Fascicolo 6 GLI ECOSISTEMI MARINI - 1 PROGETTO DIDATTICO: Stefano Angelini*, Maurizio Ferraris, Alessandra Gentile** SPERIMENTAZIONE DIDATTICA: Stefano Angelini, Luca Budicin*, Maurizio Ferraris, Alessandra Gentile, Roberta Parodi* TESTI: Stefano Angelini, Alessandra Gentile, Roberta Parodi, Barbara Santarelli** REVISIONE TESTI: Roberta Parodi, Barbara Santarelli REDAZIONE, PROGETTO GRAFICO ED IMPAGINAZIONE: Barbara Santarelli COORDINAMENTO EDITORIALE: Luca Budicin DISEGNI: Fabrizio Boccardo *ACQUARIO DI GENOVA Area Porto Antico - Ponte Spinola Tel 010/23451 Fax 010/256160 e-mail: [email protected] 16128 GENOVA www.acquariodigenova.it **STUDIO WALDEN DI GENOVA Distacco di Piazza Marsala, 2/2 16122 GENOVA Tel 010/815469 Fax 010/812715 e-mail: [email protected] www.walden.it Ringraziamo per la collaborazione: Dorothea Costa, Matilde Massajoli, Lorenzo Montaldo, Maria Luisa Tavano, che con grande professionalità hanno reso possibile il collaudo delle molteplici attività del Progetto Mare. Giorgio Matricardi dell’Università di Genova, per la consulenza e i materiali forniti. I docenti che hanno partecipato alla sperimentazione, il cui contributo ed i cui suggerimenti sono stati determinanti e di elevata qualità per lo sviluppo del Progetto Mare: Bice Aragone, Celeste Barone, Marilena Bellati, Alessandra Beni, Maria Bertorello, Maria Grazia Calabrese, Pasqualina Campo, Rosella Capitini, Domenica Cavanna, Claudia Cuoco, Fiorenza De Marmeils, Maria Ista Devoli, Elisabeth Filipetti, Maria Antonietta Fiori, Anna Forese, Silvana Garibaldi, Anna Garulli, Maria Gianelli, Roberta Iacchetti, Marina Lagomarsino, Anna Lanza, Gabriella Lomartire, Irene Lupino, Lucio Mariconda, Gianna Mazzaron, Anna Oliva, Giancarla Oneto, Alessandro Perugi, Delia Pezzati, Tonino Piana, Rosanna Pisoni, Renata Puleo, Alessandra Repetto, Concetta Runci, Maria Angela Schenone, Laura Tabò, Fabrizio Tacchino, Maria Silvia Tafi, Loredana Trusendi, Maria Teresa Turbini, Liliana Valente, Clizia Venturelli, Daniela Verdigi, Sandra Zerbino. Tutti gli allievi che hanno collaudato le attività didattiche. La loro spontaneità e l’entusiasmo tipico dell’età hanno consentito di arricchire i materiali del Progetto Mare, grazie anche alla preziosa serie di elaborati prodotti. Fascicolo 6 GLI ECOSISTEMI MARINI - 1 LA COLLANA DI FASCICOLI DEL PROGETTO MARE 4 Fascicolo 1 Fascicolo 2 Fascicolo 3 IL MARE E I CINQUE SENSI I MATERIALI DEL LITORALE I MOVIMENTI DEL MARE Fascicolo 4 Fascicolo 5 Fascicolo 6 GLI ORGANISMI DEL MARE - 1 GLI ORGANISMI DEL MARE - 2 GLI ECOSISTEMI MARINI - 1 Fascicolo 7 Fascicolo 8 Fascicolo 9 GLI ECOSISTEMI MARINI - 2 LE COSTE E L’UOMO LA RISORSA MARE - 1 Fascicolo 10 Fascicolo 11 Fascicolo 12 LA RISORSA MARE - 2 L’INQUINAMENTO DEL MARE LE POZZE DI SCOGLIERA PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden I FASCICOLI DEL PROGETTO MARE Istruzioni per l’uso In questa pagina illustriamo brevemente come sono strutturati i Fascicoli del Progetto Mare. Sono presenti alcune rubriche fisse che analizzano i vari aspetti degli argomenti trattati: “Chi ben comincia” (premessa comune ad ogni Fascicolo), “Il percorso, i metodi, i problemi” (i nuclei problematici relativi al Fascicolo, talvolta con parti comuni a più Fascicoli), “La parola agli allievi” (le frasi dei ragazzi, da noi raccolte al fine di individuare i possibili ostacoli per l’apprendimento di nuovi concetti), “Il Progetto Mare all’Acquario di Genova” (i percorsi strutturati realizzabili presso l’Acquario di Genova). Al di fuori dei Fascicoli sono inoltre riportati “Il glossario” e “La mappa di sintesi” (i collegamenti fra i vari Fascicoli). L’intera collana è anche dotata dell’appendice “Qualcosa in più”, in cui è possibile cogliere ulteriori “sfumature” del Progetto Mare attraverso immagini e testi integrativi. Le unità di lavoro vere e proprie trattate nei Fascicoli si compongono di moduli, a cui sono abbinati schede didattiche e inserti. Ciascuna di queste sezioni viene contrassegnata da un’icona (posta in alto a sinistra nella pagina), come rappresentato qui di seguito. MODULO ✎ SCHEDA DIDATTICA INSERTO I moduli, ad uso dei docenti, sintetizzano le attività a cui sono riferite le schede di lavoro. In essi vengono illustrati le finalità, gli obiettivi, i contenuti e le strategie, che più specificamente costituiscono la parte didattica del percorso. Così come si conviene fare in didattica, inoltre, nei moduli vengono evidenziati gli aspetti problematici per ogni tema trattato: per esempio si fa riferimento a quanto già svolto in precedenza o alla realtà quotidiana dell’allievo (Hessen parlava di “centri di interesse”; Pedemonte parla di “problema del problema”). Il modulo finale di ogni Fascicolo è dedicato alla verifica; in questo caso vengono presentate attività diverse, sviluppate però su elementi metodologici comuni. Le schede didattiche sono fotocopiabili e utilizzabili dagli allievi, come indicato dalla legenda che segue (la lettera è riportata nella porzione di pagina in alto a destra): P - schede di accertamento dei prerequisiti R - schede di raccolta dati E - schede di elaborazione dati V - schede di verifica In alcuni casi le schede possono avere doppia valenza: per esempio una scheda contrassegnata dalle sigle R/E comprende attività di raccolta e di immediata elaborazione dei dati. L’esperienza da noi maturata ci ha portato a segnalare, talvolta, anche l’uso distorto che si potrebbe fare di alcune schede. Proprio per la peculiarità del lavoro, che prevede l’articolazione delle attività sia sul campo, sia all’interno di strutture come gli Acquari, dotate di vasche in cui sono ricostruiti ambienti altrimenti inesplorabili, vengono fornite ulteriori indicazioni su dove, come e quando svolgere i cosiddetti “laboratori di ecologia sul terreno”. Ricordiamo, infine, che negli inserti vengono presentati alcuni aspetti tecnico-scientifici legati al modulo di riferimento. Nell’inserto non si vuole, comunque, esaurire l’argomento trattato, ma si vuole dar modo al docente di raccogliere le informazioni necessarie a sviluppare meglio le attività. Nel caso in cui si desiderasse un ulteriore approfondimento, ci si potrà avvalere di testi specifici e riferimenti riportati nella “Bibliografia”. PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden 5 CHI BEN COMINCIA... Abbiamo scelto di strutturare i Fascicoli del Progetto Mare per temi, evitando volutamente un’organizzazione curricolare, che comportasse l’utilizzo di ogni singolo Fascicolo esclusivamente durante uno specifico anno scolastico. I progetti di Educazione ambientale prevedono un’articolazione assai complessa dei temi e delle attività, che si intersecano e si completano vicendevolmente durante l’intero ciclo scolastico. È per questo motivo che l’organizzazione del materiale per temi può aiutare il docente a programmare lo sviluppo dell’intero progetto nel suo complesso, dandogli l’opportunità di scegliere di anno in anno le attività che meglio si adattano alle capacità di apprendimento dei suoi allievi. Ogni singolo tema può, dunque, essere approfondito a livelli diversi e in anni diversi, consentendo ad ogni passo successivo l’acquisizione da parte degli studenti di nuovi elementi, oltre che l’elaborazione di dati e di riflessioni sempre più complessi ed articolati. Pertanto, aumentando la complessità dell’informazione in modo parallelo ai diversi temi affrontati, diventano più “naturali” e di immediata comprensione i collegamenti tra essi. Di fondamentale importanza per il raggiungimento di questo obiettivo risulta la metodologia utilizzata: la costruzione da parte dell’allievo del proprio sapere per sperimentazione diretta ed elaborazione dei dati in prima persona (spesso si impara più ragionando che studiando!) costituisce la filosofia di base dell’intero progetto. Questi principi, d’altra parte, sono i cardini fondamentali per lo sviluppo di un comportamento consapevole e responsabile nei confronti dell’ambiente e rappresentano la finalità essenziale dell’Educazione ambientale. Avendo chiaro sin dall’inizio il piano complessivo del Progetto Mare, il docente può così programmare tutte le attività per l’intero ciclo della Scuola dell’obbligo, ferma restando la necessità di adattare e rimodellare costantemente tale programmazione, secondo la risposta della classe e dei singoli allievi durante il percorso di apprendimento. Per comprendere un ambiente occorre sviluppare la capacità di “leggere“ sistemi complessi, dapprima distinguendo i singoli elementi dell’ecosistema (gli esseri viventi, i fattori ambientali...) e poi individuando i loro reciproci rapporti (modalità di procurare l'energia, di costruire la materia, relazioni fra organismi...). 6 PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden Foto A. Gentile L'idea è quella di centrare l'attività educativa non sulla trasmissione dell'informazione, ma sul superamento degli ostacoli. (R. Gagliardi) Ci sono concetti difficilmente comprensibili per gli allievi della Scuola dell’obbligo. Per esempio, l'appartenenza ad un Regno o ad un altro viene stabilita sulla base della complessità cellulare e del metabolismo (il modo con cui gli esseri viventi si procurano l'energia necessaria alla vita). Per fare ciò, è necessario introdurre i concetti di cellula e di reazioni chimiche, ed entrambi sono formalizzazioni lontane dal “vissuto” quotidiano dei ragazzi. Non sarà, dunque, questa la strada da intraprendere per studiare gli ecosistemi marini. È però vero che i bambini non sono una “tabula rasa”: sul mare e i suoi abitanti hanno già qualche nozione (che chiameremo preconoscenza), spesso trasmessa in forma spettacolare o sensazionale, e su come funziona un ambiente marino si sono già fatti qualche idea (che chiameremo rappresentazione mentale). Prima di cominciare a produrre unità didattiche, dove il lavoro sul campo si rivela un'ottima strategia di apprendimento, converrà quindi preparare (in aula) i bambini a capire e a superare gli ostacoli di quegli aspetti della biologia e dell’ecologia a cui abbiamo fatto riferimento. E, come si può dedurre dalla citazione di R. Gagliardi sopra riportata, anche questo è un elemento dominante del Progetto Mare. Infine, la sfida educativa (indubbiamente non facile) è quella di monitorare il cambiamento non solo delle conoscenze, ma anche di tutti quei valori, comportamenti ed atteggiamenti che concorrono a formare i nostri ragazzi di oggi, o meglio, gli adulti di domani. PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden 7 FASCICOLO 6: IL PERCORSO, I METODI, I PROBLEMI Dopo aver concluso i temi della autoecologia, iniziamo con il Fascicolo 6 un lavoro molto più complesso sull’ambiente, volto all’osservazione, alla raccolta dei dati e alla loro interpretazione secondo una visione sistemica. Ai fini dello studio vero e proprio dell’ecosistema, è stata pertanto adottata una sequenza di lavoro: abbiamo prima analizzato tutte le componenti dell’ecosistema separatamente, mettendo ordine nelle nostre conoscenze, poi abbiamo iniziato a “risistemare” le stesse secondo un ordine logico e di relazioni. Stabilendo i collegamenti logici e i rapporti causa-effetto, abbiamo quindi spiegato il perché dell’appartenenza di una componente ad un ecosistema piuttosto che ad un altro. Attraverso tale processo siamo arrivati quindi facilmente allo studio degli ecosistemi marini. Il passo successivo è stato, infine, quello di mettere a confronto i diversi ecosistemi tra loro. Come è facilmente intuibile, il livello del Fascicolo è abbastanza elevato (adatto, pertanto, agli allievi più grandi). Essenzialmente, l’obiettivo è quello di favorire il ragionamento secondo un approccio sistemico, volto non tanto alla catalogazione degli individui, quanto allo studio delle relazioni, dei ruoli e delle funzioni che ciascun elemento svolge all’interno dell’ecosistema (a sua volta soggetto ai diversi fattori ambientali). In tal modo, l’allievo individua l’equilibrio dinamico dell’ecosistema, formulando ipotesi che sarà sempre più in grado di trasferire ad altri contesti. A proposito di teorie dell’apprendimento, Raul Gagliardi, docente presso l’Istituto Pedagogico di Lugano, utilizza una simpatica metafora che qui sintetizziamo. Il nostro processo di apprendimento è come una macchinina-giocattolo: prima smontiamo tutti i pezzi (le preconoscenze disordinate che fanno parte del nostro bagaglio culturale) per poi riassemblarli (con l’analisi delle preconcezioni risistemiamo le nostre conoscenze, individuando i prerequisiti necessari al fine di iniziare l’operazione di rielaborazione dei dati). Il nostro processo di apprendimento si avvale, dunque, di una sequenza che mira al riordino e alla stratificazione delle conoscenze. Ovviamente, fintanto che ogni pezzo non troverà l’esatta collocazione, non sarà possibile far funzionare la macchinina… 8 PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden Così come per gli altri, anche nel presente Fascicolo abbiamo riscontrato difficoltà di tipo concettuale e/o metodologico. Uno dei nodi problematici è stato sciolto attraverso lo studio delle rappresentazioni mentali. Abbiamo voluto inserire nuovamente, come nel Fascicolo 1, un modulo utile per capire quale concetto dell’ecosistema, e dei fenomeni che lo regolano, possiede l’allievo. In questo Fascicolo rileviamo, infatti, una certa difficoltà a non cadere in visioni di ecosistemi banali, errate o ancora una volta esotiche. Non ci stupiamo comunque troppo, dato che gli stessi problemi sono stati riscontrati fin dall’inizio (Fascicolo 1), quando abbiamo visto come i mezzi di telecomunicazione influiscano particolarmente in tal senso. Foto C. Bertasini Anche per molti degli argomenti trattati in questo Fascicolo, abbiamo notato come la difficoltà maggiore sia stata quella di non potere procedere attraverso l’esperienza diretta. In effetti, se lavorate già da tempo con la metodologia da noi proposta, l’allievo dovrebbe avere acquisito una “forma mentis” secondo la quale crede soltanto a ciò che vede, cioè ai risultati della propria esperienza. Tuttavia, lo studio degli ecosistemi marini deve essere spesso intrapreso attraverso approcci mediati dalle vasche di un Acquario. A tale problema dedichiamo un inserto in cui esprimiamo il nostro punto di vista sui limiti che un lavoro di questo tipo può costituire durante un processo di apprendimento. Un altro nucleo problematico affrontato nel Fascicolo riguarda il “ciclo dell’acqua”. Studiando la salinità, infatti, abbiamo ripreso tale argomento e ci siamo accorti che spesso gli allievi si rifanno ad un modello stereotipato (si veda la pagina 10, dedicata alle preconcezioni). Giunti a questo livello del percorso educativo proposto dal Progetto Mare, avrete sicuramente acquisito la proprietà di lettura e di interpretazione dei fenomeni che contraddistingue i bravi ecologi! Infine, noterete che una buona parte dei testi riportati nei moduli del presente Fascicolo trattano contenuti puri, assomigliando decisamente agli inserti, a causa della valenza prettamente scientifica dei temi trattati in questa parte del Progetto Mare. PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden 9 LA PAROLA AGLI ALLIEVI Domanda: “Ragazzi, come spieghiamo la pioggia?” Risposta: “Ah, ho capito, vuole sapere il ciclo dell’acqua!...” I CICLI DELL’ACQUA Arriva sempre il momento in cui, durante lo svolgimento del programma di Scienze, si affronta il ciclo dell’acqua. Purtroppo, in molti libri di testo vengono rappresentati schemi in cui, non si sa bene perché, piove solo in montagna e mai sul mare... Anche con il Progetto Mare ci siamo trovati a trattare questo argomento. Spesso abbiamo iniziato a parlarne casualmente, magari durante un’uscita in cui un fronte nuvoloso si avvicinava velocemente minacciando l’attività all’aria aperta… Si comincia spesso con un disegno, e già da qui riceviamo ottime indicazioni sul modello che l’allievo ha in testa. Rileviamo poi che, quasi sempre, tale modello deriva da rappresentazioni grafiche contenute nei testi di studio utilizzati dallo studente. E da qui iniziamo a demolire le preconcezioni degli allievi, e spesso anche quelle dei docenti … Scopriamo infatti che, per poter giustificare la pioggia anche sul mare conviene utilizzare una terminologia diversa, è più appropriato, infatti, parlare di “cicli dell’acqua”. Il ciclo dell’acqua: ma quando piove sul mare? (modello stereotipato) I cicli dell’acqua: finalmente piove anche sul mare! (modello da noi adottato) 10 PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden MODULO 1 ANCORA SULLE RAPPRESENTAZIONI MENTALI... Perseguendo l’obiettivo di rilevare le preconoscenze, le "rappresentazioni mentali" e le aspettative dei bambini sull’ambiente mare, riproponiamo qui di seguito due attività simili per impostazione a quelle già viste nel modulo 1 del Fascicolo 1. Le due schede del modulo sono dedicate agli allievi più giovani. L’attività da noi suggerita nella scheda 1 è quella di far disegnare agli allievi l’ambiente marino al di sopra del pelo dell’acqua, così come lo ricordano (date anche eventuali esperienze pregresse) o come lo immaginano. In questa scheda abbiamo scelto di dare una minima traccia, utilizzando il profilo di un ambiente in parte roccioso e in parte sabbioso (per poter valorizzare l’esperienza di tutte le realtà della costa italiana). Naturalmente ogni insegnante è libero di utilizzare il proprio materiale, che più si adatta alla realtà del territorio oggetto di studio. Intendiamo, quindi, proiettarci in un con- testo ambientale specifico, in cui gli allievi sono invitati a inserire il maggior numero possibile di particolari. Anche per questa attività raccomandiamo che il disegno venga realizzato in aula o in un luogo chiuso, per motivi, peraltro già espressi nel Fascicolo 1, di influenzabilità degli allievi. PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden 11 Sopra e nella pagina precedente: ’ambiente sottomarino secondo l’interpretazione di alcuni allievi. Per questa prima scheda, gli esiti del nostro lavoro di collaudo hanno mostrato una dominanza di disegni raffiguranti particolari esotici. Nell’Appendice riportiamo alcuni estratti dai lavori degli allievi, le cui classi sono state coinvolte dalla nostra sperimentazione. L’impianto della scheda invita l’insegnante a dare un seguito al lavoro (a discrezione di ciascuno): l’obiettivo, infatti, è sempre quello di monitorare nel tempo il cambiamento dell’atteggiamento mentale degli allievi. Consigliamo, anche in questo caso, di realizzare a posteriori un’uscita sul campo, in cui studiare come è fatto realmente l’ecosistema. In questo modo, possono nascere alcuni confronti tra il disegno fatto prima e quello realizzato dopo o durante l’uscita. A tal proposito e per chi ha la possibilità di raggiungere questi tipi di ambiente, suggeriamo di consultare il Fascicolo 12 riguardante le pozze di scogliera. Un’attività analoga a quella della scheda 1 può essere svolta (scheda 2) chiedendo agli allievi di disegnare ciò che immaginano ci sia sotto il mare: questo potrebbe costituire il punto di partenza per un successivo lavoro, attuabile all’interno di un Acquario dove, attraverso le vasche, è possibile osservare la ricostruzione dei vari ambienti marini. Durante l’analisi di questo tipo di test, abbiamo anche verificato che negli allievi non sempre 12 è chiaro il rapporto tra gli organismi e l’ambiente. È capitato, infatti, che alcuni elementi siano stati messi fuori posto (per esempio, un pesce pelagico adagiato sugli scogli). Infine, consigliamo ancora di concentrarsi sulla discussione delle rappresentazioni mentali di ciascun allievo (perché si è scelto di rappresentare un particolare piuttosto che un altro, e così via). Per rimanere in tema, potrebbe risultare interessante fare un confronto anche tra i disegni realizzati dagli allievi e altri modelli di ecosistemi proposti da libri, opuscoli e pubblicazioni in genere. Un ulteriore confronto con la ricostruzione di ambienti nelle vasche di un Acquario può rivelarsi ulteriormente efficace: ci troviamo, infatti, di fronte ad un buon compromesso tra immagini mediate e realtà. Uno degli obiettivi del lavoro sulle rappresentazioni mentali è quello di sviluppare negli allievi uno spirito critico nei confronti di quei modelli che risultano lontani dalla realtà. In poche parole, non tutto quello che mostrano i libri è attendibile! Rispetto a tutto il lavoro di approccio all’ambiente svolto con i primi Fascicoli, scegliamo ora di entrare nell’ecosistema e nel suo complesso in modo diretto, dando per scontata (e quindi già svolta) la parte di lavoro sui prerequisiti lessicali necessari. PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden ✎ Scheda 1 - DISEGNA L’AMBIENTE SOPRA P Che cosa immagini ci sia sopra il pelo dell’acqua? Completa il disegno, arricchendolo di particolari. (RUOTA IL FOGLIO!) PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden 13 ✎ Scheda 2 - DISEGNA L’AMBIENTE SOTTO Che cosa immagini ci sia sotto il pelo dell’acqua? Completa il disegno, arricchendolo di particolari. (RUOTA IL FOGLIO!) 14 PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden P MODULO 2 I FATTORI ABIOTICI Prima di partire con le attività delle schede, premettiamo che la seguente sessione di lavoro non può prescindere da una serie di prerequisiti lessicali, cognitivi (es. lettura del termometro), e di abilità (anche manuali). In tal senso le schede sono rivolte agli allievi più grandi. Entriamo ora nel pieno delle attività, partendo dalla scheda 3, attraverso la quale possiamo svolgere un lavoro sui rapporti esistenti tra la luce e la vita degli organismi marini. La scheda è compilabile ponendosi di fronte ad una vasca di un Acquario (presso l’Acquario di Genova, si trovano delle vasche che si sviluppano in altezza a partire dal livello del pavimento). A questo punto, seguendo il testo della scheda, viene chiesto agli allievi di raccogliere dati in merito all’altezza della colonna d’acqua di quell’ambiente, alla provenienza della luce e ad altre caratteristiche fisiche dell’ambiente stesso. Alla fine del lavoro si cerca di capire in quali condizioni di luminosità vivono gli organismi di quell’ambiente e come la luce può influenzarne la vita. Con la scheda 4 è possibile realizzare un’attività di registrazione delle condizioni di luminosità di un ambiente durante tutto l’anno (attività sulle zone d’ombra). La scheda prevede di attuare registrazioni della quantità di luce nell’arco della giornata (a casa e a scuola). Potete individuare una zona di regolare frequentazione da parte degli allievi (per esempio il cortile della scuola o il giardino di casa) ed esposta, anche parzialmente, al sole. Effettuate poi una serie di osservazioni segnando ogni volta con un gesso il perimetro della figura (l’allievo) in ombra. I dati raccolti serviranno a dimostrare che l’irraggiamento del sole non solo cambia nell’arco della giornata, ma anche nei diversi periodi dell’anno. Dal lavoro emerge una serie di dati che aiutano gli allievi a capire il concetto di fotoperiodo e le influenze che lo stesso esercita sulla vita degli organismi acquatici. La fase di elaborazione e di discussione dei dati costituisce, come per tutte le attività di questo genere, la parte più importante del lavoro; lasciamo a voi la scelta dei criteri da adottare in tale fase (attraverso tabelle, grafici, etc.). Potrete inoltre fare alcuni raffronti con l’ambiente terrestre (fotoperiodo, rotazione della Terra, ecc.) Naturalmente, è importante considerare le variazioni stagionali di luce quanto quelle quotidiane. Anche queste ultime, infatti, influiscono sensibilmente sui cicli vitali degli esseri viventi. Con la scheda 10 approfondiremo tale aspetto. Sappiamo che anche la temperatura è fondamentale per la vita degli organismi. La scheda 5 fornisce una traccia di lavoro per registrare la temperatura nell’ambito di alcune stazioni costiere. Per avere una completezza di dati, ci sembra opportuno rilevare, oltre alla temperatura dell’aria, anche quella dell’acqua. Abbiamo già visto come questa varia in funzione dei periodi dell’anno. Per questioni di spazio la scheda consente di registrare i parametri soltanto nell’ambito di poche stazioni costiere. Potete scegliere voi quante stazioni prendere in considerazione, ma vi consigliamo di partire da un minimo di tre, con diversa esposizione sul tratto costiero di vostro interesse. Ovviamente, per realizzare l’attività, dovete procurarvi un termometro specifico (vanno bene anche quelli utilizzati per la misurazione della temperatura del bagnetto dei neonati). Inutile sottolineare che una maggiore efficacia del lavoro si ottiene se, nella stessa stazione, si possono registrare i dati in più ore della giornata, in più giornate dell’anno, e, perché no, in punti diversi dell’area di studio. PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden 15 Anche in questo caso lasciamo a voi la scelta della elaborazione dei dati. Consigliamo di produrre grafici (scheda 6) che consentano di mettere a fuoco le variazioni giornaliere e quelle stagionali della temperatura. Laddove l’età scolare è più avanzata, potrete introdurre anche il concetto di escursione termica, per esempio nelle pozze di scogliera (si veda il Fascicolo 12). Unendo questi risultati a quelli sul rilevamento del parametro luce, si ottiene un quadro generale dell’andamento dei due fattori in uno o più ambienti di vostra scelta. Nel caso in cui la vostra scuola risultasse situata in una posizione più interna rispetto alla costa, anche questo sito può diventare una stazione interessante, i cui dati sono confrontabili con quelli dei punti costieri. Infine, un ultimo consiglio: prevedendo di tornare in uno stesso ambiente per più volte, ricordate di agire con rigore scientifico, utilizzando sempre le stesse stazioni, gli stessi strumenti, criteri e parametri di registrazione e, ovviamente, inserendo i dati con la massima precisione possibile. Con la scheda 7 affrontiamo un lavoro volto ad individuare la variabilità del fattore salinità. Può succedere che i bambini mettano in relazione il concetto di salinità con quello di torbidità (già trattato nel Fascicolo 2). In effetti, prima di affrontare l’argomento, sarebbe opportuno verificare attraverso un test d’ingresso le preconoscenze degli allievi. Un’ipotesi è quella di chiedere ai ragazzi come pensano sia l’acqua di mare rispetto L’esperienza dell’evaporazione dell’acqua. Prelevati alcuni campioni d’acqua (di mare, del rubinetto, ecc.), mettere in un contenitore il campione scelto e portare ad ebollizione. Utilizzare una pirofila, meglio se trasparente in modo da poter vedere che cosa succede all’interno. Dopo aver atteso che tutta l’acqua sia evaporata (bisogna armarsi di un po’ di pazienza, perché il processo è lento...), è possibile verificare che cosa è rimasto sul fondo del contenitore. Se è stato introdotto un chilo di acqua di mare, si dovrebbero trovare sul fondo circa 35 grammi di sale. Introducendo, invece, acqua di rubinetto o acqua di fiume i risultati non dovrebbero proprio essere gli stessi... 16 a quella di fiume o del rubinetto e in che rapporto collocano la salinità dell’acqua rispetto alla torbidità. Lasciamo a voi la formulazione di una serie di domande ad hoc, a risposta chiusa o aperta. Una volta verificati gli esiti del test d’ingresso, e desunto l’indirizzo da dare alle vostre attività, potete procedere anche mediante la classica esperienza dell’evaporazione dell’acqua salata. Sempre nell’ottica di un lavoro scientifico, l’ideale sarebbe prelevare alcuni campioni di acqua di mare, a fronte di un’uscita specifica (in cui, magari, potete anche realizzare le attività di cui alle schede precedenti). Come vedremo nell’inserto A, il contenuto di sali in un litro d’acqua di mare è mediamente pari al 35‰, cioé se mettete ad evaporare un chilo di acqua di mare, alla fine del processo (peraltro molto lento!) potrete trovare 35 grammi di sale. Questo esperimento, sebbene richieda tempi piuttosto lunghi, si rivela come un ottimo strumento per dimostrare in modo concreto, anche agli allievi più diffidenti, che l’acqua di mare contiene realmente sale. Interessante risulta anche il confronto con i dati dell’evaporazione di altri tipi di acqua dolce (fiume, rubinetto, minerale, ecc.). Proprio per l’evidenza dei dati, tali esperienze possono essere compiute anche con allievi più piccoli, e quindi utilizzate per introdurre i concetti di evaporazione o di cicli dell’acqua. Con l’inserto B e la relativa scheda 8 si possono approfondire alcuni aspetti relativi alle profondità dei fondali. Esperimento condotto da una scolaresca. “Abbiamo fatto bollire 1 litro d’acqua di mare, 1 litro d’acqua delle pozze, 1 litro d’acqua del rubinetto, 1 litro d’acqua distillata. Quando tutta l’acqua è evaporata abbiamo notato che il sale contenuto nei vari tipi di acqua era diverso: •1 litro d’acqua di mare = 30 g di sale •1 litro d’acqua delle pozze = 32 g di sale •1 litro d’acqua del rubinetto = 1 g di sale •1 litro d’acqua distillata = 0g di sale PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden ✎ Scheda 3 - F ACCIAMO DUE VASCHE... (1) R VASCA................................................................................. Immagina di essere in piedi sul fondo della vasca. Quanta acqua c’è sopra di te? (puoi calcolarlo pensando di mettere alcuni compagni uno sull’altro. Conta quanti ce ne stanno, sopra di te, fino a dove pensi che finisca l’acqua) Da dove viene la luce? ............................................................. ......................................................................................... Il fondo è: scuro chiaro L’ambiente che stai osservando è: molto luminoso poco luminoso Se tu fossi un pesce, riusciresti a vedere bene dappertutto? ......................................................................................... ......................................................................................... PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden 17 ✎ Scheda 4 - LUCI E OMBRE... R Data....................... Stazione............................................. Ora inizio osservazione........................................................... Limite della zona illuminata dal sole........................................... Ora fine osservazione............................................................. Limite della zona illuminata dal sole.......................................... Illustra i dati che hai registrato, facendo un disegno dell’ambiente osservato. Poi, raccogli i dati in una tabella, costruisci alcuni grafici e discuti. 18 PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden ✎ Scheda 5 - È L’ORA DEL METEO R STAZIONE................................................ Data .................. Descrizione della stazione....................................................... ...................................................................................... ORA............... ORA............... ORA............... Come è il tempo? ............................. ............................. ............................. Come è il mare? ............................. ............................. ............................. Temperatura dell’aria ............................. ............................. ............................. Temperatura dell’acqua ............................. ............................. ............................. STAZIONE................................................ Data .................. Descrizione della stazione....................................................... ...................................................................................... ORA............... ORA............... ORA............... Come è il tempo? ............................. ............................. ............................. Come è il mare? ............................. ............................. ............................. Temperatura dell’aria ............................. ............................. ............................. Temperatura dell’acqua ............................. ............................. ............................. NOTE ......................................................................................... ......................................................................................... ......................................................................................... PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden 19 ✎ Scheda 6 - LA CUR VA DELLA TEMPERATURA E Dopo aver tabulato i dati relativi alle temperature dell’aria e dell’acqua delle stazioni prese in esame, fai un grafico dell’andamento dei due parametri. 20 PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden ✎ E Scheda 7 - ACQUA E SALE Descrivi l’esperienza dell’evaporazione dell’acqua di mare. __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________ PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden 21 L’ECOSISTEMA MARINO: I FATTORI ABIOTICI A Foto B. Santarelli LA LUCE Lo spettro elettromagnetico è costituito da un insieme di onde, ciascuna caratterizzata da una ben determinata lunghezza e associata a un definito livello energetico. La luce visibile è composta da diversi colori; la lunghezza d’onda del rosso è compresa tra i 700 e i 650 nm (1 nm=10-9 m), quella del violetto tra 425 e 400 nm. raggi gamma lunghezza d’onda < 1nm raggi x raggi ultravioletti 100 nm luce visibile 380 nm raggi infrarossi 750 nm < 1 mm micro onde onde radio 1m migliaia di metri Alle estremità dello spettro del visibile troviamo i raggi infrarossi e i raggi ultravioletti, rispettivamente di lunghezza d’onda maggiori di 760 nm e minori di 400 nm. Di tutte le radiazioni emesse dal sole, il 30% è riflesso nello spazio dall’atmosfera e dalla superficie terrestre. L’energia raggiante che arriva sulla terra in una giornata serena è composta per il 10% dalle radiazioni ultraviolette, per il 45% dalla luce visibile e per il restante 45% da luce infrarossa. La radiazione luminosa incidente sulla superficie del mare viene parzialmente riflessa. La quantità di luce riflessa è in funzione della posizione del sole sull’orizzonte, dello stato del mare e della trasparenza dell’acqua. Gli strati d’acqua si comportano come filtri selettivi nei confronti delle singole lunghezze d’onda della radiazione solare. Procedendo in profondità, le prime a scomparire sono le radiazioni ultraviolette e infrarosse, poi le radiazioni rosse e gialle. Le radiazioni azzurre e violette sono le più penetranti, e sono riscon- 22 trabili da sensibilissime apparecchiature fino a circa 800 m di profondità. In base alla quantità di luce, in mare si distinguono tre zone: •la zona eufotica (dalla superficie a circa 120 m), in cui i vegetali dispongono dell’energia solare necessaria per la fotosintesi; •la zona disfotica (fino a 500-800 m), nella quale c’è ancora luce per vedere, ma non per fotosintetizzare; •la zona afotica, perennemente buia. LA TEMPERATURA La temperatura superficiale varia in genere con la latitudine e con le stagioni: all’equatore e ai tropici si registrano valori pressoché costanti, pari a 27-30 °C; spostandosi verso i poli si verificano escursioni stagionali di circa 10 °C. La temperatura, inoltre, decresce con la profondità. La temperatura minima dell’acqua può raggiungere, a valori di salinità pari al 35‰, -1.9 °C (la presenza di sali disciolti abbassa il punto di congelamento). Negli strati profondi dei mari polari la temperatura è costante tra 0 e -1.9 °C; tra 0 e 2.5 °C negli Oceani Pacifico, Atlantico e Indiano. In Mar Mediterraneo, oltre i 100 m, la temperatura è costante e si aggira attorno ai 12-13 °C; questo è dovuto alla soglia di Gibilterra, che impedisce l’ingresso nel bacino delle acque fredde dell’Atlantico. PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden Mentre alle alte latitudini non vi è una grande differenza tra la temperatura delle masse d’acqua superficiali e profonde, alle basse latitudini, in superficie si forma uno strato più caldo, che sovrasta gli strati profondi, più freddi. La temperatura non diminuisce gradualmente con l’aumentare della profondità, ma presenta, in genere intorno ai 100500 m una brusca variazione, denominata termoclino. Alle medie latitudini dei mari temperati in estate si formano, tra i 15 e i 40 m, termoclini stagionali che scompaiono durante l’inverno. Un termoclino permanente, poco accentuato, rimane tra i 500 e i 1500 m. LA SALINITÀ Questo termine indica la quantità di sali (espressa in grammi) contenuta in un chilo di acqua marina. La salinità media di tutti gli oceani è 35‰ (cioè 35 g di soluto per Kg di soluzione). Tale valore varia in funzione degli apporti fluviali, della fascia climatica, della vicinanza agli ambienti costieri e della conformazione geografica dell’area. Alle alte latitudini la salinità superficiale è in genere più bassa, in relazione allo scioglimento dei ghiacciai, mentre alle basse latitudini, per la forte evaporazione, i valori sono superiori. In Mar Mediterraneo, nel bacino occidentale la salinità è del 37-38‰, in quello orientale vengono raggiunti valori più elevati, pari a circa 39‰. Queste variazioni riguardano solo gli strati d’acqua più superficiali; in profondità la salinità mantiene, pressoché costantemente, il valore di 35‰. LA PRESSIONE La pressione idrostatica aumenta di 1 atmosfera ogni 10 m, alle massime profondità si hanno quindi valori superiori alle 1.000 atmosfere. La pressione idrostatica influenza alcuni parametri chimico-fisici dell’acqua: a notevoli profondità, per esempio, essa provoca una compressione del mezzo che si traduce in un lieve aumento di temperatura. I GAS DISCIOLTI Sono gli stessi che troviamo nell’atmosfera; ognuno però si scioglie in mare in modo diverso, in funzione del proprio coefficiente di solubilità e della differente pressione parziale. La solubilità dei gas in mare è facilitata da basse temperature e acque poco salate. Nel passaggio dall’aria all’acqua è molto importante la turbolenza: la formazione di schiuma, aumenta infatti la superficie di scambio. La diffusione dei gas negli strati più profondi avviene grazie alle correnti di convezione. Ossigeno. In mare è sempre relativamente poco abbondante a causa della sua scarsa solubilità. L’atmosfera e la fotosintesi clorofilliana costituiscono per gli ambienti acquatici un’importante fonte di ossigeno. Viene definita profondità di compensazione, la profondità alla quale i vegetali producono una quantità di ossigeno pari a quella che consumano. Al di sotto di tale profondità il bilancio fotosintetico è negativo; al di sopra il bilancio diviene sempre più positivo fino ad una zona prossima alla superficie. In superficie, l’eccessiva intensità luminosa (saturazione luminosa) provoca invece una diminuzione del tasso fotosintetico. La profondità di compensazione è funzione delle specie, delle stagioni, della latitudine e delle condizioni del cielo. I fondali marini coperti da sedimenti a granulometria molto fine, in particolare in ambienti caratterizzati da scarso idrodinamismo, sono spesso ricchi di acido solfidrico già pochi millimetri sotto la loro superficie. Anidride carbonica. La CO2, la cui concentrazione in ambiente acquatico può essere nettamente superiore a quella dell’ossigeno, reagisce chimicamente con l’acqua dando PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden 23 In mare, così come nell’atmosfera, la CO2 deriva dalla respirazione, dalla decomposizione di materiale organico, da fenomeni di vulcanesimo e dalla dissoluzione delle rocce carbonatiche. È stato stimato che l’insieme dei mari e degli oceani contiene almeno 50 volte più anidride carbonica dell’atmosfera. I NUTRIENTI Vengono così definiti i composti inorganici di azoto, fosforo e silicio. Azoto. La sua concentrazione tende in genere ad aumentare con la profondità; le acque superficiali possono venire arricchite grazie alle correnti di risalita (correnti di upwelling). È presente sotto forma di ione ammonio (NH4+), nitriti (NO2-), nitrati (NO3-). Fosforo. Praticamente assente nell’atmosfera, nella biosfera è circa 20 volte meno abbondante dell’Azoto. Viene utilizzato dagli organismi sotto forma di ione ortofosfato H2PO4-, HPO42-. Silicio. Anch’esso, assente nell’atmosfera, costituisce il 25% della crosta terrestre. Nell’acqua è molto solubile sotto forma di silicati (SiO4-), utilizzati principalmente dalle Diatomee. La concentrazione di questi composti segue ritmi stagionali, correlati all’attività biologica e alle immissioni provenienti dagli ambienti continentali. I MOVIMENTI DELLE MASSE D’ACQUA A questo tema è dedicato in modo specifico l’intero Fascicolo 3, al quale vi rimandiamo per gli approfondimenti su questi importanti fattori ambientali. Qui ci limitiamo ad un semplice accenno. •cresta, cioè la parte più alta; •ventre (o cavo), cioè la parte più bassa; •altezza, cioè il dislivello tra cresta e ventre; •lunghezza, cioè la distanza tra due creste o due ventri successivi. In mare aperto le molecole d’acqua descrivono orbite circolari che si esauriscono con l’aumentare della profondità (onde di oscillazione). In prossimità della costa, per l’influenza dei fondali, le orbite circolari delle molecole si modificano con la profondità, diventando sempre più appiattite. L’attrito sul fondo causa il rallentamento della parte inferiore dell’onda rispetto a quella superiore che, vicino a costa si rovescerà in avanti, dando origine ai frangenti (onde di traslazione). Le correnti. Sono spostamenti di masse d’acqua, dovuti a differenze di densità e di pressione idrostatica (correnti di gradiente), all’azione del vento (correnti di deriva) e a quella delle maree (correnti di marea). Tutti i tipi di correnti sono influenzati dalla rotazione terrestre. Le maree. Consistono in variazioni periodiche del livello dell’acqua marina, determinate dall’attrazione gravitazionale del Sole e della Luna. Quest’ultima, nonostante le ridotte dimensioni, esercita una maggiore forza attrattiva rispetto al Sole, per cause conseguenti alla minore distanza che la separa dalla Terra. In genere le oscillazioni del livello del mare si verificano due volte al giorno. L’innalzamento massimo corrisponde all’alta marea, quello minimo alla bassa marea, la differenza tra questi due valori è definita ampiezza. Foto B. Santarelli origine ad acido carbonico (H2CO3). Possiamo distinguere movimenti variabili, cioè le onde, movimenti costanti, le correnti, e movimenti periodici, le maree. Le onde. Sono generate solitamente dai venti. Ogni onda è caratterizzata da: 24 PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden LA BATIMETRIA B Così come nelle cartine geografiche terrestri si usa indicare le altitudini dei vari punti, per le rappresentazioni grafiche dell’ambiente marino vengono indicati i valori relativi alla profondità del fondale (anche se in realtà viene rappresentata solo la superficie). La batimetria è la branca dell’oceanografia che si interessa del rilevamento della forma dei bacini oceanici e lacustri; le curve batimetriche sono le linee (rappresentate su una carta nautica) che uniscono tutti i punti con uguale profondità. Una minore distanza tra le curve batimetriche indica una scarpata più ripida, rispetto ad un fondale che presenta le batimetriche più distanti tra loro. Un’attività sulla batimetria. Nella pagina successiva trovate una scheda (scheda 8) per svolgere un’esperienza sul campo, senza dubbio coinvolgente per i vostri allievi. Il materiale occorrente è il seguente: •un’asta graduata della lunghezza di circa 2,30 metri; •un buon metraggio di corda (circa 30/40 m), su cui riportare una serie di nodi a distanza di 1 m l’uno dall’altro. L’attività consiste nell’immergere l’asta graduata a partire, per esempio, da 5 m dalla linea di costa. La corda vi servirà per misurare le distanze, man mano che l’operatore si sposta verso il largo (sarà cura dell’operatore rimanere su un tracciato perpendicolare alla linea di costa). Ad ogni distanza prestabilita (potete scegliere 5 m, 10 m, 15 m, e così via, dal punto di partenza) corrisponde un esatto valore dell’altezza relativa alla colonna d’acqua del punto in questione. In questo modo, partendo da diversi punti lungo la linea di costa, con la stessa procedura e andando verso il largo, riuscite a costruire una serie di curve batimetriche. Foto A. Gentile Un requisito fondamentale per compiere tale esperienza è quello di trovare una persona disponibile a entrare in acqua, mentre gli studenti osservano da terra. Noi abbiamo collaudato l’attività in una spiaggia costeggiata da un molo, ottimo punto di osserva- zione per gli studenti, che hanno potuto seguire le azioni spingendosi anche verso il mare aperto, senza bagnarsi. In alternativa è possibile anche utilizzare una piccola imbarcazione, su cui far salire gli allievi. PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden 25 ✎ R/E Scheda 8 - COME È PROFONDO IL MARE... RACCOLTA DATI SUL CAMPO Segna qui sotto i valori registrati con l’asta graduata. METRI DALLA COSTA 5m 10 m 15 m 20 m 25 m 30 m Altezza colonna d’acqua (in metri) NOTA: colonna d’acqua=distanza tra il fondo e la superficie del mare ELABORAZIONE DATI IN AULA Alla fine dell’esperienza condotta in acqua, costruisci un grafico cartesiano in cui rappresentare la curva batimetrica del fondale che hai esaminato. 26 PROGETTO MARE - Fascicolo 6: Gli ecosistemi marini - 1 Acquario di Genova - Studio Walden