ECHI
DI MAERNE
Settembre 2011
Desideri
da risvegliare
e purificare!
Lettera del Parroco
“Risvegliare e purificare il cuore”
Cari parrocchiani, si riparte. Il nuovo anno pastorale
inizia: ricco di memorie per l’estate trascorsa e di proposte per il nuovo anno che ci attende.
Il bilancio del mio primo anno con voi è molto positivo. Certamente grande gioia mi ha dato, tra le tante
iniziative intraprese, vedere inaugurata la Casa della
Solidarietà.
Dedicare una struttura alla Carità come la ex Casa
Lucia, ora casa Giovanni Paolo II, rappresenta una
sfida e una profezia. La sfida, perché non è facile
avventurarsi sul sentiero della carità senza un po’ di
timore. Da una parte, infatti, sembra che le forze non
siano mai all’altezza di ciò che ci è chiesto; dall’altra
che le priorità siano altre, che i poveri, gli stranieri..
possano aspettare..mentre questa è, forse, la profezia: mettere anche la Carità al centro della nostra
azione di Chiesa.
In comunione con le linee pastorali che il vescovo
ha dato alle comunità cristiane anche noi vogliamo
mettere tra le nostre priorità la formazione degli
adulti. Anche per questo abbiamo dato avvio a due
gruppi di giovani famiglie. Mettere al centro del
nostro interesse la loro ricerca di senso, sentire il loro
bussare alla grande comunità, riuscire a valorizzarne
il contributo è un’ulteriore sfida che ci è chiesta.
L’entusiasmo non manca, ma come ben sappiamo,
non basta. È facile aprire cantieri, difficile è mantenerli aperti e produttivi.
La crisi, nostra “cara” compagna di viaggio, non è
solo nei Tg dell’economia. Essa intreccia il vissuto della famiglia, della parrocchia, della scuola, dei giovani
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PAGINE SOLIDARIETA’
e degli adulti, del volontariato e della fede. Ma va
anche ricordato che in ogni epoca, i tempi di crisi, ponevano l’umanità ad un bivio: una via incanalava la
gente nelle arene, nei circhi o negli stadi; la seconda
invitava le persone ad una conversione della vita.
Nella crisi dell’impero romano alcuni, i più riempivano il Colosseo, altri nelle catacombe incontravano
i testimoni di una nuova fede che li apriva ad una
nuova vita. E da lì ogni epoca della storia generò
dopo ogni crisi politica o sociale vie nuove di spiritualità. Nei crocevia della storia lo spirito generava santi
e nuove testimonianze di scelte evangeliche: e così da
Sant’Antonio abate nacque il monachesimo, da San
Francesco d’Assisi la scelta di vivere come frati, fratelli
o come suore, sorelle.
Oggi ci troviamo nella medesima situazione: o
prendere la via dello sfogo negli stadi o della frenesia
dei centri commerciali oppure dissetare il cuore alle
sorgenti vive difendendolo e risvegliandolo dalle
anestesie del mondo. Come? Attingendo ai pozzi che
riescono a dissetare davvero. Non è mai facile… Però
nel vangelo si racconta che un giorno una donna di
Samaria, dalla dubbia moralità, al pozzo , dov’era
andata per riempire la sua anfora, incontrò Gesù. Il
dialogo all’inizio non lasciava dubbi, lei si sarebbe
dissetata della sua vecchia acqua, come sempre, e arrivederci. Ed invece, restare a chiacchierare con quel
profeta, la cambiò per sempre. L’augurio che faccio a
ciascuno è di poter trovare al pozzo il profeta e poter
scambiare quelle parole che ci possano cambiare la
vita. Buon anno pastorale.
Don Paolo
ECHI DI MAERNE
Don Paolo Magoga,
Don Andrea Caratozzolo,
Federico Nenzi,
Nicoletta Salvalaio
Jessica Levorin
Giorgio Scaramuzza
Federica Busato
CASA LUCIA DIVENTA
“CASA DELLA SOLIDARIETÁ
GIOVANNI PAOLO II”
Questo luogo caro ai Maernesi è sempre stato
considerato un grande dono che la provvidenza, nel
nome di Lucia Povelato, ha voluto donare alla nostra
comunità.
Tanta era la grazia che per anni non si è trovato un
adeguato e stabile indirizzo del bene, utilizzato di
volta in volta in maniera occasionale a seconda delle
attività ed esigenze parrocchiali.
La casa è stata sede del Grest per alcuni anni, ha
ospitato per brevi periodi gruppi giovanili delle
altre parrocchie, luogo di incontro conviviale nelle
ricorrenti occasioni di festa ed altro ancora.
Ora una domanda sorge spontanea: “Potevamo
rimanere inermi di fronte a tanta generosità
ricevuta?”.
Certamente no, così come la comunità ha ricevuto,
ora è giunto il momento di restituire, a nostra volta,
parte di questa generosità, offrendo aiuto a coloro
che ne hanno più bisogno.
Per fare ciò è stato necessario un lavoro di pulizia,
riordino e sistemazione adeguata dei locali; un
grazie particolare va a tutte quelle persone che,
gratuitamente, hanno voluto collaborare, attraverso
il loro lavoro, per la realizzazione del progetto.
La provvidenza genera forze inimmaginabili!
Sabato 24 Settembre, alla presenza delle autorità e
del direttore della Caritas Diocesana, don Davide
Schiavon, con il taglio del nastro, Casa Lucia
Povelato, è divenuta “Casa della Solidarietà Giovanni
Paolo II ”.
Ora il suo utilizzo assume connotati importanti e
ben definiti, ospitando la Caritas parrocchiale e
l’associazione di volontariato IPLA (Insieme per
l’altro). La Caritas, oltre a concentrare le proprie
attività tradizionali, che da sempre svolge nell’ambito
parrocchiale, ha avviato la distribuzione di alimenti
alle persone in difficoltà con l’iniziativa del Banco
Alimentare.
L’Ipla continua la sua attività di raccolta e distribuzione
degli indumenti alle persone meno abbienti. Inoltre,
si proporrà come punto di ritrovo ed incontro per gli
anziani mettendo a disposizione cucina rinnovata,
sala da thè, televisione e libreria.
Tutto questo è possibile grazie alla generosità di
tante persone che hanno aderito al progetto Caritas
impegnandosi a portarlo avanti con dedizione.
Come diceva Giovanni Paolo II (da cui prende il
nome): ”Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate
le porte a Cristo!”. Quindi, le porte per questi gesti di
bene sono sempre aperte a tutti coloro che desiderano
collaborare per il mantenimento di quest’iniziativa
abbracciando assieme quanti sono in difficoltà
seguendo l’esempio di Cristo.
Parrocchia di Maerne
Cattedra di San Pietro
Tel. 041640555 - 3485671730
[email protected]
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COMUNIONE AMMALATI
L’ UOMO DEGLI OCCHIALI
Tra queste pagine della solidarietà merita spazio anche
la testimonianza del nostro compaesano Luciano
Pasqualetto, da 25 anni conosciuto come “L’UOMO
DEGLI OCCHIALI”, che racconta il motivo di questa
scelta, portata avanti tuttora con molta gioia.
Lavoravo alla Fincantieri a Marghera, quando
nell’aprile del 1979, durante una mansione di lavoro,
mi entrò, accidentalmente, una scheggia nell’occhio
sinistro.
Feci una visita ma, lì per lì nessuno si accorse di
nulla. Io non accusavo dolori e continuavo a vedere
come sempre.
Dopo 16 mesi, un mio collega si accorse che in quel
mio occhi sinistro la pupilla rimaneva costantemente
dilatata.
I vari controlli oculistici eseguiti in seguito non
dettero nessun esito.
Quindi, mi consigliarono di fare una visita neurologica
perchè pensavano dipendesse da altri fattori. A quella
prima visita mi liquidarono subito dicendomi che non
erano cose di loro competenza. Andai da un secondo
oculista ma senza trovare alcuna risposta.
Quest’ultimo mi mandò ad un’ ulteriore visita
neurologica, dove mi diagnosticarono la presenza di
un corpo estraneo nell’occhio.
Quindi, mi consigliarono di andare a una visita dal
Dott. Genisi a Mestre (oculista che faceva parte
dell’equipe del Professor Rama), che confermò la
presenza di un corpo estraneo.
Una volta identificata la posizione esatta di quella
scheggia che per tanto tempo era rimasta nel mio
occhio, nell’agosto del 1980, subii l’intervento per
rimuoverla e tutto andò bene. Io continuavo a vedere.
Poi successivamente , nel settembre dell’81, dovetti
sottopormi a un secondo intervento per una cataratta
traumatica e, anche questa volta, tutto andò per il
meglio. In seguito mi diagnosticarono un glaucoma
che mi portò alla perdita totale dell’occhio.
Da qui mi sono reso veramente conto cosa significa
perdere la vista in un occhio e delle difficoltà che ciò
comporta. Questo mi ha sensibilizzato maggiormente
nei confronti delle necessità dei fratelli più poveri,
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quindi, mi ha portato ad accettare la proposta fattami
nell’85 dal Professor Rama impegnandomi nella
raccolta di occhiali da inviare alle missioni e aiutare
così chi ne ha più bisogno.
MOVIMENTO PER LA VITA E
CENTRO AIUTO ALLA VITA
Il Movimento per la Vita ed il Centro Aiuto alla Vita
di Mestre, anche quest’anno, hanno organizzato una
raccolta alimentare nel nostro comune.
Tale raccolta era finalizzata, principalmente, per
aiutare famiglie con bambini da 0 a 12 mesi di
vita. Sono stati raccolti: latte, omogeneizzati e altri
alimenti specifici per bambini così piccoli.
Qui a Maerne, eravamo in dieci volontarie ed abbiamo
seguito la raccolta, per tutto il sabato 16 Aprile,
facendo informazione e differenziando i prodotti nei
vari scatoloni.
La raccolta è stata proficua, trasparente e senza
secondi fini.
In tutto il territorio comunale sono stati raccolti 150
scatoloni di alimenti.
Il C.A.V. segue costantemente un centinaio di mamme
in difficoltà con bambini piccoli. Quest’iniziativa
è stata molto importante per fornire loro un aiuto
concreto.
Un ringraziamento a tutti coloro che vi hanno
aderito!
Caro don e cara comunità di
Maerne, quando ho dato la mia
adesione a questa iniziativa, non
sapevo bene a cosa stavo andando
incontro sia sull’atto pratico, che
sul piano emozionale.
Ora che ho provato questa
esperienza per ben due volte (e
spero vivamente di continuare),
posso provare a raccontarvela,
anche se non riuscirò sicuramente
fino
in
fondo.
Comunione
comunitaria in “parole povere”
significa portare l’Eucaristia nelle
case delle persone che, per motivi
di salute, non possono raggiungere
la loro Chiesa, ma in realtà è molto
di più. Per chi, come me, anche se
solo come semplice “autista”, già
la messa dove viene consacrato il
pane viene vissuta con la massima
intensità, perché sai che qualcuno
in quel momento non è li con
te, ma con te sta pregando e sta
aspettando quell’incontro, allora
ti senti un custode responsabile
come lo è stato S. Tarcisio che
portava l’Eucaristia ai cristiani
ammalati.
A lui ho chiesto aiuto e a Dio
per essere degna di ciò che stavo
facendo.
Poi, al termine della messa la
chiamata sull’altare dei ministri, la
consegna loro del Corpo di Cristo
e la partenza con i bambini della
Prima comunione e qualcuno dei
loro genitori.
La continuità di quella messa
che andava nelle case di questi
ammalati per legarsi alla loro
preghiera.
Ad ogni porta che si apriva si
spalancava un sorriso e un: “Vi
stavo aspettando!”.
La tv sempre accesa con la puntuale
messa domenicale trasmessa dalla
rai, sul tavolo una tovaglietta
bianca, una candela e immagini
del Signore e della Madonna, in
ogni casa si sentiva che questo
incontro era proprio atteso!
Mi sembrava quasi irreale la gioia
di queste nonnine (soprattutto) che
desideravano così ardentemente
ricevere questo Pane e pregare
insieme, sì perchè insieme
abbiamo anche pregato. Un pò tutti
: i bambini, il ministro, la famiglia
dell’ammalato, dove era presente
e, dove non lo era, si sentiva anche
una gran voglia di scambiare due
parole che probabilmente non
facevano tutti i giorni.
E quanto erano di conforto le
parole che, le due suore con cui ho
avuto la possibilità di collaborare,
Suor Rita e Suor Angela, usavano
dire a queste nonne, l’amore di
Dio per queste persone traspariva
in ciò che loro dicevano e nei modi
che avevano.
Poi, quando torni a casa, a
questa cosa ci ripensi spesso
e pensi soprattutto a quando
potrai condividere ancora questa
bellissima esperienza con chi l’hai
già vissuta, i ministri, i bambini,
ma soprattutto la voglia di rivedere
queste persone così desiderose
di pregare insieme e di ricevere
l’Eucaristia.
Desiderosi come lo dovremmo
essere tutti ogni volta che ci
accingiamo a farlo durante la S.
Messa.
Sono sicura di non aver raccontato
a pieno quanto è bella questa
esperienza, ma spero di cuore che
in più adulti e in più bambini nasca
la voglia di condividere la gioia di
questo dono!
Francesca
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UNZIONE INFERMI
Domenica 5 giugno alle ore 16 la nostra comunità cristiana ha vissuto una esperienza di fede molto commovente e significativa: la celebrazione della S. Messa e l’amministrazione del sacramento dell’Unzione
degli Infermi ai nostri anziani malati e sofferenti.
In questi momenti la Caritas è sempre presente e
disponibile a prestare servizio in forme diverse: chi
preparando e servendo il rinfresco, chi facendo da
autista per le persone bisognose di essere trasportate,
chi accompagnando i malati a prender posto… Infatti
è impegno primario della Caritas e gesto di squisita
carità condividere con anziani e persone in difficoltà
un momento di fede così importante.Al momento del
Rito del Sacramento si rinnova sempre una grande
emozione nei presenti ed in particolare nei malati:
in un silenzio colmo di attese si percepiva appena
la formula dell’Unzione accompagnata da una lieve
musica soffusa dell’organo.
È commovente osservare le mani tese e tremanti
dei malati in un gesto di abbandono, gli occhi aperti
sull’invisibile: mani e sguardo più eloquenti di tante
parole che esprimevano fiducia in un Dio fedele alle
sue promesse e consapevolezza che nei semplici gesti
del sacerdote, che ungeva quelle mani e quella fronte,
si compiva il miracolo dell’incontro di Gesù col malato e la certezza che, quando Lui viene, non si presenta
mai a mani vuote.
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SAGRA DE SAN PIERO
Bello e familiare anche il momento del “rinfresco”:
tempo di una carezza, di un sorriso, di qualche battuta spiritosa, di semplice ascolto, tempo per rivedersi e raccontarsi, ricordando. Occasione per qualche
passo assieme, sostenendosi a vicenda prima di raggiungere la macchina che riporta a casa chi, da solo,
non ce la fa più a camminare. È consolante sapere
che L’Unzione degli Infermi ci rassicura che Gesù
è con noi soprattutto nei momenti della malattia e
della sofferenza e ancora che, se il sacramento è dato
in forma comunitaria, c’è anche una comunità cristiana che prega e condivide la sofferenza dei malati
di turno.
Immerso per la prima volta nella
“Sagra de San Piero” sento di poter sottolineare come i nostri padri, dal momento in cui legarono
al santo patrono questo gioioso
incontrarsi di borgate, di famiglie,
di generazioni per un po’ di festa
insieme, forse non immaginavano
quanto, col passare dei secoli, si
sarebbe comunque rivelata sempre moderna e importante.
Dopo aver passato tutti gli 11 giorni tra le cucine, i tavoli, la pesca,
i baracconi, i gonfiabili, la pista
del ballo, ecc., nella mia non lunga
esperienza di parroco, poche volte
ho visto così tanti valori e atteggiamenti caritatevoli come si possono
vedere in una sagra.
Il primo che spicca è, senza dubbio, tutto il volontariato che decine
e decine di persone hanno donato
ogni giorno alla comunità perché
altri potessero passare alcune ore
di serenità e spensieratezza.
Sembra banale quanto si fa in una
sagra, ma non tutti sanno cosa
muove una macchina di non professionisti che sforna oltre 800 coperti a sera.
Ma oltre a ciò, vi è il clima che, in
questa sagra, ho personalmente
respirato … Ogni sera il desiderio che andasse bene come la sera
precedente: dove bene non significa subito guadagnare soldi, perché
nessuno intasca nulla (tutto va in
parrocchia e quindi tutti né godono!!!) ma bene nel senso di gente
che accoglie un invito, una proposta di sentirsi partecipi di una festa, di passare e trovare tizio, parlare col tale, ecc. E il bello era, alla
sera, nella stanchezza di una giornata passata a servire gli altri nel
gioco, nella cena, nel ballo, essere
comunque felici.
Come abbiamo bisogno di tornare ad essere felici stancandoci per
gli altri! Com’è bello che i fratelli
si sentano, fratelli appunto, capaci
anche se adulti di giocare gli uni
con gli altri perché appartenenti
alla stessa comunità, al medesimo
territorio.
Scrivevo nell’opuscolo della sagra
che, non a caso, queste feste portavano questo aggettivo: sacra.
A ben vedere, se il primo volto
della comunità cristiana lo si può
vedere nello spezzare il pane della parola e del corpo di Cristo, è
pur vero che, se questa memoria,
che siamo chiamati ad essere, non
si traduce nel pane spezzato per
i fratelli nelle vicende della loro
vita, rischia di non essere mai davvero compiuto.
A completare l’opera manca un
ingrediente importante: il rispetto
reciproco.
La perla che ha dato grande valore
alla Sagra, per me, è stato vedere
che il servizio era, il più delle volte,
senza prevaricazioni o gravi tensioni tra volontari.
Avessimo fatto una grande Sagra,
cucinato e organizzato ogni cosa a
puntino, accontentato ogni minima richiesta, ma senza comunione
tra volontari o meglio senza perdonarci eventuali tensioni e senza
cercare il molto che unisce a scapito del poco che divide, avremmo
mancato di molto l’obbiettivo: essere una testimonianza di una comunità cristiana.
Questo siamo, cristiani, sia in chiesa che in Sagra.
Don Paolo
I GONFIABILI
Quest’anno alla Sagra di San Piero c’erano anche i gonfiabili per i
bambini: tutto è iniziato da un’idea
di don Paolo per finanziare la nostra scuola materna parrocchiale.
In un primo momento ci sembrava un’idea un pò difficile da realizzare perchè avrebbe richiesto
l’impegno di molte persone; alla
fine, però, un bel pò di genitori
si sono offerti di prestare servizio. L’affluenza di bambini è stata
buona e di sicuro si sono divertiti
tantissimo scivolando, saltando e
rotolando sui gonfiabili. Pensiamo
che anche per i genitori sia stata
una bella esperienza perchè hanno
potuto sia far divertire i loro bambini in un ambiente sicuro che far
beneficenza. Certo, come prima
volta, abbiamo riscontrato alcuni problemi nell’organizzazione,
ma non ci hanno assolutamente
scoraggiati, anzi, per il prossimo
anno, abbiamo già delle idee da
attuare affinchè le cose si svolgano
tutte nel migliore dei modi.
Un ringraziamento particolare va
a tutti i genitori che hanno prestato servizio e a Denis che, da bravo responsabile dei gonfiabili, ha
sempre tenuto l’occhio vigile per il
bene dei nostri bambini. Allora a
tutti i piccolini: “Ci vediamo l’anno prossimo per saltare di nuovo
insieme!!!”.
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SCUOLA DELL’INFANZIA E NIDO
Domenica 22 maggio è stata un’altra giornata memorabile per i bambini, le famiglie, le suore e le maestre della nostra scuola materna.
L’appuntamento di fine anno per
la “FESTA INSIEME” ci ha raccolto numerosi nella sala del cinema
per gustarci i canti e i balli che i
nostri bambini del secondo e terzo
anno di materna avevano preparato insieme alle loro maestre.
L’impegno e la gioia trasmessi dai
nostri figli hanno fatto breccia nel
cuore di genitori, fratelli e nonni!
I bambini del terzo anno hanno
ricevuto il diploma della scuola
materna e il saluto ufficiale di don
Paolo e del nostro Sindaco Sig.
Brunello, insieme all’augurio di un
passaggio sereno e proficuo alla
scuola elementare.
Quest’anno, anche i genitori hanno voluto fare una sorpresa ai loro
figli: mamme e papà sono saliti
sul palco per far divertire tutti con
simpatiche canzoni e danze.
Partecipare attivamente allo spettacolo, mettendoci un po’ in gioco,
non è stata solamente un’occasione di svago per noi genitori: ci siamo conosciuti meglio ed è cresciuta la voglia di costruire relazioni
profonde e sincere.
Il nostro parroco don Paolo continua a stimolarci su questo argomento.
Come già accaduto con i campi
famiglie dei mesi scorsi a Gallio e
con la gestione dei giochi gonfiabili alla Sagra di San Piero, la strada
da percorrere è quella della collaborazione con la scuola materna
parrocchiale, luogo di educazione
dei nostri figli ma anche luogo di
relazione e crescita per i genitori.
Per questo ci auguriamo di essere
sempre più numerosi e invitiamo
tutti a partecipare.
La festa è proseguita poi all’aperto, insieme ai bambini del nido, ai
piccoli della materna e alle loro famiglie, con la lotteria e il lancio dei
palloncini.
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Ringraziamo tutti quelli che hanno partecipato, in particolare le
maestre e le suore per la disponibilità a collaborare con bambini e
genitori.
Arrivederci alla prossima “FESTA
INSIEME”!!!
UN SEMPLICE
GRAZIE SIGNORE
Oggi, nella veste di genitori, siamo
qui a testimoniare l’inarrestabile
corso della vita.
Il primo semplice grazie è a Te rivolto, perché con la tua misericordia, ci hai fatto il più grande regalo
terreno: l’essere genitori di splendide e fragili creature.
Un semplice grazie, per la gioia
che ci hai regalato scoprendo che
stavano per arrivare, per la pazienza e la costanza che ci hai donato
nell’accompagnarli sino alla loro
nascita, per il coraggio che ci hai
dato nell’affrontare assieme a loro,
il nuovo percorso terreno.
È stato un attimo, sì, un attimo
prima eravamo solo figli e dopo il
loro primo vagito, siamo
diventati figli e genitori responsabili e solo grazie a Te.
Da quel momento, un susseguirsi di emozioni, ci ha portato pian
piano a bussare alla porta, di chi ci
avrebbe aiutato, a dar loro i giusti
insegnamenti.
Anche in questo caso un semplice
grazie mio Signore, per averci condotto alla porta di suor Marcellina.
Amore, professionalità, pazienza,
accoglienza, giorni di festa, educazione, istruzione, dolcezza, sorrisi
e sempre le giuste parole, è quanto
negli anni, Suor Marcellina, tutte
le altre Suore, le Maestre e le collaboratrici, hanno costantemente
dato ai nostri figli ed a tutti noi.
È proprio a questo gruppo che dedichiamo la nostra preghiera , perché possano continuare a regalare
ad altri bambini, lo stesso sorriso
che vediamo sui nostri.
Ti preghiamo Signore perché i nostri bambini possano serenamente
continuare il loro percorso e ringraziare anche loro un domani da
genitori, come noi stiamo facendo
oggi.
Per tutto questo, per la vita, un
semplice grazie Signore.
Svolta la festa di fine anno della scuola materna, “Insieme per
scoprire il dono della vita e della
famiglia”, un grande aquilone blu
con la scritta “PACE” è stato fatto
volare nei cieli di Maerne.
Anche quest’anno, si è svolta, come
di consueto, la tradizionale festa
di fine anno scolastico della scuola
materna “A. Volpato” e nido integrato “Nazareth”.
Dato il cospicuo numero di bambini, la festa si è divisa in due gruppi:
bambini medi e grandi al cinema
dell’oratorio, mentre piccoli e nido
integrato sono rimasti nei locali
della scuola materna.
Le due feste sono iniziate con un
breve discorso di don Paolo a cui è
seguita la consegna dei diplomi ai
bambini che quest’anno passeranno alla scuola elementare.
Questa festa chiamata “FESTA INSIEME” ha fatto riscoprire il grande dono della vita, della famiglia,
della pace e della gioia di stare insieme.
Dopodiché via libera a canti, balli,
poesie dei bambini che si sono inseriti nella scena e che con il loro
impegno, sono riusciti a strappare
sonori applausi (e qualche lacri-
ma) al numerosissimo pubblico
di nonni, zii e parenti presenti in
sala.
Un ringraziamento particolare va
ai genitori che si sono esibiti per la
gioia dei loro bambini e di tutti i
presenti: con la loro bravura, originalità e impegno hanno dimostrato che famiglia e scuola possono e
devono guardarsi con simpatia e
fiducia reciproca, perché ognuno
durante l’anno ha vissuto con responsabilità la crescita di ciascun
bambino, tenendo fede ai valori
cristiani ai quali la nostra scuola si
ispira.
Alla fine, ci siamo ritrovati tutti nel
campo da calcio dell’oratorio per il
lancio dei palloncini a cui erano
appesi disegni fatti dai bambini
e un grande aquilone blu con la
scritta “PACE” fatto volare nei cieli
di Maerne e chissà dove si sarà posato… A seguire il ricco rinfresco e
la lotteria.
La festa di fine anno della scuola
materna è un appuntamento impegnativo per i bambini, educatrici e insegnanti e vede premiato
l’impegno e l’allegria di ognuno.
Sicuramente dal cuore di ogni persona è partito un grazie rivolto al
Signore per il dono di queste crea-
ture speciali che stiamo aiutando a
crescere con i valori originati dalla
Fede, Speranza e Carità.
Quindi un arrivederci al prossimo
anno con nuovi bambini del Nido
e i piccoli di tre anni .
Le insegnanti
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ROSARIO IN PIAZZA
Noi non abbiamo un “capitello ufficiale”, il nostro ritrovo è un piazzale… via Guardi. Una famiglia
porta un’immagine di Maria, una
signora i fiori fatti con le sue mani,
chi le sedie, i bambini sgranano
le loro “perline”colorate e leggono i misteri dal loro libricino… Ci
ospitano le mura di una casa ma si
crea un’ isola di pace, di condivisione…il mondo sembra fermarsi
per un momento e anche i nostri
affanni si placano, i passanti guardano e a volte si fanno un segno
di croce. Sono molti anni che si è
creato questo piccolo “cenacolo”:
abbiamo visto bambini crescere,
nonni andare in cielo, abbiamo
pregato per gli ammalati; portiamo nel cuore le famiglie del nostro
quartiere, abbiamo pregato per le
vocazioni e per tutte le intenzioni
che bussano ai nostri cuori.
Sembra di vivere davvero le parole di Gesù: “Dove due o tre sono
riuniti nel mio nome, io sono con
loro”. Giovedì 26 maggio, il nostro
Parroco don Paolo ha evidenziato
il valore di testimonianza che la
recita del Rosario, anche semplicemente in una piazza, può dare a
tutte le persone.
PROCESSIONE
DELLA “CHIUSURA
DI MAGGIO”
Martedì 31 maggio la nostra comunità si è raccolta intorno all’immagine di Maria, Regina del Rosario.
Qualche anno fa, dopo trent’anni
che la statua non usciva dalla chiesa, don Giorgio ha recuperato la
tradizione di testimoniare la devozione mariana percorrendo, in
preghiera, le strade del nostro paese. La comunità si è ritrovata numerosissima, particolarmente significativa la presenza dei bambini
della Prima comunione, dei piccoli
della Scuola Materna Parrocchiale
e dei loro genitori. Il percorso scelto ha privilegiato il nuovo insediamento di Piazza “Ilaria Alpi” per
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dare un segnale di accoglienza alle
nuove famiglie, affinché sentano
la presenza di Maria attraverso la
disponibilità umana e la fede cristiana della nostra gente. Il clima
di raccoglimento è stato mantenuto dalla recita del Rosario, dalle
riflessioni e dai canti delle corali.
Tornati sul sagrato, reso ancora
più suggestivo dal crepuscolo, il
parroco don Paolo ha letto l’atto
di “affidamento alla Madonna” dei
bambini di prima elementare ed ha
consegnato ad ognuno un ricordo.
Poi, ha letto anche la Preghiera per
la benedizione dell’Italia, nel 150°
anniversario della sua unione.
Che Maria continui ad intercedere
affinché nel nostro Paese viva nella
Pace, siano rispettati il lavoro e la
dignità delle persone in ogni condizione, la fede animi ogni azione
nel bene.
PELLEGRINAGGIO
AL SANTO
Come ogni anno, anche quest’anno la nostra parrocchia ha partecipato al tradizionale pellegrinaggio
alla Basilica di Sant’Antonio a Padova, organizzato per l’intera diocesi di Treviso.
Mercoledì 8 Giugno, una cinquantina di Maernesi con la loro presenza hanno reso possibile il nostro
esserci come parrocchia di Maerne, partecipando alla celebrazione
eucaristica presieduta dal nostro
PRIMA COMUNIONE
vescovo Gianfranco Agostino.
Oltre alla visita al Santo, c’è stata
l’occasione per una breve sosta alla
basilica di San Leopoldo Mandìc:
un piccolo fraticello noto per la
sua lunga attività nel confessionale
dove ascoltava, consigliava e assolveva migliaia di penitenti. Grazie
al dono di questa forza spirituale,
che gli permise di compiere questa
instancabile missione apostolica,
alla sua morte, venne subito venerato da molta gente. Da qui, poi,
la sua beatificazione e canonizzazione. Questa visita era guidata da
un frate che ci ha spiegato la vita
di questo santo. Pertanto, è stato
un momento oltre che arricchente,
anche profondo per la devozione
di molte persone che sostavano a
pregare e chiedere grazie.
Inoltre, chi lo desiderava poteva accostarsi al sacramento della
riconciliazione.Successivamente
ci siamo spostati alla basilica di
Sant’Antonio, dove ci attendeva la
Santa Messa.
L’eucaristia ha visto la partecipazione di un gran numero di fedeli
provenienti dalle varie parrocchie
della diocesi. Questo pellegrinaggio ha offerto sia un’opportunità
di incontro tra persone e vecchie
conoscenze, che un momento di
intensa venerazione, in cui le persone, in processione, prima o dopo
la Santa Messa, lasciavano le loro
preghiere e intenzioni sulla tomba
del Santo.
La celebrazione della Prima
comunione per un bambino
riveste sempre un momento
particolarmente
importante.
Finisce
il
tempo
di
una
partecipazione parziale (senza
la comunione) alla messa e si
chiude anche il gesto del biscotto
che quest’anno don Paolo ha
proposto.
A questo proposito, alcune
mamme riportavano le parole del
figlio che diceva: “Mamma io ora
ho una cosa molto più importante
del biscotto: Gesù!” .
La celebrazione del sacramento
è stata preparata con i ragazzi
in modo tale da far vivere loro la
singolarità di questo momento.
Qualcuno
ha
preparato
le
preghiere, qualcun altro ha
letto e altri hanno portato i doni
dell’offertorio all’altare.
Per questi 70 ragazzi è stato
importante ed emozionante il loro
primo vero incontro con il corpo di
Cristo, incontro che non si è chiuso
nella bellezza di una celebrazione
e di una comunità in festa o in
proponimenti rimasti sulla carta.
Infatti, quasi tutti questi bambini
hanno avuto la possibilità di vivere
il gesto di portare la comunione
in casa degli ammalati e anziani
della parrocchia accompagnando
i ministri dell’eucarestia nella loro
missione.
Partecipare a questa “missione
fuori porta”, accompagnati da una
catechista o un genitore è stato
come continuare quella catechesi
che, in momenti come questo,
forma con la vita la fede di queste
giovani generazioni.
Il desiderio di rendere partecipi i
ragazzi ad un tale momento nasce
dalla consapevolezza che l’incontro
con il Signore è amore verso tutti
in particolare per chi è povero e
solo.
Quindi, chi meglio di coloro che
erano nella gioia per l’incontro
vivo con Gesù, nella loro Prima
comunione, poteva portare agli
ammalati della comunità questo
sentimento?
È stato bello vedere che la gioia
dei ragazzi si univa a quella di
chi, seppure ammalato o infermo,
al sentire Gesù bussare alla sua
porta, sorrideva e accoglieva con
fede un Gesù atteso e portato da
un piccolo gruppo di fedeli che
gli confermava, se mai ce ne fosse
stato bisogno, la sua comunione
con la chiesa di Maerne.
Le catechiste
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GREST 2011
UN’AVVENTURA TUTTA DA
PROVARE
Io avevo un desiderio da bambina: volevo diventare
un’animatrice!
Sono sempre stata una grande affezionata del Gr.Est.
sin da bambina e fino ad ora non me ne sono mai
persa uno!!!
Ricordo ancora l’emozione di quando mi svegliavo
consapevole che quella sarebbe stata la prima giornata di Gr.Est...per me era in quel giorno che l’estate
cominciava per davvero!
Le tre settimane di quell’avventura significavano una
grande possibilità di giocare assieme, di divertirsi
abbattendo la noia che spesso può cogliere i bambini
durante le giornate estive, ma era più di tutto un grande momento aggregativo. Un momento aggregativo
per i più piccoli e, cosa che avrei scoperto solo molto
tempo dopo, momento aggregativo soprattutto per i
giovani adolescenti che decidono di spendere parte
della loro estate per gli altri. Così appena approdata
alle superiori decisi di diventare animatrice, inizialmente perchè vedevo che gli animatori più vecchi si
divertivano tanto in queste esperienze poi è iniziato
a maturare in me un altro sentimento: volevo essere un’animatrice perchè i miei animatori mi avevano
trasmesso talmente tanto in amore, gioia, allegria ed
impegno che anch’io volevo essere portatrice di questi
valori per i più piccoli e volevo che anche loro avessero la possibilità di vivere l’eseperienza del Gr.Est. Ho
dei ricordi molto preziosi anche della mia esperienza
come animatrice, anche se forse sono ricordi un pò
più faticosi perchè essere animatore cristiano richiede impegno, coerenza e determinazione ed è proprio
per questo motivo che ritengo quest’esperienza come
formativa al massimo per un ragazzo. Nel fare animazione non basta arrivare, vedere un pò cosa c’è da
fare, cercare di imparare qualche danza per far sorridere i bambini ma bensì cooperare assieme ad altri
animatori per raggiungere uno scopo visto che il lavoro di gruppo è la base dell’animazione, prendersi degli impegni ben precisi, portarli a termine con serietà
ed responsabilità e porre sembre attenzione ai propri
bambini e ragazzi, conoscerli, pregare e giocare con
loro, imparare i loro nomi e ricordarsi di loro e delle loro particolarità anche finita l’attività del Gr.Est.
Penso che queste siano cose fondamentali soprattutto per la crescita personale poichè nell’ambiente
dell’oratorio si possono ricreare molti meccanismi di
interazione che sono parte della vita di tutti i giorni.
La buona riuscita di questo Gr.Est. mi lascerà sempre un bel ricordo di questa e di tutte le altre estati
vissute a contatto con i ragazzi e per questo voglio
ringraziare tutti gli animatori e i don che sono, nella
maggior parte dei casi, prima di tutto degli amici.
Credo che queste estati mi abbiano insegnato molto
ed è per questo che ritengo il Gr.Est. un’avventura
tutta da provare.
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SCOUT
IN TERRA DI CAMORRA
Quest’anno ci sono state tre proposte su come effettuare il Campo Estivo di Clan: la tradizionale route
mobile, la partecipazione alla GMG o la partecipazione ad un campo di servizio. Anche per continuità con
il tema ricorrente di quest’anno, la legalità, la scelta è
ricaduta sul campo di servizio, organizzato dall’associazione Libera nella città di San Cipriano d’Aversa,
in provincia di Caserta.
La scelta è stata anche dalla curiosità, poichè era
un’esperienza nuova per la maggior parte di noi. Non
sapevamo cosa ci avrebbe aspettato, sapevamo solo
che si trattava di un campo di volontariato.
Siamo partiti l’8 agosto pieni di pregiudizi su quello che avremmo potuto trovare, anche perché negli
ultimi anni tutte le notizie che giornali e telegiornali
ci danno sulla Campania hanno sempre mostrato il
negativo di quella Regione.
Dopo dieci ore di viaggio (dovute anche all’inesperienza nel girare per quelle strade, sconosciute anche
al navigatore) siamo arrivati in questo bene confiscato, sede della nostra settimana, una vera e propria
reggia confrontato con il resto del paese. Subito ci
viene incontro Raffaella, organizzatrice del campo,
avvertendoci che di lì a poco ci sarebbe stata la presentazione della settimana: subito capiamo che il
tempo libero forse non sarà così tanto! Il campo si
articolerà in lavori pratici alla mattina, attraverso il
lavoro nei campi di Libera Terra, il servizio nel ristorante dell’associazione e la sistemazione della casa e
di una piazzetta del paese intitolata a don Beppe Diana, vittima della Camorra, mentre il pomeriggio sarà
dedicato a “conferenze” centrate sulla Camorra e ciò
che viene fatto per contrastarla.
Già alla fine del primo giorno eravamo distrutti dalla
stanchezza, condivisa con gli amici del Clan Rovigo 1
che partecipavano con noi a questo campo, ma già si
vedeva che quella settimana si sarebbe trasformata
in qualcosa di speciale. La gente del luogo ci fermava
costantemente per strada, vedendoci con il fazzolettone e la maglietta del campo, per chiederci che cosa
stavamo facendo. Inoltre nella piazzetta che stavamo sistemando ricevevamo sempre consigli da parte
degli anziani del quartiere su dove sistemare le panchine e le loro promesse che avrebbero controllato
quella piazzetta, segno che anche nella popolazione
locale c’è il forte desiderio di cambiare quella realtà
opprimente.
Altri segni della gratitudine che provavano verso di
noi sono stati l’offerta di un aperitivo a Casal di Principe e una numerosissima partecipazione di gente
locale alle feste che abbiamo organizzato alla fine di
questo campo.
Sono state proprio queste feste che ci hanno fatto
sentire al settimo cielo, una vera e propria coronazione delle fatiche della settimana. La prima festa è
stata venerdì sera con una sfilata di abiti stile africano prodotti in un’azienda anch’essa confiscata alla
Camorra e una grande cena in cui era invitata tutta
la comunità.
La seconda festa è avvenuta sabato sera, dedicata all’inaugurazione della piazzetta don Beppe
Diana,dove è stato proiettato il film “Benvenuti al
Sud”, con un’ulteriore vasta partecipazione di pubblico locale.
Questa serata è stata probabilmente la più emozionante, poichè abbiamo visto la gente del luogo usare
quello che avevamo costruito durante la settimana,
poteva essere una panchina o un cestino, e questo
ha rappresentato il più grande segno di gratitudine
datoci. Essendo anche l’ultima settimana di campo
per il 2011, è stata anche una serata di grandi saluti e grandi pianti tra noi, gli organizzatori e la gente
locale. Una settimana in cui ci siamo donati completamente al servizio del prossimo senza chiedere nulla in cambio, ma dove ci sono tornate indietro delle
emozioni talmente forti che saranno impossibili da
dimenticare, emozioni che possono venire soltanto
dalla gente espansiva e solare di quei luoghi, gente
che fa di tutto per cambiare la propria situazione e
che ci ha aiutati in ogni modo possibile a sistemare
le loro terre. Riprendendo una frase dal film “Benvenuti al Sud”: “quando vai al Sud piangi due volte,
una volta quando arrivi, e una volta quando devi andare via”. Credo che ciò si sia avverato in tutti noi
presenti, che abbiamo lasciato un pezzo del nostro
cuore laggiù e che abbiamo portato un pezzo del loro
cuore su con noi.
Per chi volesse saperne di più, consiglio il sito www.
libera.it dove si possono trovare notizie sull’associazione e sui campi di volontariato e la pagina Facebook
“Nuova Cucina Organizzata”, dove ci sono le notizie
e le foto di quello che abbiamo fatto a San Cipriano
in questa settimana e quello che è stato fatto nelle
settimane precedenti.
LA MAGIA PIÙ BELLA…
Vacanze di Branco-Lupetti (Barcis 31 luglio -7 agosto
2011)
Credevate che la scuola di Hogwarts si trovasse in Inghilterra? Se non ne siete proprio sicuri forse è meglio che andiate a controllare!
Quest’anno l’intero branco del Popolo libero è stato
invitato a seguire le lezioni della scuola di magia e
stregoneria di Hogwarts che si trova indovinate un
pò… sulle rive del lago di Barcis, un fantastico lago
dall’acqua azzurrissima in provincia di Pordenone.
Ancora non ci credete? Vi raccontiamo un po’ quello
che ci è successo non si sa mai che cambiate idea.
Innanzitutto, prima ancora di mettere piede nella casa, il corpo docenti (Silente, la McGrannitt, la
professoressa Sprite, la professoressa Cooman e Hagrid) ha voluto assicurarsi che nessun babbano fosse
approdato lì neanche per errore facendoci superare
un test d’ingresso che abbiamo passato mostrandoci
tutti all’altezza della responsabilità che comporta il
diventare maghi. Nei giorni seguenti abbiamo capito
il perché di queste precauzioni: gli incantesimi sono
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certo divertenti…quando riescono, e alle volte anche
quando non riescono, ma la magia se la usi e la padroneggi con passione ti da più…soddisfazione.
Abbiamo seguito un sacco di lezioni, per affinare le
nostre capacità, tra ricette ingredienti e calderoni abbiamo imparato a fare il pane con gli ingredienti magici dalle proprietà più disparate, abbiamo costruito
con la farina e i palloncini i nostri Patronus mutaforme e abbiamo realizzato i saponi delle fragranze
che ci sembravano più adatte a noi. Si sa, però, le lezioni sono importanti ma alle volte ci si stufa a stare
sempre in classe chini sui libri, perciò ci siamo anche
sfidati in vari giochi ma soprattutto in gran tornei di
Quiddich…lo sport più diffuso nel mondo magico…e
ora sappiamo il perché: é divertentissimo e alcuni di
noi sono stati anche selezionati per la rappresentativa nazionale! Dovevate vedere quando in campo
compariva il boccino…tutti, non solo i cercatori, stavamo a naso all’aria per vedere dove andava a finire.
Non è stata però una scampagnata far parte della
scuola perché il signore oscuro e i mangia morte a
più riprese si sono fatti vedere. Abbiamo faticato parecchio a fronteggiarli e a recuperare tutti gli Horcroux, una delle tante parti in cui il Signore oscuro
aveva diviso la sua anima per sopravvivere. Alcuni
erano nascosti nei posti più impensati, altri ce li siamo conquistati, combattendo lealmente con le forze
del male, altri ancora s’erano intrufolati addirittura
dentro di noi! Ma alla fine ce l’abbiamo fatta il male
è stato sconfitto e per merito della collaborazione di
tutti dal più piccolo dei cuccioli al più “anziano“ dei
vecchi lupi abbiamo realizzato che la magia più bella
che c’è su questa terra SIAMO NOI!
I lupi/maghetti del Branco del popolo libero vi danno
appuntamento alla prossima avventura!
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GMG
CAMPO REPARTO
Quest’anno il campo di Reparto, l’abbiamo trascorso
nel Parco dell’Adamello, in località Pracul.
Il viaggio per raggiungere il campo è stato lungo
(quasi 5 ore), duro da sopportare (soprattutto il rientro!!!) ma il posto ne valeva la pena.
Quando siamo arrivati al campo ci siamo messi subito
al lavoro: come al solito, ognuno aveva il suo compito: c’era chi montava la tenda, chi montava l’angolo,
chi costruiva il tavolo dove dovevamo mangiare, chi
si dava da fare per fare la legna e chi girovagava per il
campo in cerca di qualche risposta che non si trovava. Vicino al campo è stata subito scoperta la nostra
piscina privata: una pozza di acqua gelida che veniva
usata come vasca da bagno.
Nonostante la temperatura esterna fosse molto alta,
ogni volta che entravamo in quell’acqua era uno
shock.
Le attività che abbiamo fatto sono state molte: segnalo le due uscite, una di reparto e una di squadriglia,
tutto sommato, entrambi positive, la costruzione di
scope per il gioco del quiddich (infatti il tema dell’anno era basato su Harry Potter) e la costruzione di una
rete da pallavolo, usata un po’ di volte anche per una
nuova versione di questo sport, chiamata fango volley.
Spesso i nostri pensieri andavano ai familiari lasciati
a casa e ai compagni di altri viaggi che sono usciti dal
reparto.I nuovi esploratori/esploratrici hanno preso
i loro posti nel reparto, mettendoci tutto l’impegno
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possibile sia nel bene che nel male, causando, a volte,
qualche scontro che, comunque, rientra nella normalità della vita comune degli scout. Il momento più
importante di ogni giornata era comunque il cerchio
attorno al fuoco dove ogni squadriglia aveva il compito di presentare una scenetta per divertire tutto il
reparto dopo la lunga giornata faticosa. Alla fine di
ogni fuoco veniva sempre fatta una riflessione sulla
giornata trascorsa e veniva detta una preghiera verso
il nostro Padre per ringraziarlo di tutto quello che ci
stava intorno e per quello che stavamo facendo. Ritengo che quest’anno il campo, rispetto all’anno scorso, sia stato più positivo in quanto, oltre al bel tempo
e al bel posto, ognuno di noi è riuscito a superare le
prove per poter ottenere la specialità.
Dove ci porteranno i nostri capi l’anno prossimo?
Quest’estate, in quel di Madrid, ha
avuto luogo la Giornata mondiale
della Gioventù o meglio la JMJ.
Arrivati a Madrid ci è stato presentato il percorso che avremo svolto
in quei giorni a partire dalle catechesi animate dai vescovi, fino ad
arrivare alla grande veglia con il
Papa all’aeroporto di 4 vientos e
poi la Messa finale che concludeva
questa esperienza di fede. Molte
cose hanno colpito noi giovani!
All’arrivo siamo stati accolti da
una miriade di gente che cantava,
suonava, rideva con gente che non
conosceva. Molti ragazzi da paesi diversi, come America, Africa,
Germania, erano accumunati da
una sola cosa: la fede in Cristo.
Gesù era in ognuno di noi.
Abbiamo vissuto sensazioni fantastiche: gioia, emozione, felicità,
lebertà, ma anche commozione
perchè dopo aver vissuto insieme questa stupenda esperienza di
fede ed aver legato con tantissima
gente ognuno doveva tornare al
proprio paese.
Abbiamo portato a casa molto, abbiamo imparato che nel momento
del bisogno Gesù c’è, c’è sempre e
ci sta accanto.
Siamo tornati pieni di lui e pronti
a testimoniarlo nella vita di tutti i
giorni.
DALLA VOCE DI CHI C’ ERA…
Ho vissuto relazioni straordinarie, non solo gli amici che già conoscevo, non
solo i compagni di pullman, non solo i ragazzi della mia diocesi, ma con
chiunque incontrassi per strada, mi ha colpito come tutti quanti cantassimo
e pregassimo all’unisono, come se fossimo tutti alla fine una cosa sola. Ho
scoperto la bellezza del cristianesimo nel fatto che davvero Gesù è di tutti.
Noi siamo alla ricerca della verità di noi stessi; la fede cristiana è giovane.
Questa GMG è stato un momento importante per potermi riavvicinare a Dio
e per fermarmi a riflettere, riscoprendo, tra l’altro, il mio solito punto debole,
molto spesso messo in disparte. Sono felice di aver seguito il papa, il nostro
pastore. Vengo a casa con tante domande e qualche inizio di risposta…
“Signore, cosa vuoi che io faccia per te?” è il fulcro della nostra esistenza.
“Non se puede seguir Jesus en solitario”; “Christianus fit, non nascitur” mi
conforta e mi aiuta nel mio percorso spirituale. “Paolo non è sempre stato
San Paolo”.
Terrò nel cuore e ringrazio il Signore per la testimonianza di fede presa da
questa esperienza, la gioia nel viverla e trasmetterla. Ringrazio il Signore per
il silenzio, per la veglia, le S. Messe, le nuove amicizie, e la forza presa dalla
gente che non ha paura di urlare la gioia di essere credente.
Ho nel cuore l’invito all’evangelizzazione, a portare ai nostri coetanei la
“Buona Novella” di Cristo con il suo comportamento e il mio amore per
Gesù. “La felicità è stata più grande perché eravamo insieme. Questo c’è nel
mio cuore: Be the change you want see in the world. Chi ha tutto ma non
ha Cristo in realtà non ha niente. Non si può essere cristiani senza la Chiesa.
Testimoni autentici e moralmente credibili. La tua fede la difendi solo se la
diffondi”
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CAMPI SCUOLA
4° E 5° ELEMENTARE
Ormai sono passati due mesi da quella settimana, nel
corso della quale i ragazzi di 4ª e 5ª elementare hanno trascorso il campo scuola nella casa parrocchiale
di Gallio.
Settimana intensa e piena di emozioni, basata sul
viaggio che il popolo di Israele ha percorso dalla
schiavitù nella terra d’Egitto fino alla libertà nella
Terra Promessa .
Durante il loro viaggio, durato una settimana, si sono
soffermati sulle tappe ed eventi più importanti del
cammino degli Israeliti come il passaggio del Mar
Rosso e la consegna delle Tavole della legge .
Oltre a ciò, ci sono stati molti momenti di svago e
divertimento come i giochi notturni, le attività, i tornei, la grigliata e l’immancabile camminata verso la
malga della Melette .
Indimenticabili anche lo ore trascorse assieme a cantare e ballare attorno a una chitarra, che univa tutte
le 50 voci in un’ unica canzone.
Per i ragazzi, il tempo passato assieme è statoè sia
un’esperienza per conoscersi, convivere con il gruppo, divertirsi e superare situazioni difficili, che un’ulteriore opportunità per continuare il cammino con il
Signore che li accompagnerà per tutta la vita.
Forse non si ricorderanno tutti i particolari del viaggio, ma rimarrà nei loro cuori un segno permanente
di questa breve ma meravigliosa settimana, in compagnia di don Paolo e degli animatori che hanno donato il loro tempo per la felicità e la gioia di questi
piccoli.
1° E 2° MEDIA
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“Travolti dalle acque del Mar Rosso è cominciata la
nostra avventura....” Così ci ha detto Giosuè!!!
Ed ecco che in un batter d’occhio appena arrivati alla
casa di Gallio siamo stati catapultati nell’Egitto di
duemila anni fa. Abbiamo rivissuto la storia del popolo d’Israele... la Pasqua e il passaggio del Mar Rosso... ma quanta fretta avevano... e di chi si fidavano?
Chi avevano come guida? Mosè!! E noi oggi a chi ci
affidiamo?”
Questo è stato uno dei temi portanti della fantastica
esperienza estiva che ha coinvolto 44 ragazzi di prima e seconda media, dal 25 al 31 Luglio. Attraverso
i panni del popolo d’Israele in fuga dall’Egitto, i ragazzi sono stati spinti a riconoscere, non solo negli
affetti e nelle persone care, ma anche nei compagni
di viaggio come gli animatori e don Andrea, la fiducia verso il prossimo, messa a dura prova durante la
camminata verso Asiago, culminata con l’Agility Forest: quanta fatica abbiamo fatto…ma che fantastica
esperienza è stata! Molte sono state le provocazioni
date ai ragazzi durante le riflessioni e il dialogo con
Gesù nei vari momenti di preghiera, dove abbiamo
capito quanto importanti e unici siamo, ognuno è indispensabile per la comunità. Ma cosa siamo disposti
ad offrire, qual è il nostro dono da mettere a disposizione del prossimo? I ragazzi hanno risposto in vari
modi, chi vorrebbe fare l’animatore ai campi estivi,
chi al Grest, ma la cosa più importante è vedere tutti
questi doni cuciti insieme per formare la grande tovaglia d’altare, simbolo insieme alla maglia data ai
ragazzi durante la veglia battesimale di questo camposcuola.
Uno dei momenti salienti (e anche uno dei più temuti) del campo è stata la lunga camminata che, nonostante le difficoltà è stata un momento importante
per la coesione del gruppo. Anche in questa occasione i riferimenti al tema del campo sono stati evidenti:
come Mosè, anche noi siamo saliti in cima alla montagna per ricevere le tavole della legge!
In conclusione, il motore di questo camposcuola è
stato l’entusiasmo e lo spirito con cui noi tutti abbiamo affrontato le varie prove dateci, formando un
gruppo solido e pieno di allegria, facendo nascere
nuove amicizie e crescendo insieme.
ASSISI 2011
In una calda mattinata di agosto un bel gruppo di 46
ragazzi di prima, seconda superiore e 9 animatori
delle parrocchie di maerne e olmo capitanati da don
Paolo, è salpato per un’avventura di sei giorni sulle
orme di San Francesco d’Assisi.
Partendo dal tema conduttore del campo “Ri-prendiamoci i sogni” e seguendo le tappe più importanti
della vita del Santo nelle esperienze e nei luoghi che
l’hanno caratterizzata, i ragazzi sono stati chiamati a
riflettere sulla loro vita: desideri, sogni, aspirazioni,
cosa che si è rivelata non sempre facile e scontata.
Non è stata quindi un’esperienza “semplice”, dal più
banale dettaglio tecnico all’attività più impegnativa
in quanto ognuno si è infine confrontato con ambienti, persone, compagni e proposte sicuramente diversi
dal solito, dovendosi mettere in gioco nel tentativo
di uscire dal guscio super-protettivo e spesso quasi
infrangibile che sta loro attorno, un guscio creato
dall’abbondanza di “cose” e facili scorciatoie che a
volte diventa quasi eccesso.
Particolarmente importanti sono state le testimonianze dei religiosi incontrati durante il percorso, che
hanno offerto spunti tematici interessanti e soprattutto condiviso parte delle loro esperienze personali
di vita e di fede come altrettanto significative sono
state le visite ai luoghi sacri francescani e l’incontro
con gli altri pellegrini.
Il confronto rappresenta quindi una parte fondamentale del percorso, specialmente in questo contesto, e
diventa un’occasione unica per provocare, riflettere,
discutere e prendere coscienza non solo di se stessi,
imparando a conoscersi un po’ più a fondo, ma anche
e soprattutto del mondo più “reale” e meno “virtuale”
in cui viviamo.
Nonostante qualche più o meno divertente “inconveniente tecnico” possiamo dire con certezza che il
campo è stato davvero una esperienza importante
e soprattutto nuova, specialmente per i ragazzi che
hanno dimostrato un grande e positivo spirito di
adattamento a 360°.
Arrivederci quindi alla prossima avventura!
19
LOURDES
3…2…1… partiti!
Sono le 10.00 quando il capotreno fischia la partenza. In stazione a Treviso ci sono circa 600 persone,
alle quali se ne uniranno altre 200 arrivate in aereo il
giorno dopo, in partenza per Lourdes.
Da ore i volontari dell’UNITALSI accolgono pellegrini e ammalati, caricano valigie, attrezzature per la cucina e per il primo soccorso. Il treno è pronto, parte,
subito inizia un clima di condivisione, di amicizia, i
pellegrini iniziano a conoscersi, i giovani della pastorale giovanile iniziano a far servizio facendo subito
amicizia tra loro. Sono pochi, neanche una ventina,
il lavoro da fare è molto, ma l’unione fa la forza e diventa subito un bel gruppo che ravviva il pellegrinaggio con scherzi0, battute, risate e moltissimi sorrisi.
Dopo quasi 22 ore arriviamo a Lourdes, per molti
è la prima volta, si presenta diverso da come molti
se lo immaginano: c’è molto silenzio, tanta natura,
ma allo stesso tempo c’è tanta gente, tanti ammalati,
ma anche tantissimi volontari. Il ruolo con cui siamo partiti è diverso, chi come accompagnatore, chi
come volontario, chi come responsabile, chi come
infermiere, medico, sacerdote, cuoco, chi come pellegrino, chi come ammalato, ma all’arrivo alla grotta
siamo tutti lì,insieme, tutti uguali di fronte alla “Bella Signora”. Sotto una non poi così grande, piccolina
rispetto all’immensità del santuario, statua, viene in
mente la storia di Bernadette Soubirous, una bambina così poco istruita, malaticcia, povera da essere
considerata la “merdosa di Lourdes” da tutti gli abitanti del paese. Ma che proprio per la sua ignoranza
(nel senso di non essere proprio minimamente istruita), innocenza e fragilità è stata scelta dall’”Immaculada Councepciou”. Così in qualche modo davanti la
grotta ogni uno di noi si ritrova lì davanti con grande
umiltà, mettendo a nudo i propri limiti, le proprie
debolezze, chi nel fisico, chi nel cuore. Da lì il clima
di grande serenità che scandisce ogni anno questo
pellegrinaggio.
In molti dicono che Lourdes è un luogo di sofferenza,
grande dolore, ma onestamente non lo credo. Si, la
sofferenza c’è e si vede, ma spessissimo chi incontri a
Lourdes non è triste, non è arrabbiato per ciò che sta
vivendo, anzi, in molti ringraziano, pregano per altre
persone che soffrono più che per la loro guarigione.
Lourdes è un luogo di speranza più che di dolore e
di pace interiore, una sorta di grande energia, forza,
che tramite il sorriso di chi soffre, di chi fa servizio,
ti travolge e ti spinge a trasmettere la stessa serenità
che gli anni ti danno. Quindi secondo me Lourdes è
un luogo di sofferenza si,ma carica di speranza, per
cui lo definirei il luogo del sorriso, lo stesso che Maria mostra a Bernadette quando le lancia l’acqua del
battistero. Lo stesso sorriso che ti ripaga delle poche
20
TESTIMONIANZE
ore di sonno, dei molti chilometri fatti tutti i giorni
con le carrozzine e che seppur fisicamente stanco, i
calli ai piedi non mancano, ti fa venir voglia di continuare a fare servizio verso il prossimo anche se stai
crollando.
Lourdes è anche il luogo del Grazie e dell’amicizia.
Ogni anno tantissime persone tornano per ringraziare per qualcosa che gli è accaduto a se stessi o ai propri cari. All’idea di pellegrinaggio a Lourdes in molti
associano quella di miracoli. Qualcuno mi ha chiesto
hai visto miracoli? La risposta corretta sarebbe no,
non ho visto nessuno tornare a camminare dopo una
vita passata in carrozzina, vedere dopo anni di cecità,
eccetera. Accadono si, ma in 5 anni non li ho mai visti perchè non avvengono tutti i giorni a tutte le ore.
Eppure io rispondo sempre di si. Si accadono, tutti
i giorni, a tutte le ore. Ho visto moltissime amicizie
nascere e proseguire dopo il pellegrinaggio, ho visto
nascere coppie che dopo un anno si ritrovano a Lourdes sposate e a volte già con un figlio, ho visto sorridere chi non sorrideva più da anni, ho visto persone
che non si sono arrese al peso della sofferenza e hanno costruito una loro vita comunque, ho visto tanti
occhi lucidi piangere di gioia e non per sofferenza in
quella settimana , infine, ho visto sorridere e già questo a volte è un miracolo. Se a sorridere sono migliaia
di persone di tutte le lingue, colori e con sofferenze
di ogni tipo dentro o fuori dal loro corpo, allora si, i
miracoli a Lourdes avvengono.
UN’ ESPERIENZA DA VIVERE E
RIVIVERE
Domenica 28 Agosto ore 14.20 decollo dall’aereoporto di Venezia destinazione Lourdes.
Rivivo ancora quegli attimi carichi di emozioni… Un
pò di paura per la mia prima volta in aereo mista alla
felicità per la mia dodicesima volta a Lourdes. La
prova volo viene superata al meglio ed eccomi finalmente davanti alla Grotta con un “bagaglio speciale”
colmo di aspettative, tensioni, intenzioni personali e
delle persone che mi hanno chiesto una preghiera.
È difficile descrivere ciò che sento… Mentre faccio il
passaggio dentro la Grotta lascio nell’apposita cassettina le intenzioni di preghiera che mi sono state
affidate e, toccando la roccia in alcuni punti bagnata
dall’acqua della sorgente, cerco di far scivolare via le
preoccupazioni e le tensioni accumulate affidandomi
a Lei… Malgrado i miei 12 anni consecutivi di pellegrinaggio, ogni anno è un’esperienza diversa: ciò
che vivo quotidianamente prima di ciascun pellegrinaggio cambia di anno in anno e quindi anche la mia
predisposizione; poi, si conoscono persone nuove,
alcune delle quali vengono per la prima volta. È stato
veramente bello ed importante condividere con loro
alcuni momenti di questo pellegrinaggio: la Processione “aux flambeaux” (fiaccolata) dove una quantità
indescrivibile di persone con la fiaccola in mano si
muove seguendo un percorso prestabilito recitando il Rosario e innalzando la fiaccola ogni volta che
viene intonato “Ave, Ave, Ave Maria”. Guardandoli,
notavo quanto fosse grande lo stupore che traspariva
dal loro sguardo; poi, la Processione Eucaristica in
cui, volontari e non, ci hanno accompagnato sotto il
sole cocente, in segno di unione a Cristo per camminare con Lui sulle diverse e difficili vie del mondo ed
infine, la S. Messa Internazionale, che si svolge nella
grande Basilica sotterranea San Pio X, molto suggestiva e partecipata da diverse associazioni provenienti da varie parti del mondo, riunite assieme per ascoltare la Parola di Vita ed espressione dell’universalità
della Chiesa a Lourdes.
Dopo alcuni momenti vissuti assieme ed altri individualmente, ciò che è emerso e che ci accomuna è quel
senso di pace e serenità che questo luogo sa donare e,
per quel che mi riguarda, mi fa ritornare ogni anno al
cospetto di Lei per offrirLe il mio tutto, il mio niente
e mi fa rientrare col mio “bagaglio speciale” riempito
delle mie aspettative pienamente soddisfatte, di gioia
e di una “dose di ricarica” che mi aiuta ad affrontare meglio quello che ritengo “il mio pellegrinaggio
del rientro”. Infatti, a Lourdes si partecipa alle varie
celebrazioni (a volte una dopo l’altra), ci si aiuta e si
cammina assieme ma il ritmo, seppur veloce, è scandito in maniera diversa perché non ci sono alcune
preoccupazioni, sicuramente presenti anche in altre
persone, che ritrovo una volta rientrata in Italia.
È appunto nella frenesia quotidiana che si vede la
difficoltà vera di camminare assieme: si cammina
davanti o dietro alle persone ma raramente al loro
fianco. Intanto si perdono per strada valori, relazioni, affetti… Anche di fronte ad un “Ciao, come stai?”,
tante volte la risposta è: “Sono di corsa…”. Bisogna
correre perché chi si ferma è perduto… Ma alla fine
questa corsa continua dove ci porterà?
C’è una preghiera di don Tonino Bello intitolata
“Compagni di volo” che trovo molto bella ed inizia
così: “Voglio ringraziarti Signore, per il dono della
vita; ho letto da qualche parte che gli uomini hanno
un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati”. Queste parole racchiudono la mia esperienza a Lourdes: desidero ringraziare i miei “compagni di volo” che con i loro abbracci attenti, sinceri
e costanti mi hanno accompagnato in questo pellegrinaggio!
TREPPIO, 17 MAGGIO 2011
Martedì 17 Maggio alcuni parrocchiani di Maerne
hanno accolto l’invito di partecipare alla festa
organizzata a Treppio (Pistoia) per il 150° anniversario
di fondazione dell’ordine delle nostre Suore Serve di
Maria. Insieme ad altre persone abbiamo “scoperto”
un piccolo ma grande paese dell’Appennino toscano
dove si trova la Casa Madre dell’Istituto religioso.
L’accoglienza fraterna delle suore e la cordialità della
popolazione nella giornata dell’inaugurazione del
monumento alle Madri Fondatrici, Suor Filomena
e Suor Giovanna, ci hanno permesso di vivere una
giornata indimenticabile.
La festa organizzata per l’occasione ha visto la
partecipazione di un centinaio di religiose e di molta
gente proveniente dalle tante zone d’Italia dove
operano le nostre suore.
Abbiamo incontrato molte delle religiose che hanno
prestato servizio a Maerne e questo ci ha fatto provare
forti emozioni e ricordare momenti intensi e gioiosi
passati nella nostra comunità.
Partiti con un pullman, siamo arrivati in tarda
mattinata, abbiamo atteso l’arrivo della marcia che
ha ripercorso l’itinerario verso Treppio dove, nel
1861, le Madri fondatrici hanno istituito la prima
comunità. Da allora è stato un susseguirsi di doni alle
varie parrocchie attraverso l’educazione dei bambini,
l’assistenza ai malati, la dedizione e la catechesi nelle
comunità. Dopo un festoso momento conviviale ci
siamo ritrovati a ringraziare il Signore nella chiesa
parrocchiale e, successivamente, abbiamo partecipato
all’inaugurazione del monumento e all’intitolazione
della piazza dedicata alle Madri Fondatrici. La
giornata si è conclusa con un momento di festa con la
popolazione di Treppio. Intenso e commovente è stato
il saluto alle suore che abbiamo ritrovato dopo tanto
tempo e che ricordano Maerne con immutato affetto
e riconoscenza… ma il “Grazie” più sentito è il nostro,
a tutte loro ed a Maria Addolorata, la loro patrona,
affinché apra il cuore e conceda nuove vocazioni per
continuare questa presenza cara ed importante nelle
nostre comunità.
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GRUPPO CICLISTICO
SONO TORNATI ALLA CASA DEL SIGNORE
Il Gruppo Ciclistico Maerne-Olmo, affiliato alla F.C.I.
ed iscritto al registro C.O.N.I., viene fondato dalle
ceneri della gloriosa Unione Sportiva Coin di Mestre e, grazie alla passione del compianto presidente
Amedeo Munarin, prende vita questa nuova società
ciclistica che fa propria la missione ludico/sportiva.
IL G.C. Maerne-Olmo inizia la sua storia a partire
dall’anno 1989, focalizzando la propria attività nelle formazioni Allievi e Juniores. Con tecnici validi
e ben preparati, negli ultimi anni la Società ha prosperato grazie all’attività giovanile, fiore all’occhiello
del sodalizio e si prefigge di coinvolgere i giovani ad
avvicinarsi allo sport del ciclismo. Con entusiasmo e
dedizione i componenti il direttivo del Gruppo Ciclistico, facendo propri i principi di lealtà, correttezza
ed amicizia, si impegnano a formare validi atleti e
uomini responsabili nel futuro. Nel corso di questi
anni, numerose sono state le soddisfazioni che i ciclisti hanno riservato alla nostra società con numerose vittorie sia su strada che su pista. L’organico 2011
comprende tre squadre : Allievi 8 - Esordienti 7
- Giovanissimi 15.
Ogni anno, siamo inoltre impegnati nell’organizzazione di eventi ciclistici che coinvolgono centinaia di
ragazzi, le istituzioni pubbliche e soprattutto la cittadinanza del comune.
Contatti: NerioTorresin Tel. 0415402287
Cell. 3482539396
Cristina Munarin: Cell. 3470027461
Sito: www.gcmaerneolmo.com
MATRIMONI
Sabato 2 aprile
Sabato 11 giugno
Maura Grigenti e Daniele Geromin Marianna Tonon e Alberto Milan
Sabato 7 maggio
Martina Favaron e Andrea Salin
Roberta Saccarola e Nicola Reato
Luciana Maguolo
N. 2/10/1945
M. 1/4/2010
Iole Gasparini
N. 10/4/1918
M. 10/4/2011
Giuseppe Cremasco
N. 11/8/1937
M. 13/4/2011
Marisa Conte
N. 10/7/1931
M. 20/4/2011
Rino Franzoi
N. 14/9/1936
M. 21/4/2011
Moira Ghira
N. 4/7/1973
M. 7/5/2011
Sergio Libralesso
N. 29/8/1928
M. 23/5/2011
Flavia Carbone
N. 3/8/1916
M. 27/5/2011
Ruggero Salvalaio
N. 30/6/1942
M. 29/5/2011
Erminio Curzio
N. 12/4/1938
M. 14/6/2011
Giorgio De Pieri
N. 9/8/1949
M. 23/6/2011
Franco Mussato
N. 11/11/1962
M. 24/6/2011
Mario Garbin
N. 11/2/1932
M. 11/7/2011
Renato Bovo
N. 7/1/1933
M. 20/7/2011
Giuseppe Chiriaco
N. 30/5/1940
M. 22/7/2011
Luigi Teatini
N. 5/7/1927
M. 25/7/2011
Angela Righetto
N. 17/6/1926
M. 3/8/2011
Elisa Cagnin
N. 11/1/1919
M. 12/8/2011
Bruno Munarin
N. 9/3/1928
M. 26/8/2011
Benito Simion
N. 8/12/1937
M. 31/8/2011
Ottorina Lugato
N. 9/7/1924
M. 1/9/2011
Nazzarena Michelon
N. 26/5/1922
M. 10/9/2011
Renzo Vivian
N. 10/8/1933
M. 10/9/2011
Marino Pasqualato
N. 3/4/1956
M. 17/9/2011
Dalgisa Luise
N. 8/9/1913
M. 15/9/2011
Sabato 16 luglio
Elisa Semenzato e Alessandro Salis
Sabato 3 settembre
Sabato 18 giugno
Daniela Dei Rossi e Enrico Damian Mendj Casarin e Giuseppe Fardin
Alessia Caramello e Davide Gazzetta
Sabato 2 luglio
Sabato 4 giugno
Jenny Milan e Francesco Manente Erika Genovese e Thomas Niero
Sabato 24 settembre
Francesca Zennaro e Omar Mattiazzo
BATTESIMI
Domenica 25 aprile
Filippo Viale, Matteo Carestiato,
Mattia Vigo
Domenica 29 maggio
Edoardo Tavella, Elisa Maria
Zennaro, Alice Zugliani, Beatrice
Tacchetto, Greta Gasdia, Gioia
Larice, Laura Favaro
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Domenica 26 giugno
Camilla Todaro, Alessandro Sfriso,
Giulia Michieletto, Marco Lunardi,
Matteo Stevanato, Giacomo e Silvia
Momenté
Domenica 31 luglio
Tommaso Michieletto, Giulia Maria
Saccarola
Domenica 25 settembre
Nicola Lodoli, Emma Concolato,
Giulia Zulian, Giada Cerello, Giovanni
Maso, Giulia Dei Rossi, Michele Pozzo,
Paulos Mondi, Samuele Da Ronche,
Edoardo Bon, Matilde Massari
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AVIS
NUOVA CASA
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