SCHEDA PER LA PROGETTAZIONE
(fondi regionali anno 2010 - attuazione interventi anno 2011)
SUB PIANO LOCALE GIOVANI DI SETTIMO TORINESE
AMBITO TERRITORIALIE DI RIFERIMENTO –
Comuni di: Settimo Torinese, Volpiano, Leinì, San Benigno Canavese
ENTE REFERENTE DELLA PROGETTAZIONE LOCALE:
SETTIMO TORINESE
PERIODO DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
DAL _1° gennaio 2011 AL 31 dicembre 2011
FUTURA:
nuove politiche per nuove cittadinanze
1 - BREVE DESCRIZIONE DEI PARTNERS E DI ALTRI SOGGETTI COINVOLTI NELLA
PROGETTAZIONE E/O REALIZZAZIONE DEL PROGETTO
Elenco partners
ENTI PUBBLICI
ASSOCIAZIONI
ALTRI
Comune di Volpiano
Terre Selvagge
C.S.F. ENAIP Errore.
L'autoriferimento non è
valido per un segnalibro.
Comune di Leinì
Agesci
C.N.O.S. FAP
San Benigno Canavese
Comune di San Benigno
GiOC
Fondazione Esperienze di
Cultura Metropolitana
C.I.S.S.P.
Parrocchia San Giuseppe
Artigiano
Cooperativa ORSO
ASL TO 4
Chiesa Santissima Trinità
Cooperativa Educazione e
Progetto
Centro per l'Impiego
Parrocchia Santa Maria
Cooperativa Animagiovane
I.I.S. "Ferrraris"
Parrocchia San Guglielmo
Abate
ANIMANDO SAS
I.I.S "8 Marzo"
Associazione Casartarc
Gruppo informale Forum
C.N.A.
Coopera UISP
CONFARTIGIANATO
ASCOM
CONFESERCENTI
SINDACATI – CGIL / CISL / UIL
ASSOCIAZIONE TOTO
Top 5
Centro Nuova Danza
Associazione Casa dei Popoli
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Indicare come stati trovati e coinvolti i partners, in modo da stabilire un’efficiente collaborazione al
Sub PLG, e come partecipano al progetto
I Comuni partner del progetto sono Volpiano, Leinì e San Benigno; condividono un lavoro iniziato
con il progetto “I Ragazzi del 2006”, proseguito, in particolare con Leinì, con la realizzazione del
progetto “Volumi Urbani” ai sensi della L.16/95 Piano 2005 e negli anni successivi con il progetto
“Futura” ai sensi della L.R.16/95 Piano 2007 e con le due annualità, tutt'ora in corso, del sub PLG.
Inoltre i soggetti coinvolti nei diversi step di attuazione delle azioni indicate oltre sono: il Consorzio
Intercomunale dei Servizi Socio-assistenziali dei Comuni di Settimo, Volpiano, Leinì e San
Benigno, ASL T0 4, il Centro per l’Impiego, le Associazioni, i Gruppi informali, Parrocchie, Scuole
Superiori, Agenzie formative, Associazioni di categoria, Sindacati, etc. presenti a Settimo Torinese
Volpiano, Leinì e San Benigno.
Baricentro del sub PLG sarà “Archimede”, sede della nuova biblioteca civica multimendiale di
Settimo torinese, ove è stato trasferito il sevizio Informagiovani della Città e polo di area per la
zona nord-est del Sistema Bibliotecario dell’Area Metropolitana (SBAM) che comprende i comuni
coinvolti nel sub PLG.
Prosegue il lavoro di Laboratorio Giovani/Città: esiste un gruppo informale di giovani (singoli,
appartenenti ad associazioni e gruppi) che si confrontano e dialogano con le Città, tra le prime
azioni nate da “IO CI STO E TU?” il bando “Cerchiamo Idealisti” rivolto ai giovani singoli o associati
dell'intero territorio e la partecipazione al workshop “Futura - Le Politiche Giovanili e il PLG,
opportunità e strategie” rivolto ai soggetti sociali del territorio del sub PLG del 24 novembre 2011.
Metodologia del gruppo di lavoro del Sub PLG
Il PLG prevede tre differenti livelli di integrazione e collaborazione alla definizione e realizzazione
delle attività:
il livello intracomunale per ciascun Comune aderente al PLG; ciascun Comune ha al suo
interno specifiche e proprie modalità di coordinamento
fra i diversi attori che
tradizionalmente sono attivi nelle politiche giovanili; si tratta di associazioni, gruppi, enti che
hanno maturato negli anni una specifica conoscenza della realtà locale ed esperienze
specifiche, di cui è assolutamente necessario tener conto affinché il PLG vada in continuità
rafforzando ed ampliando quanto già realizzato in questi anni..
- il livello intercomunale fra i Comuni aderenti al PLG, che dovranno garantire un
coordinamento ed una coerenza generale alle attività ed alle azioni previste dal PLG.
- Il livello intercomunale che prevede la collaborazione con i Comuni di Moncalieri e Venaria
Reale, a loro volta capofila di altri due subPLG.
Al fine di garantire un presidio efficace sui tre livelli è attiva una Cabina di Regia incaricata del
coordinamento generale e di gestire una segreteria organizzativa, al fine di garantire un livello
adeguato di comunicazione e presidio degli aspetti formali; si rimanda al quadro delle attività una
descrizione delle funzioni, della composizione e delle modalità di lavoro assicurate dalla Cabina di
Regia.
Coerentemente a quanto già indicato nelle precedenti schede trasmesse alla Provincia di Torino,
la gestione della terza annualità del Sub PLG “Futura: nuove politiche per nuove cittadinanze”,
intende investire e concentrarsi sull’attivazione di processi di lavoro capaci di generare un sistema
di relazioni e di politiche locali, per non rischiare di ridurre questa esperienza a un elenco di azioni
e progetti, separata e distinta sia da quanto già realizzato dai singoli Comuni (da soli o insieme ad
altri Comuni), sia da altri strumenti di programmazione territoriale (per es. i Piani di Zona, i Patti
-
3
Locali per la Sicurezza Integrata), che da altri soggetti che sviluppano politiche di sviluppo sul
territorio (per es. i Patti Territoriali, il Centro per l’Impiego).
In tale direzione la finalità ultima del Piano è proprio quella di produrre nuovo “capitale sociale” in
termini di effettiva partecipazione e integrazione sociale, e quindi costruire e implementare reti,
relazioni, processi di comunità, alleanze territoriali rispetto alla questione giovanile. Non ci può
essere crescita individuale per i giovani senza una reale coesione del contesto cittadino e senza
promuovere un senso di appartenenza comunitario.
I nostri Comuni ritengono che il Sub Piano Locale Giovani (PLG) rappresenti lo strumento,
promosso dagli Enti Locali, finalizzato ad avviare un processo di negoziazione tra più enti,
istituzioni, organizzazioni, soggetti collettivi al fine di armonizzare interessi diversi e individuare
obiettivi comuni per l’attuazione di politiche giovanili orientate allo sviluppo locale nel suo
complesso e all’aumento della partecipazione dei giovani ai processi decisionali locali.
E’ evidente quindi come nella realizzazione del PLG, diventi prioritario l’attivazione ed il
mantenimento di un processo progettuale complesso e concertato, in cui devono trovare spazio la
relazione e l’integrazione tra soggetti collettivi diversi, che a vario titolo hanno un interesse verso
le giovani generazioni e che condividono la necessità di un lavoro comune, nel rispetto e nella
valorizzazione delle rispettive specificità e competenze. Tali processi richiedono tempo, cura e
risorse economiche e professionali specifiche dedicate, oltre che l’implementazione di una
metodologia di lavoro chiara e condivisa; a tal fine è stata individuata una specifica fase di lavoro
denominata “Processo di costruzione delle partnership e delle modalità di partecipazione”, la cui
descrizione puntuale è presente nel successivo quadro delle attività.
Infine merita una sottolineatura particolare la scelta di dotarsi di un livello di coordinamento e
confronto fra le Città capofila di tre diversi sub PLG, ovvero le città di Settimo Torinese, Moncalieri
e Venaria Reale; la storia della collaborazione tra questi Comuni non propriamente vicini tra loro,
nasce alcuni anni fa da progetti, coordinamenti e incontri di formazione promossi dalla Provincia di
Torino e dalla Città di Torino.
Queste occasioni di incontro hanno avuto uno sviluppo concreto con il progetto Ragazzi del 2006
prima e, successivamente, con la progettazione di vasta area promossa dai bandi 2005, 2006 e
2007 ai sensi della L:R. 16/95, con il Servizio Civile Volontario Nazionale, fino ad arrivare a
proporsi con progettualità d’area anche in bandi che non richiedono questo genere di partenariati
(per es. Festa dell’Europa).
L’individuazione di motivazioni ed obiettivi comuni, l’aver potuto constatare quanto il lavoro di rete
può arricchire e dare un nuovo significato alla progettazione locale e agli attori coinvolti, aver
realizzato azioni prima impensabili in quanto troppo dispendiose per il singolo ente, ma possibili
attraverso una razionalizzazione delle risorse, la necessaria valutazione delle azioni messe in
campo nei diversi territori e il confronto sulle modalità di vivere il protagonismo e la partecipazione
da parte dei giovani ci ha portati a riflettere sull’importanza e la necessità di continuare a
collaborare.
Pur consapevoli della complessità di un progetto che insiste su un’ampia porzione di territorio, i
nostri enti sono fortemente interessati da un lato a dare continuità al lavoro sperimentato negli
ultimi cinque anni prima con le progettazioni di vasta Area “Volumi Urbani”, “Onda Creativa” e
“Futura” e poi con la gestione coordinata delle prime due annualità del Sub PLG “Futura : nuove
politiche per nuove cittadinanze”, dall’altro a cimentarsi con progettualità di vasta area significative
per risorse impiegate, oggetti di lavoro affrontati e continuità nel tempo.
In questa direzione i tre Comuni capofila si impegnano a mantenere la già esistente Cabina di
regia politica e tecnica composta dai referenti di ciascun Comune, allargata ad altri Comuni
interessati, incaricata di assolvere seguenti funzioni:
•monitoraggio del progetto
•progettazione di dettaglio di ciascuna azione prevista
•analisi e riflessione circa gli esiti del progetto
•produzione di report periodici da sottoporre ai referenti politici Comunali e della Provincia
Riteniamo fondamentale, per le risorse messe in gioco in questi anni, non disperdere quanto
costruito ma proseguire insieme cercando di individuare linguaggi e strumenti utili da condividere
non solo tra gli addetti alle politiche giovanili dei singoli enti ma trasversalmente con tutti i soggetti
che negli enti locali si occupano di tutelare i diritti di cittadinanza afferenti al lavoro, alla casa,
all’istruzione perché i percorsi di promozione dell’autonomia dei giovani si coniughino a percorsi di
protagonismo e cittadinanza dentro la comunità locale.
4
2 - IL CONTESTO TERRITORIALE
Descrivere il contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con
riferimento a situazioni definite, specificatamente rappresentate. Inserire dati
sull’andamento dei fenomeni presi in considerazione.
L'area su cui insiste il sub PLG fa riferimento al bacino territoriale afferente al territorio del
Consorzio Intercomunale Servizi Socio Assistenziali (C.I.S.S.P) di Settimo Torinese, Volpiano,
Leinì e San Benigno.
La tabella sottostante mostra che la popolazione residente nel bacino è pari a 83.292 unità, mentre
i giovani tra i 15 e 29 anni sono 12.233, pari al 14,60% della popolazione totale e rappresentano
circa il 4% dei giovani presenti nell’intera Provincia di Torino.
Abitanti
Giovani 15-19 Giovani 20-25 Giovani 26-29
Settimo Torinese
47.713
2.136
2.612
2.057
6.805
Leinì
15.029
690
898
765
2.353
5.596
227
317
247
791
Volpiano
14.954
681
882
721
2.284
TOTALI
83.292
3.734
4.709
3.790
12.233
San Benigno
Totale giovani
Considerando la popolazione giovanile dell’intera area appartenente alla fascia 15-29, risulta che
per circa il 56% risiede sul territorio di Settimo, per circa il 19% sul territorio di Leinì, per circa il 7%
sul territorio di San Benigno e per circa l’18% su quello di Volpiano. Queste percentuali sono tra
l’altro molto simili a quelle della distribuzione della popolazione complessiva dei quattro territori di
riferimento.
L’analisi per fasce d’età, della composizione della componente giovanile della popolazione presa in
esame, mostra che la fascia dove si ha una maggiore presenza è quella 20-25 anni con circa 1000
unità in più se consideriamo l’intera area. Considerando la suddivisione per genere non emerge
invece, una sostanziale differenza numerica.
Popolazione giovanile residente per fasce
d’età e sesso
Totale
Maschi
Totale
Femmine
Maschi +
Femmin
e
15-19
1.988
1.746
3.734
20-25
2.370
2.339
4.709
26-29
1.940
1.850
3.790
TOTALE
6.298
5.935
12.233
Eta'
5
popolazione giovanile
per fascia d'età e sesso
2500
2000
M
1500
F
1000
500
0
15-19 anni 20-25 anni 26-29 anni
La popolazione giovanile straniera residente nell’area risulta essere di 1060 unità, pari a 8,7%
dell’intera popolazione giovanile, Settimo e Volpiano sono i territori con la maggior concentrazione
di giovani stranieri, che risultano essere circa l’8% della popolazione giovanile complessiva,
seguite da San Benigno e Leinì con circa il 5%.
Popolazione giovanile straniera nell’area del PLG
Settimo
Età
M
Leinì
F
M+F Età
M
San Benigno
F
M+F Età
M
F
Volpiano
M+F Età
M F
M+F
15
12
12
24
15
3
2
5
15
2
1
3
15
2
5
7
16
4
5
9
16
6
3
9
16
2
1
3
16
1
1
2
17
16
15
31
17
4
4
8
17
2
1
3
17
3
3
6
18
10
8
18
18
3
10
13
18
0
1
1
18
3
4
7
19
10
15
25
19
8
6
14
19
0
2
2
19
5
4
9
20
17
8
25
20
5
9
14
20
2
2
4
20
6
6
12
21
22
17
39
21
6
6
12
21
2
1
3
21
4
6
10
22
23
13
36
22
4
4
8
22
3
5
8
22
4
6
10
23
25
16
41
23
8
7
15
23
3
4
7
23
6
9
15
24
25
25
50
24
8
5
13
24
0
3
3
24
13
11
24
25
20
28
48
25
6
15
21
25
2
4
6
25
4
10
14
26
20
28
48
26
12
8
20
26
4
4
8
26
11
6
17
27
25
31
56
27
11
9
20
27
2
5
7
27
10
10
20
28
28
30
58
28
9
17
26
28
6
3
9
28
13
6
19
29
24
40
64
29
9
12
21
29
6
5
11
29
7
13
20
78 Totale 92 100
192
Totale
281 291
572 Totale 102 117
219 Totale 36 42
6
Se analizziamo l’andamento della popolazione giovanile dal 1991 ad oggi, vediamo un sostanziale
calo di giovani, dai 18.920 giovani tra i 15 e i 29 anni si passa ai 12.233 attuali con un decremento
pari al 35%, Ciò evidenzia come il gruppo sociale oggetto del PLG, sia sempre meno numeroso e
incida sempre meno sulla struttura demografica locale. Se prendiamo in esame l’andamento
provinciale, si evidenzia come anche l’area di Settimo sia in linea con la Provincia di Torino che ha
avuto un calo del 36%.
Andamento popolazione giovanile 15-29 negli anni 1991-2001-2010
1991
2001
2010
Provincia Torino
504.036
360.562
320.952
Settimo Torinese
11.845
8.310
6.805
Leinì
2.863
2.220
2.344
San Benigno
1.207
999
791
Volpiano
3.005
2.415
2.293
18.920
13.944
12.233
TOTALI PLG
14.000
12.000
10.000
Setti mo Tor i nese
8.000
Lei nì
San Beni gno
6.000
Vol piano
4.000
2.000
0
1991
2001
2010
Vale la pena sottolineare che se si considera l’Area Metropolitana Torinese il Comune di Settimo
Torinese comunque si caratterizza per un trend nettamente positivo nel rapporto tra popolazione
degli ultimi dieci anni; al tempo stesso la struttura della popolazione si consolida nelle classi
giovani determinando quindi una situazione demografica oltre che in crescita, con costante
prospettiva di crescita.
Per le analisi sulla struttura della popolazione vengono utilizzati i seguenti indici:
• L’indice di vecchiaia che evidenzia quanti anziani con più di 64 anni ci sono ogni 100 bambini
in età compresa tra 0 e 14 anni. Valori superiori a 100 indicano uno squilibrio di soggetti
anziani rispetto ai giovani,
•
L’indice di dipendenza che evidenzia, invece, qual è il rapporto in termini percentuali tra la
popolazione non attiva sul mercato del lavoro (bambini da 0 a 14 anni e anziani oltre i 64 anni)
e la popolazione potenzialmente attiva (popolazione dai 15 ai 64 anni). Tale indice evidenzia
quante sono le persone che non producono reddito, ogni 100 abitanti teoricamente produttori di
reddito.
Settimo Torinese presenta una quota di popolazione anziana (21 %) inferiore a quella della
provincia di Torino (22,23%).
Nel contempo manifesta anche un più elevato livello di presenza di ragazzi con meno di 14 anni
(13,52%) rispetto alla provincia di Torino nel suo complesso (12,95%).
Tabella 3: Popolazione per fascia d’età
7
Popolazione
Popolazione in %
Tot. 0_14
Tot 15_39
Tot 40_64
Tot oltre 64
Totale
Tot. 0_14
Tot 15_39
Tot 40_64
Tot oltre
64
Totale
Settimo
Torinese
6.453
13.677
17.557
10.026
47.713
13,52%
28,67%
36,80%
21,01%
100,00%
Leini'
2.173
4.961
5.284
2.611
15.029
14,46%
33,01%
35,16%
17,37%
100,00%
Volpiano
2.240
4.628
5.461
2.625
14.954
14,98%
30,95%
36,52%
17,55%
100,00%
Comune
San Benigno
Canavese
Nonostante questi ultimi dati ci dicano che la popolazione giovanile ha una buona prospettiva di
crescita, in generale possiamo dire che anche a livello locale si evidenziano linee evolutive e
trasformazioni del tessuto relazionale e comunitario che rendono il contesto sociale territoriale
ancor più complesso e “turbolento”. Si tratta infatti di dinamiche sociali con cui tutti quanti si
confrontano quotidianamente e che soprattutto a livello di strategie politiche non possono essere
trascurate. Trasformazioni che riguardano sia il modo di essere giovani e sia i cambiamenti
demografici:
• l’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite;
• una popolazione giovanile scarsamente incidente sulla struttura demografica;
• una generazione, che vive la “sindrome del ritardo”, ovvero la tendenza ad allungare i tempi
di ogni scelta: lo studio, il lavoro, l’indipendenza, il matrimonio, la procreazione;
• l’allungamento dei tempi di ingresso stabile nel mercato del lavoro dei giovani;
• la frammentazione dei legami sociali e del sistema delle appartenenze che induce il
giovane a crescere in una società “neutra”;
• il dissolversi di un patto generazionale che sottolinea a la mancanza di sicurezze e
garanzie per il futuro;
• la solitudine dei nuclei familiari anche per quanto riguarda le dinamiche educative;
• l’insofferenza e la poca disponibilità nel rapporto con le istituzioni, come segnale delle
difficoltà di accesso alla gestione del “potere”
• lo sviluppo di forme di partecipazione di tipo “invisibile”, informale e non istituzionale.
Il territorio
Si tratta di un contesto territoriale abbastanza vasto a nord ovest di Torino e che si estende dalla
prima cintura del capoluogo, con un delle più popolose Città della Provincia Settimo T.se, fino
all’ampia area del basso Canavese, Leinì, San Benigno e Volpiano.
Settimo, in particolare, confina con Torino nella parte caratterizzata dalla presenza del quartiere
Falchera e Badia di Stura ovvero l’area a forte insediamento sia abitativo e, soprattutto, industriale
tale da costituire un continuum urbanizzato in cui non sono più evidenti veri confini geografici.
E’ importante, al fine di avere un quadro di contesto chiaro, offrire alcune chiavi di lettura del
territorio che derivano da approfondimenti realizzati dai servizi e dagli enti che si occupano di
sviluppo territoriale.
Il recente Piano Strategico affidato alla Provincia di Torino dal Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti relativo alla linea ad Alta Capacità Torino Lione, fornisce le indicazioni sulle opere e le
iniziative da realizzare per favorire lo sviluppo economico del vasto territorio interessato dal
transito della nuova linea ferroviaria ad alta velocità. I documenti prodotti ad oggi e condivisi con le
amministrazioni territoriali, hanno individuato per il territorio di Settimo alcuni elementi qualificanti
rappresentati da:
- sostegno al completamento del parco di Tangenziale Verde;
- riconoscimento della trasformazione urbanistica del settore di via Torino per la realizzazione del
progetto insediativo di “Laguna Verde”;
- riconoscimento della ferrovia storica TO –MI quale tratto di linea metropolitana ferroviaria per la
connessione con il sistema torinese e necessità di una nuova fermata intermedia tra le stazioni
Stura e Settimo in corrispondenza del nuovo insediamento di Laguna Verde previsto dalla Variante
21 di Settimo.
8
Il Comune di Settimo, d’intesa con i Comuni di Torino e di Borgaro, ha formato nel 1999 il
Programma di riqualificazione Urbana per lo Sviluppo Sostenibile del Territorio di livello submetropolitano (P.R.U.S.S.T. 2010 Plan) ai sensi del D.M. 8.10.1998.
Nel maggio del 2002, il P.R.U.S.S.T., in base alla procedura che ne regola l'attuazione, è stato
adeguato e sottoposto a revisione in occasione della stipula dell'Accordo Quadro con il Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti da parte della Regione, della Provincia di Torino, dei Comuni di
Settimo Torinese e Borgaro Torinese.
Esso prevede la realizzazione di interventi di valenza strategica nel settore nord-est di Torino
concernenti:
- riqualificazione ambientale:
a) creazione della Tangenziale Verde, parco di connessione tra parchi regionali con particolare
riferimento al torrente Stura ed il fiume Po;
b) attuazione del Piano d'Area del Parco del Po, su proposta dell'Ente di Gestione, con estensione
del progetto in sponda destra del fiume
c) progetto degli "Antichi Argini", in Comune di Brandizzo nel territorio del Parco fluviale per la
rinaturalizzazione di siti di cava, realizzazione di area attrezzata, di piste ciclopedonali e la
costruzione di un attracco di riva per l'attraversamento pedonale del fiume; realizzazione di opere
di bonifica di siti industriali e l’interramento di alcuni elettrodotti.
- nuove centralità locali rappresentate dalle due Porte di accesso alla città:
a) Porta ovest, verso il confine con Torino con prevista formazione delle Città dell’auto e del
divertimento;
b) Porta nord, riguardante la riqualificazione dell'area delle ex acciaierie Ferrero mediante la
realizzazione di un nuovo quartiere residenziale dotato di servizi urbani polari
- mobilità: reti e sistemi di comunicazione; identificazione e potenziamento dei nodi costituenti le
porte di accesso alle città;
- protezione del territorio e dei suoi insediamenti mediante la sistemazione e il potenziamento del
reticolo idrografico secondario, con particolare riferimento alla realizzazione dello scolmatore
Ovest in territorio di Settimo;
- reindustrializzazione e occupazione mediante l'offerta di un complesso di aree attrezzate in grado
di favorire l'incremento occupazionale e la modernizzazione delle strutture territoriali.
Il sistema economico locale
Dalla metà degli anni ’90 l'economia locale ha avviato un processo di profonda trasformazione.
La distribuzione degli addetti nei vari settori di attività economica cambia notevolmente e a fronte
di una diminuzione degli addetti nel settore industriale aumenta notevolmente il numero degli
addetti occupati nel terziario e nel commercio.
I settori che hanno subito maggiormente i fenomeni di deindustrializzazione e contrazione del
mercato sono quello tessile e dell’abbigliamento oltre a quei settori manifatturieri legati
direttamente all’industria automobilistica. Non tutto il settore manifatturiero però ha subito i
contraccolpi della globalizzazione e del conseguente allargamento della concorrenza dei paesi in
via di sviluppo, in particolare il settore della fabbricazione di macchine utensili testimonia la forte
tradizione industriale dell’area con forti e radicate conoscenze del “saper fare”
Ad oggi il peso preponderante in termini di occupazione è dato dalle attività di tipo terziario, che
comprendono attività immobiliari, trasporto merci, informatica, ricerca, attività professionali e
imprenditoriali, pubblica amministrazione, istruzione, sanità, servizi sociali.
Questo processo di deindustrializzazione è stato tenacemente contrastato dall'azione interlocutoria
e progettuale che l'amministrazione pubblica ha avviato con le realtà produttive più significative del
territorio, ponendosi molteplici finalità. Da un lato quella che “la fabbrica si riaprisse al territorio”,
che lo percepisse come fattore positivo e di sviluppo, a partire dagli aspetti più “tipici”
(illuminazione, strade) ma anche da quelli più “immateriali” quali istruzione, qualità della vita e
rapporto più in generale con la comunità.
Il tema della qualità e della sostenibilità è stato posto al centro dell'attività degli attori locali e
dell'amministrazione, rappresentando l'unica possibilità di sviluppo aziendale. Nelle aziende è
aumentata la consapevolezza che debba esistere intorno a lei un ambiente sociale/culturale che
sia gradevole, di qualità.
9
In particolare a Settimo Torinese, l’apporto economico ed occupazionale delle imprese risulta
essere quanto mai rilevante come conferma la presenza di n. 4.276 unità locali1.
Per unità locale si intende un'unità giuridico - economica o una sua parte, situata in una località
topograficamente identificata da un indirizzo e da un numero civico.
Pertanto il numero di unità locali è quasi sempre diverso dal numero di imprese presenti in un
determinato territorio.
I dati riportati nella tabella che segue confermano che Settimo Torinese, nell’ambito della propria
conurbazione si configura come un centro di riferimento, secondo solo a Torino, che per numero e
superficie di attività esercita un’attrattività sulla sua cintura (di cui fa parte anche Settimo)
decisamente superiore e comunque non direttamente confrontabile.
Tabella 5: incidenza dei settori economici nell’economia locale
INDICATORE
Unità locali
totali, di cui:
attività
manifatturiere
costruzioni
commercio
turismo
altri servizi
altre attività
FONTE
Infocamere
Infocamere
Infocamere
Infocamere
Infocamere
Infocamere
Infocamere
ANNO
2009
2009
2009
2009
2009
2009
2009
UNITA' DI MISURA
n°
%
%
%
%
%
%
4.276
14,9%
16,2%
29,3%
6,1%
30,5%
3,0%
134.682
8,2%
12,1%
27,6%
6,6%
44,9%
0,6%
San Mauro Torinese
1.892
14,3%
11,8%
30,4%
4,1%
36,8%
2,5%
Caselle Torinese
1.794
15,0%
17,3%
26,3%
4,8%
30,8%
5,9%
Gassino Torinese
792
8,3%
20,6%
29,2%
4,5%
28,3%
9,1%
Leini
2.347
24,2%
14,9%
23,2%
3,8%
27,6%
6,3%
Volpiano
1.747
18,9%
17,1%
23,1%
3,7%
31,1%
6,1%
Borgaro Torinese
1.506
18,7%
13,9%
29,2%
4,8%
30,5%
2,9%
Brandizzo
690
18,1%
19,9%
24,3%
5,9%
29,3%
2,5%
Castiglione Torinese
580
7,4%
18,1%
30,2%
4,1%
29,5%
10,7%
San Raffaele Cimena
357
17,9%
19,6%
21,0%
4,2%
23,2%
14,0%
283.743
10,9%
14,6%
26,4%
6,1%
36,4%
5,5%
COMUNE/DATO
Settimo Torinese
Torino
Provincia di Torino
I settori economici in cui maggiormente si concentra la loro presenza risultano essere i servizi, sia
alle imprese che alle persone, il commercio e le costruzioni.
Crisi economica, popolazione giovanile e accesso al lavoro
1
Per l’individuazione delle attività produttive la fonte utilizzata fa riferimento alle unità locali delle attività
manifatturiere, delle costruzioni, del commercio, del turismo, dei servizi alle imprese e alle persone, sulla base dei dati
Infocamere 2009.
10
Una delle principali specificità della crisi in essere è l'intersettorialità: investe tutti i settori. La crisi
dei consumi abbraccia in primo luogo la capacità produttiva ma a catena anche tutti i settori a valle
della produzione, dalla distribuzione, alle vendita, ai servizi alle imprese, alle imprese artigiane.
Uno degli effetti più vistosi e dirompenti della crisi occupazionale che ha investito il territorio del
PLG è la dimensione del ricorso alla cassa integrazione nelle sue varie forme, che continua su
livelli complessivamente superiori a quelli del 2009.
A livello provinciale nel 2010 sono state autorizzate complessivamente 122.034,419 ore di cassa
integrazione nelle sue diverse forme (ordinaria, straordinaria, in deroga), con un aumento del 26%
rispetto al 2009; al 31 gennaio 2011 risultano coinvolti 29.191 lavoratori.
Nell'area settimese sono state coinvolte dalla cassa integrazione una quarantina di aziende di
media dimensione e circa 200 medio/piccole.
I lavoratori che percepiscono ammortizzatori sociali, vivono una condizione socioeconomica
drammatica , molto spesso non riescono a pagare l'affitto o le bollette, e questo è testimoniato dal
fatto che sono triplicati i numeri degli assistiti dal consorzio socio-assistenziale.
Non bisogna dimenticarsi che il non lavoro induce crisi sociali e socio-economiche.
Oggi la crisi non è ancora esplosa nei suoi effetti più disastrosi dal momento che gli ammortizzatori
sociali ne hanno contenuto le conseguenze. La fase più acuta non si è ancora manifestata e
avverrà quando scadranno gli ammortizzatori e le migliaia di lavoratori coinvolti dal fallimento delle
aziende in cui lavoravano si troveranno senza lavoro e senza un “paracadute”.
Entro giugno 2011 andrà a scadenza la Cassa integrazione guadagni straordinaria, nella maggior
parte dei casi senza possibilità di prolungamento salvo la cassa integrazione in deroga, per 224
unità produttive con quasi 12mila lavoratori, a livello provinciale.
Già nel 2010 il ricorso massiccio alla cassa integrazione non è stato sufficiente ad impedire
un'impennata dei licenziamenti. Alla data del 1° ge nnaio 2011 per la Provincia di Torino risultavano
iscritti nelle liste di mobilità 22.490 lavoratori, solo nel mese di gennaio sono aumentati i lavoratori
coinvolti di 2.740 unità e di questi 90 lavorano nell'area settimese. Sempre in quest'area sono più
di 10 le aziende che solo nel mese di gennaio hanno avviato procedure di mobilità.
In questi tempi, conseguentemente, è difficile ragionare su quali possono essere oggi delle
opportunità di sviluppo per i giovani. Le occasioni sono scarsissime, non esiste un settore che
identifichi ad oggi una traiettoria di recupero, di positività, salvo piccole nicchie che non sono
certamente utili ad assorbire la grande massa di mancato lavoro.
Oggi viviamo le conseguenze della scarsa competitività che è andata sempre più a caratterizzare il
nostro sistemo produttivo, a livello di prodotto e di processo, conseguenza del fatto che nei
decenni passati le imprese e il paese non hanno investito a sufficienza nella ricerca e
nell'innovazione.
Oggi in Italia il 29,4% dei giovani tra i 15 e 24 anni è disoccupato (dato Istat gennaio 2011).
Sono giovani che non studiano più, che magari hanno conseguito il diploma o la laurea, che
cercano lavoro, ma che non trovano niente. A questi poi si aggiungono quelli che non cercano
nemmeno più.
Gli effetti peggiori della crisi si sono infatti scaricati su di loro. Sperimentano maggiori difficoltà di
ingresso nel mercato del lavoro, come conseguenza del fatto che le imprese tendono a ridurre
drasticamente il turn over. Nello stesso tempo i giovani hanno maggiori probabilità di perdere il
posto di lavoro, in quanto spesso si concentrano sul segmento più flessibile e precario del
mercato.
Bisogna considerare inoltre che la disoccupazione giovanile ha pericolosi effetti di lungo periodo,
numerosi ricerche hanno dimostrato che essere disoccupati da giovani influenza pesantemente gli
sviluppi di carriera e in modo particolare i livelli retributivi futuri. Questo ha effetti non solo sulla vita
dei giovani in questione ma sull'economia del Paese, che si troverà con una forza lavoro più
debole, verserà meno contributi e tasse e avrà una capacità di consumo più bassa. Come se non
bastasse la disoccupazione ha un effetto significativo sulla salute psicologica e fisica dei giovani.
Analizzando i dati relativi alla disoccupazione nel nostro paese, emerge come la disoccupazione
giovanile non sia legata solo alle dinamiche della disoccupazione complessiva, ma abbia sue
caratteristiche peculiari che vanno oltre gli effetti della crisi e del sistema occupazionale nel suo
complesso. A differenza di altri paesi, il fenomeno è radicato da molti anni; inoltre ha un rapporto
altissimo rispetto a quello degli adulti, quasi 4 volte superiore a quella degli adulti in fascia d'età
25-54 e addirittura più di sette volte superiore a quella degli adulti in età 55-64. Un dato che non ha
confronti con nessun altro paese Ocse.
Tra i fattori particolarmente critici che possono spiegare il fenomeno della disoccupazione giovanile
e che caratterizzano la situazione italiana si posso sicuramente considerare:
• bassi livelli di istruzione e abbandono scolastico;
11
•
•
non sufficiente collegamento tra formazione, percorsi di apprendistato, lavoro;
qualità del lavoro e precarietà: le nuove generazioni hanno avuto maggiore flessibilità
nell'entrare nel mercato del lavoro, ma non altrettante nel costruirvi una carriera, poiché si
sono scontrati con il muro di chi è entrato prima di loro.
A livello locale, l'analisi degli avviamenti al lavoro dei giovani tra i 20 e 29 anni, condotta
dall'Osservatorio provinciale del Mercato del lavoro, conferma l'evidenza che questa fascia di
giovani abbia risentito più della media del generale calo degli avviamenti.
In particolare questi giovani hanno minori probabilità della media di essere avviati con contratti a
tempo indeterminato, maggiori probabilità di essere avviati con contratti di somministrazione
lavoro, ottengono contratti a tempo determinato di durata inferiore alla media e hanno risentito
anche di una consistente riduzione degli avviamenti con contratto di apprendistato, il loro contratto
di elezione
Il sistema formativo del territorio
Per quanto riguarda l’offerta scolastica e di formazione rivolta ai giovani dell’area va considerata la
presenza di un centro di formazione professionale (CNOS/FAP) a San Benigno, sul quale
convergono giovani provenienti da buona parte del Canavese. Va inoltre evidenziato come la
presenza a Settimo di due scuole superiori “8 marzo”, “G. Ferraris” e del C.S.F. ENAIP, renda la
Città punto catalizzatore dei giovani dell’area, che frequentando gli istituti e che sono
potenzialmente portatori di bisogni. D’altro canto però, si rileva come i giovani di Settimo e del
bacino di riferimento del progetto, gravitino su un territorio che va oltre i confini del sub PLG, attratti
dalla “grande Città” e dalle opportunità che offre loro.
Il tessuto sociale e associativo
Sul territorio di Settimo sono presenti numerose associazioni giovanili e gruppi informali che in
questi anni hanno partecipato attivamente alle proposte della Città (Volumi Urbani, Futura, Festa
dell'Europa, laboratori di progettazione, residenziali estivi..) e sono stati promotori e gestori di
iniziative e proposte progettuali (progetti L16.gruppi informali, iniziative locali, scambi
internazionali, feste in piazza, dj contest, laboratori ...); numerosi sono inoltre i giovani che in questi
anni hanno usufruito dei servizi a loro rivolti (Informagiovani, servizi di orientamento scolastico e
lavorativo).
A Volpiano è presente un forum giovanile, con funzioni di collegamento e confronto tra giovani e
Amministrazione comunale, sono state realizzati diverse iniziative tra le quali “Clubhouse”,
progetto di prevenzione del disagio giovanile, dal 2000 è presente uno spazio d’ascolto per
adolescenti ed è attiva una scuola di teatro “Orme in viaggio” rivolta ad adolescenti e giovani, un
gruppo di ex allievi hanno intrapreso un percorso per diventare un'associazione giovanile.
A San Benigno invece, le iniziative sul territorio sono principalmente sviluppate dal centro giovanile
Don Bosco con contributo del comune e riguardano l'approfondimento della tematica dell'affettività,
la conoscenza dell'altro e la collaborazione di gruppo; l'integrazione multiculturale; la prevenzione
all'uso delle droghe. Le priorità sono quelle di far sentire i giovani inseriti in un ambiente che
privilegia ed è attento alle problematiche giovanili, cercando di evitare che stazionino sulle piazze
con il rischo di devianze sempre in agguato.
Sul territorio di Leinì sono presenti numerose associazioni che coinvolgono i giovani del territorio,
esistono inoltre diversi gruppi informali attivi che hanno realizzato in questi ultimi due anni iniziative
(anche finanziate con L.R 16/95) rivolte alla Città e hanno partecipato ai progetti Volumi Urbani e
Futura.
Le fonti utilizzate per descrivere il contesto territoriale sono:
- Banca Dati Demografica Evolutiva Regionale
- Report “Faber PLG Settimo T.se – Giovani e Lavoro: istruzioni per l’uso”
- Documenti programmatici della Città di Settimo Torinese
Indicare inoltre:
n. di giovani compresi tra i 15-19 anni, tra i 20-25 anni, tra i 26-29 anni.
12
Giovani 15-19
Giovani 20-25
Giovani 26-29
Totale giovani
Settimo Torinese
2136
2612
2057
6805
Leini
690
898
765
2353
San Benigno
227
317
247
791
Volpiano
681
882
721
2284
3 - DESCRIZIONE OPERATIVA
Per ogni azione prescelta fra quelle indicate nel documento “Piano Locale Giovani Provinciale fondi 2010: linee di indirizzo generali per la progettazione” approvato con Deliberazione della
Giunta Provinciale n. 17– 336/2011 del 18 gennaio 2011 e al punto 2 del documento “Piano Locale
Giovani Provinciale – fondi 2010: criteri per la progettazione operativa e istruzioni rivolte agli enti
referenti della progettazione locale per la richiesta di contributi” e di seguito riportate, replicare i
paragrafi dal punto a) al punto f).
Azione 0 – Il Coordinamento generale
Azione 1-La partecipazione
Azione 2-Verso l’autonomia personale
Azione 3-Sviluppare identità
Azione 4-Sostenere l’esistente
Azione 5-Rafforzare i sistemi locali
In continuità con gli obiettivi perseguiti e le attività realizzate per raggiungerli nelle due annualità
precedenti, di seguito il sistema di attività previsto per il raggiungimento degli obiettivi che il sub
PLG si è posto per la terza annualità.
La nuova collocazione del Servizio Informagiovani di Settimo, punto di riferimento e snodo delle
attività del sub PLG, presso “Archimede” la nuova biblioteca civica multimediale della Città, ha dato
un ulteriore impulso alle azioni messe in campo e alle modalità di coinvolgimento dei giovani e dei
cittadini. Archimede è un nuovo punto di aggregazione importante con 6.000 m², distribuiti su tre
piani con terrazzo coperto per attività all’aperto, 55 postazioni Internet, una moderna sala
conferenze e un bar a disposizione degli utenti.
Inoltre Archimede è il polo di area per la zona nord-est del Sistema Bibliotecario dell’Area
Metropolitana (SBAM), tra i diciannove comuni che coordina sono compresi i comuni del sub PLG,
elemento che va a consolidare e rafforzare il ruolo della Città di Settimo nel coordinamento delle
attività del sub PLG.
Per le motivazioni esplicitate successivamente nell’identificazione dei problemi di ogni singola
azione, diventa irrinunciabile che il sub PLG continui a configurarsi come un sistema di interventi
integrato e concertato orientato a promuovere opportunità e percorsi per i giovani e a sostenerli nel
percorso individuale collettivo orientato all’autonomia, alla consapevolezza e alla cittadinanza
responsabile.
Il know how, le esperienze di questi anni, le relative riflessioni, i tanti incontri con adolescenti e
giovani, il tempo trascorso con loro, l’ascolto, le letture, le informazioni, le osservazioni della realtà
e del nostro territorio, le collaborazioni con tanti soggetti ci hanno portato ad individuare una serie
di ipotesi rispetto alle politiche che il sub PLG dovrà innescare, che dovranno essere:
• politiche di sviluppo di piena cittadinanza e quindi politiche di promozione di diritti legati
all’accesso (alle competenze, ai diritti di cittadinanza, alla casa, al lavoro, alle professioni,
ecc), con dei percorsi esplicitati, possibili e chiari, in una logica di pari opportunità rivolte a
tutti, portate a conoscenza con azioni e servizi di informazione e comunicazione con il
mondo giovanile;
• strutturate come politiche capaci di elaborare modalità per aprire canali comunicativi e di
legittimazione tra mondo giovanile e mondo degli adulti (decisori politici, imprese,
formazione, terzo settore…)
• in grado di cogliere la sfida dell’oggi e cioè di pensare a città/comunità locali più a misura di
giovani, con spazi di partecipazione e di aggregazione come qualcosa di “normale”, città
dove le persone si possano incontrare, ricostruendo legami sociali in un momento segnato
da frammentazione, individualismo, intolleranza.
13
•
a forte valenza animativa/educativa e di acquisizione di competenze2 ed orientativa, dove
queste finalità sono declinate anche nei vari interventi e non solo in azioni e/o Servizi ad
hoc, con la presenza di operatori specializzati in questo tipo di lavoro;
• in grado di generare risorse (quindi vero investimento per lo sviluppo e non solo spesa
pubblica), con un effetto moltiplicatore rispetto anche al capitale sociale prodotto;
• che sappiano considerare differenze di genere, di età (16enni e 30enni) e, soprattutto, che
individuino e si rivolgano a dei “target” specifici di giovani, partendo dalla considerazione
che le azioni non possono essere universali (per tutti i giovani);
• che sappiano incidere su spazi e tempi dei giovani, ad es. ricercando alleanze tra Scuola e
Extrascuola, tra formazione, innovazione e sviluppo locale, affiancando la didattica con
occasioni sperimentali, rendendo più vivo l’insegnamento e quindi che si inseriscano anche
nei circuiti di creazione della ricchezza e del valore dei territori, generando anche risorse
(non solo interventi di marginalità legati alla spesa sociale, ma azioni di creazione di valore
sociale ed economico);
• capaci di valorizzare i giovani e le competenze, al creatività e l’innovazione di cui sono
portatori come volano di sviluppo locale
• pensate come “inclusive” nel mobilitare le risorse giovanili nel ri-pensare la città del
presente e del futuro (processi di partecipazione partecipata nel ridefinire gli spazi della
città che cambia)
Per questi motivi diventa irrinunciabile che il sub PLG si configuri come un sistema di interventi
integrato e concertato orientato a promuovere opportunità e percorsi per i giovani e a sostenerli nel
percorso individuale collettivo orientato all’autonomia, alla consapevolezza e alla cittadinanza
responsabile.
Le politiche giovanili innescate dal PLG si dovranno, pertanto, continuare a caratterizzarsi quindi
sempre più come le politiche delle opportunità a favore delle giovani generazioni e dovranno
sempre più essere politiche plurali (non monolitiche) e multidimensionali, politiche delle opportunità
capaci di connettere la dimensione sociale con quella culturale , progetti formativi e percorsi
orientativi, progettualità educative con iniziative di prevenzione, la dimensione informativa con
quella aggregativa.
2
Ci si riferisce ad un modello promozionale fondato sull’educazione come stimolo creativo di crescita ed
alimentazione generativa nella reciprocità, volendo rimettere al centro l’educazione come proposta sociale
permanente e valida per tutte le generazioni, obiettivo su cui la politica deve investire con maggior determinazione (v.
L. Regoliosi, P. Bisesti, A. Terzi: “Giovani possibili”, La Meridiana, Molfetta, 2006, pag. 134).
14
Azione 1 – La Partecipazione
a) ANALISI DEL PROBLEMA
Identificare in maniera chiara e sintetica i problemi che il progetto intende affrontare, intesi
come situazioni concrete, attuali e negative, mettendone in luce le cause. Evitare di descrivere
il problema in termini di “mancanza di”, poiché questo prefigura già una possibile soluzione.
Spiegare brevemente come è stato individuato il problema.
In che modo oggi è possibile costruire relazioni con i giovani delle nostre Città utili ad immaginare
e costruire lo sviluppo delle stesse? Esistono oggi delle opportunità riconosciute e riconoscibili
affinché i giovani, singolarmente o in gruppo, possano offrire il loro contributo attraverso la
messa in gioco delle loro competenze e proposte? In che modo le Città, con il loro abituale
“modo di funzionare” riescono ad essere permeabili e ricettive alle proposte provenienti dal
mondo giovanile? I giovani riconoscono le nostre Città come possibili ambiti in cui “spendersi”
perché esiste la concreta possibilità “di fare, imparare, realizzarsi”?
Esiste un problema culturale, rispetto al quale è necessario un cambio di prospettiva: rinunciare
ad occuparsi dei “giovani in quanto problema“ o dei “problemi dei giovani”, per adoperarsi ad
accompagnare i giovani ad includersi e ad inter-agire nelle e con le comunità, per portare avanti
la loro idea di futuro e sviluppo. una comunità che faticano ancora a riconoscere e legittimare il
bisogno dei giovani che transitano verso l'età adulta, ad imparare ad occuparsi della comunità,
comunità che ancora poco esplorano le possibili risposte alla domanda “intorno a quali
interessi, competenze e problemi i giovani sono disponibili ed interessati a fare qualcosa di
utile per se e per gli altri” .
b) SOGGETTI BENEFICIARI DELLE ATTIVITÀ
Indicare l’età e la tipologia ed il numero dei giovani coinvolti.
Giovani tra i 15 e i 19 anni
Gruppi giovanili informali
Gruppi giovanili strutturati
Giovani provenienti da Associazioni territoriali
Studenti degli I.I.S.
Utenti degli Informagiovani presenti nei Comuni del bacino.
15
c) OBIETTIVI SPECIFICI
Descrivere le finalità e gli obiettivi specifici, verificando l’attinenza con i problemi descritti.
•
•
•
•
•
•
•
•
Attivare e strutturare modalità di dialogo, scambio e confronto fra la Città e i giovani sugli
ambiti di progettazione del PLG.
Costruire occasioni, luoghi, processi in cui i giovani possono esercitare o apprendere
cittadinanza attraverso la partecipazione diretta ai processi decisionali
Promuovere e sostenere l’entrata dei giovani nelle vita sociale e amministrativa del proprio
territorio sostenere e facilitare il formarsi di aggregazioni giovanili sia formali che informali;
Promuovere la partecipazione degli adolescenti e dei giovani alla vita comunitaria
Offrire un’opportunità di cittadinanza attiva concepita come fare concreto ed orientato
all’assunzione di responsabilità verso l’ambiente di vita
Accompagnare gli adolescenti e i giovani nell’acquisizione di capacità operative,
organizzative e comunicative
Sostenere l’incontro tra i giovani e il mondo adulto e la comunità locale attraverso attività
che conducano a realizzazioni concrete e socialmente riconosciute
Sperimentare e promuovere esperienze di cittadinanza attiva capaci di educare a una
nuova visione della politica come “polis”, come cittadinanza, come luogo in cui si sta
d) COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI
Descrivere le attività specifiche finalizzate al raggiungimento degli obiettivi su indicati.
Quantificare le realizzazioni delle diverse attività (es. n. 3 seminari, n. 10 percorsi formativi )
1) IO VOLO
1.1Attivazione di strategia confronto/ascolto e co-progettazione con i giovani del territorio sui temi
dell’azione sociale, dell’impegno civico e della progettazione del futuro
1.2 Attivazione di una articolata strategia di presentazione del progetto e di incontro con i giovani
del territorio, finalizzata a raccogliere adesioni, e manifestazioni di interesse da parte del mondo
giovanile
1.3 Realizzazione di un percorso di formazione tecnica e motivazionale finalizzato all’acquisizione
di competenze funzionali alla sperimentazione dell’azione progettuale
1.4 Sperimentazione del progetto declinato in esperienze collettive di servizio e azione sociale
commisurate all’età e all’autonomia del giovane accompagnato da opportuno tutoraggio
2) LABORATORIO GIOVANI/CITTÀ
2.1. Consolidamento dei tavoli e laboratori tematici attraverso i quali gruppi di giovani del territorio
si rapportano con le istituzioni, definiscono progettualità integrate e si raccordano e indirizzano le
politiche delle Città
2.2. Consolidamento di un percorso finalizzato all’elaborazione di un cantiere/laboratorio che
assuma la fisionomia di un forum/tavolo dei giovani (workshop, soggiorno residenziale, evento di
presentazione, workshop tematici…)
2.3 Attivazione di un percorso nelle scuole e sul territorio per promuovere percorsi di cittadinanza,
partecipazione e legalità
3) Attivazione del Pass Giovani, carnet di opportunità e iniziative
Attivazione del percorso progettuale che porterà alla definizione del Pass Giovani. Si tratta di una
tessera per tutti i ragazzi e le ragazze tra i 16 e 18 anni, che nasce dall'esigenza e dalla volontà di
coinvolgere i giovani nella vita sociale della propria Città per sviluppare appartenenza. Consiste
nell'offrire ai giovani coinvolti una rosa di iniziative ed opportunità per permettere loro di fare
esperienze di socialità, superando la logica del solo “uso e consumo” di iniziative, attraverso la
possibilità che siano i giovani stessi a comporre il “carnet” delle opportunità.
e) CRONOPROGRAMMA AZIONE
ATTIVITA’
TEMPISTICA
Giug
no
Lugli
o
Ago
sto
Sett
emb
Otto
bre
Nov
emb
Dice
mbre
16
re
re
IO VOLO
LABORATORIO
GIOVANI/CITTÀ
Attivazione del
Pass Giovani
f) MODALITÀ D’ESECUZIONE
o Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la
specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
- Operatori e animatori competenti nella gestione di tavoli di concertazione e progettazione partecipata,
- Gli operatori territoriali e animatori socio-culturali dei territori con compiti di aggancio e
accompagnamento dei giovani, di supporto, accompagnamento e consulenza dei soggetti coinvolti
nella realizzazione delle singole attività,
- Gli operatori Informagiovani dei territori, con compito di informazione e promozione del sub PLG
nel suo complesso e delle singole fasi, avranno inoltre il compito di attivare iniziative informative
legate ai temi dell'autonomia.
- I formatori, con compito di fornire spunti di riflessione a giovani e adulti sulle tematiche oggetto
del sub PLG.
- Giovani consulenti grafici per lo sviluppo della strategia comunicativa del sub PLG.
o Sostenibilità economico/finanziaria del progetto
il processo del sub PLG dell'area di Settimo Torinese si inserisce in un sistema coordinato di
interventi di politiche non solo giovanili, ma di reale sviluppo della comunità locale. In questa ottica
la sostenibiltà economica/finanziaria è garantita dai servizi rivolti ai giovani già presenti nell'area e
dai capitoli di spesa dedicati al sub PLG.
o Incidenza del co-finanziamento locale sul costo totale del Progetto
Il co-finanziamento complessivamente su tutto il Piano LOCALE GIOVANI (comprendendo quindi
tutte le Azioni 0, 1, 2 e 4) corrisponderà ad almeno il 10% del costo totale del progetto, garantito
dal Comune capofila
o Modalità di coinvolgimento attivo dei giovani nella gestione del progetto
I giovani sono coinvolti fin dall'inizio del processo, facilitandone la partecipazione attiva al
laboratorio giovani e città, ai tavoli tematici, ai laboratori nuclei del costituendo tavolo giovani. Il
tavolo risulta essere uno degli spazi di confronto e elaborazione della progettazione specifica delle
attività del sub PLG.
o Metodo di lavoro
Animazione territoriale: la modalità dell’animazione può essere la strategia adeguata per
garantire l’apertura e il mantenimento di canali di comunicazione significativi con i giovani in modo
strutturato ed ad attivare un percorso orientato a scoprire linguaggi e sogni creativi e far emergere
la loro valutazione e percezione dei problemi e delle soluzioni possibili per dare concretezza
all’idea di fondo dei giovani come una “risorsa sociale" e non solo come un “problema sociale”;
Tutoraggio: l’esigenza di autonomia non si esaurisce con l’offerta di attività da auto-organizzare
né l’esigenza di costruzione dell’identità si esaurisce con esperienze di protagonismo, seppur
importanti. Con questa direzione strategica i soggetti titolari del progetto intendono mettere le basi
per azioni di supporto ai processi di crescita dei giovani, sia sotto il profilo del contatto sia sotto
quello dell’osservazione;
Consulenza: strettamente correlata alla precedente è l’area dell’impegno in riferimento ai bisogni
di crescita metodologica, organizzativa e gestionale dei gruppi di giovani. Nei gruppi giovanili si
mantiene costante l’esigenza di essere sostenuti nello sviluppo e per uscire dal rischio di costruire
circuiti viziosi, implosivi e auto-referenziali. Una prospettiva strategica del Progetto è individuata
nella messa a disposizione di supporti consulenziali ai gruppi di giovani a partire da una richiesta
che questi devono esprimere, presentando necessità e bisogni concreti ai quali la consulenza può
offrire spunti e chiavi di lettura nuove;
Formazione: la strategia formativa, al di fuori di logiche di tipo prescrittive e “chiuse” (nel senso di
logiche che saturano le domande formative), può tradursi, opportunamente, in un processo per
17
definire nuovi significati, nuove rappresentazioni, una nuova modalità d leggere il territorio e il
proprio gruppo
Out-reach : Nel processo, si riconoscono e si applicano i principi dell’out-reach, che ribaltano
l'immagine stereotipata di una Amministrazione pubblica che dispensa servizi e informazioni in
modo burocratico, in giorni e orari prestabiliti, in spazi in cui i cittadini e le cittadine generalmente
fanno fatica ad ottenere ciò che è loro necessario: infatti, nell'approccio dell'out-reach non è il/la
cittadino/a che si muove verso lo sportello, ma l'istituzione a muoversi verso il/la cittadino/a, con un
profondo cambiamento nel modo di lavorare a livello tanto organizzativo quanto culturale, laddove
l'obiettivo diventa non tanto la soddisfazione di una richiesta formulata dal cittadino/utente del
servizio, quanto l'individuazione e l'attivazione di una domanda latente che, non necessariamente,
arriverebbe ad essere esplicitata presso la sede istituzionale formale. La metodologia di out-reach
si fonda su incontri collettivi mirati a conoscere la percezione del problema da parte di un gruppo
omogeneo di cittadini/e (ad esempio i componenti di un comitato di quartiere, gli abitanti di un
condomino, gli anziani frequentatori di un centro sociale, gli operatori dei servizi sociali ecc.) che
vengono invitati a riunirsi in una sede da loro prescelta per partecipare ad una sorta di “intervista
collettiva”, dove, oltre a seguire una traccia molto aperta di intervista in cui la conversazione
perlopiù si indirizza verso gli aspetti ritenuti da quegli stessi attori prioritari, vengono assunte
alcune informazioni fondamentali per la conoscenza del contesto sociale in cui si opera, prima fra
tutti l'esistenza di altri soggetti rilevanti da coinvolgere. Questo approccio è coerente con la riforma
dello stato sociale e del cosiddetto principio della sussidiarietà, che sta spostando il baricentro
delle politiche sociali verso l’utenza, a cui si chiede un coinvolgimento più diretto e partecipato, sia
nell’espressione delle sue esigenze che nell’individuazione di possibili soluzioni.
Sostegno e sviluppo di forme di organizzazione di comunità : si tratta di attivare risorse tali da
consentire alla popolazione locale di affrontare le questioni cruciali del vivere il e nel proprio
territorio, trovando modalità concrete di espressione e sostegno ai propri interessi e desideri.
Un’efficace organizzazione di comunità, attraverso forme specifiche (gruppi, associazioni, comitati,
partnership), consente la partecipazione e la realizzazione di interventi progettuali. Si perseguono
in tal senso strategie di costruzione delle condizioni per lo sviluppo di una comunità competente,
in grado di riconoscere i propri bisogni e adottare le modalità di risposta adeguate. Si tratta di
sviluppare i fattori di empowerment che consentono a una comunità di agire intenzionalmente nei
confronti dei propri bisogni (percepiti, compresi, analizzati) e attorno a questi progettare azioni di
contrasto delle problematiche e di sviluppo delle risorse.
La progettazione partecipata : l’ orizzonte all'interno del quale questo impianto progettuale si
colloca è rappresentato dal superamento della logica della razionalità assoluta, a favore di una
visione che assume la complessità, l'incertezza e l'imprevedibilità come aspetti costitutivi della
realtà. La preoccupazione fondamentale del progettista o meglio dei soggetti che agiscono la
progettazione all’interno di questo modello è il come giungere a una definizione il più possibile
condivisa del problema e delle strategie da utilizzare per affrontarlo, attraverso la collaborazione
degli attori interessati o potenzialmente tali.
Contestualmente alla lettura dei problemi in campo si attiva dunque la mappatura dei "soggetti"
coinvolti, cioè interessati: rispetto al loro esistere e alle loro conseguenze, rispetto alle possibile
soluzioni, rispetto agli strumenti e alle azioni attivabili. Ogni soggetto viene dunque invitato a
"giocare", a prender parte al processo di progettazione e alle decisioni che lo compongono.
Nessun interesse o posizione rispetto al problema viene intesa come prioritaria, mentre i rapporti di
potere tra i soggetti vengono lasciati a latere. Tale modello si adatta alle situazioni in cui i problemi,
lontani dall'essere pensati in termini tecnici, risultano affrontabili attraverso l'attivazione di persone,
gruppi e comunità. E la risposta ai problemi non è affidata alla supposta capacità di un esperto, ma
invece diffusa e condivisa. A sua volta il cambiamento non viene pensato in termini deterministici e
lineari ma sistemici e complessi.
18
Azione 2– Verso l'autonomia personale
a) ANALISI DEL PROBLEMA
Identificare in maniera chiara e sintetica i problemi che il progetto intende affrontare, intesi
come situazioni concrete, attuali e negative, mettendone in luce le cause. Evitare di descrivere
il problema in termini di “mancanza di”, poiché questo prefigura già una possibile soluzione.
Spiegare brevemente come è stato individuato il problema.
Le indagini sociali degli ultimi anni hanno evidenziato che la maggior parte dei giovani vive con
disagio il passaggio all’età adulta, rimandando sempre più avanti negli anni l’assunzione di
responsabilità. Spesso i giovani si limitano ad investire sul solo presente, rinunciando almeno
in parte , a progettare percorsi futuri. Esistono fattori che contribuiscono a rendere vago e
incerto il domani, quali il prolungamento dei percorsi formativi, la poca disponibilità del mercato del
lavoro ad agevolare nuovi ingressi, lo scarso orientamento del welfare a favorire la formazioni di
nuovi nuclei familiari. In questa direzione risulta prioritaria la necessità di sostenere politiche e
sperimentazioni che sostengano i giovani nell’accesso alla casa e al lavoro.
I giovani e ancor più gli adolescenti, sono attori in formazione che sperimentano più degli adulti le
ambivalenze delle recenti trasformazioni sociali: essi sono “figli delle libertà” (mai si è stati così
liberi nella storia dell'umanità), sono nel pieno delle potenzialità auto-espressive, eppure sono
anche vittime di uno scenario che li rende fragili ed esclusi. Infatti esiste in primo luogo una
grossa difficoltà a dare direzione e senso coerente al proprio agire, cioè a mettere a fuoco
che cosa è importante per la propria vita; costruirsi un identità è per le giovani generazioni
diventata una questione assillante e problematica. La destrutturazione dei modelli di riferimento, la
pluralizzazione e la frammentazione delle possibilità e delle esperienze rappresentano risorse per
uno sviluppo di sé pare più libero e consapevole, ma implicano la necessità di sviluppare
notevoli capacità riflessive: essere in grado di fermarsi per ripensarsi e riuscire a riorganizzare
e distinguere i numerosi eventi della propria vita diventa decisivo ma non sempre si sa fare; in
19
secondo luogo esiste una difficoltà a tradurre i propri desideri in obiettivi verosimili da
collocare in relazione alle proprie capacità (presenti e future) e nelle opportunità sociali e di
contesto presenti, una difficoltà dunque di realizzare i propri progetti di vita concreti. Sapersi
orientare, trovare strade percorribili e scommettere su di sé nell'ottica di vivere una vita ricca di
senso non è facile in un contesto complesso e instabile come sono oggi le nostre comunità.
b) SOGGETTI BENEFICIARI DELLE ATTIVITÀ
Indicare l’età e la tipologia ed il numero dei giovani coinvolti.
Giovani fra i 17 e i 29 anni in generale e in particolare i giovani iscritti o inseriti in percorsi dei
seguenti attori territoriali:
- Centro per l'Impiego
- Scuole superiori del bacino
- Agenzie di formazione professionale
- Aziende del territorio
- Associazioni di categoria
c) OBIETTIVI SPECIFICI
Descrivere le finalità e gli obiettivi specifici, verificando l’attinenza con i problemi descritti.
• Sostenere con esperienze formative e forme sperimentali di accompagnamento al lavoro
l’accesso da parte di giovani all’esercizio del diritto al lavoro
• Attivare prassi sperimentali in cui la creatività giovanile, e le competenze che questa si
porta dietro (in termini di saper fare e di innovazione) diventano, opportunamente
sostenute, pre-requisiti per l’accesso al mondo del lavoro
• Promuovere l’integrazione fra servizi e politiche diverse (lavoro, formazione, giovani) e
fra soggetti diversi che si occupano di tali ambiti.
d) COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI
Descrivere le attività specifiche finalizzate al raggiungimento degli obiettivi su indicati.
Quantificare le realizzazioni delle diverse attività (es. n. 3 seminari, n. 10 percorsi formativi )
Faber - Verso il lavoro
Il progetto si svilupperà secondo tre fasi fondamentali e parallele:
- Gestione del sistema di connessioni attivato con i soggetti istituzionali e privati deputati alla
gestione delle politiche di sviluppo e occupabilità
- Gestione di un sistema di consulenza, formazione e sostegno ad eventuali tirocini
lavorativi funzionale a sostenere l’accesso al modo del lavoro
- Realizzazione di workshop e percorsi formativi finalizzati all’accesso di competenze (tecniche,
organizzative, relazionali) funzionali all’elaborazione di un progetto di autonomia
A seguito dell’esperienza condotta nella prime due annualità del progetto e del processo di
concertazione territoriale avvenuto in coerenza con la metodologia del PLG, per il futuro si intende
portare avanti la strategia di sistema sul tema dell’occupabilità e dell’accompagnamento dei
giovani nel loro percorso di accesso al lavoro presidiando i seguenti filoni progettuali:
1. Consolidamento e sviluppo del tavolo di raccordo con le politiche del lavoro e di sviluppo delle
Città (che ha come snodi accanto all’assessorato alle Politiche per i Giovani, l’Assessorato alle
Politiche per il lavoro, Centro per l’Impiego, Associazioni di categoria, Istituzioni scolastiche e
agenzie formative…..)
2. Attivazione, nell’ambito delle attività di coordinamento e integrazione con le politiche del lavoro
della Città, di una gestione integrata degli interventi e delle progettualità che hanno come oggetto
l’occupabilità dei giovani (Es. Azioni di contrasto alla crisi del mercato del lavoro locale, Attivazione
dello sportello delle opportunità…..)
3. Attivazione occasioni di incontro, confronto e apprendimento con testimoni privilegiati
(imprenditori e aziende, artigiani, esperti di responsabili selezione del personale, etc..) per
supportare il processo di scelta e la transizione al mondo del lavoro
4. Attivazione di un percorso di formazione (laboratorio dei talenti) orientativa rivolto a giovani fra i
17-25 anni, finalizzato a sostenere i giovani nel percorso di costruzione e definizione del proprio
progetto professionale.
5. Predisposizione di un percorso di sostegno all’attivazione di tirocini formativi e borse lavoro
presso realtà imprenditoriali del territorio finalizzati all’acquisizione di competenze specifiche
spendibili sul mercato del lavoro.
20
6. Attivazione di laboratori formativi finalizzati a promuovere la centralità delle competenze creative
nel percorso di accesso al lavoro e di autonomia personale in coerenza con la 'Strategia di
Lisbona', con il 'Patto per la Gioventù' e con la recente Agenda 2020 che definiscono come
prioritaria la messa in campo, in ambiti diversi, di interventi a supporto dell'istruzione/formazione
finalizzata al rafforzamento della creatività e dell'innovazione.
e) CRONOPROGRAMMA AZIONE
ATTIVITA’
TEMPISTICA
Giu
Lug
Ago
Set.
Ott.
Nov.
Dic.
sistema di connessioni
un sistema di consulenza, formazione e sostegno
ad eventuali tirocini lavorativi
workshop e percorsi formativi
f) MODALITÀ D’ESECUZIONE
o Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la
specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
- Operatori e animatori competenti nella gestione di tavoli di concertazione e progettazione partecipata,
- Gli operatori territoriali e animatori socio-culturali dei territori con compiti di aggancio e
accompagnamento dei giovani, di supporto, accompagnamento e consulenza dei soggetti coinvolti
nella realizzazione delle singole attività,
- Gli operatori Informagiovani dei territori, con compito di informazione e promozione del sub PLG
nel suo complesso e delle singole fasi, avranno inoltre il compito di attivare iniziative informative
legate ai temi dell'autonomia.
- I formatori, con compito di fornire spunti di riflessione a giovani e adulti sulle tematiche oggetto
del sub PLG.
- Giovani consulenti grafici per lo sviluppo della strategia comunicativa del sub PLG.
o Sostenibilità economico/finanziaria del progetto
il processo del sub PLG dell'area di Settimo Torinese si inserisce in un sistema coordinato di
interventi di politiche non solo giovanili, ma di reale sviluppo della comunità locale. In questa ottica
la sostenibiltà economica/finanziaria è garantita dai servizi rivolti ai giovani già presenti nell'area e
dai capitoli di spesa dedicati al sub PLG.
o Incidenza del co-finanziamento locale sul costo totale del Progetto
Il co-finanziamento complessivamente su tutto il Piano LOCALE GIOVANI (comprendendo quindi
tutte le Azioni 0, 1, 2 e 4) corrisponderà ad almeno il 10% del costo totale del progetto, garantito
dal Comune capofila
o Modalità di coinvolgimento attivo dei giovani nella gestione del progetto
I giovani sono coinvolti fin dall'inizio del processo, facilitandone la partecipazione attiva al
laboratorio giovani e città, ai tavoli tematici, ai laboratori nuclei del costituendo tavolo giovani. Il
tavolo risulta essere uno degli spazi di confronto e elaborazione della progettazione specifica delle
attività del sub PLG.
o Metodo di lavoro
Animazione territoriale: la modalità dell’animazione può essere la strategia adeguata per
garantire l’apertura e il mantenimento di canali di comunicazione significativi con i giovani in modo
strutturato ed ad attivare un percorso orientato a scoprire linguaggi e sogni creativi e far emergere
la loro valutazione e percezione dei problemi e delle soluzioni possibili per dare concretezza
all’idea di fondo dei giovani come una “risorsa sociale" e non solo come un “problema sociale”;
Tutoraggio: l’esigenza di autonomia non si esaurisce con l’offerta di attività da auto-organizzare
né l’esigenza di costruzione dell’identità si esaurisce con esperienze di protagonismo, seppur
importanti. Con questa direzione strategica i soggetti titolari del progetto intendono mettere le basi
per azioni di supporto ai processi di crescita dei giovani, sia sotto il profilo del contatto sia sotto
quello dell’osservazione;
21
Consulenza: strettamente correlata alla precedente è l’area dell’impegno in riferimento ai bisogni
di crescita metodologica, organizzativa e gestionale dei gruppi di giovani. Nei gruppi giovanili si
mantiene costante l’esigenza di essere sostenuti nello sviluppo e per uscire dal rischio di costruire
circuiti viziosi, implosivi e auto-referenziali. Una prospettiva strategica del Progetto è individuata
nella messa a disposizione di supporti consulenziali ai gruppi di giovani a partire da una richiesta
che questi devono esprimere, presentando necessità e bisogni concreti ai quali la consulenza può
offrire spunti e chiavi di lettura nuove;
Formazione: la strategia formativa, al di fuori di logiche di tipo prescrittive e “chiuse” (nel senso di
logiche che saturano le domande formative), può tradursi, opportunamente, in un processo per
definire nuovi significati, nuove rappresentazioni, una nuova modalità d leggere il territorio e il
proprio gruppo
Out-reach : Nel processo, si riconoscono e si applicano i principi dell’out-reach, che ribaltano
l'immagine stereotipata di una Amministrazione pubblica che dispensa servizi e informazioni in
modo burocratico, in giorni e orari prestabiliti, in spazi in cui i cittadini e le cittadine generalmente
fanno fatica ad ottenere ciò che è loro necessario: infatti, nell'approccio dell'out-reach non è il/la
cittadino/a che si muove verso lo sportello, ma l'istituzione a muoversi verso il/la cittadino/a, con un
profondo cambiamento nel modo di lavorare a livello tanto organizzativo quanto culturale, laddove
l'obiettivo diventa non tanto la soddisfazione di una richiesta formulata dal cittadino/utente del
servizio, quanto l'individuazione e l'attivazione di una domanda latente che, non necessariamente,
arriverebbe ad essere esplicitata presso la sede istituzionale formale. La metodologia di out-reach
si fonda su incontri collettivi mirati a conoscere la percezione del problema da parte di un gruppo
omogeneo di cittadini/e (ad esempio i componenti di un comitato di quartiere, gli abitanti di un
condomino, gli anziani frequentatori di un centro sociale, gli operatori dei servizi sociali ecc.) che
vengono invitati a riunirsi in una sede da loro prescelta per partecipare ad una sorta di “intervista
collettiva”, dove, oltre a seguire una traccia molto aperta di intervista in cui la conversazione
perlopiù si indirizza verso gli aspetti ritenuti da quegli stessi attori prioritari, vengono assunte
alcune informazioni fondamentali per la conoscenza del contesto sociale in cui si opera, prima fra
tutti l'esistenza di altri soggetti rilevanti da coinvolgere. Questo approccio è coerente con la riforma
dello stato sociale e del cosiddetto principio della sussidiarietà, che sta spostando il baricentro
delle politiche sociali verso l’utenza, a cui si chiede un coinvolgimento più diretto e partecipato, sia
nell’espressione delle sue esigenze che nell’individuazione di possibili soluzioni.
Sostegno e sviluppo di forme di organizzazione di comunità : si tratta di attivare risorse tali da
consentire alla popolazione locale di affrontare le questioni cruciali del vivere il e nel proprio
territorio, trovando modalità concrete di espressione e sostegno ai propri interessi e desideri.
Un’efficace organizzazione di comunità, attraverso forme specifiche (gruppi, associazioni, comitati,
partnership), consente la partecipazione e la realizzazione di interventi progettuali. Si perseguono
in tal senso strategie di costruzione delle condizioni per lo sviluppo di una comunità competente,
in grado di riconoscere i propri bisogni e adottare le modalità di risposta adeguate. Si tratta di
sviluppare i fattori di empowerment che consentono a una comunità di agire intenzionalmente nei
confronti dei propri bisogni (percepiti, compresi, analizzati) e attorno a questi progettare azioni di
contrasto delle problematiche e di sviluppo delle risorse.
La progettazione partecipata : l’ orizzonte all'interno del quale questo impianto progettuale si
colloca è rappresentato dal superamento della logica della razionalità assoluta, a favore di una
visione che assume la complessità, l'incertezza e l'imprevedibilità come aspetti costitutivi della
realtà. La preoccupazione fondamentale del progettista o meglio dei soggetti che agiscono la
progettazione all’interno di questo modello è il come giungere a una definizione il più possibile
condivisa del problema e delle strategie da utilizzare per affrontarlo, attraverso la collaborazione
degli attori interessati o potenzialmente tali.
Contestualmente alla lettura dei problemi in campo si attiva dunque la mappatura dei "soggetti"
coinvolti, cioè interessati: rispetto al loro esistere e alle loro conseguenze, rispetto alle possibile
soluzioni, rispetto agli strumenti e alle azioni attivabili. Ogni soggetto viene dunque invitato a
"giocare", a prender parte al processo di progettazione e alle decisioni che lo compongono.
Nessun interesse o posizione rispetto al problema viene intesa come prioritaria, mentre i rapporti di
potere tra i soggetti vengono lasciati a latere. Tale modello si adatta alle situazioni in cui i problemi,
lontani dall'essere pensati in termini tecnici, risultano affrontabili attraverso l'attivazione di persone,
gruppi e comunità. E la risposta ai problemi non è affidata alla supposta capacità di un esperto, ma
invece diffusa e condivisa. A sua volta il cambiamento non viene pensato in termini deterministici e
lineari ma sistemici e complessi.
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Azione 4 – Sostenere l'esistente
a) ANALISI DEL PROBLEMA
Identificare in maniera chiara e sintetica i problemi che il progetto intende affrontare, intesi
come situazioni concrete, attuali e negative, mettendone in luce le cause. Evitare di descrivere
il problema in termini di “mancanza di”, poiché questo prefigura già una possibile soluzione.
Spiegare brevemente come è stato individuato il problema.
L’informazione è potere nel senso che chi è informato “PUÒ”: può scegliere, può cogliere delle
occasioni, può evitare degli sbagli, può rendere la sua vita migliore, può approfittare di tutto ciò che
il “sistema” gli offre. Si tratta allora di favorire e promuovere l'accesso alle informazioni, avendo
presente che il mondo giovanile non è una realtà omogenea, ma estremamente variegata con
caratteristiche estremamente differenziate in funzione dell’età, del genere, delle condizioni sociali,
culturali ed economiche.
L’accesso alle informazioni presenta però diversi aspetti problematici:
- la difficoltà a rendere visibili le opportunità presenti sul territorio per i giovani;
- la fatica del mondo degli adulti a rendersi riconoscibili ed “appetibili” come interlocutori che hanno
interesse a sviluppare relazioni con i giovani;
- il dialogo spesso unidirezionale con il mondo giovanile: non sempre esiste una disponibilità
all’ascolto attento da parte dell’adulto più propenso ad offrire le proprie rappresentazioni dei
problemi e le possibili soluzioni;
- la formalità, le regole delle “macchine amministrative” spesso non facilitano la comunicazione con
la realtà giovanile, che chiede altre velocità , meccanismi e regole più flessibili di quanto spesso si
è in grado di assicurare.
23
A supporto delle tesi appena espresse, due ricerche condotte tra il 2005 e il 2008 sul territorio
piemontese (Giovani e Informazione, 2007; Molte Gioventù, nuovi Informagiovani, 2008) ci offrono
alcuni dati di conoscenza sul rapporto giovani e informazione, sulle modalità, sui tempi di fruizione,
sulle difficoltà che incontrano nel raggiungere le informazioni utili, su come vedono e interpretano i
servizi Informativi sulle loro attese.
Nel primo caso oltre un migliaio di giovani torinesi è stato coinvolto sul tema del rapporto con
l’informazione, è stato poi raccolto il punto di vista anche di esperti, associazioni, organizzazioni
sociali, professionisti della comunicazione; abbiamo così la possibilità di appoggiare la nostra
progettazione a dati approfonditi e relativamente recenti e a un’elaborazione accurata e condivisa
che ha tracciato piste di lavoro innovative.
Nella ricerca “Molte gioventù, nuovi Informagiovani” ci si è rivolti a gruppi di giovani della Provincia
di Cuneo e di altri comuni del Piemonte, escludendo Torino già molto indagata nel lavoro
precedente, a operatori degli IG piemontesi, a rappresentanti delle cooperative e a esperti del
settore. In questo caso l’obiettivo era maggiormente centrato sulla riprogettazione della funzione
informativa dei servizi Informagiovani. Anche da questo lavoro sono emerse molte interessanti
riflessioni e proposte per una innovazione dei Centri e strategie di sviluppo, che costituiscono un
punto di riferimento importante per la realizzazione di azioni di mediazione informativa.
Da entrambe emergono esiti che costituiscono un riferimento concettuale importante per la
presente progettualità:
I giovani oggi si trovano di fronte a due tipi di difficoltà: la mancanza di informazioni da un lato,
l'abbondanza di informazioni dall'altro (ridondanza). Il 42,6% dei mille giovani torinesi
intervistati telefonicamente nel 2005 dichiara che non riescono mai a trovare l'informazione quando
serve, il 42,2% ritiene che per i giovani che vivono a Torino l'informazione non sia sufficiente,
mentre il 25,4% dei giovani ritiene vi sia sovrabbondanza di informazione.
Le informazioni cercate dai giovani presentano tre livelli:
1. informazioni connesse con la vita quotidiana (corsi di lingue, lavoretti salutari, viaggi studio, la
scuola, per i più grandi ricerca del lavoro)
2. informazioni connesse allo sviluppo di capacità per raggiungere informazioni (reperire fonti
affidabili
3. informazioni legate alla necessità di orientarsi, valutare, scegliere
4 Le nuove generazioni non presentano solo bisogni informativi, ma anche bisogni
comunicativi, legati a bisogni soggettivi di protagonismo comunicativo; possono e vogliono essere
produttori di informazione
5. Esprimono la necessità di trovare le informazioni nei luoghi dove vivono (casa, scuola, sede
di lavoro, luoghi di aggregazione, locali…). Cercano le informazioni nei contesti formali e poi anche
in quelli informali (stazioni ferroviarie, locali, luoghi di divertimento). A Internet accedono con un
differente grado di maturità e consapevolezza a seconda che siano adolescenti o giovani adulti,
alcuni hanno ancora difficoltà di accesso. Per i ragazzi lavoratori il momento in cui maggiormente
possono informarsi è la sera, oppure il sabato e la domenica; per questo target quindi la rete è una
grande risorsa. Radio e Tv in generale non sono ritenuti così affidabili.
6. Le modalità con le quali ricercano dell’informazione sono molto simili tra tutte le fasce d’età:
prima si fanno un'idea tramite la consultazione di Internet o rivolgendosi alla cerchia famigliare, poi
se è il caso fanno un passaggio con una fonte significativa; i pari sono un elemento
imprescindibile, i giovani si confrontano sempre con i loro coetanei sugli argomenti di loro interesse
o prima di fare una scelta.
b) SOGGETTI BENEFICIARI DELLE ATTIVITÀ
Indicare l’età e la tipologia ed il numero dei giovani coinvolti.
Giovani tra i 15 e i 29 anni dell’area del sub PLG
Beneficiari indiretti delle iniziative promosse saranno: le Associazioni del territorio, gli enti e
soggetti privati del territorio del bacino
c) OBIETTIVI SPECIFICI
Descrivere le finalità e gli obiettivi specifici, verificando l’attinenza con i problemi descritti.
• - Favorire l’utilizzo dei servizi e la partecipazione da parte dei giovani alle iniziative
promosse dal territorio, attraverso la realizzazione di una campagna informativa capillare e
trasversale alle singole realtà operanti
• - Sperimentare nuove modalità e strumenti informativi e comunicativi in grado di favorire la
socializzazione delle esperienze realizzate e delle opportunità a disposizione
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d) COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI
Descrivere le attività specifiche finalizzate al raggiungimento degli obiettivi su indicati.
Quantificare le realizzazioni delle diverse attività (es. n. 3 seminari, n. 10 percorsi formativi )
Il lavoro di informazione generalista per i giovani abbraccia tutti i temi di loro interesse e può
includere una vasta gamma di attività: informazione, consulenza, orientamento, sostegno,
accoglienza e ascolto, accompagnamento e formazione, lavoro di rete e rinvio ai servizi
specializzati. Queste attività possono e devono essere svolte dal servizio Informagiovani attraverso
il contatto diretto con l’utenza o usando internet e gli altri media. L'azione coniuga i due
aspetti fondamentali della funzione informativa (contatto diretto e on line), sia per quanto riguarda il
reperimento delle informazioni, sia per la loro erogazione. Inoltre, la nuova collocazione dello
sportello IG presso la sede della nuova Biblioteca comunale di Settimo, polo culturale e
tecnologico della Città e del territorio del PLG, da un’ulteriore spinta all’innovazione e all’uso di
linguaggi più attuali e vicini ai giovani.
1 «Laboratori/workshop informativi su tematiche di interesse specifico»: un evento al mese,
in orario pre-serale o serale, organizzato secondo le modalità del talkshow: 4/5 esperti sul tema
che coordinati da un moderatore si confrontano e interagiscono con i partecipanti; possibili punti di
partenza libri o video sul tema.
2. Riprogettazione del flusso delle attività degli sportelli informativi territoriali attorno alla
priorità di attivare una strategia integrata di accoglienza e accompagnamento dei giovani nella
ricerca di opportunità formative e lavorative e nella definizione di più efficaci strategie di ricerca
occupazionale, anche attraverso tirocini in impresa.
3 utilizzo del portale del PLG per comunicare e informare sulle attività dei tre sub PLG
4 Informagiovani 2.0 L’InformaGiovani di Settimo già da diversi anni è presente all’interno di
social network utilizzati dai giovani, quali ad esempio
facebook . partendo da alcune
considerazioni in merito a questa «frequentazione» di rete che nascono le proposte di seguito
illustrate.
Potenziamento dello Sportello “virtuale”: facebook rappresenta l’interfaccia virtuale dell'IG. è il
punto di incontro e contatto con i clienti finali, è lo strumento per socializzare, condividere
esperienze, dare forma alla creatività e al talento giovanile.
«Azioni informative» Informazioni sulle tematiche di interesse e sulle iniziative per i giovani
promosse dalla Città e dal territorio del sub PLG. collaborazioni giornali studenteschi / creazione
newsletter / opuscoli on line
«Azioni animative» Lancio di iniziative virtuali – concorsi, dibattiti, sondaggi per animare la pagina
e) CRONOPROGRAMMA AZIONE
ATTIVITÀ
TEMPISTICA
Gen.
Feb.
Mar.
Apr.
Mag.
Giu
Lug
Ago
Sett
Ott
Nov
Dic
Il Coordinamento del PLG
“Cabina di Regia”
“Segreteria
organizzativa”
il monitoraggio e la
valutazione
Piano integrato di
comunicazione
Il sistema informativo rivolto ai Giovani del PLG
«Laboratori/workshop
informativi
Riprogettazione del
25
flusso delle attività
degli sportelli
informativi
portale del PLG
Informagiovani 2.0
f) MODALITÀ D’ESECUZIONE
o Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la
specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
- Operatori e animatori competenti nella gestione di tavoli di concertazione e progettazione partecipata,
- Gli operatori territoriali e animatori socio-culturali dei territori con compiti di aggancio e
accompagnamento dei giovani, di supporto, accompagnamento e consulenza dei soggetti coinvolti
nella realizzazione delle singole attività,
- Gli operatori Informagiovani dei territori, con compito di informazione e promozione del sub PLG
nel suo complesso e delle singole fasi, avranno inoltre il compito di attivare iniziative informative
legate ai temi dell'autonomia.
- I formatori, con compito di fornire spunti di riflessione a giovani e adulti sulle tematiche oggetto
del sub PLG.
- Giovani consulenti grafici per lo sviluppo della strategia comunicativa del sub PLG.
o Sostenibilità economico/finanziaria del progetto
il processo del sub PLG dell'area di Settimo Torinese si inserisce in un sistema coordinato di
interventi di politiche non solo giovanili, ma di reale sviluppo della comunità locale. In questa ottica
la sostenibiltà economica/finanziaria è garantita dai servizi rivolti ai giovani già presenti nell'area e
dai capitoli di spesa dedicati al sub PLG.
o Incidenza del co-finanziamento locale sul costo totale del Progetto
Il co-finanziamento complessivamente su tutto il Piano LOCALE GIOVANI (comprendendo quindi
tutte le Azioni 0, 1, 2 e 4) corrisponderà ad almeno il 10% del costo totale del progetto, garantito
dal Comune capofila
o Modalità di coinvolgimento attivo dei giovani nella gestione del progetto
i giovani sono coinvolti fin dall'inizio del processo, facilitandone la partecipazione attiva al
laboratorio giovani e città, ai tavoli tematici, ai laboratori nuclei del costituendo tavolo giovani. Il
tavolo risulta essere uno degli spazi di confronto e elaborazione della progettazione specifica delle
attività del sub PLG.
o Metodo di lavoro
• Animazione territoriale: la modalità dell’animazione può essere la strategia adeguata per
garantire l’apertura e il mantenimento di canali di comunicazione significativi con i giovani in
modo strutturato ed ad attivare un percorso orientato a scoprire linguaggi e sogni creativi e
far emergere la loro valutazione e percezione dei problemi e delle soluzioni possibili per
dare concretezza all’idea di fondo dei giovani come una “risorsa sociale" e non solo come
un “problema sociale”;
• Tutoraggio: l’esigenza di autonomia non si esaurisce con l’offerta di attività da autoorganizzare né l’esigenza di costruzione dell’identità si esaurisce con esperienze di
protagonismo, seppur importanti. Con questa direzione strategica i soggetti titolari del
progetto intendono mettere le basi per azioni di supporto ai processi di crescita dei giovani,
sia sotto il profilo del contatto sia sotto quello dell’osservazione;
• Consulenza: strettamente correlata alla precedente è l’area dell’impegno in riferimento ai
bisogni di crescita metodologica, organizzativa e gestionale dei gruppi di giovani. Nei
gruppi giovanili si mantiene costante l’esigenza di essere sostenuti nello sviluppo e per
uscire dal rischio di costruire circuiti viziosi, implosivi e auto-referenziali. Una prospettiva
strategica del Progetto è individuata nella messa a disposizione di supporti consulenziali ai
gruppi di giovani a partire da una richiesta che questi devono esprimere, presentando
necessità e bisogni concreti ai quali la consulenza può offrire spunti e chiavi di lettura
nuove;
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•
•
•
•
Formazione: la strategia formativa, al di fuori di logiche di tipo prescrittive e “chiuse” (nel
senso di logiche che saturano le domande formative), può tradursi, opportunamente, in un
processo per definire nuovi significati, nuove rappresentazioni, una nuova modalità d
leggere il territorio e il proprio gruppo
Out-reach : Nel processo, si riconoscono e si applicano i principi dell’out-reach, che
ribaltano l'immagine stereotipata di una Amministrazione pubblica che dispensa servizi e
informazioni in modo burocratico, in giorni e orari prestabiliti, in spazi in cui i cittadini e le
cittadine generalmente fanno fatica ad ottenere ciò che è loro necessario: infatti,
nell'approccio dell'out-reach non è il/la cittadino/a che si muove verso lo sportello, ma
l'istituzione a muoversi verso il/la cittadino/a, con un profondo cambiamento nel modo di
lavorare a livello tanto organizzativo quanto culturale, laddove l'obiettivo diventa non tanto
la soddisfazione di una richiesta formulata dal cittadino/utente del servizio, quanto
l'individuazione e l'attivazione di una domanda latente che, non necessariamente,
arriverebbe ad essere esplicitata presso la sede istituzionale formale. La metodologia di
out-reach si fonda su incontri collettivi mirati a conoscere la percezione del problema da
parte di un gruppo omogeneo di cittadini/e (ad esempio i componenti di un comitato di
quartiere, gli abitanti di un condomino, gli anziani frequentatori di un centro sociale, gli
operatori dei servizi sociali ecc.) che vengono invitati a riunirsi in una sede da loro prescelta
per partecipare ad una sorta di “intervista collettiva”, dove, oltre a seguire una traccia molto
aperta di intervista in cui la conversazione perlopiù si indirizza verso gli aspetti ritenuti da
quegli stessi attori prioritari, vengono assunte alcune informazioni fondamentali per la
conoscenza del contesto sociale in cui si opera, prima fra tutti l'esistenza di altri soggetti
rilevanti da coinvolgere. Questo approccio è coerente con la riforma dello stato sociale e
del cosiddetto principio della sussidiarietà, che sta spostando il baricentro delle politiche
sociali verso l’utenza, a cui si chiede un coinvolgimento più diretto e partecipato, sia
nell’espressione delle sue esigenze che nell’individuazione di possibili soluzioni.
Sostegno e sviluppo di forme di organizzazione di comunità : si tratta di attivare
risorse tali da consentire alla popolazione locale di affrontare le questioni cruciali del vivere
il e nel proprio territorio, trovando modalità concrete di espressione e sostegno ai propri
interessi e desideri. Un’efficace organizzazione di comunità, attraverso forme specifiche
(gruppi, associazioni, comitati, partnership), consente la partecipazione e la realizzazione di
interventi progettuali. Si perseguono in tal senso strategie di costruzione delle condizioni
per lo sviluppo di una comunità competente, in grado di riconoscere i propri bisogni e
adottare le modalità di risposta adeguate. Si tratta di sviluppare i fattori di empowerment
che consentono a una comunità di agire intenzionalmente nei confronti dei propri bisogni
(percepiti, compresi, analizzati) e attorno a questi progettare azioni di contrasto delle
problematiche e di sviluppo delle risorse.
La progettazione partecipata : l’ orizzonte all'interno del quale questo impianto
progettuale si colloca è rappresentato dal superamento della logica della razionalità
assoluta, a favore di una visione che assume la complessità, l'incertezza e l'imprevedibilità
come aspetti costitutivi della realtà. La preoccupazione fondamentale del progettista o
meglio dei soggetti che agiscono la progettazione all’interno di questo modello è il come
giungere a una definizione il più possibile condivisa del problema e delle strategie da
utilizzare per affrontarlo, attraverso la collaborazione degli attori interessati o
potenzialmente tali.
Contestualmente alla lettura dei problemi in campo si attiva dunque la mappatura dei
"soggetti" coinvolti, cioè interessati: rispetto al loro esistere e alle loro conseguenze,
rispetto alle possibile soluzioni, rispetto agli strumenti e alle azioni attivabili. Ogni soggetto
viene dunque invitato a "giocare", a prender parte al processo di progettazione e alle
decisioni che lo compongono. Nessun interesse o posizione rispetto al problema viene
intesa come prioritaria, mentre i rapporti di potere tra i soggetti vengono lasciati a latere.
Tale modello si adatta alle situazioni in cui i problemi, lontani dall'essere pensati in termini
tecnici, risultano affrontabili attraverso l'attivazione di persone, gruppi e comunità. E la
risposta ai problemi non è affidata alla supposta capacità di un esperto, ma invece diffusa e
condivisa. A sua volta il cambiamento non viene pensato in termini deterministici e lineari
ma sistemici e complessi.
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4 - RISULTATI ATTESI E SOSTENIBILITA’ FUTURA DEL PROGETTO
Quantificare i risultati attesi, evitando di indicare quali risultati le realizzazioni delle attività che verranno
svolte (es.: numero di seminari o di tirocini). I risultati vanno intesi come conseguenze successive ed
esterne al progetto, mentre le realizzazioni, intese come conseguenze immediate e programmabili delle
diverse azioni, vanno indicate nel punto d) di ciascuna azione (es. gli occupati in seguito a un corso
formativo sono “risultati”, mentre la realizzazione è data dal numero di allievi qualificati).
Linee guida
Risultati attesi
Prospettiva futura
- aumentare il numero di giovani convoti
nelle attività del PLG;
- aumentare il numero di giovani coinvolti nel
tavolo di lavoro;
- aumentare il numero di giovani coinvolti
nelle Associazioni;
- mobilitare le motivazioni e le energie degli
altri soggetti attorno a ipotesi di lavoro
condivise, trasformandole in assunzione di
responsabilità, in agende di lavoro integrato
• rendere permanenti le
occasioni di confronto e
progettazione
negoziata
tra giovani e adulti
• far sì che il tavolo
giovani, in maniera stabile
e continuativa, sia lo
spazio
di
dialogo
e
confronto
con
le
Amministrazioni comunali
e permetta ai giovani di
incidere sulle politiche
delle Città a loro rivolte
Aumentare il sostegno ai percorsi di
apprendimento del laboratorio mirati a
•Costruire legami di riconoscimento e
fiducia
•Apprendere a vedere ed istituire
Azione 2
connessioni
Verso l’autonomia
personale
•Apprendere a leggere i processi
territoriali e gli ambiti professionali
•Apprendere
a
costruire
“problemi
condivisi”
•Apprendere a riflettere sui processi
• Portare a sistema il
“contenitore” Faber;
• Mettere a sistema le
modalità di raccordoconle
Politiche del Lavoro e i
soggetti
che
se
ne
occupano
Azione 1
La partecipazione
28
progettuali in cui si è implicati
•Apprendere a sviluppare valore aggiunto
territoriale (tessere relazioni, promuovere
integrazioni, ecc. ..)
Azione 4
Sostenere
l’esistente
- Messa in comune delle risorse a
disposizione dei diversi attori coinvolti nel
processo
- Mantenere nel tempo la “Cabina di Regia”
tra i tre sub PLG (Settimo, Moncalieri,
Venaria Reale), per un confronto attivo tra le
tre aree che permetta lo sviluppo di prassi e
progetti innovativi orientati all’autonomia
giovanile
- rendere permanente il tavolo di lavoro tra
adulti, luogo di confronto e progettazione
comune per lo sviluppo locale nel suo
complesso
-Potenziare gli strumenti comunicativi e
informativi;
- aumentare i giovani coinvolti nelle attività di
mediazione informativa
•
Rendere
prassi
il
processo di lavoro del
PLG
•
mediazione tra giovani
e politici
•
partecipazione attiva al
contesto
socioeconomico
del
territorio
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Futura: nuove politiche per nuove cittadinanze