Verbale di Seduta
COMUNE DI
REGGIO EMILIA
P.G. n. 26709
DEL CONSIGLIO COMUNALE DI REGGIO EMILIA
L'anno duemilaquattro addì 17 (diciassette) del mese di dicembre alle
ore 16.45 nella sala consiliare, ritualmente convocato, si è riunito il
Consiglio Comunale.
All'appello erano presenti i seguenti Consiglieri:
DELRIO Graziano
ANCESCHI Alessandro
BALDI Carlo
BALLARINI Ivano
BEDOGNI Giuliano
COLOSIMO Francesco
CORRADINI Achille
CORRADINI Franco
CORSI Romano
D’ANDREA Ernesto
DE LUCIA Carmine
DOLCI Loredana
DONELLI Paola
EBOLI Marco
FANTINI Marco
FERRIGNO Alberto
FORNACIARI Marco
FOSSA Gabriele
GIAMPAOLI Vanda
GRILLONE Innocenza
LA SALA Giovanni B.
LOMBARDINI Tommaso
MALATO Emiliano
MARZIANI Marco
MONDUCCI Mario
MONTANARI Valeria
OLIVO Antonio
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POLI Mario
PRANDI Marco
PRATI Gianni
RINALDI Carla
RINALDI Nando
RIVA Matteo
RIZZO Antonio
SALSI Laura
SALSI Roberto
SASSI Matteo
SCARPINO Salvatore
VECCHI Luca
VENA Donato
ZOBBI Tarcisio Costante
- AssessoriFERRETTI Franco
CATELLANI Giovanni
COLZI Carla Maria
FERRARI Ugo
MALAGOLI Angelo
MONTANARI Giuseppina
PEDRONI Gina
SALSI Annarita
SANTEL Alberto
SASSI Juna in Giovannelli
SPADONI Uberto
Consiglieri presenti: 28
Presiede: Laura Salsi
Segretario Generale: Dr. Giacomo Di Girolamo
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INDICE
INTERPELLANZA DEL CONSIGLIERE DONATO VENA IN ORDINE
ALLA REALIZZAZIONE DI UN PROGETTO SPERIMENTALE DI
APPLICAZIONE DI BOLLINO SCONSIGLIANTE LA GUIDA SU FARMACI
TALI DA ALTERARE LO STATO FISICO E PSICHICO (I.D. n. 184).
Pag. 3
INTERPELLANZA DEI CONSIGLIERI ANTONIO RIZZO, MARCO EBOLI E
TOMMASO LOMBARDINI IN ORDINE ALLA MANCATA ADOZIONE DI
PROVVEDIMENTI PER RENDERE MENO PERICOLOSA LA ZONA DI
TRANSITO SU VIA TASSONI, FRAZIONE CANALI (I.D. n. 185).
Pag. 7
INTERPELLANZA DEL CONSIGLIERE GABRIELE FOSSA IN ORDINE AL
PERMESSO A COSTRUIRE IL FABBRICATO POLIFUNZIONALE “I
PETALI DEL GIGLIO” RILASCIATO ALLA SOCIETA’ TUTTOGIGLIO
Pag. 9
(I.D. n. 186).
APPROVAZIONE DEL VERBALE DELLA SEDUTA CONSILIARE DEL 5
NOVEMBRE 2004 (I.D. n. 187).
Pag. 15
EMISSIONE DI UN PRESTITO OBBLIGAZIONARIO COMUNALE
DENOMINATO “COMUNE DI REGGIO EMILIA 2004–2024, EMISSIONE A
TASSO
VARIABILE
TRASFORMABILE”
–
PROVVEDIMENTI
Pag. 16
CONSEGUENTI (I.D. n. 188).
CONTRODEDUZIONI ALLE OSSERVAZIONI ED APPROVAZIONE DEL
PIANO
PARTICOLAREGGIATO
DI
INIZIATIVA
PUBBLICA
DENOMINATO “PALAZZO DUCALE DI RIVALTA” E DELLA RELATIVA
VARIANTE AL P.R.G. (I.D. n. 189).
Pag. 33
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VERBALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 17.12.2004
Scrutatori: Rinaldi Nando – De Lucia – Riva.
Alle ore 16:14 risultano presenti i Consiglieri:
Corradini Franco, D’Andrea Ernesto, De Lucia Carmine, Ferrigno Alberto, Grillone
Innocenza, Monducci Mario, Olivo Antonio, Rinaldi Nando, Riva Matteo, Rizzo Antonio,
Salsi Laura, Sassi Matteo, Vena Donato.Sono inoltre presenti il vice- sindaco Ferretti e gli
assessori Ferrari e Pedroni.
A norma dell’art. 6, comma 2, del Regolamento sul funzionamento del Consiglio
Comunale, si procede quindi alla trattazione delle interpellanze.
Viene introdotto in discussione il punto n. 20 dell’ordine del giorno, relativo a:
“Interpellanza del Consigliere Donato Vena in ordine alla realizzazione di un
progetto sperimentale di applicazione di bollino sconsigliante la guida su farmaci
tali da alterare lo stato fisico e psichico” (I.D. n. 184).
Ill.mo Sindaco del Comune
di Reggio Emilia
Ill.mo Presidente del Consiglio Comunale
di Reggio Emilia
COMUNE DI REGGIO EMILIA
INTERPELLANZA
Bollino sulle scatole dei farmaci che sconsiglia la guida
Premesso che volontà già espressa dal Consiglio Comunale di Reggio Emilia nelle
scorse settimane è stata quella di aumentare con iniziative mirate la sicurezza
stradale, il sottoscritto
chiede
se è intenzione di questa amministrazione comunale avviare un progetto
sperimentale, con le Farmacie del territorio, che preveda l’applicazione di un
“bollino sicurezza” (o consegna del bollino al momento della vendita del farmaco
interessato) sulle scatole di quei farmaci che possono procurare controindicazioni
tali da alterare lo stato fisico o psichico di chi li assume.
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L’avvertenza, rappresentata da un bollino incollato sulla scatola e da cui si evince
un divieto di utilizzare l’auto, sarebbe un messaggio immediato che consiglierebbe
chi assume il farmaco di non mettersi alla guida di veicoli perché possono venir
meno le condizioni di massima sicurezza.
Chiede inoltre se l’amministrazione comunale è disposta a dare mandato alle
Farmacie Comunali per influire sulle case farmaceutiche affinché siano loro a
stampare sulla scatola dei farmaci interessati il divieto suddetto.
f.to Donato Vena
Vive Presidente Vicario del Consiglio Comunale – Gruppo PdCI
Intervengono nell’ordine:
Consigliere Donato Vena
Molto brevemente, in questo Consiglio già abbiamo fatto una serie di iniziative che mirano
ad aumentare la sicurezza stradale nella nostra città. Quindi, continuando in quest’ottica,
nasce questa interpellanza, un’interpellanza che chiede quindi alle nostre Farmacie
Comunali, chiaramente a quelle sul territorio, se si può sperimentare un progetto che io ho
chiamato “bollino sicurezza”, che praticamente rappresenterebbe questo: alla consegna di
determinati farmaci che in base al loro contenuto interno possono creare eventuali
problemi per chi li ingerisce, nel momento in cui ci si mette alla guida, e parlo per esempio
della cosa più comune che mi viene in mente, la sonnolenza, dare un messaggio
immediato al cittadino che acquista il farmaco con questo bollino che può essere incollato
sulla scatola o può essere dato a mano alla persona.
L’obiettivo è proprio quello di sensibilizzare e quindi di avvisare il cittadino che quel tipo di
farmaco, nel momento in cui viene ingerito, rende sconsigliabile alla persona mettersi alla
guida. Questo sarebbe un elemento che va a sancire quel principio che abbiamo detto più
volte in questo Consiglio Comunale, quello della sicurezza stradale. Questo è un primo
aspetto.
Il secondo, che mi sembra più importante, poi vedremo in base alla risposta
dell’Assessore, è che potremmo influire, per quanto è possibile, sulle case farmaceutiche.
L’ideale sarebbe che siano proprio le case farmaceutiche a scegliere questa linea, quindi
non fare un qualcosa soltanto ed esclusivamente sul nostro territorio, ma ampliarlo, dove è
possibile, a tutto il territorio nazionale. Quindi si chiede di dare mandato in questo caso
alle Farmacie Comunali di influire, dove è possibile, sulle case farmaceutiche per portare
avanti questo progetto sicurezza.
Entrano i Consiglieri Fossa, Ballarini, Poli e Colosimo
Consiglieri presenti n. 17
Entra l’Assessore Catellani
Assessore Gina Pedroni
Il problema posto dal Consigliere Vena investe il problema più ampio dell’informazione
sull’utilizzo dei medicinali sulle e nelle confezioni dei medicinali stessi.
Per evidenti ragioni di spazio, lo strumento principale di informazione è rappresentato dal
foglietto illustrativo, cioè quello che è dentro ai farmaci, quello che è allegato alla
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confezione, mentre un ruolo minore, sebbene importantissimo, è svolto dal
confezionamento del prodotto.
Ora, c’è un recentissimo articolo pubblicato sul n. 2 del 2004 del Bollettino di Informazione
sui farmaci edito dal Ministero della Salute che evidenzia in modo completo tutte le
problematiche connesse alla redazione del foglietto illustrativo, che è uno strumento di
informazione che ha un valore ufficiale, quindi approvato dal Ministero della Salute, così
come l’etichetta esterna, cioè quella parte a cui si riferisce il Consigliere Vena che è la
confezione, con tutte le informazioni che nella confezione esterna del medicinale sono
presenti.
Quindi, in quanto documenti ufficiali, ufficialmente approvati, sia il foglietto interno che
l’etichetta esterna, cioè la confezione, non possono assolutamente essere modificati da
altri soggetti attraverso l’apposizione di diciture, immagini, correzioni eccetera, fatta salva,
questa è l’unica eccezione, l’applicazione di etichette per la correzione del prezzo vigente,
che è la cosa che si fa anche attualmente. L’utilizzo poi di icone fotografiche o di
pittogrammi o bollini è un sistema poco utilizzato sino ad oggi, ma non si esclude che
potrebbe essere preso in considerazione in futuro.
Non a caso solo a partire dal 2002 le confezioni esterne di alcuni medicinali si sono
arricchite di due possibili bollini: uno per individuare i medicinali di automedicazione, un
altro per indicare i medicinali che possono avere degli effetti dopanti, che in effetti servono
per avvertire. Entrambi i bollini vengono apposti direttamente, però, dalle industrie
produttrici, in forza di due specifiche disposizioni di legge, una del primo febbraio 2002, la
n. 33, e l’altra del 14 dicembre 2000, la n. 376.
L’articolo precedentemente citato a cui facevo riferimento prima prende in esame anche le
problematiche legate all’utilizzo delle icone fotografiche all’interno del foglietto illustrativo
che sono giudicate uno strumento importante, anche se non ancora utilizzabile
attualmente, per segnalare in forma rapida, esatta e inequivocabile cosa non si deve
assolutamente fare. Quindi quello che è scritto nel foglietto potrebbe essere anche
sottolineato da delle icone fotografiche, come potrebbe essere quella del bollino.
Le icone parlano di un linguaggio netto della negazione e la loro forma richiama quella del
segnale di divieto tipico del Codice Stradale. Tutte le informazioni in forma di icona
dovrebbero comunque essere oggetto di testo specifico in una parte dedicata del foglietto,
cosicché qualsiasi eventuale problema di decodifica possa essere comunque risolto anche
in forma testuale. Questo dice sempre quel famoso articolo che io ho citato prima.
Veniamo a quello che succede qua. A quanto ci è dato sapere, l’Agenzia italiana del
farmaco ha iniziato a lavorare sul tema del foglietto illustrativo nel senso di renderlo più
comprensibile all’utente. Entro il 2006 l’Agenzia europea per la valutazione dei medicinali,
cioè l’associazione chiamata EMEA, dovrebbe realizzare dei fogli illustrativi più
comprensibili, la cui validazione dovrà passare attraverso dei test di leggibilità obbligatori.
Nell’ambito di tale attività, si ritiene che l’utilizzo di pittogrammi verrà considerato anche in
relazione ai rischi connessi alla guida dell’auto per chi fa uso di determinati medicinali.
Pertanto, alla luce di quanto sopra detto, si evince che non è possibile applicare bollini di
alcun tipo da parte di soggetti diversi dal produttore, mentre resta valida la possibilità di
accompagnare la dispensazione del medicinale con un allegato che riporti delle
informazioni.
I problemi che si pongono per realizzare quanto Lei chiede sono molteplici. Il primo è che
occorre individuare innanzitutto qual è l’informazione che si vuole dare, se è quella di
divieto o di attenzione, che evidentemente ha risvolti molto diversi sull’atteggiamento del
paziente nei confronti del farmaco prescritto, perché se si veicola un divieto di guidare,
questo è un problema aperto, è importante da considerare, il paziente che debba
necessariamente utilizzare l’auto dovrà rinunciare a questo medicinale, ovvero
interrompere l’assunzione del farmaco o sostituirlo con un altro farmaco, se esiste, di
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uguale efficacia e sicurezza che non abbia però questo effetto sulla guida. Evidentemente
invece meno pressante sarebbe un messaggio di attenzione e non di divieto quando si
guida l’auto e si sta assumendo quel determinato medicinale, ma non è certo agevole
definire in che cosa deve tradursi questa attenzione: attenzione alla velocità, alla durata
temporale della guida, alla contemporanea assunzione di bevande alcoliche, alla guida
nelle prime ore del mattino o della sera tardi? Quindi diventa molto complicato definire il
modo.
Secondo punto. Occorre individuare per quali medicinali questa informazione è corretta,
cosa relativamente semplice se ci si affida alle informazioni contenute nel documento
ufficiale, cioè quel famoso foglietto illustrativo a cui facevo riferimento prima. Tuttavia va
segnalato che al momento attuale esistono rilevanti differenze, purtroppo, e questa è una
cosa da chiarire, fra i diversi foglietti anche a parità di composizione dei prodotti. Quindi
anche prodotti che hanno la stessa composizione, ma con marchio diverso o
denominazione diversa, hanno delle spiegazioni all’interno dei foglietti che sono differenti.
Terzo punto. Occorre abbinare, in fase di spedizione di medicinali in farmacia, le
informazioni scritte su un allegato e il rispettivo medicinale. Che cosa fa l’azienda
Farmacie Comunali Riunite? Proprio perché da sempre è sensibile a questi problemi di
una corretta informazione e da sempre lavora in questo ambito, ha allo studio per il
prossimo anno un’interessante iniziativa che potrà almeno parzialmente rispondere alla
richiesta avanzata dal Consigliere Vena. Si tratta della realizzazione di un opuscolo
riportante varie avvertenze legate all’assunzione dei medicinali in cui a fianco di un
pittogramma verrà fornita una decodifica dell’immagine in diverse lingue. Questo perché è
stato pensato? Per superare i problemi comunicativi che si presentano in farmacia,
soprattutto in conseguenza della multietnicità nella popolazione residente, perché non tutti
riescono a decodificare il foglietto che c’è all’interno del farmaco. Esempi di pittogrammi
realizzati dalla farmacopea degli Stati Uniti sul tema dei possibili effetti dei farmaci sulla
vigilanza e sulla capacità di guida sono stati forniti dalla Direzione delle Farmacie
Comunali come anticipazione del lavoro in corso di evoluzione. Quindi non si esclude che,
in questo campo, si possa andare a lavorare su questo anche qui, nell’azienda Farmacie
Comunali Riunite. Grazie.
Entra l’Assessore Santel
Consigliere Donato Vena
Beh, credo che per buona parte della risposta possa sentirmi soddisfatto, non totalmente
ma in buona parte. Si solleva un problema che con questa interpellanza mettevo a nudo.
Io credo che sicuramente un aspetto positivo sia il discorso dell’opuscoletto. Visto che non
è possibile aggiungere alla scatola eventuali bollini o altro, perché previsto per legge,
mentre c’è più flessibilità per quanto riguarda il fatto di dare un qualcosa che sia di
informazione, che io sottoforma di titolo avevo indicato come “bollino sicurezza”, che poi
sia un opuscolo o qualsiasi altra cosa che faciliti questa sensibilizzazione tra le persone
che fanno parecchio uso, purtroppo, di questi medicinali, l’importante è far capire che per
alcuni aspetti questi possono portare, se uno si mette alla guida, ad eventuali rischi
maggiori rispetto a persone che non ingeriscono quei farmaci.
Per quanto riguarda invece quello che potrebbero fare le Farmacie Comunali nei confronti
delle case farmaceutiche ed anche di altri enti a livello nazionale, io credo che qualche
parola in più qui la possiamo spendere. Tra l’altro ho scoperto, dopo aver fatto
l’interpellanza, che anche un altro organo nazionale ha avviato un’operazione di questo
tipo sulle case farmaceutiche, quindi non sono arrivato primo su questa vicenda, è già una
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vicenda di un anno fa, l’ho scoperta in questa fase, ripeto. Quindi per quanto riguarda la
sensibilizzazione su questo tema credo che se più parti riescono ad influire, se riescono a
portare quel granellino di sabbia in più, come è successo per le sigarette dove è indicata la
dicitura che il fumo uccide, chissà che fra due o tre anni lo potremo avere anche sui
farmaci, in modo da sconsigliare il discorso di mettersi alla guida nel momento in cui si
ingeriscono. Grazie.
Viene introdotto in discussione il punto n. 19 dell’ordine del giorno, relativo a:
“Interpellanza dei Consiglieri Antonio Rizzo, Marco Eboli e Tommaso Lombardini in
ordine alla mancata adozione di provvedimenti per rendere meno pericolosa la zona
di transito su via Tassoni, frazione Canali” (I.D. n. 185).
Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Sig. Sindaco
All’Assessore
INTERPELLANZA
I sottoscritti Consiglieri Comunali del gruppo A.N. premesso:
che negli ultimi tre mesi si sono verificati più di un incidente nella strada principale
di collegamento tra Reggio Emilia e Albinea, Via Tassoni, tra cui non ultimo quello
mortale intercorso alla pittrice Maria Branzini il 9 Ottobre e che la zona di transito
nella frazione di Canali è ad alto rischio in quanto l’automobilista si trova ad entrare
nel centro del paese subito finito il tratto di strada extraurbano e quindi a velocità
elevate,
Interpella la S.V.
Per sapere:
- per quale motivo la Giunta alla luce dei così tanti incidenti riportati in via
Tassoni non abbia mai proposto una soluzione e neanche ne abbia proposto
un minimo progetto dopo i richiami attraverso la stampa fatti da molti
cittadini;
- perché, come è già avvenuto in altre zone della città, nella zona di ingresso al
paese di Canali invece di un semaforo che la sera è costantemente
lampeggiante, e quindi non serve per far rallentare gli automobilisti, non
viene predisposta una rotatoria o un semaforo che controlli la velocità e
diventi rosso al suo eccesso e ne rallenti obbligatoriamente la corsa;
- e se effettivamente le domande inoltrate all’ufficio tecnico siano mai giunte
all’attenzione della Giunta Comunale.
Consiglieri gruppo A.N.
f.to Antonio Rizzo
f.to Marco Eboli
f.to Tommaso Lombardini
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Entra la Consigliera Carla Rinaldi
Consiglieri presenti n. 18
Intervengono nell’ordine:
Consigliere Antonio Rizzo
Il Gruppo di Alleanza Nazionale ha proposto questa interpellanza dopo i ripetuti richiami
da parte dei cittadini e soprattutto dopo i numerosi incidenti intercorsi negli ultimi tre mesi,
dopo la morte della pittrice Maria Branzini nella zona di transito di via Tassoni.
Si era già parlato in un’altra interpellanza, qui mi ricollego all’interpellanza fatta dal
Consigliere Fornaciari, del problema di via Tassoni. Lui trattava di una zona antecedente,
di quella zona dove è sita la chiesa di San Pellegrino. Noi ci riferiamo alla zona vicino alla
frazione di Canali. Il problema grosso è in pratica l’innesto di via Tassoni dentro la
frazione, perché ci troviamo subito all’innesto di una strada che da extraurbana diventa
urbana e l’automobilista entra nella città con un restringimento di carreggiata ad alta
velocità.
Per questo motivo il Gruppo di Alleanza Nazionale chiede alla Giunta per quali motivi,
dopo i numerosi incidenti intercorsi, ripetiamo, soprattutto negli ultimi tre mesi, ma già
presenti da due anni, non si sia ancora trovata una soluzione o non si sia proposta una
soluzione. Tra queste soluzioni noi chiediamo una rotatoria, se è possibile, per permettere
di rallentare la velocità soprattutto nella zona dell’incrocio di Canali o addirittura di lasciare
lo stesso semaforo, ma di mettere i sensori di velocità che permetterebbero al semaforo,
soprattutto nelle ore notturne, di essere azionato nel caso di eccessiva velocità,
rallentando così, con il semaforo rosso, la velocità stessa.
Un’altra richiesta, sempre sollecitata dai cittadini che anche a mezzo stampa hanno fatto
queste richieste, è di sapere dove siano andate a finire le numerose lettere inviate agli
uffici tecnici e se la Giunta ne abbia mai ricevuta alcuna. Grazie.
Entrano i Consiglieri Dolci e Scarpino
Consiglieri presenti n. 20
Entra l’Assessore Spadoni
Assessore Alberto Santel
La sostanza della risposta è decisamente semplice, in quanto l’interpellanza va rivolta alla
Provincia di Reggio Emilia, perché la traversa interna della strada di Canali è di
competenza della Provincia. L’Amministrazione Comunale di Reggio non ha alcun titolo ad
intervenire su quel particolare asse stradale perché fondi e competenze non sono nostri.
Nei fatti, il Comune di Reggio, pur non in presenza di un obbligo, ha già provveduto ad
intervenire nella frazione di Canali realizzando i marciapiedi, pur essendo i medesimi
marciapiedi, per le motivazioni espresse precedentemente, non di competenza del
Comune.
Dal punto di vista di quello che riguarda l’andamento dell’incidentalità, via Tassoni si
colloca in questo momento circa al cinquantesimo posto tra le strade maggiormente
incidentate del Comune di Reggio e in questo momento quindi rispetto ad altre situazioni
non presenta caratteristiche di priorità.
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Detto questo, è interesse dell’Amministrazione Comunale, nel caso specifico
obbligatoriamente in accordo con la Provincia perché è l’Ente titolare di tutte le possibilità
di intervento sulla rete stradale, intervenire per moderare la velocità sull’intera rete
comunale e di conseguenza per realizzare tutti quegli interventi di rallentamento,
compresa la realizzazione dei passaggi pedonali sopraelevati e l’utilizzo delle tecnologie
informatiche, che consentano il rilevamento e il controllo degli eccessi di velocità, pur
sapendo che quest’ultimo passaggio prevede obbligatoriamente l’assenso del Prefetto che
deve indicare, con proprio provvedimento, quali sono gli assi stradali urbani in cui è
possibile operare il controllo automatico e la verifica delle violazioni.
Consigliere Antonio Rizzo
Prendo atto delle parole dell’Assessore, non ritenendo tuttavia soddisfacente la risposta in
quanto ha scaricato in pratica la competenza sulla Provincia. Noi lo chiederemo alla
Provincia con un’altra interpellanza, tramite il Capogruppo Eboli.
Il problema dei marciapiedi. Sì, sono stati fatti i marciapiedi, ma il problema grosso è
l’attraversamento di quella zona. Anche se vi sono i marciapiedi vi sarà un
attraversamento, dato che quella è l’unica zona commerciale della frazione, e non
essendoci un restringimento di carreggiata la velocità aumenterà ancora di più, quindi con
più traffico pedonale si verificheranno solo aumenti di incidenti.
Viene introdotto in discussione il punto n. 23 dell’ordine del giorno, relativo a:
“Interpellanza del Consigliere Gabriele Fossa in ordine al permesso a costruire il
fabbricato polifunzionale “I petali del Giglio” rilasciato alla società Tuttogiglio” (I.D.
n. 186).
INTERPELLANZA
Premesso che:
• il Comune di Reggio Emilia è dotato di Piano Regolatore Generale approvato
con deliberazione della Giunta della Regione Emilia Romagna n° 1202 in data
27/06/2001 e pubblicato sul B.U.R. n° 102 del 25/07/2001;
•
la società Mirabello 2000 Spa, con sede legale in Reggio Emilia Via Sforza n° 4,
con propria nota acquisita in data 28/12/2001 agli atti del Comune al n° 9983 di
PS e n° 1034/02 di PG, chiedeva l’attivazione delle procedure necessarie al fine di
realizzare una serie di interventi sulla struttura dello stadio Giglio nonché sulle
aree adiacenti;
•
con deliberazione prot. n. 10427 del 07/06/2002 il Consiglio comunale di Reggio
Emilia ha proceduto all’adozione, ai sensi del combinato disposto degli artt. 52,
3° comma, lett. A) e 41, 2° comma, lett. A) della L.R. n° 20/00 modificata e
integrata, e dagli artt. 21, 1° comma della L.R. n° 47/78 e art. 3, 1° comma della
L.R. n° 46/88 modificata e integrata, del Piano Particolareggiato di Iniziativa
Pubblica denominato “Parco Tematico dello Sport e Tempo Libero”;
9
•
tale Piano Urbanistico Attuativo (come viene più volte definito nelle deliberazioni
dell’Amministrazione comunale di Reggio Emilia) ha disciplinato un comparto di
intervento edilizio–urbanistico per mq 175.598 a zona per attrezzature sportive e
per lo spettacolo, mq 3.560 per infrastrutture e viabilità, mq 11.140 per parcheggi
pubblici, mq 1.000 di zona agricola normale;
•
poiché il Piano particolareggiato in esame ha suddiviso l’area interessata in tre
ambiti edificabili, da attuarsi tramite “progetti complessivi” l’Amministrazione
comunale di Reggio Emilia, con deliberazione della Giunta comunale n. PG 12978
del 30/07/2003, ha approvato il preprogetto relativo all’ambito n. 1 del P.P. in
questione e la relativa convenzione attuativa;
•
tale primo intervento prevede, secondo quanto previsto nella deliberazione di
approvazione del preprogetto, la realizzazione di mq 32.088 di superficie utile da
effettuarsi in adiacenza ed anche all’interno delle strutture dello stadio “Giglio”,
al fine della costruzione di “... una struttura unica a destinazione non specifica,
ove è consentita autonomia, sia di funzionamento nel tempo, sia di accessibilità
alle varie attività/funzioni, nell’ambito di un percorso di uso pubblico”, a giudizio
della pubblica Amministrazione, l’insieme degli usi previsti (commerciali,
multisale, attrezzature di interesse comune...) concorrono “... a formare un unico
complesso integrato, completandolo e dotandolo di usi complementari che
definiscono il carattere specifico (relativo alla particolare situazione di
intervento) della tipologia urbanistica relativa alla “galleria di vicinato”;
•
al di là delle definizioni contenute nelle deliberazioni soprachiamate l’intervento
edilizio–urbanistico previsto nel P.P. in esame, costituisce un complesso a
carattere misto ove agli usi di carattere pubblico indubbiamente presenti, è
connessa una sostanziosa quota di usi commerciali e di servizio, tale da
ricomprendere lo stesso intervento nell’ambito dei centri commerciali
d’attrazione di livello superiore e non nelle semplici “gallerie di vicinato”;
•
lo schema di convenzione del piano in argomento, oltre l’identificazione di rito
degli oneri a carico delle ditte proprietarie prevede, per attuare gli interventi così
come previsti dalla zonizzazione di Piano Particolareggiato, l’acquisizione di aree
(per oltre 6.000 mq) di proprietà del Comune censite al catasto terreni foglio n° 96
mappali nn. 300 e 303 con apposito atto separato, non equivalendo in alcun
modo tale previsione – contenuta in convenzione accessoria a piano attuativo –
alla stipula di contratto preliminare di vendita, né a trasferimento di possesso
dell’area;
•
per tale apposita procedura è stata avanzata specifica istanza, dalla società
Tuttogiglio, in atti al n. 11746 di PG del 12/06/03;
•
il Consiglio comunale, con delibera del 22/01/04 n. 507/6 di approvazione del
Bilancio di previsione per l’esercizio 2004, del bilancio pluriennale 2004/2006 e
dei relativi allegati, ha previsto, nel Programma triennale 2004/2006 delle
acquisizioni e dismissioni patrimoniali, tra le alienazioni patrimoniali da
effettuarsi nell’anno 2004, la vendita delle aree dei mappali n. 300 e 303 zona
Parco Tematico dello Sport;
• in data 30/01/04 la Commissione Provinciale di vigilanza sui locali di pubblico
spettacolo della provincia di Reggio Emilia, riunitasi presso la Prefettura di
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Reggio Emilia ha espresso parere favorevole in merito al progetto definitivo
presentato in data 14/10/2003, riguardante la realizzazione, in aderenza allo
stadio Giglio, del complesso in esame, subordinando tale parere al rispetto
inderogabile delle prescrizioni contenute nei seguenti pareri: nota del Ministero
dell’Interno – Dipartimento dei VV.FF. – Direzione Centrale per la prevenzione e la
Sicurezza Tecnica prot. P30/4139 sott. 5 del 19/01/2004 concernente la risposta al
quesito formulato dal Comando provinciale dei VV.FF. di Reggio Emilia con nota
prot. n. 9657 del 28/11/2003 in merito a “impianti sportivi all’aperto in promiscuità
urbanistica e funzionale con strutture di altre attività a rischio specifico”, parere
di conformità del Comando Provinciale dei VV.FF. di Reggio Emilia prot. n. 8266
del 29/01/2004, parere dell’AUSL Reggio Emilia prot. n. 133322 del 11/12/2003,
pareri del CONI del 25/11/2003 e del 27/01/2004, parere della Provincia di Reggio
Emilia prot. n. 83323/15311 del 4/11/2003. La Commissione ha inoltre disposto
l’inserimento di tutte le prescrizioni sopra richiamate nei vari progetti esecutivi
da sottoporre al parere preventivo della stessa per gli aspetti di sua competenza,
parere che non risulta a tutt’oggi assunto;
•
nel maggio 2004 il Comune rilasciava alla Tuttogiglio Spa i permessi a costruire
per la realizzazione delle opere di urbanizzazione in edifici compresi nel Parco
tematico denominato “Giglio” e per la realizzazione dei lavori di costruzione di
un fabbricato polifunzionale denominato “I petali del Giglio” relativo al
medesimo Parco Tematico, tali permessi a costruire “coinvolgevano” anche le
aree in proprietà e possesso del Comune di cui ai mappali 300 e 303, che erano
tuttavia indicate dalla società Tuttogiglio, in sede di richiesta di rilascio di
permesso a costruire, come aree per le quali essa aveva titolo per richiedere il
titolo edilizio;
•
parte dell’area comunale censita al catasto terreni al foglio 96 col mappale 300,
della superficie di 4.547 mq, è destinata a viabilità di servizio alle uscite nord est
e sud dello stadio Giglio ed appartiene al demanio comunale;
•
in data 02/08/04 la Giunta comunale ID n. 256 in PG. n. 16319, stante la relazione
del Servizio Patrimonio prot. n. 1489 del 21/07/04, ha deliberato di
sdemanializzare l’area di mappale n. 300 inserendola nel patrimonio disponibile
del Comune;
•
il Consiglio della Circoscrizione VII dalla data d’insediamento avvenuta il
19/08/04 non ha espresso alcun parere in merito alla proposta di alienazione
delle aree in questione;
•
con determina dirigenziale RUD. N. 2004/1674 del 09/09/04, il Dirigente del
Servizio Patrimonio ha determinato di alienare alla società Tuttogiglio i mappali
300 e 303;
•
i permessi a costruire sopraccitati, in forza dell’art. 11 DPR 06/06/01 n. 380,
dell’art. 14 L.R. n. 31/02 e dell’art. 4 L. 10/77, potevano essere rilasciati
unicamente al proprietario dell’immobile (nel caso i terreni) o a colui che
comunque avesse titolo per richiedere tale permesso;
•
nel caso in specie, è di pacifica constatazione la circostanza che il permesso a
costruire per le opere di urbanizzazione, ed il permesso di costruire il fabbricato
11
polifunzionale denominato “I petali del Giglio”, siano stati rilasciati alla società
Tuttogiglio benché la stessa non avesse al momento della richiesta la proprietà
delle aree ai mappali 300 e 303 per complessivi oltre 6.000 mq di terreno ed
invero, come emerge dalla deliberazione di Giunta comunale del 02/08/04 e con la
determina dirigenziale del 09/09/04 di cui ai punti precedenti, i terreni in
questione alla data di settembre 2004 erano ancora di proprietà comunale
(addirittura una consistente porzione di terreno di cui al mappale 300 era parte
del demanio comunale);
•
ne consegue una evidente violazione di legge oltre che il macroscopico errore
nei presupposti poiché l’Amministrazione comunale, proprietaria dei due
mappali, rilasciava i due permessi a costruire assecondando in modo
incredibilmente superficiale, la dichiarazione inveritiera della società Tuttogiglio,
che non essendo né proprietaria, né promissaria acquirente, né in alcun modo in
possesso delle aree dell’Amministrazione comunale, non aveva titolo a
richiedere il rilascio dei permessi edilizi e quindi ad edificare sui terreni ancora
oggi di proprietà comunale;
Interpella la Giunta per sapere:
1) se quanto sopra esposto corrisponde a verità;
2) se non si ritenga necessario adottare un provvedimento di autotutela nel
senso di annullamento o modifica delle determinazioni che sono state
oggetto delle indicazioni suddette ed in particolare dei due permessi a
costruire rilasciati sulla base di dichiarazioni della Tuttogiglio Spa non
rispondenti al reale regime di proprietà delle aree di cui ai mappali 300 e 303,
ovvero di rivalutazione degli indirizzi assunti.
Il Capogruppo
Lega Nord – Padania
f.to Fossa Gabriele
Entrano i Consiglieri Salsi Roberto e Eboli
Consiglieri presenti n. 22
Entra l’Assessore Colzi
Intervengono nell’ordine:
Consigliere Gabriele Fossa
La storia del Giglio, come sappiamo, è stata costellata fin dalla sua nascita di illegittimità
amministrative o comunque presunte tali, tanto è vero che sia come Lega Nord che come
associazioni di categoria, i commercianti in modo specifico, abbiamo presentato dei ricorsi
amministrativi al TAR.
Fra le varie “illegittimità” (fra virgolette, attenzione) amministrative che come Lega Nord
abbiamo riscontrato ce n’è una per la quale oggi interpello la Giunta. In particolare Lei,
Assessore, ha visto la mia interpellanza che più che un’interpellanza è un trattato tecnico –
amministrativo, per cui lo riassumo in poche parole. La sostanza è questa. Quando si
rilascia un permesso a costruire o, meglio, quando si presenta un progetto è possibile farlo
12
anche se non si ha la totale disponibilità dell’area, basta avere il 75% della proprietà, però
il permesso a costruire deve essere rilasciato al richiedente solo quando questi ha la
disponibilità dell’area, quindi ne è proprietario.
Nel caso de “I petali del Giglio” nel maggio del 2004 è stato rilasciato a Tuttogiglio Spa il
permesso a costruire per quello che è stato definito il Parco tematico de “I petali del Giglio”
per due mappali, il n. 300 e il n. 303, che la società Tuttogiglio aveva indicato nella sua
domanda come nella propria disponibilità, quindi in sostanza come se fosse lei proprietaria
di questi mappali, mentre in realtà questi mappali erano allora, come sono anche oggi, di
proprietà del Comune, tanto è vero che soltanto in data 2 agosto 2004 il Servizio
Patrimonio aveva deliberato la sdemanializzazione dell’area, quindi sostanzialmente
aveva detto: “Va bene, possiamo cederlo”, ma ancora non si era arrivati alla cessione
dell’area nel vero senso della parola.
Quindi siamo di fronte ad una situazione di questo tipo dove da un lato la società
richiedente dice: “Quei terreni sono miei”, dall’altro lato, almeno formalmente, il Comune è
ancora proprietario dell’area in quanto neanche le procedure di sdemanializzazione erano
state attivate, quindi anche su queste aree viene concesso il permesso a costruire per
realizzare quello che sappiamo essere l’intervento del Giglio.
Ora, questa procedura è un po’ anomala, ripeto, perché le procedure vigenti prevedono
che il permesso a costruire, giustamente, debba essere rilasciato al soggetto attuatore che
ha la disponibilità dell’area, cioè che ha la proprietà dell’area, non basandosi su delle
dichiarazioni di pseudo contratti a venire, “Io ti prometto che ti venderò...“ e così via.
Quindi si chiedono chiarimenti specifici all’Amministrazione per sapere perché è stato
rilasciato questo permesso a costruire e se appunto era legittimo da parte della Tuttogiglio
accaparrarsi il diritto di proprietà dell’area, cosa che non aveva. Inoltre si chiede quali sono
eventualmente i provvedimenti che la Giunta intende adottare per sanare questo
macroscopico errore amministrativo che può essere causa di annullamento della delibera.
Assessore Ugo Ferrari
Intanto, sulle presunte leggerezze o vizi di legittimità, com’è noto, nessun organo deputato
si è espresso in tal senso. Anzi, la richiesta della sospensiva non è stata concessa, quindi
attendiamo eventualmente il corso degli eventi. Mi pare che lo stesso valga anche per i
contenuti dell’interpellanza.
Infatti il Consigliere Fossa fa riferimento ad una serie di atti amministrativi in modo
piuttosto documentato. Cita infatti date e numeri di protocollo che indicano un meticoloso
lavoro di esame degli atti stessi. Da tali analisi, come abbiamo sentito, trae la conclusione
che il permesso a costruire sia stato rilasciato in maniera viziata, stante l’indisponibilità da
parte della ditta intestataria dei terreni di cui ai mappali 300 e 303, foglio 96.
A tale proposito occorre precisare che, come afferma la stessa interpellanza, lo schema di
convenzione del Piano approvato dal Consiglio Comunale in data 22 novembre 2002 e la
conseguente convenzione prevedeva l’acquisizione dei terreni di cui ai mappali
sopraccitati da parte della Tuttogiglio Spa. Inoltre il bilancio di previsione 2004 ha previsto
la vendita delle aree relative ai mappali 300 e 303. In data 9 ottobre 2003 la società
Tuttogiglio ha sottoscritto fideiussioni per 487 mila euro per l’acquisizione dell’area.
Alla data del rilascio del permesso a costruire era dunque già stata espressa con atti la
volontà dell’Amministrazione di alienare tali terreni e della Tuttogiglio di acquisirli. Con
nota antecedente il rilascio dello stesso permesso a costruire, il Servizio Patrimonio
comunicava al Servizio Edilizia che “in riferimento alla convenzione, nelle more del
perfezionamento degli atti traslativi della proprietà, viene concessa la disponibilità delle
aree all’atto della sottoscrizione dell’accordo preliminare di vendita, da trascrivere in
13
Conservatoria dei Registri Immobiliari di Reggio Emilia, al fine di ottenere le necessarie
autorizzazioni a costruire.”
Occorre inoltre precisare che alla data odierna tutti gli atti relativi alla compravendita sono
stati perfezionati.
L’Amministrazione, con atti successivi, della Giunta del 2 agosto 2004, determina
dirigenziale del 9 settembre 2004, provvedeva ad attuare la sdemanializzazione e
l’alienazione delle aree in forza degli impegni assunti reciprocamente dalle parti.
Per quanto riguarda la richiesta di parere della Circoscrizione relativa all’atto di alienazione
del bene, si precisa che a norma del vigente Regolamento le Circoscrizioni dispongono di
un tempo di almeno quindici giorni a partire dalla data di trasmissione della richiesta. In
tale occasione, stante il particolare periodo immediatamente post-elettorale, il parere è
stato richiesto il 5 agosto 2004. L’insediamento del Consiglio è avvenuto il 19 agosto 2004
e, trascorsi quindici giorni da tale data, quando il Consiglio di Circoscrizione era già
pienamente in grado di deliberare, non è stato espresso alcun pronunciamento in merito.
In riferimento poi al punto contenuto nell’interpellanza riguardante le misure rientranti nel
parere della Commissione di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, si precisa che tutte
le prescrizioni sono state riportate nel permesso di costruire stesso.
Pertanto, ritenendo di avere agito in piena legittimità e trasparenza, si esclude ogni atto di
autotutela sul permesso a costruire. Grazie.
Entra la Consigliera Donelli
Consiglieri presenti n. 23
Consigliere Gabriele Fossa
Ringrazio l’Assessore Ferrari. Lo ringrazio anche dei complimenti sulla mia
documentazione.
Prendo atto della risposta. Non esprimo in questo momento nessun giudizio di merito, non
sono né soddisfatto né insoddisfatto. Chiedo alla signora, che mi sta ascoltando, una
veloce traduzione delle parole, se non addirittura l’acquisizione della lettera che
l’Assessore ha letto, perché l’Assessore Ferrari nella parte finale si è giustificato sulle
Circoscrizioni, quando io non avevo chiesto niente, io non avevo chiesto nulla del perché
la Circoscrizione... Lo sta chiedendo il mio Consigliere di Circoscrizione, quindi questo lo
prendo come un mettere le mani avanti per la mozione che ci sarà presso la
Circoscrizione, ma quello sarà un problema che vedremo.
Ringrazio anche di avermi detto che il parere della Commissione è stato riportato. Lo so a
memoria ormai quel parere, quindi non ce n’era bisogno.
Sono rimasto invece colpito ed interessato, per questo ho chiesto di acquisire subito la
trascrizione, perché mi dovrò documentare, ed è per questo che non do un giudizio di
merito, perché in sostanza giustamente Lei ha detto, come ho detto anch’io, che tutta
l’operazione si è basata su delle dichiarazioni di intenti, nel senso che è stato detto che
nello schema di convenzione è prevista l’acquisizione, che il bilancio prevedeva questo,
che c’era una fideiussione, tutte dichiarazioni di intenti che io oggi vorrei verificare: se
fosse stato un altro soggetto, cioè un cittadino normale, diciamo Poli, avrebbe avuto le
stesse possibilità? In questo momento io non lo so, non glielo so dire, verificherò, mi
documenterò se sia possibile o meno rilasciare un permesso a costruire basandosi sulle
dichiarazioni di intenti. Non lo so, ho dei dubbi, però non sono un esperto né in urbanistica,
né in edilizia nel vero senso della parola, per cui mi riservo di analizzare bene queste sue
dichiarazioni.
14
Comunque mi dà atto, se ho ben capito, che non c’è stato il rilascio di permesso a
costruire basandosi sull’acquisizione completa dell’area, ma solo su delle ipotesi di
acquisizione che poi, è vero, si sono trasformate in atti concreti, come sta succedendo in
questo momento, però mi chiedo se questa procedura in effetti è possibile per tutti i
cittadini, quindi se sia legittima. Lo verificheremo in poco tempo. In base alle mie verifiche
eventualmente mi dichiarerò soddisfatto o meno.
Entrano i Consiglieri Zobbi, Corradini Achille, Giampaoli, Malato, Vecchi e il Sindaco
Esce il Consigliere Fossa
Consiglieri presenti n. 28
Alle ore 16:45, su invito della Presidente, il Segretario Generale procede all’appello
nominale al fine di verificare l’esistenza del numero legale per poter validamente
deliberare ai sensi dell’art. 6, comma 1, del Regolamento sul funzionamento del Consiglio
Comunale.
Risultano presenti n. 28 Consiglieri.
Viene introdotto in discussione il punto n. 35 dell’ordine del giorno, relativo a:
“Approvazione del verbale della seduta consiliare del 5 novembre 2004” (I.D. n. 187).
Entra il Consigliere Fossa
Consiglieri presenti n. 29
Presidente del Consigliere Laura Salsi
Se non ci sono interventi, passiamo alla votazione.
Non avendo alcun Consigliere chiesto la parola, la Presidente del Consiglio pone in
votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, l’approvazione della
deliberazione I.D. n. 187 e ne
proclama
il seguente esito:
PRESENTI:
ASTENUTI:
N.
N.
29
7
VOTANTI:
FAVOREVOLI:
N.
N.
22
22
Riva, Vena (P.d.C.I.); Giampaoli, Malato
(Forza Italia); Eboli, Rizzo (A.N.); Fossa
(L.N.P.)
In conformità di ciò, la Presidente proclama approvato all’unanimità la deliberazione
stessa.
15
Viene introdotto in discussione il punto n. 48 dell’ordine del giorno, relativo a: “Emissione
di un prestito obbligazionario comunale denominato “Comune di Reggio Emilia
2004–2024, emissione a tasso variabile trasformabile” – Provvedimenti conseguenti
(I.D. n. 188).
Entrano i Consiglieri Prati, Anceschi e Fantini
Consiglieri presenti n. 32
Intervengono nell’ordine:
Assessore Franco Ferretti
Signori Consiglieri, il Consiglio Comunale è chiamato ad approvare l’emissione di prestiti
obbligazionari per un importo complessivo di 6 milioni e 400 mila euro in funzione della
realizzazione di 33 progetti di investimenti sul territorio, in particolare per la manutenzione
straordinaria, che la Giunta ha approvato nei mesi scorsi. Ne richiamo ad esempio alcuni,
a partire dalla climatizzazione per le scuole dell’infanzia, il progetto definitivo per la
realizzazione della pista ciclopedonale lungo la via Emilia, da via Comparoni a via
Manzotti a via Prati Vecchi a via Dorso; la realizzazione dell’intersezione rotatoria tra via
Freddi e via Tirabassi; la pista ciclabile tra via Freddi e via Aprea; il finanziamento
dell’intervento per la realizzazione di una passerella ciclopedonale sul torrente Crostolo
per il collegamento da via De Sanctis e la pista del Lungocrostolo. Infine richiamo il
progetto esecutivo dei lavori di riparazione e miglioramento antisismico della chiesa di San
Giorgio e il progetto definitivo di recupero dell’area cortiliva compresa fra via Dante e via
Samarotto, complesso dei Chiostri di San Domenico.
L’emissione dei BOC presenta le seguenti caratteristiche: taglio dei titoli, mille euro; la
modalità di collocamento è avvenuta con sottoscrizione a fermo da parte di Banca Intesa,
cioè non viene sottoscritto dai cittadini ma interamente da una banca, in pratica è come
sottoscrivere un mutuo; la periodicità delle cedole è semestrale, posticipata, in quaranta
rate; le condizioni fissate (tasso variabile indicizzato su Euribor a sei mesi maggiorato di
una commissione di uno 0,094 punti percentuali per anno) sono condizioni di tutto
interesse, dal momento che la media degli affidamenti degli altri Comuni nel periodo
prevede una commissione dello 0,20; il tasso nominale lordo è del 2,290, quindi una
condizione vantaggiosa che deriva dall’aver fatto una gara congiunta tra 53 Comuni
associati a Reggio nella gestione dell’indebitamento. Oltre i Comuni della provincia, sono
associati i Comuni di Modena, Parma, Cesena, Carpi, Imola e la Provincia di Modena.
Questo ha permesso l’emissione per un valore complessivo di 99 milioni di euro. Da qui la
condizione particolarmente vantaggiosa che richiamavo prima. La determinazione del
tasso da pagare, considerato il valore dell’Euribor a sei mesi, determina un tasso nominale
annuo lordo del 2,290. Il costo netto del Comune, alla luce della retrocessione del 6,25
della quota degli interessi, risulta essere agli attuali tassi di mercato indicativamente del
2,147 annuo.
La durata del prestito è ventennale con possibilità di rimborso anticipato. Trascorsi almeno
diciotto mesi dalla data di emissione, il Comune può procedere al rimborso anticipato,
16
come dicevo, delle obbligazioni, senza corresponsione di alcuna commissione né penale
per l’estinzione anticipata.
Per ultimo, c’è la facoltà di conversione del tasso. Il Comune di Reggio ha la facoltà di
ricorrere alla trasformazione del tasso variabile in tasso fisso una sola volta nel corso della
vita del prestito e per tutta la durata residua dello stesso. L’opzione potrà essere esercitata
dall’ente emittente trascorsi 24 mesi dalla data di emissione. Grazie.
Consigliere Mario Monducci
Signor Presidente, signor Vice Sindaco, colleghi Consiglieri, abbiamo avuto modo di
esaminare con attenzione questo argomento nella seduta che è gli stata dedicata, nella
Commissione consiliare “Affari Generali” di qualche giorno fa, e io devo qui esprimere
nuovamente alcune riserve e perplessità di sostanza su un’operazione come questa che
viene in qualche modo a sommarsi a tutta una serie di operazioni pregresse che portano
l’indebitamento complessivo a medio e lungo termine dell’Amministrazione Comunale
intorno alla cifra di 162 milioni di euro, dei quali 45 milioni sono per mutui contratti con la
Cassa Depositi e Prestiti e la differenza per BOC (buoni ordinari comunali).
Beh, intanto vorrei fare un’osservazione metodologica che ritengo però dovrebbe essere
anche di sostanza, e cioè questo strumento in qualche modo innovativo, che cominciò a
farsi strada alcuni anni fa come fonte di finanziamento per le Amministrazioni Locali, a mio
avviso in qualche modo mutuava le proprie origini da strumenti analoghi che erano già
stati sperimentati da alcune grandi Amministrazioni (cito Milano, Torino e Genova) negli
anni Settanta e Ottanta, quando, se voi ricordate, venivano lanciati dei prestiti quali il
famoso “Prestito Milano”, “Prestito Torino”, “Prestito Genova”: erano sostanzialmente delle
obbligazioni che potevano essere sottoscritte e se ne poteva avere menzione e notizia
anche consultando la stampa finanziaria per vedere l’andamento di queste obbligazioni.
Credo che sostanzialmente uno dei motivi che hanno indotto ad andare in questa
direzione, oltre a quello di diminuire l’aggravio degli interessi difficilmente sostenibili nelle
forme ordinarie con la Cassa Depositi e Prestiti, strumento tradizionale e vocato per
questo tipo di finanziamenti, era anche quello di coinvolgere i cittadini in una sorta di patto
di collaborazione di finanziamento, e questo credo anche in un’ottica di trasparenza e di
collaborazione di investimento finanziario del cittadino che sottoscriveva, anziché azioni o
obbligazioni sul mercato finanziario, questi buoni ordinari comunali, quindi vedeva in
qualche modo un rendimento riconosciuto e sicuramente tendeva ad avere una garanzia
perché la controparte, l’Amministrazione Comunale, era sicuramente solida sotto il profilo
finanziario.
Mi pare invece, per stessa ammissione del Vice Sindaco, che è persona corretta e leale,
quindi non poteva certo nascondere le cose come stanno, che questo strumento di
finanziamento si sia evoluto. Sostanzialmente, se così vogliamo dire, definiamo oggi
buono ordinario comunale, BOC, quello che in realtà è tra virgolette una sorta di “mutuo”
che non è appunto gestito nei confronti della Cassa Depositi e Prestiti perché la Cassa
Depositi e Prestiti spunterebbe interessi peggiorativi rispetto al discorso dei BOC. Quindi
secondo me viene anche a mancare uno degli strumenti che vorrei definire di carattere
psicologico, di valorizzazione di questo strumento che vedrei non solo come momento di
finanziamento per l’Amministrazione, ma anche come momento di partecipazione e di
coinvolgimento dei cittadini alla vita finanziaria del proprio comune.
Quindi in realtà alla fine questi BOC, si devono definire così, in realtà sono uno strumento
diverso da quello che era stato concepito. Vorrei qui citare uno dei Consiglieri ed anche
amministratori di questo Comune che per primi si fecero portavoce a livello nazionale di
questo strumento, Girolamo Ielo, che contribuì ad introdurre nel dibattito fiscale nazionale
17
questo concetto. Credo che oggi come oggi nella sostanza in qualche modo ci siamo
allontanati da questo tipo di strumento così come era stato concepito, così come era nato.
Concludo dicendo che oltre a queste argomentazioni, che io non definirei formali ma che
sono di sostanza, rimane il grosso punto interrogativo di un’Amministrazione già oberata
peraltro da una situazione finanziaria assai pesante, in parte dovuta credo a scelte molto
discutibili, presenti anche nella finanziaria che andrà in vigore nel 2005, ma presenti direi
anche in una debolezza strutturale del nostro bilancio che deve sostanzialmente mettere
in preventivo ogni anno la restituzione di 15 – 18 milioni di euro, quindi, per usare un
linguaggio forse più accessibile e più chiaro, più di 30 miliardi di vecchie lire all’anno solo
di interessi da restituire. Quando i nostri figli e comunque coloro che verranno dopo di noi,
e spero che non ci malediranno per il grosso debito che loro avranno ereditato, dovranno
restituire più di 300 miliardi di lire, credo che le perplessità ulteriormente possano
aumentare.
Quindi credo, e mi riservo di farlo in sede di discussione che si farà poi in gennaio, quando
si approverà il bilancio di quest’anno e il poliennale per i tre anni successivi, che
l’Amministrazione Comunale dovrà fare uno sforzo di intelligenza, di coraggio e di
trasparenza per introdurre nuovi elementi nel dibattito finanziario, perché credo che
l’utilizzo sistematico e vorrei definire strumentale di queste scelte mi pare di scarsa tenuta
e soprattutto di fiato corto. Credo che alla fine il rischio sia che in qualche modo ci
strangoliamo lentamente con le nostre stesse mani.
Entra il Consigliere Prandi
Consiglieri presenti n. 33
Consigliere Mario Poli
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nella Commissione che aveva esaminato questa
proposta io mi ero rivolto alla tecnostruttura ed anche all’Assessore per sapere com’era
composta la struttura di questo debito pregresso. Mi è stato risposto in quella sede che
dovevo guardarmi il bilancio 2003 del Comune. Non avendo avuto il tempo di fare questo
studio, rinnovo la richiesta di avere in termini intelligibili, facili e molto pratici uno schema di
questo genere. Non mi pare che sia una richiesta eccessiva o impossibile a cui dare
soddisfazione.
Questo è il primo punto. Noi dobbiamo essere agevolati nel nostro lavoro di amministratori
pubblici, non solo oberati dall’andare a studiare queste ricomposizioni all’interno del
bilancio del Comune.
La seconda osservazione. Sviluppo un ragionamento che ha fatto anche il Consigliere
Monducci, che io condivido, vale a dire lo snaturamento dello spirito iniziale dei BOC, il
rapporto tra il Comune e i propri cittadini che doveva essere un rapporto di fiducia,
misurabile anche con il grado di sottoscrizione di questi BOC. Ma c’è anche un qualcosa in
più. Il BOC era mirato ad un qualche progetto di intervento sulla città. Qui si comincia a
fare un ventaglio di progetti che devono essere finanziati fin troppo esteso, tant’è che si
riduce poi il finanziamento pro capite di ciascun intervento, per molti di questi interventi, a
cifre non esagerate. Ed allora, torno a dire, si aggiunge una nota negativa allo spirito
iniziale.
Ma c’è una terza nota negativa che va colta, perché se è vero che siete andati a mettere a
bando questa richiesta di finanziamento con altri 53 Comuni, beh, qui addirittura andiamo
fuori dal territorio come rapporto diretto fra amministratori ed amministrati. Forzando un po’
il concetto, si diventa agenti che cercano finanziamenti sul mercato, che si vanno ad
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individuare con un vecchio strumento, che è quello del BOC, e con un nuovo interlocutore
che a quel punto è la banca o il gruppo finanziario che vince la gara.
Un altro aspetto non dico di moralità, ma un aspetto che ancora non abbiamo sentito dire
in questo consesso, è il seguente. Nella sottoscrizione dei BOC alla fonte originaria c’è il
sottoscrittore che sa che cosa sottoscrive, che sa che cosa guadagna eccetera eccetera
eccetera. In questa partita “a fermo” comunque tutto il pacchetto viene sottoscritto da
Banca Intesa. Banca Intesa a quel punto, ed è una domanda che faccio agli
amministratori, a voi che avete negoziato con Banca Intesa, come intende utilizzare quei
BOC? Li tiene nel cassetto perché rendono a Banca Intesa solo il 2,147% oppure, come è
stato fino ad oggi senza che la cosa sia stata troppo conosciuta dai risparmiatori e dai
clienti delle banche, Banca Intesa distribuisce questi BOC che rendono pochissimo,
perché rendono il 2,019, nel risparmio gestito da Banca Intesa? Allora qui, mi rivolgo
anche agli amici e compagni della Sinistra, spesso vengono citate banche immorali, che
finanziano le guerre, provate a chiedervi se anche queste banche cosiddette virtuose non
adottino degli stratagemmi per cui alla fine scaricano sul cliente questo rendimento così
basso del 2,147%.
Ultima osservazione. Perché io voterò contro questo finanziamento, oltre alle cose che ho
detto prima? Perché in uno dei progetti che sono finanziati, esattamente quello della
passerella che congiunge via De Sanctis al camminamento bello del Parco delle caprette,
la spesa è soltanto, il “soltanto” è ironico, lo voglio esplicitare, di 371 mila euro, quindi
siamo nell’ordine di 750 milioni per una passerella ciclopedonale, non per una passerella...
Altra cosa che si aggiunge in termini negativi, ci sono oneri per 40 mila e rotti euro per il
progetto, per un progetto affidato a tecnici, ad ingegneri, a consulenti esterni.
Allora la domanda finale è questa, è quasi surreale: noi, e dico “noi” perché faccio parte
della municipalità reggiana, nel nostro Comune, nella tecnostruttura, nella macchina, non
abbiamo il Settore Tecnico? Non abbiamo degli ingegneri in grado di progettare una
passerella ciclopedonale risparmiando i 40 mila euro che abbiamo pagato ai consulenti
esterni? Quando si dice, ragionando di programmazione, ragionando di bilanci
previsionali, che dobbiamo evitare gli sprechi e che dobbiamo risparmiare, questa è una
manovra semplice, immediata e fattibile che porterebbe a risparmiare al Comune di
Reggio 40 mila euro e che ci permetterebbe di arrivare a chiedere finanziamenti tramite i
BOC di importo minore e quindi di pagare anche meno interessi alle banche che
sottoscrivono questi BOC. Grazie.
Entra il Consigliere Corsi
Consiglieri presenti n. 34
Entrano gli Assessori Montanari e Sassi
Consigliere Marco Eboli
Io mi soffermerò su alcuni aspetti di questa emissione di BOC, gli aspetti della
destinazione dei finanziamenti stessi, perché dalla destinazione di questi finanziamenti si
possono rilevare alcuni ritardi gravi, credo, nel porre mano a soluzioni di emergenza che
l’Amministrazione Comunale sta perpetrando da anni, purtroppo.
Io vedo che vi è una lunga serie di delibere relative a finanziamenti concernenti la messa
in sicurezza di luoghi quali i centri sociali ma soprattutto molte scuole elementari. Questo è
un dato importante, ma al tempo stesso preoccupante, se mi consentite, perché si
interviene a fine anno con un’emissione straordinaria di buoni ordinari del Comune per
porre mano a finanziare provvedimenti di estrema urgenza e necessità, perché sia i centri
sociali, frequentati dagli anziani, che le scuole elementari, frequentate da bambini,
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dovrebbero essere luoghi che nel bilancio ordinario, quindi con le finanze ordinarie del
Comune, non con emissioni straordinarie di buoni ordinari del Comune, dovrebbero aver
trovato una loro forma di finanziamento e un loro sostegno dal punto di vista finanziario.
Così vedo che non è, e questo dato credo sia abbastanza preoccupante, perché la somma
complessiva di questi interventi grosso modo si aggira intorno ai 600 mila euro, se il
conteggio non mi ha ingannato, quindi una cifra consistente per intervenire su situazioni di
emergenza.
L’altra considerazione è quella relativa alla situazione delle strade. Ebbene, anche in
questo caso noi abbiamo sei interventi su diverse strade comunali, anche qui per importi
complessivi di circa 600 mila euro. Il problema è come si svolge questo tipo di
manutenzione, perché le delibere relative alla manutenzione delle strade cittadine sono un
dato frequente. Allora, se si presentano con una certa frequenza, probabilmente si pone
per l’Amministrazione Comunale un problema di maggiore vigilanza circa l’esecuzione dei
lavori da parte delle ditte appaltanti, perché periodicamente questo genere di spese
vengono riproposte anche con una cadenza pluriennale. Quindi vi è un problema di
controllo della qualità del lavoro svolto, perché se questo controllo non viene eseguito la
conseguenza è la perdita e l’investimento di risorse costanti su un settore che diventa una
sorta di pozzo di San Patrizio per le imprese appaltanti. Che le nostre strade abbiano
oggettiva necessità di intervento è sotto gli occhi di tutti. Che appena viene fatto un
intervento questo denunci subito alcune carenze dal punto di vista della qualità esecutiva
è altrettanto sotto gli occhi di tutti.
Devo dire che i finanziamenti dedicati allo sport li trovo risibili in questo progetto di
finanziamento BOC, sono 60 mila euro, con problematiche sul fronte degli investimenti in
impiantistica sportiva, parlo della situazione del campo di atletica o della situazione della
piscina comunale coperta, che meriterebbero credo un’attenzione maggiore ed una
maggiore considerazione da parte della Giunta stessa.
Vi sono poi alcune curiosità che stento a giustificare. Per questo chiedo all’Assessore
Ferretti qualche lume. Vedo che è previsto un finanziamento di 378 mila euro per la
realizzazione di una passerella ciclopedonale sul torrente Crostolo per il collegamento da
via De Sanctis e la pista del Lungocrostolo. 378 mila euro, quasi 700 milioni di vecchie lire
per una passerella pedonale. E’ una passerella d’oro, questa!
Vedo che invece per finanziare il progetto preliminare per la realizzazione dell’intersezione
della rotatoria tra via Freddi e via Tirabassi a Codemondo e per la realizzazione della pista
ciclopedonale da via Freddi a via Tirabassi si prevede un costo di 425 mila euro. Ora,
credo che la seconda opera sia oggettivamente più complessa ed anche più onerosa.
Pertanto chiedo quali ragioni giustifichino un costo così esorbitante per una semplice
passerella pedonale e se non sia il caso di controllare i progetti. Qua siamo in fase di
finanziamento dell’opera. Ripeto, forse è il caso di controllare i progetti esecutivi e i
progetti preliminari per dare un pochino una regolata a costi che rischiano oggettivamente
di essere ingiustificati ed esorbitanti.
Concludo con un’annotazione di carattere generale che riprenderò sicuramente anche
nella fase di discussione sul bilancio, ossia che siamo in presenza di un incremento
ulteriore non solo del debito dell’Amministrazione Comunale, ma, dirò di più, siamo in
presenza, e qualche avvisaglia vi è già in alcuni dei progetti sottoposti, di un fatto molto
grave che denuncia una crisi di liquidità fortissima di questa Amministrazione. E’ stato
preannunciato che la percentuale degli oneri di urbanizzazione solitamente destinati ad
investimenti saranno invece dedicati, passando dal 20 al 35%, alla copertura delle spese
correnti. Ebbene, questo è un campanello d’allarme molto forte, perché l’indebitamento
per BOC sommato alla sottrazione di risorse da impiegare per gli investimenti, alcuni dei
quali li ho sollecitati anche prima in particolare sul settore dello sport e dell’impiantistica
sportiva, finiscono sicuramente per impoverire la nostra città e per mantenerla in una
20
condizione di arretratezza che solo gli investimenti programmati e veramente realizzati
potrebbero consentirgli di superare. Grazie.
Consigliere Luca Vecchi
Alcune considerazioni innanzitutto, più ancora che sulla modalità tecnica della copertura
del fabbisogno finanziario, sulla quantità e sulla qualità di questi investimenti. Credo che
sia indiscutibile in questi 33 investimenti la volontà dell’Amministrazione di proseguire un
percorso già avviato da diversi anni che segna ogni anno una qualità ed una quantità
costante di investimenti pubblici oggettivamente di qualità, la cui ricaduta credo sia
percepibile per tutti i cittadini di questa città.
Lo dico perché, al di là del merito per cui si possono avere anche obiezioni su alcune
scelte di questa lista di 33 investimenti, quando si fa la scelta di votare contro in questo
caso ad un BOC occorrerebbe avere la capacità di indicare un’alternativa, in termini di
modalità di copertura del fabbisogno, a meno che a quel punto non si voglia arrivare a
sostenere che questi investimenti non si dovevano compiere.
Pertanto se noi spostiamo l’attenzione dal merito degli investimenti allo strumento tecnico
a cui l’Amministrazione ricorre, diventa inevitabile evidenziare alcuni dati. Innanzitutto il
fatto che Reggio Emilia è Comune capofila di un consorzio di 53 Comuni, molti dei quali si
rivolgono all’Amministrazione Comunale di Reggio per consulenze nel gestire questa
partita della ricerca di modalità di finanziamento complessivamente più convenienti. In
tanti casi in questi Comuni l’adesione a questo consorzio ha comportato un voto unanime
anche da parte degli stessi Consiglieri del Centrodestra, a dimostrazione della validità di
questa scelta.
Sempre nel merito dello strumento tecnico a cui ci si è rivolti, diventa inevitabile
evidenziare il dato comparato rispetto a quella che poteva essere una modalità alternativa,
cioè il ricorso al mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti, con una differenziale di tasso
dello 0,2%.
Circa le valutazioni espresse anche dal Consigliere Monducci sullo spirito originario del
BOC, credo siano valutazioni obiettive, ragionevoli, che non credo debbano essere
trascurate, ma nello specifico, nella fattispecie, siamo di fronte all’esigenza di valutare nel
merito se la scelta fatta circa il modo di coprire il fabbisogno finanziario per sostenere
determinati investimenti sia la scelta più giusta e più conveniente.
Credo che ci siano le condizioni per sostenere che questa scelta sia stata fatta in modo
oculato.
Per quanto concerne quella discussione che anche in queste settimane in parte è già stata
avviata in Commissione e che ha caratterizzato il dibattito sul bilancio, sulla questione
dell’indebitamento, io credo, lo voglio dire con molta franchezza, che sia legittimo parlarne,
che sia doveroso parlarne, ma credo sia altrettanto doveroso parlarne con una valutazione
complessiva, obiettiva, di tutti i dati necessari. Credo che questa discussione vada fatta in
modo approfondito e in modo obiettivo, nell’ambito della più generale valutazione sul
bilancio previsionale che ci apprestiamo ad avviare nelle prossime settimane. In questo
senso annuncio il voto favorevole alla delibera del Gruppo DS. Grazie.
Entra il Consigliere Marziani
Consiglieri presenti n. 35
Esce l’Assessore Catellani
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Consigliere Gabriele Fossa
In linea di principio io penso che il ricorrere al debito per finanziare progetti e investimenti
sia un atto ammissibile, ma questo però quando avviene soprattutto nel settore privato. Io
stesso ricorro giornalmente al credito, perché se no non si arriva mica... Quindi non è che
mi scandalizzo per questo. Questo però quando avviene nel settore privato.
Questo ricorso al credito mi pare che sia più discutibile quando avviene da parte di Enti
pubblici in generale e in particolare quando viene fatto dal Comune di Reggio Emilia.
Perché siamo a questo punto? Sostanzialmente ho sentito qualche intervento fatto in
occasione degli incontri che la Giunta sta facendo con i cittadini delle Circoscrizioni dove
in sostanza cosa fa? Dice: “Il Governo cattivo ci sta tagliando i fondi, noi abbiamo fatto una
scelta di qualità, quindi di mantenere lo status quo dal punto di vista dell’assistenza, di
tutte queste cose, quindi abbiamo bisogno di recuperare queste mancanze di fondi che ci
arrivano dal Governo con altre formule.” La Giunta dice questo dimenticando, in queste
giustificazioni, di dire altri argomenti. Innanzitutto che il trend di diminuzione dei
trasferimenti non è cominciato con il Governo Berlusconi, ma è cominciato prima, e
sappiamo chi c’era prima di Berlusconi. Questo metodo è stato dettato sostanzialmente da
vincoli di bilancio dovuti al famoso accordo di Maastricht, il 3% e così via, voluto
sostanzialmente dai Governi di Centrosinistra e che vediamo oggi sta dando degli effetti
deleteri, tanto è vero che si intende modificarlo.
Dopo di questo c’è stato l’11 settembre e così via.
Quindi la necessità di ridurre i trasferimenti deriva da motivi contingenti particolari. Però
cosa succede? In questa situazione economica, che non è solo del Comune di Reggio
Emilia ma è comune a tutte le Amministrazioni Comunali, sia di Centrodestra che di
Centrosinistra che anche leghiste, quelle poche che ci sono... questa situazione impone a
tutti quanti di rivedere certi programmi e soprattutto impone una cura dimagrante. C’è la
necessità di tagliare i rami secchi, di contenere le spese inutili, però a Reggio Emilia
invece si continua e si vuole continuare, perché questa è la volontà espressa dai
rappresentanti che ho sentito nelle Circoscrizioni, a mantenere lo stato delle cose.
Sostanzialmente io dico che si vuole mantenere una forma di assistenzialismo alla
reggiana, non dico assistenziale alla calabrese, ma alla reggiana, che è diversa ma che in
certe situazioni è una vera e propria forma di assistenzialismo.
Tra le varie cose che abbiamo sentito dire dagli Assessori c’è che ci sarà un aumento,
anzi, non un aumento, un ritocco, un aggiornamento delle tariffe e così via, fra cui, fra
l’altro, c’è anche l’emanazione di questi BOC. Il sistema dei BOC in sostanza sta
scopiazzando il sistema dei BOT, i famosi BOT che negli anni Ottanta hanno portato alla
situazione di debito pubblico che abbiamo oggi. Il debito pubblico a livello nazionale sta
assorbendo sostanzialmente tutte le risorse e le ricchezze del nostro sistema economico.
Per questo, non per i BOC in particolare, attenzione, ma per tutto il sistema
dell’indebitamento che sta superando dei livelli di guardia, come abbiamo sentito prima,
arriveremo tra non molto, in sedicesimo, quindi in più piccolo, ad avere la stessa
situazione che oggi abbiamo a livello nazionale, quindi un debito pubblico locale esagerato
e tutta la ricchezza che verrà dal territorio assorbita per pagare questo debito.
Quindi ovviamente noi come Lega Nord diciamo che anziché intervenire su altri sprechi,
su altri capitoli di spesa, dove recuperare delle risorse e quantomeno abbandonare certi
progetti faraonici e via dicendo, si è pensato di adottare la soluzione più comoda e più
facile: “Facciamo dei debiti, tanto - è un pensiero comune - i soldi non sono mica miei,
sono di tutti, e quindi si arrangerà chi ci resta a pagare i debiti.” Quindi oggi si fanno dei
debiti per finanziare un sistema assistenziale, elettorale e così via, tanto lo pagherà
qualcuno che verrà più avanti.
Quindi quegli amministratori che oggi chiedono di fare questa delibera sappiamo bene che
non saranno chiamati a risponderne, perché quando arriverà il momento loro saranno su
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altre sedie, su altre poltrone, quindi non avranno l’obbligo e l’onere di rendere conto delle
azioni che fanno oggi.
Proprio questa situazione dovrebbe far riflettere questa Amministrazione sulla necessità di
accelerare il federalismo fiscale, in quanto se oggi potessimo disporre di un vero sistema
federale, dove le risorse prodotte sul territorio rimangono sul territorio e quindi il
trasferimento avviene a livello superiore solo per le necessità delle spese, quindi il vero
federalismo, come c’è in tutti i Paesi veramente federali, non saremmo in questa
situazione. Quindi non capisco perché la parte politica che è espressione di questa
Amministrazione sia così contraria al progetto della Lega Nord in particolare ma della
Casa delle Libertà in generale di arrivare ad avere il federalismo, perché ne trarrebbero
dei benefici in prima persona, in quanto le disponibilità economiche sarebbero talmente
sostanziose e sostanziali da permettervi di fare tutte le spese a beneficio di tutti quelli che
volete, senza preoccuparvi al limite di doverle giustificare.
Quindi la posizione della Lega Nord certamente non è favorevole a questo sistema. Anzi,
non è che non sia favorevole a fare degli investimenti o a fare dei progetti, ma è contraria
al fatto che gli investimenti e i progetti vengano finanziati con il debito fatto sulle spalle dei
cittadini, dei cittadini che verranno. Quindi noi su questo argomento non ci troviamo sulla
stessa lunghezza d’onda della maggioranza, anche perché, visto come stanno andando le
cose, state scaricando il debito sugli immigrati e quindi vedremo se poi loro ve lo
pagheranno, questo debito.
Consigliere Achille Corradini
Visto che noi del Laboratorio Baldi per Reggio voteremo contro, dobbiamo spiegare il
perché. Non avendo avuto l’opportunità e il tempo di documentarci, ci limiteremo a fare
qualche considerazione.
Visto che l’ammontare del debito è di 162 milioni di euro, qual è l’ammontare degli
interessi annui? 150 mila euro? Allora vuol dire che è il 10% del debito. Posso capire che
nelle prime emissioni si pagassero interessi elevati. Non si è mai pensato, con operazioni
straordinarie, di estinguere il debito e di rifinanziarlo agli interessi degli ultimi anni, molto
più ridotti?
E poi noi siamo contrari perché non vogliamo credere che il Comune in sé non abbia le
competenze per potere progettare una passerella e risparmiare 40 mila euro. “Sprecopoli”
è un fenomeno che ha toccato anche le Amministrazioni di Sinistra. Pertanto noi del
Laboratorio Baldi votiamo contro.
Inoltre gradiremmo avere le risposte ai quesiti che abbiamo sottoposto.
Consigliere Vanda Giampaoli
Il mio intervento, Presidente e colleghi Consiglieri, non può che essere piuttosto stringato
e senza dei grandi voli pindarici. Non perché non abbiamo avuto questa copia con una
enucleazione dettagliata di 33, dice la copia, progetti che saranno finanziati con
l’emissione di questi buoni ordinari emessi dal Comune di Reggio Emilia, ma
semplicemente perché, lo ha detto anche prima il collega Vecchi della maggioranza dei
DS, diventa un po’ difficile da un certo punto di vista potersi esprimere su un piano
finanziario che si conosce nelle sue linee essenziali molto poco. E’ da qualche tempo che
lo dico. Lo ribadisco. Quando dalla stessa maggioranza viene l’invito... Io, Vecchi, l’ho
capita in questo modo, mi dispiace... Io ho capito che c’è stata una sollecitazione da parte
sua nel dire all’opposizione, se poi ho capito male, Vecchi, vorrà dire che Lei mi saprà
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spiegare meglio quello che ha voluto dire, ma ciò che io ho capito dalla maggioranza è
l’invito rivolto all’opposizione ad esprimersi con maggiore conoscenza e dovizia di
particolari, vede che non ho capito completamente male?, non appena sia a conoscenza
di quelle che sono le linee generali del piano finanziario del Comune di Reggio Emilia.
Però questo piano finanziario, ripeto, l’ho già ribadito più volte, non ci è dato conoscerlo
nei dettagli fondamentali, cioè non ci è dato conoscerlo in quelli che sono i bilanci con
entrate ed uscite, che sono stilati sulla base della contabilità pubblica, che noi finora non
abbiamo, perché abbiamo delle linee generali di bilancio, continuo a ripeterlo, che
riguardano i prossimi tre anni futuri, ma non abbiamo un quadro generale e complessivo di
quelli che saranno effettivamente in soldoni, per dirla in breve, i denari che il Comune
intende spendere per l’anno 2005 e seriamente impegnare per i prossimi tre anni.
A breve lo sapremo, perché il nostro Vice Sindaco ci ha già detto che il 20 svelerà
l’arcano. Nel frattempo abbiamo soltanto sottomano questo documento che parla di una
emissione di BOC per 6 milioni e 400 mila euro, un sistema di finanziamento locale che il
Comune di Reggio Emilia persegue da sempre. Per far fronte all’indebitamento che il
Comune ha, cresciuto a causa dello scellerato governo di Centrodestra che ha ridotto i
trasferimenti, questa è una litania che se avevamo gli anni scorsi immaginiamoci se non
l’abbiamo dopo... dicevo che a fronte di questo scellerato Governo il Comune di Reggio
Emilia si indebita perché per far fronte a ciò che dice di voler sostenere finanziariamente
non ha altro sistema se non l’inasprimento delle imposte locali e l’emissione di titoli di
buoni ordinari che consistono in null’altro se non in un ulteriore indebitamento che il
Comune produce.
L’abbiamo detto negli anni scorsi, lo ribadiamo oggi ancora di più. Questo è un bilancio
che diventerà estremamente indebitato, enormemente ingessato. Questa poca flessibilità
di bilancio, la poca disponibilità finanziaria per la quale il Comune è bloccato e indebitato,
la si vede anche in questo anno. Anzi, in questo anno finanziario sempre più, perché al di
là della propaganda politica che scarica sul Governo centrale ogni nefandezza finanziaria
locale, la realtà è che il bilancio, già ingessato e fermo negli anni precedenti, non ha più
respiro e ha pochissime possibilità di espandersi e di trasferire spese correnti e spese in
conto capitale perché è un bilancio che non consente queste manovre di carattere
finanziario.
Quindi, ripeto, lo dimostra il fatto che, come è stato già evidenziato anche dai colleghi
dell’opposizione, molto spesso, e qui lo dicono i numeri che il Vice Sindaco ci ha
presentato, per poter far fronte a queste spese, non lo dico qui perché avremo modo e
tempo di dirlo quando finalmente avremo in mano dei documenti di entrate ed uscite fiscali
e finanziarie dell’Ente Locale... ma mi basta dire che qui c’è questa delibera della Giunta
Comunale che per poter costruire questa famigerata passerella ciclopedonale sul torrente
Crostolo prevede una spesa di 418 mila euro, con un accantonamento per incarichi
professionali di 40 mila euro, spesa che verrà finanziata con l’emissione di buoni ordinari.
Questo la dice lunga su come abbiamo molto chiari quali sono gli importi di spesa che il
Comune intende sostenere per queste opere. Francamente mi pare che balzi all’occhio
che quantomeno una spesa di 418 mila euro, come ha detto il collega Eboli in precedenza,
per la costruzione di una passerella ciclopedonale... non so, o la ipotizziamo veramente
costruita d’oro e tempestata di qualche diamante qua e là lungo il passaggio, oppure
certamente prima di sostenere una spesa di così tanta importanza, peraltro non da
finanziare con denaro proprio, ma con un ulteriore indebitamento che naturalmente porterà
in obbligo all’Ente Locale la restituzione del denaro, oltre agli interessi che saranno
concordati, dicevo che prima di prevedere siffatte spese sarebbe necessario, anzi,
obbligatorio, lo ricordava prima il collega Fossa, ricordarsi che, quando si ricorre
all’indebitamento, l’indebitamento è certamente un modo finanziario legittimo e corretto di
sostenere delle future spese, ma questo è tanto più accettabile quando viene fatto dal
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soggetto ente privato che può essere il singolo o può essere la persona giuridica, ma
quando si tratta di un Ente Locale che gestisce i denari dei contribuenti, Assessore, è
bene ricordarsi che l’indebitamento va fatto con quel famoso criterio del buon padre di
famiglia che mi pare che qui nel Comune di Reggio Emilia, che tanto strepita e piange per
i mancati trasferimenti da parte del Governo nazionale, sia stato sempre molto poco
seguito. Lo dimostrano i risultati e le tristi e grame situazioni finanziarie che oggi noi
dobbiamo venire a studiare, che vediamo sotto i nostri occhi.
Su questo ci riserviamo come Gruppo politico di fare delle analisi quando finalmente
avremo svelato l’arcano il 20 dicembre, preannunciando fin d’ora che naturalmente non
possiamo essere d’accordo con un indebitamento di 6 milioni e passa di euro che viene
fatto attraverso l’emissione di buoni del Comune, e non perché sia una scelta sbagliata
finanziariamente, ma perché diventa sbagliata quando viene fatta a ricaduta su un Ente
Locale già fortemente indebitato e con un bilancio ingessato e poco flessibile.
Entra il Consigliere Lombardini
Consiglieri presenti n. 36
Consigliere Francesco Colosimo
Poche parole per dire che noi oggi siamo chiamati a dire sì o no ad una delibera, ad una
delibera che prevede un investimento per opere di interesse generale. Non siamo chiamati
oggi a fare disquisizioni più o meno dotte, più o meno informate, sul bilancio che sarà
presentato al prossimo Consiglio Comunale, mi pare il 20, del quale discuteremo nel mese
di gennaio.
Tuttavia, siccome ogni occasione è buona per parlare dei massimi sistemi, soltanto una
qualche osservazione per alcuni interventi che ho ascoltato.
Credo che il collega Fossa sia stato onesto nel riconoscere che un sistema di
finanziamento attraverso i BOC è un sistema che riguarda un po’ tutte le Amministrazioni
Locali. Il collega Monducci, da tecnico qual è, ha espresso qualche riserva concettuale
sull’applicazione di questo strumento finanziario, rimandando l’approfondimento, se non
ho capito male, alla discussione generale sul bilancio.
Io non so se la collega Giampaoli sappia se il Comune di Milano sia indebitato o meno, e
tuttavia abbiamo motivo di pensare che qualche debito ce l’abbia. Ciò nonostante, collega
Giampaoli, il Comune di Milano usa non il BOC, usa uno strumento molto più rischioso o,
per meglio dire, molto meno sicuro: i bond dell’azienda municipalizzata. Si informi, collega
Giampaoli.
Dopodiché risulta pure che la Regione Lazio del Presidente Storace è la prima Regione in
Italia e in Europa che ha lanciato una nuova forma di investimento sui mercati europei,
giapponesi ed americani, questo per Eboli, i cosiddetti buoni ordinari regionali, detti anche
BOR.
Potrei dare anche le percentuali di adesione o di lancio di questi strumenti finanziari per
città, per province e per regioni, ma di queste cose parleremo in sede di discussione
generale sul bilancio del Comune. Noi oggi siamo chiamati soltanto a dire sì o no
all’aggancio tra opere pubbliche previste da questo Comune e un sistema di
finanziamento. La Margherita per quanto riguarda questa precisa domanda ritiene di
votare sì. Ad altri che fino a ieri erano lodevolissimi nei confronti della finanza creativa, a
tal punto da mandarne a casa l’esponente più illustre, parlo del Ministro Tremonti,
consiglierei una qualche coerenza rispetto ad una impostazione governativa che della
finanza creativa ha fatto uno dei suoi credi fondamentali.
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Esce l’Assessore Spadoni
Assessore Carla Maria Colzi
Io volevo solo fare un ragionamento rispetto alle preoccupazioni espresse dal Consigliere
Eboli, dal Consigliere Poli e da altri Consiglieri dell’opposizione sull’alto costo della
passerella sul Crostolo. Noi su questo intervento abbiamo ragionato molto in Giunta,
proprio perché è ovvio che è un progetto che abbiamo ereditato. L’alternativa, in attesa di
un approfondimento e di una riconsiderazione dell’intera progettazione, quindi di prendere
tempo, era bloccare la possibilità di definire un collegamento con la sponda ad est del
Crostolo.
Visto che i tempi non ci permettevano di riproporre un altro tipo di progetto con altri costi,
abbiamo deciso di emettere BOC comunque su quel progetto, visto che lo avevamo già
pronto, con l’impegno assunto in Giunta di riguardare tutti i termini della progettazione con
un abbattimento dei costi.
E’ ovvio che ci siamo preoccupati di verificare che un eventuale avanzo dell’investimento
maturato a BOC potesse essere riutilizzato. Gli uffici ci hanno rassicurato che gli eventuali
avanzi possono essere riutilizzati e vincolati ad altri investimenti.
La motivazione che ci ha convinto a continuare è che con un passaggio ciclopedonale
possiamo attivare, anche se non strutturato come la pista ciclopedonale attuale, il
percorso sull’altra sponda, con l’intenzione ovviamente di andare ad un completamento
anche ad est. Questo permette già un raddoppio dell’utilizzo di tutte e due le sponde del
Crostolo, considerando che anche quella ad est ha una valenza naturalistica importante,
anche se non è attrezzata.
Questo è stato il motivo, con l’impegno di riguardare e di ridefinire a costi più bassi il
progetto.
La stessa cosa rispetto alle strade. I tempi non ce l’hanno permesso. Da gennaio, cioè dal
momento in cui verrà approvato il bilancio, nella definizione dei PEG dei singoli dirigenti ci
stiamo già attrezzando a mettere in atto dei sistemi di controllo a monte rispetto agli
interventi. Non è più possibile, e concordo quindi con le osservazioni che sollevava il
Consigliere Eboli, andare a consuntivo. Noi dobbiamo verificare passo passo gli interventi
che si fanno rispetto alle manutenzioni sia ordinarie che straordinarie, andare a verificare
la qualità dell’intervento, che è fondamentale, ed eventuali possibilità di risparmio sugli
interventi.
Non è un meccanismo semplice, questo, proprio perché abbiamo una macchina, questo lo
abbiamo verificato in questi giorni, che essendo abituata a lavorare con controlli di spesa
scarsi, ed uso il termine “scarso” in modo eufemistico, è ovvio che tendeva a largheggiare
anche nelle previsioni di spesa. Noi speriamo di andare, su tutti gli interventi che abbiamo
messo, a dei risparmi sostanziali.
E’ ovvio che è una macchina complessa da riorganizzare, è una metodologia di lavoro da
riapprontare.
Rispetto invece alla questione delle scuole, è un intervento che è un trasferimento. I BOC
sono stati assunti e verranno poi trasferiti all’Istituzione che si sta attrezzando ad un global
service. Anche rispetto al global service dell’Istituzione stiamo ragionando per attuare dei
meccanismi seri di controllo, perché il global service è una forma strumentale importante
per la gestione delle manutenzioni, ma è altrettanto importante che ci sia il controllo
rispetto alla spesa e rispetto alla qualità.
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Entra il Consigliere Fornaciari
Consiglieri presenti n. 37
Assessore Franco Ferretti
Come è stato detto, con la delibera di oggi noi abbiamo la necessità di operare con uno
strumento finanziario adottato, come è stato riconosciuto, da altri Comuni per la copertura
di opere di investimento necessarie e indispensabili.
Questo è un sistema di finanziamento indispensabile perché noi, come tanti altri Comuni
d’Italia, siamo costretti a fare i conti con una situazione finanziaria, lo vedremo meglio
anche rispetto alla presentazione del bilancio che faremo lunedì, con cui dobbiamo fare i
conti, dal sistema nazionale al sistema locale.
Del resto, che con questa situazione dobbiamo fare i conti lo riconosce anche il risultato di
un’indagine fatta dall’ANCI riferita alla condizione dei Comuni italiani, dove l’80% di questi
Comuni, e quindi Comuni del Centrodestra, del Centrosinistra e governati dalle Liste
Civiche, riconoscono che non sono nelle condizioni di chiudere i bilanci, che sono costretti
ad operazioni che vanno dall’aumento dei tributi, delle rette, delle tariffe ai tagli dei servizi.
Questo per tutti i Comuni italiani vuol dire che si riduce la capacità di investimento. Nel
ridursi la capacità di investimento, questo significa ridurre la capacità di reddito, la capacità
di lavoro e così via.
Venendo alla discussione di oggi e alle posizioni dei Consiglieri che sono state richiamate,
che hanno permesso di fare di una delibera di questo tipo una riflessione io credo
interessante, Poli diceva: “E’ necessario conoscere”, e poneva un interrogativo su come
Banca Intesa investe a sua volta. Banca Intesa investe su investitori istituzionali e quindi
tiene nel proprio portafoglio i BOC che noi emettiamo.
Così come si richiamava, Poli, alla necessità di conoscere lo strumento, che io considero
virtuoso, di questo consorzio dei Comuni. Come dicevo nella presentazione dell’emissione
dei nostri BOC, noi siamo riusciti ad ottenere una commissione estremamente
vantaggiosa attraverso questa possibilità di emettere i BOC per il nostro Comune assieme
al consorzio di questi Comuni, siamo riusciti ad ottenere una commissione estremamente
vantaggiosa. Quindi il fatto di avere questo consorzio di Comuni che assieme agiscono per
emettere i BOC è un fatto vantaggioso per i cittadini reggiani, perché se noi lo facciamo
con una commissione dello 0,094 quando mediamente gli altri Comuni hanno una
commissione dello 0,20 è indubbio che c’è un vantaggio straordinario. Del resto, vorrei
ricordarlo ai Consiglieri, a Poli in particolare, per molti Comuni il fatto di partecipare a
questo consorzio è stato votato all’unanimità, perché se n’è convenuto il vantaggio che in
questo caso anche noi oggi abbiamo.
Vorrei inoltre rispondere, anche se la documentazione che forniremo lunedì sarà esaustiva
a questo proposito, perché ancora una volta Poli chiede di conoscere qual è
l’indebitamento, che l’indebitamento al 31 dicembre 2004 è di 168 milioni di euro. Noi però
abbiamo questa situazione, anche per rispondere a Corradini: il limite di indebitamento di
legge abbassato dalla finanziaria 2005 è del 12,5%. Nel rapporto interessi pagati ed
entrate di bilancio noi Comune di Reggio siamo in un rapporto del 5%, quindi siamo dentro
un rapporto di garanzia significativo.
Eboli poneva un’annotazione che muove da una giusta preoccupazione, che è anche la
preoccupazione di questa Giunta, costretta ad utilizzare maggiori oneri di urbanizzazione,
che sarebbero naturalmente destinati alle manutenzioni ordinarie, per la spesa corrente.
Questa purtroppo è diventata una realtà di tanti Comuni italiani, come sappiamo. Del resto
la stessa finanziaria stabilisce un tetto all’utilizzo degli oneri di urbanizzazione quest’anno
al 50%. Noi purtroppo sappiamo di avere tanti Comuni (in Emilia per esempio abbiamo già
raggiunto la media del 52% di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti)
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costretti ad utilizzare molto molto di più, purtroppo con tetti anche dell’80 o 90%, addirittura
100% di utilizzo degli oneri di urbanizzazione.
Quindi dobbiamo sapere che questa è una situazione da sanare, ma da sanare con una
politica nazionale che veda di dare risposta alle scelte di federalismo fiscale che
permettano ai Comuni di fare le proprie politiche di bilancio. Se è stato indicato un tetto del
50% di utilizzo degli oneri in finanziaria, è perché c’è la necessità di rimettere in moto il
volano degli investimenti, perché se utilizziamo gli oneri di urbanizzazione sulle spese
correnti va da sé che non si fanno gli investimenti necessari.
L’ultimo passaggio è in riferimento alle questioni giuste che poneva Monducci. A suo
tempo i BOC sono nati come strumento anche per coinvolgere i cittadini nella vita
finanziaria del Comune. Il fatto che oggi questa scelta non lo sia, ma che si riproponga per
le cose che dicevo prima, significa che è indispensabile che noi riproponiamo questa
questione nelle scelte di bilancio che fanno i Comuni, nel recupero di un’autonomia fiscale
ed impositiva che anche nella scelta degli strumenti finanziari e nel coinvolgimento dei
cittadini, come stiamo facendo anche nel discutere questo bilancio, possa portare a
riproporre questo strumento nelle finalità che a suo tempo furono indicate. Grazie.
Esce l’Assessore Pedroni
Per dichiarazione di voto, intervengono nell’ordine:
Consigliere Marco Eboli
Voglio fare una considerazione rispetto alle repliche che abbiamo ascoltato. Da una parte,
e gliene do atto con favore perché è stato un intervento corretto, onesto dal punto di vista
intellettuale ed anche dal punto di vista amministrativo, l’Assessore ai Lavori Pubblici Carla
Colzi ha accolto positivamente le osservazioni che avevo mosso nel corso del mio
intervento, arrivando ad ammettere una cosa che vorrei fosse ben chiara al Vice Sindaco
Ferretti che invece purtroppo, avendo la delega al bilancio, si è abbandonato al solito
comizio antigovernativo e non ha ascoltato nemmeno la sua collega di Giunta. Spero che
abbia la cortesia di ascoltare per qualche secondo il sottoscritto.
La collega Colzi, caro Assessore Ferretti, ha detto in modo molto chiaro che all’interno di
questa Amministrazione i controlli sono molto blandi, “per usare un eufemismo”, sono le
sue parole, e che è necessario per quanto riguarda tutte le opere pubbliche (le strade, le
opere pubbliche cantierabili, la passerella ed altro) fare dei monitoraggi all’origine e
durante le opere, perché, sempre parole dell’Assessore Colzi, “qualcuno ha largheggiato”
a lungo in questa Amministrazione Comunale nei preventivi e probabilmente, dico io,
anche nei consuntivi.
Con questa risposta l’Assessore Colzi, non io, Vice Sindaco Ferretti, mette a zero tutte le
sue considerazioni circa il fatto che questo Comune è virtuoso, perché laddove mancano
oggettivamente dei controlli puntuali, quelli sulla spesa, quelli che fanno sì che si possa
affermare che invece che aumentare le tariffe è necessario andare a contenere la spesa,
che è quello che diciamo da tempo, è quello che Lei non sostiene, signor Vice Sindaco,
volendoci presentare una situazione amministrativa edulcorata che tale non è per
dichiarazione stessa di un’autorevole esponente di questa Giunta che tra l’altro non ha un
incarico irrilevante, occupandosi di tutti i lavori pubblici di questa Amministrazione
Comunale, più il problema della casa.
Quindi, Assessore, smettiamo di giocare a guardia e ladri, per modo di dire. Vediamo di
impostare un dibattito serio sul futuro di questa città, dove l’opposizione penso abbia il
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dovere di segnalare le anomalie, ma un’Amministrazione intelligente ha il dovere di fare
quello che ha fatto l’Assessore Colzi stasera: ammettere anche eventuali deficienze, non
avendo paura di speculazioni, ma avendo l’intelligenza di capire che dall’ammissione dei
propri torti si possono impostare ragionamenti seri per la città. Sicuramente quello non è il
suo metodo, signor Vice Sindaco, che continua a trincerarsi in modo direi acritico e
totalmente irrealistico dietro ad una situazione di buona gestione amministrativa che
oggettivamente non c’è.
Quindi do di nuovo atto all’Assessore Colzi di avere avuto un atteggiamento
estremamente corretto nei confronti del Consiglio Comunale ed anche delle osservazioni
che il Gruppo di Alleanza Nazionale ha mosso, e di averle anche colte.
Noi seguiremo con attenzione quelli che sono i lavori di aggiornamento operativo che ha
promesso dal primo gennaio dell’anno prossimo, perché questo è un settore
particolarmente importante, ma di fronte ad una conduzione del bilancio finanziario di
carattere ideologico, come quella che ci ha invece riproposto il Vice Sindaco Ferretti, il
nostro voto non potrà che essere negativo.
Consigliere Mario Monducci
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho ascoltato con estrema attenzione l’intervento di
tutti i colleghi ed anche la replica molto garbata degli Assessori Colzi e Ferretti.
Devo dire però che io credo che in qualche modo si sfugga o quantomeno non si affronti,
parlando di questi BOC, quello che è il quadro nel quale siamo chiamati ad agire, il quadro
finanziario e il quadro politico – amministrativo. Cosa voglio dire con questo? Beh, nel suo
intervento, peraltro molto pertinente, svolto dal collega Vecchi dei DS, il collega Vecchi ci
ha rammentato che l’emissione di questi BOC serve a finanziare 33 progetti. Ed allora io
mi chiedo: perché 33 e non 37 o 40 e perché 6,4 e non 8 oppure 5,3? Cioè, fuor di
metafora, noi abbiamo bene o male un riferimento abbastanza preciso sotto il profilo
storico, che sono gli introiti che ci derivano dai trasferimenti statali, quello che ci deriva
dalla nostra capacità impositiva e dagli oneri di urbanizzazione e quant’altro, poi c’è
questa scelta, diciamo residuale, ma residuale in termini di approvvigionamento sul
mercato, non residuale perché sia meno importante sotto il profilo quantitativo, dicevo che
c’è questa volontà e questa possibilità di andare sul mercato ad approvvigionarci. Allora io
dico: manca un punto di riferimento, e su questo io inviterei l’Amministrazione a riflettere,
visto che comincia ora la legislatura. Quando la dottoressa Finetti con molto garbo, come
non le fa difetto, è venuta, accompagnando il Vice Sindaco Ferretti, ad illustrarci questa
operazione ha introdotto dicendo: “Tradizionalmente a fine anno – quasi che fossero una
sorta di auguri – emettiamo i BOC.” Sarebbe una specie di regalino da trovare sotto
l’albero di Natale...
Dal punto di vista finanziario e dal punto di vista della programmazione io credo che
l’Amministrazione dovrebbe essere capace di prospettare un piano finanziario organico e
quindi non di proiettarlo sulle esigenze anno per anno a tampone, emettendo questi
prestiti per tutto quello che durante l’anno è saltato fuori. Io credo che l’emissione dei
BOC, dal punto di vista della logica e direi anche proprio per come erano stati concepiti,
dovrebbe essere un venire sul mercato e dire ai cittadini reggiani: “Noi vogliamo un
prestito per questo motivo, offriamo questo interesse e vogliamo realizzare questa opera
qualificata”, non con una serie di interventi a pioggia che coprono tutto lo scibile umano e
tutta la possibilità degli interventi che può fare l’Amministrazione Comunale.
Io credo che in qualche modo si sia tradito lo spirito con cui si dovrebbe dialogare con i
cittadini. E’ lo stesso motivo per cui quando noi introduciamo un elemento ad esempio
nella tassazione, e su questo discuteremo più avanti in sede di bilancio, nel momento in
cui noi dovessimo dire: “Aumentiamo di un punto, di uno 0,1 ad esempio, l’ICI o
29
aumentiamo gli oneri di urbanizzazione” dobbiamo dire ai cittadini come utilizziamo questo
mezzo punto, questo 0,1 o questo onere di urbanizzazione, come lo finalizziamo. La
finalizzazione. L’utilizzo di questi BOC mi sembra un’utilizzazione generica, a pioggia, che
non trova una giustificazione di politica finanziaria e soprattutto di intervento che deve
basarsi, secondo noi, su una questione di scelte prioritarie rispetto ad altre.
Per tutti questi motivi, quindi, il Gruppo di Gente di Reggio voterà contro.
Esce il Sindaco
Consiglieri presenti n. 36
Consigliere Mario Poli
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch’io voglio dare atto all’Assessore Colzi di un
atteggiamento positivo rispetto ad alcune osservazioni che abbiamo fatto come
opposizione, vale a dire che la mitica passerella d’oro davvero è d’oro e quindi sarà bene,
nel tempo, quello che è necessario, rivedere un po’ tutto il progetto, casomai utilizzandolo
per accompagnare dall’altra sponda il camminamento che è attualmente in essere sulla
parte est. Quindi la nostra critica è stata sicuramente una critica centrata.
Allo stesso modo condivido un giudizio generale sempre dell’Assessore Colzi su una
macchina... io la definisco per abitudine tecnostruttura, ma su una macchina produttiva
generale del sistema uffici del Comune, uffici e servizi del Comune, se non imballata, poco
produttiva. Sotto l’aspetto dell’efficienza e dell’efficacia comincio a notare, dopo tre o
quattro mesi di esperienza, che c’è qualcosa che non va. Forse bisogna assumere con
modestia esempi o modelli organizzativi che vengono dal privato o da altre strutture
pubbliche più efficienti di quello che non si stia dimostrando il Comune di Reggio Emilia.
Ed allora, se c’è da fare una riflessione, invito chi governa, cioè la Giunta Comunale in
primis, ma anche la maggioranza, ad approfondire questo ragionamento e questi input
critici che noi come opposizione stiamo dando, perché effettivamente si può anche
arrivare a dei risparmi robusti sotto questo aspetto. Ad esempio, anche la politica dei BOC
rispetto ai mutui va in prospettiva analizzata, perché questa operazione di 6 milioni di euro
è un’operazione che ammette una sola possibilità di ritorno rispetto al tasso negoziato.
Viene affidata al cliente Comune o al cliente consorzio dei 53 Comuni una sola possibilità
di passare dal tasso variabile al tasso fisso, solo per questo valore dei 6 milioni di euro,
mentre nella politica dei mutui accesi con la Cassa Depositi e Prestiti in prospettiva, è già
avvenuto anche sotto altri governi, è prevedibile anche un momento di rinegoziazione dei
tassi dei mutui. Questa operazione a suo tempo ha comportato notevoli vantaggi finanziari
anche per il Comune di Reggio Emilia.
Allora io non so se sia saggezza e lungimiranza finanziaria spostare l’asse dei nostri debiti
come Comune di Reggio Emilia solo sui BOC e non anche sulla Cassa Depositi e Prestiti.
Io invito tutti quanti a fare una seria riflessione.
Allo stesso modo, e non è un invito ma in questo caso è una constatazione che ha avuto
anche nelle parole dell’Assessore Colzi qualche cenno critico, parlo per me stesso, per il
Gruppo dell’UDC, devo dire che qui c’è una filosofia della cosiddetta spesa facile. Qui
pubblicamente chiedo che al Capogruppo dell’UDC Mario Poli, il sottoscritto, sia data
consegna di tutte le delibere e degli estratti dei verbali di seduta che fa la Giunta. L’ho già
chiesto e non mi è arrivato niente. Anche questo non depone a favore dell’efficienza della
macchina interna. Insisto per averli, perché da quegli estratti di verbale di seduta collegati
ai singoli interventi, non per colpa di questa Giunta se volete l’assoluzione, ma per colpa di
altre scelte, si vede che si decideva, votando anche l’immediata efficacia della delibera, in
assenza di finanziamenti, perché tanto poi ci sarebbe stato, a fine anno, come
30
consuetudine, il pacchetto, il regalo sotto l’albero di Natale dei BOC. Questa è una politica
amministrativa che non condividiamo per niente e che respingiamo, per cui noi voteremo
contro la delibera. Grazie.
Consigliere Achille Corradini
L’Assessore Ferretti dice che il tasso medio sugli interessi è del 5%. Le due cifre non
concordano: 162 milioni e 13 milioni non concordano. Comunque avremo modo di
approfondirlo.
A me fa piacere l’atteggiamento dell’Assessore Colzi. Mi fa pensare che ne trarrà
vantaggio... voci indistinte in aula... E’ significativo il fatto che i suoi Consiglieri abbiano
dimostrato di essere con i cittadini a Bazzarola. Io non faccio riferimento ad oggi, ho detto
che ero poco informato, io mi attengo ai fatti. I suoi Consiglieri, Assessore, l’hanno
dimostrato.
Vorrei chiedere a Lei, Assessore Colzi, e a tutta la Giunta di valorizzare di più le
competenze interne e di ricorrere il meno possibile alle competenze esterne. Ne
guadagnerebbero i cittadini come i nostri professionisti, così non avrebbero bisogno
sempre di piegare la testa dove vuole il... mancanza di libertà, mancanza di giustizia certe
volte... Comunque, Assessore Colzi, confidiamo in Lei e in tutta la Giunta perché si dia più
valore alle nostre competenze interne. Grazie.
Consigliere Vanda Giampaoli
Non vorrei che il nostro Assessore Colzi, che pero già noi vedevamo un po’ stiracchiata
rispetto alla precedente opposizione molto calorosa che, nel posto dove adesso siede il
valoroso Sassi Matteo... la Colzi, occupandolo, dava prova... breve interruzione fuori
microfono del Consigliere Fornaciari... Il Consigliere Fornaciari ci richiama sempre a nome
e cognome, al prenomen... Voglio dire che probabilmente c’è il ricordo, Assessore Colzi, di
sue grandi battaglie che speriamo riesca a fare anche oggi, nonostante sieda dalla parte
opposta, non dimenticando quelli che sono i principi, tutti ci auguriamo. Ecco perché c’è
stato questo plauso, o perlomeno questo riconoscimento, di uno spirito critico che noi,
Assessore, ci auguriamo che Lei non perda mai nonostante si possa trovare facilmente in
stretta minoranza, in una minoranza della maggioranza. Assessore, è così, nel senso che
la invito ad un controllo maggiore della spesa pubblica. Non è per metterla in difficoltà, ma
mi sembra che francamente l’abbia fatto finora solo Lei, anche se questo non vuol dire che
domani io e Lei ci troviamo d’accordo su delle posizioni politiche generali. Probabilmente
no. Ci siamo trovate d’accordo su tante posizioni, specialmente nell’ambito dei lavori
pubblici e dell’urbanistica, quando Lei era all’opposizione. Sarebbe una bella cosa se Lei,
come pungolo all’interno di questa maggioranza, ricordasse che le spese che un Comune
sostiene certamente andrebbero fatte con oculatezza e con precisione. Non c’è niente di
strano. Credo anzi che sia il compito di un corretto amministratore. Con questo noi
sappiamo che anche i suoi colleghi lo sono certamente in ugual misura.
Detto questo, pochissime cose per dire al nostro Vice Sindaco, Assessore Ferretti, che io
non ho voluto dire, e tranquillizzo anche il Consigliere Vecchi e l’amico Consigliere
Colosimo, che l’emissione di buoni ordinari sia uno strumento finanziariamente non lecito
o addirittura che sia uno strumento fallimentare. Tutt’altro, tutt’altro. Ho voluto
semplicemente sottolineare il fatto che l’emissione ulteriore di buoni ordinari del tesoro, a
fronte di una politica finanziaria che già da tempo, Colosimo, già da cinque anni, è stata
perseguita dal Comune di Reggio Emilia, rischia di strangolarlo. E’ questo il punto. Non è
lo strumento finanziario in sé, il consorzio dei 53 Comuni, per carità, questo dal punto di
vista dell’operazione finanziaria in sé non è negativo. Diventa negativo quando insiste su
31
una situazione di indebitamento del Comune di Reggio Emilia che già da anni persegue lo
strumento finanziario dell’emissione dei titoli del debito dell’Ente Locale. E’ questo il motivo
per cui noi ci troviamo in forte perplessità e in forte dubbio sull’emissione dei BOC
finalizzata a questi interventi che Lei ci ha puntualizzato, per un importo, ripeto, di 6 milioni
e 400 mila euro, quindi non stiamo parlando di noccioline, come si usa dire, ma stiamo
parlando di un impegno finanziario notevole.
Quindi vorrei sgombrare il campo. Non è che noi siamo contro questo strumento
finanziario che, se viene usato con oculatezza, con intelligenza, con ponderazione, con
buonsenso, è uno strumento che per gli Enti Locali può essere utile. Ricordava il
Consigliere Colosimo, e non ho dubbi a ritenere che la sua informazione sia giusta, anche
se parlava di aziende municipalizzate che sono un attimino diverse rispetto all’Ente
Locale, ma tant’è... breve interruzione fuori microfono del Consigliere Colosimo...
Benissimo. Diciamo che lo strumento dell’emissione del titolo obbligazionario in questo
caso è uno strumento finanziario e fiscale corretto. E’ nella nostra situazione, quella del
Comune di Reggio Emilia, che grava su un bilancio che non è più flessibile, lo ripeto per
l’ennesima volta. Come ci saltiamo fuori, Assessore? Certamente non continuando questa
litania che francamente è una litania che comincia ad essere un pochino trita nella sua
argomentazione di fondo, perché io credo fermamente che tutta questa situazione di
indebitamento derivi anche da un bilancio, di questo vi devo dare atto, che voi vi siete
trovati così com’è, cioè da una situazione di indebitamento che era quella precedente.
Quindi lasciamo stare, per cortesia, i minori trasferimenti.
Certo, ci sono. Io personalmente ritengo che gli Enti Locali, Assessore, debbano
cominciare a gestire... Quando ricordavo il concetto del buon padre di famiglia, per l’Ente
Locale questo è particolarmente valido. Credo che gli Enti Locali debbano cominciare a
gestire con oculatezza le proprie finanze. Questo lo tratteremo però in altra sede.
Il voto contrario, ripeto, nasce non per la critica allo strumento finanziario, ma nasce per la
critica alla situazione contingente, oggettiva, che Lei ci chiede di votare oggi, che è quella
di un ulteriore indebitamento del Comune per 6 milioni e 400 mila euro. Grazie.
Consigliere Gabriele Fossa
Beh, mi associo anch’io al coro di elogi nei confronti dell’Assessore Colzi, mi ci metto
anch’io. Fa la figura del grillo parlante, attenzione che non faccia la sua fine... E’ la
coscienza critica della Giunta, quindi le chiedo di stare un attimino in guardia, perché
troppi elogi dalle minoranze, c’è qualcosa che non funziona...
Comunque volevo dire all’Assessore Colzi che sinceramente non ho approfondito molto,
però quando si parla di 367 mila euro per una passerella con un onere di progettazione di
41 mila euro vuol dire un 10,89%... siamo ai livelli di Calatrava, quindi c’è qualcosa che
non funziona in questo conto. E’ una piccola “calatravata”, questa qua...
Detto questo, ormai il mio intervento l’ho fatto prima sul sistema del finanziamento tramite
BOC, per cui non voglio andare avanti. Dico solo che penso di questo sistema alla stessa
maniera in cui Berlusconi pensa di Prodi, cioè tutto il male possibile.
Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in
votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, l’approvazione della
deliberazione I.D. n. 188 e ne
proclama
32
il seguente esito:
PRESENTI:
VOTANTI:
FAVOREVOLI:
CONTRARI:
N.
N.
N.
N.
36
36
24
12
Giampaoli, Malato, Marziani (Forza Italia);
Eboli, Lombardini, Rizzo (A.N.); Poli, Zobbi
(U.D.C.); Corradini, De Lucia (Laboratorio
Baldi per Reggio); Monducci (Gente di
Reggio); Fossa (L.N.P.)
In conformità di ciò, la Presidente proclama approvata a maggioranza la deliberazione
stessa.
Infine il Consiglio, ai sensi dell’art. 134, comma 4, del D.lgs. n. 267/2000, con
PRESENTI:
VOTANTI:
FAVOREVOLI:
CONTRARI:
N.
N.
N.
N.
36
36
24
12
Giampaoli, Malato, Marziani (Forza Italia);
Eboli, Lombardini, Rizzo (A.N.); Poli, Zobbi
(U.D.C.); Corradini, De Lucia (Laboratorio
Baldi per Reggio); Monducci (Gente di
Reggio); Fossa (L.N.P.)
dichiara immediatamente eseguibile la deliberazione stessa.
Viene introdotto in discussione il punto n. 49 dell’ordine del giorno, relativo a:
“Controdeduzioni alle osservazioni ed approvazione del Piano particolareggiato di
iniziativa pubblica denominato “Palazzo Ducale di Rivalta” e della relativa variante
al P.R.G.” (I.D. n. 189).
Intervengono nell’ordine:
Assessore Ugo Ferrari
Signor Presidente, signori Consiglieri, credo non sfugga a nessuno la rilevanza dell’atto
che ci apprestiamo ad assumere, il quale rappresenta un ulteriore importante passo avanti
per riconsegnare a Rivalta, a quella zona, ma più in generale alla città, un luogo della
memoria e della storia di queste terre, credo capace, se ci impegneremo anche per il
futuro, come cercherò di dimostrare, di ricreare qualità ed opportunità per il futuro e per noi
stessi, in una zona e per una realtà che ha bisogno di un volano come questo.
Il complesso, com’è noto, costruito dagli Estensi fra la prima metà del Settecento e la fine
dello stesso secolo, riguarda ciò che rimane del Palazzo Ducale di Rivalta, della corte
ducale e degli annessi giardini. E’ inserito nel contesto territoriale del Parco del Crostolo e
33
comprende la villa di Rivaltella e la villa d’Este che risalgono più o meno a quel periodo e
che rispondono a varie esigenze.
I primi studi di questo complesso riguardanti l’area e gli edifici risalgono agli anni Ottanta,
sino alla tappa importante e rilevante di delocalizzazione del 2002 che ha consentito di
acquisire al patrimonio comunale gran parte delle aree incluse nel Piano particolareggiato.
Con la delibera del 16 aprile 2004 del Consiglio è stato adottato il Piano particolareggiato.
Il Piano particolareggiato, come abbiamo ampiamente illustrato in sede di Commissione,
comprende un’area di 267 mila metri quadri circa. Di questi, 7 mila e 290 sono destinati ad
attrezzature generali, 249 mila a verde pubblico, 9 mila e 900 a parcheggi pubblici e vi
sono aree private per 16 mila metri quadri.
Per quanto riguarda gli usi insediabili, sono 2 mila e 500 metri quadri, che corrispondono
al Palazzo Ducale, ad uso attrezzature di interesse generale, ad uso pubblico, vi sono
1.385 metri quadri di residenza e 3 mila e 90 metri quadri di terziario.
Sono giunte cinque osservazioni al Piano particolareggiato, tre delle quali riguardano in
sostanza la richiesta, riassumendo, di evitare l’esproprio nell’area antistante il complesso
ducale tra l’attuale Statale 63 e le mura del complesso che riguardano l’ellisse, quello che
ne rimane, la parte a nord, destinata dal Piano Regolatore appunto ad area al servizio del
complesso stesso ed annessa da studi storici al complesso stesso, alle quali rispondiamo
negativamente. Riteniamo fondamentali queste aree per il funzionamento complessivo e il
rispetto dell’impianto storico del Palazzo Ducale e delle aree connesse.
Rispondiamo positivamente, sostanzialmente positivamente, ad una osservazione, la n. 3,
che riguarda la messa a dimora di verde per garantire la privacy di un’area privata, c’è una
disponibilità ad accudire lo stesso mappale quando verrà allestito opportunamente. Su
questa osservazione sostanzialmente diciamo di sì.
Vi è l’osservazione n. 4 che riguarda la proprietà. E’ stata avanzata dalla ditta TECTON e
dalla società “Corte Ducale di Rivalta”, ne abbiamo discusso in sede di Commissione.
L’osservazione evidenzia la necessità di una regolamentazione dell’uso pubblico della
cappella sconsacrata, quella che viene ricordata nelle tavole come unità 2.1.4, mediante
una convenzione tra la proprietà e il Comune, integrativa della convenzione principale.
Questo non era previsto all’atto dell’adozione. Ci pare un’opportunità, una necessità, e
quindi viene accolta.
Vi è inoltre, sempre nell’osservazione, la necessità e la richiesta, che riguarda sempre
questa cappella sconsacrata, di estendere l’uso dall’attuale uso 2.6 e di aggiungere altri
usi. La risposta al riguardo, per quanto ci riguarda, è la seguente: “Con la garanzia che
ogni intervento sarà valutato attentamente dalla Sovrintendenza e verrà rispettato
naturalmente il restauro scientifico previsto, oltre che regolamentato l’uso pubblico di
questa cappella sconsacrata, di questo edificio, noi riteniamo si possano fare usi anche
diversi da quelli previsti nell’adozione, estendendo la possibilità di prevedere anche per
questo edificio gli usi previsti per parchi e ville, così come da PRG, compreso l’artigianato
artistico.” Noi prevediamo questa possibilità perché ci pareva sbagliato escludere
l’eventualità che per l’uso di questo immobile fosse possibile prevedere appunto gallerie
d’arte, da collocarvi all’interno, artigianato, laboratori di restauro ed altri interventi di questa
natura che con l’uso attuale non sarebbero ammessi. Questo nell’ambito di tutte le
garanzie che prima ricordavo.
C’è inoltre la necessità, sempre riguardante questo edificio, di precisare quello che noi
consideriamo un errore cartografico ed inoltre viene richiesto di rivedere da parte della
proprietà l’accessibilità al comparto anche da via Garagnani. Noi rispondiamo che al
riguardo è necessario approfondire meglio la questione ed arrivare a concludere, a seguito
di un approfondimento, con la disponibilità dei progetti esecutivi.
Inoltre sono stati accolti una serie di rilievi riferiti ad errori materiali.
Questo per quanto riguarda le controdeduzioni.
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Vorrei cogliere l’occasione anche per ricordare l’impegno dell’Amministrazione Comunale
ad intervenire concretamente, a partire dal prossimo anno, nel recupero di questo
complesso, naturalmente in collaborazione con la Soprintendenza e con tutti i soggetti
interessati. Intanto ricordiamo il recente intervento di messa in sicurezza e di pulizia del
complesso delle settimane scorse e ricordiamo inoltre che in bilancio abbiamo previsto
l’acquisizione delle aree di pertinenza, la parte nord dell’ellisse che prima richiamavo, oltre
ai primi investimenti sul recupero del Palazzo Ducale e sul parco per complessivi 1 milione
e 900 mila euro nel triennio, a fronte di un costo stimato del recupero dell’intero complesso
che si aggira attorno ai 6 milioni e mezzo di euro.
La Giunta e gli Assessori, è già in corso questo lavoro, dovranno proseguire
nell’approfondimento della destinazione d’uso di questo complesso per restituirlo alla sua
vocazione, naturalmente tradotta nell’esigenza della fase attuale, nella sua valorizzazione
e nella riconsegna a quel territorio e alla città. Non si esclude al riguardo che possano
essere coinvolti anche soggetti privati nell’ambito di un progetto e di una serie di obiettivi
che l’Amministrazione pubblica ha già fissato e che preciserà meglio nel lavoro che ci
attende. Grazie.
Esce la Consigliera Donelli
Consiglieri presenti n. 35
Consigliere Tarcisio Zobbi
Il Piano presentato oggi ha alcuni mesi di vita ed oggi l’Assessore ha esposto quali sono le
determinazioni della Giunta in ordine alle osservazioni presentate.
Però, proprio per cercare di costruire, se non una storia, un metodo di lavoro sui Piani
particolareggiati, io vorrei ricordare all’Amministrazione, alla maggioranza, quindi
all’Assessore, che nell’ultimo Consiglio Comunale noi abbiamo votato, e io ho votato
contro, ma la maggioranza dei Consiglieri del Consiglio ha votato a favore, un Ordine del
Giorno presentato dalla maggioranza stessa, dove si fanno specifiche prescrizioni ad un
Piano particolareggiato, in quel caso quello delle Acque Chiare, che però si è inteso
essere un metodo nuovo, sperimentale, così è stato definito dall’Assessore, che deve
accompagnare l’approvazione dei Piani particolareggiati.
Ora, è chiaro, qui siamo in sede di discussione delle osservazioni presentate, però è
certamente un iter di Piano particolareggiato non ancora perfezionato. Ed allora chiedo
all’Assessore: cosa ne facciamo del voto del Consiglio Comunale fatto quattro giorni fa a
maggioranza, che recita testualmente: “Il Consiglio Comunale impegna la Giunta ad
effettuare, all’atto dell’approvazione del Piano, una valutazione degli effetti dell’insieme
delle previsioni urbanistiche in relazione al contesto locale, ambientale, viabilistico della
zona interessata e ad attuare le misure conseguenti”?
Se il Consiglio è sovrano, e tale mi pare che sia nei confronti della Giunta, io credo che la
Giunta, essendo questo voto intervenuto quattro giorni or sono, debba rispondere al voto
del Consiglio quando si parla di Piani particolareggiati, anche perché si è detto che queste
prescrizioni sono applicate in via sperimentale a seguito della nuova normativa europea e
regionale in questo settore.
Chiedo quindi: il voto del Consiglio Comunale della scorsa seduta era un voto ad hoc sulle
Acque Chiare, cioè doveva riguardare soltanto quel Piano particolareggiato, o era, ed è,
come è stato affermato dall’Assessore, la costruzione di un novello meccanismo che è
collaterale all’approvazione dei Piani? Se fosse il primo caso, considerando che siamo
nell’ambito del Parco del Crostolo, non è che vi sia minore sensibilità ambientale rispetto
alle Acque Chiare. Considerando la natura storica, architettonica ed artistica
35
dell’intervento, non è che vi sia minore sensibilità che sulle Acque Chiare, quindi, se il voto
del Consiglio Comunale fosse da interpretare, ci si dica come va interpretato. In questo
caso lo dica la maggioranza o lo dica l’Assessore se con la maggioranza ha ragionato,
perché se era ad hoc per le Acque Chiare, questo voto, si dovrà giustificare perché solo in
quel Piano particolareggiato vale un criterio ritenuto sperimentale e di generale validità; se
invece così non è, si dovrà riconoscere che la metodologia oggi presentata dall’Assessore
necessita di essere spiegata o frenata o cambiata, perché se questa è una disposizione
del Consiglio Comunale sovrano mi sembra che la Giunta vi si debba attenere.
Per attenersi a questa disposizione, pur essendo un iter di perfezionamento del Piano, la
Giunta potrebbe anche dire: “Non lo facciamo questa volta perché siamo in iter, ma dal
prossimo Piano particolareggiato tutti i Piani saranno soggetti a questa nuova disciplina
che il Consiglio Comunale ha voluto.”
Comunque una spiegazione ci deve essere, perché è vero che il Consigliere Colosimo mi
ha replicato che di questo Ordine del Giorno non ha scritto neanche un rigo e che quindi è
destituito di ogni responsabilità, però l’Ordine del Giorno lo ha votato. Visto che io so che il
Consigliere Colosimo ci tiene ad essere autorevole e ad essere ascoltato, a far sì che i voti
che ha espresso in Consiglio Comunale abbiano peso e non siano una foglia d’autunno
che scende a terra dolcemente, sono convinto che sia nel suo primario interesse quello di
far rispettare una cosa che ha votato, che quantomeno va spiegata.
Assessore Ferrari, io le pongo questi quesiti, questi argomenti, perché l’altra volta sono
rimasto coinvolto dalla discussione che non ritengo possa essere episodica, ma che credo
debba diventare, così come è stato presentato, prassi. E la prassi vale sempre, non vale a
seconda dei casi.
In più, avendo partecipato con il voto contrario a determinare il numero legale dei lavori del
Consiglio, e quindi a determinare la validità di questo Ordine del Giorno presentato dalla
maggioranza DS, Margherita, Comunisti Italiani, non c’era Rifondazione Comunista nella
firma sotto questo Ordine del Giorno, ma era una maggioranza qualificata, ritengo che si
debba ragionare del voto espresso e dei suoi effetti. Grazie.
Consigliere Gabriele Fossa
Io intervengo su questo problema perché il caso della Reggia di Rivalta è un classico caso
di una buona idea partorita male, perché approfitto per ricordare agli under 30, e ai nuovi
Consiglieri, quello che è successo nella passata consigliatura, ne faccio la cronistoria,
perché magari uno parte da adesso e pensa che tutto vada bene. E’ un po’ come la storia
della bandiera. Avete guardato dal tal giorno in avanti, non avete guardato quello che è
successo prima. La stessa cosa qui.
Ora, il 13 aprile del 2001, basta guardare una visura camerale, non è che ci voglia tanto, si
costituì una società che si chiama “La Reggia di Rivalta” che ha tre soci che sono padroni
anche di un terreno agricolo in via Clelia Fano, un terreno, questo, che nel Piano
Regolatore era previsto agricolo e non era previsto nel Piano Regolatore da delocalizzare.
Questi tre soci fanno una società che ha come oggetto sociale la lottizzazione e la vendita
di aree fabbricabili.
In data 10 luglio del 2002 la società “La Reggia di Rivalta” chiede la delocalizzazione dei
volumi in via Clelia Fano. Il 17 fa la domanda. Il 22 dicembre del 2002 in questo Consiglio
viene votata la delocalizzazione e il 31 dicembre i soci vendono alla TECTON. E’ una cosa
che c’è nella visura camerale, quindi non sono segreti, niente di nuovo.
Quindi, dicevo prima, una cosa che forse era una bella idea lascia dei dubbi un pochino
pesanti sulla volontà dell’Amministrazione Comunale precedente, che questa ovviamente
deve portare avanti. E’ un pochino strana tutta l’operazione, mi sa molto più di
speculazione edilizia che di vero interesse al recupero o comunque l’interesse al recupero
36
era forse secondario al vero obiettivo che era la speculazione edilizia sui terreni di via
Clelia Fano, messa in atto in questo modo.
La dimostrazione è che il 13 gennaio il Comune trasmette tutto, dà il via libera. Quindi in
13 giorni hanno fatto quello che non farebbero mai per nessun altro in mesi di tempo.
Quindi, siccome questa storia nasce secondo me viziata da questa gestione di tutta la
partita che mi sembra, torno a ripetere, più finalizzata a certi obiettivi che ad altri, come
allora non no potuto, così non darò oggi il mio voto favorevole, perché non voglio essere
complice di questa operazione.
Consigliere Antonio Rizzo
Su questo Piano Alleanza Nazionale due anni fa era favorevole all’acquisizione dell’ex
proprietà di Palazzo Ducale. Abbiamo votato a favore dell’emendamento, ma tuttora
notiamo dei gravi adempimenti non eseguiti da parte della Giunta.
L’Assessore ha dimenticato di sottolineare che il Comune non ha acquisito Palazzo
Ducale, ma solo la proprietà del verde di Palazzo Ducale. La proprietà dell’ex chiesa e
della corte ducale è tuttora della TECTON, quindi l’unica parte interessante e veramente
utile, cioè il risanamento del Palazzo Ducale ristabilito dal Comune di Reggio, non c’è.
Esistono solo i giardini, vengono riconsegnati solo i giardini al Comune di Reggio.
Un’altra cosa da sottolineare è che tutte le osservazioni, molto interessanti, da parte dei
cittadini reggiani sull’esproprio di certe zone, di certi mappali, per poter recuperare
cubatura edificabile, vengono poi rigirate alla TECTON per aumentare l’edificabilità del
Palazzo Ducale. L’unica osservazione che l’Assessore giustamente ha accolto è quella da
parte della TECTON per il cambio di destinazione d’uso della corte, cioè trasformare una
parte adibita ad uso culturale ad uso terziario o ad uso di piccole attività artigianali.
A questo punto mi chiedo: ma l’acquisizione di Palazzo Ducale l’abbiamo fatta per la
TECTON o l’abbiamo fatta per i cittadini reggiani? I giardini noi li facciamo, sì, perché
recuperiamo un pezzo importantissimo per Reggio Emilia, ma per chi? Per i cittadini o per
delle imprese? Ed allora perché ancora adesso la zona di proprietà privata non è stato
possibile acquistarla o acquisirla ma viene lasciata ai privati per poterci fare quello che
vogliono? Chiedono un cambio di destinazione d’uso e noi cosa facciamo? Lo accettiamo,
tanto a noi non interessa. Per noi l’importante è avere i giardini e basta. No, non penso.
La cosa importante per i cittadini reggiani è recuperare tutta la zona della corte ducale, la
chiesa e soprattutto la corte. Questo non è stato fatto da parte del Comune, ma è stata
acquisita solo una parte adibita a giardini che, sì, verrà abbellita e ricostruita, ma i piani di
quella delibera del 2002 non erano assolutamente questi, bensì il recupero di tutta la zona.
Ripeto, una cosa mi sembra quasi allucinante dirla: l’osservazione n. 2 prevede
l’acquisizione da parte del Comune di una parte di un mappale della corte ducale per poi
recuperare della cubatura utile per edificare. Non viene ascoltata questa opinione e, anzi,
ho visto che l’Assessore addirittura ci ha ripianato sopra dicendo: “Sì, tre osservazioni
riguardano il complesso di quella zona. Noi le abbiamo rifiutate.” Non ha specificato il
perché vengono rifiutate e non ha specificato neanche cosa riguardavano quelle
osservazioni. Ripeto, l’unica cosa da accettare è quella del cambio di destinazione d’uso
che può arricchire la zona abbellendola e tutto quanto. No, questo ad Alleanza Nazionale
non sta bene. Alleanza Nazionale nel 2002 ha votato a favore dell’acquisizione di tutta la
corte ducale e non solo dei giardini. Grazie.
Escono i Consiglieri Dolci e Eboli
Consiglieri presenti n. 33
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Consigliere Vanda Giampaoli
Il Consigliere Fossa ha ben ricordato, perché lo ricordiamo anche noi che eravamo nella
scorsa consigliatura, questo particolare di non poco conto che proprio lui evidenziò, non
ricordavo la data precisa, mi pare nel dicembre 2002. A quella data, in una seduta di
Commissione consiliare evidenziò già allora, e noi sostenemmo come Forza Italia questa
posizione che era venuta alla luce da questa visura che era stata fatta dal collega Fossa,
come dietro a questo Piano di iniziativa pubblica che tende a rivalorizzare questo Palazzo
Ducale fosse nascosta in realtà una grossa operazione edilizia a favore di una società
certamente amica del Comune di Reggio Emilia, che è appunto la società TECTON.
Questo perché? Perché risultava e risulta da una visura camerale che i proprietari iniziali
del parco ducale, ovverosia la società “La Reggia di Rivalta” Srl, cedettero le proprie
quote, quindi la società di fatto, come ha già evidenziato giustamente il collega, con un
trasferimento di quote sociali il 31 dicembre 2002 alla società TECTON, società
cooperativa a responsabilità limitata, la quale società cooperativa a responsabilità limitata
noi riteniamo certamenteavrà qualche aggancio e qualche collegamento con la Giunta...
se non altro avranno discusso, Assessore, di questo Piano particolareggiato. Ecco perché
noi già da allora votammo contro, perché questa operazione ci suonava come
un’operazione di carattere edilizio che francamente agevolava questa società cooperativa
che è la TECTON che non vogliamo dire che sia una società che lavora male, meglio o
peggio di qualcun altro, semplicemente volevamo capire quali erano i motivi per i quali si
progettava dal punto di vista urbanistico a favore della Reggia di Rivalta di proprietà della
TECTON.
I dubbi rimangono ancora, li hanno bene evidenziati i colleghi, li ha bene evidenziati il
collega Rizzo, li ha bene evidenziati anche Zobbi quando dice: “Ma se noi quattro giorni fa,
parlando di un Piano particolareggiato, abbiamo detto... - salvo che non riteniamo che
questo Ordine del Giorno fosse solo da imputarsi strettamente al progetto delle Acque
Chiare, e questo in effetti l’Assessore lo ha detto facendone una sorta di nuova bandiera
dell’urbanistica reggiana - che andiamo a valutare gli effetti d’insieme delle previsioni
urbanistiche in relazione al contesto ambientale, viabilistico, locale eccetera eccetera?”
Allora tutte queste belle parole, Assessore, hanno un senso o no? Noi andiamo a fare una
valutazione oggettiva di questo Piano particolareggiato di iniziativa pubblica che dovrebbe
riportare ai suoi passati fasti il Palazzo Ducale di Rivalta o no? Lo valutiamo in maniera
sintetica, obiettiva e puntuale o no?
Vede, il recupero di quest’area non può che stare a cuore a tutti noi cittadini reggiani, e
quindi sta a cuore a tutti coloro che compongono il Consiglio Comunale, maggioranza ed
opposizione, ma i contrasti e le cose stridenti cominciano a venire alla luce quando non si
capisce come voglia essere progettato questo Piano particolareggiato, perché quali sono
le destinazioni d’uso pubblico? Quali sono le destinazioni e i servizi che si vogliono dare a
questo recupero urbanistico? Ci facciamo da un lato, pare, un bar, in una zona vicina alla
chiesa, dall’altro lato chissà cosa ci faremo. Allora voi capite che il sospetto di creare un
Piano particolareggiato ad hoc, cioè a misura del proprietario, è un sospetto molto forte, è
il sospetto che quindi non ci sia chiarezza da parte dell’Amministrazione, anche qui,
Assessore, anche qui.
Voi ci fornite dei documenti che sono, mi permetta, una cosa risibile, sono composti di
pochi fogliettini e di una planimetria che la metà delle volte non è neanche completa ed è
pure tagliata, come è stato l’altra volta in occasione del Piano particolareggiato definito
Parco delle Acque Chiare, ma di fatto non abbiamo certamente chiari quali sono i servizi
che qui l’Amministrazione vuole inserire, cosa vuole farne in realtà di questo Parco
Ducale.
38
Allora, ripeto, quel sospetto che noi qui abbiamo evidenziato, quella carenza totale,
Assessore Ferrari, totale, di coinvolgimento di cui Lei tanto parla nel fare questi Piani
particolareggiati è all’evidenza, salta all’occhio, e quindi non può certamente vedere
l’appoggio dell’opposizione che, ripeto, dal punto di vista progettuale e concettuale è sì per
il recupero di un parco che diventa a beneficio di tutti i cittadini, ma purché questo sia
veramente a beneficio di tutti i cittadini e non di qualche impresa amica o che
l’Amministrazione ritiene che costruisca meglio di altre chissà in base a quale criterio.
Ripeto, anche qui ci vuole trasparenza e chiarezza su quelli che sono i servizi e
sull’utilizzo di questo edificio, di questa corte che deve essere recuperata dal punto di vista
urbanistico. Chiarezza, Assessore Ferrari, che noi non abbiamo, a meno che Lei non
intenda ripresentarcelo, come giustamente evidenziava e chiedeva di fatto il collega Zobbi,
e io lo sottoscrivo, in maniera più chiara, chiarendo ed esplicando quali sono i servizi che
andranno ad essere effettuati e quali sono le destinazioni d’uso pubblico di questo
progetto, perché qui noi non le conosciamo e quindi a queste condizioni non appoggiamo
questo Piano particolareggiato e voteremo contro.
Escono i Consiglieri De Lucia e Riva
Consiglieri presenti n. 31
Consigliere Ivano Ballarini
Si discute qui di un Piano particolareggiato di grande qualità, che consentirà di avviare gli
interventi di recupero della villa, del Palazzo Ducale e del suo parco.
Ricordo che i numeri sono 283 mila metri quadrati di area, 267 mila metri quadrati di
proprietà pubblica. Mi sembra che con l’operazione attivata con la delocalizzazione si sia
riusciti a portare al patrimonio pubblico un’area fondamentale per quel quadrante della
città dal punto di vista del verde che si porta a casa e dal punto di vista del contenuto
culturale che questa Amministrazione, come l’Amministrazione precedente, è in condizioni
di proporre per quella parte di città e per la città intera.
Si completa un iter complesso approvando definitivamente un progetto che io giudico
rigoroso per urbanistica ed architettura, per qualità e per suggestione del progetto stesso.
Nel progetto si identificano tre aree: innanzitutto l’area pubblica, cioè l’ala nobile del
palazzo, sulla quale occorre fin d’ora approfondire contenuti e possibili destinazioni d’uso.
Consigliere Giampaoli, non è proprio dello strumento del Piano particolareggiato definire i
contenuti da inserire all’interno di quell’edificio, questo attiene ad una fase di
programmazione successiva. Il Piano particolareggiato è uno strumento che mette in
condizioni gli operatori di attivare i processi, di definire le legittimità urbanistiche. Quella
fase è una fase che viene un attimino dopo. Questa fase è una fase che ci dice che l’ala
nobiliare deve essere recuperata, deve essere recuperata per funzioni pubbliche e viene
destinata per intero alla collettività. Questo è il ragionamento politico che viene fatto
attraverso questo Piano particolareggiato.
Fra l’altro rispetto all’acquisizione complessiva dell’immobile l’impegno finanziario che è
richiesto è assolutamente ingente. Solo una polemica pretestuosa può arrivare a dire che
questo Piano deve stare fermo perché il Comune avrebbe dovuto acquisire l’insieme di
quegli edifici e di quell’area. Ricordo che sulla parte pubblica abbiamo 2 mila e 500 metri
quadrati di superficie utile; sulla corte rurale, nella quale si concentreranno gli usi
direzionali e terziari, abbiamo 3 mila metri quadri di superficie; poi c’è una piccola parte
che è destinata a residenza per altri mille e 300 metri. L’impegno che è richiesto al
Comune per recuperare le parti pubbliche è un impegno di 6 milioni di euro.
Allora, veniamo da una discussione che abbiamo fatto circa i BOC e circa la tipologia di
investimenti che occorre mettere in piedi in questa Amministrazione, quanto ci pesino e ci
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gravino sul bilancio comunale. Invito l’opposizione a fare ragionamenti coerenti. Non è che
il punto prima possiamo fare certi discorsi e il punto dopo invece dobbiamo acquisire
anche un patrimonio che non è strategicamente utilizzabile per servizi comunali. Credo
che qui occorra invitare l’opposizione ad una coerenza su questo aspetto.
Concordo con le proposte degli uffici per quanto riguarda le controdeduzioni. Mi sembra
che anche la storia legata alla controdeduzione n. 4 della TECTON sia una polemica un
po’ pretestuosa, perché in questa logica che abbiamo definito un salotto bello della città,
nel quale abbiamo la parte pubblica con il Palazzo Ducale recuperato, la parte privata che
si sviluppa all’interno della corte rurale, con destinazioni d’uso terziario o direzionale
rispettose della qualità architettonica del sito e della valenza architettonica ed ambientale
del sito, garantite dall’insieme della normativa che è stata messa in essere, credo che in
questo ragionamento ci stia pienamente quella che è l’integrazione della destinazione
d’uso sul chiesolino, garantito come l’ha garantito l’Assessore nella proposta di
deliberazione, e che questo non significhi sposare le convenienze economiche di quel
particolare operatore.
Credo che da questo punto di vista ci sia stato un mix di distribuzione e di convenienze
che consente al pubblico di mettere in essere un suo intervento su un quadrante così
strategico e al privato di potere fare quel tipo di intervento sulla rimanente parte di
patrimonio che è lì presente, che non sarebbe assolutamente stato possibile per il
Comune recuperare per usi che non sono propri e congruenti con il Comune stesso. Il
nostro problema sarà questi 2 mila e 500 metri quadrati di area come utilizzarli in accordo
con la Circoscrizione e come riuscire poi a finanziare questo tipo di recupero.
Per ultima una nota attorno a ciò che chiedeva il Consigliere Zobbi circa lo strumento della
dichiarazione di sintesi. I dati che ho dato prima sulla quantità edilizia dell’intervento e il
fatto che il Piano particolareggiato è di iniziativa pubblica, oltre al fatto che gli obiettivi di
qualità sono indicati tutti all’interno del Piano particolareggiato, mi pare che rendano
pretestuosa la richiesta del sospendere questa delibera e di ritornare in Commissione
nuovamente per adottare o per ricercare una dichiarazione di sintesi che è contenuta
pienamente all’interno dello strumento che vogliamo adottare. Credo che questo sia un
tentativo dell’opposizione, ancora una volta, di adottare tattiche dilatorie per ingessare
l’attività urbanistica reggiana.
Esce il Consigliere Lombardini
Consiglieri presenti n. 30
Consigliere Mario Monducci
Devo dire che non è l’approdo di questa delibera nella parte conclusiva con le prospettive
di utilizzazione migliorative della Reggia di Rivalta che mi fanno velo rispetto al voto che
dobbiamo assumere. A differenza di altri colleghi che mi hanno preceduto, non ero in
questo Consiglio Comunale nella legislatura precedente, però la concatenazione
cronologica degli avvenimenti e in particolar modo, questo lo devo sottolineare e ribadire,
perché io credo che se è legittimo, e mi capirà certamente l’Assessore Ferrari che è
persona competente e direi anche attenta alle posizioni che vengono espresse dai vari
Gruppi consiliari, dicevo che io credo che se è legittimo, e d’altronde indubbiamente sarà
stato legittimo, perché su questo concetto si è costruito il Piano Regolatore vigente, dicevo
che se è legittimo il concetto di perequazione, di urbanistica perequativa e di urbanistica di
trasferimento o di delocalizzazione, credo che sia altrettanto legittima la mia presa di
posizione che, questa sì, è una presa di posizione ideologica. Io sono contrario
ideologicamente a questo modo di fare urbanistica. Questo ho avuto modo di dirlo in
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epoca pregressa e non sospetta. Non è quindi che mi faccia velo questo tipo di intervento
rispetto a qualche altro tipo di intervento.
Io credo che questa filosofia abbia creato dei guasti e dei danni alla nostra città e
purtroppo temo fortemente, se non vi saranno correzioni di rotta radicali in corsa, che
ulteriori danni potrà creare ai nostri concittadini, alla gestione e all’uso del territorio.
Beh, solo per rimanere al tema credo sia legittimo porsi una domanda, e cioè: alla fine di
questa vicenda, anche se fosse vero, come indubbiamente è, non voglio metterlo in
discussione perché il collega architetto Ballarini è persona competente e la relazione che
ci è stata fornita in Commissione consiliare era una relazione ricca di elementi e di
contenuti di qualificazione urbanistica e territoriale... però la domanda che io formulo, che
secondo me ha una risposta implicita, quantomeno io la risposta in sede politica ce l’ho,
quindi sulla scorta di questa domanda che potrei definire retorica e della risposta che mi
formulo necessariamente non posso approvare questo tipo di impostazione e questo tipo
di delibera, è la seguente: qual è il costo? Qual è il prezzo in termini di qualità, in termini di
trasparenza, in termini economici per la nostra collettività?
Beh, il costo intanto credo sia un costo pesantemente già sostenuto, perché io credo che
l’intervento delocalizzato in via Fano, area precedentemente destinata a verde pubblico,
sia un intervento che io in modo del tutto eufemistico vorrei definire discutibile, e non
voglio spingermi oltre per il rispetto per le persone che indubbiamente in buona fede
avranno lavorato a questo tipo di soluzione.
Quindi io credo che l’obiettivo di fondo fosse un obiettivo probabilmente nobile, un
obiettivo che si poteva perseguire. Credo che lo si sia perseguito male, malamente,
pagando un prezzo troppo alto, un pedaggio pesante da parte della collettività, e quindi
credo che al di là di quello che potrà divenire e potrà essere questo tipo di intervento, che
è il frutto di questo modo di fare urbanistica, non potrò assolutamente accettarlo,
quantomeno questo è il parere di Gente di Reggio.
Assessore Ugo Ferrari
Io cercherò di fornire alcune risposte, ma anche di diradare una sorta di polverone attorno
a questa vicenda che alcuni interventi rischiano di innalzare, forse anche per
incomprensione degli atti che abbiamo presentato e della discussione che c’è stata.
Intanto, per quanto riguarda il metodo, la prima questione che ha posto Zobbi, noi
abbiamo approvato un Ordine del Giorno, come maggioranza, che diceva le cose
ricordate. In quel caso si riferiva specificatamente al complesso di interventi che
riguardavano via Cugini, via Daniele da Torricella e via Monti, ma abbiamo aggiunto nella
discussione che questo è un metodo che per noi rappresenta il riferimento e il modo di
lavorare per quanto riguarda la presentazione di Piani futuri. Naturalmente, ed era
implicito, ci riferiamo e ci riferivamo a quei Piani che hanno un impatto e un peso
urbanistico di rilievo sul territorio, non abbiamo affatto pensato che tutti i Piani debbano
essere corredati da una valutazione di sostenibilità o quantomeno mutuando da quelle
norme, da quelle leggi, da quella filosofia, da quella cultura.
Nel caso di Rivalta, quindi, non avrebbe senso. Noi stiamo parlando del recupero
scientifico di volumetrie esistenti, peraltro rispetto ad un’area di dimensioni molto
contenute, si rilevano solo benefici da quell’intervento per la città e per le popolazioni. Le
controindicazioni per questo intervento sono pressoché inesistenti. Procederemo in questo
caso, e rispondo ad un’altra domanda, all’esproprio, ampiamente previsto già con
l’approvazione del Piano Regolatore Generale, di quell’emiciclo che era compreso
nell’antico complesso del Palazzo Ducale e delle sue pertinenze.
Il fatto che andiamo ad espropriare quell’area, ampiamente annunciato, non aggiunge, lo
dico al Consigliere Rizzo, un metro cubo di volumetria a nessuno. Con queste
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controdeduzioni non aggiungiamo un metro cubo di volumetrie a nessuno. Andiamo solo a
precisare alcune questioni.
La delocalizzazione su via Clelia Fano, vorrei ricordarlo, ha riguardato esattamente il
volume esistente del Palazzo Ducale, non un metro di più del Palazzo Ducale che è stato
ceduto in proprietà all’Amministrazione Comunale, compresi i 22 ettari circa di terreno
circostante.
Io poi in generale sulla perequazione ho un giudizio diverso, com’è noto. La perequazione,
se usata con oculatezza, trasparenza e giudizio, consente di realizzare pezzi di città
pubblica e di dare risposte ai cittadini. E’ avvenuto in passato e credo avverrà anche in
futuro. E’ contemplata come azione innovativa nelle proposte di legge del Centrosinistra
che giacciono in Parlamento. E’ una delle azioni innovative delle leggi regionali dell’Emilia
e della Toscana, fatte in modo trasparente, pubblico, con obiettivi chiari. Su questo punto
specifico non vi è dubbio che sia così.
Per quanto riguarda la risposta alle osservazioni della proprietà, dico e ricordo che non
aggiungono valore a quelle proprietà, nel senso che abbiamo precisato semplicemente
che nella cappella sconsacrata è possibile oggi, a differenza dell’adozione, inserire anche
una serie di attività di qualità che prima ricordavo. Mi pareva sbagliato precludere questa
possibilità in partenza.
In ogni caso, come abbiamo scritto in delibera, ci sarà una convenzione per l’uso pubblico
di quel luogo, parlo di 100 metri quadri su 7 mila e 100 complessivi, e ci siamo impegnati a
presentare in Commissione lo schema di convenzione e la destinazione d’uso, per evitare
ogni dubbio su cosa può accadere lì dentro.
Sappiate, ma pare sia consapevolezza di tutti, che ogni scalpellata in quel luogo verrà
concordata con la Sovrintendenza, rigorosamente dentro alle regole del recupero
scientifico.
Mi spiace, mi auguravo fosse possibile trovare un consenso unanime su un’opera del
genere da parte del Consiglio. Naturalmente ne prendo atto. Io credo che sia una grande
opportunità per quella zona e per la città. Oggi abbiamo fatto un passo avanti. Dicevo nella
mia introduzione che l’Amministrazione Comunale non solo si riserva ulteriori
approfondimenti che sono propri di una fase esecutiva, ma ha già una serie di indicazioni
e di obiettivi generali al riguardo, tant’è che ha già messo a bilancio 1 milione e 900 mila
euro per iniziare il recupero di quel luogo.
Andremo avanti discutendo con i soggetti interessati e con la Sovrintendenza, nel rapporto
positivo tra i vari Assessorati e le varie competenze, con la Circoscrizione e con tutti coloro
che vorranno, assieme all’Amministrazione Comunale, restituire un luogo di così alto
pregio per la città e per quella zona.
Io ringrazio i tecnici, i dirigenti che hanno seguito l’iter complessivo di questo Piano e che
hanno prodotto, con i professionisti, un progetto di alta qualità. Naturalmente siamo al
Piano urbanistico, non siamo ai dettagli tecnici.
Su questo punto vorrei ricordare che non solo la progettazione si è sviluppata nel
complesso di cui stiamo discutendo (Palazzo Ducale, corte ducale e parco), ma è il Parco
del Crostolo nel suo complesso sul quale si è sviluppata una progettazione elevata che
deve trovare una sua naturale evoluzione e conclusione, che offrirà alla città, non solo a
quella zona, una grande occasione di rilancio.
Per dichiarazione di voto, intervengono nell’ordine:
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Consigliere Gabriele Fossa
Quello che mi ha colpito degli interventi precedenti è stato il silenzio della stragrande parte
della maggioranza. La difesa d’ufficio è stata lasciata praticamente ad un neo Consigliere,
Ballarini, che è un tecnico, però lui non c’era prima, quindi forse non sapeva, e hanno
lasciato all’Assessore Ferrari l’atto dovuto di difendere. Invece i Comunisti Italiani, i
Rifondaroli comunisti e i paladini del verde... i paladini del verde sono spariti, non si sa più
dove sono finiti, si sono eclissati, sono stati tutti zitti e non dicono nulla. I casi sono due: o
perché non c’eravate, Vena, e quindi non potevate sapere, oppure la vergogna di questa
operazione è talmente tanta che vi impedisce di parlare.
L’avvocato Fornaciari però c’era, quindi la storia la conosce bene. Anzi, si era
scandalizzato tempo fa dell’operazione, se ben ricordo. Dico bene, Fornaciari? Lui non
vede e non sente.
Quindi o la vergogna è talmente elevata che nessuno di voi è voluto intervenire... Capisco
che sia impossibile tornare indietro su questa operazione, soprattutto per questa
Amministrazione che ha ereditato l’affare o quanto meno l’operazione dalla precedente,
però si poteva e si può ancora porre rimedio a questa operazione per non sommare al
danno anche la beffa.
Ricordo ancora una volta il danno dell’inqualificabile speculazione edilizia perpetrata ai
danni della zona verde di via Clelia Fano che, ricordiamo, si è dovuta fare semplicemente
per un motivo: sì, è vero che c’è stato un trasferimento pari pari di volume, non poteva
essere altrimenti se si chiama delocalizzazione, da lì a via Fano, ma perché? Perché quelli
avevano solo quel terreno di proprietà e quindi non potevano trasferirlo a Mancasale o in
un’altra zona più idonea. I soci di questa società avevano quel terreno, non potevano fare
altrimenti che trasferirlo lì. Quindi non è vero quello che dice Ferrari. La delocalizzazione in
via Fano ha detto che è stata effettuata regolarmente. Sì, è vero, l’avete fatta
regolarmente trasferendo i volumi pari pari, ma non si poteva fare in altro posto, perché la
proprietà del terreno era quella, quindi dove la potevate trasferire, se non lì da loro?
Altro argomento. Il danno ambientale che ne deriverà è stato appunto quello della
distruzione del verde di via Fano. Poi Ferrari diceva: “Non si aggiunge un metro cubo”, si
vanta di dire che non si è aggiunto un metro cubo. E’ come dire che non si fa nessuna
speculazione. Io non sono un urbanista né niente, però un metro cubo di volume di un
fabbricato agricolo secondo Lei vale quanto un metro cubo di un fabbricato ad uso
commerciale? Non lo so io! Quindi cosa c’entra l’unità di misura del metro cubo?
Guardiamo la destinazione d’uso, che è quella che fa la differenza sul metro cubo. Quindi,
anche se dite che non viene aggiunto nessun metro cubo, cambiate la destinazione d’uso
e ne date una di pregio, di valore: ecco allora che quel metro cubo che costava prima uno
dopo costa dieci.
Quindi il giochetto è tutto lì nelle speculazioni edilizie, nei cambi delle destinazioni d’uso.
Sono questi i giochetti che vengono fatti per garantire i guadagni, le speculazioni.
Quindi, vede, sono tutti un pochino labili i motivi che vengono portati a giustificazione
dell’operazione. Ormai purtroppo il danno è stato fatto, come dicevo prima, e quindi mi
rivolgo a quei Consiglieri che, come dicevo prima, per pudore probabilmente non sono
voluti intervenire, ma che fanno ancora in tempo a ripensarci. Non dico di votare contro,
ma quantomeno di astenersi, che abbiano un momento di orgoglio e non subiscano
passivamente quello che è stato fatto. Visto che vi siete sempre dichiarati come una nuova
Amministrazione, in discontinuità, fatecelo vedere. Fate qualcosa di Sinistra, io dico! Fate
qualcosa di Sinistra. Fate vedere che veramente siete in discontinuità con il passato.
Questa operazione è peggio della Milano Due di Berlusconi, non so se mi spiego! Se tanto
mi dà tanto, siamo allo stesso livello.
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Entrano i Consiglieri Riva e Lombardini
Consiglieri presenti n. 32
Consigliere Mario Poli
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io non ero presente nella corsa consigliatura,
quindi sui temi di carattere generale mi attengo a quanto ha già esposto il mio amico di
Gruppo, Zobbi.
Mi interessa però rilevare una cosa ed esprimere una mia delusione personale per come
l’Assessore Ferrari ha riportato in Consiglio Comunale questo progetto, questa delibera,
perché nella Commissione di pochi giorni fa su questo specifico argomento c’era stata una
serie di colleghi Consiglieri che sul punto specifico della controdeduzione della TECTON
avevano sollevato delle contrarietà. Oggi o fanno i pesci in barile oppure sono assenti. Mi
riferisco esattamente al Consigliere Fornaciari che si era espresso contro, al Consigliere di
Rifondazione Comunista, l’amico e compagno Sassi, che si era espresso contro, mi
riferisco alla Donelli che non si è capito bene cosa abbia detto, ma che comunque non
amava quella controdeduzione. Lei si era impegnato a riflettere sulle argomentazioni che
noi avevamo portato. Lei, Assessore Ferrari, non ha cambiato una virgola del testo che è
stato portato in Commissione e, ho anche gli appunti delle sue affermazioni, Lei aveva
detto che non aveva difficoltà a tornare indietro, ma avrebbe avuto dei timori. Devo dire
che questi suoi timori sono stati talmente forti che non ha cambiato il testo.
Allora le motivazioni della mia posizione contraria alle controdeduzioni della TECTON
sono tutte di natura culturale, diciamo così, perché lì c’è, è evidente, una controdeduzione
che tende a far cadere quella che è l’impostazione originale della Giunta, vale a dire a far
cadere la destinazione d’uso della chiesa che non è una cappella, non è un qualcosa... è il
pezzo più grosso di tutta la corte rurale. Non so se qualcuno di voi è andato là. Io ci sono
andato ed è una signora chiesa, non è un tabernacolo messo lì. Dentro a quella chiesa
che è stata ripristinata, o di cui è in atto il ripristino, c’è la dichiarazione di volontà della
TECTON di portare un bar o un ristorante.
Allora, amici de La Margherita che fate finta che non sia dentro il pubblico la destinazione
del bar e del ristorante, vi prego di andarvi a riprendere i verbali della seduta della
Commissione quando tutti, a partire dall’Assessore, affermavano che la richiesta della
TECTON era finalizzata ad aprire un bar o un ristorante nella chiesa, perché in questo
modo si dava vivacità al complesso. Siccome il complesso non è piccolo come metratura,
l’eventuale bar o ristorante si può fare anche in altre parti della corte rurale, non solo
dentro alla chiesa, quando quella chiesa, pur sconsacrata, rappresenta anche dal punto di
vista oggettivo un ricordo caro a tanti di noi, non a tutti. Quella chiesa era sì, con una
buona intenzione, destinata a rappresentazioni culturali o a rappresentazioni di laboratori
eccetera, eccetera, ma qui dentro in modo occulto si fa passare questa controdeduzione
della TECTON, che è una controdeduzione che non ha ragione d’essere nella misura in
cui la possibilità di aprire un bar o un ristorante, eventualmente ce ne fosse così bisogno,
c’è negli altri restanti metri quadrati.
Chiudo ricordando le coerenze di comportamento. Voglio vedere in sede di votazione chi
in Commissione si è espresso contro, perché oggi le motivazioni per dire di sì non ci sono,
visto e considerato che l’Assessore Ferrari non ha cambiato neanche una lettera della
documentazione e della delibera che era stata oggetto della discussione. A questo punto,
consentitemi, ho qualche dubbio, a priori, che Lei venga davvero in Commissione di nuovo
con la convenzione d’uso, perché quando si prendono degli impegni di modifica o di
rettifica e poi dopo non li si osserva qualche dubbio rimane anche sul piano dello stile.
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Presidente del Consiglio Laura Salsi
Ha chiesto la parola il Consigliere Fornaciari per fatto personale. Prego.
Consigliere Marco Fornaciari
Io ringrazio molto Poli perché mi ha sempre nei suoi pensieri, sono molto contento. Prima
avevo solo Fossa, adesso ho anche Poli. Ragazzi, sono contentissimo...
Il fatto che ha ricordato Poli, ecco il fatto personale, a fronte dell’osservazione... Io sono
sempre molto prudente quando si parla di edilizia ed allora ho manifestato in Commissione
la mia perplessità, questo è vero, ma a fronte della delibera che ho letto e che destina, non
come dice lui, non ad un ristorante, ma ad un’attività diversa, culturale... come posso? Dal
momento in cui poi ho lo strumento della ricommissione, scusate questo bisticcio, perché
torna in Commissione, vero, Assessore?, per il controllo... Allora tu mi imputi di aver votato
contro. Io ho votato con attenzione e vedo che le cose vanno nella direzione giusta. Ed
allora come posso votare contro, quando le cose vanno nella direzione giusta, caro Poli?
Esce il Consigliere Marziani
Consiglieri presenti n. 31
Consigliere Donato Vena
Io vorrei far dormire stanotte il Consigliere Fossa, quindi per questo facciamo questo breve
intervento. Noi dei Comunisti Italiani voteremo a favore sulla vicenda, anche se avremmo
preferito che si fosse chiusa con altre situazioni. Consigliere Fossa, ha voluto sentire la
nostra parola? Noi voteremo a favore.
Consigliere Innocenza Grillone
Volevo intervenire per dire al Consigliere Poli che probabilmente non ha letto la delibera a
pagina 10 dove veniva riferito sia il dibattito in Commissione, sia gli impegni presi
dall’Assessore. Leggo testualmente: “L’Assessore si è impegnato ad illustrare alla I
Commissione consiliare il progetto di restauro dell’unita in argomento, nonché la specifica
e successiva convenzione integrativa che ne regolamenterà l’uso pubblico, una volta che
gli stessi verranno presentati all’Amministrazione Comunale.”
Per questo comunico il voto favorevole del nostro Gruppo.
Consigliere Achille Corradini
Nonostante l’intervento del Consigliere dei Comunisti Italiani, io credo che dovrò
iscrivermi... mi si chiede sempre da che parte sono, se faccio parte dell’opposizione o
della maggioranza. Io credo che mi iscriverò al Gruppo dei Rifondatori comunisti, dei
Comunisti Italiani o dei Verdi, perché anche in questa situazione, che io non conosco, da
quello che ho sentito credo che a rimetterci... Io do fiducia ai Consiglieri, al loro silenzio, do
fiducia. Io credo che anche questa volta a pagare saranno i cittadini di Reggio Emilia.
Io mi riprometto di documentarmi meglio, sono un “giovane” Consigliere... Vorrei sapere
quello che debbo dire, perché non voglio dire una cosa per un’altra. Mi sto prendendo il
mio tempo, ma mi accorgo che dovrò veramente prendere posizione, perché ultimamente
condivido... Assisterò al comportamento dei Comunisti, dei Verdi e dei Rifondatori perché
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credo che in questo momento loro mi diano l’impressione di avere a cuore i problemi dei
cittadini. Grazie.
Consigliere Matteo Sassi
Intervengo brevemente per dire questo. Il nostro Gruppo voterà a favore di questo Piano di
riqualificazione urbana, però credo che siano necessarie alcune puntualizzazioni.
Io credo che ci troviamo di fronte a due aspetti della vicenda: da un lato come si è arrivati
a questo punto, dall’altro c’è il Piano in sé. Io credo che bene abbiano fatto quei Consiglieri
che sono intervenuti e che hanno portato informazioni certamente utili al dibattito, che non
erano emerse neanche in fase di Commissione. Da questo punto di vista io non nascondo
qualche riserva in merito a questa sorta di urbanistica contrattata, dove è piuttosto
evidente che certi movimenti sono strettamente collegati tra loro. Dall’altro lato c’è un
Piano di riqualificazione urbana che restituisce alla città una parte importante della sua
storia ed anche del suo futuro.
Quindi in merito al Piano il nostro voto è convintamente a favore, perché ci sono spazi
importanti, i giardini vengono restituiti alla città. C’è la possibilità, per quanto riguarda l’ex
chiesetta, di ritornare, da quanto ho capito nel corso del dibattito, in Commissione e
stabilire che cosa fare, che cosa intendere con il concetto di utilizzo pubblico, e quindi
credo che questo sia un elemento di garanzia per la discussione per la dignità stessa della
Commissione che abbiamo fatto, dove anche noi avevamo avanzato proposte e avuto
riserve in merito a quell’aspetto.
Questo Piano sta all’interno di un quadro urbanistico di programmazione territoriale che è
certamente complesso e che stare a spiegare qui in qualche minuto non avrebbe senso
più di tanto. Certamente è evidente che l’intera questione territoriale dovrà essere rivista,
ma per il quadro per cui noi ci troviamo ad agire a livello di risorse, a livello di politiche
seguite fino ad oggi ed anche di legislazione vigente questo Piano di riqualificazione
urbana presenta sicuramente più elementi positivi che elementi negativi. Pertanto
voteremo a favore.
Non avendo nessun altro Consigliere chiesto la parola, il Presidente del Consiglio pone in
votazione in forma palese, eseguita con sistema elettronico, l’approvazione della
deliberazione I.D. n. 189 e ne
Proclama
il seguente esito:
46
PRESENTI:
VOTANTI:
FAVOREVOLI:
CONTRARI:
N.
N.
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22
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Giampaoli,
Malato
(Forza
Italia);
Lombardini, Rizzo (A.N.); Poli, Zobbi
(U.D.C.); Corradini (Laboratorio Baldi per
Reggio); Monducci (Gente di Reggio);
Fossa (L.N.P.)
In conformità di ciò, la Presidente proclama approvata a maggioranza la deliberazione
stessa.
Il Consiglio Comunale termina alle ore 19:40.
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Letto, approvato e sottoscritto.
IL PRESIDENTE
F.to SALSI
IL CONSIGLIERE ANZIANO
IL SEGRETARIO GENERALE
F.to SCARPINO
F.to DI GIROLAMO
CERTIFICATO DI PUBLICAZIONE
Si certifica che il presente verbale è stato posto in pubblicazione all’Albo Pretorio il giorno
21.03.2005
e che vi resterà sino al 05.04.2005, a norma dell’art. 124 del Dlgs. n.
267/2000.
Dalla Residenza Municipale, li 21.03.2005
IL MESSO COMUNALE
IL SEGRETARIO GENERALE
F.to BEDINI
F.to REBUTTATO
Il presente verbale è stato approvato dal Consiglio Comunale nella seduta
dell’ 11.02.2005 con atto n. 2274/26.
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Verbale CC 17.12.2004