Editrice Artistica Bassano Distribuzione gratuita Città di Bassano del Grappa Assessorato alla Cultura e al Turismo Scuola di Grafica A. Remondini NOVEMBRE / DICEMBRE 2010 www.bassanonews.it periodico di cultura, attualita’ BASSANO DUEMILAVENTI Il Masterplan e l’asse dei Musei 1938 e servizio CRISTINA BUSNELLI La regola e la trasgressione ESCURSIONE GUIDATA tra monti e pascoli di Cismon SOMMARIO Copertina il lago del corlo, così come appare dai pendii del col dei prai nel massiccio del Grappa. servizio a pag. 36 (ph. antonio Minchio). News periodico di attualità, cultura e servizio Anno XVII - n. 125 Novembre / dicembre 2010 Direttore responsabile andrea Minchio EDITRICE ARTISTICA BASSANO piazzetta delle poste, 22 - Bassano del Grappa © Copyright - Tutti i diritti riservati Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n. 4/94 R.P. del 2 giugno ’94 Bassano News è patrocinato da città di Bassano - assessorati cultura e turismo scuola di Grafica antonio remondini Ideazione e direzione artistica andrea Minchio Redazione elena trivini Bellini, andrea Gastner, diego Bontorin Collaborazioni associazione scrittori Bassanesi “il cenacolo” comune di Bassano del Grappa Museo-Biblioteca-archivio Bassano del Grappa unione del commercio di Bassano del Grappa l. Battistello, c. Busnelli, c. Ferronato, F. Fontana, s. Gazzola, p. Manca, F. Martinelli, antonio Minchio, i. Minchio, G. parolin, G.B. sandonà, M. sartoretto, o. schiavon, p. trevisan, M. vallotto, F. vettorel, a. zamperin, M. zonta Stampa linea Grafica - castelfranco veneto (tv) Distribuzione Bassano e comprensorio Per la pubblicità su queste pagine tel. 0424 523199 - Fax 0424 523199 tel. 335 7067562 - [email protected] Bassano News è stampato su carta patinata ecologica Hello gloss TCF (Total Chlor Free) Per consultare Bassano News in Internet www.bassanonews.it - www.editriceartistica.it p. 5 - Gens bassia il veneto dei castelli. Feudi, comuni e signorie p. 36 - Il rapporto escursione guidata tra monti e pascoli di cismon p. 10 - Pianeta Casa risparmio energetico. come realizzarlo nella nostra casa p. 40 - Il Cenacolo Fryderyk e George. un autre anniversaire (1810-2010) p. 12 - Sfide cristina Busnelli. la regola e la trasgressione p. 43 - Obiettivo sport un mondo di emarginati? p. 16 - Appunti Mostre, letture e frizzanti curiosità p. 18 - Saperne di più il trifoglio rosso p. 20 - I nostri tesori lorenzo Battistello. ceramica e bronzo tra sacro e profano p. 24 - Finestra sui giovani una maglietta e un paio di blue jeans p. 26 - Schegge Bassano 2020: l’asse dei musei p. 30 - Ecclesia centro Missionario scalabrini ottant’anni nel segno dell’accoglienza Sopra, da sinistra verso destra uno schizzo di carlo aymonino per il polo museale di santa chiara nell’area dell’ex caserma cimberle Ferrari. il grande architetto italiano, recentemente scomparso, ha lavorato al progetto che porterà alla realizzazione del Museo dell’automobile e del Museo di storia Naturale, destinati a conferire ulteriore prestigio culturale alla nostra città. rettore dello iuav dal 1974 al 1979 (e docente nello stesso ateneo dal 1963), aymonino sosteneva che “una nuova architettura è necessaria solo laddove altri strumenti -quali il restauro scientifico, il ripristino filologico o il recupero edilizio- non abbiano senso operativo e solutivo”. a partire da questo numero, l’architetto Massimo vallotto, ci illustra, nella rubrica Schegge (pag. 26), il Masterplan di Bassano partendo dal cosiddetto “asse dei Musei”. le prossime tematiche riguarderanno l’Istruzione in sicurezza, il Verde protagonista, la Razionalizzazione dei parcheggi, la Mobilità sostenibile e le Ipotesi perequative. approda alla quarta edizione il premio fotografico “salv@Guarda Bassano”. il tema di quest’anno, “per-correre Bassano. un giorno nella tua città”, ci invita a rallentare, a fermare le immagini e a riflettere su quanto ci circonda (pag. 32). p. 45 - Preacipua aria (condizionata) bassanese negli ospedali africani p. 49 - Agenzia Viaggi avventura in Malesia. tour del Borneo malese e Brunei p. 52 - Qui Porta Dieda vincent van Gogh. dalla parte dei più deboli p. 54 - Visita alla città principali monumenti e piante p. 56 - Indirizzi utili p. 58 - Remondinia turdus iliacus, corvus corax p. 60 - Ospitalità a Bassano e... p. 32 - Progressus per-correre Bassano. un giorno nella tua città p. 62 - Ristorazione a Bassano e... 3 In libreria a dicembre un volume fotografico di grande impatto emozionale, ricco di immagini e riferimenti... GENS BASSIA il veNeto dei castelli Feudi, comuni e signorie testi di andrea Minchio e Giovanni Battista sandonà Fotografie: Maurizio sartoretto E’ la proposta di Editrice Artistica per il Natale 2010. Una strenna che offre un percorso appassionante e coinvolgente, una lunga cavalcata in terra veneta dalle vette dolomitiche al mare, all’insegna del rispetto, della consapevolezza e della valorizzazione. il consenso ottenuto nel 2008 con il volume “terre di palladio. viaggio memorabile nella provincia vicentina” ci ha indotto, quest’anno, ad affrontare un tema sempre molto importante a livello regionale, ma forse un po’ meno trattato fotograficamente: quello del Medio evo e delle sue innumerevoli testimonianze. e’ nata così l’idea di pubblicare “il veneto dei castelli. Feudi, comuni e signorie”, un libro di grande impatto emozionale, ricco di immagini e riferimenti, che non ha tuttavia la pretesa di studiare la materia con rigore scientifico o di presentarsi quale catalogo ragionato ed esaustivo di una particolare tipologia costruttiva o militare. attraverso le splendide vedute di Maurizio sartoretto, che ci ha fornito una preziosa e sensibile collaborazione, abbiamo piuttosto inteso compiere un percorso appassionante e coinvolgente, una lunga cavalcata in terra veneta dalle vette dolomitiche al mare, all’insegna del rispetto, della consapevolezza e della valorizzazione. una ricerca, sul piano storico ed estetico, finalizzata a colpire e a sensibilizzare il lettore sulla grandiosità di un patrimonio artistico e monumentale davvero impressionante. un’ulteriore leva, per quanto modesta, concepita per contribuire alla crescita di una sensibilità che porti sempre più all’affermazione di un’economia Le immagini sono tratte dal volume “Il Veneto dei Castelli. Feudi, Comuni e Signorie” (EAB, dicembre 2010) forte e strutturata, basata sulla cultura e sul turismo, le cui enormi potenzialità sono ancora in gran parte da sviluppare. credo -e spero- che questa nostra operazione editoriale, coraggiosa anche perché portata avanti in epoca di crisi, possa incontrare il gusto del pubblico. sicuramente ci siamo impegnati a fondo per condurla a termine, operando scelte di qualità senza gravare sul prezzo di copertina, non elevato per una tale pubblicazione. Qui sotto riportiamo uno stralcio della presentazione stesa dall’amico Giovanni Battista sandonà, persona colta e sensibile, prezioso collaboratore di Bassano News e di editrice artistica. A.M. Qui sopra il castello di lusa ad arson (Feltre): situato ai margini del parco delle dolomiti bellunesi, fu un’antica dimora signorile appartenente al sistema difensivo dei vescovi di Feltre e Belluno. Sotto la copertina del libro. “il veneto dei castelli” sarà in libreria a dicembre (€ 40,00). 5 castelli e città murate del veneto. va in scena la luce dei secoli oscuri, nella cornice della chiostra prealpina. si anima il teatro della nostra storia, tra il proscenio delle dolomiti altissime e la platea, bassa tra le subsidenze lagunari, sulla riva del mare. torri e mura della nostra terra. appaiono dai monti pedine incantate di una scacchiera territoriale, definita armoniosa dalla centuriazione romana e oggi quasi decomposta nella sardana dell’unica acentrica metropoli diffusa. paradosso felice. sistemi fortificati, nati per la guerra e la morte, sono oggi sempre più presidio di umanità, luoghi di vita a misura d’uomo, rifugi dall’esistenza rapida e distratta, consumata in superficie. vera condanna per l’uomo del terzo millennio. i centri murati e i castelli invitano a scendere in profondità, Sopra antica sede dei vescovi conti di ceneda, il castello di san Martino sorge sul colle di san paolo, sopra vittorio veneto: nonostante l’adattamento a residenza episcopale, in alcune sue parti conserva ancora oggi l’aspetto di una fortezza. Sotto il castello scaligero di torri del Benaco, sul Garda, ospita al suo interno un bel museo etnografico. 6 come profonde sono le vere di pozzo che li disseminano e pescano l’acqua, la vita nascosta. Giacimenti di silenzio e luoghi di approfondimento del sé personale, suggestione emotiva capace di pizzicare una corda segreta del cuore. in essi si ritrova il passo dei padri. luoghi di ritmi antichi, scenari di tempi andati ci invitano e insegnano a rallentare, a prender fiato e respirare a pieni polmoni, a osservare attenti e non guardar distratti. ammaestramenti inestimabili nella congerie del presente frammentario. Meccanismo dell’anima e dell’architettura, manieri e mura sono fragili e a rischio perché il castello è come il bosco: senza l’uomo ad abitarlo muore. la città murata non è riducibile a foresta intricata. Nei centri murati del veneto la popolazione intra moenia diminuisce e invecchia costantemente. privati degli abitanti tra le mura centri come Feltre e castelfranco, cittadella e soave e asolo restano come edifici sventrati e alveari senza api. perdono le sentinelle e i custodi. perdono il profumo del pane fresco. perdono l’anima. vale per castelli e centri cinti da mura, quanto vale e si dice per venezia: la capitale lagunare ha, enfatizzati, i pregi e gli acciacchi dei suoi fratelli in terra veneta. la città del leone gode di una legge speciale, anche centri murati e castelli meriterebbero una legge e un fondo speciale regionale, alimentato in sede europea. i bisogni son gli stessi: restaurare e studiare, scavare e proteggere dalle tante forme di deterioramento, promuovere, tutelare, arrestarne lo spopolamento. le potenzialità e il fascino sono, in scala, gli stessi. luoghi dell’emozione, scenari dell’interiore materiato, torri cerchie e mura segnano e impreziosiscono il paesaggio veneto. esse chiedono e alimentano lo stupore, la contemplazione, il godimento della loro bellezza. sono luoghi forti e spazi dello spirito. di questo parlano anche i monasteri e le torri campanarie fortificate: il campanile di san Felice e Fortunato a vicenza, la più bella torre militare scaligera ancora in piedi fuori verona - simile alla memoria veneziana sullo sfondo della giorgionesca pala di castelfranco; l’abbazia fortificata di Follina -non lontana dal cupo ferrigno castel Brando- sono solo due scorci di un lungo repertorio. la visione di Malcesine dal Benaco, l’impatto fascinoso e tremendo di Montagnana, la rocca di Monselice o il castello degli ezzelini a Bassano di scor- GENS BASSIA A lato probabilmente i primi a edificare un castello a Malcesine, sul Garda, furono i longobardi. più volte distrutto e ricostruito, il maniero venne in seguito poderosamente attrezzato dagli scaligeri. Qui sotto l’imperatore ottone i è accolto a braccia aperte da papa Giovanni Xii (in una miniatura del Xv secolo). Sopra la rocca dei tempesta a Noale: venne utilizzata per scopi militari fino al Xv secolo. un momento del palio di Noale. 7 cio dal ponte palladiano, il presentarsi solenne e glorioso del castello doppio di Marostica dalla pianura veneta, prima di approdare alla riflessione cerebrale allargano il cuore, dissetano lo stupore, compiacciono la fame di bellezza. castelli e rocche, città murate e torri danno per gli occhi gran dolcezza al cuore. tanto hanno di pregio architettonico, ma di più offrono nel piacere della visione. se il primo dono è appannaggio di tecnici ed esperti fruitori, il secondo lo vive anche un bambino. essi dicono tanto sul piano personale quanto al corpo sociale, quanto offrono all’animo lo concedono poi al pensiero. incontrarli nella bellezza della fotografia ha un’universalità seconda solo alla fruizione dal vivo, offre un’emozione d’arte oggettivata seconda solo all’interpretazione artistica soggettiva e geniale. un testo fotografico su castelli e città murate è al giorno d’oggi tentativo apparentemente secondario ma necessario. È esperimento raffinato di riappropriazione di tanti luoghi dello spirito, del ricordo e dell’emozione, canto delle radici, esplicitazione di un viaggio interiore. Sopra, da sinistra verso destra il castello di soave si presenta come una poderosa costruzione militare. Fieramente piantato sul Monte tenda a controllo della pianura sottostante, è costituito da un mastio, attorno al quale si svolgono i giri delle mura. il castello di valbona, a lozzo atestino, venne eretto nel Xiii secolo. in parte distrutto, fu ricostruito dai carraresi nel 1338. Sotto Mastino ii della scala (1308-1351) in un disegno ottocentesco ispirato alla sua statua equestre (ora conservata a verona nel castelvecchio). 8 e’ tentativo di fermarsi per pensare e ritrovare nella pietra, nel legno, nei mattoni di torri, campanili e mura e porte e castelli, l’anima antica muta del veneto dopo la fine di un modello di sviluppo e il rallentamento della locomotiva del Nord est. e’ il tentativo di guardare con occhi pieni di meraviglia, lasciarsi toccare da immagini capaci di scendere nel lago del cuore, riflettere per trarre gli auspici e riorientare il cammino. urge tornare sulle torri per guardare più lontano, per intravvedere il futuro e il suo sentiero. oggi le minacce non sono più masnade armate ma economie fino a pochi anni fa lontane, l’idra dell’inquinamento nelle sue molte teste e forme, il saldo demografico sempre più canuto, la fatica dell’integrazione interculturale, la disintegrazione sociale e familiare, la fretta, la precarietà, la percezione di una vita meno buona e sicura. Figli imponenti della radice romanogermanica, che fu lievito e impasto del vecchio continente, tutti i luoghi forti veneti, perfino i loro mozziconi e rimasugli, ricordano la secondarietà europea, nella figliolanza romana: in essi, manufatti per la guerra e mirabili architetture frutto dell’intelligenza, trovano armonia le ragioni della forza e le forze della ragione. le mura antiche dei castelli contribuiscono a trovare nei granai della sapienza avita risposte ai problemi più scottanti del presente. duratura insegna di una civiltà guerriera e dura ma colta e gentile, castelli e porte, torri e mura restano oggi anche un invito incessante alla conservazione, memento e meditazione sui fondamenti della nostra civiltà in stagione di crisi. presidiando le praterie degli animi e i territori veneti come ieri anche oggi sono fulcri d’ordine. sono guardiani vigili e muti di un equilibrio città campagna rovinosamente in gran parte perduto. Frenano e contrastano uno sviluppo abitativo anarchico e inselvatichito, non fatto per la convivenza pacifica dell’uomo. sono confine materiale che non è limite ma protezione, non è ostacolo a raggiungere le lontananze remote del presente globale ma alta specola da cui guardar lontano, godendo il tepore del nido e le brezze dell’aria natia. G.B.S. Alcuni significativi suggerimenti per ridurre i consumi PIANETA CASA risparMio eNerGetico come realizzarlo nella nostra casa a cura di orazio schiavon Delegato Confedilizia Vicenza per il territorio bassanese l’energia consumata nell’edilizia residenziale per riscaldare gli ambienti e per l’acqua calda sanitaria rappresenta circa il 30% dei consumi energetici nazionali e circa il 25% delle emissioni totali di anidride carbonica. lntraprendere interventi di risparmio energetico significa dunque consumare meno, riducendo le spese di riscaldamento e condizionamento, migliorare le condizioni di vita all’interno della casa, diminuire sensibilmente i consumi di combustibili fossili, proteggere l’ambiente, contribuire alla riduzione dell’inquinamento e, infine, investire in modo intelligente i nostri risparmi. Negli ultimi anni sono state ema- Sopra il risparmio energetico in casa passa attraverso una buona manutenzione e regolazione degli impianti di riscaldamento e condizionamento. Bisogna dunque prestare attenzione alla canna fumaria (1), alla caldaia (2), al bruciatore (3) e all’unità esterna di condizionamento (4). ALCUNI SERVIzI DI CONFEDILIzIA A BASSANO Consulenze in tutte le materie attinenti la casa: fiscale, condominiale, locatizia, legale, catastale... Assistenza contrattuale nella stipula dei contratti di locazione (con l’offerta della relativa modulistica) e di ogni altro contratto. Assistenza condominiale ai molti condòmini proprietari di appartamento anche in materia di adempimenti e agevolazioni fiscali, nonché corsi di formazione e aggiornamento per amministratori. Confedilizia Notizie è un mensile, ricco di informazioni utili al condòmino, al proprietario di casa, al risparmiatore immobiliare. preziosi risultano pure i suoi manuali, opuscoli e approfondimenti periodici. Contributi di bonifica assistenza contro le pretese di contributi consortili per immobili che non godono dei benefici della bonifica. “Servizio Garanzia Affitto” con vantaggi per proprietari e inquilini. Visure catastali e ipotecarie on-line su tutto il territorio nazionale, gratuite per gli associati. nate diverse leggi e norme che indicano requisiti e criteri sia per la progettazione delle nuove costruzioni sia per gli interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. in seguito riportiamo alcuni suggerimenti per migliorare il livello di comfort della nostra abitazione e per ridurne i costi energetici tenendo presente che alcuni interventi richiedono l’assistenza di tecnici specializzati. di tutta l’energia utilizzata in una stagione per riscaldare a 20°c e condizionare a 26° c un edificio, una parte viene dispersa dalle strutture (tetto, muri, finestre) e un’altra dall’impianto. sul consumo totale di combustibile, uti- lizzato per riscaldare un edificio, si può risparmiare dal 20 al 40% fin dal primo anno, con benefici notevoli sulla bolletta energetica. per realizzare un significativo risparmio dobbiamo pertanto ridurre le dispersioni di calore in inverno e le rientrate di calore in estate attraverso le pareti, il pavimento e il tetto della casa, limitare le fughe di aria calda attraverso i vetri e gli infissi delle finestre, abbassare il riscaldamento nei locali non utilizzati, sfruttare al meglio l’energia manutenendo e regolando bene gli impianti di riscaldamento e condizionamento. tutto ciò comporta spese, ma si tratta di investimenti che portano a un risparmio immediato. * zona climatica e - Nord italia ll nostro impianto di riscaldamento, per mantenersi efficiente e consumare poco, deve essere ben tenuto e perfettamente regolato. proprio per questo il d.p.r. 412 del 26.8.93 e il dlgs 19 agosto 2005 N. 192 hanno reso obbligatori i controlli sull’efficienza degli impianti termici. su tutti gli impianti, sia centralizzati sia autonomi, dobbiamo effettuare almeno una manutenzione ogni due anni, secondo regole precise. tale manutenzione deve essere eseguita da tecnici specializzati e riportare l’esito dei controlli su un “libretto” (che ogni impianto deve avere). L’organizzazione storica della proprietà immobiliare, da sempre a difesa del proprietario di casa delegazione di Bassano del Grappa via schiavonetti, 1 - tel. 0424 219075 www.confedilizia.it [email protected] 10 la manutenzione obbligatoria prevede: - il controllo della temperatura e l’analisi dei fumi (una temperatura dei fumi troppo elevata indica la probabile presenza di incrostazioni all’interno della caldaia, che si traduce in un minor rendimento dell’impianto); - la pulizia della caldaia (anche un piccolo spessore di fuliggine nei canali che portano il fumo causa una sensibile riduzione del rendimento dell’impianto); - la regolazione della combustione del bruciatore, in quanto un mal regolamento è causa di notevole spreco di energia. se porzione del combustibile non viene totalmente bruciata, le particelle incombuste si depositano sulle superfici interne della caldaia e del camino e/o fuoriescono inquinando l’ambiente circostante; - la sostituzione del generatore di calore che è obbligatoria se, dagli accertamenti effettuati durante la manutenzione, si riscontra che non è possibile migliorare il rendimento della caldaia per adeguarlo ai valori minimi imposti dalla legge. Nel caso di caldaie molto vecchie (15 anni) è obbligatoria una diagnosi energetica da parte di personale qualificato e, generalmente, è conveniente sostituire la caldaia con una ad alta efficienza. Uscire dagli schemi attraverso una progettazione rigorosa SFIDE cristiNa BusNelli la regola e la trasgressione testo di andrea Minchio Fotografie: Franco Manfrotto, andrea e antonio Minchio, Fabio zonta, archivio cristina Busnelli Dall’esperienza milanese con i maestri del design alla formazione con Renata Bonfanti e alla successiva elaborazione di una sua personale produzione artistica: scopriamo i segreti di un’arte antica che, rivisitata con fantasia dalla tessitrice bassanese, si rivela più attuale che mai. cristina Busnelli, bassanese, ha conseguito il diploma di industrial designer alla scuola politecnica di design di Milano. progetta e realizza a telaio prototipi e pezzi unici per abbigliamento e arredamento. applica una lavorazione antica alla ricerca tecnico-formale e allo studio dei materiali e delle loro caratteristiche, secondo metodologie proprie dell’industrial design. A fianco, da sinistra verso destra Peluquero, arazzo, tela e saia, 2006. Gritti, arazzo, tela e saia, 2006. Qui sotto Gea, arazzo, tecnica mista, 2007. colori, forme e geometrie, giochi di luce e vibrazioni, tra la poesia del disegno e la ruvida concretezza della materia, in una successione di quinte che nascono progressivamente dal nulla, a volte connotate da un ritmo lineare e forse quasi prevedibile, a volte complesse e sorprese dall’improvvisa irruzione di elementi trasgressivi. la sfida di cristina Busnelli, diplomatasi al Brocchi di Bassano, ma fin da bambina portata a esprimersi con la matita e i pastelli (“avrei voluto frequentare il liceo artistico”), è stata virtualmente lanciata dopo l’espe12 rienza milanese alla scuola politecnica di design (1980-’82). “una formazione importante, legata soprattutto alla presenza di docenti di alto livello (Bruno Munari, Guido petter...) e alla composizione eterogenea degli studenti, provenienti da ogni parte del mondo e apportatori delle percezioni più disparate. un cocktail stimolante, al quale faceva da sfondo l’ambiente meneghino, a quel tempo estremamente vivace sotto il profilo culturale e artistico”. amante del design e della pittura, nei primi anni ottanta cristina Busnelli ha imboccato una strada intermedia, quella della tessitura a mano, iniziando un periodo di apprendistato presso la zia renata Bonfanti, già allora artista di fama internazionale. un affiancamento partito in sordina che, giorno dopo giorno, l’ha condotta ad affinare le proprie conoscenze; un percorso compiuto assieme, lungo il quale ha tuttavia maturato progressivamente una visione artistica autonoma. se al principio le sue opere (arazzi e tappeti) ricalcavano per certi versi la produzione della Bonfanti, in seguito la giovane tessitrice si è differenziata sotto il profilo tecnico e formale. SFIDE A fianco, da sinistra verso destra i quattro arazzi realizzati da cristina Busnelli tra il 2006 e il 2007 per l’ambone della chiesa di san Francesco a Bassano: ognuno di essi si ispira ai colori e ai temi del tempo liturgico. Qui a lato, dall’alto verso il basso Fuente de luz, lampada in legno e tessuto, 2002 (coll. privata). Lanterna magica, minitessitura con cornice, 2010. “Normalmente sviluppo i miei lavori partendo da un fondamento reale (per esempio un paesaggio) per poi trasformarlo e ridurlo a soggetto irriconoscibile”: un’interpretazione personale e fantasiosa che si esplica pure attraverso un uso libero e disinvolto della tecnica. cristina Busnelli tende infatti a stravolgere e rompere le geometrie dell’intreccio tessile (soggetto di per sé allo strumento-telaio e quindi vincolato a una rappresentazione piana), mescolando tecniche diverse che conferiscono alle sue opere un effetto tridimensionale. un esito singolare e insospettato, che ottiene infittendo o rarefacendo i fili, usando differenti intrecci tessili e scegliendo materiali di diversa consistenza e cromia. “se la pittura si estrinseca -talvolta con più strati di colore- su un supporto certo, è giusto (e solo apparentemente banale) ricordare che nell’opera tessuta a mano supporto e realizzazione artistica costituiscono un tutt’uno, che prende corpo e forma un po’ alla volta, procedendo da un’origine definita e mantenendo sempre una precisa direzione di lavoro”. tutto vero, naturalmente. anche se l’approccio di cristina Busnelli tiene conto della sua specializzazione in industrial design. ogni lavoro (si tratta di pezzi unici) è preceduto da un’accurata progettualità e ne prevede la destinazione: a muro, indossato come indumento, a terra come tappeto. la scelta della tecnica e dei materiali ne risulta quindi una logica conseguenza, evidente retaggio della scuola milanese, sempre rispettosa di quel legame tra oggetto e funzione che si richiama ai dogmi della Bauhaus. “la tessitura impone un certo rigore; per le sue caratteristiche e i suoi limiti richiede un’accurata progettazione, che contempli pure la libertà di uscire dagli schemi e individui le modalità tecniche per poterlo fare. solo attraverso continue variazioni ritengo sia infatti possibile elaborare nuove e sti- molanti soluzioni. carmen rossi notava -giustamente- come il mio lavoro ricordi quello dei jazzisti, che creano molteplici improvvisazioni da un tema noto”. a chi le chiede il significato delle sue opere cristina Busnelli risponde lasciando quasi una porta aperta: “ogni mio lavoro rivela uno sfondo ideale che lascio sospeso e indeterminato; l’invito all’osservatore è quello di leggerlo e completarlo secondo una sua personale visione”. Sopra Specchio delle mie trame, oggetto tessile, 2001. Qui sotto Trepiùdue, arazzo a cinque teli componibili, tecnica mista, 1999. 13 SFIDE A fianco, da sinistra verso destra Amareilibri, arazzo, tecnica mista, 2000 (coll. privata). Eolo, arazzo, tecnica mista, 2002. Qui sotto alcuni particolari di tessiture e tecniche di lavorazione. Qui sotto La regina della notte, arazzo, tecnica mista, 1997. Cristina Busnelli via sant’antonio da padova, 16 Bassano del Grappa (vi) tel. 0424 567424 cell. 347 5509339 [email protected] cristinabusnelli.wordpress.com 14 Mostre, letture e frizzanti curiosità APPUNTI a cura di elena trivini Bellini METODO GUGU’: così l’apprendimento della musica diventa facile e divertente le esperienze pedagogiche del maestro luigi Ferro in una “rivoluzionaria” e brillante pubblicazione. il Metodo Gugù è una tecnica per l’apprendimento della musica e in particolare del pianoforte. l’idea nasce da una ventennale esperienza nell’insegnamento e dalla continua e fortunata profferta di manifestazioni musicali per bambini, in tutto il territorio bassanese, da parte del suo autore, il maestro luigi Ferro. pianista, didatta e compositore, il musicista partenopeo (che da lungo tempo vive nella nostra città) ha infatti condensato le sue conoscenze ed esperienze pedagogiche in questo particolare metodo, rivolto tanto ai bambini che intraprendono lo studio del Qui sopra la copertina e due pagine della pubblicazione. di grande formato, con un’efficace veste grafica (curata da diego Bontorin) e molti disegni a colori (opera di piero sandano), questo volume si pone nel mercato editoriale italiano di settore come una vera e propria “chicca”. Sotto, da sinistra verso destra il maestro luigi Ferro, pianista, didatta e compositore, affiancato da “Gugù”, il simpatico gufetto che ha creato per illustrare a bambini e insegnanti la sua particolare tecnica di apprendimento della musica. 16 pianoforte quanto agli insegnanti che li seguono. si tratta di un prezioso supporto tecnico, teorico e pratico per i docenti di pianoforte, che propone nozioni, esercizi e brani (con difficoltà crescente) e offre allo stesso tempo l’opportunità di condividere, ampliare e sviluppare un personale percorso didattico. tradotto in un’elegante e colorata pubblicazione, tanto da apparire come una vera “chicca” nel panorama editoriale nazionale di settore, il Metodo Gugù fornisce inoltre utili consigli su come organizzare un saggio musicale multi-artistico anche con allievi ai primi mesi di corso. un simpatico personaggio illustrato, il piccolo gufo Gugù, accompagna assieme a numerosi amici l’allievo attraverso le pagine del libro: un percorso didattico nel quale si rivela di volta in volta insegnante saggio e tenera, amichevole mascotte. la pubblicazione si apre con alcuni cenni teorici, ai quali seguono esercizi e brani melodici che approfondiscono le varie problematiche tecniche (sempre descritte simpaticamente dai fumetti); elementi che sono poi inseriti nelle fiabe musicali descritte e raccontate. i primi brani musicali prevedono un testo accompagnatorio e possono essere quindi cantati dai bambini per meglio sviluppare la propria musicalità. il testo fa pure cenno a una tecnica utilissima per la corretta posizione della mano, che è utilizzata empiricamente da più di mezzo secolo da molte scuole di pianoforte (come la scuola napoletana) ma che mai è stata edita: la cosiddetta tecnica delle cadute. alcuni interessanti e innovativi input alla composizione invitano inoltre i bambini a creare la loro musica, mentre un facile metodo per la memorizzazione degli accordi aiuta i ragazzi a essere autonomi nell’approccio alla musica moderna, leggera e d’accompagnamento. preziosi consigli sulle modalità di studio concludono questo testo, ricco di immagini colorate, brani dalle melodie orecchiabili, allegri fumetti ed esercizi tecnico-teorici progressivi e formativi. i bambini hanno così la possibilità di imparare i primi rudimenti di pianoforte in modo allegro e veloce, potendo subito partecipare a manifestazioni (saggi o fiabe musicali), ampiamente descritte e illustrate nel testo. Non a caso il sottotitolo del libro recita eloquentemente “per amare lo studio del pianoforte”. Luigi Ferro, Metodo Gugù. Editrice Artistica Bassano, 2010 Pagg. 112 - € 20,00 Conosciamo da vicino una pianta dalle proprietà importanti per il benessere della donna e dell’uomo SAPERNE DI PIU’ il triFoGlio rosso E’ particolarmente indicata per la salute dell’apparato uro-genitale di entrambi i sessi. a cura di Matteo zonta A fianco, da sinistra verso destra tiziano vecellio, Adamo ed Eva, 1550. Madrid, Museo del prado. una splendida tavola illustrata del Trifoglio rosso. il Trifoglio rosso è una pianta ricca di antiossidanti naturali e fitoestrogeni specifici per l’apparato uro-genitale della donna e dell’uomo. Qui sopra il Trifoglio rosso (o pratense) è una pianta erbacea molto comune in italia. dalle sue infiorescenze, raccolte al momento della massima fioritura e poi essiccate, si ottengono polveri ed estratti per la fitoterapia. per il gentil sesso, infatti, una costante integrazione con estratti di Trifoglio rosso determina importanti attività estrogenetiche simili, che compensano le carenze ormonali in pre-menopausa e in menopausa, migliorando così tutti i sintomi, i disagi e le patologie a esse correlate. i rimedi naturali a base di Trifoglio rosso rappresentano dei validissimi supplementi che prevengono, senza effetti collaterali, le carenze di estrogeni. in effetti la presenza dei fito-estrogeni ricrea il cosiddetto ombrello estrogenetico di protezione contro le patologie metaboliche, come per esempio l’osteoporosi, le malattie cardiovascolari, l’infarto, l’ipertensione arteriosa, l’ictus, l’ipercolesterolemia... MATTEO ZONTA Naturopata - Iridologo e-rboristeria zonta Viale dei Martiri, 70 Bassano del Grappa Tel. 0424 1945594 - 328 7711333 [email protected] Sulle problematiche che riguardano la salute sono previste serate a tema con approfondimenti. Per informazioni telefonare a: 0424 1945594 - 328 7711333 18 una costante integrazione con estratti di Trifoglio rosso consente invece all’uomo di proteggersi dall’ipertrofia alla prostata e -di conseguenza- dai tumori alla prostata, grazie alle potenti proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e ormonali di questa pianta. il Trifoglio rosso, inoltre, funziona pure come una sorta di viagra naturale: la sua azione a livello erettile non è immediata, ma nel tempo fornisce un valido supporto in questa direzione, grazie alla capacità di alcune sostanze contenute negli estratti di incrementare la produzione dell’ossido nitrico organico; il quale, a sua volta, favorisce l’afflusso di sangue nei corpi cavernosi dall’apparato genitale maschile. Molte delle funzioni a livello vascolare sono legate ad alcune sostanze del Trifoglio rosso che favoriscono appunto la formazione dell’ossido nitrico organico, uno tra i più potenti vasodilatatori naturali con regolarizzazione del flusso del sangue e con potenti attività biologiche. l’ossido nitrico è stato studiato per la prima volta da louis J. ignarro, vincitore nel 1998 del premio Nobel per la fisiologia della medicina. lo studio ha rilevato che l’ossido nitrico ha un effetto vaso rilassante e antisclerotizzante, un ruolo chiave per il buon funzionamento del sistema cardiocircolatorio. Questa attività dell’ossido nitrico determina un’importante funzione di prevenzione per tutte quelle patologie dovute alla diminuzione o al blocco del flusso sanguigno: è utilissimo per esempio contro l’infarto e l’ictus. l’ossido nitrico, inoltre, svolge interessantissime attività a livello immunitario, e viene impiegato dalle diverse cellule del sistema per uccidere batteri e microrganismi patogeni con azioni di protezione antivirale, antibatterica e antifunginea. Artista sobrio e riservato, merita maggiore rinomanza I NOSTRI TESORI loreNzo Battistello ceramica e bronzo tra sacro e profano testo di andrea Minchio e andrea Gastner Fotografie: Bassano News Allievo di Giovanni Petucco e Gino Cuman ai tempi di Andrea Parini, privilegia da sempre le figure e i ritratti. Modellatore e scultore, nelle sue opere si ispira ai grandi del passato, con un repertorio che spazia dai temi mistici e religiosi a quelli più umani ed effimeri... A destra Lo Spirito Santo appare alla Madonna e al Bambino, terracotta (particolare e assieme), 2009. la passione per l’arte non conosce confini. un’affermazione che si attaglia perfettamente a lorenzo Battistello, scultore bassanese specializzatosi nell’esecuzione di opere in terracotta e bronzo. un amore per il bello, il suo, nato tra i banchi dell’istituto d’arte de Fabris di Nove, ai tempi gloriosi della direzione di andrea parini e sotto la guida di docenti blasonati quali Giovanni petucco e Gino cuman. una grande vocazione, in seguito maturata anche attraverso l’importante eperienza lavorativa in alcune aziende ceramiche del territorio, che negli anni non è mai venuta meno. Neppure nel 1962 quando, appe- Sotto Madonna con Bambino, terracotta (particolare), 2009. 20 na ventenne, lorenzo Battistello fu costretto dalle circostanze a emigrare a prince George nella columbia Britannica (canada) dove lo attendeva il fratello romano. un cambiamento radicale, segnato dalle molte difficoltà che -soprattutto al principioaccompagnano la vita dell’emigrante. dall’ambiente familiare dei laboratori novesi alle grandi imprese edili e al lavoro in cartiera: un percorso che richiese molta flessibilità e pazienza, inducendo il giovane vicentino a fare inizialmente “un po’ di tutto”, perfino il boscaiolo... ogni sera, però, concluso l’impegno lavorativo, lorenzo Battistello tornava alla sua antica passione, dedicandosi a quella ceramica che amava e che gli ricordava la terra natale. privilegiando l’ambito figurativo, da buon modellatore e scultore, eseguiva infatti ritratti, statuette, bassorilievi e medaglioni. una sua specialità era rappresentata dal nudo, al quale anche oggi si dedica con sentimento; precedute da schizzi e disegni preparatori, le sue “donne” esibiscono fattezze sensuali e mediterranee. ancora una volta un richiamo, dalle distese gelide e boscose dell’america settentrionale, alle forme e alle solarità tipiche del Bel paese. soggetti plasmati con maestria nell’argilla: un materiale povero, A sinistra Crocifisso, terracotta su legno di abete, cm 75 h, 2009. Sotto, dall’alto verso il basso Crocifisso, bronzo patinato, 2002. Cristo morto, terracotta su legno di noce (particolare), 2000. A sinistra, dall’alto verso il basso Omaggio a Madre Teresa nel centenario della nascita, terracotta. 2010. Mendicante, bronzo, 1998. Qui sotto lorenzo Battistello nei pressi della chiesa di san Francesco a Bassano. spesso rifinito dopo la cottura con una patina a base di latte (o con tinte bronzee e ramate), che tra le abili mani di Battistello acquista vita ed espressione. dal 1992, trent’anni dopo la sua partenza per l’estero, Battistello (che ora è in pensione) vive a Bassano. Non aspetta più la sera -o la notte- per lavorare la ceramica, ma destina tutta la giornata all’arte; alle opere in terracotta ha inoltre affiancato quelle in bronzo. dai modelli in cera o in argilla (talvolta pure in biscotto) ricava gli stampi per la fusione con risultati davvero lusinghieri; basti pensare alle armoniose e aggraziate ballerine ispirate ai quadri di degas, piccoli gioielli che sono anche pezzi unici. un altro filone perseguito con tenace costanza da Battistello è quello religioso: le immagini di queste pagine ne dimostrano tutta la mistica bellezza. Nella dolce soavità delle sue Madonne con Bambino è facile individuare un dna di evidente matrice veneta, con chiari riferimenti alla pittura dei Bellini. di dimensioni notevoli (si tratta di opere alte anche più di un metro), rappresentano per l’artista “la parte femminile dell’assoluto”, alla quale egli consacra un lavoro lungo, certosino e colmo di cristiana devozione. Nei suoi cristi, infine, lo scultore trasfonde l’immane sof- LORENzO BATTISTELLO SCULTORE Ritratti, figure in bronzo e terracotta Via Lodovico Todesco, 25 Bassano del Grappa (VI) Telefono 0424 527990 (ore pasti) 21 1 2 3 4 5 6 ferenza del salvatore, al cui volto patito conferisce in qualche occasione non tanto le sembianze di un giovane “figlio” quanto quelle di un “padre” avanti negli anni: un povero vecchio smunto e macilento, fiaccato dalle traversie di una vita aspra, per certi versi umanamente simile a quella di tanti emigranti conosciuti da Battistello in canada. 1) Donna con treccia, bronzo, 2002. 2) Meditazione, terracotta patinata, 2003. 3) La pensatrice, bronzo, 2001. 4) Aurora, terracotta, vedute di faccia e di schiena, 2009. 5) La bagnante, bronzo patinato, 2004. 6) Ballerini, bronzo patinato, 2009. 7) Venere, terracotta, 2009. 8) Il lago dei cigni, bronzo patinato, 2008. schivo e riservato per natura, raramente lo scultore vicentino 22 ha esposto i suoi pezzi in mostre e rassegne: solo in passato, quando ancora viveva nel continente americano, ha tenuto alcune personali con molta soddisfazione. prossimamente (sabato 6 novembre, ore 15) potremo però ammirarne alcune opere presso la sede espositiva della storica ditta ceramiche petucco a Nove, l’azienda del suo antico maestro. per Battistello non è solo una manifestazione culturale, ma anche un ritorno alle origini... 7 8 I giovani e il loro difficile rapporto con l’abbigliamento FINESTRA SUI GIOVANI uNa MaGlietta e uN paio di Blue JeaNs a cura di sandro Gazzola Una discussione in classe ha portato a conclusioni sorprendenti. Molte studentesse si sono infatti dimostrate contrarie a certe mode. E c’è pure chi propone una particolare “divisa” per la scuola. Fra i molti argomenti che ho trattato in classe in questo ultimo mese di discussioni, ce ne è uno che mi ha particolarmente colpito, più che altro per la posizione assunta dalle ragazze: l’abbigliamento consono alla scuola. se fossimo sul finire degli anni sessanta mi aspetterei dei giovani a favore di una nuova libertà di costume, che diventa manifesto di libertà e di pensiero, unita anche a un nuovo concetto di emancipazione sessuale, con particolare riferimento alla donna. Sopra due immagini della classe iii G dell’istituto professionale per il turismo remondini di Bassano. C’è una sola grande moda: la giovinezza. Leo Longanesi, 1957 Moda. La dea dell’apparenza. Stéphane Mallarmé, 1870 oggi, una classe di diciannove ragazze e due maschi si è dimostrata in netto disappunto sulla moda diffusa da un po’ di anni, relativa ai pantaloni a vita bassa che spesso ostentano varie tipologie (o assenze) di perizoma, per non parlare di altre esibizioni poco eleganti del proprio corpo. Milana esprime fin da subito un disagio molto chiaro (che in fin dei conti appartiene anche alle sue compagne): “prof., non sopporto le ragazze che mettono in mostra tutto, davanti e dietro, perché i ragazzi si fanno certe idee e pensano poi che tutte siamo facili e disponibili”. tale uscita mi ha stupito, perché ero abituato ad affermazioni come: “prof., lei è vecchio, non può capire la moda giovane!”; Sotto Milana, come le sue compagne della iii G, ha partecipato con passione alla discussione sul complesso rapporto tra i giovani e la moda. 24 mentre ora è come se i ruoli si fossero ribaltati: una classe di ragazze, di circa sedici anni, mi sta dimostrando una certa maturità accompagnata da disagio, perché al parere di Milana se ne sono aggiunti altri di irritati, per dare ragione alla compagna: “prof., sinceramente ho paura a uscire da sola, perché non mi sento rispettata”; “prof. ... mi è già capitato di ricevere un complimento poco gentile per strada”; “prof., quando vado in discoteca (alla domenica pomeriggio) devo stare con la mano sul bicchiere per evitare che qualcuno mi metta qualcosa di strano”. tali affermazioni mi fanno intuire come molte ragazze siano semplicemente per bene, legate a solidi valori e terribilmente impaurite per tutta la violenza che gira loro attorno, fino a perdere la serenità nei momenti di svago all’aria aperta. io chiedo loro se vedono dei motivi di soluzione e chiara, decisa, propone che a scuola sarebbe giusto avere la divisa, non come la intendono i college inglesi, ma una cosa più semplice composta da un blue jeans, una t-shirt per l’estate e una felpa per l’inverno. Magari la scuola si potrebbe convenzionare con un negozio che venda il completo a un prezzo irrisorio (potrebbero essere 30 euro per i jeans e 30 euro per la felpa). “Questo evi- terebbe -aggiunge- l’ostentazione, da parte di alcune compagne e compagni, di marche molto costose (per essere diversi?); inoltre porterebbe un po’ di buon gusto a scuola e aiuterebbe le famiglie a spendere molto meno per i vestiti dei figli”. la proposta è senza dubbio ben formulata, dimostra un’attenzione ai disagi tipici dell’adolescenza (che in realtà si protraggono anche in molti adulti) e uno scrupolo verso la difficile “sopravvivenza” dei genitori nei tempi difficili in cui stiamo vivendo. oggi ho avuto la sensazione che i giovani, spesso criticati (ormai è un’abitudine, come il lamentarsi per il tempo), non fossero quelli presenti davanti a me. Nel frattempo pensavo ad alcune mamme e alcuni papà, che si presentano ai colloqui con gli insegnanti vestiti nel modo appena criticato e chiedono se il figlio o la figlia si presenti in modo decoroso. le ragazze e i ragazzi che spesso ho di fronte hanno ottime potenzialità, che frequentemente sono soffocate perché non vi sono strutture, come i mass media, in grado di raccogliere la loro causa. Mi guardo attorno, provo a osservare come sono le ragazze che ho di fronte: blue jeans, t-shirt, sedici anni, voglia di vivere, di urlare al cielo l’essenza della vita, di liberarsi da ogni paura e di costruire un percorso solido che garantisca loro un futuro sereno. Forse dobbiamo dare loro più fiducia e imparare a proteggerle di più, perché per offendere e distruggere la dignità basta pochissimo. Queste righe sono dedicate a Sara, che nelle scorse settimane, a causa della mostruosità umana, è stata ritrovata in fondo a un pozzo. Alla scoperta del Masterplan di un’area strategica SCHEGGE Bassano 2020: l’asse dei musei a cura di Massimo vallotto inizia con questo numero una serie di approfondimenti per conoscere le analisi e le scelte che caratterizzano il progetto unitario della trasformazione di un importante brano urbano della città. In questa pagina i render, gli schizzi e gli spaccati del progetto definitivo per il polo Museale santa chiara, dell’architetto carlo aymonino, di prossima edificazione nell’area dell’ex-caserma cimberle-Ferrari. carlo aymonino è scomparso lo scorso luglio, i lavori continueranno sotto la direzione della società torinese d’ingegneria Sintecna srl. L’ispirazione Nel 2004, visitando la bella mostra dedicata a renzo piano nel porto vecchio di Genova, lessi (e mi rimase impressa) la sua presentazione al Masterplan che offriva alla sua amata città: “e’ un apporto libero e gratuito che consegno alla città e alle sue istituzioni, per il suo futuro urbanistico, portuale, industriale e sociale. spero che il contenuto di questo affresco, che naturalmente può essere approfondito e migliorato, non venga stravolto: nel qual caso, come ho già detto, mi avvarrò del tradizionale diritto al mugugno, come nella migliore tradizione dei contratti genovesi di imbarco…”. Questo straordinario gesto civico di un grande dell’architettura Sotto uno degli ultimi schizzi di aymonino (1926-2010). 26 mondiale nei confronti della sua città, ha ispirato, con consapevole modestia delle debite lontanissime proporzioni, il nostro offrire alla città di Bassano del Grappa, un insieme di possibili visioni urbane che la proiettino dinamicamente nel prossimo strategico decennio. Il sistema museale esistente l’area interessata dal Masterplan, nella sua parte nord, può essere considerata un’ideale prosecuzione del centro storico oltre viale delle Fosse. inoltre la prossimità con la stazione ferroviaria la pone come ideale nodo di interscambio e accesso alla funzione turistico-culturale svolta dalla città di Bassano. Nel centro storico sono localizzate tutte le offerte culturali in forma museale di Bassano, collegate tra loro da percorsi che si aprono su spazi civici urbani che sono a loro volta elementi facenti parte del sistema di offerta turistica della città (piazza Garibaldi, piazza libertà, piazzotto Montevecchio, salita Ferracina, il ponte vecchio, via angarano, le rive del Brenta ecc.). si sono pertanto evidenziati tutti quegli edifici o nuclei edificati che assolvono a funzione museale o similare (spazi espositivi, monumenti) e i percorsi che li collegano tra loro. sono stati individuati da est (zona prospicente all’area del Masterplan) a ovest, il complesso della ex-caserma cimberle-Ferrari, ora sede di parcheggio temporaneo ma con progetto definitivo approvato, a firma dell’arch. carlo aymonino, per il polo Museale-culturale santa chiara (ampliamento del Museo civico, Museo dell’automobile Bonfanti-vimar, Museo di storia Naturale); la sede espositiva per mostre temporanee di palazzo agostinelli, il complesso di edifici che costituiscono il Museo civico, la torre civica che affaccia su piazza Garibaldi; la sede di mostre temporanee e di convegni chiesetta dell’angelo in via roma; palazzo sturm, che ospita la collezione di stampe dei remondini, la nuova sede dell’urban center che affaccia direttamente sul Brenta; il ponte vecchio; l’edificio dell’exMacello sulla sponda destra del le “tracce di progetto” del Masterplan. con questo progetto ci si propone di eliminare anche la cesura di percorso, creata dal viale delle Fosse, tra gli edifici museali/espositivi esistenti e l’area del vecchio ospedale. fiume, che diverrà sede privata di esposizione ed eventi di arte contemporanea ed infine palazzo Bonaguro, che affaccia a nord su via angarano e sul Brolo di prossimo recupero e valorizzazione a sud. i collegamenti tra questi edifici museali, sedi di esposizioni ed eventi, e i monumenti avvengono attraverso percorsi storici tutti interni al nucleo della città vecchia, nella maggior parte pedonalizzati, sui quali affacciano importanti costruzioni che hanno funzione identitaria per i caratteri della città del Grappa. l’ideale collegamento e prosecuzione dell’area del vecchio ospedale non potrà prescindere da questa importante caratteristica, dovendo prevedere da un lato l’inserimento di elementi architettonici che integrino e completino l’offerta culturale e dall’altro privilegino la fruizione della stessa attraverso percorsi pedonali che non si sovrappongano ad altri flussi, permettendo ai visitatori di muoversi in completa sicurezza. particolare attenzione dovrà quindi essere posta nell’attraversamento di viale delle Fosse, che risulta particolarmente trafficato, e per il collegamento con la stazione Ferroviaria, importante punto di accesso alla città. Obiettivi del progetto dall’analisi il sistema museale presente in città appare racchiuso all’interno del centro storico. Questo è oggi un vantaggio, in quanto i musei e i monumenti sono tutti facilmente raggiungibili, ma subisce un punto di cesura forte con l’area del Masterplan. dovendo quest’ultima, nella sua parte nord, risultare l’ideale prosecuzione del centro storico stesso, dovrà essere stabilmente collegata a via Jacopo da ponte con un passaggio pedonale ipogeo, segno distinguibile e caratterizzante l’intera operazione. a questo deve tuttavia aggiungersi una funzione che integri quanto il sistema museale della città già possiede, un nuovo edificio con prevalente funzione culturale che completi l’offerta bassanese. se l’area del vecchio ospedale è destinata a ospitare in un prossimo futuro la Cittadella dei Servizi, è vitale, a nostro avviso, prevedere all’interno degli accordi pubblico-privati necessari per l’impresa di trasformazione dell’area stessa, un edificio cardine, definibile Centro Civico, che possa svolgere il ruolo di catalizzatore delle offerte culturali dinamiche della città, uno spazio polifunzionale che si “trasformi” adattandosi di volta in volta, per soddisfare le funzioni necessarie al completamento dell’offerta culturale temporanea della città (struttura congressuale utilizzabile per convegni, conferenze, proiezioni; spazio-teatrale dotato di torre scenica e capienza fino a 1 2 3 1) area del vecchio ospedale Centro Civico - spazio polifunzionale (esempio: auditorium Mc9 zurick insurance company; scandurra studio). 2) sottopasso di viale delle Fosse (ipotesi). 3) polo Museale santa chiara. 27 4 5 1200 posti, ideale per spettacoli classici e contemporanei). una struttura oggi mancante alla città, concepita secondo i dettami più pragmatici che possano portare a una gestione attiva e qualificata, inseribile nell’offerta turistica internazionale con l’obiettivo di attrarre anche nuovi e stimolanti volani economici per il territorio. 6 La proposta progettuale l’inserimento del nuovo polo Museale santa chiara nell’ex caserma cimberle-Ferrari è di fatto un completamento di quel percorso interno al centro storico che viene naturale definire “asse dei Musei”. inoltre lo stesso complesso si proporrà come elemento dialogante con l’area del vecchio ospedale, punto di connessione con la Cittadella dei Servizi e con l’auspicato Centro Civico che potrà, oltre a ospitare eventi culturali e di spettacolo vario, anche favorire nuove importanti attività congressuali come già esposto. e’ per questo motivo che tale collegamento deve assumere una assoluta evidenza, in quanto rappresenta il punto di raccordo e continuazione 7 8 9 IL GRUPPO DI LAVORO proGettisti arch. Massimo vallotto arch. antonio Gugliemini LE PROSSIME TEMATICHE - l’istruzione in sicurezza - il verde protagonista - la razionalizzazione dei parcheggi - la mobilità sostenibile - ipotesi perequative collaBoratori arch. roberto costa arch. diego Gnoato 4) palazzo agostinelli; 5) Museo civico: 6) chiesetta dell’angelo; 7) palazzo sturm; 8) spazio Bonotto (ex Macello); 9) palazzo Bonaguro. coNsuleNti arch. emanuel lancerini arch. luca ugolini arch. valentina antoniucci 28 tra il centro storico di Bassano e le aree di prossima trasformazione. tutto ciò comporta lo sviluppo del ruolo dell’armatura culturale del territorio come matrice dell’identità dei luoghi e come linea strategica e prioritaria di sviluppo locale, il cui valore è affrontato partendo da alcuni punti fissi di una rinnovata declinazione dello sviluppo sostenibile: l’intero territorio è visto come sistema culturale, come esito di processi stratificati nel tempo e come opportunità creativa per nuove interpretazioni, interventi compatibili e valenze economiche messe dalla storia e dalla cultura sul tavolo della competizione. la pianificazione del patrimonio culturale territoriale viene affrontata non più come un settore o come un semplice attributo qualitativo dello sviluppo, ma come matrice culturale genetica di tutte le sostenibilità dello sviluppo: sostenibilità costituzionale, culturale, gestionale ed economica, considerate come campi di opportunità per la tutela e valorizzazione del tessuto culturale dei luoghi. si tratta di azioni e strumenti capaci di trasformare la pianificazione territoriale in “pianificazione culturale del territorio”, in grado di esprimere uno sviluppo plurimo, localmente fondato e globalmente competitivo poiché intessuto sull’armatura del patrimonio culturale, cioè contemporaneamente sull’evoluzione specifica dei luoghi e sulla cultura universale dell’umanità. tutte le opzioni vagliate confluiscono nella direzione dell’attribuire un valore strategico alla qualità territoriale e alle identità culturali dei contesti locali, del leggerle come risorse da conoscere, interpretare, conservare, incrementare e comunicare. UN NUOVO PROGETTO PER LA NOSTRA CITTA’ in questo esordio di secondo millennio, Bassano sta vivendo una fase importante -forse decisiva- della sua evoluzione urbana e urbanistica, volta a ridisegnare il ruolo strategico della città, dentro e fuori le mura. all’interno del vecchio perimetro delle mura viscontee, due significativi interventi strutturali e funzionali stanno giungendo a compimento: l’ampliamento del Museo civico e della Biblioteca subito a sud della vecchia sede e, poco più in là, in via Marinali, il completamento della Cittadella della Giustizia, sul sedime delle vecchie carceri. Nell’angolo nord-est del centro storico, in luogo del degradato complesso dell’ex caserma cimberleFerrari, sta per partire la realizzazione di un ambizioso progetto di notevole qualità architettonica, che porta la prestigiosa firma dell’architetto carlo aymonino. Mi riferisco al polo di santa chiara, che offrirà sede adeguata al Museo di storia Naturale e al Museo dell’automobile. Fuori le mura, ad allargare il cuore stesso della città, ecco aprirsi -a estla straordinaria opportunità del riuso fisico e funzionale dell’area del vecchio ospedale, sulla quale è ora in corso un’attesa operazione di Masterplan. dall’altro lato, a ovest, si (ri)affacciano suggestive ipotesi quali le “piazze d’acqua” (progetto chipperfield) del Brenta e la ristrutturazione dell’ex Macello con destinazione a Museo e centro di promozione dell’arte contemporanea (operazione, quest’ultima, promossa da un privato). se leggiamo queste nuove realtà in sovrapposizione all’esistente (Museo civico, della ceramica e remondini a palazzo sturm, torre civica, palazzo Bonaguro, palazzo agostinelli, chiesetta dell’angelo e castello degli ezzelini con il suo teatro all’aperto), ne emerge un sistema museale di straordinaria qualità e varietà di temi e di percorsi. in definitiva, un rilanciato appeal della città nel campo culturale e, di conseguenza, anche turistico ed economico. Carlo Ferraro Vicesindaco di Bassano con delega alla Cultura Nel 1930 nasceva in città l’importante struttura religiosa ECCLESIA centro Missionario scalabrini ottant’anni nel segno dell’accoglienza testo di pietro Manca Fotografie: Bassano News Hanno collaborato Valentino Chemin, Andrea Gastner e Andrea Minchio Padre Bernardo Zonta, superiore scalabriniano, ripercorre per noi la storia dell’istituto, illustrandoci anche le prospettive future, orientate alla multiculturalità e all’integrazione. A fianco l’imponente prospetto occidentale dell’istituto scalabrini a Bassano. Sotto padre Bernardo zonta. se i portici del seminario “scalabrini-tirondola”, oggi “centro Missionario scalabrini”, potessero parlare, racconterebbero gli eventi cruciali vissuti in ottant’anni. Ma con i se non si scrive la storia. l’attuale struttura, inaugurata nel 1930, è stata il punto di riferimento per la formazione umana, religiosa e morale di centinaia di giovani che hanno frequentato la scuola media, in qualità di seminaristi e, oggi, missionari nel mondo. Molte sono le tappe raggiunte, con molti sacrifici e non poche difficoltà: basti per esempio ricordare i tragici eventi della seconda Guerra Mondiale, che hanno coinvolto anche la struttura del seminario. abbiamo incontrato nel suo studio il superiore p. Bernardo zonta, che non ha rinunciato a farsi simpaticamente “interrogare”. Sotto, dall’alto verso il basso uno dei caratteristici porticati rivolti verso l’ampio cortile interno e la bella chiesa dell’istituto. Potrebbe redigere per noi un bilancio della presenza missionaria scalabriniana a Bassano? sono trascorsi ormai ottant’anni dalla nascita di questo istituto. i tempi di p. Francesco tirondola sono ormai lontani, ma credo che in questo arco di tempo siamo Istituto Scalabrini viale scalabrini, 3 - Bassano Info e prenotazioni tel. 0424 503054 - Fax 0424 506802 [email protected] www.casascalabrini.it 30 riusciti a lasciare una traccia della nostra presenza. Mi piace ricordare l’impegno dei missionari vocazionisti, alcuni dei quali vivono ora presso la residenza “san raffaele” e nella comunità di arco (tn). la loro dedizione, unitamente a quella dei formatori ed educatori del seminario, ha contribuito alla crescita spirituale di sacerdoti missionari -un tempo per gli italiani, oggi per tutti i popoli in mobilità- nei vari continenti ove la congregazione si è diffusa. abbiamo offerto un ulteriore segno del carisma scalabriniano, negli anni Novanta, con la nascita del Centro di Accoglienza per gli immigrati extracomunitari. oggi l’emergenza è terminata e dedichiamo le nostre energie a un’accoglienza legata alla possibilità di un’abitazione stabile e confortevole con la cooperativa “scalabrini”. Nel 2010 compie inoltre ottanta anni anche il nostro artistico presepio, che ripercorre con diverse scene la storia della salvezza. Il calo delle vocazioni ha reso poco conveniente mantenere attivo il seminario. La vocazione all’accoglienza e alla ospitalità, però, non ha avuto mai momenti di stasi. Come è organizzata oggi la vita del Centro Missionario? alla fine del secolo scorso è terminata la nostra esperienza di seminario e le attività hanno subito una significativa trasformazione. provo a fare una sintesi. il centro Missionario ospita la residenza “san raffaele”, ove risiedono ventuno missionari “in pensione”, assistiti da p. ampelio Bortolato. p. renato Famengo si interessa invece della pastorale giovanile vocazionale scalabriniana nel territorio, mentre p. Mauro lazzarato è direttore della Migrantes della diocesi di vicenza e segue le comunità filippina, nigeriana, ghanese, ucraina e brasiliana del nostro centro. Negli ultimi tempi, in accordo con la direzione regionale, abbiamo dato maggior vita alla casa per ferie: una parte dell’edificio è stata attrezzata ed ammodernata per ospitare quanti, per lavoro o per vacanza, ne facciano domanda. Quali le prospettive per i prossimi ottant’anni? Mi piacerebbe che la realtà bassanese divenisse un luogo di condivisione, di scambio di idee, di progetti, di familiarità per gli immigrati e non solo. l’accoglienza non ha sensi unici. dalla sua fondazione il seminario “scalabrini” ha formato missionari per gli emigrati italiani. oggi il nostro compito è di educare alla multiculturalità. il centro deve fornire stimoli nuovi alla società, alle comunità parrocchiali e, in generale, al Bassanese per rendere sempre più efficace il processo di integrazione dei cittadini stranieri. Questo è l’obiettivo principale che ci prefiggiamo per il futuro. Approda brillantemente alla quarta edizione il premio fotografico “Salv@Guarda Bassano” PROGRESSUS testi di andrea Minchio ed elena trivini Bellini Fotografie: andrea e antonio Minchio, Giuseppe parolin per-correre BassaNo un giorno nella tua città Si ringrazia Ruggero Remonato per la gentile collaborazione. Il concorso invita a rallentare, a fermare le immagini e a riflettere su quanto ci circonda. A fianco, da sinistra verso destra una storica Pietà, posta sopra un arco all’interno dei portici di piazzotto Montevecchio, sfugge -dimenticataallo sguardo frettoloso dei passanti. Foto-ricordo sul ponte vecchio tra due turisti giunti in bicicletta: questa immagine è stata scelta quale simbolo di Salv@guarda Bassano 2010. Pagina a fianco una pausa per il raccoglimento e la preghiera nella chiesa di san Francesco: istanti dedicati alla spiritualità, lontani dalla frenesia che pervade la contigua piazza Garibaldi. Sotto il tempo sembra essersi fermato nella fucina di valter vivian, appassionato e valente fabbro ferraio ai pilastroni. L’opportunità di cogliere lo scorrere del tempo con un click all’inizio dello scorso mese di ottobre è stata ufficialmente inaugurata la quarta edizione del premio fotografico Salv@guarda Bassano, promosso dal rotary club cittadino, in collaborazione con altre undici associazioni culturali del territorio. davvero singolare il tema scelto in questa circostanza, sul quale i partecipanti potranno confrontarsi a suon di scatti: Per-correre Bassano. Un giorno nella tua città. “l’invito -ci ha cortesemente spiegato il dott. Mario Baruchello, coordinatore del premio e anima dell’importante iniziativa- è quello di porre l’attenzione sulla frenesia delle nostre giornate, che sempre più spesso ci costringe a correre. un’abitudine che fatalmente ci 32 allontana dai ritmi della natura e che di frequente ci impedisce di godere delle molte emozioni offerte dallo straordinario contesto antropico e ambientale nel quale frettolosamente viviamo”. un giudizio condiviso pure dal responsabile tecnico del concorso, il fotografo Giuseppe parolin: “desideriamo sollecitare gli appassionati a cogliere -attraverso un click- lo scorrere del tempo, interpretando e testimoniando in modo creativo la vita della loro città. il nostro è un invito a rallentare per vedere quello che non si era notato, a percorrere e a non correre per fermare le immagini, a riflettere su quanto ci circonda e -contestualmente- a salvaguardare il più possibile il territorio. con una punta d’orgoglio ritengo inoltre che la nostra iniziativa possa essere considerata come una bella opportunità: su duecento immagini selezionate, sessanta verranno scelte per la mostra, in calendario dal 18 dicembre 2010 all’8 gennaio 2011 nella centralissima chiesa di san Giovanni. abbiamo istituito due diverse sezioni: la prima, Open, è aperta a tutti; la seconda, School, è espressamente destinata agli studenti delle scuole superiori. partecipare non è difficile. per iscriversi basta collegarsi al sito www.ilbassanese.it inviando una o due istantanee, con titolo, data e luogo dello scatto, assieme a un breve testo e ad alcuni dati personali”. E.T.B. Attimo, fermati... “Noi vediamo quello che siamo”: citano Goethe gli organizzatori PROGRESSUS A fianco, da sinistra verso destra una solida inferriata sigilla una finestra della Madonnetta, le vecchie carceri di via Marinali. attraverso questa griglia ramata i detenuti contemplavano brandelli di cielo, nell’attesa di scontare la loro pena. Fermarsi per osservare ed eternare la città nella tela, creando suggestioni ed emozioni: questo ci offre il pittore Francesco liparulo, all’opera nella storica piazzetta Guadagnin. A fianco un vasto terrapieno erboso lungo il perimetro occidentale della pieve di santa Maria in colle: forse non tutti i nostri concittadini hanno avuto modo di notarlo. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Bassano e dalle seguenti associazioni Amici dei Musei e dei Monumenti Bassano del Grappa Italia Nostra - Bassano del Grappa Ande - Associazione Nazionale Donne Elettrici - Bassano del Grappa Bianco è Nero Fai - Fondo per l’Ambiente Italiano Bassano del Grappa International Inner Wheel Club Bassano del Grappa Inbar - Istituto Nazionale Bioarchitettura sezione di vicenza La Nostra Bassano Lions Club - Jacopo da Ponte Bassano del Grappa Rotary Club - Bassano del Grappa Soroptimist International Club Bassano del Grappa del premio, sempre fortemente animati da una grande sensibilità, sollecitandoci a coniugare con senso estetico emozioni e documentazione. pensando al grande poeta tedesco, soprattutto in riferimento al tema proposto quest’anno da Salv@Guarda Bassano, torna però alla mente un’altra citazione, celebre quanto immortale: “augenblick verweile doch, du bist so schön!”. Attimo, fermati... così diceva Faust nella vana e assurda speranza di potere arrestare il tempo, tutto proteso a cogliere e godere ogni istante della sua esistenza, sublime e al tempo stesso dannata, perché venduta al diavolo. a nostra volta, in una situazione Il concorso è aperto a tutti i residenti di Bassano e del territorio l’iscrizione è gratuita. ciascun partecipante può sottoporre al premio un massimo di due fotografie, con un titolo, luogo e data dello scatto, un breve testo esplicativo di commento, nonché nome, cognome, l’indirizzo completo, l’età e la professione. per iscriversi i partecipanti devono collegarsi al sito www.ilbassanese.it dal quale scaricare il modulo di iscrizione. le foto, a colori o in bianco e nero, sono richieste in formato Jpeg, di qualità 300 dpi con almeno 1280x1024 pixel (ottenute con fotocamera digitale oppure con tecniche fotografiche tradizionali e successivamente digitalizzate). 34 paradossalmente inversa rispetto a quella dell’immaginario scienziato di Goethe, per salvarci l’anima dovremmo rallentare i ritmi di una quotidianità convulsa. una corsa giornaliera e senza fine che ci porta, forse perché prigionieri di mille contingenze, a non fermarci mai e a trascurare l’essenza delle cose. eppure, istante dopo istante, la vita ci sfugge impercettibilmente dalle dita come una sabbia impalpabile. Ben vengano dunque gli appelli, come quello lanciato dal team di Mario Baruchello, a una maggiore consapevolezza, ad approfondire e a non accontentarci, a “controllare” quanto accade attorno a noi, a intervenire quando serve e a considerare davvero “nostra” la cosa pubblica. impegno, quest’ultimo, davvero ostico per le italiche genti, dotate di eccezionali risorse individuali ma poco propense a fare squadra; attente al particolare (con occhio benevolo verso l’orticello di casa), ma piuttosto “distratte” per quanto concerne il patrimonio della collettività. Ben venga anche la fotografia, arte sfrontata e ingannatrice (che dall’immaginario comune è vista come rappresentazione oggettiva), se può aiutarci a distinguere meglio i diversi contesti con i quali ci rapportiamo e a prendere coscienza di problemi e opportunità. un coscienza “critica”, naturalmente. A.M. Con il Corpo Forestale dello Stato in visita a un territorio vasto e ricco di boschi, autentico patrimonio ambientale IL RAPPORTO testo di andrea Gastner escursioNe Guidata tra monti e pascoli di cismon Fotografie: andrea e antonio Minchio, Franco vettorel Si ringrazia il Corpo Forestale dello Stato per la preziosa collaborazione, in particolare il sovrintendente capo Luciano Fattore e l’assistente capo Dario Ferrazzi. Brevi note per un “diario di viaggio” attraverso una natura incontaminata e dagli orizzonti sconfinati, alla ri-scoperta di luoghi pieni di fascino e apparentemente dimenticati... A destra lo splendido panorama visibile da malga costa, con la valsugana ed enego sullo sfondo. Pagina a fianco il lago del corlo, con la borgata di rocca e il comune di arsie, visti dai pendii del col dei prai. Sotto l’inizio del percorso, lungo la strada di col san Marco-col cucchetto (accessibile solo ai residenti). dario Ferrazzi, assistente capo del corpo Forestale dello stato alla stazione di san Nazario, nel canal di Brenta, è puntuale come un orologio svizzero. Ferma la land rover a pochi passi dalla chiesa di cismon, per dare il tempo ad andrea e antonio Minchio e al sottoscritto di salire uno dietro l’altro, poi si parte. la giornata è bella, fresca e ventilata, il sole appare e scompare tra nuvole bianche. passiamo attraverso il paese: alle nostre spalle si staglia, Qui sotto la Gusella, simbolo di cismon. 36 alta e appuntita, la Gusella, simbolo per eccellenza di questo luogo. poco prima del ponte che attraversa il torrente cismon voltiamo a destra, lungo la strada detta di col san Marco-col cucchetto (che in questo tratto è asfaltata): davanti a noi si eleva, imponente, una parete rocciosa trapuntata da cespugli dai colori autunnali. Mentre percorriamo una breve galleria scavata nella roccia, dario ci avverte che troveremo anche molto sterrato e “balleremo” un po’. poche centinaia di metri più avanti entriamo nel cosiddetto Bosco della Madonna, situato tra le province di vicenza e Belluno. il percorso, stretto e tortuoso, serpeggia tra grandi faggi e carpini costeggiando la montagna nella parte nord-occidentale del Grappa, in comune di cismon. e’ una zona del massiccio che “manca” alla lunga lista dei paesaggi montani riscoperti e valorizzati da Bassano News per i suoi affezionati lettori. i tornanti si susseguono uno dietro l’altro, le pareti sono formate da roccia friabile, il fuoristrada rallenta e si ferma. andrea e antonio sono pronti con le macchine fotografiche. immortalano la sinuosità della strada, mentre tra gli alberi spunta qualche piccolo borgo e, in lontananza, si intravedono incantevoli paesaggi montani. ripartiamo. la land rover sale verso col dei prai, il nostro primo obiettivo. siamo letteralmente circondati da un bosco fitto e ripido; misti ai faggi ecco abeti rossi e larici, il sottobosco è coperto da felci, rovi e noccioli. in questo ambiente, spiega dario Ferrazzi, vivono numerosi animali: caprioli, cervi, camosci, volpi, marmotte, tassi, scoiattoli e cinghiali. Quest’ultimi, immessi abusivamen- Qui sopra e in alto, a destra alcune immagini del col dei prai e della casara comunale di cismon. Sopra il testo, a destra la vecchia scuola elementare, lungo la strada per il Forcelletto, un tempo frequentata per tutto l’anno dai figli del malgari cismonesi. 38 te, stanno notevolmente danneggiando le zone coltivate a prato. per quanto riguarda i rapaci, sopra questi boschi volteggiano due coppie di aquile, diverse poiane e parecchi corvi… lo sterrato si inerpica sempre più verso l’alto, scorgiamo le prime case e qualche malga adagiata su pendii verdeggianti; il panorama si allarga, davvero splendido, sotto un cielo blu fiordaliso. davanti ai nostri occhi, da ovest verso est, sfilano l’altopiano di asiago, il canal di Brenta, il lago del corlo e le vette feltrine, con cima Grappa a chiudere l’orizzonte. ci fermiamo a malga costa dove veniamo accolti cordialmente da Giò Maria Maschio e dalla moglie olimpia. la casa è datata 1856 ed è tale quale è stata fatta. ci troviamo sopra la val Goccia, a 900 metri d’altezza. sul retro si nota un orto ben coltivato e, poco distante, alcune balle di fieno; i prati sono coperti da numerosi crochi, i primi fiori della primavera e gli ultimi dell’autunno. sulle pareti esterne è accatastata una quantità notevole di legna da ardere. entriamo in un ambiente dal fascino rustico, il pavimento è formato da lastre di pietra ruvida mentre il soffitto è composto da travi in legno. olimpia ci prepara il caffè, il marito porta una bottiglia di grappa: ci raccontano di un tempo in cui non esistevano strade e per salire fin quassù si doveva scarpinare lungo A fianco e qui sopra Malga costa (1856) e i suoi cordiali proprietari: Giò Maria Maschio e la moglie olimpia. per loro l’accoglienza verso l’ospite è una tradizione di famiglia. ripidi sentieri e strette mulattiere. dopo la sosta ripartiamo in direzione del col dei prai. lo sterrato sale ancora, tutt’intorno uno scenario stupendo; dal terrazzo di una malga, lo sguardo spazia a trecentosessanta gradi: a est sono visibili arsie, il lago omonimo, Fonzaso, il col del Gallo e, in secondo piano, cima campo, col perer e le vette feltrine. la valbrenta taglia in due i monti, sullo sfondo ecco Grigno. a ovest si staglia l’altopiano dei sette comuni con i suoi grandi boschi e con enego, Foza e stoner in bella vista. sotto di noi, a fondovalle, invisibile eppure molto vicino in linea d’aria, c’è cismon. dall’altopiano lo sguardo scorre a sud, torna sul Grappa (di cui stiamo percorrendo la parte ovest), sulla Magnola e sugli asoloni... stiamo affrontando la strada che si inoltra verso il Forcelletto; un percorso che ci porta alla chiesetta e alla scuola, un tempo regolarmente frequentate dalle famiglie dei malgari cismonesi. dopo le foto di rito si riparte: sullo sfondo altre casare, molti i prati, visibile la malga Fiabernù. imbocchiamo la val delle Bocchette, con la malga omonima per giungere poi al Forcelletto, sempre in territorio di cismon. proseguiamo verso il rifugio scarpon e malga Busetto; in alto, malga termine e malga pertica. ora scendiamo lungo la val cesilla, ai lati dello sterrato cataste di legname: è abete rosso, ci spiega dario. si respira aria fine di montagna, giungiamo alla Magnola: cielo azzurro, poche nuvole e poca gente (per fortuna!). e’ la fine del nostro tour nel vasto territorio montano cismonese, lentamente torniamo sui nostri passi lungo la cosiddetta Strada dei Tedeschi. a proposito delle strade comunali, non c’è che dire: sono in ordine e molto ben tenute! A sinistra, sopra il testo il caratteristico laghetto nei pressi della malga Busetto. In alto la chiesetta situata a pochi passi dalla vecchia scuola elementare. In basso cismon sotto la neve. 39 IL CENACOLO Un inverno a Maiorca a cura di chiara Ferronato Fryderyk e GeorGe Un autre anniversaire (1810-2010) In collaborazione con Il Cenacolo Associazione Scrittori Bassanesi Si conobbero nel salotto di Liszt, nell’Hotel de France, a Parigi. Era il 5 novembre del 1836. Lui era già celebre: compositore, pianista, insegnante ricercatissimo. Ma anche lei aveva già scritto parecchi romanzi (in tutto, ne scrisse 107) e sia H. de Balzac che F.-R. de Chateaubriand ne avevano parlato bene. Lei aveva sei anni più di lui, non era bella, si vestiva con pantaloni, giacca e cravatta, si chiamava Amandine Lucie Aurore Dupin, ma aveva scelto il nom de plume George Sand. Fumava il sigaro. Chopin era tisico: ma, nonostante fosse a volte prostrato dalla tosse, faceva vita sociale ed ebbe occasioni di rivedere più volte Aurore-George. Fu lei a convincerlo a vivere assieme. Lui esitava: non per problemi morali, ma perché temeva che un concubinaggio gli avrebbe allontanato le giovani di famiglia aristocratica che pagavano le sue lezioni venti franchi all’ora. Anche un genio deve campare. George liquidò la questione con un “je m’en fous” (Era una delle sue espressioni preferite). Nell’ottobre del 1838, George Sand decise che un cambiamento di clima avrebbe giovato alla salute di Chopin. Con i due figli di lei e una cameriera (Aurore-George era stata sposata giovanissima con il barone C. Dudevant), salparono da Port-Vendres l’1 novembre e il 2 giunsero a Barcellona. Il 7 si imbarcarono per Palma di Maiorca e vi giunsero l’8. Iniziò allora un carosello di traslochi: dapprima alloggiarono in Calle de la Merina, poi in un appartamento nei sobborghi di Palma (da dove il padrone, allarmato dalla tosse di Chopin, li scacciò), poi nella bella dimora del console francese. Il quale si affrettò a spostarli, il 15 dicembre, nel monastero gotico di Valldemosa, a 20 chilometri da Palma. Chopin, George Sand, Solange, Maurice e la cameriera si sistemarono in antiche celle loro adibite, ricavate da una farmacia del XVII secolo e da una cappella sconsacrata. Non fu un inverno mite, quell’anno, neppure a Maiorca. Ad un pianoforte verticale, nella stanza meno umida che gli avevano scelto, Chopin compose la maggior parte dei suoi 24 Preludi, ventiquattro composizioni di breve durata (nessun preludio è più corto di 13 battute e nessuno supera le 89), ai quali, a differenza di Bach che fece seguire, ai suoi, ventiquattro fughe, egli non offrì altre prosecuzioni. Come se sentisse che lì, in quell’isola, iniziava e nello stesso tempo cominciava a finire il suo amore per Aurore-George: lei, così sicura e forte, lui, indebolito dalla tisi, appassionato forse solo e da sempre della sua stessa musica. Tra i Preludi, il numero 15, in Re bemolle Maggiore (“la goccia d’acqua” lo intitolarono i critici), parla di una giornata a Maiorca: piove, il mare è laggiù, lo si vede tra i pini e le rocce. E’ questo insistente battere della pioggia che accompagna il ritmo del suo cuore e, dal cuore, le dita delle mani sulla tastiera: questo, niente altro. Lasciarono l’isola l’11 febbraio 1839. Tra alti e bassi, la loro relazione si protrasse fino al 1847. Poi finì. Si rividero, una sola volta, davanti alla casa della contessa Marliani: poche parole, qualche scambio di notizie. Fryderyk Chopin morì il 17 ottobre del 1849. George Sand gli sopravvisse ventisette anni. Chiara Ferronato ritratto di Fryderyk chopin (zelazowa Wola-varsavia, 1 marzo 1810 - parigi, 17 ottobre 1849). George sand e chopin vennero ritratti insieme da eugène delacroix nel 1838 in un quadro che, dopo la morte del pittore, venne tagliato. il ritratto di chopin è ora al louvre, quello della sand nella Gipsoteca di copenhagen. A Chopin da George Sand il genio di chopin è il più profondo e il più intenso di sentimenti e di emozioni che sia mai esistito. Ha fatto parlare a un solo strumento il linguaggio dell’infinito, spesso è riuscito a riassumere, in dieci righe che anche un bambino potrebbe suonare, poemi di un’immensa spiritualità, drammi di un’energia senza pari. Non ha mai avuto bisogno di grandi mezzi materiali per trasmettere la parola del suo genio. Non gli sono stati necessari né sassofoni, né oficleidi per invadere di terrore l’anima, né organi da chiesa né voci umane George sand (parigi, 1 luglio 1804 Nohant-vic, 8 giugno 1876) in un ritratto di auguste charpentier. parigi, Museo carnavalet. 40 per colmarla di fede e di entusiasmo. Non è stato conosciuto, né lo è ancora, dal grande pubblico. ci vogliono maggiori progressi nel gusto e nella comprensione dell’arte perché le sue opere possano diventare popolari. verrà un giorno in cui la sua musica verrà orchestrata senza cambiare niente alla sua partitura di pianoforte e in cui tutti sapranno che questo genio vasto, completo, sapiente come quello dei grandi maestri che egli aveva riassunto, ha mantenuto un’individualità ancora più squisita di quella di Bach, ancora più IL CENACOLO potente di quella di Beethoven, ancora più drammatica di quella di Weber. li riassume tutti e tre, ma è anche e di più se stesso, cioè più delicato nel gusto, più austero nella grandezza, più straziante nel dolore. solo Mozart gli è superiore, perché Mozart ha in più la tranquillità della salute e di conseguenza la pienezza della vita. chopin sentiva la sua potenza e la sua debolezza, che consisteva proprio nell’eccesso di questa potenza che non poteva regolare. Non poteva fare come Mozart (del resto solo Mozart ha potuto farlo) un capolavoro sempre sullo stesso tono. la sua musica era piena invece di sfumature e di imprevisto. Qualche volta, raramente, era bizzarra, misteriosa e tormentata. Benché avesse orrore per quel che non si capisce, le sue emozioni eccessive lo trasportavano, senza che ne fosse consapevole, in mondi solo a lui noti. Forse ero per lui un cattivo giudice (mi consultava come Molière faceva con la sua serva) perché, conoscendolo sempre meglio, ero arrivata a identificarmi in ogni fibra del suo essere. per otto anni, iniziandomi ogni giorno di più al segreto della sua ispirazione o della sua meditazione musicale, il suo pianoforte mi rivelava le passioni, i disagi, le vittorie o i tormenti del suo pensiero. lo capivo dunque come si capiva lui stesso: e forse un giudice più estraneo l’avrebbe costretto a essere più comprensibile per tutti. aveva avuto talvolta un’ispirazione ridente e piena nella sua giovinezza. Ha composto canzoni polacche e nuove romanze di un fascino tranquillo e di un’adorabile dolcezza. alcune sue composizioni ulteriori A fianco e qui sopra l’abbazia di valldemosa a Maiorca, dove chopin e George sand passarono l’inverno 1838-’39. Sotto Nel film di polansky, Wladyslaw szpilman, pianista ebreo polacco interpretato da adrien Brody, deve la sua sopravvivenza a chopin. sono come fonti di cristallo dove si specchia un chiaro sole, ma come sono rare e brevi queste estasi tranquille della sua contemplazione! il canto delle allodole in cielo e il molle ondeggiamento del cigno su immobili acque sono per lui come lampi di bellezza nella serenità. il grido dell’aquila urlante e affamata sulle rocce di Maiorca, il fischio amaro del vento e la triste desolazione dei tassi coperti di neve lo rattristavano ben più a lungo e con più incisività di quanto non lo rallegrassero il profumo degli aranceti, la grazia dei pampini e la cantilena moresca dei contadini. il suo carattere era così in tutto. sensibile per un istante alla dolcezza dell’affetto o al sorriso del destino, era irritato per giorni, per settimane intere dalla goffaggine di un indifferente o dalle piccole contrarietà della vita quotidiana. e, cosa strana, lo spezzava più un piccolo dolore di uno grande. sembrava che non avesse la forza né di capirlo né di sentirlo. la profondità delle sue emozioni non era affatto in relazione con le loro cause. Quanto al suo deplorevole stato di salute, lo accettava eroicamente nei suoi pericoli reali, ma se ne tormentava eccessivamente. Il bicentenario della nascita di Fryderyk Chopin verrà ricordato, venerdì 26 novembre alle ore 18, dal “Cenacolo degli Scrittori bassanesi”, nella sede della Galleria Scrimin, via Vendramini, 46, a Bassano. George sand, Storia della mia vita, 1854 (la tartaruga ed., 1994) I pianisti Barbara Fasoli e Alberto Brunetti interpreteranno ballate, notturni, fantasie e mazurke del grande compositore polacco. Darà voce a George Sand la francesista Sofia Bergamin Dalla Serra, leggendo un brano da “Les Maîtres sonneurs” della scrittrice francese. A George Sand da Chopin la prima pagina autografa del preludio numero 15, in re bemolle Maggiore. 41 Lo sport nell’ultima provocazione di Jonathan Edwards OBIETTIVO SPORT uN MoNdo di eMarGiNati? a cura di Francesco Fontana Secondo l’asso inglese si tratta di un universo a sé stante, fatto di ritmi e certezze che paiono innalzare una sorta di cortina verso la quotidianità. Fortunatamente, però, non è solo questo. recentemente è stata pubblicata un’intervista a Jonathan edwards, olimpionico a sydney nel 2000, detentore da quindici anni del record del mondo e, a tutt’oggi, forse il più grande specialista del salto triplo di sempre. di questo grande atleta, assieme ai risultati sportivi, si ricorda un forte sentimento religioso che, nella prima parte della carriera, lo ha portato a disertare significativi appuntamenti agonistici. Figlio di un pastore anglicano, riteneva infatti poco coerente disputare competizioni alla domenica, giorno interamente consacrato a dio (“non mi vendo per una medaglia”). a distanza di qualche anno, la giornalista emanuela audisio ci ha restituito un ritratto di edwards assolutamente imprevedibile. il campione britannico rinnega ora la sua fede, dichiarandosi ateo evoluzionista e darwinista. Ma non è tutto: dal suo pulpito di commentatore della Bbc rivede radicalmente i presunti valori dell’ambiente sportivo agonistico, denunciandone la chiusura e la limitatezza rispetto alla variegata realtà del quotidiano: “il mondo dello sport rimpicciolisce tutto, è come un doping naturale che ti priva della libertà di pensare”. devo confessare che sono rimasto perplesso. si tratta di un atteggiamento, da parte di un “campionissimo”, che per certi aspetti mi trova in disaccordo. se la sua ritrattazione religiosa non mi colpisce particolarmente (perché d’al- tro canto esistono anche le conversioni prodigiose), il discorso sullo sport non mi convince. indubbiamente tale mondo è fatto di ritmi e certezze (allenamento, gara, massaggiatore, risultati e adrenalina in abbondanza...), che sembrano innalzare una sorta di cortina attraverso la quale la realtà viene percepita “lontana”. lo stesso relazionarsi con gli aspetti comuni e pratici della quotidianità risulta talvolta imbarazzante. Ma non è solo questo. edwards dimentica (volutamente?) che l’agonismo è innanzitutto tentativo di conoscere se stessi. il significato profondo del confronto non risiede nel valore assoluto dei risultati, bensì nello spirito con il quale si affronta il percorso per raggiungerli. il mondo dello sport offre continue occasioni di contatto con gli “altri” (dal compagno di squadra all’avversario, dal coach al tifoso e alla stampa). ad alti livelli, inoltre, le diverse sedi degli eventi implicano numerosi viaggi e il conseguente rapporto con le più disparate culture: è lapalissiano che questo porti a una maggiore apertura mentale. Non penso, nel caso di edwards, che la fede religiosa fosse il “motore” dei suoi successi. senza dubbio, però, può essersi rivelata un supporto notevole sul piano psicologico ed emotivo, nelle circostanze in cui era necessaria la condizione mentale per esprimersi al massimo. ritengo peraltro che “consacrarsi” a un ideale sportivo (come sostiene di avere fatto edwards) sia la chiave di volta indispensabile per arrivare ai vertici, senza che ciò implichi connotazioni negative. Non mi è chiaro il motivo dell’abiura dell’atleta inglese. posso però supporre che abbia incontrato “difficoltà di inserimento” al termine dalla sua carriera sportiva e che l’impatto con nuove e inaspettate dinamiche abbia dato luogo a un’originale crisi di rigetto. credo che la questione del “dopo” si possa affrontare e risolvere sfruttando al meglio quanto si è riusciti a costruire e valorizzare dentro di sé; non azzerando il passato, bensì attingendo a un patrimonio di esperienze, utili a garantire un nuovo punto di partenza privilegiato. Sopra, da sinistra verso destra Jonathan edwards, ieri e oggi. considerato da molti il più grande specialista del salto triplo di sempre, nel 2000 vinse la medaglia d’oro alle olimpiadi di sydney. attualmente è commentatore per la BBc e membro del comitato organizzatore per i Giochi olimpici di londra 2012. I campioni non si fanno nelle palestre, ma con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Muhammad Ali Per giocare a cricket non è necessario essere stupidi. Esserlo, però, aiuta molto. George Bernard Shaw Sotto un’altra bella immagine di edwards, trionfatore a sydney nel 2000. 43 L’installazione di impianti in Togo e Benin è stata possibile grazie all’Associazione UTA onlus e alla ditta Recold PRAECIPUA testo di Fra luca Beato aria (condizionata) bassanese negli ospedali africani Vicepresidente Associazione UTA onlus Fotografie: Fatebenefratelli, Bassano News La testimonianza di Fra Luca Beato, dell’ordine dei Fatebenefratelli, in merito alla soluzione di un problema che, da troppo tempo, rendeva difficoltoso lavorare nelle sale operatorie… Qui sopra e a fianco Gli ospedali africani di afagnan (togo) e tanguiéta (Benin), fondati dall’ordine dei Fatebenefratelli rispettivamente nel 1964 e 1970. l’idea di installare apparecchiature di aria condizionata negli ospedali africani di afagnan (togo) e di tanguiéta (Benin) può apparire, almeno ai sostenitori dell’Associazione UTA (Uniti per Tanguiéta e Afagnan), un lusso fuori luogo: il nostro impegno principale consiste infatti nel raccogliere fondi per salvare dalla morte i bambini denutriti, ricoverati in extremis in pediatria, e nel sostenere il centro nutrizionale, indispensabile alla loro ricostituzione fisica; oppure nel fornire agli ospedali i medicinali di base per la cura dei malati. tutte cose veramente essenziali per salvare vite umane. Basti pensare che i nostri ospedali non hanno mai rifiutato un malato perché non aveva da pagare. d’altra parte, quando sono stati fondati dai Fatebenefratelli (afagnan nel 1964 e tanguiéta nel 1970), questi ospedali non disponevano nemmeno della corrente elettrica e si provvedeva, nei tempi stettamente necessari, ad alimentare la sala operatoria e i servizi essenziali con un generatore. Molte cose venivano affrontate “alla garibaldina” con tanto spirito di sacrificio. ricordo che nel 1971, in occasione del mio primo viaggio nel continente Nero, mentre mi facevo vento con un cappello di paglia in una buvette il banconiere mi disse: “si vede che sei nuovo dell’africa. Fra qualche giorno ti stuferai di farti vento!”. Ma ora, dopo tanti anni, le cose sono cambiate anche in africa. In alto Fra Fiorenzo priuli, medico chirurgo, direttore dell’ospedale di tanguiéta: è stato decorato della legion d’onore. da tempo c’è la corrente elettrica sia nel togo che nel Benin, grazie alla diga di akosombo sul fiume volta nel Ghana. e gli ospedali si sono ingranditi: afagnan dispone di 280 letti e tanguiéta di 230, i frati africani sono più di quaranta, i medici una quindicina, ci sono infermieri e tecnici indigeni. inoltre sono diventati ospedali di zona, che collaborano con le università per il tirocinio dei futuri medici, coprono un bacino di utenza di circa centomila abitanti, assicurano i servizi alla popolazione e rispondono a tutti i casi d’urgenza, di giorno e di notte. Sotto la posizione del Benin e del togo nella carta del continente Nero. ora, chi deve stare 13-14 ore in sala operatoria -come accade a Fra Fiorenzo- e opera malati 45 PRAECIPUA Sopra, da sinistra verso destra il centro nutrizionale di afagnan. Fra Fiorenzo durante una visita di controllo a un piccolo paziente. alcuni refrigeratori installati dalla recold di campese a tanguiéta. A fianco, da sinistra verso destra Fra Fiorenzo a consulto con il personale medico dell’ospedale di afagnan; al centro della foto, Fra luca Beato, vicepresidente UTA. Mamme e bimbi a tanguiéta. Sotto, dall’alto verso il basso ancora un refrigeratore recold sul tetto dell’ospedale di tanguiéta. le sedi della recold, a campese, e dell’uta, a romano d’ezzelino. senza interruzione, come può resistere se dopo un’ora è sudato da capo a piedi e la temperatura dell’ambiente supera i 40 gradi? appena è stato possibile, si è provveduto con delle apparecchiature standard, come si usa da noi per le abitazioni. se per le case dei medici questi apparecchi hanno funzionato, per la sala operatoria si sono però rivelati un disastro: andavano in tilt con grande facilità a causa degli sbalzi di corrente elettrica e della temperatura esterna, spesso superiore ai 50 gradi. ciò creava un enorme disagio, non solo al chirurgo e alla sua èquipe, ma anche ai malati e perfino alle attrezzatura tecniche. un paio d’anni fa Fra Fiorenzo priuli, medico chirurgo, direttore dell’ospedale di tanguiéta con alle spalle più di quarant’anni di africa, decorato della legion d’onore a lomé nel 2002, è giunto a romano d’ezzelino quasi disperato e ha sottoposto tale problema all’Associazione onlus UTA, che ha sede presso ca’ cornaro e dal 1996 sostiene -sempre più e sempre meglio- gli ospedali africani fondati e gestiti dai Fatebenefratelli, anche per riguardo al missionario del paese Fra taddeo carlesso (attualmente Associazione UTA onlus [email protected] www.uta96.it Istituto Fatebenefratelli via ca’ cornaro, 5 telefono 0424 33705 romano d’ezzelino www.fatebenefratelli.it 46 economo delle strutture africane e priore di afagnan). il suo accorato appello è stato raccolto dal nostro socio fondatore Giuseppe andriollo, che ci ha portati a far visita a valentino trentin, titolare della recold di campese. l’imprenditore bassanese si è rivelato il deus ex machina per la soluzione del nostro annoso problema. Nel settore della refrigerazione la recold vanta infatti trent’anni di esperienza garantendo l’adeguata assistenza tecnica, i collaudi, la ricerca e lo sviluppo. costruisce inoltre prototipi per ditte produttrici di refrigeratori e realizza commesse importanti in italia e all’estero in diversi ambiti (dai metanodotti, alle centrali radar, alla concia del pellame, ecc). le sue apparecchiature sono predisposte al funzionamento anche con temperature esterne superiori ai 60 gradi centigradi e a tollerare sbalzi o interruzioni di corrente elettrica. la recold ha risolto il problema dell’aria condizionata all’ospedale di tanguiéta: per il blocco operatorio, costituito da due grandi sale, e per la sala di attesa dell’ambulatorio, dove normalmente si ammassano tre/quattrocento persone. adesso sta lavorando alla climatizzazione dei locali che ospitano l’accettazione, l’amministrazione e l’archivio computerizzato delle cartelle cliniche (seicento metri quadrati). per afagnan, invece, si sta lavorando al progetto di climatizzazione del blocco operatorio, costituito da sette sale, e della radiologia (mille metri quadrati). proprio qui risalta non solo la tecnica di valentino trentin, ma anche il suo buon cuore: l’industriale ha infatti cominciato con l’invio di qualche tecnico, ma poi ha deciso di recarsi personalmente sul posto a seguire i lavori. inizialmente ha praticato prezzi molto competitivi; poi ha compreso che con Fra Fiorenzo bisognava fare di più: da fornitore è diventato pure benefattore. in loco ha trovato brave persone che desidera istruire per farne dei tecnici nel settore della refrigerazione in africa. Noi dell’UTA siamo lieti di aver trovato, con l’apporto della recold, la soluzione al problema della climatizzazione di alcuni ambienti strategici degli ospedali africani. Naturalmente contiamo sempre sulla sensibilità di persone buone e generose per coprire le spese che dovremo affrontare. ovviamente anche sul sostegno dei lettori di questo magazine! Con Listrop Viaggi sulle orme delle Tigri di Mompracem AGENzIA VIAGGI avveNtura iN Malesia tour del Borneo malese e Brunei testo di paolo trevisan Fotografie: archivio listrop Alla scoperta di luoghi dal fascino senza tempo, in uno scenario naturale ancora intatto e seducente. Ecco il programma di una “spedizione” che promette incredibili emozioni... A fianco l’incantevole lago di Batang ai al confine con il kalimantan. Sotto scimmie nasiche nella foresta pluviale di sepilok, non distante da sandakan. se è vero che nomi quali Borneo e Malesia evocano immagini affascinanti, legate in gran parte all’epopea dei romanzi salgariani e ai mitici “tigrotti” di sandokan e yanez, la realtà di questi meravigliosi luoghi esotici si rivela per certi versi ancora più avvincente della fantasia letteraria. in effetti siamo certi che il tour in calendario per il prossimo aprile donerà ai partecipanti emozioni e sorprese a non finire. sarà possibile conoscere, per esempio, gli iban (le popolazioni daiache degli antichi “tagliatori di teste”) e compiere in barca con loro avventurose escursioni fluviali. oppure ammirare le evoluzioni di animali curiosi, quali le scimmie dal lungo naso, agili e spericolate nel cuore della foresta pluviale. e contemplare specie botaniche rarissime, fiori dai petali enormi, piante carnivore... e ancora, esplorare grotte immense e interminabili, vere e proprie architetture scavate nella roccia da fiumi sotterranei. visitare parchi naturali unici, ambienti incontaminati, percorrere la giungla di notte e stupirsi alla vista di nugoli di lucciole, che illuminano suggestivamente la vegetazione. e molto altro ancora... perché tutto nel Borneo è misterioso e seducente. e il nostro viaggio sarà un’esperienza indimenticabile. la Malesia è uno stato federale dell’asia sudorientale, suddiviso in due grandi aree geografiche: quella occidentale (peninsulare), confinante con la thailandia a nord e con singapore a sud, e quella orientale, situata nella parte settentrionale dell’isola del Qui a fianco le storiche copertine per la prima edizione de Le tigri di Mompracem (1900) e de I pirati della Malesia (1896). a questi romanzi del veronese emilio salgari, che ambientò le avventurose vicende di sandokan e yanez lungo le coste del Borneo, si appassionarono legioni di giovani. Borneo, confinante con il Brunei e l’indonesia. Grande mix di etnie e culture il paese, la cui capitale è kuala lumpur (oltre 1.800.000 abitanti), ospita una popolazione formata principalmente da malesi, cinesi e indiani. Nonostante il forte sviluppo economico degli ultimi anni, la Malesia ha saputo conservare un ambiente naturale davvero unico e incomparabile. Sotto la Malesia occidentale (peninsulare) e quella orientale (nell’isola del Borneo) sono tra loro separate dal Mar cinese Meridionale. 49 gendo all’incantevole lago Batang Ai. al pontile si sale su un’imbarcazione per raggiungere il resort dell’Hilton longhouse. check-in e tempo libero a disposizione. pernottamento. AGENzIA VIAGGI Giovedì 31 marzo 2011 Batang Ai pensione completa. dopo la prima colazione partenza con la tradizionale “perahu panjang” (barca lunga) nel cuore del lago. visita di un villaggio iban e di una tipica longhouse. danza di benvenuto da parte degli iban, popolazione indigena del sarawak nota per i suoi cacciatori di teste. dopo un assaggio di pietanze locali, si riparte in barca. ritorno al resort nel pomeriggio e tempo libero per varie attività. pernottamento. Sopra, da sinistra verso destra ancora due suggestive immagini del lago Batang ai. Sopra, da sinistra verso destra la malia del tramonto a kuching. il Monte kinabalu (4095 metri) nell’omonimo parco, uno dei primi della Malesia: è stato istituito nel 1964 e dal 2000 è patrimonio dell’umanità dell’unesco. Tutto il viaggio, giorno per giorno MALESIA - Tour del Borneo malese e Brunei Dal 27 marzo al 10 aprile 2011 (Viaggio di 15 giorni) Sotto, dall’alto verso il basso alcuni guerrieri iban, gli antichi dayachi cacciatori di teste, inscenano un’emozionante rievocazione storica armati dei loro infallibili sumpitan (lunghe cerbottane). 50 Domenica 27 marzo 2011 Venezia - Roma ritrovo dei partecipanti, trasferimento all’aeroporto Marco polo di venezia e partenza per roma con volo alitalia. arrivo e proseguimento in coincidenza per la Malesia con volo di linea Malaysia airlines. pasti e pernottamento a bordo. Martedì 29 marzo 2011 Kuala Lumpur - Kuching pensione completa. al mattino trasferimento in aeroporto, partenza con volo di linea per Kuching (nella grande isola del Borneo) e trasferimento in hotel. Nel pomeriggio visita della città, ridente capitale del Sarawak con bellissimi palazzi antichi, mercati all’aperto, templi cinesi e moschee. la visita si conclude al museo naturalistico ed etnografico del Sarawak, uno dei più belli e completi del sud-est asiatico. pernottamento. Lunedì 28 marzo 2011 Kuala Lumpur arrivo a Kuala Lumpur in mattinata, trasferimento al traders Hotel e check-in. pranzo. Nel pomeriggio visita alla moderna capitale asiatica. il tour ci porta a conoscere i luoghi di maggiore interesse della città quali il palazzo reale, la residenza del re della Malesia, il Monumento e la Moschea Nazionale, la stazione ferroviaria in stile moresco, la piazza dell’indipendenza. il tour termina con una sosta per le foto alle più alte torri gemelle del mondo: le Petronas. ritorno in hotel, cena e pernottamento. Mercoledì 30 marzo 2011 Kuching - Batang Ai pensione completa. partenza di buon mattino. lungo il tragitto, sosta al centro di conservazione degli orang utan di Semenggok. si riprende quindi il viaggio verso il lago Batang-Ai. durante il tragitto si effettua una fermata a Serian per visitare il tradizionale mercato locale. altra sosta in una piantagione di pepe e, infine, al villaggio di Lachau. tempo a disposizione per acquistare qualche oggetto d’artigianato locale. dopo il pranzo si procede verso il confine con il Kalimantan indonesiano giun- Venerdì 1 aprile 2011 Batang Ai - Kuching pensione completa. dopo la prima colazione, partenza per il viaggio di ritorno a Kuching. sosta al parco di Ranchan, con le sue piccole cascate e i giardini rigogliosi. arrivo a Kuching nel pomeriggio. trasferimento in hotel, pernottamento. Sabato 2 aprile 2011 Kuching - Grotte di Mulu pensione completa. dopo la prima colazione trasferimento in aeroporto e volo per Mulu. check-in e pranzo al resort. il parco nazionale di Mulu è uno dei più spettacolari della Malesia: una distesa naturale incontaminata che offre l’opportunità di esplorare grotte, camminare su ponti sospesi e fare trekking. tra le caratteristiche più rilevanti vi è il fatto che due massicci montuosi, uno di arenaria e l’altro calcareo, si fronteggiano all’interno dei suoi confini. sono inoltre previste diverse escursioni. con un percorso di oltre tre chilometri nella giungla si raggiungono le grotte di lang e deer, che formano il passaggio sotterraneo più vasto del mondo (con una lunghezza di 2160 metri e una profondità di 220 metri). Qui si trovano stalattiti e stalagmiti millenarie dalle forme e dimensioni più svariate. il rientro è previsto al calar della sera, camminando nella giungla in un’atmosfera suggestiva. cena e pernottamento al royal Mulu resort. Domenica 3 aprile 2011 Grotte di Mulu pensione completa. dopo colazione escursione in barca fino alla Grotta del Vento, con il suo imponente passaggio interno. si procede poi per la Grotta dell’Acqua Chiara: camminando lungo passerelle di legno e gradini rocciosi si possono ammirare il percorso scavato dal fiume preesistente e la flora endemica presente. ritorno in barca al resort. Nel pomeriggio si va alla scoperta dei penan, popolazione indigena. il percorso che porta alla longhouse è un “combinato” di piroga e trekking nella foresta. Lunedì 4 aprile 2011 Grotte di Mulu - Miri Bandar Seri Begawan pensione completa. dopo la prima colazione, trasferimento in aeroporto e volo per Miri. arrivo e trasferimento via terra in Brunei attraverso i giacimenti di petrolio famosi nel mondo. arrivo in Brunei e check-in presso il maestoso empire hotel. Nel pomeriggio visita della città: Moschea del sultano Bolkian, Museo della regalia ed escursione sui canali che attraversano il più grande e antico villaggio sull’acqua, tutto su palafitte. ritorno in hotel. cena e pernottamento. Martedì 5 aprile 2011 Bandar Seri Begawan Kota Kinabalu pensione completa. tempo libero e trasferimento all’aeroporto. arrivo a Kota Kinabalu e trasferimento in hotel. serata a disposizione e pernottamento. Mercoledì 6 aprile 2011 Kota Kinabalu - Parco marino pensione completa. Giornata dedicata alla visita del parco marino Tunku Abdul Rahman. Mare, Qui sopra le torri petronas a kuala lumpur: alte 452 metri sono il simbolo del progresso economico della Malesia. In alto, da sinistra verso destra due scorci del parco naturale di Mulu. A sinistra il corso del kinabatangan dall’aereo. MALESIA- Tour del Borneo Malese e Brunei Dal 27 marzo al 10 aprile 2011 Quota individuale di partecipazione: € 3.950,00 Polizza annullamento viaggio (obbligatoria): € 62,50 sole e nuotate nell’acqua cristallina di questo arcipelago. rientro in hotel nel tardo pomeriggio. Giovedì 7 aprile 2011 Monte Kinabalu - Sandakan pensione completa. partenza per Sandakan con breve visita al parco del Monte Kinabalu. dopo il pranzo si continua il viaggio verso sud fino ad arrivare al sepilok Nature resort. Venerdì 8 aprile 2011 Sandakan - Bilit pensione completa. la giornata comincia con la visita alla riserva di sepilok orang utan. Qui gli oranghi vengono riabilitati alla vita nella foresta dopo aver perduto il loro habitat naturale. e’ possibile vederne alcuni esemplari provenienti dalla giungla, che accorrono alla piattaforma dei rangers per una scorpacciata di frutta e latte. dalla riserva di sepilok orang utan breve trasferimento al centro scoperta della Foresta pluviale di sepilok per una visita a questa attrazione naturalistica che ci permette di conoscere la flora circostante e il ricco giardino botanico. pranzo durante l’escursione e proseguimento per il fiume La quota comprende: - viaggio aereo con voli regolari di linea in classe economica; - tutti i voli interni; - le tasse aeroportuali e aumenti del carburante alla data del 30.06.2010; - tutti i trasferimenti da e per gli aeroporti; - sistemazione in hotels come indicato nel programma, camere doppie con servizi; - i pasti come da programma; - visite ed escursioni con guida locale parlante italiano; - ingressi ai monumenti e ai parchi; - le mance agli autisti e alle guide; - il nostro accompagnatore per un minimo di 15 persone; La quota non comprende: - le bevande ai pasti; - i pasti liberi; - le camere singole (supplemento di € 740,00); - gli extra in genere; - tutto quanto non espressamente indicato alla voce “la quota di partecipazione comprende”. Documento indispensabile: passaporto individuale con validità di almeno sei mesi dalla data di partenza del viaggio. la quota è stata calcolata in base al cambio del Malaysia ringggit alla data del 11.07.2010. eventuali oscillazioni del cambio del 2% la quota verrà adeguata. All’iscrizione acconto di € 1.000,00 Kinabatangan. sistemazione presso il lodge sulle rive del Kinabatangan. Nel pomeriggio escursione in barca alla scoperta della fauna locale (incluse le tipiche scimmie nasiche del Borneo). Nel basso kinabatangan si trovano anche elefanti, buceri, gibboni e moltissime specie di uccelli pescatori. cena e pernottamento presso il lodge Bilit rainforest lodge o similare. Sabato 9 aprile 2011 Bilit - Sandakan - Kuala Lumpur sveglia di buon mattino e visita al lago Ox Bow, immerso nel lussureggiante e incantevole contesto della foresta del Borneo. rientro al lodge per la colazione. e trasferimento all’aeroporto di Sandakan per il volo per Kuala Lumpur, arrivo in serata e proseguimento in coincidenza per il volo di rientro in italia. pasti e pernottamento a bordo. Domenica 10 aprile 2011 Roma - Venezia arrivo a roma di primo mattino e proseguimento in coincidenza per venezia. arrivo nella tarda mattinata e proseguimento per le località d’origine. LISTROP VIAGGI E TURISMO Via Trasaghis, 22 - Rosà Tel. 0424 584970 - www.listrop.com [email protected] Crespano del Grappa Piazza Martiri del Grappa, 9 Tel. 0423 930563 51 Come Kierkegaard e Dostoevskij, il grande artista olandese si interrogava sul significato dell’esistenza QUI PORTA DIEDA a cura di anita zamperin viNceNt vaN GoGH dalla parte dei più deboli Dopo avere provato a studiare teologia, divenne pittore per disperazione, nel costante tentativo di rappresentare la realtà cogliendone il contenuto essenziale: la vita. A destra van Gogh, I mangiatori di patate, 1885. amsterdam, Museo van Gogh. Qui sotto van Gogh, Autoritratto, 1887 amsterdam, rijksmuseum. vincent van Gogh (nato nel 1853, da padre pastore protestante), di cui è in corso la grande mostra al vittoriano, dopo 22 anni che non veniva esposto a roma, è certamente uno degli artisti più noti al mondo. con lui comincia il dramma dell’artista, che si sente escluso da una società che non utilizza il suo lavoro e ne fa un disadattato. possiamo collocare van Gogh accanto a kierkegaard e a dostoevskij: come loro s’interroga Francis Bacon, Omaggio a Van Gogh, 1959. Göteborg, konstmuseum. Sotto, da sinistra verso destra van Gogh, Seminatore al tramonto, 1888. otterlo, Museo kröller-Müller. Jean-François Millet, Il seminatore, 1888. Boston, Museum of Fine arts. Francis Bacon, Studio per il ritratto di Van Gogh II, 1957. zurigo, collezione thomas ammann. 52 sul significato dell’esistenza, del proprio essere nel mondo. egli si pone dalla parte dei diseredati, delle vittime: i lavoratori sfruttati, i contadini a cui l’industria toglie il sentimento dell’eticità e della religiosità del lavoro. Non è pittore per vocazione, ma per disperazione. aveva tentato di studiare teologia, ma era stato respinto agli esami di ammissione; si era dato all’apostolato religioso nella regione mineraria belga del Borinage, ma il suo fanatismo religioso non piacque ai superiori. a trent’anni si ribella e lo strumento della sua rivolta è la pittura. in un primo tempo prende di petto il problema sociale: ispirandosi a Millet e a daumier, descrive la miseria e la disperazione dei contadini. sono quadri dai toni cupi, quasi monocromi, bui, le figure deformate: l’industrialismo che prospera nelle città ha portato la miseria nelle campagne, privandole della gioia di vivere, della luce, dei colori. Nel 1886 è a parigi, dove l’amatissimo fratello minore theo vive e lavora (mercante d’arte d’avanguardia, acuto e innovativo, promuove costantemente i giovani e gli impressionisti). con lui vincent teneva già da anni una fittissima corrispondenza, che la moglie di theo preservò dalla distruzione e pubblicò. a parigi conosce gli impressionisti e paul Gauguin, diventa amico di toulouse-lautrec e di Bernard. Ma è il sud della QUI PORTA DIEDA A fianco, da sinistra verso destra van Gogh, Notte stellata, 1889. New york, Museum of Modern art. katsushika Hokusai, Il monte Fuji visto da Kanagawa, 1826-’33. londra, victoria and albert Museum. A fianco, da sinistra verso destra van Gogh, La stanza di Vincent ad Arles, 1888. amsterdam, Museo van Gogh. roy lichtenstein, Camera da letto ad Arles, 1992. Washington, National Gallery of art. In basso, da sinistra verso destra van Gogh, Pero in fiore, 1888. amsterdam, van Gogh Museum. katsushika Hokusai, Susino in fiore e luna, 1803. chicago, art institute of chicago. Francia ad attirarlo: così, nel 1888, si trasferisce ad arles. in due anni compie la sua formazione d’artista e si avvicina alla pittura delle stampe giapponesi, che aveva cominciato a collezionare a parigi. il ricordo di tali stampe è ben visibile nell’opera “Notte stellata” (1889), in cui un’onda attraversa il cielo stellato come una forza sconosciuta; la linea è contorta e nodosa e infonde nel moto un’impressione di instabilità e di agitazione. vincent scrisse di aver trovato ad arles una luminosità e un ambiente che gli apparivano affini all’idea che si era formato dell’oriente: ”Qui sono in Giappone”. era affascinato dalla forza incisiva di quell’arte insolita, lirica, che trasfigurava il visibile e aboliva ogni descrittivismo, mantenendo intatta l’immediatezza espressiva. per van Gogh non si tratta più di rappresentare il mondo in modo superficiale o profondo: ogni segno è un gesto con cui affronta la realtà per cogliere e far proprio il suo contenuto essenziale: la vita. Quella vita che la società borghese, con il suo lavoro alienante, estingue nell’uomo. ciò che l’artista vuole è una pittura vera fino all’assurdo, viva fino al parossismo, al delirio, alla morte. Nel 1889 van Gogh viene internato, su sua richiesta, nel manicomio di saint-rémy: più che di schizofrenia, come qualche psicanalista diagnosticò ‘a posteriori’, è più probabile che vincent soffrisse di attacchi di epilessia, aggravati dall’instabilità di una vita raminga e da una sensibilità fuori del comune. Qui dipinge scorci del giardino, cipressi, oliveti, autoritratti. poco prima di morire aveva scritto alla sorella Wil delle parole che si sarebbero rivelate profetiche: “Quello che mi interessa -molto, molto più di tutto il resto nel mio mestiere- è il ritratto, il ritratto moderno. io lo cerco attraverso il colore e non sono certo il solo a intraprendere questa strada… Non cerco la somiglianza fotografica, ma un’espressione appassionata”. pochi mesi dopo essere stato dimesso dalla casa di cura di saint-rémy, vincent, in preda a una crisi, si spara un colpo di pistola e muore dopo due giorni (29 luglio 1890), assistito da theo, che gli sopravvive sei mesi. alla mostra degli Indépendants del 1891 vennero esposte dieci tele di vincent, e il critico octave Mirbeau scrisse un articolo appassionato deplorando che egli fosse “morto così oscuro, così ignorato”. una serie di artisti, noti e meno noti, ha tentato un confronto diretto con van Gogh, modello all’apparenza irraggiungibile. innumerevoli sono le riletture dei suoi quadri, alcune di esse possono essere considerate creazioni del tutto autonome e significative: gli esempi più rilevanti sono forse i dipinti di Francis Bacon, che si è confrontato con l’opera di van Gogh con zelo maniacale. la variante della Camera di van Gogh ad arles di roy lichtenstein invece si inserisce nella strategia di stilizzazione dei miti contemporanei messa in atto dagli artisti pop. Molti altri artisti si sono occupati di van Gogh in modo più o meno creativo: tra i nomi più noti, quelli di r.B. kitaj, david Hockney e rainer Fetting. PROGRAMMA Novembre e dicembre caffè letterari e caffè artistici (Caffè Mozart - Bassano) omaggio di letture e musica dedicato a italo calvino e Gianni rodari (Gruppo di letture e musica) letture e musica dedicate al Natale (Gruppo di letture e musica) concerto lirico di canzoni napoletane e natalizie (susanna Gherlani contralto, Nicolas ravazzolo tenore, luigi Ferro pianoforte) INFORMAzIONI Segreteria presso palazzo polidoro via ognissanti 31/33 Bassano del Grappa Numeri telefonici 0424 228418 e 349 5888935 (a disposizione nei giorni di martedì e venerdì ore 17,00-19,00) Posta elettronica [email protected] [email protected] 53 1) CHIESETTA DELL’ANGELO progettata dall’architetto zaccaria Bricito risale al 1655. la pianta è ovale. Felicemente restaurata, è sede di mostre e concerti. 1) LITTLE CHURCH OF THE ANGEL project by architect zaccaria Bricito in 1655. it was built in an oval shape. recently restored, it is now open for concerts and exhibitions. VISITA ALLA CITTA’ 2) GlARDINI PAROLINI l’orto botanico, realizzato dal naturalista alberto parolini, risale al secolo XiX. ricco di specie rare è ora parco pubblico e ospita manifestazioni. 2) PAROLINI GARDENS the botanic garden was created in the last century by naturalist alberto parolini. it contains rare species. donated to the city, it was trasformed into a public park. it hosts open air exhibitions and shows. 3) MUNICIPIO e’ sede del comune. la loggia presenta gli stemmi dei primi 120 podestà. l’affresco con San Cristoforo è del ’500. singolare il grande orologio con i segni zodiacali. 3) TOWN-HALL in the loggia are the fescoe of the coat of arms of the first 120 mayors. afrescoe of S. Christopher dates back to ’500. a singular wall clock shows the zodiac signs, the building holds the city offices. 4) MUSEO ospita una pinacoteca di notevole valore con tele dei dal ponte, gessi e sculture di canova e incisioni di dürer. pregevole la sezione archeologica. annessa è la Biblioteca civica. 4) MUSEUM it hosts a painting collection of great value by artists such as the da ponte, chalks and sculptures by canova and engravings by durer. the archeologic section is of great value. the annex museum contains the civic library. 5) PALAzzO AGOSTINELLI ospita mostre e rassegne artistiche. sulla facciata, in una nicchia, un affresco di Madonna con Bambino della seconda metà del ’400. 5) AGOSTINELLI PALACE it belongs to the city and hosts art shows and exbits. on its front wall can be seen a niche with a ’400 frescoe of Madonna and Child. 6) PALAzzO BONAGURO del ’500, è stato rimaneggiato nel secolo successivo. ospita mostre e rassegne d’artigianato. il pianterreno è completamente affrescato. 6) BONAGURO PALACE Built in ’500, it was remodeled in the following century. it is a comunal show-place for artifacts exhibitions. the ground floor is totally frescoed. 7) PALAzzO PRETORIO risale alla seconda metà del ’200 e dal 1315 è stato residenza del podestà. la scala esterna è del 1552. 7) PREATORIAN PALACE Built in the second half of ’200, it was elected residence ot the Mayor since 1315 and was later turned into the seat of the comunal council. the outside stairway was built in 1552. 8) PALAzzO STURM costruito nel ’700, ospita il Museo della ceramica. all’interno affreschi di G. anselmi, databili al 1785, e tempere di G. zompini. 8) STURM PALACE Built in 1700, the palace now hosts an important ceramics Museum. inside are frescoes by G. anselmo, dated 1785, and temperas by G. zompini. © copyright by editrice artistica Bassano Vietata la riproduzione di testi, piante e disegni 54 11) PONTE DEGLI ALPlNI È il monumento più famoso di Bassano. risale al Xii secolo. la forma attuale è del palladio (1570). distrutto più volte dal fiume in piena e da eventi bellici fu sempre ricostruito nella forma originaria. 11) ALPINI BRIDGE the most famous monument in Bassano. Built in the 12th century. its actual shape is by palladio (1570). destroyed at various times by floods and war actions, it has always been rebuilt in its precise original form. 12) PORTA DELLE GRAzIE risale al 1300. Fu risistemata nel 1560 dal bassanese zamberlan. a fianco si trova la chiesetta delle Grazie (fine ’400) con pregevoli affreschi. 12) GATE OF THE GRACES Built in 1300. it was later adjusted in 1560 by zamberlan of Bassano. once through the Gate, on the left, can be seen the small Grace church (end ’400) with precious frescoes. 13) PORTA DIEDA venne inserita nella torre del castello dei Berri (del ’300) nel 1541. Belli gli affreschi sul lato sud. 13) DlEDA GATE the gate was opened into the tower of Berri castle (built in ’300) in 1541. 14) SAN DONATO Fondata nel 1208 da ezzelino il Monaco. ospita una pala di Francesco dal ponte il vecchio. 14) SAN DONATO CHURCH Founded in 1208 by ezzelino the Monk. it contains a pala by Francesco dal ponte the elder. 15) SAN FRANCESCO costruita tra la fine del 1200 e gli inizi del 1300. interno a una navata. il protiro (1306) protegge il portale e l’affresco della Madonna e Bambino di luca Martinelli. 15) CHURCH OF SAN FRANCESCO Built at the end of 1200 and early 1300. it is shaped with a single aisle. the entrance porch (1306) protects the portal and a frescoe of Madonna and Child by luca Martinelli. 16) SAN GIOVANNI di origine trecentesca, venne trasformata (1747-1785) dall’architetto Giovanni Miazzi. dipinti di Maggiotto, scajaro e vanzo Mercante. sculture di orazio Marinali. 16) CHURCH OF SAINT JOHN its oridns date back to 1300. it was restructured from 1747 to 1785 by architect Giovanni Miazzi. inside can be seen paintlngs by Maggiotto, scajaro and vanzo Mercante. sculptures by 0. Marinali. 17) S. MARIA IN COLLE l’antica pieve risale a prima del 1000. attorno a essa sorse il primo nucleo della città. all’interno due pale di leandro dal ponte e un interessante crocifisso ligneo. 17) CHURCH S. MARIA IN COLLE the ancient sanctuary was erected before 1000. around it was built the first nucleous of the town of Bassano. in its interior can be seen two paintings by leandro dal ponte and a wooden crucifix of great interest. 18) TEATRO ASTRA l’ex teatro sociale, neoclassico, progettato nel 1802 dall’architetto Bauto, è stato trasformato nel 1949 in sala cinematografica e teatrale. 18) ASTRA THEATRE ex social theatre project of 1802 by architect Bauto, it was transformed in 1949 into a theatre and hall. 9) PARCO RAGAzzl DEL ’99 inaugurato nel 1973. al centro del parco sorge il monumento ai ragazzi del ’99. 9) PARK OF THE BOYS OF ’99 inaugurated in 1973. in its center rises the monument dedicated to the Boys of ’99. 19) TEMPIO OSSARIO raccoglie le spoglie di oltre 5400 caduti nella prima Guerra Mondiale. cominciato nel 1908 come nuova cattedrale, fu trasformato in tempio ossario nel 1934. 19) OSSARIO TEMPLE Holds the spoils of over 5400 soldiers fallen during First World War. erection was begun in 1908 as a new cathedral for the town. it was transformed into a burial temple in 1934. 10) PIAzzOTTO MONTEVECCHIO la piazza maggiore della città nel ’200 e nel ’300. sulla facciata del Monte di pietà è infisso il primo stemma di Bassano con la torre e i leoni rampanti. 10) MONTEVECCHIO SQUARE it was the main square in ’200 and ’300. on the facade of the “Monte di pietà” can be seen the first Bassano coat of arms with the tower and two lions. 20) TORRE CIVICA eretta tra il ’200 e il ’300 durante il dominio padovano è alta 43 metri. la merlatura e le finestre ad arco acuto sono state aggiunte nel 1823 dall’architetto Gaidon. 20) CIVIC TOWER Built between ’200 and ’300 under the dominion of padua. 43 metres tall, the battlement and sharp angle windows were added in 1823 by architect Gaidon. VISITA ALLA CITTA’ I MUSEI DI BASSANO MUSEO CIVICO e’ uno dei più antichi del veneto: sorto nel 1828 in seguito al legato del naturalista Giambattista Brocchi, è costituito come insieme di Museo, Biblioteca e Archivio e trovò nel 1840 la sua sede attuale nell’ex convento della chiesa di san Francesco. tel. 0424 522235 - 0424 523336 e-mail: [email protected] www.museobassano.it MUSEO DELLA CERAMICA MUSEO REMONDINI Palazzo Sturm il Museo della Ceramica offre ai visitatori una vasta raccolta di maioliche, porcellane e terraglie, composta da 1200 pezzi. il nuovo Museo Remondini ospita l’importantissima collezione di stampe antiche e popolari ereditate dalla famiglia di stampatori bassanesi. tel. e fax 0424 524933 SEzIONE NATURALISTICA DEL MUSEO - Palazzo Bonaguro dal 2006 palazzo Bonaguro ospita l’esposizione zoologica permanente Mondo animale. Conoscerlo per proteggerlo. Fax 0424 524933 PRINCIPALI PARCHEGGI a servizio del Centro Storico 1 prato s. caterina 2 cimberle Ferrari 3 piazza terraglio 4 cadorna 5 Gerosa 6 Mercato 7 via volpato 8 ss. trinità 9 largo parolini 10 vecchio ospedale 11 Gasparotto vie del centro storico 350 posti 75 posti 50 posti 268 posti 317 posti 50 posti 50 posti 50 posti 108 posti 160 posti 200 posti 456 posti l pa pr pa l l l l pa pa pa pr L = libero Pa = a pagamento Pr = parcometro Dati indicativi Per informazioni precise sui parcheggi pubblici, si consiglia di interpellare l’URP del Comune di Bassano (0424 519555). 55 INDIRIzzI UTILI in collaborazione con Ufficio Relazioni con il Pubblico via Matteotti, 35 - tel. 0424 519555 (Municipio di Bassano) I.N.P.S. via c. colombo, 70/94 0424 887411 RACCOLTA REMONDINI TASSOTTI via Ferracina, 16/18 0424 523013 118 MUNICIPIO via Matteotti, 35 0424 519111 GUARDIA MEDICA 0424 888814 CROCE ROSSA 0424 529302 U.R.P. via Matteotti, 35 MUSEO DELL’AUTOMOBILE “L. BONFANTI VIMAR” romano d’ezzelino 0424 513746 0424 519555 CARABINIERI pronto intervento comando compagnia 112 0424 527600 INFORMACITTA’ piazzale trento 9/a MUSEO GIANNI VISENTIN carpanè di san Nazario 338 5326186 0424 237584 FARMACIE PRONTO INTERVENTO SOCCORSO Dl EMERGENzA 113 PRONTO SOCCORSO CORPO FORESTALE pronto intervento 1515 via trentino, 9 0424 504358 POSTE E TELECOMUNICAzIONI v.le Xl Febbraio, 2 0424 213230 via angarano, 149 0424 503926 via Marchesane, 114 0424 500485 via passalacqua, 8 0424 513112 GUARDIA DI FINANzA via Maello, 15 0424 34555 PRO BASSANO via Matteotti, 43 POLIzIA DI STATO v.le pecori Giraldi, 56 0424 507911 PROVINCIA DI VICENzA viale Xi Febbraio, 53 0424 525827 POLIzIA STRADALE via ca’ rezzonico, 14 0424 216611 SPORTELLO IMMIGRATI via scalabrini, 4 0424 504160 VIGILI DEL FUOCO 115 via ca’ Baroncello 0424 228270 TRIBUNALE via o. Marinali, 32 VIGILI URBANI via J. vittorelli, 30 ARTE E CULTURA 0424 519404 0424 528418 SERVIzI PUBBLICI MUSEO CIVICO - BIBLIOTECA piazza Garibaldi, 34 0424 519450 AGENzIA DEL TERRITORIO via M. ricci, 8 - p. t. 0424 523364 MUSEO CERAMICA - REMONDINI palazzo sturm 0424 524933 QUOTIDIANI AGENzIA DELLE ENTRATE via M. ricci, 8 - 1° p. 0424 210611 CHIESETTA DELL’ANGELO via roma, 80 0424 227303 IL GAzzETTlNO via J. da ponte, 50 ARCHIVIO Dl STATO via Beata Giovanna, 58 0424 524890 PALAzzO AGOSTINELLI via Barbieri, 253 0424 217800 IL GIORNALE Dl VICENzA largo corona d’ltalia, 3 0424 528711 CAMERA Dl COMMERCIO largo parolini, 7 0424 220443 PALAzzO BONAGURO via angarano 0424 502923 Az. SANITARIA ULSS n. 3 CENTRI PER L’IMPIEGO largo parolini, 82 0424 529581 56 0424 227580 AGOSTINELLI 13/11 p.tto Montevecchio, 6 0424 522101 ALLE DUE COLONNE 25/12 via roma, 11 0424 522412 ALLE GRAzIE 04/12 via passalacqua, 10/a 0424 35435 CARPENEDO 18/12 piazza Garibaldi, 13 0424 522325 COMUNALE 01/01/2011 via ca’ dolfin, 50 0424 527811 COMUNALE 20/11 via ca’ Baroncello, 60 0424 34882 DALL’OGLIO 11/12 piazza libertà, 40 0424 522223 PIzzI 06/11 via J. da ponte, 76 0424 523669 POzzI 08/01/2011 via scalabrini, 102 0424 503649 SCARONI 27/11 via vicenza, 85 0424 502102 INCONTRI SCRIMIN GALLERIA via vendramini, 46/a 0424 227799 I.A.T. Informazioni e Accoglienza Turistica (Provincia di Vicenza) largo corona d’ltalia 0424 524351 MUSEO DEGLI ALPINI via angarano, 2 0424 503662 I.N.A.I.L. via o. Marinali, 79 MUSEO DEI CAPPUCCINI via san sebastiano 42 0424 523814 0424 217411 0424 523602 OSPEDALE Dl BASSANO via dei lotti, 40 0424 888111 EMERGENzE Autolettighe 118 GUARDIA MEDICA 0424 888814 U.R.P. 0424 888556/7 CONSULTORIO FAMILIARE via Mons. Negrin 0424 885191 ASS. SOCCORRITORI 0424 525760 Magnus von Wright REMONDINIA turdus iliacus corvus corax testo di isabella Minchio iconografia: al vecchio libro con questo numero ha termine la panoramica dedicata alle splendide stampe di Magnus von Wright, il noto pittore e ornitologo finlandese che i nostri lettori hanno imparato a conoscere nel corso di due anni. anche in questa circostanza, come peraltro in tutte le precedenti, i soggetti illustrati si riferiscono a esemplari presenti nella nostra regione. vediamoli dunque più da vicino. Nel testo un Corvo imperiale e un Tordo sassello si librano in volo. il Tordo sassello (Turdus iliacus), particolarmente comune nel veneto, vive nei boschi di conifere e nelle campagne coltivate. la sua taglia supera di poco i 20 centimetri di Sotto, dall’alto verso il basso un bell’esemplare di Tordo sassello. la strega amelia, popolare personaggio di disney, accompagnata dal fido assistente, il corvo Gennarino. 58 lunghezza, per un peso medio di 70 grammi. conosciuto pure con il termine dialettale di Sigalin, tende a migrare in piccoli gruppi formati da una o due covate. il Corvo imperiale (Corvus corax) è il più grande rappresentante della sua famiglia e appartiene all’ordine dei passeriformi. diffuso in tutta europa, in veneto è ben presente nel parco Nazionale delle dolomiti Bellunesi e, in genere, nelle zone alpine. di dimensioni ragguardevoli, raggiunge quasi i 70 centimetri di lunghezza, con un’apertura alare che sfiora il metro e trenta (il peso medio si attesta attorno al chilo). OSPITALITA’ a Bassano e dintorni HANS BENDER L’impegno culturale attraverso la formula dei racconti brevi e la direzione di riviste letterarie “il mio tenente era sempre affamato. Quando non sparava, aveva qualcosa fra i denti: una fetta di pane, magari con del lardo, del prosciutto o un po’ di wurst. amava in particolare i piccioni; quando marciavamo attraverso i villaggi e ne scorgeva uno, sul tetto di una casa o in volo, prontamente lo fulminava con una schioppettata. confesso che la cosa divertiva anche me; possedevo un fucile con mirino telescopico e non sbagliavo un colpo. il proiettile dei nostri fucili era però troppo grande per quel piccolo corpo. le piume volavano via a cespi e la pelle veniva eccessivamente lacerata. da buon attendente, spettava comunque a me arrostire i piccioni e servirli, prelibati, al tenente [...]. Negli ultimi giorni, a sebastopoli, avevamo subìto perdite pesanti ed eravamo ancora in dodici quando il comandante ci trasferì sulla sponda opposta della crimea, con il compito di occupare una postazione difensiva. scendemmo dal camion nel villaggio di ossowiny. lungo la strada si trovava una di quelle tipiche case russe dipinte di azzurro e ben isolate contro il freddo. aveva i vetri delle finestre puliti. da tempo mi ero abituato, quando cercavo un luogo dove acquartierarci, a controllarli bene: rispecchiano la natura degli abitanti e le condizioni delle stanze. anche il tenente, come ipnotizzato, fissava quella casa. “Guarda là!”, mi disse indicando il tetto con un bastoncino. sul cornicione erano appollaiati oltre venti piccioni, ben nutriti e con le code belle gonfie. “Noi ci fermiamo qui”, mi ordinò. e agli altri aggiunse: “cercatevi qualcosa nelle vicinanze!” [...]. Continua a pag. 62 Qui sopra: soldati tedeschi in crimea, durante la seconda guerra mondiale. In alto: Hans Bender qualche anno fa. 60 RISTORAzIONE a Bassano e dintorni trovammo la donna in cucina. Quando comprese le nostre parole, aprì una porta nel corridoio e cominciò a rassettare la stanza. era una grande camera, con un tavolo, alcune sedie e due letti in ferro, pieni di cuscini. alle pareti, uno specchio, decorato con carta a fiori, immagini di santi, una lampada e vecchie fotografie. ci spogliammo subito e, spossati, ci gettammo sulle coperte. il tenente si agitava nel sonno: “Ho fame”. Mi alzai e sciolsi i legacci che fissavano le pentole allo zaino. “Hai visto i piccioni?”, disse. “certo”. “Facciamo quattro: tre per me e uno per te”. “dunque, quattro piccioni?”. “si, quattro piccioni”, rispose [...]. Quando giunsi nel cortile trovai la donna inginocchiata davanti al focolare, intenta a cuocere una quantità imprecisata di verdure in una pentola di ferro. la osservai e le dissi qualche parola per farla sorridere. Ma lei non sorrise. ci raggiunge sua figlia, una bambina dal nome melodioso: tarsia [...]. essa mi disse: “puoi prendere tutto ciò che abbiamo, tranne i piccioni. Non sono nostri: appartengono a mio fratello ilja, che ora combatte a sebastopoli [...]. da I piccioni di Ilja, 1957 traduzione di andrea Minchio al ritorno dalla guerra e dalla prigionia in russia, Hans Bender (nato nel 1919 a Mühlhausen in turingia) intraprese il suo percorso letterario pubblicando una raccolta di poesie e racconti brevi -che si rifanno alle personali esperienze belliche- e fondando la rivista Konturen (Profili). Nel 1954 diede vita a un’altra rivista culturale, Akzente (Accenti), che in breve tempo si impose quale una delle più significative nel panorama editoriale tedesco. oltre ad antologie di prosa, Bender pubblicò emblematiche raccolte di liriche, divenute -grazie al carattere documentario- irrinunciabili opere di consultazione per gli appassionati di poesia. in quanto autore scrisse invece racconti brevi, ambientati nella seconda guerra mondiale e tradotti in varie lingue. Negli ultimi anni Bender ha molto incoraggiato i giovani scrittori e promosso all’estero la letteratura tedesca contemporanea. In alto: due numeri, pubblicati negli anni sessanta, dell’importante rivista letteraria tedesca Akzente (fondata da Bender nel 1954 assieme a Walter Höllerer). 62