PROPOSTA PROGETTUALE EMERGENZA GAZA Ricognizione nei campi di permanenza provvisori nella Striscia di Gaza (Maggio 2009) COSA SONO? • I campi di permanenza provvisoria sono delle tendopoli allestite per far fronte alle circa 4.000 famiglie rimaste senza abitazione dopo l’operazione dell’esercito israeliano denominata “Piombo Fuso”, che ha fatto all’incirca 1.400 vittime (di cui i due terzi donne e bambini) fra la popolazione di Gaza. QUALI SONO? • • • • • Attualmente esistono 6 campi di permanenza provvisori situati in 5 aree collocate nel centronord della Striscia: Izbed Abdrabbo Salateen Al Atatra Zaituun Arraian DOVE SONO? Al Atatra Salateen Arrairan Izbed Abdrabbo Zaituun CAMPO DI ZAITUN Il campo di Zaitun si trova in un’area arida e desolata. Non ha né una tettoia, né nessun altra area in cui si possa riposare all’ombra. Il campo ha usufruito di irrisori aiuti sia nazionali sia internazionali. Le 35 famiglie e i 120 bambini che attualmente risiedono a tempo pieno nel campo utilizzano servizi igenici irrispettosi della dignità umana. Il bagno delle donne Bambini in attesa • Numero di Famiglie Registrate: 42 • Numero di Tende disponibili: 50 • Numero di famiglie che attualmente vive nel campo: 35 • Numero Bambini: 120 • ATTIVITA’ SOCIO-EDUCATIVE: non hanno beneficiato di alcun tipo di attività socioeducativa fino ad oggi CAMPO DI SALATEEN • Il campo di Salateen è probabilmente quello in cui la popolazione può vivere in condizioni migliori. E’ situato in prossimità del mare e con l’inizio dell’estate risulta maggiormente arieggiato, anche se durante il pur breve inverno di Gaza l’umidità è molto forte e nelle tende si soffre molto il freddo. I bagni sono sicuramente quelli in migliore condizioni, essendo dei container sufficientemente attrezzati, dotati anche di pannello solare per l’acqua calda. Anche l’acqua potabile non manca. Inoltre esistono degli spazi comuni in zone d’ombra. Doccia calda Vista sul mare • Numero di Famiglie Registrate: 120 • Numero di Tende disponibili: 100 • Numero di famiglie che attualmente vive nel campo: 60 • Numero Bambini: 120 • ATTIVITA’ SOCIO-EDUCATIVE: hanno beneficiato di varie attività socio-educative e psico-sociali nel periodo post bellico, al momento godono delle attività socio-educative pilota svolte dal REC attraverso l’utilizzo di un Edu-Bus. CAMPO DI AL ATATRA • Il campo di Al Atatra si trova in prossimità di un edificio bombardato durante l’ultima guerra. Le condizioni del campo non sono per nulla buone, non ci sono spazi coperti comuni e le tende non sono provviste di tettoie. Solo la presenza di alcuni alberi permette ai bambini di giocare all’ombra. Giochi sull’albero Donne sotto la tenda • Numero di Famiglie Registrate: 285 • Numero di Tende disponibili: 60 • Numero di famiglie che attualmente vive nel campo: 25 • Numero Bambini: 120 • ATTIVITA’ SOCIO-EDUCATIVE: godono delle attività socio-educative pilota svolte dal REC attraverso l’utilizzo di un Edu-Bus. CAMPO DI IZBED ABU DRABBO 1 Il campo di Al Salam si trova in una delle zone più colpite dall’ultimo attacco, circondato solo da detriti e macerie. Le stesse tende sono state allestite sulle rovine delle proprie abitazioni e molta gente preferisce vivere tra le macerie. Dopo ogni tempesta di vento, le tende volano via e non esiste un luogo in cui ripararsi, neanche dal sole. Nel campo vive anche un ragazzo disabile, che passa le sue giornate sotto le macerie di quella che era la sua casa. Molte sono anche le donne in stato di gravidanza che vivono nel campo. Il Bagno degli uomini Baracca costruita sulle macerie • Numero di famiglie registrate: 400 • Numero di tende disponibili: 104 • Numero di famiglie che attualmente vive nel campo: 20 • Numero bambini: 120 • ATTIVITA’ SOCIO – EDUCATIVE: Gli unici ad aver fatto delle attività con i bambini sono l’associazione Gaza Libera, per circa due mesi, e il Ministero della Cultura, per due settimane; attualmente nessuno porta avanti attività educative con i bambini. CAMPO DI IZBED ABU DRABBO 2 Questo campo si trova in condizioni peggiori rispetto gli altri, quasi tutte le tende sono volate vie, pochissime sono le famiglie che restano a dormire anche di notte. Molti hanno affittato dei piccoli appartamenti o sono ospitati dalle famiglie. Anche dopo la guerra, molti sono stati feriti dal fosforo, ma nonostante questo non hanno ricevuto nessuna formazione sui comportamenti da adottare in caso di ritrovamento di materiale esplosivo. • Numero di famiglie registrate: 390 • Numero di tende disponibili: 20 • Numero di famiglie che attualmente vive nel campo: 10 • Numero bambini: 150 • ATTIVITA’ SOCIO–EDUCATIVE: I bambini vanno tutti a scuola, ma mostrano diversi disturbi dopo la guerra, sono terrorizzati. L’associazione Aneera e Conflict Resolution svolgono attività ricreative una volta a settimana per due ore. CAMPO DI ARRAIAN • E’ uno tra i più grandi e ospita abitanti sia di Beit Lahia che di Jabalia. Molte famiglie hanno cercato delle sistemazioni provvisorie per la notte perché è pericoloso per delle ragazze in età da marito vivere in un ambiente così promiscuo. Non hanno alcuna speranza nella ricostruzione delle loro case e la loro paura è che una prossima guerra potrà far dimenticare la loro situazione. Orto da campo Aspettando un futuro • Numero di famiglie registrate: 400 • Numero di tende disponibili: 90 • Numero di famiglie che attualmente vive nel campo: 10/15 • Numero bambini: più di 150 • ATTIVITA’ SOCIO – EDUCATIVE: Quasi tutti i bambini hanno continuato a frequentare le stesse scuole, perché sono rifugiati e frequentano le scuole UNRWA. Le associazioni che offrono dei servizi socio – educativi poche ora a settimana sono Gaza Libera e il REC. Gli abitanti del campo hanno anche realizzato un piccolo campo di pallavolo. QUALI PROSPETTIVE • Quali prospettive di futuro avete? • “Non abbiamo alcuna speranza concreta, ci affidiamo solo a Dio” • “Non crediamo più a nessuno, non cambierà nulla” • “L’unica speranza di ricostruzione passa da un accordo fra Hamas e Fatah” La Mezza Luna Rossa Palestinese ci dice che è difficile ipotizzare i tempi della ricostruzione, ma che difficilmente sia possibile, al momento, parlare di mesi, ma piuttosto di anni, e che tutto è legato alla riapertura dei confini.