Una questione privata: Storia del testo Calvino, Prefazione 1964 al Sentiero dei nidi di ragno: Lo definisce «il romanzo che tutti avevamo sognato», «il libro che la nostra generazione voleva fare»: «Una questione privata […] è costruito con la geometrica tensione d’un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l’Orlando furioso, e nello stesso tempo c’è la Resistenza proprio com’era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta, serbata per tanti anni limpidamente nella memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione, e la furia. Ed è un libro di paesaggi, ed è un libro di figure rapide e tutte vive, ed è un libro di parole precise e vere. Ed è un libro assurdo, misterioso, in cui ciò che si insegue, si insegue per inseguire altro, e quest’altro per inseguire altro ancora e non si arriva al vero perché». Una questione privata: Storia del testo Tra il 1955 e il 1959, Fenoglio si dedica a un grande progetto: un “libro grosso” sugli anni 1940-45, incentrato sulla figura di un partigiano di nome Johnny. Il libro viene continuamente riscritto, modificato per alcuni anni, e produce due testi principali: Il primo è un libro vero e proprio, che viene revisionato, concluso e infine pubblicato da Garzanti nel 1959: Primavera di bellezza; Il secondo è un grande scartafaccio, un abbozzo incompiuto e poi definitivamente abbandonato che sarà pubblicato postumo nel 1968 da Lorenzo Mondo (per Einaudi) con il titolo Il partigiano Johnny. In entrambi i casi, la storia si conclude con la morte del protagonista Una questione privata: Storia del testo Fenoglio, Lettera a Livio Garzanti del 10 marzo 1959, nella quale annuncia l’invio del dattiloscritto definitivo di Primavera di bellezza: «L’amico Citati le avrà parlato della nuova soluzione. […] A me ora il libro [Primavera di bellezza] pare molto più snello e solido, e che cominci subito nel vivo. […] Come forse Citati le avrà accennato, la morte di Johnny nel settembre 1943 mi libera tutto il campo “resistenziale”. Ho così potuto istituire il personaggio del partigiano Milton, che è un’altra faccia, più dura, del sentimentale e dello snob Johnny. Il nuovo libro, anziché consistere in una cavalcata 1943-1945, si concentrerà in un unico episodio, fissato nella estate del 1944, nel quale io cercherò di far confluire tutti gli elementi e gli aspetti della guerra civile. Una questione privata: Storia del testo Mentre Primavera di bellezza è libro lineare, in quanto parte da A per giungere a B, il nuovo libro sarà circolare, nel senso che i medesimi personaggi che aprono la vicenda la chiuderanno. Ancora: mentre in Primavera di bellezza ho cercato di fare romanzo con modi aromanzeschi, nel nuovo libro mi avvarrò di tutti gli schemi ed elementi più propriamente romanzeschi. […] Ho il piacere di segnalarle che sono già parecchio avanti nella redazione di questo nuovo libro e che quanto scritto sino ad oggi mi soddisfa, per semplicità e forza. Salvo imprevisti, dovrei proprio essere in grado di consegnarglielo già nel 1960». Una questione privata: Storia del testo Questo “nuovo libro” di cui parla non è ancora il futuro Una questione privata, né il “duro” Milton è lo stesso personaggio che troveremo nel romanzo, E’ un testo molto diverso, rimasto incompiuto pubblicato postumo nel 1978 con il titolo Frammenti di romanzo. Ha per protagonista Giorgio Chierici “Milton”, un solitario cacciatore di fascisti che combatte per vendicare il padre fucilato, e che alla fine morirà cadendo nella stessa imboscata che aveva teso a un tenente repubblichino → 19 gen. 1960, intervista rilasciata a Pietro Bianchi (“Il Giorno”): «Sto scrivendo un romanzo che sarà il seguito di Primavera di bellezza e che comprenderà i due anni tragici del ’44 e del ’45. E poi basta con i partigiani». → Gen. 1960, Lettera ad Accrocca: «Oggi sto lavorando a un romanzo la cui vicenda si svolge in Piemonte nell’estate 1944». Una questione privata: Storia del testo Fenoglio, Lettera a Livio Garzanti dell’8 marzo 1960: «Avevo già scritto 22 capitoli dei 30 previsti dall’impianto del romanzo e sarei stato in grado di consegnarle il manoscritto “tra non molti giorni”, come lei mi scrive. Si trattava di una storia sul tipo di Primavera di Bellezza, concedente cioè gran parte di sé alla pura rievocazione storica, sia pure ad alto livello. D’improvviso ho mutato idea e linea. Mi saltò in mente una nuova storia, individuale, un intreccio romantico, non già sullo sfondo della guerra civile in Italia, ma nel fitto di detta guerra. Mi appassionò immediatamente e ancora mi appassiona. Mi appassiona infinitamente di più della storia primitiva ed è per questo che non ho fatto troppo sacrificio a cestinare i 22 capitoli già scritti. Una questione privata: Storia del testo Il racconto a un suo leit-motiv musicale nella celebre canzone americana “Over the Rainbow”, che costituisce (badi che i personaggi son tutti ventenni e men che ventenni) la sigla musicale del disgraziato, complicato amore letterario del protagonista Milton (nome di battaglia) per Fulvia (coprotagonista femminile la quale però appare e vive soltanto nella memoria di Milton impegnato fino al collo nella guerra partigiana). Per quanto precede il titolo potrebbe essere, se non le pare troppo canzonettistico, “Lontano dietro le nuvole” o, se vogliamo, addirittura in inglese “Far behind the clouds”. È una frase presa di peso dal testo della succitata canzone». Una questione privata: Stesura e pubblicazione Nei mesi successivi Fenoglio scrive, procedendo attraverso continue revisioni, riscritture e rimaneggiamenti, che sfociano in tre redazioni diverse, nessuna delle quali però lo soddisfa del tutto; All’inizio del 1961, dopo avere ripreso contatto con Calvino e con Einaudi, accantona il romanzo e si mette a progettare un volume di racconti, Racconti del parentado, che lo impegnerà negli anni successivi; Il volume uscirà postumo nell’aprile 1964, con il titolo Un giorno di fuoco, volume miscellaneo che comprende 12 racconti di ambientazione contadina, e Una questione privata, reperita da Lorenzo Mondo tra le carte di Fenoglio e aggiunta in extremis. Trama e struttura narrativa Il testo è costruito su uno dei fondamentali archetipi narrativi della tradizione occidentale: la ricerca (quête o quest) Cfr. Fenoglio, Lettera a Garzanti: si è avvalso “di tutti gli schemi ed elementi più propriamente romanzeschi”; Cfr. Calvino, che parla di un libro costruito “con la geometrica tensione d’un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti”. Trama e struttura narrativa Northrop Frye, Anatomia della critica (1957): «Nel romance l’elemento essenziale della trama è l’avventura, il che significa che il romance è di sua natura una forma continua a sviluppo progressivo […] Al livello più semplice, esso è una forma senza fine in cui un personaggio centrale, che non matura o non invecchia mai, passa da un’avventura all’altra finché l’autore stesso crolla. […] Tuttavia […] appena il romance raggiunge una forma letteraria, esso tende a limitarsi a una sequela di avventure minori che preparano gradatamente alla avventura maggiore o punto culminante della tensione, già preannunciato sin dall’inizio, che deve essere raggiunto per concludere la storia. Possiamo chiamare questa avventura principale, cioè questo elemento che dà forma letteraria al romance, la ricerca». La verità e l’interrogatorio della gelosia Giacomo Debenedetti, Rileggere Proust: La gelosia «può parere frenesia di una mente contorta e deviata, e viceversa è un grande lavoro, specie quando essa è proposta, come nel caso di Swann (ma forse lo è sempre) dal destino. Attraverso la sua occhiuta indagine, la sua instancabile esplorazione da virtuoso del microscopio, i suoi interrogatori da aguzzino, Swann crede di andare in cerca dei fatti e delle prove; ha quell’avidità della smentita definitiva di cui solo la disperazione è capace, quel “voler sapere” che si annunzia alla sofferenza come un punto fermo, e viceversa non è che sete di una maggiore concretezza nel soffrire. In realtà, il lavoro è un altro. I due opposti proverbi che “la gelosia acceca” e che “la gelosia apre gli occhi” sono ugualmente veri». La verità e l’interrogatorio della gelosia Guido Guglielmi, I materiali di Beppe Fenoglio: Milton «rimuove la realtà. […] Nessun avvertimento del mondo esterno lo raggiunge. Il suo amore letterario è un amore narcisistico. E le rivelazioni della custode lo espongono alle lacerazioni della realtà. Demoliscono non solo l’immagine che egli ha di Fulvia, ma soprattutto l’immagine che ha di se stesso. […] Ciò che Milton allora cerca non è la verità, ma una smentita della realtà. […] Egli resiste a una verità cui si è già aperto». Il tempo Gabriele Pedullà, La strada più lunga. Sulle tracce di Beppe Fenoglio: «Senza che il passato scompaia del tutto, si direbbe che a trascinare il racconto siano adesso [cioè dopo il cap. 8] soprattutto gli avvenimenti futuri. Poco alla volta, prima quasi impercettibilmente, poi in modo sempre più marcato, l’interrogazione collettiva sugli eventi a venire prende il posto che nelle prime pagine del romanzo aveva occupato il ricordo. Tutti ora guardano avanti: a un domani che, per Milton, certo, significa l’incontro con Giorgio e con la “verità” (e poi forse, a guerra finita, con Fulvia), ma che per gli altri coincide innanzi tutto con l’attesa sconfitta del fascismo». Un “complicato amore letterario” Il ruolo dei modelli letterari si manifesta a vari livelli: Autori o testi direttamente citati (Hardy, Tess dei d’Urbevilles; Browning, Evelyn Hope; Poe, Morella; Yeats ecc.); Testi presenti sottotraccia anche se non direttamente menzionati (caso più clamoroso, Emily Brontë, Cime tempestose); Allusioni o segnali indiretti, a partire dal nome di battaglia del protagonista, che rimanda a John Milton e a Paradise Lost. Mediatore (Lett. inglese) Soggetto (Milton) Oggetto (Fulvia) Schema del desiderio triangolare Un “complicato amore letterario” Orsetta Innocenti, La biblioteca inglese di Fenoglio: «Il significato del romance etico in Una questione privata consiste dunque nella visione della Resistenza come momento di libera avventura, nella quale l’individuo recupera il senso di una socialità perduta, attraverso il comune impegno per abbattere una società corrotta e costruirne una nuova. […] In quest’ottica, le due modalità (frivola e passionale) dei romances di Fulvia e Milton sono unite in una comune funzione deviante, e quindi negativa rispetto alla formazione etica del protagonista. L’ossessione per Fulvia (da qualunque prospettiva la si guardi) rischia in ogni caso di trasformarsi […] in una quête all’infinito che, ben lontana dal raggiungere qualcosa, allontana invece sempre più Milton dall’unico romance possibile (anzi, necessario) e concesso: quello avventuroso delle Langhe partigiane».