Rassegna del 15/04/2013 INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 15/04/2013 UNIVERSITÀ DI FIRENZE Qui Firenze 14/04/13 P. 5 L'alcol e i danni al cervello Piero Angela li spiega ai ragazzi Corriere Fiorentino 14/04/13 P. 9 All'Università, rassegnati e contenti 1 Corriere Della Sera 14/04/13 P. 46 Contro l'ictus pressione a posto e frutta in tavola 3 Tirreno Grosseto 15/04/13 P. 15 Un ricercatore 5 Gaetano Cervone 2 ALTRI ATENEI TOSCANI Qn 14/04/13 P. 2 Un nuovo rinascimento Paolo Giacomin 6 MONDO UNIVERSITARIO Qn 15/04/13 P. 16 «A scuola a metà settembre, stop alle liti» Pino Di Blasio 7 Corriere Della Sera 15/04/13 P. 23 Il bosone di Higgs e quelle scoperte che cambiano la vita Rolf-Dieter Heuer 8 Corriere Della Sera Corriereconomia 15/04/13 P. 13 Il matematico che vuole prevedere il futuro Maria Teresa Cometto 10 Italia Oggi Sette 15/04/13 P. 40 La scuola hi-tech Duilio Lui 11 Italia Oggi Sette 15/04/13 P. 40 CORSI & MASTER Filippo Grossi 12 Italia Oggi Sette 15/04/13 P. 44 Il gruppo Volkswagen a caccia di neolaureati 14 Mattino 14/04/13 P. 3 Gite, effetto crisi: due studenti su tre costretti a rinunciare 15 Mattino 15/04/13 P. 12 Medicina e tecnologie, la sfida dell'innovazione Carmela Maietta 16 Repubblica 14/04/13 P. 34 Mi sono iscritto all'università online Riccardo Staglianò 17 Repubblica 15/04/13 P. 16 Anche Putin è un copione la tesi di laurea in Economia imbarazza il Cremlino Nicola Lombardozzi 20 Repubblica 15/04/13 P. 42 Università Massimo Vincenzi 22 Repubblica Affari Finanza 15/04/13 P. 41 Il più grande drone che volerà per 5 giorni Francesca Tarissi 25 Repubblica Affari Finanza 15/04/13 P. 43 La carica dei consigli al femminile mille donne nei Cda entro tre anni Salvatore Giuffrida 26 Repubblica Affari Finanza 15/04/13 P. 43 Poltrone in gioco Sibilla Di Palma 27 Repubblica Affari Finanza 15/04/13 P. 43 L,a rivincita dei "lean manager" gli esperti in tagli e risparmi Catia Barone 28 Secolo D` Italia 14/04/13 P. 5 Usa, laureati-commessi denunciano le loro università: siamo stati truffati Antonio Pannullo 30 Sole 24 Ore 14/04/13 P. 21 Boom per i corsi di medicina in inglese Eugenio Bruno 31 Sole 24 Ore 15/04/13 P. 11 Più spazio ai prestiti agevolati. Sole 24 Ore 15/04/13 P. 11 Incentivi, si riparte dall'innovazione Francesca Barbieri Valentina Melis 33 Sole 24 Ore 15/04/13 P. 12 Ue, Onu, Nato: 300 stage al via Andrea Curiat 35 Sole 24 Ore - Domenica 14/04/13 P. 32 La svolta cognitiva Mario De Caro 37 Sole 24 Ore - Domenica 14/04/13 P. 41 L'incapacità di vendere il brand Mariano Maugeri 39 Sole 24 Ore - Domenica 14/04/13 P. 41 Distretti, un'occasione mancata Pier Luigi Sacco 40 Sole 24 Ore - Norme E Tributi 15/04/13 P. 9 La fase di start up è valutata solo se l'iniziativa decolla Luca Miele 42 Sole 24 Ore - Nova 14/04/13 P. 9 Innovare a passo doppio Luca De Biase 43 Sole 24 Ore - Nova 14/04/13 P. 11 Il cervello diventa trasparente Sole 24 Ore - Nova 14/04/13 P. 11 «Perché è giusto tornare a fare ricerca in Italia» Agnese Codignola 45 Sole 24 Ore - Nova 14/04/13 P. 13 Se le startup restano nane Luca Tremolada 46 Stampa 15/04/13 P. 21 A caccia dei giovani talenti che vogliono cambiare il mondo Rosaria Talarico 48 Stampa 15/04/13 P. 32 Carta dello studente al via 49 Stampa 15/04/13 P. 34 Un diplomato su due non è idoneo al lavoro E risulta introvabile un tecnico su quattro 50 Indice Rassegna Stampa 32 44 Pagina I INDICE RASSEGNA STAMPA Rassegna del 15/04/2013 Stampa 15/04/13 P. 34 Metti una giovane napoletana tra imprese, cittadini e fisco 52 Qn 15/04/13 P. 33 Così una molla riduce il dolore Qn 15/04/13 P. 33 Un gel innesca la guarigione 54 Qn 15/04/13 P. 35 Anticoagulanti orali, più lontano il pericolo ictus 57 Qn 15/04/13 P. 35 L'attacco del Lupus a cute e polmoni Segni premonitori Corriere Della Sera 14/04/13 P. 55 Rimedi verdi antiaggreganti? 15/04/13 P. 41 I profili migliori? Sono sul web SANITÀ Alessandro Malpelo Federico Mereta 53 58 59 SEGNALAZIONI Italia Oggi Sette Indice Rassegna Stampa Sibilla Di Palma 60 Pagina II L'alcol e i danni al cervello Piero Angela li spiega ai ragazzi FIRENZE - L'alcol fa male, soprattutto ai ragazzi. E per sensibilizzarli ci sono stati i consigli di Piero Angela, che si è collegato con un gruppo di liceali e gli ha spiegato gli effetti devastanti che la l'alcol sul cervello. Una iniziativa utile inserita nell'ambito della campagna «Bevi con la testa» che mira anche a sensibilizzare i più giovani a non mettersi al volante dopo aver bevuto. Piero Angela è partito con i concetti più sconosciuti: «L'Alcool notoriamente è una sostanza tossica per l'organismo; ma quello che si conosce meno é il fatto che i giovani non riescono a metabolizzarlo e l'alcool rimane in circolo, danneggiando in particolare le cellule cerebrali in maniera permanente» ha detto parlando ai ragazzi intervenuti da Firenze per la web-chiacchierata sul vivere consapevole. Piero Angela ha raccontato alcuni episodi della sua esperienza di giornalista e di genitore: «Si comincia a bere in giovane età per emulare gli altri che già lo fanno e per non sentirsi un diverso ed essere accettato dal gruppo e questo atteggiamento si rivela un trappola così come per il fumo». «A mio figlio Alberto, quando era adolescente e si dovette confrontare con questa realtà, dissi che bere e fumare veniva fatto da alcuni suoi coetanei per non sembrare immaturi ma individui adulti e che invece era perfettamente il contrario: erano loro a essere immaturi nel farlo». Alle tante domande poste dagli studenti fiorentini sul bere e divertirsi consapevolmente si è anche parlato del tipo di campagne d'informazione da usare per sensibi- Università di Firenze lizzare l'opinione pubblica su un tema cosi forte: «Fra le due scuole di pensiero su come affrontare nella comunicazione il tema dell'abuso di alcool e della sicurezza stradale a mio parere - ha detto Piero Angela - funzionano più le campagne violente che mettono le persone di fronte alla realtà dei fatti piuttosto che la comunicazione che tende a far ragionare ed a dar consigli». «Da ex fumatore vi dico che ho smesso di farlo quando visitai un centro negli Stati Uniti che studiava gli effetti del fumo sul l'organismo; mi fecero vedere uno studio che dimostrava la differenza di aspettativa di vita fra un fumatore ed un non-fumatore: addirittura otto anni in meno di vita». Piero Angela ha più volte ribadito la particolarità del cervello dei giovani che è molto più sensibile all'azione distruttiva dell'alcool. «La capacità della parte nobile della corteccia cerebrale di dominare quella emotiva si completa soltanto attorno ai 20-21 anni; i giovani quindi sono più aperti ai comportamenti emotivi e quindi anche eccessivi. Nelle cabine elettriche c'è il simbolo del teschio con la scritta `chi tocca muore': usando l'alcool puoi prendere una piccola scossa ma puoi anche rimanere bruciato per sempre». Il progetto «bevi con la testa» è condiviso dalla Dipartiemento di Scienze della Comunicazione de La Sapienza di Roma e dall'Università degli Studi di Firenze. Inoltre fa parte del Progetto David "sicurezza in città" del Comune di Firenze, contro gli incidenti. Pagina 1 Al Rettorato la presentazione di tutti gli indirizzi. 1 più gettonati? Medicina, Psicologia ed Economia All'Università, rassegnati e contenti Pienone all'Open day per licerli. La crisi favorisce le passioni: «Tanto il lavoro manca ovunque» Forse non tutti i tremila studenti delle scuole superiori che ieri hanno invaso il rettorato di piazza San Marco per l'Open day si iscriveranno all'Università. Perché le statistiche in Italia raccontano di una fuga dagli Atenei, con quasi 6o mila matricole in meno negli ultimi dieci anni. Per la ricerca del lavoro, poi, va ancora peggio, se si pensa che nel 2012 i disoccupati laureati under 35 - secondo l'Istat - sono a quota 20o mila. E così la scelta dell'Università ai tempo della crisi è ancora più facile: «Ormai non si trova lavoro indifferentemente dal tipo di laurea: a questo punto scelgo di studiare ciò che mi piace» spiega Marta, 19 anni, originaria di Olbia. E al primo anno di Scienze della Formazione, ieri all'open day «Un giorno all'Uni- versità» ha accompagnato Ilaria, la sua amica di infanzia, che dopo «un anno sabbatico» trascorso a Londra è tornata in Italia. Perché vuole iscriversi all'Università, a Firenze: «Ho capito che mi mancava lo studio e che senza laurea non si può lavorare, così mi iscriverò a Servizio sociale per far diventare la mia passione per i bambini un lavoro». Generazione appassionata, ma anche un po' rassegnata. Che studia in attesa di tempi migliori e di un'occasione da cogliere al volo: «Probabile che tra tre anni la situazione lavorativa non sarà migliorata, ma almeno con la laurea si ha qualche opportunità in più, si possono sfruttare più occasioni» spiega Andrea, ultimo anno allo scientifico Rodolico. E qui per la lezione introduttiva di Open day «Un giorno a1PUniversi tà» è l'iniziativa con cui l'Ateneo presenta agli studenti delle superiori l'offerta attademica. Alla sua terza edizione, ieri, ha visto in Rettorato oltre tremila studenti. r alto Ilaria e Marta, studentesse sarde fuori sede, sotto i maturandi Tommaso, Chiara e Andrea Università di Firenze I ragazzi assiepati sulle scalinate dei Rettorato in San Marco, in alto la sala piena perla lezione di orientamento di Psicologia Agraria, ha un interesse particolare per la natura, «e perché sono convinto che bisogna provare a tenere tutte le porte aperte, anche quelle delle forze armate, ad esempio, dove ho visto che alcuni concorsi richiedono la laurea». In piazza San Marco ieri mattina una lezione introduttiva di tutte le ormai ex facoltà, mezz'ora di durata ciascuna non tanto per spiegare cosa si offre, ma cosa (e come) si insegna. Medicina, Psicologia e Economia le più prenotate, ma le aule (compresa l'aula magna) sono rimaste piene per l'intera mattinata: «Forse troppo, in alcuni casi non c'era posto» confessa Chiara, ultimo anno al classico Machiavelli. Per lei non cambia nulla, tanto ha già scelto: «Voglio fare l'astrofisica, ho un grande interesse per l'astronomia e prediligo le materie scientifiche. Seguirò la mia passione, senza lasciarmi influenzare da prospettive lavorative più o meno rosee in altri ambiti, tanto la crisi del lavoro coinvolge tutti». La rassegnazione che favorisce la passione, dunque. L'unico modo per non lasciarsi spaventare dalle sirene della crisi: «R.inunciare all'Università è rinunciare a delle opportunità - riflette il rettore Alberto Tesi, che ha voluto questa iniziativa fin dal suo insediamento in piazza San Marco - I giovani appartengono a pieno titolo a quella cittadinanza consapevole, che sa bene che lo studio può amplificare le opportunità». Gaetano Ce rvone Pagina 2 In aumento i casi sotto i 50 anni vere un ictus a 45 anni. A volte addirittura prima. Possibile, anzi accade sempre più spesso. Se.I Sono 200 mila le vittime di ictus ogni anno nel nostro Paese, a cui si devono aggiungere circa 900 mila italiani che sono sopravvissuti ail'ictus, ma ne sopportano conseguenze più o meno invalidanti . Si stima che nel mondo ogni sei secondi qualcuno sia colpito da questa malattia , che nell '80 per cento dei casi dipende da un trombo che si stacca e va a occludere un vaso cerebrale. Il restante 20 per cento dei casi di ictus è di natura emorragica, cioè legato alla rottura di un vaso. Università di Firenze condo i dati diffusi in occasione della campagna di sensibilizzazione contro l'ictus, promossa ad aprile dall'Associazione per la Lotta all'Ictus Cerebrale (A.L.LCe. Italia Onlus), ogni anno in Italia si verificano circa io mila casi di ictus in persone che hanno meno di 54 anni. Per di più i casi fra i giovani adulti sono in crescita: negli ultimi 20 anni la percentuale di pazienti fra i 20 e i 54 anni è passata dal 13 al 19%o e l'ictus è la patologia neurologica più diffusa dopo il trauma cranico. «I motivi sono molti - spiega Domenico Inzitari, neurologo del Dipartimento di Scienze neurologiche e psichiatriche dell'Università di Firenze e responsabile della Stroke Unit al Policlinico Careggi -. Nei gio- vani, ad esempio, gli ictus possono dipendere anche da traumi che alterano la struttura delle arterie carotidi o vertebrali: l'arteria si "stira", l'endotelio (il rivestimento interno dei vasi, ndr) si scolla dalla parete e il vaso tende a chiudersi. Questo tipo di eventi è in aumento perché, oltre a essere una possibile conseguenza di incidenti in auto o in moto, è cresciuto il numero di persone che si dedicano a sport estremi o ad attività fisiche pesanti, come il windsurf o la canoa. A tutto questo si aggiungono i fattori di rischio classici che, purtroppo, riguardano sempre più spesso i giovani, per colpa di stili di vita poco salutari». Il fumo è uno dei pericoli maggiori per le arterie cerebrali, così come l'alcol e tutte le droghe d'abuso, dal l'hashish alla cocaina: dalla metà degli anni go agli anni 2000 l'uso di droghe è decuplicato, in parallelo all'incremento delle giovani vittime di ictus. «Fra gli under 54, inoltre, aggiunge Inzitari - per colpa di sedentarietà e alimentazione poco sana, sono in aumento anche i fattori di rischio tradizionali per l'ictus: ipertensione, obesità, diabete, colesterolo alto. La pressione alta è il killer numero uno: oggi sappiamo che molecole in grado di alterare la funzione delle arterie sono in circolo già prima che i valori superino la soglia di i4o/go, inoltre le piccole arterie cerebrali sono particolarmente sensibili e fragili di fronte alla pressione alta. Questo implica che è bene monitorare la pressione almeno a partire dai 4o anni e tenerla sotto controllo». Secondo i neurologi l'8o% degli ictus si potrebbe evitare con una buona prevenzione, i cui capisaldi sono movimento e dieta: l'inattività fisica accresce il rischio cardiovascolare fino al i5o%a, un'alimentazione troppo Pagina 3 Le regole d'oro Le Stroke Unit in Italia L'8O% 21 degli ictus 2si potrebbe prevenire: 30//FII) 10119 19 /ï/ / *W3 1//// 1//// 1//// 1 mangiando4-5porzioni di frutta e ve rdara ai giorno FrenunoA. A / 9/1 ////i ///// 01 e /G/ 1///// 1///// Val D'Aosta /%/e%/// 0, 12/112/112/1 6 * oG/oio'/ili H//'/%0 0/G>%/ Lombardia Piemonte ///• oli/ //,P non consumando più di 5 grammi di sale al giorno Friuli li. G. 900* í/ } mangiando pesce 2-3 volte a settimana li bevendo non più di un bicchiere di vino al giorno per le donne, due per gli uomini 'ì Veneto / /b / E Romagr,j /MG/G ///// e nando a passo svelto almeno 0 minuti al giorno ////i/o/i Liguria 9/1 9/ Toscana Ç controllando periodicamente la pressione, almeno dopo i 40 anni r Abruzzo 1 0//r Molise f// Lazio 3 (solo Roma) 1 3 pii/ 9//r Sardegna Campania Basilicata 3 Calabria l. Università di Firenze i .. AA.J.GD. C AM CX'fh.i!. Pagina 4 UN RICERCATORE: Università di Firenze. Nota: è indetta la selezione per la copertura di un posto di ricercatore a tempo determinato di tipologia a), a tempo pieno, gravanti su fondi di propri della struttura secondo le modalita' previste dal Regolamento in materia di Ricercatori a tempo determinato ai sensi dell'art. 24 della legge 30 dicembre 2010, n. 240, per il Settore concorsuale 09/Cl Macchine e sistemi per l'energia e l'ambiente - Settore scientifico disciplinare Ing-Ind/09 Sistemi per l'energia e l'ambiente presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale. L'attività di ricerca sarà svolta nel campo delle fluidodinamica computazionale, dell'aeroelasticità e dell'aeroacustica applicata alle turbomacchine. Il ricercatore svolgerà attività didattica nell'ambito dei settori scientifico disciplinari Ssd Ing-Ind/08, ING-IND/09, pari a 350 ore. Dal giorno successivo a quello della pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana decorre il termine di trenta giorni per la presentazione delle domande da parte dei candidati. Il bando integrale è pubblicato sul Bollettino Ufficiale di Ateneo http://www.unifi. it/CMpro-v-p-2593.html e sul sito internet di Ateneo http://www.unifi.it/vp-8631-contratti-su-fondi-di-ateneo.html Dell'avvenuta pubblicazione dei bando è data informazione sui siti internet dei Ministero dell'Istruzione, dell' Università e della Ricerca e dell'Unione Europea. Scadenza: 18 aprile. Università di Firenze Pagina 5 UN NUOVO RINASCIMENTO A TO KYO, il] 7 aprile, la ricerca italiana mostrerà i tessuti 'a lavatrice zero' e i sensori elettronici per la rilevazione di C02 nelle bottiglie di vino sviluppati dal Cnr. Il robot DustBot e il polpo automa Octopus dell'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore San 'Anna di Pisa. Il robot bambino iCub e la zampa idraulica del cane Hyq dell'Istituto italiano di tecnologia. 0 i gioielli e i quadri al titanio del Politecnico di Milano. Nel capoluogo lombardo, aspettando Expo 2015, al Salone del mobile il design italiano tiene alta la bandiera di una sapienza antica. Ivrea, all'Interaction design institute, ha visto la luce Arduino: una scheda informatica che, a raccontarla male, consente di 'creare' oggetti, animare un presepe o costruire un robot che gioca a calcio. Gli smanettoni dell'elettronica ci vanno a nozze, è ammirato nel mondo. IL LUSSO made inltaly, la moda o la meccanica della packaging valley-grazie a tecnici e artigiani ancora inimitaticontinuano a produrre gioielli da corsa sui mercati: siano calzature, abiti o macchine per imbustare il the. Risultati che, in un posto normale, si ottengono anche Altri atenei toscani grazie al Sistema Paese. In Italia spesso, non sempre, nonostante lo Stato. Sono miracoli delfare che la nebbia della crisi non deve far dimenticare ma che non sono sufficienti a consolare. Dietro le grandi aziende ne marciano piccole, e piccolissime, artigiani e commercianti. A, fatica, con grande sofferenza: di chi intraprende, di chi lavora. Persone con famiglia, mutui da pagare, bollette da onorare e figli, da crescere. Con dignità, se è permesso. Non chiamiamolo paese reale, siamo noi. Carne, sangue e intelligenze che non meritano cifre come queste: l'1% di Pil perso in 50 giorni di stallo politico. Oltre 4mila fallimenti da inizio 2013, il 38,7% dei giovani senza lavoro. Ogni giorno la crisi scrive pagine della nostra Spoon River. Gli epitaffi si somigliano tutti. Accade in un punto d'Europa dove per pagare i fornitori lo Stato ha addirittura bisogno di una legge. Cosa rispondere al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, se dice che abbiamo il diritto di non vivere in un Paese così? Sulla moneta italiana da un euro - la più bella- c'è l'uomo vitruviano di Leonardo da Vinci. E uno dei simboli del Rinascimento. Ne servirebbe uno nuovo. Arriverà? Tutto il resto è politica. Pagina 6 «A scuola a metà settembre, stop alle lidi» L'idea vincente dell'Emilia: «Il calendario perpetuo dà certezze» Pino D i tasio BOLOGNA CHISSA' P CHE' le altre regioni e gli altri assessori all'istruzione non imitano il suo esempio. A cominciare dalla Toscana e da Stella Targetti. Il calendario scolastico perpetuo, introdotto dall'assessore Patrizio Bianchi in Emilia Romagna nel 2010 è il classico «uovo di Colombo», l'idea tanto semplice quanto geniale. La campanella nelle scuole emiliane suona ogni anno il 15 settembre (il giorno dopo in caso sia domenica, come quest'anno) e l'anno scolastico finisce sempre il 6 giugno. Nessuna nuova delibera di giunta, nè discussioni o incontri con sindacati e famiglie. «Abbiamo istituito il calendario perpetuo - rivela l'assessore Bianchi - proprio per porre fine ai rito di ogni primavera di negoziare l'inizio dell'anno scolastico con tanti soggetti. I sindacati chiedono un giorno, le famiglie un altro, le categorie economiche un altro ancora. La negoziazione continua faceva venir meno uno dei pilastri fondamentali della scuola: la stabilità». Quali sono i motivi deg li scontri sulle date della scuola? «Ci sono due spinte fortissime e contrarie: da una parte le famiglie che vorrebbero che la scuola cominciasse prima possibile, in modo da avere i figli in un posto protetto. Dall'altra ci sono i docenti e le scuole, che hanno bisogno di due settimane per formare i collegi di classe. Siccome si comincia a farli i primi di settembre, abbiamo scelto il 15 come primo giorno utile. Ed è stato un bene per tutti». to a tutta la comunità regionale un'idea di unità». pio? ha spie ato alla sua collega toscana. perché è così im ortante iorno di inizio c13 1e scuo- «Conosco Stella Targetti, è una cara amica e so che il contesto toscano ha esigenze diverse. Si vede che ha ascoltato le mamme più che le categorie economiche. Per quanto riguarda la scelta delle altre regioni, non so perché non decidano come l'Emilia. Ognuno ha le sue esigenze, anche se a mio avviso la stabilità è il bisogno primario per la scuola». il le. «Non c'è nessuna altra data così importante per il calendario biologico delle famiglie. Segna il ritorno alla normalità, la ripresa delle abitudini. Oggi si va in vacanza in mesi diversi, ci sono diverse religioni che convivono. La scuola è il battito di una comunità, per questo è cruciale scegliere bene i giorni di inizio e della fine dell'anno scolastico. Per regolare il ritmo sociale». Lei parla per es erienza, visto che viene dal mondo accademico... «Sono stato rettore dell'università di Ferrara dal 2004 al 2010, oggi sono docente di economia industriale in aspettativa. So cosa significa dare stabilità a un'istituzione come la scuola ed evitare contrattazioni esasperate, a volte anche sul nulla». Maperché le altre reg ioni non seguono tl suo esem- Patrizio Bianchi «Pri a bisognava contrattare tutto tra te proteste. Una data mito per te zone terremotate» Non ha avuto p roteste o levate di scudi sul calendario? «A parte qualche lamentela iniziale, la scelta ora è unanimente accettata. Le famiglie insistono ogni tanto per cominciare prima, noi abbiamo concesso la possibilità alle scuole materne di partire in anticipo. Le dirò che aver preso quella decisione in piena emergenza terremoto, ha trasformato il 15 settembre in una data mito. Le scuole dovevano iniziare quel giorno anche nelle zone colpite dal sisma. E aver rispettato la scadenza ha da- Mondo Universitario Pagina 7 «Gli usi pratici? Imprevedibili. Sara un cambio di paradigma» IL 3OSONE DI HIGGS E QUELLE SCOPERTE CHE OAMBIAN O LA VITA Le rica dute della ricerca spiegate dal cap o del Cern Ê stato assegnato sabato a Villa Erba (Cernobbio) il Premio europeo per la Fisica Edison-Volta indetto dalla Società europea di fisica, il centro Volta e Edison per la scoperta al Cern di Ginevra del bosone di Higgs. I riconoscimenti sono andati a tre personaggi chiave dei risultato: il direttore generale Ceni Rolf-Dieter Heuer, il direttore per gli di. ROLF-DIETER HEUER * n giorno del 1850 William Giadstone, Cancelliere dello U Scacchiere della Regina Vittoria, in visita al laboratorio di Michael Faraday, l'immenso pioniere dell'elettricità e del magnetismo, non poté resistere, come spesso capita ai ministri delle Finanze di ogni tempo, a porre la fatidica domanda: «Interessante, ma qual è il suo uso pratico?». Faraday gli rispose con esemplare onestà e preveggenza: «Ai momento non saprei, sir, ma è assai probabile che in futuro ci metterete una tassa sopra!». Sarebbe impensabile oggi negare l'impatto decisivo che le grandi rivoluzioni scientifiche occorse tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento hanno prodotto sulla nostra attuale qualità della vita, eppure, forse proprio perché siamo circondati dalle straordinarie applicazioni tecnologiche di queste rivoluzioni, la tendenza a considerare la ricerca di base come un lusso si riaffaccia ciclicamente nelle convinzioni (e di conseguenza nelle azioni) dei policy makers. Ma ogni tecnologia ha un periodo di crescita temporalmente limitato, che la porta inevitabilmente a una saturazione, condannando dapprima allo stallo e poi al declino una società che non ricerchi costantemente i cambiamenti di paradigma e l'innovazione. Per dirla in maniera semplice: se siete capa- Mondo Universitario acceleratori Stephen Myers e Sergio Bertolucci, direttore scientifico del Cern. Nell'articolo scritto per il «Corriere» Heuer spiega il valore che la scienza riveste per l'avanzamento della conoscenza e per le applicazioni possibili dalla medicina all'info atica: il web è stato inventato al Cern. ci a fabbricare candele, farete candele sempre più sofisticate, ma non sarete mai in grado di concepire una lampadina elettrica. Tra la candela e la lampadina c'è un cambiamento di paradigma, nel caso specifico la teoria dell'elettromagnetismo. Questa costante volontà di ampliare la comprensione delle leggi della Natura è la ragion d'essere dei Cern di Ginevra, il più grande laboratorio mondiale di Fisica fondamentale e una delle più alte intuizioni di un'Europa che voleva riemergere dal disastro della Seconda Guerra attraverso un cammino comune di conoscenza. Nato nel 1954, ospita una comunità di più di 14.000 fisici, ingegneri e tecnici, che costituiscono uno straordinario ecosistema in cui ricerca ( RIPRODUZIONE RISERVATA Il 2012 è stato un anno eccezionale: il 4 luglio, gli esperimenti Atlas e Cms hanno annunciato la scoperta di una particella le cui caratteristiche erano compatibili con il bosone di Higgs, che per più di quaranta anni è stato una sorta di Sacro Graal per la fisica delle interazioni fondamentali. Quello che rende questa particella così speciale è il fatto che essa è la prova regina dell'esistenza del meccanismo che dà origine alla massa di tutte le particelle elementari, un meccanismo che si è messo all'opera un centesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang e che ha reso possibile la formazione dell'Universo e in ultima istanza di noi che lo osserviamo. Tornando alla domanda di Gladstone: ci cambierà la vita il bosone di base, tecnologia e formazione concorrono in maniera inscindibile alla realizzazione di questo scopo primario. Il coraggilo Specialmente nei momenti di crisi economica è necessario avere il coraggio di investire in innovazione Pagina 8 di Higgs? Sì e no. Anche se non possiamo al momento pensare a nessuna sua applicazione pratica, la storia ci ha insegnato che le grandi scoperte hanno sempre generato, dopo qualche tempo e in maniera del tutto imprevedibile, fenomenali cambiamenti nella nostra società. Nel 1929, ad esempio, un geniale fisico inglese, P. A. M. Dirac, dedusse l'esistenza dell'antimateria, che poi venne osservata sperimentalmente pochi anni dopo. Nessuno allora avrebbe potuto pensare a un suo uso pratico e ancora oggi la maggioranza delle persone pensano che l'antimateria sia solo un'invenzione della fantascienza, utilizzabile in romanzi come «Angeli e Demoni», Eppure è proprio dell'antimateria che ci serviamo per la diagnosi dei tumori con la Pet, la tomografia a emissione di positroni. I positroni, che sono l'antimateria degli elettroni, sono passati nel giro di 5o anni da essere un concetto astratto a una risorsa di uso comune! Tra l'altro, il primo prototipo di questa tecnologia è stato realizzato trent'anni fa proprio al Cern. E anche senza aspettare tempi lunghi, l'imprescindibile sinergia tra scienza e tecnologia, così necessaria alla ricerca di base, è un motore costante dell'innovazione e produce risultati immediatamente vantaggiosi per la società. L'esempio più clamoroso di ciò è l'invenzione al Cem nel 1989 del Web, che oggi genera il 15% dell'economia mondiale e che ha cambiato in maniera sostanziale il nostro modo di vivere. Non meno importanti sono gli sviluppi che il laboratorio ha dato alla superconduttività, ai rivelatori a stato solido per imaging, all'uso degli acceleratori di particelle per la terapia dei tumori. Forse non tutti sanno che a Pavia è in funzione il Centro nazionale di adroterapia oncologica - un acceleratore di protoni e ioni carbonio anch'esso originato da un progetto del Cern - che, assieme ad Heidelberg e nel prossimo futuro a Vienna, costituisce il più avanzato centro di radioterapia in Europa. L'elenco delle storie di successo potrebbe continuare a lungo, ma quello che ci preme di più è ribadire che, specialmente nei momenti di crisi economica, è necessario avere il coraggio e la lucidità di in- vestire in educazione, ricerca innovazione. Solo questo è lo strumento più efficace per superare in fretta e stabilmente la crisi e, nel lungo termine, è la maniera migliore per sperare in un futuro sostenibile: le scoperte della scienza hanno da sempre scandito e indirizzato la storia dei popoli e non vi è alcun ragionevole motivo per cui questa stretta dipendenza possa oggi essere messa in discussione. * Direttore generale del Cern Le invenzioni ll bosone di Higgs li 4 luglio 2012 gli esperimenti Atlas e Csm condotti dal Cern di Ginevra hanno portato alla scoperta di una particella le cui caratteristiche sono compatibili con il tosone di Higgs f+ofo in r?to) L'elemento base li Web Nel 1989 sempre al Cern è stato inventato il Web: oggi genera il 15% dell'economia mondiale e ha cambiato in modo sostanziale il nostro modo di vivere Le altre scoperte Non meno importanti sono gli sviluppi che il laboratorio ha dato alla superconduttività, ai rivelatori a stato solido per imaging, all'uso degli acceleratori di particelle per la terapia dei tumori Nel 1964 lo scienziato Peter Higgs aveva ipotizzato l'esistenza di un tosone che dava massa a ogni cosa: il bosone di Higgs è l'elemento base, la sua esistenza permette a tutte le altre particelle fondamentali (dal protone all'elettrone, agli altri bosoni) di avere una massa. Senza il tosone di Higgs la materia sarebbe molto diversa da come la conosciamo Mondo Universitario Pagina 9 Numeri Nato in Russia, insegna nel Connecticut. Ha inventato una nuova disciplina: la cliodinamica, ispirata ai libri di Asimov Il matematico che vuole prevedere il futuro La scommessa di Peter Turchin: estrarrei dati dal passato e disegnare l'evoluzione storica bm, Ford. General che si pongono gli storici tra Eleclric. Le grandi azien- dizionali - spiega Turchin de con oltre 100 anni di vi- -, Per esempio: perché le cita possono programmare il lo vilizzazioni crollano? Ma poi ro futuro usando una nuova usiamo la matematica invece disciplina che sposa storia e del linguaggio. Quantifichiamatematica usando Internet e mo gli eventi, costruiamo mosoftware: la cliodinamica (da delli e li mettiamo alla prova Clio, la musa greca della sto- su diversi periodi e situazioni, ria). per vedere se reggono». Il guru di questo campo di Lino schema ricorrente nelricerca è Peter Turchin, pro- la storia dei Paesi. secondo fessore di matematica e di eco- Turchin, è quello dell'instabili logia e biologia evolutiva alla tà sociale: si possono indiviUniversity of Connecticut, na duare ondate di 100 annidi in to in Russia nel 1957 da un dis stabilità a eui si sovrappongo sidente sovietico ed emigrato no cicli di 50 anni di violenza negli Usa nel 1977. La rivista politica. L'ultimo ciclo di vio americana W ired gli ha appe lenza nel Novecento è stato na dedicato un lungo articolo, quello degli Anni Settanta e il I paragonandolo al matemati co Ilari Seldon, il protagonista dei romanzi di fantascienza di Isaac Asimov che usa la «psico-storia» per prevedere la caduta dell'Impero galattico. L'idea della cliodinamica risale agli Anni Novanta, ma solo ora può pienamente essere praticata grazie alla pubblicazione online di materiale storico prima inaccessibile. Consi ste nell'usare modelli matematico statistici per analizza re eventi del lontano passato e trovare schemi che si ripetono, con i quali si può anticipa re il futuro prossimo, «Partia mo con le stesse domande Mondo Universitario prossimo, prevede Turchin, avverrà attorno al 2020 negli Stati Uniti. A far scattare un ciclo di violenza, secondo le sue analisi, è l'aumento della diseguaglianza sociale che monta per 50 anni, poi espio de, stimola delle riforme e il ciclo ricomincia. Non è una legge ferrea, precisa lo studio so, ma qualcosa di simile ai cicli biologici in cui preda e predatore - come il topo e la donnola - sono legati: «Quando i topi sono abbondanti, le donnole si riproducono da pazzi, così mangiano quasi tutti i topi e finiscono con il morire di fame; a que sto punto i topi sopravvissuti si riproducono da pazzi e il ci clo si ripete». Lo scienziato di network Samuel Arbesman, membro dell'Istituto per la scienza so ciale quantitativa della Ilar- vard Univc rsity, sottolinea che i metodi di Turchin aprono la strada alla collaborazione fra umanisti, matematici ed economisti, con possibili risvolti anche per il mondo degli affari. Secondo Arbesman, infatti, più importante dell'analisi dei Big data - l'enorme quantità di dati oggi reperibili su Internet - è quella dei Long data, le informazioni storiche. Per un'azienda significa concentrarsi non solo e non tanto sulle informazioni digitali di que sto momento, ma guardare anche al passato della sua attività e dei suoi rapporti con i clienti. Un approccio con cui è già d'accordo, per esempio. la quasi centenaria impresa ame ricana (specializzata nelle spedizioni postali) Pitney Bowes. MARIA TERESA COMETTO RIPRODUZIONE RISERVALA Peter Turchin, docente di Matematica all'University of Connecticut Pagina 10 Il master della fondazione Politecnico di Milano La scuola hi4ech Insegnant i pront i a e - book DI DUILIO Lui tilizzare al meglio la leva della tecnologia in ambito didattico. È l'obiettivo di Dol, master universitario organizzato dalla Fondazione Politecnico di Milano e rivolto agli insegnanti di ogni ordine e grado (dalla scuola dell'infanzia alle superiori, di istituti sia pubblici, che privati). Attualmente è in corso la prima edizione del master, ma in realtà il per- corso didattico si porta dietro l'esperienza maturata a partire dal 1997 prima come esperienza territoriale (circa 1.500 gli insegnanti coinvolti), quindi come corso online. Per gli interessati c'è la possibilità di iscriversi alla seconda edizione a partire da Mondo Universitario luglio (il sito di riferimento è: www.dol.polimi.it) con le lezioni che prenderanno il via a ottobre. Sono previste anche delle borse di studio che dimezzano la retta (nell'anno in corso ne sono multimediali, dall'uso dei tablet fino all'editoria elettronica e agli e-book. L'offerta formativa del Dol si articola su più livelli: master di II livello (60 crediti, 1.500 ore) biennale per gli insegnanti in possesso di una laurea vecchio ordinamento o specialistica/ magistrale nuovo ordinamento; master di I livello (60 crediti, 1.500 ore) biennale per chi invece è in possesso di un diploma universitario o una - -------- state erogate una trentina per 60 iscritti). La materie vanno dai contenuti digitali a come si comunica in rete, dal cloud computing al social learning, dai laboratori audio-video ai principi di grafica, dal linguaggio fotografico alle presentazioni laurea vecchio ordinamento, laurea triennale o laurea speciali----stica/magistrale nuovo ordinamento. C'è infine la possibilità di seguire un corso di formazione permanente (1.500 ore), biennale, per chi ha il diploma di maturità. Non serve aver conseguito il master di I livello per accedere a quello di II livello. Pagina 11 Sono aperte fino al 3 maggio le iscrizioni alla nuova edizione del master di I livello in fisioterapia applicata allo sport dell'università di Siena. Obiettivo del master è lo sviluppo della fisioterapia in ambito sportivo, secondo i requisiti della International federation of sports physiotherapy per il riconoscimento del titolo di Sports physiotherapist, in corso di definizione e che abiliterà alla pratica fisioterapica nello sport nell'Ue. Il corso, che scatterà a giugno 2013 e durerà 16 mesi, mira a approfondire gli aspetti professionali, deontologici e normativi specifici, l'organizzazione del mondo sportivo in Italia e le sue articolazioni, gli elementi di neuropsicologia e di psicologia correlati con la prestazione sportiva. Il corso prevede esercitazioni sul «campo» per valutare il gesto sportivo e per elaborare la strategia riabilitativa integrata con accesso a strutture sportive e con supervisione; si svolgeranno inoltre lezioni magistrali, seminari, lavori in piccolo gruppo, attività di ricerca bibliografica. Il bando è disponibile online sul sito http://www.unísi.itldídattícal master-universitari. Per maggiori informazioni, scrivere all'indirizzo email: sportfisio<unisi.it. Ai nastri di partenza gli executive master in Project management Mondo Universitario organizzati da Quec nelle sedi di Firenze e di Bari. Nel capoluogo toscano, l'inizio del master è previsto per il 4 maggio, mentre a Bari comincerà l'l ] maggio 2013. Scopo del master è quello di fornire un metodo di lavoro per progetti con obiettivi definiti, orizzonti temporali stabiliti e risorse finanziarie limitate, che rappresenta oggi una sfida costante all'interno di organizzazioni pubbliche e private, business oriented o non profit, nell'ambito di tutti i settori. Aziende di grandi dimensioni, ma anche in piecole e medie imprese, manifestano sempre di più la necessità di avere al proprio interno una buona organizzazione del lavoro. Questa esigenza, legata ad una maggiore flessibilità e velocità, riduzione dei costi di produzione e aumento dei livelli di efficienza e di efficacia, richiede la conoscenza di un insieme di metodologie e tecniche specifiche trasversali e di confine tipiche del Project management. Per iscriversi e per avere maggiori informazioni, consultare il sito web: www.quec.net. Pagina 12 Scadono il 22 aprile 2013 i termini per iscriversi al master in Ambiente, energia e qualità organizzato da Strategies Business School di Bari. Il corso, che scatterà il 29 aprile 2013 e terminerà nel maggio 2014, intende formare la figura del manager ambientale ed energetico, un professionista che trasforma i «problemi» ambiente ed energia in risorse e vantaggio competitivo per l'azienda. Il master si rivolge a laureati e laureandi in discipline economiche, scientifiche, ingegneristiche ed umanistiche con età massima di 32 anni. Sono ammessi anche manager e professionisti che vogliono specializzarsi in questo settore che, grazie alla formazione pluridisciplinare del corso (patrocinato anche da Legambiente), dà vita alla figura del manager ambientale ed energetico che al termine del percorso di master avrà l'opportunità di operare sia come dirigente sia come consulente esterno, con capacità di implementare sia il sistema di gestione della qualità Iso 9001 sia il sistema di energy management. Per iscriversi Mondo Universitario e per aver maggiori informazioni sul master, occorre consultare il sito web: www.strategies-online.it Fino al 29 aprile 2013 è possibile iscriversi al corso di formazione per giudici e professionisti tributari organizzato dalla facoltà di Giurisprudenza dell'università degli studi di Bologna. Il corso, che durerà otto mesi a partire da giugno 2013, si propone l'obiettivo di realizzare la formazione e l'aggiornamento dei professionisti tributari, quali giudici tributari, avvocati tributaristi, dottori commercialisti, esperti contabili, funzionari dell'amministrazione finanziaria, militari della Guardia di finanza, consulenti del lavoro, amministratori di società. L'aggiornamento e l'approfondimento valorizzeranno, in particolare durante questa edizione, temi sostanziali con particolare attenzione al dato giurisprudenziale, approfondendo il tema della Fiscalità internazionale i: delle imprese. Il corso si rivolge a giudici tributari in servizio presso le commissioni tributarie, funzionari dell'amministrazione finanziaria, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e amministratori di società e, infine, guardia di finanza. Per iscriversi al corso e per avere maggiori informazioni, consultare il sito web: www.unibo.it a cura di Filippo Grossi Pagina 13 Il gruppo Volkswagen a caccia di neolaureati Ogni anno il gruppo Volkswagen assume circa 10 mila neolaureati e più di 3.500 tirocinanti. Ci sono diverse possibilità di ingresso in azienda, tra cui i programmi di formazione StartUp Direct e StartUp Cross, il programma per dottorandi, l'assunzione diretta per figure con più di tre anni di esperienza e inoltre stage, progetti di studio e tesi di laurea. «Alla Volkswagen», afferma Horst Neumann , membro del consiglio di amministrazione per le hr del gruppo , « lavoratori e tecnici qualificati, manager e rappresentanze sindacali formano un team forte . Le nostre auto generano entusiasmo nei clienti . Offriamo ai nostri collaboratori », prosegue Neumann, «una formazione di prim 'ordine e diverse possibilità di crescita. Ogni impiegato ha la certezza che buone performance e il raggiungimento degli obiettivi alla Volkswagen pagano ». Secondo un sondaggio condotto dalla rivista Focus in collaborazione con Xing, social network per il business e la carriera, risulta che la Volkswagen è il datore di lavoro più ambito in Germania. L'indagine ha coinvolto circa 13 mila lavoratori operanti in 17 settori . Inizialmente sono state considerate 820 aziende con 1 .000 o più collaboratori. Attraverso il social network Xing, gli intervistatori hanno sottoposto un questionario ai dipendenti riguardo all'esperienza con i propri datori di lavoro. Nella seconda fase , 6.300 impiegati operanti in 17 settori hanno espresso la valutazione sulle aziende nelle quali lavorano. Dopo questa fase sono rimaste in gioco 3 79 aziende e la Volkswagen ha conquistato il primo posto non solo nel settore automotive , ma nella classifica generale . Per candidarsi , basta collegarsi al sito www.volkswagengroup. it, sezione Lavora con noi, costantemente aggiornata con le posizioni aperte , dove è possibile inserire il curriculum nell 'apposito forni. Mondo Universitario Pagina 14 r1 IU'Ltì G ite, effetto crisi: du e stude nti s u tre c o stretti . a r i nun ci are Neanche uno studente su tre parteciperà quest' anno alle gite scolastiche che iniziano con l'arrivo della bella stagione . È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la crisi ha colpito anche il turismo scolastico con un taglio delle partenze, la scelta di mete più vicine e il minor tempo di permanenza. Per effetto delle difficoltà economiche delle famiglie e dellariduzione dei fondi per la scuola si stima che quest'anno - sottolinea la Coldiretti - ci sarà un calo di almeno il 20 per cento rispetto ai 930mila studenti delle scuole superiori che nell'anno scolastico 2011/2012 hanno partecipato a una gita scolastica, secondo le cifre dell' osserva- (Molte famiglie chiedono di eliminare i Viaggi : spese onerose torio sul turismo scolastico del Touring Club Itallano. In molti casi, continua la Coldiretti, sono gli stessi genitori a chiedere di eliminare le uscite extrascolastiche durante l'anno per contenere le spese ma anche per evitare discriminazioni tra i ragazzi che non possono più permettersi di partecipare. Ma una vera scure, precisa la Coldiretti, è rappresentata da una crescente indisponibilità dei docenti che non rivedono più riconosciuta l 'indennità di missione nonostante debbano caricarsi di una pesante responsabilità, come dimostrano i ripetuti e gravi episodi di cronaca. Il risultato non è solo la drastica riduzione dei viaggi ma, sostiene la Coldiretti, anche un radicale cambiamento delle destinazioni che privilegiano in misura crescente le escursioni mordi e fuggi in giornata. Per tagliare i costi nella stragrande maggioranza dei casi si dice addio alla pizzeria o al ristorante e si ritorna praticamente ovunque al pranzo al sacco spesso preparato direttamente dalla scuola o a casa dai genitori. (t> RlPRC1f)I 17K)NF RI.^iFRVATA Mondo Universitario Pagina 15 L'iniziativa promossa dall'Unione Industriali Dottori ed esperti della Clinica Mediterranea incontrano gli studenti dell'istituto di istruzione superiore «Giancarlo Siani» Medicina e tecnologie, la sfida dell'innovazione Carmela Maietta Appare subito chiaro che la sanità è un mondo molto complesso dove devono lavorare a stretto contatto diverse professionalità, comprese quelle che non sembrano avere alcun collegamento con la medicina. E, infatti, al secondo incontro con gli studenti dell'istituto Siani di Napoli, nell'ambito del progetto di orientamento al lavoro "Studiare l'impresa, l'impresa di studiare" gli esponenti della Clinica Mediterranea a cui la scuola è collegata per l'iniziativa, appunto, di orientamento, fanno salire in cattedraperprima un ingegnere, Giovanna Ravallese, che si occupa dei sistemi di qualità, e cioè dell'insieme "delle proprietà e delle caratteristiche di una entità che conferiscono ad essa la capacità di soddisfare determinate esigenze" e, quindi, di garantire una serie di competenze. Perché va da sé, ricorda Alessandra Belluccio, responsabile dell'organizzazione delle risorse umane, in tutti i settori occorre procedere in assoluta sicurezza. Una condizione indispensabile nella sanità. E chi può saperlo meglio di un anestesista, questo "sconosciuto" di cui non si parla mai molto ma la cui professionalità ha un ruolo importantissimo nella sanità? Cominciamo subito a puntualizzare che siamo di fronte ad un'alta spex cializzazione per cui chi fosse abiMotivazioni tuato alle approsalla base simazioni farebdelle scelte be bene a starsee attenzione ne alla larga. E' questalapremesai percorsi sa fatta con molta più richiesti decisione da Giudal mercato seppe Cangiano che aggiunge un altro ingrediente indispensabile: la capacità di lavorare in equipe per cui chi è affetto da forte individualismo dovrebbe orientare altrove i propri obiettivi. Mondo Universitario E se lo immaginiamo sempre in sala operatoria ad addormentare i pazienti sottoposti a interventi chirurgici facciamo un bel taglio alle sue mansioni perché oltre a occuparsi di anestesia è competente anche per altre problematiche come quelle, di straordinaria importanza, come la rianimazione e la terapia del dolore. In pratica, si fa rilevare , gestisce il paziente, specie quello complesso con problemi diversi, deve controllare e mantenere stabili i parametri vitali dell'operato. E pare che stia diventando anche merce rara: mancano dappertutto , soprattutto nel Sud Italia, compresala Campania. Ma questo, si evidenzia, non è un motivo sufficiente a orientare le proprie scelte sulla specializzazione in anestesia nella speranza di trovare subito un sistemazione . Inutile pensarci se non c ' è una forte motivazione e se non si è disposti a un lavoro continuo di aggiornamento. Si pensi soltanto all'utilizzo di sofisticati strumenti di monitoraggio che richiedono una perfetta conoscenza e padronanza. Ci sono molte cose da scoprire anche sulla professione infermieristica che oggi prevede una formazione universitaria. Chi pensa all'infermiere come a quella figura che si aggira perle corsie distribuendo pillole e facendo iniezioni è lontano anni luce dalla realtà. Raffaele Orefice ricorda che è una professione vera e propria che si acquisisce dopo aver portato a termine un corso di laurea in scienze infermieristiche . E che ha bisogno di una elemento caratteriale fondamentale: la capacità di relazionarsi con gli altri, di creare una empatia con Ie persone con le quali viene a contatto e che, non va dimenticato, sono pazienti preoccupati perla loro salute se non spaventati e che hanno, naturalmente, bisogno di avere fiducia. Pagina 16 ALL' UNIVERSITA ONLINE RICCARDO STAGLIANÒ insegnante si chiama Pat Pattison, ha ricci brizzolati e occhi acquosi blufiordafiso.Indossaun chiodo nero con sotto una maglietta dello stesso colore. L'unica cosa che non ho capito, pur avendolo osservato attentamente per sei settimane, è se sia alto oppure no. Latelecameral'ha sempre inquadrato dal busto in su. Si perché il corso di composizione (di canzoni) al Berklee College of Music di Boston l'ho seguito onfine. Perla maggior parte da Roma, un po' inviaggio tra Illinois e Wisconsin, quindi daAlcamo in Sicilia per finire con Nicosia, a Cipro. Se anche avessi visto in faccia i miei compagni di classe non me li sarei mai ricordati: la prosopagnosia non c'entra, è che erano oltre sessantamila. Nomadismo evirtualitànon sembrano avernuociuto all'apprendimento. Benvenutinelfantastico mondo deiMooc, iMass iveopen onlinecourses, dove un prof da solo fronteggia a distanza eserciti sconfinati di studenti d'ogni nazionalità. Per alcuni pedagoghi questa evoluzione quantitativa è l'inizio dellafine: si perde il rapporto individuale con l'insegnante e non c'è alcun contatto umano con gli altri allievi. Per altri, invece, è questa l'utopia realizzatadell'istruzione superiore finalmente democratica.Apatto che abbia una connessione a Intemet, il proverbiale ragazzino africano potrà fre- quentare non tanto la voluttuaria Harvard della musica a cui chi scrive si e iscritto, ma ben più cruciali insegnamenti che altrimenti gli sarebbero statipreclusi.I centomil a iscritti al corso di "linguaggio macchina" diAndrew Ng («Ci avrei plesso duecentocinquanta anni a raggiungerne altrettanti dal vivo») ne sono una riprova. Docente di informatica a Stanford è anche Daphne Koller, che con lui ha fondato giusto un anno fa Coursera, il consorzio che ha convinto atenei prestigiosi (e carissimi) corale Columbia, Princeton e decine di altri a offrire gratis e onfine oltre 370 corsi. E che ha già superato la soglia dei 3,2 milioni di iscritti, ovvero quasi il doppio dell'intera popolazione universitaria italiana. I corsi via Intemet sono tutto meno che una novità. Nel'98la UniversityofPhoenix,inArizona,fuunadellepionierecon(allora)tremilaiscritti. Adulti, perlopiù, che di giorno lavoravano. Ma tra la vecchia idea e la nuova esecuzione c'è uno scarto significativo che spiega il successo di Coursera. Ecco, in breve, come funziona. Per prima cosa vi iscrivete, con email e password, e scegliete un corso. (In paio di settimane prima dell'inizio vi arrivano i materiali in digitale, comprese eventuali dispense dell'insegnante. Il programma è diviso in settimane. Le videolezioni, generalmente ininglese (ma anche in altre lingue, compreso un corso sullameccanica quantistica in italiano), durano sui 10-15 minuti. Per fissarli meglio, i concetti chiave vengono "scritti" sul video. E per essere sicuri che non vi perdiate alcuno snodo fondamentale, la spiegazione viene più volte interrotta e non procede se primanonrispondete correttamente ad altrettanti quiz a risposta multipla. Sembra una stupidaggine, è un colpo di genio. Cornei riassuntini alla fine di ogni capitolo nellamigliore tradizione della manualistica americana. Dopo lavideolezione c'è da dimostrare che è davvero tutto chiaro. Le prove a risposta multipla sono corrette da un software che vi dà subito i risultati. Il problema più grosso riguardava i test a risposta aperta: chi avrebbepotuto correggere, gratis, diecimilao centomila compiti?«Lasoluzione che abbiamo trovato» spiegava la professoressa Koller al Ted di Edinburgo, «è quella di farli correggere agli studenti stessi. E, per quanto sembri ardito, funziona. Da nostri studi, statisticamente, la media delle valutazioni di cinque o più "pari " risultaaddiritturapiù affidabile di quella di un singolo professore, magari stanco o di cattivo umore». Prima di smettere di leggere inorriditi, pensate a Wikipedia. Chi avrebbe mai potuto credere che un'enciclopedia autogestita, dove ognuno può dire la sua, avrebbe di fatto raggiunto (tre errori per voce contro quattro) l'autorevolezza della Enciclopedia Britannica? Quindi gli altri correggono teetucorreggiglialtri. Senonlofai,peregoisrno o mancanza di tempo, ti decurtano ilventi per cento deivoti che hai preso. E sebbene pochissimi corsi diano per il momento crediti per una laurea, un attestato finale con un punteggio alto, magari da Stanford, vi Mondo Universitario Pagina 17 fa fare la vostra bella figura. Per chi ha dubbi e vuole interagire con gli altri studenti, può farlo nel forum: considerati i vari fusi e la vastità delle classi, non dovrete attendere molto per una risposta. Cosa ci guadagniamo noi studenti è chiaro, maloro, le università? Perché dare gratis una fetta della torta che a cose normali fanno pagare varie decine di migliaia di dollari l'anno? «Da gennaio abbiamo inaugurato un canone, da 30 a 100 dollari, per ricevere un attestato finale che verifichi l'identità dello studente. Un micropagamento che, moltiplicato per i nostri numeri, può diventare macro. Altri soldi li facciamo lasciando consultare il database degli allievi a potenziali datori di lavoro. Inoltre - è sempre la Koller a parlare - per le università è un investimento sull'immagine». Nell'ultima settimana di lezioni ricevo una email da Pat che, prima di diventare una autorità del songwriting aveva studiato filosofia e insegnato logica: «Il corso di Coursera volge al termine, ma se volete continuare onfine al ßerklee College avete diritto a uno sconto di 300 dollari». Su una retta da 1200-1400. Gli antipasti servono a mettere appetito. E alto o basso che sia, quando parla di prosodia o di rime, di strofe o ritornelli, di stabilità o instabilità dei versi, spiega alla grande. L'anno prossimo date un'occhiata ai crediti di Sanremo. Semi vedrete apparire, saprete sin da ora chi dovrò ringraziare. ® RIPRODUZIONE RISERVATA Mondo Universitario Pagina 18 ... 30 .... '. , . . .. .. cr . i . , ., , ,. ,, , ., . _.. . . . ., . ,.. UJaiCSE.Ci . .. ... .. k .. .... :.... .. ,., . . _. , . ", cF . 1 T 5 . : .. ,. . 1 1 LI e ---- . :. KHAN , . .. kw '. ., . . _ ,.._ . . Mondo Universitario . .. . . . - mama , - Pagina 19 Anche Putin è un copione fatesi di laurea in Economia imbarazza il Cremlino Moltepagineripresedu uno studio Usci. Ma lui tace DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NICOLA LOMBARDOZZI MOSCA - C'è caduto pure lui. Perfino Vladimir Putin, uomo più potente di Russia, avrebbe ceduto alla tentazione di saccheggiare testi scientifici altrui pur di coronare il proprio curriculum con un prestigioso titolo di dottore. Nel suo caso,inEconomia. Chepoiè, come è noto, il suo punto debole personale. La materia sulla quale viene più contestato e che gli piacerebbe invece padroneggiare con assoluta sicurezza. Le indiscrezioni circolano da tempo. Da anni autorevoli studio- si americani hanno scoperto il lavoro di copiatura dello studente Putin. Il problema è che adesso il premier russo Dmitrj Medvedev ha cominciato una clamorosa crociata contro i plagi e i titoli falsi, vera piaga del sistema russo della Pubblica Istruzione. E tutte le commissioni in cari cate di far pulizia si sono scontrate con il clamoroso, e an che un po' ingenuo, errore giovanile del Presidente. Cosa fare? Interrompere la crociata anti copioni? 0 colpire tutti gli altri tranne Lui? L'imbarazzo è evidente. E intanto lanotiziariprende agi rare: ieri il tedesco Der Spiegel ha paragonato Putin al ministro Guttenberg costretto alle dimissioni nel 2011 perun'an alogavergogna. Mondo Universitario Il Cremlino tace. Gli esperti incaricati del repulisti farfugliano frettolosi "no comment". Vladimir Putin ha tre lauree. La prima è in Diritto Internazionale, conseguita nel 1975 nella sovietica Leningrado. Un' altraè dipochi anni dopo ed è rilasciata dall'Università del Kgb dove frattan to si era arruolato. Non si sa neanche in quale materia. I servizi segreti hanno cambiato sigla (adesso si chiamano Fsb) mamantenuto l'inaccessibilità dei propri archivi. La terza laurea è quella dello scandalo, an corarepresso: un master in Economia presso la prestigiosa Università Mineraria di San Pietroburgo, conseguita nel 1996 quando aveva appena cominciato la sua scalata al potere. La sua dissertazione si intitolava " La progettazione strategica delle risorse regionalisotto laformazionedei rapporti del mercato". Ed è stata digitalizzata e inserita nel data base dellaBibliotecapubblicaNazionale russa. Particolare chehaconsentito a chiunque ne avesse voglia, di verificarne l'autenticità. Il primo a fiutare l'imbroglio fu uno studioso del Brookings Institute di Washington che scoprì come interi capoversi, per il 60 per cento delle 218 pagine, e almeno sei diagrammi, fossero stati presi pari pari da sta di "copioni" e ci mette dentro oltre aPutin, il suo fedele presidente-dittatore della Cecenia Ramazan Kadyrov, il neo ministro della Difesa e perfino il ministro della Cultura. I tre proclamano sdeMa le "cagnati la loro innocenza e la loro purezza scientifica. Putin conlunnie" di un'istitutinua aignorare le voci. L'economista Konstantin Sonin zione amespiega il silenzio con un pizricana non meritano alcuna zico di impudenza: « Ilpotere di Putin non è certo fonreazione ufficiale e Putin si è sempre dato sulle sue modeste nozioni di economia. Se guardato bene dalvenisse fuori che ha col'affrontare l'argomento. piato tutto, la sua reputa Adesso però le zione cose si mettono male. Il purista r i Medvedev, nell'ansia di riportam arre ordine nel mondo accademico rebbela russo, ha incaricato uno specialistessa». sta nella caccia ai plagi come il fisico Andrej Rostovstev, ordinario di fisica delle particelle elementaRIPRODUZIONE RISERVATA ri e inventore di un software che scovai copioni in tutti gli archivi del mondo. E, arrivato a Putin, tutto si è impantanato. Intanto un sito di intellettuali come Slon (Elefante) pubblicaunaliun manuale di economia americano tradotto in russo nel'94 dall'Accademia del Kgb. Pagina 20 I TITOLI DI STUDIO Vladimir Putin ha tre lauree: una in diritto internazionale presa nel 1975 a Leningrado, un'altra all'università del Kgb e un master in Economia del 1996 a San Pietroburgo LO SCANDALO Uno studioso del Brookings Institute di Washington ha scoperto che intere parti della tesi di laurea in Economia di Putin sono copiate da un manuale americano tradotto in russo nel '94 LA CACCIA Al PLAGI I l premier Medvedev ha dato il via a una crociata contro i plagi e i titoli di studio falsi, una piaga del mondo accademico E le commissioni a caccia di copioni si sono imbattute anche in Putin L1NCHIESTA II caso della tesi di Putin ieri è finito sul tedesco DerSpiegel che ha paragonato il presidente russo al ministro Guttenberg, costretto alle dimissioni nel 2011 per aver copiato PRESIDENTE Vladimir Putin, 61 anni, ex primo ministro, i 14 marzo 2012 è stato rieletto per la terza volta presidente della Russia Mondo Universitario Pagina 21 La scelta dei gesuiti del Boston college di vietare la distribuzione di preservativi accende le polemiche Negli Usa sono sempre più i luoghi dove l'educazione sessuale è a rischio : e la preoccupazione cresce ñiversità Bigotti contro liberai nei campus americani è battaglia sui condom DAL NOSTRO INVIATO MASSIMOVINCENZI NEW YORK ella bacheca del Boston college, tutto stropicciato, è appeso il foglio con le raccomandazioni agli studenti, ai quali si consiglia «di tenere una condotta all'insegna del rispetto della persona e conforme agli insegnamenti della fede cattolica». Nelle pagine online delle associazioni universitarie più conservatrici appaiono riferimenti espliciti all'astinenza corale «valore irrinunciabile». Fuori, nel campus, sul marciapiede di College Road all'angolo con McElroy Building, come tutti ivenerdì trale 10 ele2 del pomeriggio, iragazzidel BC Students for Sexual Health sono al lavoro distribuendo preservativi colorati e opuscoli di educazione sessuale «perché è giusto essere consapevoli delle scelte che si fanno». La frattura è quasi fisica e ora viene alla luce dopo anni di lotta sotterranea. Le autorità dell'università hanno infatti spedito una lettera ufficiale con cui invitano il gruppo a sospendere l'attività «non in linea con i principi della religione e dellatradizione» e poi ancora con tono a metà tra il paternalista e il minaccioso: «Ci rendiamo conto che non volevate violare lanostra politica, ma se non fermate subito lavostra atti- Mondo Universitario vità saremo costretti a prendere provvedimenti disciplinari». Per fine mese è fissata una riunione per discutere dell'argomento, rana il valore simbolico di quelle poche parole accende lapolemica che rimbalza su televisioni e giornali, sino alla prima pagina delNew York Times. Il contagio non è solo mediatice. Altri istituti si schierano a favore della lettera "censoria", le adesioni sono tante, come osserva preoccupato il Boston Globe: Notre Dame, Georgetown, University of Dayton, Catholic University of America, altri due atenei nel Massachussets: «Da noi queste iniziative non sono previste ma se i nostri studenti decidessero di fare una cosa simile verrebbero immediatamente puniti. Non permetteremo mai che vengano distribuiti preservativi», dicono i vari portavoce. Soffiaunvento strano, osservano alcuni analisti. Il Daily racconta che nelle superiori di New York è tornata in vigore con forza una vecchia regola che sembrava finita in disuso: nelle scuole pubbliche che sono ospitate in edifici di proprietà della chiesa sono vietati i corsi di educazione sessuale. Alcuni professori si arrendono eli eliminano dalprogramma, altri con buonavolontà spostano glialunniperportare avanti l'insegnamento. Ma questo tipo di programmi sono a rischio anche in molti Stati come North Dakota, Texas e Arkansas, casualmente gli stessi governi locali che hanno o stanno per varare leggi molto più restrittive sull'aborto. Tanto da spingere la rivista TheNation afare un'inchiesta dal titolo: «Dove non è sicuro essere donna». In questo campo si gioca la partita di Boston, con milioni di spettatori interessati sulle tribune. Il BC Students for Sexual Health nasce nel 2009 con un referendum che ha ottenuto il 90% dei consensi. L'obiettivo dell'organizzazione è semplice: distribuire preservativi, piazzarli nei dormitori sia maschili che femminili e creare una sorta di consultori dove i ragazzi possano trovare informazioni su tutto quello che riguarda il sesso e la prevenzione delle malattie correlate, Aids in testa. E poi discussioni online e, una volta al mese, dibattiti pubblici sugli stessi argomenti. Lizzie Jekanowski ne è la leader: «Sapevamo da tempo che la nostra azione dava fastidio alle autorità e agli altri gruppi di studenti ma non ci aspettavamo che si arrivasse a questo punto. Mi chiedo: perché succede ora? Noi comunque non cambiamo idea, la grande maggioranza degli studenti di questo college è con noi. Vogliamo aiutare e aiutarci ad essere più informati per non commettere errori che possono co- stare cani». Epoi, conastuzia, cerca il cortocircuito: «Essere cattolici vuol dire prendersi cura del prossimo ed è esattamente quello che facciamo». Ma la risposta che arriva dal college con un'e-mail (pubblicata dal New York Times) non sembra lasciare aperti spiragli per il dialogo: «Come università cattolica ci siamo impegnati ad avere una rettitudine morale e le nostre regole di vita non prevedono assolutamente la distribuzione di preservativi». E le associazioni più radicali degli studenti scrivono sui blog: «Non siamo bestie. Non vogliamo essere trattati come tali, siamo uomini e donne razionali con una fede e sappiamo controllare le nostre passioni. Lasciare migliaia di preservativi nei dormitori non è fare dellaprevenzione sanitariamaè mettere certe idee in testa ai ragazzi». Due anni fa i gruppi rivali quasi si scontrarono fisicamente quando gli ultracattolici misero in scenauna distribuzione farsa di filo interdentale. Pagina 22 A fianco del BC Students for Sexual Health si schierano ora molte organizzazioni legali per i diritti civili: «Le autorità scolastiche non possono comportarsi in questo modo, violano la nostra Costituzione. Non hanno il diritto di imporre in questo modo il loro credo: la libertà degli individui è inviolabile».Ai giornali arrivano e-mail e lettere a sostegno dei ragazzi di Boston, mala chiesa della città ha invece fatto sapere di essere «assolutamente d'accordo con il divieto». Tutti sordi alla logica di Lizzie, che sconsolata si limita a rivelare la più evidente delle verità: «Gli studenti facevano, fanno e faranno sesso anche senza il nostro gruppo in attività. Se il sabato sera dopo il bar non trovano i preservativi, mica si fermano o cambiano idea: lo fanno senza». I BRACCIALETTI Molte scuole e università vietano il bracciale contro il tumore al seno: lo slogan "I love boobies" (amo le tette) sarebbe volgare LE SCARPE In alcune scuole é vietato usare le proprie calzature per evitare cadute e sporcizia. Sono fornite scarpe asti-infortuni LA MUSICA Ci sono istituti dove è proibito ascoltare musica rock perché non favorirebbe l'apprendimento LA BICICLETTA In molte università è vietato usare la propria bici se non è stata prima identificata e fornita di codice LE BOTTIGLIE L'università del Vermont vieta la vendita di acqua in bottiglia su richiesta degli studenti, attenti all'ecologia Mondo Universitario Pagina 23 s/6 Mondo Universitario Pagina 24 ROBOTMEWS di Francesca Tariss! e e ev®e' e 1ù e ior E' considerato uno dei piùgrandi droni al mondo egli obiettivi per il suo impiego sono a dir poco ambiziosi. Realizzato circa treanni fa dallaBoeing, PhantomEyeè un velivolo a idrogeno liquido senza pilota a bordo destinato alla sorveglianza dei cieli in caso di disastro o ricerca ed anche afungere da hub aereo perle comunicazioni. Ha un'apertura alare di 45, 72 metri, un peso aldecollo di oltre4 tonnellate e due motori a quattro cilindri da 150 cavalli ciascuno. . Nelle intenzioni degli sviluppatori dovrà essere in grado di restare in aria per cinque giorn i ad un'altezza superiore ai 18mila metri. Nel secondo test, eseguito lo scorso febbraio presso la Edwardsl AirForceBase in California, il giganteè però riuscito a volarea quota 2400 metri solo per un'oraeseiminuti. Un risultato chesuonadeludente. www.boeing com/storieslvideoslvid 08 phantom_eye.html ([email protected] 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Mondo Universitario Pagina 25 C L'INNOVAZIONE l li La carica dei consigli al fe e dorme nei Cda entro tre ENTRA IN VIGORE LA LEGGE SULLA "RISERVA DI GENERE" DI UN QUINTO DEI CONSIGLIERI D'AMMINISTRAZIONE E DEI SINDACI NELLE SOCIETÀ QUOTATE E IN QUELLE PUBBLICHE ENTRO IL 2013: E NEL2015 SARA UN TERZO Valeria Falce, docente di dirittodell'economia all'Università Europea di Roma per arrivare aunterzo. Un totale di 820 consiglieri rosa donna in arrivo, cui se ne aggiungeranno 269 sindaci controllori. In totale oltre mille rappresentanti "rosa" entro tre anni. Nonèfinita:laleggesiestende allagalassiadelle 7000 società partecipate dallo Stato e dagli enti locali. In totale, entro pochi anni saranno oltre lOmila le donne chiamate a rivestire la carica di consiglieri e sindaci. «Ciò porterà una ventata di Mondo Universitario 0 ricambio, modernizzazione e verosimilmente ringiovanimento degli organi di vertice sociali», spiega Valeria Falce, docente di Diritto dell'economiaall'UniversitàEuropeadiRoma emembro del comitato scientifico del-progetto "Quote di Salvatore Giuffrida Roma na rivoluzione percorre il mondo delle società quotate che in questo mese celebrano le loro assemblee e i rinnovi dei consigli d'amministrazione: nella composizione dei board e dei collegi sindacali, un quinto dei membri deve essere donna. Lo dispone lalegge 120 del 2011 con scadenza appunto 2013. Nel 2015 poi la stessa legge dispone-che la "quota di genere" dovrà arrivare aunterzo. Visto che oggi non più dell'11%D degli amministratori e del 9% dei controllori è disesso femminile, peradeguarsiallaprimascadenza, quelladiquest'ánno, mancano 469 donne consigliere, e altre 351 0 genere e società di capitali". «E' un corso di alta formazione che intende aggiornare imanager sulle recenti innova= zioni in tema di corporate governante. Fra queste, oltre allalegge delle quote riservate al genere meno rappresentato, particolare attenzione merita un'altra disposizione, stavoltacontenutanel decreto Salva Italia di fine 201 l. Anch'essa è dapoco entrata in vigore: dispone che chi riveste un incarico apicale in un'impresa del settore finanziario non può occupare una posizione analoga in una società concorrente. Una norma che contribuisce anch'essa alla modernizzazione degli organi sociali, destinata a determinare un profondo cambiamento nel management del settore». Tutto questo mix di norme, ognuna delle quali prevede pesanti sanzioni in caso di non osservanza a partire dalla decadenza dei consigli istituiti in spregio alle nuove disposizioni, risponde agli standard comunitari di tutela della concorrenza oltre che-"di genere". Il corso dell'Università Europea di Roma è frutto della cooperazione conlaLuiss, laFondazione Bellisario e la Fondazione Visentini. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 26 arlo Ugdulena e il nuovo amministrator e delegato e direttore generale di CezanneHr, azienda attiva nelle U N soluzioni softwareonline perla gestione delle risorse umane. Bolognese, Sibilla Di Palma 47anni, laureato in economia, il manager conta oltre25 annidi esperienza nei settori dell'Information technology e delle risorse umane. P LTRO E IN GI^CO Estato invece rinnovato il mandato triennale 2013-2016a VrgilioBaresi perla presidenza dell'Istituto nazionale revisori legali. Bresciano, 73 anni, Baresi è stato in precedenza presidente nazionale dei consulenti del lavoro esegretarió generale dell'Istituto nazionale revisori legali. BnpParibasInvestmentPartners annunciala nomina di MatthieuDavid come-nuovo responsabile della distribuzione esterna per l'Italia. Laureato in economia e commercio presso l'Università diNantes, David ha occupato in precedenza posizioni di responsabilità nell'area commerciale di Edmond De Rothschild Sim e di Axa Sim. Si rafforzala squadra di vertice anche di Tnt Postltalia: RobertoMasièstato infatti nominato nuovo risk & security manager. Masi, 48 anni, nato inFrancia, ha conseguito una laurea in giurisprudenza presso l'Università di Camerino e una laurea in scienza della sicurezza interna ed esterna presso l'Università di Roma Tor Vergata. Prima di approdare nell'azienda specializzata nei servizi postali, ha guidato il settore indagini preventive del Centro operativoDiadiMilano. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Mondo Universitario Pagina 27 manager" gli espertimtagil ensp CON LA CRISI ECONOMICA, IL LAVORO DI QUESTI DIRIGENTI ÈAUMENTATO NOTEVOLMENTE FACENDOLI DIVENTARE UNO STRUMENTO FONDAMENTALE PERMUTARE LEAZIENDEAD ATTRAVERSARE LE DIFFICOLTÀ. UNA RICHIESTA RADDOPPIATA NEL 2012 RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE CatiaBarone Milano Con la crisi economica, il lavoro dei lean manager, gli addetti a tagli e risparmi, è aumentato notevolmente facendoli diventare uno strumento fondamentale perle aziende in difficoltà. «In un contesto economico complesso come quello attuale - sostiene Francesca Contardi, amministratore delegato di Page Personnel, società specializzata nella selezione di figure impiegatizie fino al middle management-le imprese hanno sempre più la necessità di gestire in modo effiiente il lavoro, ottimizzando i costi di gestione e di produzione. Motivo per cui, quest'anno, la richiesta di lean manager raddoppierà rispetto al 2012 (:10.0% in più)». Dirigenti di questo tipo esistono in realtà da anni: «Le origini del lean thinldng-continuaFrancescaContardi-risalgono infatti agli anni novanta e sono strettamente collegate alle attività difabbricadeiproduttoriautomobilistici giapponesi, in modo particolare alla Toyota Motor Corporation, è pur vero però che oggi ci troviamo di fronte a una onda di ritorno, alimentata sempre più dalla crisi in corso». Il candidato ideale a diventare lean manager è un laureato in ingegneria gestionale, con competenze nella riduzionedei co stie nell'ottimizzazione dei processi aziendali, ma anche una persona dotata di uno spiccato senso çritico e di uria forte flessibilità, intesa proprio come "open mind", nel non guardare mai con lo stesso occhio le stesse procedure: «Penso che il lavoro Mondo Universitario diunbuonleanmanagerdebbainiziare con una pagina bianca cui affiancare la prassi aziendale, per poi evidenziare, senzaalcuncondizionamento di genere, le procedure che non hanno senso - dice Michael Isnardi, lean manager ed ora responsabile pianificazione e logistica di M.G.M. Mondo del Vino - In queste incongruenze, infatti, quasi sempre si nasconde un'inefficienza». Ma è nella fase operativa che poi tutto si complica: «Circa un anno fa, abbiamo attivato inaziendatreprogetti lean - racconta Isnardi - e quello nell'ambito della produzione è stato sicuramente il più complesso poiché raccoglieva prodotti particolari, con basse tirature e frequenti cambi di formato delle bottiglie». La soluzione scelta è stata di diminuire i tempi di preparazione delle macchine, per il passaggio daunaproduzione all'altra, riorganizzando il personale, le procedure e i processi, senza dover però ricorrere a particolari investimenti: «Sull'etichettatrice e la riempitrice abbiamo ottenuto una riduzione dei tempi quasi del 33% in un caso e del 37% nell'altro, ed abbiamo portato la una produzione media giornaliera da 40 mila a oltre 60milabottiglie, mentre la giacenza del prodotto finito è calata de135%». I lean manager devono dunque conoscere da vicino i problemi reali delle catene produttive, fare sopralluoghi, analizzare macchinari, strutture e materiali utilizzati. Insomma, "sporcarsile mani" perarrivare allasoluzione, ma anche saper condurre con leadership l'organizzazione. Metodi che hanno salvato diverse imprese da situazioni critiche: «Tra i casi che ho seguito, ricordo quello di un'azienda produttrice di macchinari industriali dimedie dimensioni che avevaunproblema.di bassa redditività ed elevata incidenza della manodopera sul costo del venduto - racconta Paola Spagnolo, operations directorelean executive che operaperPercinque Srl, aziendadi temporary manager -. Il sopralluogo della produzione aveva infatti evidenziato difetti nel sistema di montaggio e un enorme spreco nel trasporto del materiale tra una fase e l'altra». Alla fine la scelta è stata di concatenare le fasi di lavoro in logica "Pull" e di creare nuove attrezzature grazie anche ai suggerimenti degli operai: «I risultatiaggiunge Spagnolo - sono stati sorprendenti. Siamo riusciti a ridurre i tempi di lavorazione (tempo ciclo 35%,-te'mpo attraversamento -52%), il materiale impiegato (-55%) el'areaoccupata (-33%)». Molti di questi dirigenti lavorano come consulenti o temporary manager, anche se alcune aziende hanno iniziato puntare su progetti interni con una certa continuità temporale: «Casi di questo tipo non mancano - spiega Michele Bonfiglioli, amministratore delegato di Bonfiglioli Consulting, la società di consulenza che ha fondato, tra l'altro, anche una scuola per i lean manager (Lean Factory School) -. Abbiamo. seguito una grande azienda, leader nella produzione di beni di largo consumo, che dopo aver attivato progetti spot di miglioramento specifico, ha deciso di creare al.proprio intemo figure attive in questi progetti sia a tempo pieno che a tempo parziale: la velocità di implementazione è stata impressionante. Questo perché si è passati da una logica di progetti una tantum a una logica di piani di attività continui, dove la ricerca dei miglioramenti e la caccia aglisprechi è diventata parte del Dna aziendale. Da allora, ogni anno vengono messi a budget gli obiettivi di risparmio da raggiungere attraverso progetti gestiti dallastruttura interna». ®RIPR0DUZI0NE RISERVATA Pagina 28 LEAN MANAGER, I RANGE RETRIBUTIVI Per anni di esperienza, in migliaia di euro (min.-max. + variabile) Nel grafico a sinistra, i margini retributivi dei " lean manager" in Italia. A destra, i target medi da raggiungere con l'operazione di riduzione dei costi I TARGET DA RAGGIUNGERE In % PRODUTTIVITA +30 -30 PERDITE OPERATIVE -30 COSTI NDUSTRIALI TEMPI SVILUPPO PRODOTTI RENDIMENTO IMPIANTI -30 +20 UTILIZZO SCORTE Fonte: Bonriolioli Consultino Qui sopra, Francesca Contardi (1), ad di Page Personnel, Michael Isnardi (2) (M.g.m.) e Paola Spagnolo (3), (Percinque Sri) e Michele Bonâeglioli (4) Mondo Universitario Pagina 29 Usa, laureati-commessi denunciano le loro università: siamo stati truffati Antonio Pannullo Superlaureati nelle migliori università americane che finiscono per lavorare come commessi a meno di dieci dollari l'ora. Purtroppo la crisi e la disoccupazione picchia duro su tutti in America, anche a chi ha investito tanta fatica e soprattutto tanti, tantissimi soldi, nella propria formazione. È ad esempio la storia di Cory Bennett, una laureata in legge alla University of San Francisco, con specializzazione alla School of Law dello stesso ateneo. Dopo tante ore passate a preparasi per la sua futura carriera di avvocato, e oltre 150mila dollari spesi per pagare le rette, da tempo per sbarcare il lunario e tirare avanti è finita a piegare magliette e camicie in un bancone di Macy. Ma la sua è la stessa storia di tantissimi altri giovani americani ultra-specializzati, costretti a svolgere mansioni molto meno qualificate rispetto al loro curriculum di studi. Così, per protestare contro tutto ciò, gli studenti di una ventina di facoltà hanno lanciato una denuncia collettiva, una cosiddetta class action contro i propri atenei. L'accusa, portata avanti da due avvocati, Strauss e Anziska, è aver «violato le leggi a tutela dei consumatori diffondendo dati falsi circa le percentuali di laureati che trovano lavoro dopo i loro diplomi». Secondo l'esposto, nei siti web di questi mega atenei si legge che circa il 90% dei loro laureati entrano nel mondo del lavoro. Ma le cifre reali dicono cose molto diverse. Così, secondo i legali, questo comportamento prefigura una truffa ai danni dei ragazzi, visto che se le università pubblicassero i numeri veri circa gli sbocchi occupazionali molti studenti non si sarebbero mai iscritti. Secondo molte statistiche, negli ultimi anni, complice la recessione, solo il 55% dei laureati, in particolare in materie legate al diritto, hanno trovato un impego nel loro settore entro i nove mesi dal conseguimento del titolo di studio. Da qui la protesta. E in California, dove le leggi a difesa dei consumo sono molto più rigide di altri stati, i giudici hanno già accolto cinque ricorsi presentati contro altrettanti atenei, come San Franciscòs Golden Gate University, Soutwestern, San Diegòs Thomas Jefferson, University of San Francisco e California Western School of Law. Tutte facoltà in cui studiare costa in media 40mila dollari l'anno. Usa. aurazA-commessi denunciano le lare unlsersita : siamo stati t!uNaf! Mondo Universitario Pagina 30 N ... _ '._..... Boom per i corsi di medicina in inglese Eugenio Bruno Primi segnali di internazionalizzazione delle università italiane. Le domande per i test d'ingresso ai corsi di Medicina e chirurgia in inglese in due anni hanno avuto un boom: dalle 1.852 del 2011 sono passate alle 5.959 di quest'anno (+222%). Anche rispetto a 12 mesi fa la crescita è stata sostenuta (+38,104,). Stabili l'età media (19,9 anni) dei candidati e la prevalenza femminile (62,2%). Ma l'aspetto forse più interessante è l'aumento delle richieste dall'estero, salite dalle 497 del 2012 alle 802 del 2013. In pratica, il 13,5% dei partecipanti alle prove preselettive in calendario domani nei sei atenei che nell'anno accademico 2013-2014 offriranno un corso interamente in inglese (Bari, Milano, Pavia, Roma La Sapienza e Tor Vergata e la Seconda Università di Napoli) e Mondo Universitario in altre 18 sedi sparse per il mondo - ha una nazionalità diversa da quella italiana. Nel complesso sono giunte richieste da 82 Paesi stranieri. In testa c'è Israele con 133 aspiranti medici, davanti al Regno Unito (107), alla Grecia (69), all'Irlanda (39) e agli Stati Uniti (33)• Numeri che, se confermati anche nei prossimi anni, potrebbero consentire al nostro Paese di importare "cervelli", seppur potenziali. Anziché limitarsi a esportarli come da troppo tempo (e in troppi ambiti). Una delle ragioni della crescita delle domande, non solo I NUMERI Circa 6mila domande (+222%) alle preselezioni nelle sei sedi che offrono il ciclo di lezioni solo in lingua straniera degli studenti stranieri ma anche di quelli italiani, è l'aumento dell'offerta. Due anni fa, quando l'avventura della laurea in medicina in inglese è partita, erano solo tre gli atenei che offrivano questa chance: Milano, Pavia e La Sapienza. Ora sono il doppio. Dai dati rilevati diffusi dal ministero dell'Istruzione emerge poi una relazione diretta tra numero candidati e disponibilità di posti messi a concorso rispetto alle sedi. Uno su tre ha preferito infatti Pavia (in testa alla classifica dell'offerta, con mmo posti disponibili). In 1499 proveranno invece a contendersi i 6o accessi messi a disposizione da Milano mentre in 931 si giocheranno i 45 slot offerti dalla Sapienza di Roma. Più o meno analogo l'appeal dei tre atenei restanti: Napoli (566 iscritti per 30 ingressi), Bari (538 domande e 30 posti) e Tor Vergata (25 accessi). Come detto, i test di ingresso si svolgeranno domani. La prova di ammissione consisterà nella soluzione di 6o quesiti a rispostamultipla su argomenti di: cultura generale e ragionamento logico; biologia; chimica; fisica e matematica. Quest'anno i quesiti concorreranno al punteggio finale nella misura massima di 9o punti su Zoo; altri 5 punti dipenderanno dalla conoscenza linguistica e gli ultimi 5 dai voti conseguiti alle superiori nelle principali materie di studio. Quanto meno in termini proporzionali, i candidati provenienti dall'estero partono avvantaggiati. Avranno infatti a disposizione 94 posti, in media uno per ogni 8,3 domande. Contro i 196 accessi riservati agli studenti italiani, cioè uno ogni 30,4 richieste di accesso. ® RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 31 Gli strumenti . Limitata la possibilità di utilizzare contributi a fondo perduto Più spazio ai prestiti agevolati . Il decreto interministeriale dell'8marzo delineacompiutamente l'architettura istituzionale dei nuovi aiuti alle imprese gestiti dal ministero dello Svilppo economico. Ne fornisce la regolamentazione generale ma ancora non dà la p ossibilità di richiedere i benefici. In altre parole, si tratta di una «norma quadro», indispensabile per far funzionare il nuovo sistema, ma che richiede, per essere materialmente attuata, bandi e direttive specifici. Il ministero di Via Veneto, dunque, può dare subito attuazione all'intervento, per cui sono disponibili 63o milioni di euro, che giacevano inutilizzati sui capitoli di spesa delle 43 norme cancellate. Gli aiuti finanziari dovranno essere prevalentemente prestiti agevolati, anche se èrimastalapossibilità di usare contributi in conto impianti, in conto capitale e in Mondo Universitario conto gestione (tutti a fondo perduto). Saranno i nuovi bandi a stabilire le tecniche di chiamata degli aspiranti assegnatari (se con le procedure negoziale, a sportello o abando, come disciplinate dal Dlgs 123/98). Sempre i bandi fisseranno il tipo di beneficio accordato (prestito, garanzia, fondo perduto) e la priorità nell'assegnazione delle risorse. Il decreto attuativo definisce invece i quattro campi di intervento degli incentivi (si veda il grafico sopra). C'è, dunque, da augurarsi che a breve il Governo chiami a raccolta le Regioni per stabiliremodalità emisura dell'intervento finanziario di queste ultime e per avviare così le procedure di impegno delle risorse. In particolare per il Mezzogiorno (che riceve una regolamentazione ad hoc anche nell'ultimo decreto) sarà necessario Procedura negoziale e La concessione degli incentivi pubblici per il sostegno delle attività produttive avviene con tre procedure diverse, di complessità crescente: la procedura automatica, quella valutativa e quella negoziale. Quest'ultima è applicata per interventi complessi di sviluppo territoriale (o settoriale) che riguardano generalmente una pluralità di soggetti. È caratterizzata da una prima fase di selezione dei progetti di massima e da una seconda fase di negoziazione degli interventi con i soggetti proponenti. capire come convogliare le tante risorse comunitarie del Quadro strategico 2oo7/2o13 (in scadenza al 31 dicembre di quest'anno) verso impegni di spesa individuati con i nuovi strumenti del Fondo perla crescita sostenibile. Lo sipotràfare, dice il decreto, a favore di progetti di ricerca che coinvolgano più operatori, università e (auspicabilmente) soggetti esteri, in particolare in alcuni campi d'indagine (elencati in appendice al documento) che rappresentano quelli più meritevoli d'attenzione al momento e, dunque, con maggiori aspettative di ritorni in chiave di-crescita e sviluppo: tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nanotecnologie, materiali avanzati, biotecnologie, spazio e fabbricazioni e trasformazioni avanzate. A.Sa. ® RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 32 Competitività. In arrivo i bandi che metteranno in palio la prima tranche dei 630 milioni di euro del Fondo unico per la crescita sostenibile Incentivi, si riparte dall'innovazione Finanziamenti alle reti d'impresa ma l'assenza di meccanismi automatici frena le aziende Francesca Barbieri Valentina Melis wáF Innovazione, prima di tutto. Fatto il decreto che sblocca 630 milioni di incentivi da assegnare alle imprese - attraverso il fondo unico per la crescita sostenibile -, stanno per arrivare iprimibandi del ministero dello Sviluppo economico per iniettare risorse nel mondo produttivo, con una "riserva" di7omilioniperl'agenda digitale. L'obiettivo dipartenza del provvedimento (in corso di registrazione alla Corte dei conti) è finanziareprogetti hi-tech per ideare nuovi prodotti, processi o servizi, o per migliorare quelli già esistenti Iltutto tramite lo sviluppo delle «tecnologie abilitanti» e il ricorso ai contratti di rete o altre forme di collaborazione. Le prime sono definite dalla Commissione europea nel Programma quadro «Horizon 2020», cioè tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nanotecnologie, materialiavanzati, biotecnologie, fabbricazioni e trasformazioni avanzate, spazio. I secondi sono richiesti nel caso i progetti siano presentati da più soggetti per dimostrare «una collaborazione effettiva, stabile e coerente» agli obiettivi da raggiungere. Taglio a 43 leggi obsolete Nel.nuovo fondo unico sono già confluite le risorse recuperate dal taglio di43 leggi, emanate dal 1954°al2009, con l'obiettivo di semplificare e rendere più veloce l'attribuzione degli aiuti. E un altro miliardo potrà arrivare dal Fondo rotativo della Cassa depositi e prestiti (ma serve un altro. decreto interministeriale). Le altre tre aree di intervento sono l'internazionalizzazione delle imprese e l'attrazione di investimenti esteri, la riqualificazione di aree in crisi e il finanziamento di progetti speciali rivolti ad aree ritenute «strategiche» perla competitività del Paese. «Con questa riforma - spiega Stefano Firpo, capo della segreteriatecnica delministero dello Svi- Mondo Universitario lupp o economico -abbiamo voluto abbandonare gli interventi a fondo perduto e a pioggia, con l'obiettivo di dare di più a pochi progetti che però abbiano un impatto effettivo sul sistema Paese. Unesempio diquestanuovalogica, nel camp o della chimica sostenibile, è il protocollo d'intesa siglato, a gennaio scorso, con il gruppo Mossi&Ghisolfi, per agevolare laproduzione dibiocarburantidinuova generazione». L'obiettivo, insomma, sembra quello di mettere intorno a un tavolo diversi soggetti, comprese le banche, in una logica di condivisione del rischio. Una formula apprezzata da Federchimica, «che è molto interessata al Fondo per la crescita sostenibile spiega il presidente Cesare Puccioni - e già in occasione dell'assemblea del giugno scorso si era individuata insieme al Ministro Passeralanecessità diunaspecifica priorità per la chimica. Priorità che per noi deve essere legata al concetto di chimica sostenibile, cioè nelle varie attività di ricerca orientate a sostanze ancora più sicure, alla riduzione dell'impatto ambientale, al riciclo, al risparmio energetico, alla chimica dafontirinnovabili». Gli ostacoli per le imprese Ma non mancano le criticità, legate all'applicazione delle nuove regole: buona parte delle aziende evidenzia l'esigenza di tempi certi dalla presentazione della richiesta di incentivi, allo scadere dei quali dovrebbe scattare un meccanismo di silenzioassenso per l'assegnazione dei fondi, o sanzioni per chi nonli rispetta Gli operatori segnalano poi la necessità di usare piatta- forme tecnologiche per tracciare gli atti e non perderli di vista nel corso dell'iter burocratico. La formula prevista nella nuova cornice normativa, privilegia poi il finanziamento'agevolato, inbase aprotocolli d'intesa nega ziali che mettano in campo risorse pubbliche e private. Solo per un numero limitato di progetti gli aiuti saranno assegnati con la procedura automatica oconquellavalutativa, e in questo caso ci saranno riserve in favore di micro, piccole e medie imprese e reti Una strada, quella negoziale, che non incontra molticons ensi Da Confcommercio sottolineano che «gli incentivi saranno indirizzati prevalentemente alle medie egrandiimprese,piùinclini all'utilizzo di procedure complesse come quelle negoziali; le risorse destinate allemicro epiccole aziende saranno pertanto molto limitate, mentre è proprio questo il bacino più numeroso». E c'è anche chi parla di eccesso di discrezionalità, e vorrebbe invece un credito d'imposta serio e automatico per la ricerca, sul modello francese. Infine, l'auspicio «che trattandosi di denaro pubblico concludono da Confimprese - il Mise attui un severo controllo sulle modalità di impiego». O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 33 Come funziona il nuovo sistema di aiuti LE RISORSE Le aree di intervento delta riforma avviata dal Dl sviluppo (Dl 83/2012 ) e ora in fase di attuazione 630 milioni Industria e aree di crisi Internazionalizzazione Progetti speciali Il budget iniziale li fondo si alimenta delle risorse derivanti dall'abrogazione di una lunga serie di agevolazioni obsolete: il Mise stima un budget iniziale di 630 milioni. 70 milioni La riserva per l'agenda digitale La quota riservata ai progetti sulla fotonicaesulla banda larga GLI STRUMENTI Promozione di progetti di rilevanza strategica per il rilancio della competitività del sistema produttivo Rafforzamento della struttura produttiva dei paese _.___ ................. Riutilizzo degli impianti produttivi Consolidamento dei centri e delle strutture di ricerca e sviluppo delle imprese Rilancio di aree in situazioni di crisi industriale complessa, di rilevanza nazionale Mondo Universitario Promozione della presenza internazionale delle imprese italiane Attrazione di investimenti dall'estero Progetti di rilevante interesse per lo sviluppo e la competitività del sistema produttivo del Paese Primi bandi per l'innovazione a Il ministero dello Sviluppo economico emanerà dei bandi per l'assegnazione dei fondi. Gli aiuti saranno concessi prevalentemente nella forma del prestito agevolato (non più a fondo perduto). 3 Alcuni bandi potranno prevedere contributi in conto impianti (per l'acquisto di beni materiali e immateriali) e/oin conto gestione (per consentire alcune spese d'esercizio) che non andranno rimborsati. Sono in dirittura d'arrivoi primi bandi rivolti a incentivare i processi di innovazione. ri Sulfronte della ricerca e sviluppo` è richiesto il ricorso allo strumento dei contratti di rete o ad altre forme di collaborazione Pagina 34 er La mappa dei bandi aperti peri tirocini destinati a ricercatori e dottorandi Ue, Onu, Nato: 300 stage al via Economia e finanza i titoli più richiesti dagli enti internazionali A CURA DI Andrea Curiat Trecento stage nelle istituzioni internazionali, dall'Unione europea alla World Bank, passando per l'Onu. Esperienze di prestigio, che offrono ai giovani studenti e neolaureati un duplice vantaggio: un punto diforzanel curriculum, sempre apprezzato dai selezionatori italiani e stranieri, e uno stimolo a sperimentare le difficoltà e lo stile di vita in contesti internazionali, prima di prendere una decisione definitiva sulla carriera. Le chance più "ghiotte", sulle circa 300 attualmente aperte, arrivano per chi vuole varcare i confini europei: la World Bank seleziona trai 150 e i200 stagisti. Le posizioni sono per studenti full-time che abbiano già conseguitolalaurea,inprimis in economia e finanza, e stiano effettuando un dottorato di ricerca o un master. Stessi requisiti per l'internship programme delle Nazioni Unite, che ha al momento 7o posizioni aperte. C'è posto anche per chi è uscito dall'ambito accademico conilvolunteer programme (un servizio di volontariato con rimborso spese che coinvolge ogni anno 8mila professionisti da tutto il mondo) e lo young Mondo Universitario professionals programme (il primo passo per una carriera nell'Onu rivolto ai neolaureati con meno di 32 anni). Mentre laNato è in cerca di4o laureandi o laureatiin numerosi ambiti (economia, finanza, hr, It, design, ingegneria, aeronautica, media e giornalismo, scienze librarie), daimpiegare prevalentemente nella sede centrale diBruxelles. Anche l'Unione europea offre ogni anno numerose opportunità di stage in diversi settori e organi. Il punto di partenza per tenersi informati è il portale ufficiale (europa.eu/about-eu/working-eu-institutions/) che presenta una sezione dedicata ai tirocini. In particolare, la Banca centrale europea cerca laureati specializzati in economia, giurisprudenza o traduzione, che abbiano compiuto gli studi o che vogliano proseguirli con dottorati o lauree di secondo livello. Gli stage si svolgono a Francoforte e prevedono un rimborso che va da 850 a 1.700 euro al mese. Al momento ci sono sette posizioni aperte, ma le offerte vengono aggiornate costantemente. ' I laureati in giurisprudenza, invece, possono presentare domanda alla Corte dei conti europea, che accetta candidature durante tutto l'anno per stage in Lussemburgo della durata massima di 5 mesi. Il numero di tirocini, però, è molto ridotto e non tutti i candidati possono avere la borsa da 1.1ao euro al mese. Il Parlamento europeo organizzadue tornate di tirocini, una a marzo (con scadenza per l'iscrizione al 15 ottobre dell'anno prima) e una a ottobre (la deadline è il 15 maggio). I candidati selezionati trascorrono 5 mesi a Bruxelles, Strasburgo, Lussemburgo o presso gli uffici di informazione del Parlamento presso gliStatiMembri. La Commissione europea inserisce ogni anno circa 1.300 stagisti. Anche in questo caso ci sono due periodi di reclutamento; si è appena chiuso l'invio di candidature per i tirocini che iniziano a ottobre, e non è ancora stato pubblicato il calendario per gli stage del marzo 204 Ci sono però altre occasioni presso il Joint research center, il centro di ricerca scientifica della Commissione, che inserisce diversi stagisti laureandi o laureati durante tutto l'anno (almomento cisono una decina di ricerche aperte). O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 35 I bandi aperti ..Tirocini per ricercatori e dottorandi nelle sedi di Bangkok, Beirut, New York, Incheon City, Nairobi Iscrizioni: trai 118 aprile 2013 eil'2 gennaio 2014 a saconda della posizione. Per maggiori informazioni consúltare il sito careers.un.org/, sezione «Job o.penings» POSTI 70 Tirocini estivi e invernali retribuiti per laureati ricercatori in economia, finanza, ambiente, scienze sociali e umane. Iscrizioni : dallo settembre al 31 ottobre 2013, dallo dicembre al 31 gennaio 2014. www.worldbank.org, sezione «Jobs - Employment opportunities - Interns» Consiglio Ue: 80 ti roci ni rimborsati di cinque mesi (www.consilium.europa.eu) Cortédei conti: tirocini gratis o rimborsati (1.120 € al mese) (www. eca. euro pa. eu) Commissione: 7 stage (8501.700 € almese) www.ecb.int Parlamento europeo: tirocini curriculari oper laureati (www.europarl. europa: eu) POSTI POSTI 12 0 -20 da Bce:7 tirocini (850-1.700 €) della durata di 3-6 mesi per cittadini Ue laureati in economia, statistica , finanza, lingue (traduttori) (www.ecb.int, sezione "Job Opportunities") Bei: cinque tirocini da 5 mesi in ambito finanza, efficienza energetica , ricerca e sviluppo, analisi di sistemi e processi POSTI 87 insu Tirocini della duratadi 6 mesi nella sede centrale di Bruxelles con rimborso spese (800 euro al mese)per laureandi e neolaureati di età superiore ai 2lanni Scadenza iscrizioni : 19 a p ri le. Per ulteriori informazioni, consultarei[sito www.nato.int, sezione «OrganizationEmployment» POSTI 40, Mondo Universitario Pagina 36 RICCARDO VIALE La svolta cognitiva di Mario De Caro Accade di frequente che genesi, natura e significato di un processo culturale vengano raccontati in modi assai diversi tra loro, ma ugualmente legittimi: e questo, in fondo, non deve sorprendere. Quale fosse la natura del Rinascimento, quali i suoi limiti cronologici e quali il suo significato generale sono domande le cui risposte variano secondo i luoghi che si considerano (Firenze, Roma oppure l'Europa settentrionale), i fenomeni su cui si pone maggiormente l'accento (la cultura umanistica, quella artistica o quella scientifica) e i connessi fenomeni socio-politici (il passaggio dai comuni alle signorie, le tendenze religiose riformatrici o la nascita della produzione capitalistica). E non meno controversi sono la genesi, la natura e il significato di fenomeni culturali come il Romanticismo, l'arte astratta o il jazz. Le cose, però, non sono sempre così complicate. In particolare, il cruciale passaggio che, a partire dagli anni Sessanta del Novecento, ha riguardato prima la psicologia e poi le altre scienze umane e sociali è piuttosto chiaro nella cronologia, nelle modalità e nel significato. Dagli anni Venti e sino alla fine degli anni Cinquanta, la psicologia fu dominata da un approccio empiristico allo sviluppo cognitivo che fu condiviso dalle due concezioni dominanti del periodo: il comportamentismo e il costruttivismo epigenetico piagetiano. Secondo queste due concezioni, nello stato iniziale dello sviluppo cognitivo la struttura della mente è estremamente povera, se non una vera e propria «tabula rasa». Ciò che noi apprendiamo, insomma, dipende in modo pressoché esclusivo dall'ambiente cui siamo esposti. E a esiti simili giungeva nello stesso periodo anche l'antropologia culturale anglosassone: le tesi psicologiche di matrice empiristica, secondo cui la mente è plasmabile e i suoi contenuti dipendono solo dalle esperienze acquisite, si accordavano infatti bene con le tesi di quella scuola, secondo la quale le culture differiscono radicalmente tra loro, e tutti i fenomeni di rilievo nelle società (e dunque anche le differenze tra le diverse culture) sono integralmente spiegabili dall'ambiente culturale locale. In questa prospettiva, radicalizzando l'impostazione di Franz Boas, Ruth Benedict e Margaret Mead so- Mondo Universitario stenevano che la mente umana è libera da influenze biologiche, e fin dall'infanzia viene interamente plasmata da fattori storici, culturali e ambientali. Queste tesi compongono il nucleo fondamentale della concezione che gli psicologi evoluzionisti chiamano oggi «modello standard delle scienze sociali». Negli ultimi decenni del ventesimo secolo, tuttavia, il clima teorico è notevolmente mutato. Alcune vicende teoriche hanno dato infatti luogo alla cosiddetta «svolta cognitiva»: il declino del comportamentismo e l'ascesa della psicologia cognitivista, la teoria razionalistica e innatistica del linguaggio proposta da Chomsky, la rivalutazione della prospettiva darwiniana da parte della sociobiologia e della psicologia evoluzionistica nonché, sul fronte filosofico, l'affermazione delle concezioni funzionalistiche della mente proposte da Putnam e Fodor. E così, negli ultimi anni, il peso attribuito ai fattori biologici e naturali nella determinazione dei nostri comportamenti individuali e sociali è molto aumentato rispetto al peso attribuito ai fattori culturali. E ciò ha fatto sì che nelle scienze umane e sociali si sia assistito alla forte affermazione di proposte teoriche di matrice naturalistica. Ora, a raccontare genesi e fortuna del paradigma naturalistico-cognitivo, appare il primo di una coppia di volumi di Riccardo Viale, che ne è stato uno dei maggiori promotori nel nostro paese (Methodological Cognitivisni: Mind, Rationality, and Society, Springer, Dordrecht 2012). Si tratta di un volume importante, perché si inserisce in modo originale e informato nel filone di critica del modello standard delle scienze sociali, con l'intenzione di contribuire al programma di naturalizzazione delle scienze umane, e più in particolare della teoria della razionalità e dell'economia cognitiva. In questo volume, in particolare, Viale difende una concezione che «può essere considerata un'evoluzione dell'individualismo metodologico, sia perché si propone di neutralizzare alcune delle difficoltà epistemologiche e metodologiche incontrate da quella concezione sia perché si radica più solidamente nella più accreditata teoria scientifica dell'azione sociale, ovvero la scienza cognitiva». In questa prospettiva, dunque, le scienze umane e sociali divengono branche delle scienze cognitive della mente. Al fine di chiarire la genesi del paradigma naturalistico-cognitivo, Viale discute il contesto generale da cui prese avvio la scienza cognitiva, tornando sui dibattiti che in filosofia della scienza videro protagonisti Popper e Lakatos (un tema su cui si diffonderà maggiormente nel secondo volume di quest'opera) e discutendo di al- «Methodological Cognitivism» discute di neuroeconomia comportamentale, alla luce degli studi di Herbert Simon, Tversky e Kahneman Pagina 37 sofia della mente, con particolare riferimento alle proposte di Fodor, Kim e Churchland. Ma il nucleo fondamentale di Methodological Cognitivism è costituito da uno specifico programma di ricerca che si propone di sviluppare i fondamenti della razionalità sociale, con particolare riguardo al campo economico. In questa prospettiva, Viale discute dell'interazione fra economia comportamentale e scienze cognitive (e quindi di neuroeconomia comportamentale), un tema di grande importanza anche alla luce degli studi di Simon, Tversky e Kahneman. La discussione poi tocca la sfera della politica, della dimensione cognitiva della cultura e delle sue implicazioni epistemologiche: e qui è importante il riferimento agli studi di Dan Sperber. Viale prende in considerazione anche le proposte sviluppate da Nisbett e altri che si focalizzano sulla dimensione specificamente culturale della cognizione. Tali ricerche, a cavallo tra psicologia e neuroscienza culturale, mostrano come vincoli situazionali e culturali possano dar luogo a una diversità cognitiva fra i soggetti «occidentali» e quelli di diversa provenienza culturale. A questo proposito Viale argomenta con decisione contro le possibili interpretazioni relativistiche e irrazionalistiche delle differenze culturali. La questione che si apre è dunque come si possa conciliare la prospettiva cognitivo-evoluzionistico sui fenomeni culturali con la prospettiva culturale sulla cognizione. Un tema, questo, di grande rilevanza, che sarà senz'altro al centro delle discussioni sull'epistemologia delle scienze umane e sociali dei prossimi anni. RIPRODUZIONE RISERVATA Riccardo Viale , Methodological Cognitivis. : Mind, Rationality and Society, Springer, Dordrecht, pagg. XIV+350, €103,95 Mondo Universitario Pagina 38 DEFICIT DI INNOVAZIONE / 2 L'incapacità di vendere il brand di Mariano Maugeri li economisti lo ripetono come un mantra: cultura e turismo sono le uniche proteine capaci di U rimpolpare l'anoressico Pil italiano. Dall'assunto segue un corollario che nell'economia digitale non è affatto secondario. Il fattore tempo. Una velocità che si poggia su una constatazione piuttosto evidente: l'Italia possiede già, impacchettato e infiocchettato, quello che in termini industriali si chiama prodotto, in questo caso l'immenso patrimonio architettonico e paesaggistico. Al prodotto è collegato il brand. Basta la parola: Italia. Cos'è che manca, allora? Prima di tutto la capacità di piazzare questo brand. È come se si pretendesse di vendere un super tuscan come si faceva con un fiasco di Chianti negli anni '60. C'è un contenuto immateriale in ogni esperienza culturale (perché bere un bicchiere di vino è come assaggiare una porzione liquida di quel territorio) dalle quali le politiche pubbliche faticano maledettamente a ricavare benefici economici. Di qui si torna al punto di partenza: puoi possedere il miglior prodotto al mondo, ma se non sei in grado di venderlo e farne percepire la sua unicità significa che nella costruzione della catena del valore sono saltati alcuni passaggi essenziali. Chi studia questa materia a metà strada tra cultura ed economia è unanimemente del parere che la commercializzazione del marchio Italia sia ancora in una fase primitiva. Per capirlo basta andare in due luoghi simbolo: Venezia e Pompei, dove il rapporto tra turisti e questi pregevolissimi luoghi sembra essere fermo agli anni 70. Il concentrato della borghesia più colta e danarosa del pianeta sfiora le rovine di Pompei e i sontuosi palazzi sul Canal Grande, consumando al massimo un pranzo o una cena e comprando, se va bene, qualche orrendo souvenir (visitare Pompei per cre- Mondo Universitario dere). Così com'è arcaico il cosiddetto processo, la capacità di moltiplicare i benefici economici attraverso un'organizzazione sofisticata che offra una moltitudine di occasioni per arricchire culturalmente il viaggiatore e costringerlo a trattenersi - volontariamente, s'intende - quanto più possibile sul suolo patrio. C'è una parola magica che dovrebbe da sola colmare questi tasselli mancanti. E si chiama distretto culturale. È una sorta di pianificazione strategica sperimentata con successo per rilanciare metropoli come Barcellona e Torino, applicata via via con successo in città statunitensi, austriache, francesi. Azioni, leggi policy, dall'alto e dal basso capaci di mobilitare tutte le categorie economiche e gli attori culturali per il raggiungimento di un obiettivo comune. Una sorta di effetto moltiplicatore, il propellente per la rinascita economica di luoghi che ne contengono tutte le potenzialità. L'Italia, tanto per non smentirsi, è indietro. E come al solito stride l'enorme ricchezza culturale del Paese con la povertà di iniziative imprenditoriali e di sistema. Le storie che racconteremo nelle prossime settimane offrono esempi positivi e negativi, intuizioni al passo con i tempi e le solite pastoie tra organismi pubblici che tra spinte e controspinte credono ancora che un distretto culturale debba unicamente tendere alla conservazione e tutela dei beni culturali. Approcci ottocenteschi mentre l'economia italiana arretra, la disoccupazione esplode e l'Onu stima che i viaggiatori in giro per il mondo cresceranno al ritmo di 40 milioni all'anno, fino a raggiungere la circolazione record di 1,8 miliardi tra meno di vent'anni. A quanti di loro saremo in grado di far capire che cosa nasconde la parola Italia? Tutt'altro che un esercizio di stile, perché da questo dipenderà il nostro pane quotidiano. Pagina 39 DEFIC IT DI INNOVAZIONE / I. Distretti, un'occasione mancata In Italia tutto si limita al modello turistico culturale, che fonda le sue capacita di traino economico sull'attrazione di flussi per accedere al patrimonio storico e artistico di Pier Luigi Sacco p ur essendo un fenomeno piuttosto comune al livello globale, in Italia il distretto culturale desta spesso una particolare attenzione, soprattutto negli amministratori pubblici che vedono in esso un equivalente del modello del distretto industriale, che in molte regioni del nostro Paese ha svolto negli ultimi decenni un ruolo economico trainante. A mantenere alte le aspettative sul potenziale di sviluppo del distretto culturale contribuisce anche la diffusa credenza che l'Italia, forte della sua grande dotazione di patrimonio culturale, sia un Paese che più di ogni altro sarebbe in grado di fare sviluppo attraverso la cultura, che anzi dovrebbe essere quasi (oppure, secondo qualcuno, addirittura letteralmente) considerata come il nostro «petrolio», ovvero come una risorsa capace di produrre, per il semplice fatto di esi- L'esempio di Bilbao, knowledge city dove la cultura incentiva l'industria creativa e le imprese ad alta tecnologia. Il turismo è complementare stere, un impatto economico decisivo per le future prospettive del nostro Paese. È anche per queste ragioni che in Italia sono spesso le amministrazioni locali a promuovere progetti di formazione o consolidamento di distretti culturali , che spesso sorgono invece altrove secondo una logica spontanea di concentrazione di una grande quantità di attività di produzione o disseminazione culturale in determinati contesti urbani o metropolitani , ma anche peri-urbani o addirittura rurali. Questa analogia con il distretto industriale è stata però spesso in Italia foriera di equivoci e in particolare ha stimolato approcci di politica culturale poco efficaci. In particolare , facendo riferimento alla accezione più classica del distretto industriale Mondo Universitario come concentrazione spaziale di attività morso-filiera con un forte grado di integrazione verticale, è stato tradotto in pratica, soprattutto nelle sue versioni più «progettate» dall'alto, come un cluster di attività orientate al turismo culturale in aree particolarmente ricche di patrimonio storico-artistico di natura tangibile (e qualche volta anche intangibile). In altre parole, il distretto culturale è stato in Italia tipicamente letto di fatto come distretto turistico-culturale, ovvero come un modello che fonda le sue capacità di traino economico sull'attrazione di elevati flussi turistici capaci di assicurare livelli importanti di domanda pagante per accedere a un patrimonio storicoartistico di particolare pregio e alla filiera allargata di beni e servizi indotti (ristorazione, alloggio, merchandising, forme complementari di leisure, eccetera). Alla prova dei fatti, tuttavia, questi tentativi si sono spesso rivelati piuttosto infruttuosi o hanno comunque prodotto effetti molto limitati rispetto alle aspettative, quando non addirittura rivisitazioni del triste fenomeno delle «cattedrali nel deserto». La ragione è tutto sommato semplice e tradisce una scarsa comprensione o in alcuni casi un'idea quasi miracolistica degli effetti economici della cultura. La trasposizione letterale in ambito turistico-culturale del modello distrettuale di natura industriale non ha particolare senso, perché molto diversa è la natura delle attività nei due casi: una manifattura principalmente legata ai mercati di esportazione nel caso del distretto industriale, beni e soprattutto servizi fortemente localizzati e quindi legati alla capacità di attrazione di flussi turistici nel caso del distretto culturale. Ma questo fraintendimento ne nasconde uno ancora più grave: il potenziale di sviluppo della cultura, nei casi internazionali di maggiore successo, non nasce dalla specializzazione mono-tematica e dalla caratterizzazione pressoché esclusiva della cultura in senso turistico, ma al contrario dalla capacità di inserire le filiere culturali all'interno di una dinamica locale di innovazione sociale e tecnolo- gica della quale la cultura diviene, nei casi migliori, un formidabile collante strutturale e un acceleratore dei processi innovativi. Tipico, per capire la differenza tra i due modelli, è il caso di Bilbao, che nell'ottica sopra descritta viene letto come esempio di un grande museo-icona che attira enormi quantità di turisti e per questo la trasforma da città portuale in decadenza a centro di attrazione culturale di primaria importanza, e che nella realtà deve il suo successo a una strategia molto più complessa e articolata di costruzione di una knowledge city nella quale la cultura svolge soprattutto il ruolo di promuovere un nuovo tessuto imprenditoriale centrato sull'industria creativa e sulla complementarità con le imprese ad alta tecnologia, e nella quale il turismo culturale rappresenta appunto una dimensione complementare più che centrale. In altre parole, nei modelli di distretto culturale che funzionano la presenza della cultura non risponde a logiche di integrazione verticale mono-filiera, ma piuttosto di integrazione orizzontale tra filiere - e che per distinguerli dai primi vengono infatti definiti «evoluti». La costruzione di grandi contenitori culturali e la produzione di grandi eventi rivolti ai turisti non è in grado, da sola, di fare la differenza, mentre lo è la capacità di solleci- Pagina 40 tare livelli elevati di partecipazione culturale nei residenti, che generano effetti importanti in termini di capacità innovativa, di benessere percepito, di coesione sociale. In questo quadro il turismo non è assente ma ha, come si è detto, un ruolo complementare, e modifica la sua natura: non tanto turismo di massa generico, ma turismo più specificamente motivato, meno interessato agli stereotipi dell'identità locale, più concentrato sull'offerta culturale di qualità. L'idea che la cultura sia una dimensione LA SERIE Gli articoli di Pier Luigi Sacco e Mariano Maugeri sui distretti culturali introducono una serie di reportage realizzati in Italia in luoghi che si avvicinano al concetto di distretto. La prima puntata avrà come oggetto la Val di Noto, in Sicilia, caso emblematico di distretto culturale mai decollato. Si prosegue con gli esempi della Val Camonica, con le sue incisioni rupestri, la Val di Corna nell'entroterra toscano, Fabriano, Biella con la Fondazione Pistoletto. confinata e confinabile al tempo libero e all'intrattenimento, che è la logica conseguenza di una classica concezione «turistica» dei distretti, è ormai del tutto superata dai fatti. La cultura funziona economicamente nelle società in cui essa fa parte della realtà quotidiana dei cittadini, dove diviene una componente fondamentale della cittadinanza attiva. Dove c'è elevata partecipazione culturale c'è creatività e c'è innovazione sociale, ed è ciò che fa davvero la differenza. Sarà per questo che da quando in Italia si è diffusa la concezione «petrolifera» della cultura facciamo più fatica a promuovere nuove generazioni di produttori culturali stilisti, designer, artisti - capaci di ottenere un riconoscimento globale operando nel nostro Paese piuttosto che emigrando verso altri lidi? La cultura può contribuire in modo importante all'elaborazione di un nuovo modello di crescita per il nostro Paese, ma per farlo deve essere prima di tutto meglio compresa in termini dei processi reali attraverso cui è in grado di creare valore. E se i distretti culturali devono avere un ruolo in questi processi, bisogna quindi fare riferimento a modelli molto diversi rispetto a quelli su cui hanno puntato finora la maggior parte delle amministrazioni locali. tIPRODUZIONE RISE2VAAA GES I&M ICONA I «Maman», Louise Bourgeois, il ragno che si trova all'ingresso del museo Guggenheim di Bilbao Mondo Universitario Pagina 41 Aziende, « ovani» .ll computo del triennio La fase di start up è valutata solo se l'iniziativa decolla Luca Miele Per la sussistenza del requisito della commercialità rilevante ai fini dellaparticipation exemption, il periodo di start up non configura in modo autonomo un esercizio di attività commerciale, ma l'inizio di un'attività d'impresa, dopo la conclusione della fase preparatoria, realizza «un effetto di trascinamento all'indietro del requisito della commercialità». È l'importante chiarimento contenuto nella circolare 7/E/2o13 dell'agenzia delle Entrate. In sostanza, la commercialità si può considerare soddisfatta già nella fase di start up sempreché la società partecipata, dopo aver terminato le attività propedeutiche e indispensabili alla realizzazione dell'attività per la quale è stata costituita, inizi in concreto l'attività. Supponiamo che la società partecipata Beta sia stata costìtuita nel 2010, abbia ottenuto alcune licenze, sostenuto costi di ricerca, reperito risorse finanziarie e formato il personale sino al2o12, che abbia iniziato l'attività commerciale nel 2oi3 e sia stata ceduta nell'anno successivo. Il realizzo della partecipazione e latassazione posso- Mondo Universitario no avvenire secondo le'regole della Pex - sussistendo gli altri requisiti richiesti dall'articolo 87 delTuir -perché la commercialità risulta soddisfatta, ininterrottamente al momento del realizzo, da almeno tre periodi di imposta: nel lasso temporale si computano infatti anche iperiodi della fase di start up. Se, invece, la partecipazione è ceduta quando la fase preparatoria non è ancora ultima- l'Ltw11IA IMENTO L'inizio dell'operatività concreta della partecipata dopo la preparazione «trascina » all'indietro il requisito commerciale ......................................................................... ta, il requisito della commercialità non è comunque soddisfatto. Tuttavia, il cessionario della partecipazione può computare il periodo di start up maturato in capo al cedente, a condizione che prima dell'ulteriore realizzo della partecipazione la società partecipata abbia acquisito il carattere commerciale. La circolare delle Entrate chiarisce anche che se la costituzione della società è seguita daunperiodo di inattività, questoperiodo non púò essere considerato rilevante ai fini della maturazione del requisito della commercialità, perché questa condizione deve essere soddisfatta ininterrottamente almeno dall'inizio del terzo periodo di imposta anteriore alrealizzo delle partecipazioni. Per periodo di inattività deve intendersi una fase in cui la societànon svolge alcun tipo di attività: né preparatoria, né commerciale. La stessa circolare mette in evidenza che la linea di confine tra la fase di start up e l'esercizio dell'attività commerciale non è sempre di facile individuazione. Serve, quindi, unaverifica casopercaso. Se è vero che le attività preparatorie generalmente non co stituiscono attività commerciale, è anche vero che alcunisettori produttivi presentano specificitàtaliper cui quelle che normalmente sono attività preparatorie configurano diper sé attività commerciale. Le conclusioni dell'Agenzia sul requisito della commercialità nella fase di start up costituiscono un'apertura rispetto alla prassiprecedente, che sembrava considerare in modo più restrittivo questo requisito. 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 42 Domenica 14 Aprile 2013 Innovare a passo doppio I campioni del made in Italy e i giovani talenti, arricchiti dalla reciproca influenza: e Adott'Up, il progetto di adozione delle startup di Luca De Biase atural Gentleman è una startup nata da alcuni studenti, tra Torino e Parigi. L'idea è usare internet per offrire abiti su misura realizzati dall'alta sartoria italiana. L'incontro con la Successori Reda che produce tessuti di alta gamma nel biellese si è trasformato in un'adozione. I giovani hanno trovato sostegno, esperienza, capitale, per accelerare lo sviluppo della loro impresa. L'azienda tessile ha imparato a conoscere la mentalità e le opportunità offerte daintemet: «E come apprendere una nuova lingua» ha detto l'amministratore delegato, Ercole Botto Poala. Questa storia si trova nel vademecum di «AdottUp», il programma di Piccola Industria Confindustria per l'adozione di startup. Le startup sperimentano, cercano di realizzare una loro visione, sulla base dellaconoscenza che hanno delle tecnologie e dei linguaggi contemporanei. Le imprese tradizionali hanno esperienza e mercato, ma hanno bisogno di contaminarsi con l'energia innovativa che sgorga dalle squadre di startupper. E in qualche caso anche di trovare nuovi modelli di sviluppo. «Oggi le opportunità sono più che mai nell'innovazione. E l'innovazione non è una partita che si gioca da soli. Più è ricco di Mondo Universitario innovazione il contesto nel quale si muove un imprenditore attivo e incisivo, più la sua azienda è incentivata e abilitata a innovare. Conoscere tutto questo significa rendersi conto che occorre seminare la cultura dell'innovazione per poter raccogliere competitività e crescita » dice Vincenzo Boccia, presidente della Piccola Industria. La cultura dell'innovazione si assorbe partecipando al processo dell 'innovazione, non comprandone i risultati . La cultura d'impresa si impara guardando gli imprenditori in azione. L'unione delle esperienze di startuppari e piccoli imprenditori in progetti comuni, potrebbe rivelarsi una soluzione densa di conseguenze per il sistema industriale italiano. Ce n'è bisogno. Se solo si considerano i settori che sostengono tanta parte del sistema - come l'abbigliamento, l'arredamento , l'alimentare - ci si accorge che la loro capacità innovativa è sfidata costruttivamente dalle domande forse ingenue che arrivano da mondi diversi. Si pensi al sistema della moda: perché gli occhiali dovrebbero essere prodotti da Google e gli orologi da Apple? Perché la moda italiana non genera soluzioni eleganti per portarsi dietro gli smartphone e per usare le cuffie ? Perché i tessuti non dovrebbero porsi l 'obiettivo di schermare i campi elettromagnetici generati da wi-fi e telefonini ? Ma domande simili si possono porre incrociando elettronica, nuovi materiali e design nell ' arredamento, come si comincia a vedere in qualche caso al Salone del mobile di Milano. Del resto, l'alto valore aggiunto di produzioni in quantità limitata non può non trarre vantaggio dallo sviluppo dei mercati cosmopoliti che nascono sulle reti e le piattaforme digitali: e non si vede perché quelle piattaforme non possano essere anche italiane. Vizidigolaè una startup che si occupa di vendere online le specialità eccellenti della gastronomia italiana . E H-umus svilup- Non si tratta di «comprare» risultati una di immergersi in un nuovo processo creativo pa tecnologie per migliorare il design dei campionari di prodotti industriali usando al massimo gli strumenti digitali. Quanti altri incroci tra la tradizione e l'innovazione si possono sviluppare? A queste domande, certo, possono rispondere le imprese stesse. Ma è più probabile che le nuove idee emergano dalle capacità sperimentali degli startupper intercettate da imprese che, pur continuando a seguire con la massima attenzione il loro core business, accettano di imparare dagli esploratori di territori sconosciuti. Il vantaggio che si può trarre da questa sorta di esternalizzazione dellaricerca è sempre più evidente: non solo per il marketing, ma anche per le vendite, l'innovazione di prodotto, la modernizzazione delle relazioni con i clienti, i dipendenti, i fornitori. Alberto Baban e Nicola Mason, fondatori della Tapì che ha creato i tappi sintetici per il mercato dei distillati, hanno portato innovazione nel food andbeverage ma a loro volta hanno bisogno di innovazione per mantenere la leadership e anche per questo investono in startup. Baban è convinto che il ricco Veneto attuale sia frutto delle startup di 4o anni fa e che il suo futuro sia essere una sorta di incubatore naturale per startup. Chi lo sente parlare pensa: speriamo che lo siano anche altre regioni d'Italia. E perfettamente possibile. Pagina 43 CLARITY Il cervello diventa trasparente Un metodo che permette di analizzare il cervello come se fosse una scatola trasparente, "navigando" attraverso la complessità tridimensionale dei suoi elementi scoprendone così le strutture più profonde e come funzionano. È "Clarity", la rivoluzionaria tecnica messa a punto dagli scienziati dell'Università Stanford, in California, che permette di vedere all'interno di uno degli organi più misteriosi senza sezionarlo. Il primo cervello completamente trasparente ottenuto durante la ricerca pubblicata su Nature - è quello di un topo, ma i ricercatori hanno già utilizzato il metodo su parti dell'organo celebrale umano. Mondo Universitario Pagina 44 I «Perché è giusto tornare 49 a fare ricerca in Italia» di Agnese Codignola I n controtendenza. Due cervelli italiani da anni all'estero, transitati per alcuni dei centri di ricerca più importanti del mondo, tornano e iniziano una nuova fase della loro storia professionale a Milano e a Pavia. I due capitani coraggiosi sono Vincenzo Costanzo, che dai Clare Hall Laboratories di Londra arriva all'Ifom, l'Istituto per la ricerca sul cancro della Fondazione Airc di Milano, e Federico Forneris, che dal centro di ricerca biomolecolare Bijvoet di Utrecht, in Olanda, approda all'Università di Pavia, al dipartimento di Biologia e biotecnologie Spallanzani. Il merito è della Fondazione Armenise-Harvard, che porta così a18 i nuovi laboratori impiantati in Italia grazie al rientro dei ricercatori e a un in- Costanzo e Forneris sono stati ingaggiati dalla Fondazione Armenise-Harvard vestimento che, con queste due nuove assegnazioni, raggiunge i 22 milioni di dollari. Vincenzo Costanzo per il dottorato ha scelto la Columbia University di New York. Li inizia a lavorare sulle uova della rana tropicaleXenopus Laevis. «A differenzadi quanto avviene nelle cellule di mammifero - spiega- nelle uova fecondate è possibile modificare, togliere o aggiungere geni senza che l'uovo muoia. Ciò permette di capire nel dettaglio il ruolo di ogni frammento di Dna nelle diverse fasi del ciclo, e di ricavare informazioni sulla struttura e sul metabolismo del Dna». Nel 2004, con questa esperienza, Co- Chi è Chi è Vincenzo Costanzo, nato a Napoli nel 1973, dopo la laurea in medicina, ha lavorato alla Columbia University di New York e ai Clare Hill Laboratories di Londra, dove ha collaborato con il premio Nobel Tim Hunt. Classe 1978, cuneese, Federico Forneris si è laureato in chimica fisica a Torino e da lì si è spostato a Trieste e poi a Pavia. Dal 2009 a oggi ha lavorato all'Università di Utrecht; nel 2010 ha vinto il premio Spinoza. Mondo Universitario stanzo si trasferisce in un altro dei templi dellageneticamoderna, i Clare Hall Laboratories di Londra, dove lavora con Tim Hunt, fresco di Nobel (nel 2002 ) proprio per gli studi su Xenopus , e intensifica gli studi sul metabolismo del Dna e sulle sue imperfezioni che portano al cancro. In particolare al tumore mammario da mutazione dei geni Brca i e 2. In Italia Costanzo confida molto nella realtà specifica dell'Ifom: «Mi è stata data la possibilità di creare un gruppo di una decina di persone e di farlo in una realtà molto stimolante, in cui un ricercatore su 4 è straniero. Ho sempre pensato che il cambiamento sia indispensabile per mantenere alta la creatività nella ricerca e non ho quindi avuto esitazioni nell'affrontare questanuova sfida». Federico Forneris torna invece da dove ha iniziato : all'Università di Pavia. Era a Utrecht, dove ha studiato la giunzione neuromuscolare, cioè l'area dove risiedono le sinapsi che regolano la trasmissione dell'impulso nervoso al muscolo. «Si sa poco di ciò che accade a livello molecolare e strutturale nella giunzione, e qual è il ruolo dei diversi componenti del sistemaimmunitario nelle malattie neurodegenerative di origine autoimmune . Da biologo strutturale mi aspetto di fornire una spiegazione "visiva" del processo , con la determinazione delle strutture 3D delle proteine coinvolte, e di capire che cosa succede quando non funzionano più, per elaborare un possibile rimedio». Quanto all'idea di tornare in Italia, Forneris non nasconde il suo entusiasmo: «In Italia ho ricevuto una formazione di alto livello che ho messo in pratica all 'estero, e ora ho l'opportunità di applicare tutto in un contesto nuovo. Ho ricevuto un'opportunitàunicae prestigiosa che mi dà molta motivazione riguardo al futuro» . I due cervelli in arrivo portano quindi anche una ventata di ottimismo ed entusiasmo, merce più che rara di questi tempi. Pagina 45 Se e startup restano nane I dati dell'osservatorio descrivono un mercato sempre più seed, con investimenti medi che scendono. E con il rischio dell'equity gap di Luca Tremolada indrome da Pmi, da piccola, piccolissima impresa. Il nascente (e crescente) mercato della startup nostrane rischia di assomigliare S molto, troppo al tessuto impren- ditoriale italiano, formato al 95 per cento da micro-imprese che non riescono (o non possono) crescere di dimensioni. La diagnosi si ottiene interrogando gli ultimi dati elaborati dall'osservatorio VeM, attivo presso l'Università Liuc di Castellanza, in collaborazione con Aifi. Il rapporto, che sarà diffuso via internet domani, fotografa il mercato delcapital venture nostrano che resta picco- lo rispetto agli altri paesi europei ma riesce ad alimentare la nascita di micro-startup che però faticano a svilupparsi. «E vero che in tre anni siamo raddioppiati come numero operazioni ed è triplicato il peso del venture capital su tutto il mercato di rischio commenta jonathan Donadonibus docente alla Liuc di Castellanza e coordinatore del Private equity monitor -. Ma il nostro resta un mercato troppo piccolo. Quello francese è cinque volte più ricco, quello tedesco sette». E anche vero che anche negli Stati Uniti qualcosa sta andando storto nella raccolta fondi dei cv. Per la prima volta da dieci anni (si legge nel report diffuso pochi giorni fa da Thomson Reuters e dalla National Venture Capital Association) il numero di fondi che hanno raccolto fondi è calato. Un segnale che però non deve preoccupare più di tanto visto che nel primo trimestre la raccoltaè cresciutadel 22% rispetto a un anno fa a 4,1 miliardi di dollari. Ben più preoccupante è invece il dato sul taglio degli investimenti che vanno ad alimentare il nostro mondo startup. Per quanto non esaustivo, il rapporto Vem mostra un progressiva e consistente riduzione del finanziamento medio da 2,1 milioni del 2010 agli 8oomila dell'anno scorso. «Un trend - sottolinea Donadonibus che mostra chiaramente come l'Italia si stia caratterizzando per essere un mercato di capital seed, si finanziano molte iniziative ma si spende poco per ciascuna di esse». In altre parole i dati confermano un boom di startup digitali che richiedono meno soldi per partire. Parliamo di idee, progetti, business plan in cerca di una prima forma imprenditoriale. Il rischio vero è quello di un equity gap. Chi superata la fase del seed comincia a camminare con le proprie gambe, magari raggiunge un fatturato di qualche milione di euro e ha bisogno di nuove risorse per fare il salto di qualità si trova in una valle della morte perché - come sottolinea Donadonibus - «è troppo piccolo per raccogliere fondi da un soggetto di private equity e troppo grande per un venture capital». Laconseguenza è quella di una rivisitazione del nanismo imprenditoriale italico che non lasciaben sperare. Altri numeri contenuti nel rapporto suggeriscono questo possibile sviluppo del mercato. Come ad esempio l'avvicinamento di venture capital e business angel. Le operazioni che vedono questi due soggetti insieme sono passati in tre anni dal 5 al 20 per cento. Ma anche il consolidamento degli attori: sei operatori da soli muovono il cinquanta del mercato. Un altro segnale da non sottovalutare è la debolezza dell'offerta di startup legate agli spin off. «L'ict cuba il 5o% delle iniziative osserva il professore della Liuc -. Una operazione su tre sono o app o social network. Ecco perché chiedono pochi soldi. Ma in Italia un social network a chi lo vendi?». Mondo Universitario Pagina 46 LO STATO DELL ' ARTE DEL MERCATO I NUMERI DEL VENTURE CAPITAL 2010 MENO INVESTIMENTI IN SPIN OFF 2011 2012 Ammontare investito 2 ,7 1,0 0,8 (milioni di €) Quota 45% 40% 30% acquisita Anzianità della 1 2 1 target (anni) Deal Iniziativa Iniziativa Iniziativa origination privata privata privata ------------------------------Regione Lombardia Lombardia Lombardia Settore più attraente Volume dei ricavi (milioni di €) Dipendenti Cleantech Ict Dati in % 2011 DOVE GUARDANO I VENTURE CAPITAL 2012 Dati in ° 60 Private Entcrprìsc 79 62 63 3 5 2011 5 10 50 40 'Jniversity 30 Spln-Oft vvoa nobileapps ——re Ilardvdare nata managernent Securìtye icr Networking Ict 10 2,0 1,5 10 9 11 7 Mondo Universitario Corporato Spin-Off 0 'ere , finanziari V.ieanrecn ise,per l'industria ivieniae t.11.,) comunicazione Farmaceutico r o Pagina 47 A caccia dei giovani talenti che vogliono cambiare il mondo ROSARIATALARICO Di che «pasta» sono fatti i giovani? La Barilla, nel centenario della nascita di colui che l'ha fatta grande, prova a scoprirlo individuando 10 talenti da valorizzare con altrettante borse di studio. Nel 1877 l'azienda mosse i primi passi a Parma partendo da una semplice bottega che produceva pane e pasta, aperta da Pietro, il capostipite. Oggi Barilla è uno dei marchi italiani più conosciuti all'estero. Per onorare la memoria di Pietro, il nipote del fondatore, il quale puntava sui giovani e credeva nelle loro potenzialità, l'azienda ha previsto una serie di iniziative. La più importante è «Barilla per i Giovani», dedicata a ragazzi tra i 18 e i 28 anni, realizzata in collaborazione con CentroMarca e Unione parmense degli industriali. Per partecipare i giovani devono avere un'idea su come migliorare il pianeta e la qualità della vita delle persone raccontandola sul sito www.barillaperigiovani.it, includendo il percorso formativo a cui aspirano. Gli autori delle idee migliori potranno aggiudicarsi fino a dieci borse di studio del valore di 40 mila euro ciascuna, per vedere realizzato il proprio progetto o dotarsi degli strumenti per farlo. L'idea è quella di premiare chi si distingue nelle categorie in cui Pietro Barilla eccelleva. I progetti e i relativi percorsi formativi dovranno ricadere in uno dei seguenti ambiti: business management, qualità e innovazione arte, comunicazione e design, no profit. 1 progetti Mondo Universitario potranno essere presentati a partire da oggi e la scelta dei migliori elaborati sarà effettuata da una giuria composta da Alberto Grando, pro rettore Università Bocconi; Andrea Pontremoli, dg Dallara automobili; Gavino Sanna, pubblicitario e padre Giulio Albanese, giornalista e missionario. La figura di Pietro Barilla viene ricordata oggi in un incontro all'università Bocconi di Milano. Discuteranno del ruolo del fondatore della Barilla nella storia dell'industria italiana il rettore della Bocconi, Andrea Sironi, il presidente di Rcs Libri, Paolo Mieli, il sociologo Francesco Alberoni (autore del libro «Pietro Barilla: tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio») e il presidente CentroMarca, Luigi Bordoni. Pagina 48 II ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (Miur) e Poste Italiane presentano la «Carta dello studente loStudio», una carta di riconoscimento dello status di studente che permettere di fruire delle agevolazioni per il mondo della cultura, integrata con le funzioni della Postepay. Sulla Carta, inoltre, potranno essere accreditate le borse di studio e ogni altro sussidio previsto per i ragazzi delle scuole secondarie. Mondo Universitario Pagina 49 Un diplomato su due non è idoneo al lavoro E risulta introvabile un tecnico su quattro Per le imprese la colpa è l'inadeguatezza (63%) e la mancanza di candidati (37%) on solo laureati, anzi, soprattutto diplomati, ma trovarli è un problema: è il paradosso di un mercato del lavoro poco governato. Secondo UnioncamereExcelsior, sul totale di 407mila assunzioni non stagionali previste dalle imprese nel 2012, i più ricercati sono i diplomati: più di quattro su dieci assunti (41%), 166mila in valore assoluto. Un salto di sette punti rispetto al 2006, quando la richiesta di diplomati era di 34 su 100. I laureati sono cresciuti di sei punti: dall'8,5% del 2006 al 14,5% del 2012. Elevata la quota di coloro che hanno il solo titolo dell'obbligo (32,3%). Ma quali sono stati gli indirizzi dei diplomati più richiesti dalle imprese e quali le difficoltà di trovarli? A fare la parte del leone, secondo un'elaborazione dei dati realizzata da Domenico Mauriello e Marco Pini, è l'indirizzo amministrativo-commer- Mondo Universitario ciale, con 40mila assunzioni, una su quattro, di cui un terzo è andato alle ragazze. Seguono l'indirizzo meccanico, con 15mila assunzioni che, insieme a elettrotecnici ed elettronici (4 mila e 3mila assunzioni), portano il gruppo della meccatronica a oltre il 10% delle richieste. Seguono l'indirizzo turistico-alberghiero, con 10mila assunzioni, e il socio-sanitario, con 7mila assunzioni, per il 40% appannaggio delle donne. Ma a questo punto arrivano i problemi. Infatti, solo un diplomato su due fresco di studi è ritenuto dalle imprese adatto a lavorare (50,7%), contro il 51,4% dei laureati e il 40% di professionali e senza titoli. Il più gettonato è il socio-sanitario, con il 60,5% di adeguatezza. Gli altri indirizzi sono tra i 50 e i 40 punti. L'indice più basso è l'edile (25,3%). Resta in ogni caso una domanda inevasa per le imprese. Sulle 407mila assunzioni previste, infatti, 65mila sono difficili da trovare (16%); esattamente come per i diplomati, la cui difficoltà di reperimento è al 16,3%, cioè 26.500 diplomati difficili da trovare. Difficoltà che sale per i laureati (20%) e per le qualifiche professionali (18,4%). Per le imprese le cause che impediscono loro di reperire e assumere diplomati stanno nell'inadeguatezza dei candidati (63%) e nella scarsità di candidati (37%). Le cause dell'inadeguatezza sono la mancanza di una preparazione adeguata (34%) ma anche le caratteristiche personali del candidato non adeguate al lavoro da svolgere (27,4%). Tra gli indirizzi spiccano il termoidraulico, il tessile-abbigliamento, l'elettrotecnico e il tu- ristico-alberghiero, per i quali la difficoltà a reperire diplomati vale per uno su quattro(24-26%). Per la termoidraulica le difficoltà dipendono quasi esclusivamente dalla inadeguatezza dei candidati (90,4% delle assunzioni difficili da trovare) e per una richiesta di esperienza specifica nella professione o nel settore per almeno due su tre (66,2%); per la moda, invece, emergono problemi di carenza di offerta (70,7%), anche se l'esperienza emerge come indispensabile per il 60% delle assunzioni. La necessità di una formazione post-diploma, attraverso gli Its (Istituti tecnici superiori), e l'incentivazione al contratto di apprendistato sembrano i due rimedi rilevanti per colmare una perdita di occasioni e di potenzialità che non ci possiamo più permettere [w. P..] Pagina 50 I numeri della scuola PROMOSSI E BOCCIATI E GLI IRREPERIBILI I primi dieci indirizzi tecnico-professionali di istruzione secondaria più richiesti c la relativa idoneità di un giovane n uscita dal slstcma forra ivo pa lo svolgimento della professione secondo le imprese (valori assoluli e percentuali! Gli indirizzi dei diplomati tecnico-protessionali più difficili da rep«rr e relativa motivazione 0.n 39.858 PAot.e, ,jmeio 1 r,-11= ti rAegjatezze. de l r,,ndld, Termoldraullco Totaleldiplomati as unti F0.», 25,6 Tessile abb e moda use Ye dal ciste su,° u,u 15.245 9.561 3ú,4 6872 4.576 4.105 aF s n 1 -5$3 . 1938 3u ' " 0 Elcllroleano Mecctnicu ntormatico socio-,dr i Lario Elettronico ror1TEL %u_a. P,. ,rewdlL ,SCm1,d-mti, E _r,_.2 Mondo Universitario 25,0 Turistico-alberq. 24,3 19,5 19,1 18,6 17,7 ar-in-n L- ,sIMW Pagina 51 Metti una giovane napoletana tra imprese, cittadini e fisco o scorso anno il primo premio internazionale l'ha vinto una ragazza ungherese, seguita da una rumena e da una sudafricana. Quest'anno in lizza e a partecipare alle selezioni c'è anche una ragazza italiana. Si chiama Daiana Buono ed è risultata prima in Italia, conquistando il titolo di Young tax professional of the year. Daiana ha 24 anni, è iscritta al corso di laurea magistrale in economia e commercio presso l'Università degli studi di Napoli Federico II. Ha battuto 117 concorrenti del nostro paese ed è stata individuata dalla giuria come mi- gliore studente in tema di fiscalità. Concorrerà in questo modo, insieme ai vincitori degli altri 22 paesi coinvolti, al titolo internazionale, in occasione della cerimonia di premiazione dell'edizione globale, che si terrà nel mese di agosto 2013 a Copenaghen. Daiana si è aggiudicata anche un soggiorno ad Amsterdam, nell'ambito del quale avrà la possibilità di partecipare al corso in fiscalità internazionale presso l'Ibfd, il tempio della ricerca e della formazione di eccellenza sui temi fiscali a livello internazionale. Il premio è promosso da Ernst & Young, che per la prima volta l'ha or- Daiana Buono, 24 anni, ha conquistato il titolo internazionale di «Young tax professional of the year» Mondo Universitario ganizzato anche in Italia, e rientra nel più ampio programma della multinazionale della consulenza e revisione di individuazione e valorizzazione di giovani talenti. Dopo Daiana si sono classificati al secondo e terzo posto Mario Porzio, iscritto al corso di laurea magistrale International business and finance presso l'Università degli studi di Bergamo, e Gianmarco Ciciotti, iscritto al master in business administration presso l'Università di Roma Tor Vergata. La giuria ha avuto per la parte italiana un duro lavoro da svolgere visto il buon livello dei partecipanti al concorso. La fase di selezione è partita da 117 candidati selezionati che hanno sostenuto una prova di inglese; gli studenti risultati idonei hanno poi partecipato a un assessment di valutazione delle soft skills tenutosi a Roma e a Milano a febbraio. Da qui ne sono rimasti 11 che hanno poi presentato un case study specifico in materia di fiscalità internazionale, valutato dalla giuria, che ha individuato sei finalisti, tra i quali il primo Young tax professional of the year italiano. Daiana Buono, la vincitrice, classe 1988, si è dapprima laureata con 110 e lode in economia aziendale presso l'Università Federico II di Napoli, dove sta proseguendo gli studi nella laurea magistrale. Ha avuto un'esperienza Erasmus nel Regno Unito, in Galles, presso la Bangor University, dove ha frequentato il corso di laurea in business administration. Nel suo percorso di studi la nostra aspirante superconsulente si è specializzata in ambito fiscale-tributario, approfondendo gli aspetti riguardanti il diritto processuale tributario, la fiscalità d'impresa e la fiscalità internazionale. «E' una materia che mi piace molto racconta Daiana con il suo simpatico accento napoletano - che mi piacerebbe approfondire con un'esperienza professionale all'estero. Per poi tornare in Italia, nel mio paese, dove i rapporti tra Stato, imprese, contribuenti sono molto sofferti e complicati da incongruenze, incomprensioni e reciproche diffidenze». [w. P.] Pagina 52 Così una molla riduce il dolore Alessandro Malpelo I PIU IMPORNTANTI esperti del ginocchio a livello europeo si sono riuniti a Firenze per il secondo congresso dell'Eka (European Knee Associates) assise dedicata in particolare all'artrosi. A fare gli onori di casa due specialisti di punta, Andrea Baldini e Paolo Adravanti. Si è parlato di protesi, materiali, tempi di recupero. L'intervento non deve essere considerato una scorciatoia ma l'atto conclusivo di un lungo e diversificato percorso terapeutico che prevede anche valide alternative prima di finire sul tavolo operatorio. Con gli acidi ialuronici recenti ad alto peso molecolare, ad esempio, nel 70% dei casi si riduce il dolore per periodi variabili. Effetti duraturi anche superiori sono assicurati dai fattori di crescita, gel piastrinici, ma seguendo regole precise, in strutture autorizzate. La cura non si improvvisa, e ha i suoi costi. Intanto si discute sulla efficacia degli integratori condrali, sono attesi ulteriori dati. IN QUESTA CORNICE è stato illustrato a Firenze, in conferenza stampa, un dispositivo che adotta il principio dell'ammortizzatore che senza invadere l'articolazione solleva e riduce lo stress sulle cartilagini. Un brevetto registrato KineSpring. Viene indicato come un'alternativa, in casi selezionati, quando i trattamenti conservativi tradizionali non sono più efficaci ed è ancora presto per una chirurgia complessa. Reversibile, la molla può essere rimossa. La riduzione del carico sul ginocchio (fino a 13 chili durante la fase di appoggio del piede a Sanità terra) e la conservazione del movimento naturale hanno come corollario una significativa riduzione del dolore fino all'80% secondo tre studi internazionali. «IN ITALIA due milioni di persone soffrono di osteoartrosi al ginocchio - afferma Claudio Zorzi, primario ortopedico a Verona (Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar) - la protesi ha ottime indicazioni in pazienti affetti da artrosi a uno stadio avanzato. Considerazione diversa si può fare nei soggetti tra i 30 e i 60 anni con uno stile di vita attivo. KineSpring può rappresentare in questi casi un'ottima alternativa». Congresso a Firenze con i big dell'ortopedia . Anche il Rizzoli a Bologna testerà KineSpring «Il costo sociale dell'artrosi è enorme - spiega Paolo Adravanti, presidente della Società italiana di chirurgia del ginocchio - ma anche interventi di controllo della patologia, come terapia farmacologica, infiltrativa o riabilitazione, spesso superano i costi chirurgici. Sono più di 55 mila le protesi di ginocchio impiantate ogni anno in Italia». Anche l'Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, riferisce Maurilio Marcacci, docente universitario, direttore di Clinica ortopedica e traumatologica II, Laboratorio di biomeccanica e innovazione tecnologica, avvia uno studio randomizzato per valutare l'efficacia di KineSpring. alessandro.malpelo( Dquotidiano.nel Pagina 53 Un gel innesca la guarigione IL GINOCCHIO è un'articolazione complessa, nella quale la cartilagine svolge una funzione fondamentale nell'assorbire sollecitazioni di vario tipo e intensità. Si tratta di forze ripetute, non c'è da meravigliarsi se le lesioni degenerative o traumatiche siano un problema assai frequente e di non facile risoluzione. Una sana condotta alimentare, l'esercizio fisico, cyclette e tapis-roulant, applicazioni di ghiaccio e di riposo adeguato in caso di necessità, possono contribuire a conservare e mantenere un buon quadro funzionale della articolazione del ginocchio. UNA POSSIBILITÀ di trattamento per la condropatia articolare, che porta all'usura della cartilagine prevalentemente del ginocchio, è rappresentata dall'impiego di gel piastrinico «Il gel piastrinico - spiega l'ortopedico Enrico Bonci, di Siena - viene preparato appositamente per il paziente utilizzando il suo stesso sangue, se possibile. L'elevata concentrazione di piastrine, elementi ricchi di fattori di crescita, è in grado di stimolare i condrociti, una volta introdotti in articolazione con infiltrazioni ripetute fino a un massimo di tre o quattro». La capacità dimostrata dal gel piastrinico, da solo o con i protettori di cartilagine presi per via orale, e dall'acido ialuronico intra-articolare, apre la strada a nuovi sviluppi per migliorare i meccanismi di riparazione tissutali. Anche nei traumi sportivi non mancano gli interventi utilizzati nel trattamento della lesione alla cartilagine del ginocchio. Il primo è il classico autotrapianto di condrociti, che per migliorare le Sanità possibilità di attecchimento deve essere effettuato su particolari fosse modellate sull'epifisi prossimale della tibia. Tale tipo di intervento necessita di tempi medio lunghi e deve essere svolto in due tempi con un primo espianto e poi con un secondo impianto o innesto. UN ALTRO APPROCCIO riguarda la possibilità di fissare sempre sull'epifisi della tibia alcune spugnette sintetiche chiamate scaffold, all'interno delle quali migreranno poi i condrociti che in questa nuova matrice inizieranno a produrre la nuova cartilagine che andrà a riparare la lesione. E' il tipo di lesione e l'età del paziente a orientare il chirurgo verso uno dei due interventi. Pagina 54 L. i OS T%::: CA. %,/ % i,/, M. CQi,,,PG '%iC%:: E concepito specificamente per il trattamento del dolore mediante assorbimento del sovraccarico di cui viene gravata l'articolazione colpita ................................_...../p",; , ispessimento capsula I formazioni cistiche e sclerosi dell'osso - riduzione e fissurazione della cartilagine te•st%'sins r!ïidÍ f;; osteofita marginale perone ipertrofia sinoviale alterazione della superficie ossea menisco mediale -legamento -------------------------------------------------------------------------------------------collaterale mediate CURA D I MAGRANTE Una dieta efficace dona sollievo riducendo le sollecitazioni articolari TUTORI, SOLETTE PLANTARI Possono ridurre in parte i carichi sulle aree usurate del ginocchio ACI DO Iniettato nell'articolazione Per artrosi in fase iniziale Sanità Pagina 55 I r ovï enti 1 vanta; q ¡ Rapidità di recupero Procedura reversibile Conservazione dei movimenti naturali del ginocchio INFQ6RAFICA A CURA DI C3e'Gí':iáiI&Y..it Sanità Pagina 56 LA GUIDA DEI CARDIOLOGI OSPEDALIERI NEL 5O° DEL SODALIZIO Anticoagulanti orali, più lontano il pericolo ictus L'ASSOCIAZI ONE nazionale medici cardiologi ospedalieri (Anmco) ha pubblicato il primo vademecum, la guida per l'uso dei nuovi anticoagulanti orali (apixaban, dabigatran e rivaroxaban) che stanno per essere introdotti anche in Italia per la prevenzione dell'ictus nei pazienti con fibrillazione atriale. Sono indicati i criteri di scelta, le modalità della terapia e i pazienti per cui sono consigliabili i tre principi attivi, più efficaci di warfarin e dicumarolo nel prevenire gli ictus e soprattutto più sicuri: il rischio di emorragie cerebrali è ridotto del 70%, i dosaggi sono fissi e sono poco probabili le interazioni con altri farmaci e con gli alimenti. ATTESA A BREVE l'autorizzazione dell'Agenzia Italiana del Farmaco, che data l'importanza dell'argomento ha avviato dallo scorso ottobre una consultazione sul web, aprendosi ai suggerimenti di medici, aziende e pazienti per dare le migliori indicazioni all'uso. «La necessità di un documento di consenso deriva dal fatto che i nuovi prodotti sono simili ma diversi fra loro, e soprattutto sono molto differenti dai vecchi anticoagulanti - spiega Francesco Bovenzi, presidente ANMCO e Direttore della Cardiologia dell'Ospedale di Lucca - . Warfarin e dicumarolo sono infatti farmaci utili, ma gravati da un elevato rischio di eventi avversi, al minimo variare del dosaggio il bilancio rischi/benefici si modifica, perciò i pazienti in trattamento sono costretti a sottoporsi a frequenti analisi del sangue per controllare i livelli dei fattori della coagulazione e aggiustare di conseguenza la dose di farmaco da assumere nelle due, tre settimane successive prima dell'ulteriore controllo». «I N UOVI anticoagulanti orali - conclude Bovenzi - hanno un profilo di sicurezza tale da essere assunti con dosaggio fisso, rendendo superflui i controlli molto ravvicinati: basterà sottoporsi ad un prelievo ematico per valutare la funzione renale una volta all'anno. Inoltre, hanno anche una minore probabilità di interagire con cibi e altri farmaci e ciò li rende molto più semplici da gestire». I cardiologi ospedalieri hanno presentato il documento in occasione della celebrazione dei cinquant'anni di fondazione del loro sodalizio, a Venezia. FRAN C ESC O V ZI I nuovi anticoagulanti orali hanno profili i sicurezza tali da essere presi a dosi fisse rendendo superflui i controlli motto ravvicinati Sanità Pagina 57 Federico Mereta VIE N E PRO DOTTO a Parma e sarà distribuito in trentatrè paesi in tutto il mondo il primo farmaco specifico per il lupus eritematoso sistemico (LES). Si chiama belimumab ed è un anticorpo monoclonale che esce dallo stabilimento GSK. Il medicinale colma cinquant'anni di attese, apre la porta a nuovi trattamenti per le forme più avanzate di questa malattia, che interessa soprattutto le donne giovani ed esordisce tra i 15 e i 40 anni. «Il LES - spiega Pierluigi Meroni, direttore del dipartimento di reumatologia dell'Istituto Gaetano Pini di Milano - è una malattia infiammatoria cronica autoimmune ad oggi priva di una causa specifica. E' caratterizzata dalla comparsa di una risposta del sistema immune contro i propri costituenti e con interessamento potenziale dell'intero organismo. L'ESE MPIO paradigmatico è rappresentato dalla produzione di autoanticorpi diretti soprattutto contro gli antigeni del nucleo cellulare. Non esiste una causa unica responsabile della malattia ma più aftacco del Lu s rr cu n , 1 Nasce in Italia iL tratta mento con gli anticorpi onoclonali specifico per iL Les siste attori che concorrono alla sua insorgenza. E la diversa combinazione di questi fattori è a sua volta causa della variabilità del quadro clinico e della gravità della malattia: predisposizione genetica; stimoli ambientali; anomalie immunitarie». In aggiunta alle cure già disponibili, ora c'è questa opzione di cura, che opera come un «controllore di volo» per gestire al meglio i linfociti B, particolari cellule che d cn entrano in gioco nel causare i problemi. «Belimumab - conferma Andrea Doria, professore associato di reumatologia all'Università di Padova - è un anticorpo monoclonale umano ed è il capostipite di una nuova classe di farmaci, gli inibitori BLyS-specifici. La sua prerogativa è di inibire l'attività biologica di BLyS, una proteina naturale necessaria per la sopravvivenza dei B-linfociti e la loro trasformazione in plasmacellule mature. Normalmente proprio le plasmacellule producono gli anticorpi, linea fondamentale di difesa dell'organismo nei confronti delle infezioni. Nel LES, così come in altre malattie autoimmuni, valori elevati di BLyS possono favorire la sopravvivenza dei linfociti B autoreattivi e la produzione di autoanticorpi, che attaccano e distruggono i tessuti dell'organismo stesso». VISO Un arrossamento causato da lupus eritematoso sistemico Sanità PROPR IO I N Q UESTA fase di attacco, il LES minaccia la salute di pelle reni, cuore e polmoni. Importante, per combattere la malattia, è arrivare presto alla diagnosi. Ma non è facile, perché in più di otto pazienti su dieci l'esordio della malattia è insidioso e poco chiaro. In termini generali le manifestazioni più frequenti come febbre, dolori alle articolazioni, sensazione di stanchezza sono estremamente diffuse e poco specifiche. Quasi come un'influenza! Pagina 58 Fitoterapiia Rimedi verdi antiaggreganti? Posso sostituire la cardio aspirina, che uso come antiaggregante, con un preparato fitoterapico? Risponde F. Firenzuoli Direttore Centro Medicina Integrativa Az. Osp. Univ. Gareggi, Fi. Esistono numerose piante (da alcuni derivati della Ginkgo biloba, a estratti di Salvia miltiorrhiza, ad altre piante e frutti) che contengono sostanze ad attività antiaggregante piastrinica, oggi estraibili e standardizzabili in modo tale da poterle utilizzare e controllarne l'efficacia. Non avendo tuttavia studi di confronto tra farmaco e preparati vegetali, le motivazioni e la scelta della terapia devono essere valutate e stabilite caso per caso. Sanità Pagina 59 Le strategie delle aziende per la ricerca dei talenti, tra anrurrrci online e società di selezione I profili migliori ?S ono sul web E trai direttori del personale si fa strada Pagina a cura DI SIBILLA Di PALMA a ricerca dei talenti si fa sempre più multicanale. Siti aziendali, social merlia e bacheche delle università rappresentano infatti le vie più utilizzate dalle aziende di recruitment per la ricerca dei candidati qualificati, mentre gli hr leader puntano su annunci di lavoro online, sito aziendale e società di selezione. Hr leader: cresce l'adozione della multicanalità. Secondo un'indagine effettuata da Michael Page, che ha coinvolto 4348 hr manager e hr director provenienti da ogni parte del mondo, metà delle aziende considera la ricerca di candidati qualificati «molto difficile» o per lo meno «difficile»; mentre solo l'l% ritiene che sia «molto semplice». Un risultato che vale per la maggior parte dei paesi e dei settori a eccezione dell'Australia. Dal report emerge, inoltre, come, nonostante le sfide nel recruitment dei talenti, alcune aziende manchino di indicatori chiave della prestazione (KPIs) per valutare l'efficienza del servizio di ricerca e selezione del personale. I123% del campione non ha poi modo di attestare l'efficienza del recruitment (il 30% in Europa e il 14% in America latina e Asia). Una mancanza di controllo che si fa più evidente nelle aziende con oltre 5 mila dipendenti. La crescente difficoltà nel trovare e scegliere buoni manager sta portando all'adozione della multicanalità, con a capo tre soluzioni principali: annunci di lavoro online (usati dal 91% degli hr leader intervistati); il proprio sito aziendale (84%) e le società di selezione (83%). risultati. L'utilizzo delle società di ricerca e selezione del personale supera infatti di gran lunga altri metodi, come la stampa o i programmi di referral. A tutto web. Anche per le società di ricerca e selezione del personale il web rappresenta ormai la via più utilizzata per individuare i profili qualificati. «Con la premessa che la scelta del canale più adatto al reclutamento dei candidati dipende dal tipo di profilo ricercato, si nota poi un progressivo acquisto di importanza degli strumenti web, a discapito in particolare della carta stampata che oggi appare un canale residuale», osserva Gianluca Cavalluzzi, project manager permanent placement Randstad. Per la società infatti gli annunci sui giornali riguardano solo un 10% circa dell'attività, mentre i canali online sono sempre più utilizzati e pesano per il 60% circa. «Si tratta in particolare del nostro sito Randstad.it, che stiamo spingendo sia per il reclutamento attivo, intercettando le persone che vi accedono alla ricerca di un impiego, che per quello proattivo, attraverso l'utilizzo di database». A questi canali web si aggiungono i siti di recruiting online e le banche dati delle università (10%). Inoltre, un'altra via di reclutamento è rappresentata dalle 170 filiali del gruppo distribuite in tutta Italia: «un canale che pesa per un altro 10%, ma che per policy aziendale stiamo cercando di dirottare verso la vetrina web costituita dal nostro sito». Vento in poppa per i social media . Si affermano, infine, come un canale in crescita anche i social media. «Negli ultimi anni, l'attività di ricerca e selezione di talenti si è spostata sempre di più verso il web e i social media, che oggi fanno decisamente la parte del leone», osserva Stefano Giorgetti, amministratore delegato & vice president di Kelly Services Italia. Un trend determinato in primo luogo dagli stessi candidati che desiderano instaurare un dialogo più diretto e immediato con le aziende e con i selezionatori del personale, un obiettivo perseguibile più facilmente «mediante l'interazione tramite i social network rispetto al classico invio del curriculum in risposta all'annuncio, che sia pubblicato sul web o sulla carta stampata», prosegue Giorgetti. Il web e i social media si rivelano inoltre particolarmente utili nella ricerca dei talenti. «L'attuale congiuntura economica rende relativamente semplice ricevere un elevato numero di candidature in risposta a un annuncio, ma un utilizzo smart del web e, in particolare, di motori di ricerca e social network, consente al consulente di scovare anche quei candidati che, magari, non stanno attivamente cercando nuove opportunità professionali, ma risultano i più qualificati per determinate posizioni». Rispetto al semplice curriculum, inoltre, la presenza online del candidato consente anche di evincerne non solo le competenze tecniche e le qualifiche, ma anche le soft skills, «ovvero quelle competenze trasversali che rientrano nella sfera relazionale e che non sono meno importanti affinché la persona s'inserisca positivamente nel contesto aziendale». ltica alita Non a caso rispetto a 4-5 anni fa, «tra i canali di sourcing dei candidati è notevolmente cresciuto il peso sia del nostro sito che delle pagine social attive su Facebook, Linkedln e Twitter: volendo dare delle percentuali, quella che, in gergo, chiamiamo ricerca attiva, negli ultimi anni, è cresciuta di più del 50% rispetto anche solo a 3-4 anni fa». Accanto ai nuovi canali, l'azienda continua poi a utilizzare siti specializzati nella pubblicazione di opportunità di lavoro, «anche se il loro peso diminuisce costantemente», specifica Giorgetti. Più cauto sui social network è invece Cavalluzzi: «Questo canale oggi pesa circa per il 10%, ma resta a livello embrionale per il suo carattere dispersivo: se LinkedIn oggi è molto utilizzato per la ricerca di profili elevati, per figure di tipo 'medio' i canali più giusti sono altri». A questo proposito va poi sottolineato che secondo una recente ricerca di Adecco sia i candidati che i selezionatori concordano sull'importanza di avere un'ottima digital reputation per proporsi online: il 12% dei selezionatori ha affermato infatti di aver abbandonato un cv dopo aver trovato sul web dati negativi sul profilo preso in considerazione. Oc Riproduzione riservata- Secondo gli hr leader, inoltre, le aziende di recruitment rappresentano lo strumento migliore per il reclutamento di personale specializzato a partire da profili manageriali (opzione scelta dal 45% delle aziende). Una visione condivisa a livello globale che considera i professionisti del settore un sinonimo di garanzia, qualità e Segnalazioni Pagina 60 -Baron Segnalazioni 1 ; 1 Pa Pagina 61