Mercoledì, 14
settembre 2011
PRIMA
COLONNA
di Ivo Vidotto
Niente più
come prima
LA VOCE
DEL POPOLO
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Non ci crederete, ma l’estate sta
finendo, anche se le condizioni del
tempo non danno ancora a intendere che forse sarebbe il caso di prepararsi per l’autunno. E cosa dovrebbe
portare l’autunno, a parte un abbassamento delle temperature e le solite
piogge? Certamente una ripresa delle attività interrotte prima dell’inizio
della stagione delle vacanze, quando giocoforza i ritmi lavorativi non
possono essere tanto serrati. L’estate, però, non è stata per tutti sinonimo di vacanza e di riposo. Al terminal
container in Brajdica, ad esempio, si
è avuta addirittura l’impressione che
con l’aumento delle temperature sia
aumentato anche il lavoro, constatazione che non è lontana dalla realtà.
Infatti, dal momento in cui il gruppo terminalistico filippino ICTSI ha
rilevato il pacchetto di maggioranza
del terminal fiumano, “niente potrà
essere più come prima”. È il giudizio
di Bojan Hlača, presidente della Port
Authority di Fiume, sulla situazione
attuale dopo il cambio di proprietà e
anche alla luce dei grossi investimenti
in corso per aumentare la capacità ricettiva dello scalo.
Sull’argomento abbiamo sentito anche il nuovo direttore esecutivo, Antonio Passaro, il quale aveva
annunciato fin dal suo arrivo nel capoluogo quarnerino l’intenzione di
introdurre, oltre a nuovi macchinari
e tecnologie, anche nuove metodologie di lavoro, operazione per la quale
ha incontrato anche qualche ostacolo
o reticenza, ma che alla fine comincia
a dare i suoi frutti. Tutti i temi trattati con Antonio Passaro cominciano e
finiscono con la stessa parola: intermodalità. Una parola magica con la
quale si intende un modo di viaggiare in cui si integrano vari sistemi di
trasporto, ossia la possibilità di uso
combinato di diverse modalità o vettori di trasporto. È questa la grande
scommessa di Passaro, non l’arrivo a
Fiume, che secondo lui è frutto di una
decisione presa nella convinzione che
il capoluogo quarnerino abbia potenzialità enormi e che il terminal container raggiungerà nei prossimi anni livelli di efficienza e produttività finora
impensabili.
In qualità di partner strategico,
la ICTSI investirà nella tecnologia e
nei macchinari, ma tutto dipenderà
dall’andamento dei lavori di ampliamento del terminal, che vengono attuati, nell’ambito del progetto “Fiume
Gateway”, grazie a un finanziamento
agevolato della Banca mondiale, che
ha ricnosciuto a Fiume la bontà del
progetto e l’impatto positivo che potrà
avere sulla popolazione, anche in termini di occupazione, una volta realizzato. Antonio Passaro ha manifestato
qualche dubbio sulla possibilità che la
nuova banchina operativa possa essere
pronta per il febbraio del 2013, mentre
gli investitori sostengono che i termini
saranno rispettati. Sia come sia, “niente potrà essere più come prima”.
In questo numero presentiamo anche un resoconto del capitano portuale di Fiume, Darko Glažar, sulle questioni riguardanti la sicurezza in mare
durante la stagione turistica e sull’inquinamento del mare, ma riprendiamo pure un tema di scottante attualità
e che coinvolge, in un modo o nell’altro, l’intera umanità: la pirateria!
Ogni anno l’IMO, l’organizzazione
marittima mondiale, celebra nell’ultima settimana di settembre, la giornata
marittima mondiale, che quest’anno
sarà dedicata proprio alla pirateria,
nel tentativo di richiamare l’attenzione dei governi per organizzare una
risposta a questo fenomeno che, particolarmente nell’Oceano Indiano, è diventato una conferma dell’impotenza
civile dell’umanità.
Se la mia barca sprofondò nel mare,
Se incontrò le tempeste,
Se ad isole incantate drizzò docili vele,
Quale mistico ormeggio quest’oggi la trattiene,
a cerca il mio sguardo vagando sulla baia.
Emily Dickinson
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Mercoledì, 14 settembre 2011
VIVERE IL MARE Bilancio della stagione turistica con il responsabile della Capitaneria
«La salute del mare e la sicurezza
S
di Ivana Precetti
e non ci fosse stato il tragico incidente avvenuto nella buia notte del 25
agosto scorso nella baia di Preluca, quando un motoscafo ha
speronato una minuscola barca
di legno, peraltro senza le segnalazioni luminose, il bilancio dell’estate che stiamo per lasciarci alle spalle potrebbe definirsi più che positivo. Protagonisti della collisione di Preluca
sono stati quattro giovani di Fiume, uno dei quali, il 28.enne
Adrian Kvesić “Čunga“, finito in acqua in seguito all’urto,
non è stato ancora ritrovato. La
stagione turistica nella Regione
litoraneo-montana è trascorsa
quest’anno in quasi totale tranquillità, con pochissimi interventi in mare da parte degli organi della sicurezza i quali, oltre
alle attività di ordinaria amministrazione, hanno avuto un’estate
senza scossoni e senza interventi memorabili. Un sollievo dopo
le ultime stagioni calde in cui il
lavoro, anche duro, non è mancato.
ko Glažar, durante un’intervista
che gli abbiamo fatto nei giorni
scorsi proprio per tirare un bilancio della stagione turistica. “Possiamo ritenerci più che soddisfatti di come è trascorsa l’estate: a
parte l’ultima disgrazia che ha
visto protagonisti quattro ragazzi di cui uno è tuttora dato per
disperso, non ci sono stati incidenti di maggior rilievo e nemmeno casi di inquinamento del
mare. Oltre alle nostre regolari
azioni, negli ultimi tre mesi abbiamo effettuato un significativo
numero di controlli e perlustrazioni mirate, innanzitutto a scopo preventivo. L’ultima stagione
turistica ha avuto pertanto grande
successo ed è riuscita a superare i già soddisfacenti risultati del
2010 – ha esordito Glažar –. Per
rendere meglio l’idea, mi affiderei ai numeri partendo da gennaio di quest’anno. In otto mesi di
attività, le nostre squadre hanno
trascorso più di 600 ore in mare
e percorso più di 3.200 miglia
nautiche. Sono state sottoposte
a controllo 271 imbarcazioni di
cui 202 nostrane e 69 straniere,
L’importanza
ma anche 11 gruppi di sommozdella prevenzione zatori che avevano fatto richiesta di immersione. I nostri team
Ne ha parlato, con eviden- hanno eseguito 233 ispezioni sul
te soddisfazione, il responsa- Demanio marittimo, preso parte a
bile della Capitaneria di por- 16 azioni di pulizia del mare in
to di Fiume, il capitano Dar- seguito a inquinamenti di minor
portata, multato 27 diportisti (13
nostrani e 14 stranieri) per violazione del Codice marittimo e portato in salvo 14 persone (6 imbarcazioni) che risultavano disperse
dopo un’avaria”.
Anche la polizia fa la sua parte importante nelle operazioni di controllo
Le squadre della “Dezinsekcija” sono sempre pronte a intervenire in caso di inquinamento del mare
Diportisti
in continuo aumento
La fiducia
dei naviganti
oltre alla nostra presenza in mare,
visibile a tutti, che dà una certa sicurezza ai naviganti, le nostre attività preventive includono la distribuzione di opuscoli informativi.
La parte che riguarda le aree off limits e i divieti di navigazione, viene stampata in collaborazione con
l’Istituto idrografico di Spalato che
ci fornisce le carte nautiche delle
aree interessate. La risposta che ci
arriva è più che positiva, soprattutto per quanto concerne i diportisti
austriaci e tedeschi, i più numerosi, i quali manifestano apertamente la propria soddisfazione per la
nostra presenza in mare. La fiducia
è tutto, ne siamo consapevoli e se
i nostri ospiti si sentono sicuri nelle nostre acque, vuol dire che abbiamo raggiunto il nostro obiettivo principale. È uno stimolo in più
per migliorare ulteriormente. Le
nostre azioni e quelle della polizia marittima vengono coordinate
dal Centro nazionale per la ricerca
e il salvataggio in mare (il numero verde è 9155), alle quali, come
nell’ultimo triste caso di Preluca,
possono partecipare anche privati
cittadini, familiari e amici dei dispersi”.
“Quest’anno abbiamo rilasciato 13.855 permessi di navigazione,
che in confronto ai 13.700 dell’anno scorso, equivalgono a un incremento di quasi l’1,5 per cento.
Come ho accennato prima, lavoriamo molto sulla prevenzione e,
Gli interventi della Capitaneria
di porto riguardano in gran parte
i casi di inquinamento del mare.
“È un fattore di capitale impor-
“Questi controlli, aggiunti a
quelli effettuati nel corso dell’anno da tutte le 19 succursali della nostra Capitaneria di porto che
operano nel comprensorio della Regione, dovrebbero superare
entro la fine di dicembre le 3mila
unità. Le ispezioni includono sia le
piccole imbarcazioni che le navi.
Per avere un quadro completo, bisogna includere in queste statistiche anche i controlli della Polizia
marittima, che vigilano in maniera particolare sul comportamento dei diportisti e sul rispetto delle
disposizioni del Codice di navigazione. Come vedete, la sicurezza è
al primo posto e non si può lasciare nulla al caso”, ha proseguito il
capitano Glažar, aggiungendo che
di anno in anno, a conferma del
buon funzionamento delle istituzioni addette al Demanio marittimo, cresce anche il numero dei diportisti che transitano nelle nostre
acque.
Inquinamento: non
si lascia nulla al caso
mare 3
Mercoledì, 14 settembre 2011
di porto di Fiume, capitano Darko Glažar
sono sempre al primo posto»
Una delle esercitazioni organizzate dal Centro operativo regionale
tanza – ha puntualizzato il capitano Glažar –. In questo contesto
collaboriamo strettamente con la
Regione, in seno alla quale opera da anni il Centro operativo regionale per i casi di inquinamento, del quale sono comandante. Le
cose sono migliorate notevolmente a partire dal 2009, con l’entrata in vigore delle modifiche sulla Legge sul Demanio marittimo.
Oggi il Centro operativo interviene autonomamente in caso di inquinamenti fino a 2mila metri cubi
di sostanza inquinante riversata, a
differenza dei 50 di prima. In caso
di inquinamenti di più ampia portata, interviene il Centro operativo
a livello nazionale. Il nostro centro copre il territorio di competenza di quattro Regioni: litoraneomontana, istriana, di Segna e della
Lika e di Zara, mentre il resto della costa è di competenza del Centro operativo di Spalato. Anche in
questo contesto lavoriamo molto sulla prevenzione e se prima si
aspettava che qualcosa succedesse
e si usciva soltanto a inquinamento avvenuto, ora non si lascia nulla al caso e si cerca di prevenire ed
evitare inquinamenti del mare”.
Il «grande fratello»
vede tutto...
“Essere informati – ha proseguito il responsabile della Capitaneria di porto di Fiume – è importantissimo, per cui anche in questo
caso, durante i controlli alle imbarcazioni, vengono distribuite cartine utili per la navigazione, contenenti anche alcune regole alle
quali ogni navigante coscienzioso
dovrebbe attenersi. In questo momento, in Croazia ci sono 105mila
imbarcazioni immatricolate, alle
quali vanno aggiunti circa 60mila
‘pass nautici’. Se a tutto questo
aggiungiamo il traffico delle navi
commerciali e passeggeri, il risultato è veramente impressionante.
Sono numeri non indifferenti che
ci costringono a essere costantemente vigili. Un grande aiuto ci
viene porto dal sistema VTMIS
(acronimo di Vessel Traffic Management Information System) messo in funzione a Fiume nel gennaio scorso nell’ambito del progetto
Europeaid – Phare 2006, con due
centri minori a Spalato e Ragusa
(Dubrovnik). Si tratta, come noto,
di una rete informatica cooperativa alla quale accedono tutti gli
operatori portuali, per migliorare
sia la gestione del trasporto, che
l’efficienza dei traffici. Una specie
I controlli in mare servono anche a prevenire incidenti
di ‘grande fratello’ che ci offre innumerevoli vantaggi, uno dei quali
l’accorciamento dei tempi d’azione. Il quadro risulta completo con
l’‘Adriatic Report System’ all’entrata nell’Adriatico e con l’operato
della Port Authority i cui controlli
coprono l’area di competenza del
porto, ossia l’intero golfo fiumano
fino a Buccari e a Castelmuschio
sull’isola di Veglia. La Croazia è
inoltre inclusa nel sistema ‘Clean
Sea Net’, che a pagamento concede video satellitari delle aree interessate. Un prezioso aiuto in casi
di inquinamento. Negli ultimi anni
è migliorata decisamente anche la
situazione con le acque di zavorra
che comportano controlli e regole
molto più rigorose”.
Siamo già con un
piede in Europa...
Quali cambiamenti comporterà
l’entrata della Croazia in Europa?
“Non ce ne saranno molti – afferma Darko Glažar –, in quanto noi,
a piano a piano, ci stiamo già adeguando alle norme e alle leggi europee. Tutti i cambiamenti avvengono in armonia con le disposizioni dell’UE e con le Convenzioni internazionali e in questo senso
possiamo dire senza timore di essere già con un piede in Europa”.
Considerata l’esperienza maturata in tutti questi anni, il Centro
operativo di Fiume rappresenta in
un certo senso l’esempio da seguire per tutti quelli che hanno a cuore la salute del nostro mare.
Verso una copertura
totale dell’Adriatico
“Proprio domani parteciperemo a un’esercitazione sull’isola di
Curzola (Korčula) organizzata dai
colleghi di Ragusa – ci ha rivelato
il capitano Glažar –. Per quanto riguarda le azioni future, quella più
significativa riguarderà la prevenzione, che non è mai troppa. Aumenteremo la nostra presenza in
mare, lavoreremo sulla disciplina dei naviganti, tenteremo di accorciare i tempi delle indagini, soprattutto in casi di inquinamento.
La Regione litoraneo-montana ha
messo a disposizione un fondo di
600mila kune che serve a coprire
le spese d’inchiesta, di retribuzione, nei casi in cui il responsabile
dell’inquinamento risulta ignoto.
A inchiesta conclusa, la Capitaneria di porto inoltra alla Regione una proposta di copertura delle spese e quindi attinge al fondo,
senza però interrompere le ricerche del responsabile dell’inquinamento. Da anni lavoriamo in stretto contatto con Italia e Slovenia e
da poco si è unito anche il Montenegro. Ora si sta trattando anche
con la Bosnia ed Erzegovina e con
l’Albania. Con la presenza attiva
di questi due Paesi, la copertura
dell’Adriatico sarebbe totale. La
collaborazione è importantissima
e la ‘salute del mare’ non può dipendere da inutili ostacoli territoriali e amministrativi. Il mare unisce gli uomini. Salvaguardiamolo“, ha concluso Darko Glažar.
Vengono controllati anche i mercantili
Una motovedetta della Capitaneria di porto
4
ma
Mercoledì, 14 settembre 2011
PORTUALITÀ A colloquio con Antonio Passaro, direttore esecutivo della «Adriatic Gate
Intermodalità, una scommessa
I
di Ivo Vidotto
ntermodalità! Con questa parola “magica” abbiamo iniziato e
concluso il nostro lungo colloquio con il nuovo “numero uno” del
terminal container in Brajdica, Antonio Passaro, il quale ha da poco assunto le redini dello scalo dopo che
il gruppo terminalista filippino “International Container Terminal Services” (ICTSI) aveva rilevato, alcuni
mesi fa, il pacchetto di maggioranza
della “Jadranska vrata”, l’azienda figlia dell’ente portuale che gestiva il
terminal. Per intermodalità intendiamo un modo di viaggiare in cui si integrano vari sistemi di trasporto, ossia la possibilità di uso combinato di
diverse modalità, di diversi vettori di
trasporto.
Antonio Passaro sul balcone degli uffici in Brajdica
Il primo treno-blocco
per Budapest
“Una delle grandi scommesse che
abbiamo fatto è proprio l’intermodalità, senza la quale non abbiamo nessuna possibilità di sviluppo – ci ha
detto Antonio Passaro –. Lunedì scorso abbiamo fatto per la prima volta un treno-blocco per Budapest ed è
andato meravigliosamente bene! Non
ci sono stati problemi di sorta e tutti hanno fatto molto bene la propria
parte. La ferrovia ha fatto bene il suo
lavoro, però la cosa più importante è
che la Dogana abbia accettato di lavorare secondo la formula europea,
con documenti europei ed è grazie a
questo che siamo riusciti a portare a
termine questa missione. Ringraziamo sia le Ferrovie che la Port Authority, ma soprattutto la Maersk, che si è
assunta il rischio di organizzare que-
hanno compiuto un altro passo, parlando di privatizzazione, permettendo
agli operatori privati di fare i propri
lavori. Il treno-blocco per Budapest,
infatti, è stato preparato dall’operatore itermodale ‘Crokombi’. Insomma,
il timing è stato ottimo”.
Grande interesse da
parte degli altri vettori
Il convoglio ferroviario, partito
il 5 settembre da Brajdica, Era lungo 491,3 metri e aveva una massa di
1.238 tonnellate. Trasportava 39 container pieni e 9 vuoti, tutti della Maersk, e ha raggiunto la capitale ungherese in 23 ore. Un tempo ritenuto molto buono, tanto da suscitare immediatamente l’interesse di altri operatori
e vettori, come confermatoci da Antonio Passaro. “Sì, abbiamo avuto la
lieta sorpresa che altre linee ci hanno chiesto di realizzare treni-blocco,
tra cui CMA-CGM, MSC e Cosco”.
In futuro dovrebbero esserci due treni al giorno per Budapest e altri verso destinazioni diverse, in primo luogo Slovacchia e Repubblica ceca. Nel
frattempo, la “HŽ Cargo” si è già premurata di preparare un’ottantina di
nuovi vagoni per container.
«Fiume ha un grande
potenziale»
La decisione di venire a Fiume
per investire nel terminal container,
con una concorrenza piuttosto agguerrita, è un’altra scommessa della
ICTSI? Secondo Passaro è più una
certezza. “Non si tratta assolutamente di una scommessa, bensì di una decisione presa nella convinzione assoluta che questo terminal, anzi, il porto
Ci sono dei dubbi sulle possibilità che la nuova banchina possa essere completata entro il febbraio 2013
La “Safmarine Komati” lascia il te
coopera in maniera corretta. Ovviamente, per noi alle volte le cose non
si svolgono con la rapidità che vorremmo, ma questo è normale. Loro
hanno le loro procedure che devono
venir rispettate, mentre noi facciamo
prima a prendere determinate decisioni. Gli investimenti in corso erano la
condizione sine qua non per il nostro
ingresso a Fiume! Senza questo presupposto non si potrebbero fare nemmeno gli investimenti che noi intendiamo fare e, come ho detto già parecchie volte, la parte su rotaia è per
noi determinante, essenziale. Senza
sviluppare la parte ferroviaria, questo
terminal non avrebbe più senso”.
Cambiamenti drastici
Al suo arrivo a Fiume, Antonio Passaro ha voluto subito presentare le
peculiarità del suo progetto di rilancio del terminal
La vecchia gru del 1978 destinata al museo della Liebherr
sto treno-blocco. Nella ICTSI abbiamo anche il settore intermodalità, ma
in questo caso diamo soltanto il nostro sostegno. Cerchiamo di coordinare tutto, ma il rischio è stato tutto
loro”.
Un passo... europeo
delle Dogane
Molti vecchi macchinari sono scomparsi e altri scompariranno
“Adesso che abbiamo dimostrato
che si può fare e che si può fare bene
– ha proseguito il direttore del terminal –, bisogna andare avanti. Noi abbiamo scommesso molto sull’intermodalismo! Se non lo facciamo non
possiamo avere successo. Questo
deve essere chiaro a tutti. Noi dobbiamo fare il 60 per cento del nostro movimento complessivo su rotaia e sono
sicuro che ci arriveremo. Ci vorranno, sì, 5-6 anni, ma ci arriveremo. Abbiamo avuto alcune cose che si sono
mosse in nostro favore, a partire dalla
Dogana che ha cominciato a lavorare
con documenti europei. La Ferrovie
di Fiume in generale, abbia un grande potenziale per sviluppare tutto il
corridoio per l’Europa centro-meridionale”, ha detto. Arrivando a Fiume, però, la ICTSI ha incontrato indubbiamente una realtà diversa ed
era pertanto necessario capire la situazione nel minor tempo possibile e
instaurare dei buoni rapporti con tutti,
a partire dalla Port Authority che sta
investendo, in virtù del finanziamento
della Banca mondiale per la realizzazione del progetto “Fiume Gateway”,
nell’ampliamento del terminal. Antonio Passaro ci ha parlato volentieri dei rapporti con l’Autorità portuale,
delle cose già fatte e delle cose da fare
per far funzionare lo scalo nel miglior
modo possibile.
Con la Port Authorty
collaborazione corretta
“Bisogna premettere che abbiamo tutti lo stesso obiettivo e posso
dire pertanto che l’Autorità portuale
Non avrebbe senso nemmeno
l’investimento nell’infrastruttura senza un partner come l’ICTSI? A dirlo è
stato il presidente della Port Authority, Bojan Hlača. “Lo ringrazio di cuore per l’apprezzamento. Noi abbiamo portato a Fiume altre metodologie di lavoro, che non sono facili da
assimilare e il cambiamento è stato
per molti piuttosto drastico, tanto da
creare dei problemi a qualcuno. Alla
fine tutti si sono adattati ai cambiamenti. Abbiamo incontrato persone o
ditte che hanno avuto più difficoltà a
cambiare, ma alla fine hanno cambiato e abbiamo incontrato il desiderio di
tutti di andare avanti nella direzione
giusta”.
«Buttate via
le attività secondarie»
Al suo arrivo a Fiume, Antonio
Passaro aveva detto che da Brajdica dovevano scomparire tutte le attività che non hanno nulla a che fare
con la manipolazione dei contenitori. Cosa è stato fatto in questo senso?
Ce lo spiega, senza mezzi termini,
il direttore. “Abbiamo letteralmente
buttato via tutte le attività secondarie
e nel farlo abbiamo incontrato tantissimi problemi, perché era difficile far capire a certa gente che determinate operazioni non potevano più
venir fatte al terminal. Ho spiegato
a tutti il perché e oggi ci troviamo a
fare l’8 per cento di più dello scorso
con il 30 per cento di superficie utile in meno. Dobbiamo fare dei grandi sacrifici, tenendo sempre a mente che la priorità assoluta deve venir
data sempre alla nave! La nave deve
are
Mercoledì, 14 settembre 2011
5
Container Terminal»
vincente per Brajdica
erminal dopo il record di produttività battuto dalle due gru di banchina
andare via. Una nave madre non può
avere una produttività di 15 container all’ora”.
Il record con
la «Safmarine Komati»
In quanto a produttività, Antonio
Passaro ci ha raccontato con orgoglio
che proprio la passata settimana è stato battuto il record del terminal, con
21 contenitori all’ora per ciascuna
gru. La nave interessata era la “Safmarine Komati”, un gigante di 300
metri che a Fiume è ormai di casa.
“Prima non era stato mai raggiunto questo livello di produttività, ma
abbiamo ancora tanto da fare. Il problema che ora ci tormenta maggiormente è il fatto che le navi più grandi
possono venir caricate soltanto fino a
metà. Le gru attualmente a disposizione non sono super post-panamax
e non possono pertanto arrivare alla
metà più lontana della nave. Abbiamo anche un problema che spero sia
risolto entro la fine di settembre e che
riguarda il pescaggio”.
Il problema
del pescaggio
“Stiamo già lavorando in questo
senso – ha detto ancora – e i sommozzatori sono all’opera per pulire il fondale e portarlo dagli attuali 10,70 a 12
metri di profondità, o almeno 11,70,
il massimo che può venir raggiunto
per la vecchia banchina operativa. Da
quando è stato inaugurato il terminal, non c’è mai stata nessuna opera
di manutenzione in questo senso. C’è
tantissima sporcizia sul fondale. Arrivando a 12 metri, le navi potranno
arrivare con più carico e portare via
più carico. È proprio questo uno degli
argomenti sul quale abbiamo avuto
maggiormente da discutere con l’Autorità portuale, che sul proprio sito Internet dichiarava 12 metri di profondità! Alla fine, non potendo aspettare,
abbiamo mandato i sommozzatori a
vedere cosa c’era là sotto e in che maniera si poteva guadagnare profondità. Adesso i sub stanno pulendo e alla
fine del mese dovremmo raggiungere
il pescaggio desiderato. Non potevamo proprio aspettare di più, per cui
paghiamo noi i lavori e poi vedremo
in che maniera risolvere la questione
con la Port Authority”.
Un passo di primaria
importanza
“La nuova banchina operativa arriverà a 14 metri e mezzo di profondità – ha proseguito –. L’ideale sarebbe avere la medesima profondità lungo tutta la banchina, ma quando venne costruito il terminal, era stato stato
progettato per una profondità minore e ora non si può fare più nulla per
questa parte, purtroppo. Fosse stata
costruita soltanto dieci metri più in
fuori, la profondità sarebbe stata superiore ai 15 metri e ora non staremmo a parlare di questo. Questo è un
passo che reputo di primaria importanza. Le grandi portacontainer della Maersk o della MSC non potevano
caricare o scaricare tutto quello che
L’edificio in Brajdica è interessato da lavori di restauro e di ampliamento dell’area uffici
dovevano. Dovevano andare prima a
Capodistria, operare, venire a Fiume,
operare nuovamente e poi ritornare a
Capodistria. Adesso potranno venire
direttamente qua e poi andare a Capodistria. Loro sono contentissimi di
questo nostro passo e speriamo che
ottobre cominci così. A Capodistria
sono ai limiti della capacità, sia in
banchina che sul treno ed è proprio la
situazione a Capodistria ad aver spinto la Maersk a fare il treno-blocco per
Budapest”.
Banchina? Dubbi
sui tempi annunciati
Quindi, nessuno se ne sta con le
mani in mano aspettando che vengano portati a termine i lavori di ampliamento del terminal, lavori che richiedono tempi abbastanza lunghi. “Per
noi questi tempi non sono mai sufficientemente rapidi – ha puntualizzato Antonio Passaro –. Noi vogliamo
sviluppare il terminal. Beh, chiaro,
sono state fatte delle cose che hanno
preso quattro-cinque mesi mentre invece potevano venir fatte in due-tre
mesi, ma non è la fine del mondo se
sappiamo che stiamo parlando di una
concessione di trent’anni. Noi siamo
adesso un po’, non dirò preoccupati,
ma attenti per quanto riguarda la costruzione della nuova area, soprattutto della banchina operativa. Dicono
che sarà pronta nel febbraio del 2013
e qui sinceramente ho delle perplessità. È necessario ordinare le gru e qui
dobbiamo sapere che le operazioni di
costruzione, trasporto, montaggio e
messa in opera delle gru richiedono
almeno 18 mesi, per cui dovremmo
ordinarle già adesso. Sinceramente,
ho qualche difficoltà a credere che la
banchina sarà pronta nel febbraio del
2013. Diciamo che la banchina sia
anche pronta entro i termini prestabiliti, se non c’è l’area dietro, che me ne
faccio della banchina? Ci mettiamo le
gru e che facciamo? I soldi starebbero fermi per chissà quanto tempo. Per
tutti questi motivi stiamo guardando
il tutto con grande... attenzione”.
Al primo posto
il lavoro di squadra
In Brajdica è in corso una metamorfosi continua
Ci sono tanti fattori che possono
incidere sulla produttività di un terminal e uno di questi, secondo Antonio Passaro, è senza dubbio il la-
voro di squadra e la consapevolezza
che soltanto lavorando tutti con impegno potranno venir raggiunti i risultati desiderati. “Per me il lavoro
di squadra è di fondamentale importanza. All’inizio era necessario convincere tutti che stiamo lavorando
per la stessa cosa, ossia per ricevere lo stipendio a fine mese, e che se
qualcuno non lavora non possiamo
guadagnare per lo stipendio. Per me
si è trattato di una sfida e credo che
per il momento la sto vincendo. Con
i Sindacati siamo riusciti a instaurare
ottimi rapporti. Ci sono cose più facili e altre che sono più difficili, ma
l’importante è non demordere, andare avanti. Il livello ottimale di efficienza non sarà raggiunto ancora per
molto tempo. Le cose stanno migliorando, sì, però il cammino è ancora
lungo”.
I nuovi uffici e
il personale ereditato
Una delle prime cose da fare è
stata per la ICTSI la costruzione di
nuovi uffici per ospitare il personale, ma non perché ce n’è di più, ma
semplicemente perché prima una
buona parte dei dipendenti lavoravano nell’edificio dell’Ente portuale e
non in Brajdica, come ribaditoci da
Antonio Passaro. “Venendo qua, abbiamo incontrato il problema di non
aver dove sistemare le persone. La
vecchia ditta concessionaria, la ‘Jadranska vrata’, aveva un totale di 30
persone in servizio qua in Brajdica
e tutte le altre erano sistemate presso la ‘Luka’. Abbiamo 80 ‘tute bianche’ e non abbiamo dove sistemarle. Abbiamo dovuto estendere gli uffici, guadagnare nuovi spazi. Credo
che alla fine di questo autunno i lavori saranno conclusi. Tutto sommato, credo di potermi dichiarare molto
soddisfatto di come stanno andando
le cose”.
Giunto il primo
Reach Stacker
Uno dei cambiamenti più radicali riguarda proprio il personale e
ce lo spiega il direttore. “Fino alla
fine di agosto, infatti, le cosiddette ‘tute blu’ erano della ‘Luka’. Dal
1.mo settembre, però, nel rispetto
del contratto che abbiamo firmato
al momento dell’acquisto della no-
stra quota, quando ci eravamo impegnati di assumere 80 persone della ‘Luka’, abbiamo fatto le nostre
offerte al personale compreso nella lista che ci hanno dato: 59 hanno
accettato l’offerta, 15 no e attualmente siamo a quota 62 e ne mancano ancora 18. All’inizio del mese
hanno cominciato a lavorare in 62
e con gli altri discuteremo in seguito perché erano o in ferie o in malattia. Abbiamo assunto anche 10
giovani e ce ne saranno altri ancora. Alla fine dell’anno saremmo in
tutto 146 persone e l’anno prossimo 161, di cui 80 ex ‘Luka’. Il resto lo prendiamo sul mercato del
lavoro. Quelli che lavorano oggi
alla ‘Luka’ possono sempre concorrere come tutti gli altri. Se hanno
più esperienza hanno più possibilità. Per andare avanti bisogna anche avere i macchinari. Adesso abbiamo comprato un Reach Stacker
(macchine per movimento a terra
dei container, n.d.a.) e altri ne ariveranno. Abbiamo buttato via tanti vecchi macchinari. Compreremo
pure due gru Post-Panamax. Nel
frattempo cercheremo di riparare
quella della Metalna mentre la gru
più vecchia, costruita nel 1978, finirà probabilmente al museo della
Liebherr”.
Arriva il TOS della
Navis, sistema informativo d’eccellenza
Oltre ai nuovi macchinari e al
nuovo personale che ha cominciato
a settembre, c’è pure un’altra importante novità. “Venerdì scorso – ci ha
rivelato Antonio Passaro – abbiamo
deciso di comprare un NAVIS terminal operating system, la cui implementazione dovrebbe iniziare a
fine settembre e la messa in opera il
1.mo gennaio”. Il Terminal Operating Systems (TOS) rappresenta una
delle componenti chiave dell’attività di un terminal operator. Un sistema informativo d’eccellenza come
quello fornito dalla Navis dovrebbe
consentire al terminal in Brajdica di
raggiungere ottimi risultati in termini di produttività. Maggiori sono gli
investimenti in equipaggiamento,
maggiore sarà il livello di efficienza che potrà venir ottenuto e Brajdica sta andando proprio in questa direzione.
6 mare
Mercoledì, 14 settembre 2011
Il presidente della Port Authority, Bojan Hlača, sul nuovo partner strategico
«Niente sarà più come prima»
“C
on l’arrivo del partner strategico in
Brajdica, per di più
un partner del calibro dell’ICTSI, che ha assunto il pacchetto
di maggioranza del terminal,
ossia della ditta che espleta le
funzioni operative al terminal,
possiamo dire che niente sarà
più come prima”. Sono le parole del presidente della Port Authority di Fiume, il quale ha aggiunto che “adesso siamo nella
situazione di poter operare come
gli altri porti e abbiamo fatto un
importante passo avanti, da una
parte investendo nell’infrastruttura portuale, dall’altra creando
le condizioni a un’impresa privata affinché possa lavorare in
maniera quanto più efficace”.
“Posso assicurare – ha detto ancora – che sia il partner strategico, sia la Port Authority hanno
lo stesso obiettivo, ossia il raggiungimento di un determinato
numero di container che devo-
Il presidente della Port Authority di Fiume, Bojan Hlača
container in Brajdica sia inevitabile. Noi faremo il possibile perché
ciò avvenga e in questo contesto
posso dichiararmi soddisfatto del-
«Forse guardiamo le cose
in modo diverso e non sempre
abbiamo un’identità di vedute,
ma desideriamo entrambi creare
un terminal forte e competitivo
e siamo sulla buona strada
per raggiungere questo obiettivo»
no venir convogliati su questa
direttrice. La nostra ambizione,
come porto di Fiume, è quella
di diventare il principale scalo
container dell’Adriatico e sono
convinto che con la realizzazione di tutti i progetti potremo veramente diventarlo”.
“Per quanto riguarda la collaborazione con l’ICTSI – ha
aggiunto Bojan Hlača – credo
di poter dire che sia corretta e
che si svolge su un alto livello
professionale. Non posso dire
che andiamo d’accordo su tutti
i punti, ma comunque cerchiamo di regolare mediante contratto tutte le cose che riguardano i nostri rapporti reciproci. È
ovvio che guardiamo la medesima cosa da posizioni diverse,
per cui è comprensibile che non
sempre possiamo avere identità di vedute su un determinato
argomento. Entrambi, però, siamo dell’avviso che lo sviluppo
del terminal container in Brajdica sia un obiettivo prioritario e
che la crescita del movimento di
la collaborazione sia con la ‘Luka’,
sia con l’ICTSI per tutte le attività
che si sono svolte finora. Ripeto,
la situazione è tale che guardiamo
le cose in modo diverso e che non
sempre abbiamo la medesima opinione sulla stessa cosa, ma desideriamo entrambi creare un terminal
forte e competitivo e siamo sulla
buona strada per raggiungere questo obiettivo. Un chiaro segnale ce
l’ha dato il nuovo concessionario
che ha avviato delle novità relative
al lato operativo prima che venga
attuato alcun investimento. Insomma, posso dire che il Terminal ha
imboccato la strada giusta”.
“Essendo noi i titolari del grosso investimento di ampliamento del
Terminal – ha detto ancora il presidente della Port Authority fiumana –, in un certo senso siamo “condannati” a collaborare. Devo dire,
però, che i nostri investimenti non
potrebbero venir valorizzati e non
potrebbero avere questa valenza se
un operatore privato non avesse rilevato il pacchetto di maggioranza,
un operatore assieme al quale pos-
siamo andare verso l’obiettivo finale, che è di raggiungere le 500600.000 unità TEU all’anno, a partire dal momento in cui la banchina operativa sarà completata. Sono
pienamente consapevole del fatto
che non è facile mantenere l’efficienza operativa di un terminal che
allo stesso tempo è un grande cantiere edile. I costruttori e gli operatori del terminal devono andare
d’accordo e cercare di non distur-
Bojan Hlača e Denis Vukorepa, direttore della “Luka”, durante un
sopralluogo in Brajdica
barsi a vicenda. Posso dirmi soddisfatto di come stanno andando le
cose in questo senso. Abbiamo dei
grossi problemi logistici, non possiamo negarlo, come pure degli obblighi derivanti dalla gestione passata della ditta ‘Jadranska vrata’.
Devo sottolineare, pertanto, l’alto
livello di professionalità, non soltanto della ditta ICTSI ma anche
dalla ‘Luka’, che è partner importante in tutto questo”.
“Trattandosi di un nuovo partner con nuove modalità di lavoro –
ha concluso Hlača –, ci sono state
delle perplessità da parte di coloro i
quali svolgono o svolgevano determinate attività entro l’area portuale
e noi cerchiamo di placare ogni situazione derivante dalla scarsa conoscenza dei fatti e della situazione al terminal. Ribadisco, però, la
soddisfazione per l’alta professionalità dimostrata da tutti”. (iv)
Nel primo semestre movimentati 2.483.977 container
ICTSI, aumentano volumi e utili
Nel primo semestre di
quest’anno il gruppo terminalista filippino International Container Terminal Services (ICTSI), da poco proprietario del pacchetto di maggioranza del terminal container del porto di Fiume,
ha totalizzato ricavi dalle attività
portuali per 319,1 milioni di dollari, con un incremento del 29 per
cento rispetto a 246,9 milioni di
dollari nella prima metà del 2010.
L’EBITDA è ammontato a 143,3
milioni di dollari (+21 p.c.) e
l’utile netto a 60,0 milioni di dollari (+42 p.c.).
Nel secondo trimestre del
2011 il gruppo ha totalizzato ricavi dalle attività portuali per 164,2
milioni di dollari, in crescita del
30 per cento rispetto al periodo
aprile-giugno dello scorso anno.
L’EBITDA è stato pari a 72,1 milioni di dollari (+16 p.c.) e l’uti-
le netto a 31,5 milioni di dollari
(+61 p.c.).
Nei primi sei mesi del 2011
i container terminal del gruppo
hanno movimentato un traffico
pari a 2.483.977 TEU, con un incremento del 24 per cento rispetto a 2.009.605 teu nel primo semestre dello scorso anno. Nel secondo trimestre del 2011 il traffico è stato di 1.312.008 container
teu, in aumento del 25 per cento
rispetto a 1.047.577 teu nel periodo aprile-giugno del 2010.
L’EBITDA è l’acronimo della
definizione inglese Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation
and Amortization, e viene usato
per indicare il margine operativo
lordo. Si tratta di un indicatore di
redditività che evidenzia il reddito di un’azienda basato solo sulla
sua gestione caratteristica, al lordo, quindi, di interessi (gestione
finanziaria), tasse (gestione fiscale), deprezzamento di beni e ammortamenti.
Concorre assieme ai porti di Stoccolma e Salonicco
Capodistria nella shortlist dell’ESPO Award
“Quest’anno – ha spiegato il presidente della
giuria, John B. Richardson, ex responsabile della
Maritime Task Force della Commissione Europea
– la qualità delle proposte è stata ancora una volta eccezionale. Tuttavia, diversi porti hanno proposto un solo particolare elemento di comunicazione relativo a eventi o celebrazioni, mentre noi
eravamo alla ricerca di approcci strategici a lungo
termine. Comunque le proposte che non sono state inserite nella shortlist saranno quantomeno di
ispirazione per altri porti e alcune potranno anche
qualificarsi per temi futuri dell’ESPO Award”.
Il vincitore dell’ESPO Award sarà annunciama e Salonicco. Il tema del premio di quest’anno è
“Strategie creative di comunicazione dal porto verso to il prossimo 9 novembre nel corso di una ceun pubblico più ampio” (Creative strategies to com- rimonia che si terrà presso la Town Hall di Bruxelles.
municate the port to the wider public).
La giuria internazionale incaricata di individuare il progetto vincente del secondo ESPO Award
dell’European Sea Ports Organisation (ESPO) ha selezionato una shortlist costituita dalle proposte avanzate dalle Autorità Portuali di Capodistria, Stoccol-
Il vincitore del premio
sarà annunciato
il prossimo 9 novembre
Il porto di Capodistria
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Mercoledì, 14 settembre 2011
NAVIGARE NECESSE EST Una nuova compagnia «prende» il lavoro alla «Splitska plovidba»
La «Malinska» e il pet-coke
di Lorenzo Pellegrini
L
a nave “Malinska”, proprietà della compagnia
“Solinska plovidba”, che è
stata costituita nel gennaio scorso a Spalato, da un po’ di tempo sta trasportando petrolcoke
da Ploče al terminal “Cemexova” a Kaštel Sućurac. La notizia
passerebbe anche inosservata se
non ci fossero dei retroscena che
rendono il tutto un po’ nebbioso. Per anni, infatti, questa stessa merce veniva trasportata dalle navi della “Splitska plovidba”, principalmente dal mercantile “Sutla”. Inoltre, il fondatore,
nonché unico membro della direzione della “Solinska plovidba” è Ante Jukić, ex direttore
della “Splitska plovidba”, ma Il piccolo “Marul”, uno dei pochi superstiti della “Splitska plovidba”
anche della “Mediteranska plofabbrica “Sveti Juraj” della “Cevidba”.
... e per il direttore
mex” è stata presa in consegna
Casualità, oppure... dalla nuova nave, mentre la “SutPer tanti anni ha trasportato ceSi tratta di casualità, oppu- la” è finita all’ormeggio forzato.
mento dagli stabilimenti della “Cere l’armatore spalatino ha cedumex”, mentre in seguito si è speto intenzionalmente questo cari- Una seconda giovicializzata nel trasporto di petrolco alla più giovane compagnia nezza per la nave... coke, che viene usato come comdalmata? Difficile dirlo, ma c’è
bustibile per i forni della fabbrica.
In questa maniera alla “Ma- Per questo motivo, tre anni fa dalla
tutta una serie di dettagli intrecciati che lascia adito a qualche linska” è stata data una nuova op- nave erano state tolte le gru. Dei
dubbio. Potrà anche sembrare portunità per dimostrare di essere sette mercantili della “Splitska
strano, ma per niente casuale, ancora “giovane”, dopo aver tra- plovidba”, attualmente ne sono in
il fatto che proprio mentre sta- sportato per anni cemento dal Gol- servizio soltanto quattro, in quanvano scorrendo le ultime setti- fo dei Castelli verso il sud della to alcune navi hanno determinati problemi nel rinnovo dei documenti di bordo, mentre ad altri
manca il carico. Una delle navi più
attive è la “Orebić”, nonostante i
53 di età che ne fanno la nave più
vecchia della flotta, ma che per il
suo pescaggio riesce a entrare nelle acque del porto di Metković. Ci
sono ancora le navi “Marul”, “Jadro” e “Sveti Duje”. Quindi, per la
“Malinska” si tratta di una seconda vita, come pure per il direttore e
unico proprietario, Ante Jukić.
La “Sampson” al suo arrivo nel Quarnero
Nave gru per operazioni off-shore
«Sampson», un... diavolo rosso
al «Viktor Lenac»
Il 27 agosto scorso ha fatto il suo ingresso nel Quarnero una
nave decisamente particolare, sia per la forma che per il color rosso
sgargiante che non le ha certamente consentito di passare inosservata. Chiunque avesse voluto dare un’occhiata verso il mare, avrà
notate questa strana nave rossa muoversi lentamente sulle acque
del nostro golfo, che quel giorno erano lisce come l’olio. La nave
si chiama “Sampson” e batte bandiera panamense. È stata... ricoverata al “Viktor Lenac” per alcuni ritocchi. Costruita in Indonesia
nel 2010, è lunga 180 metri fuori tutto e larga 32, con un pescaggio
massimo di 11 metri. Ha 25.735 tonnellate di stazza lorda di registro e 20.971 dwt di portata. La velocità massima dichiarata è di 14
nodi. Dispone anche di una piattaforma elicotteri. Può ospitare a
bordo 192 persone. Si tratta di una nave gru e nave di supporto alle
piattaforme petrolifere (Offshore Support Vessel), proprietà della
“Zafiro marine” e gestita dalla “Coastline Maritime”, che si presenta in qualità di ship manager. È classificata presso la “American Bureau of Shipping” e del suo equipaggio fanno parte 9 marittimi britannici, un irlandese, 16 bulgari, 3 canadesi, 3 croati, un finlandese,
un polacco e un romeno. La sua gru principale ha una capacità di
sollevamento di 1.600 tonnelate a 35metri di altezza, ed è capace di
sollevare a 74 metri un carico di 530 tonnelate. (atp)
La«feccia del petrolio»
La “Malinska” nel bacino portuale fiumano
mane di validità dei documenti
di navigazione della “Sutla”, la
“Solinska plovidba” ha rilevato
la nave “Malinska” aquistandola
dai proprietari, la famiglia Srhoj
di Lovište, sulla penisola di Sabbioncello (Pelješac).
I documenti della “Malinska”, che è stata costruita
nel 1972, sono stati rinnovati
in maggio, mentre la “Sutla”,
di un solo anno più vecchia, è
rimasta (intenzionalmente, oppure...) senza la pagella del Registro navale croato. Fatto sta
che già a giugno la “linea” tra
il porto di Ploče e il terminal
che si trova in prossimità della
Croazia e il Montenegro, talvolta
anche sabbia dall’Albania a Ragusa (Dubrovnik). Si tratta di un mercantile con 900 tonnellate di portata, costruito esattamente 39 anni fa
in Olanda. Recentemente è stato
sottoposto a lavori di “maquillage” presso lo squero di Traù (Trogir). La nave “Sutla”, invece, ha
una portata di 2.230 tonnellate ed
è stata costruita nel 1971 in Ucraina. Ha navigato per armatori croati
dal 1999 e il suo primo nome è stato “Movar”. Quando faceva parte
della flotta della “Splitska plovidba” venne ribattezzata in “Klis”,
mentre dal luglio del 2002 porta il
nome di “Sutla”.
Come già detto, trasporterà petrolcoke (petroleum coke o pet
coke). Secondo la definizione industriale, è il prodotto che si ottiene dal processo di condensazione
per piroscissione di residui petroliferi pesanti e oleosi fino a ottenere
un residuo di consistenza diversa,
spugnosa o compatta. Nel processo di coking si realizza un craking
termico spinto che dà origine, attraverso reazioni di piroscissione, a
frazioni liquide e a coke, costituito
per il 90-95% da carbonio. Il coke
è costituito da idrocarburi aromatici policiclici ad alto peso molecolare e presenta un elevato tenore di
carbonio e basso contenuto di ceneri. In sostanza il pet-coke è l’ultimo prodotto delle attività di trasformazione del petrolio e viene
considerato lo scarto dello scarto
dell’oro nero, tanto da guadagnarsi
il nome di “feccia del petrolio”.
La nave-gru “ricoverata” al “Viktor Lenac”
Risultati per i primi sei mesi del 2011
Calo operativo per il colosso
francese CMA CGM
Nei primi sei mesi del 2011 la società armatoriale francese CMA
CGM, le cui navi giungono spesso al terminal container in Brajdica,
ha riportato un utile netto di 237 milioni di dollari, in calo del 72 per
cento rispetto a 849 milioni di dollari nel primo semestre dello scorso
anno. I ricavi sono cresciuti dell’8 per cento a 7.309 milioni di dollari,
mentre l’EBIT è diminuito del 33 p.c., scendendo a 592 milioni di dollari rispetto a 887 milioni di dollari nella prima metà del 2010.
Nel primo semestre di quest’anno la flotta del gruppo ha trasportato volumi containerizzati pari a 4.812.000 teu, con una progressione
del 9 per cento rispetto a 4.411.000 teu nel corrispondente periodo del
2010. La capacità della flotta ha registrato un incremento del 17 per
cento attestandosi a 1.289.000 teu al 30 giugno scorso.
La “CMA CGM Berlioz” in manovra davanti al terminal
La “Malinska” ha preso il posto della “Sutla”
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Mercoledì, 14 settembre 2011
ATTUALITÀ L’IMO le dedica il World Maritime Day 2011
Una giornata contro la pirateria
O
gni anno l’IMO, l’organizzazione
marittima mondiale, celebra
nell’ultima settimana di settembre, la giornata marittima mondiale, una giornata che serve a
marcare l’importanza della sicurezza di tutti coloro che operano
in questo settore. In aggiunta a
questa giornata mondiale, ogni
stato o unioni di stati celebra una
propria giornata marittima nazionale. L’unione europea, ad esempio, celebra questa giornata, che
viene chiamata giornata marittima europea, il 20 maggio.
La Giornata Marittima Mondiale sarà celebrata quest’anno
dal 26 al 30 settembre e sarà dedicata alla pirateria. Il clou delle manifestazioni avrà luogo a
Londra il 29 settembre, nella
sede dell’IMO. L’IMO, che è
un’agenzia autonoma delle Nazioni Unite incaricata di sviluppare i principi e le tecniche della
navigazione marittima internazionale, promuovere la progettazione e lo sviluppo del trasporto marittimo internazionale rendendolo più sicuro e ordinato,
Un’unità della U.S. Navy sta scortando un mercantile
2009), e la detenzione degli equipaggi aumenta (150 giorni rispetto ai 55 del 2009).
I premi assicurativi per gli armatori sono aumentati di 600 milioni di dollari nel 2010 e i riscatti
sono in “linea con l’inflazione”. È
un problema che riguarda la libertà
del commercio marittimo, la navigabilità dei mari e che si dibatte da
I sequestri di navi nel Corno
d’Africa sono in continua crescita
e i premi assicurativi aumentano
in proporzione
ha fatto e fa il possibile per richiamare l’attenzione dei governi per “organizzare la risposta”
a questo fenomeno che, particolarmente nell’Oceano Indiano, è
diventato una conferma dell’impotenza civile dell’umanità.
molti anni in varie parti del mondo.
Ci sono navi militari appostate nelle zone a rischio, ma evidentemente non basta per arginare il fenomeno. Qualcuno propone convogli
scortati evitando di armare le navi
mercantili, ma quelli fuori dai conLe carrette del mare, quelle
Il «bottino di caccia» vogli?
più vulnerabili? I pirati, però, sanPiù di 30 unità con 700 no benissimo chi prendere come
ostaggi (qualche marinaio è sta- ostaggi per farsi pagare i riscatti.
to ucciso) dagli inizi dell’anno Bisogna augurarsi che queste gior(12 e 300 nello stesso periodo nate mondiali dedicate dall’IMO
l’anno scorso) sono il... botti- alla pirateria, non siano soltanto
no di caccia di questi buontem- l’occasione di versare fiumi di paponi, che costano all’econo- role sulla pirateria....
mia mondiale, secondo un’ulLa conferenza
tima analisi accurata, circa 12
miliardi di dollari l’anno (nel
parallela di Roma
2010 ai “gentiluomini” somali sono stati pagati 5,4 milioIl problema della pirateria verni di dollari rispetto ai 3,4 del rà affrontato, sempre in occasione
della giornata mondiale dell’IMO
(l’Organizzazione Marittima Internazionale), anche a Roma i prossimi 13 e 14 ottobre. In tale occasione si svolgerà – quale evento parallelo – una conferenza internazionale dedicata al tema del contrasto
alla pirateria, organizzata dal Comando generale delle Capitanerie
di porto, dal Ministero italiano dei
La sede dell’IMO a Londra
trasporti, e a cui il Ministero degli affari esteri intende contribuire sostanzialmente. Questo evento
parallelo dovrà costituire, secondo
la Farnesina, un’importante vetrina internazionale per sensibilizzare e cercare di far convergere tutti
i partner internazionali verso posizioni comuni in materia di tutela
della sicurezza del naviglio com-
merciale (inclusa la possibile protezione armata), ma anche della
giurisdizione sui delitti commessi dai pirati e dell’esecuzione delle eventuali pene, del contrasto ai
flussi finanziari originati da questa attività criminale, e ovviamente, sulla questione più ampia della stabilizzazione e pacificazione
della Somalia. (lev)
Gli armatori invocano una forza militare Onu
«Una nuova e coraggiosa strategia»
La Round Table of international shipping associations, l’organismo costituito dalle principali organizzazioni armatoriali mondiali (BIMCO, ICS/
ISF, Intercargo e Intertanko), invoca la costituzione di una forza militare delle Nazioni Unite da impiegare per contrastare la pirateria nell’Oceano Indiano. In una lettera inviata al segretario generale
delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, i presidenti di
BIMCO (Yudhishthir Khatau), ICS (Spyros Polemis), Intercargo (Nicolas Pappadakis) e Intertanko (Graham Westgarth) hanno sollecitato l’adozione di una “nuova e coraggiosa strategia” per frenare l’escalation degli atti di pirateria che hanno reso
l’Oceano Indiano – hanno sottolineato – simile al
‘Wild West’”.
“È ormai del tutto evidente alle compagnie armatoriali – hanno scritto Khatau, Polemis, Pappadakis e Westgarth – che la situazione attuale, in cui
il controllo dell’Oceano Indiano è stato ceduto ai
pirati, richiede una nuova e ferma strategia. Per essere sinceri, l’attuale approccio non funziona”. Ricordando che le compagnie armatoriali sono sempre più costrette a utilizzare guardie armate private
per proteggere i propri equipaggi e le proprie navi, i
rappresentanti di BIMCO, ICS/ISF, Intercargo e Intertanko hanno rilevato che “sembra inevitabile che
la situazione di illegalità sul territorio della Somalia
continuerà a alimentare l’illegalità in mare”.
Ban Ki-moon è il destinatario della lettera degli
armatori
Assicurando pieno sostegno alle misure a lungo termine delle Nazioni Unite per aiutare il popolo somalo, i rappresentanti delle organizzazioni armatoriali hanno però manifestato la preoccupazione che tali interventi “potrebbero richiedere anni,
se non decenni, per avere un impatto significativo
sulla pirateria”.
BIMCO, ICS/ISF, Intercargo e Intertanko hanno
chiesto che la proposta di una forza armata dell’Onu
sia portata all’attenzione del Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite spiegando che le organizzazioni armatoriali ritengono appunto che una misura
importante sarebbe proprio quella di “creare guardie armate militari delle Nazioni Unite che possano essere impiegate in piccole squadre a bordo delle navi mercantili”. “Ciò rappresenterebbe – hanno
evidenziato Khatau, Polemis, Pappadakis e Westgarth – una forza innovativa in termini di attività di
peacekeeping dell’Onu, ma potrebbe fare molto per
stabilizzare la situazione, per limitare la diffusione
di personale di sicurezza privato a contratto, armato
e non regolamentato, e per consentire a quegli Stati membri delle Nazioni Unite che non dispongono
di forze navali, inclusi quelli delle aree più direttamente colpite, di dare un contributo significativo
nel campo della lotta alla pirateria”.˝(lev)
Anno V / n. 57 14 settembre 2011
“LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina
IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina
Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat
edizione: MARE [email protected]
Redattore esecutivo: Ivo Vidotto / Impaginazione: Annamaria Picco
Collaboratori: Danilo Prestint, Ivana Precetti, Leo Vidal, Lorenzo Pellegrini, Attilio Petris
Foto: Ivo Vidotto, Danilo Prestint
La fregata tedesca FGS Niedersachsen durante un’esercitazione
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14.9.2011 - EDIT Edizioni italiane