REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA &216,*/,25(*,21$/( $77,&216,/,$5, '(//¶$66(0%/($ 9,,,A/(*,6/$785$ 6HGXWDQGHOO¶DSULOHDQWLPHULGLDQD $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 3 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’11 APRILE 2003 SEDUTA DI VENERDÌ 11 APRILE 2003 ANTIMERIDIANA PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE STAFFIERI INDI DEL PRESIDENTE MARTINI ,1',&( PAG. PAG. 6XOSURFHVVRYHUEDOH ......................................... 5-32 ASQUINI ......................................................... 28 MATTASSI...................................................... 29 &RQJHGL ................................................................... 5 ,QWHUURJD]LRQLHGLQWHUSHOODQ]H6YROJLPHQWR ..... 5 PRESIDENTE.......................................5-8-10-11 TONDO, 3UHVLGHQWHGHOOD5HJLRQH.................... 5 MORETTON .................................................. 8-9 TESINI.......................................................... 8-10 CISILINO ........................................................ 10 PUIATTI ..................................................... 10-11 'LVHJQR GL OHJJH ³'LVFLSOLQD JHQHUDOH LQ PDWHULD GLLQQRYD]LRQH´'LVFXVVLRQH .............. 11 PRESIDENTE...................11-12-16-18-19-28-32 DAL MAS, 5HODWRUHGLPDJJLRUDQ]D......... 11-12 MORETTON, 5HODWRUHGLPLQRUDQ]D.............. 14 DOLCHER, 5HODWULFHGLPLQRUDQ]D ................ 16 SASCO............................................................. 19 FONTANELLI................................................. 20 VIO .................................................................. 22 FRANZ ............................................................ 24 SONEGO .................................................... 24-28 ,QWHUSHOODQ]H$QQXQ]LR ...................................... 32 2UGLQHGHOJLRUQRGHOODSURVVLPDVHGXWD ........... 32 $//(*$72 5HOD]LRQLVFULWWHDGLVHJQRGLOHJJH Relazione del Relatore di maggioranza Dal Mas sul disegno di legge n. 319 ............................... 33 Relazione del Relatore di minoranza Moretton sul disegno di legge n. 319..................................... 34 Relazione della Relatrice di minoranza Dolcher sul disegno di legge n. 319 ............................... 35 ,QWHUSHOODQ]HDQQXQ]LDWH ..................................... 36 $WWLFRQVLOLDUL - (428) 5 VIII LEGISLATURA – 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’11 APRILE 2003 35(6,'(1=$'(/9,&(35(6,'(17( 67$)),(5, Se vuole, il consigliere Moretton può illustrare le interpellanze di cui è cofirmatario, visto che per ora è l’unico presente in Aula. /DVHGXWDLQL]LDDOOHRUH Ora entrano anche il consigliere Tesini e la consigliera Dolcher, se anche loro vogliono illustrare le interpellanze di cui sono firmatari. PRESIDENTE. Dichiaro aperta la quattrocentoventottesima seduta del Consiglio regionale. 6XOSURFHVVRYHUEDOH PRESIDENTE. Informo che sono a disposizione dei Consiglieri alcune copie del processo verbale della seduta n. 426 e che, se non saranno state sollevate eccezioni nel corso della seduta odierna, il verbale stesso sarà considerato approvato. &RQJHGL PRESIDENTE. Comunico che hanno chiesto congedo, per la seduta antimeridiana, l’assessore Santarossa ed il consigliere Degrassi. ,FRQJHGLVRQRFRQFHVVL ,QWHUURJD]LRQLHVYROJLPHQWRGL ,QWHUSHOODQ]H PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all’esame del punto n. 1 all’ordine del giorno, che prevede: “Interrogazioni e svolgimento di Interpellanze”. Queste potrebbero essere ordinate in due gruppi: le interrogazioni n. 1297, 959, 960, 962 e la 1304, che riguardano tutte le presunte attività promozionali ed elettorali, e le altre, la n. 1201, 1257, 917 e 1291, che sono incentrate sulla mostra di Kandinsky. La parola al signor Presidente per le risposte, tenendo presente che i presentatori delle interpellanze potrebbero volerle illustrare. Nessuno chiede di illustrare le interpellanze, quindi, la parola al Presidente per le risposte alle interrogazioni ed interpellanze. TONDO, 3UHVLGHQWHGHOOD 5HJLRQH Grazie, Presidente. Premetto che sulle interpellanze relative a Villa Manin ed alla mostra di Kandinsky non sono in grado di rispondere ai colleghi Consiglieri, in quanto non ho avuto la possibilità di ottenere la documentazione sufficiente per dare una spiegazione coerente in tempi brevi. Solo ieri sera ho avuto una serie di documenti da parte della Direzione della cultura, quindi mi riserverò di rispondere in una prossima seduta. Riguardo alle interpellanze relative alla propaganda elettorale, vorrei dare una risposta articolata, che preferisco leggere, perché contiene valutazioni di carattere tecnico e di carattere politico. Sia per il rispetto che ho nei confronti dell’Aula, sia per la delicatezza delle questioni che sono state sollevate, ho assunto, nella riunione di lunedì, l’impegno di relazionare su alcune iniziative. Ringrazio, quindi, i colleghi Consiglieri che hanno voluto dare l’opportunità alla Giunta di spiegare come si sono svolti certi fatti, di fugare i dubbi, anche legittimi, avanzati da alcuni di voi. Vorrei iniziare subito a rispondere affrontando prima gli aspetti tecnicoamministrativi, per concludere con considerazioni di carattere generale. “Il manuale cittadini d’Europa è stato curato dalla Direzione regionale degli Affari europei, una Direzione che in questi ultimi anni ha realizzato ben 23 pubblicazioni, che testimoniano il grande impegno del $WWLFRQVLOLDUL - (428) 6 VIII LEGISLATURA – 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 comunicare efficacemente, anche alla collettività regionale, le questioni complesse dell’ integrazione europea. dell’ edilizia il compito di curarne i contenuti ed all’ Ufficio stampa e pubbliche relazioni di attendere agli aspetti editoriali. Con delibera approvata ancora nel novembre del 2001 – desidero sottolinearlo –, quindi in tempi non sospetti, la Giunta regionale ha autorizzato gli Affari europei a predisporre un manuale informativo sull’ Unione Europea e sull’ impatto del processo di integrazione europea nel Friuli Venezia Giulia. Il costo complessivo degli opuscoli dati in omaggio con i quotidiani “ Il Piccolo”, “ Il Messaggero Veneto”, “ Il Gazzettino” e “ Primorski” del 23 marzo è pari a 116.306 Euro. Successivamente, la Direzione ha predisposto quanto necessario sia per affidare all’ esterno la realizzazione grafica e la stampa del manuale, sia per curare in proprio la redazione dei suoi contenuti. Il costo complessivo per realizzare e fornire 20.000 copie del manuale “ Cittadini d’ Europa” è pari a 32.400 Euro inclusa l’ IVA al 4%. Nel novembre 2002 sono terminate le operazioni di stampa, cui è immediatamente seguita la distribuzione del manuale, che è stata effettuata, in particolare, in occasione di tutti i convegni e degli incontri organizzati dalla Direzione regionale degli Affari europei. Dal 15 gennaio 2003 il manuale viene diffuso anche nelle scuole superiori della nostra Regione, mentre l’ invio della pubblicazione al personale regionale rappresenta un’ iniziativa, anche formativa, sul ruolo della Regione e del processo comunitario ascendente e discendente. In merito alle censure di un possibile aggravio per il bilancio regionale, la considero un’ obiezione smentibile, non fosse altro perché le copie distribuite erano già in possesso del servizio per la promozione dell’ integrazione europea all’ interno della spesa globale, già pattuita con la ditta fornitrice. C’ è, poi, una seconda iniziativa oggetto di attenzione da parte dei Consiglieri regionali, mi riferisco all’ opuscolo informativo “ Meno burocrazia, più sviluppo, opere pubbliche e territorio”. Anche in questo caso la Giunta regionale ha autorizzato la realizzazione di tale iniziativa demandando alla Direzione regionale Per quanto riguarda, invece, le attività promozionali promosse dalla Direzione regionale della pianificazione territoriale su conformi deliberazioni giuntali (delibere n. 671 e n. 672 del 18 marzo di quest’ anno), desidero ricordare che si tratta di iniziative programmate da lungo tempo, che rispondono tutte ad obiettivi prioritari per l’ Amministrazione regionale. In particolare, il Convegno sulla cartografia, che si è svolto il 25 marzo scorso e che ha avuto una rilevanza nazionale ed internazionale, ha consentito di presentare realtà già in atto e di assoluta avanguardia, tali da costituire, senz’ altro, un fiore all’ occhiello per la Regione Friuli Venezia Giulia. Il Convegno sulla cartografia ha costituto, quindi, il momento di chiusura delle attività di predisposizione della Carta tecnica regionale numerica di tutto il territorio regionale, avviata all’ inizio degli anni ‘90 con il lotto della Bassa pianura friulana e completata agli inizi del 2003 con la consegna dei 317.000 ettari del territorio montano della Regione. Con questo convegno, la Regione ha offerto un primo panorama delle infinite possibilità di utilizzo di tale strumento operativo, non solo quale motore di riferimento per un Sistema Informativo Territoriale, ma quale supporto alle attività proprie dei vari uffici regionali in materia di gestione, controllo, pianificazione e tutela di tutto il territorio nei settori di competenza della Pianificazione territoriale, dell’ Ambiente, delle Foreste e della Protezione civile. Io credo che, a fronte di un impegno complessivo pari a 15 milioni di Euro per la realizzazione della cartografia, spesi nell’ arco $WWLFRQVLOLDUL - (428) 7 VIII LEGISLATURA – di dodici anni, fosse quantomeno doveroso comunicare i risultati raggiunti e le prospettive future che da tale sforzo economico sono derivate. Per quanto riguarda l’ incontro sul disegno di legge 287, “ Norme regionali in materia edilizia” , già approvato dalla Giunta regionale in data 6 settembre 2002, ricordo che tale disegno di legge ha suscitato l’ attenzione e l’ interesse di molti professionisti e tecnici negli Enti locali. Ci sarà un incontro analogo sul tema “ Nuove norme in materia urbanistica e di pianificazione territoriale strategica” che si terrà a Gorizia, mercoledì prossimo, e che costituirà l’ occasione per illustrare la terza ed ultima fase del lavoro, così portato a termine, prodotto dall’ Università di Udine in ordine al nuovo Piano Territoriale Regionale Strategico. Senza possibilità di smentita, io credo, quindi, che al termine di un ciclo di lavoro biennale, fosse serio, costruttivo e responsabile dar conto dell’ attività di una Direzione importante per la comunità come la Pianificazione territoriale, presentando il lavoro, soprattutto tecnico, svolto per aprire un confronto ed un dibattito collaborativo che risulterà fondamentale per le future attività, qualunque sia il Governo regionale chiamato a raccogliere il testimone. Ricordo, del resto, che su questi temi si era già svolto, il 18 settembre 2002, in epoca non sospetta, quindi, un workshop ospitato dal MIB di Trieste, con tutti gli Enti pubblici e privati interessati. Così come credo sia doveroso ricordare che, in quell’ occasione, venne assunto l’ impegno di aprire un “ Forum” informatico per raccogliere tutte le osservazioni pervenute e per organizzare un incontro non più basato sulle “ linee guida” , ma su un vero e proprio testo normativo, ciò che di fatto sta avvenendo in questi giorni. A consuntivo, le spese sostenute per queste iniziative sono risultate inferiori della metà rispetto a quelle prudenzialmente autorizzate, 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 poiché si è fatto ricorso, ove possibile, a sedi gratuite ed a relatori interni o, comunque, relatori non retribuiti. L’ informazione relativa all’ evento ha riguardato, in realtà, i soli giornali locali, compreso il Primorski Dnevnik. Consentitemi, infine, di chiudere replicando a quei colleghi che hanno parlato di queste iniziative informative in termini di propaganda elettorale, ravvisandone gli estremi nei tempi, nei modi e nei contenuti. Sono opinioni che non condivido, per una serie di ragioni. In primo luogo ci troviamo di fronte a tipici casi di comunicazione istituzionale, comunicazione istituzionale che è ben diversa dalla comunicazione politica, di parte, disciplinata dalle leggi 515/93 e 28/2000. Rispondendo anche al collega Puiatti, ricordo che l’ Autorità per la garanzia nelle comunicazioni ha emanato, nei giorni scorsi, una delibera recante “ disposizioni di attuazione della disciplina in materia di comunicazione politica e di parità di accesso ai mezzi di informazione relativi alle campagne per l’ elezione del Consiglio e del Presidente della Giunta regionale” . Non mi pare che siamo ancora entrati nella cosiddetta “ no fly zone” . Comunque, a parte questo aspetto, seppur importante, desidero evidenziare che, a mio avviso, le iniziative editoriali in questione sono casi ascrivibili alla cosiddetta comunicazione istituzionale. La comunicazione istituzionale è disciplinata, in linea generale, dalla legge 150/2000 e ha precisi obiettivi strategici: quello di presentare e far conoscere le attività ed i servizi prospettici relativi agli obiettivi dell’ Istituzione; di fornire servizi utili a conoscere e fruire di tali attività; di verificare il consenso, la qualità del contesto di riferimento; di essere e rappresentare l’ interfaccia di comunicazione tra l’ istituzione ed i referenti portatori di interessi esterni. Io credo, pertanto, che la Regione abbia esercitato il diritto-dovere di comunicare alla comunità regionale la propria attività, i propri programmi ed i risultati conseguiti, cercando di $WWLFRQVLOLDUL - (428) 8 VIII LEGISLATURA – centrare la comunicazione sul soggetto Istituzione e non sul soggetto Amministratore. Tenendo conto – e concludo veramente – della delicatezza del momento politico attuale, assicuro quest’ Aula che sarà mio compito vigilare sulla correttezza delle singole iniziative che dovranno ancora essere attuate, per evitare che si possano ravvisare, così come è stato fatto, gli estremi di un utilizzo improprio della comunicazione istituzionale. Utilizzo improprio, che, a mio avviso, nei casi finora segnalati non ritengo esserci stato.” PRESIDENTE. Grazie, Presidente. Ha chiesto di parlare il consigliere Moretton. Ne ha facoltà. MORETTON. Intervengo non per replicare all’ interrogazione a cui il Presidente ha dato risposta, ma per svolgere alcune brevissime considerazioni in ordine alle dichiarazioni fatte dal Presidente, con le quali ha affermato di non essere nelle condizioni di rispondere, in particolare, alla mia interrogazione urgente sulla questione Kandinsky. Interrogazione per la quale avevo sollecitato una risposta urgente, quindi, se lei mi permette, signor Presidente, anche se mi rendo conto che la cosa è irrituale, stante l’ urgenza e la gravità della questione, le chiedo due minuti di numero. PRESIDENTE. Consigliere Moretton, pensavo di esaurire il discorso relativo alle risposte date dal Presidente Tondo, dopodiché, alla fine, se mi chiederà nuovamente la parola, la potrà avere senz’ altro. MORETTON. Grazie, Presidente. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Tesini. Ne ha facoltà. TESINI. Presidente, intervengo relativamente all’ interpellanza n. 959. Mi soffermo sulle ultime parole conclusive del Presidente, in forza delle quali il Presidente stesso assicura rigoroso impegno, nelle prossime settimane, affinché il comportamento 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 del governo regionale sia scrupoloso per quanto attiene alla cosiddetta informazione istituzionale ed, eventualmente, alla presenza esterna dei componenti del Governo regionale sui media o attraverso iniziative, ancorché di merito specifico, che, però, possano confondersi o sconfinare in una campagna elettorale indiretta, se non proprio diretta. Presidente, non ho motivo per dubitare e per sospettare che il suo impegno non sarà scrupoloso ed attivo, comunque la prendo in parola. Chiaramente, potrà capire che staremo molto vigili ed attenti a questo riguardo. Per carità, siamo uomini di mondo, sappiamo che le cose si possono fare in tanti modi, che alla fine di una legislatura ciascuno cerca di vendere quello che ha e anche quello che non ha, imbellettandolo ed infiocchettandolo, però ci sono delle normative da rispettare, che lei le ha già citato, e, poi, c’ è anche una questione di stile. I funzionari degli uffici non potevano che scriverle la risposta che le hanno scritto. Non è in discussione la gestione burocratica. È un problema di merito. Presidente, la stessa Unione Europea raccomanda che le proprie iniziative e le iniziative finanziate attraverso i fondi europei, proprio per i principi di trasparenza, siano pubblicizzate e documentate al massimo, anzi, di più, gli stessi finanziamenti comunitari contengono delle quote specificatamente destinate alla cosiddetta pubblicizzazione delle attività. Però, questo, normalmente, si chiama bando. I bandi, normalmente, si pubblicizzano una volta che sono stati approvati, non si annunciano, come è stato fatto in alcuni casi, bandi che devono essere ancora definiti e non si sa nemmeno se lo saranno e, comunque, la nostra opinione è che le pubblicazioni di cui stiamo parlando e la loro spesa, ovviamente, è un concetto soggettivo. Si può ritenere che la spesa sia alta, si può ritenere che non lo sia. Per noi si è trattato, comunque, di una spesa significativa. Quelle $WWLFRQVLOLDUL - (428) 9 VIII LEGISLATURA – pubblicazioni le abbiamo lette con grande attenzione e le abbiamo esaminate. A nostro avviso, non sono pubblicazioni che rientrano nella sfera delle informazioni che appartengono alla categoria della documentazione. A tutti gli effetti è una propaganda surrettizia ed indiretta, che non può non rientrare, quanto meno, dentro ad una valutazione di ordine politico. Presidente, si ricorderà che nella discussione che c’ è stata in Aula, pochi giorni or sono, quando abbiamo dibattuto delle ragioni delle sue dimissioni e delle ragioni del rientro delle sue dimissioni, a conclusione di quel dibattito che è stato approfondito grazie a noi perché si è voluto che si discutesse, mentre da parte della maggioranza si preferiva non fare niente e passare sotto silenzio un episodio non illuminante e non gratificante della vita politica istituzionale di questa Regione, anche per i suoi risvolti istituzionali, lei si ricorderà che a conclusione di quel dibattito abbiamo richiamato la maggioranza, il governo regionale, il Presidente del Consiglio e lei stesso, a che si stia molto attenti a come saranno gestiti ed amministrati questi due mesi che ormai ci separano dalla fine della legislatura. La Giunta ed il governo regionale faccia grande attenzione a come i singoli Assessori, liberamente, utilizzeranno le proprie possibilità, le proprie risorse ed i propri apparati. I convegni, le conferenze, le presentazioni di iniziative, l’ utilizzo dei media con inserzioni tendenziose, anche dalle voci che si sentono, potrebbero avere una moltiplicazione. Credo che questo governo e questa Giunta regionale farebbero bene a chiudere la loro esistenza con sobrietà e discrezione, ed i singoli Assessori si guardino bene dalla grancassa, dal dar fiato alle trombe, perché, oltre a non esserci i presupposti per farlo, la cosa sarebbe interpretata come una pericolosa turbativa ed un inquinamento di un dibattito politico e di un confronto che, per la prima volta, utilizzerà, nella nostra Regione, l’ opportunità dell’ elezione diretta, che è bene 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 avvenga in un atteggiamento di grande responsabilità da parte di tutti, di rigore, di sobrietà, di attenzione, di responsabilità. Stiamo attenti a non inquinare il prossimo confronto elettorale. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Moretton. Ne ha facoltà. MORETTON. Grazie, Presidente. Ovviamente, parlo per l’ interrogazione che ho presentato, essendocene altre che riguardano l’ argomento Kandinsky. Avevo sollecitato, una settimana fa, il Presidente della Giunta regionale a dare risposta urgente a questa mia interrogazione, datata 18 marzo, ma, in data odierna, purtroppo, non ho ancora avuto alcuna risposta, sebbene fosse attesa non solo dall’ interrogante, ma anche da gran parte della comunità regionale, stante la notevole diffusione che gli organi di stampa hanno dato alla procedura tecnica con cui è stato dato corso alla organizzazione e realizzazione della mostra di cui trattasi. Prendo atto, con profonda amarezza, signor Presidente, che lei oggi non è in grado di rispondere, e sono pienamente consapevole del fatto che la responsabilità di ciò non può essere imputata alla sua persona; ma la mancata risposta fa sì che su questa vicenda aumenti sempre più l’ alone dei sospetti, perché i fatti che sono accaduti sono inaccettabili per una Regione che dovrebbe dimostrare all’ opinione pubblica di essere, effettivamente, trasparente. Sono esterrefatto perché da troppo tempo, in quest’ Aula, nella Giunta e negli organi di stampa, è assente l’ Assessora competente; sembra quasi che questo problema riguardi altri e non lei in qualità di responsabile dell’ Assessorato regionale alla cultura. Ritengo che il senso di responsabilità, prima di tutto, per essere stata eletta dalla gente quale Consigliere regionale ed il senso di responsabilità per essere stata eletta, successivamente, da questo Consiglio regionale, Assessore regionale all’ istruzione, $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 10 VIII LEGISLATURA – non debba farle dimenticare che, prima di tutto, deve esserci il dovere, l’ obbligo istituzionale di assolvere agli impegni del Consiglio regionale e della Giunta regionale. Ritengo che le questioni afferenti alla messa a punto della macchina elettorale, oggi posta in officina, non possa avere priorità di sorta, né perché c’ è il gommista, né perché ci sono altri che stanno cercando di intervenire attorno ad un’ autovettura che ha una bella carrozzeria, ma un motore ancora guasto. Ritengo che su questa questione, signor Presidente, per una ragione di trasparenza, in quanto, a mio avviso le procedure non sono state seguite nel rispetto della legge, si debba, in tempi rapidi, dare una risposta, che è attesa non solo da parte dell’ interrogante, ma anche da gran parte dei Consiglieri galantuomini che fanno parte di questo Consiglio regionale e da parte della gente, che vuole sapere se esiste un comportamento trasparente oppure no, perché le carte fanno intendere altro. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Tesini. Ne ha facoltà. TESINI. Intervengo sull’ ordine dei lavori, relativamente a questo punto, perché, pur non avendo presentato, su questa specifica questione Kandinsky, una interpellanza, mi sono occupato della questione pubblicamente, tre giorni dopo che la Giunta aveva approvato la delibera di generalità che autorizzava questa iniziativa. Siccome, ormai, la cosa ha assunto un rilievo veramente eclatante, invito il Presidente a farsi parte diligente affinché, nella giornata, la Vicepresidente, nonché candidata alle prossime elezioni regionali alla Presidenza che in effetti brilla per la sua assenza in quest’ Aula da mesi - si degni di venire qui e di fugare ogni dubbio a questo riguardo, perché, in tutta franchezza, questo è quello che auspichiamo, nell’ interesse della Regione e nell’ interesse di un dibattito sereno in vista delle prossime elezioni. Che venga qui in giornata e ci spieghi la questione, perché, altrimenti, la sua assenza ed – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 il fatto di aver messo il Presidente nell’ impossibilità di rispondere oggi ad una interpellanza annunciata con una settimana di anticipo, e attesa dall’ Aula e dall’ opinione pubblica di questa Regione, perché i media ne hanno parlato abbondantemente, aggiunge sospetti ad una questione già molto preoccupante. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Cisilino. Ne ha facoltà. CISILINO. Signor Presidente, approfittando della presenza del Presidente della Giunta intervengo per ribadire l’ esigenza di rispondere alla moltitudine di interpellanze interessanti quanto quelle che oggi pensavo di poter dibattere. Quindi, Presidente, le faccio l’ ennesima richiesta di trattare le varie interpellanze, che hanno problematiche, forse, anche più interessanti di quella alla quale, oggi, attendevo una risposta. PRESIDENTE. Comunque, vorrei far presente ai colleghi Consiglieri che la Conferenza dei Capigruppo aveva determinato il tempo da dedicare in questo scorcio finale dei lavori del Consiglio alle risposte per le interrogazioni e le interpellanze. Quindi, è evidente che ora ci troveremo nella condizione di avere delle sollecitazioni da una parte per l’ urgenza di determinate risposte e, dall’ altra, per il contingentamento dei tempi: perciò, immagino che sarà opportuno trovare il modo di ritagliare, eventualmente, ancora uno spazio, a costo di immaginare un prolungamento dei lavori, tanto per non sforare quella data del 17, che è stata indicata come data limite per la chiusura dei lavori del Consiglio. Le ore sono quelle e credo che non si possa fare molto, tranne che, eventualmente, giocare sul prolungamento serale dei lavori. Ha chiesto di parlare il consigliere Puiatti. Ne ha facoltà. PUIATTI. Sono arrivato tardi, come $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 11 VIII LEGISLATURA – sempre, ma mi pare di capire che il Presidente ha risposto a tutte le interrogazioni ed interpellanze con un’ unica risposta. Mi sono letto velocemente il testo della risposta che avevo sul tavolo e volevo dire qualcosa in merito, se è possibile. Se lei ritiene, invece, che la partita sia chiusa... PRESIDENTE. No, no. Può svolgere il suo intervento. PUIATTI. Volevo dire al signor Presidente che capisco che spesso si trova a difendere posizioni indifendibili, però alcune cose sono comprensibili, altre sicuramente no. Nella mia interrogazione, la n. 1297, avevo sollevato la questione relativa a due delibere di Giunta con cui si è deciso di fare una serie di iniziative pubbliche, convegni e trasmissioni televisive a pagamento per illustrare dei progetti di legge che non saranno mai, e sottolineo mai, valutati da nessuna Commissione. Capisco che la Giunta regionale o l’ Assessore decida di fare un convegno pubblico, quindi di spendere dei soldi per spiegare, per fare un lavoro di consultazione e per spiegare una legge che c’ è, ma fare iniziative sul nulla, alla vigilia delle elezioni… Chiunque capisce che queste operazioni sono strumentali e di tipo propagandistico, che non serviranno a nulla, perché la povera Seganti o sarà infilata nel listino di Illy, oppure, altrimenti, dovrà stare a casa. Può fare tutti i convegni che vuole, non per il dato di preferenza, ma semplicemente perché la Lega Nord, a Trieste, non otterrà, complessivamente, un numero di voti sufficienti ad eleggere un Consigliere. Questa è la mia opinione. Comunque, ripeto, è stata fatta, persino, una convenzione con la RAI che prevede una trasmissione di un certo numero di passaggi, suppongo della signora, che spiegherà una cosa che non c’ è. Volevo, semplicemente, dire che in questa – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 risposta non c’ è risposta a quanto ho sollevato. PRESIDENTE. Diamo per esaurite le risposte alle interrogazioni ed interpellanze 959, 960, 962, 1297 e 1304. Sospendo i lavori e riprendiamo alle ore 11.00. /DVHGXWDqVRVSHVDDOOHRUH /DVHGXWDULSUHQGHDOOHRUH PRESIDENTE. Dichiaro riaperta la seduta. 'LVFXVVLRQHVXOGLVHJQRGLOHJJH ³'LVFLSOLQDJHQHUDOHLQPDWHULDGL LQQRYD]LRQH´ PRESIDENTE. Passiamo al punto n. 2 dell’ ordine del giorno, che prevede la discussione sul disegno di legge: “ Disciplina generale in materia di innovazione” (319). Ricordo il tempo a disposizione, che è di nove ore. Per la maggioranza le ore sono tre, mentre per l’ opposizione sono sei. Il Relatore di maggioranza ha a disposizione 27 minuti, così come il Relatore di opposizione e la Giunta. Per quanto riguarda la maggioranza, Forza Italia ha quaranta minuti, Alleanza Nazionale ventinove, la Lega Nord quaranta, l’ UDC diciotto minuti. Per l’ opposizione abbiamo il Gruppo dei DS, che ha un’ ora e trentadue, la Margherita, cinquantacinque minuti come Insieme per l’ Ulivo, gli Autonomisti quarantanove ed il Gruppo Misto cinquantacinque. La parola al Relatore di maggioranza Dal Mas. DAL MAS, 5HODWRUH GL PDJJLRUDQ]D Grazie, signor Presidente. Il disegno di legge, di iniziativa della Giunta regionale, che oggi esaminiamo, è stato approvato dalla II $WWLFRQVLOLDUL - (428) 12 VIII LEGISLATURA – Commissione permanente con i voti favorevoli della maggioranza, del Gruppo Misto, Alleanza Nazionale, il voto contrario dei Democratici di Sinistra, astenuta la Margherita. Quindi, un disegno di legge che ha avuto una maggioranza consistente... PRESIDENTE. Consiglieri, prendete posto, per cortesia, invece di fare capannello. DAL MAS, 5HODWRUH GL PDJJLRUDQ]D I rappresentanti del mondo produttivo, economico ed imprenditoriale, che sono stati sentiti in sede di audizione dalla II Commissione, hanno evidenziato una generale condivisione ed apprezzamento per questo progetto. Questo disegno di legge nasce da una precisa volontà della Giunta regionale e del suo Presidente. È stato annunciato già in sede di dichiarazioni programmatiche dal Presidente Tondo ed è il frutto di un lavoro di concertazione con la società regionale, che ha condiviso la questione di porre l’ innovazione quale tema centrale per l’ ammodernamento del Friuli Venezia Giulia. È noto che davanti a noi incombono delle sfide che sono da un lato quella dell’ allargamento ad est dell’ Unione Europea, quindi con l’ inserimento di nuovi Paesi, dall’ altro la sfida più generale che è quella cosiddetta della globalizzazione, che richiede la capacità dei sistemi produttivi di puntare alla qualità dei prodotti e di ciò che producono. Quindi, il tema dell’ innovazione non è un tema, come peraltro questa legge dice in modo molto chiaro, collegato o legato soltanto al mondo imprenditoriale e produttivo, ma è legato a 360 gradi al sistema Friuli Venezia Giulia. Questo disegno di legge rappresenta una risposta alla sfida imposta dalla globalizzazione, dal rafforzamento dei processi comunitari e dalla competizione con i Paesi emergenti e cioè la sfida della qualità e dell’ eccellenza in tutti i settori; quindi innovazione tecnologica dei prodotti e della 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 produzione, percorso che deve essere sostenuto dalle Istituzioni pubbliche, in primis la Regione, creando un necessario collegamento diretto ed efficace tra il mondo produttivo ed i centri di ricerca, compresi quelli universitari. Gli Atenei regionali giocano un ruolo fondamentale per il futuro economico, applicando i risultati delle loro ricerche al mondo delle imprese. E’ noto che l’ esigenza di fornire una trattazione ampia dell’ innovazione, così come deve essere vissuta nelle economie moderne, è il presupposto fondamentale per lo sviluppo, non solo nel dibattito accademico, ma anche tra le imprese e, soprattutto, tra i cittadini e tra le Istituzioni pubbliche. L’ innovazione tecnologica oggi rappresenta la principale leva su cui puntare per favorire lo sviluppo dei sistemi economici e, più specificatamente, per accrescere la competitività internazionale delle industrie e dei territori nel loro insieme. Il Friuli Venezia Giulia può divenire una “ Regione Innovativa” , non solo nel suo sistema produttivo-economico, ma attraverso un’ ampia azione volta a favorire un’ ampia ed efficace azione pubblica di trasformazione strutturale del welfare, dei servizi pubblici, delle amministrazioni, delle istituzioni. Quindi parliamo di un nuovo processo di sviluppo basato sul rinnovamento dell’ intero sistema socio-economico. Fondare un nuovo “ processo interistituzionale” e di partenariato sistematico con le imprese e la società civile, indispensabile per mobilitare il consenso, allineare gli sforzi, ridurre le barriere, accelerare i tempi e moltiplicare le risorse e gli investimenti, realizza una “ Strategia regionale dell’ innovazione” che favorisce una maggiore attitudine del nostro sistema produttivo ad accedere al vasto serbatoio di conoscenze codificate prodotte nelle università e nei centri di ricerca. Il provvedimento promuove peraltro nuove metodologie di incontro tra la domanda delle PMI, in gran parte latente e da rendere manifesta, e l’ offerta delle agenzie di innovazione e dei centri di ricerca presenti nella regione e di quelli operanti al di fuori del sistema regionale. $WWLFRQVLOLDUL - (428) 13 VIII LEGISLATURA – 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 La legge pone le condizioni per un’ azione geografica estesa. Questo ragionamento mi pare che sia accolto nel provvedimento, laddove si immagina che il Friuli Venezia Giulia può diventare, unitamente al Veneto ed alle Regioni confinarie ed agli Stati che sono la Slovenia e l’ Austria, una Regione che crea le condizioni affinché ci sia un vero e proprio corridoio delle tecnologie. alle nuove iniziative che stanno nascendo nel territorio, come il Polo tecnologico di Pordenone e Friuli Innovazione, cioè, un insieme di fattori che ormai sono vivi nella società regionale, di mettere insieme tutti questi mondi, affinché abbiano un luogo dove confrontare progetti, idee e strategie. Mi pare che questo obiettivo sia pienamente colto in questo provvedimento. Questa potrebbe essere una dimensione del così tante volte citato corridoio 5, che deve trovare delle reali e logiche motivazioni sulle quali fondarsi. I giovani possono avere, attraverso questa legge, nuove opportunità. Si sa quanto sia difficile costituire imprese e quanto sia difficile sostenere determinati progetti, quando tutto il sistema creditizio, di per sé, si fonda esclusivamente su garanzie reali, che non tutti sono in grado di fornire. Il sistema economico tra il Veneto ed il Friuli è prevalentemente legato non solo alla grande impresa, ma anche alla straordinaria attività ed intuizioni che ci sono nel campo della piccola e media impresa: all’ attività artigianale ed a tutto ciò che produce ricchezza, anche attraverso la fantasia e ciò che si introduce nel sistema economico globale e più ampio. Ecco perché, probabilmente, questa divisione geografica non ha grandi ragioni d’ essere. Ci sono, in realtà, ragioni più forti, che non sono quelle esclusivamente economiche, ma sono le ragioni per immaginare un Friuli Venezia Giulia più moderno, competitivo ed innovativo. Questa legge, essenzialmente, mette insieme ciò che c’ è all’ interno di questa Regione, in un sistema partecipato che parte dal basso verso l’ alto, che non immagina una visione, come dice bene la relazione che accompagna il disegno di legge. Non si tratta di riprodurre sterili posizioni burocratiche nelle quali la domanda che proviene dalla società regionale viene vissuta in modo non dinamico. Si tratta di trovare e di immaginare, come ha fatto la legge, partendo dal comitato per l’ innovazione, che è il fulcro attraverso il quale partono le politiche per l’ innovazione, dove il pubblico, il privato, l’ impresa, la ricerca, quindi la ricerca codificata, ciò che si fa all’ interno dell’ Università, ciò che si fa all’ interno dei nostri laboratori e dei centri di ricerca, che sono altamente specializzati, fino Ecco perché ha un senso immaginare una Regione che fa politica industriale, politica dell’ innovazione, politica a favore delle idee e dà fiducia alle idee. Ecco perché ritengo che all’ interno di questo disegno di legge, anche per i giovani, vi sia una prospettiva ed un punto di approdo. In sintesi il disegno di legge prevede tre strumenti pratici di intervento: - il Comitato per l’ innovazione, quale organismo deputato ad elaborare ed attuare la politica regionale in materia di innovazione, di cui fanno parte, sotto la guida del Presidente della Regione, sia membri della Giunta regionale che i Rettori delle Università, i Presidenti di Enti e Società che sono coinvolti nell’ azione sinergica a favore dell’ innovazione, oltre alle rappresentanze del mondo imprenditoriale e quindi dell’ industria, dell’ agricoltura, dell’ artigianato; - il Fondo speciale per l’ innovazione di cui all’ art. 16; - gli specifici interventi per l’ innovazione (artt. 4, 5, 6 7, 8, 9, 10, 11 fino all’ art. 14 e 15), con finanziamenti a favore di imprese industriali e artigiane, agricoltura ed itticoltura, trasporti e logistica, realizzazione e sviluppo dei parchi scientifici e tecnologici, ricerca di diffuso interesse economico-produttivo, formazione dei ricercatori e occupazione delle $WWLFRQVLOLDUL - (428) 14 VIII LEGISLATURA – persone ad elevata qualificazione, diffusione dell’ innovazione per i Welfare, per la sanità e assistenza, per le aziende innovative e per favorire la loro crescita dimensionale. Grazie, signor Presidente. /D UHOD]LRQH q ULSRUWDWD LQ DOOHJDWR DO SUHVHQWHUHVRFRQWR PRESIDENTE. La parola al Relatore di minoranza Moretton. MORETTON, 5HODWRUH GL PLQRUDQ]D Grazie, Presidente. Intervengo volentieri dopo l’ ampia ed esauriente relazione fatta dal collega Dal Mas su questo importante disegno di legge dal titolo “ Disciplina generale in materia di innovazione” . La Margherita ha accolto sicuramente con piacere il tanto atteso approdo in Aula del disegno di legge 319. Dico tanto atteso perché, dopo tanti anni, quasi cinque, mettiamo in pratica gli sterili annunci che non avevano mai prodotto alcun effetto; ora l’ imprenditoria del Friuli Venezia Giulia potrà, finalmente, avvalersi di uno strumento per l’ innovazione e per la ricerca applicata, ma anche per la ricerca scientifica. Potranno godere di questo strumento non solo l’ industria, ma anche tutte le altre categorie del vasto comparto produttivo a cui ha fatto cenno, con puntualità e competenza, il collega Dal Mas. Il Relatore di maggioranza ha fatto un’ affermazione importante ed impegnativa nel presentare questo provvedimento ed ha detto che, per la maggioranza, l’ innovazione è un tema centrale. Però, sull’ onda di questa affermazione, appunto, per dare un contributo positivo sul piano concettuale, sappiamo che il tempo non gioca a nostro favore - il tempo di noi legislatori - perché le aziende, signor Presidente, chiedono risposte immediate e qui il tempo trascorso non è stato breve, ma lungo, anzi, troppo lungo. 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 Si doveva fare prima, perché dovevate capire, per la responsabilità che avete quale forza di coalizione di governo, che la rapidità di azione tra domanda e risposta era ed è diventata una caratteristica e resterà un effetto permanente della globalizzazione. È vero quando si afferma che questo disegno di legge è importante perché affronta i problemi della globalizzazione, dove i mercati sono cambiati, ma anche la competizione è cambiata, come l’ approccio da parte delle imprese, che è diventato diverso, quindi le aziende, per essere competitive, devono disporre di una tecnologia avanzata. Però dobbiamo riconoscere che non sempre le aziende possono avere questa tecnologia avanzata, perché a volte risulta troppo costosa, perciò, hanno bisogno di potersi appoggiare ad una logistica di servizi e di infrastrutture affidabili, capace di assorbire i picchi di lavoro e facilitarne l’ operatività. Anche noi siamo d’ accordo con l’ affermazione che l’ innovazione deve essere un tema centrale, però riteniamo che questa non debba essere un’ affermazione fine a se stessa, accompagnata da uno strumento legislativo magari meramente virtuale, come altri strumenti legislativi che sono stati licenziati da questo Consiglio regionale e si sono, poi, dimostrati solo virtuali. Siamo convinti che la questione della ricerca e dell’ innovazione non debba essere considerata come un tema centrale, ma riteniamo che la ricerca non dovrà più essere una scelta e l’ innovazione un obiettivo, né possono essere considerati solo un programma o, peggio ancora, solo un tema, ma devono essere la scelta del programma. E’ qui la differenza fra il concetto che voi avete di risolvere il problema delle imprese con l’ approvazione di un disegno di legge che, pur importante, ma tardivo nel suo approdo in Aula, non tiene conto di questo fattore fondamentale, cioè che la ricerca, l’ innovazione, la ricerca applicata e tecnologica deve essere la scelta di programma e non solo un tema centrale. È limitativo, $WWLFRQVLOLDUL - (428) 15 VIII LEGISLATURA – perché le condizioni dei profondamente cambiate. mercati sono Quindi, non possiamo non stigmatizzare il grave ritardo di cui dovrete rendervi responsabili e con cui tutto ciò è avvenuto. Affrontate questo delicato tema solo a fine mandato e perché il Presidente della Giunta regionale, Tondo, ha tanto insistito perché questo disegno di legge sull’ innovazione approdasse in Aula; ci sono state battaglie e notti da lunghi coltelli affinché questo testo voluto dal Presidente della Giunta regionale potesse approdare in quest’ Aula. Il motivo è perché avete perso troppo tempo in sterili ed inutili discussioni, dimenticandovi ancora una volta delle necessità – ed hai ancora ragione Franco Dal Mas – inderogabili che emergono dall’ andamento economico di tutto il nord-est del nostro Paese. Vedete, colleghi, i segnali di crisi del nordest sono partiti anche dalla nostra Regione. Una crisi internazionale e conseguenza naturale dei noti fatti derivanti dalle questioni che hanno riguardato le torri gemelle di New York, ma non solo, derivante anche dal processo dell’ unificazione della moneta europea. Però, se siamo obiettivi, questi problemi e questi segnali di crisi non sono solo derivanti da questi fatti. È d’ obbligo ricordare che questi cinque anni di legislatura targata CdL, Casa delle Libertà, secondo il nostro punto di vista, ha fatto troppo poco per rendere la normativa esistente del settore economico adeguata a quei processi di cambiamento a cui faceva riferimento. Perché le attuali leggi che regolano il comparto produttivo del Friuli Venezia Giulia rappresentano solamente continuità. Giacché non è stato fatto nulla per aggiornarle e per apportare quelle necessarie modifiche e per renderle adeguate alle nuove situazioni derivanti dai problemi dell’ allargamento della Comunità Europea ad est. Altro che corridoio high tech, collega Dal Mas. 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 Corridoio che consente alle nostre imprese di avere tecnologia, capacità di competere, di conquistare i mercati di un’ Europa che apre ad est! Non ci pare che questo sia accaduto in questa Regione grazie a provvedimenti legislativi ideati, pensati, programmati ed approvati da questo Consiglio regionale. Nemmeno la legge sulle aree di confine, la vecchia legge 19, è stata aggiornata, ammodernata, modificata. È rimasta la legge di trent’ anni fa, nonostante il fatto che domani la Slovenia entrerà a far parte, a pieno titolo, della Comunità Europea. Ho voluto dire questo perché ho apprezzato il discorso del Relatore di maggioranza, perché il suo intervento è stato dotto, gradevole nell’ ascolto, ma perché ha fatto uno sforzo di fantasia con il quale ha dimostrato che sa sognare o che sa far sognare la maggioranza di cui fa parte, però si è dimenticato di stare con i piedi ben piantati a terra, perché la realtà è sostanzialmente diversa rispetto a quello che egli ha voluto raffigurare, come dimostra anche questo disegno di legge, al di là dei problemi legati ai tempi lunghi di gestazione di questo provvedimento, dove i tanti rivoli per i quali questa legge dovrà intervenire sul piano finanziario sono tanti e tali, ma non sono accompagnati dalle necessarie e sufficienti risorse finanziarie. Presidente, le devo ricordare che la sua maggioranza le ha fatto fare brutta figura perché non l’ ha assecondata quando lei, ripetutamente, aveva promesso alle associazioni di categoria, alle imprese ed agli imprenditori che questo disegno di legge avrebbe avuto una dotazione di venti milioni di Euro. Ci sono solo 11 milioni di Euro. Pertanto, devo dire che strada facendo si può sbagliare, e meno male che la maggioranza si è accorta che non doveva abrogare la legge 47, perché avevate pensato di abrogare anche quella, quindi, veramente avreste frantumato il vaso di cristallo in mille pezzi creando grossi problemi all’ imprenditoria. In Commissione ci siamo astenuti, perché vogliamo capire se in occasione di questo $WWLFRQVLOLDUL - (428) 16 VIII LEGISLATURA – dibattito, questo disegno di legge possa essere migliorato: solo allora la Margherita potrà esprimere un giudizio positivo. Collega Dal Mas, è vero quello che ha detto: le associazioni di categoria presenti alle audizioni si sono espresse favorevolmente. Però, non tutte. C’ è stato un masso pesante posto da una associazione di categoria che rappresenta trentamila associati in questo territorio friulano, che opera nel settore dell’ innovazione, dei servizi e dell’ informatica, la quale ha detto che con questo disegno di legge non si guarda al futuro. Non è un disegno di legge in grado di essere prospettico e di dare garanzie di sostegno e di aiuto alle imprese, fiancheggiandole. Quindi, credo che la maggioranza debba fare una valutazione seria e ponderata rispetto alle situazioni che ancora non sono chiare o non sono favorevoli a dare innovazione vera, ricerca applicata e scientifica. Se così sarà, il contributo della Margherita sarà serio e competente. Sicuramente non mancherà un contributo per fare in modo che questo disegno di legge possa essere licenziato con il maggior consenso possibile da parte di quest’ Aula, perché sono convinto che il consenso sarà il più ampio possibile solo se, in realtà, questa legge andrà a soddisfare e ad aiutare l’ imprenditoria del Friuli Venezia Giulia, che deve competere anche con il Veneto, perché quest’ ultimo ha un processo di accelerazione imprenditoriale notevolmente superiore all’ imprenditoria della nostra Regione. La nostra imprenditoria soffre questa situazione di subalternità, se così volete chiamarla, quindi noi siamo per ridare equilibrio anche nel rapporto confinario tra Regione Friuli Venezia Giulia e Veneto, per dare un contributo, a condizione che questa sia una legge seria e non virtuale, come lo è stata quella relativa ai distretti industriali. /D UHOD]LRQH q ULSRUWDWD LQ DOOHJDWR DO SUHVHQWHUHVRFRQWR PRESIDENTE. La parola alla Relatrice di 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 minoranza Dolcher. DOLCHER, 5HODWULFHGLPLQRUDQ]DGrazie, signor Presidente. Ho già esposto molto brevemente nella relazione il nostro punto di vista... PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo. Non so se lei era in Aula quando ho letto i tempi disponibili, in modo che possa regolarsi. Lei ha a disposizione ventisette minuti. DOLCHER, 5HODWULFH Normalmente parlo poco. GL PLQRUDQ]D PRESIDENTE. Il gruppo dei DS ha un’ ora e trentadue. Prima ho comunicato i tempi, poi mi sono accorto che sia lei, consigliere Tesini, che la collega Dolcher eravate fuori. DOLCHER, 5HODWULFH GL PLQRUDQ]D La ringraziamo. Mi permetto di dire che l’ intervento proposto con questo disegno di legge non è soltanto tardivo, perché, di per sé, se fosse buono, meglio tardi che mai. Quello che ci preoccupa è che, a fronte di propositi assolutamente lodevoli e condivisibili, perché non possiamo dissentire da nessuna delle affermazioni contenute nella relazione accompagnatoria, gli strumenti, invece, non ci sono o, per lo meno, sono estremamente deboli. Le misure proposte sono sostanzialmente già operanti in norme di legge in vigore, quindi non c’ è nulla di nuovo. Per esempio, ci sembra che la ricerca e l’ innovazione tecnologica sembrino quasi un obiettivo della politica, invece sono semplicemente degli strumenti. In sostanza, l’ articolato non contiene nulla di quello che è stato enunciato dal collega Dal Mas. Ad ascoltarlo, penso che tutti noi, se non avessimo visto l’ articolato, diremmo che stiamo per approvare una bellissima ed importante legge per la Regione, ma poi, se andiamo a vedere quali sono le misure proposte, ci accorgiamo che non c’ è null’ altro che interventi diretti, cioè contributi alle imprese per fare questo e quello. $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 17 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 Non per fare cose negative, anzi, tutto quello che riguarda ricerca ed innovazione va bene, ma bisogna capire se, effettivamente, lo strumento veramente utile è l’ intervento diretto ed il contributo dato all’ impresa. Questo è il problema delle imprese già in essere, pensiamo ai nostri distretti industriali. Per quanto abbiano questa connotazione di distretto, in realtà sono molto indietro nel fare sistema per quanto riguarda l’ innovazione. Noi riteniamo di no e che il compito della Regione sarebbe quello di creare un ambiente favorevole, dove gli investimenti privati possano trovare remunerazione soddisfacente, così da innescare un processo virtuoso con nuovi investimenti. Molti lamentano la carenza nella legislazione sui distretti. Io non sono in grado di farlo perché non la conosco in modo sufficientemente approfondito, ma da quello che mi viene relazionato ritengo che gli strumenti non siano assolutamente sufficienti. Quello di cui abbiamo bisogno è di capitali che trovino, nel nostro ambiente regionale, un sistema complessivamente remunerativo. Quindi, ci sono diversi piani: il piano delle imprese in essere ed il piano delle imprese future. Per quanto riguarda le imprese in essere bisogna fare in modo che si consorzino e che i contributi che, eventualmente, si volessero dare loro, fossero perché si raccordino nella ricerca e nell’ innovazione. Tutto questo si può attuare attraverso due grandi gruppi di strumenti: le risorse culturali e tecniche e le infrastrutture materiali ed immateriali. Sappiamo che in questo particolare momento lo Stato sta tagliando su tutto, ma in alcuni settori i tagli saranno molto più dannosi, cioè i settori che sostengono lo sviluppo delle imprese ed il futuro della nostra Regione, cioè l’ investimento sulla ricerca, sull’ istruzione e sulla risorsa umana, culturale ed intellettuale della conoscenza. Sulle infrastrutture materiali ed immateriali, in particolare sui sistemi di comunicazione, sappiamo bene quanto siamo in ritardo e quali sono i tempi per realizzare i pur lodevoli progetti, quindi siamo in un momento assolutamente sfavorevole, ma non solo per colpa della congiuntura internazionale... ,QWHUUX]LRQH ...quindi, su questo piano siamo molto indietro. Cosa dovrebbe pensare di fare la Regione, anziché andare a contribuire direttamente con delle erogazioni dirette alle imprese? La Regione deve sforzarsi di fare in modo che le imprese facciano sistema, cioè che si consorzino per trovare gli strumenti per produrre innovazione. Non è pensabile che una piccola impresa artigiana della nostra Regione, da sola, non dal punto di vista finanziario, sappia utilizzare il contributo se non si mette insieme con altre. Il secondo discorso riguarda le nuove imprese, che sono quelle che fanno veramente innovazione, cioè che producono beni immateriali che generalmente sono servizi e prodotti dell’ ingegno. Le imprese ad alta innovazione sono imprese che devono stare sul mercato e sono esposte ad una fortissima competizione. Sono imprese che hanno il problema di essere sufficientemente capitalizzate, cioè, attualmente, in base agli accordi europei di Basilea, le banche sono obbligate a concedere finanziamenti sulla base di precisi criteri di affidabilità, per precise disposizioni europee; non possono erogare il credito come veniva fatto finora. Quindi, al di là delle giuste lamentele del collega Dal Mas riguardo alle difficoltà di capitalizzazione dovute alle necessità di beni immobili, perché su questo si regge il nostro sistema creditizio, ci sono comunque delle regole rigide a livello internazionale. A queste regole non sono ancora sottoposte $WWLFRQVLOLDUL - (428) 18 VIII LEGISLATURA – le banche d’ affari e, quindi, si tratta di pensare a come la Regione, attraverso i suoi strumenti come Friulia o Finest, possa dare alle imprese questi capitali che servono per poter stare sul mercato. Naturalmente, per un periodo tale da poterle sostenere finché non acquisiscono una sufficiente capacità per potersi reggere da sole. Quindi, lo strumento del finanziamento diretto, anche nel caso dell’ impresa nuova, “ start up” , come si dice, non è sufficiente a sostenere la sua competizione. Non è che questi strumenti manchino nel nostro sistema. Ci sono già, ma di fatto non funzionano: se pensiamo che su cento imprese che nascono in Italia, solo trenta sopravvivono per un tempo abbastanza lungo, mentre il 10% muore nel primo anno… Questo significa che, nonostante gli aiuti che già sono previsti dalle leggi nazionali e dalle leggi regionali in materia di aiuti alle imprese, queste non ce la fanno. Per questo poniamo il problema della capitalizzazione di queste imprese di alta innovazione che, altrimenti, non sono in grado di stare sul mercato. Un altro esempio dei problemi che effettivamente ci sono in Regione: nel corso della discussione della finanziaria per il 2002 avevo proposto un ordine del giorno che non solo è stato accolto dalla Giunta, ma anche firmato da alcuni colleghi della maggioranza, che riguardava l’ innovazione informatica nell’ ambito dell’ Amministrazione regionale; in particolare, chiedevo un impegno sulla firma digitale e sugli acquisti online. Ora, a distanza di un anno e mezzo, non si è visto assolutamente niente. La firma digitale pareva cosa che dovesse avvenire a distanza di pochissimi mesi, che fosse molto avanzata. Perché lo dico? Perché, evidentemente, anche l’ innovazione del sistema regionale e del sistema pubblico è una di quelle condizioni necessarie per creare un ambiente favorevole alle imprese. Anche la lentezza nelle erogazioni, lasciamo stare se ci piacciono o no le erogazioni dirette – a me non piacciono – ma, al di là del fatto che ci piacciano o meno, 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 comunque, devono essere tempestive, perché la lentezza delle erogazioni crea un ambiente sfavorevole. Ho delineato alcuni punti; il tempo non è molto, quindi mi conviene forse salvarmelo per la discussione sugli articoli, anche se dubito che la povertà dell’ articolato ci consentirà di portare un contributo effettivo. Dico solo che noi siamo assolutamente convinti della bontà degli obiettivi e della povertà dello strumento. Questo è il nostro giudizio sulla legge. Faremo in modo di cercare di dare un contributo per migliorarla e lo faremo con serietà. Non abbiamo nessuna intenzione di fare ostruzionismo al cammino della legge, perché, per quanto pessima, comunque, si spera che non faccia danni, per cui, tutto sommato, non ci piacerà, ma non ha senso fare in modo che non venga approvata. Però chiedo all’ Aula una certa attenzione, perché se c’ è un argomento importante, in questo momento, è questo. Naturalmente, è uno, perché ce ne sono altri come la sanità, però, se non facciamo in modo di migliorare il nostro sistema produttivo, neanche il nostro sistema di welfare reggerà. Quindi, sicuramente, questo è un argomento prioritario. Se l’ Aula non dovesse prestare attenzione a questa legge, sinceramente, non mi esimerò da chiedere, eventualmente, la verifica del numero legale. Lo dico da subito, in modo che non si pensi che poi abbiamo detto una cosa e ne facciamo un’ altra. Se c’ è l’ attenzione dell’ Aula si va avanti, altrimenti, scusate colleghi, ma se siamo poco seri non abbiamo nessuna intenzione di stare al gioco. Grazie. /D UHOD]LRQH q ULSRUWDWD LQ DOOHJDWR DO SUHVHQWHUHVRFRQWR PRESIDENTE. Devo ammettere che nell’ ultima parte del suo intervento, effettivamente, c’ era un brusio particolarmente fastidioso. $WWLFRQVLOLDUL - (428) 19 VIII LEGISLATURA – Dichiaro aperta la discussione generale. Ha chiesto di parlare il consigliere Sasco. Ne ha facoltà. SASCO. Presidente, vorrei sapere quanti minuti abbiamo a disposizione come Gruppo. PRESIDENTE. Diciotto minuti. SASCO. Voglio dar atto al Presidente Tondo di aver portato in Aula questo disegno di legge. Siamo sicuramente in “ zona Cesarini” e ciò non significa che non sia stato fatto un buon lavoro, che non sia importante analizzarlo in Aula ed approvarlo in questi giorni. Mi pare che sia in linea con le dichiarazioni programmatiche della Giunta Tondo. Renzo Tondo, persona pratica e concreta, comunque, ha voluto giustamente e con l’ assoluta condivisione da parte di tutte le forze di maggioranza - e spero anche di opposizione che si trovasse lo spazio per poterne discutere e per poterlo approvare. Voglio dar atto che è una novità assoluta. Credo che anche i nostri uffici abbiano lavorato bene, perché non avevano da recuperare esperienze e lavori altrui e credo che, tutto sommato, nell’ arco di sei o sette mesi si sia arrivati a questo disegno di legge, che è un elemento positivo, a differenza di quello che ho sentito da qualcun altro, perché credo che questi debbano essere i normali tempi quando si legifera. Senza voler enfatizzare troppo, visto che ormai siamo in campagna elettorale, voglio sottolineare come il disegno di legge sia in linea ed in sintonia con quello che si è sviluppato in questa legislatura e, in particolare, in quest’ ultimo scorcio. Ritengo che la legge sull’ innovazione tecnologica del Friuli Venezia Giulia possa e debba costituire il miglior modo per concludere questa legislatura con un testo unico, in questo settore, semplice e fatto di pochi articoli. Si è parlato di genericità per qualche articolo mentre io dico che, in linea con quello 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 che abbiamo fatto ultimamente – penso alla legge sulla casa e sullo sport –, con questo provvedimento si chiude un cerchio su tutta una serie di interventi specifici di settore sui quali bisognava arrivare ad una semplificazione, quindi all’ approvazione di un testo unico; credo che questo debba essere e sia qualche cosa di positivo, perché le leggi regionali vanno fatte in questo modo. Voglio aggiungere che questa legge regionale individua con assoluta chiarezza dove vogliamo arrivare. Forse non individua come vogliamo arrivare, però questo, in gran parte, deve essere lasciato ai regolamenti. Voglio rispondere a quello che ho sentito da parte della collega Dolcher, la quale afferma che sono solo dei dispositivi per finanziare le imprese. Non è vero. Non è assolutamente vero. Voglio ricordare che, al di là degli articoli 6 e 7, che rivolgono l’ attenzione sull’ agricoltura e sui trasporti e la logistica, quindi cose un po’ particolari, l’ articolo 8 parla della creazione di nuovi parchi scientifici, che non mi pare siano dei finanziamenti finalizzati e dati al privato. L’ articolo 9: contributi alle Università. L’ articolo 10: interventi finanziati per la formazione di ricercatori. Anche in questo caso non vedo che siano dei contributi dati per un intervento specifico, dati in modo semplicistico alle imprese. L’ articolo 11 finanzia in modo specifico e diretto l’ Area di ricerca di Trieste, dove, sicuramente, oggi come oggi abbiamo la fortuna di non partire da zero, ma di avere una realtà ormai consolidata sul nostro territorio, in particolare nell’ area di Trieste. L’ articolo 12: sanità ed assistenza, sul welfare. Anche su questo si è voluto intervenire. L’ articolo 13: pubblica Amministrazione. L’ articolo 14: le Province, eccetera. Questo per sottolineare come si tratta di un provvedimento organico. Ho già accennato prima che siamo i primi in Italia. Forse dobbiamo recuperare un certo orgoglio, perché in passato siamo stati, spesso i primi, un $WWLFRQVLOLDUL - (428) 20 VIII LEGISLATURA – modello da seguire, e speriamo che avvenga così anche questa volta. Sicuramente, un tema centrale, e lo diventerà sempre di più anche nei prossimi anni. In sintesi, credo che siano tre i punti sui quali bisogna ragionare in sede di dibattito sulla legge: un coordinamento sulla ricerca applicata, che già esiste, sicuramente scoordinata, però c’ è una tradizione che la legge recupera. È da anni che si fa ricerca nella nostra Regione. Con questa legge, l’ Amministrazione regionale deve avere la capacità di diventare protagonista e di diventare il direttore d’ orchestra complessivo, avere l’ alta regia. Quindi, bisognerà recuperare su quello che già esiste, coordinando meglio, ma, ovviamente, dando ulteriore impulso. Prima ho sentito parlare del Veneto. Voglio fare una sottolineatura: nel nostro Paese si è investito molto nella ricerca, ma, purtroppo, specie in passato, è stato un investimento a livello di assistenza data, soprattutto, al mondo della ricerca, un po’ troppo chiuso in se stesso e alla grande industria, che ha utilizzato ingenti finanziamenti statali come ha ritenuto meglio fare per i propri scopi specifici. Credo che il grande merito di questa legge sia proprio quello di dare indirizzi specifici e precisi. Inoltre, voglio sottolineare l’ importanza della formazione professionale di queste nuove professioni. Ora, è inutile perdere tempo a sottolinearne eccessivamente l’ importanza. Abbiamo l’ esigenza di nuove formazioni e nuovi mestieri di alta tecnologia. La competizione, oggi, e sempre di più, sarà esasperata sulla qualità, che significa alta tecnologia, sempre più esasperata, ma non solo, significa continuo aggiornamento e spese colossali, che possono essere affrontate solo nel mondo produttivo, dalla grossa industria, che ha le spalle larghe. 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 Il merito di questa legge è quello di pensare, soprattutto, alla piccola e media industria, al mondo dell’ artigianato. Soprattutto, la media industria ha sempre più bisogno di questa alta competizione e qui, evidentemente, siamo noi che dobbiamo fare la nostra parte. State attenti all’ importanza di approvare fin d’ ora questa legge, di essere i primi nei confronti del Veneto e della Slovenia, perché vi sono tutte le condizioni, recuperando la tradizione che c’ è ed esiste, perché la nostra area geografica diventi, veramente, il baricentro ed il punto di riferimento, in questo settore, per tutta l’ area del centro e dell’ est Europa e del mondo dei Balcani, di questi Paesi che spingono per entrare nell’ Unione Europea e di cui un cospicuo numero, fra poco più di un anno, entrerà. Credo che se ci saranno emendamenti e proposte concrete per migliorare questa legge, sicuramente le analizzeremo; c’ è l’ ampia ed assoluta disponibilità nel recepirle e vorrei che fosse evitata un’ opposizione sterile, che porta solo ad inutili perdite di tempo. Condivido quello che prima diceva la collega Dolcher, e cioè che quando si parla di interventi importanti, vi è anche l’ esigenza di una presenza numericamente qualificata. Credo che la maggioranza debba farsi carico di questo problema, però, associandomi all’ appello che il Presidente Renzo Tondo ha voluto fare in Commissione e che noi condividiamo perché questa legge possa essere sostenuta da un ampio numero di forze politiche, credo che sarebbe una grave responsabilità non condividerla e, quindi, non approvarla e speriamo che, dopo l’ 8 giugno, la maggioranza possa essere artefice e protagonista per la fase attuativa in materia di innovazione tecnologica. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Fontanelli. Ne ha facoltà. FONTANELLI. Presidente, se c’ è una cosa che credo di aver capito, in questi cinque anni di lavoro in quest’ Aula come Consigliere regionale, è che non è sufficiente approvare una buona legge se dopo non vi è chi la $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 21 VIII LEGISLATURA – gestisce, ovvero, se non vi è una coerenza tra la volontà del legislatore e quella della Giunta che deve applicare e gestire la legge. Ora ci troviamo in un momento in cui il Presidente Tondo ha ancora un mese e mezzo o due di attività come Presidente, poi, comunque sia, che vinca la destra o la sinistra, cambia tutto. Sarà un’ altra Giunta ed un altro Presidente ad applicare questo strumento legislativo. Però, qui non vedo la Vicepresidente Alessandra Guerra, candidata a governare la Regione. Devo dire che non vedo neanche la gran parte degli Assessori di questa maggioranza, e tutto sommato neanche dell’ opposizione, di chi, forse, un domani potrà occuparsi di questa legge. Quindi, rischiamo di fare una discussione, sicuramente per certi versi interessante, che nessuno sta seguendo, per una legge importante, ma che, dopo, possiamo stare certi – e di questo metterei la mano sul fuoco – comunque, verrà rimaneggiata, perché altra Giunta ed altra maggioranza gestirà questo strumento. Questo è il problema. Quindi, a cosa serve questa discussione? A fare due titoli, domani, sui giornali locali, per dire che il Presidente Tondo ha fatto approvare la sua tanto desiderata legge sull’ innovazione. Quale sarà l’ effetto pratico, al di là di questo? Direi assolutamente nullo. Nullo perché saranno altri, poi, a gestire questo strumento e nullo perché il Presidente Tondo, che, probabilmente, con questa legge, pensava di lanciare la sua campagna elettorale, non sarà candidato Presidente e, di conseguenza, anche questo strumento di campagna elettorale perde qualunque significato, quindi stiamo buttando via del tempo con questa discussione. Per entrare nel merito: ero già intervenuto in Commissione, ma vedo che la maggioranza non si è fatta carico delle osservazioni. Devo dire che, ritenendo del tutto ininfluente qualunque presentazione di emendamenti in questa fase, se non a scopo puramente – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 elettorale, mi sono risparmiato la fatica di prepararli. Però devo anche dire che alcune critiche che ho fatto in Commissione restano perfettamente valide. È evidente che, in questa fase, il sistema produttivo regionale e l’ economia hanno bisogno di poter essere competitivi e di potersi confrontare con le zone più sviluppate, perché l’ apertura ad est della Comunità Europea comporta necessariamente che se vogliamo mantenere, proseguire e rilanciare lo sviluppo di questa Regione, abbiamo la necessità di un sistema produttivo competitivo e, di conseguenza, attento alle proposte di innovazione che vengono dalla ricerca. Benissimo. Questo può essere uno strumento. Credo che, così come è disegnato, si presti molto a valutazioni più soggettive che non di analisi complessiva dei bisogni di innovazione di questo sistema produttivo regionale, ma, comunque, può essere uno strumento. ,QWHUUX]LRQH Visto che il Presidente Tondo è rientrato, ribadirò un concetto iniziale del mio discorso. Vede, Presidente, quello che ho capito in quest’ Aula è che non basta fare buone leggi, ammesso che questa lo sia, ma poi bisogna gestirle, perché se vi è uno scollamento tra la produzione legislativa, la volontà del legislatore e chi la gestisce, anche la buona legge viene affondata. Mi permetto di ricordare quella leggina sui siti della I guerra mondiale, che ho portato in Aula e che è stata approvata all’ unanimità, dopodiché, la Giunta ha deciso di non finanziarla per il 2003 e gli anni successivi. La volontà del legislatore c’ era, unanime, ma lo scollamento di volontà rispetto alla Giunta ha fatto in modo che quella legge resti un pezzo di carta inutile. Così, in questo caso, la Giunta che ci sarà da luglio in poi, chiunque vinca, sarà diversa da quella attuale e, di conseguenza, l’ uso di $WWLFRQVLOLDUL - (428) 22 VIII LEGISLATURA – questo strumento diventa del tutto aleatorio. Questa legge, se oggi viene approvata, verrà modificata e gestita in modo diverso da quella che è la volontà del legislatore nel portare questa legge qui, in questo momento. Era stata la mia introduzione, ma l’ ho ripetuta perché mi sembrava elemento importante di valutazione. 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 nave e da lì lo mandiamo nell’ Italia meridionale o dove deve andare, oppure, la prossima volta che un’ autocisterna si ribalta su quell’ autostrada, per prima cosa farà un’ altra caterva di morti, perché in quel tratto il traffico è impressionante. L’ altro elemento è che, rispetto al sistema produttivo ed a quanto dicevo poc’ anzi, è necessario accentuare due elementi a cui avevo già accennato in Commissione e che mi permetto di ripetere. Signor Presidente, la invito ad andare su quella strada in un giorno di pioggia, per vedere che cosa succede alle nove di mattina. Ci sono i TIR che viaggiano a 140 km all’ ora e trasportano benzina, carburanti e chissà cos’ altro. Viaggiano, sorpassano, ci si trova una montagna d’ acqua davanti ed un rischio di incidenti elevatissimo. Il primo elemento è la specificità dell’ innovazione per il sistema produttivo e sociale della montagna. Il 50% del territorio di questa Regione è zona montana e abbiamo situazioni di spopolamento e di perdita di qualunque tipo di attività economica e sociale in una fascia enorme del nostro territorio. Quindi, servirà potenziare la ferrovia ed innovare, soprattutto spostando il traffico via mare, perché non ci sono altre alternative, a meno di non pensare che i traffici vadano da un’ altra parte, quindi chiudendo ed isolando la nostra Regione, ma non è questa la prospettiva che ci auguriamo. Tramonti di Sopra è citato come il paese che ha la maggior diminuzione di popolazione di tutto il territorio regionale, ma possiamo metterci anche tutta la Val D’ Arzino, l’ Alto tarcentino, le Valli del Natisone e possiamo andare più in alto in tutta la fascia montana. Ho voluto cogliere questi due elementi di insufficienza della proposta di legge e l’ elemento fondamentale, e cioè che presentarla a fine legislatura, quando ormai è certo che altra sarà la gestione di questa Regione, comunque sia, vuol dire che gran parte del tempo che stiamo dedicandole qui è tempo assolutamente perso. Grazie. In queste zone il problema dell’ innovazione è fondamentale. Il Ministero dell’ Università e della ricerca scientifica, con il Governo di centro-sinistra, il sottosegretario compagno Cuffaro, aveva fatto un Centro di ricerca per la montagna che non so che fine abbia fatto e che risposte potrà dare, ma, evidentemente, va data un’ attenzione particolare ai problemi della montagna, attraverso la ricerca e l’ innovazione. Forse andava inserito un capitolo specifico. L’ altro elemento forte di innovazione che questa Regione non ha saputo cogliere e portare avanti negli scorsi anni, è stato quello relativo al cabotaggio, al trasferimento del trasporto su gomma dalla strada al mare, perché è questa la strada. Non possiamo pensare che l’ autostrada che fa Trieste – Palmanova – Mestre possa sopportare – anche con la terza corsia – ulteriori sviluppi di traffico. O riusciamo a spostare quel traffico su 35(6,'(1=$'(/35(6,'(17(0$57,1, PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Vio. Ne ha facoltà. VIO. La ringrazio, Presidente. Vorrei iniziare dicendo che la discussione di questa legge avrebbe dovuto trovare maggiore attenzione. Per primo sono stato colto in fallo. Me ne scuso con i colleghi, ma era una momentanea disattenzione. In realtà, siccome l’ attenzione c’ era precedentemente e ci sarà anche successivamente su questa legge, è proprio per questa ragione che volevo intervenire. Perché è una legge qualificante e lo dico non soltanto in $WWLFRQVLOLDUL - (428) 23 - 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 forma teorica, per sentito dire o per riecheggiare la relazione del Presidente Tondo e del nostro Relatore che l’ ha brillantemente esposta, ma, innanzitutto, perché realizza l’ impegno che il Presidente Tondo si era preso nelle dichiarazioni programmatiche esponendo la sua intenzione di formare questa legge e di presentarla al Consiglio prima della chiusura della legislatura, cosa che realizza in pieno gli impegni programmatici. Questa legge ha creato, all’ esterno dell’ Aula, una vera attenzione. Ho fatto degli incontri, per esempio, con associazioni artigiane che raccolgono i piccoli e medi imprenditori, e nell’ esposizione dei termini essenziali di questa legge ho ritrovato molto interesse e molta attesa, nella percezione non soltanto che ci saranno dei finanziamenti, che sono molto importanti, ma perché hanno capito concretamente che rappresenterà una vera occasione di sviluppo delle nostre imprese. Abbiamo avuto incontri con altre realtà economiche, di enti importanti come Camera di Commercio, Autoporto ed Aeroporto e da ultimo, quest’ anno ho partecipato all’ inaugurazione dell’ anno accademico e mi ha fatto molto piacere sentire nella relazione del Magnifico Rettore, fare un accenno sostanziale all’ importanza dei contenuti – non ha menzionato la legge, ma i contenuti – dell’ innovazione tecnologica, esplicitando una soddisfazione, non tanto per il provvedimento in sé, quanto per la cultura, intesa come progettualità, che c’ è dietro a questa legge. Se si dovessero riassumere in un concetto l’ intendimento ed il substrato più importante della stessa, questa legge può consentire un’ occasione di fare sistema nel mondo economico regionale, cioè mettere il nostro sistema produttivo regionale in grado di reggere le sfide economiche future, favorendo chi ha coraggio, chi ha energie e chi ha voglia di investire, garantendo, nello stesso tempo, il sistema, cioè le sinergie per realizzare condizioni di competitività vincenti sul piano della qualità della produzione in tutti i settori. Ciò che, giustamente, ha evidenziato il collega Dal Mas, il quale l’ ha definita l’ offerta dell’ eccellenza, non soltanto nella tecnologia. Credo che sia un concetto fondamentale, che riassume in sé la sostanza di tutta la legge. Nei nuovi mercati credo che non vincerà chi produrrà di più, ma chi saprà produrre meglio. Quindi, è importante il collegamento e la sinergia che si vuole creare con questa legge e che dovrà essere, necessariamente, attraverso questa legge, con l’ Università, la ricerca e la formazione professionale. È importante la progettualità per quanto riguarda le varie infrastrutture, dal Corridoio 5 ai porti, agli Autoporti, alle strade e anche il raccordo che si vuole realizzare con il mondo del commercio, del turismo e gli altri settori imprenditoriali. Quindi, questa legge non è soltanto una legge di innovazione tecnologica, ma, prima di tutto, di innovazione culturale, cioè di adeguamento di mentalità, di una nuova visione che si vuole vedere realizzata, di un rinnovamento delle varie componenti del sistema socio-economico. Ciò vuol dire sburocratizzazione, realizzazione del cosiddetto “ e-government” su cui c’ è stato un convegno molto importante e forse trascurato, di recente -, finanziamenti per la formazione professionale dei giovani, opportunità di specializzazione e qualificazione lavorativa, attenzione per le esigenze, anche finanziarie, dell’ Università e della ricerca, capacità di darsi migliore organizzazione, che non significa soltanto acquisto di macchinari tecnologicamente avanzati, ma manifestazione di coraggio e concretezza nei propri investimenti, per tutti i soggetti economici che abbiano la capacità di essere attori e di sentirsi coinvolti nelle proprie scelte. Una buona legge non è di per sé un elemento bastante per raggiungere gli obiettivi, ma certo è essenziale per creare le condizioni perché ciò avvenga. Questa, Presidente Tondo, è una legge importante ed una buona base di partenza. Quelle funzioni di programmazione e di indirizzo nei settori produttivi che la Regione dovrà riconoscere e riservarsi sempre di più, $WWLFRQVLOLDUL - (428) 24 - 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 anche in prossimità di quella che sarà la nuova Costituzione regionale di cui il prossimo Consiglio regionale dovrà dotarsi, hanno, in questa legge, una base formidabile. Per realizzare questo è necessario e non più procrastinabile investire nel fattore umano e nella formazione di ricercatori, ossia nella capacità di attrarre cervelli in Regione. Grazie. Agli imprenditori ed ai soggetti economici ora spetta coglierne le opportunità. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Sonego. Ne ha facoltà. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Franz. Ne ha facoltà. SONEGO. Signor Presidente e signori Consiglieri. Già in Commissione il nostro Gruppo ha manifestato un atteggiamento di soddisfazione per il fatto che, finalmente, dopo un anno e mezzo di annunci giornalistici, la legge sull’ innovazione arriva all’ attenzione dell’ Aula. FRANZ. Egregio Presidente ed illustri colleghi. Questo disegno di legge, che disciplina ed introduce l’ innovazione nella nostra Regione, ha l’ obiettivo di favorire lo sviluppo del sistema produttivo regionale, ed ora, accanto alle forme tradizionali di sostegno alle imprese, la nostra Regione si pone all’ avanguardia anche in un settore strategico per i futuri assetti. La congiuntura economica mondiale è negativa e, al di là delle previsioni degli economisti, si è protratta oltre quelle che erano le aspettative, pertanto, in questo momento di difficoltà è quanto mai importante che ci sia un intervento della Regione a sostegno delle imprese. Questo disegno di legge è frutto di un lavoro di concertazione con le categorie. In un momento in cui, sempre di più, si ragiona in termini di globalizzazione dei mercati, di allargamento all’ Unione Europea e di ingresso di nazioni a noi vicine – mi riferisco in particolare alla Slovenia – è importante il ruolo della Regione a sostegno del nostro sistema imprenditoriale. È indispensabile che ci sia un processo per favorire il sorgere di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico e la capacità, soprattutto, che la nostra Regione deve esercitare di attrarre imprese da fuori Regione, non solo dalle regioni contermini, ma, soprattutto, dall’ estero. Per lo sviluppo della nostra Regione è fondamentale avere questa capacità di attrarre imprese che vengono ad investire in Friuli in settori non maturi. È noto a tutti che il primo lancio giornalistico risale a molto tempo fa. Si trattò di una sorta di agenzia giornalistica con cui il Presidente della Giunta annunciava che ci sarebbe stato un provvedimento importante, imminente, che sarebbe stato approvato in termini molto rapidi, riguardante la materia che oggi è all’ attenzione del Consiglio regionale. Per lunghissimo tempo, al lancio giornalistico non è seguito nulla e molti si sono chiesti, a lungo ed infruttuosamente, che cosa ci fosse di concreto sotto gli annunci di stampa. Il quesito è rimasto inevaso per lungo tempo. Dopo un certo numero di mesi, alcune indiscrezioni hanno fatto conoscere i primi contenuti di un progetto di provvedimento – che la Giunta peraltro non aveva ancora né valutato, né licenziato – che suscitò una vivace preoccupazione negli ambienti economici e scientifici del Friuli Venezia Giulia, in particolare per il fatto che il provvedimento di cui si vociferava, e del quale circolavano già bozze scritte, sotto il titolo magniloquente di “ Provvedimenti finalizzati allo sviluppo dell’ innovazione...” , in realtà si riduceva ad essere, semplicemente, l’ istituzione di un’ agenzia per l’ innovazione. Dopo aver fatto tanti spot pubblicitari sul fatto che questa era una Amministrazione che scioglieva gli Enti pubblici, li razionalizzava, faceva dei tentativi per uscire dall’ ingessatura di un eccessivo statalismo in versione originale, la politica della Regione in una $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 25 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 materia tanto delicata come quella di cui parliamo, si riduceva ad essere semplicemente la riproposizione di uno statalismo in versione originale, attraverso l’ istituzione di una nuova agenzia, ovvero, al di là del termine accattivante, di un nuovo ente regionale. Proprio perché preoccupati di questa proposta, gli ambienti economici della nostra Regione, in primis la Federazione regionale degli industriali, bollò quella iniziativa come un nuovo carrozzone. In conclusione, dopo aver tanto tuonato, la prima pioggerellina che si vedeva all’ orizzonte portava, come regalo, l’ istituzione di un carrozzone. L’ Amministrazione fece retromarcia. Credo che sia stato un atto di saggezza. Di questo noi vogliamo dare atto all’ Amministrazione ed anche al Presidente. Criticammo quella impostazione perché condividevamo la riserva politica e programmatica riferita all’ istituzione dell’ agenzia. In altre parole, eravamo contrari all’ istituzione di quel nuovo ente regionale. Abbiamo criticato quel provvedimento anche perché pensavamo che fosse culturalmente e politicamente vecchio, cioè pensavamo che quel provvedimento si limitasse ad essere, sotto spoglie di natura regionale, la riproprosizione di un impianto legislativo copiato da provvedimenti statali e comunitari che già intervengono nel sovvenzionamento delle iniziative di ricerca e di innovazione effettuate dalle aziende. La cosa di per sé non guasta, non fa male; certo che, per essere un provvedimento riferito all’ innovazione, era decisamente poco innovativo. C’ era la copiatura della legge 46, c’ era la copiatura di certi programmi comunitari, non c’ era quel colpo d’ ala che la Giunta regionale aveva promesso, di cui si sente la necessità, ma di cui non c’ era alcuna evidenza in quel disegno di legge. Quindi, proponemmo un ulteriore elemento di rottura nell’ approccio alle questioni di cui parliamo. Proponemmo di affrontare la tematica che la Giunta regionale sottoponeva all’ attenzione del Consiglio e della comunità non tanto pensando ad un provvedimento sull’ innovazione, ma ritenendo che fosse più utile proporre un provvedimento che si prefiggesse l’ obiettivo di aumentare la competitività del sistema Friuli Venezia Giulia. La distinzione è tutt’ altro che questione di lana caprina; è, invece, una specie di spartiacque programmatico e politico che ci divideva allora e ci divide tuttora dall’ impostazione della maggioranza. Pensiamo che sia giusto e necessario che ci sia una legge che si prefigga l’ aumento della competitività, in primo luogo perché, paradossalmente - ma il paradosso è meno irrealistico di quanto non possa apparentemente sembrare -, potremmo avere anche una legge che si prefigge lo scopo dell’ aumento del tasso di innovazione presente nel sistema, che raggiunge lo scopo dell’ aumento del tasso di innovazione presente nel sistema, ma che non per questo aumenta la competitività del sistema Friuli Venezia Giulia. Quindi, il tema che proponevamo era: evitare errori che in altre stagioni, anche recenti, la Regione ha commesso, cioè legiferare per raggiungere determinati obiettivi, ma in realtà non raggiungerli, magari spendendoci sopra anche molte risorse. Quindi, la distinzione che noi volevamo e che tuttora vogliamo introdurre è questa: lo scopo della legge non deve essere quello dell’ aumento dell’ innovazione, ma quello dell’ aumento della competitività. Qui c’ è uno scambio – ed è un tema ricorrente nella legislazione del Friuli Venezia Giulia, ma anche di altre regioni e persino nella legislazione dello Stato – tra l’ obiettivo e lo strumento. L’ aumento dell’ innovazione è uno strumento. Lo scopo, invece, è l’ aumento della competitività. Quindi, in legge dobbiamo, in primo luogo, $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 26 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 dire con chiarezza ed in maniera precisa qual è lo scopo della legge che ci apprestiamo a varare e l’ obiettivo della legge non è l’ aumento dell’ innovazione, ma l’ aumento della competitività. L’ aumento dell’ innovazione è uno strumento, anzi, uno degli strumenti per raggiungere e conseguire l’ aumento della competitività. Non è neanche l’ unico. La prima grande distinzione politica e programmatica tra l’ impostazione dell’ Amministrazione regionale e la nostra sta proprio qui, all’ articolo 1. Pensiamo che non sia utile, anzi che sia proprio sbagliato prefiggerci come obiettivo l’ aumento dell’ innovazione. L’ obiettivo da dichiarare e da perseguire è l’ aumento della competitività del sistema Friuli Venezia Giulia, proprio per evitare il rischio che, magari, noi si possa essere anche più innovativi, ma non per questo più competitivi. Quindi, il caposaldo dell’ impostazione legislativa deve essere: vogliamo l’ aumento della competitività. Come otteniamo questo aumento? Pensiamo che questo aumento si possa perseguire e lo si debba fare, in primo luogo, con misure e con politiche che assicurino un aumento della redditività di ogni lira di investimento pubblico e privato effettuati nel Friuli Venezia Giulia. Deve essere un aumento di questa redditività rispetto alla redditività attuale e deve esserci un aumento di redditività degli investimenti pubblici e privati anche rispetto agli investimenti pubblici e privati effettuati nelle altre regioni, in particolare nelle regioni contermini che fanno parte dell’ unico sistema geo-economico del nord Adriatico, Alpe Adria, che è il sistema con il quale siamo più direttamente... ,QWHUUX]LRQH Il collega Bruno Di Natale suggerisce un’ espressione che non è più di moda, lo è stata al tempo del Kosakenland che è l’ Adriatiches Kustenland. E’ corretta la pronuncia? ,QWHUYHQWRIXRULPLFURIRQR3DVVDELOH Però, Bruno, ti propongo: rassegnati, non è più tempo di Adriatiches Kustenland. Quindi, l’ obiettivo è quello dell’ aumento della redditività degli investimenti pubblici e privati. Il secondo obiettivo di una politica della Regione Friuli Venezia Giulia che aumenti la competitività del sistema è lo sviluppo di una forte politica degli investimenti pubblici e privati in infrastrutture. La questione, per tutte le ragioni che conosciamo e che non richiamo nemmeno, è decisamente strategica. Bisogna fare in modo che aumentino gli investimenti pubblici e privati in infrastrutture. Primo problema: per fare questa politica serve che anche la Regione stabilisca nei suoi programmi – e qui non c’ è nulla a questo proposito – quanti sono i danari del proprio bilancio che mette a disposizione per far crescere la politica pubblica degli investimenti in Friuli Venezia Giulia. In questa legge c’ è qualcosa che riguarda questo aspetto? No. Questo aspetto non è trattato. In secondo luogo, in questa legge dobbiamo cercare di definire in che modo favoriamo la politica degli investimenti privati in infrastrutture in Friuli Venezia Giulia. Per la cronaca ricordo che all’ inizio della legislatura ci fu un grande lavoro di questa maggioranza e in particolare di alcuni suoi settori, per far approvare la cosiddetta legge regionale sul project financing. Legge assolutamente inutile, scritta con i piedi, dei cui esiti chiedo conto ora alla maggioranza che ha governato per cinque anni. A valere su quelle norme, quanti project financing sono stati fatti in Friuli Venezia Giulia? Collega Mattassi, lei che conosce la materia. Quanti? ,QWHUYHQWR IXRUL PLFURIRQR GHO FRQVLJOLHUH 0DWWDVVL=HUR Zero. Ce ne fosse stato uno di investimenti in project financing facilitati o resi possibili da $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 27 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 quella legge che ottenne anche il voto contrario del compagno Cruder, che a quei tempi era ancora all’ opposizione, quindi si comportava ancora abbastanza bene, non come adesso. Serve una politica regionale che favorisca anche gli investimenti privati in infrastrutture. Qui dentro non c’ è nulla. Serve anche capire quale tipo di infrastrutture è necessario al Friuli Venezia Giulia. Faccio un esempio: sicuramente serve lo sviluppo, il rafforzamento ed il miglioramento della rete autostradale, però servono anche altre infrastrutture, cioè le cosiddette infrastrutture immateriali. Noi proponiamo un tema che riteniamo strategico, di cui non c’ è traccia, ed è il seguente: portare la banda larga con alta capacità di trasmissione dei dati in tutte le famiglie ed in tutte le imprese entro un termine di tempo che sia ragionevole. Che non siano i tre o due anni, o orizzonti temporali di questo genere, che sarebbero irrealistici, ma che non siano nemmeno i vent’ anni. Dobbiamo essere una Regione nella quale ogni famiglia ed ogni impresa dispone di un accesso in banda larga, e qui non c’ è nulla di tutto ciò. E questo per essere una Regione più competitiva, e ribadisco che il termine è quello della competitività, perché quello è l’ obiettivo; l’ innovazione è uno strumento e non è nemmeno l’ unico. Anche in questa legge si scambia l’ obiettivo con lo strumento e quando in una legge si scambia il mezzo con lo scopo, quella legge è destinata a fallire dalle fondamenta. Fra gli obiettivi proponiamo l’ aumento dell’ efficienza della pubblica Amministrazione. Già la collega Dolcher, da Relatrice, è intervenuta su questo aspetto. Se vogliamo fare dei passi in avanti e se vogliamo ottenere l’ obiettivo che la Giunta regionale si prefigge, seppure con i difetti che ho cercato di indicare, dobbiamo sviluppare una forte politica di “ e-government” per fare in modo che le famiglie, i cittadini e le imprese possano avere un rapporto più amichevole, più efficiente e più utile con la pubblica Amministrazione. L’ obiettivo è fare in modo che stando a casa propria si possa dialogare con le pubbliche Amministrazioni presenti in Regione, si possano fare tutte le domande di cui c’ è bisogno nella vita di una persona e di una famiglia, o di un’ impresa. Attraverso il monitor, stando a casa propria, si deve poter seguire con certezza l’ iter della pratica e attraverso il monitor e la stampante di casa propria si deve poter avere anche la risposta o il provvedimento rilasciato dalla Pubblica Amministrazione. In parole povere è questo l’ e-government. Saremo una Regione competitiva della nuova e grande Europa se riusciremo, in tempi ragionevoli, ad ottenere questo risultato. Il Friuli Venezia Giulia non è nuovo a sfide di questa natura in quanto, per un periodo di tempo discreto, siamo stati all’ avanguardia a livello nazionale per quanto riguarda l’ informatizzazione della Pubblica Amministrazione. Con coloro che ci hanno preceduto alla guida del Friuli Venezia Giulia – in questo caso parlo per la mia breve esperienza, condivisa sempre con il compagno Cruder quando era non solo all’ opposizione, ma anche al governo insieme a noi, anzi era il nostro Presidente – in questa Regione siamo stati all’ avanguardia per ciò che riguarda l’ informatizzazione della Pubblica Amministrazione, ed è stata una stagione molto importante e fruttuosa. Oggi non lo siamo più per due ragioni: primo perché quel modello di governo della Pubblica Amministrazione e dell’ informatizzazione della Pubblica Amministrazione non è più attuale e non è più in grado di ottenere i risultati di cui la Regione ha bisogno; ed in secondo luogo non è più attuale perché c’ è stato un vero e proprio salto tecnologico, un salto di offerta e di domanda di tecnologia e di prodotti che quel modello non è più in grado di offrire. Abbiamo bisogno di una forte politica della $WWLFRQVLOLDUL - (428) 28 - 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 Regione in materia di e-government, abbiamo bisogno che la Regione svolga soprattutto una funzione di programmazione ed abbiamo bisogno che la Regione si impegni anche per quanto riguarda gli investimenti in infrastrutture. Torno alla questione della banda larga. Perché dal lato della domanda? Perché se agiremo da questo lato faremo aumentare di molto il grado di trasferibilità dell’ attività di ricerca che viene fatta nei nostri Atenei e nelle nostre Istituzioni scientifiche. La banda larga è una grande, importantissima e strategica infrastruttura. Dobbiamo mobilitare risorse private. Si tratta di valutare se ed in che misura possono risultare necessarie anche risorse pubbliche e magari della Regione. Si tratta di agire dal lato della domanda per superare qualche elemento di autoreferenzialità che esiste anche nelle nostre istituzioni scientifiche ed accademiche. Se agiremo da questo lato, anche questo difetto, sicuramente superabile, potrà essere superato. Grazie. Qui introduco un ulteriore elemento, che è quello della diffusione e dello sviluppo di ciò che nei programmi comunitari si chiama la infomation technology e lo sviluppo delle autostrade dell’ informazione. Tutto questo serve per poter diventare, anche noi, Friuli Venezia Giulia, un pezzo importante di quella società europea che si chiama società della conoscenza e società dell’ informazione. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Asquini. Ne ha facoltà. Da ultimo... PRESIDENTE. Consigliere, so che questo tema le è caro, ma se riesce a fare una sintesi... SONEGO. Ci sono problemi di sintesi? Finisco. Presidente, sa che io... PRESIDENTE. È un tema a lei caro... SONEGO. È che ho ricevuto delle disposizioni per essere molto schietto e cerco di eseguirle, ma se lei mi dà delle disposizioni diverse, ascolto anche le sue. L’ ultimo obiettivo, dei cinque che voglio proporre, è quello dello sviluppo dell’ attività della ricerca e dell’ impiego dei risultati della ricerca. Condividendo alcuni aspetti dell’ impostazione della Giunta Regionale, pensiamo che sia necessario condividere, con le istituzioni di ricerca, programmi che siano coerenti con l’ impianto generale della politica del Friuli Venezia Giulia in materia di competitività e pensiamo, in particolare, che sia necessario sostenere questa politica e questo sforzo dal lato della domanda, piuttosto che dal lato dell’ offerta. ASQUINI. Brevemente, per manifestare la soddisfazione per questo avvio della discussione sul disegno di legge sull’ innovazione per quanto riguarda questa Regione. È un disegno di legge creato con uno stile nuovo. Nuovo perché non parla più di innovazione in un settore, ma parla di innovazione strategica per l’ intera Regione, quindi si introduce il concetto e si creano le basi perché l’ innovazione non sia in un settore, o sia la solita normativa di settore, solita nel pieno rispetto delle normative di settore che prevedono l’ innovazione. Qui abbiamo predisposto qualche cosa di più grande, perché si ritiene opportuno evidenziare come l’ innovazione possa nascere e possa progredire solo in un quadro complessivo dove, certo, c’ è l’ innovazione tecnologica per le imprese, c’ è l’ innovazione dell’ impresa in senso puro, però c’ è anche l’ innovazione del pubblico, per cui innovando si migliora di molto il servizio offerto al cittadino. C’ è l’ innovazione nel rapporto con il welfare, perché la qualità della vita è fondamentale. Innovazione significa anche e, soprattutto, qualità della vita. Quindi, innovazione come quadro complessivo. Questa norma è una sorta di snodo, in modo tale da consentire che attorno allo snodo di questo provvedimento, le diverse $WWLFRQVLOLDUL - (428) 29 - 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 leggi di settore sull’ innovazione possano esplicare al meglio i propri effetti. Quindi, una norma che è il perno dell’ innovazione della Regione, attorno alla quale possono appendersi, integrarsi e funzionare le diverse norme, che, quindi, vengono coordinate proprio grazie alla leggerezza del quadro complessivo inserito. Per esempio si pensi alla norma sui distretti industriali, che, certo, è stata fatta quattro anni fa, può essere migliorata ed aggiornata, però vede una naturale integrazione con quella che è un’ innovazione complessiva. Si pensi alle norme che sono state emanate in materia sanitaria, si pensi alle norme che sono state approvate in materia di industria, mi viene in mente l’ e-commerce solo perché è la più banale, non certo perché è la più importante. Dunque un quadro complessivo, una norma snodo, un provvedimento leggero che è fatto in modo da diventare il perno ed il fulcro di un sistema dell’ innovazione delle diverse normative di settore. La tecnica legislativa è innovativa. Si tratta di scrivere il meno possibile per ottenere il massimo risultato. Assolutamente innovativo è anche il modo con cui si tratta il meccanismo dei fondi. Un fondo per l’ innovazione di accesso più semplice, perché innovazione significa anche rapidità d’ intervento. Pensare di innovare in tempi che possono rischiare l’ obsolescenza – che sappiamo essere rapidissima in questa materia – dello strumento che vogliamo sostenere sarebbe gravissimo, perché rischiamo di dire tante cose che, in realtà, non possono tradursi in pratica. Invece, questa norma, anche in termini di rapidità di intervento, è una norma che può essere efficace, quindi può permettere l’ innovazione nei tempi che l’ innovazione richiede, cioè brevissimi. Dunque una norma quadro strategica, che diventa perno del quadro normativo regionale, una norma che concepisce l’ innovazione come disegno complessivo e non disegno settoriale, innovazione come qualità della vita, innovazione come progresso tecnologico. Una norma che è scritta in modo nuovo, leggero, facile da leggere e da integrare, una norma che prevede un meccanismo economico e finanziario assolutamente efficace. Dunque, per questo motivo, già nel quadro normativo del testo uscito dalla Commissione, vi è grande soddisfazione nel Gruppo di Forza Italia per questo primo passo e si auspica una rapida approvazione del testo complessivo. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Mattassi. Ne ha facoltà. MATTASSI. Presidente, avevo chiesto che il mio intervento venisse dopo quello del collega Asquini, ma non pensavo che lui fosse in grado di leggerci gli articoli della legge senza spiegarli, perché avrebbe potuto, probabilmente, risparmiarsi questo tipo di intervento, che a mio modo di vedere... ,QWHUYHQWR IXRUL PLFURIRQR GHO FRQVLJOLHUH $VTXLQL3HUFKpQRQO¶KDLFDSLWR No, l’ ho capito benissimo, ma se ci rimandavi al testo... È scritto meglio nel testo di come l’ hai spiegato. È incredibile. Dico che nel momento in cui c’ è un dibattito si cerca di intervenire nel merito delle questioni poste. Se dobbiamo fare l’ eco a quello che leggiamo sulla stampa o leggere male quello che è scritto nel testo, credo che si possa anche fare a meno di fare questo tipo di interventi. Mi pare che le questioni che sono state poste, almeno dal nostro Gruppo, in ordine a questo testo siano riferibili alla mancanza di una visione strategica che ci indichi una linea conduttrice, perché chi è contro l’ innovazione? Chi è contro la ricerca? Chi è che vuole impedire che la capacità della creazione umana si manifesti e produca sviluppo e benessere? Il problema è capire, nella dimensione regionale, cosa può significare la sfida della $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 30 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 competizione che deve traguardare la nostra Regione e la nostra comunità, la definizione, quindi, degli obiettivi intermedi e degli strumenti. Ora, in questo testo, di sicuro abbiamo l’ individuazione di alcuni titoli rispetto ai quali si vorrebbe investire. Diventa difficile assumere un punto di riferimento strutturale e, al tempo stesso, ci si chiede se gli strumenti che sono stati identificati siano quelli più idonei. Mi spiego: la prima questione che dobbiamo porci nel momento in cui dobbiamo traguardare lo sviluppo futuro in un quadro complessivo di competitività crescente è il dato del sapere diffuso. Non solo abbiamo bisogno di un sapere più colto, più preciso e più informato, ma abbiamo bisogno, soprattutto, che questo sapere sia accessibile ad una massa più larga di persone residenti nella nostra Regione. Il nostro deficit è proprio quello di non rendere partecipe l’ insieme della popolazione di quello che già nel nostro territorio si sta facendo. Grande tema che è stato al centro dell’ apertura dell’ anno accademico del professor Honsell, quando ha accennato alla questione di fondo. Nella nostra Regione abbiamo due Università, un centro di ricerca di livello internazionale e quello che non riusciamo a fare è il trasferimento delle conoscenze e delle scoperte che in quelle realtà sono state sviluppate. tutti coloro che hanno dei soldi o hanno degli stimoli di accedere all’ insieme delle conoscenze disponibili per cimentarsi con l’ applicazione delle tecnologie mature, ovvero con quelle scoperte innovative che vengono proposte dal mondo della ricerca, che nella nostra Regione non è poca cosa, e, quindi, inserirsi nel ciclo competitivo di quello che ormai è il mercato globale. Questo è un punto fondamentale. Come si fa questo, colleghi? Uno dei punti che viene suggerito e che è stato evidenziato è quello di costruire una rete della comunità che sia al passo con i tempi. In Italia, dal punto di vista delle comunicazioni, registriamo una sorta di primato dei telefonini e di sotto primato, in negativo, dello sviluppo della banda larga. È ben vero che nel mondo delle telecomunicazioni la banda larga ha avuto un freno, ma, fondamentalmente, perché non avevamo nulla da proporre. La dimensione italiana è nata all’ insegna di Internet, con cui, al massimo, ci si scambia qualche dato o qualche lettera, diversamente dalla realtà americana, dove la banda larga è nata per il circuito casalingo. Il problema è quello di fecondare il territorio, mettendo a disposizione la banda larga e, conseguentemente, una quantità di informazioni significative in un tempo molto breve. Questa è una delle condizioni che consente alla nostra Regione di stabilire, al proprio interno, una rete efficace, una rete di cittadini e di imprese che sia una comunità, che possa definirsi comunità. Quindi, nel momento in cui ci poniamo il problema di come si fa a trasferire l’ innovazione, che significa la conoscenza dei risultati, la prima risposta da dare è come la si comunica e con quali strumenti lo si fa. Questo è un grande tema. Quindi, se questo tema è vero, in parte l’ Università si pone l’ obiettivo del trasferimento delle conoscenze e delle ricerche acquisite al mondo della produzione, ma lo fa con uno strumento utile ma non sufficiente e cioè quello di sviluppare e realizzare società miste alle quali partecipa l’ Università con Enti locali e possibilmente con Associazioni di produttori, sperando di proporsi al mercato della produzione e quindi, in questo modo, di sollecitare la domanda. Questo mi pare un elemento fondamentale, perché all’ interno di questa comunità il primo dato è quello di prendere atto delle risorse di cui disponiamo. L’ altro è attivare un percorso che consenta a Il secondo elemento: è evidente che qui è $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 31 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 stato fatto un tentativo nel campo dell’ agricoltura e della pesca. Sottolineo una contraddizione, Presidente. Non si può dare soldi per le colture dedicate non alimentari, con particolare riguardo a quelle destinate alle produzioni energetiche, e poi impedire che si facciano gli impianti perché queste produzioni vengano utilizzate. Suggerisco al Presidente un atto di coraggio e di autonomia di pensiero: prenda quella legge sull’ energia e revochi, con questa legge, quei limiti che sono stati introdotti dalla legge sull’ energia. Saremmo quanto meno seri, sarebbe un atto di coerenza. Al di là di questo, c’ è stato un minimo sforzo per quanto attiene alla produzione agricola, mettendo delle risorse per una possibilità di innovazione in questa direzione. L’ altro riguarda i trasporti e la logistica, sub iudice, nel senso che, correttamente, tutte le provvidenze che sono state definite in questa legge vengano demandate all’ autorizzazione preventiva dell’ Unione Europea, essendo questo un settore sensibile e posso assicurarvi che parte di queste norme sono già contenute nella legge omnibus sui trasporti che abbiamo votato all’ inizio della legislatura. Semmai si tratterebbe di capire se vi possono essere ulteriori spazi, perché così come è scritta, questa parte non mi pare porti in nessuna direzione avanzata perché le aree attrezzate per favorire l’ interscambio dei vettori sono questioni che trovano dei limiti nella gestione. Abbiamo l’ Interporto di Cervignano, che è sotto gli occhi di tutti come vergogna regionale dal punto di vista della gestione, che è di impedimento a tutti coloro i quali hanno voglia di lavorare e li fa scappare. Al tempo stesso, è stato sviluppato l’ Interporto di Pordenone, che, finalmente, si chiama Interporto anziché centro commerciale, alla faccia della programmazione regionale. Fra un po’ succederà anche per Fernetti e Sant’ Andrea, quindi avremo chiuso anche la pianificazione dei centri di interscambio. Pertanto, abbiamo detto delle cose e ne abbiamo fatte esattamente altre, in altra direzione. Questa è la cosiddetta politica della programmazione occulta. Una cosa è quello che si dice ed un’ altra è quello che si fa. Quindi, sottolineo l’ inutilità di queste norme. L’ altro riguarda i parchi scientifici e tecnologici, rispetto ai quali una delle questioni che andrebbe focalizzata è la contemporaneità del mondo della ricerca insieme al mondo della produzione. Dobbiamo fare dei centri particolari, che non sono i BIC tradizionali, Venier, quelli che verrai a presentare martedì a Latisana. Spero che vi sia un sussulto di pensiero, perché chiunque pensi di attivare un BIC nel centro di un paese ed in una zona urbanizzata probabilmente non sa cos’ è un BIC, o vuole fare solo propaganda ad una comunità locale che in contraddizione ad altre proposte si è inventata una cosa che non sta né in cielo, né in terra. Tutta la nostra pianificazione porta le aree industriali fuori dal paese, non le tiene dentro. Mi pare evidente. La caserma di Spilimbergo è in altra collocazione, non è dentro il paese. La pianificazione porta fuori dal paese anche le zone artigianali e, quindi, chiunque pensa di fare uffici dicendo che sono incubatrici di impresa, evidentemente, dovrebbe pensare che gli uffici sono di servizio all’ impresa, ma non sono l’ impresa e dove manca l’ impresa non si fanno neanche uffici. Faccio un intervento per dirti che cosa avrei detto martedì sapendo che hai convocato una riunione... ,QWHUUX]LRQH No, l’ ha convocata la Regione e gli inviti sono partiti dall’ ufficio stampa della Regione, quindi è stata convocata e la data è stata stabilita da qui, e quello che fa specie è che tu abbia deciso di fare una cosa in contemporanea con il Consiglio regionale. Presidente, la invito a pensare a queste cose... $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 32 VIII LEGISLATURA – – SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 Per esempio, una delle questioni rilevanti, che si debbono fare, è quella dei BIC, finalizzati non al sostegno dell’ impresa, ma al trasferimento della ricerca nell’ impresa, cioè bisogna fare nascere quelle imprese che si occupino di trasferimento. Questa è una questione che nella nostra Regione, ribadisco, accanto allo sviluppo della comunicazione a banda larga, diventerà rilevantissima. Se siamo in grado di farlo, probabilmente, siamo in grado di mettere anche il turbo alla nostra economia. Se non siamo in grado di farlo, evidentemente, continueremo a gestire dei BIC con il problema di far quadrare i conti degli affitti di fine anno e, dall’ altra parte, faremo attività residuali, così come avviene in molte situazioni in cui interviene la Regione. Dove non interviene c’ è bisogno di fare, in modo che le imprese, che hanno voglia di fare, lo facciano, perché ci sono anche altre imprese che ostacolano l’ innovazione. Sia chiaro. Lascio questa riflessione al pensiero occulto, magari parliamo fuori di chi e come, perché abbiamo anche questo problema. Abbiamo le grandi imprese che non fanno il loro mestiere, che non hanno capito di dedicarsi allo sviluppo della ricerca ed abbiamo le stesse imprese che si preoccupano che altri non facciano cose nuove. Questo è il punto, cari colleghi. Quindi, il problema è liberare i vincoli delle piccole imprese che ostacolano i processi di innovazione promossi da altre imprese nella nostra Regione. Abbiamo bisogno di una società che abbia a disposizione gli strumenti per diventare una comunità e, al tempo stesso, abbiamo bisogno di più libertà di iniziativa. PRESIDENTE. Comunico che questa legge era programmata per oggi e per lunedì pomeriggio fino ad esaurimento. L’ esaurimento ci lasciava un paio d’ ore in Consiglio, per cui avrei pensato di finire questa legge, se non oggi, lunedì pomeriggio, dopodiché cominciamo subito la collegata alla finanziaria. Visto che è stato convocato l’ Ufficio di Presidenza e non vorremmo interrompere l’ intervento di Baritussio, penso che potrebbe cominciarlo nel pomeriggio. $QQXQ]LRGLLQWHUSHOODQ]H PRESIDENTE. Comunico che sono pervenute alla Presidenza le seguenti interpellanze: Fontanelli: “ Adozione della «carta dei servizi» da parte delle case per anziani e disabili” (968) Brussa: “ L’ aeroporto di Ronchi Legionari sempre più penalizzato” (969). dei I relativi testi saranno riportati in allegato al presente resoconto. 6XOSURFHVVRYHUEDOH PRESIDENTE. Poiché non ci sono state osservazioni sul processo verbale della seduta n. 426, del 27 marzo 2003, lo stesso si intende approvato. 2UGLQHGHOJLRUQRGHOODSURVVLPDVHGXWD PRESIDENTE. Comunico, quindi, che il Consiglio è convocato in seduta pomeridiana, alle ore 14.30, con il seguente ordine del giorno: 1. Seguito della discussione sul disegno di legge: “ Disciplina generale in materia di innovazione” (319) (Relatore di maggioranza Dal Mas) (Relatori di minoranza DolcherMoretton) Dichiaro chiusa la seduta. /DVHGXWDWHUPLQDDOOHRUH $WWLFRQVLOLDUL - (428) 33 - 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 5HOD]LRQLVFULWWHDGLVHJQRGLOHJJH 5HOD]LRQHGHO5HODWRUHGLPDJJLRUDQ]D'DO0DV VXOGLVHJQRGLOHJJHQ “ Signor Presidente, signori Consiglieri, l’ odierno disegno di legge, di iniziativa della Giunta regionale, è stato approvato dalla I Commissione permanente con i voti favorevoli di Forza Italia, Lega Nord, Alleanza Nazionale, Unione Democratici Cristiani, Autonomisti, Gruppo Misto - Alleanza Sociale, contrari i Democratici di Sinistra, astenuta la Margherita. I rappresentanti del mondo produttivo, economico ed imprenditoriale di questa Regione (API, Confindustria, Confartigianato, Confagricoltori, Coldiretti e Federprofessionisti), sentiti in sede di audizione dalla 2a Commissione, hanno evidenziato una generale condivisione ed apprezzamento per il progetto di legge che rappresenta un’ occasione per la crescita e lo sviluppo dei sistemi produttivi della nostra Regione. Il provvedimento, come noto auspicato dal Presidente della Regione Renzo Tondo e già annunciato all’ atto delle dichiarazioni programmatiche della sua Giunta, è frutto di un lavoro di concertazione con la società regionale che ha condiviso la necessità di porre la questione “ dell’ innovazione” quale strumento per competere in Europa e nel mondo. Il provvedimento intende favorire lo sviluppo del sistema produttivo regionale, promuovere le nuove tecnologie, la formazione professionale, l’ istruzione, l’ assistenza, la competitività e la cooperazione tra le imprese del Friuli Venezia Giulia. Un punto di partenza importante per rilanciare in modo concreto la competitività di tutto il sistema socioeconomico-produttivo regionale, affrontando la difficile congiuntura economica in cui versa l’ Europa, e prepararlo all’ ingresso della Slovenia nell’ Unione Europea ed in generale all’ allargamento ad Est. Il disegno di legge rappresenta una risposta alla sfida imposta dalla globalizzazione, dal rafforzamento dei processi comunitari e dalla competizione con i Paesi emergenti e cioè la sfida della qualità e dell’ eccellenza in tutti i settori. Quindi innovazione tecnologica dei prodotti e della produzione, percorso che deve essere sostenuto anche dalle Istituzioni pubbliche, in primis la Regione, creando un necessario collegamento diretto ed efficace tra il modo produttivo e i centri di ricerca, compresi quelli universitari. Gli Atenei regionali giocano un ruolo fondamentale per il futuro economico, applicando i risultati delle loro ricerche al mondo delle imprese. E’ noto che l’ esigenza di fornire una trattazione ampia dell’ innovazione così come deve essere vissuta nelle economie moderne è il presupposto fondamentale per lo sviluppo non solo nel dibattito accademico, ma anche tra le imprese e, soprattutto, tra i cittadini e tra le istituzioni pubbliche. L’ innovazione tecnologica oggi rappresenta la principale leva su cui puntare per favorire lo sviluppo dei sistemi economici e più specificatamente per accrescere la competitività internazionale delle industrie e dei territori nel loro insieme. Il Friuli Venezia Giulia può divenire una “ Regione Innovativa” , non solo nel suo sistema produttivo-economico, ma attraverso un’ ampia azione volta a favorire una ampia ed efficace azione pubblica di trasformazione strutturale del welfare, dei servizi pubblici, delle amministrazioni, delle istituzioni. Quindi un nuovo processo di sviluppo basato sul rinnovamento dell’ intero sistema socioeconomico. Fondare un nuovo “ processo interistituzionale” e di partenariato sistematico con le imprese e la società civile, indispensabile per mobilitare il consenso, allineare gli sforzi, ridurre le barriere, accelerare i tempi e moltiplicare le risorse e gli investimenti, realizza una “ Strategia regionale dell’ innovazione” che favorisce una maggior attitudine del nostro sistema produttivo ad accedere al vasto serbatoio di conoscenze codificate prodotte nelle università e nei centri $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 34 VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 di ricerca. Il provvedimento promuove peraltro nuove metodologie di incontro tra la domanda delle PMI, in gran parte latente e da rendere manifesta, e l’ offerta delle agenzie di innovazione e dei centri di ricerca presenti nella regione e di quelli operanti al di fuori del sistema regionale. La legge pone anche le condizioni per un’ azione geografica estesa. Innanzitutto collegando tra loro domanda e offerta di competenze e servizi su tutto il territorio regionale, aprendo cosi nuove occasioni di crescita per le aree meno sviluppate della montagna, e facendo assumere alla Regione, in un’ Europa senza confini, una posizione centrale, che si complementa ed integra con la strategia per l’ internazionalizzazione. Ciò consentirà alla Regione di collegarsi alle risorse e alle opportunità presenti in un’ area vasta e transfrontaliera disponibili nel raggio di solo un centinaio di chilometri dai confini regionali, verso il Veneto, l’ Austria e la Slovenia. Peraltro il ruolo nevralgico per lo sviluppo è il fattore umano: per produrre qualità sono necessari lavoratori di qualità. L’ ormai deficit di personale continua a frenare lo sviluppo di molte aziende, che cercano in particolare tecnici e operai specializzati, dotati di conoscenze scientifiche e informatiche. Anche il loro ruolo è oggi cambiato, non più costretti a gestualità ripetitive lungo una catena di montaggio, ma devono essere in grado di materializzare le proprie conoscenze sul prodotto finito, così da dargli un valore aggiunto spendibile sul mercato. Il disegno di legge introduce da un lato nuove opportunità a vantaggio dei giovani che intendano accedere al mondo imprenditoriale, spesso negato dalle garanzie che il sistema creditizio attualmente impone, intervenendo in loro aiuto a sostegno delle “ idee” , che sono l’ unico modo per far decollare tali iniziative e dare loro spazio ed opportunità di successo, dall’ altro lato, evitando la “ fuga dei cervelli” , incentivando l’ assunzione di personale di elevata qualificazione da utilizzare nelle attività di ricerca. In sintesi il disegno di legge prevede tre strumenti pratici di intervento: - il Comitato per l’ innovazione (art. 2), quale organismo deputato a elaborare ed attuare la politica regionale in materia di innovazione di cui fanno parte, sotto la guida del Presidente della Regione, sia membri della Giunta regionale che i Rettori delle Università, oltre ai Presidenti di quegli Enti e Società che in qualche modo sono coinvolti nell’ azione sinergica a favore dell’ innovazione oltre alle rappresentanze del mondo imprenditoriale (tre rappresentanti designati congiuntamente uno per ciascuno dei settori dell’ agricoltura, dell’ industria e dell’ artigianato, dalle organizzazione imprenditoriali maggior mente rappresentative di riferimento); - il Fondo speciale per l’ innovazione (art. 16), che tramite l’ intervento della Friulia S.p.A., interviene a favore sia di quelle imprese interessate a realizzare o sviluppare progetti di ricerca o attività di industrializzazione dei risultati della ricerca che per attuare programmi di crescita dimensionale collegati al concetto di ricerca; - gli specifici interventi per l’ innovazione (artt. 4, 5, 6 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, e 15) con finanziamenti a favore di imprese industriali e artigiane, agricoltura ed itticoltura, trasporti e logistica, realizzazione e sviluppo dei parchi scientifici e tecnologici, ricerca di diffuso interesse economico-produttivo, formazione dei ricercatori e occupazione delle persone ad elevata qualificazione, diffusione dell’ innovazione per sanità e assistenza, per le aziende innovative e per favorire la loro crescita dimensionale. Si confida nell’ approvazione del Consiglio regionale.” 5HOD]LRQHGHO5HODWRUHGLPLQRUDQ]D0RUHWWRQ VXOGLVHJQRGLOHJJHQ “ Signor Presidente, egregi Colleghi, la Margherita ha accolto con piacere il tanto $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 35 VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 atteso approdo in 2a Commissione del disegno di legge n. 319 perché, dopo tanti anni di sterili annunci che non avevano mai prodotto alcun effetto, l’ imprenditoria del Friuli Venezia Giulia potrà finalmente avvalersi di uno strumento per l’ innovazione e la ricerca. Non possiamo però non stigmatizzare il grave ritardo con cui tutto ciò è avvenuto. Affrontando questo delicato problema soltanto a fine mandato, questa Giunta e tutta la maggioranza che la sostiene, non possono non riconoscere di aver speso troppo del loro tempo in sterili ed inutili polemiche dimenticandosi, ancora una volta, delle necessità inderogabili che emergono dall’ andamento economico di tutto il Nord Est del nostro Paese. Forti sono stati, infatti, i segnali di crisi che sono partiti anche dalla nostra regione. Una crisi che è internazionale, conseguenza naturale dei noti fatti delle torri gemelle di New York e del processo derivante dall’ unificazione della moneta europea. Ma non solo. E’ d’ obbligo ricordare che in questi cinque anni di legislatura, targata CdL, troppo poco è stato fatto per rendere la normativa regionale nel settore economico adeguata ai processi di cambiamento. Le attuali leggi regionali del comparto produttivo rappresentano infatti soltanto continuità giacché questa maggioranza non è stata in grado di aggiornarle, apportando le necessarie modifiche, per renderle adeguate alle nuove situazioni derivanti dall’ allargamento della Comunità Europea ad Est. La mancata produzione di nuovi provvedimenti legislativi non ha assecondato le esigenze dell’ imprenditoria che, a fronte di un’ economia che richiede costante velocità nel dare risposte concrete, non è stata in grado di competere con i mercati in modo adeguato. Le nostre perplessità circa la possibilità di dare risposte utili ed immediate al mondo economico non sono poche, considerato anche il fatto che questa legge non è accompagnata da sufficienti risorse finanziarie. Nel merito del provvedimento preannunciamo, sin da ora, alcuni emendamenti di modifica all’ articolato che, a nostro avviso, richiede più di un aggiustamento. Per tali ragioni la Margherita si è astenuta in Commissione, ma nulla preclude un voto positivo del nostro Gruppo se, al termine dell’ esame dell’ Aula, verranno accolte le nostre proposte.” 5HOD]LRQHGHOOD5HODWULFHGLPLQRUDQ]D'ROFKHU VXOGLVHJQRGLOHJJHQ “ Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il presente progetto di legge vuole rispondere ad una esigenza imprescindibile: l’ innovazione del nostro sistema economico affinché sia in grado di competere sul piano europeo ed in genere internazionale, posto che attualmente presenta gravi segni di debolezza non dovuti soltanto alla difficile congiuntura internazionale. L’ articolato proposto non è però all’ altezza del lodevolissimo proposito e degli enunciati contenuti nella relazione accompagnatoria. L’ impianto è assai debole e pare mirato soltanto a distribuire fondi regionali a questo e quel settore economico, senza predisporre un sistema di infrastrutture che consentano all’ apparato produttivo di “ fare rete” ed a privilegiare strumenti adeguati a fare veramente innovazione. Del resto il progetto di legge vuole essere approvato alla svelta, prima della fine della legislatura, ma presto e bene… raro avviene. L’ innovazione è oggi specialmente un prodotto dell’ ingegno e sarebbe stato fondamentale che specialmente questo settore fosse incentivato affinché si inserisca un circuito virtuoso di trasmissione di conoscenze tra ricerca, prodotti dell’ ingegno tecnico e sistema produttivo. $WWLFRQVLOLDUL - (428) 36 - 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 Il nostro voto in Commissione è stato negativo, non essendo noi soddisfatti dell’ articolato. Lavoreremo però per migliorarlo perché le finalità del progetto le condividiamo e dalla disponibilità che la maggioranza dimostrerà nei confronti del nostro lavoro e dei nostri suggerimenti, dipenderà il nostro voto finale.” ,QWHUSHOODQ]HDQQXQ]LDWH “ Atteso che la legge 273 del 1995 prevede l’ adozione di una “ carta dei servizi” da parte degli enti pubblici e privati eroganti servizi; viceversa è solo l’ ultimo atto di un depauperamento dell’ aeroporto del Friuli Venezia Giulia. appreso che in molte case per anziani e/o inabili tale documento non esiste o è carente nelle specificazioni relative ai servizi erogati, ai costi a carico degli utenti e ai rimborsi previsti dalla normativa regionale; In questi ultimi mesi, infatti, si sono verificati diversi fatti che rischiano di rendere il nostro aeroporto sempre più marginale nel contesto del Nord-Est italiano. considerata l’ arbitrarietà delle situazioni che si determinano in assenza di tale documento di trasparenza e chiarezza nei confronti degli utenti e dei loro familiari; preso atto del crescente disagio tra i cittadini per la difformità di presenza sul territorio di strutture pubbliche e private, oltre che di costi delle rette e di criteri nella gestione il sottoscritto Consigliere regionale interpella per sapere se la Giunta regionale non intenda: predisporre un modello di “ carta dei servizi” per le case per anziani e/o inabili sia a gestione pubblica che privata al fine di rendere trasparente ed uniforme il servizio erogato; renderne obbligatoria l’ adozione come uno dei criteri per l’ inserimento nell’ elenco previsto dalla legge regionale 35/1982, art. 14; porre in essere periodici controlli in relazione all’ effettiva applicazione e rispetto di quanto previsto dalla stessa «carta dei servizi».” (968) “ Fontanelli” “ La nota della società aeroportuale che informa della cancellazione di molti voli Alitalia da Ronchi dei Legionari a Roma e Non si può infatti dimenticare come le due compagnie aeree “ storicamente” presenti a Ronchi dei Legionari, vale a dire Minerva Airlines e Air Dolomiti, abbiano da tempo iniziato il loro disimpegno. Air Dolomiti ha trasferito gran parte delle proprie attività, ultime le assistenti di volo, a Verona-Villafranca, da dove effettua gran parte dei collegamenti, mentre Minerva Airlines sta potenziando la propria presenza al “ Cristoforo Colombo” di Genova. Peggio ancora la vicenda che ha visto protagonista la compagnia bergamasca Gandalf, sbarcata a Ronchi dei Legionari in pompa magna (2 voli giornalieri con Bruxelles, più i voli con Budapest, Bucarest, Clui e Timisoara) e oggi, purtroppo, ormai un ricordo. Per quanto riguarda poi i collegamenti con l’ Est, anche il volo da e per Mosca è a rischio, in quanto ci sarebbero forti pressioni verso la Russija Airlines affinché abbandoni lo scalo ronchese per far rotta su quello concorrente di Treviso. Insomma, l’ ipotesi di sviluppo di rotte con il sud Italia (cancellato il Catania, ridotto il Napoli, il volo per Palermo non ancora partito, così come quello di Bari) e con l’ est Europa, che derivava dal costoso piano strategico di sviluppo affidato dal Consorzio aeroportuale alla società inglese Roland & Berger pare naufragare. $WWLFRQVLOLDUL 5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD - (428) 37 VIII LEGISLATURA – ALLA SEDUTA DELL’ 11 APRILE 2003 In tutto questo, quasi assente è la voce della Regione (azionista di maggioranza del Consorzio S.p.A.) e a nulla sono valse le ripetute sollecitazioni del sottoscritto per un suo intervento deciso e diretto in grado di consolidare una realtà aeroportuale che può esprimere ancora tante potenzialità. Ciò premesso, il sottoscritto Consigliere regionale interpella il Presidente della Giunta regionale per sapere: a) quali azioni urgenti intenda svolgere nei confronti di Alitalia al fine di scongiurare che i programmati tagli ai voli nel periodo pre e post pasquale diventino elemento non solo di disagio per gli utenti della nostra regione, ma l’ ulteriore elemento che, unito agli altri, fa perdere definitivamente capacità di attrazione allo scalo ronchese; b) quali iniziative intende assumere l’ Esecutivo regionale per rilanciare una politica aeroportuale in grado di attrarre nuove compagnie e nuovi voli da e per Ronchi dei Legionari; c) quali strategie intende porre in essere l’ Esecutivo regionale per mettere l’ aeroporto ronchese nelle condizioni di svolgere quel ruolo naturale di aeroporto di riferimento del Nord-Est verso l’ est europeo; d) quali iniziative intende assumere la Giunta regionale per creare o meno condizioni di sinergia con altri aeroporti del nord-Est d’ Italia affinché si creino condizioni di collaborazione utili a tutti e non di concorrenza, che finiscono inevitabilmente per penalizzare l’ aeroporto più debole, che è quello di Ronchi dei Legionari; alla luce delle ampie problematicità legate all’ attività dell’ aeroporto di Ronchi dei Legionari e della urgenza di affrontarle, il sottoscritto Consigliere regionale interpella altresì il Presidente della Giunta Regionale per sapere: se non ritenga di relazionare in merito al Consiglio regionale e/o alla IV Commissione competente, tenendo conto che con il 17 aprile prossimo il Consiglio regionale chiuderà di fatto l’ attività della presente legislatura.” (969) “ Brussa” $FXUDGHO6HUYL]LR5HVRFRQWL&RQVLOLDULGHOOD5HJLRQH)ULXOL9HQH]LD*LXOLD 7UDVFUL]LRQH$57&26DQ*LRUJLRGL1RJDUR6WDPSD6WDPSHULDGHO&RQVLJOLR5HJLRQDOH7ULHVWH 6WDPSDFRSHUWLQDHULOHJDWXUD7LSRJUDILD$GULDWLFD7ULHVWH