Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale V. MONALDI - NAPOLI Divisione di Ortopedia e Traumatologia Primario: Dott. Roberto Magri LE COMPLICANZE INFETTIVE IN CHIRURGIA ORTOPEDICA L’assistenza è servizio alla persona e alla collettività. Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi, complementari e di natura tecnica, relazionale ed educativa. “Linee guida per la prevenzione delle infezioni del sito chirurgico” Infezioni sito chirurgico Hanno una frequenza del 14-16% 2/3 sono limitate alla sede di incisione, 1/3 coinvolgono altri spazi e organi. Aumentano nella chirurgia addominale, trapianti e amputazioni I reparti maggiormente a rischio sono: Chirurgia vascolare, Urologia, Ginecologia, Chirurgia generale, Ortopedia. AGENTI PATOGENI PIÙ FREQUENTEMENTE ISOLATI PATOGENI Staphylococcus Aureus Stafilococchi Coag. Neg. Enterococcus spp Escherichia Coli Pseudomonas Aeruginosa Enterobacter spp Proteus Mirabilis Klebsiella Pneumoniae Altri Streptococcus spp Candida Albicans Streptococchi gruppo D Altri aerobi Gram Pos. Bacteroides Fragilis ISOLAMENTI % 1986–’89 1990-’96 N=16.727 N=17.671 17 12 13 10 8 8 4 3 3 2 - 20 14 12 8 8 7 3 3 3 3 2 2 2 * Sono esclusi i patogeni rappresentati meno del 2% degli isolati TIPOLOGIE DI INTERVENTO E PATOGENI DI PIU’ FREQUENTE RICONTRO INTERVENTO PATOGENI Posizionamento di protesi/impianti S. Aureus, S. Coag.N. Cardiochirurgia S. Aureus, S. Coag.N. Neurochirurgia S. Aureus, S. Coag.N. Chirurgia della mammella S. Aureus, S. Coag.N. Chirurgia ortopedica S. Aureus, S. Coag.N., Gram N. Chirurgia oftalmica – dati limitati S. Aureus, S. Coag.N., Streptoc., Gram N. Chirurgia toracica non cardiaca S. Aureus, S. Coag.N., S. Pneumoniae, G. N. Chirurgia vascolare S. Aureus, S. Coag.N. Chir. Vie bil. Colon ret. Append. Gram N., anaerobi Chirurgia tratto gastroduodenale Gram N., Streptococco, anaerobi Chirurgia di capo e collo S. Aureus, Streptococco, anaerobi Chirurgia ostetrico/ ginecologica S. Aureus, Enterococ.,Streptoc. B, anaerobi Chirurgia urologica Gram N. FATTORI CORRELATI AL PAZIENTE • • • • • • • • • Età Diabete Obesità Colonizzazione microbica Alterazione risposta immune Trattamento con corticosteroidi Stato nutrizionale Tabagismo Coesistenti infezioni FATTORI CORRELATI AL TIPO DI INTERVENTO Preparazione pre operatoria Doccia pre operatoria Antisepsi cutanea Durata lavaggio chirurgico Durata dell’intervento - Localizzazione dell’intervento. - Impianto di protesi - Esecuzione di più interventi - fili chirurgici - Antibiotico profilassi - Comportamento in s.o. Ventilazione della sala operatoria Inadeguata sterilizzazione degli strumenti Materiali estranei in sede di sito chirurgico Drenaggi chirurgici Tecnica chirurgica: scarsa emostasi, trauma tissutale La prevenzione delle infezioni del sito chirurgico si realizza in 3 momenti PRIMA DURANTE DOPO l’intervento chirurgico RACCOMANDAZIONI PREOPERATORIE Erogare le prestazioni assistenziali e educative prima del ricovero Ridurre al minimo la degenza preoperatoria Identificare e trattare le infezioni lontane dal sito chirurgico Se l'intervento è elettivo, tutte le infezioni batteriche presenti, escluse quelle che hanno determinato l'intervento, devono essere trattate e controllate prima dell'intervento Tricotomia I peli non devono essere rimossi a meno che non interferiscono con le procedure chirurgiche Se necessario la tricotomia deve essere effettuata con forbici tricotomi elettrici a lama monopaziente con creme depilatorie e non con rasoi DOCCIA PREOPERATORIA - Educare i pazienti a eseguire la doccia la sera prima dell’intervento e la mattina stessa dell’intervento con una soluzione antisettica. ANTISEPSI DI MANI E AVAMBRACCI DELL’EQUIPE CHIRURGICA - Tenere le unghie corte, non indossare unghie artificiali. Eseguire un lavaggio delle mani ed avambracci della durata di almeno 3-5 minuti; il primo scrub della giornata deve comprendere anche una spazzolatura delle unghie. PROFILASSI ANTIBIOTICA - Somministrare la prima dose di antibiotico ev. con un timing di 30’, mantenere i livelli terapeutici del farmaco per tutta la durate dell’intervento fino a poche ore dalla sutura della ferita. PERSONALE CON INFEZIONE IN ATTO Allontanamento temporaneo dell’attività chirurgica diretta, dandone informazione agli operatori per sviluppare una consapevolezza rispetto alla necessità di autoescludersi da attività a rischio per l’utente RACCOMANDAZIONI INTRAOPERATORIE - AMBIENTE OPERATORIO Ridurre il numero di persone presenti in sala. Controllo manutenzione dei sistemi di ventilazione. Porte chiuse ad intervento avviato. Parlare il meno possibile sopra il campo sterile. IGIENE AMBIENTALE - Vigilare sulle corrette procedure di pulizia ambientale. - Controllare lo stato della sala operatoria. STERILIZZAZIONE DEL MATERIALE - Eseguire le fasi del processo di sterilizzazione seguendo la normativa tecnica di riferimento e le linee guida ufficiali • • • • ABBIGLIAMENTO DEL PERSONALE Divisa in due pezzi pantaloni più casacca e cambiarla appena visibilmente sporca. La mascherina chirurgica, utilizzata dall’équipe coinvolta nell’intervento, deve essere indossata sopra bocca e naso. Tenere sempre coperti capelli e barba. Il personale ‘lavato’, oltre ad indossare guanti chirurgici (eventualmente doppi), da cambiare appena l’integrità è compromessa, deve indossare camici sterili capaci di fornire un effetto barriera anche se bagnati TECNICA CHIRURGICA - Maneggiare con cura i tessuti - Mantenere una perfetta emostasi - Rimuovere i tessuti devitalizzati e i corpi estranei (suture, tessuti carbonizzati, detriti necrotici) dal sito chirurgico. - Se necessario un drenaggio, utilizzare un drenaggio chiuso in aspirazione. Posizionare il drenaggio attraverso un’incisione separata e distante dall’incisione chirurgica. Rimuovere il drenaggio appena possibile. Durante l’intervento •verifica della pulizia dell’area di incisione •antisepsi del campo operatorio con soluzioni Iodofore o Clorexidina •adeguata copertura del campo operatorio •mantenimento dell’asepsi durante tutto l’intervento •biancheria e strumentario dedicato ad ogni singolo paziente •sostituzione completa dello strumentario ad ogni intervento Tra un intervento e l’altro allontanare subito i rifiuti, la biancheria sporca, lo strumentario e i monouso utilizzati per l’anestesia decontaminare e pulire il materiale organico dal pavimento e dalle altre superfici il numero di contaminanti batterici e di particelle aero disperse è direttamente proporzionale al numero di persone che si muovono nella sala - In presenza di contaminazioni ambientali ematiche o di altri fluidi corporei, pulire con un disinfettante prima dell’intervento successivo - Effettuare campionature ambientali (aria o superfici) della S.O. nell’ambito di specifiche indagini epidemiologiche - In assenza di sporco visibile valutare la necessità di una disinfezione delle apparecchiature e delle superfici ambientali tra le operazioni - ….su come e dove lavare le divise - …restrizione dell’uso della divisa nell’area operatoria - …possibilità di coprire le divise fuori dell’area operatoria RACCOMANDAZIONI POSTOPERATORIE Proteggere la medicazione con una garza sterile per almeno 24/48 ore utilizzando guanti e presidi sterili. Lavarsi le mani accuratamente prima e dopo il cambio della medicazione. PIANIFICAZIONE DELLA DIMISSIONE Fornire informazioni al paziente ed ai familiari su come medicare la ferita e sui sintomi delle infezioni chirurgiche che vanno riferiti ai sanitari. Nightingale (1863) “Il malato ha maggiori probabilità di guarigione se assistito a casa” Il mondo cambia continuamente e le ricette del passato non sono sempre valide oggi Le tecnologie moderne possono offrire soluzioni migliori ma è importante sapersi adattare di continuo Gli interventi chirurgici sono classificati in base alla frequenza di complicanze infettive in: •Interventi puliti •Interventi puliti-contaminati •Interventi contaminati •Interventi sporchi Classificazione delle ferite Classe 1 “pulite” Classe 2 “pulite - contaminate” Classe 3 “contaminate” Classe 4 “sporche” INTERVENTI PULITI •Interv. elettivi, chiusi non drenati •Int. non traumatici, non infetti •Assenza di fatti infiammatori •Non interessano gli app. respiratorio,gastroent.,urinario, La chirurgia ortopedica è considerata pertanto una chirurgia pulita E pertanto l’infezione rappresenta un evento non solo ingiustificato ma temibile Un capitolo a sé invece rappresenta la chirurgia in traumatologia ove molto spesso non è possibile parlare di chirurgia pulita Infatti in molte fratture esposte gli interventi sono in ambiente contaminato E pertanto il trattamento antibiotico non ha valore di profilassi ma di vero e proprio intervento terapeutico Bisogna pertanto esaminare in campo ortopedico e traumatologico le diverse patologie e le singole procedure chirurgiche Se il trattamento chirurgico di una frattura esposta è accompagnato da abbondanti dosi di antibiotici Quello di una frattura chiusa prevederà una profilassi antibiotica opportuna soltanto in alcuni casi: -Epidemiologia ambientale sfavorevole -Interventi prolungati -Impianto di mezzi di sintesi In campo ortopedico occorre fare delle distinzioni in quali casi praticare una profilassi antibiotica Innanzitutto va ricordato che in ortopedia fino a qualche decennio fa l’infezione rappresentava una delle cause maggiori d’insuccesso Le cause erano legate • Caratteristiche intrinseche dell’intervento • Impianto di mezzi di sintesi o protesi Strategie non adeguate di chemioprofilassi, antisepsi e controlli di sterilità chirurgica La percentuale di infezione nei diversi tipi di chirurgia senza o con chemioprofilassi è la seguente: • Ch. pulita: 1,5-2% 1,5-2% • Ch.pulita-contaminata: 10% 3-4% • Ch. contaminata: 15-18% 9% • Ch. sporca: 40% 9% Sembrerebbe quindi che nella chirurgia pulita la profilassi non è in genere in grado di modificare il rischio infettivo Tuttavia la chemioprofilassi viene consigliata in chirurgia pulita quando si tratta di interventi che prevedono impianto di protesi Ciò è legato alla considerazione che in questi casi una complicanza infettiva assume una particolare gravità Ciò è legato alla considerazione che in questi casi una complicanza infettiva assume una particolare gravità In campo ortopedicotraumatologico una infezione di un’anca protesizzata o di un segmento scheletrico sintetizzato …rappresenta molto spesso il fallimento dell’intervento chirurgico le cui sequele rimarranno per tutta la vita Negli anni 50 furono istituiti i Comitati di controllo delle infezioni ospedaliere • Studio epidemiologia • Sviluppo di nuove strategie • Coordinare gli interventi E’ stato così osservato un andamento ciclico di alcune infezioni ospedaliere e il presentarsi di nuove infezioni Verso la metà degli anni ’60 per motivi non chiari cominciarono a scomparire le infezioni staffilococciche ma cominciarono a comparire infezioni sostenute da germi opportunisti (gram negativi e funghi) che attualmente sono in regressione a favore di germi gram positivi A partire dagli anni ’70 i Comitati di controllo hanno svolto un ruolo fondamentale nello studio epidemiologico delle infezioni: • Identificazione dei germi • Identificazione delle carenze tecnologiche • Divulgazione dei risultati • Adozione di misure preventive Si può dire pertanto che rispetto al passato le infezioni ospedaliere si sono ridotte di un terzo Ma cosa dobbiamo intendere per infezioni ospedaliere? Sono quelle che insorgono nel corso della degenza o immediatamente dopo la dimissione La progressiva riduzione della degenza post-operatoria ha portato ad un minor controllo del paziente Non tutte le infezioni però nascono in ospedale perché alcune sono già presenti o in incubazione al momento del ricovero e pertanto non rientrano in questo gruppo L’unico criterio che fa considerare acquisita in ospedale una infezione è quello epidemiologico: tempo di insorgenza, incubazione, tipo di germe, tipo di chirurgia etc. I germi patogeni che più si riscontrano sono i cocchi Grampositivi, i bacilli Gram-negativi, gli anaerobi In chirurgia ortopedica si possono riscontrare a carico delle ferite chirurgiche infezioni superficiali e infezioni profonde Sono soprattutto queste ultime a destare preoccupazione e possono presentarsi precocemente (1560gg) o tardivamente (3-4 mesi) La localizzazione batterica negli impianti di osteosintesi e di protesi è a livello dell’interstizio tra corpo estraneo e osso Per neutralizzare una colonia batterica l’antibiotico deve agire penetrando nella compagine di essa da tutte le direzioni o per lo meno dai due terzi …ciò non è sempre possibile in quanto la zona protesica di contatto con l’osso non è ovviamente irrorata Pertanto un germe non debellato inizialmente può creare raccolte ascessuali che causano scollamenti protesici e possono sfociare in ostemieliti difficilmente dominabili I reinterventi chirurgici per ottenere la bonifica del focolaio comportano un alto rischio di insuccesso che aumenta proporzionalmente al numero di interventi ripetuti La strategia da adottare deve prevedere pertanto l’attuazione di misure anche drastiche • • • Curettage accurati Isolamento dei germi e antibioticoterapia mirata Rimozione del mezzo di sintesi ed eventuale sostituzione • Impianto in sede di antibiotici a lenta cessione • Ossigenoterapia iperbarica • • Vaccinoterapia Farmaci immunomodulatori • Etc. Tutto ciò fa comprendere come sia importante prendere ogni possibile precauzione al fine di prevenire una infezione postchirurgica In campo ortopedico l’infezione riveste ancora un ruolo importante come causa di insuccesso – impegno di spesa sofferenza umana Malchau et al. (1998) • Mobilizzazione asettica 72,3% • Mobilizzazione settica 8,2% • Altre cause 19,5% Ma la mobilizzazione settica di solito non può essere recuperata se non adottando tecniche particolari costose e difficili Negli ultimi anni più che l’aspetto quantitativo è variato l’aspetto qualitativo… …ad es. si sono ridotte le infezioni di Pseudomonas e Serratia mentre sono aumentate quelle legate a cocchi gram-positivi (oltre il 50%) In oltre 1/3 dei casi è responsabile STAPHYLOCOCCUS AUREUS (Vincent, JAMA, 1995) La resistenza ai farmaci antimicrobici è il vero problema per la comparsa di ceppi multiresistenti e pertanto l’armamentario terapeutico verso essi si è ridotto Pertanto in ortopedia è importante adottare strategie volte alla prevenzione delle infezioni nelle osteosintesi e negli impianti di protesi Va ricordato che procedure chirurgiche complesse o il prolungarsi dell’intervento chirurgico fanno aumentare il rischio infettivo Nei prossimi anni pertanto si diffonderanno sempre più le tecniche e le procedure chirurgiche miniinvasive Nella nostra casistica abbiamo rilevato in oltre il 70% lo Staffilococco aureo e quindi:Staffilococco epidermidis, Streptococchi, Pseudomonas aerugisona, Enterobatteri ed Escherichia coli, Serratia, Proteus, Bacteroides, Candida, Klebsiella etc. Oltre a misure di controllo ambientale da più anni adottiamo negli interventi di osteosintesi, ma soprattutto in quelli di sostituzione protesica articolare il seguente schema di antibioticoterapia preventiva • Somministrazione di antibiotico la sera che precede l’intervento e all’inizio dell’intervento chirurgico • In caso di procedura chirurgica complessa o soggetti a rischio somministrazione postoperatoria • Alla dimissione antibioticoterapia per 3 g In conclusione in Chirurgia Ortopedica il controllo delle infezioni inizia prima dell’intervento e si modula in complesse procedure di controllo ambientali e tecniche Il controllo della ferita chirurgica riveste un ruolo importante nella prevenzione primaria dell’infezione postoperatoria Casi clinici Grazie