L'ANTICA « PORTA ROMANA )) DI VELLETl\I (*) (Storia, riproduzioni, avanzi .di un'opera d 'a rte distrutta). prima di tutto un'onesta e doverosa dichiarazione. Il merito di aver indicato agli studiosi di arte le Conti relative alla costruzione , alle vicende varie e alla distruzione della antica porta romana di Velletri non è mio , ma del sig. Augusto Tersenghi, bibliotecario della Comunale di Velletri, che, (c redo per primo), le ha sommariamente esposte in alcune··pagine del suo pregevole libro intitolato: Velletri e le sue contrade, edito pochi anni or sono (1910) (I). L'opera mia è stata invece di integrazione e di rettifica. Le fonti, ch e il Tersenghi solamente a dditò, esponendone p a rzialmente il contenuto, pubblico per intero in ques to articolo, commentandole d ove l'opportunità lo richiede e le completo con la divulgazione di due di!':egni inediti dell'antica porta e con qualche altra notizi a non registrata dal Tersenghi. Ciò ho fatto perchè mi sembra che il monume nto oggi distrutto meriti l'onore di essere più esattamente conosciuto nella sua storia e completamente illustrato. Sono inoltre debitore al sig. Tersenghi eli utili notizie di dettaglio esposte in questo mio studio, riguardanti specialme nte la dispersione degli avanzi della porta demolita; e di queste personali comunicazioni intendo qui pubblicamente rin graziarlo. Attribuito così ad ognuno il suo, dirò senz'altro che le antiche mura medioevali di Velle tri nel lato settentrionale tagli avano la via piil grande e lunga della città, detta oggi strada Vittorio Emanuele, nell'angolo della casa Vendetta e poi prosegui vano lungo la fronte del grande edificio dell' ex-monastero di s. Chiara per raggiungere la chiesa di s . Lucia. Nel punto di intersecazione della linea delle mura con quella della strada si apriva naturalmente un passaggio, chi amato Porta Superiore, fin d a età assai antica (fig. I). (*) Giorgio Schneider-Graziosi, lice nzi a nd o le uozze di questo ~u o articolo, scriveva di ch ieder venia (avendole dovute correggere in trincea, e perciò nella assoluta impossibilità di servirsi degli ordinari sussidi bibliografici) per qualsiasi difetto, omissione od inesattezza, di forma o di contenuto, che p er caso fossero incorse nel testo o nelle note. Pochi giorni dopo, e precisamente il 17 settembre 1916, egli cadde sul Ve liki Kribach, c,)mbattendo eroicamente col l ° Regg. Gran atieri di Sardegna. Il present e artico lo, insieme con un altro sopra una iscrizione votiva di Tivoli. già pubblicato nel Bnll. COtll1lt. (1915, fase. IV), e con un terzo in corso di stampa, sono l'ultima espressione della sua fec o nd a attività, purtroppo così presto troncata . (N . cl. D.). (I ) Cfr. pagg . 240-245. -- 8 - .. " " "o '" .. C> ~ .g ~ ~ ~ ~ ~ <> Fig. 1. - Pia nta dimostrativa de ll a località ove sorgeva la « P o rta Romana ». Spiegazio l'le dei nU lneri e d e lle l etlel'e : 1 - Strada Vittorio Ema nu ele . 2 , Casa Vendetta. 3 - Ospedale civ ico (già dei PP. F atebene Fratelli). 4 - Ex-m o naste r o di S . C hi a r a. 5 - Fontana monutne ntale oggi de moli ta . A B - S ito dell' an t ica. Porta R oma na:. (Porta s upe ri ore) , C D - Linea dell'antich e mura . Nel 157 I ci imbattiamo nel primo ricordo della ricostruzione eli essa p er opera del Comune. N el volume 35 dei resoco nti consigliari del Comune di Velletri, scritto da un tal Vùu;entius LVfediolani de Signia, a pago 78 si leg'ge (I): Veneris Die i6 Nou,is (2) isti P D. syndù;o Bull'" rubla 2 gram' p mI'o Ambrosetto scarpe/lino. Mag. ci D.ni Priores man.,unt p. D . scindicu dari et consignari m. ro Am I brosetto scarpellino de grano mag.ce co.itatis rubla duo ad computum I solutionis et paghamenti constructionis et confectionis porta' I superioris ciuitatis construen' p. ipsu dic m .rum Ambrosiu. Iux' I conuentionem et obligationem fcam' (3) cu' ip.is mag. C i ~ d.nis Priorib. I et fieri bull. m in forma. Ed alla pago 78 ' si aggiunge: Die Lune XIX men' N ouem b. MDLXXI. P d. D epos.o Bull. Se. X 11l 111."15 scarapellinis p. porta ciuitatis. Mag. ci D.ni Priores man. rllnt a. d. Depos .s mag. ce coitatis persolui m. ris Ambrosio et I m.'·O Ambrosetto scarapellinis scutos decem ad computu' solutionis et p. eis porte nouiter construende in porta superiori et fieri Bull m in for" . Da questi due estratti dei. resoconti. consig·.liari si ricava che fin dal 16 novembre 1571 i Priori avevano fatto una convenzione ed un'obbligazione con un certo magister Ambrosius (che da altro documento appresso riportato sappiamo essere stato il maestro Ambrogio .Sala). per la ricostruzione della porta superiore: e dal modo con cui ciò si dice n e l primo estratto sembra potersi ricavare che la convenzione per il favora era stata fatta non molto prima del 16 novembre, certamente n el corso dell'anno 1571. Ed infatti, se la notizia data dal Bauco (4) fosse esatta, il Card. Moroni, vescovo di Velletri, sarebbe venuto nella città nell'ottobre dell'anno stesso 157 I e «propose il risarcimento delle mura ». Ma è facilissimo che il Bauco abbia preso equivoco, anticipando di un intero anno la prima v enuta del Cardinale in Velletri. Ambrogio Sala con il compagno Ambrosetto (il cui esatto nome e ra Ambrogio Argento, come ri sulta dal documento sopra accennato), chiesero ed ottennero dai Priori in ,due volte, a distanza di pochissimi giorni, due rubbia di grano e dieci scudi in acconto sul loro lavoro, il quale nella secon~a metà del novembre 157 I non era ancora neppure iniziato se si potè scrivere: porta(e) ... construen(dae), porte noviter construende. E vedremo che due altri documenti confermeranno pienamente questo giudizio. Secondo il Borgia (5), nell'ottobre 1572, dopo la elezione di Gregorio XIII, il Card. Moroni venne in Velletri e tra le molte proposte fatte al Consiglio della città vi fu anche quella « che si risarcissero le Mura» e che si fabbricasse un nuovo palazzo p e r la residenza dei Priori. Il Borgia aggiunge: «E fece il Cardinal venire in Velletri Giacinto Vignola celebre Architetto de que' (I) Nella trascrizione di questo e dei documenti seguenti conservo integralmente tutte le scorrezioni e le abbreviazioni. Segno con punto interrogativo le parole di dubbia o indecifrabile lettura. (2) Dell'anno IS7L (3) Parola abbreviata di incerta lettura, forse f(a)c(t)am'. (4) Storia delta città di Velletri, Velletri 1851, 2 a ediz., voI. I, pago 205. (5) Istoria delTa chiesa e cit(à di Velletri, Nocera I723, pago 448. 2 - Boli. d'Arte. - TO- tempi, affinchè disegnasse il luogo del nuovo Palazzo Priorale, e anche delle Cisterne, e visitasse le Mura della Città ». Nel settembre dell'anno segu ente 1573 il Cardinale tornava in Velletri e, chiamato avanti a se il Consiglio Maggiore, ascoltò le deliberazioni prese sulle proposte avanzate nell'anno precedente e «determinò che si risarcissero le mura, e si facesse la nuova Porta, chiamata Romana, la quale fu fatta con elegante disegno del Vignola» (I). Ed ora ecco che cosa si legge nel voI. 36 dei resoconti consigliari, a pagg. 79-80: Die XV Sb.ris 1573 Decreta Ill..mi et R ;IUi D. Car. lis Moroni Ciuitatis Velitrarum Protectoris rc' (?) (Precedono alcuni altri decretz). It. dec. t fieri Janua Ciuitatis in parté superiori de pecunijs creditor I ueteru' mag. d Co.itat non exact, exigend, ad qua' construendam I deputavit Cap.m Laurétiu' Goriu' p. tu', qui et prouideat inde.nitati l dd. Domoru. demoliend. (2). Il Borgia ritenne che si decidesse di costruire la porta solo nel 1573 e mostra così di ignorare le due decisioni consigliari del 16 e del 19 novembre 157 I ; e così giudicò interpretando ad lz'tteram forse il documento citato, nel quale si legge senza alcun riferimento alle decisioni pill antiche: Item decrevit fieri, ecc. Del resto, a mio giudizio, questa espressione dimostra appunto che nel settembre 1573 l'opera della porta non era neppure iniziata: e ciò è dimostrato vero da quel ad qua m construendam e dall'incarico dato a Lorenzo Gori di provvedere anche agli indennizzi per la espropriazione delle case. Per qual motivo dall'autunno 1571 a quello del 1573 non si fosse fatto nulla per la costruzione della porta non è difficile indovinarlo e si comprende dalle parole stesse del documento. Il Comune finanziariamente non doveva navigare in buone acque, e finalmente, per porre mano al lavoro, si dovette ricorrere al partito di riscuotere i vecchi crediti arretrati del Comune! (3 ). Ma la nuova Porta ' Romana decisamente era nata disgraziata e dovettero passare ancora circa due anni e mezzo prima che si cominciasse il lavoro. E ciò risulta in modo evidente da questa curiosa ed interessante scrittura inserita nel voI. 37 dei resoconti consigliari, scritto da Nicola Albrizzi, cancelliere della città. A pago 16]' si legge: 24 Martij Vigilia co.ceptionis intemerate Virginis Marie matris Saluatoris IN DEI N.oie A.me Anno D.ni 1576. Indictione sexta Tempor' pon.tus s.mi in x.po p.nt. D. N.tr i Gregorij Diuina providentia pp. Xlij die merc (?) .24. Martij, precedente prius benedictione R.mi D. E.pi Sssime (?) religionis sancti Augustini p. Ill.mu et R.ma D.no Car. li Morono protectori huius Ciuitatis Veliterne, E.po Ostien' suffraganeo cUI p.sentia Mag. COI' D. D'. J ulij .R ansitti in (I) BORGIA, op. cit., pago 449, (103); BAUCO, op. cit., pago 206. Anche ìl MAGNI, Storia del2" ediz., voL II, Roma 1905, pago 386, seguendo il Borgia crede alla costruzione della porta nel 1573. (2) Alla pago 80 dopo i decreti v'è la firma autografa del card. Moroni. (3) Ciò del resto aveva già sospettato il T ERSENGH1, op. cit., pago 242. l'arte italiana, II dicta Ciuitate L. T. et Mag. co ,· D. D. Dominicij caccia F umini s. D. T a rq.nij Bell ontij et D.ni Horatij Misoventri mocl.m or Prio ru. e t D .ni A lex. i O liu a rij d. Montopulo Abbatie Farf. s dicte Mag. ce CO.ehs Ca ncetlarij e t cauatis F u ndam e. ti s P orte sup erioris d icte Ciuitatis et illi s mensuratis s unt palmor octo p . longitudin e', et palmor. octo p . altitudin e. ubi (?) p. magistru. Ambrosiu. Sala m et Ambrosiu. Argéentu. facta dbeta (?) et n ecessa ri a d. (?) plenitudine di cto r Fu.dame.toru. In Nomine DOMINI ut sup. F ueru .t p ositi primi Lapides animo et intentione dictam p ort a . usq. a d s U.mu. et ad eiu s p erfec tione, finie.dj (?). Quod sit cu. Faus to et bono supdi ctor Dominor totiu sq. dicte veliterne Ciuitatis et p. ea. quomo do cu. p (I) transeu. tium Et quia sic u eru. Felev (?) ad p e rp etua . Futura rei m em ori a ' hi c annot aui et sc ripsi A lex.'" Oliuarius cl M6topulo qui sup Catst' (?). Chi scrisse quest a pagina co n poco chia ra g rafi a , cioè Alessandro Oli v ari di Montopulo , cancelli e re d el Comun e, fu t estimone ocula re di ciò ch e racconta, co me ri sulta dal contesto e m e rita perciò fede assoluta. Ri s ulta dunque ch e il 24 marzo I576, nella vigilia della fes ta della Concezione della Vergine, secondo il d ocumento (2), co n rito reli gioso celebr ato da un vescovo agostiniano, che faceva le veci del Card . MororrT ed in p resenza ,di cinque J'nagnijià domini del Comune, furono scavati e mi sura ti i fo ndamenti della nuova porta romana e furono collocat e le prime pietre ut supm , cioè n ello st esso giorno. Ed infatti il soggetto della nota s torica d ell'Olivari, indicato in margine, a sinistra, dice: Positio Portae superioris Civitatis. Il fa tto, dopo quasi cinque lung hi anni di attesa, parve all'Olivari importante e pi e no d i buone sp e ran ze ed egli ne trasse voti a ug urali (quod sit jaustu11t et bonum) p e r i magnijià domini e p er i èittadini di V elletri e semb ra che il lavoro si iniziasse con la fe rma volontà di venirne finalm ente a capo : animo et intentione dzdam jJortam usque ad SU11Z1?Zum et ad àus perjectionem jiniendi; non ultima confe rma che fino allora nulla si e ra fatto. N è questi n è i precedenti documenti son o stati retta m ente inte rpreta ti: diversam ent e non si sareb be sicuramente afferma to, come si è fatto, ch e la p o rta e ra già in costruzione nel novembre 15 7 I; n è deve recisam ent e taccia rsi di errore il Borgia quando asserisce, s ulla fede assoluta dei decre ti del Card , Moroni • (I) Cancellato, (2) Pur mantenendo fe rm a la data fondam entale d el 24 m arzo, chiaramente attestata e posta in relaz ione ad altri dati cro nolog ici, bisogna convenire che nelle indicazioni seco ndarie l'Olivari fu poco esatto, L'a nno 15 76, secondo l'antico cale ndario gi uli ar:o (giacchè il g rego ri a no ent~ò in vigore solo il 4 ottobre 1582) corri sponde all'illdizione IV e non già alla VI. Data la pessima grafia del ms, è ince rto se il 24 marzo sia ind icato come un mercoledì o un venerdì ; ma quel g iorno cadde invece certamente di sabato. Però l'erro re più grave è q uello di aver e quivocato tra la vigilia della festa della Concezione, che cade il 7 dicembre e la vigilia dell'Annunciazione, che cade a ppunto il 24 di marzo, Quest'ultima svista sembra evidentemente nn lapsus calami; ma le altre d ue possono spiegarsi, supponendo che il d ocumento fosse scritto a memoria qu alche tempo d opo il 24 marzo 1576. Debbo q ueste indicazioni e verifiche alle diligenti ricerche per me eseguite dal valoroso a mico, ing. Giuseppe Armellini. - 12- in d ata 15 settembre 1573 e nell'ignoranza delle decisioni consigliari del 1571, che si decidesse per la prima volta la fabbrica della porta n el 1573, giacchè così avrebbe giudicato chiunque avesse letto quel decrevit fieri. Perciò la difficoltà che è stata avanzata: « Ora, come spiegare che il Card. Moroni nel 15 settembre 1573 abbia potuto fare quel decreto nel quale dice, che si .fabbricasse la porta superiore della città, con i danari da n'cavarsi datO vecchi crediti della Contunità, mentre tale porta si stava già costruendo fin dal 1571?» (I) cade senz'altro in seg uito alle constatazioni sopra esposte. Ora io non compre.ndo come daL contesto stesso delle due decisioni consi gliari del novembre 1751 si sia potuto dedurre che la porta era allora in costruzione, quando si parla invece di un lavoro ancora da eseguirsi, come dal decreto del 15 settembre 1573 si sia potuto ricavare che allora l'opera venisse iniziata, quando si parla di un lavoro futuro e delle case ancora da demolirsi e come dal documento del 24 marzo 1576 si sia dedotto che allora l'opera fosse compita e che i miles tri Ambrogio Sala e Ambrogio Argento consegnassero il lavo ro ultimato, quando invece ivi si tratta della posa delle prime pietre! Logica conseguenza di questo triplice equivoco è l'affermare che, partendo dal falso presupposto che il lavoro fosse cominciato già nel novembre 1571 ed ultimato nel marzo 1576, l'opera avesse durato nientemeno che circa cinque anni. Conseguentemente, per spiegare il decrevit fieri z'anuam ez'vz'tatz's del documento del 1573, si è pensato che il lavoro in quell'anno poteva non esser compiuto od anche da molto tempo sospeso. Ma per ammetterne poi il supposto compimento solo nel marzo 1576, si è dovuto ricorrere al partito di dire che, anche dopo l'anno 1573, « l'opera progredì molto a rilento, ed è a supporsi che fosse anche saltuaria poichè ne troviamo · il compimento nell'anno 1576, tre anni dopo l'inizio, troppi in verità per un lavoro, relativamente, di poca mole» (2). Ora la verità è che per l'opera della porta non vi furono n è lentezze , nè riprese di lavoro, non occorsero nè cinque, n è tre anni di tempo, ma che il lavoro fu fatto continuatamente a cominciare dal 24 marzo 1576 e che vi si impiegò meno di un anno e mezzo. Ed eccone la prova. n . lavoro cominciò dunque il 24 marzo 1576; fosse o meno il disegno della porta opera del celebre Vignola (ciò che appresso discuteremo), certo si è che lo stile architettonico è prettamente vignolesco, ma è anche certissimo che egli non ne diresse i lavori, essendo morto circa tre anni innanzi, fin dal 7 luglio 1573. Le opere lasciate imperfette dal Vignola compì il suo migliore discepolo Giacomo Della Porta, che in Velletri particolarmente si incaricò del compimento della residenza dei Priori disegnata dal maestro e della costruzione della Porta Romana. Ed ecco infatti che il 25 settembre 1577 Giacomo Della Porta misura, stima e collauda i lavori eseguiti e iniziati un anno e mezzo prima (3)- n documento si conserva nell'archivio segreto comunale, voI. VIII, ed è autografo del grande architetto. Eccone il testo (4): l I) Op. cit., pago 241. (2) Cfr. op. cit., p. 242. (3) Il collaudo della porta nel settembre 1577 è la riprova finale che il 24 marzo 1576 si posarono le prime pietre. Se, come si è creduto erroneamente, nel marzo I576 i due m aestri dettero la consegna del lavoro ultimato, come si potrebbe spiegare che solo nel settembre I577 Giacomo Della Porta ne procedesse al collaudo? (4) A tergo del foglio, a rovescio, è scritto: Esti.m a finale della porta d sop. dì 25 d 7bre I577. - r3 - A di 25. de 7bre i577 Misura et Stima dellopera de scarpello et muro della porta principale della [Citta de uelle (1) atta di pietra de treuertO per mO Ambrosio et Compagni scarpellini di [tutto loro treu (2) tino dalla Condutta impoi uista et stimata per ordine de110 IlI. mo sp [Cardinale Morone presente et dacordo ditti Maestri da me 1ac.o delaporta Archit.o 1nprima la guida di Treuert.o messa sotto li dua primi dati delli stipiti longa insieme palmi i3 1/ 2 larghe raguag. t e palmi 5. grosse p. I J/.1 fafio. ' . p ii8 Li dua dati primi sotto li dua stipiti delaporta longhi insieme palmi 12 1/ 2 alti palmi 2 1/ 2 grossi riquad. ti palmi 5. fafio p i561/2 Li dua stipiti delaporta longhi insieme palmi i2 alti fino sotto il dato della imposta dellarco palmi ig 1/2 grossi riguagliati Con quello ch en trano nel muro. per 4 tasti ch sisono fatti palmi 4 fafio. . p 936 Li dua dati sopra li ditti stipiti longhi insieme palmi i3 alti p. 2 grossi raguag. li Con quello ch entrano nel muro palmi 4. . P i04 L arco de1la ditta porta fatto abugnie Con il suo seraglio nel mezzo longo nella sua Circunferentia palmi 36 . la qual misura sie pigliata al mezzo dellaltezza dellarco alto palmi 6. grosso messo nel muro per riguagliato palmi 4 1/ 2 fa qua. to . . p 972 Il Riquad. to m. fatto per riquadrare sopra larco dipietre piane et pulite messo di palmi 2. di grosezza fa tutto quad. lo . , p i92 Il dato Corniciato fatto sopra laporta et' sopra ditto riquadramento longo palmi 301/2 alto palmi 2 ii/ 12 grosso palmi 2 1/ 2 riqua. to p 222 ' / 2 27 01 (Seg-ue un breve intervallo) Somano tutta li ditta opera sono Carettate go. a Julii 30' lacar. la stimata lapietra et fattura senza laportatura montano. . sco Li Muri fatti atomo a1la ditta porta S0l10 quadrate Cafi.e 15 a Julii 12 la Can." montano . sco i8 (A tergo del foglio): La porta dela stanzia della gabella leuata et rimessa Con il muro de uno sguincio da una banda rimurato merita. . sco La Mettitura della ditta porta sono prima Carettate 90 - et avendo Consideratie>ne- ch li ditti Mastri ano pigliato la magior parti delle pietre alla fontana delaporta et la atomo in Circa et portatole allopera giudico ualere ditta Mettitura Con Canapi traglie arga ni legni ami et armature delli Mastri scudi Cento de Mo.la sc o 50 ioo '- (Segue un breve intervallo) ~Soma.no laso.ma de tutta ditta opera sono scudi trecento ottanta noue de Mo.ta et baiochi Cinquanta dico sono . se. 389 50 Jac.o Delaporta Architt.o Mano prop: Le misure e le parti architettoniche in travertino della porta, indicate in questo collaudo, il lettore potrà agevolmente verificare, osservando le antiche riproduzioni della porta, che appresso pubblicherò. Per ciò che riguarda la spesa risulta che sommò a 389 scudi e 50 baiocchi e che le pietre furono prese in gran parte da una vicina cava, anche oggi ivi esistente, presso (r) La carta è sfrangiata nell'orlo. Si legga uelle (tri). (2) La stessa osservazione della nota precedente. Si legga treu(er1' -14- l' a ttuale barriera di porta romana ed il pi azzale Garibaldi. Prossima a questa cava era « la fon t ana delapo rta », l'odierno lavatoio di porta romana e ch e è anch e detta «jons portae superioris», nel luogo detto la Vetni;e, nel paragrafo 12 del più volte citato dec reto del card. Moroni. In conclusio ne resta dimostrato con assoluta ce rtezza ch e la cos truzion e della porta rom an a avve nne tra il 24 m a rzo 1576 e il 25 settembre 1577, p er ope ra dei m aestri Ambrogio Sala e Ambrogio Argento e sotto la direzione di Giacomo Della Porta, alunn o del Vignola. Si è p osta anche la questione se il Vignola o il D ella Porta sia sta to il vero autore d èl disegno della porta romana. ]l Borgia (I) ne attribui sce il disegno al Vi g nola , m a la ve rità della sua affe rmazio ne è st ata co ntestata, osse rvando ch e, essendo mo rto il Vignola il 7 lug li o 1573 ed essendo il d ec reto del ca rd . Moroni p e r la costruzi one della porta del 15 se ttem bre dell'an no stesso, cioè posteriore di circa due m esi a ll a m o rte del grande architetto, non è possibile ch e il Vignola fosse autore del di segno della porta (2). Confesso di non comprendere la forza di questa difficoltà, che p otrebbe sussiste re solo se potesse dimostrarsi ch e il Vignola avesse dovuto fare necessariam e nte il dL egno della porta pochi giorni prima d el dec reto d el 15 settembre. Ora l' a nti ca tradizion e popolare di secoli, ch e n e fa autore il Vignola, non è affatto in contraddizi one con i dati cronologici sop ra discussi, anzi dal lo ro esame ne esce sto ri cam ente confermata. Il Vignola venne per la prima ed ultima volta in Velletri nel novembre 1572 , circa otto m esi prima della sua mort e ed allora, insiem e al disegno del nuovo palazzo dei Pri o ri (3), fece anch e quello della p orta rom a na , com e attesta il Borgia (4). Di fa tto però il bozzetto rest ò a dormire nelle posizioni di uffici o del Co mune per più di tre a n ni, fino al marzo 1576. Ciò posto, io invece no n comprendo l' affermazione che si è fatta, cioè che «se la porta era in costruzione nel 15 71, poteva benissimo esse rn e stat o a uto re del disegno, quel Giacomo Barozzi da Vignola, voluto dal Borgia» (5). Nella falsa ipotesi che la porta fosse g ià in costruzi one fin dal 157 1, e perciò secondo le linee di un diverso e precede nte bozzetto, com e può dirsi ch e il Vignola fosse auto re del di segno qua ndo venne per la prima volta in Velletri so ltanto nel novembre 1572? Ma la ve rità è ch e quando il Vignola esamin ò le mura e fece il suo bozzetto, il campo d'azione era a ncor vergin e, perchè stava a ncora in piedi l' antica porta superiore, com e risulta dai documenti sopra discussi. Quindi bisogna ammettere o che Ambrogio Sala e Ambrogio Argento si fossero proposti, fin dal 1571, di ricostruire m at erialmente, com e sempli ci e m odesti scalpellini, la vecchia porta cittadina sulle stesse linee, senza propo rne un di ve rso disegno, (com e forse potrebbe ricavarsi dal silenzio ch e su ta l punto m antengono g li atti consigliari cita ti ) o che, se essi od altri n e prop osero allora un nuovo disegno, questo, non essendo a ncora stato pra ti cam ente attua to nel n ovembre 1572, v enisse di fa tto scartato dalla presentazio ne del bozzetto vignolesco. Dunque nulla impedisce, anzi tutto fa spontaneam ent e riten ere ch e la porta romana sia (I) Cfr. op. cit., p ago 449. Cfr. TERSENG H I, op. cit., pago 24I. (3) Cfr. T ERSENGHI , op. cit .. pago 75 segg. (4) Op. cit., pago 449, (r03 )· (5) TERSENGHI, op. cit., pago 24r. (2) - J5 - vero ed originale disegn o d el Vignola e n on già di Giacomo Dell a Po rta (I ). Tutto al pill potrà solta nto ammettersi che il Vignola, a causa del suo breve soggio rno in Velletri ed occupa to in altri lavori, n on abbia in ogni particolare ultima t o il disegno della porta ; ciò che avrebbe potuto aver fatto il D ella Porta, fedele segu ace d ella scuola e delle lin ee a rchite ttoni-ch e d el m aes tro. Di ciò però non v 'è prova e neppure indizio veruno. Ciò che piuttosto deve asso lu~am e nte rifiutarsi è che a utore d el disegno fosse Giacinto Vignola «cele bre architetto'» come dice il Borgia (2), ch e h a scambi a to il figlio con il p adre . Giacinto :Vignola, figli o di Gi acomo, fu artista assai m edioc re, poco noto, uomo di n a tura bizzarra e di equivoca fama e reput azione artistica e p e rsonale; n è lo s tile a rchitettonico d ella porta a lui può conve nire. Il grosso equivoco d el Borgia non deve sorpre nde rci , qua ndo leggia m o n ello s t esso a utore che il palazzo d ei Priori si d ev e al Bra mante, che e ra m orto più di m ezzo secolo prima, fin dal m a rzo 15 14! (3). Sembra propri o che il Borgia abbia inconsciamente congiura to contro la p a te rnità delle due opere vignolesche in V ell etri, sostituendo al nom e di Giacomo Barozzi qu ello del Bramante e di Giacinto Vignola! E riprendiamo finalm e nte l'interrotta n a rrazione della s toria fortunosa d ella porta rom a na che, ultimata già alla fine d el settembre 1577, ci ri a ppare inna nzi in un primo disegn o l' a nno 163 I. In quell'anno Giacomo Lauro roma no pubblicava il libro primo dell' « H eroico sple ndore I d elle I Città d el Mondo, ecc. » (4), nel quale è anche la « Desc rittion e I della citta di V elletri. I dedicata I all'Eminentissimo e R e uerendissimo Signore, I il Signor cardinal Colonna ». Nella lette ra con cui, d a Roma, in d a t a 25 n ovembre I 63 I, dedica al Cardinale la figurazione della città di Velle tri « presa in pianta da m e », com e .egli a sse ri sce, l'a utore dice di rife rirsi alla descrizione d ella città già fatta d a l conte Giuseppe Basso e che è a tutti nota . La pi anta o forma di Velle tri, d elineata dal L a uro , è di dim e nsioni assai piccole, m a il s uo libro fu riprodotto in formato grande ad Amsterdam in lingua francese dall'ed.itore Pi erre Mortier nel 1680 « ave c privilege » (5) come risulta' dalle t avole. Per ciò che rigu a rda la riproduzione delle tavole, a q u ella segnata LXII (I) Di ciò a nche il Mag ni non sembra dubitare (cfr. op. cito 'pag. cit.). (2) Cfr. op. cit., p ago 448. (3) Op. cit., pag o 450. . • (4) Di qu est'ope ra la biblioteca comunale di Velletri possiede un ese mplare assa i m al ridotto e incompleto. Per ciò ch e riguarda la piccola . pianta di Rom a del L a uro, dipendente da quell a del P anvinio cfr. CH. Hi'ILS EN. Saggio di .Bibliografia ragionata dalle piante icnografiche e prospettiche di Roma dal ISSI al 1748 iII «Archivio dell a R. Società romana di storia p atria ». Rom a, 1915, voI. XXXVIII, fasc. I-II, pago 58. L'Hi'Ilse n p erò, rifer endosi alle piante di Roma, forse non conosce l'edizione italiana di questo libro. Il titolo dell'opera latina del Lauro è: Splendor Antiq1tae Urbis, Romae, 1612, 1641. Il sottotitolo di quell a italiana, re lativo a Roma , è : « Historia e pia nta I di Roma antica I Trionfante I di J aco mo L auro Roma no I dedic~ta I a l serenissimo et invittissimo I Wladisl ao IIII. I Re di Polonia e di Svetia, ecc. » L a lettera di d edica a Wl ad islao III! è d atata d a Roma al 4 di g iug no 1641. (5) Della ristampa del 1680 no n esistono nell a co munal e di Velletri cbe le tavole isolate LXII, LXIII, numerat e a destra , in basso. Il titolo della prima è: «Velitrae, v ulgo Blitri (sic) I 0 11 Velitres. I Ville ancie nne I D a ns la Campagne de Rome ». La seconda ha per titolo: «Velletri I Située da ns la Campagne de Rome ». In alto a destra dentro uno scudo è riprod otto lo stemma di Velletri. Questa rista mpa, per la d ata ed il soggetto, può ave r r apporto con l'altra sull a icnogra fia di Ro m a, stampata parimenti ad Amsterdam «chez Jea n Covens et Corneil le Mortier» (Cfr. Hi'ILSEN, op. cit., pag o 92 b). - 16 - è segnato in bac;so a sinistra: «Depingebat Georgius Hoefnagle Joannes Blaeu excudebat ». La piccola pianta prospettica di Velletri fatta dal Lauro è riprodotta nella tavola LXIII della ristampa del 1680, e secondo questa, nella grandezza stessa, riproduco la delineazione della porta romana e della regione adiacente (fig. 2) (I). Quale fosse l'andamento delle mura cittadine nel secolo XVII, ai fianchi della porta ed al di là del monastero di s. Chiara, appare chiaramente dalla tavola parzialmente riprodotta e da me schematicamente indicato nella figura I; ~ ~ Fig. 2. - Riproduzione della « Porta Romana» dal libro di Giacomo Lauro (I63r), secondo la ristampa del r680. ed appare anche evidente che la porta era obliqua rispetto all'asse della strada, che passava al disotto; ciò che vedremo confermato esplicitamente da una pubblicazione del 1765. Nella stessa si accenna alla fontana delineata tra le mura e l'attuale ospedale civico (fig. I, n. 3, 4; fig. 2, n. 13, 14) ed è quella indicata· con il n. 5 nella fig. I e che oggi più non esiste. Ritornando alla porta stessa sono visibilissimi «l'arco ... fatto abugnie» il «riquadramento ... sopra larco» e vi è anche accennato «il dato Corniciato fatto sopra la porta et sopra ditto riquadramento» descritti e misurati dal Deila Porta. Insomma è questa la prima, per quanto schematica riproduzione della originaria porta romana vignolesca e che perfettamente corrisponde alla descrizione che se ne dà nel collaudo del Della Porta. Dall'anno 163 I dunque non abbiamo più notizie o disegni della porta per circa un secolo, fino alla prima metà del secolo XVIII, tranne un fugace cenno nell'anno 1709. Nella « Compendiosa discrizzione (sic) dello stato moderno del(I) I numeri indicativi 13 e 14, salvo minime varianti ortografiche, corrispondono nella' pianta originale e in quella della ristampa. Non cosÌ il terzo, che è I07 nella originale, 37 nella ristampa. Del resto in ambedue le tavole spesso si osservano gravi errori nella corrispondenza dei numeri degli edifici, indicati con le leggende annesse ai numeri stessi. -17- l' Antichissim a ed Inclita Città di Velletri» scritta in quell'anno da Camillo Borgia e che si conserva manoscritta in doppio esemplare nella biblioteca comunale (I), a proposito delle porte della città, si legge: «La Romana piLl grande e magnifica si rimira adornata con Travertini di speciale architettura e lavoro ». Con il triennio 1738-1740 cominciano le dolorose note per la porta romana. Dal 15 dicembre 1738 (2) (o dal 3 settembre, secondo il Bauco (3)) fu eletto vescovo di Ostia 'e Velletri il card. Pietro Ottoboni, veneto, pronipote di Alessandro VIII e che morì il 28 febbraio 1740. Naturalmente la sua attività in vantaggio della diocesi dovette principalmente svolgersi nell'anno intermedio 1739, al quale deve perciò riferirsi la seguent'e rara notizia, indicata incidentalmente in una breve p u bblicazione polemica veliterna dell'anno 1765 e che appresso sarà da me ampiamente esaminata. L'ignoto a utore di questa stampa dice che quel Cardinale pensò di rimuovere la porta romana e incaricò del disegno il cavalier Odam (pag. V). Ignoro chi sia costui: ma questo primo disgraziato tentativo rimase allora senz'effetto, perchè vediamo seriamente risollevarsi la questio~e nel 1765. In quell' anno si era accesa una grave polemica per decidere nien'temeno se si dovesse o no trasportare altrove la porta o soltanto adornarne il pro· spetto. Nel volume intitolato « 111ùcellanea ve/itenza », seg'nato K. VII. 2 e conservato nell~ biblioteca comunale" il ventesimo allegato ha questo titolo: «Replica I A lla Risposta di Autore anonimo [ al Foglio pubblicato dà Signori [ Deputati all' Opera dà farsi alla I Porta Romana della Città di Vel [ letri l'anIfo 1765 ». Siccome chi dettò questa Replz'ca dicè che scriverà brevemente e semplicemente «mentre nella fervida staggione, in cui siamo, inclina l'animo più ad un onesto sollievo, di quello ami l'appJica,z ione» così si ricava che nell' estate 1 765 la polemica non era ai prin'cipio. 'Questa replica, come appare dal titolo, era stata preceduta da una «Risposta di a utore anonimo» pubblicata per ' la stampa, che a sua volta combatteva le ragioni già addotte nel «Foglio pubblicato da' Signori Deputati all'Opera dà farsi alla Porta Romana» e che era semplicemente manoscritto. Si comprende benissimo dunque che l'autore della replica sosteneva a nch'egli le ragi'oni dei deputati all'opera e, polemizzando con l'anonimo, ci fa così conoscere indirettamente lo stato della questione e il còntenuto dei due scritti precedenti, oggi perduti. Lo stile polemico della replica è alquanto vivace in riguardo dell'anonimo e se ne ricava quanto segue. I deputati all'opera da farsi alla porta sostenevano che conveniva soltanto adornare il prospetto esterno della porta romana, lasciandola ov' era ed allargare la' strada dalla parte interna con il taglio di alcune case, specialmente in vista che una di esse si prospettava irregolarmente avanti alla porta e che essa porta era obliqua rispetto all'asse della strada maggiore della città: e ciò risulta vero, osservando l'andamento delle mura ,in quel punto nella fig. 1 e la stampa in parte riprodotta nella fig. 2: anzi appunto questo era il perno della questione. (I) 1l1iscellanee Veliterne, M. 5, segnate Opuscoli - 5/, già appartenute al prof. Luigi Bueeiarelli, (2) Cfr. CIACCONIO, ' Vitae et res gestae ,Po1ttificm'N Romanormn et S . R. E. Cardùzalium. Romae, 1751, T. I, p. 326. (3) Op, cit., II; pag, 104. 3 - Boli. d'Ar t e, - J8- Le ragioni addotte dai deputati in prò d~l1a loro tesi e le difficoltà obbiettate contro la tesi opposta erano le seguenti: I. Rimuovendo la porta e trasportandola all'angolo del Convento dei Padri Ben Fratelli si cadrebbe in un difetto di proporzione, perchè la porta verrebbe a trovarsi in sito piìl basso. 2. Tra sportando la porta in basso all'angolo suddetto, questa mancherebbe di veduta rispetto alla strada di Roma, venendone ingombrata la visuale dalla fabbrica della saponeria (allora cosÌ detta) e a causa anche della curva della strada in quel punto. 3. Il nuovo ingresso alla città sarebbe più angusto esterna mente che non nell'interno. 4. La d eformità del prospetto interno della porta sarebbe assai più visibile nell'ipotesi di un trasporto, perchè il largo, che allora rendeva piìl bello e più spazioso l'ingresso, avrebbe in questo caso formato una piazza di forma molto irregolare ed in posizione declive. 5. Trasportando la porta all'angolo indicato, questa risulterebbe anche più obliqua alla strada. 6. Nella stessa ipotesi la ristrettezza della strada, dopo la spaziosa piazza divenuta interna, darebbe maggiormente sull'occhio. Alle ragioni avanzate dai Deputati per lasciar la porta in situ l'anonimo autore della « Risposta» (I) rispondeva specificatamente così ad ognuna delle sei obbiezioni: I. Trasportando la porta non s'intendeva con questo di dire che dovesse necessarz'amente collocarsi all'angolo del Convento dei Padri Ben Fratelli. 2 . Per ovviare all'inconveniente creato dalla fabbrica della Saponeria si può proporre il progetto di « scantonare» quell'edificio. 3. Questa difficoltà è un mero scrupolo. 4. (A questa difficoltà l'autore della « Risposta» o non obbietta nulla o il suo giudizio non venne riferito da chi ne espose le idee) . 5· )' Ambedue queste difficoltà sono ideali. 6. Come si vede la «Risposta ·» al « Foglio» dei Deputati è alquanto fiacca ed incompleta. Non mette conto riferire minutamente tutto ciò che rispose di rimando l'autore della «Replica », giacchè si riferisce egli alle difficoltà già proposte dai Deputati e sopra elencate e ne illustra meglio le ragioni, completandole con alcune osservazioni sue personali. Rileverò soltanto alcuni punti della «Replica ». L'anonimo contraddittore ritiene che la questione controversa della porta romana doveva farsi nel Consiglio Maggiore della città; e siccome la deliberazione di abbellirla senza rimuoverla era stata presa dal Consz'glio Minore, cosÌ questa era nulla. Alla questione di competenza l'autore della « Replica» dà grande importanza e vi insiste a lungo: e cita nientemeno che il capitolo 32 del libro primo dello Statuto della legge municipale che «attribuisce facoltà amplissima al Minor Consiglio », confermandone l'interpretazione con esempi di altre opere pubbliche, decretate nella città dal Consz'glz'o l1u'nore (~ic). (I) Dalle parole dell'autore della « Replica» appare che l'anonimo della « Risposta» si servì del metodo pl!ripatetico, conducendo in giro con sè un passeggi ero immaginario « versato in Architettura» ed illustrando a costui gli inconvenienti del progetto dei deputati all'Opera. - J9- Chi poi vuoi proprio sapere perch è l'ig·noto auto re s'affan ni ta nto su ques to punto deve sapere che fu « P e rsona, che si trovò prese nte nel Minor Consig lio ad unato a quest'oggetto ». È unO degli infiniti epi sodi delle piccole l)righe e delle m eschine rivalità degli ordini cittadini .. . Alle risposte dirette, rivolte ai D eputa ti, egli agg·iunge posi tive osse rvazioni personali, s uggeritegli dal decoro e dal commodo della città. In voca ndo il decoro s uppon e per un mome nto l'op e ra del trasfe rime nto della porta già compiuta e m ostra come n e risulti mi g liorato l'asp etto degli edifici e monumenti circostanti, che app a riva no tra loro più raggruppati. Ma . è appunt~ q,u est o futuro raggruppamento di edifici ch e all'autore della « Replic~» non 'g arba affatto e sembra indecoroso. Egli trova più estetico ch e l'ospedale, con altre case ed edifici, formi un borgo este rno. Nè lo p e rsuade l'osservazio ne ch e la città g ua dagnerebbe così in est ensione, p erch è obb ietta che « pur tropp o abbiamo di Scasato al di dentro» (p . VI). È propri o il caso di dire: T'ot capita, tot sententiae! Del resto l'ultima fugace obbiezione è inte ressante per la t opografia m edioevale di Velletri e ci conferma quello ch e già sap evam o e cioè ch e tutta la zona occidentale della ci ttà dentro le mura castellane, dalla porta rom a n a alla porta napoletana, e ra, fino al te rmine del m edioevo, pi e n a di case e p opolosa, mentre da quell'epoca, p e r ragioni diverse, dovette essere ab bandonata e fu prog ressiva m e nte invasa d a campi coltivati, com e lo è tutto ra (I ). Il p ubblico comodo, decantato dall'autore della . « Risposta », e ra tripli ct-!: a) Anzitutto con lo spostamento della porta · il m on aste ro di s . Chiara sa rebbe restato chiuso n ell'ambito della città: ciò che il seco ndo anonimo non comprende, dal m om e nto che quel m on aste ro e ra app unto fonda to sulle mura cittadine e quindi stava dentro la città. b) Inoltre sarebbe cessato il disturbo dei v e tturali n el condurre ad abbeverare g li a nimali al fontanile a llora est erno alla porta e ch e «circa le due o re» e ra chiuso d a soldati di g ua rdia ; m a a n ch e questo comodo naturalmente è impugnato d all' a utore clelia «Replica ». c) L'ultimo vantaggio l' avrebbero avuto i ci tta dini dimoranti de ntro la porta di s. Lucia, p e rch è qu·e sta si chiudeva più presto d ella romana. Ma s iccome era destinato ch e i due ignoti a ntagonis ti n on dovessero a ndar d'accordo in nulla, così per completare il dissenso, l'ultimo scrittore trova che questo com odo cittadino era « stiracchia to ». Per completaTe meglio il quad ro del dissenso l' a utore della « R eplica» vuoI dire a nche la su a sull'uso che poteva farsi d el pi azzale avanti alla Porta e lo addita come luogo convenie nti ssimo p e r farvi 'soggiornare ed abbeverare le v:a ccine, senza fa re e ntrare questi a nimali in città e loda gli a ntichi che ebbero l'accortezza di costruire il fon ta nile fuori d ella porta. L a conclusione dell'autore della « R eplicd» nella sostanza, se non n elle testuali parole ed espressioni, è quest a: «Il contra ddittore del « Foglio» asserisce che se si effettuerà il trasferimento d ella porta ciò piacerà a tutti, diversame nte la d ecisione contraria a tutti rincrescer·à . Se si g iudicherà ch e il trasporto co nvenga al pubblico decoro, a n oi ciò non dispiacerà e speriamo ch e m a i ci rincrescerà, a n ch e se l'opera sarà eseguita diversamente dalle n ostre idee. Solo domandia mo che si faccia un decreto e che venga osservato dai (I) Cfr. TERSENGHI, op. cit., p . 9, I O. - 20- Deputati, secondo il quale, se si deciderà il trasporto, questo non si effettui se prima non , sia terminato il nuovo recinto delle mura. Diversamente Velletri, da città chiusa che è, correrà rischio di divenire, chi sa per quanto tempo, città aperta ». Fig. 3. - La « Porta Romana» secondo un progetto di abbellimento del 1766 (Da una stampa inedita della Biblioteca Comunale di Velletri). Un'ultima osservazione: A pago V della « Replica », parlandosi degli artisti insigni che lasciarono loro opere in Velletri, si dice: «In questa medesima Porta il divino Michel'Angelo ha la~ciato un saggio del suo felice scarpello ». La tradizione vuole che questo saggio del grande artista sia lo stemma civico della città di Velletri, che campeggiava sulla chiave dell'arco. Quale valore debba darsi alle parole dell'anonimo scrittore risulta dalla constatazione che Miche- 21 - langelo morì n el febbraio 1564 e la c:ostruzi<;m e ,, pella porta fu inizi ata nel m arzo 1576, dodici anni dopo, e ch~ non E;s)i ~ te , ,ryemoria che Michelangelo , venisse in V elletri o comunque lavoré!~se per q{~e"i~flcittà! Quest a notizi a spe-, ciosa va relegata in sieme a quelle, cl;1e , f,a~n q :, a,utori , Giacinto Vignola della porta roman a e Bramante del p alazzo , ~~i, :pr,ip~~ ! I - -, , ~, , --, 1, I:.' , .' j' 'o' " , rr)' .~ I , I ~ • .l l , , ,.!:' I{' I ) ')," II, i' 1 ii • 'r , !, '. l t: r, ( . ...:....'-~ .i::~_ Fig. 3-a. - ~ ,'p ".:..., • L a « Po rta Romana» secondo un progetto di abbelli me nto del 1766 (Da una stampa inedita di pro prietà privata). I lettori vorranno perdona rmi se li ho intratten uti cosÌ a lungo sopra le minuzie della polemica sulla sorte della porta romana, svoltasi n ell'anno 17 65. Ma queste, m esse a confronto con le piante riprodotte nelle figg. 1,2,3, 3-a, faranno comprendere esattamente, dal lato estetico ed a rtistico, le controve rsie allora discusse sopra il pregevole monumento del genio vignolesco. Nella questione della porta romana la vitto ri a restò al progetto d ei Deputati dell'opera ed ai suoi sost enitori : e così p er la seconda volta il m onu - - 22 - mento sfuggì ad una probabile distruzione. Infatti nell' a nno seguente 1766 c'incontriamo in un completo progetto di abbellimento del prospetto esterno della porta roma na, secondo la proposta dei Deputati all' opera . Nella biblioteca comuna le di V elletri esist e un disegno in grande formato, rappresentante la porta con g li abbellimenti proposti (fig. 3) (I). Il di segno è originale, eseguito a penna e le ombreggiature ed i chiaroscuri sono ottenuti coll' acquarello. Il foglio è alqua nto deturpato da macchie di acqua, è fornito di una scala tracciata a lapis, forse co n riferimento alla canna a rchite ttonica, e in basso vi si legge la isc rizione seguente semi - svanita: «Prospetto della Porta Roma na della Città di V elletri o rnato sotto il felicissimo Governo dell'Emo : e R.mo: Sig: Cardinal CAVALCI-IINI I e in tempo degl'Illmi: Sig: Dottor sig: Angiolo Paganucci Vice Governatore, e sig: Gian Paolo Calcagni e Domenico Giorg i D eputati I col Disegno del Cavalier Paolo Posi Architetto l'Ann.o 1766 ». Effettivamente il card. Cavalchini fu vescovo di V elletri dal 1763 al 1774. Gli abbellimenti e le modificazioni da portarsi alla p o rta, secondo il disegno riprodotto, erano l'intero atti co co n i suoi accesso ri o rna men tali e l'isc rizion e ricorrente sul fornice p er tutta la lunghezza della Porta: CAROL' ALBERT • C AR D' CAVALCHI:-<O . EPO' CURA:-<TE' S . P . Q' VELlT • A . ~IDCCLXVI. Nel vertice dell' attico doveva dominare la sta tua del papa s. Clem ente, protettore di Velletri, co n un angelo sorreggent e l'a ncora, strumento del suo m a rtirio, con la quale, legato a l collo, fu gettato nel m are . A sinistra e a destra, alle estremità della porta, dovevano collo carsi due globi in pietra e parimenti due sull' attico; nel campo dell'attico stesso tre stemmi ; uno p apale , due cardinalizi : quello di mezzo rappresentava l'arma del papa allo ra regnante, Clem ente XIV, quello di sinistra l'arma d el cardinale vescovo Carlo Alberto Cava1chini (2) , il te rzo a destra quello di un porporato, ch e non ho avuto il tempo suffi ciente per iden,tificare. Di queste deco razioni sappiamo che furono eseguite con certezza soltanto quelle concernenti i tre stemmi, di uno dei quali, eseguito in travertino, com e il resto della porta, si è recup erato un avanzo. Ma di ciò appresso, L a statua di s. Clemen te restò n el progetto, m a non fu m ai eseguita . Ciò p e r quel che riguarda la prima d elle proposte dei Deputati a ll'ope ra . Circa la deliberazione di alla rgare la strada per ovviare allo scon cio dell'obliquità della porta , qùesta non fu tradotta in opera che tredi ci anni più ta rdi, nel 177 9, come ci risulta da ques ta elegante epigrafe commemorativa, dettata dall'insig ne epigrafista Antonio Stefano Morcelli. Il m a rmo era affisso' contra porta17Z romanam, come egli indicò, e fu distrutto con la demolizione della porta. Eccone il testo (3): ANNO' M . DCC' LXXVIIII EX . DECRETO ' ORDINIS VIAE . LI MITES FE RI A TIS ' CIVIBVS AD ' APRICANDVM PROLATI (I ) La stessa fi g urazione è riprod otta in un a st a m pa ge m ell a, oggi posseduta da un privato, e ch e pubblico insieme all'alt ra, esse ndo in ottimo sta to d i co nservazione (fig. 3-a). (2) Lo stemma del Card. Cavalchini si vede , secondo il Terse ng hi, a nc he ne ll'a rco sovr astante l'abside della chiesa di s. Maria, da lui rest a urata. (3) Cfr. MORCELL1. I?tscriptiones, Patavii, 1823, voI. IV, pag, 244, n. CXXXXVI (Inscriptiones operum pztblicormn). Per lodevole proposta del sig. Terse ng hi si è oggi restituita questa epigrafe, pone nd ola sulla prima casa, a destr,l, al principio della passeggiata pu bblica del « Ponte rosso », - 23 - L'ardente polemica sull a so rte della porta romana poteva dopo il 1765 credersi p e r semp re sopita . Invece disg raziatamente, e questa volta fata lmente per la esisten za della povera porta vignolesca, risorse piLl viva ch e mai fin dall' estate 1838 (1). Nella terza seduta consig li a re del 12 luglio di quell'anno l' a rgomento del settimo ed ultimo arti colo proposto alla discussione era così enunciato: «A t eno re della relazione dell'architetto Palazzi dovendosi demolire la Porta Rom ana, se debbasi q. :a modificare (2) nel luogo ove si trova, ovv ero traslocarsi nel punto della barriera ». Come si vede dunque, . l'arch. Palazzi aveva già presentato una relazione al Comun e, nella quale era senz' altro prospettata a n che la condanna a m orte della p orta. D al 1765 si era fatto u n passo avanti d ecisivo n ell'insipi enza delle proposte! La discussione dell'articolo settimo è cosi appresso ri feri ta: «Il cons. Arringatore s u q.to proposito h a pronunziato il su o arri ng'o , ch e si ritien e fra l e giustificazioni; e qu'i ndi si è letta la relazione dell'architetto Palazzi e dopo varie discussioni conformemente il parere dell' a rringato re signor Marchetti si è formata la segu ente proposizione. Se d ebba deputarsi altro Architetto nella Person a del Sig.!' Ing.re PoI e tti coll' in cari co di rife rire, se convenga I?iù riparare la Porta R om ana ovvero d em olirla t otalmente e n el caso , che il suo voto sia per la demolizione formar lo scandaglio d ell a spesa occorrente tanto per la riedificazion e d ella P o rta nello s tesso luogo, quanto p er il traslocam e nto della m ed. nel punto della barriera; il voto bianco sarà p er il sì" il n egro per il nò. Passato il bussolo, e raccolti i voti si so no trovati voti bianchi ventitre, e n eri quattro ». (Il processo verb ale della seduta è firm ato da Mons. Roberto Lolli, Vi ce-legato , dal Gonfaloniere, da due Consigli e ri e d al Segretario Comunale sopra ricordati in n ota). Pare dunque che la decisione troppo draconiana dell'Arch. P alazzi fosse so ttopos ta a revisione del Consigliere a rrin gato re. All'ing. r P oletti si affidò il pietoso inca ri co d i studi ar l'ipotesi pill benevola della ripara2fione della p o rta. Nella quinta seduta municipale d el 21 ottobre 1838 il ppimo articolo d a discutersi fu il segu ente « Ri soluzione da prendersi s ulla fabrica di Porta Ro, m ana.jn conformità.dei pareri em essi dagl' Ing .ri P alazzi ed Andreoli » . Il processo verbale rela tivo a questo a rticolo regist ra: «A questo prop osito _si è data le ttura della relazione presentata dagl' Ingneri sud. i e del foglio d elle riflessioni portate dall'Ill.ma M agistratura sull'articolo in discussione, come da filza, dopo di ch e si è m a ndato a partito la seguente proposizi one. Se debbasi traslocare la Porta Romana n el punto della Barriera a seconda del disegno presentato portante una sola porta; con condizione ch e il disegno sud .o sia preventivamente assoggettato alla disamina dell'Accademia di S. Luca; e quindi debbasi s t are alle ampli azioni di o rnamento, o modificazione, ch e sarà p e r fare sul disegno l'Accademia sud. a e se debbasi formare un casam e nto per chiudere il locale, ch e passa tra la Porta alla fabbrica dell'Ospidale; qual casamento dovrà ser vire per lo stabilimento della Dogana ». (I) E non nel I839, come si è scritto ( T ERSENGHI , op. cit., pago 244). (2) Nel processo ve rbale della discussione dell'articolo si legge riedificare, riferendosi testualme nte il titolo dell' articolo stesso, Perciò q uel modificare, che non da se nso adeguato, è uu lapslIs calami di E nrico Provenzani, segretario comunal e, che scrisse il volume 78 dei resoconti consigIiari, nel quale è co nten uto il resoco nto in questione. - 24 - ' Il voto bianco sarà pe'[ il sì e il nero per il nò. (Seguono poche righe che non :j:nteressano le nostre ricerche). Distribuiti i voti, e quelli raccolti si sono trovati "bianchi tutti in N. o di diecinove. (In calce al processo verbale seguono le firme di Mons. Lolli, del Gonfaloniere e di nove consiglieri comunali ). Sembra che l'opera dell'ing. Poletti non riuscisse gradita o soddisfacente, perchè in questa seduta vediamo tornare in onore la relazione dell'arch. Palazzi ed insieme, ed unita a questa, quella di un altro nuovo venuto, l'ing. Andreoli, Fig. 4. - Avanzi di travertino della « Porta Romana ». In alto: Residuo dello stemma papale nell'attico (lato destro). - bt basso: Grosso blocco del bugnato del fornice nel lato sinistro (Palazzo Comunale). • che appresso incontreremo nella storia della riedificazione della barriera di porta romana; e sappiamo dagli stessi atti consigliari che allora Giuseppe Andreoli era ingegnere municipale. A questa comune relazione si aggiungeva un « foglio di riflessioni» in materia prodotto dai Magistrati della Città. Un disegno allora presentato decretava senz'altro il trasloco della porta alla barriera con un solo fornice; ed arbitra finale del nuovo progetto della porta dal lato architettonico e artistico era chiamata ni e ntemeno che la insigne Accademia Romana di S. Luca!. .. ,Parturiunt l'ftontes ... e almeno si fosse potuto aggiungere coscienziosamente: nascelur ridiculus l1ZUS I ... Ed eccoci invece giunti proprio alla catastrofe finale della povera porta ! - 2S - N ella sesta sed uta co nsigli a re d el 15 ottob re 1839 ( I), tra g li a rticoli proposti a lla di scuss ione, l'undi cesimo è cosi e nuncia to: «Allineamento, demolizione d ella Porta R omana sc o 19 8,27. Pe r il sa ldo dei lavo ri per la d emo lizion e della P orta Romana devesi a ll'intrapre nde n te Scipioni la somm a cii sco 198,2 1 (2), come ri sulta dal rela tivo collaudo, c ques ta samm a la si calcola n ella prese nte t abella suppletoria (3 ) » . L'articolo d od ices imo ha pe r argomento: «Allineamento d elle fabbri ch e ad iace nti alla Po rta, cioè compenso a Cle m e nte Vendetta per il tagli o delle s u e fabbriche sco 200. Ri edificazione dei prospetti late ra li sco 477,87. Ri alza m ento d ella casa LuCi a sc o 155 . Tali sp ese a cui h a d a to luogo la demolizi on e d ella Po rta R omana h a nno impo r'tato Sco 517,87, so no s ta t e debitamente autorizzate dalla Superiorità, debbonsi però calcola re n ella p.nte tabella suppletori a , non essendo s ta te v aluta te n ella tabella primitiva ». L 'art. 5 co nside ra l' « Allineamento della via Cor riera sco 289 ,50 » . L'art. 16 riguarda « Compenso a Fortuna sco 170. Nella formazione del scmic irco lo albe rato fuori cii Po rta R oma na si occupò un a porzione della vigna d el sig . N icola Fortuna, e si abbattè il cancello s itua to n ella vigna ecc. ». Il processo verbale di quella seduta consigliare, p er ciò che ri g uarda l'articolo I I , che a noi specialme nte inte ressa , così si esprime: « Sull'art. I I del Tit. o sud. d e m olizione eli Porta Romana si è p assata a partito l' approvazione del fonclo di scudi ce ntonovantotto distribuiti i voti, e raccolti voti bianchi dieci e n e ri sei e sull'oggetto h a osservato il Consiglio, c h e la sud. propozione (sic) ha c reduto p assarla a p a rtito s ulla considerazione che g ià il m ed. n e deliberò la demolizione ». (S eguono in calce al processo verbale le firm e di Mons. Lolli, d el Gonfaloniere. di sette Consiglieri cQ,illunali e del Segretario comunale E nri co Prove nzani ). Co me si vede n ell' ottobre 1839, diet ro precedente d elibe razi one d el Com une, la porta roma na erà g ià s tata vand ali ca m e nte distrutta dall'intraprendente Scipioni con la sp esa di 198 scudi roma ni, senza calcola re le spese non indifferenti, incontra te p e r la sistemazione delle case adiace nti, della strada e d el pi azzale este rno! La porta ro mana del Vig nola , d op o meno di tre secoli di vita assai agitata , scomparve senza i nfami a e senza lod e, propri o in t empi a n oi vicini, quando potev a aspetta rsi d ai reggi tori della cosa pubbli ca m aggio r ri sp etto e co nsiderazi one p e r i monume nti !. .. Ed ora ce rchiamo di rintracciare g li avanzi materi ali della di s trutta ope ra d'arte. I m embri a rchitetto ni ci in travertino della p o rta dem olita furono a bbandona ti po co lungi dal luogo dov e e ra sorta la porta, cioè princip alm e nte nel lato destro d el piazzale della ba rri e ra di porta ro m a n a (attua lmente piazza Garibaldi) per chi esce d all a città, presso la mode rna officina e lettrica ed ivi g iacquero , lascia ti all'arbitrio di chi voleva impo ssessarsene, fino all' anno 1839, n el quale l'ing . Giuseppe Andreoli, già rico rda to, p e r incarico avuto dal Co nsiglio comunale, disegnò e costruì l'a ttua le barriera di porta rom a na, a n cora in parte esiste nte , p rege(I ) AI p rinCIpIO del processo ver bale di qu est a seduta la data indi cat a è q ue lla d el 25 ott ,)bre. La d ata del 15 è indicata in calce al processo ver bale stesso . (2) E un lapsus cala11'li invece di 198,27. (3) Si tratta della t abell a suppletoria per l'ese rcizi o r839, la cui relazio ne forma oggetto d el primo artico lo di discussione in q uella sed uta. 4 - B~Il . ti· Arte. - '26- vole per eleganza e correttezza architettonica (I). Ma la nuova Barriera aveva, sembra, il vizio d'origine ed ereditario ... Cadde e risorse nientemeno che tre volte e la sua odissea non è men travagliata e dolorosa di quella della porta romana, da me narrata (2 ). Quando l'Andreoli costruì l'attuale barriera, il .propileo di sinistra, per chi entra in città, fu in gran parte costruito coi materiali ivi presso giacenti della porta vignolesca e questi furono recuperati quando, pochi anni indietro, venne demolito quel propileo, che era fatiscente. Gli altri avanzi della porta vennero trafugati, distrutti, manomessi; alcuni pezzi dell'opera in bugnato, circa dodici, furono, poco tempo indietro, per decisione del Consiglio municipale, messi in opera nella scalinata, che conduce alla chiesa di s. Lucia; quelli pill rilevanti, Fig. 5. - Avanzi in travertino della « Porta Romana»: Uno degli occhialoni laterali. (Bocca di pozzo nel cortile della casa Scipioni in via Lanuvia). riapparsi nella demolizione del propileo di sinistra, furono affissi presso la porta del museo civico nel palazzo comunale. Le parti della porta oggi superstiti, a me note, sono dunque: Gli avanzi dell'opera a bugnato sopra indicati (scalinata di s. Lucia); Grosso blocco del bugnato del fornice, nel lato sinistro (palazzo comunale) (fig. 4, basso) ; 3° Avanzo dello stemma papale, nell'attico, lato destro (palazzo comunale) (fig. 4, alto) ; l° 2° (I) Cfr. TERSENGHI, op. cit., p. 192 (figura). La barriera fu terminata l'anno 1841. (2) Le vicende della barriera di porta romana, specialmente per ciò che riguarda le rela· tive questioni tecniche, statiche, architettoniche ed estetiche, i preventivi di spese ed altro, sono state diligentemente esposte dal Tersenghi in una relazione manoscritta ufficiale, conservata nell'Archivio Comunale e della quale ho preso cognizione per gentile concessione del suddetto. Di questa barriera, che niente artisticamente ha di comune con la porta romana, io non debbo qui occuparmi. /' l' - 111 27- 4° Uno deg'li occhi aloni laterali. (Conservato nel cortile della casa Scipioni via Lanuvia, ora adoperato come bocca di pozzo) (fig. 5 ). 5° Angolo esistente in situ, come paracarro all' angolo della casa Vendetta. Sarebbe. opportuno che una provvida decisione del Consiglio comunale .di Velletri, tardi riparando all'estremo atto vandalico, perpetrato sui miseri avanzi di porta romal)a, proprio in questi ultimi anni, faccia sì che i pezzi da me descritti siano tolti dove ora sono e sieno riuniti in un a delle sale del museo civico veliterno. Quod est in votis ... Velletri, ottobre I9I5. ·1- GIORGIO SCHNEIDER-GRAZIOSr.