Il Vangelo? Una sorpresa Renza Guglielmetti Peter Berger, tra i massimi sociologi della religione, ha affermato che il pluralismo religioso è «una chance per il cristianesimo», perché lo ricolloca in una società simile a quella dei primi apostoli, per cui l’annuncio della fede può risultare «nuovo e sconvolgente» (Avvenire, 02/23/2011). C’è una parabola nel vangelo di Matteo che risulta particolarmente significativa al riguardo. Occorre però intenderla bene. Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra (Mt 13, 44-46). Il centro della parabola verte soprattutto sulla gioiosa sorpresa, sulla ven- EditorialE pag. 1 Il Vangelo? Una sorpresa DOMANDE & (qualche) RISPOSTA Il pluralismo religioso: un segno dei tempi pag. 4 flash dai centri pag. 9 • Presentazione libro su Norberto Bobbio • Colloqui sulla porta della sede • E dopo... Nulla? • La parola agli Amici • «Grafie dell’anima» news • Messaggi che disturbano • Distribuzione manifesti comunicazione & dintorni Comunità virtuali o reali? pag. 17 diciamolo con l’arte pag. 20 Arte e fede in Liguria religioni culti magìa pag. 23 Salvezza è il “Risveglio della Coscienza di Krishna” tura che entrambi i protagonisti hanno sperimentato nel trovare un bene che va al di là delle loro aspettative. E per ambedue questa scoperta fortunata avviene nell’ambito delle attività normali del vivere1. La fede cristiana non si esprime solo in certi eventi particolari (celebrazioni liturgiche, solennità religiose, ecc.) ma è quella relazione con Dio che si distende nella vita d’ogni giorno e ne qualifica i vari momenti: vita affettiva e lavoro, festa e impegno, sofferenza e lutto. Forse per qualcuno ciò può costituire una novità, una scoperta, un modo nuovo, diverso di pensare il proprio rapporto con Dio. Eppure, Gesù ha portato il suo messaggio, rivelatore di un nuovo (in contrasto con la concezione corrente) rapporto con Dio (l’Abbà), e con gli uomini tra loro (“voi siete tutti fratelli”) non tanto nella sinagoga o nel tempio ma in occasione di un invito a cena, sulle rive del lago, lungo le strade della Palestina, testimoni dei suoi frequenti spostamenti. Per parlare del volto e del cuore di Dio ha usato narrazioni che traggono i loro contenuti dagli usi, dalle consuetudini sociali, dai rapporti familiari, dai mestieri e professioni in vigore in quel tempo. La fede può trovare spazi di crescita nella persona umana nella sua interezza. Per rimanere nell’affermazione/provocazione di Berger, sorge però una domanda: come può essere “nuovo e sconvolgente” un annuncio che per molti che pur si dicono credenti, non è affatto fonte di gioia ma piuttosto di noia? Il Vangelo, ridotto a un corpo dottrinale e a una morale, non è in grado di affascinare e attirare a sé perché non esprime la grandezza del dono che Dio fa ad ogni uomo offrendosi a lui in una relazione di amore. Scrive l’apostolo Giovanni nel suo Vangelo: io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza (10,10b). Questa vita in abbondanza non è altro che la partecipazione alla vita stessa di Dio che è amore. Un cristiano che vive questa autentica dimensione della fede non può allora che essere contagioso anche senza dir parole. Pensiamo a Francesco e a quanto ha influenzato il cristianesimo del suo tempo, la Chiesa stessa con le sue gerarchie si è inchinata dinnanzi al modo di vivere, austero ma oltremodo gioioso, del Poverello di Assisi. Aveva trovato il tesoro, la perla preziosa – una sorpresa immeritata – e per la felicità straripante di questa scoperta aveva lasciato tutto ciò che prima riteneva il suo ideale di vita: beni, famiglia, amici, un ruolo di prestigio nella società. Ha scelto uno stile di vita povera, da emarginato, perché impregnato fino alle midolla della rivelazione della paternità di Dio. Dio gli bastava, era il suo Tutto. Da questa viva esperienza è sgorgato l’amore per ogni creatura: dai fratelli che Dio gli aveva donato alle persone incontrate nel suo frequente pellegrinare, fino ad abbracciare come fratello e sorella ogni essere vivente e ogni realtà creata. Ogni persona e ogni cosa gli parlava del Creatore ed Egli, a sua volta, gli si faceva presente anche nelle più piccole e insignificanti tra le creature. Francesco ha saputo godere del dono della vita e delle cose belle e buone che essa gli poteva offrire: amava cantare in francese le lodi di Dio o ascoltarle accompagnate dalla melodia della cetra. Prima di morire si fece portare da un’amica romana, Jacopa de’ Settesoli, i suoi dolci preferiti, i mostaccioli. tenerezza di Dio, come nessun teologo avrebbe mai fatto. E gli uomini, ascoltando questo canto di Natale, scoprivano un mondo nuovo, nel quale “il Dio della maestà, divenuto nostro fratello” (2Cel 198; FF 786), si lasciava ormai incontrare nella relazione fraterna.2 Cfr. E. Biemmi, Il Secondo annuncio – La grazia di ricominciare, EDB 2011, pp. 88-89. 1 Eloi Léclerc, Francesco d’Assisi – il ritorno al Vangelo, EBF 1982, p. 151. 2 Ed è stato il cantore dell’umanità di Dio. Greccio, dicembre 1223. Scrive E. Léclerc: Là, nel crudo inverno degli uomini e della natura, in comunione con la gente più semplice e con gli animali stessi, Francesco “reinventò”, in una creazione poetica, la Il nuovo manifesto e cartolina natalizi di InformaCristo DOMANDE & (qualche) RISPOSTA Il pluralismo religioso: un segno dei tempi a cura di Fiorella Danella Tocchiamo anche questa volta un tema di grande interesse e attualità, quello del pluralismo religioso. Com’è noto, il 27 ottobre 2011 Benedetto XVI si è recato ad Assisi insieme ai maggiori leader mondiali delle religioni e ad alcuni esponenti che non aderiscono a nessun credo religioso, per fare memoria del primo incontro voluto da Giovanni Paolo II nel 1986 e per rilanciare l’impegno delle religioni in favore della pace “nel rispetto delle differenze delle varie religioni”. Scrive in proposito il Card. Martini: «Non ci sarà futuro per l’umanità se non ci sarà dialogo interreligioso e interculturale. E non serve parlarne in modo intellettuale, direi elegante. Bisogna viverci dentro, giocandosi fino in fondo». Sul tema riportiamo un tratto dell’articolo di Luigi Berzano: Vivere nel pluralismo religioso. Da più parti si tesse l’elogio del pluralismo e della multiculturalità. Ma la cultura dell’Occidente, che affonda le sue radici nell’Europa che ha vissuto per secoli all’insegna della diversità, all’alba del terzo millennio rischia di caratterizzarsi per un pluralismo soprattutto di tipo linguistico, di consumi e di stili di comportamenti. Di fronte alla centralità della tecnica e della sua cultura, s’indebolisce il pluralismo delle culture e delle relative “scienze dello spirito”, cioè di tutte quelle scienze costruite sulle esperienze vissute dai popoli e sulle loro tradizioni originarie. La centralità della tecnica non è intaccata nemmeno dalla cosiddetta “eclisse delle ideologie”. Anzi il mito della tecnica è la riprova che quanti, come Spengler e Cassirer, hanno detto che questo secolo sarebbe stato il secolo dei miti e dei culti, avevano visto bene. Al di là di questi problemi generali, qui si intende solo proporre alcuni appunti sul pluralismo tra le religioni e dentro le singole religioni, considerando il pluralismo tra i più significativi “segni dei tempi” di questa fine millennio. Una cosa è certa. Noi siamo inesorabilmente gli ultimi testimoni di un certo modo di essere cristiani, di essere cattolici. Anche le Chiese locali, coinvolte nelle profonde mutazioni delle società umane nelle quali s’incarnano, non potranno non cambiare volto. Non è necessario essere profeti per prevedere che in futuro saranno radicalmente diversi i rapporti tra laici e preti, che la fede non si trasmetterà più per assimilazione a una particolare società, DOMANDE & (qualche) RISPOSTA che l’esperienza religiosa sarà sempre meno da confondere con l’appartenenza religiosa, che il contesto in cui si vivrà la propria fede sarà il pluralismo. Il cristianesimo non potrà essere solamente ciò che fu ieri e nemmeno solo ciò che fu all’inizio. Gli inizi sono un valore, ma non rappresentano l’unico paradigma. L’esperienza cristiana consiste nel convertire il passato dell’in illo tempore, in un evento attuale in ipso tempore. Il pluralismo religioso è per prima cosa la nascita del cristianesimo. Il cristianesimo è il frutto di molteplici tradizioni: quella ebraica, quella greca, quella del mondo politico romano. La stessa figura gigantesca di Paolo aveva un cuore giudeo, una cultura greca, stili di comportamenti romani. Il cristianesimo è nato da questi dialoghi e dalle loro tensioni. I Padri greci e i Padri latini erano in dialogo costante con l’ordine politico, le categorie elleniche, l’eredità ebraica. Non tutte le generazioni che sono seguite hanno dimenticato questo orientamento. Per citare un caso positivo si può ricordare l’anno 1453 nel quale Nicola Cusano pubblicò il suo trattato De pace fidei. Si tratta del racconto di un dialogo tra venti rappresentanti di differenti religioni i quali ricercavano insieme tutti i cammini di una vera pace religiosa. Questo bisogno di dialogo si ritrova lungo tutta la storia; ma le sue carat- teristiche non sono sempre le stesse. Diverso è il “dialogo dialettico” dal “dialogo dialogante”. Il primo vede i dialoganti come in un’arena in cui qualcuno finirà per vinto e qualcuno avrà ragione. In certe discipline questo dialogo, quale pura logica, è quello più utile, poiché, alla fine, fa emergere le contraddizioni e gli errori. Il dialogo dialogante non ha invece per finalità quella di vincere e convincere l’altro, ma di conoscerlo. È un dialogo esistenziale, nel quale nessuno crede di possedere la verità; ma tutti pensano, per citare San Tommaso, che è la verità che possiede tutti. È un dialogo religioso che implica mutua confidenza in una realtà superiore a tutti. È in questo dialogo dialogante che si arriva all’essenziale. Nel IV e V secolo in Palestina e in Siria esistevano i monaci acemeti (akoimétoi, che non dormono mai, ossia dalla lode perpetua). Radunavano monaci di tre o quattro lingue e riti diversi – greco, siriaco, latino armeno o copto – e celebravano l’ufficio divino separatamente nella propria lingua e rito per 5 o 6 ore; poi si riunivano per l’eucarestia. Se da qualche parte in Bosnia, vicino ad una moschea, cinque o sei monaci serbi ortodossi e altrettanti monaci croati cattolici riprendessero questa tradizione, non darebbero alcun insegnamento morale, ma non direbbero forse l’essenziale della vita monastica e cristiana? Sarebbero dei profeti della vita futura. DOMANDE & (qualche) RISPOSTA L’esperienza di un dialogo di tal genere è una delle esperienze più arricchenti che possa fare la coscienza umana. Questo bisogno di dialogo non nasce da esigenze de facto, cioè dal non poterne fare a meno per la pacifica convivenza; ma da esigenze de iure, cioè dal riconoscimento della ricchezza dell’esperienza religiosa. Il dialogo religioso attuale non può che essere un dialogo de iure, fondato sulla sovrabbondante ricchezza e varietà delle automanifestazioni di Dio all’umanità mediante la presenza del Verbo e dello Spirito dopo l’incarnazione. Un principio di Nicola Cusano (“Una religio in rituum varietate”: una sola religione e una varietà di riti) indica bene l’ideale del pluralismo religioso. Il termine ”rito” va ben oltre il significato di cerimonia, per indicare, come suggerisce la sua stessa etimologia, il “ritmo” di ogni religione, le sue disposizioni, sensibilità e caratteristiche. La ricerca di una religione unica non indica perciò un ideale. Al contrario è la varietà delle religioni così come quella dei linguaggi, delle razze, delle culture, dei costumi, che rappresenta la grande ricchezza degli uomini. Per onorare questa ricchezza non sono perciò utili né l’isolamento e il ghetto, né lo spirito da crociata e le guerre. www.luigiberzano.com INSIEME AD ASSISI Noi cristiani crediamo che Gesù Cristo è l’unico salvatore, l’unico mediatore e l’unico Signore degli uomini, ed è proprio questa fede in lui che ci spinge verso gli uomini del mondo, delle diverse culture e religioni, con grande simpatia, con il desiderio di ascoltare ciò che brucia nel loro cuore, con il desiderio anche di imparare da loro, nel dialogo e nel confronto schietto, libero, capace di reciproca accoglienza. Non siamo degli ingenui ottimisti ma, anzi, è con fatica che cerchiamo di assumere i sentimenti, gli atteggiamenti e i pensieri di Gesù, lui che ha voluto incontrare tutti: sani e malati, giusti e peccatori, ricchi e poveri, ebrei e appartenenti alle genti, persone con la fede in Dio o che non conoscevano Dio. Gesù non ha mai giudicato né condannato nessuno, si è addirittura seduto alla tavola degli impuri, dei peccatori e dei maledetti: e come potremmo noi, suoi discepoli, rifiutarci di accogliere qualcuno dei nostri fratelli e sorelle in umanità? Da: Enzo Bianchi, Insieme ad Assisi, La Stampa, 26 ottobre 2011 DOMANDE & (qualche) RISPOSTA Noi! e... gli altri? «ma io vi dico: siete tutti fratelli» Conflitti, divisioni, rivalità,… passo per affrontare le sfide che i tempi ci impongono. Come fare? La crisi incombente, con mancanza di lavoro e disoccupazione giovanile, unite al problema dell’immigrazione, condizionano l’esistenza di molti, scatenando meccanismi di chiusura e di paura. Paura di chi, venendo da altri Paesi, ha abitudini diverse, un’altra lingua, un’altra religione,… Tutto ciò è ragionevole? Sta anche venendo meno l’affidabilità reciproca Si nota un calo di fiducia: non poter più contare sugli altri in caso di difficoltà. Mancanza di comprensione e di condivisione causano un lento sgretolamento dei diritti e dei valori indispensabili alla vita sociale. Si vive male. Che fare? Riscopriamo ciò che vale! Ciò che dà senso e bellezza alla vita sono quei valori che appagano profondamente il nostro essere: il rispetto, l’amicizia, la gratuità, la fraternità,… Ritrovare rapporti positivi e non solo funzionali tra le persone è il primo Gesù Seguiamo Gesù di Nazaret Gesù ci insegna che ogni essere umano, di qualsiasi lingua, nazione e cultura, è da considerarsi fratello col quale condividere pace e giustizia. Nel rispetto della creazione della quale non siamo padroni, ma custodi. Ribalta totalmente la logica di convivere all’insegna dell’indifferenza o, peggio, dell’affarismo e della sopraffazione. E ci insegna ad amare. Non ha eliminato l’egoismo e la cattiveria (che sono in ciascuno di noi), ma con la sua vita, ha mostrato che solo con l’amore è possibile annullare le dinamiche del male. Ciò che possiamo fare – anche se è poco – è cominciare a far crescere la voglia di amare. Perché l’amore cambia tutto! Vogliamo parlarne? DOMANDE & (qualche) RISPOSTA Noi! e... gli altri? «…ma io vi dico: siete tutti fratelli» Parliamone a Torino - COLLEGIO ARTIGIANELLI Corso Palestro 14 - alle ore 18 • Straniero: chi è? «Ero straniero e mi avete accolto». Vangelo di Matteo 25,35 Relatore: Claudio Ciancio Università del Piemonte Orientale mercoledì 15 febbraio 2012 • Il prossimo: è davvero morto? «Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?» Vangelo di Luca 10,25-37 Relatore: Stefano Campana mercoledì 29 febbraio 2012 Fond. Coop. “La Ringhiera” per immigrati • Social network: ci avvicinano agli altri? «Chi sono i miei fratelli?» Vangelo di Marco 3,33 Relatore: Raffaele Cardarelli Esperto di comunic. pubblicitaria mercoledì 14 marzo 2012 • Pluralismo religioso: globalizzazione? «Vidi una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua». Apocalisse 7,9 Relatore: Ermis Segatti mercoledì 28 marzo 2012 Facoltà Teologica di Torino INGRESSO LIBERO FLASH DAI CENTRI Torino Lidia Belliardo Presentazione libro su Norberto Bobbio Domenica 23 ottobre presso la sala del Quartiere di S. Salvario, via Morgari, 14, si è tenuta, a cura di InformaCristo, la presentazione del libro di Enrico Peyretti, Dialoghi con Norberto Bobbio. Su Politica, fede, non violenza. Claudiana 2011. È stato un incontro molto interessante. Sono intervenuti come relatori il Prof. Luigi Bonanate, ordinario di Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche (Università degli studi di Torino) e il Prof. Claudio Ciancio, ordinario di Filosofia Teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia (Università degli Studi del Piemonte Orientale). Moderatore: Don Ermis Segatti (Facoltà Teologica, Torino). La presenza dell’Autore ha favorito un dibattito sereno e profondo. La sua conoscenza diretta, la stima e quasi amicizia con Norberto Bobbio era felicemente condivisa dai relatori, essendo stati pure loro allievi o, comunque, estimatori del grande filosofo torinese. Sono emersi temi di notevole spessore: la fede, la preghiera, il male, la vita oltre la morte… Impossibile qui estrapolare dall’insieme qualche aspetto sia pur significativo. Speriamo di inserire presto il tutto sul sito www.informacristo.org dove chi è interessato potrà documentarsi. I partecipanti che hanno gremito la sala sono stati molto soddisfatti e parecchi di essi all’uscita hanno ringraziato per l’opportunità che è stata loro offerta di conoscere meglio e dal vivo la persona e il pensiero di Norberto Bobbio. Colloqui sulla porta della sede • Giovanni Sera. Stiamo chiudendo a fine servizio. Un signore passando di lì col cellulare all’orecchio, ci guarda sorridendo e senza chiudere la chiamata dice: – Ma si può sapere chi siete? Non siete protestanti, non siete Testimoni di Geova… Ma chi siete? – Siamo cristiani comuni, cattolici. – Ma i cattolici non fanno queste cose (e sbircia all’interno della sede). – Ma sì, le fanno anche. Difatti noi le facciamo. E perché ce l’ha cosi tanto con i cattolici? – I cattolici? Vanno in chiesa e poi escono e ammazzano tutti! – E lei quanti ne ha già ammazzati? – Io? Nessuno! – Nemmeno io. Vede siamo già in due fuori dallo schema. E nemmeno la mia collega qui vicino. Fa tre. Intanto risponde a sua moglie che protesta dal cellulare: «arrivo, arrivo… è che ho incontrato due signore simpaticissime e mi sono fermato a parlare». FLASH DAI CENTRI Poi ci racconta della sua lunga permanenza nel quartiere San Salvario, dell’evoluzione che c’è stata in questo borgo e se ne va dopo averci stretto calorosamente la mano. Ci ha pure detto che si chiama Giovanni e che probabilmente verrà a trovarci. • Il postino Un piede sul pedalino della bici e l’altro sul marciapiede. – Signora, le ho già messo la posta nella buca. – Grazie, vado subito a prenderla. Vedendo che guarda con interesse l’espositore, dico: – Posso offrirle qualche nostro stampato? – Grazie. Solo l’ultimo perché io li ho tutti i vostri messaggi. Venivo già a cercarvi quando eravate in corso S. Martino. Mi interessano. • Il taxista – Mi dia qualcosa da leggere. – Prenda quello che vuole, è tutto omaggio. – No, mi dia lei qualcosa di interessante. Gli faccio vedere i libretti su Gesù: – Questi sono un concentrato di sapienza. Uno tratta delle fonti storiche sulla persona di Gesù, fonti sia cristiane che pagane, l’altro parla della missione di Gesù, prima e dopo la risurrezione. – Bene, prendo questo, poi quando l’ho letto glielo riporto e prendo l’altro. 10 E dopo… Nulla? Un signore, già venuto altre volte in sede, guarda la vetrina. Tra le altre cose fa bella mostra di sé il dépliant: Nascere, vivere, morire. E dopo… Nulla? Entra agitato e dice: «Anche voi sostenete che dopo la morte c’è il nulla?» «Caro signore, forse lei non ha visto l’interrogativo che c’è dopo la parola Nulla. Noi sosteniamo il contrario, col Vangelo alla mano diciamo che ci saranno “cieli nuovi e terra nuova” e che questa vita non sarà tolta ma trasformata…». Un amico gli ha parlato della Reincarnazione. Lui è rimasto turbato. Non gli va di vivere altre vite, gli basta la tribolazione di questa. Si cerca di spiegargli che Gesù non ha mai parlato di reincarnazione, ma con le parabole del Regno dei Cieli ha cercato di farci intuire qualcosa di quello che ci attende dopo. E San Paolo, dal canto suo, precisa : «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano» (1Cor 2,9). Se ne va più sereno con in mano il Vangelo che gli abbiamo regalato. L.B. FLASH DAI CENTRI La parola agli Amici di InformaCristo Ormai è già passato un anno da quando abbiamo iniziato mio marito ed io a frequentare quasi sempre settimanalmente la sede dell’Associazione InformaCristo in Largo Marconi 3 a Torino. La nostra è stata una scelta indirizzata verso questo centro per poter dedicare un po’ del nostro tempo libero ad una causa veramente sentita da noi, perché l’Associazione la conosciamo da tanti anni, forse più di 30! Abbiamo chiesto di poterla frequentare, qualsiasi fosse stato il lavoro da poter offrire. Diversi e svariati sono stati i nostri contributi a lavoretti vari, tipo: sistemare i libri nella biblioteca, riordinare i vari numeri del «Foglio di Collegamento» nei dossier, incollare il nuovo indirizzo su libretti e dépliant dell’Associazione, prestarci per il cambiamento dei manifesti nelle vetrine fuori Torino, ecc. Giancarlo ha trovato spazio anche in lavori normalmente definiti “maschili”, quelli che esigono l’uso del trapano e cacciavite per riparazioni, adattamento di mobiletti e varie. Tra noi e i responsabili di InformaCristo ormai si è creato un clima d’intesa veramente profondo e per noi è una cosa molto bella poter arrivare lì all’Associazione e scambiarci qualche idea, sentirci utili per qualsiasi lavoro che in quel momento si presenta da fare. Siamo gli uni per gli altri come in una famiglia. Senza forse, è più quello che riceviamo spiritualmente di quello che veramente noi doniamo in tempo! Corso Marconi 3 Piazza Bandiera 27r Corso Giolitti 21 www.informacristo.org Richiedetelo, è gratuito! ASSOCIAZIONE INFORMAZIONI SU CRISTO È uscita la nuova edizione dell’opuscolo «Voi chi dite che io sia?» 10125 Torino tel. 011 540681 fax 011 540681 16124 Genova tel. 010 2465085 fax 010 2465085 12100 Cuneo cell. 333 3901053 [email protected] iniziativa cattolica • non commerciabile Ines Piatto 11 FLASH DAI CENTRI Cuneo Mirella Lovisolo «Grafie dell’Anima» news Mesi missionari intensi questi: maggio-giugno, mostra parzialmente esposta a Verzuolo (pannelli Eucaristia); 15-28 agosto: mostra a Finalborgo (SV), settembre, mese dei gazebo: Dronero, Cuneo, Busca. Ottobre: mostra a Savona. Le ultime due edizioni della mostra sono derivazioni di quella realizzata ad aprile a Quiliano (SV). La prima, proposta e ideata in quell’occasione da un’insegnante locale che, capito il significato dell’evento, l’ha proposta a Finale all’Associazione Centro Storico del Finale che stava organizzando l’annuale grandiosa manifestazione «Viaggi nel Medioevo», un evento con molte proposte originali, capace di attirare ogni anno sino a 25.000 persone! La mostra è stata allestita nell’ex chiesa di S. Caterina con l’aiuto sollecito dei soci dell’as- Verzuolo (CN) – La mostra con ragazzi e catechisti 12 FLASH DAI CENTRI sociazione finalese e dell’InformaCristo. Bellissima l’inaugurazione con Il Vescovo Mons. Lupi, il presidente dell’associazione di Finale e l’archeologo Murialdo dell’Istituto Internazionale Studi Liguri. La mostra a Finale, pur con inevitabili difficoltà, è stata un’esperienza ricca d’incontri e di dialoghi sui temi proposti dai pannelli e… dallo Spirito Santo; quegli incontri che sempre si desiderano per le iniziative di un’associazione destinata all’informazione su Gesù e sui valori vitali del cristianesimo. Oltre alle firme molti hanno lasciato commenti belli di cui ringraziamo il Signore. La mostra, con continuità di visitatori provenienti da tutta l’Italia settentrionale e anche stranieri in vacanza, era aperta sino alle 23, dopo di che, in pullman, si tornava a casa a Final Marina. Con l’aiuto di alcune socie è stato distribuito molto materiale di InformaCristo e c’è stata una bellissima collaborazione e amicizia con i collaboratori e organizzatori locali insieme al preziosissimo aiuto degli Amici della nostra Associazione. L’idea della mostra di Savona è nata durante il soggiorno in città per la mostra di Quiliano. Perché non proporre l’esposizione nel chiostro della cattedrale di Savona in modo da poter coinvolgere gli studenti delle scuole, situate tutte nelle vicinanze della cattedrale e dare loro nuove opportunità di conoscenza? Detto, fatto, con la collaborazione della dott.ssa Gamberini dell’Ufficio beni culturali della Diocesi e di altri amici, di S.E. Mons. Lupi, vescovo e del parroco della Cattedrale che hanno concesso il sito. La mostra di Savona, inaugurata il 15 ottobre con la partecipazione della dott.sa Frondoni e del dott. Coccoluto, è stata esposta nel chiostro del Duomo, una collocazione che, per lo scopo prefissato, si è rivelata ottimale; esterna, è vero, esposta al vento, al freddo, alla pioggia e al magnifico sole, ma ideale, proprio perché nel centro della città turistica e studentesca con opportunità d’incontro e occasione di nuove amicizie. Ogni giorno, previa prenotazione, le classi di scuole superiori, elementari e medie venivano a visitare la mostra “con guida”, accompagnati da insegnanti interessati e partecipi. Un altro aspetto, direi unico, è stato quello della mondialità; la mostra di Savona ci ha dato la possibilità di mandare in tutto il mondo messaggi su Gesù. Nel chiostro che ci ospitava, infatti, c’è l’ingresso alla Cappella Sistina così denominata perché voluta da papa Sisto IV. Savona è un porto d’approdo delle crociere internazionali. Per un giorno i croceristi 13 FLASH DAI CENTRI visitano i luoghi importanti della città e, tra questi, prima di tutto la cappella Sistina, attirati dall’omonimia con quella di Michelangelo a Roma. I turisti (centinaia al giorno) giunti al chiostro, oltre alla Sistina visitavano, poco o tanto, anche la mostra e qualche idea su Gesù l’hanno portata via insieme al materiale offerto. Il quaderno delle firme porta nomi di tutto il mondo: dagli USA alla Spagna, dal Perù al Canada, dall’Inghilterra al Venezuela, dalla Cina al Giappone, a Boston, dall’Olanda al Messico, da Milano a Napoli, alla Sicilia… e altri ancora. Avevamo i testi tradotti in inglese e francese esposti accanto ai pannelli, ma è rimasto un grande rincrescimento: non conoscere le lingue per poter dialogare! Ci sarebbe stata una meravigliosa opportunità. Rivolgiamo un cordiale invito ad amici… poliglotti (inglese) che volessero collaborare in questo senso per le prossime edizioni dell’annuncio di Cristo al mondo. I nuovi bellissimi manifesti di InformaCristo sono stati diffusi anche a Savona avendo trovato un punto luce nella libreria S. Paolo della città. «Grafie dell’Anima» a Finale Ligure 14 FLASH DAI CENTRI Genova Laura Rossi Messaggi che disturbano... La missione di InformaCristo a Genova ha raggiunto nuove persone che dopo averci incontrato in sede o aver visto sbandierati i nostri giga manifesti, hanno deciso di essere aggiornate sulle nostre pubblicazioni. A loro volta fanno conoscere ad altri i nostri messaggi. Al primo approccio, alcuni vedendo i manifesti, si informano se siamo cattolici, anche a causa del propagarsi sul territorio di innumerevoli movimenti religiosi alternativi. Altri ci interrogano sul nostro scopo e allora si spiega come è nata l’idea di fare questa associazione. Sulla porta del negozio c’è un piccolo carrello con vari dépliant e i Fogli di Collegamento. I passanti si servono liberamente e anche con frequenza. Continua l’apostolato nelle carceri di Marassi. Un’amica di una nostra collaboratrice fa da ponte con il cappellano per far giungere libretti e dépliant alle persone lì detenute. Le nostre amiche e amici collaboratori continuano a fornire materiale a cinque ospedali della Liguria. Genova - Affissione in piazza Goffredo Villa 15 FLASH DAI CENTRI I giga manifesti sono sempre affissi su otto spazi gestiti dal comune di Genova e precisamente piazza Acquaverde (all’entrata della stazione Principe), piazza Caricamento, piazza Corvetto, piazza Goffredo Villa, via Cantore, via Bellucci, via Caprera, via V Maggio (Ge-Quarto). Ogni manifesto sta tre mesi e poi altri, così per tutto l’anno. Sovente si controlla se ci sono ancora perché spesso capi- ta che, dato che i messaggi danno un po’ fastidio alle coscienze, qualcuno graffi o strappi il manifesto, oppure vi scriva delle frasi ingiuriose. Però questo comportamento è indice che il messaggio ha colpito. Verrà accettato? Verrà rifiutato? Solo Dio lo sa. Noi continuiamo nella speranza di toccare intelligenze e cuore di chi passa e legge. distribuzione manifesti Patrizia e la sottoscritta Marida ci occupiamo di provvedere alla distribuzione dei manifesti negli ospedali Galliera, San Martino, Gaslini a Genova e a Sestri Levante portando anche libretti e dépliants dell’Associazione. Tramite il cappellano, don Paolo, possiamo raggiungere la Casa Circondariale di Marassi. Speriamo nel buon esito. È sempre una gioia poter collaborare per l’informazione e poter dire a tutti che c’è Dio e Cristo è vero Dio e vero uomo anche a chi non ancora lo conosce o, forse, l’ha dimenticato. Affidiamo il nostro lavoro alla Provvidenza guidate da retta e pura intenzione ed attente a non offendere nessuno. Preghiamo perché il Signore ci doni la forza inesauribile della Sua grazia affinché possiamo impegnarci per la Sua gloria. Marida Bettoni 16 COMUNICAZIONE & DINTORNI Comunità virtuali o reali? Angela Silvestri Alcuni tragici fatti del 2010 ci fanno riflettere sull’uccidersi, o tentare di farlo, per Facebook. In un caso, gridando la propria disperazione nella piazza virtuale rimanendo inascoltati. Nell’altro, perché non si sopporta la vergogna di essere stati messi in quella piazza dai compagni, e non si accettano le conseguenze delle proprie azioni. Aveva solo 17 anni un ragazzo di San Donà di Piave che ha annunciato su Facebook di volersi gettare nel Piave, e due ore dopo lo ha fatto davvero. «Basta, sono stanco di tutto e tutti – aveva scritto sul suo profilo –. Non mi fido più di nessuno, mi fa troppo schifo vivere così e ci sono troppo dentro per venirne fuori». Oggi tutti a chiedersi perché non avevano capito l’imminente tragedia. A distanza di una manciata di ore, un altro ragazzo fragile, 14 anni appena e un ottimo profilo di studente, ha tentato il suicidio a Genova gettandosi dalla finestra della sua abitazione, a causa dei rimproveri per alcune foto scattategli in aula mentre sbeffeggiava la professores- sa e messe su Facebook dai compagni. Immagini che hanno fatto il giro della Rete in poche ore. Non ha retto allo sconforto e alla vergogna ed ha deciso di compiere il gesto assurdo poche ore più tardi. Quello di San Donà era il terzo suicidio di un adolescente annunciato su Facebook in pochi mesi. L’ultimo, sempre in Veneto, era di un diciassettenne, studente modello, che si era sparato dopo averlo annunciato sul suo profilo. «Non reggo il male di vivere, non ce la faccio più», le sue ultime parole, seguite all’iscrizione al macabro gruppo “Che ne dici di farla finita?”, che ha per logo l’immagine di una pistola. Alcuni mesi prima, un quindicenne di Torre del Greco, già tre giorni prima del suicidio aveva lasciato frasi del tipo «Sto arrivando all’aldilà». Segnali che non sono stati captati da nessuno: né dai genitori, ignari del profondo disagio psicologico del ragazzo, e neppure dagli amici di scuola1. Il sociologo Giuseppe Romano, commentando i tragici fatti, spie17 COMUNICAZIONE & DINTORNI ga che i social network sono spazi concreti dove avvengono e si dicono cose vere. Per questo anche lì è urgente educare alla responsabilità. Credere che ciò che accade su Facebook, ad esempio, non sia realtà significa non rendersi conto che tutto quello che viene messo in comune, “condiviso”, diventa pubblico, assumendo un significato diverso e più ampio, sociale. La radice va ricercata nella mancata consapevolezza del peso di ciò che succede in Rete, di ciò che si dice, si ascolta, si discute nei social network. Tutto ciò è realtà. Si parla di “realtà virtuale”, come se ciò che accade online fosse astratto, come se la Rete fosse un luogo in cui non esistono leggi o responsabilità. Il ragazzo di Genova è arrivato a tentare il suicidio perché non pensava che il suo gesto, riportato su Facebook, potesse avere simili conseguenze nella realtà. Gli altri ragazzi hanno urlato il loro dolore online, ma evidentemente nessuno ha pensato che si trattasse di un grido reale, qualcosa che potesse avere conseguenze nella vita concreta. Il problema è che spesso non viene riconosciuta a Internet la sua vera potenzialità, la sua dimensione sociale concreta, e nemmeno l’importanza di quelle 18 regole di responsabilità che in ogni contesto sociale e di relazioni debbono esistere. Occorre che lo comprendano gli adulti per primi, e lo insegnino ai ragazzi, spiegando che non è più “mio” quello che metto in comune. Troppo spesso viene sottovalutato l’aspetto pubblico di ciò che avviene in Rete: non esiste più un’area di gioco o di azione privata; ciò che si dice viene ripetuto, tutti ne parlano, tutti lo ascoltano o – come drammaticamente avvenuto – nessuno lo ascolta. Ma di nuovo sta lì, nella piazza della realtà, e come tale ha un peso 2. Anche Benedetto XVI denuncia come possibile punto cieco di Internet l’illusione che il mondo della Rete non sia davvero reale. Il cortocircuito facile e fasullo asserisce che esistano due vite: quella “reale” e quella “virtuale”. È falso, come fin troppo spesso mostrano le vittime di aggressioni, raggiri e violenze maturati a partire dall’ambito digitale. La vita è una sola; anche nella rete ci portiamo appresso personalità e responsabilità. La realtà virtuale non esiste, esiste soltanto quest’unica vita di ciascuno e di tutti, di qua e di là dello schermo. COMUNICAZIONE & DINTORNI Di un altro punto critico se ne è parlato a maggio 2011 nel convegno Abitanti digitali. Il 12 marzo 2011, all’aeroporto di Francoforte, Arid Uka, un ragazzo musulmano d’origine albanese che vive in Germania, compie una strage terroristica contro un bus dell’aviazione americana. Il ragazzo confessa di aver agito dopo aver visto su YouTube un video che testimonia lo stupro di alcuni soldati statunitensi su una ragazza in Iraq. Dopo quattro giorni il magazine Spiegel tv scopre che il filmato è una sequenza del film «Redacted» di Brian de Palma. Ma la sequenza choc è stata inserita sul web senza alcun riferimento al film, dando vita a segmenti di racconto decontestualizzati. Ruggero Eugeni, docente di semiotica dei media all’Università Cattolica di Milano, spiega che una delle trasformazioni che le dimensioni dello spazio e del tempo hanno avuto su Internet è l’essere accompagnate da forme narrative deboli, magari estrapolate dal contesto. Altri caratteri salienti dell’esperienza web sono l’immediatezza, che concentra tutto su una «finestra del presente» e la «messa in scena del sé attraverso l’intimità esposta e pub- blica, seppur variamente graduata». Ecco perché occorre «educare alla consapevolezza del tempo e dello spazio in Rete». Se davanti al computer le due dimensioni sono vissute come ambiti «della relazione» e «le contrapposizioni tra virtuale e reale, oppure locale e globale tendono ad eclissarsi», allora serve un ripensamento e una riflessione dell’esperienza relazionale immediata perché l’incontro via web sia «funzionale a un progetto di umanesimo integrale»3. Nel grande mare del Web, è bello far nostra la preghiera dell’internauta di Patrizio Righero: «Ti ringrazio, Signore, per questo spazio immenso, per questa vita a colori, per questi incontri che forse non sono così casuali. Tuttavia, Signore, ti chiedo di non lasciarmi affogare». Cfr. F. Dal Mas e D. Frambati, Facebook e suicidi: ragazzi nel baratro, in Avvenire, 22 maggio 2010. 2 Cfr. V. Daloiso, La vita della Rete? È realtà, in Avvenire, 22 maggio 2010. 3 Cfr. G. Gambassi, Eugeni: nella Rete c’è la necessità di educare alla consapevolezza del tempo e dello spazio, in Avvenire, 20 maggio 2011. 1 19 DICIAMOLO CON L’ARTE Arte e fede in Liguria Mirella Lovisolo Al termine dall’ultima esperienza ligure di Grafie dell’anima a Savona, ci sembra giusto dedicare uno sguardo alla conoscenza dell’arte di questa terra che ha accolto la mostra per la sesta volta. Una regione splendida, la Liguria, dall’entroterra affascinante, rude e schietto come i suoi abitanti, ricca di un patrimonio artistico, culturale e archeologico singolare, ma purtroppo falcidiata dall’arroganza di potenti prima, e oggi da esigenze turistiche ed economiche poco rispettose dell’ambiente e dalle conseguenze d’inondazioni catastrofiche. Il Cristianesimo in Liguria, come dimostra lo studio dell’epigrafia, si sa- rebbe stabilito e organizzato in diocesi non prima della fine del secolo IV. Lungo la costa, infatti, la più antica iscrizione cristiana è rappresentata dal tegolo di Perti (Finale) che porta la data del 362. Savona, città bella, ospitale e cordiale fatta a misura d’uomo, centro turistico e approdo delle crociere internazionali, è una città ricca di storia e d’arte, teatro di drammatiche e illustri vicende, ma forse poco conosciuta da noi. Delle origini cristiane di Savona, dice lo storico del luogo Carlo Varaldo, si ha notizia tra VI e VII secolo, ma la sede episcopale si alterna tra la vicina Vado, dov’era un municipio romano e Savona, che alla fine prevale; nell’887 Savona – Fortezza del Priamar sede della prima cattedrale 20 DICIAMOLO CON L’ARTE si ha notizia di un vescovo che a Savona ha la sua cattedra. Il nucleo più antico della città si sviluppava sul promontorio del Priamar ove, sin dagli inizi del sec. IX, c’era anche la Cattedrale di Santa Maria Assunta, una costruzione la cui bellezza, secondo scritti attendibili, era ben nota e attirava visitatori anche dall’estero. Accanto alla chiesa sorgevano il battistero, la residenza vescovile, un monastero e l’area sepolcrale. A causa delle vicende per la supremazia politica tra Savona e Genova con le terribili ritorsioni di quest’ultima, Savona dovette cedere ad Andrea Doria che, per costruire la Fortezza sul Priamar, volle distruggere nel 1543 l’antica cattedrale! Sul Priamar è rimasto il grande sepolcreto risalente al IV secolo, oggi inserito nel Museo. La chiesa venne sconsacrata, svuotata degli arredi, distrutta. Nel 1556 la Cattedrale venne trasferita nella chiesa di S. Francesco ai piedi dell’attuale centro storico. Il complesso francescano comprendeva il convento, i chiostri affrescati e la Cappella Sistina, fatta erigere da papa Sisto IV della Rovere nativo di Savona e già frate nel locale convento francescano. Sisto IV, che volle anche la Sistina di Roma affrescata da Michelangelo, a Savona fece erigere la cappella sepolcrale per la sua famiglia, i Della Rovere, cui apparteneva anche il nipote Giuliano, diventato poi papa Giulio II. La cappella Sistina, che si affaccia sul chiostro, conserva nell’abside tracce della primitiva decorazione rinascimentale di G. Mazone. Nel 1700 l’interno venne rifatto secondo i canoni barocchi, arricchito di stucchi colorati e dipinti e, nella volta, l’affresco con Il mistero della redenzione di G. Brusco del 1780, un’interessante iconografia che culmina con l’Assunzione di Maria. La nuova cattedrale sorse tra il 1599 e il 1605 nel luogo della precedente chiesa di S. Francesco; la facciata neo barocca è del 1886. Savona è considerata la terza “città dei papi” dopo Roma e Avignone non solo per la provenienza di due papi rinascimentali, ma specialmente per la vicenda di Papa Pio VII che, non accettando le condizioni di Napoleone, venne imprigionato a Savona (18091812). Sono conservati i suoi appartamenti e, nella chiesa, la loggia da cui si rivolgeva ai fedeli e dove, in tempo di maggiori restrizioni, assisteva in incognito alle funzioni. L’interno della cattedrale, costruita su progetto di B. Sormano, è arricchito degli arredi dell’antica cattedrale: la croce marmorea del sec. XV attribuita a G. Molinari, scolpita in unico blocco su entrambi i lati. Il fonte battesimale, la cui forma rimanda alle decorazioni bizantine, è chiusa dalle antiche transenne marmoree. L’antico crocifisso dal forte naturalismo espressivo eseguito da uno scultore di area 21 DICIAMOLO CON L’ARTE nordica nel 1490 circa, fu collocato nella cappella omonima sopra l’“Altare degli scheletri in preghiera”; il pulpito cinquecentesco esagonale decorato ad altorilievo. Sulla porta laterale di sinistra resta la lunetta in ardesia scolpita che sovrastava la porta d’ingresso della cattedrale del Priamar con la scena dell’Assunzione di Maria. Il coro intarsiato è la parte più preziosa della cattedrale. È uno dei più bei cori intarsiati d’Italia. Realizzato per volere di Giuliano della Rovere (Giulio II) con disegni di allievi di Leonardo e Perugino, tra il 1500-1521, le tarsie presentano immagini di santi, apostoli, Padri della Chiesa, martiri e i due Papi savonesi. Nella sagrestia vecchia troviamo un polittico marmoreo. I due ultimi altari della navata sinistra prima del presbiterio sono dedicati alla Patrona della Diocesi, la Madre della Misericordia. Una bella statua del Sormano presenta Maria nella classica iconografia che appare anche nella Madre di Misericordia di Valmala, patrona della Diocesi saluzzese. Accanto a questa bellissima cappella, un’altra è dedicata a Maria sotto il nome di Nostra Signora della Colonna che riunisce intorno a sé la Compagnia della Consortia, associazione femminile dedicata per la cura delle donne povere e malate che, in origine, aveva sede nell’antica cattedrale. Nel 1603 la Compagnia fu autorizzata a porre sull’altare un affresco del 22 1430-40 di un pittore di area ligurepiemontese, forse Andrea Robertelli, che si trovava su una colonna della vecchia chiesa di S. Francesco e che si staccò miracolosamente nel 1601 e che venne detto Madonna della colonna. L’Associazione, che realizza a Savona iniziative culturali e caritative ad alto livello qualitativo, si chiama dal ’600 Compagnia di Nostra Signora della Colonna. Nel dipinto, Maria in trono, sullo fondo di un bel velario porpora, ha il libro in una mano e tiene sulle ginocchia il Bambino che assume un atteggiamento insolito, ma molto naturalistico; Gesù tiene in mano un uccellino, forse un cardellino, simbolo della sua passione e si volge verso il basso. Un’immagine molto bella della maternità di Maria e dell’Incarnazione del Verbo che presto celebreremo. Cattedrale di Savona Nostra Signora della Colonna, 1430- 40 religioni culti magìa Salvezza è il “Risveglio della Coscienza di Krishna” Laura Rossi 23 religioni culti magìa FOGLIO DI COLLEGAMENTO - Semestrale di informazione dell’Associazione Informazioni su Cristo 10125 Torino Corso Marconi 3 Tel. e Fax 011 540681 16124 Genova Piazza Bandiera 27r Tel. e Fax 010 2465085 12100 Cuneo Corso Giolitti 21 Tel. 333 3901053 Internet: www.informacristo.org E-mail: [email protected] Direttore Responsabile Renza Guglielmetti - Registrazione Tribunale di Saluzzo n. 124 del 4-4-1991 ccp 31717101 24