Riforma Gelmini: sintomi e vaccino INTRODUZIONE È nell’estate 2008 che ha inizio l’Era Gelmini, con il suo profondo disprezzo per il Sapere e la qualità della Scuola Pubblica. Se non riusciremo a fermarla, questo ministro rimarrà negli annali per aver tagliato crudelmente non solo la scuola, ma anche le aspettative, i sogni, le potenzialità di un’intera generazione. A Gelmini della scuola interessa molto poco: fa parte di quella cricca convinta che l’istruzione pubblica debba concedere livelli minimi essenziali per gli zucconi ed i disgraziati, mentre per i figli dei ricchi e per chi è disposto a svenarsi c’è la scuola privata, costosa ma di eccellenza, creata a misura del portafoglio. È per questo che taglia quasi 8 miliardi di euro tra il 2009 ed il 2012 e lascia a casa oltre 130000 lavoratori della scuola fra insegnanti e tecnici. Tagliare sulla scuola è subdolo: non è come tagliare i trasporti pubblici, o chiudere un ospedale; gli effetti devastanti non li vedi e non li paghi ora, ma fra cinque, dieci, vent’anni. Li paghi in ignoranza, mancanza di conoscenza, mancanza di opportunità. Senza sapere, una persona non è un cittadino libero. Se non è capace di farsi un’idea propria, se non ha le basi per realizzarsi nella società, è schiavo del potente e sottomesso al più preparato. Questo non è accettabile. Per abbattere i propositi di Gelmini e del Governo che ci sta dietro, è necessario utilizzare proprio ciò che ci vuole togliere: il sapere. Tutti devono sapere quel che si sta facendo, ognuno deve raccontarlo in giro; in nessun modo deve prevalere la falsa informazione di chi ha interesse che si dica che si sta facendo bene. Per questo abbiamo pensato a questo opuscolo. Un libricino tascabile che potete portare con voi, per raccontare al momento giusto come si sta ammazzando il sapere in questo Paese. Ricordate che, per legge, avete il diritto di discutere di questi temi a scuola, all’interno delle Assemblee d’Istituto e di Classe: l’Assemblea d’Istituto può tenersi infatti una volta al mese, per l’arco delle ore di lezione di una giornata, e così anche l’Assemblea di Classe per la durata di due ore di lezione. Un’altra assemblea mensile può svolgersi fuori dell’orario delle lezioni. Alle assemblee di istituto svolte durante l’orario delle lezioni, inoltre, ma in numero non superiore a quattro durante l’anno scolastico, può essere richiesta la partecipazione di esperti di problemi sociali, culturali, artistici e scientifici, indicati dagli studenti insieme agli argomenti da inserire nell’ordine del giorno. (Decreto Legislativo 297/94, art.12-13-14 ..potete cercarlo sul Web) Non abbassate la guardia, il lavoro da fare è tantissimo, e passa soprattutto dall’energia e dall’impegno con cui condurremo questa battaglia. Buona informazione a tutti Giovani Democratici dell’Emilia-Romagna 1 PER PARLARE DI SCUOLA DOBBIAMO TENERE BENE A MENTE GLI ARTICOLI DELLA NOSTRA COSTITUZIONE CHE LA RIGUARDANO: Art. 33. L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. È prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato. Art. 34. La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. 2 VEDIAMO, AIUTANDOCI COL RAPPORTO OCSE 2010 SULL’ISTRUZIONE ”EDUCATION AT A GLANCE”, QUALE LIVELLO RAGGIUNGEVA L’ITALIA NEL 2008, CON UN’OTTICA COMPARATIVA RISPETTO AGLI ALTRI PAESI OCSE. Dal rapporto risulta che in Italia a scuola si passa fin troppo tempo, con scarsi risultati. E per di più la scuola è snobbata dagli studenti stranieri e riceve le briciole delle finanze pubbliche; il corpo insegnanti è sottopagato e poco stimolato. Resta alta la percentuale di abbandoni. L’Ocse sottolinea che la preparazione e l’adeguata formazione sono e saranno la leva principale per uscire dalla crisi: Il miglioramento dei sistemi educativi nell’area Ocse sarà un impegno e una sfida formidabile per i governi e la loro politica pubblica. L’istruzione rappresenta un grosso capitolo della spesa pubblica e un investimento essenziale per sviluppare il potenziale di crescita a lungo termine dei Paesi. L’Italia spende il 4,5% del Pil nelle istituzioni scolastiche (un dato rimasto costante dal 1995 al 2007), contro una media Ocse del 5,7%. Solo la Repubblica Slovacca spende meno tra i Paesi industrializzati. Persino il Brasile - con il 5,2% - e l’Estonia (5%) spendono di più. Gli Usa - tra i pochi ad aver incrementato la spesa negli anni presi in considerazione - spendono il 7,6%. Nel suo insieme, la spesa pubblica nella scuola è pari al 9% della spesa pubblica totale (inclusi sussidi alle famiglie e prestiti agli studenti), il livello più basso tra i Paesi industrializzati (13,3% la media Ocse) e l’80% della spesa corrente è assorbito dalle retribuzioni del personale, docente e non, contro il 70% medio nell’Ocse. La spesa media annua complessiva per studente è peraltro di 7.950 dollari, non molto lontana dalla media (8.200), ma focalizzata sulla scuola primaria e secondaria a scapito dell’università. In Italia il top del salario per i docenti arriva dopo oltre 30 anni di lavoro. E l’incremento dall’inizio della carriera alla pensione è piuttosto basso. Ad esempio, un docente delle superiori comincia con poco più di 28mila euro all’anno di salario e arriva a 44mila solo alla fine della propria carriera. La media Ocse è la seguente: si comincia con più di 35mila euro e si approda a oltre 54mila, ma dopo 24 anni e non 35 come in Italia. Cresce il livello di istruzione. Ma se la percentuale di diplomati supera la media Ocse (da noi sono l’85% e la media è 80%), restiamo invece su livelli più bassi per quanto riguarda i laureati (32,8% , contro una media del 38%). Nel 2008 i laureati tra i 24 e i 34 anni sono stati il 20%, percentuale che si dimezza tra i 45 e i 54 (12%) e si abbatte al 10% tra i 55 e 64 anni. Nel complesso la media dell’istruzione terziaria nel Paese resta minimale rispetto a quella dei cosiddetti paesi più «ricchi». 3 NONOSTANTE LA DRAMMATICA SITUAZIONE, I MINISTRI GELMINI-TREMONTI INVECE CHE INVESTIRE NELL’ISTRUZIONE HANNO DECISO UN PIANO DI TAGLI: Già con la finanziaria 2008 il Governo Berlusconi decide di tagliare 8 miliardi di euro alla scuola: con l’articolo 64 del decreto legge del 25 giugno 2008 convertito in legge 133 dell’ 8 agosto 2008, si prevede di aumentare di un punto il rapporto alunni/docente, di ridurre il personale ATA del 17% e, in generale, di “razionalizzare” tutto ciò che riguarda la scuola al decorrere dell’anno scolastico 2011/2012. Lo schema che deriva da questo famigerato art. 64 impone una ”essenzializzazione” che deve comportare: l’eliminazione di molte sperimentazioni, i feroci tagli previsti dalla legge 133, la riduzione dell’orario scolastico, l’introduzione del maestro unico che con un * corso di 150 ore dovrà imparare l’inglese ed insegnarlo nelle classi, la cancellazione delle compresenze e la chiusura o accorpamento delle scuole “troppo piccole”; tutto questo tagliando 44.500 posti tra il personale ATA e 87.400 tra il corpo docente (sempre nel triennio). Il tutto concepito prima dell’avvento della crisi: il rigore e la recessione non c’entrano nulla, era (ed è) proprio nel DNA di questo governo la volontà di tagliare fondi al comparto scuola! * 4 PERSONALE ATA è il personale amministrativo, tecnico e ausiliario statale degli istituti e scuole di istruzione primaria e secondaria, degli istituti d’arte, dei licei artistici, delle istituzioni educative e degli istituti e scuole speciali statali, assolve alle funzioni amministrative, contabili, gestionali, strumentali, operative e di sorveglianza connesse all’attività delle istituzioni scolastiche, in rapporto di collaborazione con il dirigente scolastico e con il personale docente. I TAGLI, OLTRE A RIDURRE IL PERSONALE DOCENTE E NON, COMPROMETTONO LA NOSTRA SICUREZZA. Come già detto il numero degli alunni per classe aumenterà (ed è già aumentato), in aule che il più delle volte non saranno adatte a ospitare il gran numero di alunni, compromettendo così la nostra sicurezza. In caso di terremoti o incendi sarà davvero un problema serio come tristemente si è già verificato negli ultimi anni: un’aula stracolma di ragazzi è difficile da evacuare, ancora di più se manca la porta antipanico (cioè quasi sempre, nel 93% dei casi) e la scala di sicurezza, che non c’è tre volte su dieci. Per l’edilizia scolastica il Ministero deve trasferire a Comuni e Province 770 milioni di euro destinati agli interventi sulla sicurezza degli edifici, ma questo non è ancora avvenuto. Il tutto nonostante il rapporto di Cittadinanzattiva 2010 abbia mostrato come solo il 37% delle scuole abbia la certificazione di agibilità statica; una su quattro quella igienico-sanitaria e poco più di una su dieci quella di prevenzione incendi. Sempre dal rapporto di Cittadinanzattiva emerge un dato impressionante: il 15% degli istituti ha almeno una crepa o sulla facciata esterna o all’interno. Numeri preoccupanti, se si considera che più della metà delle scuole del campione è stata costruita in una zona a rischio sismico. I crolli di intonaco sono all’ordine del giorno e colpiscono tutti gli ambienti scolastici. Il problema, come segnala Cittadinanzattiva, è che nessuno interviene, neanche in casi urgenti. A tutto questo si aggiungono i tagli fatti ai comuni alle province e alle regioni che, almeno in parte, cercavano di fare prevenzione. 5 CON I REGOLAMENTI ATTUATIVI SUCCESSIVI ALL’ARTICOLO 64 DEL DECRETO LEGGE DEL 25 GIUGNO 2008 CONVERTITO IN LEGGE 133 DEL 8 AGOSTO 2008, LA SCUOLA PRIMARIA È STATA LA PRIMA AD ESSERE COLPITA: Prima di esporre brevemente com’è cambiata la scuola elementare con il riordino, solo qualche precisazione per capire “com’era”… tutti noi, alle Elementari, abbiamo studiato con il “Modulo”: ogni classe aveva tre maestre/i e aveva un tempo scuola di 30 o 33-34 ore con più (uno o due) rientri settimanali. Le classi di tempo pieno avevano invece 40 ore con rientri pomeridiani per tutta la settimana e due maestre/i (più lo/a specialista di inglese e religione se necessario). Questo sistema permetteva che ci fossero ore di compresenza in cui nella stessa classe fossero presenti due maestre/i in modo tale da mettere in atto una didattica a misura dello studente e, nel caso ce ne fosse bisogno, da poter seguire meglio i bambini nei momenti di laboratorio. “Facendo si comprende e si apprende”: questo sistema formativo funzionava solo grazie alle ore di compresenza. Ma anche per quanto riguarda le “gite” le norme sulla sicurezza impongono che, usciti dal recinto scolastico, i bambini necessitino di un maestro ogni 15 e così, qualche volta, grazie alla compresenza con due maestri era possibile andare in biblioteca, teatro o fare altre attività. Se poi capitava che un maestro si ammalasse nell’istituto era sempre presente un maestro (che in quelle ore aveva una compresenza) che potesse sostituirlo anche per pochi giorni. La scuola che ci consegna la Gelmini invece, è una scuola in cui un maestro prevalente passa 22 ore nella stessa classe e le altre ore (per arrivare a 27, 30, 33 o 40) sono coperte da molteplici docenti, così che il “maestro unico” tanto sponsorizzato dal Ministro, in realtà non esiste, e i bambini si trovano ad avere anche 7 maestri: uno che fa 22 ore, uno che ne fa 3, uno che ne fa 6, un altro che il martedì accompagna i bambini in mensa, uno che li accompagna il venerdì, etc.. In questo modo tutte le ore che fanno le/i maestre/i sono utilizzate per lezioni frontali e sono stati quasi totalmente eliminati i laboratori informatici e le uscite didattiche, impoverendo il bagaglio formativo degli alunni. Se da una parte si impedisce ai piccoli studenti di cominciare ad usare il computer li si priva anche dell’insegnamento dell’inglese: infatti l’obiettivo che si vuole raggiungere è un maestro unico (cosa che, comunque, abbiamo detto che non avviene) che insegni anche l’inglese; sono quindi stati previsti corsi di 150 ore (per insegnare in prima e in seconda sono 50 e da seguire in parte on-line, poi il prossimo anno se ne aggiungeranno altre ..) che serviranno ai docenti, che da sempre insegnano un’altra materia, per imparare una lingua straniera che, magari, non hanno mai studiato nemmeno da giovani. In più, nel caso un docente sia malato, i bambini vengono divisi per altre classi dell’istituto, venendo così tutti privati di un’ora di lezione poiché la/il maestra/o dovrà seguire un numero altissimo di bambini. Inoltre, come negli altri ordini di scuola, il Ministro ha imposto un aumento di studenti per classe non tenendo conto che la maggior parte delle scuole italiane sono state progettate per contenere un numero di 25 alunni per classe e non di più; e a questo aggiungiamo il problema di tutte quelle scuole italiane che hanno problemi strutturali. Insomma, quella descritta è la scuola del rigore e del grembiulino (che quasi nessuna scuola elementare ha assunto) di cui la Gelmini e il governo sono orgogliosi. 6 PER QUANTO RIGUARDA LA SCUOLA SECONDARIA DI 1° GRADO (LE SCUOLE MEDIE): Se da una parte il Ministro è andato ad incidere profondamente sulla scuola Primaria dove gli studi internazionali premiavano il modello-Italia, dall’altra ha lasciato quasi immutata (anzi ha peggiorato) la scuola media dove sappiamo erano presenti molti problemi. Ai ragazzi che frequentano quest’ordine di scuola, dietro alla maschera del “rigore” dove viene introdotto il voto in condotta e i giudizi lasciano lo spazio ai voti numerici, sono diminuite le ore di lezione (da 32 a 29), con la riduzione di un’ora italiano e un’ora di educazione tecnica. In più, come previsto già dalla legge 133 il numero di alunni per classe è aumentato, i docenti riusciranno a seguire di meno i propri alunni e soprattutto, essendo diminuiti i fondi per le supplenze, si privano i ragazzi di ore di scuola. 7 SE CONSIDERIAMO INVECE LA SCUOLA SECONDARIA DI 2° GRADO PUÒ ESSERCI UTILE FARE UNA DISTINZIONE TRA LICEI, ISTITUTI TECNICI E ISTITUTI PROFESSIONALI. I LICEI: Fino alla “riforma epocale” (come la definisce il Ministro) erano presenti alcuni principali indirizzi liceali (classico, scientifico, scientifico-tecnologico, linguistico, artistico e l’ex-magistrale, cioè scienze-sociali e socio-psico-pedagogico ) con numerose sperimentazioni (“Brocca”,”Piano Nazionale d’informatica(pni)”, ”bilinguismo” etc..). Con la riforma gli indirizzi sono passati a 6: classico, scientifico tradizionale e con la sperimentazione delle scienze applicate, linguistico, artistico con 6 indirizzi, scienze umane tradizionale con la sperimentazione economico sociale e musicale-coreutico con 50 classi in tutta Italia. Alla riduzione drastica delle sperimentazioni (che erano nate non inutilmente ma in funzione dei territori in cui erano sorte), si aggiunge la riduzione oraria in tutti gli indirizzi, il drastico calo delle lezioni in laboratorio, la riduzione del 30% degli ITP* e l’aumento di alunni per classe. Al liceo classico il Ministro si vanta di aver introdotto la lingua inglese per tutti i 5 anni, ma in realtà tutti gli indirizzi di questo tipo si erano già dotati di sperimentazioni con l’inglese. Al liceo scientifico vengono ridotte le ore di italiano, latino e lingua inglese con un aumento minimo di scienze, matematica e informatica (ma non ai livelli in cui erano presenti nei PNI); al linguistico il latino verrà insegnato solo i primi due anni. Per quanto riguarda l’annunciata introduzione, nel solo ultimo anno, di una disciplina in lingua straniera (CLIC), non è ancora stato chiarito se saranno i professori d’inglese ad imparare la filosofia o i docenti di filosofia a frequentare i corsi accelerati e brevi di inglese come previsto per i maestri unici... * 8 ITP: INSEGNANTE TECNICO PRATICO. PER SAPER PIÙ SPECIFICATAMENTE QUALI SONO I QUADRI ORARI DEI NUOVI INDIRIZZI LICEALI VISITATE IL SITO: WWW.NUOVIPROFESSIONALI.INDIRE.IT GLI ISTITUTI TECNICI: Prima dell’entrata in vigore della riforma gli istituti tecnici si dividevano in 10 tipologie (tra le quali le principali erano “commerciale”, “turismo”, ”industriale” e “geometri”) con 39 indirizzi, in modo tale da dare ai ragazzi in entrata un’ampia scelta e una formazione solida in un determinato ambito. Ora invece le tipologie tra cui i ragazzi possono scegliere sono solamente due: ECONOMICA con gli indirizzi “finanza e marketing” e “turismo” e TECNOLOGICA con nove indirizzi tra cui “meccanica”, “trasporti”, “elettronica”, ”informatica”, ”grafica”, “chimica”, etc... con 21 articolazioni. Se per esempio consideriamo la tipologia economica (in cui sono confluite le sperimentazione “igea”, “erica”, “mercurio..”) vediamo come al biennio siano state eliminate in massima parte le ore di compresenza con gli ITP sia per le ore di economia aziendale sia per quelle di madre lingua e allo stesso tempo si siano ridotte le ore di scienze e inglese con l’aumento di un’ora di geografia e un’ora di informatica a settimana. Nella tipologia tecnologica, al biennio compare la materia “scienze e tecnologie applicate” ma si riducono le ore di matematica e fisica e soprattutto scompaiono 297 ore di compresenza con gli ITP agli ITIS. Per di più nel vecchio ordinamento, gli ITP in compresenza erano assegnati a specifiche discipline, avendo una specifica qualifica di insegnamento, ora le ore di compresenza sono spalmate genericamente sul biennio e sul triennio. Sempre per il settore tecnologico al triennio calano le ore della materia caratterizzante e scompaiono economia e diritto. A tutto questo vanno aggiunte le considerazioni fatte in precedenza riguardanti le altre scuole: aumento di alunni per classe, calo delle ore complessive... ? PER SAPER PIÙ SPECIFICATAMENTE QUALI SONO I QUADRI ORARI DEI NUOVI INDIRIZZI LICEALI VISITATE IL SITO: WWW.NUOVITECNICI.INDIRE.IT 9 ISTITUTI PROFESSIONALI: Il panorama degli istituti professionali pre-riordino è complesso e variegato e estremamente diverso di regione in regione: i settori erano principalmente cinque (per citarne alcuni : agrario-ambientale, servizi socio-sanitari, artigianato etc...) con 27 indirizzi (tra cui agrotecnico, ottico, odontotecnico, abbigliamento e moda, edilizia, industrie meccaniche etc...). Ora invece i settori sono solamente due: servizi e industriaartigianato con sei indirizzi e sette articolazioni. Per quanto riguarda i “servizi” gli indirizzi sono agricoltura e sviluppo rurale, servizi commerciali, enogastronomia, servizi socio-sanitari con cinque articolazioni; nel settore “industria-artigianato” sono presenti gli indirizzi manutenzione e assistenza tecnica e produzioni industriali e artigianali con due articolazioni. Per quanto riguarda l’offerta formativa sia per i servizi sociali sia per gli indirizzi industriali-artigianali si verifica un calo delle ore complessive e in particolare delle materie caratterizzanti, diminuiscono le ore di laboratori con gli ITP. Come tutti sappiamo, la maggior parte degli studenti che scelgono questi tipi di scuole per il loro percorso scolastico ,lo fanno con l’intento di andare a lavorare una volta terminato o dopo l’esame del terzo anno. Gli istituti devono quindi formare gli studenti con molte ore di laboratorio perché abbiano una buona preparazione una volta entrati nel mondo del lavoro; un riordino che va nella direzione opposta non è certo quello che serve per questi tipi di scuole. Fino ad oggi dopo il triennio era presente un esame di qualifica a seguito del quale l’Ente di Istruzione Superiore Statale rilasciava un diploma di OPERATORE e gli studenti, passato l’esame, potevano scegliere se continuare il percorso si studi fino al quinto anno o se intraprendere la strada del lavoro. Da domani questo diploma verrà rilasciato a seguito di progetti integrati tra l’Ente di Istruzione Superiore e uno o più enti di formazione professionale, con un ruolo di sussidiarietà delle Regioni. ? PER SAPER PIÙ SPECIFICATAMENTE QUALI SONO I QUADRI ORARI DEI NUOVI INDIRIZZI LICEALI VISITATE IL SITO: WWW.NUOVIPROFESSIONALI.INDIRE.IT * A CHI RIVOLGERTI. CONTATTI DELLE FEDERAZIONI: BOLOGNA : [email protected] tel. 051 6333748 CESENA : [email protected] FERRARA : [email protected] FORLI’ : [email protected] IMOLA : [email protected] MODENA : [email protected] – cell. 335 5899196 RAVENNA : [email protected] REGGIO EMILIA : [email protected] RIMINI : [email protected] PARMA : [email protected] PIACENZA : [email protected] SEGRETARIO REGIONALE GD: Riccardo Ricci Petitoni [email protected] tel 3358411156 RESP. SCUOLA REGIONALE GD: Giacomo Gambi [email protected] tel 3202116435 TUTTE LE FEDERAZIONI HANNO IL CONTATTO ANCHE SU FACEBOOK!