Editrice Artistica
Bassano
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gratuita
Città di Bassano del Grappa
Assessorato alla Cultura e al Turismo
Scuola di Grafica A. Remondini
NOVEMBRE / DICEMBRE 2010
www.bassanonews.it
periodico di cultura, attualita’
BASSANO DUEMILAVENTI
Il Masterplan e l’asse dei Musei
1938
e servizio
CRISTINA BUSNELLI
La regola e la trasgressione
ESCURSIONE GUIDATA
tra monti e pascoli di Cismon
SOMMARIO
Copertina
il lago del corlo, così come appare
dai pendii del col dei prai nel
massiccio del Grappa. servizio a
pag. 36 (ph. antonio Minchio).
News periodico di
attualità, cultura e servizio
Anno XVII - n. 125 Novembre / dicembre 2010
Direttore responsabile andrea Minchio
EDITRICE ARTISTICA BASSANO
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© Copyright - Tutti i diritti riservati
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del Grappa n. 4/94 R.P. del 2 giugno ’94
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Ideazione e direzione artistica
andrea Minchio
Redazione
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diego Bontorin
Collaborazioni
associazione scrittori Bassanesi “il cenacolo”
comune di Bassano del Grappa
Museo-Biblioteca-archivio Bassano del Grappa
unione del commercio di Bassano del Grappa
l. Battistello, c. Busnelli, c. Ferronato,
F. Fontana, s. Gazzola, p. Manca, F. Martinelli,
antonio Minchio, i. Minchio, G. parolin,
G.B. sandonà, M. sartoretto, o. schiavon,
p. trevisan, M. vallotto, F. vettorel,
a. zamperin, M. zonta
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p. 5 - Gens bassia
il veneto dei castelli.
Feudi, comuni e signorie
p. 36 - Il rapporto
escursione guidata
tra monti e pascoli di cismon
p. 10 - Pianeta Casa
risparmio energetico.
come realizzarlo nella nostra casa
p. 40 - Il Cenacolo
Fryderyk e George.
un autre anniversaire (1810-2010)
p. 12 - Sfide
cristina Busnelli.
la regola e la trasgressione
p. 43 - Obiettivo sport
un mondo di emarginati?
p. 16 - Appunti
Mostre, letture e frizzanti curiosità
p. 18 - Saperne di più
il trifoglio rosso
p. 20 - I nostri tesori
lorenzo Battistello.
ceramica e bronzo tra sacro e profano
p. 24 - Finestra sui giovani
una maglietta e un paio di blue jeans
p. 26 - Schegge
Bassano 2020: l’asse dei musei
p. 30 - Ecclesia
centro Missionario scalabrini
ottant’anni nel segno dell’accoglienza
Sopra, da sinistra verso destra
uno schizzo di carlo aymonino per
il polo museale di santa chiara
nell’area dell’ex caserma cimberle
Ferrari. il grande architetto italiano,
recentemente scomparso, ha lavorato
al progetto che porterà alla realizzazione del Museo dell’automobile e
del Museo di storia Naturale, destinati a conferire ulteriore prestigio
culturale alla nostra città.
rettore dello iuav dal 1974 al 1979
(e docente nello stesso ateneo dal
1963), aymonino sosteneva che
“una nuova architettura è necessaria
solo laddove altri strumenti -quali il
restauro scientifico, il ripristino filologico o il recupero edilizio- non
abbiano senso operativo e solutivo”.
a partire da questo numero, l’architetto Massimo vallotto, ci illustra,
nella rubrica Schegge (pag. 26), il
Masterplan di Bassano partendo dal
cosiddetto “asse dei Musei”. le
prossime tematiche riguarderanno
l’Istruzione in sicurezza, il Verde
protagonista, la Razionalizzazione
dei parcheggi, la Mobilità sostenibile
e le Ipotesi perequative.
approda alla quarta edizione il
premio fotografico “salv@Guarda
Bassano”. il tema di quest’anno,
“per-correre Bassano. un giorno
nella tua città”, ci invita a rallentare,
a fermare le immagini e a riflettere
su quanto ci circonda (pag. 32).
p. 45 - Preacipua
aria (condizionata) bassanese
negli ospedali africani
p. 49 - Agenzia Viaggi
avventura in Malesia.
tour del Borneo malese e Brunei
p. 52 - Qui Porta Dieda
vincent van Gogh.
dalla parte dei più deboli
p. 54 - Visita alla città
principali monumenti e piante
p. 56 - Indirizzi utili
p. 58 - Remondinia
turdus iliacus, corvus corax
p. 60 - Ospitalità a Bassano e...
p. 32 - Progressus
per-correre Bassano.
un giorno nella tua città
p. 62 - Ristorazione a Bassano e...
3
In libreria a dicembre un volume fotografico di grande
impatto emozionale, ricco di immagini e riferimenti...
GENS BASSIA
il veNeto dei castelli
Feudi, comuni e signorie
testi di andrea Minchio e
Giovanni Battista sandonà
Fotografie:
Maurizio sartoretto
E’ la proposta di Editrice Artistica per il Natale 2010. Una strenna che offre un percorso
appassionante e coinvolgente, una lunga cavalcata in terra veneta dalle vette dolomitiche
al mare, all’insegna del rispetto, della consapevolezza e della valorizzazione.
il consenso ottenuto nel 2008
con il volume “terre di palladio.
viaggio memorabile nella provincia vicentina” ci ha indotto,
quest’anno, ad affrontare un
tema sempre molto importante a
livello regionale, ma forse un po’
meno trattato fotograficamente:
quello del Medio evo e delle sue
innumerevoli testimonianze.
e’ nata così l’idea di pubblicare
“il veneto dei castelli. Feudi,
comuni e signorie”, un libro di
grande impatto emozionale, ricco
di immagini e riferimenti, che non
ha tuttavia la pretesa di studiare la
materia con rigore scientifico o di
presentarsi quale catalogo ragionato ed esaustivo di una particolare
tipologia costruttiva o militare.
attraverso le splendide vedute
di Maurizio sartoretto, che ci ha
fornito una preziosa e sensibile
collaborazione, abbiamo piuttosto
inteso compiere un percorso
appassionante e coinvolgente, una
lunga cavalcata in terra veneta
dalle vette dolomitiche al mare,
all’insegna del rispetto, della
consapevolezza e della valorizzazione. una ricerca, sul piano storico ed estetico, finalizzata a colpire
e a sensibilizzare il lettore sulla
grandiosità di un patrimonio artistico e monumentale davvero
impressionante. un’ulteriore leva,
per quanto modesta, concepita per
contribuire alla crescita di una
sensibilità che porti sempre più
all’affermazione di un’economia
Le immagini sono tratte dal volume
“Il Veneto dei Castelli. Feudi, Comuni
e Signorie” (EAB, dicembre 2010)
forte e strutturata, basata sulla
cultura e sul turismo, le cui enormi potenzialità sono ancora in
gran parte da sviluppare.
credo -e spero- che questa nostra
operazione editoriale, coraggiosa
anche perché portata avanti in
epoca di crisi, possa incontrare il
gusto del pubblico. sicuramente
ci siamo impegnati a fondo per
condurla a termine, operando
scelte di qualità senza gravare
sul prezzo di copertina, non elevato per una tale pubblicazione.
Qui sotto riportiamo uno stralcio
della presentazione stesa dall’amico Giovanni Battista sandonà,
persona colta e sensibile, prezioso
collaboratore di Bassano News
e di editrice artistica.
A.M.
Qui sopra
il castello di lusa ad arson (Feltre):
situato ai margini del parco delle
dolomiti bellunesi, fu un’antica
dimora signorile appartenente al
sistema difensivo dei vescovi di
Feltre e Belluno.
Sotto
la copertina del libro.
“il veneto dei castelli” sarà in
libreria a dicembre (€ 40,00).
5
castelli e città murate del
veneto. va in scena la luce dei
secoli oscuri, nella cornice della
chiostra prealpina. si anima il
teatro della nostra storia, tra il
proscenio delle dolomiti altissime
e la platea, bassa tra le subsidenze
lagunari, sulla riva del mare.
torri e mura della nostra terra.
appaiono dai monti pedine incantate di una scacchiera territoriale,
definita armoniosa dalla centuriazione romana e oggi quasi decomposta nella sardana dell’unica
acentrica metropoli diffusa.
paradosso felice. sistemi fortificati, nati per la guerra e la morte,
sono oggi sempre più presidio di
umanità, luoghi di vita a misura
d’uomo, rifugi dall’esistenza
rapida e distratta, consumata in
superficie. vera condanna per
l’uomo del terzo millennio.
i centri murati e i castelli invitano a scendere in profondità,
Sopra
antica sede dei vescovi conti di
ceneda, il castello di san Martino
sorge sul colle di san paolo, sopra
vittorio veneto: nonostante l’adattamento a residenza episcopale, in
alcune sue parti conserva ancora
oggi l’aspetto di una fortezza.
Sotto
il castello scaligero di torri del
Benaco, sul Garda, ospita al suo
interno un bel museo etnografico.
6
come profonde sono le vere di
pozzo che li disseminano e
pescano l’acqua, la vita nascosta.
Giacimenti di silenzio e luoghi di
approfondimento del sé personale, suggestione emotiva capace di
pizzicare una corda segreta del
cuore. in essi si ritrova il passo
dei padri. luoghi di ritmi antichi,
scenari di tempi andati ci invitano e insegnano a rallentare, a
prender fiato e respirare a pieni
polmoni, a osservare attenti e
non guardar distratti.
ammaestramenti inestimabili
nella congerie del presente frammentario. Meccanismo dell’anima e dell’architettura, manieri e
mura sono fragili e a rischio perché il castello è come il bosco:
senza l’uomo ad abitarlo muore.
la città murata non è riducibile a
foresta intricata. Nei centri murati del veneto la popolazione intra
moenia diminuisce e invecchia
costantemente. privati degli abitanti tra le mura centri come
Feltre e castelfranco, cittadella e
soave e asolo restano come edifici sventrati e alveari senza api.
perdono le sentinelle e i custodi.
perdono il profumo del pane fresco. perdono l’anima.
vale per castelli e centri cinti da
mura, quanto vale e si dice per
venezia: la capitale lagunare ha,
enfatizzati, i pregi e gli acciacchi
dei suoi fratelli in terra veneta.
la città del leone gode di una
legge speciale, anche centri
murati e castelli meriterebbero una
legge e un fondo speciale regionale, alimentato in sede europea.
i bisogni son gli stessi: restaurare
e studiare, scavare e proteggere
dalle tante forme di deterioramento, promuovere, tutelare, arrestarne lo spopolamento.
le potenzialità e il fascino sono,
in scala, gli stessi.
luoghi dell’emozione, scenari
dell’interiore materiato, torri cerchie e mura segnano e impreziosiscono il paesaggio veneto. esse
chiedono e alimentano lo stupore, la contemplazione, il godimento della loro bellezza. sono
luoghi forti e spazi dello spirito.
di questo parlano anche i monasteri e le torri campanarie fortificate: il campanile di san Felice e
Fortunato a vicenza, la più bella
torre militare scaligera ancora in
piedi fuori verona - simile alla
memoria veneziana sullo sfondo
della giorgionesca pala di
castelfranco; l’abbazia fortificata
di Follina -non lontana dal cupo
ferrigno castel Brando- sono solo
due scorci di un lungo repertorio.
la visione di Malcesine dal
Benaco, l’impatto fascinoso e
tremendo di Montagnana, la
rocca di Monselice o il castello
degli ezzelini a Bassano di scor-
GENS BASSIA
A lato
probabilmente i primi a edificare
un castello a Malcesine, sul Garda,
furono i longobardi. più volte
distrutto e ricostruito, il maniero
venne in seguito poderosamente
attrezzato dagli scaligeri.
Qui sotto
l’imperatore ottone i è accolto a
braccia aperte da papa Giovanni Xii
(in una miniatura del Xv secolo).
Sopra
la rocca dei tempesta a Noale:
venne utilizzata per scopi militari
fino al Xv secolo.
un momento del palio di Noale.
7
cio dal ponte palladiano, il presentarsi solenne e glorioso del
castello doppio di Marostica
dalla pianura veneta, prima di
approdare alla riflessione cerebrale allargano il cuore, dissetano lo
stupore, compiacciono la fame di
bellezza. castelli e rocche, città
murate e torri danno per gli occhi
gran dolcezza al cuore. tanto
hanno di pregio architettonico, ma
di più offrono nel piacere della
visione. se il primo dono è
appannaggio di tecnici ed esperti
fruitori, il secondo lo vive anche
un bambino. essi dicono tanto sul
piano personale quanto al corpo
sociale, quanto offrono all’animo
lo concedono poi al pensiero.
incontrarli nella bellezza della
fotografia ha un’universalità
seconda solo alla fruizione dal
vivo, offre un’emozione d’arte
oggettivata seconda solo all’interpretazione artistica soggettiva
e geniale. un testo fotografico su
castelli e città murate è al giorno
d’oggi tentativo apparentemente
secondario ma necessario. È
esperimento raffinato di riappropriazione di tanti luoghi dello
spirito, del ricordo e dell’emozione, canto delle radici, esplicitazione di un viaggio interiore.
Sopra, da sinistra verso destra
il castello di soave si presenta come
una poderosa costruzione militare.
Fieramente piantato sul Monte tenda
a controllo della pianura sottostante,
è costituito da un mastio, attorno al
quale si svolgono i giri delle mura.
il castello di valbona, a lozzo
atestino, venne eretto nel Xiii secolo.
in parte distrutto, fu ricostruito dai
carraresi nel 1338.
Sotto
Mastino ii della scala (1308-1351) in
un disegno ottocentesco ispirato alla
sua statua equestre (ora conservata a
verona nel castelvecchio).
8
e’ tentativo di fermarsi per pensare e ritrovare nella pietra, nel
legno, nei mattoni di torri, campanili e mura e porte e castelli,
l’anima antica muta del veneto
dopo la fine di un modello di
sviluppo e il rallentamento della
locomotiva del Nord est. e’ il
tentativo di guardare con occhi
pieni di meraviglia, lasciarsi toccare da immagini capaci di scendere nel lago del cuore, riflettere
per trarre gli auspici e riorientare
il cammino. urge tornare sulle
torri per guardare più lontano,
per intravvedere il futuro e il suo
sentiero. oggi le minacce non
sono più masnade armate ma
economie fino a pochi anni fa
lontane, l’idra dell’inquinamento
nelle sue molte teste e forme, il
saldo demografico sempre più
canuto, la fatica dell’integrazione
interculturale, la disintegrazione
sociale e familiare, la fretta, la
precarietà, la percezione di una
vita meno buona e sicura. Figli
imponenti della radice romanogermanica, che fu lievito e impasto del vecchio continente, tutti i
luoghi forti veneti, perfino i loro
mozziconi e rimasugli, ricordano
la secondarietà europea, nella
figliolanza romana: in essi,
manufatti per la guerra e mirabili
architetture frutto dell’intelligenza,
trovano armonia le ragioni della
forza e le forze della ragione.
le mura antiche dei castelli contribuiscono a trovare nei granai
della sapienza avita risposte ai
problemi più scottanti del presente. duratura insegna di una
civiltà guerriera e dura ma colta
e gentile, castelli e porte, torri e
mura restano oggi anche un invito incessante alla conservazione,
memento e meditazione sui fondamenti della nostra civiltà in
stagione di crisi. presidiando le
praterie degli animi e i territori
veneti come ieri anche oggi sono
fulcri d’ordine. sono guardiani
vigili e muti di un equilibrio città
campagna rovinosamente in gran
parte perduto. Frenano e contrastano uno sviluppo abitativo
anarchico e inselvatichito, non
fatto per la convivenza pacifica
dell’uomo. sono confine materiale che non è limite ma protezione, non è ostacolo a raggiungere le lontananze remote del
presente globale ma alta specola
da cui guardar lontano, godendo
il tepore del nido e le brezze dell’aria natia.
G.B.S.
Alcuni significativi suggerimenti per ridurre i consumi
PIANETA CASA
risparMio eNerGetico
come realizzarlo nella nostra casa
a cura di orazio schiavon
Delegato Confedilizia Vicenza
per il territorio bassanese
l’energia consumata nell’edilizia
residenziale per riscaldare gli
ambienti e per l’acqua calda
sanitaria rappresenta circa il 30%
dei consumi energetici nazionali
e circa il 25% delle emissioni
totali di anidride carbonica.
lntraprendere interventi di risparmio energetico significa dunque
consumare meno, riducendo le
spese di riscaldamento e
condizionamento, migliorare le
condizioni di vita all’interno della
casa, diminuire sensibilmente i
consumi di combustibili fossili,
proteggere l’ambiente, contribuire
alla riduzione dell’inquinamento
e, infine, investire in modo intelligente i nostri risparmi.
Negli ultimi anni sono state ema-
Sopra
il risparmio energetico in casa passa
attraverso una buona manutenzione
e regolazione degli impianti di
riscaldamento e condizionamento.
Bisogna dunque prestare attenzione
alla canna fumaria (1), alla caldaia (2),
al bruciatore (3) e all’unità esterna
di condizionamento (4).
ALCUNI SERVIzI DI
CONFEDILIzIA A BASSANO
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in tutte le materie attinenti la casa:
fiscale, condominiale, locatizia, legale, catastale...
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nella stipula dei contratti di locazione
(con l’offerta della relativa modulistica) e di ogni altro contratto.
Assistenza condominiale
ai molti condòmini proprietari di
appartamento anche in materia di
adempimenti e agevolazioni fiscali,
nonché corsi di formazione e aggiornamento per amministratori.
Confedilizia Notizie
è un mensile, ricco di informazioni
utili al condòmino, al proprietario di
casa, al risparmiatore immobiliare.
preziosi risultano pure i suoi manuali,
opuscoli e approfondimenti periodici.
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godono dei benefici della bonifica.
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su tutto il territorio nazionale, gratuite per gli associati.
nate diverse leggi e norme che
indicano requisiti e criteri sia per
la progettazione delle nuove
costruzioni sia per gli interventi
di riqualificazione del patrimonio
edilizio esistente.
in seguito riportiamo alcuni suggerimenti per migliorare il livello
di comfort della nostra abitazione
e per ridurne i costi energetici
tenendo presente che alcuni
interventi richiedono l’assistenza
di tecnici specializzati.
di tutta l’energia utilizzata in una
stagione per riscaldare a 20°c e
condizionare a 26° c un edificio,
una parte viene dispersa dalle
strutture (tetto, muri, finestre) e
un’altra dall’impianto. sul consumo totale di combustibile, uti-
lizzato per riscaldare un edificio,
si può risparmiare dal 20 al 40%
fin dal primo anno, con benefici
notevoli sulla bolletta energetica.
per realizzare un significativo
risparmio dobbiamo pertanto
ridurre le dispersioni di calore in
inverno e le rientrate di calore in
estate attraverso le pareti, il pavimento e il tetto della casa, limitare
le fughe di aria calda attraverso
i vetri e gli infissi delle finestre,
abbassare il riscaldamento nei
locali non utilizzati, sfruttare al
meglio l’energia manutenendo e
regolando bene gli impianti di
riscaldamento e condizionamento.
tutto ciò comporta spese, ma si
tratta di investimenti che portano
a un risparmio immediato.
* zona climatica e - Nord italia
ll nostro impianto di riscaldamento, per mantenersi efficiente
e consumare poco, deve essere
ben tenuto e perfettamente regolato. proprio per questo il d.p.r.
412 del 26.8.93 e il dlgs 19 agosto 2005 N. 192 hanno reso
obbligatori i controlli sull’efficienza degli impianti termici.
su tutti gli impianti, sia centralizzati sia autonomi, dobbiamo
effettuare almeno una manutenzione ogni due anni, secondo
regole precise.
tale manutenzione deve essere
eseguita da tecnici specializzati
e riportare l’esito dei controlli su
un “libretto” (che ogni impianto
deve avere).
L’organizzazione storica della
proprietà immobiliare, da sempre
a difesa del proprietario di casa
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10
la manutenzione obbligatoria
prevede:
- il controllo della temperatura e
l’analisi dei fumi (una temperatura
dei fumi troppo elevata indica la
probabile presenza di incrostazioni all’interno della caldaia,
che si traduce in un minor rendimento dell’impianto);
- la pulizia della caldaia (anche
un piccolo spessore di fuliggine
nei canali che portano il fumo
causa una sensibile riduzione del
rendimento dell’impianto);
- la regolazione della combustione
del bruciatore, in quanto un mal
regolamento è causa di notevole
spreco di energia. se porzione del
combustibile non viene totalmente
bruciata, le particelle incombuste
si depositano sulle superfici interne della caldaia e del camino e/o
fuoriescono inquinando l’ambiente circostante;
- la sostituzione del generatore
di calore che è obbligatoria se,
dagli accertamenti effettuati
durante la manutenzione, si
riscontra che non è possibile
migliorare il rendimento della
caldaia per adeguarlo ai valori
minimi imposti dalla legge. Nel
caso di caldaie molto vecchie (15
anni) è obbligatoria una diagnosi
energetica da parte di personale
qualificato e, generalmente, è
conveniente sostituire la caldaia
con una ad alta efficienza.
Uscire dagli schemi attraverso una progettazione rigorosa
SFIDE
cristiNa BusNelli
la regola e la trasgressione
testo di andrea Minchio
Fotografie:
Franco Manfrotto, andrea e
antonio Minchio, Fabio zonta,
archivio cristina Busnelli
Dall’esperienza milanese con i maestri del design alla formazione con Renata Bonfanti e
alla successiva elaborazione di una sua personale produzione artistica: scopriamo i segreti di
un’arte antica che, rivisitata con fantasia dalla tessitrice bassanese, si rivela più attuale che mai.
cristina Busnelli, bassanese, ha
conseguito il diploma di industrial
designer alla scuola politecnica
di design di Milano.
progetta e realizza a telaio prototipi
e pezzi unici per abbigliamento e
arredamento. applica una lavorazione
antica alla ricerca tecnico-formale e
allo studio dei materiali e delle loro
caratteristiche, secondo metodologie
proprie dell’industrial design.
A fianco, da sinistra verso destra
Peluquero, arazzo, tela e saia, 2006.
Gritti, arazzo, tela e saia, 2006.
Qui sotto
Gea, arazzo, tecnica mista, 2007.
colori, forme e geometrie, giochi
di luce e vibrazioni, tra la poesia
del disegno e la ruvida concretezza della materia, in una successione di quinte che nascono
progressivamente dal nulla,
a volte connotate da un ritmo
lineare e forse quasi prevedibile,
a volte complesse e sorprese
dall’improvvisa irruzione di elementi trasgressivi.
la sfida di cristina Busnelli,
diplomatasi al Brocchi di
Bassano, ma fin da bambina
portata a esprimersi con la matita
e i pastelli (“avrei voluto frequentare il liceo artistico”), è stata virtualmente lanciata dopo l’espe12
rienza milanese alla scuola
politecnica di design (1980-’82).
“una formazione importante,
legata soprattutto alla presenza
di docenti di alto livello (Bruno
Munari, Guido petter...) e alla
composizione eterogenea degli
studenti, provenienti da ogni
parte del mondo e apportatori
delle percezioni più disparate.
un cocktail stimolante, al quale
faceva da sfondo l’ambiente
meneghino, a quel tempo estremamente vivace sotto il profilo
culturale e artistico”.
amante del design e della pittura,
nei primi anni ottanta cristina
Busnelli ha imboccato una strada
intermedia, quella della tessitura
a mano, iniziando un periodo di
apprendistato presso la zia renata
Bonfanti, già allora artista di
fama internazionale. un affiancamento partito in sordina che,
giorno dopo giorno, l’ha condotta
ad affinare le proprie conoscenze;
un percorso compiuto assieme,
lungo il quale ha tuttavia maturato progressivamente una visione
artistica autonoma. se al principio le sue opere (arazzi e tappeti)
ricalcavano per certi versi la
produzione della Bonfanti, in
seguito la giovane tessitrice si è
differenziata sotto il profilo tecnico e formale.
SFIDE
A fianco, da sinistra verso destra
i quattro arazzi realizzati da cristina
Busnelli tra il 2006 e il 2007
per l’ambone della chiesa di san
Francesco a Bassano: ognuno di
essi si ispira ai colori e ai temi del
tempo liturgico.
Qui a lato, dall’alto verso il basso
Fuente de luz, lampada in legno
e tessuto, 2002 (coll. privata).
Lanterna magica, minitessitura con
cornice, 2010.
“Normalmente sviluppo i miei
lavori partendo da un fondamento
reale (per esempio un paesaggio)
per poi trasformarlo e ridurlo a
soggetto irriconoscibile”: un’interpretazione personale e fantasiosa che si esplica pure attraverso un uso libero e disinvolto
della tecnica. cristina Busnelli
tende infatti a stravolgere e rompere le geometrie dell’intreccio
tessile (soggetto di per sé allo
strumento-telaio e quindi vincolato a una rappresentazione
piana), mescolando tecniche
diverse che conferiscono alle sue
opere un effetto tridimensionale.
un esito singolare e insospettato,
che ottiene infittendo o rarefacendo i fili, usando differenti intrecci tessili e scegliendo materiali
di diversa consistenza e cromia.
“se la pittura si estrinseca -talvolta con più strati di colore- su
un supporto certo, è giusto (e solo
apparentemente banale) ricordare
che nell’opera tessuta a mano
supporto e realizzazione artistica
costituiscono un tutt’uno, che
prende corpo e forma un po’ alla
volta, procedendo da un’origine
definita e mantenendo sempre
una precisa direzione di lavoro”.
tutto vero, naturalmente. anche
se l’approccio di cristina Busnelli
tiene conto della sua specializzazione in industrial design. ogni
lavoro (si tratta di pezzi unici) è
preceduto da un’accurata progettualità e ne prevede la destinazione: a muro, indossato come indumento, a terra come tappeto.
la scelta della tecnica e dei
materiali ne risulta quindi una
logica conseguenza, evidente
retaggio della scuola milanese,
sempre rispettosa di quel legame
tra oggetto e funzione che si
richiama ai dogmi della Bauhaus.
“la tessitura impone un certo
rigore; per le sue caratteristiche e
i suoi limiti richiede un’accurata
progettazione, che contempli pure
la libertà di uscire dagli schemi e
individui le modalità tecniche per
poterlo fare. solo attraverso continue variazioni ritengo sia infatti
possibile elaborare nuove e sti-
molanti soluzioni. carmen rossi
notava -giustamente- come il mio
lavoro ricordi quello dei jazzisti,
che creano molteplici improvvisazioni da un tema noto”.
a chi le chiede il significato
delle sue opere cristina Busnelli
risponde lasciando quasi una
porta aperta: “ogni mio lavoro
rivela uno sfondo ideale che
lascio sospeso e indeterminato;
l’invito all’osservatore è quello
di leggerlo e completarlo secondo
una sua personale visione”.
Sopra
Specchio delle mie trame, oggetto
tessile, 2001.
Qui sotto
Trepiùdue, arazzo
a cinque teli componibili,
tecnica mista, 1999.
13
SFIDE
A fianco, da sinistra verso destra
Amareilibri, arazzo, tecnica mista,
2000 (coll. privata).
Eolo, arazzo, tecnica mista, 2002.
Qui sotto
alcuni particolari di tessiture
e tecniche di lavorazione.
Qui sotto
La regina della notte, arazzo,
tecnica mista, 1997.
Cristina Busnelli
via sant’antonio da padova, 16
Bassano del Grappa (vi)
tel. 0424 567424
cell. 347 5509339
[email protected]
cristinabusnelli.wordpress.com
14
Mostre, letture e frizzanti curiosità
APPUNTI
a cura di elena trivini Bellini
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il Metodo Gugù è una tecnica
per l’apprendimento della musica
e in particolare del pianoforte.
l’idea nasce da una ventennale
esperienza nell’insegnamento e
dalla continua e fortunata profferta di manifestazioni musicali
per bambini, in tutto il territorio
bassanese, da parte del suo
autore, il maestro luigi Ferro.
pianista, didatta e compositore,
il musicista partenopeo (che da
lungo tempo vive nella nostra
città) ha infatti condensato le sue
conoscenze ed esperienze pedagogiche in questo particolare
metodo, rivolto tanto ai bambini
che intraprendono lo studio del
Qui sopra
la copertina e due pagine della
pubblicazione. di grande formato,
con un’efficace veste grafica (curata
da diego Bontorin) e molti disegni a
colori (opera di piero sandano),
questo volume si pone nel mercato
editoriale italiano di settore come
una vera e propria “chicca”.
Sotto, da sinistra verso destra
il maestro luigi Ferro, pianista,
didatta e compositore, affiancato da
“Gugù”, il simpatico gufetto che ha
creato per illustrare a bambini e
insegnanti la sua particolare tecnica
di apprendimento della musica.
16
pianoforte quanto agli insegnanti
che li seguono.
si tratta di un prezioso supporto
tecnico, teorico e pratico per i
docenti di pianoforte, che propone nozioni, esercizi e brani
(con difficoltà crescente) e offre
allo stesso tempo l’opportunità di
condividere, ampliare e sviluppare un personale percorso
didattico. tradotto in un’elegante
e colorata pubblicazione, tanto da
apparire come una vera “chicca”
nel panorama editoriale nazionale
di settore, il Metodo Gugù fornisce inoltre utili consigli su come
organizzare un saggio musicale
multi-artistico anche con allievi
ai primi mesi di corso.
un simpatico personaggio illustrato, il piccolo gufo Gugù,
accompagna assieme a numerosi
amici l’allievo attraverso le
pagine del libro: un percorso
didattico nel quale si rivela di
volta in volta insegnante saggio
e tenera, amichevole mascotte.
la pubblicazione si apre con
alcuni cenni teorici, ai quali
seguono esercizi e brani melodici
che approfondiscono le varie
problematiche tecniche (sempre
descritte simpaticamente dai
fumetti); elementi che sono poi
inseriti nelle fiabe musicali
descritte e raccontate.
i primi brani musicali prevedono
un testo accompagnatorio e possono essere quindi cantati dai
bambini per meglio sviluppare
la propria musicalità. il testo fa
pure cenno a una tecnica utilissima per la corretta posizione
della mano, che è utilizzata
empiricamente da più di mezzo
secolo da molte scuole di pianoforte (come la scuola napoletana)
ma che mai è stata edita: la
cosiddetta tecnica delle cadute.
alcuni interessanti e innovativi
input alla composizione invitano
inoltre i bambini a creare la loro
musica, mentre un facile metodo
per la memorizzazione degli
accordi aiuta i ragazzi a essere
autonomi nell’approccio alla
musica moderna, leggera e
d’accompagnamento. preziosi
consigli sulle modalità di studio
concludono questo testo, ricco
di immagini colorate, brani dalle
melodie orecchiabili, allegri
fumetti ed esercizi tecnico-teorici
progressivi e formativi.
i bambini hanno così la possibilità di imparare i primi rudimenti
di pianoforte in modo allegro e
veloce, potendo subito partecipare a manifestazioni (saggi o
fiabe musicali), ampiamente
descritte e illustrate nel testo.
Non a caso il sottotitolo del libro
recita eloquentemente “per
amare lo studio del pianoforte”.
Luigi Ferro, Metodo Gugù.
Editrice Artistica Bassano, 2010
Pagg. 112 - € 20,00
Conosciamo da vicino una pianta dalle proprietà
importanti per il benessere della donna e dell’uomo
SAPERNE DI PIU’
il triFoGlio rosso
E’ particolarmente indicata per la salute dell’apparato uro-genitale di entrambi i sessi.
a cura di Matteo zonta
A fianco, da sinistra verso destra
tiziano vecellio, Adamo ed Eva,
1550. Madrid, Museo del prado.
una splendida tavola illustrata del
Trifoglio rosso.
il Trifoglio rosso è una pianta
ricca di antiossidanti naturali
e fitoestrogeni specifici per l’apparato uro-genitale della donna
e dell’uomo.
Qui sopra
il Trifoglio rosso (o pratense) è una
pianta erbacea molto comune in
italia. dalle sue infiorescenze,
raccolte al momento della massima
fioritura e poi essiccate, si ottengono
polveri ed estratti per la fitoterapia.
per il gentil sesso, infatti, una
costante integrazione con estratti
di Trifoglio rosso determina
importanti attività estrogenetiche
simili, che compensano le carenze ormonali in pre-menopausa e
in menopausa, migliorando così
tutti i sintomi, i disagi e le patologie a esse correlate.
i rimedi naturali a base di
Trifoglio rosso rappresentano dei
validissimi supplementi che prevengono, senza effetti collaterali,
le carenze di estrogeni. in effetti
la presenza dei fito-estrogeni
ricrea il cosiddetto ombrello
estrogenetico di protezione contro le patologie metaboliche,
come per esempio l’osteoporosi,
le malattie cardiovascolari, l’infarto, l’ipertensione arteriosa,
l’ictus, l’ipercolesterolemia...
MATTEO ZONTA
Naturopata - Iridologo
e-rboristeria zonta
Viale dei Martiri, 70
Bassano del Grappa
Tel. 0424 1945594 - 328 7711333
[email protected]
Sulle problematiche che
riguardano la salute sono previste
serate a tema con approfondimenti.
Per informazioni telefonare a:
0424 1945594 - 328 7711333
18
una costante integrazione con
estratti di Trifoglio rosso consente invece all’uomo di proteggersi dall’ipertrofia alla prostata
e -di conseguenza- dai tumori
alla prostata, grazie alle potenti
proprietà antinfiammatorie,
antiossidanti e ormonali di questa pianta. il Trifoglio rosso,
inoltre, funziona pure come una
sorta di viagra naturale: la sua
azione a livello erettile non è
immediata, ma nel tempo fornisce un valido supporto in questa
direzione, grazie alla capacità di
alcune sostanze contenute negli
estratti di incrementare la produzione dell’ossido nitrico organico;
il quale, a sua volta, favorisce
l’afflusso di sangue nei corpi
cavernosi dall’apparato genitale
maschile.
Molte delle funzioni a livello
vascolare sono legate ad alcune
sostanze del Trifoglio rosso che
favoriscono appunto la formazione dell’ossido nitrico organico,
uno tra i più potenti vasodilatatori naturali con regolarizzazione
del flusso del sangue e con
potenti attività biologiche.
l’ossido nitrico è stato studiato
per la prima volta da louis J.
ignarro, vincitore nel 1998 del
premio Nobel per la fisiologia
della medicina. lo studio ha
rilevato che l’ossido nitrico ha
un effetto vaso rilassante e antisclerotizzante, un ruolo chiave
per il buon funzionamento del
sistema cardiocircolatorio.
Questa attività dell’ossido nitrico
determina un’importante funzione
di prevenzione per tutte quelle
patologie dovute alla diminuzione
o al blocco del flusso sanguigno:
è utilissimo per esempio contro
l’infarto e l’ictus. l’ossido nitrico, inoltre, svolge interessantissime attività a livello immunitario,
e viene impiegato dalle diverse
cellule del sistema per uccidere
batteri e microrganismi patogeni
con azioni di protezione antivirale, antibatterica e antifunginea.
Artista sobrio e riservato, merita maggiore rinomanza
I NOSTRI TESORI
loreNzo Battistello
ceramica e bronzo tra sacro e profano
testo di andrea Minchio
e andrea Gastner
Fotografie: Bassano News
Allievo di Giovanni Petucco e Gino Cuman ai tempi di Andrea Parini, privilegia da sempre
le figure e i ritratti. Modellatore e scultore, nelle sue opere si ispira ai grandi del passato,
con un repertorio che spazia dai temi mistici e religiosi a quelli più umani ed effimeri...
A destra
Lo Spirito Santo appare alla
Madonna e al Bambino, terracotta
(particolare e assieme), 2009.
la passione per l’arte non
conosce confini. un’affermazione
che si attaglia perfettamente
a lorenzo Battistello, scultore
bassanese specializzatosi nell’esecuzione di opere in terracotta
e bronzo. un amore per il bello, il
suo, nato tra i banchi dell’istituto
d’arte de Fabris di Nove, ai
tempi gloriosi della direzione di
andrea parini e sotto la guida di
docenti blasonati quali Giovanni
petucco e Gino cuman.
una grande vocazione, in seguito maturata anche attraverso
l’importante eperienza lavorativa
in alcune aziende ceramiche del
territorio, che negli anni non è
mai venuta meno.
Neppure nel 1962 quando, appe-
Sotto
Madonna con Bambino, terracotta
(particolare), 2009.
20
na ventenne, lorenzo Battistello
fu costretto dalle circostanze a
emigrare a prince George nella
columbia Britannica (canada)
dove lo attendeva il fratello
romano. un cambiamento radicale, segnato dalle molte difficoltà che -soprattutto al principioaccompagnano la vita dell’emigrante. dall’ambiente familiare
dei laboratori novesi alle grandi
imprese edili e al lavoro in cartiera: un percorso che richiese
molta flessibilità e pazienza,
inducendo il giovane vicentino
a fare inizialmente “un po’ di
tutto”, perfino il boscaiolo...
ogni sera, però, concluso l’impegno lavorativo, lorenzo
Battistello tornava alla sua antica
passione, dedicandosi a quella
ceramica che amava e che gli
ricordava la terra natale.
privilegiando l’ambito figurativo,
da buon modellatore e scultore,
eseguiva infatti ritratti, statuette,
bassorilievi e medaglioni.
una sua specialità era rappresentata dal nudo, al quale anche
oggi si dedica con sentimento;
precedute da schizzi e disegni
preparatori, le sue “donne”
esibiscono fattezze sensuali e
mediterranee. ancora una volta
un richiamo, dalle distese gelide
e boscose dell’america settentrionale, alle forme e alle solarità
tipiche del Bel paese.
soggetti plasmati con maestria
nell’argilla: un materiale povero,
A sinistra
Crocifisso, terracotta su legno
di abete, cm 75 h, 2009.
Sotto, dall’alto verso il basso
Crocifisso, bronzo patinato, 2002.
Cristo morto, terracotta su legno
di noce (particolare), 2000.
A sinistra, dall’alto verso il basso
Omaggio a Madre Teresa
nel centenario della nascita,
terracotta. 2010.
Mendicante, bronzo, 1998.
Qui sotto
lorenzo Battistello nei pressi della
chiesa di san Francesco a Bassano.
spesso rifinito dopo la cottura
con una patina a base di latte
(o con tinte bronzee e ramate),
che tra le abili mani di Battistello
acquista vita ed espressione.
dal 1992, trent’anni dopo la sua
partenza per l’estero, Battistello
(che ora è in pensione) vive a
Bassano. Non aspetta più la sera
-o la notte- per lavorare la ceramica, ma destina tutta la giornata
all’arte; alle opere in terracotta
ha inoltre affiancato quelle in
bronzo. dai modelli in cera o in
argilla (talvolta pure in biscotto)
ricava gli stampi per la fusione
con risultati davvero lusinghieri;
basti pensare alle armoniose e
aggraziate ballerine ispirate ai
quadri di degas, piccoli gioielli
che sono anche pezzi unici.
un altro filone perseguito con
tenace costanza da Battistello è
quello religioso: le immagini di
queste pagine ne dimostrano
tutta la mistica bellezza.
Nella dolce soavità delle sue
Madonne con Bambino è facile
individuare un dna di evidente
matrice veneta, con chiari riferimenti alla pittura dei Bellini.
di dimensioni notevoli (si tratta
di opere alte anche più di un
metro), rappresentano per l’artista “la parte femminile
dell’assoluto”, alla quale egli
consacra un lavoro lungo, certosino e colmo di cristiana devozione. Nei suoi cristi, infine, lo
scultore trasfonde l’immane sof-
LORENzO BATTISTELLO
SCULTORE
Ritratti, figure in bronzo e terracotta
Via Lodovico Todesco, 25
Bassano del Grappa (VI)
Telefono 0424 527990 (ore pasti)
21
1
2
3
4
5
6
ferenza del salvatore, al cui volto
patito conferisce in qualche
occasione non tanto le sembianze
di un giovane “figlio” quanto
quelle di un “padre” avanti negli
anni: un povero vecchio smunto
e macilento, fiaccato dalle traversie di una vita aspra, per certi
versi umanamente simile a quella di tanti emigranti conosciuti
da Battistello in canada.
1) Donna con treccia, bronzo, 2002.
2) Meditazione, terracotta patinata,
2003.
3) La pensatrice, bronzo, 2001.
4) Aurora, terracotta, vedute
di faccia e di schiena, 2009.
5) La bagnante, bronzo patinato,
2004.
6) Ballerini, bronzo patinato, 2009.
7) Venere, terracotta, 2009.
8) Il lago dei cigni, bronzo patinato,
2008.
schivo e riservato per natura,
raramente lo scultore vicentino
22
ha esposto i suoi pezzi in mostre
e rassegne: solo in passato, quando ancora viveva nel continente
americano, ha tenuto alcune personali con molta soddisfazione.
prossimamente (sabato 6
novembre, ore 15) potremo però
ammirarne alcune opere presso
la sede espositiva della storica
ditta ceramiche petucco a Nove,
l’azienda del suo antico maestro.
per Battistello non è solo una
manifestazione culturale, ma
anche un ritorno alle origini...
7
8
I giovani e il loro difficile rapporto con l’abbigliamento
FINESTRA SUI GIOVANI
uNa MaGlietta e
uN paio di Blue JeaNs
a cura di sandro Gazzola
Una discussione in classe ha portato a conclusioni sorprendenti. Molte studentesse si sono infatti
dimostrate contrarie a certe mode. E c’è pure chi propone una particolare “divisa” per la scuola.
Fra i molti argomenti che ho
trattato in classe in questo ultimo
mese di discussioni, ce ne è uno
che mi ha particolarmente colpito,
più che altro per la posizione
assunta dalle ragazze: l’abbigliamento consono alla scuola.
se fossimo sul finire degli anni
sessanta mi aspetterei dei giovani
a favore di una nuova libertà di
costume, che diventa manifesto
di libertà e di pensiero, unita anche
a un nuovo concetto di emancipazione sessuale, con particolare
riferimento alla donna.
Sopra
due immagini della classe iii G
dell’istituto professionale per il
turismo remondini di Bassano.
C’è una sola grande moda:
la giovinezza.
Leo Longanesi, 1957
Moda. La dea dell’apparenza.
Stéphane Mallarmé, 1870
oggi, una classe di diciannove
ragazze e due maschi si è dimostrata in netto disappunto sulla
moda diffusa da un po’ di anni,
relativa ai pantaloni a vita bassa
che spesso ostentano varie tipologie
(o assenze) di perizoma, per non
parlare di altre esibizioni poco
eleganti del proprio corpo.
Milana esprime fin da subito un
disagio molto chiaro (che in fin
dei conti appartiene anche alle sue
compagne): “prof., non sopporto
le ragazze che mettono in mostra
tutto, davanti e dietro, perché i
ragazzi si fanno certe idee e pensano poi che tutte siamo facili e
disponibili”. tale uscita mi ha stupito, perché ero abituato ad affermazioni come: “prof., lei è vecchio,
non può capire la moda giovane!”;
Sotto
Milana, come le sue compagne
della iii G, ha partecipato con passione
alla discussione sul complesso
rapporto tra i giovani e la moda.
24
mentre ora è come se i ruoli si
fossero ribaltati: una classe di
ragazze, di circa sedici anni, mi
sta dimostrando una certa maturità
accompagnata da disagio, perché
al parere di Milana se ne sono
aggiunti altri di irritati, per dare
ragione alla compagna: “prof.,
sinceramente ho paura a uscire da
sola, perché non mi sento rispettata”; “prof. ... mi è già capitato di
ricevere un complimento poco
gentile per strada”; “prof., quando
vado in discoteca (alla domenica
pomeriggio) devo stare con la mano
sul bicchiere per evitare che qualcuno mi metta qualcosa di strano”.
tali affermazioni mi fanno intuire
come molte ragazze siano semplicemente per bene, legate a solidi
valori e terribilmente impaurite per
tutta la violenza che gira loro attorno, fino a perdere la serenità nei
momenti di svago all’aria aperta.
io chiedo loro se vedono dei motivi
di soluzione e chiara, decisa, propone che a scuola sarebbe giusto
avere la divisa, non come la intendono i college inglesi, ma una cosa
più semplice composta da un blue
jeans, una t-shirt per l’estate e una
felpa per l’inverno. Magari la
scuola si potrebbe convenzionare
con un negozio che venda il completo a un prezzo irrisorio (potrebbero essere 30 euro per i jeans e
30 euro per la felpa). “Questo evi-
terebbe -aggiunge- l’ostentazione,
da parte di alcune compagne e
compagni, di marche molto costose
(per essere diversi?); inoltre porterebbe un po’ di buon gusto a scuola
e aiuterebbe le famiglie a spendere
molto meno per i vestiti dei figli”.
la proposta è senza dubbio ben
formulata, dimostra un’attenzione
ai disagi tipici dell’adolescenza
(che in realtà si protraggono anche
in molti adulti) e uno scrupolo
verso la difficile “sopravvivenza”
dei genitori nei tempi difficili in
cui stiamo vivendo.
oggi ho avuto la sensazione che i
giovani, spesso criticati (ormai è
un’abitudine, come il lamentarsi
per il tempo), non fossero quelli
presenti davanti a me. Nel frattempo pensavo ad alcune mamme
e alcuni papà, che si presentano ai
colloqui con gli insegnanti vestiti
nel modo appena criticato
e chiedono se il figlio o la figlia
si presenti in modo decoroso.
le ragazze e i ragazzi che spesso
ho di fronte hanno ottime potenzialità, che frequentemente sono
soffocate perché non vi sono strutture, come i mass media, in grado
di raccogliere la loro causa.
Mi guardo attorno, provo a osservare come sono le ragazze che ho
di fronte: blue jeans, t-shirt, sedici
anni, voglia di vivere, di urlare al
cielo l’essenza della vita, di liberarsi da ogni paura e di costruire
un percorso solido che garantisca
loro un futuro sereno. Forse dobbiamo dare loro più fiducia e
imparare a proteggerle di più, perché per offendere e distruggere la
dignità basta pochissimo.
Queste righe sono dedicate a Sara,
che nelle scorse settimane, a causa
della mostruosità umana, è stata
ritrovata in fondo a un pozzo.
Alla scoperta del Masterplan di un’area strategica
SCHEGGE
Bassano 2020: l’asse dei musei
a cura di Massimo vallotto
inizia con questo numero una serie di approfondimenti per conoscere le analisi e le scelte che
caratterizzano il progetto unitario della trasformazione di un importante brano urbano della città.
In questa pagina
i render, gli schizzi e gli spaccati
del progetto definitivo per il
polo Museale santa chiara,
dell’architetto carlo aymonino,
di prossima edificazione nell’area
dell’ex-caserma cimberle-Ferrari.
carlo aymonino è scomparso lo scorso
luglio, i lavori continueranno sotto
la direzione della società torinese
d’ingegneria Sintecna srl.
L’ispirazione
Nel 2004, visitando la bella mostra
dedicata a renzo piano nel porto
vecchio di Genova, lessi (e mi
rimase impressa) la sua presentazione al Masterplan che offriva alla
sua amata città: “e’ un apporto
libero e gratuito che consegno alla
città e alle sue istituzioni, per il
suo futuro urbanistico, portuale,
industriale e sociale. spero che il
contenuto di questo affresco, che
naturalmente può essere approfondito e migliorato, non venga stravolto: nel qual caso, come ho già
detto, mi avvarrò del tradizionale
diritto al mugugno, come nella
migliore tradizione dei contratti
genovesi di imbarco…”.
Questo straordinario gesto civico
di un grande dell’architettura
Sotto
uno degli ultimi schizzi di aymonino
(1926-2010).
26
mondiale nei confronti della sua
città, ha ispirato, con consapevole
modestia delle debite lontanissime
proporzioni, il nostro offrire alla
città di Bassano del Grappa, un
insieme di possibili visioni urbane
che la proiettino dinamicamente
nel prossimo strategico decennio.
Il sistema museale esistente
l’area interessata dal Masterplan,
nella sua parte nord, può essere
considerata un’ideale prosecuzione
del centro storico oltre viale delle
Fosse. inoltre la prossimità con la
stazione ferroviaria la pone come
ideale nodo di interscambio e
accesso alla funzione turistico-culturale svolta dalla città di Bassano.
Nel centro storico sono localizzate
tutte le offerte culturali in forma
museale di Bassano, collegate tra
loro da percorsi che si aprono su
spazi civici urbani che sono a loro
volta elementi facenti parte del
sistema di offerta turistica della
città (piazza Garibaldi, piazza
libertà, piazzotto Montevecchio,
salita Ferracina, il ponte vecchio,
via angarano, le rive del Brenta
ecc.). si sono pertanto evidenziati
tutti quegli edifici o nuclei edificati che assolvono a funzione
museale o similare (spazi espositivi, monumenti) e i percorsi che li
collegano tra loro. sono stati individuati da est (zona prospicente
all’area del Masterplan) a ovest,
il complesso della ex-caserma
cimberle-Ferrari, ora sede di parcheggio temporaneo ma con progetto definitivo approvato, a firma
dell’arch. carlo aymonino, per il
polo Museale-culturale santa
chiara (ampliamento del Museo
civico, Museo dell’automobile
Bonfanti-vimar, Museo di storia
Naturale); la sede espositiva per
mostre temporanee di palazzo
agostinelli, il complesso di edifici
che costituiscono il Museo civico,
la torre civica che affaccia su piazza Garibaldi; la sede di mostre
temporanee e di convegni
chiesetta dell’angelo in via roma;
palazzo sturm, che ospita la collezione di stampe dei remondini, la
nuova sede dell’urban center che
affaccia direttamente sul Brenta; il
ponte vecchio; l’edificio dell’exMacello sulla sponda destra del
le “tracce di progetto” del Masterplan.
con questo progetto ci si propone di
eliminare anche la cesura di percorso,
creata dal viale delle Fosse, tra gli
edifici museali/espositivi esistenti e
l’area del vecchio ospedale.
fiume, che diverrà sede privata di
esposizione ed eventi di arte contemporanea ed infine palazzo
Bonaguro, che affaccia a nord su
via angarano e sul Brolo di prossimo recupero e valorizzazione a sud.
i collegamenti tra questi edifici
museali, sedi di esposizioni ed
eventi, e i monumenti avvengono
attraverso percorsi storici tutti
interni al nucleo della città vecchia,
nella maggior parte pedonalizzati,
sui quali affacciano importanti
costruzioni che hanno funzione
identitaria per i caratteri della città
del Grappa. l’ideale collegamento
e prosecuzione dell’area del vecchio
ospedale non potrà prescindere
da questa importante caratteristica,
dovendo prevedere da un lato l’inserimento di elementi architettonici
che integrino e completino l’offerta
culturale e dall’altro privilegino la
fruizione della stessa attraverso
percorsi pedonali che non si sovrappongano ad altri flussi, permettendo
ai visitatori di muoversi in completa sicurezza. particolare attenzione dovrà quindi essere posta
nell’attraversamento di viale delle
Fosse, che risulta particolarmente
trafficato, e per il collegamento con
la stazione Ferroviaria, importante
punto di accesso alla città.
Obiettivi del progetto
dall’analisi il sistema museale
presente in città appare racchiuso
all’interno del centro storico.
Questo è oggi un vantaggio, in
quanto i musei e i monumenti sono
tutti facilmente raggiungibili, ma
subisce un punto di cesura forte
con l’area del Masterplan.
dovendo quest’ultima, nella sua
parte nord, risultare l’ideale prosecuzione del centro storico stesso,
dovrà essere stabilmente collegata
a via Jacopo da ponte con un passaggio pedonale ipogeo, segno
distinguibile e caratterizzante l’intera operazione. a questo deve
tuttavia aggiungersi una funzione
che integri quanto il sistema
museale della città già possiede,
un nuovo edificio con prevalente
funzione culturale che completi
l’offerta bassanese. se l’area del
vecchio ospedale è destinata a
ospitare in un prossimo futuro la
Cittadella dei Servizi, è vitale, a
nostro avviso, prevedere all’interno degli accordi pubblico-privati
necessari per l’impresa di trasformazione dell’area stessa, un edificio
cardine, definibile Centro Civico,
che possa svolgere il ruolo di
catalizzatore delle offerte culturali
dinamiche della città, uno spazio
polifunzionale che si “trasformi”
adattandosi di volta in volta, per
soddisfare le funzioni necessarie
al completamento dell’offerta culturale temporanea della città
(struttura congressuale utilizzabile
per convegni, conferenze, proiezioni; spazio-teatrale dotato di
torre scenica e capienza fino a
1
2
3
1) area del vecchio ospedale
Centro Civico - spazio polifunzionale
(esempio: auditorium Mc9 zurick
insurance company; scandurra studio).
2) sottopasso di viale delle Fosse
(ipotesi).
3) polo Museale santa chiara.
27
4
5
1200 posti, ideale per spettacoli
classici e contemporanei). una
struttura oggi mancante alla città,
concepita secondo i dettami più
pragmatici che possano portare a
una gestione attiva e qualificata,
inseribile nell’offerta turistica
internazionale con l’obiettivo di
attrarre anche nuovi e stimolanti
volani economici per il territorio.
6
La proposta progettuale
l’inserimento del nuovo polo
Museale santa chiara nell’ex
caserma cimberle-Ferrari è di fatto
un completamento di quel percorso
interno al centro storico che viene
naturale definire “asse dei Musei”.
inoltre lo stesso complesso si proporrà come elemento dialogante
con l’area del vecchio ospedale,
punto di connessione con la
Cittadella dei Servizi e con l’auspicato Centro Civico che potrà,
oltre a ospitare eventi culturali e
di spettacolo vario, anche favorire
nuove importanti attività congressuali come già esposto. e’ per questo motivo che tale collegamento
deve assumere una assoluta evidenza, in quanto rappresenta il
punto di raccordo e continuazione
7
8
9
IL GRUPPO DI LAVORO
proGettisti
arch. Massimo vallotto
arch. antonio Gugliemini
LE PROSSIME TEMATICHE
- l’istruzione in sicurezza
- il verde protagonista
- la razionalizzazione dei parcheggi
- la mobilità sostenibile
- ipotesi perequative
collaBoratori
arch. roberto costa
arch. diego Gnoato
4) palazzo agostinelli;
5) Museo civico:
6) chiesetta dell’angelo;
7) palazzo sturm;
8) spazio Bonotto (ex Macello);
9) palazzo Bonaguro.
coNsuleNti
arch. emanuel lancerini
arch. luca ugolini
arch. valentina antoniucci
28
tra il centro storico di Bassano e
le aree di prossima trasformazione.
tutto ciò comporta lo sviluppo del
ruolo dell’armatura culturale del
territorio come matrice dell’identità
dei luoghi e come linea strategica
e prioritaria di sviluppo locale, il
cui valore è affrontato partendo da
alcuni punti fissi di una rinnovata
declinazione dello sviluppo sostenibile: l’intero territorio è visto
come sistema culturale, come esito
di processi stratificati nel tempo e
come opportunità creativa per
nuove interpretazioni, interventi
compatibili e valenze economiche
messe dalla storia e dalla cultura
sul tavolo della competizione.
la pianificazione del patrimonio
culturale territoriale viene affrontata
non più come un settore o come un
semplice attributo qualitativo dello
sviluppo, ma come matrice culturale genetica di tutte le sostenibilità
dello sviluppo: sostenibilità costituzionale, culturale, gestionale ed
economica, considerate come campi
di opportunità per la tutela e valorizzazione del tessuto culturale dei
luoghi. si tratta di azioni e strumenti capaci di trasformare la pianificazione territoriale in “pianificazione culturale del territorio”, in
grado di esprimere uno sviluppo
plurimo, localmente fondato e
globalmente competitivo poiché
intessuto sull’armatura del patrimonio culturale, cioè contemporaneamente sull’evoluzione specifica
dei luoghi e sulla cultura universale
dell’umanità. tutte le opzioni
vagliate confluiscono nella direzione dell’attribuire un valore strategico alla qualità territoriale e alle
identità culturali dei contesti locali, del leggerle come risorse da
conoscere, interpretare, conservare, incrementare e comunicare.
UN NUOVO PROGETTO
PER LA NOSTRA CITTA’
in questo esordio di secondo millennio, Bassano sta vivendo una fase
importante -forse decisiva- della sua
evoluzione urbana e urbanistica,
volta a ridisegnare il ruolo strategico
della città, dentro e fuori le mura.
all’interno del vecchio perimetro
delle mura viscontee, due significativi interventi strutturali e funzionali
stanno giungendo a compimento:
l’ampliamento del Museo civico e
della Biblioteca subito a sud della
vecchia sede e, poco più in là, in via
Marinali, il completamento della
Cittadella della Giustizia, sul sedime
delle vecchie carceri.
Nell’angolo nord-est del centro storico, in luogo del degradato complesso dell’ex caserma cimberleFerrari, sta per partire la realizzazione
di un ambizioso progetto di notevole
qualità architettonica, che porta la
prestigiosa firma dell’architetto carlo
aymonino. Mi riferisco al polo di
santa chiara, che offrirà sede adeguata al Museo di storia Naturale e
al Museo dell’automobile.
Fuori le mura, ad allargare il cuore
stesso della città, ecco aprirsi -a estla straordinaria opportunità del riuso
fisico e funzionale dell’area del
vecchio ospedale, sulla quale è ora
in corso un’attesa operazione di
Masterplan. dall’altro lato, a ovest,
si (ri)affacciano suggestive ipotesi
quali le “piazze d’acqua” (progetto
chipperfield) del Brenta e la ristrutturazione dell’ex Macello con destinazione a Museo e centro di promozione dell’arte contemporanea (operazione, quest’ultima, promossa da un
privato). se leggiamo queste nuove
realtà in sovrapposizione all’esistente
(Museo civico, della ceramica e
remondini a palazzo sturm, torre
civica, palazzo Bonaguro, palazzo
agostinelli, chiesetta dell’angelo e
castello degli ezzelini con il suo teatro all’aperto), ne emerge un sistema
museale di straordinaria qualità e
varietà di temi e di percorsi. in definitiva, un rilanciato appeal della
città nel campo culturale e, di conseguenza, anche turistico ed economico.
Carlo Ferraro
Vicesindaco di Bassano con delega alla Cultura
Nel 1930 nasceva in città l’importante struttura religiosa
ECCLESIA
centro Missionario scalabrini
ottant’anni nel segno dell’accoglienza
testo di pietro Manca
Fotografie: Bassano News
Hanno collaborato Valentino Chemin,
Andrea Gastner e Andrea Minchio
Padre Bernardo Zonta, superiore scalabriniano, ripercorre per noi la storia dell’istituto,
illustrandoci anche le prospettive future, orientate alla multiculturalità e all’integrazione.
A fianco
l’imponente prospetto occidentale
dell’istituto scalabrini a Bassano.
Sotto
padre Bernardo zonta.
se i portici del seminario
“scalabrini-tirondola”, oggi
“centro Missionario scalabrini”,
potessero parlare, racconterebbero
gli eventi cruciali vissuti in
ottant’anni. Ma con i se non si
scrive la storia.
l’attuale struttura, inaugurata
nel 1930, è stata il punto di riferimento per la formazione umana,
religiosa e morale di centinaia di
giovani che hanno frequentato la
scuola media, in qualità di seminaristi e, oggi, missionari nel
mondo. Molte sono le tappe raggiunte, con molti sacrifici e non
poche difficoltà: basti per esempio ricordare i tragici eventi
della seconda Guerra Mondiale,
che hanno coinvolto anche la
struttura del seminario.
abbiamo incontrato nel suo studio
il superiore p. Bernardo zonta,
che non ha rinunciato a farsi
simpaticamente “interrogare”.
Sotto, dall’alto verso il basso
uno dei caratteristici porticati
rivolti verso l’ampio cortile interno
e la bella chiesa dell’istituto.
Potrebbe redigere per noi un
bilancio della presenza missionaria scalabriniana a Bassano?
sono trascorsi ormai ottant’anni
dalla nascita di questo istituto.
i tempi di p. Francesco tirondola
sono ormai lontani, ma credo che
in questo arco di tempo siamo
Istituto Scalabrini
viale scalabrini, 3 - Bassano
Info e prenotazioni
tel. 0424 503054 - Fax 0424 506802
[email protected]
www.casascalabrini.it
30
riusciti a lasciare una traccia
della nostra presenza. Mi piace
ricordare l’impegno dei missionari vocazionisti, alcuni dei quali
vivono ora presso la residenza
“san raffaele” e nella comunità
di arco (tn). la loro dedizione,
unitamente a quella dei formatori
ed educatori del seminario, ha
contribuito alla crescita spirituale
di sacerdoti missionari -un tempo
per gli italiani, oggi per tutti i
popoli in mobilità- nei vari continenti ove la congregazione si è
diffusa. abbiamo offerto un
ulteriore segno del carisma scalabriniano, negli anni Novanta,
con la nascita del Centro di
Accoglienza per gli immigrati
extracomunitari. oggi l’emergenza è terminata e dedichiamo le
nostre energie a un’accoglienza
legata alla possibilità di un’abitazione stabile e confortevole
con la cooperativa “scalabrini”.
Nel 2010 compie inoltre ottanta
anni anche il nostro artistico presepio, che ripercorre con diverse
scene la storia della salvezza.
Il calo delle vocazioni ha reso
poco conveniente mantenere
attivo il seminario. La vocazione
all’accoglienza e alla ospitalità,
però, non ha avuto mai momenti
di stasi. Come è organizzata oggi
la vita del Centro Missionario?
alla fine del secolo scorso è terminata la nostra esperienza di
seminario e le attività hanno
subito una significativa trasformazione. provo a fare una sintesi.
il centro Missionario ospita la
residenza “san raffaele”, ove
risiedono ventuno missionari “in
pensione”, assistiti da p. ampelio
Bortolato. p. renato Famengo si
interessa invece della pastorale
giovanile vocazionale scalabriniana nel territorio, mentre p.
Mauro lazzarato è direttore della
Migrantes della diocesi di vicenza
e segue le comunità filippina,
nigeriana, ghanese, ucraina e
brasiliana del nostro centro.
Negli ultimi tempi, in accordo
con la direzione regionale,
abbiamo dato maggior vita alla
casa per ferie: una parte dell’edificio è stata attrezzata ed
ammodernata per ospitare quanti,
per lavoro o per vacanza, ne
facciano domanda.
Quali le prospettive per i prossimi
ottant’anni?
Mi piacerebbe che la realtà
bassanese divenisse un luogo
di condivisione, di scambio di
idee, di progetti, di familiarità
per gli immigrati e non solo.
l’accoglienza non ha sensi
unici. dalla sua fondazione il
seminario “scalabrini” ha formato missionari per gli emigrati
italiani. oggi il nostro compito è
di educare alla multiculturalità.
il centro deve fornire stimoli
nuovi alla società, alle comunità
parrocchiali e, in generale, al
Bassanese per rendere sempre
più efficace il processo di integrazione dei cittadini stranieri.
Questo è l’obiettivo principale
che ci prefiggiamo per il futuro.
Approda brillantemente alla quarta edizione
il premio fotografico “Salv@Guarda Bassano”
PROGRESSUS
testi di andrea Minchio
ed elena trivini Bellini
Fotografie: andrea e antonio
Minchio, Giuseppe parolin
per-correre BassaNo
un giorno nella tua città
Si ringrazia Ruggero Remonato
per la gentile collaborazione.
Il concorso invita a rallentare, a fermare le immagini e a riflettere su quanto ci circonda.
A fianco, da sinistra verso destra
una storica Pietà, posta sopra un arco
all’interno dei portici di piazzotto
Montevecchio, sfugge -dimenticataallo sguardo frettoloso dei passanti.
Foto-ricordo sul ponte vecchio tra due
turisti giunti in bicicletta: questa
immagine è stata scelta quale simbolo
di Salv@guarda Bassano 2010.
Pagina a fianco
una pausa per il raccoglimento
e la preghiera nella chiesa di san
Francesco: istanti dedicati alla
spiritualità, lontani dalla frenesia che
pervade la contigua piazza Garibaldi.
Sotto
il tempo sembra essersi fermato nella
fucina di valter vivian, appassionato
e valente fabbro ferraio ai pilastroni.
L’opportunità di cogliere lo
scorrere del tempo con un click
all’inizio dello scorso mese di
ottobre è stata ufficialmente inaugurata la quarta edizione del premio fotografico Salv@guarda
Bassano, promosso dal rotary
club cittadino, in collaborazione
con altre undici associazioni culturali del territorio.
davvero singolare il tema scelto
in questa circostanza, sul quale i
partecipanti potranno confrontarsi
a suon di scatti: Per-correre
Bassano. Un giorno nella tua città.
“l’invito -ci ha cortesemente
spiegato il dott. Mario Baruchello,
coordinatore del premio e anima
dell’importante iniziativa- è quello
di porre l’attenzione sulla frenesia
delle nostre giornate, che sempre
più spesso ci costringe a correre.
un’abitudine che fatalmente ci
32
allontana dai ritmi della natura
e che di frequente ci impedisce
di godere delle molte emozioni
offerte dallo straordinario contesto
antropico e ambientale nel quale
frettolosamente viviamo”.
un giudizio condiviso pure dal
responsabile tecnico del concorso,
il fotografo Giuseppe parolin:
“desideriamo sollecitare gli
appassionati a cogliere -attraverso
un click- lo scorrere del tempo,
interpretando e testimoniando in
modo creativo la vita della loro
città. il nostro è un invito a rallentare per vedere quello che non
si era notato, a percorrere e a non
correre per fermare le immagini,
a riflettere su quanto ci circonda
e -contestualmente- a salvaguardare il più possibile il territorio.
con una punta d’orgoglio ritengo
inoltre che la nostra iniziativa
possa essere considerata come
una bella opportunità: su duecento
immagini selezionate, sessanta
verranno scelte per la mostra, in
calendario dal 18 dicembre 2010
all’8 gennaio 2011 nella centralissima chiesa di san Giovanni.
abbiamo istituito due diverse
sezioni: la prima, Open, è aperta
a tutti; la seconda, School, è
espressamente destinata agli studenti delle scuole superiori.
partecipare non è difficile. per
iscriversi basta collegarsi al sito
www.ilbassanese.it inviando una
o due istantanee, con titolo, data
e luogo dello scatto, assieme a
un breve testo e ad alcuni dati
personali”.
E.T.B.
Attimo, fermati...
“Noi vediamo quello che siamo”:
citano Goethe gli organizzatori
PROGRESSUS
A fianco, da sinistra verso destra
una solida inferriata sigilla una
finestra della Madonnetta, le vecchie
carceri di via Marinali. attraverso
questa griglia ramata i detenuti
contemplavano brandelli di cielo,
nell’attesa di scontare la loro pena.
Fermarsi per osservare ed eternare la
città nella tela, creando suggestioni
ed emozioni: questo ci offre il pittore
Francesco liparulo, all’opera nella
storica piazzetta Guadagnin.
A fianco
un vasto terrapieno erboso lungo
il perimetro occidentale della pieve
di santa Maria in colle: forse
non tutti i nostri concittadini
hanno avuto modo di notarlo.
L’iniziativa è patrocinata dal Comune
di Bassano e dalle seguenti associazioni
Amici dei Musei e dei Monumenti
Bassano del Grappa
Italia Nostra - Bassano del Grappa
Ande - Associazione Nazionale Donne
Elettrici - Bassano del Grappa
Bianco è Nero
Fai - Fondo per l’Ambiente Italiano
Bassano del Grappa
International Inner Wheel Club
Bassano del Grappa
Inbar - Istituto Nazionale Bioarchitettura
sezione di vicenza
La Nostra Bassano
Lions Club - Jacopo da Ponte
Bassano del Grappa
Rotary Club - Bassano del Grappa
Soroptimist International Club
Bassano del Grappa
del premio, sempre fortemente
animati da una grande sensibilità,
sollecitandoci a coniugare con
senso estetico emozioni e documentazione. pensando al grande
poeta tedesco, soprattutto in riferimento al tema proposto quest’anno da Salv@Guarda Bassano,
torna però alla mente un’altra
citazione, celebre quanto immortale: “augenblick verweile doch,
du bist so schön!”. Attimo, fermati... così diceva Faust nella
vana e assurda speranza di potere
arrestare il tempo, tutto proteso
a cogliere e godere ogni istante
della sua esistenza, sublime e al
tempo stesso dannata, perché
venduta al diavolo.
a nostra volta, in una situazione
Il concorso è aperto a tutti i residenti
di Bassano e del territorio
l’iscrizione è gratuita. ciascun partecipante può sottoporre al premio un massimo di due fotografie, con un titolo, luogo
e data dello scatto, un breve testo esplicativo di commento, nonché nome, cognome,
l’indirizzo completo, l’età e la professione.
per iscriversi i partecipanti devono collegarsi al sito www.ilbassanese.it dal
quale scaricare il modulo di iscrizione.
le foto, a colori o in bianco e nero, sono
richieste in formato Jpeg, di qualità 300
dpi con almeno 1280x1024 pixel (ottenute con fotocamera digitale oppure con
tecniche fotografiche tradizionali e successivamente digitalizzate).
34
paradossalmente inversa rispetto
a quella dell’immaginario scienziato di Goethe, per salvarci
l’anima dovremmo rallentare i
ritmi di una quotidianità convulsa.
una corsa giornaliera e senza fine
che ci porta, forse perché prigionieri di mille contingenze, a non
fermarci mai e a trascurare l’essenza delle cose. eppure, istante
dopo istante, la vita ci sfugge
impercettibilmente dalle dita come
una sabbia impalpabile.
Ben vengano dunque gli appelli,
come quello lanciato dal team di
Mario Baruchello, a una maggiore
consapevolezza, ad approfondire
e a non accontentarci, a “controllare” quanto accade attorno a noi,
a intervenire quando serve e a
considerare davvero “nostra” la
cosa pubblica. impegno, quest’ultimo, davvero ostico per le italiche
genti, dotate di eccezionali risorse individuali ma poco propense
a fare squadra; attente al particolare (con occhio benevolo verso
l’orticello di casa), ma piuttosto
“distratte” per quanto concerne il
patrimonio della collettività.
Ben venga anche la fotografia,
arte sfrontata e ingannatrice (che
dall’immaginario comune è vista
come rappresentazione oggettiva),
se può aiutarci a distinguere
meglio i diversi contesti con i
quali ci rapportiamo e a prendere
coscienza di problemi e opportunità. un coscienza “critica”,
naturalmente.
A.M.
Con il Corpo Forestale dello Stato in visita a un territorio
vasto e ricco di boschi, autentico patrimonio ambientale
IL RAPPORTO
testo di andrea Gastner
escursioNe Guidata
tra monti e pascoli di cismon
Fotografie:
andrea e antonio Minchio,
Franco vettorel
Si ringrazia il Corpo Forestale
dello Stato per la preziosa
collaborazione, in particolare
il sovrintendente capo Luciano Fattore
e l’assistente capo Dario Ferrazzi.
Brevi note per un “diario di viaggio” attraverso una natura incontaminata e dagli orizzonti
sconfinati, alla ri-scoperta di luoghi pieni di fascino e apparentemente dimenticati...
A destra
lo splendido panorama visibile
da malga costa, con la valsugana
ed enego sullo sfondo.
Pagina a fianco
il lago del corlo, con la borgata
di rocca e il comune di arsie,
visti dai pendii del col dei prai.
Sotto
l’inizio del percorso, lungo la strada
di col san Marco-col cucchetto
(accessibile solo ai residenti).
dario Ferrazzi, assistente capo del
corpo Forestale dello stato alla
stazione di san Nazario, nel canal
di Brenta, è puntuale come un
orologio svizzero. Ferma la land
rover a pochi passi dalla chiesa
di cismon, per dare il tempo ad
andrea e antonio Minchio e al
sottoscritto di salire uno dietro
l’altro, poi si parte. la giornata
è bella, fresca e ventilata, il sole
appare e scompare tra nuvole
bianche. passiamo attraverso il
paese: alle nostre spalle si staglia,
Qui sotto
la Gusella, simbolo di cismon.
36
alta e appuntita, la Gusella, simbolo per eccellenza di questo luogo.
poco prima del ponte che attraversa
il torrente cismon voltiamo a destra,
lungo la strada detta di col san
Marco-col cucchetto (che in questo tratto è asfaltata): davanti a noi
si eleva, imponente, una parete
rocciosa trapuntata da cespugli dai
colori autunnali. Mentre percorriamo una breve galleria scavata nella
roccia, dario ci avverte che troveremo anche molto sterrato e “balleremo” un po’. poche centinaia di
metri più avanti entriamo nel cosiddetto Bosco della Madonna, situato
tra le province di vicenza e Belluno.
il percorso, stretto e tortuoso, serpeggia tra grandi faggi e carpini
costeggiando la montagna nella
parte nord-occidentale del Grappa,
in comune di cismon. e’ una zona
del massiccio che “manca” alla
lunga lista dei paesaggi montani
riscoperti e valorizzati da Bassano
News per i suoi affezionati lettori.
i tornanti si susseguono uno dietro
l’altro, le pareti sono formate da
roccia friabile, il fuoristrada rallenta e si ferma. andrea e antonio
sono pronti con le macchine fotografiche. immortalano la sinuosità
della strada, mentre tra gli alberi
spunta qualche piccolo borgo e,
in lontananza, si intravedono
incantevoli paesaggi montani.
ripartiamo. la land rover sale
verso col dei prai, il nostro primo
obiettivo. siamo letteralmente circondati da un bosco fitto e ripido;
misti ai faggi ecco abeti rossi e
larici, il sottobosco è coperto da
felci, rovi e noccioli. in questo
ambiente, spiega dario Ferrazzi,
vivono numerosi animali: caprioli,
cervi, camosci, volpi, marmotte,
tassi, scoiattoli e cinghiali.
Quest’ultimi, immessi abusivamen-
Qui sopra e in alto, a destra
alcune immagini del col dei prai e
della casara comunale di cismon.
Sopra il testo, a destra
la vecchia scuola elementare,
lungo la strada per il Forcelletto, un
tempo frequentata per tutto l’anno
dai figli del malgari cismonesi.
38
te, stanno notevolmente danneggiando le zone coltivate a prato.
per quanto riguarda i rapaci, sopra
questi boschi volteggiano due
coppie di aquile, diverse poiane e
parecchi corvi…
lo sterrato si inerpica sempre più
verso l’alto, scorgiamo le prime
case e qualche malga adagiata su
pendii verdeggianti; il panorama
si allarga, davvero splendido, sotto
un cielo blu fiordaliso. davanti ai
nostri occhi, da ovest verso est, sfilano l’altopiano di asiago, il canal
di Brenta, il lago del corlo e le
vette feltrine, con cima Grappa a
chiudere l’orizzonte. ci fermiamo
a malga costa dove veniamo
accolti cordialmente da Giò Maria
Maschio e dalla moglie olimpia.
la casa è datata 1856 ed è tale
quale è stata fatta. ci troviamo
sopra la val Goccia, a 900 metri
d’altezza. sul retro si nota un orto
ben coltivato e, poco distante,
alcune balle di fieno; i prati sono
coperti da numerosi crochi, i primi
fiori della primavera e gli ultimi
dell’autunno. sulle pareti esterne
è accatastata una quantità notevole
di legna da ardere. entriamo in
un ambiente dal fascino rustico,
il pavimento è formato da lastre
di pietra ruvida mentre il soffitto
è composto da travi in legno.
olimpia ci prepara il caffè, il marito porta una bottiglia di grappa: ci
raccontano di un tempo in cui non
esistevano strade e per salire fin
quassù si doveva scarpinare lungo
A fianco e qui sopra
Malga costa (1856) e i suoi cordiali
proprietari: Giò Maria Maschio
e la moglie olimpia. per loro
l’accoglienza verso l’ospite è una
tradizione di famiglia.
ripidi sentieri e strette mulattiere.
dopo la sosta ripartiamo in direzione del col dei prai. lo sterrato
sale ancora, tutt’intorno uno scenario stupendo; dal terrazzo di una
malga, lo sguardo spazia a trecentosessanta gradi: a est sono visibili
arsie, il lago omonimo, Fonzaso, il
col del Gallo e, in secondo piano,
cima campo, col perer e le vette
feltrine. la valbrenta taglia in due
i monti, sullo sfondo ecco Grigno.
a ovest si staglia l’altopiano dei
sette comuni con i suoi grandi
boschi e con enego, Foza e stoner
in bella vista. sotto di noi, a fondovalle, invisibile eppure molto
vicino in linea d’aria, c’è cismon.
dall’altopiano lo sguardo scorre a
sud, torna sul Grappa (di cui stiamo
percorrendo la parte ovest), sulla
Magnola e sugli asoloni... stiamo
affrontando la strada che si inoltra
verso il Forcelletto; un percorso che
ci porta alla chiesetta e alla scuola,
un tempo regolarmente frequentate
dalle famiglie dei malgari cismonesi. dopo le foto di rito si riparte: sullo sfondo altre casare, molti
i prati, visibile la malga Fiabernù.
imbocchiamo la val delle Bocchette,
con la malga omonima per giungere poi al Forcelletto, sempre in
territorio di cismon. proseguiamo
verso il rifugio scarpon e malga
Busetto; in alto, malga termine e
malga pertica. ora scendiamo lungo
la val cesilla, ai lati dello sterrato
cataste di legname: è abete rosso,
ci spiega dario. si respira aria fine
di montagna, giungiamo alla
Magnola: cielo azzurro, poche
nuvole e poca gente (per fortuna!).
e’ la fine del nostro tour nel vasto
territorio montano cismonese, lentamente torniamo sui nostri passi
lungo la cosiddetta Strada dei
Tedeschi. a proposito delle strade
comunali, non c’è che dire: sono
in ordine e molto ben tenute!
A sinistra, sopra il testo
il caratteristico laghetto nei pressi
della malga Busetto.
In alto
la chiesetta situata a pochi passi
dalla vecchia scuola elementare.
In basso
cismon sotto la neve.
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IL CENACOLO
Un inverno a Maiorca
a cura di chiara Ferronato
Fryderyk e GeorGe
Un autre anniversaire (1810-2010)
In collaborazione con Il Cenacolo
Associazione Scrittori Bassanesi
Si conobbero nel salotto di Liszt, nell’Hotel de France, a Parigi. Era il 5 novembre del 1836. Lui era già
celebre: compositore, pianista, insegnante ricercatissimo. Ma anche lei aveva già scritto parecchi romanzi
(in tutto, ne scrisse 107) e sia H. de Balzac che F.-R. de Chateaubriand ne avevano parlato bene. Lei aveva
sei anni più di lui, non era bella, si vestiva con pantaloni, giacca e cravatta, si chiamava Amandine Lucie
Aurore Dupin, ma aveva scelto il nom de plume George Sand. Fumava il sigaro. Chopin era tisico: ma,
nonostante fosse a volte prostrato dalla tosse, faceva vita sociale ed ebbe occasioni di rivedere più volte
Aurore-George. Fu lei a convincerlo a vivere assieme. Lui esitava: non per problemi morali, ma perché
temeva che un concubinaggio gli avrebbe allontanato le giovani di famiglia aristocratica che pagavano le
sue lezioni venti franchi all’ora. Anche un genio deve campare. George liquidò la questione con un “je m’en
fous” (Era una delle sue espressioni preferite).
Nell’ottobre del 1838, George Sand decise che un cambiamento di clima avrebbe giovato alla salute di
Chopin. Con i due figli di lei e una cameriera (Aurore-George era stata sposata giovanissima con il barone
C. Dudevant), salparono da Port-Vendres l’1 novembre e il 2 giunsero a Barcellona. Il 7 si imbarcarono per
Palma di Maiorca e vi giunsero l’8. Iniziò allora un carosello di traslochi: dapprima alloggiarono in Calle
de la Merina, poi in un appartamento nei sobborghi di Palma (da dove il padrone, allarmato dalla tosse di
Chopin, li scacciò), poi nella bella dimora del console francese. Il quale si affrettò a spostarli, il 15 dicembre, nel monastero gotico di Valldemosa, a 20 chilometri da Palma.
Chopin, George Sand, Solange, Maurice e la cameriera si sistemarono in antiche celle loro adibite, ricavate da una farmacia del XVII secolo e da una cappella sconsacrata. Non fu un inverno mite, quell’anno, neppure a Maiorca. Ad un pianoforte verticale, nella stanza meno umida che gli avevano scelto, Chopin compose la maggior parte dei suoi 24 Preludi, ventiquattro composizioni di breve durata (nessun preludio è più
corto di 13 battute e nessuno supera le 89), ai quali, a differenza di Bach che fece seguire, ai suoi, ventiquattro fughe, egli non offrì altre prosecuzioni. Come se sentisse che lì, in quell’isola, iniziava e nello stesso tempo cominciava a finire il suo amore per Aurore-George: lei, così sicura e forte, lui, indebolito dalla
tisi, appassionato forse solo e da sempre della sua stessa musica. Tra i Preludi, il numero 15, in Re bemolle
Maggiore (“la goccia d’acqua” lo intitolarono i critici), parla di una giornata a Maiorca: piove, il mare è
laggiù, lo si vede tra i pini e le rocce. E’ questo insistente battere della pioggia che accompagna il ritmo del
suo cuore e, dal cuore, le dita delle mani sulla tastiera: questo, niente altro.
Lasciarono l’isola l’11 febbraio 1839. Tra alti e bassi, la loro relazione si protrasse fino al 1847. Poi finì. Si
rividero, una sola volta, davanti alla casa della contessa Marliani: poche parole, qualche scambio di notizie.
Fryderyk Chopin morì il 17 ottobre del 1849. George Sand gli sopravvisse ventisette anni. Chiara Ferronato
ritratto di Fryderyk chopin
(zelazowa Wola-varsavia, 1 marzo
1810 - parigi, 17 ottobre 1849).
George sand e chopin vennero
ritratti insieme da eugène delacroix
nel 1838 in un quadro che, dopo la
morte del pittore, venne tagliato.
il ritratto di chopin è ora al louvre,
quello della sand nella Gipsoteca di
copenhagen.
A Chopin da George Sand
il genio di chopin è il più profondo e il più intenso di
sentimenti e di emozioni che sia mai esistito. Ha fatto
parlare a un solo strumento il linguaggio dell’infinito,
spesso è riuscito a riassumere, in dieci righe che
anche un bambino potrebbe suonare, poemi di un’immensa spiritualità, drammi di un’energia senza pari.
Non ha mai avuto bisogno di grandi mezzi materiali
per trasmettere la parola del suo genio. Non gli sono
stati necessari né sassofoni, né oficleidi per invadere
di terrore l’anima, né organi da chiesa né voci umane
George sand (parigi, 1 luglio 1804 Nohant-vic, 8 giugno 1876) in
un ritratto di auguste charpentier.
parigi, Museo carnavalet.
40
per colmarla di fede e di entusiasmo. Non è stato
conosciuto, né lo è ancora, dal grande pubblico. ci
vogliono maggiori progressi nel gusto e nella comprensione dell’arte perché le sue opere possano
diventare popolari.
verrà un giorno in cui la sua musica verrà orchestrata
senza cambiare niente alla sua partitura di pianoforte
e in cui tutti sapranno che questo genio vasto, completo, sapiente come quello dei grandi maestri che
egli aveva riassunto, ha mantenuto un’individualità
ancora più squisita di quella di Bach, ancora più
IL CENACOLO
potente di quella di Beethoven, ancora più drammatica
di quella di Weber. li riassume tutti e tre, ma è anche
e di più se stesso, cioè più delicato nel gusto, più
austero nella grandezza, più straziante nel dolore.
solo Mozart gli è superiore, perché Mozart ha in più
la tranquillità della salute e di conseguenza la pienezza
della vita.
chopin sentiva la sua potenza e la sua debolezza, che
consisteva proprio nell’eccesso di questa potenza che
non poteva regolare. Non poteva fare come Mozart
(del resto solo Mozart ha potuto farlo) un capolavoro
sempre sullo stesso tono. la sua musica era piena
invece di sfumature e di imprevisto. Qualche volta,
raramente, era bizzarra, misteriosa e tormentata.
Benché avesse orrore per quel che non si capisce, le
sue emozioni eccessive lo trasportavano, senza che
ne fosse consapevole, in mondi solo a lui noti. Forse
ero per lui un cattivo giudice (mi consultava come
Molière faceva con la sua serva) perché, conoscendolo
sempre meglio, ero arrivata a identificarmi in ogni
fibra del suo essere.
per otto anni, iniziandomi ogni giorno di più al segreto
della sua ispirazione o della sua meditazione musicale,
il suo pianoforte mi rivelava le passioni, i disagi, le
vittorie o i tormenti del suo pensiero. lo capivo dunque come si capiva lui stesso: e forse un giudice più
estraneo l’avrebbe costretto a essere più comprensibile
per tutti.
aveva avuto talvolta un’ispirazione ridente e piena
nella sua giovinezza. Ha composto canzoni polacche
e nuove romanze di un fascino tranquillo e di un’adorabile dolcezza. alcune sue composizioni ulteriori
A fianco e qui sopra
l’abbazia di valldemosa a Maiorca,
dove chopin e George sand passarono
l’inverno 1838-’39.
Sotto
Nel film di polansky, Wladyslaw
szpilman, pianista ebreo polacco
interpretato da adrien Brody, deve la
sua sopravvivenza a chopin.
sono come fonti di cristallo dove si specchia un chiaro
sole, ma come sono rare e brevi queste estasi tranquille della sua contemplazione! il canto delle allodole in cielo e il molle ondeggiamento del cigno su
immobili acque sono per lui come lampi di bellezza
nella serenità. il grido dell’aquila urlante e affamata
sulle rocce di Maiorca, il fischio amaro del vento e la
triste desolazione dei tassi coperti di neve lo rattristavano ben più a lungo e con più incisività di quanto
non lo rallegrassero il profumo degli aranceti, la grazia dei pampini e la cantilena moresca dei contadini.
il suo carattere era così in tutto. sensibile per un
istante alla dolcezza dell’affetto o al sorriso del destino,
era irritato per giorni, per settimane intere dalla goffaggine di un indifferente o dalle piccole contrarietà
della vita quotidiana. e, cosa strana, lo spezzava più
un piccolo dolore di uno grande. sembrava che non
avesse la forza né di capirlo né di sentirlo. la profondità delle sue emozioni non era affatto in relazione
con le loro cause. Quanto al suo deplorevole stato di
salute, lo accettava eroicamente nei suoi pericoli
reali, ma se ne tormentava eccessivamente.
Il bicentenario della nascita
di Fryderyk Chopin verrà
ricordato, venerdì 26 novembre
alle ore 18, dal “Cenacolo
degli Scrittori bassanesi”, nella
sede della Galleria Scrimin, via
Vendramini, 46, a Bassano.
George sand, Storia della mia vita, 1854 (la tartaruga ed., 1994)
I pianisti Barbara Fasoli e
Alberto Brunetti interpreteranno
ballate, notturni, fantasie e
mazurke del grande compositore
polacco. Darà voce a George
Sand la francesista Sofia
Bergamin Dalla Serra, leggendo
un brano da “Les Maîtres sonneurs” della scrittrice francese.
A George Sand da Chopin
la prima pagina autografa del preludio numero 15, in re
bemolle Maggiore.
41
Lo sport nell’ultima provocazione di Jonathan Edwards
OBIETTIVO SPORT
uN MoNdo di eMarGiNati?
a cura di Francesco Fontana
Secondo l’asso inglese si tratta di un universo a sé stante, fatto di ritmi e certezze che paiono
innalzare una sorta di cortina verso la quotidianità. Fortunatamente, però, non è solo questo.
recentemente è stata pubblicata
un’intervista a Jonathan edwards,
olimpionico a sydney nel 2000,
detentore da quindici anni del
record del mondo e, a tutt’oggi,
forse il più grande specialista del
salto triplo di sempre.
di questo grande atleta, assieme
ai risultati sportivi, si ricorda un
forte sentimento religioso che,
nella prima parte della carriera,
lo ha portato a disertare significativi appuntamenti agonistici.
Figlio di un pastore anglicano,
riteneva infatti poco coerente
disputare competizioni alla
domenica, giorno interamente
consacrato a dio (“non mi vendo
per una medaglia”).
a distanza di qualche anno, la
giornalista emanuela audisio ci
ha restituito un ritratto di edwards
assolutamente imprevedibile.
il campione britannico rinnega
ora la sua fede, dichiarandosi ateo
evoluzionista e darwinista. Ma
non è tutto: dal suo pulpito di
commentatore della Bbc rivede
radicalmente i presunti valori dell’ambiente sportivo agonistico,
denunciandone la chiusura e la
limitatezza rispetto alla variegata
realtà del quotidiano: “il mondo
dello sport rimpicciolisce tutto, è
come un doping naturale che ti
priva della libertà di pensare”.
devo confessare che sono rimasto
perplesso. si tratta di un atteggiamento, da parte di un “campionissimo”, che per certi aspetti mi
trova in disaccordo. se la sua
ritrattazione religiosa non mi colpisce particolarmente (perché d’al-
tro canto esistono anche le conversioni prodigiose), il discorso
sullo sport non mi convince.
indubbiamente tale mondo è fatto
di ritmi e certezze (allenamento,
gara, massaggiatore, risultati e
adrenalina in abbondanza...), che
sembrano innalzare una sorta di
cortina attraverso la quale la realtà viene percepita “lontana”.
lo stesso relazionarsi con gli
aspetti comuni e pratici della
quotidianità risulta talvolta imbarazzante. Ma non è solo questo.
edwards dimentica (volutamente?)
che l’agonismo è innanzitutto
tentativo di conoscere se stessi.
il significato profondo del confronto non risiede nel valore
assoluto dei risultati, bensì nello
spirito con il quale si affronta il
percorso per raggiungerli.
il mondo dello sport offre continue occasioni di contatto con gli
“altri” (dal compagno di squadra
all’avversario, dal coach al tifoso
e alla stampa). ad alti livelli,
inoltre, le diverse sedi degli eventi
implicano numerosi viaggi e il
conseguente rapporto con le più
disparate culture: è lapalissiano
che questo porti a una maggiore
apertura mentale.
Non penso, nel caso di edwards,
che la fede religiosa fosse il
“motore” dei suoi successi. senza
dubbio, però, può essersi rivelata
un supporto notevole sul piano
psicologico ed emotivo, nelle circostanze in cui era necessaria la
condizione mentale per esprimersi
al massimo.
ritengo peraltro che “consacrarsi”
a un ideale sportivo (come sostiene di avere fatto edwards) sia la
chiave di volta indispensabile per
arrivare ai vertici, senza che ciò
implichi connotazioni negative.
Non mi è chiaro il motivo dell’abiura dell’atleta inglese.
posso però supporre che abbia
incontrato “difficoltà di inserimento” al termine dalla sua carriera sportiva e che l’impatto con
nuove e inaspettate dinamiche
abbia dato luogo a un’originale
crisi di rigetto.
credo che la questione del “dopo”
si possa affrontare e risolvere
sfruttando al meglio quanto si è
riusciti a costruire e valorizzare
dentro di sé; non azzerando il
passato, bensì attingendo a un
patrimonio di esperienze, utili a
garantire un nuovo punto di partenza privilegiato.
Sopra, da sinistra verso destra
Jonathan edwards, ieri e oggi.
considerato da molti il più grande
specialista del salto triplo di sempre,
nel 2000 vinse la medaglia d’oro
alle olimpiadi di sydney.
attualmente è commentatore per
la BBc e membro del comitato
organizzatore per i Giochi olimpici
di londra 2012.
I campioni non si fanno nelle
palestre, ma con qualcosa che
hanno nel loro profondo: un
desiderio, un sogno, una visione.
Muhammad Ali
Per giocare a cricket non è
necessario essere stupidi.
Esserlo, però, aiuta molto.
George Bernard Shaw
Sotto
un’altra bella immagine di edwards,
trionfatore a sydney nel 2000.
43
L’installazione di impianti in Togo e Benin è stata possibile
grazie all’Associazione UTA onlus e alla ditta Recold
PRAECIPUA
testo di Fra luca Beato
aria (condizionata) bassanese
negli ospedali africani
Vicepresidente
Associazione UTA onlus
Fotografie: Fatebenefratelli,
Bassano News
La testimonianza di Fra Luca Beato, dell’ordine dei Fatebenefratelli, in merito alla soluzione
di un problema che, da troppo tempo, rendeva difficoltoso lavorare nelle sale operatorie…
Qui sopra e a fianco
Gli ospedali africani di afagnan
(togo) e tanguiéta (Benin), fondati
dall’ordine dei Fatebenefratelli
rispettivamente nel 1964 e 1970.
l’idea di installare apparecchiature di aria condizionata negli
ospedali africani di afagnan
(togo) e di tanguiéta (Benin) può
apparire, almeno ai sostenitori
dell’Associazione UTA (Uniti per
Tanguiéta e Afagnan), un lusso
fuori luogo: il nostro impegno
principale consiste infatti nel
raccogliere fondi per salvare dalla
morte i bambini denutriti, ricoverati in extremis in pediatria, e
nel sostenere il centro nutrizionale, indispensabile alla loro ricostituzione fisica; oppure nel fornire
agli ospedali i medicinali di base
per la cura dei malati.
tutte cose veramente essenziali
per salvare vite umane. Basti
pensare che i nostri ospedali non
hanno mai rifiutato un malato
perché non aveva da pagare.
d’altra parte, quando sono stati
fondati dai Fatebenefratelli
(afagnan nel 1964 e tanguiéta
nel 1970), questi ospedali non
disponevano nemmeno della corrente elettrica e si provvedeva,
nei tempi stettamente necessari,
ad alimentare la sala operatoria
e i servizi essenziali con un
generatore. Molte cose venivano
affrontate “alla garibaldina”
con tanto spirito di sacrificio.
ricordo che nel 1971, in occasione del mio primo viaggio
nel continente Nero, mentre mi
facevo vento con un cappello di
paglia in una buvette il banconiere mi disse: “si vede che sei
nuovo dell’africa. Fra qualche
giorno ti stuferai di farti vento!”.
Ma ora, dopo tanti anni, le cose
sono cambiate anche in africa.
In alto
Fra Fiorenzo priuli, medico chirurgo,
direttore dell’ospedale di tanguiéta:
è stato decorato della legion d’onore.
da tempo c’è la corrente elettrica
sia nel togo che nel Benin, grazie alla diga di akosombo sul
fiume volta nel Ghana.
e gli ospedali si sono ingranditi:
afagnan dispone di 280 letti e
tanguiéta di 230, i frati africani
sono più di quaranta, i medici
una quindicina, ci sono infermieri e tecnici indigeni.
inoltre sono diventati ospedali
di zona, che collaborano con le
università per il tirocinio dei futuri medici, coprono un bacino di
utenza di circa centomila abitanti,
assicurano i servizi alla popolazione e rispondono a tutti i casi
d’urgenza, di giorno e di notte.
Sotto
la posizione del Benin e del togo
nella carta del continente Nero.
ora, chi deve stare 13-14 ore in
sala operatoria -come accade a
Fra Fiorenzo- e opera malati
45
PRAECIPUA
Sopra, da sinistra verso destra
il centro nutrizionale di afagnan.
Fra Fiorenzo durante una visita
di controllo a un piccolo paziente.
alcuni refrigeratori installati dalla
recold di campese a tanguiéta.
A fianco, da sinistra verso destra
Fra Fiorenzo a consulto con il
personale medico dell’ospedale di
afagnan; al centro della foto, Fra
luca Beato, vicepresidente UTA.
Mamme e bimbi a tanguiéta.
Sotto, dall’alto verso il basso
ancora un refrigeratore recold
sul tetto dell’ospedale di tanguiéta.
le sedi della recold, a campese, e
dell’uta, a romano d’ezzelino.
senza interruzione, come può
resistere se dopo un’ora è sudato
da capo a piedi e la temperatura
dell’ambiente supera i 40 gradi?
appena è stato possibile, si è
provveduto con delle apparecchiature standard, come si usa
da noi per le abitazioni. se per
le case dei medici questi apparecchi hanno funzionato, per la
sala operatoria si sono però
rivelati un disastro: andavano in
tilt con grande facilità a causa
degli sbalzi di corrente elettrica e
della temperatura esterna, spesso
superiore ai 50 gradi. ciò creava
un enorme disagio, non solo al
chirurgo e alla sua èquipe, ma
anche ai malati e perfino alle
attrezzatura tecniche.
un paio d’anni fa Fra Fiorenzo
priuli, medico chirurgo, direttore
dell’ospedale di tanguiéta con
alle spalle più di quarant’anni di
africa, decorato della legion
d’onore a lomé nel 2002, è
giunto a romano d’ezzelino
quasi disperato e ha sottoposto
tale problema all’Associazione
onlus UTA, che ha sede presso
ca’ cornaro e dal 1996 sostiene
-sempre più e sempre meglio- gli
ospedali africani fondati e gestiti
dai Fatebenefratelli, anche per
riguardo al missionario del paese
Fra taddeo carlesso (attualmente
Associazione UTA onlus
[email protected]
www.uta96.it
Istituto Fatebenefratelli
via ca’ cornaro, 5
telefono 0424 33705
romano d’ezzelino
www.fatebenefratelli.it
46
economo delle strutture africane
e priore di afagnan).
il suo accorato appello è stato
raccolto dal nostro socio fondatore Giuseppe andriollo, che ci
ha portati a far visita a valentino
trentin, titolare della recold
di campese. l’imprenditore
bassanese si è rivelato il deus
ex machina per la soluzione del
nostro annoso problema.
Nel settore della refrigerazione
la recold vanta infatti trent’anni
di esperienza garantendo l’adeguata assistenza tecnica, i collaudi, la ricerca e lo sviluppo.
costruisce inoltre prototipi per
ditte produttrici di refrigeratori
e realizza commesse importanti
in italia e all’estero in diversi
ambiti (dai metanodotti, alle
centrali radar, alla concia del
pellame, ecc). le sue apparecchiature sono predisposte al funzionamento anche con temperature esterne superiori ai 60 gradi
centigradi e a tollerare sbalzi o
interruzioni di corrente elettrica.
la recold ha risolto il problema
dell’aria condizionata all’ospedale di tanguiéta: per il blocco
operatorio, costituito da due
grandi sale, e per la sala di attesa
dell’ambulatorio, dove normalmente si ammassano tre/quattrocento persone. adesso sta lavorando alla climatizzazione dei
locali che ospitano l’accettazione,
l’amministrazione e l’archivio
computerizzato delle cartelle cliniche (seicento metri quadrati).
per afagnan, invece, si sta lavorando al progetto di climatizzazione del blocco operatorio,
costituito da sette sale, e della
radiologia (mille metri quadrati).
proprio qui risalta non solo la
tecnica di valentino trentin, ma
anche il suo buon cuore: l’industriale ha infatti cominciato con
l’invio di qualche tecnico, ma poi
ha deciso di recarsi personalmente sul posto a seguire i lavori.
inizialmente ha praticato prezzi
molto competitivi; poi ha compreso che con Fra Fiorenzo
bisognava fare di più: da fornitore è diventato pure benefattore.
in loco ha trovato brave persone
che desidera istruire per farne dei
tecnici nel settore della refrigerazione in africa.
Noi dell’UTA siamo lieti di aver
trovato, con l’apporto della
recold, la soluzione al problema
della climatizzazione di alcuni
ambienti strategici degli ospedali
africani. Naturalmente contiamo
sempre sulla sensibilità di persone
buone e generose per coprire le
spese che dovremo affrontare.
ovviamente anche sul sostegno
dei lettori di questo magazine!
Con Listrop Viaggi sulle orme delle Tigri di Mompracem
AGENzIA VIAGGI
avveNtura iN Malesia
tour del Borneo malese e Brunei
testo di paolo trevisan
Fotografie: archivio listrop
Alla scoperta di luoghi dal fascino senza tempo, in uno scenario naturale ancora intatto
e seducente. Ecco il programma di una “spedizione” che promette incredibili emozioni...
A fianco
l’incantevole lago di Batang ai
al confine con il kalimantan.
Sotto
scimmie nasiche nella foresta
pluviale di sepilok, non distante
da sandakan.
se è vero che nomi quali Borneo
e Malesia evocano immagini
affascinanti, legate in gran parte
all’epopea dei romanzi salgariani
e ai mitici “tigrotti” di sandokan
e yanez, la realtà di questi meravigliosi luoghi esotici si rivela
per certi versi ancora più avvincente della fantasia letteraria.
in effetti siamo certi che il tour
in calendario per il prossimo
aprile donerà ai partecipanti
emozioni e sorprese a non finire.
sarà possibile conoscere, per
esempio, gli iban (le popolazioni
daiache degli antichi “tagliatori
di teste”) e compiere in barca
con loro avventurose escursioni
fluviali. oppure ammirare le
evoluzioni di animali curiosi,
quali le scimmie dal lungo naso,
agili e spericolate nel cuore della
foresta pluviale. e contemplare
specie botaniche rarissime, fiori
dai petali enormi, piante carnivore... e ancora, esplorare grotte
immense e interminabili, vere e
proprie architetture scavate nella
roccia da fiumi sotterranei.
visitare parchi naturali unici,
ambienti incontaminati, percorrere la giungla di notte e stupirsi
alla vista di nugoli di lucciole,
che illuminano suggestivamente
la vegetazione.
e molto altro ancora... perché
tutto nel Borneo è misterioso e
seducente. e il nostro viaggio sarà
un’esperienza indimenticabile.
la Malesia è uno stato federale
dell’asia sudorientale, suddiviso
in due grandi aree geografiche:
quella occidentale (peninsulare),
confinante con la thailandia a
nord e con singapore a sud,
e quella orientale, situata nella
parte settentrionale dell’isola del
Qui a fianco
le storiche copertine per la
prima edizione de Le tigri
di Mompracem (1900) e de
I pirati della Malesia (1896).
a questi romanzi del veronese
emilio salgari, che ambientò le
avventurose vicende di sandokan
e yanez lungo le coste del Borneo,
si appassionarono legioni di giovani.
Borneo, confinante con il Brunei
e l’indonesia. Grande mix di
etnie e culture il paese, la cui
capitale è kuala lumpur (oltre
1.800.000 abitanti), ospita una
popolazione formata principalmente da malesi, cinesi e indiani.
Nonostante il forte sviluppo
economico degli ultimi anni, la
Malesia ha saputo conservare
un ambiente naturale davvero
unico e incomparabile.
Sotto
la Malesia occidentale (peninsulare)
e quella orientale (nell’isola del
Borneo) sono tra loro separate dal
Mar cinese Meridionale.
49
gendo all’incantevole lago
Batang Ai. al pontile si sale su
un’imbarcazione per raggiungere
il resort dell’Hilton longhouse.
check-in e tempo libero a
disposizione. pernottamento.
AGENzIA VIAGGI
Giovedì 31 marzo 2011
Batang Ai
pensione completa. dopo la
prima colazione partenza con la
tradizionale “perahu panjang”
(barca lunga) nel cuore del lago.
visita di un villaggio iban e di
una tipica longhouse. danza di
benvenuto da parte degli iban,
popolazione indigena del
sarawak nota per i suoi cacciatori di teste. dopo un assaggio
di pietanze locali, si riparte in
barca. ritorno al resort nel
pomeriggio e tempo libero per
varie attività. pernottamento.
Sopra, da sinistra verso destra
ancora due suggestive immagini
del lago Batang ai.
Sopra, da sinistra verso destra
la malia del tramonto a kuching.
il Monte kinabalu (4095 metri)
nell’omonimo parco, uno dei primi
della Malesia: è stato istituito nel
1964 e dal 2000 è patrimonio
dell’umanità dell’unesco.
Tutto il viaggio, giorno per giorno
MALESIA - Tour del
Borneo malese e Brunei
Dal 27 marzo al 10 aprile 2011
(Viaggio di 15 giorni)
Sotto, dall’alto verso il basso
alcuni guerrieri iban, gli antichi
dayachi cacciatori di teste, inscenano
un’emozionante rievocazione storica
armati dei loro infallibili sumpitan
(lunghe cerbottane).
50
Domenica 27 marzo 2011
Venezia - Roma
ritrovo dei partecipanti, trasferimento all’aeroporto Marco polo
di venezia e partenza per roma
con volo alitalia. arrivo e
proseguimento in coincidenza
per la Malesia con volo di linea
Malaysia airlines. pasti e pernottamento a bordo.
Martedì 29 marzo 2011
Kuala Lumpur - Kuching
pensione completa. al mattino
trasferimento in aeroporto,
partenza con volo di linea per
Kuching (nella grande isola del
Borneo) e trasferimento in hotel.
Nel pomeriggio visita della città,
ridente capitale del Sarawak con
bellissimi palazzi antichi, mercati all’aperto, templi cinesi e
moschee. la visita si conclude
al museo naturalistico ed etnografico del Sarawak, uno dei più
belli e completi del sud-est asiatico. pernottamento.
Lunedì 28 marzo 2011
Kuala Lumpur
arrivo a Kuala Lumpur in
mattinata, trasferimento al traders
Hotel e check-in. pranzo. Nel
pomeriggio visita alla moderna
capitale asiatica. il tour ci porta
a conoscere i luoghi di maggiore
interesse della città quali il
palazzo reale, la residenza del
re della Malesia, il Monumento
e la Moschea Nazionale, la stazione ferroviaria in stile moresco, la piazza dell’indipendenza.
il tour termina con una sosta per
le foto alle più alte torri gemelle
del mondo: le Petronas. ritorno
in hotel, cena e pernottamento.
Mercoledì 30 marzo 2011
Kuching - Batang Ai
pensione completa. partenza di
buon mattino. lungo il tragitto,
sosta al centro di conservazione
degli orang utan di Semenggok.
si riprende quindi il viaggio
verso il lago Batang-Ai. durante
il tragitto si effettua una fermata
a Serian per visitare il tradizionale mercato locale. altra sosta
in una piantagione di pepe e,
infine, al villaggio di Lachau.
tempo a disposizione per acquistare qualche oggetto d’artigianato locale. dopo il pranzo si
procede verso il confine con il
Kalimantan indonesiano giun-
Venerdì 1 aprile 2011
Batang Ai - Kuching
pensione completa. dopo la
prima colazione, partenza per il
viaggio di ritorno a Kuching.
sosta al parco di Ranchan, con
le sue piccole cascate e i giardini rigogliosi. arrivo a Kuching
nel pomeriggio. trasferimento
in hotel, pernottamento.
Sabato 2 aprile 2011
Kuching - Grotte di Mulu
pensione completa. dopo la
prima colazione trasferimento
in aeroporto e volo per Mulu.
check-in e pranzo al resort. il
parco nazionale di Mulu è uno
dei più spettacolari della Malesia:
una distesa naturale incontaminata che offre l’opportunità di
esplorare grotte, camminare su
ponti sospesi e fare trekking.
tra le caratteristiche più rilevanti vi è il fatto che due massicci
montuosi, uno di arenaria e l’altro calcareo, si fronteggiano
all’interno dei suoi confini. sono
inoltre previste diverse escursioni.
con un percorso di oltre tre chilometri nella giungla si raggiungono le grotte di lang e deer,
che formano il passaggio sotterraneo più vasto del mondo (con
una lunghezza di 2160 metri e
una profondità di 220 metri). Qui
si trovano stalattiti e stalagmiti
millenarie dalle forme e dimensioni più svariate. il rientro è previsto al calar della sera, camminando nella giungla in un’atmosfera suggestiva. cena e pernottamento al royal Mulu resort.
Domenica 3 aprile 2011
Grotte di Mulu
pensione completa. dopo colazione escursione in barca fino
alla Grotta del Vento, con il suo
imponente passaggio interno.
si procede poi per la Grotta
dell’Acqua Chiara: camminando
lungo passerelle di legno e gradini rocciosi si possono ammirare
il percorso scavato dal fiume
preesistente e la flora endemica
presente. ritorno in barca al
resort. Nel pomeriggio si va alla
scoperta dei penan, popolazione
indigena. il percorso che porta alla
longhouse è un “combinato” di
piroga e trekking nella foresta.
Lunedì 4 aprile 2011
Grotte di Mulu - Miri
Bandar Seri Begawan
pensione completa. dopo la
prima colazione, trasferimento
in aeroporto e volo per Miri.
arrivo e trasferimento via terra
in Brunei attraverso i giacimenti
di petrolio famosi nel mondo.
arrivo in Brunei e check-in
presso il maestoso empire hotel.
Nel pomeriggio visita della città:
Moschea del sultano Bolkian,
Museo della regalia ed escursione sui canali che attraversano il
più grande e antico villaggio sull’acqua, tutto su palafitte. ritorno
in hotel. cena e pernottamento.
Martedì 5 aprile 2011
Bandar Seri Begawan
Kota Kinabalu
pensione completa. tempo libero
e trasferimento all’aeroporto.
arrivo a Kota Kinabalu e trasferimento in hotel. serata a disposizione e pernottamento.
Mercoledì 6 aprile 2011
Kota Kinabalu - Parco marino
pensione completa. Giornata
dedicata alla visita del parco marino Tunku Abdul Rahman. Mare,
Qui sopra
le torri petronas a kuala lumpur:
alte 452 metri sono il simbolo del
progresso economico della Malesia.
In alto, da sinistra verso destra
due scorci del parco naturale di Mulu.
A sinistra
il corso del kinabatangan dall’aereo.
MALESIA- Tour del
Borneo Malese e Brunei
Dal 27 marzo al 10 aprile 2011
Quota individuale di
partecipazione: € 3.950,00
Polizza annullamento viaggio
(obbligatoria): € 62,50
sole e nuotate nell’acqua cristallina di questo arcipelago. rientro
in hotel nel tardo pomeriggio.
Giovedì 7 aprile 2011
Monte Kinabalu - Sandakan
pensione completa. partenza
per Sandakan con breve visita
al parco del Monte Kinabalu.
dopo il pranzo si continua il
viaggio verso sud fino ad arrivare
al sepilok Nature resort.
Venerdì 8 aprile 2011
Sandakan - Bilit
pensione completa. la giornata
comincia con la visita alla riserva
di sepilok orang utan. Qui gli
oranghi vengono riabilitati alla
vita nella foresta dopo aver perduto il loro habitat naturale.
e’ possibile vederne alcuni esemplari provenienti dalla giungla,
che accorrono alla piattaforma
dei rangers per una scorpacciata
di frutta e latte. dalla riserva di
sepilok orang utan breve trasferimento al centro scoperta della
Foresta pluviale di sepilok per
una visita a questa attrazione
naturalistica che ci permette di
conoscere la flora circostante e
il ricco giardino botanico.
pranzo durante l’escursione e
proseguimento per il fiume
La quota comprende:
- viaggio aereo con voli regolari
di linea in classe economica;
- tutti i voli interni;
- le tasse aeroportuali e aumenti del
carburante alla data del 30.06.2010;
- tutti i trasferimenti da e per gli
aeroporti;
- sistemazione in hotels come
indicato nel programma, camere
doppie con servizi;
- i pasti come da programma;
- visite ed escursioni con guida
locale parlante italiano;
- ingressi ai monumenti e ai parchi;
- le mance agli autisti e alle guide;
- il nostro accompagnatore per un
minimo di 15 persone;
La quota non comprende:
- le bevande ai pasti;
- i pasti liberi;
- le camere singole
(supplemento di € 740,00);
- gli extra in genere;
- tutto quanto non espressamente
indicato alla voce “la quota di
partecipazione comprende”.
Documento indispensabile:
passaporto individuale con validità
di almeno sei mesi dalla data di
partenza del viaggio.
la quota è stata calcolata in base al
cambio del Malaysia ringggit alla
data del 11.07.2010. eventuali oscillazioni del cambio del 2% la quota
verrà adeguata.
All’iscrizione acconto di € 1.000,00
Kinabatangan. sistemazione
presso il lodge sulle rive del
Kinabatangan. Nel pomeriggio
escursione in barca alla scoperta
della fauna locale (incluse le
tipiche scimmie nasiche del
Borneo). Nel basso kinabatangan
si trovano anche elefanti, buceri,
gibboni e moltissime specie di
uccelli pescatori. cena e pernottamento presso il lodge Bilit
rainforest lodge o similare.
Sabato 9 aprile 2011
Bilit - Sandakan - Kuala Lumpur
sveglia di buon mattino e visita
al lago Ox Bow, immerso nel
lussureggiante e incantevole
contesto della foresta del Borneo.
rientro al lodge per la colazione.
e trasferimento all’aeroporto di
Sandakan per il volo per Kuala
Lumpur, arrivo in serata e proseguimento in coincidenza per il
volo di rientro in italia. pasti e
pernottamento a bordo.
Domenica 10 aprile 2011
Roma - Venezia
arrivo a roma di primo mattino
e proseguimento in coincidenza
per venezia. arrivo nella tarda
mattinata e proseguimento per le
località d’origine.
LISTROP VIAGGI E TURISMO
Via Trasaghis, 22 - Rosà
Tel. 0424 584970 - www.listrop.com
[email protected]
Crespano del Grappa
Piazza Martiri del Grappa, 9
Tel. 0423 930563
51
Come Kierkegaard e Dostoevskij, il grande artista
olandese si interrogava sul significato dell’esistenza
QUI PORTA DIEDA
a cura di anita zamperin
viNceNt vaN GoGH
dalla parte dei più deboli
Dopo avere provato a studiare teologia, divenne pittore per disperazione, nel costante
tentativo di rappresentare la realtà cogliendone il contenuto essenziale: la vita.
A destra
van Gogh, I mangiatori di patate,
1885. amsterdam, Museo van Gogh.
Qui sotto
van Gogh, Autoritratto, 1887
amsterdam, rijksmuseum.
vincent van Gogh (nato nel 1853,
da padre pastore protestante), di
cui è in corso la grande mostra al
vittoriano, dopo 22 anni che non
veniva esposto a roma, è certamente uno degli artisti più noti al
mondo. con lui comincia il dramma dell’artista, che si sente escluso da una società che non utilizza
il suo lavoro e ne fa un disadattato. possiamo collocare van Gogh
accanto a kierkegaard e a
dostoevskij: come loro s’interroga
Francis Bacon,
Omaggio a Van
Gogh, 1959.
Göteborg,
konstmuseum.
Sotto, da sinistra verso destra
van Gogh, Seminatore al tramonto,
1888. otterlo, Museo kröller-Müller.
Jean-François Millet, Il seminatore,
1888. Boston, Museum of Fine arts.
Francis Bacon, Studio per il ritratto
di Van Gogh II, 1957. zurigo,
collezione thomas ammann.
52
sul significato dell’esistenza, del
proprio essere nel mondo. egli si
pone dalla parte dei diseredati,
delle vittime: i lavoratori sfruttati,
i contadini a cui l’industria toglie il
sentimento dell’eticità e della religiosità del lavoro. Non è pittore per
vocazione, ma per disperazione.
aveva tentato di studiare teologia,
ma era stato respinto agli esami di
ammissione; si era dato all’apostolato religioso nella regione
mineraria belga del Borinage, ma
il suo fanatismo religioso non
piacque ai superiori. a trent’anni
si ribella e lo strumento della sua
rivolta è la pittura. in un primo
tempo prende di petto il problema
sociale: ispirandosi a Millet e a
daumier, descrive la miseria e la
disperazione dei contadini. sono
quadri dai toni cupi, quasi monocromi, bui, le figure deformate:
l’industrialismo che prospera nelle
città ha portato la miseria nelle
campagne, privandole della gioia di
vivere, della luce, dei colori. Nel
1886 è a parigi, dove l’amatissimo fratello minore theo vive e
lavora (mercante d’arte d’avanguardia, acuto e innovativo, promuove costantemente i giovani e
gli impressionisti). con lui vincent
teneva già da anni una fittissima
corrispondenza, che la moglie di
theo preservò dalla distruzione e
pubblicò. a parigi conosce gli
impressionisti e paul Gauguin,
diventa amico di toulouse-lautrec
e di Bernard. Ma è il sud della
QUI PORTA DIEDA
A fianco, da sinistra verso destra
van Gogh, Notte stellata, 1889.
New york, Museum of Modern art.
katsushika Hokusai, Il monte Fuji
visto da Kanagawa, 1826-’33.
londra, victoria and albert Museum.
A fianco, da sinistra verso destra
van Gogh, La stanza di Vincent
ad Arles, 1888. amsterdam, Museo
van Gogh.
roy lichtenstein, Camera da
letto ad Arles, 1992. Washington,
National Gallery of art.
In basso, da sinistra verso destra
van Gogh, Pero in fiore, 1888.
amsterdam, van Gogh Museum.
katsushika Hokusai, Susino in
fiore e luna, 1803. chicago, art
institute of chicago.
Francia ad attirarlo: così, nel 1888,
si trasferisce ad arles. in due anni
compie la sua formazione d’artista
e si avvicina alla pittura delle
stampe giapponesi, che aveva
cominciato a collezionare a parigi.
il ricordo di tali stampe è ben visibile nell’opera “Notte stellata”
(1889), in cui un’onda attraversa il
cielo stellato come una forza sconosciuta; la linea è contorta e nodosa e infonde nel moto un’impressione di instabilità e di agitazione.
vincent scrisse di aver trovato ad
arles una luminosità e un ambiente
che gli apparivano affini all’idea
che si era formato dell’oriente:
”Qui sono in Giappone”. era affascinato dalla forza incisiva di
quell’arte insolita, lirica, che trasfigurava il visibile e aboliva ogni
descrittivismo, mantenendo intatta
l’immediatezza espressiva. per van
Gogh non si tratta più di rappresentare il mondo in modo superficiale
o profondo: ogni segno è un gesto
con cui affronta la realtà per cogliere e far proprio il suo contenuto
essenziale: la vita. Quella vita che
la società borghese, con il suo lavoro alienante, estingue nell’uomo.
ciò che l’artista vuole è una pittura
vera fino all’assurdo, viva fino al
parossismo, al delirio, alla morte.
Nel 1889 van Gogh viene internato, su sua richiesta, nel manicomio
di saint-rémy: più che di schizofrenia, come qualche psicanalista
diagnosticò ‘a posteriori’, è più
probabile che vincent soffrisse di
attacchi di epilessia, aggravati dall’instabilità di una vita raminga e
da una sensibilità fuori del comune. Qui dipinge scorci del giardino,
cipressi, oliveti, autoritratti. poco
prima di morire aveva scritto alla
sorella Wil delle parole che si
sarebbero rivelate profetiche:
“Quello che mi interessa -molto,
molto più di tutto il resto nel mio
mestiere- è il ritratto, il ritratto
moderno. io lo cerco attraverso il
colore e non sono certo il solo a
intraprendere questa strada… Non
cerco la somiglianza fotografica,
ma un’espressione appassionata”.
pochi mesi dopo essere stato dimesso dalla casa di cura di saint-rémy,
vincent, in preda a una crisi, si
spara un colpo di pistola e muore
dopo due giorni (29 luglio 1890),
assistito da theo, che gli sopravvive sei mesi. alla mostra degli
Indépendants del 1891 vennero
esposte dieci tele di vincent, e il
critico octave Mirbeau scrisse un
articolo appassionato deplorando
che egli fosse “morto così oscuro,
così ignorato”. una serie di artisti,
noti e meno noti, ha tentato un confronto diretto con van Gogh,
modello all’apparenza irraggiungibile. innumerevoli sono le riletture
dei suoi quadri, alcune di esse possono essere considerate creazioni
del tutto autonome e significative:
gli esempi più rilevanti sono forse i
dipinti di Francis Bacon, che si è
confrontato con l’opera di van Gogh
con zelo maniacale. la variante
della Camera di van Gogh ad arles
di roy lichtenstein invece si inserisce nella strategia di stilizzazione
dei miti contemporanei messa in
atto dagli artisti pop. Molti altri
artisti si sono occupati di van Gogh
in modo più o meno creativo: tra i
nomi più noti, quelli di r.B. kitaj,
david Hockney e rainer Fetting.
PROGRAMMA
Novembre e dicembre
caffè letterari e caffè artistici
(Caffè Mozart - Bassano)
omaggio di letture e musica dedicato
a italo calvino e Gianni rodari
(Gruppo di letture e musica)
letture e musica dedicate al Natale
(Gruppo di letture e musica)
concerto lirico di canzoni
napoletane e natalizie
(susanna Gherlani contralto,
Nicolas ravazzolo tenore,
luigi Ferro pianoforte)
INFORMAzIONI
Segreteria
presso palazzo polidoro
via ognissanti 31/33
Bassano del Grappa
Numeri telefonici
0424 228418 e 349 5888935
(a disposizione nei giorni di martedì
e venerdì ore 17,00-19,00)
Posta elettronica
[email protected]
[email protected]
53
1) CHIESETTA DELL’ANGELO progettata dall’architetto
zaccaria Bricito risale al 1655. la pianta è ovale. Felicemente
restaurata, è sede di mostre e concerti.
1) LITTLE CHURCH OF THE ANGEL project by architect
zaccaria Bricito in 1655. it was built in an oval shape. recently
restored, it is now open for concerts and exhibitions.
VISITA ALLA CITTA’
2) GlARDINI PAROLINI l’orto botanico, realizzato dal naturalista alberto parolini, risale al secolo XiX. ricco di specie rare è
ora parco pubblico e ospita manifestazioni.
2) PAROLINI GARDENS the botanic garden was created in the
last century by naturalist alberto parolini. it contains rare species.
donated to the city, it was trasformed into a public park. it hosts
open air exhibitions and shows.
3) MUNICIPIO e’ sede del comune. la loggia presenta gli
stemmi dei primi 120 podestà. l’affresco con San Cristoforo è del
’500. singolare il grande orologio con i segni zodiacali.
3) TOWN-HALL in the loggia are the fescoe of the coat of arms
of the first 120 mayors. afrescoe of S. Christopher dates back to
’500. a singular wall clock shows the zodiac signs, the building
holds the city offices.
4) MUSEO ospita una pinacoteca di notevole valore con tele dei
dal ponte, gessi e sculture di canova e incisioni di dürer.
pregevole la sezione archeologica. annessa è la Biblioteca civica.
4) MUSEUM it hosts a painting collection of great value by
artists such as the da ponte, chalks and sculptures by canova and
engravings by durer. the archeologic section is of great value.
the annex museum contains the civic library.
5) PALAzzO AGOSTINELLI ospita mostre e rassegne artistiche. sulla facciata, in una nicchia, un affresco di Madonna con
Bambino della seconda metà del ’400.
5) AGOSTINELLI PALACE it belongs to the city and hosts art
shows and exbits. on its front wall can be seen a niche with a ’400
frescoe of Madonna and Child.
6) PALAzzO BONAGURO del ’500, è stato rimaneggiato nel
secolo successivo. ospita mostre e rassegne d’artigianato. il pianterreno è completamente affrescato.
6) BONAGURO PALACE Built in ’500, it was remodeled in the
following century. it is a comunal show-place for artifacts exhibitions. the ground floor is totally frescoed.
7) PALAzzO PRETORIO risale alla seconda metà del ’200 e
dal 1315 è stato residenza del podestà. la scala esterna è del 1552.
7) PREATORIAN PALACE Built in the second half of ’200, it
was elected residence ot the Mayor since 1315 and was later turned into the seat of the comunal council. the outside stairway
was built in 1552.
8) PALAzzO STURM costruito nel ’700, ospita il Museo della
ceramica. all’interno affreschi di G. anselmi, databili al 1785, e
tempere di G. zompini.
8) STURM PALACE Built in 1700, the palace now hosts an
important ceramics Museum. inside are frescoes by G. anselmo,
dated 1785, and temperas by G. zompini.
© copyright by editrice artistica Bassano
Vietata la riproduzione di testi, piante e disegni
54
11) PONTE DEGLI ALPlNI È il monumento più famoso di
Bassano. risale al Xii secolo. la forma attuale è del palladio
(1570). distrutto più volte dal fiume in piena e da eventi bellici fu
sempre ricostruito nella forma originaria.
11) ALPINI BRIDGE the most famous monument in Bassano.
Built in the 12th century. its actual shape is by palladio (1570).
destroyed at various times by floods and war actions, it has
always been rebuilt in its precise original form.
12) PORTA DELLE GRAzIE risale al 1300. Fu risistemata nel
1560 dal bassanese zamberlan. a fianco si trova la chiesetta delle
Grazie (fine ’400) con pregevoli affreschi.
12) GATE OF THE GRACES Built in 1300. it was later adjusted in 1560 by zamberlan of Bassano. once through the Gate, on
the left, can be seen the small Grace church (end ’400) with precious frescoes.
13) PORTA DIEDA venne inserita nella torre del castello dei
Berri (del ’300) nel 1541. Belli gli affreschi sul lato sud.
13) DlEDA GATE the gate was opened into the tower of Berri
castle (built in ’300) in 1541.
14) SAN DONATO Fondata nel 1208 da ezzelino il Monaco.
ospita una pala di Francesco dal ponte il vecchio.
14) SAN DONATO CHURCH Founded in 1208 by ezzelino the
Monk. it contains a pala by Francesco dal ponte the elder.
15) SAN FRANCESCO costruita tra la fine del 1200 e gli inizi
del 1300. interno a una navata. il protiro (1306) protegge il portale
e l’affresco della Madonna e Bambino di luca Martinelli.
15) CHURCH OF SAN FRANCESCO Built at the end of 1200
and early 1300. it is shaped with a single aisle. the entrance porch
(1306) protects the portal and a frescoe of Madonna and Child by
luca Martinelli.
16) SAN GIOVANNI di origine trecentesca, venne trasformata
(1747-1785) dall’architetto Giovanni Miazzi. dipinti di Maggiotto,
scajaro e vanzo Mercante. sculture di orazio Marinali.
16) CHURCH OF SAINT JOHN its oridns date back to 1300. it
was restructured from 1747 to 1785 by architect Giovanni Miazzi.
inside can be seen paintlngs by Maggiotto, scajaro and vanzo
Mercante. sculptures by 0. Marinali.
17) S. MARIA IN COLLE l’antica pieve risale a prima del
1000. attorno a essa sorse il primo nucleo della città. all’interno
due pale di leandro dal ponte e un interessante crocifisso ligneo.
17) CHURCH S. MARIA IN COLLE the ancient sanctuary
was erected before 1000. around it was built the first nucleous of
the town of Bassano. in its interior can be seen two paintings by
leandro dal ponte and a wooden crucifix of great interest.
18) TEATRO ASTRA l’ex teatro sociale, neoclassico, progettato nel 1802 dall’architetto Bauto, è stato trasformato nel 1949 in
sala cinematografica e teatrale.
18) ASTRA THEATRE ex social theatre project of 1802 by
architect Bauto, it was transformed in 1949 into a theatre and hall.
9) PARCO RAGAzzl DEL ’99 inaugurato nel 1973. al centro
del parco sorge il monumento ai ragazzi del ’99.
9) PARK OF THE BOYS OF ’99 inaugurated in 1973. in its
center rises the monument dedicated to the Boys of ’99.
19) TEMPIO OSSARIO raccoglie le spoglie di oltre 5400 caduti
nella prima Guerra Mondiale. cominciato nel 1908 come nuova
cattedrale, fu trasformato in tempio ossario nel 1934.
19) OSSARIO TEMPLE Holds the spoils of over 5400 soldiers
fallen during First World War. erection was begun in 1908 as a new
cathedral for the town. it was transformed into a burial temple in 1934.
10) PIAzzOTTO MONTEVECCHIO la piazza maggiore
della città nel ’200 e nel ’300. sulla facciata del Monte di pietà è
infisso il primo stemma di Bassano con la torre e i leoni rampanti.
10) MONTEVECCHIO SQUARE it was the main square in
’200 and ’300. on the facade of the “Monte di pietà” can be seen
the first Bassano coat of arms with the tower and two lions.
20) TORRE CIVICA eretta tra il ’200 e il ’300 durante il dominio padovano è alta 43 metri. la merlatura e le finestre ad arco
acuto sono state aggiunte nel 1823 dall’architetto Gaidon.
20) CIVIC TOWER Built between ’200 and ’300 under the
dominion of padua. 43 metres tall, the battlement and sharp angle
windows were added in 1823 by architect Gaidon.
VISITA ALLA CITTA’
I MUSEI DI BASSANO
MUSEO CIVICO
e’ uno dei più antichi del veneto:
sorto nel 1828 in seguito al legato del
naturalista Giambattista Brocchi, è
costituito come insieme di Museo,
Biblioteca e Archivio e trovò nel
1840 la sua sede attuale nell’ex convento della chiesa di san Francesco.
tel. 0424 522235 - 0424 523336
e-mail: [email protected]
www.museobassano.it
MUSEO DELLA CERAMICA
MUSEO REMONDINI
Palazzo Sturm
il Museo della Ceramica offre ai
visitatori una vasta raccolta di
maioliche, porcellane e terraglie,
composta da 1200 pezzi.
il nuovo Museo Remondini ospita
l’importantissima collezione di stampe antiche e popolari ereditate dalla
famiglia di stampatori bassanesi.
tel. e fax 0424 524933
SEzIONE NATURALISTICA
DEL MUSEO - Palazzo Bonaguro
dal 2006 palazzo Bonaguro ospita
l’esposizione zoologica permanente
Mondo animale. Conoscerlo per
proteggerlo.
Fax 0424 524933
PRINCIPALI PARCHEGGI
a servizio del Centro Storico
1 prato s. caterina
2 cimberle Ferrari
3 piazza terraglio
4 cadorna
5 Gerosa
6 Mercato
7 via volpato
8 ss. trinità
9 largo parolini
10 vecchio ospedale
11 Gasparotto
vie del centro storico
350 posti
75 posti
50 posti
268 posti
317 posti
50 posti
50 posti
50 posti
108 posti
160 posti
200 posti
456 posti
l
pa
pr
pa
l
l
l
l
pa
pa
pa
pr
L = libero
Pa = a pagamento
Pr = parcometro
Dati indicativi
Per informazioni precise sui parcheggi
pubblici, si consiglia di interpellare l’URP
del Comune di Bassano (0424 519555).
55
INDIRIzzI UTILI
in collaborazione con
Ufficio Relazioni con il Pubblico
via Matteotti, 35 - tel. 0424 519555
(Municipio di Bassano)
I.N.P.S.
via c. colombo, 70/94 0424 887411
RACCOLTA REMONDINI TASSOTTI
via Ferracina, 16/18
0424 523013
118
MUNICIPIO
via Matteotti, 35
0424 519111
GUARDIA MEDICA
0424 888814
CROCE ROSSA
0424 529302
U.R.P.
via Matteotti, 35
MUSEO DELL’AUTOMOBILE
“L. BONFANTI VIMAR”
romano d’ezzelino
0424 513746
0424 519555
CARABINIERI
pronto intervento
comando compagnia
112
0424 527600
INFORMACITTA’
piazzale trento 9/a
MUSEO GIANNI VISENTIN
carpanè di san Nazario 338 5326186
0424 237584
FARMACIE
PRONTO INTERVENTO
SOCCORSO Dl EMERGENzA 113
PRONTO SOCCORSO
CORPO FORESTALE
pronto intervento
1515
via trentino, 9
0424 504358
POSTE E TELECOMUNICAzIONI
v.le Xl Febbraio, 2
0424 213230
via angarano, 149
0424 503926
via Marchesane, 114
0424 500485
via passalacqua, 8
0424 513112
GUARDIA DI FINANzA
via Maello, 15
0424 34555
PRO BASSANO
via Matteotti, 43
POLIzIA DI STATO
v.le pecori Giraldi, 56
0424 507911
PROVINCIA DI VICENzA
viale Xi Febbraio, 53 0424 525827
POLIzIA STRADALE
via ca’ rezzonico, 14 0424 216611
SPORTELLO IMMIGRATI
via scalabrini, 4
0424 504160
VIGILI DEL FUOCO
115
via ca’ Baroncello
0424 228270
TRIBUNALE
via o. Marinali, 32
VIGILI URBANI
via J. vittorelli, 30
ARTE E CULTURA
0424 519404
0424 528418
SERVIzI PUBBLICI
MUSEO CIVICO - BIBLIOTECA
piazza Garibaldi, 34
0424 519450
AGENzIA DEL TERRITORIO
via M. ricci, 8 - p. t.
0424 523364
MUSEO CERAMICA - REMONDINI
palazzo sturm
0424 524933
QUOTIDIANI
AGENzIA DELLE ENTRATE
via M. ricci, 8 - 1° p. 0424 210611
CHIESETTA DELL’ANGELO
via roma, 80
0424 227303
IL GAzzETTlNO
via J. da ponte, 50
ARCHIVIO Dl STATO
via Beata Giovanna, 58 0424 524890
PALAzzO AGOSTINELLI
via Barbieri, 253
0424 217800
IL GIORNALE Dl VICENzA
largo corona d’ltalia, 3 0424 528711
CAMERA Dl COMMERCIO
largo parolini, 7
0424 220443
PALAzzO BONAGURO
via angarano
0424 502923
Az. SANITARIA ULSS n. 3
CENTRI PER L’IMPIEGO
largo parolini, 82
0424 529581
56
0424 227580
AGOSTINELLI
13/11
p.tto Montevecchio, 6 0424 522101
ALLE DUE COLONNE
25/12
via roma, 11
0424 522412
ALLE GRAzIE
04/12
via passalacqua, 10/a
0424 35435
CARPENEDO
18/12
piazza Garibaldi, 13
0424 522325
COMUNALE
01/01/2011
via ca’ dolfin, 50
0424 527811
COMUNALE
20/11
via ca’ Baroncello, 60 0424 34882
DALL’OGLIO
11/12
piazza libertà, 40
0424 522223
PIzzI
06/11
via J. da ponte, 76
0424 523669
POzzI
08/01/2011
via scalabrini, 102
0424 503649
SCARONI
27/11
via vicenza, 85
0424 502102
INCONTRI SCRIMIN GALLERIA
via vendramini, 46/a 0424 227799
I.A.T. Informazioni e Accoglienza
Turistica (Provincia di Vicenza)
largo corona d’ltalia
0424 524351
MUSEO DEGLI ALPINI
via angarano, 2
0424 503662
I.N.A.I.L.
via o. Marinali, 79
MUSEO DEI CAPPUCCINI
via san sebastiano 42 0424 523814
0424 217411
0424 523602
OSPEDALE Dl BASSANO
via dei lotti, 40
0424 888111
EMERGENzE Autolettighe
118
GUARDIA MEDICA 0424 888814
U.R.P.
0424 888556/7
CONSULTORIO FAMILIARE
via Mons. Negrin
0424 885191
ASS. SOCCORRITORI 0424 525760
Magnus von Wright
REMONDINIA
turdus iliacus
corvus corax
testo di isabella Minchio
iconografia: al vecchio libro
con questo numero ha termine la
panoramica dedicata alle splendide
stampe di Magnus von Wright, il
noto pittore e ornitologo finlandese
che i nostri lettori hanno imparato a
conoscere nel corso di due anni.
anche in questa circostanza, come
peraltro in tutte le precedenti, i soggetti illustrati si riferiscono a esemplari presenti nella nostra regione.
vediamoli dunque più da vicino.
Nel testo
un Corvo imperiale e un Tordo
sassello si librano in volo.
il Tordo sassello (Turdus iliacus),
particolarmente comune nel veneto,
vive nei boschi di conifere e nelle
campagne coltivate. la sua taglia
supera di poco i 20 centimetri di
Sotto, dall’alto verso il basso
un bell’esemplare di Tordo sassello.
la strega amelia, popolare
personaggio di disney, accompagnata
dal fido assistente, il corvo Gennarino.
58
lunghezza, per un peso medio di
70 grammi. conosciuto pure con il
termine dialettale di Sigalin, tende
a migrare in piccoli gruppi formati
da una o due covate.
il Corvo imperiale (Corvus corax)
è il più grande rappresentante della
sua famiglia e appartiene all’ordine dei passeriformi. diffuso in tutta
europa, in veneto è ben presente nel
parco Nazionale delle dolomiti
Bellunesi e, in genere, nelle zone
alpine. di dimensioni ragguardevoli, raggiunge quasi i 70 centimetri di
lunghezza, con un’apertura alare
che sfiora il metro e trenta (il peso
medio si attesta attorno al chilo).
OSPITALITA’
a Bassano e dintorni
HANS BENDER
L’impegno culturale attraverso
la formula dei racconti brevi e la
direzione di riviste letterarie
“il mio tenente era sempre affamato.
Quando non sparava, aveva qualcosa fra
i denti: una fetta di pane, magari con del
lardo, del prosciutto o un po’ di wurst.
amava in particolare i piccioni; quando
marciavamo attraverso i villaggi e ne
scorgeva uno, sul tetto di una casa o in
volo, prontamente lo fulminava con
una schioppettata. confesso che la cosa
divertiva anche me; possedevo un fucile
con mirino telescopico e non sbagliavo
un colpo. il proiettile dei nostri fucili
era però troppo grande per quel piccolo
corpo. le piume volavano via a cespi e
la pelle veniva eccessivamente lacerata.
da buon attendente, spettava comunque a me arrostire i piccioni e servirli,
prelibati, al tenente [...].
Negli ultimi giorni, a sebastopoli, avevamo subìto perdite pesanti ed eravamo
ancora in dodici quando il comandante
ci trasferì sulla sponda opposta della
crimea, con il compito di occupare una
postazione difensiva. scendemmo dal
camion nel villaggio di ossowiny.
lungo la strada si trovava una di quelle tipiche case russe dipinte di azzurro
e ben isolate contro il freddo. aveva i
vetri delle finestre puliti. da tempo mi
ero abituato, quando cercavo un luogo
dove acquartierarci, a controllarli bene:
rispecchiano la natura degli abitanti e
le condizioni delle stanze. anche il
tenente, come ipnotizzato, fissava quella casa. “Guarda là!”, mi disse indicando
il tetto con un bastoncino. sul cornicione erano appollaiati oltre venti piccioni, ben nutriti e con le code belle gonfie.
“Noi ci fermiamo qui”, mi ordinò. e
agli altri aggiunse: “cercatevi qualcosa
nelle vicinanze!” [...].
Continua a pag. 62
Qui sopra: soldati tedeschi in crimea,
durante la seconda guerra mondiale.
In alto: Hans Bender qualche anno fa.
60
RISTORAzIONE
a Bassano e dintorni
trovammo la donna in cucina. Quando
comprese le nostre parole, aprì una
porta nel corridoio e cominciò a rassettare la stanza. era una grande camera,
con un tavolo, alcune sedie e due letti
in ferro, pieni di cuscini. alle pareti,
uno specchio, decorato con carta a fiori,
immagini di santi, una lampada e vecchie fotografie. ci spogliammo subito
e, spossati, ci gettammo sulle coperte.
il tenente si agitava nel sonno: “Ho
fame”. Mi alzai e sciolsi i legacci che
fissavano le pentole allo zaino.
“Hai visto i piccioni?”, disse. “certo”.
“Facciamo quattro: tre per me e uno
per te”. “dunque, quattro piccioni?”.
“si, quattro piccioni”, rispose [...].
Quando giunsi nel cortile trovai la
donna inginocchiata davanti al focolare, intenta a cuocere una quantità imprecisata di verdure in una pentola di ferro.
la osservai e le dissi qualche parola
per farla sorridere. Ma lei non sorrise.
ci raggiunge sua figlia, una bambina
dal nome melodioso: tarsia [...].
essa mi disse: “puoi prendere tutto ciò
che abbiamo, tranne i piccioni. Non sono
nostri: appartengono a mio fratello ilja,
che ora combatte a sebastopoli [...].
da I piccioni di Ilja, 1957
traduzione di andrea Minchio
al ritorno dalla guerra e dalla prigionia
in russia, Hans Bender (nato nel 1919
a Mühlhausen in turingia) intraprese il
suo percorso letterario pubblicando
una raccolta di poesie e racconti brevi
-che si rifanno alle personali esperienze
belliche- e fondando la rivista Konturen
(Profili). Nel 1954 diede vita a un’altra
rivista culturale, Akzente (Accenti), che
in breve tempo si impose quale una delle
più significative nel panorama editoriale tedesco. oltre ad antologie di prosa,
Bender pubblicò emblematiche raccolte
di liriche, divenute -grazie al carattere
documentario- irrinunciabili opere di
consultazione per gli appassionati di
poesia. in quanto autore scrisse invece
racconti brevi, ambientati nella seconda
guerra mondiale e tradotti in varie lingue.
Negli ultimi anni Bender ha molto
incoraggiato i giovani scrittori e promosso all’estero la letteratura tedesca
contemporanea.
In alto: due numeri, pubblicati negli anni
sessanta, dell’importante rivista letteraria
tedesca Akzente (fondata da Bender nel
1954 assieme a Walter Höllerer).
62
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periodico di cultura, attualita` e servizio