamente la forma
della sua personale e intensa dimensione interiore. Accade infatti che,
mentre inconsapevoli ascoltiamo la sua musica generata dai suoi piu' ineffabili stati d'animo, veniamo travolti con l’impeto irresistibile di una potenza
espressiva che proprio in virtù del suo carattere astratto, diventa tutt'uno
con le regioni più profonde del nostro essere in cui si manifestano la dinamica dei nostri sentimenti, il nostro inconscio, l’armonia universale, le verità
trascendenti. Questo singolare e piacevolissimo effetto, che potremmo definire quasi catartico, lo si avverte immediatamente durante l'ascolto dei
brani su CD, ma in modo particolare nella performance "live". È durante
tali eventi, infatti, che più si manifesta il fenomeno dell'empatia tra il compositore e il suo pubblico, una percezione magicamente alchemica che
rende l’evento indimenticabile.
Per questo motivo, la musica di Gabriele Denaro piace non solo al pubblico degli intenditori, ma anche al pubblico dei non addetti ai lavori e ciò è
dimostrato dall’affluenza di pubblico che c’è stata per il suo concerto
all’Accademia Zelantea e i lunghissimi e calorosissimi applausi. Ci auguriamo di poter riascoltare al più presto il Maestro Denaro, che, con la magia
della sua musica, è riuscito a farci sognare.
Maria Rita Pennisi
www.akis-acionline.com
www.akis-aci.com
L'undicesima edizione di Magma - mostra di cinema breve si è conclusa
con una vasta partecipazione di pubblico, anche straniero, e con l'assegnazione dei riconoscimenti da parte della giuria presieduta dal direttore
responsabile di Coming Soon Television Adriano Amidei Migliano, e composta dall'attrice Sandra Ceccarelli, il direttore artistico del Leeds
International Film Festival Chris Fell,il direttore responsabile del mensile di
critica cinematografica Duellanti Marco Toscano e la regista Roberta Torre.
Il Premio Lorenzo Vecchio, dedicato all'ideatore del festival scomparso nel
2005, va al cortometraggio sperimentale Dieci cadute, del regista Nicola
Console: "attraverso un’originale commistione tecnica e un felice connubio
tra sperimentazione cinematografica e discorso politico, il corto interpreta
un periodo storico di grandi cambiamenti, immaginando un impossibile
ribaltamento di ruoli per raccontare la rabbia nei confronti del potere" ha
motivato la giuria assegnando per la prima volta il maggiore premio di
Magma a un regista siciliano. I giurati hanno inoltre assegnato quattro menzioni speciali, una per ogni sezione del concorso internazionale. Miglior
corto narrativo viene proclamato Csicska, dell'ungherese Attila Till;
Smolarze, corto polacco diretto da Piotr Zlotorowicz, si aggiudica la menzione per il miglior documentario (presente in sala il direttore della fotografia del corto Malte Rosenfeld); la menzione speciale come migliore animazione va alla produzione italiana Fiumana, diretta da Julia Gromskaya; il
franco-tedesco Kinoki vince invece la menzione per il miglior corto sperimentale (presente in sala il regista Sebastian Helm)
Una “prima” quella di “Sabato, domenica e
lunedì”, un classico del teatro italiano
poco rappresentato, che ha inaugurato la
stagione teatrale di “Quelli del 7°” diretti da
Domenico Platania e che ha riscosso un
particolare successo. La famiglia è la protagonista di questa commedia o, forse
bisognerebbe dire, tragicommedia, la cui
trama nasce da una ridicola incomprensione tra coniugi che, paradossalmente, è
causata proprio dal loro grande amore.
Marito e moglie alla fine si confessano
tutto quello che avevano sempre tenuto
nascosto nei loro animi e dal chiarimento
nasce il ricordo di un sentimento che ancora li terrà uniti. Bravi, bravissimi
tutti gli attori e particolarmente soddisfatto il regista che cura, con amorevole dedizione, questa entusiasmante compagnia. ph Nuccia Leotta.
ACI CLUB
"Quando vedo dei corti penso sempre a una lettera di Ennio Flaiano - ha
dichiarato il presidente di giuria Adriano Amidei Migliano - in cui lo scrittore
esordiva dicendo 'ti scrivo una lunga lettera perchè non ho avuto il tempo di
scriverne una corta'. Il merito della qualità dei lavori visti a Magma va agli
organizzatori - ha aggiunto il direttore responsabile di Coming Soon
Television - che con difficoltà hanno selezionato per il concorso 32 opere
sulle 576 iscritte. La stessa difficoltà si è riproposta nel lavoro della giuria,
che tuttavia è giunta a una conclusione unanime al momento del giudizio.
Perché se è rosso è malpelo ?
"Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli
rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo…"Con questo incipit efficace Giovanni Verga consegna un personaggio indimenticabile alla storia della
letteratura italiana. Un personaggio che non ha bisogno di un nome per presentarsi: basta il soprannome o‘ngiuria a qualificarlo e tracciarne il destino.
“Malupilu” indica un cattivo soggetto(Vocabolario Siciliano a cura di PiccittoTropea) e deriva proprio dal latino medievale “Malpelus”, soprannome originato dalla credenza che i capelli rossi portassero sfortuna e disgrazia . Un
pregiudizio che ha origini molto antiche, se già gli Egizi bruciavano e seppellivano vivi donne e uomini fulvi. Nel Medioevo il rosso era il colore del
Diavolo(“acqua rossa” è il sangue bollente
del fiume Flegetonte nell’Inferno dantesco)
e nel periodo dell’Inquisizione spagnola le
chiome “color fiamma” provavano che la
persona avesse rubato il fuoco dell’inferno
e perciò meritasse di essere bruciata come
strega. Un proverbio ammonisce: “Non c’è
mai stato un santo con i capelli rossi” e i
personaggi biblici con tale caratteristica- si
pensi a Giuda o alla Maddalena- non godevano certo di buona fama. Nella moderna
Gran Bretagna i termini “ginger” o “ginga”
classificano spregiativamente i fulvi.
Questo ha dato origine a parole come “gingerphobia” o “gingerism”(pregiudizi contro i rossi). Oggi le persone con i capelli rossi sono ancora soggette
ad ingiustificate discriminazioni degenerate in forme di aggressività. Un fenomeno, questo, che ci invita a riflettere sull’enorme peso che certe tradizioni(infondate) possono avere sulle culture dei popoli.
Vanessa Lo Jacono
[email protected]
La piccola Laura è arrivata in casa Sardella per allietare i felicissimi genitori, Veronica e Carmelo, i nonni
e tutti
gli amici
che stimano
ed hanno a cuore i due splendidi protagonisti di una delle
più vivaci associazioni acesi
(Terre di Aci). Il nostro giornale, ed in particolare il Direttore
Turi Consoli assieme alla
moglie Mariella, si associano
alla felicità di tutti augurando
alla piccola Laura un futuro
roseo e quanto mai felice.
Solita garbata presentazione del cartellone dell’
negli accoglienti locali della Banca Agricola Popolare di Ragusa di Acireale.
Turi Pittera, patron della manifestazione che oggi tocca i 48 anni di vita,
assieme al direttore dell’agenzia bancaria, il dott.
Gaetano Pulvirenti, si sono
intrattenuti con coloro che
hanno voluto seguire “in
diretta” la presentazione
delle proiezioni e utilizzare
il momento per rinnovare
la tessera di adesione. Del
cartellone, notevole l’interesse culturale per i titoli
proposti, parleremo nel
corso delle ulteriori uscite
del nostro giornale. Nella
foto, di Fabio Consoli, Turi
Pittera e il dott. Gaetano
Pulvirenti.
Ci sono melodie evergreen che, entrate a buon
diritto nella leggenda del
panorama musicale italiano, hanno accompagnato
la storia del Belpaese in
anni complessi e controversi, ma al contempo
esaltanti, quali quelli che
vanno dal periodo della
rinascita e della ricostruzione
successivo
al
secondo grande conflitto
mondiale sino alla crisi
economica e agli anni di
piombo del decennio targato ’70 che tanti lutti
hanno provocato, passando dal boom economi co degli anni Sessanta. Note legate certamente al
contesto generale in cui si sono innestate ma, soprattutto, rimaste nei cuori
e nelle menti di milioni di italiani che le ricollegano agli avvenimenti quotidiani della vita di ciascuno. Presso la sala Etna dell’Ora Luxury – Grand
Hotel Villa Itria di Viagrande con l’evento “Quei mitici anni…” è stato possibile effettuare un vero e proprio viaggio nel tempo per rinverdire e riportare a galla emozioni, ricordi, aneddoti. La manifestazione, organizzata dall’a
ssociazione culturale Amigdala, presieduta da Maria Grazia Palermo, si è
snodata attorno alla rivisitazione di flashback delle canzoni e degli eventi
musicali più importanti degli anni ’50, ’60 e ’70 del secolo scorso. A condurre per mano i partecipanti nell’affascinante e suggestivo percorso della
memoria alcuni personaggi d’eccezione: Dario Salvatori, critico musicale,
giornalista e responsabile artistico del patrimonio sonoro della Rai, in televisione ha partecipato a “L’Altra Domenica”, “Quelli della notte”, “Domenica
In”, “Canzonissime”, “Ieri, Goggi e domani”, da quattro anni conduce su
Raitre “Famosi per 15 minuti”, ha presentato la rivista “Nuovo Ciao Amici”
di cui è direttore, dedicata alla musica, al costume, al collezionismo discografico e agli avvenimenti del trentennio che intercorre tra il 1950 ed il
1979; Umberto Napolitano, protagonista della canzone italiana degli anni
‘60 e ’70, ha riproposto i successi di quegli anni e la sua nuova canzone dal
titolo “Volerò”, dopo ben 22 anni di assenza dalla scena musicale; Franco
Morgia,prima voce dei “Beans”, ha eseguito alcuni dei suoi ma ggiori successi; Claudio Scarpa, critico musicale, testimonial del Piper e storico della
canzone italiana, autore insieme a Umberto Bultrighini e Gene Guglielmi
(prefazione di DarioSalvatori) del volume “Al di qua, al di là del beat”; Edy
Valastro ha riproposto il jazz di “Quei mitici anni …”. Nel corso della serata si
sono raccolti fondi da destinare alla Caritas Italiana, e si è rievocata anche la
nota trasmissione “Bandiera Gialla”, trasmessa in diretta dalla RAI negli anni
’60, attraverso video, simulazioni e le testimonianze di Salvatori e Scarpa.
Per un errore di impaginazione
nello scorso numero, a corredo
dell'articolo sull'insediamento del
nuovo rettore della Basilica dei
Santi Apostoli Pietro e Paolo, è
stata pubblicata la foto del novello sacerdote Salvatore Tirendi
invece di quella di don Salvatore
Scalia, già parroco della comunità di Scillichenti e della parrocchia "S.Maria del Carmelo" di
Acireale. Ce ne scusiamo con gli
interessati e con i lettori di AKIS.
Foto dell'insediamento in Basilica, da sx: don V.Castiglione,
mons. G.Giombanco, don S.Scalia e il diacono F.Roccaro
AKIS
Sabato 15 Dicembre 2012
Una nuova figura professionale del Biologo
nel comparto della medicina di Laboratorio.
Pippo Raciti massima espressione arbitrale in regione
L’acese Giuseppe Pippo Raciti è stato nominato Commissario straordinario
del Comitato Regionale Arbitri ed opererà fino al termine della stagione
sportiva. Una nomina decisa dal Comitato Nazionale dell’Associazione
Italiana Arbitri, nella seduta di Roma del 20 novembre, resasi necessaria
dopo l’elezione di Rosario D’Anna a componente del Comitato Nazionale
ed alla sua automatica decadenza da
Presidente regionale. Contestualmente è
stato nominato anche il Vice Commissario
straordinario nella persona del palermitano Sergio Grosso. Una decisione presa
nel segno della continuità della gestione
regionale, dato che sia Raciti che Grosso
hanno condiviso per intero il percorso del
Comitato Regionale targato D’Anna,
facendone parte in questi tre anni e
mezzo come componenti; e sia Grosso
che Raciti sono stati i Vice di D’Anna, con
l’acese che è subentrato al palermitano
nell’aprile scorso. Continua pertanto la
guida acese nel movimento arbitrale regionale. Il Presidente sezionale,
Olindo Ausino, unitamente al Presidente onorario Filadelfo Grasso, ai due
Vice, Mario Mascimino e Mariano Previtera, all’intero Consiglio Direttivo ed
a nome di tutti gli arbitri acesi si è rallegrato per la prestigiosa nomina con
l’associato Pippo Raciti, augurandogli un buon e proficuo lavoro. Nella foto
Pippo Raciti.
Rodolfo Puglisi
Donate alla Città le cartoline delle Frecce Tricolori
Una bella iniziativa che ha concluso degnamente il 2012, l’anno del ritorno
della Pattuglia Acrobatica Nazionale, le Frecce Tricolori, sui cieli di
Acireale. E per ricordare proprio "Acireale Air Show dieciseidodici", l'evento in cui vi è stata l’esibizione sui cieli della Timpa della PAN, sono state
donate alla Città le cartoline che raffigurano alcuni dei bozzetti presentati
per l'allestimento del manifesto della manifestazione aerea, marcate con lo
speciale annullo postale ed autografate dai piloti della squadriglia acrobatica. Ad affidarle al sindaco Nino Garozzo, affinché rimangano patrimonio
della Città, lo scorso 13 novembre è stato il Presidente del 52° Club Frecce
Tricolori di Acireale, Antonino Zangrì, accompagnato dal cassiere e dal
segretario del Club, rispettivamente Andrea Quattrocchi e Giuseppe
Scaccianoce. Presente anche l’assessore al Turismo della Città di
Acireale, prof.ssa Nives Leonardi. Il 52° Club Frecce Tricolori ha anche
provveduto a consegnare analoghe serie di cartoline al Comandante del
41° Stormo di stanza a Sigonella, lo scorso 31 ottobre, ed al Presidente
dell’Aeroclub di Catania, l’Avv. Stefano Arcifa, acese, il 17 novembre.
Altre serie, sempre con le firme dei piloti che si sono esibiti nel cielo di
Santa Maria la Scala, sono state date anche ai ragazzi del Liceo Artistico
di Acireale, autori dei soggetti delle cartoline.
Nella foto, da sn. Quattrocchi, Scaccianoce, il Sindaco Garozzo che
mostra il quadro con le cartoline insieme al Presidente Zangrì
e l’assessore Nives Leonardi.
Rodolfo Puglisi
Scacchi: Di Mauro vince il 3° Rapid “Frecce Tricolori”
L’attività sociale della S.D. Galatea Scacchi è ripresa dopo la pausa estiva
con la disputa del torneo Rapid Play “52° Club Frecce Tricolori”, giunto alla
terza edizione, e svoltosi in otto turni di gioco con 15 minuti a disposizione
per giocatore effettuati nelle serate del 20 e 27 settembre e 4 ottobre.
Diciassette gli scacchisti partecipanti, tra i quali ha primeggiato Paolo Di
Mauro, che ha totalizzato 7,5 punti. Secondo si è classificato Giovanni
Sposito con 6,5 punti, terzo Simonpietro Spina con 6, quarto Salvatore
Fresta con 5 (bukolz
34),
quinto
Alessandro D’Anna
con 5 (bukolz 32) e
sesto Pietro Nicolosi
con 4,5 punti. Di
seguito gli altri. Paolo
Di Mauro succede
nell’Albo d’Oro del
torneo a Gaetano
Grasso, vittorioso nel
2010, ed a Giovanni
Sposito, primo nel
2011. L’attività sociale della Galatea
Scacchi presieduta
da Rosario Puglisi
continua con la undicesima edizione del torneo “Avv. Rosario Spadaro”, con formula italo-svizzera ed un’ora di tempo per giocatore.
Rodolfo Puglisi
Nella foto, da sn Paolo Di Mauro riceve il premio dal Vice Presidente
del Club Salvatore Mangiagli
AK IS
7
L’avvento delle biotecnologie e dell’utilizzo del DNA a scopo diagnostico ha
consentito importanti avanzamenti nel comparto della medicina di laboratorio; tra questi il progressivo passaggio dalla tradizionale diagnosi metabolica o “fenotipica” a quella genetica o “molecolare”. Tuttavia, l’innovazione
non è stata seguita dall’informazione ed oggi in Italia si registra un’elevata
inappropriatezza prescrittiva con esami obsoleti e di scarsa valenza diagnostica che inducono un ingiustificato incremento di spesa sanitaria. Il
divario tra il patologo ed il medico che gestisce il caso clinico, da sempre
esistente, si è allargato al punto tale da relegare la medicina di laboratorio
avanzata in una complessa realtà accessibile solo a pochi addetti ai lavori
avulsa dall’ordinaria pratica clinica. In particolare in Sicilia il fenomeno è
particolarmente avvertito a causa di un esagerato numero di “microlaboratori” esecutori passivi delle prescrizioni del medico curante il più delle volte
ESORDIO ACIREALE RUGBY UNDER 14
Dopo la squadra senior, che sta partecipando al campionato di serie C, girone 1, questa volta tocca all’under 14 che al campo “Montirossi” di Nicolosi
celebra la sua prima assoluta. Dinanzi ai ragazzi allenati da Massimo
Nicotra, Federico Dell’Aria, Giuseppe Frosoni, Lorenzo Scandurra e Dario
Liotta, ci sono due formazioni veterane nel settore come il CUS Catania ed
il San Gregorio Rugby. Il banco di prova è arduo ed i risultati premiano gli
avversari, ma i giovani leoni granata si sono dimostrati molto caparbi, affiatati ed assetati di rugby. Questo spirito incoraggia lo staff che li segue a dare
sempre di più, coinvolgendo nella crescita anche i nuovi arrivati nell’under
12, prossimi a scendere in campo. A fine gara le parole di Massimo Nicotra,
allenatore/educatore dell’A.S.D.Acireale Rugby nonché allenatore della
prima squadra:”Le partite sono le migliori occasioni che i ragazzi hanno per
imparare la filosofia e la tecnica di questo sport. Solo giocando e confrontandosi si può crescere e contribuire ad una maturazione che va oltre lo
sport stesso. Lo scopo è far crescere ragazzi maturi, capaci di affrontare le
varie situazioni che la vita gli metterà dinanzi”. Il presidente Luca
Monteleone ricorda a quanti volessero avvicinarsi alla scuola rugby, che
ogni martedì ed ogni giovedì, dalle 15:30 alle 17:30, presso il campo sportivo di Santa Tecla, gli educatori Massimo Nicotra, Lorenzo Scandurra,
Federico Dell’Aria, Giuseppe Frosoni e Dario Liotta sono disponibili per
informazioni ed iscrizioni.
La festa di San Martino ad Acireale
Cade quest’anno un importante anniversario per la piccola chiesa di San
Martino di Acireale. Ricorre, infatti, il 350° anniversario dell’istituzione della
cappellania, voluta dal suo fondatore, il barone Marcantonio De Maria, perché qui si celebrasse quotidianamente l’Eucarestia. Per l’occasione è stata
particolarmente solennizzata la festa del Santo titolare, curata come sempre egregiamente dalla comunità dei fedeli, guidata dal can. don Salvatore
Arcifa. La Santa Messa solenne del pomeriggio è stata presieduta quest’anno dal vescovo di Acireale, mons. Antonino Raspanti, che per la prima
volta dal suo insediamento ha visitato la chiesetta, che si presentava radiosa nelle luci e nell’addobbo. Accompagnato dal vicario generale, mons.
Guglielmo Giombanco, dal cerimoniere vescovile, don Roberto Strano, e
dall'arciprete-parroco di San Michele Arcangelo, don Venerando
Licciardello, il vescovo è stato accolto da un festoso scampanio. Gioiosi
erano i volti dei fedeli, che con emozione attendevano questa graditissima visita. Mons. Raspanti si è congratulato con tutti ed ha ringraziato
particolarmente padre Arcifa, che con
tanto amore e dedizione guida questa piccola comunità, celebrando
giornalmente l’Eucaristia e il sacramento della Riconciliazione. La funzione, animata dal coro diretto e
accompagnato all'organo da don
Andrea Cutuli, si è svolta in un clima
di autentica preghiera. Al termine
della Santa Messa, in rappresentanza della comunità dei fedeli il sig.
Francesco Foti ha rivolto un breve discorso di saluto e ringraziamento al
Vescovo ed ai concelebranti, esprimendo la gioia e l’emozione per questa
visita che cade in occasione del 350° anniversario dell’istituzione della cappellania da parte del fondatore della chiesa, il barone Marcantonio De
Maria. In ricordo dell’evento è stata poi consegnata in dono a mons.
Raspanti un’elegante carpetta porta-documenti con impressi il suo stemma
episcopale e quello della chiesa di San Martino, mentre ai presenti è stato
distribuito un interessante opuscolo celebrativo con la riproduzione dell’atto
notarile, datato 15 dicembre 1662.
Guido Leonardi
inappropriate in relazione allo specifico quesito diagnostico. E’ stato effettuato uno studio che dimostra una sorta di “fossilizzazione” del laboratorio
clinico dove l’inappropriatezza prescrittiva raggiunge livelli oggi inaccettabili. In tale contesto l’informatore scientifico di biologia clinica potrebbe incrementare significativamente l’appropriatezza prescrittiva delineando un
nuovo orizzonte occupazionale per molti Biologi che da tempo trovano saturo il territorio a causa dell’eccessivo numero di laboratori clinici. Questi ultimi, oltre ad accusare la crisi economica, sono da alcuni anni oggetto di un
piano di riduzione numerica pianificata a livello centrale da un’intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-Regioni al fine di raggiungere standards
compatibili con volumi e tipologia di esami coerenti con il progresso tecnologico e con le nuove conoscenze che hanno rivoluzionato la diagnostica di
Medicina di Laboratorio.
L’IISS “Galileo Ferraris” di Acireale ha organizzato la quinta edizione
della mostra interattiva temporanea sui temi della scienza, delle costruzioni e delle applicazioni tecnologiche dal titolo “F²: (leggi F al quadrato) LA Fisica al Ferraris. Scienza, Costruzioni e Tecnologie”.Le edizioni
precedenti hanno riscosso un notevole successo tenuto conto che i
visitatori sono stati circa duemila La mostra è stata organizzata da uno
staff di docenti dell’istituto coordinata dal Dirigente Scolastico Prof.ssa
Patrizia Magnasco con la direzione scientifica del Prof. Mario Grasso.
Il lavoro è supportato dal Dott. Francesco Bevacqua, esperto esterno
di strumentazione scientifica. La mostra si avvale anche della collaborazione del Dott. Angelo Pagano Direttore del INFN sezione di
Catania . Oltre alle sezioni riguardanti il giocattolo scientifico e musicale, la fisica da Galileo a Ferraris e le energie rinnovabili, sono state visitate le sezioni riguardanti la matematica, la chimica, la biologia, le scienze della terra, la robotica, lo studio del suono e il planetario digitale.
Quest’anno è stata presentata anche la tecnologia Grid ed i nuovi percorsi di approfondimento collegati alla sezione Costruzioni, ambiente e territorio “ Brunelleschi”, aggregata al Ferraris, con gli stand relativi a: Rilievo
satellitare; Progettazione 3D;Beni culturali, fotografia e grafica;Il calcestruzzo. Nella Hall dell’istituto è stato possibile visionare video e materiali delle
esperienze di stage aziendali realizzati dagli allievi dell’istituto.
Come nelle precedenti edizioni, le guide scientifiche sono stati gli studenti del “Ferraris” e delle scuole medie dell’Hinterland che hanno aderito al progetto “Piccole Guide Crescono”.
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AKIS: Anno VIII, numero 17 del 15 Dicembre 2012 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania
IL GIORNALE Sede: via M. di Casalotto 68 - 95025 Aci S.Antonio Redazione: via Alliotta, 14 - 95024 Acireale - Tel.- Fax 095 7921059 – 347 5382517 - [email protected]
DEL TERRITORIO Tipografia-Litografia: “TM” di Mangano Venera - via N. Martoglio, 93 - S. VENERINA (CT) - Tel. 095 953455 - Site: www.akis-aci.com - www.akis-acionline.com
DELLE ACI
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AKIS
Sabato 15 Dicembre 2012
Una nuova rubrica che,
speriamo, possa essere
continuamente arricchita
anche dalle vostre segnalazioni, per dare spazio e
fare conoscere nuovi
talenti
del
nostro
Territorio
La Banca Agricola Popolare di Ragusa conferma la propria presenza sul
territorio siciliano con l'apertura della 99ma agenzia a Mascalucia, in via
Roma 167. L'inaugurazione si è svolta alla presenza del Vice Direttore
Generale, Dott.Umberto Occhiuto, che ha sottolineato come, nonostante il
momento di crisi epocale percepibile da tutti, la Banca, anche per l'anno
2011, è riuscita a porsi al primo posto nazionale tra i piccoli gruppi bancari per solidità, redditività e produttività, sempre a fianco delle famiglie e del
tessuto produttivo sano del nostro territorio con l'offerta di servizi e prodotti
qualificati sia sul piano del risparmio che su quello dei finanziamenti .
Giuseppe Cardaci
Ci occupiamo di regia, oggi, e di un giovane esordiente di Aci Castello, Giuseppe Cardaci (Catania
19 dicembre 1990). Laureatosi in
Graphic Design presso l’Accademia
di Belle Arti di Catania e prossimo a
specializzarsi in Film e New Media
alla Naba di Milano, alla quale accede vincendo una borsa di studio. Il
giovane regista ha sviluppato sin da
subito un forte interesse per la regia
cinematografica, con particolare
attenzione al genere musicale.
Continua a specializzarsi nella realizzazione di video musicali, esperimenti di video arte, riprese editing e
montaggio di spettacoli dal vivo, sperimentando il video in tutte le sue
forme. Il suo primo lavoro, “Un Tempo Per La Musica” ha debuttato come
prima nazionale il 3 novembre scorso a Catania ottenendo un notevole successo di presenza.“Un tempo per la musica” nasce dall’esigenza di unire
due prodotti artistici: il video e la musica. Le canzoni e la colonna sonora,
scritte e arrangiate appositamente per il corto, inedite e completamente in
italiano, hanno dato vita alla sceneggiatura dello stesso; ecco che il risultato è stato un racconto che fa parlare la musica. Il cortometraggio si inserisce all’interno di un genere (il musical) poco diffuso e conosciuto nella cinematografia italiana. Non potendo far riferimento a nessun modello registico,
si è voluto così realizzare un’opera completamente originale. "Un tempo per
la musica" finalista della terza edizione del festival internazionale "Movie
2.0" di San Benedetto del Tronto. Potete visionare il trailer del corto su facebook, sulla pagina ufficiale di Akis e sulla pagina “Un Tempo per la Musica”.
GIOVANNA D'ANGI
Un vero e proprio talento musicale, teatrale e radiofonico.
AUGURI…
Cari amici di Akis, non c’è tempo da perdere. Mancano pochi giorni e poi potrebbe
essere solo memoria. Cerco di mantenere
saldi i nervi e di mettere al sicuro tutto ciò
che mi resta e nel frattempo mi guardo
intorno.
E voi? A che punto siete? Alle prese con la
costruzione di bunker per garantirvi un
riparo sicuro o pronti a darvi alla pazza gioia per far follie dell’ultimo momento? Ponderate bene, amici cari, le vostre decisioni, e non siate frettolosi.
Non prendete esempio da chi tutto vuole e nulla stringe. Lasciate stare i tentativi di virtù di personaggi che di virtuoso hanno ben poco.
Benché incalzati da un conto alla rovescia impietoso, siate lungimiranti e
non fermatevi alla mera apparenza. Quella a cui vogliono far credere i nostri
amministratori, chi ci promette di governare e poi finisce per sindacare.
Semmai doveste passare indenni da queste forche caudine, ripromettetevi
( e ripromettiamoci tutti) di vivere secondo coscienza, riservando poco o
nessuno spazio ai colpi di testa. Quand’anche giustificati da un contesto ai
limiti della vivibilità, questi non servono a nulla, il più delle volte. E poi, si sa,
con i tempi che corrono c’è pure il rischio di passare molti guai.
Ripeto, manca davvero poco, e ogni istante è prezioso per accaparrarsi
tutto il necessario. Come dite?... di cosa parlo?!?!?!? Maya?!?!?! Fine del
mondo??!?!?....macchè…Nulla di tutto ciò.
La fine del mondo si consuma lenta giorno per giorno. Basta dare uno
sguardo ai giornali o fare zapping in tv. Non ho paura delle profezie. Ma
solo di passare un altro anno come il 2012. Che arrivi presto il nuovo anno
e possa cancellare d’un sol colpo gli ultimi sventurati 365 giorni ( e ancora
ne mancano). Tutti ne abbiamo bisogno.
Ah dimenticavo…Cercate di trascorrere un Sereno Natale…
Il Vostro Grillo
Confermando l'assoluta condivisione dei principi sopra esposti, il nuovo
responsabile della filiale, Sig. Salvatore Castania, forte di una pluriennale
esperienza interamente maturata all'interno della stessa Banca, si è ampiamente dichiarato disponibile ad ascoltare le esigenze di ogni tipologia di
cliente con il chiaro intento di svolgere al meglio il ruolo di banca del territorio. Subito dopo sono stati benedetti i locali da Padre Egidio affinché la
presenza di Dio possa risplendere anche all'interno un Istituto di Credito.
La sua prima esperienza professionale nel mondo della musica risale al
2005 con la partecipazione nelle “Nuove Proposte” a Sanremo con il brano
“Fammi Respirare”, presentato da Paolo Bonolis (si classifica al 5°posto)!
Chi ha piacere di rivederla sul palco dell'Ariston potrà collegarsi a Youtube
o contattare la sua pagina ufficiale Nel 2008 debutta come protagonista con
il musical “Hairsprays” riscuotendo un grande successo di pubblico e critica. Nel 2009 interpreta il ruolo della sorellastra nel musical “Cenerentola..
Nel 2010/11 fa parte del cast dello spettacolo con Michelle Hunziker “Mi
scappa da ridere”mentre nel 2012 ritorna sul mercato discografico con l'album “Del mio Tempo”.Sempre nello stesso anno, prima esperienza cinematografica da protagonista nel film “Ragazze a mano armata” per la regia
di Fabio Segatori. Nel prossimo anno, a Gennaio, sarà impegnata nel ruolo
di protagonista femminile nel musical “Full Monty”..
Eventuali nuove segnalazioni sono da inviare al nostro giornale
o a Giuseppe Maesano ([email protected])
347 1433135
[email protected]
In una veglia di preghiera svolta in Cattedrale, alla presenza di S.E. il
Vescovo, mons. Antonino Raspanti, sono stati conferiti i ministeri a sei seminaristi in vista dell’ordinazione sacerdotale.
Nella foto di Fabio Consoli: da sx Roberto Maio, Gabriele Patanè,
Orazio Tornabene, Don Angelo Milone,Gianluca Spada,Salvatore Di
Mauro, Egidio Vecchio
C.so Umberto, 130
ACIREALE
Tel./Fax: 095 601185
Con particolare piacere registriamo che il pianista
Gianfranco Pappalardo Fiumara, già Premio Aci
e Galatea 2005, ha ricevuto la Medaglia d’Onore
del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio
Napolitano, per i meriti artistici conseguiti in Italia e
nel Mondo. La consegna del meritatissimo riconoscimento è avvenuta in occasione della festa
Nazionale di Santa Cecilia durante un concerto
organizzato dall’ERSU dell’Università peloritana
presso il Santuario Basilica di Sant’Antonio di Messina. Nella foto d’archivio
( Fabio Consoli) il Maestro Giancarlo Pappalardo Fiumara in occasione
della consegna del Premio Aci e Galatea 2005 con il dott. Contarino.
AKIS
Sabato 15 dicembre 2012
Il Beato Junipero Serra
Il KIWANIS ALL’ “ALCIDE DE GASPERI” DI ACI SANT’ANTONIO
In occasione della ricorrenza del 299 anniversario della nascita del Beato Junipero Serra il Club
1035 Acireale ha promosso un incontro-evento
che si è svolto nei locali del Seminario con la
partecipazione del can.don Angelo Milone,
Rettore del Seminario e vice cappellano del
Serra, del prof. Casimiro Nicolosi e con gli interventi del dott. Salvatore La Spina, Governatore
del Serra International Italia –Distretto 77 Sicilia
e della prof.ssa Maestro Vera Pulvirenti,
Responsabile Commissione Nazionale Concorso Musica Sacra del Club
Nazionale. Ha fatto gli onori di casa e introdotto gli ospiti il Presidente avv.
Turi Peluso che ha brevemente rivolto i saluti dopo la Santa Messa celebrata nell’occasione dal don Angelo Milone.Particolarmente nutrita la presenza di soci nell’occasione.
Con le relazioni dei prof.ri. Alfonso Sciacca e
Salvatore Licciardello sarà presentato oggi,
nella Cripta della Basilica di San Sebastiano,
il libro “La Chiesa,la piazza, il palazzo – La
formazione del centro storico di Acireale
1452-1692” di Saro Bella e Aurelio Grasso.
Coordinamento di Antonio Trovato.
Il 2° I.C. Alcide De Gasperi di Aci S.Antonio ha aderito all’iniziativa del
Kiwanis International sulla “Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia” , per
ricordare la convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
La dirigente scolastica
dott.ssa Sampognaro Anna
Maria ha sottolineato l’importanza di questa manifestazione dal titolo “Io protagonista del mondo”finalizzata a far riflettere gli alunni
della scuola primaria e
secondaria di 1° grado, sui
diritti violati dell’infanzia per
far crescere culturalmente
le generazioni che si affacciano al futuro. Gli alunni
hanno tradotto con canti e
slogan, accompagnati dalla proiezioni di filmati, l’importante messaggio sul
rispetto dei diritti dei bambini di tutto il mondo, sapientemente diretti dalle
insegnanti Simon Daniela, Giunta Maria, Mauro Marzia, Errichiello Luigia
e
Aloisi
Valeria. Un
altro
fiore
all’occhiello
per il Kiwanis
club
di
Acireale e per
la Divisione
Sicilia
2,
rispettivamente rappresentati
dalla presidente Maria
Finocchiaro e dal Luogotenente Salvatore Chianello, presenti in sala unitamente al Sindaco on. Pippo Cutuli, a numerosi soci e Autorità Kiwaniane
che hanno seguito con attenzione, divertimento e commozione le varie fasi
della riuscita esibizione degli allievi.
9
Tre mesi di lavoro per forgiare mascheroni in cartapesta alti due metri, da esporre nella balconata del
Palazzo di Città durante il Carnevale 2013. Dodici
ragazzi dell’Istituto Penale Minorile di Acireale,
tenuti per mano dal maestro della cartapesta
Luciano Parlato coadiuvato dall’ing. Sebastiano
Torrisi, forgeranno, sin dalla modellatura, alcuni
dei tradizionali personaggi del Carnevale italiano:
Arlecchino, Pulcinella ma anche il mascherone simbolo del Carnevale di Acireale. L’idea si deve al Club
di Acireale del Rotary International che, grazie ad un finanziamento del
Distretto Rotary Sicilia – Malta, e in collaborazione con la Città di Acireale,
la Fondazione Carnevale di Acireale, il Ministero della Giustizia per tramite
del Dipartimento Giustizia minorile e dell’Istituto Penale per Minori di
Acireale, per il secondo anno accende l’attenzione sull’Istituto acese – diretto da Carmela Leo -, attraverso una concreta attività rieducativa che ben si
lega alla tradizione artigiana e popolare del Carnevale. Nel caso specifico,
la lavorazione della cartapesta, elemento fondante dei giganteschi carri che
contraddistinguono il Carnevale di Acireale, ormai uno dei tre o quattro
eventi carnascialeschi più importanti d’Italia. Lo scorso anno, l’allora presidente del Rotary di Acireale, Luciano Privitera, lanciò l’idea, che fu immediatamente raccolta e che portò, grazie alla collaborazione di Luciano
Parlato e Sebastiano Torrisi oltre che dei vari enti, alla creazione della
“Chiave di ingresso al Carnevale” con cui il sindaco di Acireale Nino
Garozzo inaugurò la colorata e sfrenata kermesse allegorica. Quest’anno il
Rotary di Acireale, con in testa il presidente, Alfio Grassi, ha voluto rilanciato l’iniziativa: non più “un solo” pezzo in cartapesta, ma ben cinque soggetti che si mostreranno per tutto il Carnevale a visitatori e turisti, colorando la
splendida facciata barocca del Palazzo di Città di Acireale. Insomma un percorso che si rinnova. Via ai lavori, dunque, in uno degli ampi saloni
dell’Istituto Penale Minorile di Acireale che per diverse ore della settimana
diverrà "cantiere". Luciano Parlato e Sebastiano Torrisi guideranno gli “allievi” della cartapesta - 12 ragazzi d’età compresa tra i 14 e 21 anni - attraverso le varie fasi di lavorazione delle maschere: dalla modellatura del calco
al passaggio della carta sull'impronta, dalla rifinitura alla prima colorazione,
proseguendo poi per la impermeabilizzazione, la colorazione finale e la collocazione dell’opera sul telaio. “Una esperienza importante che unisce questi ragazzi al Carnevale di Acireale: questo il nostro obiettivo” dice con soddisfazione il presidente del Rotary Alfio Grassi. Roberto Putzu vice direttore
dell’Istituto: “I ragazzi, credo, abbiano dimostrato e continuino a dimostrare
interesse per questa particolarissima ed entusiasmante attività, che seguono con scrupolo”. Infine, all’unisono Luciano Parlato e Sebastiano Torrisi:
“Lo scorso anno siamo stati coinvolti in quella che a molti sembrò essere
una scommessa. Oggi diciamo che sta nascendo una positiva realtà”.
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AKIS
Sabato 15 Dicembre 2012
Dopo il grande successo
di Sondrio la mostra La
Vaccara/Maillet si è spostata nella Galleria del
Credito Siciliano di Piazza
Duomo, ad Acireale (fino
“Una famiglia di una 'quasi' città siciliana. I Colloridi a Lentini (sec. XIV)".
Questo è il titolo di una interessante ricerca realizzata
dall’acese Marcello Proietto Belfiore, che è stata oggetto di una seguitissima conferenza, organizzata da
SiciliAntica, sede di Acireale e delle Aci, nell’antica e
prestigiosa sala di rappresentanza dell’Associazione
Italiana Arbitri, sezione di Acireale, gentilmente messa
a disposizione grazie all’interessamento del socio
Rodolfo Puglisi, membro di entrambi i sodalizi.
L’appuntamento culturale è stato introdotto dal presidente della sede acese
di SiciliAntica, dott. Michele Fichera. Dopo i saluti dell’assessore comunale
alle politiche culturali, prof.ssa Nives Leonardi, di Rodolfo Puglisi (che è
intervenuto a nome del presidente di sezione dell’AIA, dott. Olindo Ausino)
e della prof.ssa Pinella Musmeci, consigliere regionale dell’associazione e
delegata locale alla cultura, i lavori sono entrati nel vivo con la relazione del
dott. Marcello Proietto Belfiore, ricercatore e raffinato cultore di Storia
Medievale e Paleografia Latina presso l’Università di Catania. Attraverso un
attento lavoro di ricerca egli è riuscito a portare alla luce la storia di una
facoltosa famiglia di Lentini. In particolare, spulciando tra le carte del tabu-
al 20 Gennaio 2013), arricchita da nuove opere, tra cui il maestoso trittico
“O ultimo raion a mordomia equatorial” di Daniel Maillet. Ancora una volta
Nord e Sud uno di fronte all’altro, con le opere di Maillet (nato a Zurigo ma
valtellinese d’adozione) e quelle di Filippo La Vaccara, siciliano di Catania.
ph Nuccia Leotta e Fabio Consoli
lario dei monasteri di S.Chiara e della SS.Trinità di Lentini, ha trovato ed
analizzato alcuni atti pubblici. Di particolare interesse è risultata la lettura del
testamento pubblico di Giovanni Colloridi, documento dell’anno 1344 che ci
fornisce uno spaccato della vita di una famiglia dell’alta borghesia lentinese
del sec. XIV, di quella nascente borghesia urbana definita anche “nobiltà
civica o seconda” per distinguerla dalla nobiltà “di cappa e spada”. Quella
dei Collorìdi era una famiglia dall’elevata consistenza patrimoniale, tanto è
vero che possedevano anche degli schiavi. L’origine etimologica del suo
nome (la famiglia viene
citata anche con le
varianti “Culluriti”, “de
Collorito”
o
“de
Culluridi”) sembra rinviare alla voce siciliana
“collura” (forma di
pane). Le conclusioni
dei lavori sono toccate
alla prof.ssa Clara
Biondi, docente di
Storia medievale e Paleografia latina presso l’Università di Catania, che ha
messo in risalto i risultati dell’interessante lavoro di ricerca, complimentandosi con il giovane studioso acese. È seguito uno stimolante dibattito, che
ha coinvolto il numeroso e qualificato pubblico presente.
Guido Leonardi
Foto: il particolare del testamento pergamenaceo
di Giovanni Culluridi, la sottoscrizione (subscriptio)
del notaio Oracius deBonacurso con signum crucis sulla destra
e signum tabellionatus o signum notarii sulla sinistra.
Inaugurazione dell’Anno Sociale FIDAPA 2012/2013
Alla presenza delle autorità Fidapa, delle
autorità civili e militari e di un numerosissimo pubblico, si è svolta l’inaugurazione
dell’Anno Sociale FIDAPA 2012/2013. Ha
porto il saluto la Presidente prof.ssa Pina
Consoli, che dopo aver invitato i presenti
ad alzarsi per ascoltare l’Inno Europeo e
l’Inno Nazionale, ha presentato la dott.ssa
Simona Lo Iacono, magistrato presso il
Tribunale di Siracusa e Direttore della
sezione distaccata di Avola, che ha trattato l’argomento “La famiglia e il ruolo della
donna tra Diritto e Letteratura”. Un pubblico qualificato ha seguito con attenzione il
discorso della dott.ssa Lo Iacono, che in
modo brillante e professionale, ha sottolineato l’importanza della famiglia e della
donna dall’antichità fino ad oggi e di come
letteratura e diritto siano uniti da un filo indissolubile, dato che trattano gli
stessi argomenti, e di come l’una senza l’altro non avrebbero il significato
fondamentale che hanno. È intervenuta poi La prof.ssa Nives Leonardi,
assessore alla cultura di Acireale, che ha augurato alla FIDAPA un anno
proficuo e pieno di impegni importanti. Ha porto il saluto la presidente della
FIDAPA Distretto Sicilia Cettina Oliveri, che ha parlato dell’importanza del
tema nazionale di questo biennio. Hanno allietato la serata, con note poesie messe in musica, il gruppo del dott. Sciacca e il dott. Franco Pulvirenti
con la sua fisarmonica. La prima parte della serata inaugurale si è conclu-
sa con un momento di raccoglimento per la recita della preghiera della
FIDAPA “Allontana da noi signore ogni meschinità.” Poi ci si è spostati nel
salone centrale dell’Hotel per partecipare al cocktail che è stato un simpatico momento conviviale per intrattenersi amichevolmente insieme, come
vuole il consueto spirito della FIDAPA.
ph Fabio Consoli
Maria Rita Pennisi
UNA FRASE CHE FORSE AVEVAMO GIA’ SENTITO!!!
Ordine dei Dottori Commercialisti
Venerdì 16 novembre gli oltre 2000 tra
Dottori Commercialisti e Ragionieri
Commercialisti della Provincia hanno
votato per il rinnovo del Consiglio
dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e
degli Esperti Contabili di Catania.
A guidare l’Ordine per il quadriennio
2013-2016 è stato eletto come
Presidente il Dott. Sebastino Truglio e
Vice Presidente il Rag. Mario Indelicato.
Tra i componenti del Consiglio dell’Ordine
è stato eletto il Dott. Fabrizio Leotta,
attuale Vice Presidente dell’ADOCEC
delle Aci, Associazione che in questi anni
si è distinta per l’organizzazione di numerosi e qualificati convegni rivolti alla categoria. L’elezione del Dott. Leotta
rappresenta il giusto riconoscimento al lavoro di un gruppo che in questi
anni ha saputo creare il giusto spirito di appartenenza alla categoria, riportando un acese al Consiglio dell’Ordine di Catania dopo 10 anni. L’ultima
presenza era stata rappresentata dal Dott. Mario Scandura che aveva ricoperto l’incarico dal 1992 al 2001.
AKIS
Sabato 15 Dicembre 2012
Zona Franca Urbana? Ok!
Lingua, poesia e canzoni siciliani a Città del Messico
(Un corso in una delle più prestigiose università messicane –
Ottocento anni di creazione letteraria siciliana)
Straordinario successo a Città del Messico dell’Aedo dell’Etna: la poesia
siciliana diventa protagonista. Ventitré studenti dell’Università Nazionale
Autonoma del Messico (UNAM), Dipartimento di Lettere Italiane della
Cattedra Straordinaria Italo Calvino, hanno seguito con interesse e partecipazione le lezioni di Alfio Patti, poeta, studioso e cultore della poesia siciliana colta e popolare (già Premio Aci e Galatea nel 2010)
Dal 22 al 31 di ottobre 2012, infatti, si è tenuto il corso dal titolo “Allakatalla
- Quando la parola si fa poesia e la poesia canto”.
In un excursus ampio ed esaustivo, l’artista ha ripercorso secoli di poesia,
dal Regale Solium di Federico II di Svevia fino ai giorni nostri, rendendo le
lezioni vivaci e accattivanti tramite i frequenti rimandi alle poesie in musica.
Alfio Patti, infatti, accompagna le lezioni a momenti di vero spettacolo, attingendo alla tradizione popolare, ma anche effettuando operazioni ardite,
mettendo in musica versi poco noti o addirittura scovando talenti dimenticati, come nel caso di Graziosa Casella, artista catanese finora misconosciuta. Un talento al servizio della cultura, dunque, perché la lingua siciliana
abbia dignità e spazio, e vada oltre i confini. Il corso, interamente organizzato e finanziato dall’Università messicana, ha visto otto incontri con gli studenti di Lingua e Letteratura italiane, tenuti tra la sede centrale della
Facultad de Filosofia y Letras e la succursale Adolfo Sanchez Vazquez di
Città del Messico. Con l’ausilio di powerpoint e di una chitarra d’eccezione
(usata da Joan Manuel Serrat, uno dei massimi cantautori in spagnolo-catalano) Alfio Patti ha ripercorso ottocento anni di letteratura siciliana a partire
della scuola siciliana (soffermandosi anche sul contributo della poesia araba
che era stata florida in Sicilia prima che arrivassero i normanni).
Le lezioni si sono divise in una parte esclusivamente teorica e didattica e
un’altra musicata e artistica con canti e cunti attinenti alla lezione del giorno. Così è stato per la prima in cui si è parlato della scuola poetica siciliana, dei poeti-giuristi e della poesia cortese e amorosa seguita da canti d’amore della più alta tradizione siciliana. Lo stesso per l’incontro in cui Patti
ha tracciato il percorso del “Contrasto”, componimento quasi sempre in
versi, tutto dialogato, caratteristico della letteratura latina e medievale e
delle letterature romanze, in cui si svolgeva una disputa, e tanto diffuso in
Sicilia. Partendo da quello di Cielo D’Alcamo (XIII secolo), Patti è passato al
classico seicentesco “Tuppi tuppi” di li Vujareddu di li chiani, famosissimo,
per arrivare all’ultimo cuntrastista che fu Santu Bagghiu (al secolo
Alessandro Bonaffini) degli anni Sessanta del ‘900, al fine di delineare caratteristiche, vicinanze e lontananze di una tecnica poetica ora in via di estinzione anche in Sicilia. Anche in questa parte gli interventi canoro-musicali
hanno corredato la lezione con canzoni sul corteggiamento fatte di serenate e mattinate. Durante l’incontro, l’Aedo dell’Etna ha fatto anche riferimento al più antico contrasto del mondo e cioè il biblico “Cantico dei Cantici”,
scritto nel 970 avanti Cristo da re Salomone, erotico e sensuale, in cui sono
protagonisti un pastore e la sua bella Sulamita. Fra gli incontri anche due
conferenze-spettacolo tratte da due spettacoli di successo che Alfio Patti
porta in giro da anni in Sicilia e all’estero: “Tra ciuri d’aranci e spini santi” la storia della donna siciliana attraverso cunti e canti e “A giustizia e u
sonnu” sulle caratteristiche del popolo siciliano e della sua cultura partendo
da Rajas (energia, passione, irruenza) e Tamas (staticità, indolenza), parole sanscrite del Pracriti che hanno dato origine alle parole siciliane “arraggiati” e ‘ntamati”, una dicotomia che caratterizza il popolo siciliano e lo porta
a sentirsi padrone del mondo o ultima ruota del carro.
E ancora i poeti dal 1400 al 1600, con particolare riferimento a Bartolomeo
Asmundo, Girolamo D’Avila e al principe dei poeti siciliani, Antonio
Veneziano. Un incontro particolarmente apprezzato è stato quello in cui
Patti ha parlato dell’ultimo petrarchista siciliano, Giuseppe Nicolosi
Scandurra (su cui lo stesso studioso ha scritto un libro “Canzuneri ppi
Rusidda” confrontando le poesie del poeta catanese con quelle del
Canzoniere di Petrarca) e della poetessa sconosciuta, Graziosa Casella,
autrice catanese della prima metà del ‘900. Entrambi hanno cantato l’amore e la natura; il primo in modo platonico e ideale, la seconda in modo concreto e passionale. A Graziosa Casella Alfio Patti ha dedicato uno spettacolo su suoi testi dal titolo “Arsura d’amuri” e un libro è in corso di stampa per
riscattare questa grande poetessa lasciata volutamente nell’oblio da un
mondo maschilista e provinciale. Non sono stati trascurati i poeti del
Novecento con particolare riferimento a tre grandi della poesia siciliana:
Vincenzo De Simone, parnassiano per eccellenza, definito il D’Annunzio di
Sicilia; Ignazio Buttitta che parlò del contingente e del precario con le sue
poesie civili e sociali (più volte candidato al Nobel) e Mario Grasso, poeta
fuori dal coro, tra simboli e polemiche, fino ad arrivare ai contemporanei
Gabriella Rossitto, Marco Scalabrino e lo stesso Patti. Questo a testimonianza che la poesia siciliana vive di una lingua viva e respira le idee e i
movimenti letterari del momento in cui si sperimentano spesso nuove strade. La parte tradizionale, trattata da Alfio Patti, ha visto protagonista, inve-
Nella speranza che nessun “vandalo” incivile o delinquente possa
rovinare quanto un cittadino modello propone per il suo paese.
Giovedì 20 dicembre alle ore 17.00, presso la Basilica Collegiata di
San Sebastiano in Acireale, l'Orchestra dell'I.C. "Galileo Galilei" di
Acireale si esibirà in un concerto natalizio. Per l'occasione il
Dirigente Scolastico, prof.ssa Giuseppina Montella, porgerà ad
alunni e genitori, gli auguri di buone feste.
A CAMPAR D’ARIA FRITTA…
Tutti si dicono soddisfatti, tutti decantano la ritrovata sinergia tra le parti,
tutti e molti di più si professano nuovi protagonisti del dialogo cittadino. Ci
si erge a muro contro i venti di crisi che attanagliano l’economia locale,
muovendo nuovi passi verso la pax-armata con le categorie dei commercianti. E’ un fiume in piena di propositi lungimiranti quel che esce dai palazzi del governo cittadino in vista del Natale. Sorrisi, assensi, ricerca di consensi. Di tutto e di più. “Natale…si parte dal commercio in Città”. Giusto. Ci
fossero le condizioni saremmo tutti orgogliosi di questi progetti. Per la
verità, sotterrate da ambo le parti le asce di guerra, ci sarebbero pure le
condizioni per far si che il commercio a kilometro zero dia nuova linfa al
comparto dell’economia del posto. Senza eccessivi proclami, senza strillonerie gettate nel calderone del web per far colpo senza ferire alcuno
(…come sono bravi e solerti questi gruppi organizzati su Facebook che
inneggiano giornalmente a non si sa bene quale etica civile…ci mettessero pure la faccia, materializzandosi giù dall’etere non sarebbe poi tanto
male…). Insomma, senza slogan sensazionalistici o propagandistici,
senza nessun “A Natale boicotta il centro commerciale”. Propositi equilibrati, in linea con le ristrettezze del momento infausto.
Il Palazzo ha parlato. Qual è ora la prima mossa?
Di certo, la prima, primissima, non ha avuto un buon effetto sui consensi,
o almeno questo mi sembra di capire gettando un orecchio qua e là per le
vie del centro. Non crediamo si dia slancio e nuovo impulso alla produttività locale con bancarelle rivisitate e malmesse da posizionare all’entrata (
o proprio ad ostruzione) dei negozi.
Magari ci sarà spazio per i ripensamenti. Magari no. Pur se encomiabile
resta lo sforzo dei commercianti, dei piccoli imprenditori e dei giovani professionisti al servizio della collettività, ad Acireale resiste sempre la cattiva
abitudine di “riempirsi la bocca d’aria fritta”, soprattutto quando l’aria fritta
delle prelibate leccornie gastronomiche o pasticcere che pur aleggiano in
via Lancaster non si ferma al piano strada. Ma sale su. Precisamente al
primo e secondo piano. D’altronde, il lupo perde il pelo, ma il vizio no….
Riccardo Anastasi
Intitolazione della sala conferenze dell’I.R.M.A. alla Dott.ssa Rosa Veca,
Responsabile del Sistema Qualità dell’Istituto.
ce, il cantastorie, “prodotto” finale degli antichi aedi, giullari, cantimbanchi.
In questa occasione l’aedo dell’Etna ha interpretato i brani de “La Barunissa
di Carini” e il “Lamentu ppi Turiddu Carnavali”. I temi che hanno coinvolto e
commosso in modo particolare gli studenti messicani sono stati quelli dell’amore e dell’ingiustizia sociale. Soddisfatti, per la riuscita del corso, anche
gli organizzatori, la prof. Mariapia Lamberti, coordinatrice del Dipartimento
di Lettere Italiane della Cattedra straordinaria “Italo Calvino” e i suoi collaboratori, i proff. Sabina Longhitano e Fernando Ibarra. Agli incontri è stato
presente anche il prof. José Luis Bernal, traduttore di tutta l’opera di
Leopardi in Messico e il prof. Sergio Rincon. “Siamo particolarmente grati al
prof. Patti – ha commentato in una lettera Mariapia Lamberti – per aver
adornato il corso con la musica e il canto, un’esperienza nuova e singolare
per i nostri studenti, che sono rimasti entusiasti e hanno potenziato il loro
interesse per la poesia in una delle più nobili lingue “alternative” d’Italia, la
prima lingua poetica, di cui noi parliamo nelle nostre lezioni ma senza poterla esemplificare”. Durante la sua permanenza a Città del Messico, Alfio Patti
è stato invitato all’Istituto Italiano di Cultura per inaugurare, con una sua
conferenza-spettacolo, un corso tenuto dalla prof. Mercedes Auteri sulla
Sicilia, in occasione della settimana della Lingua italiana. Un altro importante appuntamento ha visto il cantore di Sicilia ospite all’Associazione
Dante Alighieri, presieduta dal dott. Giovanni Capirossi, dove Patti ha tenuto uno spettacolo sulla sicilianità a un centinaio di presenti tra docenti e studenti. “Per noi è un evento unico – ha commentato Capirossi -; Patti è un
artista prestigioso. Docenti e studenti hanno apprezzato la sua figura carismatica, e soprattutto le sue doti di artista poliedrico: poeta, scrittore, cantante e soprattutto “aedo” della sua bellissima terra, la Sicilia, che è riuscito
a presentare in tutti i suoi aspetti, umani e sociologici, e soprattutto nella sua
ricchezza culturale”. “I giovani sono assetati di conoscenza – ha spiegato
Patti – e si innamorano con entusiasmo delle culture grandi e profonde
come quella siciliana; occorre sapere porgere la disciplina con garbo e
metodologia ma soprattutto credendoci fino in fondo. La lingua siciliana oggi
sta ritornando a essere oggetto di discussione e fra i giovani anche veicolo
poetico per esprimere il proprio tempo. Certo, - ha concluso – la lingua siciliana va studiata, con la sua ortografia e grammatica, non ci si può improvvisare a scrivere solo perché spinti dalla passione. Anche per le altre lingue
è così. Forse l’emanazione della legge regionale n. 9/2011 (Nicola
D’Agostino) sull’insegnamento nelle scuole del patrimonio linguistico, storico-letterario siciliano potrebbe servire da stimolo affinché si capisca che il
“dialetto” non va più demonizzato e va studiato insieme all’italiano e prima
dell’inglese”.
Gabriella Rossitto
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“Qualità significa fare bene le cose anche quando
nessuno ti guarda”. Questa frase che ancora scorre salvaschermo del computer di Rosetta riassume la stupenda personalità di questa professionista che per circa vent’anni ci ha dato l’onore di
averla nell’organico dell’Istituto. Il 24 dicembre
2010 è partita per la Casa del Padre e ci ha lasciato un vuoto che mai potrà essere colmato. Il suo
carattere pacato, gioviale, umile ma allo stesso
tempo volitivo, il suo modo di affrontare la vita
anteponendo all’istintività la riflessione, la sua attitudine a lavorare con grande senso di responsabilità e altruismo … quel
suo stile e gradevole modo di essere rendeva sereno l’ambiente di lavoro
smorzando le immancabili difficoltà del quotidiano. I suoi grandi valori
umani, alimentati dal Movimento dei Focolari di cui era assidua frequentatrice, e la sua etica professionale costituiscono un’importante eredità morale che Rosetta ci ha donato. “Nella vita nulla accade per caso”, diceva
spesso, e credo che anche il giorno in cui ha lasciato la dimensione terrena, la vigilia del Natale, non sia stato un caso ma un preciso segno che travalica la nostra razionalità finalistica: morire per rinascere a
nuova vita. Per me è
sorprendente come
Lei possa essere riuscita a non spegnere
mai quel sorriso neanche quando il suo fisico stava per cedere
mentre al contrario la
sua fede in Dio sempre più si rafforzava. Il
suo esempio di dedizione al lavoro, cui
teneva tantissimo, debba essere per noi tutti uno sprone a dare il massimo
per servire i nostri pazienti, soprattutto le persone malate e sofferenti, con
la stessa disponibilità che sempre contraddistingueva Rosetta nei rapporti
con gli altri. Una persona così speciale non può essere dimenticata come
non si può dimenticare il suo solare e luminoso sorriso per nulla intaccato
dalla malattia. Crediamo quindi doveroso ricordarla recependo il suo forte
e toccante messaggio d’amore verso il prossimo e, anche se il vuoto che
ha lasciato è incolmabile, potrà ancora regalarci quel rasserenante e solare sorriso nella Sala Conferenze dell’I.R.M.A. che dal 5 dicembre 2012, si
chiamerà “Rosa Veca”.
Giovanni Tringali e lo Staff dell’Istituto I.R.M.A. di Acireale
Anche la Zona Franca Urbana di Acireale è
salva: a Palermo il presidente della
Regione Siciliana Rosario Crocetta lo ha
annunciato ai sindaci delle città interessate
e, tra queste, il primo cittadino di Acireale,
Nino Garozzo: “Si tratta di un riconoscimento all’attività di questa amministrazione, un successo. Un ringraziamento al presidente Crocetta che ha recuperato le
risorse di un procedimento che si credeva
ormai su binario morto. All’epoca presentammo un progetto idoneo: la zona franca
urbana rappresenta per le piccole e medie
imprese, per le botteghe di vicinato una
opportunità concreta per resistere alla crisi
e rilanciarsi. Siamo felici e condivido questo successo con l’ex assessore
Luciano Privitera (foto di Fabio Consoli) che ha creduto nella scommessa e ha lavorato alacremente sul progetto. Sono passati quattro anni, ma
alla fine l’obiettivo è stato colto”
Ed ora? Non culliamoci…affidiamo a gente esperta (lo stesso Luciano
Privitera?) l’iter della costituzione pratica di questa “Zona
Franca”…che non diventi un carrozzone fatto di parole e di
gente…inutile!
L’Associazione Cristo Nuova Speranza ha organizzato una cena di
beneficenza a favore della “Tenda di Cristo” di S.G. Bosco - Acireale.
Calabria With Love
Calabria, the boot toe of the Italian peninsula,
plays host to an intense drama of retribution
spanning decades. The romance of Italian culture and customs is peculiarly adapted to this
kind of work, a fact that author Gianni Callari
exploits to maximum effect. No reader will
remain unaffected by the story, whose characters are so well-made as to come out of its
pages, villainous or heroic, as people whose
realities are epic and whose concerns are as
timeless as the mountains where most of the
novel’s scenes are set. Set within the drama of
history, it reminds one of Stendhal and von
Kleist, of authors whose works move with the
spiritual heartache of Old Europe, a romance that is forever set as classic in
world literature. This winning Calabrian saga is inspired to a true story.
Swinging between life and death with the motive powers of love, hatred, and
anger it starts from a mountain town in the region and moves to its end in
Miami, Florida.
Gianni Callari
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AKIS
Sabato 15 Dicembre 2012
ACI S. ANTONIO
Chiesa di San Biagio - Ha avuto luogo la cerimonia di consegna dei lavori di riparazione danni e messa in sicurezza della Chiesa di San Biagio.
L’importante intervento, prevede la riqualificazione interna ed esterna del
pregevole edificio religioso che con la sua grande cupola domina la centralissima via Regina Margherita. La chiesa, eretta nei primi decenni del
1700 dalla “Confraternita delle anime del Purgatorio e della morte di Nostra
Signora della Pietà sotto il titolo del Glorioso S. Biagio”, presenta un interno a pianta centrale con un unico spazio intervallato da colonne di ordine
dorico e pregevoli manufatti marmorei. L’intervento suddetto si è reso
necessario a causa dell’usura dell’edificio religioso dovuta al tempo, alle
scosse sismiche che si sono succedute e alle infiltrazioni d’acqua.
Vedi foto acisantonio chiesasanbiagio
RINVENIMENTO AFFRESCHI ATTRIBUILI A PIETRO O ALESSANDRO
VASTA NELLA CHIESA DI S. ANTONIO ABATE IN ACI S. ANTONIO.
L'ufficio diocesano dei Beni Culturali, a seguito di un sopralluogo effettuato dal direttore don Salvatore Coco, presso la chiesa di Sant’Antonio Abate
in Aci S. Antonio, ha constatato che durante la ristrutturazione della
Cappella del Crocifisso sono stati rinvenuti degli affreschi riguardanti il ciclo
della Passione di Cristo, finora occultati da una doppia parete.
Questi affreschi sono di particolare pregio e da un primo confronto con le
pitture presenti nel coro della chiesa fanno pensare che siano attribuibili a
Pietro Paolo Vasta o ad Alessandro Vasta. Questo è avvalorato dal fatto
che accanto ad un affresco viene riportata una data scritta a matita recante l’anno 1736, periodo in cui i Vasta lavoravano per gli affreschi del coro
della chiesa.
Nuova Scuola Media di S.M.La Stella
Con una partecipata cerimonia di autorità e interessati ai lavori (mancavano quasi totalmente i più diretti protagonisti: i genitori) si è proceduto alla
consegna dei lavori della nuova Scuola Media di S.M.La Stella. Alcuni cartelli parlavano chiaro !
PRO LOCO ACI S. ANTONIO
INAUGURATO IL PRESEPE
IL FARE E’MEGLIO DEL DIRE!
Convegno “Risorse locali e sviluppo del territorio”.
Si è svolto presso la sala conferenze
del
Palazzo
Cantarella di Aci S. Antonio,
un interessante convegno dal
titolo: “Risorse locali e sviluppo del territorio”. Ha aperto i
lavori il presidente della pro
loco Prof. Paolo Rapisarda,
organizzatore dell’evento, sottolineando come sia importante la valorizzazione delle risorse locali al fine di attrarre turismo. A seguire i saluti del Sindaco Pippo Cutuli che ha rimarcato come gli
Enti locali siano in grave stato di sofferenza economica a causa della spending review e del Presidente del Consiglio Comunale di Aci S. Antonio dott.
Sebastiano Raneri il quale ha sottolineato l’importanza della collaborazione
del Comune con l’Associazione Proloco al fine di creare importanti sinergie
utili per lo sviluppo del territorio valorizzandone le peculiari caratteristiche.
La prima relatrice, prof.ssa Margherita Bottino ha svolto un’interessante lettura magistrale dei ritrovamenti archeologici nei sito di Casalotto, sede del
primitivo insediamento urbano della città di Aci S. Antonio che per tale motivo viene anche detta “Città del Casalotto”. Una pubblicazione della ricercatrice esordisce con le testuali parole: “ll parco di Casalotto (Aci S. Antonio)
è da molti conosciuto solamente per le raccapriccianti storie di riti satanici,
messe nere e profanazioni di tombe; pochi, però, sono a conoscenza di
quale patrimonio storico sia stato abbandonato in mano ai vandali ed alla
speculazione edilizia. Non ci riferiamo solo al parco, uno dei più importanti
dell’hinterland; agli alloggi dei principi; alla cappella gentilizia in stile neogotico; al palmento con il torchio più grande della zona; alla piscina; alle scuderie, ma anche e soprattutto a dei resti romani riportati alla luce nel 1921
(V. CASAGRANDI, Un
altro insigne documento
(bilingue) priapeo catanese, A.S.S.O. XVIII (1921),
pp. 185 ss. 1921). Il
secondo relatore dott.
Carmelo Conti, noto storiografo della cultura e
delle tradizioni popolari
santantonesi, ha percorso un dettagliato excursus partendo dalle lontane
origini del Casalotto. Da un suo studio pubblicato su Internet si legge: “Dal
1700 fino al 1947 la festa del Santo si è arricchita di sempre maggiori tradizioni al fine di solennizzare e rendere maggiore gloria al S. Patrono. Così a
partire dal 1774, come si legge in alcune minute conservate presso l’archivio parrocchiale, si hanno le prime comparse delle candelore che prima
erano in numero di sei fino ad arrivare ad un numero di otto: dei primi sei
sappiamo il nome delle categorie: “Consoli, Massari, Religiose, Donne,
Mastri e Cavallucci”. Queste candelore erano costituite da grossi ceri e portati a spalle con delle barrette in legno. Poi alla fine dell’Ottocento furono
sostituite dalle attuali candelore. Questi ceri accompagnavano processionalmente la statua del Santo illuminandone il percorso. Oltre ai ceri, i più
anziani, si ricordano la “calata dell’angelo”, che si faceva in Piazza
Raimondo Cantarella e ai Quattro Canti. Al passare del Santo un angelo,
che stava sotto un baldacchino, scendeva offrendo delle offerte in denaro o
dei fiori di campo. La vigilia della festa, e cioè il 16 gennaio, avevano luogo
le cantate. Due quartieri, quello di Nardalici e quello dei Quattro Canti preparavano dei carri allegorici rappresentanti scene della vita del Santo. I carri
venivano tirati fino in piazza e l’entrata avveniva di corsa al grido “Viva S.
Antonio”. Appena il carro sostava in piazza si apriva facendo apparire il
Santo in gloria. Seguivano i fuochi d’artificio e quindi la cantata che era composta da tre parti: introduzione, preghiera, cabaletta. Ogni quartiere aveva
la sua cantata. Ma le cantate non erano sempre le
medesime; ogni tanto
venivano sostituite da
nuovi brani. Tra i due quartieri c’era una vera rivalità
e un grosso spirito di emulazione. I più anziani ricordano pure che il giorno
della festa, prima dell’uscita delle candelore, avveniva la corsa dei cavalli con
partenza del palazzo Cardaci fino ad arrivare a Nardalici”. Il terzo relatore,
il ricercatore Giovanni Tringali direttore scientifico dell’Istituto Ricerca
Medica e Ambientale di Acireale, ha descritto i siti naturalistici di pregio presenti nel territorio santantonese soffermandosi particolarmente sull’importanza di rendere il sito preparato all’accoglienza del turista cominciando a
cambiare mentalità (pulizia della città, segnaletica bilingue, segnaletica turistica, etc.). È stato rimarcata quindi l’importanza della segnaletica turistica
dato che il vedere non significa necessariamente capire e chi visita una
determinato sito vorrebbe capire oltre che vedere. Da qui l’importanza di
un’adeguata segnaletica turistica bilingue nei siti di particolare pregio come
ad esempio il monte Rossa ed il fronte lavico del 350 d.C. in prossimità del
Cimiteri di Aci S. Antonio che in modo erroneo viene attribuito alla lava del
1408 la quale si è fermata molto più a NO in prossimità di torre del Grifo.
Particolare spazio è stato dato alle Sciare laviche di S. Maria La Stella, oggi
sito di interesse comunitario, formatesi nel corso dell’eruzione del 1329 “Ali
1329 nixeru li xari, si fichi munti russu, et li xari a Jaci, abbissau la Ecclesia
di S. Giovanni Paparomettu a lu Fireri - G. Recupero 1815)”. Infine è stato
descritto come sito interessante il parco di Casalotto che potrebbe costituire previa appropriata valorizzazione un’interessante sito. La sintesi degli
interventi è stata magistralmente compiuta dal prof. Rosario Faraci il quale
ha sottolineato l’importanza di fare rete e di rendere disponibili ai turisti strutture adeguate per il soggiorno come ad esempio il bed and breakfast che
comunque stanno sorgendo nella città del Casalotto. Insomma, le, idee
sono tante e con adeguate sinergie si può fare tanto. Tuttavia le conferenze ed i convegni non bastano come ha sottolineato il relatore Tringali “il
fare è meglio del dire”.
“Comici Randagi” ( edito da
Sampognaro & Pupi, Siracusa), è il singolare titolo del secondo romanzo di Orazio
Caruso, presentato il 21 novembre scorso
ad Acireale al teatro del Liceo Linguistico
e delle Scienze Umane Regina Elena,
scuola nella quale lo scrittore oltre ad
essere un apprezzato docente di lettere, si
cimenta ormai da tempo nella regia di
opere teatrali inter-pretate dagli alunni ed
allestite sempre con la consumata esperienza di un autentico profes-sionista. Il
prof. Sebastiano Raciti, dirigente del
Liceo, dopo aver ringraziato il numeroso
pubblico presente in sala, ha messo in evidenza l ’importanza del teatro come elemento fondante nella “vita scolastica”, strumento di crescita culturale, sociale ed
affettiva che permette di abbattere il muro della timidezza. Il teatro, inoltre,
possiede una duplice dimensione: sociale ed estetica poiché aiuta ad esercitare il giudizio, il ragionamento ed affina lo spirito critico. Il prof. Raciti ha
poi voluto sottolineare in modo particolare l’impegno di Orazio Caruso
quale instancabile promotore di coinvolgenti ed entusiasmanti iniziative
legate al teatro, ricordando che il primo premio della Rassegna Nazionale
di Teatro Scolastico “Tindari Teatro Giovani” del 2010, è sta-to assegnato
alla compagnia Teste Toste, il laboratorio teatrale da lui diretto, per l’allestimento del Don Giovanni o il dissoluto assolto di José Saramago. Una
sapiente disamina degli aspetti formali del romanzo è stata condotta dal
coordinatore della serata, prof. Giuseppe Strazzulla, che nel romanzo ha
individuato, in modo particolare, gli innesti testuali shakespeariani. Il poeta
e scrittore Angelo Scandurra, primo relatore della serata, ha messo in particolare rilievo l’originalità del romanzo, il coinvolgimento emotivo che esercita sul lettore e la capacità dello scrittore di reggere saldamente i fili della
trama passan-do, con sapiente e studiata disinvoltura dalla narrativa al
testo teatrale e dal testo teatrale alla narrativa. Un gioco degli specchi con
andamento ellittico in cui i personaggi del romanzo di-vengono attori del
Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare e i personaggi del
Sogno di una notte di mezza estate divengono attori del romanzo. Secondo
lo Scandurra, “Comici randa-gi” nell’ambito del desolante panorama letterario contemporaneo, rappresenta un luminoso esempio di letteratura
“colta” e non solo per gli inusuali preziosismi più evidenti nelle scelte lessicali e sintattiche, quanto per la personalissima visione del mondo
dell’Autore che riesce a recuperare la dimensione etica della vita, solo
apparentemente perduta, attraverso un rappor-to autentico con la natura.
La dottoressa Anna Pavone è poi intervenuta relazionando in mo-do puntuale ed accattivante sul romanzo di Caruso che sembra aperto a visioni da
diverse prospettive. La Pavone ha infatti sottolineato lo sguardo del protagonista Eugenio, regista tea-trale, che riesce a vedere il mondo come teatro e i suoi abitanti come attori. La leggerezza di Eugenio, eterno ragazzo,
la pesantezza di Alfio, che sembra essere destinato ad essere il fratel-lo
maggiore per sempre, ed il ruolo di Alice che rappresenta l’equilibrio ristabilito. La serata, scandita da intermezzi musicali affidati alla flautista
Antonella Pennisi e alla violinista Vero-nica Cosentino e dalla lettura dei
brani più significativi del romanzo, interpretati dai giovani e promettenti
attori Ivonne Guglielmino, Sasha Di Maria e Nino Di Blasi, si è conclusa
con i ringraziamenti di Orazio Caruso seguiti dal grande e caloroso applauso del pubblico.
Leda Vasta
NON E’ MAI TROPPO TARDI "
Quei mitici anni...AMIGDALA - VIAGRANDE
Un altro grande successo...
Calanducci, l'ex deputato regionale scrive una lunga lettera
per spiegare il suo addio: "L'ex governatore (Lombardo
n.d.r.) come Milazzo? Sbagliato, per Raffaele l'autonomia
era solo un mezzo e non il fine dell'azione
politica".L’abbandono di Calanducci era stato anticipato
anche da quelli di Nicola D’Agostino e del senatore Giovanni
Pistorio; anche loro, finalmente, si erano accorti con chi avevano avuto a che fare. Meglio tardi che mai!
Auguri
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