LA RETE EURES IN ITALIA MONITORAGGIO 2003 Massimiliano Bonanni e Roberto Landi “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 15/2004 ISFOL – RP(MDL)-15/04 Elaborazione grafica di ANNA NARDONE a cura di ISFOL – Area Mercato del Lavoro Con le monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego, vengono presentati e divulgati in forma sintetica, i principali risultati di studi realizzati dall’Area di ricerca “Mercato del lavoro” dell’Isfol. Direzione della collana: Diana Gilli Isfol – Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori Via G. B. Morgagni, 33 – 00161 Roma Tel. 06/44.59.01 – Fax 06/44.59.06.85 Indirizzo Internet http://www.isfol.it 2 ISFOL – Area Mercato del Lavoro LA RETE EURES IN ITALIA MONITORAGGIO 2003 EURES NETWORK IN ITALY MONITORING REPORT 2003 SINTESI ABSTRACT Nel quadro degli obiettivi della nuova Strategia europea per l’occupazione il tema della mobilità rappresenta uno degli snodi cruciali attorno ai quali si concentrano gli sforzi comunitari di convergenza e integrazione delle politiche nazionali per l’occupazione all’interno di uno scenario di profondo cambiamento economico e di ristrutturazione aziendale. La più recente legislazione comunitaria evidenzia come la realizzazione, da parte dei governi nazionali, di politiche a sostegno della mobilità geografica e professionale dei lavoratori rivesta un ruolo importante per la costruzione di un mercato del lavoro comunitario in grado di affrontare, anticipandoli, i cambiamenti che le trasformazioni in atto vanno producendo. La gamma di interventi nei quali tali politiche dovrebbero articolarsi è di vasto respiro, in coerenza con l’approccio pluridimensionale al tema della mobilità offerto nel Piano d’azione della Commissione sulle competenze e sulla mobilità del 2002: si spazia, infatti, dalla promozione delle condizioni legislative, politiche e sociali che possano agevolare la mobilità geografica e facilitare quella professionale, fino alla costruzione di un sistema di informazione e consulenza capillare, permanente e accessibile dai diversi target di utenza in grado di sensibilizzare, informare e orientare i lavoratori sui temi legati alla mobilità geografica e professionale. In quest’ultimo ambito si definisce il ruolo dei Servizi pubblici per l’occupazione nelle azioni di governo della mobilità geografica e professionale dei lavoratori, ed in particolare si declina la mission di Eures (la rete dei Servizi per l’impiego dei paesi dello Spazio economico europeo), servizio sviluppato in cooperazione dalla Commissione europea e dagli Stati membri. A partire dagli inizi del 2003, il servizio Eures è stato oggetto di una profonda revisione Among the objectives of the new European Employment Strategy, mobility represents one of the crucial cores, where Commission has concentrated any effort to converge and integrate employment national policies relative to a scenario characterised by deep economic changes and enterprises restructuring. The latest Community legislation points out that realising policies, supporting geographic and vocational mobility of workers, on account of national governments, plays a quite relevant role in building up a Community labour market, able to cope with the changes, carried out by the current developments. The range of initiatives, resulting from these policies is wide, coherently with the multidimensional approach to mobility theme, presented in the Action Plan on Competence and Mobility in 2002. It goes from promoting legislative, political, social conditions, able to make easier geographic and vocational mobility, to making up a system of information and consultancy, quite detailed, permanent and accessible to different users targets, to help workers to get aware, well informed and to have a guide respect to the themes connected to geographical and vocational mobility as well. In this context the Pes role is clearly defined in any measure that governments can carry out relative to geographical and vocational mobility of workers and, in a peculiar way, Eures mission too is defined - a service developed in cooperation with the European Commission and the member states. Starting from the beginning of 2003, Eures has been subject to a deep revision at community level, resulting in a new legal basis (Decision of the European Commission 2003/8/CEE). The adoption of a much more flexible organisation model, the forecast of a shared management on account of all the 3 ISFOL – Area Mercato del Lavoro network partners, together with a better definition of the guidelines (committed to the Commission) and the technical management (committed to the member states), represent only some elements out of the ones introduced recently. In Italy, this process has coincided with the actual starting up of the decentralization of Eures to Pes and, as a consequence, of its reorganisation inside Pes framework. The original configuration of Pes, in Italy - where Regions are charged with any necessary competence relative to active labour policies and Pes activities, whereas Provinces are committed with the role to carry out regional guidelines - has made necessary the definition of Eures local apparatuses, the activation of a rich program to recruit and train Eures personnel, on account of the Italian National Coordinating Body, together with a progressive and detailed dissemination of the service by the Employment Centres. This report presents a synthesis of the findings of a complex survey carried out in 2003, aiming to analyse the double process of decentralisation and reorganisation of Eures in Italy from different points of view. It has involved Eures advisors and the Line Managers instituted, Pes Regional and Provincial managers as well, together with all the Cpis functioning at present in Italy. The survey has pointed out a dynamic scenario, where it’s possible to seize the elements to structure the service at local level, progressively, and an engaging and difficult process to institutionalise managing groups specifically devoted to Eures, inside Pes network. In December 2003, 60% of the Cpis about activated Eures service, prevailingly aimed to diffuse information and, in some cases, to supply a first counselling service managed by personnel trained just on purpose. The analysis of this scenario, from an institutional and organisational point of view, has been matched by a quali-quantitative survey, addressed to explore its functionality al livello comunitario, conclusasi con l’adozione di una nuova base legale del servizio (Decisione della Commissione europea 2003/8/Cee). L’adozione di un modello organizzativo più flessibile che in passato, la previsione di una gestione partecipata da parte di tutti i partner della rete, con una più compiuta definizione dei ruoli di indirizzo (appannaggio della Commissione) e tecnico – organizzativi (appannaggio degli Stati membri), costituiscono solo alcuni degli elementi recentemente introdotti. Questo processo di revisione è coinciso in Italia con l’avvio effettivo del decentramento del servizio Eures nei Servizi pubblici per l’impiego e, conseguentemente, della sua riorganizzazione all’interno dei Spi. L’originale assetto decentrato dei Spi italiani, che vede le regioni titolari della competenza in materia di politiche attive del lavoro e Servizi per l’impiego e le province investite del ruolo di attuazione degli indirizzi regionali in materia, ha infatti reso necessaria la definizione degli apparati Eures al livello locale, l’attivazione di un cospicuo programma di selezione e formazione del personale Eures (a cura del Coordinamento Nazionale italiano) e, dunque, la progressiva capillarizzazione del servizio nei Centri per l’impiego. Il presente rapporto sintetizza i risultati di una complessa indagine svoltasi nel corso del 2003, e rivolta ad analizzare nei suoi diversi aspetti il duplice processo di decentramento e riorganizzazione del servizio Eures in Italia. Questa indagine ha coinvolto i Consulenti Eures e i Line Manager istituiti, oltre ai responsabili regionali e provinciali dei Servizi per l’impiego, nonché l’intero universo dei Cpi attivi sul territorio italiano. Essa ha restituito uno scenario movimentato nel quale è possibile cogliere gli elementi di una progressiva strutturazione del servizio al livello locale, al netto di un più faticoso processo di istituzionalizzazione dei gruppi dirigenti specificamente dedicati al servizio, nei Spi. Al dicembre 2003 circa il 60% dei Centri per l’impiego attivava il Servizio Eures, con una modalità prevalentemente orientata alla diffusio- 4 ISFOL – Area Mercato del Lavoro relative to activities, users characteristics and projects. Recording a prevailing users profile and matching it to the developing trends of the Italian Eures network has allowed to line out scenarios, that allow us to perceive the possibility of a further improvement of the system, recently implemented, provided that the integration process could overcome the organisational segmentation in order to achieve a total synergy with services and labour market inserting paths already functioning or being activated by Cpis. ne di informazioni e, in un certo numero di casi, all’erogazione di un servizio di primo orientamento presieduto da personale appositamente formato. All’analisi dello scenario istituzione e organizzativo del servizio si è accompagnata un’osservazione di natura quali – quantitativa volta a esplorare la funzionalità dello stesso in termini di volumi di attività, caratteristiche dell’utenza intercettata e progetti attivati. La ricostruzione di un profilo di utenza prevalente, e la sua sovrapposizione con i trend di sviluppo della rete Eures italiana, ha permesso di tracciare scenari che lasciano intravedere i margini di miglioramento ancora acquisibili dal sistema recentemente implementato, a patto che il processo di integrazione avviato superi la segmentazione organizzativa che ancora lo limita, per approdare ad una compiuta sinergia con i servizi e i percorsi di inserimento lavorativo attivati o in via di attivazione presso i Cpi. 5 ISFOL – Area Mercato del Lavoro INDICE Sintesi – Abstract pag. 3 Premessa “ 9 Introduzione “ 17 1 “ “ “ “ “ “ 27 “ “ 52 56 “ “ “ “ “ “ 61 Decentramento e questioni istituzionali 1.1 1.2 1.3 1.4 2 Andamenti recenti La capillarizzazione del servizio Eures nei Centri per l’impiego Decentramento istituzionale e regia nazionale Eures e i partenariati transfrontalieri 1.4.1 La provincia di Imperia in Eurazur 1.4.2 La provincia autonoma di Bolzano in Transtirolia: l’“alleanza per il lavoro” 1.4.3 Eures Transalp Volumi di attività e utenza del servizio Eures 2.1 Premessa metodologica 2.2 Le tipologie di utenti 2.3 Le persone 2.3.1 I canali informativi 2.4 Le imprese 2.5 Ipotesi per una geografia ragionata del bacino di utenza potenziale del servizio Eures in Italia 3 Risorse umane e ruoli organizzativi 3.1 Il personale coinvolto nella rete 3.2 Presenza di Assistenti e Referenti e grado d’implementazione della rete Eures 3.3 Elementi chiave per una lettura della gestione del ruolo 3.4 La formazione del personale 3.5 Compiti e attività 3.5.1 La preselezione 3.6 Le dinamiche relazionali nella rete Eures 3.7 Ruoli organizzativi: miglioramenti auspicati Riferimenti bibliografici 6 29 41 47 48 50 61 61 62 65 66 67 “ “ 75 75 “ “ “ “ “ “ “ 79 81 82 84 85 86 87 “ 89 ISFOL – Area Mercato del Lavoro INDICE DELLE TABELLE Tab. 1 Tab. 2 Tab. 3 Tab. 4 Tab. 5 Tab. 6 - Tab. 6b - Tab. 7 - Tab. 8 Tab. 9 - Tab. 10 Tab. 11 - Tab. 12 - Tab. 13 - Tab. 14 - Tab. 15 - Tab. 16 - Uffici regionali: avvio del processo di decentramento e integrazione del servizio Eures nei Spi pag. Uffici regionali: istituzione del Line Manager “ Uffici regionali: istituzione di un’istanza di coordinamento regionale del servizio Eures “ Uffici provinciali: attivazione di un coordinamento con la regione nella gestione del servizio Eures “ Uffici provinciali: presenza di una rete di Referenti Eures “ Centri per l’impiego per area geografica: attivazione del servizio Eures “ Centri per l’impiego per regione: stato di attivazione del servizio Eures “ Cpi per area geografica: attivazione del servizio Eures: grado di copertura dell’utenza di età 15-64 anni “ Centri per l’impiego per area geografica: presenza di Referenti Eures “ Centri per l’impiego per area geografica, presenza di Referenti Eures: grado di copertura dell’utenza di età 15-64 anni “ Tipologia di utenza del servizio Eures - valori percentuali “ Trend del numero dei contatti, candidature, proposte Eures - valori assoluti “ Bacini d’utenza dei Centri per l’impiego - quota di popolazione in età compresa tra 19 e 35 anni sul totale della popolazione in età attiva “ Analisi sintetica della distribuzione della quota di utenza in età 1935 anni sul totale dell’utenza dei Centri per l’impiego: media, varianza, percentili “ Popolazione in età 20-34 anni per titolo di studio: laureati e diplomati, valori percentuali “ Centri per l’impiego con personale Eures: tasso di copertura del bacino d’utenza in età compresa tra 19 e 35 anni, per area geografica “ Servizi per l’impiego: sistemi regionali per classi di bacino d’utenza in età 19-35 anni, percentuale media di copertura dei bacini d’utenza della classe di età 19-35 anni “ 7 30 33 37 39 40 42 43 43 45 46 62 63 70 70 71 72 73 ISFOL – Area Mercato del Lavoro INDICE DELLE FIGURE Fig. Fig. Fig. Fig. Fig. 1 2 3 4 5 - Tipologia di utenza (persone) Modalità di conoscenza del servizio Eures Tipologia di utenza (imprese) Presenza di Assistenti e Referenti Eures per ente di appartenenza Livello di attivazione della rete provinciale Eures 8 pag. “ “ “ “ 64 66 67 80 81 ISFOL – Area Mercato del Lavoro PREMESSA Il tema della mobilità geografica dei lavoratori ha assunto, nel corso degli ultimi anni, una crescente posizione di centralità nell’analisi e nella elaborazione delle strategie mirate all’occupazione ed alla coesione economica e sociale. Il quadro di riferimento, all’interno del quale tale elaborazione ha avuto corso, ha come sfondo gli obiettivi posti dal vertice europeo di Lisbona, il cui documento conclusivo ha sancito, quali priorità delle strategie politiche degli Stati membri, il miglioramento quantitativo e qualitativo del lavoro, il rafforzamento della coesione sociale e la creazione di una economia della conoscenza dinamica. Conseguentemente, attraverso il “Piano di azione della Commissione in materia di competenze e mobilità”, contenuto nella Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo Com (2002) 72, è stato individuato nella necessità di una manodopera “qualificata e flessibile”, dunque nell’accrescimento della mobilità sul mercato del lavoro, uno dei filoni di azione attorno ai quali declinare le strategie di intervento del triennio successivo al vertice (2001-2003), non disgiuntamente dalla previsione di azioni volte a promuovere tanto le competenze e la formazione, quanto a rimuovere gli ostacoli alla mobilità professionale e geografica dei lavoratori. Pertanto, alla tutela della libera circolazione dei lavoratori, si deve accompagnare la previsione di misure di indirizzo, promozione e sostegno di essa da un lato attraverso un legame sempre più stretto tra maggiore vicinanza dei sistemi educativi e di formazione con il mondo dell’impresa, e dall’altro attraverso la spinta e la promozione della mobilità professionale e geografica. Se complessivamente si allarga lo spettro all’interno del quale il tema della mobilità dei lavoratori è stato elaborato a partire dal Regolamento Cee n. 1612/68 del 15 ottobre 19681, altrettanto può dirsi per l’obiettivo della “compensazione di manodopera”, declinato in chiave di lettura più ampia nel momento in cui si osserva che “la stimolazione della crescita dell’economia europea passa attraverso un migliore adeguamento tra i fabbisogni di competenze nei settori e le regioni in crescita, e le competenze disponibili tra la manodopera”2. A tale proposito, appare evidente il richiamo implicito al ruolo dei partner coinvolti nella realizzazione delle misure alla base di questa strategia, in particolare dei servizi 1 2 Relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno della Comunità e alla diffusione di informazioni relative alle offerte di lavoro “a vocazione comunitaria”. Commissione delle Comunità europee, Piano dazione della Commissione in materia di competenze e di mobilità, Com (2002) 72, p. 4. 9 ISFOL – Area Mercato del Lavoro pubblici di orientamento e consulenza sulle condizioni di vita e di lavoro all’estero, dalla cui efficienza dipende la capacità di veicolare informazioni e di garantirne la fruibilità a porzioni di utenza sempre più ampia. Accanto alla predisposizione, da parte dei Servizi pubblici per l’impiego (Spi) nazionali, di iniziative volte a rendere più accessibili e visibili le loro vacancies, sia attraverso propri siti Internet e relativi servizi interattivi (con un crescente impiego dei call-center services), sia ricorrendo ad agenzie esterne per il reclutamento di attività all’estero, sia promovendo servizi di orientamento in accordo con il personale di altre regioni straniere interessate 3 , l’attenzione della Commissione europea si è rivolta in particolare alla rete Eures. L’Unione europea è caratterizzata da livelli relativamente bassi di mobilità professionale, laddove, con questo termine, si intende il movimento dei lavoratori tra occupazioni o settori, negli e tra gli Stati membri, e il ricambio della manodopera. Poiché si tende sempre più verso un’economia europea imperniata sul settore dei servizi e basata sulla conoscenza, la mobilità occupazionale diventa ancor più essenziale per adattarsi al cambiamento strutturale e contribuire così a un migliore funzionamento dei mercati del lavoro, incrementando la produttività, l’occupazione, la crescita e la competitività. Anche la mobilità geografica nell’Unione europea è relativamente scarsa, soprattutto tra gli Stati membri, ma anche all’interno degli Stati membri stessi. Ciò è in parte dovuto all’esistenza di barriere legali e amministrative e, in parte, ad abitudini e vincoli economici, sociali e culturali. I modelli di mobilità geografica del lavoro sono comunque cambiati nel corso degli anni, ad esempio, le migrazioni temporanee, il pendolarismo di lunga distanza e il pendolarismo transfrontaliero sono maggiormente diffusi. Tuttavia il tasso complessivo della mobilità del lavoro resta piuttosto basso. La mobilità professionale costituisce spesso una premessa della mobilità geografica. La Commissione ha difeso con chiarezza questo tipo di approccio nel citato Piano d’azione per le competenze e la mobilità (Com/2002/72) proponendo una serie di misure per preparare la manodopera europea alle future esigenze del mercato del lavoro. Questo documento è stato approvato dal Consiglio europeo di Barcellona nella primavera del 2002, che ha specificamente menzionato la necessità di ammodernare la rete Eures4 per consentirgli di contribuire più efficacemente all’accresciuta mobilità dei lavoratori nello Spazio economico europeo (See). Il “Piano di azione della Commissione in materia di competenze e di mobilità” si colloca all’interno di un processo di revisione ed ammodernamento della rete Eures (che di fatto esso raccoglie e in un certo senso rilancia all’interno di una strategia più strutturata e complessiva) iniziato alla fine del 1998 con il Protocollo di accordo tra i Servizi pubblici per l’impiego dello Spazio economico europeo per l’integrazione del 3 4 European Commission – Employment and social affairs DG, The role of PES in facilitating mobility in the European labour market, Brussels, 2002. Commissione delle Comunità europee, cit., Com (2002) 72, raccomandazione 23. 10 ISFOL – Area Mercato del Lavoro servizio Eures all’interno delle strutture dei Servizi pubblici per l’impiego nazionali (Spi). La rete Eures è stata istituita con la decisione della Commissione europea 93/569/Cee del 22 ottobre 19935 in applicazione del già citato regolamento Cee n. 1612/68 del 15 ottobre 1968 relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno della Comunità, nonché alla diffusione delle informazioni riguardo le offerte di lavoro a “vocazione comunitaria”. Con la decisione della Commissione europea 2003/8/CE, del 23 dicembre 2002 (pubblicata in Guce n. L 5 del 10 gennaio 2003), la base legale del servizio Eures è stata oggetto di modifiche che portano a compimento un processo di revisione intrapreso circa tre anni or sono: delle fasi salienti di tale processo (come ad esempio il memorandum per l’integrazione del servizio Eures nei Spi, risalente al novembre 1998, la progressiva introduzione dell’Itc nella prassi lavorativa dei soggetti impegnati sul versante delle politiche del lavoro) e dei cambiamenti che si profilano all’orizzonte comunitario (ad esempio con il prossimo allargamento), la nuova base giuridica rappresenta un momento di sistematizzazione. Con la nuova decisione – che abroga la precedente 93/569/Cee e si applica dal 1° marzo 2003 – la rete Eures deve essere consolidata e rinforzata come strumento chiave per monitorare la mobilità, per sostenere la libera circolazione dei lavoratori e l’integrazione dei mercati del lavoro europei e per informare i cittadini sulla normativa comunitaria pertinente. La riforma prevede, tra l’altro, l’integrazione di Eures nei Servizi europei per l’occupazione, e tale integrazione è sancita per la prima volta con decisione della Commissione europea, e non più attraverso un memorandum d’intenti, come in precedenza. Viene sancito, inoltre, l’obbligo di scambio e aggiornamento di informazioni sui mercati del lavoro, con riferimento anche alle condizioni di vita e opportunità di lavoro e qualificazione. Infine, entro il 2005 è prevista una integrazione delle basi di dati sui posti di lavoro vacanti mediante un sistema uniforme e modelli comuni che ne consentano una distribuzione attraverso una tecnologia aggiornata. I soggetti componenti la rete sono individuati in due categorie (articolo 3 della decisione): a) i membri Eures, vale a dire i servizi specializzati designati dagli Stati membri e la Commissione tramite l’Ufficio europeo di coordinamento; b) i partner Eures, ovvero i servizi regionali dell’occupazione degli Stati membri, i servizi dell’occupazione responsabili per le regioni limitrofe ed i servizi dell’occupazione specializzati. La struttura della rete comprende, accanto all’Ufficio europeo di coordinamento che rappresenta la struttura di riferimento della Direzione generale per l’occupazione e gli affari sociali della Commissione, un Gruppo strategico ad alto livello, formato dai 5 Recentemente abrogata dalla decisione della Commissione europea 2003/8/Cee del 23 dicembre 2002 che, recependo i più recenti indirizzi della Commissione europea in materia di mobilità Com (2002) 72 def. del 13 febbraio 2002, citata nel paragrafo precedente, riforma dopo un lungo percorso avviato tra il 2000 ed il 2001 la base giuridica di Eures, alla luce dell’esperienza maturata dal 1993 e, soprattutto, alla luce del prossimo allargamento dell’Unione europea. 11 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Dirigenti Generali dei Spi nazionali (avente un ruolo consultivo) ed un gruppo di lavoro, composto dai vertici delle strutture nazionali Eures dei Paesi membri (i Managers Eures). Ciascuno Stato membro infatti nomina un Capo Progetto (Managers Eures), cui compete un ruolo di indirizzo, promozione e coordinamento della rete, ed è responsabile nei confronti della Commissione delle attività svolte; questi esercita pertanto un ruolo di organizzazione delle attività oltre che di coordinamento e collegamento con il personale Eures e gli enti locali interessati dalle attività della rete e predispone, infine, in conformità con le direttive ricevute dalla Commissione europea, il piano nazionale di attività, curandone la procedura di trasmissione alla Commissione europea per ottenere i relativi finanziamenti. La cura della diffusione e della piena accessibilità a tutti i paesi membri delle informazioni relative a posti vacanti e domande di lavoro pubblicate da membri e partner Eures, così come la definizione delle attività svolte da questi ultimi, la definizione degli obiettivi e degli standard di qualità del servizio, nonché le procedure per garantire l’uniformità e l’interoperabilità per lo scambio di informazioni sono stabilite da uno statuto, “la Carta Eures”, che è stata emanata dall’Ufficio di coordinamento Eures di Bruxelles in data 4 aprile 2003 e pubblicata in Guce C 106 del 3 maggio 2003 (2003/C 106/03): quest’ultimo rappresenta, rispetto al precedente ordinamento del 1993, un elemento di notevole significato, in quanto da un lato rimanda ad un atto di emanazione successiva alla Decisione la definizione dei tratti salienti del servizio; dall’altro prospetta nella sua elaborazione una procedura di carattere partecipato, essendo l’adozione dello statuto stesso subordinata alla previa consultazione del Gruppo strategico, istanza che riunisce i dirigenti generali dei Spi. ELEMENTI CHIAVE DELLA DECISIONE La distinzione tra gli attori di Eures è fatta in modo più chiaro. I Servizi pubblici per l’impiego sono, insieme alla Commissione, i membri Eures. I Servizi regionali per l’occupazione, i servizi responsabili per le regioni di confine e i Servizi per l’impiego specializzati sono i partners Eures. In questa categoria rientrano anche le organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro, soggetti di particolare importanza per un coinvolgimento dei disoccupati, lavoratori e datori di lavoro. La Commissione europea stabilisce per un triennio le linee guida per le attività dopo la consultazione del Gruppo strategico ad alto livello (composto dai responsabili nazionali dei Servizi per l’occupazione dei paesi membri). Gli orientamenti includono le condizioni per l’assistenza finanziaria dell’Unione europea. Sulla base delle linee guida i membri Eures definiscono le azioni che intendono intraprendere. Relativamente alle partnership transfrontaliere sono previste alcune rilevanti novità: i relativi piani di attività sono stati presentati dal 1° gennaio 2004 attraverso i membri Eures nazionali mentre in precedenza questi documenti venivano presentati direttamente 12 ISFOL – Area Mercato del Lavoro alla Commissione europea dalle partnership medesime. Il Gruppo strategico ad alto livello è composto dai direttori dei Servizi per l’occupazione dei membri Eures e assiste la Commissione nella promozione e nella sorveglianza dello sviluppo di Eures. Il gruppo di lavoro è composto invece dai Managers Eures, uno per ogni membro Eures, e assiste la Commissione nello sviluppo, nell’esecuzione e nel monitoraggio delle attività di Eures. I partner sociali sono coinvolti a vari livelli: i direttori delle organizzazioni delle parti sociali europee sono invitati a partecipare alle riunioni del Gruppo strategico ad alto livello, i rappresentanti delle parti sociali partecipano alle riunioni con gli Eures Managers (Eures Working party). L’importanza attribuita allo sviluppo del mercato del lavoro europeo e alla mobilità dei lavoratori nell’Unione europea è apparsa con chiarezza sempre maggiore nel periodo di riferimento, unitamente al ruolo centrale assegnato ai Servizi pubblici per l’impiego. L’impegno degli Stati membri nel favorire l’integrazione dei servizi di Eures nelle principali attività dei Spi, e nel promuovere la mobilità del lavoro europea come obiettivo strategico, deve essere rivisto alla luce della recente riforma della base giuridica del servizio. Attualmente la rete Eures in Italia è oggetto di una nuova fase evolutiva, legata tanto alla definizione della nuova base giuridica, quanto all’azione intrapresa dal Ministero del lavoro (Coordinamento Nazionale Eures) finalizzata a implementare la nuova struttura Eures integrata al livello regionale e provinciale nei Spi. Il coordinamento del servizio sul territorio nazionale, è competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che è il membro Eures per l’Italia e interfaccia con la Commissione europea, fermo restando l’autonomia regionale in materia di mercato del lavoro. La costituenda riproduzione e contestuale riorganizzazione della rete europea in ambito nazionale, in collaborazione con i Centri per l’impiego, persegue l’obiettivo strategico di realizzare la diffusione capillare delle informazioni ed opportunità concernenti il mercato europeo. Ciò in funzione sia del miglioramento del servizio di mediazione ed incontro fra domanda ed offerta di lavoro, in termini di assistenza e consulenza riguardo ai modi e i tempi di erogazione dei servizi per l’utenza previsti dalla riforma anche su scala europea, sia della rimozione degli ostacoli alla mobilità internazionale geografica e professionale, in termini di promozione dell’inserimento lavorativo, con riferimento all’attività di consulenza e orientamento rispetto alla domanda di competenze professionali, alle condizioni di vita e di lavoro negli altri sistemi nazionali. La struttura nazionale Eures è stata, a seguito della definizione della nuova base giuridica, modificata rispetto alla previsione del 1993 e declinata all’interno del nuovo scenario dei Servizi per l’impiego. La stessa Commissione europea nel 2003 ha provveduto a ridefinire i ruoli, le competenze e le capacità professionali delle figure operative del servizio: Eures Manager e Consulente Eures. Pertanto alla originaria previsione di un Coordinamento Nazionale (attestato presso il Ministero del lavoro) al quale si affiancava una rete di 35 Euroconsiglieri aventi funzione di consulenza, 13 ISFOL – Area Mercato del Lavoro informazione e collocamento sul mercato del lavoro europeo 6 , si è approdati ad una articolazione su base regionale e provinciale che individua differenti ordini di figure professionali, di coordinamento della rete al livello regionale, di supporto tecnico ai consiglieri Eures nell’esercizio delle loro funzioni, nonché di animazione e promozione al livello locale della rete. Tale assetto giunge a completa definizione proprio all’inizio del 2003, con la nuova decisione, in base alla quale la rete Eures deve essere consolidata e rinforzata come strumento chiave per monitorare la mobilità, per sostenere la libera circolazione dei lavoratori e l’integrazione dei mercati del lavoro europei e per informare i cittadini sulla normativa comunitaria pertinente. Ovviamente la norma comunitaria provvista di effetto diretto obbliga alla sua applicazione tutti gli organi dell’amministrazione statale, da quelli centrali a quelli periferici, quali la regione, la provincia o il comune, con la conseguenza che in difetto vi sarà una violazione degli obblighi da parte delle amministrazioni le quali saranno chiamate a rispondere ciascuno per le proprie responsabilità e competenze. L’effetto diretto si risolve nella possibilità per il singolo di far valere direttamente dinanzi al giudice nazionale la posizione giuridica soggettiva vantata in forza della norma comunitaria. È chiaro e incontestato che la norma comunitaria, provvista dell’effetto diretto, va attuata dall’amministrazione che resta comunque vincolata all’applicazione della norma comunitaria stessa. Pertanto, alla luce della nuova decisione della Commissione europea, le amministrazioni regionali sono state invitate dal Coordinamento Nazionale a rivedere l’attuale ripartizione delle responsabilità e le procedure decisionali, relativamente al servizio Eures, la cui riorganizzazione è in corso. Alla luce degli orientamenti per l’occupazione e alla decisione citata il servizio Eures deve diventare un servizio tra gli altri offerti nei Servizi pubblici per l’impiego. Tale obiettivo, considerata la situazione italiana che conta circa 536 Centri per l’impiego, si può raggiungere investendo nelle risorse umane: in particolare nelle nuove figure degli Assistenti e Referenti Eures, professionalità da formare, per garantire la capillarità del servizio negli uffici periferici del lavoro. Sono state emanate le linee guida italiane (nota n. 1608/Eures del 23 marzo 2004) per riepilogare le funzioni che devono essere svolte ai vari livelli istituzionali alla luce della riforma europea in materia. In particolare quasi tutte le regioni, al dicembre 2004, hanno nominato il Line Manager Eures. È tutt’ora in corso il processo di formazione dei Referenti e Assistenti Eures nelle varie regioni. Il Coordinamento Nazionale ha organizzato e realizzata i corsi per Assistenti e Referenti Eures rivolti al personale che opera negli uffici competenti e segnalato da regioni e province; in particolare, nel periodo compreso tra il 2003 e 2004, 6 La figura dell’Euroconsigliere era definita all’interno della decisione della Commissione europea 93/569/Cee, par. 4.1 Allegato I, in attuazione dell’articolo 13 del Regolamento Cee 1612/68. 14 ISFOL – Area Mercato del Lavoro hanno avuto luogo attività formative nelle seguenti regioni: Liguria (Genova), Piemonte (Torino), Lombardia (Ponte di Legno), Lazio (Roma), Campania (Napoli), EmiliaRomagna (Bologna), Toscana (Firenze), Umbria (Perugia), Calabria (Lamezia Terme), Veneto (Venezia), Basilicata (Potenza), Sicilia (Palermo), Abruzzo (Pescara), Puglia (Bari). Rimangono ancora da coprire le regioni Friuli Venezia Giulia, provincia autonoma di Trento, Valle d’Aosta, Marche, Molise, Sardegna (per la Valle d’Aosta e per la Sardegna si è in attesa di recepimento dei decreti di delega delle funzioni di cui al Decreto 469/97). L’esperienza vantata dall’attuale Coordinamento Nazionale permette di osservare come per l’integrazione di Eures nei Spi e per il funzionamento del servizio Eures diventi essenziale il coinvolgimento dei vertici delle amministrazioni. I PARTENARIATI EURES TRANSFRONTALIERI Eures svolge un ruolo particolarmente importante nelle regioni transfrontaliere, dove collega diverse organizzazioni come i Servizi pubblici per l’impiego, le parti sociali e gli organismi locali formando partenariati che possono fungere da piattaforma di consultazione per sostenere attivamente mercati del lavoro regionali comuni e aperti. I partenariati forniscono informazioni e hanno lo scopo di trovare soluzioni a problemi pratici di mobilità. Eures può e deve giocare un ruolo particolarmente efficace nelle regioni transfrontaliere. Queste regioni sono dei bacini di occupazione che vedono importanti flussi transfrontalieri di manodopera. Le persone che vivono in un paese e lavorano in un altro si trovano a doversi confrontare con pratiche nazionali e sistemi giuridici diversi. Ogni giorno, esse possono scontrarsi con degli ostacoli alla mobilità d’ordine amministrativo, giuridico o fiscale. Questi partenariati mirano a rispondere al bisogno d’informazione e possono giocare il ruolo di forum d’informazione sui mercati locali del lavoro. Attualmente esistono 20 partenariati Eures transfrontalieri e la Commissione esplora costantemente le possibilità di stabilire nuovi partenariati al fine di coinvolgere tutte le regioni di confine interessate. Con l’entrata in vigore dell’accordo bilaterale sulla libertà di circolazione tra l’Unione europea e la Svizzera, anche quest’ultima può diventare membro della rete Eures e potenzialmente adempiere alle condizioni richieste per far parte di un partenariato transfrontaliero. Si valuta che circa la metà dei pendolari transfrontalieri dell’ Unione europea lavori in Svizzera. Sarà presa in considerazione la possibilità di iniziare ulteriori partenariati transfrontalieri o di aprire ad altri partecipanti i partenariati esistenti lungo il confine italo-svizzero e franco-svizzero. In Italia attualmente vi sono quattro strutture Eures transfrontaliere (denominate anche Eures – T): 15 ISFOL – Area Mercato del Lavoro EURALP EURAZUR TRANSALP TRANSTIROLIA Friuli Venezia Giulia/Carinzia Liguria – Provence – Alpes – Cote d’Azur (Paca) Piemonte – Valle d’Aosta – Rhone Alpes Provincia autonoma di Bolzano – Tirolo – Svizzera. È in corso una revisione del manuale dei transfrontalieri. Il sostegno alle attività transfrontaliere continuerà e rimarrà lo stesso, anche se in periodo di difficile situazione economica, e in questo contesto il problema sarà quella di fare un uso migliore dei fondi disponibili per le attività transfrontaliere sia per i vecchi che per i nuovi Stati membri. La riforma Eures ha rafforzato il ruolo dei Servizi pubblici per l’impiego nella gestione della rete Eures –T. Le strutture formalmente riconosciute dovranno confermare la loro “ragione d’essere” dimostrando i loro contributi per un migliore funzionamento del mercato del lavoro transfrontaliero. Ci sarà un regolare riesame delle collaborazioni transfrontaliere già esistenti. Saranno individuati i requisiti per l’apertura di nuove collaborazioni transfrontaliere. In conclusione, si può affermare che il funzionamento del sistema Eures dal 2000 a oggi è coinciso con un’attenzione notevolmente maggiore a livello comunitario e negli Stati membri sul contributo che la mobilità professionale e geografica dovrebbe dare nell’evitare le strozzature in materia di qualifiche e nel sostenere la Strategia europea per l’occupazione. Le conclusioni dei Consigli europei svoltisi in primavera a Lisbona e a Stoccolma (con un notevole rafforzamento a Barcellona nel 2002) hanno coerentemente sottolineato il ruolo significativo della mobilità dell’occupazione nell’aprire i mercati del lavoro europei. L’obiettivo di una maggiore mobilità professionale e geografica rientra negli orientamenti annuali per l’occupazione della Commissione e si riflette anche nei rispettivi piani d’azione nazionali degli Stati membri. Tale obiettivo inoltre è connesso con l’impegno della Commissione per la creazione di uno Spazio europeo della conoscenza e di uno Spazio europeo della ricerca. In questo contesto, Eures continuerà a svolgere un ruolo chiave come strumento per il sostegno della libera circolazione dei lavoratori e di una maggiore integrazione dei mercati del lavoro europei. Malgrado gli evidenti progressi che emergono, la Commissione e i partner della rete Eures hanno ancora gravi problemi da risolvere. Occorre lavorare molto nel prossimo periodo al fine di affrontare le sfide poste dal Piano d’azione della Commissione, dal Consiglio europeo, dal Consiglio dei ministri e dal Parlamento europeo. Claudia Trovato Ministero del lavoro Coordinamento Nazionale Eures - Responsabile risorse umane 16 ISFOL – Area Mercato del Lavoro INTRODUZIONE L’esigenza di dedicare un filone indagine specificamente rivolto ai servizi dedicati alla mobilità geografica dei lavoratori in Italia nasce e si fortifica nel corso degli ultimi anni sull’onda della crescente centralità assunta da questa tematica. Nel quadro degli obiettivi della nuova Seo, infatti, il tema della mobilità rappresenta uno degli snodi cruciali attorno ai quali si concentrano gli sforzi comunitari di convergenza e integrazione delle politiche nazionali per l’occupazione all’interno di uno scenario di profondo cambiamento economico e di ristrutturazione aziendale7. I più recenti documenti comunitari portano l’attenzione degli Stati membri sulla “gestione positiva del cambiamento economico e sociale”, individuando nella costruzione delle condizioni per una maggiore adattabilità dei lavoratori e delle imprese ai mercati del lavoro uno degli orizzonti strategici di maggiore rilievo per i prossimi anni, se non la chiave di lettura delle risposte politiche che i governi europei dovranno elaborare8. La gamma delle “sfide” che questo scenario presenta è quanto mai articolata; essa, infatti, spazia dalla riqualificazione e dall’aggiornamento continuo dei lavoratori, alla realizzazione di condizioni di maggiore flessibilità dei mercati del lavoro (incidendo tanto sulle forme contrattuali, quanto sui modelli di organizzazione aziendale) ad un innalzamento del livello delle tutele per i lavoratori. In generale richiama ad uno sforzo per migliorare la qualità del lavoro stesso. In vista della promozione di “un mercato del lavoro adattabile”, un accento particolare viene riservato al ruolo della mobilità geografica e professionale dei lavoratori nonché, nel quadro di un consolidato approccio pluridimensionale9, alla promozione delle condizioni legislative, politiche e sociali che ne possono agevolare la realizzazione10. In 7 8 9 10 Commissione delle Comunità europee, Il futuro della strategia europea per l’occupazione (Seo) Una strategia per il pieno impiego e posti di lavoro migliori per tutti, Com (2003) 6 definitivo, Bruxelles, 14.1.2003, pp. 5 e s.; id., Progetto di relazione comune sull’occupazione 2003/2004, Com (2004) 24 definitivo, Bruxelles, 21.1.2004, pp. 23 e s. Cfr. in tal senso: Commissione delle Comunità europee, Progetto di relazione comune sull’occupazione 2003/2004, Com (2004) 24, definitivo, cit., pp. 6 e s., dove il concetto di adattabilità è subordinato alla suggestiva definizione di “capacità di anticipare, innescare e assorbire il cambiamento” da parte di Stati membri, parti sociali, imprese e lavoratori. Id., Quadro di valutazione dei progressi compiuti nell’attuazione dell’agenda per la politica sociale, Com (2004) 137 definitivo, Bruxelles, 1.3.2004, p. 9 e s. Id., Relazione sullo stato di attuazione del piano dazione della Commissione per le competenze e la mobilità Com (2002) 72 definitivo, Com (2004) 66 definitivo, Bruxelles, 6.2.2004, in particolare alle pp. 3-4: dove si sottolinea come la propensione alla mobilità in Europa continui a rimanere su livelli contenuti, in particolare in una fase di ristagno economico come quella vissuta tra il 2002 ed il 2003, e 17 ISFOL – Area Mercato del Lavoro questo senso, il tema della mobilità risulta declinato in una serie di azioni che richiamano, a più livelli, l’intervento dei governi in una pluralità di ambiti tra loro combinati: l’armonizzazione delle normative in materia di sicurezza sociale e dei regimi previdenziali, il riconoscimento delle qualifiche, nonché la promozione di un sistema di informazione e consulenza capillare, permanente e fruibile da diversi target di utenza, che sia in grado di sensibilizzare, informare e orientare i lavoratori sui temi legati alla mobilità geografica e professionale. Con il progressivo ampliamento dello spettro all’interno del quale si declinano il tema della mobilità e gli obiettivi ad esso collegati – già sancito dal Piano d’azione della Commissione sulle competenze e sulla mobilità – nell’ultimo biennio si è, pertanto, sancito l’abbandono della generica azione di “compensazione di manodopera comunitaria” – come definita dal regolamento Cee 1612/68 del 15 ottobre 196811 – per una più organica integrazione di questi temi all’interno degli obiettivi della Strategia europea per l’occupazione e del Programma di istruzione e formazione 201012. È stato altresì sollecitato un coinvolgimento più ampio e attivo dei governi degli Stati membri nella promozione e nel sostegno alla mobilità potenziando, attraverso l’integrazione del servizio Eures nei Spi, l’offerta di servizi di natura informativa, consulenziale e di monitoraggio della mobilità. Questo disegno, sotteso alla nuova base legale Eures e allo Statuto dell’Eures (nota), è ulteriormente dettagliato dalle Guidelines Eures 2004-2007 definite dal Gruppo Strategico ad alto livello Eures, nonché dalle Linee Guida italiane13 relative alla riforma legale Eures, promosse proprio nel periodo in cui il presente lavoro è stato chiuso. Il documento comunitario declina in 10 “priorità chiave” tre sostanziali ambiti sui quali concentrare l’attività di Eures nei prossimo triennio: integrazione nei Spi nazionali, valorizzazione e arricchimento del patrimonio informativo di cui la rete dispone nelle sue banche dati e introduzione di meccanismi di monitoraggio e valutazione del servizio Eures sulla base di standard di funzionamento comunitari14. 11 12 13 14 come la realizzazione delle misure legislative ed economiche di armonizzazione dei diversi regimi normativi nelle materie attinenti il lavoro conosca andamenti differenziati e sovente contradditori: “…I dati presentati (…) indicano chiaramente che i tassi di mobilità, sia professionale che geografica, restano piuttosto bassi e che vanno raddoppiati gli sforzi affinché la mobilità del lavoro possa contribuire efficacemente a migliorare in futuro il funzionamento dei mercati del lavoro europei”. Relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno della Comunità e alla diffusione di informazioni relative alle offerte di lavoro “a vocazione comunitaria”. Commissione delle Comunità europee, Relazione sullo stato di attuazione del piano d’azione della Commissione per le competenze e la mobilità Com (2002) 72 definitivo, Com (2004) 66 definitivo, Bruxelles, 6.2.2004, cit., p. 25. Commissione delle Comunità europee – Direzione generale per l’occupazione e gli affari sociali – Gruppo Strategico ad alto livello Eures, Orientamenti Eures per il 2004-2007. Sulla base del parere del gruppo strategico ad alto livello del 13 giugno 2003, Bruxelles, luglio 2003; Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Direzione generale per l’impiego, l’orientamento e la formazione. Coordinamento Nazionale Eures, Riforma legale Eures – Decisione CE 23/12/2002 – Linee guida italiane, 23 marzo 2004, Roma. Commissione delle Comunità europee – Direzione generale per l’occupazione e gli affari sociali – Gruppo Strategico ad alto livello Eures, Orientamenti Eures per il 2004-2007, cit., Bruxelles, luglio 2003, 18 ISFOL – Area Mercato del Lavoro In particolare, sul piano organizzativo, si sottolinea l’esigenza di “intensificare l’integrazione dell’Eures nei Servizi pubblici di collocamento su tutto il territorio UESee” agendo sulla leva di un progressivo raccordo degli obiettivi e delle strutture del servizio Eures con quelle dei Servizi per l’impiego: in primo luogo attraverso l’inserimento di esso nella pianificazione, monitoraggio e valutazione delle politiche relative ai Spi. In secondo luogo, potenziando la rete di risorse umane destinate al servizio Eures attestato presso i Spi, tanto definendone ruoli e compiti, quanto curando l’inserimento delle posizioni organizzative legate ad Eures all’interno di quelle degli uffici territoriali al fine di “fare in modo che tutti i livelli gerarchici dei Spi conoscano e riconoscano l’attribuzione di personale alle mansioni dell’Eures”15. La valorizzazione del patrimonio informativo (banche dati sulle condizioni di vita e di lavoro all’estero, informazioni sulla domanda e l’offerta di lavoro nell’UE-See) costituisce l’asse portante della gran parte delle azioni prioritarie previste, nella prospettiva di “contribuire allo sviluppo di mercati del lavoro europei aperti ed accessibili a tutti, migliorare la qualità e la trasparenza delle informazioni transnazionali, interregionali e transfrontaliere sul mercato del lavoro e di rafforzare la cooperazione in materia”16. Nel riferimento alla trasparenza, all’accessibilità dei mercati del lavoro da un lato, e al rafforzamento della cooperazione dall’altro è possibile rinvenire una duplice chiave di lettura della valorizzazione delle informazioni disponibili sulla mobilità. Una prima richiama, infatti, la consolidata funzione di supporto e di facilitazione dell’utenza (lavoratori e disoccupati, nonché imprese). Questa dovrebbe essere realizzata: in primo luogo potenziando i canali di diffusione e di accesso alle informazioni disponibili17 promovendo l’adozione di sistemi uniformi e modelli comuni che permettano una diffusione attraverso le moderne tecnologie, assicurandone un aggiornamento tempestivo e attingendo da una pluralità di fonti che comprenda anche quelle provenienti dalle parti sociali18. in secondo luogo, migliorando la “fornitura d’informazione”, modulando l’offerta informativa e di servizi sui differenti “gruppi target” di utenza “per quanto riguarda i contenuti, la lingua e il supporto (documento cartaceo, on line, ecc.)”19 al fine di garantire livelli di servizi analoghi anche verso gli utenti non ancora in condizione di servirsi dei nuovi strumenti di informazione20. 15 16 17 18 19 20 pp. 3 e s. Ibidem, p. 5. Ibidem, p. 3. Si tratta di informazioni relative alle condizioni di vita e di lavoro nei paesi UE-See, alle normative a tutela della libera circolazione dei cittadini, oltre che alla domanda e offerta di lavoro al livello comunitario. Commissione delle Comunità europee – Direzione generale per l’occupazione e gli affari sociali – Gruppo Strategico ad alto livello Eures, Orientamenti Eures per il 2004-2007, cit., Bruxelles, luglio 2003, p. 6. Ibidem, pp. 5-7. Ibidem, si sottolinea a p. 6: “…Tutti i membri Eures presteranno un’attenzione particolare all’accesso ai 19 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Una seconda chiave di lettura dell’obiettivo di valorizzare il patrimonio informativo Eures, delinea quello che potrebbe essere definito come il “valore aggiunto” della rete Eures – integrata nei Servizi nazionali per l’occupazione – nel supporto alle strategie di intervento locale e quale ulteriore potenziale strumento per l’implementazione delle politiche occupazionali. Uno dei risvolti dell’integrazione di Eures nei Spi – che in questo appare, ancor più, condizione preliminare – consiste, infatti, nella possibilità di abbinare una regolare raccolta di informazioni sugli andamenti del mercato del lavoro locale (che i Spi devono assicurare 21 ), con quelle contenute nelle banche dati della domanda e dell’offerta di lavoro dell’Eures. Una simile operazione permetterebbe di capitalizzare questi diversi ordini di informazioni: da un lato individuando – ed eventualmente anticipando, una volta che tali operazioni diventassero dei meccanismi di routine nell’ambito dei Spi – le eccedenze o le scarsità di manodopera, le strozzature dei mercati del lavoro locali e nazionali. Da un altro lato, indicando come la mobilità transnazionale della manodopera – di cui Eures costituisce un osservatorio privilegiato – potrebbe contribuire a combattere gli squilibri individuati. Dalla lettura del documento comunitario, appare evidente lo sforzo di ricondurre il funzionamento del servizio Eures negli Stati membri all’interno di standard omogenei in ciascuno degli aspetti osservati. Il richiamo alla valutazione dei risultati ottenuti dal servizio e al monitoraggio delle attività da esso dispiegate risulta, pertanto, conseguente alla necessità di dotare ciascuno Stato membro della base dati necessaria per osservare il grado di implementazione del servizio, il maggiore o minor grado di consolidamento di regolarità di funzionamento all’interno dei Spi, nonché la capacità del sistema Spi di offrire quelle condizioni “ambientali” propedeutiche ad una piena integrazione dell’Eures all’interno delle sue strutture (ad es. integrazione delle posizioni organizzative e riconoscimento dei ruoli Eures, standardizzazione dei protocolli di comunicazione attraverso piattaforme tecnologiche, ecc.). Altresì, esso richiama – seppure più in termini di auspicio che in quelli di vera e propria prescrizione22 – l’esigenza di confrontabilità delle informazioni, assicurata attraverso la predisposizione di una piattaforma di domande comuni a tutte le valutazioni qualitative e quantitative che saranno organizzate. Vale la pena osservare come, il presente lavoro aspiri a collocarsi proprio all’interno di questo solco, potendo offrire, all’osservatore e agli attori istituzionali interessati, una base dati articolata e complessa che permette di restituire un quadro annualmente 21 22 propri servizi da parte dei gruppi meno privilegiati della società, e pur continuando a sviluppare i servizi tramite i nuovi strumenti d’informazione, garantiranno che i clienti attualmente non capaci di utilizzarli ottengano lo stesso livello di servizio, o un’assistenza adeguata per accedervi tramite i nuovi strumenti”. Ibidem, p. 7. Dalla traduzione in italiano del testo delle Guidelines Eures 2004-2007, infatti, alla p. 8 si legge che “con l’obiettivo di migliorare l’efficacia delle proprie azioni, tutti i membri Eures dovrebbero effettuare una valutazione esterna indipendente dai risultati ottenuti da Eures nei loro rispettivi settori di responsabilità almeno una volta per il periodo coperto dai presenti orientamenti”. 20 ISFOL – Area Mercato del Lavoro aggiornato del processo di integrazione di Eures nei Servizi pubblici per l’impiego italiani. Tale quadro permette di analizzare tanto la progressiva strutturazione della rete italiana, quanto la esistenza, nelle strutture dei Spi, delle condizioni “ambientali” propedeutiche all’integrazione del servizio stesso. Esso è, inoltre, corroborato da una serie di capillari interviste di approfondimento che coinvolgono di anno in anno un numero crescente di operatori Eures, volte ad esplorare aspetti organizzativi e funzionali del servizio, con particolare attenzione alle tipologie di utenza, ai volumi di attività, ai punti di forza e debolezza che l’offerta di servizi sulla mobilità europea incontra nel nostro Paese. Nella prima metà del 2004, le guidelines comunitarie sono state recepite dal Governo italiano e declinate nella dimensione istituzionale ed organizzativa del servizio Eures del nostro Paese. Pertanto, la recente produzione normativa italiana, in merito all’organizzazione della rete Eures ricalca – in particolare sul versante dell’integrazione del servizio nei Spi, ma in generale su tutti gli aspetti precedentemente osservati – la struttura del documento comunitario. Le Linee guida italiane, presentate alla fine di marzo 2004 dal Coordinamento Nazionale Eures alle amministrazioni regionali e al personale Eures italiano23 presentano, rispetto alla normativa nazionale fin qui prodotta, alcuni elementi di indubbio rilievo, che ne richiedono una sia pur veloce osservazione in questa introduzione. Esse infatti, oltre a ribadire gli obiettivi della riorganizzazione Eures il potenziamento del ruolo consulenziale e informativo e di sottolinearne le potenziali ricadute sui servizi Spi collegabili ad esso (orientamento, matching, inserimento lavorativo)24, recepiscono le più recenti indicazioni elaborate al livello comunitario25 relative alle figure professionali che operano in seno al servizio stesso e che, a partire dall’introduzione ai primi del 2003 della nuova base legale di Eures, sono state oggetto di una profonda revisione. La definizione – e per quel che attiene alla figura del Consulente Eures la tipologizzazione – dei profili professionali sui quali si articola l’organizzazione e la gerarchia funzionale del servizio, costituisce il piatto forte del documento, frutto in parte dell’elaborazione comunitaria (per quel che attiene le figure comuni a tutti gli Stati membri, del Capo Progetto Eures e del Consulente Eures) ed in parte frutto dell’elaborazione del Coordinamento Nazionale italiano, per quel che attiene a quelle particolari figure dei Line Manager e degli Assistenti e Referenti. Queste ultime, infatti, costituiscono il frutto della declinazione della gerarchia funzionale del servizio Eures 23 24 25 Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Direzione generale per l’impiego, l’orientamento e la formazione, Coordinamento Nazionale Eures – divisione I, Riforma legale Eures – Decisione CE23/12/2002 – Linee guida italiane, Roma, 23 marzo 2004. Ibidem, p. 5. Cfr. European Commission – Employment and social affairs DG, Eures-WP/2003/9-en, Task of the EURES managers, Brussels, 2003; European Commission – Employment and social affairs DG, EuresWP/2003/6-en final, Brussels, 2003. 21 ISFOL – Area Mercato del Lavoro sulla base dell’assetto decentrato dei Servizi per l’impiego italiani 26 , e della quale un’ampia trattazione viene effettuata nel capitolo 1 e nel capitolo 3 del presente lavoro. Lo sforzo nella direzione di una crescente standardizzazione dei profili professionali è, in particolare, evidente nel caso del Consulente Eures: in luogo della generale indicazione di funzioni e compiti ai quali le figure professionali elencate sono chiamate a rispondere, e in funzione dei quali esse si caratterizzano all’interno delle gerarchie Spi, nel caso del Consulente Eures si conosce un maggior livello di dettaglio operativo, funzionale e organizzativo. Si tenta una definizione del profilo di questa figura tanto rispetto alle tipologie di Consulenti Eures (esperti di questioni di mobilità a livello nazionale, transfrontaliero, ad es. Consulenti Eures delle organizzazioni di categoria e dei sindacati), quanto alla posizione organizzativa che essi possono avere all’interno dell’organizzazione dei Spi nella quale operano (ad es. supporto consulenziale a servizi come la promozione all’inserimento lavorativo, alla mediazione e incontro domanda – offerta di lavoro, o all’orientamento; ovvero fornitura di servizi direttamente all’utenza [front-desk])27. Gli obiettivi che presiedono a tale processo sono due: in primo luogo, infatti, lo sforzo definitorio si dovrebbe concretizzare nella costituzione di una base descrittiva che agevoli tanto le procedure di individuazione e reclutamento del personale Eures da parte dei Line Manager, quanto la definizione dei fabbisogni di competenze e che orienti, di conseguenza, l’offerta formativa. Un secondo obiettivo, invece, è riconducibile a quei processi che – nell’ambito della psicologia del lavoro – definiscono la cosiddetta “istuzionalizzazione della cultura organizzativa”28: si richiama, in questo caso, la necessità – particolarmente evidente nel caso italiano29 – di far fuoriuscire dallo “spontaneismo organizzativo” la struttura Eures, dotandola di una identità che non sia legata ad elementi “personalistici”, ma sia riconducibile a valori, procedure, linguaggi e proprietà operative riconoscibili e condivisi dagli appartenenti alla struttura stessa. In sostanza, questa lettura del profilo del Consulente Eures si richiama alla più generale esigenza di una identificazione e codifica delle basi identitarie (ruoli, strumenti, obiettivi e compiti del servizio) della rete Eures, oltre a quello di produrre delle regolarità 26 27 28 29 Il documento del Coordinamento Nazionale, peraltro, dedica un’ampia sezione al contesto normativo italiano, così come modificato dalla revisione del Titolo V della Costituzione della Repubblica, all’interno del quale si declina la riorganizzazione della rete Eures sancita dalla nuova base legale Eures. Cfr. in particolare: Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Direzione generale per l’impiego, l’orientamento e la formazione, Coordinamento Nazionale Eures – divisione I, Riforma legale Eures – Decisione CE23/12/2002 – Linee guida italiane, Roma, 23 marzo 2004, p. 9. Cfr. ad es. Quaglino G.P., Casagrande S., Castellano A., Gruppo di lavoro, lavoro di gruppo, R. Cortina ed., Milano, 1992; Schein E., Lezioni di consulenza, R. Cortina ed., Milano, 1992; Hofstede G., Uncommon sense about organizations, Sage ed., Beverly Hills, 1994; Amovilli L., La dinamica di gruppo: modelli formativi a confronto, in “Quaderni di psicologia del lavoro”, n. 3, Edizioni Psicologia, Roma, 1994; Avallone F., Psicologia del lavoro, Nuova Italia Scientifica, Roma., 1994; Quaglino G.P., Psicodinamica della vita organizzativa, R. Cortina ed., Milano, 1996. Cfr. Baronio G., Gilli D., Landi R., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2002, in Isfol, Strumenti e Ricerche, Franco Angeli, Milano 2003, pp. 291-296. 22 ISFOL – Area Mercato del Lavoro di funzionamento del servizio stesso alle quali ricondurre il comportamento, le sollecitazioni e le domande provenienti dall’utenza. Con il presente monitoraggio si intende dar conto dell’evoluzione del processo di riorganizzazione del servizio Eures e della sua integrazione all’interno dei Servizi per l’impiego italiani, utilizzando, a tal fine, due tipologie di chiavi di lettura. Una prima, si richiama proprio a quegli elementi – tali che i ruoli, gli strumenti, i compiti e gli obiettivi del servizio – la cui istituzionalizzazione costituisce una condizione necessaria, pur se non sufficiente, alla implementazione di un servizio che abbia una sua autonomia e regolarità di funzionamento all’interno delle organizzazioni nelle quali è stato decentrato. L’identità, la regolarità e l’autonomia di funzionamento del servizio Eures si realizzano all’interno di un rapporto dialettico con i diversi livelli organizzativi e le strutture (nazionali, regionali, provinciali e territoriali) nei quali esso è declinato e integrato. Se il riconoscimento e l’integrazione delle posizioni organizzative Eures all’interno di quelle dei Spi, così come l’armonizzazione delle prassi operative – attraverso l’informatizzazione delle procedure, la diffusione di codici di comunicazione standardizzati e la realizzazione di un sistema informativo nazionale in grado di interagire con gli omologhi europei – rappresentano alcuni degli snodi sui quali avviare e costruire il citato rapporto dialettico, la presenza delle condizioni “ambientali” propedeutiche ad una integrazione organizzativa e funzionale rappresenta la seconda tipologia di chiavi di lettura utilizzate nel presente lavoro. All’osservazione di queste grandezze si è provveduto ricorrendo ad una pluralità di fonti. La ricostruzione del contesto istituzionale all’interno del quale muove il percorso di riorganizzazione e integrazione di Eures nei Spi – e dunque della presenza di determinate condizioni organizzative, poc’anzi definite propedeutiche all’implementazione del servizio decentrato – è stata realizzata ricorrendo alla piattaforma di indagine del monitoraggio censuario dei Servizi per l’impiego che l’Isfol realizza istituzionalmente ogni anno30. Come si potrà osservare nel capitolo 1, questa piattaforma, a partire dal 2003, è stata appositamente implementata al fine di poter dar conto dell’avanzamento del percorso di istituzionalizzazione del servizio Eures nei Spi, attingendo ad una vasta gamma di informazioni reperite nel corso di interviste realizzate presso tutti gli uffici regionali e provinciali italiani, nonché dal censimento organizzativo e funzionale della totalità dei Centri per l’impiego attivi in Italia. È stato, pertanto, possibile tracciare una prima geografia della rete Eures italiana, dalla quale si evidenzia una laboriosa messa a regime delle istanze di coordinamento e animazione delle attività ai livelli decentrati, ed un livello di attivazione del servizio presso i Centri pari al 60,9% delle strutture attive. Circa 321 dei 536 Cpi censiti dall’Isfol 30 Per una esaustiva illustrazione si veda il recentissimo Gilli D. (a cura di), Verso il lavoro. Organizzazione e funzionamento dei Servizi pubblici per cittadini e imprese nel mercato del lavoro. Monitoraggio 2003, in Isfol, Temi e strumenti, 2, 2004, in particolare, nel tomo I alle pp. 11-26. 23 ISFOL – Area Mercato del Lavoro al dicembre 2003, infatti, hanno dichiarato di attivare il servizio Eures tanto nella forma della mera disponibilità di materiale informativo, quanto attraverso la presenza di personale appositamente formato per offrire un primo servizio info-orientativo nei confronti dell’utenza interessata alla mobilità geografica. Tra questa, a detta degli addetti ai lavori, la fascia più appetibile per l’Eures italiano è costituita dai giovani diplomati e laureati compresi tra i 19 e i 35 anni: essi costituiscono, infatti, oltre l’80% della domanda di servizi (si veda il capitolo 2), nonché un bacino complessivo pari al 38,7% della popolazione attiva residente in Italia; ad un anno dall’avvio del decentramento, tale bacino è servito con servizi di prima informazione al livello di Cpi per un 30% dell’utenza. Alla definizione degli elementi del network Eures, ed alle questioni relative a ruoli, compiti, strumenti e prassi operative si è pervenuti effettuando una serie di interviste di profondità ai Consulenti Eures e ai Line Manager istituiti al momento dell’indagine di campo. La sovrapposizione dei profili professionali definiti nei documenti comunitari e del Coordinamento Nazionale Eures italiano con quelli emergenti dall’analisi del materiale documentale raccolto, restituisce una dimensione del passaggio da quello che in altre occasioni è stato definito come “spontaneismo organizzativo” ad un’organizzazione più strutturata e codificata. La percezione “dall’interno” riportata dal personale intervistato, infatti, è stata ricostruita valorizzandone gli elementi riconducibili alla dimensione organizzativa: partendo dal vissuto professionale degli intervistati, sono state rinvenute delle regolarità, delle procedure diffuse, delle modalità di organizzazione dei compiti e di percezione del ruolo attraverso le quali è stato possibile ricostruire il loro profilo professionale. Questa percezione, risultato della “pratica quotidiana” del servizio, è stata successivamente osservata in controluce rispetto alle indicazioni contenute nella normativa Eures promossa al livello comunitario e nazionale (cap. 3). Altresì, essa è stata ponderata sulla base delle evidenze provenienti dal monitoraggio presso gli uffici provinciali e regionali, nelle quali sono raccolte le testimonianze dei responsabili dei Spi chiamati in prima persona a gestire il delicato processo di integrazione e armonizzazione del servizio Eures nelle strutture per l’occupazione, nonché a cooperare con i Line Manager e la dirigenza Eures nei processi di selezione del personale da formare e destinare ai Centri per l’impiego. L’impressione è nel complesso quella di cogliere uno scenario organizzativo ancora caratterizzato da una certa fluidità: la relativamente recente definizione delle posizioni organizzative Eures all’interno dei Spi – ad esempio con la istituzione del Line Manager, con compiti di coordinamento dell’attività al livello regionale – ha imposto un riposizionamento delle figure già esistenti dei Consulenti Eures, meno chiamati ad una gestione diretta degli indirizzi e più sbilanciati sul versante dell’animazione della rete al livello territoriale. Altresì, si riscontra una certa sovrapposizione nella definizione delle funzioni di Assistenti e Referenti, ancora non supportata da una progettualità locale e territoriale in grado di sollecitare un’adeguata esemplificazione operativa delle due figure. 24 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tale aspetto, peraltro, è da ricondursi alla relativamente recente messa a regime del processo di riorganizzazione e integrazione dell’Eures e, probabilmente, da uno suo sbilanciamento ancora pronunciato sugli aspetti organizzativi, piuttosto che su quelli progettuali. In definitiva, la fotografia restituita dalla presente indagine descrive uno scenario abbastanza dinamico, che lascia intravedere – se confrontato con il passato anche recente che ha caratterizzato in senso passivo e meccanicistico 31 l’approccio dato alla allora ricontestualizzazione di Eures nei nuovi Spi decentrati – ulteriori possibili margini di miglioramento: a breve – medio termine nella definizione degli assetti organizzativi all’interno dei Spi; e contestualmente, ma con un orizzonte più spostato in avanti, nella acquisizione di regolarità di funzionamento che soltanto una prassi consolidata, e supportata dalla chiarezza e condivisione degli obiettivi e della mission del servizio ai vari livelli amministrativi coinvolti, può conferire. 31 Cfr. ad es., Gilli D. (a cura di), Monitoraggio Spi 2001. Analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target, per funzioni e per strutture, in “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 1/2002, pp. 101-108. 25 ISFOL – Area Mercato del Lavoro AUTORI Gli autori delle diverse parti del presente rapporto di monitoraggio, realizzato nel quadro delle azioni di sistema per l’attuazione del Pon Obiettivo 3 e Obiettivo 1 promosse dalla Direzione Generale Mercato del lavoro del Ministero del lavoro e delle politiche sociali diretta dalla Dr.ssa Lea Battistoni, sono: Massimiliano Bonanni Matteo D’Emilione Mafalda D’Onofrio Roberto Landi par. 3.3, 3.4, 3.5, 3.5.1, 3.6, 3.7 e cura del volume par. 1.4, 1.4.1, 1.4.2, 1.4.3 par. 2.1, 2.2, 2.3, 2.3.1, 2.4, 3.1, 3.2 Introduzione, par. 1.1, 1.2, 1.3, 2.5 e cura del volume Per la realizzazione delle indagini di campo hanno collaborato con l’Isfol Francesco Galdi e Giuseppe Godino (Gemmark Srl di Perugia). Si ringraziano per la collaborazione, indispensabile per la realizzazione del nostro lavoro, i Line Manager e i Consulenti Eures che ci hanno concesso lunghe e laboriose interviste e che ci hanno fornito, con grande disponibilità, dati e documentazione a più riprese. Fondamentale si è rivelato il rapporto di continuo scambio e aggiornamento con il Coordinamento Nazionale Eures: si ringrazia il Capo Progetto Eures, il Dr. Luigi Ielo e, per il prezioso contributo di idee e di stimoli lungo tutto il corso della presente indagine, la Responsabile delle risorse umane, la Dr.ssa Claudia Trovato. 26 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 1. DECENTRAMENTO E QUESTIONI ISTITUZIONALI Nell’ambito del processo di riorganizzazione della rete Eures che ha portato, al livello comunitario, alla definizione di una nuova base legale32 sulla quale incardinare il funzionamento del servizio, il Coordinamento Nazionale italiano Eures 33 ha emanato, nel febbraio 2003, un documento nel quale la fisionomia della rete Eures italiana è stata compiutamente definita alla luce dell’assetto decentrato dei Servizi pubblici per l’impiego. La nuova architettura delineata dal dispositivo ministeriale, infatti, articola il servizio su base regionale nell’intento di realizzare in primo luogo una effettiva integrazione di Eures nei Spi regionali34 ed in secondo luogo di operare nel senso di una definizione delle responsabilità operative tra membri e partner Eures35, ovvero tra Coordinamento Nazionale – cui spetta l’azione di coordinamento e indirizzo della rete al livello nazionale36 – e amministrazioni regionali37. Sostanzialmente, sul piano istituzionale essa intende realizzare la “riproduzione e contestuale riorganizzazione della rete europea in ambito nazionale, in collaborazione con i Centri per l’impiego38”, nella prospettiva di perseguire “l’obiettivo strategico di realizzare la diffusione capillare delle informazioni 32 33 34 35 36 37 38 Cfr. Commissione delle Comunità europee, Decisione della Commissione del 23 dicembre 2002 che attua il regolamento (Cee) n. 1612/68 del Consiglio per quanto riguarda l’intermediazione tra l’offerta e la domanda di lavoro, (2003/8/CE), Bruxelles, pubblicata in Guce, L 5, del 10 gennaio 2003, pp. 16-19. Ministero del lavoro e delle politiche sociali – Direzione generale per l’impiego, Coordinamento Nazionale Eur.e.s. – divisione 1. Cfr. Commissione delle Comunità europee, Decisione della Commissione del 23 dicembre 2002, cit., 2003, punto (2): “Alla luce dell’esperienza acquisita dal 1993, prendendo in considerazione e consolidando i recenti sviluppi dell’ambiente Eures, occorre adesso potenziare la rete e incorporarla appieno nelle attività dei servizi dell’occupazione degli Stati membri”. Ibidem: “È necessario rivedere l’attuale ripartizione delle responsabilità e le procedure decisionali”; conseguentemente, in tal senso, cfr. Ministero del lavoro e delle politiche sociali – DG Impiego – Coordinamento Nazionale Eures – Divisione I (in seguito Coordinamento Nazionale Eures), Riforma legale giuridica di Eur.e.s., Roma, 18 febbraio 2003, p. 4: “Pertanto, alla luce della nuova decisione UE, le amministrazioni regionali sono invitate a rivedere l’attuale ripartizione delle responsabilità e le procedure decisionali, relativamente al servizio Eur.e.s.”. Cfr. Ibidem, p. 6; cfr., inoltre, quanto sottolineato in Trovato C., La rete Eures. Una risposta alla mobilità dei lavoratori, in “Spinn”, n. 1/2003, Roma, p. 63: “Ciascuno Stato membro infatti nomina un Capo Progetto (manager Eures) cui compete un ruolo di indirizzo, promozione e coordinamento della rete, responsabile nei confronti della Commissione delle attività svolte; esercita un ruolo di organizzazione delle attività oltre che di coordinamento e collegamento con il personale Eures e gli enti locali interessati dalle attività della rete”. Queste ultime sono annoverate – assieme ai “servizi dell’occupazione responsabili per le regioni limitrofe” e ai “servizi dell’occupazione specializzati” – tra i “partner” della rete Eures nella nuova base legale; cfr. Commissione delle Comunità europee, Decisione della Commissione del 23 dicembre 2002, cit., 2003 articolo 3, comma b). Cfr. Coordinamento Nazionale Eures, Riforma legale e giuridica Eur.e.s., cit., p. 5, Roma, 2003. 27 ISFOL – Area Mercato del Lavoro ed opportunità concernenti il mercato europeo39”. Quest’ultimo aspetto, di fatto, richiama la vocazione informativa e consulenziale del servizio Eures, la cui valorizzazione costituisce uno degli indirizzi della Commissione europea all’interno dei più recenti documenti in materia di mobilità geografica dei lavoratori40. Alla definizione degli indirizzi di carattere generale ai quali informare l’intera azione organizzativa, segue una veloce illustrazione delle “funzioni di massima” 41 che, ai rispettivi livelli amministrativi, Coordinamento Nazionale e partner regionali e provinciali della rete sono chiamati a svolgere: come è stato efficacemente osservato nel corso delle interviste sulla base delle quali si sostanzia la presente indagine, il servizio Eures rimane sostanzialmente fondato sulla persona, facendo perno per la sua realizzazione, su figure professionali appositamente formate, in grado di esprimere un mix di competenze di carattere consulenziale, linguistico e organizzativo, fuse a loro volta con una buona disposizione alla relazione con il pubblico. Il nuovo assetto, tuttavia, accanto alla previsione di una rete di Consiglieri Eures dislocata prevalentemente al livello regionale (ed in taluni casi al livello provinciale), ha puntato in primo luogo all’ampliamento degli organici Eures “verso il basso”, al livello provinciale ed in specie nei Cpi, promovendo la formazione di Assistenti e Referenti Eures da incardinare presso uffici provinciali e Centri per l’impiego con compiti di supporto tecnico e di animazione territoriale della rete42. In secondo luogo, esso ha puntato a valorizzare il livello regionale in quanto “raccordo istituzionale” tra l’amministrazione centrale ed il servizio decentrato, prevedendo l’istituzione di una figura dirigenziale avente compiti di coordinamento del servizio al livello regionale, denominata Line Manager43. Oltre a costituire “l’interfaccia con il Coordinamento Nazionale Eures” questa figura dovrebbe assicurare, nelle intenzioni del ministero, il coordinamento, l’indirizzo e la valutazione dell’attività del personale Eures nel territorio regionale di propria competenza: se la sua previsione all’interno dell’organigramma nazionale del servizio Eures rappresenta, senz’altro, 39 40 41 42 43 Ibidem. Cfr. Commissione delle Comunità europee, Piano d’azione della Commissione in materia di competenze e di mobilità, Com (2002) 72, p. 20, nonché, id., Relazione sullo stato di attuazione del piano dazione della Commissione per competenze e la mobilità Com (2002) 72 definitivo, Com (2004) 66, pp. 24-25, Bruxelles, 2004. Cfr. Coordinamento Nazionale Eures, Riforma legale e giuridica Eur.e.s., cit., p. 4, Roma, 2003. La funzione del Consigliere Eures è sancita nello Statuto dell’Eures – previsto ex art. 8 della Decisione 2003/8/CE relativa alla nuova base giuridica di Eures cfr., Commissione delle Comunità europee, Decisione della Commissione del 23 dicembre 2002, cit., 2003, p. 18, – ora denominata Carta Eures e pubblicata in Guce, C 106, del 3 maggio 2003; al punto 2.3.1; le indicazioni relative al profilo professionale sono articolate nel citato documento del Ministero del lavoro, cfr. Coordinamento Nazionale Eures, Riforma legale giuridica di Eur.e.s., 2003, pp. 8-9. Relativamente alle figure degli Assistenti e Referenti, lo Statuto Eures ne fa una menzione generica in qualità di “altro personale (…) suscettibile di essere coinvolto nella messa a disposizione dei servizi Eures”, in Carta Eures, cit., 2003, p. 7, mentre il documento nazionale risulta più generoso di informazioni, ancorché generico nell’impostazione, avendone ritagliato il profilo sulla base tanto dell’assetto decentrato del sistema Spi italiano, quanto delle esigenze di una maggiore copertura territoriale del servizio Eures; cfr. Coordinamento Nazionale Eures, Riforma legale giuridica di Eur.e.s., 2003, pp. 11-12. Cfr. Coordinamento Nazionale Eures, Riforma legale giuridica di Eur.e.s, 2003, p. 7. 28 ISFOL – Area Mercato del Lavoro l’elemento di maggiore originalità dell’assetto territoriale italiano rispetto alle indicazioni contenute nella Carta Eures, essa riveste un ruolo non secondario nell’organizzazione di un servizio declinato su diversi livelli amministrativi chiamati – seppure con intensità e modalità diverse – a partecipare all’attuazione degli indirizzi comunitari e nazionali. Come si avrà modo di vedere, infatti, all’epoca della nostra rilevazione di campo, una certa attesa era rivolta da amministrazioni regionali e provinciali verso la ulteriore definizione, da parte del Ministero del lavoro, del profilo e delle funzioni di questa figura44. 1.1 Andamenti recenti Sulla base delle indicazioni contenute nel documento del Coordinamento Nazionale Eures è stato possibile individuare e scomporre le fasi salienti del processo di messa a regime del nuovo assetto decentrato del servizio e, al contempo, effettuarne una osservazione su base territoriale, utilizzando la piattaforma di indagine costituita dal monitoraggio dei Servizi pubblici per l’impiego. Quest’ultimo prevede, infatti, una capillare raccolta di informazioni presso tutti gli uffici regionali e provinciali, nonché la compilazione di una scheda sintetica da parte di tutti i Cpi del territorio nazionale, relativa all’avanzamento strutturale e funzionale al dicembre 200345. I dati così raccolti offrono una dettagliata panoramica sullo stato di implementazione della rete territoriale Eures ai diversi livelli amministrativi: da quello regionale, nel quale si è osservata – oltre all’avvio del processo di integrazione di Eures – l’avvenuta o meno istituzione del Line Manager; passando per quello degli uffici provinciali, nei quali è stato possibile raccogliere elementi circa lo stato di implementazione di una rete territoriale di Referenti e si è potuto osservare se ed in quale forma regioni e province hanno ritenuto di implementare istanze di coordinamento territoriale. Infine, al livello di Centri per l’impiego, è stato possibile raccogliere utili elementi sul grado di attivazione del servizio, declinandone l’erogazione per differenti modalità. 44 45 Lo Statuto Eures, infatti, definisce fra i ranghi del personale Eures i Manager (i Capo Progetto nazionali) e i Consiglieri; nell’accezione di “altro personale” sembrano essere ricomprese le figure professionali degli Assistenti e Referenti in quanto messe a disposizione dei Consiglieri dai partner locali di Eures: non altrettanto può dirsi dei Line Manager che, nella previsione del Ministero del lavoro, rivestono posizioni organizzative “sovra-ordinate” a quelle dei Consiglieri; cfr. in tal senso Coordinamento Nazionale Eures, Riforma legale giuridica di Eur.e.s., cit., 2003, p. 7: “Il Line Manager è un dirigente della regione referente dei consiglieri Eures al quale compete anche il ruolo di interfaccia con il Coordinamento Nazionale Eures. Promuove e assicura nel territorio regionale il funzionamento della rete Eur.e.s come strumento congiunto dei Servizi pubblici per l’impiego. In particolare programma, coordina, indirizza e valuta le attività e le iniziative del servizio Eur.e.s., in particolare del personale Eures operante sul territorio (consiglieri Eures, Assistenti e Referenti Eures)”. Per un più dettagliato riferimento alla metodologia di indagine si faccia riferimento alla nota metodologica riportata in Baronio G., Gilli D., Landi R., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2002, in “Isfol, Strumenti e ricerche, Franco Angeli, Milano, 2003, pp. 32-37. 29 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Come è possibile osservare nella tab. 1, a circa 10 mesi di distanza dalla formalizzazione da parte del Coordinamento Nazionale Eures degli indirizzi relativi al nuovo assetto decentrato del servizio e di un più organico coinvolgimento dei partner nella gestione operativa della rete46 quattordici amministrazioni regionali su diciannove, (cui vanno aggiunte le due province autonome di Trento e Bolzano) dichiarano di avere avviato il processo di decentramento e integrazione del servizio Eures nelle strutture Spi. Tab. 1 - Uffici regionali: avvio del processo di decentramento e integrazione del servizio Eures nei Spi Avvio del processo di decentramento e integrazione di Eures nei Spi regionali Area geografica Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Italia No Sì Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % 1 1 3 5 25,0 33,3 0,0 37,5 26,3 3 2 4 5 14 75,0 66,7 100,0 62,5 73,7 Totale Val. ass. Val. % 4 3 4 8 19 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. Vale la pena osservare come tre dei cinque casi di mancata implementazione di tale processo, all’epoca della rilevazione, corrispondano a realtà interessate ancora da una forte transizione istituzionale verso il decentramento (Sardegna e Valle D’Aosta 47 ), ovvero di assestamento e definizione delle competenze all’interno dell’assetto decentrato (Friuli Venezia Giulia48) dell’intero sistema Spi: se, in queste realtà, la funzionalità del servizio risulta ancora affidata alle regolarità costituite dalla presenza di personale Eures transitato dal Ministero del lavoro alle regioni49, ovvero dalla presenza di mercati del 46 47 48 49 Cfr. Coordinamento Nazionale Eures, Riforma legale giuridica di Eur.e.s., cit., 2003, pp. 3-4. Dopo un lungo periodo di stallo, la regione Sardegna ha emanato le norme relative all’esercizio delle competenze in materia di mercato del lavoro e Servizi per l’impiego attribuite con Decreto legislativo n. 180/2001; cfr. L.R. 14 luglio 2003, n. 9, Recepimento delle disposizioni contenute nel Decreto legislativo 10 aprile 2001, n. 180, in materia di lavoro e servizi all’impiego. Per ciò che attiene alla transizione istituzionale nella regione politiche regionali del lavoro, di formazione professionale e di riorganizzazione dei Servizi per l’impiego Valle d’Aosta si veda anche la L.R. 31 marzo 2003, n. 7 recante “Disposizioni in materia di’”. Cfr. per gli anni 1996-1998, Varesi P.A. (a cura di), I Servizi per l’impiego. Un nuovo ruolo delle strutture pubbliche nel mercato del lavoro, Milano, 1999, pp. 27-29. Per i successivi sviluppi si veda, Baronio G., Gilli D., Landi R., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2002, cit., pp. 39 e s., in particolare p. 41, Milano, 2003. Cfr. ad es. Gilli D., Perri G., Tantillo F., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2000, in “Monografie sul mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 1/2001, p. 104; nonché quanto osservato in Gilli D., Monitoraggio Spi 2001. Analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target, per funzioni e per strutture”, relativamente all’andamento del processo di integrazione di Eures nei Spi: “In particolare, una conferma del consolidarsi della rete viene da quelle regioni che presentano un mercato del lavoro che meglio si attaglia alle caratteristiche di essa, essendo interessato da particolari flussi frontalieri, come (…) Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Trentino. In tali casi il servizio, 30 ISFOL – Area Mercato del Lavoro lavoro interessati da flussi di lavoratori frontalieri, la premessa per una implementazione effettiva ed un allargamento della portata del servizio stesso appare legata al completamento del percorso istituzionale, ancora in corso. In un altro caso, quello relativo alla regione Abruzzo, l’intera procedura di implementazione del decentramento di Eures ha subito, nel corso del 2002, una battuta d’arresto legata all’avvicendamento del personale Eures all’epoca in carica con altro personale di nuova nomina 50 che ha sostanzialmente “rallentato – come affermano gli intervistati – l’implementazione di una efficiente rete Eures in Abruzzo”, la cui realizzazione è nei fatti soltanto allo stato iniziale (individuazione dei Referenti provinciali e del Line Manager, firma della convenzione con il Ministero del lavoro, ecc.). Anche fra le realtà regionali che hanno dichiarato l’avvio del processo di integrazione di Eures nei Spi è possibile osservare alcune differenze, la cui puntualizzazione consente di conferire un maggiore spessore al dato di insieme. Fra di esse, infatti, è possibile annoverare la presenza di regioni che già avevano intrapreso il processo di capillarizzazione del servizio nell’ambito di un forte spontaneismo organizzativo51 che il dispositivo ministeriale ha finalmente codificato all’interno di precise regolarità. Tale avvio, realizzatosi in epoche antecedenti al 2002-2003 ha caratterizzato le realtà frontaliere – come quella Bolzano, già segnalata come caso di eccellenza in diverse occasioni 52 , o Ventimiglia (IM) – nonché, a titolo di esempio, quelle piemontesi e lombarde, cui non vanno disgiunte i percorsi attivati in Toscana53 o nel Lazio54. Esso ha risposto ad una pluralità di motivazioni, in parte legate al contesto geografico ed economico di riferimento, in parte legate all’obiettivo di potenziare i servizi consulenziali a favore di un’utenza giovane e qualificata: tali motivazioni, peraltro, – negli anni immediatamente successivi al trasferimento delle competenze ministeriali alle regioni e, quindi, alle province – hanno consentito al servizio di mantenere una propria regolarità di funzionamento e, conseguentemente, di conservare, pur diluita all’interno delle dinamiche alle volte macchinose che hanno presieduto il decentramento, un proprio 50 51 52 53 54 trovando un contesto geografico indubbiamente rispondente alla sua natura, ha risentito dell’effetto di quella che abbiamo definito ricontestualizzazione ambientale in misura differente che in altre regioni”. A quanto attestato dal responsabile regionale dei Spi intervistato nel dicembre 2003, “è recente la nomina del consigliere Eures a livello regionale che attualmente ha iniziato un pre-corso di formazione che completerà a Bruxelles nel mese di marzo 2004”. Cfr. Bonanni M., Landi R., La rete Eures. Analisi del quadro normativo-istituzionale, valutazione degli aspetti organizzativi, in “Monografie sul mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 5/2003 pp. 12-13. Cfr. Gilli D., Perri G., Tantillo F., Servizi per limpiego. Rapporto di monitoraggio 2000, cit., pp. 104 e s.; nonché Baronio G., Gilli D., Landi R., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2002, cit., pp. 309-311. Cfr. altresì. Landi R., Buoni esempi di organizzazione Eures. La rete Eures in Italia: riorganizzazione e decentramento, in “Spinn”, n. 1/2003, p. 70, Roma. Cfr. a tal proposito Petroni U., L’attività della rete Eures in Toscana. Rapporto anno 2000, maggio 2001. Circa l’originale percorso seguito a partire dal 2001 dalla regione Lazio, cfr. Ricci L., Eures, avviato il decentramento. Dalla regione passa alle strutture dei Cilo e dei Centri per l’impiego. Il ruolo dell’Agenzia Lazio Lavoro, in “Rete infol@voro” dicembre 2001, p. 8. sul legame tra tale percorso e l’assetto istituzionale regionale cfr. Tarantino A., Crisà A., L’orientamento nel Lazio, in “Rete infol@voro” n. 7/8, luglio 2002, p. 10. 31 ISFOL – Area Mercato del Lavoro profilo relativamente visibile e una propria mission. Accanto a queste esperienze – che rispondevano ad un generico indirizzo della Commissione europea verso l’integrazione nei Spi55 ed hanno, pertanto, trovato posto all’interno di un disegno più omogeneo al livello nazionale – si sono andate aggiungendo quelle realtà regionali che, a cavallo tra la fine del 2002 e la prima metà del 2003, sulla spinta di un rinnovato dialogo tra amministrazione centrale e regioni hanno implementato il percorso di capillarizzazione di un servizio per molto tempo osservato con diffidenza 56 , in quanto non supportato da precise indicazioni di carattere organizzativo e da elementi di indirizzo condivisi tra Stato e Regioni57. Il dato relativo al numero di amministrazioni regionali che hanno avviato il processo di decentramento permette di tracciare i primi approssimativi contorni del quadro all’interno del quale si declinerà la presente osservazione. Un quadro che, a ben vedere, necessita di ulteriori precisazioni, onde evitare che un simile e articolato processo di organizzazione possa essere ridotto a pochi schematismi o, peggio, all’osservazione di alcuni automatismi, incapaci di dare ragione di un percorso che, da una parte, si è costantemente sovrapposto ed intrecciato con la messa a regime e la definizione dei singoli sistemi regionali dei Spi, come osservato negli anni passati quando si è parlato di “ricontestualizzazione”58; e da un’altra parte risulta condizionato dalle complesse dinamiche che sottendono al suo indirizzo, trattandosi della messa a regime di un servizio gestito in forma partecipata a differenti livelli amministrativi 59 : comunitario (Gruppo strategico ad alto livello), nazionale (Coordinamento Nazionale) e regionale. In tal senso, l’implementazione, l’ufficializzazione dei passaggi amministrativi previsti, la nomina e la formazione del personale, la progettazione, pianificazione e attuazione degli indirizzi relativi al servizio Eures risentono, nella loro attuazione, dei passaggi fra i diversi livelli citati. L’armonizzazione di un simile processo decisionale con quelli faticosamente consolidati al livello di regioni e province 60 (peraltro non senza disparità territoriali) costituisce una delle sfide alle quali la progressiva messa a regime del nuovo assetto di Eures in Italia dovrà rapportarsi. Alla luce di queste considerazioni appare necessario corroborare il dato relativo all’avvio del decentramento di Eures nei Spi con l’osservazione di quei passaggi che 55 56 57 58 59 60 Cfr. Protocole d’accord entre les Services Publiques de l’Emploi de l’EEE en vue du développement du réseau Eures, 16.11.1998., p. 33 e s. Cfr. a tal proposito quanto osservato in Bonanni M., Landi R., La rete Eures. Analisi del quadro normativo-istituzionale, valutazione degli aspetti organizzativi, cit., pp. 25 e s. Ibidem, p. 32 e s. Cfr. Gilli D., Perri G., Tantillo F., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2000, cit., p. 101. Cfr., Commissione delle Comunità europee, Decisione della Commissione del 23 dicembre 2002, cit., 2003, nonché Baronio G, Gilli D., Landi R., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2002, cit., pp. 286-291: “…quest’ultima costituisce un servizio sviluppato in cooperazione tra Commissione e Stati membri, del quale è in corso un processo di integrazione all’interno dei Servizi all’impiego nazionali”; Trovato C., La rete Eur.e.s. Una risposta alla mobilità dei lavoratori, in “Spinn”, n. 1/2003, p. 62. Cfr. Gilli D. (a cura di), Monitoraggio Spi 2002. Analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target, per funzioni e per strutture, in “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego” n. 6/2002, p. 13. 32 ISFOL – Area Mercato del Lavoro richiamano la laboriosa attuazione degli indirizzi che ad esso sottendono. Il nuovo assetto decentrato del servizio Eures conserva una caratteristica che ne ha costituito il tratto distintivo e innovativo lungo tutto l’ultimo decennio: il forte collegamento della funzione alla persona, realizzato grazie alla presenza di personale qualificato e continuamente aggiornato, dotato di strumenti della moderna Ict, necessari per la creazione di una vera e propria rete consulenziale transnazionale. Con il decentramento e l’apertura ai partner regionali, tale assetto si è arricchito con la previsione di nuove figure, dal profilo meno marcato sul versante consulenziale e più ritagliato su quello istituzionale, denominate Line Manager, necessarie a sancire il ruolo delle amministrazioni locali e, al contempo, a garantire il necessario raccordo istituzionale al livello regionale e provinciale. Come è possibile osservare dalla tab. 2 al dicembre del 2003 undici amministrazioni regionali hanno formalizzato la nomina di un Line Manager Eures, incardinandolo – in linea con le indicazioni contenute nel dispositivo ministeriale – nella dirigenza regionale, non di rado corrispondente al responsabile del Servizio lavoro o, nel caso di talune regioni nelle quali si va affermando un impostazione “agenziale”61 di Eures, al direttore dell’Agenzia regionale (ad es. Lombardia, Molise). Tab. 2 - Uffici regionali: istituzione del Line Manager Area geografica No Val. ass. Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Italia 2 1 5 8 Istituzione del Line Manager Sì Val. % Val. ass. Val. % 50,0 33,3 0,0 71,4 44,4 2 2 4 2 11 50,0 66,7 100,0 28,6 55,6 Totale Val. ass. Val. % 4 3 4 8 18 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. In particolare il quadro nazionale presenta un panorama abbastanza diversificato: se il 55,6% delle amministrazioni ha risposto di aver proceduto alla individuazione del Line Manager e di aver ottenuto la formalizzazione dal Coordinamento Nazionale, è sufficiente scomporre questo dato nelle quattro aree geografiche di riferimento per osservarne l’oscillazione tra situazioni connotate da un’accentuata regolarità – rappresentate dalle regioni centrali – e situazioni caratterizzate da una crescente disomogeneità. È il caso delle regioni meridionali, nelle quali l’assetto istituzionale osservato secondo questa chiave di lettura appare ancora fortemente interlocutorio, dal 61 Cfr. sul modello “agenziale” quanto osservato a proposito della regione Lombardia in Baronio G., Gilli D., Landi R., Servizi per l’impiego. Monitoraggio 2002, cit., pp. 302-304. 33 ISFOL – Area Mercato del Lavoro momento che appena 3 amministrazioni su 9 hanno provveduto alla nomina del Line Manager; viceversa, a tinte più sfumate si presenta lo scenario istituzionale delle regioni settentrionali, nelle quali ancora si alternano situazioni strutturate (in più della metà delle realtà osservate) a situazioni ancora non definite. Fra le cause della mancata istituzione, al netto del mancato avvio del processo di decentramento (di cui alla precedente tab. 1), si rinvengono problematiche legate alla difficoltà di reperire figure professionali corrispondenti al profilo pur generico indicato nel dispositivo ministeriale del febbraio 2003: questo ordine di criticità si rinviene con maggiore frequenza presso le amministrazioni regionali del Mezzogiorno62, nelle quali il sottodimensionamento degli organici anche fra i dirigenti costituisce un forte e sentito ostacolo alla definizione della situazione organizzativa Eures e, laddove la capillarizzazione risulta già avviata, costituisce un ostacolo alla continuità dell’erogazione del servizio, specie – come si potrà osservare – al livello più decentrato. Valga, in tal senso, quanto ci hanno fatto osservare i funzionari della regione Puglia intervistati alla fine dello scorso anno: “…Non c’è un Line Manager perché non disponiamo di sufficienti risorse umane. Il Line Manager deve necessariamente essere un dirigente, ma in capo ad ogni dirigente ci sono già troppe competenze…”. Fra le altre motivazioni del mancato avvio della procedura di formalizzazione del Line Manager, in un paio di casi, si è sottolineata l’attesa, da parte delle amministrazioni regionali, di “…una circolare del Ministero del lavoro che definisca formalmente il ruolo del Line Manager”; al di là del mero collegamento tra l’emanazione del documento ministeriale e la formalizzazione del ruolo di questa nuova figura professionale, nel corso dei colloqui con gli addetti ai lavori è emersa con una certa frequenza la necessità di una più compiuta definizione dei margini di azione e di intervento del Line Manager nell’ambito della partecipazione delle regioni – in qualità di partner del Coordinamento Nazionale e della Commissione – nella elaborazione e nell’attuazione degli indirizzi relativi alla messa a regime della rete Eures a livello locale. Questo passaggio, a detta degli intervistati, permetterebbe in primo luogo di uscire dall’ambiguità che avvolge il rapporto tra Line Manager, Consigliere Eures e Assistenti/Referenti Eures, chiamati, all’interno del nuovo assetto decentrato, a dividere le diverse funzioni che in passato facevano capo al solo Euroconsigliere. In secondo luogo, esso permetterebbe di gettare una maggiore luce sul rapporto regione – provincia nella gestione del servizio. Il raggiungimento di un assetto istituzionale definito, nei sistemi locali dei Spi, ha portato ad una faticosa, laboriosa, ma alfine collaudata e sedimentata definizione dei ruoli effettivi dei due livelli amministrativi nella progettazione, elaborazione e attuazione degli interventi di politica attiva del lavoro. Alla luce della situazione attuale del servizio Eures, invero poco definita nei contorni operativi e negli indirizzi relativi alla sua gestione, si ravvisa un certo disagio nelle amministrazioni beneficiarie: queste, infatti, mettono in evidenza come nei mesi successivi al febbraio 2003 vi sia stato uno sforzo molto 62 Cfr. Baronio G., Gilli D., Landi R., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2002, cit., pp. 18-23. 34 ISFOL – Area Mercato del Lavoro sbilanciato sul versante organizzativo della rete, e poco incisivo sul piano dei contenuti, sostanziatosi nella richiesta di codificare all’interno dei propri organigrammi locali un apparato Eures, indubbiamente più articolato e integrato nelle strutture periferiche di quanto non lo fosse alla fine del 2002, il cui funzionamento, tuttavia, è rimasto affidato alle regolarità che ne scandivano l’operatività in epoche antecedenti al 2002-2003, ovvero alla previsione da parte delle amministrazioni regionali – all’interno dei propri documenti di indirizzo e programmazione – di implementare servizi e strategie in grado di fornire risposte ai cogenti quesiti posti dall’internazionalizzazione dei mercati del lavoro. Passi in tal senso sono stati mossi dalla regione Toscana 63 (…“con alcune province stiamo affrontando il tema dell’internazionalizzazione, cioè dei rapporti su settori specifici con altri paesi dell’Europa; è in corso ormai da un anno un accordo con la Corsica ed ora ne abbiamo fatto uno con l’Inghilterra su Londra ed Edimburgo. Stiamo cercando di dare vitalità a questo ragionamento della mobilità in una dimensione un po’ più ampia”), e dalla regione Veneto i cui funzionari hanno sottolineato come “…fra gli obiettivi di programmazione della regione Veneto vi è un’apertura nei confronti delle regioni limitrofe e quindi Eures si iscrive a pieno titolo fra questi obiettivi di allargamento con i paesi confinanti. Nel Masterplan regionale sui Spi verranno inserite delle schede particolari riguardanti proprio Eures”. Nel complesso, questa situazione ancora transitoria sul piano operativo necessita, da un lato di una definizione più incisiva degli indirizzi nazionali e locali di un servizio – quale quello offerto attraverso Eures – finalizzato ad allargare allo scenario comunitario il ventaglio delle offerte dei Spi, non soltanto in termini di matching tra domanda e offerta di lavoro a “vocazione comunitaria”, ma anche in termini informazione, orientamento e accompagnamento al lavoro64: in tal senso da parte dei funzionari regionali e provinciali 63 64 Cfr. in tal senso, Regione Toscana, Il mercato del lavoro. Rapporto 2002, Firenze, 2003. Nel corso dell’ultimo decennio si è assistito, infatti, ad un progressivo allargamento dell’orizzonte all’interno del quale è stata declinata la funzione e le potenzialità del servizio Eures. Se con il Regolamento (Cee) n. 2434/92 del 27 luglio 1992, si incentivavano i servizi pubblici di collocamento a diffondere le offerte e le domande di lavoro a vocazione comunitaria, già nella successiva Decisione della Commissione europea 569/93/Cee del 22 ottobre 1993, relativa all’istituzione della rete Eur.e.s. la previsione di funzionamento di questo servizio “compensatorio” della manodopera richiama la necessità di una forte e qualificata presenza consulenziale, quella degli Consiglieri Eures: “Le decisioni da adottare per quanto attiene allo spostamento di domicilio da un paese all’altro, la comparazione con nuove condizioni di vita e di lavoro, nonché tutte le questioni che si riferiscono alle modalità di esercizio di un nuovo lavoro in un altro paese, rendono necessaria un’informazione idonea, consulenze e assistenza specifica di coloro i quali sono candidati alla mobilità. L’intenzione di un’impresa di assumere a livello europeo o di estendere le proprie attività di produzione o di servizio in altri paesi della Comunità può giustificare del pari l’intervento di uno specialista” (p. 7, punto 4.1.1). In questa chiave di lettura può essere letto il Memorandum sull’integrazione del servizio Eures nei Pes dello Spazio economico europeo, siglato nel novembre 1998, nel quale si propugna in rafforzamento del ruolo della rete consulenziale Eures all’interno dei Servizi per l’impiego nazionali a sostegno della libera circolazione dei lavoratori e “dell’obiettivo di realizzare il mercato del lavoro europeo”. Infine, il Piano di azione della commissione in materia di competenze e mobilità inquadra la funzione informativa e consulenziale della rete Eures all’interno delle più complessive strategie triennali di promozione della mobilità geografica, da realizzarsi “attraverso un legame sempre più stretto tra maggiore vicinanza dei sistemi educativi e di formazione con il mondo dell’impresa e (…) attraverso la spinta e la promozione della mobilità professionale e geografica”. 35 ISFOL – Area Mercato del Lavoro intervistati si è manifestata l’esigenza di un’azione di promozione del servizio più accentuata al livello nazionale, parallelamente sostenuta da un’azione più diretta verso le organizzazioni datoriali, verso le università e le scuole, nella quale le amministrazioni regionali e provinciali potrebbero trovare un ruolo propositivo in grado di valorizzare i sistemi di reti locali faticosamente avviati negli anni passati. Da un altro lato, e sulla scia di una progettualità più definita e costante, – e non solo affidata al ruolo dei Consiglieri Eures nel veicolare i progetti comunitari, ma più aperta anche agli stimoli provenienti dalla programmazione locale – promuovere una messa a regime delle istanze di raccordo e di funzionamento del servizio Eures, favorendo in primo luogo il conseguimento di regolarità funzionali in grado di consolidarne il ruolo all’interno dell’organizzazione regionale; ed in secondo luogo promovendo la definizione e il perseguimento di standard di erogazione dei servizi omogenei in tutto il territorio nazionale65. Ampi margini di miglioramento possono essere conseguiti su tale versante, nel quale gli elementi raccolti nel corso delle interviste confermano, al momento, una prevalente attenzione all’aspetto organizzativo, ed una episodica rilevanza degli aspetti strategici e di contenuto, confinata – come del resto già osservato – alla capacità programmatoria regionale. In particolare, in merito all’aspetto meramente organizzativo, i dati riportati nella tab. 3 attestano come, a dieci mesi dalla formalizzazione del nuovo assetto Eures e dalla sua presentazione alle amministrazioni regionali, circa la metà delle regioni italiane abbia avviato la costituzione di una istanza di coordinamento tra regioni e province per la gestione locale del servizio. Ad un primo sguardo complessivo l’andamento dei valori appare abbastanza sovrapponibile con quello relativo alla nomina regionale di un Line Manager, con le regioni Centro settentrionali in grado di capitalizzare le regolarità organizzative dei sistemi Spi consolidate nel tempo e dunque di esprimere, in questa prima fase di implementazione dell’apparato Eures, una situazione più definita di quanto non sia possibile osservare nelle realtà meridionali. Del resto, i dati ora riportati non costituiscono che una “istantanea” al dicembre 2003 di una realtà in pieno movimento, la quale – anche alla luce delle precedenti osservazioni circa i tratti spontaneistici che hanno caratterizzato il pregresso dell’organizzazione del servizio Eures in Italia – spesso presenta confini più labili di quelli restituiti nella tab. 3, oscillando tra situazioni con un forte grado di definizione e situazioni meno codificate o, addirittura, non formalizzate. Tra le prime è possibile annoverare l’esempio della regione Veneto, nella quale si è realizzata una piena integrazione delle istanze Eures all’interno degli organismi interistituzionali già attivi nell’ambito del sistema regionale Spi. Sottolineano, infatti, i funzionari regionali intervistati che per il coordinamento tra regioni e province “…viene 65 Sullo stretto legame tra decentramento del servizio Eures all’interno dei Spi – con il conseguente aumento degli attori coinvolti – e la cogente necessità di definire standard minimi di funzionamento attorno ai quali costruire un servizio dal profilo unitario e omogeneo si veda quanto riportato nel citato Memorandum sull’integrazione del servizio Eures nei Pes dello Spazio economico europeo siglato il 16 novembre 1998 dai Responsabili nazionale dei Spi, pp. 33-35. 36 ISFOL – Area Mercato del Lavoro utilizzato a tal fine il Comitato di coordinamento istituzionale che presiede alla attuazione sul territorio delle politiche attive del lavoro”, organo coinvolto – assieme alla Commissione tripartita per la concertazione – direttamente nella gestione delle attività della rete e coordinato dal Consigliere Eures regionale, che divide il proprio incarico Eures con quello di Responsabile della segreteria degli organi collegiali. Non dissimile appare la soluzione adottata dalla regione Lombardia, dove – nel quadro di un’organizzazione “agenziale” della filiera Eures – il raccordo interistituzionale per la messa a regime del servizio al livello locale si realizza all’interno di un Tavolo tecnico dedicato alla realizzazione di un modello per la gestione della mobilità geografica dei lavoratori in particolare extracomunitari – avente lo scopo di definire il governo dei flussi e servizio Eures – che vede la partecipazione anche dei dirigenti dei settori lavoro delle province. Tab. 3 - Uffici regionali: istituzione di un’istanza di coordinamento regionale del servizio Eures Area geografica Istituzione di un'istanza di coordinamento provinciale No Sì Totale Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Italia 2 1 1 6 10 50,0 33,3 25,0 75,0 52,6 2 2 3 2 9 50,0 66,7 75,0 25,0 47,4 4 3 4 9 19 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. La prassi della convocazione di riunioni periodiche tra il personale Eures regionale e provinciale caratterizza – pur con un grado di formalizzazione e di organicità diverso da quello ora osservato – le altre realtà regionali che hanno dichiarato l’implementazione di un raccordo tra i diversi livelli territoriali. La costruzione di regolarità di funzionamento, il consolidamento delle pratiche organizzative ai vari livelli possono al momento considerarsi gli elementi attorno ai quali si concentra l’attività effettuata, confermando l’impressione di un approccio sostanzialmente sbilanciato sul versante procedurale, piuttosto che su quello degli indirizzi e delle politiche. Un esempio in tal senso è rappresentato dalla regione Emilia Romagna, nella quale l’istanza di coordinamento con le province è composta da almeno un rappresentante per ogni amministrazione provinciale (coincidente con l’Assistente o con l’Euroconsigliere); oltre a consolidare le prassi di un lavoro di rete ai diversi livelli amministrativi (circolazione e diffusione omogenea delle informazioni presso le strutture nelle quali il servizio è attivato), il coordinamento persegue tra i propri obiettivi quello di garantire uniformità al servizio erogato, in linea con gli indirizzi più generali seguiti dalla politica regionale e provinciale 37 ISFOL – Area Mercato del Lavoro emiliano romagnola in materia di Servizi per l’impiego 66 . Se uno schema operativo sostanzialmente analogo risulta implementato in Toscana, in Liguria, in Puglia e in Umbria, va altresì osservato come abbandonando la chiave di osservazione regionale per abbracciare quella provinciale, la situazione descritta appaia ulteriormente movimentata dai differenti livelli di costruzione locale della rete Eures: individuazione del personale dei Centri per l’impiego o degli uffici provinciali in grado di esprimere un profilo idoneo alle esigenze del servizio, compatibilmente con le disponibilità e le esigenze delle strutture locali, ratifica e ufficializzazione da parte del Coordinamento Nazionale, prima formazione, erogata in affiancamento o attraverso seminari informativi dai Consiglieri Eures regionali, rappresentano le tappe di un processo che, con velocità differenti da provincia a provincia, interessa tutto il territorio nazionale, restituendo ad un’osservazione istantanea – come quella riportata nella seguente tab. 4 – l’immagine di un “cantiere aperto”. Tale immagine appare profondamente differente, sul piano formale e organizzativo da quella osservata negli anni passati, quando i “rapporti”67 con la rete erano circoscritti al generico invio, da parte dei Consiglieri Eures alle strutture decentrate, di materiale informativo sulle opportunità di lavoro all’estero, o alla presenza di un numero relativamente contenuto 68 di addetti Eures transitati dal Ministero del lavoro alle province. Sebbene caratterizzata da valori abbastanza differenziati, dai quali vengono premiate le aree che presentano province impegnate in progetti frontalieri (come la Liguria o il Piemonte), o nelle quali il servizio Eures ha beneficiato di un contesto istituzionale che ha più rapidamente che altrove consolidato le proprie regolarità di funzionamento (ad esempio Veneto, Lombardia, Umbria), va sottolineato come i dati riportati nella tab. 4 abbandonino l’approccio generico del “contatto” tra Servizi per l’impiego locali e rete Eures per abbracciarne uno di gran lunga più impegnativo e complesso a tutti i livelli amministrativi coinvolti: il riferimento ad un coordinamento con la regione, infatti, esplora uno degli aspetti più visibili, in termini organizzativi, del processo di integrazione del servizio nei Spi, ma anche più futuribili, in una fase come quella presente, nella quale l’assetto decentrato del servizio è stato codificato in epoca relativamente recente. In tal senso può essere pertanto letta l’evidente disparità di implementazione restituita dai numeri riportati, dai quali emergono almeno tre profili marcati: un primo accomuna le amministrazioni che hanno beneficiato di un contesto istituzionale, ovvero geografico ed economico, più favorevole ad una rapida messa a regime dell’organizzazione decentrata Eures tali che Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Umbria Toscana e Puglia, nelle 66 67 68 Cfr. Agenzia Emilia Romagna Lavoro, Monitoraggio dei Centri per l’impiego nella regione Emilia Romagna. Anno 2003, Bologna-Modena, 2003, pp. 12-23, nonché 127-133. Cfr. Gilli D., Landi R., Perri G., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2001, cit., p. 185. Cfr. I tentativi di enucleare in via del tutto sperimentale una prima rete locale di personale Eures (cd. persone relais), descritti in Gilli D., Landi R., Perri G., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2001, cit., pp. 186-192. 38 ISFOL – Area Mercato del Lavoro quali le strutture di raccordo tra livello provinciale e regionale appaiono ben strutturate, comprendendo la quasi totalità delle amministrazioni locali: si va infatti dal 66,7% di province della Lombardia, fino al 100% realizzato dall’Umbria – della quale, tuttavia, non si può trascurare lo stato di regione di “piccole dimensioni” con appena due province – e della Liguria. Tab. 4 - Uffici provinciali: attivazione di un coordinamento con la regione nella gestione del servizio Eures Istituzione di istanza di coordinamento con la regione per Eures No Sì Totale Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Piemonte Lombardia Liguria Nord-Ovest 2 3 5 25,0 33,3 0,0 23,8 6 6 4 16 75,0 66,7 100,0 76,2 8 9 4 21 100,0 100,0 100,0 100,0 Veneto Friuli V.G. Emilia Romagna Nord-Est 3 4 7 0,0 75,0 57,1 43,8 5 1 3 9 100,0 25,0 42,9 56,3 5 4 7 16 100,0 100,0 100,0 100,0 Toscana Umbria Marche Lazio Centro 2 4 5 11 20,0 0,0 100,0 100,0 52,4 8 2 10 80,0 100,0 0,0 0,0 47,6 10 2 4 5 21 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Sud e Isole 4 2 5 1 2 4 8 4 30 100,0 100,0 100,0 20,0 100,0 100,0 100,0 100,0 88,2 4 4 0,0 0,0 0,0 80,0 0,0 0,0 0,0 0,0 11,8 4 2 5 5 2 4 8 4 34 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Italia 53 57,6 39 42,4 92 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. Un secondo profilo caratterizza, invece, le situazioni di Friuli Venezia Giulia e Emilia Romagna, nelle quali la costruzione di istanze di raccordo interistituzionale è iniziato ed interessa ancora una porzione minoritaria delle amministrazioni provinciali, sebbene al netto di contesti estremamente differenti sul piano della costruzione dei sistemi locali di Servizi per l’impiego: nel caso del Friuli, infatti, il recente passaggio delle competenze in materia di politiche del lavoro e collocamento dall’Agenzia regionale (poi abolita) alle province ha avviato una profonda fase di riassetto istituzionale che ha interessato l’intero 39 ISFOL – Area Mercato del Lavoro sistema Spi, con evidenti risvolti (nel senso di una diluizione dei processi di messa a regime) anche su un servizio “di nicchia” quale Eures. Nel caso dell’Emilia Romagna la costruzione della rete Eures al livello provinciale deve necessariamente raccordarsi con le priorità di ulteriore consolidamento e omogeneizzazione degli standard di servizio erogati dai Cpi, individuate dalle amministrazioni regionale e provinciali, come attestato dai funzionari regionali intervistati: “…c’è da dire a tale proposito che, seppur l’iniziativa Eures è comunque ritenuta importante e che si è iniziata a costruire – d’accordo con le province – la rete di Referenti sul Territorio, il problema di Eures non può essere affrontato disgiuntamente da quello dei servizi per il lavoro nel senso che attualmente le priorità del sistema dei Spi sono altre (ad esempio ridurre il gap tra richiesta di lavoro e capacità di offerta)”. Infine, un terzo profilo accomuna ancora 9 regioni su 18 osservate sotto questa chiave di lettura, e rileva come la costruzione della rete decentrata Eures risulti codificata esclusivamente al livello regionale, mentre al livello provinciale l’organizzazione è circoscritta – come sarà possibile osservare in seguito – alla presenza di un limitato numero di Referenti della rete attestati presso i Centri per l’impiego dei quali, peraltro, solo tre province hanno offerto una visione in chiave sistematica, di “rete”, come attestato dalla sottostante tab. 5. Tab. 5 - Uffici provinciali: presenza di una rete di Referenti Eures Rete provinciale di referenti Eures No Val. ass. Val. % Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Italia 5 6 10 31 52 21,7 28,6 47,6 91,2 52,5 Sì Val. ass. Val. % 18 15 11 3 47 78,3 71,4 52,4 8,8 47,5 Totale Val. ass. Val. % 23 21 21 34 99 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. Infine, vale la pena evidenziare come, dall’analisi dei dati riportati nella precedente tab. 4, tra le nove regioni che hanno dichiarato di aver attivato un’istanza di coordinamento regionale del servizio Eures (cfr. ante tab. 1), tre di esse coinvolgano la totalità delle amministrazioni provinciali corrispondenti, mentre, per altre quattro, si realizza una copertura provinciale compresa tra il 66,7% e l’80%; le rimanenti due regioni, viceversa, esprimono situazioni meno strutturate nelle quali incidono fattori legati alla transizione istituzionale in atto, o legati alla ripartizione amministrativa delle competenze sui servizi. 40 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 1.2 La capillarizzazione del servizio Eures nei Centri per l’impiego Nella realizzazione degli obiettivi di “diffusione capillare delle informazioni ed opportunità concernenti il mercato europeo”, indicati nel dispositivo ministeriale del 2003 sul decentramento di Eures 69 , si evidenzia la centralità del ruolo dei Centri per l’impiego, richiamando la necessità di una “collaborazione” con le strutture decentrate al fine di potenziare, sul versante consulenziale, il servizio di incontro domanda – offerta di lavoro, nonché quelli di orientamento e accompagnamento al lavoro. A rendere organica la mission della rete Eures all’attività e all’organizzazione dei Centri per l’impiego dovrebbe concorrere l’implementazione di una rete di Referenti Eures cioè di personale dei Cpi appositamente preparato alla gestione dei flussi di informazioni relative alle condizioni di vita e di lavoro, nonché alla domanda di competenze professionali negli altri sistemi nazionali. Il ruolo del servizio di informazione, del resto, non si configura nei termini della mera visibilità territoriale della rete Eures nei confronti dell’utenza dei Spi, ma si declina come risultato della capacità – da parte del personale formato – di saper orientare la domanda proveniente dall’utenza attraverso una pluralità di fonti informative di carattere internazionale e introdurre l’utenza potenziale interessata all’interno dei percorsi di inserimento lavorativo proposti dalla rete. Le strategie regionali rivolte all’implementazione del servizio al livello di Cpi hanno, inevitabilmente, risentito del combinarsi dei numerosi fattori precedentemente illustrati nel corso dell’osservazione degli aspetti salienti del decentramento: differenti livelli di partenza, differenti contesti istituzionali nei quali il decentramento si va svolgendo, ricerca di personale dei Spi in grado di esprimere profili idonei a quelli richiesti per la gestione del servizio, raccordo con le esigenze legate alla quotidiana attività dei Centri per l’impiego, oltre alla complessa procedura di gestione della rete, costituiscono un filtro attraverso il quale osservare le scelte poste in atto dalle differenti amministrazioni. Pertanto, l’obiettivo di attivare un Referente per ogni Centro per l’impiego risulta realizzato soltanto in un numero limitato di province, tra le quali quelle di Torino e di Bolzano, quelle umbre di Terni e Perugia, nonché quelli liguri di La Spezia, Genova, Imperia e Savona, mentre nella gran parte delle regioni l’obiettivo perseguito in questa fase dell’implementazione è quello di dislocare almeno un Referente per provincia, concentrando un numero maggiore di risorse nelle province capoluogo di regione, ed affidando la presenza di Eures nei Cpi non dotati di personale ad hoc alla presenza di materiale informativo e alla possibilità di accesso alle banche dati Eures visibili in internet attraverso le postazioni informatiche di autoconsultazione a disposizione dell’utenza. La tab. 6 offre una prima panoramica completa dell’attivazione di Eures nei Cpi, 69 Cfr. Coordinamento Nazionale Eures, Riforma legale giuridica di Eur.e.s., cit., 2003, p. 5. 41 ISFOL – Area Mercato del Lavoro secondo modalità che vanno dalla presenza di materiale informativo fino alla presenza di personale ad hoc. Il quadro osservato presenta situazioni abbastanza sovrapponibili nelle aree Centro settentrionali, nelle quali gli utenti dei Centri interessati ad esperienze lavorative all’estero possono beneficiare di un primo contatto con la rete Eures in più dei due terzi delle strutture decentrate: in particolare nel 66,4% al Nord-Ovest, in circa il 76% di esse nelle regioni centrali ed addirittura in più di 8 su 10 nelle regioni Nord orientali. Situazione a “polarità invertita” nelle aree meridionali, dove i Cpi che hanno attivato il servizio Eures sono di poco superiori al 41%. Un’ulteriore evidenza di quanto si viene analizzando è fornita dalla tab. 6b, nella quale il fuoco dell’osservazione si restringe al livello di singole regioni. Tab. 6 - Centri per l’impiego per area geografica: attivazione del servizio Eures Area geografica Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Italia Non attivati Val. ass. Val. % 36 20 21 129 206 33,6 17,7 24,1 58,6 39,1 Stato servizio Eures Attivati Val. ass. Val. % 71 93 66 91 321 66,4 82,3 75,9 41,4 60,9 Totale Val. ass. Val. % 107 113 87 220 527 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. I dati offerti dalla osservazione al livello di singole regioni confermano la sostanziale omogeneità dei livelli di attivazione offerti dalle strutture di gran parte delle regioni Centro settentrionali, pur evidenziando la presenza di realtà ancora in relativo ritardo, a fronte di valori notevolmente più contenuti nel resto del paese. In altri termini, circa una percentuale pari al 60,4% della popolazione italiana in età attiva (compresa cioè tra 15 e 64 anni) potrebbe usufruire di questa tipologia di servizi: come attestato dalla successiva tab. 7 le maggiori potenzialità per l’utenza si riscontrano evidentemente nel quadrante Centro settentrionale in aree geograficamente interessate da flussi frontalieri di manodopera, come ad esempio in Piemonte, in Liguria o nella provincia autonoma di Bolzano, realtà nelle quali il tasso di copertura oscilla tra il 70,8 ed il 100% della popolazione attiva; diversamente, invece, nel Mezzogiorno, dove peraltro si concentrano Cpi con elevati bacini d’utenza70 non ancora serviti in modo capillare dalla rete. 70 Cfr. Gilli D. (a cura di), Monitoraggio Spi 2002. Analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target, per funzioni e per strutture, cit., pp. 133-134, 2002. 42 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 6b - Centri per l’impiego per regione: stato di attivazione del servizio Eures Non attivato Val. ass. Val. % Stato servizio Eures Attivato Val. ass. Val. % Totale Val. ass. Val. % Piemonte Valle D'Aosta Lombardia Liguria Nord-Ovest 35 1 36 0,0 0,0 55,6 8,3 33,6 29 3 28 11 71 100,0 100,0 44,4 91,7 66,4 29 3 63 12 107 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Bolzano Trento Veneto Friuli V.G. Emilia Romagna Nord-Est 1 11 4 4 20 14,3 0,0 26,8 22,2 11,1 17,7 6 11 30 14 32 93 85,7 100,0 73,2 77,8 88,9 82,3 7 11 41 18 36 113 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Toscana Umbria Marche Lazio Centro 4 1 16 21 9,8 0,0 7,7 57,1 24,1 37 5 12 12 66 90,2 100,0 92,3 42,9 75,9 41 5 13 28 87 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Sud e Isole 6 31 10 5 12 53 12 129 40,0 0,0 67,4 24,4 62,5 85,7 81,5 42,9 58,6 9 3 15 31 3 2 12 16 91 60,0 100,0 32,6 75,6 37,5 14,3 18,5 57,1 41,4 15 3 46 41 8 14 65 28 220 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Italia 206 39,1 321 60,9 527 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. Tab. 7 - Cpi per area geografica: attivazione del servizio Eures: grado di copertura dell’utenza di età 15-64 anni Area geografica Utenza 15-64 anni servita Val. ass. Grado di copertura Val. % 6.889.088 5.855.142 5.088.700 5.333.106 23.166.036 67,3 82,0 69,9 38,9 60,4 Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Italia Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. Se l’obiettivo della riorganizzazione del servizio e della riproduzione della rete 43 ISFOL – Area Mercato del Lavoro europea al livello regionale71 si sostanzia nella implementazione di una rete di Referenti locali, ovvero di sportelli Eures in tutti i Cpi, presidiati da personale ad hoc, sarà opportuno restringere ulteriormente il campo dell’osservazione a quelle realtà locali nelle quali opera personale specializzato, appositamente formato. Anche in questo caso, risulta valida la considerazione effettuata nell’osservazione del raccordo tra singole province e regioni: i dati riportati prendono in considerazione scenari indubbiamente futuribili, ai quali i vari livelli amministrativi coinvolti nella gestione della rete Eures decentrata hanno iniziato a lavorare in epoche recenti e rispetto ai quali quella presentata in queste pagine vuole essere soltanto un’esplorazione iniziale suscettibile di aggiornamenti nel corso delle prossime indagini. La tab. 8 riporta, rispetto all’universo dei 536 Cpi censiti nel dicembre 2003, il numero di essi presso i quali è possibile usufruire di un servizio informativo Eures ad un livello personalizzato: gli utenti interessati, infatti, possono sostenere un colloquio informativo con i Referenti, nel quale ad esempio avere una panoramica delle competenze minime indispensabili per intraprendere in percorso professionale di questo tipo, ovvero essere accompagnati nella consultazione delle offerte attraverso internet. Poco meno di un quarto delle strutture osservate (127 su 536, pari al 23,7%) è in grado di offrire un servizio di prima informazione personalizzata: di queste, come è osservabile nella terza colonna della tabella, la stragrande maggioranza (l’84%) è dislocata in quote sostanzialmente simili nelle due aree occidentali ed in quella meridionale, mentre più distanziata appare l’area del Centro, che sconta la non ancora avviata capillarizzazione della rete nelle Marche, e l’originale assetto organizzativo della regione Lazio72, nella quale la rete locale Eures – implementata a partire dal 200173 – è stata attivata presso le strutture comunali preposte all’erogazione dei servizi di orientamento al lavoro, denominate Col74. L’allargamento della rete ai Cpi è stato realizzato, per ora, nella sola provincia di Frosinone, con un Referente per Centro e nel Cpi di Rieti, nel quale è attestato un Consigliere Eures. 71 72 73 74 Come osservato in Coordinamento Nazionale Eures, Riforma legale giuridica di Eur.e.s., cit., 2003, p. 5. In base alla Legge regionale n. 38 del 1998, di recepimento del D.lgs. 469/97, la regione Lazio ha sancito una ripartizione delle competenze amministrative che vede attribuita ai Comuni l’orientamento al lavoro, ed all’amministrazione regionale e alle province quelle relative ai Servizi per l’impiego. Si veda in proposito quanto riportato in Tarantino A., Crisà A., L’orientamento nel Lazio, in Rete Infol@voro, n. 7/8, luglio 2002, p. 10. Cfr. altresì, Regione Lazio, nota del Dipartimento affari strategici istituzionali e della presidenza, 2 agosto 2001, n. 53401 relativa all’articolo 30 della citata legge regionale riguardante i Centri di Orientamento al Lavoro. Cfr. Baronio G., Gilli D., Landi R., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2002, cit., pp. 308309. Considerando anche le postazioni Eures all’interno dei Col, è possibile stimare, per il Lazio, un totale di 17 strutture locali Eures dotate di personale formato portando di fatto a 32 il risultato totale dell’area Centro. In questo modo la situazione della distribuzione delle sedi con personale Eures apparirebbe più omogenea: ciascuna area ne conterebbe un numero variabile tra 32 (Centro) e 37 (Sud), su un totale di 139. 44 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 8 - Centri per l’impiego per area geografica: presenza di Referenti Eures Area geografica Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Italia Cpi con personale Eures Val. ass. Val. % % colonna 35 35 20 37 127 31,3 30,4 23,0 16,7 23,7 27,6 27,6 15,7 29,1 100,0 N. Cpi totale Val. ass. Val. % 112 115 87 222 536 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. Com’è stato illustrato dal personale della regione e dell’ente strumentale del Lazio intervistato, tale situazione si può spiegare avendo presenti alcuni elementi. Intanto nella regione Lazio si è prodotta e mantenuta una differenziazione funzionale tra i soggetti titolari all’erogazione dei servizi di orientamento (i comuni, con i Col) e quelli titolati ad esercitare le competenze in materia di lavoro (i Spi, quindi le province). In secondo luogo bisogna tener presente che – secondo quanto affermato dalla Consigliere Eures della regione Lazio – “Eures è un servizio che si realizza soprattutto in termini di orientamento al lavoro, non solo in quelli di incontro della domanda e dell’offerta”. Questo sbilanciamento dell’impostazione del servizio Eures sul versante dell’orientamento ha indubbiamente favorito – in un contesto molto fluido e poco normato per la rete Eures, quale quello degli anni a cavallo del 2000, con la riforma appena avviata – il rapporto con le strutture già operative sul territorio nell’erogazione di servizi di questo tipo, peraltro in un quadro di ancora preliminare implementazione funzionale e strutturale dei Centri per l’impiego. Quest’ultimo aspetto non va sottovalutato. Il ruolo della messa a regime – in un quadro condiviso da regione, agenzia regionale e province – del sistema Spi, ha indubbiamente inciso sull’aspetto assunto dalla rete decentrata Eures nel Lazio, nel senso che solo ora, dopo la predisposizione di un programma di decentramento codificato dal Ministero del lavoro, la capillarizzazione della rete Eures nei Cpi sta conoscendo un suo sviluppo. Se si tiene conto del fatto che l’attività formativa a favore dei candidati Referenti Eures individuati dalle regioni e dalle province ha avuto luogo negli ultimi mesi del 2002 75 , a parte alcune eccezioni 76 , si può considerare che nel volgere di un anno la ramificazione provinciale della rete ha senz’altro posto le basi sulle quali poggiare per un successivo consolidamento, fortemente auspicato dalle amministrazioni regionali e 75 76 Cfr. Baronio G., Gilli D., Landi R., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2002, cit., pp. 300301; già a pochi mesi di distanza dalla realizzazione degli interventi coordinati dal Ministero del lavoro si osservava “una crescita della ramificazione provinciale del servizio con l’apertura di sportelli dedicati e gestiti da Referenti Eures”. In Umbria, Veneto e Lazio i cicli formativi del personale Eures sono stati realizzati nei mesi di ottobre e novembre 2001: cfr. Coordinamento Nazionale Eures, Riforma legale giuridica di Eur.e.s., cit., 2003, pp. 22-23, nonché 42-46. 45 ISFOL – Area Mercato del Lavoro provinciali. Una prima generale idea relativa alla ricaduta potenziale dei servizi Eures personalizzati, erogati nelle strutture dotate di Referenti appositamente formati, è fornita dalla sottostante tab. 9, nella quale sono riportati i dati relativi al grado di copertura da essi ottenuto. Tab. 9 - Centri per l’impiego per area geografica, presenza di Referenti Eures: grado di copertura dell’utenza di età 15-64 anni Area geografica Utenza 15-64 anni servita Val. ass. Grado di copertura Val. % 3.358.566 2.885.814 1.723.792 2.709.533 8.953.913 32,8 40,4 23,7 19,7 23,3 Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Italia Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. Com’è possibile osservare – a fronte di un 23,3% di copertura su scala nazionale – l’utenza residente nei due compartimenti in cui è diviso il Nord Italia, potrebbe, più di quella delle altre aree, usufruire delle possibilità offerte dalla capillarizzazione del servizio Eures, variando da tre a quattro su dieci il numero di essi che risulta servito, a fronte di rapporti più circoscritti nelle restanti aree del paese77. Ad ulteriore conferma di quanto fin qui osservato attraverso differenti chiavi di lettura, in un quadro di estrema variabilità dei dati a seconda delle singole regioni, le realtà nelle quali si realizza una più omogenea copertura dell’utenza sono quelle frontaliere: se questo risulta prevedibile per ciò che attiene il Piemonte, la Liguria o la Valle d’Aosta, o la provincia autonoma di Bolzano, ed in parte due province friulane, nelle quali sono da lungo tempo attive strutture transfrontaliere dell’Eures, e nelle quali si osservano percentuali oscillanti tra il 67,9 ed il 100%, vale la pena evidenziare come anche altre regioni non coinvolte queste iniziative, ma interessate da dinamiche simili, si rinvenga una propensione all’investimento verso la risorsa Eures per allargare ulteriormente il ventaglio delle risposte da offrire alle sollecitazioni provenienti dal territorio: è il caso della regione Veneto, che in due anni78 ha implementato una rete capillare di Referenti – distribuiti sul 47,2% delle strutture – in grado di coprire il 68% dell’utenza potenziale. Nel complesso quest’ultimo livello di osservazione ha permesso di tracciare in via 77 78 Inoltre, stimando, in prima approssimazione, un bacino d’utenza per ciascuna struttura pari alla popolazione residente nel comune di riferimento, ovvero – nel solo caso di Roma – della popolazione residente nei municipi di riferimento dei Col, è possibile ipotizzare un grado di copertura pari al 35,2% della popolazione attiva e del 35,1% della popolazione totale. Questi valori avvicinerebbero quelli dell’area Centro a quelli espressi dalle due aree geografiche settentrionali, con un 39,6% di copertura (sia della popolazione attiva che della popolazione totale). In Veneto la formazione del personale Eures è iniziata alla fine del 2001. 46 ISFOL – Area Mercato del Lavoro esplorativa il profilo assunto dalla rete locale Eures a meno di un anno dalla sanzione del nuovo assetto decentrato. A distanza di dodici mesi dall’ultima rilevazione quella tendenza verso una ramificazione provinciale del servizio, allora riscontrata 79 , risulta indubbiamente accentuata e corroborata da un impegno profuso ai diversi livelli amministrativi. Tale impegno, pur con andamenti ed esiti differenziati, ha permesso di ridisegnare la geografia del servizio al livello di Centri per l’impiego aumentandone considerevolmente l’offerta a carattere più qualificato, cioè supportata dalla presenza di personale ad hoc, sebbene rimanga ancora prevalente l’offerta di un servizio di informazioni basata sulla presenza di materiale cartaceo, ovvero sull’autoconsultazione. 1.3 Decentramento istituzionale e regia nazionale L’osservazione proposta ha consentito di tracciare un primo profilo dell’avanzamento del processo di capillarizzazione della rete Eures e della sua integrazione all’interno dei Spi. A circa un anno dall’avvio di questo processo si è riscontrato un buon grado di avanzamento nella definizione dell’assetto istituzionale decentrato e soprattutto un pronunciato rafforzamento della presenza del servizio al livello provinciale: sia attraverso la generica presenza di materiale informativo all’interno dei Centri per l’impiego, sia attraverso la presenza di personale appositamente formato. In tempi relativamente brevi, infatti, lo sforzo promosso dal Coordinamento Nazionale Eures, dalle regioni e dalle province ha modificato la geografia del servizio Eures, di fatto superando lo stallo organizzativo che negli anni tra il 2000 ed la prima metà del 2002 aveva caratterizzato il profilo della rete italiana. Ampi margini di miglioramento sono pertanto ravvisabili nella direzione del consolidamento delle realtà già avviate e del decollo di quelle che ancora accusano un certo ritardo nell’implementazione della rete locale, ponendo all’ordine del giorno dei mesi futuri, la questione della definizione e del raggiungimento di standard minimi di erogazione del servizio, omogenei in tutto il territorio nazionale. Quest’ordine di considerazioni richiama altri aspetti ad esso connessi: in primo luogo quello della più incisiva definizione degli indirizzi e delle istanze di coordinamento ai differenti livelli organizzativi, attraverso una più coerente definizione del ruolo e delle funzioni operative del Line Manager in raccordo con la struttura nazionale Eures da un lato e con le amministrazioni locali dall’altro. L’importanza di questo passaggio è evidente soprattutto in termini di efficacia che essa potrebbe conferire all’azione della rete Eures al livello territoriale: la traduzione degli indirizzi comunitari e nazionali all’interno di quelli regionali appare, infatti, come una delle potenzialità ancora da esprimere nella direzione di una effettiva integrazione del servizio Eures nei Spi. Queste riflessioni introducono ad un secondo aspetto da evidenziare: l’avvio del 79 Cfr. Baronio G., Gilli D., Landi R., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2002, cit., pp. 294295, Milano, 2003. 47 ISFOL – Area Mercato del Lavoro decentramento Eures ha moltiplicato il numero di soggetti chiamati ad implementarne la funzionalità, ciascuno curandone il rafforzamento e la coerenza del servizio ai livelli più decentrati. Quest’assetto richiama l’esigenza di una regia nazionale ancora più incisiva, nella definizione di regolarità di funzionamento (standard minimi), nell’individuazione delle priorità progettuali, nella definizione degli indirizzi tenendo conto delle istanze progettuali provenienti dai partner della rete. Accanto al consolidamento dell’apparato organizzativo, corroborato dalla citata regia nazionale, appare evidente come un ulteriore sforzo sia auspicabile sul versante del raccordo fra i diversi livelli amministrativi: gli snodi decisionali, tali che il Line Manager e il coordinamento regione/province appaiono nella gran parte delle realtà osservate ancora allo stato embrionale ed il loro rafforzamento potrebbe senz’altro giovare al funzionamento complessivo della rete, permettendole di capitalizzare il contributo di un organico rafforzato e di un assetto più coerente con l’organizzazione dei Spi e più vicino al territorio. 1.4 Eures e i partenariati transfrontalieri I partenariati transfrontalieri, intesi come una delle modalità di attuazione della rete Eures, rappresentano uno degli aspetti che maggiormente caratterizza la rete europea per la mobilità dei lavoratori. Ciò avviene per almeno due ordini di motivi: in primo luogo, tali partenariati, all’interno dei rispettivi “Comitati direttivi”, coinvolgono un numero spesso cospicuo di soggetti appartenenti sia al livello istituzionale (Servizi pubblici per l’impiego, regioni, enti locali) sia al livello delle rappresentanze sociali (sindacati dei lavoratori, associazioni datoriali e di categoria); in secondo luogo, da un punto di vista più operativo, i progetti elaborati in tali ambiti prestano particolare attenzione nei confronti del fenomeno del cd. pendolarismo transfrontaliero. Gli elementi di contesto relativi al tema dei partenariati, nell’ambito della rete Eures, si ricavano da una serie di indicazioni contenute all’interno di alcuni documenti di indirizzo della Commissione europea. Nel dettaglio, ciò che emerge in maniera chiara è l’attenzione sempre maggiore che la stessa Commissione ha dedicato a questa forma di collaborazione tra Stati Membri, indicando “lo scambio (…) transfrontaliero delle offerte e delle domande di lavoro” 80 come uno degli obiettivi prioritari tra quelli previsti nell’implementazione della rete europea. Ma è anche all’interno della Comunicazione dal titolo Verso un mercato del lavoro europeo integrato: il contributo di Eures81 che ampio spazio viene dedicato al tema della mobilità transfrontaliera e al consolidamento dei partenariati intesi, rispettivamente, come 80 81 Decisione della Commissione, 2003/8/CE in attuazione del regolamento (Cee) n. 1612/68 del Consiglio per quanto riguarda l’intermediazione tra l’offerta e la domanda di lavoro. Com (2002) 533 def. 48 ISFOL – Area Mercato del Lavoro fenomeno in evoluzione a livello europeo e occasione di sviluppo/rafforzamento della rete. In relazione al primo aspetto, gli elementi di interesse riportati nel documento evidenziano una quota crescente dei “pendolari transfrontalieri” sul totale dei lavoratori dello Spazio economico europeo (See) e una distribuzione geografica “scarsamente uniforme” dei flussi di pendolarismo e, di riflesso, della concentrazione di partenariati in alcune aree di confine82 . Come già sottolineato nel 2001, all’interno del Final Report dell’“High Level Task Force on skills and mobility”: “Commuting …continues to grow. In fact commuting is the most frequent form of geographic mobility practiced by EU citizens; within the Eures system, cross-border vacancies for commuters account for around 90% of the vacancies exchanged internationally”83. La diminuzione dei costi di trasporto, i processi di integrazione economica e lo sviluppo delle aree di confine sono tra i fattori che possono aver determinato un aumento del fenomeno in questione, supportati dalle motivazioni soggettive dei singoli tra cui: i differenziali salariali tra regioni confinanti, la comunanza/vicinanza culturale e linguistica, la convenienza fiscale e, in alcuni casi, il minor costo della vita dello stato di occupazione84. Riguardo allo sviluppo delle esperienze partenariali, queste si configurano quali momenti di incontro per la risoluzione di problemi pratici di mobilità dei lavoratori, alla stregua di “forum di analisi”, e quali/come occasioni di elaborazione di sinergie con altri programmi come Interreg e Leonardo. Ad oggi sono 21 i partenariati esistenti, quattro dei quali riguardanti regioni di confine italiane. Il riferimento agli ostacoli alla mobilità dei lavoratori, e in particolare di quelli frontalieri, viene ripreso in maniera sistematica all’interno della comunicazione Libera circolazione dei lavoratori – realizzarne pienamente i vantaggi e le potenzialità85 in cui, in relazione a quanto stabilito dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia delle Comunità europee e in base ai “reclami presentati dai cittadini”, la Commissione fornisce informazioni (e indicazioni) importanti. In primo luogo detta una definizione semplice e chiara di lavoratore frontaliero, individuandolo in colui che vive in uno Stato membro e lavora in un altro e che, in conseguenza di questa sua posizione intermedia, si confronta con “problemi specifici”86. Il pendolare transfrontaliero si trova ad affrontare problemi legati in particolare alle cure sanitarie, alla sicurezza sociale e alla “fiscalità”87. Come ben messo in evidenza nel documento preso in esame, questa particolare categoria di “lavoratori migranti” ha 82 83 84 85 86 87 È il caso, ad esempio, dell’area Benelux, Valle del Reno e Svizzera. “Il pendolarismo continua a crescere. Infatti, il pendolarismo è la più frequente forma di mobilità geografica praticata dai cittadini europei; nel sistema Eures, i pendolari costituiscono circa il 90% dell’offerta di lavoro disponibile scambiata a livello internazionale”. Chies L., Lavoro frontaliero e migrazioni internazionali, quale legame? Un’applicazione al caso italiano, in www.dise.unisa.it/AIEL/Messina/chies.pdf Commissione delle Comunità europee, Comunicazione della Commissione – Libera circolazione dei lavoratori – realizzarne pienamente i vantaggi e le potenzialità Com (2002) 694 definitivo, 11/12/2002, Bruxelles. Ibidem, cit. p. 18-27. Ibidem, cit. p. 4. 49 ISFOL – Area Mercato del Lavoro accesso all’indennità di disoccupazione dello Stato di residenza (e non dello Stato di “occupazione”), i propri familiari sono assicurati per la malattia solo dal regime dello Stato di residenza, la pensione viene/verrà erogata dallo Stato di residenza. Tuttavia, per quanto riguarda il delicato argomento dei cd. “vantaggi sociali”88 è previsto il divieto di imposizione della condizione di residenza da parte di uno Stato membro per l’ottenimento degli stessi da parte del lavoratore migrante (frontaliero). Riguardo al tema della fiscalità, infine, la comunicazione precisa che “un lavoratore frontaliero che lavora in uno Stato Membro ma che vive con la sua famiglia in un altro Stato non può essere costretto a dover pagare più imposte di una persona che vive e lavora nella Stato di occupazione quando il principale reddito di questo lavoratore proviene dallo Stato di occupazione”. Le indicazioni fin qui riportate in maniera sintetica permettono tuttavia di illustrare la varietà dei temi connessi ai partenariati transfrontalieri e ad una delle categorie specifiche di soggetti su cui impatta (o può impattare) l’azione di tali forme di “collaborazione di confine”. Date le informazioni di contesto, il presente capitolo svilupperà una parte dedicata alle esperienze italiane legate alla costituzione di partenariati e a come esse si stiano organizzando. Nel dettaglio, verranno presi in considerazione l’esperienza della Liguria (Eurazur), del Piemonte (Eures Transalp) e della provincia autonoma di Bolzano (Eures Transtirolia)89. 1.4.1 La provincia di Imperia in Eurazur Il partenariato transfrontaliero Eurazur comprende al suo interno le due regioni confinanti della Liguria e della Provenza/Alpi-Costa Azzurra ed è strutturato nella maniera seguente: un Comitato direttivo, un coordinatore (nominato dallo stesso Comitato) e 10 Consiglieri Eures. Riguardo al Comitato direttivo, organo responsabile della definizione delle linee strategiche dell’azione del partenariato, esso è composto da una serie di partners raggruppabili sotto quattro categorie principali: Servizi pubblici per l’impiego; organizzazioni sindacali; associazioni datoriali; municipalità. Alla prima categoria appartengono sia i Servizi per l’impiego facenti capo alla provincia di Imperia sia l’Agence National pour l’Emploi (Anpe) francese. Quest’ultima si configura quale soggetto deputato alla gestione e all’organizzazione dei Spi francesi90 88 89 90 Degli esempi di “vantaggi sociali” indicati in alcune sentenze della Corte di Giustizia delle Comunità europee sono le misure per la riabilitazione dei portatori di handicap, particolari tutele contro il licenziamento, i sussidi di educazione ecc. Si è ritenuto opportuno non dedicare un approfondimento specifico al partenariato transfrontaliero di Eures Euralp per un volume di informazioni raccolte non sufficiente, soprattutto relativamente ai progetti attuati e in attesa che il nuovo sito sia reso disponibile. L’Anpe è un istituto pubblico dotato di personalità civile e autonomia finanziaria e operante sotto 50 ISFOL – Area Mercato del Lavoro (funzione di coordinamento) e in quanto tale partecipa, sempre in qualità di partner, ad altri progetti di collaborazione transfrontaliera in ambito Eures. Alla seconda categoria appartiene il Comité Syndical Interfrontalier Provence – AlpeCôte d’Azur/Liguria (comitato transfrontaliero dei sindacati). Alla terza categoria appartengono numerose associazioni, ben otto, che vanno dall’Union pour les Entreprises (Upe) all’Associazione artigiani della provincia di Imperia. All’interno della quarta e ultima categoria, troviamo rappresentati in particolare i singoli comuni (città) direttamente coinvolti dai flussi di utenza transfrontaliera. Come ben sottolineato in sede di intervista da uno degli Consiglieri Eures che operano nell’area di riferimento, il confronto con flussi frontalieri di una certa consistenza ha radici lontane nel tempo, anche a prescindere dall’esistenza di esperienze organizzate come nel caso di Eures: “Noi sulla frontiera di Ventimiglia…siamo sempre stati uno dei poli transfrontalieri più vivaci, perché non avendo Alpi o fiumi o confini fisici effettivi, abbiamo sempre avuto questo fenomeno…i frontalieri tra gli anni 70 e 80 erano arrivati ad essere la prima industria della nostra circoscrizione”. L’aspetto interessante che emerge da quanto dichiarato e dall’analisi della composizione del partenariato è rappresentato dall’importanza del lavoratore inteso come risorsa di un territorio ampio e diversificato, alla ricerca del giusto grado di integrazione del mercato del lavoro locale-transfrontaliero che assecondi e supporti una dinamica legata alla mobilità geografica del lavoro già in atto da tempo. Relativamente al tema dei progetti che coinvolgono l’area transfrontaliera sia perché direttamente promossi dal partenariato sia perché rientranti in azioni/programmi indirettamente collegabili a Eures, la situazione dell’area di confine in esame sembra essere piuttosto dinamica. In linea generale, ciò che sembra avvenire è la continua interazione/incrocio tra la rete Eures ed altri programmi che attivano progetti a favore della mobilità dei lavoratori. Ecco allora che accanto all’attività nel settore della formazione professionale promossa dall’Upe (partner di Eurazur) troviamo il progetto Stella che fa capo all’iniziativa comunitaria Interreg III A e la cui finalità principale è la promozione della mobilità professionale dei giovani tra la Francia e l’Italia 91 . Questo progetto di cooperazione transfrontaliera (il cui acronimo significa Stage Professionali in Impresa e Certificazione Linguistica) le province Cuneo, Imperia, il Département des Alpes Maritimes ed è stato approvato il 13 marzo 2003 dalla Commissione europea. I partner coinvolti sono il portatore del progetto il Crdp di Nizza (Francia) e 9 istituti scolastici: 4 francesi e 5 italiani che invieranno 15 studenti a seguire uno stage professionale in imprese situate nelle province sopra menzionate92. 91 92 l’autorità del Ministero degli affari sociali francese. www.eussor.org/stella 15 studenti di ogni istituto, frequentanti il quarto-quinto anno delle scuole italiane e neodiplomati francesi a livello Bts, parteciperanno, nell’arco di due anni (2003/2004), allo stage aziendale. Questi studenti dovranno conseguire alla fine della formazione una certificazione linguistica, il Certificato di lingua 51 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Gli obiettivi specifici che il progetto persegue sono i seguenti: formare i giovani alla logica della mobilità; facilitare gli scambi di competenze e far comprendere il funzionamento delle imprese francesi e italiane; aumentare la possibilità di occupazione giovanile; imparare ed approfondire la lingua del paese confinante, in modo più specifico la lingua relativa al settore scelto, e conseguire una certificazione linguistica. La modalità attuativa principale del progetto è quella dello stage che si svolgerà tra giugno e luglio per gli studenti italiani e tra settembre e ottobre per quelli francesi e l’anno prossimo nello stesso periodo. Gli studenti saranno alloggiati nei pressi delle aziende in cui svolgeranno lo stage, in strutture alberghiere o presso le scuole ospitanti se dotate di apposite strutture. Gli studenti sono accolti e seguiti per tutto il periodo, sia per lo stage che per eventuali problemi di soggiorno, da tutors italiani e francesi, sia per quanto concerne gli istituti scolastici che le imprese (per gli studenti italiani è prevista una borsa di studio pari a 680 Euro). Riguardo ad iniziative specifiche che fanno capo direttamente a partner della rete tranfrontaliera Eurazur meritano attenzione l’attività condotta dall’Anpe attraverso l’azione dell’Espace Emploi International, definita quale “antenna transfrontaliera” attivata nei pressi del porto di Nizza, spazio all’interno del quale il Consulente Eures di riferimento fornisce informazioni sul funzionamento del mercato del lavoro francese a lavoratori ed imprenditori italiani. 1.4.2 La provincia autonoma di Bolzano in Transtirolia: l’“alleanza per il lavoro” L’esperienza del partenariato transfrontaliero di cui è partner la provincia di Bolzano si presenta quale esempio di grande dinamismo inteso come continua sperimentazione progettuale per l’evoluzione dell’area di confine. Inoltre, è molto forte/alto il livello di integrazione tra le attività e i servizi offerti dal sistema dei Servizi per l’impiego della provincia di Bolzano e il “sistema Eures”. Nel dettaglio, l’area in questione comprende oltre alla provincia italiana altre due regioni appartenenti a due diversi stati: il Land Tirolo (Austria) e il Cantone dei Grigioni (Svizzera). In linea generale, se le tre regioni considerate si presentano quali aree omogenee dal punto di vista geografico e culturale, non accade altrettanto se si concentra l’attenzione sulla struttura dei rispettivi mercati del lavoro locali93. Dal primo punto di vista, si tratta essenzialmente di regioni di alta montagna caratterizzate da una scarsa densità demografica e nelle quali il tedesco riveste il ruolo di lingua ufficiale. La componente 93 Italiana – Celi dell’Università di Perugia per gli studenti francesi e il Diplôme d’Etude en Langue Française – Delf o il Diplôme Approfondi de Langue Française – Dalf per gli studenti italiani. Report di ricerca in www.transtirolia.org 52 ISFOL – Area Mercato del Lavoro linguistica dunque si configura quale elemento forte di vicinanza culturale e rappresenta un fattore di vantaggio nell’ambito della mobilità dei lavoratori. Riguardo i mercati del lavoro delle tre regioni, questi sono accomunati da una bassa disponibilità di personale specializzato, presentando tuttavia differenze sensibili rispetto a tre elementi: il tasso di occupazione (compreso tra valori del 70 e l’80%), la struttura occupazionale94 (con una tendenza costante all’aumento della percentuale di lavoro atipico, soprattutto part-time) e la disoccupazione95 che in alcune zone riguarda essenzialmente la componente femminile e che è di tipo prevalentemente stagionale in altre. Il progetto Eures Transtirolia, collocandosi dunque in una realtà di confine che complessivamente non presenta punti di caduta significativi, punta in maniera decisa verso la massima integrazione possibile tra i diversi mercati del lavoro regionali, indirizzando la propria azione soprattutto verso l’abbattimento degli ostacoli alla mobilità di lavoratori. La logica alla base del progetto è stata ben messa in evidenza in sede di intervista facendo riferimento all’“effetto moltiplicatore del progetto transfrontaliero”: “L’iniziativa in una regione ha (o può avere) delle ricadute sulle altre regioni del partenariato”. Nel caso di specie, i principali ostacoli messi in evidenza fanno capo a quelli già trattati nella parte introduttiva del capitolo e cioè: la mancanza di informazione e di trasparenza sul mercato del lavoro, la diversità dei sistemi fiscali e di assicurazione sociale e, infine, il problema del riconoscimento delle qualifiche. Nel caso in esame tuttavia, l’entrata nel 2002 della regione svizzera dei Grigioni all’interno del progetto ha creato una situazione peculiare nell’ambito dei progetti Eures transfrontalieri: l’ingresso di un partner “non comunitario” all’interno di un partenariato Eures. Tale ingresso è reso più semplice dall’accordo sulla libera circolazione delle persone tra Svizzera ed Unione europea, entrato in vigore a partire dal 1 giugno 2002. Nell’ambito di tale accordo sono garantiti, con periodi di transizione diversi, alcuni importanti diritti a tutela del lavoratore, tra gli altri: il diritto alle stesse condizioni di lavoro, il diritto ad una tutela coordinata dell’assicurazione sociale, il diritto alle stesse prestazioni sociali e il diritto al reciproco riconoscimento dei diplomi. Con specifico riguardo alla mobilità dei lavoratori frontalieri, l’accordo in questione prevede, ad esempio, che non vi sia più un obbligo di rientro giornaliero alla propri residenza principale, bensì un obbligo di rientro settimanale (almeno una volta alla settimana).Inoltre, le zone frontaliere verranno abolite 5 anni dopo l’entrata in vigore dell’accordo, raggiungendo in questo modo la “mobilità geografica completa”. È proprio a proposito dei lavoratori frontalieri che Eures Transtirolia individua un “potenziale di mobilità non sfruttato”96 su cui è possibile intervenire e rispetto al quale il 94 95 96 I settori del turismo e dell’edilizia coinvolgono quote importanti della popolazione attiva in tutte e tre le realtà. I valori dei differenti tassi di disoccupazione, paragonati alla media europea, sono comunque positivi. Si passa da situazioni di piena occupazione a valori non superiori al 6%. Il flusso giornaliero di lavoratori frontalieri è stimato in 1500 unità circa che utilizzano “cinque corridoi 53 ISFOL – Area Mercato del Lavoro partenariato transfrontaliero ha messo in atto una serie di iniziative su più livelli. Venendo ora alle specifiche modalità operative del progetto, queste possono essere lette su tre livelli principali tra loro connessi: le modalità di funzionamento legate al progetto sulla rimozione degli ostacoli alla mobilità, i progetti specifici attivati e il sistema di monitoraggio delle attività (analisi del livello di attivazione dei servizi). Il primo livello operativo si sviluppa nella maniera seguente: se un Consigliere Eures viene a conoscenza di particolari problematiche (trattamento pensionistico e fiscale, riconoscimento dei titoli ecc) che ostacolino la mobilità dei lavoratori tra le diverse realtà coinvolte nel partenariato transfrontaliero, allora il gruppo di lavoro interregionale 97 , formato da tre avvocati appartenenti alle tre regioni transfrontaliere, prende una posizione in merito al problema rilevato,facendo direttamente una proposta per la risoluzione del problema al Consigliere Eures o portando il caso alla Corte di giustizia o alla Commissione (richiesta di pareri). La nozione di mobilità comprende in questo caso non solo il singolo lavoratore ma anche la singola impresa. Come rilevato in sede di intervista “se un’impresa va a svolgere un lavoro in un’altra regione deve poterlo fare alla pari”. Si cerca dunque di intervenire anche a livello di autorità locali quali, ad esempio, la guardia di finanza. La lingua di lavoro è il tedesco e lo stesso ufficio di coordinamento si trova a Monaco. In sintesi, lo schema d’azione si sviluppa in tre differenti fasi che sono: screening sulla situazione e sugli eventuali ostacoli alla mobilità di lavoratori e imprese (creazione di opuscoli info con le regole da rispettare nei tre paesi in forma bilingue) da parte della rete di Consiglieri Eures (5); creazione di un gruppo ad hoc (consulenza giuridica) per la ricerca della risoluzione dei problemi; attivazione di linee progettuali specifiche con il supporto del partenariato. Il secondo livello di osservazione riguarda i progetti e i servizi fin’ora attivati grazie all’azione di Eures Transtirolia e le relative problematiche di messa a regime del singolo servizio/progetto. Nel dettaglio, possono essere menzionati: Borsa lavoro Eures Transtirolia. Nata in collaborazione con le amministrazioni del lavoro degli altri paesi la Borsa lavoro rappresenta un esperimento compiuto (e riuscito) di intermediazione on line integrato. Il progetto garantisce un sistema di comunicazione tra banche dati appartenenti a soggetti diversi e che si sviluppa su livelli diversi. Per semplificare un meccanismo complesso di gestione della domanda e dell’offerta di lavoro, questo riguarda un livello comunitario (la banca dati Eures di Bruxelles 98 ), un livello interregionale (Ufficio provinciale del lavoro di Bolzano, Agenzia Austriaca per il lavoro, Ams, Ufficio regionale di collocamento della 97 98 di mobilità” principali (vedi report). Tale gruppo di lavoro è diverso dal Comitato di pilotaggio che invece rappresenta l’organo decisionale del partenariato e che di quest’ultimo raccoglie le istanze. Attraverso un accordo specifico tra provincia di Bolzano e Ufficio europeo di Eures, i dati contenuti nella BD europea vengono trasmessi in automatico giornalmente alla BD provinciale. 54 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Svizzera), un livello locale (uffici del lavoro locali e postazioni self-service99). I tre livelli comunicano in maniera simultanea, permettendo dunque un accesso multiplo a più banche dati. È importante poi sottolineare quanto specificato in sede di intervista da uno dei Consiglieri Eures che afferma come: “I datori di lavoro, caso unico in Italia, hanno la possibilità di inserire le loro offerte, senza la mediazione del Consigliere Eures, tramite Internet, nella banca dati europea”. Tale unicità/elemento distintivo del sistema comporta che “le richieste delle imprese, che inseriscono la loro offerta nella banca dati europea, vengono normalmente soddisfatte dalla Consigliera di Bolzano per quanto riguarda possibili utenti non solo italiani ma anche austriaci e tedeschi. Il matching è automatico”. Lo scambio di apprendisti nell’ambito del partenariato transfrontaliero100. Il progetto consiste nel far svolgere l’apprendistato ad un giovane del Tirolo del Nord (regione in cui è più bassa la ricerca di tale figura) in provincia di Bolzano dove invece la mancanza di disoccupazione rende problematico per le imprese lo stesso reperimento di giovani da inserire con contratto di apprendistato. Riguardo al riconoscimento della qualifica professionale a fine apprendistato, il Parlamento austriaco ha stabilito che il titolo conseguito in provincia di Bolzano fosse riconosciuto in territorio austriaco e viceversa. Il problema in questo caso è stato di competenze specifiche delle singole regioni coinvolte nel partenariato, poiché Bolzano ha competenza esclusiva in materia di lavoro ed è la Giunta provinciale che decide in merito al mutuo riconoscimento dei titoli; nel caso del Tirolo ciò non avviene. Tra le difficoltà segnalate emerge quella legata al distacco familiare trattandosi di giovani di età compresa tra i 15 e i 17 anni. L’insegnamento dell’italiano nelle scuole professionali nel Tirolo del Nord. Il progetto mira ad ampliare le possibilità di inserimento lavorativo degli studenti austriaci nelle regioni in cui si parla la lingua italiana (provincia di Bolzano). Job Club: progetto attivato nella provincia di Linz (caratterizzata da alti tassi di disoccupazione) che prevede un incontro tra lavoratori austriaci in provincia di Bolzano e disoccupati austriaci. È un servizio informativo svolto all’interno dell’ufficio del lavoro di Linz da persone che già lavorano e, per certi versi, si configura come una forma di mediazione culturale offerta da chi è già occupato. Visite guidate alle imprese della provincia di Bolzano per le scuole austriache. Borsa lavoro dell’Adria (Lignano sabbie d’oro): scambio di lavoratori stagionali (stagione invernale). Il terzo e ultimo livello di osservazione relativo alle modalità operative di sviluppo di Eures Transtirolia, è quello connesso al sistema di monitoraggio che si sviluppa su due 99 100 I cd. “info point”, circa 30 diffusi sul territorio della provincia di Bolzano, permettono un accesso autonomo a tutti i servizi della Ripartizione lavoro, compresi quelli connessi a Eures. Nell’ambito del Sistema informativo lavoro provinciale (Silp) è presente anche un “servizio apprendisti” che si sviluppa attraverso la creazione di una borsa apprendistato sul web da cui è possibile accedere ai servizi Eures. 55 ISFOL – Area Mercato del Lavoro livelli: il monitoraggio dei volumi di attività e il monitoraggio della qualità dei servizi offerti. Alla prima categoria appartiene essenzialmente la rilevazione che avviene attraverso la redazione di overview mensili, all’interno dei quali sono presenti dati distinti nelle seguenti tipologie di soggetti: lavoratori in cerca di occupazione; datori di lavoro; studenti; giovani/apprendistato; pendolari; percentuale attività transfrontaliero; n. richieste elaborate; n. collocamenti all’estero; n. collocati cittadini comunitari in provincia; n. posti vacanti comunicati a Bruxelles. Per quanto riguarda il livello qualitativo del monitoraggio, questo si può ritrovare sia nell’elaborazione di report di analisi, sia nell’utilizzo di strumenti di rilevazione della soddisfazione dell’utenza. In quest’ultimo caso, agli utenti delle pagine del sito web di Eures Transtirolia viene chiesto di compilare un breve questionario sul gradimento del servizio “borsa lavoro” in cui si raccolgono informazioni in forma anonima relative, tra l’altro, all’età della persona, al sesso, al tipo di formazione scolastica ricevuta, all’interesse o meno a svolgere un lavoro in un altro paese europeo, allo status occupazionale del soggetto, nonché al giudizio sulla qualità/utilità delle informazioni ricevute. Infine, attraverso la domanda “Fino a che punto utilizza le informazioni ricevute?” si cerca di cogliere il “livello di profondità” dell’azione del servizio, stabilendo, ad esempio, se l’utente si fermi al primo contatto con l’ufficio di collocamento o decida di andare oltre. 1.4.3 Eures Transalp Il partenariato transfrontaliero Eures Transalp interessa un’area di confine di dimensioni importanti sia dal punto di vista geografico (coinvolge tre regioni: Piemonte, Valle d’Aosta e Rhône-Alpes) sia dal punto di vista della popolazione residente (circa 10 milioni di persone). Al pari delle altre esperienze esaminate, il territorio sconta problemi di integrazione del mercato del lavoro “di frontiera” (legati alla formazione o al sistema dei trasporti) cui le diverse amministrazioni regionali hanno cercato di trovare una soluzione sin dai primi anni 80, attraverso, ad esempio, lo dallo scambio di giovani stagiaires. Ma è con la firma dell’accordo quadro del 1994, atto che decreta ufficialmente l’attivazione del dispositivo Eures, che il territorio, inteso in senso lato, inizia a ragionare in termini di migliore 56 ISFOL – Area Mercato del Lavoro gestione del mercato del lavoro sotto più punti di vista, concentrando l’attenzione non solo sulla mobilità quotidiana dei lavoratori dipendenti (la cui significatività dal punto di vista numerico non è consistente) ma anche, e soprattutto, sulle opportunità di sviluppo economico e occupazionale dell’intera zona transfrontaliera. Le parti interessate dall’accordo, tuttora in vigore, sono le seguenti: Servizi pubblici per l’impiego della regione Piemonte e della Valle d’Aosta, l’Agence Nazionale Pour l’Emploi (Anpe), le Regioni Piemonte e Valle d’Aosta, la Prefettura della regione RhôneAlpes, il Consiglio regionale della medesima regione, il Consiglio Sindacale Interregionale (Csi), l’Unione industriali di Torino e l’Unione padronale Rhône-Alpes (Upra). Come meglio specificato in sede di intervista da una delle Consigliere Eures della rete transalpina, Eures Transalp definisce l’attività transfrontaliera di scambi lavorativi con la Francia in termini di gestione di flussi, riduzione degli ostacoli alla mobilità e definizione delle sinergie tra i diversi Spi. Inoltre, prevede al suo interno una serie di attività ciascuna delle quali si configura come un progetto “in sé”. Infine, la presidenza della rete è in capo ad un presidente italiano, il coordinamento della struttura è invece affidato ad un coordinatore francese. Tra le attività progettuali che riteniamo opportuno mettere in evidenza rientrano sia quelle collegate al Pic Interreg III sia quelle connesse all’organizzazione del “Salon de l’emploi Hôtelier”. Il primo caso rappresenta un esperimento di integrazione tra due differenti programmi comunitari, Eures e Interreg, entrambi miranti allo sviluppo della cooperazione tra regioni frontaliere101. Nel dettaglio, la Direzione regionale formazione professionale-lavoro della regione Piemonte e la Direzione regionale Anpe Rhône-Alpes hanno presentato una proposta progettuale denominata “Transalp lavoro senza frontiere” 102 da inserire nell’ambito della misura 2.5 del Pic Interreg III A “Alcotra”103. La proposta si inserisce in un contesto di iniziative di ampio respiro che riguarderanno nei prossimi anni il mercato occupazionale piemontese, in particolare: i giochi olimpici invernali del 2006, la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Lione-Torino (Tav) e le Universiadi del 2007. In prospettiva di un considerevole aumento della domanda di lavoro da parte delle imprese e delle istituzioni coinvolte, la rete dei Servizi per l’impiego italiani (ma anche francesi) deve caratterizzarsi per un’accentuata “transnazionalità” di modo da garantire il necessario supporto ad eventi di sicuro e forte impatto sull’area di confine (e non solo). La seconda idea progettuale nata in seno a Transalp è avvenuta, come anticipato, 101 102 103 In realtà, una precedente forma di integrazione, meno formalizzata, tra i due programmi si era sviluppata nell’ambito del progetto Info TransAlp (Interreg II), la cui finalità principale è stata quella di collegare in rete i servizi informagiovani italiani e francesi. Pur non insistendo esattamente sulle stesse aree del partenariato Transalp, il progetto rappresenta sicuramente un esempio da tenere in considerazione. Dgr n. 48 del 6 ottobre 2003, “Pic Interreg III A 2000-2006 – Programma Alcotra. Presentazione proposta progettuale a titolarità regionale Transalp. Lavoro Senza Frontiere”, in Bur Piemonte n. 44 del 30/10/2003. Si propone una breve scheda sul programma Alcotra alla fine del capitolo. Per maggiori informazioni si consiglia in ogni modo di consultare il sito della regione Valle d’Aosta, http://www.regione.vda.it/ internaz/politica/interreg3/France/interreg3af_I.pdf 57 ISFOL – Area Mercato del Lavoro nell’ambito del “Salon de l’emploi Hôtelier” di Aix les Bains (giunto alla sua ottava edizione e svoltosi nel mese di ottobre 2003), attraverso una video conferenza, presso la sala delle conferenze dalla Camera di Commercio di Asti. Numerosi sono gli spunti interessanti dell’evento, “raccontati” in maniera molto puntuale nella relazione redatta dal Servizio Eures del Cpi di Asti104. L’incontro virtuale ha permesso il contatto diretto tra datori di lavoro francesi, del settore della ristorazione, in cerca di personale qualificato e aspiranti candidati italiani. Oltre all’originale modalità di gestione dell’incontro stesso, gli aspetti di maggiore interesse possono essere così riassunti: in primo luogo, nella fase di pubblicizzazione dell’iniziativa è stato utilizzato, tra gli altri, l’avviso tramite Sms per gli utenti registrati presso il Cpi di Asti; in secondo luogo, a monte dell’incontro mediatico, si è verificato il livello di conoscenza dei potenziali partecipanti; ancora, è stata prestata molta attenzione alle modalità di conduzione della videoconferenza prevedendo la presenza di due “moderatori”, uno presso la località francese e uno presso la sala convegni di Asti; infine, l’evento ha messo in evidenza una buona partecipazione sia da parte degli utenti direttamente interessati (12) sia da parte di altri attori locali (ad esempio, centri di formazione) e di stampa e televisione. “ALCOTRA” (ALPI LATINE – COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA)105 Programma di cooperazione transfrontaliera lungo il confine continentale tra Italia e Francia L’obiettivo centrale è quello di far emergere, all’interno di una “cittadinanza europea” in via di costruzione e delle rispettive appartenenze nazionali, una specifica identità dei territori frontalieri, fondata non soltanto su ragioni geopolitiche e storico-culturali, ma anche su condivise vocazioni di carattere economico e sociale. Per quanto riguarda le procedure, il programma prevede una netta accentuazione – nel rispetto delle specificità degli ordinamenti nazionali e regionali – del carattere tranfrontaliero e congiunto dei dispositivi in materia di organizzazione dei flussi finanziari, gestione del programma, presentazione delle richieste di finanziamento (capofila unico responsabile dell’operazione su entrambi i versanti della frontiera; progetti a bando di gara; “progetti strutturanti” a regia pubblica), istruttoria e approvazione dei progetti. TERRITORI INTERESSATI Il programma copre l’intera frontiera alpina tra i due Paesi. In particolare, 104 105 La relazione è disponibile on line sul sito della provincia di Asti: www.provincia.asti.it La scheda è stata tratta e in parte rielaborata dal sito della regione Valle d’Aosta. Come evidente dalla descrizione dei territori interessati dal programma (in neretto quelli rientranti in Transalp), Alcotra dovrebbe/potrebbe avere degli effetti significativi anche nei confronti del partenariato transfrontaliero Eurazur. 58 ISFOL – Area Mercato del Lavoro sono coinvolte tre regioni italiane (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria) e due regioni francesi (Rhône-Alpes, Provence-Alpes-Côte d’Azur). Le zone interessate sono: regione autonoma Valle d’Aosta, province di Torino e di Cuneo (regione Piemonte), provincia di Imperia (regione Liguria), Dipartimenti della Savoie e dell’Haute-Savoie (regione Rhône-Alpes), Dipartimenti delle Hautes-Alpes, delle Alpes-de-Haute-Provence e delle Alpes-Maritimes (regione Provence-Alpes-Côte d’Azur). CONTENUTI SPECIFICI La strategia della proposta di programma formulata alla Commissione europea è espressa attraverso quattro Assi/Obiettivi prioritari: il territorio, l’identità, la competitività, l’assistenza tecnica. L’ASSE 1 Gestire in comune gli spazi frontalieri in una prospettiva di sviluppo sostenibile Comprende due misure: 1) Territori, aree protette e Risorse naturali; 2) Rischi naturali e protezione civile. L’ASSE 2 Rafforzare l’identità transfrontaliera nel quadro della cittadinanza europea Comprende cinque misure: 1) Mobilità e sistema dei trasporti,; 2) Accesso alla società dell’informazione; 3) Cultura; 4) Sanità e servizi sociali; Politiche per i giovani: istruzione e lavoro. L’ASSE 3 Promuovere la competitività delle aree di frontiera Comprende tre misure: 1) Economie rurali; 2) Piccole e medie imprese e imprese artigiane; 3) Sistemi turistici. L’ASSE 4 Accompagnare lo sviluppo di un’autentica cooperazione tra aree e soggetti della frontiera Riguarda, in particolare, animazione nei confronti dei potenziali beneficiari, informazione, pubblicità e promozione del programma, attività di sorveglianza e valutazione e di funzionamento delle strutture di cooperazione. DOTAZIONE FINANZIARIA Per gli anni 2000-2006 l’investimento complessivo stimato ammonta a 157,5 milioni di euro, pari a 305 miliardi di lire, a carico del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) e delle amministrazioni pubbliche nazionali per 59 ISFOL – Area Mercato del Lavoro una quota del 40% e dei beneficiari delle operazioni per il restante 20%. Per progetti che riguardino il territorio valdostano, il Programma mette a disposizione circa 27,7 milioni di euro, di cui 22,2 a carico dell’UE, dello Stato e della regione autonoma Valle d’Aosta. A conclusione di questo breve excursus sui partenariati transfrontalieri, in particolari quelli italiani, le considerazioni generali che possono essere proposte fanno riferimento sia agli aspetti comuni ai diversi partenariati sia alle possibilità di sviluppo contenute negli stessi programmi analizzati. Nel primo caso, appare evidente come le esperienze italiane, sviluppandosi tutte lungo l’arco alpino, si confrontino spesso con problematiche affini legate all’ambiente montano quali la difficoltà nei trasporti o la scarsa densità della popolazione (e quindi alla difficile reperibilità di risorse umane). Tuttavia, la barriera naturale rappresentata dalle Alpi nella maggioranza dei casi costituisce anche un’importante opportunità di sviluppo per il mercato del lavoro locale, soprattutto nel settore turistico. Riguardo alle possibilità di sviluppo, e quindi alla sostenibilità stessa delle iniziative progettuali transfrontaliere, è di fondamentale importanza la ricerca di una continua integrazione con iniziative/programmi affini (come nel caso di Interreg) che stimolino i partenariati dal punto di vista creativo e li supportino dal punto di vista finanziario, generando un effetto moltiplicatore da parte delle diverse politiche di sviluppo del territorio. 60 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 2. VOLUMI DI ATTIVITÀ E UTENZA DEL SERVIZIO EURES 2.1 Premessa metodologica I dati qui presentati fanno riferimento ai volumi di attività forniti dai Consiglieri Eures intervistati106. La caratteristica “locale” di questo tipo di dato non consente di comparare le diverse realtà provinciali o regionali: i contesti in cui operano i singoli Consiglieri Eures sono diversi in relazione alla propensione della popolazione alla mobilità, alle caratteristiche tessuto imprenditoriale locale e alla differente capillarizzazione del servizio Eures nel territorio. I risultati dell’indagine, quindi, saranno illustrati al fine di tracciare un profilo indicativo del rapporto tra il servizio Eures e l’utenza sia relativa alla domanda che all’offerta di lavoro. 2.2 Le tipologie di utenti Il servizio Eures è stato concepito “nel senso di servizio diretto al cittadino, sia per chi cerca lavoro sia per il datore di lavoro”107. La platea dell’utenza, quindi, prevede sia la componente dell’offerta di lavoro, che quella della domanda: la tab. 10 illustra la composizione percentuale delle due tipologie, distinguendo i singoli casi osservati. I dati confermano una tendenza già rilevata nel monitoraggio Eures 2002: la platea di utenti cui il servizio si rivolge è prevalentemente composta da persone in cerca di occupazione (in media il 92% dell’utenza), mentre rimane bassa la percentuale di imprese che si rivolge al servizio Eures per reperire forza lavoro, nonostante si siano intensificati i contatti108 con la sfera datoriale (il 90% dei Consiglieri Eures contattati dichiara di avere rapporti con imprese). 106 107 108 I dati relativi ai volumi di attività sono stati forniti dal 76% degli intervistati. Commissione delle Comunità europee (2000) “Relazione di attività Eures 1998-1999 – Verso un mercato europeo del lavoro: il contributo di Eures”. Com (2000) 607. La domanda 5.2 del questionario somministrato ai Consiglieri Eures chiedeva se il servizio ha rapporti con le imprese, slegando questo dato dalla rilevazione dei volumi di attività, che vede le imprese come utenti. 61 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 10 - Tipologia di utenza del servizio Eures - valori percentuali Persone Firenze Perugia Sassari Palermo Bologna Gorizia Udine Mestre Torino Genova Ventimiglia Imperia Milano Lecco Reggio Calabria Salerno Napoli Campobasso Taranto Bari Percentuale media 98,6 97,8 89,5 nd 97,9 nd 99,1 81,4 89,6 nd 88,7 81,2 93,2 90,9 97,4 nd 82,4 93,0 100,0 98,9 92,0 Enti/Imprese 1,4 2,2 10,5 nd 2,1 nd 0,9 18,6 10,4 nd 11,3 18,8 3,8 9,1 2,6 nd 17,6 7,0 0,0 1,1 8,0 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures 2003. 2.3 Le persone I dati relativi ai volumi di attività, cioè al numero di contatti “di approfondimento”109 da parte degli utenti che i Consiglieri Eures ricevono, di candidature che vengono inoltrate alle imprese e di offerte di lavoro che vengono proposte (il dato è denominato, per l’appunto, proposte), mostrano come, negli ultimi 2 anni, il servizio Eures sia mediamente cresciuto e abbia sollevato maggiore interesse (tab. 11). Il numero dei contatti è aumentato dell’8% dal 2000 al 2002; lo stesso andamento positivo è stato seguito anche dalle proposte (+23%), segno non solo di un maggiore interesse da parte dell’utenza, ma di una crescente capacità del servizio di soddisfarla, nonostante un leggero calo delle candidature (-1,1%). Questa tendenza in aumento può trovare spiegazione nell’attivazione di una maggiore promozione del servizio e una maggiore sinergia con i Servizi per l’impiego. Ma è 109 Ministero del lavoro e delle politiche sociali – DG Impiego – Coordinamento Nazionale Eur.e.s. (2002), “EURopean Employment Services – Manuale operativo” definisce “contatto di curiosità” quel tipo di contatto volto a soddisfare le richieste di prime informazioni da parte di utenti che non conoscono il servizio, solitamente delegato ai Referenti Eures presenti presso i Cpi, distinguendolo dal “contatto di approfondimento”, successivo al primo e curato dal Consigliere Eures, che consente di mettere a disposizione dell’utente una gamma di informazioni sulla domanda di lavoro proveniente dallo Spazio economico europeo. 62 ISFOL – Area Mercato del Lavoro sensibilmente legata anche all’attivazione di alcuni progetti di “grande selezione”110 in cui alcune grandi aziende utilizzano il servizio Eures per effettuare sessioni di reclutamento: la principale, senza dubbio la più strettamente legata al servizio Eures, è la selezione Eurodisney, che ogni anno, prevede due sessioni (una per il Centro-Nord, l’altra per il Sud Italia) per la selezione di personale per la ristorazione, l’accoglienza, la vendita e l’intrattenimento. A questa si sono aggiunte collaborazioni con la compagnia aerea RyanAir per la selezione di assistenti di volo, con la società americana Hertz per il reclutamento di diverse figure professionali, e con la compagnia alberghiera Sol Melià per operatori e animatori turistici da inserire nelle proprie strutture. Il ruolo di Eures, in questi casi, supera il normale servizio di orientamento e diventa centrale in tutto il processo di selezione, dalla “sponsorizzazione” dell’opportunità lavorativa, alla convocazione dei candidati e alla preselezione. Tab. 11 - Trend del numero dei contatti, candidature, proposte Eures - valori assoluti Contatti Candidature Proposte 2000 2002 Variazione Variazione % 36.813 9.614 4.684 39.726 9.508 5.771 2.913 -106 1.087 7,9 -1,1 23,2 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures 2003. I dati sull’utenza del servizio Eures permettono un’ulteriore analisi per meglio definirne le caratteristiche: è stato, infatti, chiesto ai Consiglieri Eures di stimare la tipologia di utenti che maggiormente si rivolge al servizio, non essendo possibile analizzare questo dato in modo statistico111. Le informazioni ricavate dalle interviste agli esperti permettono di delineare un profilo dell’utente-tipo cui il servizio Eures è orientato: si tratta di utenza giovane, che raramente supera i 35 anni, a conferma di un quadro già emerso nella precedente rilevazione; secondo le stime, infatti, l’83% delle persone che si rivolgono al servizio ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, in cui la porzione maggiore è composta dalla coorte 26-35 anni (il 45% secondo le stime), seguita dagli “under 25” (38%), mentre gli utenti più adulti non superano il 17%. Come illustra la fig. 1, la richiesta di informazioni sulle opportunità di lavoro all’estero proviene da disoccupati (il 54%), solitamente già utenti dei Servizi per 110 111 Definizione di Poselli M., responsabile dei rapporti internazionali Coordinamento Nazionale Eures, in Vergano C. (2004) “Voglia d’Europa” – dossier notizie: http://lavoro.repubblica.it/lavoro/ index. jsp?s =notizie&idContent=711256 I dati socio-anagrafici degli utenti che si rivolgono al servizio Eures vengono normalmente raccolti in una scheda autocompilata, ma questi dati non vengo riassunti o elaborati statisticamente. I commenti qui riportati, quindi, fanno espressamente riferimento a stime prodotte dagli intervistati sulla base della loro esperienza professionale. 63 ISFOL – Area Mercato del Lavoro l’impiego, per i quali “Eures rappresenta una sorta di ultima frontiera da esplorare”, un ulteriore canale di ricerca di lavoro ma anche da studenti universitari (22%), non ancora laureati, che si rivolgono ad Eures per esperienze temporanee di lavoro all’estero oppure per ottenere informazioni sulle possibilità di “sistemazione o in generale sul paese di destinazione della loro esperienza Erasmus112”, (come emerge dalla testimonianza del Consigliere Eures di Imperia), così come gli studenti non universitari (il 10% dell’utenza segnalata), che solitamente intendono associare il momento lavorativo all’apprendimento linguistico o alla vacanza. Fig. 1 - Tipologia di utenza (persone) Occupati 11,4% Studenti univerLavoratori in mOccupati Lavoratori Non occupati in Studenti mobilità/cassa 17606 3264 7167 1131 3739 integrazione 3,4% Studenti universitari 21,8% Non occupati 53,5% Studenti 9,9% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures 2003. Il servizio Eures è generalmente tarato su questa tipologia di utenza, anche se è diffusa, tra i Consiglieri Eures, la necessità di chiarire all’utenza le finalità del servizio, rispetto ad aspettative errate; come emerge dalla testimonianza della Consigliere Eures di Ventimiglia: “Molti utenti non hanno un’intenzione così chiara di andare a lavorare in un altro paese: il nostro primo ruolo è di far capire che la banca dati Eures non è la panacea di tutti i mali, cioè non è che chi non trova lavoro in Italia è più facile che lo trovi in Europa, semmai è il contrario: chi vuole fare quest’esperienza deve necessariamente possedere determinate caratteristiche, di cui la conoscenza della lingua è sicuramente una”. È interessante notare, comunque, la presenza di una quota di utenza occupata (11%), probabilmente interessata ad acquisire informazioni su opportunità di sviluppo di carriera 112 Il Progetto Erasmus (European Action Scheme for the Mobility of University Students), nell’ambito del Programma Socrates, è un progetto dalla Commissione europea, destinato allo sviluppo della cooperazione transnazionale, per sostenere l’istruzione superiore e promuovere la mobilità e lo scambio degli studenti fra i Paesi membri della Comunità ed altri Stati convenzionati. 64 ISFOL – Area Mercato del Lavoro all’estero, oppure, come rilevato dall’esperienza di alcuni Consiglieri Eures (Perugia, Lecco) si rivolge al servizio in particolari situazioni di “ricongiungimento familiare”, in cui la necessità di lavorare in un altro paese europeo è dovuta al trasferimento del/della partner113. 2.3.1 I canali informativi Le “strategie promozionali” adottate dal servizio Eures utilizzano tutti i canali a disposizione, principalmente i mass media e la partecipazione ad eventi, che, secondo il parere di quasi tutti i Consiglieri Eures intervistati, “garantiscono una buona visibilità”, ma vengono molto utilizzati anche i manifesti (dall’80% dei casi indagati). Le modalità di promozione delle attività attraverso siti web o la rete territoriale dei Cpi sembrano essere utilizzate in misura minore ma crescente (il 68% dei Consiglieri Eures promuove le attività attraverso internet, e il 77% tramite i Cpi) ma ciò è solitamente subordinato al livello di strutturazione e formalizzazione delle attività del servizio Eures all’interno della programmazione provinciale o regionale, o all’integrazione con il sistema Spi. L’utilizzo di canali promozionali “tradizionali”, tuttavia, sembrerebbe finalizzato ad una attività di tipo “divulgativo”, teso a far conoscere e generare interesse sul servizio e le sue caratteristiche, mentre il crescente ricorso a modalità “innovative” risponderebbe alla necessità di sensibilizzare ed aggiornare il pubblico realmente interessato alla mobilità europea, fornendo informazioni concrete, quasi ad anticipare l’aspetto consulenziale del servizio stesso. La risposta a questo tipo di “richiamo” è emersa analizzando le modalità di conoscenza del servizio Eures da parte dell’utenza (fig. 2) stimata dai Consiglieri Eures, secondo la loro percezione. Dalle interviste emerge che gli utenti finali Eures hanno conosciuto questo servizio principalmente tramite i Centri per l’impiego o il “passaparola”, che rimane uno dei “canali promozionali” di maggior efficacia per i Servizi per l’impiego, ma aumenta, rispetto al 2002 il ricorso alla rete internet, attraverso il sito comunitario 114 o le pagine web dei siti provinciali dedicate al lavoro (20% dell’utenza ha utilizzato questo canale, a fronte del 15% nel 2002). Sembrerebbe, quindi, che la maggiore promozione del servizio si ottenga con modalità che implicano un certo “attivismo” da parte dell’utente, o in ogni caso un primo contatto con i servizi informativi delle strutture Spi (erogati dai Referenti Eures): questo probabilmente deriva dalla “selettività” del servizio stesso, rivolto ad un target particolare, in possesso di determinati requisiti e competenze (prima tra le quali la 113 114 Il ruolo di Eures in materia di “ricongiungimenti familiari” nello Spazio economico europeo emerge chiaramente anche dalla Risoluzione del Parlamento europeo sulla relazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo relativa all’applicazione delle direttive in materia di diritto di soggiorno e ai provvedimenti speciali in tema di circolazione e residenza dei cittadini dell’Unione giustificati per motivi di ordine pubblico, pubblica sicurezza e sanità pubblica (Com –1999-127, Com – 1999-372 – C5-0177/1999, C5-0178/1999 – 1999/2157-Cos). http://europa.eu.int/eures/home 65 ISFOL – Area Mercato del Lavoro conoscenza linguistica) oltre ad una reale motivazione alla realizzazione di una esperienza lavorativa all’estero e disponibilità ad un cambiamento delle condizioni di vita e lavoro. Fig. 2 - Modalità di conoscenza del servizio Eures Internet Sito eures locale Manifesti Brochures Passaparola Eventi 20,0% Mass media Cpi Passaparola Sportelli non Spi Sportelli non Spi 5,0% 20,0 0,0Internet 5,0 20,0% 5,0 10,0 15,0 20,0 20,0 5,0 Cpi 20,0% Manifesti 5,0% Brochures 5,0% Eventi 10,0% Mass media 15,0% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures 2003. 2.4 Le imprese Come già accennato a commento della tab. 10, la componente datoriale che si rivolge al servizio Eures per reperire personale è pari all’8%: si tratta principalmente di imprese (il 57% di questo sottogruppo), ma è elevata anche la quota di istituti universitari (il 33%) giustificata dal coinvolgimento del servizio Eures in alcune iniziative comunitarie nel campo della formazione (Leonardo, Socrates ed Erasmus), fig. 3. Focalizzando l’attenzione sulla tipologia che maggiormente fa ricorso al servizio Eures, le imprese, appunto, si può notare che i volumi di attività sono tendenzialmente aumentati nel 2002, sia per numero di contatti (+9%) che di candidature (+13%) e proposte (+19%). Le differenziazioni territoriali non seguono, in questo caso, la stessa omogeneità riscontrata nei volumi di attività relativi alle persone: in questo caso, infatti, è il servizio Eures del Nord ad interagire maggiormente con le aziende (l’86% dei contatti, nel 2002, avviene in quest’area), probabilmente per la forte connotazione turistica e stagionale di queste aree, seguite a distanza da quelle del Sud (10%), mentre sono scarsi i contatti tra il servizio Eures e le aziende del Centro e delle Isole (3% in totale). Tuttavia, questo andamento ricalca le tendenze dei rapporti tra sfera datoriale e Spi, imputabile non solo all’azione dei servizi, ma anche ai diversi dinamismi dei mercati del lavoro locali o ai canali solitamente utilizzati dalle imprese, che raramente, in queste aree, prevedono il 66 ISFOL – Area Mercato del Lavoro ricorso ai Servizi per l’impiego115: in questi casi Eures viene “accorpato ed integrato” al sistema Spi, mutuandone gli aspetti negativi; come emerge anche dalle osservazioni di alcuni Consiglieri Eures del Sud, infatti “ci sono grosse resistenze alla mobilità e anche le imprese, pur di fronte ad oggettivi vantaggi derivanti dall’utilizzo di professionalità provenienti da altre nazioni, non dimostrano reale interesse e volontà ad accedere a queste opportunità. Oltre ad attività promozionali, tipo stand alle fiere o alle informazioni fornite attraverso i Centri per l’impiego, è difficile avere un rapporto continuativo con le realtà imprenditoriali del territorio. Quindi, più che operativi, i problemi sono di natura culturale, (Salerno), e ancora “il motivo più rilevante è dato dal fatto che le imprese locali cercano lavoratori con professionalità specifica che risultano, quindi, assai poco a vocazione comunitaria” (Taranto). Fig. 3 - Tipologia di utenza (imprese) Istituti univeAziende Cciaa Associazioni di Altro 1834 3110 84 5,3% categoria 3,3% Associazioni Altro 183 293 Istituti universitari 33,3% Cciaa 1,5% Aziende 56,5% Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures 2003. 2.5 Ipotesi per una geografia ragionata del bacino di utenza potenziale del servizio Eures in Italia In uno studio Eures realizzato nel corso del 2001 sulla mobilità transnazionale nello Spazio economico europeo, si è potuto osservare come nel periodo 1995-1999 la quota di pendolari transfrontalieri sia cresciuta mediamente del 29%, arrivando a comprendere circa l’1,4% della forza lavoro, pari a circa 497 mila unità su 34 milioni. Tra i paesi osservati, l’Italia, assieme a Francia, Belgio e Germania, è uno di quelli che registra flussi considerevoli di pendolari transfrontalieri, soprattutto in uscita verso l’area compresa tra 115 Baronio G., Gilli D., Landi R. (2003), Servizi per l’impiego – Rapporto di monitoraggio 2002, Franco Angeli, Milano. 67 ISFOL – Area Mercato del Lavoro gli stati del Benelux, della Valle del Reno (Germania e Francia) e la Svizzera, che assorbe circa l’85% di tutti i pendolari dello See. Complessivamente, al livello europeo la mobilità transnazionale ha conosciuto negli ultimi anni un notevole incremento per il combinarsi di fattori attinenti alle scelte industriali (delocalizzazione verso aree periferiche con regioni che presentano bassi costi), allo spostamento della manodopera altamente specializzata verso i nuovi centri d’eccellenza nei vari settori, all’incidenza di nuovi e più veloci mezzi di trasporto; complessivamente si affermano nuovi modelli di migrazione temporanea che rendono più tenue, rispetto al passato, il confine tra migrazione e pendolarismo, e più forte la pressione sociale sulle strutture del collocamento pubblico in termini di domanda di servizi a supporto ed accompagnamento della mobilità al livello transnazionale. Una tendenza non dissimile negli effetti sulle strutture dei Spi, si registra anche in Italia, come testimoniato dalla tab. 11 riportata nel par. 2.3, che riassume i dati relativi al numero di contatti, di candidature e di proposte effettive di impiego in uno dei paesi membri Eures, nei 20 studi di caso osservati. Non diversamente da quanto osservato nel precedente monitoraggio116, il volume complessivo delle attività Eures conosce un apprezzabile aumento, frutto in parte di una più marcata propensione alla mobilità transnazionale generalmente osservata, ed in parte di una maggiore visibilità e presenza territoriale complessiva, acquisita gradualmente negli anni successivi al decentramento istituzionale e rafforzatasi nel corso degli ultimi 12 mesi. Una quota rilevante delle attività si registra soprattutto nelle regioni maggiormente interessate da flussi di lavoro straniero in uscita, ma anche in entrata (basti pensare ad esempio al settore turistico alberghiero, all’agricoltura, ecc.), ed in particolare da quelle impegnate nei partenariati frontalieri, come Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria. Nel suo complesso, dunque, il servizio Eures sembra interessato da tendenze di crescita dei volumi di attività rispetto alle quali il rafforzamento del versante organizzativo e una più razionale organizzazione territoriale sembrano al momento costituire importanti premesse per una possibile implementazione. In queste pagine si propone un’osservazione “ragionata” dei bacini d’utenza del servizio Eures decentrato nei Spi, che tiene conto delle osservazioni complessivamente emerse dall’analisi dell’utenza del servizio e della relativa tipizzazione dei profili di quest’ultima e ne relaziona gli esiti con quelli risultanti dall’osservazione dei livelli di implementazione dei sistemi regionali Eures all’interno delle strutture Spi. Se l’obiettivo del processo di capillarizzazione e decentramento del servizio Eures all’interno dei Spi è quello di accrescerne le possibilità di accesso e diffusione presso l’utenza interessata – e di valorizzare in tal modo il ruolo che la veicolazione di 116 Cfr. Bonanni M., Landi R., La rete Eures in Italia. Analisi del quadro normativo-istituzionale, valutazione degli aspetti organizzativi, in “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego n. 5/2003, in particolare pp. 53-54, dove si attesta un sensibile aumento dei contatti e delle candidature da parte di utenti verso proposte di lavoro in altri paesi dello Spazio economico europeo veicolate attraverso i canali Eures. 68 ISFOL – Area Mercato del Lavoro informazioni realizzata a livello capillare può avere nella prospettiva di una maggiore trasparenza del mercato del lavoro comunitario – l’ipotesi di circoscrivere con un’approssimazione crescente le aree di possibile espansione del servizio, implementando la capacità delle strutture centrali e decentrate (Cpi) di intercettare ulteriori porzioni di utenza rispetto a quelle attualmente intercettate, può restituire una chiave di lettura interessante della geografia del sistema pubblico decentrato per l’impiego nel quale Eures è incardinato. Come è stato possibile osservare nel paragrafo relativo all’utenza, l’apporto dei Consiglieri Eures intervistati, oltre alla messa a disposizione di dati relativi ai volumi di attività, è stato determinante ai fini della definizione dei profili di utenza maggiormente interessati alle possibilità offerte da un servizio come Eures. Mediamente l’utenza Eures è composta da giovani in età compresa tra 19 e 25 anni (si tratta di un 38%), diplomati che nel corso della propria carriera universitaria desiderano arricchire il proprio curriculum professionale con un’esperienza di lavoro all’estero, o giovani avviati in attività legate a settori come il turismo, la ristorazione o il catering, ovvero l’animazione. Un altro 45% è composto di giovani in età più matura, 26-35 anni, sovente laureati (molto elevata è, del resto, la richiesta di giovani con lauree altamente specialistiche, ad esempio nel settore informatico o in quello ingegneristico), mentre la quota di utenza per fasce di età successive tende man mano a rarefarsi. Sulla base di queste prime indicazioni è dunque possibile individuare un bacino “potenziale” – o comunque “più appetibile” vista la tipologia di offerta di lavoro veicolata dalla rete Eures – di utenza del servizio decentrato nei Servizi per l’impiego in quella quota di popolazione in età compresa tra i 19 ed i 35 anni afferente ai bacini amministrativi dei Cpi attivi sul territorio nazionale. Si tratta, come attestato dalla tab. 12, di una quota pari al 38,7% della popolazione attiva residente in Italia, con percentuali leggermente difformi nei singoli quadranti geografici nei quali si articola l’osservazione: se nel Nord-Est, infatti, la quota di utenza attualmente ipotizzabile come più appetibile dal servizio Eures risulta circoscritta a un terzo della popolazione attiva (33,8%), su valori prossimi a quelli nazionali si attesta l’altro quadrante settentrionale (37,2%), mentre le aree del Centro-Sud restituiscono quote superiori al 40%. Interessante è anche il dato della distribuzione longitudinale della popolazione in età “19-35 anni”, con una notevole concentrazione nelle aree meridionali (37,5%): più che doppia rispetto al Nord-Est (16,5%), e pari rispettivamente a 1,79 volte quella del Centro Italia (20,9%) e a 1,5 volte quella del Nord-Ovest (25%). Un veloce affondo al livello regionale permetterebbe di osservare come nella gran parte delle regioni e delle province autonome italiane (17 in tutto), a questa porzione di bacino di utenza afferisca tra il 32 e il 37% della popolazione attiva: soltanto in quattro realtà la consistenza risulta molto più elevata arrivando a superare il 50% del totale (Liguria, 56,7% e Lazio 51,4%) o avvicinandovisi (Campania, 49,7% e Calabria 42,4%). Nella tab. 13 gli andamenti della distribuzione dei valori per singola regione è riportata in forma sintetica: a conferma del gran numero di regioni che si attesta su valori compresi in un 69 ISFOL – Area Mercato del Lavoro breve intervallo, si possono peraltro osservare i valori espressi dai primi tre quartili della distribuzione (ai quali corrisponde il 75% dei casi), di fatto compresi fra gli estremi citati poc’anzi (32 e 37%), mentre l’ultimo quarto della distribuzione fa segnare gli intervalli più ampi, corrispondenti ai valori espressi da Lazio, Liguria, Campania e Calabria. Tab. 12 - Bacini d’utenza dei Centri per l’impiego - quota di popolazione in età compresa tra 19 e 35 anni sul totale della popolazione in età attiva Quota utenza in età 19-35 anni su totale utenza in età attiva Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Italia Età 19-35 Val. ass. Età 15-64 Val. ass. 3.645.273 2.412.420 3.055.621 5.472.998 14.586.312 9.787.822 7.128.300 7.285.118 13.460.106 37.661.346 Quota 19-35 su popolazione attiva Val. % % Col. 37,2 33,8 41,9 40,7 38,7 25,0 16,5 20,9 37,5 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. Tab. 13 - Analisi sintetica della distribuzione della quota di utenza in età 19-35 anni sul totale dell’utenza dei Centri per l’impiego: media, varianza, percentili Quota percentuale di utenza in età 19-35 anni su totale utenza in età attiva Media Varianza Minimo Quartile 25 Mediana Quartile 75 Massimo 37,60 45,3 32,39 33,66 35,46 36,42 56,71 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. Il possesso di alcuni skills di base, come la conoscenza e la pratica di almeno una lingua straniera, di un titolo di studio di livello medio, meglio se elevato – come la laurea – rappresenta, secondo i Consiglieri Eures intervistati, il primo vero filtro nella effettiva selezione delle candidature di persone interessate ad una esperienza di vita e di lavoro all’estero: secondo quanto riportato dalla tab. 14, nella fascia di età compresa tra 20 e 34 anni, circa otto persone su dieci posseggono un titolo di studio di laurea o laurea breve, con un andamento decrescente man mano che si abbandonano i quadranti del Nord (9,2%) e del Centro (8,4%) e ci si sposta verso il Sud, dove il dato si mantiene al disotto della percentuale nazionale (6,2 contro 7,9%). Di una certa consistenza appare anche il bacino dei diplomati che, rispetto alla richiesta di servizi Eures stimata dagli addetti ai lavori, appare tra i più appetibili in termini di ulteriore espansione del servizio: gli “studenti universitari”, dunque diplomati non ancora laureati, assorbono il 22% della domanda Eures, mentre gli “studenti” genericamente intesi, costituiscono un altro 10%. 70 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 14 - Popolazione in età 20-34 anni per titolo di studio: laureati e diplomati, valori percentuali Nord Centro Sud Italia % laureati 20-34 % diplomati 20-34 9,2 8,4 6,2 7,9 46,2 53,5 48,4 48,4 Fonte: Istat, elaborazione su RTFL, ottobre 2003. Individuato il bacino di utenza potenziale o maggiormente “appetibile” in prospettiva di una implementazione del servizio Eures, appare interessante stimarne il tasso di copertura offerto dalla rete decentrata Eures allo stato attuale della sua messa a regime. Trattandosi di un servizio che aspira alla creazione di percorsi altamente personalizzati di inserimento lavorativo in un contesto sociale e culturale differente rispetto a quello di origine dell’utenza, si è ritenuto opportuno considerare, ai fini della presente osservazione, quelle strutture territoriali (Cpi) presso le quali opera personale Eures, cioè operatori dei Servizi pubblici per l’impiego che hanno ricevuto una formazione adeguata a fronteggiare una richiesta tanto particolare. Come mostrato dalla tab. 15, attualmente, i 127 Centri per l’impiego italiani presso i quali è attestato del personale Eures servono un’utenza di età compresa tra i 19 ed i 35 anni pari al 29,4% del totale, cioè poco meno di 4,3 milioni di persone, con andamenti sensibilmente differenti a seconda dell’area geografica osservata. In particolare, i quadranti settentrionali realizzano tassi di copertura superiori ad un terzo dell’utenza (fra il 36 e il 41%) grazie non soltanto agli elevati valori conosciuti nelle realtà di piccole dimensioni (come Valle D’Aosta o provincia autonoma di Bolzano, con valori tra il 92,3 e il 100%), ma soprattutto in virtù della presenza di realtà di dimensioni medio-grandi in grado di realizzare valori di un certo rilievo, quali il Veneto, con il 49,2% dell’utenza 1935 anni coperta dal personale Eures presso i Cpi, oppure al Piemonte con il 70,5% e la Liguria che, con la sua rete di 12 Referenti attestati nei Centri regionali riesce a servire un’utenza di quel tipo pari al 97,2%. Valori sostanzialmente analoghi tra loro – con un leggero “vantaggio” per il quadrante meridionale – si riscontrano nel Centro-Sud, dove poco più di un utente potenziale su cinque può usufruire di un servizio di primo orientamento sul servizio Eures presso i Cpi. Tali valori sono il risultato della presenza, intanto, alcune situazioni regionali nelle quali la rete decentrata Eures appare ancora ad uno stato embrionale e di conseguenza i tassi di copertura espressi non appaiono rilevanti; vale la pena sottolineare come tra queste realtà si possano contare regioni di grandi dimensioni, come il Lazio (6,5% di copertura) e la Sicilia (con valori ancor più contenuti). In secondo luogo, i valori osservati sono il risultato di un’attivazione del servizio presso realtà di dimensioni assai variabili ma con tassi di copertura che, escluso il caso dell’Umbria (100%) difficilmente superano il 40% 71 ISFOL – Area Mercato del Lavoro dell’utenza in età 19-35 anni servita: tra quelle di dimensioni piccole o medio piccole, si annovera l’Umbria, l’Abruzzo (31,6%) e la Basilicata (18,4%); tra quelle di dimensioni maggiori si possono citare la Puglia e la Campania, con percentuali attorno al 40%. Tab. 15 - Centri per l’impiego con personale Eures: tasso di copertura del bacino d’utenza in età compresa tra 19 e 35 anni, per area geografica Area geografica Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud e Isole Italia Cpi con personale Eures Val. ass. Val. % 35 35 20 37 127 31,3 30,4 23,0 16,7 23,7 Bacino d’utenza classe 19-35 anni Val. ass. Copertura % 1.339.155 988.314 670.107 1.291.407 4.288.983 36,7 41,0 21,9 23,6 29,4 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. Vale la pena, inoltre, notare come, in ciascuna area geografica, la percentuale di utenza in età 19-35 anni servita risulti maggiore della percentuale di Cpi che dispongono di personale Eures: questo dato sembra attestare che in fase di prima implementazione117 siano state privilegiate le strutture deputate a servire bacini d’utenza di dimensioni più grandi, tali che i Cpi capoluogo di provincia, o le strutture attestate nelle province capoluogo di regione – ovvero dove risultava già attestato il personale Eures transitato dal Ministero del lavoro presso le strutture decentrate118 –, per poi procedere all’estensione ed al consolidamento della rete presso le altre strutture dislocate in posizione più periferica. Con l’eccezione di talune realtà dalle dimensioni più piccole (ad esempio l’Umbria) o di quelle frontaliere (Liguria, Valle d’Aosta), talvolta impegnate in sperimentazioni di assetti decentrati ante litteram (Piemonte119), tale profilo sembra accompagnare complessivamente il percorso di messa a regime della rete decentrata Eures nelle regioni italiane osservate, con esiti alquanto differenziati, nei quali i fattori ora menzionati (posizione geografica, precedenti istituzionali, velocità di attuazione degli indirizzi relativi all’assetto del sistema, ecc.) si mescolano con quelli relativi alle dimensioni, conferendo alla geografia complessiva del sistema Eures ed alle potenzialità espresse un andamento articolato. La tab. 16 ha cercato di rendere tale profilo prendendo in considerazione i sistemi regionali ripartiti in classi di numerosità dei bacini d’utenza “appetibile” per il servizio 117 118 119 All’epoca della presente rilevazione il processo di capillarizzazione era iniziato da poco meno di un anno. Cfr. a tal proposito Gilli D., Landi R., Perri G., Servizi per l’impiego. Monitoraggio 2001, in “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego” n. 3/2002, nonché, Bonanni M., Landi R., La rete Eures in Italia. Analisi del quadro normativo-istituzionale, valutazione degli aspetti organizzativi, in “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 5/2003. Cfr. Baronio G., Gilli D., Landi R., Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2002, Franco Angeli, Milano, pp. 304-306. 72 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Eures, ed evidenziando la presenza di realtà frontaliere. Tab. 16 - Servizi per l’impiego: sistemi regionali per classi di bacino d’utenza in età 19-35 anni, percentuale media di copertura dei bacini d’utenza della classe di età 19-35 anni Classi di bacino d'utenza in età 19-35 anni N. regioni Fino a 143.144 Da 143.145 a 321.485 Da 321.486 a 763.597 Da 763.598 a 1.061.632 Oltre 1.061.633 5 4 4 4 4 N. regioni frontaliere 2 1 1 1 0 % media di copertura bacini in età 19-35 42,1 38,3 36,5 48,5 13,2 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2003. Come osservato precedentemente si può notare una certa disposizione alla messa a regime di reti regionali di personale Eures nella gran parte delle realtà osservate, con picchi nella classe “fino a 143.144”, comprendente le realtà più piccole e strutturate (come Valle d’Aosta, Bolzano e Umbria) ed il quella “da 763.598 a 1.061.632” che comprende oltre a realtà transfrontaliere di consolidata tradizione (Piemonte), anche realtà regionali nelle quali Eures ha conosciuto una recente ma veloce attivazione su scala territoriale (Emilia Romagna, Veneto e Puglia). In maggiori difficoltà appaiono, invece, le regioni di grandi dimensioni (“oltre 1.061.633” residenti in età compresa tra 19 e 35 anni), nelle quali i valori di copertura dell’utenza appaiono molto contenuti, ad eccezioni di quelli espressi dalla regione Campania, nella quale i 15 Cpi che dispongono di personale Eures sui 41 attivi sul territorio, garantiscono una copertura del 40% dell’utenza potenziale. L’ipotesi ora caldeggiata di tratteggiare una geografia ragionata dell’utenza Eures pone senz’altro l’osservatore di fronte ad uno scenario futuribile soprattutto se si tiene conto dello stato ancora di prima implementazione della rete decentrata del servizio Eures, le cui ulteriori linee di sviluppo dovrebbero procedere in almeno due direzioni: quella del completamento delle reti regionali decentrate Eures sul piano della dotazione di risorse umane appositamente formate, facendo si che ogni Cpi possa disporre di un Referente della rete Eures in grado di effettuare attività di informazione e di primo orientamento all’altezza del servizio; quella dell’instaurazione e del consolidamento di prassi di funzionamento della rete in termini di progettazione ed accompagnamento degli indirizzi nazionali al livello decentrato. In questo senso, peraltro, si apre un ulteriore scenario, anch’esso futuribile allo stato attuale, legato al rapporto tra Coordinamento Nazionale e regioni: un primo significativo passo verso un rapporto codificato tra l’uno e le altre è stato fatto all’epoca della presentazione della nuova base legale Eures (inizio 2003) e del nuovo assetto decentrato della rete; in prospettiva futura gli ulteriori passi legati non 73 ISFOL – Area Mercato del Lavoro soltanto agli assetti amministrativi di Eures, ma anche alle attività di animazione e di realizzazione dei progetti di mobilità transnazionale, che rappresenteranno le occasioni attorno alle quali si potrà snodare ed eventualmente perfezionare il rapporto tra amministrazione centrale e regioni. Allo stato attuale, del resto, poco meno di un terzo di quella che può essere considerata come la fascia di utenza più appetibile al servizio – secondo le indicazioni avute dagli addetti ai lavori – risulta servita da personale attestato al livello di Centri per l’impiego: si tratta, a nostro avviso, di un punto di partenza che, ove corroborato da uno sforzo congiunto tra amministrazioni regionali e provinciali da un lato e Coordinamento Nazionale dall’altro, potrebbe essere una premessa ad una ulteriore espansione del servizio. Come ha dimostrato l’analisi dei bacini di utenza in età 19-35 anni, infatti, ulteriori spazi di miglioramento e di implementazione del servizio esistono, e la direzione intrapresa con il nuovo assetto istituzionale Eures – ancorché complesso come tutti i processi che coinvolgono diversi livelli amministrativi in uno sforzo di concertazione – appare promettente almeno sul piano della presenza di personale ad hoc. 74 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 3. RISORSE UMANE E RUOLI ORGANIZZATIVI 3.1 Il personale coinvolto nella rete La decisione della Commissione delle Comunità europee 120 , recepita dalla Carta Eures, ha fornito indicazioni per ridisegnare l’organigramma del servizio. In Italia, il personale che presiede la gestione dei servizi Eures, a prescindere dalle differenze che le varie regioni italiane presentano tra loro per presenza, composizione e numerosità delle figure coinvolte, è rappresentato dal Line Manager, i Consiglieri Eures121, dagli Assistenti, più un numero più o meno variabile di Referenti che, attraverso il processo di capillarizzazione, hanno cominciato ad occuparsi del servizio nei Cpi del territorio. Il nuovo assetto organizzativo della rete Eures, ha istituito la figura del Line Manager, ruolo dirigenziale che presiede gerarchicamente e formalmente la rete Eures regionale, con funzioni di coordinamento dell’attività regionale e provinciale della rete stessa e d’interfaccia tra Consiglieri Eures e il Coordinamento Nazionale, modificando in parte l’organizzazione regionale nei termini di una maggior strutturazione e definizione, caratterizzandola in maniera originale rispetto agli altri paesi aderenti alla rete Eures. I compiti specificati per tale ruolo, così come emergono dal Manuale Operativo Eures 122 comprendono il coordinamento, l’indirizzo e la valutazione delle attività e iniziative del servizio nel territorio regionale, come strumento integrato e congiunto dei Servizi pubblici per l’impiego. Nei casi indagati, la nomina del Line Manager è stata formalizzata in epoca relativamente recente, seguendo criteri d’individuazione che hanno privilegiato l’esperienza pregressa nel campo dei servizi a sostegno delle politiche attive per il lavoro. In linea con la riforma del sistema dei Servizi per l’impiego, che mira ad ottenere una gestione ed erogazione del servizio Eures “vicino all’utenza” interessata ad un’esperienza 120 121 122 Commissione delle Comunità europee, Decisione della Commissione del 23 dicembre 2002 – ora denominata Carta Eures e pubblicata in Guce, C 106, del 3 maggio 2003. La dicitura “Consigliere Eures” è a volte sostituita da “Consulente Eures” nella normativa comunitaria o da “Euroconsigliere” nella documentazione italiana. Per uniformità di linguaggio si tenderà ad utilizzare, in questa sede, il primo termine. Ministero del lavoro e delle politiche sociali – DG Impiego – Coordinamento Nazionale Eures, op.cit. 2002. 75 ISFOL – Area Mercato del Lavoro lavorativa o formativa in un altro paese europeo123, è stato formalizzato l’inserimento dell’Assistente Eures e del Referente Eures Sostanzialmente, il ruolo dell’Assistente è definito di “supporto all’attività del Consigliere Eures nell’esercizio delle sue funzioni”, con una valenza fortemente operativa, quasi come un alter ego del Consigliere Eures. Al Referente è assegnato un ruolo d’animazione della rete Eures all’interno del mercato del lavoro locale, e sono specificati una serie differenziata di compiti e competenze per ogni singola attività del servizio. Gli Assistenti e i Referenti, dunque, giocano un ruolo chiave in tutte le attività previste dal servizio (promozione, accoglienza, informazione, orientamento e incontro domanda/offerta). Tuttavia, dalle indicazioni ricavabili dal dispositivo del Coordinamento Nazionale Eures 124 e dal citato “Manuale Operativo” del 2002 non viene rilevata una chiara distinzione delle competenze relative all’una o all’altra figura professionale; le funzioni loro attribuite, indistintamente, sono indicate come: accoglienza degli utenti (lavoratori o imprese) ed erogazione di una prima informazione (definita anche contatto di curiosità125); cura del collegamento alle Banche Dati Eures per le offerte di lavoro e le condizioni di vita e lavoro all’estero, del loro aggiornamento in relazione al mercato del lavoro locale e della raccolta del materiale normativo e informativo comunitario, riguardante le tematiche Eures, favorendo un servizio strutturato d’informazione ed autoinformazione; presa in carico dei bisogni del lavoratore e delle aziende, raccogliendo i curricula, conducendo colloqui e interviste nei confronti dei candidati interessati alla mobilità, curandone la presentazione al servizio estero competente e favorendo il matching; cura dei contatti con i Servizi per l’impiego territoriali e con i soggetti operanti nel mercato del lavoro locale, al fine di diffondere la conoscenza dei servizi e delle opportunità fornite dalla rete Eures. Analizzando in dettaglio le competenze e le conoscenze richieste a queste figure, così come indicate dal manuale operativo del Coordinamento Nazionale126, emerge la necessità di avere risorse umane con buone capacità relazionali, comunicative e, naturalmente, linguistiche, organizzative, d’ascolto e d’analisi; che conoscano l’organizzazione del servizio, la realtà socioeconomica del territorio, i servizi offerti da altri enti presenti sul territorio, e che garantiscano un buon livello d’integrazione con il sistema dei Servizi per l’impiego e un orientamento al servizio e alla qualità. 123 124 125 126 Ministero del lavoro e delle politiche sociali – DG Impiego – Coordinamento Nazionale Eur.e.s. (2002), “EURopean Employment Services - Manuale operativo”. Ministero del Lavoro e delle politiche sociali – DG Impiego – Coordinamento Nazionale Eur.e.s. (2003), “Riforma legale giuridica di Eur.e.s.” 18 febbraio 2003. Ministero del Lavoro e delle politiche sociali – DG Impiego – Coordinamento Nazionale Eur.e.s. (2002), “EURopean Employment Services - Manuale operativo”. Ministero del Lavoro e delle politiche sociali – DG Impiego – Coordinamento Nazionale Eur.e.s. (2003), “Riforma legale giuridica di Eur.e.s.” 18 febbraio 2003. 76 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Nel tentativo di tracciare il profilo delle diverse figure professionali Eures realmente operanti, si è ritenuto necessario superare le linee guida del documento nazionale, sintetizzando gli elementi di ruolo riconosciuti necessari dagli operatori stessi127, individuando le caratteristiche del sapere, del saper fare e del saper essere, vale a dire delle conoscenze teoriche e del quadro di riferimento in cui inserire il proprio operare (sapere), delle abilità pratiche acquisite in formazione o nell’esercizio della professione (saper fare) e delle capacità potenziali personali, proprie dell’operatore, degli atteggiamenti utili nella relazione con l’utente (saper essere)128. Nello specifico, per quanto concerne il Consigliere Eures, le conoscenze teoriche ritenute, dagli intervistati, fondamentali sono principalmente conoscenze normative, linguistiche per poter efficacemente interagire con utenti, imprese e partners europei e una buona conoscenza del mercato del lavoro a “vocazione comunitaria” nel proprio contesto locale. Sul versante del saper fare, oltre le basilari competenze linguistiche, è considerato importante saper leggere e interpretare i continui mutamenti del mercato, gestire e favorire l’incontro della domanda e offerta di lavoro, saper utilizzare la strumentazione informatica; possedere capacità di orientamento non solo lavorativo, ma anche di natura sociale, fiscale, legale e sanitaria a chi fa richiesta di questo tipo d’informazioni, promuovere e realizzare progetti con altri partners nazionali e/o europei (enti, parti sociali ecc), saper gestire i contatti per la promozione del servizio nelle imprese e con la rete territoriale dei Spi per la promozione di attività politiche/istituzionali. Riguardo agli atteggiamenti del saper essere è indispensabile mostrare una certa flessibilità rispetto alle richieste che arrivano dall’esterno, possedere capacità di ascolto attivo e interpretazione dei bisogni per supportare la risoluzione di problemi con l’utenza, avere una sostanziale autonomia operativa, sempre nel rispetto delle direttive che arrivano “dall’alto”, avere capacità manageriali e di leadership per poter bene coordinare il gruppo di lavoro. La figura dell’Assistente è stata caratterizzata da conoscenze di tipo linguistico, normativo e amministrativo, ma anche una corretta visione del mercato del lavoro a “vocazione comunitaria” nel proprio contesto locale. Nella sfera del saper fare sono state individuate capacità di raccolta e aggiornamento delle leggi e del data-base informatico contenente le domande e offerte di lavoro a vocazione comunitaria, di gestione dei contatti con le imprese e del front-desk nella consulenza orientativa; mentre per quanto riguarda gli atteggiamenti sociali (saper essere) più importanti, è stato dato risalto al possesso di una buona capacità di ascolto, alla corretta gestione di un servizio all’utenza, alla flessibilità e alla forte motivazione e interesse al servizio stesso, e una buona capacità di lettura, interpretazione e intervento 127 128 Le indicazioni emerse provengono dalle risposte fornite, dai Consiglieri Eures intervistati, alle domande 7.2 e 7.3 dell’intervista; la ricostruzione di profili professionali qui riportata rappresenta una sintesi delle diverse proposte, finalizzata a far emergere alcune “regolarità” ed elementi comunemente condivisi. Danon M., Counselling, 1999, Red edizioni. 77 ISFOL – Area Mercato del Lavoro nei confronti dei bisogni dell’utente. Per concludere, gli elementi chiave individuati per la figura del Referente attengono principalmente alla sfera del saper fare e saper essere, vale a dire delle competenze pratiche e degli atteggiamenti funzionali al ruolo, mentre non emergono indicazioni riguardanti le conoscenze di base; in sintesi, sembrerebbe, quindi, che i Consiglieri Eures richiedano ai propri Referenti esclusivamente la capacità di promuovere il servizio, di erogare efficacemente la “prima informazione”, di gestire il contatto di curiosità “filtrando” l’utenza realmente interessata e rinviandola, eventualmente, ai Consiglieri. Le competenze richieste, quindi, si limitano sostanzialmente, all’abilità informatica necessaria per gestire un data-base, mentre gli atteggiamenti considerati importanti per un Referente Eures riguardano la sfera della comunicazione efficace e della comprensione, in tempi ragionevolmente brevi, delle esigenze e delle richieste degli utenti, non sempre chiaramente esplicitate. Del resto, il processo di selezione degli Assistenti e dei Referenti si è sviluppato in un contesto che ha limitato la possibilità di reperire ex novo del personale che rispondesse totalmente alle caratteristiche richieste per ricoprire questi ruoli; pertanto, più che di “selezione” si dovrebbe parlare di “individuazione”, come sostiene il Consigliere di Salerno: “I Referenti sono stati scelti non attraverso una selezione mirata quanto, piuttosto, attraverso la rilevazione di motivazioni o d’interesse verso i temi dell’orientamento professionale”. Dalle interviste condotte emerge, infatti, come, il nuovo assetto organizzativo del servizio affidi, solitamente alla provincia, il compito di individuare i Referenti, in base alla verifica dei criteri citati, mentre la regione, ha il compito di inviare i nominativi selezionati al Coordinamento Nazionale, il quale organizza una formazione ad hoc per ogni singola regione e nomina, quindi, ufficialmente il personale che, presiederà il servizio Eures presso i Cpi territoriali. Con l’intenzione di sovrapporre il profilo dei diversi operatori Eures, così come emerge dalle indicazioni comunitarie e nazionali, con le caratteristiche ritenute necessarie dagli operatori stessi, è stato rilevato che i criteri di individuazione del personale che gestisce la rete Eures sono stati differenti e peculiari per ogni figura professionale, in relazione all’effettivo ruolo giocato all’interno dei Servizi per l’impiego in ogni singolo caso indagato. Sintetizzando la pluralità di esperienze indagate, emerge che, nel ventaglio di requisiti, competenze, conoscenze e capacità richieste ad Assistenti e Referenti, ne vengono isolati e verificati solo alcuni, giudicati fondamentali, lasciando poi che l’esperienza lavorativa e la cosiddetta formazione “on the job” colmi le eventuali carenze. Ciò ricalca, in parte, una pratica “radicata”, antecedente alla riforma dell’assetto organizzativo del servizio Eures, secondo la quale il Consigliere Eures sceglieva, informalmente, la propria rete territoriale di Referenti tra la platea di operatori Spi disponibili, li “formava”, principalmente illustrando il servizio e i compiti che avrebbero dovuto svolgere, normalmente in linea con il ruolo che già ricoprivano all’interno dell’ente Spi in cui prestavano servizio. Per il ruolo di Referente Eures è considerata indispensabile la motivazione e l’interesse alle tematiche dell’orientamento, la buona conoscenza del mercato del lavoro 78 ISFOL – Area Mercato del Lavoro locale, in virtù anche, nella maggior parte dei casi, di una pregressa o contemporanea esperienza, come dipendenti delle amministrazioni provinciali, nell’erogazione di servizi non Eures (spesso come operatori di accoglienza) nei Cpi territoriali; ma anche le concrete capacità interpersonali per potersi relazionare efficacemente con l’utente per la soluzione dei primi problemi “di sportello” (il cd. contatto di curiosità), lasciando in secondo piano l’eventuale conoscenza di lingue straniere, in quanto i Referenti interagiscono, nella maggior parte dei casi indagati, solo con l’utenza italiana. L’individuazione del ruolo di Assistente Eures prevede la verifica delle competenze linguistiche che, diversamente da quanto previsto per i Referenti, assumono, qui, un ruolo più importante, in quanto questa figura gestisce spesso in prima persona i contatti con i suoi pari grado e Consiglieri negli altri paesi europei. Altresì, gioca un ruolo maggiormente preponderante, per il suo ruolo, talvolta di “sostituto” del Consigliere, nelle relazioni con l’utenza straniera presente in Italia per progetti di mobilità. Viene richiesta, inoltre, una forte propensione alla consulenza orientativa, alla relazione di aiuto e alla conoscenza di contenuti e problematiche di natura psicosociale, oltre che della normativa sulla mobilità dei lavoratori in Europa, capacità, queste, preferibilmente acquisite attraverso precedenti esperienze lavorative che hanno riguardato la selezione del personale e l’orientamento. 3.2 Presenza di Assistenti e Referenti e grado d’implementazione della rete Eures La traduzione operativa delle indicazioni del Coordinamento Nazionale è stata implementata, dai soggetti intervistati, con diverse modalità organizzative, in relazione, principalmente, alla configurazione del servizio nei diversi livelli amministrativi. Come emerge dalla fig. 4, laddove il servizio Eures risulta incardinato presso l’Agenzia regionale (in alcuni casi provinciale129), la figura dell’Assistente risulta essere maggiormente presente (nel 75% dei casi), ma questa affianca anche il 57% dei Consiglieri Eures integrati in regione e il 50% di quelli afferenti alla provincia; diversamente, laddove il servizio è incardinato nell’ente regionale, la figura del Referente è più diffusa. Questo dato va commentato in relazione alla diversa attribuzione di compiti che il servizio Eures ha attribuito alle due figure: come già accennato precedentemente, nei casi indagati, l’Assistente ha assunto il ruolo di “alter ego” del Consigliere Eures, supportandolo nelle attività quotidiane di organizzazione e promozione del servizio, in alcuni casi sostituendolo, anche operativamente, nella conduzione dei colloqui orientativi e nel matching. Quest’aspetto viene rilevato anche nella descrizione delle competenze e 129 Nel caso di Lecco e Trento, l’Agenzia del lavoro è provinciale. 79 ISFOL – Area Mercato del Lavoro capacità richieste ai ruoli di Consigliere e di Assistente, che non evidenziano grandi differenze tra i due ruoli. Fig. 4 - Presenza di Assistenti e Referenti Eures per ente di appartenenza Referenti Assistenti Regione Agenzia Provincia Agenzia Referenti Regione Provincia Provincia Agenzia Regione presente 57,1 50,0 75,0 85,7 44,4 66,7 66,7 44,4 85,7 75,0 Assistenti Agenzia 50,0 Provincia 57,1 Regione 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0 90,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio rete Eures 2003. Diversamente, i Referenti Eures sono indicati come i “primi punti informativi” del servizio Eures, dislocati nei Cpi provinciali, al fine di creare una rete territoriale Eures più vicina all’utenza. Il compito loro attribuito consiste nell’informare gli utenti interessati alla mobilità internazionale, illustrare le opportunità offerte dal servizio ed effettuare uno screening preliminare dei bisogni dell’utente per poi, eventualmente, indirizzarlo al Consigliere Eures regionale o provinciale. Il coordinamento di questa rete di Referenti è, nella maggior parte dei casi, di competenza della regione (o dell’Agenzia regionale), o meglio di competenza del Line Manager, come spiega il Consigliere del Piemonte, “in collaborazione con le figure dei Consiglieri Eures, ciascuno dei quali è responsabile della conduzione della rete di Referenti ed Assistenti territorialmente di competenza”. La presenza di Referenti Eures nel territorio va, però, letta in relazione allo stato d’attuazione del processo di decentramento e di integrazione del servizio Eures nei Spi provinciali: dai dati del monitoraggio Isfol del 2003 130 emerge che, nel 50% delle province, tale processo non è ancora attuato e anche laddove la capillarizzazione è stata effettuata, nel restante 50% dei casi, il servizio Eures non è ancora integrato in tutti i Cpi di tutte le province: come emerge dalla fig. 5, alcune regioni hanno dimostrato un 130 Baronio G., Gilli D., Landi R. (2003), Servizi per l’impiego – Rapporto di monitoraggio 2002, Franco Angeli, Milano. 80 ISFOL – Area Mercato del Lavoro interesse ed un dinamismo maggiore, altre stanno lentamente raggiungendo la completa copertura territoriale del servizio. Fig. 5 - Livello di attivazione della rete provinciale Eures Sì Bolzano Regione Veneto 100 Campania Umbria 100 Toscana 90 Emilia Romagna Puglia 20 Liguria Piemonte 75 Lombardia Lombardia 72,7 Piemonte Liguria 100 87,5 Emilia Rom 20,0 Puglia Campania 40 Toscana Bolzano 100 100,0 40,0 87,5 100,0 72,7 75,0 90,0 Umbria 100,0 Veneto 100,0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 Fonte: Isfol, monitoraggio Spi 2002. Va sottolineato, tuttavia, che in alcune regioni, la capillarizzazione dei Servizi per l’impiego, e quindi anche del servizio Eures, supera il livello provinciale, coinvolgendo anche sportelli diversi dai Cpi: nel Lazio, ad esempio, l’orientamento al lavoro è stato decentrato a livello sub-provinciale, delegando i Comuni; l’Agenzia Lazio Lavoro, che gestisce il servizio, ha coinvolto i Centri di orientamento al lavoro (Col). 3.3 Elementi chiave per una lettura della gestione del ruolo In questa sezione, con il termine “elementi chiave”, intendiamo tutti gli atteggiamenti operativi e comportamentali che definiscono al meglio un ruolo organizzativo. Ancora una volta, la suddivisione nella raccolta dei dati forniti dai Consiglieri Eures intervistati sono stati accorpati nelle tradizionali categorie del sapere, saper fare e saper essere. Com’è emerso nella precedente rilevazione del 2002, anche nel 2003 si è maggiormente strutturata una certa dinamica interagente di ruoli tra le tre figure del Referente, dell’Assistente e del Consigliere Eures. Tale consolidamento vede la sua ragione naturale con il progressivo assetto del processo di decentramento che, attraverso la capillarizzazione del servizio che parte dai Cpi, nella figura del Referente, che poi 81 ISFOL – Area Mercato del Lavoro prosegue e termina nella provincia o regione nelle figure dell’Assistente e del Consigliere Eures, determina una cristallizzazione e chiarificazione anche dei compiti operativi. Il Referente o la banca dati dei vari siti regionali o della Commissione europea, che l’utente spontaneamente consulta, forniscono una prima informazione di base e un primo screening dell’utenza, volontario, se avvenuto in autoconsultazione o formulato dal Referente, se avvenuto contestualmente ad un incontro tra i due. I candidati, se interessati alle proposte formulate dai Referenti o cercate spontaneamente su Internet, hanno molta più autonomia per decidere il cosa e il come fare. Il colloquio con il Consigliere diviene, allora, solo una delle possibili scelte e, per certi aspetti, neanche la principale; l’utente in molti casi può prendere direttamente contatto con le aziende che domandano manodopera all’estero e, se decide di rivolgersi al Consigliere, lo fa normalmente per risolvere eventuali problemi emersi. Sostanzialmente, i tre protagonisti, gestori del servizio hanno, riguardo alla dinamica dei ruoli, una visione sempre più flessibile, sovrapponibile e complementare. Il Consigliere, dall’attività di front-office con l’utente, passa a quella di coordinatore di risorse interne al servizio e di promotore e realizzatore di progetti con altri partners nazionali ed europei; l’Assistente prende il posto del Consigliere e svolge attività di consulenza e preselezione, mentre il Referente gioca un ruolo sempre più attivo, come primo anello della catena, nella promozione iniziale del servizio nei Cpi territoriali, filtrando, orientando e rispondendo alle prime richieste degli utenti. 3.4 La formazione del personale Il percorso formativo dei Consiglieri Eures, dopo l’assessment di Bruxelles organizzato dalla Commissione europea per avviare ufficialmente l’attività, è proseguito con la possibilità di scegliere autonomamente dei moduli dal piano delle attività formative annuale redatto e finanziato dalla Commissione europea, sia in Italia che all’estero, in relazione alle singole specifiche esigenze professionali. Ad esempio, i Consiglieri delle regioni trasfrontaliere, partecipano normalmente ad attività formative che riguardano progetti coordinati dalle stesse regioni membri del partenariato Il modulo formativo maggiormente scelto risulta però essere quello denominato “Vivere e Lavorare in………” in cui quasi ogni nazione europea organizza un ciclo di seminari, della durata massima di una settimana, in cui vengono illustrati e analizzati una serie di aspetti socio-culturali legati alla mobilità, quali le condizioni di vita e di lavoro di quel determinato paese, il sistema dell’assistenza sanitaria, il sistema fiscale e previdenziale, i comportamenti delle aziende, i settori produttivi trainanti ecc. L’attività del Consigliere, com’è stato più volte sottolineato, si concentra molto sugli aspetti orientativi, nei confronti dell’utenza, e gestionali, nei riguardi delle risorse umane con cui collabora. Questi aspetti, divenuti sempre più preponderanti, hanno determinato la scelta, da parte di alcuni Consiglieri, nel corso del 2003, di moduli più propriamente 82 ISFOL – Area Mercato del Lavoro manageriali, o di orientamento professionale, i cui contenuti abbiano riguardato, tra l’altro, anche tematiche di counselling, team leading e bilancio di competenze. Un’altra modalità formativa che ha avuto un sostanziale sviluppo nel corso del 2003 è stata quella degli stage all’estero, promossi con l’obiettivo di far conoscere ai Consiglieri italiani lo svolgimento delle attività Eures in altri Spi europei. I fabbisogni formativi che i Consiglieri lamentano riguardano soprattutto le tematiche più generali del Diritto Comunitario, la riforma del Mercato del Lavoro in Italia, la sicurezza sociale e previdenziale, la mobilità e il tema degli alloggi all’estero. Riguardo gli Assistenti, questi hanno svolto una serie di corsi di formazione continua e permanente, concordati con il Consigliere Eures. I contenuti hanno riguardato, per la gran parte, quelle già presenti per i moduli dei Consiglieri, con una priorità specifica alle tematiche sulla comunicazione efficace con il pubblico. Alcune province, ad esempio Genova, hanno formalizzato sul piano istituzionale i corsi di formazione di base, con lo scopo precipuo di far ottenere il titolo ufficiale di Assistente al personale che, di fatto però, già collabora da qualche anno con il Consigliere. La formazione ricevuta, nel 2003, dai Referenti, che ufficialmente stanno già presiedendo le postazioni nei Cpi del territorio, è stata concordata, nei contenuti, dalla Commissione europea, il Coordinamento Nazionale italiano e le regioni di appartenenza. Il Coordinamento Nazionale, presa visione delle specifiche di ruolo che tali figure devono possedere, ha organizzato dei moduli standard validi per l’intero territorio, ma tarati, al tempo stesso, sulle specifiche esigenze che ogni realtà regionale ha presentato. Gli argomenti che, in periodi diversi, nelle varie regioni sono stati trattati hanno riguardato soprattutto la tematica generale della mobilità internazionale, la sicurezza sociale e la libera circolazione, lo sviluppo della rete Eures e le sue componenti, i fondamentali giuridici del servizio e la sua organizzazione, gli strumenti e il trattamento delle candidature. Molti di questi corsi sono stati tenuti con l’affiancamento del Consigliere Eures al docente e, in alcuni casi, dal Consigliere stesso, e inoltre, non mancano casi in cui i percorsi formativi sono costruiti in risposta a specifiche esigenze dei Referenti stessi, a livello locale. Ma anche a seguito di una formazione mirata, avvenuta nella maggior parte dei casi tra la fine del 2002 e l’inizio del 2003, (quindi in tempi relativamente recenti) anche se non propriamente specifica, i Consiglieri intervistati hanno indicato dei “vuoti di competenza” soprattutto da parte di Referenti, generalmente in relazione alla sfera informatica e linguistica, ma anche su tematiche specifiche, come il lavoro stagionale all’estero. 83 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 3.5 Compiti e attività Anche nel corso del 2003, i ruoli che presiedono la rete Eures nel nostro territorio si sono configurati in un’ottica sempre più interdisciplinare, sovrapponibile, flessibile, ma soprattutto consulenziale. Le nuove direttive della Commissione europea, le interazioni tra il Coordinamento Nazionale e i Consiglieri regionali, la capillarizzazione del servizio attraverso un cospicuo aumento di Referenti preparati nei Cpi territoriali e i confronti formali o informali della “rete umana” dei vari consiglieri tra loro, ha prodotto una percezione sempre più consapevole, sia istituzionale, sia sul soggetto bisognoso di supporto, di una serie di attività di routine non ascrivibili solamente alla preselezione orientata all’intermediazione di domande e offerte di lavoro a vocazione comunitaria. La rete degli operatori Eures sta sempre più assumendo un ruolo di: orientamento, proposizione e realizzazione di progetti, coordinamento e organizzazione interna, per un’efficace erogazione del servizio. Per quanto riguarda l’orientamento, il ruolo della rete interna degli operatori implica tipologie di processi comunicativi che indagano, in sede di colloquio, sia telefonico che personale, le dimensioni della motivazione a un esperienza di lavoro all’estero, le aspettative, la fornitura ed elaborazione di informazioni che riguardano gli aspetti legislativi, fiscali, sanitari e sociali del paese interessato. Sono inoltre analizzate le proposte di lavoro comunitarie in relazione alle attitudini e agli interessi che il candidato manifesta, e si supporta, solitamente, la compilazione del curriculum. Si discutono esperienze di lavoro precedenti e anche esperienze di vita personali, non lavorative. La rete degli operatori diviene, in sintesi, sempre di più uno strumento di supporto all’autoconsapevolezza professionale e psicologica degli utenti. Per quanto concerne il coinvolgimento in progetti comunitari, dall’indagine emerge che, nonostante l’introduzione della figura del Line Manager negli organici regionali, la rete degli operatori Eures e soprattutto la figura del Consigliere, continua ad operare in una condizione di profondo spontaneismo. Tale dimensione di “libera iniziativa” è stata accentuata anche dai rapporti ancora poco definiti con la figura del Line Manager, dovuti presumibilmente alla sua recente introduzione e ai mutamenti organizzativi che ciò ha comportato, che lasciano, di fatto, al Consigliere, il ruolo di “regista” della rete Eures. A questo si aggiunge che quasi il 54% dei Consiglieri Eures, così come la totalità degli Assistenti e Referenti, ricopre anche altri incarichi nelle amministrazioni di appartenenza (spesso nel campo dell’orientamento), con un carico di lavoro che li impegna oltre il 50% del proprio tempo lavorativo (il 50% è il limite minimo, fissato da una circolare131 del Coordinamento Nazionale), adeguando le necessità di servizio presso la propria amministrazione e le necessità legate alla costruzione di prassi operative degli staff 131 Cfr. Bonanni M., Landi R., La rete Eures in Italia. Analisi del quadro normativo istituzionale, valutazione degli aspetti organizzativi, in “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego” n. 5/2003, Isfol, Roma. 84 ISFOL – Area Mercato del Lavoro regionali Eures così come individuati dalla nuova normativa nazionale, come evidenziato dal Line Manager dell’Emilia Romagna, secondo il quale “la rete Eures regionale si sovrappone a quella Territoriale in quanto Consiglieri e Assistenti fanno parte di altre amministrazioni e svolgono altre funzioni rispetto a questa. Bisognerebbe a questo scopo chiarire quali sia l’effettivo ruolo del Line Manager e come egli possa incidere sull’organizzazione. In effetti, manca una visione strategica comune del servizio…”. Il terzo elemento considerato nella presente osservazione riguarda gli aspetti cd. “manageriali” dell’organizzazione del servizio e dei ruoli ad essa afferenti. Se il Consigliere, prima del decentramento, aveva a disposizione un tempo quasi totale da dedicare all’utente, principalmente in attività di preselezione, ora la presenza dei Referenti e degli Assistenti (anche se omogeneamente diffusa in tutte le realtà provinciali) lo ha portato a “liberare”, operativamente, gran parte di questo tempo, che viene finalizzato al coordinamento dei suoi collaboratori. Sono abbastanza frequenti i casi in cui i colloqui con imprese e utenti vengano gestiti dall’Assistente in prima persona, come pure l’inserimento nella banca dati, comunitaria o locale, delle domande e le offerte di lavoro e gli aggiornamenti normativi. I Referenti si occupano invece della promozione e della prima informazione del servizio, invitando generalmente gli utenti ad avere maggiori informazioni sui siti Eures locali (che possono ottenere da soli o accompagnati nella consultazione dallo stesso Referente), oppure rinviando i candidati ai Consigliere o agli Assistenti, per avere gli approfondimenti del caso. È evidente come, tra le tre figure che gestiscono l’erogazione del servizio, si crei una forte dinamica di relazioni e feedback, fatta di incontri, contatti telefonici, via e-mail, in cui il Consigliere assume il ruolo di guida, leader e negoziatore nella formulazione e controllo di piani d’azione realizzati, poi nel concreto, dai suoi collaboratori. 3.5.1 La preselezione La fase gestionale dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro non rimane più l’aspetto cruciale dei processi operativi del Consigliere Eures, come era invece prima del decentramento. L’orientamento del Consigliere a svolgere altre mansioni, come spiegato nel paragrafo precedente, e il cambiamento ottenuto su alcune attività tradizionali che erano a completo appannaggio del Consigliere prima della riforma e che sono ora presiedute e integrate dal Referente e, ancora di più dall’Assistente, pongono la preselezione, in una posizione secondaria tra i compiti dell’Euroconsigliere, ma pur sempre di fondamentale importanza. L’attività di preselezione si conferma, anche nel 2003, una delle componenti principali delle attività del servizio Eures, prioritarie nei progetti gestiti e finanziati direttamente dal Coordinamento Nazionale, come le cd. “grandi selezioni”, presenti annualmente nei Piani d’Attività nazionali formulati dallo stesso Coordinamento. Per quanto riguarda le metodologie attivate, i risultati dimostrano il consolidamento 85 ISFOL – Area Mercato del Lavoro della prassi d’uso dei colloqui liberi, con una percentuale molto elevata, l’84,6%; di questi solo il 13,6% accompagna il colloquio con la somministrazione di prove di abilità, che consistono soprattutto nel testare la conoscenza delle lingue straniere. Il 34% dei Consiglieri Eures rinvia le proprie modalità operative a prassi strutturate, formate durante il corso di passate esperienze nel campo della preselezione o, più raramente, apprese dai corsi di formazione. Sono pochissimi i casi in cui i Consiglieri fanno uso, durante il processo di preselezione, di questionari o test proiettivi, rispettivamente il 7,7% e il 3,8% e sono altrettanto pochi coloro che conducono il colloquio in affiancamento al proprio Assistente (il 3,8%). È importante sottolineare come i colloqui di preselezione siano finalizzati alla verifica del possesso da parte del candidato di alcuni importanti elementi come la motivazione, le attitudini e le competenze necessarie al tipo di lavoro offerto, l’individuazione e l’analisi dei vantaggi possibili e delle dinamiche psicologiche che portano a voler vivere “tout court” un’esperienza di vita fuori dai propri confini nazionali, la verifica della conoscenza della lingua ecc. Com’è nel buon uso della preselezione, ad opera sia di enti privati che pubblici, tale modalità di scelta dei candidati, appetibili alle imprese italiane o straniere, si concentra su una rosa di nominativi, sulla quale verrà effettuata poi una selezione finale e mirata da parte del management dell’azienda sul personale effettivamente da reclutare. In ultimo è fondamentale notare come, in alcuni casi e a determinate condizioni, un primo screening possa avvenire sia da parte del Referente che da parte del Consigliere anche solo tramite un contatto telefonico. Tali condizioni non rispettano regole rigide, ma assecondano generalmente esigenze di ottimizzazione dei tempi. 3.6 Le dinamiche relazionali nella rete Eures Le occasioni di scambio e di confronto vengono generalmente considerate molto utili dai Consiglieri Eures. La comunicazione avviene tramite varie modalità, dalla posta elettronica al telefono, dai tavoli di lavoro tra regioni confinanti o transfrontaliere, ai convegni, annuali nell’ambito del Coordinamento Nazionale. Sempre il Coordinamento organizza possibilità di incontro nei seminari formativi, dove i Consiglieri hanno l’occasione di poter, anche informalmente, creare tra loro situazioni di scambio e confronto, come anche avviene in occasione di progetti particolari di “grandi selezioni” (ad esempio Eurodisney). Per quanto riguarda le riunioni tra regioni confinanti, la Consigliere friulana cita, come molto utile, un incontro avuto con i colleghi dell’Emilia, della Liguria, della Lombardia e del Piemonte, per discutere di progetti comuni. Non sono inusuali, tra l’altro, i contatti che avvengono tra i Referenti di varie regioni, come pure, quelli generati tra Consiglieri e Assistenti di diverse realtà locali. Nel 69% dei casi i Consiglieri hanno la possibilità di incontrarsi durante lo svolgimento di eventi istituzionali, come le già citate riunioni nazionali; per quanto riguarda le finalità di tali 86 ISFOL – Area Mercato del Lavoro scambi, il 65% dei Consiglieri ha giudicato utili queste occasioni per potersi confrontare e, quindi, condividere, raffinare e ottimizzare le proprie buone prassi. A riguardo, la Consigliera di Imperia sostiene l’importanza del contributo reciproco soprattutto su problematiche procedurali che rimangono insolute; a tal proposito racconta: “ad esempio abbiamo un collega a Bolzano che, a fronte di una domanda posta da un collega, s’informa immediatamente e manda la risposta anche a tutti gli altri per conoscenza. Il bello della rete è proprio la diversità dei nostri profili e delle nostre attività, che ci permette di scambiare informazioni e arricchirci reciprocamente”. È importante sottolineare come i rapporti informali e amicali, già discussi nella precedente rilevazione, definendoli come “rete umana e amicale”, ancora una volta rappresentano la principale molla motivazionale nella scelta delle persone da contattare per poter effettuare confronti. 3.7 Ruoli organizzativi: miglioramenti auspicati Anche per quanto riguarda il 2003, la domanda del questionario, relativa ai miglioramenti di ruolo che i Consiglieri Eures auspicano, è stata nuovamente interpretata, non solo come sforzo soggettivo che gli intervistati compiono per poter erogare il servizio con maggiore efficacia, e di conseguenza, trarne dei benefici anche sul piano della gratificazione personale e professionale, ma anche, e per certi aspetti soprattutto, sul piano di ciò che il contesto organizzativo in cui sono inseriti potrebbe fare per produrre dei cambiamenti migliorativi di ruolo. Tale distorsione percettiva, che è riconducibile, in ogni modo, al “sistema-uomo”132, indipendentemente dal suo ruolo sociale e lavorativo, può essere spiegata come risultato di un “rifiuto”, più o meno inconsapevole, della capacità di “mettersi in gioco” costringendosi a ripensare il loro ruolo sul piano più personale che organizzativo. L’emersione di resistenze e difese che tendono ad attribuire alla dimensione “esterna” le cause di possibili elementi di errore nell’esercizio del ruolo e, di conseguenza, rimandare ad essa l’individuazione di possibili soluzioni, fa si che i Consiglieri intervistati, in qualche modo, si “auto-esentino” da proprie responsabilità. Le risposte fornite attengono, in svariati casi, al desiderio di una maggiore capillarizzazione del servizio attraverso un più elevato numero di Referenti nei Cpi territoriali. Alcuni Consiglieri auspicano la disponibilità, nella Banca dati europea, di 132 Tale concetto può essere rimandato alla teoria psicosociale del Locus of Control (Rotter J. B., “General expectancies for internal versus external control of reinforcement”, in Psychological Monograph: general and applied, n. 80 p. 609, 1966, London) che indica “l’atteggiamento mentale con cui noi sentiamo di essere in grado di determinare le nostre azioni, e i relativi risultati (locus of control interno), rispetto al controllo esercitato dal caso e dalle circostanze esterne (locus of control esterno) che può assumere connotazioni estreme tra le due polarità esterna-interna, oppure gradi intermedi, in funzione della personalità e delle culture aziendali e lavorative in genere” (Trevisani D., Competitività aziendale, personale, organizzativa: strumenti di sviluppo e creazione del valore, 2000, Franco Angeli, Milano). 87 ISFOL – Area Mercato del Lavoro offerte meno specialistiche, per favorire, in maniera più chiara, l’incontro con la domanda di lavoro. Una maggiore attenzione al rapporto con le imprese, per quanto riguarda la promozione del servizio, è un’esigenza molto sentita dai Consiglieri intervistati, e alcuni di essi hanno già organizzato il servizio, delegando, come già accennato, tale compito agli Assistenti. La Consigliera della regione Piemonte, ad esempio, desidererebbe una definizione più chiara e strutturata del ruolo, sia dal punto di vista del livello amministrativo, sia da quello più concreto delle attività specifiche da realizzare, e sostiene che questo può esser possibile solo attraverso la formalizzazione dei rapporti tra le regioni e le province per quanto riguarda l’espletamento del servizio Eures. A tale proposito puntualizza: “…Diventa necessario avere un atto formale che dal punto di vista politico renda istituzionale il ruolo di ognuno di noi, perché relativamente a Eures qualche volta si ha la sensazione che non sia un servizio del tutto integrato, da qui l’esigenza della visibilità dei livelli locali anche nei confronti dei livelli gerarchici regionali e questo può avvenire solo con il loro coinvolgimento”. La Consigliera di Udine, a tale proposito, aggiunge che il problema sussisterà fin quando il personale Eures continuerà a essere distaccato alla provincia, pur essendo dipendente regionale, evidenziando, peraltro, quali disagi si accompagnano a processi di transizione istituzionale, che coinvolgono punti della rete nei quali il servizio Eures aveva già consolidato alcune regolarità di funzionamento. Usando le parole di alcuni addetti ai lavori intervistati, il “caos da punti di riferimento istituzionali” che vede il personale Eures dipendere amministrativamente e operativamente da più soggetti, – regione (Line Manager e altri dirigenti non Eures), Coordinamento Nazionale e Commissione europea – diviene ancora più critico nei casi in cui la regione distacca alla provincia il servizio Eures, aumentando e differenziando il carico di lavoro del Consigliere Eures, che avrà un soggetto burocratico in più come Referente. Tutto questo contribuisce a non chiarire nel concreto un ruolo che, in realtà, sarebbe sulla carta già definito ormai da svariati anni, nelle sue specifiche operative e di competenze, da un documento ufficiale della Commissione europea. Il Consigliere Eures veneto auspica, a tal proposito, un incremento delle risorse umane a sua disposizione per poter adempiere meglio i compiti del servizio, mentre il Consigliere della Puglia ha come obiettivo la continua promozione della rete umana e informale che considera “la vera forza motrice del servizio”. In ultimo, il Consigliere della provincia di Campobasso, sostiene che il decentramento agli enti locali ha portato nella sua attività un disordine organizzativo da cui è difficile emergere definitivamente. 88 ISFOL – Area Mercato del Lavoro RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Agenzia Emilia Romagna Lavoro, Monitoraggio dei Centri per l’impiego nella regione Emilia Romagna, Bologna-Modena, 2003. Ambrosiani M., Utili invasori, l’inserimento degli immigrati nel mercato del lavoro italiano, Franco Angeli, Milano, 1999. Amovilli L., La dinamica di gruppo: modelli formativi a confronto, in “Quaderni di psicologia del lavoro”, n. 3, Edizioni Psicologia, Roma, 1994. 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