DEL POPOLO
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n. 2 •
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Martedì, 28 febbraio 2
VITA
By–pass meravigliosi
di Erika Blečić
Si intitolava “La macchina meravigliosa” una trasmissione TV in cui si
esplorava il corpo umano. E come ogni
macchina, è soggetto a guasti. A volte si
tratta di “errori di fabbrica”, altre volte di “avarie” temporanee. In ogni caso,
l’essere umano ha bisogno di sostegno
morale, oltre che di cure o medicinali.
Qui entrano in campo non solamente coloro che sono preposti a curare, ma
soprattutto i familiari, gli amici, spesso
perfetti estranei. Che, proprio come un
by – pass, rimettono la persona in carreggiata, su una strada maestra la quale, a volte, è proprio del tutto diversa da
quella intrapresa all’inizio del cammino.
La paura dell’ignoto, della morte, di non
poter superare le difficoltà che oggettivamente si presentano ogni giorno, molto
spesso portano il paziente a uno stato di
profondo scoraggiamento, di prostrazione, di resa all’inevitabile.
Proprio l’inevitabile si può rimandare, talvolta di anni. Come? Con le cure
adeguate, ma non solo. In ogni essere
umano c’è una forza inesauribile, bisogna solamente disseppellirla e metterla
in moto. Qui entra in campo la solidarietà, quella vera, sincera e disinteressata.
Per fortuna esistono persone in grado di
dare una mano, di indirizzare a un modo
di vita diverso, ma molto più adatto alla
situazione e aiutare così il paziente a ridiventare, dentro sé stesso, una persona
degna di vivere.
Che dire di chi invece è nato con
qualche malformazione? All’inizio della
sua esistenza, il percorso è tutto e solamente in salita. Col passare del tempo,
le cose non migliorano, anzi. Anni fa
queste persone venivano segregate in
casa, nascoste alla vista dei vicini, per
nascondere la “vergogna”. Invece, anche queste sono persone, esseri umani
con tutti i sentimenti propri della specie.
Dall’amore all’infelicità, dalla voglia di
vivere alla disperazione. La società moderna ha accettato questi esseri umani,
permettendo loro di fare una vita quasi
normale, anche di praticare sport. Pure
qui entrano in campo uomini di buon
cuore, capaci di infondere coraggio, anche quando tutto sembra portare allo
scoramento. Allenatori, fisioterapisti,
amici, genitori, a volte le autorità locali
(con la creazione di rampe e rendendo
accessibili gli impianti sportivi), rendono la vita degli invalidi non più semplice, ma molto più soddisfacente. Un
successo conseguito a suon di privazioni e difficoltà quotidiane, vale molto più
di qualsiasi medaglia. In fin dei conti,
le difficoltà sono il pane quotidiano di
ogni essere umano. Alla nascita, infatti, il medico non lo sculaccia per farlo
piangere?
2 solidarieta`
Martedì, 28 febbraio 2006
CI SIAMO ANCHE NOI
La capacità di mettersi in gioco
Uno sport tutto speciale
Servizio di Bruno Bontempo - Foto di Goran Žiković
Un folto gruppo di fiumani
a una recente edizione
dei campionati croati di categoria
I
l quadro mondiale ci pone di
fronte a delle cifre che molti
riterrebbero impensabili: il 3
p.c. della popolazione mondiale,
pari a 176 milioni di persone, ha
un ritardo mentale, di questi circa
il 60 p.c. ha un lieve ritardo, il 30
p.c. un ritardo moderato e solo nel
10 p.c. dei casi il ritardo è severo o profondo. Ma simili numeri
mettono l’intera società di fronte
al problema dell’integrazione di
queste persone. È per questo motivo che 30 anni fa, per volontà della famiglia Kennedy, è nato Social
Olympics, un movimento che ha
come obiettivo la piena integrazione dei disabili, i quali durante la delicata fase della crescita,
hanno particolarmente bisogno di
un supporto adeguato, che gli permetta di gestire correttamente il
proprio potenziale psicofisico. Un
supporto adeguato è certamente
quello fornito dalla pratica sportiva, che consente un buon grado di
sviluppo, non solo da un punto di
vista motorio, ma anche psichico:
il coraggio, la capacità di mettersi
in gioco, sono motivi di gioia e di
crescita che vanno condivisi con
amici e familiari, ma che possono
e devono trovare una giusta collocazione soprattutto nel mondo
delle associazioni, scuole, istituti.
Il fine di queste iniziative, agonisticamente strutturate in una serie
di competizioni Special Olympics
e simili, organizzate a vari livelli,
è quello di dare anche ai ritardati
mentali la possibilità di esprimersi e di evadere dalla loro difficile
e limitata quotidianità, di essere
accettati, apprezzati e rispettati.
È possibile farlo dando ai bambini ed ai giovani l’opportunità di
sviluppare le loro qualità fisiche e
mentali attraverso l’allenamento e
le competizioni sportive, offrendo
loro continue e sempre nuove occasioni di crescita e di dimostrare
coraggio e capacità, condividendo
con gli altri sportivi e con l’intera
comunità risultati, successi e amicizia. E lo sport, in questo senso,
è senza dubbio un veicolo comodo, adatto, importante. La scuola,
inoltre, con queste forme di attività organizzata può offrire supporto alle famiglie dei ragazzi e giovani speciali nel loro cammino,
educandoli alla piena accettazione delle diversità da parte “degli
altri”, stimolando la società a va-
lorizzare la personalità dei ragazzi
con ritardo mentale ed il loro inserimento a pieno titolo nel proprio
ambito.
Per conoscere più da vicino
questo aspetto, abbiamo fatto visita al Centro per l’educazione e
l’istruzione degli alunni ritardati
mentali di Fiume, oggi scuola elementare e media superiore autonoma, l’unica nel suo genere nella
Regione litoraneo–montana. Nata
nel 1960 come sezione dell’elementare “Slaviše Vajnera Čiče”,
più tardi scuola speciale che accoglieva bambini con gravi forme
di handicap, si è trasformata in un
istituto autonomo, testimonianza
di come e quanto sono cambiate e stanno cambiando (anche se
ancora in misura insufficiente) la
cultura dell’handicap e soprattutto la concezione delle persone disabili. Al suo interno, nel 1996 è
stata fondata la società sportiva
scolastica “Učkarić”, che ha ereditato e continuato la promozione della pratica sportiva da parte
dei ragazzi disabili in maniera organizzata e consone alle rinnovate esigenze, una forma di attività
che era stata avviata praticamente
assieme a quella dell’educazione
e istruzione speciale, come spiega il presidente della società, Ivan
Tomičić. “Nel 1997 l’Učkarić era
stato promotore del primo Incontro nordadriatico, una sorta
di campionato interregionale, al
quale avevano aderito gli istituti
specializzati di Albona, Pola, Fiume e Sebenico, ma all’ultimo momento, causa maltempo, i dalmati
non riuscirono a raggiungere Fiume ma le gare videro comunque
in lizza un’ottantina di concorrenti - ricorda Tomičić -. In quanto a
sport per disabili, Fiume è stata un
pioniere in questo campo, ed anche ciò spiega perché a questi incontri conti sempre la squadra più
numerosa e riesca regolarmente a
raccogliere il maggior numero di
successi. Tornando agli Incontri
sportivi, è doveroso sottolineare che hanno avuto un bellissimo crescendo, fino a diventare
un vero a proprio campionato nazionale, che nel maggio scorso a
Osijek ha visto la presenza di 24
istituti, tra scuole e centri, con
oltre 300 partecipanti. E, ciò che
consola, per la prima volta gli Incontri si sono svolti anche grazie
al contributo finanziario del Ministero dello sport, che evidentemente ha capito l’importanza di
queste manifestazioni. E speriamo sia definitivamente cambiato
l’atteggiamento nei confronti di
questa particolare fascia di popolazione infantile, che si deve
confrontare con il problema della
disabilità. Ora ci prepariamo con
gioia per l’edizione 2006 del campionato nazionale, che si svolgerà il prossimo mese di maggio a
Spalato”.
poggio della direttrice Ankica
Matijević, della pedagoga Tanja
Kovačić e degli altri colleghi insegnanti. Inoltre, nel ‘92 ho avuto
la gioia di accompagnare nuotatori e atleti alle paraolimpiadi di
Madrid, per quella che è stata la
prima partecipazione croata a una
competizione del genere dopo
l’indipendenza.
Recentemente
abbiamo partecipato a una gara
internazionale a Bratislava, dove
i ragazzi hanno ottenuto degli ottimi risultati. Il più in vista è stato
Zoran Talić, che ha vinto la prova di salto in lungo, guadagnando il diritto di andare ai mondiali
indoor che si svolgeranno il prossimo mese in Svezia. Altrettanto
buoni risultati li abbiamo conseguiti nelle gare internazionali di
nuoto mentre ci apprestiamo ad
andare con quattro ragazzi ancora
a Bratislava, dove altri potranno
ottenere il visto per i mondiali”.
Snježana Petković, ricorda che
“parallelamente alle lezioni, svolgiamo una serie di attività libere
nelle quali un ruolo importante lo
riveste appunto lo sport. Regolarmente facciamo delle puntate allo
stadio di Cantrida e alla piscina di
Costabella, uscite che richiedono
comunque un notevole impegno
organizzativo e finanziario, per
far fronte ai costi del trasporto.
Per quanto riguarda i poligoni, la
palestra della scuola è piuttosto limitata, ma ci si arrangia, cercando
di attrezzare al meglio lo spazio a
disposizione e offrire ai ragazzi la
possibilità di fare quanto più movimento e sport, per abituarli a
queste pratiche e dare loro l’occasione di uscire da questo ambito,
Zvonko Brozić, Snježana Petković e Ivan Tomičić nella palestra
del Centro per l’educazione e l’istruzione dei ritardati mentali
Zvonko Brozić e Snježana
Petković, nella doppia veste di
insegnanti e allenatori dei ragazzi, curano tutta l’attività sportiva
che si svolge nell’ambito del programma pedagogico e delle attività libere degli alunni del Centro. Zvonko Brozić, notissimo ex
pallavolista del Kvarner e della
nazionale a cavallo tra gli Anni
‘60 e ‘70, lavora presso l’istituto fiumano ormai da 35 anni ed è
attivo anche in seno alla Federazione sport disabili, che pure sostiene finanziariamente l’organizzazione delle gare di cui sopra.
“Nell’ambito della nostra scuola
ed al club Učkarić, i ragazzi hanno occasione di gareggiare e di
farsi valere nel nuoto e nell’atletica leggera, nel piccolo calcio e
nel basket, nei vari giochi a staffetta, ai poligoni - spiega Brozić
-. E in tutte queste forme di attività possiamo godere dell’ap-
di andare alle manifestazioni, piccoli viaggi che per loro rappresenta il massimo, sia sotto l’aspetto
agonistico sia quello ludico e della socializzazione. Io sono ancora alle prime armi, ma questi meravigliosi ragazzi con cui lavoro
sono già diventati parte di me”.
Recentemente
nell’ambito dell’Assosport cittadina di
Fiume è stato varato il progetto “Posso anch’io (Mogu i ja)”,
con l’obiettivo di creare sezioni
per disabili nei club per normodotati, onde inserire prima e integrare poi gli sportivi speciali.
Voi che con i disabili, in questo
caso ritardati mentali, ci lavorate, come giudicate questo progetto?
Credo che sarà molto difficile realizzare questo progetto – dice Brozić –. Per entrare
nelle società sportive, bisognerà
vincere le resistenze e i timori,
i tabù e i pregiudizi, dalle barriere architettoniche che ostacolano l’accesso agli impianti, ai
servizi che costituiscono un ulteriore ostacolo a questo inserimento. Le preoccupazioni sono
legate anche ai finanziamenti. Le
società temono che i costi per la
realizzazione di questa iniziativa
possano ricadere sulle loro spalle. E poi bisogna considerare che
questi ragazzi hanno una psicologia del tutto particolare, per cui
chi li segue deve valutare le problematiche che investono le aree
della loro personalità, le peculiarità derivanti dai deficit nel loro
sviluppo cognitivo, il loro grado
di autonomia. Non va trascurato
il fatto che molti risultano costantemente dipendenti dall’ambiente umano, per cui sono fortemente legati a noi che lavoriamo
con loro da lungo tempo, per cui
ci si chiede come potrebbero relazionare con i nuovi allenatori,
che non hanno una preparazione
adeguata per capire i meccanismi
di esame delle loro capacità cognitive e di apprendimento. E poi
bisogna fare una distinzione tra
gli invalidi ed i ritardati mentali,
tra gli handicap fisici e quelli cognitivi. Anche per questi motivi,
assieme ai miei colleghi, sto lavorando per fondare nell’ambito
dell’Associazione per l’aiuto ai
soggetti con ritardo mentale, una
società sportiva, che in partenza sarà di atletica leggera, onde
consentire ai ragazzi la possibilità di fare sport anche dopo finita
la scuola.
Ivan Tomičić è alla testa del
Direttivo del club sportivo scolastico l’Učkarić, che comprende inoltre gli allenatori Snježana
Petković e Zvonko Brozić, la
direttrice della scuola Ankica
Matijević, la pedagoga Tanja
Kovačić e la segretaria Mirjana Žorž. Un gruppo che lavora
assieme dalla costituzione del
club, di cui ci ha illustrato l’attività. “L’Učkarić è un Club autonomo, finanziato dalla Regione e dalla Municipalità, il cui
capodipartimento per lo sport,
Mihovil Dorčić, ma anche il suo
collaboratore Šime Mustač, ha
dimostrato sempre grande sensibilità nei nostri confronti ed ha
tenuto nella giusta considerazione le nostre specificità – sottolinea il presidente Tomičić –. Ora
che Dorčić è andato in pensione,
speriamo di poter continuare sulla stessa linea anche con Veljko
Karabaić, che gli è subentrato.
Inoltre, finora abbiamo potuto
contare sull’apporto di parecchi
donatori, molti dei quali preferiscono mantenere l’anonimato, ma il loro numero è in calo
e ciò desta qualche preoccupazione per la nostra attività futura. Perché ogni uscita ha dei costi altissimi. Basti pensare che
per i prossimi campionati croati
di Spalato, in maggio, dovremo
spendere circa 30mila kune, un
terzo delle quali per il trasporto. Nel campo dei rapporti, non
va dimenticato l’ottimo livello
di collaborazione che l’Učkarić
mantiene con il club di atletica leggera Kvarner–Autotrans
e con il Primorje EB di nuoto,
che ci ospitano nei loro impianti.
Nei nostri programmi riusciamo
a coinvolgere una quarantina di
ragazzi, di cui 20–25 partecipano alle gare nazionali. E possiamo vantarci di essere sempre tra
i più numerosi”.
solidarieta`3
Martedì, 28 febbraio 2006
RINASCERE Più incidenza ma anche più remissioni
L’unione fa la forza
Q
uesto è il motto del Club
delle persone in cura per
leucemia e linfomi, fondato all’interno della Lega per lotta al
cancro il 18 marzo del 2003, con lo
scopo di riunire persone affette da
linfomi, leucemia, mieloma multiplo e altre malattie del sangue. Il
motto (“zajedno smo jači”) è stato
adottato appunto perché solamente se sono insieme queste persone
possono giungere agli scopi prefissi, cioè dare supporto e aiuto ai
malati, informare ed educare i diretti interessati sulle patologie che
li affliggono, informare l’opinione
pubblica sui problemi cui va incontro questa popolazione e come
prevenire malattie ematiche. Nell’ambito del club, i membri possono parlare liberamente della propria malattia, scambiare esperienze
ci”, in collaborazione con l’Ordine
dei medici.
“Sinora la nostra attività si è
per lo più limitata a stampare alcuni opuscoli – ha dichiarato il
dottor Host –, oltre naturalmente
a dare supporto ai pazienti. Nelle malattie ematiche, specialmente quelle definite ‘gravi’, ogni paziente si accascia, nel sentirsi dire
che soffre di qualcosa di incurabile. Invece, con le adeguate terapie,
si è giunti spesso a una remissione
completa della malattia”. Per questa ragione è stato fondato il club,
proprio su iniziativa di alcuni medici. Questi si sono accorti di non
avere abbastanza tempo da dedicare a ogni paziente, peraltro bisognoso quasi più di un aiuto morale che di medicinali. Perciò, una
parte del tempo libero i medici la
trascorrono al club, ogni secondo
e quarto martedì del mese. A parte
l’eventuale discussione sulle attività da intraprendere, per la maggior
parte del tempo i pazienti chiedono
delucidazioni sulla diagnosi, oppure sull’alimentazione da mantenere
durante la chemioterapia, o su dove
reperire i medicinali adatti. A questo proposito, il club ha intenzione
di stilare un’agenda speciale, dove
si potranno trovare le farmacie in
Croazia, Italia e Slovenia, provviste di questi medicinali “intelligenti”, o in grado di ordinarli in tempi
Servizi di Erika Blečić - Foto di Graziella Tatalović
I membri durante una delle consuete riunioni
lattie ematiche è la paura, l’isolamento, chiudersi in sé stessi perché
si ha la sensazione di essere stati condannati a morte. L’opinione
pubblica non sempre è bene informata sui progressi fatti nel campo
delle malattie ematiche. Delle patologie cardiache si parla sempre,
si descrivono i traguardi raggiunti con dovizia di particolari. L’in-
Il dottor Ivan Host
e conoscenze cui sono pervenuti,
esporre le proprie paure e inibizioni, apprendere molto sulla propria
patologia, aumentare la fede in sé
stessi, trovare nuovi amici, ricevere
una spinta ad amare la vita.
Durante i primi due anni di vita,
sotto la guida del presidente, dottor
Ivan Host, il club ha organizzato
alcune azioni autonome, altre nell’ambito della Lega. Il primo anniversario della fondazione è stato
celebrato con la stampa dell’opuscolo “Zajedno smo jači”, con cui
hanno dato un contributo alla lotta al cancro, questa grave e terribile malattia con cui i membri del
club si sono scontrati. L’opuscolo
ha dato una spinta in avanti a chi
si è trovato nella stessa situazione e
in alcuni casi è servito a sminuire,
fino a farli scomparire, alcuni piccoli problemi quotidiani di questi
malati. Nell’aprile del 2004 presso la Facoltà di medicina di Fiume il club ha organizzato una tavola rotonda dal titolo “Problemi
psicosociali dei pazienti oncologi-
CHI - DOVE
CLUB DELLE
PERSONE AFFETTE
DA LEUCEMIA
E LINFOMI
(KLUB LIJEČENIH
OD LEUKEMIJE
I LIMFOMA)
presso la Lega per la
lotta contro il cancro
piazza Adria 4/III
tel. 338 091
Orario d’ufficio: ogni
secondo e quarto
martedì del mese dalle
18 alle 19.
Gli opuscoli informativi pubblicati dall’associazione
brevi. Più volte, infatti, è successo
che un paziente ha dovuto girare
per giorni per trovare ciò che gli
serviva. Con un giro di telefonate e basandosi sulle esperienze già
vissute, i membri del club potranno
avere a disposizione i dati su dove
reperire ciò che per loro è veramente di vitale importanza.
“Spesso le persone si lamentano che la letteratura medica è
troppo vasta, per cui non riescono
a trovare le informazioni basilari.
Abbiamo deciso di intraprendere
un passo molto importante, nella
sua semplicità: stampare una serie di opuscoli, ognuno per un tipo
di tumore”. Il prossimo dovrebbe
concernere quello al seno. Come
per il libriccino sui linfomi, il testo
sarà chiaro e conciso, però ricco
di quei particolari meno conosciuti, quali l’alimentazione, i medici
specialisti, le indicazioni da seguire
prima e durante la chemioterapia, e
così via. Seguiranno, entro l’anno
in corso, la Guida per un sostegno
psicologico al paziente, nonché per
il 2007 la Guida sull’alimentazione
per chi è in chemioterapia e un’altra Guida su come prevenire i tumori attraverso l’alimentazione.
“Una delle nostre peculiarità e
quella di cercare di unire quanto
più tra loro medici e pazienti, perché l’ostacolo maggiore nelle ma-
cidenza delle malattie del sangue
però sta salendo vertiginosamente, ma altrettanto succede con il
numero delle remissioni, tanto da
poter quasi parlare di remissione
totale, se la malattia viene scoperta in tempo”.
Uno degli scopi del club è quello di scambiare le esperienze personali. Molte persone si sentono
scoraggiate, nel sentire la propria
diagnosi, ma hanno riscoperto la
gioia di vivere e la forza di combattere venendo in contatto con qualcuno che da anni (in un caso 12) sta
convivendo con una malattia “incurabile” e conduce una vita quasi normale.
Per ora gli spazi sono alquanto
angusti (condividono gli stessi vani
con la Lega per lotta contro il cancro e con il club Nada delle donne
operate al seno), ma appena sarà
possibile, i membri pensano di organizzare delle attività sportive. “Il
moto fa bene sia al corpo sia allo
spirito. Non solamente dei pazienti, ma anche di medici e infermiere,
in contatto quotidiano con malattie
gravi e in estremo bisogno di scaricare lo stress accumulato”. Per ora,
sono consigliate passeggiate più o
meno lunghe, a seconda dello stato
di ogni paziente, ma in futuro sono
in programma anche delle partite a
calcetto o basket.
Un manuale veramente utile
Chemioterapia e sue conseguenze
Cancro. Ancor oggi questa
parola fa rabbrividire, forse perché in passato chi ne era colpito
andava incontro a morte sicura,
dopo sofferenze a volte atroci.
Oggi invece, sebbene la popolazione ne sia sempre più colpita,
si può guarire. A volte il sottoporsi alle cure adeguate richiede molti mesi, ma sono sempre
più le persone che possono raccontare, a distanza di anni, come
abbiano fatto a “tirarsene fuori”.
La medicina fa passi avanti, le
cure sono sempre più mirate e
specifiche. A parte l’intervento
chirurgico, necessario il più delle volte, le terapie cui sottoporsi in seguito sono varie. Una di
queste è la chemioterapia, adottata sia come “distruttore” di
cellule tumorali in circolazione
nell’organismo dopo l’intervento chirurgico, sia come metodo
per ridurre il tumore prima di
sottoporre il paziente all’operazione.
Sebbene siano sempre più
le persone che vengono sottoposte a chemioterapia, spesso
i quesiti che il paziente si pone
rimangono senza risposta. Ogni
chirurgo, medico di base oppure oncologo, deve contattare
molti pazienti ogni giorno, dunque il tempo da dedicare loro è
spesso troppo esiguo. Per cui, le
domande come “quanto mi resta da vivere; quali saranno le
conseguenze della chemioterapia; riuscirò a svolgere ancora il
mio lavoro; potrò avere figli” a
volte non ricevono risposta. Esistono tanti libri di medicina in
cui trovare le risposte, ma sono
stati scritti “per gli addetti ai lavori” e il linguaggio non è troppo comprensibile per i comuni
cittadini.
In anni di esperienza lavorativa, 31 medici e infermiere del
reparto di oncologia del Centro
Clinico Ospedaliero di Fiume,
sotto la guida di due medici,
Ivan Host e Ira Pavlović Ružić,
hanno descritto, passo passo, in
cosa consista e cosa comporti la chemioterapia. I medici
si sono soffermati più sul lato
“tecnico”, cioè in quali casi applicarla, come, quanto dura la
terapia, quali sono le speranze
di successo. Chi invece è a contatto diretto e continuato con i
pazienti, come le infermiere, ha
descritto minuziosamente gli
effetti collaterali e come porvi
rimedio, consultando il medico.
Gli scritti così raccolti hanno
dato vita alla “Guida attraverso
la chemioterapia” (Vodič kroz
kemoterapiju), un manuale per
i pazienti e loro familiari. La
maggior parte delle 1.200 copie è disponibile gratuitamente
presso la Lega per la lotta contro il cancro.
Con un linguaggio semplice
e comprensibile, i due curatori
spiegano di cosa si tratti e come
convivere con questo tipo di
cura. Si trattano argomenti quali quando applicare la chemioterapia, quali siano i tipi più adatti
a ogni tumore, gli effetti collaterali (nausea e vomito, alopecia,
complicazioni del quadro ematico e dell’apparato digerente,
danni al cuore e ai reni) e loro
durata, come e cosa fare per alleviarli, i rischi a lungo termine
della chemioterapia (sterilità, insorgere di tumori secondari). Ci
sono poi alcuni capitoli molto
importanti, su argomenti spesso tralasciati dai medici ma che
ai pazienti premono molto. Si
tratta dell’insorgere di problemi
psichici (quali depressione, senso d’impotenza e d’inevitabilità
della morte), dell’alimentazione
più adatta da seguire durante il
trattamento, il sostegno dei familiari e dei colleghi di lavoro
durante la terapia, istruzioni su
come affrontare al meglio la prima chemioterapia.
Il manuale inoltre contiene una serie di indirizzi di associazioni cui rivolgersi per un
sostegno o un consiglio, nonché
un’appendice in cui sono spiegati i termini medici usati nel manuale. Il volume si conclude con
due esperienze di persone che
hanno vissuto e superato l’esperienza di un tumore. Il solo fatto
che ciò sia avvenuto 12, rispettivamente 14, anni fa, le paure
ed incertezze, nonché gli effetti collaterali superati, e infine la
guarigione, possono far ben sperare chi oggi dovesse scontrarsi
con un’esperienza simile.
4 solidarieta`
Martedì, 28 febbraio 2006
CHI - DOVE
PER CHI FU
Associazione dei genitori dei difensori caduti
Lavorare insieme
per ricordare con amore
Nella primavera del 1992 è nata
l’Associazione dei genitori dei difensori caduti nella guerra patriottica, la quale opera a livello regionale. I suoi membri, attualmente ne
conta circa 200, si riuniscono principalmente per cercare di superare
insieme la perdita di un figlio avvenuta in maniera così tragica. La
sede, in via Miošić, è di soli 22 metri quadrati, per cui lo spazio non è
proprio adatto per svolgervi molte
attività. Sono soprattutto gli incontri dei membri del comitato esecutivo a definire ciò che si svolgerà, sotto la guida del presidente,
Stanko Trebušak.
Molti membri risiedono fuori
Fiume, per cui sono regolarmente visitati dai soci del capoluogo, i
quali portano non solamente conforto alla solitudine ed isolamento
in cui si trovano, ma anche generi
di prima necessità o medicinali, in
caso di malattie.
sto, risparmiando anche il tepo del
viaggio, queste persone che vivono
fuori Fiume sono forse più attive
dei residenti nel capoluogo quarnerino.
Il denaro raccolto dalla vendita dei prodotti va speso in parte
per porre un cero sulla tomba dei
circa 250 caduti della Regione litoraneo–montana, mentre con ciò
che rimane si acquistano altri materiali vari necessari alla realizzazione di nuovi oggetti da mettere
in vendita.
I vani dell’associazione sono
stati messi a disposizione dalla Città di Fiume, naturalmente previo
pagamento dell’affitto e di tutte le
altre spese di locazione. Ogni anno
poi la Città, la Regione e alcuni
comuni sovvenzionano l’associazione, inoltre la Città permette la
fruizione gratuita della sala della
Filodrammatica o della Casa croata di cultura (HKD) per l’assem-
Tutti sanno che la terapia del lavoro è la più efficace. Visto il genere dell’associazione, molti dei suoi
membri sono persone avanti con
gli anni, per lo più pensionati. Per
cui, perso il contatto con i colleghi,
si sentono soli e quasi abbandonati a sé stessi. Quindi, lo svolgere
qualsivoglia tipo di attività li aiuta a sentirsi utili, a creare qualcosa
per cui qualcun altro sarà grato. Da
qui l’idea di preparare oggetti–regalo per le varie occasioni di festività nazionali o religiose.
I laboratori si svolgono nella sede e vi prendono parte circa
una ventina di membri, per lo più
donne, che, in quanto a creatività,
sono spesso molto più dotate degli
uomini. Il sesso forte poi è impegnato per lo più nel trasporto degli
oggetti sino ai vari stand, o preposto alla loro raccolta nei dintorni di
Fiume. A causa dell’età e dell’esiguo spazio, infatti, sono molti che
preparano i lavoretti nell’intimità
della propria casa. Proprio per que-
blea annuale.
Regolarmente si svolgono
le visite alle città di Vukovar e
Škabrinja, nell’anniversario della
loro distruzione, il che risulta essere più un triste pellegrinaggio
che una visita vera e propria. Inoltre, quando un membro dell’associazione passa a miglior vita, invece di dare un annuncio sul giornale e ordinare una corona di fiori, si
è deciso di dare lo stesso importo
alla famiglia, come un piccolo aiuto per far fronte alle necessità materiali sempre più grandi.
L’atmosfera nell’associazione
non è per niente oppressiva, anche se il nome stesso lo potrebbe
far supporre. Il supporto che ogni
membro dà all’altro, la voglia di
reagire, di fare, fa sì che i volti siano il più allegri possibile. Anche
la scritta che appare su un cartello alla parete fa sorridere: “In questo ufficio tutti portano un po’ di
felicità: molti entrando, qualcuno
uscendo”. (erb)
GRAZIE
Attendendo il trapianto
Il connazionale Denis Lenac vive con la mamma Wanda e sebbene abbia solamente 34 anni, a causa del diabete mellito di tipo 1 oggi
è completamente cieco, soffre di insufficienza renale cronica terminale, in seguito alla quale tre volte la settimana si sottopone a emodialisi.
Nel mese di novembre è apparso un servizio su di lui su queste pagine
e si sono fatte avanti numerose persone, desiderose di aiutare questa famiglia. La gioia di madre e figlio è immensa, perché non si sentono più
isolati e abbandonati a sé stessi. Non tutti quelli che si sono fatti avanti hanno messo mano al portafoglio, però hanno donato un sorriso a chi
veramente ne aveva bisogno. L’indirizzo di Denis Lenac è: Brnčići 31,
51 211 Bregi. Il numero di telefono è 051 700 122 e quello del cellulare
è 091 577 53 01. (erb)
REGIONE LITORANEO-MONTANA
ASSOCIAZIONE DEGLI AFFETTI DA PARALISI
CEREBRALE E INFANTILE
Via Ružić 12/2
51000 Fiume
E–mail: [email protected]
SOCIETÀ DEGLI INVALIDI FISICI
DELLA CITTÀ DI FIUME
Via I. Čiković Beli 8a
51000 Fiume
Tel.: 051/ 633-067 o 098/16 71 917
E-mail: [email protected]
ASSOCIAZIONE DEI GENITORI “RUBIKON”
Via Blaž Polić 2/2
51000 Fiume
E-mail: [email protected]
“PEGAZ” - SOCIETÀ PER LA RIABILITAZIONE
EQUESTRE
“Pegaz”
via Strossmayer 5/1, Fiume
tel. 098/674-897
www.pegaz-rijeka.hr
[email protected]
Conto corrente presso la Erste &
Steiermaerkische Bank d.d.:
2402006-1100130260
ASSOCIAZIONE PER L’AIUTO ALLE PERSONE CON RITARDO MENTALE E CLUB “SRCE”
Via 1. Maggio 14a
51000 Fiume
Tel.: 051/213-883
Te.l/fax: 051/322-833
E-mail: lawfi[email protected]
ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA
DELLE PERSONE AFFETTE DA AUTISMO
Via Senjskih uskoka 1
51000 Fiume
Tel.: 051/551-344
Fax: 051/551-355
E-mail: [email protected]
LEGA PER LA LOTTA CONTRO IL CANCRO
E CLUB “NADA”
delle donne operate al seno
Jadranski trg 4/IV
51000 Fiume
Tel.: 051/338-091
ASSOCIAZIONE DEI NON VEDENTI DELLA
REGIONE LITORANEO-MONTANA
Pavlinski trg 4
51000 Fiume
Tel.: 051/336-090
Fax: 051/337-905
SOCIETÀ CROATA DELLA SCLEROSI
MULTIPLA
SEZIONE DELLA REGIONE
LITORANEO-MONTANA
Kružna 7
Tel.: 051/214-595
Mob.: 098/9342 548
E-mail: [email protected]
ASSOCIAZIONE DEGLI INVALIDI
DEL LAVORO - FIUME
Via Frano Brentini 3
51000 Fiume
Tel. e fax: 051/371-174
SOCIETÀ DIABETICI, presso l’“ORTOPEDIJA”
d.o.o. – FIUME
Via Krešimir 60/I
51000 Fiume
Tel.: 051/212-240
Fax.: 051/331-360
E-mail: [email protected]
“HVIDRA”
Via Lovranska 10
51000 Rijeka
Tel.: 051/261-158 e 263-235
E-mail: [email protected]
ASSOCIAZIONE MALATI DI MIASTENIA
GRAVIS
Dragana Vidović Vrbat
Marinići, Draga 10a
Viškovo
Tel.: 098/353 920
CENTRO PER LA LOTTA ALLE DIPENDENZE
– FIUME
Calvario 8
51000 Fiume
Tel.: 051/327-160
ASSOCIAZIONE “TERRA”
Uski prolaz 1
51000 Fiume
Tel.: 051/337-400 e 323-714
CONSULTORIO PER TOSSICODIPENDENTI
E PER I LORO FAMILIARI
Via Krešimir 8
51000 Fiume
Tel.: 098/491-383
CONSULTORIO PER LA LOTTA ALLE
DIPENDENZE DELLA SEZIONE CITTADINA
DELLA CROCE ROSSA – FIUME
Piazza della Repubblica 2/II
51000 Fiume
Tel.: 051/335-380
DIPARTIMENTO PER LA CONSULTAZIONE
E LA COMUNICAZIONE “A.S.K. Ri”
Via Pomerio 21
51000 Fiume
Tel.: 051/338-418
E-mail: [email protected]
TELEFONO SOS
Tel.: 051/211-888
CASA DI “SANT’ANNA” per donne
e bambini vittime della violenza in famiglia
Via Franjo Čandek 6b
51000 Fiume
Tel.: 051/ 672-607
E-mail: [email protected]
CONSULTORIO “DONNE IN DIFFICOLTÀ”
Via Pomerio 3a
51000 Fiume
Tel.: 051/211-146
CENTRO CONSULTIVO STUDENTESCO
(FACOLTÀ DI FILOSOFIA)
Piazza I. Klobučanić 1
51000 Fiume
Tel.: 051/315-225
CENTRO PER LA TUTELA SOCIALE,
CONSULTORIO MATRIMONIALE, FAMILIARE
E GIOVANILE
Via Krešimir 12/II
51000 Fiume
Tel.: 051/338-526
CONSULTORIO MATRIMONIALE DELLA
CARITAS – ARCIVESCOVADO DI FIUME
Via Tiziano 11
Tel.: 051/514-381
Pomerio 26 (CQ Brajda)
51000 Fiume
CONSULTORIO PER BAMBINI MALTRATTATI
E TRASCURATI
Via Cambieri 7
51000 Fiume
Tel.: 051/334-980
ASSOCIAZIONE PER GLI AFFETTI DA
SINDROME DI DOWN
Via Slavko Krautzek 83
51000 Fiume
Tel: 098/ 211-373 e 091/ 338-1301
e-mail: [email protected]
REGIONE ISTRIANA
SOCIETÀ DEGLI INVALIDI
CIVILI:
POLA
Via Rakovčeva 8
52100 Pola
Tel./Fax.: 052/540-366
e 505-576
Mob.: 091/506-8006
e 091/544-9865
E-mail: [email protected]
PARENZO
Via Dott. Mauro Gioseffi 4
52440 Parenzo
c.p. 118
Tel./Fax.: 052/452-335
CITTANOVA
Strada Kontesa bb 114
52466 Cittanova
da Ana Bulić
Tel./Fax.: 052/758-329
UMAGO
Kravlji rt bb
52470 Umago
Tel./Fax.: 052/741-627
BUIE
via Garibaldi bb
52460 Buie
Tel./Fax.: 052/773-674
PINGUENTE
Roč 51
52425 Pinguente
da Melita Cinac
Anno II / n.2 28 febbraio 2006
“LA VOCE DEL POPOLO” - Caporedattore responsabile: Errol Superina
IN PIÙ Supplementi a cura di Errol Superina
Progetto editoriale di Silvio Forza / Art director: Daria Vlahov Horvat
edizione: SOLIDARIETÀ
Redattore esecutivo: Erika Blečić / Impaginazione: Saša Dubravčić
Collaboratori: Bruno Bontempo
Foto: Graziella Tatalović e Goran Žiković
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