DEL POPOLO ce vo /la .hr dit w.e ww solidarieta` An no II n. 2 • 006 Martedì, 28 febbraio 2 VITA By–pass meravigliosi di Erika Blečić Si intitolava “La macchina meravigliosa” una trasmissione TV in cui si esplorava il corpo umano. E come ogni macchina, è soggetto a guasti. A volte si tratta di “errori di fabbrica”, altre volte di “avarie” temporanee. In ogni caso, l’essere umano ha bisogno di sostegno morale, oltre che di cure o medicinali. Qui entrano in campo non solamente coloro che sono preposti a curare, ma soprattutto i familiari, gli amici, spesso perfetti estranei. Che, proprio come un by – pass, rimettono la persona in carreggiata, su una strada maestra la quale, a volte, è proprio del tutto diversa da quella intrapresa all’inizio del cammino. La paura dell’ignoto, della morte, di non poter superare le difficoltà che oggettivamente si presentano ogni giorno, molto spesso portano il paziente a uno stato di profondo scoraggiamento, di prostrazione, di resa all’inevitabile. Proprio l’inevitabile si può rimandare, talvolta di anni. Come? Con le cure adeguate, ma non solo. In ogni essere umano c’è una forza inesauribile, bisogna solamente disseppellirla e metterla in moto. Qui entra in campo la solidarietà, quella vera, sincera e disinteressata. Per fortuna esistono persone in grado di dare una mano, di indirizzare a un modo di vita diverso, ma molto più adatto alla situazione e aiutare così il paziente a ridiventare, dentro sé stesso, una persona degna di vivere. Che dire di chi invece è nato con qualche malformazione? All’inizio della sua esistenza, il percorso è tutto e solamente in salita. Col passare del tempo, le cose non migliorano, anzi. Anni fa queste persone venivano segregate in casa, nascoste alla vista dei vicini, per nascondere la “vergogna”. Invece, anche queste sono persone, esseri umani con tutti i sentimenti propri della specie. Dall’amore all’infelicità, dalla voglia di vivere alla disperazione. La società moderna ha accettato questi esseri umani, permettendo loro di fare una vita quasi normale, anche di praticare sport. Pure qui entrano in campo uomini di buon cuore, capaci di infondere coraggio, anche quando tutto sembra portare allo scoramento. Allenatori, fisioterapisti, amici, genitori, a volte le autorità locali (con la creazione di rampe e rendendo accessibili gli impianti sportivi), rendono la vita degli invalidi non più semplice, ma molto più soddisfacente. Un successo conseguito a suon di privazioni e difficoltà quotidiane, vale molto più di qualsiasi medaglia. In fin dei conti, le difficoltà sono il pane quotidiano di ogni essere umano. Alla nascita, infatti, il medico non lo sculaccia per farlo piangere? 2 solidarieta` Martedì, 28 febbraio 2006 CI SIAMO ANCHE NOI La capacità di mettersi in gioco Uno sport tutto speciale Servizio di Bruno Bontempo - Foto di Goran Žiković Un folto gruppo di fiumani a una recente edizione dei campionati croati di categoria I l quadro mondiale ci pone di fronte a delle cifre che molti riterrebbero impensabili: il 3 p.c. della popolazione mondiale, pari a 176 milioni di persone, ha un ritardo mentale, di questi circa il 60 p.c. ha un lieve ritardo, il 30 p.c. un ritardo moderato e solo nel 10 p.c. dei casi il ritardo è severo o profondo. Ma simili numeri mettono l’intera società di fronte al problema dell’integrazione di queste persone. È per questo motivo che 30 anni fa, per volontà della famiglia Kennedy, è nato Social Olympics, un movimento che ha come obiettivo la piena integrazione dei disabili, i quali durante la delicata fase della crescita, hanno particolarmente bisogno di un supporto adeguato, che gli permetta di gestire correttamente il proprio potenziale psicofisico. Un supporto adeguato è certamente quello fornito dalla pratica sportiva, che consente un buon grado di sviluppo, non solo da un punto di vista motorio, ma anche psichico: il coraggio, la capacità di mettersi in gioco, sono motivi di gioia e di crescita che vanno condivisi con amici e familiari, ma che possono e devono trovare una giusta collocazione soprattutto nel mondo delle associazioni, scuole, istituti. Il fine di queste iniziative, agonisticamente strutturate in una serie di competizioni Special Olympics e simili, organizzate a vari livelli, è quello di dare anche ai ritardati mentali la possibilità di esprimersi e di evadere dalla loro difficile e limitata quotidianità, di essere accettati, apprezzati e rispettati. È possibile farlo dando ai bambini ed ai giovani l’opportunità di sviluppare le loro qualità fisiche e mentali attraverso l’allenamento e le competizioni sportive, offrendo loro continue e sempre nuove occasioni di crescita e di dimostrare coraggio e capacità, condividendo con gli altri sportivi e con l’intera comunità risultati, successi e amicizia. E lo sport, in questo senso, è senza dubbio un veicolo comodo, adatto, importante. La scuola, inoltre, con queste forme di attività organizzata può offrire supporto alle famiglie dei ragazzi e giovani speciali nel loro cammino, educandoli alla piena accettazione delle diversità da parte “degli altri”, stimolando la società a va- lorizzare la personalità dei ragazzi con ritardo mentale ed il loro inserimento a pieno titolo nel proprio ambito. Per conoscere più da vicino questo aspetto, abbiamo fatto visita al Centro per l’educazione e l’istruzione degli alunni ritardati mentali di Fiume, oggi scuola elementare e media superiore autonoma, l’unica nel suo genere nella Regione litoraneo–montana. Nata nel 1960 come sezione dell’elementare “Slaviše Vajnera Čiče”, più tardi scuola speciale che accoglieva bambini con gravi forme di handicap, si è trasformata in un istituto autonomo, testimonianza di come e quanto sono cambiate e stanno cambiando (anche se ancora in misura insufficiente) la cultura dell’handicap e soprattutto la concezione delle persone disabili. Al suo interno, nel 1996 è stata fondata la società sportiva scolastica “Učkarić”, che ha ereditato e continuato la promozione della pratica sportiva da parte dei ragazzi disabili in maniera organizzata e consone alle rinnovate esigenze, una forma di attività che era stata avviata praticamente assieme a quella dell’educazione e istruzione speciale, come spiega il presidente della società, Ivan Tomičić. “Nel 1997 l’Učkarić era stato promotore del primo Incontro nordadriatico, una sorta di campionato interregionale, al quale avevano aderito gli istituti specializzati di Albona, Pola, Fiume e Sebenico, ma all’ultimo momento, causa maltempo, i dalmati non riuscirono a raggiungere Fiume ma le gare videro comunque in lizza un’ottantina di concorrenti - ricorda Tomičić -. In quanto a sport per disabili, Fiume è stata un pioniere in questo campo, ed anche ciò spiega perché a questi incontri conti sempre la squadra più numerosa e riesca regolarmente a raccogliere il maggior numero di successi. Tornando agli Incontri sportivi, è doveroso sottolineare che hanno avuto un bellissimo crescendo, fino a diventare un vero a proprio campionato nazionale, che nel maggio scorso a Osijek ha visto la presenza di 24 istituti, tra scuole e centri, con oltre 300 partecipanti. E, ciò che consola, per la prima volta gli Incontri si sono svolti anche grazie al contributo finanziario del Ministero dello sport, che evidentemente ha capito l’importanza di queste manifestazioni. E speriamo sia definitivamente cambiato l’atteggiamento nei confronti di questa particolare fascia di popolazione infantile, che si deve confrontare con il problema della disabilità. Ora ci prepariamo con gioia per l’edizione 2006 del campionato nazionale, che si svolgerà il prossimo mese di maggio a Spalato”. poggio della direttrice Ankica Matijević, della pedagoga Tanja Kovačić e degli altri colleghi insegnanti. Inoltre, nel ‘92 ho avuto la gioia di accompagnare nuotatori e atleti alle paraolimpiadi di Madrid, per quella che è stata la prima partecipazione croata a una competizione del genere dopo l’indipendenza. Recentemente abbiamo partecipato a una gara internazionale a Bratislava, dove i ragazzi hanno ottenuto degli ottimi risultati. Il più in vista è stato Zoran Talić, che ha vinto la prova di salto in lungo, guadagnando il diritto di andare ai mondiali indoor che si svolgeranno il prossimo mese in Svezia. Altrettanto buoni risultati li abbiamo conseguiti nelle gare internazionali di nuoto mentre ci apprestiamo ad andare con quattro ragazzi ancora a Bratislava, dove altri potranno ottenere il visto per i mondiali”. Snježana Petković, ricorda che “parallelamente alle lezioni, svolgiamo una serie di attività libere nelle quali un ruolo importante lo riveste appunto lo sport. Regolarmente facciamo delle puntate allo stadio di Cantrida e alla piscina di Costabella, uscite che richiedono comunque un notevole impegno organizzativo e finanziario, per far fronte ai costi del trasporto. Per quanto riguarda i poligoni, la palestra della scuola è piuttosto limitata, ma ci si arrangia, cercando di attrezzare al meglio lo spazio a disposizione e offrire ai ragazzi la possibilità di fare quanto più movimento e sport, per abituarli a queste pratiche e dare loro l’occasione di uscire da questo ambito, Zvonko Brozić, Snježana Petković e Ivan Tomičić nella palestra del Centro per l’educazione e l’istruzione dei ritardati mentali Zvonko Brozić e Snježana Petković, nella doppia veste di insegnanti e allenatori dei ragazzi, curano tutta l’attività sportiva che si svolge nell’ambito del programma pedagogico e delle attività libere degli alunni del Centro. Zvonko Brozić, notissimo ex pallavolista del Kvarner e della nazionale a cavallo tra gli Anni ‘60 e ‘70, lavora presso l’istituto fiumano ormai da 35 anni ed è attivo anche in seno alla Federazione sport disabili, che pure sostiene finanziariamente l’organizzazione delle gare di cui sopra. “Nell’ambito della nostra scuola ed al club Učkarić, i ragazzi hanno occasione di gareggiare e di farsi valere nel nuoto e nell’atletica leggera, nel piccolo calcio e nel basket, nei vari giochi a staffetta, ai poligoni - spiega Brozić -. E in tutte queste forme di attività possiamo godere dell’ap- di andare alle manifestazioni, piccoli viaggi che per loro rappresenta il massimo, sia sotto l’aspetto agonistico sia quello ludico e della socializzazione. Io sono ancora alle prime armi, ma questi meravigliosi ragazzi con cui lavoro sono già diventati parte di me”. Recentemente nell’ambito dell’Assosport cittadina di Fiume è stato varato il progetto “Posso anch’io (Mogu i ja)”, con l’obiettivo di creare sezioni per disabili nei club per normodotati, onde inserire prima e integrare poi gli sportivi speciali. Voi che con i disabili, in questo caso ritardati mentali, ci lavorate, come giudicate questo progetto? Credo che sarà molto difficile realizzare questo progetto – dice Brozić –. Per entrare nelle società sportive, bisognerà vincere le resistenze e i timori, i tabù e i pregiudizi, dalle barriere architettoniche che ostacolano l’accesso agli impianti, ai servizi che costituiscono un ulteriore ostacolo a questo inserimento. Le preoccupazioni sono legate anche ai finanziamenti. Le società temono che i costi per la realizzazione di questa iniziativa possano ricadere sulle loro spalle. E poi bisogna considerare che questi ragazzi hanno una psicologia del tutto particolare, per cui chi li segue deve valutare le problematiche che investono le aree della loro personalità, le peculiarità derivanti dai deficit nel loro sviluppo cognitivo, il loro grado di autonomia. Non va trascurato il fatto che molti risultano costantemente dipendenti dall’ambiente umano, per cui sono fortemente legati a noi che lavoriamo con loro da lungo tempo, per cui ci si chiede come potrebbero relazionare con i nuovi allenatori, che non hanno una preparazione adeguata per capire i meccanismi di esame delle loro capacità cognitive e di apprendimento. E poi bisogna fare una distinzione tra gli invalidi ed i ritardati mentali, tra gli handicap fisici e quelli cognitivi. Anche per questi motivi, assieme ai miei colleghi, sto lavorando per fondare nell’ambito dell’Associazione per l’aiuto ai soggetti con ritardo mentale, una società sportiva, che in partenza sarà di atletica leggera, onde consentire ai ragazzi la possibilità di fare sport anche dopo finita la scuola. Ivan Tomičić è alla testa del Direttivo del club sportivo scolastico l’Učkarić, che comprende inoltre gli allenatori Snježana Petković e Zvonko Brozić, la direttrice della scuola Ankica Matijević, la pedagoga Tanja Kovačić e la segretaria Mirjana Žorž. Un gruppo che lavora assieme dalla costituzione del club, di cui ci ha illustrato l’attività. “L’Učkarić è un Club autonomo, finanziato dalla Regione e dalla Municipalità, il cui capodipartimento per lo sport, Mihovil Dorčić, ma anche il suo collaboratore Šime Mustač, ha dimostrato sempre grande sensibilità nei nostri confronti ed ha tenuto nella giusta considerazione le nostre specificità – sottolinea il presidente Tomičić –. Ora che Dorčić è andato in pensione, speriamo di poter continuare sulla stessa linea anche con Veljko Karabaić, che gli è subentrato. Inoltre, finora abbiamo potuto contare sull’apporto di parecchi donatori, molti dei quali preferiscono mantenere l’anonimato, ma il loro numero è in calo e ciò desta qualche preoccupazione per la nostra attività futura. Perché ogni uscita ha dei costi altissimi. Basti pensare che per i prossimi campionati croati di Spalato, in maggio, dovremo spendere circa 30mila kune, un terzo delle quali per il trasporto. Nel campo dei rapporti, non va dimenticato l’ottimo livello di collaborazione che l’Učkarić mantiene con il club di atletica leggera Kvarner–Autotrans e con il Primorje EB di nuoto, che ci ospitano nei loro impianti. Nei nostri programmi riusciamo a coinvolgere una quarantina di ragazzi, di cui 20–25 partecipano alle gare nazionali. E possiamo vantarci di essere sempre tra i più numerosi”. solidarieta`3 Martedì, 28 febbraio 2006 RINASCERE Più incidenza ma anche più remissioni L’unione fa la forza Q uesto è il motto del Club delle persone in cura per leucemia e linfomi, fondato all’interno della Lega per lotta al cancro il 18 marzo del 2003, con lo scopo di riunire persone affette da linfomi, leucemia, mieloma multiplo e altre malattie del sangue. Il motto (“zajedno smo jači”) è stato adottato appunto perché solamente se sono insieme queste persone possono giungere agli scopi prefissi, cioè dare supporto e aiuto ai malati, informare ed educare i diretti interessati sulle patologie che li affliggono, informare l’opinione pubblica sui problemi cui va incontro questa popolazione e come prevenire malattie ematiche. Nell’ambito del club, i membri possono parlare liberamente della propria malattia, scambiare esperienze ci”, in collaborazione con l’Ordine dei medici. “Sinora la nostra attività si è per lo più limitata a stampare alcuni opuscoli – ha dichiarato il dottor Host –, oltre naturalmente a dare supporto ai pazienti. Nelle malattie ematiche, specialmente quelle definite ‘gravi’, ogni paziente si accascia, nel sentirsi dire che soffre di qualcosa di incurabile. Invece, con le adeguate terapie, si è giunti spesso a una remissione completa della malattia”. Per questa ragione è stato fondato il club, proprio su iniziativa di alcuni medici. Questi si sono accorti di non avere abbastanza tempo da dedicare a ogni paziente, peraltro bisognoso quasi più di un aiuto morale che di medicinali. Perciò, una parte del tempo libero i medici la trascorrono al club, ogni secondo e quarto martedì del mese. A parte l’eventuale discussione sulle attività da intraprendere, per la maggior parte del tempo i pazienti chiedono delucidazioni sulla diagnosi, oppure sull’alimentazione da mantenere durante la chemioterapia, o su dove reperire i medicinali adatti. A questo proposito, il club ha intenzione di stilare un’agenda speciale, dove si potranno trovare le farmacie in Croazia, Italia e Slovenia, provviste di questi medicinali “intelligenti”, o in grado di ordinarli in tempi Servizi di Erika Blečić - Foto di Graziella Tatalović I membri durante una delle consuete riunioni lattie ematiche è la paura, l’isolamento, chiudersi in sé stessi perché si ha la sensazione di essere stati condannati a morte. L’opinione pubblica non sempre è bene informata sui progressi fatti nel campo delle malattie ematiche. Delle patologie cardiache si parla sempre, si descrivono i traguardi raggiunti con dovizia di particolari. L’in- Il dottor Ivan Host e conoscenze cui sono pervenuti, esporre le proprie paure e inibizioni, apprendere molto sulla propria patologia, aumentare la fede in sé stessi, trovare nuovi amici, ricevere una spinta ad amare la vita. Durante i primi due anni di vita, sotto la guida del presidente, dottor Ivan Host, il club ha organizzato alcune azioni autonome, altre nell’ambito della Lega. Il primo anniversario della fondazione è stato celebrato con la stampa dell’opuscolo “Zajedno smo jači”, con cui hanno dato un contributo alla lotta al cancro, questa grave e terribile malattia con cui i membri del club si sono scontrati. L’opuscolo ha dato una spinta in avanti a chi si è trovato nella stessa situazione e in alcuni casi è servito a sminuire, fino a farli scomparire, alcuni piccoli problemi quotidiani di questi malati. Nell’aprile del 2004 presso la Facoltà di medicina di Fiume il club ha organizzato una tavola rotonda dal titolo “Problemi psicosociali dei pazienti oncologi- CHI - DOVE CLUB DELLE PERSONE AFFETTE DA LEUCEMIA E LINFOMI (KLUB LIJEČENIH OD LEUKEMIJE I LIMFOMA) presso la Lega per la lotta contro il cancro piazza Adria 4/III tel. 338 091 Orario d’ufficio: ogni secondo e quarto martedì del mese dalle 18 alle 19. Gli opuscoli informativi pubblicati dall’associazione brevi. Più volte, infatti, è successo che un paziente ha dovuto girare per giorni per trovare ciò che gli serviva. Con un giro di telefonate e basandosi sulle esperienze già vissute, i membri del club potranno avere a disposizione i dati su dove reperire ciò che per loro è veramente di vitale importanza. “Spesso le persone si lamentano che la letteratura medica è troppo vasta, per cui non riescono a trovare le informazioni basilari. Abbiamo deciso di intraprendere un passo molto importante, nella sua semplicità: stampare una serie di opuscoli, ognuno per un tipo di tumore”. Il prossimo dovrebbe concernere quello al seno. Come per il libriccino sui linfomi, il testo sarà chiaro e conciso, però ricco di quei particolari meno conosciuti, quali l’alimentazione, i medici specialisti, le indicazioni da seguire prima e durante la chemioterapia, e così via. Seguiranno, entro l’anno in corso, la Guida per un sostegno psicologico al paziente, nonché per il 2007 la Guida sull’alimentazione per chi è in chemioterapia e un’altra Guida su come prevenire i tumori attraverso l’alimentazione. “Una delle nostre peculiarità e quella di cercare di unire quanto più tra loro medici e pazienti, perché l’ostacolo maggiore nelle ma- cidenza delle malattie del sangue però sta salendo vertiginosamente, ma altrettanto succede con il numero delle remissioni, tanto da poter quasi parlare di remissione totale, se la malattia viene scoperta in tempo”. Uno degli scopi del club è quello di scambiare le esperienze personali. Molte persone si sentono scoraggiate, nel sentire la propria diagnosi, ma hanno riscoperto la gioia di vivere e la forza di combattere venendo in contatto con qualcuno che da anni (in un caso 12) sta convivendo con una malattia “incurabile” e conduce una vita quasi normale. Per ora gli spazi sono alquanto angusti (condividono gli stessi vani con la Lega per lotta contro il cancro e con il club Nada delle donne operate al seno), ma appena sarà possibile, i membri pensano di organizzare delle attività sportive. “Il moto fa bene sia al corpo sia allo spirito. Non solamente dei pazienti, ma anche di medici e infermiere, in contatto quotidiano con malattie gravi e in estremo bisogno di scaricare lo stress accumulato”. Per ora, sono consigliate passeggiate più o meno lunghe, a seconda dello stato di ogni paziente, ma in futuro sono in programma anche delle partite a calcetto o basket. Un manuale veramente utile Chemioterapia e sue conseguenze Cancro. Ancor oggi questa parola fa rabbrividire, forse perché in passato chi ne era colpito andava incontro a morte sicura, dopo sofferenze a volte atroci. Oggi invece, sebbene la popolazione ne sia sempre più colpita, si può guarire. A volte il sottoporsi alle cure adeguate richiede molti mesi, ma sono sempre più le persone che possono raccontare, a distanza di anni, come abbiano fatto a “tirarsene fuori”. La medicina fa passi avanti, le cure sono sempre più mirate e specifiche. A parte l’intervento chirurgico, necessario il più delle volte, le terapie cui sottoporsi in seguito sono varie. Una di queste è la chemioterapia, adottata sia come “distruttore” di cellule tumorali in circolazione nell’organismo dopo l’intervento chirurgico, sia come metodo per ridurre il tumore prima di sottoporre il paziente all’operazione. Sebbene siano sempre più le persone che vengono sottoposte a chemioterapia, spesso i quesiti che il paziente si pone rimangono senza risposta. Ogni chirurgo, medico di base oppure oncologo, deve contattare molti pazienti ogni giorno, dunque il tempo da dedicare loro è spesso troppo esiguo. Per cui, le domande come “quanto mi resta da vivere; quali saranno le conseguenze della chemioterapia; riuscirò a svolgere ancora il mio lavoro; potrò avere figli” a volte non ricevono risposta. Esistono tanti libri di medicina in cui trovare le risposte, ma sono stati scritti “per gli addetti ai lavori” e il linguaggio non è troppo comprensibile per i comuni cittadini. In anni di esperienza lavorativa, 31 medici e infermiere del reparto di oncologia del Centro Clinico Ospedaliero di Fiume, sotto la guida di due medici, Ivan Host e Ira Pavlović Ružić, hanno descritto, passo passo, in cosa consista e cosa comporti la chemioterapia. I medici si sono soffermati più sul lato “tecnico”, cioè in quali casi applicarla, come, quanto dura la terapia, quali sono le speranze di successo. Chi invece è a contatto diretto e continuato con i pazienti, come le infermiere, ha descritto minuziosamente gli effetti collaterali e come porvi rimedio, consultando il medico. Gli scritti così raccolti hanno dato vita alla “Guida attraverso la chemioterapia” (Vodič kroz kemoterapiju), un manuale per i pazienti e loro familiari. La maggior parte delle 1.200 copie è disponibile gratuitamente presso la Lega per la lotta contro il cancro. Con un linguaggio semplice e comprensibile, i due curatori spiegano di cosa si tratti e come convivere con questo tipo di cura. Si trattano argomenti quali quando applicare la chemioterapia, quali siano i tipi più adatti a ogni tumore, gli effetti collaterali (nausea e vomito, alopecia, complicazioni del quadro ematico e dell’apparato digerente, danni al cuore e ai reni) e loro durata, come e cosa fare per alleviarli, i rischi a lungo termine della chemioterapia (sterilità, insorgere di tumori secondari). Ci sono poi alcuni capitoli molto importanti, su argomenti spesso tralasciati dai medici ma che ai pazienti premono molto. Si tratta dell’insorgere di problemi psichici (quali depressione, senso d’impotenza e d’inevitabilità della morte), dell’alimentazione più adatta da seguire durante il trattamento, il sostegno dei familiari e dei colleghi di lavoro durante la terapia, istruzioni su come affrontare al meglio la prima chemioterapia. Il manuale inoltre contiene una serie di indirizzi di associazioni cui rivolgersi per un sostegno o un consiglio, nonché un’appendice in cui sono spiegati i termini medici usati nel manuale. Il volume si conclude con due esperienze di persone che hanno vissuto e superato l’esperienza di un tumore. Il solo fatto che ciò sia avvenuto 12, rispettivamente 14, anni fa, le paure ed incertezze, nonché gli effetti collaterali superati, e infine la guarigione, possono far ben sperare chi oggi dovesse scontrarsi con un’esperienza simile. 4 solidarieta` Martedì, 28 febbraio 2006 CHI - DOVE PER CHI FU Associazione dei genitori dei difensori caduti Lavorare insieme per ricordare con amore Nella primavera del 1992 è nata l’Associazione dei genitori dei difensori caduti nella guerra patriottica, la quale opera a livello regionale. I suoi membri, attualmente ne conta circa 200, si riuniscono principalmente per cercare di superare insieme la perdita di un figlio avvenuta in maniera così tragica. La sede, in via Miošić, è di soli 22 metri quadrati, per cui lo spazio non è proprio adatto per svolgervi molte attività. Sono soprattutto gli incontri dei membri del comitato esecutivo a definire ciò che si svolgerà, sotto la guida del presidente, Stanko Trebušak. Molti membri risiedono fuori Fiume, per cui sono regolarmente visitati dai soci del capoluogo, i quali portano non solamente conforto alla solitudine ed isolamento in cui si trovano, ma anche generi di prima necessità o medicinali, in caso di malattie. sto, risparmiando anche il tepo del viaggio, queste persone che vivono fuori Fiume sono forse più attive dei residenti nel capoluogo quarnerino. Il denaro raccolto dalla vendita dei prodotti va speso in parte per porre un cero sulla tomba dei circa 250 caduti della Regione litoraneo–montana, mentre con ciò che rimane si acquistano altri materiali vari necessari alla realizzazione di nuovi oggetti da mettere in vendita. I vani dell’associazione sono stati messi a disposizione dalla Città di Fiume, naturalmente previo pagamento dell’affitto e di tutte le altre spese di locazione. Ogni anno poi la Città, la Regione e alcuni comuni sovvenzionano l’associazione, inoltre la Città permette la fruizione gratuita della sala della Filodrammatica o della Casa croata di cultura (HKD) per l’assem- Tutti sanno che la terapia del lavoro è la più efficace. Visto il genere dell’associazione, molti dei suoi membri sono persone avanti con gli anni, per lo più pensionati. Per cui, perso il contatto con i colleghi, si sentono soli e quasi abbandonati a sé stessi. Quindi, lo svolgere qualsivoglia tipo di attività li aiuta a sentirsi utili, a creare qualcosa per cui qualcun altro sarà grato. Da qui l’idea di preparare oggetti–regalo per le varie occasioni di festività nazionali o religiose. I laboratori si svolgono nella sede e vi prendono parte circa una ventina di membri, per lo più donne, che, in quanto a creatività, sono spesso molto più dotate degli uomini. Il sesso forte poi è impegnato per lo più nel trasporto degli oggetti sino ai vari stand, o preposto alla loro raccolta nei dintorni di Fiume. A causa dell’età e dell’esiguo spazio, infatti, sono molti che preparano i lavoretti nell’intimità della propria casa. Proprio per que- blea annuale. Regolarmente si svolgono le visite alle città di Vukovar e Škabrinja, nell’anniversario della loro distruzione, il che risulta essere più un triste pellegrinaggio che una visita vera e propria. Inoltre, quando un membro dell’associazione passa a miglior vita, invece di dare un annuncio sul giornale e ordinare una corona di fiori, si è deciso di dare lo stesso importo alla famiglia, come un piccolo aiuto per far fronte alle necessità materiali sempre più grandi. L’atmosfera nell’associazione non è per niente oppressiva, anche se il nome stesso lo potrebbe far supporre. Il supporto che ogni membro dà all’altro, la voglia di reagire, di fare, fa sì che i volti siano il più allegri possibile. Anche la scritta che appare su un cartello alla parete fa sorridere: “In questo ufficio tutti portano un po’ di felicità: molti entrando, qualcuno uscendo”. (erb) GRAZIE Attendendo il trapianto Il connazionale Denis Lenac vive con la mamma Wanda e sebbene abbia solamente 34 anni, a causa del diabete mellito di tipo 1 oggi è completamente cieco, soffre di insufficienza renale cronica terminale, in seguito alla quale tre volte la settimana si sottopone a emodialisi. Nel mese di novembre è apparso un servizio su di lui su queste pagine e si sono fatte avanti numerose persone, desiderose di aiutare questa famiglia. La gioia di madre e figlio è immensa, perché non si sentono più isolati e abbandonati a sé stessi. Non tutti quelli che si sono fatti avanti hanno messo mano al portafoglio, però hanno donato un sorriso a chi veramente ne aveva bisogno. L’indirizzo di Denis Lenac è: Brnčići 31, 51 211 Bregi. Il numero di telefono è 051 700 122 e quello del cellulare è 091 577 53 01. (erb) REGIONE LITORANEO-MONTANA ASSOCIAZIONE DEGLI AFFETTI DA PARALISI CEREBRALE E INFANTILE Via Ružić 12/2 51000 Fiume E–mail: [email protected] SOCIETÀ DEGLI INVALIDI FISICI DELLA CITTÀ DI FIUME Via I. Čiković Beli 8a 51000 Fiume Tel.: 051/ 633-067 o 098/16 71 917 E-mail: [email protected] ASSOCIAZIONE DEI GENITORI “RUBIKON” Via Blaž Polić 2/2 51000 Fiume E-mail: [email protected] “PEGAZ” - SOCIETÀ PER LA RIABILITAZIONE EQUESTRE “Pegaz” via Strossmayer 5/1, Fiume tel. 098/674-897 www.pegaz-rijeka.hr [email protected] Conto corrente presso la Erste & Steiermaerkische Bank d.d.: 2402006-1100130260 ASSOCIAZIONE PER L’AIUTO ALLE PERSONE CON RITARDO MENTALE E CLUB “SRCE” Via 1. Maggio 14a 51000 Fiume Tel.: 051/213-883 Te.l/fax: 051/322-833 E-mail: lawfi[email protected] ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA DELLE PERSONE AFFETTE DA AUTISMO Via Senjskih uskoka 1 51000 Fiume Tel.: 051/551-344 Fax: 051/551-355 E-mail: [email protected] LEGA PER LA LOTTA CONTRO IL CANCRO E CLUB “NADA” delle donne operate al seno Jadranski trg 4/IV 51000 Fiume Tel.: 051/338-091 ASSOCIAZIONE DEI NON VEDENTI DELLA REGIONE LITORANEO-MONTANA Pavlinski trg 4 51000 Fiume Tel.: 051/336-090 Fax: 051/337-905 SOCIETÀ CROATA DELLA SCLEROSI MULTIPLA SEZIONE DELLA REGIONE LITORANEO-MONTANA Kružna 7 Tel.: 051/214-595 Mob.: 098/9342 548 E-mail: [email protected] ASSOCIAZIONE DEGLI INVALIDI DEL LAVORO - FIUME Via Frano Brentini 3 51000 Fiume Tel. e fax: 051/371-174 SOCIETÀ DIABETICI, presso l’“ORTOPEDIJA” d.o.o. – FIUME Via Krešimir 60/I 51000 Fiume Tel.: 051/212-240 Fax.: 051/331-360 E-mail: [email protected] “HVIDRA” Via Lovranska 10 51000 Rijeka Tel.: 051/261-158 e 263-235 E-mail: [email protected] ASSOCIAZIONE MALATI DI MIASTENIA GRAVIS Dragana Vidović Vrbat Marinići, Draga 10a Viškovo Tel.: 098/353 920 CENTRO PER LA LOTTA ALLE DIPENDENZE – FIUME Calvario 8 51000 Fiume Tel.: 051/327-160 ASSOCIAZIONE “TERRA” Uski prolaz 1 51000 Fiume Tel.: 051/337-400 e 323-714 CONSULTORIO PER TOSSICODIPENDENTI E PER I LORO FAMILIARI Via Krešimir 8 51000 Fiume Tel.: 098/491-383 CONSULTORIO PER LA LOTTA ALLE DIPENDENZE DELLA SEZIONE CITTADINA DELLA CROCE ROSSA – FIUME Piazza della Repubblica 2/II 51000 Fiume Tel.: 051/335-380 DIPARTIMENTO PER LA CONSULTAZIONE E LA COMUNICAZIONE “A.S.K. Ri” Via Pomerio 21 51000 Fiume Tel.: 051/338-418 E-mail: [email protected] TELEFONO SOS Tel.: 051/211-888 CASA DI “SANT’ANNA” per donne e bambini vittime della violenza in famiglia Via Franjo Čandek 6b 51000 Fiume Tel.: 051/ 672-607 E-mail: [email protected] CONSULTORIO “DONNE IN DIFFICOLTÀ” Via Pomerio 3a 51000 Fiume Tel.: 051/211-146 CENTRO CONSULTIVO STUDENTESCO (FACOLTÀ DI FILOSOFIA) Piazza I. Klobučanić 1 51000 Fiume Tel.: 051/315-225 CENTRO PER LA TUTELA SOCIALE, CONSULTORIO MATRIMONIALE, FAMILIARE E GIOVANILE Via Krešimir 12/II 51000 Fiume Tel.: 051/338-526 CONSULTORIO MATRIMONIALE DELLA CARITAS – ARCIVESCOVADO DI FIUME Via Tiziano 11 Tel.: 051/514-381 Pomerio 26 (CQ Brajda) 51000 Fiume CONSULTORIO PER BAMBINI MALTRATTATI E TRASCURATI Via Cambieri 7 51000 Fiume Tel.: 051/334-980 ASSOCIAZIONE PER GLI AFFETTI DA SINDROME DI DOWN Via Slavko Krautzek 83 51000 Fiume Tel: 098/ 211-373 e 091/ 338-1301 e-mail: [email protected] REGIONE ISTRIANA SOCIETÀ DEGLI INVALIDI CIVILI: POLA Via Rakovčeva 8 52100 Pola Tel./Fax.: 052/540-366 e 505-576 Mob.: 091/506-8006 e 091/544-9865 E-mail: [email protected] PARENZO Via Dott. Mauro Gioseffi 4 52440 Parenzo c.p. 118 Tel./Fax.: 052/452-335 CITTANOVA Strada Kontesa bb 114 52466 Cittanova da Ana Bulić Tel./Fax.: 052/758-329 UMAGO Kravlji rt bb 52470 Umago Tel./Fax.: 052/741-627 BUIE via Garibaldi bb 52460 Buie Tel./Fax.: 052/773-674 PINGUENTE Roč 51 52425 Pinguente da Melita Cinac Anno II / n.2 28 febbraio 2006 “LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat edizione: SOLIDARIETÀ Redattore esecutivo: Erika Blečić / Impaginazione: Saša Dubravčić Collaboratori: Bruno Bontempo Foto: Graziella Tatalović e Goran Žiković