Il Vangelo?
Una sorpresa
Renza Guglielmetti
Peter Berger, tra i massimi sociologi
della religione, ha affermato che il pluralismo religioso è «una chance per il
cristianesimo», perché lo ricolloca in
una società simile a quella dei primi
apostoli, per cui l’annuncio della fede
può risultare «nuovo e sconvolgente»
(Avvenire, 02/23/2011).
C’è una parabola nel vangelo di
Matteo che risulta particolarmente significativa al riguardo. Occorre però
intenderla bene.
Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo
trova e lo nasconde; poi va, pieno di
gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
Il regno dei cieli è simile anche a
un mercante che va in cerca di perle
preziose; trovata una perla di grande
valore, va, vende tutti i suoi averi e
la compra (Mt 13, 44-46).
Il centro della parabola verte soprattutto sulla gioiosa sorpresa, sulla ven-
EditorialE
pag. 1
Il Vangelo? Una sorpresa
DOMANDE & (qualche) RISPOSTA
Il pluralismo religioso:
un segno dei tempi
pag. 4
flash dai centri
pag. 9
• Presentazione libro su
Norberto Bobbio
• Colloqui sulla porta della sede
• E dopo... Nulla?
• La parola agli Amici
• «Grafie dell’anima» news
• Messaggi che disturbano
• Distribuzione manifesti
comunicazione & dintorni
Comunità virtuali o reali? pag. 17
diciamolo con l’arte
pag. 20
Arte e fede in Liguria
religioni culti magìa
pag. 23
Salvezza è il “Risveglio della
Coscienza di Krishna”
tura che entrambi i protagonisti hanno sperimentato nel trovare un bene
che va al di là delle loro aspettative.
E per ambedue questa scoperta fortunata avviene nell’ambito delle attività
normali del vivere1.
La fede cristiana non si esprime solo
in certi eventi particolari (celebrazioni liturgiche, solennità religiose, ecc.)
ma è quella relazione con Dio che si
distende nella vita d’ogni giorno e ne
qualifica i vari momenti: vita affettiva
e lavoro, festa e impegno, sofferenza
e lutto. Forse per qualcuno ciò può
costituire una novità, una scoperta,
un modo nuovo, diverso di pensare
il proprio rapporto con Dio. Eppure,
Gesù ha portato il suo messaggio,
rivelatore di un nuovo (in contrasto
con la concezione corrente) rapporto
con Dio (l’Abbà), e con gli uomini
tra loro (“voi siete tutti fratelli”) non
tanto nella sinagoga o nel tempio ma
in occasione di un invito a cena, sulle
rive del lago, lungo le strade della
Palestina, testimoni dei suoi frequenti spostamenti. Per parlare del volto
e del cuore di Dio ha usato narrazioni che traggono i loro contenuti
dagli usi, dalle consuetudini sociali,
dai rapporti familiari, dai mestieri e
professioni in vigore in quel tempo.
La fede può trovare spazi di crescita
nella persona umana nella sua interezza.
Per rimanere nell’affermazione/provocazione di Berger, sorge però una
domanda: come può essere “nuovo e
sconvolgente” un annuncio che per
molti che pur si dicono credenti, non
è affatto fonte di gioia ma piuttosto
di noia? Il Vangelo, ridotto a un corpo dottrinale e a una morale, non è
in grado di affascinare e attirare a
sé perché non esprime la grandezza
del dono che Dio fa ad ogni uomo
offrendosi a lui in una relazione di
amore. Scrive l’apostolo Giovanni
nel suo Vangelo: io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in
abbondanza (10,10b). Questa vita in
abbondanza non è altro che la partecipazione alla vita stessa di Dio che
è amore.
Un cristiano che vive questa autentica dimensione della fede non può
allora che essere contagioso anche
senza dir parole.
Pensiamo a Francesco e a quanto ha
influenzato il cristianesimo del suo
tempo, la Chiesa stessa con le sue
gerarchie si è inchinata dinnanzi al
modo di vivere, austero ma oltremodo gioioso, del Poverello di Assisi.
Aveva trovato il tesoro, la perla preziosa – una sorpresa immeritata – e
per la felicità straripante di questa
scoperta aveva lasciato tutto ciò che
prima riteneva il suo ideale di vita:
beni, famiglia, amici, un ruolo di
prestigio nella società. Ha scelto uno
stile di vita povera, da emarginato,
perché impregnato fino alle midolla
della rivelazione della paternità di
Dio. Dio gli bastava, era il suo Tutto.
Da questa viva esperienza è sgorgato
l’amore per ogni creatura: dai fratelli
che Dio gli aveva donato alle persone incontrate nel suo frequente pellegrinare, fino ad abbracciare come
fratello e sorella ogni essere vivente
e ogni realtà creata. Ogni persona e
ogni cosa gli parlava del Creatore ed
Egli, a sua volta, gli si faceva presente anche nelle più piccole e insignificanti tra le creature.
Francesco ha saputo godere del dono
della vita e delle cose belle e buone
che essa gli poteva offrire: amava
cantare in francese le lodi di Dio o
ascoltarle accompagnate
dalla melodia della cetra. Prima di morire si
fece portare da un’amica romana, Jacopa de’
Settesoli, i suoi dolci preferiti, i mostaccioli.
tenerezza di Dio, come nessun teologo avrebbe mai fatto. E gli uomini,
ascoltando questo canto di Natale,
scoprivano un mondo nuovo, nel
quale “il Dio della maestà, divenuto
nostro fratello” (2Cel 198; FF 786),
si lasciava ormai incontrare nella relazione fraterna.2
Cfr. E. Biemmi, Il Secondo annuncio
– La grazia di ricominciare, EDB 2011,
pp. 88-89.
1
Eloi Léclerc, Francesco d’Assisi – il ritorno al Vangelo, EBF 1982, p. 151.
2
Ed è stato il cantore dell’umanità di Dio. Greccio,
dicembre 1223. Scrive E.
Léclerc: Là, nel crudo inverno degli uomini e della natura, in comunione
con la gente più semplice e con gli animali stessi,
Francesco “reinventò”, in
una creazione poetica, la
Il nuovo manifesto
e cartolina natalizi
di InformaCristo
DOMANDE & (qualche) RISPOSTA
Il pluralismo religioso:
un segno dei tempi
a cura di Fiorella Danella
Tocchiamo anche questa volta un
tema di grande interesse e attualità,
quello del pluralismo religioso.
Com’è noto, il 27 ottobre 2011 Benedetto XVI si è recato ad Assisi insieme ai maggiori leader mondiali delle
religioni e ad alcuni esponenti che
non aderiscono a nessun credo religioso, per fare memoria del primo
incontro voluto da Giovanni Paolo II
nel 1986 e per rilanciare l’impegno
delle religioni in favore della pace
“nel rispetto delle differenze delle
varie religioni”.
Scrive in proposito il Card. Martini:
«Non ci sarà futuro per l’umanità se
non ci sarà dialogo interreligioso e
interculturale. E non serve parlarne
in modo intellettuale, direi elegante.
Bisogna viverci dentro, giocandosi
fino in fondo».
Sul tema riportiamo un tratto dell’articolo di Luigi Berzano: Vivere
nel pluralismo religioso.
Da più parti si tesse l’elogio del pluralismo e della multiculturalità. Ma la
cultura dell’Occidente, che affonda le
sue radici nell’Europa che ha vissuto
per secoli all’insegna della diversità,
all’alba del terzo millennio rischia di
caratterizzarsi per un pluralismo soprattutto di tipo linguistico, di consumi
e di stili di comportamenti. Di fronte
alla centralità della tecnica e della sua
cultura, s’indebolisce il pluralismo delle culture e delle relative “scienze dello
spirito”, cioè di tutte quelle scienze costruite sulle esperienze vissute dai popoli e sulle loro tradizioni originarie. La
centralità della tecnica non è intaccata
nemmeno dalla cosiddetta “eclisse delle
ideologie”. Anzi il mito della tecnica è
la riprova che quanti, come Spengler e
Cassirer, hanno detto che questo secolo
sarebbe stato il secolo dei miti e dei
culti, avevano visto bene.
Al di là di questi problemi generali, qui
si intende solo proporre alcuni appunti
sul pluralismo tra le religioni e dentro
le singole religioni, considerando il
pluralismo tra i più significativi “segni
dei tempi” di questa fine millennio.
Una cosa è certa. Noi siamo inesorabilmente gli ultimi testimoni di un certo
modo di essere cristiani, di essere cattolici. Anche le Chiese locali, coinvolte
nelle profonde mutazioni delle società
umane nelle quali s’incarnano, non
potranno non cambiare volto. Non è
necessario essere profeti per prevedere che in futuro saranno radicalmente
diversi i rapporti tra laici e preti, che
la fede non si trasmetterà più per assimilazione a una particolare società,
DOMANDE & (qualche) RISPOSTA
che l’esperienza religiosa sarà sempre
meno da confondere con l’appartenenza religiosa, che il contesto in cui si vivrà la propria fede sarà il pluralismo.
Il cristianesimo non potrà essere solamente ciò che fu ieri e nemmeno solo
ciò che fu all’inizio. Gli inizi sono un
valore, ma non rappresentano l’unico
paradigma. L’esperienza cristiana consiste nel convertire il passato dell’in
illo tempore, in un evento attuale in
ipso tempore.
Il pluralismo religioso è per prima
cosa la nascita del cristianesimo. Il
cristianesimo è il frutto di molteplici
tradizioni: quella ebraica, quella greca,
quella del mondo politico romano. La
stessa figura gigantesca di Paolo aveva un cuore giudeo, una cultura greca,
stili di comportamenti romani. Il cristianesimo è nato da questi dialoghi
e dalle loro tensioni. I Padri greci e
i Padri latini erano in dialogo costante con l’ordine politico, le categorie
elleniche, l’eredità ebraica. Non tutte
le generazioni che sono seguite hanno
dimenticato questo orientamento. Per
citare un caso positivo si può ricordare
l’anno 1453 nel quale Nicola Cusano
pubblicò il suo trattato De pace fidei.
Si tratta del racconto di un dialogo tra
venti rappresentanti di differenti religioni i quali ricercavano insieme tutti i cammini di una vera pace religiosa.
Questo bisogno di dialogo si ritrova
lungo tutta la storia; ma le sue carat-
teristiche non sono sempre le stesse.
Diverso è il “dialogo dialettico” dal
“dialogo dialogante”. Il primo vede
i dialoganti come in un’arena in cui
qualcuno finirà per vinto e qualcuno
avrà ragione. In certe discipline questo
dialogo, quale pura logica, è quello più
utile, poiché, alla fine, fa emergere le
contraddizioni e gli errori. Il dialogo
dialogante non ha invece per finalità
quella di vincere e convincere l’altro,
ma di conoscerlo. È un dialogo esistenziale, nel quale nessuno crede di
possedere la verità; ma tutti pensano,
per citare San Tommaso, che è la verità
che possiede tutti. È un dialogo religioso che implica mutua confidenza in
una realtà superiore a tutti.
È in questo dialogo dialogante che si
arriva all’essenziale. Nel IV e V secolo
in Palestina e in Siria esistevano i monaci acemeti (akoimétoi, che non dormono mai, ossia dalla lode perpetua).
Radunavano monaci di tre o quattro lingue e riti diversi – greco, siriaco, latino
armeno o copto – e celebravano l’ufficio divino separatamente nella propria
lingua e rito per 5 o 6 ore; poi si riunivano per l’eucarestia. Se da qualche
parte in Bosnia, vicino ad una moschea,
cinque o sei monaci serbi ortodossi e
altrettanti monaci croati cattolici riprendessero questa tradizione, non darebbero alcun insegnamento morale, ma non
direbbero forse l’essenziale della vita
monastica e cristiana? Sarebbero dei
profeti della vita futura.
DOMANDE & (qualche) RISPOSTA
L’esperienza di un dialogo di tal genere
è una delle esperienze più arricchenti che possa fare la coscienza umana.
Questo bisogno di dialogo non nasce
da esigenze de facto, cioè dal non
poterne fare a meno per la pacifica
convivenza; ma da esigenze de iure,
cioè dal riconoscimento della ricchezza dell’esperienza religiosa. Il dialogo
religioso attuale non può che essere
un dialogo de iure, fondato sulla sovrabbondante ricchezza e varietà delle
automanifestazioni di Dio all’umanità
mediante la presenza del Verbo e dello
Spirito dopo l’incarnazione. Un principio di Nicola Cusano (“Una religio in
rituum varietate”: una sola religione e
una varietà di riti) indica bene l’ideale del pluralismo religioso. Il termine
”rito” va ben oltre il significato di cerimonia, per indicare, come suggerisce
la sua stessa etimologia, il “ritmo” di
ogni religione, le sue disposizioni, sensibilità e caratteristiche.
La ricerca di una religione unica non
indica perciò un ideale. Al contrario
è la varietà delle religioni così come
quella dei linguaggi, delle razze, delle
culture, dei costumi, che rappresenta
la grande ricchezza degli uomini. Per
onorare questa ricchezza non sono perciò utili né l’isolamento e il ghetto, né
lo spirito da crociata e le guerre.
www.luigiberzano.com
INSIEME AD ASSISI
Noi cristiani crediamo che
Gesù Cristo è l’unico salvatore, l’unico mediatore e l’unico
Signore degli uomini, ed è
proprio questa fede in lui che
ci spinge verso gli uomini del
mondo, delle diverse culture e
religioni, con grande simpatia,
con il desiderio di ascoltare
ciò che brucia nel loro cuore,
con il desiderio anche di imparare da loro, nel dialogo e
nel confronto schietto, libero,
capace di reciproca accoglienza. Non siamo degli ingenui
ottimisti ma, anzi, è con fatica
che cerchiamo di assumere i
sentimenti, gli atteggiamenti e
i pensieri di Gesù, lui che ha
voluto incontrare tutti: sani e
malati, giusti e peccatori, ricchi
e poveri, ebrei e appartenenti
alle genti, persone con la fede
in Dio o che non conoscevano
Dio. Gesù non ha mai giudicato né condannato nessuno, si
è addirittura seduto alla tavola
degli impuri, dei peccatori e dei
maledetti: e come potremmo
noi, suoi discepoli, rifiutarci di
accogliere qualcuno dei nostri
fratelli e sorelle in umanità?
Da: Enzo Bianchi, Insieme ad Assisi,
La Stampa, 26 ottobre 2011
DOMANDE & (qualche) RISPOSTA
Noi! e...
gli altri?
«ma io vi dico:
siete tutti fratelli»
Conflitti, divisioni, rivalità,…
passo per affrontare le
sfide che i tempi ci impongono.
Come fare?
La crisi incombente, con
mancanza di lavoro e
disoccupazione giovanile,
unite al problema dell’immigrazione,
condizionano l’esistenza di molti,
scatenando meccanismi di chiusura
e di paura. Paura di chi, venendo
da altri Paesi, ha abitudini diverse,
un’altra lingua, un’altra religione,…
Tutto ciò è ragionevole?
Sta anche venendo meno
l’affidabilità reciproca
Si nota un calo di fiducia:
non poter più contare sugli altri
in caso di difficoltà.
Mancanza di comprensione e
di condivisione causano un
lento sgretolamento dei
diritti e dei valori indispensabili
alla vita sociale. Si vive male.
Che fare?
Riscopriamo ciò che vale!
Ciò che dà senso e bellezza alla vita
sono quei valori che
appagano profondamente il
nostro essere:
il rispetto, l’amicizia, la gratuità,
la fraternità,…
Ritrovare rapporti positivi e non solo
funzionali tra le persone è il primo
Gesù
Seguiamo Gesù di Nazaret
Gesù ci insegna che
ogni essere umano, di
qualsiasi lingua, nazione e
cultura, è da considerarsi
fratello col quale condividere
pace e giustizia.
Nel rispetto della creazione
della quale non siamo padroni,
ma custodi.
Ribalta totalmente la logica di
convivere all’insegna
dell’indifferenza o, peggio,
dell’affarismo e della
sopraffazione.
E ci insegna ad amare.
Non ha eliminato l’egoismo e
la cattiveria
(che sono in ciascuno di noi), ma
con la sua vita, ha mostrato che
solo con l’amore è possibile
annullare le dinamiche del male.
Ciò che possiamo fare
– anche se è poco – è
cominciare a far crescere la
voglia di amare.
Perché l’amore cambia tutto!
Vogliamo parlarne?
DOMANDE & (qualche) RISPOSTA
Noi! e... gli altri?
«…ma io vi dico: siete tutti fratelli»
Parliamone
a Torino - COLLEGIO ARTIGIANELLI
Corso Palestro 14 - alle ore 18
• Straniero: chi è?
«Ero straniero e mi avete accolto». Vangelo di Matteo 25,35
Relatore: Claudio Ciancio
Università del Piemonte Orientale
mercoledì 15 febbraio 2012
• Il prossimo: è davvero morto?
«Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle
mani dei briganti?» Vangelo di Luca 10,25-37
Relatore: Stefano Campana
mercoledì 29 febbraio 2012
Fond. Coop. “La Ringhiera” per immigrati
• Social network: ci avvicinano agli altri?
«Chi sono i miei fratelli?» Vangelo di Marco 3,33
Relatore: Raffaele Cardarelli Esperto di comunic. pubblicitaria
mercoledì 14 marzo 2012
• Pluralismo religioso: globalizzazione?
«Vidi una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua». Apocalisse 7,9
Relatore: Ermis Segatti
mercoledì 28 marzo 2012
Facoltà Teologica di Torino
INGRESSO LIBERO
FLASH DAI CENTRI
Torino
Lidia Belliardo
Presentazione libro su
Norberto Bobbio
Domenica 23 ottobre presso la sala del
Quartiere di S. Salvario, via Morgari,
14, si è tenuta, a cura di InformaCristo, la presentazione del libro di Enrico
Peyretti, Dialoghi con Norberto Bobbio. Su Politica, fede, non violenza.
Claudiana 2011.
È stato un incontro molto interessante.
Sono intervenuti come relatori il Prof.
Luigi Bonanate, ordinario di Relazioni Internazionali presso la Facoltà di
Scienze Politiche (Università degli studi di Torino) e il Prof. Claudio Ciancio, ordinario di Filosofia Teoretica
presso la Facoltà di Lettere e Filosofia
(Università degli Studi del Piemonte
Orientale). Moderatore: Don Ermis
Segatti (Facoltà Teologica, Torino).
La presenza dell’Autore ha favorito
un dibattito sereno e profondo. La sua
conoscenza diretta, la stima e quasi
amicizia con Norberto Bobbio era felicemente condivisa dai relatori, essendo
stati pure loro allievi o, comunque, estimatori del grande filosofo torinese.
Sono emersi temi di notevole spessore:
la fede, la preghiera, il male, la vita
oltre la morte…
Impossibile qui estrapolare dall’insieme qualche aspetto sia pur significativo. Speriamo di inserire presto il tutto
sul sito www.informacristo.org dove
chi è interessato potrà documentarsi.
I partecipanti che hanno gremito la sala
sono stati molto soddisfatti e parecchi
di essi all’uscita hanno ringraziato per
l’opportunità che è stata loro offerta di
conoscere meglio e dal vivo la persona
e il pensiero di Norberto Bobbio.
Colloqui sulla porta della sede
• Giovanni
Sera. Stiamo chiudendo a fine servizio.
Un signore passando di lì col cellulare all’orecchio, ci guarda sorridendo e
senza chiudere la chiamata dice:
– Ma si può sapere chi siete? Non siete
protestanti, non siete Testimoni di Geova… Ma chi siete?
– Siamo cristiani comuni, cattolici.
– Ma i cattolici non fanno queste cose
(e sbircia all’interno della sede).
– Ma sì, le fanno anche. Difatti noi le
facciamo. E perché ce l’ha cosi tanto
con i cattolici?
– I cattolici? Vanno in chiesa e poi
escono e ammazzano tutti!
– E lei quanti ne ha già ammazzati?
– Io? Nessuno!
– Nemmeno io. Vede siamo già in due
fuori dallo schema. E nemmeno la mia
collega qui vicino. Fa tre.
Intanto risponde a sua moglie che protesta dal cellulare: «arrivo, arrivo… è
che ho incontrato due signore simpaticissime e mi sono fermato a parlare».
FLASH DAI CENTRI
Poi ci racconta della sua lunga permanenza nel quartiere San Salvario,
dell’evoluzione che c’è stata in questo
borgo e se ne va dopo averci stretto calorosamente la mano. Ci ha pure detto
che si chiama Giovanni e che probabilmente verrà a trovarci.
• Il postino
Un piede sul pedalino della bici e l’altro sul marciapiede.
– Signora, le ho già messo la posta
nella buca.
– Grazie, vado subito a prenderla.
Vedendo che guarda con interesse
l’espositore, dico:
– Posso offrirle qualche nostro stampato?
– Grazie. Solo l’ultimo perché io li
ho tutti i vostri messaggi. Venivo già
a cercarvi quando eravate in corso S.
Martino. Mi interessano.
• Il taxista
– Mi dia qualcosa da leggere.
– Prenda quello che vuole, è tutto
omaggio.
– No, mi dia lei qualcosa di interessante.
Gli faccio vedere i libretti su Gesù:
– Questi sono un concentrato di sapienza. Uno tratta delle fonti storiche sulla
persona di Gesù, fonti sia cristiane che
pagane, l’altro parla della missione di
Gesù, prima e dopo la risurrezione.
– Bene, prendo questo, poi quando l’ho
letto glielo riporto e prendo l’altro.
10
E dopo… Nulla?
Un signore, già venuto altre volte in
sede, guarda la vetrina. Tra le altre
cose fa bella mostra di sé il dépliant:
Nascere, vivere, morire. E dopo…
Nulla?
Entra agitato e dice: «Anche voi sostenete che dopo la morte c’è il nulla?»
«Caro signore, forse lei non ha visto
l’interrogativo che c’è dopo la parola
Nulla. Noi sosteniamo il contrario, col
Vangelo alla mano diciamo che ci saranno “cieli nuovi e terra nuova” e
che questa vita non sarà tolta ma trasformata…».
Un amico gli ha parlato della Reincarnazione. Lui è rimasto turbato. Non gli
va di vivere altre vite, gli basta la tribolazione di questa.
Si cerca di spiegargli che Gesù non ha
mai parlato di reincarnazione, ma con
le parabole del Regno dei Cieli ha cercato di farci intuire qualcosa di quello
che ci attende dopo. E San Paolo, dal
canto suo, precisa : «Quelle cose che
occhio non vide, né orecchio udì, né
mai entrarono in cuore di uomo, Dio le
ha preparate per coloro che lo amano»
(1Cor 2,9).
Se ne va più sereno con in mano il
Vangelo che gli abbiamo regalato.
L.B.
FLASH DAI CENTRI
La parola agli Amici di InformaCristo
Ormai è già passato un anno da quando abbiamo iniziato mio
marito ed io a frequentare quasi sempre settimanalmente la sede
dell’Associazione InformaCristo in Largo Marconi 3 a Torino.
La nostra è stata una scelta indirizzata verso questo centro per
poter dedicare un po’ del nostro tempo libero ad una causa veramente sentita da noi, perché l’Associazione la conosciamo da
tanti anni, forse più di 30! Abbiamo chiesto di poterla frequentare,
qualsiasi fosse stato il lavoro da poter offrire.
Diversi e svariati sono stati i nostri contributi a lavoretti vari, tipo:
sistemare i libri nella biblioteca, riordinare i vari numeri del «Foglio di Collegamento» nei dossier, incollare il nuovo indirizzo su
libretti e dépliant dell’Associazione, prestarci per il cambiamento
dei manifesti nelle vetrine fuori Torino, ecc.
Giancarlo ha trovato spazio anche in lavori normalmente definiti
“maschili”, quelli che esigono l’uso del trapano e cacciavite per
riparazioni, adattamento di mobiletti e varie.
Tra noi e i responsabili di InformaCristo ormai si è creato un
clima d’intesa veramente profondo e per noi è una cosa molto
bella poter arrivare lì all’Associazione e scambiarci qualche idea,
sentirci utili per qualsiasi lavoro che in quel momento si presenta
da fare. Siamo gli uni per gli altri come in una famiglia.
Senza forse, è più quello che riceviamo spiritualmente di quello
che veramente noi doniamo in tempo!
Corso Marconi 3
Piazza Bandiera 27r
Corso Giolitti 21
www.informacristo.org
Richiedetelo, è gratuito!
ASSOCIAZIONE INFORMAZIONI SU CRISTO
È uscita la nuova edizione
dell’opuscolo
«Voi chi dite che io sia?»
10125 Torino
tel. 011 540681
fax 011 540681
16124 Genova tel. 010 2465085 fax 010 2465085
12100 Cuneo
cell. 333 3901053
[email protected] iniziativa cattolica • non commerciabile
Ines Piatto
11
FLASH DAI CENTRI
Cuneo
Mirella Lovisolo
«Grafie dell’Anima» news
Mesi missionari intensi questi: maggio-giugno, mostra parzialmente
esposta a Verzuolo (pannelli Eucaristia); 15-28 agosto: mostra a Finalborgo (SV), settembre, mese dei
gazebo: Dronero, Cuneo, Busca.
Ottobre: mostra a Savona.
Le ultime due edizioni della mostra
sono derivazioni di quella realizzata
ad aprile a Quiliano (SV). La prima,
proposta e ideata in quell’occasione
da un’insegnante locale che, capito
il significato dell’evento, l’ha proposta a Finale all’Associazione Centro
Storico del Finale che stava organizzando l’annuale grandiosa manifestazione «Viaggi nel Medioevo», un
evento con molte proposte originali,
capace di attirare ogni anno sino a
25.000 persone! La mostra è stata
allestita nell’ex chiesa di S. Caterina
con l’aiuto sollecito dei soci dell’as-
Verzuolo (CN) – La mostra con ragazzi e catechisti
12
FLASH DAI CENTRI
sociazione finalese e dell’InformaCristo. Bellissima l’inaugurazione con
Il Vescovo Mons. Lupi, il presidente
dell’associazione di Finale e l’archeologo Murialdo dell’Istituto Internazionale Studi Liguri. La mostra a
Finale, pur con inevitabili difficoltà, è
stata un’esperienza ricca d’incontri e
di dialoghi sui temi proposti dai pannelli e… dallo Spirito Santo; quegli
incontri che sempre si desiderano per
le iniziative di un’associazione destinata all’informazione su Gesù e sui
valori vitali del cristianesimo. Oltre alle firme molti hanno lasciato
commenti belli di cui ringraziamo il
Signore. La mostra, con continuità di
visitatori provenienti da tutta l’Italia
settentrionale e anche stranieri in vacanza, era aperta sino alle 23, dopo
di che, in pullman, si tornava a casa
a Final Marina. Con l’aiuto di alcune
socie è stato distribuito molto materiale di InformaCristo e c’è stata una
bellissima collaborazione e amicizia
con i collaboratori e organizzatori locali insieme al preziosissimo aiuto degli Amici della nostra Associazione.
L’idea della mostra di Savona è nata
durante il soggiorno in città per la
mostra di Quiliano. Perché non proporre l’esposizione nel chiostro della cattedrale di Savona in modo da
poter coinvolgere gli studenti delle
scuole, situate tutte nelle vicinanze
della cattedrale e dare loro nuove opportunità di conoscenza? Detto, fatto,
con la collaborazione della dott.ssa
Gamberini dell’Ufficio beni culturali
della Diocesi e di altri amici, di S.E.
Mons. Lupi, vescovo e del parroco
della Cattedrale che hanno concesso
il sito. La mostra di Savona, inaugurata il 15 ottobre con la partecipazione della dott.sa Frondoni e del
dott. Coccoluto, è stata esposta nel
chiostro del Duomo, una collocazione che, per lo scopo prefissato, si è rivelata ottimale; esterna, è vero, esposta al vento, al freddo, alla pioggia e
al magnifico sole, ma ideale, proprio
perché nel centro della città turistica
e studentesca con opportunità d’incontro e occasione di nuove amicizie.
Ogni giorno, previa prenotazione, le
classi di scuole superiori, elementari
e medie venivano a visitare la mostra
“con guida”, accompagnati da insegnanti interessati e partecipi. Un altro aspetto, direi unico, è stato quello della mondialità; la mostra
di Savona ci ha dato la possibilità di
mandare in tutto il mondo messaggi
su Gesù. Nel chiostro che ci ospitava,
infatti, c’è l’ingresso alla Cappella
Sistina così denominata perché voluta da papa Sisto IV. Savona è un
porto d’approdo delle crociere internazionali. Per un giorno i croceristi
13
FLASH DAI CENTRI
visitano i luoghi importanti della città
e, tra questi, prima di tutto la cappella Sistina, attirati dall’omonimia
con quella di Michelangelo a Roma.
I turisti (centinaia al giorno) giunti al
chiostro, oltre alla Sistina visitavano,
poco o tanto, anche la mostra e qualche idea su Gesù l’hanno portata via
insieme al materiale offerto. Il quaderno delle firme porta nomi di tutto
il mondo: dagli USA alla Spagna,
dal Perù al Canada, dall’Inghilterra
al Venezuela, dalla Cina al Giappone,
a Boston, dall’Olanda al Messico, da
Milano a Napoli, alla Sicilia… e altri
ancora.
Avevamo i testi tradotti in inglese e
francese esposti accanto ai pannelli,
ma è rimasto un grande rincrescimento: non conoscere le lingue per poter
dialogare! Ci sarebbe stata una meravigliosa opportunità. Rivolgiamo un
cordiale invito ad amici… poliglotti
(inglese) che volessero collaborare in
questo senso per le prossime edizioni
dell’annuncio di Cristo al mondo.
I nuovi bellissimi manifesti di InformaCristo sono stati diffusi anche a
Savona avendo trovato un punto luce
nella libreria S. Paolo della città.
«Grafie dell’Anima» a Finale Ligure
14
FLASH DAI CENTRI
Genova
Laura Rossi
Messaggi che disturbano...
La missione di InformaCristo a Genova ha raggiunto nuove persone
che dopo averci incontrato in sede
o aver visto sbandierati i nostri giga
manifesti, hanno deciso di essere aggiornate sulle nostre pubblicazioni. A
loro volta fanno conoscere ad altri i
nostri messaggi.
Al primo approccio, alcuni vedendo i
manifesti, si informano se siamo cattolici, anche a causa del propagarsi
sul territorio di innumerevoli movimenti religiosi alternativi. Altri ci
interrogano sul nostro scopo e allora
si spiega come è nata l’idea di fare
questa associazione.
Sulla porta del negozio c’è un piccolo
carrello con vari dépliant e i Fogli di
Collegamento. I passanti si servono
liberamente e anche con frequenza.
Continua l’apostolato nelle carceri
di Marassi. Un’amica di una nostra collaboratrice fa da ponte con il
cappellano per far giungere libretti e
dépliant alle persone lì detenute.
Le nostre amiche e amici collaboratori continuano a fornire materiale a
cinque ospedali della Liguria.
Genova - Affissione in piazza Goffredo Villa
15
FLASH DAI CENTRI
I giga manifesti sono sempre affissi
su otto spazi gestiti dal comune di
Genova e precisamente piazza Acquaverde (all’entrata della stazione
Principe), piazza Caricamento, piazza Corvetto, piazza Goffredo Villa,
via Cantore, via Bellucci, via Caprera, via V Maggio (Ge-Quarto). Ogni
manifesto sta tre mesi e poi altri, così
per tutto l’anno. Sovente si controlla
se ci sono ancora perché spesso capi-
ta che, dato che i messaggi danno un
po’ fastidio alle coscienze, qualcuno
graffi o strappi il manifesto, oppure
vi scriva delle frasi ingiuriose. Però
questo comportamento è indice che
il messaggio ha colpito. Verrà accettato? Verrà rifiutato? Solo Dio lo
sa. Noi continuiamo nella speranza
di toccare intelligenze e cuore di chi
passa e legge.
distribuzione manifesti
Patrizia e la sottoscritta Marida ci occupiamo di provvedere alla
distribuzione dei manifesti negli ospedali Galliera, San Martino,
Gaslini a Genova e a Sestri Levante portando anche libretti e
dépliants dell’Associazione.
Tramite il cappellano, don Paolo, possiamo raggiungere la Casa
Circondariale di Marassi. Speriamo nel buon esito.
È sempre una gioia poter collaborare per l’informazione e poter
dire a tutti che c’è Dio e Cristo è vero Dio e vero uomo anche a
chi non ancora lo conosce o, forse, l’ha dimenticato.
Affidiamo il nostro lavoro alla Provvidenza guidate da retta e pura
intenzione ed attente a non offendere nessuno.
Preghiamo perché il Signore ci doni la forza inesauribile della Sua
grazia affinché possiamo impegnarci per la Sua gloria.
Marida Bettoni
16
COMUNICAZIONE & DINTORNI
Comunità virtuali o reali?
Angela Silvestri
Alcuni tragici fatti del 2010 ci fanno riflettere sull’uccidersi, o tentare
di farlo, per Facebook.
In un caso, gridando la propria disperazione nella piazza virtuale
rimanendo inascoltati. Nell’altro,
perché non si sopporta la vergogna
di essere stati messi in quella piazza
dai compagni, e non si accettano le
conseguenze delle proprie azioni.
Aveva solo 17 anni un ragazzo di
San Donà di Piave che ha annunciato su Facebook di volersi gettare
nel Piave, e due ore dopo lo ha fatto davvero. «Basta, sono stanco di
tutto e tutti – aveva scritto sul suo
profilo –. Non mi fido più di nessuno, mi fa troppo schifo vivere così
e ci sono troppo dentro per venirne
fuori». Oggi tutti a chiedersi perché
non avevano capito l’imminente
tragedia.
A distanza di una manciata di ore,
un altro ragazzo fragile, 14 anni appena e un ottimo profilo di studente, ha tentato il suicidio a Genova
gettandosi dalla finestra della sua
abitazione, a causa dei rimproveri
per alcune foto scattategli in aula
mentre sbeffeggiava la professores-
sa e messe su Facebook dai compagni. Immagini che hanno fatto il
giro della Rete in poche ore. Non ha
retto allo sconforto e alla vergogna
ed ha deciso di compiere il gesto
assurdo poche ore più tardi.
Quello di San Donà era il terzo
suicidio di un adolescente annunciato su Facebook in pochi mesi.
L’ultimo, sempre in Veneto, era di
un diciassettenne, studente modello, che si era sparato dopo averlo
annunciato sul suo profilo. «Non
reggo il male di vivere, non ce la
faccio più», le sue ultime parole,
seguite all’iscrizione al macabro
gruppo “Che ne dici di farla finita?”, che ha per logo l’immagine di
una pistola. Alcuni mesi prima, un
quindicenne di Torre del Greco, già
tre giorni prima del suicidio aveva
lasciato frasi del tipo «Sto arrivando all’aldilà». Segnali che non sono
stati captati da nessuno: né dai genitori, ignari del profondo disagio
psicologico del ragazzo, e neppure
dagli amici di scuola1.
Il sociologo Giuseppe Romano,
commentando i tragici fatti, spie17
COMUNICAZIONE & DINTORNI
ga che i social network sono spazi
concreti dove avvengono e si dicono cose vere. Per questo anche
lì è urgente educare alla responsabilità. Credere che ciò che accade
su Facebook, ad esempio, non sia
realtà significa non rendersi conto
che tutto quello che viene messo in
comune, “condiviso”, diventa pubblico, assumendo un significato diverso e più ampio, sociale.
La radice va ricercata nella mancata consapevolezza del peso di ciò
che succede in Rete, di ciò che si
dice, si ascolta, si discute nei social
network. Tutto ciò è realtà. Si parla
di “realtà virtuale”, come se ciò che
accade online fosse astratto, come
se la Rete fosse un luogo in cui non
esistono leggi o responsabilità. Il ragazzo di Genova è arrivato a tentare
il suicidio perché non pensava che
il suo gesto, riportato su Facebook,
potesse avere simili conseguenze
nella realtà. Gli altri ragazzi hanno
urlato il loro dolore online, ma evidentemente nessuno ha pensato che
si trattasse di un grido reale, qualcosa che potesse avere conseguenze nella vita concreta. Il problema
è che spesso non viene riconosciuta
a Internet la sua vera potenzialità,
la sua dimensione sociale concreta,
e nemmeno l’importanza di quelle
18
regole di responsabilità che in ogni
contesto sociale e di relazioni debbono esistere.
Occorre che lo comprendano gli
adulti per primi, e lo insegnino ai
ragazzi, spiegando che non è più
“mio” quello che metto in comune.
Troppo spesso viene sottovalutato
l’aspetto pubblico di ciò che avviene in Rete: non esiste più un’area di
gioco o di azione privata; ciò che si
dice viene ripetuto, tutti ne parlano,
tutti lo ascoltano o – come drammaticamente avvenuto – nessuno
lo ascolta. Ma di nuovo sta lì, nella
piazza della realtà, e come tale ha un
peso 2. Anche Benedetto XVI denuncia come possibile punto cieco di
Internet l’illusione che il mondo
della Rete non sia davvero reale. Il
cortocircuito facile e fasullo asserisce che esistano due vite: quella
“reale” e quella “virtuale”. È falso,
come fin troppo spesso mostrano le
vittime di aggressioni, raggiri e violenze maturati a partire dall’ambito
digitale. La vita è una sola; anche
nella rete ci portiamo appresso personalità e responsabilità. La realtà
virtuale non esiste, esiste soltanto
quest’unica vita di ciascuno e di tutti, di qua e di là dello schermo.
COMUNICAZIONE & DINTORNI
Di un altro punto critico se ne è
parlato a maggio 2011 nel convegno Abitanti digitali.
Il 12 marzo 2011, all’aeroporto di
Francoforte, Arid Uka, un ragazzo
musulmano d’origine albanese che
vive in Germania, compie una strage
terroristica contro un bus dell’aviazione americana. Il ragazzo confessa di aver agito dopo aver visto su
YouTube un video che testimonia lo
stupro di alcuni soldati statunitensi
su una ragazza in Iraq. Dopo quattro
giorni il magazine Spiegel tv scopre
che il filmato è una sequenza del
film «Redacted» di Brian de Palma.
Ma la sequenza choc è stata inserita
sul web senza alcun riferimento al
film, dando vita a segmenti di racconto decontestualizzati.
Ruggero Eugeni, docente di semiotica dei media all’Università
Cattolica di Milano, spiega che
una delle trasformazioni che le dimensioni dello spazio e del tempo
hanno avuto su Internet è l’essere
accompagnate da forme narrative deboli, magari estrapolate dal
contesto.
Altri caratteri salienti dell’esperienza
web sono l’immediatezza, che concentra tutto su una «finestra del presente» e la «messa in scena del sé
attraverso l’intimità esposta e pub-
blica, seppur variamente graduata».
Ecco perché occorre «educare alla
consapevolezza del tempo e dello
spazio in Rete». Se davanti al computer le due dimensioni sono vissute
come ambiti «della relazione» e «le
contrapposizioni tra virtuale e reale,
oppure locale e globale tendono ad
eclissarsi», allora serve un ripensamento e una riflessione dell’esperienza relazionale immediata perché
l’incontro via web sia «funzionale a
un progetto di umanesimo integrale»3.
Nel grande mare del Web, è bello
far nostra la preghiera dell’internauta di Patrizio Righero:
«Ti ringrazio, Signore, per questo
spazio immenso, per questa vita a
colori, per questi incontri che forse non sono così casuali. Tuttavia,
Signore, ti chiedo di non lasciarmi
affogare».
Cfr. F. Dal Mas e D. Frambati, Facebook
e suicidi: ragazzi nel baratro, in Avvenire,
22 maggio 2010.
2
Cfr. V. Daloiso, La vita della Rete? È
realtà, in Avvenire, 22 maggio 2010.
3
Cfr. G. Gambassi, Eugeni: nella Rete c’è
la necessità di educare alla consapevolezza del tempo e dello spazio, in Avvenire,
20 maggio 2011.
1
19
DICIAMOLO CON L’ARTE
Arte e fede in Liguria
Mirella Lovisolo
Al termine dall’ultima esperienza ligure di Grafie dell’anima a Savona,
ci sembra giusto dedicare uno sguardo alla conoscenza dell’arte di questa
terra che ha accolto la mostra per la
sesta volta.
Una regione splendida, la Liguria, dall’entroterra affascinante, rude e schietto
come i suoi abitanti, ricca di un patrimonio artistico, culturale e archeologico singolare, ma purtroppo falcidiata
dall’arroganza di potenti prima, e oggi
da esigenze turistiche ed economiche
poco rispettose dell’ambiente e dalle
conseguenze d’inondazioni catastrofiche.
Il Cristianesimo in Liguria, come dimostra lo studio dell’epigrafia, si sa-
rebbe stabilito e organizzato in diocesi non prima della fine del secolo IV.
Lungo la costa, infatti, la più antica
iscrizione cristiana è rappresentata dal
tegolo di Perti (Finale) che porta la
data del 362.
Savona, città bella, ospitale e cordiale
fatta a misura d’uomo, centro turistico
e approdo delle crociere internazionali, è una città ricca di storia e d’arte,
teatro di drammatiche e illustri vicende, ma forse poco conosciuta da noi.
Delle origini cristiane di Savona, dice
lo storico del luogo Carlo Varaldo, si
ha notizia tra VI e VII secolo, ma la
sede episcopale si alterna tra la vicina
Vado, dov’era un municipio romano e
Savona, che alla fine prevale; nell’887
Savona – Fortezza del Priamar sede della prima cattedrale
20
DICIAMOLO CON L’ARTE
si ha notizia di un vescovo che a Savona ha la sua cattedra.
Il nucleo più antico della città si sviluppava sul promontorio del Priamar
ove, sin dagli inizi del sec. IX, c’era
anche la Cattedrale di Santa Maria Assunta, una costruzione la cui bellezza,
secondo scritti attendibili, era ben nota
e attirava visitatori anche dall’estero.
Accanto alla chiesa sorgevano il battistero, la residenza vescovile, un monastero e l’area sepolcrale. A causa delle
vicende per la supremazia politica tra
Savona e Genova con le terribili ritorsioni di quest’ultima, Savona dovette
cedere ad Andrea Doria che, per costruire la Fortezza sul Priamar, volle
distruggere nel 1543 l’antica cattedrale! Sul Priamar è rimasto il grande
sepolcreto risalente al IV secolo, oggi
inserito nel Museo.
La chiesa venne sconsacrata, svuotata
degli arredi, distrutta. Nel 1556 la Cattedrale venne trasferita nella chiesa di
S. Francesco ai piedi dell’attuale centro
storico. Il complesso francescano comprendeva il convento, i chiostri affrescati e la Cappella Sistina, fatta erigere
da papa Sisto IV della Rovere nativo
di Savona e già frate nel locale convento francescano. Sisto IV, che volle
anche la Sistina di Roma affrescata da
Michelangelo, a Savona fece erigere la
cappella sepolcrale per la sua famiglia,
i Della Rovere, cui apparteneva anche
il nipote Giuliano, diventato poi papa
Giulio II. La cappella Sistina, che si affaccia sul
chiostro, conserva nell’abside tracce della primitiva decorazione rinascimentale
di G. Mazone. Nel 1700 l’interno venne rifatto secondo i canoni barocchi,
arricchito di stucchi colorati e dipinti
e, nella volta, l’affresco con Il mistero
della redenzione di G. Brusco del 1780,
un’interessante iconografia che culmina
con l’Assunzione di Maria.
La nuova cattedrale sorse tra il 1599
e il 1605 nel luogo della precedente
chiesa di S. Francesco; la facciata neo
barocca è del 1886.
Savona è considerata la terza “città
dei papi” dopo Roma e Avignone non
solo per la provenienza di due papi rinascimentali, ma specialmente per la
vicenda di Papa Pio VII che, non accettando le condizioni di Napoleone,
venne imprigionato a Savona (18091812). Sono conservati i suoi appartamenti e, nella chiesa, la loggia da cui
si rivolgeva ai fedeli e dove, in tempo
di maggiori restrizioni, assisteva in incognito alle funzioni. L’interno della cattedrale, costruita su
progetto di B. Sormano, è arricchito
degli arredi dell’antica cattedrale: la
croce marmorea del sec. XV attribuita a G. Molinari, scolpita in unico blocco su entrambi i lati. Il fonte
battesimale, la cui forma rimanda alle
decorazioni bizantine, è chiusa dalle
antiche transenne marmoree. L’antico
crocifisso dal forte naturalismo espressivo eseguito da uno scultore di area
21
DICIAMOLO CON L’ARTE
nordica nel 1490 circa, fu collocato
nella cappella omonima sopra l’“Altare
degli scheletri in preghiera”; il pulpito
cinquecentesco esagonale decorato ad
altorilievo. Sulla porta laterale di sinistra resta la lunetta in ardesia scolpita
che sovrastava la porta d’ingresso della cattedrale del Priamar con la scena
dell’Assunzione di Maria.
Il coro intarsiato è la parte più preziosa della cattedrale. È uno dei più bei
cori intarsiati d’Italia. Realizzato per
volere di Giuliano della Rovere (Giulio
II) con disegni di allievi di Leonardo
e Perugino, tra il 1500-1521, le tarsie
presentano immagini di santi, apostoli, Padri della Chiesa, martiri e i due
Papi savonesi. Nella sagrestia vecchia
troviamo un polittico marmoreo.
I due ultimi altari della navata sinistra
prima del presbiterio sono dedicati alla
Patrona della Diocesi, la Madre della
Misericordia. Una bella statua del
Sormano presenta Maria nella classica iconografia che appare anche nella
Madre di Misericordia di Valmala,
patrona della Diocesi saluzzese.
Accanto a questa bellissima cappella,
un’altra è dedicata a Maria sotto il
nome di Nostra Signora della Colonna che riunisce intorno a sé la Compagnia della Consortia, associazione
femminile dedicata per la cura delle
donne povere e malate che, in origine, aveva sede nell’antica cattedrale.
Nel 1603 la Compagnia fu autorizzata a porre sull’altare un affresco del
22
1430-40 di un pittore di area ligurepiemontese, forse Andrea Robertelli,
che si trovava su una colonna della
vecchia chiesa di S. Francesco e che si
staccò miracolosamente nel 1601 e che
venne detto Madonna della colonna.
L’Associazione, che realizza a Savona
iniziative culturali e caritative ad alto
livello qualitativo, si chiama dal ’600
Compagnia di Nostra Signora della
Colonna.
Nel dipinto, Maria in trono, sullo fondo di un bel velario porpora, ha il libro
in una mano e tiene sulle ginocchia il
Bambino che assume un atteggiamento
insolito, ma molto naturalistico; Gesù
tiene in mano un uccellino, forse un
cardellino, simbolo della sua passione
e si volge verso il basso. Un’immagine
molto bella della maternità di Maria e
dell’Incarnazione del Verbo che presto
celebreremo.
Cattedrale di Savona
Nostra Signora della Colonna, 1430- 40
religioni culti magìa
Salvezza è il
“Risveglio della Coscienza di Krishna”
Laura Rossi
23
religioni culti magìa
FOGLIO DI COLLEGAMENTO - Semestrale di informazione dell’Associazione Informazioni su Cristo
10125 Torino Corso Marconi 3
Tel. e Fax 011 540681 16124 Genova Piazza Bandiera 27r Tel. e Fax 010 2465085
12100 Cuneo Corso Giolitti 21 Tel. 333 3901053 Internet: www.informacristo.org
E-mail: [email protected]
Direttore Responsabile Renza Guglielmetti - Registrazione Tribunale di Saluzzo n. 124 del 4-4-1991
ccp 31717101
24
Scarica

Foglio di Collegamento - Dicembre 2011