Bollut 032
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Maggio 2009
Indice:
01 Editoriale
02 75 anni dalla Dichiarazione di Barmen
03 Sinodo
04 Protestantesimo e Sinodo
05 Internet: Matthias Flacius
06 Seminario teologico
07 La tassa ecclesiastica in Germania
08 Pensiero del mese: Ludwig Raiser: Evangelo e politica
01. Editoriale
Gentili Bolluttori,
è un anno pieno di compleanni: la CELI compie 60 anni, la Dichiarazione congiunta sulla dottrina
della giustificazione compie 10 anni, la Dichiarazione di Barmen compie 75 anni e probabilmente
anche voi quest'anno avete il compleanno – anche se magari non così importante. L'unica che non
potrà festeggiare il compleanno è la Comunità di Torino, che appena questo mese è entrata a far
parte della CELI. Così essa si sente tutto l'anno come alla Domenica Quasimodogeniti, mentre noi
ci rallegriamo che la nostra chiesa si è arricchita di questa Comunità giovane e dinamica. Intanto il
31 maggio ci sarà il compleanno della Dichiarazione di Barmen, per cui cominceremo le nostre
riflessioni con essa.
Buona lettura!
Vostro Dieter Kampen (DK)
02. 75 anni dalla Dichiarazione di Barmen
Il 31 maggio si ricordano i 75 anni della Dichiarazione di Barmen con cui nacque la Bekennende
Kirche, la Chiesa Confessante, che si oppose alla dittatura di Hitler. Per controllare la chiesa Hitler
aveva in mente l'inserimento delle chiese regionali in un'unica chiesa tedesca controllata dal suo
partito. Nel 1933 venne fondata la Reichskirche (Chiesa Nazionale della Germania) in cui i
Deutschen Christen (Cristiani Tedeschi) con l'aiuto di Hitler ottennero una chiara maggioranza. Il
sinodo di Barmen, 29-31 maggio1934, fu l'incontro di delegati di Chiese e Sinodi regionali
Luterani, Riformati e Uniti (unione di Luterani e Riformati) in dissenso al controllo dei
nazionalsocialisti sulle chiese. Per la sua importanza storica viene qui pubblicato l'intero testo.
Ringrazio il Professor Sergio Rostagno per aver messo a disposizione la sua traduzione.
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Dichiarazione teologica sulla situazione presente della Chiesa Evangelica Tedesca
La Chiesa Evangelica Tedesca, in base alle parole iniziali della sua costituzione del 11 luglio 1933,
è una Unione di chiese sorte dalla Riforma, aventi una confessione di fede ed esistenti l’una accanto
all’altra sullo stesso piano. La premessa teologica che unisce insieme tali chiese è contenuta negli
articoli 1 e 2,1 della costituzione della Chiesa Evangelica Tedesca, costituzione riconosciuta dal
governo del Reich il 14 luglio 1933: Art. 1: Il fondamento intoccabile della Chiesa Evangelica
Tedesca è l’Evangelo di Gesù Cristo, attestatoci nella Sacra Scrittura e riportato alla luce dalle
confessioni di fede della Riforma. I poteri di cui la chiesa ha bisogno per svolgere la sua missione
vengono precisati e circoscritti dall’Evangelo stesso. Art. 2,1: La Chiesa Evangelica Tedesca si
articola in chiese (chiese regionali).
Noi qui riuniti come Sinodo confessante della Chiesa Evangelica Tedesca, rappresentanti di chiese
luterane, riformate ed unite, di liberi sinodi, convegni e gruppi ecclesiastici, dichiariamo di trovarci
uniti insieme sul terreno della Chiesa Evangelica Tedesca intesa come Unione di chiese tedesche
aventi come base una confessione di fede.
Quel che ci tiene uniti è perciò la professione di fede nell’unico Signore della chiesa una, santa,
universale ed apostolica. Pubblicamente, davanti a tutte le chiese evangeliche della Germania,
dichiariamo che l’unità di questa professione di fede, e quindi anche l’unità della Chiesa Evangelica
Tedesca, è messa seriamente in pericolo dal modo di agire e dagl’insegnamenti propri del partito
ecclesiastico dominante dei Cristiani Tedeschi e del governo ecclesiastico da essi espresso. In
questo primo anno di esistenza della Chiesa Evangelica Tedesca tale pericolo è apparso sempre più
evidente. La premessa teologica su cui si fonda l’unità della Chiesa Evangelica Tedesca è stata
continuamente e fondamentalmente contrastata e resa inoperante, mediante ricorso a postulati di
altro genere, tanto dal capo e portavoce dei Cristiani Tedeschi, quanto da parte dello stesso governo
ecclesiastico. Se questi altri postulati diventano determinanti, allora – secondo tutte le confessioni di
fede vigenti tra di noi – la chiesa cessa di esser chiesa. Se sono essi a valere, allora anche l’esistenza
della Chiesa Evangelica Tedesca come Unione di chiese basate sulla confessione di fede diventa
intimamente impossibile.
Ci è dunque consentito ed imposto, come membri di chiese luterane, riformate ed unite, di
esprimerci unitariamente ed in comunione gli uni con gli altri su questa materia. Appunto in quanto
siamo e desideriamo restare fedeli alle nostre diverse confessioni di fede, non ci è consentito tacere.
In questo tempo di difficoltà e disorientamento per tutti, crediamo che ci venga data una parola da
spendere in nome di tutti. Ci rimettiamo a Dio per tutto ciò che tale parola potrà significare circa il
rapporto delle singole chiese tra di loro.
Di fronte agli errori dei Cristiani Tedeschi e dell’attuale dirigenza ecclesiastica del Reich, errori che
devastano la chiesa e quindi provocano anche la disunione della Chiesa Evangelica Tedesca,
professiamo le seguenti verità evangeliche:
1. "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giov. 14,6).
"In verità, in verità vi dico: chi non entra nella stalla delle pecore per la porta, ma da qualche altra
parte, quello è un ladro e un assassino. Io sono la porta: chi entra attraverso di me, sarà salvo"
(Giov. 10,1.9).
Gesù Cristo, cosi come ci viene attestato nella Sacra Scrittura, è l’unica parola di Dio. Ad
essa dobbiamo prestare ascolto; in essa dobbiamo confidare e ad essa dobbiamo
obbedire in vita ed in morte.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la chiesa, a fianco e al di là di quest’unica parola,
potrebbe e dovrebbe usare come base della propria predicazione anche altri eventi e forze, figure e
verità, riconoscendo loro il carattere di rivelazione di Dio.
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2. "Gesù Cristo ci è stato fatto da Dio sapienza e giustizia e santificazione e redenzione" (I Cor.
1,30).
Come Gesù Cristo rappresenta la grazia senza condizioni del perdono di tutti i nostri
peccati, così, con uguale serietà, egli è l’espressione della forte pretesa che Dio fa valere
nei confronti di tutta la nostra vita. Per mezzo suo abbiamo una felice liberazione dagli
empi legami di questo mondo per un libero, riconoscente servizio alle sue creature.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui ci sarebbero settori della nostra esistenza nei quali non
apparterremmo a Gesù Cristo ma ad altri signori; settori, in cui non ci sarebbero necessarie la sua
giustificazione e la sua santificazione.
3. "Siate al servizio della verità nell’amore e in tal modo crescete sotto ogni aspetto verso quello
che è il capo, Cristo, a partire dal quale tutto il corpo è collegato insieme" (Efes. 4,15-16).
La chiesa cristiana è la comunità di fratelli in cui Gesù Cristo nella parola e nel sacramento
mediante lo Spirito Santo agisce in modo presente come il Signore. Essa ha da
testimoniare con la sua fede come con la sua obbedienza, con il suo messaggio come con
il suo ordinamento, in mezzo al mondo del peccato come chiesa dei peccatori perdonati,
che essa è soltanto sua proprietà e che vive e desidera vivere soltanto della sua
consolazione e della sua direttiva, nell’attesa della sua manifestazione.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui chiesa potrebbe lasciar determinare la forma proprio
messaggio e del proprio ordinamento da proprie preferenze o dal variare delle convinzioni
ideologiche e politiche di volta in volta dominanti.
4. "Voi sapete che i principi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi le sottomettono al loro
dominio. Ma non è così tra voi; anzi, chiunque vorrà esser grande fra voi, sarà il vostro servitore"
(Matteo 20,25-26).
I diversi ministeri nella chiesa non legittimano alcuna supremazia degli uni sugli altri, bensì
sono alla base dell’esercizio del servizio affidato e comandato a tutta la comunità.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui la chiesa potrebbe darsi o permettere che le vengano dati
dei capi di tipo particolare muniti di autorizzazione all’esercizio di un potere che esula dal servizio
stesso della chiesa.
5. " Temete Iddio, rendete onore al re" (I Pietro 1,17).
La Scrittura ci dice che lo stato, per divina disposizione, nel mondo non ancora redento,
nel quale anche la chiesa si trova, ha il compito - per quanto rientra nelle prospettive e
nelle possibilità umane e senza escludere la minaccia e l’uso della forza - di provvedere al
diritto e alla pace. La chiesa, con gratitudine e timore verso Dio, riconosce il beneficio di
questa disposizione divina. Essa fa appello al regno di Dio, al suo comandamento ed alla
sua giustizia e perciò ricorda ai governanti ed ai governati le loro responsabilità. Essa si
affida ed obbedisce alla potenza della parola mediante la quale Dio regge ogni cosa.
Respingiamo la falsa dottrina secondo cui lo stato, al di là del suo compito particolare, dovrebbe e
potrebbe diventare il solo e totale ordinamento della vita umana tanto da assolvere anche funzione
cui è destinata la chiesa.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui chiesa, al di là del suo compito particolare, dovrebbe e
potrebbe attribuirsi caratteri, compiti dignità propri dello stato, tanto da diventarne essa stessa uno
degli organi.
6. "Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dell’età presente" (Matteo 28,20). "La parola di
Dio non è incatenata" (II Tim. 2,9).
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Il compito della chiesa, fondamento della sua libertà, consiste nel rivolgere a tutto il
popolo, in luogo di Cristo e dunque a servizio della sua parola e della sua opera, per
mezzo della predicazione e dei sacramenti, la notizia della libera grazia Dio.
Respingiamo la falsa dottrina, secondo cui chiesa, agendo con umana arroganza, potrebbe porre la
parola e l’opera del Signore al servizio di qualche desiderio, obbiettivo o piano, corrispondente alle
sue autonome scelte.
Il sinodo confessante della Chiesa Evangelica Tedesca dichiara che nel fatto di riconoscere queste
verità e di respingere i detti errori esso vede la indispensabile base della Chiesa Evangelica Tedesca
quale Unione di chiese aventi come base una confessione di fede. Il sinodo chiede a tutti coloro che
possono aderire alla presente Dichiarazione di tener presenti le nozioni teologiche qui espresse in
ogni decisione relativa alla politica della chiesa. Inoltre si rivolge a tutti gli interessati pregandoli di
rientrare nell’unità della fede, dell’amore e della speranza.
“Verbum Dei manet in aeternum”.
(trad. Sergio Rostagno)
Fin qui la Dichiarazione di Barmen. L'autore principale del testo era il teologo riformato Karl Barth
e conseguentemente lo scritto rispecchia la sua teologia. Già la prima tesi che Gesù Cristo è l'unica
parola di Dio è una freccia contro i luterani e la loro distinzione tra legge ed Evangelo. Poche
settimane dopo, l'11 giugno 1934, arriva la risposta luterana: l'”Ansbacher Ratschlag”, scritto
soprattutto da Werner Elert e Paul Althaus, i teologi luterani più rinomati del loro tempo. Qui di
seguito le prime tesi di questo scritto che si comprendevano come controdichiarazione a quella di
Barmen.
Ansbacher Ratschlag
A. Le basi
1. La Chiesa di Gesù Cristo come laboratorio dello Spirito Santo è legata alla Parola di Dio. Perciò i
suoi membri devono obbedire alla Parola di Dio.
Nelle Confessioni di fede della nostra Chiesa evangelica luterana riconosciamo la rappresentazione
pura del contenuto della Sacra Scrittura. Perciò i membri della Chiesa devono obbedire anche a
loro.
Siamo concordi con la comprensione che Löhe ha della Riforma: “Essa è compiuta nella dottrina,
essa è incompiuta nelle conseguenze della dottrina.”
Concordiamo anche con il detto del teologo Gottfried Thomasius di Erlangen: “Non mi riconosco
affatto come servo nella casa della mia Chiesa, ma come un bambino e trovo in questo stato sia il
legame della pietà che la libertà dei figli.”
2. La Parola di Dio ci parla come legge ed evangelo. L'annuncio ecclesiastico deve orientarsi di
conseguenza. L'Evangelo è il messaggio del Signore Gesù Cristo morto per i nostri peccati e
risuscitato per la nostra giustizia.
3. La legge, cioè “la volontà immutabile di Dio” (Form. Conc. Epit. VI,6), ci incontra nella realtà
tutta della nostra vita così come essa viene messa in luce mediante la rivelazione di Dio. La legge
lega ognuno alla posizione (Stand) nella quale è stata chiamata da Dio, e ci obbliga verso gli
ordinamenti naturali ai quali siamo sottoposti come famiglia, popolo, razza (vuol dire legame di
sangue). Siamo assegnati ad una certa famiglia, un certo popolo e una certa razza. La volontà di
Dio, incontrandoci sempre nel nostro oggi e qui, ci lega anche ad un preciso momento storico della
famiglia, del popolo, della razza, cioè ad un momento preciso della loro storia.
4. Però gli ordinamenti naturali non ci fanno conoscere soltanto la volontà divina esigente.
Fondando nella loro combinazione tutta la nostra esistenza naturale, sono nello stesso tempo i mezzi
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mediante i quali Dio crea e conserva la nostra vita terrena. Chi nella fede in Gesù Cristo accerta la
grazia di Dio, sperimenta anche in loro “tanta bontà paterna e misericordia”.
Come cristiani con gratitudine rendiamo onore a ogni ordinamento, quindi anche a ogni governo,
persino nella sua deformazione, in quanto strumento dell'operare divino; ma anche come cristiani
distinguiamo tra signori buoni e strani, tra ordinamenti sani e deformati.
Fin qui il Ratsbacher Anschlag. La sua argomentazione si basa sulla distinzione tra legge ed
evangelo con alcune conseguenze importanti: Se l'evangelo è rivelato unicamente nella Parola, la
legge è riconoscibile anche con la ragione e dagli ordinamenti in cui incontriamo la volontà di Dio.
Alla distinzione tra legge ed evangelo corrisponde quella tra il regno di Dio e il regno di questo
mondo. Mentre come cittadino del regno di Dio il cristiano è sotto l'evangelo e non più sotto la
legge, come cittadino del mondo è sotto la legge. Il mondo non viene governato mediante
l'evangelo, ma mediante la legge e la ragione. Inoltre per il bene degli uomini Dio mantiene l'ordine
mediante i governi umani, per cui un cristiano deve ubbidire loro. Qui però l'Anbacher Ratschlag,
polemizzando con la Dichiarazione di Barmen, cadde nell'altro estremo, eguagliando non
esplicitamente, ma praticamente la “realtà tutta” alla legge divina. Qui ci sarebbe stata necessaria
una maggiore riflessione. Il mondo caduto è sotto il segno del peccato e ciò vale anche per i
governi. Pur riconoscendo l'utilità dell'ordine, l'ubbidienza al governo non può essere assoluta come
se si trattasse in tutto e per tutto dell'espressione della volontà di Dio, ma in caso di conflitto
bisogna ubbidire a Dio più che agli uomini. Così l'Ansbacher Ratschlag, pur mettendo in luce alcuni
problemi teologici della Dichiarazione di Barmen, restò a sua volta insoddisfacente e dopo poco
sparì dalla discussione teologica.
Questo anche per un'altra ragione. La tesi 4 è finita con le parole: “anche come cristiani
distinguiamo tra signori buoni e strani, tra ordinamenti sani e deformati.”. Purtroppo Althaus e Elert
nel 1934 non sapevano cogliere i segni dei tempi e operare questa distinzione in modo realistico.
L'Ansbacher Ratschlag non finì qui, ma continuò con la quinta tesi:
5. Con questa conoscenza, come cristiani credenti ringraziamo Dio il Signore, che ha donato il
Führer al nostro popolo nel suo bisogno come “governatore pio e fedele” e che vuole realizzare
nell'ordinamento statale nazionalsocialista un “gut Regiment” (buon ordinamento), un ordinamento
con “Zucht und Ehre” (disciplina e onore).
Perciò ci sentiamo responsabili davanti a Dio, nell'aiutare l'opera del Führer nella nostra professione
e nella nostra posizione (Stand).
Adesso capite, perché oggi nessuno fa più citazione dell'Ansbacher Ratschlag. Con la quinta tesi
erano compromesse non solo le tesi precedenti, ma il luteranesimo confessionale in generale. Di
poco aiuto fu il fatto che i due teologi uscissero sei mesi dopo dall'Ansbacher Kreis, un circolo
luterano filofascista, dimostrando così che la loro valutazione di Hitler era cambiata. Inoltre, prima
di giudicare dovremmo tenere presente che si era ancora nel 1934 e che nella prima fase alcune tra
le menti più brillanti avevano sostenuto il nazionalsocialismo, come p.es. Martin Heidegger.
Mahatma Gandhi ancora nel 1940 ha scritto a Hitler: "We have no doubt about your bravery or
devotion to your fatherland, nor do we believe that you are the monster described by your
opponents." Quindi, pur potendo e dovendo dire oggi che hanno sbagliato, nel nostro giudizio
dobbiamo tener conto che loro non sapevano che cosa sarebbe avvenuto in seguito ed è facile
giudicare in retrospettiva.
Comunque il danno fu enorme e solo poco per volta la Chiesa Luterana se ne è ripresa. Dopo la
guerra cominciò l'ascesa di Karl Barth che dominò per decenni nell'ambito dell'insegnamento e
della predicazione, mentre la teologia luterana di tipo confessionale era vista con diffidenza. Però
penso che oggi, a distanza di due generazioni, dovremmo essere in grado di poter distinguere tra il
contenuto teologico e le posizioni politiche, pur tenendo conto che le due cose sono interdipendenti.
D'altronde l'analisi e il conseguente giudizio differenziato è un presupposto per andare oltre il
passato e anche per imparare da esso.
A 75 anni dalla Dichiarazione di Barmen possiamo ricordarla come voce chiara e coraggiosa della
Chiesa e possiamo identificarci pienamente con la sua intenzione politica. Questo però non esclude
di distanziarsi dal suo contenuto teologico. (DK)
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03. Sinodo
Luterani. Concluso a Roma il Sinodo
Celebrati i 60 anni della CELI. Tra i temi ecumenismo e finanze
Roma (NEV), 6 maggio 2009 - Il Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI)
conclusosi a Roma lo scorso 3 maggio, ha visto una cinquantina di deputati delle comunità
luterane italiane valutare l'operato del Concistoro, l'organo esecutivo della CELI, e
prendere decisioni sul futuro della vita della chiesa.
Quest'anno in particolare l'assemblea sinodale ha ricordato i 60 anni dalla sua fondazione
che risale al 1949. "In un Sinodo si intersecano questioni amministrative e testimonianza
di fede vissuta – ha spiegato la presidente del Sinodo, Christiane Groeben -. Ricordarci
che da sessant'anni siamo chiesa in Italia è stata un'occasione di gioia. Come pure
verificare che in questi anni siamo cresciuti: quest'anno il Sinodo ha accolto all'unanimità
nella CELI una nuova comunità costituitasi recentemente a Torino".
Nella serata del 30 maggio, il discorso commemorativo principale è stato affidato al
vescovo luterano di Vienna e segretario generale della Comunione delle chiese protestanti
d’Europa (CCPE), Michael Bünker. Per una chiesa sessant’anni possono essere pochi o
tanti, ha detto Bünker: pochi se si considera la lunga storia del cristianesimo, tanti se si
considerano i grandi cambiamenti avvenuti dal 1949 ad oggi. "Una chiesa che rimane
fedele al proprio incarico e alla propria missione è però sempre giovane", ha affermato il
vescovo. Riflettendo sull’identità europea oggi, Bünker ha aggiunto: "L’Europa è un
progetto verso il futuro, lontano dal proprio doloroso passato di guerre di religione e
intolleranze. Per questo, come protestanti europei, non abbiamo come scopo una
rievangelizzazione del continente, ma la costruzione di un’Europa in cui sia possibile la
convivenza di fedi diverse". Il vescovo di Vienna ha poi paragonato la storia della CELI alle
varie fasi di preparazione della famosa Sacher Torte, dall’amalgama degli ingredienti alla
glassa che ricopre tutto, consegnando alla presidente del Sinodo una Sacher proveniente
da una pasticceria viennese. I festeggiamenti si sono tenuti presso la sede del Decanato
in via Aurelia 391, e hanno visto la rappresentazione teatrale degli alunni della scuola
"Gesù di Nazareth" di Santa Maria La Bruna (Napoli); e una mostra sui padri fondatori
della CELI.
Tra i temi che maggiormente hanno impegnato i sinodali - oltre a quelli di natura più
prettamente finanziaria che hanno richiesto molto tempo - è stato soprattutto
l'ecumenismo. È infatti stata votata all'unanimità una mozione che prevede l'avvio di una
consultazione con la Conferenza episcopale italiana (CEI) sulla celebrazione comune del
matrimonio. Su questa materia è intervenuto mons. Vincenzo Paglia, presidente della
Commissione ecumenismo e dialogo della CEI, che per la prima volta ha partecipato al
Sinodo Luterano.
Soddisfazione per questo piccolo traguardo è stata espressa dal pastore Holger Milkau,
decano della CELI: "Nell'anno del decennale della Dichiarazione congiunta cattolicoluterana sulla giustificazione per fede, sottoscritta ad Augusta il 31 ottobre del 1999, come
luterani italiani abbiamo voluto proporre qualcosa di concreto: la costituzione di una
commissione congiunta della CELI e della CEI per lo studio di una liturgia comune dei
matrimoni interconfessionali, sull'esempio di quanto avviene in Germania da almeno
vent'anni". Il Sinodo si era aperto lo scorso 29 aprile con un culto presieduto dal pastore
Thomas Vogt e dal vicedecano Sebastian Zebe.
Fonte: NEV 18/2009
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04. Protestantesimo e Sinodo
Care Sorelle e Cari Fratelli,
è già da qualche tempo che sul sito web della Rai è possibile visionare le puntatte di
Protestantesimo, che vengono pubblicate quasi regolarmente il lunedì seguente la prima messa in
Onda, qui di seguito vi riporto l'indirizzo che vi permetterà di visionare la puntata http://www.rai.tv/
dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-f78b0819-cede-4932-a154-5e9743d26037.html?p=0
oppure potete anche andare sul sito della federazione cliccare su guarda il video sul web e vi
comparirà la pagina di Rai.Tv all'interno della finestra cerca mettete protestantesimo e poi cliccate
cerca programma, vi compariranno o un elenco di puntate oppure un alfabeto ( dalla A alla Z)
clicate sulla lettera P e come come per incanto si aprirà la pagina con tutte le puntate fin'
ora pubblicate sul sito.
Vi chiederei di inoltrare questa mail all'indirizzario delle vostre rispettive comunità in modo tale da
poter raggiungere tutte le sorelle e fratelli di chiesa. E' auspicabile che ciascuna chiesa locale
pubblichi la notizia sul proprio bollettino. Non mi resta che augurarvi buona visione e ringraziarvi
per la vostra preziosa collaborazione.
cari ed affettuosi saluti
Per la redazione di Protestantesimo
Elisa Baglieri
Aggiungo che c'è una puntata interessante sul sinodo della CELI e sui luterani in Slovenia: “I
Luterani in Italia e in Slovenia”:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-8883d33f-6577-467e-a6cd755213c7e910.html?p=0
05 Internet: Matthias Flacius
È nato un nuovo sito luterano:
www.flacius.net
Il sito è stato ideato dai collaboratori del museo dedicato a Matthias Flacius Illyricus ad
Albona/Labin in Istria, Croazia. Per chi non sa il croato, c'è anche una versione in italiano e una in
tedesco. Matthias Flacius, nato ad Albona/Labin, il 3 marzo 1520 appartiene alla seconda
generazione della Riforma e quindi non è molto conosciuto, ma ciò non diminuisce il suo grande
spessore intellettuale e la sua importanza. Flacius ha prima studiato a Venezia, dove poi suo zio
Baldo Lupetino, dopo 14 anni di carcere, è morto di martirio. Flacius invece è andato in Germania
dove ha studiato presso Lutero. Dopo la morte di Lutero, Flacius si sentiva come il suo successore e
ha dedicato tutta la vita per difendere la dottrina pura di Lutero. Ha scritto oltre 200 libri e opuscoli.
Tra altro era il redattore di una storia della chiesa, scritta a più mani, che per 200 anni rimaneva
l'opera di riferimento (vedi http://141.84.81.24/digilib/centuriae.htm). Ha scritto un importante libro
sull'interpretazione della Bibbia, ritenendo che ogni versetto dovesse essere interpretato nel suo
contesto. Probabilmente aveva la biblioteca privata più grande della sua epoca. Quindi, se passate le
vostre vacanze in Istria, non esitate a visitare il museo di Albona a lui dedicato. (DK)
I confermandi di Trieste intorno al busto di Matthias Flacius
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06 Seminario teologico in luglio
Seminario di teologia per “non teologi”
Roma: ELKI-CELI Decanato, Via Aurelia Antica, 391 - 00165 Roma / ITALIA
tel +39 0666030104 - fax +39 0666017993 - e-m a il: de c a n a t o @ c h i e s a l u t e r a n a . i t
Foto del seminario teologico marzo 2009
Visto il grande interesse, la Chiesa Evangelica Luterana in Italia organizza quest'anno un ulteriore
seminario di formazione teologica per giovani italiani (ed ex giovani interessati).
L’incontro avrà luogo a Roma presso il Decanato nel fine settimana dal 24-26 luglio 2009.
Il seminario sarà guidato dal prof. Paolo Ricca (Il concetto di libertà in Lutero e oggi) e dal pastore
Dieter Kampen (Il sacerdozio universale e un secondo tema da stabilire).
Il seminario è gratuito e i costi per il soggiorno (pasti inclusi) sono di Euro 65 a persona in stanza
singola, di Euro 45 in stanza doppia e Euro 30 per la partecipazione senza pernottamento (pranzi e
cene incluse). Grazie alla possibilità di poter pernottare nella casa della CELI, i costi per il
seminario sono molto più bassi rispetto alle precedenti edizioni. Inoltre prepareremo da noi i pasti e
per questa ragione ci attendiamo da tutti i partecipanti la disponibilità a collaborare.
Termine dell'iscrizione è il15 giugno 2009, tuttavia essendo limitato il numero delle stanze si
accetteranno le prenotazioni in base all’ordine temporale con cui sono pervenute. Si prega di inviare
il modulo d'iscrizione al Decanato della CELI via e-mail: [email protected] o via fax: 06
66017993.
L'incontro avrà inizio nel pomeriggio di venerdì, ore 16, e terminerà domenica dopo il culto e il
pranzo.
Per ulteriori informazioni contattare il decanato al numero 06 66030104. Per l’iscrizione utilizzare il
modulo allegato.
Questo seminario è finanziato in parte con i fondi dell'otto per mille della Chiesa Evangelica
Luterana in Italia.
Modulo d'iscrizione
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07 La tassa ecclesiastica in Germania
Chi vuole avere qualche informazione sulla tassa ecclesiastica in Germania, può leggere l'articolo:
„Germania, una tasse obbligatoria che vale una scomunica“ pubblicato da Fisco Oggi al seguente
indirizzo:
http://www.nuovofiscooggi.it/dal-mondo/articolo/germania-una-tassa-obbligatoriache-vale-unascomunica
In Germania l'appartenenza religiosa viene registrata dallo stato, che riscuote anche la tassa
ecclesiastica. Quindi per uscire dalla chiesa ci si deve rivolgere allo stato. Interessante è la
discussione, se l'uscita dalla chiesa fatta presso lo stato, coincide anche con l'uscita dalla chiesa in
senso ecclesiastico. Per la chiesa evangelica la cosa è scontata, ma il Vaticano dice di no, perché
cancellandosi presso i registri statali, una persona manifesta soltanto la sua volontà di non voler più
pagare la tassa ecclesiastica, mentre non ha negato ancora il credo della chiesa. Comunque sia detto
che i vescovi cattolici tedeschi (come praticamente tutte le persone in Germania) vedono la cosa in
modo diverso. È infatti una forzatura negare la validità dell'uscita dalla chiesa fatta presso un ufficio
statale, se è lo stato che registra l'appartenenza confessionale come succede in Germania. Inoltre,
siccome si deve pagare la tassa ecclesiastica soltanto a partire da un certo stipendio, non si può dire
che la gente esca dalla chiesa per costrizioni finanziarie. Certo, spesso sono i soldi il motivo
scatenante per cui qualcuno esce dalla Chiesa, ma non perché è povero, ma perché preferisce
spendere i suoi soldi per se stesso, manifestando così il suo disinteresse per la missione della chiesa.
E qui in Italia? Nella CELI abbiamo anche il principio del contributo obbligatorio, anche se a
differenza dalla Germania, spesso i membri possono determinare autonomamente l'ammontare. A
me sembra giusto che sia così, perché chi non è pronto a dare un contributo secondo le sue
possibilità, non dà valore alla chiesa e alla sua missione. Evidentemente ci deve essere la possibilità
dell'esonero per chi è povero e naturalmente si devono anche dare spazio a crisi di fede, per cui non
si dovrebbe subito cancellare dai registri chi non paga; ma se una persona per più anni di seguito,
nonostante l'invito ripetuto non paga senza che ci siano scusanti particolari, allora la persona
evidentemente non ha nessun interesse ad appartenere alla chiesa e la chiesa dovrebbe rispettare la
volontà così espressa e conseguentemente cancellare il nome dai registri dei membri. (DK)
08 Pensiero del mese: Ludwig Raiser: Evangelo e politica
Ludwig Raiser sulla dottrina barthiana della signoria reale di Gesù Cristo:
“Nelle sue conseguenze pratiche questa dottrina, mediante il confronto diretto della realtà politica
con l'Evangelo, ha contribuito molto a svegliare le coscienze di molti cristiani evangelici e a
sensibilizzarle riguardo alla necessità di scelte politiche. Ma nonostante questo grande merito non si
può ignorare che l'ascolto della Parola di Dio condizionato dalla situazione contingente e l'uso
profetico-politico dell'Evangelo destinato a tutt'altro uso sono esposti al grave pericolo di condurre
al soggettivismo che giustifica teologicamente ex post la propria opinione politica. La serietà
morale degli uomini, che guidano questo gruppo teologico e politico-ecclesiale, merita la nostra
grande stima. Tuttavia, spesso mi sentirei molto meglio, se le richieste politiche, per le quali si
impegnano, non fossero motivate teologicamente, ma semplicemente politicamente, secondo le
regole che valgono nel regno di Dio alla sua sinistra.”
Fonte: Johannes Wallmann: Kirchengeschichte Deutschlands seit der Reformation, Tübingen, 5. ed, 2000, pag. 285
Bollut 032 – Maggio 2009 – www.bollutnet.org – pag. 9
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