il
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QUINDICINALE
D’INFORMAZIONE LOCALE
de
I PATERNESI
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29 GIUGNO 2006
I Paternesi speciale di Free Press allegato de “La Sicilia” all’edizione di Catania del 29 giugno 2006 - e-mail: [email protected]
- Spedizione A.P. comma 20b - Art. 2 legge 662/96 Pubblicità Publikompass Catania tel. 095 7306311 - Progetto grafico Studio Di Marco Realizzazione Melamedia sas - Tipografia e stampa TI.ME. srl
Sofonisba Anguissola:
una vita per la pittura
Parrocchie:
una chiesa-garage,
tantissimi fedeli
e molte attività
LA NOTTE
PRIMA
DEGLI ESAMI
D E I M AT U R A N D I
P AT E R N E S I
Accademia La Fenice:
l’antico cuore della nostra
cultura
Alfio Palumbo:
campione d’Europa
per portare in alto il nome
della città
alle pagine 17-18-19-20
IL COMUNE INFORMA
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I PATERNESI
GIOVEDÌ
29 GIUGNO 2006
EDITORIALE
I
pag. 3-4-5-6
Nella foto:
dopo
aver sostenuto
le tre prove
scritte,
gli studenti
paternesi
si preparano per
l’esame orale
n questo ultimo numero di giugno de I Paternesi, ci occupiamo di esami di maturità con un servizio
firmato dal nostro Giorgio Cicciarella.
Quello di Notte prima degli esami, classico della musica leggera italiana scritto e interpretato dal
cantautore romano Antonello Venditti, è uno dei ritornelli più noti e canticchiati dal grande pubblico.
Una canzone che le radio, mai come in queste settimane, continuano a mandare in onda nel periodo
degli esami di maturità. Il testo di Venditti ripercorre le intime emozioni di chi si appresta ad affrontare
la prova più insidiosa dell’intero ciclo scolastico. Tanti i modi di passare questa fatidica notte, un momento
d’attesa che sembra non finire mai e in cui affiorano le paure di non riuscire a sostenere il
confronto con la commissione, il dubbio di non aver ultimato al meglio il programma di questa
o quella materia, la certezza di aver dato, in alcuni casi, il massimo nella fase preparatoria.
Un insieme di emozioni che abbiamo cercato di carpire intervistando alcuni studenti paternesi
a poche ore dal capitolo conclusivo della maturità: la prova orale.
Nel secondo servizio portante del giornale, Francesco Giordano ci parla della straordinaria
figura della pittrice cremonese Sofonisba Anguissola. La figura di quest’importantissima
artista, i cui dipinti sono custoditi nei più importanti Musei di tutto il mondo, è infatti
indissolubilmente legata alla città di Paternò, dove visse per cinque anni, sposa di don Fabrizio
Moncada, rampollo della potente famiglia siciliana. Quasi certamente, nella nostra città Sofonisba realizzò
numerose opere, poi andate perdute nel corso degli anni. L’unica arrivata fino ai nostri giorni è quella
Madonna dell’Itria custodita nella chiesa dell’Annunziata.
Spazio poi a Il Comune informa, l’inserto del nostro giornale curato in collaborazione con l’Ufficio stampa
dell’Amministrazione. Ci occupiamo del grande successo ottenuto dalla Settimana del libro, degli assessorati
ai Servizi sociali e alle Attività produttive, e del lavoro del Consiglio comunale.
Nella rubrica riservata alle parrocchie cittadine, Maria Gabriella Cirino ci descrive la comunità di Santa
Maria alla Scala. Un gruppo di fedeli molto ampio, visto che le zone d’interesse della parrocchia sono tre:
il centro storico, l’area di espansione denominata Scala Vecchia, e quella delle campagne. Ancora la storia
protagonista nell’articolo di Angelino Cunsolo dedicato all’accademia La Fenice, antico sodalizio che oltre
a promuovere iniziative di carattere culturale, si batté persino per riportare la città al demanio. E infine
lo sport, con un articolo di Salvo Spampinato in cui vi presentiamo un ritratto del campione di bodybuilding Alfio Palumbo. All’interno del giornale, anche la rubrica fotografica curata in collaborazione con
Orazio Oliveri.
Vi auguriamo una buona lettura, dandovi appuntamento al 13 luglio, sempre con La Sicilia, per il prossimo
numero del nostro periodico.
I Paternesi
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I PATERNESI
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LA NOTTE PRIMA
DEGLI ESAMI
D E I M AT U R A N D I
P AT E R N E S I
di Giorgio Cicciarella
Dopo le tre prove scritte,
gli studenti della nostra città
si apprestano ad affrontare
l’ultimo scoglio che li separa
dal conseguimento del diploma,
la prova orale
Tanti i modi di passare
le fatidiche ore prima di questo
importante momento:
ore di attesa e dubbi, trascorse
studiando o anche...
tentando inutilmente
di addormentarsi
N
otte prima degli
esami, notte di
Polizia,
certo
qualcuno te lo sei
portato vai. Notte
di mamma e di papà col biberon
in mano, notte di nonne alla finestra, ma questa notte è ancora
nostra. Notte di giovani attori,
di pizze fredde e di calzoni, notte
di sogni, di coppe e di campioni.
Notte di lacrime e preghiere, la
matematica non sarà mai il mio
mestiere. E gli aerei volano in
alto tra New York e Mosca, ma
questa notte e ancora nostra:
Claudia non tremare non ti posso
far male, se l’amore è amore…
È questo uno dei ritornelli
più noti e canticchiati dal grande
pubblico, tratto da Notte prima
degli esami, un classico della
musica leggera italiana, scritto e
interpretato dal cantautore romano Antonello Venditti - che ha
anche ispirato il film omonimo
rivelatosi uno dei maggiori successi dell’ultima stagione cinematografica (vedi box). Un refrain
che le radio, mai come in queste
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I PATERNESI
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IL FILM
Qualche mese fa, ispirandosi alla canzone di Venditti, il regista Fausto Brizzi ha realizzato
un lungometraggio - con Giorgio Faletti, Cristina Capotondi e Nicolas Vaporidis - rivelatosi
uno dei più grandi successi della scorsa stagione cinematografica.
In una colorata estate degli anni Ottanta Luca e i suoi amici si preparano ad affrontare
i temuti esami di maturità. Ma invece di studiare riescono a collezionare un’incredibile
serie di buffe disavventure.
A cominciare è proprio Luca che, travolto da insolito coraggio, rovescia su Martinelli, “il
professore di lettere più bastardo della storia dell’umanità”, una micidiale collezione di
insulti e accuse. Dieci secondi dopo scopre che Martinelli sarà il nuovo membro interno
agli esami. Come se non bastasse, poche ore dopo, Luca si innamora di una esuberante
coetanea conosciuta a una festa, Claudia, per poi scoprire dopo pochi giorni che è fidanzata
con un ragazzo con venti chili di muscoli più di lui.
Luca però non si perde d’animo e comincia una spasmodica ricerca dell’amata. Di lei
conosce solo il nome ma ignora la cosa più importante... che è la figlia dell’odiato
professor Martinelli.
Tutto culmina con la notte prima degli esami.
E il mattino dopo nessuno dei protagonisti sarà più lo stesso.
la locandina della pellicola diretta da Fausto Brizzi
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settimane, continuano a mandare
in onda alla vigilia degli esami di
maturità. Una canzone che ripercorre le intime emozioni di chi
si appresta ad affrontare la prova
più insidiosa dell’intero ciclo scolastico.
Tanti i modi di passare questa
fatidica notte, un momento d’attesa che sembra non finire mai e
in cui affiorano le paure di non
riuscire a sostenere il confronto
con la commissione, il dubbio di
non aver ultimato al meglio il
programma di questa o quella
materia, la certezza di aver dato,
in alcuni casi, il massimo nella
fase preparatoria. Un insieme di
emozioni che abbiamo cercato di
carpire intervistando alcuni studenti paternesi a poche ore dal
capitolo conclusivo della maturità: la prova orale.
“Provo una grande emozione
- spiega Chiara Salpietro, 19 anni
del liceo Socio-psicopedagogico e anche un po’ di tensione. L’adre-
nalina sale e salirà sempre più con
l’avvicinarsi della conclusione.
Ciò che più temevo però, la terza
prova scritta, è già stata superata”.
“Ancora - dice - non so cosa farò
la notte prima dell’orale. Di certo
resterò sveglia. Forse uscirò con
gli amici, o forse starò in casa, ma
non credo che in quest’ultimo
caso prenderò tra le mani un
libro: non serve ripassare all’ultimo minuto. Penso che sarà una
notte interminabile. Nell’attesa
mi conforta la forza che mi infondono i miei genitori e tutte le persone care che già hanno superato
questa prova”.
Ma al di là dell’emozione momentanea Chiara ha una ben precisa, e lucidissima, opinione sugli
esami.
“Credo che la maturità - conferma - sia soltanto un trampolino
di lancio per chi, come me, dovrà
affrontare la carriera universitaria. Questo, insomma, sarà uno dei
tanti esami che dovrò affrontare”.
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I PATERNESI
Le opinioni di Chiara sono, in
gran parte, condivise da Rossella
Mannino. Anche lei ha frequentato l’ultimo anno del liceo Sociopsico-pedagogico.
“So già - dice un po’ sconsolata che la notte prima degli esami
non chiderò occhio. Resterò chiusa nella mia stanza, al buio, e
visto che siamo in tema,probabilmente, ascolterò la canzone di
Venditti”.
“Ho un po’ di paura - aggiunge e credo che, trovandomi di fronte
ai professori, non riuscirò a
nascondere l’ansia: sono fatta
così. Spero, comunque, di riuscire a contenere il panico che in
un primo momento si impadronirà di me e di affrontare l’esame
al meglio delle mie potenzialità.
Vedo il superamento di queste
prove come un traguardo da
tagliare e alla fine, ne sono certa,
ce la farò”.
Carmelo Castelli, invece, affronterà gli esami per conseguire
la maturità tecnica industriale.
“Sono sinceramente emozionato - spiega - ma allo stesso tempo
consapevole delle mie reali potenzialità: penso di essere pronto”
“Gli studenti delle superiori
- afferma - non sono abituati ad
affrontare prove tanto importanti
e scontano, dal punto di vista
emotivo, questa mancanza di
esperienza. D’altronde consideriamo che l’ultimo vero esame prima
della maturità e quello per la
licenza media. Ricordi lontani
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nel tempo che, ripeto, non aiutano granché”.
Per Carmelo, il vero incubo è
stato rappresentato dalla notte
che ha preceduto la seconda prova
scritta.
“La verifica - conferma - è stata
particolarmente dura. Per non
parlare del fatto che ho passato
gran parte delle ore notturne su
internet, alla vana ricerca di qualche indizio sulle tracce che sarebbero state poi proposte l’indomani
mattina”.
Rosy Asero è quella che può
senza alcun dubio definirsi una
studentessa modello. Più che
ottimi i risultati conseguiti negli
anni in cui ha frequentato il
Chiara Salpietro
Rossella Mannino
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Rosy Asero
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I PATERNESI
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segue da pagina 5
Giuseppe Spitaleri
Liceo linguistico e adesso, anche
lei, si ritrova ad affrontare questa
estenuante attesa che precede gli
esami orali.
“Non vedo l’ora - afferma con
convinzione - di finire e potermi
rilassare un po’. L’attesa è stressante, anche se a mio avviso serve
la giusta dose di tensione per fare
sempre meglio
Tutti quelli che hanno già
ottenuto la maturità continuano
a dirmi che non c’è nulla di cui
preoccuparsi ma penso sia normale avere un po’ di timore prima
di affrontare un esame che riveste
tale importanza. A ogni modo, mi
sforzerò di vivere i momenti decisivi con la maggiore tranquillità
possibile”.
“Penso - prosegue la giovane
studentessa - che la notte prima
della prova conclusiva non dormirò e farò in modo di ripassare
quante più cose possibile, giusto
per far passare velocemente il
tempo. Di certo sarò un po’ ansiosa, ma sono emozioni che vale la
pena vivere”.
Preparazione, impegno, concentrazione: così Giuseppe Spitaleri, studente dell’Istituto tecnico
commerciale,
ha scandito gli
ultimi giorni
in vista degli
esami.
“Da oltre un
mese - conferma - studio in
funzione della
maturità.
Spero che le
buone notizie
arrivino
già
con i risultati
degli scritti,
poiché ai fini
della valutazione finale sono
fondamentali i
voti conseguiti
nella seconda
e nella terza
prova”.
“Neanche
io
- prosegue - credo che prima degli
orali riuscirò a dormire. Poi è
possibile che, vinto dalla stanchezza, finisca per crollare, ma il
pensiero sarà rivolto sempre al
momento in cui mi siederò di
fronte ai professori e alle domande
Marcello Pruiti
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che mi verranno
poste”.
Marcello Pruiti ha
28 anni.
Lui all’appuntamento con la
maturità giunge
con un po’ di ritardo, ma dimostra la stessa
determinazione
dei più giovani.
Ha frequentato
un istituto paritario e spera di
vedere premiati i
propri sacrifici
con il conseguimento del diploma di Geometra.
“Non è stato semplice - dice - arrivare a questo traguardo: di giorno,
infatti, ho continuato a lavorare,
mentre nelle ore
serali mi sono dedicato allo studio. Riprendere i libri, per me che
sono padre e marito, ha richiesto
una dose di sacrifici non indifferente, ma sento come prioritaria
l’esigenza di crescere dal punto di
vista personale e professionale”.
Nonostante dieci anni di esperienza in più rispetto agli altri
maturandi, anche lui sente l’emozione trasmessa da questo importante momento.
“Spero di riuscire a dormire - afferma - per arrivare quanto più
sereno possibile all’appuntamento
del giorno dopo. Non credo che
ripasserò nulla: farlo la notte
prima credo sia inutile. La prova
orale, poi, è quella che temo maggiormente, ma ce la metterò tutta
per ottenere questo benedetto
diploma”.
Non ci resta altro da fare che
estendere a tutti i candidati un
sincero in bocca al lupo.
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SOFONISBA ANGUISSOLA:
U N A V I TA P E R L A P I T T U R A
di Francesco Giordano
Nata a Cremona nel 1530,
l’artista visse a Paternò
per cinque anni, sposa
di don Fabrizio Moncada.
Quasi certamente,
nella nostra città realizzò
numerose opere, poi andate
perdute nel corso degli anni
L’unica arrivata fino ai nostri
giorni è la Madonna dell’Itria
custodita nella chiesa
dell’Annunziata
A destra:
il dipinto della Madonna dell’Itria
L
a Madonna dell’Itria, un
olio su tavola collocato
nell’atrio della chiesa
dell’Annunziata dell’ex
Monastero di Paternò, è
una splendida opera d’arte, recentemente attribuita alla più celebre
pittrice del Cinquecento, la cremonese Sofonisba Anguissola, le
cui creazioni sono custodite nei
più famosi Musei di tutto il
mondo. L’opera, che non riporta
né firma né data, ha avuto la conferma dell’attribuzione grazie a
un documento notarile rinvenuto
pochi anni fa nell’Archivio storico
di Catania dallo studioso Filippo
Marotta Rizzo.
Il documento in questione,
datato 25 giugno 1579, attesta
la donazione del quadro ai frati
francescani conventuali della
nostra città, da parte della stessa
autrice. Questo il contenuto del
documento, proveniente dagli atti
del notaio Giovanni Filippo
Fratrisi da Paternò: Quatro imaginis gloriosissimae Virginae
Matris Mariae sub titulo de Itria
constructum et factum in tabula
per endem donatricem et dictum
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Sotto: particolare dell’autoritratto di Sofonisba
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quondam Don Frabricium eius
virum.
Il quadro fu dipinto dall’artista
cremonese proprio a Paternò,
dove visse per cinque anni, sposa
di don Fabrizio Moncada, rampollo della potente famiglia siciliana.
Quasi certamente, qui realizzò
altre opere, andate perdute nel
corso degli anni, tra cui un ritratto del marito. Inoltre un documento rinvenuto recentemente
attesta che anche i padri cappuccini possedevano un quadro da lei
realizzato.
Sofonisba Anguissola nacque
a Cremona intorno al 1530 da
Amilcare e Bianca Ponzoni. Fu la
prima di sette figli, e insieme alle
sorelle fu avviata dal padre allo
studio della letteratura, della
musica e della pittura.
Le prime nozioni artistiche Sofonisba le apprese da Bernardino
Campi, pittore nella Lombardia
spagnola. In questo periodo cominciò a impegnarsi allo studio della
ritrattistica, tralasciando il consueto soggetto religioso. Dopo il Campi, la sua educazione proseguì con
l’anziano Bernardino Gatti, detto
il Sojaro.
Visto il talento della figlia, Amilcare Anguissola ne sollecitò ulte-
riormente l’educazione artistica e
i contatti con le corti di Mantova,
Ferrara, Parma, Urbino e Roma.
Amilcare Anguissola fu il primo, il
più convinto e tenace promotore
del talento della figlia. A riguardo,
resta un interessante epistolario
che mostra come fosse fitta la
corrispondenza - coi potenti e coi
geni artistici dell’epoca - per tentare di “raccomandare” la propria
figlia.
Per la più cara cosa ch’io abbia,
gli dedico essa Sophonisba per
sua serva e figliola… scrisse al
sommo Michelangelo, il quale
rispose con buoni giudizi e incoraggiamenti. Se l’intervento dell’
abile Amilcare Anguissola fu
importante per far emergere la
figlia da un contesto provinciale,
decisivo fu l’eccezionale talento di
quest’ultima.
Per Sofonisba, il primo passo
importante arrivò con un invito
alla corte dei Gonzaga, da dove
la giovane avrebbe spiccato
quel primo volo che l’avrebbe
condotta molto lontano. Intanto,
i suoi dipinti erano molto ricercati, tanto che lo stesso Vasari,
nel 1566, volle conoscerla, poiché
le sue tele suscitarono in lui grande impressione.
Subito, si interessarono alla
pittrice i Farnese di Parma, il
governatore di Milano, il duca di
Sessa, il duca d’Alba. E grazie a
quest’ultimo, per lei si schiusero
le porte della corte spagnola.
Lo stesso Filippo II la chiamò a
Madrid come dama di corte della
nuova regina, la francese Isabella di Valois, e nel 1559 Sofonisba
lasciò la Lombardia, ignara che
non vi avrebbe più fatto ritorno.
A Madrid, nel 1560, l’artista fu
ben accolta e prese intensamente
parte alla vita di corte, dipingendo
numerosi ritratti dei personaggi
della famiglia reale. Dall’esperienza spagnola Sofonisba riuscì ad
acquisire le soluzioni iconografiche del pittore di corte Alonso
Sanchez Coello e del suo maestro
fiammingo Anthonis Mor.
L’artista cremonese unì un’
immediata spontaneità di sentimenti, tipici della sua ricerca, alla
metafisica statuarietà del ritratto
aulico. Inoltre, la pittrice studiò la
vitalità psicologica del soggetto
avvalendosi degli studi estetici
bergamasco-bresciani del Moroni
e del Lotto, anche se restò forte
l’influenza del Correggio.
Nel 1568, Isabella di Valois
morì di parto. Sofonisba ne rimase scossa, ma restò a corte dove
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Sotto: Sofonisba disegnata da Van Dyck
nel suo diario
segue da pagina 9
continuò a dipingere. Nel 1573,
già quasi quarantenne, con il
diretto intervento di Filippo II fu
fatta sposare per procura con don
Fabrizio Moncada di Paternò.
Iniziò per l’artista il viaggio verso la Sicilia, dove sarebbe vissuta
per cinque anni fra la nostra città
e Palermo, poi, nel 1578, il giovane
Fabrizio rimase ucciso in mare, e
Sofonisba si ritrovò vedova.
Quello siciliano è il periodo dell’
artista cremonese che ci interessa
maggiormente. Alcuni autori contemporanei hanno descritto il
soggiorno paternese di Sofonisba
come “avvelenato” dai cattivi rapporti coi Moncada, parlando di un
contenzioso per la restituzione
della dote, nonché della sua celere
“fuga”.
Alla luce di attenti studi, però,
questi sembrano essere elementi
da sfatare. In materia, ci aiutano
gli studi fatti dalla professoressa
Lina Scalisi, docente di Storia
moderna alla facoltà di Lingue
dell’Università di Catania, e studiosa dei Moncada.
“All’epoca di Sofonisba - afferma la studiosa -, il feudo di
Paternò, insieme a Caltanissetta e
Palermo, costituiva la corte dei
Moncada, ed era tutt’altro che un
territorio periferico e marginale
da cui fuggire”.
“Ho consultato - aggiunge - numerose fonti: il Carteggio della famiglia Moncada, il Fondo inedito
dei Moncada, nonché numerose
biografie, tra le quali sottolineo
quella del De Ribera, autore di
Biografie di Donne Illustri (pubblicato a Venezia nel 1609, quando
Sofonisba era ancora viva e già
famosa) e ancora Siciliane, dizionario biografico a cura di Marinella Fiume e con la parte dedicata
a Sofonisba curata da Simonetta
La Barbera. Da questi scritti e
specialmente, dalla corrispondenza tra l’Anguissola e la cognata
Aloisia de Luna e Moncada, nipote del potente conte Vega e moglie
di Cesare Moncada, emerge un
ottimo rapporto di amicizia tra le
due donne, nonché con l’intera
Sopra: ritratto della regina di Spagna,
Isabella di Valois
casata. Non risulta neanche un
contenzioso per la restituzione
della dote”.
Per tutta la vita Sofonisba si
mosse in un contesto privilegiato,
tra grossi finanzieri, ricchi commercianti, banchieri e, ovviamente, nobili - la potente corte di
Filippo II in Spagna e quella più
piccola dei Moncada di Paternò.
Per approfondimenti in materia,
è di prossima pubblicazione
Alla corte dei Moncada, a cura di
Giuseppe Giarrizzo e della stessa
Lina Scalisi.
Dopo la partenza dalla nostra
città, comunque, la vita di Sofonisba fu ancora molto lunga e
ricca. Frequentò la corte vicereale
di Palermo e, nel 1579, si sposò
una seconda volta, contro la volontà della stessa corte spagnola,
con un capitano di nave, il nobile genovese Orazio Lomellini. I
coniugi vissero serenamente a
Genova per molti anni, dove frequentarono pittori tra i quali Luca
Cambiaso, Bernardo Castello e Il
Genovese.
Intorno al 1615 Sofonisba, ormai ottuagenaria, si trasferì insieme al marito a Palermo, dove il
Lomellini godeva di importanti cariche e impegni. Rimasta vedova,
continuò a dipingere fino a quando
dovette cessare per il progressivo
indebolimento della vista.
Nel 1624 Sofonisba ricevette la
visita del giovane pittore fiammin-
go Antonie Van Dyck, chiamato
in città per dipingere il ritratto
del viceré Emanuele Filiberto di
Savoia. Van Dyck restò affascinato
dalla figura di Sofonisba e dalla
sua pittura, e scrisse tra l’altro:
…ancora contò parte della vita di
essa, per la quale se conobbe essere pittora de natura et miracolosa
et la pena magiore che hebbe era
per mancamento de vista de non
poter più dipingere.
Sofonisba non ebbe figli, ma
tenne contatti con i lontani nipoti
di Cremona. I documenti la descrivono ancora attiva nell’estate
del 1625, fino a quando, nel mese
di novembre, il giorno 16, morì a
Palermo, e fu sepolta nella chiesa
di San Giorgio dei Genovesi.
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Le nostre parrocchie
UNA CHIESA-GARAGE,
TANTISSIMI FEDELI
E MOLTE ATTIVITÀ
Le zone d’interesse
della comunità di Santa Maria
alla Scala sono tre: il centro
storico, l’area di espansione
denominata Scala Vecchia,
e quella delle campagne
Nella pagina:
sopra,
l’altare della chiesa;
in alto a destra,
il parroco Carmelo Vitellino
U
na grande parrocchia
posta alla periferia sud
di Paternò, che si avvale di molte rettorie e,
provvisoriamente, ha
sede all’interno di un garage preso
in affitto da un privato e pagato
coi soldi dei fedeli. Una parrocchia
di frontiera, incastonata in un
dedalo di strade, su cui sorgono le
nuove costruzioni di un gran
numero di abitanti.
Posta inizialmente nel cuore
della città, presso la chiesa di
Sant’Antonio Abate, la parrocchia
di Santa Maria alla Scala, ha
poi risposto, nel 2002, all’invito
missionario proposto dal vescovo
Luigi Bommarito, che chiese all’
allora parroco Carmelo Vitellino
di trasferirsi negli attuali locali
di via Scala Vecchia. Nel centro
cittadino, infatti, erano presenti
già due grandi parrocchie - quella
di Santa Barbara e quella di Santa
Maria dell’Alto o Matrice - mentre
nella grande periferia sud le parrocchie di San Biagio e quella di
San Giovanni Bosco risultavano
insufficienti alla cura di un popoloso quartiere in forte espansione.
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Le nostre parocchie
Sotto:
la chiesa di Sant’Antonio abate
Da due anni, a gestire la realtà
parrocchiale del quartiere Scala
Vecchia è don Alessio Maria
Messina, 29 anni, da tre sacerdote
e oggi anche responsabile vicariale della Pastorale giovanile e
vocazionale che si riunisce mensilmente per una veglia nella chiesa
di Sant’Antonio Abate, oggi divenuta rettoria.
“Le nostre attività - spiega don
Alessio - sono molte e per questo
siamo soggetti a una forte frammentazione. Nella vecchia sede,
come accade già da vent’anni, si
riunisce il gruppo scout Paternò
III (che dal prossimo anno sarà
presente anche nella zona scala
vecchia per servire l’intero territorio parrocchiale). Mentre in
quella nuova, vi sono molte altre
iniziative tra cui, novità di quest’
anno, il Grest per tutti i giovani
della comunità”.
Nel quartiere Scala Vecchia
si trova la stanza liturgica e un
ufficio parrocchiale che
funge anche da centro
ascolto Caritas, intitolato a don Pino Puglisi.
In quest’ultimo anno
gli assistiti dal centro
si sono triplicati e la
comunità della parrocchia organizza già da
due anni una raccolta
mensile di viveri durante
l’offertorio delle messe
domenicali.
Il disagio più grave della zona
è la mancanza di lavoro, che produce un alto numero di famiglie
indigenti. La parrocchia cerca
di essere canale per veicolare
informazioni relative al mondo
del lavoro, sebbene le offerte
siano minime e non sufficienti
al reale bisogno. I giovani e i ragazzini, che non sono pochi, non
trovano in questa fascia di territorio un luogo dove incontrarsi e
crescere; lo stesso catechismo, nei
mesi invernali, si svolge nel vicino
asilo Michelangelo Buonarroti e
nei locali della vecchia parrocchia, mentre il prossimo anno si
dovrà iniziare un ulteriore ciclo
nei locali della cappella di Maria
Ausiliatrice, ubicata alla fine di
via Giovanni Verga.
Le zone servite dalla parrocchia
sono dunque tre: il centro storico,
dove si trova la rettoria di Sant’
Sotto:
l’esterno della chiesa-garage
Antonio, vecchia sede della parrocchia; la zona di espansione
denominata Scala Vecchia, ove si
trova l’attuale sede parrocchiale; e
la zona delle campagne, che si
estende sino a Sferro e vede il suo
centro pastorale nella suddetta
cappella di Maria Ausiliatrice.
Il nuovo piano regolatore ha già
individuato un’area equidistante
dalle tre zone per l’edificazione
di un nuovo edificio di culto. La
parrocchia, dal 2002, richiede l’
assegnazione del terreno e sta raccogliendo in vario modo, i fondi
necessari, tuttavia l’Amministrazione tarda a consegnare l’area.
Dopo una pausa di dieci anni,
nel 2006 è stato poi rieletto un
Consiglio pastorale parrocchiale,
che coadiuva il parroco, ed è sorta
anche una Commissione per progettare la nuova chiesa e ristrutturare le molte rettorie. Tra le
attività svolte nelle varie sedi ricordiamo dunque la catechesi per
ragazzi, adulti, e mamme; lectio
divina; percorsi per fidanzati e
per famiglie. Inoltre, ricadendo il
nuovo cimitero all’interno del territorio parrocchiale, ogni sabato
mattina, una messa viene celebrata
in una cappella senza porte, senza
panche e senza altare, denominata
Risurrezione del Signore, che la
parrocchia non può attrezzare
poiché, anche in questo caso,
attende dal Comune il comodato
d’uso gratuito.
Cinque sono le feste della parrocchia: Sant’Antonio abate, 17
gennaio, che si svolge su tutto il
territorio parrocchiale, interessando tutte le sedi e tutti i gruppi;
San Giuseppe, 19 marzo, nell’altra
rettoria di Santa Maria delle
Grazie (anche questa chiesa cade
nel territorio della parrocchia)
dove, insieme al rettore don Alfio
Consoli, il parroco e la comunità
vivono questo momento di festa
di quartiere; San Giuseppe lavoratore, prima domenica di maggio,
nell’ulteriore rettoria di San
Giuseppe, a Sferro, ai confini della
parrocchia; il 24 maggio, la festa
di Maria Ausiliatrice, nella cappella omonima; e infine la Madonna
Bambina, che si celebra l’otto settembre, nella rettoria di Sant’
Antonio Abate.
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B/N
MARIA GABRIELLA CIRINO
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I PATERNESI
GIOVEDÌ
29 GIUGNO 2006
La nostra storia
ACCADEMIA LA FENICE:
L’ANTICO CUORE
DELLA NOSTRA CULTURA
Il sodalizio
fu rifondato più volte,
e oltre
a promuovere
iniziative
di carattere culturale
si batté persino
per riportare la città
al demanio
L
a storia millenaria di
Paternò è assai frammentaria per notevoli
carenze nella conservazione di importanti
scritti e documenti. Pertanto si
potrebbe pensare che in tanti
secoli sono mancati persone di un
certo spessore culturale, anche se
così non è, perché la città ha sempre avuto personalità di spicco in
ogni campo dello scibile umano.
A dimostrazione di ciò, tra
tante valide istituzioni, si accenna
qui la storia dell’accademia La
Fenice, che produsse per due secoli, anche se con qualche interruzione, tanti importanti lavori
culturali di grande valore.
sopra: la chiesa della Madonna del Rosario con annesso il convento che fu sede dell'accademia
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COLORE
continua a pagina 16
16
I PATERNESI
GIOVEDÌ
29 GIUGNO 2006
La nostra storia
Seppur alcune notizie si sono
perdute, l’impegno di alcuni contemporanei ha consentito una
buona ricostruzione della storia
dell’accademia. In particolare è
risultata preziosa la monografia
stilata dopo attente ed estenuanti
ricerche nelle biblioteche di
Paternò, di Catania e di Palermo
dal professor Francesco Sinatra,
paternese e docente di Lettere
nei licei. Questi ha ricostituito
la data della fondazione dell’accademia - rifacendosi agli scritti
lasciati dallo storico locale padre
Francesco Onorato Colonna -,
risalente a un periodo intorno alla
fine del 1500, tempo in cui
Paternò, già sottratta al demanio,
era proprietà dei Moncada, in particolare durante l’investitura di
don Francesco Moncada e Luna,
avvenuta nel 1572.
Questo principe è da considerare
il fondatore dell’Accademia - cioè
un “liceo” che curò lo studio delle
scienze e delle arti liberali -, non
per dare uno strumento
agli intellettuali (laici e
clericali), ma per distrarli
dai moti tendenti a riportare Paternò al regio demanio.
L’accademia non durò molto,
in quanto il primo gennaio del
1634 risultò rifondata. Assunse
poi nel 1647 il titolo Collegio dei
rinnovati, che nel 1650 diede alle
stampe una raccolta di poesie dal
titolo Fiori di Pindo, poi andata
perduta - anche se ne rimasero
alcuni frammenti in opere di
storiografi locali. Anche questa rifondazione dopo un certo numero
di anni cessò la sua attività, ma
nel 1704 riapparve col titolo di Accademia Fenice rediviva e ancora,
nel 1793, col titolo accademia La
Fenice.
L’Accademia, oltre alla pubblicazione predetta diede alle stampe
altri due lavori letterari: Manipolo
di cipressi, stampato a Napoli nel
1705, e In ossequio della S.R.M.
di Ferdinando IV Re di Napoli e
di Sicilia. Questo opuscolo contiene due note: l’elenco dei soci dell’
accademia, con i loro “epiteti” e le
mansioni assegnate a ognuno di
essi.
I soci erano 105
complessivamente, di
cui circa tre quarti
paternesi e un quarto
di città e comuni di
Sicilia.
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B/N
Tutti possedevano titoli ecclesiastici e civili: notai, medici fisici,
letterati, giudici, docenti universitari.
L’attività culturale degli accademici non si limitò alla sole pubblicazioni, ma anche alle conferenze
che consentirono approfondimenti
sulla storia di Paternò.
Nel 1637, quando cioè San
Domenico fu eletto patrono di
Paternò, si trattò il nome Innessa,
o Inessa, o semplicemente Nessa,
che fu della città prima di essere
chiamata Paternò. Questo perché
alcuni accademici asserirono
che sul portico del Palagio delli
signori giurati, in lettere maiuscole era scritto: Nessa fui, Aetna
vocor, post saecla Paternio dico
(la città fu chiamata Inessa, poi
Etna e ora Paternò).
Inoltre l’attività degli accademici mirò principalmente a riportare la città al demanio, liberandola dalla soggezione baronale.
A tal proposito, il sodalizio si
chiamò La Fenice proprio in
onore del leggendario uccello
etiope che moriva bruciato e rinasceva dalle sue ceneri. Simbolicamente gli accademici sperarono
nella bruciatura del servaggio
baronale per arrivare alla libertà
di una città demaniale.
Sogno che non si avverò per
tutto il tempo dell’attività dell’
accademia e oltre.
Nell’Ottocento a Paternò si colsero pochi frutti culturali, dei cui
però tanti sono andati perduti. La
stessa cosa si può dire per la
prima metà del Novecento, mentre nella sua seconda metà si
registrò un notevole risveglio sia
per quanto riguarda la conservazione di materiale storico-culturale e sia per il considerevole
numero di pubblicazioni atte a
dare una migliore e più veritiera
produzione di tutto ciò che interessa Paternò.
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ANGELINO CUNSOLO
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I PATERNESI
GIOVEDÌ
29 GIUGNO 2006
IL COMUNE INFORMA
I PATERNESI
con la collaborazione dell’Ufficio stampa del Comune di Paternò e l’Ama Spa
La kermesse è stata organizzata
dell’assessorato comunale alla Cultura e dalla biblioteca
Giovan Battista Nicolosi
U N I M P O R TA N T E S U C C E S S O
PER LA SETTIMANA DEL LIBRO
L’assessore Naso:
l’anno prossimo cercheremo
di riproporre la manifestazione e,
se i fondi lo permetteranno,
di incrementarne il numero
di appuntamenti
Il sindaco di Paternò, Pippo Failla
L
o scorso nove giugno
si è conclusa La settimana del libro, Incontro con l’autore, la
ricca rassegna letteraria
a cura dell’assessorato alla Cultura del Comune di Paternò e dell’
Istituzione biblioteca Giovan Battista Nicolosi.
Ad aprire la kermesse, giorno
cinque giugno, è stata la scrittrice
Adriana Pannitteri, che ha presentato il libro Madri assassine diario
da Castiglione delle Stiviere. Giorno sei giugno è stata la volta dell’
associazione Gruppo Tersicore, che
ha presentato Nati per leggere.
Quindi, il sette giugno, Giuseppe
Casarrubea ha presentato Storia
segreta della Sicilia - Dallo sbarco
alleato a Portella della Ginestra.
A introdurre il libro è stata Cettina
Serra. L’otto giugno, invece, Barbara Ronchi della Rocca ha presentato il libro La vera eleganza,
con l’introduzione di Salvina Sambataro. Infine, il Salotto letterario
Suoni voci e… memorie, a cura di
Gisella Calì, ha concluso l’evento
culturale.
l’assessore Naso
Soddisfazione per la riuscita della manifestazione hanno espresso,
innanzitutto il sindaco di Paternò,
Pippo Failla, nonché la presidente dell’Istituzione biblioteca, dottoressa Marilina Cancellieri, e la
direttrice, dottoressa Rosanna
Messina.
“Questo evento - ha dichiarato
Nino Naso, assessore alla Cultura - ha visto nelle sale della Galleria d’ Arte Moderna di Paternò, la
presenza di importanti scrittori e
giornalisti. Pertanto, si è trattato
di un evento culturale di rilievo
arricchito dalla partecipazione
delle scuole primarie della nostra
città, dell’associazione Tersicore e
la riproposta del Caffè letterario.
Dato il successo riscosso, per il
prossimo anno, cercheremo non
solo di riproporre la manifestazione ma, se le risorse economiche lo
permetteranno, di incrementarne
appuntamenti e presenze”.
Francesco Giordano
Addetto stampa
Comune di Paternò
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I PATERNESI
GIOVEDÌ
29 GIUGNO 2006
Questa è la strada giusta
per riuscire a costruire qualcosa di importante
UN AIUTO RECIPROCO
PER IL NOSTRO FUTURO
l’assessore
Gennaro
‘‘C
redo che una
delle più grandi
sfide dei nostri
giorni consista
nel saper guar-
L’assessore ai Servizi sociali Rosario Gennaro
traccia un bilancio dell’attività svolta finora,
anticipando anche alcune promettenti iniziative
dare oltre il proprio orticello: aiutandosi l’un l’altro per costruire
qualcosa di importante”. Questo
il messaggio, chiaro e conciso,
che l’assessore ai Servizi sociali
Rosario Gennaro vuole trasmettere a tutti i lettori de I Paternesi.
“L’altro giorno - riprende - tracciavo un bilancio delle attività
svolte in assessorato, e mentre lo
facevo già pensavo alle moltissime
iniziative che sono in cantiere o si
realizzeranno a breve”.
“In questo momento - prosegue
Gennaro -, tra le tante cose, siamo
impegnati senza sosta nel far sì
che l’Ufficio affidi funzioni al
meglio, perché questa è un’altra
grande battaglia di civiltà e solidarietà nella quale le famiglie
paternesi giocheranno un ruolo
fondamentale”.
Fiore all’occhiello dell’assessorato ai Servizi sociali sono poi i due
centri diurni: quello per anziani e
per diversamente abili istituiti nel
nostro territorio.
“Indubbiamente - spiega Gennaro - nei nostri centri si è svolto
un lavoro enorme. Il centro diurno per anziani si avvia ormai
verso i 1.500 iscritti, di cui 500
frequentano quotidianamente la
struttura, e tante altre richieste
continuano a giungerci da Paternò e dai paesi limitrofi. In quello
per i diversamente abili, invece,
abbiamo allestito laboratori teatrali, artistici e motori. Presto
potremo inoltre inaugurare i
nuovi locali del centro, che da via
Brescia si traslocherà nella più
confortevole struttura di viale dei
Platani”.
Antony Di Stefano
Addetto stampa
Comune di Paternò
Gli interessati hanno reso noto che il risarcimento sarà devoluto in beneficenza
LA GIUNTA FU DIFFAMATA
Il giudice ha dato ragione al sindaco Failla
e ai tre assessori che presentarono nel 2004
una querela contro i responsabili
di un periodico locale per una serie di attacchi
ritenuti ingiustificati
C
on sentenza del 16
giugno 2006, il Giudice monocratico del
Tribunale penale di
Catania, sezione di
Paternò, ha condannato Vincenzo
Anicito e Alfio Cartalemi, direttore e collaboratore del periodico
locale La Gazzetta rossazzurra, a
pagare due multe rispettivamente
di 5.000 e 1.000 euro per diffamazione a mezzo stampa nei confronti del sindaco di Paternò Pippo
Failla, degli assessori Salvatore
Torrisi e Francesco Ciancitto e
l’ex assessore Rossella Puglisi.
A tutti i due giornalisti, secondo quanto stabilito dai giudici,
dovranno inoltre versare a titolo
di risarcimento complessivamente
altri 22.000 euro.
La vicenda giudiziaria ebbe inizio con una querela presentata nel
2004 dal sindaco e dai tre assessori,
a seguito di una serie di articoli
pubblicati su La Gaz-zetta rossazzurra fin dal 2002 e contenenti
attacchi all'amministrazione.
Sia il sindaco Failla, sia gli assessori Torrisi, Ciancitto e Puglisi,
hanno reso noto che devolveranno in beneficenza la somma del
risarcimento.
Ufficio stampa
Comune Paternò
LA SENTENZA
Il Giudice di Paternò alla pubblica udienza del 16 giugno 2006-06-23 ha pronunciato
e pubblicato mediante lettura del dispositivo la seguente
SENTENZA
– Visti gli artt.533 e 535 cpp; dichiara Anicito Vincenzo e Cartalemi Alfio colpevoli
dei reati loro rispettivamente ascritti in rubrica; riuniti i reati contestati all’Anicito per
continuazione e, concesse al Cartalemi per le attenuanti generiche (ritenute equivalenti
alla contestata aggravante), condanna quest’ultimo alla pena di euro 1.000,00 (mille)
di multa e l’Anicito a quella di euro 5.000,00 (cinquemila) di multa; nonché, entrambi,
in solido, al pagamento delle spese processuali.
– Visti gli artt.539 e s. cpp.; 11112 legge 8/2/1948, n.47; condanna, altresì, il
Cartalemi al pagamento, in favore della p.c. costituita Ciancitto Francesco, della somma
di euro 2.000,00 (duemila), a titolo di risarcimento danni; oltre alle spese da quest’
ultimo sostenute pro-quota per il presente giudizio, che liquida in euro 680,00; oltre
Iva, Cpa e spese generali; l’Anicito al pagamento, in favore delle parti civili costituite
Failla Giuseppe, Ciancitto Francesco, Torrisi Salvatore e Puglisi Rossella, a titolo di
risarcimento danni, della somma di euro 5.000,00 (cinquemila) ciascuna; oltre alle
spese da queste ultime sostenute per il presente giudizio, che liquida rispettivamente in
euro 1.260,00 per il Failla, euro 1.260,00 per il Torrisi, euro 1.260,00 per la Puglisi
ed euro 680,00 per il Ciancitto; oltre Iva, Cpa e spese generali, nelle misure dovute.
– Visto l’art.539 cpp.; pone a carico dell’Anicito, a titolo di provvisionale ed a favore
della p.c. Torrisi Salvatore, che ha avanzato richiesta in tal senso, la somma di euro
2.000,00 (duemila); da scomputare sulla liquidazione definitiva del danno.
– gg.30 per il deposito della motivazione.
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I PATERNESI
GIOVEDÌ
29 GIUGNO 2006
Lo strumento contabile potrebbe essere portato in aula
per la votazione entro il 20 di luglio
Intanto
sono stati eletti
i tre componenti
del collegio
dei Revisori dei conti,
di cui fa parte anche
un professionista
indicato
dalla minoranza
Il presidente del Consiglio
comunale, Alfio Virgolini
CONSIGLIO:
AVANTI TUTTA
CON IL BILANCIO 2006
Q
uando il presidente
del Consiglio comunale di Paternò, Alfio
Virgolini, ha dato
l’annuncio ufficiale
della nomina del nuovo collegio
dei Revisori dei conti, tra gli
scranni dell’assemblea la parola
d’ordine diventa: “E ora mettiamoci al lavoro per il bilancio”.
Sono Francesco Chisari (presidente), Antonio Scuderi e Aurelio
Sapia i contabili che vigileranno
sui conti del Comune. Tocca a
loro in queste ore cominciare a
“studiare” numeri, somme e cifre
dello strumento finanziario deliberato da tempo dalla giunta
Failla.
“Le recenti, serrate scadenze
elettorali - commenta Virgolini hanno ritardato l’elezione dei
revisori, ma trovo positivo che centrodestra e centrosinistra siano
riusciti a trovare un accordo tale
da consentire alla minoranza di
avere un proprio rappresentante
nel collegio”.
È stato così garantito sia il diritto della maggioranza a governare sia quello della minoranza
di svolgere una sua funzione di
controllo.
“Il fatto che - commenta il capogruppo di Fi Giovanni Leone il centrosinistra abbia avuto il suo
rappresentante mi sembra un
buon traguardo politico per tutti:
in questo modo l’opposizione avrà
la possibilità verificare le cifre
iscritte al bilancio”.
“Quello di avere - concorda Vincenzo Ronsivalle, capogruppo in
consiglio de La Margherita - un
nostro componente tra i revisori
rappresenta una presa d’atto della
maggioranza nei confronti della
minoranza che permette di tutelare noi stessi e i cittadini paternesi”.
Adesso però, come detto all’
inizio, tocca approvare il bilancio
di previsione 2006, che potrebbe
terminare il proprio normale iter
ed essere votato in consiglio prima del prossimo 20 di luglio.
“E’ - spiega Virgolini - un bilancio a misura d’uomo: esplicitamente aperto alle esigenze della
collettività.
In primo piano sono, per esempio, i servizi sociali, che in un
momento di crisi economica
come l’attuale rimangono per
la maggioranza una priorità,
ma anche le attività produttive e
la viabilità, con il potenziamento
della segnaletica stradale orizzontale e verticale. Infine punteremo
il consigliere Giovanni Leone
sulle attività extracurriculari delle
scuole di Paternò, settore che va
rafforzato rispetto agli anni precedenti”.
“Ora - gli fa eco Leone - occorre lavorare con la massima celerità all’approvazione del bilancio i cui punti cardine sono
consegna della piscina entro l’
anno, attenzione alle fasce sociali
più deboli e sviluppo economico
della città.
Dovremo approvare inoltre il
piano triennale delle opere pubbliche: in questo modo ultimeremo il programma proposto a
suo tempo dall’amministrazione
Failla e getteremo le basi per il
futuro”.
Tocca, invece, a Vincenzo, capogruppo in consiglio de La Margherita dire la sua a nome dell’
opposizione. “Purtroppo - conclude Ronsivalle - una legge ignobile
impedisce ai consiglieri comunali
di lavorare al bilancio come si
dovrebbe, poiché la normativa
impedisce di entrare nel merito
delle singole voci. E questo è una
sorta di salto nel buio”.
Anthony Distefano
Addetto stampa
Comune di Paternò
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I PATERNESI
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29 GIUGNO 2006
A segnalare le tappe fondamentali della strada da percorrere
è l’assessore al ramo Attilio Lombardo
ATTIVITÀ PRODUTTIVE:
I PROGRAMMI FUTURI
Grande attesa per la Fiera di settembre,
mentre si punta anche alla valorizzazione dell’ex macello comunale
e allo sviluppo del settore agroalimentare
il consigliere comunale Frisenna
l’assessore Lombardo
C
ome ha dichiarato
lo stesso sindaco
di Paternò, Pippo
Failla, l’assessorato
alle Attività produttive, in questi ultimi anni ha svolto
un lavoro più che apprezzabile,
anche se molto resta ancora da
fare. A segnalarne gli appuntamenti futuri più importanti in
programma è l’assessore al ramo,
Attilio Lombardo.
“Innanzitutto - afferma - una
grande priorità dovrà avere la
storica manifestazione Fiera di
settembre, un appuntamento che
dopo i fasti del passato vuole ritornare prepotentemente alla
ribalta con un rilancio regionale.
Per l’edizione 2006 della manifestazione, dunque, se ci saranno l
e opportunità economiche, punteremo a incrementare il numero
degli operatori locali, coinvolgendo anche quelli esterni. Pubblicizzeremo l’evento in maniera incisiva, evidenziando la qualità dei
prodotti esposti”.
Si punta anche alla valorizza-
zione dell’ex macello comunale,
un antico e bell’edificio, già restaurato dall’assessorato ai Lavori pubblici, pronto ad accogliere
operatori dell’artigianato locale.
“Abbiamo inoltre - riprende
Lombardo - un serio progetto per
lo sviluppo delle attività del settore agroalimentare e dell’industria
conserviera.
A Paternò operano alcune industrie che producono ottimi prodotti da valorizzare e promuovere
a livello regionale, nazionale e
anche europeo.
Ma queste attività necessitano
di seri finanziamenti, e il nostro
bilancio di chiusura 2005 è stato
molto magro. Pertanto, le manifestazioni di degustazione non sono
sufficienti”.
Per quanto riguarda, invece, la
valorizzazione dell’arancia a polpa
rossa, Lombardo sottolinea altre
problematiche.
“Abbiamo un prodotto unico
- dice - dalle valenze organolettiche straordinarie, ma il mercato di
nicchia non è ancora sufficiente.
Dovremmo puntare ancor di più
sulla qualità, mentre i produttori
esteri punteranno sempre alla
quantità”.
Su questo argomento interviene anche il consigliere comunale
di Fi Carmelo Frisenna, presidente della Commissione bilancio, il
quale afferma: “Conosciamo fin
troppo bene qual è il problema
dell’agrumicoltura siciliana e in
particolare di quella paternese.
Siamo schiacciati ormai da tempo
da una forte concorrenza estera
che si è saputa adeguare meglio di
noi all’evoluzione del mercato.
Bisognerebbe cambiare la mentalità degli agricoltori, rimasta ferma a sistemi arretrati. Siamo legati a una gestione ristretta della
coltivazione e produzione degli
agrumi, e questo per il singolo
agricoltore vuol dire una gestione
a costi troppo elevati”.
“La soluzione - afferma Frisenna - è la media impresa, formata
attraverso l’associazione di più
produttori e unendo energie. Ciò
permetterebbe l’abbattimento dei
costi di produzione, il miglioramento qualitativo del prodotto, e
l’inserimento nel mercato della
distribuzione internazionale”.
“Questo - continua il consigliere comunale - è un messaggio che
lancio ai produttori paternesi,
affinché cambino atteggiamento
e comprendano che senza un
apparato produttivo inteso come
impresa, e sganciati dalla grande
distribuzione, non si vive, ma si
sopravvive a stento”.
Lo stesso Frisenna ricorda poi
come a Paternò vi siano aziende
che hanno rapporti commerciali
con la grande distribuzione statunitense per l’importazione della
nostra arancia rossa. Pertanto, i
produttori che volessero informazioni a riguardo, possono rivolgersi all’Ufficio dell’assessorato
Attività produttive, o allo stesso
consigliere Frisenna, promotore
di questo progetto.
Francesco Giordano
Addetto stampa
Comune di Paternò
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Le vostre istantanee
La sorridente Tania, tre anni, e il serioso
Nino, di due, si presentano in questa bella
fotografia a tutti i lettori del nostro
giornale.
Una simpaticissima coppia di fratellini,
che siamo certi rendono orgogliosi papà e
mamma, Nunzio e Tiziana Rotella
Le immagini da pubblicare vanno fatte pervenire al nostro fotografo: Foto flash di Orazio Oliveri, via Vittorio Emanuele 324 Paternò
Tel.095/841087 -. 347/1742823
o inviate agli indirizzi e-mail: [email protected] o [email protected]
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I PATERNESI
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29 GIUGNO 2006
Paternò e lo sport
CAMPIONE D’EUROPA
PER PORTARE IN ALTO
IL NOME DELLA CITTÀ
Questo il sogno di Alfio Palumbo,
culturista paternese che dopo i secondi posti
delle ultime due edizioni, punta alla conquista
del titolo di Mister London
A
Paternò quando si
parla di body building
non ci si può dimenticare di Alfio Palumbo.
Il quarantaduenne
campione paternese al momento
si sta preparando per affrontare
al meglio due importanti tornei
internazionali: l’europeo di Mister
London del 28 ottobre e il mondiale che si terrà in Francia a metà
novembre.
“Mi sento meglio delle altre volte
- spiega - e spero di riuscire a vincere quel Mister London a cui ho
già partecipato due volte conquistando in entrambe le edizioni il
secondo gradino del podio”.
La carriera di body builder di
Palumbo iniziò nel 1987 e in quegli
anni l’atleta paternese non aveva
idea che sarebbe diventato uno
dei migliori d’Europa.
“Purtroppo - spiega - qua al sud
nessuno dà la giusta importanza
a questo sport e di conseguenza,
nonostante abbia ottenuto molti
riconoscimenti, non posso vivere
facendo soltanto questo. Non c’è
un giro d’affari importante come
in altre discipline”. “Se comunque
sono arrivato a ottenere questi
risultati - dice - devo ringraziare
persone come il mio preparatore
atletico Piero Forti e l’amico
Antonio Nicolosi, che mi sono
stati vicini in ogni passo della mia
carriera”.
Quando si parla di muscoli, a
Paternò è ovviamente considerato il numero uno, l’ispirazione per
tanti giovani che si avvicinano a
un’attività importante come la
pesistica.
“Finora però - spiega l’atleta - nessuno dei giovani che ho conosciuto ha dimostrato quello spirito di
sacrificio che serve per arrivare a
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certi livelli. Diciamo che decidono
quasi sempre di percorrere la
strada più breve e alla fine non
arrivano da nessuna parte”.
“Per ottenere dei risultati nello
sport - precisa - bisogna avere uno
stile di vita da vero sportivo. Il
fisico per sostenere certi sforzi
in palestra deve essere alimentato
correttamente e soprattutto ben
riposato. Come fa un ragazzo che
si ritira all’alba ad allenarsi il
giorno dopo? È impossibile”.
“Il problema dei giovani - riprende - è che vogliono tutto e
subito, senza capire che tutto ciò
che assumono per bruciare le
tappe si ritorcerà contro la loro
salute. Molti fanno uso di anabolizzanti, e spesso si vedono ragazzi che gonfiano e poi si sgonfiano
con una velocità incredibile”.
L’atleta paternese assicura poi di
non aver mai utilizzato sostanze
del genere.
“A dimostrarlo - conferma Palumbo - è il mio fisico. Quando iniziai,
nel 1987, pesavo 68 kg. Ci sono
voluti vent’anni di sacrifici per
guadagnare dieci-dodici chili in
più, ma sono stati sforzi assolutamente ripagati”.
Adesso, il culturista paternese
punta al titolo europeo.
“Mi alleno quattro ore al giorno
- dice - e spesso anche la domenica visto che il lavoro (è titolare
di un’impresa edile) e la mia famiglia mi impegnano durante la
settimana”.
Se dovesse vincere l’europeo,
Palumbo sarebbe il primo paternese ad arrivare sul tetto d’Europa
in una competizione sportiva.
“Sarebbe una grandissima soddisfazione - afferma con un sorriso - per me e la città. Il titolo
potrebbe far capire a molti che
anche da sport considerati meno
importanti possono formarsi atleti capaci di portare in alto il nome
di Paternò in Italia e in Europa”.
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