VoceVallesina della Settimanale d’informazione ANNO LVIII- N. 21 www.vocedellavallesina.it euro 1 Jesi, domenica 12 giugno 2011 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi Sabato 11 giugno alle ore 16 a Jesi in Cattedrale i genitori della beata Chiara Luce Badano I giovani possono trovare in lei un esempio di coerenza cristiana sive Maria Teresa e Ruggero hanno raccontato la loro commovente teMOVIMENTO DEI FOCOLARI stimonianza di sposi e di genitori: un esempio di vita e di fedeltà incondizionata al Signore. Prima della loro testimonianza, il complesso “Progetto Uno” costituito da giovani di Loppiano presenterà i canti della cerimonia di beatificazione che si è svolta lo scorso 25 setI GENITORI DI tembre al santuario del CHIARA LUCE BADANO Divino Amore di Roma. GIOVANE DICIANNOVENNE Un coro interregionale BEATIFICATA IL 25 SETTEMBRE 2010 di giovani canterà poi NARRANO IL MERAVIGLIOSO l’Inno dedicato a Chiara CAPOLAVORO DI DIO Luce e molto apprezzaSABATO to dai genitori. Guide11 GIUGNO ranno il pomeriggio nel 2011 duomo di Jesi i giovani Basilica Giovanni Perticaroli ed Cattedrale Elisa Uncini. Chicca Codi Jesi riasco, l’amica del cuore Piazza Federico II di Chiara Luce, che l’ha ore 17.00 avvicinata al Movimento dei Focolari e con la La nostra diocesi di Jesi si sta prepa- quale ha condiviso l’adolescenza, acrando da tempo all’incontro con Ma- compagnerà i genitori di Chiara Luce. ria Teresa e Ruggero Badano, i geni- Nel corso dell’incontro sarà proiettato tori della giovanissima beata Chiara un video con le parole del papa BeneBadano. In queste settimane abbiamo detto che all’indomani della beatificonosciuto alcuni episodi della breve cazione della giovanissima focolarina vita di questa ragazza, meglio cono- aveva detto: «Solo l’amore con la A sciuta come Chiara Luce, nata e vis- maiuscola dà la felicità. Lo dimostra suta in provincia di Savona. La venuta una giovane, Chiara Luce Badano che a Jesi dei coniugi Badano rappresenta una malattia ha condotto alla morte a un dono per la nostra chiesa locale: è poco meno di 19 anni, ma che è stata stato organizzato dal Movimento dei per tutti un raggio di luce. I giovani Focolari e dall’Ufficio di Pastorale Gio- possono trovare in lei un esempio di vanile diocesana. L’incontro di sabato coerenza cristiana». 11 in cattedrale, dalle ore 16, è l’unica occasione per conoscere ed ascoltare i Il messaggio del Vescovo coniugi Badano nelle Marche. In altre Il vescovo Gerardo esprime ai coniugi diocesi e in diverse trasmissioni televi- Badano il ringraziamento per la loro DIOCESI DI JESI Pastorale Giovanile disponibilità nell’aver accolto l’invito della diocesi ed invita tutti, soprattutto i giovani, a prendere parte all’incontro. «Sono lieto e commosso per il dono che la nostra diocesi sta per ricevere. Il pomeriggio di sabato 11 giugno potremo incontrare in Duomo i genitori di Chiara Luce Badano, dichiarata beata dal Papa Benedetto XVI lo scorso 25 settembre. I coniugi Badano ci racconteranno la loro esperienza: 19 anni con una figlia che ha saputo rispondere in maniera eroica all’amore del Signore. Ma la cosa importante è che questa ragazza ha vissuto una vita come quella di tanti altri: studio, famiglia, amici, un Movimento di appartenenza, la malattia. Ma sempre, soprattutto nel momento della malattia, ha avuto la consapevolezza di essere ricchissima: aveva tutto, aveva Gesù. Questo le ha permesso di vivere con gioia anche la tragedia di una malattia terribile che l’avrebbe condotta alla sofferenza e alla morte: lei continuava a vedere Gesù nella sua vita. Mentre ringrazio tutti coloro che si sono prodigati per la riuscita di questo incontro, in particolare gli aderenti al Movimento dei Focolari, esprimo tutta la mia gratitudine al Signore per questo evento: ritengo che in mezzo a tante proposte diseducative e tristi, Chiara Luce sia un modello luminoso, positivo da poter offrire ai nostri giovani. Una ragazza giovane, vissuta possiamo dire nei nostri giorni, gioiosa, innamorata di Gesù, sempre sorridente. Spero che quanto vivremo lasci un segno nella nostra Chiesa, soprattutto per quanto riguarda la nostra fede. La Beata Chiara Luce ci testimonia che la fede è fondamentalmente un incontro con il Signore Gesù, un innamoramento, una relazione intensa: è quando si vive la fede così che è possibile gustare quella gioia che il Signore ha promesso ai suoi discepoli.» 33° pellegrinaggio Jesi-Loreto a piedi Venerdì 17 giugno Venerdì 17 giugno torna il pellegrinaggio a piedi da Jesi a Loreto che si ripete da trentatré anni. Il programma prevede il ritrovo alle ore 20,30 presso la parrocchia Sant’Antonio Abate in contrada Minonna a Jesi. Il vescovo Gerardo guiderà la preghiera comunitaria alle 20,45; a seguire, alle 21,15, la partenza per Loreto dove è previsto l’arrivo, dopo 35 chilometri, alle ore 7 del mattino. Il vescovo Gerardo raggiungerà poi in auto i pellegrini e celebrerà insieme a loro la Santa Messa sulla piazza della Madonna. Da alcuni mesi si è costituito ufficialmente un comitato organizzatore che sta lavorando alla organizzazione e alla promozione del pellegrinaggio che quest’anno rientra tra le iniziative in preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale. Il comitato è presieduto dal parroco di San Francesco di Paola, don Vittorio Magnanelli. «L’idea nacque a don Bruno Gagliardini 33 anni fa – ricorda Vittorio Massaccesi che fu tra i primi partecipanti – il quale la trasmise a una decina di giovani della sua parrocchia di allora che era Santa Maria del Piano. Per alcuni anni il pellegrinaggio ebbe sempre questa caratteristica di spontaneità e amicizia fino a quando, aumentando il numero dei partecipanti ci si dovette organizzare un modo più efficiente. Era nata come una iniziativa tra pochi amici ed ora è arrivata a coinvolgere fino a un massimo di duecento persone». La quota di iscrizione è di 3 euro; per il ritorno in pullman la quota è di 7 euro. Sarà garantita l’assistenza tecnica e sanitaria da parte delle forze dell’ordine locali e della Croce Rossa locale. Sono consigliate scarpe comode, la torcia, cibo e bevande e il gilet ad alta visibilità per coloro che intendono prendere parte al pellegrinaggio a piedi. La manifestazione si svolge grazie al sostegno di Citroen gruppo Pieralisi, della Croce Rossa Italiana, della Protezione Civile, del Club Cb Om di Jesi, dell’Oratorio parrocchiale di san Francesco d’Assisi, della Cooperlat, del parrucchiere Mauro, della Formaggeria del Corso, della Polisportiva Clementina. Il pellegrinaggio si apre con la croce, che il Vescovo porterà all’inizio per il primo chilometro e che poi passa al gruppo che “tiene il passo” per mantenere tutti uniti. La sosta nella frazione Casenuove di Osimo avviene, come sempre, all’una circa: alcuni si riposano e si rifocillano con panini e bibite offerti dall’organizzazione o presi al bar delle Acli aperto per l’occasione. La camminata-pellegrinaggio a Loreto è stata ideata da don Bruno Gagliardini, sacerdote molto apprezzato in città che ha concluso la sua vita terrena il 2 giugno di un anno fa. b.t. Domenica 12 e lunedì 13 si vota per quattro referendum riferiti alla gestione dell’acqua, alle centrali nucleari e alla giustizia Una partecipazione spoliticizzata su problemi di grande rilevanza È da oltre 15 anni che i tanti referendum proposti da diverse forze politiche e sociali non ricevono la maggioranza necessaria degli elettori con la conseguente loro bocciatura. Le cause che hanno determinato “l’indolenza” del cittadino sono diverse, compresa quella di un certo scetticismo dato, spesso, dall’inutilità del parere popolare che, nel passato, a volte, è stato ignorato (un esempio per tutti, il finanziamento dei partiti: cacciato dalla porta del referendum è subito rientrato dalla finestra della furbizia del parlamento). Eppure, almeno in linea teorica, il sistema referendario, voluto dalla costituzione, è e rimane momento fondamentale di partecipazione del cittadino. Insomma, un vero dirittto-dovere. I quattro referendum di domenica prossima si presentano con interessanti aspetti positivi: la rilevanza dei contenuti; la trasversalità di posizioni rispetto ai partiti, alle forze sociali e alle associazioni; il fatto che i promotori e i partiti tendono a spoliticizzare il risultato, qualsiasi esso sia, proprio perché il cittadino si senta pienamente libero sia nel partecipare sia nello scegliere la risposta che, come sempre, si sostanzia in un SI o in un NO rispetto a ciascuno dei quattro quesiti. Di questi, i primi due si riferiscono alla gestione dell’acqua e non alla proprietà dell’acqua come si tende qualche volta ad equivocare. Perché la proprietà (sorgenti, fiumi, laghi ecc) è e rimane dello Stato o di enti pubblici in genere. Diverso è il problema della gestione dell’acqua: chi la gestisce? Come farla avere a chi la chiede per bere, per cucinare, per lavorare, per irrigare? Oggi la gestione è ancora, preminentemente, in mano ad enti pubblici, ma il decreto Ronchi del 2009 obbliga il passaggio della gestione ad enti privati, salvo eccezioni. Poiché la rete idrica nazionale, è in cattive o pessime condizioni (c’è una dispersione di acqua del 30 per cento circa), il legislatore ha stabilito l’ingresso dei privati nella speranza di migliorare il sistema distributivo dal momento che ad essi si garantirebbe un compenso proporzionato al capitale investito. Ma molti reagiscono dicendo che in tal modo, di fatto, affidiamo la politica dell’acqua – un bene super-prezioso e di tutti - a chi ci speculerebbe per guadagni privati. Votare SI, vuol dire continuare ad eliminare la presenza di privati per non cadere nella speculazione. Votare NO vuol dire far entrare i privati con tutti i pro e i contra. Il problema è così rilevante che la stessa Commissione Episcopale Italiana ha voluto ricordare che “la questione dell’acqua e simili sono questioni sulle quali ci deve essere sempre grande vigilanza e responsabilità sociale. L’acqua è uno dei beni fondamentali che deve essere salvaguardato e custodito per il bene di tutti”. Il terzo quesito è riferito alla costruzione di centrali nucleari per la produzione di energia elettrica. Dopo il NO alle centrali voluto dal referendum indetto da Craxi negli anni ’80 in seguito al dramma di Chernobyl, il problema si ripropone avendo il governo deliberato di riprendere il cammino delle costruzioni delle centrali, salvo pausa biennale dopo le conseguenze dello tsunami in Giappone. Chi vota SI blocca il cammino verso le centrali per cinque anni; chi vota NO invita il governo a riprendere le procedure per costruirle. L’ultimo quesito tende ad eliminare la legge che prevede la possibilità per il capo del governo e per i ministri di non doversi presentare ad un eventuale processo a loro carico. La legge è già stata corretta in parte dalla Corte costituzionale. Comunque chi vuole che sia abolita vota SI, chi vuole che questo privilegio sia mantenuto vota NO. Vittorio Massaccesi [email protected] Bolletta del Gas Metano? Non farti scegliere... SCEGLI APRI IL GAS, ACCENDI IL RISPARMIO w w w. tecni consul energ i a. i t MOIE (AN) Via Clementina Nord, 65/I - Tel. 0731 831012 2 del più e del meno Una bella notizia di Giuseppe Luconi Dopo che per tre mesi questo spazio del giornale è stato dedicato al racconto del contributo di Jesi all’Unità d’Italia, torna la rubrica «Del più e del meno». Torna con una bella notizia: «Stiamo lavorando per la riapertura del museo archeologico all’interno del complesso San Floriano». Lo ha detto l’assessore alla Cultura, Leonardo Lasca. E la riapertura dovrebbe essere a breve, essendo annunciata «per l’estate»: come dire che il museo potrà essere visitato dai turisti in arrivo a Jesi con i mesi caldi. Non si sa se la sistemazione del museo nel complesso San Floriano dovrà essere considerata provvisoria o lo sarà in via definitiva. Tempo addietro si era parlato di un trasferimento al Palazzo Pianetti, in locali «rimediati» all’interno dell’edificio. Definitiva o no, l’importante è – intanto - che il museo torni ad essere visitabile. Tra le ragioni che impedivano l’apertura del museo, quella della mancanza di personale. Probabilmente era così. Non posso però non riandare con la memoria ai tempi che furono, quando mi ero affacciato da poco nel mondo del giornalismo. Allora collaboravo con la rivista «Ancona e la sua Provincia», edita dall’Ente Provinciale per il Turismo. Giorgio Mariani, direttore della rivista, mi chiese un articolo sulla pinacoteca di Jesi. A quel tempo, biblioteca, pinacoteca e museo convivevano nel Palazzo della Signoria: il museo a pianterreno (nella Salara), pinacoteca e biblioteca al primo piano. Il personale addetto, se la memoria non mi tradisce, consisteva in un direttore (il prof. Edoardo Pierpaoli), un impiegato (Ildo Cerioni, ex vigile urbano) e una donna addetta alle pulizie. Pochissime persone, dunque, ma era possibile accedere alla biblioteca, alla pinacoteca e al museo (naturalmente so che un confronto tra ieri e oggi è improponibile). Ricordo che, in mancanza di illustrazioni sulle opere del Lotto (illustrazioni che dovevano corredare l’articolo), mi ero fatto accompagnare dal fotografo e amico Antonio Luminari. Il prof. Pierpaoli si dimostrò disponibilissimo, fornendomi notizie sulla Pinacoteca e sul Lotto, ma non volle che per le foto venisse usato il flash. Fu irremovibile e presumo che avesse ragione: il lampo luminoso del flash avrebbe potuto danneggiare i colori del dipinto. Torniamo all’oggi, al museo archeologico. Doveva (e poteva?) essere riaperto già da tempo. Purtroppo, il precedente assessore alla Cultura aveva archiviato la pratica museo ancora prima di aprirla. Ed aveva bocciato, senza possibilità di appello, la proposta di Lorenzo Verdolini di realizzare a Jesi, in un edificio del centro storico, il «Palazzo dei musei» in cui raccogliere reperti e documenti delle arti e dei mestieri tipici della tradizione jesina. Abbiamo già – e onore al merito a chi ne ha permesso la realizzazione – il museo della stampa. A questo, nei luoghi e nelle forme più opportune, perché non affiancare strumenti e testimonianze di altre attività «storiche» di Jesi? Quelle dei cordai, delle setaiole, dei calderai… Certo, non sono cose che si realizzano dall’oggi al domani: ci sono costi, tempi tecnici, difficoltà previste ed impreviste, cui tuttavia si può far fronte con successo se ci sono volontà, determinazione, convinzione. Bisogna crederci, insomma, e questa è forse la fatica più grossa… Monsano: l’11 e il 12 giugno i bachi da seta I bachi da seta al teatro Nella Romanelli ci riprova. Un anno dopo: ancora una mostra sui bachi da seta: questi sono i “figli” di quelli; di generazione in generazione, una dopo l’altra, memoria di una cultura che nelle nostre terre è quasi scomparsa, ma che ha lasciato tracce indelebili. Nelle tradizioni contadine e nei ricordi dei vecchi, nelle case a “bigattiera” ove era fervente l’industria manifatturiera della seta. Nella, monsanese doc e maestra in pensione, ci fa rivivere quella memoria e quei ricordi. Una mostra unica nel suo genere, che sottolinea pure il suo Voce della Vallesina Cultura e società 12 giugno 2011 amore per questi animali preziosi, quasi “miracolosi”. Ella coltiva questo hobby perché continua a essere educatrice: innumerevoli sono, ancora oggi, i bambini che apprendono la lei l’antica cultura della “bacologia”: metronomo occupazionale e lavorativo, perciò strumento eminentemente economico e antropologico, che ha scandito i ritmi della vita jesina fino agli anni Sessanta del secolo scorso. L’appuntamento è presso il teatro parrocchiale di Monsano, Piazza Matteotti. Sabato 11 giugno, dalle 17,30 alle 23. Domenica 12 giugno, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 23. Se andate a votare i referendum popolari, allargate il giro della passeggiata: ne varrà la pena… Soprattutto se avete bambini con voi, portateli: impareranno cose che non hanno mai visto e chi ha “qualche anno in più” proverà un po’ di nostalgia… L’ingresso è gratuito, ovviamente! Oreste Mendolìa Gallino Avis: progetto “AVISMIA” a Jesi, Parco Mattei, dal 15 al 19 giugno Insieme per il volontariato Dal 15 al 19 giugno, al parco E. Mattei, nella zona Smia (per chi ancora non lo sapesse un bellissimo parco a ridosso di Viale del Lavoro) si svolgerà la seconda edizione di “AVISMIA” – laboratorio della solidarietà. Di seguito i lettori troveranno la sintesi del programma; qui vorremmo sottolineare come questo evento si caratterizzi sempre di più come un progetto di condivisione e collaborazione tra circa venti associazioni di volontariato della Vallesina. Tutte insieme – avendo come capofila la sezione comunale dell’Avis che è finanziatrice e motore organizzativo di “AVISMIA” – sono riuscite a mettere insieme un programma ricco e variegato. Da sottolineare in questa edizione un convegno sul tema “Il volontariato in tempo di crisi economica e sociale” che, con la partecipazione di autorevoli relatori e l’intervento di alcuni dei protagonisti che operano da tanti anni in questo settore del nostro territorio, mette il dito sulla piaga della crisi economica ma anche di quella sociale che colpisce (come?) anche il volontariato. In questa direzione molto interessante sarà conoscere gli esiti di un questionario che è stato elaborato dalle associazioni per conoscere come le stesse affrontano questo particolare tempo in cui stanno operando. Sarà anche l’occasione per molte associazioni di conoscersi reciprocamente meglio, attraverso scambi di informazioni, dati, problematiche. “AVISMIA” è anche caratterizzata da un progetto di animazione teatrale per bambini dai 6 ai 14 anni che quest’anno sarà condotto dagli “Attori di volontariato dell’Avis”, un gruppo di donatori che da circa un paio d’anni affrontano il lavoro di promozione del messaggio della donazione utilizzando la teatralità come veicolo di emozioni e coinvolgimenti per la donazione. E ancora: dimostrazioni e asta benefica di Bonsai, Action Painting con alcuni studenti dell’ “Istituto statale d’arte” di Jesi, Cabaret con gli “Onafifetti”, lo storico gruppo jesino amatissimo da chi apprezza questo genere di intrattenimento tra la satira e la musica, l’attore Luigi Paoloni che leggerà alcune poesie in vernacolo jesino dei maggiori autori cittadini sul tema dell’amicizia e della solidarietà. E poi dimostrazioni di pet therapy, primo soccorso e protezione civile, per finire e… cominciare con una vera e propria rassegna di teatro per ragazzi a cura del teatro Pirata che porterà sul palcoscenico del parco Mattei le sue produzioni più coerenti con il tema del festival. È un evento dedicato ai bambini ai loro genitori, ma anche ad un pubblico più adulto che troverà… pane per pomeriggi e serate all’insegna della solidarietà ma anche del divertimento costruttivo. zioni familiari Atena, Avis Jesi, Avulss Jesi onlus, Auser Filo D’Argento, CPF Consultorio “La Famiglia”, Circolo Legambiente “Azaruolo”, Croce Rossa italiana comitato di Jesi, Croce verde Jesi, Donne sempre, Il Cuore della Vallesina, L’albero di Pina, Nucleo volontariato e Protezione Civile “I Leoni Rampanti Jesi”, Nucleo volontariato CB OM Jesi, Oikos onlus, onlus Tutela Salute Mentale della Vallesina. Alcuni appuntamenti Da mercoledì a sabato, dalle ore 17, laboratori di animazione teatrale per bambini. Venerdì alle 17,30: convegno su “Il volontariato in tempo di crisi economica e sociale” Sabato alle 18 dimostrazione di Pet-teraphy a cura dell’Admo; alle 19 esecuzione gratuita di mineralometria ossea computerizzata (Moc); alle 21,30 performance finale laboratori di animazione teatrale; alle 22,30 le poesie solidali con Luigi Paoloni. Domenica, Giornata del Donatore: ore 17 santa Messa del vescovo Gerardo animata dalla corale Brunella Maggiori; alle 17,45 la cerimonia con la premiazione dei donatori benemeriti e la consegna del Premio Alessandro Federici; alle 18,45 dimostrazione di Primo Soccorso e protezione civile; alle 19,15 cabaret con gli Onafifetti “Detto fra noi”; alle 21,30 la compagnia “Il Melarancio” presenta “La battaglia dei cuscini”. Nel periodo di Avismia funzionerà dalle 19,30 un ristorante self-service. Il convegno Il convegno “Il volontariato in tempo di crisi economica e sociale” che si svolgerà il 17 giugno dalle ore 17,30 sarà introdotto da Sandro Brilli, presidente Avis Jesi e da Fabiano Belcecchi, sindaco di Jesi. Moderato dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche Gianni Rossetti, prevede la relazione di Alberto Niccoli, docente di Economia all’Università Politecnica delle Marche. Alessandro Fedeli, direttore del Centro Servizi Volontariato Marche presenterà il risultato del questionario. Interverranno poi: don Giuliano Fiorentini, presidente dell’Oikos, Luca Giampaoletti, presidente provinciale del Centro Sportivo Italiano, Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche, Mauro Perugini, responsabile Volontariato dipartimento Regionale Protezione Civile, Bruna Aguzzi, assessore ai servizi Sociali Comune di Jesi, Gianni Fiorentini, assessoEcco l’elenco delle associazioni che par- re alle politiche sociali della provincia di tecipano ad “AVISMIA”: Admo Marche Ancona. Conclude Mario Argentati, presezione Vallesina, Aido gruppo Bendia di sidente associazione Volontariato MarJesi, Anfass onlus di Jesi, Anteas onlus di che Provinciale di Ancona Jesi, Arca della nuova Alleanza, Associas.s. La conferenza del professor enrico Ciuffolotti al circolo contardo ferrini San Francesco e Federico II si sono incontrati? La conferenza del prof. Enrico Ciuffolotti del 3 giugno, sul tema: “San Francesco e Federico II (si sono incontrati?)” ha suscitato interesse e curiosità tra il pubblico presente. L’oratore ha descritto con scrupolosa esattezza tutte le date della vita e delle imprese dei due personaggi, e le ha messe in parallelo, per cercare di scoprire l’eventualità di un loro incontro. Inoltre ha proiettato numerose diapositive, trovate in testi e trattati antichi, che ci hanno fatto conoscere le modalità della vita e del mondo del 1100. Numerosissimi gli interventi del pubblico: i rappresentanti del mondo della scuola, della cultura e gli appassionati della jesinità, hanno portato importanti contributi personali, così che abbiamo con piacere recepito novità nella vita dei due grandi personaggi. La conclusione: non esistono documenti certi su un loro incontro, anche se esistono alcune coincidenze come quella della Cresima dell’Imperatore, che si celebrò in Assisi quando l’imperatore era adulto e Francesco ragazzino. Anche la loro partecipazione alle crociate non avvenne in tempi simultanei. Ringraziamenti vivissimi al preparatissimo oratore, saluti ai presenti e alla rappresentanza della Fondazione Federico II. plb Voce della Vallesina arte Scusate il bisticcio Dal libro di Joseph Roth al film del regista Olmi Peter Pun (con la u) www.peterpun.it SDRUCCIOLONI EVITABILI [segue dal numero precedente] C’è poi chi è più realista del re: convinto, a torto, che in inglese più si trae indietro l’accento meglio è, pronuncia come sdrucciole parole che in quella lingua sono in realtà piane. È il caso, ad es., di performance. Quanti – anche radio-telecronisti – pronunciano questa parola con l’accento sulla e iniziale. Consultate qualsiasi dizionario provvisto di pronuncia: l’accento tonico cade sulla o centrale. Come si comportano i vocabolari italiani riguardo alla parola - zaffiro - di cui stiamo trattando? Non ho svolto una ricerca sistematica al riguardo, ma ho la netta impressione che fino a una cinquantina d’anni fa i dizionari presentassero una sola pronuncia, quella esatta, ignorando semplicemente l’altra; e che in seguito, per un certo periodo, si sia riportata anche la pronuncia alternativa, presentandola però come scorretta. Sotto la spinta del famigerato ’68 – che ha sdoganato tutto lo sdoganabile – la si presenta oggi come meno corretta. Istruttivo, secondo me, il raffronto tra due vocabolari che vanno per la maggiore. Esempio di eccessivo cedimento alle mode è, a mio parere, il celeberrimo e celebratissimo Zingarelli. Mentre nell’edizione del ’94 riportava come “da evitare” la pronuncia sdrucciola, nell’edizione del 2008 presenta quest’ultima come altrettanto accettabile, ispirata però alla parola greca corrispondente – sàppheiros – che è evidentemente sdrucciola. [segue nel prossimo numero] ATTENTI A NON CONFONDERE... Scambio di consonanti ...una costruzione teorica suggestiva, ma senza fondamento, con un accordo di interessi tra categorie privilegiate. Insomma: tra un xxyxxxxx di xxzxx e un xxzxxxxx di xxyxx *** Soluzione del gioco precedente Moira - Loira La Citazione a cura di Riccardo Ceccarelli La persona al centro La centralità della persona consente di pensare un uso del pianeta responsabile e capace di cura. Vale però la pena di sottolineare come riferimento antropologico implichi un decisivo mutamento di paradigma in campo economico e tecnologico. E viceversa: non è pensabile una riformulazione dell’aspetto economico-tecnologico globale senza mettere al centro, non solo a parole, la persona e i suoi legami sociali. Card. Angelo Scola, patriarca di Venezia, “Avvenire”, 18 maggio 2011, p. 29. 3 MEIC: Cineforum su “La leggenda del santo bevitore” diretto da Piera Scortichini al Kolbe (ghiribizzi lessicali) 12 giugno 2011 La Pulce Si scaldano motori e passioni all’avvicinarsi del Congresso eucaristico di Ancona. Il cui arcivescovo nel febbraio scorso è stato denunciato da Dante Svarca, (gruppo “sbattezzo”) per “abuso della credulità popolare”. Alla pari di Vanna Marchi, infatti, il prelato dorico va condannato per diffusione della diceria (contro tutte le evidenze scientifiche) che nell’Ostia c’è il Corpo di Cristo. Reato che rientra fra le sofisticazioni alimentari: lui se ne intende come ex comandante vigili urbani. Se capitasse il buon’uomo in chiesa, al canto del Tantum ergo sentirebbe “…non i sensi ma la fede prova questa verità”. E stia pur tranquillo: “La fede non è di tutti!” (2 Ts 3,2). dvm Dopo aver guidato il Cineforum del 25 novembre sul film “Centochiodi” di Ermanno Olmi, la prof.ssa Piera Scortichini ha presieduto l’11 maggio la serata culturale organizzata per la visione di un nuovo film del regista Olmi: “La leggenda del santo bevitore”, nato dalla trasposizione cinematografica del racconto originario di Joseph Roth. La relatrice, dopo aver introdotto con un’interessante collocazione storico-letteraria lo scrittore Roth e le sue opere, ha evidenziato gli aspetti significativi del film ponendolo in una situazione di confronto con il racconto, riguardo al quale «l’opera di Olmi si distingue per la sua dimensione paradigmatica«. Protagonista della storia è il vagabondo “bevitore”, di nome Andreas, che è interpretato dall’attore Rutger Hauer (nella foto), e vive nella Parigi contemporanea anziché in quella degli anni ‘30 in cui è ambientata la narrazione di Roth, che ha fatto della vicenda di Andreas la parabola trasparente della sua vita. Nell’opera del regista invece «c’è stata l’intenzione di attualizzare la storia e di farla diventare la storia di ogni tempo e di ogni luogo non più di un solo uomo ma dell’uomo, che nella sua fragilità e debolezza può cadere per motivi diversi fino all’estremo limite esistenziale, ma può essere sollevato dall’incontro con l’altro, dietro a cui (e qui c’è tutta la visione cristiana di Olmi) c’è l’azione provvidenziale del bene Altro». Lo stato di dispersione e di provvisorietà dell’uomo non si risolve tuttavia se non alla fine della vita, e anche qui il film «fa leggere oltre». “Quei piccoli, grandi miracoli non riconosciamo” «Dove va fratello?» chiese l’anziano signore ben vestito. «Non sapevo di avere un fratello e non so dove la strada mi porta» rispose il vagabondo. È questo il toccante, emblematico momento iniziale del racconto di Roth e dell’omonimo film di Olmi. Il delicatissimo dialogo di una sera di primavera, sotto i ponti di Parigi dove stranamente si incontrano un vaga- bondo e un signore ben vestito, prosegue con toni garbati e termina con un alone di vago misticismo. Il primo, pur vivendo in una situazione di grande squallore, dimostra di conservare un’intima dignità ed un fondamentale senso dell’onore quando, all’offerta di una cospicua somma di denaro da parte dello sconosciuto, risponde che non può accettare se non impegnandosi a restituire il dovuto. All’enigmatico signore va bene così, purché la restituzione avvenga nella chiesa di S. Maria di Batignolles, presso la statua della piccola Teresa di Lisieux. L’unica debitrice del diseredato è lei, la Santa a cui il benefattore deve grande riconoscenza. Mentre il vagabondo accetta il denaro prendendo molto a cuore l’impegno della restituzione, lo sconosciuto si dilegua nella semioscurità dei rari, fiochi lampioni del lungosenna. Da questo momento “La leggenda del santo bevitore” che, nella versione letteraria si snoda poeticamente come sospesa in un’atmosfera mitico – fiabesca, nella versione filmica assume tutta la forza della verità. La verità di un’esistenza, quella di Andreas, vissuta tra gli ultimi, in compagnia della desolata solitudine di altri pezzi di umanità derelitta che bivacca sulle rive del fiume. Ma anche la verità di un personaggio che, pur vedendo più volte accendersi luci a illuminare il suo incerto cammino, continua ad assistere con rassegnata indifferenza al proprio degrado. Andreas non ha la capacità di scorgere in quei momenti miracolosi della sua vita le vere occasioni di cambiamento, le opportunità che potrebbero restituirlo ad una esistenza più degna. Non solo, ma in quelle ore di luce si lascia anche sfuggire il tempo favorevole per assolvere l’impegno preso e mai dimenticato. È la caducità di un personaggio portata alle estreme conseguenze, ma è la caducità dell’uomo che nella situazione di “straniamento” in cui spesso si lascia vivere non sa cogliere o raccogliere quei piccoli, grandi miracoli che gli vengono incontro, perché non li riconosce. In un andamento di aperture e continui ritorni, si respira nel film il clima quasi ossessivo dell’“atteso che non si compie” dove, nell’incessante ritorno al presente, non hanno più respiro la memoria, la volontà, la speranza. L’ingresso in nuovo giorno è l’ingresso in uno dei “soliti nuovi giorni”, in cui il vagabondo si avvicina e si perde nella meta impossibile dei suoi offuscati desideri. Ma ci sarà un giorno, e sarà quello della sua morte, l’occasione del riscatto, perché quella mano portata alla tasca della giacca prima di cadere inesorabilmente a terra accanto alla statua della piccola Teresa indica il gesto della sua salvezza, il momento liberatorio del desiderio appagato. Ricorda Stefan Zweing, raffinato scrittore contemporaneo di Roth, in “Momenti fatali”, che ci sono nella vita di ogni uomo momenti sospesi tra atteso e inatteso in cui possono maturare eventi che trascendono la contingenza, “ore stellari”, ore che “fulgide e immutabili come le stelle risplendono sopra la notte dell’umana caducità”. Bisognerebbe sollevare lo sguardo! Fosse anche all’estremo limite dei nostri “soliti nuovi giorni”, quando ci sarà un Dio che spalancherà definitivamente le porte dell’ “inatteso che si compie”. Maria Rita Sampaolesi Jesi: appuntamenti estivi in Pinacoteca per iniziativa della direttrice Un’estate dal sapore di sale e di mare Durante i mesi di giugno e luglio, Jesi colorerà le sue serate con tante piacevoli iniziative organizzate dal comune ed a cura dell’assessorato alla cultura, Pinacoteca e Musei Civici. Giugno sarà il mese dedicato alla storia dell’arte e le serate, che si svolgeranno nella “Galleria degli Stucchi” di Palazzo Pianetti, prenderanno il nome di “Percorsi d’estate” e saranno così divise: il 7, la voce narrante di Enrico Guida condurrà in un viaggio dal nome “Ut Pictura Poësis. Le stanze di Enea”, il 15 Maria Cristina Zanotti proporrà il percorso “San Francesco al monte: un tesoro da ritrovare” ed infine il 22 Alfio Albani ed Andrea Socrati parleranno de “La fruizione tattile dell’opera d’arte”. Luglio invece, mese estivo per eccellenza, sarà dedicato ai viaggi e alle vacanze. Le serate, tutte condotte dal professor Ferruccio Farina nel giardino dello Studio per le Arti della Stampa (Palazzo Pianetti Vecchio), prenderanno il nome di “Sapore di sale” e saranno così divise: il 6 ci sarà “Il mare fa bene”, percorso tenuto sulla base degli appunti del dott. Richard Russel (1750) e di Paolo Mantegazza; il 13, con “Le cattedrali sulla battigia”, ci si occuperà di mode e architetture balneari; infine il 20 si terrà un confronto tra le cose Marchigiane e quelle Romagnole dal titolo “La cosa gioiosa e la Costa gentile”. Tutti gli appuntamenti inizieranno alle ore 21.15 e contribuiranno alla formazione di una cultura artistica e balneare di cui la nostra regione è molto ricca. Gioele Marozzi Pergolesi in musica Il 15 aprile, nell’Auditorium dell’ “Accademia Internazionale di Canto – Renata Tebaidi e Mario del Monaco” di Pesaro, il pubblico ha potuto assistere all’esecuzione dello “Stabat Mater”, opera attribuita a Jacopone da Todi e messa in musica da alcuni dei più celebri musicisti, quali i nostri Rossini e Pergolesi. Nonostante la difficoltà di esecuzione del pezzo scritto da Pergolesi, le due soprano e la pianista che hanno eseguito l’opera hanno saputo tenere alto l’onore della letteratura italiana e della grande musica Jesina, ricevendo applausi emozionati da tutti coloro che hanno preso parte alla serata pesarese. EVENTI ESTIVI Giugno 2011 e le manifestazioni a Jesi L’ufficio del turismo del comune di Jesi ha programmato per questo mese diversi appuntamenti da non perdere con il mondo dell’arte, altresì perché i protagonisti dei vari spettacoli saranno per lo più giovani jesini. Spettacoli Si parte sabato 18 alle ore 21.15 con replica la domenica seguente con il saggio di danza della scuola “Nuovo spazio danza”, lo spettacolo avrà luogo al teatro G. B. Pergolesi (info: fondazione Pergolesi Spontini 0731 206888- [email protected]). Mercoledì 22 alle ore 21.15 presso il teatro Pergolesi ci sarà “Rosso coraggio. Spettacolo musicale e teatrale” a cura della scuola musicale Pergolesi in cui si esibiranno i suoi allievi (info: Scuola musicale Pergolesi 0731 Mancini aperta dal martedì al sabato 9.00- ore 21.15, Maria Cristina Zanotti intrat205856- www.scuolapergolesi.it). E per fi- 12.30 / 16.00-19.30 presso la Galleria con- terrà il pubblico in un convegno dal titolo nire, sabato 25 alle ore 21 al teatro Pergolesi temporaneo in piazza Ghislieri n. 3 (info “San Francesco al Monte: un tesoro d’arte con replica il 26, “Emozione di un dipinto”, :0731 209087- www.contemporaneohouse. da ritrovare”, mentre mercoledì 22 giugno saggio di danza della palestra Linea Club it). Infine dal 25 giugno fino al 20 novembre sempre alla stessa ora, un altro convegno (info: fondazione Pergolesi Spontini 0731 “Segni dell’Eucaristia” allestita presso il mu- “La fruizione tattile dell’opera d’arte” sarà 206888). seo Diocesano in piazza Federico II con ora- animato dall’intervento di Alfio Albani e rio da lunedì a giovedì 9.30/13.00; venerdì Andrea Socrati. Mostre 9.30-13.00/ 16.00-20.00; sabato e domenica A ravvivare le serate estive di giugno, ci saInoltre in questo mese aprono diverse 16.00-20.00. Dalla prima domenica di otto- ranno anche dei concerti musicali, che si esposizioni: dal 18 giugno fino al 17 luglio bre: da lunedì a venerdì dalle 9.30 alle 13.00; svolgeranno al Teatro V. Moriconi, sabato la mostra antologica di “Aldo Moriconi domenica 17.00-20.00, è chiusa nei giorni 18 e 25 giugno alle ore 21.15, in collabora1923-1973” presso il Palazzo dei Convegni festivi. (info:0731 226749- www.congresso- zione con le scuole musicali G.B. Pergolesi in Corso Matteotti, visitabile da martedì a eucaristico.it). e Aulos. domenica con orario 10 - 20, il sabato dalle 10 alle 23 e il lunedì è chiusa (info: tel. 0731 Convegni & concerti Per maggiori informazioni: 0731 538420 59805 www.fondazionepergolesispontini. Nella Galleria degli stucchi di Palazzo Pia- e.mail: [email protected] - sito com). Fino a sabato 25 la mostra di Marta netti, mercoledì 15 giugno a partire dalle internet: www.comune.jesi.an.it 4 Voce della Vallesina attuALITà 12 giugno 2011 Indicatori di speranze. Nonostante tutto Don Milani come educare alla vita… di Remo Uncini Un gruppo di amici della Vallesina, guidati da don Attilio Pastori, il 2 giugno scorso, ha voluto visitare Barbiana, piccolo borgo rurale dove don Milani ha sperimentato un modo gli argomenti di discussione. La matematica, la geografia, la scienza, la politica, tutto era oggetto di studio, traendo dai fatti, gli argomenti di lezione. Pensandoci oggi, con un sistema cosi impegnativo forse ci vene il dubbio di come sia- diverso di stare con gli ultimi nelle campagne sperdute in mezzo alle colline. Nel pomeriggio hanno partecipato alla Santa Messa celebrata nella chiesa della piccola parrocchia da don Attilio che nell’omelia ha collegato l’esperienza di don Milani alla sua necessità di vivere andando al di là delle parole, donandosi. Nel 1954 fu mandato in quel posto sperduto delle colline toscane, a causa delle sue idee, scomode alla Chiesa di allora, per come comunicava il Vangelo. Morì giovane, ad appena 44 anni nel 1967. «Quando arrivò si preoccupò subito - ci disse Giancarlo Carotti che ci ha accolto, allievo del primo gruppo della scuola di Barbiana - di porsi la domanda di come spiegare il Vangelo a quei contadini senza nessuna cultura che vivevano in quei fondi di mezzadria spezzandosi la schiena per la fatica». Incontrò quei contadini convincendoli a mandare a scuola i loro figli presso la sua canonica, si era impegnato in un compito non facile, quando anche i ragazzini erano una manovalanza per la campagna da non perdere. Quella di don Milani è una testimonianza che corre il rischio di perdersi nel tempo perché non è stata attuata dal momento che impone di rivedere come si fa scuola e dell’importanza che essa ha nello Stato. Il libro che ha scritto con i suoi ragazzi “Lettera ad una professoressa” è una condanna senza appello al sistema educativo di quel tempo e continua a porre degli interrogativi anche oggi. Giancarlo Carotti definisce i problemi dei nostri tempi sfide diverse da quelle di allora, ma educare è il mezzo per far emergere coscienze, renderle libere, dando lo strumento della conoscenza per interpretare la realtà. Durante l’arco di una giornata gli allievi nella sua canonica, frequentata 365 giorni all’anno per 12 ore al giorno, sperimentavano come insieme potevano arrivare al sapere. Non c’era chi rimaneva indietro negli studi, finché non erano tutti allo stesso livello di apprendimento non si andava avanti. Non esistevano libri, ma solo i giornali che don Milani faceva venire dalla città vicina. Da essi traevano mo stati educati. Nelle nostre scuole la meritocrazia viene assunta come mezzo di discernimento. Abbiamo studiato solo per finalità soggettive? Oppure anche per assumere responsabilità civili, per essere buoni cittadini, finalizzando la scuola non solo al sapere ma alla promozione umana. Ma la domanda che si pone è anche un’altra. Don Milani, in una sperduta campagna della Toscana, nascosto nelle sue colline, ha gridato con tutte le sue forze che la conquista della parola - così amava dire ai suoi allievi - è un mezzo di difesa e di giustizia in una società in cui la parola può rivoltarti contro quando viene a confrontarsi se non si ha la padronanza nell’usarla. Conoscere una parola in più - diceva spesso - è una possibilità in più per difendersi. Loro, poveri contadini, assoggettati al duro lavoro dei campi, dentro un sistema padronale che li rendeva subalterni, improvvisamente hanno visto arrivare un prete che per avere la possibilità di parlare del Vangelo, per farlo capire, li aiuta a capire la parola che lui trasmette che è un mezzo per combattere ogni schiavitù. Lui si è domandato che non bastava portare il “Cristo” con il suo ministero, ma che necessitava diventarlo, donandosi ad una comunità sperduta, morendo come un seme che se non muore non porta frutto. Il potere quale esso sia è fatto di mediazioni, condizioni. Don Milani separandosi da esso, non utilizzandolo, anzi, ponendosi in antitesi, ha dovuto immergersi nei problemi di poveri contadini. Ha contestato il potere con i fatti, dove non sarebbero potuti arrivare a determinarlo, rimanendo fedele soprattutto al ministero del condividere. Si è posto fin da subito il problema di dare gli strumenti del sapere ai figli dei contadini perché potessero avere una vita più libera rispetto ai padri. Questo è l’insegnamento che ancora rimane: la libertà di coscienza non ha prezzo con un sentire spirituale che spinge a compiere azioni come quella di don Milani, donando il suo sapere per accrescere il sapere di altri suoi fratelli, evangelizzando e facendo capire la Parola. di Riccardo Ceccarelli Ne sono venuto a conoscenza per caso. Si è svolta sabato 28 maggio per le vie di Desenzano del Garda (Bs) la prima edizione della “Marcia nazionale per la Vita”. Vi hanno partecipato più di cinquecento persone provenienti da ogni parte d’Italia. A promuoverla sono stati il Movimento Europeo Difesa Vita (MEDF) e l’Associazione Famiglia Domani; vi hanno partecipato una quindicina di associazioni e molte personalità del mondo cattolico. Avevano inviato messaggi il card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, mons. Mario Olivieri, vescovo di Albenga-Imperia, mons. Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Claudio Maniago, vescovo ausiliare di Firenze. Commentando il fatto, a cui aveva preso parte, il prof. Roberto de Mattei, qualche giorno dopo (“Il Foglio”, 2 giugno, p. II) scriveva: «La prima “Marcia nazionale per la Vita” si è svolta senza l’appoggio né delle gerarchie ecclesiastiche, né dei partiti politici, né dei mass media. I partecipanti per lo più giovani, sono portatori di un pensiero forte che non trova ospitalità e protezione in alcun schieramento politico. Sta in questa società civile, che oggi affiora con forza al di fuori dei partiti, il futuro della nostra nazione». Andavano al sodo, ai valori, senza compromessi, senza alcun sti. E ci sorprendono i linguaggi diversi. battage pubblicitario, se non quello di Se però ci riflettiamo un istante, riuritrovarsi insieme per una testimonian- sciamo a provarne nostalgia e li diamo za convinta su questioni irrinuncia- per impossibili, fino a quando non ne bili come quelle inerenti la vita quale vediamo convinti assertori e provati tedono contro quella cultura della morte stimoni. E ce ne sono tanti. Più di quelche sta invadendo la società nelle sue li che possiamo immaginare. Quelli espressioni politiche ed ideologiche della marcia di Desenzano, quelli di nonostante le molte parole e le elucu- tanti pellegrinaggi, quelli di tante assobrazioni in contrario. Sono segni che ciazioni che non trovano spazio in alindicano che qualcosa si muove e che cun notiziario, quelli che frequentano alimenta la speranza. Dove trovare del monasteri e abbazie e che nel silenzio resto altri segni che indichino mète e e la meditazione – sull’esempio degli traguardi altrettanto densi di speranza? antichi monaci – sono alla ricerca delNon certo in quei “vincitori” di ogni co- la dimensione verticale per dare il vero lore che si pongono come protagonisti senso a quella orizzontale. Venerdì 3 del momento presente e che al di là di giugno ho partecipato alla cerimonia rivestimenti linguistici baroccheggian- della “partenza” di un giovane scout ti e salvifici, nascondono una povertà giunto al termine del suo percorso fordi valori che segue più il trend ormai mativo. Dopo aver ascoltato le sue e le avviato che non l’ascolto delle più vere, parole degli altri amici messe anche per spesso nascoste, esigenze dell’uomo iscritto, con altri genitori presenti non d’oggi. La “filosofia dell’effimero”, l’esal- abbiamo potuto fare a meno di dire: tazione dell’esperienza a tutti i costi, la “C’è ancora un po’ di speranza per quegiustificazione dell’inutilità della ricer- sto mondo così disastrato!”. Respiri di ca di senso, il crogiolarsi nei pensieri impegno, valori forti, volontà operatideboli come fossero l’unica possibilità ve, obiettivi precisi, un po’ di coraggio. dell’uomo, l’arroganza e la “sicumera Sale per dare sapore alle cose e lievito vittoriosa” – esaltata dai mezzi di co- per far maturare, sono stati alcuni dei municazione – nei confronti della “pa- regali che gli hanno fatto. Non potevazienza del silenzio e della meditazione”, no esserci segni più significativi. Aria sono dilaganti ed invadenti anche gli buona da respirare a pieni polmoni spazi più personali. Speranze corte con in quell’atmosfera asfittica in cui siaorizzonti limitati e che implodono uno mo sommersi. Indicatori per sperare dopo l’altro. Ci hanno abituato a que- ancora. terrelementari Le mani... e la mente Alzando gli occhi al cielo, talvolta ma non sempre, capita di incontrare qualche immagine che ci sorprende. Non vorrei fare poesia, che non ne so fare, ma vorrei solo sottolineare come qualche sguardo, lanciato fuori dai soliti canali ordinari della visione, riesce a scoprire cose nuove. E riesce a stupire anche. Così, oggi lunedì 6 giugno, alle ore 10,30, transitando lungo corso Matteotti, all’incrocio con via Mura Occidentali, lo sguardo mi va sulla facciata della ex scuola professionale, quella che un tempo ospitava la sede di un sindacato e che adesso ci dice che un tempo era l’ingresso di una scuola. Dietro la facciata insiste il cosiddetto complesso S. Martino, il cui chiostro è accessibile da via Palestro. La scuola professionale era stata progettata e realizzata ai primi del secolo scorso; essa formò almeno tre generazioni di lavoratori specializzati, soprattutto in meccanica. Bene: la facciata che mi sono messo ad osservare con una attenzione superiore al normale, la facciata in oggetto porta al suo limite superiore due targhe con due scritte: a sinistra “Studium et doctrina”, a destra “Ars et labora”. Si leg- gono poco, ormai la pietra è sporca e l’incisione delle parole risulta essere quasi illeggibile. Quasi, perché con un po’ di sforzo sono riuscito a capire quali parole fossero incise. Le stesse parole sono diventate una specie di tormentone durante la mattina dello stesso giorno. Mi sono detto che queste quattro parole, altrettanti inviti ad essere seguite come indicazione formativa, educativa, sono ancora di strettissima attualità. Basta fermarsi a riflettere su ciò che significano e ciò che vorrebbero indicare come percorso educativo/ formativo/professionale. Quattro parole di così alto valore incise sull’ingresso di una scuola che preparava lavoratori della materia (ferro, pietra, etc.) fanno pensare che in fondo non esiste una differenza così abissale tra il lavoro materiale e il lavorio intellettuale. Salvo differenze retributive in denaro, forse e non sempre. Studium et doctrina, ars et labora sono un bel programma anche per le nostre scuole contemporanee, anche se lo si svolgesse con il computer, l’ipad, l’e-book, il telefonino di ultima generazione, eccetera eccetera. Silvano Sbarbati notiziebrevi Sfide «La cultura di massa si oppone oggi ai valori cristiani perché poggia sul culto del successo, del consumo e del piacere sfrenato, educando la società – soprattutto i giovani – all’egoismo e alla libertà eccessiva». Parole del metropolita Ilarione, Patriarcato di Mosca: «Dobbiamo imparare a tradurre il nostro messaggio positivo nella lingua della cultura contemporanea. I valori positivi non devono essere più formulati come categorie astratte. Annunciare i valori positivi può riabilitarli e renderli facilmente assimilabili, dando loro una dimensione viva, esistenziale». Ilarione ha ricordato ch’erano numerose, fino al XX sec., le famiglie russe ed europee, indipendentemente da reddito e stato sociale. Oggi tali nuclei sono una rarità. Che cosa fare? «Ricordare alle persone le verità morali, creare clima e condizioni sociali favorevoli alle famiglie numerose. L’aiuto sociale dev’essere una priorità del lavoro parrocchiale e pastorale; tutte le forze vive sociali devono unirsi per fermare l’estinzione della popolazione e invertire la tendenza allarmante degli ultimi decenni. La crescita demografica ha bisogno d’essere stimolata a livello economico e finanziario ma dipende anche dalla diffusione della parola di Dio». Turchia europea? La fotografia, prima che la sfigurassero a colpi di pietre, la mostra con labbra rosse; occhi grandi, splendenti, e pieni di gioia di vivere. Katya Koren, 19 anni: partecipa a un concorso di bellezza e ciò la condanna alla lapidazione, perché la sharia vieta queste (e molte altre) cose. Prima la barbara esecuzione, poi è sepolta in un bosco non lontano dal suo villaggio. Hina Saleem fu sgozzata e sepolta nell’orto di casa, vicino Brescia, con la testa rivolta alla Mecca, il corpo nel sudario. Rifiutò un matrimonio combinato dal padre, pagando con la vita la sua ribellione. Nel 2009, a Pordenone, morì Sanaa Dafani, accoltellata a morte dal padre per via della sua relazione con un italiano, un «infedele». A Gaza molte ragazze sono uccise ogni anno in nome della sharia (una di esse, due anni fa, fu sepolta viva dal padre). Nella moderna Istanbul, che preme per entrare in Europa, si conta un delitto d’onore a settimana. Volontariato 2011: Anno Europeo del Volontariato. «Il volontariato è una delle dimensioni fondamentali della cittadinanza attiva e della democrazia, nella quale assumono forma concreta valori europei quali la solidarietà e la non discriminazione e in tal senso contribuirà allo sviluppo armonioso delle società europee». Secondo il Censis, il 26% degli italiani svolge attività di volontariato. Un impegno radicato fra i giovani (34%) ma elevato anche fra i 30-44 anni (29%); cala poi fino al 20% fra gli anziani. Volontario perché? Per il 38% significa fare qualcosa per gli altri; per il 27,3% i motivi sono etico-religiosi. Tutti soddisfatti i volontari: il 97% giudica positivamente l’esperienza. Le attività si concentrano su sanità e assistenza: si occupano di malati, di giovani, di donne, di bambini, di anziani, di disabili, di detenuti, d’immigrati (cfr. la Caritas…). Significativa la presenza dei volontari nell’ambiente, nella tutela dei diritti, nella cultura e nello sport. Oreste Mendolìa Gallino Voce della Vallesina Vallesina 12 giugno 2011 5 Jesi: i diciottenni jesini ne hanno ricevuto una copia dal sindaco Fabiano Belcecchi e dal giudice Giovanni Maria Flick La Costituzione come valore per il futuro Giovedì 2 giugno, 65° anniversario della Repubblica Italiana, presso il Teatro Studio Valeria Moriconi, Fabiano Belcecchi, sindaco di Jesi, e Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale, hanno consegnato, a ciascun giovane neodiciottenne di Jesi, una copia della Costituzione Italiana. «È un bel momento sia per i ragazzi che per la comunità ed è importante che ogni anno aumenti il numero dei giovani accompagnati dalle famiglie, - ha confermato il sindaco - questo piccolo gesto rappresenta la chiamata della comunità ad una corresponsabilità per la costruzione della nostra società futura». Molto significativo è il pensiero di Giovanni Maria Flick, il quale nella sua relazione, seguita ed acclamata dai presenti, percorre la storia italiana dal risorgimento al dopo guerra, affermando che la Costituzione è la chiave per comprendere il significato dell’unità d’Italia. «I valori del nostro ordinamento giuridico sono il principio di pari dignità sociale e la laicità ed occorre guardare a questi valori del passato e del presente, per costruire una cittadinanza europea forte e solidale alla quale dobbiamo arrivare». Egli, presidente emerito della Corte Costituzionale, ripone grande fiducia nei giovani, nelle associazioni di volontariato, nel federalismo, inteso in senso solidale, e nella dimensione europea che sono le radici per continuare il percorso cominciato più di due secoli fa. Alla domanda, quale è il significato che si nasconde dietro alla consegna di una copia della Costituzione ai giovani, egli risponde: «Quest’evento rappresenta il passaggio del 2 Giugno a Monsano: la Costituzione ai diciottenni testimone da parte di chi come me ha lavorato per applicare la Costituzione. Chi diventa maggiorenne assume il compito di seguirla e di farla vivere ed è per questo che è bene conoscerla. I giovani, da sempre sensibili alla politica, devono essere coinvolti da noi adulti che dobbiamo saper cogliere questa attenzione e saper dare delle risposte in grado di suscitare interesse. I ragazzi hanno una vitalità fondamentale e si tratta di essere in sintonia con loro e di riuscire a spiegarsi in modo che la gioventù possa capire ciò che ha di fronte». I ragazzi e le ragazze di Jesi, molto emozionati, hanno seguito l’evento con entusiasmo ed interesse. «È stato molto emozionante e coinvolgente, in grado di spronare noi giovani a combattere per il nostro futuro - sono queste le parole di due studentesse, Sara Talacchia, del Liceo Pedagogico e Francesca Brecciaroli, del Liceo Classico, presenti all’evento. - È bello entrare a far parte della società e all’interno di questa atmosfera repubblicana e costi- tuzionale che si respira». Lucia Campanelli Nella prima foto da sinistra l’assessore Lasca, il giudice Flick e il sindaco Belcecchi; nella seconda foto un momento della consegna ai diciottenni della Costituzione. Talenti jesini alle Olimpiadi degli Studenti Un successo che si ripete Tanti “geni” al liceo scientifico! Sono stati in tanti, ancora una volta a salire le scale del Municipio. Ben 28 sui 40 nati nel 993, diciottenni e dunque cittadini italiani a tutti gli effetti, intervenuti in Comune per ricevere dal sindaco Gianluca Fioretti una copia della Costituzione firmata il 27 dicembre 1947 da Enrico De Nicola, oggi, 2 giugno, Festa della Repubblica. L’iniziativa, giunta alla sua 7° edizione, ha visto gli interventi del Sindaco e della senatrice Silvana Amati, i quali hanno parlato “apertamente” ai giovani nuovi cittadini, esortandoli a partecipare direttamente, e attivamente, in ogni for- lavorazioni di abiti da parte del laboratorio ma, alla vita della loro comunità, “made in carcere”, delle detenute della Casa Alla giornata ha partecipato anche Vittorio circondariale di Borgo s. Nicola (LE). Graziosi, il quale ha presentato il suo libro, La Costituzione «deve rimanere sul vostro consegnato con la Costituzione, “una vita comodino ragazzi - ha esortato Fioretti - da per al libertà”, dedicato al suo lontano paren- sfogliare e leggere nei suoi articoli ogni tante Eraclio Cappannini, giovane partigiano to, quando ne avete voglia. Rappresenta un trucidato dalle truppe naziste nelle colline di testo fondamentale, un forte stimolo a voi Arcevia, nel maggio 1944. Alla cerimonia ha ragazzi, per acquisire consapevolezza sui vapartecipato anche la locale sezione AVIS di lori inestimabili della democrazia, allo scopo Monsano, con una iniziativa volta a sensibi- di trarre energia indispensabile per esercitalizzare i giovani sul tema della donazione del re con forza e da protagonisti il vostro nuosangue. La Costituzione e il libro sono stati vo ruolo di cittadini, con i vostri doveri e i consegnati come sempre in una borsa rea- vostri diritti, sanciti dalla nostra Carta, semlizzata con scarti di tessuto derivanti dalle pre attuale e moderna…». Mercoledì 8 giugno, presso il Palasport di Jesi, durante la festa di fine anno scolastico, sono stati premiati, con l’appoggio e le congratulazioni del dirigente scolastico Bruna Aguzzi, gli studenti distintisi alle Olimpiadi di Filosofia, Scacchi, Matematica, Fisica, Scienze, Lingue, Chimica e Neuroscienze. Gli alunni partecipanti a queste Olimpiadi, svolte durante l’anno scolastico, sono stati preparati da vari professori con approfondimenti e corsi pomeridiani. Tra i più importanti ricordiamo: Maurizio Moreschi, Michele Ombrosi e Cecilia Galli, primo, secondo e terzo posto nella gara provinciale (categoria L1) e successivamente ammessi ai campionati internazionali di Giochi Matematici presso l’Università “Bocconi” di Milano; Elena Andrej, prima classificata alle finali nazionali di lingua spagnola; Kun Zhan e Alessio Raggi, secondo e terzo classificato alle fasi regionali delle olimpiadi di chimica biennio (categoria A) svoltasi ad Ancona; Elisa Luconi, seconda classificata alle fasi regionali delle olimpiadi di chimica triennio (categoria B) ad Ancona; Luca Farinelli, Luca Battistelli e Michele Ombrosi, primi e secondo classificato alle fasi regionali delle olimpiadi delle neuroscienze e successivamente ammessi ai campionati nazionali delle neuroscienze a Trieste ed infine Martina Piattella e Marco Bucci, primo e terzo classificato alle fasi regionali delle olimpiadi delle scienze naturali biennio. l.c. È partito “Fuori Riga”, corso di giornalismo a Montacuto Detenuti giornalisti. È quello che sta accadendo alla Casa circondariale di Montacuto dove, da circa due settimane è partito un corso di scrittura giornalistica. Il progetto, dal titolo “Fuori Riga”, è portato avanti da due giornaliste di Senigallia, Laura Mandolini e Giulia Torbidoni. Alle loro spalle, il supporto della Fondazione ‘Gabbiano’ di Senigallia e dell’assessorato alle Politica sociali della Provincia di Ancona, che finanzia parte del progetto. Lezioni teoriche e pratiche: lettura e commento dei quotidiani; analisi della forma di stesura di un articolo giornalistico; esercizio di scrittura e titolazione. Non manca nulla a fare in modo che da una classe di 20 persone ne possa nascere una redazione vera e propria. L’obiettivo del progetto è quello di creare un gruppo di lavoro all’interno dell’istituto penitenziario che produca un periodico di informazione. Grazie alla disponibilità dei giornali diocesani (La Voce Misena, Senigallia Voce della Vallesina, Jesi e Presenza, di Ancona) di inserire al loro interno il periodico fatto a Montacuto, gli articoli dei detenuti potrebbero essere letti in tutta la Provincia. Associazione Nazionale Marinai d’Italia: un accordo, atteso da tempo, con il Dipartimento di Salute Mentale di Jesi Mantenere viva la memoria della cultura marinara “Morti in mare, vivi in noi” questa è la frase significativa incisa sulla lapide del monumento fatto erigere a ricordo dei valorosi caduti in mare dall’ A.N.M.I. L’associazione Nazionale Marinai d’Italia ormai è dal 1980 che è attiva e ha sede in via XX Settembre, nei locali messi a disposizione dalla famiglia Batazzi e proprio in onore del loro congiunto il gruppo è intitolato “Guardia marina di Nicola Batazzi”. Nicola è scomparso giovanissimo insieme a tanti altri marinai sul Mediterraneo a bordo del sottomarino “Topazio” durante la Seconda Guerra Mondiale. Dandogli questo nome si vuole far conoscere alla città un uomo di mare jesino che si è sacrificato facendo il proprio dovere. All’A.N.M.I. aderiscono ex marinai, anziani e giovani, uniti da un gran sentimento e dedizione alla patria e che lavorano insieme per tenere alto anche a Jesi il nome della gloriosa marina italiana. A loro si è aggregato spontaneamente e per la passione che hanno in comune, la “Federa- zione Italiana Navi Model” un’associazione composta da locali modellisti navali che hanno preso parte a numerosi campionati Nazionali, Europei e Mondiali vincendo medaglie d’oro, d’argento e di bronzo meritandosi cosi rispetto e ammirazione ovunque e facendo conoscere anche in campo navalmodellistico la “Città regia”. Una mostra di modellismo sarà allestita a Jesi dall’A.N.M.I. con i lavori di Settimio Sassaroli e Franco Tombolesi (medaglie d’oro) e D’Onofrio (medaglia di bronzo) e poi aperta al pubblico; inoltre l’associazione sta organizzando corsi di scuola vela, per la patente nautica, per brevetti, per salvataggio e brevetto subacqueo. Possiamo dire che il gruppo Navalmodellistico e l’A.N.M.I. di Jesi formano un bel binomio vincente. Nuovo binomio, tutto ancora da sperimentare, è quello definito il 30 maggio presso la Sala del Consiglio Comunale, tra l’A.N.M.I. e il Dipartimento di Salute Mentale della Asur 5 di Jesi. L’accordo consiste nella possibilità di far diventare soci aderenti e soci sostenitori dell’A.N.M.I. gli utenti ed operatori del Dipartimento di Salute Mentale dando loro la disponibilità di utilizzare i propri locali (biblioteca, sala lettura, ”Cambusa”) e permettendo inoltre di partecipare e organizzare, insieme ai soci veterani, viaggi presso sacra- della sezione “Nicola Batazzi” per tre pomeriggi settimanali e due sere dopo cena così da dare vita a confronti altamente formativi. Alla presentazione di questo generoso e lungimirante progetto erano presenti: il presidente A.N.M.I. di Jesi Sebastiano D’Onofrio con il direttivo (tra cui il consigliere Gianluca Fioretti, ultimo marinaio di leva nella zona e la responsabile dei progetti culturali Gabriella D’Onofrio), il consigliere regionale Fabio Badiali, l’assessore alla sanità e ai servizi sociali Bruna Aguzzi, il direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASUR Massimo Mari con alcuni collaboratori. ri o musei della Marina Militare “Una volta marinaio… maricon visite guidate sia a terra che naio per sempre” è lo slogan a bordo navi. Tutto ciò al fine di dell’A.N.M.I., perché “marinaio” mantenere viva la memoria del- non è solo andare in guerra e nala cultura marinara, incuriosire vigare per il mare ma significa anle nuove generazioni e riscoprire che amore e disponibilità nell’esi valori dell’aggregazione sociale. serci per il prossimo e con questo Gli assistiti del Dsm (all’incirca gesto manifestano in pieno il ruo20-25 persone) con gli operatori lo del Marinaio. andranno regolarmente nei locali Marta Maria Manzotti 6 Voce della Vallesina referendum 12 giugno 2011 andare a votare è importante, è un segno di civiltà Per un’astensione attiva al referendum sull’energia Perché non ritirare la scheda sul nucleare Energia dalle centrali nucleari? No grazie di Vito Collamati* In un articolo, seppure dettagliato, in un mondo di informazione a senso unico dei mass media, non è possibile fare una difesa adeguata della scelta nucleare per il nostro Paese. Ma ci proverò. La questione della scelta nucleare come fonte di energia complementare ad altre è diversa dalla questione su come e dove fare le centrali nucleari. Noi l’abbiamo ridotta ad una domanda se volere o no le centrali sotto casa e abbiamo riempito i canali di comunicazione di una quantità di informazioni incomplete, imprecise, aberranti! Ogni tipo di tecnologia è associato, specie nei primi tempi della sua applicazione, ad errori, superficialità, pericoli e danni, e man mano l’esperienza ha portato a circoscriverne la lesività a vantaggio della fruttuosità. A partire dal legname arso e dall’energia muscolare degli schiavi, dall’introduzione del carbone nella prima rivoluzione industriale e del petrolio nella seconda, dal gas all’idroelettrico poi, dall’eolico al fotovoltaico, non meno che nel nucleare si sono avuti effetti negativi: nelle miniere, nelle fonderie, nei cantieri, nelle fabbriche, nelle città, in termini di sfruttamento, di alienazione, di speculazione, di tecno-patologie, di speculazioni finanziarie, di intromissioni di organizzazioni malavitose, di disastri ambientali. Certo, il nucleare occupa nella percezione collettiva un posto unico per dose di paura, di diffidenza, e, anche, di ipocrisia. Per la sua difficoltà intrinseca a comprendersi il nucleare appare come qualcosa di arcano e di esterno alla vita quotidiana, quasi come una grande intrusione ingestibile se non da pochi; l’uso iniziale come arma di distruzione di massa ha portato ad associarlo ad una condanna intrinseca, morale ed ideologica. Eppure, frutto degli stessi studi e degli stessi investimenti, oltre all’impiego come fonte di energia, si sono costruiti anche presidii industriali e sanitari dai grandissimi meriti e risultati sulla vita delle persone e delle popolazioni. Per consentirli si è messo in piedi a livello tecnico giuridico internazionale uno dei più grandi ed efficaci in pressoché tutti gli spigoli sistemi di sicurezza e pro- del pianeta, a nord come a tezione della vita umana. sud, in oriente come in ocMa tutto questo sforzo non cidente, fra i G8 come fra i correttamente divulgato e paesi emergenti, nei regimi anzi volutamente celato da di sinistra e di destra, fra interessi di fornitori di al- le popolazioni conservatritre sorgenti di energia, ha ci o aperte, tecnologiste o indotto non una rassicura- ecologiste; e l’Italia ricorzione, ma un aumento della re all’acquisto di energia paura diffusa. elettrica di fonte nucleare Proprio perché seriamente all’estero e investe in cenconsapevole dei “suoi” ri- trali nucleari fuori del terrischi indotti, il nucleare ha torio nazionale. imparato a confrontare il proprio rapporto EFFI- Tanti citano la Germania, CACIA / DANNO ALLE che dopo la sfrontatezza di PERSONE con quello di mantenere aperte alcune altre fonti energetiche e sue centrali oltre il limiti oggi non teme il confron- tecnicamente programmato con gli “altrui” rischi ti, ha deciso di rinunciare indotti. entro 12 anni al nucleare Sulle scorie nucleari poco dopo un tracollo elettorale! manca che se ne parli fa- Questa sarebbe una rivolucendosi il segno della croce, zione? No, in tutto questo ignorando quanto le tecno- c’è tanta confusione e ipologie di contenimento, di crisia! concentrazione e di isola- Ben vengano i test di verifimento ne abbiano fatto una ca della Comunità Europea minaccia di molto inferiore sulle centrali in funzione, a quella delle discariche co- ben venga che la Comunimuni, anche da un punto di tà Europea, come ha fatto vista radioattivo, visto che già in tanti altri ambiti, ad in quelle lì spesso si dilui- esempio per la sicurezza sul scono illegalmente le scorie lavoro, legiferi sulla stratenon censite e controllate. gia energetica. I numeri, le sigle, i multipli, Un paese come il nostro nel nucleare, sono un pro- deve tornare a dare spablema per la comunicabilità zio e risorse alla ricerca e comprensione di massa. scientifica e alla tecnoloI mass media, nel loro bi- gia del nucleare, accanto sogno di parlare di tutto in alle altre fonti rinnovabili, poche parole, hanno creato per non rimanere solo acuna informazione parziale quirente di conquiste altrui, e distorta. Nel mare di nu- comprese le grandi ricadute meri di vittime che sono gi- sul piano industriale e sanirati hanno scelto solo i più tario. Deve farlo anche per grandi, senza verificarne il le nostre nuove generazioni, significato e la veridicità, e per non privarle di questa così, inseguendo l’auditel, “chance” scientifica e tecnohanno alimentato paure ir- logica. razionali. Allarmiamo la gente seduta Questo è un referendum sul divano con i numeri, le abrogativo, votare non è dosi e le esposizioni con- un obbligo morale e civitenuti dentro o nelle im- co! Anche astenersi è una mediate vicinanze di una risposta politica seria, un struttura disastrata o inci- atto di responsabilità cidentata: si è visto mai fare vica! altrettanto per le concen- Lascia dunque al presitrazioni di idrocarburi den- dente del seggio la scheda tro o attorno un silos petro- sul nucleare ed impegnati chimico esploso, o con gas da oggi a riparlare della e polveri di una miniera, o questione. con le temperature di un al- Vai sulla rete, cerca approtoforno? fondimenti in un senso e Il criterio NIMBY (Not In nell’altro, specie dagli OrMy Back Yard = cioè: sì, ganismi preposti internama non nel giardino di casa zionali! Segui con occhio mia!) in materia d’approv- critico i mass media! Non vigionamento energetico è ti affidare ai comici che ti stato assecondato per op- fanno ridere dicendo che portunità elettorali, alla se non siamo in grado di faccia dei diversi bagagli fare la Salerno Reggio Capolitici e culturali, da ogni labria, “come possiamo parte politica, creando in- permetterci di fare una gestibili contraddizioni. centrale nucleare”! Ad agosto 2010 nel mondo sono in funzione 440 cen- * da 25 anni medico esperto trali nucleari, e 60 nuovi re- ed autorizzato alla radioattori sono in costruzione, protezione di Federico Cardinali Quindi SÌ. Domenica andremo a votare per i referendum. Lasciamo gli altri quesiti referendari. Non ne abbiamo lo spazio. E concentriamo oggi la nostra attenzione sul tema del nucleare (scheda grigia). Perché è il tema più importante, secondo me. Importante, perché la nostra decisione andrà a incidere sulla nostra salute e sulla salute dei nostri figli e nipoti. Ci viene chiesto se vogliamo abrogare (= eliminare, togliere) le disposizioni di legge che prevedono in Italia la costruzione di centrali nucleari per la produzione di energia. (Facciamo attenzione: se vogliamo le centrali nucleari in Italia, quindi non vogliamo eliminare la legge che le prevede, dobbiamo votare NO; se invece non le vogliamo, quindi desideriamo togliere la legge che ne prevede la costruzione, dobbiamo votare SÌ). Forse vi ricorderete, ne abbiamo parlato anche due mesi fa. Dopo il terremoto in Giappone e l’incidente nella centrale di Fukushima. Oggi facciamo qualche altra riflessione. L’energia nucleare. Cos’è? Per noi che non siamo addetti ai lavori, è sufficiente sapere che è quella forza straordinaria che è ‘imprigionata’nel nucleo dell’atomo. Non è neanche un secolo che l’abbiamo incontrata. Quando, per la prima volta, il fisico italiano Enrico Fermi riesce a ‘bombardare’ l’atomo, siamo nel 1934. Un’impresa straordinaria che ci ha messo nelle mani un’energia straordinaria. È stato un bene o un male? Come in quasi tutte cose, il bene e il male non sono nella cosa in sé, ma nell’uso che ne facciamo. E quanto più una cosa è ‘grande’, tanto più l’uso che ne facciamo può portarci verso un bene grande o verso un grande male. Qui l’abbiamo visto subito. L’utilizzazione di questa scoperta per costruire la bomba atomica non credo sia stato proprio un bene per l’umanità! Di valore diverso, certamente, è l’utilizzazione del nucleare nel campo della medicina. Sia per le diagnosi accurate che oggi ci permette di fare, così come per l’uso terapeutico che possiamo farne di fronte a certe malattie gravi che ancora ci colpiscono. E l’uso dell’energia nuclea- Conoscere per prevenire e vivere in una casa sicura Dopo Senigallia e Ostra, il Mamma Day quest’anno si terrà a Rosora, domenica 12 giugno, alle ore 10,30 , presso il Country House Vittoria il Graditempo. Ad aprirlo, i saluti di Maria Elvira Conti Fabbri, presidente Obiettivo Famiglia – Federcasalinghe, che introdurrà il convegno “Sicurezza negli ambiti di vita: informazione e prevenzione contro gli infortuni domestici”. Interverranno Federica Rossi Gasparrini, presidente nazionale Federcasalinghe, Eliana Maiolini, Se guardiamo bene, e onestamente, come stanno le cose, dobbiamo dirci almeno due pensieri. IL PRIMO. Le centrali nucleari che oggi siamo in grado di costruire sono potenzialmente pericolose. Sia nel loro funzionamento normale che quando, purtroppo, capitano incidenti. Quando ci sono incidenti, come Fukushima o Chernobyl, l’abbiamo visto tutti. È un disastro, una tragedia. Morti, gravi malattie che si ripresentano per anni, estensioni enormi di terreno e acque avvelenati per decenni dalle radiazioni. E gli incidenti possono capitare. Ma non voglio insistere su questo. Guardiamole invece, queste centrali, nel loro funzionamento normale. Senza incidenti. Anche nel loro funzionamento normale esse sono altamente inquinanti. Il loro inquinamento si chiama radiazioni. Se entrate in un reparto di radiologia, in ospedale, voi vedete che il personale sanitario lavora con tante precauzioni (abiti particolari, porte, schermi protettivi…): proprio per difendersi dalle radiazioni. Perché ce ne dobbiamo difendere? Perché il danno da radiazioni è ‘senza soglia’. Significa che anche dosi piccole di radiazioni innescano processi patologici che, se intaccano le cellule somatiche producono tumori e leucemie, se intaccano le cellule genetiche (ovuli e spermatozoi) producono malformazioni nei figli che nasceranno. Ma ci dicono che le nuove centrali, quelle di terza generazione, sono sicure. Non è vero! La fisica del reattore (= il cuore della centrale) è la stessa di adesso. Gli esperti ritengono che forse quelle di quarta generazione (se ne ipotizza la realizzazione non prima del 2035-40) potranno avere un ‘cuore’ più sicuro. Ciò che migliora nelle centrali che siamo in grado di costruire oggi sono soltanto le strutture portanti: la ‘casa’, i tubi, le valvole, le pompe… Le acque di raffreddamento quando vengono rilasciate all’esterno, sia pure molto diluite, continuano a trasportare radiazioni. Così come i gas che si formano e che devono essere rilasciati. Poi c’è ancora un altro grande problema non risolto. Il problema delle scorie. Cioè del combustibile che una volta usato deve essere buttato. I più di 400 reattori nucleari presenti in trentuno nazioni producono annualmente migliaia di tonnellate di scorie. Il problema è che questo combustibile esausto continua ad essere molto pericoloso perché radioattivo - e lo rimane non per qualche anno, ma per qualche migliaio di anni - e ancora non sappiamo come eliminarlo. Per ora rimane un problema che passeremo alle nuove generazioni. Ai nostri figli e ai nostri nipoti. Non mi pare che sia un gran regalo per loro! E ora il SECONDO PENSIERO. Come facciamo allora a produrre tutta quell’energia che ci serve? Abbiamo le fonti naturali e rinnovabili di energia: il sole, il vento, l’acqua. Non inquinano e producono energia pulita. Si tratta, certo, di mettere in piedi una politica adeguata. Favorendo l’utilizzo di queste fonti, anche dal punto di vista economico (con gli incentivi necessari), e potenziando la ricerca scientifica, perché il rapporto costi-benefici sia sempre più vantaggioso. L’Unione Europea ci parla di un progetto 20-20-20. Arrivare al 20% di riduzione di anidride carbonica (riducendo l’uso di combustibili fossili); ad un 20% di risparmio energetico (evitando consumi inutili e sprechi); e ad un 20% di utilizzo di fonti pulite e rinnovabili. Non sarebbe una buona strada? Tutte queste riflessioni per essere informati. Onestamente. E per dirci che è molto importante che ANDIAMO A VOTARE. Se queste informazioni non vi convincono, votate pure NO. Ma andiamoci: è un segno di civiltà e di responsabilità. Se poi, invece, vi ritrovate d’accordo con me, allora ritroviamoci nel nostro SÌ. Per togliere una legge che, pur di salvaguardare interessi economici, non si cura della nostra salute. Né di quella dei nostri figli. Loreto ed Inpdap: un progetto unico Domenica 12 giugno: Mamma Day a Rosora Mamma Day, insieme in sicurezza. Torna l’appuntamento con la prevenzione contro gli infortuni domestici promosso dall’associazione Obiettivo Famiglia – Federcasalinghe, in collaborazione con l’INAIL. L’iniziativa, giunta ormai alla terza edizione, intende portare un contributo costruttivo alla festa della mamma, attraverso una giornata di sensibilizzazione e informazione sulla sicurezza dell’abitazione, per ridurre numero e gravità degli incidenti domestici. re per produrre l’energia (elettrica) che usiamo ogni giorno, in casa, negli uffici, nelle fabbriche, per le strade, ecc.? Qui la risposta credo sia molto complessa. Ed è proprio a questa domanda che, sostanzialmente, siamo chiamati a rispondere nel referendum. assessore Pari opportunità Provincia di Ancona, Lamberto Marchetti, sindaco di Rosora, Carlo d’Amato, direttore regionale INAIL, e dirigenti della Banca delle Marche. Seguirà pranzo sociale. Il convegno è ad ingresso libero. Per saperne di più, è possibile contattare la sede regionale Obiettivo Famiglia - Federcasalinghe Marche al numero 0731 720395, inviare una mail a federcasalinghemarche@ gmail.com o consultare il sito www. donnemarche.it. Una “Mela al Giorno” è il progetto innovativo, primo in Italia, che assisterà gli anziani non autosufficienti nella corretta alimentazione attraverso l’utilizzo dei new-media: web tv, portale internet, formazione a distanza. Fattori di innovazione che hanno reso vincente la proposta formulata dal Comune di Loreto all’Inpdap nell’ambito del bando nazionale “Home Care Premium”, che l’Istituto previdenziale ha indetto nei mesi scorsi e che, nelle Marche, ha visto vincitrice proprio la città mariana, che ha così potuto stipulare con l’Inpdap una convenzione da 430mila euro destinati all’assistenza dei pensionati del settore pubblico. La presentazione dell’iniziativa è avvenuta questa mattina al Comune di Loreto alla presenza del sindaco Paolo Niccoletti, dell’assessore ai servizi sociali dell’Amministrazione mariana, Franca Manzotti, e di Susanna Servile, Dirigente regionale Inpdap. Per 12 mesi, le politiche cittadine della terza età potranno contare su questa cospicua somma, che darà anche vita ad iniziative di divulgazione uniche nel loro genere. “Una Mela al Giorno” si caratterizza infatti per le sue attività multimediali. Voce della Vallesina vita ecclesiale LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Venerdì 10 giugno Ore 17.30: Loreto, Consiglio delle Chiese Cristiane delle Marche Ore 21: Chiesa San Nicolò, Incontro con R. Virgili, biblista Sabato 11 giugno Ore 16: Cattedrale, incontro con i genitori della Beata Chiara Luce Badano Ore 21: Cattedrale, Veglia di pentecoste Domenica 12 giugno Ore 9.30: Moie, S. Messa e Cresima Ore 11.30: San Massimiliano Kolbe, S. Messa e Matrimonio Ore 16.30: S. Maria del Colle, Incontro con l’Azione Cattolica Ore 18.30: Cattedrale, S. Messa e Cresima degli Adulti Ore 21: Incontro a carattere vocazionale Lunedì 13 giugno Ore 17: Sant’Apollinare, Incontro s S. Messa con volontari AVULSS Ore 2015: Santa Maria Nuova, S. Messa e processione nella festa del Patrono Martedì 14 giugno Ore 15-19: Il Vescovo riceve in Duomo (cappella San Floriano) senza appuntamento per colloqui, confessione, direzione spirituale Ore 21: Parrocchia San Pietro M. incontro con i ragazzi di Cresima Giovedì 16 giugno Ore 21: Parrocchia San Pietro M. incontro con i genitori dei ragazzi di Cresima Venerdì 17 giugno Ore 20.30: Avvio Pellegrinaggio Jesi-Loreto Sabato 18 giugno Ore 7: Loreto, S. Messa per i pellegrini Ore 9: Cupramontana, Beato Angelo: ritiro per i giovani Unitalsiani Domenica 19 giugno Ore 11: S. Paolo di Jesi, S. Messa e Cresima Ore 17: Parco “Mattei”, S. Messa nella “Giornata del Donatore” Ore 18: Fondazione “Federico II”, manifestazione Ore 21: Incontro a carattere vocazionale 11 giugno: Paolo Massaccio e Sabrina Attilio a S. Francesco d’Assisi; Roberto Mazzarini e Ivana Caponi a Valle Castellana (TE); Michele Montesi e Michela Ciarmatori a S. Francesco d’Assisi. 12 giugno: Florian Dohcrl e Serena Scipioni a Poggio San Marcello – Antonio Di Giangiacomo e Sara Belii a S. Giuseppe; Marco Maiolatesi e Marzia Tisba a Mergo. Siamo stati battezzati da un solo Spirito lo Spirito Santo a non abbandonare mai più i discepoli. Egli non è donato al mondo, ma alla comunità dei discepoli, perché il mondo non crede alla sua parola e quindi è nell’impossibilità di riceverla. Il mondo, immerso nelle tenebre e nella menzogna, non percepisce la sua azione, perché non crede nella persona e nel mistero di Cristo. Sento, nella mia vita di fede, la necessità di essere difeso dall’azione dello Spirito Santo? Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre. Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto». Commento I due brani sono estratti dal discorso più ampio, dove Gesù parla della sua comunione con la comunità cristiana che gli è attorno e mette in risalto nei vv. 15-16 il dono che Dio Padre fa ai suoi discepoli dello Spirito di verità e poi nei vv. 23-26 l’inabitazione della Trinità in loro. L’evento della Pentecoste cristiana non riguarda solo la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, ma anche l’unione tra cielo e terra, tra la famiglia Divina (Trinità) e quella umana (umanità). Mi soffermo su due frasi: Il Padre vi darà un altro Paràclito (in greco: Paràcletos) perché rimanga con voi per sempre e Il Paràclito vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Il Padre vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre La parola Paraclito (Paràcletos) significa avvocato, consolatore, soccorritore, aiuto, intercessore… La frase, alla lettera, va tradotta così: Il Padre vi donerà un altro Avvocato affinché sia con voi nel tempo. Siccome Paràclito indica uno che difende un altro, standogli accanto, allora è meglio tradurlo con Avvocato. L’amore concreto e operoso per Gesù spalanca all’uomo la vita di comunione con tutta la santissima Trinità. Questo amore è il «luogo» del dono dello Spirito Santo. Gesù, dovendo lasciare i suoi, promette un difensore capace di assistere i suoi discepoli nel momento della prova. L’aggettivo «altro» sta ad indicare che il primo difensore-avvocato è stato lui, ora, dovendo lasciarli, sarà sostituito dallo Spirito Santo, per continuare l’opera di salvezza. Inoltre Egli è inviato come dono di Dio Padre dietro la Sua preghiera. Sarà Il Paràclito vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto Gesù, dopo aver rivelato ai suoi il mistero della sua inabitazione in Dio Padre e l’osservanza del precetto dell’amore, che porterà i discepoli a riconoscere che Lui e Dio Padre dimorano in loro, con uno sguardo retrospettivo all’intera sua missione di rivelatore, afferma una distinzione tra l’insegnamento suo e quello dello Spirito Santo. Il tempo di Gesù e il tempo dello Spirito Santo sono le fasi successive di una stessa rivelazione: l’uno porta la verità e l’altro la illumina e la fa penetrare nel cuore dei credenti. Gesù ha compiuto la sua missione, ma i discepoli fanno fatica ad afferrarne il senso e l’insegnamento profondo, per cui lo Spirito Santo avrà la missione di Maestro interiore, sarà il vero aiuto, come già detto sul significato di Paràclito. La sua missione sarà quella di far interiorizzare la rivelazione, che è verità, già annunciata da Cristo. Non si tratta di un semplice richiamo alla memoria, ma di mantenere vivo e sempre attuale l’intero messaggio spirituale di Gesù con una comprensione sempre più profonda ed intima. Il compito di insegnare, poi, riguarda tutta la Chiesa: è lo Spirito Santo che ispira e fa scoprire tante ricchezze interiori insospettate; è lo Spirito Santo che dà la spinta dinamica, nuova e creativa nel comprendere Gesù, rimanere fedeli alla sua Parola e riflettere sul prolungamento del suo tempo. Quando mi avvicino alla Parola di Dio, ai Sacramenti, alla preghiera, alla comunità cristiana… avverto che Gesù continua ad agire in me sotto l’azione dello Spirito Santo? P. Silvio Capriotti ofm L’Opera onlus Progetto per le famiglie Giunto al termine della prima fase il progetto sperimentale rivolto alle famiglie in stato di indigenza temporanea della nostra zona. L’iniziativa, promossa dal centro di Solidarietà “L’Opera della Compagnia” onlus, si avvale del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. Si sono raggiunte situazioni di disagio spesso invisibili vissute nella loro solitudine da persone spesso con figli che non chiedono per abitudine, per imbarazzo, a volte per orgoglio perché nella nostra collettività essere in queste condizioni è una vergogna. Sempre più numerosi anche i volontari che hanno aderito all’iniziativa perché sentono che, svolgendo questi gesti di carità operativa, semplice ed immediata non solo vivono esperienze spesso anche molto belle e coinvolgenti, ma sentono anche di perseguire un vero arricchimento spirituale che appaga il loro sentimento di solidarietà verso il prossimo. Per questo, l’Associazione resta sempre attenta al bisogno primario dell’uomo. Un bisogno incessante di comunione e di interazione con l’altro. Il bisogno dell’ascolto-confronto simultaneamente al bisogno tangibile di una Presenza costante e stabile di amicizia fedele che si esprime in un contesto per il quale si sente la necessità incontrollabile di aprirsi, di donarsi ad un Altro da sé. Settimana liturgica nazionale Si svolgerà a Trieste, dal 22 al 26 agosto, la 62ma Settimana Liturgica Nazionale sul tema: “Dio educa il suo popolo. La liturgia sorgente inesauribile di catechesi”. La Settimana Liturgica mira a far riscoprire la funzione educativa delle celebrazioni liturgiche. Chi fosse interessato a parteciparvi può prendere contatto con l’Ufficio Liturgico Diocesano che resta aperto ogni martedì dalle ore 11 alle ore 12,30. Le iscrizioni debbono essere fatte al più presto e confermate entro il 1° luglio. Settimanale di ispirazione cattolica della diocesi di Jesi fondato nel 1953 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro Proprietà Diocesi di Jesi Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 Composizione grafica Giampiero Barchiesi Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola Spedizione in abbonamento postale 7 12 giugno 2011 - domenica di pentecoste Dal Vangelo secondo giovanni (gv 14,15-16,23-26) Giovedì 9 giugno Ore 9.30: Incontro del Clero Ore 18: Parrocchia San Antonio, manifestazione dell’associazione “L’Albero di Pina” OGGI SPOSI Parola di Dio 12 giugno 2011 Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Comitato editoriale: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Lombardi Responsabile amministrativo Antonio Quaranta Questo numero è stato chiuso in redazione martedì 7 giugno alle 20 e stampato alle 7 dell’8 giugno. Abbonamento annuo 35 euro di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Tel. 0731.208145, Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. Nel rispetto dell’ambiente questo giornale è stampato su carta riciclata. Apost ol at o del l a Preghi era -Opera del l a Regal i t à -Di ocesidiJesi RITIRO SPIRITUALE PER LAICI Presso Casa Paolo VI – Maiolati Spontini PROGRAMMA 2011 Inizio martedì 14 giugno ore 9 Conclusione giovedì 16 giugno ore 19 L’EUCARISTIA PER LA VITA QUOTIDIANA” Guida don Claudio Procicchiani Icona: “Fate questo in memoria di me!” orario di massima 9,30 – Lodi e Meditazione 11,30 – Adorazione Eucaristica - Ora Media 16,00 – Vespri e Meditazione 18,30 – Celebrazione Eucaristica 21,00 – Risonanze e Compieta Giovedì 16 ore 18: il Vescovo celebra l’Eucaristia P R E N O TA Z I O N I Apostolato della Preghiera: Lucina Longhi: 0731/53191; don Vittorio Magnanelli: 0731/204961 Opera della Regalità: Beniamina Santoni: 0731/202612; don Mario Massaccio: 0731/202537 8 Voce della Vallesina pastorale 12 giugno 2011 Associazione Noi operatori di pace: una conversazione di don Vittorio Magnanelli Primo anniversario L’uomo e la resurrezione dei morti Nell’incontro di venerdì 8 aprile l’associazione “Noi Operatori di Pace” ha affrontato il tema relativo alla nostra vita futura. Il titolo della conferenza era: “Riconoscerai tua moglie, riconoscerai tuo figlio, riconoscerai chi ami, quando ci sarà la risurrezione dei morti?”. A presentare l’argomento è stato chiamato don Vittorio Magnanelli, parroco di San Francesco di Paola e sino al 2009 assistente dell’associazione. Il relatore ha iniziato consegnando ai presenti una riproduzione a colori di una tela del beato Angelico raffigurante il Paradiso con Cristo al centro attorniato da sua Madre Maria, dai santi, dagli angeli e poi leggermente scostato un folto gruppo di uomini, donne insieme ad altri angeli intenti alcuni a contemplare Cristo, altri a danzare, altri ancora, tenendosi per mano, fanno un divertente e gioioso girotondo. Il colore predominante è il giallo oro, simbolo della luce, su uno sfondo di un celestino violaceo molto delicato ma intenso. Un dipinto senza dubbio appropriato per il tema trattato: la nostra vita futura. Don Vittorio ha iniziato il suo discorso partendo dal salmo 130 (o 129) chiamato anche con il titolo “De profundis”. Al versetto n. 6 si afferma: “L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora” (salmo natalizio – pasquale oltre che dei defunti). Il Signore che viene è fatto simile al sole che sorge. La sentinella deve stare attenti, vegliare, è un attività che comporta responsabilità oltre che pericolo. La sentinella aspetta con ansia che arrivi il giorno. Nella preghiera dei defunti si recita: “…ammettili o Signore a godere la luce del tuo volto…”. Noi quindi dobbiamo aspettarci di vedere un Dio che ci ha amato, che solo questo procura la pace; che si fa chiamare Papà (la traduzione più appropriata è questa) e che noi (come afferma Gesù) avremmo, in questa vita terrena, averlo amato con tutto il cuore, più di ogni altra cosa. Però ha osservato don Vittorio, Dio è relazione, tanto che non è solo ma Trino. Dio stesso parla del legame fra amore a Dio e amore al prossimo: quello che avete fatto ad uno di questi fratelli, l’avete fatto a me” (Matt. 25,40). In Dio pertanto la dimensione umana non va persa e l’artista nella tela ha raffigurato uomini e donne che si tengono per mano, danzano e cantano insieme come in una bella festa. L’importante, ha continuato Don Vittorio è entrare in questa bella festa. E come si fa ad entrarci. Il relatore ha citato il salmo 95 al versetto 8 - 12: “Ascoltate oggi la sua voce (ndr di Dio) “Non indurite il cuore, come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere.” Il relatore ha terminato citando il documento del Concilio Vaticano II (Cap. 7, n 49 della LG “Indole escatologica della chiesa e sua unione con la chiesa celeste”) sulla relazione esistente tra chiesa celeste e chiesa pellegrinante: “Alcuni discepoli sono pellegrini sulla terra, altri stanno purificandosi, altri godono della gloria contemplando chiaramente Dio uno e trino… Tutti formano una sola chiesa e sono tra loro uniti a Lui. La nostra debolezza dunque è molto aiutata dalla loro fraterna intercessione”. Una riflessione dell’associazione L’ultima domanda rivolta a don Vittorio nell’incontro di venerdì, rivolta da una giovane donna molto interessata all’argomento, è stata questa: ma se un marito aveva qui 23-1-1926 7-6-2010 sulla terra due mogli, di chi sarà marito nella vita futura? E don Vittorio ha risposto parafrando quanto detto da Gesù. Riprendiamo la risposta di Gesù alla stessa domanda: «Gesù rispose: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della resurrezione dei morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio.”» (Lc, 20, 34 e ss.) Sulla base di questa risposta pensiamo si possano trarre alcune considerazioni: a) la resurrezione del corpo è un atto della potenza di Dio; b) il corpo sarà diverso da quello che abbiamo adesso, in quanto adesso moriamo; c) poiché non perderemo la nostra identità potremo riconoscere i nostri cari; d) poiché vivremo tutti per Dio e nella luce di Dio non avremo bisogno di prendere moglie e marito (fondamentali per la prosecuzione della specie sulla terra), ma saremo portati ad amare tutti indistintamente. Sergio Togni Parrocchia “Madonna del Divino Amore”: incontro dell’Opera della Regalità e dell’Apostolato della Preghiera Maria, tenda della Parola, proteggi le famiglie «Ci deve accompagnare sempre la gratitudine te dell’amore”, tratti dal libro “La famiglia che per il “Sì” pronunciato dalla Vergine Maria nella prega riunita resta unita”, pubblicato a cura di sua piena libertà perché ha permesso all’amore don Mario Massaccio in occasione del 50° deldi Dio di entrare nella storia e di portare spe- la nascita della parrocchia. L’Ora mariana si è ranza e salvezza». Con queste parole il parro- conclusa con la preghiera di affidamento delle co don Mario Massaccio si è rivolto ai gruppi famiglie a Maria, Regina della Pace. È seguita la “Opera della Regalità” e “Apostolato della Pre- celebrazione dell’Eucaristia. La testimonianza ghiera” che il 26 maggio si sono incontrati nella gioiosa del celebrante durante l’omelia ha sorchiesa “Madonna del Divino Amore” per rende- preso e commosso l’assemblea che ha potuto re omaggio a Maria, “Tenda della Parola”, e invo- ascoltare il racconto della sua vocazione al minicare La sua protezione sulle famiglie e su quanti stero sacerdotale. Quando, bambino, don Mario vivono situazioni di sofferenza e di disagio. aveva confessato alla madre che voleva farsi preL’“Ora mariana”, guidata da don Mario, assisten- te, aveva ricevuto “uno schiaffo” per aver parlato te spirituale dell’Opera della Regalità, è inizia- “con leggerezza di una cosa seria”. Ma la vocaziota con la lettura di un antico inno mariano che ne continuò a crescere e a consolidarsi negli anni proclama le meraviglie della storia della salvez- successivi sotto la protezione della Madonna; ora za attraverso la contemplazione del mistero del poteva esprimere la sua gioia per aver realizzato Verbo Incarnato che si è abbassato fino a noi per quel sogno. portare perdono e speranza. Don Mario ha quindi parlato della Bibbia, attraLa meditazione dei “misteri della gioia” ha gui- versata dal “pianto” di Dio che vede la malvagidato i partecipanti a ripercorrere il cammino del tà degli uomini: «Il Signore si pentì di aver fatto Dio fatto uomo; e le invocazioni alla Madonna l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo» hanno espresso la lode e il ringraziamento a Dio (Gen 6, 6). per aver donato al mondo la Madre. È il dolore di un Padre deluso dalla condotta dei Con il canto delle “Litanie a Maria donna ac- figli. Dio, nonostante tutto continuò a prendercogliente” la comunità ha invocato la Vergine si cura del suo popolo e lo liberò dalla schiavitù con vari appellativi come “donna della gioia, dell’Egitto. Ma gli uomini, dimentichi dei bedonna dell’ascolto, donna missionaria, sorgen- nefici ricevuti, nel cammino verso la terra pro- Edoardo Canonici Ingegnere, generale dell’Aviazione Tu, Signore, sei compimento di ogni desiderio e risposta ad ogni domanda. Fin dalla giovinezza ti ha conosciuto ed amato, ora accoglilo. Il 7 giugno nella chiesa di San Pietro Martire a Jesi è stata celebrata una Santa Messa di suffragio alla quale hanno preso parte il fratello, l’ing. Leonardo, gli altri congiunti e gli amici jesini e romani che lo hanno conosciuto e stimato in vita. Segni dell’Eucarestia messa costruirono il “vitello d’oro”e, prostràti, gli offrirono sacrifici adorandolo come il vero dio. Quanta delusione ed amarezza deve aver provato il Signore! L’uomo, quando perde la fede, si affida alle sole sue forze e si mette al centro dell’universo; l’arroganza e la superficialità lo inducono a credere di poter superare impunemente ogni limite… Ma Dio continua ad amare gli uomini perché vuole l’umanità redenta e santificata. Il sorriso di Dio arriva fino a Maria, la Vergine che, all’annuncio dell’Angelo, con il suo “Sì” apre le porte alla speranza: “Esulta, o piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1,26). Ella, abbandonandosi totalmente alla volontà del Padre, accoglie nel suo grembo il Figlio dell’Altissimo (Lc 1,3233). Il sorriso di Dio è come un raggio di luce che attraversa secoli di infedeltà per giungere intatto fino a Maria, che dobbiamo guardare con gli occhi di Dio e con la sua stessa gioia. “Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi”(Gv 1,14): «Dio ha messo definitivamente la Tenda nel mondo coprendoci con il suo calore dal freddo del peccato». L’omelia si è conclusa con l’augurio che il “Sì” di Maria diventi il “Sì” di ogni fedele e guidi tutti ad incontrare con gioia il Risorto, pronti ad accettare la sua volontà anche portando la croce. Assunta Tittarelli Giovedì 23 giugno alle 11,30 avrà luogo nella sala dei Vescovi dell’Episcopio della Diocesi di Senigallia la conferenza stampa di presentazione della Mostra “Segni dell’Eucaristia. Mostre documentarie nella Metropolia di Ancona”, una delle tre iniziative artistiche promosse dal Comitato in preparazione al Congresso Eucaristico. La rassegna è diffusa in sette comuni (Ancona, Osimo, Loreto, Jesi, Senigallia, Fabriano e Matelica) delle Diocesi della Metropolia. Intervengono l’Arcivescovo di Ancona-Osimo mons. Menichelli, il Vescovo di Senigallia mons. Orlandoni, il sindaco di Senigallia Mangialardi, la presidente della Provincia di Ancona Casagrande, il presidente della Regione Marche Spacca, il presidente del Comitato scientifico delle Mostre CEN prof. Morello, la curatrice della mostra arch. Polichetti e il rappresentante della Soprintendenza PSAE di Urbino. “San Massimiliano Kolbe” 14 agosto 1941 – 14 agosto 2011 tredicesima parte Altri valori cristiani accomunano Padre Kolbe a san Francesco d’Assisi. 1. L’obbedienza Tommaso da Celano, che ha scritto la vita di san Francesco, ci testimonia che Francesco «raffigurò il vero obbediente in corpo morto» (così dirà anche sant’Ignazio di Loyola). Francesco paragona l’attaccamento alla propria volontà al gesto di Adamo che mangiò il frutto proibito. Egli chiama “omicidi” quei frati che, con il pretesto di fare cose migliori di quelle che comandano il superiore, ritornano al vomito della propria volontà. In una lettera del 28 novembre 1931, scritta dal Giapppone ai seminaristi di Niepokalanòw (=la città di Maria), Padre Kolbe scrive: «Miei diletti, voi stessi sperimenterete nella vita… che tutta la perfezione della santità… consiste… unicamente nella perfezione della santa Obbedienza». Certo la santità è data dall’amore, ma concretamente l’amore consiste nella santa obbedienza, perché «solamente la santa Obbedienza è in grado di manifestare in modo infallibile la volontà di Dio, la volontà dell’Immacolata». L’obbedienza non è una virtù “passiva”; viverla non significa mortificare l’iniziativa personale, eseguire meccanicamente degli ordini. Padre Kolbe è sempre alla ricerca di nuove iniziative e ai superiori presenta sempre nuove ipotesi, nuove proposte, nuovi interrogativi, suggerimenti, sempre però attento e preoccupato di non influenzare e condizionare le loro decisioni. Gli studiosi, esperti degli scritti di Padre Kolbe affermano: «Ci troviamo di fronte al trionfo dell’obbedienza, ad un segno sicuro di vera santità e di autentico francescanesimo. Le sue professioni di volere solo ciò che l’Immacolata gli suggerisce attraverso i superiori, non sono parole vuote, ma vita vissuta» (Giuseppe Simbula, pag. 240). 2. Padre Kolbe eredita da san Francesco anche il valore della povertà. «L’Immacolata come fine e la povertà come capitale: ecco le due cose che Niepokalanòw non può abbandonare». Una povertà vissuta, intesa come uso di «ciò che è indispensabile e sufficiente per raggiungere un fine» dà il diritto di ricorrere alla questua (san Francesco) e a chiedere un contributo economico (Padre Kolbe). La povertà non è fine a se stessa, ma un mezzo in funzione del Regno, per cui la povertà evangelica non viene intaccata dall’uso di mezzi anche costosi, quando questi sono necessari e sono acquistati attraverso la limitazione eroica delle esigenze personali. A cura di don Gianfranco Rossetti L’Associazione NOI OPERATORI DI PACE Scuola di vita atta a fornire un’adeguata conoscenza della teologia e dottrina cattolica vi invita al prossimo incontro di formazione spirituale ed umana sul tema: Tutti pregano Dio, ma come fa Dio a esaudire la preghiera di tutti? • “Pregando, poi non sprecate le parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole… (Matt. 6,7) • “Voi dunque pregate così: “Padre Nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome… (Matt. 6,9) L’incontro sarà tenuto da Padre Valentino Natalini, già Ministro Provinciale dei Frati Minori, il giorno giovedì 16 giugno alle ore 19 presso la Cattedrale di Jesi (nella sala della Confraternita del SS. Sacramento). Voce della Vallesina in diocesi 12 giugno 2011 9 Parrocchia Regina della Pace: lo spettacolo dell’Allegra Compagnia Stare insieme sotto le stelle Ad un anno di distanza, come il buon vino, l’Allegra Compagnia acquista ancora più corpo e sostanza. Padroni del palco, sono riusciti con tranquillità e sicurezza a regalare uno spettacolo sobrio e divertente che ha coinvolto ed appassionato un nutrito pubblico animando per una sera il piaz- zale della parrocchia Regina della Pace. All’interno dello spettacolo hanno trovato spazio anche i ragazzi del catechismo che sono stati premiati per le loro opere per l’ormai classica “Infiorata”. Chi ha vinto? Tutti coloro che hanno partecipato per il loro impegno e la fantasia nella realizzazione dei lavori che poi sono stati esposti di fianco al palco per l’intera serata. E don Claudio Procic- chiani ha scelto di mettersi in gioco interpretando ben due pezzi: forse non verrà ricordato come una promessa mancata della musica, ma lo spirito e l’intensità hanno segnato e rimarcato il messaggio di speranza con cui ha aperto le performance. Un vero e proprio invito a non aver paura. Con questa forza sono scesi in campo gli altri piccoli interpreti: abbiamo assistito all’ottima prova delle piccole note colorate guidate da Chiara Rossetti. Insieme a loro ad animare la loro Lollypop, un vigoroso corpo di ballo che ha coreografato la musica. Che dire poi di Serena Stronati che ci ha condotto lungo la serata con i suoi pezzi al piano. Un menu davvero completo che ha visto tra le sue portate anche una gradevole quanto inaspettata nota rock grazie ad Alice Latini, Mariasole la terza edizione dell’infiorata alla parrocchia regina della pace Fede e devozione a Gesù e creatività dei bambini Sabato 28 maggio dalle 15 alle 18 i bambini e i ragazzi delle varie classi di catechismo, assistiti dalle loro catechiste, dopo giorni di ricerca e preparazione dei bozzetti e dei fiori, sotto il porticato della parrocchia, hanno eseguito l’infiorata realizzando sette quadri (pannelli 70x100) sul tema Eucaristico-Mariano. Successivamente una commissione ne ha fatto una valutazione di merito, che è stata riportata dietro l’attestato di partecipazione consegnato a tutti i gruppi durante lo spettacolo “Insieme sotto le stelle”. L’infiorata dei bambini vuole essere, e speriamo che lo sarà anche in futuro, un’occasione per la nostra comunità di esprimere in un modo diverso la fede e la devozione a Gesù Eucaristia e alla Madonna e per gioire nell’ammirare le opere e l’estro creativo dei ragazzi e delle loro catechiste. È un’occasione per promuovere la speranza, riflettere e risvegliare sentimenti di pace, di amore e di serenità, come veri e sani valori della vita umana, dai quali ripartire per estirpare l’ingiustizia, l’ignoranza e la miseria, mali che logorano inesorabilmente la nostra civiltà. La nostra “infiorata dei bambini”, è ormai alla terza edizione e ha trovato la sua collocazione nell’ambito dei festeggiamenti in onore di Maria Regina della Pace, e al termine dell’anno catechistico. Tutti i quadri proposti quest’anno, alla pari di quelli delle precedenti edizioni, sono di un buon valore artistico. I visitatori, Vescovo compreso, sono rimasti ammirati dal particolare fascino emanato dalle opere, dando il loro plauso e incitamento a continuare e arricchire questa originale manifestazione. Anche quest’anno i quadri, dopo la premiazione, sono stati collocati all’interno della Chiesa nel corridoio centrale. Queste piccole opere d’arte dureranno solo un giorno, perché i fiori appassiscono, ma il ricordo rimarrà per sempre nei cuori dei bambini che le hanno realizzate e delle loro famiglie. Fagioli, Francesca Panfoli e The Blue Rock Band. In questa serata non poteva di certo mancare qualche sketch in dialetto jesino grazie ad Andrea Farotti e Didien Romiti cosi come l’ottima prova della “La Schola Regina”. Ciliegina sulla torta la performance di Aurora Paolucci raccomandata da Alice Bellagamba. Stare insieme sotto le stelle è la dimostrazione di come coinvolgere una comunità, di richiamare persone a vivere uno spazio che è di tutti. Un occasione ancora una volta per tendere una mano a quanti vogliano rendere più vitale ed attiva la propria parrocchia. Facciamo sì che non passi un altro anno, ma che già oggi possiamo passare qualche ora in “Allegra Compagnia”. Il coordinatore del gruppo Giuseppe Fabrizi La festa unitaria dell’Azione Cattolica jesina Un momento per festeggiare il cammino che si sta concludendo ma anche un appuntamento per ritrovarsi tutti insieme, come una grande famiglia: questa è in sintesi la festa unitaria, che l’Azione Cattolica jesina organizza domenica 12 giugno a Santa Maria del Colle. Oltre a tutte le iniziative realizzate dall’Ac diocesana in questi mesi per tutte le fasce d’età – dai ragazzi dell’Acr fino agli Adulti, passando per Giovani e Giovanissimi – un occhio ovviamente va anche a quello che accadrà in estate, dai campi ed al prossimo Congresso eucaristico nazionale, in programma a settembre ad Ancona. La festa vuole essere non solo un momento di incontro fra tutti i settori ma anche un’opportunità per farsi conoscere meglio dai simpatizzanti e dai curiosi. La festa unitaria dunque, è aperta a tutti. Questo il programma della serata, intitolata proprio “Insieme c’è più festa”: ore 16.30 ritrovo ed accoglienza; ore 17 celebrazione della santa messa presieduta da Mons. Vescovo; ore 18 presentazione del congresso eucaristico nazionale; ore 20 cena alla brace; ore 21 serata di animazione e giochi. g.p. Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme “Signore, da chi andremo?” è il tema del prossimo congresso eucaristico nazionale che l’Ordine dei del Santo Sepolcro di Gerusalemme fa proprio nel previsto incontro che si svolgerà a Pesaro nel pomeriggio di sabato 11 giugno. I partecipanti si ritroveranno presso la chiesa del Nome di Dio dove seguiranno un concerto eseguito dalla prof.ssa Giovanna Franzoni del conservatorio Rossini. I brani saranno intervallati dall’illustrazione storica e iconografica della chiesa a cura della prof.ssa Cristina Belli Montanari. La medesima richiamerà anche i motivi spirituali più rilevan- ti connessi con il tema del prossimo congresso eucaristico nazionale che, come è noto, si terrà ad Ancona dal 3 al 12 settembre. L’incontro si concluderà con la Santa Messa che sarà celebrata da mons. Francesco Marinelli arcivescovo di Urbino-UrbaniaSant’Angelo in Vado. Incontro sull’acqua con la teologa Virgili A pochi giorni dal referendum del 12-13 giugno, l’Azione Cattolica jesina intende proporre una riflessione riguardo al valore dell’acqua. Il papa Benedetto XVI, nel Messaggio inviato nel 2010 alla FAO per la Giornata mondiale dell’acqua, ha fatto notare che «l’accesso all’acqua rientra a tutti gli effetti tra i diritti inalienabili di degli esseri umani, perché rappresenta un prerequisito per la realizzazione di tutti gli altri diritti come quello alla vita, all’alimentazione ed alla salute. Pertanto l’acqua non può essere trattata come una semplice merce al pari delle altre.» L’Azione Cattolica diocesana invita la cittadinanza all’incontro formativo, che si terrà venerdì 10 giugno alle ore 21, presso la chiesa di S. Nicolò, con la prof.ssa Delegazione ASSONAUTICA Autoscuole Rosanna Virgili, biblista e docente di Sacra Scrittura all’Istituto Teologico Marchigiano di Ancona. L’incontro avrà come titolo “L’acqua la insegna la sete: come la Bibbia parla di acqua” e offrirà la possibilità di riflettere su questo dono al contempo così importante e comune a partire dalle fonti stesse della fede cristiana, le Scritture. Corinaldesi s.r.l. Point AUTOMOBIL CLUB d’ITALIA Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CQC – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi, Via Mura Occidentali, 31 - tel. 0731 209147 c.a. - fax. 0731 212487 - Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - fax 0731 201914 Jesi, Via Gallodoro, 65 - tel. 0731 200809 - sede Consorzio Autoscuole Corinaldesi. - Jesi, Via Marx, Zipa - operazioni collaudi Senigallia, via R. Sanzio, 71 - tel. 07160062 Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi - Adriatica - Falconarese) - Ostra - Marina di Montemarciano - Marzocca di Senigallia radioDuomo SenigalliainBlu•95,2Mhz L’angolodellapoesia Sotto il bicchiere palpita la lucciola impazzita. Nell’aria rarefatta della sua capsula spaziale contro invisibili pareti un varco cerca disperatamente. Chi ha catturato il sogno che lievemente volava nella notte tra boschi d’erbe profumate misteriose d’ombra e di sussurri mentre in cielo saliva chiara la luna? All’alba forse morirà la lucciola. Il sole la vedrà impallidire e crudelmente rivelerà la luce la sua fragilità. Aiuto: liberate i miei sogni nella notte. L’alba / troppo presto verrà… Augusta Franco Cardinali Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00 il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20 10 Voce della Vallesina cultura e società 12 giugno 2011 Castelrosino: celebrazioni della Comunione, della Cresima e inaugurazione della nuova immagine di Maria A Santa Maria del Colle una grande e doppia festa! Domenica 5 giugno la comunità di S. Maria del Colle in Castelrosino ha vissuto una bella festa, anzi doppia!! Insieme abbiamo ringraziato il suo amore che ci viene incontro nel dono della Prima comunione e della Cresima di sei ragazzi ma anche per la Benedizione del nuovo Trittico di S. Maria del Colle. All’inizio della celebrazione il vescovo Gerardo ha benedetto la nuova immagine di Maria con il Bambino insieme a S. Giovanni Battista e Sant’Amici abate. Quindi il prof. Faliero Tamburi, autore raffinato dell’opera, ha spiegato che essa è una riproduzione dell’originale di G. A. Bellinzoni (1438-1439). La parte centrale (Maria e il Bambino) si trova ora nel Museo Diocesano di Jesi, mentre le pale laterali sono al palazzo Venezia di Roma. Egli ha cercato di cogliere i colori originali, riproducendo in maniera mirabile l’opera nella sua interezza. Si è inoltre compiaciuto che un giovane, amante dell’arte del legno, Lorenzo Pigliapoco di Castelrosino, potesse realizzare la struttura in maniera altrettanto pregevole, fino all’incisione dei 4 capitelli in stile corinzio (foto 3). Tutta la comunità si è emozionata quando è stata scoperta l’opera ed è scoppiato uno spontaneo e fragoroso applauso. La preghiera di benedizione è stata accompagnata dal canto dell’Ave Maria del nostro concittadino Giancarlo Aquilanti, noto compositore in tutto il mondo, anche lui legato a S. Maria del Colle. Come ci ricordava don Gerardo nell’omelia, il dono di Gesù dalla croce è sua Madre. Anche noi vogliamo accoglierla con fiducia nella “casa” del nostro cuore. Il Trittico della nuova Imma- gine di Maria e dei santi è il segno di una tradizione di fede e di devozione a Maria che volentieri raccogliamo dal passato e vogliamo porre come dono a tutti. Un dono che ci coinvolge e desideriamo che accompagni il nostro cammino di Chiesa anche in questo nostro tempo. Siamo grati a questi amici che ci hanno fatto un dono grande che rimarrà nel tempo, siamo riconoscenti anche ai tanti che hanno collaborato all’evento in vari modi. Siamo, inoltre, contenti di offrire a tutti anche una pregevole e unica riproduzione del Trittico di Santa Maria del Colle (www.smpjesi.it). La Comunità di S. Maria del Colle in Castelrosino Nelle foto di Candolfi: i bambini della prima Comunione (Marco Cocilova e Giacomo Zannini) e i cresimati (Antonio Befanucci, Edoardo Brunori, Diego Mazzieri, Andrea Zannini). Gli autori prof. Faliero Tamburi e Lorenzo Pigliapoco. Lo svelamento del Trittico. FESTA DELLA PARROCCHIA DI SANTA MARIA DEL CAMMINO: MOLTO PARTECIPATA LA 34° EDIZIONE Dalla Via Lucis alla preghiera nelle famiglie e alla processione Era il 26 febbraio 1977 quando l’arcivescovo Carlo Maccari, alla presenza dei testimoni Luigi Massaccio e Amelio Tritoni, costituiva la nuova parrocchia di Santa Maria del Cammino, nominando come primo parroco don Mario Massaccio. La parrocchia unisce le due comunità di Macine, dove è vene- rata la Madonna della Rosa, e Borgo Loreto dove è venerata la Madonna di Loreto. La prima festa della parrocchia ha avuto luogo il 31 maggio 1977 con una fiaccolata e di anno in anno si è arricchita di nuove iniziative. Quest’anno la festa ha avuto inizio domenica 22 maggio con la celebrazione alle 9,30 della S. Messa per la prima comunione e alle 11,15 con quella per gli anziani ed ammalati. Durante la settimana della festa si svolgono degli incontri nelle varie zone per recitare il rosario e partecipare alla S. Messa. Lunedì 23 maggio don Mario Massaccio ha celebrato presso la famiglia Bondoni, giovedì 26 maggio don Feliciano presso Iside Bucciarelli e venerdì 27 maggio don Mariano Piccotti presso Marcello e Fabiana Carbonari. È un’occasione anche per incontrarsi e conoscersi meglio. Uno dei momenti più toccanti è la VIA LUCIS, guidata, lungo le vie del paese, mercoledì 25 maggio da padre Sergio Cognigni della Milizia dell’Immacolata. La Via Lucis (dal latino Via della Luce) è un rito nel quale si ricordano e si celebrano gli eventi della vita di Cristo e della Chiesa nascente dalla resurrezione di Gesù alla Pentecoste. Infatti le 14 stazioni iniziano proprio dal “Gesù risorto da morte” e seguono poi con i vari episodi fino ad arrivare all’ultima tappa “Il risorto manda lo Spirito Santo (Pentecoste)”. Sabato 27 maggio i ragazzi del catechismo hanno fatto gioiosamente un pellegrinaggio presso la chiesa di Borgo Loreto. Altro momento della festa che merita di essere menzionato è la consacrazione dei nuovi membri della Milizia dell’Immacolata, celebrata durante la S. Messa di domenica 29 maggio. La Milizia dell’Immacolata è un’associazione pubblica di fedeli, universale e internazionale, eretta dalla Santa Sede, fondata da San Massimiliano Kolbe, aperta a cattolici di ogni stato di vita, e incoraggia tutte le persone di buona volontà a vivere un rapporto di filiale fiducia con la Madonna. Lo scopo della M.I. è quello di condurre tutto il mondo a Cristo attraverso l’Imma- colata, Madre di Dio e della Chiesa. Lunedì 30 maggio suggestiva processione-fiaccolata verso la chiesa di Macine con partenza da Borgo Loreto con la statua della Madonna di Loreto, da Piazza Bocconi con la statua della Madonna della Rosa, da Castelplanio e anche da Angeli di Rosora. Grande è stata la partecipazione fedeli. Momento culminante della festa, la messa solenne celebrata martedì 31 maggio dal vescovo Gerardo insieme a don Gianfranco Ceci, don Mariano Piccotti e don Feliciano, durante la quale i bambini della prima comunione hanno portato un fiore a Maria. È proprio il 31 maggio che la chiesa contempla il cammino di Maria verso la cugina Elisabetta e il vescovo Gerardo nella sua omelia ricorda quel momento in cui il bambino di Elisabetta le sussultò nel grembo. Prosegue dicendo: «Abbiamo voluto pregare per i bambini e presentarli a Gesù tramite l’intercessione di Maria, in particolare quei bambini che domenica scorsa hanno ricevuto la prima comunione.» Cita poi una frase di San Luigi Grignon: Se noi vogliamo incontrare veramente Gesù, dobbiamo farci accompagnare da Maria. «Abbiamo invocato la benedizione su questi bambini e li abbiamo affidati a Maria come do- Storia e cultura calabrese Alcune immagini della nostra bella Italia, tra i profumi e i colori della terra dei cedri. A Maratea, nel golfo di Policastro, per ammirare la monumentale statua del Cristo Redentore; gita in barca all’Isola di Dino, la maggiore delle due isole calabresi, con tante piante rare e piena di grotte. Il santuario di San Francesco di Paola, patrono della Calabria, protettore della gente di mare della nazione italiana, ambasciatore Unicef dei bambini calabresi, è un imponente complesso monastico realizzato in diverse fasi a Paola, in provincia di Cosenza e rappresenta il luogo simbolo della fede regionale calabrese. San Francesco nasce a Paola il 27 marzo del 1416 ed ha fondato l’ordine dei Minimi. Nelle foto il santuario di San Francesco di Paola, il gruppo dei turisti tra cui alcuni jesini, nel viaggio organizzato dall’agenzia Cofra Spidy Tour, all’Isola di Dino e il Cristo Redentore di Maratea alto 22 metri. vremmo sempre affidarle le nostre famiglie, le nostre parrocchie – ha detto il Vescovo - significa che noi crediamo che Maria sia veramente Madre e che capisca le nostre situazioni. Tante volte ce ne dimentichiamo perché da soli siamo così fragili ed è per questo che ci affidiamo a Lei. Anche il Papa ha affidato l’Italia a Maria Santissima. Cari genitori che avete accompagnato questi bambini, lo sapete che la Chiesa chiede un’attenzione particolare ai nostri giovani. Accanto a questo impegno non dimentichiamoci mai la preghiera. Maria tu che sei Madre guarda questi figli, aiutaci a portarli a Gesù, in Gesù trova la loro gioia, il motivo di crescere.» La celebrazione si è conclusa come ogni anno con la benedizione degli autisti e dei mezzi e con il saluto dei fedeli a Maria. Fotoservizio M. Claudia Zampetti Voce della Vallesina jesi 12 giugno 2011 11 Un convegno della Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari Donna Agricoltura Ambiente: la salute in tavola “Mangiare è un atto agricolo” ha dichiarato molte malattie legate ad una non corretta il filosofo agricoltore statunitense Wendel alimentazione. La manifestazione si è svolBerry volendo evidenziare lo stretto legame ta in collaborazione con la Commissione tra ciò che mangiamo e l’attività agricola. Ambiente sezione di Jesi ed ha avuto come Molta gente ormai mangia senza rendersi protagonisti principali gli alunni della classe conto di ciò che fa, o al massimo considera quarta dell’istituto comprensivo “Carlo Ursolo gli elementi nutrizionali senza bada- bani”, scuola primaria Martiri della Libertà. re a quelli legati all’ambiente e all’econo- Questo progetto ha voluto promuovere la mia. Questo è un limite non di poco conto tradizione agricola locale e dare delle linee pensando che facendo la spesa alimentare guida sulla lettura delle etichette dei vari determiniamo il tipo di agricoltura che vo- prodotti in modo tale da rendere il consugliamo. matore più consapevole di quello che assuProprio a questo riguardo nel pomeriggio me e della sua qualità. del 4 giugno si è svolto presso la Sala del “Qualità” la si trova nei prodotti locali, lavoLampadario del Circolo Cittadino l’incon- rati con pratiche eco-compatibili rispettose tro finale del progetto “Donna Agricoltura sia dell’ambiente sia della salute dell’uomo e Ambiente: la salute a tavola”. Questa ini- poiché “nel piatto finisce il nostro territorio ziativa è stata promossa dalla F.I.D.A.P.A. e la nostra tradizione”: così ha spiegato Cri(Federazione Italiana Donne Arti Professio- stina Martellini, dirigente del Servizio Agrini Affari) per educare, fin da giovani, a una coltura Forestazione e Pesca Regione Marbuona abitudine alimentare e così prevenire che, la quale si è poi soffermata sui marchi (Qm, DOP, GP) che si trovano nei cibi. Vi è una ricerca al ritorno all’essenzialità e semplicità delle cose: sani ortaggi che devono accompagnare i nostri pasti e frutta in abbondanza al posto delle ricche e complesse merendine che di effetti benefici ne hanno ben pochi sia nell’uomo sia nella biodiversità territoriale. Alla conferenza la specialista in Scienze dell’Alimentazione Letizia Saturni ha mostrato come l’ambiente, l’agricoltura e la salute sono in stretta relazione tra loro e come si è svolto il lavoro con gli alunni. Gianna Ferretti dell’Università Politecnica delle Marche ha elencato le conoscenze essenziali che ciascuno di noi deve avere sull’alimentazione e ha spiegato l’importanza della stagionalità e dei vegetali. Infine è intervenuta Mauda Moroni del servizio qualità e sicurezza degli alimenti della Regione Marche la quale ha evidenziato il ruo- lo e la funzione della qualità e certificazione. Hanno presentato la loro testimonianza: Alessandro Alidori, specializzando in scienze dell’Alimentazione, che ha reso noti i benefici che troviamo nel consumo di un buon olio; Gianfranca Schiavoni dell’Azienda Gastreghini e Paolo Cesaretti, coordinatore del Consorzio Caciotta d’Urbino. A questa educativa conferenza sull’alimentazione c’è stata la partecipazione d’eccellenza di Francesco Petretti, Naturalista della trasmissione Geo&Geo. Al termine dell’incontro è stato allestito un banchetto con prodotti biologici e tipici della nostra regione finendo così in allegria questo progetto. Fare la spesa utilizzando il buon senso e con consapevolezza non avrà riscontri solo sull’economia agricola e sull’ambiente ma sarà anche il miglior investimento per un futuro migliore. Marta Maria Manzotti Alla Fondazione Federico II il concerto di Marco Poeta L’Eterno desiderio di felicità Al palazzo Baldeschi Baleani, presso la sede della Fondazione Federico II organizzatrice dell’evento, mercoledì primo giugno, alle ore 21, si è svolta una serata dedicata al desiderio della vita e dei sentimenti. Un omaggio al compositore e liutista inglese John Dowland, attraverso brani di musica trascritti dal chitarrista Marco Poeta e di testi poetici, tradotti dal prof. Cesare Catà, assessore alla cultura di Porto San Giorgio. L’unione poi, con le due voci femminili, quella canora di Alessandra Losacco e quella recitante di Giulia Poeta, insieme ad un accompagnamento insolito di cornamusa offerto dal maestro Piercarlo Fontemaggi, hanno saputo raccontare una storia viva ed antica come quella del ‘500, ren- dendola partecipe e possibile anche ai giorni nostri. Marco Poeta è un esploratore dell’anima, attraverso quegli stili a lui più congeniali come il Fado argentino, attraverso il quale ha sperimentato tecniche differenti da quelle europee. Senza conoscere il linguaggio scritto sa produrre il suono a memoria ed introduce nel suo excursus creativo l’utilizzo della chitarra a dodici corde, pochissimo usata. Applicando la tecnica musicale portoghese è arrivato all’esplorazione di John Dowland che lo ha colpito per la sua semplicità. Poeta ne arricchisce le ballate facendosi accompagnare o alternando il suono alle voci; la dimensione malinconica e rinascimentale dell’antico autore si dirige verso l’assoluto. Sfiora l’immagine della gioia, della felicità cercata sia con le note che con le parole. Forti e leggiadri, i canti irlandesi di Dowland entrano a metà percorso; le atmosfere, intense, raccontano i sapori, l’amore e la purezza della vita, senza illusioni, ma anche senza demordere. Che tenacia quest’epoca! Essa si rafforza con un linguaggio più incalzante, quando la ghironda entra in scena con Piercarlo. Il maestro alterna questo vortice alla cornamusa e poi alla dolcezza del flauto per ricostruire sempre in ascesa con la chitarra, l’immagine della ragione la quale vuole soltanto l’amore. Il racconto di Dowland è di un uomo posto ai margini, esiliato da tutto; all’epoca si esibisce alle corti europee, fuori dalla sua Irlanda perché non cattolico. Convertito, pentagrammandopace manifestot.ai Scuola: il concerto degli studenti del comprensivo Federico II Simbiosi tra insegnanti e allievi Concerto di Primavera: 25 maggio, ore 21, al Teatro Studio Valeria Moriconi, si è svolto il saggio di fine anno scolastico, dell’Istituto Comprensivo Federico II Jesi-Monsano. Patrocinata da Banca Marche, dall’assessorato alla cultura e politiche giovanili del comune di Jesi e dalla fondazione PergolesiSpontini, la serata è stata importante per la scuola e motivo di crescita, attraverso la musica. La struttura organizzativa e la qualità delle idee musicali, hanno dimostrato che si può ottenere partecipazione e simbiosi tra insegnanti ed allievi. Il messaggio che ne è emerso dopo tanto lavoro, ha tenuto a sottolineare la dirigente scolastica dell’istituto professoressa Maria Ambrogini, è quello di una gioventù capace di raggiungere obbiettivi se seriamente motivata; così, in un crescendo sempre più entusiasta, ha presentato la prima fase divisa in due sezioni. La prima, dedicata a Mozart, Schubert e Rossini, la seconda a Francesco Cilea, Ernesto de Curtiss e Franz Lehar. Entrambe interamente interpretate dal soprano lirico ed ospite d’onore Mirela Cisman (di origine rumena). Mentre per i primi tre autori, l’accompagnamento è stato eseguito dall’insegnante di chitarra classica Massimo Agostinelli, i brani dei contemporanei sono stati supportati dal trio formato dalla pianista Roberta Giuliodori, dal violinista Giacomo Molinelli e dalla flautista Fabiola Braconi. Il repertorio, perlopiù di carattere romanticoallegorico, ha fortemente emozionato il pubblico; trascinato dal carattere di danza come ad esempio della “tarantella napoletana” di Rossini e dalla “ViJia” di Lehar (della Vedova Allegra), ha corrisposto in modo univoco e spontaneo. La seconda parte, interamente dedicata ai ragazzi, si è aperta con un inizio quasi da sottofondo; il valzer di Chopin eseguito al pianoforte, è stato interpretato dalla giovane Michela Fabbretti. In crescendo, gli allievi di Agostinelli hanno eseguito in un piccolo insieme di chitarre, un brano di Francisco Herrera; una Romanza a due voci, alternate fra il gruppo misto, e le soliste Federica Franconi e Silvia Paoletti. Per concludere, la Grande Orchestra della Scuola Media, ha stupito, interpretando trascrizioni dell’Adagio di Vivaldi e della Romanza op.50 di Beethoven; i famosi Carmina Burana di Carl Orff ed i “Quadri di un’esposizione” di Mussorskij. Giacomo Molinelli, violinista ed anche direttore del gruppo giovanile, si è dedicato al lavoro di trascrizione per i 52 elementi orchestrali, composti da violini, fiati, chitarre e pianoforte. Arrivando a creare una perfezione acustica delle sonorità, tale da confondere chi ascoltava, come se alla base fossero registrati effetti speciali. Elisabetta Rocchetti BELLO, IL GOMITOLO DELLA SCUOLA! Cambiare ancora / per salire di grado… / Quest’anno il gomitolo / non entra più nella mano / scivola via stendendo / i fili dei ricordi. Un gomitolo / cui viene reciso il filo, per sempre / un gomitolo senza il suo gattino / che si intrecciava tra i fili per far annaspare felici i vivaci quelli con l’adrenalina pura. Dipanato il gomitolo / con le maestre / che ci han insegnato a cercare / ad ubbidire ad inventare. Or che al gomitolo / il filo tagliamo / come una palla / a voi lo lanciamo… Vi troverete tessuto lo studio / la novità / e il bene che lega la VA. di Lucrezia nella scuola primaria Martiri della Libertà C M Y CM MY CY CMY K per ragioni proprie, rientrerà ai tempi della regina Elisabetta. Ma, sarà sempre la stessa la sua impronta, estrema e piena di speranza, le cui voci di Alessandra e di Giulia, in unione alternata, leggono e traducono in canto. Sono i capitoli 12-05-2011 19:18:00 dell’amore, che volta pagina, tramonta, ma non muore. Elisabetta Rocchetti Nella foto di Augusta Cardinali da sinistra Piercarlo Fontemaggi, Alessandra Losacco, Marco Poeta, Cesare Catà e Giulia Poeta. 1923 12 Voce della Vallesina jesi 12 giugno 2011 Un profilo inedito di Federico II nelle nuove ‘Tabulae’ federiciane Storia da rileggere, pregiudizi da sfatare Sono apparse con qualche ritardo rispetto alle previsioni le ‘Tabulae n° 44’ del Centro Studi Federiciani, da considerare per più di un motivo opera di speciale interesse. Il primo è nell’introduzione. Il libro è dedicato ‘a due gentiluomini di altri tempi’: sono Vittorio Borgiani e Paolo Vanni, scomparsi lo scorso anno, ricordati con immensa stima e riconoscenza dai soci della Fondazione. È poi da rilevare che il volume arricchisce ulteriormente la biblioteca federiciana, archivio sempre più prezioso di testi di ricerca, studio, documentazione. La Tabulae costituiscono anche un ‘diario di bordo’ delle attività della Fondazione. L’opera risulta perciò molto utile a quanti, non presenti a tutti gli incontri, manifestazioni e conferenze accolti a volte in sedi diverse da quella ufficiale di Jesi, desiderano averne comunque un resoconto. Ma sono soprattutto i contenuti del libro a meritare un’attenzione non superficiale. Introduce le Tabulae l’Albo d’Oro che riporta una scheda biografica dell’avv. Vittorio Borgiani, ricordato nelle pagine successive da Carlo Fornari, da Wolfgang Stürner e da Mario Bernabò Silorata, membro del Comitato Scientifico. Quest’ultimo sensibile e intelligente studioso qualifica il carattere dell’ex Presidente della Fondazione con una citazione evangelica: ‘Beati i mansueti, perché erediteranno la terra (Luca 5:5). Seguono i testi di dieci conferenze, saggi, testi di ricerca . Del dott. Roberto Magnani è il primo. In una conferenza del 13 gennaio scorso parlò de ‘La medicina ai tempi di Federico II; erboristeria e rimedi naturali’, suscitando interesse e curiosità. Affine a questo argomento è stato quello trattato nello stesso giorno da Sonia Baldoni: ‘Erbe e tisane, armonia del corpo e dello spirito’. L’una e l’altra relazione hanno suggerito la scelta delle immagini del calendario 2011, tratte dal manoscritto Redi 165, depositato a Firenze: dodici miniature che illustrano altrettante erbe officinali. Sorprendente è stata la conferenza tenuta da Pippo Franco, il 6 dicembre scorso, presso il Centro Direzionale Banca Marche dove ha parlato di ‘Federico II e la simbologia di Castel del Monte’. Pochi conoscevano la vasta cultura dell’attore e molti ignoravano che egli fosse anche un appassionato studioso di Federico II. Alla sua accurata disamina ha fatto seguito, la sera stessa, una ‘Inchiesta sulla Sindone’ che Pippo Franco ha presentato in Duomo. Si tratta di un testo dialogato, da lui stesso scritto, che tiene conto di tutte le documentazioni e di tutte le ipotesi scientifiche formulate intorno alla sacra reliquia. È di Carlo Fornari, insignito del Federichino nel 2002, ‘L’assedio di Viterbo’, un ampio saggio che prende in esame i fatti che interessarono gli ultimi difficili anni di vita di Federico II e la storia di un territorio conteso dal Papato e dal Libero Comune di Roma. Nel contesto, una rivelazione: la scoperta di una lapide che testimonia la partenza dalla città di Meda di Federico II e di sua moglie Costanza, già incinta. Franca Sinatti d’Amico, urbinate, Federichino 2009, ha trattato un tema da lei stessa definito ‘una proposta di ricerca’: ‘Per una città: Federico II urbanista?’. L’autrice, appassionata di storia del diritto e delle istituzioni, scopre intorno alle disposizioni sancite da Federico II in fatto di urbanistica e di edilizia singolari corrispondenze a illuminati criteri moderni. La traduzione del ‘Testamento di Federico II di Svevia’, nella sua stesura integrale non era mai stata fatta. Ha provveduto a questo il prof. Antonio Ramini e la Tabulae riportano tutti i paragrafi del documento. Veniamo così a sapere che l’Imperatore dichiarò suo successore Corrado anche se figlio illegittimo, ma che non trascurò gli altri suoi eredi, affidando a Manfredi il principato di Taranto e ad Enrico il regno di Arlem e di Gerusalemme. Altre disposizioni del testamento possono però far rivedere anche radicalmente giudizi troppo severi pronunciati su Federico II dai suoi detrattori. L’Imperatore non era un santo, ma evidentemente nemmeno un ‘Anticristo’ se stabilisce che ‘centomila once siano pagate per la salvezza della nostra anima in aiuto alla terra Santa’; che ‘a tutte le chiese e alle case religiose vengano restituiti i loro diritti’; che ‘le chiese di Lucera e di Sora o altre danneggiate da funzionari imperiali siano ricostruite e restaurate’; che ‘sia dato ai creditori quanto a loro spetta’: se chiede infine di essere sepolto accanto ai genitori nella Chiesa Maggiore di Palermo. Queste e altre volontà testamentarie fanno intendere come Federico II anche in punto di morte non avesse perduto né fede né saggezza. Sulle tracce federiciane in Abruzzo, terra di confine tra i domini papali e quelli del regno di Sicilia, si è spinta Franca Tacconi, direttrice del Centro Studi, ideatrice e animatrice di molte iniziative della Fondazione. Ha fermato l’attenzione su una enigmatica struttura federiciana: Castel Manfrino, in provincia di Teramo, la cui storia investe sia la figura di Manfredi che gli eventi di transizione fra la dominazione sveva e quella angioina. Il testo riportato, ‘Manfredi, diletto figlio’, è quello di una conferenze tenuta nell’aprile scorso in Ancona. Ancora di Manfredi e della sua famiglia si è interessata Anna Causati Vanni, Federichino 2000, attivissima collaboratrice della Fondazione, giornalista e autrice di numerosi libri, articoli e monografie su Federico II. Le Tabulae hanno stralciato dal suo libro ‘Nell’anno di Federico Vir inquisitor et scientiae amator’, un capitolo che riguarda la breve esistenza di Elena degli Angeli, la ‘sposa venuta dal mare’ di Manfredi. ‘Dimenticata, anche dalla storia, la famiglia di re Manfredi’ è il titolo del saggio. Lo stile è quello di un romanzo storico, affascinante ed evocativo. Del prof. Enrico Ciuffolotti è riportata la conferenza, ‘Dante e gli Svevi’, tenuta a giugno presso il Circolo Contardo Ferrini. Stimatissimo componente del Comitato Scientifico, coordinatore del Centro Studi Marchigiani, il prof. Ciuffolotti prova come l’esame della Divina Commedia e di altre opere dantesche possa testimoniare l’ammirazione dell’altissimo Poeta sia per gli Svevi che per Federico II, pure lontano dai suoi ideali politici e da lui collocato nell’Inferno fra gli eretici. L’ultimo testo è di Bianca Tragni, dirigente scolastica plurilaureata, giornalista, insignita della medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per benemerenze culturali. Le Tabulae pubblicano il testo di una conferenza da lei tenuta, in lingua francese, a Kayselberg, in Alsazia, a titolo ‘La Cattedrale di Altamura’. Nella città natale dell’autrice, appunto Altamura, Federico II volle che venisse eretta una chiesa, l’unica da lui costruita. Di questa singolare struttura Bianca Tragni parla dettagliatamente, rilevando pure come Federico II abbia fatto edificare in tutto il suo regno castelli e fortezze che hanno resistito al tempo. Soltanto in Puglia se ne contano più di venti. Urbanista, costruttore di poderosi manieri, tutore del diritto, saggio amministratore delle finanze e della giustizia. Così era anche l’imperatore Adriano ed è inevitabile il confronto. Forse è lui che soprattutto Federico II ammirava e forse è a lui e al suo ‘Edictum perpetuum’ che pensava redigendo le Costituzioni Melfitane. Augusta Franco Cardinali Gli alberi della pittrice Elisa Latini adottati dal parco Gola della Rossa Dopo il successo decretato da pubblico e critica all’esposizione pittorica di Elisa Latini “Albero, ecologia dell’anima”, appena terminata a Palazzo dei Convegni di Jesi, la mostra, con ulteriori opere, verrà riproposta a Genga a fine estate all’interno del Parco Gola della Rossa. La ricerca dell’artista jesina ha saputo mirabilmente comunicare il senso d’intimità, a volte smarrito, tra uomo e natura rivelando, con gli alberi della sua speciale foresta, l’anima vera dell’ambiente naturale e del suo elemento simbolico d’eccellenza: l’albero. La prossima tappa, prevista a Genga a settembre, sostenuta dal Parco Gola della Rossa e dal direttore dell’ente Massimiliano Scotti, sarà arricchita con ulteriori momenti di scambio tra l’artista, i visitatori e le scuole marchigiane cui saranno dedicate attività laboratoriali d’arte ed ecologia. «Tengo molto a questo progetto di Genga – dichiara l’artista Elisa Latini – considero l’incontro e il confronto sui temi dell’ecologia di fondamentale importanza per la mia poetica, un completamento e un arricchimento indispensabile alla mia ricerca artistica». La Latini dimostra uno spessore e un rigore artistico immediatamente percepibili e sa captare, trasportandole su tela, le magiche “trasmissioni” osmotiche tra uomo e natura. Elisa Latini è laureata all’accademia delle Belle Arti di Roma ed ha partecipato a numerose esposizioni ed eventi. Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 www.fazibattaglia.com DAL 1923 Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it Voce della Vallesina jesi 12 giugno 2011 13 Cerimonia di chiusura dell’Anno Accademico 20010/2011 Alla Luaj tutti promossi a pieni voti La Libera Università per Adulti va in vacanza. L’Anno Accademico si è ufficialmente concluso il 27 maggio con la relazione del bilancio finale presentata dal prof. Giancarlo Vecci, da tre anni presidente della Luaj. Nel quadro sinottico di quanto è stato fatto, diverse appaiono le nuove proposte, ma non poche anche le attività confermate e consolidate. Fra le prime il prof. Vecci ha elencato un corso di cucina svolto presso la ‘Italcook’; un altro di fotografia di base e di elaborazione di filmati; un laboratorio di lettura che la biblioteca ‘V. Moriconi’ ha permesso di costituire e organizzare; un corso di letteratura su tipologie umane: e inoltre le lezioni di canto popolare; di interpretazione del disegno infantile; i corsi avanzati di lingue straniere, la ripresa di quelli di pittura ad acquerello. Si tratta di discipline di particolare interesse che sarebbe difficile o forse impossibile trovare accessibili e fruibili altrove. “Abbiamo cercato sempre di conciliare aspetti cognitivi e svago: come dire, di unire l’utile e il dilettevole’, ha osservato il Presidente. Appunto in considerazione di questo proposito le attività riservate ai 326 iscritti sono state numerose e diversificate, comprendendo anche concerti, cineforum, visite a mostre, viaggi culturali. Tutto è stato reso possibile grazie ad una équipe di eccellenti collaboratori specializzati in settori diversi e di volontari che hanno messo a disposizione di tutti conoscenze e competenze. A loro è andato il ringraziamento del Presidente, come pure agli sponsor; tra cui la casa editrice ‘Raffaello’ che ogni anno stampa gratuitamente gli nanzi tutto confessato che non aveva intenzione di pubblicarlo. Sarebbe rimasto nel cassetto se l’insistenza dell’editore non l’avesse convinta a cambiare idea. E bene ha fatto, perché del libro sono state già vendute circa novemila copie. Un record. Il romanzo è in parte autobiografico. Il paese ‘da vendere’ è Castelplanio, dove Federica Bernardini ha vissuto venticinque fervidi, frementi anni. Sono soprattutto quelli della contestazione giovanile che lei ha trascorso in una famiglia severa, fra gente dalla mentalità chiusa, pettegola, maldicente; spesso ipocrita o bigotta. opuscoli-guida della Luaj. Animato da un In questo ambiente ostile e diffidente Federigenuino interesse, davvero molto e bene può ca e i suoi amici avevano cercato uno spazio in cui esprimersi liberamente fondando un fare il volontariato. circolo culturale e ricreativo, il ‘New Young Un paese da vendere, un paese da amare Club’, dove si riunivano per ascoltare musiAlla relazione del Presidente ha fatto seguito ca, leggere, scrivere, discutere, recitare. “Non la presentazione del libro “Un paese da ven- facevamo niente di male, ma purtroppo dopo dere” di Federica Bernardini, ospite d’onore. un anno il club dovette chiudere a causa delle L’autrice, nata a Castelplanio e imprenditrice, maligne insinuazioni di qualcuno del posto”. si occupa da anni di letteratura, di teatro e di Federica Bernardini ha tracciato un breve cinema. Ha pubblicato romanzi, sillogi poeti- profilo della protagonista del romanzo, Giorche, fiabe, testi teatrali. Presidente regionale gia. È una ragazza che, abbandonata all’età di della F.i.t.a. (Fondazione Italiana Teatro Ama- sei anni dal padre, è costretta a subire molte toriale), ha fondato la compagnia ‘Teatroluce’ imposizioni. Affronterà allora diverse especon la quale ha portato in scena diverse opere rienze negative che la indurranno quasi alla di grandi autori. Ha prodotto il film “Non c’è prostituzione Riuscirà per fortuna a salvarla più niente da fare” e vinto numerosi premi una forte e sincera amicizia. Del libro, per il letterari. quale ha vinto anche un importante concorDi questo suo ultimo romanzo, apparso lo so letterario, Federica Bernardini dice ancora: scorso anno, ha parlato diffusamente. Ha in- “Mi ha fatto ritrovare tanti vecchi amici, ri- appacificare anche con il mio paese natale. Ora ci sono ritornata volentieri e sono stata bene accolta”. Dante Ricci ha letto alcune pagine del romanzo. Lo stile è scorrevole, privo di artifici, pregnante di immagini, a tratti colloquiale. L’autrice espone frequentemente in forma dialogata, conferendo alla narrazione una struttura drammaturgica che dimostra anche la sua abilità nella scrittura di testi teatrali. Non solo da questi pregi è giustificato il successo del libro, ma anche dal fatto che molti lettori possono riconoscersi nella storia di quegli anni ruggenti; nell’insofferenza e nell’inquietudine giovanile, nel desidero di fuggire da un ‘natìo borgo selvaggio’. Da osservare poi che il desiderio di evasione e di riscatto è proprio dell’età giovanile e in ogni tempo ne hanno parlato grandi artisti, letterati, poeti, filosofi. Il libro fa appunto riferimento a questa situazione psicologica, che è universale e, di conseguenza, da tutti comprensibile. Con gratitudine l’autrice ha voluto dedicare la sua opera al prof. Antonio Ramini, che anni fa la incoraggiò e la invitò a continuare a scrivere. A commento, una postilla. Non è nel chiasso e nel caos delle grandi città che riesce a nascere l’arte, ma nella quiete e nel raccoglimento. Si può pensare, sognare, riflettere solo lontani dal ‘vuoto assordante’ delle metropoli; magari anche in un tranquillo, ‘selvaggio’, amato e detestato piccolo paese di provincia. Fotoservizio: Augusta Franco Cardinali Al Circolo Cittadino il libro di Cristiano Carriero Ci sono notti che non accadono mai… Diciannove maggio, ore diciannove, al Circolo Cittadino. Un bel pubblico gremisce la sala. Sguardi vaganti di malcelata curiosità attraversano l’aria e si arenano nello splendore suggestivo e intrigante di una avvenente luna piena, imprigionata nella copertina di un atipico libro d’amore. Per “Ci sono notti che non accadono mai”, c’è la presentazione del giornalista Giovanni Filosa, c’è la voce di Raffaella Lattanzi di Radio Vallesina, c’è l’editor Dino Mogianesi di edizioni GEI. E c’è lui, l’autore, Cristiano Carriero. Giovane, esuberante, meridionale. Cattura il microfono e parla… Parla dell’amore, del groviglio di vite che gravitano attorno ad esso. Lo canta imbracciando la chitarra, naturale e genuino nella freschezza delle cose che sa e di quello che è. Sorride alla mamma, ricorda la sua terra, Bari. Elogia la Jesi che lo accoglie, saluta la Milano che arguta lo trattiene. E racconta. E ascoltando non sai se è la trama del libro a conquistarti o il suo cuore che parla d’amore, si apre a ventaglio davanti a te come le pagine del libro, e corre… attraversando tempi, spazi ed età coi mezzi più diversi. Parla dell’amore che si raccontava per lettera, che si tremava in una cabina telefonica, che si scriveva negli sms fino alle prime e-mail… fino all’attualità fatta di storie iniziate, finite o recuperate nei social network. Nel rosario dei flash catturati ai giorni e alle notti di un giovane copywriter impie- no, breve, a volte disperato, gato in un’agenzia di pub- quasi violento, bestiale. Un blicità, si affacciano i modi tempo duro, che pure finidi vivere e d’essere di un sce sempre per scrivere le tempo veloce, senza pace, in pagine più dolci e più belle trasformazione, crudo nella quando inciampa, prima o conquista di onnipotenza poi, nell’Amore… e individualità. Un tempo A cosa stai pensando? assetato di sesso, successo, “Riprendiamola, riprendiaspensieratezza. Espresso mola questa serie A…” da un linguaggio disadorFotoservizio Paola Cocola festa della birra a castelplanio A Castelplanio è in corso la Festa della birra & 7° Motoraduno organizzata dalla Pro Loco che si conclude domenica 12 giugno. Da venerdì 10, tre giorni intensi di buona musica (domenica alle 21 è in programma il concerto “Tribute band Queen”), ottima birra e ristorazione di qualità comprese alcune ricette della cucina tedesca. In particolare, birra nazionale e di importazione sia a caduta sia alla spina. Il tutto all’insegna del “bere responsabile” in ossequio alla campagna per il consumo intelligente dell’alcol. Nella mattinata di domenica (ore 10.30) per le vie del paese è prevista una sfilata di auto d’epoca. L’incasso delle iscrizioni al Motoraduno di sabato 11 (ritrovo ore 15.30, giro turistico ai Castelli di Jesi ore 16.30) sarà devoluto all’AICU (Associazione Italiana Carlo Urbani). Informazioni al sito www.procastelplanio.it; mail: [email protected] 14 JESI - IL PALAZZO E DINTORNI “L’ippogrifo”: un elogio e una pagliuzza “Se uno non porta un libro metto un meno. Quando arriva a 5 meni è un 5 meno” – “Posso accedere alla vostra attenzione o almeno al vostro mutismo rassegnato?” – “L’uomo è ciò che mangia, l’ uomo è ciò che veste: se veste Prada allora è il diavolo”. Sono alcune delle tante famose amene frasi storiche solennemente pronunciate da un docente del Liceo classico di Jesi e scrupolosamente meditate dagli affezionati suoi alunni per poi immortalarle nel periodico del loro liceo, il Liceo Classico di Jesi, che ha celebrato il suo 150° di fondazione con un numero speciale, appunto, del L’ippogrifo. Trattasi di un corposo lavoro di una ottantina di pagine frutto della collaborazione, dell’entusiasmo e dell’intelligenza di tanti docenti e di tantissimi alunni. Orgoglio del liceo se è vero, come è vero, che lo si è voluto valorizzare con uno speciale incontro nella nuova e accogliente aula magna dell’Istituto. Ma, badate bene, non vi fate ingannare dalle prime battute di questo articolo, riportate solo come captatio benevolentiae e per sottolineare che lo spirito goliardico degli studenti non tramonta mai. Si tratta di un lavoro culturalmente impegnativo e congegnato così bene da spaziare nel presente, da recuperare molte notizie storiche ben documentate e da offrire una ricca sventagliata su tanti argomenti voluti e presentati dagli alunni. Entrare nel merito è impossibile, data la natura di questa rubrichetta. Invito solo a sfogliarlo lentamente e a leggere i tanti articoli che possono interessare in prima persona. Ce n’è per tutti. Ma a questo meritatissimo elogio faccio seguire la scoperta della pagliuzzina che, seppure a fatica, sono riuscito a vedere nell’occhio del L’ippogrifo, altrimenti mi si potrebbe accusare di mancare completa- mente di senso critico o di eccessiva distrazione. Ecco. Sono stati richiamati tanti personaggi, soprattutto tanti docenti del passato che si sono imposti per la loro cultura o per il loro carattere. Io avrei visto bene che un tantino di attenzione in più fosse stato dato a don Costantino Urieli. Insomma, metterlo un po’ alla pari di un Gatti, di un Belardinelli, di un Molinelli, di un Cinti. Anche se è vero che viene citato, come garante storico, ben cinque volte (e nessun altro come lui!), forse proprio perché è un grande storico di cui si è onorato il Liceo classico, perché è un docente che vi ha insegnato per ben 25 anni e, infine, perché, unico, ha ricostruito anche una nutrita storia del suo Liceo – di questo nostro Liceo classico – una storia che abbraccia cinque secoli. E se, per fare un esempio di collaborazione di Urieli anche a questo numero del L’ippogrifo, l’elenco dei diplomati va dal 1985 ad oggi, lo si deve ad Urieli che, con la sua ricerca, aveva già recuperato tutti i nominativi dei diplomati dal 1921 al 1984: ben 63 anni. Del resto proprio il prof. Ramini – con la sua onestà intellettuale – in un breve scritto su Urieli, da me richiesto e poi pubblicato, mentre con tutta schiettezza esprime le troppe difficoltà per andare d’accordo con il temperamento di don Costantino (verissimo!), dall’altra egli lo ricorda come un sacerdote di integra e limpida fede che ebbe due passioni, la Chiesa e Jesi. E conclude che “Oggi… forse manca un personaggio forte e schietto come lui e che, come lui, sia animato da così grande amore per le nostre tradizioni, per il nostro popolo, per la nostra Città”. Et censeo sancti Nicolai monumentum liberandum esse v.m. Poggio San Marcello: sequestro di droga ad un rave party Quando la festa si trasforma in incubo Stavano già ballando da cinque giorni quando la polizia si è recata sulle colline di Poggio San Marcello per tenere sotto controllo la situazione del “Black Moon Festival”, il party con musica elettronica che si stava svolgendo in una casa privata e a cui stavano partecipando circa 1500 giovani, lo scorso fine settimana. Tuttavia, quella che avrebbe dovuto essere una semplice festa si è trasformata in un incubo di droga e alcool secondo la polizia, che ha già identificato 300 ragazzi, denunciandone due per possesso di cocaina e ketamina e che ha sequestrato marijuana e hascisc che circolavano alla festa. Dieci le multe per non aver rispettato il codice della strada e tre le auto poste a fermo amministrativo perché guidate da ragazzi in stato di ebbrezza. Il sindaco di Poggio San Marcello, Tiziano Voce della Vallesina pagina aperta 12 giugno 2011 Consoli, ha precisato che polizia e carabinieri dei comuni limitrofi di Castelplanio e Maiolati Spontini erano stati avvertiti e avevano già predisposto controlli sulle strade; ha dichiarato che in qualità di sindaco del Comune non avrebbe potuto fare di più ed ha espresso l’auspicio che in futuro tali manifestazioni siano meglio regolamentate. Gli organizzatori del Festival dal canto loro tengono a precisare di aver ottenuto tutte le autorizzazioni sanitarie ed amministrative e di aver indicato ai partecipanti le modalità di comportamento affinché la festa avesse potuto svolgersi al meglio, fornendo sacchi per raccogliere l’immondizia e locali in cui rilassarsi con yoga e massaggi; affermano infine che il loro festival era ben lontano dall’essere un rave party. Gioele Marozzi e Lucia Campanelli REGIONE: TRA I FINALISTI IL GRUPPO DELL’ISTITUTO SALVATI I giovani, l’agricoltura e la ricerca Gran finale per il “Progetto future think green” organizzato dalla Regione Marche nell’ambito del PSR – Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 dedicato agli istituti tecnici ad indirizzo agrario, turistico e alberghiero delle Marche. Il progetto è nato per incentivare il confronto e lo scambio di esperienze con i giovani sul tema della multifunzionalità dell’azienda agricola. Sono stati circa duecento, mercoledì 25 maggio, al ridotto del teatro delle Muse, gli studenti che hanno partecipato alla presentazione degli elaborati sviluppati sui tre temi suggeriti dal progetto e aventi come fine l’analisi dello spazio rurale, la diversificazione del mondo rurale e la promozione del territorio. Quattro gli Istituti approdati alla fase finale: il “S. Salvati” di Jesi-Monteroberto, il “C. Ulpiani” di Ascoli Piceno, il “Fazzini- Mercantini” di Grottammare e il “F. Filelfo” di Tolentino. I ragazzi del Salvati, accompagnati dal responsabile del progetto professor Andrea Di Sebastiano, presenti con un folto gruppo, hanno illustrato un articolato ed interessante progetto. L’istituto jesino ha meritato il plauso della platea delle Muse e dei referenti della Regione intervenuti alla premiazione conclusa con la consegna di un attestato da parte del vice presidente e assessore all’Agricoltura della Regione Marche Paolo Petrini. «Questa iniziativa è stata pensata per ascol- tare e favorire il confronto con il mondo della scuola e dei giovani – ha dichiarato Petrini - siamo in un periodo di trasformazioni molto veloci ed importanti che ci impongono di trovare nuove soluzioni per valorizzare le nostre peculiarità. L’arma migliore può essere rappresentata dalle ‘differenze’, dalla valorizzazione delle nostre migliori produzioni. Oggi però l’agricoltura produce anche paesaggio, turismo, storia, accoglienza in un ambito in profonda trasformazione. Abbiamo quindi bisogno di innovare e di farlo con le nuove conoscenze di cui i giovani sono portatori che incentiviamo attraverso i finanziamenti PSR». L’incontro è proseguito con le interessanti presentazioni degli elaborati da parte degli studenti e dei professori coordinatori del progetto. Un’escursione nel nostro territorio, nel tessuto vivo delle nostre campagne che ha reso evidente il valore del lavoro svolto dalle classi e rivelato l’importanza di iniziative di questo tipo. Il pomeriggio di festa si è concluso con la consegna di un attestato ai rappresentanti degli istituti partecipanti da parte del vice presidente Petrini, che si è complimentato con i presenti ringraziandoli per aver testimoniato, con il loro contributo di ricerca, tutte le potenzialità che la nostra regione, portatrice di eccellenze riconosciute a livello italiano ed europeo, ha da mettere in campo per il suo futuro. Riceviamo e pubblichiamo da Paola De Santis Abolizione delle fermate urbane Paola De Santis, cittadina jesina, ha scritto alla nostra redazione esprimendo il disagio e insoddisfazione da parte degli abitanti di Jesi che usufruiscono del trasporto pubblico per Ancona. Già in passato la questione aveva interessato gli enti pubblici e la ditta Crognaletti. Di seguito riportiamo alcune parti della lettera. «Dallo scorso anno la ditta Crognaletti, gestore del trasporto pubblico tra Jesi ed Ancona, ha cancellato alcune fermate urbane; chi abbia bisogno di recarsi ad Ancona, all’Ospedale di Torrette o alle spiagge, e non abiti nei dintorni di Porta Valle o San Giuseppe, è costretto a rassegnarsi. Questo servizio era l’unico collegamento frequente e a buon mercato con Ancona e la zona costiera per la popolazione urbana di Jesi. La ditta predetta adduce come motivo dell’abolizione delle fermate la sospensione (o riduzione) dei contributi regionali ai gestori privati del trasporto pubblico. L’abolizione delle fermate assomiglia a una ritorsione punitiva sugli utenti, che, oltretutto, appartengono alle fasce più deboli della popolazione: anziani, persone che non guidano l’auto e che devono recarsi all’Ospedale regionale, pendolari per lavoro o studio». Dalla redazione abbiamo contattato telefonicamente l’amministratore delegato della Crognaletti, Marcello Pesaresi, il quale ci ha spiegato che la questione è nata dopo la nuova gestione regionale da parte dell’Atma la quale gestisce anche tutti ricavi dei biglietti. Inoltre riportiamo la riposta di Paola Bartolini dell’Ufficio Trasporti della Provincia di Ancona, che ha competenza in questo settore, la quale ha risposto ad una segnalazione simile, lo scorso anno. «Si precisa che il servizio di cui trattasi è un servizio di trasporto pubblico extraurbano di competenza della Provincia; pertanto le modifiche apportate sono state concordate e approvate dalla Provincia e sono giustificate dalla natura del servizio stesso, ovvero di tipo extraurbano. La scelta dell’abolizione delle fermate urbane è maturata dalla necessità di razionalizzazione e coordinamento del servizio con le altre linee del servizio extraurbano, nonché di velocizzazione, per quanto possibile, dello stesso; ciò nonostante per venire incontro alle esigenze del trasporto scolastico e dei pendolari, il giro interno a Jesi è stato mantenuto nelle ore di punta. Inoltre da contatti con la società Atma, che gestisce il trasporto pubblico extraurbano della Provincia di Ancona, a cui Crognaletti e Sacsa sono consorziati, è emerso che comunicazione delle modifiche era già stata data una settimana prima dell’avvio del nuovo servizio.» Il “polo della ricerca”all’ex Sadam Confartigianato: no ai megastore «Nessuno andrà più in centro storico. Se la ex-Sadam si trasformerà in un contenitore di grandi centri commerciali - dice Giuseppe Carancini responsabile della Confartigianato - la sorte del centro e della città di Jesi e delle attività produttive che lavorano tra le mura è segnata». Tutti gli acquisti saranno dirottati in periferia; chi abita nei comuni limitrofi che oggi convergeva sulla città i propri interessi commerciali salterà completamente Jesi, utilizzando la superstrada, con grave danno per l’economia locale e per il turismo. Confartigianato perciò dice no ai megastore. Il progetto proposto per la riconversione dell’ex zuccherificio Sadam ne prevede addirittura tre da 2.500 mq ciascuno. Confartigianato, ribadisce Giuseppe Carancini, da tempo ha espresso la sua posizione in materia di centri commerciali. Il territorio della Vallesina è saturo di megastore e non ne servono altri. Al contrario va rivalutato e ricondotto a piena operatività il commercio al dettaglio che perde di giorno in giorno visibilità, occasioni di protagonismo e clienti. Secondo Confartigianato comunque l’area deve rimanere a vocazione produttiva, cercando di attrarre lo sviluppo di aziende innovative e deve diventare un polo della ricerca e della green economy con le attività sostenibili, coinvolgendo anche l’Università. L’innovazione, sia essa di carattere organizzativo e gestionale, sia essa di carattere squisitamente tecnico e tecnologico, deve diventare il più importante elemento di competitività per il sistema imprenditoriale locale; spesso e soprattutto nel caso di un contesto produttivo come quello jesino, fatto di micro e piccole imprese, l’innovazione diventa una leva competitiva. Voce della Vallesina sport e tempo libero Csi: dal doposcuola ai tornei e al centro estivo 12 giugno 2011 Parrocchia di San Francesco di Paola: Clementina L’Oratorio S. Maria del Piano a Roma! Torna il torneo “Catram Volley” Una realtà nata e sostenuta da un gruppo di genitori volontari, dall’operatore e dal parroco di Santa Maria del Piano, è un punto di ritrovo - e non solo - per i giovani e bambini del quartiere ormai da diversi anni. Situato all’interno del teatro dedicato a Gaspare Spontini, l’oratorio ospita ogni giorno ragazzi dagli 8 ai 16 anni, dal mese di settembre al mese di luglio. Da diversi anni è stato attivato il servizio di doposcuola per bambini della scuola primaria e ragazzi delle medie. Da circa 2 anni invece è stata avviata l’attività di cucina che ha riscosso molto successo tra i ragazzi dai 9 ai 14 anni, attività sostenuta dal lavoro dei genitori volontari. Oltre che dai volontari, l’oratorio è seguito anche dall’operatore del CSI, Andrea Carleo, che da dicembre scorso è diventato responsabile. Numerose le iniziative e le attività che Uno dei grandi classici dell’estate jesina è senza dubbio il torneo di pallavolo “Catram Volley”, organizzato dalla Polisportiva Clementina e che ogni anno offre sempre spettacolo e divertimento in abbondanza. La rassegna, giunta alla sua ventiquattresima edizione, si terrà come sempre, presso il cortile della parrocchia di San Francesco di Paola, al fianco dell’Arco Clementino. Due le categorie alle quali è possibile iscriversi: maschile e misto, in entrambe i casi è prevista la partecipazione di un solo tesserato Fipav. Caratteristica principale del torneo è la superficie, il cemento, ma anche il numero dei giocatori. In campo si scende in due contro due, anche se ogni squadra può portare in panchina una riserva. I vincitori delle due categorie saranno premiati con hanno impegnato i ragazzi in quest’ultimo anno di vita insieme: principalmente quelle organizzate dal Csi di Ancona come l’”Oratorio CUP” e la “Gara di danza”. In particolare quest’anno l’oratorio si è contraddistinto nell’attività del calcio A5, dove è stata premiato come “campione regionale” il 29 maggio a Civitanova Marche nelle categorie under 12 e under 16. Ora i ragazzi sono chiamati ad affrontare il torneo interregionale a Roma l’11 e 12 giugno… confidando nello spirito di gruppo che li ha contraddistinti in questo ambito sportivo. Anche questa volta è molto bello che i genitori accompagnano con entusiasmo le varie esperienze dei figli. Ricordiamo, infine, che per tutti i bambini e ragazzi dai 7 ai 13 anni, inizierà l’attività estiva lunedì 13 giugno, per 2 settimane. Ogni informazione su www. smpjesi.it o al 0731 58636. Il coordinatore Andrea Carleo Csi: GLI ORATORI DELLA DIOCESI SI PRESENTANO Oratorio San Massimiliano Kolbe L’ oratorio San Massimiliano Kolbe di Jesi è attivo da tre anni: i frequentatori sono ragazzi che hanno dai 13 ai 18 anni che passano il loro tempo libero divertendosi e giocando insieme in un’ampia sala, situata sotto la chiesa, provvista di diversi giochi. É quasi un anno che svolgo il mio servizio di animatrice all’oratorio e durante questo periodo abbiamo organizzato diverse attività, come tornei di biliardino, di ping- pong e di play-station tra i ragazzi dell’oratorio e non solo ed anche sfide di biliardino tra tutti i ragazzi degli altri oratori presenti a Jesi e nei paesi limitrofi, con premiazione finale dei vincitori. Sperimento ogni giorno che l’Oratorio è un vero ponte tra la strada e la Chiesa, infatti riesce a mettere in comunione e in relazione tutte le persone che vi girano attorno, sperimentando momenti di gioco, di fede e di educazione. Inoltre l’oratorio è dotato di un’altra stanza utile per l’attività di doposcuola per ragazzi che hanno bisogno di aiuto nello svolgere i compiti, munita di computer con accesso a internet per le ricerche scolastiche. Come ogni anno la comunità di San Massi- miliano Kolbe, ad ottobre, ha organizzato la festa della parrocchia e come oratorio abbiamo allestito dei punti di ritrovo con il tavolo da ping pong e i biliardini per far giocare e divertire grandi e piccini, accompagnati da un po’ di musica gestita dai ragazzi dell’oratorio. Abbiamo organizzato un pomeriggio dedicato alla visione di un film che trattava argomenti come il razzismo e l’abuso di potere, con l’intenzione di creare un momento di riflessione per i ragazzi, conclusosi poi con la cena con il parroco. Una delle ultime attività e che va per la maggiore, è stato il torneo di calcio per tutti i ragazzi, nel grande campo da calcio situato dietro la chiesa, grazie all’aiuto di un volontario che arbitrava la partita. Il tutto si è concluso con la consegna di un coppa alla squadra vincitrice. Il 22 maggio nella nostra parrocchia si è svolta la Festa Diocesana della Famiglia, un’iniziativa molto importante per tutta la comunità parrocchiale e non solo, animata da giochi per tutta la famiglia. Nella festa è stata posta al centro della famiglia l’Eucarestia e una coppia di sposi ha portato la propria esperienza su come vive l’Eucarestia in famiglia. É stata una bella testimonianza che ha ribadito a tutta la comunità parrocchiale e diocesana l’importanza dell’Eucarestia come momento di preghiera e unione con Dio e come nella famiglia sia di vitale importanza. Una novità di quest’anno è che l’oratorio San Massimiliano Kolbe farà partire un Centro Estivo per ragazzi delle medie e superiori, a partire dal 13 giugno fino al 24 giugno, tutti i pomeriggi dalle 15 alle 18, per passare delle ore piacevoli in compagnia con giochi, uscite, tornei e tanto divertimento. Sara Troiano JUNIORES JESINA: la Jesina Calcio ringrazia Belardinelli prodotti alimentari. È possibile iscriversi alla rassegna fino al 15 giugno contattando direttamente la segreteria della Clementina al 339-5711245 oppure inviando una mail all’indirizzo [email protected]. Gip BASKET FILENI BPA - Al via la “Simonetta Cup” Decisiva l’assemblea dei soci Il futuro dell’Aurora Basket comincerà ad avere contorni più chiari e nitidi dopo il 10 giugno, giorno dell’assemblea dei soci. Ad affermarlo è il presidente arancioblu, Carlo Barchiesi. «In quell’occasione si potrà decidere per l’utilizzo del capitale sociale a chiusura del limitato deficit di quest’anno, con azzeramento e ricostituzione del capitale sociale stesso. In quella sede, il tutto potrà eventualmente permettere ai soci che ne manifestassero l’intenzione di uscire e a nuovi, nel caso, di entrare». Il numero uno arancio-blu si è, inoltre, detto ottimista e fiducioso perché «questi mesi mi hanno fatto capire quanto Jesi tenga al basket». Dal 10 al 12 giugno si radunerà a Jesi il meglio del basket giovanile nazionale per la “Simonetta Cup”. Saranno presenti alla rassegna Olimpia AJ Milano, Scavolini Pesaro, Stella Azzurra Roma, Leoncino Venezia-Mestre, Bierre Rimini, Senigallia, Fano, Stamura Ancona, Osimo e due squadre dell’Aurora. Proprio dal vivaio sono arrivate buone notizie. Al memorial “Papini” di Rimini gli Esordienti classe ‘99 – gui- Amanti del gelato… questo è per voi! Nei giorni 10, 11 e 12 giugno prossimi, Agugliano apre le porte del suo paese per accogliere tutti coloro che vorranno partecipare ad uno dei festival più dolci e freschi che ci siano: quello del gelato! L’alimento fresco e dai mille colori fatto con panna montata e zucchero che ogni estate entra a far parte delle nostre merende o delle nostre cene risale al periodo del Rinascimento, ma già nell’antichità molti uomini cercarono di creare un cibo dolce e rinfrescante che potesse concludere il loro pasto. Secoli di storia che hanno fatto della ricetta del gelato una delle tradizioni italiane per eccellenza; tradizione che viene esportata in tutto il mondo lasciando dietro di sé la scia della dolcezza e dei profumi. Passeggiando per le vie di Agugliano, i visi- tatori del festival potranno assaggiare il gelato artigianale fatto da numerosi maestri gelatieri e questo permetterà loro di effettuare confronti tra le varie scuole di produzione, non solo marchigiane ma di tutti Italia. Il consiglio direttivo organizzatore del festival ringrazia lo “Slowfood” di Ancona, per il corso che permetterà ai frequentatori di apprendere come assaporare un gelato nel modo migliore, e l’istituto comprensivo di Agugliano – Polverigi – Camerata Picena per la disponibilità mostrata nell’organizzazione dell’evento che quest’anno giunge al suo secondo anniversario. Per maggiori informazioni riguardi al festival, è possibile visitare il sito www.gelatoartigianalefestival.it Gioele Marozzi Una proposta della Jesina Calcio L’estate è un gioco La juniores nazionale della Jesina Calcio, dopo aver concluso il proprio cammino a metà classifica, pensa già al futuro. Tintarella e ombrelloni sembrano essere per ora accantonati; riflettori puntati sulle nuove sfide agonistiche che si profilano oltre l’orizzonte estivo. In questi giorni c’è stato un piccolo mutamento all’interno dello staff. Francesco Bacci, già tecnico del settore young leoncello da diversi anni, sostituirà sulla panchina della Primavera leoncella Stefano Belardinelli. Nuove idee tecniche e organizzative, rinnovate linee di programmazione globale per poter ripartire I bambini dai 5 agli 11 anni potranno giocare e divertirsi al centro estivo della Jesina Calcio, a partire dal 13 giugno fino al 9 luglio presso lo Stadio Carotti di Jesi dalle ore 8 alle ore 13. Ogni sabato ci sarà un’esibizione degli aderenti al cen- sionalità profusi in questi anni alla guida della Juniores, augurando al preparatissimo Mister un pronto ritorno in panchina e un futuro ricco delle soddisfazioni che merita». Daniele Bartocci dati dal responsabile del vivaio jesino, Vittorio Fiorentino (nella foto di Candolfi) – dopo aver perso la semifinale con la Virtus Siena con uno scarto di otto punti, si sono rifatti nella finalina battendo l’Auxilium Torino. L’under 14 di Claudio Parma ha ceduto solo in finale contro il Marostica. Successo invece, per gli Aquilotti 2000 guidati da coach Stefano Fava. Per la formazione composta da una selezione di elementi scelti tra gli aderenti al progetto “Teammates”, c’è stata la vittoria in finale contro Ferrara. Al Memorial “Rudy Terenzi” la formazione under 17 di Rolando Giorgi ha sconfitto nettamente in finale il Palocco Roma 85 a 57. Giuseppe Papadia Agugliano: la seconda edizione del festival dal 10 al 12 giugno Ecco mister Francesco Bacci con ancor più grinta, motivazione ed entusiasmo. Il tutto risulta da un apposito comunicato stampa della società leoncella: «La Jesina Calcio tiene molto a ringraziare Stefano Belardinelli per l’impegno e la profes- 15 tro estivo con la consegna dell’attestato di partecipazione. Per iscriversi e/o per ulteriori informazioni: S.S.D. Jesina Calcio srl – Settore Giovanile c/o Campo Sportivo Cardinaletti di Jesi (Tel 0731 207833). Chiedilo a lei. Sì, chiedilo a Giovanna, che in un quartiere difficile di Bari ha fatto nascere e crescere un doposcuola. Chiedilo ad Anna e agli anziani soli di Pantelleria, come sarebbe la loro vita senza l’assistenza di suor Patrizia. Oppure chiedilo a Francis, che era un bambino soldato e oggi è un uomo che studia e lavora. Con l’8xmille alla Chiesa cattolica continui a fare molto, per tanti. Se non ci credi, ascolta le loro storie: www.chiediloaloro.it