Avviso agli abbonati sostenitori e d ’ amicizia Il libro “Conoscere Jesi” per gli abbonati amici e sostenitori è disponibile in redazione. Può essere ritirato tutte le mattine dalle 9 alle 12 e il lunedì e il martedì dalle 9 alle 19 Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi Settimanale d’informazione ANNO LV- N. 4 Euro 1 DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145 I Impôt repriséTassa riscossa Ufficio di Jesi domenica 3 febbraio 2008 A servizio della vita l messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la XXX Giornata nazionale per la vita, domenica 3 febbraio, richiama famiglie e istituzioni a “servire la vita”, dal momento del concepimento alla sua naturale conclusione. I genitori anzitutto sono chiamati ad una maternità e paternità responsabile, per contenere e sconfiggere il dramma dell’aborto, e ad educare i figli alla libertà ed alla responsabilità della propria vita. Servire la vita non significa avere diritto ad un figlio ad ogni costo: si può soddisfare la legittima aspirazione ad essere genitori anche con forme diverse di maternità e paternità, ad esempio mediante l’adozione e l’affido. Servire la vita significa preservarla dai pericoli del lavoro e della strada, significa accettarla ed amarla anche quando è colpita da gravi malattie o handicap, perché la vita è sempre degna di essere vissuta. Servire la vita, per i responsabili delle istituzioni, significa assecondare il compito dei genitori con politiche organiche a sostegno della natalità, della famiglia, della cura e dell’accoglienza in essa degli anziani, che sono la memoria e le radici della famiglia stessa. Il messaggio si conclude dicendo grazie a tutti coloro che scelgono liberamente di servire la vita. a cura di Siro Borocci* *Presidente del Centro Promozionale Famiglia Il messaggio dei Vescovi italiani in occasione della 30° Giornata nazionale per la vita tocca, con forza e delicatezza al tempo stesso, il tema del servizio alla vita: parla dei figli, dei nonni, dei genitori, del dramma della gravidanza indesiderata, stra vita? Il messaggio episcopale recita: delle difficoltà di tutti i giorni sul lavoro, “.....La civiltà di un popolo si misura dalla della fine della vita. I consulenti familiari sua capacità di servire la vita. I primi ad che operano al Consultorio “La famiglia” essere chiamati in causa sono i genitori”. affrontano tutti i giorni questi problemi Ma chi sono oggi i genitori se la famiglia con le persone che vengono a chiedere è così bistrattata tanto che i divorzi nel aiuto perchè sono in crisi. Crisi, questa è 2007 sono cresciuti del 25%? Forse, ancor forse la parola che oggi più si sente pro- prima che di genitori, dovremmo parlare nunciare: siamo tutti in crisi e perciò non di coppia. riusciamo più a trovare la strada giusta, Vivere la vita di coppia è veramente il prinon sappiamo più qual’è la strada giusta. mo servizio alla vita, ogni giorno sulle Come facciamo allora a servire bene la spalle della coppia cadono tanti di quei vita se non sappiamo più dove va la no- problemi che veramente si fa fatica a pen- sare come possa sopravvivere. Si parte dai problemi di adattamento alla vita a due, alle difficoltà che una coppia deve affrontare dal punto di vista sociale (si pensi al lavoro precario, al problema degli alloggi, ecc.), alla fatica di coltivare e mantenere vivi i rapporti di amore, di stima, di rispetto, alle crisi di identità che ognuno singolarmente vive nelle varie fasi della vita. Giorno dopo giorno la coppia vive tante piccole o grandi difficoltà, ma soprattutto tante piccole o grandi disillusioni ed è per questo che spesso la “coppia scoppia” Chi viene in Consultorio inizia un lavoro molto faticoso di ricollegamento, di riscoperta della comunicazione, di chiarimento che, solo se si riscopre di amarsi e si crede nella vita, si trova il coraggio di affrontare. Proprio per cercare di aiutare le coppie e di conseguenza le famiglie in crisi il Consultorio “La Famiglia” organizzerà nei prossimi mesi di marzo e aprile un convegno in due serate che analizzerà questi delicati problemi provando a proporre anche eventuali strategie di aiuto. Il convegno sarà anche occasione per presentare tre nuovi servizi che il Consultorio offrirà ai giovani, ai genitori che vivono separati, ai genitori di adulti che si sono separati. I Vescovi concludono il messaggio ringraziando tutti coloro che scelgono liberamente di amare la vita citando tante persone; noi vorremmo ringraziare soprattutto le coppie che con tanta fatica e con tanti pochi aiuti cercano di fondare famiglie sane che poi genereranno figli sani e speriamo una società più rispettosa dell’uomo e di tutte le sue esigenze. Egizia Lodari Ma il messaggio del papa è stato ignorato da tanti, da troppi Filosofia e teologia solo “gemelli” che ricercano la verità e polemiche seguite all’invito prima, e alla “opportuna rinuncia “ poi del papa presso l’Università “La Sapienza” di Roma, hanno oscurato il contenuto del messaggio che egli stesso, durante le feste natalizie, aveva preparato “con gioia”. Messaggio che poi è stato letto da un docente della stessa università. Vale proprio la pena conoscere più da vicino gli aspetti essenziali della lettera. Dopo aver ringraziato, il papa si chiede qual è la propria missione come vescovo di Roma oltre che come pontefice. E risponde che è quella di essere “voce della ragione etica dell’umanità”. Una voce che diventa difficile che sia accolta da coloro che non hanno la fede. I quali, però, potrebbero sentire come ragionevoli le dottrine religiose in generale che “derivano da meditazione responsabile e motivata” anche perché “la sapienza delle grandi religioni è da valorizzare come realtà che non si può impunemente gettare nel cestino della storia delle idee”. Ciò vale in particolare proprio per l’università perché la sua intima origine è la sua brama di conoscenza della verità. Che è, poi, conoscenza del bene. Per raggiungere il bene ogni società, nei tempi moderni, tende a fondare i suoi principi nella Carta Costituzionale che trova la sua legalità, come dice Habermas, “sia nella partecipazione politica egualitaria di tutti i cittadini e sia nella forma ragionevole in cui i contrasti politici vengono risolti”. Due principi che è difficile trasformare nella pratica perché i partiti, spesso, sono sopraffatti “dalla sensibilità per gli interessi”. *** Ecco allora che si ripone la do- manda: ma cos’è la verità? Ci vengono incontro sia la filosofia che la teologia, che hanno il compito di tener desta la sensibilità per la verità, la ricerca della quale “non è mai posta e risolta definitivamente”. Bisogna affaticarsi per cercarla perché “l’inquietudine per la verità rimanda continuamente al di là di ogni singola risposta”. In questa ricerca, teologia e filosofia, che sono come “una coppia di gemelli”, ci possono aiutare a patto che nessuna delle due sia totalmente distaccata dall’altra pur conservando ciascuna la propria identità e la propria specificità nel conoscere. Insomma, camminano e si sviluppano “senza confusione e senza separazione” tra di loro. La teologia attinge ad un tesoro che non ha inventato essa stessa, la filosofia non deve chiudersi davanti a ciò che le re- ligioni, e la fede cristiana in particolare, hanno donato all’umanità. E’ vero che “ varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorità ecclesiali sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondono”, ma il nucleo essenziale della fede si è dimostrato utile anche per l’umanità non credente. La fede cristiana è ”una forza purificatrice della ragione che incoraggia verso la verità e diventa forza contro la pressione del potere e degli interessi”. *** Nei tempi moderni l’università valorizza soprattutto due grandi direttrici: la ricerca nel campo delle scienze naturali e lo sviluppo delle scienze storiche e umanistiche. Sono cresciuti anche la conoscenza e il riconoscimento dei diritti della dignità dell’uo- mo, ma c’è un pericolo: che ci si arrenda “di fronte alla questione della verità”, che vuol dire piegarsi davanti alle pressioni degli interessi e dell’utilità, che a loro volta diventano criterio unico nelle scelte. C’è il pericolo che la filosofia si degradi in positivismo e che la teologia “sia confinata nella sfera privata di un gruppo più o meno grande”. Se la ragione diventa sorda al messaggio cristiano, perde il coraggio per la ricerca della verità; preoccupata della sua laicità non diventa più ragionevole e più pura, ma “si scompone e si frantuma”. Il papa “non può certo imporre la fede ad altri in modo autoritario”, ma ha il compito di mantenere desta la sensibilità per la verità e invitare sempre alla ricerca del vero, del bene, del bello, di Dio. Vittorio Massaccesi [email protected] WWWBPAIT L 2 Cultura e società 3 febbraio 2008 Del più e del meno Moie - Inaugurata la nuova sede del Gruppo Solidarietà I dibattiti dove (finalmente) tutti hanno ragione di Giuseppe Luconi Ho l’abitudine (pessima?) di lavorare al rivati” sono gli uomini di governo, i leader computer con la tv accesa che fa da colon- di partito: li trovi nei salotti televisivi ma na sonora: per lo più con notiziari, docu- anche nel tavolo del cronista che legge il tementari, interviste, dibattiti, chiacchiere legiornale, invitato a rispondere in diretta da salotto, indiscrezioni, pettegolezzi. Sono a domande verosimilmente concordate. sempre più numerose le trasmissioni tele- Per il politico arrivare in Tv vuol dire esvisive in cui personaggi qualificati (o pre- sere qualcuno: conquistarsi una manciata sunti tali) discutono sui fatti del giorno, sui di secondi in un telegiornale, partecipare problemi della società di oggi. ad un dibattito, finire tra le gag di un coSono le trasmismico televisioni di “approsivo significa f o n d i m e n t o” essere ormai che trovano n e l l’o l i m p o spazio anche degli uomini nei cosiddetche contano. ti “contenitori”, Ci sono dei programmi tv politici che in in cui si può Tv non si limitrovare si tutto: tano a dire la dalle previsioni loro: cantano, del tempo alla raccontano g a stronomi a , barzellette, dall’oroscopo accettano analla medicina, che di essere dalla rassegna presi a torte stampa alin faccia. Per l’aerobica, dalla moda all’economia, dalla una presenza sul piccolo schermo si fa di cronaca nera alla cronaca rosa. Trasmis- tutto (o quasi). sioni dove si “volta pagina”, dove ci sono le A proposito dei politici in tv. Magari sa“schede” e le “grafiche”, dove il giornalista in ranno in tanti a darmi torto, ma sono porstudio e l’inviato si parlano fra loro, rac- tato a credere che le troppe apparizioni in contano di avvenimenti e persone come se Tv degli uomini di governo siano alla lunga fosse un loro fatto privato, al punto che lo una propaganda a rovescio, perché – salspettatore si sente quasi un intruso, uno vo interventi di particolare importanza che “ si impiccia”. – infastidiscono il telespettatore, al quale Le trasmissioni-dibattito hanno portato nessuno toglie dalla testa che si tratta di alla luce un nuovo personaggio, quello del- puro e semplice esibizionismo. Lo ha rilel’ospite televisivo, in crescita di numero vato anche il presidente della Repubblica, e di presenze. Per alcuni forse una profes- Napolitano, che ha invitato i governanti a sione nuova. Gente che finisce per essere di darsi una regolata. Ma non pare che anche casa sul piccolo schermo, volti noti o nuovi, questo invito abbia avuto successo. più spesso le solite facce, che passano da un Per fortuna queste “ospitate” qualche volta programma all’altro, sanno tutto di tutto, offrono anche momenti di relax. Ad esemdicono la loro e, anche se si contraddicono pio, con le battute di Luca Giurato: “Non ci apertamente e chiaramente, hanno una ho capito niente, ma va bene lo stesso”, disse cosa in comune, che alla fine hanno tutti un giorno all’ospite che gli aveva illustrato ragione. il suo punto di vista. E in un’altra occasioL’avere accesso ai dibattiti televisivi vuol ne: “E’ nostro ospite in studio un mio amico dire “essere qualcuno”. Chi partecipa agli di sempre. Ci conosciamo da una vita…un incontri – culturali o frivoli, fa lo stesso amico carissimo che saluto con tanto affet- può considerarsi un “arrivato”. I più “ar- to… come hai detto che ti chiami?” I “Fa’ strada ai poveri senza farti strada” l gruppo solidarietà nasce più di vent’anni fa e dal 1989 lavora in collaborazione con il Comune di Maiolati Spontini. Il gruppo nel corso degli anni cresce, crescendo anche la necessità di una sede più ampia. Così all’interno del contenitore culturale della Vallesina, recentemente inaugurato, la biblioteca Effemme 23, hanno trovato spazio, grazie all’amministrazione comunale di Moie, i nuovi locali del gruppo, anche perché la stesso gruppo detiene un patrimonio documentario di oltre 25 mila volumi su temi sociali. Nella giornata di sabato 26 gennaio, il presidente dell’associazione sociale, Fabio Ragaini, ha voluto intrattenere i presenti intervenuti all’inaugurazione della nuova sede, con una piacevole conversazione con il prof. Andrea Canevaro del dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, una delle figure più importanti della pedagogia. Tema della conversazione “Fa’ strada ai poveri senza farti strada”. I punti toccati sono stati: l’incontro con la fragilità, tra risolutezza e delicatezza; l’agire sociale, tra sguardo solidale e certezza dei diritti e l’agire politico, tra la forza della verità e quella dei senza forza. Dopo il saluto del sindaco di Maiolati, Giancarlo Carbini, il professore ha spiegato ogni punto nel minimo dei particolari, cominciando la sua lunga dissertazione, ricordando i campi di sterminio, in cui vennero uccisi milioni di ebrei, ma anche omosessuali, zingari, intellettuali polacchi e tanti disabili, che diversamente dagli altri, non venivano neanche categorizzati, ma spediti direttamente alle camere a gas. “Abbiamo, quindi, un brutto passato da far dimenticare”. Il punto su cui lavorare deve essere la riconciliazione, che parte dall’incontro con l’altro; incontro che non significa assumere la parte di salvatore, per essere noi al centro dell’attenzione, ma incontro come accompagnamento dell’altro con distanza e rispetto, perché chi ha bisogno, il disabile, deve essere capace, dopo avergli dato i metodi adatti, di camminare da solo, senza però essere mai lasciato in solitudine. Per far sì che l’altro esca dal bisogno e che il disabile possa crescere, è necessario evitare la vittimizzazione: “evitare che l’altro rimanga vittima per far sì che chi aiuta possa sempre essere nella situazione di aiutare”. A conclusione della bella chiacchierata con il professore c’è stato il taglio del nastro e la visita ai locali. Tutto ciò a testimonianza che in questo luogo non si fa solo cultura, ma anche solidarietà. Le attività, le pubblicazioni e tutte le informazioni utili sul gruppo solidarietà, sono visibili al sito: www.grusol.it. Cristiana Simoncini Nella foto da sinistra il sindaco Carbini, il presidente Ragaini e il professor Canevaro Premio Arte 2007-2008 Giovani e Dante Il Cantico interpretato da un gruppo di studenti “Dell’amore, il canto. Il Cantico dei Cantici” D al 20 dicembre al 20 gennaio, al Palazzo dei Convegni e al Palazzo della Signoria di Jesi, si è svolta la IV edizione della Rassegna d’arte “Biblia Pauperum”, promossa dalla Diocesi di Jesi e dal Museo Diocesano, che ogni anno propone una rilettura in chiave artistica di un libro biblico. Nell’ambito di questa mostra si è inserita la lettura interpretativa del “Cantico dei Cantici” di Salomone da parte di un gruppo di studenti jesini, che venerdì 18 Gennaio al Teatro Studio “Valeria Moriconi” si sono avvicendati sul palco nella celebrazione di questo antico canto d’amore. La direzione del progetto è stata affidata a Dante Ricci, della compagnia teatrale “La Barcaccia”. I ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa, provenienti dai Licei Linguistico, Tecnologico e Classico di Jesi, sono: Giulia Ausili, Eleonora Bartozzi, Giulia Boria, Benedetta Borioni, Lucrezia Ceppi, Elisa Cofanelli, Marco Grilli, Yana Kanunikova, Eleonora Mancuso, Diana Orefice, Marco Perugini, Elisa Pieralisi, Margherita Rosini, Serena Stronati e Beatrice Tommei. Diana Orefice Foto Candolfi L’ Istituto d’Arte Edgardo Mannucci di Jesi ha promosso la seconda edizione del concorso artistico rivolto agli alunni delle terze medie. La mostra “Infernale, Dante e la Divina Commedia” che si è tenuta presso la Chiesa di San Nicolò di Jesi, dal 15 al 19 gennaio, ha accolto tutte le opere realizzate dagli studenti delle Scuole Medie di Jesi e Vallesina e dei ragazzi della 2^A e 3^A della sezione di Decorazione Pittorica dell’Istituto d’Arte. Il concorso, ideato e coordinato dal prof. Nicola Farina, aveva per titolo Infernale, ti- tolo attorno al quale gli studenti, partendo dalle terzine dantesche, hanno ragionato, creato, giocato. Nelle foto di Eloisa Testadiferro, alcune delle opere in mostra 3 Cultura SCUSATE IL BISTICCI O (ghiribizzi lessicali) Peter Pun (con la u) www.peterpun.it Racconta Cornelio Nepote (Vite dei massimi condottieri XXIII, 9) che Annibale, esule in quel momento nell’isola di Creta, per non rimanere vittima della proverbiale avidità degli abitanti, ricorse a questo stratagemma. Prima riempì di piombo alcune anfore, ne coprì con uno strato d’oro e d’argento la parte superiore e le sistemò con molta pubblicità nel tempio di Diana. Poi, di nascosto, riempì con tutti i suoi tesori alcune statue di bronzo e le lasciò, come abbandonate, nel cortile della sua abitazione. I Cretesi - benché tutt’altro che cretini - ci cascarono. Licio Gelli che riempie di lingotti d’oro i vasi di fiori del suo giardino (vedi giornali di settembre ‘98), di tutto potrà essere accusato; ma non certo di scarsa - o infruttuosa - conoscenza dei classici. TELEDIBATTITO - Su, sia onesto, lo ammetta: anche nel vostro schieramento ci sono delle pecore nere. - Sì, però deve riconoscere che si tratta di mosche bianche. LA PROVERBIALE SPOCCHIA DEI PAPERONI Cambio di lettera Lo insegna la Storia presente e trascorsa: E’ pieno di xxxxx chi piena ha la xxxyx *** Soluzione del gioco precedente: pescarese, pescarese LaCitazione a cura di Riccardo Ceccarelli Il senso del mondo Il mondo ha senso solo in ragione del bene, senza di esso risulta impraticabile: è possibile tutto e il contrario di tutto e quindi nulla. Salvatore Natoli, “Parole della filosofia o dell’arte di meditare”, Feltrinelli, Milano 2004, p. 26 3 febbraio 2008 Università degli Adulti Media Vallesina 4 Attualità 3 febbraio 2008 Il Presidente della Regione segue le trattative per garantire il lavoro ai dipendenti Zuccherificio Sadam: al via “l’Opzione 0” ferri, sottolineando che è già stato individuato un partner per tale progetto. La Eridania confezionerà e venderà zucchero comunitario, garantendo così, la continuazione dell’attività del reparto già esistente. Inoltre, saranno avviate una serie di funzioni “corporate service”, che dovrebbero coinvolgere gli attuali impiegati. Mercoledì 30 gennaio a Roma, Spigolatura Lo scherzo che non vale F TU R E ra i tanti depliants pubblicitari che quotidianamente intasano la buca delle lettere, in prossimità del Carnevale ne è arrivato uno in edizione straordinaria. Fa propaganda di costumi mascherati offerti da un grosso centro commerciale specializzato nella vendita di giocattoli e affini. Ve ne sono di tutte le taglie e per tutte le età; dai due anni, anche meno, ai sessanta, anche più: da accontentare anche i gusti più tradizionali, come quelli da fatina, da Zorro, da cowboy, o più moderni come quelli ispirati ai personaggi dei fumetti; Batman, Superman, Spiderman tra i più richiesti. Parrucche, bacchette magiche, cappelli di varie fogge, armi finte, bautte, maschere e accessori di ogni genere sono pure offerti a chi volesse rifinire di tutto punto il suo abbigliamen- LA isparmiamoci ulteriori commenti sull’”Italia che si è rimessa a camminare”. Il “cammino” che sta facendo è sotto gli occhi di tutti. Disgusto e vergogna per le ultime vicende: i rifiuti di Napoli, la mancata visita del Papa all’università di Roma e le dimissioni di Clemente Mastella che ha scatenato la crisi di governo culminata nella fine del governo Prodi la sera del 24 gennaio. Disgusto e vergogna sarebbero le parole più giuste, se non fossero soltanto negative, sono state comunque quelle provate dalla maggioranza dei cittadini. Avremmo dovuto metterci tutti la mascherina come gli abitanti di Napoli accanto ai loro rifiuti depositati da mesi lungo le strade. Non sarebbe ovviamente la soluzione, ma solo un segnale per il desiderio di un’aria pulita nella politica di fronte all’impotenza e direi anche all’incapacità di dire altre parole. Auguriamoci tempi migliori. Sembra in concreto che possiamo fare solo questo. I tempi migliori comunque dipendono anche da ciascuno di noi, dal riprenderci spazi di libertà preclusi, se non altro in una riflessione più attenta e più coerente, meno asservita a preconcetti, meno ingabbiata, più fondata su idee e progetti e sulla relativa coerenza ad essi. Per esperienza so anche che queste parole rischiano di essere consunte. Altre però non ve ne sono. Si tratta di riprenderle e dar loro nuova linfa in contenuti vitali e pesanti che sfatino quel vuoto formalismo di cui si erano avvolte ed imposte. È l’impegno urgente di ciascuno e di tutti se vogliamo evitare un naufragio più o meno annunciato. Nelle prossime settimane dovremo rispondere a questo impegno e non disertare. Assistiamo da tempo ad una divaricazione quasi totale tra i palazzi della politica e la popolazione tutta, dei suoi problemi quotidiani, delle sue attese, del mantenimento di uno standard di vita. Molti sono i cocci sparsi lasciati per terra. Quello più deleterio, e che già da tempo ingombrava il procedere di tutti, consiste, e consisteva, nella sfiducia diffusa nei confronti di chi aveva le sorti del paese, una sfiducia che poi a caduta libera si riversa, e si riversava, nella difficoltà e nella capacità di dialogo, di comprensione e di incontro. Un corto circuito ha mandato in tilt il rapporto di ascolto e di intesa tra i poteri e la gente comune. Due linguaggi diversi, divaricazioni continue nonostante le parole dicessero il contrario. I dibattiti al Parlamento trasmessi in diretta rivelano spesso una certa irrazionalità, forzature della stessa ragione e incomprensibili diagnosi con relative prescrizioni al limite del surreale. Da tempo si parla di antipolitica. Si tratta del frutto di quanto sopra. Proprio perché si è con tutta probabilità smarrito il senso della politica, abbassato ad un gioco sottobanco per conquistare e gestire poltrone e poteri. Il bene comune, il vero servizio che è ascolto e attenzione concreta con interventi efficaci, il progetto coniugato con la speranza e le speranze, la libertà come spazio per la ragione di esercizio quotidiano nella lettura dei fatti, la possibilità di incontro e di convergenza escludendo pregiudizi illogici ed insensati, la capacità di risolvere tempestivamente problemi senza il loro perenne rinvio: questi alcuni punti che la politica nella sua accezione più nobile dovrebbe mettere in agenda. Il ruolo dei cattolici e dei credenti che in questa agenda possono dare e mettere quale valore aggiunto, è il concetto di persona non esclusivamente legato alle condizioni materiali di vita ma ai valori che la fondano e la realizzano e che vanno anche oltre i limiti del tempo. Non sarà facile questo recupero in una società come la nostra, “sfilacciata” e dominata dal relativismo e dal “pensiero debole”. Sembra però essere l’unica difficile strada. O R IG di Riccardo Ceccarelli attesa e già preannunciata decisione sul futuro dello zuccherificio Sadam di Jesi è arrivata lunedì scorso, al termine di un incontro a Palazzo Raffaello, a cui hanno preso parte il governatore della Regione Gian Mario Spacca, affiancato dagli assessori Ugo Ascoli (lavoro) e Paolo Petrini (agricoltura) ed il numero uno dell’omonimo Gruppo, Massimo Maccaferri. La chiusura dello zuccherificio è stata, definitivamente, confermata, ma la proprietà ha garantito che tutti i dipendenti troveranno una nuova collocazione. I punti chiave della nuova strategia sono principalmente tre: la diversificazione produttiva, la valorizzazione strategica dello storico stabilimento jesino, “l’opzione 0”, che dovrebbe garantire una nuova collocazione a tutti i dipendenti. L’ex zuccherificio produrrà biodisel con l’olio di girasole, ha annunciato Macca- SP L’unica difficile strada L’ intanto, si apriranno due tavoli di consultazione, il primo presso il ministero dell’agricoltura, con le associazioni agricole, il secondo con i sindacati ed il mondo del lavoro. Il Governatore Gian Mario Spacca ha assicurato, incontrando i rappresentanti dell’RSU, che seguirà tutto l’iter, tenendo aperto il tavolo delle trattative. Tra i lavoratori dell’ex zuccherificio, resta alta la preoccupazione e l’incertezza per il proprio futuro occupazionale, nonostante le rassicurazioni, considerate insufficienti, da parte dei vertici aziendali. Lo sciopero giornaliero di quattro ore proseguirà fino a mercoledì, hanno annunciato, confermando che sarà mantenuto il blocco in entrata ed in uscita dallo stabilimento. Asmae Dachan Nella foto di Uncini un momento di una delle manifestazioni che nei giorni scorsi si sono svolte a Jesi to. Nell’allegra vetrina c’è però qualcosa di stonato. In una fotografia in mezzo ad un gruppo di ragazzi e ragazze travestiti da streghe, indiani e pagliacci, ve ne sono tre che indossano costumi di gusto per lo meno discutibile: uno da suora, un altro da sacerdote, un altro ancora da frate. Vi fanno ridere? A me no. Se li incontrassi per strada piuttosto mi farebbero pena. Oggi ci si sta accorgendo che purtroppo molti ragazzi, come pure moltissimi adulti, non sanno più ridere, ma solo sghignazzare o deridere. Dicono che a Carnevale ogni scherzo vale, ma anche i proverbi vanno interpretati con riserva. Perché di risate sguaiate, spregiudicate o ciniche provocate da certi scherzi di pessimo gusto (volete dire, per caso, ’da prete’?) faremmo volentieri a meno. A. F. C. Ambiente – Intervista a Roberto Oreficini, responsabile della Protezione civile delle Marche Fondamentale la collaborazione dei cittadini N ella scorsa stagione estiva l’Italia è stata interessata da una enorme quantità di incendi che, per numero e per superficie percorsa dal fuoco, ha segnalato livelli mai riscontrati prima d’ora nel nostro paese. Questa tragedia che purtroppo si ripresenta ogni anno ha causato un notevole danno ecologico ed ambientale. Sulla situazione italiana in generale e sulla nostra Regione in particolare ma soprattutto sui motivi (ipotizzabili o già chiari) per cui ogni anno nel periodo estivo avvengono tali fatti, abbiamo chiesto un parere al direttore del dipartimento di Protezione Civile e della Politiche della Sicurezza della Regione Marche, dottor Roberto Oreficini Rosi. Qui di seguito il suo articolato intervento sollecitato da alcune nostre domande. Il fenomeno accaduto in Italia ha interessato anche altri paesi sia europei sia extraeuropei tra i quali la Grecia e gli Stati Uniti, con conseguenze molto pesanti in perdite di vite umane e danni al patrimonio ambientale e civile. Allo stato attuale il Presidente del Consiglio dei Ministri ha emanato due ordinanze, una per le Regioni Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, l’altra per le Regioni Abruzzo, Basilicata, Emilia – Romagna, Marche, Molise, Sardegna ed Umbria, con le quali sono state poste specifiche disposizioni per la ricognizione dei danni, per il ripristino delle condizioni di sicurezza e per costituire in tutti i comuni il catasto delle aree percorse dal fuoco. Anche nella nostra Regione si sta ope- rando intensamente, soprattutto durante il periodo invernale, per mitigare il rischio idrogeologico nelle aree interessate dagli incendi. Infatti dove il terreno è rimasto spoglio è più facile che si verifichino fenomeni franosi che aggiungono danno al danno. Con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) i comuni marchigiani stanno istituendo il catasto delle aree percorse dal fuoco, e stanno aggiornando i loro piani di protezione civile per contemplare anche gli interventi da attuare nel caso d’incendi d’interfaccia, ossia quegli incendi che pur avendo origine da aree boscate, vanno ad interessare abitazioni ed infrastrutture, con grave pregiudizio per l’incolumità delle persone. Credo che il motivo fondamentale, soprattutto nella nostra Regione, sia da ricercare nella sussistenza di uno stato siccitoso senza precedenti. Una situazione veramente eccezionale, forse da attribuire anche ai fenomeni di cambiamento climatico in atto. Possiamo senza dubbio dire che tutti gli incendi sono causati dall’uomo, in gran parte per negligenza o imprudenza ed in misura molto minore per dolo. Alcuni degli incendi sono poi provocati da persone che sono affet- te da disturbi psichici. Nella nostra Regione sono invece poco riscontrabili gli incendi legati a motivazioni socio economiche. Per evitare i danni, da un lato è necessario che tutti i soggetti proprietari di aree boschive e terreni agricoli, siano essi pubblici o privati, eseguano con attenzione e costanza le attività di manutenzione, dall’altro che vengano predisposti adeguati strumenti d’intervento nel caso in cui l’incendio dovesse verificarsi. Infatti l’intervento urgente al verificarsi di un incendio consente di limitarne l’estensione. Per questo è necessario sostenere la preziosa opera svolta dalle Province, dai Comuni, dalle Comunità Montane e, soprattutto, dal Corpo Forestale dello Stato e dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Altro elemento importante per garantire la sicurezza dei territori e della popolazione è data dalla presenza del Volontariato che, soprattutto per le attività Anti Incendio Boschivo, deve essere ben preparato ed equipaggiato. Da ultimo deve essere ricordata la collaborazione dei cittadini, che con le loro segnalazioni al 1515 o al 115, rendono spesso possibile l’intervento immediato delle forze di pronto intervento. L’ambiente è veramente di tutti e quindi dobbiamo tutti imparare e proteggerlo. a cura di Gianfranco Pigliapoco 5 Cultura 3 febbraio 2008 Fantasie, trascrizioni, elaborazioni, suites N Opera in concerto con i Solisti della Scala uovo appuntamento della Stagione Sinfonica il 18 gennaio con “Opera in concerto”. Un invito allettante. Presentava un florilegio di quelle fantasie, trascrizioni e rielaborazioni di musiche operistiche delle quali si è interessato più volte quest’anno anche il Festival Pergolesi Spontini. Molti furono nell’800 i musicisti, spesso fra i più grandi, che per questo particolare genere composero. Era musica da salotto, adatta a complessi strumentali ridotti e destinata a chi avesse voluto ascoltare o riascoltare una musica non sempre accessibile a chi era lontano dai grandi teatri. Contribuì molto alla diffusione del melodramma, mettendo anche in luce le virtù dei compositori che in simili arrangiamenti avevano occasione di sfoggiare fantasia, sensibilità, buon gusto e notevole perizia tecnica. Ad un gruppo cameristico di prim’ordine, I Solisti della Scala, è stata affidata l’esecuzione. Ne fanno parte Ettore Pellegrino, carismatico primo violino concertatore, Fabrizio Meloni, primo clarinetto solista dell’Orchestra del Teatro e della Filar- monica della Scala e Francesco Dalla sua città natale riceve la archi erano di due musicisti Di Rosa, primo oboe delle stesse cittadinanza onoraria. contemporanei, R. Molinelli e orchestre. E’, quest’ultimo, una Oltre alle fantasie tratte da gran- S. Squarzina, autore anche di celebrità della nostra terra ed è di opere, altre perle musicali un Gran Duo Concertante su giusto riservargli una breve pre- erano comprese nel programma: motivi dal ‘Rigoletto’ e dalla sentazione. Nato a Montegrana- “Crisantemi” di Puccini, un’ele- ‘Traviata’, elaborato per granro (A.P), avviato precocemente gia, formalmente perfetta e di di virtuosi. agli studi di pianoforte, poi di struggente, malinconica bel- Il programma vario e piacevole oboe, dopo essersi diplomato al lezza, in cui già si presagisce e la partecipazione di così illuConservatorio di Pesaro intra- il clima della ‘Manon Lescaut’ stri interpreti hanno richiamaprende una carriera costellata e inoltre, presentata in un to al Pergolesi un pubblico che di successi. Concerti, incisioni, organico più ampio di quel- ha gremito il teatro fino al logpremi lo fanno conoscere in tut- lo originale, la Sonata n° 3 di gione. Richiesta almeno di un ti i più grandi teatri del mondo. un Rossini appena dodicen- bis, che è stato la più famosa Nel 2004 il Centro Studi Marche ne, ma già con l’evidente im- ‘Tarantella’ del mondo: quella di gli consegna in Campidoglio il pronta del suo carattere gio- Rossini, naturalmente. premio ‘Il Marchigiano dell’anno’. coso. Le strumentazioni per Augusta Franco Cardinali Rivive il personaggio di Ettore Petrolini G Guanti, bastone e frac: è Gastone astone, Fortunello e quel Nerone con cui, anticipando Chaplin, parodiò un simbolico dittatore, è il più famoso dei personaggi inventati da Ettore Petrolini, attore di varietà, macchiettista, causeur, cantautore, commediografo, fine dicitore e persino autore di un libro, “Modestia a parte”, che è specchio rivelatore della sua vis comica. Nato e vissuto a Roma tra la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900, sensibile ai gusti e alle tendenze artistiche più avanzate, espresse, o meglio inventò, una comicità geniale, assurda, zeppa di nonsense che mascherava una satira sociale leggera, ma penetrante. Ha pensato di far rivivere questo personaggio, che Petrolini immaginò in qualche modo somigliante a Gabriele D’Annunzio, Massimo Venturiello, regista e protagonista di un ‘varietà d’epoca’ andato in scena al Teatro Spontini di Maiolati il 16 gennaio. Si tratta di uno spettacolo di successo, già da due anni in tournée. “Gastone”, appunto, è il titolo: semplice la storia raccontata. E’ quella di un attore di varietà squat- e di donnine spigliate da lanciare nel mondo dello spettatrinato, viveur, elegante parolaio, talvolta sniffatore di co- colo e da presentare al suo fianco. La delusione sarà inecaina (i cui effetti non erano allora del tutto conosciuti) vitabile quando incontrerà l’apparentemente timida Lucia che vive alla giornata, sempre a caccia di ricchi impresari – nome d’arte Luciette d’Antibes – che sa invece il fatto suo e, assaporato il successo, senza tanti scrupoli pianterà in asso il suo Pigmalione. Massimo Venturiello, svagato, ammiccante, ha tutte le qualità per descrivere in carne e ossa il personaggio: mimica e maschera, voce, stile di recitazione, loquacità ed anche, nonostante una corta barba da gentiluomo, una notevole somiglianza fisica. Sua partner è stata Tosca, simpatica e brava tanto a recitare che a cantare: certe canzoni-scioglilingua, per niente orecchiabili, di Germano Mazzocchetti hanno fatto chiaramente intendere quali notevoli risorse abbia, non solo vocali. Vivaci soubrettine, macchiette, gustosi personaggi popolareschi ben caratterizzati hanno vivacemente ricomposto e animato quel mondo di artisti un po’ cialtroni e picareschi che Petrolini frequentò fin da ragazzo, quando aveva incominciato ad esibirsi in sale e caffè concerto; di terz’ordine, ma che egli certo amò molto. Alto gradimento da parte del pubblico. Festeggiatissimi, tutti gli interpreti sono apparsi più volte alla ribalta per ricevere ondate di calori applausi. Fotoservizio: Augusta Franco Cardinali La prima pubblicazione del giovane jesino Andrea Gregori, Frammenti Racconta l’umanità fotografata dal suo sguardo H o scritto per necessità. Per non perdere ciò che sento dentro. Così Andrea Gregori, 31 anni, jesino, presenta “Frammenti”, la sua prima pubblicazione. Poesie che rivelano la vita, le emozioni, gli stati d’animo, la solidarietà, la tenerezza. Un’opera scandita in quattro quadri: frammenti di vita, di viaggio, di aforismi, di cuore. Ha presentato recentemente il suo libro, a Jesi, in modo originale, essenziale. Una sala per esposizione, arredata con pannelli che proponevano alcuni testi da lui scritti, pochi minuti di presentazione e di ringraziamento, e poi musica celtica di sottofondo, proiezione di alcuni suoi frammenti, un momento conviviale, un’atmosfera in cui ciascuno era libero di restare, approfondire personalmente, parlare, ascoltare musica. Ci tenevo a far sentire le persone libere di incontrarsi e di star bene insieme, perché penso alla cultura come a un modo costruttivo di porsi nei confronti degli altri, a una conoscenza non superficiale e non accademica. Andrea racconta con semplicità se stesso, il suo percorso di vita, il perché delle sue poesie. Quando frequentavo le scuole superiori, ragioneria, ho avuto la fortuna di avere un insegnante di lettere che mi ha comunicato la passione per la lettura. Ho letto moltissimo, e quando si è entusiasti e motivati per qualcosa, ci si arricchisce interiormente, si cresce. Poi ho cominciato a scrivere, e questo rappresentava uno sfogo, significava commuovermi, fare“pulizia interiore”, liberarmi dalle sensazioni negative che vivevo, guardare in profondità la mia vita. Penso che l’arte, in tutte le sue forme, viene dall’anima ed è molto importante nella vita. L’arte ci conforta, ci cura, ci solleva. Noi non siamo solo ciò che mangiamo e la strada che percorriamo. Noi siamo le storie che abbiamo letto, le fiabe che abbiamo ascoltato, le emozioni che abbiamo provato di fronte a un tramonto, a un quadro, a un fiore, a un viso caro. Molte delle cose che ho scritto fino a poco tempo fa le ho gettate via, poi ho deciso di raccogliere le mie poesie e le ho presentate all’editore che ha pubblicato Fram- menti: alcune di esse sono state anche musicate. poesia in ogni attimo della vita. Un cammiContinua a raccontare, Andrea, la sua espe- no personale tradotto in versi, metafore che rienza, con tono sereno. Qualche anno fa ho esprimono una sicurezza che nasce dalla divissuto il servizio civile in un centro per disabili sponibilità a riflettere, a cercare attraverso mentali: questa esperienza mi ha aiutato ad tante domande di superare le sofferenze, i avere uno sguardo attento, appassionato ver- problemi, i disagi quotidiani.”A volte rifletto so le persone, a vedere la ricchezza sommersa della vita di un uomo, di chi non ha scelta, sudegli altri, a non lasciarmi condizionare dalle bisce ed accetta!... e intanto ritorna quel dolce apparenze. Esperienze così aiutano a vince- pensiero che chiede a ragione una vita migliore quell’isolamento dello spirito di cui spesso re… In questa società che corre io non ho vooggi siamo malati, a recuperare i contatti con glia e quindi cammino… verso coloro che non la realtà, a capire che il nostro interesse è l’in- hanno di cui gioire eppure riescono a non perteresse degli altri, e il nostro futuro è il futuro dere mai la dignità di vivere.” Con le parole di degli altri. Un’altra cosa molto importante per Salvatore Merra, che ha curato la prefazione me sono i viaggi. Per me viaggiare non signifi- di Frammenti, auguriamo ad Andrea Greca andare in vacanza e fare il turista per vive- gori che le ali della poesia volino sempre al di una ricchezza per la sua vita e per gli altri. re un divertimento spesso fine a se stesso, ma sopra delle ragioni della necessità, e che siano Tiziana Tobaldi perdermi nei luoghi in cui mi trovo, lasciarmi coinvolgere, cogliere ogni sfumatura delle persone, del vivere quotidiano, ascoltare tante storie non scritte che parlano all’anima, perché il miglior modo per comprendere la realtà è attraverso i sentimenti. ViagCarnevale I controlli giare per me vuol dire cercare, andare oltre se stessi e la Forza ragazzi, via, è Carnevale, ‘L dottore mio de base è competente, propria realtà per entrare mettemoce la maschera e po’ fôri me dice sempre: “Fatte ‘n po’ ‘n controllo! nell’ignoto, e scoprire la belche questa è ‘na giornata assai speciale. che ‘l male ce po’ esse, anche latente lezza degli altri, nel tempo Oggi pôi buttà via tutti i pudori e co’ la mutua paghi solo ‘l bollo.” - ciò che la storia ci ha lasciato - e nello spazio…Così e comportatte in modo demenziale A ste parole a me me viene in mente esprime Andrea questa sua senza pensà ai problemi coi dolori. mi nonno che non era ‘n tipo frollo passione in Frammenti di Semo protagonisti, tutti attori e ‘l medigo l’ha visto raramente. viaggio: “Ingordo di conoche a Carnevale ogni scherzo vale. E’ gido all’ospedale pe’ ‘n controllo, scenza di persone e di culture, di vedere e ascoltare, di esseEppo’ stasera come fa i pajacci j’ ha ditto che c’avêa l’ipertensione; re ovunque, di esserci sempre”. quanno te specchi, levi la farina più niente vi’, né dolci, né maiale, I suoi Frammenti di vita, la e arleggi sula faccia i pensieracci scinnò te godi pogo la pensione. parte più consistente del libro, raccontano l’umanità per quello che la vida te propina, E’ campado ‘n par de mesi, e male, fotografata dal suo sguarcerca ‘n po’ de scordatte tutto ‘l male no’ ‘ndava fôri più, mango giù l’orto, do attento, dal desiderio di e illudete ch’è ancòra carnevale. s’è ‘mpressionado tanto che c’è morto! conoscere, di narrare la vita con la poesia e di cogliere la Lucio Longhi Tra du’ campanili 6 Jesi 3 febbraio 2008 Il PD stabilisce le linee per le elezioni degli organismi dirigenti, il 2 e 3 febbraio di Paolo Marcozzi UNGHERIA (Via, da Via Inghilterra a Via Romania) Stato dell’Europa centrale compreso fra Austria, Slovenia, Croazia, Serbia e Montenegro, Romania, Ucraina e Slovacchia, con una superficie di 93.030 km 2. È una repubblica con parlamento unicamerale. Capitale: Budapest. VAL D’AOSTA (Via, da Via Campania a Via Cartiere Vecchie) Regione ufficialmente bilingue, in cui all’italiano si affianca il francese (ma la lingua parlata dai valdostani è il patois francoprovenzale) la Valle d’Aosta ha amato considerarsi nel corso della storia come un paese né al di qua né al di là delle Alpi, ma intramontano, quasi a rivendicare la sua equidistanza fra Italia, Francia e Svizzera e la sua autonomia. Circondata dalle montagne più alte d’Europa, la Valle d’Aosta ha in effetti potuto sviluppare, grazie anche al suo statuto di regione autonoma e all’apporto del turismo, efficienti servizi sociali e un’economia progredita che la pone al primo posto fra le regioni italiane come reddito pro capite. Capitale: Aosta. VALCHE (Via, da Via Zara a Via Spina) Era la zona dei gualchierai (lavatori, smacchiatori o sodatori di panni) e degli zingari calderai, intorno alla chiesa di Santa Caterina (v.). In particolare, le gualchiere si dedicavano alla produzione del feltro (la materia prima dei cappelli) a mezzo di folloni tessili che battevano le stoffe con l’aggiunta di argilla e sapone, mossi dall’acqua del Vallato. VALLE (Via, da Piazza Franciolini a Via dei Saponari) Nei pressi di Porta Valle, detta anche Porta Pesa, perché vi era sistemata la pesa pubblica: fu spostata in avanti alla fine del secolo XV per permettere di includere all’interno delle mura la sorgente di acqua, importantissima in caso d’assedio. VECCHIO OSPEDALE (del) (Vicolo, da Via Santoni a Vicolo della Pace) Qui sorgeva il vecchio ospedale di Santa Lucia, gestito dalla confraternita omonima, economicamente solida, con costituzioni rinnovate nel 1622 per opera del vescovo Cenci. Durante il XVII secolo l’ospedale aveva una capienza di 23 letti, di cui 16 per uomini e 7 per donne; in situazioni particolari, l’ospedale poteva però ospitare un numero maggiore di malati, come nel 1649, quando vi erano accolti 32 infermi colpiti da tifo petecchiale. All’ospedale era annessa l’unica farmacia (o “speziaria” o, più anticamente, “aromateria”) della città, aperta nel 1567: le medicine erano vendute ai ricchi e distribuite gratuitamente ai poveri. L’ospedale operò fino alla metà del secolo XVIII, quando venne realizzato, dal vescovo Fonseca, l’Ospedale Diocesano, in Terra Vecchia (oggi Corso Matteotti, dove già sorgeva un altro piccolo ospedale, quello di San Rocco, a disposizione dei viandanti). continua al prossimo numero Regione: Proposta di legge per gli oratori Riconoscere, sostenere e agevolare il ruolo delle parrocchie e degli enti di culto nell’educazione dei ragazzi. E’ quanto si intende perseguire con la proposta di legge della Giunta regionale riguardante “Interventi per la valorizzazione della funzione sociale ed educativa degli oratori e degli enti religiosi che svolgono attività simila- T Partito democratico: si vota re milioni e mezzo di partecipanti alle primarie del 12 ottobre. 2.352 persone all’assemblea costituente del 27 ottobre a Milano. Jesi 19 gennaio, Hotel Federico II, secondo convegno regionale del Partito Democratico. Ormai realtà nella politica italiana, il P.D. sta organizzandosi per le elezioni degli organismi dirigenti. Ma questo come coinvolgerà la cittadinanza jesina? Lo chiediamo all’avvocato Liliana Uncini (nella foto), componente della Costituente del Partito Democratico, eletta con la lista “A Sinistra per Veltroni”. Il 19 gennaio, presso l’hotel Federico II di Jesi, si è tenuta la seconda costituente regionale del PD, di che cosa si è parlato? La coordinatrice Sara Giannini, dopo aver comunicato i componenti del proprio staff ha illustrato i metodi delle prossime votazione degli organismi locali. Infatti il 27 gennaio si svolgeranno le assemblee di fondazione del P.D., per illustrare le modalità della campagna di fondazione del partito. Il 2 e il 3 febbraio, invece, in tutti i comuni della provincia di Ancona sono convocate le assemblee di coloro che hanno partecipato alle primarie del 14 ottobre. In tale occasione gli stessi riceveranno il certificato di “fondatore del P.D.” ed eleggeranno gli organismi dirigenti. Come funzioneranno le votazioni del 2 e 3 febbraio e in che modo coinvolgeranno la cittadinanza jesina? A Jesi si costituiranno tre circoli, uno per ogni circoscrizione, e si eleggeranno il coordinatore e il comitato direttivo di ogni circolo, i delegati all’assemblea provinciale e i delegati all’assemblea comunale. Questi a loro volta eleggeranno il coordinatore comunale. Ai votanti verrà chiesto un contributo per sostenere l’attività del P.D. nel territorio. Per quanto riguarda le quote rosa c’è un’importante novità. Quale? Che ogni elettore, per l’elezione del comitato direttivo del circolo P.D. e ri”. “Alle parrocchie - dichiara il presidente Gian Mario Spacca - sono affidati compiti fondamentali finalizzati alla crescita armonica dei ragazzi. I progetti sono presentati entro il 31 gennaio di ogni anno. Per il 2008, sono presentati entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge dopo l’approvazione del Consiglio Regionale. Per la realizzazione degli interventi quest’anno sono disponibili 500.000 euro. Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 - Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 www.fazibattaglia.com Negli organismi dirigenti il numero di donne e uomini dovrà essere assolutamente paritario dei delegati all’assemblea provinciale e comunale dovrà esprimere due preferenze: una per un uomo e una per una donna, pena la nullità della scheda. Negli organismi dirigenti il numero di donne e uomini dovrà essere assolutamente paritario. Immagini che il Partito Democratico vinca le prossime elezioni politiche, quale sarebbe secondo Lei la prima cosa da fare? Migliorare la Pubblica Amministrazione semplificando le procedure e inserendo sistemi più snelli ed efficaci.” Una straordinaria partecipazione alle primarie dello scorso ottobre, un partito che come ha detto il suo leader Veltroni “nasce dal basso”, con metà dell’assemblea costituente composta da donne, 23 stranieri e decine di giovani circa ventenni. È o no un’inaspettata innovazione dell’attività politica? Il P.D. risponde alla grave crisi dei partiti italiani che faticano a promuovere la partecipazione e a selezionare una classe dirigente credibile e capace di guardare lontano. Il P.D. è un partito nuovo diretto a rinnovare la politica italiana e i suoi comportamenti, un partito che sin dalla sua fase fondativa è aperto alla partecipazione di una larga platea di cittadini, al cui voto , diretto e segreto, affida la scelta della leadership e al metodo delle primarie affiderà la scelta delle candidature alle massime cariche di governo nelle Regioni e negli Enti Locali. Allo stesso principio di innovazione del metodo di far politica risponde anche la concreta e rispettata regola della parità di donne e uomini presenti non solo nelle liste, ma fra gli eletti e negli organismi. Dato che il Partito Democratico unisce due partiti, i Ds e la Margherita, con valori etici così diversi, quali saranno i valori del Partito Democratico? Il P.D. si riconosce nei valori di libertà, uguaglianza, solidarietà, pace, dignità della persona che, come ben specificato nel Manifesto del Partito, hanno le loro radici più profonde nell’illuminismo, nel cristianesimo, e nel loro complesso e sofferto rapporto. Traggono alimento sia dal pensiero politico socialista, sia da quello liberale, sia da quello cattolico democratico. Questi valori sono maturati nella dialettica tra queste diverse tradizioni e dal confronto con le sfide dei diritti civili e della libertà femminile, oltre che nella condanna delle ideologie e dei regimi totalitari del novecento. Sono anche frutto di una lunga sequenza di conflitti, basati su appartenenze religiose o di classe, e di tragici errori. Oggi possiamo considerare alle nostre spalle quei conflitti e quegli errori. Sono i valori che ci uniscono e gli obiettivi comuni ,che intendiamo realizzare, a definire la nostra identità politica. Eleonora Dottori Convegno organizzato dal Meic su Teocrazia e Democrazia Il lungo percorso della democrazia Il presidente del Meic di Jesi – Movimento Ecclesiale di Impegno culturale - Alvise Cherubini ha introdotto il prof. Vittorio Massaccesi che, la scorsa settimana al palazzo Ripanti, ha proposto una conversazione su teocrazia e democrazia. Massaccesi ha relazionato sul discernimento delle due concezioni, mettendo in rilievo il termine teocratico, sottolineandone la sua giustificazione nella storia come sistema, dalla nascita alla sua evoluzione in un crescente equilibrio lasciando spazio al concetto democratico, che è più vicino a noi. Il sistema teocratico abbraccia un arco di tempo vastissimo, fatto di cambiamenti e di argomenti rimasti nel tempo. Il suo termine greco, teos-Kratos, indica: potere di Dio. La teocrazia è il potere che discerne da Dio ed è esercitato da una suprema autorità religiosa o su delega da chi la rappresenta. Nel primo secolo dopo Cristo, fu coniato nella storia giudaica, crescendo in una quotazione non indifferente, come concezione organizzativa di tutto il sistema. L’espressione democratica è potere del popolo, con una sua conseguente volontà di espressione attraverso le votazioni. L’ordinamento della base di entrambe le concezioni, nei popoli antichi come quello Ebreo, Egizio e del territorio Europeo occupato da Roma, si muove sulla necessità di un equilibrio tra le organizzazioni interne stimolate da continue sfide occupazionali del potere. Guerre di conquista territoriale e di concezione si susseguono dando svolte importanti, documentate di volta in volta da chi per l’epoca era al potere. Questo avviene con metodi più o meno oscuri, ma le forti culture esterne all’Occidente hanno i loro rappresentanti che riescono ad identificare con chiarezza. E’ proprio l’uso dei testi sacri che crea una scissione laicista del potere politico e quindi teocratico, dai precetti interpretativi delle realtà concettuali Divine. La scissione si rea- lizza da Costantino, fino a Filippo il Bello, che definisce con una delega la vera teoria teocratica. Alla Chiesa Cattolica ed Apostolica resta solo una disciplinata sottomissione alla sua credenza: la spada temporale è soggetta a quella spirituale; l’altra, quindi l’ultima parola, è quella del clero. Se l’una sbaglia, l’altra corregge, se sbaglia l’altra, il Papa interroga Dio. Il grande duello si concentra nel secolo tredicesimo, precisamente nel 1302. Gradualmente gli stati diverranno indipendenti fino all’Illuminismo. Le nazioni si muovono con tempi diversi; in Asia e nei paesi arabi, la teocrazia ha un concetto di potere unico, ovvero una sola spada sorregge potere politico-spirituale-materiale. Questo perché il riferimento ad un ordine proprio è sollecitato da norme quotidiane che spingono l’uomo ad avere un rapporto unico su tutto con Dio. L’Oriente, quindi, non è toccato dal potere papista, mentre sugli stati europei fino ai governi del nord, si estende la conferma dei due concetti definendosi sempre meglio. Le più ardite proposte, che sanno appunto di miracoloso per l’epoca, convergono da menti politiche del mondo greco, come Pericle ed Aristotele. Viene stabilita un’Isocrazia: uguaglianza di poteri; un’Isogonia: diritto di parola, pari opportunità. Nel tempo, la Chiesa lascia lentamente autonomia alla persona e alle scelte politiche. Ma un puro e solo sistema teocratico non assicura una tutela della dignità della persona: la democrazia sembra di si, ma le due realtà tuttora si interrogano tra un’idea di unificazione e libertà dei poteri. Unico punto di riferimento ancora valido, sembra essere ciò che S. Paolo riferisce nella Lettera ai Romani: che in sostanza i principi sono quelli di un’autocritica e della coscienza, nel momento in cui si resiste alle potestà terrene, si resiste a quelle di Dio, rischiandone quindi la condanna. Elisabetta Rocchetti Vita ecclesiale Parola di Dio 3 febbraio 2008 3 febbraio 2008 - 4^ domenica del tempo ordinario (anno A) Un mondo diverso è possibile, grazie a Lui sere perfetti. Viene offerto lo In quel tempo: vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi sguardo a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la padi Dio. E rola, li ammaestrava dicendo: viene chie«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli sto di acafflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la co g l i e rl o , terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saseguendo ranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Lui. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, Un mondo perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa diverso è della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando possibivi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta le, grazie di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché a Lui. La grande è la vostra ricompensa nei cieli». Parola del Signore. parolachiave del testo e anche dei testi liturgici è “povero” (anawzm). Indica tutCommento Come sintetizzare un commento su questa ti coloro che sono «curvi», cioè gli oppressi in pagina-capolavoro, che ha animato la vita e balia dei potenti, le vittime indifese, una folla la speranza di tantissime persone, anche non immensa distribuita in tutti i secoli e in tutte le regioni del nostro pianeta. E, attenzione, come credenti? Chi è salito su quel monte e risente da lì i capi- si vede anche in Sofonia, sono anche i giusti, toli 5, 6, 7 di Matteo con questo incipit, respi- i miti, gli umili, i fedeli a Dio. Sono appunto i ra a grandi polmoni, sente che su quel monte “poveri in spirito” di Matteo. (il nuovo Sinai con il nuovo Mosè) non viene Ecco una traduzione-attualizzazione offerta chiesto un rinnovato sforzo di volontà per es- nel Catechismo degli Adulti “La verità vi farà Dal Vangelo secondo Matteo Mt 5,1-12) Agenda Pastorale del Vescovo Venerdì 1° febbraio ore 18.30: Parrocchia di Pianello Vallesina, incontro con i Cresimandi Sabato 2 febbraio Ore 11: Cupramontana, S. Messa con bambini e genitori della scuola materna S. Caterina ore 16.30: Giornata dei Religiosi. In Duomo, meditazione e S. Messa ore 19.30: Castelbellino, conclusione della marcia della pace Domenica 3 febbraio ore 9.30: S. Messa a Villa Serena ore 15: Casa di Riposo “Gregorini” di San Marcello: incontro con gli ospiti e S. Messa ore 18.30: Incontro vocazionale Martedì 5 febbraio Incontro con Sacerdoti: il Vescovo non sarà presente in Duomo nel pomeriggio Mercoledì 6 febbraio ore 18.: Santa messa in Duomo e imposizione delle Ceneri ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento vocazionale in vista del Diaconato permanente Giovedì 7 febbraio Loreto: Ritiro di tutto il Clero delle Marche Venerdì 8 febbraio 16.30: Collina di S. Maria Nuova: incontro con Cresimandi 18.30: S. Messa 21: Incontro con i genitori Domenica 10 febbraio Mattino: Ritiro per partecipanti alla Scuola per Ministeri 16.30: Incontro con Ministri Straordinari della distribuzione della S. Comunione 18: S. Messa e mandato dei nuovi Ministri Straordinari della distribuzione della S. Comunione 21: Chiusura del Corso di Cristianità “donne” Per i lebbrosi Il gruppo Amici di Raoul Follerai di Jesi invita a partecipare alla XXXIV Mostra vendita pro Malati di lebbra che si svolgerà dal 4 al 7 febbraio nella sala del Palazzo dei Convegni, concessa dal Comune di Jesi. La mostra sarà aperta dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19. In un periodo in cui si registrano aumenti dei nuovi casi di lebbra in paesi endemici come il Brasile, è sempre più importante tenere vivi l’attenzione e l’impegno di tutti per sconfiggere le cause profonde della malattia: visitare la mostra sarà un modo per contribuire a sconfiggere la lebbra: una malattia dimenticata. liberi” n. 133 “Beati gli umili che confidano solo in Dio, perchè ad essi è riservato il suo regno. Beati quelli che si affliggono per il male presente nel mondo, perchè Dio li consolerà. Beati i miti, coloro che sono accoglienti, cordiali, pazienti, e rinunciano ad imporsi agli altri con la forza, perchè Dio concederà loro di conquistare il mondo. Beati quelli che desiderano ardentemente la volontà di Dio per sè e per gli altri, perchè Dio li sazierà alla sua mensa. Beati i misericordiosi, che sanno perdonare e compiere opere di carità, perchè Dio sarà misericordioso con loro. Beati i puri di cuore, che hanno una coscienza retta, perchè Dio li ammetterà alla sua presenza nella liturgia celeste. Beati quelli che costruiscono una convivenza pacifica, giusta e fraterna perchè Dio li accoglierà come figli. Beati i perseguitati a motivo della nuova giustizia evangelica, perchè Dio, re giusto, li salverà”. 7 di don Mariano Piccotti [email protected] Gino e Vittoria Samuel e Paolo e Marco Ariel e Resima, e tu, piccola Munnì… Non v’ho trovato mai in prima pagina, o sul palco alto della notorietà. Ma sulla porta di casa ad implorar speranza. Spero che gli occhi miei e le mie mani v’abbiano fatto intravedere il Sole. CHIESA dell’ADORAZIONE Una proposta del Meic luogo di adorazione e di ascolto Sabato 9 febbraio nella chiesa del monastero Ss Annunziata delle Clarisse di Jesi, in via San Marco, si svolgerà un incontro di cultura e spiritualità cristiana per vivere bene la Quaresima, tempo forte dell’anno liturgico. Alle ore 17: riflessione di padre Valentino Natalini dell’ordine Frati Minori di Jesi; ore 18,30 celebrazione dell’Eucarestia con la partecipazione di altri gruppi ecclesiali. Dal lunedì al Venerdì (eccetto i giorni festivi infrasettimanali), dalle ore 16 alle 19,30 un Sacerdote è a disposizione nella Chiesa dell’Adorazione per le Confessioni e il colloquio spirituale. Questo servizio, offerto a tutti, vuol essere in modo particolare una opportunità data ai giovani. Viene di seguito indicato il Sacerdote presente per ciascun giorno: Lunedì 4 febbraio: Martedì 5 febbraio: Mercol.6 febbraio: Giovedì7 febbraio: Venerdì8 febbraio: P. Ilarino, Cappuccino Don Gianni Piersimoni Le Ceneri, in parrocchia Don Giuseppe Quagliani Don Emilio Campodonico Pastorale giovanile Nasce l’equipe della pastorale giovanile che avrà il compito di tradurre in pratica le linee indicate dalla consulta pastorale diocesana per l’attuazione di un cammino di fede dei giovani. I componenti sono stati chiamati da don Cristiano Marasca tra persone disponibili che hanno vissuto l’esperienza dell’Agorà 2007. L’equipe sta predisponendo il programma dell’Agorà 2008 che ha due momenti importanti: il 15 marzo e la notte tra il 20 e il 21 luglio. Osimo: incontro annuale dei gruppi di preghiera legati a Medjugorie E’ necessario ritrovare le radici cristiane Domenica 20 gennaio ad Osimo si è svolto l’incontro dei gruppi e dei simpatizzanti legati a Medjugorje. Il colpo d’occhio del Palazzetto era suggestivo, con almeno 4.500 persone che gremivano gli spalti, quando l’assessore del Comune di Osimo salutava i presenti e seguiva poi il sindaco della Vallesina Tiziano Consoli, del Comune di Poggio San Marcello che aveva l’onore di aprire l’incontro con un’interessante intervento sull’importanza del volontariato, sulla necessaria e sana laicità dello stato e della politica, e sulle radici cristiane dell’Italia e delle nostre zone. L’avv. Consoli era presente in qualità di Sindaco gemellato con il comune in cui si trova Medjugorje, Citluk. Al termine dell’intervento, significativo ed emozionante, i presenti addebitavano un caloroso applauso anche per il coraggio delle scelte politiche prese dal Sindaco. Padre Ljubo Kurtovic, francescano del convento-parrocchia di Medjugorje, che rappresenta la “voce” nel mondo di Medjugorje, ha proposto la centralità del messaggio cristiano per ogni tempo, ha richiamato la società italiana a ritrovare le proprie radici cristiane, se non vuole smarrire la sua dimensione di guida per l’Europa e ad ogni cristiano ha riproposto la bellezza della vita fondata in Gesù. La partecipazione all’Eucarestia, la preghiera del rosario, la lettura della Bibbia, la confessione, il digiuno sono fondamentali nella vita di ogni cristiano e sono stati raccomandati nel corso dell’incontro che si è concluso con la Santa Messa presieduta e concelebrata da numerosi sacerdoti presenti, insieme al padre francescano Padre Ljubo. Ottima l’organizzazione affidata ai volontari guidati da Alberto Ronconi di Falconara Marittima. Da Poggio a Medjugorie Tiziano Consoli, avvocato libero professionista, nato 31 anni fa è tra i più giovani amministratori d’Italia, eletto nel 2005 Sindaco. Ha voluto porre l’attenzione molto sul volontariato, tanto da conferire 36 benemerenze per meriti civili alle più importanti organizzazioni no profit operanti della Vallesina e non solo. Tra l’altro è sua l’idea di organizzare con cadenza annuale un premio per i marchigiani che si sono distinti in opere di volontariato e dal 2005 sono stati pre- Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 miate 13 persone e un premio alla memoria del dott. Carlo Urbani. Nel 2005 ha voluto fortemente il gemellaggio con il Comune di Medjugorje, per motivi incentrati; sulle comuni radici cristiane, sulla centralità storica dei santuari (a Poggio San Marcello il Santuario Madonna del Soccorso) nello sviluppo dei comuni, e per valorizzare l’opera dei tanti volontari della Vallesina che si sono prodigati per lenire le sofferenze inferte dalla guerra dei balcani in quelle zone (che ha visto impegnato anche la famiglia del Sindaco). Dal 2007 è presidente del Movimento della Vita con sede in Jesi. Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale, forniti all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento o diversamente acquisiti sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Tali dati saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali nonchè per conformarsi ad obblighi di legge. 8 Vita Ecclesiale 3 febbraio 2008 IL PAESE DELL’ANIMA Non poteva durare! Dopo appena due anni di dispute, distinguo, paure ad ogni votazione il governo Prodi è caduto perché è imploso al suo interno. Il suo cemento che univa forze diverse era solo quell’anti-Berlusconi che non è più bastato. Non si può governare solo “contro” ma anche “per”. Gli italiani hanno subito quest’antagonismo nel governo. Il suo effetto è stato allontanare sempre più dalla politica per rifugiarsi nell’antipolitica. Hanno predicato bene razzolando male. Non sono riusciti a orientare l’opinione pubblica per mancanza di un disegno comune capace di indicare una prospettiva, dando senso ai sacrifici per condividere un percorso alternativo per rimettere in piedi lo Stato. Anche le cose migliori che hanno fatto sono state oggetto di spezzettamenti mediatici. La sinistra non è riuscita a coinvolgere il centro pur consapevole che da sola non avrà possibilità di governare il paese. Il Governo non ha valorizzato il senso, il significato delle cose, vendendo male i risultati. Da parte sua la destra ha avuto buon gioco, demonizzando il tutto, scavando sulla litigiosità. La destra ha incarnato la delusione dei cittadini nei confronti dello Stato che aumentando le tasse per uno squilibrio economico derivato da problemi interni ed esteri (l’euro) ha impoverito di fatto il Paese. Si è rilevato il limite ideologico e politico di una sinistra ancora ancorata all’ideologismo. Non ha il senso del governo. Ancora ragiona con una mentalità di opposizione. In un contesto invece dove poteva reggere soltanto una politica in grado di esprimere una cultura moderna, che riusciva a coinvolgere l’intero paese, cosciente di sé, capace di parlare al cittadino e non ad una sola parte. Infatti, sono stati talmente bravi che sono riusciti a fare opposizione tra di loro. La vittoria mutilata del 2006 ha messo subito il governo sulla difensiva. Preoccupati di contare all’interno del governo, occupando posti strategici di comando con il risultato di una dilatazione abnorme di ministri e sottosegretari, dando un immagine pietosa. In questo quadro il Presidente del Consiglio si è costruito con le sue mani una “prigione dorata” da cui partivano i suoi sorrisi di incoraggiamento, la sua forza di tessere una seppur debole strategica mediazione, mentre era circondato da ricatti, veti, minacce per essere costretto tutti i giorni a pacificare. Ministri che si azzuffavano allontanandosi dal paese reale. Prodi non sarebbe caduto se non si fosse innescata la “paura” della legge elettorale che man mano che la si definiva vedeva i partiti “piccoli” emarginati o addirittura esclusi. Non importa sapere chi ha tirato il “sasso”. Riflettere su un sistema che permette di tirarlo, serve alla democrazia che necessita di governi che possono durare e non essere impiccati alla corda che facilmente utilizzata: sia come potere di ricatto e sia come trappola, per determinare pressioni politiche ed istituzionali. La legge elettorale in vigore con una richiesta imminente di un “referendum” per modificarla ha innescato la necessità di darsi delle regole. Questa diventa la partita decisiva sia per rifare il governo “istituzionale” oppure per andare alle elezioni. Entrambi i poli hanno la necessità attraverso una legge elettorale di garantirsi la governabilità. Andare alle elezioni con l’attuale legge porta il pericolo che si ripeta quello che si è vissuto, cioè il potere di interdizione anche di partiti piccoli che possono destabilizzare il paese. Questo è giusto per la democrazia e per il paese? Il Paese ha bisogno di governabilità e di stabilità in un rapporto sano e corretto con i cittadini. I partiti e le istituzioni restituiscano agli elettori il potere effettivo della scelta e ristabiliscano una relazione di mandato tra gli eletti e gli elettori. Il costo della politica è enorme. L’economia comincia a mettere in ginocchio le famiglie, abbiamo bisogno non di dispute ma di “etica” della politica in cui chi governa, destra o sinistra, deve fare i conti con una democrazia che i cittadini vogliono più vicino ai loro problemi quotidiani. Remo Uncini unsbach è un villaggio della valle del Munster in Alsazia: miti pendii coperti di vigne circondano l’abitato, montagne azzurre svettano in lontananza. Quando il sole tramonta una luce dorata penetra da tutte le parti, ombra e sole giocano sulle antiche pietre e sulle vetrate; dalla finestra della sua casa a Gunsbach Albert Schweitzer era solito contemplare le colline e i boschi dei Vosgi segnati da vecchi castelli, fortezze, altissimi campanili. Questo suo guardare dalla finestra rimase un gesto emblematico che lo accompagnò per tutta la vita: era il suo modo di prendere coscienza della realtà, di un mondo che non finiva mai di esplorare, la cui bellezza lo commuoveva profondamente. Albert era nato a Kaiserberg e si era trasferito da bambino a Gunsbach quando al padre venne offerto il posto di pastore nella chiesa protestante. Il villaggio esercitò una grande influenza su Albert, perché l’aver frequentato la sua scuola lo preservò dall’orgoglio di tanti liceali che mai avevano avuto contatti con “les petites gentes”; infatti fu sempre pronto ad avvicinare gli altri senza pregiudizi, si appassionò all’ortocoltura ed ai lavori di falegnameria grazie all’amicizia con gli artigiani dalle cui mani operose aveva appreso i segreti dei mestieri. La sua più grande passione era suonare l’organo della chiesa di Gunsbach durante gli uffici religiosi fin dall’età di nove anni; il suo autore preferito era Bach secondo il quale “la musica non ha altro fine che la gloria di Dio”. Albert dovette allontanarsi da Gunsbach per seguire gli studi universitari di teologia e quelli musicali presso il conservatorio di Parigi; diventò teologo e grande organista, ma la sua decisione più importante la prese a 31 anni, nel 1905, quando si iscrisse alla facoltà di medicina, perché aveva capito che la sua vocazione era quella di servire gli ultimi: gli indigeni delle colonie dell’Africa equatoriale, dove le malattie più terribili – e fra esse la lebbra – mietevano moltissime vittime. Albert provò la gioia di condividere i suoi ideali con l’amica più cara della sua giovinezza, Helen Breslau, che sposò prima di partire per l’Africa nel 1913. Gli Schweitzer giunsero nel Gabon a Lambaréné dove, con l’aiuto dei missionari e della popolazione, allestirono il primo ospedale ai margini della foresta: la sala operatoria venne ricavata da un vecchio pollaio, in attesa che venisse eretta la baracca con il tetto di lamiera ondulata; tutto intorno, invece, erano le capanne di bambù per i malati. Durante la prima guerra mondiale Albert e sua moglie, cittadini tedeschi, vennero fatti prigionieri dai Francesi e dovettero interrompere la loro attività medica per riprenderla soltanto nel 1924. L’ospedale a Lambaréné fu ricostruito per ben due volte con l’aiuto di tanti amici e grazie ai proventi dei concerti che il dottore, proprio per questo scopo, tornava ad eseguire periodicamente nelle principali città europee. Il suo pensiero, la sua personalità erano diventati un riferimento per molti che lasciarono brillanti carriere per dedicarsi al servizio del prossimo. Nel 1953 Schweitzer ricevette il premio Nobel per la pace e con la somma ricevuta poté portare a termine il villaggio per i lebbrosi che venne inaugurato col nome di “Village Lumière” (villaggio della luce), quasi a significare la volontà di portare la luce nella vita di queste persone così duramente provate. Grazie alla somministrazione delle medicine scoperte in America il dottor Schweitzer riuscì a dare una speranza ai più derelitti ed a migliorare la loro condizione di vita. Il grande dottore con i capelli arruffati, i vecchi pantaloni pieni di rammendi, le tasche gonfie di lettere, i baffi ispidi e folti, impartì lezioni all’umanità intera dal suo ospedale nella giungla. Una sera di settembre del 1965, mentre il fiume Ogouè sembrava un enorme specchio dove gli alberi riflettevano la loro immagine e la luce della sua finestra brillava nel- l’asterisco Tra rivoluzionari e riformisti i ....! G Gunsbach * l’oscurità, Albert Schweitzer si spense mormorando le parole di una corale di Bach: “Liebster Jesu, wir sind hier !” (Amatissimo Gesù, eccomi qui). Maria Costanza Santacroce Cestaro di Giacomo Galeazzi La Chiesa parla glocal L a Chiesa italiana parla glocal, un glocal ancora un po’ bambino, ma già molto efficace. Il boom dei nuovi comunicatori cattolici veri e non dei vanesi con tonaca, agente, ed ufficio stampa, sta emergendo in tutto lo Stivale, disdegna i grandi network e non ha paura di correre nell’etere, talvolta alla corsara. Il mondo ecclesiale della Penisola sta transitando dai mass media ai community media, ed è facile pronosticare un futuro nell’ambito della comunicazione religiosa e sociale del nostro Paese, che si configurerà come realtà determinante e senza precedenti, caratterizzata da un proliferare di tv e radio in parrocchie ed oratori. «La rivoluzione della Chiesa che parla “glocal” si fonda sulle innovazioni tecnologiche», spiega padre Franco Lever, decano della facoltà di Scienze della comunicazione sociale presso la Pontificia Università Salesiana, teorico e studioso del nuovo fenomeno. In effetti grazie ai bassi costi delle strumentazioni impiegate ed alla qualità che può essere raggiunta molti lavori “autoprodotti” dalle realtà territoriali della Chiesa vengono trasmesse persino su satellite. Un tempo le parrocchie regno della macchina da scrivere e del ciclostile, usati per comporre e moltiplicare bollettini, libretti di canti o testi da recitare nei teatrini, hanno scoperto che tv e radio hanno le stesse qualità, sono duttili, economici e di facile uso. Ma la novità consiste nella comprensione delle straordinarie potenzialità offerte dal canale di distribuzione. Ormai si entra nel web, ci si collega al sito della parrocchia e si vede il girato che una piccolissima videocamera vi trasferisce in tempo reale. IL REFRATTARIO A PROPOSITO DI ABORTO Ogni anno, la prima domenica di febbraio, la Chiesa italiana celebra la giornata per la vita. E’ così da quando, nel 1978, fu approvata la legge 194, sull’interruzione volontaria della gravidanza. Quest’anno credo che la ricorrenza assuma un significato particolare, visto che ormai da un po’ di tempo, è stata lanciata, dal coraggioso direttore de “Il Foglio” Giuliano Ferrara, la campagna per una moratoria sull’aborto. Si tratta di una iniziativa nobile e splendida, resa ancor più degna di nota dal fatto che è stata proposta da un uomo di cultura che si dice non credente. In mezzo a tanto dibattito che è scaturito nel nostro paese, è il caso, però, di dar luogo, se ce ne fosse bisogno, ad alcune osservazioni. Si è sentito ripetere da più parti, anche da molte personalità cattoliche, che la legge 194 è, tutto sommato, una buona legge e che andrebbe semplicemente applicata meglio nella parte relativa alla prevenzione. Questa presa di posizione è inaccettabile. Applicare meglio le norme è il minimo che si possa fare, ma, per favore, non si dica che si tratta di una buona legge! Al massimo potrà essere migliore di altre, ma buona proprio no! Noi cattolici abbiamo il dovere di evidenziare sempre, senza stancarci, che tale disposizione è intrinsecamente ingiusta, aberrante ed inaccettabile, in quanto attraverso essa lo Stato permette l’omicidio di un innocente indifeso. L’aborto è e resterà sempre un crimine, oltre che, per un credente, un orrendo peccato. E non si parli di conquista di civiltà e di necessario rimedio contro gli aborti clandestini, anche perché credo sia stato dimostrato che i dati usati dai difensori della 194 per giustificarla si sono rivelati delle autentiche balle. Inoltre, se ragionassimo in questi termini, dovremmo legalizzare anche gli omicidi, visto che comunque ne avvengono molti. Se in Italia dal 1978 c’è stata una relativa riduzione degli aborti legali, lo dobbiamo ai Centri di Aiuto alla Vita (Cav) e alle brave persone che ne fanno parte, non certo alla legge. Prima della 194 il numero di donne che abortiva non poteva essere di milioni, come pure i radicali continuano a sostenere, visto che allora si rischiava la galera e la faccia ed era difficile trovare chi eseguisse l’ope- razione. Né si venga a sventolare il solito vecchio slogan femminista dell’autodeterminazione delle donne, che non si può avere a scapito di un’altra vita. Questo dobbiamo ribadire nella battaglia culturale, senza compromessi, perché la vita non è un valore negoziabile. Certo, sul piano politico e della legislazione la situazione è diversa! Oggi, purtroppo, non ci sono le condizioni per abrogare o cambiare drasticamente la legge, si deve realisticamente prenderne atto. Ciò, però, non significa che non si debba avviare un dibattito o che non si possa lottare per apportare alcune modifiche in senso più restrittivo. E’vero, magari si corre il rischio di peggiorare le cose e quindi bisogna agire con prudenza e saggezza, ma, caspita, è anche doveroso tentare! Dobbiamo sempre pensare ai 5 milioni di bambini uccisi da trent’anni a questa parte, una vera e propria strage degli innocenti, un vero e proprio, come lo ha definito il giornalista Antonio Socci, genocidio censurato. Si tratta o no di uno scandalo della nostra epoca? Federico Catani In diocesi 3 febbraio 2008 9 Assemblea diocesana e consegna della pubblicazione con gli atti del convegno di ottobre vangelizzare è un’esigenza d’amore: ciascuno di noi deve essere via di Cristo perché gli uomini abbiano la gioia di essere salvati dal Lui” così il vescovo Gerardo si è rivolto ai tanti fedeli, animatori, catechisti che si sono ritrovati in Cattedrale, nel pomeriggio di venerdì scorso, per la celebrazione della preghiera del vespro nella giornata dedicata alla Conversione di San Paolo. A ciascuno è stato consegnato il fascicolo “CorresponsAbili” realizzato dalla Diocesi e a cura di don Mariano Piccotti. La pubblicazione riprende il convegno diocesano dello scorso ottobre sul tema “Una chiesa che abilita alla corresponsabilità”, raccoglie i diversi testi dei coordinatori dei laborato- gliare negli adulti l’attenzione verso di loro. ri, i contributi dei relatori e riporta in ap- “Dobbiamo abilitarci a un nuovo modo di pendice i programmi per l’anno in corso di evangelizzare, amando quello che loro alcuni degli organismi diocesani. “Il con- amano”: ha detto don Cristiano, coordinatenuto è sempre nuovo perché attende di tore della Pastorale Giovanile, pensando ai essere messo in atto: una chiesa che abilita ventimila giovani della nostra Diocesi e ai alla corresponsabilità ha il compito di te- 649 di loro che quest’anno compiranno dinere attivi i suoi membri”: così don Maria- ciotto anni. Di questi ultimi, statisticamenno, vicario per la pastorale, ha presentato te, 129 si domanderanno se il Signore li il testo che vuole essere uno strumento di chiama a fare qualcosa di diverso ma solo 5 lavoro per i gruppi, che o 6 troveranno qualcuno che li ascolterà. raccoglie la bella espe- La società di oggi presenta tanti problemi rienza del convegno, ap- e una perdita di fede sempre più evidente: prezzato dalla maggior di fronte a ciò, ha invitato il Vescovo, dobparte dei partecipanti biamo riscoprire la nostra vita interiore e che si sono sentiti coin- renderci conto che non siamo soli perché volti non solo nell’ascol- nella Chiesa ciascuno ha un posto, siamo to ma nella partecipa- l’equipaggio della stessa barca che non ha zione attiva. passeggeri. La stessa modalità del convegno è stata ripro- Gli obiettivi della Diocesi posta venerdì scorso: Il capitolo sette del fascicolo è dedicato un’assemblea diocesana agli obiettivi pastorali “per camminare incon la preghiera, le re- sieme”: riabilitarsi alla meditazione della lazioni del Vescovo, di Parola e di abilitare i giovani all’ascolto del don Mariano e di don Signore e al discernimento vocazionale; Cristiano Marasca, la abilitarsi a guardare le persone e la concena insieme, i lavori in dizione umana secondo gli ambiti indicati sei gruppi e la preghiera dal convegno di Verona (fragilità, affettivifinale; un’occasione per tà, lavoro e festa, cittadinanza, tradizione); condividere il come fare abilitare le comunità a vivere il cammino di per passare dal dire al fare, raccontando- fede; favorire una partecipazione cosciente si non solo quanto emerso, ma quanto di e attiva alla liturgia e alla preghiera; allarfatto si sta progettando. Nei gruppi infatti gare la partecipazione e la collaborazione sono risuonate le provocazioni ricevute al alla vita della comunità; accogliere le istanconvegno e nelle relazioni, in particolare ze dei poveri ed essere vicini alle coppie e la necessità di ascoltare i giovani, di risve- alle famiglie. Sabato 26 alla chiesa dell’Adorazione “Famiglia umana, comunità di Pace” I l mese di gennaio è, dal 1968, dedicato alla preghiera per la Pace e, nella nostra diocesi, sabato scorso presso la chiesa dell’Adorazione si è tenuta una veglia di preghiera per la Pace. Organizzata dal settore Adulti dell’Azione Cattolica ma aperta a tutte le realtà diocesane più disparate, durante la veglia si sono alternate brani della Parola di Dio ed estratti dal messaggio di Papa Benedetto XVI per la giornata mondiale per la Pace, intitolato “Famiglia umana, comunità di Pace”. “E’ una veglia di comunione per ritrovare insieme la Pace – ha detto il presidente diocesano di Azione Cattolica, Michele Contadini – che è un dono di Dio”. La veglia è stata accompagnata dalla corale “Alma Regina”, diretta da Luca Rocchetti e composta da molte Giovanissime di Ac della parrocchia Regina della Pace. In conclusione il Vescovo ha consegnato a tutti i presenti il messaggio completo del Papa per la giornata mondiale della Pace ed invitato i gruppi a ripetere questa esperienza. “Per me è importante che ci sia comunione tra i gruppi – ha sottolineato durante la sua riflessione, Mons. Rocconi – Prima della propria identità, dobbiamo capire che siamo tutti chiesa. Un momento come questo è una grande cosa, perché la Chiesa è come la vuole Gesù: una. C’è volontà di voler camminare insieme nonostante le differenze”. Il Vescovo si è anche soffermato sul messaggio del Papa, tutto incentrato sulla fa- Con la ricerca contro il cancro “E “Siamo tutti equipaggio, non passeggeri” Voce della Vallesina potrà accogliere i suggerimenti, le riflessioni, le proposte scaturite dal convegno e dall’assemblea diocesana. I contributi possono essere inviati per fax o per email in redazione: saranno utili per continuare il confronto e sentirci maggiormente partecipi e corresponsabili della Chiesa. L’associazione Italiana per la ricerca sul cancro, l’Airc, ha promosso una giornata dedicata all’informazione e alla raccolta di fondi contro i tumori. Anche a Jesi, in piazza della Repubblica, sabato 26 gennaio, i volontari dell’associazione hanno offerto le arance della salute con i volontari della protezione civile - nucleo volontariato CB OM di Jesi Egidio Angelini, Simone Filottrani e Paolo Tittarelli. Foto Vincenzoni Il circolo Ferrini ringrazia il Santa Lucia Musica per il Kenya miglia (“La famiglia è la prima e insostituibile educatrice alla pace”). “Nel mondo che appare tenebra noi dobbiamo essere luce. Noi dobbiamo fare la nostra parte, dare segni per tenere viva un’idea: la Speranza. Anche ogni nostro piccolo segno di pace ha valore ed il Signore ci chiama a seminare. Il messaggio del Papa punta sulla famiglia. Distruggere la famiglia significa distruggere la Pace”. Giuseppe Papadia Nelle foto un momento della veglia di sabato sera. Lo spettacolo che il gruppo Santa Lucia ha offerto per sostenere un progetto rivolto ai bambini del Kenya ha avuto un ottimo successo di partecipazione da parte del pubblico che ha riempito la sala del teatro diocesano nel pomeriggio di domenica 13 gennaio scorsa. Superiore ad ogni aspettativa la performance della corale degli adulti e delle voci bianche, dei solisti, del pianista, della violinista e della flautista con la magistrale direzione del maestro Brecciaroli. I numerosi applausi del pubblico hanno dimostrato l’apprezzamento per l’esibizione. Il ricavato delle offerte sarà devoluto all’associazione Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi che opera in Kenya. La presidenza del Circolo Ferrini ringrazia sentitamente gli organizzatori e i protagonisti della serata. 10 Jesi 3 febbraio 2008 Giornata della Memoria al Palazzo della Signoria - Primo Levi e il dovere della Memoria Se comprendere è impossibile, conoscere è indispensabile “I l ritorno di Primo Levi ad Auschwitz”, un prezioso documentario della Rai - proiettato sabato pomeriggio nella Sala Maggiore del Palazzo della Signoria su iniziativa dell’Amministrazione Comunale - che ha mostrato questo mirabile testimone, intellettuale e poeta, durante un viaggio in pullman, diretto per la seconda come mezzo per farli avvicinare in ma- nella provincia di Ancona. L’intervento niera diversa al tema della Memoria. A lui del presidente del Consiglio Comunale, si deve molto- soprattutto con Se questo Paolo Cingolani, ha introdotto la proieè un uomo - per le conoscenze che ci ha zione con una suggestiva sintesi storica. fornito su un mondo fuori dal mondo. Ciò “Cinquantenne, di quel periodo ho solo i ci permette di avere coscienza di quello ricordi dei racconti dei miei genitori, olche è stato, e di riflettere molto sull’oggi.” tre quelli accumulati da studente attraInteressante anche la relazione del pro- verso gli studi e gli approfondimenti, e la fessore sulle deportazioni ricerca personale sulla Storia del nostro della Shoah in Italia e nelle Paese…Il 27 gennaio del 1945 le truppe Marche. “ Bisogna pren- sovietiche dell’Armata Rossa scoprono il dere consapevolezza che campo di concentramento di Auschwitz lo sterminio non fu opera e liberano i pochi superstiti. Saranno le solo dei nazisti. In realtà testimonianze di quei sopravvissuti a rimolti furono gli spettatori velare compiutamente al mondo- che indifferenti, quindi indi- già sapeva- per la prima volta l’orrore rettamente responsabili di del genocidio nazista…In giornate come tale carneficina. È lodevole questa, ad alta intensità emotiva, ci chiericordare i giusti. Ma bi- diamo come sia stato possibile quell’olosogna ricordare che molti, causto. Ebbene, se comprendere tutto ciò è con il proprio comporta- impossibile, diceva Primo Levi, conoscere mento indifferente, hanno è indispensabile. Perché solo quando arconsentito tutto questo. Ri- riva la conoscenza arriva anche la mecordare è l’unico modo per moria. E la Memoria di quanto accaduto combattere l’indifferenza”. deve aiutare tutti a perseguire il Bene per Dalla sua relazione è emer- l’Umanità intera richiamando organismi, so, in particolare, che in istituzioni nazionali ed internazionali alItalia gli ebrei venivano l’aggregazione di condizioni che possano internati in campi creati garantire ad ogni popolo libertà, dignità soprattutto nelle regioni e convivenza democratica. Questa la specentro meridionali, in zone ranza che nasce dall’orrore della Shoah. volta ad Auschwitz, alla guida di un grup- lontane da posti militarmente importan- Per questo abbiamo dato la possibilità ad po di studenti di Firenze. “Preso” dai ri- ti e, soprattutto, più arretrate, con alto alcuni studenti della nostra città di comcordi di quella prigionia, Levi li esprime, tasso di ignoranza per impedire la di- memorare questa giornata all’interlocutore che lo intervista, con vulgazione delle idee antifasciste. In essa nei luoghi dove l’efferatezsorprendente lucidità e chiarezza; con vengono elencati i nomi in maniera det- za prevalse sulla ragione. un linguaggio secco, asciutto, preciso, so- tagliata. I marchigiani non ne furono im- Io ho una grande fiducia brio. muni. Furono scelte località dove c’erano nella loro forza rigeneratriUn modo efficace, reale questo per “Ri- delle strutture già esistenti: ex ville, fab- ce. In loro che hanno potucordare la Shoah, evitando la retorica e briche, scuole in disuso. Pochi campi fu- to solo posare lo sguardo quindi il rischio della non conoscenza”- rono appositamente costruiti. Gli stessi sul XX secolo e i suoi tanti ha sottolineato Costantino Di Sante, pre- podestà locali facevano a gara per avere genocidi, e che pure hansidente dell’Istituto di Storia della Resi- queste strutture perché ciò voleva dire no già scolpiti nella menstenza di Ascoli Piceno - A vent’anni dalla “giro di denaro”, movimentazione econo- te e nel cuore le immagini sua scomparsa, questo ci è parso anche il mica. Nel 1941, oltre agli ebrei, vennero di ben altri orrori che si modo migliore per farlo conoscere ai gio- internati anche civili dell’ex Iugoslavia, stanno consumando nel vani in particolare, sia come esempio, sia cinesi della Cina nazionalpopolare, rom, Pianeta. Oggi questi gioantifascisti…fino a in- vani sono chiamati ad una cludere gente rastrel- nuova Resistenza: contro i lata senza motivo, che poteri forti, contro i signoPrimo Levi però costituisse forza ri della guerra, contro i polavoro. Oltre ai cam- teri economici che creano Primo Levi nasce a Torino nel 1919. Di famiglia ebrea, vive pi, furono individuate disuguaglianza, povertà, in prima persona il dramma della persecuzione nazifascista anche località di in- morte. A noi, alla nostra durante la Seconda guerra mondiale. Arrestato nel dicemternamento, o interna- generazione, a me che rapbre del 1943, viene internato nel campo di concentramento mento libero, con cui presento le Istituzioni, il di Fossoli (Modena) e di qui trasferito nel lager di Auschwitz, il regime controllava, compito di recuperare crein cui trascorrerà quasi un anno di terribile prigionia. con la complicità della dibilità e autorevolezza nei Levi ha alternato alla sua attività di chimico quella di nargente stessa, i soggetti confronti dei nostri figli ratore: fra le sue opere più importanti e conosciute in tutto ritenuti sospetti. Sia al per consegnare nelle loro mani le uniche il mondo vi sono Se questo è un uomo e La tregua, nate mattino che alla sera armi che potranno portare alla pacificadall’esperienza della deportazione, e altri romanzi e raccolquesti erano tenuti a zione globale: le armi della riconciliaziote tra cui Vizio di forma, Il sistema periodico, La chiave a firmare il foglio delle ne civile e della non violenza, che devono stella, Storie naturali. presenze. Erano alme- appartenere ormai da qui in avanti a tutte Muore suicida l’11 aprile 1987, nella sua casa di Torino, lano dodici tali località le Culture.” Durante la manifestazione è sciando un grande rimpianto in tutti coloro che hanno conosciuto l’uomo, riservato e gentile, e in chi ha letto le sue opere, impregnate di profonda umanità. stata ricordata, con l’osservazione di un minuto di silenzio e con un breve intervento del giovane presidente dell’Anpi (associazione nazionale partigiani d’Italia), la figura di Arrigo Boldrini, comandante partigiano scomparso lo scorso 22 gennaio. “Un uomo che ha dato tanto per la nostra Nazione. Ha partecipato alla Consulta Nazionale, all’Assemblea Costituente, ha scritto la nostra Costituzione che proprio quest’anno celebra il cinquantesimo anniversario dell’entrata in vigore, attraversando l’Italia dalla dittatura alla democrazia. Una parola, quest’ultima, che non riesce ad esprimere i sacrifici fatti per tutti. C’è un comportamento superficiale che consente a forme neo fasciste di ritornare pericolosamente. Noi assistiamo indifferenti alle numerose intimidazioni, alle aggressioni, all’imbrattamento delle nostre città. Oggi sta a noi difendere quanto abbiamo ricevuto dal sacrificio di tanti partigiani. Tanti oggi sono i giovani che si interessano alla Storia, che vogliono sapere la verità. Che vogliono continuare la battaglia contro chi minaccia la libertà sia individuale che collettiva. Contro chi discrimina i cittadini e contro chi sostituisce il diritto con la forza.” Per l’assessore alla Cultura Valentina Conti, che ha coordinato la manifestazione e guidato il dibattito, “una serata incentra- ta sul bisogno di recupero della Memoria come tentativo di farla conoscere alle nuove generazioni, quale impegno per la costruzione di una cultura della Pace, conoscenza degli altri e rispetto reciproco.” Fotoservizio Paola Cocola Rinnovato il direttivo Acli San Giuseppe Sant’Antonio in parrocchia La tradizionale festa di Sant’Antonio Abate si è svolta anche quest’anno nella parrocchia di San Giuseppe. Hanno partecipato tanti fedeli e allevatori, tra cui Livio Romagnoli che ha portato una mucca e il suo vitellino (nella foto) che alleva in modo tradizionale ed è rimasto, purtroppo, tra i pochi della zona. Il parroco don Giuliano Fiorentini ha benedetto le tan- te persone che si sono radunate con gli animali domestici e da cortile per questa occasione di festa che si ripete da anni nelle nostre parrocchie. Foto Lorenzo Bolletta Bolletta riconfermato E’ stato rinnovato il direttivo del Circolo Acli San Giuseppe; le votazioni che si sono svolte sabato 22 gennaio, hanno riconfermato alla carica di presidente Dino Bolletta (nella foto). Gli altri componenti del direttivo sono Marco Giampaoletti, vice presidente e segretario; Giuseppe Belli, Carlo Cirilli, Idelfio Coppari, Alessandro Angelelli, Giacomo Bartoluzzi; don Giuliano Fiorentini è l’assistente spirituale. Regione 3 febbraio 2008 11 Majolati - Restituita alla cultura mondiale “La fuga in maschera” N Un’opera giovanile di Gaspare Spontini ell’ambito delle celebrazioni per il CLVII anniversario della morte di Gaspare Spontini, l’Amministrazione comunale di Majolati ha presentato, presso il Museo Spontini, una nuov a acquisizione, lo spartito autografo de “La fuga in maschera”, opera che darà lustro non solo al Museo majolatese, dove sarà esposta, ma anche agli studi sul periodo italiano dell’arte spontiniana che comprendono un periodo tra il 1795 e il 1802. Il Sindaco ha narrato la vicenda del ritrovamento dell’autografo sul mercato antiquario inglese e delle difficoltà di acquisizione dovute a quotazioni tutt’altro che da saldi, ma grazie alla contribuzione della Fondazione della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, banca da sempre presente nel territorio majolatese, ringraziata sentitamente più volte, si è potuto concretizzare un sogno che porta lustro al paese e alle dotazioni archivistiche organizzate nel nome di Spontini. Il Sindaco ha concluso il suo intervento con un auspicio, cioè che l’interesse che si registra intorno a Spontini e alla sua musica in Francia, Germania e in molti altri Stati europei, possa diffondersi nuovamente nei teatri di tradizione italiani. Sandro Grizi, Assessore alla Cultura del Comune di Majolati, ha assicurato un costante miglioramento della fruibilità del Museo che dovrà diventare sempre più luogo di ricerca e di conservazione delle fonti. Il dott. Vittorio Gagliardini, Vice Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana, con soddisfazione ha affermato che la Banca Carifac, con Filiale a Majolati, si è fatta carico ben volentieri di portare a Majolati un così importante documento per sostenere la Cultura del territorio in cui opera l’Istituto di Credito. Tra i vari compiti affidati alla Fondazione c’è anche quello di sostenere le iniziative culturali e l’acquisizione della partitura spontiniana legherà permanentemente il nome di Spontini a quello della Carifac. Tra l’altro la famiglia Spontini ha origine ad Albacina e notevoli sono i legami di parentela con i Fabrianesi, basta pensare mons. Aurelio Zonghi. Inoltre Vitto- Internet e minori Internet e minori: il Corecom Marche, il Comitato regionale per le comunicazioni, incontra i genitori nelle scuole della regione, perché adulti più informati significa bambini più sicuri. I dati dimostrano che ormai sempre più minori navigano in Internet e fanno uso delle nuove tecnologie legate alla rete, spesso senza la consapevolezza dei rischi e delle insidie a cui i più piccoli possono essere esposti in questo mondo virtuale. Pericoli di cui, molte volte, anche i genitori sono ignari, a causa di una scarsa conoscenza di Internet in generale, ma anche dell’uso stesso che i propri figli ne fanno. Il Corecom Marche così ha deciso di dare vita ad un progetto, nato in collaborazione con la Polizia delle Comunicazioni - Compartimento delle Marche, volto ad informare i genitori dei rischi che i bambini corrono navigando in Internet, attraverso una serie di incontri con i genitori nelle scuole della regione. I primi due appuntamenti si sono già svolti presso l’Istituto comprensivo Ancona-Nord e l’Istituto comprensivo Ancona-Centro, durante i quali il presidente del Corecom Marche, Marco Moruzzi ed il Comandante della Polizia delle Comunicazioni – Compartimento delle Marche, Maurizio Pierlorenzi, hanno affrontato le tematiche della pedopornografia, della violenza, dei messaggi manipolatori che possono essere veicolati tramite i siti Internet. rio Gagliardini ha assicurato il proprio interesse anche per le Istituzioni spontiniane, tra queste l’ospizio di Carità, sempre alle prese con bilanci difficili in quanto si cerca di evitare rette gravose agli ospiti. William Graziosi, amministratore delegato della Fondazione Pergolesi Spontini ha ricordato la grandezza dei due Musicisti, così vicini anche geograficamente, inoltre ha assicurato che, il prossimo anno, sarà messa in scena La fuga in maschera, mentre ora si sta lavorando per un’esecuzione del Fernando Cortez il cui bicentenario cadrà nel 2009. L’avv. Alfonso Maria Capriolo, Presidente dell’Associazione Museale della Provincia di Ancona, ha annunciato un importante progetto in favore del Museo Spontini, cioè la realizzazione di una videoguida con un moderno supporto tecnologico MP4. Nella guida, scaricabile anche attraverso internet, saranno contenuti dei filmati storici, tra questi il documentario Spontini (1951) realizzato in occasione del I Centenario della morte di Gaspare Spontini, per la regia di Gian Maria Cominetti su indicazione del Duca Filippo Caffarelli (1891-1975) e ripresentato nell’estate 2007 nella seconda edizione di Trivio e Quadrivio. Il dott. Federico Agostinelli ha illustrato l’autografo composto da 393 fogli scritti su entrambe le facciate da Gaspare Spontini, due atti quasi per intero autografi, tranne alcuni recitativi curati dai copisti. Al termine della conferenza stampa il sindaco Giancarlo Carbini ha offerto a Vittorio Gagliardini, Federico Agostinelli, Alfonso Maria Capriolo e William Graziosi i segni del CC de La Vestale: la medaglia commemorativa, l’opuscolo storiografico e un cd con una selezione di brani tratti dall’opera spontiniana e registrata in occasione del concerto anniversario. Marco Palmolella Nella foto, la presentazione del documento, in una sala del Museo: da sinistra Sandro Grizi, Federico Agostinelli, William Graziosi e Giancarlo Carbini. Equità, rigore e sviluppo per la crescita delle Marche La “Finanziaria” della Regione in 10 punti: 1 Due cittadini marchigiani su tre (68,5%) continuano a non pagare l’Irpef regionale 5 Il debito sanitario cumulato negli anni precedenti è stato dimezzato “La Casta”) ed ha ridotto ancora le spese: -3,4% 6 9 3 7 10 4 8 2 La pressione fiscale reale regionale si riduce: -1,6% nel 2008 Il peso dei tributi propri della Regione Marche è al 9° posto in Italia, al di sotto del valore medio nazionale La gestione economica 2007 della sanità è in equilibrio Le consulenze esterne sono diminuite dai 6 milioni di euro del 2004 a circa 700 mila euro nel 2007 Lotta all’evasione fiscale: sono stati recuperati 20 milioni di euro nel biennio Il Consiglio Regionale delle Marche è il più parsimonioso d’Italia (dal libro La Regione Marche si colloca al penultimo posto in Italia per numero di dirigenti ogni 100 dipendenti E’ diminuito ulteriormente il costo della pubblica amministrazione per ogni cittadino marchigiano; mentre sono state incrementate le risorse pro-capite per la sicurezza sociale, lo sviluppo, l’ambiente Marche, la Regione dei Cittadini 12 Vallesina 3 febbraio 2008 Majolati Spontini - Riqualificazione del “Monte” e di Piazza Maria Pia Piccioni Dalla terrazza panoramica si scorge san Marino I l 18 novembre del 1933 il Podestà stabiliva di demolire la Torre campanaria dell’orologio per realizzare, dopo averle abbattute, “una piazza che potesse mostrare l’audacia degli ideatori e la maestosa costruzione, voluta dal regime ... il muraglione di consolidamento dell’abitato”. I lavori, particolarmente audaci per le tecniche utilizzate, furono realizzati dalla ditta Alessio Lanari. Con la costruzione del “muraglione” scomparvero ampi tratti di mura, una doppia fila di modeste casupole e, anche lo spazio inferiore che si affaccia sul muraglione, ora piazza Pia Piccioni, era occupato da un’altra peculiarità del vissuto majolatese, un’ala del palazzo Colini, ab- battuto perché in parte già danneggiato dal movimento franoso. Il “muraglione” sostenuto da ampie arcate, che dovevano ricordare l’iniziale del nome Mussolini, fu ultimato nel 1934 e a ricordo dell’opera furono posti due fasci in bronzo. Il primo era rivolto verso la chiesa e riportava la semplice scritta “anno XII E.F.”; l’altro, più grande, era stato collocato al centro del muraglione, lungo le arcate, ed era visibile anche dal fondovalle. Per molti anni questo luogo è stato visitato come terrazza panoramica, alcuni si sono anche divertiti a contare le città visibili e sembra, da questa vecchia pratica, che nelle belle giornate si possa notare anche il monte su cui sorge San Marino. Da alcuni anni, con la realizzazione di tre grandi aiuole a ridosso della ringhiera, con stendini e corde per i panni stesi, con i tavoli e le sedie dei residenti lo spazio destinato “all’affacciarsi” era diventato troppo esiguo, per non parlare delle infiltrazioni d’acqua. Anche la terrazza sottostante, Piazza Maria Pia Piccioni, nonostante il muraglione, è interessato Polo d’attrazione per lo scambio merci Interporto Marche: si parte N ella mattinata del 25 gennaio, li, ha spiegato che l’aderire a questo all’interno del centro direzio- progetto è stata un’opportunità di nale di Interporto Marche a Jesi, sviluppo e di crescita del proprio si è svolta una conferenza stampa business, grazie alla logistica del che ha fatto il punto sulla situazio- luogo, collegata al porto, all’aerone attuale; in primis la nomina del porto e alla ferrovia. Inoltre il C.a.m nuovo direttore generale di inter- sta creando, sfruttando l’interporto, porto, Gianfranco Biancini e degli una collaborazione con il gruppo accordi di collaborazione con la Parmalat, facendo sì che si crei un ditta di trasporti C.a.m (Consorzio centro di smistamento per le Marautotrasportatori marchigiani) di che dei prodotti latteario caseari ed Jesi. Alla conferenza stampa erano alimentari. Ricordiamo che la ditta presenti esponenti dello Svim, con C.a.m. nasce nel 1975 come azienRoberto Tontini e Francesco Mar- da operante nel settore dell’autochesi, della Confartigianato, con il trasporto consortile artigiano, per segretario regionale ai trasporti, Gi- diventare nel 2002 una società conlberto Gasparoni e della ditta C.a.m, sorziale, per offrire maggiori servizi con Antonio Grilli. Moderatore il al cliente. A conclusione la parola è presidente dell’interporto, Roberto andata al neo – direttore di InterPesaresi. Pesaresi ha subito spiegato porto marche, Gianfranco Biancicome nel giro di quattro – cinque ni, uomo d’impresa, con incarichi anni sia stato possibile attuare, con prestigiosi in aziende importanti; è un investimento di 100 milioni di nato ad Arcevia e vive tra Jesi e Seeuro, l’operatività parziale dell’in- nigallia. Inizia la sua carriera lavoraterporto, che si manifesta come una tiva a Milano nel settore automobistruttura snella ed essenziale. Gli listico, occupando ruoli dirigenziali scopi raggiunti sono stati: dal primo nel settore della produzione e della gennaio di quest’anno l’accordo di logistica. Negli anni ’80 viene ascollaborazione con la ditta C.a.m e sunto da una multinazionale inglel’allaccio con la ferrovia, cioè la rea- se, prima come responsabile della lizzazione del nuovo smistamento qualità e poi come direttore geneferroviario di Jesi con dismissio- rale. Ora ha accettato questa carica, ne degli attuali scali di Falconara. con grande entusiasmo e perché da L’interporto dovrà diventare il polo marchigiano vede l’importanza che d’attrazione per lo scambio delle l’indotto interporto possa essere merci di tutta Italia, dando così un per le Marche, fosse solo per la locontributo importante per la com- calizzazione geografica. L’obiettivo petitività del territorio regionale e che si pone come direttore è quello di quello centrale. La superficie ter- di ridurre le lunghe distanze, utiritoriale utilizzata sarà di 1.010.762 lizzando le linee ferroviarie, e aumq, tra piazzali, aree stradali, zone mentando quelle brevi. Tutto ciò coperte e depositi. Importante è funziona solo se all’interno della anche ricordare che questo inter- rete dei trasporti italiana, si creano porto si caratterizza come uno dei dei nodi, come l’interporto; infatti: più ecologici d’Italia, con un’area “l’Italia è già una piattaforma natuverde di 386.692 mq. Gasparoni rale per lo scambio delle merci per della Confartigianato ha sottolinea- il mediterraneo”. Presenti in rappreto la grande opportunità che questa sentanza della Regione Marche il struttura darà agli autotrasportatori consigliere Fabio Badiali e gli espoper crescere ed avvicinarsi ai livelli nenti dello Svim che, nella persona europei; infatti deve essere compre- di Roberto Tontini, ha evidenziato so che l’autotrasportatore è un pro- come l’interporto sia una tappa fonfessionista del trasporto delle merci. damentale nella storia della nostra Un plauso, lo stesso, l’ha rivolto alla Regione, carente di infrastrutture e ditta C.a.m, perché è stata la pri- come questa struttura darà opporma impresa delle Marche a credere tunità maggiori alle piccole imprese nell’Interporto. L’amministratore numerose nel nostro territorio. delegato della C.a.m, Antonio GrilCristiana Simoncini da un dissesto idrogeologico causato dalla notevole quantità di acqua proveniente dalle infiltrazioni di acque meteoriche e il conseguente cedimento del terreno provoca ripetuti dissesti con rotture della rete fognaria, idrica e della bella pavimentazione in arenaria. Nei giorni scorsi, in piazza Matteotti, meglio conosciuta come il Monte, sono state chiuse le tre grandi aiuole e ricostituita la bella piazza con un lato tutto destinato “all’affacciarsi” e alla visione del panorama. Nella tarda Primavera, saranno avviati i lavori in Piazza Pia Piccioni, con la demolizione della pavimentazione, gravemente sconnessa, con il rifacimento del collettore fognario, dei vari allacci, la realizzazione di un massetto in calcestruzzo e la ricollocazione della pavimentazione in arenaria. I sensori posti negli anni precedenti non hanno rilevato delle inclinazioni del Muraglione, ad ogni modo, per meglio confluire le acque si provvederà alla pulizia della canaletta in cemento posta ai piedi della struttura e del fosso di guardia che raccoglie tutta l’acqua del versante Ovest del castello. Purtroppo è rinviato il recupero della contigua Piazza Garibaldi, anche questa di recente realizzazione, ottenuta nel 1947 con l’abbattimento del maschio del castello; al suo posto furono impiantate tre grandi aiuole, ridotte in parte negli anni successivi per far posto alle auto. Questa piazza, attraversata in diagonale da due distinte grotte sovrapposte, potrebbe essere un salotto del centro storico, un’area piana, un biliardo, con la superficie in arenaria, contornata dalle antiche abitazioni. A volte l’adesione a priori alle tematiche del verde e dei vegetali in ogni luogo non sempre rendono un servizio al paese e alla sua estetica. Marco Palmolella Majolati Spontini - Celebrazioni per l’Anniversario della morte di Gaspare Spontini L La comunità ricorda ancora con affetto il concittadino e celebrazioni per il CLVII anniversario della morte di Gaspare Spontini sono iniziate, giovedì 24 Gennaio, alle ore nove, con una suggestiva celebrazione liturgica nella chiesa di San Giovanni, annessa all’ospizio Spontini. Già dalle prime ore del mattino i luoghi spontiniani esponevano le bandiere italiane e francesi per indicare la doppia appartenenza e nazionalità del Majolatese. Nel giorno della morte, don Marco Cecconi ha ricordato il grande benefattore, che tanto ha donato alla chiesa e alla comunità, insieme agli ospiti dell’Ospizio di Carità Spontini, ricuperando quel clima intimo, e allo stesso tempo solenne, delle celebrazioni di qualche decennio trascorso, quando le scolaresche, gli Amministratori comunali, i Reggenti, i Filarmonici, i coloni delle Opere Pie e la cittadinanza interrompevano il loro lavoro per rendere omaggio al grande Concittadino. In alcuni anni, proprio il 24 gennaio, era organizzato anche un solenne ed originale programma musicale: riduzioni per piano e violino delle arie più importanti de La Vestale, con partecipazione di cantanti, oltre all’esecuzione della Marcia Funebre. Nel pomeriggio il Museo Spontini e la Chiesa di San Giovanni sono rimasti aperti come segno vivo della volontà di testimoniare la memoria per l’arte musicale e per dare la possibilità di ricordare con la preghiera il grande benefattore. Sabato 26 si è svolta la conferenza stampa per la presentazione di un’importante partitura recentemente acquistata e riportata alla fruizione: La fuga in maschera. Domenica 27 si sono svol- te le celebrazioni ufficiali, la Chiesa di San Giovanni, dove si trova il mausoleo spontiniano, e la Confraternita dell’Addolorata hanno accolto autorità, cittadini, ricoverati e musicanti per la funzione religiosa. Carità, ricovero per anziani ancora fondamentale per i bisogni e per l’economia di Majolati. L’anniversario della morte di Gaspare Spontini è un evento da sempre ricordato a Majolati con affetto e partecipazione, Già dalle prime ore del mattino sono arrivati dei visitatori, ricordiamo il mezzosoprano Elisa Morelli, che recentemente ha condotto studi e registrato arie da camera spontiniane; la dott.ssa Maria Tersa Gaetti, che con la sua presenza ricorda sempre il dott. Giuseppe, studioso ed ordinatore delle fonti spontiniane; ex Reggenti delle Opere Pie e molti altri Majolatesi residenti fuori paese. Tra le autorità, la Reggenza delle Opere Pie Gaspare Spontini, guidate dal presidente Pierluigi Ruggeri; l’Amministrazione comunale, con il Gonfalone, era presente con il sindaco Giancarlo Carbini, alcuni assessori ed una consistente rappresentanza del Consiglio comunale hanno portato il segno grato delle Istituzioni. Don Marco Cecconi, parroco majolatese e Reggente, ha ricordato la figura artistica e, specialmente, l’azione sociale di Gaspare Spontini, sepolto all’interno dell’Ospizio di non sono mancati i momenti di commozione. Al termine del rito di suffragio, dopo la benedizione della salma, nel pieno rispetto della tradizione, la “Società Filarmonica Gaspare Spontini” raccolta nella Confraternita dell’Addolorata, diretta dal Maestro Alessandro Benigni ha eseguito, con grande partecipazione, la struggente marcia funebre ascoltata con devozione da tutti i presenti. Al termine della cerimonia religiosa i cittadini e gli appassionati hanno visitato il Museo Spontini e, in particolare, la recente acquisizione de La fuga in maschera, documento che consolida Majolati come luogo di ricerca, di studio e conservazione delle fonti, la tanto agognata Università spontiniana che non può essere delegata ad altri. Anche nel pomeriggio è stato possibile visitare gratuitamente il Museo Gaspare Spontini, che ritornerà fruibile completamente dal giorno di Pasqua. Marco Palmolella In dialogo Opinioni a confronto Quanto siamo scesi in basso… Il governo è “caduto” per le smanie di un solo personaggio, voleva la solidarietà di tutto l’esecutivo contro “certa magistratura”che ha toccato personalmente lui e la sua famiglia. Non sta a noi comuni cittadini dire da che parte è la ragione; di certo il Ministro della Giustizia Clemente Mastella non ha fatto una bella figura. Con la sua cervellotica mossa ha messo tutti (specie i più deboli) in braghe di tela. Ora avanti verso il ritorno del recente passato magari con l’appoggio dello stesso personaggio. Come rimpiango la cara vecchia e vera Democrazia Cristiana, il partito guida dell’Italia per oltre mezzo secolo; ci sarà stato pure un certo clientelismo (inevitabile in tutti i grandi partiti) ma c’era anche tanta gente perbene che, ispirandosi agli indistruttibili principi come il servizio alla comunità, la solidarietà, l’amore per il prossimo, la carità cristiana ecc., lavoravano per il raggiungimento del bene comune. Non sono considerazioni nostalgiche di un tempo ormai passato, non è possibile accettare che, in nome della modernità, si passi sopra a questi grandi valori. Ritorniamo ad essere uniti e saremo forti. Non accettiamo supini che per meri giochi economici e di potere, i nominati dagli attuali partiti possano passare sopra a tutto e tutti senza mai pagare nulla personalmente; purtroppo si può fare di tutto e male con leggerezza dal momento che chi sbaglia non paga mai nulla. Amministrare non è facile; sono necessari impegno, competenza, onestà e trasparenza. Voglio portare la mia esperienza personale. Sono stato Presidente di una cooperativa di consumatori per circa quindici anni e ricordo i primi anni quando si facevano acquisti collettivi per far risparmiare i soci nelle loro spese quotidiane di prima necessità; poi con sono cresciuti i punti vendita a Jesi, la nostra cooperativa cominciava a trovarsi in difficoltà. A quel punto noi, come consiglio di amministrazione, per prima cosa abbiamo fatto eliminato i compensi degli amministratori e ridotto le spese di rappresentanza. Per circa un decennio abbiamo lavorato volontariamente e gratis perché, anche se indipendente dalla nostra volontà, credo che non ci siano state la capacità e la forza sufficienti per amministrare adeguatamente. Non che noi siamo stati dei santi o degli eroi, semplicemente perché essendo al servizio degli altri, ci sentivamo responsabili. Suggerirei di adottare lo stesso metodo in tutte quelle amministrazioni dove le cose non vanno bene. Cominciando dal governo centrale e giù giù fino ai consigli di circoscrizione passando attraverso tutte le amministrazioni pubbliche. Ci sia un impegno morale prima che legislativo che indichi, a chi prende l’incarico di amministrare la cosa pubblica, che al rendiconto finale se il debito è fuori luogo od eccessivo la colpa ricade sugli amministratori (per lo Stato i parlamentari) che lo hanno provocato, si cominci allora a risanare eliminando prima di tutto i benefici e privilegi ai responsabili che male hanno espletato il loro compito fino al recupero del maltolto. Non è pensabile che siano elargiti lauti compensi e riconosciute ricche pensioni a chi ha amministrato male: così facendo oltre il danno anche la beffa. Ai cittadini onesti che fanno fatica ad arrivare a fine mese non andrebbero poi richiesti ulteriori sacrifici; le famiglie già faticano a gestire le spese quotidiane e non è giusto caricare su di loro le incapacità di altri. Aldesino Fioretti Anniversario 2006 27 gennaio 2008 Pietro Politi Nel secondo anniversario del ritorno al Padre di Pietro, i suoi familiari e gli amici lo hanno ricordato nella Santa Messa celebrata nella chiesa di San Giovanni Battista. Pietro si è dedicato alla famiglia, al lavoro e alla sua città ricoprendo tanti ruoli politici e nell’associazionismo, attento sempre alle persone e al bene della comunità. Anniversario 2005 27 gennaio 2008 Augusto Flauti Nel terzo anniversario della sua scomparsa, la moglie Ornella, le figlie Daniela e Anna Maria, i generi, i nipoti e i parenti tutti lo ricordano con immutato affetto. Una Santa Messa in suo suffragio è stata celebrata nella chiesa di San Giuseppe a Jesi. 13 3 febbraio 2008 Ricordando don Clemente Alle primi luci dell’alba del 28 una borsa due pagnotte di personalità di Don Clemente cultura….; (Mons. Cleto Belgennaio 1993 moriva Mons. pane e una forma di formag- Ciattaglia – che fortemente lucci) Clemente Ciattaglia. Riposa gio. Era il bugigattolo del ladro rimpiango non solo come sa- …. La Parrocchia di S. Pietro, nella Cappella dei Canoni- più famoso di Jesi, con non so cerdote, ma anche come caro la più ridotta per numero di ci Lateranensi al Verano in quanti anni di galera alle spal- amico – parlerei di lui come abitanti di tutta la città, ma Roma. Sono passati ben 15 le…. Ma aveva 6 – 7 figli, tutti dell’uomo del dialogo. Fu ricca di fermenti popolari per anni, ma i suoi amici, specie con appetito insaziabile….”; sempre attento a capire le ra- il secolare incontro di culture del gruppo della “SAMPIE- …. La Diocesi di Roma deve gioni degli altri, a proporre la diverse che andavano dai vecTRINA”, non lo hanno dimen- riconoscenza a questo sacer- sua verità, a cui restava straor- chi mazziniani ai social- coticato. Vogliamo affidare il suo dote che, pur devotissimo alla dinariamente fedele, con di- munisti, ai cattolici. Il giovane ricordo attraverso scritti stral- sua terra natale, ha screzione sen- Parroco dall’intelligenza viva e ciati da “Monsignor Ciattaglia amato intensamente za mai agitarla tagliente, fu costretto a muo(Don Clemente)”,“Raccontato da la Chiesa di Roma, come una clava, versi pastoralmente in quel un amico” (AGOSTO 2006, a dove ha trascorso a distinguere concerto di idee tra decisione cura di A. Paoletti) quasi 40 dei suoi 60 sulla scia del- e mediazione; tra la sensibilità anni di sacerdozio, l’insegnamento per comunicare fede e spiri“…. Sento che quando sarò le ha offerto ampia e Giovanneo tra tualità ad ogni anima e fervecchio e morto, del tutto non generosa collaboraerrore e errare; mezza nel difendere il valore sarò finito ma vivrò ancora per zione in molteplici a porsi sempre della libertà e di tutta la ricmolte cose ancora presenti nei opere di Ministero a sevizio del- chezza del pensiero….e della vostri cuori anche se putacaso ed ha servito degnal’uomo concreto grazia cristiana……; (Mons. immemori, e nella vostra vita”; mente questa Catalla ricerca di Mario Bagnacavalli) (don Clemente da una sua let- tedrale Lateranense. La sua senso nella vita con disponibi- ….. Don Clemente è stato intera) memoria è, e rimarrà in be- lità e senza pregiudizi; a porsi nanzitutto un prete, posto sul …. Quante cose si sono per- nedizione (Brano dell’omelia come ascoltatore attento delle nostro cammino dal Signodute lontano, ma non la me- di Remigio Ragonesi, Vice Ge- esigenze, dei problemi, delle re, un prete che ci ha aiutamoria di Don Clemente, anzi rente della Diocesi di Roma); difficoltà, delle visioni diver- to a vivere la nostra fede con -oggi che non c’è più-, il suo …… c’era un gruppetto d’ado- se rispettandole anche se non chiarezza e con pienezza …..; spirito che abbiamo cono- lescenti pieni di verve e di le condivideva ……; (Alfredo (Anna Civran – Presidenza sciuto ed amato è più vicino a voglia di riempire interessan- Carlo Moro – magistrato); Nazionale Meic) noi…..; temente le giornate afose: il …. ho conosciuto poco Don …. era un uomo di fede! Che Scrive Vito Savini su “L’Arte cortiletto “de sampietro” era Clemente; ricordo che da cosa mi ha colpito di lui? La Sacra oggi”: “…..la parrocchia l’inarrivabile scenario di tante chierichetto mi meravigliavo, sua esistenza è stata protesa di S. Pietro Apostolo batteva attività, tra il ludico, il religio- accompagnandolo per la be- verso Dio Benedetto, ma mi tutti; aveva la povertà tra le so, il culturale, l’amicale. Là in nedizione pasquale delle case piace ricordare due caratteripeggio vestite. Non tanto per mezzo, per cento e più moti- del fatto che molto spesso le stiche del suo vivere quotidial’abbigliamento, ma le famiglie vazioni, mi sono trovato, io uova offerte da alcuni, che io no: la sua profonda fede e la “dentro” erano senza festa…. seminarista liceale in vacan- custodivo gelosamente nel pa- sua sincera umiltà …..; (Suor mancava il pane, il lavoro, la za, come il pesce nell’acqua: niere, venivano da lui lasciate Maria Eugenia – benedettina) pace, le coscienze erano spen- e perché sampietrino, e quasi sul “comò” in casa d’altri….; Grazie Don CLEMENTE! Ci te. Un giorno passando per via loro coetaneo e perché già (Dante Ricci– Associazione manchi. S. Marino mi bloccai. Avevo sufficientemente mastriccian- culturale Res Humanae); Avevi ragione quando hai detintravisto in un fetidio magaz- te con l’armonio e l’organo…..; …..è un sacerdote che ho cono- to: “E voi credevate che fosse zino pieno di cianfrusaglie ru- (Mons. Roberto Vigo) sciuto e sempre molto stimato facile campare al mondo?” bate, una veste talare: era Don …..se dovessi sintetizzare in per la sua autenticità spiritua- Continuiamo a contare su Clemente che tirava fuori da una definizione la ricchissima le, la coscienza apostolica, la di te. 14 3 febbraio 2008 Pagina Aperta Jesi – Il Palazzo e dintorni AGENDA Il santo del giorno Giovedì 31 gennaio san Giovanni Bosco, venerdì 1° febbraio santa Verdiana, sabato 2 Presentazione di Gesù al tempio, santa Caterina de’Ricci, domenica 3 sant’Oscar, lunedì 4 san Gilberto, martedì 5 sant’Agata, mercoledì 6 Le Ceneri, beato Antimo da Urbino, giovedì 7 san Teodoro, venerdì 8 san Girolamo, sabato 9 santa Apollonia, domenica 10 santa Scolastica. Farmacia Farmacia di turno a Jesi (dalle 19,30 e notte) Giovedì 31 gennaio Coppi, venerdì 1 febbraio Moretti, sabato 2 Coppi, domenica 3 Coppi, lunedì 4 Calcatelli, martedì 5 Grazie, mercoledì 6 Comunale 1, giovedì 7 Cerni, venerdì 8 Comunale 2, sabato 9 Grammercato, domenica 10 Coppi. Farmacie di turno in Vallesina Giovedì 31 gennaio Montecarotto, venerdì 1° febbraio Moie – Angelico, sabato 2 febbraio Macine, domenica 3 Moie - Lucarelli, lunedì 4 Angeli, martedì 5 Poggio San Marcello, mercoledì 6 Castelbellino, giovedì 7 Pianello Vallesina, venerdì 8 Montecarotto, sabato 9 Moie – Angelico, domenica 10 Macine. 3 febbraio - Il Carnevalò de San Giuseppe Sfilate, gare e maschere Dopo la prova dell’anno scorso, si ripete anche quest’anno il Carnevalò de San Giuseppe. Il promotore è il dinamico Marco Giampaoletti con il Comitato delle Acli che hanno cercato di dare forma ad un evento che ravviverà il quartiere; è loro obiettivo arricchire di anno in anno la festa fino ad arrivare ad una sfilata con alcuni carri. Domenica 3 febbraio alle ore 15.30 dalla chiesa di San Giuseppe inizia la sfilata della Banda di Staffolo, in maschera, per alcune vie del quartiere, fino alla palestra Carbonari dove le giurie valuteranno le maschere. Numerosi premi per le diverse categorie di maschere iscritte: scuola materna, scuola elementare, scuola media superiore, varie e gruppi, Saranno premiate le prime tre posizioni per ogni categoria e saranno consegnati premi speciali. Una novità riserva l’edizione di quest’anno: il Dolce del Carnevalo’. Verrà premiato il miglior dolce tipico del periodo del carnevale tra quelli portati dalle mamme e dalle nonne. Il pomeriggio di festa sarà animato da balli di gruppo e dalla tombola. Ancora sono aperte le iscrizione fino a 31 presso Isi Center (edicola-centro servizi) Un avvio positivo dell’impegno culturale F orse non lo crede- questi (vedi l’incontro rete, visto che tutti con Tinti), veramente siamo abituati a ritar- bravo, ha offerto la letdare un po’ nei nostri tura di diversi brani del appuntamenti, soprat- testo; un altro ha tradottutto quando si tratta to la lettura in domanda di conferenze o simil: e l’invitato ha risposto. il nostro assessore alla Insomma: il metodo cultura, Valentina Con- contiene la partecipati, che, come tutti sanno, zione della base, la posviene da Ancona, se ti dà sibilità di esplicitare i un appuntamento all’ora chiarimenti più sentiti, x, è veramente puntuale la vivacità del dibattito e nonostante i chilometri, lo stimolo dell’interesse. non pochi, che lo divide Il programma culturale dalla sua abitazione alla presentato dalla giunta nostra sede comunale. qualche mese fa preCerto, è un suo preciso vede, se ben ricordo, di dovere, soprattutto se ha trattare la cultura come accettato di avventurar- una voce del welfare. si in un impegno fuori Giusto, perché il sociadel suo comune. Però…. le non si può esaurire questo impegno, alme- nel previdenziale e nel no al momento, glielo sanitario, ma deve coriconosciamo tutto. gliere tutta la persona, E, anzi, gli riconosciamo incluso il suo sviluppo che le iniziative culturali culturale. Ecco: stiamo già realizzate e quelle in camminando proprio itinere suscitano un’ap- sul welfare. prezzabile attenzione, Concludo con un proalmeno a giudicare dalla memoria. Il programma partecipazione. Alludo, promesso in un settore per esempio, ai recenti così sensibile, teniamolo dibattiti al Teatro Stu- sempre presente. Vedi dio S. Floriano con due l’istanza di coesione soillustri magistrati qua- ciale, l’attenzione all’asli Gherardo Colombo sociazionismo culturale, e Bruno Tinti, il primo così vivo a Jesi, e, dulcis noto per “Mani pulite”, in fundo, la costituzioil secondo per il suo re- ne del famoso tavolo di cente libro “Toghe rotte”. coordinamento permaPare che altri incontri, nente. Utilissimo. Non più o meno sulla stessa so se s’è fatto qualcosa linea di metodo, segui- in merito o a che punto ranno. Ecco, la novità siamo della sua utilizzadel metodo merita una zione. Ma guai a dimensottolineatura. Nei due ticarlo. incontri, ad esempio, s’è Rimane poi il probleavuta la felice idea non ma….della sistemazione di lasciare l’oratore cor- degli utensilia di Santarere a ruota libera sulla relli. base dell’eventuale suo *** schema in testa, ma di “Et censeo Matteotti curimbrigliarlo alle esigen- sum renovandum” ze dei giovani. Uno di v.m. Sanità – Torresan a Villa Serena Una clinica per il territorio L a Casa di Cura Villa Serena di Jesi amplia il proprio organico: da gennaio 2008, il noto chirurgo della Divisione Oculistica dell’ospedale di Jesi ed attuale direttore della Banca degli Occhi della Regione Marche, dottor Pietro Torresan, entra in servizio presso la clinica di Via di Colle Onorato. Dopo Monaco, Canella, Magagnini e Paolucci, un altro ingresso eccellente, che arricchisce e consolida la politica di crescita perseguita da Villa Serena. Torrresan, iscritto alle Società Oftalmiche Soi, Stuemo, Sitrac, Sicsso e Sieto, ha eseguito diecimila interventi chirurgici, ha all’attivo 14 pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali ed estere, oltre che un ampio ventaglio di esami strumentali nelle sessioni di fluorangiografia, laserterapia, elettrofisiologia, ecografia oculare, topografia e campimetria. «Il dottor Torresan – spiega il presidente di Villa Serena, Gaetano Martini - inizia la sua collaborazione, entrando a far parte della nostra equipe chirurgica, peraltro già composta, anche nell’ambito oculistico, da stimati professionisti, quali il dottor Venè ed il dottor Bianchetti. Dopo la recente inaugurazione della nuova sezione di Risonanza Ma- I lettori segnalano All’altezza del Centro Regionale per l’impiego, lungo Viale del Lavoro, a Jesi, si notano una fila di lampioni per l’illuminazione della strada. C’è n’è uno però che è in notevole pendenza rispetto agli altri, sembra quasi che voglia cadere sulla strada. Potrebbe essere pericoloso: perchè non ripararlo subito? gnetica e Medicina Nucleare, dell’Unità Operativa di Radiologia e Diagnostica per Immagini, l’arrivo del responsabile della Banca degli Occhi, uno dei fiori all’occhiello della Sanità marchigiana, segna un altro importante progresso per l’attività della nostra clinica a favore del territorio». Nella foto da sinistra Martini e Torresan IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI E ACCESSORI PER BAGNI TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 FOCARELLI OTTICA 15 Non solo sport CENTRO SPORTIVO ITALIANO LE RAGIONI DI UNA SCELTA: “LA BELLEZZA DELLA RESPONSABILITà” La mia esperienza nel Centro Sportivo Italiano inizia nel 1998 nella piccola società sportiva CSI Gaudio che opera tuttora nella Parrocchia di San Francesco d’Assisi. Non conoscevo questa realtà fino a quel momento se non dai racconti dei miei amici che giocavano a calcetto ma la curiosità, per me che operavo a servizio dei ragazzi nell’Azione Cattolica, era talmente forte che decisi di provare anche io. Iniziai come semplice atleta e dopo un anno mi sono ritrovato a ricoprire il ruolo di arbitro di calcio a 5. La vera svolta, se così vogliamo chiamarla, si ebbe quando nel 2000 in occasione dei 50 anni di Centro Sportivo a Jesi, l’attuale presidente provinciale mi chiese di diventare un dirigente del CSI Gaudio. Fu così che da atleta e arbitro iniziai a frequentare diversi corsi per dirigenti sia a livello provinciale che nazionale e a innamorarmi di questa associazione così vicina, ma anche così diversa dall’Azione Cattolica di cui ancora ero un animatore. Poi un bel giorno, dopo che ero già entrato a far parte del consiglio direttivo della mia società, in estate sotto un ombrellone, mi venne chiesto di ricoprire il ruolo di presidente del CSI Gaudio. Mi presi un po’ di tempo per accettare perché in me erano nati mille dubbi su un ruolo di responsabilità come quello. La mia esperienza mi aveva portato fino ad allora a prestare il mio servizio con ragazzi ai quali cercavo di portare la mia testimonianza di cristiano impegnato, ma ora si trattava di lavorare anche con coetanei e dirigere una società sportiva con una molteplicità di responsabilità. Ho ricoperto questo incarico per quasi quattro anni, che sono stati i più intensi, ma anche i più belli della mia vita associativa. In quegli anni, la carenza di operatori e la crescente richiesta di attività da parte dei ragazzi, ci ha portato a ragionare in una logica d’interesse condiviso, di responsabilità e attenzione al bene dei ragazzi, in ogni intervento realizzato. Anni di paure, di discussioni, di scontri, sempre nel rispetto delle posizioni e delle persone, con chi non aveva ancora capito cosa voleva dire stare all’interno di una associazione come la nostra; ma anche anni fatti di gioie di piccole conquiste ancora importanti. Il ruolo di presidente mi ha portato a dedicare la gran parte del mio tempo libero al CSI, ma di questo non rimpiango nulla. Anzi da ogni impegno e scelta nascono sempre nuove ed entusiasmanti opportunità. Se non fosse stato per la mia associazione a quest’ora non avrei fatto così tante esperienze, non avrei conosciuto tantissime persone sparse in tutta Italia, ognuna con singolari storie, racconti, emozioni e sogni. Questo cammino ha generato in me la consapevolezza di non essere mai solo e che tutti comunque “lottavamo” per un medesimo obiettivo: avere a cuore il destino dei nostri ragazzi! Già i nostri ragazzi, pensavo che come presidente non mi sarei più confrontato con loro ed invece è stato l’errore più grande che potessi fare! Sono loro che mi hanno dato gli stimoli maggiori. I loro inviti a vedere le partite, ad assistere agli allenamenti, gli scherzi e le risate, piccole cose che però mi resero felice del mio incarico e mi colmarono di una gioia tale per cui anche la responsabilità che mi ero assunto diventava bella ed affascinante! Affascinare…un verbo così tanto caro al nostro attuale presidente nazionale e che per me è sempre un imperativo presente, anche oggi che ricopro altri incarichi. Affascinare. E’ un live-motiv presente nel cuore e nella mente di tutti gli operatori e dirigenti del CSI, perché se non siamo contagiosi e non riusciamo ad affascinare i nostri ragazzi, a testimoniare quelle in cui crediamo fortemente, non riusciremo di certo a dare loro la possibilità, che altri uomini e donne di questa associazione, ci hanno donato con tanta dedizione e gratuità. Dalla loro servizi viene una grande scuola di responsabilità e cittadinanza attiva, attenta ai bisogni degli ultimi e al bene comune. Da parte mia un piccolo ma significato grazie di cuore a tutti coloro che hanno creduto in me!!! Tanti auguri CSI!!! Nicola Grilli CALCIO Calcio Eccellenza, promozione, prima e seconda categoria Con un tre ad uno (3-1) i Leoncelli proseguono nella scalata alla cima della classifica, arrotondando il loro poker di vittorie consecutive, e stavolta a danno della capolista Elpidiense Cascinare, venuta al Carotti di Jesi per guadagnarsi i tre punti. La Jesina però era di tutt’altro intendimento: voleva mostrare, ai mille tifosi assiepati sulle gradinate, quanto orami può accampare come suo diritto le alte sfere del campionato di quest’anno. L’entusiasmo di tutti questi jesini al termine della partita è salito alle stelle, finalmente! Anche perché gli ospiti non hanno sonnecchiato. Alle prime mosse dei nostri, ai quali mancava il bomber Crispino, l’Elpidiense rispondeva con bella manovra di centrocampo, bloccando le ripartente. Per circa mezz’ora, la partita ha evidenziato diversi tentativi delle due squadre, finchè su punizione messa in area da Borrelli, i nostri segnano con due colpi di testa: 1-0 al 27’. Gli ospiti in tre minuti rimediano realizzando il rigore del nostro Federici: 1-1 al 30’. La Jesina però utilizza la parte finale del primo tempo in crescendo. Al ritorno in campo, l’Elpidiense vuole imporre il suo gioco, impedita egregiamente dai ritocchi di mister Trillini. Si arriva al 63’ e Focante agilmente colpisce verso l’angolino ed è il 2-1. Ormai le due squadre non lesinano nel reciproco contropiede con bravura e finalmente i nostri siglano il terzo gol al 93’ con Turchetti ed esplode l’entusiasmo, per gli jesini giunti al quinto gradino. Oggi si va a Porto Sant’Elpidio, dai cugini dell’Elpidiense, penultimi. Vir Promozione La Vallesina a Filottrano ha avuto il suo da fare per guadagnarsi il pareggio: Cocilova al 35’ segna per i nostri con tiro possente. Meschini pareggia per i padroni di casa al 45’. Nella ripresa, i locali hanno anche sfiorato la vittoria; perciò accontentiamoci. Prima categoria Vince il Cupramontana a Falconara (1-2). Pareggia (0-0) il Monserra in casa del Bandoni. Perde il San Marcello a Camerano (1-0). Seconda categoria Senza gol il derby Aesina-Borgo Minonna. Aurora-Nuova Folgore va agli anconetani (0-1). A Candia cede la Virtus (2-0). Bene il Castelbellino con la Leopardi (1-0). Ad Ancona, Monsano cede al Torrette (2-1) pur combattendo. 3 febbraio 2008 VOLLEY Sabato con Chieri e martedì a Santeramo Tour de force per la Monte Schiavo U na Monte Schiavo Banca Marche caparbia ha strappato domenica scorsa due punti importantissimi sul campo di Sassuolo. Il successo al tie break (parziali: 24-26, 25-21, 25-18, 17-25, 17-19) è giunto dopo due ore di partita, con le jesine che hanno annullato anche quattro palle match alle emiliane. A Sassuolo era scesa in campo anche la schiacciatrice rumena Diana Ramona Marc (nella foto), nuovo acquisto rossoblu. Nata a Baia Mare il 17 agosto ’79, alta 183 cm, la Marc ha iniziato la stagione a Piacenza in A2, dove si era accasata Elisa Cella. Giovedì 24 una Monte Schiavo grintosa aveva blindato il primo posto nel girone di Champions League, battendo a domicilio per 3-1 (parziali: 25-23, 19-25, 23-25, 21-25) le francesi del Cannes. Martedì 29 Togut e compagne hanno ospitato al PalaTriccoli le polacche del Pila, per la Champions. La classifica dopo la prima giornata di ritorno: Perugia, Bergamo e Pesaro 31 punti; Novara 26; Busto Arsizio 19; Monte Schiavo Banca Marche Jesi 16; Chieri 15; Altamura 14; Sassuolo 11; Santeramo 10; Imola 9; Forlì 3 punti. Oggi, sabato 2 febbraio, le “prilline” ospitano al PalaTriccoli il Chieri (ore 20.30). Sulla panchina delle piemontesi c’è il vulcanico Fenoglio, che da Bergamo ha portato Barun e Secolo. Martedì 5 Togut e compagne torneranno in campo per il turno infrasettimanale in quel di Santeramo (ore 21). La gara sarà trasmessa in diretta da Sky Sport 2. Gip BASKET Diretta Rai Sport Sat alle 20 Fileni Bpa, c’è Ferrara per il big match P avia continua ad essere un tabù per la Fileni Bpa. Domenica scorsa nella tana dei lombardi è finita 96 a 72 per i padroni di casa, al termine di una gara a senso unico. “Ci siamo fatti sorprendere all’inizio – ha detto capitan Rossini (nella foto di G. Candolfi) – Poi Pavia ha preso fiducia e noi non abbiamo difeso come sappiano fare”. La classifica dopo il secondo turno di ritorno: Soresina, Ferrara e Sassari 24 punti; Caserta 22; Pistoia, Fileni Bpa Jesi e Reggio Emilia 20; Pavia e Casale Monferrato 18; Fabriano, Rimini e Imola 14; Veroli 12; Montecatini 10; Livorno 8; Novara 6 punti. Oggi, domenica 3 febbraio, al PalaTriccoli arriva la capolista Ferrara, per il big match della giornata (ore 20). La gara sarà trasmessa in diretta da Rai Sport Satellite. I romagnoli, guidati in panchina dall’esperto Valli, per conquistare la promozione diretta contano molto sui due americani Jamison e Collins. All’andata finì 78-72 per i bianco-neri. Sarà Ferrara ad organizzare le finali di Coppa Italia di Lega due il prossimo 1 e 2 marzo. Gli estensi hanno battuto la Fileni, offrendo mille euro in più. Venerdì 25 è venuto a mancare il padre di Alberto Rossini, capitano della Fileni. Sabato mattina tutta la squadra e lo staff hanno presenziato ai funerali a Treviglio, città natale di Rossini. Giuseppe Papadia Al Circolo Contardo Ferrini Incontro con Trilussa, ‘er core de Roma’ F ra i diversi interessi umanistici e scientifici, il dott. Nazzareno Santoni coltiva quello per la letteratura. E’ stato perciò invitato al Circolo ‘Contardo Ferrini’ il 15 gennaio per presentare una relazione su Trilussa (Carlo Alberto Salustri), grande poeta dialettale romano scomparso nel 1950, a ottant’anni, appena pochi giorni dopo essere stato nominato senatore. Nato e vissuto nella capitale, definito con grande affetto dai romani ‘er core de Roma’, Trilussa attraversò anni difficili, restando miracolosamente indenne da prevaricazioni ideologiche; amatissimo sempre dal popolo, non altrettanto da una critica che, conforme ad un luogo comune ormai sorpassato, considerava la poesia dialettale un genere letterario minore. Trilussa è stato tuttavia recentemente rivalutato. Gli è stata soprattutto riconosciuta una capacità, quale solo pochi grandi poeti hanno avuto, di indagare fino in fondo nell’animo umano. Parlava, è stato detto, ‘chiaro e tondo’, mettendo a nudo e smascherando, ma senza cinismo, vizi, ipocrisie, egoismi, vanità: ingannando anche con una solo apparente semplicità che nascondeva però significati in ogni tempo universalmente validi. E’ immenso il mondo dei per- sonaggi che popolano le sue favole e le sue poesie; che ritrasse spesso nelle vignette pubblicate su quotidiani e riviste; che trasferì persino nel cinema, di cui frammentariamente pure egli si interessò, come pure nel teatro a cui si accostò collaborando con Ettore Petrolini. Dopo aver tracciato anche con il sussidio di diapositive un profilo biografico di Trilussa, inquadrato nella cornice storica del suo tempo, il dott. Santoni ha letto e commentato varie poesie nelle quali spesso lirismo e satira si fondono. La relazione, concentrata in un tempo relativamente breve, ma ricca di contenuti ed esposta con grande chiarezza, ha suscitato un vivo interesse fra i presenti intervenuti con numerose domande al termine della conferenza. A.F.C. 16 Esperienze 3 febbraio 2008 Consorzio Zipa – presentato un nuova infrastruttura artigiana U Un Polo per la città nel rispetto dell’ambiente n edificio di diecimila metri quadrati, suddiviso in due blocchi, a destinazione in parte artigianale e in parte commerciale, dove si prevede potranno insediarsi circa trenta imprese. Progettato con l’obiettivo di garantire la massima flessibilità degli spazi, è dotato dei requisiti previsti dalle recenti norme in materia di contenimento dei consumi energetici e sarà pronto entro due anni, la prossima estate saranno appaltati i lavori. Il progetto denominato PolArc è stato presentato sabato scorso dal presidente del consorzio Zipa, Giancarlo Sagramola che ha evidenziato la continuità delle ultime gestioni del con- sorzio e la collaborazione con il Comune che hanno permesso l’ideazione di un progetto innovativo e necessario per la città. Il presidente ha sottolineato la possibilità, con il PolArc, di far incontrare il produttore e il consumatore della cosiddetta filiera corta, ricreando una sorta di Mercato dell’Erbe. Alla presentazione della nuova infrastruttura, condotta da Mauro Bignami, ha preso parte Simona Romagnoli, vicepresidente del consorzio, che ha messo in evidenza come siano state superate diverse problema- tiche progettuali. L’assessore alle attività produttive Daniele Olivi ha riconosciuto la professionalità dei collaboratori del Consorzio e la capacità di condividere il progetto con la città, un progetto all’avanguardia e integrato tra artigianato e commercio. Mario Bucci, direttore generale del Consorzio, ha illustrato le caratteristiche dei due blocchi del Polo costruito con elementi pre- fabbricati in cemento armato e con sistemi di schermatura delle pareti vetrate. La soluzione prevista rende possibile sostituire parte dei pannelli schermanti con pannelli fotovoltaici consentendo la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. “Si sta valutando inoltre – prosegue il direttore – la possibilità di utilizzare energia di natura geotermica per il riscaldamento delle parti condominiali”. Nella foto Vincenzoni, da sinistra: il direttore Bucci, l’assessore Olivi, il presidente Sagramola, la vicepresidente Romagnoli, il coordinatore Bignami. Comune, provincia e Istituto Gramsci: iniziative per ricordare il politico Gramsci L’ Un intellettuale, politico, narratore moderno amministrazione comunale di Jesi, la provincia di Ancona e l’istituto Gramsci Marche, sezione Vallesina promuovono diverse iniziative per valorizzare il pensiero e l’attualità dell’opera di Antonio Gramsci. Venerdì 8 febbraio al Palazzo dei Convegni alle ore 17,30 ci sarà un convegno sul tema: “Quale attualità del pensiero e dell’opera di Antonio Gramsci” con una conversazione del prof. Francesco Giasi della Fondazione Istituto Gramsci di Roma; a seguire alle ore 19 sarà inaugurata la mostra “Gramsci e il ‘900” che rimarrà aperta fino al 15 febbraio. Il 26 febbraio alle ore 21 al teatro Moriconi in piazza Federico II, sarà presentato lo spettacolo “Cena con Gramsci” proposto dal gruppo teatrale milanese ArteVox. La mattina seguente, nell’aula magna del liceo scientifico di Jesi, gli studenti delle scuole della città incontreranno gli artisti del gruppo teatrale e alcuni studiosi gramsciani. Il prof. Giuseppe Vacca risponderà alle loro domande e approfondirà il tema: “Giovani che interrogano Gramsci”. Queste iniziative sono state presentate nel corso di una conferenza stampa venerdì scorso. L’assessore del comune di Jesi Valentina Conti ha evidenziato l’attualità del pensiero gramsciano, al crocevia del Novecento e ha ringraziato la collaboratrice Simonetta Bonvini che ha segue conc re t amente gli eventi. Bruna Aguzzi, assessore ai servizi educativi della città ha definito Gramsci come “un intellettuale, un politico, un narratore con una grande sensibilità moderna”. Aroldo Cascia, presidente dell’Istituto Gramsci Marche ha sottolineato come in A Ca r n e v a l e Mi piacerebbe cambiare le cose dare ai miei gesti nuove pose, sentire diversi i discorsi in tv d’ascoltare violenza non ne posso più. ed anche il Grillo sarebbe al sicuro. La tuta dei Ninja potrà servirmi nel prato verde a mimetizzarmi. Come bambino sarei originale vestito da Dragon Ball, cambiando lo sfondo della violenza, con veri amici e più pazienza. Le mie amichette, lunghi capelli, vivaci e snelle, vestite da Winx sono più belle, innamorate, con l’abito da principessa attendono il principe e la storia è la stessa. Mi piacerebbe il vestito di Spider Man, se più veloce potessi andare dove si gioca senza studiare. Se è di moda un vestito da Punk lo vorrei meno nero dei Dark, lasciando però i capelli colorati verso il cielo indirizzati. Come Pinocchio sarei meno duro Il giorno di Carnevale sarà più sereno lanciando in cielo di coriandoli un arcobaleno, non bastonate che fanno male la gioia è gioia, che c’entra la rabbia? Non è uguale! Anche il pagliaccio si sente beato nel mondo così colorato. Fate, maghi, eroi e lieto fine non sarà solo di re e regine Forse anche voi ci date ragione: quando si sogna il mondo è migliore! Maria Giannetta Grizi Italia, ultimamente, siano stati ripresi gli studi su “questo intellettuale che è tra i più tradotti all’estero e al quale è dedicato un concorso regionale che l’Istituto ha organizzato per gli studenti che desiderano studiare Gramsci e realizzare elaborativi con diversi sistemi espressivi”. L’assessore alla cultura della Provincia, Carlo Maria Pesaresi: “Desideriamo mantenere vivo il ricordo di Gramsci nelle giovani generazioni e diffonderne la conoscenza tra il pubblico con iniziative diversificate quali la mostra, la conferenza, lo spettacolo”. Nella foto Vincenzoni, da sinistra: Pesaresi, Conti, Cascia, Aguzzi.