REGIONE AUTONOMA
FRIULI VENEZIA GIULIA
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- (428) 3 VIII LEGISLATURA –
– SEDUTA DELL’11 APRILE 2003
SEDUTA DI VENERDÌ 11 APRILE 2003
ANTIMERIDIANA
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE STAFFIERI
INDI
DEL PRESIDENTE MARTINI
,1',&(
PAG.
PAG.
6XOSURFHVVRYHUEDOH ......................................... 5-32
ASQUINI ......................................................... 28
MATTASSI...................................................... 29
&RQJHGL ................................................................... 5
,QWHUURJD]LRQLHGLQWHUSHOODQ]H6YROJLPHQWR ..... 5
PRESIDENTE.......................................5-8-10-11
TONDO, 3UHVLGHQWHGHOOD5HJLRQH.................... 5
MORETTON .................................................. 8-9
TESINI.......................................................... 8-10
CISILINO ........................................................ 10
PUIATTI ..................................................... 10-11
'LVHJQR GL OHJJH ³'LVFLSOLQD JHQHUDOH LQ PDWHULD
GLLQQRYD]LRQH´'LVFXVVLRQH .............. 11
PRESIDENTE...................11-12-16-18-19-28-32
DAL MAS, 5HODWRUHGLPDJJLRUDQ]D......... 11-12
MORETTON, 5HODWRUHGLPLQRUDQ]D.............. 14
DOLCHER, 5HODWULFHGLPLQRUDQ]D ................ 16
SASCO............................................................. 19
FONTANELLI................................................. 20
VIO .................................................................. 22
FRANZ ............................................................ 24
SONEGO .................................................... 24-28
,QWHUSHOODQ]H$QQXQ]LR ...................................... 32
2UGLQHGHOJLRUQRGHOODSURVVLPDVHGXWD ........... 32
$//(*$72
5HOD]LRQLVFULWWHDGLVHJQRGLOHJJH
Relazione del Relatore di maggioranza Dal Mas
sul disegno di legge n. 319 ............................... 33
Relazione del Relatore di minoranza Moretton sul
disegno di legge n. 319..................................... 34
Relazione della Relatrice di minoranza Dolcher
sul disegno di legge n. 319 ............................... 35
,QWHUSHOODQ]HDQQXQ]LDWH ..................................... 36
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- (428) 5 VIII LEGISLATURA –
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– SEDUTA DELL’11 APRILE 2003
35(6,'(1=$'(/9,&(35(6,'(17(
67$)),(5,
Se vuole, il consigliere Moretton può
illustrare le interpellanze di cui è cofirmatario,
visto che per ora è l’unico presente in Aula.
/DVHGXWDLQL]LDDOOHRUH
Ora entrano anche il consigliere Tesini e la
consigliera Dolcher, se anche loro vogliono
illustrare le interpellanze di cui sono firmatari.
PRESIDENTE.
Dichiaro
aperta
la
quattrocentoventottesima seduta del Consiglio
regionale.
6XOSURFHVVRYHUEDOH
PRESIDENTE. Informo che sono a
disposizione dei Consiglieri alcune copie del
processo verbale della seduta n. 426 e che, se
non saranno state sollevate eccezioni nel corso
della seduta odierna, il verbale stesso sarà
considerato approvato.
&RQJHGL
PRESIDENTE. Comunico che hanno
chiesto congedo, per la seduta antimeridiana,
l’assessore Santarossa ed il consigliere
Degrassi.
,FRQJHGLVRQRFRQFHVVL
,QWHUURJD]LRQLHVYROJLPHQWRGL
,QWHUSHOODQ]H
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all’esame
del punto n. 1 all’ordine del giorno, che
prevede: “Interrogazioni e svolgimento di
Interpellanze”. Queste potrebbero essere
ordinate in due gruppi: le interrogazioni n.
1297, 959, 960, 962 e la 1304, che riguardano
tutte le presunte attività promozionali ed
elettorali, e le altre, la n. 1201, 1257, 917 e
1291, che sono incentrate sulla mostra di
Kandinsky.
La parola al signor Presidente per le
risposte, tenendo presente che i presentatori
delle interpellanze potrebbero volerle illustrare.
Nessuno chiede di illustrare le interpellanze,
quindi, la parola al Presidente per le risposte
alle interrogazioni ed interpellanze.
TONDO, 3UHVLGHQWHGHOOD 5HJLRQH Grazie,
Presidente. Premetto che sulle interpellanze
relative a Villa Manin ed alla mostra di
Kandinsky non sono in grado di rispondere ai
colleghi Consiglieri, in quanto non ho avuto la
possibilità di ottenere la documentazione
sufficiente per dare una spiegazione coerente in
tempi brevi.
Solo ieri sera ho avuto una serie di
documenti da parte della Direzione della
cultura, quindi mi riserverò di rispondere in
una prossima seduta.
Riguardo alle interpellanze relative alla
propaganda elettorale, vorrei dare una risposta
articolata, che preferisco leggere, perché
contiene valutazioni di carattere tecnico e di
carattere politico.
Sia per il rispetto che ho nei confronti
dell’Aula, sia per la delicatezza delle questioni
che sono state sollevate, ho assunto, nella
riunione di lunedì, l’impegno di relazionare su
alcune iniziative. Ringrazio, quindi, i colleghi
Consiglieri che hanno voluto dare l’opportunità
alla Giunta di spiegare come si sono svolti certi
fatti, di fugare i dubbi, anche legittimi, avanzati
da alcuni di voi.
Vorrei iniziare subito a rispondere
affrontando prima gli aspetti tecnicoamministrativi,
per
concludere
con
considerazioni di carattere generale.
“Il manuale cittadini d’Europa è stato curato
dalla Direzione regionale degli Affari europei,
una Direzione che in questi ultimi anni ha
realizzato ben 23 pubblicazioni, che
testimoniano il grande impegno del
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– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
comunicare
efficacemente,
anche
alla
collettività regionale, le questioni complesse
dell’ integrazione europea.
dell’ edilizia il compito di curarne i contenuti
ed all’ Ufficio stampa e pubbliche relazioni di
attendere agli aspetti editoriali.
Con delibera approvata ancora nel
novembre del 2001 – desidero sottolinearlo –,
quindi in tempi non sospetti, la Giunta
regionale ha autorizzato gli Affari europei a
predisporre
un
manuale
informativo
sull’ Unione Europea e sull’ impatto del
processo di integrazione europea nel Friuli
Venezia Giulia.
Il costo complessivo degli opuscoli dati in
omaggio con i quotidiani “ Il Piccolo”, “ Il
Messaggero Veneto”, “ Il Gazzettino” e
“ Primorski” del 23 marzo è pari a 116.306
Euro.
Successivamente,
la
Direzione
ha
predisposto quanto necessario sia per affidare
all’ esterno la realizzazione grafica e la stampa
del manuale, sia per curare in proprio la
redazione dei suoi contenuti.
Il costo complessivo per realizzare e fornire
20.000 copie del manuale “ Cittadini d’ Europa”
è pari a 32.400 Euro inclusa l’ IVA al 4%.
Nel novembre 2002 sono terminate le
operazioni di stampa, cui è immediatamente
seguita la distribuzione del manuale, che è stata
effettuata, in particolare, in occasione di tutti i
convegni e degli incontri organizzati dalla
Direzione regionale degli Affari europei. Dal
15 gennaio 2003 il manuale viene diffuso
anche nelle scuole superiori della nostra
Regione, mentre l’ invio della pubblicazione al
personale regionale rappresenta un’ iniziativa,
anche formativa, sul ruolo della Regione e del
processo
comunitario
ascendente
e
discendente.
In merito alle censure di un possibile
aggravio per il bilancio regionale, la considero
un’ obiezione smentibile, non fosse altro perché
le copie distribuite erano già in possesso del
servizio per la promozione dell’ integrazione
europea all’ interno della spesa globale, già
pattuita con la ditta fornitrice.
C’ è, poi, una seconda iniziativa oggetto di
attenzione da parte dei Consiglieri regionali,
mi riferisco all’ opuscolo informativo “ Meno
burocrazia, più sviluppo, opere pubbliche e
territorio”. Anche in questo caso la Giunta
regionale ha autorizzato la realizzazione di tale
iniziativa demandando alla Direzione regionale
Per quanto riguarda, invece, le attività
promozionali promosse dalla Direzione
regionale della pianificazione territoriale su
conformi deliberazioni giuntali (delibere n. 671
e n. 672 del 18 marzo di quest’ anno), desidero
ricordare che si tratta di iniziative programmate
da lungo tempo, che rispondono tutte ad
obiettivi prioritari per l’ Amministrazione
regionale.
In particolare, il Convegno sulla cartografia,
che si è svolto il 25 marzo scorso e che ha
avuto
una
rilevanza
nazionale
ed
internazionale, ha consentito di presentare
realtà già in atto e di assoluta avanguardia, tali
da costituire, senz’ altro, un fiore all’ occhiello
per la Regione Friuli Venezia Giulia.
Il Convegno sulla cartografia ha costituto,
quindi, il momento di chiusura delle attività di
predisposizione della Carta tecnica regionale
numerica di tutto il territorio regionale, avviata
all’ inizio degli anni ‘90 con il lotto della Bassa
pianura friulana e completata agli inizi del
2003 con la consegna dei 317.000 ettari del
territorio montano della Regione.
Con questo convegno, la Regione ha offerto
un primo panorama delle infinite possibilità di
utilizzo di tale strumento operativo, non solo
quale motore di riferimento per un Sistema
Informativo Territoriale, ma quale supporto
alle attività proprie dei vari uffici regionali in
materia di gestione, controllo, pianificazione e
tutela di tutto il territorio nei settori di
competenza della Pianificazione territoriale,
dell’ Ambiente, delle Foreste e della Protezione
civile.
Io credo che, a fronte di un impegno
complessivo pari a 15 milioni di Euro per la
realizzazione della cartografia, spesi nell’ arco
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- (428) 7 VIII LEGISLATURA –
di dodici anni, fosse quantomeno doveroso
comunicare i risultati raggiunti e le prospettive
future che da tale sforzo economico sono
derivate.
Per quanto riguarda l’ incontro sul disegno
di legge 287, “ Norme regionali in materia
edilizia” , già approvato dalla Giunta regionale
in data 6 settembre 2002, ricordo che tale
disegno di legge ha suscitato l’ attenzione e
l’ interesse di molti professionisti e tecnici negli
Enti locali.
Ci sarà un incontro analogo sul tema
“ Nuove norme in materia urbanistica e di
pianificazione territoriale strategica” che si
terrà a Gorizia, mercoledì prossimo, e che
costituirà l’ occasione per illustrare la terza ed
ultima fase del lavoro, così portato a termine,
prodotto dall’ Università di Udine in ordine al
nuovo Piano Territoriale Regionale Strategico.
Senza possibilità di smentita, io credo,
quindi, che al termine di un ciclo di lavoro
biennale, fosse serio, costruttivo e responsabile
dar conto dell’ attività di una Direzione
importante per la comunità come la
Pianificazione territoriale, presentando il
lavoro, soprattutto tecnico, svolto per aprire un
confronto ed un dibattito collaborativo che
risulterà fondamentale per le future attività,
qualunque sia il Governo regionale chiamato a
raccogliere il testimone.
Ricordo, del resto, che su questi temi si era
già svolto, il 18 settembre 2002, in epoca non
sospetta, quindi, un workshop ospitato dal MIB
di Trieste, con tutti gli Enti pubblici e privati
interessati.
Così come credo sia doveroso ricordare che,
in quell’ occasione, venne assunto l’ impegno di
aprire un “ Forum” informatico per raccogliere
tutte le osservazioni pervenute e per
organizzare un incontro non più basato sulle
“ linee guida” , ma su un vero e proprio testo
normativo, ciò che di fatto sta avvenendo in
questi giorni.
A consuntivo, le spese sostenute per queste
iniziative sono risultate inferiori della metà
rispetto a quelle prudenzialmente autorizzate,
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– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
poiché si è fatto ricorso, ove possibile, a sedi
gratuite ed a relatori interni o, comunque,
relatori non retribuiti. L’ informazione relativa
all’ evento ha riguardato, in realtà, i soli
giornali locali, compreso il Primorski Dnevnik.
Consentitemi, infine, di chiudere replicando
a quei colleghi che hanno parlato di queste
iniziative informative in termini di propaganda
elettorale, ravvisandone gli estremi nei tempi,
nei modi e nei contenuti.
Sono opinioni che non condivido, per una
serie di ragioni. In primo luogo ci troviamo di
fronte a tipici casi di comunicazione
istituzionale, comunicazione istituzionale che è
ben diversa dalla comunicazione politica, di
parte, disciplinata dalle leggi 515/93 e 28/2000.
Rispondendo anche al collega Puiatti,
ricordo che l’ Autorità per la garanzia nelle
comunicazioni ha emanato, nei giorni scorsi,
una delibera recante “ disposizioni di attuazione
della disciplina in materia di comunicazione
politica e di parità di accesso ai mezzi di
informazione relativi alle campagne per
l’ elezione del Consiglio e del Presidente della
Giunta regionale” . Non mi pare che siamo
ancora entrati nella cosiddetta “ no fly zone” .
Comunque, a parte questo aspetto, seppur
importante, desidero evidenziare che, a mio
avviso, le iniziative editoriali in questione sono
casi ascrivibili alla cosiddetta comunicazione
istituzionale.
La
comunicazione
istituzionale
è
disciplinata, in linea generale, dalla legge
150/2000 e ha precisi obiettivi strategici:
quello di presentare e far conoscere le attività
ed i servizi prospettici relativi agli obiettivi
dell’ Istituzione; di fornire servizi utili a
conoscere e fruire di tali attività; di verificare il
consenso, la qualità del contesto di riferimento;
di essere e rappresentare l’ interfaccia di
comunicazione tra l’ istituzione ed i referenti
portatori di interessi esterni.
Io credo, pertanto, che la Regione abbia
esercitato il diritto-dovere di comunicare alla
comunità regionale la propria attività, i propri
programmi ed i risultati conseguiti, cercando di
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- (428) 8 VIII LEGISLATURA –
centrare la comunicazione sul soggetto
Istituzione e non sul soggetto Amministratore.
Tenendo conto – e concludo veramente –
della delicatezza del momento politico attuale,
assicuro quest’ Aula che sarà mio compito
vigilare sulla correttezza delle singole
iniziative che dovranno ancora essere attuate,
per evitare che si possano ravvisare, così come
è stato fatto, gli estremi di un utilizzo
improprio della comunicazione istituzionale.
Utilizzo improprio, che, a mio avviso, nei
casi finora segnalati non ritengo esserci stato.”
PRESIDENTE. Grazie, Presidente. Ha
chiesto di parlare il consigliere Moretton. Ne
ha facoltà.
MORETTON. Intervengo non per replicare
all’ interrogazione a cui il Presidente ha dato
risposta, ma per svolgere alcune brevissime
considerazioni in ordine alle dichiarazioni fatte
dal Presidente, con le quali ha affermato di non
essere nelle condizioni di rispondere, in
particolare, alla mia interrogazione urgente
sulla questione Kandinsky.
Interrogazione per la quale avevo sollecitato
una risposta urgente, quindi, se lei mi permette,
signor Presidente, anche se mi rendo conto che
la cosa è irrituale, stante l’ urgenza e la gravità
della questione, le chiedo due minuti di
numero.
PRESIDENTE.
Consigliere
Moretton,
pensavo di esaurire il discorso relativo alle
risposte date dal Presidente Tondo, dopodiché,
alla fine, se mi chiederà nuovamente la parola,
la potrà avere senz’ altro.
MORETTON. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Tesini. Ne ha facoltà.
TESINI.
Presidente,
intervengo
relativamente all’ interpellanza n. 959. Mi
soffermo sulle ultime parole conclusive del
Presidente, in forza delle quali il Presidente
stesso assicura rigoroso impegno, nelle
prossime settimane, affinché il comportamento
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– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
del governo regionale sia scrupoloso per
quanto attiene alla cosiddetta informazione
istituzionale ed, eventualmente, alla presenza
esterna dei componenti del Governo regionale
sui media o attraverso iniziative, ancorché di
merito specifico, che, però, possano
confondersi o sconfinare in una campagna
elettorale indiretta, se non proprio diretta.
Presidente, non ho motivo per dubitare e per
sospettare che il suo impegno non sarà
scrupoloso ed attivo, comunque la prendo in
parola. Chiaramente, potrà capire che staremo
molto vigili ed attenti a questo riguardo.
Per carità, siamo uomini di mondo,
sappiamo che le cose si possono fare in tanti
modi, che alla fine di una legislatura ciascuno
cerca di vendere quello che ha e anche quello
che
non
ha,
imbellettandolo
ed
infiocchettandolo, però ci sono delle normative
da rispettare, che lei le ha già citato, e, poi, c’ è
anche una questione di stile.
I funzionari degli uffici non potevano che
scriverle la risposta che le hanno scritto. Non è
in discussione la gestione burocratica. È un
problema di merito.
Presidente, la stessa Unione Europea
raccomanda che le proprie iniziative e le
iniziative finanziate attraverso i fondi europei,
proprio per i principi di trasparenza, siano
pubblicizzate e documentate al massimo, anzi,
di più, gli stessi finanziamenti comunitari
contengono delle quote specificatamente
destinate alla cosiddetta pubblicizzazione delle
attività.
Però, questo, normalmente, si chiama
bando. I bandi, normalmente, si pubblicizzano
una volta che sono stati approvati, non si
annunciano, come è stato fatto in alcuni casi,
bandi che devono essere ancora definiti e non
si sa nemmeno se lo saranno e, comunque, la
nostra opinione è che le pubblicazioni di cui
stiamo parlando e la loro spesa, ovviamente, è
un concetto soggettivo.
Si può ritenere che la spesa sia alta, si può
ritenere che non lo sia. Per noi si è trattato,
comunque, di una spesa significativa. Quelle
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- (428) 9 VIII LEGISLATURA –
pubblicazioni le abbiamo lette con grande
attenzione e le abbiamo esaminate. A nostro
avviso, non sono pubblicazioni che rientrano
nella
sfera
delle
informazioni
che
appartengono
alla
categoria
della
documentazione. A tutti gli effetti è una
propaganda surrettizia ed indiretta, che non
può non rientrare, quanto meno, dentro ad una
valutazione di ordine politico.
Presidente, si ricorderà che nella
discussione che c’ è stata in Aula, pochi giorni
or sono, quando abbiamo dibattuto delle
ragioni delle sue dimissioni e delle ragioni del
rientro delle sue dimissioni, a conclusione di
quel dibattito che è stato approfondito grazie a
noi perché si è voluto che si discutesse, mentre
da parte della maggioranza si preferiva non
fare niente e passare sotto silenzio un episodio
non illuminante e non gratificante della vita
politica istituzionale di questa Regione, anche
per i suoi risvolti istituzionali, lei si ricorderà
che a conclusione di quel dibattito abbiamo
richiamato la maggioranza, il governo
regionale, il Presidente del Consiglio e lei
stesso, a che si stia molto attenti a come
saranno gestiti ed amministrati questi due mesi
che ormai ci separano dalla fine della
legislatura.
La Giunta ed il governo regionale faccia
grande attenzione a come i singoli Assessori,
liberamente,
utilizzeranno
le
proprie
possibilità, le proprie risorse ed i propri
apparati.
I convegni, le conferenze, le presentazioni
di iniziative, l’ utilizzo dei media con inserzioni
tendenziose, anche dalle voci che si sentono,
potrebbero avere una moltiplicazione.
Credo che questo governo e questa Giunta
regionale farebbero bene a chiudere la loro
esistenza con sobrietà e discrezione, ed i
singoli Assessori si guardino bene dalla
grancassa, dal dar fiato alle trombe, perché,
oltre a non esserci i presupposti per farlo, la
cosa sarebbe interpretata come una pericolosa
turbativa ed un inquinamento di un dibattito
politico e di un confronto che, per la prima
volta, utilizzerà, nella nostra Regione,
l’ opportunità dell’ elezione diretta, che è bene
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– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
avvenga in un atteggiamento di grande
responsabilità da parte di tutti, di rigore, di
sobrietà, di attenzione, di responsabilità.
Stiamo attenti a non inquinare il prossimo
confronto elettorale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Moretton. Ne ha facoltà.
MORETTON.
Grazie,
Presidente.
Ovviamente, parlo per l’ interrogazione che ho
presentato, essendocene altre che riguardano
l’ argomento Kandinsky.
Avevo sollecitato, una settimana fa, il
Presidente della Giunta regionale a dare
risposta urgente a questa mia interrogazione,
datata 18 marzo, ma, in data odierna,
purtroppo, non ho ancora avuto alcuna risposta,
sebbene fosse attesa non solo dall’ interrogante,
ma anche da gran parte della comunità
regionale, stante la notevole diffusione che gli
organi di stampa hanno dato alla procedura
tecnica con cui è stato dato corso alla
organizzazione e realizzazione della mostra di
cui trattasi.
Prendo atto, con profonda amarezza, signor
Presidente, che lei oggi non è in grado di
rispondere, e sono pienamente consapevole del
fatto che la responsabilità di ciò non può essere
imputata alla sua persona; ma la mancata
risposta fa sì che su questa vicenda aumenti
sempre più l’ alone dei sospetti, perché i fatti
che sono accaduti sono inaccettabili per una
Regione che dovrebbe dimostrare all’ opinione
pubblica di essere, effettivamente, trasparente.
Sono esterrefatto perché da troppo tempo, in
quest’ Aula, nella Giunta e negli organi di
stampa, è assente l’ Assessora competente;
sembra quasi che questo problema riguardi altri
e non lei in qualità di responsabile
dell’ Assessorato regionale alla cultura.
Ritengo che il senso di responsabilità, prima
di tutto, per essere stata eletta dalla gente quale
Consigliere regionale ed il senso di
responsabilità per essere stata eletta,
successivamente,
da
questo
Consiglio
regionale, Assessore regionale all’ istruzione,
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
- (428) 10 VIII LEGISLATURA –
non debba farle dimenticare che, prima di tutto,
deve esserci il dovere, l’ obbligo istituzionale di
assolvere agli impegni del Consiglio regionale
e della Giunta regionale.
Ritengo che le questioni afferenti alla messa
a punto della macchina elettorale, oggi posta in
officina, non possa avere priorità di sorta, né
perché c’ è il gommista, né perché ci sono altri
che stanno cercando di intervenire attorno ad
un’ autovettura che ha una bella carrozzeria, ma
un motore ancora guasto.
Ritengo che su questa questione, signor
Presidente, per una ragione di trasparenza, in
quanto, a mio avviso le procedure non sono
state seguite nel rispetto della legge, si debba,
in tempi rapidi, dare una risposta, che è attesa
non solo da parte dell’ interrogante, ma anche
da gran parte dei Consiglieri galantuomini che
fanno parte di questo Consiglio regionale e da
parte della gente, che vuole sapere se esiste un
comportamento trasparente oppure no, perché
le carte fanno intendere altro. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Tesini. Ne ha facoltà.
TESINI. Intervengo sull’ ordine dei lavori,
relativamente a questo punto, perché, pur non
avendo presentato, su questa specifica
questione Kandinsky, una interpellanza, mi
sono occupato della questione pubblicamente,
tre giorni dopo che la Giunta aveva approvato
la delibera di generalità che autorizzava questa
iniziativa.
Siccome, ormai, la cosa ha assunto un
rilievo veramente eclatante, invito il Presidente
a farsi parte diligente affinché, nella giornata,
la Vicepresidente, nonché candidata alle
prossime elezioni regionali alla Presidenza che in effetti brilla per la sua assenza in
quest’ Aula da mesi - si degni di venire qui e di
fugare ogni dubbio a questo riguardo, perché,
in tutta franchezza, questo è quello che
auspichiamo, nell’ interesse della Regione e
nell’ interesse di un dibattito sereno in vista
delle prossime elezioni.
Che venga qui in giornata e ci spieghi la
questione, perché, altrimenti, la sua assenza ed
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
il fatto di aver messo il Presidente
nell’ impossibilità di rispondere oggi ad una
interpellanza annunciata con una settimana di
anticipo, e attesa dall’ Aula e dall’ opinione
pubblica di questa Regione, perché i media ne
hanno parlato abbondantemente, aggiunge
sospetti ad una questione già molto
preoccupante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Cisilino. Ne ha facoltà.
CISILINO. Signor Presidente, approfittando
della presenza del Presidente della Giunta
intervengo per ribadire l’ esigenza di rispondere
alla moltitudine di interpellanze interessanti
quanto quelle che oggi pensavo di poter
dibattere.
Quindi, Presidente, le faccio l’ ennesima
richiesta di trattare le varie interpellanze, che
hanno problematiche, forse, anche più
interessanti di quella alla quale, oggi, attendevo
una risposta.
PRESIDENTE. Comunque, vorrei far
presente ai colleghi Consiglieri che la
Conferenza dei Capigruppo aveva determinato
il tempo da dedicare in questo scorcio finale
dei lavori del Consiglio alle risposte per le
interrogazioni e le interpellanze.
Quindi, è evidente che ora ci troveremo
nella condizione di avere delle sollecitazioni da
una parte per l’ urgenza di determinate risposte
e, dall’ altra, per il contingentamento dei tempi:
perciò, immagino che sarà opportuno trovare il
modo di ritagliare, eventualmente, ancora uno
spazio, a costo di immaginare un
prolungamento dei lavori, tanto per non sforare
quella data del 17, che è stata indicata come
data limite per la chiusura dei lavori del
Consiglio.
Le ore sono quelle e credo che non si possa
fare molto, tranne che, eventualmente, giocare
sul prolungamento serale dei lavori.
Ha chiesto di parlare il consigliere Puiatti.
Ne ha facoltà.
PUIATTI.
Sono
arrivato
tardi,
come
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5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
- (428) 11 VIII LEGISLATURA –
sempre, ma mi pare di capire che il Presidente
ha risposto a tutte le interrogazioni ed
interpellanze con un’ unica risposta.
Mi sono letto velocemente il testo della
risposta che avevo sul tavolo e volevo dire
qualcosa in merito, se è possibile. Se lei ritiene,
invece, che la partita sia chiusa...
PRESIDENTE. No, no. Può svolgere il suo
intervento.
PUIATTI. Volevo dire al signor Presidente
che capisco che spesso si trova a difendere
posizioni indifendibili, però alcune cose sono
comprensibili, altre sicuramente no.
Nella mia interrogazione, la n. 1297, avevo
sollevato la questione relativa a due delibere di
Giunta con cui si è deciso di fare una serie di
iniziative pubbliche, convegni e trasmissioni
televisive a pagamento per illustrare dei
progetti di legge che non saranno mai, e
sottolineo
mai,
valutati
da
nessuna
Commissione.
Capisco che la Giunta regionale o
l’ Assessore decida di fare un convegno
pubblico, quindi di spendere dei soldi per
spiegare, per fare un lavoro di consultazione e
per spiegare una legge che c’ è, ma fare
iniziative sul nulla, alla vigilia delle elezioni…
Chiunque capisce che queste operazioni sono
strumentali e di tipo propagandistico, che non
serviranno a nulla, perché la povera Seganti o
sarà infilata nel listino di Illy, oppure,
altrimenti, dovrà stare a casa.
Può fare tutti i convegni che vuole, non per
il dato di preferenza, ma semplicemente perché
la Lega Nord, a Trieste, non otterrà,
complessivamente, un numero di voti
sufficienti ad eleggere un Consigliere. Questa è
la mia opinione.
Comunque, ripeto, è stata fatta, persino, una
convenzione con la RAI che prevede una
trasmissione di un certo numero di passaggi,
suppongo della signora, che spiegherà una cosa
che non c’ è.
Volevo, semplicemente, dire che in questa
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
risposta non c’ è risposta a quanto ho sollevato.
PRESIDENTE. Diamo per esaurite le
risposte alle interrogazioni ed interpellanze
959, 960, 962, 1297 e 1304. Sospendo i lavori
e riprendiamo alle ore 11.00.
/DVHGXWDqVRVSHVDDOOHRUH
/DVHGXWDULSUHQGHDOOHRUH
PRESIDENTE. Dichiaro riaperta la seduta.
'LVFXVVLRQHVXOGLVHJQRGLOHJJH
³'LVFLSOLQDJHQHUDOHLQPDWHULDGL
LQQRYD]LRQH´
PRESIDENTE. Passiamo al punto n. 2
dell’ ordine del giorno, che prevede la
discussione sul disegno di legge: “ Disciplina
generale in materia di innovazione” (319).
Ricordo il tempo a disposizione, che è di
nove ore. Per la maggioranza le ore sono tre,
mentre per l’ opposizione sono sei.
Il Relatore di maggioranza ha a disposizione
27 minuti, così come il Relatore di opposizione
e la Giunta.
Per quanto riguarda la maggioranza, Forza
Italia ha quaranta minuti, Alleanza Nazionale
ventinove, la Lega Nord quaranta, l’ UDC
diciotto minuti. Per l’ opposizione abbiamo il
Gruppo dei DS, che ha un’ ora e trentadue, la
Margherita, cinquantacinque minuti come
Insieme per l’ Ulivo, gli Autonomisti
quarantanove
ed
il
Gruppo
Misto
cinquantacinque.
La parola al Relatore di maggioranza Dal
Mas.
DAL MAS, 5HODWRUH GL PDJJLRUDQ]D
Grazie, signor Presidente. Il disegno di legge,
di iniziativa della Giunta regionale, che oggi
esaminiamo, è stato approvato dalla II
$WWLFRQVLOLDUL
- (428) 12 VIII LEGISLATURA –
Commissione permanente con i voti favorevoli
della maggioranza, del Gruppo Misto, Alleanza
Nazionale, il voto contrario dei Democratici di
Sinistra, astenuta la Margherita.
Quindi, un disegno di legge che ha avuto
una maggioranza consistente...
PRESIDENTE. Consiglieri, prendete posto,
per cortesia, invece di fare capannello.
DAL MAS, 5HODWRUH GL PDJJLRUDQ]D I
rappresentanti
del
mondo
produttivo,
economico ed imprenditoriale, che sono stati
sentiti in sede di audizione dalla II
Commissione, hanno evidenziato una generale
condivisione ed apprezzamento per questo
progetto.
Questo disegno di legge nasce da una
precisa volontà della Giunta regionale e del suo
Presidente. È stato annunciato già in sede di
dichiarazioni programmatiche dal Presidente
Tondo ed è il frutto di un lavoro di
concertazione con la società regionale, che ha
condiviso la questione di porre l’ innovazione
quale tema centrale per l’ ammodernamento del
Friuli Venezia Giulia.
È noto che davanti a noi incombono delle
sfide che sono da un lato quella
dell’ allargamento ad est dell’ Unione Europea,
quindi con l’ inserimento di nuovi Paesi,
dall’ altro la sfida più generale che è quella
cosiddetta della globalizzazione, che richiede
la capacità dei sistemi produttivi di puntare alla
qualità dei prodotti e di ciò che producono.
Quindi, il tema dell’ innovazione non è un
tema, come peraltro questa legge dice in modo
molto chiaro, collegato o legato soltanto al
mondo imprenditoriale e produttivo, ma è
legato a 360 gradi al sistema Friuli Venezia
Giulia.
Questo disegno di legge rappresenta una
risposta
alla
sfida
imposta
dalla
globalizzazione, dal rafforzamento dei processi
comunitari e dalla competizione con i Paesi
emergenti e cioè la sfida della qualità e
dell’ eccellenza in tutti i settori; quindi
innovazione tecnologica dei prodotti e della
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
produzione, percorso che deve essere sostenuto
dalle Istituzioni pubbliche, in primis la
Regione, creando un necessario collegamento
diretto ed efficace tra il mondo produttivo ed i
centri di ricerca, compresi quelli universitari.
Gli Atenei regionali giocano un ruolo
fondamentale per il futuro economico,
applicando i risultati delle loro ricerche al
mondo delle imprese.
E’ noto che l’ esigenza di fornire una
trattazione ampia dell’ innovazione, così come
deve essere vissuta nelle economie moderne, è
il presupposto fondamentale per lo sviluppo,
non solo nel dibattito accademico, ma anche tra
le imprese e, soprattutto, tra i cittadini e tra le
Istituzioni
pubbliche.
L’ innovazione
tecnologica oggi rappresenta la principale leva
su cui puntare per favorire lo sviluppo dei
sistemi economici e, più specificatamente, per
accrescere la competitività internazionale delle
industrie e dei territori nel loro insieme.
Il Friuli Venezia Giulia può divenire una
“ Regione Innovativa” , non solo nel suo sistema
produttivo-economico, ma attraverso un’ ampia
azione volta a favorire un’ ampia ed efficace
azione pubblica di trasformazione strutturale
del welfare, dei servizi pubblici, delle
amministrazioni, delle istituzioni. Quindi
parliamo di un nuovo processo di sviluppo
basato sul rinnovamento dell’ intero sistema
socio-economico.
Fondare un nuovo “ processo interistituzionale” e di partenariato sistematico con
le imprese e la società civile, indispensabile per
mobilitare il consenso, allineare gli sforzi,
ridurre le barriere, accelerare i tempi e
moltiplicare le risorse e gli investimenti,
realizza
una
“ Strategia
regionale
dell’ innovazione” che favorisce una maggiore
attitudine del nostro sistema produttivo ad
accedere al vasto serbatoio di conoscenze
codificate prodotte nelle università e nei centri
di ricerca. Il provvedimento promuove peraltro
nuove metodologie di incontro tra la domanda
delle PMI, in gran parte latente e da rendere
manifesta, e l’ offerta delle agenzie di
innovazione e dei centri di ricerca presenti
nella regione e di quelli operanti al di fuori del
sistema regionale.
$WWLFRQVLOLDUL
- (428) 13 VIII LEGISLATURA –
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
La legge pone le condizioni per un’ azione
geografica estesa. Questo ragionamento mi
pare che sia accolto nel provvedimento,
laddove si immagina che il Friuli Venezia
Giulia può diventare, unitamente al Veneto ed
alle Regioni confinarie ed agli Stati che sono la
Slovenia e l’ Austria, una Regione che crea le
condizioni affinché ci sia un vero e proprio
corridoio delle tecnologie.
alle nuove iniziative che stanno nascendo nel
territorio, come il Polo tecnologico di
Pordenone e Friuli Innovazione, cioè, un
insieme di fattori che ormai sono vivi nella
società regionale, di mettere insieme tutti
questi mondi, affinché abbiano un luogo dove
confrontare progetti, idee e strategie. Mi pare
che questo obiettivo sia pienamente colto in
questo provvedimento.
Questa potrebbe essere una dimensione del
così tante volte citato corridoio 5, che deve
trovare delle reali e logiche motivazioni sulle
quali fondarsi.
I giovani possono avere, attraverso questa
legge, nuove opportunità. Si sa quanto sia
difficile costituire imprese e quanto sia difficile
sostenere determinati progetti, quando tutto il
sistema creditizio, di per sé, si fonda
esclusivamente su garanzie reali, che non tutti
sono in grado di fornire.
Il sistema economico tra il Veneto ed il
Friuli è prevalentemente legato non solo alla
grande impresa, ma anche alla straordinaria
attività ed intuizioni che ci sono nel campo
della piccola e media impresa: all’ attività
artigianale ed a tutto ciò che produce ricchezza,
anche attraverso la fantasia e ciò che si
introduce nel sistema economico globale e più
ampio.
Ecco perché, probabilmente, questa
divisione geografica non ha grandi ragioni
d’ essere. Ci sono, in realtà, ragioni più forti,
che non sono quelle esclusivamente
economiche, ma sono le ragioni per
immaginare un Friuli Venezia Giulia più
moderno, competitivo ed innovativo.
Questa legge, essenzialmente, mette insieme
ciò che c’ è all’ interno di questa Regione, in un
sistema partecipato che parte dal basso verso
l’ alto, che non immagina una visione, come
dice bene la relazione che accompagna il
disegno di legge. Non si tratta di riprodurre
sterili posizioni burocratiche nelle quali la
domanda che proviene dalla società regionale
viene vissuta in modo non dinamico.
Si tratta di trovare e di immaginare, come ha
fatto la legge, partendo dal comitato per
l’ innovazione, che è il fulcro attraverso il quale
partono le politiche per l’ innovazione, dove il
pubblico, il privato, l’ impresa, la ricerca,
quindi la ricerca codificata, ciò che si fa
all’ interno dell’ Università, ciò che si fa
all’ interno dei nostri laboratori e dei centri di
ricerca, che sono altamente specializzati, fino
Ecco perché ha un senso immaginare una
Regione che fa politica industriale, politica
dell’ innovazione, politica a favore delle idee e
dà fiducia alle idee. Ecco perché ritengo che
all’ interno di questo disegno di legge, anche
per i giovani, vi sia una prospettiva ed un punto
di approdo.
In sintesi il disegno di legge prevede tre
strumenti pratici di intervento:
- il Comitato per l’ innovazione, quale
organismo deputato ad elaborare ed attuare la
politica regionale in materia di innovazione, di
cui fanno parte, sotto la guida del Presidente
della Regione, sia membri della Giunta
regionale che i Rettori delle Università, i
Presidenti di Enti e Società che sono coinvolti
nell’ azione sinergica a favore dell’ innovazione,
oltre alle rappresentanze del mondo
imprenditoriale e quindi dell’ industria,
dell’ agricoltura, dell’ artigianato;
- il Fondo speciale per l’ innovazione di cui
all’ art. 16;
- gli specifici interventi per l’ innovazione
(artt. 4, 5, 6 7, 8, 9, 10, 11 fino all’ art. 14 e 15),
con finanziamenti a favore di imprese
industriali e artigiane, agricoltura ed itticoltura,
trasporti e logistica, realizzazione e sviluppo
dei parchi scientifici e tecnologici, ricerca di
diffuso
interesse
economico-produttivo,
formazione dei ricercatori e occupazione delle
$WWLFRQVLOLDUL
- (428) 14 VIII LEGISLATURA –
persone ad elevata qualificazione, diffusione
dell’ innovazione per i Welfare, per la sanità e
assistenza, per le aziende innovative e per
favorire la loro crescita dimensionale.
Grazie, signor Presidente.
/D UHOD]LRQH q ULSRUWDWD LQ DOOHJDWR DO
SUHVHQWHUHVRFRQWR
PRESIDENTE. La parola al Relatore di
minoranza Moretton.
MORETTON, 5HODWRUH GL PLQRUDQ]D
Grazie, Presidente. Intervengo volentieri dopo
l’ ampia ed esauriente relazione fatta dal
collega Dal Mas su questo importante disegno
di legge dal titolo “ Disciplina generale in
materia di innovazione” .
La Margherita ha accolto sicuramente con
piacere il tanto atteso approdo in Aula del
disegno di legge 319. Dico tanto atteso perché,
dopo tanti anni, quasi cinque, mettiamo in
pratica gli sterili annunci che non avevano mai
prodotto alcun effetto; ora l’ imprenditoria del
Friuli Venezia Giulia potrà, finalmente,
avvalersi di uno strumento per l’ innovazione e
per la ricerca applicata, ma anche per la ricerca
scientifica.
Potranno godere di questo strumento non
solo l’ industria, ma anche tutte le altre
categorie del vasto comparto produttivo a cui
ha fatto cenno, con puntualità e competenza, il
collega Dal Mas.
Il Relatore di maggioranza ha fatto
un’ affermazione importante ed impegnativa nel
presentare questo provvedimento ed ha detto
che, per la maggioranza, l’ innovazione è un
tema centrale.
Però, sull’ onda di questa affermazione,
appunto, per dare un contributo positivo sul
piano concettuale, sappiamo che il tempo non
gioca a nostro favore - il tempo di noi
legislatori - perché le aziende, signor
Presidente, chiedono risposte immediate e qui
il tempo trascorso non è stato breve, ma lungo,
anzi, troppo lungo.
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
Si doveva fare prima, perché dovevate
capire, per la responsabilità che avete quale
forza di coalizione di governo, che la rapidità
di azione tra domanda e risposta era ed è
diventata una caratteristica e resterà un effetto
permanente della globalizzazione.
È vero quando si afferma che questo
disegno di legge è importante perché affronta i
problemi della globalizzazione, dove i mercati
sono cambiati, ma anche la competizione è
cambiata, come l’ approccio da parte delle
imprese, che è diventato diverso, quindi le
aziende, per essere competitive, devono
disporre di una tecnologia avanzata.
Però dobbiamo riconoscere che non sempre
le aziende possono avere questa tecnologia
avanzata, perché a volte risulta troppo costosa,
perciò, hanno bisogno di potersi appoggiare ad
una logistica di servizi e di infrastrutture
affidabili, capace di assorbire i picchi di lavoro
e facilitarne l’ operatività.
Anche
noi
siamo
d’ accordo
con
l’ affermazione che l’ innovazione deve essere
un tema centrale, però riteniamo che questa
non debba essere un’ affermazione fine a se
stessa, accompagnata da uno strumento
legislativo magari meramente virtuale, come
altri strumenti legislativi che sono stati
licenziati da questo Consiglio regionale e si
sono, poi, dimostrati solo virtuali.
Siamo convinti che la questione della
ricerca e dell’ innovazione non debba essere
considerata come un tema centrale, ma
riteniamo che la ricerca non dovrà più essere
una scelta e l’ innovazione un obiettivo, né
possono essere considerati solo un programma
o, peggio ancora, solo un tema, ma devono
essere la scelta del programma.
E’ qui la differenza fra il concetto che voi
avete di risolvere il problema delle imprese con
l’ approvazione di un disegno di legge che, pur
importante, ma tardivo nel suo approdo in
Aula, non tiene conto di questo fattore
fondamentale,
cioè
che
la
ricerca,
l’ innovazione, la ricerca applicata e
tecnologica deve essere la scelta di programma
e non solo un tema centrale. È limitativo,
$WWLFRQVLOLDUL
- (428) 15 VIII LEGISLATURA –
perché le condizioni dei
profondamente cambiate.
mercati
sono
Quindi, non possiamo non stigmatizzare il
grave ritardo di cui dovrete rendervi
responsabili e con cui tutto ciò è avvenuto.
Affrontate questo delicato tema solo a fine
mandato e perché il Presidente della Giunta
regionale, Tondo, ha tanto insistito perché
questo disegno di legge sull’ innovazione
approdasse in Aula; ci sono state battaglie e
notti da lunghi coltelli affinché questo testo
voluto dal Presidente della Giunta regionale
potesse approdare in quest’ Aula.
Il motivo è perché avete perso troppo tempo
in sterili ed inutili discussioni, dimenticandovi
ancora una volta delle necessità – ed hai ancora
ragione Franco Dal Mas – inderogabili che
emergono dall’ andamento economico di tutto il
nord-est del nostro Paese.
Vedete, colleghi, i segnali di crisi del nordest sono partiti anche dalla nostra Regione.
Una crisi internazionale e conseguenza
naturale dei noti fatti derivanti dalle questioni
che hanno riguardato le torri gemelle di New
York, ma non solo, derivante anche dal
processo dell’ unificazione della moneta
europea.
Però, se siamo obiettivi, questi problemi e
questi segnali di crisi non sono solo derivanti
da questi fatti. È d’ obbligo ricordare che questi
cinque anni di legislatura targata CdL, Casa
delle Libertà, secondo il nostro punto di vista,
ha fatto troppo poco per rendere la normativa
esistente del settore economico adeguata a quei
processi di cambiamento a cui faceva
riferimento.
Perché le attuali leggi che regolano il
comparto produttivo del Friuli Venezia Giulia
rappresentano solamente continuità. Giacché
non è stato fatto nulla per aggiornarle e per
apportare quelle necessarie modifiche e per
renderle adeguate alle nuove situazioni
derivanti dai problemi dell’ allargamento della
Comunità Europea ad est. Altro che corridoio
high tech, collega Dal Mas.
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
Corridoio che consente alle nostre imprese
di avere tecnologia, capacità di competere, di
conquistare i mercati di un’ Europa che apre ad
est! Non ci pare che questo sia accaduto in
questa Regione grazie a provvedimenti
legislativi ideati, pensati, programmati ed
approvati da questo Consiglio regionale.
Nemmeno la legge sulle aree di confine, la
vecchia legge 19, è stata aggiornata,
ammodernata, modificata. È rimasta la legge di
trent’ anni fa, nonostante il fatto che domani la
Slovenia entrerà a far parte, a pieno titolo, della
Comunità Europea.
Ho voluto dire questo perché ho apprezzato
il discorso del Relatore di maggioranza, perché
il suo intervento è stato dotto, gradevole
nell’ ascolto, ma perché ha fatto uno sforzo di
fantasia con il quale ha dimostrato che sa
sognare o che sa far sognare la maggioranza di
cui fa parte, però si è dimenticato di stare con i
piedi ben piantati a terra, perché la realtà è
sostanzialmente diversa rispetto a quello che
egli ha voluto raffigurare, come dimostra anche
questo disegno di legge, al di là dei problemi
legati ai tempi lunghi di gestazione di questo
provvedimento, dove i tanti rivoli per i quali
questa legge dovrà intervenire sul piano
finanziario sono tanti e tali, ma non sono
accompagnati dalle necessarie e sufficienti
risorse finanziarie.
Presidente, le devo ricordare che la sua
maggioranza le ha fatto fare brutta figura
perché non l’ ha assecondata quando lei,
ripetutamente,
aveva
promesso
alle
associazioni di categoria, alle imprese ed agli
imprenditori che questo disegno di legge
avrebbe avuto una dotazione di venti milioni di
Euro. Ci sono solo 11 milioni di Euro.
Pertanto, devo dire che strada facendo si
può sbagliare, e meno male che la maggioranza
si è accorta che non doveva abrogare la legge
47, perché avevate pensato di abrogare anche
quella, quindi, veramente avreste frantumato il
vaso di cristallo in mille pezzi creando grossi
problemi all’ imprenditoria.
In Commissione ci siamo astenuti, perché
vogliamo capire se in occasione di questo
$WWLFRQVLOLDUL
- (428) 16 VIII LEGISLATURA –
dibattito, questo disegno di legge possa essere
migliorato: solo allora la Margherita potrà
esprimere un giudizio positivo.
Collega Dal Mas, è vero quello che ha detto:
le associazioni di categoria presenti alle
audizioni si sono espresse favorevolmente.
Però, non tutte. C’ è stato un masso pesante
posto da una associazione di categoria che
rappresenta trentamila associati in questo
territorio friulano, che opera nel settore
dell’ innovazione, dei servizi e dell’ informatica,
la quale ha detto che con questo disegno di
legge non si guarda al futuro.
Non è un disegno di legge in grado di essere
prospettico e di dare garanzie di sostegno e di
aiuto alle imprese, fiancheggiandole. Quindi,
credo che la maggioranza debba fare una
valutazione seria e ponderata rispetto alle
situazioni che ancora non sono chiare o non
sono favorevoli a dare innovazione vera,
ricerca applicata e scientifica.
Se così sarà, il contributo della Margherita
sarà serio e competente. Sicuramente non
mancherà un contributo per fare in modo che
questo disegno di legge possa essere licenziato
con il maggior consenso possibile da parte di
quest’ Aula, perché sono convinto che il
consenso sarà il più ampio possibile solo se, in
realtà, questa legge andrà a soddisfare e ad
aiutare l’ imprenditoria del Friuli Venezia
Giulia, che deve competere anche con il
Veneto, perché quest’ ultimo ha un processo di
accelerazione imprenditoriale notevolmente
superiore all’ imprenditoria della nostra
Regione.
La nostra imprenditoria soffre questa
situazione di subalternità, se così volete
chiamarla, quindi noi siamo per ridare
equilibrio anche nel rapporto confinario tra
Regione Friuli Venezia Giulia e Veneto, per
dare un contributo, a condizione che questa sia
una legge seria e non virtuale, come lo è stata
quella relativa ai distretti industriali.
/D UHOD]LRQH q ULSRUWDWD LQ DOOHJDWR DO
SUHVHQWHUHVRFRQWR
PRESIDENTE. La parola alla Relatrice di
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
minoranza Dolcher.
DOLCHER, 5HODWULFHGLPLQRUDQ]DGrazie,
signor Presidente. Ho già esposto molto
brevemente nella relazione il nostro punto di
vista...
PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo.
Non so se lei era in Aula quando ho letto i
tempi disponibili, in modo che possa regolarsi.
Lei ha a disposizione ventisette minuti.
DOLCHER, 5HODWULFH
Normalmente parlo poco.
GL
PLQRUDQ]D
PRESIDENTE. Il gruppo dei DS ha un’ ora
e trentadue. Prima ho comunicato i tempi, poi
mi sono accorto che sia lei, consigliere Tesini,
che la collega Dolcher eravate fuori.
DOLCHER, 5HODWULFH GL PLQRUDQ]D La
ringraziamo. Mi permetto di dire che
l’ intervento proposto con questo disegno di
legge non è soltanto tardivo, perché, di per sé,
se fosse buono, meglio tardi che mai.
Quello che ci preoccupa è che, a fronte di
propositi
assolutamente
lodevoli
e
condivisibili, perché non possiamo dissentire
da nessuna delle affermazioni contenute nella
relazione accompagnatoria, gli strumenti,
invece, non ci sono o, per lo meno, sono
estremamente deboli.
Le misure proposte sono sostanzialmente
già operanti in norme di legge in vigore, quindi
non c’ è nulla di nuovo. Per esempio, ci sembra
che la ricerca e l’ innovazione tecnologica
sembrino quasi un obiettivo della politica,
invece sono semplicemente degli strumenti.
In sostanza, l’ articolato non contiene nulla
di quello che è stato enunciato dal collega Dal
Mas. Ad ascoltarlo, penso che tutti noi, se non
avessimo visto l’ articolato, diremmo che
stiamo per approvare una bellissima ed
importante legge per la Regione, ma poi, se
andiamo a vedere quali sono le misure
proposte, ci accorgiamo che non c’ è null’ altro
che interventi diretti, cioè contributi alle
imprese per fare questo e quello.
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
- (428) 17 VIII LEGISLATURA –
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
Non per fare cose negative, anzi, tutto
quello che riguarda ricerca ed innovazione va
bene, ma bisogna capire se, effettivamente, lo
strumento veramente utile è l’ intervento diretto
ed il contributo dato all’ impresa.
Questo è il problema delle imprese già in
essere, pensiamo ai nostri distretti industriali.
Per quanto abbiano questa connotazione di
distretto, in realtà sono molto indietro nel fare
sistema per quanto riguarda l’ innovazione.
Noi riteniamo di no e che il compito della
Regione sarebbe quello di creare un ambiente
favorevole, dove gli investimenti privati
possano trovare remunerazione soddisfacente,
così da innescare un processo virtuoso con
nuovi investimenti.
Molti lamentano la carenza nella
legislazione sui distretti. Io non sono in grado
di farlo perché non la conosco in modo
sufficientemente approfondito, ma da quello
che mi viene relazionato ritengo che gli
strumenti non siano assolutamente sufficienti.
Quello di cui abbiamo bisogno è di capitali
che trovino, nel nostro ambiente regionale, un
sistema complessivamente remunerativo.
Quindi, ci sono diversi piani: il piano delle
imprese in essere ed il piano delle imprese
future. Per quanto riguarda le imprese in essere
bisogna fare in modo che si consorzino e che i
contributi che, eventualmente, si volessero dare
loro, fossero perché si raccordino nella ricerca
e nell’ innovazione.
Tutto questo si può attuare attraverso due
grandi gruppi di strumenti: le risorse culturali e
tecniche e le infrastrutture materiali ed
immateriali.
Sappiamo che in questo particolare
momento lo Stato sta tagliando su tutto, ma in
alcuni settori i tagli saranno molto più dannosi,
cioè i settori che sostengono lo sviluppo delle
imprese ed il futuro della nostra Regione, cioè
l’ investimento sulla ricerca, sull’ istruzione e
sulla risorsa umana, culturale ed intellettuale
della conoscenza.
Sulle infrastrutture materiali ed immateriali,
in particolare sui sistemi di comunicazione,
sappiamo bene quanto siamo in ritardo e quali
sono i tempi per realizzare i pur lodevoli
progetti, quindi siamo in un momento
assolutamente sfavorevole, ma non solo per
colpa della congiuntura internazionale...
,QWHUUX]LRQH
...quindi, su questo piano siamo molto
indietro.
Cosa dovrebbe pensare di fare la Regione,
anziché andare a contribuire direttamente con
delle erogazioni dirette alle imprese?
La Regione deve sforzarsi di fare in modo
che le imprese facciano sistema, cioè che si
consorzino per trovare gli strumenti per
produrre innovazione.
Non è pensabile che una piccola impresa
artigiana della nostra Regione, da sola, non dal
punto di vista finanziario, sappia utilizzare il
contributo se non si mette insieme con altre.
Il secondo discorso riguarda le nuove
imprese, che sono quelle che fanno veramente
innovazione, cioè che producono beni
immateriali che generalmente sono servizi e
prodotti dell’ ingegno.
Le imprese ad alta innovazione sono
imprese che devono stare sul mercato e sono
esposte ad una fortissima competizione. Sono
imprese che hanno il problema di essere
sufficientemente
capitalizzate,
cioè,
attualmente, in base agli accordi europei di
Basilea, le banche sono obbligate a concedere
finanziamenti sulla base di precisi criteri di
affidabilità, per precise disposizioni europee;
non possono erogare il credito come veniva
fatto finora.
Quindi, al di là delle giuste lamentele del
collega Dal Mas riguardo alle difficoltà di
capitalizzazione dovute alle necessità di beni
immobili, perché su questo si regge il nostro
sistema creditizio, ci sono comunque delle
regole rigide a livello internazionale.
A queste regole non sono ancora sottoposte
$WWLFRQVLOLDUL
- (428) 18 VIII LEGISLATURA –
le banche d’ affari e, quindi, si tratta di pensare
a come la Regione, attraverso i suoi strumenti
come Friulia o Finest, possa dare alle imprese
questi capitali che servono per poter stare sul
mercato. Naturalmente, per un periodo tale da
poterle sostenere finché non acquisiscono una
sufficiente capacità per potersi reggere da sole.
Quindi, lo strumento del finanziamento
diretto, anche nel caso dell’ impresa nuova,
“ start up” , come si dice, non è sufficiente a
sostenere la sua competizione. Non è che
questi strumenti manchino nel nostro sistema.
Ci sono già, ma di fatto non funzionano: se
pensiamo che su cento imprese che nascono in
Italia, solo trenta sopravvivono per un tempo
abbastanza lungo, mentre il 10% muore nel
primo anno…
Questo significa che, nonostante gli aiuti
che già sono previsti dalle leggi nazionali e
dalle leggi regionali in materia di aiuti alle
imprese, queste non ce la fanno.
Per questo poniamo il problema della
capitalizzazione di queste imprese di alta
innovazione che, altrimenti, non sono in grado
di stare sul mercato.
Un altro esempio dei problemi che
effettivamente ci sono in Regione: nel corso
della discussione della finanziaria per il 2002
avevo proposto un ordine del giorno che non
solo è stato accolto dalla Giunta, ma anche
firmato da alcuni colleghi della maggioranza,
che riguardava l’ innovazione informatica
nell’ ambito dell’ Amministrazione regionale; in
particolare, chiedevo un impegno sulla firma
digitale e sugli acquisti online.
Ora, a distanza di un anno e mezzo, non si è
visto assolutamente niente. La firma digitale
pareva cosa che dovesse avvenire a distanza di
pochissimi mesi, che fosse molto avanzata.
Perché lo dico? Perché, evidentemente, anche
l’ innovazione del sistema regionale e del
sistema pubblico è una di quelle condizioni
necessarie per creare un ambiente favorevole
alle imprese. Anche la lentezza nelle
erogazioni, lasciamo stare se ci piacciono o no
le erogazioni dirette – a me non piacciono –
ma, al di là del fatto che ci piacciano o meno,
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
comunque, devono essere tempestive, perché la
lentezza delle erogazioni crea un ambiente
sfavorevole.
Ho delineato alcuni punti; il tempo non è
molto, quindi mi conviene forse salvarmelo per
la discussione sugli articoli, anche se dubito
che la povertà dell’ articolato ci consentirà di
portare un contributo effettivo.
Dico solo che noi siamo assolutamente
convinti della bontà degli obiettivi e della
povertà dello strumento. Questo è il nostro
giudizio sulla legge. Faremo in modo di
cercare di dare un contributo per migliorarla e
lo faremo con serietà.
Non abbiamo nessuna intenzione di fare
ostruzionismo al cammino della legge, perché,
per quanto pessima, comunque, si spera che
non faccia danni, per cui, tutto sommato, non
ci piacerà, ma non ha senso fare in modo che
non venga approvata.
Però chiedo all’ Aula una certa attenzione,
perché se c’ è un argomento importante, in
questo momento, è questo. Naturalmente, è
uno, perché ce ne sono altri come la sanità,
però, se non facciamo in modo di migliorare il
nostro sistema produttivo, neanche il nostro
sistema di welfare reggerà.
Quindi, sicuramente, questo è un argomento
prioritario. Se l’ Aula non dovesse prestare
attenzione a questa legge, sinceramente, non
mi esimerò da chiedere, eventualmente, la
verifica del numero legale.
Lo dico da subito, in modo che non si pensi
che poi abbiamo detto una cosa e ne facciamo
un’ altra. Se c’ è l’ attenzione dell’ Aula si va
avanti, altrimenti, scusate colleghi, ma se
siamo poco seri non abbiamo nessuna
intenzione di stare al gioco. Grazie.
/D UHOD]LRQH q ULSRUWDWD LQ DOOHJDWR DO
SUHVHQWHUHVRFRQWR
PRESIDENTE. Devo ammettere che
nell’ ultima parte del suo intervento,
effettivamente, c’ era un brusio particolarmente
fastidioso.
$WWLFRQVLOLDUL
- (428) 19 VIII LEGISLATURA –
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto di parlare il consigliere Sasco.
Ne ha facoltà.
SASCO. Presidente, vorrei sapere quanti
minuti abbiamo a disposizione come Gruppo.
PRESIDENTE. Diciotto minuti.
SASCO. Voglio dar atto al Presidente
Tondo di aver portato in Aula questo disegno
di legge. Siamo sicuramente in “ zona Cesarini”
e ciò non significa che non sia stato fatto un
buon lavoro, che non sia importante analizzarlo
in Aula ed approvarlo in questi giorni.
Mi pare che sia in linea con le dichiarazioni
programmatiche della Giunta Tondo. Renzo
Tondo, persona pratica e concreta, comunque,
ha voluto giustamente e con l’ assoluta
condivisione da parte di tutte le forze di
maggioranza - e spero anche di opposizione che si trovasse lo spazio per poterne discutere e
per poterlo approvare.
Voglio dar atto che è una novità assoluta.
Credo che anche i nostri uffici abbiano
lavorato bene, perché non avevano da
recuperare esperienze e lavori altrui e credo
che, tutto sommato, nell’ arco di sei o sette mesi
si sia arrivati a questo disegno di legge, che è
un elemento positivo, a differenza di quello che
ho sentito da qualcun altro, perché credo che
questi debbano essere i normali tempi quando
si legifera.
Senza voler enfatizzare troppo, visto che
ormai siamo in campagna elettorale, voglio
sottolineare come il disegno di legge sia in
linea ed in sintonia con quello che si è
sviluppato in questa legislatura e, in
particolare, in quest’ ultimo scorcio.
Ritengo che la legge sull’ innovazione
tecnologica del Friuli Venezia Giulia possa e
debba costituire il miglior modo per concludere
questa legislatura con un testo unico, in questo
settore, semplice e fatto di pochi articoli.
Si è parlato di genericità per qualche
articolo mentre io dico che, in linea con quello
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
che abbiamo fatto ultimamente – penso alla
legge sulla casa e sullo sport –, con questo
provvedimento si chiude un cerchio su tutta
una serie di interventi specifici di settore sui
quali
bisognava
arrivare
ad
una
semplificazione, quindi all’ approvazione di un
testo unico; credo che questo debba essere e sia
qualche cosa di positivo, perché le leggi
regionali vanno fatte in questo modo.
Voglio aggiungere che questa legge
regionale individua con assoluta chiarezza
dove vogliamo arrivare. Forse non individua
come vogliamo arrivare, però questo, in gran
parte, deve essere lasciato ai regolamenti.
Voglio rispondere a quello che ho sentito da
parte della collega Dolcher, la quale afferma
che sono solo dei dispositivi per finanziare le
imprese. Non è vero. Non è assolutamente
vero.
Voglio ricordare che, al di là degli articoli 6
e 7, che rivolgono l’ attenzione sull’ agricoltura
e sui trasporti e la logistica, quindi cose un po’
particolari, l’ articolo 8 parla della creazione di
nuovi parchi scientifici, che non mi pare siano
dei finanziamenti finalizzati e dati al privato.
L’ articolo 9: contributi alle Università.
L’ articolo 10: interventi finanziati per la
formazione di ricercatori. Anche in questo caso
non vedo che siano dei contributi dati per un
intervento specifico, dati in modo semplicistico
alle imprese. L’ articolo 11 finanzia in modo
specifico e diretto l’ Area di ricerca di Trieste,
dove, sicuramente, oggi come oggi abbiamo la
fortuna di non partire da zero, ma di avere una
realtà ormai consolidata sul nostro territorio, in
particolare nell’ area di Trieste.
L’ articolo 12: sanità ed assistenza, sul
welfare. Anche su questo si è voluto
intervenire.
L’ articolo
13:
pubblica
Amministrazione. L’ articolo 14: le Province,
eccetera.
Questo per sottolineare come si tratta di un
provvedimento organico. Ho già accennato
prima che siamo i primi in Italia. Forse
dobbiamo recuperare un certo orgoglio, perché
in passato siamo stati, spesso i primi, un
$WWLFRQVLOLDUL
- (428) 20 VIII LEGISLATURA –
modello da seguire, e speriamo che avvenga
così anche questa volta.
Sicuramente, un tema centrale, e lo
diventerà sempre di più anche nei prossimi
anni.
In sintesi, credo che siano tre i punti sui
quali bisogna ragionare in sede di dibattito
sulla legge: un coordinamento sulla ricerca
applicata, che già esiste, sicuramente
scoordinata, però c’ è una tradizione che la
legge recupera. È da anni che si fa ricerca nella
nostra Regione.
Con questa legge, l’ Amministrazione
regionale deve avere la capacità di diventare
protagonista e di diventare il direttore
d’ orchestra complessivo, avere l’ alta regia.
Quindi, bisognerà recuperare su quello che
già esiste, coordinando meglio, ma,
ovviamente, dando ulteriore impulso.
Prima ho sentito parlare del Veneto. Voglio
fare una sottolineatura: nel nostro Paese si è
investito molto nella ricerca, ma, purtroppo,
specie in passato, è stato un investimento a
livello di assistenza data, soprattutto, al mondo
della ricerca, un po’ troppo chiuso in se stesso
e alla grande industria, che ha utilizzato ingenti
finanziamenti statali come ha ritenuto meglio
fare per i propri scopi specifici.
Credo che il grande merito di questa legge
sia proprio quello di dare indirizzi specifici e
precisi.
Inoltre, voglio sottolineare l’ importanza
della formazione professionale di queste nuove
professioni. Ora, è inutile perdere tempo a
sottolinearne eccessivamente l’ importanza.
Abbiamo l’ esigenza di nuove formazioni e
nuovi mestieri di alta tecnologia.
La competizione, oggi, e sempre di più, sarà
esasperata sulla qualità, che significa alta
tecnologia, sempre più esasperata, ma non
solo, significa continuo aggiornamento e spese
colossali, che possono essere affrontate solo
nel mondo produttivo, dalla grossa industria,
che ha le spalle larghe.
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
Il merito di questa legge è quello di pensare,
soprattutto, alla piccola e media industria, al
mondo dell’ artigianato. Soprattutto, la media
industria ha sempre più bisogno di questa alta
competizione e qui, evidentemente, siamo noi
che dobbiamo fare la nostra parte.
State attenti all’ importanza di approvare fin
d’ ora questa legge, di essere i primi nei
confronti del Veneto e della Slovenia, perché
vi sono tutte le condizioni, recuperando la
tradizione che c’ è ed esiste, perché la nostra
area geografica diventi, veramente, il
baricentro ed il punto di riferimento, in questo
settore, per tutta l’ area del centro e dell’ est
Europa e del mondo dei Balcani, di questi
Paesi che spingono per entrare nell’ Unione
Europea e di cui un cospicuo numero, fra poco
più di un anno, entrerà.
Credo che se ci saranno emendamenti e
proposte concrete per migliorare questa legge,
sicuramente le analizzeremo; c’ è l’ ampia ed
assoluta disponibilità nel recepirle e vorrei che
fosse evitata un’ opposizione sterile, che porta
solo ad inutili perdite di tempo.
Condivido quello che prima diceva la
collega Dolcher, e cioè che quando si parla di
interventi importanti, vi è anche l’ esigenza di
una presenza numericamente qualificata. Credo
che la maggioranza debba farsi carico di questo
problema, però, associandomi all’ appello che il
Presidente Renzo Tondo ha voluto fare in
Commissione e che noi condividiamo perché
questa legge possa essere sostenuta da un
ampio numero di forze politiche, credo che
sarebbe una grave responsabilità non
condividerla e, quindi, non approvarla e
speriamo che, dopo l’ 8 giugno, la maggioranza
possa essere artefice e protagonista per la fase
attuativa in materia di innovazione tecnologica.
Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Fontanelli. Ne ha facoltà.
FONTANELLI. Presidente, se c’ è una cosa
che credo di aver capito, in questi cinque anni
di lavoro in quest’ Aula come Consigliere
regionale, è che non è sufficiente approvare
una buona legge se dopo non vi è chi la
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
- (428) 21 VIII LEGISLATURA –
gestisce, ovvero, se non vi è una coerenza tra la
volontà del legislatore e quella della Giunta
che deve applicare e gestire la legge.
Ora ci troviamo in un momento in cui il
Presidente Tondo ha ancora un mese e mezzo o
due di attività come Presidente, poi, comunque
sia, che vinca la destra o la sinistra, cambia
tutto. Sarà un’ altra Giunta ed un altro
Presidente ad applicare questo strumento
legislativo.
Però, qui non vedo la Vicepresidente
Alessandra Guerra, candidata a governare la
Regione. Devo dire che non vedo neanche la
gran parte degli Assessori di questa
maggioranza, e tutto sommato neanche
dell’ opposizione, di chi, forse, un domani potrà
occuparsi di questa legge.
Quindi, rischiamo di fare una discussione,
sicuramente per certi versi interessante, che
nessuno sta seguendo, per una legge
importante, ma che, dopo, possiamo stare certi
– e di questo metterei la mano sul fuoco –
comunque, verrà rimaneggiata, perché altra
Giunta ed altra maggioranza gestirà questo
strumento.
Questo è il problema. Quindi, a cosa serve
questa discussione? A fare due titoli, domani,
sui giornali locali, per dire che il Presidente
Tondo ha fatto approvare la sua tanto
desiderata legge sull’ innovazione.
Quale sarà l’ effetto pratico, al di là di
questo? Direi assolutamente nullo. Nullo
perché saranno altri, poi, a gestire questo
strumento e nullo perché il Presidente Tondo,
che, probabilmente, con questa legge, pensava
di lanciare la sua campagna elettorale, non sarà
candidato Presidente e, di conseguenza, anche
questo strumento di campagna elettorale perde
qualunque significato, quindi stiamo buttando
via del tempo con questa discussione.
Per entrare nel merito: ero già intervenuto in
Commissione, ma vedo che la maggioranza
non si è fatta carico delle osservazioni. Devo
dire che, ritenendo del tutto ininfluente
qualunque presentazione di emendamenti in
questa fase, se non a scopo puramente
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
elettorale, mi sono risparmiato la fatica di
prepararli.
Però devo anche dire che alcune critiche che
ho fatto in Commissione restano perfettamente
valide. È evidente che, in questa fase, il
sistema produttivo regionale e l’ economia
hanno bisogno di poter essere competitivi e di
potersi confrontare con le zone più sviluppate,
perché l’ apertura ad est della Comunità
Europea comporta necessariamente che se
vogliamo mantenere, proseguire e rilanciare lo
sviluppo di questa Regione, abbiamo la
necessità di un sistema produttivo competitivo
e, di conseguenza, attento alle proposte di
innovazione che vengono dalla ricerca.
Benissimo. Questo può essere uno
strumento. Credo che, così come è disegnato, si
presti molto a valutazioni più soggettive che
non di analisi complessiva dei bisogni di
innovazione di questo sistema produttivo
regionale, ma, comunque, può essere uno
strumento.
,QWHUUX]LRQH
Visto che il Presidente Tondo è rientrato,
ribadirò un concetto iniziale del mio discorso.
Vede, Presidente, quello che ho capito in
quest’ Aula è che non basta fare buone leggi,
ammesso che questa lo sia, ma poi bisogna
gestirle, perché se vi è uno scollamento tra la
produzione legislativa, la volontà del
legislatore e chi la gestisce, anche la buona
legge viene affondata.
Mi permetto di ricordare quella leggina sui
siti della I guerra mondiale, che ho portato in
Aula e che è stata approvata all’ unanimità,
dopodiché, la Giunta ha deciso di non
finanziarla per il 2003 e gli anni successivi.
La volontà del legislatore c’ era, unanime,
ma lo scollamento di volontà rispetto alla
Giunta ha fatto in modo che quella legge resti
un pezzo di carta inutile.
Così, in questo caso, la Giunta che ci sarà da
luglio in poi, chiunque vinca, sarà diversa da
quella attuale e, di conseguenza, l’ uso di
$WWLFRQVLOLDUL
- (428) 22 VIII LEGISLATURA –
questo strumento diventa del tutto aleatorio.
Questa legge, se oggi viene approvata, verrà
modificata e gestita in modo diverso da quella
che è la volontà del legislatore nel portare
questa legge qui, in questo momento.
Era stata la mia introduzione, ma l’ ho
ripetuta perché mi sembrava elemento
importante di valutazione.
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
– SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
nave e da lì lo mandiamo nell’ Italia
meridionale o dove deve andare, oppure, la
prossima volta che un’ autocisterna si ribalta su
quell’ autostrada, per prima cosa farà un’ altra
caterva di morti, perché in quel tratto il traffico
è impressionante.
L’ altro elemento è che, rispetto al sistema
produttivo ed a quanto dicevo poc’ anzi, è
necessario accentuare due elementi a cui avevo
già accennato in Commissione e che mi
permetto di ripetere.
Signor Presidente, la invito ad andare su
quella strada in un giorno di pioggia, per
vedere che cosa succede alle nove di mattina.
Ci sono i TIR che viaggiano a 140 km all’ ora e
trasportano benzina, carburanti e chissà
cos’ altro. Viaggiano, sorpassano, ci si trova
una montagna d’ acqua davanti ed un rischio di
incidenti elevatissimo.
Il primo elemento è la specificità
dell’ innovazione per il sistema produttivo e
sociale della montagna. Il 50% del territorio di
questa Regione è zona montana e abbiamo
situazioni di spopolamento e di perdita di
qualunque tipo di attività economica e sociale
in una fascia enorme del nostro territorio.
Quindi, servirà potenziare la ferrovia ed
innovare, soprattutto spostando il traffico via
mare, perché non ci sono altre alternative, a
meno di non pensare che i traffici vadano da
un’ altra parte, quindi chiudendo ed isolando la
nostra Regione, ma non è questa la prospettiva
che ci auguriamo.
Tramonti di Sopra è citato come il paese che
ha la maggior diminuzione di popolazione di
tutto il territorio regionale, ma possiamo
metterci anche tutta la Val D’ Arzino, l’ Alto
tarcentino, le Valli del Natisone e possiamo
andare più in alto in tutta la fascia montana.
Ho voluto cogliere questi due elementi di
insufficienza della proposta di legge e
l’ elemento fondamentale, e cioè che
presentarla a fine legislatura, quando ormai è
certo che altra sarà la gestione di questa
Regione, comunque sia, vuol dire che gran
parte del tempo che stiamo dedicandole qui è
tempo assolutamente perso. Grazie.
In queste zone il problema dell’ innovazione
è fondamentale. Il Ministero dell’ Università e
della ricerca scientifica, con il Governo di
centro-sinistra, il sottosegretario compagno
Cuffaro, aveva fatto un Centro di ricerca per la
montagna che non so che fine abbia fatto e che
risposte potrà dare, ma, evidentemente, va data
un’ attenzione particolare ai problemi della
montagna, attraverso la ricerca e l’ innovazione.
Forse andava inserito un capitolo specifico.
L’ altro elemento forte di innovazione che
questa Regione non ha saputo cogliere e
portare avanti negli scorsi anni, è stato quello
relativo al cabotaggio, al trasferimento del
trasporto su gomma dalla strada al mare,
perché è questa la strada. Non possiamo
pensare che l’ autostrada che fa Trieste –
Palmanova – Mestre possa sopportare – anche
con la terza corsia – ulteriori sviluppi di
traffico. O riusciamo a spostare quel traffico su
35(6,'(1=$'(/35(6,'(17(0$57,1,
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Vio. Ne ha facoltà.
VIO. La ringrazio, Presidente. Vorrei
iniziare dicendo che la discussione di questa
legge avrebbe dovuto trovare maggiore
attenzione. Per primo sono stato colto in fallo.
Me ne scuso con i colleghi, ma era una
momentanea disattenzione.
In realtà, siccome l’ attenzione c’ era
precedentemente
e
ci
sarà
anche
successivamente su questa legge, è proprio per
questa ragione che volevo intervenire. Perché è
una legge qualificante e lo dico non soltanto in
$WWLFRQVLOLDUL
- (428) 23 -
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
forma teorica, per sentito dire o per
riecheggiare la relazione del Presidente Tondo
e del nostro Relatore che l’ ha brillantemente
esposta, ma, innanzitutto, perché realizza
l’ impegno che il Presidente Tondo si era preso
nelle dichiarazioni programmatiche esponendo
la sua intenzione di formare questa legge e di
presentarla al Consiglio prima della chiusura
della legislatura, cosa che realizza in pieno gli
impegni programmatici.
Questa legge ha creato, all’ esterno
dell’ Aula, una vera attenzione. Ho fatto degli
incontri, per esempio, con associazioni
artigiane che raccolgono i piccoli e medi
imprenditori, e nell’ esposizione dei termini
essenziali di questa legge ho ritrovato molto
interesse e molta attesa, nella percezione non
soltanto che ci saranno dei finanziamenti, che
sono molto importanti, ma perché hanno capito
concretamente che rappresenterà una vera
occasione di sviluppo delle nostre imprese.
Abbiamo avuto incontri con altre realtà
economiche, di enti importanti come Camera
di Commercio, Autoporto ed Aeroporto e da
ultimo,
quest’ anno
ho
partecipato
all’ inaugurazione dell’ anno accademico e mi
ha fatto molto piacere sentire nella relazione
del Magnifico Rettore, fare un accenno
sostanziale all’ importanza dei contenuti – non
ha menzionato la legge, ma i contenuti –
dell’ innovazione tecnologica, esplicitando una
soddisfazione, non tanto per il provvedimento
in sé, quanto per la cultura, intesa come
progettualità, che c’ è dietro a questa legge.
Se si dovessero riassumere in un concetto
l’ intendimento ed il substrato più importante
della stessa, questa legge può consentire
un’ occasione di fare sistema nel mondo
economico regionale, cioè mettere il nostro
sistema produttivo regionale in grado di
reggere le sfide economiche future, favorendo
chi ha coraggio, chi ha energie e chi ha voglia
di investire, garantendo, nello stesso tempo, il
sistema, cioè le sinergie per realizzare
condizioni di competitività vincenti sul piano
della qualità della produzione in tutti i settori.
Ciò che, giustamente, ha evidenziato il
collega Dal Mas, il quale l’ ha definita l’ offerta
dell’ eccellenza, non soltanto nella tecnologia.
Credo che sia un concetto fondamentale, che
riassume in sé la sostanza di tutta la legge.
Nei nuovi mercati credo che non vincerà chi
produrrà di più, ma chi saprà produrre meglio.
Quindi, è importante il collegamento e la
sinergia che si vuole creare con questa legge e
che dovrà essere, necessariamente, attraverso
questa legge, con l’ Università, la ricerca e la
formazione professionale. È importante la
progettualità per quanto riguarda le varie
infrastrutture, dal Corridoio 5 ai porti, agli
Autoporti, alle strade e anche il raccordo che si
vuole realizzare con il mondo del commercio,
del turismo e gli altri settori imprenditoriali.
Quindi, questa legge non è soltanto una
legge di innovazione tecnologica, ma, prima di
tutto, di innovazione culturale, cioè di
adeguamento di mentalità, di una nuova
visione che si vuole vedere realizzata, di un
rinnovamento delle varie componenti del
sistema socio-economico.
Ciò
vuol
dire
sburocratizzazione,
realizzazione del cosiddetto “ e-government” su cui c’ è stato un convegno molto importante
e forse trascurato, di recente -, finanziamenti
per la formazione professionale dei giovani,
opportunità di specializzazione e qualificazione
lavorativa, attenzione per le esigenze, anche
finanziarie, dell’ Università e della ricerca,
capacità di darsi migliore organizzazione, che
non significa soltanto acquisto di macchinari
tecnologicamente avanzati, ma manifestazione
di coraggio e concretezza nei propri
investimenti, per tutti i soggetti economici che
abbiano la capacità di essere attori e di sentirsi
coinvolti nelle proprie scelte.
Una buona legge non è di per sé un
elemento bastante per raggiungere gli obiettivi,
ma certo è essenziale per creare le condizioni
perché ciò avvenga.
Questa, Presidente Tondo, è una legge
importante ed una buona base di partenza.
Quelle funzioni di programmazione e di
indirizzo nei settori produttivi che la Regione
dovrà riconoscere e riservarsi sempre di più,
$WWLFRQVLOLDUL
- (428) 24 -
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
anche in prossimità di quella che sarà la nuova
Costituzione regionale di cui il prossimo
Consiglio regionale dovrà dotarsi, hanno, in
questa legge, una base formidabile.
Per realizzare questo è necessario e non più
procrastinabile investire nel fattore umano e
nella formazione di ricercatori, ossia nella
capacità di attrarre cervelli in Regione. Grazie.
Agli imprenditori ed ai soggetti economici
ora spetta coglierne le opportunità. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Sonego. Ne ha facoltà.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Franz. Ne ha facoltà.
SONEGO. Signor Presidente e signori
Consiglieri. Già in Commissione il nostro
Gruppo ha manifestato un atteggiamento di
soddisfazione per il fatto che, finalmente, dopo
un anno e mezzo di annunci giornalistici, la
legge sull’ innovazione arriva all’ attenzione
dell’ Aula.
FRANZ. Egregio Presidente ed illustri
colleghi. Questo disegno di legge, che
disciplina ed introduce l’ innovazione nella
nostra Regione, ha l’ obiettivo di favorire lo
sviluppo del sistema produttivo regionale, ed
ora, accanto alle forme tradizionali di sostegno
alle imprese, la nostra Regione si pone
all’ avanguardia anche in un settore strategico
per i futuri assetti.
La congiuntura economica mondiale è
negativa e, al di là delle previsioni degli
economisti, si è protratta oltre quelle che erano
le aspettative, pertanto, in questo momento di
difficoltà è quanto mai importante che ci sia un
intervento della Regione a sostegno delle
imprese.
Questo disegno di legge è frutto di un
lavoro di concertazione con le categorie. In un
momento in cui, sempre di più, si ragiona in
termini di globalizzazione dei mercati, di
allargamento all’ Unione Europea e di ingresso
di nazioni a noi vicine – mi riferisco in
particolare alla Slovenia – è importante il ruolo
della Regione a sostegno del nostro sistema
imprenditoriale.
È indispensabile che ci sia un processo per
favorire il sorgere di nuove imprese ad alto
contenuto tecnologico e la capacità,
soprattutto, che la nostra Regione deve
esercitare di attrarre imprese da fuori Regione,
non solo dalle regioni contermini, ma,
soprattutto, dall’ estero.
Per lo sviluppo della nostra Regione è
fondamentale avere questa capacità di attrarre
imprese che vengono ad investire in Friuli in
settori non maturi.
È noto a tutti che il primo lancio
giornalistico risale a molto tempo fa. Si trattò
di una sorta di agenzia giornalistica con cui il
Presidente della Giunta annunciava che ci
sarebbe stato un provvedimento importante,
imminente, che sarebbe stato approvato in
termini molto rapidi, riguardante la materia che
oggi è all’ attenzione del Consiglio regionale.
Per lunghissimo tempo, al lancio
giornalistico non è seguito nulla e molti si sono
chiesti, a lungo ed infruttuosamente, che cosa
ci fosse di concreto sotto gli annunci di stampa.
Il quesito è rimasto inevaso per lungo
tempo. Dopo un certo numero di mesi, alcune
indiscrezioni hanno fatto conoscere i primi
contenuti di un progetto di provvedimento –
che la Giunta peraltro non aveva ancora né
valutato, né licenziato – che suscitò una vivace
preoccupazione negli ambienti economici e
scientifici del Friuli Venezia Giulia, in
particolare per il fatto che il provvedimento di
cui si vociferava, e del quale circolavano già
bozze scritte, sotto il titolo magniloquente di
“ Provvedimenti finalizzati allo sviluppo
dell’ innovazione...” , in realtà si riduceva ad
essere,
semplicemente,
l’ istituzione
di
un’ agenzia per l’ innovazione.
Dopo aver fatto tanti spot pubblicitari sul
fatto che questa era una Amministrazione che
scioglieva gli Enti pubblici, li razionalizzava,
faceva dei tentativi per uscire dall’ ingessatura
di un eccessivo statalismo in versione
originale, la politica della Regione in una
$WWLFRQVLOLDUL
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
- (428) 25 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
materia tanto delicata come quella di cui
parliamo, si riduceva ad essere semplicemente
la riproposizione di uno statalismo in versione
originale, attraverso l’ istituzione di una nuova
agenzia, ovvero, al di là del termine
accattivante, di un nuovo ente regionale.
Proprio perché preoccupati di questa
proposta, gli ambienti economici della nostra
Regione, in primis la Federazione regionale
degli industriali, bollò quella iniziativa come
un nuovo carrozzone.
In conclusione, dopo aver tanto tuonato, la
prima pioggerellina che si vedeva all’ orizzonte
portava, come regalo, l’ istituzione di un
carrozzone.
L’ Amministrazione fece retromarcia. Credo
che sia stato un atto di saggezza. Di questo noi
vogliamo dare atto all’ Amministrazione ed
anche al Presidente.
Criticammo quella impostazione perché
condividevamo
la riserva
politica
e
programmatica
riferita
all’ istituzione
dell’ agenzia. In altre parole, eravamo contrari
all’ istituzione di quel nuovo ente regionale.
Abbiamo criticato quel provvedimento
anche
perché
pensavamo
che
fosse
culturalmente e politicamente vecchio, cioè
pensavamo che quel provvedimento si
limitasse ad essere, sotto spoglie di natura
regionale, la riproprosizione di un impianto
legislativo copiato da provvedimenti statali e
comunitari che già intervengono nel
sovvenzionamento delle iniziative di ricerca e
di innovazione effettuate dalle aziende.
La cosa di per sé non guasta, non fa male;
certo che, per essere un provvedimento riferito
all’ innovazione, era decisamente poco
innovativo.
C’ era la copiatura della legge 46, c’ era la
copiatura di certi programmi comunitari, non
c’ era quel colpo d’ ala che la Giunta regionale
aveva promesso, di cui si sente la necessità, ma
di cui non c’ era alcuna evidenza in quel
disegno di legge.
Quindi, proponemmo un ulteriore elemento
di rottura nell’ approccio alle questioni di cui
parliamo. Proponemmo di affrontare la
tematica che la Giunta regionale sottoponeva
all’ attenzione del Consiglio e della comunità
non tanto pensando ad un provvedimento
sull’ innovazione, ma ritenendo che fosse più
utile proporre un provvedimento che si
prefiggesse l’ obiettivo di aumentare la
competitività del sistema Friuli Venezia Giulia.
La distinzione è tutt’ altro che questione di
lana caprina; è, invece, una specie di
spartiacque programmatico e politico che ci
divideva allora e ci divide tuttora
dall’ impostazione della maggioranza.
Pensiamo che sia giusto e necessario che ci
sia una legge che si prefigga l’ aumento della
competitività, in primo luogo perché,
paradossalmente - ma il paradosso è meno
irrealistico
di
quanto
non
possa
apparentemente sembrare -, potremmo avere
anche una legge che si prefigge lo scopo
dell’ aumento del tasso di innovazione presente
nel sistema, che raggiunge lo scopo
dell’ aumento del tasso di innovazione presente
nel sistema, ma che non per questo aumenta la
competitività del sistema Friuli Venezia Giulia.
Quindi, il tema che proponevamo era:
evitare errori che in altre stagioni, anche
recenti, la Regione ha commesso, cioè
legiferare per raggiungere determinati obiettivi,
ma in realtà non raggiungerli, magari
spendendoci sopra anche molte risorse.
Quindi, la distinzione che noi volevamo e
che tuttora vogliamo introdurre è questa: lo
scopo della legge non deve essere quello
dell’ aumento dell’ innovazione, ma quello
dell’ aumento della competitività.
Qui c’ è uno scambio – ed è un tema
ricorrente nella legislazione del Friuli Venezia
Giulia, ma anche di altre regioni e persino nella
legislazione dello Stato – tra l’ obiettivo e lo
strumento. L’ aumento dell’ innovazione è uno
strumento. Lo scopo, invece, è l’ aumento della
competitività.
Quindi, in legge dobbiamo, in primo luogo,
$WWLFRQVLOLDUL
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- (428) 26 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
dire con chiarezza ed in maniera precisa qual è
lo scopo della legge che ci apprestiamo a
varare e l’ obiettivo della legge non è l’ aumento
dell’ innovazione,
ma
l’ aumento
della
competitività.
L’ aumento
dell’ innovazione
è
uno
strumento, anzi, uno degli strumenti per
raggiungere e conseguire l’ aumento della
competitività. Non è neanche l’ unico.
La prima grande distinzione politica e
programmatica
tra
l’ impostazione
dell’ Amministrazione regionale e la nostra sta
proprio qui, all’ articolo 1. Pensiamo che non
sia utile, anzi che sia proprio sbagliato
prefiggerci
come
obiettivo
l’ aumento
dell’ innovazione. L’ obiettivo da dichiarare e da
perseguire è l’ aumento della competitività del
sistema Friuli Venezia Giulia, proprio per
evitare il rischio che, magari, noi si possa
essere anche più innovativi, ma non per questo
più competitivi.
Quindi, il caposaldo dell’ impostazione
legislativa deve essere: vogliamo l’ aumento
della competitività. Come otteniamo questo
aumento? Pensiamo che questo aumento si
possa perseguire e lo si debba fare, in primo
luogo, con misure e con politiche che
assicurino un aumento della redditività di ogni
lira di investimento pubblico e privato
effettuati nel Friuli Venezia Giulia. Deve
essere un aumento di questa redditività rispetto
alla redditività attuale e deve esserci un
aumento di redditività degli investimenti
pubblici e privati anche rispetto agli
investimenti pubblici e privati effettuati nelle
altre regioni, in particolare nelle regioni
contermini che fanno parte dell’ unico sistema
geo-economico del nord Adriatico, Alpe Adria,
che è il sistema con il quale siamo più
direttamente...
,QWHUUX]LRQH
Il collega Bruno Di Natale suggerisce
un’ espressione che non è più di moda, lo è
stata al tempo del Kosakenland che è
l’ Adriatiches Kustenland. E’ corretta la
pronuncia?
,QWHUYHQWRIXRULPLFURIRQR3DVVDELOH
Però, Bruno, ti propongo: rassegnati, non è
più tempo di Adriatiches Kustenland. Quindi,
l’ obiettivo è quello dell’ aumento della
redditività degli investimenti pubblici e privati.
Il secondo obiettivo di una politica della
Regione Friuli Venezia Giulia che aumenti la
competitività del sistema è lo sviluppo di una
forte politica degli investimenti pubblici e
privati in infrastrutture.
La questione, per tutte le ragioni che
conosciamo e che non richiamo nemmeno, è
decisamente strategica. Bisogna fare in modo
che aumentino gli investimenti pubblici e
privati in infrastrutture. Primo problema: per
fare questa politica serve che anche la Regione
stabilisca nei suoi programmi – e qui non c’ è
nulla a questo proposito – quanti sono i danari
del proprio bilancio che mette a disposizione
per far crescere la politica pubblica degli
investimenti in Friuli Venezia Giulia.
In questa legge c’ è qualcosa che riguarda
questo aspetto? No. Questo aspetto non è
trattato.
In secondo luogo, in questa legge dobbiamo
cercare di definire in che modo favoriamo la
politica degli investimenti privati in
infrastrutture in Friuli Venezia Giulia. Per la
cronaca ricordo che all’ inizio della legislatura
ci fu un grande lavoro di questa maggioranza e
in particolare di alcuni suoi settori, per far
approvare la cosiddetta legge regionale sul
project financing. Legge assolutamente inutile,
scritta con i piedi, dei cui esiti chiedo conto ora
alla maggioranza che ha governato per cinque
anni. A valere su quelle norme, quanti project
financing sono stati fatti in Friuli Venezia
Giulia?
Collega Mattassi, lei che conosce la materia.
Quanti?
,QWHUYHQWR IXRUL PLFURIRQR GHO FRQVLJOLHUH
0DWWDVVL=HUR
Zero. Ce ne fosse stato uno di investimenti
in project financing facilitati o resi possibili da
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quella legge che ottenne anche il voto contrario
del compagno Cruder, che a quei tempi era
ancora all’ opposizione, quindi si comportava
ancora abbastanza bene, non come adesso.
Serve una politica regionale che favorisca
anche gli investimenti privati in infrastrutture.
Qui dentro non c’ è nulla. Serve anche capire
quale tipo di infrastrutture è necessario al Friuli
Venezia Giulia. Faccio un esempio:
sicuramente serve lo sviluppo, il rafforzamento
ed il miglioramento della rete autostradale,
però servono anche altre infrastrutture, cioè le
cosiddette infrastrutture immateriali.
Noi proponiamo un tema che riteniamo
strategico, di cui non c’ è traccia, ed è il
seguente: portare la banda larga con alta
capacità di trasmissione dei dati in tutte le
famiglie ed in tutte le imprese entro un termine
di tempo che sia ragionevole. Che non siano i
tre o due anni, o orizzonti temporali di questo
genere, che sarebbero irrealistici, ma che non
siano nemmeno i vent’ anni.
Dobbiamo essere una Regione nella quale
ogni famiglia ed ogni impresa dispone di un
accesso in banda larga, e qui non c’ è nulla di
tutto ciò. E questo per essere una Regione più
competitiva, e ribadisco che il termine è quello
della competitività, perché quello è l’ obiettivo;
l’ innovazione è uno strumento e non è
nemmeno l’ unico. Anche in questa legge si
scambia l’ obiettivo con lo strumento e quando
in una legge si scambia il mezzo con lo scopo,
quella legge è destinata a fallire dalle
fondamenta.
Fra gli obiettivi proponiamo l’ aumento
dell’ efficienza
della
pubblica
Amministrazione. Già la collega Dolcher, da
Relatrice, è intervenuta su questo aspetto.
Se vogliamo fare dei passi in avanti e se
vogliamo ottenere l’ obiettivo che la Giunta
regionale si prefigge, seppure con i difetti che
ho cercato di indicare, dobbiamo sviluppare
una forte politica di “ e-government” per fare in
modo che le famiglie, i cittadini e le imprese
possano avere un rapporto più amichevole, più
efficiente e più utile con la pubblica
Amministrazione.
L’ obiettivo è fare in modo che stando a casa
propria si possa dialogare con le pubbliche
Amministrazioni presenti in Regione, si
possano fare tutte le domande di cui c’ è
bisogno nella vita di una persona e di una
famiglia, o di un’ impresa. Attraverso il
monitor, stando a casa propria, si deve poter
seguire con certezza l’ iter della pratica e
attraverso il monitor e la stampante di casa
propria si deve poter avere anche la risposta o
il provvedimento rilasciato dalla Pubblica
Amministrazione.
In parole povere è questo l’ e-government.
Saremo una Regione competitiva della nuova e
grande Europa se riusciremo, in tempi
ragionevoli, ad ottenere questo risultato.
Il Friuli Venezia Giulia non è nuovo a sfide
di questa natura in quanto, per un periodo di
tempo discreto, siamo stati all’ avanguardia a
livello nazionale per quanto riguarda
l’ informatizzazione
della
Pubblica
Amministrazione.
Con coloro che ci hanno preceduto alla
guida del Friuli Venezia Giulia – in questo
caso parlo per la mia breve esperienza,
condivisa sempre con il compagno Cruder
quando era non solo all’ opposizione, ma anche
al governo insieme a noi, anzi era il nostro
Presidente – in questa Regione siamo stati
all’ avanguardia per ciò che riguarda
l’ informatizzazione
della
Pubblica
Amministrazione, ed è stata una stagione molto
importante e fruttuosa.
Oggi non lo siamo più per due ragioni:
primo perché quel modello di governo della
Pubblica
Amministrazione
e
dell’ informatizzazione
della
Pubblica
Amministrazione non è più attuale e non è più
in grado di ottenere i risultati di cui la Regione
ha bisogno; ed in secondo luogo non è più
attuale perché c’ è stato un vero e proprio salto
tecnologico, un salto di offerta e di domanda di
tecnologia e di prodotti che quel modello non è
più in grado di offrire.
Abbiamo bisogno di una forte politica della
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
Regione in materia di e-government, abbiamo
bisogno che la Regione svolga soprattutto una
funzione di programmazione ed abbiamo
bisogno che la Regione si impegni anche per
quanto
riguarda
gli
investimenti
in
infrastrutture. Torno alla questione della banda
larga.
Perché dal lato della domanda? Perché se
agiremo da questo lato faremo aumentare di
molto il grado di trasferibilità dell’ attività di
ricerca che viene fatta nei nostri Atenei e nelle
nostre Istituzioni scientifiche.
La
banda
larga
è
una
grande,
importantissima e strategica infrastruttura.
Dobbiamo mobilitare risorse private. Si tratta
di valutare se ed in che misura possono
risultare necessarie anche risorse pubbliche e
magari della Regione.
Si tratta di agire dal lato della domanda per
superare qualche elemento di autoreferenzialità
che esiste anche nelle nostre istituzioni
scientifiche ed accademiche. Se agiremo da
questo lato, anche questo difetto, sicuramente
superabile, potrà essere superato. Grazie.
Qui introduco un ulteriore elemento, che è
quello della diffusione e dello sviluppo di ciò
che nei programmi comunitari si chiama la
infomation technology e lo sviluppo delle
autostrade dell’ informazione. Tutto questo
serve per poter diventare, anche noi, Friuli
Venezia Giulia, un pezzo importante di quella
società europea che si chiama società della
conoscenza e società dell’ informazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Asquini. Ne ha facoltà.
Da ultimo...
PRESIDENTE. Consigliere, so che questo
tema le è caro, ma se riesce a fare una sintesi...
SONEGO. Ci sono problemi di sintesi?
Finisco. Presidente, sa che io...
PRESIDENTE. È un tema a lei caro...
SONEGO. È che ho ricevuto delle
disposizioni per essere molto schietto e cerco
di eseguirle, ma se lei mi dà delle disposizioni
diverse, ascolto anche le sue.
L’ ultimo obiettivo, dei cinque che voglio
proporre, è quello dello sviluppo dell’ attività
della ricerca e dell’ impiego dei risultati della
ricerca.
Condividendo
alcuni
aspetti
dell’ impostazione della Giunta Regionale,
pensiamo che sia necessario condividere, con
le istituzioni di ricerca, programmi che siano
coerenti con l’ impianto generale della politica
del Friuli Venezia Giulia in materia di
competitività e pensiamo, in particolare, che
sia necessario sostenere questa politica e
questo sforzo dal lato della domanda, piuttosto
che dal lato dell’ offerta.
ASQUINI. Brevemente, per manifestare la
soddisfazione per questo avvio della
discussione
sul
disegno
di
legge
sull’ innovazione per quanto riguarda questa
Regione.
È un disegno di legge creato con uno stile
nuovo. Nuovo perché non parla più di
innovazione in un settore, ma parla di
innovazione strategica per l’ intera Regione,
quindi si introduce il concetto e si creano le
basi perché l’ innovazione non sia in un settore,
o sia la solita normativa di settore, solita nel
pieno rispetto delle normative di settore che
prevedono l’ innovazione. Qui abbiamo
predisposto qualche cosa di più grande, perché
si ritiene opportuno evidenziare come
l’ innovazione possa nascere e possa progredire
solo in un quadro complessivo dove, certo, c’ è
l’ innovazione tecnologica per le imprese, c’ è
l’ innovazione dell’ impresa in senso puro, però
c’ è anche l’ innovazione del pubblico, per cui
innovando si migliora di molto il servizio
offerto al cittadino.
C’ è l’ innovazione nel rapporto con il
welfare, perché la qualità della vita è
fondamentale. Innovazione significa anche e,
soprattutto, qualità della vita.
Quindi,
innovazione
come
quadro
complessivo. Questa norma è una sorta di
snodo, in modo tale da consentire che attorno
allo snodo di questo provvedimento, le diverse
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VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
leggi di settore sull’ innovazione possano
esplicare al meglio i propri effetti.
Quindi, una norma che è il perno
dell’ innovazione della Regione, attorno alla
quale possono appendersi, integrarsi e
funzionare le diverse norme, che, quindi,
vengono coordinate proprio grazie alla
leggerezza del quadro complessivo inserito.
Per esempio si pensi alla norma sui distretti
industriali, che, certo, è stata fatta quattro anni
fa, può essere migliorata ed aggiornata, però
vede una naturale integrazione con quella che è
un’ innovazione complessiva.
Si pensi alle norme che sono state emanate
in materia sanitaria, si pensi alle norme che
sono state approvate in materia di industria, mi
viene in mente l’ e-commerce solo perché è la
più banale, non certo perché è la più
importante.
Dunque un quadro complessivo, una norma
snodo, un provvedimento leggero che è fatto in
modo da diventare il perno ed il fulcro di un
sistema dell’ innovazione
delle
diverse
normative di settore.
La tecnica legislativa è innovativa. Si tratta
di scrivere il meno possibile per ottenere il
massimo risultato.
Assolutamente innovativo è anche il modo
con cui si tratta il meccanismo dei fondi. Un
fondo per l’ innovazione di accesso più
semplice, perché innovazione significa anche
rapidità d’ intervento. Pensare di innovare in
tempi che possono rischiare l’ obsolescenza –
che sappiamo essere rapidissima in questa
materia – dello strumento che vogliamo
sostenere sarebbe gravissimo, perché rischiamo
di dire tante cose che, in realtà, non possono
tradursi in pratica.
Invece, questa norma, anche in termini di
rapidità di intervento, è una norma che può
essere efficace, quindi può permettere
l’ innovazione nei tempi che l’ innovazione
richiede, cioè brevissimi.
Dunque una norma quadro strategica, che
diventa perno del quadro normativo regionale,
una norma che concepisce l’ innovazione come
disegno complessivo e non disegno settoriale,
innovazione come qualità della vita,
innovazione come progresso tecnologico.
Una norma che è scritta in modo nuovo,
leggero, facile da leggere e da integrare, una
norma che prevede un meccanismo economico
e finanziario assolutamente efficace.
Dunque, per questo motivo, già nel quadro
normativo del testo uscito dalla Commissione,
vi è grande soddisfazione nel Gruppo di Forza
Italia per questo primo passo e si auspica una
rapida approvazione del testo complessivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Mattassi. Ne ha facoltà.
MATTASSI. Presidente, avevo chiesto che
il mio intervento venisse dopo quello del
collega Asquini, ma non pensavo che lui fosse
in grado di leggerci gli articoli della legge
senza spiegarli, perché avrebbe potuto,
probabilmente, risparmiarsi questo tipo di
intervento, che a mio modo di vedere...
,QWHUYHQWR IXRUL PLFURIRQR GHO FRQVLJOLHUH
$VTXLQL3HUFKpQRQO¶KDLFDSLWR
No, l’ ho capito benissimo, ma se ci
rimandavi al testo... È scritto meglio nel testo
di come l’ hai spiegato. È incredibile. Dico che
nel momento in cui c’ è un dibattito si cerca di
intervenire nel merito delle questioni poste. Se
dobbiamo fare l’ eco a quello che leggiamo
sulla stampa o leggere male quello che è scritto
nel testo, credo che si possa anche fare a meno
di fare questo tipo di interventi.
Mi pare che le questioni che sono state
poste, almeno dal nostro Gruppo, in ordine a
questo testo siano riferibili alla mancanza di
una visione strategica che ci indichi una linea
conduttrice, perché chi è contro l’ innovazione?
Chi è contro la ricerca? Chi è che vuole
impedire che la capacità della creazione umana
si manifesti e produca sviluppo e benessere?
Il problema è capire, nella dimensione
regionale, cosa può significare la sfida della
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- (428) 30 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
competizione che deve traguardare la nostra
Regione e la nostra comunità, la definizione,
quindi, degli obiettivi intermedi e degli
strumenti.
Ora, in questo testo, di sicuro abbiamo
l’ individuazione di alcuni titoli rispetto ai quali
si vorrebbe investire. Diventa difficile
assumere un punto di riferimento strutturale e,
al tempo stesso, ci si chiede se gli strumenti
che sono stati identificati siano quelli più
idonei.
Mi spiego: la prima questione che dobbiamo
porci nel momento in cui dobbiamo
traguardare lo sviluppo futuro in un quadro
complessivo di competitività crescente è il dato
del sapere diffuso. Non solo abbiamo bisogno
di un sapere più colto, più preciso e più
informato, ma abbiamo bisogno, soprattutto,
che questo sapere sia accessibile ad una massa
più larga di persone residenti nella nostra
Regione.
Il nostro deficit è proprio quello di non
rendere partecipe l’ insieme della popolazione
di quello che già nel nostro territorio si sta
facendo. Grande tema che è stato al centro
dell’ apertura dell’ anno accademico del
professor Honsell, quando ha accennato alla
questione di fondo.
Nella nostra Regione abbiamo due
Università, un centro di ricerca di livello
internazionale e quello che non riusciamo a
fare è il trasferimento delle conoscenze e delle
scoperte che in quelle realtà sono state
sviluppate.
tutti coloro che hanno dei soldi o hanno degli
stimoli di accedere all’ insieme delle
conoscenze disponibili per cimentarsi con
l’ applicazione delle tecnologie mature, ovvero
con quelle scoperte innovative che vengono
proposte dal mondo della ricerca, che nella
nostra Regione non è poca cosa, e, quindi,
inserirsi nel ciclo competitivo di quello che
ormai è il mercato globale.
Questo è un punto fondamentale. Come si fa
questo, colleghi? Uno dei punti che viene
suggerito e che è stato evidenziato è quello di
costruire una rete della comunità che sia al
passo con i tempi.
In Italia, dal punto di vista delle
comunicazioni, registriamo una sorta di
primato dei telefonini e di sotto primato, in
negativo, dello sviluppo della banda larga.
È ben vero che nel mondo delle
telecomunicazioni la banda larga ha avuto un
freno, ma, fondamentalmente, perché non
avevamo nulla da proporre.
La dimensione italiana è nata all’ insegna di
Internet, con cui, al massimo, ci si scambia
qualche dato o qualche lettera, diversamente
dalla realtà americana, dove la banda larga è
nata per il circuito casalingo. Il problema è
quello di fecondare il territorio, mettendo a
disposizione
la
banda
larga
e,
conseguentemente,
una
quantità
di
informazioni significative in un tempo molto
breve. Questa è una delle condizioni che
consente alla nostra Regione di stabilire, al
proprio interno, una rete efficace, una rete di
cittadini e di imprese che sia una comunità, che
possa definirsi comunità. Quindi, nel momento
in cui ci poniamo il problema di come si fa a
trasferire l’ innovazione, che significa la
conoscenza dei risultati, la prima risposta da
dare è come la si comunica e con quali
strumenti lo si fa.
Questo è un grande tema. Quindi, se questo
tema è vero, in parte l’ Università si pone
l’ obiettivo del trasferimento delle conoscenze e
delle ricerche acquisite al mondo della
produzione, ma lo fa con uno strumento utile
ma non sufficiente e cioè quello di sviluppare e
realizzare società miste alle quali partecipa
l’ Università con Enti locali e possibilmente con
Associazioni di produttori, sperando di
proporsi al mercato della produzione e quindi,
in questo modo, di sollecitare la domanda.
Questo mi pare un elemento fondamentale,
perché all’ interno di questa comunità il primo
dato è quello di prendere atto delle risorse di
cui disponiamo.
L’ altro è attivare un percorso che consenta a
Il secondo elemento: è evidente che qui è
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- (428) 31 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
stato fatto un tentativo nel campo
dell’ agricoltura e della pesca. Sottolineo una
contraddizione, Presidente. Non si può dare
soldi per le colture dedicate non alimentari, con
particolare riguardo a quelle destinate alle
produzioni energetiche, e poi impedire che si
facciano gli impianti perché queste produzioni
vengano utilizzate.
Suggerisco al Presidente un atto di coraggio
e di autonomia di pensiero: prenda quella legge
sull’ energia e revochi, con questa legge, quei
limiti che sono stati introdotti dalla legge
sull’ energia. Saremmo quanto meno seri,
sarebbe un atto di coerenza.
Al di là di questo, c’ è stato un minimo
sforzo per quanto attiene alla produzione
agricola, mettendo delle risorse per una
possibilità di innovazione in questa direzione.
L’ altro riguarda i trasporti e la logistica, sub
iudice, nel senso che, correttamente, tutte le
provvidenze che sono state definite in questa
legge vengano demandate all’ autorizzazione
preventiva dell’ Unione Europea, essendo
questo un settore sensibile e posso assicurarvi
che parte di queste norme sono già contenute
nella legge omnibus sui trasporti che abbiamo
votato all’ inizio della legislatura.
Semmai si tratterebbe di capire se vi
possono essere ulteriori spazi, perché così
come è scritta, questa parte non mi pare porti in
nessuna direzione avanzata perché le aree
attrezzate per favorire l’ interscambio dei
vettori sono questioni che trovano dei limiti
nella gestione.
Abbiamo l’ Interporto di Cervignano, che è
sotto gli occhi di tutti come vergogna regionale
dal punto di vista della gestione, che è di
impedimento a tutti coloro i quali hanno voglia
di lavorare e li fa scappare. Al tempo stesso, è
stato sviluppato l’ Interporto di Pordenone, che,
finalmente, si chiama Interporto anziché centro
commerciale, alla faccia della programmazione
regionale. Fra un po’ succederà anche per
Fernetti e Sant’ Andrea, quindi avremo chiuso
anche la pianificazione dei centri di
interscambio. Pertanto, abbiamo detto delle
cose e ne abbiamo fatte esattamente altre, in
altra direzione.
Questa è la cosiddetta politica della
programmazione occulta. Una cosa è quello
che si dice ed un’ altra è quello che si fa.
Quindi, sottolineo l’ inutilità di queste norme.
L’ altro riguarda i parchi scientifici e
tecnologici, rispetto ai quali una delle questioni
che andrebbe focalizzata è la contemporaneità
del mondo della ricerca insieme al mondo della
produzione.
Dobbiamo fare dei centri particolari, che
non sono i BIC tradizionali, Venier, quelli che
verrai a presentare martedì a Latisana. Spero
che vi sia un sussulto di pensiero, perché
chiunque pensi di attivare un BIC nel centro di
un paese ed in una zona urbanizzata
probabilmente non sa cos’ è un BIC, o vuole
fare solo propaganda ad una comunità locale
che in contraddizione ad altre proposte si è
inventata una cosa che non sta né in cielo, né in
terra.
Tutta la nostra pianificazione porta le aree
industriali fuori dal paese, non le tiene dentro.
Mi pare evidente. La caserma di Spilimbergo è
in altra collocazione, non è dentro il paese. La
pianificazione porta fuori dal paese anche le
zone artigianali e, quindi, chiunque pensa di
fare uffici dicendo che sono incubatrici di
impresa, evidentemente, dovrebbe pensare che
gli uffici sono di servizio all’ impresa, ma non
sono l’ impresa e dove manca l’ impresa non si
fanno neanche uffici.
Faccio un intervento per dirti che cosa avrei
detto martedì sapendo che hai convocato una
riunione...
,QWHUUX]LRQH
No, l’ ha convocata la Regione e gli inviti
sono partiti dall’ ufficio stampa della Regione,
quindi è stata convocata e la data è stata
stabilita da qui, e quello che fa specie è che tu
abbia deciso di fare una cosa in contemporanea
con il Consiglio regionale.
Presidente, la invito a pensare a queste
cose...
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- (428) 32 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
Per esempio, una delle questioni rilevanti,
che si debbono fare, è quella dei BIC,
finalizzati non al sostegno dell’ impresa, ma al
trasferimento della ricerca nell’ impresa, cioè
bisogna fare nascere quelle imprese che si
occupino di trasferimento.
Questa è una questione che nella nostra
Regione, ribadisco, accanto allo sviluppo della
comunicazione a banda larga, diventerà
rilevantissima. Se siamo in grado di farlo,
probabilmente, siamo in grado di mettere
anche il turbo alla nostra economia. Se non
siamo in grado di farlo, evidentemente,
continueremo a gestire dei BIC con il problema
di far quadrare i conti degli affitti di fine anno
e, dall’ altra parte, faremo attività residuali, così
come avviene in molte situazioni in cui
interviene la Regione. Dove non interviene c’ è
bisogno di fare, in modo che le imprese, che
hanno voglia di fare, lo facciano, perché ci
sono anche altre imprese che ostacolano
l’ innovazione. Sia chiaro.
Lascio questa riflessione al pensiero
occulto, magari parliamo fuori di chi e come,
perché abbiamo anche questo problema.
Abbiamo le grandi imprese che non fanno il
loro mestiere, che non hanno capito di
dedicarsi allo sviluppo della ricerca ed
abbiamo le stesse imprese che si preoccupano
che altri non facciano cose nuove.
Questo è il punto, cari colleghi. Quindi, il
problema è liberare i vincoli delle piccole
imprese che ostacolano i processi di
innovazione promossi da altre imprese nella
nostra Regione.
Abbiamo bisogno di una società che abbia a
disposizione gli strumenti per diventare una
comunità e, al tempo stesso, abbiamo bisogno
di più libertà di iniziativa.
PRESIDENTE. Comunico che questa legge
era programmata per oggi e per lunedì
pomeriggio
fino
ad
esaurimento.
L’ esaurimento ci lasciava un paio d’ ore in
Consiglio, per cui avrei pensato di finire questa
legge, se non oggi, lunedì pomeriggio,
dopodiché cominciamo subito la collegata alla
finanziaria.
Visto che è stato convocato l’ Ufficio di
Presidenza e non vorremmo interrompere
l’ intervento di Baritussio, penso che potrebbe
cominciarlo nel pomeriggio.
$QQXQ]LRGLLQWHUSHOODQ]H
PRESIDENTE. Comunico che sono
pervenute alla Presidenza le seguenti
interpellanze:
Fontanelli: “ Adozione della «carta dei
servizi» da parte delle case per anziani e
disabili” (968)
Brussa: “ L’ aeroporto di Ronchi
Legionari sempre più penalizzato” (969).
dei
I relativi testi saranno riportati in allegato al
presente resoconto.
6XOSURFHVVRYHUEDOH
PRESIDENTE. Poiché non ci sono state
osservazioni sul processo verbale della seduta
n. 426, del 27 marzo 2003, lo stesso si intende
approvato.
2UGLQHGHOJLRUQRGHOODSURVVLPDVHGXWD
PRESIDENTE. Comunico, quindi, che il
Consiglio è convocato in seduta pomeridiana,
alle ore 14.30, con il seguente ordine del
giorno:
1. Seguito della discussione sul disegno di
legge:
“ Disciplina generale in materia di
innovazione” (319)
(Relatore di maggioranza Dal Mas)
(Relatori
di
minoranza
DolcherMoretton)
Dichiaro chiusa la seduta.
/DVHGXWDWHUPLQDDOOHRUH
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VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
5HOD]LRQLVFULWWHDGLVHJQRGLOHJJH
5HOD]LRQHGHO5HODWRUHGLPDJJLRUDQ]D'DO0DV
VXOGLVHJQRGLOHJJHQ
“ Signor Presidente, signori Consiglieri,
l’ odierno disegno di legge, di iniziativa della
Giunta regionale, è stato approvato dalla I
Commissione permanente con i voti favorevoli
di Forza Italia, Lega Nord, Alleanza Nazionale,
Unione Democratici Cristiani, Autonomisti,
Gruppo Misto - Alleanza Sociale, contrari i
Democratici di Sinistra, astenuta la Margherita.
I rappresentanti del mondo produttivo,
economico ed imprenditoriale di questa
Regione (API, Confindustria, Confartigianato,
Confagricoltori,
Coldiretti
e
Federprofessionisti), sentiti in sede di
audizione dalla 2a Commissione, hanno
evidenziato una generale condivisione ed
apprezzamento per il progetto di legge che
rappresenta un’ occasione per la crescita e lo
sviluppo dei sistemi produttivi della nostra
Regione. Il provvedimento, come noto
auspicato dal Presidente della Regione Renzo
Tondo e già annunciato all’ atto delle
dichiarazioni programmatiche della sua Giunta,
è frutto di un lavoro di concertazione con la
società regionale che ha condiviso la necessità
di porre la questione “ dell’ innovazione” quale
strumento per competere in Europa e nel
mondo.
Il provvedimento intende favorire lo
sviluppo del sistema produttivo regionale,
promuovere le nuove tecnologie, la formazione
professionale, l’ istruzione, l’ assistenza, la
competitività e la cooperazione tra le imprese
del Friuli Venezia Giulia. Un punto di partenza
importante per rilanciare in modo concreto la
competitività di tutto il sistema socioeconomico-produttivo regionale, affrontando la
difficile congiuntura economica in cui versa
l’ Europa, e prepararlo all’ ingresso della
Slovenia nell’ Unione Europea ed in generale
all’ allargamento ad Est.
Il disegno di legge rappresenta una risposta
alla sfida imposta dalla globalizzazione, dal
rafforzamento dei processi comunitari e dalla
competizione con i Paesi emergenti e cioè la
sfida della qualità e dell’ eccellenza in tutti i
settori. Quindi innovazione tecnologica dei
prodotti e della produzione, percorso che deve
essere sostenuto anche dalle Istituzioni
pubbliche, in primis la Regione, creando un
necessario collegamento diretto ed efficace tra
il modo produttivo e i centri di ricerca,
compresi quelli universitari. Gli Atenei
regionali giocano un ruolo fondamentale per il
futuro economico, applicando i risultati delle
loro ricerche al mondo delle imprese.
E’ noto che l’ esigenza di fornire una
trattazione ampia dell’ innovazione così come
deve essere vissuta nelle economie moderne è
il presupposto fondamentale per lo sviluppo
non solo nel dibattito accademico, ma anche tra
le imprese e, soprattutto, tra i cittadini e tra le
istituzioni
pubbliche.
L’ innovazione
tecnologica oggi rappresenta la principale leva
su cui puntare per favorire lo sviluppo dei
sistemi economici e più specificatamente per
accrescere la competitività internazionale delle
industrie e dei territori nel loro insieme.
Il Friuli Venezia Giulia può divenire una
“ Regione Innovativa” , non solo nel suo sistema
produttivo-economico, ma attraverso un’ ampia
azione volta a favorire una ampia ed efficace
azione pubblica di trasformazione strutturale
del welfare, dei servizi pubblici, delle
amministrazioni, delle istituzioni. Quindi un
nuovo processo di sviluppo basato sul
rinnovamento dell’ intero sistema socioeconomico.
Fondare un nuovo “ processo interistituzionale” e di partenariato sistematico con
le imprese e la società civile, indispensabile per
mobilitare il consenso, allineare gli sforzi,
ridurre le barriere, accelerare i tempi e
moltiplicare le risorse e gli investimenti,
realizza
una
“ Strategia
regionale
dell’ innovazione” che favorisce una maggior
attitudine del nostro sistema produttivo ad
accedere al vasto serbatoio di conoscenze
codificate prodotte nelle università e nei centri
$WWLFRQVLOLDUL
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- (428) 34 VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
di ricerca. Il provvedimento promuove peraltro
nuove metodologie di incontro tra la domanda
delle PMI, in gran parte latente e da rendere
manifesta, e l’ offerta delle agenzie di
innovazione e dei centri di ricerca presenti
nella regione e di quelli operanti al di fuori del
sistema regionale.
La legge pone anche le condizioni per
un’ azione geografica estesa. Innanzitutto
collegando tra loro domanda e offerta di
competenze e servizi su tutto il territorio
regionale, aprendo cosi nuove occasioni di
crescita per le aree meno sviluppate della
montagna, e facendo assumere alla Regione, in
un’ Europa senza confini, una posizione
centrale, che si complementa ed integra con la
strategia per l’ internazionalizzazione. Ciò
consentirà alla Regione di collegarsi alle
risorse e alle opportunità presenti in un’ area
vasta e transfrontaliera disponibili nel raggio di
solo un centinaio di chilometri dai confini
regionali, verso il Veneto, l’ Austria e la
Slovenia.
Peraltro il ruolo nevralgico per lo sviluppo è
il fattore umano: per produrre qualità sono
necessari lavoratori di qualità. L’ ormai deficit
di personale continua a frenare lo sviluppo di
molte aziende, che cercano in particolare
tecnici e operai specializzati, dotati di
conoscenze scientifiche e informatiche. Anche
il loro ruolo è oggi cambiato, non più costretti
a gestualità ripetitive lungo una catena di
montaggio, ma devono essere in grado di
materializzare le proprie conoscenze sul
prodotto finito, così da dargli un valore
aggiunto spendibile sul mercato.
Il disegno di legge introduce da un lato
nuove opportunità a vantaggio dei giovani che
intendano accedere al mondo imprenditoriale,
spesso negato dalle garanzie che il sistema
creditizio attualmente impone, intervenendo in
loro aiuto a sostegno delle “ idee” , che sono
l’ unico modo per far decollare tali iniziative e
dare loro spazio ed opportunità di successo,
dall’ altro lato, evitando la “ fuga dei cervelli” ,
incentivando l’ assunzione di personale di
elevata qualificazione da utilizzare nelle
attività di ricerca.
In sintesi il disegno di legge prevede tre
strumenti pratici di intervento:
- il Comitato per l’ innovazione (art. 2),
quale organismo deputato a elaborare ed
attuare la politica regionale in materia di
innovazione di cui fanno parte, sotto la guida
del Presidente della Regione, sia membri della
Giunta regionale che i Rettori delle Università,
oltre ai Presidenti di quegli Enti e Società che
in qualche modo sono coinvolti nell’ azione
sinergica a favore dell’ innovazione oltre alle
rappresentanze del mondo imprenditoriale (tre
rappresentanti designati congiuntamente uno
per ciascuno dei settori dell’ agricoltura,
dell’ industria
e
dell’ artigianato,
dalle
organizzazione imprenditoriali maggior mente
rappresentative di riferimento);
- il Fondo speciale per l’ innovazione (art.
16), che tramite l’ intervento della Friulia
S.p.A., interviene a favore sia di quelle imprese
interessate a realizzare o sviluppare progetti di
ricerca o attività di industrializzazione dei
risultati della ricerca che per attuare programmi
di crescita dimensionale collegati al concetto di
ricerca;
- gli specifici interventi per l’ innovazione
(artt. 4, 5, 6 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, e 15)
con finanziamenti a favore di imprese
industriali e artigiane, agricoltura ed itticoltura,
trasporti e logistica, realizzazione e sviluppo
dei parchi scientifici e tecnologici, ricerca di
diffuso
interesse
economico-produttivo,
formazione dei ricercatori e occupazione delle
persone ad elevata qualificazione, diffusione
dell’ innovazione per sanità e assistenza, per le
aziende innovative e per favorire la loro
crescita dimensionale.
Si confida nell’ approvazione del Consiglio
regionale.”
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“ Signor Presidente, egregi Colleghi,
la Margherita ha accolto con piacere il tanto
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- (428) 35 VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
atteso approdo in 2a Commissione del disegno
di legge n. 319 perché, dopo tanti anni di sterili
annunci che non avevano mai prodotto alcun
effetto, l’ imprenditoria del Friuli Venezia
Giulia potrà finalmente avvalersi di uno
strumento per l’ innovazione e la ricerca.
Non possiamo però non stigmatizzare il
grave ritardo con cui tutto ciò è avvenuto.
Affrontando questo delicato problema soltanto
a fine mandato, questa Giunta e tutta la
maggioranza che la sostiene, non possono non
riconoscere di aver speso troppo del loro tempo
in sterili ed inutili polemiche dimenticandosi,
ancora una volta, delle necessità inderogabili
che emergono dall’ andamento economico di
tutto il Nord Est del nostro Paese.
Forti sono stati, infatti, i segnali di crisi che
sono partiti anche dalla nostra regione. Una
crisi che è internazionale, conseguenza naturale
dei noti fatti delle torri gemelle di New York e
del processo derivante dall’ unificazione della
moneta europea.
Ma non solo.
E’ d’ obbligo ricordare che in questi cinque
anni di legislatura, targata CdL, troppo poco è
stato fatto per rendere la normativa regionale
nel settore economico adeguata ai processi di
cambiamento.
Le attuali leggi regionali del comparto
produttivo rappresentano infatti soltanto
continuità giacché questa maggioranza non è
stata in grado di aggiornarle, apportando le
necessarie modifiche, per renderle adeguate
alle
nuove
situazioni
derivanti
dall’ allargamento della Comunità Europea ad
Est.
La mancata produzione di nuovi
provvedimenti legislativi non ha assecondato le
esigenze dell’ imprenditoria che, a fronte di
un’ economia che richiede costante velocità nel
dare risposte concrete, non è stata in grado di
competere con i mercati in modo adeguato.
Le nostre perplessità circa la possibilità di
dare risposte utili ed immediate al mondo
economico non sono poche, considerato anche
il fatto che questa legge non è accompagnata
da sufficienti risorse finanziarie.
Nel
merito
del
provvedimento
preannunciamo,
sin
da
ora,
alcuni
emendamenti di modifica all’ articolato che, a
nostro avviso, richiede più di un
aggiustamento. Per tali ragioni la Margherita si
è astenuta in Commissione, ma nulla preclude
un voto positivo del nostro Gruppo se, al
termine dell’ esame dell’ Aula, verranno accolte
le nostre proposte.”
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VXOGLVHJQRGLOHJJHQ
“ Signor Presidente, colleghi Consiglieri,
il presente progetto di legge vuole
rispondere ad una esigenza imprescindibile:
l’ innovazione del nostro sistema economico
affinché sia in grado di competere sul piano
europeo ed in genere internazionale, posto che
attualmente presenta gravi segni di debolezza
non dovuti soltanto alla difficile congiuntura
internazionale.
L’ articolato proposto non è però all’ altezza
del lodevolissimo proposito e degli enunciati
contenuti nella relazione accompagnatoria.
L’ impianto è assai debole e pare mirato
soltanto a distribuire fondi regionali a questo e
quel settore economico, senza predisporre un
sistema di infrastrutture che consentano
all’ apparato produttivo di “ fare rete” ed a
privilegiare strumenti adeguati a fare
veramente innovazione.
Del resto il progetto di legge vuole essere
approvato alla svelta, prima della fine della
legislatura, ma presto e bene… raro avviene.
L’ innovazione è oggi specialmente un
prodotto dell’ ingegno e sarebbe stato
fondamentale che specialmente questo settore
fosse incentivato affinché si inserisca un
circuito virtuoso di trasmissione di conoscenze
tra ricerca, prodotti dell’ ingegno tecnico e
sistema produttivo.
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- (428) 36 -
5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD
VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
Il nostro voto in Commissione è stato
negativo, non essendo noi soddisfatti
dell’ articolato.
Lavoreremo
però
per
migliorarlo perché le finalità del progetto le
condividiamo e dalla disponibilità che la
maggioranza dimostrerà nei confronti del
nostro lavoro e dei nostri suggerimenti,
dipenderà il nostro voto finale.”
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“ Atteso che la legge 273 del 1995 prevede
l’ adozione di una “ carta dei servizi” da parte
degli enti pubblici e privati eroganti servizi;
viceversa è solo l’ ultimo atto di un
depauperamento dell’ aeroporto del Friuli
Venezia Giulia.
appreso che in molte case per anziani e/o
inabili tale documento non esiste o è carente
nelle specificazioni relative ai servizi erogati,
ai costi a carico degli utenti e ai rimborsi
previsti dalla normativa regionale;
In questi ultimi mesi, infatti, si sono
verificati diversi fatti che rischiano di rendere
il nostro aeroporto sempre più marginale nel
contesto del Nord-Est italiano.
considerata l’ arbitrarietà delle situazioni che
si determinano in assenza di tale documento di
trasparenza e chiarezza nei confronti degli
utenti e dei loro familiari;
preso atto del crescente disagio tra i cittadini
per la difformità di presenza sul territorio di
strutture pubbliche e private, oltre che di costi
delle rette e di criteri nella gestione
il sottoscritto Consigliere regionale
interpella per sapere se la Giunta regionale non
intenda:
predisporre un modello di “ carta dei servizi”
per le case per anziani e/o inabili sia a gestione
pubblica che privata al fine di rendere
trasparente ed uniforme il servizio erogato;
renderne obbligatoria l’ adozione come uno
dei criteri per l’ inserimento nell’ elenco
previsto dalla legge regionale 35/1982, art. 14;
porre in essere periodici controlli in
relazione all’ effettiva applicazione e rispetto di
quanto previsto dalla stessa «carta dei
servizi».”
(968)
“ Fontanelli”
“ La nota della società aeroportuale che
informa della cancellazione di molti voli
Alitalia da Ronchi dei Legionari a Roma e
Non si può infatti dimenticare come le due
compagnie aeree “ storicamente” presenti a
Ronchi dei Legionari, vale a dire Minerva
Airlines e Air Dolomiti, abbiano da tempo
iniziato il loro disimpegno.
Air Dolomiti ha trasferito gran parte delle
proprie attività, ultime le assistenti di volo, a
Verona-Villafranca, da dove effettua gran parte
dei collegamenti, mentre Minerva Airlines sta
potenziando la propria presenza al “ Cristoforo
Colombo” di Genova.
Peggio ancora la vicenda che ha visto
protagonista la compagnia bergamasca
Gandalf, sbarcata a Ronchi dei Legionari in
pompa magna (2 voli giornalieri con Bruxelles,
più i voli con Budapest, Bucarest, Clui e
Timisoara) e oggi, purtroppo, ormai un ricordo.
Per quanto riguarda poi i collegamenti con
l’ Est, anche il volo da e per Mosca è a rischio,
in quanto ci sarebbero forti pressioni verso la
Russija Airlines affinché abbandoni lo scalo
ronchese per far rotta su quello concorrente di
Treviso.
Insomma, l’ ipotesi di sviluppo di rotte con il
sud Italia (cancellato il Catania, ridotto il
Napoli, il volo per Palermo non ancora partito,
così come quello di Bari) e con l’ est Europa,
che derivava dal costoso piano strategico di
sviluppo affidato dal Consorzio aeroportuale
alla società inglese Roland & Berger pare
naufragare.
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- (428) 37 VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003
In tutto questo, quasi assente è la voce della
Regione (azionista di maggioranza del
Consorzio S.p.A.) e a nulla sono valse le
ripetute sollecitazioni del sottoscritto per un
suo intervento deciso e diretto in grado di
consolidare una realtà aeroportuale che può
esprimere ancora tante potenzialità.
Ciò premesso, il sottoscritto Consigliere
regionale
interpella
il Presidente della Giunta regionale per
sapere:
a) quali azioni urgenti intenda svolgere nei
confronti di Alitalia al fine di scongiurare che i
programmati tagli ai voli nel periodo pre e post
pasquale diventino elemento non solo di
disagio per gli utenti della nostra regione, ma
l’ ulteriore elemento che, unito agli altri, fa
perdere definitivamente capacità di attrazione
allo scalo ronchese;
b) quali iniziative intende assumere
l’ Esecutivo regionale per rilanciare una politica
aeroportuale in grado di attrarre nuove
compagnie e nuovi voli da e per Ronchi dei
Legionari;
c) quali strategie intende porre in essere
l’ Esecutivo regionale per mettere l’ aeroporto
ronchese nelle condizioni di svolgere quel
ruolo naturale di aeroporto di riferimento del
Nord-Est verso l’ est europeo;
d) quali iniziative intende assumere la
Giunta regionale per creare o meno condizioni
di sinergia con altri aeroporti del nord-Est
d’ Italia affinché si creino condizioni di
collaborazione utili a tutti e non di
concorrenza, che finiscono inevitabilmente per
penalizzare l’ aeroporto più debole, che è quello
di Ronchi dei Legionari;
alla luce delle ampie problematicità legate
all’ attività dell’ aeroporto di Ronchi dei
Legionari e della urgenza di affrontarle, il
sottoscritto Consigliere regionale
interpella altresì
il Presidente della Giunta Regionale per
sapere:
se non ritenga di relazionare in merito al
Consiglio regionale e/o alla IV Commissione
competente, tenendo conto che con il 17 aprile
prossimo il Consiglio regionale chiuderà di
fatto l’ attività della presente legislatura.”
(969)
“ Brussa”
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