Charlie Chaplin
E' tempo per noi di andare oltre. E' tempo d'andare oltre la colpa e il biasimo.
Non sono d'aiuto. Non ci guariscono. Ci siamo dentro tutti, e dobbiamo avere
cura gli uni degli altri e di noi stessi. E' tempo di andare oltre le nostre storie
personali, di essere liberi e di ricreare noi stessi....."
(tratto da "Ritorno alla Creazione" di Manitonquant)
Per commenti e suggerimenti contatta [email protected]
Lo ripetero’ fino a perdere la voce, lo scrivero’ fino a finire l’inchiostro.
Semi di Mela nasce con l’intento di informare, aiutare, dare e ricevere spunti,
buone notizie.
Questo per premettervi che in questo numero parlero’ della situazione non rosea
che si prospetta alla nostra societa’, ma non per fare la iettatrice o la
catastrofica, al contrario per confrontarsi e darci un mutuo soccorso.
Giorni fa si parlava con un gruppo di amici di questo, della situazione
economica e politica del nostro paese.
Un amico ci ha spiegato che ha parlato con un’economista ed il suo consiglio e’
di prepararsi soprattutto psicologicamente.
Se alcuni anni fa mi avessero fatto questi discorsi mi sarei irritata, con la mia
voglia di fare, i miei obiettivi da perseguire. Oggi, che qualcuno senza scrupoli
ha rotto il mio equilibrio, mandandomi in cassa integrazione insieme ad altri
1088 colleghi, posso affermare che la mia forza, anzi la nostra forza, perche’
anche il mio compagno essendo anche mio collega ha subito la stessa sorte,
questa forza la stiamo trovando perche’ da qualche anno stiamo facendo una
ricerca alternativa a questo sistema di vita indotto dalla societa’ e ci sentiamo
preparati ad affrontare la nostra situazione.
Si sta sviluppando un modo di vivere alternativo, che difficilmente
diffonderanno nei telegiornali della sera, per cui spero che queste informazioni
vi siano utili e possano dare uno spunto anche alla vostra vita.
Vi porto a conoscenza delle nostre nostre ricerche con l’augurio che nessuno di
voi abbia difficolta’ e che presto possiamo comunicarvi che tutto si e’
risolto e che siamo riusciti a trasformare in un’opportunita’ quello che oggi ci
appare come un dramma.
foto tratta da cambiamentoorg.blogspot.com
COSA HO IMPARATO DALLA CASSA INTEGRAZIONE
Innanzitutto,come prima sensazione,non fai piu’ parte del fiume che scorre ma stai sulla riva.La
differenza si sente e si vede.Nel fiume che scorre velocemente non hai modo di fermerti,puoi solo
rallentare se qualche roccia si presenta dinanzi al tuo flusso.Tagli terreni a meta’,passi centri
abitati,passi sotto ponti,irrighi orti e giardini,ma non ti puoi fermare;non e’ previsto.Cosi’ e’ la vita
di chi lavora,sempre tesa al raggiungimento di qualcosa che e’ inarrivabile,di qualcosa che senti di
avere vicinissimo,ti sfiora appena,ma finisce li’.Tutto questo ciclo di emozioni e stati d’animo
caratterizza la tua vita,la modifica e la adatta a “sopravvivere”all’esistenza.E’ impressionante con
quale velocita’viene tutto “consumato”,i tuoi sentimenti vengono lisi e logorati da un susseguirsi di
emozioni veloci ,come cadenzate,come se ci fosse una sorta di programmazione dentro di noi ed
uguale per tutti.L’unica differenza e’ che contestualmente viviamo tutti le stesse emozioni e
sensazioni ma, fortunatamente, in momenti diversi.Ma una volta che il programma si ferma,che il
meccanismo si blocca il tutto assume una dimensione diversa.Come quando ad un semaforo che
diventa rosso velocemente le macchine devono necessariamente frenare,per non urtarsi,,ed
accodarsi,cosi’ fanno i tuoi sentimenti le tue sensazioni ed tuoi stati d’ animo.In questa sorta di
macedonia psicologica,cambiano le tue percezioni della realta’ e della tua realta’.Cominci a capire
che stare sulla riva del fiume ti da’ la possibilita’ di vedere,se non tutto,una gran parte del fiume che
scorre.Puoi vederne i vortici,i punti dove rallenta,se ci sono delle forme di vita al suo interno o sul
pelo dell’ acqua.Insomma ti si presenta un quadro completo o quasi della situazione e del
contesto.Questo ovviamente modifica il tuo modo di essere poiche’,se prima eri dimesso nel
sacrificare qualcosa del tuo essere in nome della “velocita’ esistenziale”ora lotti anche per il piu’
piccolo sentimento.Ti rendi conto di quello che c’e intorno e fai prove di compatibilita’ con il
contesto sociale poiche,’ questa che vivi, e’ una nuova dimensione dove il tuo “io” sta venendo
fuori prepotentemente come se “gridasse” la sua esistenza.La scansione delle giornate e’ diversa,il
tempo ti accorgi che non e’ dettato da tempi precisi ma dai tuoi tempi.Ovviamente,il tempo scorre
sempre allo stesso modo, ma e’ cambiata la tua percezione,il tuo modo di percepirlo.Quello che
prima ti poteva sembrare effimero oggi assume un’importanza fondamentale,vuoi fermamente che il
puzzle della tua vita sia completo e che non manchi nessun pezzo.Per quanto mi riguarda non sono
ancora entrato pienamente in quest’altro modo di vivere,un po’ per la situazione lavorativa in
bilico,un po’ perche’ mi sono reso conto che ci sono dei tempi biologici da rispettare,che
necessitano di un loro metabolismo.Ma la sensazione di poter dire domani faccio quello,mi
organizzo e gestisco le cose in modo conforme al mio modo di vivere,la consapevolezza che tutto
questo puo’ essere fatto da’ un senso di onnipotenza.Ovviamente poi bisogna necessariamente fare
qualcosa per vivere,il mio hobby in questo mi sta pian piano aiutando ed ora posso
creare,progettare,realizzare,scegliere il legno,la ferramente giusta,senza qualcuno o qualcosa che ti
metta fretta.Ne scaturiscono un lavoro e degli oggetti di immenso valore morale per me ed un
servizio migliore (cose fatte con il cuore)reso a chi acquista o chiede delle realizzazioni in legno per
sua necessita’Anche i soldi assumono un valore diverso.Se prima ti sbilanciavi a comprare le cose
che ti necessitavano con qualche fronzolo in piu’,ora ti rendi conto che alcune cose non ti servono e
le comperavi per “induzione” cioe’ per una forzatura esterna invisibile ma molto insistente.A
rendermi consapevole che sto spesso a casa sono i miei animali domestici.La gatta mi viene intorno
spesso emettendo miagolii e cercando coccole,il gatto maschio, che vuole sempre mangiare, chiede
cibo in maniera piu’ assillante,il cane femmina ogni volta che esco di casa si attacca alla maglia o
morde le caviglie perche’ vuole giocare.Insomma ci sei e sei presente ed anche se sei un piccolo
punto dell’universo,sei un punto vivo e dinamico intento a percepire la vita attento alle sue
sfumature piu’ piccole. Sapevo che tutto questo sarebbe accaduto poiche’ non ne potevo piu’ di
quella vita veloce e frettolosa senza un orientamento e senza possibilita’ di realizzarsi.Credo di aver
chiesto all’ universo questa situazione e sono stato accontentato e sono molto grato di cio’,di aver
ottenuto questa nuova forza e consapevolezza.
PENSIERI DI PARIDE
I
La Terra del Sorriso
Smileland La Terre de Sourire A Tera do Soriso La Tierra del Sonriso Das Land von das Lachein
Comunità Ospitale -Verso la Fattoria Sociale
In collaborazione con: Ass.ne Homo ridens & Federazione internazionale Ridere per Vivere
AVVERTENZE Se non puoi fare a meno del condizionatore, se le formiche ti impressionano, se il
silenzio ti angoscia, se le farfalle ti sono indifferenti, se i reality ti appassionano…allora quanto segue
non fa per te. Ma non ti preoccupare, ti vogliamo bene lo stesso !
COS’È Un luogo fisico, un luogo emotivo, un luogo mentale, un luogo spirituale, un luogo di nuove
relazioni, un luogo olistico, un’entità giuridica.
Fisicamente è un podere posto sul Monte Peglia, nel Comune di Orvieto, frazione di Colonnetta di
Prodo, Località Le Scalette 11 , si chiama “ Sorvarelle ” e prende il nome dalle sorbe, un frutto ormai
sconosciuto ai più.E’ luogo di produzione di cibo sano, erbe medicamentose, animali da non
sacrificare.E’ la produzione e la residenzialità che non vuole alterare l’equilibrio naturale.
Emotivamente è il luogo dei sogni da realizzare, il luogo del buono, del bello, della pace, dell’aiuto,
della risata di gioia.
Mentalmenteè il luogo della formazione, della comprensione, della sperimentazione di pratiche
decisionali, economiche, terapeutiche, riabilitative nuove e diverse da quelle del mondo normale (che è
in realtà il mondo alla rovescia).
Spiritualmenteè uno dei luoghi di ancoraggio della luce nel passaggio epocale che stiamo
attraversando.
Relazionalmenteè una comunità che sperimenta un diverso modo di rapportarsi al tutto.
Olisticamenteè il mondo (in piccolo), semplicemente come dovrebbe essere.
COSA NON E’
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Un’utopia, anche se pensiamo in grande.
Un agriturismo, anche se ci sarà ospitalità con vitto e alloggio.
Una comunità confessionale: tra noi ci sono già cattolici, anarchici, buddisti, miscredenti, panteisti,
animalisti, animali…
Un buen retiro: altro che ritirarsi, sarà sempre pieno di gente e di cavoli da fare.
Un modo per perdere denaro: ma neanche di guadagnarne…diciamo che ci piacciono i pareggi.
www.laterradelsorriso.org
È una poesia SIOUX che è stata riportata nel blog: "Il Faro" di Dante Alfonso e tratta a sua
volta dal blog "ombra nel vento".
Non Ti Auguro un Dono Qualsiasi
Non ti auguro un dono qualsiasi,
Ti auguro soltanto quello che i più non hanno.
Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
se lo impiegherai bene, potrai ricavarne qualcosa.
Ti auguro tempo, per il tuo Fare e il tuo Pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti e correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perchè te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti
e non soltanto per guardarlo sull'orologio.
Ti auguro tempo per toccare le stelle
tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo, per sperare nuovamente e per amare.
Non ha più senso rimandare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.
Ti auguro tempo anche per perdonare.
Ti auguro di avere tempo,tempo per la vita.
VADO A VIVERE IN CAMPAGNA
Roberta Ferraris ha scritto un libretto divertente e profondo. Se siete tra quelli che
desiderano cambiare vita, e scappare dalla città, o se siete tra quelli che lo hanno già
fatto, ma state vivendo un momento di crisi perchè non tutto era bucolico come
pensavate, vi consigliamo di leggere queste cinquanta pagine per verificare le vostre
motivazioni e le proprie aspirazioni. Roberta parte dalla sua esperienza personale, di
chi dieci anni fa lasciò Milano per una cascina sperduta nell'Alta Langa, parte dai
primi tentativi da inesperti, che l'hanno portata insieme al compagno ad allevare capre
e a fare formaggio. Ma poi parla più in generale di cosa ci vuole per fare un orto, di
autosufficienza, di terre buone e terre della malora, di case abitabili e da ristrutturare,
di bestie e carta bollata, tanti consigli per chi vuole fare questo passo e ha pochi soldi
per farlo. Ricordando spesso che la terra è bassa e richiede un lavoro quotidiano, tutti
i santi giorni dell'anno.
Roberta Ferraris, che è anche guida della Compagnia dei Cammini, accompagnerà un
gruppo nell'alta Langa in autunno, un viaggio da non perdere perchè Roberta questo
mondo rurale che scompare lo conosce davvero e lo vive giorno per giorno
Roberta Ferraris "Vado a vivere in campagna", Terre di Mezzo, 2011, 4 euro
LA CAMPAGNA DA VEDERE O DA LAVORARE ?
Il libro di Roberta recensito sopra mi ha fatto venire in mente una riflessione ricevuta
via mail tempo fa, l'avevo messa da parte, l'ha scritta Luigi Vassallo e pubblicata sul
suo blog: Quando cammino, a volte la mente va a ruota libera (‘a capa sbareia) e si
mette a pensare ... coi piedi
Come è bella la campagna (da vedere)
Anni fa a una giovane insegnante che magnificava la vita di campagna un anziano
collega, che faceva contemporaneamente l'insegnante e il contadino, disse: "Signò,
ma a vuie ve piace a campagna a vvedé o a ffaticà?" (Signora, a voi piace la
campagna da vedere o da lavorarci?).
Questa icastica espressione di saggezza popolare mi torna in mente ogni volta che
qualcuno si lascia tentare da sogni, in piccolo o in grande, senza prendere seriamente
in considerazione le conseguenze del sogno, caso mai diventasse realtà.
Così, "Prendiamoci un animale in casa": poi bisogna accudirlo, quando siamo in
viaggio bisogna sistemarlo da qualche parte, dobbiamo togliere di mezzo i
soprammobili, dobbiamo smettere di lasciare in giro cellulari, portafogli, penne,
documenti importanti, perché il gatto o il cane pensa che si tratti di oggetti messi lì
per farlo giocare, dobbiamo nascondere la spesa nel frigo o nel forno, perché il gatto
o il cane pensa che siano le sue provviste ... Allora, ci piace la campagna da lavorare?
Oppure, "Non siamo egoisti, adottiamo un bambino, uno di quelli dell'est che sta
chiuso in un orfanotrofio": poi cresce e la tempesta ormonale della sua pubertà, già
difficile da gestire con ragazzi che hai allevato dai primi giorni di vita, ti scoppia tra
le mani perché, senza che lui o lei se ne renda conto, fa esplodere tutt'intorno il
vissuto di violenza, sopraffazione, deprivazione che si è portato dentro finora ...
Allora, ci piace la campagna da lavorare?
O ancora, "Non servono tanti soldi per vivere oggi, basta un orto per ricavare da
mangiare, basta scambiarsi le cose o le abilità per soddisfare i propri bisogni": poi ti
arriva un cinghiale che ti sfascia l'orto, la scadenza del mutuo è puntuale e non
accetta il baratto con una tua abilità ma pretende solo soldi in contanti, i figli
crescono e non è che puoi fare tutto tu per loro (insegnargli quello che serve per
essere cittadini del loro mondo e del loro tempo, i vestiti per andare in giro, i mezzi
non per non sfigurare con gli altri ma per non essere emarginati) ... Allora, ci piace la
campagna da lavorare? Ma allora tu, fingendoti progressista, sei sotto sotto un
reazionario appiattito sulla società borghese - capitalistica di cui hai assorbito con
rassegnazione le logiche egoistiche e consumistiche!!!
No. Sono solo uno che la rivoluzione vorrebbe farla seriamente e non fermarsi a metà
strada perché, dopo essere stato affascinato dalla poesia e dalla retorica delle
bandiere, degli inni, delle masse che avanzano nel quadro di Pellizza da Volpedo, si
accorge che cambiare stile di vita, in piccolo o in grande, comporta passi, piccoli o
grandi, fatti di concretezza e non di sogno. Con questi passi concreti voglio fare i
conti, altrimenti la campagna sognata resta bella solo da vedere, a meno che, dopo
averla in qualche modo acquisita (la campagna o tutto quello che nella metafora della
campagna bella da vedere posso farci entrare), qualcuno non pensi di rifilarla a me
perché la lavori al posto suo...
Tratto da Il Cammino – newsletter della Compagnia dei Cammini
www.facebook.com/compagniadeicammini.
Ricordiamo anche gli altri recapiti:
web: www.cammini.eu
mail: [email protected]
telefono segreteria (Feltre - BL) Maurizio Russo 0439 026029
(da lunedì a venerdì, ore 9.00 - 13.00 e 14.00 - 18.00)
Direzione, redazione e copyleft: Luca Gianotti Con il contributo di: Gianluca Bonazzi, Marina e
Guido Ulula alla luna
“Andai nei boschi perché volevo vivere in profondità e succhiare tutto il
midollo della vita... per non scoprire in punto di morte di non aver mai
vissuto " Thoreau
BARRICATE!
Questa è la cosa che auguro a tutti noi.
Usciamo dalle case confortevoli in cui ci siamo chiusi,
sfiduciati sul poter cambiare l'esito delle nostre vite,
illudendoci che il partecipare fosse
il guardare schermi TV o il dialogare su idee virtuali.
Solo il contatto di sguardi e sensi rende una relazione reale.
Noi tutti sappiamo che il mondo non va bene.
L'ambiente, l'economia, le guerre, l'incomunicabilità fra le genti...
... tante questioni importanti, da cui ci sentiamo sopraffatti.
L'impotenza prevale, perché abbiamo smarrito
la capacità di sentirci in cammino INSIEME.
Stiamo perdendo l'empatia, quel soffrire con gli altri,
che ci rende consapevoli dell'appartenenza ad una specie,
con un comune destino.
Che va interpretato, elaborato, condiviso, pensando nuove progettualità.
L'amore è questo, contrastare delusione e sconforto,
ritrovare un senso comune, con la voglia di riprovarci,
A LOTTARE.
E' col sangue rituale che si scrive la storia.
Io voglio andare con la mia compagna per mano, sulle barricate.
Dopo tanti anni di passività e silenzio,
sento la necessità, intuisco la possibilità, che il vento cambi.
Che ci sia un'inversione di tendenza,
che si esca da quell'individualismo che ha generato solitudine e infelicità,
che ci riapriamo tutti, con forza e determinazione, ad uno spirito creativo.
Osando ridire la parola IMPEGNO.
Barricate, questo mi auguro.
Perché non è possibile evolvere senza battaglie, senza sacrificio.
Lo scontro è inevitabile con chi prospera sul suo egoismo,
condannando tutti quanti alla miseria dell'inutilità.
Barricate, servono a noi. E' uno stato d'animo.
Ancor prima che per fronteggiare altri,
è nel momento di lotta che riacquistiamo fiducia in noi stessi,
che gettiamo ponti per sentirci uniti.
E' l'unità di sentimenti che alla fine ci porterà alla vittoria.
Barricate, è l'anno buono.
Perché occorre essere disposti a morire,
a mettere in gioco tutto di noi,
in nome di un'esistenza degna.
Per ridare speranza, a noi e ai nostri figli.
Guido
tratto da Il Cammino Per iscriversi o cancellarsi dalla nostra newsletter:
www.deepwalking.org/cammino/subscribe.htm
Ulula alla Luna
AAM TERRA NUOVA
Siamo abbonati da molti anni a questa rivista che si occupa dal 1977 di controinformazione su
argomenti come ambiente, ecologia, bioedilizia, agricoltura biologica, medicina naturale,
alimentazione, maternita’ ed infanzia, ricerca interiore, non violenza , finanza etica , eco villaggi e
cohousing.
Per conoscerla si puo’ visitare il sito www.aamterranuova.it, chiedere una copia omaggio
chiamando
chiamando la redazione (055 3215729 int. 2) oppure sul sito scegliere “Copia Omaggio” e
sfogliarne una copia on line.
Noi la troviamo una rivista molto completa , la redazione organizza un incontro residenziale a cui
quest’anno abbiamo partecipato e siamo rimasti entusiasti.
Innanzitutto perche’ una cosa e’ leggere una rivista ed un’altra conoscere chi scrive gli articoli. Ora
quando ci viene consegnata abbiamo una percezione diversa, le persone che la scrivono non
diffondono una rivista su argomenti che al momento possono sembrare “di moda”, ma da 30 anni
vivono anch’essi stili di vita diversi, ci portano a conoscenza e ci aggiornano continuamente.
All’incontro siamo stati invitati a creare una nostra rivista ideale, togliendo od aggiungendo
argomenti che ci interessavano e poi abbiamo partecipato a diversi laboratori : da costruire un
lombricaio per bambini a costruire un compost per adulti, ci siamo riuniti in un cerchio sacro per
condividere le emozioni, abbiamo partecipato ad un laboratorio dello psicologo Giuseppe Tomai
“Qual’e’ lo scopo della mia vita” per conoscere e realizzare i propri obiettivi e poi “Facciamo
pace?” per comprendere e conoscere i conflitti, a cura di Maria Patrelli Campagnano
Il tutto mentre i bimbi venivano seguiti dai laboratori organizzati da Nadia Zanella o laboratori di
giocattoli a cura del centro Girasole di cui eravamo ospiti (il luogo e’ Rispescia – Grosseto al centro
Girasole gestito da Legambiente). Ci siamo lasciati andare con Benedetta Tringale e la sua
biodanza.
Siamo stati invitati a portare con noi degli oggetti da barattare e l’associazione Bioars ha raccolto le
nostre cose valutandole con delle “stelline” ed ha emesso un “assegno” con tante stelline a secondo
delle cose che abbiamo portato. Se ci interessavano le cose che scambiavano gli altri potevamo
prenderle, altrimenti ci riportavamo a casa i nostri oggetti. Mi e’ piaciuto tantissimo, ho ricevuto 14
stelline per oggetti ed abiti che stazionavano a casa senza essere usati e senza avere il coraggio di
buttarli e sono tornata con libri, cd , oggettini che anche se usati, per me nuovi. E’ bello dare “nuova
vita” ad un oggetto inutilizzato. A rafforzare questa mia convinzione del riuso di uno stop al
consumismo, abbiamo visto il film “Vivere senza soldi” di cui avevo letto il libro, scritto da una
signora tedesca che ha deciso di vivere in modo dignitoso attraverso scambi.
Ultimo, ma non per ordine di importanza perche’ mi e’ piaciuto tantissimo, siamo stati invitati a
portare con noi emozioni, canzoni, racconti da condividere nel Teatro di Paglia che si svolgeva la
sera. Il Teatro di Paglia e’ un’idea nata nelle campagne toscane in cui si mettono delle balle di fieno
in una forma che ricorda un’arena e gli spettatori diventano per una sera attori
In un articolo Aam Terra Nuova lo definisce cosi’:
Un teatro fatto di grano, un teatro come pane quotidiano, da condividere per assaporare la gioia del dono,
del mettersi in gioco per regalare agli altri una parte di sé. Un teatro da costruire insieme, un
esperimento alchemico per trasformare la paglia in oro...
Dopo il saluto finale, dove si invitano i partecipanti a mettersi in tasca un filo di paglia da portarsi dietro
come ricordo, l’emozione del mettersi in gioco si trasforma in festa, e la serata prosegue fino a notte
inoltrata.
Il teatro poi viene smontato, scomparendo rapidamente così com’è venuto: così le balle di paglia, al
riparo dalla pioggia, attendono il loro tradizionale utilizzo, nella forma di una comoda lettiera per gli
animali della fattoria. Ma certamente con una carica energetica in più: perché se esiste una memoria
dell’acqua, esisterà pure una memoria della paglia...
In quest’occasione non avevamo le balle di paglia, ma eravamo in un campo di olivi, con delle panche e si
e’ creata lo stesso una bella atmosfera , con racconti, barzellette, poesie, scenette, canzoni
Cosa aspettate? Andate a curiosare sul sito www.aamterranuova.it ….!!!!!
Manuela
LA TRIBU’ DELLE NOCI SONANTI
Tratto dal numero di Luglio-Agosto 2008 di Aam Terra Nuova lo speciale dedicato agli ecovillaggi
racconta e descrive la vita della piccola comunità marchigiana denominata "La tribù delle noci
sonanti"...
Vivono vicino Cupramontana, nelle Marche, in totale armonia con la natura e secondo i
principi della decrescita. Hanno deciso e scelto di ritornare a vivere sulla terra, a sporcarsi
di terra, ad odorare di terra, a dipendere dalla terra.
Non hanno l'energia elettrica, e usano lampade ad olio...di frittura naturalmente, che amici
e conoscenti mettono da parte e regalano loro. L'acqua è un bene sacro, e per lavarsi
usano
un secchio e un pentolino: non c'è spazio per nessuno spreco.
I principi: rispetto della natura, riciclo e riuso, sobrietà.
L’estate scorsa abbiamo trascorso le ferie in un agriturismo nelle Marche. Dopo aver letto
su
Aam Terra Nuova, rivista a cui siamo abbonati, dell’esperienza della Tribu’ delle Noci
Sonanti
siamo andati a trovarli.
La preoccupazione era di dare l’impressione dei cittadini che vanno in visita come un tour
turistico, perche’ non si conoscono molte persone che vivono come 100 anni fa, ed invece
ci
siamo sentiti subito a nostro agio , accolti con semplicita’, siamo stati con loro solo un’ora
e’ la
sensazione provata e’ stata di serenita’.
Un grande rispetto per la natura e le persone. Utilizzano il fuoco per scaldarsi e cucinare,
per
illuminare le lampade ad olio alimentate da olio di frittura usato, producono olio, miele,
crema
di cera d’api (prodotti che scambiano) mangiano i prodotti della terra che coltivano (sono
vegetariani).
Chi vuole condividere la loro vita per brevi o lunghi periodi e’ il benvenuto. Cercano anche
persone che vogliono diventare membri della Tribu’.
Tutti i giorni di Luna Piena la Tribu’ si riunisce: sono benvenuti i ritornanti, gli amici e le
persone nuove che vogliono conoscerli. La prossima luna piena sara’ il 7 giugno .
Diffondono tramite abbonamento un opuscolo che si chiama il Seminasogni , in cui
raccontano la
loro vita, scrivono poesie, articoli su come produrre determinati prodotti.
Cercano: prodotti biologici scaduti che altrimenti finirebbero
buttati nella spazzatura, olio usato dalle fritture per alimentare le lampade.
Offrono: miele millefiori, miele e crema di nocciole,propoli,unguenti fatti con cera
d’api ed olio d’oliva alla propoli, iberico o lavanda. Olio d’oliva. Succhi d’uva e di
prugne, marmellate senza zucchero, fichi secchi, editoria alternativa.
Per chi e’ interessato a contattarli, l’indirizzo e’:
LA TRIBU’ DELLE NOCI SONANTI via Torre 54
60034 Cupramontana Ancona – riferimento Fabrizio Cardinali.
Diffondono un opuscolo in abbonamento che si chiama il Seminasogni con informazioni sulla vita
della Tribu’ , sull’agricoltura, poesie, annunci
RINASCERE A L’AQUILA…SENZA ASPETTARE LO STATO
EVA - progetto Eco Villaggio Autocostruito
Il 6 aprile alle 3 e 32 anche noi abbiamo perso la casa.
Pescomaggiore, villaggio ri-nato dalla solidarietà e dall’amore per la terra, sarà un luogo per
sempre ospitale ed aperto al mondo.
Meglio rimboccarci le maniche Siamo un gruppo di semplici cittadini di Pescomaggiore, un antico
borgo in montagna vicino l’Aquila. Il 6 aprile alle 3 e 32 abbiamo perso la casa.Invece di attendere
abbiamo preferito rimboccarci le maniche, per continuare ad abitare la nostra terra ed il nostro
paese, per ricostruirlo da subito.
Meglio una casa vera, specie se costa come un container Tre generosi compaesani ci hanno
messo a disposizione un terreno, con un panorama da mozzare il fiato, a pochi passi dal centro
storico.Con l´aiuto di avvocati e architetti volontari, abbiamo progettato e stiamo costruendo sette
piccole abitazioni.Stiamo dimostrando che è possibile fare case economiche, ecologiche e rapide da
realizzare se usiamo prevalentemente materiale naturale, economico e reperibile sul posto: la
struttura portante in legno, la tamponatura in balle di paglia, il cemento ridotto al minimo, le stufe a
legna per scaldarci, i pannelli solari e fotovoltaici che ci daranno l´energia elettrica e l´acqua calda
di cui avremo bisogno, un impianto di fitodepurazione per riusare l’acqua nell’irrigazione degli
orti.La mano d´opera siamo noi stessi che impugniamo gli attrezzi del mestiere e preferiamo la
fatica attiva all´indolenza obbligatoria del terremotato.Così, con la cifra di 150 mila euro con cui
voi normalmente paghereste una casetta, noi possiamo insieme costruirne sette; ma ricordate che
noi abbiamo perso tutto e che lo Stato non ci sta aiutando, quindi anche quei pochi soldi che
servono, per noi sono tantissimi.
Meglio la solidarietà diretta Gli italiani sono già stati generosi e hanno sottoscritto molti soldi per
il terremoto; purtroppo però a noi è arrivata per ora solo qualche tenda e tante chiacchiere.Questo
ulteriore sforzo che chiediamo, invece, va direttamente da voi a noi: avrete nome e cognome di chi
li usa, potete controllare su questo sito come procedono i lavori, soprattutto potrete partecipare alle
decisioni. E venirci a trovare quando volete.Questi bilocali e trilocali ci permetteranno di non
abbandonare Pescomaggiore e di mantenere vivi i nostri rapporti sociali. Una volta ricostruite le
nostre case nel paese queste casette rimarranno destinate ad uso sociale e turistico.Nelle prossime
pagine ti presentiamo meglio il nostro progetto.Aiutaci a far rinascere Pescomaggiore. Scegli tu
come.
Vienici a trovare oggi e in futuro.
SOSTEGNO ECONOMICO:
COMITATO PER LA RINASCITA DI PESCOMAGGIORE
IBAN: IT 87 S 05748 15404 100000008397
BIC: IBSPIT3P
CAUSALE: ECOVILLAGGIO Contatti:
Antonio Cacio 0039 328 5428008
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Aderisci alla campagna su Zoes.
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Inaugurazione di una delle 7 case di paglia costruite a Pescomaggiore
un esempio di SOLIDARIETA’, RISPARMIO ENERGETICO. AUTOCOSTRUZIONE,
BANCA
DEL TEMPO, ECONOMIA SOLIDALE,
RIVALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO
www.pescomaggiore.org
www.pescomaggiore.org/archives/1769
Fattoria Didattica Tra fili... d'erba –
Via di tempagnano 1775 loc. Picciorana, Lucca (LU) –
Cell: 339 7728490 - Tell: 0583 426406 –
www.fattoriadidatticatraifiliderba.com
www.affittacamerecasaanita.com
una fattoria didattica, un B&B , il regno della fantasia di stoffa e tanto altro ancora…
La nostra associazione ha dato vita ad un grande spazio dove far
convivere locale e globale, radici e ali: radici come attaccamento al
concreto, alla terra; ali, per innalzarsi sopra di noi, vedere più
lontano, moltiplicare i significati.
Ha sede nel grande campo adiacente ad una vecchia casa
colonica posta nelle immediate vicinanze di Lucca. In questo spazio
abbiamo creato percorsi e attività di educazione ambientale rivolti a
giovani, famiglie,scuole.
Il nome attuale di questo tipo di strutture è "city farm", vocabolo non in tema col
nostro passato, ma usato oggi per indicare una fattoria urbana, in quanto ricreata
come tale nelle immediate vicinanze di una città.
I precursori di queso tipo di strutture sono gli scandinavi che hanno messo in pratica agli inizi del
900 le idee di un movimento americano, il Club 4 H ( head, health, heart, hand) e riassumono
l'obbiettivo teso a uno sviluppo armonico dell'individuo (testa, salute, cuore, mano).
stiamo collaborando con la ASL per laboratori di Arte terapia rivolti ai settori della salute mentale e
handicap fisico; con l'Unione Nazionale Ciechi tramite percorsi tattili; con le scuole, per dar
l'occasione ai ragazzi di conoscere un ambiente che educa per ciò che è offrendo così anche alle
insegnanti l'occasione per un percorso di scoperte successive, di conoscenze raggiungibili attraverso
l'attivazione di tutte le intelligenze del soggetto: sensoriale-corporea, operativa, logica, linguistica,
storica, grafica, espressiva.
Per quanto riguarda i laboratori rivolti al sociale abbiamo già partecipato con la Provincia di Lucca
a corsi di formazione per operatori del settore e offriamo la nostra struttura a chi volesse essere
interessato ad organizzare meeting, corsi e seminari in tale settore.
E’ difficile emozionarsi di fronte ad un oggetto, però è ancora possibile. Il merito di questo è di chi
riesce attraverso la sua creatività, la sua manualità, la sua immaginazione a far suonare il vibrafono
dei sentimenti più puri.
Ed ecco che un libro di stoffa con un racconto per bambini si trasforma in una poesia. Un quadro in
tessuto, in un’opera d’arte; una serie di disegni legati da un filo in un’incantevole favola sognante.
Si crea qualcosa di magico. Ne sono conferma l’attenzione e lo stupore dei bambini e l’occhio
lucido dei genitori nel momento che ne prendono visione.
E’ un viaggio. Per i più piccoli in un mondo molto vicino a loro; per i grandi in un luogo troppo
rapidamete dimenticato: la fantasia!
Ad introdurci e accompagnarci in questo cammino, una figura femminile: Anita Arrighi . E’ lei
che attraverso i suoi lavori con tessuti, riesce a scardinare anche le porte più chiuse dell’indifferenza
umana. E’ un piacere vederla all’opera. E’ salutare ammirarne l’estro artistico.
Siamo a 2 passi da Lucca. Il contesto è quello di una terra che riequilibra l’uomo con la natura
circostante. E nello studio inserito nel suo piacevole Bed & Breakfast, Anita ci racconta di come sia
nata la sua vena creativa.
“… Ricordo ancora quando da piccola andavo dalla mia zia sarta. Le chiedevo un pezzettino di
stoffa per vestire la mia bambola…” mi dice Anita, rievocando piacevolmente i suoi ricordi
d’infanzia.
Una passione per i tessuti innata, la sua. Una passione che riusciva a portare avanti nei ritagli di
tempo, prima quando doveva studiare per il “pezzo di carta”, poi quando il suo lavoro come
contabile, le permetteva una pausa serale. Dopo aver vinto un importante concorso, rinunciò a
quell’incarico che l’avrebbe portata lontano da casa, percependo che ciò l’avrebbe allontanata dalla
sua vera vita.
Continuando così il suo lavoro a Lucca, si imbatte nell’esperienza del licenziamento.
Ed ecco una prima e importante svolta.
Inizia la sua vera trasformazione. Quando infatti parliamo di Anita, parliamo di una donna che con
il tempo si è trasformata. Da persona schiva e un po’ insicura di prima, alla persona estroversa,
socievole e smaniosa di fare, che è adesso.
Le sue prime composizioni in tessuto, i suoi primi arazzi, i suoi primi quadri di stoffa! Capisce che
l’utilizzo di questo materiale è per lei il più congeniale. Anita va presto oltre il patchwork. Mette
insieme in maniera libera, pezzi di tessuto.
“… mi sembrava di aver inventato qualcosa di nuovo… tanta era l’emozione nell’esprimermi
attraverso questo tipo di lavorazione… ”
Inizialmente erano solo paesaggi, poi nei suoi lavori di grandi dimensioni, iniziò ad inserire
presenze di figure femminili – “… mi sentivo il dovere di rendere omaggio alla donna!”.
Mentre diversificava la sua attività artistica inserendo anche produzioni di oggetti in tessuto,
arrivavano i primi assensi anche da parte della critica. Una rivista del settore riporta un articolo su
quanto da lei realizzato. Segni di incoraggiamento!
Iniziarono così le prime mostre. Confronti diretti con il pubblico e la conferma che il suo operato
piaceva anche ad altri.
Un altro momento evolutivo fu quando si presentò l’occasione di visitare l’ospedale psichiatrico di
Lucca. Anita fu invitata all’inaugurazione di una mostra di opere prodotte da utenti nel laboratorio
di pittura all’interno della struttura – “… rimasi affascinata dalla gente e dalla produzione artistica
realizzata… e quello che mi colpì maggiormente furono proprio le opere prodotte dai malati di
mente, l’arte accumunava tutti…”.
Decide così di frequentare come volontaria, i laboratori artistici dell’ospedale psichiatrico.
Nel frattempo l’incontro casuale con la psicologa veneta Graziella Pesce, la porta alla conoscenza
dell’ Arazzoterapia e dei “libri della vita“ grandi o piccoli volumi polimaterici dove tramite forme,
colori e spessori possono essere rappresentati i vari stati d’animo, anche quelli più nascosti.
“… un incontro che mi ha cambiato… poco dopo presentai il progetto di questo laboratorio
riabilitativo alla struttura sanitaria di Lucca. Era il 1997 quando iniziai a lavorare con un gruppo
di utenti e il risultato fu straordinario; immensi arazzi e libri di stoffa realizzati insieme a loro
divennero presto testimonianze creative di quello che avevano da esprimere!”.
Un percorso, quello di Anita nato in quel momento e continuato negli anni con incarichi nel carcere
femminile di Lucca, nei centri per recupero tossici e negli istituti per anziani.
“… è una formazione che ti permette di capire tante cose… finché gli altri ti raccontano storie di
mondi paralleli è un discorso, ma viverlo in primo piano è un arricchimento indescrivibile...”.
Dopo queste forti esperienze fu un processo naturale l’approdo al lavoro con i bambini. Iniziarono
così i primi progetti con le scuole, i primi laboratori didattici con i ragazzi. Un’ulteriore
condivisione della creatività.
Queste esperienze sono state affrontate in parallelo con la sua realizzazione di arazzi e alle sue
occasioni espositive che iniziano ad intensificarsi.
Nuove produzioni di libri in tessuto. Una casa editrice accetta e sviluppa un’idea, e poi storie,
poesie e tanto altro ancora con un unico denominatore comune: l’utilizzo del tessuto.Creatività,
fantasia e passione sono stati e restano i cardini della vita di Anita.
Sogni nel cassetto molti ancora.
Portare avanti la sua attività artistica, continuare ad editare i suoi particolarissimi libri, e crearne
sempre di nuovi raccontando così quel mondo nascosto nella parte più intima di tutti noi e spesso
soffocato dal quotidiano.
Troppo? Non credo, dal momento che i suoi sogni contengono sempre tanta passione.
Continua a sognare, Anita, e continua a regalarci emozioni attraverso le tue interpretazioni artistiche
di stoffa.
Tratto dal sito www.ilmecenatedanime.it
Una Società per Azioni Felici è possibile
intervista a Lella e Fabio (Troglodita Tribe S.p.A.F.)
di Pralina Tuttifrutti
Editoria creativa casalinga, mappa vegana, gruppi di non acquisto, clochArt,
patenti d’artista.
Lella e Fabio parlano della loro esperienza troglodita.
Fabio e Lella visti da Marco Martellini
MA CHI SONO QUESTI TROGLODITI?
In realtà, il nome troglodita è una citazione dal film Delicatessen dove, appunto, i
trogloditi sono una banda di nanerottoli vegani piuttosto imbranati che sopravvivono con
perizia e arguzia in un mondo di carnivori e cannibali destinato all’autodistruzione.
E così anche noi, Lella e Fabio, sul principio degli anni 90, dopo aver visto quel film,
decidemmo di mollare il vecchio concetto di lavoro per seguire esclusivamente ciò che
amavamo (dire-fare-baciare-scrivere-sognare-riciclare…).
Dopo aver abbandonato la nostra Milano, ci siamo trasferiti nelle Marche dove abbiamo
rimesso a posto una vecchia casa in pietra circondata da boschi e prati. Abbiamo anche un
pezzetto di terra dove cerchiamo di far crescere patate, pomodori, insalate, cetrioli e via
verdeggiando leggeri nella nostra alimentazione vegan che esclude qualsiasi sostanza di
origine animale.
Raccogliamo anche erbe selvatiche, castagne, noci che sono un’ottima scorta gratuita.
Realizziamo installazioni artistico-libresche (fatte cioè con libri trovati, rotti, illeggibili,
(animale alto più di due metri
decisamente da buttare) come La Libraffa
con corpo di libri e testa di giraffa) I Libri D’Evasione (libri che escono da una gabbia
appesa ad un ramo di quercia) e via librandosi in libere interpretazioni libresche e
disastrosamente antiartistiche.
Continuiamo ad allargare il concetto di editoria creativa casalinga con sempre nuovi
elementi cartacei da leggere e toccare.
Uno fra i vostri (circa 60) titoli autoprodotti “L’irresistibile tenerezza della
spazzatura” suggerisce molte soluzioni.
Siamo particolarmente affezionati a quel libroide perché è stato il primo che abbiamo
realizzato con le tecniche dell’Editoria Creativa Casalinga. Il testo è un’istigazione alla
raccolta e al recupero di ciò che viene ingiustamente condannato al termine immondizia.
Ci sono esperienze dirette e consigli e c’è tutta la filosofia delle raccoglitrici urbane che,
come le loro antenate nei boschi, si procurano il necessario camminando nelle moderne
metropoli. È una provocazione, volevamo far notare che la raccolta differenziata non è la
soluzione al problema, ci vuole qualcosa di più drastico. Ma non solo, perché tutto ciò che
produci, che compri, presto o tardi diventa spazzatura. Recuperare, riusare, riciclare, in
fondo, significa rimodellare il mondo, è un metodo gratuito per riscriverlo, reinventarlo,
ricombinarlo a misura di un’esistenza felice. Dopo aver scritto questo libro, abbiamo
pensato che un messaggio del genere non poteva viaggiare sui soliti supporti. È stato
anche per una sorta di giocosa coerenza che abbiamo deciso di produrlo con materiale
cartaceo recuperato.
Parliamo della cosa più rivoluzionaria in assoluto in questa società
mercantile: la gratuità.
La gratuità ha un potenziale rivoluzionario altissimo, ma secondo noi deve essere giocata
in un contesto di molteplicità. Sin dal nostro primo libro (Uso libero e libero uso)
affermavamo che un’economia realmente alternativa dovrebbe essere giocata in un felice
e caotico mescolamento di baratto, gratuità, uso libero, prezzo di costo, offerta libera,
monete virtuali e denaro. Non ha senso combattere il denaro, piuttosto occorrerebbe
liberarsi dalla dittatura del denaro, quella triste deformazione che monopolizza
l’immaginario globale, che si porta via i sogni e i desideri.
Le occasioni di gratuità devono essere create, soprattutto inventate, ciascuna quelle che
riesce e che si può permettere. Noi, ad esempio, abbiamo scritto un libello fatto con scarti
cartacei dei supermercati, che si intitola “I gruppi di non acquisto”. Tra le altre cose, è un
invito a incontrarsi per condividere e procurarsi beni e servizi cercando di evitare
l’acquisto.
Percentuale di piacere
Cosa ne pensate di lavoro e non-lavoro?
Lavoro è quando c’è costrizione, quando rinunci ai tuoi veri desideri, quando questi
vengono imbrigliati e sottomessi al solo scopo di guadagnare denaro, quando la tua fatica
non realizza la tua felicità. Tutto il resto è non lavoro. Il non lavoro è lo spazio infinito
della libertà.
Purtroppo, però, viviamo in una società fondata sul lavoro che instilla condizionamenti
consumistici e falsi bisogni. E allora, grazie alla creatività, si cerca di dondolare tra lavoro
e non lavoro. Il nostro indice di non-lavoro si basa sulla percentuale di piacere che
proviamo nelle nostre attività. Quando comincia ad abbassarsi si crea un’atmosfera di
pesantezza e allora capiamo che è venuto il momento di cambiare strada e, se possiamo
permettercelo, lo facciamo senza esitare.
Qual è la risposta alle vostre attività e quali i vostri progetti per il futuro?
La risposta alle nostre attività ci incoraggia a continuare. Sono soprattutto le persone
giovani quelle che apprezzano un diverso modo di fare libri, quelle che colgono al
volo il fascino di una tiratura composta da esemplari ognuno diverso dall’altro.
Quando incontriamo persone con poesie o racconti nel cassetto, cerchiamo di sviarle
verso l’autoproduzione, verso soluzioni creative e felicemente radicate al
meraviglioso materiale cartaceo che possono trovare in qualsiasi città o paese. Molti,
purtroppo, restano legati allo stereotipo del Grande Editore che li scoprirà e li renderà
famosi, ma molte altre riusciamo a stupirle, e lo stupore crea dubbi incantevoli.
Un progetto per il futuro è quello di espandere l’Interstellare dell’Editoria Creativa
Casalinga. Siamo già in quattro (Casa editrice Libera e Senza Impegni, Verso Casa
Edizioni, Edizioni Innesto Irreale e noi) e ognuno si fa i propri libri con stili e tecniche
differenti. Altro progetto a cui teniamo particolarmente e che cresce di giorno in
giorno è quello che abbiamo lanciato con Vallevegan e Veganzetta: si tratta della
Mappa Vegana (Vedi il sito www.mappaveganaitaliana.org).
Poi altri progetti: finire la casa troglodita per offrire brevi soggiorni di frugalismo
vegan a offerta libera. Potenziare le coltivazioni di agricoltura pacifica per dipendere
sempre meno dagli acquisti di cibo... E poi... visita il sito
http://trogloditatribe.wordpress.com. Per contatti trogloditi:
[email protected] e Fabio Castel San Venanzo 33 bis 62020 Serrapetrona
(Mc)
COSA CERCHIAMO Se vi piace la nostra editoria creativa e avete del materiale di
scarto di cui disfarvi noi lo ricicleremo molto volentieri! In particolare avremmo
bisogno di:
BIGLIETTI D’AUGURI E CARTOLINE di ogni formato e di tutti i tipi: nuove, vecchie, scritte,
belle, brutte, pubblicitarie, di mostre, di concerti, eventi, iniziative…
CARTELLETTE DA UFFICIO di ogni colore, di ogni formato, di ogni spessore, anche usate e
scritte.
CERCHIAMO AVANZI DI GOMITOLI DI COTONE (NO LANA), CORDONCINI E SPAGHI di
ogni colore.
AVANZI DI TUBETTI DI COLORE (acrilici, tempere, olio, acquarelli).
VECCHI CAMPIONARI DI CARTA COLORATA DI CARTIERE E DI TIPOGRAFIE
Il tutto per realizzare e rilegare i nostri libelli creativi.
Grazie in anticipo!!!
Troglodita Tribe S.p.A.f. Castel San Venanzo 33 bis, 62020 Serrapetrona MC
Cerchiamo informazioni su fiere, feste, rassegne, festival della piccola editoria, dell’editoria
indipendente, delle autoproduzioni, del riciclo-riuso, della decrescita, del consumo critico.
Se nella vostra zona si svolgono eventi di questo tipo, segnalateceli e ci farete un grande favore!
ESEMPIO DI MATERIALE RICICLATO FINO AD OGGI dai Troglodita Tribe
Abbecedari
Adesivi
Banconote di tutto il mondo
Biglietti del tram Biglietti d’ingresso a musei, cinema…Biglietti ferroviari
Buste affrancate
Calendari
Campionari di stoffe
Cartine (argento e oro) che avvolgono i cioccolatini, Cartine dei pasticcini
Cataloghi offerte di supermercati e ipermercati
Disegni di bambini
Fotografie
Francobolli
Fumetti
Incarti da regalo
La mitica signora del brodo star
Lettere scritte a mano (anche frammenti)
Libri d’arte irrecuperabili, Libri di scuola elementare, Libri di testo in genere
Libri illustrati e pasticciati per bambini
Locandine teatrali (anche frammenti)
Radiografie
Reti bianche che confezionano le cipolle, Reti gialle che confezionano le patate Reti rosse le arance
Ricettari di cucina
Riviste di ogni genere
Stradari
Tovaglie e tovaglioli di carta inutilizzati nelle feste popolari
CHI E’ OBBLIGATO A CAMBIARE…
..STORIA DELL’EUTORTO
una frase del Talmud :
”I cardini reggono la porta e le prove reggono l’uomo”.
Ecco: le più amare condizioni possono trasformarsi in punti di sostegno, che reggono la persona
anzichè demolirla. – Erri De Luca
Quando il tuo amministratore delegato fugge a Dubai con i soldi della tua azienda, con la tua
liquidazione, hai poco da fare, sei costretto a reagire, a cambiare.
Questa in due righe la storia della mia azienda, Eutelia, ora Agile commissariata , che ha messo in
cassa integrazione 1089 persone. Chi vuole approfondire puo’ visitare il sito www.eulav.it, ma e’
una brutta storia e non voglio soffermarmi su questa.
Vi scrivo di come hanno reagito una ventina di miei colleghi, anche loro in cassa integrazione, che
stanno trasformando questa criticita’ in una bella realta’, da informatici a coltivatori urbani
(Manuela)
L'EutOrto è l'orto comunitario dei lavoratori ex Eutelia nato a Roma il 6
settembre 2010. Si tratta di un progetto a cui partecipano 20 lavoratori in
cassa integrazione dell'ex Eutelia Information Technology. Il progetto è nato
sulla scia degli orti urbani della Garbatella. Così come gli orti della Garbatella,
anche l'EutOrto gode del sostegno della Provincia di Roma, proprietaria dei
terreni dell'EutOrto situati all'interno dell’Istituto Tecnico Agrario Statale
Garibaldi di via Ardeatina. Il gruppo di lavoratori ex Eutelia insieme alla
comunità degli orti urbani di Garbatella, la scuola, e il Municipio Roma XI
hanno dato vita al progetto dell'EutOrto. All'indirizzo eutorto.eu è possibile
leggere il “diario semiserio” che documenta con commenti, foto e video
l'evoluzione del progetto: “La terra ci è stata gentilmente offerta dall’Istituto
Agrario di Roma – si legge tra i post del sito - un vero paradiso in città con
ettari e ettari di terra, 1000 piante di ulivo, vigneti , una vaccheria che produce
1000 litri di latte al giorno ed il cui ricavato finanzia le iniziative della scuola.
Insomma un “ritorno in campo” benefico a contatto con la madre terra che
siamo certi non ci tradirà”. L'EutOrto può essere un sostegno economico per i
lavoratori in cassaintegrazione. “Così non dovrò più andare al mercato a
comprare la verdura – ha affermato Gloria Salvatori, ex quadro dell'Eutelia - e
ci dà la possibilità di intraprendere un percorso di produzione, anche se
ricominciando dal basso”. I contadini ex Eutelia potranno, inoltre, vendere i
prodotti coltivati nei ‘farmer market’ della Provincia che l’istituto agrario
ospita nel fine settimana
CHI CAMBIA PER SCELTA….Storia di Simone Perotti
Per 19 anni ho fatto il manager, di giorno (e spesso di sera). La mattina presto scrivevo romanzi, più o meno
dalle 6.00 alle 9.00. Durante la pausa del pranzo, nelle feste, in ogni altro momento utile, organizzavo corsi
di vela, uscite in barca. Per anni è andata così. Ed è stato un gran vivere. Molta fatica, soprattutto negli ultimi
tempi.
Poi ho deciso di cambiare. L’ordine è stato: sovvertire i pesi. Poco tempo per il lavoro, molto per la vita. Ho
lasciato soldi, carriera, quel piccolo potere conquistato, e ora scrivo, il motivo per cui sono nato. E navigo, per
vivere, ma anche per non perdermi.
Scrivere è la la mia vita. Navigare il mio sostentamento.
A chi sta pensando: “E’ facile, se sei ricco…. Altrimenti come campi?” vorrei spiegare tante cose, ma non è
facile. So che desidererebbero che io fossi ricco. Se così fosse, tanta gente sarebbe salva, non dovrebbe
sperare e fare fatica tentando. Ma il punto non è quello. Bisogna consumare poco, vivere con poco,
accontentarsi, cercare l’equilibrio. I soldi non sono un buon motivo per fare, non sono un buon motivo per
non fare. Io non sono ricco. Non avrò neppure la pensione. Vivo in una casetta di pietra che ho ristrutturato
da me. La riscaldo con la legna che taglio e spacco da solo. I mobili, invece che comprarli, li ho costruiti con
vecchio legno trovato nel bosco. Ho l’orto. Potete non crederci, ma è così. Vivo con 700 euro al mese. Per
campare mi basta poco o niente. Per guadagnare i soldi che mi servono faccio il lavabarche, faccio
manutenzione, aiuto al porto, dico sì a qualunque cosa mi si chieda (e che mi va di fare…).Costruisco pesci di
legno e ferro zincato, ne ho venduti alcuni. Faccio sculture di legno e ardesia. Faccio anche la guida turistica
per vacanzieri americani. Naturalmente lo skipper, l’istruttore di vela. Scrivo articoli per qualche giornale,
naturalmente scrivo i miei romanzi. Ma ho fatto qualunque lavoro, non solo questi.Vivo così per la libertà,
perché non sono sicuro di campare così tanto da poter sprecareil mio tempo, e non volevo aspettare di essere
libero ma vecchio. L’ho fatto per cambiare, perché il cambiamento fa parte dell’avventura della vita. Ho
cambiato tutto perché volevo vivere altre vite, non perché non mi piacesse la mia. Era bellissima, ma adesso è
meravigliosa. Domani non so cosa accadrà, ho smesso di chiedermelo. Mi basta che oggi, ora, in ogni
momento, nessuno abbia più l’autorità di chiamarmi al telefono e dirmi cosa devo fare. Nessuno. Tranne chi
mi vuole bene, e per qualche ottima ragione.
Ho scritto e pubblicato 7 libri, prevalentemente romanzi. Poi, più recentemente, un libro-testimonianza sul
mio cambiamento: “Adesso Basta” – Chiarelettere. C’è dentro la mia storia, la storia di tanti, e tutto quel
che ho distillato da questi anni. Il libro ha avuto un successo enorme, è diventato un best seller, anzi, un long
seller, perché la gente continua a comprarlo, i media a parlarne. Evidentemente non ero l’unico pazzo a
pensarla così. In ottobre (2010) è uscito il romanzo “Uomini Senza Vento” (Garzanti), che ho scritto
prima di Adesso Basta e che di quel saggio è stato il… laboratorio narrativo. Il mio primo romanzo nella
nuova vita, scritto metà a bordo e metà nel bosco. A gennaio 2011 uscirà “Avanti Tutta“, di nuovo per
Chiarelettere. E’ l’altra parte del ragionamento sul Downshifting, ancora più dura, più analitica, perfino
spietata.
Intanto mi godo il tempo, tornato lento, tornato mio. Quando morirò, che sia domani o tra chissà quanto,
nessuno potrà dire che non ho vissuto tutto fino all’ultima goccia. Soprattutto, questo dubbio, questo
rimpianto, non ce l’avrò io.
1. Iniziare il prima possibile Sedersi al tavolino e pensare: cosa posso fare della
mia vita? Cosa non va? Che margini ho per migliorarla? In che direzione devo
lavorare?
2. Sognare Nella nostra epoca è un lavoro difficile. L’organo che vi presiede è
posizionato tra la testa e il cuore, e nessuno ci ha mai detto di usarlo. Va ripreso,
allenato, reso tonico, fatto funzionare. E va usato.
3. Essere spietati con i sogni e ottimisti con le nostre possibilità Ogni sogno va
passato al setaccio del realismo. Ogni cosa che abbiamo paura di non saper fare va
tentata.
4. Focalizzare, cercare l’essenziale Niente gente che ci deprime, che ci ruba tempo,
che ci trascina verso il basso. Niente oggetti inutili, ripuliamo la casa e buttiamo
tutto quello che non serve. Niente locali, viaggi, corsi di tango (se il tango non è il
nostro sogno) o altre attività che non siano nella direzione del nostro progetto.
5. Essere sobri, risparmiare Aumentare le entrate è più difficile che ridurre i costi
inutili. Oggi si fa denaro risparmiando, non aumentando i guadagni. Occorre dire
no a tutto quello che non serve, che può essere fatto a minor costo, o che non rende
felici veramente.
6. Allenarsi all’ottimismo Sedersi per cinque minuti su una poltrona, in casa, e
pensare solo a cose positive. È difficilissimo. Resistete al dubbio che stare seduti lì
non sia una cosa scema e inutile.
7. Allenarsi alla solitudine Programmare periodici momenti di solitudine scelta,
non imposta dalle cose, e farne momenti belli, di piccole cose che ci piacciono, che
amiamo, che ci rendono felici. Aumentate questi momenti nel tempo, senza perdere il
gusto di incontrare l’altro.
8. Darsi degli obiettivi nel tempo Un sogno si sogna e si progetta. Poi lo si deve
realizzare. Occorrono stadi d’avanzamento che siano verificabili e concreti. Se
qualcosa non torna, rivedete il progetto, non l’idea.
9. Scoprite cosa fareste se foste liberi Quelle sono le vostre passioni. Coltivatele,
diventate bravi, domani dovrete guadagnare con quelle passioni (ricamare,
dipingere, scrivere recensioni di libri, fare il maestro di golf o di vela etc).
10. Non mollate Non perdete l’ottimismo. Ogni problema si può risolvere. Il denaro
è essenziale, ma non è l’unico problema. Pensate che siete sulla via, che ce la state
facendo.
Naturalmente qui qualcuno dirà: “Sì, certo, penso positivo, ma i soldi?”. I soldi
bisogna guadagnarli, fate tre lavori se serve. Risparmiate. Scoprite soprattutto quali
sono le vostre attitudini, coltivatele e diventate bravi. Guadagnate anche da quelle.
Vendete proprietà se ne avete. Fatevi anticipare i soldi dell’eredità. Tagliate tutti i
costi inutili. In questo modo, anche magari in 12 anni, potrete fare downshifting. Se
poi non siete sicuri che questo basta, fatelo lo stesso. Non ipotecate gli anni buoni
per la paura di assumervi dei rischi. La libertà vale il prezzo. Fate attenzione però. I
soldi sono un tema centrale. Ma non sono l’unico. Quando doveste riuscire a
smettere di lavorare vi ritrovereste soli. Tutti saranno in ufficio. Vivere la solitudine
come un’opportunità vi salverà. E questo è molto più importante dei soldi“.
Puoi aprire un circolo del ……
MOVIMENTO DELLA DECRESCITA FELICE
DECALOGO
L’obiettivo del presente decalogo consiste nell’individuare azioni e comportamenti
da porre in essere per circoscrivere e delimitare la quantità di merci e servizi da cui
si dipende, favorendo la condivisione delle buone prassi e, sopratutto la realizzazione
di beni (non merci) atti a migliorare il benessere e ridurre la quantità di rifiuti
immessi nell’ambiente in cui viviamo.
Ogni circolo dovrebbe individuare un suo percorso semplice a piacere e adottarlo,
stabilendo obiettivi tangibili e alla portata di tutti i componenti (con gli ovvi
distinguo relativi alla specificità di ogni componente).
Vengono proposti alcuni obiettivi possibili per un circolo, sottolineando che l’elenco
che segue non è esaustivo ma solo orientativo. Ogni territorio ed ogni circolo si
confrontano con realtà diverse ed eterogenee: la creatività nel darsi obiettivi sfidanti
e raggiungibili è qualcosa di meravigliosamente imprevedibile…
Proprio per questo, una volta ogni due mesi, ogni circolo invierà al responsabile dei
circoli MDF 3 righe (non una di più) in cui espone una riflessione sulle modalità di
applicazione della decrescita
al suo interno. Tutte le riflessioni verranno pubblicate nel Sito MDF per essere
condivise.
1.Accorciare le distanze tra produzione e consumo, sia in termini fisici
che umani.
Ricollocare il più possibile l’economia nel territorio in cui si vive.
Chiederesi sempre quanta strada ha fatto ciò che si sta consumando e chi
lo ha prodotto. Fare acquisti direttamente dal produttore oppure creare o
entrare a far parte di un Gruppo d’Acquisto Solidale (GAS) per:
minimizzare i chilometri percorsi dai beni nel loro viaggio tra luogo di
produzione e luogo di consumo; stabilire rapporti umani di amicizia e
fiducia con chi produce.
2.Riscoprire il ciclo delle stagioni ed il rapporto con la terra.
Trovare il tempo per interrogarsi sulle qualità, ecologiche ma non solo, di
ciò che si sta consumando e quale potrebbe essere l’alternativa più
ecologica, salutare, piacevole e conviviale per soddisfare gli stessi bisogni.
Fermarsi a contemplare la Natura, comprendere i suoi cicli e confrontarli
con i cicli industriali che sono alla base del proprio modello di produzione
e consumo. Confrontare i propri ritmi con quelli della Natura. Rallentare,
invece di accelerare.
Riscoprire il gusto di aspettare la stagione giusta per assaporare i frutti
della terra nel momento in cui sono più saporiti e nutrienti.
Conoscere il territorio in cui si vive e le risorse naturali e umane che offre,
anche in termini di saper fare derivante da conoscenze tradizionali
(artigianato, cultura popolare, metodi colturali).
3.Ridefinire il proprio rapporto con i beni e con le merci.
Sostituire il più possibile le merci (prodotte per essere vendute) con beni
autoprodotti o scambiati all’interno di relazioni non mercatili, riportando il
mercato alle sue dimensioni fisiologiche (acquisire e diffondere la
consapevolezza che il mercato non può essere eliminato, ma, allo stesso
tempo, non è l’unico luogo dove poter soddisfare i propri bisogni).
Autoprodurre il più possibile:
beni alimentari (ad es. yogurt, pane, ortaggi, dolci, liquori, conserve
alimentari…);
altri beni (ad es. capi di vestiario, mobili… )
Analizzare, valutare e promuovere i vantaggi dell’autoproduzione rispetto
all’acquisto di merci in termini di maggiore qualità dei beni utilizzati
(assenza di additivi chimici e processi finalizzati all’incremento della
produzione e alla riduzione dei costi a scapito della qualità), minore
impatto ambientale (meno energia e trasporti, meno imballaggi e rifiuti,
più recupero e riciclaggio), conservazione e trasmissione del saper fare,
creazione di momenti di nuova socialità.
4.Ricostruire le interazioni sociali attraverso la logica del dono.
Creare momenti comunitari di scambio di beni autoprodotti utilizzando la
logica del dono, facendo attenzione a non cadere nella logica del baratto: il
baratto è il precursore della moneta e, quindi, degli scambi mercantili!
Donare la propria esperienza, il proprio sapere e il proprio tempo agli altri.
Condividere le proprie esperienze come presupposto per ulteriori scambi
non mercantili di beni e competenze.
Donare beni, tempo, sapere e saper fare essendo sempre consapevoli che in
una comunità c’è l’obbligo di donare, l’obbligo di ricevere e l’obbligo di
restituire più di quanto si è ricevuto.
5.Fare comunità
Consolidare nel tempo le relazioni umane non mediate dal denaro
all’interno della propria cerchia familiare, anche allargata, e all’interno
della propria cerchia di amici e conoscenze. Creare periodicamente le
occasioni per fare in modo che le relazioni umane generate dall’economia
del dono diventino il più possibile stabili nel tempo.
6.Allungare la vita alle cose, rifiutando la logica dell’ “ultimo
modello”.
Adottare uno stile di vita che poggi sulle quattro R (riduzione, riuso,
recupero, riciclaggio) e
impegnarsi a diffonderlo il più possibile e con tutta la creatività di cui si è
capaci in ambito
familiare, tra gli amici, sul posto di lavoro.
Trattare le le merci per quello che sono: un mezzo e non un fine.
Usare tutta la propria creatività per aumentare la durata di qualsiasi bene
(ad es. rigenerazione
motori automobilistici, superamento del concetto di moda e adozione del
concetto di utilità,
abitudine alla autoriparazione dei beni, ecc.).
7.Ripensare l’innovazione tecnologica.
Adottare tecnologie che riducono il consumo di risorse naturali preferendo
l’innovazione volta al risparmio invece che quella rivolta all’incremento
dei consumi. Interagire con le imprese che aderiscono al MDF e
propongono prodotti o servizi capaci di ridurre, anche drasticamente, i
nostri
consumi.
8.Esserci pesando il meno possibile sull’ambiente, come forma di
massimo rispetto per noi
stessi e le generazioni future.
Ridurre il più possibile la propria impronta ecologica, facendo le stesse
cose con meno oppure evitando di fare cose non strettamente necessarie
per il proprio benessere e quello degli altri.
Ridure l’impiego di mezzi di locomozione propri, laddove possono essere
sostituiti da mezzi pubblici o mezzi meno inquinanti. Adottare e diffondere
forme di trasporto condivise come il car sharing o il car pooling.
Attuare prassi di risparmio energetico (incremento dell’efficienza
energetica della propria casa e nell’utilizzo di apparecchiature domestiche,
proposizione di impianti condominiali più efficienti
nell’uso delle fonti energetiche - realizzazione di apparati di
autoproduzione dell’energia).
Proporre, e attuare per quanto possibile, un modello altrenativo alle grandi
centrali e al trasporto
dell’energia su lunghe distanze, basato sulla produzione energetica su
piccola scala per
l’autoproduzione e la vendita alla rete delle eccedenze.
9.Ridefinire il proprio rapporto con il lavoro.
Ridefinire il lavoro salariato come mezzo per soddisfare parte dei propri
bisogni e non come fine della propria esistenza. Concepire il lavoro in
generale come strumento per l’affermazione della dignità umana, ma non
come l’unica modalità di espressione della medesima. Sperimentare stili di
vita capaci di ridurre i consumi inutili e dannosi come presupposto per
ridurre il tempo dedicato al lavoro salariato necessario per pagarli.
10.Diffondere i principi del Movimento per la Decrescita Felice in
ambito politico.
Anche senza partecipare direttamente a competizioni elettorali e o alla vita
di partiti poitici, trovare le strade per far giungere le idee e le proposte del
MDF a chi ha il compito di governare il territorio in cui si vive. Essere il
“lievito” della vita politica partendo dal basso, dagli ambiti più vicini alla
vita e ai problemi delle persone. Organizzare incontri pubblici, coinvolgere
i propri concittadini in battaglie specifiche evitando ogni tentativo di
strumentalizzazione delle idee e delle proposte del MDF.
La decrescita e’ elogio dell’ozio, della lentezza e della durata;rispetto del passato; consapevolezza che non
c’e’ progresso senza conservazione; indifferenza alle mode e all’effimero;attingere al sapere della tradizione;
non identificare il nuovo col meglio, il vecchio col sorpassato, il progresso con una sequenza di censure, la
conservazione con la chiusura mentale; non chiamare consumatori gli acquirenti, perche’ lo scopo
dell’acquistare non e’ il consumo ma l’uso; distinguere la qualita’ dalla quantita’; desiderare la gioia e non il
divertimento;valorizzare la dimensione spirituale e affettiva; collaborare invece di competere; sostituire il
fare finalizzato a fare sempre di piu’ con un fare bene finalizzato alla contemplazione. La decrescita e’ la
possibilita’ di realizzare un nuovo Rinascimento, che liberi le persone dal ruolo di strumenti della crescita
economica e ri-collochi l’economia nel suo ruolo di gestione della casa comune a tutte le specie viventi in
modo che tutti i suoi inquilini possano viverci al meglio
(Maurizio Pallante, fondatore del Movimento Decrescita Felice. Si occupa di politica energetica e tecologie
ambientali – per anni e’ stato consulente del Ministero Ambiente)
PER MAGGIORI INFORMAZIONI
www.decrescitafelice.it
SE HAI VOGLIA DI COLTIVARTI LE COSE DA SOLO, MA NON HAI LA TERRA A
DISPOSIZIONE…..(tratto da www.terranauta.it )
Per i tanti che abitano in città, senza spazi verdi a disposizione, si stanno moltiplicando, su tutto il territorio
nazionale, iniziative che danno la possibilità ai privati di prendersi cura - senza esserne proprietari - di un
terreno, assumendone oneri e onori, con l'obiettivo di ottenere prodotti biologici, per potenziare il nostro
sistema immunitario con alimenti più nutrienti di quelli del supermercato, oltre che più saporiti. Tra le prime
iniziative italiane di “adozione” di un orto c'è la felice esperienza dell’azienda agricola “Terra e Acqua” a San
Giuliano Milanese, nel cuore del Parco Agricolo Sud Milano. L’antico casolare domina 25 ettari di terreno
coltivato con le pratiche tipiche dell'agricoltura biologica e da alcuni anni anche con tecniche che seguono i
principi della permacultura. La tenuta ospita anche strutture ricettive, strade campestri e canali affiancati da
siepi e filari, oltre che un bosco ceduo con 12.000 alberi di diverse specie, impiantati per offrire un habitat
naturale alla fauna selvatica e per fornire il legname necessario ad alimentare la caldaia a biomassa per il
riscaldamento delle strutture abitative.“Pagando una quota fissa di 400 euro l’anno, i nostri 50 iscritti, tra
singoli e gruppi famigliari, possono raccogliere da soli tutte le verdure e la frutta di cui hanno bisogno, con un
limite di quantità dettata solo dalla necessità e dal buon senso - racconta Irene di Carpegna, una delle
responsabili dell’azienda agricola - negli anni abbiamo cercato di prestare un’attenzione crescente al
coinvolgimento e alle relazioni sociali degli associati, attraverso l’organizzazione di momenti conviviali e di
condivisione, come nel caso delle feste per celebrare l’arrivo della nuova stagione, delle riunioni periodiche
di
monitoraggio
delle
attività
dell'orto
o
dei
corsi
di
autoproduzione”
.
Ad Ardea, a pochi kilometri da Roma, sta nascendo l'Orto dei desideri un progetto particolare di affitto di un
campo, che prevede la divisione di 30.000 mq di terreno in lotti da 200 mq, da dare in locazione a privati
interessati a una coltivazione diretta e non solo alla raccolta dei prodotti, in cambio di un’esigua somma pari
a 300 euro l’anno. “La peculiarità della nostra iniziativa sta nell’offrire non solo un lembo di terra da lavorare,
ma anche tutti quei servizi aggiuntivi che facilitano la coltivazione dei terreni, come la presenza di rubinetti
per l’irrigazione, la disponibilità in loco di attrezzature agricole e di ripostigli personali, la presenza di servizi
igienici e di un bar automatizzato Iincentivranno l’utilizzo di sistemi naturali per eliminare i parassiti, come la
mistura di acqua e ortica, attraverso l’organizzazione di corsi tenuti da agronomi dell’Università di Latina”
conclude la Bardi.
Tra Ostia e Roma, vicino Casalpalocco (Via dei Pescatori 340 00124 - Casal Palocco - Roma ) c’e’
dove
www.ilmioortonaturale.it
si possono affittare orti L’orto, dotato di rubinetto indipendente per
l’irrigazione, viene preso in gestione dal “contadino” con contratto d’affitto stipulato con la Coldiretti; è
prevista la partecipazione al corso di orticoltura biologica a cura della dott.ssa Anna Satta, tecnico in
agricoltura
biologica
e
docente
della
libera
Scuola
di
Agricoltura
Sinergica
Emilia
Hazelip
(www.agricolturasinergica.it).Un’altra iniziativa che merita menzione é quella ideata dal Comune di
Scontrone - cittadina in provincia dell’Aquila, sita alle pendici del Monte Greco - su un territorio del tutto
privo di qualsiasi forma di inquinamento, come dimostrato da alcune ricerche scientifiche da cui è emerso
che la qualità dell’aria del posto sia addirittura comparabile a quella dell’Alaska. A Scontrone, come per
ogni paese italiano che vive di un’economia agricola e pastorale, si sta assistendo a un progressivo
abbandono da parte dei giovani che preferiscono vivere nelle grandi città, anche a causa di una
diminuzione delle possibilità lavorative. Per ovviare questa tendenza il Comune ha pensato al progetto
ancora in itinere “Agriturismo in un piccolo mondo antico”, grazie al quale si cerca di incoraggiare i
giovani a rimanere a vivere nel proprio territorio, attraverso la creazione di nuove opportunità
occupazionali.
terreni abbandonati e incolti di proprietà comunale, vengono
avviati al
risanamento. Gli appezzamenti sono poi dati in concessione a “contadini in erba”,
precedentemente formati da anziani del luogo, esperti di tecniche di coltivazione tipiche del
territorio. Una volta portata a regime la coltivazione biologica, viene attivata la filiera, attraverso la
trasformazione locale e il commercio. In questa fase, é previsto anche lo sviluppo degli “orti in affitto”,
un’iniziativa pensata per allargare il bacino di utenza dei terreni, garantendo anche una risorsa economica
supplementare.
Questo racconto mostra con estrema chiarezza come un uomo
aggredito dalla vita, senza odiare e senza preoccuparsi, puo Vivere
semplicemente e trasformare le sue difficolta’ in occasioni per
migliorarsi. ’
L’UOMO SENZA PREOCCUPAZIONI di Alejandro Jodorosky
Un re e’ molto preoccupato.Dice a se stesso se io sono pieno di preoccupazioni, tutti
devono essere preoccupati quanto me. C’e’ forse nel mio regno chi non ha alcuna
preoccupazione?
Decide allora di inviare i suoi messaggeri a cercarlo.Uno di loro torna dicendo che
un uomo c’e’. Il re domanda Ma come? Di costa vive costui?
Il messaggero risponde: Ogni giorno guadagna sei soldi con cui si procura un buon
pasto e questo gli e’ sufficiente. E’ un uomo felice.
Ma non e’ possibile! Esclama il re, e subito si traveste da mendicante per andare a
trovare quell’uomo.
Quando il re entra nella sua capanna questi sta cenando e lo invita a condividere la
sua cena. Il re accetta e, mentre mangino, gli chiede:Come ti guadagni da vivere? E’
molto semplice. Riparo tutto quello che e’ rotto .Orologi, coltelli,qualunque cosa .E’
cosi’ che mi guadagno da vivere..
Il re allora si precipita a palazzo e diffonde per tutto il regno un editto con cui
proibisce a chiunque di far riparare gli oggetti rotti. Obbligo tassativo: quando una
cosa si rompe bisogna comprarne un’altra!L’indomani, l’uomo non trova clienti.
Nessuno gli da’ nulla da riparare. Ma lui non si preoccupa e ben presto incontra sul
suo cammino un vecchio che sta spaccando legna e gli dice:
E’ un lavoro troppo faticoso per lei. Vuole che lo faccia io? Il vecchio accetta e in
cambio gli da’ sei soldi. Quella sera l’uomo sta per sedersi a tavola quando arriva di
nuovo il re.
Come hai fatto a procurarti questa buona cena?
E’ stato facilissimo .Ho spaccato la legna per un vecchio.
Il re torna a palazzo e decreta che chiunque si faccia spaccare la legna da estranei
sara’ punito.
L’indomani l’uomo, tutto contento, va in cerca di legna da spaccare, ma nessuno
accetta i suoi servigi. Lungo la strada vede una stalla e propone al proprietario di
pulirgliela. Quest’ultimo accetta. L’uomo passa la giornata a pulire diverse stalle a
alla sera ha in tasca i suoi sei soldi, che gli permettono di prepararsi una buona
cena, Il re, venutolo a sapere, decreta che ogni proprietario di stalle dovra’
provvedere lui stesso a pulirle personalmente, altrimenti sara ’ punito.
L’indomani l’uomo non trova nessuno che gli dia lavoro, ma non si lascia
scoraggiare per cosi’ poco. Vedendo diversi giovani fare l coda davanti a una porta,
si mette in coda anche lui. Sono uomini che si arruolano nell’esercito del re. Quando
viene il suo turno, l’uomo firma il contratto e gli viene data una spada. In cambio
chiede di essere pagato ogni sera con sei soldi, e l’ufficio di reclutamento accetta. La
sera stessa riceve il suo denaro e si paga un buon pasto. Il re arriva e gli domanda:
Come hai fatto per mangiare.
Nell’esercito mi pagano sei soldi al giorno.
Il re torna a palazzo . Decreta che i soldati non siamo piu’ pagati fino a nuovo
ordine. E l’indomani l’uomo non viene pagato. Gli spiegano che la paga si
accumulera’ e gli sara’ consegnata piu’ tardi. L’uomo allora si arrangia, riesce a
trovare ugualmente i suoi sei soldi e cena anche quella sera. Il re, travestito come al
solito da mendicante, va da lui e gli dice:
Come hai fatto a trovare da mangiare?
Ti rivelero’ un segreto.Ho tagliato a pezzi la mia spada e ne ho venduto un pezzo per
sei soldi. Ne vendero’ un pezzo ogni giorno. Quando saro’ pagato, visto che so
riparare qualunque cosa , rimettero’ insieme la mia spada . Affinche’ nessuno se ne
accorga, ho sostituito con un pezzo di legno il metallo che ho venduto.
Il re torna a palazzo. Si fa portare un prigioniero e dice: Lo condanno a
morte!Bisogna tagliargli la testa! Andate a prendere il soldato che vi indichero’.
Voglio che sia lui a eseguire la sentenza. Quando l’uomo senza preoccupazioni
arriva, il re gli ordina: Soldato, taglia la testa a questo prigioniero!
L’uomo gene e dice:
Maesta’, io non ho mai ucciso nessuno! Forse questo poveretto e’ innocente…Come
possiamo essere certi della sua colpevolezza?Non e’ possibile distruggere cosi’ una
vita che Dio ha creato!
Sei o non sei un soldato?
Si, sono un soldato!
E allora, taglia la testa a quest’uomo. Uccidilo!
L’uomo s’inginocchia e dice:Mio Dio, tu che sei il Re dei re, mostra con la tua
potenza se quest’uomo e’ colpevole o innocente! Se e’ colpevole, lascia che io gli
tagli la testa! Se e’ innocente, trasforma la mia spada in un pezzo di legno!
L’uomo sfodera la spada: e’ di legno!
Tutti i presenti gridano al miracolo. Il re non puo’ far nulla.
Dice all’uomo: Davvero, tu sei un uomo che ha fede in Dio.
Commento dell’autore:
In quest storia, ad ogni azione dell’uomo senza preoccupazioni proviamo grande
sollievo. Se gli sbarrano una strada, lui ne prende un’altra. Le cose si fanno sempre
piu’ difficili, ma lui riesce a escogitare sempre nuove soluzioni. Alla fine, quando la
situazione pare irrimediabile, grazie ad un’astuzia che in fondo e’ una preghiera
sincera, compier il vero miracolo: il re, suo avversario, capisce. Con il suo
incrollabile ottimismo e’ riuscito a elevare il livello di consapevolezza di un uomo
che ezercita il potere sugli altri senza essere padrone di se stessso.
Anche i miei amici Marco ed Antonella hanno cambiato vita, lasciando Roma per trasferirsi in
Abruzzo, dove gestiscono un B&B. Ma Briciole di…oltre a trovarsi in un luogo meraviglioso ai piedi
del Monte Velino non e’ solo un B&B , e’ rispetto per l’ambiente e gli esseri umani, e’ la conoscenza
tra persone, e’ fare il pane in casa, e’ l’incontro con un apicoltore/contadino con cui loro condividono
le attivita’ raccogliendo farro, ceci, pomodori. E’ solidarieta’ con l’Associazione Progetto Continenti
per un progetto in Guatemala. E’ un ritorno ad una dimensione piu’ umana.
www.bricioledi.com
Si tratta di un casolare in pietra ristrutturato, situato nelle immediate vicinanze di un ex
abbazia benedettina a 1000 mt di altitudine, nel contesto del Parco Regionale del Sirente
Velino. Due stanze con bagno in comune e tanta pace e tranquillità. Colazione di preferenza
bio e con prodotti locali ed equosolidali; cucina Vegetariana e Vegan.
Piccolo ed accogliente casolare ai piedi del Monte Velino, nella magica Valle Porclaneta vicino
alla Chiesa di S.Maria.
Questa semplice Abbazia benedettina che risale intorno all'anno mille è inserita "docilmente"
nel paesaggio.
Ben accetti cani di ogni taglia e gatti, anche più animali a prenotazione. Grande spazi esterni
dove i quattrozampe possono correre e giocare Accesso anche in sala colazione. Richiesto
supplemento di 5€ a fine soggiorno per pulizie extra se necessario.
Loc. Santa Maria in Valle Porclaneta
Rosciolo – Magliano dei Marsi (Aq) - Telefono 347 5220664
Indirizzo e-mail: [email protected]
PICCOLI PASSI SE HAI VOGLIA DI CAMBIARE
•
Scambia le cose che non utilizzi piu’.
Ci sono oggetti, libri, in casa che non utilizzi da molto tempo , probabilmente non li
utilizzerai piu’, comunque ti dispiace buttarli.
Organizza una festa del baratto, riunisciti con amici o parenti, ti divertirai e avrai
dato nuova vita ad oggetti inutilizzati: meno rifiuti e meno consumi
•
Gli scambi non devono essere necessariamente oggetti. Noi per esempio
siamo stati una settimana in un bellissimo casale di amici ad accudirgli gli animali
mentre loro erano in vacanza e siamo stati tutti i contenti, non c’e’ stato bisogno di
spostare gli animali dal loro ambiente conosciuto (cosa alquanto improbabile
spostarli visto che sono 4 cani e 7 gatti), noi ci siamo goduti la vacanza portandoli a
spasso, ed i nostri amici erano tranquilli perche’ casa ed animali erano in mani
affidabili.
•
Alterna le tue vacanze con degli scambi lavoro vitto e alloggio. Avrai
possibilita’ di conoscere i tuoi limiti, le tue esigenze in un posto diverso dalla citta’ o
viceversa diverso dalla campagna, capire quanto idealizzi di fuggire via da un posto
o quanto concretamente sei disposto a fare per cambiare.
•
Crea un gruppo di acquisto (gas) . E’ impegnativo, ma se si forma un gruppo di
consumatori che acquistano da produttori locali si ha la garanzia di mangiare
biologico o meglio rispetto ai prodotti dei supermercati di cui non conosciamo la
conoscenza, si aiutano i piccoli produttori che sempre piu’ spesso vengono spazzati
via dalle grandi catene alimentari, e se si forma un gruppo con un numero
consistente di persone, si riesce ad avere un buon rapporto qualita’/prezzo.
•
Crea un gruppo di decrescita felice (leggi precedente articolo)
IN QUESTO ANGOLO DI PARADISO
PUOI FARE SCAMBIO LAVORO CON VITTO ED ALLOGGIO
LAPEREGINA
Agriturismo Biologico nel verde del
Parco Nazionale del Gran SassoLaga/850 mt. s.l.m.
CORVARA (PESCARA)
Le attività ricreative in azienda sono diverse: osservazione animali, tiro con l'arco,
pingpong,
un modesto telescopio, corsi di cucina e pittura; stando insieme si fanno saponi,
tinture, cesti in vimini, etc.etc.
Laperegina offre inoltre canoa, forse sul fiume meno inquinato d'Italia, e voli aerei sui tre
parchi abruzzesi. Consiglia percorsi ed itinerari naturalistici ed artistici scelti
accuratamente.
In collaborazione con le aziende vicine offre inoltre maneggio, tennis,
bici, parapendio ed aeroporto per ultraleggeri.
L'ospitalità viene offerta in camere doppie o triple, tutte con bagno, di cui
una su un albero particolarmente originale e legata ad una bella storia.
Tel. +39 085 888 93 51 / 339 3251180 - Numero Verde 800 628 832
C.da Pretara - 65020 Corvara (PE) P.IVA 01497220689
E-Mail [email protected]
Siamo felici di aver conosciuto Marino ed Elide, anche loro si sono allontanati da Pescara
per vivere una vita piu’ naturale, non contenti vogliono trasferirsi in Australia. Questo posto
meraviglioso e’ in vendita, per saperne di piu’ puoi contattarli. Nel frattempo gestiscono
questo agriturismo accogliendo woofer (ragazzi che da tutto il mondo scambiano il proprio
lavoro con vitto ed alloggio), fanno la raccolta differenziata dei rifiuti, hanno pannelli solari,
lavorano un orto biologico. (Manuela)
HO BISOGNO DI SOGNI CHE ABITINO GLI ALBERI
“Ho
bisogno di sogni che abitino gli alberi”, recita uno dei piu’ bei
versi di Alda Merini. Parole che ci riportano in un’atmosfera
molto lontana del grigiore e dalla prosaicita’ del quotidiano. Forse
proprio per questo, mai come in questi giorni di mortificazione
della cultura e del sapere, si sente bisogno di poesia. Un bisogno
sentito soprattutto dai giovani, i piu’ espropriati oggi da una
gestione aziendalistica e autoritaria dell’istruzione, tutta rigore e
sacrifici. Da diverso tempo ormai il nostro non e’ un paese per
giovani e per sognatori. C’e’ posto solo per chi vende le proprie
idee e magari il proprio corpo. Eppure di sogni c’e’ tanto bisogno.
“Se vuoi costruire una nave” scriveva Antoine de SaintExupéry” ancor prima di pensare a chiamare la gente, trovare
il legname e preparare gli attrezzi, dovete preoccuparvi di
risvegliare negli uomini la nostalgia del mare lontano e
sconfinato. Appena si sara’ risvegliata in loro questa sete si
metteranno subito al lavoro per costruire la nave.”
Con questa semplice, quanto efficace metafora, l’autore del
Piccolo
Principe voleva sottolineare la forza della visione.
E’ il desiderio di realizzare una “visione”, un sogno, a sognare le
nostre vite, a dare significato alle nostre esistenze, a rendere
possibili le imprese piu’ ardite.
Abbiamo bisogno di un sogno, ma non per rimanere a occhi chiusi
e non affrontare la realta. Bensi’ per andare oltre. Per lanciare i
nostri cuori oltre il muro del grigiore e della stupidita’ e
reinventare un futuro migliore per noi e per il Pianeta.
Mimmo Tringale – tratto da Aam Terra Nuova – Gennaio 2011
Salve a tutti, mi chiamo Carlo Bonaccorsi, ho 49
anni sono “single con ragazza”, senza figli e vivo a Roma. Ho casa di proprietà, una vecchia Ka del
1999 (valore mille euro scarsi) con impianto gpl, e non lavoro. O meglio, ho sempre lavorato, però
da un po’ di tempo a questa parte ho deciso che non valeva la pena, mi sono semplicemente detto:
“a cosa serve spaccarsi la schiena per mille euro e pochi spicci al mese.?La ricompensa per passare
due ore al giorno in auto nel più grande parcheggio a cielo aperto d’Italia, il Raccordo Anulare nelle
ore di punta, per giungere al mio posto di lavoro arriverà nella prossima vita? Io mi svegliavo alle
7.30 e tornavo a casa alle 19, il tutto dal lunedì al venerdì, qualche volta il sabato per fare
straordinario, 15 giorni di ferie pagate l’anno, le altre quindici no. Aveva un senso tutto ciò? Per
qualcuno forse sì, per me no. Ho fatto due conti e preso una decisione. Alla soglia della fatidica età
dei 50 potevo contare su una piccola rendita, poco per qualcuno, molto per me: 500 euro. Erano il
frutto di due investimenti: il primo, un’assicurazione sulla vita, di quelle che alla fine di 25 anni di
versamenti ti fanno decidere: rendita o capitale? L’avevo fatta quando ero giovane, a 23 anni già
così previdente. Dicevo, rendita o capitale? Io ho scelto la prima, rendita, anche perché la sfida è
quella di campare fino a cent’anni per sfilare all’ assicurazione il massimo possibile, che goduria!
Fanno circa 250 euro al mese, il resto dei soldi arriva da un piccolo laboratorio-negozio che ho
affittato quasi ad equo canone in un quartiere popolare di Roma, un vecchio lascito dei miei
genitori. Ci siamo, la mia vita sta per cambiare, anzi è cambiata da quel primo gennaio 2008 quando
ho presentato al mio incredulo capo le dimissioni. “Un uomo non può stare senza il lavoro”, mi ha
urlato contro, ma io ho pensato che quel lavoro “alienava invece che nobilitare” e piano piano che
mi allontanavo dalla sede mi sentivo sempre più leggero. Niente più sveglia all’ alba, ore passate
affacciate al finestrino a guardare le facce di tutti i condannati come me al mattino. Da allora ho
rinunciato a tante piccole cose con cui mi riempivo la vita, ma alla fine mi sono accorto servissero a
poco. Niente tv al plasma, niente telefono fisso in casa, no all’aria condizionata, vacanze spartane
ma di grande interesse e altro. Ma veniamo a noi, ho creato questo blog per dimostrare che
vivere con 500 euro al mese si può, il vecchio milione di lire per intenderci. Tutti lo possono
fare, ovviamente i presupposti e la base da cui partire è possedere almeno casa di proprietà, i figli
sono ovviamente una voce di spesa in più, nemmeno tanto leggera, io al momento non ne ho e se
dovessero arrivare vi terrò informati, magari aggiorniamo i 500 euro, ah….la speranza è pure quella
di guadagnare qualcosa da questo blog, anche se il solo pensiero di avervi aiutato a “liberarvi da
qualcosa che vi rendeva infelici” per me è sufficiente.
Carlo Bonaccorsi
per contattarmi scrivi a ginettos CHIOCCIOLA libero.it
www.500euroalmese.com
Vincitore del premio "Libro per la Pace" intitolato a Tiziano Terzani, "Vivere
senza soldi" racconta la sorprendente esperienza di una donna che da undici
anni ha eliminato del tutto il denaro dalla propria vita....
Vivere senza soldi - L'esperienza sorprendente di una donna che da undici
anni ha eliminato del tutto il denaro dalla propria vita
Nel maggio 1996, Heidemarie Schwermer decide di cambiare radicalmente modo di
vivere: regala i suoi mobili, abbandona l'abitazione e lo studio, e disdice
l'assicurazione
sanitaria.
Ciò di cui ha bisogno per vivere lo ottiene tramite gli scambi della "Centrale dai e
prendi" da lei fondata a Dortmund, in Germania."Non avere niente ma essere molto":
con questo motto Heidemarie sottopone a un esame critico quelli che sono i valori
correnti della società del consumo. Dopo tanti anni senza soldi, afferma di essere
addirittura più ricca di prima. Concetti come lavoro, tempo libero e vacanze
acquistano un significato completamente nuovo e la vita trova una nuova integrità.
L'esperienza raccontata in questo libro non avanza pretese di essere universalmente
vincolante ma, in una società profondamente mercificata, rappresenta un modello
concreto
di
speranza.
Di seguito riportiamo l'intervista fatta all'autrice del libro, Heidemarie Schwermer, e
pubblicata sul numero di ottobre 2006 di Terra Nuova.
Vivere senza soldi di Federica Seneghini
Intervista a Heidemarie Schwermer, un’affabile signora che dieci anni fa ha lasciato agi, lavoro e
comodità per sperimentare una vita senza denaro, basata sull’ospitalità, lo scambio e la
reciprocità.
Alcune settimane fa, vagando tra gli stand della Fiera del Libro di Barcellona, mi sono imbattuta in
maniera inaspettata, e per questo ancora più piacevole, nel libro Mi vida sin dinero; una sorta di
manuale di sopravvivenza e una critica feroce al capitalismo neoliberale dei giorni nostri, ma
soprattutto
il
libro
è
il
racconto
di
un’esperienza
davvero
particolare.
L’autrice Heidemarie Schwermer, è una signora tedesca di 64 anni, che oltre ad aver fondato nel
1994 Gib und Nimm (letteralmente “Dai e Prendi”, n.d.r.), la prima associazione di baratto in
Germania, da dieci anni vive deliberatamente “senza soldi”, senza per questo rinunciare al
benessere e alle comodità di tutti i giorni.
La “nuova vita” è iniziata nel 1996, quando Heidemarie ha lasciato la sua casa di Dortmund, smesso
di fare la psicoterapeuta, cancellato l’assicurazione privata sulla salute e regalato la propria
macchina. Ormai sono dieci anni che vive senza soldi, cosa che afferma la fa sentire decisamente
"molto più libera e felice" di prima. “Non ho rimorsi e non ho rimpianti”, afferma convinta. Vive in
casa di persone, quando queste sono fuori in vacanza, prendendosi in cambio cura degli alloggi; tutto
il resto di cui necessita per vivere se lo procura attraverso l’antica arte del baratto.
Ovviamente tutto ciò è stato reso possibile grazie ai numerosi contatti intessuti nel tempo, essenziali
per una vita “più libera e più ricca", come la stessa Heidemarie afferma. Anzi, non essendo più
“costretta” a lavorare per guadagnarsi da vivere, ha la possibilità di mettere le proprie attitudini
personali al servizio degli altri e in questo modo ha arricchito enormemente la qualità e il numero di
relazioni è la sua vita.
Non ha niente contro il denaro: le dispiace semplicemente vedere il modo in cui al giorno d’oggi esso
viene utilizzato e considerato. “Il denaro - afferma - è ormai qualcosa di più di un semplice valore di
scambio, è diventato un modo per definire il valore di ognuno”. Insomma, chi ha tanti soldi viene
considerata una persona di valore. E’ anche per contrastare questo modo di pensare che Heidemarie
ha
iniziato
dieci
anni
“la
sua
nuova
vita”.
D:
Come
funziona
l’associazione
“Dai
e
Prendi”?
R: Tutto è fondato sull’idea del baratto e dello scambio, ognuno dichiara che tipo di servizio che è
disposto a scambiare secondo le proprie attitudini e capacità : babysitting, informatica,
conversazione in lingua straniera o semplicemente una torta fatta in casa. Coloro che aderiscono
all’associazione, una volta che hanno fatto la propria offerta, ricevono la lista completa di tutte i
servizi messi a disposizione dagli altri membri. Ognuno può telefonare agli altri soci ed effettuare lo
scambio secondo la modalità concordata. Il valore dei servizi offerti e di quelli ricevuti non è
valutato in denaro, ma semplicemente scambiato. L’idea che mi ha spinto a fondare l’associazione
era proprio questa: dimostrare come fare a meno del denaro.D: Com’è nata questa idea?
R: Avevo saputo che in Canada, dopo il fallimento di una grande industria, gran parte della
popolazione di quel villaggio era rimasta senza lavoro, così cominciarono ad aiutarsi l’un l’altro
mediante il baratto: “Io ti riparo il tetto, tu mi fai da babysitter per i bambini”. Non avevo mai
visto reti simili in Germania, se non le cosiddette “banche del tempo”, e pensai di provare questa
strada anche nel mio paese.D: Da qui dunque l’idea di vivere senza soldi?
R: Sì, già allora pensavo a scambi tra persone non basate sul denaro ma sull’idea del baratto. Così,
nel ‘96 decisi di fare l’esperimento di vivere per un anno intero senza soldi. L’esperimento ha
funzionato e dopo l’anno di prova ho proseguito. Oggi posso affermare che vivere senza soldi è
possibile e per certi versi è molto più “ricco”.D: Ma come affronta concretamente i mille bisogni
quotidiani?
Per
esempio,
dove
dorme?
R: Vivo un po’ in una casa, un po’ in un’altra. A volte le persone che vanno in vacanza mi chiedono
di prendermi cura dei loro appartamenti. Alla base di questo mio comportamento c’è sempre l’idea
di “Dai e Prendi”: l’idea del baratto. E tutto ciò è molto più importante e prezioso dell’avere un mio
letto, una casa o un’auto propria. Quello che davvero conta per me è il contatto con la gente.D:
Quindi,
la
sua
è
una
sorta
di
filosofia?
R: Alla base del mio comportamento ci sono riflessioni profonde e soprattutto la proposta di un
modello per un mondo nuovo. Un mondo in cui non sia il denaro il valore principale e supremo della
vita: un mondo senza competizione, in cui il semplice amore tra le persone e il supporto reciproco
arrivino ad acquistare una posizione molto più elevata di quella attuale. Valori diversi da quelli di
oggi, dove il denaro domina il mondo.D: Cos’è che dai e ricevi gratis ogni giorno?
R: Ricevo un letto, cose da mangiare, vestiti. Tutto quello di cui ho bisogno per la mia vita
quotidiana. In cambio offro il mio supporto e il mio aiuto: offro me stessa. Ogni tanto posso offrire
un aiuto per la cura delle case, altre volte offro un aiuto per le loro anime. In generale offro il mio
tempo e in questo modo sia io che le persone con le quali mi metto in contatto siamo contenti e
soddisfatti di un rapporto simile.D: Ma non è un modo di vivere molto complicato? Come fa per
esempio
a
viaggiare?
R: Spesso viaggio in treno: le persone che mi invitano da qualche parte, in qualche città , pagano il
mio biglietto. Altre volte viaggio in macchina con amici. Di solito vengo ospitata in casa di persone
che mi chiamano perchè io vada ad aiutarli in qualche modo. Spesso viaggio anche per parlare a
conferenze o per tenere delle lezioni e quindi c’è qualcuno che mi paga il biglietto.D: Ma non le
capita mai di desiderare per esempio di andare al cinema? In questi casi come fa?
R: Penso a chi potrebbe venire al cinema con me e gli offro qualcosa in cambio del prezzo del
biglietto.
D:
Ma
questo
non
vuol
dire
dipendere
completamente
dagli
altri?
R: A dire la verità ora mi sento molto più libera di prima. Il denaro spesso separa gli esseri umani
invece che unirli. E’ piacevole pagare con il denaro, ma questo alla fine ti isola dal mondo, ti separa
dalle altre persone. Quando si usa il denaro non c’è confronto, non c’è dialogo. La mia è una sorta
di lotta contro l’anonimato della nostra società , tant’è vero che da quando vivo senza denaro i
contatti e le relazioni si sono intensificati.D: Com’è nata l’idea di scrivere un libro? E che cosa ha
fatto
dei
proventi
percepiti
con
la
sua
pubblicazione?
R: La casa editrice mi ha chiesto di scrivere un libro dopo una mia partecipazione a un programma
televisivo. Alla fine ho devoluto tutto il ricavato delle vendite a persone che ne avevano bisogno.D:
Conosci
altre
persone
che
vivono
come
te,
senza
soldi?
R: Ci sono alcune persone che vivono senza soldi per scelta, ma in un modo abbastanza diverso dal
mioD:
Sei
in
contatto
con
altre
associazioni
simili
alla
tua?
R: Ho lasciato Dortmund un po’ di tempo fa, le organizzazioni che promuovono lo scambio e il baratto
sono state un punto di partenza: la mia filosofia è ora un’altra. Vivo un’esistenza basata sulla fiducia,
cercando di evitare l’odio e i cattivi sentimenti. Penso che un cambiamento in questo senso è molto più
auspicabile del vivere senza soldi. In fin dei conti il denaro è solo un simbolo, anche se vivere senza soldi
richiede moltissima conoscenza e molta attenzione.D: Qual è la motivazione profonda che ti ha portato
alla
scelta
di
vivere
senza
soldi?
R: Non mi sento certo una “missionaria”. Cerco solamente di occuparmi di cose che penso siano utili
anche per altre persone. Ma non sogno che tutti facciano come me: ognuno deve trovare la propria
strada. Mi interessa sviluppare progetti, dove il dare e il ricevere siano in equilibrio, in modo che tutti
ne possano trarre vantaggio. Il mio obiettivo è che le persone non si sentano più vittime, ma vincitrici e
che possano agire in maniera ottimista, determinata e soprattutto che acquistino fiducia in se stesse.
ANNUNCI
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[email protected] invito chiunque ha la terra nel cuore a inviarmi
autoproduzioni, materiale in conto vendita, da vendere nei bazar e nel GAS
della scuola steineriana di Tricallo tel. 333/5706437
Sono il Seminasogni in persona, colui che raccoglie i vostri semi (articoli) nel
cesto (giornale) e li dissemina in giro con l’aiuto di tanti altri seminatori di
sogni. E’ ormai 13 anni,quasi, che vivo tra questi monti e colline realizzando il
mio sogno. C’e’ una parte di esso pero’ che risulta un po acante; mi manca una
seminatrice di sogni con cui condividere la vita. Sono benvenuti anche altri
compagni di viaggio con cui condividere brevi o anhe piu’ lunghi periodi. Il
sogno principale consiste nel collaborare insieme a produrre il piu’ possibile
dei nostri bisogni, avendo cura di tenere ben curato anche il giardino del
cuore, oltre agli orti e alle piante.
Scrivi a Felice, loc. Palombara 9 – 62027 S. Severino (MC) tel. 338/8685427
Siamo Emanuele (30 anni) e Fuoco (5 anni,cane) cerchiamo complici per
realizzare un progetto di vita semi conunitaria orientato verso
l’autoproduzione, la semplicita’ e soprattutto il desiderio di vivere con amore,
spontaneita’,gioia e responsabilita’, condividendo molto.
Vorrei che il terreno fosse un bene in comune e che ognuno possa avere un
suo spazio vitale abitativo oltre agli spazi a uso e gestione collettiva. No
ideologie, no azienda agricola, piccolo e’ bello (ma se abbiamo tanta terra e’
ancora piu’ bello)Ho conoscenze ed esperienze in agricoltura, panificazione,
erbe selvatiche commestibili e qualcosa di cesteria.
Mi interessa seguire un cammino spirituale senza dogmi, ne’ paraocchi,
prendendo quello che mi fa’ stare meglio con me stesso e con gli altri.
Entro quest’anno vorrei trovare un posto da acquistae nel centro-nord (meglio
centro)
Scrivetemi : localita’ Palombara 9 -62027 San Severino Marche (Mc)
Tribu’ delle Noci Sonanti – Via Torre 54 – 60034 Cuparamontana (Ancona)
Tutti i giorni di luna piena la tribu’ si riunisce : sono benvenuti ritornanti, gli
amici ed anche le persone nuove che ci vogliono conoscere . Chi volesse
condividere la nostra vita e’ benvenuto, sia per brevi che per piu’ lunghi
periodi.
Cerchiamo: colino grande da usare per le nostre preparazioni, prodotti
biologici scaduti che altrimenti verrebbero buttati, vassoi di cartone, stoffe
colorate anche di piccole dimensioni.
Offriamo: Olio d’oliva, marmellate senza zucchero, succo d’uva, di mele e di
prugne, unguenti con cera d’api alla propoli, calendula , iperico, lavanda ed
editoria alternativa
Nuovi corsi da ottobre cercasi
Hai un’abilità o una competenza che vuoi mettere a disposizione degli altri cittadini
proponendo un corso a La Città dell’Utopia?
Mandaci un’email all’indirizzo [email protected] per presentare la tua proposta!
La Città dell'Utopia Servizio Civile Intern.nale – Via Valeriano, 3F (Metro B San Paolo) .
06 59648311
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ISTITUTO LAMA TZONG KHAPA POMAIA (PISA)
WWW.ILTK.IT 050/685654
VOLONTARI – VITTO ALLOGGIO GRATUITO CON POSSIBILITA’ DI
FREQUENTARE GLI INSEGNAMENTI E LE MEDITAZIONI QUOTIDIANI
[email protected]
APPUNTAMENTI
TUTTI ALLA MARCIA DELLA PACE!
"Ho partecipato anch'io a marce per la pace negli anni della guerra fredda. Se le
gambe mi reggessero lo farei ancora. Lo farei ancora perché? Ma perché so
che... se tutti i cittadini del mondo partecipassero ad una marcia per la pace, la
guerra sarebbe destinata a scomparire dalla faccia della terra".
(Norberto Bobbio)
Il 25 settembre la marcia della pace Perugia-Assisi compie 50 anni. Per questo
anniversario, per celebrare quella marcia che fu organizzata nel 1961 da Aldo
Capitini, con al fianco persone come Norberto Bobbio e Italo Calvino, marcia che
non sarà solo un anniversario, ma sarà un nuovo grido, un nuovo momento in cui
tante persone diranno la loro dal basso, vogliamo esserci anche noi. La proposta viene
da una socia della Compagnia dei Cammini, che propone "visto che tanti di noi
andranno, perchè non andarci in gruppo, perchè non organizziamo qualcosa tutti
insieme?". In fondo la marcia della pace è una camminata, rientra nei nostri doveri
sociali. E allora apriamo una pagina aperta ai commenti sul nostro sito, dove si
scrivano liberamente tutte le idee, decidiamo come partecipare, abbiamo bandiere e
striscioni, certo, ma se possiamo fare qualcosa di più, per animare la festa, per
divulgare il valore del camminare come strumento di pace, per comunicare al mondo
che la pace si raggiunge partendo dalla propria pace interiore, e che ogni passo genera
pace, può essere che si cammini di più, e quindi ci sia più pace.
Insomma, diventiamo per questa occasione "Compagnia dei camminanti per la pace",
e ritroviamoci tutti a Perugia!
Partenza da Perugia ore 9. Ecco la pagina dove potete lasciare proposte e
suggerimenti, e lasciare la vostra adesione dicendo "io ci sarò!":
www.compagniadeicammini.it/it/resource/news/tutti-alla-marcia-della-pace/
Abbiamo caricato anche un paio di video interessanti, è una pagina a disposizione di
tutti.
Cambiare è facile
basta volerlo davvero
Cambiare è urgente
anzi, è l’unica opportunità rimasta
per salvare il pianeta, per salvarci.
E’ questo il punto essenziale che abbiamo compreso dalla nostra esperienza piena di salti improvvisi:
dalla città alla collina, dagli iper-riscaldamenti condominiali al fuoco di legna, dal lavoro salariato
all’autoproduzione, dal centro commerciale agli alberi sempre generosi che regalano castagne, noci,
nocciole, mele selvatiche, visciole. Da un’alimentazione carnivora che divora risorse a livelli inauditi,
che crea sofferenza e inquinamento, ad un’alimentazione vegan che rispetta l’ambiente e che offre
tutto ciò che ti serve per vivere e per assaporare il gusto di un’esistenza più leggera, più connessa ad
un viaggio consapevole lungo le strade della madre terra.
Il punto essenziale, come sempre, è quello del salto effettivo.
Passare cioè dalla teoria alla pratica.
Abbiamo trascorso tanto tempo, troppo, ad aspettare il momento giusto.
C’è sempre una scusa per non cambiare, per continuare con un’esistenza che non ci
piace, che non ci realizza, che non tiene conto dei nostri veri desideri, che se ne frega
altamente dei nostri talenti naturali.
Di solito si dice: “piano, piano, le cose cambieranno...”
Ecco, la nostra esperienza ci ha insegnato che il piano-piano, soprattutto di questi
tempi, lo dobbiamo abbandonare, perché siamo sempre e solo noi a determinare il
mitico momento giusto, la fatidica e mistica ora x, il meraviglioso cigolio della porta
che si apre e ci permette di volare via. Già, perché la porta è sempre stata aperta,
bastava una spintarella!!!
Secondo la nostra esperienza, è importante seguire la via del cuore e, almeno un po’,
far tacere la nostra parte rigidamente razionale che pretende di pianificare e
programmare i nostri cambiamenti.
Certo, l’incoscienza non è una buona via, ma è sicuro che ad ogni cambiamento
corrisponderanno nuove e ricche opportunità che prima non potevamo neppure
immaginare.
Oggi, dopo sette anni che abitiamo sulle colline marchigiane, possiamo dire con
serenità di avere una vita felice perché ci manteniamo con i nostri talenti naturali.
Scriviamo libelli creativi che realizziamo con materiale cartaceo recuperato: dalla
tappezzeria, agli scarti tipografici, dai biglietti del tram ai cartoni dei supermercati,
dai cataloghi di moda alle confezioni. Questo ci permette di guadagnare il denaro che
ci serve per la nostra economia basata sulla semplicità e la frugalità. Possiamo dire di
avere un’esistenza felice perché manteniamo vivo il nostro vecchio spirito selvatico di
raccoglitrici mangiando anche erbe e frutti che la natura offre spontaneamente.
Possiamo dire di avere un’esistenza felice perché coltiviamo un orto e questo ci
permette di mantenere una magica connessione con la terra, con la pioggia, con il sole,
con il cibo.
Soprattutto, ci sentiamo felici, perché riconosciamo in tutto questo un grande valore
che ci riempie, che ci realizza, che moltiplica il nostro amore per la vita.
Ma è bene sottolineare che non si tratta affatto di scelte estreme che solo pochi si
possono permettere. Si tratta, al contrario, di scelte facili, felici e frugali. Scelte che
danno grandi soddisfazioni, scelte che arricchiscono di tempo, di vita, di amore, di
saperi.
Ogni essere umano, nella stragrande maggioranza dei casi, ha ricevuto in dotazione
tutti gli strumenti indispensabili per allontanarsi da ciò che non ama, da ciò che ritiene
distruttivo. Si tratta solo di utilizzarli, magari di trovare anche altri amici con cui
cominciare un nuovo viaggio.
Il sentiero è proprio davanti ai nostri occhi, è la via della libertà, si allontana dalle
solite autostrade per avviarsi nel folto del bosco.
E’ naturale avere dubbi e paure, ci saranno sicuramente cadute, occorrerà rialzarsi, e
poi arriverà anche la notte, il gelo...
Ma ne vale la pena, caspita se ne vale la pena!
Il messaggio che vorremmo mandare a tutte le persone che sentono il desiderio e
l’impellenza del cambiamento, quindi, è una specie di sorriso, una specie di armonia
che scorre leggera e leggiadra come un torrentello. Dice più o meno così:
CERTO CHE CE LA POTETE FARE
CAMBIARE E’ FACILE BASTA VOLERLO DAVVERO.
CERTO CHE CE LA POTETE FARE
A PATTO CHE COMINCIATE SUBITO QUI E ORA
A PATTO CHE SMETTETE DI RIMANDARE.
CERTO CHE CE LA POTETE FARE
PERCHE’ SE AVETE FIDUCIA E CONSAPEVOLEZZA
L’AMBIENTE COMINCERA’ RISPONDERE
E ARRIVERANNO MIRABILI SORPRESE
CONDITE DA AIUTI IMPROVVISI.
CERTO CHE CE LA POTETE FARE
PERCHE’ E’ LA VITA STESSA A CHIEDERLO
IN BOCCA AL LUPO!
W IL LUPO!!!
Troglodita Tribe s.p.a.f.
(Società per azioni felici)
SITI UTILI
www.laterradelsorriso.org
www.homoridens.org
www.aamterranuova.it
www.pescomaggiore.org
http://trogloditatribe.wordpress.com
www.mappaveganaitaliana.org
www.eutorto.eu
www.simoneperotti.com
www.decrescitafelice.it
www.jodorowsky.com
www.bricioledi.com
www.progettocontinenti.org
www.settimanadelbaratto.it
www.laperegina.com
www.cammini.eu
www.500euroalmese.com
www.lacittadellutopia.it
www.affittacamerecasaanita.com
www.fattoriadidatticatraifiliderba.com
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semi di mela diversamente consapevoli