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Anno VI n. 6
Giugno 2010
News Internazionali
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L’ECCELLENZA ITALIANA
PREMIATA A GLASGOW
IL “POTERE MORBIDO”
DEGLI ASO
Al Congresso mondiale Ifdh, che si
terrà a Glasgow dall’1 al 3 luglio,
verrà assegnato il World Dental
Hygienist Award – Project Category ad A. Genovesi e O. Marchisio
(Istituto Stomatologico Tirreno).
> pagina 5
Ruolo impegnativo quello dell’Assistente odontoiatrico: da una parte
di supporto alla clinica e dall’altra,
di interfaccia tra il dentista e la
segreteria, oltre che essere depositaria delle ansie del paziente.
> pagina 14
STUDI
ODONTOIATRICI
Gianfranco prada eletto a Roma
nuovo presidente Nazionale Andi
La rinascita del nuovo
Expodental di Roma
Rappresentanti da 98 Sezioni
provinciali Andi hanno preso
parte il 21 e 22 maggio all’Hotel Parco dei Principi di Roma
alla XXVI Assemblea elettiva
dei Delegati.
Dopo l’approvazione del
bilancio 2009 è stata letta, dal
presidente uscente Roberto
Callioni, l’articolata relazione
“Sei anni di associazione per
la professione”, da cui emerge
tra l’altro l’importante rappresentatività politico-sindacale
dell’Andi, forte oggi di 23
mila soci, assai più numerosi di quanto ebbe all’inizio la
gestione uscente.
Dopo la cena di gala, nella
serata di venerdì 21 nell’incantevole Palazzo Doria Pamphili
(presenti oltre 250 convitati)
seguita dall’intervista pubblica
al presidente uscente da parte
di Michela Vuga, giornalista
Rai, si è tenuto, la mattina
dopo, l’atteso confronto elettorale per il rinnovo della guida
dell’Associazione per i prossimi
quattro anni.
DT
pagina 2
In Europa i mercati del dentale
sfidano la depressione economica
Lo scorso 15 maggio a
Ferrara, nel Castello degli
Estensi, è stato presentato il
38° International Expodental alle aziende e ai giornalisti italiani.
L’edizione 2010, che ha il
titolo “Science & Magnificence” si svolgerà a Roma i
prossimi 7-8-9 ottobre presso
la Fiera Roma e sarà allestita
nei padiglioni 7-8-9-10.
La manifestazione è alla
sua 2a edizione romana, dopo
il successo del 2009 che ha
coinvolto circa 22.000 visitatori (+ 24% rispetto al 2008)
e ha ospitato 340 espositori
(+ 8% rispetto al 2008).
Nel corso della presentazione, che è stata preceduta da una visita guidata al
magnifico castello e seguita
dalla visita a una importante
mostra artistica in un altro
palazzo storico, sono state
illustrate numerose novità, tutte sottolineate da una
filosofia indicata anche sulle
brochure: la più importante
manifestazione italiana vuole
dare il benvenuto a espositori
e visitatori nella famosa città
“caput mundi”, dove la cultura e gli affari si intrecciano
alla storia e al divertimento.
DT
pagina 3
Lipsia, Germania: Un nuovo
rapporto dell’Associazione dei
Commercianti del dentale in
Europa (ADDE), in Svizzera, ha
rivelato che l’anno scorso i più
importanti mercati del dentale in Europa hanno raggiunto
tassi di crescita superiori al 3%.
La Francia ha avuto i tassi di
crescita più alti nel 2009 con il
20%, seguita dal Regno Unito
(7,4%) e dalla Germania (3,2%).
Pur essendo il secondo produttore di attrezzature dentali
in Europa, il mercato italiano
si è ridotto del 5,9%, secondo il
rapporto.
La relazione ha inoltre evidenziato che le vendite di unità
dentali e di attrezzature sono
cresciute del 5,3%, mentre le
vendite di beni di consumo sono
rimaste stabili.
Mentre il mercato delle
attrezzature di laboratorio è leggermente aumentato, le vendite di unità CAD/CAM non ha
mostrato alcuna crescita significativa.
La relazione dell’ADDE, che
viene pubblicata annualmente,
comprende l’evoluzione del mercato in oltre 15 Paesi.
Daniel Zimmermann, DTI
2
News e Commenti
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
Editoriale
Tutti prima
Italian Edition
prada eletto nuovo
presidente Nazionale Andi
o poi vanno
dal dentista
Gentilissimi lettrici e
lettori,
nei
momenti di
grande cambiamento sociale anche un
Ordine professionale, e quindi una categoria, non può
che essere lo spaccato della
società in cui è radicato. Nel
corso dell’incontro del 25
maggio scorso presso la sede
del Ministero a Roma, il direttore generale delle professioni sanitarie, Giovanni
Leonardi, ha assicurato che
la riforma delle professioni
dovrà necessariamente tener
conto del contributo degli
Ordini e delle Associazioni
di rappresentanza dei liberi
professionisti, in particolare
per l’area Sanità e Salute di
Confprofessioni. Ma quanto
diverse sono le posizioni e le
idee di oltre 50.000 odontoiatri su cosa deve essere il professionista del futuro, su cosa
lasciare e cosa conviene cambiare? Ci sono spaccature politiche, generazionali, di sesso, di regioni, di lobbies. Ma
ci siamo chiesti quanto una
categoria così piccola potrebbe influenzare con cambiamenti positivi ed equilibrati
l’intera popolazione italiana?
Dagli avvocati, dai notai, ma
anche da un cardiologo, un
cittadino potrebbe non andare o dover andare nel corso
della vita; invece tutti devono
andare dal dentista.
E se non ci vanno è per motivazioni estranee all’indispensabile necessità.
Pensate quanto un cambiamento positivo di una categoria potrebbe influenzare altrettanto positivamente tutta
la nostra società.
Anni fa, Elettra Dorigo, presidente del Collegio docenti, e il presidente dell’Unidi,
Mauro Matteuzzi, invitarono all’unità per affrontare momenti difficili: invito accolto solo in parte.
Il 22 maggio è stato eletto
Gianfranco Prada, nuovo
presidente Andi, la più importante associazione di categoria per numero di iscritti
(23.000), con un’ampia maggioranza (circa il 60% dei
voti dei delegati, circa 14.000
iscritti) su oltre 50.000 dentisti iscritti all’Ordine.
Dunque, la nuova sfida è il
dialogo con quei restanti (di
cui molti non iscritti a nessuna associazione) che non
trovano identità in nessuna
parte. In ogni posizione c’è
qualcosa di importante, ma,
come sostiene Prada, non ci
si può esimere dal contestualizzare la propria professione
nella società in cui siamo. Con
beneficio di tutti: siete forse gli
unici che potrebbero parlare
al 100% della popolazione.
L’Editore
patrizia Gatto
[email protected]
DT
pagina 1
A confronto, in un clima di
competizione teso ma formalmente corretto, la lista (e i programmi) di Francesco Scarparo,
attuale presidente Cic e di Gianfranco Prada, Segretario sindacale nazionale Andi negli ultimi
sei anni.
Il risultato, scaturente dalle
urne, ha dato la maggioranza
delle preferenze a quest’ultimo
con 297 voti contro i 185 di Scarparo. Nuovo Presidente Andi
per il quadriennio 2010-2013,
Prada si avvarrà di un Esecuti-
vo composto da un Vice Presidente Vicario (Mauro Rocchetti
di Viterbo), due Vice Presidenti
(Massimo Gaggero di Genova e
Aldo Nobili di Bologna), un Vice
Presidente vicario delegato per
le regioni (Stefano Mirenghi
di Massa Carrara) e di Gerardo
Ghetti di Faenza, riconfermato
Tesoriere nazionale, di Nicola
Esposito di Bari, Alberto Libero di Vercelli e Carlo Ghirlanda
di Roma, rispettivamente quali
Segretario generale, sindacale e
culturale.
Numerosi e importanti ospiti
hanno assistito alla riapertura
Il nuovo Esecutivo Andi.
dell’Assemblea, prendendo a loro
volta la parola per un indirizzo
di saluto. Nei suoi interventi,
durante e dopo l’elezione, Prada
ha riconfermato le linee generali di un programma elettorale
che vede in prima linea la difesa
della libera professione, specie
nel confronto con i Fondi sani-
tari integrativi e l’“erosione” di
altre figure professionali ai danni del dentista, la collaborazione
con il Ministero della Salute, la
tutela dei soci che svolgano attività come dipendenti e collaboratori e, infine, l’antico cavallo
di battaglia della lotta contro
abusivismo e prestanomismo.
Le obiezioni del neo presidente alle accuse
provenienti dal “fronte Scarparo”
Qualche battuta a caldo “rubata” subito
dopo la nomina al neo presidente, a colui
cioè che ha l’arduo compito di traghettare
il maggior sodalizio associativo odontoiatrico italiano verso obiettivi difficili e non
del tutto condivisi, almeno a giudicare
dall’opposizione esistente in seno all’Andi (“in qualche senso ce l’aspettavamo”,
dice Prada) la cui virulenza si è colta specie nel dibattito che ha preceduto il voto.
L’accusa, che sotto varie nomi e forme
ha preso soprattutto corpo negli interventi
di Scarparo e suoi sostenitori, è quella di
“centralismo democratico”, accentramento
verticistico giudicato poco rispettoso delle
istanze ed esigenze della periferia.
Ma Prada riafferma il consenso condiviso
tra centro e organi provinciali delle decisioni
che hanno ispirato la gestione Callioni, che
non possono pertanto essere contestate ora
come “antidemocratiche” o “non conosciute” dalla base. “È mancata probabilmente
la comunicazione a livello nella fascia intermedia – osserva –. Bisognerà colmare la
lacuna, magari attraverso newsletter da far
pervenire direttamente all’iscritto”.
Più o meno la stessa critica è fioccata dal
punto di vista “economico”.
Della quota versata dall’iscritto dicono le
voci contrarie solo una piccola parte rimane
alla periferia, l’altra affluisce all’Andi centrale, impedendo di fatto l’autonomia periferica e le iniziative locali.
“I soci – è l’osservazione di Prada – devono
dirci se vogliono che servizi e iniziative siano generalizzate oppure no. I servizi costano
– sottolinea – e questo spiega anche la centralizzazione delle entrate. Si può comunque
pensare a centri intermedi operanti a livello regionale”. Altro punto essenziale della
passata dirigenza è la necessita di insistere
sulla comunicazione “endo” e “eso” categoriale. L’ex presidente ne è stato un convinto
assertore (lo si è visto anche nella sapiente
regia mediatica dell’elezione romana).
Prada, uomo più di mediazione che di
comunicazione, non esita tuttavia a riconoscerlo come un plusvalore e si dichiara pronto a seguire le orme del predecessore (pur
constatando che i soci Andi sono oggi letteralmente “bombardati” d’informazioni).
Ritornando all’opposizione, Prada, dopo
aver ribadito della categoria la propria
visione riformista/avveniristica contro la
concezione “arroccata” di Scarparo e suoi,
esprime la volontà della nuova Giunta di
aprire all’opposizione, coinvolgendola anche
in alcune modifiche giudicate necessarie
dello Statuto.
m.boc
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Dr. Karl Behr, Endodontics, Germany
Dr. George Freedman, Esthetics, Canada
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Dr. Edward Lynch, Restorative, Ireland
Dr. Ziv Mazor, Implantology, Israel
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Prof. Dr Rudolph Slavicek, Function, Austria
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Anno VI Numero 6, Giugno 2010
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Castellucci, Alessandra Majorana, Giuseppe Bruzzone
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Franco Romeo, Marisa Roncati, Randal Rowland, Franco Tosco,
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Contributi
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Coordinamento editoriale
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Hanno collaborato
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Coordinamento tecnico-scientifico
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Grafica e impaginazione
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News e Commenti
Italian Edition
3
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
La rinascita del nuovo Expodental di Roma
al castello degli Estensi a Ferrara
la sarà lasciato all’improvvisazione: esiste un piano strategico
triennale e tematico (quest’anno
il tema sarà l’odontoiatria infantile, nel 2011 l’implantologia e
nel 2012 l’estetica).
Intento, dunque, di crescita
e di ampliamento per questa
DT
manifestazione che vuole guardare al futuro e conquistarsi
un posto di maggior rilievo nel
panorama europeo e mondiale. Per questo la Promunidi ha
stretto importanti joint venture
con le più importanti manifestazioni fieristiche mondiali per
un supporto reciproco.
Ritengo che tutti gli italiani
non possano che augurarsi che
queste prospettive siano non
solo attese, ma superate, anche
con orgoglio: altro che fine conclamata da qualche straniero, e
non solo all’edizione di Milano
del 2008, ma addirittura una
grande rinascita per l’Expodental e per tutto il settore italiano. Dove meglio iniziarla se non
nel meraviglioso rinascimentale
castello degli Estensi ferraresi?
patrizia Gatto
pagina 1
Questa, quindi, la nuova veste
con cui, dopo il primo test del
2009 e il relativo successo, la
nostrana Expo si vuole presentare a tutta la filiera italiana,
ma anche al pubblico internazionale, candidandosi per allargare sempre di più l’interesse
agli operatori di tutto il mondo
per tante e importanti ragioni:
l’eccellenza dell’odontoiatria italiana nel mondo, il posto importante che l’industria italiana e
il mercato italiano detengono
nei mercati internazionali, fiore
all’occhiello per il sistema del
Paese, ma anche per offrire una
indiscussa capitale italiana della cultura, della storia, dello stile e, perché no, del divertimento
made in Italy.
Il desiderio è che l’Expodental annuale romano diventi una
vera e propria “esperienza”, un
momento importante in cui
condividere affari, opinioni,
aggiornamento e tempo libero
ai massimi livelli.
Questo il motivo esposto
dall’organizzatore dell’incontro
a Ferrara, Roberto Rosso, dal
Presidente dell’Unidi Mauro
Matteuzzi, dal Presidente della
Promunidi Alessandro Gamberini e dal Consigliere del
Direttivo Unidi Maria Gaggiani, relativamente alla scelta
della “gita” culturale a Ferrara: da questa location culturale
che unisce il lavoro a momenti
di tempo libero insieme parte
l’idea di “esperienza” che volevano trasferire ai partecipanti.
Tale infatti è stato il bellissimo
evento di Ferrara, soltanto rovinato purtroppo da una persistente pioggia.
A supporto di questi obiettivi
ambiziosi di scienza e magnificenza, la manifestazione allestirà nel 10° padiglione, collegato
a tutti gli altri, un centro congressi ancora più interessante
e coinvolgente del 2009, promettono gli organizzatori (nel
2009 avevano partecipato 1400
congressisti di 10 categorie professionali, in 7 congressi scientifici principali e 5 workshop
aziendali).
Numerose le organizzazioni
che si occuperanno della parte
scientifica con un programma
per odontoiatri, odontotecnici,
igienisti dentali, assistenti e
anche interdisciplinari con altre
categorie sanitarie. Sempre più
importante diventerà l’aggiornamento tecnologico con corsi
mirati a numero limitato di partecipanti. Grande novità, poi,
sarà il simposio di management
di cui daremo ampie anticipazioni prossimamente. Inoltre,
si prevedono eventi culturali e
sociali anche nell’area romana.
Occorre sottolineare come nul-
DATI CLINICI
CONFERMANO L’EFFICACIA A LUNGO
TERMINE DI ORAL-B® TRIUMPH®
Oral-B® è la marca di spazzolini
elettrici più utilizzata dai
dentisti italiani.
Oral-B® Triumph® ha dimostrato significativi benefici
sulla salute gengivale in due studi a lungo termine1
Oral-B® è la marca di spazzolini elettrici
più raccomandata dai dentisti nel mondo.
Per ulteriori informazioni e per l’accesso ai dati
contattare il numero 06.5097.2534.
Riferimento: 1. Dati in archivio, P&G.
© 2009 P&G
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News e Commenti
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
Italian Edition
Ricerca integrata Key-Stone
fotografa lo stato di salute del dentale
A Brugg molti sono gli appuntamento importanti cui è un
“must” partecipare. Basta ricordare l’ormai tradizionale convegno sull’Odontoiatria essenziale
che ha la magica virtù di radunare nella stessa sala i rappresentanti di numerosissime sigle,
unite dalla solidarietà, ma divise
dal “campanile” e dai vari modi
di intendere l’aiuto agli altri.
Se, invece, si vuole “tastare il
polso” al dentale, conoscerne il
trend, sapere dove sta andando,
basta presenziare alla (ormai
tradizionale anch’essa) “Analisi di Settore” che la Key-Stone,
Istituto specializzato in salute e
benessere, svolge in nome e per
conto di Unidi, con occhio approfondito e “sintetico”, spaziando
dall’alto (e da vicino) sulla filiera, per ricavarne un quadro che
va oltre le aride cifre.
Una panoramica statistica su
quasi tutto lo scibile del dentale,
talmente attesa e apprezzata che
quel sabato 29 mattina, oltre ai
giornalisti, c’erano tutti i componenti della filiera. Prescindendo
dai committenti dell’indagine
(Matteuzzi e Gamberini in prima fila), c’era schierato lo stato
maggiore della nuova Dirigenza
Andi (compreso l’ex presidente
Callioni), i rappresentanti delle
sigle odontotecniche (tra tutti
il presidente Fenaodi, Ziliotti),
a raccogliere da Roberto Rosso,
patron della Key-Stone, la coordinate del dentale per il periodo
2005-2008.
Rosso si è basato sulle risultanze di un’indagine compiuta
su un campione rappresentativo
di oltre 1000 dentisti, integrata
da un’altra tra 650 laboratori
odontotecnici e oltre 300 aziende, per sciorinare dati e cifre che
fanno pensare.
Dall’estesa ricerca emerge,
infatti, che nel 2009 un milione di cittadini in meno è andato
dal dentista, con un calo medio
del 7% (negli ambulatori privati). È sceso in modo consistente il numero complessivo (16,5
milioni) di cittadini rivoltisi
al dentista privato. Ossia, poco
più di un terzo della popolazione adulta. Di conseguenza, c’è
stata una riduzione dell’8% dei
ricavi degli Studi, dovuto probabilmente al minor sviluppo di
protesi, che più di tutte hanno
sofferto la situazione congiunturale. La loro produzione è calata
del 14% nel 2009, con una riduzione più marcata per quelle in
ceramica (più costose).
Il decremento risulta più marcato anche dal punto di vista
geografico: in Meridione, dove
si registra una crisi più profon-
da, la diminuzione dei pazienti è
del’11% e del 17% nelle protesi.
Altra diversificazione: la riduzione ha toccato circa il 40%
degli Studi dentistici e il 60%
dei laboratori odontotecnici,
e tra i primi sono i più piccoli
(quelli monotematici, magari
con una sola poltrona) a risentire il maggior calo (con il 15% di
calo tra i pazienti). In parallelo
i laboratori più piccoli scendono
fino al 22%.
Dai dati raccolti da Rosso,
emerge inoltre prepotente un
fenomeno, una tendenza, che
non può lasciare alcun dubbio
che la crisi esista, almeno fino
allo scorso anno. Per la prima
volta, infatti, un mercato da 1,1
miliardi di euro, quello dei prodotti e delle attrezzature a uso
dentale, con circa 4000 addetti,
ha risentito di una crisi. Non era
mai accaduto che il mercato dei
prodotti odontoiatrici subisse
un calo, particolarmente marcato per prodotti odontotecnici
(-9,5%,), consumo dei dentisti
(-7%) e implantologia (-4,5%).
Quindi, con un settore merceologico in recessione del 7%.
Quel che stupisce l’osservatore è l’eterogeneità delle performance degli Studi – “Un
chiaro segno”, dice il presidente
di Key-Stone – che, in penden-
za della crisi, non tutti i dentisti
e gli odontotecnici han saputo
riorganizzare in modo efficace.
Un segnale, quindi, di scarso
orientamento imprenditoriale
da parte dei più anziani e delle
micro strutture.
“I primi dati 2010 – osserva
tuttavia – sono di nuovo positivi, il che fa ben sperare per un
recupero strutturale del mercato. Il vero problema rimane
la scarsità di pazienti. C’è da
auspicare che, insieme al recupero del mercato dell’industria
e della distribuzione, i cittadini
possano nuovamente dedicarsi
alla cura del proprio sorriso e,
soprattutto, della salute”.
Al di là di una disanima tanto
approfondita, e per alcuni versi
sconfortante, c’è da registrare
comunque la decisa voglia di
combattere.
“A febbraio – ha detto Ziliotti al termine della conferenza
stampa – è nato un coordinamento tra le varie Organizzazioni di odontotecnici”, fatto assai
significativo avendo sempre proceduto su strade diverse, mentre
lo stesso Rosso ha annunciato un
simposio dedicato al management dentale, già programmato
per il prossimo 8 ottobre, in cui
farà da moderatore. Il titolo è
più che invitante: “L’odontoiatria italiana all’alba del nuovo
decennio”, ma lo sono anche i
protagonisti, perché interverrà
anche Enrico Gherone. L’Unidi,
“attenta non solo ai numeri e
ai bilanci, ma anche al futuro”
– così ha detto Matteuzzi – ha
espresso subito la sua adesione,
seguita dall’Andi e dagli odontotecnici, in vista di “un tavolo
dentale comune”.
News Internazionali
Italian Edition
5
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
A Glasgow, il World Dental Hygienist Award
assegnato all’Istituto Stomatologico Tirreno
Al Congresso mondiale organizzato dalla British Society
di Igiene Dentale e Terapia
(Bsdht), sotto l’egida della Federazione Internazionale di Igienisti dentali (Ifdh), che si terrà
dall’1 al 3 luglio a Glasgow, in
Scozia, all’équipe dell’Istituto Stomatologico Tirreno verrà assegnato il World Dental
Hygienist Award. Massimo riconoscimento internazionale nel
mondo dell’Igiene dentale nella
categoria “Progetti”, il Premio,
conferito anche ad altre due prestigiose istituzioni (la canadese
British Columbia University
e lo svedese Karolinska Institut) rappresenta una lampante
conferma alla vocazione all’eccellenza dell’Istituto Tirreno,
struttura di recente fondazione,
ma che si è già imposta all’attenzione del mondo odontoiatrico per la qualità del suo reparto
di Igiene dentale.
Diretto da Annamaria Genovesi, nome storico in quest’ambito, ha elaborato infatti, con la
collaborazione di Olivia Marchisio, dottoranda di ricerca, un
progetto di prevenzione odontoiatrica condotto dal punto di
vista clinico da Filippo Moggia
(odontoiatra) e da Donatella
Molinari (igienista), che presta attenzione alla prevenzione
delle patologie orali e loro complicanze attraverso procedure
di igiene orale ad personam
applicate a pazienti particolari, i
neurologici. Premesso che negli
ultimi anni, un’assistenza rianimatoria sempre più efficace
consente una maggior sopravvivenza a gravi lesioni cerebrali,
la mancanza di coscienza e il
prolungato allattamento causano, tuttavia, in tali pazienti un
notevole scadimento delle condizioni di salute orale e la comparsa di complesse patologie
stomatologiche. Per il loro trattamento opera, presso l’Ospedale della Versilia, un reparto
di eccellenza (l’Unità Operativa
Complessa di Riabilitazione)
diretto da Alessandro Battaglia,
che cura la formazione specifica a “questo tipo di malati”,
avvalendosi della collaborazione del personale infermieristico
e della famiglia, intesa come
fondamentale risorsa terapeutica. L’Unità Operativa ha stabilito una stretta sinergia con
l’Istituto Stomatologico Tirreno, coordinato da Ugo Covani,
apprezzato docente di Malattie
Odontostomatologiche all’Università di Pisa. A tale sinergia
tra pubblico e privato risale,
storicamente, l’assegnazione del
prestigioso riconoscimento.
A proposito di IFDH
Probabilmente la conferenza più importante nel calendario odontoiatrico del 2010, questo simposio internazionale di grande rilievo – alla sua 18a edizione
– porta a Glasgow autorevoli relatori provenienti da tutto il mondo. Il ricco programma offre più di 16 ore di Continuing Professional Development verificabili (e General CPD) su una vasta gamma di argomenti di interesse fondamentale per tutti i membri del team odontoiatrico. Con l’aggiunta di eventi
culturali e di socializzazione, IFDH 2010 non è da perdere... La sede dell’evento è lo Scottish Exhibition & Conference Centre, sulle rive del fiume Clyde a
Glasgow (Scozia). Ci saranno conferenze generiche del settore dentale, ma IFDH 2010 è l’unico simposio internazionale di quest’anno specificamente per
igienisti e terapisti dentali! Per ulteriori
informazioni:
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infezioni crociate. Sani System Polti è stato sviluppato
sulla base di studi condotti dalla Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università degli Studi di Pavia ed è stato
successivamente sottoposto a numerosi test di laboratorio
e studi clinici, sia in Italia che all’estero. Tali studi hanno dimostrato la sicurezza d’uso e l’efficacia di Sani System Polti,
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Politica Sanitaria
6
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
Italian Edition
La salute delle donne:
paradigma dello stato di salute dell’intera popolazione
Con questa dichiarazione,
fatta all’indomani della sua
nomina nel 2006 a direttore
generale dell’OMS, la dottoressa Margaret Chan ha lanciato
al mondo la sua sfida per una
rivalutazione complessiva delle
politiche sanitarie e sociali in
tutte le aree del Pianeta.
La salute delle donne, quindi, quale vero e proprio indice
per misurare il livello di civiltà, democrazia e sviluppo di un
Paese. In altri termini, le donne, il loro mondo, la loro vita e
la loro salute sono veri e propri
IUM
MPOS
2010
“indicatori del benessere” di
una società nel suo complesso.
La disuguaglianza tra uomini e donne rispecchia infatti
ancora oggi tutte le altre disuguaglianze, discriminazioni e
oppressioni. Nel mondo, le donne sono ancora le più povere, le
meno istruite, quelle con minor
reddito e con minori diritti civili. E anche nel nostro Paese,
nonostante la straordinaria crescita di soggettività e di protagonismo, la maggioranza delle
donne resta esiliata dai luoghi
decisionali delle istituzioni, del-
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la politica, del lavoro.
Ma parlare di salute della donna ha un senso anche perché:
1.Perché le donne si ammalano di più
Secondo i più recenti dati
Istat, l’8,3% delle donne italiane denuncia un cattivo stato
di salute contro il 5,3% degli
uomini. Le malattie per le quali
le donne presentano una maggiore prevalenza rispetto agli
uomini sono: le allergie (+ 8%),
il diabete (+ 9%), la cataratta (+
80%), l’ipertensione arteriosa (+
30%), alcune malattie cardiache
(+ 5%), tiroide (+ 500%), artrosi
e artrite (+ 49%), osteoporosi (+
736%), calcolosi (+ 31%), cefalea
ed emicrania (+ 123%), depressione e ansietà (+ 138%), alzheimer (+ 100%).
E inoltre, secondo le statistiche internazionali, la malattia
cardiovascolare è il killer numero uno per la donna. Sebbene sia
la prima causa di morte per le
donne tra i 44 e i 59 anni, è sempre stata invece considerata una
malattia maschile.
Le patologie psichiche sono
poi prevalenti e in crescita tra
le donne. La depressione è la
principale causa di disabilità
delle donne tra i 15 e i 44 anni,
la schizofrenia è sottostimata, le
donne sono al primo posto nel
consumo dei farmaci, ma sono
poco rappresentate nei trials clinici o farmacologici.
L’endometriosi ha un’incidenza nella popolazione femminile
di circa il 10% e interessa circa
il 30% delle donne infertili. È
spesso sottovalutata e invalidante, provoca un grave stato
di sofferenza psicofisica nella
donna. Il suo costo sociale, per
le sole giornate lavorative non
effettuate, è stimato attorno ai
4 miliardi di euro.
E, infine, il tumore alla mammella rappresenta ancora oggi
la neoplasia più frequente e la
causa di morte per tumore più
importante per le donne.
Nonostante il piano nazionale
di prevenzione e l’organizzazione dei programmi di screening abbiano fatto raggiungere
importanti risultati, ancora vi
sono forti disuguaglianze territoriali tra Nord e Sud: nel
Mezzogiorno, oltre il 60% delle donne risulta ancora privo
di un’offerta di mammografia
all’interno di programmi organizzati.
2.Perché occorre sviluppare
la ricerca di genere
E questo perché:
• le donne consumano più
farmaci degli uomini;
• sono anche più soggette
degli uomini alle reazioni
avverse;
• le donne sono da sempre
paradossalmente sottorappresentate nei trials clinici (sperimentazioni), con il
risultato che la donna consumatrice di farmaci è assimilata al maschio per quanto
riguarda l’efficacia e le controindicazioni del farmaco.
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politica Sanitaria
Italian Edition
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pagina 6
La ricerca di genere permetterebbe invece di segnalare le
differenze di assimilazione e di
risposta dell’organismo femminile rispetto a quello maschile.
Queste differenze vanno studiate per i potenziali rischi, ma
anche per i benefici diversi che
si possono rilevare tra i generi.
Ricordo qui alcuni esempi di
recenti studi clinici particolarmente significativi che dimostrano l’utilità della ricerca di genere:
• come la ricerca fatta per
verificare l’effetto di un far-
Giulio preti
primo Membro
onorario Ismr
In riconoscimento della sua leadership, del suo
pensiero utopistico e del
suo impegno rivolto all’approccio
interdisciplinare
alla cura del paziente, Giulio Preti è stato insignito
del titolo di primo Membro Onorario della Società
Internazionale per la riabilitazione maxillo-facciale
(Ismr). Storicamente, furono il docente e il suo staff
a ospitare il primo Meeting
dell’International Society
for the Maxillofacial Rehabilitation, svoltosi in Europa. Nel 1998, al Lingotto
di Torino, si svolse anche il
Congresso Internazionale di
Protesi maxillo-facciale e,
fin dagli esordi della Società, “il professore – dice la
motivazione – è stato un
esempio per i suoi colleghi
europei”. I suoi allievi di
Genova e Torino hanno continuato a supportare la mission educativa della Società,
sponsorizzando anche il
recente Meeting svoltosi a
Sestri Levante (foto) dal 19
al 22 maggio 2010.
Per informazioni:
International Society
for Maxillofacial
Rehabilitation
4425 - Cass Street, Suite A
San Diego, CA
E-mail: [email protected]
www.ismr-org.com
7
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
maco per il cuore (la digossina) sulla mortalità da
scompenso cardiaco, che ha
messo in luce un significativo aumento della mortalità
nelle donne ma non negli
uomini;
• oppure le diverse reazioni che sono state registrate
per un farmaco antidiabete (rosiglitazone), che nelle
donne produce fratture degli
arti superiori in percentuale
tripla rispetto agli uomini;
• e, di segno opposto, la ricerca fatta su un nuovo farmaco anti Aids (saquinavir),
che ha permesso di scoprire
che esso agisce meglio sulle
donne che sugli uomini.
Un orientamento, quello alla
ricerca di genere, che va nella
direzione auspicata dall’OMS,
che ha sottolineato la necessità di sviluppare la medicina
di genere in modo da ottimizzare così terapie e prevenzione
rispetto al target femminile in
cui è sempre più evidente che
farmaci e patologie si comportano in modo differente rispetto
al target maschile.
3. perché i medici devono esse-
re formati sulla medicina di
genere
Dobbiamo infatti porci l’obiettivo di un avanzamento culturale nel mondo medico attivando
e promuovendo specifici corsi
di formazione sulle specificità
della salute della donna, già a
partire dal corso di laurea e poi
nelle diverse specializzazioni.
Emanuela Medi
Per visionare il commento sul rapporto Oms-Salute donna,
visita il sito www.dental-tribune.com
8
Medicina Legale
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
Qualche suggerimento per l’uso
della certificazione odontoiatrica
Il certificato medico-odontoiatrico è un atto scritto con il quale
il sanitario dichiara conformi a
verità (dichiarazione di conformità del vero) i fatti di natura
tecnica riscontrati nell’esercizio
della professione. Attestazione
avente rilevanza giuridica nei
confronti di terzi, è considerato
vera e propria “scrittura privata” (art. 2702 c.c.) quand’è redatto da un esercente di un servizio
di pubblica utilità, quale l’odontoiatra nell’esercizio libero-professionale mentre assurge ad
atto pubblico (art. 2699 c.c.), se
rilasciato da pubblico ufficiale
o incaricato di pubblico servizio. Il certificato, quindi, è la
testimonianza scritta su fatti e
comportamenti tecnicamente
apprezzabili, la cui dimostrazione può produrre affermazione
di particolari diritti soggettivi
o determinare conseguenze per
l’individuo o la collettività aventi rilevanza giuridica e/o amministrativa. Presuppone che i fatti
costituenti l’oggetto della certificazione siano di competenza
odontoiatrica e che il certificante li abbia accertati a causa
e nell’esercizio della professione.
Il medico/odontoiatra è tenuto
a rilasciare al cittadino certificazioni relative al suo stato di salute con dati clinici direttamente
constatati e/o oggettivamente
documentati. È tenuto alla massima diligenza, alla più attenta registrazione dei dati e alla
formulazione di giudizi obiettivi e scientificamente corretti
(art. 24 del codice deontologico).
I disturbi non obiettivabili
Il problema delle diagnosi riferite dai pazienti è assai
delicato. In effetti l’odontoiatra
dovrebbe, in teoria, diagnosticare solo quanto da lui riscontrato. È però plausibile che alcuni
brevi stati morbosi di elevata
intensità inabilitante provochino disturbi non visibili o scomparsi alla visita: per es. una crisi
d’emicrania a origine odontogena, una nevralgia, un dolore
acuto ma transitorio. Anche in
questi casi l’odontoiatra deve
rilasciare il certificato perché,
sebbene in presenza della più
subiettiva delle infermità, non
può escludere che essa sussista
né contrastare o eludere l’interesse del paziente al certificato. In tal caso, deve certificare
che il paziente “accusa” ovvero
“riferisce” un disturbo: formula
idonea a lasciare al paziente la
responsabilità di quanto dice in
merito a infermità non obiettivabili.
Requisiti formali:
redazionali
obblighi
Il certificato deve essere privo
di cancellazioni o correzioni che
possono far presumere alterazioni o contraffazioni. In caso di
correzioni, devono essere indicate a chiare lettere e controfirmate dall’estensore. Inoltre deve
essere redatto con grafia chiara
e comprensibile che non dia luogo a equivoci. Non è necessario
che il certificato sia scritto di
pugno dall’odontoiatra, ma può
essere scritto con qualsiasi mezzo, purché controfirmato; può
anche essere dettato a un dipendente e poi firmato dal professionista. Assolutamente illegale,
invece, la prassi inversa (firmare il ricettario in bianco perché
sia riempito dal dipendente).
Requisiti
essenziali
sostanziali:
dati
Il certificato deve riportare:
a) il nome, il cognome, la qualifica e, eventualmente, la
struttura sanitaria di appartenenza del certificatore;
non è necessario che l’intestazione debba essere scritta
a stampa, in quanto la legge
non pone tale obbligo. I dati
del professionista possono
esservi riportati in qualsiasi
modo, purché risulti certa
l’autenticità dell’atto;
b) le generalità del paziente o del richiedente;
c) l’oggetto della certificazione: il contenuto tecnico è
normalmente articolato in
tre parti: 1) sintomatologia riferita dal paziente; 2)
obiettività rilevata dal sanitario; 3) suo giudizio (diagnosi e prognosi);
d)il luogo e la data di rilascio:
la data del certificato deve
essere sempre quella in cui
il certificato viene redatto; in caso si riferisca a un
periodo diverso, ciò deve
essere espressamente menzionato;
e) la firma dell’odontoiatra.
Norme penali: falso materiale,
falso ideologico
L’art. 485 c.p. (falsità in
scrittura privata) interessa
maggiormente la professione
odontoiatrica.
Al proposito ricordiamo che:
a) il falso materiale, in quanto esclude la genuinità del
documento, può presentarsi
in due forme: contraffazio-
ne, si ha quando il documento è redatto da persona
diversa da quella che appare esserne l’autore; alterazione, che si ha quando al
documento, redatto da chi
vi appare autore, siano state
apportate modificazioni di
qualsiasi specie (aggiunte,
cancellature)
successivamente alla redazione. La
falsità materiale, dunque,
riguarda in genere tre elementi: l’autore, la data e il
luogo di formazione dell’atto; attiene alla struttura del
documento;
b)il falso ideologico, invece,
si ha in ogni caso in cui il
documento, non contraffatto né alterato, contiene
dichiarazioni menzognere,
cosa che il legislatore esprime con il termine “attesta
falsamente”; la falsità ideologica, dunque, cade sulle attestazioni dell’autore:
attiene al contenuto del
documento.
Gli errori
Se l’odontoiatra commette un
errore nel certificato, ma persuaso di essere nel vero e certificando conformemente alla
propria convinzione, non può
essere accusato di alcun reato,
perché in questo caso il certifi-
Bibliografia
1. FNOMCEO. “Guida all’Esercizio Professionale per i Medici-Chirurghi e gli Odontoiatri”. CG Edizioni Medico Scientifiche 2003.
2. T. Feola. “Responsabilità Legale del Medico di Medicina Generale”
Minerva Medica Editore 1999.
3. M. Perelli, F. Ercolini, R. Mantovani.“Breve Guida per il Medico di
Medicina Generale”. Media-Med Edizioni 2004.
4. M. Marin. “Certificazioni Mediche”; www.univadis.it
5. R. De Gobbi. Il certificato medico, la ricetta.
6. Daniele Zamperini. “Avvenire Medico”. Maggio 1999.
7. www.ordinemedicilatina.it
cato non è falso, ma solo erroneo. Tuttavia, è una situazione
che nella realtà può essere difficile da dimostrare. La stessa
cosa dicasi quando l’odontoiatra
ha sbagliato in buona fede la
diagnosi. La falsità ideologica si
riferisce ai fatti, non ai giudizi.
Consenso - privacy
La richiesta di un certificato sottintende già il consenso
del paziente come giusta causa di rivelazione. Nondimeno
l’odontoiatra deve certificare
solo quanto è necessario rendere
noto in base alla naturale destinazione dell’atto. Se il certificato
è richiesto dal paziente e consegnato a lui direttamente, non si
pongono problemi di riservatezza. Viceversa, se il certificato è
consegnato a persona diversa dal
richiedente, l’odontoiatra deve
acquisire una delega scritta che
lo autorizza a rilasciare il certificato nelle mani di un terzo.
Considerazioni conclusive
L’odontoiatra deve sempre
essere consapevole che ogni
suo atto, per quanto semplice e apparentemente banale,
è carico di implicazioni giuridiche, amministrative e deontologiche. Quindi, prestare la
massima attenzione e scrupolo
in ogni momento dell’attività,
anche nell’esecuzione di atti
spesso banali come la redazione
di certificati che, proprio perché molto frequenti, sono a più
alto il rischio di disattenzioni o
superficialità con risvolti anche
essere legalmente pesanti.
Mario Aversa
Specialista medico-legale
Odontoiatra
Libero professionista in Salerno
www.odontolex.it
Medicina difensiva di fatto
obbligatoria per legge
“Sono sempre più frequenti le sentenze che
condannano i medici per non aver prescritto
esami clinici, utili solo in una minima percentuale di casi. Questo significa che la medicina
difensiva è diventata, di fatto, obbligatoria per
legge”, questo denuncia Maurizio Maggiorotti,
presidente di AMAMI (Associazione per i Medici Accusati di Malpractice Ingiustamente), dal
convegno “La professione sanitaria tra le attese
dei cittadini e i timori dei professionisti” svoltosi ad Arezzo.
Maggiorotti commenta così gli ultimi dati
forniti dall’Ania (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici) che parlano di un’esplosione
delle denunce in Sanità – aumentate del 200%
dal 1994 a oggi – e la dichiarazione di Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia),
secondo cui i motivi più frequenti che spingono i pazienti a fare causa al medico di famiglia
sono “esami di controllo non prescritti, diagnosi
errate e prescrizioni sbagliata di farmaci”.
Per Maggiorotti, “la medicina difensiva, che
obbliga i medici a prescrivere esami scarsamente utili, viene criticata astrattamente da chi non
è esposto al quotidiano controllo della magistratura. Da una parte – spiega il presidente di
AMAMI – si chiede ai medici di prescrivere solo
ricoveri, esami e farmaci indispensabili, dall’altra, nei giudizi per malpractice, si condannano
per omissione i medici che non hanno fatto la
diagnosi più improbabile o non hanno prescritto esami di terzo livello. In questo stato di cose,
prescrivere in eccesso diventa la routine! Grazie all’attenzione di questo Governo – conclude
Maggiorotti – la nostra storica richiesta di prevedere un tentativo obbligatorio di conciliazione nelle cause per malpractice è stata ascoltata.
Se lo sarà anche quella relativa al fondo vittime dell’alea terapeutica, è probabile che questo
momento buio del rapporto medico-paziente
diventi un ricordo del passato”.
Case Report
Italian Edition
9
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
Un caso raro di tumore a cellule granulari
del palato trattato con laser a diodo
Simone Rania*, Giovanni Tosti**, Francesco Grazioli***
*Odontoiatra, specialista in Ortognatodonzia, Responsabile Servizio di Odontostomatologia Ospedale di Gallarate (VA)
**Odontoiatra, libero professionista in Varese
***Dirigente medico U.O. Otorinolaringoiatria Ospedale di Gallarate (VA)
Riassunto
Scopo del lavoro. Lo scopo del
presente lavoro è di valutare
la possibilità di applicazione e
�1�0�0
la predicibilità dell’utilizzo
del
laser a diodo per l’escissione di
�9�5
un tumore benigno del palato.
Materiali e Metodi. Per
l’escissione del tumore �7è�5 stato
utilizzato un laser a diodo dalla
lunghezza d’onda di 915 nm in
modalità di emissione continua
�2�5
e fibra del diametro di 300
μm
a contatto con la mucosa. È sta�5
to effettuato un prelievo
bioptico iniziale e esami istologici
�0
estemporanei al congelatore
per
verificare l’assenza di neoplasia
lungo i margini di resezione. La
paziente si è successivamente
sottoposta a visite di controllo a
10, 30 e 60 giorni di distanza.
Risultati e Conclusioni. Il
laser a diodo 915 nm si è dimostrato uno strumento valido ed
efficace per la gestione del caso
clinico fornendo notevoli vantaggi sia durante l’intervento,
sia nel decorso postoperatorio.
La ridotta dose di anestetico
locale con vasocostrittore infiltrata ha agevolato la gestione
psicologica della paziente e l’individuazione clinica dei margini
del tumore. L’intervento è stato
eseguito in campo pulito, praticamente esangue e pertanto con
ottima visibilità ed elevata compliance della paziente. L’effetto
biostimolante del laser ha invece favorito una guarigione più
rapida rispetto a un intervento
condotto secondo metodiche tradizionali e ha creato i presupposti per un decorso postoperatorio
meno traumatico.
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Parole chiave:
tumore a cellule granulari,
laser a diodo.
Introduzione
Il tumore a cellule granulari è
una rara neoplasia benigna dei
tessuti molli che in circa 1/3 dei
casi interessa il distretto testacollo(1). Nella cavità orale la sede
di presentazione più frequente
è la lingua, ma possono essere interessate anche la mucosa buccale, il pavimento orale
oppure il palato.
Non sono noti i fattori eziologici, ma si pensa che origini
�1�0�0 dalle cellule di Schwann.
Il picco di incidenza si�9�5colloca
tra i 40 e i 60 anni e le donne
�5
sono più colpite degli �7uomini
con un rapporto maschi/femmine di 1:2.
Le lesioni possono essere sin(2)
�2�5
gole o più raramente multiple
,
si presentano lisce in superfi�5
cie e di consistenza aumentata.
L’epitelio di rivestimento può
essere normocromico �0oppure
lievemente più chiaro.
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10 Case Report
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
Italian Edition
Fig. 1 - Immagine preoperatoria che mostra la lesione rilevata
presente sul palato, a livello retro incisivo sinistro.
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pagina 9
Il tumore si presenta duro al
taglio, è poco demarcato e di
colore dal giallo al crema.
Il quadro istologico è patognomonico ed è caratterizzato da
cellule eosinofile chiare con piccoli nuclei centrali scuri e abbondante citoplasma granulare. Le
cellule possono essere poligonali
o allungate e possiedono membrane poco demarcate, che appaiono pertanto come dei sincizi.
Il tumore non è capsulato e
tende a infiltrare i tessuti adiacenti, tipicamente il muscolo
striato, e raggiungono la superficie dell’epitelio dove spesso
formano piccole isole in corrispondenza delle papille.
I granuli sono intensamente
PAS positivi. Un aspetto caratteristico del tumore a cellule granulari è che in oltre il 30% dei
casi l’epitelio sovrastante mostra
una iperplasia pseudo-epiteliomatosa che può essere scambiata
per quella tipica dei carcinomi.
La lesione è uniformemente
S-100 positiva. Le cellule inoltre possono esprimere: enolasi
neurone-specifica, calretinina,
PGP 9.5 e mostra una lieve positività dei granuli citoplasmatici
per l’antigene legato ai lisosomi CD68(3). Dal punto di vista
prognostico i tumori a cellule
granulari hanno decorso benigno e solo raramente recidivano,
anche dopo intervento conservativo. Solo approssimativamente
nel 10% dei casi ha mostrato un
comportamento aggressivo(2).
Materiali e Metodi
Si è presentata alla nostra
attenzione una paziente di 39
anni in stato di buona salute
generale, non fumatrice, con
anamnesi patologica prossima
e remota negative per patologie
sistemiche rilevanti. La signora riferiva comparsa da qualche
settimana di una lesione rilevata
a livello retro incisivo, che causava un lieve disturbo a causa della
compressione locale durante la
masticazione. All’esame obiettivo
era presente all’incirca in corrispondenza del distretto di innervazione del fascio vascolo nervoso
naso-palatino una neoformazione rilevata, dalle dimensioni di
circa 2x2 cm di diametro, con
forma rotondeggiante e margini
frastagliati (Fig. 1).
L’aspetto macroscopico a bordi
poco definiti e con una tendenza all’infiltrazione locale faceva
supporre una natura neoplastica
maligna. Pertanto è stato condotto un prelievo bioptico iniziale in previsione di un intervento
successivo radicale. L’esame istologico relativo al frammento
Fig. 2 - Cerchiaggio e delimitazione della lesione effettuato con la
fibra a contatto della mucosa.
prelevato deponeva per una
diagnosi molto più favorevole.
Si trattava infatti di una lesione
del tutto benigna: un tumore a
cellule granulari. Per l’escissione completa della lesione è stato
utilizzato un laser a diodo della lunghezza d’onda di 915 nm
(Lasemar900, Eufoton SRL)
presso il reparto di Odontostomatologia dell’Ospedale di Gallarate (VA). È stato naturalmente
previsto l’utilizzo di occhiali protettivi sia per la paziente, che per
gli operatori durante l’utilizzo
dell’apparecchiatura. Il followup di controllo prevedeva visite
a distanza di 10, 30 e 60 giorni
dalla data dell’intervento.
Tecnica chirurgica
L’intervento è stato condotto
circa due settimane dopo la biopsia iniziale. Data la profondità
della lesione, è stata utilizzata
una minima dose di anestetico
locale per infiltrazione a base
di articaina 4% con adrenalina
1:100˙000.
Il protocollo operativo prevedeva l’utilizzo dell’apparecchiatura laser a potenza di emissione
di 3,2 W, in modalità continua e
con la fibra ottica a contatto con
la superficie della lesione. La
sonda utilizzata aveva un diametro di 300 μm ed è stata attivata
azionandola al di sopra di una
normale cartina di articolazione
blu.
Sono stati inizialmente delimitati i margini di resezione del
tumore con l’utilizzo della fibra
in modo piuttosto ampio, affinché questi fossero in tessuto sano
(Fig. 2). Successivamente, con
l’ausilio di scollatori e pinzette
chirurgiche, ci si è approfonditi
fino a delimitare un piano di clivaggio che poggiasse sulla lamina dura del palato.
In virtù delle ottime proprietà
di taglio e coagulazione del laser
a diodo, è stato possibile condurre l’intervento con un campo
operatorio pulito, quasi completamente esangue e, quindi, con
un’ottima visibilità del campo
operatorio.
Per assicurarci di essere stati
radicali nell’escissione del tumore, sono stati effettuati due esami
istologici estemporanei al criostato che hanno confermato l’assenza di neoplasia nei lembi di
mucosa relativi ai margini.
Nell’impossibilità di ottenere
una guarigione per prima intenzione, nonostante il laser abbia
consentito di portare a termine
l’intervento in una condizione di
quasi totale assenza di sanguinamento; per migliorare il decorso
postoperatorio della paziente si è
deciso di effettuare un riempimento della cavità residua con
spugnette di collagene e di mantenerle in sede attraverso una
sutura sospesa che formasse una
sorta di trama di sostegno per le
stesse. L’esame istologico definitivo ha confermato la diagnosi
precedente. Si trattava di un quadro istologico di tumore a cellule
granulari atipico, caratterizzato
da mucosa con iperplasia pseudo-epiteliomatosa dell’epitelio di
rivestimento e con sottostante
proliferazione di cellule prevalentemente a morfologia fusata,
con citoplasma ampio e granuloso (PAS+) e nucleo fusato non
atipico (Fig. 4). Le cellule erano intensamente S-100 e CD68
positive e l’attività proliferativa
valutata con anticorpo Ki67 era
presente in circa il 3% delle stesse (Fig. 5).
Risultati e Conclusioni
La paziente si è presentata alle
successive visite di controllo a 10,
30 e 60 giorni. Già al momento
di rimuovere la sutura (10 giorni
dopo), la ferita si presentava di
un colorito roseo, senza evidenti segni di infiammazione e con
Fig. 3 - Guarigione a 60 giorni.
tutti i parametri che facevano
presupporre un’ottima guarigione per seconda intenzione.
La paziente ci ha riferito di
non aver provato dolore, né
durante l’intervento, né nei giorni successivi e di essere riuscita
ad alimentarsi senza difficoltà.
Non si sono presentati edema e
sanguinamento. A due mesi di
distanza uno strato di mucosa
in via di formazione ricopriva la
sede interessata dall’escissione e
clinicamente non erano presenti
segni di recidiva locale della neoplasia (Fig. 3).
Pertanto il laser a diodo 915
nm si è dimostrato essere uno
strumento valido ed efficace per
la gestione del caso clinico fornendo notevoli e indubbi vantaggi sia durante l’intervento sia nel
decorso postoperatorio. Innanzitutto, è stato possibile effettuare
l’escissione utilizzando una dose
minima di anestetico locale, e
questo ha agevolato non solo la
gestione psicologica della paziente, ma anche la perfetta individuazione clinica dei margini
del tumore, in quanto la ridot-
Fig. 4 - Quadro istologico compatibile con tumore a cellule granulari.
ta dose di anestetico locale con
vaso costrittore infiltrato non ha
alterato in maniera significativa
il colorito della mucosa. L’intervento è stato eseguito in campo
pulito e praticamente esangue e,
quindi, con ottima visibilità ed
elevata compliance della paziente.
L’effetto biostimolante del
laser ha invece favorito una
guarigione più rapida rispetto a
un intervento condotto secondo
metodiche tradizionali e ha creato i presupposti per un decorso
postoperatorio meno traumatico.
Unico vero aspetto a cui prestare
attenzione è invece relativo alla
possibilità di creare artefatti da
ipertermia che potrebbero condizionare in modo importante la
possibilità di lettura e interpretazione dei preparati istologici.
È consigliabile, pertanto, laddove fosse necessaria una verifica istologica della completa
escissione del tumore, adottare
margini di resezione leggermente più ampi, affinché si possa
stabilire con certezza la presenza di un margine in tessuto privo di neoplasia. Concludendo, il
tumore a cellule granulari rappresenta una neoplasia a decorso benigno che può interessare
il distretto orale. La sede più
frequente di presentazione è la
lingua, ma non vanno escluse
altre possibili sedi di insorgenza,
quali ad esempio il palato. Dato
che l’aspetto clinico può simulare quello di un carcinoma, è
necessario condurre un prelievo
bioptico e quindi formulare una
diagnosi precisa prima di effettuare l’escissione completa. Tale
intervento conclusivo può essere
condotto in maniera eccellente
utilizzando una apparecchiatura laser a diodo della lunghezza
d’onda di 915 nm con indubbi
vantaggi sia per l’operatore sia
per il paziente, tanto da rappresentare una metodica di elezione
per il trattamento di tali neoplasie benigne della cavità orale.
Bibliografia
Fig. 5 - Intensa e diffusa positività alla proteina S-100.
1. Boulos R, Marsot-Dupuch
K, De Saint-Maur P, Meyer
B, Tran Ba Huy P. Granular Cell Tumor of the Palate: A Case Report. AJNR
Am J Neuroradiol 2002
May;23(5):850-4.
2. Collins BM, Jones AC. Multiple granular cell tumors
of the oral cavity. Int J Oral
Maxillofac Surg 1995;53:707711.
3. Barnes L, Eveson JW, Reichart P, Sidransky D. WHO
Classification of Tumours,
Volume 9; 2005.
Anno IV n. 1
Giugno 2010
Supplemento n.1 di Dental Tribune Italian Edition
Anno VI, n. 6 - Giugno 2010
Case Report
GESTIONE DEI MOLARI SUPERIORI
Un caso clinico che presenta le fasi
da eseguire quando si affronta il
sistema canalare dei primi molari superiori, che si distinguono
per la complessa morfologia,
al fine di massimizzare la sua
disinfezione e bonifica.
> pagina 6
Ricerca & pratica
Trends
CORROSIONE GALVANICA DI
STRUMENTI IN NICHEL-T ITANIO
TRATTAMENTO DEL
“DENS IN DENTE”
Un lungo contatto dell’ipoclorito
di sodio con strumenti endodontici in Ni-Ti, tenderebbe a comportare un marcato effetto corrosivo,
con diminuzione della resistenza
di tali strumenti.
> pagina 7
Il dens in dente è una patologia
dentale, classificata come anomalia di sviluppo, che porta alla formazione di un dente rudimentale
all’interno di un dente regolare o
soprannumerario.
> pagina 9
Annual Meeting AAE
a San Diego
Sono stati circa 4000 i partecipanti all’Annual Meeting
dell’American Association of
Endodontics tenutosi nella
soleggiata San Diego dal 14 al
17 aprile.
Il tema principale del meeting, la cui durata quest’anno
è stata di quattro giorni interi, è stato quello dell’“Accesso
all’apice, formazione e trattamento” e ha offerto agli specialisti in endodonzia 232 ore
C.E. in 120 corsi.
Associazione Americana degli Endodontisti ha tenuto il suo meeting
Oltre alle diverse oppor- L’
annuale
dal 14 al 17 aprile (foto/Sierra Rendon).
tunità di apprendimento e
formazione, numerosi espositori hanno presentato, in riato. Un recente sondaggio Formazione
Altri workshop hanno prooccasione del meeting, i pro- tra i membri AAE ha rilevato
dotti più nuovi e innovativi che gli endodontisti eseguo- posto esercitazioni pratiche di
no ogni anno una media di diversi ambiti, tra cui la microsul mercato.
Di seguito, alcuni momenti 10 trattamenti canalari gra- chirurgia, le tecniche di sutura,
tuitamente”. I pazienti sono la rigenerazione, i protocolli di
rilevanti dell’evento.
stati preselezionati dalle clini- pulizia e sagomatura, impianti,
che dentali locali e trattati da CPR e tecniche di pronto socAccesso al progetto Cura
L’AAE, con il supporto della endodontisti volontari, auto- corso, cura manuale e ri-tratHenry Shein Dental / Henry rizzati a esercitare in Califor- tamento. Endodontisti di ogni
Shein Cares, ha organizzato nia, e da endodontisti residenti livello hanno così potuto sceil primo progetto di “Accesso dell’University of Southern gliere i corsi formativi più adatti
alla Cura” presso il San Diego California nella Clinica Den- alle loro necessità, con una faciConvention Center il 17 aprile. tale Mobile della USC. I piani le guida d’accesso alle sessioni
In concomitanza con l’ultimo di trattamento accompagnati di interesse per “Educatori”,
giorno dell’Annual Meeting, dalle radiografie saranno resi “Residenti e nuovi professiol’associazione ha voluto dimo- alle cliniche di riferimento per nisti” e “Team endodontico”.
strare l’importante ruolo che gli le cure di follow-up.
Aspetti sociali
endodontisti rivestono all’inIn risposta alle richieste dei
terno del team odontoiatrico, Chirurgia dal vivo
fornendo trattamenti endodonUn’altra novità dell’AAE propri membri, la AAE si è
tici a pazienti meno abbienti Annual Meeting sono state impegnata a fornire un’ampia
della comunità di San Diego. le procedure di chirurgia dal varietà di luoghi d’incontro e
“Il benessere dei pazienti vivo, organizzate in uno sce- di svago. L’organizzazione ha
è lo scopo di ogni trattamen- nario teatrale e facenti parte quindi previsto: una serata
to dentale e dovremmo fare del Master Clinician Series. di divertimento per la famiogni sforzo per fornire eccel- I partecipanti hanno potuto glia, un programma di fitness,
lenti cure endodontiche per assistere a chiari esempi di eventi con l’autore best-seller
aiutare i pazienti a conser- microchirurgia e innesto, chi- Cris Crowley (Younger Next
vare i loro denti naturali per rurgia apicale guidata da TC, Year) e il celebre commediantutta la vita”, ha affermato chirurgia palatale periradico- te Jay Leno all’Evento con il
Gerard Glickman, presidente lare e di ri-trattamento endo- Presidente.
della AAE.
dontico non chirurgico.
“In tutta la nazione, più
I dottori L. Stephen Bucha- Eventi futuri
dell’80% dei membri AAE nan, Mahamoud Torabinejad,
Segnatevi fin d’ora la data del
sono impegnati a fare la dif- Wyatt. D. Simons e Garrett prossimo Annual Meeting, che
ferenza nelle loro comunità, M. Guess sono stati i clinici di si terrà a San Antonio, Texas,
fornendo servizi di volonta- riferimento di questa sessione. dal 13 al 16 aprile 2011.
Chirurgia
endodontica
guidata da TC
San Diego, Usa: La prima dimostrazione dal vivo di
un’innovativa procedura di
chirurgia endodontica è stata
presentata all’annuale sessione scientifica della American
Association of Endodontists.
Eseguita dal Dr. L. Stephen
Buchanan, la procedura sperimentale – chirurgia endodontica guidata da TC (GES)
– ha impiegato il software di
pianificazione del trattamento chirurgico SimPlant® per
eseguire il percorso ideale alla
radice MB malata e all’osso
del primo molare superiore
mediante la realizzazione digitale di una mascherina di fre-
L. Stephen Buchanan.
satura SimPlant per trasferire
il trattamento pianificato al
computer nella cavità orale del
paziente.
Questo software di chirurgia
guidata viene utilizzato con
successo da diversi anni nei
trattamenti di implantologia,
ma finora non era mai stato
utilizzato in endodonzia.
Questa presentazione si è
tenuta venerdì 16 aprile.
Il dr. Buchanan ha affermato
che ha preso confidenza con il
concetto di chirurgia guidata
mentre stava approfondendo le
tecniche implantari.
ET
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2
AAE Annual Meeting
Anno IV n. 1 - Giugno 2010
Italian Edition
San Diego - LXVII Congresso dell’American
Association of Endodontists
Nei giorni 14-17 aprile 2010 si
è svolto a San Diego il congresso
annuale dell’American Association of Endodontists, l’associazione degli endodontisti americani
che vede la partecipazione di
colleghi provenienti da tutte le
parti del mondo.
Tantissimi i temi trattati nei
4 giorni del congresso ma, tra
quelli più attuali e maggiormente seguiti, sicuramente è
stato la cone-beam tomography,
argomento con il quale si è aperto il congresso nella mattinata
di mercoledì con la brillante
relazione della nostra Elisabetta Cotti. La prof.ssa Cotti ha
infatti illustrato i sistemi più
all’avanguardia nel campo della
radiologia diagnostica, come la
“computerized tomography”, la
“cone-beam tomography” e la
“real time echotomography”.
Nei giorni seguenti l’argomento è stato ampiamente
trattato anche da altri relatori,
come Martin Levin, Jean-Yves
Cochet, Ove Peters con la moglie
Christine, e il dr. Buchanan che
ha eseguito un intervento dal
vivo di apicectomia sulla radice
mesiovestibolare di un molare
superiore, intervento eseguito
sotto la guida della tomografia
computerizzata, la stessa usata
in implantologia. Infine, sempre
in tema di “cone-beam computed tomography”, il dr. Wyatt
Simons ha eseguito dal vivo, nel
corso della “Master Clinician
Session”, un interessante ritrattamento di un molare superiore,
dal disassembly alla preparazione e otturazione con la tecnica
di Schilder dei quattro canali, il
tutto sotto la guida della tomografia computerizzata. È stato
così possibile apprezzare dal
vivo e in tempo reale gli enormi
vantaggi che derivano da questa
nuova tecnologia, che consente
di fare diagnosi e quindi terapie
estremamente più precise rispetto a quelle basate sui soli esami
radiografici bidimensionali.
Oltre alla prof.ssa Cotti, il congresso ha visto la partecipazione
attiva anche di altri relatori italiani, come il dr. Gabriele Pecora
che ha parlato del ruolo del seno
mascellare nella microchirurgia, il dr. Filippo Santarcangelo che ha illustrato i benefici
dell’utilizzo della “pressione apicale negativa” nell’irrigazione
e quindi nella disinfezione del
sistema canalare e, infine, il
mio intervento personale [il dr.
Arnaldo Castellucci, NdR] che
ha presentato la risoluzione di
casi limite, una volta giudicati
come “endodonzia eroica”, con
controlli a 11 anni.
Ovviamente non sono mancate interessanti relazioni sulla
microchirurgia (interessanti le
relazioni del dr. Torabinejad e
del dr. Allam sulla chirurgia
apicale della radice palatina eseguita attraverso il seno mascellare), sulla irrigazione, sui nuovi
strumenti in NiTi, sulla preparazione del “glide path” meccanico, sulle diverse tecniche di
otturazione, sulla rivascolarizzazione, sui ritrattamenti ecc.
C’era veramente l’imbarazzo
della scelta ed è stato un pecca-
to non poter seguire tutto, visto
che le numerosissime relazioni si
svolgono in contemporanea nelle
varie sale. A onor del vero, però,
se da una parte si va sempre con
piacere ad ascoltare grossi nomi
stranieri che ci tengono aggiornati sulle ultime novità e sugli
ultimi risultati delle loro ricerche, dall’altra capita anche di
andare a sentire relatori che da
anni ormai imperversano nelle
loro (ahimè) errate convinzioni.
Mi riferisco alla relazione del dr.
Richard Walton, che continua a
insistere sull’otturazione corta
anche di tre millimetri, ignorando i quintali di letteratura che
riconoscono nella mancanza di
sigillo “apicale” l’unica causa di
insuccesso in endodonzia, e che
mostrando una radiografia di un
incisivo laterale superiore, dove
anche un cieco avrebbe riconosciuto il trasporto del forame
apicale, ha identificato il piccolo
sbuffo di cemento come causa
dell’insuccesso. Ancora non si è
capito che la causa del fallimento sta nella sovrastrumentazione che ha portato al trasporto
apicale e quindi alla fuoriuscita
di materiale oltre apice senza
peraltro riuscire a sigillare il
sistema canalare. In conclusione, i relatori italiani sono stati
tutti apprezzatissimi e applauditi e possiamo concludere che per
fare della bellissima endodonzia
non è necessario essere di madre
lingua inglese…
Arnaldo Castellucci
L’ingresso della mostra merceologica
del congresso.
Da sinistra, Filippo Santarcangelo,
Arnaldo Castellucci, l’ultra
ottantenne John Ingle, Eric
Herbranson, Wyatt Simons e John
Schoeffel.
Da sinistra, Oscar Pietro Carli,
Giulia Carli, Arnaldo Castellucci,
Christine Peters, Ove Peters, Carlo
Tocchio e Filippo Santarcangelo.
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Anno VI n. 6, giugno 2010
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Giuseppe Cantatore, Giacomo Cavalleri, Massimo Gagliani,
Gianluca Gambarini, Fabio Gorni, Marco Martignoni,
Damiano Pasqualini, Sandro Rengo, Maria Teresa Sberna,
Luigi Scagnoli, Silvio Taschieri
Traduzioni scientifiche
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Cristiana Ferrari - [email protected]
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AAE Annual Meeting
Italian Edition
3
Anno IV n. 1 - Giugno 2010
Endodontisti volontari “salvano” i denti
nel corso del meeting AAE
Jennifer Gibson, AAE
San Diego, Usa: L’Associazione americana di Endodontisti
(AAE) ha tenuto il suo primo
“Progetto di accesso alle cure”
in collaborazione con la recente
sessione annuale di San Diego.
I volontari hanno eseguito otturazioni canalari su 54
pazienti meno abbienti della
comunità di San Diego, che
fornisce circa 85.000 $ per i
trattamenti endodontici a coloro che altrimenti non potrebbero permetterseli.
“I pazienti trattati a San Diego probabilmente avrebbero
dovuto essere sottoposti a delle
estrazioni se non fossimo stati
in grado di aiutarli”, ha detto il dr. Gerald N. Glickman,
Past President AAE. “I servizi
da noi forniti potranno aiutare
questi pazienti a mantenere i
propri denti naturali per tutta
la vita”. Il dottor Glickman è
stato la forza trainante di questo progetto di “Accesso alle
cure”, concependo l’idea come
parte dell’impegno dell’associazione a educare e servire
tutti i pazienti e migliorare un
accesso globale di alta qualità
alle cure dentistiche.
“È stato fantastico”, ha detto
la paziente Alisa Norrup dopo la
sua otturazione canalare. “Non
ho sentito alcun dolore... pensavo mi avrebbero fatto male, ma
non è successo”. Anche Chrystal Stroud ha subito la stessa
operazione e ha ammesso di
essere stata in ansia, ma ha confermato di essersi sentita molto
meglio dopo aver incontrato il
suo endodontista. “È stato così
gentile e professionale, e prima
di iniziare mi ha spiegato esattamente ciò che avrebbe fatto,
così ero già preparata”, ha detto. “Pensavo che avrei sentito
dolore, ma alla fine mi sono
ricreduta”.
I pazienti trattati grazie al
programma di accesso alle
cure sono stati preselezionati
dalle cliniche mediche di tutta
l’area di San Diego. Sono stati
poi ricondotti agli ambulatori
per il lavoro di ricostruzione e
assistenza. “È bello sapere che
ci sono organizzazioni come
l’AAE, disposte ad aiutare le
persone come me in questo
difficile momento economico”,
ha detto la paziente Katrina
Leffingwell. “Senza questo
programma, non sarei stata in
grado di permettermi un tale
trattamento”.
“In quanto specialità, dobbiamo essere impegnati nell’assistenza alle persone che non
possono permettersi cure endodontiche”, ha detto Glickman.
“Il primo progetto AAE di
accesso alle cure è un esempio
molto efficace di ciò che i nostri
membri possono fare, ma rimane la necessità che tutti i dentisti continuino a prevedere cure
gratuite per prolungare l’accessibilità per tutto l’anno”.
Circa 40 membri AAE, tra
docenti e iscritti della Scuola di
Odontoiatria della University
of Southern California hanno
partecipato all’evento giornaliero, che ha ricevuto il sostegno dell’Henry Schein Denatl/
Henry Schein Cares.
Jennifer Gibson è coordinatore Ufficio Stampa per l’AAE.
Editing di
Fred Michmershuizen,
DTA
Gli organizzatori del progetto: Thomas A. Levy, a
sinistra, direttore del programma universitario di
endodonzia alla USC School of Dentistry; Gerald N.
Glickman, AAE Past Presidente; Alan H. Gluskin,
professore e presidente del dipartimento di endodonzia
presso l’Università della Pacific School of Dentistry;
Marjorie Domingo, direttore della USC Mobile Clinic;
Santosh Sundaresan, assistente professore USC della
clinica odontoiatrica (DTI/ Photo AAE).
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4
AAE Annual Meeting
Anno IV n. 1 - Giugno 2010
Italian Edition
La AAE ospita la prima dimostrazione dal vivo
della chirurgia endodontica guidata da TC
ET
avuto coraggio a mostrare una
procedura sperimentale di fronte ai colleghi e, secondariamente, che la chirurgia endodontica
guidata sembra avere diversi
potenziali vantaggi.
Cosa succederà ora per il dr.
Buchanan e il team di ingegneri della Materialise? I prossimi
6-12 mesi saranno utilizzati per
pianificare trattamenti ed eseguire centinaia di procedure
necessarie per far sì che questa tecnica possa essere utilizzata con successo nella clinica
endodontica, nonché mettere
pagina 1
Il suo amico, il defunto dr.
David Rosenberg, a cui ha dedicato questa procedura, gli ha
insegnato come le mascherine
chirurgiche possono migliorare notevolmente la velocità chirurgica e la precisione
durante il posizionamento di
un impianto; così, quando uno
studente dell’Ucla gli chiese se
le mascherine realizzate sulla
base della TC potevano essere
utilizzate anche nei trattamenti endodontici, egli affermò che
il suo intero concetto di chirurgia endodontica cambiò. In
modo sorprendente, a seguito
di una ricerca in letteratura, il
dr. Buchanan trovò che questo
concetto era già stato reso noto
nel 2007(1). Per le diverse centinaia di endodontisti che hanno
assistito alla dimostrazione dal
vivo, è risultato chiaro che questa non è ancora una procedura
così efficiente. Il suo potenziale,
comunque, è evidente.
Forse, la parte più dispendiosa della procedura, in termini
di tempo, è il posizionamento
di un dispositivo di retrazione
fissato mediante vite di sua ideazione, ma una volta che le due
viti ossee da 1.5 mm sono state
fissate, la retrazione della mucosa sopra al sito chirurgico non
ha più richiesto alcun sforzo da
parte di Buchanan.
Egli ha notato che una retrazione del tessuto non corretta è
probabilmente la barriera più
grande che impedisce di abbreviare notevolmente i tempi chirurgici, e questo aspetto della
chirurgia endodontica guidata
è ovviamente ancora in via di
sviluppo. Nonostante la sfida
dell’applicazione di un dispositivo di retrazione e la gestione di
un significativo sanguinamento
(il paziente aveva la pressione
alta), la fresatura attraverso la
guida, fino alla lunghezza, con
frese da 2, 3, 4 e 5 mm, è stata
molto lineare.
Dopo aver rimosso la mascherina chirurgica, Buchanan ha
acquisito una micro immagine
a specchio attraverso il foro da 5
mm eseguito con le frese – che
mostrava la radice MB perfettamente tagliata con il canale
MB1 precedentemente trattato
bisezionato; al di là di questo,
verso l’aspetto palatale, vi era
l’istmo scuro che portava direttamente al canale MB2 precedentemente non trattato.
Successivamente, ha negoziato e allargato il canale MB2
attraverso la radice su cui era
stata eseguita la resezione
mediante strumenti rotanti
in NiTi con conicità .04 nelle
dimensioni 15-40. Ha affermato
che la limitazione alla conicità
.04 ha ridotto l’accumulo di fatica ciclica causata dalla flessione degli strumenti vicino alla
superficie radicolare tagliata,
permettendogli di tagliare un
diametro maggiore di preparazione all’estensione coronale del
canale di quello che sarebbe stato possibile con strumenti con
conicità maggiore.
L’otturazione di questo canale
a punto progetti di ricerca su
base universitaria per portare la
chirurgia guidata endodontica
all’attenzione della letteratura.
A questo punto, il dr. Buchanan ha affermato: “Il progetto
che è stato avviato ci porterà
a passare da un modo affascinante, ma lento, di eseguire la
chirurgia endodontica a una
procedura elegante che sia
molto più veloce, più precisa e
che richieda un addestramento
inferiore rispetto ai metodi tradizionali”.
Sierra Rendon, DTA
Contatti
Il dr. L. Stephen Buchanan,
DDS, FICD, FACD, è diplomato
all’American Board of Endodontics ed è professore clinico, assistente dei programmi post-graduate in endodonzia presso Usc
e Ucla. Esercita la libera professione, limitata all’endodonzia, a
Santa Barbara, California, ed è il
fondatore del Dental Education
Laboratories, un centro di formazione pratico dove odontoiatri
generici ed endodontisti possono
migliorare le loro conoscenze
nell’ambito delle nuove tecnologie endodontiche e implantari.
Può essere contattato tramite il
Dental Education Laboratories:
www.endobuchanan.com.
Foto/Su gentile concessione del
dr. Buchanan.
ha presentato alcune difficoltà
in più; comunque, Buchanan è
stato in grado di eseguirla con
una siringa a pressione riempita
di Cavit rosa e un ago da 27-gauge, con il risultato di un’otturazione densa fino alla camera
pulpare. Buchanan solitamente
utilizza il Cavit perché:
a)indurisce in presenza di
umidità;
b)sigilla contro le infiltrazione
altrettanto bene dell’MTA;
c)la sua viscosità permette di
siringare il prodotto anche
a distanza dall’estremità
dell’ago.
Un’alternativa che sta sperimentando è l’otturazione dei
canali strumentati apicalmente
con otturatori di tipo carrier.
Nonostante i primi risultati
sembrino positivi (eccellente
otturazione in minor tempo e
con meno stress), ha scelto di
utilizzare la tecnica più familiare (forse per l’ultima volta).
Dopo l’otturazione del canale
MB2, Buchanan ha illustrato
le sue nuove punte ultrasoniche, che egli definisce “Isthmus
Hatchet” (IH). Lunghe 3 mm,
con diametro 0.4 mm, angoli
acuti su ciascuna estremità, la
punta IH (Spartan) cade letteralmente nella radice attraverso
il centro dell’istmo, con il risultato di una retro-preparazione a
pareti dritte e molto lisce.
Il sigillo retro apicale è stato
effettuato con ProRoot MTA
grigio (Dentsply Tulsa) perché
il dr. Buchanan preferisce le sue
caratteristiche di lavorabilità
rispetto all’MTA bianco usato
nelle aree estetiche.
L’MTA è stato applicato con
i condensatori/carrier MTA di
Tulsa’s MTA in quantità di 5-6
ed è stato condensato con un
hatchet plugger (HP) adatto
alla preparazione, eseguita con
la punta IH. Una radiografia
convenzionale digitale ha confermato la retro otturazione
densa. Il lembo minimamente
invasivo è stato suturato con
quattro suture Supramid 5-0.
Successivamente, è stata eseguita una TC scan con una
macchina TC cone-beam J.
Morita Veraviewepocs 3D e CT,
che mostrava il risultato finale
del canale MB2 e della preparazione apicale, otturati in modo
completo e compatto.
Quando ai partecipanti è stato chiesto cosa ne pensassero di
questa nuova procedura di chirurgia endodontica guidata, la
risposta più comune è stata che,
prima di tutto, Buchanan aveva
Bibliografia
1. Pinsky H, Champleboux G, Sarment D. Periapical Surgery Using
CAD/CAM Guidance: Preclinical Results. J Endod 2007; 33:148-151.
Settimana di informazione
sulla cura canalare
per sfatare un mito
Chicago/New York, Usa: Tutti conoscono le barzellette, gli aneddoti e il confronto con le cose
spiacevoli. Non c’è niente di peggio – secondo la
percezione popolare – che doversi sottoporre a una
cura canalare (eccetto, forse, un’audizione IRS).
Questo è il motivo per cui ogni anno, in questo
periodo, l’American Association of Endodontists
(AAE) promuove “la settimana di informazione
sulla cura canalare”.
L’idea dietro all’evento, secondo l’AAE, è quella di sfatare gli
ormai consolidati miti riguardo alla cura canalare e incrementare la consapevolezza, da parte del pubblico, del fatto che si
tratta di una procedura virtualmente indolore. La settimana si
propone anche di evidenziare l’importanza dell’endodonzia e del
ruolo degli endodontisti.
Quest’anno, in particolare, la AAE vuole utilizzare “la settimana di informazione sulla cura canalare” per aiutare a
incoraggiare gli odontoiatri generici a inviare più casi agli endodontisti e aiutare i pazienti a prendere decisioni più informate
sull’opportunità di consultare uno specialista.
ET
pagina 5
AAE Annual Meeting
Italian Edition
ET
pagina 4
“Grazie all’uso di tecnologie avanzate e all’esperienza
nell’esecuzione dell’anestesia,
gli endodontisti eseguono trattamenti canalari praticamente indolori e che durano per
tutta la vita”, afferma il dottor
Gerald N. Glickman, presidente
dell’AAE.
Glickman afferma che i
pazienti che necessitano di una
terapia endodontica dovrebbero chiedere a un odontoiatra
generico quali sono i vantaggi
del rivolgersi a un endodontista,
anche nel caso in cui il dentista
generico non raccomandi uno
specialista.
Dopo tutto, sottolinea la AAE,
in presenza di diverse malattie,
i medici di famiglia inviano i
pazienti dal cardiologo se hanno
problemi di cuore o dal podologo in caso di problemi ai piedi,
e così via per tutti gli specialisti. Invece, secondo una recente
ricerca dell’AAE, in odontoiatria
i professionisti generici mandano meno della metà dei pazienti
che hanno bisogno di cure canalari ai colleghi specializzati in
questa procedura.
Secondo questa ricerca, i
dentisti inviano in media solo
il 46% dei pazienti che hanno
bisogno di una cura canalare
dall’endodontista, anche se il
94% dei dentisti generici intervistati afferma di avere una
percezione da positiva a molto
positiva degli endodontisti e dei
trattamenti che eseguono.
Con più di 15 milioni di trattamenti canalari eseguiti ogni
anno, la AAE promuove “la settimana di informazione sulla
cura canalare” – che quest’anno
è caduta il 3 aprile – per ricordare ai pazienti l’avanzata formazione che un endodontista
riceve per eseguire un trattamento dentale così complesso.
Anno IV n. 1 - Giugno 2010
stragrande maggioranza dei
pazienti che si sono sottoposti a
trattamento canalare utilizzano
parole positive per descrivere
questa esperienza.
Secondo una precedente ricerca dell’AAE, chi era stato sottoposto a terapia canalare eseguita
da un endodontista aveva una
probabilità sei volte superiore
di descrivere questa procedura
come “non dolorosa” rispetto a
chi non si era mai sottoposto a
questa procedura.
Fred Michmershuizen,
DTA
Projet4_Mise en page 1 23.03.10 11:52 Page3
Durante un workshop al meeting AAE.
DOWNPACK & BACKFILL
OTTURAZIONI CANALARI RAPIDE E BEN SIGILLATE
Reazione alle affermazioni di
Obama
Parlando della percezione
da parte del pubblico nei confronti dei trattamenti canalari,
la AAE non ha lasciato che un
riferimento negativo a questa
procedura, da parte del Presidente Obama in occasione del
suo primo State of the Union,
cadesse nel nulla.
Obama aveva utilizzato la
frase “popolare come un trattamento canalare” riferendosi
alle difficoltà affrontate dalla
nazione. La AAE ha precisato
che in modo involontario Obama aveva rinforzato un mito
e un pregiudizio ormai datato
riguardo alla “non popolarità”
delle procedure canalari.
“Sebbene sicuramente comprendiamo l’intento del Presidente, la gente deve sapere che i
trattamenti canalari non causano dolore, bensì lo alleviano”, ha
sottolineato il dottor Glickman
dopo l’affermazione di Obama.
“I trattamenti canalari possono
spaventare, ma gli endodontisti
sono in grado di eseguire questa
procedura con velocità, efficienza e praticamente nessun dolore.
Il risultato è un dente naturale
restaurato che può durare tutta
la vita”.
La AAE ha sottolineato che
la maggior parte dei trattamenti canalari può essere eseguita
in una sola seduta, senza alcun
disagio. Una ricerca sui consumi a livello nazionale, pubblicata nel 2009, mostra che la
5
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6
Case Report
Anno IV n. 1 - Giugno 2010
Italian Edition
Gestione dei molari superiori
Mark Dreyer
I primi molari superiori si
distinguono per la complessa morfologia del loro sistema
canalare. Le radici mesio-buccali (MB) sono caratterizzate da
una morfologia ovoidale irregolare, con un conseguente istmo
di tessuto pulpare che si estende
palatalmente al canale MB principale. Questo caso clinico presenta le fasi da eseguire quando
si affronta questo tipo di anatomia, al fine di massimizzare
la disinfezione e la bonifica del
sistema canalare. Il fallimento
del trattamento di questa complessità anatomica può portare al permanere della malattia
endodontica o a una sua recidiva.
Valutazione endodontica
Una paziente di 58 anni si è
presentata per una valutazione
endodontica e relativa terapia
del quadrante superiore di sinistra. La paziente lamentava la
presenza di un lieve dolore da
diversi giorni. L’anamnesi medica non era significativa, mentre
quella dentale lo era, a causa della presenza di diversi restauri in
amalgama di ampie dimensioni
(Figg. 1-3). Si è quindi proceduto
con l’esame clinico e la valutazione diagnostica di tutti i denti
posteriori del lato destro, compresi il test di sensibilità al freddo, la
percussione, la palpazione, il sondaggio parodontale e il controllo
dell’occlusione. I risultati hanno
portato a una diagnosi preoperatoria di pulpite irreversibile
a carico del dente 3, con tessuti
periradicolari normali.
Dopo l’anestesia e l’isolamento
con diga di gomma, si è creato
l’accesso alla camera pulpare calcificata. L’utilizzo di un microscopio operatorio (OM) aumenta
notevolmente l’illuminazione e
la visibilità, permettendo l’eliminazione accurata e completa della dentina di riparazione,
dei residui di polpa e degli altri
potenziali impedimenti agli orifizi canalari. È importante sottolineare che bisogna inserire
nei canali gli strumenti prima
di aver eseguito un accesso corretto. In questi casi, si possono
facilmente verificare blocchi e
deviazioni, complicando così il
trattamento e compromettendone il risultato. Il tessuto pulpare era calcificata e quindi è
stato estirpato in toto (Fig. 4).
ricca di immagini in 3D.
Le radiografie finali dimostrano il posizionamento di una barriera all’orifizio, con applicazione
di un’otturazione provvisoria per
rimandare la paziente al proprio dentista per il trattamento
restaurativo.
Un sistema complesso
Questo caso clinico dimostra la
complessa anatomia canalare presente nei molari superiori. L’utilizzo di un microscopio per tutta
l’accurata procedura di accesso
Fig. 4
Punte ultrasoniche
Sono state utilizzate punte ultrasoniche per spianare il
pavimento pulpare e aumentare la visibilità. Sul mercato sono
disponibili diverse marche di
questi strumenti, in diverse forme e dimensioni, messi a punto
per indicazioni cliniche specifiche. L’orifizio del canale MB2 è
stato localizzato verso l’orifizio
palatale in una configurazione
inusuale (Figg. 5, 6). Questo evidenzia l’importanza di esaminare con costanza il tessuto pulpare
al microscopio per tutta la procedura, in quanto gli irriganti e la
strumentazione alterano continuamente gli accessi e le tracce
che portano alla localizzazione
dell’orifizio. Una volta localizzato
l’orifizio, sono state completate la
strumentazione e la negoziazione del canale. In questo caso, si
è utilizzata la compattazione verticale a freddo della guttaperca
con sigillante ZOE, dimostrando
la morfologia del canale trattato
(Figg. 7, 8). Il canale MB2 è stato considerate come una canale
completamente separato.
Fig. 5
Fig. 6
Uno studio che ha esaminato
più di 1700 denti, tra cui 1000
primi molari, ho dimostrato la
presenza del canale MB2 nel
93% di questi denti(1). Questi
risultati non sono sorprendenti,
vista la morfologia della radice
MB nei molari superiori. Al fine
di prendere maggior confidenza
con questa anatomia, è consigliabile esaminare i denti estratti o consultare il Tooth Atlas di
Brown e Herbranson, una fonte
Fig. 7
Fig. 1
Fig. 2
Autore
Il dr. Mark Dreyer si è laureato nel 1986 presso la University
of Florida College of Dentistry.
Esercita la libera professione,
limitandosi all’endodonzia, a
Orlando e Kissimmee, Florida, e
può essere contattato all’indirizzo: [email protected].
Bibliografia
Fig. 3
1. Stropko J. Canal morphology
of maxillary molars: Clinical
observations of canal configurations. JOE, June 1999.
Fig. 8
coronale e radicolare massimizza
la possibilità di disinfettare ed
eliminare tutti i detriti da questi
denti. Gli strumenti a ultrasuoni
permettono una rimozione corretta e selezionata della dentina,
al fine di prevenire danni iatrogeni e un involontario indebolimento del dente. La meticolosa
terapia canalare porta a costituire le basi per una ritenzione e
un trattamento conservativo di
successo e duraturo in caso di
pazienti che presentino una patologia endodontica.
Ricerca & pratica
Italian Edition
7
Anno IV n. 1 - Giugno 2010
Corrosione galvanica di strumenti
in Nichel-Titanio: studio macroscopico
G. Gambarini, N.M. Grande, G. plotino, G. De paolis, V. Vincenzi, M. principe, M. Galli, E. Tucci, L. Testarelli
Università di Roma “Sapienza”, Corso di Laurea Specialistica in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Cattedra di Endodonzia
pioni (strumenti e soluzioni)
È stato dimostrato da nume- ha rilevato differenze statirosi studi in letteratura come il sticamente significative (p <
31-05-2010
12:26 Pagina
1
0.05)
fra ProTaper
e (TF,
Fig.
contatto dell’ipoclorito di sodio tfilea4
1),
in
quanto
nei
primi
si
notacon strumenti endodontici in
Nichel-Titanio (Ni-Ti), per tempi prolungati (in genere almeno diverse ore), tenderebbe a
comportare un marcato effetto
corrosivo, con una conseguente diminuzione della resistenza
alla frattura di tali strumenti(1-3). Tale problematica non si
presenta ovviamente durante la
strumentazione all’interno del
canale, in quanto il contatto fra
ipoclorito di sodio e strumento è
piuttosto breve, limitato in pratica a pochi secondi, ma si può
verificare in seguito a procedure di sterilizzazione. Infatti, non
è infrequente il caso che gli
strumenti endodontici, al fine
di favorire la pulizia delle lame
e una loro iniziale disinfezione,
per potere essere maneggiati
con maggior sicurezza dal personale ausiliario, siano immersi prima della sterilizzazione
in autoclave in ipoclorito; ciò
avviene in genere per pochi
minuti (in tal modo non comportando indebolimento degli
strumenti), ma talora può succedere che gli strumenti vengano lasciati nella soluzione
per lungo tempo, con conseguente maggior rischio di indebolimento. Sulla base di queste
indicazioni questo studio si propone di valutare se tale effetto
corrosivo si manifesti macroscopicamente e quindi visivamente su strumenti con diverse
modalità di produzione, in particolare se questa corrosione sia
legata all’utilizzo negli strumenti di due diverse leghe, una
per il manico e una per la parte
lavorante e il gambo.
Introduzione
no sempre segni di corrosione
sugli strumenti e nelle soluzioni (Figg. 2, 3).
ET
pagina 8
C
M
Y
CM
MY
Fig. 1 - Risultati ottenuti dallo studio; valori espressi
in Kpercentuale sul totale dei campioni testati.
CY CMY
UNA NUOVA ERA...
TWISTED FILE
CON TECNOLOGIA
R-PHASE
•
PREPARAZIONI MIGLIORI
•
MENO STRUMENTI
•
MINORI FRATTURE
•
NUOVE MISURE APICALI
Metodologia
Sono stati testati 36 strumenti
di due diverse case produttrici,
divisi in due gruppi da 18 campioni: ProTaper (Maillefer, Baillagues, Svizzera) e TF Twisted
File (Sybron Endo Orange USA).
La differenza principale fra i
due strumenti era inerente al
fatto che nei TF sia manico sia
parte lavorante (e gambo) sono
costituiti dalla stessa lega in
Nichel-Titanio, cioè gli strumenti sono un pezzo unico, mentre
per i ProTaper il gambo è di una
lega diversa dal Nichel-Titanio.
Tutti gli strumenti sono stati
immersi totalmente in ipoclorito di sodio al 5% (Niclor, Ogna,
Milano) per dodici ore, al termine delle quali sia gli strumenti
che le soluzioni irriganti sono
stati esaminati al microscopio
al fine di identificare segni visibili di corrosione, intesi come
intorbidimento delle soluzioni e
modifiche della superficie degli
strumenti. Tutti i dati sono stati
raccolti e analizzati statisticamente (paired t-test) con significatività del 95%.
Risultati
La comparazione dei cam-
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8
Ricerca & Pratica
Anno IV n. 1 - Giugno 2010
Italian Edition
Fig. 2 - Strumenti ProTaper immersi in ipoclorito di sodio al 5%: notare l’intorbidimento del liquido
e i segni di corrosione sugli strumenti.
Fig. 3 - Uno strumento ProTaper dopo l’immersione in ipoclorito con particolare dei segni di
corrosione galvanica sul gambo dovuta ai diversi metalli di cui sono costituiti gli strumenti.
Fig. 4 - Strumenti Twisted Files immersi in ipoclorito di sodio al 5%: si nota l’assenza di reazioni tra
il liquido e gli strumenti.
Fig. 5 - Particolare di uno strumento Twisted File dopo l’immersione in ipoclorito dove non si notano
segni di corrosione galvanica.
ET
pagina 7
Tali fenomeni, invece, non sono visibili
nei TF e nelle soluzioni in cui erano stati
immersi (Figg. 4, 5).
Discussione
Il Nichel-Titanio è una lega superelastica a struttura cristallina. Gli strumenti endodontici in Ni-Ti, rispetto a quelli in
acciaio, hanno una maggiore flessibilità,
che consente loro di rimanere più centrati nel canale e ridurre al minimo il trasporto apicale. Ne consegue un maggior
rispetto della morfologia canalare. Sono
strumenti, rispetto a quelli in acciaio,
più resistenti alla frattura e alla corrosione, ma questa caratteristica viene meno
quando si parla di corrosione galvanica,
dovuta non al solo Nichel-Titanio, ma
all’interazione di più metalli. Infatti, il
meccanismo della corrosione galvanica
o elettrochimica si produce secondo un
processo a umido e si innesca quando due
materiali di diverso potenziale elettrico
(nobiltà differente; può essere anche lo
stesso materiale che per diversi motivi
può assumere un diverso potenziale elettrico), vengono posti a diretto contatto
tra di loro (accoppiamento galvanico), in
presenza di un terzo elemento (elettrolito), nel nostro caso l’ipoclorito si sodio. Si
viene a formare una pila di cortocircuito (cella galvanica o macrocoppia) nella
quale gli elettrodi sono costituiti dai due
materiali accoppiati. Si genera un flusso
di elettroni dal materiale meno nobile
(avente potenziale minore), denominato
“anodo” o polo (elettrodo) negativo che
si ossida (dissoluzione), verso quello più
nobile avente potenziale maggiore, denominato “catodo” o polo (elettrodo) positivo
che si riduce. Tale fenomeno, se prolungato e intenso, può causare indebolimento
della struttura del metallo e quindi rende il manufatto meno resistente alle sollecitazioni meccaniche inerenti all’uso.
La corrosione galvanica degli strumenti endodontici è un argomento controverso perché dipende da vari fattori, quali
tempi di contatto, modi di contatto, vale
a dire se lo strumento entra in contatto
con l’irrigante solo per la porzione lavorante o meno, tipo, temperatura e concentrazione delle soluzioni irriganti ecc.
In un precedente studio Cavalleri et
al.(4) avevano dimostrato come, per tempi
ridotti, nell’ordine dei minuti, risultava
evidente che l’utilizzo dell’ipoclorito di
sodio come irrigante endocanalare – e
quindi il contatto di questo con strumenti endodontici rotanti in Ni-Ti – non
comporta nessuna alterazione strutturale, a livello superficiale, imputabile a un
effetto corrosivo.
Nel presente studio, invece, si è notato per tempi prolungati (diverse ore) un
effetto nocivo dell’ipoclorito su strumenti
endodontici fabbricati con due leghe. Dato
che, a oggi, i TF sono gli unici strumenti
endodontici in Nichel-Titanio prodotti in
un solo pezzo (Fig. 6), si sconsiglia vivamente di tenere in contatto prolungato
strumenti tradizionali in Nichel-Titanio
completamente immersi in bagno di ipoclorito per effettuare la loro pulizia.
Fig. 6 - Serie degli strumenti TF di
punta 25 e conicità .12, .10, .08, .06, .04.
Bibliografia
1. Peters OA, Roehlike JO, Baumann MA.Effect of immersion in sodium hypochlorite on torque and fatigue resistance of nickel-titanium instruments. J Endod 2007;33:589-93.
2. Berutti E, Angelini E, Rigolone M, Migliaretti G, Pasqualini D. Influence of sodium hypochlorite on fracture properties and corrosion of ProTaper Rotary instruments. Int Endod
J 2006;39:693-9.
3. Nóvoa XR, Martin-Biedma B, Varela-Patiño P, Collazo A, Macías-Luaces A, Cantatore G,
Pérez MC, Magán-Muñoz F. The corrosion of nickel-titanium rotary endodontic instruments in sodium hypochlorite. Int Endod J 2007;40:36-44.
4. Cavalleri G, Cantatore G, Costa A, Grillenzoni M, Comin Chiaramonti L, Gerosa R. Effetto
corrosivo dell’ipoclorito di sodio su strumenti endodontici in Nichel-Titanio: analisi al microscopio elettronico a scansione. Minerva Stomatol 2009;58:225-31.
Trends
Italian Edition
9
Anno IV n. 1 - Giugno 2010
“Dens in dente”: trattamento combinato
ortogrado-retrogrado con Aureoseal
R. Boriani*, A. Macchi**, E. Pedretti***
*Professore a contratto Università degli Studi dell’Insubria CLOSPD, insegnamento di Endodonzia
**Professore ordinario, Direttore della Clinica Odontostomatologica dell’Università degli Studi dell’Insubria
***Studente CLOSPD
Fig. 1 - La radiografia periapicale
eseguita con cono di guttaperca
introdotto nella fistola mostra
l’anomalia radicolare del canale di
13 con apice enorme e una grossa
rarefazione periradicolare a probabile
origine dal canale accessorio stesso.
Il dens in dente è una patologia
dentale, classificata come anomalia di sviluppo, che porta alla formazione di un dente rudimentale
all’interno di un dente regolare o
soprannumerario. Questa è causata dall’invaginazione dei tessuti
dentari durante i primissimi stadi di sviluppo del dente, quando
non è ancora iniziato il processo
di calcificazione. Se l’invaginazione avviene a carico dell’organo
dello smalto, si ha lo sviluppo di
un dens in dente di tipo coronale; se l’introflessione si verifica a
carico della papilla dentaria si
origina un dens in dente del tipo
radicolare. La loro diversa origine
determina anche disparità sulla
loro struttura in quanto nel tipo
coronale è osservabile uno strato
interno di tessuto smalteo che,
invece, manca nel tipo radicolare.
Hovland (1977) ha calcolato
l’incidenza di dens in dente variabile dallo 0.04 al 10% per ogni
dente, riscontrando tuttavia una
maggior frequenza negli incisivi
laterali superiori permanenti.
ET
Fig. 2 - Un altro aspetto dell’anatomia del dens in dente di cui si nota una
lunghezza notevole dell’elemento 13.
Fig. 5 - Visione diretta a microscopio
dell’apice beante sovrapponibile
all’immagine Tac.
pagina 10
Fig. 6 - Pulizia dell’endodonto
retrogrado mediante punte
ultrasoniche.
Fig. 4 - Radiografia eseguita dopo
chiusura del canale principale e
medicazione intermedia con idrossido
di calcio dell’accessorio.
Fig. 7 - Sigillo apicale ottenuto
con Aureoseal (Mineral Trioxide
Aggregate).
Fig. 3 - Nella sezione Tac superiore si può notare l’indipendenza dei 2 sistemi
endodontici e la posizione asimmetrica della rarefazione ossea maggiore in
prossimità del canale accessorio con apice beante.
10 Trends
Anno IV n. 1 - Giugno 2010
Italian Edition
ET
Fig. 8 - Radiografia periapicale di
23 a distanza di 1 anno in cui viene
evidenziata la neoapposizione di osso
al di sopra di Aureoseal.
Fig. 9 - Esame Tac eseguito a distanza di 1 anno in cui si evidenzia la buona
guarigione ottenuta.
Fig. 10 - Particolare della Tac
a maggiore ingrandimento che
evidenzia la ricrescita ossea.
pagina 9
Spesso il dens in dente è un
reperto radiografico occasionale riscontrato, durante controlli di routine. Nel nostro caso il
paziente di sesso maschile, età
20 anni, durante una seduta di
igiene orale riferiva la comparsa
di lesione fistolosa in regione 23.
L’esame obiettivo mostrava
fistola e tumefazione vestibolare in regione 23, con risposta
negativa al test di vitalità del
medesimo elemento e leggera dolenzia alla percussione
ed alla palpazione del fornice.
Dalla radiografia, eseguita con
un cono di guttaperca inserito
all’interno del tragitto fistoloso
(Fig. 1), si è potuto osservare
una zona di radiotrasparenza
a livello dell’osso alveolare in
corrispondenza delle radici di
2.2 e 2.3 (Fig. 2).
L’elemento presentava anche
una particolare anatomia: è stato infatti individuato un canale accessorio, mesiale rispetto
al principale, con apice beante
nella zona di radiotrasparenza
ossea. All’esame intraorale il
canino è risultato di dimensioni maggiori rispetto al controlaterale con una protuberanza
a livello del cingolo.
La Tac ci ha permesso di identificare l’indipendenza dei due
sistemi radicolari e ha evidenziato un forame apicale enorme
del canale accessorio (Fig. 3).
L’approccio terapeutico da noi
pianificato ha previsto un tempo ortogrado per l’endodonto
principale, e uno retrogrado per
quello accessorio.
Lo shaping del canale principale è stato ottenuto con Pro
Taper da 31 mm, diametro apicale 40, detersione con ipoclorito di sodio 5,25 % (Niclor 5) e
EDTA17% e otturazione canalare con condensazione verticale con guttaperca e cemento zoe
modificato (Argoseal).
L’endodonto accessorio presentava un apice enorme (circa 2x3 mm. di diametro) e un
diametro apicale maggiore di
quello coronale, pertanto la
detersione è stata eseguita con
irriganti e il massiccio utilizzo
di inserti ultrasonici.
L’otturazione canalare temporanea è stata eseguita con
idrossido di calcio (Endoidrox)
e l’otturazione coronale provvisoria con cemento vetroionomerico (Fig. 4). Si è passati,
quindi, alla fase chirurgica con
lembo trapezoidale da 11 a 24
a spessore totale con incisione paramarginale festonata
durante la quale è stata eseguita la tolettatura della lesione
cistica e dell’apice beante (Fig.
5) con punte ultrasoniche (Fig.
6) e otturazione con Aureoseal
(Mineral Trioxide Aggregate)
materiale d’elezione per otturazioni retrograde con diametro
apicale ampio (Fig. 7).
A indurimento dell’Aureoseal si è proceduto alla chiusura
ortrograda della porzione più
coronale dell’endodonto accessorio con guttaperca e cemento ed all’otturazione coronale
definitiva. L’assenza di sintomatologia e il quadro Rx (Fig.
8) e Tac (Figg. 9, 10) eseguito
a distanza di un anno evidenziano la guarigione della lesione cistica con neoformazione di
osso a ridosso dell’Aureoseal a
dimostrazione della eccellente
biocompatibilità del materiale
utilizzato.
Dental Meeting & Congressi 11
Italian Edition
Anno IV n. 1 - Giugno 2010
Aspettando
il 31° Congresso nazionale Sie
pari delle opportunità in endodonzia chirurgica forniranno
elementi interessanti per chi
vuole avere delle informazioni
più specifiche. Da ultime, ma
non meno importanti, le sessioni
quali il Premio Garberoglio per
la Ricerca in Endodonzia, il Case
Report Contest per premiare il
miglior caso clinico presentato
dai Soci Sie e il Movie Session,
già sperimentato lo scorso anno
a Roma, per assegnare al miglior
video in tema endodontico una
meravigliosa telecamera.
Superati i 30 convegni, la Sie si
The ultimate
L’appuntamento della seconda settimana di novembre (1113/11/2010) torna ad essere
nella tradizionale Verona, sede
più volte impiegata dalla Società
Italiana di Endodonzia (Sie) per
organizzare l’evento congressuale annuale giunto alla sua 31a
edizione. Come sempre il programma si snoda in tre giornate, contraddistinte il giovedì dai
corsi precongressuali, e dalle sessioni congressuali propriamente
dette il venerdì e il sabato. I temi
sono molteplici e abbracciano non
poche branche della disciplina
endodontica, dalle più tradizionali e fondamentali a quelle più
recentemente sviluppate, sia per
le novità tecniche proposte sia
per le esperienze clinico-scientifiche maturate nel corso degli
ultimi anni. È chiaro che l’endodonzia degli ultimi dieci anni sia
andata sofisticandosi sempre più
nel tentativo di rendere le procedure più semplici e riproducibili;
non va poi dimenticato lo sforzo
che numerosi ricercatori hanno
fatto per incidere in modo significativo sulle parti biologiche
fondanti il processo terapeutico
delle affezioni pulpari e dei tessuti periapicali.
Proprio a questo riguardo le
metodiche di irrigazione canalare hanno svolto e svolgeranno
un ruolo sempre più preminente
nella pratica quotidiana e, a tal
proposito, la Società ha deciso di
incentrare il corso pre Congressuale del giovedì pomeriggio sul
tema della detersione, il cui titolo
sarà “La detersione profonda dello spazio endodontico”, invitando
due esperti di caratura mondiale
come il dott. John Schoeffel e il
prof. Lou Van der Sluis.
La giornata sarà coordinata
dal presidente Sie, prof. Giuseppe Cantatore.
Il giovedì mattina ampia scelta di corsi pratici proposti dalle
maggiori aziende che da anni
accompagnano il percorso di Sie,
quali Simit (Dentsply-Maillefer),
Sweden & Martina, Komet, Isasan, Casa Schmidt e Dentsply.
La giornata di venerdì sarà aperta dal prof. Antonio Pelliccia che
intratterrà i presenti con una
relazione dal titolo “Il Management odontoiatrico le strategie
di gestione nell’endodonzia”. Al
termine, via alle relazioni congressuali distribuite su tre sale,
che andranno a toccare temi di
grande interesse quali l’approccio e la terapia dei casi complessi,
le tecniche laser per la detersione
canalare, le tecniche di apertura
delle camere pulpari, le possibilità di otturazione con nuovi
mezzi e, per finire, i problemi
che i sistemi adesivi incontrano
nello spazio endodontico. Non
mancheranno sezioni come l’approccio al sistema canalare e i
ritrattamenti semplici, volte a
interessare un pubblico meno
esperto, ma non per questo meno
desideroso di formarsi durante
le giornate veronesi. Il sabato le
sessioni si avvieranno di buon
mattino con tematiche come
le nuove tecnologie per la strumentazione canalare e l’otturazione dello spazio endodontico.
Le novità in radiodiagnostica al
Per informazioni:
[email protected]
www.endodonzia.it
proietta in una dimensione nuova per accogliere al suo interno
tutti i colleghi che vogliano fare
comunità nell’ambito dell’endodonzia; si intensificano i corsi
a distanza, le sezioni regionali
propongono corsi di formazione
mirati e giornate regionali sem-
pre più interessanti, la rivista
nella nuova veste grafica offre
contributi sempre più qualificati e la Formazione a Distanza
(Fad) è una realtà del sito web
www.endodonzia.it, all’interno
del quale si possono scovare una
serie di interessantissime informazioni, si può partecipare a
Forum di discussione su temi
endodontici e, in ultima analisi,
avere un costante aggiornamento su quelle che sono le novità
in questa affascinante branca
dell’odontostomatologia.
ENDO
RESTORATIVE
DENTISTRY
VI CONGRESSO NAZIONALE
23, 24 e 25 Settembre 2010
Teatro Congressi Pietro d’Abano
Abano Terme (PD)
Scarica il programma e iscriviti al congresso nel sito
Giuseppe Cantatore
www.sweden-martina.com
12
Notizie dalle Aziende
Anno IV n. 1 - Giugno 2010
Dentsply Italia presenta VDW.ULTRA®
Perché è necessario un dispositivo a ultrasuoni in endodonzia?
L’utilizzo di ultrasuoni in
endodonzia è ormai una realtà
da cui oggi il professionista non
può prescindere per ottenere
trattamenti di successo. La tecnica ultrasonica è infatti in grado di garantire la soluzione più
efficace per alcune problemati-
che cliniche in campo endodontico come:
• la detersione incompleta e
inefficace del canale radicolare, possibile fonte di
malattie pulpari e periapicali;
• la difficile e laboriosa rimo-
zione del materiale di riempimento all’interno della
cavità o addirittura di strumenti fratturati all’interno
del canale;
• la corretta rifinitura della
cavità d’accesso e l’individuazione degli orifizi canalari;
• l’impossibilità di ritrattamento in caso di perni
metallici.
Dentsply presenta VDW.
ULTRA®: il 1° dispositivo a
ultrasuoni dedicato all’endodonzia con 4 applicazioni cliniche
programmate.
1. IRRI - Irrigazione Ultrasonica
Uno dei principali problemi
fino ad oggi riscontrati è che
a causa dell’irregolarità della
struttura anatomica della maggior parte dei canali (estensioni ovali, istmi e delta apicali);
con il tradizionale trattamento
endodontico risulta impossibile
sagomare e detergere completamente il canale radicolare, raggiungendo solo il 65-70% della
sua superficie. La tradizionale
strumentazione, infatti, non
riesce mai a entrare in contatto
con l’intera superficie canalare,
lasciando batteri, residui organici e smear layer all’interno dei
tubuli dentinali che non riescono ad essere efficacemente puliti
anche dopo meticolose strumentazioni meccaniche, creando il
presupposto per malattie pulpari e periapicali.
Il restante 30-35% della
superficie canalare può essere
invece raggiunto oggi con un’irrigazione intensiva o meglio
con una irrigazione ultrasonica
passiva. L’irrigazione ultrasonica passiva è in grado di irrigare
in profondità il canale, lì dove
la preparazione meccanica non
arriva, rimuovendo più batteri,
smear-layer e biofilm rispetto a
un’irrigazione tradizionale e in
minor tempo.
2. REDO - Ritrattamento
Questa applicazione consente
di rimuovere in modo facile e
veloce i materiali di riempimento presenti all’interno del canale quali guttaperca, cemento e
perni in fibra. Inoltre, grazie a
un inserto dedicato (REDO 5)
è possibile rimuovere gli strumenti canalari che accidentalmente si fratturano all’interno
del canale radicolare.
3. CAVI - Rifinitura della cavità d’accesso
Consente di ottenere una visibilità del canale ottimale grazie alla possibilità di rimuovere
efficacemente le ostruzioni che
ne impediscono l’accesso, eliminando sporgenze di dentina e
polpa.
4. MAXI - Rimozione dei perni
metallici
In caso di ritrattamento questa applicazione consente di
rimuovere i perni metallici che
diversamente non potrebbero
essere estratti dalla cavità.
A ognuna delle 4 applicazioni
corrisponde un’ampia gamma
di inserti endodontici facilmente identificabili:
• Inserti Irri;
• Inserti Redo;
• Inserti Cavi;
• Inserti Maxi Mpr.
Per informazioni:
Dentsply Italia Srl
Via Curtatone, 3
00185 Roma
Tel.: 06.7264031
Numero verde: 800921107
Fax: 06.72640372
[email protected]
www.dentsply.it
News Internazionali 11
Italian Edition
primo vaccino per il trattamento
delle malattie gengivali
La soluzione per
la rimozione
degli strumenti
fratturati
Nell’ambito di un trattamento endodontico, la frattura di uno strumento non solo
rappresenta un enorme stress
per l’utilizzatore, ma costituisce per il paziente anche un
rischio maggiore di complicazioni post-endodontiche.
Spesso, la rimozione di
questi frammenti fratturati
si rivela difficile e impossibile da pianificare. Il kit Endo
Rescue proposto da Komet
offre una soluzione semplice e sistematica per l’accesso
al canale radicolare e per la
rimozione degli strumenti
fratturati (strumenti rotanti
in nichel-titanio). Poiché una
delle cause principali della
frattura degli strumenti è una
preparazione errata o incompleta dell’accesso canalare o
della cavità di accesso, il primo passo è la ripreparazione
corretta e precisa degli stessi
con l’ausilio degli strumenti
tradizionali. Per la corretta
rimozione degli strumenti
fratturati, quindi, si consiglia l’utilizzo di una fresa
con punta non tagliente della
misura XXL. Una volta individuata nuovamente l’entrata
del canale radicolare e ripristinato l’accesso fino alla testa
del frammento, il kit dispone
di due strumenti speciali che
consentono di semplificare
una manovra finora complicata: la fresa di centratura, che
espone gli ultimi millimetri
e consente quindi l’accesso al
frammento, e la fresa di trapanazione particolarmente
sottile, che viene applicata al
frammento e che ruotando lo
blocca per facilitarne l’asportazione. La rotazione in senso
antiorario delle fresa di trapanazione permetterà così
la rimozione del frammento in modo rapido e sicuro.
parte delle lesioni parodontali
e anche (ma a livelli più bassi) nei siti sani. Produce alcuni
enzimi che hanno mostrato di
interagire e degradare le proteine presenti. Anche se è eliminabile attraverso la terapia
parodontale, si trova spesso
nelle infezioni più ricorrenti.
“La parodontite è una malattia grave e per i dentisti è una
grossa sfida curarla. La maggior
parte dei pazienti infatti non sa
di averla fin quando è ormai
troppo tardi e l’infezione è progredita”, dice Eric Reynolds,
CEO della Cooperative Research
Centre for Oral Health Science
e Direttore della University of
Melbourne Dental School. “Il
nuovo approccio fornirà a dentisti e pazienti una cura specifica”. La terapia parodontale
tradizionale coinvolge lo scaling
Daniel Zimmermann, DTI
La scelta della qualità
Sequenza di Sagomatura Semplice e Sicura
© 03/2010 · BRA/0 · 405038V0
Ricercatori dell’Università di
Melbourne (Australia) annunciano di aver avviato una collaborazione con il CSI Limited
e il Sanofi Pasteur, le maggiori
aziende biofarmaceutiche del
Paese, per sviluppare e diffondere un vaccino per il trattamento delle malattie gengivali.
Il programma, in corso da ormai
10 anni, coinvolge peptidi e proteine che innescano la risposta
immunitaria all’infiammazione
parodontale. Il vaccino è attualmente in sperimentazione su
cavie, ma si prevede di passare
presto allo studio e all’applicazione clinica, dicono i ricercatori.
Ha come obiettivo il “ring
leader” di un gruppo di batteri
patogeni chiamati P. gingivalis,
causa di parodontite. Secondo un
consorzio di ricerca statunitense
basato sul P. gingivalis, elevati livelli di tale batterio sono
stati rinvenuti nella maggior
e la pulizia manuale nonché la
chirurgia con strumenti tradizionali o col laser, nel tentativo
di contenere l’infezione batterica. Reynold riferisce che più
che intervenire sulla gestione
dei sintomi e sulle conseguenze dannose, la nuova linea di
vaccini potrà prevenire il progredire della malattia. Sanofi
Pasteur ha l’opzione per avere
la licenza esclusiva e a livello
mondiale, per la diffusione della proprietà intellettuale legata
a tali prodotti.
4S KOMET: per un'Endodonzia migliore
Komet ha creato una metodica di strumentazione endodontica denominata
4S: Sequenza di Sagomatura Semplice
e Sicura. In inglese: Safe and Simple
Shaping Sequence. Si tratta di una
serie di strumenti nella quale ogni file
lavora in modo molto delicato e graduale rispetto a quello precedente e a
quello successivo. L’obiettivo è permettere una preparazione progressiva del
canale radicolare, senza salti « faticosi »
di misure e/o di conicità che spesso
sono causa di rotture degli strumenti in
NiTi. La metodica 4S KOMET prevede
una scelta sequenziale ragionata di diametri e di conicità per risolvere seriamente il problema dell’affaticamento
e della sovrasollecitazione degli strumenti e per garantire sicurezza e precisione operativa in tutte le anatomie.
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12 Trends
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
Italian Edition
L’erosione dentale si può combattere?
Tema affrontato al Simposio GABA al XVII Collegio Docenti
In occasione (e nell’ambito) del “Collegio dei Docenti di Discipline odontostomatologiche”, svoltosi dal 21 al 23 aprile all’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti, si è tenuto un Simposio dedicato all’erosione, tema di notevole interesse scientifico-pratico, sul quale hanno
autorevolmente riferito tre riconosciuti esperti. pubblichiamo ora di seguito le risposte alle domande che Dental Tribune ha posto agli
organizzatori del Convegno.
Che cos’è l’erosione dentale?
L’erosione dentale rappresenta un fenomeno in continua crescita, un problema
che sta diventando rilevante per la salute
della dentizione a lungo termine. Si tratta di processo irreversibile contro il quale appare di fondamentale importanza
una diagnosi precoce attraverso l’analisi
dell’aspetto clinico.
Come si può combattere?
In occasione del XVII Collegio dei Docenti
di Odontoiatria, Gaba Vebas ha promosso
il 23 aprile a Chieti un Simposio dedicato
specificatamente a questo tema. Intitolato
“Erosione: si può combattere? Dalle cause alle più efficaci terapie preventive”, si
è proposto di approfondirne cause e principali fattori di rischio, ponendo l’accento
sulle recenti novità in campo di diagnosi e
prevenzione.
Quali i relatori partecipanti al Simposio?
Al Simposio si sono alternati tre relatori.
Ha “aperto” Livia Ottolenghi, docente
all’Università “Sapienza” di Roma, con
una breve introduzione sui differenti pro-
cessi di perdita di tessuti duri dei denti e,
successivamente, con la relazione “Erosione dentale: diagnosi e prevenzione”.
Ha quindi presentato un nuovo indice di
valutazione di erosione denominato Bewe
(Basic Erosive Wear Examination) e un
set diagnostico sviluppato da università
svizzere e tedesche, quale strumento pratico e di facile utilizzo per una corretta
diagnosi. Infatti, solo dopo un’accurata
diagnosi si può intraprendere una terapia causale, con l’obiettivo ovviamente di
eliminare o ridurre l’origine ed eventualmente una terapia sintomatica. A causa
dell’aggressività del processo erosivo, gli
approcci terapeutici o preventivi sviluppati
per combattere la carie non possono essere applicati direttamente al trattamento
dell’erosione. È stato quindi necessario
sviluppare nuove strategie di prevenzione:
preparazioni contenenti ioni stannosi in
associazione a fluoruri, hanno mostrato in
situ di proteggere efficacemente dall’erosione dentale.
Su quale aspetto si è soffermato in particolare il secondo relatore?
Guglielmo Campus dell’Università di
Sassari ha focalizzato il suo interven-
to sull’“Eziologia dell'erosione dentale
e fattori di rischio”. L’erosione dentale è
causata dall’attacco diretto di acidi provenienti principalmente dalla dieta e
dai succhi gastrici che determinano una
riduzione di microdurezza del dente e la
progressiva perdita irreversibile di tessuti
duri. L’interazione di fattori chimici, biologici e comportamentali appare quindi
di cruciale importanza e contribuisce a
spiegare perchè alcuni individui mostrino maggiore erosione di altri. Campus ha
inoltre illustrato i risultati preliminari
di uno studio “cross-sectional” effettuato
dalle Università di Sassari e “Sapienza” di
Roma, per verificare la prevalenza rispettivamente su un campione di adolescenti e
uno di pazienti a rischio erosione.
dei tessuti duri e la perdita di microdurezza del dente. In questo senso, preparazioni
contenenti ioni stannosi in associazione a
fluoruri si sono rivelate efficaci, determinando la formazione di precipitati sulla
superficie del dente capaci di proteggere
da erosione dentale.
Come si è concluso l’incontro?
Il focus finale è stato sul ripristino funzionale ed estetico dei tessuti danneggiati,
con un’analisi approfondita sui più efficaci trattamenti conservativi. Per maggiori
informazioni: www.gaba-info.it
Un accenno, infi ne, al terzo contributo
apportato al Simposio…
Eugenio Brambilla, docente presso l’Università degli Studi di Milano, ha presentato un aggiornamento sui vari principi
attivi per l’erosione dentale e il loro meccanismo d’azione.
L’obiettivo delle terapie sintomatiche è
rafforzare e/o proteggere la superficie del
dente per inibire la demineralizzazione
I relatori del Simposio GABA.
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Notizie dalle Aziende
Italian Edition
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
Il motore chirurgico interattivo
di analisi scientifica intraoperatoria
TMM2 è il rivoluzionario
motore, proposto da IDI evolution, frutto di una durissima
ricerca scientifica che ha riunito bioingegneri, clinici e ingegneri informatici nel comune
sforzo di una macchina per
implantologia senza precedenti. TMM2 individua, come il
suo predecessore, la classe ossea
del tunnel implantare e il grado di stabilità primaria della
fixture, ma la sua intelligenza
artificiale inserisce questi dati
all’interno di una procedura di
incorporazione completamente automatica, dove lo scambio
bidirezionale di informazioni
digitali tra motore e “smart
set” permette lo svolgimento
completo delle fasi chirurgiche
di inserimento dell’impianto
senza nessuna interferenza da
parte dell’operatore, a cui, tuttavia, è affidata la supervisione degli step procedurali con
facoltà di interruzione e modifica. In un mondo implantologico nuovo, l’operatore può
13
lavorare secondo la modalità
a lui più congeniale (libera o
assistita), nel rispetto dei criteri di ergonomia intraoperatoria, grazie al monitor touch
screen a colori, estraibile dal
case nel punto più congeniale della sala operatoria. Ogni
particolare concorre a rendere
fluida la procedura chirurgica, in un contesto concentrato
e tranquillizzante: dal pedale multifunzione alla pompa
peristaltica programmabile,
dai led luminosi dello smart
set alla voce clinica del motore, ogni risorsa del TMM2 è
spendibile per deprivare l’intervento dei suoi inevitabili
fattori di disturbo, logistici
e organizzativi. All’operatore
resta solo il compito, importantissimo di interpretare i
dati e i diagrammi elaborati dal motore: l’analisi delle
curve grafiche definisce con
chiarezza la tipologia ossea e
la qualità della stabilizzazione
implantare, lasciando al cli-
nico ogni ulteriore decisione
relativa al destino funzionale
dell’inserto incorporato.
Per informazioni:
IDI evolution Srl
Via Monza, 31
20049 - Concorezzo (MI)
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Innovativo cuneo
in legno morbido GDS
Garrison Dental Solutions ha
realizzato i cunei Soft Wedge™
prodotti con legno più morbido e
compresso, rispetto a quelli tradizionali in legno di acero o di
betulla. Durante l’inserimento
la compressione e l’espansione
consentono un più facile adattamento interprossimale della
matrice e una otturazione sicura sulla parete gengivale.Inoltre abbiamo migliorato i cunei
Soft Wedge™ attraverso l’uso di
un sistema di matrici sezionali:
il nuovo Composi-Tight 3D di
Garrison Dental Solutions.
Un profilo basso elimina eventuali danni a livello interprossimale, mentre il legno morbido
garantisce una forma più anatomica e la precisione nell’aderenza. Il cuneo Soft Wedge™ è
più lungo di quello standard in
legno. La lunghezza rende più
facile il lavoro con un sistema
di matrici come Composi-Tight
3D, dove l’anello si adatta direttamente al cuneo.
Garrison Dental Solutions,
produttore dei sistemi di matri-
ci sezionali Composi-Tight e di
cunei di plastica Wedge Wands
vende in Italia tramite tutti i
maggiori deposti dentali.
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Snow Ready: lo sbiancante pronto all’uso
SNOW READY è una linea
di sbiancanti al perossido di
idrogeno proposta in comodi tray monouso pre-riempiti
pronti all’uso. I tray, in materiale siliconico, ergonomici, sono
confezionati singolarmente in
blister di alluminio termosaldati e sottovuoto, che mantengono
inalterate le caratteristiche del
principio attivo. La particolare consistenza del gel, di colore
bianco opalescente, permette
un facile utilizzo, non cola, non
fuoriesce dal tray.
L’applicazione è facile e
immediata, senza alcun rischio
di errore o perdita di tempo,
il dosaggio sempre uguale e
sicuro; la speciale consistenza
e composizione del gel garantiscono risultati ottimali ad una
concentrazione
decisamente
inferiore ai quella dei prodotti professionali equivalenti sul
mercato (la maggior parte dei
quali contiene il 35% di perossido di idrogeno), riducendo,
quindi, in modo notevole il
rischio di irritazione gengivale
o sensibilizzazione dentale. Non
necessita di foto attivazione.
La linea comprende:
- Snow Ready 25: gel sbiancante al 25% di perossido di
idrogeno, in tray monouso
pre-riempiti- da utilizzarsi
con diga in gel, foto polimerizzabile - uso professionale;
- Snow Home Ready: gel
sbiancante al 6% di perossido di idrogeno, in tray
monouso pre-riempiti - uso
domiciliare.
Snow Home Ready, per uso
domiciliare, va consigliato al
paziente sia per il proseguimento sia per mantenimento del trattamento a casa. Grazie al pratico
tray monouso pre-riempito, il
trattamento periodico domiciliare è facilissimo e comodo da
effettuarsi senza alcun fastidio
o particolare istruzione da parte
del dentista. La bassa concentrazione di perossido di idrogeno (6%) lo rendono innocuo per
la mucosa gengivale, mentre la
consistenza corposa del gel ne
rende stabile l’efficacia.
Entrambe le formulazioni
contengono il nitrato di potassio
che, agendo sulle terminazioni nervose, le desensibilizza e
garantisce un maggiore comfort
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Tel.: 049.9124300
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Zimmer Regenerative Days
Zimmer
Continuing
Education
Focus
sulla rigenerazione tissutale e ossea
esperti nell’ambito della chirurgia avanzata, dell’ implantologia e della rigenerativa
– Maurice Salama e Michael
Pikos – e dall’avvocato Stefano
Fiorentino, consulente in materia di biotecnologie medicali.
Questo corso rappresenta
una preziosa opportunità per
approfondire insieme ai dottori Salama e Pikos i temi
clinici dell’anatomia e della
biologia degli innesti, le tecniche di incremento osseo verticale, il trattamento dei siti
estrattivi e la conservazione
dell’alveolo, le modalità e le
indicazioni delle ricostruzio-
ni in zona estetica, la progettazione del design del sorriso.
Da un punto di vista giuridico, invece, l’avvocato Fiorentino presenterà una relazione dal
tema: “Biomateriali e qualità:
rapporti giuridici tra il professionista e il paziente.
L’evento, in fase di accreditamento ECM, si rivolge
soprattutto ai professionisti
particolarmente attivi in ambito implantare, ma costituisce
anche un momento formativo
fondamentale per tutti coloro
che desiderano confrontarsi
con le più moderne tecniche di
rigenerazione ossea e tissutale.
Hotel Laguna Palace - Venezia Mestre
233 - 244 Settembre 2010
Speakers :
Dr. Maurice Salama
Dr. Michael Pikos
Dr. Stefano Fiorentino
in collaborazione con
QUINTESSENZA
Servizio di
traduzione
simultanea
Zimmer Dental Italy
INFO
Sempre attenta alle esigenze formative del professionista e pronta a rispondervi con
iniziative ed eventi a elevato
valore didattico, Zimmer Dental Italy propone un nuovo
appuntamento nell’ambito del
programma di sviluppo e formazione di Continuing Education. Si tratta del Corso di
2 giorni dal tema “The Ultimate Graft Course-Zimmer
Regenerative Days” che si terrà al Laguna Palace Hotel di
Venezia Mestre i prossimi 23
e 24 settembre 2010. Il tema
del corso verrà sviluppato da
due illustri relatori americani
Via Matteotti, 98 31029 Vittorio Veneto (TV)
Tel.0438 555573 r.a. Fax 0438 553181
e-mail: [email protected]
Corso in fase
di accreditamento
14 L’Assistente
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
Italian Edition
La professionalità degli Assistenti di Studio
Intervista a Carmine Antonangelo
Prosegue, anche su questo numero, l’approfondimento dedicato alla
figura professionale dell’Assistente di Studio Odontoiatrico (ASO).
Gianna Maria Nardi, ricercatore universitario confermato alla “Sapienza” di Roma, ha posto per Dental Tribune alcune domande a
Carmine Antonangelo, presidente dell’Aipao.
Chi è l’assistente dentale?
L’assistente di Studio odontoiatrico è una figura professionale
di grande importanza, che collabora alle strette dipendenze
dell’odontoiatra. Aumenta e
migliora l’operatività dello Studio odontoiatrico e favorisce
l’accoglienza e il benessere psicologico del paziente.
Nello Studio odontoiatrico è
richiesta la figura femminile e
soprattutto di bella presenza?
Quale è stata la sua esperienza
in merito? Ha avuto difficoltà
ad essere scelto?
Storicamente, nello Studio odontoiatrico, è maggiormente richiesta la figura femminile come
assistente di Studio, ma la mia
esperienza in merito è stata positiva perché sono stato scelto subito dopo il colloquio preliminare.
Mi sono rivolto a una odontoiatra, considerando che forse sarei
stato agevolato.
Perché?
Proprio per aggirare l’ostacolo, e
il mio intuito mi ha dato ragione. Inoltre, anch’io credo di avere
una presenza gradevole!
Di quali particolari caratteristiche deve essere dotata la
figura dell’assistente di Studio
odontoiatrico?
Deve essere dotata di alcune qualità fondamentali: bella presenza, comportamento professionale,
riservatezza e discrezione, segreto professionale, responsabilità e
preparazione.
È di fondamentale importanza
Chi è
Carmine Antonangelo è l’attuale presidente dell’Aipao (Associazione Italiana Personale Ausiliario Odontoiatrico), relatore in corsi e congressi nazionali e autore di articoli sulla stampa
specializzata dedicati alla professione. Ha seguito con particolare interesse le problematiche
dell’attività, funzioni e profilo normativo della figura dell’assistente di Studio odontoiatrico.
che si crei una simbiosi perfetta
con tutto il team odontoiatrico
presente.
Che cosa significa aspetto professionale?
L’Aso (Assistente di Studio odontoiatrico) deve avere un aspetto
“professionale”, cioè deve offrire al paziente un impatto visivo
estremamente curato, per cui
la cura della propria persona e
dell’abbigliamento devono essere
una testimonianza dell’adesione ai programmi di prevenzione
delle infezioni crociate.
Che cosa deve rispettare l’assistente nelle svolgimento delle sue mansioni nello Studio
odontoiatrico?
Deve rispettare soprattutto i
protocolli operativi di decontaminazione, disinfezione e
sterilizzazione dello Studio
odontoiatrico, considerando che
può essere un “crocevia di infezioni”.
Secondo lei quali vantaggi
ha una dottoressa donna con
un’assistente uomo?
L’odontoiatra può contare su una
presenza continua: i maschi non
vanno in maternità.
Aipao
Associazione Italiana Personale Ausiliario Odontoiatrico
Il 6 marzo del 1997 è nata l’Aipao (Associazione Italiana Personale Ausiliario Odontoiatrico).
È un’associazione sorta a Pisa,
non ha scopo di lucro e non è a
carattere politico. Accoglie tutti
i lavoratori degli studi odontoiatrici sia pubblici sia privati del
territorio nazionale ed europeo.
L’Aipao si prefigge:
E quali svantaggi?
Forse le colleghe possono essere
più capaci a mettere nel lavoro
quel tocco femminile che rende
l’ambiente dello Studio più gradevole e accogliente.
Gianna Maria Nardi
• di aumentare la difesa degli
interessi morali e materiali
della categoria;
• di promuovere la tutela previdenziale e assistenziale
dei suoi iscritti;
• di assumere la rappresentanza della categoria a tutti
gli effetti presso le Autorità
e gli Organi nazionali ed
europei, nei confronti dei
quali la categoria stessa può
avere rapporti e interessi.
L’Aipao promuove:
• incontri culturali per
migliorare le qualifiche professionali;
• incontri con tutte le componenti del mondo odontoiatrico (medici, odontoiatri,
igienisti dentali, collaboratori scientifico-sanitari);
• incontri e gemellaggi con
associazioni similari.
L’Aipao inoltre intende:
• impostare i problemi nazionali della categoria con particolare riguardo a quelli
attinenti la regolamentazione para-sanitaria, specificatamente alle mansioni
Informi i suoi pazienti
e promuova la sua professione
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appartenenti alla categoria;
• concorrere alla valorizzazione delle funzioni in rapporto
alla professionalità e alla collaborazione con l’odontoiatra;
• istituire un elenco nell’ambito dell’associazione nel
quale vengano evidenziate
la qualità, il merito, l’anzianità e le varie specializzazioni degli associati, da
mettere a disposizione degli
odontoiatri e dei loro rappresentanti;
• organizzare congressi, meeting, scuole e corsi di formazione e di aggiornamento
nell’ambito delle normative
vigenti.
L’Aipao, inoltre, per la realizzazione dei suoi scopi, pubblica
opuscoli, materiale iconografico
e audiovisivo di aggiornamento
divulgativo.
L’Aipao si sta adoperando
affinché la figura professionale abbia un riconoscimento
giuridico. Tale riconoscimento implicherà un adeguato iter
formativo per tutti coloro che
vorranno intraprendere questa
carriera, ma anche e soprattutto
la riqualificazione del personale
che attualmente ricopre questo
ruolo. Non vi è infatti dubbio che
il lavoro dell’assistente implichi,
allo stato attuale, responsabilità
crescenti e di vitale importanza:
si pensi in particolare alle procedure di controllo delle infezioni crociate.
Per queste ragioni l’Aipao si
sta impegnando a organizzare congressi, meeting, giornate
culturali, il tutto per accrescere la cultura e la preparazione
degli assistenti di studio odontoiatrico.
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L’Assistente 15
Italian Edition
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
Un ruolo certamente delicato
ma anche un “potere morbido”
Un ruolo delicato quello delle
assistenti alla poltrona: metaforicamente se l’odontoiatra
simboleggia il ruolo del padre,
il loro è quello della madre, più
rassicurante, empatico e protettivo. Certamente il compito
a loro preposto è delicato: da
una parte essere di supporto
alla parte clinica e dall’altra,
di interfaccia tra il dentista e
la segreteria, oltre che spesso
essere depositaria delle ansie
del paziente.
Ruolo impegnativo: deve
conoscere la parte clinica,
entrare in sintonia con l’odontoiatra, conoscere la psicologia
del paziente, essere brava nel
comunicare. Compito difficile
quest’ultimo quando il contesto clinico richiede l’uso della
mascherina e di conseguenza la
maggior parte della comunicazione non verbale viene svolta
dagli occhi e dalla gestualità.
Come si porge uno strumento, se viene riposto nella
posizione corretta o meno, se
agevola l’esecuzione di un compito o di un’operazione oppure
la ostacola, assume allora tutta
una valenza particolare.
Mai nervosa o in crisi!
Le conflittualità non dovrebbe fomentarle, ma risolverle.
Quando si è parlato di questo
articolo, la prima idea che mi è
venuta in mente è stata quella
del “potere morbido”, concetto
sviluppato da Joseph Nye in
ambito delle relazioni internazionali, che sta a indicare quel
potere politico di “persuadere,
convincere e attrarre altri tramite risorse intangibili quali cultura, valori e istituzioni
della politica”.
Come mai questo collegamento?
L’immagine dell’assistente è
quello del filtro, dell’aiuto, un
ruolo centrale per la gestione
dello studio.
Spesso è con lei che l’odontoiatra si consiglia su argomenti che vanno dalla clinica alla
gestione delle risorse umane.
Il suo braccio destro. E questo
potere viene esercitato silenziosamente e senza la forza:
la leadership così detta “autoritaria”, che sceglie forme più
sensibili e delicate, più femminili nell’accezione di comportamenti che arrivano dalle
caratteristiche dell’Anima in
senso junghiano.
Un potere che non si vede, a
volte non si sente quasi, perché
esercitato con tono di voce basso. Ma c’è.
Una particolarità delle ASO
che ho riscontrato frequentemente nei corsi di comunicazione e psicologia è che non
sono consapevoli di questa
funzione e delle loro capacità
relazionali. Spesso peccano di
scarsa autostima, schiacciate
tra le richieste dello studio e
della famiglia.
Tempo per se stesse poco, e
quel poco difeso strenuamente,
ma assolutamente necessario
per non cadere nel loop della
sindrome del burn-out, quella
condizione che rende insensibili alla realtà esterna e che
fa sentire la vita quotidiana
estranea a se stessi, quasi non
ci appartenesse più. E in questa condizione non è possibile
essere d’aiuto a nessuno.
Alcune sono vittime del senso di colpa: non riescono a fare
mai tutte le cose nel modo
migliore, responsabili anche
del clima che si respira nello
studio. Si arriva così a cedere e
dare la precedenza alle richieste degli altri sacrificando il
tempo e lo spazio per sé.
Come fare per non cadere nella spirale dello stress?
Intanto prendersi la responsabilità di se stesse: diventa fondamentale tenere bilanciato il
senso del dovere e del lavoro
con i tempi necessari al recupero, che è a sua volta possibile
se viene dedicato spazio alle
attività piacevoli per se stes-
se, che fanno stare bene. Basta
anche mezz’ora saltuariamente
e migliora la qualità di vita, e
con essa anche la qualità delle
relazioni.
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16 Dental Meeting & Congressi
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
Italian Edition
Indifferente alla crisi, anzi rafforzata,
la 53a edizione degli “Amici di Brugg”
È di prammatica, al termine
di ogni rassegna, cercar di scoprire quale sia la caratteristica
identificante di “quell’edizione”,
quel quid che la rende dissimile
dalle precedenti. Domanda diffiAnschnitt
cile, specieDIN
se ilA4
quesito
riguar30.07.2009
da la 53a edizione degli Amici di
Brugg, svoltasi a Rimini dal 27
al 29 maggio.
Il presidente Mario Iorio sembra aver infatti una certa difficoltà, all’inizio, a trovare un
elemento distintivo.
Ma Uhr
poi cita
un 1evento che ha
11:11
Seite
registrato un grande successo e
lo dimostrano, come sempre, i
numeri. Quella che lui definisce
una vera e propria novità della
Fiera di quest’anno è infatti un
workshop aziendale a carattere commerciale, svoltosi nella
mattinata di giovedì 27 e andato avanti tutto il giorno, fino a
trasformarsi in un incontroconvegno.
Destinato ai venditori di depositi dentali, ha avuto successo
ancor prima di nascere, se si considerano almeno le 190 adesioni
pervenute preventivamente e le
130 presenze ammesse al mas-
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simo. Motivo di tanto successo?
“Relatori indubbiamente capaci
– osserva Iorio –, ma anche interessante la formula proposta”.
Al punto che si impegna
di ripeterlo, e con maggiore
ampiezza, nel prossimo anno,
spronato dall’aperta soddisfazione espressa dai “commerciali”
delle Aziende, cui l’iniziativa è
risultata decisamente gradita.
Al di là del singolo evento,
la soddisfazione per come sono
andate le cose a Rimini è grande e non viene affatto celata.
Già Matteuzzi, presidente Unidi, solido partner degli Amici, ha
parlato in un suo intervento del
sabato mattina, di un sorprendente “overbooking”, piacevole
sorpresa per Amici e Unidi, visto
che entrambi temevano che l’onda lunga della crisi arrivasse a
investire anche una manifestazione così consolidata. Invece,
Brugg - 53a edizione si è comportata come un’isola felice, in mezzo a un mare di lamentele.
Anche qui Iorio rivela un
dato eloquente: giovedì 27 si è
registrato circa il 20% in più di
presenze rispetto all’anno scorso. Anche qui, andando a scovare le cause dell’incremento, si
avanza l’ipotesi che a provocarlo
sia stato il carattere soprattutto
pratico-scientifico degli incontri
in programma.
Base comune della riuscita
di quella, e di tanti altri eventi
che costellano Brugg, c’è anche
indubbiamente un’immagine di
serietà organizzativa consolidata.
Iorio non indulge facilmente all’autoreferenzialità e gli si
può facilmente credere quando
afferma che l’ottima organizzazione di cui Brugg dà bella mostra di sé dipende anche
dall’osservanza rigorosa degli
orari d’inizio e fine degli incontri: un rispetto che invece di
infastidire, accentua il senso
dell’organizzazione che si respira a Rimini, cui fa da contrasto (ma non è certo colpa degli
“Amici”) il disagio che affronta
chi deve raggiungere la Fiera,
definito da Iorio “terrificante”.
“In passato avevamo anche
istituito degli autobus – ricorda –, ma non hanno funzionato,
perché c’è la tendenza a privilegiare l’auto privata.
In realtà, prima hanno costruito la Fiera e poi hanno pensato
alla viabilità”.
Una soluzione potrebbe risiedere nell’accordo tra Città di
Rimini (il cui sindaco peraltro è
anche un medico) e le Ferrovie
per un collegamento col treno,
come avviene con l’Expodental
di Roma ottimamente servita dalla metropolitana. “Però
costa, perché le Ferrovie chiedono un contributo per la fermata
aggiuntiva e pretendono numeri
che nel nostro caso non ci sono”.
Dental Meeting & Congressi 17
Italian Edition
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
primi Master in “Estetica dei Tessuti orali
e periorali in odontoiatria”
Lo scorso 7 maggio, nello
stupendo salone affrescato del
Palazzo della Ragione a Padova, si è svolta la cerimonia di
consegna dei primi Master in
“Estetica dei Tessuti Orali e
Periorali in Odontoiatria”.
La cerimonia si è svolta alla
presenza di Giuseppe Zaccaria,
Magnifico Rettore dell’Ateneo, Andrea Stella, Delegato
alla Formazione Permanente
e Coordinatore della Commissione Master, e di tutti i Direttori dei Master in toga. Più
di 800 i masteristi diplomati
appartenenti a varie Facoltà.
Il Magnifico Rettore ha illustrato l’impegno e le risorse che
l’Università di Padova dedica
ai progetti di formazione postuniversitaria. Con i Master,
l’Università dà continuità al
suo ruolo centrale nella formazione professionale, anche
per i soggetti già inseriti nel
mondo del lavoro.
Nell’occasione, per la prima volta in Italia e in Europa, ha ricevuto il Diploma di
Master di II livello un gruppo
di 10 odontoiatri che nell’anno
accademico 2008-2009 hanno
seguito un training teoricopratico con 1500 ore di formazione dedicata all’integrazione
delle tecniche di Medicina
Estetica nella regione periorale.
Il Master in “Estetica dei
Tessuti Orali e Periorali in
Odontoiatria”, diretto dalla
prof.ssa Maria Grazia Cocito
e coordinato dai dottori Ezio
Costa e Alessio Redaelli, è
inserito nell’offerta didattica
del Dipartimento di Specialità
Medico-Chirurgiche, Clinica
Odontoiatrica dell’Università di Padova diretto dal prof.
Gian Antonio Favero.
La durata del Master è
annuale e comprende una
cospicua parte pratica in
ambulatorio su pazienti e una
parte teorica di approfondimento di argomenti inerenti
al rapporto tra l’Odontoiatria e
la Medicina Estetica: dall’anatomia alla dermatologia, da
argomenti di estetica dentale
ad aspetti medico-legali.
È una nuova visione
dell’Odontoiatria, afferma il
dott. Costa e nasce dalla convinzione degli organizzatori
che gli odontoiatri posseggano i requisiti e le conoscenze scientifiche e tecniche per
effettuare, con un training
mirato, trattamenti di elevata
qualità nell’ambito del terzo
inferiore del viso nel suo complesso, intraorale e periorale.
Il Master rappresenta un’importante risposta istituzionale,
al passo con un mercato in trasformazione.
Altre università italiane si
stanno organizzando per proporre iniziative simili.
Sicuramente rappresentano
la miglior garanzia per tutte
le persone che potranno d’ora
in avanti affidarsi, per questa tipologia di trattamenti, a
professionisti dotati di un training specifico e certificato.
Milvia Di Gioia
Nella foto, da sinistra: Ezio Costa, Stefano Visintainer, Milvia Di Gioia,
Giorgio Caproni, Beniamino Giannice, Antonio Nigra, Daniela Zanetti, Paolo
Andriolo, Paolo Grandesso, Renzo Barbon, Andrea Ulmi; tra loro, in toga al
centro, Maria Grazia Cocito e il Magnifico Rettore Giuseppe Zaccaria.
Foto/Mirco Bortolato, in collaborazione con Studio fotografico “Foto Bettella
Daniele”, Padova.
18 Dental Meeting & Congressi
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
“Estetica e biocosmetica:
terapia o esigenza?”
Il debutto della Società Italiana di Estetica Dentale (Sied)
In un’era in cui le capacità
professionali italiane nel campo dell’odontoiatria estetica si
sono ormai fatte strada in tutto
il mondo, non si deve attendere molto prima di assistere alla
EMS DIN A4 22.02.2010
materializzazione,
anche 14:20
nel
Bel Paese, di una realtà associa-
tiva capace di accogliere e raccogliere tutti gli operatori del
settore interessati ad esprimersi nelle scienze e nelle tecniche
orali volte a ricercare e plasmare la definizione del “Bello”.
UhrCosì,
Seite
1 scia di questa prosulla
gressiva affermazione di un
“edonismo odontoiatrico” sempre più in voga, il 12-13 marzo 2010 a Roma, debutta con
il suo I Congresso Nazionale
la Società Italiana di Estetica Dentale (Sied), presieduta
dal dr. Andrea Guida. Uno dei
protagonisti del successo della
manifestazione è stato il tema
proposto: “Estetica e biocosmetica: terapia o esigenza?”, tema
con cui la Sied ha voluto presentarsi tra le realtà culturali
italiane per cristallizzare la
propria identità e fornire il suo
primo contributo prettamente
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comunità scientifica nazionale.
La Sied ha voluto così suggellare il personale concetto
di “erogazione del contributo
scientifico” e farsi portavoce
coerente di una scelta non semplice, ma ritenuta essenziale
per la crescita professionale.
Lo sforzo messo in campo
per contribuire a chiarire la
differenza semantica (e dunque anche operativa) che vige
tra “estetica” e “biocosmetica”, nonché quella che separa il
concetto di “terapia” da quello
di “esigenza”, ha palesato la
ferma decisione di voler disperdere alcune ombre che popolano da anni la giungla delle
filosofie e delle finalità operative nel campo dell’estetica e che,
non di rado, vanno a discapito
dell’etica e del corretto operare
anche in ambito odontoiatrico,
a parziale o totale svantaggio
del cittadino-paziente.
La Sied ha sapientemente
distribuito il peso di questo
complesso compito esplicativo,
appoggiandosi fondamentalmente su due colonne. La prima
si è sostanziata nell’allestimento di un programma poliedrico
finalizzato alla formazione di
tutto il team.
Ampio spazio è stato lasciato
alle distinte sessioni plenarie
(odontoiatri, igienisti, odontotecnici), a quelle parallele
(odontoiatri) e ai numerosi corsi che hanno coinvolto anche le
assistenti dentali.
Oltre al cospicuo afflusso ottenuto durante tutta la manifestazione, particolarmente affollati
si sono dimostrati i diversi workshop teorico-pratici rivolti a
tutte le figure professionali del
team, a testimonianza di un
ancor vivo interesse presente
nel settore per l’aggiornamento
nonché dell’attualità dei temi
proposti.
La seconda colonna rende
omaggio alle molteplici personalità del mondo odontoiatrico
e istituzionale che hanno preso parte alla manifestazione.
Per dar vita al programma,
infatti, sono intervenuti alcuni
tra i maggiori esperti italiani
nel campo dell’estetica orale e
periorale, tutti relatori di fama
nazionale e internazionale.
Il messaggio che si è evinto
dalla manifestazione è stato
forte e univoco: per eccellere
nelle riabilitazioni estetiche
orali non basta che il singolo
professionista impari a conoscere e/o ad amministrare bene
una tecnica in più; il segreto
dell’eccellenza risiede nella
crescita professionale di tutto
il “comparto dentale”, ossia di
qualunque figura orbiti attorno al pianeta odontoiatria, al
punto tale da rappresentare (a
qualsiasi livello) una concreta
determinante per la strutturazione ed erogazione di un servizio odontoiatrico di qualità.
Antonio Scala
Responsabile Sied - Rel. Esterne
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Dental Meeting & Congressi 19
Italian Edition
Anno VI n. 6 - Giugno 2010
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Ai sensi dei Decreti Legislativi 196/03 e 276/03 (Nuovo Codice in materia di protezione dei dati personali e “Legge Biagi”)
vi do il mio consenso per il trattamento dei dati sopra riportati.
Firma ___________________________________________________________
LA DIREZIONE NON SI CONSIDERA RESPONSABILE DEL CONTENUTO DEGLI ANNUNCI
“Corso base di Endodonzia”
Segreteria organizzativa:
Relatore: prof. Francesco Somma
C.N.S. by Maxilo Srl
Via Aldebaran, 11 A - 95127 Catania
tel. 095/7225313 - fax 095/7225317
E-mail: [email protected] - www.maxilosrl.it
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di Parodontologia Base”
Relatori: Dott. Stefano Parma Benfenati,
Dott. Carlo Tinti
n. 14 giorni formativi teorico-pratici - Catania, inizio corso ottobre ’10
Catania, 2 incontri maggio/giugno 2010
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1. Incontro: Diagnosi, piano di trattamento e cavità d’accesso; Strumentario
endodontico in acciaio e in NiTi: caratteristiche e indicazioni d’uso.
Pratica: alesaggio biomeccanico con strumenti a conicità .02 in acciaio e in Ni-Ti
2. Incontro: Otturazione canalare con tecniche a freddo: Cono singolo – Condensazione laterale
Pratica: Otturazione canalare
“Corso avanzato di Endodonzia”
Relatore: prof. Francesco Somma
Evento ECM 484/9021791 N. 32 CREDITI FORMATIVI
Il corso si rivolge tanto al neofita che si sta avvicinando alla branca della Parodontologia quanto a chi già la esercita sporadicamente o routinariamente nella
pratica quotidiana.
- Tel.: 049.9124300
- Fax: 049.9124290
- E-mail: rtosello@
L’obbiettivo principale del corso è quello di insegnare le tecniche chirurgiche
in modo dettagliato ”step by step”, ma anche e soprattutto di trasmettere al clinico la capacità di capire le caratteristiche anatomiche proprie dell’osso, dei
denti in relazione tra loro, nonché dell’osso e dei tessuti molli di rivestimento,
concetti che devono guidare ogni scelta terapeutica.
XX CoNGRESSo NAZIoNALE AIDI: “ UNA FINESTRA
SUL FUTURo”
- Data: 24-25 settembre
- Dove: Milano
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Verranno descritti gli elementi anatomici, diagnostici e prognostici per una
adeguata terapia chirurgica parodontale.
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Per gli abbonati la pubblicazione è gratuita, per i non abbonati il costo di un singolo annuncio è di 10 Euro. Pagamento da effettuarsi sul c/c postale n.
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Guardia - Verona
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- Tel.: 0444.913410
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- Data: 19-20 novembre
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Agopuntura orale, data 18.07.2010.
Dove: Griante/Lago di Como. Contatti:
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CoMpLICANZE, FALLIMENTI E RITRATTAMENTI IN
oDoNToIATRIApRoTESICA”
Non esiste una tecnica chirurgica che si applica a molti pazienti ma esistono
molti pazienti con caratteristiche anatomiche profondamente diverse. Per questo si desidera comunicare un metodo, una filosofia di approccio, per ottenere
sicurezza per poi decidere la strategia di intervento, nei propri ambulatori.
Scopo del corso è quello di enfatizzare il ruolo fondamentale delle interrelazioni fra Parodontologia e Protesi nel rispetto della salute dei tessuti parodontali, sia integri che associati a patologia.
Catania, 2 incontri settembre/ottobre 2010
1. Incontro: Strumenti in Ni-Ti a conicità aumentata – Sistema Protaper.
Pratica: alesaggio biomeccanico con strumenti Protaper
2. Incontro: Otturazione canalare con tecniche a a caldo: Sistema Thermafil;
Ritrattamento
Pratica: Otturazione canalare con il Sistema Thermafil; Ritrattamento con strumenti specifici.
“Corsi ECM di conservativa pratici ”
Novità
Relatore: prof. Livio Gallottini
Sedi dei corsi: Roma – Catania
Argomenti: 1° Incontro (restauri estetici adesivi nei settori latero-posteriori);
2° Incontro (restauri adesivi nel settore anteriore); 3° Incontro (restauro diretto
nel dente trattato endodonticamente con perni in fibra e composito). Il corsista
durante i corsi effettuerà un totale di n. 4 interventi su paziente e collaborerà
come assistente in altri 4.
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Gianfranco prada eletto a Roma nuovo presidente