Am bi t o t er r i t or i al e: Ci t t à e i n t er l an d A cur a del gr uppo di lavor o dell’ I s tituto tecnico s tatale per geometr i “Nicolò T ar taglia” di B r es cia I t in er ar io br es ci an o Os s er vando una vecchia mappa della città, pr ecedente all’es pans ione ediliz ia novecentes ca, B r es cia appar e, vis ta dall’alto, con la for ma di un quadr ilater o, con i lati or iz z ontali or ientati ver s o nor d- nor des t. La fitta tr ama degli edifici s egnata dai vuoti s ottili delle vie e da quelli, r ar i, delle piaz z e, s i inter r ompe nella z ona dell’angolo in alto a des tr a, dove una linea continua dis egna un contor no quadr angolar e ar ticolato, s u tr e angoli, da s por genz e a for ma di picca. Qui s or ge il colle Cidneo, la cui s ommità è pr es s oché inter amente occupata dagli edifici e dagli s paz i aper ti che, nella lor o r ecipr oca s tr uttur az ione, cos tituis cono il Cas tello. Dall’alto quindi, dal Cas tello, può iniz iar e il nos tr o per cor s o per capir e la città. I l Cas t el l o Vi s i può s alir e in automobile, dal piaz z ale B attis ti, lungo la via del Cas tello, oppur e dal piaz z ale Ar naldo, per cor r endo il r ettilineo e i quattr o br evi tor nanti di via Avogadr o, fino al par cheggio antis tante l’ingr es s o; meglio invece, potendo, s alir e a piedi, lungo il comodo s entier o che cos teggia par allelo, ma via via s empr e più in alto, la via del Cas tello: l’or iz z onte vis ivo s ulla z ona occidentale della città s i allar ga a poco a poco, dalla macchia r os s a unifor me e ininter r otta dei tetti del centr o s tor ico, var iata dalle s agome dei campanili e delle chies e, all’ins ieme es tr emamente differ enz iato – e dis or dinato dei volumi e degli s paz i che compongono i quar tier i della per ifer ia vicina e lontana. Alla fine del s entier o, un viale di ippocas tani, a s inis tr a, por ta al ponte antis tante il monumentale por tale d’ingr es s o, cos tr uito dai venez iani alla metà del 1500: il bas s or ilievo del leone di S an Mar co, che lo s ovr as ta, r icor da ai br es ciani i tr e s ecoli e mez z o di appar tenenz a della lor o città alla S er enis s ima. E’ bene r aggiunger e s ubito il punto più alto del Cas tello, il piaz z ale della Mir abella: da qui s i può ottener e l’idea pr ecis a della pos iz ione della città. I n dir ez ione nor d, il pr ofilo or iz z ontale delle pr ealpi br es ciane, dominato dagli imponenti duemila metr i del monte Guglielmo, s i apr e, ver s o s inis tr a, con l’imbocco della valle T r ompia; la piana alluvionale for mata dal Mella, or mai intens amente ur baniz z ata, che lo s epar a dalla città è definita, ver s o oves t, da colline s empr e più bas s e, fino al colle di S ant’Anna, e ver s o es t, dal monte Maddalena, s ulle cui pendici, i Ronchi, r is algono le ville del quar tier e r es idenz iale di Por ta Venez ia. Ci tr oviamo, qui, nel luogo or iginar io di B r es cia. Da ques ta altur a – “br g, br ig, br ik”, nell’antico linguaggio ligur e o celtico – der iva il nome latino di B r ix ia; s u ques ta altur a s ono s tate tr ovate le tes timonianz e del pr imo ins ediamento, pr obabilmente di L igur i, r is alente alla tar da età del br onz o (1200 a.C.). Dominano il pr ato del piaz z ale (s otto il quale s ono s tati tr ovati i r es ti di un tempio di età augus tea e di una chies a altomedioevale) due edifici medioevali: la cilindr ica tor r e Mir abella, del XI I I s ecolo, e il Mas tio vis conteo, l’edificio che r is ale al tempo della s ignor ia vis contea (dal 1337 al 1427) e che oggi contiene il Mus eo delle Ar mi Luigi Mar z oli: una collez ione di cir ca mille pez z i che offr ono una s ignificativa campionatur a della pr oduz ione ar mier a milanes e e br es ciana tr a il XV e il XVI I I s ecolo. Dal lato nor d del piaz z ale una s caletta por ta ai giar dini s ottos tanti e quindi, ver s o des tr a, al tor r ione dei Fr ances i, da cui s i gode una bella veduta s ui quar tier i nor d e s ui Ronchi, nonché s ul s ottos tante vigneto, unico for s e, per la s ua es tens ione, in uno s paz io ur bano. Per us cir e dalla par te alta del Cas tello, s i imbocca il ponte levatoio e s i per cor r e una s tr ada acciottolata in for te pendenz a, fiancheggiata, a des tr a, da un edificio cinquecentes co, il Gr ande Miglio, adibito a depos ito di gr anaglie dur ante il per iodo veneto ed or a s ede del Mus eo del Ris or gimento. I l Mus eo r iunis ce documenti r elativi agli ultimi anni della dominaz ione veneta a B r es cia, alla R epubblica br es ciana, al per iodo napoleonico, alle guer r e d’indipendenz a, alle Dieci Gior nate , alla s pediz ione dei Mille. Nel piano s ottos tante dello s tes s o edificio è s tato alles tito un Plas tico fer r oviar io, cons ider ato uno dei più s pettacolar i d’I talia, mentr e un altr o, più r idotto, è s tato s is temato nell’edificio attiguo, il Piccolo Miglio. La s tr ada or a s i apr e nel più vas to giar dino del Cas tello, il piaz z ale della Locomotiva, dal quale la vis ta s i apr e ver s o s ud, inter r otta in pr imo piano dalla cupola ver de del Duomo e, più dis tante, dai pr ofili dei gr attacieli dei quar tier i di B r es cia due e di S an Polo, che s egnano il confine dello s paz io ur bano pr ima della pianur a. Pr ima di us cir e, a des tr a del por tale d’ingr es s o, nel giar dino che s ovr as ta il bas tione S an Mar co, s or ge la S pecola Cidnea, dalla cui cupola gir evole, nelle notti d’es tate, s i può os s er var e con un cannocchiale, il cielo s tellato. La s tr ada che dal ponte d’ingr es s o s cende a s inis tr a incontr a, dopo duecento metr i, la chies a di S an Pietr o in Oliveto, r icos tr uita nel 1500 s u un edificio pr ees is tente altomedioevale. Al s uo inter no s i tr ovano oper e di pittor i br es ciani del ‘500 e ‘600; l’affiancano, all’es ter no, due chios tr i cinquecentes chi. B r es ci a r om an a Dal fianco s ud del colle Cidneo, r ives tito di cedr i, pini, lecci, tas s i, tigli, s cendono ver s o la città piccole s tr ade acciottolate e s calinate che s boccano nella s ottos tante via dei Mus ei, la s tr ada che r iper cor r e, nel s uo andamento, il tr acciato del decumanus mas s imo di “B r ix ia”. A metà della via s i apr e il cuor e della città r omana, il For o. L ’attuale piaz z a, r ettangolar e, con or ientamento nor d- s ud, occupa s olo una par te dell’antico For o r omano, che s i s tendeva per una lunghez z a di m 139 e una lar ghez z a di 40, e che ter minava, s ul lato nor d, con l’edificio del T empio capitolino, in pos iz ione s opr aelevata, e s ul lato s ud, con la Cur ia. I l comples s o monumentale, di notevole effetto, come s i può intuir e dal plas tico r icos tr uttivo vis ibile pr es s o il Mus eo della Città, s anz ionava l’impor tanz a economica e s ociale r aggiunta in età imper iale da “B r ix ia”, abitata allor a da cir ca 6000 abitanti. Già capoluogo di Galli Cenomani, B r es cia er a diventata un centr o ur bano or ganiz z ato a par tir e dall’occupaz ione e dall’alleanz a r omana tr a il s econdo e il pr imo s ecolo a.C., fino alla completa r omaniz z az ione della città nel 27 a.C. con l’elevaz ione al r ango di Colonia Civica Augus ta. Ris ale a ques to per iodo il s uo pr imo as s etto ur banis tico tr acciato s ul modello del cas tr um, un quadr ilater o di cir ca 800 per 840 metr i, nel quale le vie s eguono un per cor s o r ettilineo e s i inter s ecano or togonalmente for mando le ins ulae. I l T empio, er etto da Ves pas iano tr a il 73 e il 74 d.C., appar e or a, nella par z iale r icos tr uz ione ottocentes ca, pr eceduto dalle colonne cor inz ie del pr onao, alte undici metr i, e s eguito dalle tr e gr andi aule che os pitano una delle più impor tanti collez ioni epigr afiche dell’I talia s ettentr ionale. A or iente del T empio Capitolino è collocato il teatr o, cos tr uito in epoca flavia e in par te dis tr utto ver s o la fine del V s ecolo. Adagiato s ul declivio del colle, poteva contener e quindicimila s pettator i. T utta l’ar ea intor no r eca le tr acce della r omanità di B r es cia, tr acce no n evidenti, per ché s ovr as tate o incor por ate, nel cor s o dei s ecoli, dalle cos tr uz ioni s ucces s ive. I r ecenti r es taur i hanno r ecuper ato, s otto i palaz z i medioevali e moder ni, le antiche s tr uttur e e, in qualche cas o, le hanno r es e vis ibili. Pr opr io all’angolo tr a la via dei Mus ei e la Piaz z a del F or o, nei s otter r anei del Palaz z o Mar tinengo Ces ar es co, s i può per cor r er e un itiner ar io ar cheologico che par te da r eper ti r is alenti all’età del B r onz o e giunge ai r es ti di un’abitaz ione s ignor ile dell’età augus tea. Più avanti nella s tes s a via, a s inis tr a, l’ar ea del Monas ter o di S anta Giulia compr ende i r es ti di una domus di vas te pr opor z ioni, abitata tr a il I e il I V s ecolo, mentr e le s tr uttur e di altr e abitaz ioni r omane s ono vis ibili nell’antica Or taglia dello s tes s o Monas ter o; l’alta qualità delle decor az ioni delle s tanz e r invenute (pavimenti a mos aico e par eti affr es cate) tes timoniano la pr es enz a di un quar tier e r es idenz iale es clus ivo. A s ud di piaz z a del For o s i può s ubito r aggiunger e la s ugges tiva piaz z etta intitolata all’ar cheologo br es ciano Giovanni Labus . Qui, incor por ata nella facciata di una civile abitaz ione, appar e la par ete mer idionale della bas ilica, er etta anch’es s a in età flavia; è l’unico monumento r omano s opr avvis s uto in alz ato fino ai nos tr i gior ni. B r es ci a m edi oeval e Nel Monas ter o di S an S alvator e, detto anche di S anta Giulia, s i r iconos ce non s olo B r es cia altomedioevale, ma s i r ias s ume, per volontà dei br es ciani di oggi, la B r es cia di tutti i tempi. I l comples s o monas tico fondato nel 753 d.C. dal r e longobar do Des ider io e da s ua moglie Ans a, s or to s u un’ar ea già occupata in epoca r omana da impor tanti domus e oggetto di s ucces s ivi ampliamenti e r icos tr uz ioni in età comunale e nel tar do Qattr ocento, s i ar ticola intor no ai chios tr i e a tr e chies e d’epoch e diver s e, tutte r iccamente affr es cate e decor ate: la bas ilica longobar da di S an S alvator e, la chies a r omanica di S anta Mar ia in S olar io e la chies a r inas cimentale di S anta Giulia. Dal 1998 è la s ede del Mus eo della Città che, una volta completato, per metter à di per cor r er e la s tor ia di B r es cia dall’età del B r onz o al s ecolo s cor s o attr aver s o r eper ti ar cheologici, mos aici, affr es chi, elementi ar chitettonici e decor ativi, s tatue ed oper e d’ar te delle diver s e epoche. La r icchez z a dei mater iali es pos ti, il lor o pr egio ar tis tico e il lor o valor e di r ifer imento alla s tor ia, alla cultur a, alla pr atica di vita dei br es ciani nel cor s o dei s ecoli ne r ende impos s ibile anche un br eve r ias s unto. L ’età r omana s ’impone attr aver s o i s ei r itr atti br onz ei e la celebr e Vittor ia alata, mentr e l’età veneta documenta l’immagine dell’abitato e gli elementi decor ativi e l’ar r edo della dimor a ar is tocr atica, dal tar dogotico al neoclas s icis mo. Nella r icchez z a ar tis tica delle tr e chies e i vis itator i br es ciani r iconos cono alcune immagini s imboliche della lor o cultur a pittor ica e ar tigianale: le s tor ie di S ant’Obiz io affr es cate dal Romanino in S an S alvator e, la Cr oce di Des ider io nell’or ator io quadr angolar e di S anta Mar ia in S olar io, gli affr es chi di Paolo da Cailina il Giovane e di F lor iano Fer r amola in S anta Giulia. I l r eticolo ur bano di B r es cia r omana aveva il s uo limite occidentale nelle mur a che s cor r evano da nor d a s ud lungo una linea oggi s egnata dalla via Dieci Gior nate; oltr e, nel cor s o del Medioevo, s or s er o i quar tier i ar tigianali e commer ciali la cui es pans ione, definita dalla cer chia delle mur a cos tr uite nel 1249, por ter à la città ad una for ma che dur er à pr es s oché invar iata fino alla s econda metà del 1800. Anche il centr o r eligios o e politico di B r es cia medioevale s i s pos ta ver s o oves t e tr ova nella piaz z a del Duomo (or a piaz z a Paolo VI ) il s uo luogo eminentemente r appr es entativo. La piaz z a, che r icalca nell’or ientamento e nella for ma l’antico For o or mai decaduto in quella che er a or a diventata la z ona or ientale della città, offr e lungo il s uo lato or ientale un ins ieme monumentale di notevole s ugges tione. L’edificio più antico, il Duomo Vecchio o Rotonda, è una r ar a cos tr uz ione r omanica in pietr a di medolo (es tr atta da cave dell’immediata per ifer ia) a pianta cir colar e. L ’inter no h a for me gr andios e, ma nella s emplicità e s ever ità dell’ins ieme pr es enta una connotaz ione s tilis tica che es pr ime in tutta s chiettez z a l’anima dei br es ciani. Nella penombr a, s ubito dopo l’ingr es s o, s i impone il s ar cofago del ves covo B er ar do Maggi, mor to nel 1308, l’unico br es ciano capace di es pr imer e una s ignor ia s ulla città. Le tele dei br es ciani Mor etto, Romanino e Cos s ali, dis s eminate al s uo inter no, fanno della chies a una br eve galler ia della pittur a br es ciana del Cinquecento. A nor d della Rotonda, in pos iz ione centr ale s ul lato or ientale della piaz z a, la gr andios a ar chitettur a del Duomo nuovo ci impone un s alto tempor ale di cinquecento anni. La fabbr ica, compiuta in tr e s ecoli dal XVI I , in mar mo bianco di B otticino, s i pr es enta in for me tar do bar ocche ed è s or montata da un’alta cupola di gus to tar do r inas cimentale, es eguita dall’ar chitetto br es ciano Rodolfo Vantini nel 1825 e r icos tr uita dopo un incendio pr ovocato da un bombar damento nel 1943. All’inter no s ono r iunite oper e d’ar te che var iano dal Quattr oce nto al Novecento; la più vicina ai br es ciani che entr ano un chies a è la figur a di Paolo VI , r acchius a in un monumento br onz eo di Raffaele S car z elli del 1984. Contiguo al Duomo nuovo, il B r oletto, che chiude a nor d- es t la piaz z a, ci r ipor ta nel Medioevo. L’attuale cos tr uz ione, iniz iata nel 1223 e completata nel 1298, ha poi s ubito aggiunte vis contee, malates tiane e venez iane. Or iginar iamente s ede del comune, mantiene anche oggi la s ua funz ione di s ede di amminis tr az ioni pubbliche. B r es ci a ven et a B r es cia veneta è es s enz ialmente piaz z a della L oggia, un chiar o es empio di piaz z a r inas cimentale chius a, che r ievoca il pr ogetto modello di piaz z a S an Mar co a Venez ia. Voluta nel ‘400 come alter nativa d’us o civile alla piaz z a del Duomo, des ume dai tr attati r inas cimentali il r appor to fr a i lati di uno a due e a quello s tes s o ideale di pr opor z ione e di unità s tilis tica s i is pir ar ono, a dis tanz a di decenni, anche gli ar chitetti pr ogettis ti dei palaz z i che la cir condano s u tr e lati. La Loggia, oggi palaz z o del Comune e in epoca veneta s ede del Cons iglio s peciale dell’ar is tocr az ia cittadina, fu iniz iata nel 1492 e compiuta nel 1574. Alla s ua cos tr uz ione concor s er o illus tr i ar chitetti del tempo, come S ans ovino e Palladio, ma il dis egno definitivo s i deve pr obabilmente a L odovico B er etta. I l lato mer idionale della piaz z a è definito da due edifici s imili: il Monte Vecchio di Pietà, oper a r inas cimentale d’influenz a venez iana, e il Monte Nuovo, cos tr uito un s ecolo dopo dall’ar chitetto br es ciano Pier Mar ia B agnador e. S ul lato oppos to alla Loggia, la tor r e dell’Or ologio, cos tr uita intor no alla metà del ‘500, por ta s ulla s ommità una campana che, al cader delle or e, viene per cos s a dai mar telli di due automi in br onz o. S otto l’ar cata dell’or ologio, una colonna in mar mo var iegato , s u pr ogetto di Car lo S car pa, r icor da gli otto cittadini br es ciani mor ti nell’attentato del 28 maggio 1974. L’ultimo luogo del centr o s tor ico cittadino intens amente es pr es s ivo di una cultur a ar tis tica e ur banis tica legata ad un pr ecis o per iodo s tor ico è piaz z a della Vittor ia, voluta e celebr ata dal r egime fas cis ta. Pr ogettata e r ealiz z ata da Mar cello Piacentini, dal 1926 al 1932, la piaz z a ha deter minato la dis tr uz ione di un quar tier e nato ancor a in età imper iale e cr es ciuto per s ucces s ive s ovr appos iz ioni intor no alla chies a altomedioevale di S ant’Ambr ogio. I l vuoto della piaz z a è dominato a nor d dal monumentale palaz z o delle Pos te e a oves t da un edificio di otto piani che a lungo è r imas to per i br es ciani “il gr attacielo”. Al di fuor i delle z one s opr a des cr itte, le tes timonianz e dell’ar te, della cultur a, della s tor ia br es ciana, dis s eminate un po’ dapper tutto nel tes s uto del centr o s tor ico e, più r ar e, anche in per ifer ia, devono es s er e cer cate e quas i s coper te. Per ques to, s i pr opongono qui s otto alcuni per cor s i. Lo s cr igno pittor ico di B r es cia s i affaccia s u piaz z a Mor etto, una s or ta di gr ande aiuola ombr eggiata e appar tata, nella z ona s ud- es t del centr o s tor ico, cr eata intor no al monumento di Ales s andr o B onvicino detto il Mor etto. I l palaz z o Mar tinengo da B ar co, r inas cimentale con aggiunte bar ocche, cons er va infatti la Pinacoteca civica T os io Mar tinengo, cons ider ata una delle maggior i della L ombar dia, fondamentale s opr attutto per la conos cenz a della pittur a br es ciana, in par ticolar e del Cinquecento, e della pittur a italiana dell’Ottocento. S e la nos tr a cur ios ità pittor ica non è ancor a s az ia, us citi dalla piaz z a a s inis tr a, all’imbocco di via Cr is pi, entr iamo nella chies a di S ant’Angela Mer ici, cos tr uita alla fine del ‘500 dal B agnador e: dietr o l’altar mag gior e appar e una T r as figur az ione di T intor etto. I nfine, quas i al ter mine di via Cr is pi, in via Ales s andr o Monti, ha s ede l’As s ociaz ione Ar te e S pir itualità, la cui r accolta di ar te moder na e contempor anea r iunis ce oltr e quattr omila oper e donate a Paolo VI dai più celebr i ar tis ti del Novecento. Riper cor r endo ver s o nor d via Cr is pi, all’incr ocio con cor s o Magenta tr oviamo a des tr a uno s lar go, or a intitolato ad Ar tur o B enedetti Michelangeli, fr onteggiato da un pr os petto neoclas s ico: l’edificio, s ede attualment e del Cons er vator io mus icale, er a s tato pr ogettato da Luigi Donegani, nel 1837, appos itamente per le s cuole elementar i che, più tar di, s i s ar ebber o chiamate T ito S per i. Continuando per cor s o Magenta, dopo aver s uper ato i giar dini ar r edati dal gr uppo br onz eo degli Emigr anti, di Domenico Ghidoni, e dal monumento alla Res is tenz a, di Quinto Gher manti, nonché il s ecentes co palaz z o Oldofr edi, s ede del più antico is tituto s colas tico cittadino, il liceo clas s ico Ar naldo, tr oviamo, dove la via s i allar ga per poi confluir e in piaz z ale Ar naldo, la facciata s ettecentes ca di S ant’Afr a in S ant’E ufemia; al s uo inter no anche una pala del Ver ones e, il Mar tir io di S ant’Afr a. Piaz z ale Ar naldo s i pr es enta nella s ua s itemaz ione neoclas s ica, evidente nei due cas elli daz iar i del 1820, ver s o es t, e nella cos tr uz ione a por tici in pietr a bugnata del mer cato dei Gr ani, er etta nel 1821- 23 s u dis egni del br es ciano B as iletti. La s tatua di Ar naldo (1882) s u un alto piedes tallo accoglie con le br accia pr otes e chi entr a a B r es cia da or iente. Un vicolo, s ul lato nor d, immette in piaz z a T ebaldo B r us ato, ombr eggiata da ippocas tani e dominata s cenogr aficamente dal cinquecentes co palaz z o Fenar oli. I mboccando via T r ies te, s ul lato s ud- oves t della piaz z a, r ipr endiamo poco dopo la nos tr a conos cenz a con la pittur a br es ciana (Romanino, Mor etto, Cos s ali) entr ando nella s eicentes ca chies a di s anta Mar ia in Calcher a. S ulla s inis tr a del s agr ato, in un’aiuola occupata da un s ottile velo d’acqua e ombr eggiata da lecci, il monumento mar mor eo alla glor ia br es ciana della matematica, Nicolò T ar taglia. S ul lato nor d di via T r ies te, via Gambar a pr ima e poi un vicolo ci por tano in un’altr a piccola pinacoteca della pittur a br es ciana, la chies a di S an Clemente, s is temata dal Vantini in dimes s e for me neoclas s iche. Poco oltr e per ò, r iattr aver s ando via T r ies te e s cendendo nella par allela via T os io, incontr iamo il capolavor o neoclas s ico di Rodolfo Vantini, il palaz z o T os io, che da un s ecolo cir ca os pita la più antica is tituz ione cultur ale cittadina, l’Ateneo di S cienz e, L et ter e e Ar ti di B r es cia, s or to nel 1802. I nfine il nos tr o per cor s o neoclas s ico può concluder s i al n. 27 di cor s o Magenta, davanti al palaz z o L echi, anch’es s o oper a di Rodolfo Vantini. Un itiner ar io attr aver s o i quar tier i occidentali della città può par tir e dall’attuale centr o di es s a, da cor s o Z anar delli, l’unico luogo dove i br es ciani non camminano in fr etta, ma pas s eggiano, complici anche i por tici che lo car atter iz z ano s ul lato nor d. L’unico elemento ar chitettonico di r ilievo è r appr es entato dalla facciata del T eatr o Gr ande, cos tr uito nel ‘700 e completato al s uo inter no nel 1811 con la s ala a cinque or dini di palchi di Luigi Canonica. Al limite or ientale del cor s o imbocchiamo, a s inis tr a, via Maz z ini e la r is aliamo fino ad incontr ar e, s ulla s inis tr a, l’abs ide del Duomo Nuovo. I l s ettecentes co palaz z o che la fr onteggia contiene la B iblioteca Quer iniana, l’is tituz ione cultur ale fondata nel 1750 dal car dinale Angelo Mar ia Quer ini, pr ez ios a, oltr e che per le centinaia di migliaia di libr i e opus coli, per la cons er vaz ione di più di mille incunaboli, cinquemila autogr afi, duemila manos cr itti e numer os i codici miniati di s cuola veneta e lombar da del Rinas cimento. Attr aver s iamo piaz z a del Duomo ver s o nor d e, r is alendo un vicolo, ar r iviamo alla piaz z etta T ito S per i: il monumento mar mor eo dell’er oe r is or gimentale br es ciano addita, alle s ue s palle, la s alita della Memor ia, per cor s a nell’apr ile del 1849 da padr e Maur iz io Malves titi per chieder e agli Aus tr iaci la r es a della città. Ci r ipor tiamo a nor d di piaz z a della L oggia, dove, s eminas cos to tr a le alte cas e, s i tr ova il convento di S an Gius eppe, con la chies a cinquecentes ca e i due chios tr i, il s econdo dei quali os pita il Mus eo dioces ano d’Ar te s acr a. Per cor r iamo via S an Faus tino, s egnata, nel s uo andamento ondulato, dall’antica pr es enz a del letto del tor r ente Gar z a. Quas i al ter mine appar e la s eicentes ca chies a di S an Faus tino, r icca di oper e d’ar te che celebr ano i due s anti patr oni della città, Faus tino e Giovita, e fiancheggiata da due chios tr i cinquecentes chi che or a appar tengono, come tutta la fabbr ica del convento cir cos tante, all’Univer s ità degli s tudi di B r es cia. Oltr e il lato occidentale di via S an F aus tino s i s tende il quar tier e popolar e del Car mine, car atter iz z ato, negli s cor s i decenni, da un evidente s tato di degr ado mater iale e s ociale, contr as tato, in ques ti ultimi anni, dall’avvio di un s uo r ecuper o per l’impegno dell’amminis tr az ione comunale. E ’ nobilitato dalla pr es enz a delle due chies e cinquecentes che di S anta Mar ia del Car mine e di S an Giovanni E vangelis ta, anch’es s e impr ez ios ite dalle numer os e oper e di ar tis ti br es ciani e for es tier i. Al mar gine occidentale del quar tier e, la chies a di S anta Mar ia delle Gr az ie offr e, nel s uo inter no car atter iz z ato da un’es uber ante decor az ione bar occa, la cons ueta r icca r accolta di oper e d’ar te. Pr endiamo or a cor s o Gar ibaldi, un as s e commer ciale or iginatos i s ulla pr os ecuz ione del decumanus mas s imo per connetter e il centr o con la por ta d’us cita per Milano, e per cor r iamolo in dir ez ione es t: al ter mine, pr ima della s ua pr os ecuz ione in cor s o Mameli, s or ge la tor r e della Pallata, er etta nel 1248 a difes a della por ta detta di S an Giovani. A des tr a, via Pace, che pr ende il nome dalla s ettecentes ca chies a r etta dai padr i filippini, ter mina davanti al s agr ato della chies a di S an Fr ances co, un bell’edificio r omanico - gotico, con il fianco s inis tr o movimentato da cappelle quattr ocentes che e con un inter no che offr e oper e dal ‘300 al ‘500. Nelle vie intor no s piccano alcuni palaz z i: il Mar tinengo Villagana, dei pr imi del ‘700, nelle for me s ever e del bar occo venez iano, il bar occo Mar tinengo Palatino, che s egna s cenogr aficamente la piaz z a del Mer cato, il s ettecentes co palaz z o S alvadego, di via Dante. T er minato il per cor s o del centr o s tor ico, pos s iamo r aggiunger e qualche z ona per ifer ica per completar e la nos tr a compr ens ione della città. I l quar tier e a nor d del Cas tello, r is ultato della s peculaz ione ediliz ia degli anni ’50 e ’60, s ommer ge con gli alti palaz z i che lo contr addis tinguono la moder na chies a di S anta Mar ia Cr ocifis s a di Ros a, s ingolar e cos tr uz ione a pianta es agonale, con vetr ate decor ate da ar tis ti br es ciani del ‘900. Al ter mine della via omonima della chies a, s or ge il Mus eo di S tor ia Natur ale che r accoglie collez ioni geologiche e z oologiche di notevole inter es s e. S uper ata la gr ande fabbr ica dell’Os pedale civile, ci por tiamo, ver s o s inis tr a, all’es tr ema per ifer ia nor d, dove, nel quar tier e di S an B ar tolomeo, s i tr ova, nei locali r is tr uttur ati di un antico maglio, il Mus eo del fer r o alles tito dalla Fondaz ione civiltà br es ciana. I l mus eo è par te di un vas to pr ogetto di cr eaz ione di un Mus eo dell’indus tr ia e del lavor o che dovr ebbe s or ger e nell’ar ea indus tr iale dis mes s a, alla s inis tr a del vecchio quar tier e indus tr iale di via Milano. L’es tr ema per ifer ia oves t e la per ifer ia s ud s ono car atter iz z ate da ins ediamenti di ediliz ia popolar e che r iflettono diver s e concez ioni ur banis tiche. Da una par te i villaggi B adia, Violino, S er eno, s or ti per iniz iativa del s acer dote br es ciano, padr e Ottor ino Mar colini; dall’altr a l’inter vento ediliz io voluto dall’amminis tr az ione comunale e r ealiz z ato a S an Polo, nei pr imi anni ’80, dall’ar chitetto Leonar do B enevolo.