ENPAM - via Torino, 38 - 00184 ROMA
Progetto per la riqualificazione e l'ampliamento del
Tanka Village
VILLASIMIUS - (CA)
Geol. Fausto Alessandro Pani
Geol. Roberta Maria Sanna
STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE
(D.G.R. 24/23 DEL 24 aprile 2008)
VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE (DPR 120/2003)
Il Tecnico Incaricato:
Dott. Nat. Francesco Lecis
Studio Tecnico Naturalistico, Via delle Greggi, 20 – 09134 Cagliari
Collaboratore:
Dott. Nat. Walter Brambilla
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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R. 24/23 DEL 24/04/08) - VALUTAZIONE DI INCIDENZA (D.P.R. 120/03)
INDICE
1. PREMESSA ............................................................................................................................................... 3 2. METODOLOGIA DI LAVORO.................................................................................................................... 4 3. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ......................................................................................................... 5 4. INDICATORI AMBIENTALI ........................................................................................................................ 6 4.1. L’ambiente vegetale .............................................................................................................................. 6 4.2. L’ambiente faunistico ............................................................................................................................. 6 5. INQUADRAMENTO AMBIENTALE ........................................................................................................... 8 6. CARTOGRAFIA SIC E ZPS PRESENTI NELL’AREA VASTA .................................................................. 9 7. DESCRIZIONE SIC ITB040020 ............................................................................................................... 11 7.1. Generalità ............................................................................................................................................ 11 7.2. Habitat.................................................................................................................................................. 11 8. DESCRIZIONE ZPS ITB043028 .............................................................................................................. 16 8.1. Generalità ............................................................................................................................................ 16 8.2. Habitat.................................................................................................................................................. 16 9. ANALISI DELLE COMPONENTI AMBIENTALI ....................................................................................... 20 9.1. La vegetazione .................................................................................................................................... 20 9.1 La fauna ............................................................................................................................................... 29 10. DESCRIZIONE DELL’AMBIENTE NATURALE ....................................................................................... 37 11. INTERFERENZA ALLE COMPONENTI BIOTICHE ................................................................................ 39 11.1 Analisi della vegetazione ..................................................................................................................... 39 11.2 Analisi della flora.................................................................................................................................. 39 11.3 Analisi degli habitat .............................................................................................................................. 40 11.4 Analisi faunistica .................................................................................................................................. 42 12. INTERFERENZA ALLE COMPONENTI ABIOTICHE.............................................................................. 44 13. CONNESSIONI ECOLOGICHE ............................................................................................................... 45 14. DESCRIZIONE DELLE MISURE COMPENSATIVE PREVISTE ............................................................ 46 15. CONCLUSIONI ........................................................................................................................................ 48 16. BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................................................ 49 Incaricato: Dott. Nat. Francesco Lecis - Collaboratore: Dott. Nat. Walter Brambilla
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1.
PREMESSA
Lo Studio di Incidenza Ambientale (ai sensi del DPR 120/2003) del progetto per l’ampliamento
e la riqualificazione del Tanka Village nel comune di Villasimius, viene inserito all’interno della
procedura di V.I.A., ai sensi del D. Lgs. 152/2006 e s.m.i. in seguito all’esame della documentazione
trasmessa dal Dott. Geol. Fausto A. Pani in data 25/03/2011 ed integrata in data 13/05/2011, per la
quale il Servizio SAVI dell’Assessorato della Difesa Ambiente della R.A.S. ha ritenuto la necessità di
dover approfondire una serie di elementi in conseguenza della presenza del SIC ITB040020 “Isola
dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis”.
Lo studio viene redatto conformemente alle indicazioni contenute nel D. Lgs. 152/2006 e
s.m.i..
Nel seguito si approfondiscono le principali caratteristiche ambientali del sito sopra citato.
Pertanto in base alla Direttiva Habitat 92/43/CEE, recepita in Italia con D.P.R. 8 Settembre
1997, n. 357 modificato con D.P.R. 12 Marzo 2003, n. 120, art. 5 comma 2 e 3 “I proponenti di
interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione
soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma che possono avere incidenze
significative sul sito stesso, singolarmente o congiuntamente ad altri interventi, presentano, ai fini
della valutazione di incidenza, uno studio volto ad individuare e valutare, secondo gli indirizzi
espressi nell'allegato G, i principali effetti che detti interventi possono avere sul proposto sito di
importanza comunitaria, sul sito di importanza comunitaria o sulla zona speciale di conservazione,
tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi.”
Per il quadro di riferimento ambientale lo studio di incidenza sarà sviluppato focalizzando
l’attenzione sulle componenti ed i fattori ambientali che risultano effettivamente coinvolti.
L’analisi delle componenti ambientali interessate permetterà di individuare le misure di
mitigazione necessarie al fine di eliminare/ridurre le eventuali interferenze generate dall’intervento.
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2.
METODOLOGIA DI LAVORO
Considerato il progetto proposto e la collocazione geografica - ambientale dell’area è stata
approntata una metodologia che, prendendo in considerazione l'attuale situazione naturalistica della
zona, analizzi ed approfondisca gli aspetti peculiari degli indicatori biologici presenti secondo la
seguente cronologia:
I.
Raccolta del materiale bibliografico, normativo e fotografico esistente
•
Analisi fotogrammetrica, con foto-interpretazione di fotografia aerea a colori (2008).
•
Analisi del Piano di Gestione del SIC.
II.
Indagine di campagna
•
III.
Riprese fotografiche;
Analisi della scheda del SIC
IV.
•
Analisi degli habitat;
•
Analisi delle specie faunistiche SIC.
Analisi della scheda della ZPS
V.
•
Analisi degli Habitat;
•
Analisi delle specie faunistiche ZPS.
Vegetazione
•
Inquadramento generale dell’area e verifica sul campo;
•
Analisi fisionomica della copertura vegetale;
VI.
Fauna
•
Inquadramento generale dell’area e verifica sul campo;
•
Analisi faunistica;
•
Classificazione della fauna;
VII.
Relazione finale
•
VIII.
Conclusioni;
Cartografia
•
Carta della vegetazione in scala 1:5.000;
•
Carta degli habitat scala 1:5.000;
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3.
INQUADRAMENTO GEOGRAFICO
L’area di studio è situata nella Sardegna sud-occidentale, nella sub regione geografica del
Sarrabus, è cartografata nel foglio n. 567 sezione I – Villasimius, della carta 1:25.000 dell’I.G.M..
La zona in esame si estende interamente nel territorio comunale di Villasimius nella provincia
di Cagliari e ricade nella località omonima del complesso turistico, inoltre è adiacente alle località di
Serra ‘e Morus e di Simius.
Alla zona si accede agevolmente tramite la strada che dalla provinciale per Cagliari conduce
verso Villasimius, prima dell’ingresso al paese si prende la deviazione per il porto turistico.
In particolare la zona di intervento (Fig. 1) è inserita all’interno di un’area abbondantemente
antropizzata e nella quale gli elementi di naturalità sono confinati solo ad alcune superfici ben
definite e che non saranno interessate dagli interventi proposti.
Non sono presenti fiumi e/o corsi d’acqua importanti.
Fig. 1 – In rosso l’area di intervento
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4.
INDICATORI AMBIENTALI
4.1.
L’ambiente vegetale
Per quanto riguarda la componente vegetale, va sottolineata la differenza tra la flora e la
vegetazione di un determinato ambiente.
Per flora si intende il complesso delle specie vegetali vascolari che vivono in un territorio ben
definito (nazione, regione, valle bosco, ecc.) elencate in ordine sistematico.
Il concetto precedente si distingue da quello di vegetazione, che indica il complesso delle
piante di un determinato territorio considerate in associazione tra di loro e nei loro rapporti con
l’ambiente, queste assieme alla componente animale individua la biocenosi di un ecosistema.
Possiamo affermare che la vegetazione, lasciata evolvere in modo naturale, tende a
costituire comunità in equilibrio dinamico che si conservano in modo indefinito, senza modifiche
significative, qualora le condizioni climatiche si mantengano più o meno costanti nel tempo, essa
cioè, in un tempo più o meno lungo e variabile a seconda delle regioni del globo e delle concrete
condizioni ecologiche di un’area, raggiunge, attraverso una serie di stati intermedi (stadi serali) un
livello massimo di sviluppo che è chiamato climax.
Il climax è quindi una comunità vegetale stabile in cui esiste un equilibrio fra suolo, clima,
vegetazione e fauna.
Le diverse fasi che portano all’evoluzione, ossia al raggiungimento del climax, o alla
degradazione della vegetazione sono indicate come stadi dinamici (o stadi serali), che possono
essere molto complessi in relazione sia alle condizioni ambientali, sia alle utilizzazioni pregresse
ed attuali del territorio.
L’aspetto più appariscente della vegetazione è quello fisionomico, ossia quello legato alla
struttura fisica esteriore delle varie formazioni vegetali che influenza in modo caratteristico il
paesaggio e diviene funzionale in modo diverso ad ospitare specie animali con diverse esigenze
ecologiche.
Nell’ambito dello studio si prenderà in considerazione anche il concetto di Naturalità1, la cui
misura potrebbe essere data in un certo qual modo, quantificando la distanza tra la composizione e
la struttura della comunità in un dato territorio e la composizione della comunità teorica climax in
quello stesso territorio.
4.2.
L’ambiente faunistico
Per fauna si intende il complesso degli organismi animali che interagiscono con l’ambiente
fisico e l’ambiente vegetale in una determinata area.
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L’ambiente faunistico è l’insieme delle comunità animali che caratterizza in un determinato
modo un particolare habitat.
È quindi evidente che esiste una stretta correlazione tra composizione della comunità
faunistica e ambiente.
Un equivalente del termine vegetazione non esiste in campo faunistico ed infatti non si è
ancora fatta strada una identificazione di ben precise “associazione faunistiche” sulla scorta di
quanto è invece avvenuto nel campo della botanica.
Questo è dovuto evidentemente alla capacità delle specie animali di spostarsi e di rispondere
in modo più complesso alle variazioni ambientali rispetto alle piante, pertanto si ricorre a formule o
definizioni empiriche anche se abbastanza precise come “avifauna delle falesie” o dei “canneti”
ecc. che peraltro prendono spunto da precedenti definizioni ecologiche- ambientali.
Tuttavia essendo la Sardegna un’isola si considera come più o meno stanziale, pertanto
sufficientemente legata al territorio, la fauna presente in una data area.
Eccezion fatta per la fauna migratoria che evidentemente costituisce relazioni molto più
complesse con diversi tipi di ambienti naturali.
Nel presente studio verranno presi in considerazione i principali gruppi della fauna di
vertebrati ed invertebrati terrestri.
In relazione alle dimensioni dell’area indagata e alla sua relativa complessità il livello
conoscitivo dei vari taxa di Vertebrati presenti l’area, soprattutto in relazione alla loro
presenza/assenza, mentre per gli Invertebrati il grado complessivo di conoscenza è da
considerarsi sufficiente.
1 Per l’approfondimento di questo concetto si rimanda alla pag. 22.
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5.
INQUADRAMENTO AMBIENTALE
Le opere in progetto ricadono in un’area al di fuori dei siti Natura 2000 anche se comunque il
perimetro del SIC e della ZPS risultano molto vicini.
Le due aree sono rispettivamente:
9 Isola dei Cavoli, Serpentara, Punta Molentis e Campulongu (ITB040020-SIC);
9 Capo Carbonara e stagno di Notteri - Punta Molentis (ITB043028-ZPS);
Questi siti sono soggetti a vincoli comunitari in base alla Direttiva Habitat 92/43/CEE (SIC) e
alla Direttiva Uccelli 79/409/CEE (ZPS).
Pertanto al fine di analizzare l’indagine sull’attuale situazione ambientale dell’area di studio e
conseguentemente formulare delle valutazioni attendibili sull’impatto delle attività proposte, sono
stati selezionati degli indicatori ambientali, seguendo le indicazioni del D.P.R. 12/04/96, il D.P.R.
357/97 e relativo Allegato G, nonché, in ordine di tempo, il D.P.R. 120/2003, e inoltre le direttive
comunitarie 92/43 CEE (Direttiva Habitat), 79/409 CEE (Direttiva Uccelli) e la legge Regionale sulle
norme per la protezione della fauna selvatica L. R. 23/98.
Oltre a questi riferimenti normativi sono stati consultati, i Piani di Gestione di delle aree sopra
citate, che per la cronaca è solo il Piano di Gestione del SIC ITB040020-SIC.
In riferimento alle caratteristiche dell’area, le tipologie di indicatori sono: gli habitat, la
vegetazione e la fauna.
Tutti gli indici saranno analizzati prendendo in considerazione le varie funzioni che essi
svolgono in
termini di diversità, quindi di valore naturale, e conseguentemente come poter
operare affinché qualsiasi intervento sul territorio, ossia alterazione ecosistemica, sia limitato al
massimo, permettendo in questo modo di non interferire negativamente sulle biocenosi presenti.
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6.
CARTOGRAFIA SIC E ZPS PRESENTI NELL’AREA VASTA
Fig. 2 – Carta del SIC, in blu l’area del progetto
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Fig. 3 – Carta della ZPS, in rosso l’area del progetto
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7.
DESCRIZIONE SIC ITB040020
7.1.
Generalità
Codice del sito: ITB040020 “Isola dei Cavoli, Serpentara e Punta Molentis” (Fig. 2)
Superficie: 3.427 ha
Comuni interessati: Villasimius (CA)
Capo Carbonara e le Isole dei Cavoli e Serpentara delimitano l'estrema propaggine
meridionale della struttura granitica del Sarrabus. Hanno una morfologia determinata da tipici aspetti
di degradazione del granito, con grossi massi erosi dal mare. La costa settentrionale si presenta a
falesie col piede occupato da materiale franoso.
L'area è interessata dalla istituzione del AMP di Capo Carbonara - Villasimius.
Le coste sono varie nel settore occidentale non sono molto ripide, mentre quelle del settore
orientale sono più o meno frastagliate e ricche di falesie.
La loro morfologia è determinata essenzialmente dal moto ondoso e dall'azione erosiva del
vento.
Lo Stagno di Notteri è una raccolta d'acqua marina che è stata racchiusa da due cordoni litorali
i quali hanno unito alla terraferma l'isolotto di Punta Santo Stefano facendolo diventare un
promontorio. Lo stagno ha forma quasi rotonda e misura 34 ha circa, non ha immissari né sbocco a
mare, l'acqua marina vi penetra durante le grosse mareggiate invernali. In estate tende a
prosciugarsi evidenziando ampie stratificazioni di sale a ridosso delle emergenze granitiche sul
versante meridionale.
I campi dunali posti a ridosso del promontorio presentano dune che raggiungono i 35 m s.l.m.
ma si mantengono mediamente al di sotto dei 12 m. Il campo dunale di Serra ‘e Morus è quello
meglio conservato dell'area, anche se gli insediamenti turistici e le piantumazioni arboree di tipo
ornamentale hanno apportato delle modifiche morfologiche.
7.2.
Habitat
In considerazione di quanto descritto, i criteri di stima utilizzati per la valutazione del sito
coinvolgono gli habitat, la flora e le specie faunistiche, in particolare per quanto riguarda l’habitat i
criteri sono individuati sulla base di:
1.
Percentuale di copertura dei singoli habitat rispetto alla superficie totale del SIC.
2.
Grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito2.
2 A = Rappresentatività eccellente; B = buona rappres.tà; C = rappres.tà significativa; D = presenza
non significativa.
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3.
Superficie del sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla superficie totale
coperta da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale3.
4.
Grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in
questione e possibilità di ripristino4.
5.
Valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale
in questione5.
Nella tabella 1 riportiamo le tipologie degli habitat e relativo valore.
1120
50
A
Superficie
relativa
C
5330
14
C
B
B
B
2250
10
A
B
B
A
5210
5
B
B
B
B
2210
4
C
C
B
B
1510
1
C
C
C
C
1210
1
C
C
C
C
3130
1
A
C
A
A
1150
1
A
B
A
A
1240
1
A
A
A
A
1410
1
C
C
C
C
1110
1
A
C
A
A
1430
1
B
B
B
B
6220
1
B
C
A
B
2110
1
C
C
C
C
2120
1
B
C
B
B
2230
1
B
C
B
B
2270
1
B
C
B
B
1420
1
C
C
C
C
Codice % Coperta Rappresentatività
Grado
Valutazione
conservazione
globale
C
A
Tabella 1 - Tipologia di Habitat Allegato I
3 A = p>15%; B = p>2%; C = p>0%.
4 A = Conservazione eccellente; B = buona conservazione; C = conservazione media o ridotta.
5 A = Valore eccellente; B = Valore buono; C = Valore significativo.
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Codice Habitat:
¾
1120* Praterie di Posidonie (Posidonion oceanicae) (Prioritario);
¾
5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici;
¾
2250 Dune costiere con Juniperus spp.;
¾
5210 Matorral arborescenti di Juniperus spp.;
¾
2210 Dune fisse del litorale (Crucianellion maritimae);
¾
2110 Dune embrionali mobili;
¾
1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine;
¾
3130 Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae
e/o degli Isoëto-Nanojuncetea;
¾
1150* Lagune costiere;
¾
1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. Endemici;
¾
1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi);
¾
1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosi);
¾
1110 Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina;
¾
1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia);
¾
6220 Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea;
¾
2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (dune bianche);
¾
2230 Dune con prati dei Malcolmietalia;
¾
2270* Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster;
¾
1430 Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano-Salsoletea).
Tra le molte specie faunistiche che possono gravitare all'interno del SIC, quelle ritenute
importanti ai fini della conservazione del medesimo sono riportate nella tabella 2, 3, 4, 5 e 6, per la
check list completa si rimanda al paragrafo “9.2 Analisi della fauna”.
Per la fauna i criteri di valutazione sono individuati sulla base di:
1.
Specie che si riproducono (stanziale o migratoria);
2.
Popolazione6;
3.
Conservazione7;
4.
Isolamento8;
5.
Valutazione globale9
6 Numero di individui stimati durante lo svernamento oppure P = presenza.
7 A = alta; B = media; C = bassa; D = molto bassa.
8 A = popolazione in gran parte isolata; B = popol. non isolata, ma ai margini dell’ area di
distribuzione; C = popol. non isolata all’ interno di una vasta fascia di distribuzione.
9 A = Valore eccellente; B = Valore buono; C = Valore significativo.
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NOME
POPOLAZIONE
STANZIALE
VALUTAZIONE SITO
MIGRATORIA
Popolazione-Conservazione-Isolamento-Globale
Riprod. Svern. Stazion.
P
Alcedo atthis
1
Calonectris diomedea
D
10/100
D
P
D
P
Caprimulgus europaeus
D
Falco peregrinus
2/5
Larus audouini
0/50
5-15
C
B
B
B
10/30
10/15
C
B
B
B
10/15
D
Phalacrocorax
desmariesti
aristotelis
Phoenicopterus ruber
3
Sterna sandvicensis
D
Sylvia sarda
P
D
Sylvia undata
P
D
Tab. 2 - Uccelli elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE
UCCELLI MIGRATORI
NOME
POPOLAZIONE
STANZIALE
VALUTAZIONE SITO
MIGRATORIA
Popolazione-Conservazione-Isolamento-Globale
Riprod
Svern.
Stazion.
10/15
Larus ridibundus
D
Tab. 3 - Uccelli migratori abituali non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE
ANFIBI e RETTILI
NOME
POPOLAZIONE
STANZIALE
VALUTAZIONE SITO
MIGRATORIA
Popolazione-Conservazione-Isolamento-Globale
Riprod.
Svern. Stazion.
P
Caretta caretta
D
Phyllodactylus europaeus
P
C
Testudi ermanni
P
D
C
B
C
Tab. 4 - Allegato II della Direttiva 92/43/CEE
PESCI
NOME
POPOLAZIONE
STANZIALE
VALUTAZIONE SITO
MIGRATORIA
Popolazione-Conservazione-Isolamento-Globale
Riprod.
Svern. Stazion.
P
Alosa fallax
C
B
C
B
Tab. 5 -Allegato II della Direttiva 92/43/CEE
PIANTE
NOME
POPOLAZIONE
VALUTAZIONE SITO
Popolazione-Conservazione-Isolamento-Globale
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Brassica insularis
501/1000
A
A
A
A
Rouya polygama
P
A
B
A
B
Tab. 6 - Allegato II della Direttiva 92/43/CEE
Altre specie importanti di flora e fauna riportate nella scheda SIC sono indicate nella tabella 7
e riguardano 9 Vegetali.
I criteri di classificazione riguardano:
1.
Popolazione;
2.
Motivazione10
Gruppo
V
M
A
R
Nome
F
I
Popolazione Valutazione sito
P
V
Bryonia marmorata
< 100
B
V
Ferula arrigoni
<100
B
V
Helicodiceros muscivorus
<100
B
V
Holcus setiglumis
<100
B
V
Limonium dictyocladum
101/250
B
V
Limonium dubium
11/50
B
V
Limonium retirameum
11/50
B
V
Silene valsecchi
<30
B
V
Verbascum conocarpum
<100
B
Tab. 7 - U = Uccelli, M = Mammiferi, A = Anfibi, R = Rettili, P = Pesci, I = Invertebrati, V = Vegetali
10 A = Elenco Libro rosso nazionale; B = specie endemiche; C = Convenzioni internazionali; D =
altri motivi
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15
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8.
DESCRIZIONE ZPS ITB043028
8.1.
Generalità
Codice del sito: ITB043028 “Capo Carbonara e stagno di Notteri – Punta Molentis” (Fig. 3)
Superficie: 867.00 ha
Comuni interessati: Villasimius
Raccolta d'acqua marina che è stata racchiusa da due cordoni litorali i quali hanno unito alla
terraferma l'isolotto di Punta Santo Stefano facendolo diventare un promontorio. Lo stagno ha
forma quasi rotonda e misura 34 ettari circa, non ha immissari e non ha sbocco al mare. L'acqua
marina vi penetra durante le grosse mareggiate invernali. In estate tende a prosciugarsi
evidenziando ampie stratificazioni di sale a ridosso delle emergenze granitiche sul versante
meridionale. La qualità delle acque è legata all'alimentazione idrica salina e all'assenza di reflui
organici che ostacolerebbero le formazioni dell'habitat prioritario "Lagune". Zona importante per la
nidificazione di specie pelagiche prioritarie per la direttiva "Uccelli". Presenza di insediamenti
turistici e residenziali, usi impropri.
8.2.
Habitat
In considerazione di quanto descritto, i criteri di stima utilizzati per la valutazione del sito
coinvolgono gli habitat, la flora e le specie faunistiche, in particolare per quanto riguarda l’habitat i
criteri sono individuati sulla base di:
1.
Percentuale di copertura dei singoli habitat rispetto alla superficie totale del SIC.
2.
Grado di rappresentatività del tipo di habitat naturale sul sito11.
3.
Superficie del sito coperta dal tipo di habitat naturale rispetto alla superficie totale coperta
da questo tipo di habitat naturale sul territorio nazionale12.
4.
Grado di conservazione della struttura e delle funzioni del tipo di habitat naturale in
questione e possibilità di ripristino13.
5.
Valutazione globale del valore del sito per la conservazione del tipo di habitat naturale in
questione14.
Nella tabella 3 riportiamo le tipologie degli habitat e relativo valore.
Codice
1120
%
Coperta
50
Rappresentatività
A
Superficie
Grado
Valutazione
relativa
Conservazione
globale
B
A
A
11 A = rappresentatività eccellente; B = buona rappres.tà; C = rappres.tà significativa; D = presenza non
significativa.
12 A = p>15%; B = p>2%; C = p>0%.
13 A = conservazione eccellente; B = buona conservazione; C = conservazione media o ridotta.
14 A = Valore eccellente; B = Valore buono; C = Valore significativo.
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16
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9560
24
B
B
B
B
1150
12
A
B
A
A
2250
5
A
B
A
A
5330
5
C
C
C
C
1240
1
A
B
A
A
1410
1
C
C
C
C
1420
1
B
C
B
B
1510
1
A
C
B
B
Tabella 1 - Tipologia di Habitat Allegato I
Codice Habitat:
¾ 1120* Praterie di Posidonie (Posidonion oceanicae) (Prioritario);
¾ 9560* Foreste endemiche a Juniperus spp.
¾ 1150* Lagune costiere;
¾ 2250 Dune costiere con Juniperus spp.;
¾ 5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici;
¾ 1240 Scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. Endemici;
¾ 1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi);
¾ 1420 Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornietea fruticosi);
¾ 1510* Steppe salate mediterranee (Limonietalia);
Tra le molte specie faunistiche che possono gravitare all'interno del SIC, quelle ritenute
importanti ai fini della conservazione del medesimo sono riportate nella tabella 7, 8, 9 e 10, per la
check list completa si rimanda al capitolo “9.2 Analisi della fauna”.
Per la fauna i criteri di valutazione sono individuati sulla base di:
1. Specie che si riproducono (stanziale o migratoria);
2. Popolazione15;
3. Conservazione16;
4. Isolamento17;
5. Valutazione globale18
NOME
POPOLAZIONE
STANZIALE
VALUTAZIONE SITO
MIGRATORIA
Popolazione-Conservazione-Isolamento-Globale
Riprod. Svern. Stazion.
Sylvia undata
P
Alcedo atthis
P
D
1
D
B
B
B
15 Numero di individui stimati durante lo svernamento oppure P = presenza.
16 A = alta; B = media; C = bassa; D = molto bassa.
17 A = popolazione in gran parte isolata; B = popol. non isolata, ma ai margini dell’area di distribuzione; C =
popol. non isolata all’interno di una vasta fascia di distribuzione.
18 A = Valore eccellente; B = Valore buono; C = Valore significativo.
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17
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10/100
Calonectris diomedea
P
Caprimulgus europaeus
B
B
B
B
B
D
Falco peregrinus
2/5
Larus audouiniì
0/50
Phalacrocorax
desmariesti
D
P
5-15
D
D
C
B
aristotelis
10/30
Phoenicopterus ruber
Sterna sandvicensis
10/15
C
B
B
B
10/15
D
B
B
B
3
D
P
Sylvia sarda
D
Tab. 7 - Uccelli elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE
UCCELLI MIGRATORI
NOME
POPOLAZIONE
STANZIALE
VALUTAZIONE SITO
MIGRATORIA
Popolazione-Conservazione-Isolamento-Globale
Riprod
Svern.
Stazion.
10/15
Larus ridibundus
D
Tab. 8 - Uccelli migratori abituali non elencati nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE
PIANTE
NOME
POPOLAZIONE
VALUTAZIONE SITO
Popolazione-Conservazione-Isolamento-Globale
P
Brassica insularis
A
B
A
B
Tab. 9 - Allegato II della Direttiva 92/43/CEE
Altre specie importanti di flora e fauna riportate nella scheda SIC sono indicate nella tabella
10 e riguardano 3 Vegetali.
I criteri di classificazione riguardano:
3.
Popolazione;
4.
Motivazione19
Gruppo
V
M
A
R
Nome
F
I
Popolazion
e
Valutazione
sito
P
19 A = Elenco Libro rosso nazionale; B = specie endemiche; C = Convenzioni internazionali; D = altri motivi
Incaricato: Dott. Nat. Francesco Lecis - Collaboratore: Dott. Nat. Walter Brambilla
18
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V
Limonium dictyocladum
101/250
B
V
Limonium dubium
11/50
B
V
Limonium retirameum
11/50
B
Tab. 10 - U = Uccelli, M = Mammiferi, A = Anfibi, R = Rettili, P = Pesci, I = Invertebrati, V = Vegetali
Incaricato: Dott. Nat. Francesco Lecis - Collaboratore: Dott. Nat. Walter Brambilla
19
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9.
ANALISI DELLE COMPONENTI AMBIENTALI
9.1.
La vegetazione
L’assetto della vegetazione risente del tipo di substrato geologico ed è influenzata soprattutto
dalla vicinanza del mare e dalle condizioni climatiche che prevalgono per la maggior parte
dell’anno.
Per poter definire il climax di un territorio bisogna rifarsi al tipo di clima con i suoi fattori
fondamentali (temperatura, precipitazioni, ventosità ecc).
In generale, il clima della Sardegna può considerarsi nettamente bistagionale, ad una
stagione caldo arida si alterna quella freddo umida.
I fattori climatici limitanti per lo sviluppo della vegetazione, sono rappresentati
fondamentalmente dall’aridità estiva e dal freddo invernale, in quanto le precipitazioni danno luogo
ad un surplus più o meno accentuato nel periodo autunno primaverile in gran parte dell’isola.
Nell’area oggetto di studio, considerando i dati desunti dalla stazione termopluviometrica
del comune di Muravera (il più vicino all’area), possiamo definire il climax del territorio come termoxerofilo mediterraneo, dove si rinviene la serie sarda, termomediterranea del ginepro turbinato, di
cui l'associazione Oleo-Juniperetum turbinatae rappresenta la massima espressione.
Si tratta di microboschi o formazioni di macchia, costituite da arbusti prostrati e fortemente
modellati dal vento a dominanza di Juniperus turbinata subsp. turbinata e Olea europaea var.
sylvestris.
Lo strato arbustivo è caratterizzato da specie spiccatamente termofile, come Asparagus
albus, Euphorbia dendroides, Pistacia lentiscus e Phillyrea angustifolia.
La specie più frequente nello strato erbaceo appare Brachypodium retusum.
Le formazioni di sostituzione sono rappresentate da arbusteti termofili dell'Asparago albiEuphorbietum dendroidis che, localmente possono costituire delle formazioni stabili (stadi durevoli
o comunità permanenti), da garighe pioniere e poco esigenti dal punto di vista edafico (Stachydi
glutinosae-Genistetum corsicae subass. teucrietosum mari), da praterie perenni discontinue
(Asphodelo africani-Brachypodietum retusi, Melico ciliatae-Brachypodietum retusi) e da formazioni
terofitiche.
I sistemi dunali e le spiagge, sono caratterizzati dalla presenza del geosigmeto psammofilo
sardo (Cakiletea, Ammophiletea, Crucianellion maritimae, Malcolmietalia, Juniperion turbinatae) di
cui l'associazione Pistacio-Juniperetum macrocarpae rappresenta la testa della serie (Fig. 4 la
parte gialla).
Le cenosi pre-forestali sono edificate da boscaglie a Juniperus oxycedrus subsp.
macrocarpa, che può differenziare la sub associazione juniperetosum turbinatae nei settori
retrodunali a sabbie più compatte e suoli relativamente più evoluti, meno esposti all’aerosol marino.
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La serie presenta una articolazione catenale, con diversi tipi di vegetazione (terofitica alonitrofila, geofitica ed emicriptofitica, camefitica, terofitica xerofila, fanerofitica) che tendono a
distribuirsi parallelamente alla linea di battigia e corrispondono a diverse situazioni ecologiche in
relazione alla distanza dal mare e alla diversa granulometria del substrato.
Fig. 4 - Areali potenziali delle serie della vegetazione (dal PFAR)
Le zone umide costiere, sono caratterizzate dalla presenza di comunità vegetali
specializzate a crescere su suoli generalmente limoso-argillosi, scarsamente drenanti, allagati per
periodi più o meno lunghi da acque salate.
È presente una tipica articolazione catenale del geosigmeto alofilo sardo delle aree
salmastre, degli stagni e delle lagune costiere con tipologie vegetazionali disposte secondo
gradienti ecologici determinati prevalentemente dai periodi di inondazione e/o sommersione, dalla
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granulometria del substrato e dalla salinità delle acque (Ruppietea, Thero-Suaedetea, Saginetea
maritimae, Salicornietea fruticosae, Juncetea maritimi, Phragmito-Magnocaricetea).
Il quadro appena descritto e la distribuzione delle serie potenziali della rappresenta la
vegetazione che dovrebbe essere presente in condizioni di assenza di disturbo antropico o
naturale.
La vegetazione reale dell'area di studio è descritta nel paragrafo successivo e rappresenta
l'indicatore reale dei cambiamenti principalmente di tipo antropico avvenuti nel corso degli anni sul
territorio.
Per descrivere e rappresentare adeguatamente la carta della vegetazione utilizzeremo
anche il concetto di Biotopo.
Di seguito definiamo: biotopo si intende un’ unità dell’ ambiente fisico in cui vive una
biocenosi, ossia un insieme di organismi viventi, animali o vegetali, costituita da specie diverse che
coabitano in una stessa unità di ambiente e sono strettamente legati tra loro da rapporti di
concorrenza e competizione.
Tipici esempi di biotopo sono uno stagno, un prato, un torrente e più in generale, qualsiasi
ambiente che ha caratteristiche sufficientemente unitarie.
Il biotopo si classifica in base al GRADO di NATURALITÀ (Gèhu el al., 1980; Scoppola et
al., 1991); quest’ultimo potrà essere elevato, medio, debole o nullo.
Di seguito definiamo: per Grado di Naturalità si intende la coerenza floristica e strutturale
della vegetazione con le caratteristiche ambientali.
L’elaborato cartografico che ne deriva è un documento capace di esprimere non solo le
potenzialità ambientali del territorio, ma anche di definire gli ambiti dove l’intervento dell’uomo ha
generato situazioni di pericolo e/o squilibrio ambientale.
Le alterazioni esistenti tra la vegetazione attuale e quella potenziale naturale sono espresse
secondo una scala di naturalità:
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NATURALITÀ ELEVATA
Questa classe comprende le fitocenosi più affini alla vegetazione zonale, in particolare i
tipi con notevole coerenza sia floristica sia strutturale sono:
•
Boschi di leccio e di sughera
•
Boscaglie litoranee a ginepro fenicio
•
Boscaglie litoranee a ginepro coccolone
•
Pinete a pino d’Aleppo
•
Vegetazione psammofila e rupicola costiera
Risulta invece esserci un lieve disturbo antropico a livello strutturale nei seguenti aspetti:
•
Macchia- foresta e macchia alta a corbezzolo
•
Vegetazione ripariale a tamerice, oleandro, ontano nero e salici
•
Vegetazione acquatica
•
Vegetazione degli stagni costieri e dei bacini salati
NATURALITÀ MEDIA
Comprende gli aspetti con più evidenti modificazioni strutturali, costituita da specie per la quasi
totalità spontanee. Una prima subunità si riferisce ad un aspetto strutturalmente ancora
complesso e floristicamente affine alla boscaglia zonale:
•
Macchia ad olivastro e lentisco.
Una seconda categoria si riferisce alle tipologie secondarie strutturalmente più compromesse,
tuttavia con una flora completamente spontanea:
•
Cisteti
•
Garighe e mosaici di vegetazione basso-arbustiva
•
Pascoli xerici e pratelli effimeri
Una terza sottounità comprende:
•
Rimboschimenti
NATURALITÀ DEBOLE
In questo livello sono riferiti i pascoli, i seminativi e le colture specializzate che richiedono elevati
apporti energetici sotto forma di irrigazioni e concimazioni.
NATURALITÀ NULLA
A questo livello appartengono quelle aree particolarmente degradate, come cave e discariche,
dove non è presente vegetazione o dove la presenza di questa è legata ad uno stato pioniero.
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Nel seguito si riporta una descrizione dei tipi fisionomici della vegetazione riscontrabili nel
territorio in esame, per tale descrizione è stata importante la consultazione di dati esistenti e di
lavori già realizzati a vario titolo nelle aree di interesse, essa presenta due livelli di dettaglio: il
primo indica la tipologia in termini generali, mentre il secondo definisce più in particolare il tipo di
struttura o di copertura vegetale.
NATURALITÀ ALTA
A. Vegetazione psammofila
Inizia subito dopo la zona afitoica della battigia, soggetta alle mareggiate e alle variazioni di
marea e quindi sempre priva di vegetazione e si conclude con le formazioni camefitiche che
precedono le boscaglie e le macchie costiere. La successione catenale di comunità che si
susseguono dalla battigia sino a zone più stabili della duna lungo fasce parallele alla linea di riva.
La prima formazione della serie è rappresentata da associazioni terofitiche pioniere della classe
Cakiletea (Salsolo kali‐Cakiletum maritimae). In questa zona si determinano le condizioni
necessarie per lo sviluppo di questa prima vegetazione costituita da poche specie, che si presenta
in maniera frammentaria e discontinua anche a causa delle pulizie dell’arenile. In posizione
retrostante inizia la formazione delle prime dune, occupate da associazioni a graminacee perenni
della classe Ammophiletea proprie delle dune mobili ovvero lo Sporobolo arenarii‐Elymetum farcti e
l’Ammophiletum arundinaceae. Queste cenosi si presentano molto ridotte, frammentate, in nuclei
disgiunti. In posizione retrostante, in successione catenale, sono presenti le associazioni a
Crucianella marittima, il Crucianelletum maritimae della classe Helichryso ‐ Crucianelletea che
comprende tutte le associazioni della fascia a bassi cespugli delle aree costiere.
Fig. 5 – Vegetazione psammofila
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B. Boscaglie litoranee a ginepro
Su substrati più rigidi si sviluppano formazioni arbustive ed erbacee della serie edafoxerofila
Oleo‐Juniperetum turbinatae ed in particolare l’Asparago albi – Euphorbietum dendroidis
termo‐mediterranei e pre‐desertici del sottotipo a formazioni a euforbia arborea”. La combinazione
fisionomica di riferimento è costituita dalle seguenti specie: Juniperus oxycedrus, J. turbinata ssp.
turbinata Pistacia lentiscus, Rhamnus alaternus, Phillyrea latifolia, Myrtus communis, Lonicera
implexa, Prasium majus, Smilax aspera, Rubia peregrina, Olea europaea var. sylvestris, Clematis
flammula, C. cirrhosa, Euphorbia dendroides, Daphne gnidium, Helichrysum italicum ssp
microphyllum, Lavanda stoechas, Arisarum vulgare, Brachypodium ramosum.
Fig. 6 - Boscaglie litoranee a ginepro fenicio
C. Vegetazione degli stagni costieri e dei bacini salati
Comunità alofile ed alonitrofile che si dispongono in fasce parallele o a mosaico tra loro, in
relazione alla salinità dell’acqua, alla sua profondità e alla morfologia del substrato (Ruppietea,
Thero-Suaedetea, Saginetea maritimae, Salicornietea fruticosae, Juncetea maritimi, PhragmitoMagnocaricetea). Vegetazione alofila camefitica riferita alla classe Sarcocornetea fruticosi.
Comunità alofile ed alonitrofile che si dispongono in fasce parallele o a mosaico tra loro, in
relazione alla salinità dell’acqua, alla sua profondità e alla morfologia del substrato. Su substrati a
minore salinità, è presente una fascia di vegetazione costituita da Spartina juncea e Juncus
maritimus. I suoli con ristagno temporaneo d’acqua salata esposti ad una secchezza estiva
estrema con affioramenti di sale sono invece occupati da specie quali Limonium narbonense e
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Limonium dubium. La vegetazione alonitrofila è invece caratterizzata da Atriplex halimus e
Artemisia arborescens.
NATURALITÀ MEDIA
D. Macchia a olivastro e lentisco
Rientrano in questa unità le formazioni in cui il ginepro fenicio è scarsamente presente o addirittura
assente, sostituito principalmente da Pistacia lentiscus, Olea europea var. sylvestris, Cistus
monspeliensis, Myrtus communis e da Calicotome villosa o Anagyris foetide. Costituita da
macchioni delle principali entità costruttrici, fra le quali possono svilupparsi poche altre specie quali
Asparagus albus, Arisarum vulgare, Geraneum purpureum, Prasium majus o Brachypodium
distachyum.
Fig. 7 – Macchia a olivastro e lentisco
E. Macchia diradata, roccia affiorante e pascoli incolti
Vegetazione caratterizzata da specie della macchia mediterranea, a scarsa copertura e carattere
prevalentemente basso arbustivo per la presenza di roccia che limita la profondità dei suoli, di
pascoli o aree incolte con un processo di rinaturalizzazione in atto. Tra le specie, prevalenza di
lentisco (Pistacia lentiscus), cisto marino (Cistus monspeliensis), olivastro (Olea europaea var.
sylvestris) e mirto (Myrtus communis). Formazioni dei pascoli naturali a prevalenza di cardo
(Carlina corymbosa), scarlina (Galictites tormentosa) e asfodelo (Asphodelus ramosus). Confinanti
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spesso con le formazioni ad ampelodesmo ascrivibili alla classe Thero‐Brachypodietea, costituite
da specie pioniere dei primi stadi dinamici della serie climatofila.
Fig. 8 – Macchia diradata, roccia affiorante e pascoli incolti
NATURALITÀ BASSA
F. Aree antropizzate con vegetazione alloctona, campi da golf
Aree edificate a scopo residenziale ma con giardini dove è presente principalmente una
vegetazione alloctona come pini e palme ma non solo. Presenza di campi da golf e suoli
fortemente degradati. Con elevata attività antropica risultano favorite le praterie ad Ampelodesmos
mauritanica. Sono formazioni substeppiche mediterranee, basifile, perenni e xerofitiche. Le specie
indicatrici sono Ampelodesmos mauritanica, Lygeum spartum, Hyparrhenia hirta.
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Fig. 9 – Aree antropizzate, campi da golf.
NATURALITÀ NULLA
G. Aree antropizzate, prati
Aree edificate a scopo residenziale. In questa unità comprendiamo tutti gli spazi limitrofi alle
abitazioni con copertura vegetale assente o scarsamente rappresentativa. Aree dove la
trasformazione dell'ambiente naturale da parte dell’uomo è massima.
Fig. 10 – Aree antropizzate, prati
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9.1
La fauna
Come affermato in precedenza anche le caratteristiche faunistiche di un territorio
contribuiscono a caratterizzarlo.
Nell’ambito di questo studio è stata effettuata un’analisi ed una valutazione delle risorse
faunistiche presenti nell’area vasta, con particolare attenzione alle specie riproducentisi ed a quelle
di interesse conservazionistico.
Per ogni specie di vertebrati omeotermi, la cui presenza è stata riscontrata mediante
avvistamento, tracce o bibliografia si forniscono informazioni sui seguenti parametri:
Status Faunistico distinguendo tra:
• Riproduzione possibile
R-possibile;
• Riproduzione probabile
R-probabile;
• Riproduzione certa
R-certa;
• Riproduzione storica
• Riproduzione occasionale
R-storica;
R-occasionale;
Status di conservazione riferito a:
• Ambito locale
LOC.;
• Sardegna
SAR.;
• Unione Europea
UE;
distinguendo tra:
specie insufficientemente conosciuta
K
specie minacciata di estinzione
E
specie vulnerabile
V
specie rara
R
specie a status indeterminato
I
specie non minacciata
NE
Incaricato: Dott. Nat. Francesco Lecis - Collaboratore: Dott. Nat. Walter Brambilla
29
ENPAM - via Torino, 38 - 00184 ROMA
Progetto per la riqualificazione e l'ampliamento del Tanka Village - VILLASIMIUS - (CA)
STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R. 24/23 DEL 24/04/08) - VALUTAZIONE DI INCIDENZA (D.P.R. 120/03)
CHECKLIST DEGLI ANFIBI (AMPHIBIA)
ORDINE: ANURA
Famiglia: Hylidae
1
Raganella sarda (Hyla sarda)
Status faunistico
Status conservazione
Riproduzione certa;
E (LOC, SAR) Comune
CHECKLIST DEI RETTILI (REPTILIA)
ORDINE: TESTUDINES
Famiglia: Testudinidae
2
Testuggine comune (Testudo hermanni)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
R (LOC, SAR) Scarsa
3
Testuggine marginata (Testudo marginata)
Status faunistico
Ripr. Certa; Introdotta;
Status conservazione
R (LOC, SAR), Scarsa
ORDINE: SQUAMATA
Sottordine: Sauria
Famiglia: Gekkonidae
4
Emidattilo turco (Hemidactylus turcicus)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Abbondante
5
Tarantola mauritanica (Tarentola mauritanica)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa
NE (LOC, SAR) Abbondante
Famiglia: Lacertidae
6
Algiroide nano (Algyroides fitzingeri)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
K (LOC), R (SAR, UE) Scarso
7
Lucertola campestre (Podarcis campestris)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR), abbondante
8
Lucertola tirrenica (Podarcis tiliguerta)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR), Abbondante
Famiglia: Colubridae
9
Biacco (Coluber viridiflavus)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Abbondante
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30
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Progetto per la riqualificazione e l'ampliamento del Tanka Village - VILLASIMIUS - (CA)
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CHECKLIST DEGLI UCCELLI (AVES)
ORDINE: GALLIFORMES
Famiglia: Phasianidae
10 Pernice sarda (Alectoris barbara)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa
K (SAR, UE) Protetto
11 Quaglia (Coturnix coturnix)
Status faunistico
Ripr. Possibile;
Status conservazione
K (SAR) comune
ORDINE: ACCIPITRIFORMES
Famiglia: Accipitridae
12 Poiana (Buteo buteo)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto
ORDINE: FALCONIFORMES
Famiglia: Falconidae
13 Gheppio (Falco tinnunculus)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto
ORDINE: STRIGIFORMES
Famiglia: Tytonidae
14 Barbagianni (Tyto alba)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto;
Famiglia: Strigidae
15 Civetta (Athene noctua)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto;
ORDINE: COLUMBIFORMES
Famiglia: Columbidae
16 Piccione selvatico (Columba livia)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Poss;
K (LOC) Protetto
17 Tortora selvatica (Streptotelia turtur)
Status faunistico
Status conservazione
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Ripr. Certa;
K (LOC, SAR);
18 Tortora dal collare (Streptotelia decaoto)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
K (LOC, SAR);
ORDINE: CORACIFORMES
Famiglia: Meropidae
19 Gruccione (Merops apiaster)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
R (LOC), NE (SAR), Protetto;
Famiglia: Upupidae
20 Upupa (Upupa epos)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (SAR) Protetta;
ORDINE: PASSERIFORMES
Famiglia: Alaudidae
21 Allodola (Alauda arvensis)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR);
Famiglia: Hirundinidae
22 Rondine (Hirundo rustica)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (SAR) Protetta; comune
23 Balestruccio (Delichon urbica)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto; comune
Famiglia: Troglodytidae
24 Scricciolo (Troglodytes troglodytes)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto; comune
Famiglia: Turdidae
Sottofamiglia: Turdinae
25 Pettirosso (Erithacus rubecula)
Status faunistico
Status conservazione
Svernante;
NE (LOC, SAR) Protetto; comune
26 Usignolo (Luscinia megarhynchos)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto; comune
27 Saltimpalo (Saxicola torquata)
Status faunistico
Status conservazione
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Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto; comune
28 Merlo (Turdus merula)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Comune
29 Tordo bottaccio (Turdus philomelos)
Status faunistico
Status conservazione
Svernante;
NE (LOC, SAR) Comune
30 Tordo sassello (Turdus iliacus)
Status faunistico
Status conservazione
Svernante;
NE (LOC, SAR) Comune
Famiglia: Sylviidae
Sottofamiglia: Sylviinae
31 Magnanina sarda (Sylvia sarda)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR), R (UE) Protetta
32 Sterpazzola di Sardegna (Sylvia conspicillata)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
R (LOC), K (SAR) Protetta;
33 Occhiocotto (Sylvia melanocephala)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto;
34 Capinera (Sylvia atricapilla)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetta; comune
Famiglia: Muscicapidae
35 Pigliamosche (Muscicapa striata tyrrhenica)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetta; comune
Famiglia: Laniidae
36 Averla capirossa (Lanius senator)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetta;
Famiglia: Corvidae
37 Ghiandaia (Garrulus glandarius ichnusae)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Comune
38 Cornacchia grigia (Corvus corone)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Comune
Famiglia: Sturnidae
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39 Storno nero (Sturnus unicolor)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto;
40 Passera sarda (Passer hispaniolensis)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto;
41 Passera mattugia (Passer montanus)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa
NE (LOC, SAR) Protetto, comune
Famiglia: Fringillidae
Subfamiglia: Carduelinae
42 Verzellino (Serinus serinus)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetto;
43 Verdone (Carduelis chloris)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa,
NE (LOC, SAR) Protetto; comune
44 Cardellino (Carduelis carduelis)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa,
NE (LOC, SAR) Protetto;
ORDINE: CHARADRIIFORMES
Famiglia: Scolopacidae
45 Beccaccia (Scolopax rusticola)
Status faunistico
Status conservazione
Svernante
Comune
Famiglia: Laridae
46 Gabbiano comune (Larus ridibundus)
Status faunistico
Status conservazione
Migratore/ospite regolare;
NE (LOC, SAR) Protetto;
CHECKLIST DEI MAMMIFERI (MAMMALIA)
ORDINE: INSECTIVORA
Famiglia: Erinaceidae
47 Riccio (Erinaceus europaeus)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa
NE (LOC, SAR) Protetto; comune
ORDINE: LAGOMORPHA
Famiglia: Leporidae
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48 Lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
R (LOC, SAR);
49 Coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) comune
ORDINE: RODENTIA
Famiglia: Muridae
50 Topo selvatico (Apodemus sylvaticus)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Abbondante
51 Topolino domestico (Mus musculus)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr.certa,
NE (LOC, SAR) Abbondante
ORDINE: CARNIVORA
Famiglia: Canidae
52 Volpe (Vulpes vulpes ichnusae)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) comune
Famiglia: Mustelidae
53 Donnola (Mustela nivalis boccamela)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa;
NE (LOC, SAR) Protetta; comune
ORDINE: UNGULATA
Famiglia: Suidae
54 Cinghiale (Sus scrofa meridionalis)
Status faunistico
Status conservazione
Ripr. Certa
NE (LOC, SAR) Abbondante
Località Tanka
Sardegna
Comune di Villasimius (CA)
Categorie
sistematiche
Numero
di ordini
Numero
di Famiglie
Numero
di specie
Categorie
sistematiche
Numero
di ordini
Numero Numero di
di famiglie
specie
Anfibi
1
1
1
Anfibi
2
6
9
Rettili
2
3
6
Rettili
2
8
22
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STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE (D.G.R. 24/23 DEL 24/04/08) - VALUTAZIONE DI INCIDENZA (D.P.R. 120/03)
Mammiferi
5
6
8
Mammiferi
7
17
41
Uccelli (NonPasseriformes)
7
9
13
Uccelli (NonPasseriformes)
19
34
89
Uccelli
(Passeriformes)
1
10
26
Uccelli
(Passeriformes)
1
15
66
Totale
16
29
54
Totale
31
80
227
Tabella 6 - Composizione per gruppi sistematici della fauna verificata e comparazione con quella del
territorio Regionale.
Si fa presente che per la maggior parte delle specie elencate (non presenti nei formulari del
SIC e della ZPS) mancano le condizioni bio-ecologiche minime per la loro presenza all’interno del
perimetro del villaggio, anche se alcune sono state individuate tramite tracce (conigli) o fotografate
(upupa).
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10. DESCRIZIONE DELL’AMBIENTE NATURALE
La descrizione dell’ambiente naturale dell’area d’intervento, in generale non presenta grosse
difficoltà, la zona indagata ha caratteristiche prevalenti di zona costiera che si presenta in generale
bassa, con spiagge bianche e solo per brevi tratti scogliosa.
A Nord del Tanka Village è presente una piccola area umida recentemente interessata da un
intervento di rinaturazione, mentre a S, oltre il crinale del Serra ‘e Morus, è presente lo specchio
salato di Notteri.
Le due aree umide, anche se tra loro molto differenti per estensione e importanza, non hanno
diretta relazione con l’area del progetto e non sono tra loro collegate.
Dal punto di vista vegetazionale è apprezzabile il buono stato di conservazione dei versanti
più interni del territorio esaminato, dovuta alla scarsa presenza di attività agricola e all’assenza di
pascolo brado, mentre la vegetazione psammofila e le boscaglie costiere delle spiagge si
presentano in buon stato di conservazione grazie anche ai recenti interventi per il recupero delle
dune (Providune –Life07Nat/it/000519).
La vegetazione interessate dal progetto all’interno del Tanka si può definire a Naturalità
Bassa, poiché in buona parte artificiale, in quanto rappresentata da aree verdi adibite e arredate a
giardino e sterrati per il parcheggio.
Tutto il complesso del Tanka Village è in buona parte (ad eccezione del lato mare) circondato
da abitazioni e lottizzazioni e all’interno stesso del Villaggio turistico appare evidente una certa
eterogeneità della copertura vegetale.
Nella parte alta che sovrasta l’intero villaggio (lato ovest o sinistro) e in quella a mare sono
presenti le aree con vegetazione naturale in buono stato di conservazione.
In entrambi i casi le due zone (Fig. 00 e 01) non sono interessate dal progetto di sviluppo, al
contrario rappresentano elementi di grande valore ambientale.
Durante la stagione estiva, per consentire l’accesso dei clienti del Resort, vengno posizionate
apposite passerelle in legno, finalizzate alla riduzione del calpestio della sabbia e della
vegetazione.
I manufatti, mobili e componibili, vengono smontate a fine stagione, al fine di rendere la
superficie sabbiosa libera e consentire il normale movimento delle sabbie durante la stagione
autunno-invernale-primaverile.
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Fig. 11 – Aree a macchia mediterranea e ginepro
Fig. 12 – Boscaglia litoranea a ginepro
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11. INTERFERENZA ALLE COMPONENTI BIOTICHE
11.1
Analisi della vegetazione
L’analisi della vegetazione dell’area oggetto di studio è stata effettuata in base allo studio
della cartografia ufficiale ossia:
™ Carta della Vegetazione della Provincia di Cagliari scala 1: 200.000, L. Mossa et al.;
™ Carta della Vegetazione d’Italia – Carlo Blasi ed. 1: 500.000;
™ Esame del Piano di Gestione del SIC;
™ Piano Forestale Ambientale Regionale redatto ai sensi del D.Lgs. 227/2001. Approvato con
Delibera 53/9 del 27.12.2007;
™ Indagini dirette in campagna.
L’elaborato cartografico realizzato è un documento capace di esprimere le potenzialità
ambientali del territorio, ma anche gli ambiti dove l’intervento dell’uomo può generare o ha
generato situazioni di pericolo e/o squilibrio ambientale.
Le tipologie vegetazionali rilevate e riportate nella legenda e nella cartografia,
contraddistinte con le lettere A, B, C, D, E, F e G, forniscono delle indicazioni chiare dal punto di
vista fisionomico - strutturale, sul dinamismo reale della vegetazione e sul grado di naturalità,
dunque sul suo comportamento in funzione delle opere di edificazioni previste.
Come si evidenzia dalla carta della vegetazione (Tav. 00), le aree interessate dal progetto,
non presentano formazioni vegetazionali di valore conservazionistico e pregio ambientale.
Le unità cartografiche direttamente coinvolte sono quelle denominate rispettivamente:
G
Aree antropizzate, prati;
Queste unità cartografica possiede Naturalità Nulla, in quanto è costituita da aree edificate
a scopo residenziale, da tutti gli spazi limitrofi alle abitazioni con copertura vegetale assente o
scarsamente rappresentativa; quindi rappresenta aree dove la trasformazione dell'ambiente
naturale da parte dell’uomo è massima.
Inoltre viene coinvolta un’area attualmente sterrata e destinata a parcheggio.
11.2
Analisi della flora
Dall’esame del formulario Natura 2000 e dal Piano di Gestione del SIC, si rileva la presenza
di importanti specie endemiche e di interesse fitogeografico, come la Brassica insularis presente
sulle scogliere e la Rouya polygama presente su scogliere e sabbie.
Per entrambe le specie siamo lontani dalla loro area di distribuzione e riteniamo che almeno
per quanto riguarda la costruzione degli edifici e la loro operatività non andranno ad alterare le loro
aree di distribuzione che si trova lungo la fascia dunale o sui brevi tratti di costa rocciosa.
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11.3
Analisi degli habitat
Per quanto riguarda gli habitat afferenti i siti Natura 2000, evidenziamo che quelli del SIC
coincidono in con quelli della ZPS.
Come evidenziato negli elaborati cartografici (Carta degli Habitat), nelle zone ove
dovrebbero essere realizzati il centro congressi e l’albergo non sono presenti habitat
riconducibili al SIC e alla ZPS.
Poiché alla realizzazione dell’albergo corrisponde sicuramente un aumento del carico
antropico sulla spiaggia vediamo di affrontare questo argomento.
Infatti nella spiaggia sono presenti i seguenti habitat:
•
1210 “Vegetazione annua delle linee di deposito marine”;
•
2110 “Dune mobili embrionali”;
•
2120 “Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila littoralis (dune bianche)”;
•
2210 “Dune fisse e vegetazione erbacea (dune grigie, Crucianellion maritimae)”;
•
*2250 “Dune costiere di ginepri (Juniperus spp.).
Per affrontare in modo adeguato questo aspetto ci soffermiamo sul prevedibile carico
antropico che potrebbe utilizzare la spiaggia.
Il progetto prevede 64 camere, per un massimo di 128 occupanti.
Per cui il potenziale incremento aumento del carico antropico sulla spiaggia ammonta a 128
unità.
A questo proposito possiamo fare una serie di considerazioni, prima di tutto l’aumento del
carico antropico sul sito si avrà solo in fase di esercizio dell’attività, nel periodo estivo; l’albergo
sarà dotato anche di piscina per cui considerando che il 50% dei clienti generalmente utilizza la
piscina anziché recarsi in spiaggia, possiamo stimare una ricaduta sulla spiaggia pari a 64 persone
al giorno, nel periodo di massima efficienza della struttura (40 giorni).
I fenomeni erosivi addebitati alla sola frequentazione da parte dei bagnanti, consistono
principalmente nel passaggio delle persone sul litorale per cui al calpestio, allo spostamento ed
all’asportazione dello strato sabbioso.
Durante i sopralluoghi abbiamo verificato l’organizzazione del Villaggio per quanto riguarda
l’accesso al mare.
Possiamo dire che l’utilizzo delle passerelle è funzionale al problema dell’accesso alla
spiaggia ma sarebbe importante anche delimitare con paletti e corde il limite della battigia oltre il
quale è vietato transitare e qualsiasi altra forma di utilizzo.
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Fig. 13 - Passerella di accesso alla spiaggia
Nella foto che segue (Fig. 14) è evidente il limite tra la fascia afitoica e quella con
vegetazione, ma non è presente nessuna limitazione al passaggio.
Fig. 14 – A sinistra la vegetazione da proteggere con barriere e adeguate informazioni
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Come specificato nel paragrafo sulle misure di mitigazione si suggeriscono azioni di
protezione su questa fascia di spiaggia, che poi è quella che contiene gli habitat precedentemente
citati, con opportune delimitazioni e con materiale informativo (opuscoli, pannelli).
In conclusione, gli habitat presenti potrebbero non subire nessun tipo di danno o ripercussioni
negative dall’aumento moderato di carico antropico (64 persone) a patto che vengano messe in
atto le indicazioni che abbiamo fornito circa un appropriato utilizzo della spiaggia.
In ogni modo si ricorda che le spiagge rientrano nella perimetrazione dell’Area Marina
Protetta di Capo Carbonara (zona C) e dunque sono regolamentate dalle norme dell’ente gestore
per quanto riguarda balneazione, navigazione, pesca e diving.
11.4
Analisi faunistica
Oltre all’analisi sulle specie animali prese in considerazione nell’area e nei vicini SIC e ZPS è
stato effettuato lo studio naturalistico - ecologico di un’area vasta.
L’indagine, in una prima fase, ha riguardato l’analisi della qualità ambientale con specifico
riferimento alla fauna presente nel territorio e con riferimenti a quella presente nei SIC e ZPS vicini.
La delimitazione dell’area di studio ha tenuto conto di criteri generali (tipologia dei vari fattori
ambientali, individuazione di confini naturali, ecc.) e di criteri specifici (disponibilità di informazioni).
In mancanza di uno studio prolungato sul campo, abbiamo ricorso all’utilizzo delle schede di
“Natura 2000”, integrato con la consultazione del Piano di Gestione del SIC.
A partire dai dati disponibili e dall’esame delle esigenze di habitat delle specie faunistiche del
SIC e ZPS, si è successivamente operata un’analisi del territorio volta ad individuare le diverse
tipologie di habitat presenti e, di conseguenza, le specie animali che potrebbero essere ospitate in
tale territorio.
Nei paragrafi precedenti abbiamo messo in evidenza le caratteristiche ecologiche del
territorio, adesso cercheremo di integrare i dati già esposti valutando se esistono situazioni critiche
tali da creare interferenze con le specie presenti nell’area.
Complessivamente nel SIC vengono segnalate 11 specie appartenenti alla classe degli Aves
(Uccelli), 3 Reptilia (Rettili) e 1 pesce, anche il formulario Natura 2000 della ZPS riporta
sostanzialmente le stesse specie di uccelli.
Di queste possiamo affermare che sono essenzialmente specie avifaunistiche legate ad
ambienti umidi stagnali, lagunari e costieri.
All’interno del Tanka Village, nelle zone ancora naturali ma anche nei prati intorno ai
parcheggi abbiamo avuto modo di osservare conigli, alcune upupe (Fig. 00) e le immancabili
tortore dal collare.
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In generale sottolineiamo un contesto territoriale discretamente antropizzato che si manifesta
anche in mancanza di habitat favorevoli ad ospitare le principali specie elencate nei formulari
Natura 2000 dei SIC e ZPS vicini, se non in quelle parti che sono meno frequentate per 8 mesi
all’anno ossia dune e promontorio lato ovest, peraltro stiamo parlando anche di specie migratorie
autunnali che svernano in periodi in cui la struttura è chiusa o pochissimo frequentata.
Viste le caratteristiche delle varie classi, valutando successivamente l’eventualità di
presupposti critici tra il progetto proposto e la fauna presente nel territorio in esame si può
affermare che le caratteristiche dell’area di intervento non sono tali da creare conflittualità tra le
necessità biologiche ed ecologiche della fauna e la realizzazione delle opere (vedi misure di
mitigazione).
Perciò non si ravvedono pericoli alla sopravvivenza delle specie elencate poiché il contesto
ambientale in questione non è confacente alle loro caratteristiche biologiche.
Fig. 15 – Upupe che frequentano i prati
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12. INTERFERENZA ALLE COMPONENTI ABIOTICHE
Per questa parte si rimanda alla relazione di settore allegata allo studio di Impatto
Ambientale.
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13. CONNESSIONI ECOLOGICHE
Una caratteristica dell’area studiata è la parziale sovrapposizione tra il SIC e la ZPS, la
conseguenza di questo è che nella parte sovrapposta esiste una coincidenza tra habitat e
superficie occupata da questi.
Abbiamo visto che il villaggio è posto tra due zone umide ossia lo stagno di Notteri e una
piccola palude che si forma durante la stagione invernale in località Simius a destra del Tanka, a
nostro parere non sussistono pericoli di interruzioni ecologiche poiché esistono già una serie di
lottizzazioni e villaggi per cui le nuove strutture non vanno a modificare niente dello stato attuale e
non interrompono alcun collegamento.
Non sono stati in individuati corridoi ecologici per nessuna delle specie faunistiche
potenzialmente presenti, soprattutto i mammiferi poiché gli uccelli non hanno problemi a spostarsi
liberamente.
Anche nei riguardi della fascia costiera non si individuano problematiche legate ad
interruzioni di habitat o alla continuità del SIC e della ZPS.
Viste le caratteristiche del progetto, riteniamo di non ravvedere nessun problema al contesto
ecologico dell’area ne tanto meno interruzioni di alcun genere, tuttavia si consiglia di seguire il più
possibile le misure di mitigazioni che verranno descritte di seguito.
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14. DESCRIZIONE DELLE MISURE COMPENSATIVE PREVISTE
Abbiamo visto che la componente faunistica del territorio è di notevole importanza e
complessità ma che, in relazione al progetto, non ci siano elementi tali da far pensare a
conseguenze negative o disturbi diretti o indiretti al loro ciclo biologico o al biotopo in cui gravitano
e al quale sono legati.
Anche l’analisi della copertura del suolo o vegetazione non ha messo in evidenza particolari
difficoltà nell’assimilare le nuove strutture.
Riteniamo che le misure di mitigazione e compensative riguardano i seguenti punti:
1.
L’ubicazione dell’area dovrà avvenire in zone a medio/bassa qualità ambientale.
2.
Realizzare aree di accumulo di inerti in luoghi idonei e per il tempo strettamente necessario
all’esecuzione dei lavori.
3.
Evitare di ammassare il materiale edile o di rifinitura come vernici, cemento, collanti, resine
ecc.. in punti tali da essere soggetti a pericoli di dispersione nell’ambiente circostante;
4.
Al termine dei lavori effettuare la pulizia accurata e lo sgombero del materiale di risulta e di
scarto evitando la dispersione dei residui delle lavorazioni (calcestruzzo, contenitori per
vernici, ferri per armature, cavi elettrici e non ecc.) o degli imballaggi (plastica, pallet ecc.).
5.
Nella fase di pulizia dalla vegetazione e degli scavi per la realizzazione delle fondamenta
assicurarsi che non vi sia la presenza di esemplari delle specie animali (anfibi, rettili), nel
caso fossero rinvenute contattare il Corpo Forestale per il loro spostamento.
6.
Realizzare una recinzione lungo il perimetro dell’insediamento; la rete dovrà essere a maglie
larghe e posizionata ad un’altezza di 20 cm da terra.
7.
Durante la fase di cantiere, al fine di evitare il più possibile il deflusso di acque cariche di
sedimenti, realizzare opportune vasche di accumulo nel quale far confluire le acque di
cantiere.
8.
Nella fase di ripristino del verde utilizzare solamente specie autoctone della macchia
mediterranea, per quanto possibile recuperando gli esemplari già presenti nelle aree di
progetto.
9.
Si suggerisce di avviare i lavori nel periodo autunnale e sospenderli a metà primavera, si
eviteranno così disturbi alla fauna che presumibilmente si avvia alla riproduzione in quel
periodo, dovuti al rumore e/o all’eccessiva presenza di mezzi e persone;
10.
Delimitare in modo evidente le aree ove è possibile il passaggio per l’accesso alla spiaggia in
modo da dissuadere il transito al di fuori.
Un aspetto che spesso viene sottovalutato ma che può essere di grande aiuto riguarda la
possibilità di coinvolgimento dei fruitori della struttura turistica, infatti una misura mitigativa verso la
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pressione antropica, potrebbe avvenire attraverso una giusta informazione della clientela ad un
corretta fruizione soprattutto della spiaggia, attraverso la realizzazione e distribuzione di materiale
informativo (brochure e cartelloni) sulle buone pratiche di comportamento nei confronti della
spiaggia, delle specie vegetali psammofile presenti e di altre pratiche volte a rispettare l’ambiente
circostante.
Sarebbe anche auspicabile installare dei rubinetti per la pulizia e rimozione della sabbia in
prossimità delle passerelle di ingresso/uscita della spiaggia.
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15. CONCLUSIONI
Abbiamo visto che la componente faunistica del territorio sia di notevole importanza e
complessità ma che, in relazione al progetto, non ci siano elementi tali da far pensare a
conseguenze negative o disturbi diretti o indiretti al loro ciclo biologico o al biotopo in cui gravitano
e al quale sono legati.
Anche l’analisi della copertura del suolo o vegetazione non ha messo in evidenza particolari
difficoltà nell’assimilare le nuove strutture.
L’attuale rete viaria, non verrà modificata e soddisfa la viabilità per il trasporto dei materiali
da cantiere e delle terre di scavo.
L’aumento del carico antropico è considerato modesto sia per la struttura in generale che per
la fruizione dell’arenile.
Gli scavi e gli sbancamenti per le opere di fondazione delle strutture non comportano delle
modifiche sostanziali nell’uso del suolo, nella morfologia del terreno,.
Durante gli scavi i suoli presenti verranno asportati ed accantonati al fine di essere riutilizzati
in fase di rimodellazione e di sistemazione delle aree a verde, che verranno realizzate con specie
tipiche degli ambienti naturali e con l’utilizzo di eventuali piante estirpate in fase preliminare.
Cagliari, 20 ottobre 2011
Il Tecnico
Dott. Nat. Francesco Lecis
Collaboratore
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