www.liberoreporter.it
Settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O.
anno 10 - n. 44 del 21 Dicembre 2015
Sanità
All’Ospedale Buccheri
La Ferla Fatebenefratelli, donati endoscopi
all’avanguardia
pag.3
Salute e Benessere
Zanzare Ogm
divengono ‘armi’
anti-malaria
pag.4
Sociale
Il ruolo dei social
network nella gestione
dell’aspetto
psicologico
pag.4
Sanità
Il piede neuropatico,
una delle complicanze
ortopediche più pericolose del diabete
pag.6
www.nellattesa.it
I
tagli per risparmiare non sempre aiutano i bilanci, poiché si tende a tagliare in
modo indiscriminato o in settori dove le proteste sono deboli. Ciò, però, non garantisce un risparmio automatico, poiché i costi che emergono, risultano essere più
gravosi dei temporanei risparmi. Intanto, il blocco delle assunzioni e i pensionamenti riducono il personale, gravando quello esistente di responsabilità e compiti che
indubbiamente nel medio-lungo periodo sono novcivi per il benessere psico-fisico del
personale medico e paramedico. Perciò, i medici protestano, nonostante il Governo
sia stato costretto dalla normativa europea ad aprire i cordoni di borsa per assumere
o per stabilizzare il personale. Ciò non è stato sufficiente per i medici che hanno scioperato, i cui sindacati non hanno risparmiato critiche al Governo Renzi.
pag. 2
SANITA’
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2
La Sanità italiana e i tagli generali
I
numerosi tagli orizzontali
operati alla Sanità nazionale in questi anni, hanno
spogliato quest’ultima di
risorse ingenti. Nonostante
ciò, la nostra è ancora ai primi posti tra le Sanità nazionali
seppur le politiche stiano cercando di annientare questo
gioiello. Certamente, la loro
brillantezza è andata a ridursi notevolmente negli anni.
Del resto, gli sprechi ci sono
stati e permangono, dovuti a
fattori diversi ma convergenti,
i cui molteplici effetti dannosi si scaricano sulle spalle dei
cittadini. Infatti, non bisogna
dimenticare il blocco delle
assunzioni, una certa arretratezza degli studi universitari
troppo sbilanciati sugli interventi e poco sulla cronicità,
nonché l’eccessiva interferenza dei partiti polotici nella
sfera sanitaria. Perciò, mentre
le risorse umane a disposizione della Sanità si assottigliavano sia per i pensionamenti
sia per il blocco delle assunzioni, chi è rimasto, è stato
sottoposto ad un accumulo di
responsabilità e di incarichi
che non hanno giovato certamente. Ora, l’Unione europea
ha deciso di porre dei freni ed
uno di questi è stata l’entrata
in vigore da poche settimane
dell’impossibilità per il medico di continuare a svolgere
attività dopo aver fatto il turno di notte. In questo modo,
si salvaguarda la salute del
personale ipersfruttato, ma
blocca non poche attività nei
reparti. Ciò ha costretto il Governo a bandire un concorso
per 6 mila posti a tempo determinato per tamponare le
falle. Dopo un lungo dibattito,
è arrivato il via libera al nuovo
testo dalla commissione Bilancio del Senato. Poi, si prevede la possibilità di assunzioni
a tempo indeterminato ma,
solo dopo una verifica della situazione del fabbisogno.
La difficoltà maggiore deriva
nella necessità di recuperare
le risorse indispensabili per
garantire l’assunzione dei medici, di cui una parte è rappresentata da precari storici.
In un primo emendamento,
infatti, si prevedeva che la
copertura dovesse derivare
dagli attesi risparmi da concretizzare attraverso le norme relative alla responsabilità
medica che sono state inserite nella Sanità. Queste sono
state finalizzate per evitare
gli altissimi costi della cosiddetta medicina difensiva, la
cui concretezza, però, è piuttosto incerta allo stato attuale. Il Governo ha riformulato,
quindi, l’emendamento, recuperando risorse da altri tagli.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha spiegato:
‘’Abbiamo cambiato il sistema
alla base delle assunzioni, non
più legate alla legge sulla responsabilità dei medici e cioè
alla riduzione della medicina
difensiva. I fondi arriveranno
invece dai risparmi generati
da altri provvedimenti entrati
in stabilità: su appropriatezza, centrali uniche di acquisto, piani di rientro delle Asl
in deficit’’. Risparmi che sono
in capo alle regioni: ‘’Penso
- ha detto il ministro - che le
regioni non avranno problemi a recuperare i 300 milioni
necessari, perché abbiamo
permesso gli strumenti per
le assunzioni previste. È una
scommessa che le Regioni possono assolutamente vincere”.
Questa posizione non convince
neppure e l’assessore alla Sanità del Veneto, Luca Coletto
ha risposto: “Il governo trova sempre il modo, a parole,
di trovare i soldi per tutto e
per tutti. La realtà è che il
ministro Lorenzin non può
non sapere che i soldi non ci
sono. Basta con il gioco delle
tre carte”. Sulla stessa linea
sono i sindacati medici - che
oggi sono in sciopero generale - i quali affermano come
‘’nell’emendamento non si
identificano fondi certi, ma
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derivanti da risparmi tutti da
verificare’’. Inoltre, avvertono ‘’sembra siano consentiti
contratti co.co.pro. che il job
act ha cancellato per il privato e che rappresentano un
danno per i medici. Noi abbiamo chiesto e continueremo a
chiedere con forza contratti a
tempo determinato’’. Il Ministero della Salute ha, inoltre,
promosso l’approvazione di un
emendamento che mira a rendere più facile ed ‘esigibile’ il
diritto di cura dei pazienti al
di fuori della regione di residenza. D’ora in poi, salvo ripensamenti, gli accordi bilaterali tra regioni per la mobilità
sanitaria interregionale diventeranno obbligatori. Uno stanziamento è stato promosso per
aiutare i pazienti affetti da
disturbi autistici. Nonostante
queste novità, non si placa la
protesta dei medici che hanno
indetto, di recente, uno scio-
pero generale dei medici, cancellando visite e interventi,
tranne le prestazioni d’urgenza che sono state garantite.
Secondo i sindacati di categoria Anaao e Fimmg, lo sciopero
avrebbe ricevuto un’adesione
del 75% che ha riunito medici,
pediatri e veterinari del servizio pubblico, cosa che ha fatto
saltare 40mila interventi chirurgici. Il presidente dell’Aroi,
il sindacato degli anestesisti,
Alessandro Vergallo, ha dichiarato:
“Noi siamo la categoria più
interessata dalle ragioni dello
sciopero, abbiamo avuto una
adesione altissima, dell’80%,
di tutti i medici che non potevano essere precettati. Sono
saltati almeno 40mila interventi di elezione, ma siamo
riusciti a garantire senza problemi le urgenze”.
Francesco Sanfilippo
SANITA’
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3
All’Ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli,
donati endoscopi all’avanguardia
D
i recente è stato inaugurato presso l’Ospedale Buccheri La Ferla Fatebenefratelli di
Palermo, un nuovo Centro di
Eco – Endoscopia all’interno
dell’ambulatorio di endoscopia, dotato di apparecchiature all’avanguardia più efficaci
per giungere ad una diagnosi.
Per effettuare esami diagnostici sempre più all’avanguardia e aumentare il numero di
prestazioni a favore dei pazienti, la Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo
ha donato al nosocomio una
strumentazione di endoscopia
digestiva innovativa, che permette, rispetto agli strumenti
precedenti, una maggiore performance attraverso immagini
ad alta definizione e un maggior contrasto con sistemi di
colorazione artificiale (cromo
endoscopia virtuale). In particolare, la risoluzione ottica ad
alta definizione consente di
ottenere immagini di alta qualità che possono zoomare l’immagine per magnificarla su
lesioni anche minimali, fatto
particolarmente importante
nello screening delle malattie
neoplastiche che per il colon
possono iniziare anche da micro - polipi millimetrici. Sono
stati donati un gastroduodenoscopio, un colonscopio, un
duodenoscopio a visione laterale, e un eco endoscopio,
quest’ultimo in dotazione soltanto in pochissimi Centri della Sicilia. Il sistema ecografico, contribuirà all’innovazione
tecnologica del nosocomio di
Via Messina Marine e consentirà diagnosi più efficaci, nei
casi di neoplasie che interessano il pancreas e le vie biliari. Nell’ambulatorio di endoscopia dell’Ospedale Buccheri
La Ferla, attivo fin dal 1991,
vengono effettuate oltre 2000
endoscopie all’anno e oltre
300 di queste sono di tipo ope-
G
rativo. Il tumore del colon retto è in aumento. Attualmente
in Europa è per incidenza di
mortalità il secondo, sia per
gli uomini che per le donne.
“Questa nuova dotazione di
apparecchiature endoscopiche – dichiara il Presidente
della Provincia Romana dei
Fatebenefratelli, Fra Gerardo D’Auria, O.H. – consentirà
all’Ospedale di raggiungere i
più elevati livelli tecnologici
attualmente disponibili in tale
ambito. Grazie alla donazione
da parte della Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo, si avrà un vantaggio sia
per gli operatori che avranno
a disposizione apparecchiature e dispositivi di ultima generazione, sia per i pazienti che
potranno contare su un ulteriore innalzamento della qualità delle cure prestate offrendo un’assistenza sempre più
umana”.
L’eco-endoscopia,
è un esame che permette di
effettuare diagnosi più appropriate in situazioni particolari:
le alterazioni della parete e di
lesioni oltre questa non bene
esplorabili dall’interno del
lume (parte interna dell’apparato digerente) con un normale endoscopio. Si tratta di un
esame che si basa su un’indagine interna con l’introduzione attraverso il tubo digerente, di un endoscopio che sulla
punta è munito anche di una
sonda ecografica che consente
l’esplorazione non solo della
parete ma anche degli organi
limitrofi: pancreas, fegato, cisti, ascessi, linfonodi e organi
addominali. Questa metodica
oggi è utilizzata per la corretta stadiazione dei tumori
digestivi e consente una diagnosi più raffinata. Inoltre, è
possibile effettuare esami eco
endoscopici operativi per l’esecuzione di: biopsie oltre il
tubo digerente attraverso aghi
dedicati o drenaggi di cisti e
ascessi. “Sono davvero felice
di aver contributo ad elevare l’eccellenza diagnostica di
questo ospedale, come già ho
avuto modo di fare nella Capitale, attraverso la Fondazione
Roma di cui la Fondazione Terzo Pilastro - Italia e Mediterraneo è uno dei bracci operativi,
con il prestigioso Fatebenefratelli di Via Cassia – ha dichiarato il Prof. Avv. Emmanuele
Francesco Maria EmanueleQuesta iniziativa coniuga due
delle “anime” della Fondazione Terzo Pilastro: il sostegno alla sanità e alla ricerca
scientifica, e quello a favore
del territorio - il Sud Italia ed
il Mediterraneo - le cui esigenze sono, come tutti sappiamo,
costantemente in aumento. Mi
auguro, di cuore, che questa
sinergia possa proseguire anche in futuro”. Da quando ha
avuto inizio lo screening del
tumore del colon-retto, in
ambulatorio vengono effettuate sempre più colonscopie
di screening che risultano efficaci per prevenire l’insorgere e la mortalità di questo
tumore. Inoltre l’ambulatorio,
effettuando endoscopie sia
diagnostiche che operative
sulle vie biliari e il pancreas,
rappresenta un centro di riferimento per l’intera Sicilia
Occidentale. L’Eco-endoscopia consentirà un’ulteriore
specializzazione del Centro su
tali patologie; inoltre la possibilità di utilizzare anche il
modulo doppler permetterà
di distinguere tra strutture
vascolari e non di particolare
importanza nei casi di procedure operative.
La risoluzione ottica ad alta
definizione consente di ottenere immagini di alta qualità
che possono zoomare l’immagine per magnificarla su
lesioni anche minimali, fatto
particolarmente importante
nello screening delle malattie
neoplastiche che per il colon
possono iniziare anche da micro - polipi millimetrici.
“Siamo molto soddisfatti e
grati alla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo
– ha concluso fra D’Auria – per
questa importantissima donazione che andrà a favore dei
pazienti e ad arricchire la nostra dotazione.
Questa nuova apparecchiatura, ci consentirà di migliorare
nel nostro viaggio per l’assistenza e nell’erogazione delle
cure. Tutto ciò sulla scia del
carisma del nostro Fondatore
– San Giovanni di Dio.”
Redazione
Inail e vigili del fuoco uniti per le scuole
iovedì 17 dicembre
si è svolta dalle ore
9.00 alle ore 17.00, a
Palermo, Piazza Giuseppe Verdi la manifestazione “Pompieropoli”, promossa
dalla Direzione Regionale Inail
Sicilia e dal Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Palermo, in collaborazione con
l’Associazione Nazionale dei
Vigili del Fuoco. Finalità del
progetto è quella di istruire gli
alunni delle scuole elementari
e medie sulle principali tecniche di prevenzione incendi e
le azioni da compiere in caso
di calamità naturali, attraverso giochi, simulazioni, oltre a
sensibilizzare l’opinione pub-
blica sul ruolo e funzioni delle
Istituzioni coinvolte.
Durante la manifestazione è
stata allestita un “villaggio
della sicurezza”.
In questo vollaggio è stato
possibile visionare i mezzi del
Corpo nazionale dei Vigili del
Fuoco ed assistere alle dimostrazioni dei nuclei specialisti-
ci dello stesso (SAF, CINOFILI;
NBCR).
Non ultimo, sono stati allestiti
stand per la distribuzione di
opuscoli informativi e la proiezione dei filmati sulla sicurezza negli ambienti di vita e
di lavoro.
Redazione
SALUTE E BENESSERE
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4
Zanzare Ogm divengono ‘armi’ anti-malaria
Z
anzare geneticamente
modificate per combattere la malaria. Sembra
una
contraddizione,
ma per la prima volta questi
insetti sono stati modificati e trasformati in un’arma
contro la malattia. I maschi
Ogm fanno diventare sterili
le femmine e sono in grado di
trasmettere questo tratto alle
generazioni future. In pratica,
è la prima volta che le modifiche del Dna diventano trasmissibili a un’intera specie,
aumentando così la possibilità
di ridurre la diffusione della
malaria. La zanzara Anopheles gambiae - protagonista
della ricerca - è un importante vettore del parassita della
malaria, che infetta oltre 200
milioni di persone ogni anno e
provoca più di 430 mila morti. Ora un team di ricercatori
guidato da studiosi dell’Imperial College di Londra, fra cui
l’italiano Andrea Crisanti, ha
geneticamente modificato i
maschi di Anopheles gambiae,
in modo da renderli portatori
di un gene che interrompe la
produzione delle uova nelle
femmine. L’eccezionale ricerca è descritta in uno studio su ‘Nature Biotechnology’.
“In pratica, i maschi - spiega
all’AdnKronos Salute Crisanti,
professore di parassitologia
molecolare dell’Imperial College - si trasformano in una
sorta di cavallo di Troia: trasmettono alle femmine delle
generazioni successive la ‘sterilità’”. Gli scienziati hanno
usato una tecnologia chiama-
ta ‘gene drive’ per assicurare
questa trasmissione accelerata alla prole del gene modificato nel corso del tempo.
“Nel giro di pochi anni, questo
potrebbe drasticamente ridurre o eliminare le popolazioni
locali della specie di zanzara portatrice della malaria”,
dice lo studioso. Normalmente, ogni variante del gene ha
una probabilità del 50% di essere tramandata dai genitori
ai figli. Negli esperimenti del
team con Anopheles gambiae,
il gene per l’infertilità è stato trasmesso a oltre il 90%
della prole, sia agli esemplari
maschi che alle femmine. La
tecnica utilizza geni recessivi, in modo che molte zanzare
erediteranno una sola copia
del gene. Ma ne servono due
per causare sterilità, il che
significa che le zanzare con
una sola copia diventano portatrici, e possono diffondere il
gene nella popolazione di insetti. Questa è la prima volta
che la tecnica è stata testata
e si è rivelata efficace nelle
Anopheles gambiae. “Stiamo
combattendo la malaria da più
di 100 anni - ricorda Crisanti
- In caso di successo, questa
tecnologia ha il potenziale
per ridurre sostanzialmente la
trasmissione della malaria”.
“Come per ogni nuova tecnologia, però, ci sono molti passi da fare ora. Dobbiamo fare
delle verifiche e garantire la
sicurezza di quest’approccio.
E serviranno almeno 10 anni
prima che questa tecnica possa diventare un intervento
operativo”, evidenzia Austin
Burt dell’Imperial College di
Londra. Ma gli scienziati sono
ottimisti. “La nostra è una
strategia nuova, che opera un
taglio molto selettivo. Certo,
dobbiamo condurre esperimenti mirati per soddisfare le
esigenze di sicurezza ambientale e per la salute umana. Ma
questo ‘attacco alla specie’
è innovativo e promettente”,
afferma Crisanti. Molte delle
misure per controllare la malaria si basano sulla riduzione
delle popolazioni di zanzare malariche, su insetticidi e
zanzariere. Con problemi di
costi, effetti tossici degli insetticidi, e la possibilità che si
sviluppino resistenze ai medicinali. Una misura di controllo
basata sulla diffusione genetica attraverso una popolazione
target di zanzare della malaria potrebbe integrare questi
interventi, senza pesare sul
bilancio dei Paesi con risorse
limitate. “Ci sono circa 3.400
specie diverse di zanzare in
tutto il mondo: la Anopheles
gambiae è un importante vettore della malaria, ma è solo
una delle circa 800 specie di
zanzare in Africa; sopprimerla
in alcune zone non dovrebbe
avere un impatto significativo sull’ecosistema locale”,
interviene Tony Nolan del Dipartimento di Scienze della
vita presso l’Imperial College,
altro autore dello studio. Il
team ha identificato tre geni
chiave per la fertilità femminile, modificandoli con la
tecnica Crispr/Cas9 endonu-
cleasi, una ‘forbice’ del Dna
che può essere indirizzata a
tagliare parti molto specifiche
del codice genetico.
“In pratica, dopo il taglio il
cromosoma rotto utilizza il
cromosoma che porta la variante desiderata come uno
strumento per riparare se
stesso, copiando il codice del
gene alterato”, precisa Crisanti, secondo cui proprio la
particolare tecnica usata - e
la sua precisione - ridurrebbe
la possibilità che le zanzare
sviluppino resistenza alla modifica. “Ci auguriamo che altri
studiosi utilizzeranno la nostra
tecnica per capire come funziona con le zanzare, dandoci
più munizioni nella lotta contro la malaria”, afferma il primo autore del lavoro, Andrew
Hammond. La ricerca è stata
finanziata dalla Bill & Melinda
Gates Foundation. “C’è ancora
del lavoro da fare - conclude
Crisanti - ma oggi le zanzare
ci fanno un po’ meno paura”.
AdnKronos
Il ruolo dei social network nella gestione dell’aspetto psicologico
F
acebook si è insediato
nelle nostre vite, sicuramente in modo talvolta eccessivo ma, in
certi casi, è possibile ritrovare
in esso un valido aiuto psicologico e morale nell’accettazione di una malattia? Il discorso
di per sé sarebbe molto ampio
e sicuramente non condivisibile da tutti, ma senza dubbio
si può riscontrare un altissimo
numero di persone che si affidano al mondo virtuale per
“creare gruppo”, per ritrovare
le medesime sensazioni, per
sentirsi capiti da chi sa cosa
si prova. Come è possibile,
però, che ci si possa fidare di
persone che spesso non hanno
un volto, che possono usare
nomi fittizi, che non conosciamo nella vita reale? Semplice-
mente perché quelle persone
rispecchiano le nostre emozioni e, nel caso del diabete, ci si
può ritrovare nelle sensazioni
provate durante un iperglicemia, si può condividere la paura dell’ipoglicemia, ci si confronta sulla gestione. Spesso il
diabete non è la mera malattia che di per sè fa “il malato” ma molto di più fa il modo
in cui la persona diabetica si
relaziona con gli altri. Si può,
quindi, parlare della protezione che il web, e in modo più
specifico il gruppo o pagina
Facebook di riferimento, dà
a chi si sente confinato all’interno della patologia e sente il
bisogno di confrontarsi e non
essere giudicato, non essere
visto come meno efficiente,
meno in forma, non in buona
salute. Forse, allora, è solo la
paura del diverso a spingere
l’uomo a cercare chi gli è più
simile e ad avere il bisogno di
essere rassicurato in un’isola
virtuale in cui non entrano “gli
estranei”, cioè coloro che non
provano e non comprendono il
peso di una malattia cronica.
Le persone che si conoscono
in questo contesto spesso diventano amici e confidenti e
si instaura con loro un reale
rapporto che, spesso, diviene
più profondo e intimo di quello che si ha con le persone con
cui ci si relaziona ogni giorno.
Ovviamente ci sono dei rischi
in tutto ciò: si ha la stessa
malattia ma la gestione può
essere diversa. Sarebbe bene
allora evitare di dare ed ascoltare consigli su questioni pret-
tamente mediche e ricordarsi
che il supporto morale è di
grandissimo aiuto ma la gestione deve essere coordinata
con il medico specialista. Alla
luce di queste brevi riflessioni posso affermare che, secondo il mio parere, il mondo
virtuale e, più precisamente,
i gruppi di Facebook dedicati
alla specifica patologia, possono offrire un valido supporto morale e un sano confronto
a chi sente il bisogno di avere
una spalla su cui appoggiarsi o
vuole ritagliarsi un momento
di chiacchiere sulla patologia
o, perché no, per dimenticarla
anche solo per cinque minuti
al giorno.
Francesca Loddo
Pedagoga
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I
l bizzarro titolo è una sfida che vogliamo lanciare ai
nostri lettori con l’obiettivo
di rianimare la tavola degli
italiani con un profondo significato salutistico.
Parliamo di buona alimentazione e sana cucina, alimenti
a “KM 0”. Oggi mangiar sano
è più complicato di quanto si
possa immaginare, basta pensare alle difficoltà di reperire
le materie prime non contaminate, l’acquisto di prodotti genuini garantiti e a buon
prezzo diventa sempre più
complicato. Causa il “cattivo”
stile di vita che oggi giorno
la maggior parte della nostra società vive.I tempi sono
cambiati, la società oggi vive
una realtà molto più caotica,
spesso soggetta a orari di lavoro ambigui, location distanti
dalla propria residenza e quindi costretti a mangiare “cibo
spazzatura”, considerando il
fatto che il tempo che rimane
per preparare un buon piatto
è diventato davvero esiguo.
Il mercato del cibo facile, non
aiuta di certo, anzi ci da ragione di sostenere questa evidenza.I fast-food esistevano
prima? I cibi di strada o street
food continuano si a sopravvivere, ma sono diventate eccezioni o nicchie, non considerabili nella massa.
Siamo nell’era dei McDonald,
pizza a pranzo, cena e colazione, cheeseburger, patatine
fritte, cartocci e tante altre
frivolerie. La teoria espressa
sopra non esula il 65% degli
italiani che si “dice anziani”,
infatti tra chi cerca di arrotondare perchè con la pensione non sopravvive e chi svolge
la mansione di nonno a tempo
pieno il concetto non cambia.
Lo stile di vita è fondamentale
per un’alimentazione corretta
e sopratutto sana.
Superati tutti questi inconvenienti resta la cosa più importante, quella di saper preparare un piatto, con ingredienti
semplici, sani e non artefatti,
perchè la nostra salute rivendica ogni giorno tutela!
Ecco da cosa parte la “Salute nel Piatto”, un concorso a
premi, che mira a premiare
tutti coloro che sanno cucinare piatti semplici, buoni e da
fare senza grandi complicazioni, ovviamente con un occhio
di riguardo alle ricette tipiche
delle periferie e delle province, dove la cultura del KM0,
sopravvive.
Come si partecipa?
Inviando una ricetta (completa di ingredienti e procedimento) o all’indirizzo di posta
elettronica:
[email protected]
o compilando il form sul sito
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Un nutrizionista e il nostro
VOLONTARIATO
5
comitato scientifico, sceglieranno la ricetta della settimana da pubblicare sul giornale
“nell’attesa…”, inoltre le ricette più votate sulla nostra
pagina facebook andranno alla
finalissima a fine anno.
I premiati dalla rete (amici,
parenti, conoscenti e tutti
coloro che voteranno la ricetta) a fine anno parteciperanno alla serata organizzata da
ANIO denominata “CUOCI CA
TA RICRII” insieme a grandi
nomi della cucina italiana in
una serata di gala con fini sociali. La giuria fatta dal pubblico partecipante e da chef,
premieranno gli autori del
“piatto sociale dell’anno”.
Adesso partiamo e inviateci
le vostre ricette tradizionali,
semplici e buone e arricchiamo il tavolo italiano di salute
e bontà.
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tua Ricetta!
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6
Il piede neuropatico, una delle complicanze
ortopediche più pericolose del diabete
I
l piede neuropatico configura una delle due più gravi
lesioni principali agli arti
inferiori ed in particolare al
piede (l’altra è il piede ischemico di cui parlerò in altra
trattazione) che caratterizzano nel diabete quella complessa patologia neuropatica e
vascolare che ha il termine generico di “ Piede Diabetico”.Il
piede neuropatico si distingue
essenzialmente per i seguenti
caratteristici quadri clinici: le
deformazioni, l’ulcera plantare, l’osteoartropatia (patologia che, come dice il nome,
incide sulle ossa e sull’articolazione del piede) e l’edema
(evidente gonfiore dalla caviglia a tutto il piede).Tale patologia è sempre espressione
di una grave compromissione
nell’innervazione del piede sia
di ordine sensitivosia motorio.
Le estremità specie inferiori,
insomma, perdono progressivamente la sensibilità vibratoria, tattile, termica e dolorifica e la capacità di rispondere
con pronti riflessi alle stimolazioni provocate. Le deformazioni sono anche la principale
conseguenza della perdita di
sensibilità e dell’attenuazione degli stimoli motori sulle
strutture muscolari che in tal
modo perdono i loro fisiologici equilibri e le loro specifiche
funzioni specie nel soggetto in
movimento.L’avampiede è la
struttura soprattutto coinvolta conlatendenza delle dita
ad assumere una conformazione ad “ artiglio”simile alle
zampe di un uccello rapace.
La pianta del piede subisce,spesso, lo scivolamento delle
teste metatarsali,poichémetatarsi sono delle ossa localizzate nel piede fra le dita (falangi) ed il tallone (complesso
di ossa che costituiscono la
parte posteriore del piede).
Tali teste si presentano come
protuberanze plantari sede di
anomale pressioni,di ripetuti
traumatismi eddi pericolosi
attriti dei piedi con le calzature (per confortevoli che
possano essere).Conseguenze
di tutto ciò sono callosità (accentuanti pressioni e traumatismi), ematomi sottocutanei,
ed infine raccolte sierose che,
aprendosi in superficie, esitano in silenti ulcere plantari,
(non sempre rispondenti alle
cure locali). Queste ultime,
a volte, si approfondiscono
sino ad evidenziare le sottostanti strutture articolari ed
ossee del piede con enorme
rischio,in casi trascurati ed
avanzati, di amputazione dello stesso.
Le deformità in altre patologie (ad es. artriti reumatiche)
difficilmente producono ulcere, ma nel piede diabetico
la mancanza del dolore fa sì
che tutto avvenga in maniera
indolore, senza o con tardiva
presa di coscienza del paziente. Quest’ultimo, così, arriva
all’osservazione medica con
vere e proprie lesioni sanguinanti infette a volte fistolizzate in profondità.Quanto
descritto influenza, inoltre,
sia la circolazione artero-venosa del piede (aggravando
lo stato ulceroso), sia il sistema osteo-articolare dell’arto
interessato (osteoartropatia
neurogena) che, in tal occasione, può presentare un piede
caldo, arrossato, gonfio, con
vene superficiali ingrossate
ed evidenti.Oltre alle deformazioni ed alle ulcere plantari, caratteristica del piede
neuropatico è l’osteoartropatia ad evoluzione progressiva
che compromette strutture
ossee ed articolari. Frequenti
sono nel piede neuropatico i
versamenti intra-articolari, le
sublussazioni,e l’osteoporosi
dei molti ossicini che ne fanno
parte.Da aggiungere a quanto
su descritto, microfratture,
ascessi, osteiti ed osteomieliti (gravi infezioni dell’osso
e della guaina che ricopre
l’osso), di cui non entro in approfondita descrizione.Infine,
unprogressivo riassorbimento
delle teste metatarsali e delle falangi, specie prossimali
(più vicine al centro piede)
portano spesso alla scomparsa
delle articolazioni metatarso- falange (articolazioni fra il
centro piede e le dita) con le
immaginabili gravi conseguenze incidenti sulla stabilità e la
deambulazione del soggetto
interessato.Sono tutte o parte
di queste su elencate patologie (bilaterali in circa il 25%
dei casi, ma più frequentemente prevalenti in uno dei
due piedi) che possono,alla
lunga, apportare il cosiddetto cedimento o crollo della
fisiologica volta plantare.Nel
neuropatico abbiamo,dunque,
un danneggiamento sia delle
fibre nervose che veicolano
gli stimoli della sensibilità
superficiale (che consente la
percezione del dolore e della variazione di temperatura), sia delle fibre deputate
al controllo della sensibilità
profonda (che informano sul-
le tensioni, sulle sollecitazioni
e pressioni muscolo-articolari
e sulla sensibilità tattile (il
sentirsi toccare) e vibratoria.
Di queste sensibilità la superficiale può essere valutata
poggiando in determinate superfici cutanee del piede un
oggetto appuntito (monofilamento di Semmes) e osservando la risposta del paziente alla
stimolazione. Per confermare
la presenza di una neuropatia
periferica devono comunque
risultare almeno tre punti positivi di insensibilità.
Lo studio della sensibilità
termica può essere valutata
semplicementeattraverso
il
contatto,alternativamente, di
due provette contenenti acqua fredda e acqua calda.
La sensibilità profonda di tipo
vibratorio può valutarsi poggiando un diapason attivato su
una prominenza ossea, quasi
sempre ai malleoli tibiali.Infine è da dire che le microalterazioni circolatorie e l’alterata innervazione (in particolare
del nervo simpatico), provocante un’anomala permeabilità dei vasi sanguigni, sono da
considerare cause importanti
nella formazione del tipico
gonfiore (edema neuropatico).
Dr. Gaetano Giardina
Emerito Dirigente Chirurgo
Dona il tuo 5 per mille ad ANIO Onlus C.F. 97165330826
SALUTE E BENESSERE
7
Spiedini Spatola e Gamberoni
ALLERGOLOGIA
DOTT. CLAUDIO RAGNO
Specialista in Allergologia e immunologia
clinica. diagnosi delle malattie respiratorie, delle allergie alimentari, per allergie a
farmaci. Ticket visita Euro 34,50. Riceve a
Palermo in via XII Gennaio 16 091.584114
cell. 337 895499
ANDROLOGIA - UROLOGIA
Ingredienti per 4 persone:
12 filetti di spatola
12 gamberoni
4 cucchiai di pangrattato
1 scalogno
Prezzemolo fresco
1 cucchiaino di capperi sotto
sale
2 limoni
2 cucchiaini di uva passa
1 cucchiaino di pinoli
1 cucchiaio di Parmigiano
grattugiato
1 cucchiaio di pecorino romano grattugiato
1 zucchina genovese
1 cucchiaio di pistacchi al
naturale
1 cucchiaino di semi di papavero
Sale, pepe ed olio e.v.o. q.b.
Istruzioni:
Per prima cosa prepariamola
farcia dei filetti di spatola.
In una boule mettiamo il pangrattato, lo scalogno tritato
grossolanamente ed il prezzemolo che avremo precedentemente tritato. Sciacquiamo
abbondantemente i capperi
sotto l’acqua corrente e tritiamoli quindi aggiungiamoli agli
altri ingredienti unitamente
alla scorza del limone, l’uva
passa, i pinoli ed i formaggi.
Irroriamo con l’olio e mescoliamo con un cucchiaio fino a
quando non avremo un composto “sabbioso”. A questo punto
possiamo prepararci a farcire
i filetti. Posizioniamoli su di
un tagliere con la pelle rivolta verso l’alto. Stendiamoci
sopra la qualche cucchiaio
di farcia quindi arrotoliamoli
su se stessi e mettiamoli da
parte. Dedichiamoci, adesso,
ai gamberoni. Priviamoli del
carapace ma lasciamo le teste, aggiungiamo sale e pepe.
Tritiamo i pistacchi ed aggiungiamoli ai gamberi insieme ai
semi di papavero quindi mescoliamo in modo da panarli
ed insaporirli su tutti i lati. Tagliamo a rondelle la zucchina
ed a fette il limone e prepariamoci ad assemblare i nostri
spiedini. Infilziamo una rondella di zucchina quindi un involtino di spatola, una fetta di
limone, un gamberone, ancora
una fetta di zucchina, un altro
involtino di spatola, una fetta
di limone, un altro gamberone e chiudiamo con un’ultima
rondella di zucchina. Adagiamo gli spiedini così composti
su di una teglia foderata di
carta forno e stendiamo la
farcia avanzata sui soli involtini di spatola. Completiamo
con un filo d’olio. Inforniamo,
a forno preriscaldato a 195°,
per 30’ avendo cura di coprire la teglia con della stagnola
per evitare che i gamberoni si
secchino. Trascorso il tempo
di cottura, sforniamo e prepariamoci ad impiattare.
DOTT. EMILIO ITALIANO
Specialista in Urologia e Andrologia. Consulente Sessuologo. Riceve a Palermo in
via F.Paolo di Blasi 35. Sito Web:
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Dirigente Medico U.O. di Gastro-enterologia ed Epatologia. Responsabile U.O.S. di
Endoscopia Digestiva Policlinico,
Piazza delle Cliniche, 2 Palermo.
Mob. 338 6963040
e-mail: [email protected]
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DOTT. MARCELLO ROMANO
Neurofisiopatologo. Az. Osp.Riuniti Villa
Sofia Cervello, Studio di neurologia ed
elettromiografico.
Riceve per appuntamento in via E. Notarbartolo, 38 Palermo
Tel. 0916259811 - Cell. 3491467337
Email: [email protected]
PSICOLOGIA
DOTT.SSA CATERINA D’ANNA
Psicologa - Psicoterapeuta. Psicologia Psicoterapia del bambino, dell’adolescente e della famiglia. Via Tripoli 18 Palermo.
Recapiti telefonici: 329 4321204
settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O.
Reg. al Tribunale di Palermo n° 11 del 29/05/2006
Mise en place:
Alla base del piatto, mettiamo
della lattuga e del radicchio
tritati, adagiamoci sopra due
spiedini quindi spolveriamo
con del prezzemolo tritato al
momento e una salsina ottenuta emulsionando succo di
limone, olio, sale, pepe, due
cucchiaini di pesto di pistacchio e prezzemolo tritato da
adagiare sopra gli involtini di
spatola.
Buon appetito!!!!!
Comitato Scientifico:
Dir. Scientifico: Girolamo Calsabianca Segretario Nazionale ANIO Onlus - [email protected]
Dr. Dario Bellomo Medico Specialista ASP di Asti
Prof. Giorgio Maria Calori Prof. Univ. Milano Dir. COR Gaetano Pini (Mi)
Prof.ssa Carla Giordano Resp. UOC di Endocrinologia Policlinico (Pa)
Dr. Emilio Italiano Andrologo Osp. riuniti Villa Sofia Cervello
Dr. Tommaso Mannone Risk Manager A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa)
Dr. Sergio Salomone Pres. Associazione A.S.S.O.
Dr. Angelica Provenzano Resp. Centro Officine di Ippocrate A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa)
Dr. Alessandro Scorsone, Diabetologo, Asp 6 Ospedale Civico di Partinico
Dr. Gabriele Viani, Medico Specialista in Radiologia
Dr. Benedetto Alabastro, Consulente ANIO per il diabete
A.N.I.O. Numero Verde: 800 688 400 (chiamata gratuita)
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Autore: CasaCostantino
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modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.
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