SCHEDA PER LA PROGETTAZIONE (fondi regionali anno 2010 - attuazione interventi anno 2011) SUB PIANO LOCALE GIOVANI DI SETTIMO TORINESE AMBITO TERRITORIALIE DI RIFERIMENTO – Comuni di: Settimo Torinese, Volpiano, Leinì, San Benigno Canavese ENTE REFERENTE DELLA PROGETTAZIONE LOCALE: SETTIMO TORINESE PERIODO DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO DAL _1° gennaio 2011 AL 31 dicembre 2011 FUTURA: nuove politiche per nuove cittadinanze 1 - BREVE DESCRIZIONE DEI PARTNERS E DI ALTRI SOGGETTI COINVOLTI NELLA PROGETTAZIONE E/O REALIZZAZIONE DEL PROGETTO Elenco partners ENTI PUBBLICI ASSOCIAZIONI ALTRI Comune di Volpiano Terre Selvagge C.S.F. ENAIP Errore. L'autoriferimento non è valido per un segnalibro. Comune di Leinì Agesci C.N.O.S. FAP San Benigno Canavese Comune di San Benigno GiOC Fondazione Esperienze di Cultura Metropolitana C.I.S.S.P. Parrocchia San Giuseppe Artigiano Cooperativa ORSO ASL TO 4 Chiesa Santissima Trinità Cooperativa Educazione e Progetto Centro per l'Impiego Parrocchia Santa Maria Cooperativa Animagiovane I.I.S. "Ferrraris" Parrocchia San Guglielmo Abate ANIMANDO SAS I.I.S "8 Marzo" Associazione Casartarc Gruppo informale Forum C.N.A. Coopera UISP CONFARTIGIANATO ASCOM CONFESERCENTI SINDACATI – CGIL / CISL / UIL ASSOCIAZIONE TOTO Top 5 Centro Nuova Danza Associazione Casa dei Popoli 2 Indicare come stati trovati e coinvolti i partners, in modo da stabilire un’efficiente collaborazione al Sub PLG, e come partecipano al progetto I Comuni partner del progetto sono Volpiano, Leinì e San Benigno; condividono un lavoro iniziato con il progetto “I Ragazzi del 2006”, proseguito, in particolare con Leinì, con la realizzazione del progetto “Volumi Urbani” ai sensi della L.16/95 Piano 2005 e negli anni successivi con il progetto “Futura” ai sensi della L.R.16/95 Piano 2007 e con le due annualità, tutt'ora in corso, del sub PLG. Inoltre i soggetti coinvolti nei diversi step di attuazione delle azioni indicate oltre sono: il Consorzio Intercomunale dei Servizi Socio-assistenziali dei Comuni di Settimo, Volpiano, Leinì e San Benigno, ASL T0 4, il Centro per l’Impiego, le Associazioni, i Gruppi informali, Parrocchie, Scuole Superiori, Agenzie formative, Associazioni di categoria, Sindacati, etc. presenti a Settimo Torinese Volpiano, Leinì e San Benigno. Baricentro del sub PLG sarà “Archimede”, sede della nuova biblioteca civica multimendiale di Settimo torinese, ove è stato trasferito il sevizio Informagiovani della Città e polo di area per la zona nord-est del Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana (SBAM) che comprende i comuni coinvolti nel sub PLG. Prosegue il lavoro di Laboratorio Giovani/Città: esiste un gruppo informale di giovani (singoli, appartenenti ad associazioni e gruppi) che si confrontano e dialogano con le Città, tra le prime azioni nate da “IO CI STO E TU?” il bando “Cerchiamo Idealisti” rivolto ai giovani singoli o associati dell'intero territorio e la partecipazione al workshop “Futura - Le Politiche Giovanili e il PLG, opportunità e strategie” rivolto ai soggetti sociali del territorio del sub PLG del 24 novembre 2011. Metodologia del gruppo di lavoro del Sub PLG Il PLG prevede tre differenti livelli di integrazione e collaborazione alla definizione e realizzazione delle attività: il livello intracomunale per ciascun Comune aderente al PLG; ciascun Comune ha al suo interno specifiche e proprie modalità di coordinamento fra i diversi attori che tradizionalmente sono attivi nelle politiche giovanili; si tratta di associazioni, gruppi, enti che hanno maturato negli anni una specifica conoscenza della realtà locale ed esperienze specifiche, di cui è assolutamente necessario tener conto affinché il PLG vada in continuità rafforzando ed ampliando quanto già realizzato in questi anni.. - il livello intercomunale fra i Comuni aderenti al PLG, che dovranno garantire un coordinamento ed una coerenza generale alle attività ed alle azioni previste dal PLG. - Il livello intercomunale che prevede la collaborazione con i Comuni di Moncalieri e Venaria Reale, a loro volta capofila di altri due subPLG. Al fine di garantire un presidio efficace sui tre livelli è attiva una Cabina di Regia incaricata del coordinamento generale e di gestire una segreteria organizzativa, al fine di garantire un livello adeguato di comunicazione e presidio degli aspetti formali; si rimanda al quadro delle attività una descrizione delle funzioni, della composizione e delle modalità di lavoro assicurate dalla Cabina di Regia. Coerentemente a quanto già indicato nelle precedenti schede trasmesse alla Provincia di Torino, la gestione della terza annualità del Sub PLG “Futura: nuove politiche per nuove cittadinanze”, intende investire e concentrarsi sull’attivazione di processi di lavoro capaci di generare un sistema di relazioni e di politiche locali, per non rischiare di ridurre questa esperienza a un elenco di azioni e progetti, separata e distinta sia da quanto già realizzato dai singoli Comuni (da soli o insieme ad altri Comuni), sia da altri strumenti di programmazione territoriale (per es. i Piani di Zona, i Patti - 3 Locali per la Sicurezza Integrata), che da altri soggetti che sviluppano politiche di sviluppo sul territorio (per es. i Patti Territoriali, il Centro per l’Impiego). In tale direzione la finalità ultima del Piano è proprio quella di produrre nuovo “capitale sociale” in termini di effettiva partecipazione e integrazione sociale, e quindi costruire e implementare reti, relazioni, processi di comunità, alleanze territoriali rispetto alla questione giovanile. Non ci può essere crescita individuale per i giovani senza una reale coesione del contesto cittadino e senza promuovere un senso di appartenenza comunitario. I nostri Comuni ritengono che il Sub Piano Locale Giovani (PLG) rappresenti lo strumento, promosso dagli Enti Locali, finalizzato ad avviare un processo di negoziazione tra più enti, istituzioni, organizzazioni, soggetti collettivi al fine di armonizzare interessi diversi e individuare obiettivi comuni per l’attuazione di politiche giovanili orientate allo sviluppo locale nel suo complesso e all’aumento della partecipazione dei giovani ai processi decisionali locali. E’ evidente quindi come nella realizzazione del PLG, diventi prioritario l’attivazione ed il mantenimento di un processo progettuale complesso e concertato, in cui devono trovare spazio la relazione e l’integrazione tra soggetti collettivi diversi, che a vario titolo hanno un interesse verso le giovani generazioni e che condividono la necessità di un lavoro comune, nel rispetto e nella valorizzazione delle rispettive specificità e competenze. Tali processi richiedono tempo, cura e risorse economiche e professionali specifiche dedicate, oltre che l’implementazione di una metodologia di lavoro chiara e condivisa; a tal fine è stata individuata una specifica fase di lavoro denominata “Processo di costruzione delle partnership e delle modalità di partecipazione”, la cui descrizione puntuale è presente nel successivo quadro delle attività. Infine merita una sottolineatura particolare la scelta di dotarsi di un livello di coordinamento e confronto fra le Città capofila di tre diversi sub PLG, ovvero le città di Settimo Torinese, Moncalieri e Venaria Reale; la storia della collaborazione tra questi Comuni non propriamente vicini tra loro, nasce alcuni anni fa da progetti, coordinamenti e incontri di formazione promossi dalla Provincia di Torino e dalla Città di Torino. Queste occasioni di incontro hanno avuto uno sviluppo concreto con il progetto Ragazzi del 2006 prima e, successivamente, con la progettazione di vasta area promossa dai bandi 2005, 2006 e 2007 ai sensi della L:R. 16/95, con il Servizio Civile Volontario Nazionale, fino ad arrivare a proporsi con progettualità d’area anche in bandi che non richiedono questo genere di partenariati (per es. Festa dell’Europa). L’individuazione di motivazioni ed obiettivi comuni, l’aver potuto constatare quanto il lavoro di rete può arricchire e dare un nuovo significato alla progettazione locale e agli attori coinvolti, aver realizzato azioni prima impensabili in quanto troppo dispendiose per il singolo ente, ma possibili attraverso una razionalizzazione delle risorse, la necessaria valutazione delle azioni messe in campo nei diversi territori e il confronto sulle modalità di vivere il protagonismo e la partecipazione da parte dei giovani ci ha portati a riflettere sull’importanza e la necessità di continuare a collaborare. Pur consapevoli della complessità di un progetto che insiste su un’ampia porzione di territorio, i nostri enti sono fortemente interessati da un lato a dare continuità al lavoro sperimentato negli ultimi cinque anni prima con le progettazioni di vasta Area “Volumi Urbani”, “Onda Creativa” e “Futura” e poi con la gestione coordinata delle prime due annualità del Sub PLG “Futura : nuove politiche per nuove cittadinanze”, dall’altro a cimentarsi con progettualità di vasta area significative per risorse impiegate, oggetti di lavoro affrontati e continuità nel tempo. In questa direzione i tre Comuni capofila si impegnano a mantenere la già esistente Cabina di regia politica e tecnica composta dai referenti di ciascun Comune, allargata ad altri Comuni interessati, incaricata di assolvere seguenti funzioni: •monitoraggio del progetto •progettazione di dettaglio di ciascuna azione prevista •analisi e riflessione circa gli esiti del progetto •produzione di report periodici da sottoporre ai referenti politici Comunali e della Provincia Riteniamo fondamentale, per le risorse messe in gioco in questi anni, non disperdere quanto costruito ma proseguire insieme cercando di individuare linguaggi e strumenti utili da condividere non solo tra gli addetti alle politiche giovanili dei singoli enti ma trasversalmente con tutti i soggetti che negli enti locali si occupano di tutelare i diritti di cittadinanza afferenti al lavoro, alla casa, all’istruzione perché i percorsi di promozione dell’autonomia dei giovani si coniughino a percorsi di protagonismo e cittadinanza dentro la comunità locale. 4 2 - IL CONTESTO TERRITORIALE Descrivere il contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, specificatamente rappresentate. Inserire dati sull’andamento dei fenomeni presi in considerazione. L'area su cui insiste il sub PLG fa riferimento al bacino territoriale afferente al territorio del Consorzio Intercomunale Servizi Socio Assistenziali (C.I.S.S.P) di Settimo Torinese, Volpiano, Leinì e San Benigno. La tabella sottostante mostra che la popolazione residente nel bacino è pari a 83.292 unità, mentre i giovani tra i 15 e 29 anni sono 12.233, pari al 14,60% della popolazione totale e rappresentano circa il 4% dei giovani presenti nell’intera Provincia di Torino. Abitanti Giovani 15-19 Giovani 20-25 Giovani 26-29 Settimo Torinese 47.713 2.136 2.612 2.057 6.805 Leinì 15.029 690 898 765 2.353 5.596 227 317 247 791 Volpiano 14.954 681 882 721 2.284 TOTALI 83.292 3.734 4.709 3.790 12.233 San Benigno Totale giovani Considerando la popolazione giovanile dell’intera area appartenente alla fascia 15-29, risulta che per circa il 56% risiede sul territorio di Settimo, per circa il 19% sul territorio di Leinì, per circa il 7% sul territorio di San Benigno e per circa l’18% su quello di Volpiano. Queste percentuali sono tra l’altro molto simili a quelle della distribuzione della popolazione complessiva dei quattro territori di riferimento. L’analisi per fasce d’età, della composizione della componente giovanile della popolazione presa in esame, mostra che la fascia dove si ha una maggiore presenza è quella 20-25 anni con circa 1000 unità in più se consideriamo l’intera area. Considerando la suddivisione per genere non emerge invece, una sostanziale differenza numerica. Popolazione giovanile residente per fasce d’età e sesso Totale Maschi Totale Femmine Maschi + Femmin e 15-19 1.988 1.746 3.734 20-25 2.370 2.339 4.709 26-29 1.940 1.850 3.790 TOTALE 6.298 5.935 12.233 Eta' 5 popolazione giovanile per fascia d'età e sesso 2500 2000 M 1500 F 1000 500 0 15-19 anni 20-25 anni 26-29 anni La popolazione giovanile straniera residente nell’area risulta essere di 1060 unità, pari a 8,7% dell’intera popolazione giovanile, Settimo e Volpiano sono i territori con la maggior concentrazione di giovani stranieri, che risultano essere circa l’8% della popolazione giovanile complessiva, seguite da San Benigno e Leinì con circa il 5%. Popolazione giovanile straniera nell’area del PLG Settimo Età M Leinì F M+F Età M San Benigno F M+F Età M F Volpiano M+F Età M F M+F 15 12 12 24 15 3 2 5 15 2 1 3 15 2 5 7 16 4 5 9 16 6 3 9 16 2 1 3 16 1 1 2 17 16 15 31 17 4 4 8 17 2 1 3 17 3 3 6 18 10 8 18 18 3 10 13 18 0 1 1 18 3 4 7 19 10 15 25 19 8 6 14 19 0 2 2 19 5 4 9 20 17 8 25 20 5 9 14 20 2 2 4 20 6 6 12 21 22 17 39 21 6 6 12 21 2 1 3 21 4 6 10 22 23 13 36 22 4 4 8 22 3 5 8 22 4 6 10 23 25 16 41 23 8 7 15 23 3 4 7 23 6 9 15 24 25 25 50 24 8 5 13 24 0 3 3 24 13 11 24 25 20 28 48 25 6 15 21 25 2 4 6 25 4 10 14 26 20 28 48 26 12 8 20 26 4 4 8 26 11 6 17 27 25 31 56 27 11 9 20 27 2 5 7 27 10 10 20 28 28 30 58 28 9 17 26 28 6 3 9 28 13 6 19 29 24 40 64 29 9 12 21 29 6 5 11 29 7 13 20 78 Totale 92 100 192 Totale 281 291 572 Totale 102 117 219 Totale 36 42 6 Se analizziamo l’andamento della popolazione giovanile dal 1991 ad oggi, vediamo un sostanziale calo di giovani, dai 18.920 giovani tra i 15 e i 29 anni si passa ai 12.233 attuali con un decremento pari al 35%, Ciò evidenzia come il gruppo sociale oggetto del PLG, sia sempre meno numeroso e incida sempre meno sulla struttura demografica locale. Se prendiamo in esame l’andamento provinciale, si evidenzia come anche l’area di Settimo sia in linea con la Provincia di Torino che ha avuto un calo del 36%. Andamento popolazione giovanile 15-29 negli anni 1991-2001-2010 1991 2001 2010 Provincia Torino 504.036 360.562 320.952 Settimo Torinese 11.845 8.310 6.805 Leinì 2.863 2.220 2.344 San Benigno 1.207 999 791 Volpiano 3.005 2.415 2.293 18.920 13.944 12.233 TOTALI PLG 14.000 12.000 10.000 Setti mo Tor i nese 8.000 Lei nì San Beni gno 6.000 Vol piano 4.000 2.000 0 1991 2001 2010 Vale la pena sottolineare che se si considera l’Area Metropolitana Torinese il Comune di Settimo Torinese comunque si caratterizza per un trend nettamente positivo nel rapporto tra popolazione degli ultimi dieci anni; al tempo stesso la struttura della popolazione si consolida nelle classi giovani determinando quindi una situazione demografica oltre che in crescita, con costante prospettiva di crescita. Per le analisi sulla struttura della popolazione vengono utilizzati i seguenti indici: • L’indice di vecchiaia che evidenzia quanti anziani con più di 64 anni ci sono ogni 100 bambini in età compresa tra 0 e 14 anni. Valori superiori a 100 indicano uno squilibrio di soggetti anziani rispetto ai giovani, • L’indice di dipendenza che evidenzia, invece, qual è il rapporto in termini percentuali tra la popolazione non attiva sul mercato del lavoro (bambini da 0 a 14 anni e anziani oltre i 64 anni) e la popolazione potenzialmente attiva (popolazione dai 15 ai 64 anni). Tale indice evidenzia quante sono le persone che non producono reddito, ogni 100 abitanti teoricamente produttori di reddito. Settimo Torinese presenta una quota di popolazione anziana (21 %) inferiore a quella della provincia di Torino (22,23%). Nel contempo manifesta anche un più elevato livello di presenza di ragazzi con meno di 14 anni (13,52%) rispetto alla provincia di Torino nel suo complesso (12,95%). Tabella 3: Popolazione per fascia d’età 7 Popolazione Popolazione in % Tot. 0_14 Tot 15_39 Tot 40_64 Tot oltre 64 Totale Tot. 0_14 Tot 15_39 Tot 40_64 Tot oltre 64 Totale Settimo Torinese 6.453 13.677 17.557 10.026 47.713 13,52% 28,67% 36,80% 21,01% 100,00% Leini' 2.173 4.961 5.284 2.611 15.029 14,46% 33,01% 35,16% 17,37% 100,00% Volpiano 2.240 4.628 5.461 2.625 14.954 14,98% 30,95% 36,52% 17,55% 100,00% Comune San Benigno Canavese Nonostante questi ultimi dati ci dicano che la popolazione giovanile ha una buona prospettiva di crescita, in generale possiamo dire che anche a livello locale si evidenziano linee evolutive e trasformazioni del tessuto relazionale e comunitario che rendono il contesto sociale territoriale ancor più complesso e “turbolento”. Si tratta infatti di dinamiche sociali con cui tutti quanti si confrontano quotidianamente e che soprattutto a livello di strategie politiche non possono essere trascurate. Trasformazioni che riguardano sia il modo di essere giovani e sia i cambiamenti demografici: • l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite; • una popolazione giovanile scarsamente incidente sulla struttura demografica; • una generazione, che vive la “sindrome del ritardo”, ovvero la tendenza ad allungare i tempi di ogni scelta: lo studio, il lavoro, l’indipendenza, il matrimonio, la procreazione; • l’allungamento dei tempi di ingresso stabile nel mercato del lavoro dei giovani; • la frammentazione dei legami sociali e del sistema delle appartenenze che induce il giovane a crescere in una società “neutra”; • il dissolversi di un patto generazionale che sottolinea a la mancanza di sicurezze e garanzie per il futuro; • la solitudine dei nuclei familiari anche per quanto riguarda le dinamiche educative; • l’insofferenza e la poca disponibilità nel rapporto con le istituzioni, come segnale delle difficoltà di accesso alla gestione del “potere” • lo sviluppo di forme di partecipazione di tipo “invisibile”, informale e non istituzionale. Il territorio Si tratta di un contesto territoriale abbastanza vasto a nord ovest di Torino e che si estende dalla prima cintura del capoluogo, con un delle più popolose Città della Provincia Settimo T.se, fino all’ampia area del basso Canavese, Leinì, San Benigno e Volpiano. Settimo, in particolare, confina con Torino nella parte caratterizzata dalla presenza del quartiere Falchera e Badia di Stura ovvero l’area a forte insediamento sia abitativo e, soprattutto, industriale tale da costituire un continuum urbanizzato in cui non sono più evidenti veri confini geografici. E’ importante, al fine di avere un quadro di contesto chiaro, offrire alcune chiavi di lettura del territorio che derivano da approfondimenti realizzati dai servizi e dagli enti che si occupano di sviluppo territoriale. Il recente Piano Strategico affidato alla Provincia di Torino dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti relativo alla linea ad Alta Capacità Torino Lione, fornisce le indicazioni sulle opere e le iniziative da realizzare per favorire lo sviluppo economico del vasto territorio interessato dal transito della nuova linea ferroviaria ad alta velocità. I documenti prodotti ad oggi e condivisi con le amministrazioni territoriali, hanno individuato per il territorio di Settimo alcuni elementi qualificanti rappresentati da: - sostegno al completamento del parco di Tangenziale Verde; - riconoscimento della trasformazione urbanistica del settore di via Torino per la realizzazione del progetto insediativo di “Laguna Verde”; - riconoscimento della ferrovia storica TO –MI quale tratto di linea metropolitana ferroviaria per la connessione con il sistema torinese e necessità di una nuova fermata intermedia tra le stazioni Stura e Settimo in corrispondenza del nuovo insediamento di Laguna Verde previsto dalla Variante 21 di Settimo. 8 Il Comune di Settimo, d’intesa con i Comuni di Torino e di Borgaro, ha formato nel 1999 il Programma di riqualificazione Urbana per lo Sviluppo Sostenibile del Territorio di livello submetropolitano (P.R.U.S.S.T. 2010 Plan) ai sensi del D.M. 8.10.1998. Nel maggio del 2002, il P.R.U.S.S.T., in base alla procedura che ne regola l'attuazione, è stato adeguato e sottoposto a revisione in occasione della stipula dell'Accordo Quadro con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da parte della Regione, della Provincia di Torino, dei Comuni di Settimo Torinese e Borgaro Torinese. Esso prevede la realizzazione di interventi di valenza strategica nel settore nord-est di Torino concernenti: - riqualificazione ambientale: a) creazione della Tangenziale Verde, parco di connessione tra parchi regionali con particolare riferimento al torrente Stura ed il fiume Po; b) attuazione del Piano d'Area del Parco del Po, su proposta dell'Ente di Gestione, con estensione del progetto in sponda destra del fiume c) progetto degli "Antichi Argini", in Comune di Brandizzo nel territorio del Parco fluviale per la rinaturalizzazione di siti di cava, realizzazione di area attrezzata, di piste ciclopedonali e la costruzione di un attracco di riva per l'attraversamento pedonale del fiume; realizzazione di opere di bonifica di siti industriali e l’interramento di alcuni elettrodotti. - nuove centralità locali rappresentate dalle due Porte di accesso alla città: a) Porta ovest, verso il confine con Torino con prevista formazione delle Città dell’auto e del divertimento; b) Porta nord, riguardante la riqualificazione dell'area delle ex acciaierie Ferrero mediante la realizzazione di un nuovo quartiere residenziale dotato di servizi urbani polari - mobilità: reti e sistemi di comunicazione; identificazione e potenziamento dei nodi costituenti le porte di accesso alle città; - protezione del territorio e dei suoi insediamenti mediante la sistemazione e il potenziamento del reticolo idrografico secondario, con particolare riferimento alla realizzazione dello scolmatore Ovest in territorio di Settimo; - reindustrializzazione e occupazione mediante l'offerta di un complesso di aree attrezzate in grado di favorire l'incremento occupazionale e la modernizzazione delle strutture territoriali. Il sistema economico locale Dalla metà degli anni ’90 l'economia locale ha avviato un processo di profonda trasformazione. La distribuzione degli addetti nei vari settori di attività economica cambia notevolmente e a fronte di una diminuzione degli addetti nel settore industriale aumenta notevolmente il numero degli addetti occupati nel terziario e nel commercio. I settori che hanno subito maggiormente i fenomeni di deindustrializzazione e contrazione del mercato sono quello tessile e dell’abbigliamento oltre a quei settori manifatturieri legati direttamente all’industria automobilistica. Non tutto il settore manifatturiero però ha subito i contraccolpi della globalizzazione e del conseguente allargamento della concorrenza dei paesi in via di sviluppo, in particolare il settore della fabbricazione di macchine utensili testimonia la forte tradizione industriale dell’area con forti e radicate conoscenze del “saper fare” Ad oggi il peso preponderante in termini di occupazione è dato dalle attività di tipo terziario, che comprendono attività immobiliari, trasporto merci, informatica, ricerca, attività professionali e imprenditoriali, pubblica amministrazione, istruzione, sanità, servizi sociali. Questo processo di deindustrializzazione è stato tenacemente contrastato dall'azione interlocutoria e progettuale che l'amministrazione pubblica ha avviato con le realtà produttive più significative del territorio, ponendosi molteplici finalità. Da un lato quella che “la fabbrica si riaprisse al territorio”, che lo percepisse come fattore positivo e di sviluppo, a partire dagli aspetti più “tipici” (illuminazione, strade) ma anche da quelli più “immateriali” quali istruzione, qualità della vita e rapporto più in generale con la comunità. Il tema della qualità e della sostenibilità è stato posto al centro dell'attività degli attori locali e dell'amministrazione, rappresentando l'unica possibilità di sviluppo aziendale. Nelle aziende è aumentata la consapevolezza che debba esistere intorno a lei un ambiente sociale/culturale che sia gradevole, di qualità. 9 In particolare a Settimo Torinese, l’apporto economico ed occupazionale delle imprese risulta essere quanto mai rilevante come conferma la presenza di n. 4.276 unità locali1. Per unità locale si intende un'unità giuridico - economica o una sua parte, situata in una località topograficamente identificata da un indirizzo e da un numero civico. Pertanto il numero di unità locali è quasi sempre diverso dal numero di imprese presenti in un determinato territorio. I dati riportati nella tabella che segue confermano che Settimo Torinese, nell’ambito della propria conurbazione si configura come un centro di riferimento, secondo solo a Torino, che per numero e superficie di attività esercita un’attrattività sulla sua cintura (di cui fa parte anche Settimo) decisamente superiore e comunque non direttamente confrontabile. Tabella 5: incidenza dei settori economici nell’economia locale INDICATORE Unità locali totali, di cui: attività manifatturiere costruzioni commercio turismo altri servizi altre attività FONTE Infocamere Infocamere Infocamere Infocamere Infocamere Infocamere Infocamere ANNO 2009 2009 2009 2009 2009 2009 2009 UNITA' DI MISURA n° % % % % % % 4.276 14,9% 16,2% 29,3% 6,1% 30,5% 3,0% 134.682 8,2% 12,1% 27,6% 6,6% 44,9% 0,6% San Mauro Torinese 1.892 14,3% 11,8% 30,4% 4,1% 36,8% 2,5% Caselle Torinese 1.794 15,0% 17,3% 26,3% 4,8% 30,8% 5,9% Gassino Torinese 792 8,3% 20,6% 29,2% 4,5% 28,3% 9,1% Leini 2.347 24,2% 14,9% 23,2% 3,8% 27,6% 6,3% Volpiano 1.747 18,9% 17,1% 23,1% 3,7% 31,1% 6,1% Borgaro Torinese 1.506 18,7% 13,9% 29,2% 4,8% 30,5% 2,9% Brandizzo 690 18,1% 19,9% 24,3% 5,9% 29,3% 2,5% Castiglione Torinese 580 7,4% 18,1% 30,2% 4,1% 29,5% 10,7% San Raffaele Cimena 357 17,9% 19,6% 21,0% 4,2% 23,2% 14,0% 283.743 10,9% 14,6% 26,4% 6,1% 36,4% 5,5% COMUNE/DATO Settimo Torinese Torino Provincia di Torino I settori economici in cui maggiormente si concentra la loro presenza risultano essere i servizi, sia alle imprese che alle persone, il commercio e le costruzioni. Crisi economica, popolazione giovanile e accesso al lavoro 1 Per l’individuazione delle attività produttive la fonte utilizzata fa riferimento alle unità locali delle attività manifatturiere, delle costruzioni, del commercio, del turismo, dei servizi alle imprese e alle persone, sulla base dei dati Infocamere 2009. 10 Una delle principali specificità della crisi in essere è l'intersettorialità: investe tutti i settori. La crisi dei consumi abbraccia in primo luogo la capacità produttiva ma a catena anche tutti i settori a valle della produzione, dalla distribuzione, alle vendita, ai servizi alle imprese, alle imprese artigiane. Uno degli effetti più vistosi e dirompenti della crisi occupazionale che ha investito il territorio del PLG è la dimensione del ricorso alla cassa integrazione nelle sue varie forme, che continua su livelli complessivamente superiori a quelli del 2009. A livello provinciale nel 2010 sono state autorizzate complessivamente 122.034,419 ore di cassa integrazione nelle sue diverse forme (ordinaria, straordinaria, in deroga), con un aumento del 26% rispetto al 2009; al 31 gennaio 2011 risultano coinvolti 29.191 lavoratori. Nell'area settimese sono state coinvolte dalla cassa integrazione una quarantina di aziende di media dimensione e circa 200 medio/piccole. I lavoratori che percepiscono ammortizzatori sociali, vivono una condizione socioeconomica drammatica , molto spesso non riescono a pagare l'affitto o le bollette, e questo è testimoniato dal fatto che sono triplicati i numeri degli assistiti dal consorzio socio-assistenziale. Non bisogna dimenticarsi che il non lavoro induce crisi sociali e socio-economiche. Oggi la crisi non è ancora esplosa nei suoi effetti più disastrosi dal momento che gli ammortizzatori sociali ne hanno contenuto le conseguenze. La fase più acuta non si è ancora manifestata e avverrà quando scadranno gli ammortizzatori e le migliaia di lavoratori coinvolti dal fallimento delle aziende in cui lavoravano si troveranno senza lavoro e senza un “paracadute”. Entro giugno 2011 andrà a scadenza la Cassa integrazione guadagni straordinaria, nella maggior parte dei casi senza possibilità di prolungamento salvo la cassa integrazione in deroga, per 224 unità produttive con quasi 12mila lavoratori, a livello provinciale. Già nel 2010 il ricorso massiccio alla cassa integrazione non è stato sufficiente ad impedire un'impennata dei licenziamenti. Alla data del 1° ge nnaio 2011 per la Provincia di Torino risultavano iscritti nelle liste di mobilità 22.490 lavoratori, solo nel mese di gennaio sono aumentati i lavoratori coinvolti di 2.740 unità e di questi 90 lavorano nell'area settimese. Sempre in quest'area sono più di 10 le aziende che solo nel mese di gennaio hanno avviato procedure di mobilità. In questi tempi, conseguentemente, è difficile ragionare su quali possono essere oggi delle opportunità di sviluppo per i giovani. Le occasioni sono scarsissime, non esiste un settore che identifichi ad oggi una traiettoria di recupero, di positività, salvo piccole nicchie che non sono certamente utili ad assorbire la grande massa di mancato lavoro. Oggi viviamo le conseguenze della scarsa competitività che è andata sempre più a caratterizzare il nostro sistemo produttivo, a livello di prodotto e di processo, conseguenza del fatto che nei decenni passati le imprese e il paese non hanno investito a sufficienza nella ricerca e nell'innovazione. Oggi in Italia il 29,4% dei giovani tra i 15 e 24 anni è disoccupato (dato Istat gennaio 2011). Sono giovani che non studiano più, che magari hanno conseguito il diploma o la laurea, che cercano lavoro, ma che non trovano niente. A questi poi si aggiungono quelli che non cercano nemmeno più. Gli effetti peggiori della crisi si sono infatti scaricati su di loro. Sperimentano maggiori difficoltà di ingresso nel mercato del lavoro, come conseguenza del fatto che le imprese tendono a ridurre drasticamente il turn over. Nello stesso tempo i giovani hanno maggiori probabilità di perdere il posto di lavoro, in quanto spesso si concentrano sul segmento più flessibile e precario del mercato. Bisogna considerare inoltre che la disoccupazione giovanile ha pericolosi effetti di lungo periodo, numerosi ricerche hanno dimostrato che essere disoccupati da giovani influenza pesantemente gli sviluppi di carriera e in modo particolare i livelli retributivi futuri. Questo ha effetti non solo sulla vita dei giovani in questione ma sull'economia del Paese, che si troverà con una forza lavoro più debole, verserà meno contributi e tasse e avrà una capacità di consumo più bassa. Come se non bastasse la disoccupazione ha un effetto significativo sulla salute psicologica e fisica dei giovani. Analizzando i dati relativi alla disoccupazione nel nostro paese, emerge come la disoccupazione giovanile non sia legata solo alle dinamiche della disoccupazione complessiva, ma abbia sue caratteristiche peculiari che vanno oltre gli effetti della crisi e del sistema occupazionale nel suo complesso. A differenza di altri paesi, il fenomeno è radicato da molti anni; inoltre ha un rapporto altissimo rispetto a quello degli adulti, quasi 4 volte superiore a quella degli adulti in fascia d'età 25-54 e addirittura più di sette volte superiore a quella degli adulti in età 55-64. Un dato che non ha confronti con nessun altro paese Ocse. Tra i fattori particolarmente critici che possono spiegare il fenomeno della disoccupazione giovanile e che caratterizzano la situazione italiana si posso sicuramente considerare: • bassi livelli di istruzione e abbandono scolastico; 11 • • non sufficiente collegamento tra formazione, percorsi di apprendistato, lavoro; qualità del lavoro e precarietà: le nuove generazioni hanno avuto maggiore flessibilità nell'entrare nel mercato del lavoro, ma non altrettante nel costruirvi una carriera, poiché si sono scontrati con il muro di chi è entrato prima di loro. A livello locale, l'analisi degli avviamenti al lavoro dei giovani tra i 20 e 29 anni, condotta dall'Osservatorio provinciale del Mercato del lavoro, conferma l'evidenza che questa fascia di giovani abbia risentito più della media del generale calo degli avviamenti. In particolare questi giovani hanno minori probabilità della media di essere avviati con contratti a tempo indeterminato, maggiori probabilità di essere avviati con contratti di somministrazione lavoro, ottengono contratti a tempo determinato di durata inferiore alla media e hanno risentito anche di una consistente riduzione degli avviamenti con contratto di apprendistato, il loro contratto di elezione Il sistema formativo del territorio Per quanto riguarda l’offerta scolastica e di formazione rivolta ai giovani dell’area va considerata la presenza di un centro di formazione professionale (CNOS/FAP) a San Benigno, sul quale convergono giovani provenienti da buona parte del Canavese. Va inoltre evidenziato come la presenza a Settimo di due scuole superiori “8 marzo”, “G. Ferraris” e del C.S.F. ENAIP, renda la Città punto catalizzatore dei giovani dell’area, che frequentando gli istituti e che sono potenzialmente portatori di bisogni. D’altro canto però, si rileva come i giovani di Settimo e del bacino di riferimento del progetto, gravitino su un territorio che va oltre i confini del sub PLG, attratti dalla “grande Città” e dalle opportunità che offre loro. Il tessuto sociale e associativo Sul territorio di Settimo sono presenti numerose associazioni giovanili e gruppi informali che in questi anni hanno partecipato attivamente alle proposte della Città (Volumi Urbani, Futura, Festa dell'Europa, laboratori di progettazione, residenziali estivi..) e sono stati promotori e gestori di iniziative e proposte progettuali (progetti L16.gruppi informali, iniziative locali, scambi internazionali, feste in piazza, dj contest, laboratori ...); numerosi sono inoltre i giovani che in questi anni hanno usufruito dei servizi a loro rivolti (Informagiovani, servizi di orientamento scolastico e lavorativo). A Volpiano è presente un forum giovanile, con funzioni di collegamento e confronto tra giovani e Amministrazione comunale, sono state realizzati diverse iniziative tra le quali “Clubhouse”, progetto di prevenzione del disagio giovanile, dal 2000 è presente uno spazio d’ascolto per adolescenti ed è attiva una scuola di teatro “Orme in viaggio” rivolta ad adolescenti e giovani, un gruppo di ex allievi hanno intrapreso un percorso per diventare un'associazione giovanile. A San Benigno invece, le iniziative sul territorio sono principalmente sviluppate dal centro giovanile Don Bosco con contributo del comune e riguardano l'approfondimento della tematica dell'affettività, la conoscenza dell'altro e la collaborazione di gruppo; l'integrazione multiculturale; la prevenzione all'uso delle droghe. Le priorità sono quelle di far sentire i giovani inseriti in un ambiente che privilegia ed è attento alle problematiche giovanili, cercando di evitare che stazionino sulle piazze con il rischo di devianze sempre in agguato. Sul territorio di Leinì sono presenti numerose associazioni che coinvolgono i giovani del territorio, esistono inoltre diversi gruppi informali attivi che hanno realizzato in questi ultimi due anni iniziative (anche finanziate con L.R 16/95) rivolte alla Città e hanno partecipato ai progetti Volumi Urbani e Futura. Le fonti utilizzate per descrivere il contesto territoriale sono: - Banca Dati Demografica Evolutiva Regionale - Report “Faber PLG Settimo T.se – Giovani e Lavoro: istruzioni per l’uso” - Documenti programmatici della Città di Settimo Torinese Indicare inoltre: n. di giovani compresi tra i 15-19 anni, tra i 20-25 anni, tra i 26-29 anni. 12 Giovani 15-19 Giovani 20-25 Giovani 26-29 Totale giovani Settimo Torinese 2136 2612 2057 6805 Leini 690 898 765 2353 San Benigno 227 317 247 791 Volpiano 681 882 721 2284 3 - DESCRIZIONE OPERATIVA Per ogni azione prescelta fra quelle indicate nel documento “Piano Locale Giovani Provinciale fondi 2010: linee di indirizzo generali per la progettazione” approvato con Deliberazione della Giunta Provinciale n. 17– 336/2011 del 18 gennaio 2011 e al punto 2 del documento “Piano Locale Giovani Provinciale – fondi 2010: criteri per la progettazione operativa e istruzioni rivolte agli enti referenti della progettazione locale per la richiesta di contributi” e di seguito riportate, replicare i paragrafi dal punto a) al punto f). Azione 0 – Il Coordinamento generale Azione 1-La partecipazione Azione 2-Verso l’autonomia personale Azione 3-Sviluppare identità Azione 4-Sostenere l’esistente Azione 5-Rafforzare i sistemi locali In continuità con gli obiettivi perseguiti e le attività realizzate per raggiungerli nelle due annualità precedenti, di seguito il sistema di attività previsto per il raggiungimento degli obiettivi che il sub PLG si è posto per la terza annualità. La nuova collocazione del Servizio Informagiovani di Settimo, punto di riferimento e snodo delle attività del sub PLG, presso “Archimede” la nuova biblioteca civica multimediale della Città, ha dato un ulteriore impulso alle azioni messe in campo e alle modalità di coinvolgimento dei giovani e dei cittadini. Archimede è un nuovo punto di aggregazione importante con 6.000 m², distribuiti su tre piani con terrazzo coperto per attività all’aperto, 55 postazioni Internet, una moderna sala conferenze e un bar a disposizione degli utenti. Inoltre Archimede è il polo di area per la zona nord-est del Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana (SBAM), tra i diciannove comuni che coordina sono compresi i comuni del sub PLG, elemento che va a consolidare e rafforzare il ruolo della Città di Settimo nel coordinamento delle attività del sub PLG. Per le motivazioni esplicitate successivamente nell’identificazione dei problemi di ogni singola azione, diventa irrinunciabile che il sub PLG continui a configurarsi come un sistema di interventi integrato e concertato orientato a promuovere opportunità e percorsi per i giovani e a sostenerli nel percorso individuale collettivo orientato all’autonomia, alla consapevolezza e alla cittadinanza responsabile. Il know how, le esperienze di questi anni, le relative riflessioni, i tanti incontri con adolescenti e giovani, il tempo trascorso con loro, l’ascolto, le letture, le informazioni, le osservazioni della realtà e del nostro territorio, le collaborazioni con tanti soggetti ci hanno portato ad individuare una serie di ipotesi rispetto alle politiche che il sub PLG dovrà innescare, che dovranno essere: • politiche di sviluppo di piena cittadinanza e quindi politiche di promozione di diritti legati all’accesso (alle competenze, ai diritti di cittadinanza, alla casa, al lavoro, alle professioni, ecc), con dei percorsi esplicitati, possibili e chiari, in una logica di pari opportunità rivolte a tutti, portate a conoscenza con azioni e servizi di informazione e comunicazione con il mondo giovanile; • strutturate come politiche capaci di elaborare modalità per aprire canali comunicativi e di legittimazione tra mondo giovanile e mondo degli adulti (decisori politici, imprese, formazione, terzo settore…) • in grado di cogliere la sfida dell’oggi e cioè di pensare a città/comunità locali più a misura di giovani, con spazi di partecipazione e di aggregazione come qualcosa di “normale”, città dove le persone si possano incontrare, ricostruendo legami sociali in un momento segnato da frammentazione, individualismo, intolleranza. 13 • a forte valenza animativa/educativa e di acquisizione di competenze2 ed orientativa, dove queste finalità sono declinate anche nei vari interventi e non solo in azioni e/o Servizi ad hoc, con la presenza di operatori specializzati in questo tipo di lavoro; • in grado di generare risorse (quindi vero investimento per lo sviluppo e non solo spesa pubblica), con un effetto moltiplicatore rispetto anche al capitale sociale prodotto; • che sappiano considerare differenze di genere, di età (16enni e 30enni) e, soprattutto, che individuino e si rivolgano a dei “target” specifici di giovani, partendo dalla considerazione che le azioni non possono essere universali (per tutti i giovani); • che sappiano incidere su spazi e tempi dei giovani, ad es. ricercando alleanze tra Scuola e Extrascuola, tra formazione, innovazione e sviluppo locale, affiancando la didattica con occasioni sperimentali, rendendo più vivo l’insegnamento e quindi che si inseriscano anche nei circuiti di creazione della ricchezza e del valore dei territori, generando anche risorse (non solo interventi di marginalità legati alla spesa sociale, ma azioni di creazione di valore sociale ed economico); • capaci di valorizzare i giovani e le competenze, al creatività e l’innovazione di cui sono portatori come volano di sviluppo locale • pensate come “inclusive” nel mobilitare le risorse giovanili nel ri-pensare la città del presente e del futuro (processi di partecipazione partecipata nel ridefinire gli spazi della città che cambia) Per questi motivi diventa irrinunciabile che il sub PLG si configuri come un sistema di interventi integrato e concertato orientato a promuovere opportunità e percorsi per i giovani e a sostenerli nel percorso individuale collettivo orientato all’autonomia, alla consapevolezza e alla cittadinanza responsabile. Le politiche giovanili innescate dal PLG si dovranno, pertanto, continuare a caratterizzarsi quindi sempre più come le politiche delle opportunità a favore delle giovani generazioni e dovranno sempre più essere politiche plurali (non monolitiche) e multidimensionali, politiche delle opportunità capaci di connettere la dimensione sociale con quella culturale , progetti formativi e percorsi orientativi, progettualità educative con iniziative di prevenzione, la dimensione informativa con quella aggregativa. 2 Ci si riferisce ad un modello promozionale fondato sull’educazione come stimolo creativo di crescita ed alimentazione generativa nella reciprocità, volendo rimettere al centro l’educazione come proposta sociale permanente e valida per tutte le generazioni, obiettivo su cui la politica deve investire con maggior determinazione (v. L. Regoliosi, P. Bisesti, A. Terzi: “Giovani possibili”, La Meridiana, Molfetta, 2006, pag. 134). 14 Azione 1 – La Partecipazione a) ANALISI DEL PROBLEMA Identificare in maniera chiara e sintetica i problemi che il progetto intende affrontare, intesi come situazioni concrete, attuali e negative, mettendone in luce le cause. Evitare di descrivere il problema in termini di “mancanza di”, poiché questo prefigura già una possibile soluzione. Spiegare brevemente come è stato individuato il problema. In che modo oggi è possibile costruire relazioni con i giovani delle nostre Città utili ad immaginare e costruire lo sviluppo delle stesse? Esistono oggi delle opportunità riconosciute e riconoscibili affinché i giovani, singolarmente o in gruppo, possano offrire il loro contributo attraverso la messa in gioco delle loro competenze e proposte? In che modo le Città, con il loro abituale “modo di funzionare” riescono ad essere permeabili e ricettive alle proposte provenienti dal mondo giovanile? I giovani riconoscono le nostre Città come possibili ambiti in cui “spendersi” perché esiste la concreta possibilità “di fare, imparare, realizzarsi”? Esiste un problema culturale, rispetto al quale è necessario un cambio di prospettiva: rinunciare ad occuparsi dei “giovani in quanto problema“ o dei “problemi dei giovani”, per adoperarsi ad accompagnare i giovani ad includersi e ad inter-agire nelle e con le comunità, per portare avanti la loro idea di futuro e sviluppo. una comunità che faticano ancora a riconoscere e legittimare il bisogno dei giovani che transitano verso l'età adulta, ad imparare ad occuparsi della comunità, comunità che ancora poco esplorano le possibili risposte alla domanda “intorno a quali interessi, competenze e problemi i giovani sono disponibili ed interessati a fare qualcosa di utile per se e per gli altri” . b) SOGGETTI BENEFICIARI DELLE ATTIVITÀ Indicare l’età e la tipologia ed il numero dei giovani coinvolti. Giovani tra i 15 e i 19 anni Gruppi giovanili informali Gruppi giovanili strutturati Giovani provenienti da Associazioni territoriali Studenti degli I.I.S. Utenti degli Informagiovani presenti nei Comuni del bacino. 15 c) OBIETTIVI SPECIFICI Descrivere le finalità e gli obiettivi specifici, verificando l’attinenza con i problemi descritti. • • • • • • • • Attivare e strutturare modalità di dialogo, scambio e confronto fra la Città e i giovani sugli ambiti di progettazione del PLG. Costruire occasioni, luoghi, processi in cui i giovani possono esercitare o apprendere cittadinanza attraverso la partecipazione diretta ai processi decisionali Promuovere e sostenere l’entrata dei giovani nelle vita sociale e amministrativa del proprio territorio sostenere e facilitare il formarsi di aggregazioni giovanili sia formali che informali; Promuovere la partecipazione degli adolescenti e dei giovani alla vita comunitaria Offrire un’opportunità di cittadinanza attiva concepita come fare concreto ed orientato all’assunzione di responsabilità verso l’ambiente di vita Accompagnare gli adolescenti e i giovani nell’acquisizione di capacità operative, organizzative e comunicative Sostenere l’incontro tra i giovani e il mondo adulto e la comunità locale attraverso attività che conducano a realizzazioni concrete e socialmente riconosciute Sperimentare e promuovere esperienze di cittadinanza attiva capaci di educare a una nuova visione della politica come “polis”, come cittadinanza, come luogo in cui si sta d) COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI Descrivere le attività specifiche finalizzate al raggiungimento degli obiettivi su indicati. Quantificare le realizzazioni delle diverse attività (es. n. 3 seminari, n. 10 percorsi formativi ) 1) IO VOLO 1.1Attivazione di strategia confronto/ascolto e co-progettazione con i giovani del territorio sui temi dell’azione sociale, dell’impegno civico e della progettazione del futuro 1.2 Attivazione di una articolata strategia di presentazione del progetto e di incontro con i giovani del territorio, finalizzata a raccogliere adesioni, e manifestazioni di interesse da parte del mondo giovanile 1.3 Realizzazione di un percorso di formazione tecnica e motivazionale finalizzato all’acquisizione di competenze funzionali alla sperimentazione dell’azione progettuale 1.4 Sperimentazione del progetto declinato in esperienze collettive di servizio e azione sociale commisurate all’età e all’autonomia del giovane accompagnato da opportuno tutoraggio 2) LABORATORIO GIOVANI/CITTÀ 2.1. Consolidamento dei tavoli e laboratori tematici attraverso i quali gruppi di giovani del territorio si rapportano con le istituzioni, definiscono progettualità integrate e si raccordano e indirizzano le politiche delle Città 2.2. Consolidamento di un percorso finalizzato all’elaborazione di un cantiere/laboratorio che assuma la fisionomia di un forum/tavolo dei giovani (workshop, soggiorno residenziale, evento di presentazione, workshop tematici…) 2.3 Attivazione di un percorso nelle scuole e sul territorio per promuovere percorsi di cittadinanza, partecipazione e legalità 3) Attivazione del Pass Giovani, carnet di opportunità e iniziative Attivazione del percorso progettuale che porterà alla definizione del Pass Giovani. Si tratta di una tessera per tutti i ragazzi e le ragazze tra i 16 e 18 anni, che nasce dall'esigenza e dalla volontà di coinvolgere i giovani nella vita sociale della propria Città per sviluppare appartenenza. Consiste nell'offrire ai giovani coinvolti una rosa di iniziative ed opportunità per permettere loro di fare esperienze di socialità, superando la logica del solo “uso e consumo” di iniziative, attraverso la possibilità che siano i giovani stessi a comporre il “carnet” delle opportunità. e) CRONOPROGRAMMA AZIONE ATTIVITA’ TEMPISTICA Giug no Lugli o Ago sto Sett emb Otto bre Nov emb Dice mbre 16 re re IO VOLO LABORATORIO GIOVANI/CITTÀ Attivazione del Pass Giovani f) MODALITÀ D’ESECUZIONE o Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività - Operatori e animatori competenti nella gestione di tavoli di concertazione e progettazione partecipata, - Gli operatori territoriali e animatori socio-culturali dei territori con compiti di aggancio e accompagnamento dei giovani, di supporto, accompagnamento e consulenza dei soggetti coinvolti nella realizzazione delle singole attività, - Gli operatori Informagiovani dei territori, con compito di informazione e promozione del sub PLG nel suo complesso e delle singole fasi, avranno inoltre il compito di attivare iniziative informative legate ai temi dell'autonomia. - I formatori, con compito di fornire spunti di riflessione a giovani e adulti sulle tematiche oggetto del sub PLG. - Giovani consulenti grafici per lo sviluppo della strategia comunicativa del sub PLG. o Sostenibilità economico/finanziaria del progetto il processo del sub PLG dell'area di Settimo Torinese si inserisce in un sistema coordinato di interventi di politiche non solo giovanili, ma di reale sviluppo della comunità locale. In questa ottica la sostenibiltà economica/finanziaria è garantita dai servizi rivolti ai giovani già presenti nell'area e dai capitoli di spesa dedicati al sub PLG. o Incidenza del co-finanziamento locale sul costo totale del Progetto Il co-finanziamento complessivamente su tutto il Piano LOCALE GIOVANI (comprendendo quindi tutte le Azioni 0, 1, 2 e 4) corrisponderà ad almeno il 10% del costo totale del progetto, garantito dal Comune capofila o Modalità di coinvolgimento attivo dei giovani nella gestione del progetto I giovani sono coinvolti fin dall'inizio del processo, facilitandone la partecipazione attiva al laboratorio giovani e città, ai tavoli tematici, ai laboratori nuclei del costituendo tavolo giovani. Il tavolo risulta essere uno degli spazi di confronto e elaborazione della progettazione specifica delle attività del sub PLG. o Metodo di lavoro Animazione territoriale: la modalità dell’animazione può essere la strategia adeguata per garantire l’apertura e il mantenimento di canali di comunicazione significativi con i giovani in modo strutturato ed ad attivare un percorso orientato a scoprire linguaggi e sogni creativi e far emergere la loro valutazione e percezione dei problemi e delle soluzioni possibili per dare concretezza all’idea di fondo dei giovani come una “risorsa sociale" e non solo come un “problema sociale”; Tutoraggio: l’esigenza di autonomia non si esaurisce con l’offerta di attività da auto-organizzare né l’esigenza di costruzione dell’identità si esaurisce con esperienze di protagonismo, seppur importanti. Con questa direzione strategica i soggetti titolari del progetto intendono mettere le basi per azioni di supporto ai processi di crescita dei giovani, sia sotto il profilo del contatto sia sotto quello dell’osservazione; Consulenza: strettamente correlata alla precedente è l’area dell’impegno in riferimento ai bisogni di crescita metodologica, organizzativa e gestionale dei gruppi di giovani. Nei gruppi giovanili si mantiene costante l’esigenza di essere sostenuti nello sviluppo e per uscire dal rischio di costruire circuiti viziosi, implosivi e auto-referenziali. Una prospettiva strategica del Progetto è individuata nella messa a disposizione di supporti consulenziali ai gruppi di giovani a partire da una richiesta che questi devono esprimere, presentando necessità e bisogni concreti ai quali la consulenza può offrire spunti e chiavi di lettura nuove; Formazione: la strategia formativa, al di fuori di logiche di tipo prescrittive e “chiuse” (nel senso di logiche che saturano le domande formative), può tradursi, opportunamente, in un processo per 17 definire nuovi significati, nuove rappresentazioni, una nuova modalità d leggere il territorio e il proprio gruppo Out-reach : Nel processo, si riconoscono e si applicano i principi dell’out-reach, che ribaltano l'immagine stereotipata di una Amministrazione pubblica che dispensa servizi e informazioni in modo burocratico, in giorni e orari prestabiliti, in spazi in cui i cittadini e le cittadine generalmente fanno fatica ad ottenere ciò che è loro necessario: infatti, nell'approccio dell'out-reach non è il/la cittadino/a che si muove verso lo sportello, ma l'istituzione a muoversi verso il/la cittadino/a, con un profondo cambiamento nel modo di lavorare a livello tanto organizzativo quanto culturale, laddove l'obiettivo diventa non tanto la soddisfazione di una richiesta formulata dal cittadino/utente del servizio, quanto l'individuazione e l'attivazione di una domanda latente che, non necessariamente, arriverebbe ad essere esplicitata presso la sede istituzionale formale. La metodologia di out-reach si fonda su incontri collettivi mirati a conoscere la percezione del problema da parte di un gruppo omogeneo di cittadini/e (ad esempio i componenti di un comitato di quartiere, gli abitanti di un condomino, gli anziani frequentatori di un centro sociale, gli operatori dei servizi sociali ecc.) che vengono invitati a riunirsi in una sede da loro prescelta per partecipare ad una sorta di “intervista collettiva”, dove, oltre a seguire una traccia molto aperta di intervista in cui la conversazione perlopiù si indirizza verso gli aspetti ritenuti da quegli stessi attori prioritari, vengono assunte alcune informazioni fondamentali per la conoscenza del contesto sociale in cui si opera, prima fra tutti l'esistenza di altri soggetti rilevanti da coinvolgere. Questo approccio è coerente con la riforma dello stato sociale e del cosiddetto principio della sussidiarietà, che sta spostando il baricentro delle politiche sociali verso l’utenza, a cui si chiede un coinvolgimento più diretto e partecipato, sia nell’espressione delle sue esigenze che nell’individuazione di possibili soluzioni. Sostegno e sviluppo di forme di organizzazione di comunità : si tratta di attivare risorse tali da consentire alla popolazione locale di affrontare le questioni cruciali del vivere il e nel proprio territorio, trovando modalità concrete di espressione e sostegno ai propri interessi e desideri. Un’efficace organizzazione di comunità, attraverso forme specifiche (gruppi, associazioni, comitati, partnership), consente la partecipazione e la realizzazione di interventi progettuali. Si perseguono in tal senso strategie di costruzione delle condizioni per lo sviluppo di una comunità competente, in grado di riconoscere i propri bisogni e adottare le modalità di risposta adeguate. Si tratta di sviluppare i fattori di empowerment che consentono a una comunità di agire intenzionalmente nei confronti dei propri bisogni (percepiti, compresi, analizzati) e attorno a questi progettare azioni di contrasto delle problematiche e di sviluppo delle risorse. La progettazione partecipata : l’ orizzonte all'interno del quale questo impianto progettuale si colloca è rappresentato dal superamento della logica della razionalità assoluta, a favore di una visione che assume la complessità, l'incertezza e l'imprevedibilità come aspetti costitutivi della realtà. La preoccupazione fondamentale del progettista o meglio dei soggetti che agiscono la progettazione all’interno di questo modello è il come giungere a una definizione il più possibile condivisa del problema e delle strategie da utilizzare per affrontarlo, attraverso la collaborazione degli attori interessati o potenzialmente tali. Contestualmente alla lettura dei problemi in campo si attiva dunque la mappatura dei "soggetti" coinvolti, cioè interessati: rispetto al loro esistere e alle loro conseguenze, rispetto alle possibile soluzioni, rispetto agli strumenti e alle azioni attivabili. Ogni soggetto viene dunque invitato a "giocare", a prender parte al processo di progettazione e alle decisioni che lo compongono. Nessun interesse o posizione rispetto al problema viene intesa come prioritaria, mentre i rapporti di potere tra i soggetti vengono lasciati a latere. Tale modello si adatta alle situazioni in cui i problemi, lontani dall'essere pensati in termini tecnici, risultano affrontabili attraverso l'attivazione di persone, gruppi e comunità. E la risposta ai problemi non è affidata alla supposta capacità di un esperto, ma invece diffusa e condivisa. A sua volta il cambiamento non viene pensato in termini deterministici e lineari ma sistemici e complessi. 18 Azione 2– Verso l'autonomia personale a) ANALISI DEL PROBLEMA Identificare in maniera chiara e sintetica i problemi che il progetto intende affrontare, intesi come situazioni concrete, attuali e negative, mettendone in luce le cause. Evitare di descrivere il problema in termini di “mancanza di”, poiché questo prefigura già una possibile soluzione. Spiegare brevemente come è stato individuato il problema. Le indagini sociali degli ultimi anni hanno evidenziato che la maggior parte dei giovani vive con disagio il passaggio all’età adulta, rimandando sempre più avanti negli anni l’assunzione di responsabilità. Spesso i giovani si limitano ad investire sul solo presente, rinunciando almeno in parte , a progettare percorsi futuri. Esistono fattori che contribuiscono a rendere vago e incerto il domani, quali il prolungamento dei percorsi formativi, la poca disponibilità del mercato del lavoro ad agevolare nuovi ingressi, lo scarso orientamento del welfare a favorire la formazioni di nuovi nuclei familiari. In questa direzione risulta prioritaria la necessità di sostenere politiche e sperimentazioni che sostengano i giovani nell’accesso alla casa e al lavoro. I giovani e ancor più gli adolescenti, sono attori in formazione che sperimentano più degli adulti le ambivalenze delle recenti trasformazioni sociali: essi sono “figli delle libertà” (mai si è stati così liberi nella storia dell'umanità), sono nel pieno delle potenzialità auto-espressive, eppure sono anche vittime di uno scenario che li rende fragili ed esclusi. Infatti esiste in primo luogo una grossa difficoltà a dare direzione e senso coerente al proprio agire, cioè a mettere a fuoco che cosa è importante per la propria vita; costruirsi un identità è per le giovani generazioni diventata una questione assillante e problematica. La destrutturazione dei modelli di riferimento, la pluralizzazione e la frammentazione delle possibilità e delle esperienze rappresentano risorse per uno sviluppo di sé pare più libero e consapevole, ma implicano la necessità di sviluppare notevoli capacità riflessive: essere in grado di fermarsi per ripensarsi e riuscire a riorganizzare e distinguere i numerosi eventi della propria vita diventa decisivo ma non sempre si sa fare; in 19 secondo luogo esiste una difficoltà a tradurre i propri desideri in obiettivi verosimili da collocare in relazione alle proprie capacità (presenti e future) e nelle opportunità sociali e di contesto presenti, una difficoltà dunque di realizzare i propri progetti di vita concreti. Sapersi orientare, trovare strade percorribili e scommettere su di sé nell'ottica di vivere una vita ricca di senso non è facile in un contesto complesso e instabile come sono oggi le nostre comunità. b) SOGGETTI BENEFICIARI DELLE ATTIVITÀ Indicare l’età e la tipologia ed il numero dei giovani coinvolti. Giovani fra i 17 e i 29 anni in generale e in particolare i giovani iscritti o inseriti in percorsi dei seguenti attori territoriali: - Centro per l'Impiego - Scuole superiori del bacino - Agenzie di formazione professionale - Aziende del territorio - Associazioni di categoria c) OBIETTIVI SPECIFICI Descrivere le finalità e gli obiettivi specifici, verificando l’attinenza con i problemi descritti. • Sostenere con esperienze formative e forme sperimentali di accompagnamento al lavoro l’accesso da parte di giovani all’esercizio del diritto al lavoro • Attivare prassi sperimentali in cui la creatività giovanile, e le competenze che questa si porta dietro (in termini di saper fare e di innovazione) diventano, opportunamente sostenute, pre-requisiti per l’accesso al mondo del lavoro • Promuovere l’integrazione fra servizi e politiche diverse (lavoro, formazione, giovani) e fra soggetti diversi che si occupano di tali ambiti. d) COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI Descrivere le attività specifiche finalizzate al raggiungimento degli obiettivi su indicati. Quantificare le realizzazioni delle diverse attività (es. n. 3 seminari, n. 10 percorsi formativi ) Faber - Verso il lavoro Il progetto si svilupperà secondo tre fasi fondamentali e parallele: - Gestione del sistema di connessioni attivato con i soggetti istituzionali e privati deputati alla gestione delle politiche di sviluppo e occupabilità - Gestione di un sistema di consulenza, formazione e sostegno ad eventuali tirocini lavorativi funzionale a sostenere l’accesso al modo del lavoro - Realizzazione di workshop e percorsi formativi finalizzati all’accesso di competenze (tecniche, organizzative, relazionali) funzionali all’elaborazione di un progetto di autonomia A seguito dell’esperienza condotta nella prime due annualità del progetto e del processo di concertazione territoriale avvenuto in coerenza con la metodologia del PLG, per il futuro si intende portare avanti la strategia di sistema sul tema dell’occupabilità e dell’accompagnamento dei giovani nel loro percorso di accesso al lavoro presidiando i seguenti filoni progettuali: 1. Consolidamento e sviluppo del tavolo di raccordo con le politiche del lavoro e di sviluppo delle Città (che ha come snodi accanto all’assessorato alle Politiche per i Giovani, l’Assessorato alle Politiche per il lavoro, Centro per l’Impiego, Associazioni di categoria, Istituzioni scolastiche e agenzie formative…..) 2. Attivazione, nell’ambito delle attività di coordinamento e integrazione con le politiche del lavoro della Città, di una gestione integrata degli interventi e delle progettualità che hanno come oggetto l’occupabilità dei giovani (Es. Azioni di contrasto alla crisi del mercato del lavoro locale, Attivazione dello sportello delle opportunità…..) 3. Attivazione occasioni di incontro, confronto e apprendimento con testimoni privilegiati (imprenditori e aziende, artigiani, esperti di responsabili selezione del personale, etc..) per supportare il processo di scelta e la transizione al mondo del lavoro 4. Attivazione di un percorso di formazione (laboratorio dei talenti) orientativa rivolto a giovani fra i 17-25 anni, finalizzato a sostenere i giovani nel percorso di costruzione e definizione del proprio progetto professionale. 5. Predisposizione di un percorso di sostegno all’attivazione di tirocini formativi e borse lavoro presso realtà imprenditoriali del territorio finalizzati all’acquisizione di competenze specifiche spendibili sul mercato del lavoro. 20 6. Attivazione di laboratori formativi finalizzati a promuovere la centralità delle competenze creative nel percorso di accesso al lavoro e di autonomia personale in coerenza con la 'Strategia di Lisbona', con il 'Patto per la Gioventù' e con la recente Agenda 2020 che definiscono come prioritaria la messa in campo, in ambiti diversi, di interventi a supporto dell'istruzione/formazione finalizzata al rafforzamento della creatività e dell'innovazione. e) CRONOPROGRAMMA AZIONE ATTIVITA’ TEMPISTICA Giu Lug Ago Set. Ott. Nov. Dic. sistema di connessioni un sistema di consulenza, formazione e sostegno ad eventuali tirocini lavorativi workshop e percorsi formativi f) MODALITÀ D’ESECUZIONE o Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività - Operatori e animatori competenti nella gestione di tavoli di concertazione e progettazione partecipata, - Gli operatori territoriali e animatori socio-culturali dei territori con compiti di aggancio e accompagnamento dei giovani, di supporto, accompagnamento e consulenza dei soggetti coinvolti nella realizzazione delle singole attività, - Gli operatori Informagiovani dei territori, con compito di informazione e promozione del sub PLG nel suo complesso e delle singole fasi, avranno inoltre il compito di attivare iniziative informative legate ai temi dell'autonomia. - I formatori, con compito di fornire spunti di riflessione a giovani e adulti sulle tematiche oggetto del sub PLG. - Giovani consulenti grafici per lo sviluppo della strategia comunicativa del sub PLG. o Sostenibilità economico/finanziaria del progetto il processo del sub PLG dell'area di Settimo Torinese si inserisce in un sistema coordinato di interventi di politiche non solo giovanili, ma di reale sviluppo della comunità locale. In questa ottica la sostenibiltà economica/finanziaria è garantita dai servizi rivolti ai giovani già presenti nell'area e dai capitoli di spesa dedicati al sub PLG. o Incidenza del co-finanziamento locale sul costo totale del Progetto Il co-finanziamento complessivamente su tutto il Piano LOCALE GIOVANI (comprendendo quindi tutte le Azioni 0, 1, 2 e 4) corrisponderà ad almeno il 10% del costo totale del progetto, garantito dal Comune capofila o Modalità di coinvolgimento attivo dei giovani nella gestione del progetto I giovani sono coinvolti fin dall'inizio del processo, facilitandone la partecipazione attiva al laboratorio giovani e città, ai tavoli tematici, ai laboratori nuclei del costituendo tavolo giovani. Il tavolo risulta essere uno degli spazi di confronto e elaborazione della progettazione specifica delle attività del sub PLG. o Metodo di lavoro Animazione territoriale: la modalità dell’animazione può essere la strategia adeguata per garantire l’apertura e il mantenimento di canali di comunicazione significativi con i giovani in modo strutturato ed ad attivare un percorso orientato a scoprire linguaggi e sogni creativi e far emergere la loro valutazione e percezione dei problemi e delle soluzioni possibili per dare concretezza all’idea di fondo dei giovani come una “risorsa sociale" e non solo come un “problema sociale”; Tutoraggio: l’esigenza di autonomia non si esaurisce con l’offerta di attività da auto-organizzare né l’esigenza di costruzione dell’identità si esaurisce con esperienze di protagonismo, seppur importanti. Con questa direzione strategica i soggetti titolari del progetto intendono mettere le basi per azioni di supporto ai processi di crescita dei giovani, sia sotto il profilo del contatto sia sotto quello dell’osservazione; 21 Consulenza: strettamente correlata alla precedente è l’area dell’impegno in riferimento ai bisogni di crescita metodologica, organizzativa e gestionale dei gruppi di giovani. Nei gruppi giovanili si mantiene costante l’esigenza di essere sostenuti nello sviluppo e per uscire dal rischio di costruire circuiti viziosi, implosivi e auto-referenziali. Una prospettiva strategica del Progetto è individuata nella messa a disposizione di supporti consulenziali ai gruppi di giovani a partire da una richiesta che questi devono esprimere, presentando necessità e bisogni concreti ai quali la consulenza può offrire spunti e chiavi di lettura nuove; Formazione: la strategia formativa, al di fuori di logiche di tipo prescrittive e “chiuse” (nel senso di logiche che saturano le domande formative), può tradursi, opportunamente, in un processo per definire nuovi significati, nuove rappresentazioni, una nuova modalità d leggere il territorio e il proprio gruppo Out-reach : Nel processo, si riconoscono e si applicano i principi dell’out-reach, che ribaltano l'immagine stereotipata di una Amministrazione pubblica che dispensa servizi e informazioni in modo burocratico, in giorni e orari prestabiliti, in spazi in cui i cittadini e le cittadine generalmente fanno fatica ad ottenere ciò che è loro necessario: infatti, nell'approccio dell'out-reach non è il/la cittadino/a che si muove verso lo sportello, ma l'istituzione a muoversi verso il/la cittadino/a, con un profondo cambiamento nel modo di lavorare a livello tanto organizzativo quanto culturale, laddove l'obiettivo diventa non tanto la soddisfazione di una richiesta formulata dal cittadino/utente del servizio, quanto l'individuazione e l'attivazione di una domanda latente che, non necessariamente, arriverebbe ad essere esplicitata presso la sede istituzionale formale. La metodologia di out-reach si fonda su incontri collettivi mirati a conoscere la percezione del problema da parte di un gruppo omogeneo di cittadini/e (ad esempio i componenti di un comitato di quartiere, gli abitanti di un condomino, gli anziani frequentatori di un centro sociale, gli operatori dei servizi sociali ecc.) che vengono invitati a riunirsi in una sede da loro prescelta per partecipare ad una sorta di “intervista collettiva”, dove, oltre a seguire una traccia molto aperta di intervista in cui la conversazione perlopiù si indirizza verso gli aspetti ritenuti da quegli stessi attori prioritari, vengono assunte alcune informazioni fondamentali per la conoscenza del contesto sociale in cui si opera, prima fra tutti l'esistenza di altri soggetti rilevanti da coinvolgere. Questo approccio è coerente con la riforma dello stato sociale e del cosiddetto principio della sussidiarietà, che sta spostando il baricentro delle politiche sociali verso l’utenza, a cui si chiede un coinvolgimento più diretto e partecipato, sia nell’espressione delle sue esigenze che nell’individuazione di possibili soluzioni. Sostegno e sviluppo di forme di organizzazione di comunità : si tratta di attivare risorse tali da consentire alla popolazione locale di affrontare le questioni cruciali del vivere il e nel proprio territorio, trovando modalità concrete di espressione e sostegno ai propri interessi e desideri. Un’efficace organizzazione di comunità, attraverso forme specifiche (gruppi, associazioni, comitati, partnership), consente la partecipazione e la realizzazione di interventi progettuali. Si perseguono in tal senso strategie di costruzione delle condizioni per lo sviluppo di una comunità competente, in grado di riconoscere i propri bisogni e adottare le modalità di risposta adeguate. Si tratta di sviluppare i fattori di empowerment che consentono a una comunità di agire intenzionalmente nei confronti dei propri bisogni (percepiti, compresi, analizzati) e attorno a questi progettare azioni di contrasto delle problematiche e di sviluppo delle risorse. La progettazione partecipata : l’ orizzonte all'interno del quale questo impianto progettuale si colloca è rappresentato dal superamento della logica della razionalità assoluta, a favore di una visione che assume la complessità, l'incertezza e l'imprevedibilità come aspetti costitutivi della realtà. La preoccupazione fondamentale del progettista o meglio dei soggetti che agiscono la progettazione all’interno di questo modello è il come giungere a una definizione il più possibile condivisa del problema e delle strategie da utilizzare per affrontarlo, attraverso la collaborazione degli attori interessati o potenzialmente tali. Contestualmente alla lettura dei problemi in campo si attiva dunque la mappatura dei "soggetti" coinvolti, cioè interessati: rispetto al loro esistere e alle loro conseguenze, rispetto alle possibile soluzioni, rispetto agli strumenti e alle azioni attivabili. Ogni soggetto viene dunque invitato a "giocare", a prender parte al processo di progettazione e alle decisioni che lo compongono. Nessun interesse o posizione rispetto al problema viene intesa come prioritaria, mentre i rapporti di potere tra i soggetti vengono lasciati a latere. Tale modello si adatta alle situazioni in cui i problemi, lontani dall'essere pensati in termini tecnici, risultano affrontabili attraverso l'attivazione di persone, gruppi e comunità. E la risposta ai problemi non è affidata alla supposta capacità di un esperto, ma invece diffusa e condivisa. A sua volta il cambiamento non viene pensato in termini deterministici e lineari ma sistemici e complessi. 22 Azione 4 – Sostenere l'esistente a) ANALISI DEL PROBLEMA Identificare in maniera chiara e sintetica i problemi che il progetto intende affrontare, intesi come situazioni concrete, attuali e negative, mettendone in luce le cause. Evitare di descrivere il problema in termini di “mancanza di”, poiché questo prefigura già una possibile soluzione. Spiegare brevemente come è stato individuato il problema. L’informazione è potere nel senso che chi è informato “PUÒ”: può scegliere, può cogliere delle occasioni, può evitare degli sbagli, può rendere la sua vita migliore, può approfittare di tutto ciò che il “sistema” gli offre. Si tratta allora di favorire e promuovere l'accesso alle informazioni, avendo presente che il mondo giovanile non è una realtà omogenea, ma estremamente variegata con caratteristiche estremamente differenziate in funzione dell’età, del genere, delle condizioni sociali, culturali ed economiche. L’accesso alle informazioni presenta però diversi aspetti problematici: - la difficoltà a rendere visibili le opportunità presenti sul territorio per i giovani; - la fatica del mondo degli adulti a rendersi riconoscibili ed “appetibili” come interlocutori che hanno interesse a sviluppare relazioni con i giovani; - il dialogo spesso unidirezionale con il mondo giovanile: non sempre esiste una disponibilità all’ascolto attento da parte dell’adulto più propenso ad offrire le proprie rappresentazioni dei problemi e le possibili soluzioni; - la formalità, le regole delle “macchine amministrative” spesso non facilitano la comunicazione con la realtà giovanile, che chiede altre velocità , meccanismi e regole più flessibili di quanto spesso si è in grado di assicurare. 23 A supporto delle tesi appena espresse, due ricerche condotte tra il 2005 e il 2008 sul territorio piemontese (Giovani e Informazione, 2007; Molte Gioventù, nuovi Informagiovani, 2008) ci offrono alcuni dati di conoscenza sul rapporto giovani e informazione, sulle modalità, sui tempi di fruizione, sulle difficoltà che incontrano nel raggiungere le informazioni utili, su come vedono e interpretano i servizi Informativi sulle loro attese. Nel primo caso oltre un migliaio di giovani torinesi è stato coinvolto sul tema del rapporto con l’informazione, è stato poi raccolto il punto di vista anche di esperti, associazioni, organizzazioni sociali, professionisti della comunicazione; abbiamo così la possibilità di appoggiare la nostra progettazione a dati approfonditi e relativamente recenti e a un’elaborazione accurata e condivisa che ha tracciato piste di lavoro innovative. Nella ricerca “Molte gioventù, nuovi Informagiovani” ci si è rivolti a gruppi di giovani della Provincia di Cuneo e di altri comuni del Piemonte, escludendo Torino già molto indagata nel lavoro precedente, a operatori degli IG piemontesi, a rappresentanti delle cooperative e a esperti del settore. In questo caso l’obiettivo era maggiormente centrato sulla riprogettazione della funzione informativa dei servizi Informagiovani. Anche da questo lavoro sono emerse molte interessanti riflessioni e proposte per una innovazione dei Centri e strategie di sviluppo, che costituiscono un punto di riferimento importante per la realizzazione di azioni di mediazione informativa. Da entrambe emergono esiti che costituiscono un riferimento concettuale importante per la presente progettualità: I giovani oggi si trovano di fronte a due tipi di difficoltà: la mancanza di informazioni da un lato, l'abbondanza di informazioni dall'altro (ridondanza). Il 42,6% dei mille giovani torinesi intervistati telefonicamente nel 2005 dichiara che non riescono mai a trovare l'informazione quando serve, il 42,2% ritiene che per i giovani che vivono a Torino l'informazione non sia sufficiente, mentre il 25,4% dei giovani ritiene vi sia sovrabbondanza di informazione. Le informazioni cercate dai giovani presentano tre livelli: 1. informazioni connesse con la vita quotidiana (corsi di lingue, lavoretti salutari, viaggi studio, la scuola, per i più grandi ricerca del lavoro) 2. informazioni connesse allo sviluppo di capacità per raggiungere informazioni (reperire fonti affidabili 3. informazioni legate alla necessità di orientarsi, valutare, scegliere 4 Le nuove generazioni non presentano solo bisogni informativi, ma anche bisogni comunicativi, legati a bisogni soggettivi di protagonismo comunicativo; possono e vogliono essere produttori di informazione 5. Esprimono la necessità di trovare le informazioni nei luoghi dove vivono (casa, scuola, sede di lavoro, luoghi di aggregazione, locali…). Cercano le informazioni nei contesti formali e poi anche in quelli informali (stazioni ferroviarie, locali, luoghi di divertimento). A Internet accedono con un differente grado di maturità e consapevolezza a seconda che siano adolescenti o giovani adulti, alcuni hanno ancora difficoltà di accesso. Per i ragazzi lavoratori il momento in cui maggiormente possono informarsi è la sera, oppure il sabato e la domenica; per questo target quindi la rete è una grande risorsa. Radio e Tv in generale non sono ritenuti così affidabili. 6. Le modalità con le quali ricercano dell’informazione sono molto simili tra tutte le fasce d’età: prima si fanno un'idea tramite la consultazione di Internet o rivolgendosi alla cerchia famigliare, poi se è il caso fanno un passaggio con una fonte significativa; i pari sono un elemento imprescindibile, i giovani si confrontano sempre con i loro coetanei sugli argomenti di loro interesse o prima di fare una scelta. b) SOGGETTI BENEFICIARI DELLE ATTIVITÀ Indicare l’età e la tipologia ed il numero dei giovani coinvolti. Giovani tra i 15 e i 29 anni dell’area del sub PLG Beneficiari indiretti delle iniziative promosse saranno: le Associazioni del territorio, gli enti e soggetti privati del territorio del bacino c) OBIETTIVI SPECIFICI Descrivere le finalità e gli obiettivi specifici, verificando l’attinenza con i problemi descritti. • - Favorire l’utilizzo dei servizi e la partecipazione da parte dei giovani alle iniziative promosse dal territorio, attraverso la realizzazione di una campagna informativa capillare e trasversale alle singole realtà operanti • - Sperimentare nuove modalità e strumenti informativi e comunicativi in grado di favorire la socializzazione delle esperienze realizzate e delle opportunità a disposizione 24 d) COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI Descrivere le attività specifiche finalizzate al raggiungimento degli obiettivi su indicati. Quantificare le realizzazioni delle diverse attività (es. n. 3 seminari, n. 10 percorsi formativi ) Il lavoro di informazione generalista per i giovani abbraccia tutti i temi di loro interesse e può includere una vasta gamma di attività: informazione, consulenza, orientamento, sostegno, accoglienza e ascolto, accompagnamento e formazione, lavoro di rete e rinvio ai servizi specializzati. Queste attività possono e devono essere svolte dal servizio Informagiovani attraverso il contatto diretto con l’utenza o usando internet e gli altri media. L'azione coniuga i due aspetti fondamentali della funzione informativa (contatto diretto e on line), sia per quanto riguarda il reperimento delle informazioni, sia per la loro erogazione. Inoltre, la nuova collocazione dello sportello IG presso la sede della nuova Biblioteca comunale di Settimo, polo culturale e tecnologico della Città e del territorio del PLG, da un’ulteriore spinta all’innovazione e all’uso di linguaggi più attuali e vicini ai giovani. 1 «Laboratori/workshop informativi su tematiche di interesse specifico»: un evento al mese, in orario pre-serale o serale, organizzato secondo le modalità del talkshow: 4/5 esperti sul tema che coordinati da un moderatore si confrontano e interagiscono con i partecipanti; possibili punti di partenza libri o video sul tema. 2. Riprogettazione del flusso delle attività degli sportelli informativi territoriali attorno alla priorità di attivare una strategia integrata di accoglienza e accompagnamento dei giovani nella ricerca di opportunità formative e lavorative e nella definizione di più efficaci strategie di ricerca occupazionale, anche attraverso tirocini in impresa. 3 utilizzo del portale del PLG per comunicare e informare sulle attività dei tre sub PLG 4 Informagiovani 2.0 L’InformaGiovani di Settimo già da diversi anni è presente all’interno di social network utilizzati dai giovani, quali ad esempio facebook . partendo da alcune considerazioni in merito a questa «frequentazione» di rete che nascono le proposte di seguito illustrate. Potenziamento dello Sportello “virtuale”: facebook rappresenta l’interfaccia virtuale dell'IG. è il punto di incontro e contatto con i clienti finali, è lo strumento per socializzare, condividere esperienze, dare forma alla creatività e al talento giovanile. «Azioni informative» Informazioni sulle tematiche di interesse e sulle iniziative per i giovani promosse dalla Città e dal territorio del sub PLG. collaborazioni giornali studenteschi / creazione newsletter / opuscoli on line «Azioni animative» Lancio di iniziative virtuali – concorsi, dibattiti, sondaggi per animare la pagina e) CRONOPROGRAMMA AZIONE ATTIVITÀ TEMPISTICA Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu Lug Ago Sett Ott Nov Dic Il Coordinamento del PLG “Cabina di Regia” “Segreteria organizzativa” il monitoraggio e la valutazione Piano integrato di comunicazione Il sistema informativo rivolto ai Giovani del PLG «Laboratori/workshop informativi Riprogettazione del 25 flusso delle attività degli sportelli informativi portale del PLG Informagiovani 2.0 f) MODALITÀ D’ESECUZIONE o Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività - Operatori e animatori competenti nella gestione di tavoli di concertazione e progettazione partecipata, - Gli operatori territoriali e animatori socio-culturali dei territori con compiti di aggancio e accompagnamento dei giovani, di supporto, accompagnamento e consulenza dei soggetti coinvolti nella realizzazione delle singole attività, - Gli operatori Informagiovani dei territori, con compito di informazione e promozione del sub PLG nel suo complesso e delle singole fasi, avranno inoltre il compito di attivare iniziative informative legate ai temi dell'autonomia. - I formatori, con compito di fornire spunti di riflessione a giovani e adulti sulle tematiche oggetto del sub PLG. - Giovani consulenti grafici per lo sviluppo della strategia comunicativa del sub PLG. o Sostenibilità economico/finanziaria del progetto il processo del sub PLG dell'area di Settimo Torinese si inserisce in un sistema coordinato di interventi di politiche non solo giovanili, ma di reale sviluppo della comunità locale. In questa ottica la sostenibiltà economica/finanziaria è garantita dai servizi rivolti ai giovani già presenti nell'area e dai capitoli di spesa dedicati al sub PLG. o Incidenza del co-finanziamento locale sul costo totale del Progetto Il co-finanziamento complessivamente su tutto il Piano LOCALE GIOVANI (comprendendo quindi tutte le Azioni 0, 1, 2 e 4) corrisponderà ad almeno il 10% del costo totale del progetto, garantito dal Comune capofila o Modalità di coinvolgimento attivo dei giovani nella gestione del progetto i giovani sono coinvolti fin dall'inizio del processo, facilitandone la partecipazione attiva al laboratorio giovani e città, ai tavoli tematici, ai laboratori nuclei del costituendo tavolo giovani. Il tavolo risulta essere uno degli spazi di confronto e elaborazione della progettazione specifica delle attività del sub PLG. o Metodo di lavoro • Animazione territoriale: la modalità dell’animazione può essere la strategia adeguata per garantire l’apertura e il mantenimento di canali di comunicazione significativi con i giovani in modo strutturato ed ad attivare un percorso orientato a scoprire linguaggi e sogni creativi e far emergere la loro valutazione e percezione dei problemi e delle soluzioni possibili per dare concretezza all’idea di fondo dei giovani come una “risorsa sociale" e non solo come un “problema sociale”; • Tutoraggio: l’esigenza di autonomia non si esaurisce con l’offerta di attività da autoorganizzare né l’esigenza di costruzione dell’identità si esaurisce con esperienze di protagonismo, seppur importanti. Con questa direzione strategica i soggetti titolari del progetto intendono mettere le basi per azioni di supporto ai processi di crescita dei giovani, sia sotto il profilo del contatto sia sotto quello dell’osservazione; • Consulenza: strettamente correlata alla precedente è l’area dell’impegno in riferimento ai bisogni di crescita metodologica, organizzativa e gestionale dei gruppi di giovani. Nei gruppi giovanili si mantiene costante l’esigenza di essere sostenuti nello sviluppo e per uscire dal rischio di costruire circuiti viziosi, implosivi e auto-referenziali. Una prospettiva strategica del Progetto è individuata nella messa a disposizione di supporti consulenziali ai gruppi di giovani a partire da una richiesta che questi devono esprimere, presentando necessità e bisogni concreti ai quali la consulenza può offrire spunti e chiavi di lettura nuove; 26 • • • • Formazione: la strategia formativa, al di fuori di logiche di tipo prescrittive e “chiuse” (nel senso di logiche che saturano le domande formative), può tradursi, opportunamente, in un processo per definire nuovi significati, nuove rappresentazioni, una nuova modalità d leggere il territorio e il proprio gruppo Out-reach : Nel processo, si riconoscono e si applicano i principi dell’out-reach, che ribaltano l'immagine stereotipata di una Amministrazione pubblica che dispensa servizi e informazioni in modo burocratico, in giorni e orari prestabiliti, in spazi in cui i cittadini e le cittadine generalmente fanno fatica ad ottenere ciò che è loro necessario: infatti, nell'approccio dell'out-reach non è il/la cittadino/a che si muove verso lo sportello, ma l'istituzione a muoversi verso il/la cittadino/a, con un profondo cambiamento nel modo di lavorare a livello tanto organizzativo quanto culturale, laddove l'obiettivo diventa non tanto la soddisfazione di una richiesta formulata dal cittadino/utente del servizio, quanto l'individuazione e l'attivazione di una domanda latente che, non necessariamente, arriverebbe ad essere esplicitata presso la sede istituzionale formale. La metodologia di out-reach si fonda su incontri collettivi mirati a conoscere la percezione del problema da parte di un gruppo omogeneo di cittadini/e (ad esempio i componenti di un comitato di quartiere, gli abitanti di un condomino, gli anziani frequentatori di un centro sociale, gli operatori dei servizi sociali ecc.) che vengono invitati a riunirsi in una sede da loro prescelta per partecipare ad una sorta di “intervista collettiva”, dove, oltre a seguire una traccia molto aperta di intervista in cui la conversazione perlopiù si indirizza verso gli aspetti ritenuti da quegli stessi attori prioritari, vengono assunte alcune informazioni fondamentali per la conoscenza del contesto sociale in cui si opera, prima fra tutti l'esistenza di altri soggetti rilevanti da coinvolgere. Questo approccio è coerente con la riforma dello stato sociale e del cosiddetto principio della sussidiarietà, che sta spostando il baricentro delle politiche sociali verso l’utenza, a cui si chiede un coinvolgimento più diretto e partecipato, sia nell’espressione delle sue esigenze che nell’individuazione di possibili soluzioni. Sostegno e sviluppo di forme di organizzazione di comunità : si tratta di attivare risorse tali da consentire alla popolazione locale di affrontare le questioni cruciali del vivere il e nel proprio territorio, trovando modalità concrete di espressione e sostegno ai propri interessi e desideri. Un’efficace organizzazione di comunità, attraverso forme specifiche (gruppi, associazioni, comitati, partnership), consente la partecipazione e la realizzazione di interventi progettuali. Si perseguono in tal senso strategie di costruzione delle condizioni per lo sviluppo di una comunità competente, in grado di riconoscere i propri bisogni e adottare le modalità di risposta adeguate. Si tratta di sviluppare i fattori di empowerment che consentono a una comunità di agire intenzionalmente nei confronti dei propri bisogni (percepiti, compresi, analizzati) e attorno a questi progettare azioni di contrasto delle problematiche e di sviluppo delle risorse. La progettazione partecipata : l’ orizzonte all'interno del quale questo impianto progettuale si colloca è rappresentato dal superamento della logica della razionalità assoluta, a favore di una visione che assume la complessità, l'incertezza e l'imprevedibilità come aspetti costitutivi della realtà. La preoccupazione fondamentale del progettista o meglio dei soggetti che agiscono la progettazione all’interno di questo modello è il come giungere a una definizione il più possibile condivisa del problema e delle strategie da utilizzare per affrontarlo, attraverso la collaborazione degli attori interessati o potenzialmente tali. Contestualmente alla lettura dei problemi in campo si attiva dunque la mappatura dei "soggetti" coinvolti, cioè interessati: rispetto al loro esistere e alle loro conseguenze, rispetto alle possibile soluzioni, rispetto agli strumenti e alle azioni attivabili. Ogni soggetto viene dunque invitato a "giocare", a prender parte al processo di progettazione e alle decisioni che lo compongono. Nessun interesse o posizione rispetto al problema viene intesa come prioritaria, mentre i rapporti di potere tra i soggetti vengono lasciati a latere. Tale modello si adatta alle situazioni in cui i problemi, lontani dall'essere pensati in termini tecnici, risultano affrontabili attraverso l'attivazione di persone, gruppi e comunità. E la risposta ai problemi non è affidata alla supposta capacità di un esperto, ma invece diffusa e condivisa. A sua volta il cambiamento non viene pensato in termini deterministici e lineari ma sistemici e complessi. 27 4 - RISULTATI ATTESI E SOSTENIBILITA’ FUTURA DEL PROGETTO Quantificare i risultati attesi, evitando di indicare quali risultati le realizzazioni delle attività che verranno svolte (es.: numero di seminari o di tirocini). I risultati vanno intesi come conseguenze successive ed esterne al progetto, mentre le realizzazioni, intese come conseguenze immediate e programmabili delle diverse azioni, vanno indicate nel punto d) di ciascuna azione (es. gli occupati in seguito a un corso formativo sono “risultati”, mentre la realizzazione è data dal numero di allievi qualificati). Linee guida Risultati attesi Prospettiva futura - aumentare il numero di giovani convoti nelle attività del PLG; - aumentare il numero di giovani coinvolti nel tavolo di lavoro; - aumentare il numero di giovani coinvolti nelle Associazioni; - mobilitare le motivazioni e le energie degli altri soggetti attorno a ipotesi di lavoro condivise, trasformandole in assunzione di responsabilità, in agende di lavoro integrato • rendere permanenti le occasioni di confronto e progettazione negoziata tra giovani e adulti • far sì che il tavolo giovani, in maniera stabile e continuativa, sia lo spazio di dialogo e confronto con le Amministrazioni comunali e permetta ai giovani di incidere sulle politiche delle Città a loro rivolte Aumentare il sostegno ai percorsi di apprendimento del laboratorio mirati a •Costruire legami di riconoscimento e fiducia •Apprendere a vedere ed istituire Azione 2 connessioni Verso l’autonomia personale •Apprendere a leggere i processi territoriali e gli ambiti professionali •Apprendere a costruire “problemi condivisi” •Apprendere a riflettere sui processi • Portare a sistema il “contenitore” Faber; • Mettere a sistema le modalità di raccordoconle Politiche del Lavoro e i soggetti che se ne occupano Azione 1 La partecipazione 28 progettuali in cui si è implicati •Apprendere a sviluppare valore aggiunto territoriale (tessere relazioni, promuovere integrazioni, ecc. ..) Azione 4 Sostenere l’esistente - Messa in comune delle risorse a disposizione dei diversi attori coinvolti nel processo - Mantenere nel tempo la “Cabina di Regia” tra i tre sub PLG (Settimo, Moncalieri, Venaria Reale), per un confronto attivo tra le tre aree che permetta lo sviluppo di prassi e progetti innovativi orientati all’autonomia giovanile - rendere permanente il tavolo di lavoro tra adulti, luogo di confronto e progettazione comune per lo sviluppo locale nel suo complesso -Potenziare gli strumenti comunicativi e informativi; - aumentare i giovani coinvolti nelle attività di mediazione informativa • Rendere prassi il processo di lavoro del PLG • mediazione tra giovani e politici • partecipazione attiva al contesto socioeconomico del territorio 29