VoceVallesina
della
Settimanale d’informazione
ANNO LVIII- N. 21
www.vocedellavallesina.it euro 1
Jesi, domenica 12 giugno 2011
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
Sabato 11 giugno alle ore 16 a Jesi in Cattedrale i genitori della beata Chiara Luce Badano
I giovani possono trovare in lei un esempio di coerenza cristiana
sive Maria Teresa e Ruggero hanno raccontato
la loro commovente teMOVIMENTO DEI FOCOLARI
stimonianza di sposi e di
genitori: un esempio di
vita e di fedeltà incondizionata al Signore.
Prima della loro testimonianza, il complesso “Progetto Uno” costituito da giovani di
Loppiano presenterà i
canti della cerimonia di
beatificazione che si è
svolta lo scorso 25 setI GENITORI DI
tembre al santuario del
CHIARA LUCE BADANO
Divino Amore di Roma.
GIOVANE DICIANNOVENNE
Un coro interregionale
BEATIFICATA IL 25 SETTEMBRE 2010
di giovani canterà poi
NARRANO IL MERAVIGLIOSO
l’Inno dedicato a Chiara
CAPOLAVORO DI DIO
Luce e molto apprezzaSABATO
to dai genitori. Guide11 GIUGNO
ranno
il pomeriggio nel
2011
duomo di Jesi i giovani
Basilica
Giovanni Perticaroli ed
Cattedrale
Elisa Uncini. Chicca Codi Jesi
riasco, l’amica del cuore
Piazza Federico II
di Chiara Luce, che l’ha
ore 17.00
avvicinata al Movimento dei Focolari e con la
La nostra diocesi di Jesi si sta prepa- quale ha condiviso l’adolescenza, acrando da tempo all’incontro con Ma- compagnerà i genitori di Chiara Luce.
ria Teresa e Ruggero Badano, i geni- Nel corso dell’incontro sarà proiettato
tori della giovanissima beata Chiara un video con le parole del papa BeneBadano. In queste settimane abbiamo detto che all’indomani della beatificonosciuto alcuni episodi della breve cazione della giovanissima focolarina
vita di questa ragazza, meglio cono- aveva detto: «Solo l’amore con la A
sciuta come Chiara Luce, nata e vis- maiuscola dà la felicità. Lo dimostra
suta in provincia di Savona. La venuta una giovane, Chiara Luce Badano che
a Jesi dei coniugi Badano rappresenta una malattia ha condotto alla morte a
un dono per la nostra chiesa locale: è poco meno di 19 anni, ma che è stata
stato organizzato dal Movimento dei per tutti un raggio di luce. I giovani
Focolari e dall’Ufficio di Pastorale Gio- possono trovare in lei un esempio di
vanile diocesana. L’incontro di sabato coerenza cristiana».
11 in cattedrale, dalle ore 16, è l’unica
occasione per conoscere ed ascoltare i Il messaggio del Vescovo
coniugi Badano nelle Marche. In altre Il vescovo Gerardo esprime ai coniugi
diocesi e in diverse trasmissioni televi- Badano il ringraziamento per la loro
DIOCESI DI JESI Pastorale Giovanile
disponibilità nell’aver accolto l’invito
della diocesi ed invita tutti, soprattutto
i giovani, a prendere parte all’incontro.
«Sono lieto e commosso per il dono
che la nostra diocesi sta per ricevere. Il
pomeriggio di sabato 11 giugno potremo incontrare in Duomo i genitori di
Chiara Luce Badano, dichiarata beata
dal Papa Benedetto XVI lo scorso 25
settembre. I coniugi Badano ci racconteranno la loro esperienza: 19 anni con
una figlia che ha saputo rispondere in
maniera eroica all’amore del Signore.
Ma la cosa importante è che questa
ragazza ha vissuto una vita come quella di tanti altri: studio, famiglia, amici, un Movimento di appartenenza, la
malattia. Ma sempre, soprattutto nel
momento della malattia, ha avuto la
consapevolezza di essere ricchissima:
aveva tutto, aveva Gesù. Questo le ha
permesso di vivere con gioia anche la
tragedia di una malattia terribile che
l’avrebbe condotta alla sofferenza e alla
morte: lei continuava a vedere Gesù
nella sua vita.
Mentre ringrazio tutti coloro che si
sono prodigati per la riuscita di questo incontro, in particolare gli aderenti al Movimento dei Focolari, esprimo
tutta la mia gratitudine al Signore per
questo evento: ritengo che in mezzo
a tante proposte diseducative e tristi,
Chiara Luce sia un modello luminoso,
positivo da poter offrire ai nostri giovani. Una ragazza giovane, vissuta possiamo dire nei nostri giorni, gioiosa,
innamorata di Gesù, sempre sorridente. Spero che quanto vivremo lasci un
segno nella nostra Chiesa, soprattutto
per quanto riguarda la nostra fede. La
Beata Chiara Luce ci testimonia che la
fede è fondamentalmente un incontro
con il Signore Gesù, un innamoramento, una relazione intensa: è quando si
vive la fede così che è possibile gustare
quella gioia che il Signore ha promesso
ai suoi discepoli.»
33° pellegrinaggio Jesi-Loreto a piedi
Venerdì 17 giugno
Venerdì 17 giugno torna il pellegrinaggio a piedi da Jesi a Loreto
che si ripete da trentatré anni. Il programma prevede il ritrovo
alle ore 20,30 presso la parrocchia Sant’Antonio Abate in contrada Minonna a Jesi. Il vescovo Gerardo guiderà la preghiera comunitaria alle 20,45; a seguire, alle 21,15, la partenza per Loreto
dove è previsto l’arrivo, dopo 35 chilometri, alle ore 7 del mattino. Il vescovo Gerardo raggiungerà poi in auto i pellegrini e celebrerà insieme a loro la Santa Messa sulla piazza della Madonna.
Da alcuni mesi si è costituito ufficialmente un comitato organizzatore che sta lavorando alla organizzazione e alla promozione del
pellegrinaggio che quest’anno rientra tra le iniziative in preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale. Il comitato è presieduto
dal parroco di San Francesco di Paola, don Vittorio Magnanelli.
«L’idea nacque a don Bruno Gagliardini 33 anni fa – ricorda Vittorio Massaccesi che fu tra i primi partecipanti – il quale la trasmise
a una decina di giovani della sua parrocchia di allora che era Santa Maria del Piano. Per alcuni anni il pellegrinaggio ebbe sempre
questa caratteristica di spontaneità e amicizia fino a quando, aumentando il numero dei partecipanti ci si dovette organizzare un
modo più efficiente. Era nata come una iniziativa tra pochi amici
ed ora è arrivata a coinvolgere fino a un massimo di duecento
persone».
La quota di iscrizione è di 3 euro; per il ritorno in pullman la quota è di 7 euro. Sarà garantita l’assistenza tecnica e sanitaria da
parte delle forze dell’ordine locali e della Croce Rossa locale. Sono
consigliate scarpe comode, la torcia, cibo e bevande e il gilet ad
alta visibilità per coloro che intendono prendere parte al pellegrinaggio a piedi. La manifestazione si svolge grazie al sostegno di
Citroen gruppo Pieralisi, della Croce Rossa Italiana, della Protezione Civile, del Club Cb Om di Jesi, dell’Oratorio parrocchiale di san
Francesco d’Assisi, della Cooperlat, del parrucchiere Mauro, della
Formaggeria del Corso, della Polisportiva Clementina. Il pellegrinaggio si apre con la croce, che il Vescovo porterà all’inizio per il
primo chilometro e che poi passa al gruppo che “tiene il passo”
per mantenere tutti uniti. La sosta nella frazione Casenuove di
Osimo avviene, come sempre, all’una circa: alcuni si riposano e si
rifocillano con panini e bibite offerti dall’organizzazione o presi al
bar delle Acli aperto per l’occasione.
La camminata-pellegrinaggio a Loreto è stata ideata da don Bruno
Gagliardini, sacerdote molto apprezzato in città che ha concluso la
sua vita terrena il 2 giugno di un anno fa.
b.t.
Domenica 12 e lunedì 13 si vota per quattro referendum riferiti alla gestione dell’acqua, alle centrali nucleari e alla giustizia
Una partecipazione spoliticizzata su problemi di grande rilevanza
È da oltre 15 anni che i tanti referendum proposti da diverse forze
politiche e sociali non ricevono la
maggioranza necessaria degli elettori con la conseguente loro bocciatura. Le cause che hanno determinato
“l’indolenza” del cittadino sono diverse, compresa quella di un certo
scetticismo dato, spesso, dall’inutilità del parere popolare che, nel
passato, a volte, è stato ignorato (un
esempio per tutti, il finanziamento
dei partiti: cacciato dalla porta del
referendum è subito rientrato dalla
finestra della furbizia del parlamento). Eppure, almeno in linea teorica,
il sistema referendario, voluto dalla
costituzione, è e rimane momento
fondamentale di partecipazione del
cittadino. Insomma, un vero dirittto-dovere.
I quattro referendum di domenica
prossima si presentano con interessanti aspetti positivi: la rilevanza
dei contenuti; la trasversalità di posizioni rispetto ai partiti, alle forze
sociali e alle associazioni; il fatto
che i promotori e i partiti tendono
a spoliticizzare il risultato, qualsiasi
esso sia, proprio perché il cittadino
si senta pienamente libero sia nel
partecipare sia nello scegliere la risposta che, come sempre, si sostanzia in un SI o in un NO rispetto a
ciascuno dei quattro quesiti.
Di questi, i primi due si riferiscono
alla gestione dell’acqua e non alla
proprietà dell’acqua come si tende
qualche volta ad equivocare. Perché la proprietà (sorgenti, fiumi, laghi ecc) è e rimane dello Stato o di
enti pubblici in genere. Diverso è il
problema della gestione dell’acqua:
chi la gestisce? Come farla avere a
chi la chiede per bere, per cucinare,
per lavorare, per irrigare? Oggi la
gestione è ancora, preminentemente, in mano ad enti pubblici, ma il
decreto Ronchi del 2009 obbliga il
passaggio della gestione ad enti privati, salvo eccezioni. Poiché la rete
idrica nazionale, è in cattive o pessime condizioni (c’è una dispersione
di acqua del 30 per cento circa), il
legislatore ha stabilito l’ingresso dei
privati nella speranza di migliorare
il sistema distributivo dal momento
che ad essi si garantirebbe un compenso proporzionato al capitale
investito. Ma molti reagiscono dicendo che in tal modo, di fatto, affidiamo la politica dell’acqua – un
bene super-prezioso e di tutti - a chi
ci speculerebbe per guadagni privati. Votare SI, vuol dire continuare
ad eliminare la presenza di privati
per non cadere nella speculazione.
Votare NO vuol dire far entrare i
privati con tutti i pro e i contra.
Il problema è così rilevante che la
stessa Commissione Episcopale Italiana ha voluto ricordare che “la
questione dell’acqua e simili sono
questioni sulle quali ci deve essere sempre grande vigilanza e
responsabilità sociale. L’acqua è
uno dei beni fondamentali che
deve essere salvaguardato e custodito per il bene di tutti”.
Il terzo quesito è riferito alla costruzione di centrali nucleari per la produzione di energia elettrica. Dopo il
NO alle centrali voluto dal referendum indetto da Craxi negli anni ’80
in seguito al dramma di Chernobyl,
il problema si ripropone avendo il
governo deliberato di riprendere
il cammino delle costruzioni delle
centrali, salvo pausa biennale dopo
le conseguenze dello tsunami in
Giappone.
Chi vota SI blocca il cammino verso
le centrali per cinque anni; chi vota
NO invita il governo a riprendere le
procedure per costruirle.
L’ultimo quesito tende ad eliminare
la legge che prevede la possibilità
per il capo del governo e per i ministri di non doversi presentare ad
un eventuale processo a loro carico.
La legge è già stata corretta in parte
dalla Corte costituzionale. Comunque chi vuole che sia abolita vota SI,
chi vuole che questo privilegio sia
mantenuto vota NO.
Vittorio Massaccesi
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2
del più e del meno
Una bella notizia
di Giuseppe Luconi
Dopo che per tre mesi questo spazio del
giornale è stato dedicato al racconto del contributo di Jesi all’Unità d’Italia, torna la rubrica «Del più e del meno». Torna con una bella
notizia: «Stiamo lavorando per la riapertura
del museo archeologico all’interno del complesso San Floriano». Lo ha detto l’assessore
alla Cultura, Leonardo Lasca.
E la riapertura dovrebbe essere a breve, essendo annunciata
«per l’estate»: come dire che il
museo potrà essere visitato
dai turisti in arrivo a Jesi con
i mesi caldi.
Non si sa se la sistemazione
del museo nel complesso San
Floriano dovrà essere considerata provvisoria o lo sarà in
via definitiva. Tempo addietro
si era parlato di un trasferimento al Palazzo Pianetti, in
locali «rimediati» all’interno
dell’edificio. Definitiva o no,
l’importante è – intanto - che
il museo torni ad essere visitabile.
Tra le ragioni che impedivano l’apertura
del museo, quella della mancanza di personale. Probabilmente era così. Non posso però
non riandare con la memoria ai tempi che
furono, quando mi ero affacciato da poco nel
mondo del giornalismo. Allora collaboravo
con la rivista «Ancona e la sua Provincia»,
edita dall’Ente Provinciale per il Turismo.
Giorgio Mariani, direttore della rivista, mi
chiese un articolo sulla pinacoteca di Jesi.
A quel tempo, biblioteca, pinacoteca e
museo convivevano nel Palazzo della Signoria: il museo a pianterreno (nella Salara), pinacoteca e biblioteca al primo piano.
Il personale addetto, se la memoria non mi
tradisce, consisteva in un direttore (il prof.
Edoardo Pierpaoli), un impiegato (Ildo Cerioni, ex vigile urbano) e una donna addetta
alle pulizie. Pochissime persone, dunque, ma
era possibile accedere alla biblioteca, alla pinacoteca e al museo (naturalmente so che un
confronto tra ieri e oggi è improponibile).
Ricordo che, in mancanza di illustrazioni
sulle opere del Lotto (illustrazioni che dovevano corredare l’articolo), mi ero fatto accompagnare dal fotografo e amico Antonio
Luminari. Il prof. Pierpaoli
si dimostrò disponibilissimo, fornendomi notizie
sulla Pinacoteca e sul Lotto,
ma non volle che per le foto
venisse usato il flash. Fu irremovibile e presumo che
avesse ragione: il lampo luminoso del flash avrebbe
potuto danneggiare i colori
del dipinto.
Torniamo all’oggi, al museo archeologico. Doveva
(e poteva?) essere riaperto
già da tempo. Purtroppo,
il precedente assessore alla
Cultura aveva archiviato la pratica museo
ancora prima di aprirla. Ed aveva bocciato,
senza possibilità di appello, la proposta di
Lorenzo Verdolini di realizzare a Jesi, in un
edificio del centro storico, il «Palazzo dei
musei» in cui raccogliere reperti e documenti delle arti e dei mestieri tipici della tradizione jesina. Abbiamo già – e onore al merito a
chi ne ha permesso la realizzazione – il museo della stampa. A questo, nei luoghi e nelle
forme più opportune, perché non affiancare
strumenti e testimonianze di altre attività
«storiche» di Jesi? Quelle dei cordai, delle
setaiole, dei calderai…
Certo, non sono cose che si realizzano
dall’oggi al domani: ci sono costi, tempi tecnici, difficoltà previste ed impreviste, cui
tuttavia si può far fronte con successo se ci
sono volontà, determinazione, convinzione.
Bisogna crederci, insomma, e questa è forse
la fatica più grossa…
Monsano: l’11 e il 12 giugno i bachi da seta
I bachi da seta al teatro
Nella Romanelli ci riprova. Un
anno dopo: ancora una mostra sui bachi da seta: questi
sono i “figli” di quelli; di generazione in generazione, una
dopo l’altra, memoria di una
cultura che nelle nostre terre
è quasi scomparsa, ma che ha
lasciato tracce indelebili. Nelle tradizioni contadine e nei
ricordi dei vecchi, nelle case
a “bigattiera” ove era fervente
l’industria manifatturiera della
seta.
Nella, monsanese doc e maestra in pensione, ci fa rivivere
quella memoria e quei ricordi.
Una mostra unica nel suo genere, che sottolinea pure il suo
Voce della
Vallesina
Cultura e società
12 giugno 2011
amore per questi animali preziosi, quasi “miracolosi”.
Ella coltiva questo hobby perché continua a essere educatrice: innumerevoli sono,
ancora oggi, i bambini che apprendono la lei l’antica cultura
della “bacologia”: metronomo
occupazionale e lavorativo,
perciò strumento eminentemente economico e antropologico, che ha scandito i ritmi
della vita jesina fino agli anni
Sessanta del secolo scorso.
L’appuntamento è presso il
teatro parrocchiale di Monsano, Piazza Matteotti. Sabato 11 giugno, dalle 17,30
alle 23. Domenica 12 giugno,
dalle 10 alle 12 e dalle 17
alle 23.
Se andate a votare i referendum popolari, allargate il giro
della passeggiata: ne varrà la
pena… Soprattutto se avete
bambini con voi, portateli: impareranno cose che non hanno mai visto e chi ha “qualche
anno in più” proverà un po’ di
nostalgia…
L’ingresso è gratuito, ovviamente!
Oreste Mendolìa Gallino
Avis: progetto “AVISMIA” a Jesi, Parco Mattei, dal 15 al 19 giugno
Insieme per il volontariato
Dal 15 al 19 giugno, al parco E. Mattei,
nella zona Smia (per chi ancora non lo
sapesse un bellissimo parco a ridosso di
Viale del Lavoro) si svolgerà la seconda
edizione di “AVISMIA” – laboratorio della solidarietà.
Di seguito i lettori troveranno la sintesi
del programma; qui vorremmo sottolineare come questo evento si caratterizzi
sempre di più come un progetto di condivisione e collaborazione tra circa venti associazioni di volontariato della Vallesina.
Tutte insieme – avendo come capofila la
sezione comunale dell’Avis che è finanziatrice e motore organizzativo di “AVISMIA”
– sono riuscite a mettere insieme un programma ricco e variegato.
Da sottolineare in questa edizione un
convegno sul tema “Il volontariato in
tempo di crisi economica e sociale” che,
con la partecipazione di autorevoli relatori e l’intervento di alcuni dei protagonisti
che operano da tanti anni in questo settore del nostro territorio, mette il dito sulla
piaga della crisi economica ma anche di
quella sociale che colpisce (come?) anche
il volontariato. In questa direzione molto
interessante sarà conoscere gli esiti di un
questionario che è stato elaborato dalle
associazioni per conoscere come le stesse affrontano questo particolare tempo
in cui stanno operando. Sarà anche l’occasione per molte associazioni di conoscersi reciprocamente meglio, attraverso
scambi di informazioni, dati, problematiche. “AVISMIA” è anche caratterizzata
da un progetto di animazione teatrale per
bambini dai 6 ai 14 anni che quest’anno
sarà condotto dagli “Attori di volontariato dell’Avis”, un gruppo di donatori che da
circa un paio d’anni affrontano il lavoro di
promozione del messaggio della donazione utilizzando la teatralità come veicolo
di emozioni e coinvolgimenti per la donazione. E ancora: dimostrazioni e asta
benefica di Bonsai, Action Painting con
alcuni studenti dell’ “Istituto statale d’arte” di Jesi, Cabaret con gli “Onafifetti”, lo
storico gruppo jesino amatissimo da chi
apprezza questo genere di intrattenimento tra la satira e la musica, l’attore Luigi
Paoloni che leggerà alcune poesie in vernacolo jesino dei maggiori autori cittadini
sul tema dell’amicizia e della solidarietà. E
poi dimostrazioni di pet therapy, primo
soccorso e protezione civile, per finire e…
cominciare con una vera e propria rassegna di teatro per ragazzi a cura del teatro
Pirata che porterà sul palcoscenico del
parco Mattei le sue produzioni più coerenti con il tema del festival.
È un evento dedicato ai bambini ai loro
genitori, ma anche ad un pubblico più
adulto che troverà… pane per pomeriggi
e serate all’insegna della solidarietà ma
anche del divertimento costruttivo.
zioni familiari Atena, Avis Jesi, Avulss Jesi
onlus, Auser Filo D’Argento, CPF Consultorio “La Famiglia”, Circolo Legambiente
“Azaruolo”, Croce Rossa italiana comitato
di Jesi, Croce verde Jesi, Donne sempre,
Il Cuore della Vallesina, L’albero di Pina,
Nucleo volontariato e Protezione Civile “I
Leoni Rampanti Jesi”, Nucleo volontariato CB OM Jesi, Oikos onlus, onlus Tutela
Salute Mentale della Vallesina.
Alcuni appuntamenti
Da mercoledì a sabato, dalle ore 17, laboratori di animazione teatrale per bambini.
Venerdì alle 17,30: convegno su “Il volontariato in tempo di crisi economica e sociale”
Sabato alle 18 dimostrazione di Pet-teraphy a cura dell’Admo; alle 19 esecuzione
gratuita di mineralometria ossea computerizzata (Moc); alle 21,30 performance
finale laboratori di animazione teatrale;
alle 22,30 le poesie solidali con Luigi Paoloni.
Domenica, Giornata del Donatore: ore 17
santa Messa del vescovo Gerardo animata
dalla corale Brunella Maggiori; alle 17,45
la cerimonia con la premiazione dei donatori benemeriti e la consegna del Premio Alessandro Federici; alle 18,45 dimostrazione di Primo Soccorso e protezione
civile; alle 19,15 cabaret con gli Onafifetti
“Detto fra noi”; alle 21,30 la compagnia “Il
Melarancio” presenta “La battaglia dei cuscini”.
Nel periodo di Avismia funzionerà dalle
19,30 un ristorante self-service.
Il convegno
Il convegno “Il volontariato in tempo di
crisi economica e sociale” che si svolgerà
il 17 giugno dalle ore 17,30 sarà introdotto da Sandro Brilli, presidente Avis
Jesi e da Fabiano Belcecchi, sindaco di
Jesi. Moderato dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche Gianni
Rossetti, prevede la relazione di Alberto
Niccoli, docente di Economia all’Università Politecnica delle Marche. Alessandro Fedeli, direttore del Centro Servizi Volontariato Marche presenterà il
risultato del questionario. Interverranno
poi: don Giuliano Fiorentini, presidente
dell’Oikos, Luca Giampaoletti, presidente provinciale del Centro Sportivo Italiano, Luigino Quarchioni, presidente di
Legambiente Marche, Mauro Perugini,
responsabile Volontariato dipartimento Regionale Protezione Civile, Bruna
Aguzzi, assessore ai servizi Sociali Comune di Jesi, Gianni Fiorentini, assessoEcco l’elenco delle associazioni che par- re alle politiche sociali della provincia di
tecipano ad “AVISMIA”: Admo Marche Ancona. Conclude Mario Argentati, presezione Vallesina, Aido gruppo Bendia di sidente associazione Volontariato MarJesi, Anfass onlus di Jesi, Anteas onlus di che Provinciale di Ancona
Jesi, Arca della nuova Alleanza, Associas.s.
La conferenza del professor enrico Ciuffolotti al circolo contardo ferrini
San Francesco e Federico II si sono incontrati?
La conferenza del prof. Enrico Ciuffolotti del
3 giugno, sul tema: “San Francesco e Federico
II (si sono incontrati?)” ha suscitato interesse
e curiosità tra il pubblico presente. L’oratore
ha descritto con scrupolosa esattezza tutte le
date della vita e delle imprese dei due personaggi, e le ha messe in parallelo, per cercare
di scoprire l’eventualità di un loro incontro.
Inoltre ha proiettato numerose diapositive,
trovate in testi e trattati antichi, che ci hanno
fatto conoscere le modalità della vita e del
mondo del 1100. Numerosissimi gli interventi
del pubblico: i rappresentanti del mondo della scuola, della cultura e gli appassionati della
jesinità, hanno portato importanti contributi
personali, così che abbiamo con piacere recepito novità nella vita dei due grandi personaggi. La conclusione: non esistono documenti
certi su un loro incontro, anche se esistono
alcune coincidenze come quella della Cresima dell’Imperatore, che si celebrò in Assisi
quando l’imperatore era adulto e Francesco
ragazzino. Anche la loro partecipazione alle
crociate non avvenne in tempi simultanei.
Ringraziamenti vivissimi al preparatissimo
oratore, saluti ai presenti e alla rappresentanza della Fondazione Federico II.
plb
Voce della
Vallesina
arte
Scusate il bisticcio
Dal libro di Joseph Roth al film del regista Olmi
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
SDRUCCIOLONI EVITABILI
[segue dal numero precedente]
C’è poi chi è più realista del re: convinto, a torto, che in
inglese più si trae indietro l’accento meglio è, pronuncia
come sdrucciole parole che in quella lingua sono in realtà
piane. È il caso, ad es., di performance. Quanti – anche
radio-telecronisti – pronunciano questa parola con
l’accento sulla e iniziale. Consultate qualsiasi dizionario
provvisto di pronuncia: l’accento tonico cade sulla o
centrale.
Come si comportano i vocabolari italiani riguardo
alla parola - zaffiro - di cui stiamo trattando? Non ho
svolto una ricerca sistematica al riguardo, ma ho la
netta impressione che fino a una cinquantina d’anni
fa i dizionari presentassero una sola pronuncia, quella
esatta, ignorando semplicemente l’altra; e che in seguito,
per un certo periodo, si sia riportata anche la pronuncia
alternativa, presentandola però come scorretta. Sotto
la spinta del famigerato ’68 – che ha sdoganato tutto lo
sdoganabile – la si presenta oggi come meno corretta.
Istruttivo, secondo me, il raffronto tra due vocabolari che
vanno per la maggiore. Esempio di eccessivo cedimento
alle mode è, a mio parere, il celeberrimo e celebratissimo
Zingarelli. Mentre nell’edizione del ’94 riportava come
“da evitare” la pronuncia sdrucciola, nell’edizione del
2008 presenta quest’ultima come altrettanto accettabile,
ispirata però alla parola greca corrispondente –
sàppheiros – che è evidentemente sdrucciola.
[segue nel prossimo numero]
ATTENTI A NON CONFONDERE...
Scambio di consonanti ...una costruzione teorica suggestiva, ma senza
fondamento, con un accordo di interessi tra categorie
privilegiate. Insomma:
tra un xxyxxxxx di xxzxx
e un xxzxxxxx di xxyxx
***
Soluzione del gioco precedente
Moira - Loira
La Citazione
a cura di Riccardo Ceccarelli
La persona al centro
La centralità della persona consente di pensare un uso del
pianeta responsabile e capace di cura. Vale però la pena di
sottolineare come riferimento antropologico implichi un
decisivo mutamento di paradigma in campo economico e
tecnologico. E viceversa: non è pensabile una riformulazione
dell’aspetto economico-tecnologico globale senza mettere al
centro, non solo a parole, la persona e i suoi legami sociali.
Card. Angelo Scola, patriarca di Venezia, “Avvenire”, 18
maggio 2011, p. 29.
3
MEIC: Cineforum su “La leggenda del santo bevitore” diretto da Piera Scortichini al Kolbe
(ghiribizzi lessicali)
12 giugno 2011
La Pulce
Si scaldano motori e passioni all’avvicinarsi del Congresso
eucaristico di Ancona. Il cui arcivescovo nel febbraio scorso
è stato denunciato da Dante Svarca, (gruppo “sbattezzo”) per
“abuso della credulità popolare”. Alla pari di Vanna Marchi,
infatti, il prelato dorico va condannato per diffusione della
diceria (contro tutte le evidenze scientifiche) che nell’Ostia
c’è il Corpo di Cristo. Reato che rientra fra le sofisticazioni
alimentari: lui se ne intende come ex comandante vigili urbani. Se capitasse il buon’uomo in chiesa, al canto del Tantum
ergo sentirebbe “…non i sensi ma la fede prova questa verità”.
E stia pur tranquillo: “La fede non è di tutti!” (2 Ts 3,2).
dvm
Dopo aver guidato il Cineforum del
25 novembre sul film “Centochiodi”
di Ermanno Olmi, la prof.ssa Piera
Scortichini ha presieduto l’11 maggio
la serata culturale organizzata per la
visione di un nuovo film del regista
Olmi: “La leggenda del santo bevitore”, nato dalla trasposizione cinematografica del racconto originario di
Joseph Roth. La relatrice, dopo aver
introdotto con un’interessante collocazione storico-letteraria lo scrittore
Roth e le sue opere, ha evidenziato gli
aspetti significativi del film ponendolo in una situazione di confronto con
il racconto, riguardo al quale «l’opera
di Olmi si distingue per la sua dimensione paradigmatica«.
Protagonista della storia è il vagabondo “bevitore”, di nome Andreas,
che è interpretato dall’attore Rutger
Hauer (nella foto), e vive nella Parigi contemporanea anziché in quella
degli anni ‘30 in cui è ambientata la
narrazione di Roth, che ha fatto della
vicenda di Andreas la parabola trasparente della sua vita.
Nell’opera del regista invece «c’è stata
l’intenzione di attualizzare la storia
e di farla diventare la storia di ogni
tempo e di ogni luogo non più di un
solo uomo ma dell’uomo, che nella
sua fragilità e debolezza può cadere
per motivi diversi fino all’estremo limite esistenziale, ma può essere sollevato dall’incontro con l’altro, dietro a
cui (e qui c’è tutta la visione cristiana
di Olmi) c’è l’azione provvidenziale
del bene Altro». Lo stato di dispersione e di provvisorietà dell’uomo non si
risolve tuttavia se non alla fine della
vita, e anche qui il film «fa leggere oltre».
“Quei piccoli, grandi miracoli non
riconosciamo”
«Dove va fratello?» chiese l’anziano signore ben vestito. «Non sapevo
di avere un fratello e non so dove la
strada mi porta» rispose il vagabondo. È questo il toccante, emblematico momento iniziale del racconto di
Roth e dell’omonimo film di Olmi. Il
delicatissimo dialogo di una sera di
primavera, sotto i ponti di Parigi dove
stranamente si incontrano un vaga-
bondo e un signore ben vestito, prosegue con toni garbati e termina con
un alone di vago misticismo.
Il primo, pur vivendo in una situazione di grande squallore, dimostra di
conservare un’intima dignità ed un
fondamentale senso dell’onore quando, all’offerta di una cospicua somma
di denaro da parte dello sconosciuto,
risponde che non può accettare se
non impegnandosi a restituire il dovuto. All’enigmatico signore va bene
così, purché la restituzione avvenga
nella chiesa di S. Maria di Batignolles,
presso la statua della piccola Teresa di
Lisieux. L’unica debitrice del diseredato è lei, la Santa a cui il benefattore
deve grande riconoscenza.
Mentre il vagabondo accetta il denaro prendendo molto a cuore l’impegno della restituzione, lo sconosciuto
si dilegua nella semioscurità dei rari,
fiochi lampioni del lungosenna.
Da questo momento “La leggenda
del santo bevitore” che, nella versione letteraria si snoda poeticamente
come sospesa in un’atmosfera mitico
– fiabesca, nella versione filmica assume tutta la forza della verità. La verità di un’esistenza, quella di Andreas,
vissuta tra gli ultimi, in compagnia
della desolata solitudine di altri pezzi
di umanità derelitta che bivacca sulle rive del fiume. Ma anche la verità
di un personaggio che, pur vedendo
più volte accendersi luci a illuminare
il suo incerto cammino, continua ad
assistere con rassegnata indifferenza
al proprio degrado.
Andreas non ha la capacità di scorgere in quei momenti miracolosi della
sua vita le vere occasioni di cambiamento, le opportunità che potrebbero
restituirlo ad una esistenza più degna.
Non solo, ma in quelle ore di luce si
lascia anche sfuggire il tempo favorevole per assolvere l’impegno preso e
mai dimenticato.
È la caducità di un personaggio portata alle estreme conseguenze, ma è
la caducità dell’uomo che nella situazione di “straniamento” in cui spesso
si lascia vivere non sa cogliere o raccogliere quei piccoli, grandi miracoli
che gli vengono incontro, perché non
li riconosce. In un andamento di aperture e continui ritorni, si respira nel
film il clima quasi ossessivo dell’“atteso che non si compie” dove, nell’incessante ritorno al presente, non hanno più respiro la memoria, la volontà,
la speranza. L’ingresso in nuovo giorno è l’ingresso in uno dei “soliti nuovi
giorni”, in cui il vagabondo si avvicina
e si perde nella meta impossibile dei
suoi offuscati desideri.
Ma ci sarà un giorno, e sarà quello
della sua morte, l’occasione del riscatto, perché quella mano portata
alla tasca della giacca prima di cadere
inesorabilmente a terra accanto alla
statua della piccola Teresa indica il
gesto della sua salvezza, il momento
liberatorio del desiderio appagato. Ricorda Stefan Zweing, raffinato scrittore contemporaneo di Roth, in “Momenti fatali”, che ci sono nella vita di
ogni uomo momenti sospesi tra atteso e inatteso in cui possono maturare
eventi che trascendono la contingenza, “ore stellari”, ore che “fulgide e
immutabili come le stelle risplendono
sopra la notte dell’umana caducità”.
Bisognerebbe sollevare lo sguardo!
Fosse anche all’estremo limite dei
nostri “soliti nuovi giorni”, quando ci
sarà un Dio che spalancherà definitivamente le porte dell’ “inatteso che si
compie”.
Maria Rita Sampaolesi
Jesi: appuntamenti estivi in Pinacoteca per iniziativa della direttrice
Un’estate dal sapore di sale e di mare
Durante i mesi di giugno e luglio, Jesi colorerà le sue serate con tante piacevoli iniziative organizzate dal comune ed a cura dell’assessorato alla cultura, Pinacoteca e Musei
Civici.
Giugno sarà il mese dedicato alla storia
dell’arte e le serate, che si svolgeranno nella
“Galleria degli Stucchi” di Palazzo Pianetti,
prenderanno il nome di “Percorsi d’estate”
e saranno così divise: il 7, la voce narrante di Enrico Guida condurrà in un viaggio
dal nome “Ut Pictura Poësis. Le stanze di
Enea”, il 15 Maria Cristina Zanotti proporrà il percorso “San Francesco al monte: un
tesoro da ritrovare” ed infine il 22 Alfio Albani ed Andrea Socrati parleranno de “La
fruizione tattile dell’opera d’arte”.
Luglio invece, mese estivo per eccellenza,
sarà dedicato ai viaggi e alle vacanze. Le serate, tutte condotte dal professor Ferruccio
Farina nel giardino dello Studio per le Arti
della Stampa (Palazzo Pianetti Vecchio),
prenderanno il nome di “Sapore di sale” e saranno così divise: il 6 ci sarà “Il mare fa bene”,
percorso tenuto sulla base degli appunti del
dott. Richard Russel (1750) e di Paolo Mantegazza; il 13, con “Le cattedrali sulla battigia”, ci si occuperà di mode e architetture
balneari; infine il 20 si terrà un confronto tra
le cose Marchigiane e quelle Romagnole dal
titolo “La cosa gioiosa e la Costa gentile”.
Tutti gli appuntamenti inizieranno alle ore
21.15 e contribuiranno alla formazione di
una cultura artistica e balneare di cui la nostra regione è molto ricca.
Gioele Marozzi
Pergolesi in musica
Il 15 aprile, nell’Auditorium
dell’ “Accademia Internazionale di Canto – Renata Tebaidi e
Mario del Monaco” di Pesaro,
il pubblico ha potuto assistere all’esecuzione dello “Stabat Mater”, opera attribuita a
Jacopone da Todi e messa in
musica da alcuni dei più celebri musicisti, quali i nostri Rossini e Pergolesi. Nonostante
la difficoltà di esecuzione del
pezzo scritto da Pergolesi, le
due soprano e la pianista che
hanno eseguito l’opera hanno
saputo tenere alto l’onore della letteratura italiana e della
grande musica Jesina, ricevendo applausi emozionati da
tutti coloro che hanno preso
parte alla serata pesarese.
EVENTI ESTIVI
Giugno 2011 e le manifestazioni a Jesi
L’ufficio del turismo del comune di Jesi ha
programmato per questo mese diversi appuntamenti da non perdere con il mondo
dell’arte, altresì perché i protagonisti dei vari
spettacoli saranno per lo più giovani jesini.
Spettacoli
Si parte sabato 18 alle ore 21.15 con replica
la domenica seguente con il saggio di danza
della scuola “Nuovo spazio danza”, lo spettacolo avrà luogo al teatro G. B. Pergolesi
(info: fondazione Pergolesi Spontini 0731
206888- [email protected]).
Mercoledì 22 alle ore 21.15 presso il teatro
Pergolesi ci sarà “Rosso coraggio. Spettacolo musicale e teatrale” a cura della scuola
musicale Pergolesi in cui si esibiranno i suoi
allievi (info: Scuola musicale Pergolesi 0731 Mancini aperta dal martedì al sabato 9.00- ore 21.15, Maria Cristina Zanotti intrat205856- www.scuolapergolesi.it). E per fi- 12.30 / 16.00-19.30 presso la Galleria con- terrà il pubblico in un convegno dal titolo
nire, sabato 25 alle ore 21 al teatro Pergolesi temporaneo in piazza Ghislieri n. 3 (info “San Francesco al Monte: un tesoro d’arte
con replica il 26, “Emozione di un dipinto”, :0731 209087- www.contemporaneohouse. da ritrovare”, mentre mercoledì 22 giugno
saggio di danza della palestra Linea Club it). Infine dal 25 giugno fino al 20 novembre sempre alla stessa ora, un altro convegno
(info: fondazione Pergolesi Spontini 0731 “Segni dell’Eucaristia” allestita presso il mu- “La fruizione tattile dell’opera d’arte” sarà
206888).
seo Diocesano in piazza Federico II con ora- animato dall’intervento di Alfio Albani e
rio da lunedì a giovedì 9.30/13.00; venerdì Andrea Socrati.
Mostre
9.30-13.00/ 16.00-20.00; sabato e domenica A ravvivare le serate estive di giugno, ci saInoltre in questo mese aprono diverse 16.00-20.00. Dalla prima domenica di otto- ranno anche dei concerti musicali, che si
esposizioni: dal 18 giugno fino al 17 luglio bre: da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 13.00; svolgeranno al Teatro V. Moriconi, sabato
la mostra antologica di “Aldo Moriconi domenica 17.00-20.00, è chiusa nei giorni 18 e 25 giugno alle ore 21.15, in collabora1923-1973” presso il Palazzo dei Convegni festivi. (info:0731 226749- www.congresso- zione con le scuole musicali G.B. Pergolesi
in Corso Matteotti, visitabile da martedì a eucaristico.it).
e Aulos.
domenica con orario 10 - 20, il sabato dalle
10 alle 23 e il lunedì è chiusa (info: tel. 0731 Convegni & concerti
Per maggiori informazioni: 0731 538420 59805 www.fondazionepergolesispontini. Nella Galleria degli stucchi di Palazzo Pia- e.mail: [email protected] - sito
com). Fino a sabato 25 la mostra di Marta netti, mercoledì 15 giugno a partire dalle internet: www.comune.jesi.an.it
4
Voce della
Vallesina
attuALITà
12 giugno 2011
Indicatori di speranze.
Nonostante tutto
Don Milani come
educare alla vita…
di Remo Uncini
Un gruppo di amici della Vallesina, guidati da don Attilio
Pastori, il 2 giugno scorso, ha
voluto visitare Barbiana, piccolo borgo rurale dove don Milani ha sperimentato un modo
gli argomenti di discussione.
La matematica, la geografia, la
scienza, la politica, tutto era
oggetto di studio, traendo dai
fatti, gli argomenti di lezione.
Pensandoci oggi, con un sistema cosi impegnativo forse
ci vene il dubbio di come sia-
diverso di stare con gli ultimi
nelle campagne sperdute in
mezzo alle colline. Nel pomeriggio hanno partecipato alla
Santa Messa celebrata nella
chiesa della piccola parrocchia
da don Attilio che nell’omelia ha collegato l’esperienza di
don Milani alla sua necessità
di vivere andando al di là delle
parole, donandosi.
Nel 1954 fu mandato in quel
posto sperduto delle colline
toscane, a causa delle sue idee,
scomode alla Chiesa di allora,
per come comunicava il Vangelo. Morì giovane, ad appena
44 anni nel 1967. «Quando
arrivò si preoccupò subito - ci
disse Giancarlo Carotti che ci
ha accolto, allievo del primo
gruppo della scuola di Barbiana - di porsi la domanda
di come spiegare il Vangelo a
quei contadini senza nessuna
cultura che vivevano in quei
fondi di mezzadria spezzandosi la schiena per la fatica».
Incontrò quei contadini convincendoli a mandare a scuola
i loro figli presso la sua canonica, si era impegnato in un
compito non facile, quando
anche i ragazzini erano una
manovalanza per la campagna
da non perdere. Quella di don
Milani è una testimonianza
che corre il rischio di perdersi
nel tempo perché non è stata attuata dal momento che
impone di rivedere come si fa
scuola e dell’importanza che
essa ha nello Stato. Il libro che
ha scritto con i suoi ragazzi
“Lettera ad una professoressa”
è una condanna senza appello
al sistema educativo di quel
tempo e continua a porre degli interrogativi anche oggi.
Giancarlo Carotti definisce i
problemi dei nostri tempi sfide diverse da quelle di allora,
ma educare è il mezzo per far
emergere coscienze, renderle libere, dando lo strumento
della conoscenza per interpretare la realtà. Durante l’arco
di una giornata gli allievi nella
sua canonica, frequentata 365
giorni all’anno per 12 ore al
giorno, sperimentavano come
insieme potevano arrivare al
sapere. Non c’era chi rimaneva indietro negli studi, finché
non erano tutti allo stesso livello di apprendimento non si
andava avanti. Non esistevano libri, ma solo i giornali che
don Milani faceva venire dalla
città vicina. Da essi traevano
mo stati educati. Nelle nostre
scuole la meritocrazia viene
assunta come mezzo di discernimento. Abbiamo studiato
solo per finalità soggettive?
Oppure anche per assumere
responsabilità civili, per essere
buoni cittadini, finalizzando
la scuola non solo al sapere
ma alla promozione umana.
Ma la domanda che si pone è
anche un’altra. Don Milani, in
una sperduta campagna della Toscana, nascosto nelle sue
colline, ha gridato con tutte
le sue forze che la conquista
della parola - così amava dire
ai suoi allievi - è un mezzo di
difesa e di giustizia in una società in cui la parola può rivoltarti contro quando viene
a confrontarsi se non si ha la
padronanza nell’usarla. Conoscere una parola in più - diceva spesso - è una possibilità in
più per difendersi. Loro, poveri contadini, assoggettati al
duro lavoro dei campi, dentro
un sistema padronale che li
rendeva subalterni, improvvisamente hanno visto arrivare
un prete che per avere la possibilità di parlare del Vangelo,
per farlo capire, li aiuta a capire la parola che lui trasmette
che è un mezzo per combattere ogni schiavitù. Lui si è
domandato che non bastava
portare il “Cristo” con il suo
ministero, ma che necessitava
diventarlo, donandosi ad una
comunità sperduta, morendo come un seme che se non
muore non porta frutto. Il
potere quale esso sia è fatto di
mediazioni, condizioni. Don
Milani separandosi da esso,
non utilizzandolo, anzi, ponendosi in antitesi, ha dovuto
immergersi nei problemi di
poveri contadini. Ha contestato il potere con i fatti, dove
non sarebbero potuti arrivare
a determinarlo, rimanendo
fedele soprattutto al ministero
del condividere. Si è posto fin
da subito il problema di dare
gli strumenti del sapere ai figli
dei contadini perché potessero avere una vita più libera
rispetto ai padri. Questo è l’insegnamento che ancora rimane: la libertà di coscienza non
ha prezzo con un sentire spirituale che spinge a compiere azioni come quella di don
Milani, donando il suo sapere
per accrescere il sapere di altri
suoi fratelli, evangelizzando e
facendo capire la Parola.
di Riccardo Ceccarelli
Ne sono venuto a conoscenza per caso.
Si è svolta sabato 28 maggio per le vie
di Desenzano del Garda (Bs) la prima
edizione della “Marcia nazionale per la
Vita”. Vi hanno partecipato più di cinquecento persone provenienti da ogni
parte d’Italia. A promuoverla sono stati il Movimento Europeo Difesa Vita
(MEDF) e l’Associazione Famiglia Domani; vi hanno partecipato una quindicina di associazioni e molte personalità
del mondo cattolico. Avevano inviato
messaggi il card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la
Famiglia, mons. Mario Olivieri, vescovo di Albenga-Imperia, mons. Luigi
Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Claudio Maniago, vescovo ausiliare di Firenze. Commentando
il fatto, a cui aveva preso parte, il prof.
Roberto de Mattei, qualche giorno
dopo (“Il Foglio”, 2 giugno, p. II) scriveva: «La prima “Marcia nazionale per
la Vita” si è svolta senza l’appoggio né
delle gerarchie ecclesiastiche, né dei
partiti politici, né dei mass media. I
partecipanti per lo più giovani, sono
portatori di un pensiero forte che non
trova ospitalità e protezione in alcun
schieramento politico. Sta in questa
società civile, che oggi affiora con forza al di fuori dei partiti, il futuro della
nostra nazione». Andavano al sodo, ai
valori, senza compromessi, senza alcun sti. E ci sorprendono i linguaggi diversi.
battage pubblicitario, se non quello di Se però ci riflettiamo un istante, riuritrovarsi insieme per una testimonian- sciamo a provarne nostalgia e li diamo
za convinta su questioni irrinuncia- per impossibili, fino a quando non ne
bili come quelle inerenti la vita quale vediamo convinti assertori e provati tedono contro quella cultura della morte stimoni. E ce ne sono tanti. Più di quelche sta invadendo la società nelle sue li che possiamo immaginare. Quelli
espressioni politiche ed ideologiche della marcia di Desenzano, quelli di
nonostante le molte parole e le elucu- tanti pellegrinaggi, quelli di tante assobrazioni in contrario. Sono segni che ciazioni che non trovano spazio in alindicano che qualcosa si muove e che cun notiziario, quelli che frequentano
alimenta la speranza. Dove trovare del monasteri e abbazie e che nel silenzio
resto altri segni che indichino mète e e la meditazione – sull’esempio degli
traguardi altrettanto densi di speranza? antichi monaci – sono alla ricerca delNon certo in quei “vincitori” di ogni co- la dimensione verticale per dare il vero
lore che si pongono come protagonisti senso a quella orizzontale. Venerdì 3
del momento presente e che al di là di giugno ho partecipato alla cerimonia
rivestimenti linguistici baroccheggian- della “partenza” di un giovane scout
ti e salvifici, nascondono una povertà giunto al termine del suo percorso fordi valori che segue più il trend ormai mativo. Dopo aver ascoltato le sue e le
avviato che non l’ascolto delle più vere, parole degli altri amici messe anche per
spesso nascoste, esigenze dell’uomo iscritto, con altri genitori presenti non
d’oggi. La “filosofia dell’effimero”, l’esal- abbiamo potuto fare a meno di dire:
tazione dell’esperienza a tutti i costi, la “C’è ancora un po’ di speranza per quegiustificazione dell’inutilità della ricer- sto mondo così disastrato!”. Respiri di
ca di senso, il crogiolarsi nei pensieri impegno, valori forti, volontà operatideboli come fossero l’unica possibilità ve, obiettivi precisi, un po’ di coraggio.
dell’uomo, l’arroganza e la “sicumera Sale per dare sapore alle cose e lievito
vittoriosa” – esaltata dai mezzi di co- per far maturare, sono stati alcuni dei
municazione – nei confronti della “pa- regali che gli hanno fatto. Non potevazienza del silenzio e della meditazione”, no esserci segni più significativi. Aria
sono dilaganti ed invadenti anche gli buona da respirare a pieni polmoni
spazi più personali. Speranze corte con in quell’atmosfera asfittica in cui siaorizzonti limitati e che implodono uno mo sommersi. Indicatori per sperare
dopo l’altro. Ci hanno abituato a que- ancora.
terrelementari
Le mani... e la mente
Alzando gli occhi al cielo,
talvolta ma non sempre, capita di incontrare qualche
immagine che ci sorprende. Non vorrei fare poesia,
che non ne so fare, ma vorrei solo sottolineare come
qualche sguardo, lanciato
fuori dai soliti canali ordinari della visione, riesce a
scoprire cose nuove. E riesce a stupire anche.
Così, oggi lunedì 6 giugno,
alle ore 10,30, transitando lungo corso Matteotti,
all’incrocio con via Mura
Occidentali, lo sguardo mi
va sulla facciata della ex
scuola professionale, quella che un tempo ospitava
la sede di un sindacato e
che adesso ci dice che un
tempo era l’ingresso di una
scuola. Dietro la facciata
insiste il cosiddetto complesso S. Martino, il cui
chiostro è accessibile da via
Palestro. La scuola professionale era stata progettata e realizzata ai primi del
secolo scorso; essa formò
almeno tre generazioni di
lavoratori specializzati, soprattutto in meccanica.
Bene: la facciata che mi
sono messo ad osservare
con una attenzione superiore al normale, la facciata
in oggetto porta al suo limite superiore due targhe
con due scritte: a sinistra
“Studium et doctrina”, a destra “Ars et labora”. Si leg-
gono poco, ormai la pietra
è sporca e l’incisione delle
parole risulta essere quasi
illeggibile. Quasi, perché
con un po’ di sforzo sono
riuscito a capire quali parole fossero incise.
Le stesse parole sono diventate una specie di tormentone durante la mattina dello stesso giorno.
Mi sono detto che queste
quattro parole, altrettanti inviti ad essere seguite
come indicazione formativa, educativa, sono ancora di strettissima attualità.
Basta fermarsi a riflettere
su ciò che significano e ciò
che vorrebbero indicare
come percorso educativo/
formativo/professionale.
Quattro parole di così alto
valore incise sull’ingresso
di una scuola che preparava lavoratori della materia
(ferro, pietra, etc.) fanno
pensare che in fondo non
esiste una differenza così
abissale tra il lavoro materiale e il lavorio intellettuale. Salvo differenze retributive in denaro, forse e non
sempre.
Studium et doctrina, ars
et labora sono un bel programma anche per le nostre scuole contemporanee,
anche se lo si svolgesse con
il computer, l’ipad, l’e-book,
il telefonino di ultima generazione, eccetera eccetera.
Silvano Sbarbati
 notiziebrevi
Sfide
«La cultura di massa si oppone oggi ai valori cristiani perché
poggia sul culto del successo, del consumo e del piacere sfrenato, educando la società – soprattutto i giovani – all’egoismo
e alla libertà eccessiva». Parole del metropolita Ilarione, Patriarcato di Mosca: «Dobbiamo imparare a tradurre il nostro
messaggio positivo nella lingua della cultura contemporanea.
I valori positivi non devono essere più formulati come categorie astratte. Annunciare i valori positivi può riabilitarli e
renderli facilmente assimilabili, dando loro una dimensione
viva, esistenziale».
Ilarione ha ricordato ch’erano numerose, fino al XX sec., le
famiglie russe ed europee, indipendentemente da reddito e
stato sociale. Oggi tali nuclei sono una rarità. Che cosa fare?
«Ricordare alle persone le verità morali, creare clima e condizioni sociali favorevoli alle famiglie numerose. L’aiuto sociale dev’essere una priorità del lavoro parrocchiale e pastorale; tutte le forze vive sociali devono unirsi per fermare
l’estinzione della popolazione e invertire la tendenza allarmante degli ultimi decenni. La crescita demografica ha bisogno d’essere stimolata a livello economico e finanziario
ma dipende anche dalla diffusione della parola di Dio».
Turchia europea?
La fotografia, prima che la sfigurassero a colpi di pietre, la
mostra con labbra rosse; occhi grandi, splendenti, e pieni di
gioia di vivere. Katya Koren, 19 anni: partecipa a un concorso
di bellezza e ciò la condanna alla lapidazione, perché la sharia vieta queste (e molte altre) cose. Prima la barbara esecuzione, poi è sepolta in un bosco non lontano dal suo villaggio.
Hina Saleem fu sgozzata e sepolta nell’orto di casa, vicino
Brescia, con la testa rivolta alla Mecca, il corpo nel sudario.
Rifiutò un matrimonio combinato dal padre, pagando con la
vita la sua ribellione. Nel 2009, a Pordenone, morì Sanaa Dafani, accoltellata a morte dal padre per via della sua relazione
con un italiano, un «infedele». A Gaza molte ragazze sono
uccise ogni anno in nome della sharia (una di esse, due anni
fa, fu sepolta viva dal padre).
Nella moderna Istanbul, che preme per entrare in Europa,
si conta un delitto d’onore a settimana.
Volontariato
2011: Anno Europeo del Volontariato. «Il volontariato è
una delle dimensioni fondamentali della cittadinanza attiva
e della democrazia, nella quale assumono forma concreta
valori europei quali la solidarietà e la non discriminazione e
in tal senso contribuirà allo sviluppo armonioso delle società
europee».
Secondo il Censis, il 26% degli italiani svolge attività di volontariato. Un impegno radicato fra i giovani (34%) ma elevato anche fra i 30-44 anni (29%); cala poi fino al 20% fra gli
anziani. Volontario perché? Per il 38% significa fare qualcosa per gli
altri; per il 27,3% i motivi sono etico-religiosi. Tutti soddisfatti i volontari: il 97% giudica positivamente l’esperienza.
Le attività si concentrano su sanità e assistenza: si occupano
di malati, di giovani, di donne, di bambini, di anziani, di disabili, di detenuti, d’immigrati (cfr. la Caritas…). Significativa
la presenza dei volontari nell’ambiente, nella tutela dei diritti,
nella cultura e nello sport.
Oreste Mendolìa Gallino
Voce della
Vallesina
Vallesina
12 giugno 2011
5
Jesi: i diciottenni jesini ne hanno ricevuto una copia dal sindaco Fabiano Belcecchi e dal giudice Giovanni Maria Flick
La Costituzione come valore per il futuro
Giovedì 2 giugno, 65° anniversario della Repubblica Italiana, presso il Teatro
Studio Valeria Moriconi,
Fabiano Belcecchi, sindaco
di Jesi, e Giovanni Maria
Flick, presidente emerito
della Corte Costituzionale,
hanno consegnato, a ciascun giovane neodiciottenne di Jesi, una copia della
Costituzione Italiana. «È
un bel momento sia per i
ragazzi che per la comunità ed è importante che ogni
anno aumenti il numero dei
giovani accompagnati dalle
famiglie, - ha confermato
il sindaco - questo piccolo
gesto rappresenta la chiamata della comunità ad una
corresponsabilità per la costruzione della nostra società futura».
Molto significativo è il pensiero di Giovanni Maria
Flick, il quale nella sua relazione, seguita ed acclamata
dai presenti, percorre la
storia italiana dal risorgimento al dopo guerra, affermando che la Costituzione
è la chiave per comprendere il significato dell’unità
d’Italia. «I valori del nostro
ordinamento giuridico sono
il principio di pari dignità
sociale e la laicità ed occorre guardare a questi valori
del passato e del presente,
per costruire una cittadinanza europea forte e solidale alla quale dobbiamo
arrivare». Egli, presidente
emerito della Corte
Costituzionale, ripone grande fiducia nei
giovani, nelle associazioni di volontariato,
nel federalismo, inteso in senso solidale,
e nella dimensione
europea che sono le
radici per continuare
il percorso cominciato più di due secoli fa.
Alla domanda, quale
è il significato che si
nasconde dietro alla
consegna di una copia
della Costituzione ai
giovani, egli risponde:
«Quest’evento rappresenta il passaggio del
2 Giugno a Monsano: la Costituzione ai diciottenni
testimone da parte di chi
come me ha lavorato per
applicare la Costituzione.
Chi diventa maggiorenne
assume il compito di seguirla e di farla vivere ed è
per questo che è bene conoscerla. I giovani, da sempre
sensibili alla politica, devono essere coinvolti da noi
adulti che dobbiamo saper
cogliere questa attenzione e
saper dare delle risposte in
grado di suscitare interesse.
I ragazzi hanno una vitalità
fondamentale e si tratta di
essere in sintonia con loro
e di riuscire a spiegarsi in
modo che la gioventù possa
capire ciò che ha di fronte».
I ragazzi e le ragazze di Jesi,
molto emozionati, hanno
seguito l’evento con entusiasmo ed interesse. «È
stato molto emozionante
e coinvolgente, in grado di
spronare noi giovani a combattere per il nostro futuro
- sono queste le parole di
due studentesse, Sara Talacchia, del Liceo Pedagogico e Francesca Brecciaroli,
del Liceo Classico, presenti
all’evento. - È bello entrare
a far parte della società e
all’interno di questa atmosfera repubblicana e costi-
tuzionale che si respira».
Lucia Campanelli
Nella prima foto da sinistra
l’assessore Lasca, il giudice
Flick e il sindaco Belcecchi;
nella seconda foto un
momento della consegna
ai diciottenni
della Costituzione.
Talenti jesini alle Olimpiadi degli Studenti
Un successo che si ripete
Tanti “geni” al liceo scientifico!
Sono stati in tanti, ancora una
volta a salire le scale del Municipio. Ben 28 sui 40 nati nel 993,
diciottenni e dunque cittadini
italiani a tutti gli effetti, intervenuti in Comune per ricevere dal
sindaco Gianluca Fioretti una
copia della Costituzione firmata
il 27 dicembre 1947 da Enrico De
Nicola, oggi, 2 giugno, Festa della
Repubblica.
L’iniziativa, giunta alla sua 7° edizione, ha visto gli interventi del
Sindaco e della senatrice Silvana Amati, i quali hanno parlato
“apertamente” ai giovani nuovi
cittadini, esortandoli a partecipare direttamente, e attivamente, in ogni for- lavorazioni di abiti da parte del laboratorio
ma, alla vita della loro comunità,
“made in carcere”, delle detenute della Casa
Alla giornata ha partecipato anche Vittorio circondariale di Borgo s. Nicola (LE).
Graziosi, il quale ha presentato il suo libro, La Costituzione «deve rimanere sul vostro
consegnato con la Costituzione, “una vita comodino ragazzi - ha esortato Fioretti - da
per al libertà”, dedicato al suo lontano paren- sfogliare e leggere nei suoi articoli ogni tante Eraclio Cappannini, giovane partigiano to, quando ne avete voglia. Rappresenta un
trucidato dalle truppe naziste nelle colline di testo fondamentale, un forte stimolo a voi
Arcevia, nel maggio 1944. Alla cerimonia ha ragazzi, per acquisire consapevolezza sui vapartecipato anche la locale sezione AVIS di lori inestimabili della democrazia, allo scopo
Monsano, con una iniziativa volta a sensibi- di trarre energia indispensabile per esercitalizzare i giovani sul tema della donazione del re con forza e da protagonisti il vostro nuosangue. La Costituzione e il libro sono stati vo ruolo di cittadini, con i vostri doveri e i
consegnati come sempre in una borsa rea- vostri diritti, sanciti dalla nostra Carta, semlizzata con scarti di tessuto derivanti dalle pre attuale e moderna…».
Mercoledì 8 giugno, presso il Palasport di Jesi,
durante la festa di fine anno scolastico, sono
stati premiati, con l’appoggio e le congratulazioni del dirigente scolastico Bruna Aguzzi, gli
studenti distintisi alle Olimpiadi di Filosofia,
Scacchi, Matematica, Fisica, Scienze, Lingue,
Chimica e Neuroscienze.
Gli alunni partecipanti a queste Olimpiadi,
svolte durante l’anno scolastico, sono stati preparati da vari professori con approfondimenti
e corsi pomeridiani. Tra i più importanti ricordiamo: Maurizio Moreschi, Michele Ombrosi
e Cecilia Galli, primo, secondo e terzo posto
nella gara provinciale (categoria L1) e successivamente ammessi ai campionati internazionali di Giochi Matematici presso l’Università
“Bocconi” di Milano; Elena Andrej, prima classificata alle finali nazionali di lingua spagnola;
Kun Zhan e Alessio Raggi, secondo e terzo
classificato alle fasi regionali delle olimpiadi di
chimica biennio (categoria A) svoltasi ad Ancona; Elisa Luconi, seconda classificata alle fasi
regionali delle olimpiadi di chimica triennio
(categoria B) ad Ancona; Luca Farinelli, Luca
Battistelli e Michele Ombrosi, primi e secondo classificato alle fasi regionali delle olimpiadi
delle neuroscienze e successivamente ammessi
ai campionati nazionali delle neuroscienze a
Trieste ed infine Martina Piattella e Marco Bucci, primo e terzo classificato alle fasi regionali
delle olimpiadi delle scienze naturali biennio.
l.c.
È partito “Fuori Riga”, corso di giornalismo a Montacuto
Detenuti giornalisti. È quello che sta accadendo alla Casa circondariale di Montacuto dove, da circa
due settimane è partito un corso di scrittura giornalistica. Il progetto, dal titolo “Fuori Riga”, è portato
avanti da due giornaliste di Senigallia, Laura Mandolini e Giulia Torbidoni. Alle loro spalle, il supporto
della Fondazione ‘Gabbiano’ di Senigallia e dell’assessorato alle Politica sociali della Provincia di
Ancona, che finanzia parte del progetto. Lezioni teoriche e pratiche: lettura e commento dei quotidiani;
analisi della forma di stesura di un articolo giornalistico; esercizio di scrittura e titolazione. Non manca
nulla a fare in modo che da una classe di 20 persone ne possa nascere una redazione vera e propria.
L’obiettivo del progetto è quello di creare un gruppo di lavoro all’interno dell’istituto penitenziario che
produca un periodico di informazione. Grazie alla disponibilità dei giornali diocesani (La Voce Misena,
Senigallia Voce della Vallesina, Jesi e Presenza, di Ancona) di inserire al loro interno il periodico fatto a
Montacuto, gli articoli dei detenuti potrebbero essere letti in tutta la Provincia.
Associazione Nazionale Marinai d’Italia: un accordo, atteso da tempo, con il Dipartimento di Salute Mentale di Jesi
Mantenere viva la memoria della cultura marinara
“Morti in mare, vivi in noi” questa
è la frase significativa incisa sulla
lapide del monumento fatto erigere a ricordo dei valorosi caduti in
mare dall’ A.N.M.I. L’associazione
Nazionale Marinai d’Italia ormai
è dal 1980 che è attiva e ha sede in
via XX Settembre, nei locali messi
a disposizione dalla famiglia Batazzi e proprio in onore del loro
congiunto il gruppo è intitolato
“Guardia marina di Nicola Batazzi”. Nicola è scomparso giovanissimo insieme a tanti altri marinai
sul Mediterraneo a bordo del sottomarino “Topazio” durante la Seconda Guerra Mondiale. Dandogli
questo nome si vuole far conoscere alla città un uomo di mare jesino che si è sacrificato facendo il
proprio dovere. All’A.N.M.I. aderiscono ex marinai, anziani e giovani, uniti da un gran sentimento
e dedizione alla patria e che lavorano insieme per tenere alto anche
a Jesi il nome della gloriosa marina italiana. A loro si è aggregato
spontaneamente e per la passione
che hanno in comune, la “Federa-
zione Italiana Navi Model” un’associazione composta da locali
modellisti navali che hanno preso
parte a numerosi campionati Nazionali, Europei e Mondiali vincendo medaglie d’oro, d’argento e
di bronzo meritandosi cosi rispetto e ammirazione ovunque e facendo conoscere anche in campo
navalmodellistico la “Città regia”.
Una mostra di modellismo sarà
allestita a Jesi dall’A.N.M.I. con i
lavori di Settimio Sassaroli e Franco Tombolesi (medaglie d’oro) e
D’Onofrio (medaglia di bronzo) e
poi aperta al pubblico; inoltre l’associazione sta organizzando corsi
di scuola vela, per la patente nautica, per brevetti, per salvataggio
e brevetto subacqueo. Possiamo
dire che il gruppo Navalmodellistico e l’A.N.M.I. di Jesi formano
un bel binomio vincente.
Nuovo binomio, tutto ancora da
sperimentare, è quello definito il
30 maggio presso la Sala del Consiglio Comunale, tra l’A.N.M.I. e
il Dipartimento di Salute Mentale della Asur 5 di Jesi. L’accordo
consiste nella possibilità di far diventare soci aderenti e soci sostenitori dell’A.N.M.I. gli utenti ed
operatori del Dipartimento di Salute Mentale dando loro la disponibilità di utilizzare i propri locali
(biblioteca, sala lettura, ”Cambusa”) e permettendo inoltre di partecipare e organizzare, insieme ai
soci veterani, viaggi presso sacra-
della sezione “Nicola Batazzi” per
tre pomeriggi settimanali e due
sere dopo cena così da dare vita a
confronti altamente formativi.
Alla presentazione di questo generoso e lungimirante progetto erano presenti: il presidente A.N.M.I.
di Jesi Sebastiano D’Onofrio con
il direttivo (tra cui il consigliere
Gianluca Fioretti, ultimo marinaio di leva nella zona e la responsabile dei progetti culturali Gabriella D’Onofrio), il consigliere
regionale Fabio Badiali, l’assessore
alla sanità e ai servizi sociali Bruna Aguzzi, il direttore del Dipartimento di Salute Mentale della
ASUR Massimo Mari con alcuni
collaboratori.
ri o musei della Marina Militare “Una volta marinaio… maricon visite guidate sia a terra che naio per sempre” è lo slogan
a bordo navi. Tutto ciò al fine di dell’A.N.M.I., perché “marinaio”
mantenere viva la memoria del- non è solo andare in guerra e nala cultura marinara, incuriosire vigare per il mare ma significa anle nuove generazioni e riscoprire che amore e disponibilità nell’esi valori dell’aggregazione sociale. serci per il prossimo e con questo
Gli assistiti del Dsm (all’incirca gesto manifestano in pieno il ruo20-25 persone) con gli operatori lo del Marinaio.
andranno regolarmente nei locali
Marta Maria Manzotti
6
Voce della
Vallesina
referendum
12 giugno 2011
andare a votare è importante, è un segno di civiltà
Per un’astensione attiva al referendum sull’energia
Perché non ritirare la scheda sul nucleare Energia dalle centrali nucleari? No grazie
di Vito Collamati*
In un articolo, seppure dettagliato, in un mondo di
informazione a senso unico
dei mass media, non è possibile fare una difesa adeguata della scelta nucleare
per il nostro Paese. Ma ci
proverò.
La questione della scelta
nucleare come fonte di
energia complementare
ad altre è diversa dalla
questione su come e dove
fare le centrali nucleari.
Noi l’abbiamo ridotta ad
una domanda se volere o
no le centrali sotto casa
e abbiamo riempito i canali di comunicazione di
una quantità di informazioni incomplete, imprecise, aberranti! Ogni tipo
di tecnologia è associato, specie nei primi tempi
della sua applicazione, ad
errori, superficialità, pericoli e danni, e man mano
l’esperienza ha portato a
circoscriverne la lesività a
vantaggio della fruttuosità.
A partire dal legname arso
e dall’energia muscolare degli schiavi, dall’introduzione del carbone nella prima
rivoluzione industriale e
del petrolio nella seconda,
dal gas all’idroelettrico poi,
dall’eolico al fotovoltaico,
non meno che nel nucleare si sono avuti effetti negativi: nelle miniere, nelle
fonderie, nei cantieri, nelle fabbriche, nelle città, in
termini di sfruttamento, di
alienazione, di speculazione, di tecno-patologie, di
speculazioni finanziarie, di
intromissioni di organizzazioni malavitose, di disastri
ambientali.
Certo, il nucleare occupa
nella percezione collettiva
un posto unico per dose di
paura, di diffidenza, e, anche, di ipocrisia.
Per la sua difficoltà intrinseca a comprendersi il nucleare appare come qualcosa di arcano e di esterno
alla vita quotidiana, quasi
come una grande intrusione ingestibile se non da
pochi; l’uso iniziale come
arma di distruzione di massa ha portato ad associarlo
ad una condanna intrinseca,
morale ed ideologica. Eppure, frutto degli stessi studi e
degli stessi investimenti, oltre all’impiego come fonte
di energia, si sono costruiti
anche presidii industriali
e sanitari dai grandissimi
meriti e risultati sulla vita
delle persone e delle popolazioni.
Per consentirli si è messo in
piedi a livello tecnico giuridico internazionale uno
dei più grandi ed efficaci in pressoché tutti gli spigoli
sistemi di sicurezza e pro- del pianeta, a nord come a
tezione della vita umana. sud, in oriente come in ocMa tutto questo sforzo non cidente, fra i G8 come fra i
correttamente divulgato e paesi emergenti, nei regimi
anzi volutamente celato da di sinistra e di destra, fra
interessi di fornitori di al- le popolazioni conservatritre sorgenti di energia, ha ci o aperte, tecnologiste o
indotto non una rassicura- ecologiste; e l’Italia ricorzione, ma un aumento della re all’acquisto di energia
paura diffusa.
elettrica di fonte nucleare
Proprio perché seriamente all’estero e investe in cenconsapevole dei “suoi” ri- trali nucleari fuori del terrischi indotti, il nucleare ha torio nazionale.
imparato a confrontare
il proprio rapporto EFFI- Tanti citano la Germania,
CACIA / DANNO ALLE che dopo la sfrontatezza di
PERSONE con quello di mantenere aperte alcune
altre fonti energetiche e sue centrali oltre il limiti
oggi non teme il confron- tecnicamente programmato con gli “altrui” rischi ti, ha deciso di rinunciare
indotti.
entro 12 anni al nucleare
Sulle scorie nucleari poco dopo un tracollo elettorale!
manca che se ne parli fa- Questa sarebbe una rivolucendosi il segno della croce, zione? No, in tutto questo
ignorando quanto le tecno- c’è tanta confusione e ipologie di contenimento, di crisia!
concentrazione e di isola- Ben vengano i test di verifimento ne abbiano fatto una ca della Comunità Europea
minaccia di molto inferiore sulle centrali in funzione,
a quella delle discariche co- ben venga che la Comunimuni, anche da un punto di tà Europea, come ha fatto
vista radioattivo, visto che già in tanti altri ambiti, ad
in quelle lì spesso si dilui- esempio per la sicurezza sul
scono illegalmente le scorie lavoro, legiferi sulla stratenon censite e controllate.
gia energetica.
I numeri, le sigle, i multipli, Un paese come il nostro
nel nucleare, sono un pro- deve tornare a dare spablema per la comunicabilità zio e risorse alla ricerca
e comprensione di massa.
scientifica e alla tecnoloI mass media, nel loro bi- gia del nucleare, accanto
sogno di parlare di tutto in alle altre fonti rinnovabili,
poche parole, hanno creato per non rimanere solo acuna informazione parziale quirente di conquiste altrui,
e distorta. Nel mare di nu- comprese le grandi ricadute
meri di vittime che sono gi- sul piano industriale e sanirati hanno scelto solo i più tario. Deve farlo anche per
grandi, senza verificarne il le nostre nuove generazioni,
significato e la veridicità, e per non privarle di questa
così, inseguendo l’auditel, “chance” scientifica e tecnohanno alimentato paure ir- logica.
razionali.
Allarmiamo la gente seduta Questo è un referendum
sul divano con i numeri, le abrogativo, votare non è
dosi e le esposizioni con- un obbligo morale e civitenuti dentro o nelle im- co! Anche astenersi è una
mediate vicinanze di una risposta politica seria, un
struttura disastrata o inci- atto di responsabilità cidentata: si è visto mai fare vica!
altrettanto per le concen- Lascia dunque al presitrazioni di idrocarburi den- dente del seggio la scheda
tro o attorno un silos petro- sul nucleare ed impegnati
chimico esploso, o con gas da oggi a riparlare della
e polveri di una miniera, o questione.
con le temperature di un al- Vai sulla rete, cerca approtoforno?
fondimenti in un senso e
Il criterio NIMBY (Not In nell’altro, specie dagli OrMy Back Yard = cioè: sì, ganismi preposti internama non nel giardino di casa zionali! Segui con occhio
mia!) in materia d’approv- critico i mass media! Non
vigionamento energetico è ti affidare ai comici che ti
stato assecondato per op- fanno ridere dicendo che
portunità elettorali, alla se non siamo in grado di
faccia dei diversi bagagli fare la Salerno Reggio Capolitici e culturali, da ogni labria, “come possiamo
parte politica, creando in- permetterci di fare una
gestibili contraddizioni.
centrale nucleare”!
Ad agosto 2010 nel mondo
sono in funzione 440 cen- * da 25 anni medico esperto
trali nucleari, e 60 nuovi re- ed autorizzato alla radioattori sono in costruzione, protezione
di Federico Cardinali
Quindi SÌ.
Domenica andremo a votare
per i referendum. Lasciamo
gli altri quesiti referendari.
Non ne abbiamo lo spazio. E
concentriamo oggi la nostra
attenzione sul tema del nucleare (scheda grigia). Perché è il tema più importante, secondo me. Importante,
perché la nostra decisione
andrà a incidere sulla nostra
salute e sulla salute dei nostri figli e nipoti.
Ci viene chiesto se vogliamo abrogare (= eliminare,
togliere) le disposizioni di
legge che prevedono in Italia la costruzione di centrali
nucleari per la produzione
di energia. (Facciamo attenzione: se vogliamo le centrali
nucleari in Italia, quindi non
vogliamo eliminare la legge
che le prevede, dobbiamo
votare NO; se invece non le
vogliamo, quindi desideriamo togliere la legge che ne
prevede la costruzione, dobbiamo votare SÌ).
Forse vi ricorderete, ne abbiamo parlato anche due
mesi fa. Dopo il terremoto in
Giappone e l’incidente nella
centrale di Fukushima. Oggi
facciamo qualche altra riflessione.
L’energia nucleare. Cos’è?
Per noi che non siamo addetti ai lavori, è sufficiente
sapere che è quella forza
straordinaria che è ‘imprigionata’nel nucleo dell’atomo. Non è neanche un
secolo che l’abbiamo incontrata. Quando, per la prima
volta, il fisico italiano Enrico
Fermi riesce a ‘bombardare’ l’atomo, siamo nel 1934.
Un’impresa straordinaria
che ci ha messo nelle mani
un’energia straordinaria.
È stato un bene o un male?
Come in quasi tutte cose, il
bene e il male non sono nella
cosa in sé, ma nell’uso che ne
facciamo. E quanto più una
cosa è ‘grande’, tanto più l’uso
che ne facciamo può portarci
verso un bene grande o verso
un grande male. Qui l’abbiamo visto subito. L’utilizzazione di questa scoperta per
costruire la bomba atomica
non credo sia stato proprio
un bene per l’umanità! Di
valore diverso, certamente, è
l’utilizzazione del nucleare
nel campo della medicina.
Sia per le diagnosi accurate
che oggi ci permette di fare,
così come per l’uso terapeutico che possiamo farne di
fronte a certe malattie gravi
che ancora ci colpiscono.
E l’uso dell’energia nuclea-
Conoscere per prevenire e vivere in una casa sicura
Dopo Senigallia e Ostra, il Mamma
Day quest’anno si terrà a Rosora,
domenica 12 giugno, alle ore 10,30
, presso il Country House Vittoria il
Graditempo.
Ad aprirlo, i saluti di Maria Elvira
Conti Fabbri, presidente Obiettivo
Famiglia – Federcasalinghe, che
introdurrà il convegno “Sicurezza
negli ambiti di vita: informazione
e prevenzione contro gli infortuni
domestici”. Interverranno Federica
Rossi Gasparrini, presidente nazionale
Federcasalinghe, Eliana Maiolini,
Se guardiamo bene, e onestamente, come stanno le
cose, dobbiamo dirci almeno
due pensieri.
IL PRIMO.
Le centrali nucleari che
oggi siamo in grado di costruire sono potenzialmente
pericolose. Sia nel loro funzionamento normale che
quando, purtroppo, capitano
incidenti.
Quando ci sono incidenti,
come Fukushima o Chernobyl, l’abbiamo visto tutti. È un
disastro, una tragedia. Morti,
gravi malattie che si ripresentano per anni, estensioni
enormi di terreno e acque
avvelenati per decenni dalle radiazioni. E gli incidenti
possono capitare. Ma non
voglio insistere su questo.
Guardiamole invece, queste
centrali, nel loro funzionamento normale. Senza incidenti.
Anche nel loro funzionamento normale esse sono
altamente inquinanti. Il
loro inquinamento si chiama radiazioni. Se entrate in
un reparto di radiologia, in
ospedale, voi vedete che il
personale sanitario lavora
con tante precauzioni (abiti
particolari, porte, schermi
protettivi…): proprio per difendersi dalle radiazioni.
Perché ce ne dobbiamo difendere? Perché il danno da
radiazioni è ‘senza soglia’. Significa che anche dosi piccole
di radiazioni innescano processi patologici che, se intaccano le cellule somatiche producono tumori e leucemie, se
intaccano le cellule genetiche
(ovuli e spermatozoi) producono malformazioni nei figli
che nasceranno.
Ma ci dicono che le nuove
centrali, quelle di terza generazione, sono sicure. Non
è vero! La fisica del reattore
(= il cuore della centrale) è la
stessa di adesso. Gli esperti
ritengono che forse quelle di
quarta generazione (se ne
ipotizza la realizzazione non
prima del 2035-40) potranno
avere un ‘cuore’ più sicuro.
Ciò che migliora nelle centrali che siamo in grado di
costruire oggi sono soltanto
le strutture portanti: la ‘casa’,
i tubi, le valvole, le pompe…
Le acque di raffreddamento
quando vengono rilasciate
all’esterno, sia pure molto diluite, continuano a trasportare radiazioni. Così come i gas
che si formano e che devono
essere rilasciati.
Poi c’è ancora un altro grande problema non risolto. Il
problema delle scorie. Cioè
del combustibile che una
volta usato deve essere buttato. I più di 400 reattori nucleari presenti in trentuno
nazioni producono annualmente migliaia di tonnellate
di scorie. Il problema è che
questo combustibile esausto continua ad essere molto
pericoloso perché radioattivo
- e lo rimane non per qualche
anno, ma per qualche migliaio di anni - e ancora non
sappiamo come eliminarlo.
Per ora rimane un problema
che passeremo alle nuove
generazioni. Ai nostri figli e
ai nostri nipoti. Non mi pare
che sia un gran regalo per
loro!
E ora il SECONDO PENSIERO.
Come facciamo allora a produrre tutta quell’energia che
ci serve?
Abbiamo le fonti naturali e
rinnovabili di energia: il sole,
il vento, l’acqua. Non inquinano e producono energia
pulita. Si tratta, certo, di
mettere in piedi una politica
adeguata. Favorendo l’utilizzo di queste fonti, anche dal
punto di vista economico
(con gli incentivi necessari), e potenziando la ricerca
scientifica, perché il rapporto costi-benefici sia sempre
più vantaggioso.
L’Unione Europea ci parla di
un progetto 20-20-20. Arrivare al 20% di riduzione di
anidride carbonica (riducendo l’uso di combustibili fossili); ad un 20% di risparmio
energetico (evitando consumi inutili e sprechi); e ad un
20% di utilizzo di fonti pulite
e rinnovabili.
Non sarebbe una buona strada?
Tutte queste riflessioni per
essere informati. Onestamente. E per dirci che è molto importante che ANDIAMO A VOTARE.
Se queste informazioni non
vi convincono, votate pure
NO. Ma andiamoci: è un
segno di civiltà e di responsabilità. Se poi, invece, vi ritrovate d’accordo con me, allora ritroviamoci nel nostro
SÌ. Per togliere una legge che,
pur di salvaguardare interessi economici, non si cura della nostra salute. Né di quella
dei nostri figli.
Loreto ed Inpdap: un progetto unico
Domenica 12 giugno: Mamma Day a Rosora
Mamma Day, insieme in sicurezza.
Torna l’appuntamento con la
prevenzione contro gli infortuni
domestici promosso dall’associazione
Obiettivo Famiglia – Federcasalinghe,
in collaborazione con l’INAIL.
L’iniziativa, giunta ormai alla
terza edizione, intende portare un
contributo costruttivo alla festa della
mamma, attraverso una giornata di
sensibilizzazione e informazione
sulla sicurezza dell’abitazione, per
ridurre numero e gravità degli
incidenti domestici.
re per produrre l’energia
(elettrica) che usiamo ogni
giorno, in casa, negli uffici,
nelle fabbriche, per le strade,
ecc.? Qui la risposta credo
sia molto complessa. Ed è
proprio a questa domanda
che, sostanzialmente, siamo
chiamati a rispondere nel referendum.
assessore Pari opportunità Provincia
di Ancona, Lamberto Marchetti,
sindaco di Rosora, Carlo d’Amato,
direttore regionale INAIL, e dirigenti
della Banca delle Marche. Seguirà
pranzo sociale. Il convegno è ad
ingresso libero.
Per saperne di più, è possibile
contattare la sede regionale Obiettivo
Famiglia - Federcasalinghe Marche
al numero 0731 720395, inviare una
mail a federcasalinghemarche@
gmail.com o consultare il sito www.
donnemarche.it.
Una “Mela al Giorno” è il progetto innovativo, primo in Italia,
che assisterà gli anziani non autosufficienti nella corretta alimentazione attraverso l’utilizzo dei new-media: web tv, portale internet, formazione a distanza. Fattori di innovazione
che hanno reso vincente la proposta formulata dal Comune
di Loreto all’Inpdap nell’ambito del bando nazionale “Home
Care Premium”, che l’Istituto previdenziale ha indetto nei
mesi scorsi e che, nelle Marche, ha visto vincitrice proprio
la città mariana, che ha così potuto stipulare con l’Inpdap
una convenzione da 430mila euro destinati all’assistenza dei
pensionati del settore pubblico. La presentazione dell’iniziativa è avvenuta questa mattina al Comune di Loreto alla presenza del sindaco Paolo Niccoletti, dell’assessore ai servizi
sociali dell’Amministrazione mariana, Franca Manzotti, e di
Susanna Servile, Dirigente regionale Inpdap. Per 12 mesi, le
politiche cittadine della terza età potranno contare su questa cospicua somma, che darà anche vita ad iniziative di divulgazione uniche nel loro genere. “Una Mela al Giorno” si
caratterizza infatti per le sue attività multimediali.
Voce della
Vallesina
vita ecclesiale
LA CHIESA LOCALE
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
Venerdì 10 giugno
Ore 17.30: Loreto, Consiglio delle Chiese Cristiane
delle Marche
Ore 21: Chiesa San Nicolò, Incontro con R. Virgili,
biblista
Sabato 11 giugno
Ore 16: Cattedrale, incontro con i genitori della
Beata Chiara Luce Badano
Ore 21: Cattedrale, Veglia di pentecoste
Domenica 12 giugno
Ore 9.30: Moie, S. Messa e Cresima
Ore 11.30: San Massimiliano Kolbe, S. Messa e
Matrimonio
Ore 16.30: S. Maria del Colle, Incontro con
l’Azione Cattolica
Ore 18.30: Cattedrale, S. Messa e Cresima degli
Adulti
Ore 21: Incontro a carattere vocazionale
Lunedì 13 giugno
Ore 17: Sant’Apollinare, Incontro s S. Messa con
volontari AVULSS
Ore 2015: Santa Maria Nuova, S. Messa e
processione nella festa del Patrono
Martedì 14 giugno
Ore 15-19: Il Vescovo riceve in Duomo (cappella
San Floriano) senza appuntamento per colloqui,
confessione, direzione spirituale
Ore 21: Parrocchia San Pietro M. incontro con i
ragazzi di Cresima
Giovedì 16 giugno
Ore 21: Parrocchia San Pietro M. incontro con i
genitori dei ragazzi di Cresima
Venerdì 17 giugno
Ore 20.30: Avvio Pellegrinaggio Jesi-Loreto
Sabato 18 giugno
Ore 7: Loreto, S. Messa per i pellegrini
Ore 9: Cupramontana, Beato Angelo: ritiro per i
giovani Unitalsiani
Domenica 19 giugno
Ore 11: S. Paolo di Jesi, S. Messa e Cresima
Ore 17: Parco “Mattei”, S. Messa nella “Giornata
del Donatore”
Ore 18: Fondazione “Federico II”, manifestazione
Ore 21: Incontro a carattere vocazionale
11 giugno: Paolo Massaccio e Sabrina Attilio a S. Francesco
d’Assisi; Roberto Mazzarini e Ivana Caponi a Valle
Castellana (TE); Michele Montesi e Michela Ciarmatori
a S. Francesco d’Assisi.
12 giugno: Florian Dohcrl e Serena Scipioni a Poggio San
Marcello – Antonio Di Giangiacomo e Sara Belii a S.
Giuseppe; Marco Maiolatesi e Marzia Tisba a Mergo.
Siamo stati battezzati da un solo Spirito
lo Spirito Santo a non abbandonare
mai più i discepoli. Egli non è donato al
mondo, ma alla comunità dei discepoli,
perché il mondo non crede alla sua parola e quindi è nell’impossibilità di riceverla. Il mondo, immerso nelle tenebre e nella menzogna, non percepisce
la sua azione, perché non crede nella
persona e nel mistero di Cristo.
Sento, nella mia vita di fede, la necessità di essere difeso dall’azione dello
Spirito Santo?
Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga
con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio
lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi
ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma
del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora
presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio
nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Commento
I due brani sono estratti dal discorso più ampio, dove Gesù
parla della sua comunione con la comunità cristiana che gli è
attorno e mette in risalto nei vv. 15-16 il dono che Dio Padre
fa ai suoi discepoli dello Spirito di verità e poi nei vv. 23-26
l’inabitazione della Trinità in loro. L’evento della Pentecoste
cristiana non riguarda solo la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, ma anche l’unione tra cielo e terra, tra la famiglia Divina (Trinità) e quella umana (umanità). Mi soffermo
su due frasi: Il Padre vi darà un altro Paràclito (in greco: Paràcletos) perché rimanga con voi per sempre e Il Paràclito vi
insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Il Padre vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi
per sempre
La parola Paraclito (Paràcletos) significa avvocato, consolatore, soccorritore, aiuto, intercessore… La frase, alla lettera,
va tradotta così: Il Padre vi donerà un altro Avvocato affinché sia con voi nel tempo. Siccome Paràclito indica uno che
difende un altro, standogli accanto, allora è meglio tradurlo
con Avvocato. L’amore concreto e operoso per Gesù spalanca all’uomo la vita di comunione con tutta la santissima Trinità. Questo amore è il «luogo» del dono dello Spirito Santo.
Gesù, dovendo lasciare i suoi, promette un difensore capace
di assistere i suoi discepoli nel momento della prova. L’aggettivo «altro» sta ad indicare che il primo difensore-avvocato è
stato lui, ora, dovendo lasciarli, sarà sostituito dallo Spirito
Santo, per continuare l’opera di salvezza. Inoltre Egli è inviato come dono di Dio Padre dietro la Sua preghiera. Sarà
Il Paràclito vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò
che io vi ho detto
Gesù, dopo aver rivelato ai suoi il mistero della sua inabitazione in Dio Padre e l’osservanza del precetto dell’amore, che
porterà i discepoli a riconoscere che Lui e Dio Padre dimorano in loro, con uno sguardo retrospettivo all’intera sua missione di rivelatore, afferma una distinzione tra l’insegnamento
suo e quello dello Spirito Santo. Il tempo di Gesù e il tempo
dello Spirito Santo sono le fasi successive di una stessa rivelazione: l’uno porta la verità e l’altro la illumina e la fa penetrare
nel cuore dei credenti. Gesù ha compiuto la sua missione, ma
i discepoli fanno fatica ad afferrarne il senso e l’insegnamento profondo, per cui lo Spirito Santo avrà la missione di Maestro interiore, sarà il vero aiuto, come già detto sul significato
di Paràclito. La sua missione sarà quella di far interiorizzare
la rivelazione, che è verità, già annunciata da Cristo. Non si
tratta di un semplice richiamo alla memoria, ma di mantenere
vivo e sempre attuale l’intero messaggio spirituale di Gesù con
una comprensione sempre più profonda ed intima. Il compito
di insegnare, poi, riguarda tutta la Chiesa: è lo Spirito Santo
che ispira e fa scoprire tante ricchezze interiori insospettate;
è lo Spirito Santo che dà la spinta dinamica, nuova e creativa
nel comprendere Gesù, rimanere fedeli alla sua Parola e riflettere sul prolungamento del suo tempo.
Quando mi avvicino alla Parola di Dio, ai Sacramenti, alla preghiera, alla comunità cristiana… avverto che Gesù continua
ad agire in me sotto l’azione dello Spirito Santo?
P. Silvio Capriotti ofm
L’Opera onlus
Progetto per le famiglie
Giunto al termine della prima
fase il progetto sperimentale
rivolto alle famiglie in stato di indigenza temporanea
della nostra zona. L’iniziativa,
promossa dal centro di Solidarietà “L’Opera della Compagnia” onlus, si avvale del
contributo della Fondazione
Cassa di Risparmio di Jesi. Si
sono raggiunte situazioni di
disagio spesso invisibili vissute nella loro solitudine da
persone spesso con figli che
non chiedono per abitudine,
per imbarazzo, a volte per
orgoglio perché nella nostra
collettività essere in queste
condizioni è una vergogna.
Sempre più numerosi anche
i volontari che hanno aderito
all’iniziativa perché sentono
che, svolgendo questi gesti
di carità operativa, semplice
ed immediata non solo vivono esperienze spesso anche
molto belle e coinvolgenti,
ma sentono anche di perseguire un vero arricchimento
spirituale che appaga il loro
sentimento di solidarietà
verso il prossimo. Per questo,
l’Associazione resta sempre
attenta al bisogno primario
dell’uomo. Un bisogno incessante di comunione e di
interazione con l’altro. Il bisogno dell’ascolto-confronto
simultaneamente al bisogno
tangibile di una Presenza
costante e stabile di amicizia
fedele che si esprime in un
contesto per il quale si sente
la necessità incontrollabile di
aprirsi, di donarsi ad un Altro da sé.
Settimana liturgica nazionale
Si svolgerà a Trieste, dal 22 al 26 agosto, la 62ma Settimana Liturgica
Nazionale sul tema: “Dio educa il suo popolo. La liturgia sorgente inesauribile di catechesi”. La Settimana Liturgica mira a far riscoprire la
funzione educativa delle celebrazioni liturgiche. Chi fosse interessato
a parteciparvi può prendere contatto con l’Ufficio Liturgico Diocesano
che resta aperto ogni martedì dalle ore 11 alle ore 12,30. Le iscrizioni
debbono essere fatte al più presto e confermate entro il 1° luglio.
Settimanale di ispirazione cattolica
della diocesi di Jesi
fondato nel 1953
Direttore responsabile
Beatrice Testadiferro
Proprietà
Diocesi di Jesi
Registrazione Tribunale di Ancona
n. 143 del 10.1.1953
Composizione grafica
Giampiero Barchiesi
Stampa
Galeati Industrie Grafiche, Imola
Spedizione in abbonamento postale
7
12 giugno 2011 - domenica di pentecoste
Dal Vangelo secondo giovanni (gv 14,15-16,23-26)
Giovedì 9 giugno
Ore 9.30: Incontro del Clero
Ore 18: Parrocchia San Antonio, manifestazione
dell’associazione “L’Albero di Pina”
OGGI SPOSI
Parola
di Dio
12 giugno 2011
Associato alla Fisc (Federazione Italiana
Settimanali Cattolici)
Comitato editoriale: Vittorio Massaccesi,
Giuseppe Quagliani, Antonio Lombardi
Responsabile amministrativo
Antonio Quaranta
Questo numero è stato chiuso in redazione martedì
7 giugno alle 20 e stampato alle 7 dell’8 giugno.
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ocesidiJesi
RITIRO SPIRITUALE PER LAICI
Presso Casa Paolo VI – Maiolati Spontini
PROGRAMMA
2011
Inizio martedì 14 giugno ore 9
Conclusione giovedì 16 giugno ore 19
L’EUCARISTIA
PER LA VITA QUOTIDIANA”
Guida don Claudio Procicchiani
Icona: “Fate questo in memoria
di me!”
orario di massima
9,30 – Lodi e Meditazione
11,30 – Adorazione Eucaristica - Ora Media
16,00 – Vespri e Meditazione
18,30 – Celebrazione Eucaristica
21,00 – Risonanze e Compieta
Giovedì 16 ore 18: il Vescovo celebra l’Eucaristia
P R E N O TA Z I O N I
Apostolato della Preghiera: Lucina Longhi: 0731/53191; don Vittorio
Magnanelli: 0731/204961
Opera della Regalità: Beniamina Santoni: 0731/202612; don Mario
Massaccio: 0731/202537
8
Voce della
Vallesina
pastorale
12 giugno 2011
Associazione Noi operatori di pace: una conversazione di don Vittorio Magnanelli
Primo anniversario
L’uomo e la resurrezione dei morti
Nell’incontro di venerdì 8 aprile
l’associazione “Noi Operatori di
Pace” ha affrontato il tema relativo
alla nostra vita futura. Il titolo della conferenza era: “Riconoscerai tua
moglie, riconoscerai tuo figlio, riconoscerai chi ami, quando ci sarà la
risurrezione dei morti?”. A presentare l’argomento è stato chiamato don
Vittorio Magnanelli, parroco di San
Francesco di Paola e sino al 2009 assistente dell’associazione. Il relatore
ha iniziato consegnando ai presenti una riproduzione a colori di una
tela del beato Angelico raffigurante
il Paradiso con Cristo al centro attorniato da sua Madre Maria, dai
santi, dagli angeli e poi leggermente
scostato un folto gruppo di uomini,
donne insieme ad altri angeli intenti
alcuni a contemplare Cristo, altri a
danzare, altri ancora, tenendosi per
mano, fanno un divertente e gioioso
girotondo. Il colore predominante
è il giallo oro, simbolo della luce, su
uno sfondo di un celestino violaceo
molto delicato ma intenso. Un dipinto senza dubbio appropriato per
il tema trattato: la nostra vita futura.
Don Vittorio ha iniziato il suo discorso partendo dal salmo 130 (o
129) chiamato anche con il titolo “De
profundis”. Al versetto n. 6 si afferma: “L’anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l’aurora” (salmo
natalizio – pasquale oltre che dei
defunti). Il Signore che viene è fatto
simile al sole che sorge. La sentinella deve stare attenti, vegliare, è un
attività che comporta responsabilità oltre che pericolo. La sentinella
aspetta con ansia che arrivi il giorno.
Nella preghiera dei defunti si recita: “…ammettili o Signore a godere
la luce del tuo volto…”. Noi quindi
dobbiamo aspettarci di vedere un
Dio che ci ha amato, che solo questo
procura la pace; che si fa chiamare
Papà (la traduzione più appropriata
è questa) e che noi (come afferma
Gesù) avremmo, in questa vita terrena, averlo amato con tutto il cuore,
più di ogni altra cosa. Però ha osservato don Vittorio, Dio è relazione,
tanto che non è solo ma Trino. Dio
stesso parla del legame fra amore a
Dio e amore al prossimo: quello che
avete fatto ad uno di questi fratelli,
l’avete fatto a me” (Matt. 25,40). In
Dio pertanto la dimensione umana
non va persa e l’artista nella tela ha
raffigurato uomini e donne che si
tengono per mano, danzano e cantano insieme come in una bella festa.
L’importante, ha continuato Don
Vittorio è entrare in questa bella festa. E come si fa ad entrarci. Il relatore ha citato il salmo 95 al versetto
8 - 12: “Ascoltate oggi la sua voce
(ndr di Dio) “Non indurite il cuore,
come a Meriba, come nel giorno di
Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla
prova pur avendo visto le mie opere.”
Il relatore ha terminato citando il
documento del Concilio Vaticano II
(Cap. 7, n 49 della LG “Indole escatologica della chiesa e sua unione
con la chiesa celeste”) sulla relazione esistente tra chiesa celeste e chiesa pellegrinante: “Alcuni discepoli
sono pellegrini sulla terra, altri stanno purificandosi, altri godono della
gloria contemplando chiaramente
Dio uno e trino… Tutti formano
una sola chiesa e sono tra loro uniti
a Lui. La nostra debolezza dunque
è molto aiutata dalla loro fraterna
intercessione”.
Una riflessione dell’associazione
L’ultima domanda rivolta a don
Vittorio nell’incontro di venerdì, rivolta da una giovane donna molto
interessata all’argomento, è stata
questa: ma se un marito aveva qui
23-1-1926 7-6-2010
sulla terra due mogli, di chi sarà
marito nella vita futura? E don Vittorio ha risposto parafrando quanto detto da Gesù. Riprendiamo la
risposta di Gesù alla stessa domanda: «Gesù rispose: “I figli di questo
mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono
giudicati degni dell’altro mondo e
della resurrezione dei morti, non
prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché
sono uguali agli angeli e, essendo
figli della risurrezione, sono figli di
Dio.”» (Lc, 20, 34 e ss.)
Sulla base di questa risposta pensiamo si possano trarre alcune
considerazioni: a) la resurrezione
del corpo è un atto della potenza di Dio; b) il corpo sarà diverso
da quello che abbiamo adesso, in
quanto adesso moriamo; c) poiché
non perderemo la nostra identità
potremo riconoscere i nostri cari;
d) poiché vivremo tutti per Dio e
nella luce di Dio non avremo bisogno di prendere moglie e marito
(fondamentali per la prosecuzione
della specie sulla terra), ma saremo
portati ad amare tutti indistintamente.
Sergio Togni
Parrocchia “Madonna del Divino Amore”: incontro dell’Opera della Regalità e dell’Apostolato della Preghiera
Maria, tenda della Parola, proteggi le famiglie
«Ci deve accompagnare sempre la gratitudine te dell’amore”, tratti dal libro “La famiglia che
per il “Sì” pronunciato dalla Vergine Maria nella prega riunita resta unita”, pubblicato a cura di
sua piena libertà perché ha permesso all’amore don Mario Massaccio in occasione del 50° deldi Dio di entrare nella storia e di portare spe- la nascita della parrocchia. L’Ora mariana si è
ranza e salvezza». Con queste parole il parro- conclusa con la preghiera di affidamento delle
co don Mario Massaccio si è rivolto ai gruppi famiglie a Maria, Regina della Pace. È seguita la
“Opera della Regalità” e “Apostolato della Pre- celebrazione dell’Eucaristia. La testimonianza
ghiera” che il 26 maggio si sono incontrati nella gioiosa del celebrante durante l’omelia ha sorchiesa “Madonna del Divino Amore” per rende- preso e commosso l’assemblea che ha potuto
re omaggio a Maria, “Tenda della Parola”, e invo- ascoltare il racconto della sua vocazione al minicare La sua protezione sulle famiglie e su quanti stero sacerdotale. Quando, bambino, don Mario
vivono situazioni di sofferenza e di disagio.
aveva confessato alla madre che voleva farsi preL’“Ora mariana”, guidata da don Mario, assisten- te, aveva ricevuto “uno schiaffo” per aver parlato
te spirituale dell’Opera della Regalità, è inizia- “con leggerezza di una cosa seria”. Ma la vocaziota con la lettura di un antico inno mariano che ne continuò a crescere e a consolidarsi negli anni
proclama le meraviglie della storia della salvez- successivi sotto la protezione della Madonna; ora
za attraverso la contemplazione del mistero del poteva esprimere la sua gioia per aver realizzato
Verbo Incarnato che si è abbassato fino a noi per quel sogno.
portare perdono e speranza.
Don Mario ha quindi parlato della Bibbia, attraLa meditazione dei “misteri della gioia” ha gui- versata dal “pianto” di Dio che vede la malvagidato i partecipanti a ripercorrere il cammino del tà degli uomini: «Il Signore si pentì di aver fatto
Dio fatto uomo; e le invocazioni alla Madonna l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo»
hanno espresso la lode e il ringraziamento a Dio (Gen 6, 6).
per aver donato al mondo la Madre.
È il dolore di un Padre deluso dalla condotta dei
Con il canto delle “Litanie a Maria donna ac- figli. Dio, nonostante tutto continuò a prendercogliente” la comunità ha invocato la Vergine si cura del suo popolo e lo liberò dalla schiavitù
con vari appellativi come “donna della gioia, dell’Egitto. Ma gli uomini, dimentichi dei bedonna dell’ascolto, donna missionaria, sorgen- nefici ricevuti, nel cammino verso la terra pro-
Edoardo Canonici
Ingegnere, generale
dell’Aviazione
Tu, Signore, sei compimento
di ogni desiderio e risposta
ad ogni domanda. Fin dalla
giovinezza ti ha conosciuto
ed amato, ora accoglilo.
Il 7 giugno nella chiesa di
San Pietro Martire a Jesi è
stata celebrata una Santa
Messa di suffragio alla quale
hanno preso parte il fratello, l’ing. Leonardo, gli altri
congiunti e gli amici jesini e
romani che lo hanno conosciuto e stimato in vita.
Segni dell’Eucarestia
messa costruirono il “vitello d’oro”e, prostràti, gli
offrirono sacrifici adorandolo come il vero dio.
Quanta delusione ed amarezza deve aver provato
il Signore! L’uomo, quando perde la fede, si affida alle sole sue forze e si mette al centro dell’universo; l’arroganza e la superficialità lo inducono
a credere di poter superare impunemente ogni
limite… Ma Dio continua ad amare gli uomini
perché vuole l’umanità redenta e santificata.
Il sorriso di Dio arriva fino a Maria, la Vergine
che, all’annuncio dell’Angelo, con il suo “Sì” apre
le porte alla speranza: “Esulta, o piena di grazia,
il Signore è con te” (Lc 1,26). Ella, abbandonandosi totalmente alla volontà del Padre, accoglie
nel suo grembo il Figlio dell’Altissimo (Lc 1,3233). Il sorriso di Dio è come un raggio di luce
che attraversa secoli di infedeltà per giungere
intatto fino a Maria, che dobbiamo guardare con
gli occhi di Dio e con la sua stessa gioia. “Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a
noi”(Gv 1,14): «Dio ha messo definitivamente la
Tenda nel mondo coprendoci con il suo calore
dal freddo del peccato». L’omelia si è conclusa
con l’augurio che il “Sì” di Maria diventi il “Sì” di
ogni fedele e guidi tutti ad incontrare con gioia
il Risorto, pronti ad accettare la sua volontà anche portando la croce.
Assunta Tittarelli
Giovedì 23 giugno alle 11,30
avrà luogo nella sala dei Vescovi dell’Episcopio della Diocesi di Senigallia la conferenza
stampa di presentazione della
Mostra “Segni dell’Eucaristia.
Mostre documentarie nella Metropolia di Ancona”, una delle
tre iniziative artistiche promosse dal Comitato in preparazione al Congresso Eucaristico. La
rassegna è diffusa in sette comuni (Ancona, Osimo, Loreto,
Jesi, Senigallia, Fabriano e Matelica) delle Diocesi della Metropolia. Intervengono l’Arcivescovo di Ancona-Osimo mons.
Menichelli, il Vescovo di Senigallia mons. Orlandoni, il sindaco di Senigallia Mangialardi,
la presidente della Provincia
di Ancona Casagrande, il presidente della Regione Marche
Spacca, il presidente del Comitato scientifico delle Mostre
CEN prof. Morello, la curatrice
della mostra arch. Polichetti e
il rappresentante della Soprintendenza PSAE di Urbino.
“San Massimiliano Kolbe”
14 agosto 1941 – 14 agosto 2011
tredicesima
parte
Altri valori cristiani accomunano Padre Kolbe
a san Francesco d’Assisi.
1. L’obbedienza
Tommaso da Celano, che ha scritto la vita di san
Francesco, ci testimonia che Francesco «raffigurò
il vero obbediente in corpo morto» (così dirà
anche sant’Ignazio di Loyola). Francesco paragona
l’attaccamento alla propria volontà al gesto di
Adamo che mangiò il frutto proibito. Egli chiama
“omicidi” quei frati che, con il pretesto di fare cose
migliori di quelle che comandano il superiore,
ritornano al vomito della propria volontà.
In una lettera del 28 novembre 1931, scritta dal
Giapppone ai seminaristi di Niepokalanòw (=la
città di Maria), Padre Kolbe scrive: «Miei diletti,
voi stessi sperimenterete nella vita… che tutta la
perfezione della santità… consiste… unicamente
nella perfezione della santa Obbedienza».
Certo la santità è data dall’amore, ma
concretamente l’amore consiste nella santa
obbedienza, perché «solamente la santa
Obbedienza è in grado di manifestare in
modo infallibile la volontà di Dio, la volontà
dell’Immacolata».
L’obbedienza non è una virtù “passiva”; viverla
non significa mortificare l’iniziativa personale,
eseguire meccanicamente degli ordini. Padre
Kolbe è sempre alla ricerca di nuove iniziative e
ai superiori presenta sempre nuove ipotesi, nuove
proposte, nuovi interrogativi, suggerimenti,
sempre però attento e preoccupato di non
influenzare e condizionare le loro decisioni.
Gli studiosi, esperti degli scritti di Padre Kolbe
affermano:
«Ci troviamo di fronte al trionfo
dell’obbedienza, ad un segno sicuro di vera
santità e di autentico francescanesimo. Le sue
professioni di volere solo ciò che l’Immacolata gli
suggerisce attraverso i superiori, non sono parole
vuote, ma vita vissuta» (Giuseppe Simbula, pag.
240).
2. Padre Kolbe eredita da san Francesco anche
il valore della povertà. «L’Immacolata come
fine e la povertà come capitale: ecco le due cose
che Niepokalanòw non può abbandonare». Una
povertà vissuta, intesa come uso di «ciò che
è indispensabile e sufficiente per raggiungere
un fine» dà il diritto di ricorrere alla questua
(san Francesco) e a chiedere un contributo
economico (Padre Kolbe). La povertà non è fine
a se stessa, ma un mezzo in funzione del Regno,
per cui la povertà evangelica non viene intaccata
dall’uso di mezzi anche costosi, quando questi
sono necessari e sono acquistati attraverso la
limitazione eroica delle esigenze personali.
A cura di don Gianfranco Rossetti
L’Associazione
NOI OPERATORI DI PACE
Scuola di vita atta a fornire un’adeguata conoscenza
della teologia e dottrina cattolica
vi invita al prossimo incontro di formazione spirituale ed umana sul tema:
Tutti pregano Dio, ma come fa Dio
a esaudire la preghiera di tutti?
•
“Pregando, poi non sprecate le parole come i pagani, i quali credono
di venire ascoltati a forza di parole… (Matt. 6,7)
•
“Voi dunque pregate così: “Padre Nostro che sei nei cieli, sia
santificato il tuo nome… (Matt. 6,9)
L’incontro sarà tenuto da Padre Valentino Natalini, già Ministro
Provinciale dei Frati Minori, il giorno giovedì 16 giugno alle ore
19 presso la Cattedrale di Jesi (nella sala della Confraternita del
SS. Sacramento).
Voce della
Vallesina
in diocesi
12 giugno 2011
9
Parrocchia Regina della Pace: lo spettacolo dell’Allegra Compagnia
Stare insieme sotto le stelle
Ad un anno di distanza,
come il buon vino, l’Allegra
Compagnia acquista ancora
più corpo e sostanza. Padroni del palco, sono riusciti
con tranquillità e sicurezza
a regalare uno spettacolo
sobrio e divertente che ha
coinvolto ed appassionato
un nutrito pubblico animando per una sera il piaz-
zale della parrocchia Regina
della Pace. All’interno dello
spettacolo hanno trovato
spazio anche i ragazzi del
catechismo che sono stati
premiati per le loro opere
per l’ormai classica “Infiorata”. Chi ha vinto? Tutti coloro
che hanno partecipato per
il loro impegno e la fantasia
nella realizzazione dei lavori
che poi sono stati esposti di
fianco al palco per l’intera serata. E don Claudio Procic-
chiani ha scelto di mettersi
in gioco interpretando ben
due pezzi: forse non verrà
ricordato come una promessa mancata della musica, ma
lo spirito e l’intensità hanno
segnato e rimarcato il messaggio di speranza con cui
ha aperto le performance.
Un vero e proprio invito a
non aver paura. Con questa
forza sono scesi in campo gli
altri piccoli interpreti: abbiamo assistito all’ottima prova
delle piccole note colorate
guidate da Chiara Rossetti.
Insieme a loro ad animare la
loro Lollypop, un vigoroso
corpo di ballo che ha coreografato la musica. Che dire
poi di Serena Stronati che ci
ha condotto lungo la serata
con i suoi pezzi al piano. Un
menu davvero completo che
ha visto tra le sue portate
anche una gradevole quanto
inaspettata nota rock grazie
ad Alice Latini, Mariasole
la terza edizione dell’infiorata alla parrocchia regina della pace
Fede e devozione a Gesù e creatività dei bambini
Sabato 28 maggio dalle 15 alle 18 i
bambini e i ragazzi delle varie classi di catechismo, assistiti dalle loro
catechiste, dopo giorni di ricerca e
preparazione dei bozzetti e dei fiori, sotto il porticato della parrocchia,
hanno eseguito l’infiorata realizzando sette quadri (pannelli 70x100) sul
tema Eucaristico-Mariano. Successivamente una commissione ne ha
fatto una valutazione di merito, che
è stata riportata dietro l’attestato di
partecipazione consegnato a tutti i
gruppi durante lo spettacolo “Insieme sotto le stelle”.
L’infiorata dei bambini vuole essere, e
speriamo che lo sarà anche in futuro,
un’occasione per la nostra comunità di
esprimere in un modo diverso la fede
e la devozione a Gesù Eucaristia e alla
Madonna e per gioire nell’ammirare
le opere e l’estro creativo dei ragazzi
e delle loro catechiste. È un’occasione
per promuovere la speranza, riflettere e risvegliare sentimenti di pace, di
amore e di serenità, come veri e sani
valori della vita umana, dai quali ripartire per estirpare l’ingiustizia, l’ignoranza e la miseria, mali che logorano
inesorabilmente la nostra civiltà.
La nostra “infiorata dei bambini”, è
ormai alla terza edizione e ha trovato la sua collocazione nell’ambito dei
festeggiamenti in onore di Maria Regina della Pace, e al termine dell’anno
catechistico. Tutti i quadri proposti
quest’anno, alla pari di quelli delle
precedenti edizioni, sono di un buon
valore artistico. I visitatori, Vescovo
compreso, sono rimasti ammirati dal
particolare fascino emanato dalle opere, dando il loro plauso e incitamento
a continuare e arricchire questa originale manifestazione. Anche quest’anno i quadri, dopo la premiazione, sono
stati collocati all’interno della Chiesa
nel corridoio centrale. Queste piccole
opere d’arte dureranno solo un giorno,
perché i fiori appassiscono, ma il ricordo rimarrà per sempre nei cuori
dei bambini che le hanno realizzate e
delle loro famiglie.
Fagioli, Francesca Panfoli e
The Blue Rock Band. In questa serata non poteva di certo mancare qualche sketch
in dialetto jesino grazie ad
Andrea Farotti e Didien Romiti cosi come l’ottima prova
della “La Schola Regina”. Ciliegina sulla torta la performance di Aurora Paolucci
raccomandata da Alice Bellagamba.
Stare insieme sotto le stelle
è la dimostrazione di come
coinvolgere una comunità,
di richiamare persone a vivere uno spazio che è di tutti. Un occasione ancora una
volta per tendere una mano
a quanti vogliano rendere
più vitale ed attiva la propria
parrocchia. Facciamo sì che
non passi un altro anno, ma
che già oggi possiamo passare qualche ora in “Allegra
Compagnia”.
Il coordinatore del gruppo
Giuseppe Fabrizi
La festa unitaria
dell’Azione Cattolica jesina
Un momento per festeggiare il cammino che si sta concludendo ma anche un appuntamento per ritrovarsi tutti insieme, come una grande famiglia: questa è in sintesi la festa
unitaria, che l’Azione Cattolica jesina organizza domenica
12 giugno a Santa Maria del Colle.
Oltre a tutte le iniziative realizzate dall’Ac diocesana in questi mesi per tutte le fasce d’età – dai ragazzi dell’Acr fino agli
Adulti, passando per Giovani e Giovanissimi – un occhio ovviamente va anche a quello che accadrà in estate, dai campi
ed al prossimo Congresso eucaristico nazionale, in programma a settembre ad Ancona. La festa vuole essere non solo
un momento di incontro fra tutti i settori ma anche un’opportunità per farsi conoscere meglio dai simpatizzanti e dai
curiosi. La festa unitaria dunque, è aperta a tutti. Questo il
programma della serata, intitolata proprio “Insieme c’è più
festa”: ore 16.30 ritrovo ed accoglienza; ore 17 celebrazione
della santa messa presieduta da Mons. Vescovo; ore 18 presentazione del congresso eucaristico nazionale; ore 20 cena
alla brace; ore 21 serata di animazione e giochi.
g.p.
Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
“Signore, da chi andremo?” è il tema
del prossimo congresso eucaristico
nazionale che l’Ordine dei del Santo
Sepolcro di Gerusalemme fa proprio
nel previsto incontro che si svolgerà
a Pesaro nel pomeriggio di sabato 11
giugno. I partecipanti si ritroveranno presso la chiesa del Nome di Dio
dove seguiranno un concerto eseguito dalla prof.ssa Giovanna Franzoni
del conservatorio Rossini. I brani
saranno intervallati dall’illustrazione storica e iconografica della chiesa
a cura della prof.ssa Cristina Belli
Montanari. La medesima richiamerà
anche i motivi spirituali più rilevan-
ti connessi con il tema del prossimo
congresso eucaristico nazionale che,
come è noto, si terrà ad Ancona dal
3 al 12 settembre. L’incontro si concluderà con la Santa Messa che sarà
celebrata da mons. Francesco Marinelli arcivescovo di Urbino-UrbaniaSant’Angelo in Vado.
Incontro sull’acqua con la teologa Virgili
A pochi giorni dal referendum del
12-13 giugno, l’Azione Cattolica jesina
intende proporre una riflessione
riguardo al valore dell’acqua.
Il papa Benedetto XVI, nel Messaggio
inviato nel 2010 alla FAO per la
Giornata mondiale dell’acqua, ha fatto
notare che «l’accesso all’acqua rientra a
tutti gli effetti tra i diritti inalienabili di
degli esseri umani, perché rappresenta
un prerequisito per la realizzazione
di tutti gli altri diritti come quello
alla vita, all’alimentazione ed alla
salute. Pertanto l’acqua non può essere
trattata come una semplice merce al
pari delle altre.» L’Azione Cattolica
diocesana invita la cittadinanza
all’incontro formativo, che si terrà
venerdì 10 giugno alle ore 21, presso
la chiesa di S. Nicolò, con la prof.ssa
Delegazione
ASSONAUTICA
Autoscuole
Rosanna Virgili, biblista e docente di
Sacra Scrittura all’Istituto Teologico
Marchigiano di Ancona. L’incontro
avrà come titolo “L’acqua la insegna
la sete: come la Bibbia parla di acqua”
e offrirà la possibilità di riflettere
su questo dono al contempo così
importante e comune a partire dalle
fonti stesse della fede cristiana, le
Scritture.
Corinaldesi s.r.l.
Point
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CLUB d’ITALIA
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radioDuomo
SenigalliainBlu•95,2Mhz
L’angolodellapoesia
Sotto il bicchiere palpita
la lucciola impazzita.
Nell’aria rarefatta
della sua capsula spaziale
contro invisibili pareti
un varco cerca
disperatamente.
Chi ha catturato il sogno
che lievemente
volava nella notte
tra boschi d’erbe profumate
misteriose d’ombra
e di sussurri
mentre in cielo saliva
chiara la luna?
All’alba forse morirà
la lucciola.
Il sole
la vedrà impallidire
e crudelmente
rivelerà la luce
la sua fragilità.
Aiuto:
liberate i miei sogni
nella notte.
L’alba / troppo presto
verrà…
Augusta Franco Cardinali
Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00
il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi
Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi
Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20
10
Voce della
Vallesina
cultura e società
12 giugno 2011
Castelrosino: celebrazioni della Comunione, della Cresima e inaugurazione della nuova immagine di Maria
A Santa Maria del Colle una grande e doppia festa!
Domenica 5 giugno la comunità di S. Maria del Colle in
Castelrosino ha vissuto una
bella festa, anzi doppia!! Insieme abbiamo ringraziato
il suo amore che ci viene incontro nel dono della Prima
comunione e della Cresima
di sei ragazzi ma anche per
la Benedizione del nuovo
Trittico di S. Maria del Colle.
All’inizio della celebrazione
il vescovo Gerardo ha benedetto la nuova immagine
di Maria con il Bambino insieme a S. Giovanni Battista
e Sant’Amici abate. Quindi
il prof. Faliero Tamburi, autore raffinato dell’opera, ha
spiegato che essa è una riproduzione dell’originale di
G. A. Bellinzoni (1438-1439).
La parte centrale (Maria e
il Bambino) si trova ora nel
Museo Diocesano di Jesi,
mentre le pale laterali sono
al palazzo Venezia di Roma.
Egli ha cercato di cogliere
i colori originali, riproducendo in maniera mirabile
l’opera nella sua interezza. Si
è inoltre compiaciuto che un
giovane, amante dell’arte del
legno, Lorenzo Pigliapoco di
Castelrosino, potesse realizzare la struttura in maniera
altrettanto pregevole, fino
all’incisione dei 4 capitelli in
stile corinzio (foto 3). Tutta
la comunità si è emozionata quando è stata scoperta
l’opera ed è scoppiato uno
spontaneo e fragoroso applauso. La preghiera di benedizione è stata accompagnata
dal canto dell’Ave Maria del
nostro concittadino Giancarlo Aquilanti, noto compositore in tutto il mondo, anche lui legato a S. Maria del
Colle. Come ci ricordava don
Gerardo nell’omelia, il dono
di Gesù dalla croce è sua
Madre. Anche noi vogliamo
accoglierla con fiducia nella “casa” del nostro cuore. Il
Trittico della nuova Imma-
gine di Maria e dei santi è il
segno di una tradizione di
fede e di devozione a Maria
che volentieri raccogliamo
dal passato e vogliamo porre
come dono a tutti. Un dono
che ci coinvolge e desideriamo che accompagni il nostro
cammino di Chiesa anche
in questo nostro tempo.
Siamo grati a questi amici
che ci hanno fatto un dono
grande che rimarrà nel
tempo, siamo riconoscenti anche ai tanti che hanno
collaborato all’evento in
vari modi. Siamo, inoltre,
contenti di offrire a tutti
anche una pregevole e unica riproduzione del Trittico di Santa Maria del Colle
(www.smpjesi.it).
La Comunità di S. Maria
del Colle in Castelrosino
Nelle foto di Candolfi: i
bambini della prima
Comunione (Marco Cocilova
e Giacomo Zannini) e i
cresimati (Antonio Befanucci,
Edoardo Brunori, Diego
Mazzieri, Andrea Zannini).
Gli autori
prof. Faliero Tamburi
e Lorenzo Pigliapoco.
Lo svelamento del Trittico.
FESTA DELLA PARROCCHIA DI SANTA MARIA DEL CAMMINO: MOLTO PARTECIPATA LA 34° EDIZIONE
Dalla Via Lucis alla preghiera nelle famiglie e alla processione
Era il 26 febbraio 1977 quando l’arcivescovo Carlo Maccari, alla presenza dei testimoni Luigi Massaccio e Amelio Tritoni, costituiva la
nuova parrocchia di Santa Maria
del Cammino, nominando come
primo parroco don Mario Massaccio. La parrocchia unisce le due
comunità di Macine, dove è vene-
rata la Madonna
della Rosa, e Borgo
Loreto dove è venerata la Madonna
di Loreto. La prima
festa della parrocchia ha avuto luogo
il 31 maggio 1977
con una fiaccolata
e di anno in anno si
è arricchita di nuove iniziative.
Quest’anno la festa
ha avuto inizio domenica 22 maggio
con la celebrazione alle 9,30 della S.
Messa per la prima
comunione e alle
11,15 con quella
per gli anziani ed
ammalati.
Durante la settimana della festa si
svolgono degli incontri nelle varie
zone per recitare il
rosario e partecipare alla S. Messa.
Lunedì 23 maggio don Mario Massaccio ha celebrato presso la famiglia Bondoni, giovedì 26 maggio
don Feliciano presso Iside Bucciarelli e venerdì 27 maggio don Mariano Piccotti presso Marcello e
Fabiana Carbonari. È un’occasione
anche per incontrarsi e conoscersi
meglio.
Uno dei momenti più toccanti è la
VIA LUCIS, guidata, lungo le vie
del paese, mercoledì 25 maggio da
padre Sergio Cognigni della Milizia
dell’Immacolata. La Via Lucis (dal
latino Via della Luce) è un rito nel
quale si ricordano e si celebrano
gli eventi della vita di Cristo e della
Chiesa nascente dalla resurrezione
di Gesù alla Pentecoste. Infatti le 14
stazioni iniziano proprio dal “Gesù
risorto da morte” e seguono poi
con i vari episodi fino ad arrivare
all’ultima tappa “Il risorto manda lo
Spirito Santo (Pentecoste)”.
Sabato 27 maggio i ragazzi del catechismo hanno fatto gioiosamente
un pellegrinaggio presso la chiesa
di Borgo Loreto.
Altro momento della festa che merita di essere menzionato è la consacrazione dei nuovi membri della
Milizia dell’Immacolata, celebrata
durante la S. Messa di domenica 29
maggio. La Milizia dell’Immacolata
è un’associazione pubblica di fedeli,
universale e internazionale, eretta
dalla Santa Sede, fondata da San
Massimiliano Kolbe, aperta a cattolici di ogni stato di vita, e incoraggia
tutte le persone di buona volontà a
vivere un rapporto di filiale fiducia
con la Madonna. Lo scopo della
M.I. è quello di condurre tutto il
mondo a Cristo attraverso l’Imma-
colata, Madre di Dio e della Chiesa.
Lunedì 30 maggio suggestiva processione-fiaccolata verso la chiesa
di Macine con partenza da Borgo
Loreto con la statua della Madonna
di Loreto, da Piazza Bocconi con
la statua della Madonna della Rosa,
da Castelplanio e anche da Angeli
di Rosora. Grande è stata la partecipazione fedeli.
Momento culminante della festa, la
messa solenne celebrata martedì
31 maggio dal vescovo Gerardo insieme a don Gianfranco Ceci, don
Mariano Piccotti e don Feliciano,
durante la quale i bambini della
prima comunione hanno portato
un fiore a Maria. È proprio il 31
maggio che la chiesa contempla il
cammino di Maria verso la cugina
Elisabetta e il vescovo Gerardo nella sua omelia ricorda quel momento in cui il bambino di Elisabetta
le sussultò nel grembo. Prosegue
dicendo: «Abbiamo voluto pregare
per i bambini e presentarli a Gesù
tramite l’intercessione di Maria, in
particolare quei bambini che domenica scorsa hanno ricevuto la
prima comunione.» Cita poi una
frase di San Luigi Grignon: Se noi
vogliamo incontrare veramente
Gesù, dobbiamo farci accompagnare da Maria. «Abbiamo invocato la
benedizione su questi bambini e li
abbiamo affidati a Maria come do-
Storia e cultura calabrese
Alcune immagini della nostra bella
Italia, tra i profumi e i colori della terra dei cedri. A Maratea, nel
golfo di Policastro, per ammirare
la monumentale statua del Cristo
Redentore; gita in barca all’Isola
di Dino, la maggiore delle due isole calabresi, con tante piante rare
e piena di grotte. Il santuario di San Francesco di Paola, patrono della Calabria, protettore della gente di mare
della nazione italiana, ambasciatore Unicef dei bambini
calabresi, è un imponente complesso monastico realizzato in diverse fasi a Paola, in provincia di Cosenza e rappresenta il luogo simbolo della fede regionale calabrese.
San Francesco nasce a Paola il 27 marzo del 1416 ed ha
fondato l’ordine dei Minimi.
Nelle foto il
santuario di San
Francesco di
Paola, il gruppo
dei turisti tra
cui alcuni jesini,
nel viaggio
organizzato
dall’agenzia
Cofra Spidy Tour,
all’Isola di Dino e
il Cristo Redentore
di Maratea
alto 22 metri.
vremmo sempre affidarle le nostre
famiglie, le nostre parrocchie – ha
detto il Vescovo - significa che noi
crediamo che Maria sia veramente Madre e che capisca le nostre
situazioni. Tante volte ce ne dimentichiamo perché da soli siamo
così fragili ed è per questo che ci
affidiamo a Lei. Anche il Papa ha
affidato l’Italia a Maria Santissima.
Cari genitori che avete accompagnato questi bambini, lo sapete che
la Chiesa chiede un’attenzione particolare ai nostri giovani. Accanto a
questo impegno non dimentichiamoci mai la preghiera. Maria tu
che sei Madre guarda questi figli,
aiutaci a portarli a Gesù, in Gesù
trova la loro gioia, il motivo di crescere.»
La celebrazione si è conclusa come
ogni anno con la benedizione degli
autisti e dei mezzi e con il saluto
dei fedeli a Maria.
Fotoservizio
M. Claudia Zampetti
Voce della
Vallesina
jesi
12 giugno 2011
11
Un convegno della Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari
Donna Agricoltura Ambiente: la salute in tavola
“Mangiare è un atto agricolo” ha dichiarato molte malattie legate ad una non corretta
il filosofo agricoltore statunitense Wendel alimentazione. La manifestazione si è svolBerry volendo evidenziare lo stretto legame ta in collaborazione con la Commissione
tra ciò che mangiamo e l’attività agricola. Ambiente sezione di Jesi ed ha avuto come
Molta gente ormai mangia senza rendersi protagonisti principali gli alunni della classe
conto di ciò che fa, o al massimo considera quarta dell’istituto comprensivo “Carlo Ursolo gli elementi nutrizionali senza bada- bani”, scuola primaria Martiri della Libertà.
re a quelli legati all’ambiente e all’econo- Questo progetto ha voluto promuovere la
mia. Questo è un limite non di poco conto tradizione agricola locale e dare delle linee
pensando che facendo la spesa alimentare guida sulla lettura delle etichette dei vari
determiniamo il tipo di agricoltura che vo- prodotti in modo tale da rendere il consugliamo.
matore più consapevole di quello che assuProprio a questo riguardo nel pomeriggio me e della sua qualità.
del 4 giugno si è svolto presso la Sala del “Qualità” la si trova nei prodotti locali, lavoLampadario del Circolo Cittadino l’incon- rati con pratiche eco-compatibili rispettose
tro finale del progetto “Donna Agricoltura sia dell’ambiente sia della salute dell’uomo
e Ambiente: la salute a tavola”. Questa ini- poiché “nel piatto finisce il nostro territorio
ziativa è stata promossa dalla F.I.D.A.P.A. e la nostra tradizione”: così ha spiegato Cri(Federazione Italiana Donne Arti Professio- stina Martellini, dirigente del Servizio Agrini Affari) per educare, fin da giovani, a una coltura Forestazione e Pesca Regione Marbuona abitudine alimentare e così prevenire che, la quale si è poi soffermata sui marchi
(Qm, DOP, GP) che si trovano nei cibi. Vi è
una ricerca al ritorno all’essenzialità e semplicità delle cose: sani ortaggi che devono
accompagnare i nostri pasti e frutta in abbondanza al posto delle ricche e complesse
merendine che di effetti benefici ne hanno
ben pochi sia nell’uomo sia nella biodiversità territoriale.
Alla conferenza la specialista in Scienze
dell’Alimentazione Letizia Saturni ha mostrato come l’ambiente, l’agricoltura e la
salute sono in stretta relazione tra loro e
come si è svolto il lavoro con gli alunni.
Gianna Ferretti dell’Università Politecnica delle Marche ha elencato le conoscenze
essenziali che ciascuno di noi deve avere
sull’alimentazione e ha spiegato l’importanza della stagionalità e dei vegetali. Infine
è intervenuta Mauda Moroni del servizio
qualità e sicurezza degli alimenti della Regione Marche la quale ha evidenziato il ruo-
lo e la funzione della qualità e certificazione.
Hanno presentato la loro testimonianza:
Alessandro Alidori, specializzando in scienze dell’Alimentazione, che ha reso noti i benefici che troviamo nel consumo di un buon
olio; Gianfranca Schiavoni dell’Azienda Gastreghini e Paolo Cesaretti, coordinatore del
Consorzio Caciotta d’Urbino.
A questa educativa conferenza sull’alimentazione c’è stata la partecipazione d’eccellenza di Francesco Petretti, Naturalista della
trasmissione Geo&Geo. Al termine dell’incontro è stato allestito un banchetto con
prodotti biologici e tipici della nostra regione finendo così in allegria questo progetto.
Fare la spesa utilizzando il buon senso e
con consapevolezza non avrà riscontri solo
sull’economia agricola e sull’ambiente ma
sarà anche il miglior investimento per un
futuro migliore.
Marta Maria Manzotti
Alla Fondazione Federico II il concerto di Marco Poeta
L’Eterno desiderio di felicità
Al palazzo Baldeschi Baleani, presso la sede della Fondazione Federico II organizzatrice dell’evento,
mercoledì primo giugno, alle ore
21, si è svolta una serata dedicata
al desiderio della vita e dei sentimenti. Un omaggio al compositore
e liutista inglese John Dowland, attraverso brani di musica trascritti
dal chitarrista Marco Poeta e di testi poetici, tradotti dal prof. Cesare
Catà, assessore alla cultura di Porto
San Giorgio. L’unione poi, con le
due voci femminili, quella canora di Alessandra Losacco e quella
recitante di Giulia Poeta, insieme
ad un accompagnamento insolito
di cornamusa offerto dal maestro
Piercarlo Fontemaggi, hanno saputo raccontare una storia viva ed
antica come quella del ‘500, ren-
dendola partecipe e possibile anche
ai giorni nostri. Marco Poeta è un
esploratore dell’anima, attraverso
quegli stili a lui più congeniali come
il Fado argentino, attraverso il quale
ha sperimentato tecniche differenti
da quelle europee. Senza conoscere
il linguaggio scritto sa produrre il
suono a memoria ed introduce nel
suo excursus creativo l’utilizzo della
chitarra a dodici corde, pochissimo
usata. Applicando la tecnica musicale portoghese è arrivato all’esplorazione di John Dowland che lo ha
colpito per la sua semplicità. Poeta
ne arricchisce le ballate facendosi
accompagnare o alternando il suono alle voci; la dimensione malinconica e rinascimentale dell’antico
autore si dirige verso l’assoluto.
Sfiora l’immagine della gioia, della
felicità cercata sia con le note che
con le parole. Forti e leggiadri, i
canti irlandesi di Dowland entrano
a metà percorso; le atmosfere, intense, raccontano i sapori, l’amore e
la purezza della vita, senza illusioni,
ma anche senza demordere. Che
tenacia quest’epoca! Essa si rafforza con un linguaggio più incalzante,
quando la ghironda entra in scena
con Piercarlo. Il maestro alterna
questo vortice alla cornamusa e poi
alla dolcezza del flauto per ricostruire sempre in ascesa con la chitarra,
l’immagine della ragione la quale
vuole soltanto l’amore.
Il racconto di Dowland è di un
uomo posto ai margini, esiliato da
tutto; all’epoca si esibisce alle corti europee, fuori dalla sua Irlanda
perché non cattolico. Convertito,
pentagrammandopace manifestot.ai
Scuola: il concerto degli studenti del comprensivo Federico II
Simbiosi tra insegnanti e allievi
Concerto di Primavera: 25
maggio, ore 21, al Teatro
Studio Valeria Moriconi,
si è svolto il saggio di fine
anno scolastico, dell’Istituto Comprensivo Federico II
Jesi-Monsano. Patrocinata
da Banca Marche, dall’assessorato alla cultura e politiche
giovanili del comune di Jesi e
dalla fondazione PergolesiSpontini, la serata è stata
importante per la scuola e
motivo di crescita, attraverso
la musica. La struttura organizzativa e la qualità delle
idee musicali, hanno dimostrato che si può ottenere
partecipazione e simbiosi tra
insegnanti ed allievi.
Il messaggio che ne è emerso
dopo tanto lavoro, ha tenuto a sottolineare la dirigente
scolastica dell’istituto professoressa Maria Ambrogini, è
quello di una gioventù capace di raggiungere obbiettivi
se seriamente motivata; così,
in un crescendo sempre più
entusiasta, ha presentato la
prima fase divisa in due sezioni. La prima, dedicata a
Mozart, Schubert e Rossini,
la seconda a Francesco Cilea,
Ernesto de Curtiss e Franz
Lehar. Entrambe interamente interpretate dal soprano lirico ed ospite d’onore Mirela
Cisman (di origine rumena).
Mentre per i primi tre autori,
l’accompagnamento è stato
eseguito dall’insegnante di
chitarra classica Massimo
Agostinelli, i brani dei contemporanei sono stati supportati dal trio formato dalla
pianista Roberta Giuliodori,
dal violinista Giacomo Molinelli e dalla flautista Fabiola
Braconi. Il repertorio, perlopiù di carattere romanticoallegorico, ha fortemente
emozionato il pubblico; trascinato dal carattere di danza
come ad esempio della “tarantella napoletana” di Rossini e dalla “ViJia” di Lehar
(della Vedova Allegra), ha
corrisposto in modo univoco e spontaneo. La seconda
parte, interamente dedicata
ai ragazzi, si è aperta con un
inizio quasi da sottofondo; il
valzer di Chopin eseguito al
pianoforte, è stato interpretato dalla giovane Michela Fabbretti. In crescendo, gli allievi
di Agostinelli hanno eseguito
in un piccolo insieme di chitarre, un brano di Francisco
Herrera; una Romanza a due
voci, alternate fra il gruppo
misto, e le soliste Federica
Franconi e Silvia Paoletti.
Per concludere, la Grande
Orchestra della Scuola Media, ha stupito, interpretando trascrizioni dell’Adagio
di Vivaldi e della Romanza
op.50 di Beethoven; i famosi
Carmina Burana di Carl Orff
ed i “Quadri di un’esposizione” di Mussorskij. Giacomo
Molinelli, violinista ed anche
direttore del gruppo giovanile, si è dedicato al lavoro
di trascrizione per i 52 elementi orchestrali, composti
da violini, fiati, chitarre e pianoforte. Arrivando a creare
una perfezione acustica delle
sonorità, tale da confondere
chi ascoltava, come se alla
base fossero registrati effetti
speciali.
Elisabetta Rocchetti
BELLO, IL GOMITOLO DELLA SCUOLA!
Cambiare ancora / per salire di grado… /
Quest’anno il gomitolo / non entra più nella mano / scivola via stendendo / i fili dei
ricordi.
Un gomitolo / cui viene reciso il filo, per
sempre / un gomitolo senza il suo gattino /
che si intrecciava tra i fili
per far annaspare felici
i vivaci
quelli con l’adrenalina pura.
Dipanato il gomitolo / con le maestre / che
ci han insegnato a cercare / ad ubbidire ad
inventare.
Or che al gomitolo / il filo tagliamo / come
una palla / a voi lo lanciamo…
Vi troverete tessuto lo studio / la novità / e il
bene che lega la VA.
di Lucrezia nella scuola primaria
Martiri della Libertà
C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
per ragioni proprie, rientrerà ai
tempi della regina Elisabetta. Ma,
sarà sempre la stessa la sua impronta, estrema e piena di speranza, le
cui voci di Alessandra e di Giulia,
in unione alternata, leggono e traducono in canto. Sono i capitoli
12-05-2011
19:18:00
dell’amore, che volta pagina, tramonta, ma non muore.
Elisabetta Rocchetti
Nella foto di Augusta Cardinali
da sinistra Piercarlo Fontemaggi,
Alessandra Losacco, Marco Poeta,
Cesare Catà e Giulia Poeta.
1923
12
Voce della
Vallesina
jesi
12 giugno 2011
Un profilo inedito di Federico II nelle nuove ‘Tabulae’ federiciane
Storia da rileggere, pregiudizi da sfatare
Sono apparse con qualche ritardo rispetto
alle previsioni le ‘Tabulae n° 44’ del Centro
Studi Federiciani, da considerare per più di
un motivo opera di speciale interesse. Il primo è nell’introduzione. Il libro è dedicato ‘a
due gentiluomini di altri tempi’: sono Vittorio
Borgiani e Paolo Vanni, scomparsi lo scorso
anno, ricordati con immensa stima e riconoscenza dai soci della Fondazione. È poi da rilevare che il volume arricchisce ulteriormente
la biblioteca federiciana, archivio sempre più
prezioso di testi di ricerca, studio, documentazione. La Tabulae costituiscono anche un
‘diario di bordo’ delle attività della Fondazione. L’opera risulta perciò molto utile a quanti,
non presenti a tutti gli incontri, manifestazioni e conferenze accolti a volte in sedi diverse
da quella ufficiale di Jesi, desiderano averne
comunque un resoconto. Ma sono soprattutto i contenuti del libro a meritare un’attenzione non superficiale.
Introduce le Tabulae l’Albo d’Oro che riporta una scheda biografica dell’avv. Vittorio
Borgiani, ricordato nelle pagine successive
da Carlo Fornari, da Wolfgang Stürner e
da Mario Bernabò Silorata, membro del
Comitato Scientifico. Quest’ultimo sensibile
e intelligente studioso qualifica il carattere
dell’ex Presidente della Fondazione con una
citazione evangelica: ‘Beati i mansueti, perché
erediteranno la terra (Luca 5:5). Seguono i testi di dieci conferenze, saggi, testi di ricerca .
Del dott. Roberto Magnani è il primo. In una
conferenza del 13 gennaio scorso parlò de ‘La
medicina ai tempi di Federico II; erboristeria e rimedi naturali’, suscitando interesse e
curiosità. Affine a questo argomento è stato
quello trattato nello stesso giorno da Sonia
Baldoni: ‘Erbe e tisane, armonia del corpo e
dello spirito’. L’una e l’altra relazione hanno
suggerito la scelta delle immagini del calendario 2011, tratte dal manoscritto Redi 165,
depositato a Firenze: dodici miniature che illustrano altrettante erbe officinali.
Sorprendente è stata la conferenza tenuta da
Pippo Franco, il 6 dicembre scorso, presso
il Centro Direzionale Banca Marche dove ha
parlato di ‘Federico II e la simbologia di Castel del Monte’. Pochi conoscevano la vasta
cultura dell’attore e molti ignoravano che egli
fosse anche un appassionato studioso di Federico II. Alla sua accurata disamina ha fatto seguito, la sera stessa, una ‘Inchiesta sulla
Sindone’ che Pippo Franco ha presentato in
Duomo. Si tratta di un testo dialogato, da lui
stesso scritto, che tiene conto di tutte le documentazioni e di tutte le ipotesi scientifiche
formulate intorno alla sacra reliquia.
È di Carlo Fornari, insignito del Federichino
nel 2002, ‘L’assedio di Viterbo’, un ampio saggio che prende in esame i fatti che interessarono gli ultimi difficili anni di vita di Federico
II e la storia di un territorio conteso dal Papato e dal Libero Comune di Roma. Nel contesto, una rivelazione: la scoperta di una lapide
che testimonia la partenza dalla città di Meda
di Federico II e di sua moglie Costanza, già
incinta.
Franca Sinatti d’Amico, urbinate, Federichino 2009, ha trattato un tema da lei stessa definito ‘una proposta di ricerca’: ‘Per una città:
Federico II urbanista?’. L’autrice, appassionata
di storia del diritto e delle istituzioni, scopre
intorno alle disposizioni sancite da Federico
II in fatto di urbanistica e di edilizia singolari
corrispondenze a illuminati criteri moderni.
La traduzione del ‘Testamento di Federico II
di Svevia’, nella sua stesura integrale non era
mai stata fatta. Ha provveduto a questo il prof.
Antonio Ramini e la Tabulae riportano tutti i
paragrafi del documento. Veniamo così a sapere che l’Imperatore dichiarò suo successore
Corrado anche se figlio illegittimo, ma che
non trascurò gli altri suoi eredi, affidando a
Manfredi il principato di Taranto e ad Enrico il regno di Arlem e di Gerusalemme. Altre
disposizioni del testamento possono però far
rivedere anche radicalmente giudizi troppo
severi pronunciati su Federico II dai suoi detrattori. L’Imperatore non era un santo, ma
evidentemente nemmeno un ‘Anticristo’ se
stabilisce che ‘centomila once siano pagate per
la salvezza della nostra anima in aiuto alla
terra Santa’; che ‘a tutte le chiese e alle case
religiose vengano restituiti i loro diritti’; che
‘le chiese di Lucera e di Sora o altre danneggiate da funzionari imperiali siano ricostruite
e restaurate’; che ‘sia dato ai creditori quanto
a loro spetta’: se chiede infine di essere sepolto accanto ai genitori nella Chiesa Maggiore
di Palermo. Queste e altre volontà testamentarie fanno intendere come Federico II anche
in punto di morte non avesse perduto né fede
né saggezza.
Sulle tracce federiciane in Abruzzo, terra di
confine tra i domini papali e quelli del regno
di Sicilia, si è spinta Franca Tacconi, direttrice del Centro Studi, ideatrice e animatrice
di molte iniziative della Fondazione. Ha fermato l’attenzione su una enigmatica struttura federiciana: Castel Manfrino, in provincia
di Teramo, la cui storia investe sia la figura di
Manfredi che gli eventi di transizione fra la
dominazione sveva e quella angioina. Il testo
riportato, ‘Manfredi, diletto figlio’, è quello di
una conferenze tenuta nell’aprile scorso in
Ancona.
Ancora di Manfredi e della sua famiglia si è
interessata Anna Causati Vanni, Federichino 2000, attivissima collaboratrice della
Fondazione, giornalista e autrice di numerosi libri, articoli e monografie su Federico
II. Le Tabulae hanno stralciato dal suo libro
‘Nell’anno di Federico Vir inquisitor et scientiae amator’, un capitolo che riguarda la breve esistenza di Elena degli Angeli, la ‘sposa
venuta dal mare’ di Manfredi. ‘Dimenticata,
anche dalla storia, la famiglia di re Manfredi’ è il titolo del saggio. Lo stile è quello di un
romanzo storico, affascinante ed evocativo.
Del prof. Enrico Ciuffolotti è riportata
la conferenza, ‘Dante e gli Svevi’, tenuta a
giugno presso il Circolo Contardo Ferrini. Stimatissimo componente del Comitato
Scientifico, coordinatore del Centro Studi
Marchigiani, il prof. Ciuffolotti prova come
l’esame della Divina Commedia e di altre
opere dantesche possa testimoniare l’ammirazione dell’altissimo Poeta sia per gli Svevi
che per Federico II, pure lontano dai suoi
ideali politici e da lui collocato nell’Inferno
fra gli eretici.
L’ultimo testo è di Bianca Tragni, dirigente
scolastica plurilaureata, giornalista, insignita della medaglia d’oro del Presidente della
Repubblica per benemerenze culturali. Le
Tabulae pubblicano il testo di una conferenza da lei tenuta, in lingua francese, a Kayselberg, in Alsazia, a titolo ‘La Cattedrale di
Altamura’. Nella città natale dell’autrice, appunto Altamura, Federico II volle che venisse eretta una chiesa, l’unica da lui costruita.
Di questa singolare struttura Bianca Tragni
parla dettagliatamente, rilevando pure come
Federico II abbia fatto edificare in tutto il
suo regno castelli e fortezze che hanno resistito al tempo. Soltanto in Puglia se ne contano più di venti.
Urbanista, costruttore di poderosi manieri, tutore del diritto, saggio amministratore
delle finanze e della giustizia. Così era anche
l’imperatore Adriano ed è inevitabile il confronto. Forse è lui che soprattutto Federico
II ammirava e forse è a lui e al suo ‘Edictum
perpetuum’ che pensava redigendo le Costituzioni Melfitane.
Augusta Franco Cardinali
Gli alberi della pittrice Elisa Latini adottati dal parco Gola della Rossa
Dopo il successo decretato da pubblico e critica all’esposizione pittorica di Elisa Latini “Albero, ecologia dell’anima”, appena terminata a Palazzo dei Convegni di Jesi, la mostra, con
ulteriori opere, verrà riproposta a Genga a fine estate all’interno del Parco Gola della Rossa. La ricerca dell’artista jesina ha
saputo mirabilmente comunicare il senso d’intimità, a volte
smarrito, tra uomo e natura rivelando, con gli alberi della sua
speciale foresta, l’anima vera dell’ambiente naturale e del suo
elemento simbolico d’eccellenza: l’albero. La prossima tappa,
prevista a Genga a settembre, sostenuta dal Parco Gola della
Rossa e dal direttore dell’ente Massimiliano Scotti, sarà arricchita con ulteriori momenti di scambio tra l’artista, i visitatori
e le scuole marchigiane cui saranno dedicate attività laboratoriali d’arte ed ecologia.
«Tengo molto a questo progetto di Genga – dichiara l’artista Elisa Latini – considero l’incontro e il confronto sui temi
dell’ecologia di fondamentale importanza per la mia poetica,
un completamento e un arricchimento indispensabile alla
mia ricerca artistica». La Latini dimostra uno spessore e un
rigore artistico immediatamente percepibili e sa captare, trasportandole su tela, le magiche “trasmissioni” osmotiche tra
uomo e natura.
Elisa Latini è laureata all’accademia delle Belle Arti di Roma
ed ha partecipato a numerose esposizioni ed eventi.
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Voce della
Vallesina
jesi
12 giugno 2011
13
Cerimonia di chiusura dell’Anno Accademico 20010/2011
Alla Luaj tutti promossi a pieni voti
La Libera Università per Adulti va in vacanza. L’Anno Accademico si è ufficialmente
concluso il 27 maggio con la relazione del
bilancio finale presentata dal prof. Giancarlo Vecci, da tre anni presidente della Luaj.
Nel quadro sinottico di quanto è stato fatto,
diverse appaiono le nuove proposte, ma non
poche anche le attività confermate e consolidate. Fra le prime il prof. Vecci ha elencato
un corso di cucina svolto presso la ‘Italcook’;
un altro di fotografia di base e di elaborazione di filmati; un laboratorio di lettura che
la biblioteca ‘V. Moriconi’ ha permesso di
costituire e organizzare; un corso di letteratura su tipologie umane: e inoltre le lezioni
di canto popolare; di interpretazione del
disegno infantile; i corsi avanzati di lingue
straniere, la ripresa di quelli di pittura ad acquerello. Si tratta di discipline di particolare
interesse che sarebbe difficile o forse impossibile trovare accessibili e fruibili altrove.
“Abbiamo cercato sempre di conciliare aspetti
cognitivi e svago: come dire, di unire l’utile e
il dilettevole’, ha osservato il Presidente. Appunto in considerazione di questo proposito
le attività riservate ai 326 iscritti sono state
numerose e diversificate, comprendendo
anche concerti, cineforum, visite a mostre,
viaggi culturali. Tutto è stato reso possibile
grazie ad una équipe di eccellenti collaboratori specializzati in settori diversi e di volontari che hanno messo a disposizione di tutti
conoscenze e competenze. A loro è andato
il ringraziamento del Presidente, come pure
agli sponsor; tra cui la casa editrice ‘Raffaello’ che ogni anno stampa gratuitamente gli
nanzi tutto confessato che non aveva
intenzione di pubblicarlo. Sarebbe
rimasto nel cassetto se l’insistenza
dell’editore non l’avesse convinta a
cambiare idea. E bene ha fatto, perché del libro sono state già vendute
circa novemila copie. Un record.
Il romanzo è in parte autobiografico.
Il paese ‘da vendere’ è Castelplanio,
dove Federica Bernardini ha vissuto
venticinque fervidi, frementi anni.
Sono soprattutto quelli della contestazione giovanile che lei ha trascorso in una famiglia severa, fra gente
dalla mentalità chiusa, pettegola,
maldicente; spesso ipocrita o bigotta.
opuscoli-guida della Luaj. Animato da un In questo ambiente ostile e diffidente Federigenuino interesse, davvero molto e bene può ca e i suoi amici avevano cercato uno spazio
in cui esprimersi liberamente fondando un
fare il volontariato.
circolo culturale e ricreativo, il ‘New Young
Un paese da vendere, un paese da amare Club’, dove si riunivano per ascoltare musiAlla relazione del Presidente ha fatto seguito ca, leggere, scrivere, discutere, recitare. “Non
la presentazione del libro “Un paese da ven- facevamo niente di male, ma purtroppo dopo
dere” di Federica Bernardini, ospite d’onore. un anno il club dovette chiudere a causa delle
L’autrice, nata a Castelplanio e imprenditrice, maligne insinuazioni di qualcuno del posto”.
si occupa da anni di letteratura, di teatro e di Federica Bernardini ha tracciato un breve
cinema. Ha pubblicato romanzi, sillogi poeti- profilo della protagonista del romanzo, Giorche, fiabe, testi teatrali. Presidente regionale gia. È una ragazza che, abbandonata all’età di
della F.i.t.a. (Fondazione Italiana Teatro Ama- sei anni dal padre, è costretta a subire molte
toriale), ha fondato la compagnia ‘Teatroluce’ imposizioni. Affronterà allora diverse especon la quale ha portato in scena diverse opere rienze negative che la indurranno quasi alla
di grandi autori. Ha prodotto il film “Non c’è prostituzione Riuscirà per fortuna a salvarla
più niente da fare” e vinto numerosi premi una forte e sincera amicizia. Del libro, per il
letterari.
quale ha vinto anche un importante concorDi questo suo ultimo romanzo, apparso lo so letterario, Federica Bernardini dice ancora:
scorso anno, ha parlato diffusamente. Ha in- “Mi ha fatto ritrovare tanti vecchi amici, ri-
appacificare anche con il mio paese natale.
Ora ci sono ritornata volentieri e sono stata
bene accolta”.
Dante Ricci ha letto alcune pagine del romanzo. Lo stile è scorrevole, privo di artifici,
pregnante di immagini, a tratti colloquiale.
L’autrice espone frequentemente in forma
dialogata, conferendo alla narrazione una
struttura drammaturgica che dimostra anche la sua abilità nella scrittura di testi teatrali.
Non solo da questi pregi è giustificato il
successo del libro, ma anche dal fatto che
molti lettori possono riconoscersi nella storia di quegli anni ruggenti; nell’insofferenza
e nell’inquietudine giovanile, nel desidero
di fuggire da un ‘natìo borgo selvaggio’. Da
osservare poi che il desiderio di evasione e
di riscatto è proprio dell’età giovanile e in
ogni tempo ne hanno parlato grandi artisti,
letterati, poeti, filosofi. Il libro fa appunto
riferimento a questa situazione psicologica,
che è universale e, di conseguenza, da tutti
comprensibile. Con gratitudine l’autrice ha
voluto dedicare la sua opera al prof. Antonio Ramini, che anni fa la incoraggiò e la invitò a continuare a scrivere.
A commento, una postilla. Non è nel chiasso e nel caos delle grandi città che riesce a
nascere l’arte, ma nella quiete e nel raccoglimento. Si può pensare, sognare, riflettere solo lontani dal ‘vuoto assordante’ delle
metropoli; magari anche in un tranquillo,
‘selvaggio’, amato e detestato piccolo paese
di provincia.
Fotoservizio: Augusta Franco Cardinali
Al Circolo Cittadino il libro di Cristiano Carriero
Ci sono notti che non accadono mai…
Diciannove maggio, ore diciannove, al Circolo Cittadino. Un bel pubblico gremisce la sala. Sguardi vaganti
di malcelata curiosità attraversano l’aria e si arenano
nello splendore suggestivo
e intrigante di una avvenente luna piena, imprigionata
nella copertina di un atipico
libro d’amore.
Per “Ci sono notti che non
accadono mai”, c’è la presentazione del giornalista Giovanni Filosa, c’è la voce di
Raffaella Lattanzi di Radio
Vallesina, c’è l’editor Dino
Mogianesi di edizioni GEI.
E c’è lui, l’autore, Cristiano
Carriero. Giovane, esuberante, meridionale. Cattura
il microfono e parla… Parla
dell’amore, del groviglio di
vite che gravitano attorno ad
esso. Lo canta imbracciando
la chitarra, naturale e genuino nella freschezza delle
cose che sa e di quello che è.
Sorride alla mamma, ricorda la sua terra, Bari. Elogia
la Jesi che lo accoglie, saluta
la Milano che arguta lo trattiene. E racconta.
E ascoltando non sai se è la
trama del libro a conquistarti o il suo cuore che parla
d’amore, si apre a ventaglio
davanti a te come le pagine
del libro, e corre… attraversando tempi, spazi ed età
coi mezzi più diversi. Parla
dell’amore che si raccontava
per lettera, che si tremava in
una cabina telefonica, che si
scriveva negli sms fino alle
prime e-mail… fino all’attualità fatta di storie iniziate,
finite o recuperate nei social
network.
Nel rosario dei flash catturati ai giorni e alle notti di un
giovane copywriter impie- no, breve, a volte disperato,
gato in un’agenzia di pub- quasi violento, bestiale. Un
blicità, si affacciano i modi tempo duro, che pure finidi vivere e d’essere di un sce sempre per scrivere le
tempo veloce, senza pace, in pagine più dolci e più belle
trasformazione, crudo nella quando inciampa, prima o
conquista di onnipotenza poi, nell’Amore…
e individualità. Un tempo A cosa stai pensando?
assetato di sesso, successo, “Riprendiamola, riprendiaspensieratezza.
Espresso mola questa serie A…”
da un linguaggio disadorFotoservizio Paola Cocola
festa della birra
a castelplanio
A Castelplanio è in corso la
Festa della birra & 7° Motoraduno organizzata dalla Pro
Loco che si conclude domenica 12 giugno. Da venerdì
10, tre giorni intensi di buona
musica (domenica alle 21 è in
programma il concerto “Tribute band Queen”), ottima
birra e ristorazione di qualità
comprese alcune ricette della
cucina tedesca. In particolare,
birra nazionale e di importazione sia a caduta sia alla
spina. Il tutto all’insegna del
“bere responsabile” in ossequio alla campagna per il consumo intelligente dell’alcol.
Nella mattinata di domenica
(ore 10.30) per le vie del paese
è prevista una sfilata di auto
d’epoca. L’incasso delle iscrizioni al Motoraduno di sabato 11 (ritrovo ore 15.30, giro
turistico ai Castelli di Jesi ore
16.30) sarà devoluto all’AICU
(Associazione Italiana Carlo
Urbani). Informazioni al sito
www.procastelplanio.it; mail:
[email protected]
14
JESI - IL PALAZZO E DINTORNI
“L’ippogrifo”: un elogio e una pagliuzza
“Se uno non porta un libro metto un meno.
Quando arriva a 5 meni è un 5 meno” –
“Posso accedere alla vostra attenzione o
almeno al vostro mutismo rassegnato?”
– “L’uomo è ciò che mangia, l’ uomo è ciò
che veste: se veste Prada allora è il diavolo”.
Sono alcune delle tante famose amene frasi
storiche solennemente pronunciate da un
docente del Liceo classico di Jesi e scrupolosamente meditate dagli affezionati suoi
alunni per poi immortalarle nel periodico
del loro liceo, il Liceo Classico di Jesi, che
ha celebrato il suo 150° di fondazione con
un numero speciale, appunto, del L’ippogrifo. Trattasi di un corposo lavoro di una
ottantina di pagine frutto della collaborazione, dell’entusiasmo e dell’intelligenza
di tanti docenti e di tantissimi alunni. Orgoglio del liceo se è vero, come è vero, che
lo si è voluto valorizzare con uno speciale
incontro nella nuova e accogliente aula magna dell’Istituto.
Ma, badate bene, non vi fate ingannare dalle prime battute di questo articolo, riportate solo come captatio benevolentiae e per
sottolineare che lo spirito goliardico degli
studenti non tramonta mai. Si tratta di un
lavoro culturalmente impegnativo e congegnato così bene da spaziare nel presente,
da recuperare molte notizie storiche ben
documentate e da offrire una ricca sventagliata su tanti argomenti voluti e presentati
dagli alunni. Entrare nel merito è impossibile, data la natura di questa rubrichetta.
Invito solo a sfogliarlo lentamente e a leggere i tanti articoli che possono interessare in
prima persona. Ce n’è per tutti.
Ma a questo meritatissimo elogio faccio
seguire la scoperta della pagliuzzina che,
seppure a fatica, sono riuscito a vedere
nell’occhio del L’ippogrifo, altrimenti mi si
potrebbe accusare di mancare completa-
mente di senso critico o di eccessiva distrazione.
Ecco. Sono stati richiamati tanti personaggi,
soprattutto tanti docenti del passato che si
sono imposti per la loro cultura o per il loro
carattere. Io avrei visto bene che un tantino
di attenzione in più fosse stato dato a don
Costantino Urieli. Insomma, metterlo un
po’ alla pari di un Gatti, di un Belardinelli, di un Molinelli, di un Cinti. Anche se è
vero che viene citato, come garante storico,
ben cinque volte (e nessun altro come lui!),
forse proprio perché è un grande storico di
cui si è onorato il Liceo classico, perché è
un docente che vi ha insegnato per ben 25
anni e, infine, perché, unico, ha ricostruito
anche una nutrita storia del suo Liceo – di
questo nostro Liceo classico – una storia
che abbraccia cinque secoli. E se, per fare
un esempio di collaborazione di Urieli anche a questo numero del L’ippogrifo, l’elenco
dei diplomati va dal 1985 ad oggi, lo si deve
ad Urieli che, con la sua ricerca, aveva già
recuperato tutti i nominativi dei diplomati
dal 1921 al 1984: ben 63 anni.
Del resto proprio il prof. Ramini – con la
sua onestà intellettuale – in un breve scritto
su Urieli, da me richiesto e poi pubblicato,
mentre con tutta schiettezza esprime le
troppe difficoltà per andare d’accordo con
il temperamento di don Costantino (verissimo!), dall’altra egli lo ricorda come un sacerdote di integra e limpida fede che ebbe
due passioni, la Chiesa e Jesi. E conclude
che “Oggi… forse manca un personaggio
forte e schietto come lui e che, come lui, sia
animato da così grande amore per le nostre
tradizioni, per il nostro popolo, per la nostra Città”.
Et censeo sancti Nicolai monumentum liberandum esse
v.m.
Poggio San Marcello: sequestro di droga ad un rave party
Quando la festa si trasforma in incubo
Stavano già ballando da cinque giorni quando la polizia si è recata sulle colline di Poggio San Marcello per tenere sotto controllo
la situazione del “Black Moon Festival”, il
party con musica elettronica che si stava
svolgendo in una casa privata e a cui stavano
partecipando circa 1500 giovani, lo scorso
fine settimana.
Tuttavia, quella che avrebbe dovuto essere
una semplice festa si è trasformata in un incubo di droga e alcool secondo la polizia, che
ha già identificato 300 ragazzi, denunciandone due per possesso di cocaina e ketamina e che ha sequestrato marijuana e hascisc
che circolavano alla festa. Dieci le multe per
non aver rispettato il codice della strada e tre
le auto poste a fermo amministrativo perché
guidate da ragazzi in stato di ebbrezza.
Il sindaco di Poggio San Marcello, Tiziano
Voce della
Vallesina
pagina aperta
12 giugno 2011
Consoli, ha precisato che polizia e carabinieri
dei comuni limitrofi di Castelplanio e Maiolati Spontini erano stati avvertiti e avevano già predisposto controlli sulle strade;
ha dichiarato che in qualità di sindaco del
Comune non avrebbe potuto fare di più ed
ha espresso l’auspicio che in futuro tali manifestazioni siano meglio regolamentate.
Gli organizzatori del Festival dal canto loro
tengono a precisare di aver ottenuto tutte
le autorizzazioni sanitarie ed amministrative e di aver indicato ai partecipanti le modalità di comportamento affinché la festa
avesse potuto svolgersi al meglio, fornendo
sacchi per raccogliere l’immondizia e locali
in cui rilassarsi con yoga e massaggi; affermano infine che il loro festival era ben lontano dall’essere un rave party.
Gioele Marozzi e Lucia Campanelli
REGIONE: TRA I FINALISTI IL GRUPPO DELL’ISTITUTO SALVATI
I giovani, l’agricoltura e la ricerca
Gran finale per il “Progetto future think
green” organizzato dalla Regione Marche
nell’ambito del PSR – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 dedicato agli istituti tecnici ad indirizzo agrario, turistico e
alberghiero delle Marche. Il progetto è nato
per incentivare il confronto e lo scambio di
esperienze con i giovani sul tema della multifunzionalità dell’azienda agricola. Sono
stati circa duecento, mercoledì 25 maggio,
al ridotto del teatro delle Muse, gli studenti che hanno partecipato alla presentazione
degli elaborati sviluppati sui tre temi suggeriti dal progetto e aventi come fine l’analisi
dello spazio rurale, la diversificazione del
mondo rurale e la promozione del territorio.
Quattro gli Istituti approdati alla fase finale: il “S. Salvati” di Jesi-Monteroberto, il “C.
Ulpiani” di Ascoli Piceno, il “Fazzini- Mercantini” di Grottammare e il “F. Filelfo” di
Tolentino.
I ragazzi del Salvati, accompagnati dal responsabile del progetto professor Andrea
Di Sebastiano, presenti con un folto gruppo,
hanno illustrato un articolato ed interessante progetto. L’istituto jesino ha meritato il
plauso della platea delle Muse e dei referenti
della Regione intervenuti alla premiazione
conclusa con la consegna di un attestato da
parte del vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Marche Paolo Petrini.
«Questa iniziativa è stata pensata per ascol-
tare e favorire il confronto con il mondo della scuola e dei giovani – ha dichiarato Petrini - siamo in un periodo di trasformazioni
molto veloci ed importanti che ci impongono di trovare nuove soluzioni per valorizzare le nostre peculiarità. L’arma migliore può
essere rappresentata dalle ‘differenze’, dalla
valorizzazione delle nostre migliori produzioni. Oggi però l’agricoltura produce anche
paesaggio, turismo, storia, accoglienza in
un ambito in profonda trasformazione. Abbiamo quindi bisogno di innovare e di farlo con le nuove conoscenze di cui i giovani
sono portatori che incentiviamo attraverso i
finanziamenti PSR».
L’incontro è proseguito con le interessanti
presentazioni degli elaborati da parte degli
studenti e dei professori coordinatori del
progetto. Un’escursione nel nostro territorio,
nel tessuto vivo delle nostre campagne che
ha reso evidente il valore del lavoro svolto
dalle classi e rivelato l’importanza di iniziative di questo tipo. Il pomeriggio di festa si
è concluso con la consegna di un attestato
ai rappresentanti degli istituti partecipanti
da parte del vice presidente Petrini, che si è
complimentato con i presenti ringraziandoli
per aver testimoniato, con il loro contributo
di ricerca, tutte le potenzialità che la nostra
regione, portatrice di eccellenze riconosciute a livello italiano ed europeo, ha da mettere in campo per il suo futuro.
Riceviamo e pubblichiamo da Paola De Santis
Abolizione delle fermate urbane
Paola De Santis, cittadina jesina, ha scritto
alla nostra redazione esprimendo il disagio
e insoddisfazione da parte degli abitanti di
Jesi che usufruiscono del trasporto pubblico per Ancona. Già in passato la questione
aveva interessato gli enti pubblici e la ditta
Crognaletti. Di seguito riportiamo alcune
parti della lettera.
«Dallo scorso anno la ditta Crognaletti,
gestore del trasporto pubblico tra Jesi ed
Ancona, ha cancellato alcune fermate urbane; chi abbia bisogno di recarsi ad Ancona, all’Ospedale di Torrette o alle spiagge, e non abiti nei dintorni di Porta Valle
o San Giuseppe, è costretto a rassegnarsi.
Questo servizio era l’unico collegamento
frequente e a buon mercato con Ancona e
la zona costiera per la popolazione urbana
di Jesi. La ditta predetta adduce come motivo dell’abolizione delle fermate la sospensione (o riduzione) dei contributi regionali
ai gestori privati del trasporto pubblico.
L’abolizione delle fermate assomiglia a una
ritorsione punitiva sugli utenti, che, oltretutto, appartengono alle fasce più deboli
della popolazione: anziani, persone che
non guidano l’auto e che devono recarsi
all’Ospedale regionale, pendolari per lavoro o studio».
Dalla redazione abbiamo contattato telefonicamente l’amministratore delegato della
Crognaletti, Marcello Pesaresi, il quale ci
ha spiegato che la questione è nata dopo la
nuova gestione regionale da parte dell’Atma la quale gestisce anche tutti ricavi dei
biglietti. Inoltre riportiamo la riposta di
Paola Bartolini dell’Ufficio Trasporti della
Provincia di Ancona, che ha competenza
in questo settore, la quale ha risposto ad
una segnalazione simile, lo scorso anno. «Si
precisa che il servizio di cui trattasi è un
servizio di trasporto pubblico extraurbano
di competenza della Provincia; pertanto le
modifiche apportate sono state concordate
e approvate dalla Provincia e sono giustificate dalla natura del servizio stesso, ovvero
di tipo extraurbano. La scelta dell’abolizione delle fermate urbane è maturata dalla
necessità di razionalizzazione e coordinamento del servizio con le altre linee del
servizio extraurbano, nonché di velocizzazione, per quanto possibile, dello stesso; ciò
nonostante per venire incontro alle esigenze del trasporto scolastico e dei pendolari,
il giro interno a Jesi è stato mantenuto nelle
ore di punta. Inoltre da contatti con la società Atma, che gestisce il trasporto pubblico extraurbano della Provincia di Ancona,
a cui Crognaletti e Sacsa sono consorziati,
è emerso che comunicazione delle modifiche era già stata data una settimana prima
dell’avvio del nuovo servizio.»
Il “polo della ricerca”all’ex Sadam
Confartigianato: no ai megastore
«Nessuno andrà più in centro storico. Se la ex-Sadam si
trasformerà in un contenitore di grandi centri commerciali
- dice Giuseppe Carancini responsabile della Confartigianato - la sorte del centro e della città di Jesi e delle attività
produttive che lavorano tra le mura è segnata».
Tutti gli acquisti saranno dirottati in periferia; chi abita nei
comuni limitrofi che oggi convergeva sulla città i propri interessi commerciali salterà completamente Jesi, utilizzando
la superstrada, con grave danno per l’economia locale e per
il turismo. Confartigianato perciò dice no ai megastore. Il
progetto proposto per la riconversione dell’ex zuccherificio
Sadam ne prevede addirittura tre da 2.500 mq ciascuno.
Confartigianato, ribadisce Giuseppe Carancini, da tempo
ha espresso la sua posizione in materia di centri commerciali. Il territorio della Vallesina è saturo di megastore e
non ne servono altri. Al contrario va rivalutato e ricondotto a piena operatività il commercio al dettaglio che perde
di giorno in giorno visibilità, occasioni di protagonismo
e clienti. Secondo Confartigianato comunque l’area deve
rimanere a vocazione produttiva, cercando di attrarre lo
sviluppo di aziende innovative e deve diventare un polo
della ricerca e della green economy con le attività sostenibili, coinvolgendo anche l’Università. L’innovazione,
sia essa di carattere organizzativo e gestionale, sia essa
di carattere squisitamente tecnico e tecnologico, deve diventare il più importante elemento di competitività per
il sistema imprenditoriale locale; spesso e soprattutto nel
caso di un contesto produttivo come quello jesino, fatto di micro e piccole imprese, l’innovazione diventa una
leva competitiva.
Voce della
Vallesina
sport e tempo libero
Csi: dal doposcuola ai tornei e al centro estivo
12 giugno 2011
Parrocchia di San Francesco di Paola: Clementina
L’Oratorio S. Maria del Piano a Roma!
Torna il torneo “Catram Volley”
Una realtà nata e sostenuta da un gruppo di genitori
volontari, dall’operatore e
dal parroco di Santa Maria del Piano, è un punto di
ritrovo - e non solo - per i
giovani e bambini del quartiere ormai da diversi anni.
Situato all’interno del teatro
dedicato a Gaspare Spontini, l’oratorio ospita ogni
giorno ragazzi dagli 8 ai 16
anni, dal mese di settembre
al mese di luglio. Da diversi
anni è stato attivato il servizio di doposcuola per bambini della scuola primaria e
ragazzi delle medie. Da circa
2 anni invece è stata avviata
l’attività di cucina che ha riscosso molto successo tra i
ragazzi dai 9 ai 14 anni, attività sostenuta dal lavoro dei
genitori volontari. Oltre che
dai volontari, l’oratorio è seguito anche dall’operatore
del CSI, Andrea Carleo, che
da dicembre scorso è diventato responsabile. Numerose
le iniziative e le attività che
Uno dei grandi classici dell’estate jesina è
senza dubbio il torneo di pallavolo “Catram Volley”, organizzato dalla Polisportiva
Clementina e che ogni anno offre sempre
spettacolo e divertimento in abbondanza.
La rassegna, giunta alla sua ventiquattresima edizione, si terrà come sempre, presso il
cortile della parrocchia di San Francesco di
Paola, al fianco dell’Arco Clementino. Due
le categorie alle quali è possibile iscriversi:
maschile e misto, in entrambe i casi è prevista la partecipazione di un solo tesserato
Fipav. Caratteristica principale del torneo
è la superficie, il cemento, ma anche il numero dei giocatori. In campo si scende in
due contro due, anche se ogni squadra può
portare in panchina una riserva. I vincitori delle due categorie saranno premiati con
hanno impegnato i ragazzi in
quest’ultimo anno di vita insieme: principalmente quelle
organizzate dal Csi di Ancona come l’”Oratorio CUP” e
la “Gara di danza”. In particolare quest’anno l’oratorio
si è contraddistinto nell’attività del calcio A5, dove è stata premiato come “campione regionale” il 29 maggio
a Civitanova Marche nelle
categorie under 12 e under
16. Ora i ragazzi sono chiamati ad affrontare il torneo
interregionale a Roma l’11
e 12 giugno… confidando
nello spirito di gruppo che li
ha contraddistinti in questo
ambito sportivo. Anche questa volta è molto bello che i
genitori accompagnano con
entusiasmo le varie esperienze dei figli. Ricordiamo,
infine, che per tutti i bambini
e ragazzi dai 7 ai 13 anni, inizierà l’attività estiva lunedì
13 giugno, per 2 settimane.
Ogni informazione su www.
smpjesi.it o al 0731 58636.
Il coordinatore
Andrea Carleo
Csi: GLI ORATORI DELLA DIOCESI SI PRESENTANO
Oratorio San Massimiliano Kolbe
L’ oratorio San Massimiliano Kolbe di Jesi è
attivo da tre anni: i frequentatori sono ragazzi che hanno dai 13 ai 18 anni che passano
il loro tempo libero divertendosi e giocando insieme in un’ampia sala, situata sotto la
chiesa, provvista di diversi giochi. É quasi un
anno che svolgo il mio servizio di animatrice
all’oratorio e durante questo periodo abbiamo organizzato diverse attività, come tornei
di biliardino, di ping- pong e di play-station
tra i ragazzi dell’oratorio e non solo ed anche
sfide di biliardino tra tutti i ragazzi degli altri oratori presenti a Jesi e nei paesi limitrofi,
con premiazione finale dei vincitori. Sperimento ogni giorno che l’Oratorio è un vero
ponte tra la strada e la Chiesa, infatti riesce
a mettere in comunione e in relazione tutte
le persone che vi girano attorno, sperimentando momenti di gioco, di fede e di educazione. Inoltre l’oratorio è dotato di un’altra
stanza utile per l’attività di doposcuola per
ragazzi che hanno bisogno di aiuto nello
svolgere i compiti, munita di computer con
accesso a internet per le ricerche scolastiche.
Come ogni anno la comunità di San Massi-
miliano Kolbe, ad ottobre, ha organizzato la
festa della parrocchia e come oratorio abbiamo allestito dei punti di ritrovo con il tavolo
da ping pong e i biliardini per far giocare e
divertire grandi e piccini, accompagnati da
un po’ di musica gestita dai ragazzi dell’oratorio. Abbiamo organizzato un pomeriggio
dedicato alla visione di un film che trattava
argomenti come il razzismo e l’abuso di potere, con l’intenzione di creare un momento
di riflessione per i ragazzi, conclusosi poi
con la cena con il parroco. Una delle ultime
attività e che va per la maggiore, è stato il
torneo di calcio per tutti i ragazzi, nel grande campo da calcio situato dietro la chiesa,
grazie all’aiuto di un volontario che arbitrava
la partita. Il tutto si è concluso con la consegna di un coppa alla squadra vincitrice. Il 22
maggio nella nostra parrocchia si è svolta la
Festa Diocesana della Famiglia, un’iniziativa
molto importante per tutta la comunità parrocchiale e non solo, animata da giochi per
tutta la famiglia. Nella festa è stata posta al
centro della famiglia l’Eucarestia e una coppia di sposi ha portato la propria esperienza
su come vive l’Eucarestia in famiglia. É stata una bella testimonianza che ha ribadito a
tutta la comunità parrocchiale e diocesana
l’importanza dell’Eucarestia come momento
di preghiera e unione con Dio e come nella
famiglia sia di vitale importanza. Una novità
di quest’anno è che l’oratorio San Massimiliano Kolbe farà partire un Centro Estivo per
ragazzi delle medie e superiori, a partire dal
13 giugno fino al 24 giugno, tutti i pomeriggi
dalle 15 alle 18, per passare delle ore piacevoli in compagnia con giochi, uscite, tornei
e tanto divertimento.
Sara Troiano
JUNIORES JESINA: la Jesina Calcio ringrazia Belardinelli
prodotti alimentari. È possibile iscriversi
alla rassegna fino al 15 giugno contattando
direttamente la segreteria della Clementina
al 339-5711245 oppure inviando una mail
all’indirizzo [email protected].
Gip
BASKET FILENI BPA - Al via la “Simonetta Cup”
Decisiva l’assemblea dei soci
Il futuro dell’Aurora Basket comincerà ad avere contorni più chiari e
nitidi dopo il 10 giugno,
giorno dell’assemblea
dei soci. Ad affermarlo
è il presidente arancioblu, Carlo Barchiesi.
«In
quell’occasione
si potrà decidere per
l’utilizzo del capitale
sociale a chiusura del limitato deficit di quest’anno,
con azzeramento e ricostituzione del capitale sociale stesso. In quella sede, il
tutto potrà eventualmente
permettere ai soci che ne
manifestassero l’intenzione di uscire e a nuovi, nel
caso, di entrare». Il numero
uno arancio-blu si è, inoltre,
detto ottimista e fiducioso perché «questi mesi mi
hanno fatto capire quanto
Jesi tenga al basket». Dal 10
al 12 giugno si radunerà a
Jesi il meglio del basket giovanile nazionale per la “Simonetta Cup”. Saranno presenti alla rassegna Olimpia
AJ Milano, Scavolini Pesaro,
Stella Azzurra Roma, Leoncino Venezia-Mestre, Bierre Rimini, Senigallia, Fano,
Stamura Ancona, Osimo e
due squadre dell’Aurora.
Proprio dal vivaio sono arrivate buone notizie. Al memorial “Papini” di Rimini gli
Esordienti classe ‘99 – gui-
Amanti del gelato… questo è per voi!
Nei giorni 10, 11 e 12 giugno prossimi, Agugliano apre le porte del suo paese per accogliere tutti coloro che vorranno partecipare
ad uno dei festival più dolci e freschi che ci
siano: quello del gelato!
L’alimento fresco e dai mille colori fatto con
panna montata e zucchero che ogni estate entra a far parte delle nostre merende o
delle nostre cene risale al periodo del Rinascimento, ma già nell’antichità molti uomini
cercarono di creare un cibo dolce e rinfrescante che potesse concludere il loro pasto.
Secoli di storia che hanno fatto della ricetta
del gelato una delle tradizioni italiane per
eccellenza; tradizione che viene esportata in
tutto il mondo lasciando dietro di sé la scia
della dolcezza e dei profumi.
Passeggiando per le vie di Agugliano, i visi-
tatori del festival potranno assaggiare il gelato artigianale fatto da numerosi maestri gelatieri e questo permetterà loro di effettuare
confronti tra le varie scuole di produzione,
non solo marchigiane ma di tutti Italia.
Il consiglio direttivo organizzatore del festival ringrazia lo “Slowfood” di Ancona, per
il corso che permetterà ai frequentatori di
apprendere come assaporare un gelato nel
modo migliore, e l’istituto comprensivo di
Agugliano – Polverigi – Camerata Picena
per la disponibilità mostrata nell’organizzazione dell’evento che quest’anno giunge al
suo secondo anniversario.
Per maggiori informazioni riguardi al festival, è possibile visitare il sito www.gelatoartigianalefestival.it
Gioele Marozzi
Una proposta della Jesina Calcio
L’estate è un gioco
La juniores nazionale della Jesina Calcio, dopo aver
concluso il proprio cammino a metà classifica, pensa
già al futuro. Tintarella e
ombrelloni sembrano essere per ora accantonati; riflettori puntati sulle nuove
sfide agonistiche che si profilano oltre l’orizzonte estivo. In questi giorni c’è stato un piccolo mutamento
all’interno dello staff. Francesco Bacci, già tecnico del
settore young leoncello da
diversi anni, sostituirà sulla
panchina della Primavera
leoncella Stefano Belardinelli. Nuove idee tecniche
e organizzative, rinnovate
linee di programmazione
globale per poter ripartire
I bambini dai 5 agli 11 anni potranno
giocare e divertirsi al centro estivo della Jesina Calcio, a partire dal 13 giugno
fino al 9 luglio presso lo Stadio Carotti di
Jesi dalle ore 8 alle ore 13. Ogni sabato ci
sarà un’esibizione degli aderenti al cen-
sionalità profusi in questi
anni alla guida della Juniores, augurando al preparatissimo Mister un pronto
ritorno in panchina e un
futuro ricco delle soddisfazioni che merita».
Daniele Bartocci
dati dal responsabile del
vivaio jesino, Vittorio
Fiorentino (nella foto
di Candolfi) – dopo
aver perso la semifinale
con la Virtus Siena con
uno scarto di otto punti,
si sono rifatti nella finalina battendo l’Auxilium
Torino. L’under 14 di
Claudio Parma ha ceduto solo in finale contro il
Marostica. Successo invece,
per gli Aquilotti 2000 guidati da coach Stefano Fava.
Per la formazione composta
da una selezione di elementi
scelti tra gli aderenti al progetto “Teammates”, c’è stata
la vittoria in finale contro
Ferrara. Al Memorial “Rudy
Terenzi” la formazione under 17 di Rolando Giorgi ha
sconfitto nettamente in finale il Palocco Roma 85 a 57.
Giuseppe Papadia
Agugliano: la seconda edizione del festival dal 10 al 12 giugno
Ecco mister Francesco Bacci
con ancor più grinta, motivazione ed entusiasmo. Il
tutto risulta da un apposito
comunicato stampa della
società leoncella: «La Jesina
Calcio tiene molto a ringraziare Stefano Belardinelli
per l’impegno e la profes-
15
tro estivo con la consegna dell’attestato
di partecipazione.
Per iscriversi e/o per ulteriori informazioni: S.S.D. Jesina Calcio srl – Settore
Giovanile c/o Campo Sportivo Cardinaletti di Jesi (Tel 0731 207833).
Chiedilo a lei.
Sì, chiedilo a Giovanna, che in un quartiere difficile di Bari ha fatto nascere e
crescere un doposcuola. Chiedilo ad Anna e agli anziani soli di Pantelleria,
come sarebbe la loro vita senza l’assistenza di suor Patrizia. Oppure
chiedilo a Francis, che era un bambino soldato e oggi è un uomo che studia
e lavora. Con l’8xmille alla Chiesa cattolica continui a fare molto, per tanti.
Se non ci credi, ascolta le loro storie: www.chiediloaloro.it
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