Anno XXXII - Numero 1 - Marzo 2013 - Periodicità trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB UDINE - www.omceoudine.it 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.49 Pagina 1 RELAZIONI ALL’ASSEMBLEA 1° DICEMBRE 2012 1 2013 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.49 Pagina 2 Dal 1960, Cartostampa Chiandetti, un’azienda in continua evoluzione. Internet, ponte di collegamento tra azienda e utenti. Cartostampa Chiandetti, una realtà dinamica, orientata all’innovazione ed attenta alle necessità del cliente. Visita il nostro sito internet. www.chiandetti.it 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.49 Pagina 3 Sommario RELAZIONI ALL’ASSEMBLEA 1° DICEMBRE 2012 Anno XXXII - Numero 1 - Marzo 2013 - Periodicità trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1, DCB UDINE - www.omceoudine.it A pag. 5 1 2013 Periodico trimestrale d’informazione dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Udine Anno XXXII - N. 1 Marzo 2013 Direttore editoriale Dott. Maurizio Rocco Direttore responsabile Dott. Luigi Conte Redazione Dott.ssa Annamaria Bergamin Bracale Dott. Lorenzo Cereatti Dott. Mario Da Porto Dott.ssa Daniela Gnesutta Dott. Andrea Pantarotto Dott. Emanuele Rampino Cordaro Dott.ssa Donatella Rizzi Dott.ssa Grazia Siciliano Dott. Duilio Tuniz Dott.ssa Maria Grazia Zuddas 4 Editoriale 6 Relazione del Presidente all’Assemblea Ordinaria degli iscritti del 1° Dicembre 2012 9 Relazione CAO all’Assemblea Ordinaria degli iscritti del 1° Dicembre 2012 Direzione, Redazione e Amministrazione Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri 33100 Udine - Viale Diaz 30 Tel. 0432 504122 Fax 0432 506150 E-mail Udine: [email protected] Sito Web: www.omceoudine.it 11 Intervista al dott. Giancarlo Miglio 14 Medico o amministrativo? 16 Giornata del Medico - I premiati 17 Spending Review. Le (vere) istruzioni per l’uso. 21 Secondo parere: Sani soliti sospetti Editore, Stampa e Pubblicità Cartostampa Chiandetti Srl 33010 Reana del Rojale Tel. 0432 857054 - Fax 0432 857712 E-mail: [email protected] 26 Medicina illegale e direttori irresponsabili 28 Certificato medico di malattia anamnestico: vietata la certificazione senza un accertamento medico diretto 30 Non solo dottori Registrazione Tribunale di Udine n. 18 del 10/07/2000 36 Fare di più non significa fare meglio 41 E.B.M., evidenze basate sulla magistratura Gli articoli pubblicati vincolano esclusivamente la responsabilità degli autori e non la direzione della rivista. Foto e dattiloscritti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. In caso di riproduzioni si prega di citare la fonte. 42 FNOMCeO 51 FNOMCeO - ODONTOIATRI 53 Corte Costituzionale. Anche i medici possono maturare la pensione a 70 anni 54 Il gruppo di lavoro Medici del Lavoro competenti della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale 56 PEC iscritti: è obbligatoria! 57 Recensioni 58 CORSI • CONVEGNI • CONGRESSI INFORMATIVA AI SENSI DELL’ART. 13 D.LGS 196/03 La informiamo che il trattamento dei Suoi dati personali verrà effettuato in ossequio ai principi di correttezza, liceità e trasparenza. I dati da Lei forniti saranno trattati per finalità promozionali e di marketing e nelle seguenti modalità: manuale, elettronico e automatizzato. Il conferimento dei dati da parte Sua è facoltativo, ma l’eventuale rifiuto a fornirli determinerà l’impossibilità ad instaurare un rapporto e a dare esecuzione al contratto. I dati potranno essere comunicati a: Cartostampa Chiandetti srl. Il titolare del trattamento dei dati personali è: Cartostampa Chiandetti srl con sede a Reana del Rojale (UD), via Vittorio Veneto, 106; il responsabile del trattamento è Chiandetti Cristina, verso il quale Lei potrà esercitare i diritti di cui all’art. 7 D.Lgs 196/03. 3 EDITORIALE 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.49 Pagina 4 editoriale Cari Colleghi, è noto a tutti il delicato momento politico ed istituzionale che il nostro Paese sta attraversando molto ben definito dal presidente Napolitano come “cammino tra le nebbie” ove, oltre alla perdita dei punti di riferimento proprio di chi si muove nella nebbia, vi è anche l’aggravio, per noi medici, di un pesante fardello di responsabilità. Noi medici più degli altri vediamo gli effetti della grave crisi che ci sta investendo perché siamo a contatto con la realtà delle cose e questo senso della realtà non ci deve mai abbandonare. Tutti noi nella nostra realtà lavorativa e professionale dobbiamo fare i conti quotidianamente con vincoli di ordine economico che fatalmente si ripercuotono sulla qualità e quantità delle prestazioni sanitarie. Come più volte sostenuto (vedi relazione degli Ordini in III Commissione Regionale) in sanità non si può ridurre il livello qualitativo né si può derogare al principio di equità e di accessibilità ai servizi. La prestazione nelle cose che riguardano la salute deve essere sempre al massimo livello qualitativo e questo fatalmente costa. Quindi è necessario ripensare ai modelli di organizzazione e per questo è altrettanto necessario modificare anche il modo di pensare e di agire. Per esempio il problema montante delle nuove competenze delle professioni infermieristiche deve essere affrontato, discusso, se vogliamo in più parti contestato ma è indubbio che l’erosione alle prerogative proprie della nostra professione è anche effetto di un nostro atteggiamento di retroguardia nei confronti di nuovi assetti organizzativi e delle nuove professionalità emergenti. Il lamento comune sia sul Territorio che in Ospedale, oltre quello riferito alla scarsità di risorse, è quello che a causa delle cosiddetta “burocrazia” il medico non può più fare il lavoro per il quale ha studiato e dedicato la sua vita e ne sappiamo tutti i motivi. Come Medici dobbiamo ottemperare a quella posi- 4 zione di garanzia della tutela della salute dei Cittadini, ognuno per la sua parte di specifica competenze, che ci è propria ed in virtù (o meglio a causa) della quale dobbiamo rispondere troppo frequentemente nelle aule dei Tribunali sempre più spesso per comportamenti indirettamente imposti. Questa posizione di garanzia si identifica e compenetra nella nostra professionalità. Se l’organizzazione sanitaria all’interno della quale il medico opera con ruolo centrale e di grande responsabilità (etica, deontologica e giuridica) non è finalizzata (cioè politicamente orientata) prioritariamente alla tutela della salute del Cittadino, non permette al Medico di esprimere le sue potenzialità professionali costringendolo ad assumere in modo preponderante il ruolo di contabile, burocrate, controllore (e controllato), esattore ecc. tranne che di Medico. Quanto chiediamo di fare e quello che vogliamo essere (Medici) non attiene all’area dei privilegi di una categoria ma all’area dei doveri che siamo chiamati ad adempiere. Nella nostra realtà locale esistono dei punti critici sui quali abbiamo lavorato per trovare una soluzione. Le tematiche la cui soluzione condivisa potrà portare a nostro avviso a riconsiderare come centrale il ruolo del Medico nell’attuale (e futura) organizzazione sanitaria regionale sono le seguenti: – il rapporto territorio/ospedale che finora si è concretizzato nella realizzazione di accordi e nella divulgazione degli stessi al fine di armonizzare l’attività del MMG, il quale ha in primis la gestione sanitaria il Cittadino assistito, con l’attività specialistica ambulatoriale/ospedaliera. Il tema riguarda fondamentalmente le competenze relative a certificazioni, richieste di esami e diagnosi specialistiche. La risoluzione di questo problema è fondamentale per riuscire a far emergere le reali professionalità del MMG e del Medico specialista ospedaliero. È pur vero che per molti versi questo accordo non risulta a tutt’ora completamente perfezionato nella pratica reale ma la volontà di farlo nei modi posti in essere dalla specifica Commissione ordinistica (che ha lavorato molto bene) potrebbe renderlo pienamente esecutivo con l’indubbio beneficio di tutte le parti in causa: i MMG che potranno essere sgravati da indebite richieste, lo Specialista ospedaliero che potrà esprimere in pieno la sua professionalità portando a compimento il percorso diagnostico ed il Cittadino utente che non sarà più pellegrino itinerante. – per quanto riguarda i Medici ospedalieri, il passaggio nel nuovo ospedale ha creato attriti con la passata Dirigenza Generale ma a ben vedere questo fatto non è la causa della rottura ma la conseguenza di un comportamento che si è concretizzato nella creazione di un profondo solco tra chi dirige e chi opera sul campo. Chi lavora a contatto con l’ammalato, sul campo di battaglia alla malattia, acquisisce esperienza professionale alla quale non è estranea la conoscenza delle esigenze dell’ammalato e del medico stesso che in stretto contatto con quello opera. Secondo me trascurare questa realtà facendo calare dall’alto o al massimo attraverso intermediari, decisioni strategiche porta fatalmente alla deriva economicistica. Ci auguriamo tutti che il nuovo corso della dirigenza aziendale sia più sensibile alle modalità di acquisizione e di trasmissione delle decisioni. – si prospetta ora per i medici un nuovo problema o se vogliamo una nuova opportunità. Mi riferisco all’accordo ancora non perfezionato Stato-Regioni sul nuovo profilo delle professioni infermieristiche. L’analisi dettagliata del problema esula dai limiti di questo editoriale, mi limito a considerare che il vero (ancora una volta reale) problema per noi è la definizione chiara delle responsabilità. Una volta definito questo tutti i ragionamenti sono possibili ma sempre nel rispetto delle singole professionalità. Si deve cercare di esaltare le rispettive competenze sgomberando il campo da promesse finalizzate solo alla realizzazione di un risparmio economico passante attraverso l’alimentazione di conflittualità tra diverse competenze professionali. D’altra parte anche gli stessi diri- genti IPASVI, all’alba della proposta, avevano espresso alcune perplessità. – per quanto riguarda i Colleghi odontoiatri è bene ricordare, come loro frequentemente fanno, che le più comuni patologie della bocca, carie e parodontiti, hanno prevalentemente una causa batterica. Ciò significa che un corretto stile di vita e un virtuoso comportamento possono ridurre in maniera drastica l’insorgenza di queste malattie. Il modo più efficace per ridurre le spese sanitarie appare anche in campo odontoiatrico, come d’altra parte comune in tutti campi della sanità, investire in prevenzione, soprattutto primaria. Gli odontoiatri, per voce della Cao, si rendono disponibili ad intraprendere un percorso che informi in maniera efficace su come non ammalarsi. Solo così a medio/lungo termine si può abbattere la spesa sanitaria e avere una popolazione più sana. Per quanto riguarda la prevenzione secondaria (intercettamento delle malattie di pertinenza odontoiatrica) e terziaria (qualità dei trattamenti sanitari), data la attuale criticità economica, occorrerà tutelare i cittadini più vulnerabili recependo i LEA, possibilmente ampliandoli e garantendo l’accesso alla odontoiatria pubblica. È infine assoluta la necessità di mantenere desta l’attenzione operativa dei politici sul problema dell’abusivismo sanitario odontoiatrico. Cari Colleghi non spetta certo a me ricordare che nelle cose riguardanti la salute dei Cittadini dobbiamo sempre considerare che le parole e gli atti che poniamo in essere nella nostra attività quotidiana, hanno un peso specifico elevatissimo perché incidenti sempre sulla sfera della vita privata delle persone, sui loro progetti di vita, sui loro sentimenti, sulle loro emozioni . In caso di dubbi su dove andare e come comportarsi, specie in tempi di nebbia come questi dove i riferimenti mancano realmente (non solo non si vedono), il Codice di Deontologia Medica, cioè il nostro codice di comportamento, assume il ruolo di faro guida cioè luce reale e visibile. Vi invito a consultarlo frequentemente. Cordiali saluti. EDITORIALE e 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.49 Pagina 5 Maurizio Rocco 5 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.49 Pagina 6 Relazione del Presidente all’Assemblea Ordinaria degli iscritti del 1° Dicembre 2012 Gentili colleghe, cari colleghi, Prima di iniziare con la Relazione Morale vorrei chiedere un minuto di raccoglimento per ricordare i Colleghi che sono mancati in questo anno: BELLOCCHIO LIDIO CADORINI SERGIO PAOLO CATTAROSSI EGIDIO CROCE’ FRANCESCO FILIPUZZI LIVIO GIANNONI RUGGERO GOBESSI RAOUL GUARINIERI FRANCO MARIOT ANGELO PICCINI GABRIELE PONTELLI LUIGI RECCARDINI FRANCO ROJATTI ADRIANO SANDRI GIO BATTA LUCIO SAULI MIRANDA TITO REMIGIO Non sfuggirà a nessuno che la situazione attuale è grave e l'attività del medico in tutti campi è difficile. Per dirla in termini molto semplici ed immediati: stiamo messi male. Vorrei richiamare la vostra attenzione sul fatto che dal 2011 al 2015, per effetto combinato delle manovre finanziarie, della spending review, del decreto Balduzzi ecc. verranno lasciati sul campo circa 21 miliardi di euro e per gli anni successivi le cifre saranno sicuramente al raddoppio. 6 Inoltre le Regioni impongono ulteriori tagli, cioè si risponde al taglio di risorse con ulteriori tagli di risorse (vedasi il Piano di rientro delle Regioni) e non è che la nostra specialità ci renda immuni da questo Senz'altro condividiamo l’effettiva necessità e urgenza di tagliare la spesa pubblica ma dobbiamo anche porci la domanda se questo incide sul nostro lavoro ed in ultima analisi sull’oggetto–soggetto del nostro lavoro cioè il paziente che abbiamo in cura. È impensabile che la riduzione di risorse non si ripercuota sull'offerta sanitaria in altre parole la sanità pubblica cioè sarà costretta a dare di meno. Già oggi la contrazione dell’offerta sanitaria pubblica, ticket onerosi, ammalianti offerte di prestazioni low cost sospingono ceti più o meno abbienti a soluzioni più o meno compiute di «opting out» dal sistema pubblico, indirizzandoli verso forme di sanità potenzialmente minacciose del principio sul quale si fonda il nostro servizio sanitario nazionale cioè quello dell’equità, della solidarietà e dell’accessibilità alle cure. I professionisti che operano per conto del SSN, primi fra tutti i medici, sono stati chiamati ad un contributo non indifferente per il risanamento della finanza pubblica con il blocco dei contratti, delle convenzioni, delle retribuzioni con addizionali IRPEF aggiuntivi su scaglioni di reddito, con blocchi alle dinamiche di sviluppo professionale e di carriera con forti limitazioni al turn over, con la drastica riduzione dei posti letto per acuti senza contestuale e coerente incremento di quelli in post acuzie e residenziali e di altre forme di assistenza socio sanitaria domiciliare. 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.49 Pagina 7 I medici nel loro quotidiano lavoro, spesso oscuro, sia in ospedale che sul territorio, sono chiamati a reggere un sistema ove la domanda sanitaria è in crescita qualitativa e quantitativa e le risorse in decremento. In altre occasioni ho avuto modo di chiarire che il medico nel sistema sanitario non rappresenta un anonimo fattore produttivo legato a costi ma risorsa e soluzione di problemi, non causa degli stessi. Questo significa difendere i ruoli, funzioni, ambiti di competenza ma anche promuovere innovazioni nella nostra cultura tecnico professionale, nella nostra formazione universitaria, nella nostra deontologia, nei tradizionali modelli di organizzazione del lavoro mettendo così in campo risorse capaci di produrre efficienza ed efficacia nelle organizzazioni stesse. I tagli non risparmiano nemmeno il privato e questo rappresenta un ulteriore aggravio della situazione lavorativa del medico. Si prospettano tagli pari a circa il 63% dei posti letto nella sanità privata, sono 10.412 per l’esattezza. Ma i medici non ci stanno. È questo un atto di lealtà e di responsabilità della professione medica nei confronti dei malati. L’indisponibilità ed il rifiuto riguardano i tagli (lineari e non analitici) che questa professione subisce nella sua operatività ma anche prima di tutto riguarda le coscienze. Ci si dovrebbe appellare all’obiezione di coscienza quando si rileva che un operatore sanitario é costretto a lavorare in condizioni che abbiano a nuocere al malato. Le decisioni economiche e aziendali che contrastino con gli obblighi professionali sanciti dal Codice di Deontologia medica dovrebbero sottostare al vaglio del dettato deontologico in forza di una motivazione di valore. Dobbiamo riacquisire il rapporto fiduciario con i cittadini ed i malati. La medicina nella ricerca e nella pratica ha arrecato all’umanitá vantaggi eccezionali in termini di quantità e qualità della vita ma è anche l'attività nella quale si regista il maggiore contenzioso medico legale. Vi sono circa 54.000 cause pendenti nelle aule giudiziarie riguardanti la responsabilità professionale. Autorevoli studiosi della materia da tempo sottolineano l’urgenza di ridisegnare gli ambiti giuridici della colpa dei medici e degli operatori sanitari essendo questi al servizio di un diritto costituzionalmente protetto che richiede loro di operare con serenità, diligenza, perizia e prudenza, nel rispetto della deontologia professionale interpretando ed attuando le buone pratiche nel loro tumultuoso evolvere. LA NOSTRA ATTIVITÀ Gli iscritti alla data odierna sono: Albo dei Medici Albo degli Odontoiatri Doppie Iscrizioni 3357 2840 233 286 Iscritti nell’Elenco degli Psicoterapeuti 101 Nuove iscrizioni: di cui: all’Albo dei Medici 70 all’Albo Odontoiatri 11 Rapporto Medici/Abitanti Popolazione in Provincia di Udine: MEDICI: ODONTOIATRI: 81 541.522 1/173 1/1043 Per quanto riguarda la nostra vita ordinistica vorrei innanzi tutto ricordare l'attività del dott. Conte presso la Federazione nazionale nell'ambito dell'Ufficio di presidenza con la carica di Segretario generale e della dott.ssa Bulfone nella consulta deontologica nazionale che ha il compito di emanare entro i prossimi mesi il nuovo Codice di Deontologia Medica. La loro presenza in tali prestigiose sedi istituzionali rappresenta per noi tutti, oltre che motivo di soddisfazione e di orgoglio, anche opportunità di stretto rapporto con il Consiglio Federale. Il nostro Ordine ha assunto per questo triennio la presidenza della Federazione Regionale degli ordini la cui voce è stata ascoltata presso la III Commissione (sanità) in merito alla riforma del SSR. Ne fanno parte oltre il sottoscritto in qualità di Presidente, il dott. Di Cecco, la dott.ssa Bulfone, 7 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.49 Pagina 8 il dott. Montanaro ed il dott. Rampino Cordaro, per la componente odontoiatrica il dott. Braga in qualità anche di Presidente della Commissione Regionale odontoiatri. Non è solo doveroso ma anche profondamente sentito il ringraziamento a tutti i membri del Consiglio Direttivo del nostro ordine per la dedizione dimostrata al loro mandato non avendo fatto mai mancare la loro qualificata presenza ed il loro prezioso contributo nella discussione e risoluzione delle questioni trattate. Come pure al Dirigente Avv. Giovanni Natoli, ed allo Staff di Segreteria Signore Diana Feruglio e Simonetta Buttazzoni. PROCEDIMENTI DISCIPLINARI ANNO 2012 ARCHIVIAZIONI: 21; PROCEDIMENTI APERTI E CONCLUSI CON PROVVEDIMENTO DI NON LUOGO A PROCEDERE: 3; PROCEDIMENTI CONCLUSI CON LA SANZIONE DELL’AVVERTIMENTO: 2; PROCEDIMENTO CONCLUSI CON LA SANZIONE DELLA CENSURA: 1; PROCEDIMENTI IN ATTESA DI CELEBRAZIONE: 5 EVENTI FORMATIVI DEL 2012 • PRECANCEROSI E NEOPLASIE DEL CAVO ORALE – Commissione Odontoiatri lunedì 20 febbraio 2012 Sede dell’Ordine • Corso: “ATTUALITA’ IN MEDICINA UMANITARIA E DELLE IMMIGRAZIONI” – 24 e 25 febbraio 2012- Proiezione Pubblica di venerdì 24 Sala Ajace e Convegno di sabato 25 Sede OMCeO Udine (Dott. Di Maio Medici senza Frontiere Italia) – 7 CREDITI ECM accreditato da FNOMCeO • CORSO DI FORMAZIONE PER MEDICI TUTOR – martedì 13 marzo 2012 Sede dell’Ordine • L’ASSENZA PER MALATTIA ED INFORTUNIO: LE NUOVE MODALITA’ DI CERTIFICAZIONE in collaborazione con Confindustria Udine Giovedì 12 aprile 2012 – Sala Conferenze Confindustria Udine – • “Precancerosi e Neoplasie del Cavo Orale. Prevenzione, Diagnosi, Terapia e Riabilita8 zione” Commissione Odontoiatri e FNOMCeO, Udine, Auditorium Regione FVG sabato 21 aprile 2012, accreditato da AOUSMM Udine - 6 crediti ECM. – • Corso: "AUDIT CLINICO” FAD RESIDENZIALE – 21 giugno 2012 Sala Conferenze Ordine Udine – • Approccio Razionale alla Diagnostica di Laboratorio per il rilievo delle comuni Sostanze d’Abuso e dell’Alcol nei liquidi biologici – Sala Conferenze Ordine Udine 29 settembre 2012 – 4 crediti ECM – accreditamento dell’AOUSMM (Responsabile scientifico dott. Sala) • “ETICA E DEONTOLOGIA NELL’ALLOCAZIONE DELLE RISORSE PER LA SOSTENIBILITA’ DEI SISTEMI SANITARI” sabato 13 ottobre 2012 – Salone del Consiglio Provincia di Udine – accreditamento ECM Partenariato FNOMCeO 4 crediti ECM – • IL PRINCIPIO DELLA DIGNITA’ UMANA NEL DIBATTITO BIOETICO E BIOGIURIDICO (Prof. Cavicchi) in collaborazione con Società Filosofica FVG Sabato 3 Novembre 2012 – Sala Ajace Udine • PROGETTO FORMATIVO “LA PRATICA PRESCRITTIVA PER MIGLIORARE L’ACCESSO ALLE CURE SPECIALISTICHE AMBULATORIALI” Commissione Ordinistica preposta in collaborazione con AOUSMM e Aziende Sanitarie 3-4-5 – Accreditamento ECM 4 crediti per ogni evento formativo (4 eventi distinti) 24 Novembre 2012 – Sala Conferenze OMCeO Udine 6 Dicembre 2012 – Sala Conferenze OMCeO Udine 13 Dicembre 2012 – Sala Riunioni Presidio Ospedaliero di Palmanova Gennaio 2013 – Sala Riunioni Presidio Ospedaliero di Gemona del F. • “Giornata del Medico 2012” – 1 dicembre 2012 – Sala Conferenze Ordine dei Medici PER UN TOTALE DI CIRCA 365 PARTECIPANTI E 42 CREDITI ECM Concludo rivolgendo a tutta la Comunità dei medici della Provincia di Udine l’accorato invito a stringersi intorno all’Istituzione ordinistica ed a sostenerla non per una mera difesa corporativistica ma per l'affermazione di una coscienza civile tesa alla tutela della salute dei nostri pazienti e della società in cui viviamo. 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.49 Pagina 9 Relazione CAO all’Assemblea Ordinaria degli iscritti del 1° Dicembre 2012 Gentili Colleghe, cari Colleghi, Si conclude il primo anno del mandato della attuale Commissione e ci troviamo in Assemblea per riassumere quanto è stato compiuto dalla CAO È un momento speciale, dato che in questa occasione celebriamo anche la giornata del Medico di questo 2012 che si avvia al termine, in un periodo sempre più complesso per la professione Medica e per l’Istituzione Ordinistica. Le recentissime disposizioni di governo sulla spending review, come ha ben riassunto il Presidente, si riverberano anche sulla Odontoiatria esercitata in regime libero professionale, dal momento che i cittadini hanno sempre meno risorse su cui contare e, per questo, cadono frequentemente vittime di strategie commerciali che nulla hanno a che vedere con il rapporto fiduciale medico/paziente e con il progetto di potenziamento della prevenzione e della qualità delle cure che ci sta particolarmente a cuore. Lo scenario della dichiarata non sostenibilità del sistema sanitario nazionale, di cui anche la libera professione odontoiatrica fa parte, è quello di un grave rischio per il futuro dell’inalie- nabile diritto alla tutela ed alla promozione della salute sancito dalla Costituzione. Insostenibilità dovuta anche al fatto che nulla di efficace viene intrapreso per ridurre la domanda sanitaria tramite la prevenzione primaria, agendo sull’ambiente, sugli stili di vita e intervenendo sul sociale. Vorrei ricordare che l’Odontoiatria è parte integrante del tessuto sanitario del nostro Paese e, se da una parte quasi 58.000 professionisti sono impegnati quotidianamente, mediante una rete assistenziale spesso molto qualificata, nel rendere degna e serena la vita dei cittadini, dall’altra gli odontoiatri italiani vivono però forti situazioni di disagio e con loro tutti i cittadini. Permettetemi ora di illustrarvi quanto fatto dalla CAO di Udine come attività ordinaria e straordinaria nel 2012. L’ordinaria amministrazione è stata caratterizzata dalle convocazioni mensili della Commissione per valutare procedimenti disciplinari e per erogare pareri di congruità di parcelle. Dei procedimenti disciplinari celebrati, uno si è concluso con il provvedimento della sospensione all’esercizio della professione per un anno, un altro è giacente davanti alla CCEPS per un Presidente CAO Dott. Giovanni Braga 9 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.49 Pagina 10 GIORNATA DEL MEDICO ricorso avverso la stessa sanzione (sospensione di un anno), un altro procedimento si è concluso con la sospensione per un mese, un procedimento disciplinare si è concluso con l’archiviazione È continuato attivamente il coordinamento delle varie componenti della professione odontoiatrica per discutere e modulare le normative in fieri in merito ai criteri autorizzativi e alle procedure di accreditamento, a tutela delle istanze della professione. In questo frangente la CAO, l’ANDI e l’AIO hanno trovato, a livello regionale, una comune intesa. Tutti insieme ci siamo ritrovati a collaborare con uno spirito positivo e costruttivo per tutelare la salute dei cittadini, difendendo contemporaneamente la nostra dignità professionale. Questa intesa ha avuto un importante momento di affermazione nel recentissimo convegno organizzato dall’Azienda Ospedaliera proprio sulle procedure di accreditamento viste come spinta all’eccellenza in Chirurgia Maxillo Facciale ed in Odontoiatria Abbiamo espresso con chiarezza la nostra attenzione alla sicurezza del paziente e alla promozione della qualità delle prestazioni, ribadendo però che non è dalla burocratizzazione della medicina che può venire l’incremento della qualità delle cure, bensì dal ritorno 10 MEMORIE DI UN MEDICO DI MONTAGNA … (di Alfio Elio Di Pietro, 1 dicembre 2012) “Ringrazio e ricordo i Colleghi non più presenti che hanno dato il loro amore ai pazienti nel dolore e nei lieti eventi. Aggiungo… anche ai Colleghi in vita, sia in pianura che in montagna che continuano a darlo. Aggiungo ancora…ho un bellissimo ricordo degli anni dal 1964 al 1969 trascorsi in montagna, a Forni Avoltri, al confine con l’Austria. Lo ricordo bene perché a causa di abbondanti nevicate e slavine e senza luce, le quattro partorienti assistite negli anni, erano rimaste bloccate in casa. Ho assistito ed aiutato personalmente, senza ostetrica, quelle donne, mentre gli uomini, al piano terra, facevano bollire l’acqua sul focolare e le donne del paese in camera da letto, a farmi luce con le candele. Un particolare che farà sorridere … per due volte le donne che assistevano non trovavano la borsa ostetrica data alla partoriente dall’ospedale di Tolmezzo e quindi per legare il cordone ombelicale ho dovuto usare il laccio dello scarpone… Dulcis in fundo i neo genitori, per ringraziarmi e come gesto di riconoscenza nei confronti del medico che aveva fatto nascere i loro figli hanno aggiunto al primo nome un secondo nome, Elio, mio secondo nome… Chiudo questi ricordi porgendo al Presidente, al Consiglio e a tutti i Colleghi un affettuoso saluto: un “mandi” in friulano e un “sabenedico” in siciliano… Alfio Elio Di Pietro all’etica e all’osservanza del dettato deontologico, con particolare attenzione ai valori della prevenzione. Non condividiamo quella visione della medicina che riduce la cura delle persone a puri algoritmi decisionali. In aprile, la CAO di Udine si è fatta promotrice, in totale accordo ed in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine dei Medici, di un convegno sulla diagnosi precoce delle patologie neoplastiche del cavo orale, nella certezza che solo percorsi che facilitino il dialogo tra gli odontoiatri e le strutture pubbliche dedicate possono portare all’identificazione precoce di patologie altrimenti gravemente mutilanti o purtroppo non più trattabili se identificate tardivamente. È stato un grande successo, con circa 180 partecipanti, cui speriamo di poter far seguire un percorso, sia formativo che operativo, già identificato con i direttori delle Strutture Operative Complesse di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Maxillo Facciale, i dottori Piemonte e Miotti che ringrazio molto per la collaborazione e che aspetta solo la validazione dei vertici aziendali. In settembre, la Cao di Udine ha avuto la soddisfazione di vedere uno dei suoi componenti, il dottor Nick Sandro Miranda, tra l’altro tesoriere di quest’Ordine, invitato a tenere una relazione, in rappresentanza della professione odontoiatrica, al convegno nazionale di Padova organizzato dalla FNOMCeO sulle importanti tematiche della cosiddetta Cybermedicine, cioè dell’integrazione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei processi lavorativi del sistema sanitario e nelle cure dei pazienti. Nella sua relazione, significativa e molto apprezzata dall’audience, il dottor Miranda ha focalizzato la sua attenzione sulla necessità di salvaguardare il pensiero critico in un’epoca in cui l’eccesso di tecnologia ed i tecnicismi possono diventare elementi fuorvianti di de-responsabilizzazione. La CAO di Udine continuerà ad impegnarsi attivamente nel contrastare pubblicità ambigue e troppo aggressive, con attenzione particolare alle forme comparative e a quelle che ledono la dignità della figura del medico, nonché alle varie forme di pubblicità redazionale, particolarmente insidiose e fuorvianti, presenti sempre più spesso su varie testate. Ci auguriamo che la riforma degli ordinamenti professionali possa garantire la necessaria possibilità di intervento in merito Ci auguriamo inoltre, nel prossimo futuro, di potere continuare, con la vostra collaborazione ed i vostri suggerimenti, i percorsi intrapresi, interpretando al meglio e sempre meglio il nostro ruolo di garanti dell’etica professionale, a tutela dei cittadini e dell’integrità della professione odontoiatrica Vi ringrazio per l’attenzione. 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.50 Pagina 11 Intervista Di Mario Da Porto Abbiamo deciso di chiedere al dott. Giancarlo Miglio, che nella sua carriera ha avuto modo di rivestire incarichi di responsabilità sia per quanto attiene i servizi territoriali che le strutture ospedaliere (ndr Responsabile Settore Igiene Pubblica, Medicina Preventiva, Medicina del Lavoro USL 4 “Gemonese, Val Canale, Canal del Ferro“, Responsabile Area “Programmazione attuativa, Osservatorio Epidemiologico, Qualità” Agenzia Regionale della Sanità, Direttore Sanitario dell’AOUD, ...) di voler rispondere ad alcune domande inerenti il “Riordino istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale” previsto dalla L.R. 25. Mario Da Porto D - Dott. Miglio siamo alla vigilia del passaggio dalle vecchie ASL all'area vasta provinciale, può anche se in modo sintetico spiegarci le principali innovazioni correlate a questo cambiamento? R- La nostra Regione ha previsto, all’inizio degli anni duemila, la creazione delle Aree Vaste, nell’intento di identificare ambiti territoriali di riferimento coerenti alla domanda di salute e all’organizzazione dell’offerta di servizi sanitari e di individuare una sede istituzionale per il coordinamento tra aziende sanitarie. Con l’approvazione in Consiglio Regionale della LR 25, 13 dicembre 2012 “Riordino istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale” le Aree Vaste vengono sostituite dalle Aziende per i Servizi Sanitari “Giuliano Isontina”, “Friulana” e “Pordenonese”. La legge , inoltre, prevede che: • vengano mantenute le Aziende Ospedaliere Universitarie di Udine e Trieste, l’Azienda Ospedaliera di Pordenone, gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico "Burlo Garofolo" di Trieste e "Centro di riferimento oncologico" di Aviano, • venga istituito rispettivamente, nell'Azienda per i Servizi Sanitari “Friulana” e “Giuliano Isontina” un unico presidio ospedaliero costituito dagli ospedali rispettiva- mente di Cividale del Friuli, Gemona del Friuli, Latisana, Palmanova, San Daniele del Friuli, Tolmezzo, e di Gorizia, Monfalcone. • venga ridefinito l'ambito territoriale dei distretti in base a bacini di popolazione superiore a 100.000 abitanti ed alla corrispondenza del territorio del distretto con uno o più ambiti del Servizio sociale dei comuni. Il legislatore con questo assetto istituzionale e organizzativo intende: • “privilegiare l'integrazione ospedale territorio • garantire appropriate politiche di prevenzione e agevolare l'attivazione di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali che assicurino la continuità e la personalizzazione delle cure del paziente • favorire omogeneità organizzativa e di offerta di servizi sul territorio regionale e uniformità nei livelli di assistenza forniti ai cittadini; • semplificare il sistema istituzionale e organizzativo esistente; • garantire la sostenibilità economica del sistema sanitario e la razionalizzazione nell'uso delle risorse.”(art. 2). La riforma ha contenuti esclusivamente istituzionali che interessano la macro organizzazione del Servizio Sanitario Regionale (SSR) e viene promulgata, a mio avviso, in un momento storico in cui le articolazioni organizzative e gli ambienti operativi delle Aziende Sanitarie sono fortemente condizionati da una serie di elementi di discontinuità che delineano uno scenario di futuro incerto e mutevole e contribuiscono a rendere complicato l’ambiente operativo delle organizzazioni sanitarie. 11 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.50 Pagina 12 I principali elementi di discontinuità che si possono identificare sono i seguenti: • sostenibilità economica del sistema sanitario universalistico nell’attuale ambiente socioeconomico, • profilo dell’utenza del servizio sanitario caratterizzata non solo dalla prevalenza delle malattie a lungo termine, dalle comorbilità e dalla longevità, ma anche dall’aumento dei differenziali di reddito e di cultura tra i diversi strati sociali e dalle condizioni sociali delle persone straniere • ruolo dell’evoluzione delle tecnologie sanitarie e informatiche nella configurazione degli ospedali e nella architettura della rete ospedaliera, • trasformazione per numero, tipologia, distribuzione del patrimonio professionale delle organizzazioni sanitarie con conseguente ridistribuzione di ruoli organizzativi, evoluzione delle competenze e delle abilità professionali Inoltre sono da considerare: l’evoluzione del sistema dei servizi che si è registrata negli ultimi anni e che ha determinato una crescente variabilità dell’organizzazione dell’offerta degli ospedali di rete, la differenziazione delle strutture intermedie (strutture protette, post acuti, RSA, centri riabilitativi intensivi, hospice, centri diurni, ospedali di comunità..), e il potenziamento dell’assistenza primaria con nuove competenze e maggiori potenzialità di intervento che richiede una architettura di rete e forti meccanismi di coordinamento. Ritengo che questi aspetti richiedano che il sistema sanitario possa contare su una strategia di futuro sufficientemente chiara e sia strutturato in una calibrata distribuzione dei poteri, articolato in una efficace assegnazione dei ruoli e delle funzioni per assicurare una risposta esaustiva, differenziata in molteplici settori di attività e in diversi livelli di specializzazione, complementari tra loro. D - Quali i principali cambiamenti a cui assisteremo per la medicina del territorio ? R - La legge di riordino prevede che le Aziende per i Servizi Sanitari Alto 12 Friuli, Medio Friuli, Bassa Friulana confluiscano nella Azienda per i Servizi Sanitari Friulana, e che le Aziende per i Servizi Sanitari Isontina e Triestina costituiscano l’Azienda per i Servizi Sanitari Giuliano – Isontina; è previsto inoltre che i distretti di base abbiano una popolazione superiore a 100.000 abitanti e corrispondano a uno o più ambiti del Servizio Sociale dei comuni. Queste modifiche disegnano la cornice istituzionale, macro organizzativa e “geografica” dell’assistenza territoriale, di cui bisognerà tenere conto nel momento in cui si dovranno ridefinire i contenuti dell’assistenza primaria e della medicina del territorio. Le evidenze della letteratura scientifica e di letteratura grigia indicano l’esigenza di rivedere gli attuali modelli organizzativi dei servizi territoriali in relazione alla prevalenza delle malattie croniche, al progressivo invecchiamento della popolazione, alla necessità di garantire standard di efficacia e sicurezza delle cure a risorse costanti o decrescenti, alla richiesta da parte del cittadino di partecipare alle decisioni che riguardano la sua salute. D - Quali modelli organizzativi sono ipotizzabili, dott. Miglio, nel riordino previsto dalla L.R. 25? R - I nuovi modelli pongono l’attenzione all’intero percorso del paziente e agli esiti delle cure, prevedono di costruire un “ponte” tra l’approccio clinico focalizzato sul singolo paziente, tipico della medicina clinica , e l’approccio alla salute rivolto alla comu- nità tipico della Sanità Pubblica, richiedono di coordinare e raccordare gli interventi di prevenzione con quelli diagnostici, terapeutici, assistenziali. All’interno dei Percorsi Paziente le Cure Primarie giocano un ruolo determinante nella gestione delle patologie cronico degenerative e dei pazienti fragili. È infatti l’ambito in cui si intersecano i vari approcci e le diverse professionalità, da quelli finalizzati alla promozione della salute a quelli preventivi, dalla cura all’integrazione socio sanitaria. Ma è anche l’ambito in cui si gioca la scommessa per il controllo delle patologie e delle loro complicanze e per l’uso appropriato delle risorse nel creare salute. D - Quali le principali novità previste nell’integrazione tra cure primarie e prevenzione della Sanità Pubblica? R - Gli assetti organizzativi dei servizi territoriali, per come si sono evoluti nel nostro Paese, hanno differenziato e distinto le competenze e le responsabilità della Prevenzione e della Sanità Pubblica da quelle deputate alle Cure Primarie, attribuendo le prime prevalentemente al Dipartimento di Prevenzione e le seconde ai Distretti sociosanitari e Medicina Generale. È necessario ora lavorare ad un modello operativo che faccia sintesi tra le due prospettive attraverso la ricomposizione e l’integrazione delle responsabilità in un’unica strategia di intervento che abbia come riferimento i bisogni del cittadino e le esigenze 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.50 Pagina 13 della collettività, l’evoluzione della storia naturale delle malattie, l’appropriatezza delle prestazioni, la sostenibilità dei costi. Tale modello richiede che sul piano culturale vengano superate le distinzioni/divisioni tra Cure Primarie e Prevenzione/Sanità Pubblica, sul piano organizzativo si promuova e si accompagni la strutturazione di reti interprofessionali e interdisciplinari, e sul piano gestionale si affermi l’approccio al lavoro centrato sui processi di cura e la progettazione dei percorsi. D - E per quanto attiene l’Assistenza primaria? R - Più in particolare è necessario avviare, nell’ambito della riorganizzazione dell’assistenza primaria, la revisione del ruolo delle cure primarie per metterle in grado di contribuire all’integrazione tra professionisti dei servizi territoriali e dei servizi ospedalieri, partecipare ai programmi di governo clinico nei settori della farmaceutica, della diagnostica, della specialistica ambulatoriale, assicurare la continuità delle cure, realizzare progetti di sanità di iniziativa per prevenire, contrastare, curare le malattie. D - Come attuare tutto questo? R - Per realizzare una strategia di integrazione è necessario intervenire in modo complessivo ed efficace a più livelli del sistema sanitario: • regionale per realizzare le politiche di Prevenzione, contrasto, e tutela delle malattie croniche attraverso un disegno di comunità che favorisca l’integrazione dei mandati delle diverse strutture operative (Distretti, Dipartimenti di prevenzione, Dipartimenti di salute mentale, dipartimento dipendenze) e delle Cure Primarie; • regionale e aziendale per predisporre i sistemi operativi per la misurazione e la valutazione degli interventi; • aziendale per identificare gli obiettivi, gli interventi, e le responsabilità coerenti con i programmi da realizzare lungo la linea dell’evoluzione della malattia; • aziendale per individuare le aree di competenza più fragili che richiedono investimenti per adeguare le conoscenze e i comportamenti dei professionisti; • professionale per condividere tra strutture e tra professionisti linee guida, protocolli, per la gestione dei casi, il trattamento farmacologico personalizzato, la sorveglianza e la prevenzione delle complicanze. D - Per le strutture ospedaliere nella nostra provincia, in particolare la creazione di due entità una rappresentata dall'AOUD SM e l'altra dagli ex ospedali di rete, quali le ricadute? R - La legge di riordino prevede che l’Azienda per i Servizi Sanitari “Friulana” sia dotata di un unico presidio ospedaliero costituito dagli ospedali di Cividale del Friuli, Gemona del Friuli, Latisana, Palmanova, San Daniele del Friuli, Tolmezzo e che ”Il Presidio ospedaliero denominato “Istituto di medicina fisica e riabilitazione Gervasutta” di Udine, è trasferito dall’Azienda per i servizi sanitari n. 4 “Medio Friuli” all’Azienda ospedaliero – universitaria di Udine ed è dotato di autonomia economico – finanziaria e gestionale mediante l’attribuzione, da parte del competente direttore generale, di uno specifico budget determinato tenendo conto dell’attività da espletare” (art. 4 comma 5). Il sistema ospedaliero così configurato risulta semplificato sul piano istituzionale, ma mantiene elementi di complessità organizzativa ed operativa che si sono evidenziati negli anni , gene- rati dalla presenza di otto ospedali, dalla “promiscuità” all’interno dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di funzioni di primo\secondo livello ospedaliero con il terzo livello ospedaliero, dalla mancata definizione del ruolo degli ospedali di Gemona e di Cividale, dalla assenza di qualsiasi indicazione organizzativa per assicurare integrazione e coordinamento delle funzioni ospedaliere presenti nei diversi ospedali e che, peraltro, dovranno, verosimilmente, essere riviste sulla base delle indicazioni contenute dalla bozza di Decreto del Ministero della Salute riguardo gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici, quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera e che attualmente attende una approvazione dalla Conferenza Stato Regione. D - Quali i principali ostacoli per il raggiungimento del modello previsto? R - Il sistema ospedaliero che si è andato consolidando in questi anni è determinato dalle leggi regionali di riforma del Servizio Sanitario Regionale della metà degli anni novanta e risente oltre che dell’impossibilità di completare quel processo riformatore, anche di alcuni aspetti che influenzano e condizionano lo scenario organizzativo e operativo degli ospedali e che possono essere, così sintetizzati: • La transizione epidemiologia, demografica e sociale determinano un aumento del numero di persone che richiedono un sempre maggior grado di protezione socio-sanitaria e generano bisogni di salute che possono essere soddisfatti con interventi multi professionali, interdisciplinari e a forte integrazione socio sanitaria; 13 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.50 Pagina 14 MEDICO Udine, 16/02/2013 Caro Presidente, • La progressiva trasformazione degli ospedali verso il trattamento della fase acuta della malattia, l’intensività delle cure, la riduzione delle aree di degenza, l’ampliamento delle degenze di giorno e delle aree ambulatoriali, e il contemporaneo sviluppo dell’assistenza intermedia e primaria attraverso il potenziamento delle strutture per la cura della fase post acuta delle malattie e l’integrazione dei servizi territoriali che fanno capo ai distretti, ai dipartimenti di prevenzione, salute mentale, dipendenze e ai servizi sociali dei comuni; • La lentezza con cui si procede per riposizionare e riconfigurare nel sistema sanitario la rete ospedaliera interaziendale, per affrontare gli aspetti strutturali, logistici e tecnico scientifici dell’offerta ospedaliera. D - Può farci qualche esempio sugli aspetti strutturali? R - il riequilibrio della distribuzione dei posti letto dedicati alle funzioni di base ad alta intensità clinico assistenziale e alle funzioni specialistiche, sviluppo omogeneo delle degenze per post acuti, la ricerca di economie di scala per assicurare volumi di attività costi\efficaci in tutte le sedi ospedaliere, il raccordo e coordinamento delle attività di base e specialistiche per supportare i percorsi clinico assistenziali uniformi a tutti i pazienti indipendentemente dal punto di accesso e evitare duplicazioni e diseconomie, pianificare le attività di ricerca e didattica nella rete dei servizi ospedalieri …; 14 D - Sugli aspetti logistici? R - la valutazione del fabbisogno di nuove tecnologie a costo elevato, la gestione del sistema informativo unico per tutti i presidi ospedalieri della rete, l’ottimizzazione dell’utilizzo dei blocchi operatori e delle piattaforme ambulatoriali, la gestione di un sistema unico di prenotazione all’accesso delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, il coordinamento dell’utilizzo dei mezzi di trasporto sanitari… D - Sugli gli aspetti tecnico scientifici? R - coordinare le attività clinico assistenziali di 1°\ 2° livello ospedaliero e di alta complessità tra le diverse sedi ospedaliere; definire percorsi diagnostico terapeutici assistenziali per le principali patologie; identificare percorsi ospedalieri che consentano di gestire processi di cura nelle sedi più appropriate riguardo le peculiarità dell’intervento\prestazione da erogare; definire modalità che promuovano e permettano la mobilità dei professionisti all’interno della rete ospedaliera aziendale e interaziendale; concordare politiche di acquisto delle attrezzature e tecnologie sanitarie rilevanti per il funzionamento della rete ospedaliera aziendale e interaziendale. Ringrazio il dott. Miglio per la disponibilità e la competenza dimostrate. … la ragazza entra nel mio studio, mi espone un problema … faccio l’anamnesi (ma serve l’anamnesi? E soprattutto… abbiamo ancora tempo?) … visito la paziente (ma serve l’esame obiettivo? E soprattutto… abbiamo ancora tempo?)… ed infine, secondo scienza e coscienza in base ai dati raccolti … e grazie anche a quel residuo numero di neuroni che mi rimangono in testa ed i 32 anni di esperienza nel campo della medicina generale prescrivo un piccolo approfondimento compilando la ricetta del SSN con tanto di sospetto diagnostico. Dopo alcuni giorni la ragazza, che peraltro lavora, ritorna dicendo che in base al suo reddito Lei avrebbe diritto all’esenzione degli esami prescritti ed al solito sportello qualcuno degli addetti (oramai di fatto nostri colleghi:ci interfacciamo con loro ogni giorno, controllano le nostre impegnative che non possono talora non avere errori dato l’alta complessità per non dire “casino” burocratico; ci rispediscono indietro i pazienti suggerendo priorità; spesso fanno commenti e giudizi indescrivibili…”ma è sicuro il suo medico di prescriverle questo esame?”… ed addirittura talvolta sconsigliano alcuni accertamenti perché costerebbero troppo ai pazienti…..in un caso di qualche mese fa “faccia questo esame ..ma questo no… questo sì… questo direi di no o pagherebbe troppo ticket!” …. fatta immediata segnalazione telefonica ad un Collega della Direzione Sanitaria del nostro ospedale) si meravigliava che il medico curante con tanto di computer, elenco cartaceo dei soggetti esenti per reddito e soprattutto avendo anche a disposizione il portale … non avesse messo l’esenzione per reddito. Immediatamente dall’alto dei miei 60 anni e davanti ad una fanciulla che poteva essere mia figlia ho avvertito un brivido di “inadeguatezza”e mi sono chiesto “ma che razza di medico sono!!” Immediatamente ho chiamato la mia infermiera e bloccando lo studio pieno di pazienti abbiamo verificato nel computer (perbacco! Non c’è esenzione!), nell’elenco car taceo (perbacco! Non risulta esente!), nel meraviglioso, tecnologico ? 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.50 Pagina 15 ? O AMMINISTRATIVO altre infinite problematiche a cascata inerenti alle sole esenzioni ticket per reddito (i pazienti dei nostri colleghi che magari sostituiamo in emergenza…i colleghi ospedalieri che a loro volta devono avere questo “onore” ma che dimenticandosi di tale ulteriore piccolo atto…lo sportellista, dato l’errore burocratico in ricetta, dice di rivolgersi al curante che quindi dovrebbe “copiare”gli esami di approfondimento già richiesti dallo specialista…a meno che non si inviti il paziente a cercare il medico ospedaliero tra i vari reparti ed i vari turni!! E ti garantisco, caro Presidente, che…se questa indecenza non cessa… lo incominceremo a fare a costo di far girare mezzo ospedale di gente con un foglietto rosso in mano! E non certo per fare dispetto ai nostri Colleghi (già anche loro vergognosamente stuprati dalla burocrazia) ma per mandare un segnale a chi ci amministra con tanta acuratezza! E tutto ciò si aggiunge alle già numerosissime (50… 60…. non so più!!!) esenzioni per patologie ed al centinaio di note AIFA la cui interpretazione necessita di volta in volta la perdita irreversibile di un numero incalcolabile di neuroni della corteccia superiore che speravano di dare il meglio di loro nell’arte nobile ed ancora bellissima della medicina. L’altro giorno nel mio studio c’è stato l’apoteosi! Mentre visitavo un paziente ho sentito le risa… fino al pianto… proveniente dalla stanza della mia infermiera e preoccupato mi sono precipitato: “e…. allora?” Esclamo! E l’infermiera… con le lacrime che le scendevano dagli occhi…e che davanti a se aveva un noto e distinto signore di 70anni … ancora pietrificato ed incredulo dalla reazione della stessa”dottore…mi ha chiesto l’esenzione per l’IMU!!!”(Posso portare a testimonianza il paziente). Lì … lì … ho riso anch’io … poi una terribile tristezza ha preso il sopravvento. Fra poco si verrà in ambulatorio per i buoni pasto… le merendine senza zucchero, ecc. e poi a prenotare gli esami … come una parte dei nostri cari sindacati vorrebbe farci fare! Oppure, se le Poste falliscono(visto che il personale è sempre più residuale) a ritirare la pensione! A domicilio non sarà più necessario il fonendo… ma il tablet … per scrivere i generici … mettere le esenzioni giuste ? e spessissimo lentissimo portale…ma anche lì, perbacco! Non risulta esente. “Cosa posso fare? Perché sono sicura che sono esente!” Con gentile fermezza ci dice la paziente. E qui il quesito diventa altamente specialistico e soprattutto pregno di arte medica! La mia infermiera, forse per prevenire un mio possibile “botto”, improvvisa: “vada al distretto e se lo faccia mettere nella tessera sanitaria cartacea”. “Ma che documenti dovrò portare per farmi riconoscere questo mio diritto?” Continua la paziente…. ed io… “scazzatissimo”… “Porti le sue buste paga, il 730 o faccia vedere quanti soldi ha nel portafoglio!” Ieri pomeriggio: signora extracomunitaria, peraltro gentile, con difficoltà di lingua e molto timida “mi ha detti a ospitale che carte (impegnative) costano ma io ho pochi soldi … io non lavora…mio figlio disoccupato… solo mio marito lavora … poco!” “Hanno detti di venire da mio medico … lui sa!!” Vediamo il cartellino cartaceo (perbacco! Non c’è esenzione), vediamo il computer (perbacco! Non c’è esenzione!) vediamo l’elenco cartaceo … perbacco! Non c’è neppure la paziente perché iscritta da poco … vediamo il “porc… porc…portale” (perbacco! Non risulta esente!). Ed allora spiegale dieci volte la trafila che deve fare … TANTO SIAMO DEGLI AMMINISTRATIVI! E tutto questo non può che serenamente, pacatamente facilitarci nel focalizzare con lucidità ed amorevole cura i reali aspetti sanitari dei nostri pazienti riempiendoci di orgoglio professionale. E questo, caro Presidente, è solo la punta dell’iceberg…perché ci sono (adesso quando richiedi 10 esami di laboratorio, vengono stampate anche 5 ricette ognuna con una esenzione diversa) …se poi sbagli? Danno erariale!! Ma noi siamo assicurati per il danno erariale? NO!! Per l’eventuale danno alla salute del cittadino (anche perché con tutti questi codici…e la massa di persone nei nostri studi…non ricordo se 13-15.000 gli accessi nel mio studio nell’ultimo anno… di lucidità incomincia ad esserne sempre di meno)noi tutti siamo assicurati!! Ergo … il medico del futuro dovrà sempre più tutelarsi sull’aspetto amministrativo rispetto alla sua vera missione che è quella di prendersi cura dei propri pazienti? Tutto ciò non è un attentato alla salute pubblica? E questo scempio e stupro burocratico non comporta …come ben detto recentemente da un nostro Collega … sul portale aziendale a proposito delle esenzioni per reddito al “genocidio” di una professione? Caro Presidente, ci sono degli aspetti, specie sulla esenzione per reddito che qualche “illuminato” strapagato dirigente di qualche Ministero ha ritenuto di volerci accollare (e che fa a pugni con ciò che ci verrebbe richiesto dalle necessità reali sanitarie specie del territorio) che l’Ordine dei Medici non può sottrarsi per la salvaguardia della dignità e la deontologia della Professione Medica. Non si tratta di difendere una corporazione, dei privilegi, tanto meno dei diritti sindacali (in cui peraltro l’Ordine dei Medici non avrebbe titolo)ma per il futuro della Professione e la Salute della Collettività! 15 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.50 Pagina 16 PS. Ovviamente il riferimento, all’inizio, circa l’utilità dell’anamnesi e dell’esame obiettivo era puramente provocatorio dato che il messaggio che continuamente ci arriva da chi ci amministra è di risolvere dei problemi organizzativi che altrimenti non sarebbero in grado di affrontare e non tanto la cura dei cittadini. 50 anni Non la voglio fare troppo lunga, caro Presidente, ma spesso il mio pensiero va a mio padre (oggi novantenne) che per 40 anni ha fatto il medico condotto e che almeno per i primi 20 li ha trascorsi (365 giorni l’anno… di giorno e di notte) tra parti, paracentesi a domicilio, piccole amputazione, avulsioni dentarie, patologie infettive anche gravi … ecc … magari con 2-3 chiamate notturne … era una medicina “eroica” anche se tecnologicamente limitata… ma che orgoglio sentirsi “MEDICO”! A giorni il mio primo figlio si iscriverà all’Ordine ed il secondo studia il 2° anno di medicina… che ne sarà di loro e di tantissimi altri bravissimi giovani che fanno un gran sacrificio per accedere ai corsi universitari ed il gran numero di aspiranti dimostra come questa professione sia ancora così attraente ed affascinante! Addirittura, alcuni … dopo anni in altre facoltà … e con un lavoro già assicurato in qualche azienda Premiati Giornata del Medico 2012 1° dicembre 2012 di famiglia o addirittura in farmacia di famiglia … una volta riusciti ad entrare al 2° o 3° tentativo ai test di ammissione … abbandonano tutto per iscriversi a medicina! Ho un giovanissimo sostituto che ha un entusiasmo incredibile, un piacere di studiare, imparare e di impegnarsi … gli stessi miei pazienti mi riferiscono, dopo ogni sostituzione, i meriti e le qualità umane e professionali … (e così è stato sempre negli ultimi anni con altri giovani colleghi)… possiamo permetterci di sprecare tanti talenti e risorse intellettuali nonché economiche (mi risulta che si sono formati nelle nostre Università) per farli godere ad altri Paesi governati da politici e burocrati meno cialtroni? Ti ringrazio di cuore per la pazienza e l’attenzione accordatami e ti invio i più cari saluti Lettera firmata Prof. Cesare Puricelli 50 anni di Laurea Dott. Fausto Bellato 50 anni di Laurea Dott. Leoluca Labbozzetta 50 anni di Laurea Dott. Antonio Tonutti 50 anni di Laurea Prof. Paolo Bergonzi 50 anni di Laurea Dott. Guido Liuzzi 50 anni di Laurea Dott. Guglielmo Vindigni 50 anni di Laurea Dott. Franco Bressani 50 anni di Laurea Dott. Silvano Panardo 50 anni di Laurea Dott. Carlo Zatti 50 anni di Laurea Dott. Alfio Elio Di Pietro 50 anni di Laurea Dott. Giorgio Pisa 50 anni di Laurea Dott. Lino Cirillo 60 anni di Laurea 60 anni Dott. Pasquale Gaito 50 anni di Laurea 16 Dott. Paolo Pittoni 50 anni di Laurea Dott. Silvano Soramel 60 anni di Laurea 0 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.50 Pagina 17 Spending Review. Le (vere) istruzioni per l’uso Alberto Donzelli Esperto di Sanità Pubblica Il significato autentico di “spending review” è quello di uno studio analitico di come e dove si possono ottenere risparmi eliminando abusi, sprechi e inappropriatezze. I campi dove agire sono numerosi: dalla spesa farmaceutica alle tecnologie diagnostiche. Di fronte agli attacchi al nostro SSN, concordo con chi sostiene che la nostra spesa sanitaria pubblica non è insostenibile, tuttavia troppa parte di tale spesa è assolutamente intollerabile (non solo per “inefficienze” o peso della corruzione). Evitando formulazioni generiche su “sprechi da eliminare”, faccio alcuni esempi in campi che conosco, ma dubito che altrove le cose vadano diversamente. Spesa farmaceutica tivamente di 220 e 111 €/anno. Così il SSN risparmierebbe 670 ml di €/anno. • La spesa pubblica 2011 per ACE-i è stata di 405 ml di € (650 se si attuasse la razionalizzazione di cui al punto precedente, con più che proporzionale discesa della spesa per sartani). Non c’è prova che un ACE-i sia più efficace di un altro, a dosi equipotenti [3]. La spesa annua media dell’ACE-i ramipril è inferiore a quella degli altri: se come ACE-i si usasse solo ramipril, il SSN risparmierebbe 190-300 ml di €/anno. • La spesa pubblica per gli antipertensivi, sartani e ACE-inibitori (ACE-i): 1.600 ml di € complessivi nel 2011, con i sartani che coprono il 44% delle dosi e il 75% della spesa. Tuttavia, gli ACE-i dovrebbero essere i farmaci di prima linea, sostituiti dai sartani se non tollerati (essenzialmente per tosse, circa nel 10% dei pazienti con ACE-i, rispetto al 33,5% con sartani [1, 2]). Dunque, una prescrizione razionale dovrebbe vedere le dosi totali così ripartite: 10% sartani, 90% ACE-i, con spesa media per dose standard (DDD) rispet17 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.50 Pagina 18 • La spesa pubblica 2012 per le statine è stimata in circa 600 ml di €. Se si utilizzassero solo o quasi statine equivalenti, con buon rapporto efficacia-prezzo, la spesa sarebbe molto diversa. In uno scenario in cui simvastatina coprisse, ad esempio, il 50-55% delle dosi complessive, atorvastatina il 40-45%, pravastatina il 3-4% per indicazioni particolari, riservando altri 3 punti % a rosuvastatina (quando atorvastatina non fosse tollerata, o alternativa all’aggiunta di ezetimibe a un’altra statina), il SSN risparmierebbe circa 200 ml di €/anno [4]. • Ma gran parte delle dosi di statine sono impiegate in prevenzione primaria, in pazienti a rischio non molto elevato. L’ultima revisione sistematica [5] ha sostenuto che andrebbero usate anche nel rischio “basso” o intermedio, ma il dibattito pubblico in corso [6, 7, 8] ha chiarito che in quei casi, pur riducendo gli eventi cardiovascolari, le statine non riducono la mortalità totale, ma l’aumentano dell’1-2%, bilanciando i benefici cardiovascolari con l’aumento di effetti avversi e mortalità non cardiovascolare. Tale piccolo aumento di mortalità non è statisticamente significativo, ma quanti assistiti a rischio “basso” o intermedio correttamente informati le vorrebbero ancora? Un’informazione completa ridurrebbe la quota di chi – in prevenzione primaria – si affiderebbe alle statine anziché impegnarsi a migliorare lo stile di vita. Il SSN risparmierebbe decine o centinaia di ml di €/anno in farmaci, rispettando le preferenze espresse da assistiti correttamente informati in una situazione di oggettiva incertezza. • La spesa pubblica 2012 per ezetimibe (da solo o con simvastatina) sarà di circa 150 ml di €. Ma nei confronti diretti non ha mai dimostrato di ridurre gli eventi gravi più di simvastatina da sola, che costa 10 volte meno (anzi, ezetimibe ha teso a far peggio, salvo abbassare di più il colesterolo LDL [9, 10]). In tendenza ha anche aumentato la mortalità totale più del placebo [11]. Costerebbe molto 18 meno anche atorvastatina equivalente a dosi adeguate e la stessa rosuvastatina (basterebbe aggiungervi una manciata di noci o mandorle per ottenere effetti sul colesterolo anche migliori di simva+ezetimibe). Usando statine senza ezetimibe il SSN risparmierebbe 120 ml di €/anno, senza ridurre affatto i livelli di salute, allo stato delle conoscenze. • La spesa pubblica 2011 per capsule di omega-3 è stata di quasi 200 ml di €. Due revisioni sistematiche [12, 13] hanno concluso che in pazienti in prevenzione secondaria cardiovascolare o anche misti in prevenzione primaria, le capsule di omega-3 non riducono la mortalità da tutte le cause, né morte cardiaca, morte improvvisa, infarti cardiaci o ictus: dunque il loro uso nella pratica clinica non è giustificato. Anche in prevenzione primaria non hanno prove di efficacia, e potrebbero aumentare gli ictus in misura borderline [14]. Comunque vi sarebbero alternative alimentari più soddisfacenti e sicure per procurarsi gli omega-3 necessari [15], anche per ridurre i trigliceridi [16]. Smettendo di rimborsarli il SSN risparmierebbe 200 ml di €/anno, senza contare il risparmio di chi le compra direttamente. Dispositivi sanitari • Le revisioni sistematiche di studi validi dimostrano che l’automonitoraggio della glicemia comunemente praticato non dà contributi clinicamente rilevanti alla gestione del diabete di tipo 2 non trattato con insulina (riduzioni medie di Hb-glicata: 0,2%), al prezzo di ingenti costi di tempo e finanziari, e, per alcuni, di ansia e depressione [17]. Strategie basate su diete mediterranee a basso indice glicemico, o su diete vegane senza restrizioni caloriche sono molto superiori. Limitando i rimborsi ai diabetici che usano insulina con poche altre eccezioni, il SSN risparmierebbe centinaia di ml di €/anno, i diabetici guadagnerebbero qualità di vita, e i sanitari tanto tempo da dedicare al counseling per migliorare l’alimentazione, far smettere di fumare e prescrivere/supportare l’attività fisica. • Nella malattia coronarica stabile l’angioplastica non offre un indiscusso valore aggiunto a una terapia medica ottimale unita a interventi sullo stile di vita. Nello studio (randomizzato controllato) COURAGE l’angioplastica (con stent) non ha ridotto i rischi di infarto o altri gravi eventi cardiovascolari se c’è una terapia medica ottimale e si pratica attività fisica [18]. I sintomi migliorano comunque molto (soddisfazione con il trattamento del 90%), e a 2-3 anni non ci sono differenze. 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.50 Pagina 19 Un’alimentazione salutare dà ulteriori benefici per tutti. Una network metanalisi di 61 studi clinici validi con oltre 25.000 pazienti [19] ha dato risultati simili: se non c’e malattia coronarica acuta, un’angioplastica, anche con stent medicati, non dà benefici rispetto alla terapia medica in termini di morte e infarto miocardico. Gran parte delle angioplastiche si effettuano su pazienti di questo tipo, ma molti, se correttamente informati, potrebbero scegliere una terapia medica ottimizzata (aggiungendo cyclette o camminate, con ulteriori e più sostanziali benefici [20-23]). Il SSN risparmierebbe centinaia di milioni di €/anno. Tecnologie diagnostiche • Nessuna prova valida supporta spirometrie per motivare a smettere di fumare [24, 25], e la più autorevole Agenzia mondiale per interventi preventivi e cure primarie [26] raccomanda con forza di scoraggiare le spirometrie in soggetti asintomatici, anche se fumatori. L’effetto netto sarebbe inutile o dannoso, anticipando di molti anni l’uso di farmaci non innocui, senza contropartita in benefici. Ciò e ribadito da Società scientifiche Americane ed Europee [27]. Il percorso PDTA dell’ASL di Milano sulla broncopneumopatia cronico-ostruttiva (BPCO) si pronuncia contro screening spirometrici in assistiti asintomatici, e farsi prescrivere-fare-ripetere-ritirare-consegnare-farsi interpretare spirometrie consuma tempo di pazienti e medici, che sarebbe meglio dedicare ad attività di ben altro valore: colloqui per motivare a smettere di fumare, counseling antifumo, spiegazioni sui farmaci efficaci per smettere (vareniclina, sostituti nicotinici, bupropione, nortriptilina) + incontri/telefonate di sostegno con medico di fiducia o infermiere, o invio a centri antifumo gratuiti. Da notare, infatti, è che ciò che conta per arrestare la BPCO non é fare esami, ma non fumare! E inoltre ad attuare una dieta protettiva dalla BPCO, che purtroppo i medici generalmente non raccomandano né conoscono [28]. La tariffa per spirometria semplice è 23,75 €, quella per una globale 52,79 €. Evitare le iatrogene spirometrie di screening in assistiti senza sospetto clinico di BPCO farebbe risparmiare decine di milioni di €/anno in cascate di accertamenti inutili, oltre all’inutile anticipazione di costose terapie farmacologiche senza prove di beneficio in soggetti asintomatici, né di poter modificare con farmci il declino funzionale polmonare. Screening tumorali • La U.S. Preventive Services Task Force (USPSTF), agenzia leader mondiale in tema di prevenzione clinica, si era già espressa contro lo screening con PSA per cancro prostatico nei maschi ≥75 anni. Nel 2012 [29] ha espresso una raccomandazione contraria a questo screening con PSA per gli uomini nella popolazione generale di qualsiasi età (raccomandazione di grado D, cioè: c’è almeno moderata certezza che il servizio non abbia benefici netti/che i danni superino i benefici). Infatti lo screening in maschi asintomatici individua un eccesso di cancri non evolutivi, che non progrediscono, o lo fanno cosi lentamente che sarebbero rimasti silenti per tutta la vita di chi li ospita. Sono pseudomalattie o sovradiagnosi, che aumentano con l’aumentare delle biopsie e generano interventi chirurgici e radioterapie non necessarie. L’USPSTF traccia un bilancio rischibenefici che pende dalla parte dei rischi [30]. Eppure in Italia si continuano a effettuare centinaia di migliaia di PSA di screening, senza un’informazione adeguata anche dei rischi, che porterebbe gran parte degli interessati a non scegliere lo screening. Possibile risparmio per il SSN: decine di milioni di €/anno in costi dei soli PSA e conseguenti biopsie, ma molto di più calcolando che parte considerevole dei 45.000 interventi/anno per cancro alla prostata potrebbe non essere necessaria. Quanti esempi di questo tipo potrei fare? Almeno 100, dato che abbiamo finora prodotto un centinaio di Pillole di BPC*, e 84 Pillole di educazione sanitaria/ES* per cittadini. Forse a qualcuno che leggerà queste note verrà la curiosità di conoscere gli altri 90 esempi! 19 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.50 Pagina 20 BIBLIOGRAFIA 1. Norris S, Weinstein J, Peterson K et al. Drug Class Review Direct Renin Inhibitors, Angiotensin Converting Enzyme Inhibitors, and Angiotensin II Receptor Blockers. Drug Effectiveness Review Project, Final Report (2010): 1-144. ments (eicosapentaenoic acid and docosahexaenoic acid) in the secondary prevention of cardiovascular disease: a meta-analysis of randomized, double-blind, placebo-controlled trials. 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Screening for prostate cancer: U.S. Preventive Services Task Force recommendation statement. Annals of internal medicine (2012); 157(2):120-34. 30. Donzelli A. CIS Editore, Milano, Pillole di buona pratica clinica (2012); n. 91-92:1-4. 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.51 Pagina 21 Gianfranco Domenighetti, direttore del Servizio Sanitario del Canton Ticino (Svizzera) e docente di Economia, Politica e Comunicazione sanitaria alle università di Losanna e di Lugano. Pubblicato su Va' Pensiero n. 170 Perché il cittadino chiede un secondo parere? Il presupposto per una partecipazione attiva del cittadino alle decisioni mediche che lo concernono è il consenso informato. Esso dovrebbe permettere all'utente dei servizi di esprimere le proprie "preferenze". Ciò sarà possibile solo alla condizione che il paziente abbia preliminarmente ricevuto tutte le informazioni "tecniche" sulle problematiche connesse alle prestazioni proposte per risolvere e gestire un determinato problema sanitario (benefici, rischi, eventi non desiderati e incertezze). L'integrazione di tali informazioni "tecniche" nei valori, negli obiettivi e nelle aspettative di vita del paziente dovrebbero in principio permettere all'utente l'espressione di preferenze in materia medico-sanitaria. Inutile negare che molti sono gli ostacoli frapposti al consenso informato che, in realtà, è un obiettivo "ideale" da perseguire. L'ostacolo più comune è – anche se può sem- Secondo parere: Sani soliti sospetti brare paradossale – la fiducia relazionale. Essa infatti inibisce alla base sia la richiesta di un secondo parere sia il bisogno di disporre (e soprattutto di chiedere) informazioni supplementari. Perché il paziente dovrebbe chiedere un secondo parere? Da un punto di vista puramente teorico si può affermare che dovrebbe chiederlo in quanto la medicina non è una scienza esatta e perché la pratica medica lo è ancor meno. Infatti, all'incertezza della "scienza" medica bisogna aggiungere quella relativa al grado di aggiornamento del professionista che la esercita. Le ricerche sulla variabilità delle pratiche medi- che dimostrano che le proposte diagnostiche o terapeutiche per risolvere un dato problema di salute possono variare in funzione di un gran numero di fattori ma, in particolare, relativamente al medico che è stato consultato. Abbiamo ad esempio condotto un piccolo studio con un "falso paziente" che ha consultato dieci dermatologi mostrando sempre la stessa verruca che aveva sotto il piede: otto sono state le diagnosi diverse. La letteratura scientifica sulla "variabilità" è immensa e per chi la conosce chiedere un secondo parere dovrebbe essere non solo "imperativo" ma un'attitudine per così dire "naturale". Quindi non essendo la medicina una scienza esatta ed essendo l'attività clinica molto variabile in relazione al grado di aggiorna21 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.51 Pagina 22 mento del medico e dei conflitti di interesse a cui egli è soggetto, spesso diventa molto utile chiedere un secondo parere. È tuttavia utile rilevare che il 70-80 per cento dei cittadini crede che la medicina sia una scienza esatta! In quali casi? Un secondo parere potrebbe essere particolarmente utile per le diagnosi "importanti" e per interventi invasivi. Ad esempio, in caso di tumore si sa che anche la citologia e l'anatomia patologica contano una certa percentuale di errore. Un secondo parere è quindi utile laddove una diagnosi non corretta può avere un impatto importante, per non dire devastante, sulla vita della persona. Quando si tratta di proposte terapeutiche è preferibile appellarsi a più pareri specialmente nel caso di operazioni chirurgiche per le quali, come dimostrato da diversi studi, vi è una grande diversità nel porre le indicazioni e, conseguentemente, una rilevante variabilità di prevalenza o di incidenza in funzione del medico consultato, del servizio attivato o di altri fattori quali ad esempio lo status socio-economico del paziente. Per circa una quindicina di operazioni chirurgiche comuni ed elettive conviene chiedere un secondo parere. Diversi studi hanno rilevato elevati tassi di "non conferma" (oltre il 30 per cento) per questi interventi allorquando si è chiesto un secondo parere. Probabilmente la conoscenza di questi studi spinge a far capire l'utilità di chiedere un secondo parere. Uno studio recente pubblicato sul New England Journal of Medicine ha mostrato come la chirurgia artroscopica per osteoartrite del ginocchio non dia al paziente nessun vantaggio apprezzabile (lo dà invece al medico!) rispetto all'intervento placebo di tipo non invasivo (1). Qual è l'importanza del secondo parere? A mio avviso anche pedagogica. Quando si chiede un secondo parere e non viene confermata la prima diagnosi o terapia, si capisce sulla propria pelle che la medicina non è una 22 scienza esatta e quindi si dovrebbe tendere a ridimensionare le attese, che negli ultimi anni stanno diventando sempre più mitiche, verso la scientificità della pratica medica e l'efficacia a 360 gradi della medicina. Si contribuirebbe quindi a ricondurre tali attese alla realtà dell'evidenza della pratica quotidiana. Quando si è alla ricerca di un secondo parere e si raccolgono diagnosi o terapie diverse, come orientarsi e come non perdere la fiducia del medico? Il secondo parere potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio… Ho sempre ritenuto utile che, almeno a livello sociale, si promuova un "sano sospetto" verso l'efficacia e soprattutto l'adeguatezza di tutto quanto è proposto o prescritto sul cosiddetto mercato sanitario – il che non significa necessariamente creare della "sfiducia gratuita". Dagli anni novanta abbiamo diffuso a tre riprese a tutte le famiglie del Cantone Ticino altrettanti opuscoli in cui veniva spiegato il perché può essere utile chiedere un secondo parere. Si diceva tra l'altro che il secondo parere non deve essere visto come un atto di sfiducia verso il medico poiché la medicina non è una scienza esatta. Si consigliava, tra l'altro, di non palesare al secondo medico a cui si richiedeva un parere supplementare su una diagnosi o una terapia che un primo medico aveva già formulato una proposta. Così facendo si evitava di condizionare il secondo medico che altrimenti si sarebbe difficilmente discostato dal primo parere. Questi opuscoli sono stati diffusi dal servizio sanitario del Cantone Ticino in collaborazione con l'Ordine dei medici. Per quali interventi veniva suggerito il secondo parere? Negli opuscoli si consigliava in particolare di chiedere un secondo parere per queste procedure chirurgiche: colecistectomia, emorroidectomia, isterectomia (in assenza di una indicazione tumorale), ernia inguinale, tonsillectomia, raschiamento dell'utero, prostatectomia (anche qui quando l'indicazione non era un tumore), meniscectomia, cataratta, vene varicose ed ernia discale (quando non esistevano segni di paralisi agli arti inferiori o alla vescica). 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.51 Pagina 23 Ritornando al tema dell'informazione, il Canton Ticino è molto attivo in tal senso e ha lanciato una campagna informativa sul secondo parere rivolta al cittadino. Come hanno risposto i cittadini a questa iniziativa? Quando il cittadino richiede un secondo parere attraverso Internet, il rapporto medico-paziente non ne soffre? Oggi giorno si parla molto dell'impatto delle nuove tecnologie dell'informazione e di come queste possano modificare la relazione medico-paziente, ma ritengo che da noi questo sia, per il momento, poco vero. Uno studio condotto negli Stati Uniti, il paese più informatizzato del mondo e dove la conoscenza della lingua inglese non costituisce problema, ha rilevato che l'utilizzo di Internet per accedere a informazioni medico-sanitarie è molto meno frequente dell'atteso e, soprattutto, che questo tipo di informazione supplementare non modifica il consumo di prestazioni. I problemi posti dall'utilizzo di Internet da noi sono sicuramente maggiori. In primo luogo, i siti riconosciuti che prevedono anche una sezione per i pazienti (Cochrane Collaboration e Clinical Evidence) presuppongono, per essere consultati, la conoscenza della lingua inglese. Rimane poi il problema dell'eliminazione dei siti "spazzatura" e della dimestichezza con la tecnologia informatica. Se pensiamo che probabilmente sono gli anziani, in quanto più esposti a problemi di salute, i soggetti che più di altri potrebbero beneficiare dell'accesso alle nuove tecnologie per ottenere "secondi pareri" teorici, le difficoltà linguistiche e tecniche che caratterizzano questo gruppo di popolazione rendono l'impatto di Internet per il momento praticamente nullo. Nel 1990 abbiamo elaborato e diffuso un primo opuscolo dal titolo “I tuoi diritti come paziente. Il secondo parere: come, quando e perché?”. Dopo la sua diffusione, la percentuale di popolazione che annualmente chiedeva un secondo parere, è passata dal 18 al 30 per cento e al 38 per cento secondo un sondaggio ancora più recente. per il secondo parere, il 4 per cento ha invece tenuto fede al primo, mentre solo il 7 per cento ha chiesto un terzo parere e il 13 per cento ha preferito rinunciare a qualsiasi prestazione. Va osservato che da noi il 95 per cento dei cittadini considera un diritto chiedere il secondo parere. È chiaro che un ipocondriaco farà comunque il giro di tutti i medici indipendentemente dal fatto di percepire o meno questa pratica come un suo diritto! Una politica analoga a quella del Canton Ticino potrebbe facilmente attecchire in un paese come l'Italia? Credo che in Italia sia più difficile chiedere un secondo parere per il freno rappresentato dal modello di organizzazione e di finanziamento del sistema sanitario. Ciascun cittadino fa riferimento ad un medico di medicina generale e chiedere l'opinione di un altro medico autonomamente significa pagare la prestazione di tasca propria. La Sanità pubblica ha il ruolo di istruire il cittadino al secondo parere? E per quale tipo di prestazione hanno chiesto un secondo parere? Nel 41 per cento dei casi lo si è chiesto per un'operazione chirurgica, nel 14 per cento per l'uso di farmaci, nel 33 per cento per prestazioni di tipo diagnostico e nel 12 per cento per altre terapie non chirurgiche. Abbiamo anche chiesto ai cittadini come si sono comportati dopo aver ottenuto un secondo parere diverso dal primo. Il 75 per cento ha optato La Sanità pubblica ha il ruolo non solo di programmare, organizzare e gestire i servizi e le strutture sanitarie di diagnosi e di cura, ma anche di attuare una politica che miri alla diffusione della cultura sanitaria dei cittadini. L'attuale dinamica fondata sulla promozione della domanda di prestazioni, già di per sé potenzialmente illimitata, ci porterà nel medio periodo al probabile collasso economico del sistema oppure ad una medicina, che già esiste, a due velocità: la medicina "per tutti", caratterizzata dalle liste di attesa e dai soggiorni in camerate e corridoi, e quella ad "alta velocità e comfort" per coloro che hanno la disponibilità a pagare. Questa dinamica si fonda su una visione mitica sull'efficacia dell'impresa medico-sanitaria. Una visione promossa in particolare dai media e sostenuta da una miriade di conflitti di interesse di tipo professionale ed indu23 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.51 Pagina 24 infimi e quando le possibilità di guarigione sono poche. Ad esempio, nel caso del cancro alla prostata non c'è per il momento nessuna evidenza che chi si sottoponga allo screening del PSA avrà poi una riduzione della mortalità. Eppure questo esame è sistematicamente promosso. E nel caso della mammografia? striale che nell'insieme mirano a trasformare nel medio-lungo periodo i sani in ammalati abbassando i parametri che definiscono il "patologico", promuovendo screening di nessuna o poca efficacia e trasformando condizioni legate al normale processo d'invecchiamento in condizioni patologiche sotto diagnosticate o sotto trattate. Da qui la necessità che qualcuno (lo Stato) si faccia carico di ricondurre le attese alla realtà dell'evidenza. La promozione del secondo parere non è che un piccolissimo e parziale passo in questa direzione. Ma come ricondurre le attese alla realtà? Fino a quando le persone preferiranno vivere piuttosto che morire e fino a quando crederanno che la loro quantità e qualità di vita dipenderà esclusivamente da sempre maggiori consumi di prestazioni medico-sanitarie e che tali prestazioni sono tutte adeguate, efficaci ed indispensabili, l'impresa è probabilmente impossibile ma necessita di essere almeno sperimentata. Uno studio recente apparso sul JAMA mostra come l'80 per cento degli statunitensi preferisce ricevere gratuitamente l'opportunità di sottoporsi ad un "body-scanner" ogni anno piuttosto che ricevere un regalo di 1000 dollari… A questo punto credo proprio che non ci sia più speranza! Purtroppo quella logica "irresistibile" che sia sempre meglio diagnosticare al più presto una patologia, è ormai passata a livello sociale. 24 Quindi, meno screening di piazza … Qui ricadiamo nel problema del consenso informato il cui presupposto è l'informazione: prima devi dare l'informazione affinché l'interessato sia poi in grado di esprimere le proprie preferenze di consumo. Come detto, molti sono gli ostacoli al consenso informato: lo stato sanitario in cui si trova il paziente, l'incertezza della scienza e della pratica medica, le capacità di comunicazione del medico ed il grado di comprensione del paziente. La soluzione obbligata è la non-informazione? Fortunatamente non sempre… Ad esempio, nel caso degli screening vi è, a mio avviso, un obbligo etico assoluto di pre-informare in modo esaustivo perché, con gli screening, si invitano delle persone soggettivamente sane a cercare delle malattie (e penso ai tumori) che nessuno di noi vorrebbe che gli siano diagnosticate. Diventa quindi prioritario dare un esaustivo bagaglio di informazione sui reali benefici, sui possibili eventi non desiderati, sui rischi e sulle incertezze che questi singoli programmi comportano e sulle effettive possibilità di cura e probabilità di "guarigione" nel caso l'esame sia positivo. Solo così il cittadino potrà decidere se sottoporsi o meno a questa sorta di lotteria sociale che è lo screening. Vi è quindi un obbligo di informare "ex-ante", soprattutto per quelle indagini diagnostiche i cui benefici sono dubbi, non provati oppure La totalità degli opuscoli distribuiti dagli enti che promuovono questa indagine è non solo altamente disinformativa ma per la maggior parte può essere considerata "spazzatura". La dottoressa Giordano e il dottor Segnan, che dirigono il programma di screening a Torino, hanno condotto un'analisi degli opuscoli distribuiti in Italia che è a tal proposito illuminante circa la sistematica non-informazione (2). Uno studio recente ha mostrato che in Italia l'80 per cento delle donne crede che la mammografia annulli o riduca il rischio di ammalarsi di cancro al seno (sic!), e negli altri paesi analizzati (Svizzera, Gran Bretagna, USA) la percentuale è più o meno di questo ordine di grandezza (3). Tale percezione ormai diffusa è la conseguenza di un'informazione parziale, non corretta ed intrisa di conflitti di interessi. Qualcuno dovrebbe farsi carico di correggerla… Gli interessi di chi? Per esempio dei produttori di mammografi. Ho sotto mano un opuscolo sottoscritto anche da Veronesi (che di fatto con la sua firma avallava scientificamente la disinformazione) ma prodotto e distribuito dalla General Electric che costruisce e vende mammografi. Il messaggio trasmesso è a senso unico, si parla solo di benefici (e nemmeno quantificati) senza far cenno a nessun evento indesiderato. Anche un uomo dopo aver letto l'opuscolo avrebbe il desiderio di andare a farsi una mammografia. Chi ha prodotto questa informazione è in una situazione di evidente conflitto di interessi e probabilmente anche chi lo ha omologato. Non va infine dimenticato il conflitto di interessi dei promotori dei programmi di screening che di regola producono anche gli opuscoli 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.51 Pagina 25 cosiddetti "informativi" e che si guadagnano il pane facendo mammografie. Non è infatti nel loro interesse quantificare i reali benefici dello screening espressi in valore assoluto (secondo la visione "ottimista" si tratta di 3 decessi per tumore alla mammella evitati ogni 1000 donne di oltre cinquant'anni d'età che si sottopongono ogni 2 anni e per 10 anni alla mammografia) e soprattutto gli eventi indesiderati (falsi positivi, biopsie chirurgiche inutili, numero di casi a cui è stata anticipata la diagnosi di 3-4 anni senza benefici, falsi negativi, ecc.), poiché ciò potrebbe comportare una diminuzione del tasso di partecipazione al programma. Non è un mistero che oggi si domina con la seduzione e quale miglior messaggio se non quello di dire che grazie alla nostra efficacia la morte sta per diventare un "optional"! Va da sé che in nessun opuscolo o notizia "ufficiale" sono state menzionate le conclusioni della meta analisi condotta secondo la metodologia della Cochrane Collaboration e pubblicata su Lancet (4) secondo cui lo screening non diminuiva la mortalità per tumore alla mammella. Ci tengo qui a dire che non ho nulla contro la mammografia, il problema è che bisogna mettere le donne nella condizione di prendere loro stesse la decisione di fare o no l'esame. Gli screening alla "Pol Pot" non mi sono mai piaciuti. A maggior ragione la Sanità pubblica ha il dovere di dare un'informazione non dogmatica … Credo proprio di sì, in particolare sugli screening. Un'informazione quindi che quantifichi i benefici secondo le conoscenze del momento (e renda conto delle incertezze e delle controversie scientifiche) e metta sull'altro piatto della bilancia gli eventi non desiderati cercando di quantificare il tutto in valore assoluto e non relativo. Ad esempio non serve a nulla dire che la mortalità è ridotta del 33 per cento ma bisogna quantificarla in termini assoluti (si eviterebbe un decesso ogni 100 mila persone in un anno, i decessi sarebbero stati invece tre senza l'intervento). Ma voi concretamente cosa avete proposto ai cittadini? Per quanto attiene gli esami diagnostici, abbiamo proposto al cittadino alcune domande da porre al medico, del tipo: 1. Quale malattia può essere diagnosticata con l'esame che mi propone? (Paradossalmente la maggior parte delle volte non viene spiegato al paziente a cosa serve un esame diagnostico prescritto). 2. Qual è la precisione dell'esame? Qual è la probabilità di avere dei risultati falsi positivi (cioè che rilevano la presenza della malattia quando in realtà non c'è) e falsi negativi (cioè che non mettono in evidenza la malattia quando in realtà c'è)? 3. Qual è l'incidenza della malattia nella popolazione? Quante persone sono colpite all'anno ogni 100, 1000, ecc. abitanti? 4. Qualora la malattia fosse diagnosticata, potrà poi essere curata e guarita? Se sì, con quale probabilità di successo? Quest'ultima domanda non è banale poiché, oggigiorno, all'importante sviluppo della diagnostica non corrisponde un uguale sviluppo delle possibilità terapeutiche. Bibliografia 1. Moseley JB, O'Malley K, Petersen NJ, et al. A controlled trial of arthroscopic surgery for osteoarthritis of the knee. New England Journal of Medicine 2002; 347: 81-8. 2. Giordano L, Rowinski M, Gaudenzi G, Segnan N. What information do breast cancer screening programmes provide to Italian women? European Journal of Public Health 2004 (in press). 3. Domenighetti G, D'Avanzo B, Egger M, et al. Women's perception of the benefits of mammography screening: populationbased survey in four countries. International Journal of Epidemiology 2003; 32: 816-21. 4. Olsen O, Gotzsche PC. Cochrane review on screening for breast cancer with mammography. Lancet 2001; 358 : 1340-2. Nuova scadenza corso “sicurezza dei pazienti e degli operatori” Cari amici, a seguito delle numerose richieste di partecipazione che ancora pervengono ai nostri uffici il Comitato Centrale ha deciso di prorogare la scadenza del Corso “Sicurezza dei Pazienti e degli operatori” in modalità FAX la 31 luglio 2013. Riassumiamo pertanto le scadenze dei corsi ECM della FNOMCeO ancora attivi: AUDIT CLINICO RESIDENZIALE AUDIT CLINICO FAX SICUREZZA DEI PAZIENTI RESIDENZIALE SICUREZZA DEI PAZIENTI FAX APPROPRIATEZZA DELLE CURE RESIDENZIALI APPROPRIATEZZA DELLE CURE ON-LINE APPROPRIATEZZA DELLE CURE FAX SCADENZA CORSI FAD Valido fino all’8 settembre 2013 Valido fino all’8 settembre 2013 Valido fino al 31 dicembre 2013 Valido fino al 31 luglio 2013 Valido fino al 30 settembre 2013 Valido fino al 30 settembre 2013 Valido fino al 30 settembre 2013 25 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.51 Pagina 26 Medicina illegale e direttori irresponsabili di Ldf - 21 ottobre, 2012 Il confine tra immoralità e illegalità, in molti comportamenti delle persone che lavorano nella sanità, è sempre più incerto. L’informazione e la comunicazione sulla salute sono un terreno decisivo per la carriera accademica, l’erogazione di finanziamenti e la promozione di farmaci e dispositivi medici: anche per questo, sono teatro di commedie e tragedie che in pochi conoscono ma che danneggiano tutti. Una delle principali cause delle perverse (e illegali) dinamiche della comunicazione scientifica è la produzione distorta dei dati, derivante da una ricerca condizionata all’origine. In troppi casi, la definizione delle priorità (il decidere cosa studiare) e dei metodi di analisi (la scelta di come studiare) sono guidate da interessi diversi dal bene dei cittadini. Interessi non solo di tipo commerciale, ma anche accademico, politico o religioso. Il normale percorso di produzione di dati viene alterato in diversi modi. Sono falsificati i bisogni informativi che determinano la programmazione di attività di ricerca: per esempio, viene amplificata la portata di problematiche sanitarie, di rischi epidemiologici, di pe26 ricoli “pandemici”, e così via. La premessa di gran parte dei lavori pubblicati prevede la descrizione di iceberg fatti da patologie invisibili. Ce ne sono così tanti che sembra che i cambiamenti climatici proprio non abbiano toccato la sanità. È duplicata la ricerca che ha già dato risultati, vuoi positivi, vuoi negativi: per esempio, vengono ripetuti studi clinici su principi attivi che già si sono dimostrati efficaci o inefficaci, senza aggiungere nulla di nuovo a quanto già si sappia e sprecando risorse umane ed economiche, col solo obiettivo di fornire ulteriore supporto alla loro promozione commerciale (Evans, Thornton & Chalmers 2011). Viene moltiplicato lo stesso set di risultati: la cosiddetta “salami pubblication” è utile sia ad arricchire i dossier sottoposti alle agenzie regolatorie, sia ad amplificare artificialmente l’attività di ricerca di clinici per fini accademici o di ricezione di finanziamenti (Bailar & CBE 1990). Vengono falsificati (costruiti dal nulla) dei dati: è un fenomeno in forte aumento (Steen 2010); circa il 14 per cento dei medici dice di esserne stato testimone diretto (Fanelli 2009); che sia una questione direttamente legata alla illegalità 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.51 Pagina 27 è provato dal fatto che il 53 per cento degli autori coinvolti è un “repeat offender”; il 2011 è stato dichiarato “the year of retraction” ma il 31 per cento degli articoli ritirati non viene indicato come tale nei database bibliografici. Sono soppressi (o nascosti) dei dati: problema di particolare attualità anche per il clamore suscitato dagli studi su farmaci antivirali, antidiabetici e antidepressivi non inclusi nei dossier presentati alla FDA e all’EMA per i numerosi casi di tossicità e di reazioni avverse (Doshi, Jefferson & Del Mar, 2012; Goldacre 2012, Healy 2012). Spesso condizionato da questi “peccati originali”, il dato viene poi sottoposto ad un sovrappiù di spin da parte delle agenzie di pubbliche relazioni e delle redazioni scientifiche e, così conciato – è il caso di dire –, è offerto ai cittadini. È compromessa la traduzione del dato in conoscenza utilizzabile – attraverso la sua condivisione e discussione – nella pratica quotidiana. In altre parole, i protagonisti dell’assistenza sanitaria e del processo di cura – i cittadini, le persone malate e gli operatori – non sono messi in condizione di confrontarsi con informazioni autentiche. Essendo condizionate le informazioni alla base dei rapporti sintetici (revisioni sistematiche, linee guida, position paper, rapporti di Health Technology Assessment) si può ragionevolmente ritenere che la sanità, dunque, poggi su saperi alterati; programmi di prevenzione, percorsi diagnostici, piani terapeutici: la base di evidenze è falsificata da illegalità di maggiore o minore gravità. “Serious misconduct in medical research […] can distort the evidence base and harm patients” (Wager 2012). Sono purtroppo questioni note, come dimostra una ricca letteratura pubblicata negli ultimi trenta anni. Non si tratta, oggi, di esprimere una condanna scontata; piuttosto, è il caso di sostenere chi fa domande cui è difficile rispondere (Wager 2012): • chi è responsabile (accountable) delle singole illegalità e dell’insieme di esse? • Le istituzioni governative dovrebbero vigilare e, nel caso, in quale modo e con quali strumenti? • Gli enti ai quali appartengono i clinici o i ricercatori che commettono illegalità sono in certa misura corresponsabili? • Quale accountability può essere ricondotta agli editor delle riviste che subiscono gli effetti di questi comportamenti o ne traggono consapevolmente vantaggio? E quale responsabilità ha il publisher? • In che misura le agenzie di pubbliche relazioni e i giornalisti sono corresponsabili? • Infine: dove reperire le risorse per affrontare il problema, se è vero che l’indagine su un singolo caso ha un costo medio superiore ai 500 mila dollari? (Michalek 2010) MALI < RETE MALI cerca personale medico specialistico e non, disposto a collaborare come volontario nel progetto di assistenza al campo dei profughi fuggiti dalla Repubblica del Mali stanziati a Saagniogniogo a 25 km da Ouagadougou capitale del Burkina Faso profughi PROGETTO SOS Creazione di un Centro Sanitario mobile costituito da 2 camion gemelli attrezzati con sala ambulatoriale e sala chirurgica, completamente autosufficiente e in grado di spostarsi su terreni difficoltosi, quando necessario, consentendo di eseguire anche delicate operazioni chirurgiche in ambiente sterile e climatizzato. Il Centro mobile sarà dislocato presso il campo profughi di Saagnigniogo distante circa 25 Km da Ouagadogou, capitale del Burkina Faso, con lo scopo di migliorare le condizioni di salute estremamente precarie dei profughi maliani, integrando le poche forze sanitarie presenti in loco con l’operato di medici e personale paramedico volontario proveniente dall’Italia. CAPOFILA: Progetto Dogon Onlus - con la collaborazione delle associazioni facenti parte di RETE MALI e l’appoggio di ospedali locali di Ouagadougou. QUALIFICHE: medicina di base, ginecologia, pediatria, ostetricia, oculistica e chirurgia specialistica; non essenziale la lingua francese (la maggior parte dei pazienti non lo parla) e comunque sarà presente un interlocutore locale. PATOLOGIE TIPICHE: dissenterie, infezioni gastro-intestinali, malaria, malnutrizione. TEMPI: è previsto un sistema di turnazione dal 1/5 al 31/12 del 2013 con permanenza minima di 10 giorni. La partecipazione è su base volontaria e non retribuita, è allo studio la possibilità di un rimborso spese. Chi fosse interessato può chiedere informazioni a: Paolo Menè - Coordinatore del Progetto [email protected] Dott. Giovanni Lo Presti - Responsabile Medico [email protected] 27 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.51 Pagina 28 Repetita iuvant a cura di Mauro Marin MMG Direttore Distretto Sanitario di Pordenone Certificato medico di malattia anamnestico: vietata la certificazione senza un accertamento medico diretto Le dichiarazioni del paziente non equivalgono ad un certificato medico 28 La redazione di un certificato di malattia riportante le sole dichiarazioni dell’assistito a giustificazione dell’assenza dal lavoro, senza il presupposto essenziale di una visita medica accertante la diagnosi posta, non certifica nulla e rappresenta una chiara violazione all’art. 24 del codice deontologico che invece obbliga il medico ad una diligente compilazione del certificato attestante di per sé dati clinici constatati e documentati, secondo la Cassazione sezione civile terza con sentenza n. 3705 del 9 marzo 2012. Dunque non è lecito dare parvenza di certificato medico di malattia alla semplice attestazione delle dichiarazioni dell’assistito, riferite al suo stato di indisposizione nei giorni precedenti in cui il medico non lo aveva visitato e quindi non aveva potuto constatare direttamente uno stato di malattia. In questo caso si tratta di una certificazione medica a posteriori fondata solo sulle dichiarazioni dell’assistito, senza il presupposto di una qualsiasi attività medica di accertamento richiesta invece dall’art. 24 del codice deontologico. Questi certificati proprio perché provengono da un medico e su un modulo di certificato di malattia si prestano ad ingenerare il dubbio che l’assenza sia giustificata da una malattia realmente accertata, fatto non corrispondente al vero configurante l’ipotesi di falso ideologico. Tra questi certificati vietati rientrano, ad esempio, anche i certificati di riammissione a scuola di studenti che il medico non ha visitato durante la loro assenza per indisposizione temporanea, solo riferita ma non accertata. Peraltro il medico non è più tenuto a rilasciare per studenti minori i certificati di riammissione a scuola per assenze fino a sei giorni (art. 42 del DPR n. 1518 del 1967; art. 2 della L.R. n. 21/2005 del FVG), giustificabili invece con una richiesta della scuola ai genitori di un’autocertificazione. Riguardo ai regolamenti di istituto scolastico ancora richiedenti certificati medici per queste assenze, si rileva che l’art. 4 del codice civile afferma: i regolamenti non possono contenere norme contrarie a disposizioni di legge e pertanto devono essere modificati. Fa eccezione il caso di malattie infettive e diffusive pericolose per la salute pubblica per le quali il medico è tenuto anche alla notifica della malattia all’ASL ai sensi del D.M. Sanità del 15.12.1990. La legge riconosce solo in casi specifici la validità di certificati anamnestici, cioè che si fondano sulle informazioni direttamente acquisite e valutate dal medico senza l’effettuazione della visita fisica del paziente, quali ad esempio i certificati anamnestici per l’idoneità al porto d’armi (DM 28.4.1998 in G.U. n. 143 del 22.6.1998). Questi sono riconosciuti validi sebbene fondati sull’anamnesi, cioè senza il presupposto della visita fisica, ma comunque richiedono un’attività del medico ricognitiva della storia del paziente e dei suoi precedenti di malattia direttamente constatati o derivanti da altra documentazione sanitaria visionata. La certificazione medica per sua natura è soggetta a verifica in quanto può creare diritti in capo al richiedente. Il medico dimostra la sua buona fede nel certificato di malattia quando formula una diagnosi sulla base dell’anamnesi e dell’esame obiettivo o di eventuali lettere di dimissione ospedaliera od esiti di consulti specialistici e riporta una prognosi congrua alla diagnosi e la effettiva data di redazione (la retrodatazione è reato). Non sussiste il reato di falso ideologico (art. 481 cp) quando il medico certifica in buona fede una “sindrome non obiettivabile” sulla base dell’anamnesi fornita con inganno dal paziente al fine del rilascio del 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.51 Pagina 29 certificato di malattia, secondo la sentenza n. 5923 del 20 giugno 1994 della Cassazione sez. 2°, pubblicata in Riv. It. Med. Leg. 1995, 255. In questo caso risponderà eventualmente il paziente per le false dichiarazioni. Il reato di falso ideologico (artt. 480-481 cp) si configura quando il giudizio diagnostico espresso nel certificato medico si fonda su fatti esplicitamente dichiarati o implicitamente contenuti nel giudizio stesso che siano non corrispondenti al vero e che ciò sia conosciuto da colui che ne fa attesta- zione, secondo la sentenza n. 11482 del 24.5.1977 della Cassazione Penale sezione VI e n. 149762/1992 della Cass. Pen. sez. V. Riguardo alla distinzione tra diagnosi falsa e diagnosi sbagliata nel certificato medico, la Corte di Cassazione sez. Penale V con sentenza del 18 marzo 1999 ha affermato: è falsa la certificazione che si basa su premesse oggettive non corrispondenti al vero (fare diagnosi lasciando intendere intenzionalmente di averla accertata mediante visita), mentre invece è errata (quindi senza dolo) se nella certificazione risulta inattendibile l’interpretazione data per motivare il giudizio clinico basato su presupposti reali cioè una visita realmente effettuata. La legge penale richiede infatti che sia dimostrata l’intenzionalità della condotta illecita per accertare il reato, non essendo prevista dalla legge la figura del falso documentale colposo, come ha precisato la sentenza della Cassazione Penale sezione V del 31 gennaio 1992 in merito alla sussistenza del dolo. Associazione Donatori di Organi Friuli Venezia Giulia Sede provinciale di Udine - Via A. Diaz, 60 Tel. e Fax 0432 504490 mail: [email protected] - www.adofvg.it Maurizio dott. Rocco Presidente Provinciale Ordine dei Medici di Udine Sua Sede Per molti ho prestato la mia opera in strutture del Servizio trasfusionale pubblico insieme a donatori volontari di sangue. Ho avuto modo di vedere diverse realtà di questo mondo: il sangue della solidarietà di Centri Trasfusionali con pochi donatori volontari; il sentimento dell’umano affetto struggente ed infinito; la disperazione e la paura di chi, nelle mie prime esperienze in un’altra città, forzosamente dava il sangue solo perché un parente malato ne aveva necessità. Tutte queste problematiche sono state risolte con la donazione di sangue volontaria, periodica, anonima, gratuita ed associata, che si è affermata ed imposta nella nostra Regione grazie all’opera indefessa dell’AFDS. Scienza e conoscenza devono essere solo strumenti per dare aiuto ai bisognosi e riconoscenza a chi opera per la solidarietà sociale. Compito generale della Medicina è assistere infermi, curarli ed alleviarne la sofferenza; in senso più ampio, migliorare la qualità di vita dell’uomo malato ed offrirgli, se possibile, una speranza di futuro. Alcune discipline mediche, più di altre, grazie alla solidarietà umana, hanno saputo tener fede a tale difficile compito, unendo una rara capacità di conoscenza scientifica ad una altrettanto rara capacità di conoscenza etica e morale della natura umana. Il trapianto, infatti, è una risorsa straordinaria della scienza medica ma, anche, una espressione importante della solidarietà umana: un trapianto (come in molti casi il dono del sangue) può realmente salvare o migliorare la qualità della vita di un paziente, dare una speranza di vita a chi non ne avrebbe alcuna. Numerose sono le iniziative divulgative, di sensibilizzazione al dono, di prevenzione, organizzate dall’ADO in collaborazione con le Aziende Sanitarie, a cui hanno par- tecipato molti specialisti afferenti al Centro di trapianto, nefrologia, cardiologia, epatologia, unità di rianimazione, nonché altri clinici e coordinatori del Sistema Regionale Trapianti. Allorché si parla di donazione, non si deve, infatti, considerarla solo in caso di morte cerebrale ed in rapporto al processo di prelievo di organi. Esiste un’altra donazione importante tanto quanto quella di organi, un po’ meno evidente, che non salva le vite, ma migliora la qualità della vita di tante persone: la donazione di tessuti. In Italia, e per quanto ci riguarda nel vicino Veneto, la banca dei tessuti di Treviso ha raccolto ogni anno centinaia di tessuti, che, provenienti anche dalla nostra regione, vengono trattati e conservati fino a 5 anni, formando una banca importante per i chirurghi di tutta l’Italia. Si raccolgono pezzi di osso, valvole cardiache, vasi, cartilagini, pelle, tendini che provengono da cadavere. Altra importante donazione è quella di cornee: nel 2012 in F.V.G. ha esaudito tutte le richieste senza alcun bisogno di liste d’attesa. Dopo più di un anno di presidenza sono sempre maggiormente orgoglioso e riconoscente per l’onere accordatomi di essere a capo di una delle poche associazioni di volontariato che effettivamente contribuiscono a dare una speranza di futuro o, per lo meno, a migliorare la qualità della vita a tanti malati. In tale veste ed anche nella prospettiva di riuscire a costituire una sezione ADO sotto l’egida dell’Ordine dei Medici, sono, con questa mia lettera, a chiedervi ospitalità nel vostro pregevole ed inarrivabile periodico per aver modo, grazie a voi, di far conoscere alle persone generose, quanto, oltre all’insostituibile dono di sangue si possa e debba fare per contribuire a rafforzare nel nostro contesto sociale la Cultura di una vera e concreta solidarietà umana nei confronti dei deboli, di chi abbisogna, di chi soffre. un organo donato è un granello di vita che continua Franco Biffoni Presidente Regionale A.D.O. 29 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.51 Pagina 30 NON SOLO DOTTORI SPECIALIZZANDI CHE VIAGGIANO, MEDICI CHE CRESCONO ll giorno 6 Marzo 2013 nel contesto delle celebrazioni per l’inaugurazione dell’accademico dell’Università degli Studi di Udine, il 35esimo dalla fondazione dell’ateneo, si è tenuta presso il Teatro Nuovo Giovanni da Udine, e più precisamente nello spazio espositivo Fantoni, l’inaugurazione della mostra 30 fotografica “Non solo Dottori, Specializzandi che viaggiano, Medici che crescono”. Questo progetto, dall’esclusiva finalità benefica, fortemente voluto dall’Associazione degli Specializzandi di Udine (AMeSUd - Federspecializzandi) è divenuto realtà grazie al fondamentale contributo del Magnifico Rettore Prof.ssa Cristiana Compagno, che da subito se n’è dimostrata entusiasta e della Dott.ssa Croatto, oltre che al supporto imprescindibile del Consorzio Universitario del Friuli e di partner privati (Chiurlo, Friulcentrifuga e Friuli Coram). La mostra ad accesso libero nasce con l’intento di raccogliere fondi da devolvere INTERAMENTE destinate al Wolisso Project, progetto di collaborazione e sviluppo nato tra le sedi SISM (Segretariato Italiano Studenti Medicina) di Udine e Modena. Da anni il Wolisso Project sostiene con risorse umane e strumentali il potenziamento dell’assistenza sanitaria di aeree profondamente disa- 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.51 Pagina 31 giate dell’Etiopia (trovate maggiori informazioni su www.wolissoproject.org). La tracciabilità dei contributi raccolti ed il profondo legame tra questo progetto benefico e la Nostra città, oltre che il nostro Ateneo, rendono il Wolisso Project il destinatario ideale di questo evento. La mostra vuole rappresentare un viaggio fatto attraverso l’obiettivo di giovani Medici, cresciuti professionalmente e culturalmente in questa città e nella Sua Università, in un mondo osservato con gli occhi del viaggiatore ed al tempo stesso di chi ha scelto di dedicare la sua vita alla salute degli altri. Alla mostra si potrà accedere sino al giorno 11 Aprile 2013 ogni Martedì ed ogni Giovedì dalle 18:00 alle 19:00. All’interno del Teatro, pronti a guidarvi nella visita, troverete anche i giovani volontari del Wolisso Project, che saranno felicissimi di potervi illustrare tutte le attività in cui sono coinvolti, in termini di formazione e promozione della salute, in Etiopia ed in Tanzania. Ricordiamo inoltre che le opere esposte saranno acquistabili. Troverete un catalogo online sul sito del Wolisso Project ed uno direttamente consultabile all'interno del Teatro. Dopo il successo dell’inaugurazione con i primi fondi raccolti, si guarda con speranza ai giorni di permanenza di questa piccola grande mostra per dare nuova linfa ad un progetto dal valore incontestabile, che manda, dalla sua fondazione, un appello di grande maturità a tutta la Comunità medica: “Non siamo solo Medici... viviamo la nostra missione in ogni dimensione”. 31 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.52 Pagina 32 NON SOLO DOTTORI 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.54 Pagina 33 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.54 Pagina 34 Cristiano Alicino Presidenza Nazionale di FederSpecializzandi VERSO UNA RIFORMA DELL’ACCESSO ALLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE DI AREA MEDICA Sono diversi anni che ciclicamente si sente invocare da più parti, istituzioni politiche ed universitarie, ordini professionali, medici in formazione specialistica e studenti in medicina e chirurgia, la necessità di riformare le modalità di accesso alle Scuole di Specializzazione medica Le attuali regole concorsuali presentano infatti numerose criticità e differiscono enormemente da quelle di altri paesi europei, quali Francia, Spagna e Portogallo, con un sistema di formazione specialistica simile a quello italiano. Nel nostro paese, il concorso è diverso in ogni singolo Ateneo e per ogni tipologia di scuola (cardiologia piuttosto che chirurgia generale) e si basa su due prove scritte e sulla valutazione del curriculum universitario del candidato. La prima prova consiste nella soluzione di sessanta quesiti a risposta multipla di cui 40 su argomenti caratterizzanti il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia e 20 su argomenti caratterizzanti la tipologia della Scuola. I quiz sono tratti da un archivio nazionale di oltre 5000 domande note ai candidati. I candidati che superano il primo test (punteggio minimo di 48 punti su 60) accedono alla prova pratica che consiste, in genere, 34 nella stesura di un elaborato scritto su argomenti specifici della disciplina. Il superamento di questa seconda prova comporta l'assegnazione di un punteggio massimo di 15 punti, almeno teoricamente, secondo la qualità e la completezza della relazione. Ulteriori 25 punti derivano dal curriculum degli studi universitari così ripartiti: fino a 7 punti per il voto di laurea, fino a 5 per la votazione conseguita in alcuni esami ritenuti particolarmente importanti per la tipologia della Scuola per cui il candidato concorre, fino 7 per la qualità e l’attinenza della tesi alla disciplina scelta, fino a 3 punti per le attività integrative effettuate durante il corso di laurea (ad esempio corsi e conferenze) e ulteriori tre punti per la pubblicazione di eventuali articoli scientifici attinenti la specifica Scuola. Quali sono i risultati di queste modalità di concorso? La prima prova, i cui quesiti sono noti a tutti i candidati esita nel fatto che, ogni anno, alcune migliaia di laureati in medicina trascorrono qualche mese della propria vita a studiare a memoria domande a risposta multipla e la maggior parte dei candidati prende il massimo del punteggio. La seconda prova, formulata e 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.54 Pagina 35 corretta, in assenza di parametri oggettivi, da una commissione composta dal direttore della scuola di specializzazione e da altri professori da lui nominati, consente agevolmente di favorire un candidato “conosciuto o preferito” valutando il suo tema con un punteggio più alto rispetto a quello degli altri candidati. La stessa discrezionalità può essere utilizzata per la valutazione del curriculum universitario dei candidati. Accanto a parametri oggettivi quali il voto di laurea e la votazione conseguita in alcuni esami considerati particolarmente importanti per la specializzazione per cui si concorre, la commissione è tenuta ad esprimersi su altri aspetti del curriculum (qualità della tesi e di eventuali pubblicazioni e attinenza delle attività integrative) senza che sia fornito alcun criterio oggettivo ed uniforme di valutazione e quindi con un ulteriore possibilità di indirizzare la graduatoria a favore di un candidato piuttosto che di un altro. Solo a titolo esemplificativo, il mancato riconoscimento di un’attività didattica elettiva (quindi scelta dallo studente in medicina a integrazione del curriculum di studi) può rappresentare il motivo di esclusione dalla Scuola, oppure l’inserimento strumentale del nome di un candidato fra gli autori di una pubblicazione può nuovamente rappresentare un facile meccanismo di favoritismo. Gli studenti in medicina e chirurgia, ben sapendo, come funziona il concorso di accesso alle scuole di specializzazione prendono le dovute contromisure a partire dagli ultimi anni del corso di laurea. Durante il triennio clinico del corso di laurea in medicina e chirurgia, periodo in cui dovrebbe avvenire la loro professionalizzazione su competenze di carattere generale, gli studenti tendono, infatti, a concentrare maggiori sforzi nella frequenza di reparti attinenti alla scuola di specializzazione per cui vorranno concorrere: sanno che la “fedeltà” premierà più del merito e accettano di frequentare, per anni e talvolta senza alcuna valenza formativa, un reparto, nella speranza di acquisire presso i docenti della scuola un credito da “spendersi” al momento del concorso. Inoltre, il fatto che le prove si svolgono contemporaneamente in tutta Italia, scoraggia l’aspirante medico in formazione specialistica a muoversi sul territorio nazionale alla ricerca della Scuola migliore e, conseguentemente, diminuiscono le possibilità che fra le diverse Scuole della stessa tipologia si inneschi una reale “concorrenza formativa”. Come detto precedentemente, l'accesso alle scuole di specializzazione avviene in maniera so- stanzialmente diversa in molti paesi europei. Innanzitutto il concorso è di carattere nazionale ed unico per tutte le scuole di specializzazione. Le prove, strutturate con modalità differenti a seconda dei Paesi (quiz o domande aperte), ma sempre attente a valutare le conoscenze e le competenze tecniche e non del candidato, sono valutate in forma anonima e sulla base di criteri oggettivi da parte di commissioni indipendenti costituite a livello nazionale. Anche la valutazione del curriculum, laddove viene effettuata, non consente margini di discrezionalità. In questo modo i candidati migliori hanno sicure chances di veder riconosciuto il proprio merito e, conseguentemente, accedere alla sede formativa preferita. Inoltre, le Scuole di Specializzazione sarebbero incentivate a rendere didatticamente “appetibile” la propria offerta formativa, pena rappresentare la sede di formazione esclusa dalla scelta dei candidati migliori. È presumibile poi che la Scuola di Specializzazione con un’eccellente offerta didattica teorica e pratica, sia anche un buon luogo di formazione per gli studenti in medicina non più costretti a “frequentare” la corsia nella speranza di innescare il già citato meccanismo di fideizzazione, ma all’unico scopo di acquisire quelle conoscenze teoriche e capacità pratiche che il corso di laurea ha il dovere istituzionale di fornire. Un altro vantaggio sarebbe rappresentato dalla riduzione dei posti che, specialmente nel caso di alcune specializzazioni, rimangono vacanti al termine del concorso a fronte di numerosi candidati esclusi dalla scuola per cui concorrevano. Dopo anni di richieste, proprio in queste settimane è in discussione anche nel nostro paese una riforma del concorso di accesso alle scuole di specializzazione costruita sulla base di questi principi. Qualora la riforma, come richiesto in numerose sedi e da molto tempo, venga approvata rappresenterebbe un passo importante verso la promozione del merito e il miglioramento della qualità della formazione medica. 35 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.54 Pagina 36 FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO Premessa Si moltiplicano ai più alti livelli anche in Italia gli allarmi sulla possibile sostenibilità economica del Servizio Sanitario, i cui costi appaiono in forte e continua crescita. Per ridurre i costi della sanità senza limitarne gli indiscussi benefici sulla salute delle persone, SLOW MEDICINE propone, in primo luogo, di “utilizzare in modo appropriato e senza sprechi le risorse disponibili”. Da tempo è stato evidenziato che molti esami e molti trattamenti chirurgici e farmacologici largamente diffusi non apportano benefici per i pazienti e anzi rischiano di essere dannosi. Si tratta di esami e trattamenti non supportati da prove di efficacia, che continuano ad essere prescritti ed effettuati per molteplici ragioni: per abitudine, per soddisfare pressanti richieste dei pazienti, per timore di sequele medico legali, perché spiegare al paziente che non sono necessari richiede più tempo, per interessi economici, perché nelle organizzazioni sanitarie viene premiata la quantità delle prestazioni più della loro qualità e appropriatezza, per dimostrare al paziente di avere una vasta cultura scientifica o per applicare in modo acritico il concetto del “fare tutto il possibile”. Questi esami e trattamenti rappresentano un vero e proprio spreco di risorse. Per ridurli è necessario agire in più direzioni: ci vuole in primo luogo una nuova consapevolezza e un’assunzione di responsabilità da parte dei medici, sottoposti a forti pressioni da parte di aziende di prodotti farmaceutici, di presidi e di servizi e condizionati dalla concorrenza di colleghi così scrupolosi da prescrivere tanti esami, dall’informazione distorta fornita da corsi, seminari, congressi organizzati con lo scopo di enfatizzare l’efficacia di nuove terapie e strumenti diagnostici, e anche dagli stessi pazienti che traggono informazioni da riviste divulgative o da siti internet sostenuti dalle industrie. Occorre che i cittadini si rendano conto che per la loro salute non sempre “fare di più significa fare meglio” e che non sempre il medico che prescrive più esami e prestazioni è il medico migliore; l’informazione a tutti i livelli dovrebbe essere più sobria, meno sensazionalistica e libera da conflitti di interesse; nelle organizzazioni sanitarie dovrebbe essere premiata la qualità e appropriatezza delle prestazioni più della loro quantità. Per cominciare ad attivarsi in questa direzione Slow Medicine lancia il progetto “FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO”, molto simile a quello già in atto negli Stati Uniti con il nome di “CHOOSING WISELY” http://choosingwisely.org/, promosso da nove società scientifiche USA e da un’associazione di consumatori. 36 La storia di CHOOSING WISELY L’OMS stima che una percentuale della spesa sanitaria compresa tra il 20% e il 40% rappresenti uno spreco causato da un utilizzo inefficiente delle risorse (WHO 2010). Negli USA si valuta che l’ammontare delle prestazioni che non apportano nessun beneficio ai pazienti e di conseguenza rappresentano uno spreco corrisponda ad almeno il 30% della spesa sanitaria i ii iii. Gli stessi studi sottolineano come, per limitare esami e trattamenti non necessari, che non solo fanno crescere oltre misura i costi ma possono anche danneggiare i pazienti, sia fondamentale il ruolo dei medici, dalle cui decisioni si stima dipenda circa l’80% della spesa sanitaria. Già nel 2002 era stato lanciata, da parte della Fondazione ABIM (American Board of Internal Medicine Foundation), della Fondazione dell’ACP (American College of Physicians) e dalla Federazione Europea di Medicina Interna, la “Carta della Professionalità Medica per il nuovo millennio” iv: la Carta ha come suoi principi fondamentali il primato del benessere del paziente, la sua autonomia e la giustizia sociale. In parti- 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.54 Pagina 37 colare la Carta sottolinea l’impegno ad una equa distribuzione di risorse limitate e chiama in causa i medici perché si assumano la responsabilità dell’allocazione appropriata delle risorse e dell’evitare scrupolosamente test e procedure superflue, dato che “fornire servizi non necessari non solo espone i pazienti a rischi e costi evitabili ma anche riduce le risorse disponibili per gli altri”. Nel 2010 Howard Brody v, sottolineando la responsabilità etica di tutti i medici nei confronti della sostenibilità economica del sistema sanitario, lanciava la proposta che ogni società scientifica specialistica creasse “the Top Five List”, una lista di cinque test diagnostici o trattamenti che fossero prescritti molto comunemente dai membri di quella società specialistica, fossero tra i più costosi, esponessero i pazienti a rischi e che, secondo prove scientifiche di efficacia, non apportassero benefici significativi alle principali categorie di pazienti ai quali vengono comunemente prescritti. La “Top Five List” sarebbe stata una raccomandazione su come, all’interno di quella specialità, si sarebbe potuto ottenere il massimo risparmio in termini di costi senza privare nessun paziente di benefici medici significativi. Brody riportava come esempi di pratiche da ridurre la chirurgia artroscopica per l’osteoartrosi del ginocchio e molte modalità di utilizzo della tomografia computerizzata che, oltre a far crescere i costi, espongono i pazienti ai rischi delle radiazioni. Sempre secondo Brody, una lista di cinque pratiche ad alto rischio di inappropriatezza aveva il vantaggio di lanciare all’opinione pubblica il messaggio che non si trattava di un “razionamento” dell’assistenza sanitaria per tagliare indiscriminatamente i costi ma che si stava intervenendo sulle cause più eclatanti di spreco nell’interesse dei pazienti. Per la definizione della “Top Five List” ogni società scientifica specialistica avrebbe dovuto costituire prima possibile un gruppo di studio di alto livello, che includesse professionisti con competenze specifiche in epidemiologia clinica, biostatistica, politica sanitaria e medicina basata sulle prove scientifiche (EBM). Una volta raggiunto l’accordo sulla “Top Five List”, ogni società specialistica avrebbe dovuto stendere un piano di implementazione e di formazione dei propri membri, per dissuaderli dall’utilizzo di quel test o trattamento per determinate categorie di pazienti. Organizzazioni “ombrello“ come l’American Medical Association (AMA) avrebbero potuto esercitare una forte pressione sulle società specialistiche, in particolare su quelle più restie ad attivarsi. Sempre nel 2010 Grady e Redberg vi, nel presentare la serie di articoli “Less is more” pubblicati negli Archives of Internal Medicine, insistevano sulla necessità di confutare il mito che “se un trattamento è buono, fare di più è sempre meglio”. Mettendo in pratica il suggerimento di Brody un’associazione medica USA, la NPA (National Physician Alliance) vii, lanciava un progetto per individuare una lista delle 5 principali attività in medicina di famiglia, medicina interna e pediatria, nelle quali cambiamenti nella pratica potessero assicurare un uso più appropriato di risorse limitate e migliore qualità delle cure: venivano costituite tre commissioni le quali individuavano complessivamente 12 attività, visto che per tre di esse le scelte di medicina di famiglia e medicina interna si sovrapponevano. Dato che era opinione comune dei medici che i pazienti si aspettassero da loro la prescrizione di quelle pratiche, si stabiliva di produrre dei video di formazione per supportare i medici nella comunicazione ai pazienti della loro decisione. Ulteriori video sarebbero stati prodotti per i pazienti per spiegare loro il razionale della raccomandazione, e cioè che i rischi superavano i benefici. L’effettiva implementazione della “Top Five List” avrebbe comunque dovuto rispettare i valori e le preferenze del paziente, oltre alla correttezza clinica e all’uso appropriato di risorse limitate. La lista delle 12 pratiche veniva pubblicata nell’agosto 2011: tra queste, citiamo le indagini radiologiche per la lombalgia in assenza di segni neurologici e altre patologie, la densitometria ossea per le donne di età inferiore a 65 anni senza fattori di rischio, la prescrizione di antibiotici per la sinusite, l’effettuazione annuale di ECG o di esami di laboratorio in assenza di sintomi. Una successiva analisi economica stimava che, se le pratiche contenute nella lista delle Top Five individuata dalla NPA fossero state eliminate, il risparmio sarebbe consistito in almeno 5 miliardi di $ all’anno viii. La fondazione statunitense ABIM (American Board of Internal Medicine) basandosi sugli ideali della Carta della Professionalità Medica, sulla sfida di Brody, sulla serie di articoli Less is more e infine sul lavoro della NPA, ha successivamente lanciato l’iniziativa CHOOSING WISELY ix con la collaborazione di Consumer Reports, organizzazione non profit e indipendente di consumatori. Nove società scientifiche specialistiche x hanno aderito fin dall’inizio al progetto e individuato ciascuna una lista di 5 test, trattamenti o servizi che fossero comunemente utilizzati nella propria specialità e il cui impiego avrebbe dovuto essere messo in discussione da pazienti e clinici: in tutto sono state individuate 45 pratiche (test/trattamenti) ad alto rischio di inappropriatezza. Queste liste sono state rese pubbliche nel corso di un evento nazionale a Washington, il 4 aprile 2012. Pochi giorni dopo, l’8 aprile 2012, l’editoriale del New York Times “Do you need that test?” riportava testualmente: “Se i costi legati all’assistenza sanitaria devono essere riportati sotto controllo, i medici della Nazione dovranno svolgere un ruolo trainante nell’eliminare i trattamenti non necessari. Secondo varie stime, centinaia di miliardi di dollari sono 37 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.55 Pagina 38 sprecati ogni anno in questo modo. È dunque molto incoraggiante che nove maggiori gruppi professionali abbiano identificato 45 test e procedure (5 per ogni specialità) che sono usate comunemente ma dei quali non è dimostrato il beneficio per molti pazienti e che a volte possono procurare più danno che beneficio.” Le nove società scientifiche aderenti fin dall’inizio all’iniziativa Choosing Wisely, che rappresentano quasi 375.000 medici, sono: – American Academy of Allergy, Asthma & Immunology; – American Academy of Family Physicians; – American College of Cardiology; – American College of Physicians; – American College of Radiology; – American Gastroenterological Association; – American Society of Clinical Oncology; – American Society of Nephrology; – American Society of Nuclear Cardiology. In più altre società, organizzazioni di consumatori e organizzazioni mediche hanno successivamente chiesto di poter partecipare all’iniziativa, coinvolgendo medici e pazienti nell’individuazione di ulteriori test e procedure il cui utilizzo dovrebbe essere limitato. Tramite Consumer Reports vengono messe in atto campagne di comunicazione che coinvolgono anche i cittadini e le loro associazioni. È stata pubblicata, nell’ottobre 2012, dagli Annals of Internal Medicinexi una lista di 16 test radiologici tratta dai 45 test e trattamenti ad alto rischio di inappropriatezza individuati dalle società scientifiche nell’ambito dell’iniziativa 4 Choosing Wisely: gli Autori concordano sul sovra utilizzo dei test elencati, ne analizzano le cause e si augurano che i medici possano limitarne la prescrizione. Tra questi citiamo: – Test radiologici per cefalea in pazienti senza fattori di rischio – Radiografia del torace pre-operatoria di routine in pazienti senza sintomi cardiopolmonari – Test radiologici in pazienti con lombalgia in assenza di segni/sintomi di allarme – Densitometria ossea (metodica 38 DEXA) per sospetta osteoporosi in donne di età inferiore a 65 anni e in uomini di età inferiore a 70 anni senza fattori di rischio – TC o RM cerebrale dopo sincope semplice senza anomalie neurologiche – PET, TC o scintigrafia ossea per la stadiazione del carcinoma prostatico di recente identificazione a basso rischio di metastasi – PET, TC o scintigrafia ossea per la stadiazione del carcinoma della mammella di recente identificazione a basso rischio di metastasi. Lo stesso studio riferisce che, dopo una rapidissima crescita dei test radiologici negli ultimi dieci anni, sembra di assistere recentemente negli USA ad una inversione del trend: primo segnale di una maggiore consapevolezza e appropriatezza? L’inappropriatezza in Italia La stima dell’OMS, secondo la quale una percentuale della spesa sanitaria compresa tra il 20% e il 40% rappresenterebbe uno spreco causato da un utilizzo inefficiente delle risorse (WHO 2010), appare molto verosimile anche per l’Italia. In molti settori è possibile evidenziare un sovra utilizzo di risorse, che emerge anche dal confronto dell’Italia con gli altri paesi sviluppati dell’area OCSE: si citano di seguito alcuni esempi, non certamente esaustivi. Uno di questi settori, citato anche dalla sintetica relazione OCSE 2011 sul nostro paese, è rappresentato dalle tecnologie medicali, ad esempio in radiologia. Il numero di apparecchiature di RMN (Risonanza Magne- tica Nucleare) e TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), aumentato negli ultimi anni in tutti i Paesi sviluppati, nel nostro presenta nel 2010 un rapporto rispetto al numero di abitanti tra i più alti xii: 22,4 RMN e 31,6 TAC per milione di abitanti, entrambi molto al di sopra della media OCSE (rispettivamente 12,5 e 22,6), vicini ai limiti superiori rappresentati da USA e Grecia. E anche le stime sul numero di esami effettuati ci pone ai primi posti tra i paesi OCSE. Gli stessi radiologi, anche nella consapevolezza dei danni conseguenti ad un’eccessiva esposizione alle radiazioni ionizzanti, si stanno interrogando sull’appropriatezza degli esami radiologici che eseguono: sono davvero tutti necessari? Un recente studio eseguito da alcuni di essi xiii in Italia su prestazioni radio- logiche ambulatoriali ha dimostrato l’appropriatezza solamente del 56% di queste. Questo vuol dire che il 44% delle prestazioni radiologiche ambulatoriali prese in esame poteva essere evitato senza recare alcun danno al paziente. L’utilizzo molto più alto in Italia rispetto agli altri Paesi di tecnologie complesse in cardiologia, come gli impianti di pace-maker cardiaci con funzione resincronizzante e di defibrillatori per migliorare la funzione cardiaca e risolvere aritmie maligne xiv, dà adito a qualche dubbio sulla loro reale indicazione clinica. Un altro esempio eclatante dell’eccessivo e inappropriato ricorso a prestazioni sanitarie è rappresentato dal numero di parti eseguiti con cesareo: il loro rapporto rispetto al numero totale di parti (quasi 40%) è in 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.55 Pagina 39 Italia tra i più alti nel mondo xv. E, come quasi sempre avviene, emergono evidenti disparità tra le regioni italiane, con molte di esse al di sotto del 30% mentre la Campania supera il 60% xvi; la percentuale di parti cesarei è inoltre molto più alta nel settore della sanità privata rispetto a quella pubblica. Infine il consumo procapite di antibiotici è in Italia uno dei più alti tra i Paesi OCSE, anche in questo caso poco inferiore a quello della Grecia xvii, con evidenti disomogeneità tra le Regioni italiane xviii. Il progetto di Slow Medicine Se la riduzione di prestazioni inappropriate, che rappresentano uno spreco di risorse e non offrono benefici tangibili ai pazienti ma piuttosto maggiori rischi, costituisce sempre un preciso imperativo etico, tanto più pressante appare in questo momento di crisi economica che in Italia mette a rischio la sostenibilità del servizio sanitario nazionale e la tutela della salute, e accentua in maniera allarmante le disuguaglianze tra i cittadini. Per evitare che vengano imposti alla spesa sanitaria iniqui tagli lineari è necessario che i professionisti e le società scientifiche si assumano la responsabilità di indicare quali risparmi si possono ottenere riducendo prestazioni inutili, ridondanti e inefficaci. Slow Medicine intende pertanto lanciare in Italia il progetto “FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO”, nella convinzione che, come è avvenuto negli Stati Uniti, la spinta all’utilizzo appropriato e senza sprechi delle risorse disponibili non possa che partire da una precisa assunzione di responsabilità da parte dei professionisti della salute e in primo luogo da parte dei medici. Già negli anni ’90 Sandro Spinsanti xix scriveva: “La buona medicina ci appare il frutto di una contrattazione molteplice che deve tener conto di tre diversi parametri: l’indicazione clinica (il bene del paziente), le preferenze ed i valori soggettivi del paziente ed infine l’appropriatezza sociale. Alle due dimensioni finora considerate, oggi dobbiamo infatti aggiun- gerne una terza: l’appropriatezza sociale degli interventi sanitari, in una prospettiva di uso ottimale di risorse limitate, solidarietà con i più fragili ed equità. L’assistenza sanitaria, dovendo conciliare nelle sue scelte esigenze diverse e talvolta contrastanti, senza minimamente rinunciare alle esigenze della scienza, ci appare oggi più che mai un’arte. L’ideale medico dell’epoca postmoderna è una leadership morale”. Il progetto che Slow Medicine prospetta segue quella che era stata la proposta di Howard Brody nel 2010 sul New Engl and Journal of Medicine e che ha preso forma negli USA con Choosing Wisely. L’individuazione da parte dei professionisti di una lista di test diagnostici e trattamenti dei quali non è dimostrato il beneficio per molti pazienti e che a volte possono procurare più danno che beneficio, oltre a rappresentare un concreto passo verso un utilizzo più appropriato delle risorse, lancia all’opinione pubblica il forte messaggio che in sanità a volte è meglio fare meno, e che non sempre il medico che prescrive più esami e prestazioni è il medico migliore. Nel dettaglio, ogni società scientifica/associazione di professionisti che aderisce al progetto individuerà una lista di cinque test diagnostici o trattamenti, ovviamente a partire da quelli già indicati negli USA, che in Italia: – sono effettuati molto comunemente – non apportano benefici significativi, secondo prove scientifiche di efficacia, alle principali categorie di pazienti ai quali vengono generalmente prescritti – possono al contrario esporre i pazienti a rischi – hanno un alto costo complessivo In accordo con Brody, Slow Medicine suggerisce ad ogni società scientifica/associazione di professionisti di costituire per questo obiettivo un gruppo di studio di alto livello che includa “professionisti con competenze specifiche in epidemiologia clinica, biostatistica, politica sanitaria e medicina basata sulle prove scientifiche (EBM)”. Una volta raggiunto l’accordo sulla lista di cinque test diagnostici o trattamenti, ogni società scientifica /associazione di professionisti metterà a punto un piano di implementazione e di formazione dei propri membri, per dissuaderli dall’utilizzo di quel test o trattamento per determinate categorie di pazienti. Slow Medicine favorirà gli scambi di informazioni tra le diverse società 39 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.55 Pagina 40 scientifiche/associazioni di professionisti e tra queste e associazioni di cittadini; inoltre provvederà a diffondere presso l’opinione pubblica sia il progetto statunitense e le 45 pratiche già individuate da Choosing Wisely, con le relative indicazioni pratiche mirate ai cittadini xx, sia puntuali informazioni sull’evoluzione del progetto in Italia e sulle società scientifiche e associazioni aderenti al progetto. Dato che la relazione tra medici e pazienti e il rapporto di fiducia che ne è alla base riveste un’importanza fondamentale ai fini di una maggiore appropriatezza, Slow Medicine supporterà i professionisti nel loro rapporto con il paziente con vari mezzi, compresi quelli audiovisivi come in USA. In conclusione il progetto “FARE DI PIÙ NON SIGNIFICA FARE MEGLIO” rappresenta una scommessa, del tutto in linea con la dimostrazione di John Øvretveit di qualche anno fa secondo la quale nel sistema sanitario la qualità non aumenta i costi ma anzi li riduce xxi: la scommessa che attraverso il coinvolgimento dei professionisti sia possibile anche in Italia ridurre gli alti costi del servizio sanitario non attraverso tagli lineari, che ne mettono a serio rischio la sopravvivenza e accentuano ulteriormente le disuguaglianze tra i cittadini, ma intervenendo sulle cause più eclatanti di spreco nello stesso interesse dei pazienti. 40 i Fisher ES, Bynum JP, Skinner JS. Slowing the growth of health care costs — lessons from regional variation. N Engl J Med 2009;360:849-52. ii Berwick DM, Hackbarth A. Eliminating waste in US health care [published online ahead of print March 14, 2012]. JAMA. doi:10.1001/jama.2012.362 iii Brody H. From an Ethics of Rationing to an Ethics of Waste Avoidance. N Engl J Med 2012;366:1949-51 iv American Board of Internal Medicine Foundation; ACP-ASIM Foundation; European Federation of Internal Medicine. Medical professionalism in the new millennium:a physician charter. Ann Intern Med. 2002;136(3):243-246. v Brody H. Medicine’s ethical responsibility for health care reform: the Top Five list. N Engl J Med. 2010;362(4):283-285 vi Grady D, Redberg RF. Less is more: how less health care can result in better health. Arch Intern Med. 2010;170(9):749-750. vii Good Stewardship Working Group. The “top 5” lists in primary care: meeting the responsibility of professionalism. Arch Intern Med. 2011;171(15):13851390. viii Kale MS, Bishop TF, Federman AD, Keyhani S. “Top 5” lists top $5 billion. Arch Intern Med. 2011;171(20):1856-1858. ix Cassel CK, Guest JA. Choosing wisely: helping physicians and patients make smart decisions about their care. JAMA. 2012;307:1801-2. x http://www.choosingwisely.org/ xi Rao VM, Levin DC. The Overuse of Diagnostic Imaging and the Choosing Wisely Initiative. Ann Intern Med 2012;157:574-577 xii http://www.oecd.org/health/healthpoliciesanddata/oecdhealthdata2012.htm http://www.oecd-ilibrary.org/social-issues-migration-health/health-at-a-glance2011_health_glance-2011-en xiii Appropriateness: analysis of outpatient radiology requests. M. Cristofaro et al Radiol med (2011) 116:000–000 DOI 10.1007/s11547-011-0725-2 xiv Merkely et al. Europace 2010 xv Caesarean sections per 100 live births, 1990-2009 (or nearest year) Fonte Health at a Glance 2011: OECD Indicators xvi Percentuale parti cesarei –Anno 2009 Fonte Ministero della Salute xvii Antibiotics consumption, 2000 and 2009 (or nearest year) Fonte Health at a Glance 2011: OECD Indicators xviii L’uso SSN di farmaci antibiotici nelle Regioni Italiane in DDD/1000 abitanti pro die (fonte AIFA) xix Spinsanti S, La qualità nei servizi sociali e sanitari: tra management ed etica, da: J.Ovvretveit, La qualità nel servizio sanitario, EdiSES Napoli 1996 xx http://consumerhealthchoices.org/campaigns/choosing-wisely/ xxi Øvretveit J. Does improving quality save money? A review of evidence of which improvements to quality reduce costs to health service providers. London: the Health Foundatio n. 2009 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.55 Pagina 41 Antonio Panti E.B.M., EVIDENZE BASATE SULLA MAGISTRATURA Giustizia e Medicina debbono collaborare; tutela della salute e tutela del diritto sono aspetti della stessa civiltà. Tuttavia qualcosa lascia perplessi. Circa il 95% dei medici rinviati a giudizio sono assolti. Quindi i giudici sballano quasi tutte le loro “diagnosi”. Che succederebbe al medico che dimostrasse ugual fallacia? Inoltre è eccezionale la concordanza nei tre gradi di giudizio. E la certezza del diritto? Si leggono ordinanze di custodia cautelare al termine di lunghissime indagini, per fatti accaduti anche un decennio prima. Pericolo di reiterare il reato? Di inquinarle prove? Perché non si va subito a giudizio? Che invece si svolge quasi sempre a prescrizione avvenuta. Sembra che giornalisti, avvocati, giudici, politici ed altri ancora, siano contagiati dal morbo dell’esibizionismo, dello scandalismo, dell’onnipotenza. E intanto le assicurazioni giocano al rialzo. Annunciano il ritiro dal mercato, sdegnate quali ritrose verginelle, mentre chiedono 12.000 € di premio agli ostetrici. E non è il più alto. Il Ministro tenta qualche timido rimedio senza grandi risultati. E si torna alla Magistratura. La vita non ha prezzo, è vero, ma la società ha un limite di spesa. Allora certi risarcimenti, magari giusti, non sono equi perché finiscono col gravare sulla collettività intera. Quanto siamo disposti a spendere per la medicina difensiva? O per la rinuncia alla prestazione? Su “Classe Medica” mi ha colpito una battuta: “no ostetrici no parti”. Non è facile fare il medico: la vetustà delle norme e le molteplici interpretazioni giurisprudenziali sulla responsabilità medica hanno spinto la Cassazione a pro- nunce contraddittorie talché si sta delineando una sorta di “medicina dell’obbedienza giurisprudenziale”, come scrive un intelligente magistrato, Mauro Bilancetti. È chiaro che i medici debbono seguire regole e vincoli, è chiaro che solo il consenso informato rende lecito l’atto medico, ma occorrerà ben definire i limiti ragionevoli di un rischio consentito, insito nella variabilità biologica (l’uomo è l’oggetto delle cure dei medici), oltre che per la banale constatazione che “to herr is human”. E quale è il rischio accettabile per lo stesso medico nell’esercizio della professione? Recentemente la Cassazione è ritornata sul tema delle linee guida, cioè delle regole dell’arte medica, sulla quale esistono sentenze assai chiare della Corte Costituzionale: “ottenuto il consenso informato, solo il medico sa quel che è appropriato per il paziente nei limiti delle conoscenze scientifiche”. Attenti allora a non inventare l’ombrello. Un medico è stato condannato per colpa; tra l’altro per non aver seguito le linee guida di una delle maggiori società scientifiche che, ove seguite, avrebbero evitato il fatale rischio al paziente. Assolto in Appello, la Cassazione lo condanna dedicando pagine intere per esprimere un concetto: le linee guida sono importanti ma non determinanti, debbono essere predisposte da società scientifiche consolidate, non possono essere soltanto attente alla spesa. Il giudice comunque valuterà il caso, e il medico non potrà accampare scusanti. Le linee guida sono “raccomandazioni” che indirizzano le scelte del medico e del paziente verso le soluzioni più appropriate senza mai limitare l’indipendenza di giudizio del medico. E allora perché dare l’impressione che la medicina sia una sorta di caos in cui solo il giudice può attribuire meriti o colpe? La Suprema Corte fa un brevissimo cenno alla questione del rischio consentito. Il giudice, con l’aiuto degli esperti, deciderà nel singolo caso sul punto di equilibrio tra lecito e illecito, tra rischi possibili e benefici attesi. A quali condizioni il rischio può essere accettato? La Corte si pone il problema ma non dà risposta. È arduo trovare la linea di demarcazione in questa enorme zona grigia, altresì è spiacevole rischiare l’aleatorietà del giudizio penale. Il meccanismo dell’RCA può essere d’aiuto. Entro limiti stabiliti dalla legge si paga il danno, la conciliazione è obbligatoria, si crea un fondo di garanzia e un tetto massimo ai risarcimenti. Resta però il problema di un rapporto controverso con la magistratura che esprime la discrasia tra realtà sociale, evoluzione della medicina e affanno del diritto. Ne soffrono tutti, medici e cittadini. A quando una buona legge? 41 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.55 Pagina 42 Chiarimenti in materia di numerazione delle fatture COMUNICAZIONE N. 4 DELLA FNOMCeO La legge di stabilità 2013 prevede che le fatture applicabili alle operazioni effettuate a partire dal 1 gennaio 2013 abbiano un numero progressivo che le identifichi in modo univoco. L'Agenzia delle Entrate chiarisce che la tipologia di numerazione progressiva può essere adottata secondo due modalità. La prima consiste nell'adozione di una numerazione progressiva per tutte le fatture senza il successivo azzeramento previsto alla fine di ciascun anno solare. In questo caso, a titolo esemplificativo, se l’ultima fattura emessa in data 31/12/2012 fosse la n. 160, la prima fattura emessa nel 2013 riporterebbe il n. 161. La seconda prevede invece l'adozione della "tradizionale" numerazione progressiva, con azzeramento all'inizio di ciascun anno solare, individuando unicamente la fattura con l'anno di emissione della stessa. In tale ipotesi la prima fattura emessa nel nuovo anno sarà la n. 1/2013 oppure 2013/1 con azzeramento a partire dal 1° gennaio 2014, data a partire dalla quale sarà ripresa la numerazione n. 1/2014. È importante verificare sempre che i numeri progressivi, così come sopra attribuiti, siano trascritti nel registro delle fatture. L'articolo 23 del DPR 633/72 e s.m.i., infatti, prevede espressamente che siano indicati nel registro, per ciascuna fattura, "il numero progressivo e la data di emissione di essa, .....omissis...." Tutti i medici e gli odontoiatri sono quindi tenuti per la corretta fatturazione delle loro prestazioni a tenere in considerazione quanto sopra esposto e delineato dall'Agenzia delle Entrate. Per ulteriori informazioni: Risoluzione n.1/E Agenzia delle Entrate http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/ wcm/connect/946fcc804e2232bf823 3d3e43e65c608/risoluzione+1e.pdf? MOD=AJPERES&CACHEID=94 6fcc804e2232bf8233d3e43e65c608 COMUNICAZIONE N. 5 AI PRESIDENTI DEGLI ORDINI PROVINCIALI DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI AI PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI PER GLI ISCRITTI ALL'ALBO DEGLI ODONTOIATRI OGGETTO: APPLICAZIONE DELL'IMPOSTA DI BOLLO – ISTANZE RIVOLTE AGLI ORDINI TENDENTI AD OTTENERE L'EMANAZIONE DI UN PROVVEDIMENTO AMMINISTRATIVO O IL RILASCIO DI CERTIFICATI, ESTRATTI, COPI E SIMILI. Cari Presidenti, a seguito di richieste di alcuni Ordini provinciali in ordine al campo di applicazione dell'imposta di bollo specificatamente sui certificati di iscrizione, si ritiene opportuno precisare quanto segue. L'art. 3, comma 1, della tariffa - Parte prima - Allegato A del DPR 642/72 e successive modificazioni e integrazioni recante "Disciplina dell'imposta di bollo" prevede con riferimento agli enti pubblici che tutti gli atti inerenti alla tenuta di pubblici registri, 42 tendenti ad ottenere l'emanazione di un provvedimento amministrativo o il rilascio di certificati, estratti, copie e simili siano soggetti ad imposta di bollo di euro 14,62. All'uopo a rafforzare quanto suesposto si ritiene utile allegare un parere del Ministero dell'Economia del 5 settembre 2012 trasmesso al Consiglio Nazionale degli Ingegneri inerente al caso di specie (All. n. 1). Il Ministero dell'Economia ha convenuto che "in as- 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.56 Pagina 43 senza di una puntuale norma di esenzione, le istanze formulate ad un ente pubblico, quale l'Ordine degli Ingegneri, tendenti ad ottenere l'emanazione di un provvedimento amministrativo o il rilascio di certificati, estratti, copie e simili sono da assoggettare all'imposta di bollo, secondo le prescrizioni recate dal richiamato articolo 3 della Tariffa". Orbene si rileva che, considerato il suddetto parere e la norma di cui all'art. 3, comma 1, della tariffa-Parte. Prima Allegato A del DPR 642/72 citata in premessa, si può ritenere che tutte le istanze di provvedimento richieste agli Ordini provinciali, quali ad esempio le domande di iscrizione, trasferimenti, cancellazione, iscrizioni ad elenchi vari, siano soggette ad imposta di bollo di 14,62 euro. Pertanto, in ordine al rilascio di certificati di iscrizione da presentare ad un Ente privato, si sottolinea che debbono essere rilasciati in bollo e non possono essere utilizzati nei rapporti con le pubbliche amministrazioni o i gestori di pubblici servizi. Ai fini della eventuale esenzione al momento della richiesta dovrà essere dichiarato l'uso che, qualora risulti ammissibile, sarà riportato nella certificazione. I certificati possono essere rilasciati in esenzione dall'imposta di bollo per i casi elencati nel D.P.R. 642/72 Tab. All. B o previsti da altre norme speciali. Il medico e l'odontoiatra richiedente il certificato, in questo caso, ha l'obbligo di citare l'uso e la norma che esenta dall'imposta di bollo che deve essere citata obbligatoriamente sul certificato rilasciato. In alcuni casi potrebbe accadere che siano richiesti certificati in carta libera, ma, qualora non venga citata la norma in base alla quale il certificato richiesto sia esente dal bollo, l'Amministrazione non potrà aderire a tale richiesta senza incorrere nel relativo apparato sanzionatorio. Si rileva infatti che l’art. 31 del DPR 642/72 prevede che gli atti e i documenti soggetti a bollo, per i quali l'imposta dovuta non sia stata assolta o sia stata assolta in misura insufficiente, debbono essere sempre regolarizzati mediante il pagamento dell'imposta non corrisposta o del supplemento di essa nella misura vigente al momento dell'accertamento della violazione". Si evidenzia che il DPR 642/72 prevede delle sanzioni amministrative per i soggetti (funzionari e dipendenti delle pubbliche amministrazioni) che tenuti a specifici adempimenti in materia di imposta di bollo non li facciano rispettare. Si sottolinea inoltre che, vista la normativa in materia di decertificazione di cui all'art. 15, comma 1, della legge 183 (11 (V. Comunicazione n. 2 dei 3 gennaio 2012, n. 39 del 7 giugno 2012 n. 67 del 14 settembre 2012), i certificati non possono essere utilizzati nei rapporti con le pubbliche amministrazioni e i gestori di pubblici servizi, ma possono essere prodotti solo ai soggetti privati. Nei rapporti con gli organi della pubblica amministrazione e i gestori di pubblici servizi i certificati sono sostituiti dalle dichiarazioni di cui agli artt. 46 e 47 del DPR 445/2000. L'art. 43, comma 1, del DPR 445/2000 come modificato dall'art. 15, comma 1, lett. c), della Legge 183/11 prevede che "le amministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi sono tenuti ad acquisire d'ufficio le informazioni oggetto delle dichiarazioni sostitutive di cui agli articoli 46 e 47, nonché tutti i dati e i documenti che siano in possesso delle pubbliche amministrazioni, previa indicazione da parte dell'interessato degli elementi indispensabili per il reperimento delle informazioni o dei dati richiesti, ovvero ad accettare la dichiarazione sostitutiva prodotta dall'interessato". Pertanto, allorquando su richiesta di medici o odontoiatri l'Ordine scrivente rilascerà certificati di iscrizione, dovrà apporvi a pena di nullità la dicitura "Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi" (Art. 40, comma 2, DPR 445/2000, come modificato dall'ari. 15 della Legge 183/2011). Gli Ordini provinciali, dunque, dovrebbero attenersi alla normativa sopra richiamata e non dovrebbero rilasciare e accettare certificazioni ove dirette o provenienti da altre Pubbliche Amministrazioni. Cordiali saluti Il Presidente Amedeo Bianco 43 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.56 Pagina 44 Applicazione imposta di bollo su rilascio certificati di iscrizione e altre istanze ULTERIORI CHIARIMENTI IN MERITO A RILASCIO CERTIFICATI COMUNICAZIONE FNOMCeO DEL 7/03/2013 Tutti i certificati da utilizzare all'estero si rilaciano in bollo. Con riferimento al certificato di good standing si evidenzia che esso, come tutte le certificazioni, è assoggettato all'imposta di bolla, con esclusione dei casi di esenzione previsti dal D.P.R. 642/1972 e da alcune Leggi speciali. Come già più volte chiarito, la normativa in materia di decertificazione prevede che nei rapporti con gli organi delle Pubbliche Amministrazioni e i gestori di pubblici servizi, i certificati sono SEMPRE sostituiti dalle dichiarazioni sostitutive di certificazione o dall'atto di notorietà. Conseguentemente a far data dal 1 gennaio 2012 le Amministrazioni pubbliche (Ordini Professionali) e i gestori di pubblici servizi NON possono accettarli nè richiederli, tanto più in quanto tali comportamenti integrano, per espressa previsione, violazione dei doveri d'ufficio ai sensi della nuova formulazione dell'art. 74, comma 2, lettera a) del decreto del Presidente della Repubblica n.445 del 2000. Pertanto gli Organi della P.A. e i gestori di pubblici servizi sono tenuti ad 44 acquisire d'ufficio le dichiarazioni contenute nelle dichiarazioni sostitutive di cui agli artt. 46 e 47. Inoltre, la mancata risposta alla richiesta di controllo sulle autocertificazioni entro trenta giorni costituisce violazione dei doveri d'ufficio e viene presa in considerazione ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale dei dipendenti pubblici responsabili dell'omissione. Di conseguenza gli Ordini provinciali NON potranno rilasciare alle Pubbliche amministrazioni e ai gestori di pubblici servizi certificati in carta libera. I privati possono accettare le dichiarazioni sostitutive di certificazioni o di atto di nototrietà, ma non ne hanno un obbligo. Ciò detto tutti i certificati rilasciati dagli Ordini a soggetti privati sono oggetto di imposta di bollo, salvo i relativi casi di esenzione previsti dal DPR 642/72 e da alcune leggi speciali. I Certificati che vengono rilasciati dalla Pubblica Amministrazione (come gli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri) in ordine a stati, qualità personali e fatti sono validi esclusi- vamente nei rapporti privati, in quanto dal 1 gennaio 2012 entrando in vigore le nuove normative, non possono essere più richiesti dagli esercizi pubblici che hanno l’obbligo di "acquisire d’ufficio" le informazioni oggetto delle dichiarazioni sostitutive e dell’atto di notorietà, nonchè tutti i dati e i documenti di interesse, e ad effettuare i dovuti controlli e corrispondenze. Tali certificazioni, continuano ad essere rilasciate dalla P.A. su richiesta del cittadino per fini privati, ma sono assoggettate al pagamento dell’imposta di bollo, pari ad € 14,62 e dei diritti di segreteria, per ciascun certificato ad esclusione degli usi indicati nel Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 642. PERTANTO, IN ORDINE AL RILASCIO DI CERTIFICATI DI ISCRIZIONE DA PRESENTARE AD UN ENTE PRIVATO (ASSICURAZIONI, ECC.) SI SOTTOLINEA CHE DEBBONO ESSERE RILASCIATI IN BOLLO E NON POSSONO ESSERE UTILIZZATI NEI RAPPORTI CON LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI O I GESTORI DI PUBBLICI SERVIZI. AI FINI DELLA EVENTUALE ESENZIONE AL MOMENTO DELLA RICHIESTA DOVRÀ ESSERE DICHIARATO L'USO CHE, QUALORA RISULTI AMMISSIBILE, SARÀ RIPORTATO NELLA CERTIFICAZIONE. 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.56 Pagina 45 I valori dei giovani medici: una ricerca del Coordinatore dell’Osservatorio FNOMCeO a cura dell'Ufficio Stampa FNOMCeO Sarà pubblicata sul numero di febbraio di North American Journal of Medical Science, la rivista medica internazionale on line che valuta gli articoli con il meccanismo della peer review (esperti che valutano altri esperti), un’importante Ricerca dell’Università di Padova sui valori dei giovani medici. Primo firmatario dello Studio – che sarà citato anche dalla banca dati Pubmed - è il co-coordinatore dell’Osservatorio Giovani della FNOMCeO, Domenico Montemurro. Tra i responsabili, anche Maurizio Benato, vicepresidente della Federazione, in qualità di presidente dell’Ordine dei Medici di Padova. Ma quali sono i valori relativi alla pratica professionale più sentiti dai giovani medici? E quali le abilità professionali che essi ritengono fondamentali? Ancora: tali competenze sono efficacemente impartite durante il percorso di studi? Per scoprirlo, il team di ricerca ha somministrato a 423 studenti di Medicina un questionario di sette domande, riferito a un elenco di 13 valori e competenze professionali: l’Altruismo, il Rispetto del paziente, la Sensibilità alle differenze di genere e culturali, la capacità di assumersi Responsabilità, il mantenimento del Segreto professionale, la Comunicazione e il coinvolgimento del paziente nel processo decisionale (Consenso informato), l’Integrità, l’Empatia, il senso del Dovere, le Competenze mediche in senso stretto, il considerare come priorità assoluta il bene del paziente, le attitudini introspettive e di Autoanalisi, la propensione all’Aggiornamento. Il campione, composto da 254 femmine e 169 maschi, è stato scelto tra gli studenti del primo, del quarto e del quinto anno, per vedere se e come cambiassero – col progredire del percorso di formazione – le conoscenze e l’importanza data a ciascuno “skill”. Ebbene: in cima alla “graduatoria” sono risultati, per la maggioranza degli intervistati, il Rispetto per il paziente, l’Affidabilità, intesa come attitudine ad assumersi le proprie responsabilità, e le Competenze più strettamente professionali. I valori considerati meno importanti sono stati invece la Consapevolezza di sé, la Capacità di gestire il conflitto d’interessi e l’Empatia. La scala di valori cambia con l’età: gli studenti degli ultimi anni di corso – che hanno già qualche esperienza clinica – attribuiscono maggiore importanza a quei principi che contribuiscono a creare e rafforzare la Relazione di fiducia tra il Medico e il suo paziente. Le differenze di genere, invece, emergono nella maggiore importanza attribuita dalle studentesse a valori come l’Altruismo, il Rispetto, la Sensibilità, la Comunicazione. Tutti gli studenti sono saldamente consapevoli del significato e dell’impor- tanza di queste competenze “non tecniche” e le considerano fondamentali per la loro formazione e per la loro futura professionalità. “I valori che emergono da questa ricerca – spiega Domenico Montemurro – e cioè l’altruismo, lo sviluppo di nuove competenze professionali per la Qualità delle cure, il Senso del dovere, il Rispetto della persona, sono argomenti chiave della nuova medicina incentrata sul paziente”. “In quest’ottica – continua – l’attenzione del medico non è più focalizzata sulla malattia, ma sul malato come persona. Con un approccio siffatto diventano imprescindibili competenze come l’Empatia, l’Altruismo, la Sensibilità per le diversità, la capacità di creare Fiducia, valori fondanti dell’Alleanza terapeutica e della relazione di cura”. Competenze, queste - è quanto emerge dalla ricerca stessa - ancora poco presenti nei percorsi di formazione. “Gli studenti chiedono all’Università un percorso educazionale a più ampio raggio – conferma Montemurro – che preveda anche l’insegnamento di questi skills, che oggi vengono invece per lo più appresi “sul campo”, con la pratica clinica”. Per questo, l’Università di Padova ha recentemente inserito nel percorso di studi della Facoltà di Medicina nuovi corsi su aspetti “umanistici”, come la Comunicazione medico-paziente. 45 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.57 Pagina 46 Prot. n. 9599 Roma, 5.12.12 AI PRESIDENTI DEGLI ORDINI DEI MEDICI OGGETTO: L'IRAP nell’attività medica; la giurisprudenza e le novità che potrebbero derivare dalla approvazione del disegno di legge di stabilità 2013 e del disegno di legge recante la delega fiscale. Cari Presidenti, con la presente nota si vuole cercare di delineare il campo di applicazione dell'IRAP relativamente all'attività medica, che è stato in questi anni controverso e di difficile applicazione e continua a destare qualche perplessità interpretativa. Si sottolinea comunque che non vi è alcun dubbio che la valutazione della assoggettabilità all'IRAP del reddito dei professionisti e in particolare dei medici necessiti di una distinzione caso per caso. Si dovrà innanzitutto chiarire in prima analisi cosa si intenda per autonoma organizzazione a cui è direttamente riconducibile il presupposto impositivo dell' IRAP. In seconda analisi si dovrà verificarne il campo di applicazione e specificatamente se il presupposto impositivo trovi applicazione solo ai medici titolari di studio o partecipanti a studi associati o anche ai medici che percepiscano un compenso per le attività svolte all'interno di strutture da altri organizzate. È bene subito chiarire che l'assoggettamento all'Irap si fonda su due cardini principali: lo svolgimento abituale di un'attività autonoma diretta allo scambio di beni e servizi, purché organizzata, ed in secondo luogo la sussistenza di un'autonoma organizzazione. L'autonoma organizzazione consiste di fatto nell'esistenza di investimenti di capitale e lavoro con apporto di prestazioni di terzi (dipendenti o collaboratori) che sotto il diretto coordinamento dell'imprenditore o del professionista consentono di raggiungere un incremento di fatturato rispetto a quanto riuscirebbe a raggiungere l'imprenditore o il professionista da solo. In particolare si rileva che la Corte Suprema di Cassazione - Sezione Sesta Civile - con Sentenza n. 5320 del 3 aprile 2012 è tornata ad 46 esprimersi sul concetto di autonoma organizzazione e correlativamente sui limiti al rimborso IRAP, ribadendo che 'in tema di IRAP l'esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, di attività di lavoro autonomo diversa dall'impresa commerciale costituisce, secondo l'interpretazione costituzionalmente orientata fornita dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 156 del 2001, presupposto dell'imposta soltanto qualora si tratti di attività autonomamente organizzata. Il requisito dell'autonoma organizzazione, il cui accertamento spetta al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se congruamente motivato, ricorre quando il contribuente che eserciti attività di lavoro autonomo: a) sia, sotto qualsiasi forma, il responsabile dell'organizzazione, e non sia quindi inserito in strutture organizzative riferibili ad altrui responsabilità ed interesse; b) impieghi beni strumentali eccedenti le quantità che, secondo l"id quod plerumque accidit, costituiscono nell'attualità il minimo indispensabile per l'esercizio dell'attività anche in assenza di organizzazione, oppure si avvalga in modo non occasionale di lavoro altrui. Costituisce onere del contribuente che chieda il rimborso dell'imposta asseritamente non dovuta dare la prova dell'assenza delle predette condizioni". Pertanto il presupposto impositivo dell'IRAP troverebbe applicazione solamente al titolare dello studio medico o al partecipante allo studio associato quando sia presente il presupposto dell'autonoma organizzazione dell'attività professionale 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.57 Pagina 47 come definito dalla sentenza della Corte Suprema di Cassazione n. 5320/12 sopraccitata e quindi tutte le volte nelle quali il medico si trovi nelle seguenti condizioni: 1) Sia il titolare dello studio professionale o meglio il responsabile dell'organizzazione o partecipante allo studio associato; 2) Si avvalga in modo non occasionale del lavoro di terzi (collaboratori e dipendenti); 3) Si avvalga di beni strumentali significativi (impianti, mobilio ecc). La Corte di Cassazione ha inoltre chiarito con sentenza n. 9692 del 2012 che non sono soggetti ad IRAP i proventi che un lavoratore autonomo percepisca come compenso per le attività svolte all'interno di una struttura da altri organizzata. Pertanto sulla base di tale orientamento giurisprudenziale si dovrebbe ritenere che i medici collaboratori che prestano la propria attività in strutture sanitarie gestite da terzi siano esenti dall'IRAP. Si rileva invece che l'esercizio in forma associata dell'attività medica rientra tra i casi per i quali l'orientamento consolidato della Corte Suprema di Cassazione ritiene che "l'automa organizzazione" sia sempre sussistente sulla base della considerazione che la struttura dello studio associato rechi fisiologicamente vantaggi di tipo organizzativo al professionista. La Corte Suprema di Cassazione ha sancito che gli elementi costitutivi dell'organizzazione di cui fruisce il professionista inserito nello studio associato siano sempre sufficienti a far presumere un incremento della sua capacità produttiva. Ciò non toglie che il professionista associato al fine di essere esonerato dal pagamento dell'imposta potrebbe cercare di dimostrare, fornendo idonee prove, il difetto dell'autonoma organizzazione e dei relativi vantaggi presunti. In questo quadro si inserisce l'attività parlamentare di questi giorni che ha visto l'approvazione di due emendamenti (All. n. 1) in materia di IRAP all'interno del disegno di legge di stabilità e del disegno di legge recante la delega fiscale. Per quanto concerne la Legge di stabilità 2013, approvata in prima lettura dalla Camera dei Deputati, si prevede che a decorrere dall'anno 2014 sia istituito un fondo finalizzato ad escludere dall'ambito di applicazione dell'IRAP le persone fisiche che svolgano una attività di impresa o di lavoro autonomo a fronte di due requisiti: – Il mancato impiego di lavoratori dipendenti o assimilati a questi; – L'impiego anche mediante locazione di beni strumentali il cui ammontare massimo sia determinato con decreto del Ministero dell'Economia e Finanze. La novità è di particolare rilevanza perché l'esclusione dei professionisti dall'IRAP viene di fatto definita con il decreto sopraccitato che determinerà il valore dei beni strumentali che danno diritto all'esenzione. È bene però chiarire che tale normativa, se pur approvata definitivamente, non entrerà in vigore nel breve termine e bisognerà peraltro verificare quali siano gli effetti pratici di tali modifiche. Si rileva comunque che, allo stato attuale, in attesa della nuova normativa, qualora il medico professionista ritenga di rientrare nelle condizioni di esenzione al presupposto impositivo dell'IRAP e quindi ritenga di non effettuare il relativo versamento, l'onere della prova che I'IRAP sia dovuta spetterà all'Agenzia dell'Entrate che dovrà dimostrare che il medico si avvale di autonoma organizzazione. Ciò detto, considerata la delicatezza della materia che ha un carattere di generalità e visti i relativi dubbi interpretativi della stessa, sarebbe opportuno verificare caso per caso le varie situazioni operative, eventualmente con l'ausilio di consulenti fiscali, onde evitate possibili sanzioni. Infine l'art. 4, comma 2, del disegno di legge concernente 'Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita" - Atto Senato 3519-A, già approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati, prevede che nell'ambito dell'esercizio della delega fiscale venga affidato al Governo il compito di chiarire la definizione di autonoma organizzazione, adeguandola ai più consolidati principi desumibili dalla fonte giurisprudenziale, ai fini dell'assoggettabilità dei professionisti e dei piccoli imprenditori all'IRAP (All. n. 2). Cordiali saluti Amedeo Bianco 47 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.57 Pagina 48 ALLEGATO 1 Senato della Repubblica - XVI Legislatura - Disegni di Legge e Relazioni - Documenti Atti parlamentari - N. 3584 … omissis … 28. Nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze è istituito, a decorrere dal 2014, un fondo finalizzato ad escludere dall'ambito di applicazione dell'imposta regionale sulle attività produttive, di cui al decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, le persone fisiche esercenti le attività commerciali indicate all'articolo 55 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, ovvero arti e professioni, che non si avvalgono di lavoratori dipendenti o assimilati e che impiegano, anche mediante locazione, beni strumentali il cui ammontare massimo è determinato con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze adottato previo parere conforme delle Commissioni parlamentari competenti per i profili finanziari, che si esprimono entro trenta giorni dalla data di trasmissione del relativo schema. La dotazione annua del predetto fondo è di 248 milioni di euro per l'anno 2014 e di 292 milioni di euro a decorrere dall'anno 2015. 29. Ai fini dell'applicazione delle aliquote ridotte previste al punto 5 della tabella A allegata al testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive modificazioni, le regioni utilizzano i dati desunti dal Sistema informativo agricolo nazionale. L'estensione dei terreni dichiarata dai richiedenti le aliquote ridotte di cui al primo periodo non può essere supe- 48 riore a quella indicata nel fascicolo aziendale di cui all'articolo 13 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99, e all'articolo 25, comma 2, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35. c) 30. A decorrere dal 1° gennaio 2014, i consumi medi standardizzati di gasolio da ammettere all'impiego agevolato di cui al decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali 26 febbraio 2002, recante «Determinazione dei consumi medi dei prodotti petroliferi impiegati in lavori agricoli, orticoli, in allevamento, nella silvicoltura e piscicoltura e nelle coltivazioni sotto serra ai fini dell'applicazione delle aliquote ridotte o dell'esenzione dell'accisa», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 67 del 20 marzo 2002, sono ridotti del 5 per cento. Limitatamente all'anno 2013 i consumi medi standardizzati di cui al periodo precedente sono ridotti del 10 per cento. d) e) f) 31. All'articolo 19 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: a) al comma 13, le parole: «dal 2011» sono sostituite dalle seguenti: «dal 2012»; b) al comma 15-bis: 1) le parole: «Per i soggetti che prestano lavoro all'estero per lo Stato italiano, per una sua suddivisione politica o amministrativa o per un suo ente locale e le persone fisiche che lavorano all'estero presso organizzazioni internazionali cui aderisce l'Italia la cui residenza fiscale in Italia g) h) sia determinata, in deroga agli ordinari criteri previsti dal Testo Unico delle imposte sui redditi, in base ad accordi internazionali ratificati,» sono soppresse; 2) i periodi secondo e sesto sono soppressi; dopo il comma 15-bis è inserito il seguente: «15-ter. Per gli immobili di cui al comma 15-bis e per gli immobili non locati assoggettati all'imposta di cui al comma 13 del presente articolo non si applica l'articolo 70, comma 2, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni»; al comma 17, dopo le parole: «persone fisiche» sono aggiunte le seguenti: «, ivi comprese quelle relative alle modalità di versamento dell'imposta in acconto e a saldo»; al comma 18, le parole: «dal 2011» sono sostituite dalle seguenti: «dal 2012»; al comma 20, al primo periodo, le parole: «il 2011» e, al secondo periodo, le parole: «detenuti in Paesi della Unione europea o in Paesi aderenti allo Spazio economico Europeo che garantiscono un adeguato scambio di informazioni» sono soppresse; al comma 22, dopo le parole: «persone fisiche» sono aggiunte le seguenti: «ivi comprese quelle relative alle modalità di versamento dell'imposta in acconto e a saldo»; al comma 23, le parole: «disponendo comunque che il versamento delle imposte di cui ai commi 13 e 18 è effettuato entro il termine del versamento a saldo delle imposte sui redditi relative all'anno di riferimento» sono soppresse. 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.58 Pagina 49 ALLEGATO 2 Senato della Repubblica - XVI Legislatura - Mostra rif. normativi N. 3519-A - Relazione orale - Relatore Barbolini e Sciascia TESTO PROPOSTO DALLA 6a COMMISSIONE PERMANENTE (FINANZE E TESORO) Comunicato alla Presidenza il 22 novembre 2012 PER IL DISEGNO DI LEGGE Delega al Governo recante disposizioni per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita presentato dal Ministro dell'economia e delle finanze (V. Stampato Camera n. 5291) approvato dalla Camera dei deputati il 12 ottobre 2012 Trasmesso dal Presidente della Camera dei deputati alla Presidenza il 15 ottobre 2012 PARERE DELLA 1a COMMISSIONE PERMANENTE (AFFARI COSTITUZIONALI, AFFARI DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E DELL'INTERNO, ORDINAMENTO GENERALE DELLO STATO E DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE) (Estensore: BATTAGLIA) 13 novembre 2012 5) prevedere un codice deontologico dei soggetti affidatari dei servizi di riscossione e degli ufficiali della riscossione, da adottare 5) identico; con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze; 6) prevedere specifiche cause di incompatibilità per i rappresentanti legali, amministratori o componenti degli organi di controllo 6) identico; interni dei soggetti affidatari dei servizi; d) rafforzamento, costante aggiornamento, piena informatizzazione e condivisione tra gli uffici competenti dei meccanismi di monitoraggio e analisi statistica circa l'andamento, in pendenza di giudizio, e circa gli esiti del contenzioso tributario, al fine di assicurare la tempestività, l'omogeneità e l'efficacia delle scelte d) identica; dell'amministrazione finanziaria in merito alla gestione delle controversie, nonché al fine di verificare la necessità di eventuali revisioni degli orientamenti interpretativi dell'amministrazione stessa, ovvero di interventi di modifica della normativa tributaria vigente; e) progressivo superamento del principio della compensazione e) identica; delle spese all'esito del giudizio; f) previsione della non pignorabilità dei beni mobili strumentali all'esercizio di arti, imprese e professioni, necessari al f) identica; proseguimento dell'attività economica; g) ampliamento della possibilità di rateizzazione, in connessione a comprovate situazioni di difficoltà finanziaria, e riduzione delle g) identica. sanzioni in caso di regolare adempimento degli obblighi dichiarativi. 49 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.58 Pagina 50 ALLEGATO 2 Art. 4 (Revisione dell'imposizione sui redditi di impresa e previsione di regimi forfetari per i contribuenti di minori dimensioni; razionalizzazione della determinazione del reddito d'impresa e di imposte indirette; giochi pubblici) Art. 4 (Revisione dell'imposizione sui redditi di impresa e previsione di regimi forfetari per i contribuenti di minori dimensioni; razionalizzazione della determinazione del reddito d'impresa e di imposte indirette; giochi pubblici) 1. II Governo è delegato ad introdurre, con i decreti legislativi di cui all'articolo 1, norme per la ridefinizione dell'imposizione sui 1. Identico. redditi, secondo i seguenti principi e criteri direttivi: a) assimilazione al regime dell'imposta sul reddito delle società (IRES) dell'imposizione sui redditi di impresa, compresi quelli prodotti in forma associata dai soggetti passivi dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), assoggettandoli a un'imposta sul reddito imprenditoriale, con aliquota e) identica; proporzionale allineata a quella dell'IRES, e prevedendo che siano deducibili dalla base imponibile della predetta imposta le somme prelevate dall'imprenditore e dai soci e che le predette somme concorrano alla formazione del reddito complessivo imponibile ai fini dell'IRPEF dell'imprenditore e dei soci; annunci c) previsione di possibili forme di opzionalità. Ortodonzista esperta offresi per collaborazione seria e continuativa nelle province di Udine, Gorizia, Pordenone, Trieste. Cell. 347 9820782 per Odontoiatra esperta offresi con , collaborazione in endodonzia oservativa, pedodonzia, parodontol tesi. pro a, attiv gia, chirurgia estr Cell. 50 347 9820782 f) identica; All’Ordine dei Medici chirur ghi ed odontoiatri del la provincia d i U dine, ci pregiamo comunicarvi che in Udine, Viale Le onardo da Vin ci 103/4 al 1° piano ab biamo dispon ibili per affittare, omolog ati per la destin azione d’uso ambula toriale, locali per 4/5 ambulatori m edici, in una superficie di circa 200 mq con due entrate indipendenti, grande sala d ’aspetto con reception e con tre serviz i igienici di cui uno p er disabili. La zo na è servita da aut obus e il parc heggio gratuito è illim itato. G. Lindaver Cell. 380 3 302430 Casa 0432 5 47415 Resp. Proced.: Dr. Marco Poladas Resp. Istrut.: Dr.ssa Anna Belardo Roma, 5.3.13 Al PRESIDENTI DELLE COMMISSIONI PER GLI ISCRITTI ALL'ALBO DEGLI ODONTOIATRI E-MAIL ORDINI E-MAIL PERSONALI OGGETTO: Etica e responsabilità Cari Presidenti, in questo momento di grande coinvolgimento sociale, alcune vicende poco edificanti hanno coinvolto professionisti iscritti all'albo ed, ancora più grave, anche referenti in ruoli diversi di istituzioni e associazione. La nostra professione non poteva considerarsi esente dal malcostume imperante, ma non può accettare che chi ricopre incarichi di vertice fornisca esempi poco edificanti. Pertanto, nel massimo rispetto dell'opera di chi ha diretta responsabilità in materia disciplinare e alle autorità preposte, abbiamo sentito l'ob- ODONTOIATRI 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.58 Pagina 51 bligo di richiamare all'attenzione di tutti regole e responsabilità di ruolo. Voi, gentili Presidenti, farete la vostra parte come sempre, è necessario, però un rafforzamento della già attenta vigilanza. Il Presidente CAO Nazionale Giuseppe Renzo All. n. 1 con preghiera che venga diffuso a tutti gli iscritti agli albi. ALLEGATO 2 UFFICIO CENTRALE ODONTOIATRI FNOMCeO Etica e responsabilità Il vigente Codice di Deontologia medica all'art. 4 comma 2 testualmente prevede: "il Medico nell'esercizio della professione deve attenersi alle conoscenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione, assumendo come principio il rispetto della vita, della salute fisica e psichica, della libertà e della dignità della persona; non deve soggiacere ad interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura". È 'quindi evidente il "primato dell'etica" come elemento di guida e di ispirazione per i Medici e per gli Odontoiatri in ogni ambito in cui la loro attività venga ad esplicarsi. Questi principi trovano ulteriore e maggior valenza per quei professionisti che vengono chiamati a ricoprire incarichi di "formatori" delle nuove leve professionali, cariche istituzionali e/o associative in rappresentanza della professione. Colui, quindi, che liberamente accetta una carica istituzionale è chia- 51 ODONTOIATRI 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 52 52 mato a svolgere quella che una volta era definita una "funzione onoraria" attraverso comportamenti che siano irreprensibili e che costituiscano la migliore garanzia per tutti i colleghi di essere rappresentanti da persone di specchiata moralità. Per dirla con Seneca: il valore dell'esempio. Sempre la "moralità" costituisce una delle precondizioni per conferire ad un Medico il compito di Docente, di "formatore" professionale e, soprattutto, di "educatore" al rispettoso esercizio della professione di Medico Odontoiatra. Il Docente deve fornire, oltre che le proprie conoscenze scientifiche e il proprio sapere, visibile e palpabile esempio di eticità comportamentale. La mercificazione della cura della persona rappresenta l'esatto contrario dell'Essere Medico. Ancora più grave se ciò avviene utilizzando per tali finalità scorrette i propri ruoli e incarichi, anche attraverso sistemi indotti e di palese illecito. Che valore rimane a noi che svolgiamo un ruolo guida nei confronti dei Colleghi se viene meno la capacità e voglia di trasmettere anche i valori di lealtà e rispetto della salute e della professione? Si ricorda a questo riguardo che la carica ordinistica presuppone anche poteri di valutazione disciplinare del comportamento dei colleghi ed è evidente che tale funzione non può che essere svolta da professionisti in grado di costituire un esempio di rispetto dei valori dell'etica, della deontologia e della correttezza professionale. Discorso simile, pur nella diversità, da un punto di vista giuridico, fra Accademia, Ordine e Sindacato, deve essere fatto anche per i professionisti che assumono cariche associative nei sindacati stessi o ricoprano incarichi accademici. Gli esponenti sindacali, infatti, e gli universitari pur in ambiti giuridicamente diversi, sono egualmente chiamati a comportamenti etici al fine di garantire che l'unico elemento che guida la loro attività è quello di tutelare gli interessi degli iscritti in una logica generale, mai al servizio di interessi personali. Per i motivi che abbiamo cercato di delineare appare quindi particolarmente grave il comportamento di coloro che, dopo aver liberamente accettato incarichi, cariche istituzionali, ordinistiche e/o associative, non sappiano dimostrare in ogni frangente della loro attività, il rispetto dei principi dell'etica che sono connaturati allo svolgimento della loro attività e di cui sono chiamati ad essere garanti. Non può trovare giustificazione, quindi, il comportamento di chi, dimentico dei propri compiti, "utilizzi" il proprio ruolo per perseguire interessi particolari o comunque non dimostri di intendere che l'essere chiamato ad un incarico di rappresentanza è una responsabilità da interpretare come spirito di servizio nell'interesse dei colleghi e mai in un'ottica individualistica. Occorre sottolineare ancora che la tradizione, in special modo per l'impegno ordinistico, è stata sempre intesa anche in funzione di promozione del corretto esercizio dell'attività professionale e del valore morale dello svolgimento dell'attività medica ed odontoiatrica. Il comportamento, quindi, dei rappresentanti delle Istituzioni e delle Associazioni deve essere sempre e comunque al di sopra di ogni sospetto, anche allo scopo di costituire un esempio nei confronti dei colleghi che devono riconoscere nei loro rappresentanti elementi di guida e di orientamento nelle quotidiane difficoltà del loro esercizio professionale. Il Presidente Collegio Dei Docenti Antonella Polimeni Il Presidente CAO Giuseppe Renzo Il Presidente ANDI Gianfranco Prada 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 53 http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=13796 Corte Costituzionale. Anche i medici possono maturare la pensione a 70 anni 07 MAR - Per maturare il diritto alla pensione i medici potranno restare in servizio sino a settanta anni. Lo ha stabilito la sentenza numero 33 del 6 febbraio (depositata il 6 marzo) della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del combinato disposto degli articoli 15-nonies, comma 1, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria ), e 16, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503 (Norme per il riordinamento del sistema previdenziale ) nel testo vigente fino all'entrata in vigore dell'art. 22 della legge 4 novembre 2010, n. 183, ( che prevede il mantenimento in servizio sino a 70 anni per raggiungere il massimo contributivo ), nella parte in cui non consentiva al personale sanitario, che al raggiungimento del limite massimo di età per il collocamento a riposo non avesse ancora compiuto il numero degli anni richiesti per ottenere il minimo della pensione, di rimanere, su richiesta, in servizio fino al conseguimento di tale anzianità minima e, comunque, non oltre il settantesimo anno di età. Tale condizione è basata sulla necessità di garantire il trattamento pensionistico a coloro che non avessero potuto raggiungere la contribuzione minima per il suo conseguimento. La questione era sorta quasi tre anni fa, quando un medico spezzino – collocato a riposo dall’azienda sanitaria – aveva rivendicato il diritto a esercitare fino al raggiungimento del trattamento pensionistico di vecchiaia, rimanendo quindi in organico sino a settanta anni. Per questo il professionista aveva effettuato un ricorso d’urgenza ex articolo 700: ed aveva ottenuto ragione, in quanto il tribunale aveva ordinato alla Asl 5 la riammissione al lavoro, secondo il contratto sti- La sentenza stabilisce "la necessità di garantire il trattamento pensionistico a coloro che non avessero potuto raggiungere la contribuzione minima per il suo conseguimento". La questione risale al contenzioso iniziato ad aprile 2010 tra un medico spezzino e l'Asl. pulato nel 2009. L’Asl aveva presentato ricorso, ottenendo la revoca del pronunciamento precedente. Lo scorso autunno, il medico era ripartito all’attacco, con una causa. Poco dopo però il governo Monti aveva approvato la modifica della normativa sull’età pensionabile dei pubblici dipendenti. Il medico nel febbraio 2011 aveva quindi ripreso a lavorare, ma la questione restava irrisolta e la causa andava avanti. Una nuova sentenza diede ragione al medico, ma l’azienda sanitaria fece ricorso alla Corte d’Appello di Genova. I magistrati genovesi sospesero il giudizio per poi rimettere gli atti alla Corte Costituzionale. Sino all’ultima e decisiva sentenza. 53 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 54 Il GRUPPO DI LAVORO MEDICI DEL LAVORO COMPETENTI della Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale1 Addì, 18 febbraio 2013 1 E. Ramistella (coordinatore), S. Fantini, C. Gili, M. Giorgianni, C. Mirisola, G. Pagliaro, A. Serra, S. Simonini 54 preso atto considerato che, nonostante le innumerevoli proteste e prese di posizione da parte della FNOMCeO, del Ministero della Salute e della stessa SIMLII, continua a essere frequente la pratica da parte di Enti pubblici e aziende private in tutto il territorio nazionale di indire gare di appalto per la fornitura dei servizi resi dal Medico Competente prevedendone l'aggiudicazione con il criterio del “prezzo più basso”, in particolare - nel caso di Enti Pubblici - ai sensi dell'art. 82 del D.Lgs. 163/06 (cosiddetto “ribasso d’asta”); – che tale pratica presenta evidenti elementi di criticità in quanto viene applicato il citato D.Lgs. 163/06 a prestazioni rese da professionista, medico, specialista in Medicina del Lavoro o in possesso degli altri requisiti previsti dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i., integrando la fattispecie di contratto d’opera intellettuale che esula dalla nozione di contratto di appalto (vedasi, per analogia, la sentenza del Consiglio di Stato n. 02730/2012); – che il Codice Civile (art. 2233) prevede che “in ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata all'importanza dell'opera e al decoro della professione”; – che l’indizione di siffatti bandi di gara al ribasso, tanto più se rivolti a società di servizi che assicurano anche lo svolgimento dell’attività di medico competente, si pone in netto contrasto con la realizzazione e la corretta attuazione dei Sistemi Integrati di Gestione della Sicurezza sui luoghi di lavoro previsti dalla vigente normativa; – che, sia pure considerata l’abolizione del ta- che tale pratica ha assunto inquietanti aspetti per quanto attiene alle convenzioni tra la CONSIP e le varie Pubbliche Amministrazioni per quanto riguarda le prestazioni dei “Servizi di gestione integrata della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro negli immobili in uso”, comprendendo illegittimamente nell'ambito del servizio anche l'incarico di medico competente per lo svolgimento dei compiti assegnati dalla Legge (D.Lgs. 81/08 e s.m.i e normativa correlata); 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 55 riffario professionale minimo per le prestazioni sanitarie, il codice di deontologia professionale medica ribadisce fondamentali principi in tema di onorari professionali e di decoro dell'onorario stesso; – che prestazioni offerte a importi eccessivamente bassi sono offensive per la dignità della professione medica, vanno a scapito della qualità della prestazione professionale e sono in forte contrasto con quanto espressamente previsto dall’art. 39 del D.Lgs 81/08 che recita testualmente: “L’attività di medico competente è svolta secondo i principi della medicina del lavoro e del codice etico della Commissione internazionale di salute occupazionale (ICOH)”; – che, infine, in alcuni casi tali situazioni possono venire a configurare un illecito strumento di accaparramento della clientela; ritiene tale condizione – umiliante e degradante per la dignità e la professionalità di tutti i Medici del Lavoro e dei Medici Competenti più in generale; – in contrasto con la legge per i motivi sopra rammentati, in quanto non esiste obbligo di legge che vincoli l'ente pubblico né, tanto meno, le aziende private a seguire le procedure disposte dal D.Lgs. 163/06 per l'adempimento di quanto stabilito in tema di salute e sicurezza sul lavoro di cui al D.Lgs. 81/08 e s.m.i. e, in particolare, per l'incarico del Medico Competente; – illegittima per quanto riguarda l’intervento di società di servizi che, avvalendosi di medici competenti "collaboratori" per prestazioni professionali, configura di fatto una situazione di intermediazione di manodopera intellettuale, esercitando nel contempo una sorta di dumping tariffario ai limiti della concorrenza sleale. La Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale, assieme ad altre associazioni professionali e scientifiche del settore, ha più volte stigmatizzato questo modo di procedere, come hanno fatto la Federazione Nazionale Ordini dei Medici e Odontoiatri e lo stesso Ministero della Salute. L’attuale condizione di crisi economica non può far passare in secondo piano gli elementi etici, professionali e di qualità delle prestazioni rese dai medici e, in modo particolare, dai Medici Competenti nello svolgimento di una funzione tanto delicata e importante quale quella della tutela della Salute nei luoghi di lavoro. A contrasto di questo fenomeno, che negli ultimi mesi ha assunto dimensioni preoccupanti, nel richiamare tutte le istituzioni preposte a os- servare la massima vigilanza in merito per scoraggiare preventivamente simili comportamenti da parte di enti pubblici e privati, il GdL MeLC SIMLII invita tutti i Medici Competenti: a) a segnalare tempestivamente ai locali Ordini dei Medici e alla FNOMCeO eventuali simili bandi, in contrasto con la legge e con le norme deontologiche professionali; b) a sostenere tutte le azioni necessarie, a livello regionale e nazionale, per la cessazione di tali pratiche; c) qualora, nonostante tutto, siano indette gare al ribasso e si intenda partecipare, a non effettuare ribassi citando contestualmente le argomentazioni riassunte nel presente documento; d) a denunciare alla SIMLII, alle altre associazioni scientifiche e professionali del settore e alle autorità competenti le società di servizi e i medici che si prestano a tali pratiche scorrette; e) a segnalare agli Organi di Vigilanza territorialmente competenti gli incarichi assegnati a medici competenti con importi ribassati, ai fini della valutazione del pieno rispetto della normativa vigente e della qualità richiesta per l’espletamento dell’incarico assegnato; f) a segnalare agli Ordini dei medici e alla FNOMCeO il comportamento dei medici che accettano incarichi particolarmente ribassati, ai fini di valutare eventuali provvedimenti disciplinari per la violazione delle norme previste dal codice di deontologia medica con l’obiettivo di tutelare il decoro della professione e della stessa Disciplina di Medicina del Lavoro. 55 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 56 PEC ISCRITTI: È OBBLIGATORIA! Sono moltissimi gli Iscritti che ad oggi ancora non sanno che cosa sia questa PEC e tanto meno che è obbligatoria dal novembre 2009. Ad oggi solo il 16,7% degli iscritti all'Albo di Udine ha comunicato la propria PEC nonostante le ripetute informazioni che sono state date attraverso ogni canale disponibile. LA PEC È OBBLIGATORIA!!! Ecco una serie di FAQ che ci auguriamo possano chiarire qualche dubbio. Che cos'è la PEC? PEC è l'acronimo di Posta Elettronica Certificata. E' un sistema di "trasporto" di documenti informatici che presenta delle forti similitudini con il servizio di posta elettronica "tradizionale", cui però sono state aggiunte delle caratteristiche tali da fornire agli utenti la certezza, a valore legale, dell’invio e della consegna (o meno) dei messaggi e-mail al destinatario. A che cosa serve la PEC? La PEC può essere utilizzata per la trasmissione di tutti i tipi di informazioni e documenti in formato elettronico; consente di certificare l’invio, l’integrità e l’avvenuta consegna del messaggio scambiato tra il Gestore di PEC del mittente e quello del destinatario; ha lo stesso valore legale della tradizionale raccomandata con avviso di ricevimento (garantendo, quindi, l’opponibilità a terzi dell’avvenuta consegna). La PEC è in grado di garantire l’associazione fra il titolare del servizio e la relativa casella di posta elettronica certificata? Sì, in quanto il soggetto che intende richiedere un servizio di PEC deve presentare al Gestore, oltre alla richiesta di attivazione del servizio, anche un documento che attesti la sua identità diventando quindi titolare del servizio. OBBLIGHI PER I MEDICI E ODONTOIATRI ISCRITTI AD ALBI La PEC è obbligatoria per tutti i professionisti iscritti ad un albo professionale? Sì, l'obbligo decorre dal 29 novembre 2009 Per adempiere all'obbligo di legge è possibile utilizzare una casella PEC @postacertificata.gov.it ? La casella PEC @postacertificata.gov.it è stata introdotta con l'articolo 16 bis comma 5 della legge 2/2009, con la finalità di attribuire senza oneri una casella di PEC ai cittadini che ne facessero richiesta, ed è destinata esclusivamente alle comunicazioni tra 56 Pubblica Amministrazione e Cittadino, e viceversa. Da ciò ne consegue che i professionisti e le imprese, ai sensi della citata L. 2/2009 devono dotarsi unicamente di caselle PEC, ovvero di posta elettronica certificata “commerciale” o “ordinaria” fornite da gestori autorizzati (elenco disponibile all'indirizzo http://www.digitpa.gov.it/pec_elenco_gestori). Il professionista, per ragioni professionali, non può utilizzare una CECPAC (@postacertificata.gov.it) poiché non saranno efficaci le comunicazioni, anzi si troverà nell’impossibilità di comunicare. Del resto, questo aspetto è espressamente dichiarato dalla stessa DigitPA che ha reso disponibile questa risorsa: http://www.postacertificata.gov.it Devono dotarsi di PEC i Medici e Odontoiatri iscritti ai rispettivi Albi professionali anche se non svolgono alcuna attività professionale? Sì, l'obbligo è riferito ai Medici e Odontoiatri ISCRITTI indipendentemente dall'attività svolta La PEC deve essere comunicata all'Ordine di appartenenza? Sì, la normativa prevede che il professionista deve comunicare il proprio indirizzo PEC che l'Ordine registrerà in un apposito registro che potrà essere consultato dalle Pubbliche Amministrazioni registrate all'Indice delle Pubbliche Amministrazioni IPA http://www.indicepa.gov.it/ La PEC è obbligatoria anche per coloro che sono dipendenti delle pubbliche amministrazioni o di società? Sì, i professionisti, dipendenti delle PA o di società private, iscritti nei rispettivi albi o in apposite sezioni separate degli stessi, debbono dotarsi di una casella di PEC indipendentemente dal possesso di quella eventualmente fornita dal datore di lavoro. La PEC acquistata da un gestore autorizzato deve essere rinnovata annualmente? Ogni gestore offre contratti di acquisto di durata annuale o superiore. Alla scadenza del contratto sottoscritto è necessario provvedere al rinnovo presso il gestore. A cura di Silvana Cremaschi, Rachele Ceschia, Chiara Bertossi, Isabella Cubeddu, Laura Faleschini, Annalisa Poiana, i ragazzi del “Corridoio”, i genitori IL CORRIDOIO DEL GERVASUTTA La relazione tra gli utenti, i familiari e i professionisti è un aspetto cruciale dell’efficacia dei servizi. L’impegno della Azienda Sanitaria Medio Friuli nell’organizzazione dei Servizi per bambini e adolescenti fa riferimento ai modelli operativi che riconoscono come prioritaria la necessità di valorizzare e riconoscere la “risorsa famiglia” come partner attiva sia dei processi educativi/riabilitativi sia della progettazione delle politiche sociali e sanitarie, mettendo in atto strategie attive di “empowerment” e sostegno alla famiglia. Il modello concettuale dell’approccio di cura basato sulla famiglia si basa sulle seguenti ipotesi fondamentali che riguardano i rapporti tra i Servizi e le famiglie: i genitori conoscono i loro figli meglio di chiunque altro e vogliono il meglio per loro; ogni famiglia è diversa e unica; lo sviluppo ottimale del bambino avviene all’interno della famiglia e della comunità; il bambino risente dello stress e della percezione della situazione da parte dei familiari. Tale approccio porta a un cambiamento nell’organizzazione dei Servizi da un modello fondato sul passaggio dei “saperi” dall’esperto all’utente, verso modelli fondati sulla partnership, che riconoscono una complementarietà di conoscenza e di esperienza fra genitori e professionisti, con approcci più flessibili ed individualizzati. La pratica professionale viene così fondata sulla collaborazione tra professionisti, utenti e genitori; il tempo, l’ascolto, l’apertura e la discussione vengono impiegati affinché ragazzi, genitori e professionisti raggiungano un accordo sui bisogni e sulle azioni da compiere per migliorare la qualità della vita dei ragazzi e delle loro famiglie. Questo libro è testimone dei percorsi di cura messi in atto presso la SOC di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Azienda Sanitaria 4 Medio Friuli, secondo la “family-centered care”. cod. 552 - pag. 104 - € 10,00 RECENSIONI 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 57 MEDICINA INTERNA: Metodologia, Semeiotica, Fisiopatologia, Clinica, Terapia Medica Autore: Ettore Bartoli - Editore: Restless Architect of Human Possibilities sas. ISBN: 9788890438110. Pagine 830, Stampato a Genova - Ottobre 2010. Questo mio testo è contenuto nelle dimensioni, risultando meno della metà del testo più breve in auge, e sviluppa su ogni argomento una impostazione squisitamente clinica, volta alla valutazione al letto del malato, basata sui sintomi, la cui genesi viene ricostruita in senso fisiopatologico. Affronta le malattie tramite i meccanismi patogenetici, dai quali ricava il quadro clinico, e si focalizza schematicamente sulle scelte diagnostiche, e, ove possibile, su diagnosi differenziali estese a quadri clinici ampli, nei quali aiuta a discernere le diverse entità nosologiche con le armi del medico e di pochi esami di laboratorio e tecnologici, quelli oggi alla portata di molti o tutti. É dimensionato sul carico orario che grava sullo studente nelle diverse discipline. Lo studente sarà agevolato da un testo completo, ma sintetico, scritto da una sola mano e, quindi, coerente nelle varie parti, nel quale ritrova Metodologia, Fisiopatologia, descrizione clinica, Diagnosi e Terapia. Le singole discipline specialistiche d'organo trattate sono Nefrologia, Pneumologia, Cardiologia (inclusa la ECGfia), Immuno-Reumatologia. Ematologia, Oncologia, Coagulazione e Trombosi, Gastroenterologia, Endocrinologia, Metabolismo, Infettive, con cenni di attinenza internistica di Dermatologia, Neurologia, Geriatria, Psichiatria. Il testo è ora corredato di circa 4000 Quiz (su CD) che coprono tutte le discipline trattate, comprendenti 600 quiz su casi clinici che vanno considerati quiz di Clinica Medica (Medicina Interna). Dettaglio dei costi di acquisto: – costo del Manuale di Medicina Interna: 79,00 € (prezzo di copertina 129.00 €) – costo del CD di Quiz: 21,60 (18,00 € + 3,60 € IVA) – costo per l'acquisto di entrambi (pacchetto offerta): 79,00 € (79,00 + 10,00) – costo del CD contenente il libro ed i quiz: 29,00 € – costo del Manuale di Medicina Interna stampato su carta, del CD contenente il testo ed i Quiz: 99,00 € Le spese di spedizione sono: – pacco celere tracciabile con arrivo entro 1 giorno: 12,40 € – per l'acquisto del solo CD le spese di spedizione saranno di 1,50 € Il libro ed il CD possono essere acquistati con versamento su c/c di BancoPosta n° 49323207; ABI: 07601; CAB: 17200; CIN: M; (IBAN= IT59 M076 0117 2000 0004 9323 207) intestato a R.A.H.P. s.a.s., indicando nella causale il titolo del volume. Spedire, quindi, via e-mail i dati fiscali per la fatturazione, unitamente alla copia del pagamento. 57 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 58 CORSI • CONVEGNI • CONGRESSI Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Della Provincia di Udine DECISIONE ED ERRORE IN MEDICINA 11 MAGGIO 2013 SABATO 11 MAGGIO Sala Conferenze Ordine - Viale A. Diaz 30 - UDINE Oltreché a chi manca il colpo d’occhio non può veder molti né grandi rapporti, e chi non vede molti e grandi rapporti, erra per necessità bene spesso, con tutta la possibile esattezza. L’esattezza è buona per le parti, ma non per il tutto. (Giacomo Leopardi, Lo Zibaldone, p. 1853) L’errore in medicina è sempre esistito e sempre esisterà. L’errore non può prescindere dalla decisione e la decisione prevede la possibilità dell’errore. Per decidere occorre un metodo ma occorre altresì una libertà dentro il metodo altrimenti il rischio è quello di avere il medico eteroguidato. I metodi con i quali decidere sono molteplici e condizionati dagli attori, i c.d. stakeholder (portatori di interesse), sempre più numerosi e influenti nella sanità. Essi sono le persone, le società scientifiche, le aziende sanitarie, l’industria, la politica, i professionisti sanitari, i manager, i giuristi. È da escludere che tutti questi soggetti abbiano la stessa finalità. Parlare del metodo significa analizzare la logica e significa anche analizzare le tante proposte di metodo come le linee guida e il risk management. Una domanda che dovremmo porci è perché, se l’errore è sempre esistito, in italia è proprio dal 1994 che assistiamo al boom delle denunce medico legali? Il convegno si pone l’obiettivo di esaminare il concetto di errore e i metodi che tentano di porvi rimedio. Maurizio Rocco Nick Sandro Miranda Responsabili scientifici PROGRAMMA 9.00 Registrazione partecipanti e presentazione Seminario Maurizio Rocco e Nick Sandro Miranda 9.15 La natura ambigua dell’errore nel pensiero e nell’azione Tiziano Sguazzero 9.35 Lectio magistralis: Decisione ed errore Giacomo Delvecchio 10.30 Verso scelte più sagge in medicina? Sandra Vernero 10.50 Linee guida, protocolli operativi e raccomandazioni cliniche: stesura e loro applicazione. Francesco Scarparo 11.10 Coffee break 11.30 II risk management: identificazione, analisi, controllo del rischio clinico Paolo Andrian 11.50 Tavola rotonda 12.30 Conclusioni e test ECM Dott. Maurizio Rocco Dott. Nick Sandro Miranda RELATORI Segreteria Organizzativa ed ECM Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Della Provincia di Udine Viale A. Diaz 30 - UDINE Tel. 0432 504122 Fax 0432 506150 [email protected] Accreditamento richiesto presso la Commissione Regionale ECM F.V.G. cod. evento ORDMCOUD_37 Per Medici (Area Interdisciplinare) e Odontoiatri Scheda di iscrizione OBBLIGATORIA da inviare entro e non oltre il 2 maggio Massimo partecipanti 70 Obbligo di partecipazione al 100% delle ore previste Firme presenza entrata e uscita 58 Delvecchio Giacomo Pierangelo Dirigente Medico Dipartimento Programmazione Acquisto e Controllo ASL di Bergamo Sandra Vernero Dirigente Medico Staff Direzione Azienda USL di Bologna Cofondatore e Segretario Generale di Slow Medicine Paolo Andrian Direttore Struttura Complessa «Accreditamento e Qualità» ASS n. 6 Friuli Occidentale Tiziano Sguazzero Docente di Filosofia Membro Commissione Etica e Deontologia OMCeO Udine Francesco Scarparo Medico Chirurgo Odontoiatra Presidente C.I.C. 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 59 CORSI • CONVEGNI • CONGRESSI Convegno “DOLCE” ATTESA: ASPETTI GESTIONALI E TERAPEUTICI DELLA GRAVIDANZA COMPLICATA DA DIABETE 11 MAGGIO 2013 Auditorium Ospedale San Polo - Monfalcone Responsabili scientifici Carla Tortul - SOS Diabetologia ASS 2 Isontina Monfalcone-Gorizia Laura Tonutti - SOC Endocrinologia e Malattie del Metabolismo Azienda Ospedaliero-Universitaria “S. Maria della Misericordia” Udine Segreteria Organizzativa Meeting di Sara Zanazzi - Via Villalta 32 - 33100 Udine ITALY tel 0432-1790500 fax 0432-1790854 www.meetingsarazanazzi.it - [email protected] Sede Congressuale Auditorium San Polo OSPEDALE SAN POLO - MONFALCONE Via Galvani 1, 34074 - Monfalcone ISCRIZIONE Previo invio della scheda d'iscrizione compilata entro il 03.05.2013. La partecipazione al Convegno è gratuita e riservata ai primi 80 iscritti. ECM Il Congresso è stato accreditato presso il Ministero della Salute come da Programma Ministeriale di Educazione Continua in Medicina per le categorie: MEDICO, OSTETRICA, DIETISTA. Discipline: diabetologia, ginecologia-ostetricia, pediatria, neonatologia PROGRAMMA 08.30 08.45 Registrazione Apertura Congresso Tavola rotonda “I percorsi diagnostico terapeutici assistenziali nella gravidanza complicata da diabete” Moderatori: A. Lapolla, D. Marchesoni 09.00-10.00 Caso clinico di Diabete Gestazionale S. Agus, L. Driul, S. Del Torre 10.00-11.00 Caso clinico di Diabete tipo 2 in gravidanza. B. Brunato, C. Milocco, G. Panusa 11.00-11.30 Coffee break 11.30-11.50 Il PDTA diabetologico del GDM - L .Tonutti 11.50-12.10 Il PDTA del DM 1 e il DM 2 - C. Tortul 12.10-12.30 Il PDTA ostetrico - S. Alberico 12.30-12.50 Il PDTA neonatologico pediatrico - G. Paviotti 12.50-13.30 Discussione 13.30-14.30 Lunch Moderatori: S. Alberico, L. Tonutti 14.30-15.00 Obiettivi metabolici in gravidanza - G. Zanette 15.00-15.30 Monitoraggio glicemico: tradizione e innovazione M.G. Dalfrà 15.30-16.00 Highlight nel trattamento del diabete in gravidanza. A. Lapolla 16.00-16.30 Take home message - C. Tortul 16.30 Compilazione Questionario ECM. Congresso LA GESTIONE DEL PAZIENTE ANZIANO CON FRATTURE DA FRAGILITA UDINE 27 APRILE 2013 Presidente del Congresso Araldo Causero Direttore Clinica di Ortopedia Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine Segreteria Scientifica Maurizio Rocco Presidente OMceO Udine Carlo Moreschi Responsabile Sezione Medicina Legale Dip. Scienze Mediche e Biologiche Università di Udine Renato Gisonni Clinica di Ortopedia Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine Segreteria Organizzativa Meeting di Sara Zanazzi Via Villalta 32 - 33100 Udine tel 0432-1790500 fax 0432-1790854 www.meetingsarazanazzi.it e-mail [email protected] Sede Congressuale Hotel “Là di Moret” Via Tricesimo, 276 - 33100 Udine Tel./Fax +39 0432.545096 www.ladimoret.it Iscrizione Previo invio della scheda d’iscrizione compilata entro il 20 aprile 2013. La partecipazione al Corso è gratuita e riservata ai primi 120 iscritti. ECM Sono stati richiesti i crediti per il Programma Ministeriale di Educazione Continua in Medicina per le categorie: Medici - Infermieri Discipline: Ortopedia, Medicina legale, Medicina generale Per l’ottenimento dei crediti ECM tutti gli aventi diritto dovranno compilare integralmente la documentazione che verrà loro fornita in sede congressuale, partecipare al 100% delle ore formative, rispondere correttamente ad almeno il 75% delle domande del test di apprendimento ECM e riconsegnare il materiale alla segreteria organizzativa. 59 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 60 CORSI • CONVEGNI • CONGRESSI Società Italiana di Medicina delle Migrazioni S.I.M.M. Gruppo Immigrazione Salute del Friuli Venezia Giulia GrIS Fvg INCONTRI DI AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE presso la sede dell'Ordine dei Medici della Provincia di Udine (g.c.) via Diaz 30 UDINE Mercoledì 20 febbraio Venerdì 22 marzo Venerdì 12 aprile Venerdì 17 maggio Mercoledì 5 giugno h. 16.30 h. 16.45 h. 16.45 h. 16.45 h. 17.00 Presentazione Accordo “Stato – Regioni” sull’assistenza ai cittadini immigrati stranieri e comunitari “ Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera” Questo accordo è uno strumento prezioso perché nessuno sia escluso dai percorsi assistenziali in un'ottica di equità e giustizia sociale (S.G.). Valentina Brussi Buone pratiche, criticità, lavoro di rete nella accoglienza in Friuli dei profughi Chiara Paccagnella Il CIElo non è azzurro per tutti: sui CIE e sull'esperienza di Gradisca d'Isonzo Marina Toneatto La fatica di essere donna: il percepito delle donne in età lavorativa Claudia Gandolfi La tutela della salute delle donne immigrate assistenti familiari Presentazione tesi master MEMP Presentazione tesi master MEMP Presentazione tesi master MEMP Rosalia Da Riol La circoncisione rituale maschile MariaFrancesca Zamaro Immigrati in pronto soccorso: quali percezioni, quali problematiche Toni Peratoner Analisi dei determinanti sociali di salute attraverso la griglia interpretativa della decrescita Presentazione tesi master MEMP Emilio Alari L'esperienza di Lampedusa fra accoglienza ed emergenza La partecipazione agli incontri è libera e gratuita. Al termine di ogni incontro sarà dedicato un breve spazio ad informazioni di aggiornamento sulle problematiche burocratico-amministrative e tecnico-scientifiche dell'assistenza sanitaria ai migranti. Gli incontri si concluderanno entro le ore 19.00. La serie di incontri promossi dal Gris Fvg presso la sede dell'Ordine dei medici-chirurghi ed odontoiatri della provincia di Udine, che ringraziamo per la costante attenzione e disponibilità per le nostre iniziative, prende avvio mercoledì 20 febbraio alle 16.30 con la presentazione dell'accordo “Stato –Regioni” sull’assistenza ai cittadini immigrati stranieri e comunitari “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera”. Partendo dall’illustrazione dei punti più significativi del documento e riprendendo i commenti espressi dalla SIMM, sarà dato spazio agli approfondimenti e in particolare ai percorsi specifici previsti in regione con le opportune indicazioni tecniche e pratiche grazie anche alla partecipazione della dott.ssa Bulfone e del dott. Commisso che hanno seguito la elaborazione e la stesura dei documenti in questione. Gli incontri successivi vogliono offrire occasioni di approfondimento e di aggiornamento culturale e scientifico su alcuni argomenti di medicina sociale, nell'ottica di un approccio transculturale e multidisciplinare, partendo dalle tesi che, in quest'ultimo decennio molti operatori sanitari della nostra regione hanno elaborato con ricerche sul campo, frequentando le cinque edizioni del master biennale MEMP, il primo realizzato in Italia sul tema degli aspetti medici e sociosanitari dell'assistenza agli immigrati, agli emarginati ed in genere a tutti coloro che soffrono di traumi sociali. Il Master MEMP, rivolto fondamentalmente a medici, infermieri, ostetriche, farmacisti, psicologi, assistenti sociali, mediatori, affronta gli aspetti medico-sociali, sociosanitari e politico-normativo dell’assistenza a tutti coloro che soffrono di traumi sociali, per approfondire tutta quella sfera della patologia in cui la noxa eziologica è la povertà, la discriminazione, la lesione sociale, il pregiudizio 60 culturale, con particolare attenzione alla salute degli immigrati e alle questioni di salute globale. Il Master MEMP promosso dalla Fondazione Idente di Studi e di Ricerca, dalla Caritas Diocesana di Roma, dal Rielo Institute for Integral Development e dalla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni SIMM si propone di fornire: • strumenti conoscitivi • strumenti metodologici • competenza relazionale • competenza clinico-scientifica ad operatori che nel campo della salute e della promozione sociosanitaria sono impegnati nell'affrontare le problematiche di • diseguaglianza • diversità • mancanza di visibilità ufficiale dei bisogni dei gruppi umani migranti, emarginati e poveri. La partecipazione agli incontri è libera e gratuita. Al termine di ogni incontro sarà dedicato un breve spazio ad informazioni di aggiornamento sulle problematiche burocratico-amministrative e tecnico-scientifiche dell'assistenza sanitaria ai migranti. Gli incontri si concluderanno entro le ore 19.00. Durante tutti gli incontri sarà possibile aderire o rinnovare la iscrizione sia al GrIS Fvg sia alla S.I.M.M. Al termine del primo incontro di mercoledì 20 febbraio verso le ore 18.30 dedicheremo mezzora alla definizione del rinnovo dell'organizzzazione del gruppo immigrazione salute del friuli venezia giulia (GrIS Fvg) secondo i criteri indicati dai nuovi Statuto e Regolamento della S.I.M.M. www.simmweb.it 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 61 CORSI • CONVEGNI • IL SENTIMENTO DEVIANTE: DALL'AMORE SBAGLIATO ALLE RELAZIONI VIOLENTE 19 APRILE 2013 CLINICA PSICHIATRICA (Direttore: prof. M. Balestrieri) VII Corso di formazione in psichiatria e psicopatologia forense Organizzazione scientifica: prof. M. Balestrieri - dott. C. Barbagallo - dott.ssa R. Ciano Clinica Psichiatrica AOU UD - tel. 0432/553284 Per informazioni ed iscrizioni: Funzione di Staff Formazione Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine – Tel. 0432.554245-554385 Il corso, che si svolgerà nel periodo da aprile a novembre 2013, prevede la richiesta di accreditamento ECM ed è riservato alle figure professionali di: medico psichiatra, medico legale, psicologo, infermiere con mansioni di dirigenza. Verranno ammessi al Corso 45 iscritti. Cinque posti sono riservati ad altrettanti magistrati, avvocati o praticandi del Tribunale di Udine (è in corso richiesta accreditamento all’Ordine). La partecipazione è gratuita per gli specializzandi della clinica psichiatrica AOU UD. Il costo di iscrizione al Corso è di Euro 100,00 + IVA se dovuta. È stato richiesto il patrocinio all’Ordine dei Medici e Ordine degli Avvocati di Udine. Sede degli incontri: aule didattiche del padiglione ‘Tullio dell’Università di Udine (via Colugna). Orario: di norma il venerdì, dalle 14.00 alle 18.00 CONGRESSI 5° modulo: 27 settembre 2013 dalle 14.00 alle 18.00 Il comportamento violento e le reazioni patologiche nei luoghi della cura dott. Mario Novello, psichiatria - Trieste dott. Maurizio Rocco, presidente Ordine dei Medici di Udine 6° modulo: 4 ottobre 2013 dalle 14.00 alle 18.00 Criminologia e reati intrafamiliari. Uxoricidio, maltrattamenti in famiglia, parricidio in chiave: A) psichiatrico forense: dott. Corrado Barbagallo, dirigente medico Clinica psichiatrica AOU UD B) giuridica: dott. Paolo Alessio Vernì, giudice presso il Tribunale penale di Udine 7° modulo 25 ottobre 2013 dalle 14.00 alle 18.00 Mass-media e reati familiari: un servizio per la gente o una difesa collettiva? prof.ssa Marina D’Amato, ordinario di Sociologia - Università di RomaTre prof. Matteo Balestrieri, direttore Clinica Psichiatrica AOU UD 8° modulo: 8 novembre 2013 dalle 14.00 alle 18.00 Tavola rotonda. Il diritto di capire e il dovere di amare. Incapacità naturale e circonvenzione di incapace nel soggetto psichiatrico e disabile dopo la riforma assistenziale dott. Claudio Cerroni, consigliere della Corte d’Appello di Trieste dott.ssa Gloria Carlesso, consigliere della Corte d’Appello di Trieste dott. Corrado Barbagallo, dirigente medico - Clinica Psichiatrica AOU UD (metodologia e problemi della CTU nell’incapacità naturale) 1° modulo: 19 aprile 2013 dalle 14:00 alle 18:00 Presentazione del corso prof. Matteo Balestrieri, direttore Clinica Psichiatria AOU UD dott.ssa Rossana Ciano, dirigente medico Clinica Psichiatria AOU UD Il troppo amore e l’amore sbagliato: dinamiche di coppia, familiari, generazionali. Principali situazioni violente ad esordio relazionalifamiliare. Violenza familiare, sentimenti e psicopatologia dott.ssa Maria Luisa Drigo, psichiatra e psicoterapeuta - Trento dott.ssa Jones de Luca, psicoanalista - Padova 2° modulo: 24 maggio 2013 dalle 14:00 alle 18:00 Scuola, allievi, insegnanti e genitori: bullismo, emarginazione, mobbing, violenza ed internet addiction dott.ssa Antonella Gritti, associato di Neuropsichiatria infantile Università di Napoli dott.ssa Gloria Aita, dirigente scolastico IC Tavagnacco - Udine dott.ssa Ester Iannis, dirigente scolastico ISIS A. Malignani - Udine (cortese partecipazione al dibattito) 3° modulo: 14 giugno 2013 dalle 14:00 alle 18:00 I problemi del controtrasfert: dal cosiddetto ‘sexual harassment’ ai disturbi dell’identità sessuale dott. Andrea Grosz, psicoanalista - Venezia dott.ssa Laura Scati, psicologa - psicoterapeuta referente C.E.D.I.G. Trieste 4° modulo: 13 settembre 2013 dalle 14.00 alle 18.00 Violenza sessuale e stalking: Aspetti medico legali, psichiatrico forensi e giudiziari dott. Carlo Moreschi, Medico legale AOU UD cap. Fabio Pasquariello, comandante nucleo investigativo - comando provinciale dei Carabinieri di Udine SEDAZIONE PROFONDA DA PARTE DEI NON ANESTESISTI 4 MAGGIO 2013 - ROSAZZO (UD) RESPONSABILE SCIENTIFICO E SEGRETERIA SCIENTIFICA Dott. Piero Brosolo Responsabile della S.O.S.D. di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva ASS 3 "Alto Friuli" SEGRETERIA ORGANIZZATIVA E PROVIDER ECM 1994 md studio congressi Snc Via Roma, 8 – 33100 UDINE Tel.: 0432 227673 – Fax: 0432 507533 E-mail: [email protected] Il programma e la scheda di iscrizione sono reperibili sul sito: www.mdstudiocongressi.com ECM 1994 - 57325 Il Convegno è inserito nel Programma di Educazione Continua in Medicina per: 70 Medici Chirurghi. Discipline mediche di riferimento: Gastroenterologia, Cardiologia, Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza, Anestesia e rianimazione, Pediatria. ORE FORMAZIONE: 5 – CREDITI FORMATIVI: 5 SEDE DELL’EVENTO Abbazia di Rosazzo - Piazza Abbazia, 5 - Loc. Rosazzo 33044 MANZANO (UD) 61 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 62 CORSI • • CONGRESSI "Chirurgia plastica & friends" la collaborazione Centro Nazionale Malattie Rare presso l’Istituto Superiore di Sanità (Roma) RIUNIONE ANNUALE INTERNATIONAL SUMMER SCHOOL “CLINICAL PRACTICE GUIDELINES ON RARE DISEASES” 14-15 GIUGNO 2013 - PARMA Gruppo Triveneto - Emiliano Romagnolo di Chirurgia Plastica PRESIDENTE Edoardo Caleffi Direttore U.O.C.Chirurgia Plastica e Centro Ustioni Dipartimento Chirurgico - Azienda Ospedaliero - Universitaria di Parma [email protected] COORDINATORI SCIENTIFICI Silvia Ricci - Antonio di Castri Michele Pio Grieco U.O.C. Chirurgia Plastica e Centro Ustioni Dipartimento Chirurgico - Azienda Ospedaliero - Universitaria di Parma [email protected] [email protected] [email protected] SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Meeting di Sara Zanazzi Via Villalta, 32 - 33100 Udine Tel.+39 0432 1790500 Fax +39 0432 1790854 www.meetingsarazanazzi.it e-mail: [email protected] VENERDÌ - Mattino 09.00 Registrazione partecipanti 09.15 BENVENUTO APERTURA DEI LAVORI 09.30 SESSIONE INAUGURALE: Testa e collo Traumatologia e chirurgia ricostruttiva dell'estremo cefalico Trattamento delle lesioni nervose dell'estremo cefalico Epitesi nasali, auricolari e facciali Ruolo del chirurgo plastico nel trattamento delle lacune della teca cranica 10.30-11.00 Discussione 11.00-11.15 COFFEE BREAK 11.15 SESSIONE MATTUTINA: Torace e addome Protesi in poliuretano: pro e contro Tuberous breast: tecniche a confronto Ricostruzione mammaria post radioterapia: cosa è meglio? Esiti di obesità: approccio multidisciplinare Chirurgia ricostruttiva della parete addominale: mezzi di sintesi e protesi 12.15-12.45 Discussione 12.45-14.00 PRANZO VENERDÌ - Pomeriggio 14:00 SESSIONE POMERIDIANA: Miscellanea Melanoma maligno: dalla diagnosi al linfonodo sentinella, all'elettrochemioterapia 62 CONVEGNI Ricostruzione dei genitali esterni e pavimento pelvico Laser terapia per il trattamento degli angiomi e MAV: nuove possibilità applicative 15:00-15:30 Discussione 15:30-15:45 COFFEE BREAK 15:45 TAVOLA ROTONDA TERAPIA A PRESSIONE NEGATIVA • Stato dell’arte regionale • La legislazione attuale 16:30 SESSIONE CENTRALE: Arti Perdite di sostanza degli arti inferiori: lembi microchirurgici versus trattamenti conservativi • presidi • sostituti cutanei • bioingegneria Piede diabetico: trattamento conservativo al salvataggio d'arto Trattamenti avanzati: indicazioni e controindicazioni nel trattamento delle ulcere 17:30 - 18:00 Discussione 18:00 CHIUSURA DEI LAVORI 20:00 CENA SOCIALE Premiazione vincitore concorso “giovani chirurghi” SABATO - Mattino 08:30 SESSIONE D’APERTURA: Medicina estetica Estetica del sorriso Utilizzo off-label della tossina botulinica Fili di sospensione: pro e contro 9:30-10:00 Discussione 10:00 SESSIONE SPECIALE: La collaborazione nei “trattamenti non chirurgici” Ruolo della psicologia Trattamenti riabilitativi fisioterapici Assistenza infermieristica 11:00-11:30 Discussione 11:30-11:45 COFFEE BREAK 11:45 SESSIONE DI CHIUSURA: Chirurgia estetica Tecniche a confronto nel ringiovanimento del volto Lipostruttura del volto Estetica del transessualismo Estetica della calvizie 12:35-13:00 Discussione 13:00 Compilazione ECM CHIUSURA DEI LAVORI 8-12 LUGLIO 2013 DESCRIPTION The course will take the participants through the development process of clinical practice guidelines. It does this by providing the basics of clinical practice guideline and evidence synthesis approaches. The following topics will be covered: • Identify key clinical issues to be included (scope) • Develop review questions using PICO and planning the systematic review • Identify evidence: formulating, executing and documenting a search strategy • Assess the quality of relevant studies, summarize and interpret the body of evidence to make recommendations • Obtain formal consensus in the absence of evidence (Delphi-like method) • Appraise synthesis documents: guidelines and systematic reviews. The course format consists of brief presentations followed by individual or small group exercises. LANGUAGE The official language will be English. ELIGIBILITY REQUIREMENTS To apply for the course you should meet all the following requirements:br] – be involved or you are about to be involved in the development process of a clinical practice guideline for a rare disease or in the definition of programmes dedicated to clinical practice guidelines on rare diseases; – be a graduate or have successfully completed a professional training course; – have experience in a health-related field; – have a basic knowledge of Epidemiology; and – have a good command of English. Applications will be reviewed to determine whether you meet the eligibility requirements for admission. Applications not accompanied by a CV or not duly filled or readily comprehensible will be excluded. A geographical distribution of the participants will also taken into account in the selection process. Please note that places on the course are limited. A maximum number of 30 participants will be admitted, including 5 places reserved for representatives of patient associations. HOW TO APPLY The application form can be downloaded from www.iss.it/cnmr. It should be duly filled, signed and sent together with a current CV by email to [email protected]. All applicants should return the application form together with a current CV no later than April 21, 2013. A confirmation of admittance will be sent by email only to the accepted applicants within May 2, 2013. Methods of Assessment There will be no formal examination. A Certificate of Attendance will be awarded only to those completing the full course. HOW MUCH WILL IT COST? The course is available free of charge. Please take note that the Italian National Institute of Health will provide refreshments (tea, coffee and biscuits) and lunch but will not pay for travel and accommodation expenses. IMPORTANT DATES • 8-12 July 2013 day course • 11 March 2013 application is open • 21 April 2013 deadline for application submission • 2 May 2013 confirmation of admittance 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 63 CORSI • CONVEGNI • CONGRESSI Azienda Sanitaria N. 3 “Alto Friuli” Unità Operativa di Medicina Generale Ospedale Sant’Antonio Tolmezzo Direttore: Dott. Vito Di Piazza 14° CONVEGNO DI MEDICINA INTERNA DELL’ALTO FRIULI SABATO 5 OTTOBRE 2013 SALA CONGRESSI AUDITORIUM COMUNALE “L. CANDONI” VIA XXV APRILE - TOLMEZZO Con il patrocinio di: Azienda Sanitaria N.3 “Alto Friuli” Università degli Studi di Udine Ordine dei Medici ed Odontoiatri della Provincia di Udine Società Medica del Friuli F.A.D.O.I. – F.V.G. Città di Tolmezzo Presidente del Convegno Dott. Vito Di Piazza Segreteria scientifica dott. Vito Di Piazza dott. Paolo Agostinis dott.ssa Paola Bardus dott. ssa Nadia Durigon dott. Alberto Pagotto dott.ssa Cristina Quaglio dott.ssa Liana Domenis 0433-488386 0433-488374 0433-488442 0433/488374 0433/488435 0433/488376 0433/488422 Segreteria -organizzativa Deotto Michelina 0433-488435 Candoni Laura 0433-488389 Piller Roner Sonia 0433-488601 e-mail [email protected] - FAX 0433/488435 Ore 8.30 Saluto della Autorità I^ SESSIONE Moderatori: Prof. A. Baritussio - Clinica Medica III^ Università degli Studi di Padova Dott. V. Di Piazza - Direttore S.O.C Medicina Interna Ospedale Sant’ Antonio-Tolmezzo(Ud) Ore 9.00 Ore 9.40 NUOVE PATOLOGIE INFETTIVE IN MEDICINA INTERNA: LE INFEZIONI FUNGINEE CLINICA, DIAGNOSI, TERAPIA Dott. M. Bassetti - Direttore Clinica di Malattie Infettive Università di Udine L’INTERESSAMENTO POLMONARE NELLE PRINCIPALI MALATTIE REUMATICHE CLINICA, DIAGNOSI, TERAPIA Prof. G. Ferraccioli - Direttore Clinica di Reumatologia Università Cattolica Policlinico Gemelli - Roma II^ SESSIONE Moderatori: Prof. L. Cattin - Direttore S.O.C. III^ Medica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Trieste Dott. G. Soardo - Clinica Medica Azienda Ospedaliero-Universitaria Udine Ore 11.10 UNA PATOLOGIA EMERGENTE: LA SINDROME IgG4 QUADRI CLINICI, DIAGNOSI,TERAPIE Prof. N. PIPITONE - Clinica Reumatologica Reggio Emilia Ore 11.45 I LINFOMI MALIGNI QUADRI CLINICO-PATOLOGICI Prof. U. Magrini - Università di Pavia Ore 12.30 DISCUSSIONE Ore 13.15 LUNCH III^ SESSIONE Moderatori: Dott. V. Moretti - Presidente FADOI-FVG Dott. A. Di Chiara - Direttore Cardiologia Azienda Sanitaria N. 3 “Alto Friuli” Ore 14.30 PROGRESSI NEL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO. COME METTERLI IN PRATICA IN MEDICINA INTERNA Prof. G. Sinagra - Direttore S.O.C. Cardiologia Azienda Ospedaliero-Universitaria di Trieste Ore15.10 Il RUOLO DELL’ECOGRAFIA POLMONARE NELLA DIAGNOSI DEL PAZIENTE CON DISPNEA Dott. R. Copetti Direttore S.O.C. PS- Medicina d’Urgenza Ospedale di Latisana Ore 15.40 DISCUSSIONE Ore 10.15 DISCUSSIONE Ore 16.00 PRESENTAZIONE E DISCUSSIONE DI CASI CLINICI Ore 10.45 COFFEE BREAK Ore 17.00 CONCLUSIONI 63 10598_MEDICI_1_13_Layout 1 10/04/13 13.59 Pagina 64 PREM I O MAICO 1981-1999 1937-1981 CIT TA’ DI TR IESTE IMPORTANTI RICONOSCIMENTI 1978-2000 1980-2000 2001 2010 MEDAGLIA D’ORO DI BENEMERENZA Prove Gratuite dell’Udito La più grande organizzazione della regione al servizio dei deboli di udito SORDITÀ Professionalità ed efficenza al tuo servizio per sentire bene a Nuov ra tu aper UDINE Piazza XX Settembre, 24 - Tel. 0432 25463 LATISANA Via Vendramin, 58 - Tel. 0431 513146 dal lunedì al sabato ore 8.30-12.30 – 15.00-19.00 dal lunedì al venerdì ore 9.00-13.00 pomeriggio solo su appuntamento TOLMEZZO CODROIPO Via Matteotti, 19/a - Tel. 0433 41956 dal lunedì al venerdì ore 9.00-12.30 – 14.00-18.00 Via IV Novembre, 11 - Tel. 0432 900839 dal martedì al venerdì ore 9.00-12.30