Rassegna del 15/04/2013
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 15/04/2013
UNIVERSITÀ DI FIRENZE
Qui Firenze
14/04/13 P. 5
L'alcol e i danni al cervello Piero Angela li spiega ai ragazzi
Corriere Fiorentino
14/04/13 P. 9
All'Università, rassegnati e contenti
1
Corriere Della Sera
14/04/13 P. 46
Contro l'ictus pressione a posto e frutta in tavola
3
Tirreno Grosseto
15/04/13 P. 15
Un ricercatore
5
Gaetano Cervone
2
ALTRI ATENEI TOSCANI
Qn
14/04/13 P. 2
Un nuovo rinascimento
Paolo Giacomin
6
MONDO UNIVERSITARIO
Qn
15/04/13 P. 16
«A scuola a metà settembre, stop alle liti»
Pino Di Blasio
7
Corriere Della Sera
15/04/13 P. 23
Il bosone di Higgs e quelle scoperte che cambiano la vita
Rolf-Dieter Heuer
8
Corriere Della Sera Corriereconomia
15/04/13 P. 13
Il matematico che vuole prevedere il futuro
Maria Teresa
Cometto
10
Italia Oggi Sette
15/04/13 P. 40
La scuola hi-tech
Duilio Lui
11
Italia Oggi Sette
15/04/13 P. 40
CORSI & MASTER
Filippo Grossi
12
Italia Oggi Sette
15/04/13 P. 44
Il gruppo Volkswagen a caccia di neolaureati
14
Mattino
14/04/13 P. 3
Gite, effetto crisi: due studenti su tre costretti a rinunciare
15
Mattino
15/04/13 P. 12
Medicina e tecnologie, la sfida dell'innovazione
Carmela Maietta
16
Repubblica
14/04/13 P. 34
Mi sono iscritto all'università online
Riccardo Staglianò
17
Repubblica
15/04/13 P. 16
Anche Putin è un copione la tesi di laurea in Economia imbarazza il Cremlino
Nicola Lombardozzi
20
Repubblica
15/04/13 P. 42
Università
Massimo Vincenzi
22
Repubblica Affari Finanza
15/04/13 P. 41
Il più grande drone che volerà per 5 giorni
Francesca Tarissi
25
Repubblica Affari Finanza
15/04/13 P. 43
La carica dei consigli al femminile mille donne nei Cda entro tre anni
Salvatore Giuffrida
26
Repubblica Affari Finanza
15/04/13 P. 43
Poltrone in gioco
Sibilla Di Palma
27
Repubblica Affari Finanza
15/04/13 P. 43
L,a rivincita dei "lean manager" gli esperti in tagli e risparmi
Catia Barone
28
Secolo D` Italia
14/04/13 P. 5
Usa, laureati-commessi denunciano le loro università: siamo stati truffati
Antonio Pannullo
30
Sole 24 Ore
14/04/13 P. 21
Boom per i corsi di medicina in inglese
Eugenio Bruno
31
Sole 24 Ore
15/04/13 P. 11
Più spazio ai prestiti agevolati.
Sole 24 Ore
15/04/13 P. 11
Incentivi, si riparte dall'innovazione
Francesca Barbieri
Valentina Melis
33
Sole 24 Ore
15/04/13 P. 12
Ue, Onu, Nato: 300 stage al via
Andrea Curiat
35
Sole 24 Ore - Domenica
14/04/13 P. 32
La svolta cognitiva
Mario De Caro
37
Sole 24 Ore - Domenica
14/04/13 P. 41
L'incapacità di vendere il brand
Mariano Maugeri
39
Sole 24 Ore - Domenica
14/04/13 P. 41
Distretti, un'occasione mancata
Pier Luigi Sacco
40
Sole 24 Ore - Norme E
Tributi
15/04/13 P. 9
La fase di start up è valutata solo se l'iniziativa decolla
Luca Miele
42
Sole 24 Ore - Nova
14/04/13 P. 9
Innovare a passo doppio
Luca De Biase
43
Sole 24 Ore - Nova
14/04/13 P. 11
Il cervello diventa trasparente
Sole 24 Ore - Nova
14/04/13 P. 11
«Perché è giusto tornare a fare ricerca in Italia»
Agnese Codignola
45
Sole 24 Ore - Nova
14/04/13 P. 13
Se le startup restano nane
Luca Tremolada
46
Stampa
15/04/13 P. 21
A caccia dei giovani talenti che vogliono cambiare il mondo
Rosaria Talarico
48
Stampa
15/04/13 P. 32
Carta dello studente al via
49
Stampa
15/04/13 P. 34
Un diplomato su due non è idoneo al lavoro E risulta introvabile un tecnico su quattro
50
Indice Rassegna Stampa
32
44
Pagina I
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 15/04/2013
Stampa
15/04/13 P. 34
Metti una giovane napoletana tra imprese, cittadini e fisco
52
Qn
15/04/13 P. 33
Così una molla riduce il dolore
Qn
15/04/13 P. 33
Un gel innesca la guarigione
54
Qn
15/04/13 P. 35
Anticoagulanti orali, più lontano il pericolo ictus
57
Qn
15/04/13 P. 35
L'attacco del Lupus a cute e polmoni Segni premonitori
Corriere Della Sera
14/04/13 P. 55
Rimedi verdi antiaggreganti?
15/04/13 P. 41
I profili migliori? Sono sul web
SANITÀ
Alessandro Malpelo
Federico Mereta
53
58
59
SEGNALAZIONI
Italia Oggi Sette
Indice Rassegna Stampa
Sibilla Di Palma
60
Pagina II
L'alcol e i danni al cervello
Piero Angela li spiega ai ragazzi
FIRENZE - L'alcol fa male, soprattutto ai
ragazzi. E per sensibilizzarli ci sono stati i
consigli di Piero Angela, che si è collegato
con un gruppo di liceali e gli ha spiegato gli
effetti devastanti che la l'alcol sul cervello.
Una iniziativa utile inserita nell'ambito
della campagna «Bevi con la testa» che mira anche a sensibilizzare i più giovani a
non mettersi al volante dopo aver bevuto.
Piero Angela è partito con i concetti più
sconosciuti: «L'Alcool notoriamente è una
sostanza tossica per l'organismo; ma quello che si conosce meno é il fatto che i giovani non riescono a metabolizzarlo e l'alcool rimane in circolo, danneggiando in particolare le cellule cerebrali in
maniera permanente»
ha detto parlando ai ragazzi intervenuti da Firenze per la web-chiacchierata sul vivere consapevole.
Piero Angela ha raccontato alcuni episodi della sua esperienza di
giornalista e di genitore: «Si comincia a bere
in giovane età per emulare gli altri che già lo
fanno e per non sentirsi un diverso ed essere accettato dal gruppo e questo atteggiamento si rivela un trappola così come
per il fumo». «A mio figlio Alberto, quando era adolescente e si dovette confrontare con questa realtà, dissi che bere e fumare veniva fatto da alcuni suoi coetanei per
non sembrare immaturi ma individui
adulti e che invece era perfettamente il
contrario: erano loro a essere immaturi
nel farlo».
Alle tante domande poste dagli studenti
fiorentini sul bere e divertirsi consapevolmente si è anche parlato del tipo di campagne d'informazione da usare per sensibi-
Università di Firenze
lizzare l'opinione pubblica su un tema cosi
forte: «Fra le due scuole di pensiero su come affrontare nella comunicazione il tema dell'abuso di alcool e della sicurezza
stradale a mio parere - ha detto Piero Angela - funzionano più le campagne violente che mettono le persone di fronte alla realtà dei fatti piuttosto che la comunicazione che tende a far ragionare ed a dar consigli».
«Da ex fumatore vi dico che ho smesso di
farlo quando visitai un centro negli Stati
Uniti che studiava gli effetti del fumo sul
l'organismo; mi fecero
vedere uno studio che
dimostrava la differenza di aspettativa di vita
fra un fumatore ed un
non-fumatore: addirittura otto anni in meno
di vita».
Piero Angela ha più volte ribadito la particolarità del cervello dei giovani che è molto più sensibile all'azione distruttiva dell'alcool.
«La capacità della parte
nobile della corteccia cerebrale di dominare
quella emotiva si completa soltanto attorno ai 20-21 anni; i giovani quindi sono più aperti ai comportamenti emotivi e quindi anche eccessivi.
Nelle cabine elettriche c'è il simbolo del teschio con la scritta `chi tocca muore': usando l'alcool puoi prendere una piccola scossa ma puoi anche rimanere bruciato per
sempre».
Il progetto «bevi con la testa» è condiviso
dalla Dipartiemento di Scienze della Comunicazione de La Sapienza di Roma e
dall'Università degli Studi di Firenze. Inoltre fa parte del Progetto David "sicurezza
in città" del Comune di Firenze, contro gli
incidenti.
Pagina 1
Al Rettorato la presentazione di tutti gli indirizzi. 1 più gettonati? Medicina, Psicologia ed Economia
All'Università, rassegnati e contenti
Pienone all'Open day per licerli. La crisi favorisce le passioni: «Tanto il lavoro manca ovunque»
Forse non tutti i tremila studenti delle scuole superiori che
ieri hanno invaso il rettorato di
piazza San Marco per l'Open
day si iscriveranno all'Università. Perché le statistiche in Italia
raccontano di una fuga dagli
Atenei, con quasi 6o mila matricole in meno negli ultimi dieci
anni. Per la ricerca del lavoro,
poi, va ancora peggio, se si pensa che nel 2012 i disoccupati
laureati under 35 - secondo
l'Istat - sono a quota 20o mila.
E così la scelta dell'Università ai
tempo della crisi è ancora più
facile: «Ormai non si trova lavoro indifferentemente dal tipo di
laurea: a questo punto scelgo di
studiare ciò che mi piace» spiega Marta, 19 anni, originaria di
Olbia. E al primo anno di Scienze della Formazione, ieri all'open day «Un giorno all'Uni-
versità» ha accompagnato Ilaria, la sua amica di infanzia, che
dopo «un anno sabbatico» trascorso a Londra è tornata in Italia. Perché vuole iscriversi all'Università, a Firenze: «Ho capito che mi mancava lo studio e
che senza laurea non si può lavorare, così mi iscriverò a Servizio sociale per far diventare la
mia passione per i bambini un
lavoro». Generazione appassionata, ma anche un po' rassegnata. Che studia in attesa di tempi
migliori e di un'occasione da cogliere al volo: «Probabile che
tra tre anni la situazione lavorativa non sarà migliorata, ma almeno con la laurea si ha qualche opportunità in più, si possono sfruttare più occasioni»
spiega Andrea, ultimo anno allo scientifico Rodolico. E qui
per la lezione introduttiva di
Open day
«Un giorno
a1PUniversi tà» è
l'iniziativa con
cui l'Ateneo
presenta agli
studenti delle
superiori
l'offerta
attademica.
Alla sua terza
edizione, ieri,
ha visto in
Rettorato
oltre tremila
studenti.
r
alto Ilaria e Marta, studentesse sarde fuori sede,
sotto i maturandi Tommaso, Chiara e Andrea
Università di Firenze
I ragazzi assiepati sulle scalinate dei
Rettorato in San Marco, in alto la sala piena
perla lezione di orientamento di Psicologia
Agraria, ha un interesse particolare per la natura, «e perché sono convinto che bisogna provare a tenere tutte le porte aperte,
anche quelle delle forze armate,
ad esempio, dove ho visto che
alcuni concorsi richiedono la
laurea». In piazza San Marco ieri mattina una lezione introduttiva di tutte le ormai ex facoltà,
mezz'ora di durata ciascuna
non tanto per spiegare cosa si
offre, ma cosa (e come) si insegna. Medicina, Psicologia e Economia le più prenotate, ma le
aule (compresa l'aula magna)
sono rimaste piene per l'intera
mattinata: «Forse troppo, in alcuni casi non c'era posto» confessa Chiara, ultimo anno al
classico Machiavelli. Per lei
non cambia nulla, tanto ha già
scelto: «Voglio fare l'astrofisica,
ho un grande interesse per
l'astronomia e prediligo le materie scientifiche. Seguirò la
mia passione, senza lasciarmi
influenzare da prospettive lavorative più o meno rosee in altri
ambiti, tanto la crisi del lavoro
coinvolge tutti».
La rassegnazione che favorisce la passione, dunque. L'unico modo per non lasciarsi spaventare dalle sirene della crisi:
«R.inunciare all'Università è rinunciare a delle opportunità
- riflette il rettore Alberto Tesi, che ha voluto questa iniziativa fin dal suo insediamento
in piazza San Marco - I giovani appartengono a pieno titolo a quella cittadinanza consapevole, che sa bene che lo studio può amplificare le opportunità».
Gaetano Ce rvone
Pagina 2
In aumento i casi sotto i 50 anni
vere un ictus a 45
anni. A volte addirittura prima. Possibile, anzi accade sempre più spesso. Se.I
Sono 200 mila le vittime di ictus
ogni anno nel nostro Paese,
a cui si devono aggiungere circa
900 mila italiani che sono
sopravvissuti ail'ictus, ma ne
sopportano conseguenze
più o meno invalidanti . Si stima
che nel mondo ogni sei secondi
qualcuno sia colpito da questa
malattia , che nell '80 per cento
dei casi dipende da un trombo
che si stacca e va a occludere
un vaso cerebrale.
Il restante 20 per cento
dei casi di ictus è di natura
emorragica, cioè legato
alla rottura di un vaso.
Università di Firenze
condo i dati diffusi in occasione della campagna di sensibilizzazione contro l'ictus, promossa ad aprile dall'Associazione
per la Lotta all'Ictus Cerebrale
(A.L.LCe. Italia Onlus), ogni anno in Italia si verificano circa io
mila casi di ictus in persone
che hanno meno di 54 anni. Per
di più i casi fra i giovani adulti
sono in crescita: negli ultimi 20
anni la percentuale di pazienti
fra i 20 e i 54 anni è passata dal
13 al 19%o e l'ictus è la patologia
neurologica più diffusa dopo il
trauma cranico.
«I motivi sono molti - spiega Domenico Inzitari, neurologo del Dipartimento di Scienze
neurologiche e psichiatriche
dell'Università di Firenze e responsabile della Stroke Unit al
Policlinico Careggi -. Nei gio-
vani, ad esempio, gli ictus possono dipendere anche da traumi che alterano la struttura delle arterie carotidi o vertebrali:
l'arteria si "stira", l'endotelio (il
rivestimento interno dei vasi,
ndr) si scolla dalla parete e il vaso tende a chiudersi. Questo tipo di eventi è in aumento perché, oltre a essere una possibile
conseguenza di incidenti in auto o in moto, è cresciuto il numero di persone che si dedicano a sport estremi o ad attività
fisiche pesanti, come il windsurf o la canoa. A tutto questo
si aggiungono i fattori di rischio classici che, purtroppo, riguardano sempre più spesso i
giovani, per colpa di stili di vita
poco salutari».
Il fumo è uno dei pericoli
maggiori per le arterie cerebrali, così come l'alcol e tutte le
droghe d'abuso, dal l'hashish alla cocaina: dalla metà degli anni go agli anni 2000 l'uso di droghe è decuplicato, in parallelo
all'incremento delle giovani vittime di ictus.
«Fra gli under 54, inoltre, aggiunge Inzitari - per colpa
di sedentarietà e alimentazione
poco sana, sono in aumento anche i fattori di rischio tradizionali per l'ictus: ipertensione,
obesità, diabete, colesterolo alto. La pressione alta è il killer
numero uno: oggi sappiamo
che molecole in grado di alterare la funzione delle arterie sono
in circolo già prima che i valori
superino la soglia di i4o/go,
inoltre le piccole arterie cerebrali sono particolarmente sensibili e fragili di fronte alla pressione alta. Questo implica che è bene monitorare la pressione almeno a partire dai 4o anni e tenerla sotto controllo».
Secondo i neurologi l'8o% degli ictus si potrebbe evitare con
una buona prevenzione, i cui capisaldi sono movimento e dieta: l'inattività fisica accresce il
rischio cardiovascolare fino al
i5o%a, un'alimentazione troppo
Pagina 3
Le regole d'oro
Le Stroke Unit in Italia
L'8O%
21
degli ictus
2si potrebbe prevenire:
30//FII)
10119
19
/ï/ /
*W3
1//// 1//// 1////
1
mangiando4-5porzioni
di frutta e ve rdara ai giorno
FrenunoA. A
/
9/1
////i /////
01 e
/G/
1///// 1/////
Val
D'Aosta /%/e%///
0, 12/112/112/1
6 * oG/oio'/ili
H//'/%0
0/G>%/
Lombardia
Piemonte
///•
oli/
//,P
non consumando più di 5 grammi
di sale al giorno
Friuli li. G.
900*
í/ }
mangiando pesce 2-3 volte a settimana
li
bevendo non più di un bicchiere di vino
al giorno per le donne, due per gli uomini
'ì Veneto
/ /b
/
E Romagr,j /MG/G
/////
e
nando a passo svelto almeno
0 minuti al giorno
////i/o/i
Liguria
9/1 9/
Toscana
Ç
controllando periodicamente
la pressione, almeno dopo i 40 anni
r Abruzzo 1
0//r
Molise
f//
Lazio
3
(solo Roma)
1
3
pii/
9//r
Sardegna
Campania
Basilicata
3
Calabria
l.
Università di Firenze
i
..
AA.J.GD. C AM CX'fh.i!.
Pagina 4
UN RICERCATORE: Università di Firenze.
Nota: è indetta la selezione per la copertura di
un posto di ricercatore a tempo determinato di
tipologia a), a tempo pieno, gravanti su fondi
di propri della struttura secondo le modalita'
previste dal Regolamento in materia di Ricercatori a tempo determinato ai sensi dell'art. 24
della legge 30 dicembre 2010, n. 240, per il
Settore concorsuale 09/Cl Macchine e sistemi
per l'energia e l'ambiente - Settore scientifico
disciplinare Ing-Ind/09 Sistemi per l'energia e
l'ambiente presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale. L'attività di ricerca sarà svolta
nel campo delle fluidodinamica computazionale, dell'aeroelasticità e dell'aeroacustica applicata alle turbomacchine. Il ricercatore svolgerà attività didattica nell'ambito dei settori
scientifico disciplinari Ssd Ing-Ind/08,
ING-IND/09, pari a 350 ore. Dal giorno successivo a quello della pubblicazione del presente
avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
italiana decorre il termine di trenta giorni per
la presentazione delle domande da parte dei
candidati. Il bando integrale è pubblicato sul
Bollettino Ufficiale di Ateneo http://www.unifi.
it/CMpro-v-p-2593.html e sul sito internet di
Ateneo http://www.unifi.it/vp-8631-contratti-su-fondi-di-ateneo.html Dell'avvenuta pubblicazione dei bando è data informazione sui
siti internet dei Ministero dell'Istruzione, dell'
Università e della Ricerca e dell'Unione Europea.
Scadenza: 18 aprile.
Università di Firenze
Pagina 5
UN NUOVO
RINASCIMENTO
A TO KYO, il] 7 aprile, la ricerca
italiana mostrerà i tessuti 'a
lavatrice zero' e i sensori
elettronici per la rilevazione di
C02 nelle bottiglie di vino
sviluppati dal Cnr. Il robot DustBot
e il polpo automa Octopus
dell'Istituto di Biorobotica della
Scuola Superiore San 'Anna di
Pisa. Il robot bambino iCub e la
zampa idraulica del cane Hyq
dell'Istituto italiano di tecnologia.
0 i gioielli e i quadri al titanio del
Politecnico di Milano.
Nel capoluogo lombardo,
aspettando Expo 2015, al Salone
del mobile il design italiano tiene
alta la bandiera di una sapienza
antica. Ivrea, all'Interaction
design institute, ha visto la luce
Arduino: una scheda informatica
che, a raccontarla male, consente
di 'creare' oggetti, animare un
presepe o costruire un robot che
gioca a calcio. Gli smanettoni
dell'elettronica ci vanno a nozze, è
ammirato nel mondo.
IL LUSSO made inltaly, la moda o
la meccanica della packaging
valley-grazie a tecnici e
artigiani ancora inimitaticontinuano a produrre gioielli da
corsa sui mercati: siano calzature,
abiti o macchine per imbustare il
the. Risultati che, in un posto
normale, si ottengono anche
Altri atenei toscani
grazie al Sistema Paese. In Italia
spesso, non sempre, nonostante lo
Stato. Sono miracoli delfare che
la nebbia della crisi non deve far
dimenticare ma che non sono
sufficienti a consolare. Dietro le
grandi aziende ne marciano
piccole, e piccolissime, artigiani e
commercianti. A, fatica, con
grande sofferenza: di chi
intraprende, di chi lavora. Persone
con famiglia, mutui da pagare,
bollette da onorare e figli, da
crescere. Con dignità, se è
permesso. Non chiamiamolo paese
reale, siamo noi. Carne, sangue e
intelligenze che non meritano cifre
come queste: l'1% di Pil perso in
50 giorni di stallo politico. Oltre
4mila fallimenti da inizio 2013, il
38,7% dei giovani senza lavoro.
Ogni giorno la crisi scrive pagine
della nostra Spoon River. Gli
epitaffi si somigliano tutti. Accade
in un punto d'Europa dove per
pagare i fornitori lo Stato ha
addirittura bisogno di una legge.
Cosa rispondere al presidente di
Confindustria, Giorgio Squinzi, se
dice che abbiamo il diritto di non
vivere in un Paese così? Sulla
moneta italiana da un euro - la
più bella- c'è l'uomo vitruviano
di Leonardo da Vinci. E uno dei
simboli del Rinascimento. Ne
servirebbe uno nuovo. Arriverà?
Tutto il resto è politica.
Pagina 6
«A scuola a metà settembre, stop alle lidi»
L'idea vincente dell'Emilia: «Il calendario perpetuo dà certezze»
Pino D i tasio
BOLOGNA
CHISSA' P CHE' le altre regioni
e gli altri assessori all'istruzione
non imitano il suo esempio. A cominciare dalla Toscana e da Stella
Targetti. Il calendario scolastico
perpetuo, introdotto dall'assessore
Patrizio Bianchi in Emilia Romagna nel 2010 è il classico «uovo di
Colombo», l'idea tanto semplice
quanto geniale. La campanella nelle scuole emiliane suona ogni anno il 15 settembre (il giorno dopo
in caso sia domenica, come
quest'anno) e l'anno scolastico finisce sempre il 6 giugno. Nessuna
nuova delibera di giunta, nè discussioni o incontri con sindacati
e famiglie. «Abbiamo istituito il calendario perpetuo - rivela l'assessore Bianchi - proprio per porre fine
ai rito di ogni primavera di negoziare l'inizio dell'anno scolastico
con tanti soggetti. I sindacati chiedono un giorno, le famiglie un altro, le categorie economiche un altro ancora. La negoziazione continua faceva venir meno uno dei pilastri fondamentali della scuola: la
stabilità».
Quali sono i motivi deg li scontri sulle date della scuola?
«Ci sono due spinte fortissime e
contrarie: da una parte le famiglie
che vorrebbero che la scuola cominciasse prima possibile, in modo da avere i figli in un posto protetto. Dall'altra ci sono i docenti e
le scuole, che hanno bisogno di
due settimane per formare i collegi di classe. Siccome si comincia a
farli i primi di settembre, abbiamo
scelto il 15 come primo giorno utile. Ed è stato un bene per tutti».
to a tutta la comunità regionale
un'idea di unità».
pio?
ha spie ato alla sua
collega toscana.
perché è così im ortante
iorno di inizio c13 1e scuo-
«Conosco Stella Targetti, è una cara amica e so che il contesto toscano ha esigenze diverse. Si vede che
ha ascoltato le mamme più che le
categorie economiche. Per quanto
riguarda la scelta delle altre regioni, non so perché non decidano come l'Emilia. Ognuno ha le sue esigenze, anche se a mio avviso la stabilità è il bisogno primario per la scuola».
il
le.
«Non c'è nessuna altra data così
importante per il calendario biologico delle famiglie. Segna il ritorno alla normalità, la ripresa delle
abitudini. Oggi si va in vacanza in
mesi diversi, ci sono diverse religioni che convivono. La scuola è il
battito di una comunità, per questo è cruciale scegliere bene i
giorni di inizio e della fine
dell'anno scolastico. Per regolare il ritmo sociale».
Lei parla per es erienza,
visto che viene dal mondo
accademico...
«Sono stato rettore
dell'università di Ferrara dal 2004 al 2010,
oggi sono docente di
economia industriale in aspettativa. So
cosa significa dare
stabilità a un'istituzione come la scuola
ed evitare contrattazioni esasperate, a volte anche sul nulla».
Maperché le altre
reg ioni non seguono tl suo esem-
Patrizio
Bianchi
«Pri a bisognava contrattare
tutto tra te proteste. Una data
mito per te zone terremotate»
Non ha avuto p roteste o levate di scudi sul calendario?
«A parte qualche lamentela iniziale, la scelta ora è unanimente accettata. Le famiglie insistono ogni
tanto per cominciare prima, noi
abbiamo concesso la possibilità alle scuole materne di partire in anticipo. Le dirò che aver preso quella
decisione in piena emergenza terremoto, ha trasformato il 15 settembre in una data mito. Le scuole dovevano iniziare quel giorno
anche nelle zone colpite dal sisma.
E aver rispettato la scadenza ha da-
Mondo Universitario
Pagina 7
«Gli usi pratici? Imprevedibili. Sara un cambio di paradigma»
IL 3OSONE DI HIGGS
E QUELLE SCOPERTE
CHE OAMBIAN O LA VITA
Le rica dute della ricerca spiegate dal cap o del Cern
Ê stato assegnato sabato a Villa Erba
(Cernobbio) il Premio europeo per la Fisica
Edison-Volta indetto dalla Società europea di
fisica, il centro Volta e Edison per la scoperta
al Cern di Ginevra del bosone di Higgs. I
riconoscimenti sono andati a tre personaggi
chiave dei risultato: il direttore generale Ceni
Rolf-Dieter Heuer, il direttore per gli
di. ROLF-DIETER HEUER *
n giorno del 1850 William
Giadstone, Cancelliere dello
U Scacchiere della Regina Vittoria, in visita al laboratorio di Michael Faraday, l'immenso pioniere
dell'elettricità e del magnetismo,
non poté resistere, come spesso capita ai ministri delle Finanze di
ogni tempo, a porre la fatidica domanda: «Interessante, ma qual è il
suo uso pratico?». Faraday gli rispose con esemplare onestà e preveggenza: «Ai momento non saprei, sir, ma è assai probabile che
in futuro ci metterete una tassa sopra!».
Sarebbe impensabile oggi negare l'impatto decisivo che le grandi
rivoluzioni scientifiche occorse tra
la fine dell'Ottocento e gli inizi del
Novecento hanno prodotto sulla
nostra attuale qualità della vita, eppure, forse proprio perché siamo
circondati dalle straordinarie applicazioni tecnologiche di queste
rivoluzioni, la tendenza a considerare la ricerca di base come un lusso si riaffaccia ciclicamente nelle
convinzioni (e di conseguenza nelle azioni) dei policy makers.
Ma ogni tecnologia ha un periodo di crescita temporalmente limitato, che la porta inevitabilmente a
una saturazione, condannando
dapprima allo stallo e poi al declino una società che non ricerchi costantemente i cambiamenti di paradigma e l'innovazione. Per dirla
in maniera semplice: se siete capa-
Mondo Universitario
acceleratori Stephen Myers e Sergio Bertolucci,
direttore scientifico del Cern. Nell'articolo
scritto per il «Corriere» Heuer spiega il valore
che la scienza riveste per l'avanzamento della
conoscenza e per le applicazioni possibili dalla
medicina all'info atica: il web è stato
inventato al Cern.
ci a fabbricare candele, farete candele sempre più sofisticate, ma
non sarete mai in grado di concepire una lampadina elettrica. Tra la
candela e la lampadina c'è un cambiamento di paradigma, nel caso
specifico la teoria dell'elettromagnetismo.
Questa costante volontà di ampliare la comprensione delle leggi
della Natura è la ragion d'essere
dei Cern di Ginevra, il più grande
laboratorio mondiale di Fisica fondamentale e una delle più alte intuizioni di un'Europa che voleva
riemergere dal disastro della Seconda
Guerra attraverso un
cammino comune di
conoscenza. Nato
nel 1954, ospita una
comunità di più di
14.000 fisici, ingegneri e tecnici, che
costituiscono uno
straordinario ecosistema in cui ricerca
( RIPRODUZIONE RISERVATA
Il 2012 è stato un anno eccezionale: il 4 luglio, gli esperimenti Atlas e Cms hanno annunciato la scoperta di una particella le cui caratteristiche erano compatibili con il
bosone di Higgs, che per più di
quaranta anni è stato una sorta di
Sacro Graal per la fisica delle interazioni fondamentali. Quello che
rende questa particella così speciale è il fatto che essa è la prova regina dell'esistenza del meccanismo
che dà origine alla massa di tutte
le particelle elementari, un meccanismo che si è messo all'opera un
centesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang e che ha reso possibile la formazione dell'Universo e in ultima istanza di noi che
lo osserviamo.
Tornando alla domanda di Gladstone: ci cambierà la vita il bosone
di base, tecnologia e formazione
concorrono in maniera inscindibile alla realizzazione di questo scopo primario.
Il coraggilo
Specialmente nei momenti
di crisi economica
è necessario avere il coraggio
di investire in innovazione
Pagina 8
di Higgs? Sì e no. Anche se non possiamo al momento pensare a nessuna sua applicazione pratica, la storia ci ha insegnato che le grandi
scoperte hanno sempre generato,
dopo qualche tempo e in maniera
del tutto imprevedibile, fenomenali cambiamenti nella nostra società. Nel 1929, ad esempio, un geniale fisico inglese, P. A. M. Dirac, dedusse l'esistenza dell'antimateria,
che poi venne osservata sperimentalmente pochi anni dopo. Nessuno allora avrebbe potuto pensare a
un suo uso pratico e ancora oggi la
maggioranza delle persone pensano che l'antimateria sia solo un'invenzione della fantascienza, utilizzabile in romanzi come «Angeli e
Demoni», Eppure è proprio dell'antimateria che ci serviamo per la diagnosi dei tumori con la Pet, la tomografia a emissione di positroni.
I positroni, che sono l'antimateria
degli elettroni, sono passati nel giro di 5o anni da essere un concetto
astratto a una risorsa di uso comune! Tra l'altro, il primo prototipo di
questa tecnologia è stato realizzato
trent'anni fa proprio al Cern.
E anche senza aspettare tempi
lunghi, l'imprescindibile sinergia
tra scienza e tecnologia, così necessaria alla ricerca di base, è un motore costante dell'innovazione e produce risultati immediatamente
vantaggiosi per la società. L'esempio più clamoroso di ciò è l'invenzione al Cem nel 1989 del Web, che
oggi genera il 15% dell'economia
mondiale e che ha cambiato in maniera sostanziale il nostro modo di
vivere. Non meno importanti sono
gli sviluppi che il laboratorio ha dato alla superconduttività, ai rivelatori a stato solido per imaging, all'uso degli acceleratori di particelle
per la terapia dei tumori. Forse
non tutti sanno che a Pavia è in
funzione il Centro nazionale di
adroterapia oncologica - un acceleratore di protoni e ioni carbonio
anch'esso originato da un progetto
del Cern - che, assieme ad Heidelberg e nel prossimo futuro a Vienna, costituisce il più avanzato centro di radioterapia in Europa.
L'elenco delle storie di successo
potrebbe continuare a lungo, ma
quello che ci preme di più è ribadire che, specialmente nei momenti
di crisi economica, è necessario
avere il coraggio e la lucidità di in-
vestire in educazione, ricerca innovazione. Solo questo è lo strumento più efficace per superare in fretta e stabilmente la crisi e, nel lungo termine, è la maniera migliore
per sperare in un futuro sostenibile: le scoperte della scienza hanno
da sempre scandito e indirizzato la
storia dei popoli e non vi è alcun
ragionevole motivo per cui questa
stretta dipendenza possa oggi essere messa in discussione.
* Direttore generale del Cern
Le invenzioni
ll bosone di Higgs
li 4 luglio 2012 gli esperimenti
Atlas e Csm condotti dal Cern di
Ginevra hanno portato alla
scoperta di una particella le cui
caratteristiche sono compatibili
con il tosone di Higgs
f+ofo in r?to)
L'elemento base
li Web
Nel 1989 sempre al Cern è stato
inventato il Web: oggi genera il
15% dell'economia mondiale e
ha cambiato in modo sostanziale
il nostro modo di vivere
Le altre scoperte
Non meno importanti sono gli
sviluppi che il laboratorio ha
dato alla superconduttività, ai
rivelatori a stato solido per
imaging, all'uso degli
acceleratori di particelle per la
terapia dei tumori
Nel 1964 lo scienziato Peter
Higgs aveva ipotizzato
l'esistenza di un tosone che
dava massa a ogni cosa:
il bosone di Higgs è l'elemento
base, la sua esistenza permette
a tutte le altre particelle
fondamentali (dal protone
all'elettrone, agli altri bosoni) di
avere una massa. Senza il
tosone di Higgs la materia
sarebbe molto diversa da come
la conosciamo
Mondo Universitario
Pagina 9
Numeri Nato in Russia, insegna nel Connecticut. Ha inventato una nuova disciplina: la cliodinamica, ispirata ai libri di Asimov
Il matematico che vuole prevedere il futuro
La scommessa di Peter Turchin: estrarrei dati dal passato e disegnare l'evoluzione storica
bm, Ford. General che si pongono gli storici tra
Eleclric. Le grandi azien- dizionali - spiega Turchin
de con oltre 100 anni di vi- -, Per esempio: perché le cita possono programmare il lo vilizzazioni crollano? Ma poi
ro futuro usando una nuova usiamo la matematica invece
disciplina che sposa storia e del linguaggio. Quantifichiamatematica usando Internet e mo gli eventi, costruiamo mosoftware: la cliodinamica (da delli e li mettiamo alla prova
Clio, la musa greca della sto- su diversi periodi e situazioni,
ria).
per vedere se reggono».
Il guru di questo campo di
Lino schema ricorrente nelricerca è Peter Turchin, pro- la storia dei Paesi. secondo
fessore di matematica e di eco- Turchin, è quello dell'instabili
logia e biologia evolutiva alla tà sociale: si possono indiviUniversity of Connecticut, na
duare ondate di 100 annidi in
to in Russia nel 1957 da un dis
stabilità a eui si sovrappongo
sidente sovietico ed emigrato no cicli di 50 anni di violenza
negli Usa nel 1977. La rivista politica. L'ultimo ciclo di vio
americana W ired gli ha appe
lenza nel Novecento è stato
na dedicato un lungo articolo, quello degli Anni Settanta e il
I
paragonandolo al matemati
co Ilari Seldon, il protagonista dei romanzi di fantascienza di Isaac Asimov che usa la
«psico-storia» per prevedere
la caduta dell'Impero galattico.
L'idea della cliodinamica risale agli Anni Novanta, ma solo ora può pienamente essere
praticata grazie alla pubblicazione online di materiale storico prima inaccessibile. Consi
ste nell'usare modelli matematico statistici per analizza
re eventi del lontano passato
e trovare schemi che si ripetono, con i quali si può anticipa
re il futuro prossimo, «Partia
mo con le stesse domande
Mondo Universitario
prossimo, prevede Turchin,
avverrà attorno al 2020 negli
Stati Uniti. A far scattare un
ciclo di violenza, secondo le
sue analisi, è l'aumento della
diseguaglianza sociale che
monta per 50 anni, poi espio
de, stimola delle riforme e il
ciclo ricomincia. Non è una
legge ferrea, precisa lo studio
so, ma qualcosa di simile ai cicli biologici in cui preda e predatore - come il topo e la
donnola - sono legati:
«Quando i topi sono abbondanti, le donnole si riproducono da pazzi, così mangiano
quasi tutti i topi e finiscono
con il morire di fame; a que
sto punto i topi sopravvissuti
si riproducono da pazzi e il ci
clo si ripete».
Lo scienziato di network
Samuel Arbesman, membro
dell'Istituto per la scienza so
ciale quantitativa della Ilar-
vard Univc rsity, sottolinea
che i metodi di Turchin aprono la strada alla collaborazione fra umanisti, matematici
ed economisti, con possibili risvolti anche per il mondo degli affari.
Secondo Arbesman, infatti,
più importante dell'analisi dei
Big data - l'enorme quantità
di dati oggi reperibili su Internet - è quella dei Long data,
le informazioni storiche. Per
un'azienda significa concentrarsi non solo e non tanto sulle informazioni digitali di que
sto momento, ma guardare
anche al passato della sua attività e dei suoi rapporti con i
clienti. Un approccio con cui è
già d'accordo, per esempio. la
quasi centenaria impresa ame
ricana (specializzata nelle spedizioni postali) Pitney Bowes.
MARIA TERESA COMETTO
RIPRODUZIONE RISERVALA
Peter Turchin,
docente di
Matematica
all'University
of
Connecticut
Pagina 10
Il master della fondazione Politecnico di Milano
La scuola hi4ech
Insegnant i pront i a e - book
DI DUILIO Lui
tilizzare al meglio la
leva della tecnologia
in ambito didattico.
È l'obiettivo di Dol,
master universitario organizzato dalla
Fondazione Politecnico di Milano e rivolto
agli insegnanti
di ogni ordine
e grado (dalla
scuola dell'infanzia alle
superiori, di
istituti sia pubblici, che privati). Attualmente è in corso la
prima edizione
del master, ma
in realtà il per-
corso didattico si porta dietro l'esperienza maturata a
partire dal 1997 prima come
esperienza territoriale (circa
1.500 gli insegnanti coinvolti), quindi come corso online.
Per gli interessati c'è la possibilità di iscriversi alla seconda edizione a partire da
Mondo Universitario
luglio (il sito di riferimento
è: www.dol.polimi.it) con le
lezioni che prenderanno il
via a ottobre. Sono previste
anche delle borse di studio che dimezzano la retta
(nell'anno in corso ne sono
multimediali, dall'uso dei tablet fino all'editoria elettronica e agli e-book. L'offerta
formativa del Dol si articola
su più livelli: master di II livello (60 crediti, 1.500 ore)
biennale per gli insegnanti
in possesso di
una laurea vecchio ordinamento o specialistica/
magistrale nuovo ordinamento;
master di I livello
(60 crediti, 1.500
ore) biennale
per chi invece
è in possesso di
un diploma universitario o una
- --------
state erogate una trentina
per 60 iscritti). La materie
vanno dai contenuti digitali
a come si comunica in rete,
dal cloud computing al social learning, dai laboratori
audio-video ai principi di
grafica, dal linguaggio fotografico alle presentazioni
laurea vecchio
ordinamento,
laurea triennale
o laurea speciali----stica/magistrale nuovo ordinamento. C'è infine la possibilità di seguire un corso
di formazione permanente
(1.500 ore), biennale, per chi
ha il diploma di maturità.
Non serve aver conseguito
il master di I livello per accedere a quello di II livello.
Pagina 11
Sono aperte fino al 3 maggio le
iscrizioni alla nuova edizione del
master di I livello in fisioterapia
applicata allo sport dell'università
di Siena. Obiettivo del master è lo
sviluppo della fisioterapia in ambito sportivo, secondo i requisiti della
International federation of sports
physiotherapy per il riconoscimento del titolo di Sports physiotherapist, in corso di definizione e che
abiliterà alla pratica fisioterapica
nello sport nell'Ue. Il corso, che
scatterà a giugno 2013 e durerà
16 mesi, mira a approfondire gli
aspetti professionali, deontologici
e normativi specifici, l'organizzazione del mondo sportivo in Italia
e le sue articolazioni, gli elementi di neuropsicologia
e di psicologia correlati
con la prestazione
sportiva. Il corso prevede esercitazioni
sul «campo» per
valutare il gesto
sportivo e per elaborare la strategia
riabilitativa integrata con accesso a
strutture sportive e
con supervisione; si
svolgeranno inoltre
lezioni magistrali,
seminari, lavori in
piccolo gruppo, attività di ricerca bibliografica. Il bando è
disponibile online sul sito
http://www.unísi.itldídattícal
master-universitari. Per maggiori
informazioni, scrivere all'indirizzo
email: sportfisio<unisi.it.
Ai nastri di partenza gli executive master in Project management
Mondo Universitario
organizzati da Quec nelle sedi di
Firenze e di Bari. Nel capoluogo
toscano, l'inizio del master è
previsto per il 4 maggio, mentre
a Bari comincerà l'l ] maggio
2013. Scopo del master è quello
di fornire un metodo di lavoro
per progetti con obiettivi definiti, orizzonti temporali stabiliti
e risorse finanziarie limitate,
che rappresenta oggi una sfida costante all'interno di
organizzazioni pubbliche e private, business
oriented o non profit,
nell'ambito di tutti
i settori. Aziende di
grandi dimensioni,
ma anche in piecole e medie imprese, manifestano
sempre di più la
necessità di avere
al proprio interno
una buona organizzazione del lavoro.
Questa esigenza, legata ad una maggiore
flessibilità e velocità,
riduzione dei costi di
produzione e aumento
dei livelli di efficienza e di
efficacia, richiede la conoscenza
di un insieme di metodologie e
tecniche specifiche trasversali e di
confine tipiche del Project management. Per iscriversi e per avere
maggiori informazioni, consultare il sito web: www.quec.net.
Pagina 12
Scadono il 22 aprile 2013 i termini per iscriversi al master in
Ambiente, energia e qualità organizzato da Strategies Business
School di Bari. Il corso, che scatterà
il 29 aprile 2013 e terminerà nel
maggio 2014, intende formare la
figura del manager ambientale ed
energetico, un professionista che
trasforma i «problemi» ambiente
ed energia in risorse e vantaggio
competitivo per l'azienda. Il master
si rivolge a laureati e laureandi in
discipline economiche, scientifiche,
ingegneristiche ed umanistiche con
età massima di 32 anni. Sono ammessi anche manager e professionisti che vogliono specializzarsi
in questo settore che, grazie
alla formazione pluridisciplinare del corso
(patrocinato anche
da Legambiente), dà
vita alla figura del
manager ambientale ed energetico
che al termine del
percorso di master
avrà l'opportunità
di operare sia come dirigente sia come
consulente esterno, con
capacità di implementare
sia il sistema di gestione della
qualità Iso 9001 sia il sistema di
energy management. Per iscriversi
Mondo Universitario
e per aver maggiori informazioni
sul master, occorre consultare il
sito web: www.strategies-online.it
Fino al 29 aprile 2013 è possibile
iscriversi al corso di formazione
per giudici e professionisti tributari organizzato dalla facoltà di
Giurisprudenza dell'università
degli studi di Bologna. Il corso, che
durerà otto mesi a partire da giugno 2013, si propone l'obiettivo di
realizzare la formazione e l'aggiornamento dei professionisti tributari, quali giudici tributari, avvocati
tributaristi, dottori commercialisti, esperti contabili, funzionari
dell'amministrazione finanziaria,
militari della Guardia di finanza,
consulenti del lavoro, amministratori di società. L'aggiornamento e
l'approfondimento valorizzeranno, in particolare durante questa
edizione, temi sostanziali con
particolare attenzione al dato
giurisprudenziale, approfondendo
il tema della Fiscalità internazionale
i:
delle imprese. Il corso si rivolge a giudici tributari
in servizio presso le
commissioni tributarie, funzionari
dell'amministrazione finanziaria,
avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro
e amministratori
di società e, infine,
guardia di finanza.
Per iscriversi al corso
e per avere maggiori
informazioni, consultare
il sito web: www.unibo.it
a cura di Filippo Grossi
Pagina 13
Il gruppo Volkswagen
a caccia di neolaureati
Ogni anno il gruppo Volkswagen assume circa 10
mila neolaureati e più
di 3.500 tirocinanti. Ci
sono diverse possibilità di ingresso in azienda, tra cui i programmi
di formazione StartUp
Direct e StartUp Cross,
il programma per dottorandi, l'assunzione diretta per figure con più
di tre anni di esperienza
e inoltre stage, progetti di
studio e tesi di laurea. «Alla
Volkswagen», afferma Horst
Neumann , membro del consiglio di amministrazione
per le hr del gruppo , « lavoratori e tecnici qualificati, manager e rappresentanze sindacali formano un
team forte . Le nostre auto generano entusiasmo nei
clienti . Offriamo ai nostri collaboratori », prosegue
Neumann, «una formazione di prim 'ordine e diverse
possibilità di crescita. Ogni impiegato ha la certezza
che buone performance e il raggiungimento degli
obiettivi alla Volkswagen pagano ». Secondo un sondaggio condotto dalla rivista Focus in collaborazione
con Xing, social network per il business e la carriera,
risulta che la Volkswagen è il datore di lavoro più
ambito in Germania. L'indagine ha coinvolto circa 13
mila lavoratori operanti in 17 settori . Inizialmente
sono state considerate 820 aziende con 1 .000 o più
collaboratori. Attraverso il social network Xing, gli
intervistatori hanno sottoposto un questionario ai
dipendenti riguardo all'esperienza con i propri datori di lavoro. Nella seconda fase , 6.300 impiegati
operanti in 17 settori hanno espresso la valutazione
sulle aziende nelle quali lavorano. Dopo questa fase
sono rimaste in gioco 3 79 aziende e la Volkswagen
ha conquistato il primo posto non solo nel settore
automotive , ma nella classifica generale . Per candidarsi , basta collegarsi al sito www.volkswagengroup.
it, sezione Lavora con noi, costantemente aggiornata con le posizioni aperte , dove è possibile inserire
il curriculum nell 'apposito forni.
Mondo Universitario
Pagina 14
r1
IU'Ltì
G ite, effetto crisi:
du e stude nti
s u tre c o stretti
.
a r i nun ci are
Neanche uno studente su tre parteciperà quest' anno alle gite scolastiche che iniziano con l'arrivo della
bella stagione . È quanto afferma la
Coldiretti nel sottolineare che la crisi ha colpito anche il turismo scolastico con un taglio delle partenze,
la scelta di mete più vicine e il minor tempo di permanenza.
Per effetto delle difficoltà economiche delle famiglie e dellariduzione dei fondi per la scuola si stima
che quest'anno - sottolinea la
Coldiretti - ci sarà un calo di almeno il 20 per cento rispetto ai 930mila studenti delle scuole superiori
che nell'anno scolastico 2011/2012
hanno partecipato a una gita scolastica, secondo le cifre dell' osserva-
(Molte
famiglie
chiedono
di eliminare
i Viaggi :
spese
onerose
torio sul turismo
scolastico del
Touring Club Itallano. In molti
casi, continua la
Coldiretti, sono
gli stessi genitori
a chiedere di eliminare le uscite
extrascolastiche
durante l'anno
per contenere le
spese ma anche
per evitare discriminazioni tra i
ragazzi che non
possono più permettersi di partecipare. Ma una vera scure, precisa la
Coldiretti, è rappresentata da una
crescente indisponibilità dei docenti che non rivedono più riconosciuta l 'indennità di missione nonostante debbano caricarsi di una
pesante responsabilità, come dimostrano i ripetuti e gravi episodi
di cronaca.
Il risultato non è solo la drastica
riduzione dei viaggi ma, sostiene la
Coldiretti, anche un radicale cambiamento delle destinazioni che
privilegiano in misura crescente le
escursioni mordi e fuggi in giornata. Per tagliare i costi nella stragrande maggioranza dei casi si dice addio alla pizzeria o al ristorante e si
ritorna praticamente ovunque al
pranzo al sacco spesso preparato
direttamente dalla scuola o a casa
dai genitori.
(t> RlPRC1f)I 17K)NF RI.^iFRVATA
Mondo Universitario
Pagina 15
L'iniziativa promossa dall'Unione Industriali
Dottori ed esperti della Clinica Mediterranea incontrano
gli studenti dell'istituto di istruzione superiore «Giancarlo Siani»
Medicina e tecnologie, la sfida dell'innovazione
Carmela Maietta
Appare subito chiaro che la sanità è
un mondo molto complesso dove devono lavorare a stretto contatto diverse professionalità, comprese quelle
che non sembrano avere alcun collegamento con la medicina. E, infatti,
al secondo incontro con gli studenti
dell'istituto Siani di Napoli, nell'ambito del progetto di orientamento al
lavoro "Studiare l'impresa, l'impresa di studiare" gli esponenti della Clinica Mediterranea a cui la scuola è
collegata per l'iniziativa, appunto, di
orientamento, fanno salire in cattedraperprima un ingegnere, Giovanna Ravallese, che si occupa dei sistemi di qualità, e cioè dell'insieme
"delle proprietà e delle caratteristiche di una entità che conferiscono
ad essa la capacità di soddisfare determinate esigenze" e, quindi, di garantire una serie di competenze. Perché va da sé, ricorda Alessandra Belluccio, responsabile dell'organizzazione delle risorse umane, in tutti i
settori occorre procedere in assoluta
sicurezza.
Una condizione indispensabile
nella sanità. E chi può saperlo meglio di un anestesista, questo "sconosciuto" di cui
non si parla mai
molto ma la cui
professionalità
ha un ruolo importantissimo
nella sanità? Cominciamo subito
a puntualizzare
che siamo di fronte ad un'alta spex
cializzazione per
cui chi fosse abiMotivazioni tuato
alle approsalla base
simazioni farebdelle scelte be bene a starsee attenzione ne alla larga. E'
questalapremesai percorsi
sa fatta con molta
più richiesti
decisione da Giudal mercato seppe Cangiano
che aggiunge un
altro ingrediente
indispensabile: la
capacità di lavorare in equipe per cui
chi è affetto da forte individualismo
dovrebbe orientare altrove i propri
obiettivi.
Mondo Universitario
E se lo immaginiamo sempre in
sala operatoria ad addormentare i
pazienti sottoposti a interventi chirurgici facciamo un bel taglio alle
sue mansioni perché oltre a occuparsi di anestesia è competente anche
per altre problematiche come quelle, di straordinaria importanza, come la rianimazione e la terapia del
dolore. In pratica, si fa rilevare , gestisce il paziente, specie quello complesso con problemi diversi, deve
controllare e mantenere stabili i parametri vitali dell'operato. E pare
che stia diventando anche merce rara: mancano dappertutto , soprattutto nel Sud Italia, compresala Campania. Ma questo, si evidenzia, non è
un motivo sufficiente a orientare le
proprie scelte sulla specializzazione
in anestesia nella speranza di trovare subito un sistemazione . Inutile
pensarci se non c ' è una forte motivazione e se non si è disposti a un lavoro continuo di aggiornamento. Si
pensi soltanto all'utilizzo di sofisticati strumenti di monitoraggio che richiedono una perfetta conoscenza e
padronanza.
Ci sono molte cose da scoprire anche sulla professione infermieristica
che oggi prevede una formazione
universitaria. Chi pensa all'infermiere come a quella figura che si aggira
perle corsie distribuendo pillole e facendo iniezioni è lontano anni luce
dalla realtà. Raffaele Orefice ricorda
che è una professione vera e propria
che si acquisisce dopo aver portato a
termine un corso di laurea in scienze
infermieristiche . E che ha bisogno di
una elemento caratteriale fondamentale: la capacità di relazionarsi
con gli altri, di creare una empatia
con Ie persone con le quali viene a
contatto e che, non va dimenticato,
sono pazienti preoccupati perla loro
salute se non spaventati e che hanno, naturalmente, bisogno di avere
fiducia.
Pagina 16
ALL' UNIVERSITA ONLINE
RICCARDO STAGLIANÒ
insegnante si chiama Pat Pattison, ha ricci brizzolati e
occhi acquosi blufiordafiso.Indossaun chiodo nero con
sotto una maglietta dello stesso colore. L'unica cosa che
non ho capito, pur avendolo osservato attentamente per
sei settimane, è se sia alto oppure no. Latelecameral'ha
sempre inquadrato dal busto in su. Si perché il corso di
composizione (di canzoni) al Berklee College of Music di Boston l'ho seguito onfine. Perla maggior parte da Roma, un po' inviaggio tra Illinois e
Wisconsin, quindi daAlcamo in Sicilia per finire con Nicosia, a Cipro. Se
anche avessi visto in faccia i miei compagni di classe non me li sarei mai
ricordati: la prosopagnosia non c'entra, è che erano oltre sessantamila.
Nomadismo evirtualitànon sembrano avernuociuto all'apprendimento. Benvenutinelfantastico mondo deiMooc, iMass iveopen onlinecourses, dove un prof da solo fronteggia a distanza eserciti sconfinati di studenti d'ogni nazionalità.
Per alcuni pedagoghi questa evoluzione quantitativa è l'inizio dellafine: si perde il rapporto individuale con l'insegnante e non c'è alcun contatto umano con gli altri allievi. Per altri, invece, è questa l'utopia realizzatadell'istruzione superiore finalmente democratica.Apatto che abbia
una connessione a Intemet, il proverbiale ragazzino africano potrà fre-
quentare non tanto la voluttuaria Harvard della musica a cui chi scrive si
e iscritto, ma ben più cruciali insegnamenti che altrimenti gli sarebbero
statipreclusi.I centomil a iscritti al corso di "linguaggio macchina" diAndrew Ng («Ci avrei plesso duecentocinquanta anni a raggiungerne altrettanti dal vivo») ne sono una riprova. Docente di informatica a
Stanford è anche Daphne Koller, che con lui ha fondato giusto un anno
fa Coursera, il consorzio che ha convinto atenei prestigiosi (e carissimi)
corale Columbia, Princeton e decine di altri a offrire gratis e onfine oltre
370 corsi. E che ha già superato la soglia dei 3,2 milioni di iscritti, ovvero
quasi il doppio dell'intera popolazione universitaria italiana.
I corsi via Intemet sono tutto meno che una novità. Nel'98la UniversityofPhoenix,inArizona,fuunadellepionierecon(allora)tremilaiscritti. Adulti, perlopiù, che di giorno lavoravano. Ma tra la vecchia idea e la
nuova esecuzione c'è uno scarto significativo che spiega il successo di
Coursera.
Ecco, in breve, come funziona. Per prima cosa vi iscrivete, con email e
password, e scegliete un corso. (In paio di settimane prima dell'inizio vi
arrivano i materiali in digitale, comprese eventuali dispense dell'insegnante. Il programma è diviso in settimane. Le videolezioni, generalmente ininglese (ma anche in altre lingue, compreso un corso sullameccanica quantistica in italiano), durano sui 10-15 minuti. Per fissarli meglio, i concetti chiave vengono "scritti" sul video. E per essere sicuri che
non vi perdiate alcuno snodo fondamentale, la spiegazione viene più
volte interrotta e non procede se primanonrispondete correttamente ad
altrettanti quiz a risposta multipla. Sembra una stupidaggine, è un colpo di genio. Cornei riassuntini alla fine di ogni capitolo nellamigliore tradizione della manualistica americana.
Dopo lavideolezione c'è da dimostrare che è davvero tutto chiaro. Le
prove a risposta multipla sono corrette da un software che vi dà subito i
risultati. Il problema più grosso riguardava i test a risposta aperta: chi
avrebbepotuto correggere, gratis, diecimilao centomila compiti?«Lasoluzione che abbiamo trovato» spiegava la professoressa Koller al Ted di
Edinburgo, «è quella di farli correggere agli studenti stessi. E, per quanto
sembri ardito, funziona. Da nostri studi, statisticamente, la media delle
valutazioni di cinque o più "pari " risultaaddiritturapiù affidabile di quella di un singolo professore, magari stanco o di cattivo umore». Prima di
smettere di leggere inorriditi, pensate a Wikipedia. Chi avrebbe mai potuto credere che un'enciclopedia autogestita, dove ognuno può dire la
sua, avrebbe di fatto raggiunto (tre errori per voce contro quattro) l'autorevolezza della Enciclopedia Britannica?
Quindi gli altri correggono teetucorreggiglialtri. Senonlofai,peregoisrno o mancanza di tempo, ti decurtano ilventi per cento deivoti che hai
preso. E sebbene pochissimi corsi diano per il momento crediti per una
laurea, un attestato finale con un punteggio alto, magari da Stanford, vi
Mondo Universitario
Pagina 17
fa fare la vostra bella figura. Per chi ha dubbi e vuole interagire con gli altri studenti, può farlo nel forum: considerati i vari fusi e la vastità delle
classi, non dovrete attendere molto per una risposta.
Cosa ci guadagniamo noi studenti è chiaro, maloro, le università? Perché dare gratis una fetta della torta che a cose normali fanno pagare varie decine di migliaia di dollari l'anno? «Da gennaio abbiamo inaugurato un canone, da 30 a 100 dollari, per ricevere un attestato finale che verifichi l'identità dello studente. Un micropagamento che, moltiplicato
per i nostri numeri, può diventare macro. Altri soldi li facciamo lasciando consultare il database degli allievi a potenziali datori di lavoro. Inoltre - è sempre la Koller a parlare - per le università è un investimento
sull'immagine».
Nell'ultima settimana di lezioni ricevo una email da Pat che, prima di
diventare una autorità del songwriting aveva studiato filosofia e insegnato logica: «Il corso di Coursera volge al termine, ma se volete continuare onfine al ßerklee College avete diritto a uno sconto di 300 dollari».
Su una retta da 1200-1400. Gli antipasti servono a mettere appetito. E alto o basso che sia, quando parla di prosodia o di rime, di strofe o ritornelli, di stabilità o instabilità dei versi, spiega alla grande. L'anno prossimo
date un'occhiata ai crediti di Sanremo. Semi vedrete apparire, saprete
sin da ora chi dovrò ringraziare.
® RIPRODUZIONE RISERVATA
Mondo Universitario
Pagina 18
...
30
....
'. ,
. . ..
..
cr . i .
,
.,
,
,.
,, ,
.,
.
_..
.
. .
.,
.
,..
UJaiCSE.Ci
.
..
...
..
k
..
....
:.... ..
,.,
.
.
_.
,
.
",
cF
.
1
T
5
.
:
..
,.
.
1
1
LI
e
----
.
:.
KHAN
,
.
..
kw
'.
.,
.
.
_
,.._ . .
Mondo Universitario
.
..
.
.
.
-
mama
,
-
Pagina 19
Anche Putin è un copione
fatesi di laurea in Economia
imbarazza il Cremlino
Moltepagineripresedu uno studio Usci. Ma lui tace
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
NICOLA LOMBARDOZZI
MOSCA - C'è caduto pure lui.
Perfino Vladimir Putin, uomo più
potente di Russia, avrebbe ceduto
alla tentazione di saccheggiare testi scientifici altrui pur di coronare
il proprio curriculum con un prestigioso titolo di dottore. Nel suo
caso,inEconomia. Chepoiè, come
è noto, il suo punto debole personale. La materia sulla quale viene
più contestato e che gli piacerebbe
invece padroneggiare con assoluta sicurezza.
Le indiscrezioni circolano da
tempo. Da anni autorevoli studio-
si americani hanno scoperto il lavoro di copiatura dello studente
Putin. Il problema è che adesso il
premier russo Dmitrj Medvedev
ha cominciato una clamorosa crociata contro i plagi e i titoli falsi, vera piaga del sistema russo della
Pubblica Istruzione. E tutte le
commissioni in cari cate di far pulizia si sono scontrate con il clamoroso, e an che un po' ingenuo, errore giovanile del Presidente. Cosa
fare? Interrompere la crociata anti
copioni? 0 colpire tutti gli altri
tranne Lui? L'imbarazzo è evidente. E intanto lanotiziariprende agi rare: ieri il tedesco Der Spiegel ha
paragonato Putin al ministro Guttenberg costretto alle dimissioni
nel 2011 perun'an alogavergogna.
Mondo Universitario
Il Cremlino tace. Gli esperti incaricati del repulisti farfugliano frettolosi "no comment".
Vladimir Putin ha tre lauree. La
prima è in Diritto Internazionale,
conseguita nel 1975 nella sovietica
Leningrado. Un' altraè dipochi anni dopo ed è rilasciata dall'Università del Kgb dove frattan to si era arruolato. Non si sa neanche in quale materia. I servizi segreti hanno
cambiato sigla (adesso si chiamano Fsb) mamantenuto l'inaccessibilità dei propri archivi.
La terza laurea è quella dello
scandalo, an corarepresso: un master in Economia presso la prestigiosa Università Mineraria di San
Pietroburgo, conseguita nel 1996
quando aveva appena cominciato
la sua scalata al potere. La sua dissertazione si intitolava " La progettazione strategica delle risorse regionalisotto laformazionedei rapporti del mercato". Ed è stata digitalizzata e inserita nel data base
dellaBibliotecapubblicaNazionale russa. Particolare chehaconsentito a chiunque ne avesse voglia, di
verificarne l'autenticità. Il primo a
fiutare l'imbroglio fu uno studioso
del Brookings Institute di Washington che scoprì come interi
capoversi, per il 60 per cento delle
218 pagine, e almeno sei diagrammi, fossero stati presi pari pari da
sta di "copioni" e ci mette dentro
oltre aPutin, il suo fedele presidente-dittatore della Cecenia Ramazan Kadyrov, il neo ministro della
Difesa e perfino il ministro della
Cultura. I tre proclamano sdeMa le "cagnati la loro innocenza e la loro
purezza scientifica. Putin conlunnie" di
un'istitutinua aignorare le voci. L'economista Konstantin Sonin
zione amespiega il silenzio con un pizricana non
meritano alcuna
zico di impudenza: « Ilpotere di Putin non è certo fonreazione ufficiale e
Putin si è sempre
dato sulle sue modeste
nozioni di economia. Se
guardato bene dalvenisse fuori che ha col'affrontare l'argomento.
piato tutto, la sua reputa Adesso però le
zione
cose si mettono male. Il purista
r i Medvedev, nell'ansia di riportam arre ordine nel mondo accademico
rebbela
russo, ha incaricato uno specialistessa».
sta nella caccia ai plagi come il fisico Andrej Rostovstev, ordinario
di fisica delle particelle elementaRIPRODUZIONE RISERVATA
ri e inventore di un software che
scovai copioni in tutti gli archivi
del mondo. E, arrivato a Putin,
tutto si è impantanato. Intanto
un sito di intellettuali come
Slon (Elefante) pubblicaunaliun manuale di
economia americano tradotto
in russo nel'94
dall'Accademia del Kgb.
Pagina 20
I TITOLI DI STUDIO
Vladimir Putin ha tre
lauree: una in diritto
internazionale presa
nel 1975 a Leningrado,
un'altra all'università
del Kgb e un master
in Economia del 1996
a San Pietroburgo
LO SCANDALO
Uno studioso del
Brookings Institute di
Washington ha scoperto
che intere parti della tesi
di laurea in Economia
di Putin sono copiate da
un manuale americano
tradotto in russo nel '94
LA CACCIA Al PLAGI
I l premier Medvedev ha
dato il via a una crociata
contro i plagi e i titoli di
studio falsi, una piaga
del mondo accademico
E le commissioni a
caccia di copioni si sono
imbattute anche in Putin
L1NCHIESTA
II caso della tesi di Putin
ieri è finito sul tedesco
DerSpiegel che ha
paragonato il presidente
russo al ministro
Guttenberg, costretto
alle dimissioni nel 2011
per aver copiato
PRESIDENTE
Vladimir Putin, 61 anni,
ex primo ministro,
i 14 marzo 2012 è stato
rieletto per la terza
volta presidente
della Russia
Mondo Universitario
Pagina 21
La scelta dei gesuiti del Boston college di vietare la distribuzione di preservativi accende le polemiche
Negli Usa sono sempre più i luoghi dove l'educazione sessuale è a rischio : e la preoccupazione cresce
ñiversità
Bigotti contro liberai
nei campus americani
è battaglia sui condom
DAL NOSTRO INVIATO
MASSIMOVINCENZI
NEW YORK
ella bacheca del Boston college, tutto
stropicciato, è appeso il foglio con le
raccomandazioni
agli studenti, ai quali si consiglia
«di tenere una condotta all'insegna del rispetto della persona e
conforme agli insegnamenti
della fede cattolica». Nelle pagine online delle associazioni universitarie più conservatrici appaiono riferimenti espliciti all'astinenza corale «valore irrinunciabile». Fuori, nel campus,
sul marciapiede di College Road
all'angolo con McElroy Building, come tutti ivenerdì trale 10
ele2 del pomeriggio, iragazzidel
BC Students for Sexual Health
sono al lavoro distribuendo preservativi colorati e opuscoli di
educazione sessuale «perché è
giusto essere consapevoli delle
scelte che si fanno».
La frattura è quasi fisica e ora
viene alla luce dopo anni di lotta
sotterranea. Le autorità dell'università hanno infatti spedito una
lettera ufficiale con cui invitano il
gruppo a sospendere l'attività
«non in linea con i principi della
religione e dellatradizione» e poi
ancora con tono a metà tra il paternalista e il minaccioso: «Ci
rendiamo conto che non volevate violare lanostra politica, ma se
non fermate subito lavostra atti-
Mondo Universitario
vità saremo costretti a prendere
provvedimenti disciplinari». Per
fine mese è fissata una riunione
per discutere dell'argomento,
rana il valore simbolico di quelle
poche parole accende lapolemica che rimbalza su televisioni e
giornali, sino alla prima pagina
delNew York Times.
Il contagio non è solo mediatice. Altri istituti si schierano a favore della lettera "censoria", le
adesioni sono tante, come osserva preoccupato il Boston Globe:
Notre Dame, Georgetown, University of Dayton, Catholic University of America, altri due atenei nel Massachussets: «Da noi
queste iniziative non sono previste ma se i nostri studenti decidessero di fare una cosa simile
verrebbero immediatamente
puniti. Non permetteremo mai
che vengano distribuiti preservativi», dicono i vari portavoce.
Soffiaunvento strano, osservano
alcuni analisti. Il Daily racconta
che nelle superiori di New York è
tornata in vigore con forza una
vecchia regola che sembrava finita in disuso: nelle scuole pubbliche che sono ospitate in edifici di proprietà della chiesa sono
vietati i corsi di educazione sessuale. Alcuni professori si arrendono eli eliminano dalprogramma, altri con buonavolontà spostano glialunniperportare avanti l'insegnamento. Ma questo tipo di programmi sono a rischio
anche in molti Stati come North
Dakota, Texas e Arkansas, casualmente gli stessi governi locali che hanno o stanno per varare leggi molto più restrittive
sull'aborto. Tanto da spingere
la rivista TheNation afare un'inchiesta dal titolo: «Dove non è sicuro essere donna».
In questo campo si gioca la
partita di Boston, con milioni di
spettatori interessati sulle tribune. Il BC Students for Sexual
Health nasce nel 2009 con un referendum che ha ottenuto il 90%
dei consensi. L'obiettivo dell'organizzazione è semplice: distribuire preservativi, piazzarli nei
dormitori sia maschili che femminili e creare una sorta di consultori dove i ragazzi possano
trovare informazioni su tutto
quello che riguarda il sesso e la
prevenzione delle malattie correlate, Aids in testa. E poi discussioni online e, una volta al
mese, dibattiti pubblici sugli
stessi argomenti.
Lizzie Jekanowski ne è la leader: «Sapevamo da tempo che la
nostra azione dava fastidio alle
autorità e agli altri gruppi di studenti ma non ci aspettavamo che
si arrivasse a questo punto. Mi
chiedo: perché succede ora? Noi
comunque non cambiamo idea,
la grande maggioranza degli studenti di questo college è con noi.
Vogliamo aiutare e aiutarci ad essere più informati per non commettere errori che possono co-
stare cani». Epoi, conastuzia, cerca il cortocircuito: «Essere cattolici vuol dire prendersi cura del
prossimo ed è esattamente quello che facciamo».
Ma la risposta che arriva dal
college con un'e-mail (pubblicata dal New York Times) non sembra lasciare aperti spiragli per il
dialogo: «Come università cattolica ci siamo impegnati ad avere
una rettitudine morale e le nostre
regole di vita non prevedono assolutamente la distribuzione di
preservativi». E le associazioni
più radicali degli studenti scrivono sui blog: «Non siamo bestie. Non vogliamo essere trattati come tali, siamo uomini e donne razionali con una fede e sappiamo controllare le nostre passioni. Lasciare migliaia di preservativi nei dormitori non è fare
dellaprevenzione sanitariamaè
mettere certe idee in testa ai ragazzi». Due anni fa i gruppi rivali quasi si scontrarono fisicamente quando gli ultracattolici
misero in scenauna distribuzione farsa di filo interdentale.
Pagina 22
A fianco del BC Students for
Sexual Health si schierano ora
molte organizzazioni legali per i
diritti civili: «Le autorità scolastiche non possono comportarsi in
questo modo, violano la nostra
Costituzione. Non hanno il diritto di imporre in questo modo il
loro credo: la libertà degli individui è inviolabile».Ai giornali arrivano e-mail e lettere a sostegno
dei ragazzi di Boston, mala chiesa della città ha invece fatto sapere di essere «assolutamente d'accordo con il divieto».
Tutti sordi alla logica di Lizzie,
che sconsolata si limita a rivelare
la più evidente delle verità: «Gli
studenti facevano, fanno e faranno sesso anche senza il nostro
gruppo in attività. Se il sabato sera dopo il bar non trovano i preservativi, mica si fermano o cambiano idea: lo fanno senza».
I BRACCIALETTI
Molte scuole e università
vietano il bracciale contro
il tumore al seno: lo slogan
"I love boobies" (amo le
tette) sarebbe volgare
LE SCARPE
In alcune scuole é vietato
usare le proprie calzature
per evitare cadute e
sporcizia. Sono fornite
scarpe asti-infortuni
LA MUSICA
Ci sono istituti dove
è proibito ascoltare
musica rock perché
non favorirebbe
l'apprendimento
LA BICICLETTA
In molte università
è vietato usare la propria
bici se non è stata
prima identificata
e fornita di codice
LE BOTTIGLIE
L'università del Vermont
vieta la vendita di acqua
in bottiglia su richiesta
degli studenti, attenti
all'ecologia
Mondo Universitario
Pagina 23
s/6
Mondo Universitario
Pagina 24
ROBOTMEWS
di Francesca Tariss!
e
e ev®e' e
1ù
e
ior
E' considerato uno dei piùgrandi droni al mondo egli
obiettivi per il suo impiego sono a dir poco ambiziosi.
Realizzato circa treanni fa dallaBoeing, PhantomEyeè un
velivolo a idrogeno liquido senza pilota a bordo destinato
alla sorveglianza dei cieli in caso di disastro o ricerca ed
anche afungere da hub aereo perle comunicazioni. Ha
un'apertura alare di 45, 72 metri, un peso aldecollo di oltre4
tonnellate e due motori a quattro
cilindri da 150 cavalli ciascuno.
. Nelle intenzioni degli
sviluppatori dovrà essere in grado
di restare in aria per cinque giorn i
ad un'altezza superiore ai 18mila
metri. Nel secondo test, eseguito lo
scorso febbraio presso la Edwardsl
AirForceBase in California, il
giganteè però riuscito a volarea quota 2400 metri solo per
un'oraeseiminuti. Un risultato chesuonadeludente.
www.boeing com/storieslvideoslvid 08
phantom_eye.html
([email protected]
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Mondo Universitario
Pagina 25
C L'INNOVAZIONE l
li
La carica dei consigli al fe
e dorme nei Cda entro tre
ENTRA IN VIGORE LA LEGGE SULLA "RISERVA
DI GENERE" DI UN QUINTO DEI CONSIGLIERI
D'AMMINISTRAZIONE E DEI SINDACI NELLE
SOCIETÀ QUOTATE E IN QUELLE PUBBLICHE
ENTRO IL 2013: E NEL2015 SARA UN TERZO
Valeria
Falce,
docente
di dirittodell'economia
all'Università
Europea
di Roma
per arrivare aunterzo. Un totale di 820 consiglieri rosa donna in arrivo, cui se ne aggiungeranno
269 sindaci controllori. In totale oltre mille rappresentanti "rosa" entro tre anni.
Nonèfinita:laleggesiestende allagalassiadelle 7000 società partecipate dallo Stato e dagli enti locali. In totale, entro pochi anni saranno oltre
lOmila le donne chiamate a rivestire la carica di
consiglieri e sindaci. «Ciò porterà una ventata di
Mondo Universitario
0
ricambio, modernizzazione e verosimilmente
ringiovanimento degli organi di vertice sociali»,
spiega Valeria Falce, docente di Diritto dell'economiaall'UniversitàEuropeadiRoma emembro
del comitato scientifico del-progetto "Quote di
Salvatore Giuffrida
Roma
na rivoluzione percorre il mondo
delle società quotate che in questo mese celebrano le loro assemblee e i
rinnovi dei consigli d'amministrazione:
nella composizione dei board e dei collegi sindacali, un quinto dei membri deve
essere donna. Lo dispone lalegge 120 del
2011 con scadenza appunto 2013. Nel
2015 poi la stessa legge dispone-che la
"quota di genere" dovrà arrivare aunterzo. Visto che oggi non più dell'11%D degli
amministratori e del 9% dei controllori è
disesso femminile, peradeguarsiallaprimascadenza, quelladiquest'ánno, mancano 469 donne consigliere, e altre 351
0
genere e società di capitali". «E' un corso di alta formazione che intende aggiornare imanager sulle recenti innova=
zioni in tema di corporate governante.
Fra queste, oltre allalegge delle quote riservate al genere meno rappresentato,
particolare attenzione merita un'altra
disposizione, stavoltacontenutanel decreto Salva Italia di fine 201 l. Anch'essa
è dapoco entrata in vigore: dispone che
chi riveste un incarico apicale in un'impresa del settore finanziario non può
occupare una posizione analoga in una
società concorrente. Una norma che
contribuisce anch'essa alla modernizzazione degli organi sociali, destinata a
determinare un profondo cambiamento nel management del settore».
Tutto questo mix di norme, ognuna
delle quali prevede pesanti sanzioni in caso di
non osservanza a partire dalla decadenza dei
consigli istituiti in spregio alle nuove disposizioni, risponde agli standard comunitari di tutela
della concorrenza oltre che-"di genere". Il corso
dell'Università Europea di Roma è frutto della
cooperazione conlaLuiss, laFondazione Bellisario e la Fondazione Visentini.
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 26
arlo Ugdulena
e il nuovo
amministrator
e delegato e
direttore
generale di CezanneHr,
azienda attiva nelle
U
N
soluzioni softwareonline
perla gestione delle
risorse umane. Bolognese,
Sibilla Di Palma 47anni, laureato in
economia, il manager
conta oltre25 annidi
esperienza nei settori
dell'Information
technology e delle risorse umane.
P LTRO E
IN GI^CO
Estato invece rinnovato il mandato triennale
2013-2016a VrgilioBaresi perla presidenza
dell'Istituto nazionale revisori legali. Bresciano,
73 anni, Baresi è stato in precedenza presidente
nazionale dei consulenti del lavoro esegretarió
generale dell'Istituto nazionale revisori legali.
BnpParibasInvestmentPartners annunciala
nomina di MatthieuDavid come-nuovo
responsabile della distribuzione esterna per
l'Italia. Laureato in economia e commercio
presso l'Università diNantes, David ha
occupato in precedenza posizioni di
responsabilità nell'area commerciale di
Edmond De Rothschild Sim e di Axa Sim.
Si rafforzala squadra di vertice anche di Tnt
Postltalia: RobertoMasièstato infatti
nominato nuovo risk & security manager. Masi,
48 anni, nato inFrancia, ha conseguito una
laurea in giurisprudenza presso l'Università di
Camerino e una laurea in scienza della
sicurezza interna ed esterna presso l'Università
di Roma Tor Vergata. Prima di approdare
nell'azienda specializzata nei servizi postali, ha
guidato il settore indagini preventive del
Centro operativoDiadiMilano.
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Mondo Universitario
Pagina 27
manager"
gli espertimtagil ensp
CON LA CRISI ECONOMICA,
IL LAVORO DI QUESTI DIRIGENTI
ÈAUMENTATO NOTEVOLMENTE
FACENDOLI DIVENTARE UNO
STRUMENTO FONDAMENTALE
PERMUTARE LEAZIENDEAD
ATTRAVERSARE LE DIFFICOLTÀ.
UNA RICHIESTA RADDOPPIATA
NEL 2012 RISPETTO ALL'ANNO
PRECEDENTE
CatiaBarone
Milano
Con la crisi economica, il lavoro
dei lean manager, gli addetti a
tagli e risparmi, è aumentato notevolmente facendoli diventare uno strumento fondamentale perle aziende in
difficoltà. «In un contesto economico
complesso come quello attuale - sostiene Francesca Contardi, amministratore delegato di Page Personnel,
società specializzata nella selezione di
figure impiegatizie fino al middle management-le imprese hanno sempre
più la necessità di gestire in modo effiiente il lavoro, ottimizzando i costi di
gestione e di produzione. Motivo per
cui, quest'anno, la richiesta di lean
manager raddoppierà rispetto al 2012
(:10.0% in più)».
Dirigenti di questo tipo esistono in
realtà da anni: «Le origini del lean
thinldng-continuaFrancescaContardi-risalgono infatti agli anni novanta
e sono strettamente collegate alle attività difabbricadeiproduttoriautomobilistici giapponesi, in modo particolare alla Toyota Motor Corporation, è
pur vero però che oggi ci troviamo di
fronte a una onda di ritorno, alimentata sempre più dalla crisi in corso».
Il candidato ideale a diventare lean
manager è un laureato in ingegneria
gestionale, con competenze nella riduzionedei co stie nell'ottimizzazione
dei processi aziendali, ma anche una
persona dotata di uno spiccato senso
çritico e di uria forte flessibilità, intesa
proprio come "open mind", nel non
guardare mai con lo stesso occhio le
stesse procedure: «Penso che il lavoro
Mondo Universitario
diunbuonleanmanagerdebbainiziare con una pagina bianca cui affiancare la prassi aziendale, per poi evidenziare, senzaalcuncondizionamento di
genere, le procedure che non hanno
senso - dice Michael Isnardi, lean manager ed ora responsabile pianificazione e logistica di M.G.M. Mondo del
Vino - In queste incongruenze, infatti,
quasi sempre si nasconde un'inefficienza». Ma è nella fase operativa che
poi tutto si complica: «Circa un anno
fa, abbiamo attivato inaziendatreprogetti lean - racconta Isnardi - e quello
nell'ambito della produzione è stato
sicuramente il più complesso poiché
raccoglieva prodotti particolari, con
basse tirature e frequenti cambi di formato delle bottiglie». La soluzione
scelta è stata di diminuire i tempi di
preparazione delle macchine, per il
passaggio daunaproduzione all'altra,
riorganizzando il personale, le procedure e i processi, senza dover però ricorrere a particolari investimenti:
«Sull'etichettatrice e la riempitrice abbiamo ottenuto una riduzione dei
tempi quasi del 33% in un caso e del
37% nell'altro, ed abbiamo portato la
una produzione media giornaliera da
40 mila a oltre 60milabottiglie, mentre
la giacenza del prodotto finito è calata
de135%».
I lean manager devono dunque conoscere da vicino i problemi reali delle catene produttive, fare sopralluoghi, analizzare macchinari, strutture e
materiali utilizzati. Insomma, "sporcarsile mani" perarrivare allasoluzione, ma anche saper condurre con leadership l'organizzazione. Metodi che
hanno salvato diverse imprese da situazioni critiche: «Tra i casi che ho seguito, ricordo quello di un'azienda
produttrice di macchinari industriali
dimedie dimensioni che avevaunproblema.di bassa redditività ed elevata
incidenza della manodopera sul costo
del venduto - racconta Paola Spagnolo, operations directorelean executive
che operaperPercinque Srl, aziendadi
temporary manager -. Il sopralluogo
della produzione aveva infatti evidenziato difetti nel sistema di montaggio e
un enorme spreco nel trasporto del
materiale tra una fase e l'altra». Alla fine la scelta è stata di concatenare le fasi di lavoro in logica "Pull" e di creare
nuove attrezzature grazie anche ai
suggerimenti degli operai: «I risultatiaggiunge Spagnolo - sono stati sorprendenti. Siamo riusciti a ridurre i
tempi di lavorazione (tempo ciclo 35%,-te'mpo attraversamento -52%), il
materiale impiegato (-55%) el'areaoccupata (-33%)».
Molti di questi dirigenti lavorano
come consulenti o temporary manager, anche se alcune aziende hanno
iniziato puntare su progetti interni con
una certa continuità temporale: «Casi
di questo tipo non mancano - spiega
Michele Bonfiglioli, amministratore
delegato di Bonfiglioli Consulting, la
società di consulenza che ha fondato,
tra l'altro, anche una scuola per i lean
manager (Lean Factory School) -. Abbiamo. seguito una grande azienda,
leader nella produzione di beni di largo consumo, che dopo aver attivato
progetti spot di miglioramento specifico, ha deciso di creare al.proprio intemo figure attive in questi progetti sia
a tempo pieno che a tempo parziale: la
velocità di implementazione è stata
impressionante. Questo perché si è
passati da una logica di progetti una
tantum a una logica di piani di attività
continui, dove la ricerca dei miglioramenti e la caccia aglisprechi è diventata parte del Dna aziendale. Da allora,
ogni anno vengono messi a budget gli
obiettivi di risparmio da raggiungere
attraverso progetti gestiti dallastruttura interna».
®RIPR0DUZI0NE RISERVATA
Pagina 28
LEAN MANAGER, I RANGE RETRIBUTIVI
Per anni di esperienza, in migliaia di euro (min.-max. + variabile)
Nel grafico a sinistra, i margini retributivi dei " lean
manager" in Italia. A destra, i target medi da
raggiungere con l'operazione di riduzione dei costi
I TARGET DA RAGGIUNGERE
In %
PRODUTTIVITA
+30
-30
PERDITE OPERATIVE
-30
COSTI NDUSTRIALI
TEMPI SVILUPPO PRODOTTI
RENDIMENTO IMPIANTI
-30
+20
UTILIZZO SCORTE
Fonte: Bonriolioli Consultino
Qui sopra,
Francesca
Contardi (1),
ad di Page
Personnel,
Michael
Isnardi (2)
(M.g.m.)
e Paola
Spagnolo (3),
(Percinque Sri)
e Michele
Bonâeglioli (4)
Mondo Universitario
Pagina 29
Usa, laureati-commessi denunciano
le loro università: siamo stati truffati
Antonio Pannullo
Superlaureati nelle migliori
università americane che finiscono per lavorare come
commessi a meno di dieci dollari l'ora. Purtroppo la crisi e la
disoccupazione picchia duro
su tutti in America, anche a chi
ha investito tanta fatica e soprattutto tanti, tantissimi soldi,
nella propria formazione. È ad
esempio la storia di Cory Bennett, una laureata in legge alla
University of San Francisco,
con specializzazione alla
School of Law dello stesso
ateneo. Dopo tante ore passate a preparasi per la sua futura carriera di avvocato, e
oltre 150mila dollari spesi per
pagare le rette, da tempo per
sbarcare il lunario e tirare
avanti è finita a piegare magliette e camicie in un bancone di Macy. Ma la sua è la
stessa storia di tantissimi altri
giovani americani ultra-specializzati, costretti a svolgere
mansioni molto meno qualificate rispetto al loro curriculum
di studi. Così, per protestare
contro tutto ciò, gli studenti di
una ventina di facoltà hanno
lanciato una denuncia collettiva, una cosiddetta class action contro i propri atenei.
L'accusa, portata avanti da
due avvocati, Strauss e Anziska, è aver «violato le leggi a
tutela dei consumatori diffondendo dati falsi circa le percentuali di laureati che
trovano lavoro dopo i loro diplomi». Secondo l'esposto,
nei siti web di questi mega
atenei si legge che circa il
90% dei loro laureati entrano
nel mondo del lavoro. Ma le
cifre reali dicono cose molto
diverse. Così, secondo i legali, questo comportamento
prefigura una truffa ai danni
dei ragazzi, visto che se le
università pubblicassero i numeri veri circa gli sbocchi occupazionali molti studenti non
si sarebbero mai iscritti. Secondo molte statistiche, negli
ultimi anni, complice la recessione, solo il 55% dei laureati,
in particolare in materie legate
al diritto, hanno trovato un impego nel loro settore entro i
nove mesi dal conseguimento
del titolo di studio. Da qui la
protesta. E in California, dove
le leggi a difesa dei consumo
sono molto più rigide di altri
stati, i giudici hanno già accolto cinque ricorsi presentati
contro altrettanti atenei, come
San Franciscòs Golden Gate
University, Soutwestern, San
Diegòs Thomas Jefferson,
University of San Francisco e
California Western School of
Law. Tutte facoltà in cui studiare costa in media 40mila
dollari l'anno.
Usa. aurazA-commessi denunciano
le lare unlsersita : siamo stati t!uNaf!
Mondo Universitario
Pagina 30
N ...
_ '._.....
Boom per i corsi di medicina in inglese
Eugenio Bruno
Primi segnali di internazionalizzazione delle università
italiane. Le domande per i test
d'ingresso ai corsi di Medicina
e chirurgia in inglese in due anni hanno avuto un boom: dalle
1.852 del 2011 sono passate alle
5.959 di quest'anno (+222%).
Anche rispetto a 12 mesi fa la
crescita è stata sostenuta
(+38,104,). Stabili l'età media
(19,9 anni) dei candidati e la
prevalenza femminile (62,2%).
Ma l'aspetto forse più interessante è l'aumento delle richieste dall'estero, salite dalle 497
del 2012 alle 802 del 2013.
In pratica, il 13,5% dei partecipanti alle prove preselettive in calendario domani nei sei
atenei che nell'anno accademico 2013-2014 offriranno un corso interamente in inglese (Bari, Milano, Pavia, Roma La Sapienza e Tor Vergata e la Seconda Università di Napoli) e
Mondo Universitario
in altre 18 sedi sparse per il
mondo - ha una nazionalità diversa da quella italiana. Nel
complesso sono giunte richieste da 82 Paesi stranieri. In testa c'è Israele con 133 aspiranti
medici, davanti al Regno Unito
(107), alla Grecia (69), all'Irlanda (39) e agli Stati Uniti (33)•
Numeri che, se confermati anche nei prossimi anni, potrebbero consentire al nostro Paese di importare "cervelli", seppur potenziali. Anziché limitarsi a esportarli come da troppo
tempo (e in troppi ambiti).
Una delle ragioni della crescita delle domande, non solo
I NUMERI
Circa 6mila domande
(+222%) alle preselezioni
nelle sei sedi che offrono
il ciclo di lezioni
solo in lingua straniera
degli studenti stranieri ma anche di quelli italiani, è l'aumento dell'offerta. Due anni fa,
quando l'avventura della laurea in medicina in inglese è partita, erano solo tre gli atenei
che offrivano questa chance:
Milano, Pavia e La Sapienza.
Ora sono il doppio.
Dai dati rilevati diffusi dal
ministero dell'Istruzione emerge poi una relazione diretta tra
numero candidati e disponibilità di posti messi a concorso rispetto alle sedi. Uno su tre ha
preferito infatti Pavia (in testa
alla classifica dell'offerta, con
mmo posti disponibili). In 1499
proveranno invece a contendersi i 6o accessi messi a disposizione da Milano mentre in
931 si giocheranno i 45 slot offerti dalla Sapienza di Roma.
Più o meno analogo l'appeal
dei tre atenei restanti: Napoli
(566 iscritti per 30 ingressi), Bari (538 domande e 30 posti) e
Tor Vergata (25 accessi).
Come detto, i test di ingresso si svolgeranno domani. La
prova di ammissione consisterà nella soluzione di 6o quesiti
a rispostamultipla su argomenti di: cultura generale e ragionamento logico; biologia; chimica; fisica e matematica.
Quest'anno i quesiti concorreranno al punteggio finale nella
misura massima di 9o punti su
Zoo; altri 5 punti dipenderanno
dalla conoscenza linguistica e
gli ultimi 5 dai voti conseguiti
alle superiori nelle principali
materie di studio.
Quanto meno in termini proporzionali, i candidati provenienti dall'estero partono avvantaggiati. Avranno infatti a
disposizione 94 posti, in media
uno per ogni 8,3 domande. Contro i 196 accessi riservati agli
studenti italiani, cioè uno ogni
30,4 richieste di accesso.
® RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 31
Gli strumenti . Limitata la possibilità di utilizzare contributi a fondo perduto
Più spazio ai prestiti agevolati .
Il decreto interministeriale dell'8marzo delineacompiutamente l'architettura istituzionale dei nuovi aiuti alle imprese gestiti dal ministero dello Svilppo economico. Ne fornisce la regolamentazione generale ma ancora non dà la p ossibilità di richiedere i benefici.
In altre parole, si tratta di una
«norma quadro», indispensabile per far funzionare il nuovo sistema, ma che richiede,
per essere materialmente attuata, bandi e direttive specifici. Il ministero di Via Veneto,
dunque, può dare subito attuazione all'intervento, per cui sono disponibili 63o milioni di
euro, che giacevano inutilizzati sui capitoli di spesa delle 43
norme cancellate. Gli aiuti finanziari dovranno essere prevalentemente prestiti agevolati, anche se èrimastalapossibilità di usare contributi in conto
impianti, in conto capitale e in
Mondo Universitario
conto gestione (tutti a fondo
perduto).
Saranno i nuovi bandi a stabilire le tecniche di chiamata
degli aspiranti assegnatari (se
con le procedure negoziale, a
sportello o abando, come disciplinate dal Dlgs 123/98). Sempre i bandi fisseranno il tipo di
beneficio accordato (prestito,
garanzia, fondo perduto) e la
priorità nell'assegnazione delle risorse. Il decreto attuativo
definisce invece i quattro campi di intervento degli incentivi
(si veda il grafico sopra).
C'è, dunque, da augurarsi
che a breve il Governo chiami
a raccolta le Regioni per stabiliremodalità emisura dell'intervento finanziario di queste ultime e per avviare così le procedure di impegno delle risorse.
In particolare per il Mezzogiorno (che riceve una regolamentazione ad hoc anche nell'ultimo decreto) sarà necessario
Procedura negoziale
e La concessione degli incentivi
pubblici per il sostegno delle
attività produttive avviene con
tre procedure diverse, di
complessità crescente: la
procedura automatica, quella
valutativa e quella negoziale.
Quest'ultima è applicata per
interventi complessi di sviluppo
territoriale (o settoriale) che
riguardano generalmente una
pluralità di soggetti. È
caratterizzata da una prima fase
di selezione dei progetti di
massima e da una seconda fase
di negoziazione degli interventi
con i soggetti proponenti.
capire come convogliare le tante risorse comunitarie del Quadro strategico 2oo7/2o13 (in
scadenza al 31 dicembre di
quest'anno) verso impegni di
spesa individuati con i nuovi
strumenti del Fondo perla crescita sostenibile. Lo sipotràfare, dice il decreto, a favore di
progetti di ricerca che coinvolgano più operatori, università
e (auspicabilmente) soggetti
esteri, in particolare in alcuni
campi d'indagine (elencati in
appendice al documento) che
rappresentano quelli più meritevoli d'attenzione al momento e, dunque, con maggiori
aspettative di ritorni in chiave
di-crescita e sviluppo: tecnologie dell'informazione e della
comunicazione, nanotecnologie, materiali avanzati, biotecnologie, spazio e fabbricazioni
e trasformazioni avanzate.
A.Sa.
® RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 32
Competitività. In arrivo i bandi che metteranno in palio la prima tranche dei 630 milioni di euro del Fondo unico per la crescita sostenibile
Incentivi, si riparte dall'innovazione
Finanziamenti alle reti d'impresa ma l'assenza di meccanismi automatici frena le aziende
Francesca Barbieri
Valentina Melis
wáF Innovazione, prima di tutto.
Fatto il decreto che sblocca 630
milioni di incentivi da assegnare
alle imprese - attraverso il fondo
unico per la crescita sostenibile
-, stanno per arrivare iprimibandi del ministero dello Sviluppo
economico per iniettare risorse
nel mondo produttivo, con una
"riserva" di7omilioniperl'agenda digitale. L'obiettivo dipartenza del provvedimento (in corso
di registrazione alla Corte dei
conti) è finanziareprogetti hi-tech per ideare nuovi prodotti,
processi o servizi, o per migliorare quelli già esistenti
Iltutto tramite lo sviluppo delle «tecnologie abilitanti» e il ricorso ai contratti di rete o altre
forme di collaborazione. Le prime sono definite dalla Commissione europea nel Programma
quadro «Horizon 2020», cioè tecnologie dell'informazione e della comunicazione, nanotecnologie, materialiavanzati, biotecnologie, fabbricazioni e trasformazioni avanzate, spazio. I secondi
sono richiesti nel caso i progetti
siano presentati da più soggetti
per dimostrare «una collaborazione effettiva, stabile e coerente» agli obiettivi da raggiungere.
Taglio a 43 leggi obsolete
Nel.nuovo fondo unico sono già
confluite le risorse recuperate
dal taglio di43 leggi, emanate dal
1954°al2009, con l'obiettivo di
semplificare e rendere più veloce l'attribuzione degli aiuti. E un
altro miliardo potrà arrivare dal
Fondo rotativo della Cassa depositi e prestiti (ma serve un altro.
decreto interministeriale).
Le altre tre aree di intervento
sono l'internazionalizzazione
delle imprese e l'attrazione di investimenti esteri, la riqualificazione di aree in crisi e il finanziamento di progetti speciali rivolti
ad aree ritenute «strategiche»
perla competitività del Paese.
«Con questa riforma - spiega
Stefano Firpo, capo della segreteriatecnica delministero dello Svi-
Mondo Universitario
lupp o economico -abbiamo voluto abbandonare gli interventi a
fondo perduto e a pioggia, con
l'obiettivo di dare di più a pochi
progetti che però abbiano un impatto effettivo sul sistema Paese.
Unesempio diquestanuovalogica, nel camp o della chimica sostenibile, è il protocollo d'intesa siglato, a gennaio scorso, con il
gruppo Mossi&Ghisolfi, per agevolare laproduzione dibiocarburantidinuova generazione».
L'obiettivo, insomma, sembra
quello di mettere intorno a un tavolo diversi soggetti, comprese
le banche, in una logica di condivisione del rischio. Una formula
apprezzata da Federchimica,
«che è molto interessata al Fondo per la crescita sostenibile spiega il presidente Cesare Puccioni - e già in occasione dell'assemblea del giugno scorso si era
individuata insieme al Ministro
Passeralanecessità diunaspecifica priorità per la chimica. Priorità che per noi deve essere legata
al concetto di chimica sostenibile, cioè nelle varie attività di ricerca orientate a sostanze ancora
più sicure, alla riduzione dell'impatto ambientale, al riciclo, al risparmio energetico, alla chimica
dafontirinnovabili».
Gli ostacoli per le imprese
Ma non mancano le criticità, legate all'applicazione delle nuove regole: buona parte delle
aziende evidenzia l'esigenza di
tempi certi dalla presentazione
della richiesta di incentivi, allo
scadere dei quali dovrebbe scattare un meccanismo di silenzioassenso per l'assegnazione dei
fondi, o sanzioni per chi nonli rispetta Gli operatori segnalano
poi la necessità di usare piatta-
forme tecnologiche per tracciare gli atti e non perderli di vista
nel corso dell'iter burocratico.
La formula prevista nella nuova cornice normativa, privilegia
poi il finanziamento'agevolato,
inbase aprotocolli d'intesa nega
ziali che mettano in campo risorse pubbliche e private. Solo per
un numero limitato di progetti
gli aiuti saranno assegnati con la
procedura automatica oconquellavalutativa, e in questo caso ci saranno riserve in favore di micro,
piccole e medie imprese e reti
Una strada, quella negoziale,
che non incontra molticons ensi
Da Confcommercio sottolineano che «gli incentivi saranno indirizzati prevalentemente alle
medie egrandiimprese,piùinclini all'utilizzo di procedure complesse come quelle negoziali; le
risorse destinate allemicro epiccole aziende saranno pertanto
molto limitate, mentre è proprio
questo il bacino più numeroso».
E c'è anche chi parla di eccesso
di discrezionalità, e vorrebbe invece un credito d'imposta serio
e automatico per la ricerca, sul
modello francese.
Infine, l'auspicio «che trattandosi di denaro pubblico concludono da Confimprese - il
Mise attui un severo controllo
sulle modalità di impiego».
O RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 33
Come funziona il nuovo sistema di aiuti
LE RISORSE
Le aree di intervento delta riforma avviata dal Dl sviluppo (Dl 83/2012 ) e ora in fase di attuazione
630 milioni
Industria
e aree di crisi
Internazionalizzazione
Progetti
speciali
Il budget iniziale
li fondo si alimenta delle risorse
derivanti dall'abrogazione
di una lunga serie di agevolazioni
obsolete: il Mise stima
un budget iniziale di 630 milioni.
70 milioni
La riserva per l'agenda digitale
La quota riservata ai progetti sulla
fotonicaesulla banda larga
GLI STRUMENTI
Promozione di progetti
di rilevanza strategica per
il rilancio della competitività
del sistema produttivo
Rafforzamento della struttura
produttiva dei paese
_.___ .................
Riutilizzo degli impianti
produttivi
Consolidamento dei centri
e delle strutture di ricerca
e sviluppo delle imprese
Rilancio di aree in situazioni
di crisi industriale complessa,
di rilevanza nazionale
Mondo Universitario
Promozione
della presenza
internazionale delle
imprese italiane
Attrazione
di investimenti
dall'estero
Progetti di rilevante
interesse per lo sviluppo
e la competitività del sistema
produttivo del Paese
Primi bandi per l'innovazione
a Il ministero dello Sviluppo
economico emanerà dei bandi per
l'assegnazione dei fondi. Gli aiuti
saranno concessi prevalentemente
nella forma del prestito agevolato
(non più a fondo perduto).
3 Alcuni bandi potranno prevedere
contributi in conto impianti (per
l'acquisto di beni materiali e
immateriali) e/oin conto gestione
(per consentire alcune spese
d'esercizio) che non andranno
rimborsati. Sono in dirittura
d'arrivoi primi bandi rivolti a
incentivare i processi di
innovazione.
ri Sulfronte della ricerca e sviluppo`
è richiesto il ricorso allo strumento
dei contratti di rete o ad altre forme
di collaborazione
Pagina 34
er
La mappa dei bandi aperti peri tirocini destinati a ricercatori e dottorandi
Ue, Onu, Nato: 300 stage al via
Economia e finanza i titoli più richiesti dagli enti internazionali
A CURA DI
Andrea Curiat
Trecento stage nelle istituzioni internazionali, dall'Unione europea alla World Bank, passando per
l'Onu. Esperienze di prestigio, che
offrono ai giovani studenti e neolaureati un duplice vantaggio: un
punto diforzanel curriculum, sempre apprezzato dai selezionatori
italiani e stranieri, e uno stimolo a
sperimentare le difficoltà e lo stile
di vita in contesti internazionali,
prima di prendere una decisione
definitiva sulla carriera.
Le chance più "ghiotte", sulle circa 300 attualmente aperte, arrivano
per chi vuole varcare i confini europei: la World Bank seleziona trai 150
e i200 stagisti. Le posizioni sono per
studenti full-time che abbiano già
conseguitolalaurea,inprimis in economia e finanza, e stiano effettuando un dottorato di ricerca o un master. Stessi requisiti per l'internship
programme delle Nazioni Unite, che
ha al momento 7o posizioni aperte.
C'è posto anche per chi è uscito
dall'ambito accademico conilvolunteer programme (un servizio di volontariato con rimborso spese che
coinvolge ogni anno 8mila professionisti da tutto il mondo) e lo young
Mondo Universitario
professionals programme (il primo
passo per una carriera nell'Onu rivolto ai neolaureati con meno di 32
anni). Mentre laNato è in cerca di4o
laureandi o laureatiin numerosi ambiti (economia, finanza, hr, It, design, ingegneria, aeronautica, media e
giornalismo, scienze librarie), daimpiegare prevalentemente nella sede
centrale diBruxelles.
Anche l'Unione europea offre
ogni anno numerose opportunità
di stage in diversi settori e organi.
Il punto di partenza per tenersi informati è il portale ufficiale (europa.eu/about-eu/working-eu-institutions/) che presenta una sezione
dedicata ai tirocini. In particolare,
la Banca centrale europea cerca
laureati specializzati in economia,
giurisprudenza o traduzione, che
abbiano compiuto gli studi o che
vogliano proseguirli con dottorati
o lauree di secondo livello. Gli stage si svolgono a Francoforte e prevedono un rimborso che va da 850
a 1.700 euro al mese. Al momento
ci sono sette posizioni aperte, ma
le offerte vengono aggiornate costantemente.
' I laureati in giurisprudenza, invece, possono presentare domanda alla Corte dei conti europea,
che accetta candidature durante
tutto l'anno per stage in Lussemburgo della durata massima di 5
mesi. Il numero di tirocini, però, è
molto ridotto e non tutti i candidati possono avere la borsa da 1.1ao
euro al mese.
Il Parlamento europeo organizzadue tornate di tirocini, una a marzo (con scadenza per l'iscrizione al
15 ottobre dell'anno prima) e una a
ottobre (la deadline è il 15 maggio).
I candidati selezionati trascorrono
5 mesi a Bruxelles, Strasburgo, Lussemburgo o presso gli uffici di informazione del Parlamento presso
gliStatiMembri.
La Commissione europea inserisce ogni anno circa 1.300 stagisti.
Anche in questo caso ci sono due
periodi di reclutamento; si è appena chiuso l'invio di candidature per
i tirocini che iniziano a ottobre, e
non è ancora stato pubblicato il calendario per gli stage del marzo
204 Ci sono però altre occasioni
presso il Joint research center, il
centro di ricerca scientifica della
Commissione, che inserisce diversi stagisti laureandi o laureati durante tutto l'anno (almomento cisono una decina di ricerche aperte).
O RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 35
I bandi aperti
..Tirocini per ricercatori e
dottorandi nelle sedi di
Bangkok, Beirut, New York,
Incheon City, Nairobi
Iscrizioni: trai 118 aprile
2013 eil'2 gennaio 2014 a
saconda della posizione.
Per maggiori informazioni
consúltare il sito
careers.un.org/,
sezione «Job o.penings»
POSTI
70
Tirocini estivi e invernali
retribuiti per laureati
ricercatori in economia,
finanza, ambiente, scienze
sociali e umane.
Iscrizioni : dallo settembre al
31 ottobre 2013, dallo
dicembre al 31 gennaio 2014.
www.worldbank.org, sezione
«Jobs - Employment
opportunities - Interns»
Consiglio Ue: 80 ti roci ni
rimborsati di cinque mesi
(www.consilium.europa.eu)
Cortédei conti: tirocini gratis o
rimborsati (1.120 € al mese)
(www. eca. euro pa. eu)
Commissione: 7 stage (8501.700 € almese) www.ecb.int
Parlamento europeo: tirocini
curriculari oper laureati
(www.europarl. europa: eu)
POSTI
POSTI
12 0 -20
da
Bce:7 tirocini (850-1.700 €)
della durata di 3-6 mesi per
cittadini Ue laureati in
economia, statistica , finanza,
lingue (traduttori)
(www.ecb.int, sezione "Job
Opportunities")
Bei: cinque tirocini da 5 mesi
in ambito finanza, efficienza
energetica , ricerca e sviluppo,
analisi di sistemi e processi POSTI
87 insu
Tirocini della duratadi 6 mesi
nella sede centrale di Bruxelles
con rimborso spese (800 euro
al mese)per laureandi e
neolaureati di età superiore ai
2lanni
Scadenza iscrizioni : 19 a p ri le.
Per ulteriori informazioni,
consultarei[sito www.nato.int,
sezione «OrganizationEmployment»
POSTI
40,
Mondo Universitario
Pagina 36
RICCARDO VIALE
La svolta
cognitiva
di Mario De Caro
Accade di frequente che genesi,
natura e significato di un processo culturale vengano raccontati in modi assai diversi
tra loro, ma ugualmente legittimi: e questo, in fondo, non deve sorprendere. Quale fosse la natura del Rinascimento, quali i suoi limiti cronologici e quali il suo
significato generale sono domande le
cui risposte variano secondo i luoghi che
si considerano (Firenze, Roma oppure
l'Europa settentrionale), i fenomeni su
cui si pone maggiormente l'accento (la
cultura umanistica, quella artistica o
quella scientifica) e i connessi fenomeni
socio-politici (il passaggio dai comuni alle signorie, le tendenze religiose riformatrici o la nascita della produzione capitalistica). E non meno controversi sono la
genesi, la natura e il significato di fenomeni culturali come il Romanticismo,
l'arte astratta o il jazz.
Le cose, però, non sono sempre così
complicate. In particolare, il cruciale passaggio che, a partire dagli anni Sessanta
del Novecento, ha riguardato prima la psicologia e poi le altre scienze umane e sociali è piuttosto chiaro nella cronologia,
nelle modalità e nel significato. Dagli anni Venti e sino alla fine degli anni Cinquanta, la psicologia fu dominata da un
approccio empiristico allo sviluppo cognitivo che fu condiviso dalle due concezioni dominanti del periodo: il comportamentismo e il costruttivismo epigenetico
piagetiano. Secondo queste due concezioni, nello stato iniziale dello sviluppo cognitivo la struttura della mente è estremamente povera, se non una vera e propria
«tabula rasa». Ciò che noi apprendiamo,
insomma, dipende in modo pressoché
esclusivo dall'ambiente cui siamo esposti. E a esiti simili giungeva nello stesso
periodo anche l'antropologia culturale
anglosassone: le tesi psicologiche di matrice empiristica, secondo cui la mente è
plasmabile e i suoi contenuti dipendono
solo dalle esperienze acquisite, si accordavano infatti bene con le tesi di quella
scuola, secondo la quale le culture differiscono radicalmente tra loro, e tutti i fenomeni di rilievo nelle società (e dunque anche le differenze tra le diverse culture) sono integralmente spiegabili dall'ambiente culturale locale. In questa prospettiva,
radicalizzando l'impostazione di Franz
Boas, Ruth Benedict e Margaret Mead so-
Mondo Universitario
stenevano che la mente umana è libera
da influenze biologiche, e fin dall'infanzia viene interamente plasmata da fattori
storici, culturali e ambientali.
Queste tesi compongono il nucleo fondamentale della concezione che gli psicologi evoluzionisti chiamano oggi «modello standard delle scienze sociali». Negli
ultimi decenni del ventesimo secolo, tuttavia, il clima teorico è notevolmente mutato. Alcune vicende teoriche hanno dato
infatti luogo alla cosiddetta «svolta cognitiva»: il declino del comportamentismo e
l'ascesa della psicologia cognitivista, la teoria razionalistica e innatistica del linguaggio proposta da Chomsky, la rivalutazione della prospettiva darwiniana da
parte della sociobiologia e della psicologia evoluzionistica nonché, sul fronte filosofico, l'affermazione delle concezioni
funzionalistiche della mente proposte da
Putnam e Fodor. E così, negli ultimi anni,
il peso attribuito ai fattori biologici e naturali nella determinazione dei nostri comportamenti individuali e sociali è molto
aumentato rispetto al peso attribuito ai
fattori culturali. E ciò ha fatto sì che nelle
scienze umane e sociali si sia assistito alla forte affermazione di proposte teoriche di matrice naturalistica.
Ora, a raccontare genesi e fortuna del
paradigma naturalistico-cognitivo, appare il primo di una coppia di volumi di Riccardo Viale, che ne è stato uno dei maggiori promotori nel nostro paese (Methodological Cognitivisni: Mind, Rationality,
and Society, Springer, Dordrecht 2012). Si
tratta di un volume importante, perché si
inserisce in modo originale e informato
nel filone di critica del modello standard
delle scienze sociali, con l'intenzione di
contribuire al programma di naturalizzazione delle scienze umane, e più in particolare della teoria della razionalità e dell'economia cognitiva. In questo volume,
in particolare, Viale difende una concezione che «può essere considerata
un'evoluzione dell'individualismo metodologico, sia perché si propone di neutralizzare alcune delle difficoltà epistemologiche e metodologiche incontrate da quella concezione sia perché si radica più solidamente nella più accreditata teoria
scientifica dell'azione sociale, ovvero la
scienza cognitiva». In questa prospettiva, dunque, le scienze umane e sociali divengono branche delle scienze cognitive
della mente.
Al fine di chiarire la genesi del paradigma naturalistico-cognitivo, Viale discute
il contesto generale da cui prese avvio la
scienza cognitiva, tornando sui dibattiti
che in filosofia della scienza videro protagonisti Popper e Lakatos (un tema su cui
si diffonderà maggiormente nel secondo
volume di quest'opera) e discutendo di al-
«Methodological Cognitivism»
discute di neuroeconomia
comportamentale, alla luce
degli studi di Herbert Simon,
Tversky e Kahneman
Pagina 37
sofia della mente, con particolare riferimento alle proposte di Fodor, Kim e Churchland. Ma il nucleo fondamentale di
Methodological Cognitivism è costituito
da uno specifico programma di ricerca
che si propone di sviluppare i fondamenti della razionalità sociale, con particolare riguardo al campo economico. In questa prospettiva, Viale discute dell'interazione fra economia comportamentale e
scienze cognitive (e quindi di neuroeconomia comportamentale), un tema di
grande importanza anche alla luce degli
studi di Simon, Tversky e Kahneman. La
discussione poi tocca la sfera della politica, della dimensione cognitiva della cultura e delle sue implicazioni epistemologiche: e qui è importante il riferimento agli
studi di Dan Sperber.
Viale prende in considerazione anche
le proposte sviluppate da Nisbett e altri
che si focalizzano sulla dimensione specificamente culturale della cognizione.
Tali ricerche, a cavallo tra psicologia e
neuroscienza culturale, mostrano come
vincoli situazionali e culturali possano
dar luogo a una diversità cognitiva fra i
soggetti «occidentali» e quelli di diversa
provenienza culturale. A questo proposito Viale argomenta con decisione contro le possibili interpretazioni relativistiche e irrazionalistiche delle differenze culturali. La questione che si apre è
dunque come si possa conciliare la prospettiva cognitivo-evoluzionistico sui
fenomeni culturali con la prospettiva
culturale sulla cognizione. Un tema,
questo, di grande rilevanza, che sarà
senz'altro al centro delle discussioni
sull'epistemologia delle scienze umane
e sociali dei prossimi anni.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Riccardo Viale , Methodological
Cognitivis. : Mind, Rationality and
Society, Springer, Dordrecht,
pagg. XIV+350, €103,95
Mondo Universitario
Pagina 38
DEFICIT DI INNOVAZIONE / 2
L'incapacità
di vendere
il brand
di Mariano Maugeri
li economisti lo ripetono come
un mantra: cultura e turismo sono le uniche proteine capaci di
U rimpolpare l'anoressico Pil italiano. Dall'assunto segue un corollario che
nell'economia digitale non è affatto secondario. Il fattore tempo. Una velocità che si
poggia su una constatazione piuttosto evidente: l'Italia possiede già, impacchettato
e infiocchettato, quello che in termini industriali si chiama prodotto, in questo caso
l'immenso patrimonio architettonico e paesaggistico. Al prodotto è collegato il
brand. Basta la parola: Italia.
Cos'è che manca, allora? Prima di tutto
la capacità di piazzare questo brand. È come se si pretendesse di vendere un super
tuscan come si faceva con un fiasco di
Chianti negli anni '60. C'è un contenuto immateriale in ogni esperienza culturale (perché bere un bicchiere di vino è come assaggiare una porzione liquida di quel territorio) dalle quali le politiche pubbliche faticano maledettamente a ricavare benefici economici. Di qui si torna al punto di partenza: puoi possedere il miglior prodotto al
mondo, ma se non sei in grado di venderlo
e farne percepire la sua unicità significa
che nella costruzione della catena del valore sono saltati alcuni passaggi essenziali.
Chi studia questa materia a metà strada tra
cultura ed economia è unanimemente del
parere che la commercializzazione del
marchio Italia sia ancora in una fase primitiva. Per capirlo basta andare in due luoghi
simbolo: Venezia e Pompei, dove il rapporto tra turisti e questi pregevolissimi luoghi
sembra essere fermo agli anni 70.
Il concentrato della borghesia più colta e
danarosa del pianeta sfiora le rovine di
Pompei e i sontuosi palazzi sul Canal Grande, consumando al massimo un pranzo o
una cena e comprando, se va bene, qualche
orrendo souvenir (visitare Pompei per cre-
Mondo Universitario
dere). Così com'è arcaico il cosiddetto processo, la capacità di moltiplicare i benefici
economici attraverso un'organizzazione
sofisticata che offra una moltitudine di occasioni per arricchire culturalmente il viaggiatore e costringerlo a trattenersi - volontariamente, s'intende - quanto più possibile sul suolo patrio. C'è una parola magica
che dovrebbe da sola colmare questi tasselli mancanti. E si chiama distretto culturale.
È una sorta di pianificazione strategica sperimentata con successo per rilanciare metropoli come Barcellona e Torino, applicata via via con successo in città statunitensi,
austriache, francesi. Azioni, leggi policy,
dall'alto e dal basso capaci di mobilitare tutte le categorie economiche e gli attori culturali per il raggiungimento di un obiettivo
comune. Una sorta di effetto moltiplicatore, il propellente per la rinascita economica di luoghi che ne contengono tutte le potenzialità. L'Italia, tanto per non smentirsi, è indietro. E come al solito stride l'enorme ricchezza culturale del Paese con la povertà di iniziative imprenditoriali e di sistema. Le storie che racconteremo nelle prossime settimane offrono esempi positivi e
negativi, intuizioni al passo con i tempi e le
solite pastoie tra organismi pubblici che
tra spinte e controspinte credono ancora
che un distretto culturale debba unicamente tendere alla conservazione e tutela dei
beni culturali. Approcci ottocenteschi mentre l'economia italiana arretra, la disoccupazione esplode e l'Onu stima che i viaggiatori in giro per il mondo cresceranno al ritmo di 40 milioni all'anno, fino a raggiungere la circolazione record di 1,8 miliardi tra
meno di vent'anni.
A quanti di loro saremo in grado di far
capire che cosa nasconde la parola Italia?
Tutt'altro che un esercizio di stile, perché da questo dipenderà il nostro pane
quotidiano.
Pagina 39
DEFIC IT DI INNOVAZIONE / I.
Distretti, un'occasione mancata
In Italia tutto si limita al modello turistico
culturale, che fonda le sue capacita di traino
economico sull'attrazione di flussi
per accedere al patrimonio storico e artistico
di Pier Luigi Sacco
p
ur essendo un fenomeno piuttosto comune al livello globale, in Italia il distretto culturale desta spesso una particolare attenzione, soprattutto negli amministratori pubblici
che vedono in esso un equivalente del modello del distretto industriale, che in molte
regioni del nostro Paese ha svolto negli ultimi decenni un ruolo economico trainante.
A mantenere alte le aspettative sul potenziale di sviluppo del distretto culturale contribuisce anche la diffusa credenza che l'Italia,
forte della sua grande dotazione di patrimonio culturale, sia un Paese che più di ogni
altro sarebbe in grado di fare sviluppo attraverso la cultura, che anzi dovrebbe essere
quasi (oppure, secondo qualcuno, addirittura letteralmente) considerata come il nostro «petrolio», ovvero come una risorsa capace di produrre, per il semplice fatto di esi-
L'esempio di Bilbao,
knowledge city dove la cultura
incentiva l'industria creativa
e le imprese ad alta tecnologia.
Il turismo è complementare
stere, un impatto economico decisivo per le
future prospettive del nostro Paese. È anche per queste ragioni che in Italia sono
spesso le amministrazioni locali a promuovere progetti di formazione o consolidamento di distretti culturali , che spesso sorgono invece altrove secondo una logica
spontanea di concentrazione di una grande
quantità di attività di produzione o disseminazione culturale in determinati contesti
urbani o metropolitani , ma anche peri-urbani o addirittura rurali.
Questa analogia con il distretto industriale è stata però spesso in Italia foriera di
equivoci e in particolare ha stimolato approcci di politica culturale poco efficaci. In
particolare , facendo riferimento alla accezione più classica del distretto industriale
Mondo Universitario
come concentrazione spaziale di attività
morso-filiera con un forte grado di integrazione verticale, è stato tradotto in pratica,
soprattutto nelle sue versioni più «progettate» dall'alto, come un cluster di attività
orientate al turismo culturale in aree particolarmente ricche di patrimonio storico-artistico di natura tangibile (e qualche volta
anche intangibile). In altre parole, il distretto culturale è stato in Italia tipicamente letto di fatto come distretto turistico-culturale, ovvero come un modello che fonda le
sue capacità di traino economico sull'attrazione di elevati flussi turistici capaci di assicurare livelli importanti di domanda pagante per accedere a un patrimonio storicoartistico di particolare pregio e alla filiera
allargata di beni e servizi indotti (ristorazione, alloggio, merchandising, forme complementari di leisure, eccetera).
Alla prova dei fatti, tuttavia, questi tentativi si sono spesso rivelati piuttosto infruttuosi o hanno comunque prodotto effetti
molto limitati rispetto alle aspettative,
quando non addirittura rivisitazioni del triste fenomeno delle «cattedrali nel deserto». La ragione è tutto sommato semplice e
tradisce una scarsa comprensione o in alcuni casi un'idea quasi miracolistica degli effetti economici della cultura. La trasposizione letterale in ambito turistico-culturale
del modello distrettuale di natura industriale non ha particolare senso, perché molto
diversa è la natura delle attività nei due casi: una manifattura principalmente legata
ai mercati di esportazione nel caso del distretto industriale, beni e soprattutto servizi fortemente localizzati e quindi legati alla
capacità di attrazione di flussi turistici nel
caso del distretto culturale. Ma questo fraintendimento ne nasconde uno ancora più
grave: il potenziale di sviluppo della cultura, nei casi internazionali di maggiore successo, non nasce dalla specializzazione mono-tematica e dalla caratterizzazione pressoché esclusiva della cultura in senso turistico, ma al contrario dalla capacità di inserire le filiere culturali all'interno di una dinamica locale di innovazione sociale e tecnolo-
gica della quale la cultura diviene, nei casi
migliori, un formidabile collante strutturale e un acceleratore dei processi innovativi.
Tipico, per capire la differenza tra i due
modelli, è il caso di Bilbao, che nell'ottica sopra descritta viene letto come esempio di
un grande museo-icona che attira enormi
quantità di turisti e per questo la trasforma
da città portuale in decadenza a centro di
attrazione culturale di primaria importanza, e che nella realtà deve il suo successo a
una strategia molto più complessa e articolata di costruzione di una knowledge city nella quale la cultura svolge soprattutto il ruolo di promuovere un nuovo tessuto imprenditoriale centrato sull'industria creativa e
sulla complementarità con le imprese ad alta tecnologia, e nella quale il turismo culturale rappresenta appunto una dimensione
complementare più che centrale. In altre parole, nei modelli di distretto culturale che
funzionano la presenza della cultura non risponde a logiche di integrazione verticale
mono-filiera, ma piuttosto di integrazione
orizzontale tra filiere - e che per distinguerli dai primi vengono infatti definiti «evoluti». La costruzione di grandi contenitori culturali e la produzione di grandi eventi rivolti ai turisti non è in grado, da sola, di fare la
differenza, mentre lo è la capacità di solleci-
Pagina 40
tare livelli elevati di partecipazione culturale nei residenti, che generano effetti importanti in termini di capacità innovativa, di benessere percepito, di coesione sociale. In
questo quadro il turismo non è assente ma
ha, come si è detto, un ruolo complementare, e modifica la sua natura: non tanto turismo di massa generico, ma turismo più specificamente motivato, meno interessato
agli stereotipi dell'identità locale, più concentrato sull'offerta culturale di qualità.
L'idea che la cultura sia una dimensione
LA SERIE
Gli articoli di Pier Luigi Sacco e Mariano
Maugeri sui distretti culturali introducono
una serie di reportage realizzati in Italia
in luoghi che si avvicinano al concetto
di distretto. La prima puntata avrà come
oggetto la Val di Noto, in Sicilia, caso
emblematico di distretto culturale mai
decollato. Si prosegue con gli esempi della
Val Camonica, con le sue incisioni rupestri,
la Val di Corna nell'entroterra toscano,
Fabriano, Biella con la Fondazione Pistoletto.
confinata e confinabile al tempo libero e
all'intrattenimento, che è la logica conseguenza di una classica concezione «turistica» dei distretti, è ormai del tutto superata
dai fatti. La cultura funziona economicamente nelle società in cui essa fa parte della
realtà quotidiana dei cittadini, dove diviene
una componente fondamentale della cittadinanza attiva. Dove c'è elevata partecipazione culturale c'è creatività e c'è innovazione sociale, ed è ciò che fa davvero la differenza. Sarà per questo che da quando in Italia si
è diffusa la concezione «petrolifera» della
cultura facciamo più fatica a promuovere
nuove generazioni di produttori culturali stilisti, designer, artisti - capaci di ottenere
un riconoscimento globale operando nel
nostro Paese piuttosto che emigrando verso altri lidi? La cultura può contribuire in
modo importante all'elaborazione di un
nuovo modello di crescita per il nostro Paese, ma per farlo deve essere prima di tutto
meglio compresa in termini dei processi reali attraverso cui è in grado di creare valore.
E se i distretti culturali devono avere un ruolo in questi processi, bisogna quindi fare riferimento a modelli molto diversi rispetto a
quelli su cui hanno puntato finora la maggior parte delle amministrazioni locali.
tIPRODUZIONE RISE2VAAA
GES
I&M
ICONA I «Maman», Louise Bourgeois, il ragno che si trova all'ingresso del museo Guggenheim di Bilbao
Mondo Universitario
Pagina 41
Aziende, « ovani» .ll computo del triennio
La fase di start up è valutata
solo se l'iniziativa decolla
Luca Miele
Per la sussistenza del requisito della commercialità rilevante ai fini dellaparticipation exemption, il periodo di
start up non configura in modo autonomo un esercizio di
attività commerciale, ma l'inizio di un'attività d'impresa,
dopo la conclusione della fase preparatoria, realizza «un
effetto di trascinamento
all'indietro del requisito della commercialità».
È l'importante chiarimento contenuto nella circolare
7/E/2o13 dell'agenzia delle
Entrate. In sostanza, la commercialità si può considerare
soddisfatta già nella fase di
start up sempreché la società
partecipata, dopo aver terminato le attività propedeutiche e indispensabili alla realizzazione dell'attività per la
quale è stata costituita, inizi
in concreto l'attività.
Supponiamo che la società
partecipata Beta sia stata costìtuita nel 2010, abbia ottenuto alcune licenze, sostenuto costi di
ricerca, reperito risorse finanziarie e formato il personale sino al2o12, che abbia iniziato l'attività commerciale nel 2oi3 e
sia stata ceduta nell'anno successivo. Il realizzo della partecipazione e latassazione posso-
Mondo Universitario
no avvenire secondo le'regole
della Pex - sussistendo gli altri
requisiti richiesti dall'articolo
87 delTuir -perché la commercialità risulta soddisfatta, ininterrottamente al momento del
realizzo, da almeno tre periodi
di imposta: nel lasso temporale
si computano infatti anche iperiodi della fase di start up.
Se, invece, la partecipazione è ceduta quando la fase preparatoria non è ancora ultima-
l'Ltw11IA IMENTO
L'inizio dell'operatività
concreta della partecipata
dopo la preparazione
«trascina » all'indietro
il requisito commerciale
.........................................................................
ta, il requisito della commercialità non è comunque soddisfatto. Tuttavia, il cessionario
della partecipazione può computare il periodo di start up
maturato in capo al cedente, a
condizione che prima dell'ulteriore realizzo della partecipazione la società partecipata
abbia acquisito il carattere
commerciale.
La circolare delle Entrate
chiarisce anche che se la costituzione della società è seguita
daunperiodo di inattività, questoperiodo non púò essere considerato rilevante ai fini della
maturazione del requisito della commercialità, perché questa condizione deve essere soddisfatta ininterrottamente almeno dall'inizio del terzo periodo di imposta anteriore alrealizzo delle partecipazioni.
Per periodo di inattività deve intendersi una fase in cui la
societànon svolge alcun tipo di
attività: né preparatoria, né
commerciale. La stessa circolare mette in evidenza che la linea di confine tra la fase di start
up e l'esercizio dell'attività
commerciale non è sempre di
facile individuazione. Serve,
quindi, unaverifica casopercaso. Se è vero che le attività preparatorie generalmente non co
stituiscono attività commerciale, è anche vero che alcunisettori produttivi presentano specificitàtaliper cui quelle che normalmente sono attività preparatorie configurano diper sé attività commerciale.
Le conclusioni dell'Agenzia
sul requisito della commercialità nella fase di start up costituiscono un'apertura rispetto alla
prassiprecedente, che sembrava considerare in modo più restrittivo questo requisito.
0 RIPRODUZIONE RISERVATA
Pagina 42
Domenica 14 Aprile 2013
Innovare
a passo
doppio
I campioni del made
in Italy e i giovani
talenti, arricchiti
dalla reciproca influenza:
e Adott'Up, il progetto
di adozione delle startup
di Luca De Biase
atural Gentleman è una startup nata da alcuni studenti,
tra Torino e Parigi. L'idea è
usare internet per offrire abiti su misura realizzati dall'alta sartoria italiana. L'incontro con la Successori Reda che produce tessuti di alta gamma nel biellese si è trasformato in un'adozione. I giovani hanno trovato sostegno,
esperienza, capitale, per accelerare lo sviluppo della loro impresa. L'azienda tessile
ha imparato a conoscere la mentalità e le
opportunità offerte daintemet: «E come apprendere una nuova lingua» ha detto l'amministratore delegato, Ercole Botto Poala.
Questa storia si trova nel vademecum di
«AdottUp», il programma di Piccola Industria Confindustria per l'adozione di startup. Le startup sperimentano, cercano di realizzare una loro visione, sulla base dellaconoscenza che hanno delle tecnologie e dei
linguaggi contemporanei. Le imprese tradizionali hanno esperienza e mercato, ma
hanno bisogno di contaminarsi con l'energia innovativa che sgorga dalle squadre di
startupper. E in qualche caso anche di trovare nuovi modelli di sviluppo.
«Oggi le opportunità sono più che mai
nell'innovazione. E l'innovazione non è
una partita che si gioca da soli. Più è ricco di
Mondo Universitario
innovazione il contesto nel quale si muove
un imprenditore attivo e incisivo, più la sua
azienda è incentivata e abilitata a innovare.
Conoscere tutto questo significa rendersi
conto che occorre seminare la cultura
dell'innovazione per poter raccogliere competitività e crescita » dice Vincenzo Boccia,
presidente della Piccola Industria.
La cultura dell'innovazione si assorbe
partecipando al processo dell 'innovazione, non comprandone i risultati . La cultura d'impresa si impara guardando gli imprenditori in azione. L'unione delle esperienze di startuppari e piccoli imprenditori in progetti comuni, potrebbe rivelarsi
una soluzione densa di conseguenze per il
sistema industriale italiano. Ce n'è bisogno. Se solo si considerano i settori che sostengono tanta parte del sistema - come
l'abbigliamento, l'arredamento , l'alimentare - ci si accorge che la loro capacità innovativa è sfidata costruttivamente dalle
domande forse ingenue che arrivano da
mondi diversi. Si pensi al sistema della moda: perché gli occhiali dovrebbero essere
prodotti da Google e gli orologi da Apple?
Perché la moda italiana non genera soluzioni eleganti per portarsi dietro gli smartphone e per usare le cuffie ? Perché i tessuti non dovrebbero porsi l 'obiettivo di schermare i campi elettromagnetici generati da
wi-fi e telefonini ? Ma domande simili si
possono porre incrociando elettronica,
nuovi materiali e design nell ' arredamento,
come si comincia a vedere in qualche caso
al Salone del mobile di Milano.
Del resto, l'alto valore aggiunto di produzioni in quantità limitata non può non trarre vantaggio dallo sviluppo dei mercati cosmopoliti che nascono sulle reti e le piattaforme digitali: e non si vede perché quelle
piattaforme non possano essere anche italiane. Vizidigolaè una startup che si occupa
di vendere online le specialità eccellenti della gastronomia italiana . E H-umus svilup-
Non si tratta di «comprare»
risultati una di immergersi
in un nuovo processo creativo
pa tecnologie per migliorare il design dei
campionari di prodotti industriali usando
al massimo gli strumenti digitali. Quanti altri incroci tra la tradizione e l'innovazione
si possono sviluppare?
A queste domande, certo, possono rispondere le imprese stesse. Ma è più probabile che le nuove idee emergano dalle capacità sperimentali degli startupper intercettate da imprese che, pur continuando a seguire con la massima attenzione il loro core
business, accettano di imparare dagli esploratori di territori sconosciuti. Il vantaggio
che si può trarre da questa sorta di esternalizzazione dellaricerca è sempre più evidente: non solo per il marketing, ma anche per
le vendite, l'innovazione di prodotto, la modernizzazione delle relazioni con i clienti, i
dipendenti, i fornitori.
Alberto Baban e Nicola Mason, fondatori
della Tapì che ha creato i tappi sintetici per
il mercato dei distillati, hanno portato innovazione nel food andbeverage ma a loro volta hanno bisogno di innovazione per mantenere la leadership e anche per questo investono in startup. Baban è convinto che il ricco Veneto attuale sia frutto delle startup di
4o anni fa e che il suo futuro sia essere una
sorta di incubatore naturale per startup.
Chi lo sente parlare pensa: speriamo che lo
siano anche altre regioni d'Italia. E perfettamente possibile.
Pagina 43
CLARITY
Il cervello diventa
trasparente
Un metodo che permette di
analizzare il cervello come se
fosse una scatola trasparente,
"navigando" attraverso la
complessità tridimensionale dei
suoi elementi scoprendone così
le strutture più profonde e come
funzionano. È "Clarity", la
rivoluzionaria tecnica messa a
punto dagli scienziati
dell'Università Stanford, in
California, che permette di
vedere all'interno di uno degli
organi più misteriosi senza
sezionarlo. Il primo cervello
completamente trasparente
ottenuto durante la ricerca pubblicata su Nature - è quello di
un topo, ma i ricercatori hanno
già utilizzato il metodo su parti
dell'organo celebrale umano.
Mondo Universitario
Pagina 44
I
«Perché è giusto
tornare
49
a fare ricerca in Italia»
di Agnese Codignola
I
n controtendenza. Due cervelli italiani
da anni all'estero, transitati per alcuni
dei centri di ricerca più importanti del
mondo, tornano e iniziano una nuova fase
della loro storia professionale a Milano e a
Pavia. I due capitani coraggiosi sono Vincenzo Costanzo, che dai Clare Hall Laboratories di Londra arriva all'Ifom, l'Istituto
per la ricerca sul cancro della Fondazione
Airc di Milano, e Federico Forneris, che dal
centro di ricerca biomolecolare Bijvoet di
Utrecht, in Olanda, approda all'Università
di Pavia, al dipartimento di Biologia e biotecnologie Spallanzani. Il merito è della
Fondazione Armenise-Harvard, che porta
così a18 i nuovi laboratori impiantati in Italia grazie al rientro dei ricercatori e a un in-
Costanzo e Forneris sono stati
ingaggiati dalla Fondazione
Armenise-Harvard
vestimento che, con queste due nuove assegnazioni, raggiunge i 22 milioni di dollari.
Vincenzo Costanzo per il dottorato ha
scelto la Columbia University di New York.
Li inizia a lavorare sulle uova della rana tropicaleXenopus Laevis. «A differenzadi quanto avviene nelle cellule di mammifero - spiega- nelle uova fecondate è possibile modificare, togliere o aggiungere geni senza che
l'uovo muoia. Ciò permette di capire nel dettaglio il ruolo di ogni frammento di Dna nelle diverse fasi del ciclo, e di ricavare informazioni sulla struttura e sul metabolismo del
Dna». Nel 2004, con questa esperienza, Co-
Chi è
Chi è
Vincenzo Costanzo, nato a Napoli nel
1973, dopo la laurea in medicina, ha
lavorato alla Columbia University di
New York e ai Clare Hill Laboratories di
Londra, dove ha collaborato con il
premio Nobel Tim Hunt.
Classe 1978, cuneese, Federico Forneris
si è laureato in chimica fisica a Torino e
da lì si è spostato a Trieste e poi a Pavia.
Dal 2009 a oggi ha lavorato
all'Università di Utrecht; nel 2010 ha
vinto il premio Spinoza.
Mondo Universitario
stanzo si trasferisce in un altro dei templi
dellageneticamoderna, i Clare Hall Laboratories di Londra, dove lavora con Tim Hunt,
fresco di Nobel (nel 2002 ) proprio per gli
studi su Xenopus , e intensifica gli studi sul
metabolismo del Dna e sulle sue imperfezioni che portano al cancro. In particolare al tumore mammario da mutazione dei geni Brca i e 2. In Italia Costanzo confida molto nella realtà specifica dell'Ifom: «Mi è stata data
la possibilità di creare un gruppo di una decina di persone e di farlo in una realtà molto
stimolante, in cui un ricercatore su 4 è straniero. Ho sempre pensato che il cambiamento sia indispensabile per mantenere alta la creatività nella ricerca e non ho quindi
avuto esitazioni nell'affrontare questanuova sfida». Federico Forneris torna invece da
dove ha iniziato : all'Università di Pavia. Era
a Utrecht, dove ha studiato la giunzione
neuromuscolare, cioè l'area dove risiedono
le sinapsi che regolano la trasmissione
dell'impulso nervoso al muscolo. «Si sa poco di ciò che accade a livello molecolare e
strutturale nella giunzione, e qual è il ruolo
dei diversi componenti del sistemaimmunitario nelle malattie neurodegenerative di
origine autoimmune . Da biologo strutturale mi aspetto di fornire una spiegazione "visiva" del processo , con la determinazione
delle strutture 3D delle proteine coinvolte, e
di capire che cosa succede quando non funzionano più, per elaborare un possibile rimedio». Quanto all'idea di tornare in Italia,
Forneris non nasconde il suo entusiasmo:
«In Italia ho ricevuto una formazione di alto livello che ho messo in pratica all 'estero,
e ora ho l'opportunità di applicare tutto in
un contesto nuovo. Ho ricevuto un'opportunitàunicae prestigiosa che mi dà molta motivazione riguardo al futuro» . I due cervelli
in arrivo portano quindi anche una ventata
di ottimismo ed entusiasmo, merce più che
rara di questi tempi.
Pagina 45
Se e startup restano nane
I dati dell'osservatorio descrivono un mercato
sempre più seed, con investimenti medi
che scendono. E con il rischio dell'equity gap
di Luca Tremolada
indrome da Pmi, da piccola, piccolissima impresa. Il nascente (e
crescente) mercato della startup
nostrane rischia di assomigliare
S molto, troppo al tessuto impren-
ditoriale italiano, formato al 95 per cento da
micro-imprese che non riescono (o non
possono) crescere di dimensioni. La diagnosi si ottiene interrogando gli ultimi dati elaborati dall'osservatorio VeM, attivo presso
l'Università Liuc di Castellanza, in collaborazione con Aifi. Il rapporto, che sarà diffuso via internet domani, fotografa il mercato
delcapital venture nostrano che resta picco-
lo rispetto agli altri paesi europei ma riesce
ad alimentare la nascita di micro-startup
che però faticano a svilupparsi. «E vero che
in tre anni siamo raddioppiati come numero operazioni ed è triplicato il peso del venture capital su tutto il mercato di rischio commenta jonathan Donadonibus docente alla Liuc di Castellanza e coordinatore
del Private equity monitor -. Ma il nostro
resta un mercato troppo piccolo. Quello
francese è cinque volte più ricco, quello tedesco sette». E anche vero che anche negli
Stati Uniti qualcosa sta andando storto nella raccolta fondi dei cv. Per la prima volta da
dieci anni (si legge nel report diffuso pochi
giorni fa da Thomson Reuters e dalla National Venture Capital Association) il numero
di fondi che hanno raccolto fondi è calato.
Un segnale che però non deve preoccupare
più di tanto visto che nel primo trimestre la
raccoltaè cresciutadel 22% rispetto a un anno fa a 4,1 miliardi di dollari.
Ben più preoccupante è invece il dato
sul taglio degli investimenti che vanno ad
alimentare il nostro mondo startup. Per
quanto non esaustivo, il rapporto Vem
mostra un progressiva e consistente riduzione del finanziamento medio da 2,1 milioni del 2010 agli 8oomila dell'anno scorso. «Un trend - sottolinea Donadonibus che mostra chiaramente come l'Italia si
stia caratterizzando per essere un mercato di capital seed, si finanziano molte iniziative ma si spende poco per ciascuna di
esse». In altre parole i dati confermano un
boom di startup digitali che richiedono
meno soldi per partire. Parliamo di idee,
progetti, business plan in cerca di una prima forma imprenditoriale.
Il rischio vero è quello di un equity gap.
Chi superata la fase del seed comincia a
camminare con le proprie gambe, magari
raggiunge un fatturato di qualche milione
di euro e ha bisogno di nuove risorse per
fare il salto di qualità si trova in una valle
della morte perché - come sottolinea Donadonibus - «è troppo piccolo per raccogliere
fondi da un soggetto di private equity e troppo grande per un venture capital». Laconseguenza è quella di una rivisitazione del nanismo imprenditoriale italico che non lasciaben sperare. Altri numeri contenuti nel
rapporto suggeriscono questo possibile sviluppo del mercato. Come ad esempio l'avvicinamento di venture capital e business angel. Le operazioni che vedono questi due
soggetti insieme sono passati in tre anni
dal 5 al 20 per cento. Ma anche il consolidamento degli attori: sei operatori da soli
muovono il cinquanta del mercato.
Un altro segnale da non sottovalutare è la
debolezza dell'offerta di startup legate agli
spin off. «L'ict cuba il 5o% delle iniziative osserva il professore della Liuc -. Una operazione su tre sono o app o social network.
Ecco perché chiedono pochi soldi. Ma in Italia un social network a chi lo vendi?».
Mondo Universitario
Pagina 46
LO STATO DELL ' ARTE DEL MERCATO
I NUMERI DEL VENTURE CAPITAL
2010
MENO INVESTIMENTI IN SPIN OFF
2011
2012
Ammontare
investito
2 ,7
1,0
0,8
(milioni di €)
Quota
45%
40%
30%
acquisita
Anzianità della
1
2
1
target (anni)
Deal
Iniziativa
Iniziativa
Iniziativa
origination
privata
privata
privata
------------------------------Regione
Lombardia Lombardia Lombardia
Settore più
attraente
Volume
dei ricavi
(milioni di €)
Dipendenti
Cleantech
Ict
Dati in %
2011
DOVE GUARDANO I VENTURE CAPITAL
2012
Dati in °
60
Private
Entcrprìsc
79
62 63
3
5
2011
5 10
50
40
'Jniversity
30
Spln-Oft
vvoa
nobileapps
——re
Ilardvdare
nata
managernent
Securìtye icr
Networking
Ict
10
2,0
1,5
10
9
11
7
Mondo Universitario
Corporato
Spin-Off
0
'ere ,
finanziari
V.ieanrecn
ise,per
l'industria
ivieniae
t.11.,)
comunicazione Farmaceutico
r
o
Pagina 47
A caccia dei giovani talenti
che vogliono cambiare il mondo
ROSARIATALARICO
Di che «pasta» sono fatti i
giovani? La Barilla, nel centenario della nascita di colui
che l'ha fatta grande, prova a
scoprirlo individuando 10 talenti da valorizzare con altrettante borse di studio.
Nel 1877 l'azienda mosse i
primi passi a Parma partendo
da una semplice bottega che
produceva pane e pasta, aperta da Pietro, il capostipite. Oggi Barilla è uno dei marchi italiani più conosciuti all'estero.
Per onorare la memoria di Pietro, il nipote del fondatore, il
quale puntava sui giovani e
credeva nelle loro potenzialità,
l'azienda ha previsto una serie
di iniziative. La più importante
è «Barilla per i Giovani», dedicata a ragazzi tra i 18 e i 28 anni,
realizzata in collaborazione con
CentroMarca e Unione parmense degli industriali.
Per partecipare i giovani devono avere un'idea su come migliorare il pianeta e la qualità
della vita delle persone raccontandola sul sito www.barillaperigiovani.it, includendo il percorso formativo a cui aspirano.
Gli autori delle idee migliori
potranno aggiudicarsi fino a
dieci borse di studio del valore
di 40 mila euro ciascuna, per
vedere realizzato il proprio
progetto o dotarsi degli strumenti per farlo.
L'idea è quella di premiare
chi si distingue nelle categorie
in cui Pietro Barilla eccelleva. I
progetti e i relativi percorsi formativi dovranno ricadere in
uno dei seguenti ambiti: business management, qualità e innovazione arte, comunicazione
e design, no profit. 1 progetti
Mondo Universitario
potranno essere presentati a
partire da oggi e la scelta dei
migliori elaborati sarà effettuata da una giuria composta
da Alberto Grando, pro rettore
Università Bocconi; Andrea
Pontremoli, dg Dallara automobili; Gavino Sanna, pubblicitario e padre Giulio Albanese,
giornalista e missionario.
La figura di Pietro Barilla
viene ricordata oggi in un incontro all'università Bocconi di
Milano. Discuteranno del ruolo
del fondatore della Barilla nella
storia dell'industria italiana il
rettore della Bocconi, Andrea
Sironi, il presidente di Rcs Libri, Paolo Mieli, il sociologo
Francesco Alberoni (autore del
libro «Pietro Barilla: tutto è fatto per il futuro, andate avanti
con coraggio») e il presidente
CentroMarca, Luigi Bordoni.
Pagina 48
II ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca (Miur)
e Poste Italiane presentano la «Carta dello studente loStudio», una carta di riconoscimento dello status di
studente che permettere di fruire delle agevolazioni
per il mondo della cultura, integrata con le funzioni
della Postepay. Sulla Carta, inoltre, potranno essere
accreditate le borse di studio e ogni altro sussidio
previsto per i ragazzi delle scuole secondarie.
Mondo Universitario
Pagina 49
Un diplomato su due non è idoneo al lavoro
E risulta introvabile un tecnico su quattro
Per le imprese la colpa è l'inadeguatezza (63%) e la mancanza di candidati (37%)
on solo laureati, anzi, soprattutto diplomati, ma trovarli è un
problema: è il paradosso di un
mercato del lavoro poco governato. Secondo UnioncamereExcelsior, sul totale di 407mila
assunzioni non stagionali previste dalle imprese nel 2012, i più
ricercati sono i diplomati: più di
quattro su dieci assunti (41%),
166mila in valore assoluto. Un
salto di sette punti rispetto al
2006, quando la richiesta di diplomati era di 34 su 100. I laureati sono cresciuti di sei punti:
dall'8,5% del 2006 al 14,5% del
2012. Elevata la quota di coloro
che hanno il solo titolo dell'obbligo (32,3%).
Ma quali sono stati gli indirizzi dei diplomati più richiesti
dalle imprese e quali le difficoltà di trovarli? A fare la parte del
leone, secondo un'elaborazione
dei dati realizzata da Domenico
Mauriello e Marco Pini, è l'indirizzo amministrativo-commer-
Mondo Universitario
ciale, con 40mila assunzioni,
una su quattro, di cui un terzo
è andato alle ragazze. Seguono l'indirizzo meccanico, con
15mila assunzioni che, insieme a elettrotecnici ed elettronici (4 mila e 3mila assunzioni), portano il gruppo della
meccatronica a oltre il 10%
delle richieste. Seguono l'indirizzo turistico-alberghiero,
con 10mila assunzioni, e il socio-sanitario, con 7mila assunzioni, per il 40% appannaggio delle donne. Ma a questo punto arrivano i problemi.
Infatti, solo un diplomato su
due fresco di studi è ritenuto
dalle imprese adatto a lavorare (50,7%), contro il 51,4% dei
laureati e il 40% di professionali e senza titoli. Il più gettonato è il socio-sanitario, con il
60,5% di adeguatezza. Gli altri
indirizzi sono tra i 50 e i 40
punti. L'indice più basso è
l'edile (25,3%). Resta in ogni
caso una domanda inevasa
per le imprese. Sulle 407mila
assunzioni previste, infatti,
65mila sono difficili da trovare (16%); esattamente come
per i diplomati, la cui difficoltà di reperimento è al 16,3%,
cioè 26.500 diplomati difficili
da trovare. Difficoltà che sale
per i laureati (20%) e per le
qualifiche
professionali
(18,4%).
Per le imprese le cause che
impediscono loro di reperire e
assumere diplomati stanno
nell'inadeguatezza dei candidati (63%) e nella scarsità di
candidati (37%). Le cause dell'inadeguatezza sono la mancanza di una preparazione
adeguata (34%) ma anche le
caratteristiche personali del
candidato non adeguate al lavoro da svolgere (27,4%). Tra
gli indirizzi spiccano il termoidraulico, il tessile-abbigliamento, l'elettrotecnico e il tu-
ristico-alberghiero, per i quali
la difficoltà a reperire diplomati vale per uno su quattro(24-26%).
Per la termoidraulica le difficoltà dipendono quasi esclusivamente dalla inadeguatezza dei candidati (90,4% delle
assunzioni difficili da trovare)
e per una richiesta di esperienza specifica nella professione o nel settore per almeno
due su tre (66,2%); per la moda, invece, emergono problemi di carenza di offerta
(70,7%), anche se l'esperienza
emerge come indispensabile
per il 60% delle assunzioni. La
necessità di una formazione
post-diploma, attraverso gli
Its (Istituti tecnici superiori),
e l'incentivazione al contratto
di apprendistato sembrano i
due rimedi rilevanti per colmare una perdita di occasioni
e di potenzialità che non ci
possiamo più permettere [w. P..]
Pagina 50
I numeri della scuola
PROMOSSI E BOCCIATI
E GLI IRREPERIBILI
I primi dieci indirizzi tecnico-professionali di istruzione secondaria più richiesti
c la relativa idoneità di un giovane n uscita dal slstcma forra ivo pa lo svolgimento
della professione secondo le imprese (valori assoluli e percentuali!
Gli indirizzi dei diplomati tecnico-protessionali
più difficili da rep«rr e relativa motivazione
0.n
39.858
PAot.e, ,jmeio
1 r,-11= ti
rAegjatezze.
de l r,,ndld,
Termoldraullco
Totaleldiplomati as unti
F0.»,
25,6
Tessile abb e moda
use Ye dal ciste
su,°
u,u
15.245
9.561
3ú,4
6872 4.576
4.105
aF
s n
1 -5$3
.
1938
3u ' "
0
Elcllroleano
Mecctnicu
ntormatico
socio-,dr i Lario
Elettronico
ror1TEL %u_a.
P,. ,rewdlL
,SCm1,d-mti, E _r,_.2
Mondo Universitario
25,0
Turistico-alberq.
24,3
19,5
19,1
18,6
17,7
ar-in-n L- ,sIMW
Pagina 51
Metti una giovane napoletana
tra imprese, cittadini e fisco
o scorso anno il primo
premio internazionale
l'ha vinto una ragazza
ungherese, seguita da una
rumena e da una sudafricana. Quest'anno in lizza e a
partecipare alle selezioni c'è
anche una ragazza italiana.
Si chiama Daiana Buono ed è
risultata prima in Italia, conquistando il titolo di Young
tax professional of the year.
Daiana ha 24 anni, è iscritta
al corso di laurea magistrale
in economia e commercio
presso l'Università degli studi di Napoli Federico II. Ha
battuto 117 concorrenti del
nostro paese ed è stata individuata dalla giuria come mi-
gliore studente in tema di fiscalità. Concorrerà in questo
modo, insieme ai vincitori degli altri 22 paesi coinvolti, al titolo internazionale, in occasione della cerimonia di premiazione dell'edizione globale, che
si terrà nel mese di agosto
2013 a Copenaghen. Daiana si
è aggiudicata anche un soggiorno ad Amsterdam, nell'ambito del quale avrà la possibilità di partecipare al corso
in fiscalità internazionale
presso l'Ibfd, il tempio della ricerca e della formazione di eccellenza sui temi fiscali a livello internazionale. Il premio è
promosso da Ernst & Young,
che per la prima volta l'ha or-
Daiana
Buono,
24 anni, ha
conquistato
il titolo
internazionale di «Young
tax professional of the
year»
Mondo Universitario
ganizzato anche in Italia, e
rientra nel più ampio programma della multinazionale
della consulenza e revisione di
individuazione e valorizzazione di giovani talenti.
Dopo Daiana si sono classificati al secondo e terzo posto
Mario Porzio, iscritto al corso
di laurea magistrale International business and finance
presso l'Università degli studi
di Bergamo, e Gianmarco Ciciotti, iscritto al master in business administration presso
l'Università di Roma Tor Vergata. La giuria ha avuto per la
parte italiana un duro lavoro
da svolgere visto il buon livello
dei partecipanti al concorso.
La fase di selezione è partita
da 117 candidati selezionati
che hanno sostenuto una prova di inglese; gli studenti risultati idonei hanno poi partecipato a un assessment di valutazione delle soft skills tenutosi a Roma e a Milano a febbraio. Da qui ne sono rimasti 11
che hanno poi presentato un
case study specifico in materia
di fiscalità internazionale, valutato dalla giuria, che ha individuato sei finalisti, tra i quali
il primo Young tax professional of the year italiano. Daiana
Buono, la vincitrice, classe
1988, si è dapprima laureata
con 110 e lode in economia
aziendale presso l'Università
Federico II di Napoli, dove sta
proseguendo gli studi nella
laurea magistrale. Ha avuto
un'esperienza Erasmus nel
Regno Unito, in Galles, presso
la Bangor University, dove ha
frequentato il corso di laurea
in business administration.
Nel suo percorso di studi la nostra aspirante superconsulente si è specializzata in ambito
fiscale-tributario, approfondendo gli aspetti riguardanti il
diritto processuale tributario,
la fiscalità d'impresa e la fiscalità internazionale. «E' una
materia che mi piace molto racconta Daiana con il suo
simpatico accento napoletano
- che mi piacerebbe approfondire con un'esperienza professionale all'estero. Per poi tornare in Italia, nel mio paese,
dove i rapporti tra Stato, imprese, contribuenti sono molto
sofferti e complicati da incongruenze, incomprensioni e reciproche diffidenze».
[w. P.]
Pagina 52
Così una molla
riduce il dolore
Alessandro Malpelo
I PIU IMPORNTANTI esperti del
ginocchio a livello europeo si
sono riuniti a Firenze per il
secondo congresso dell'Eka
(European Knee Associates)
assise dedicata in particolare
all'artrosi. A fare gli onori di casa
due specialisti di punta, Andrea
Baldini e Paolo Adravanti. Si è
parlato di protesi, materiali,
tempi di recupero. L'intervento
non deve essere considerato una
scorciatoia ma l'atto conclusivo di
un lungo e diversificato percorso
terapeutico che prevede anche
valide alternative prima di finire
sul tavolo operatorio. Con gli
acidi ialuronici recenti ad alto
peso molecolare, ad esempio, nel
70% dei casi si riduce il dolore per
periodi variabili. Effetti duraturi
anche superiori sono assicurati
dai fattori di crescita, gel
piastrinici, ma seguendo regole
precise, in strutture autorizzate.
La cura non si improvvisa, e ha i
suoi costi. Intanto si discute sulla
efficacia degli integratori
condrali, sono attesi ulteriori dati.
IN QUESTA CORNICE è stato
illustrato a Firenze, in conferenza
stampa, un dispositivo che adotta
il principio dell'ammortizzatore
che senza invadere l'articolazione
solleva e riduce lo stress sulle
cartilagini. Un brevetto registrato
KineSpring. Viene indicato come
un'alternativa, in casi selezionati,
quando i trattamenti conservativi
tradizionali non sono più efficaci
ed è ancora presto per una
chirurgia complessa. Reversibile,
la molla può essere rimossa. La
riduzione del carico sul
ginocchio (fino a 13 chili durante
la fase di appoggio del piede a
Sanità
terra) e la conservazione del
movimento naturale hanno come
corollario una significativa
riduzione del dolore fino all'80%
secondo tre studi internazionali.
«IN ITALIA due milioni di
persone soffrono di osteoartrosi
al ginocchio - afferma Claudio
Zorzi, primario ortopedico a
Verona (Ospedale Sacro Cuore
Don Calabria di Negrar) - la
protesi ha ottime indicazioni in
pazienti affetti da artrosi a uno
stadio avanzato. Considerazione
diversa si può fare nei soggetti tra
i 30 e i 60 anni con uno stile di
vita attivo. KineSpring può
rappresentare in questi casi
un'ottima alternativa».
Congresso a Firenze con i big
dell'ortopedia . Anche il Rizzoli
a Bologna testerà KineSpring
«Il costo sociale dell'artrosi è
enorme - spiega Paolo
Adravanti, presidente della
Società italiana di chirurgia del
ginocchio - ma anche interventi
di controllo della patologia, come
terapia farmacologica, infiltrativa
o riabilitazione, spesso superano
i costi chirurgici. Sono più di 55
mila le protesi di ginocchio
impiantate ogni anno in Italia».
Anche l'Istituto ortopedico
Rizzoli di Bologna, riferisce
Maurilio Marcacci, docente
universitario, direttore di Clinica
ortopedica e traumatologica II,
Laboratorio di biomeccanica e
innovazione tecnologica, avvia
uno studio randomizzato per
valutare l'efficacia di KineSpring.
alessandro.malpelo( Dquotidiano.nel
Pagina 53
Un gel innesca
la guarigione
IL GINOCCHIO è un'articolazione
complessa, nella quale la cartilagine svolge
una funzione fondamentale nell'assorbire
sollecitazioni di vario tipo e intensità. Si
tratta di forze ripetute, non c'è da
meravigliarsi se le lesioni degenerative o
traumatiche siano un problema assai
frequente e di non facile risoluzione. Una sana
condotta alimentare, l'esercizio fisico, cyclette e
tapis-roulant, applicazioni di ghiaccio e di riposo
adeguato in caso di necessità, possono contribuire
a conservare e mantenere un buon quadro
funzionale della articolazione del ginocchio.
UNA POSSIBILITÀ di trattamento per la
condropatia articolare, che porta all'usura della
cartilagine prevalentemente del ginocchio, è
rappresentata dall'impiego di gel piastrinico
«Il gel piastrinico - spiega l'ortopedico Enrico
Bonci, di Siena - viene preparato appositamente
per il paziente utilizzando il suo stesso sangue, se
possibile. L'elevata concentrazione di piastrine,
elementi ricchi di fattori di crescita, è in grado di
stimolare i condrociti, una volta introdotti in
articolazione con infiltrazioni ripetute fino a un
massimo di tre o quattro». La capacità dimostrata
dal gel piastrinico, da solo o con i protettori di
cartilagine presi per via orale, e dall'acido ialuronico
intra-articolare, apre la strada a nuovi sviluppi per
migliorare i meccanismi di riparazione tissutali.
Anche nei traumi sportivi non mancano gli
interventi utilizzati nel trattamento della lesione alla
cartilagine del ginocchio. Il primo è il classico
autotrapianto di condrociti, che per migliorare le
Sanità
possibilità di attecchimento deve essere effettuato
su particolari fosse modellate sull'epifisi prossimale
della tibia. Tale tipo di intervento necessita di tempi
medio lunghi e deve essere svolto in due tempi con
un primo espianto e poi con un secondo impianto o
innesto.
UN ALTRO APPROCCIO riguarda la possibilità di
fissare sempre sull'epifisi della tibia alcune
spugnette sintetiche chiamate scaffold, all'interno
delle quali migreranno poi i condrociti che in questa
nuova matrice inizieranno a produrre la nuova
cartilagine che andrà a riparare la lesione. E' il tipo
di lesione e l'età del paziente a orientare il chirurgo
verso uno dei due interventi.
Pagina 54
L. i OS T%::: CA. %,/ %
i,/,
M.
CQi,,,PG '%iC%::
E concepito specificamente per il trattamento del dolore
mediante assorbimento del sovraccarico di cui viene
gravata l'articolazione colpita
................................_...../p",; ,
ispessimento
capsula
I
formazioni cistiche
e sclerosi dell'osso
- riduzione
e fissurazione
della cartilagine
te•st%'sins
r!ïidÍ f;;
osteofita
marginale
perone
ipertrofia sinoviale
alterazione
della superficie ossea
menisco mediale -legamento
-------------------------------------------------------------------------------------------collaterale mediate
CURA D I MAGRANTE
Una dieta efficace dona sollievo
riducendo le sollecitazioni articolari
TUTORI, SOLETTE PLANTARI
Possono ridurre in parte i carichi
sulle aree usurate del ginocchio
ACI DO
Iniettato nell'articolazione
Per artrosi in fase iniziale
Sanità
Pagina 55
I r ovï enti
1 vanta; q ¡
Rapidità di recupero
Procedura reversibile
Conservazione dei movimenti
naturali del ginocchio
INFQ6RAFICA A CURA DI C3e'Gí':iáiI&Y..it
Sanità
Pagina 56
LA GUIDA DEI CARDIOLOGI OSPEDALIERI NEL 5O° DEL SODALIZIO
Anticoagulanti orali, più lontano il pericolo ictus
L'ASSOCIAZI ONE nazionale medici cardiologi
ospedalieri (Anmco) ha pubblicato il primo
vademecum, la guida per l'uso dei nuovi
anticoagulanti orali (apixaban, dabigatran e
rivaroxaban) che stanno per essere introdotti anche
in Italia per la prevenzione dell'ictus nei pazienti
con fibrillazione atriale. Sono indicati i criteri di
scelta, le modalità della terapia e i pazienti per cui
sono consigliabili i tre principi attivi, più efficaci di
warfarin e dicumarolo nel prevenire gli ictus e
soprattutto più sicuri: il rischio di emorragie
cerebrali è ridotto del 70%, i dosaggi sono fissi e
sono poco probabili le interazioni con altri farmaci e
con gli alimenti.
ATTESA A BREVE l'autorizzazione dell'Agenzia
Italiana del Farmaco, che data l'importanza
dell'argomento ha avviato dallo scorso ottobre una
consultazione sul web, aprendosi ai suggerimenti di
medici, aziende e pazienti per dare le migliori
indicazioni all'uso. «La necessità di un documento
di consenso deriva dal fatto che i nuovi prodotti
sono simili ma diversi fra loro, e soprattutto sono
molto differenti dai vecchi anticoagulanti - spiega
Francesco Bovenzi, presidente ANMCO e Direttore
della Cardiologia dell'Ospedale di Lucca - .
Warfarin e dicumarolo sono infatti farmaci utili, ma
gravati da un elevato rischio di eventi avversi, al
minimo variare del dosaggio il bilancio
rischi/benefici si modifica, perciò i pazienti in
trattamento sono costretti a sottoporsi a frequenti
analisi del sangue per controllare i livelli dei fattori
della coagulazione e aggiustare di conseguenza la
dose di farmaco da assumere nelle due, tre settimane
successive prima dell'ulteriore controllo».
«I N UOVI anticoagulanti orali - conclude Bovenzi
- hanno un profilo di sicurezza tale da essere
assunti con dosaggio fisso, rendendo superflui i
controlli molto ravvicinati: basterà sottoporsi ad un
prelievo ematico per valutare la funzione renale una
volta all'anno. Inoltre, hanno anche una minore
probabilità di interagire con cibi e altri farmaci e ciò
li rende molto più semplici da gestire». I cardiologi
ospedalieri hanno presentato il documento in
occasione della celebrazione dei cinquant'anni di
fondazione del loro sodalizio, a Venezia.
FRAN C ESC O
V ZI
I nuovi anticoagulanti orali
hanno profili i sicurezza
tali da essere presi a dosi
fisse rendendo superflui
i controlli motto ravvicinati
Sanità
Pagina 57
Federico Mereta
VIE N E PRO DOTTO a Parma e sarà distribuito in trentatrè paesi in
tutto il mondo il primo farmaco
specifico per il lupus eritematoso
sistemico (LES). Si chiama belimumab ed è un anticorpo monoclonale che esce dallo stabilimento GSK. Il medicinale colma cinquant'anni di attese, apre la porta
a nuovi trattamenti per le forme
più avanzate di questa malattia,
che interessa soprattutto le donne
giovani ed esordisce tra i 15 e i 40
anni. «Il LES - spiega Pierluigi
Meroni, direttore del dipartimento di reumatologia dell'Istituto
Gaetano Pini di Milano - è una
malattia infiammatoria cronica
autoimmune ad oggi priva di una
causa specifica. E' caratterizzata
dalla comparsa di una risposta del
sistema immune contro i propri
costituenti e con interessamento
potenziale dell'intero organismo.
L'ESE MPIO paradigmatico è rappresentato dalla produzione di autoanticorpi diretti soprattutto contro gli antigeni del nucleo cellulare. Non esiste una causa unica responsabile della malattia ma più
aftacco del
Lu s
rr
cu
n
,
1
Nasce in Italia iL tratta mento
con gli anticorpi onoclonali
specifico per iL Les siste
attori che concorrono alla sua insorgenza. E la diversa combinazione di questi fattori è a sua volta
causa della variabilità del quadro
clinico e della gravità della malattia: predisposizione genetica; stimoli ambientali; anomalie immunitarie».
In aggiunta alle cure già disponibili, ora c'è questa opzione di cura, che opera come un «controllore di volo» per gestire al meglio i
linfociti B, particolari cellule che
d
cn
entrano in gioco nel causare i problemi. «Belimumab - conferma
Andrea Doria, professore associato di reumatologia all'Università
di Padova - è un anticorpo monoclonale umano ed è il capostipite
di una nuova classe di farmaci, gli
inibitori BLyS-specifici. La sua
prerogativa è di inibire l'attività
biologica di BLyS, una proteina
naturale necessaria per la sopravvivenza dei B-linfociti e la loro
trasformazione in plasmacellule
mature. Normalmente proprio le
plasmacellule producono gli anticorpi, linea fondamentale di difesa dell'organismo nei confronti
delle infezioni. Nel LES, così come in altre malattie autoimmuni,
valori elevati di BLyS possono favorire la sopravvivenza dei linfociti B autoreattivi e la produzione
di autoanticorpi, che attaccano e
distruggono i tessuti dell'organismo stesso».
VISO Un arrossamento causato
da lupus eritematoso sistemico
Sanità
PROPR IO I N Q UESTA fase di attacco, il LES minaccia la salute di
pelle reni, cuore e polmoni. Importante, per combattere la malattia, è arrivare presto alla diagnosi.
Ma non è facile, perché in più di
otto pazienti su dieci l'esordio della malattia è insidioso e poco chiaro. In termini generali le manifestazioni più frequenti come febbre, dolori alle articolazioni, sensazione di stanchezza sono estremamente diffuse e poco specifiche. Quasi come un'influenza!
Pagina 58
Fitoterapiia
Rimedi verdi
antiaggreganti?
Posso sostituire la cardio
aspirina, che uso come
antiaggregante, con un
preparato fitoterapico?
Risponde
F. Firenzuoli
Direttore Centro
Medicina Integrativa
Az. Osp. Univ. Gareggi, Fi.
Esistono numerose piante
(da alcuni derivati della
Ginkgo biloba, a estratti
di Salvia miltiorrhiza,
ad altre piante e frutti)
che contengono sostanze
ad attività antiaggregante
piastrinica, oggi estraibili
e standardizzabili in modo
tale da poterle utilizzare
e controllarne l'efficacia.
Non avendo tuttavia
studi di confronto tra
farmaco e preparati
vegetali, le motivazioni e la
scelta della terapia devono
essere valutate e stabilite
caso per caso.
Sanità
Pagina 59
Le strategie delle aziende per la ricerca dei talenti, tra anrurrrci online e società di selezione
I profili migliori
?S
ono sul web
E trai direttori del personale si fa strada
Pagina a cura
DI SIBILLA Di PALMA
a ricerca dei talenti si fa
sempre più multicanale.
Siti aziendali, social merlia e bacheche delle università rappresentano infatti le
vie più utilizzate dalle aziende
di recruitment per la ricerca dei
candidati qualificati, mentre gli
hr leader puntano su annunci
di lavoro online, sito aziendale
e società di selezione.
Hr leader: cresce l'adozione della multicanalità.
Secondo un'indagine effettuata
da Michael Page, che ha coinvolto 4348 hr manager e hr
director provenienti da ogni
parte del mondo, metà delle
aziende considera la ricerca di
candidati qualificati «molto difficile» o per lo meno «difficile»;
mentre solo l'l% ritiene che sia
«molto semplice». Un risultato
che vale per la maggior parte
dei paesi e dei settori a eccezione dell'Australia.
Dal report emerge, inoltre,
come, nonostante le sfide nel
recruitment dei talenti, alcune
aziende manchino di indicatori
chiave della prestazione (KPIs)
per valutare l'efficienza del servizio di ricerca e selezione del
personale. I123% del campione
non ha poi modo di attestare
l'efficienza del recruitment (il
30% in Europa e il 14% in America latina e Asia). Una mancanza di controllo che si fa più
evidente nelle aziende con oltre
5 mila dipendenti.
La crescente difficoltà nel trovare e scegliere buoni manager
sta portando all'adozione della
multicanalità, con a capo tre
soluzioni principali: annunci
di lavoro online (usati dal 91%
degli hr leader intervistati); il
proprio sito aziendale (84%) e
le società di selezione (83%).
risultati. L'utilizzo delle società
di ricerca e selezione del personale supera infatti di gran lunga altri metodi, come la stampa
o i programmi di referral.
A tutto web. Anche per le
società di ricerca e selezione del
personale il web rappresenta
ormai la via più utilizzata per
individuare i profili qualificati.
«Con la premessa che la scelta
del canale più adatto al reclutamento dei candidati dipende dal
tipo di profilo ricercato, si nota
poi un progressivo acquisto di
importanza degli strumenti
web, a discapito in particolare
della carta stampata che oggi
appare un canale residuale»,
osserva Gianluca Cavalluzzi,
project manager permanent
placement Randstad. Per la
società infatti gli annunci sui
giornali riguardano solo un
10% circa dell'attività, mentre
i canali online sono sempre più
utilizzati e pesano per il 60%
circa. «Si tratta in particolare
del nostro sito Randstad.it, che
stiamo spingendo sia per il reclutamento attivo, intercettando le persone che vi accedono
alla ricerca di un impiego, che
per quello proattivo, attraverso
l'utilizzo di database».
A questi canali web si aggiungono i siti di recruiting
online e le banche dati delle università (10%). Inoltre,
un'altra via di reclutamento è
rappresentata dalle 170 filiali
del gruppo distribuite in tutta
Italia: «un canale che pesa per
un altro 10%, ma che per policy aziendale stiamo cercando di
dirottare verso la vetrina web
costituita dal nostro sito».
Vento in poppa per i
social media . Si affermano, infine, come un canale in
crescita anche i social media.
«Negli ultimi anni, l'attività
di ricerca e selezione di talenti si è spostata sempre di più
verso il web e i social media,
che oggi fanno decisamente la
parte del leone», osserva Stefano Giorgetti, amministratore delegato & vice president di
Kelly Services Italia. Un trend
determinato in primo luogo
dagli stessi candidati che desiderano instaurare un dialogo
più diretto e immediato con
le aziende e con i selezionatori del personale, un obiettivo
perseguibile più facilmente
«mediante l'interazione tramite i social network rispetto al
classico invio del curriculum in
risposta all'annuncio, che sia
pubblicato sul web o sulla carta
stampata», prosegue Giorgetti.
Il web e i social media si rivelano inoltre particolarmente utili
nella ricerca dei talenti. «L'attuale congiuntura economica
rende relativamente semplice
ricevere un elevato numero di
candidature in risposta a un
annuncio, ma un utilizzo smart
del web e, in particolare, di motori di ricerca e social network,
consente al consulente di scovare anche quei candidati che,
magari, non stanno attivamente cercando nuove opportunità
professionali, ma risultano i
più qualificati per determinate
posizioni». Rispetto al semplice
curriculum, inoltre, la presenza
online del candidato consente
anche di evincerne non solo le
competenze tecniche e le qualifiche, ma anche le soft skills,
«ovvero quelle competenze
trasversali che rientrano nella sfera relazionale e che non
sono meno importanti affinché
la persona s'inserisca positivamente nel contesto aziendale».
ltica alita
Non a caso rispetto a 4-5 anni
fa, «tra i canali di sourcing dei
candidati è notevolmente cresciuto il peso sia del nostro sito
che delle pagine social attive su
Facebook, Linkedln e Twitter:
volendo dare delle percentuali,
quella che, in gergo, chiamiamo ricerca attiva, negli ultimi
anni, è cresciuta di più del 50%
rispetto anche solo a 3-4 anni
fa». Accanto ai nuovi canali,
l'azienda continua poi a utilizzare siti specializzati nella
pubblicazione di opportunità
di lavoro, «anche se il loro peso
diminuisce costantemente»,
specifica Giorgetti.
Più cauto sui social network
è invece Cavalluzzi: «Questo canale oggi pesa circa per il 10%,
ma resta a livello embrionale
per il suo carattere dispersivo:
se LinkedIn oggi è molto utilizzato per la ricerca di profili
elevati, per figure di tipo 'medio' i canali più giusti sono altri». A questo proposito va poi
sottolineato che secondo una
recente ricerca di Adecco sia
i candidati che i selezionatori
concordano sull'importanza di
avere un'ottima digital reputation per proporsi online: il 12%
dei selezionatori ha affermato
infatti di aver abbandonato un
cv dopo aver trovato sul web
dati negativi sul profilo preso
in considerazione.
Oc Riproduzione riservata-
Secondo gli hr leader, inoltre, le aziende di recruitment
rappresentano lo strumento
migliore per il reclutamento
di personale specializzato a
partire da profili manageriali
(opzione scelta dal 45% delle
aziende). Una visione condivisa
a livello globale che considera
i professionisti del settore un
sinonimo di garanzia, qualità e
Segnalazioni
Pagina 60
-Baron
Segnalazioni
1
; 1 Pa
Pagina 61
Scarica

Sfoglia gli articoli del 15 - USPUR