P.zza Risorgimento, 1
Pontecagnano Faiano
Intimo e Collant
P.zza Risorgimento, 1
Pontecagnano Faiano
Intimo e Collant
Maria
Giannattasio
Maria
Giannattasio
GENNAIO/FEBBRAIO 2012
DISTRIBUZIONE GRATUITA
POLITICA: "FUORI I NOMI"
Partite le grandi manovre. Ad un anno dalle elezioni comunali
la politica pontecagnanese è più che mai in subbuglio
pag.2 e 3
Aeroporto Salerno-C. D'Amalfi
UN FUTURO CHE NON C'E'
No all'Amianto
LA BATTAGLIA CONTINUA
pag. 6 e 7
pag. 8
ORA BASTA!
Speciale Picciola e Magazzeno
LA VOCE DELLA GENTE
Partiamo da via Corigliano...
pag. 9, 10, 11 e 12
pag. 5
ANNO 5 NUMERO 1
NUOVO GOVERNO
STESSA DELUSIONE
La nomina del governo Monti ha portato indi­
scutibilmente un’aria nuova che da tempo si era
persa nel Paese. Una ventata di credibilità quasi
soffocante dopo la gestione devastante di Ber­
lusconi. Ottimismo e fiducia hanno accompa­
gnato le mosse di questa squadra da battaglia,
costituita da personaggi dall’alto profilo morale
e professionale. Mai nessun esecutivo, all’atto
del suo insediamento, ha potuto vantare il con­
senso incondizionato dell’opinione pubblica.
Il tempo delle scelte dolorose, dei sacrifici, delle
“lacrime e sangue” è stato recepito dagli italiani
con la riscoperta di quel “senso dello Stato”
trapelato solo a tratti nelle stagioni più luttuose
della Repubblica. La partenza sprint del premier
è stata roboante, tanto da far intendere che
qualcosa stava finalmente cambiando in nome
di quei “diritti e doveri uguali per tutti” spazzati
via da 17 anni di agonia. Poi la brusca frenata,
o meglio la scivolata, in materia di crescita e
sviluppo. Monti ha conosciuto, come tutti i suoi
predecessori, la forza delle lobby ed è rimasto
intrappolato nella tela del ragno.
Rabbia e delusione hanno accompagnato le
continue ritrattazioni del governo sul pacchetto
liberalizzazioni. La grande chance che avevamo
per dare una svolta all’economia e rilanciare
l’occupazione è stata così vanificata per la gioia
dei petrolieri, dei farmacisti, dei banchieri, degli
avvocati e così via. Eppure il popolo questa
volta si era schierato dalla parte giusta, dalle
parte dei tecnici, speranzoso che fosse bastato
questo per convincerli ad abbattere un passato
che ci ha miseramente logorato. Quale futuro
ora ci attende se nemmeno chi è stato chiamato
a fare gli interessi degli italiani (e non della
politica) è finito con l’assecondare i diktat dei
potenti di sempre? Atene Docet…
Pietro Giunti
2
Politica
DE...LUSI o DISIL...LUSI?
Vito Faenza (Scrittore e Giornalista)
La battuta del sindaco Renzi è di quelle felici: «Una volta si
rubava per il partito, ora si ruba al partito…». Il riferimento a
quello che è accaduto nella Margherita è evidente. Il caso del
senatore del Pd (espulso) che ha fatto affari con i soldi dei
rimborsi elettorali sta facendo salire la marea «anti partitica»,
ma non risponde alla domanda: «Chi li ha votati?».
Purtroppo a farlo siamo stati noi elettori deponendo la scheda
nell’urna e quindi prima di lamentarci della «partitocrazia»
dobbiamo chiederci che scelte abbiamo fatto. La disilLUSIone
può essere grande, specie se si sente che è stato arrestato un
esponente di Rifondazione Comunista per assunzioni clientelari
a Gubbio (la giunta era un monocolore di Rc). Ma i media
dimenticano di farci conoscere nel dettaglio le spese effettuate
dalla presidenza del Consiglio. Solo quando Monti ha deciso
di tagliarle abbiamo scoperto che coi soldi di tutti venivano
fatti regali a destra e a manca. Un mio vecchio amico, sbagliando,
sostiene: «Non si salva nessuno». Ma con questa affermazione
non sono d’accordo. Io sono stonato e se dirigessi un’orchestra
che deve eseguire una sinfonia, la stonatura non sarebbe dello
spartito, ma soltanto mia. Per dirla in politica, se i nostri
rappresentanti rubano, sprecano, agiscono male, la colpa non
è delle leggi (ne abbiamo fin troppe), ma proprio degli esecutori
che in questo momento appaiono stonati. Tutti i partiti prendono
i rimborsi elettorali (anche i Radicali che hanno promosso il
referendum su questo punto), compreso il Pdl. I 13 milioni
recepiti lo scorso anno non sono bruscolini e non sono frutto
delle fidejussioni. Per non parlare dei fondi di An utilizzati,
dopo lo scioglimento, per finanziare le attività della formazione
di Berlusconi. Insomma nessuno può chiamarsi fuori, neanche
gli elettori. Anche se nel centro dove sono nato (Nocera Inferiore)
non torno da anni, seguo le vicende di questa zona (non fosse
altro che mi occupo di fenomeni criminali da anni). Eppure qui
ho visto eleggere personaggi discutibili e mandare a casa politici
onesti e capaci. La colpa? Chiaramente di chi sceglie. Lo stesso
avviene dove abito (Aversa) e in tantissimi centri del Nord e
del Sud dell’Italia.
La soluzione non è quella dell’astensione, ma della partecipa­
zione, come si faceva una volta in quella vituperata «Prima
Repubblica» che per molti anni è stata ampiamente migliore
della Seconda. Ma se gli elettori scelgono un pessimo sindaco,
pessimi consiglieri comunali, pessimi deputati e senatori,
passando per i consiglieri regionali e provinciali, prima devono
fare autocritica e poi criticare. Molti dei comportamenti dei
«politici» possono anche essere penalmente irrilevanti, ma
sicuramente molti attuano atteggiamenti «politicamente inac­
cetabili». Un ultimo appunto, rivolto, ai cattolici: come si può
avere nei pressi delle chiese lapidi che ricordano camorristi
assassinati sul sagrato? Mi risulta che una lapide di questo
genere sia ancora visibile a Pagani. Possibile che nessuno abbia
pensato di toglierla? Possibile che tutti coloro che sono inquisiti
sono vittime e mai carnefici? So bene che queste parole sono
gettate nel vento. E mi ricordano quello che accadeva nel passato
quando in qualche centro della Campania veniva eletto un
personaggio colluso con la malavita o di discussa moralità e il
giorno dopo la proclamazione non trovavi nessuno, proprio
nessuno, che lo aveva votato. Lo stesso accade oggi quando
vengono messe le manette a qualche personaggio o i giudici lo
condannano. Mai che accadesse, nelle nostre zone, che ci sia
una rivolta popolare come quella avvenuta a Parma. Siamo
capaci solo di lamentarci, ma siamo anche pronti sempre ad
appoggiare i peggiori. Dunque non sono i partiti a essere corrotti,
siamo tutti noi a dare spago alla corruzione che ci costa (come
l’evasione) ogni anno il 12,5% del Pil. Come dire che in 8 anni
avremmo azzerato il nostro debito pubblico senza nessuna tassa
aggiuntiva e potremmo pagare (in quattro anni se si stanga
anche l’evasione) il carburante fra i 50 e i 75 centesimi al litro.
Quindi meditate gente, meditate.
Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
FUORI
Partite le grandi manovre. Ad un anno dalle elezioni la politica
pontecagnanese è più che mai in subbuglio. Ancora indefinibili i
connotati delle coalizioni che si daranno battaglia
SICA CORTEGGIA FLI
Perfino il sindaco Ernesto Sica, sicuro candidato nonostante le voci
di una possibile staffetta con il delfino Francesco Pastore, non sa
ancora con quale casacca correrà. Probabilmente non con quella del
Pdl, i cui dirigenti provinciali hanno espresso più volte malumori
sulle vicende giudiziarie del primo cittadino. Ancor più sintomatico
è il mancato coinvolgimento di Sica nelle iniziative pidielline tenutesi
sul territorio negli ultimi mesi. Difficile pensare, tuttavia, ad un’uscita
del sindaco dall’area di centrodestra. Più facile ipotizzare, in caso di
divorzio, un Pdl “costretto” ad apparentarsi con la lista civica di Sica,
che ha già provveduto ad aprirsi qualche spazio nella cosiddetta
società civile. Ne è un esempio “Fare città”, definito da molti il
“trampolino di lancio verso una futura lista civica”. Slogan per certi
versi somigliante a quel “Fare Futuro” tanto caro al presidente della
Camera, Gianfranco Fini, leader di Fli. Ebbene, secondo fonti
autorevoli, il sindaco di Pontecagnano si sarebbe recato già a Roma
per “tastare” un possibile approdo a Fli.
L’opposizione non se la passa meglio. La galassia che in questo
momento si trova dall’altra parte della barricata, composta non solo
dalle formazioni di centrosinistra ma anche da partiti come Udc, Fli
e Api, vive un momento di confusione. Le ultime riunioni non hanno
prodotto risultati esaltanti, tranne vaghi accenni ad una “piattaforma
comune per iniziative che possano fungere da pungolo per l’ammi­
nistrazione”. In ogni caso immaginare una coalizione che vada da
Fli a Rifondazione Comunista risulta un’operazione alquanto audace.
A mancare sono in particolare i nomi dei candidati.
Il Pd non ha sciolto le riserve sul nome da presentare. Ad oggi i nomi
più accreditati che circolano nell’ambiente sono due: Giuseppe
Bisogno (figlio dell’ex sindaco) e Michele Buonomo (Presidente
regionale di Legambiente). Proprio in questi giorni il coordinamento
cittadino Pd ha iniziato ufficialmente al suo interno un ragionamento
sulla figura del candidato sindaco. Non si escludono colpi di scena
con una possibile novità che rappresenti il rinnovamento apportato
dalla classe dirigente democratica (che vuole tagliare definitivamente
i rapporti con lo scomodo passato), sostenuta anche da partiti come
Sinistra Ecologia e Libertà, ben felice di sostenere un candidato
“giovane”. In ogni caso il segretario Roberto Brusa ha già annunciato
un accordo con Nicola Landolfi del Pd provinciale, per ufficializzare
il nome entro e non oltre l’estate.
Incerta è anche la posizione del Terzo polo, duro nell’opposizione
a Sica ma ancora indeciso sul da farsi, vista anche la posizione
dell’Udc, da sempre freddo nei confronti dell’ipotesi terzopolista.
Nicola Sconza propende per un’alleanza coi suoi ex compagni del
Pd, magari con lui come candidato. A fare da sponsor politico ci
sarebbe Vincenzo De Luca, ras locale del partito, con il quale Sconza
ha più volte provato a tessere rapporti. L’ipotesi è sostenuta anche
da qualche “grande vecchio” del circolo di via Tevere.
Uno scenario comunque improbabile: la segreteria Brusa ha tutto da
perdere nel riaffidarsi ad un uomo scelto da De Luca dopo la disastrosa
esperienza di Del Gais.
CAPITOLO ANASTASIO
New entry del panorama politico è sicuramente l’Italia dei Valori,
scomparsa da qualche tempo e riapparsa all’orizzonte con le sembianze
di Lorenzo De Vita, che ha preso in mano le redini del partito
diventandone commissario. Qualcuno ha fatto notare che De Vita sia
parente di Antonio Anastasio e lo stesso coordinamento provvisorio,
necessario per costituire il circolo, sia composto da persone molto
vicine al consigliere provinciale. Un preludio al passaggio dello
stesso Anastasio all’Idv?
Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
3
Politica
I NOMI
Molto probabile, vista anche la situazione di stallo del Pdl nei confronti
di Sica, per il quale l’ex assessore ai Lavori Pubblici chiese l’espulsione
immediata dopo le note vicende giudiziarie
«Sarebbe importante - ha dichiarato lo scorso 10 gennaio - la nascita
di un movimento di cittadini, che aiuti le opposizioni nel difficile
compito di respingere questo tipo di politica». Un passaggio all’Idv
da parte di Anastasio porterebbe scompiglio manco a dirlo nel
centrosinistra, vista la collocazione naturale dell’Italia dei Valori.
Anche Anastasio come Sconza ha qualche sostenitore fra i democratici
(e in altri partiti del centrosinistra) e potrebbe mettere sul tavolo un
pacchetto di voti maggiore rispetto a quello di Sconza, facendo
gongolare qualche vecchia volpe già pronta con il pallottoliere.
Insomma, se il Pd non trova un candidato entro l’estate, sarà un
candidato esterno a trovare il Pd.
IL RITORNO DI FERRO
A riscaldare l’ambiente è stata inoltre la decisione del presidente del
consiglio comunale, Marcello Ferro, di ritirare le dimissioni presentate
lo scorso 30 novembre. Un rientro (il secondo in due anni) che ha
colto tutti di sorpresa. Da giorni si parlava dell’approdo di Dario Del
Gais sulla poltrona più alta del consiglio comunale e di un posto da
assessore per Ferro (importante in ottica rimpasto visto che, dopo le
dimissioni di Sconza, ben dieci deleghe sono rimaste nelle mani del
sindaco). A criticare duramente la scelta del presidente è stata
l’opposizione: «Siamo alla follia. Qualcuno, nella nostra città, pensa
che la gestione del governo corrisponda ai “Giochi della Gioventù”
e che l’assunzione di un incarico, e quindi di un impegno, sia una
sorta di tiro alla fune». In difesa di Ferro è accorso il sindaco: «Sono
vicino all’amico Marcello Ferro che, dopo la decisione di ritirare le
sue dimissioni da presidente del consiglio comunale, è stato fatto
oggetto di accuse che ritengo davvero gratuite ed incomprensibili».
SATIRIPONT: GUIDA AL RIMPASTO
Il sindaco da qualche mese è impegnato nella difficile definizione
del rimpasto della sua giunta. Le alternative al vaglio attualmente
sono tre:
MAXI RIMPASTO – Il sindaco spacchetta tutte le deleghe creandone
anche di nuove. Nasce l’assessorato alle Buche e ai Sottopassi,
l’assessorato agli Affari Faianesi (che sarà assegnato di diritto a
Vincenzo Germano) e l’assessorato alle Varie ed Eventuali, che si
occuperà di eventi importanti quali l’invasione delle zanzare e
l’abbattimento dei babbi natale appesi ai balconi. Indiscrezioni danno
per certo l’assegnazione dell’assessorato alla Fascia Costiera a Rambo:
un uomo di coraggio
AUSTERITY – Un rimpasto in linea con il governo nazionale. Il
sindaco ha facoltà di lasciare tutto com’è, ma dovrà recepire le direttive
Monti sulla spending review: basta spese voluttuarie; eliminare tutti
i ficus benjamin all’interno degli uffici; eliminare tablet e cellulari
di ultima generazione, con conseguente acquisto, a spese degli
interessati, di un Motorola Startac del ’96; soppressione delle como­
dissime poltrone girevoli in luogo degli sgabelli Ikea. Gli assessori
saranno obbligati a recarsi in Comune in bici anche in caso di
condizioni meteorologiche avverse. Al presidente del Consiglio
comunale sarà assegnato come benefit una Fiat Regata diesel dell’83.
PESCA E VINCI – L’ipotesi consiste nell’inserimento in un’urna
di vetro cinese di biglietti recanti il nome di tutti i residenti di
Pontecagnano Faiano. Fatto questo si procederà all’estrazione in
piazza (una per quartiere così non si offende nessuno). I rischi di
un’operazione simile sono molti. Uno su tutti: che dall’urna venga
estratto il nome di qualche primo cittadino del recente passato.
Pagine a cura di Alessandro Mazzaro e Pietro Giunti
LE PROMESSE CHE
ALLONTANANO LE IDEE
Ultima fase di governo, prime schermaglie elettorali.
La politica di Pontecagnano Faiano è tutta qui. Tra chi cerca
disperatamente di recuperare un consenso visibilmente naufragato
e chi prova a riproporsi alla cittadinanza in una veste nuova,
alternativa (sulla carta) al passato. Di risposte e proposte ai
problemi attuali del territorio, neanche a parlarne. Siamo entrati
nella fase nella quale a tutti è concesso promettere qualcosa.
L’attuale maggioranza, ad esempio, finita nell’angolo dopo le
ultime denunce arrivate alla ribalta delle cronache nazionali, è
impegnata a costruire alibi e giustificazioni per gli errori che
ha commesso lungo il mandato. La minoranza, da par suo, ha
dato una svolta alla propria strategia puntando tutto sui media:
apparizioni fisse in una televisione locale, comunicati stampa
fiume, campagne fotografiche satiriche. Tutto bene, anche
l’ultima iniziativa “Ridiamo per non piangere” può essere
definita una buona intuizione. Da un partito però è lecito
aspettarsi dell’altro: programmi precisi, progetti dettagliati e
alternative. È facile allo stato attuale fermarsi sul concetto:
“Loro hanno sbagliato, noi faremo meglio”. Non basta questo
per meritare la fiducia di un elettore disorientato e scontento
dalla classe politica in generale. Alla gente devi saper dire che
al posto di un “Pino” nel viale, tu metterai una “Quercia”
spiegando il perché. Alla gente devi spiegare, conti alla mano,
che i soldi per riqualificare la periferia e la fascia costiera ci
sono e Sica non li ha utilizzati perché ha preferito puntare forte
sul business facile dell’edilizia. Senza questi passaggi il centro­
sinistra si ritroverà a richiedere consenso non garantendo un
bel nulla.
Tra buche e “mostri fantasma” del cemento, l’attenzione si è
spostata fin troppo dal problema centrale. Da quando Sconza
si è fatto da parte nella giunta, ad esempio, non c’è stato nessuno
che si sia chiesto il perché Sica abbia accentrato nelle sue mani
una miriade sterminata d’incarichi e deleghe: “Sportello unico,
Attività produttive, Demanio, Agricoltura, Manutenzione,
Bilancio, Tributi e Finanze, Patrimonio”. Una roba da guinness
dei primati. Ma gestire un’amministrazione vuol dire per caso
fare incetta di “proprietà” come quando giochi al Monopoli?
Per tutti questi motivi la competizione elettorale si fa più che
mai incerta, come un mistero restano le coalizioni che verranno
formate e che si contenderanno la vittoria finale.
Accanto ai soliti noti (che cascasse il mondo si ripresenteranno
puntualmente), serviranno nuovi candidati. Meglio se giovani
e liberi da un passato scomodo con il quale dover fare i conti
per salvare la pelle ogni dì. Pontecagnano in questa fase storica
così delicata non ha bisogno di populismo ma di serietà. Il vento
sta cambiando e porta in dote sorprese che fanno risvegliare la
speranza per un domani migliore. I casi di Napoli, Cagliari,
Milano e Genova, città nelle quali hanno clamorosamente
trionfato candidati alternativi a quelli imposti dal Partito Demo­
cratico, fanno percepire un risveglio della società civile dettato
principalmente dal bisogno di cambiamento. Chi saprà cogliere
questo mutamento riuscirà a guadagnare il rispetto e, di conse­
guenza, il voto sincero di un libero cittadino.
Il centrodestra da questo punto di vista parte svantaggiato e di
molto. L’eccessivo frazionamento, la scelta di Sica di ripresentarsi
comunque vada (anche con una lista civica), il passaggio di
uomini chiave come Anastasio e Sconza sul carro dell’opposi­
zione, rendono il tutto ancora più enigmatico.
4
Il Cantastorie
Anno 5
n° 1 -gennaio/febbraio 2012
Il Cantastorie Picentino
L'ITALIA CAMBIA, NOI NO!
Francesco Longo
Il 12 novembre scorso, dopo una lunga e scintillante carriera, Silvio
Berlusconi si è dimesso da presidente del Consiglio dei Ministri.
Meno di una settimana dopo, al suo posto si è insediato Mario Monti.
Così il potere è passato improvvisamente da un famoso imprenditorepolitico ad un ignoto professore universitario, del tutto estraneo ai
giochi dei partiti.
Monti ha 68 anni; laureatosi a 22 anni in Economia presso l’Università
Commerciale Bocconi, di Milano, vi ha poi insegnato; successiva­
mente ne è diventato rettore ed infine presidente. Si è specializzato
negli Stati Uniti (università di Yale); per dieci anni, dal 1994 al 2004,
è stato commissario economico dell’Unione Europea; ha scritto
numerosi libri ed articoli. Nella sua qualità di capo del Governo, ha
riservato a sé la delega a ministro dell’Economia e delle Finanze.
L’attuale Governo è costituito da alcuni professori universitari, alcuni
dirigenti di enti pubblici ed onlus, un banchiere, un finanziere, un
avvocato, un ambasciatore, un ammiraglio.
Fin dall’inizio il neopremier è apparso misurato
e risoluto; a volte ironico, più spesso garbatamente
inflessibile. Non poteva esserci contrasto maggiore
col suo predecessore.
Siamo passati dalle luci accecanti della ribalta
mediatica alla lampada da scrittoio di uno stu­
dioso; dal lusso ostentato all’agiatezza riservata;
dalla intraprendenza sfrontata al coraggio della
ragione.
Silvio Berlusconi si è dovuto dimettere sotto la
pressione della finanza internazionale, che stava
rovinando non solo l’Italia ma anche le sue proprie
aziende quotate in borsa; ironia della sorte: è
stato proprio il danaro, di cui si considerava
l’artefice magico, che lo ha abbattuto. E così, da
alcuni mesi e dopo un lungo periodo, il Governo
italiano ridiscute di problemi vitali: la disoccupazione, il debito
pubblico, l’evasione fiscale, i privilegi della casta dei politici e delle
tante corporazioni professionali, commerciali e sindacali. Si riparla
finalmente di giustizia sociale, di parassitismo e di come uscire dalla
crisi, cui siamo giunti dopo circa quaranta anni di sfrenata corruzione
(a tutti i livelli).
E mentre il governo nazionale cambia strategia ed impone il rigore,
la nostra amministrazione comunale continua a «governare» come
se niente fosse. Eccovi alcuni esempi.
Tra giugno e novembre scorsi, il sindaco Sica ha sovvenzionato la
locale squadra di pallavolo per circa ventimila euro; successivamente,
a dicembre, gli stessi Revisori dei conti del nostro Comune hanno
ufficialmente rilevato che «l’Amministrazione non ha rispettato le
norme». Come se niente fosse, il sindaco, il 2 febbraio 2012, ha
deciso una ulteriore assunzione esterna (cioè al di fuori del corpo
dei dipendenti comunali) per incrementare il suo già esuberante staff
di collaboratori. Nonostante il 17 gennaio 2012 il nostro segretario
comunale avesse, per iscritto, invocato il rigore dei conti, ricordando,
tra l’altro, le somme non ancora riscosse per gli avvenuti condoni
e concessioni edilizie nonché per i tributi Tarsu degli anni passati.
Ha anche ricordato che i trasferimenti di danaro dallo Stato al nostro
Comune, nel 2011 sono diminuiti di ottocentomila euro, e che
nell’anno 2012 diminuiranno di un milione e mezzo di euro. Per cui
quest’anno pagheremo più tasse, oltre alla reintrodotta Ici-Imu e
l’addizionale Irpef già decise a livello nazionale (e già paghiamo un
lauto compenso al Consiglio di Amministrazione della Farmacia
comunale, che ancora non c’è). Aggiungiamo, per completare il
quadro, un elenco parziale delle spese decise dal nostro sindaco.
Le decine di consulenze esterne, le centinaia di cause comunali in
sospeso, le abbondanti spese telefoniche e di benzina, le allegre
spese di rappresentanza; ed inoltre le gioiose
occasioni del Centenario, della Biennale, della
Festa della pizza, non trascurando le luminarie
natalizie ed i vari fuochi d’artificio, che vanno
sempre bene in tutte circostanze (nel com­
plesso, tra mancate entrate e spese superflue,
si arriva ad alcuni milioni di euro di danaro
pubblico).
Il sindaco Sica, simpatico e festoso, segue
lo stile del suo capo Berlusconi. E noi ce lo
dobbiamo tenere per un altro anno.
Domanda: esiste, a Pontecagnano Faiano, una
persona seria ed in grado di riavviare la
crescita di questa nostra Città? Forse.
Ma intanto la maggioranza dei concittadini,
un persona così, non la cerca nemmeno.
L’Italia cambia, noi no.
Anno 5
n° 1 -gennaio/febbraio 2012
La voce della gente
5
PARTIAMO DA VIA CORIGLIANO
UNA STRADA COMUNALE DAL SAPORE ANTICO
Federico Marra
Potrebbe sembrare un titolo romantico che riporta alla mente
atmosfere lontane nel tempo e piene di fascino. Purtroppo non è
così.
Quella nella foto è via Corigliano, una strada comunale che collega
via Piave con via Pompei e dove abitano diverse famiglie costrette
a convivere con una strada stretta, costeggiata da canali, priva di
protezioni e in larga parte sterrata. Il suo dissesto è evidente ed è
maggiormente evidenziato nei periodi più piovosi dell’anno.
Il livello di degrado sta raggiungendo soglie non più accettabili dai
cittadini lì residenti e le ultime piogge hanno di nuovo evidenziato
il rischio di alluvione per alcune abitazioni poiché l’unico tombino,e
il sottostante collettore, presente sulla strada sono sottodimensionati
per drenare il flusso delle acque piovane, e tali abitazioni sono
praticamente al livello stradale senza marciapiedi. La parte più a
monte delle strada è sterrata e raccoglie le acque provenienti dai
terreni confinanti essendo sottoposta ad essi come si vede dalla foto.
Non essendo dotata di nessun canale di scolo, provoca il trasporto
a valle da parte dell’acqua piovana di cospicue quantità di terreno
che intasano il suddetto tombino, costringendo gli abitanti a ripulirlo
per evitare il peggio.
Inoltre, essendo la strada costeggiata da alberi decidui, si raccolgono
cospicue quantità di foglie che, insieme alla spazzatura, residuo
della raccolta differenziata, contribuiscono nel periodo autunnale
ad aggravare la situazione.
Questa situazione ci è stata evidenziata dai cittadini che, pur
informando l’amministrazione, non hanno avuto alcuna risposta.
Pertanto si sono rivolti al Partito Democratico per lanciare una
sottoscrizione, a cui hanno aderito praticamente tutti i residenti,
per chiedere un intervento urgente di manutenzione ordinaria e
straordinaria e mettere in sicurezza le abitazioni di via Corigliano
eliminando le situazioni che determinano questo stato di pericolo
e disagio. In particolare abbiamo evidenziato gli interventi che
riteniamo più urgenti.
Adeguamento delle dimensioni del tombino, e relativo collettore,
presso il civico 15 di via Corigliano, rimozione del terriccio sparso
lungo tutto il tratto asfaltato di via Corgliano, pulire con regolarità
le foglie e la spazzatura che si accumula presso l’area adibita alla
raccolta differenziata, aggiunta di tombini o di un canale di scolo
lungo il tratto attualmente asfaltato di via Corigliano e la predispo­
sizione di una griglia al confine del tratto sterrato per evitare che
l’acqua piovana sparga il terreno lungo la parte asfaltata intasando
i tombini, adeguare ai minimi criteri di sicurezza ed asfaltare quanto
resta di via Corigliano ancora sterrato.
Il livello di civiltà di una amministrazione si misura non nelle grandi
opere o nei grandi eventi ma dalla cura e vivibilità delle periferie.
Lo stato di via Corgliano è l'immagine simbolica del degrado di
gran parte delle aree periferiche di Pontecagnano Faiano e siamo
partiti da questa piccola realtà, ma non meno importante, per lanciare
una serie di iniziative che evidenzieranno le inefficienze, il degrado
e il disagio sociale della nostra città.
6
Il calvario infinito
Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
AEROPORTO SALERNO COSTA D'AMALFI:
PROSPETTIVE DI UN FUTURO CHE NON C'E'
Carla Cotroneo
UN PO’ DI STORIA - L'aeroporto nasce nel 1926 come campo
di fortuna creato dal Genio aeronautico e dal 1929 viene utilizzato
dal 20º Stormo aeroplani da ricognizione comandato dal colonnello
Mario Martucci, al quale sarà intitolato inizialmente lo scalo. Risale
al 1933 l'istituzione della scuola provinciale di volo a vela, destinata
a diventare nel 1938 Scuola nazionale di volo senza motore. Dal
1940 al 1943 ospita la scuola di pilotaggio 1° periodo e negli stessi
anni l'architetto Pier Luigi Nervi progetta degli hangar. Nel 1946
viene istituito un servizio meteorologico, con relativa stazione affiliata
all'Organizzazione meteorologica mondiale, mentre risale al 1952
la fondazione dell’Aero Club Salerno, con primo avioraduno nel
1958. Nello stesso anno viene presentato uno schema di atto costitutivo
per il Consorzio per l'aeroporto di Pontecagnano (poi ufficializzato
nel 1981). Nel 1962 vi atterra l’aereo con a bordo la famiglia Kennedy.
Dal 1958 al 1970 vi si sono svolti 13 tra avioraduni e manifestazioni
aeree. Dal 1975 ospita il 7° Elinucleo dei Carabinieri, mentre nel
1984 arriva il 9º Nucleo elicotteri de vigili del fuoco e la sezione
locale dell’Associazione Nazionale Paracadutisti con la sua scuola
di lancio. Nel 1987 viene realizzata la nuova torre di controllo. Fino
al 2007 è stato utilizzato esclusivamente, oltre che da Carabinieri
e Vigili del Fuoco, dalle scuole di volo e paracadutismo e per traffico
business di piccoli jet privati. Nel 2007 l’aeroporto è stato adeguato
per sviluppare il traffico civile su larga scala, con quattro banchi
check-in, due aree di imbarco, nastri bagagli e sale d'aspetto. La
pista, che dispone del sistema radiofaro VOR, di radioassistenza
VDF e di un sistema luci e apparecchiature per semplificare le
manovre di atterraggio, è stata allungata per un totale di 1654 metri.
Nel 2011 è stato presentato il progetto per il prolungamento della
pista fino a 2020 m (più 60 metri di antiblast) e per la realizzazione
di nuovi edifici e altri adeguamenti tecnici. I voli di linea sono iniziati
nel 2008, con la compagnia VolaSalerno che ha operato dal 2 agosto
2008 al 18 dicembre 2008, seguita dal 27 luglio 2009 al 7 maggio
2010 dalla compagnia Air Dolomiti. Dal 1 dicembre 2010 opera la
compagnia Alitalia con due voli giornalieri dal lunedì al venerdì ed
un volo il sabato e la domenica su Milano Malpensa.
Inaugurazione dell'Aeroporto
da sinistra: Villani - Strianese - Bassolino - Volpe
UN PO’ DI DATI - Da
quando l’Aeroporto è di­
ventato scalo civile e quindi
pronto per sviluppare il
traffico civile su larga scala
ha ospitato nel 2008 18.067
passeggeri con 588 movi­
menti, nel 2009 ha ospitato
3.968 passeggeri e 469
movimenti, nel 2010 5.163
passeggeri e 1.049 movi­
menti. Il 2011 doveva rap­
presentare l’anno della
svolta e invece i risultati
dell’ultimo anno sono stati
ancora più disastrosi degli
anni precedenti. In tutto il
2011, tra arrivi e partenze,
Antonio Anastasio
sono stati 22.576 i passeg­
Vice-Presidente dell'Aeroporto
geri: l’impianto ha ospitato
62 passeggeri al giorno con un impegno finanziario che si aggira
intorno agli 8 milioni di euro tra costi di gestione e convenzione con
Alitalia. Semplificando ogni singolo passeggero è costato 354,36
euro. Da qui la constatazione dei bilanci in rosso.
LO SCALO OGGI -L’aeroporto può anche aver superato l’esame
dell’ Enac ma la domanda di fondo resta: ha senso con questi numeri
e con Capodichino un po’ più in là (che fa registrare quasi 5,8 milioni
di passeggeri) tenere aperto l’impianto? Il presidente della camera
di commercio di Salerno, Guido Arzano, crede che sia ancora
possibile ma avverte che il 2012 sarà l’anno della verità. Il nodo da
sciogliere resta il maxi finanziamento promesso dalla Regione per
l’ampliamento della pista; senza questo intervento il decollo dell’a­
eroporto Salerno Costa D’Amalfi è impossibile.
Costretto ad ospitare solo Dornier da 31 posti, invece con la pista
da 2.200 metri si potrebbero avere Boing 737 e Airbus A320. Il
presidente della Provincia, Edmondo Cirielli, ha dichiarato nelle
settimane scorse: «L’obiettivo che ci eravamo prefissati è stato
raggiunto, forse si dimentica che l’aeroporto di Salerno era pratica­
mente chiuso quando la mia amministrazione si è insediata. Non è
certo attribuibile all’amministrazione di centrodestra la realizzazione
dell’infrastruttura, progettata senza un’adeguata pista e per la quale
erano state spese decine e decine di milioni di euro. Noi avevamo
due possibilità: chiudere lo scalo o rilanciarlo cercando di ottenere
i finanziamenti che in venti anni il centrosinistra aveva solo promesso.
Abbiamo scelto di far decollare l’aeroporto, in poco meno di un
anno, lo abbiamo riaperto al traffico nazionale e internazionale,
abbiamo presentato la progettazione per l’allungamento della pista
e abbiamo potenziato la viabilità della nuova uscita autostradale di
Montecorvino Pugliano all’aeroporto e attraverso la tangenziale.
Adesso l’ultima parola spetta al ministro Passera sul blocco delle
concessioni e delle ripercussioni su Pontecagnano».
7
Il calvario infinito
LE PROSPETTIVE - Una delegazione della Camera di commercio
è stata ricevuta a Roma dal sottosegretario alle infrastrutture, Guido
Improta, allarmata dalle dichiarazioni d’intenti del ministro dello
Sviluppo economico, Passera, contrario da sempre alla filosofia di
«un aeroporto in ogni Provincia». Il presidente dell’ente camerale
Guido Arzano, il vicepresidente Antonio Ilardi e il dirigente Raffaello
De Sio, hanno chiesto al segretario provinciale dell’Api Salvatore
Paravia di fare da mediatore per ottenere un incontro con il sottose­
gretario alle infrastrutture, buon amico di Rutelli ritenuto in orbita
Api. La delegazione è stata così ricevuta negli uffici romani del
ministero e ha potuto richiedere opportune rassicurazioni sul futuro
dello scalo. Dopo aver sottolineato l’impegno del governo Monti
per il Mezzogiorno, con tanto di delibera Cipe e stanziamento di
fondi per l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, il sottosegretario ha
promesso massimo impegno per sbloccare i fondi per l’ampliamento
della pista: «Farò i necessari approfondimenti con la Regione
Campania e il ministero per la Coesione territoriale per proseguire
sul cammino già intrapreso di una condivisione delle priorità dalla
quale far discendere una programmazione condivisa delle opere da
realizzare». Il segretario provinciale Paravia ha poi aggiunto:
«Abbiamo ottenuto la riconferma dell’importanza dello scalo di
Pontecagnano e abbiamo discusso del potenziamento dell’impianto
attraverso l’ampliamento della pista; Improta ci ha confermato che
l’aeroporto rappresenta una priorità per il governo Monti. Noi
abbiamo ottenuto garanzie. Adesso Cirielli deve far sentire il suo
peso a Napoli e nel suo partito. La Regione avrà un ruolo decisivo
per trovare i finanziamenti per l’ampliamento della pista». L’Enac
intanto proprio nelle scorse settimane ha rilasciato al “Salerno Costa
d’Amalfi” il codice di aeroporto doganale, aprendo alla possibilità
di ospitare anche voli, da e per, Paesi extra Ue. Così l’aeroporto di
Salerno ha emanato un bando per cercare i scali partner per invogliare
le compagnie aeree ad attivare rotte alternative ed incrementare così
il traffico passeggeri. Con la pubblicazione sul sito web ufficiale,
la società di gestione dello scalo picentino ha chiesto agli aeroporti
interessati ed alle società omologhe, di manifestare il proprio interesse
per un accordo commerciale e sinergico. L’intento è quello di creare
le condizioni per le compagnie aeree ad attivare rotte da e per Salerno
nei prossimi mesi. L’accordo prevede che gli aeroporti si accollino
a metà gli oneri per dare il via a nuove tratte, in alternativa all’attuale
collegamento con Milano Malpensa di Alitalia. Una maniera d’in­
vogliare le compagnie a scegliere gli scali che favoriscono le
condizioni migliori per attivare nuovi voli. L’intesa prevede anche
la creazione di una sorta di rete che metta in condizione, soprattutto
agli aeroporti medio-piccoli, di fare sinergia non solo in ambito
commerciale ma anche di marketing. Una iniziativa importante anche
in prospettiva dello sviluppo nel settore dei cargo a cui Salerno
ambisce fortemente.
Entro la fine di aprile l’aeroporto di Salerno avrà il suo progetto
definitivo per l’allungamento della pista e potrà dare corso al bando
di assegnazione dei lavori. Presentato all’Enac nei mesi scorsi il
preliminare per i rilievi del caso e le eventuali modifiche, ora il
progetto passa alla fase esecutiva.
Entro sessanta giorni i vertici dello scalo di Pontecagnano adotteranno
il documento progettuale finale e nello stesso tempo sarà redatto
anche il piano di sviluppo dell’aeroporto salernitano.
Gli step successivi prevedono per giugno la gara di affidamento dei
lavori e per i primi giorni del 2013 la posa della prima pietra dei
lavori che porteranno in poche settimane la pista, dagli attuali 1600
metri a 2100. Ma il futuro rimane comunque incerto. Secondo il
piano nazionale aeroporti elaborato dal ministro Passera, gli hub
italiani saranno classificati in: 14 aeroporti strategici, 10 aeroporti
primari e 24 aeroporti complementari. Questa suddivisione inevita­
bilmente porterà importanti conseguenze pratiche, che si chiamano
finanziamenti pubblici. Semplificando, solo i 14 aeroporti strategici
potranno accedere ai finanziamenti nazionali; mentre i 24 comple­
mentari dovrebbero reggersi contando solo sulle proprie forze.
Si sa che senza finanziamenti pubblici non è che poi si vada così
lontano; insomma per questi 24 aeroporti (si parla già degli scali di
Verona, Parma, Forlì, Rimini, Salerno, Crotone e Reggio Calabria)
il futuro non è poi così sicuro.
Via G. Budetti, 89/91
84098 Pontecagnano F. (SA)
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Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
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Ora Basta!
Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
NO ALL’AMIANTO: LA BATTAGLIA CONTINUA
Dalla denuncia de “Il Ponte Nuovo” qualcosa si sta muovendo
A Pontecagnano troppe le strutture contaminate ad alto rischio
Maurizio Pezzuco
Capannoni dell'ex tabacchificio Alfani ricoperti di amianto (foto di Alessandro Giannattasio)
Questa è la storia di un killer invisibile. La storia dello stabilimento
Eternit di Casale Monferrato, la più grande fabbrica di manufatti in
cemento-amianto d’Europa. Dopo una lunga battaglia finalmente
anche la legge ha raggiunto la triste certezza che quella polvere di
amianto, impercettibile, generata dall’usura dei materiali prodotti
nello stabilimento piemontese, uccide.
È la storica sentenza del “processo Eternit” con la quale sono stati
condannati a 16 anni di reclusione per disastro doloso e omissione
di cautele, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone
belga, Jean Louis De Cartier, proprietari dell’azienda chiusa ormai
da circa trenta anni.
La conclusione del processo di Casale Monferrato riporta all’atten­
zione dell’opinione pubblica un grande, silenzioso e costante pericolo
esistente su tutto il territorio nazionale.
L’amianto è ancora ampiamente presente nella nostra vita: si trova
in capannoni industriali, in coperture di box auto, tetti, vernici, navi,
scuole e oggetti fabbricati prima del 1992 (anno della messa al
bando della variante cemento-amianto).
Le ultime stime del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) e
dell’Ispesl (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del
Lavoro) parlano di oltre 32 milioni di tonnellate presenti in Italia.
Ogni anno, nel nostro Paese, si registrano tra le duemila e le
quattromila vittime causate dell’esposizione professionale, ambientale
e domestica alle fibre. E purtroppo i dati sanitari dell’Inail rilevano
come gli effetti di questo killer siano destinati a crescere fino al
2020. Ancora oggi a Casale Monferrato vengono registrati 50 nuovi
casi di mesotelioma pleurico (una forma di cancro ai polmoni)
derivanti dall’inalazione di polveri cancerogene.
Poco più di una anno fa, Il Ponte Nuovo, realizzò un’inchiesta (foto
in alto a destra) denunciando la presenza di “una bomba pericolo­
sissima lasciata lì a marcire senza preoccuparsi più di tanto di quelli
che potrebbero essere i suoi effetti letali”, scriveva nell’articolo il
direttore Pietro Giunti. Stiamo parlando dell’ex Tabacchificio Ati
nel pieno centro di Pontecagnano Faiano, un gigante di eternit
abbandonato all’incuria
e all’intemperie. Un
pericolo “reale” dal
momento che la struttura, in condizioni fatiscenti, provoca la
dispersione nell’aria delle polveri d’amianto, nocive se inalate.
Occorre un intervento delle autorità competenti affinché operino in
tempi brevi. Una corsa contro il tempo, una battaglia che il nostro
giornale ha scelto di proseguire per non lasciare nel dimenticatoio
una questione che tocca da vicino tutti i cittadini, nessuno escluso.
Fortunatamente in questa lotta non siamo soli. Nelle ultime settimane
il presidente dell’associazione “Ombra”, Angelo Mazza, ha presentato
un’istanza alla Procura della Repubblica di Salerno, all’Asl e a
numerose altre istituzioni affinché venga fatta piena luce sulla
presenza di eternit su numerosi fabbricati del nostro territorio. Le
strutture in questione sono per la maggior parte capannoni industriali
ormai in disuso e, quindi, completamente abbandonati come i
conservifici Gambardella e Crudele o appunto il Tabacchificio di
Corso Italia. Tra gli edifici coinvolti nell’istanza vi è anche un istituto
scolastico: la scuola primaria di via Palinuro.
Nell’attesa che le autorità chiamate in causa accertino la pericolosità
di quanto segnalato e intervengano prontamente, è bene sottolineare
come la bonifica dei siti contaminati possa diventare anche opportunità
di risparmio e rilancio economico per le aree “invase” dalla polvere
tossica.
Un anno e mezzo fa, AzzeroCO2 e Legambiente, hanno lanciato la
campagna Eternit free, (http://www.azzeroco2.com/eternitfree/)
con l’obiettivo di promuovere la sostituzione di tetti in eternit con
impianti fotovoltaici. AzzeroCO2 segue aziende, pubbliche ammi­
nistrazioni e privati in tutto l’iter, dalla valutazione di fattibilità alla
ricerca dei finanziamenti, fino alla progettazione tecnica dell’impianto
fotovoltaico.
La Provincia di Salerno, lo scorso dicembre, ha aderito a questa
campagna con lo scopo di “raggiungere il primato nella diffusione
degli impianti fotovoltaici su tutto il territorio, con il coinvolgimento
di enti ed associazioni di categoria per accelerare la sostituzione
dell’eternit ed agevolare le imprese locali al fine di realizzare azioni
di risparmio energetico e di tutela del territorio e della salute dei
cittadini con i minori costi possibili”.
Qualcosa si sta muovendo ma non basta. La conferenza dei capigruppo
ha approvato un documento unitario al fine di attivare un’iniziativa
di monitoraggio e bonifica dell'amianto presente sul territorio di
Pontecagnano Faiano. Restituire un ambiente sano ai cittadini
dovrebbe essere il punto di partenza imprescindibile di una buona
amministrazione, a prescindere dal suo colore politico.
Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
Ora Basta!
SPECIALE "PICCIOLA"
Giovanna Trezza
La fontana di via Sanzio
9
10
Speciale Litoranea
Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
LA LITORANEA ED IL SINDACO
Francesco Longo
Negli ultimi tre mesi, nella nostra Litoranea sono accaduti i soliti
episodi criminali: il furto di una autocisterna di carburante, custodita
all’interno di un deposito fornito di telecamere; il furto di un camion
frigorifero, parcheggiato in una stradina secondaria; due furti notturni
in due diverse abitazioni, con i proprietari in casa; due tentativi di
furto in altre due abitazioni, anche qui con i proprietari in casa; due
tentativi di rapina, a distanza di sette giorni, ai danni dello stesso
benzinaio. Nelle ultime settimane, alcuni residenti della zona hanno
notato vari gruppi di zingari, che “perlustravano” i diversi nuclei
abitativi, sia di giorno che di sera, dandosi regolarmente il cambio.
Per tali motivi e per le numerose altre esigenze pubbliche locali,
l’associazione “Costa Picentina” ha invitato il sindaco e tutti i
concittadini ad un incontro pubblico, che si è tenuto presso l’Hotel
Gea a Magazzeno, il 5 febbraio scorso e, su proposta dello stesso
sindaco, si è ripetuto il successivo 10 febbraio. In entrambe le
riunioni, molti dei residenti intervenuti hanno variamente esposto
i loro disagi: dalla carenza di sicurezza, all’insopportabile rumore
notturno delle discoteche; dal problema delle prostitute, a quello
della poca o nulla illuminazione delle strade e stradine interne;
compresa la inadeguatezza del trasporto pubblico verso Pontecagnano
e Salerno; la mancata metanizzazione; lo scarso controllo sugli
scarichi inquinanti; e per finire la presenza delle numerose microdiscariche, che completano il panorama del degrado.
Gli organizzatori avevano preparato un elenco di proposte per la
riqualificazione di tutta la zona.
Eccole in sintesi. - Una maggiore presenza dei Vigili Urbani; - la
bonifica delle micro-discariche; - il controllo della rumorosità delle
discoteche; - uno sportello per le informazioni (ai turisti ed agli
extracomunitari residenti in loco); - un mercatino settimanale di
prodotti ortofrutticoli ed altre merci varie; - l’illuminazione di via
Mar Adriatico; - il progetto per la metanizzazione di Magazzeno e
Picciola; - la lotta all’abusivismo edilizio; - un piano-spiagge (la
gestione comunale delle spiagge libere, il controllo dei limiti di
ciascuno stabilimento, l’eliminazione delle cabine); - il progetto per
la ristrutturazione turistica della strada litoranea (la sua chiusura,
la realizzazione di parcheggi municipali allo sbocco delle vie mare
Mediterraneo, mare Adriatico, Magellano e lago Lucrino; il progetto
di Pappalardo L. & C. s.a.s
Patenti:
A-B-C-D-E-K
Via Solferino, 8
Pontecagnano Faiano
tel. 089.201291
per l’attivazione di una linea di trasporto pubblico con minibus, da
un capo all’altro della strada litoranea; e, lungo tutta la stessa, la
piantumazione di un doppio filare di pini).
Nel loro complesso, tali proposte mirano a rendere tutta la zona
litoranea più vivibile per i residenti e più allettante per i turisti;
affinché essa non sia più la riserva di caccia per imprenditori senza
scrupoli.
Al termine delle due riunioni, il sindaco ha detto che il magro
bilancio comunale e l’atteggiamento avverso della burocrazia
provinciale e regionale non gli consentono di accogliere tutte le
proposte, ma solo alcune. Ciononostante egli si è detto pronto a
prendere i seguenti impegni: il pattugliamento dei Vigili Urbani per
il sabato sera, durante tutto l’anno, e per tutti i giorni dei mesi di
luglio e di agosto; la bonifica delle micro-discariche; la pulizia della
pista ciclabile; la autorizzazione al mercatino settimanale; l’allesti­
mento di un dispensario della farmacia comunale; la costruzione di
marciapiedi lungo tutta la strada litoranea (lato monte); l’impianto
di alcuni lampioni allo sbocco di via mare Adriatico.
Prendiamo atto, con soddisfazione, delle promesse del sindaco ed
aspettiamo di vederle realizzate.
Nel frattempo, però, vorremmo ricordare alcuni obiettivi che egli
si pose durante l’ultima campagna elettorale (anno 2008). Nell’ele­
gante opuscolo intitolato “Le cose da fare”, il candidato sindaco
Ernesto Sica diceva: “La zona costiera dovrà diventare una delle
risorse più importanti per lo sviluppo di tutto il nostro territorio; nel
più breve tempo possibile saranno ripristinate le condizioni di
vivibilità, fruibilità e dignità, attraverso la lotta alla prostituzione,
all’abusivismo edilizio, (…) il potenziamento delle strade locali
interne, della rete di illuminazione, (...) la realizzazione di marciapiedi,
(...)il monitoraggio dell’inquinamento marino, la pulizia periodica
della fascia costiera, (...)la costruzione di una chiesa” (pag.40). Egli
si proponeva “la creazione di un comando distaccato dei Vigili
Urbani sulla Litoranea (pag.28) e, nel lungo termine, sempre nella
fascia costiera, anche “la realizzazione del parco ludico più grande
del sud Italia e la creazione della città del cavallo” (pag.30).
Stavolta il sindaco ha preso un nuovo impegno con i concittadini
della Litoranea. E noi aspettiamo, con rinnovata fiducia.
Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
Speciale Litoranea
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INTERVISTA AD ABDUL
Francesco Longo
Abdul è un nome di fantasia. Il giovane marocchino che ho di fronte
ha accettato di parlarmi di sé, a patto che io non riporti alcun indizio
che possa identificarlo; ed ha scelto questo nome.
Abdul ha 23 anni, è alto e forte. Si esprime in un italiano approssi­
mativo e parla a bassa voce; spesso mi guarda dritto negli occhi:
vuole verificare se ho capito.
Da molti mesi “abita” a Pontecagnano. Del suo passato mi dice solo
che ha lasciato due fratelli più piccoli e la sorella; vivevano tutti
insieme con i genitori ed uno zio. Lo zio, che lavora col padre, gli
ha insegnato a lavorare le pelli; ma negli ultimi tempi non ce la
facevano più a tirare avanti e lui è dovuto partire. Non mi ha riferito
dove è sbarcato in Italia, né dove è stato prima di giungere da noi.
Attualmente “risiede” in una imprecisata zona di campagna, assieme
a cinque “fratelli” marocchini, in una “casa” di quattro mura grezze,
ricoperte da una spessa lamiera “isolante”. Sono fortunati perché
il pozzo è vicino e dispongono anche della corrente (ma non possono
tenere in funzione contemporaneamente la luce e la stufetta elettrica,
altrimenti scatta il contatore, per sovraccarico). In quella “abitazione”,
di circa sessanta metri quadri, loro cucinano, mangiano e dormono.
PAN DOLCE - Via G. Budetti, 125 Pontecagnano Faiano (Sa) - Tel. 089.848153
Pagano ciascuno circa ottanta euro al mese, tra alloggio e corrente
elettrica. Lui accetta il lavoro che gli capita; nei campi quando è
possibile, oppure come uomo di fatica in qualche cantiere o deposito
merci o nei traslochi. Mi ha raccontato che alcuni marocchini, che
vivono qui da molti anni, lavorano dalle parti di Salerno come
imbianchini o giardinieri e perfino pizzaioli; sono i più fortunati e
guadagnano fino a milleduecento euro al mese. Lui è impegnato
abbastanza spesso e riesce a guadagnare anche ottocento euro al
mese (venti-trenta euro al giorno). Si alza tra le cinque e le sei del
mattino e fatica per otto - nove ore al giorno; a volte gli succede di
lavorare anche la domenica (e questo fa molto piacere ai padroni,
che però non gli pagano lo straordinario). La domenica mangia a
casa, insieme ai “fratelli”, quello che tutti insieme hanno cucinato.
A fine mese manda quasi la metà del suo guadagno alla famiglia.
Ha deciso di rimanere in Italia altri quattro -cinque anni, per poi
tornarsene definitivamente in Marocco; di cui sente la nostalgia.
Gli ho chiesto perché è venuto proprio in Italia; mi ha risposto che
pensava che l’Italia fosse una nazione dell’Europa. Alla fine mi ha
spiegato che Abdul, in arabo, significa servo di Dio; ma che lui non
vuole diventare servo degli uomini.
La segnalazione
12
Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
BENVENUTI «AL DI LÀ DELLA STRADA FERRATA»
L’allarme di un residente di Picciola sullo stato del territorio
Il degrado regna, il coraggio di cambiare le cose resiste
Giovanna Trezza
civiltà in breve tempo; at­
tendiamo ore interminabili
che quelle sbarre si alzino e
al momento della loro
apertura è come un lascia­
passare di noi fantasmi nella
“città” di Pontecagnano.
Eppure siamo residenti come
tutti gli altri, paghiamo le
tasse come tutti i cittadini
del centro; solo che noi non
abbiamo nulla e viviamo di
nulla. Vogliamo parlare della
mancanza di servizi? Par­
tiamo dall’illuminazione:
non è solo un servizio che
noi residenti chiediamo ma
è una necessità; le strade qui
sono talmente buie che non
solo rendono difficile la
guida ma la rendono peri­
colosissima: fari che ti ab­
bagliano, pioggia sul para­
brezza e in un attimo non ti
rendi conto che ti sei rovi­
nato la vita; sono decine e
decine le persone che cam­
minano per strada (la mag­
gior parte extracomunitari)
a piedi, in bicicletta, sui
motorini senza targa o bar­
Strada degradata in località Picciola
collando al centro della
Sono ormai quasi due anni che io e la mia strada, con il rischio di investirli. La banale
famiglia abbiamo deciso di lasciare la città scusa data dall’amministrazione? L’illumina­
di Salerno e trasferirci nella vecchia casa di zione qui non è di competenza del Comune
famiglia in Via Magellano. Sono bastati pochi ma della Provincia. Questi sono solo i pro­
giorni per renderci conto che il divario tra la blemi più evidenti che anche un amico che
città e questa zona è imparagonabile. Parlare ti viene a trovare, estraneo della zona, note­
di degrado forse è troppo poco: qui a Ponte­ rebbe subito. Si è costretti sempre ad utilizzare
cagnano Faiano e nelle sue zone periferiche un' auto anche per fare 10 metri perché non
(Picciola, Magazzeno, tratto Aversana) vi è può essere altrimenti; non c’è un marciapiede
completa indifferenza e menefreghismo da per le strade, non ci sono strisce pedonali.
parte dell’amministrazione comunale. Eppure Solo strade nelle quali regna l’illegalità e
ci viviamo in tanti, forse siamo quanti gli l’altissima velocità. D’altronde è bello vivere
abitanti di Piazza Sabbato, di Corso Umberto senza regole. E poi non penso sia sicuro
I, ecc. ma noi non abbiamo nulla: forse solo camminare per queste strade dal momento
il coraggio e neanche quello ci viene ricono­ che non sono altro che frequentate il più delle
sciuto. Siamo definiti quelli che abitano volte da ubriachi. Non esistono dei trasporti
“laggiù”, quelli che abitano “al di là della pubblici se non garantiti solo nel periodo
strada ferrata” che separa due mondi a Pon­ estivo (bisogna sfatare il mito che chi abita
tecagnano. Non vi è nessun sottopasso, nessun in queste zone lo fa solo da turista, noi ci
cavalcavia che ci permette di raggiungere la abitiamo 12 mesi l’anno), non esistono dei
di Fasulo Giuseppe & C. S.a.s
collegamenti con le scuole e con l’università
di Salerno. Non c’è un supermercato, non
c’è un alimentare (se non il piccolo mini­
market), non c’è un tabacchi, non c’è un bar,
non c’è una farmacia. Sembra superfluo ma
non lo è, si è mai pensato che in queste zone
vivono famiglie con bambini piccoli? Siamo
costretti ogni giorno a fare le scorte di alimenti
e di medicine neanche se vivessimo chissà
dove. Quello che manca qui è la civiltà. I
numeri civici? Non esistono, già viviamo nel
completo abbandono e della completa oscurità
e la mancanza dei numeri civici non ci aiuta.
Queste zone sono ad altissimo rischio. La
sicurezza? Qui non ne conosciamo proprio
la parola. In tarda serata le stradine dove
sono situate le nostre case vengono utilizzate
dalle auto per appartarsi ed in punta di piedi
devi entrare in casa spegnendo immediata­
mente i fari con il timore di chissà chi possa
esserci all’interno. La motivazione che ci
viene data a giustificazione dell’attuale stato
di degrado prossimo all’anarchia, è la pre­
senza del vincolo ambientalistico paesaggi­
stico. Quando si parla di zona a vincolo
paesaggistico, il verde dovrebbe farla da
padrona con relative strutture finalizzate al
godimento di quest’area (come parchi, zone
dedicate alla valorizzazione del territorio).
Qui esiste solo degrado, un verde ormai
divenuto bianco e nero, spazzatura che viene
lanciata dai finestrini delle auto in corsa,
campi nomadi che sorgono dovunque realiz­
zati con qualsiasi materiale, prostitute e mac­
chine che si appartano dinanzi alle nostre
case. Questo è semplicemente abusivismo,
il vero male che deturpa il paesaggio. E i
primi a compiere abusi e deturpazione del
paesaggio sono quelli dell’amministrazione
e coloro che detengono il potere. Lo stato di
degrado, d’abbandono, sommato al menefre­
ghismo dilagante della classe politica, sono
le prime vere forme di deturpazione del pae­
saggio. E noi siamo solo vittime, siamo solo
capri espiatori, persone alle quali puntare
continuamente il dito. Queste zone sono
considerate terra di nessuno, non vi sono
regole, non vi è l’interesse di nessuno. Ci
resta solo il nostro coraggio e la speranza
che cambi qualcosa, la speranza che ritorni
la civiltà. La speranza che nessuno ci potrà
togliere comunque vada.
Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
PonteFAIANO
13
ADOLESCENZA A FAIANO
Giovanni Nicotera
Questa volta da Faiano non arriva un articolo di critica e di protesta,
ma la voce di alcuni ragazzi e di alcune ragazze che frequentano la
scuola media A. Moscati e di tanti giovani a cui manca la possibilità
di esprimere le proprie idee in libertà.
Uno studente universitario di Faiano sostiene che spesso esistono
persone che parlano di problematiche senza starci dentro e senza
comprenderle a fondo. Molti, continua lo studente, come i vari
industriali e politici di turno, invocano scenari apocalittici senza che
però risentano degli effetti della crisi e per giunta usufruendo anche
di vari benefici ed immunità. Questo scenario nazionale fatto di
parole altisonanti, di retorica fine e di pochi fatti, incide e ricade
anche negli ambiti locali e territoriali, che abusano in modo mag­
giormente accentuato di sistemi clientelari e di scorciatoie che non
sempre favoriscono i giovani in modo equo.
Lo studente universitario a tal proposito aggiunge: «Quest’atmosfera
negativa la si respira anche nel nostro Comune, con scelte politiche
poco responsabili e poco conformi alle reali necessità. La cittadinanza
tutta non riesce a spiegare come mai gli unici centri di aggregazione
siano formati da associazioni e sempreverdi oratori».
Ed in effetti Faiano offre questo, un’associazione, un oratorio e tanti
problemi. Spazi disastrati, campetti abbandonati a se stessi, nessuna
zona verde attrezzata per i bambini. Ma nonostante tutto c’è qualcuno
che preferisce utilizzare il tempo per fare qualcosa di costruttivo.
Oggi parliamo di Anna, Maria Carmine e Giuliano, ragazzi di scuola
media che si dilettano ad esprimere le loro voci giovanili attraverso
il disegno e la poesia.
Ma prima è ulteriormente opportuno esplicare per sommi capi in
cosa consiste il periodo adolescenziale. Secondo molti studi quando
si parla di adolescenza si fa riferimento a quel periodo transitorio,
successivo all'età infantile e precedente all'età adulta, compreso a
livello cronologico tra i 12 e i 20 anni. I limiti d’età appena citati
non possono essere considerati definitivi e precisi, di fatti ogni
individuo, in base alla propria personalità, alle proprie caratteristiche
e alle proprie esperienze di vita, può maturare in momenti diversi
o comunque vivere in maniera personale il periodo adolescenziale.
Durante l'adolescenza avvengono numerosi cambiamenti, non solo
a livello fisico, ma anche a livello psicologico; il corpo si modifica
in maniera decisa, abbandonando le caratteristiche infantili e pren­
dendo forma adulta. Questo periodo viene ritenuto estremamente
delicato, e nella maggior parte dei casi piuttosto problematico. Tutti
questi cambiamenti portano spesso ad una impreparazione da parte
degli adolescenti che si ritrovano costretti a subire delle modificazioni
pur non essendo per nulla pronti.
Gli adolescenti possono quindi sviluppare forti insicurezze o mani­
festare stati d'ansia, a causa della sensazione di inappropriatezza
che li coinvolge, alla maturazione conseguono sempre nuovi com­
portamenti e quindi risvolti psicologici importanti, che influenzano
fortemente lo sviluppo della personalità dei futuri adulti. Dal punta
di vista emotivo, l’adolescente comune manifesta un forte senso di
introspezione e di disagio che ha il suo apice soprattutto quando è
a contatto con estranei dai quali si sente osservato ma sono assai
frequenti i casi dell'adolescente scontroso e ribelle nei confronti
delle convenzioni e delle autorità. Ciò è assolutamente nella norma
poiché l'adolescente comincia a voler affermare la propria personalità
proprio in coincidenza con la sua maturazione sessuale. Mentre
alcuni adolescenti reagiscono in maniera ribelle, altri, come questi
nostri amici, hanno trovato un modo alternativo per esprimere se
stessi ed i propri sentimenti e stati d’animo.
NON CERCARMI PIU’ di Maria
Non cercarmi più
In questo mondo senza virtù.
Ti ho aspettato per tutto questo tempo,
e se poi ci penso me ne pento.
Mi son fidata di te ma ho capito di aver commesso un errore,
in questo mondo deluso e senza amore.
Ragazzo non cercarmi più ed una lacrima scende giù.
CAPIRE CHI SEI di Anna
Per capire chi sei,
devo cercarti nei sogni miei,
per vivere di te
devo saper soffrire;
per averti vorrei anche morire.
Di te so poco,
ma hai acceso in me un grande fuoco,
che non si spegnerà mai,
perché in me per sempre vivrai.
LA PRIMAVERA di Carmine
La bruma del mattino colora il cielo,
il bosco verde all’inizio della primavera,
e quando cala il sole,
si chiude il primo fiore.
E dopo quella sera, sorge il mattino,
arriva il sole e nasce un nuovo cuore.
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Cultura
Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
LA FALSIFICAZIONE NAZISTA DEL BENE
Matteo Sonatore
Himmler, durante la guerra, pronunciò numerosi
Questi quattro aggettivi descrivono adeguata­
discorsi davanti agli ufficiali superiori e ai capi
mente le caratteristiche dell’etica nazista.
delle SS e il tono era sempre quello dell’esorta­
zione morale. Ecco un testo che supera le con­
Nel suo discorso del 6 ottobre 1943, Himmler
tingenze dell’epoca, gli stessi interessi del Reich,
enuncia la sua concezione della soluzione finale:
per elevarsi all’universale: «Tutto ciò che facciamo
«La frase ‘gli ebrei devono essere sterminati’
deve trovare una giustificazione rispetto ai nostri
comporta poche parole, è presto detta, signori.
antenati. Se non troviamo questo riferimento
Ma ciò di cui ha bisogno chi la mette in pratica
morale, il più profondo e il migliore in quanto
è ciò che vi è di più duro e difficile al mondo.
il più naturale, non saremo capaci, a questo
Ovviamente si tratta di ebrei, sono solo degli
livello, di sconfiggere il cristianesimo e di co­
ebrei, è ovvio; ma pensate a quante persone stituire questo Reich germanico, che sarà una
anche compagni di partito - che hanno rivolto
benedizione per l’intero pianeta. Da millenni, la
a qualche servizio, o anche a me, la famosa
razza bionda ha il dovere di dominare la terra
richiesta, dicendo che certamente tutti gli ebrei
e di conferirle benessere e civiltà (9 giugno
sono dei porci, salvo Tizio o Caio, che sono degli
1942)».
ebrei perbene, ai quali non si deve far niente.
Il bene, secondo il nazismo, consiste nel restaurare
Mi azzardo a dire che, a giudicare dal numero
un ordine naturale corrotto dalla storia. La corretta
di queste richieste e dal numero di persone che
gerarchia delle razze è stata sovvertita da avve­
pensano in tal modo, in Germania, vi sono stati
nimenti funesti rappresentati dal cristianesimo
più ebrei perbene di quanti ne esistessero no­
(«questa peste, la peggiore malattia che ci abbia
minalmente. (…) Vi chiedo con insistenza di
Heinrich Himmler
mai minacciato in tutta la nostra storia»), la
ascoltare semplicemente ciò che affermo qui,
democrazia, il regno dell’oro, il bolscevismo, gli
in comitato ristretto, e di non parlarne mai. Ci
ebrei. L’ordine naturale è sublimato dal Reich tedesco, ma vi è posto
è stata rivolta la seguente domanda ‘Che ne facciamo delle donne
anche per gli altri popoli germanici: scandinavi, olandesi, fiamminghi.
e dei bambini?’. Ho preso una decisione; e anche questa volta, ho
Si può anche lasciare intatto l’impero britannico, che è «un impero
trovato una soluzione evidente. Non sentivo di aver il diritto di
mondiale creato dalla razza bianca». Al di sotto i francesi, gli
sterminare gli uomini - se preferite, di ucciderli o di farli uccidere
italiani. Ancora sotto gli slavi, che saranno resi schiavi e decimati
- e di lasciare crescere i bambini che si sarebbero vendicati sui
(Himmler spera in una riduzione di trenta milioni). Anche all’interno
nostri bambini e sui nostri discendenti. Si è dovuta prendere la grave
della società si restaurerà «l’ordine naturale, per far sì che dominino
decisione di far scomparire questo popolo dalla terra. Per l’orga­
i migliori, i più duri, i più puri, i più cavallereschi, i cui esempi
nizzazione che ha dovuto svolgere questo compito è stata la cosa
viventi sono forniti dall’élite della Waffen-SS». Quando Himmler
più grande che abbia mai conosciuto. Credo di poter affermare che
pronuncia questo discorso, gli incurabili, gli handicappati, gli estranei
ciò è stato realizzato senza che i nostri uomini o i nostri ufficiali ne
alla «razza» tedesca hanno già subito clandestinamente l’eutanasia
abbiano sofferto nel cuore o nell’anima. Eppure questo pericolo
negli ospedali e negli ospizi. «Tutto questo non si farà - prosegue
esisteva. La strada era fra due possibilità: diventare troppo duri,
Himmler - senza una battaglia di una durezza estrema». Nei suoi
senza cuore e non rispettare più la vita umana, oppure diventare
discorsi egli fa appello continuamente all’eroismo, al superamento
troppo deboli e perdere la testa fino ad avere una crisi di nervi: una
del sé, al senso del dovere superiore verso il Reich, particolarmente
strada tra Scilla e Cariddi disperatamente stretta».
quando si tratta di eseguire ordini dolorosi: «Dobbiamo affrontare
Questo juste milieu virtuoso, cui fa riferimento Himmler, fu raggiunto:
i compiti ideologici e rispondere al destino, qualunque esso sia;
molti grandi boia, in effetti, sono stati dei teneri padri di famiglia,
dobbiamo restare sempre in piedi, mai cadere, mai mostrare debo­
degli sposi sentimentali.
lezza; sempre presenti, finché la vita non si spenga o il compito di
Il compito doveva essere realizzato senza l’intervento di motivi
ciascuno sia raggiunto». La soluzione finale, per certi aspetti, è
egoistici, con calma, senza debolezze nervose. Darsi al bere,
solo un problema tecnico, come la spidocchiatura quando vi è
violentare una ragazza giovane, depredare i deportati, lasciarsi andare
pericolo di tifo: «Distruggere le pulci non dipende da una concezione
ad un sadismo inutile sarebbe stata prova di indisciplina, di disordine,
del mondo. È una questione di pulizia (…) Presto non avremo più
di dimenticanza dell’idealismo nazista: cose biasimevoli, da punire.
pulci (24 aprile 1943)».
La metafora dell’insetto da distruggere ricorreva regolarmente nel
campo di sterminio ideologico. Lenin l’aveva già utilizzata. Ma
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Himmler dice ciò per rassicurare e incoraggiare il suo uditorio. Sa
bene che non è così semplice, che possono sorgere falsi scrupoli e
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che per svolgere un certo tipo di compito «bisogna sempre aver
coscienza del fatto che ci troviamo all’interno di una battaglia
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razziale, primitiva, naturale e originale ( 1° dicembre 1943)».
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Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
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Sport
L’ANOMALIA DEL SALERNO CALCIO:
SQUADRA VINCENTE, ARECHI VUOTO!
Edoardo Cioffi
Non incanta, eppure resta lì, in testa, solo al comando, ancora lanciatissimo verso
la Lega Pro. Il Salerno Calcio di Perrone continua la propria cavalcata, piena di
tormenti e contraddizioni, però sempre più prossima a diventare trionfale. I gol di
Biancolino e Mounard, la seconda giovinezza di De Cesare, la crescita di alcuni
under che potrebbero tornare utili anche in prospettiva futura al progetto LotitoMezzaroma, infatti, riescono a tamponare la crisi di gioco, a volte persino d’identità,
che pare accompagnare questa squadra sin dall’inizio della stagione.
Pur nella consapevolezza che ci sarà ancora molto da combattere per rintuzzare gli
attacchi del Marino e del rientrante Porto Torres, insomma, resta la sensazione che
per vincere in serie D bastino le magie dei solisti. E per entusiasmare il pubblico
invece? Il Salerno Calcio ad oggi è una capolista che non tira. Almeno non come
dovrebbe. Lo dicono i dati fatti registrare dal cassiere dell’Arechi. L’ennesimo
riscontro negativo nella gara interna contro il Progetto Calcio Sant’Elia, che ha fatto
toccare il secondo picco verso il basso della stagione in corso. Appena 280 unità
sopra il record infelice stagionale centrato contro il Civitavecchia. Contro la
formazione laziale vi era la parziale scusante della diretta televisiva, della gara da
disputarsi alle 14, ma contro gli isolani? Si fa fatica a cercare una scusante per
nascondere la lenta fuga dall’Arechi, col dato di domenica scorsa inferiore di 500
unità rispetto alla gara precedente contro il Sora. Eppure la squadra è prima in
classifica; per l’opinione calcistica del settore è destinata al salto di categoria. Ma
non c’è entusiasmo, non c’è fervore. Nemmeno le iniziative messe in atto dalla
società sembrano sortire gli effetti sperati. Già di per sé è un errore riproporre la
stessa iniziativa che, nelle domeniche precedenti, non è servita a ripopolare le
gradinate dell’Arechi. Perseverare, diventa diabolico. Forse, sarebbe servita qualcuna
di più facile intuizione ed attuazione per arrivare allo scopo finale. Del resto si tratta
di dover assistere pur sempre ad una gara di serie D e non certo di Champions
League. Magari un’operazione simpatia da parte dei tesserati, con una maggiore
presenza in città ed un migliore contatto diretto con la tifoseria. Sarà, forse, causa
della crisi imperante sul suolo nazionale o di una squadra che, per colpe non proprie,
si ritrova a giocare la domenica in modo anonimo, senza le caratteristiche distintive
che amano i tifosi. Di certo l’Arechi è sempre meno frequentato: i dati dell’ultimo
mese dicono che al botteghino passano quasi duemila unità in meno rispetto all’esordio
col Palestrina che rappresenta la seconda nota lieta (dopo il match contro il Budoni).
Di per sé numeri di un certo rilievo, presenze che in qualsiasi altro impianto della
categoria farebbero felici il presidente e la squadra stessa per gli incassi registrati
ai botteghini. Ma Salerno è una storia a parte e, di certo, sta vivendo il capitolo più
buio della storia del calcio cittadino. Mai, l’Arechi si era ritrovato a registrare così
poche presenze allo stadio. Nemmeno nel totale, con le quasi quarantamila presenze
finora fatte segnare, 39.366 per essere pignoli, che sono appena appena paragonabili
ai dati fatti registrare, a parità di giornate, nella stagione di C1 2005/06. Allora
furono 44.521 le presenze totali e con due categorie di differenze dall’attuale. Ma
anche allora c’era una crisi d’identità da parte della tifoseria granata, che pur
mantenendo parzialmente la denominazione ed i colori, era “orfana” dell’ippocampo
sulle casacche. Sarà un caso o un dato sul quale riflettere?
US FAIANO,
OBIETTIVO SALVEZZA.
MERCATO,
ECCO DONNARUMMA
Ettore D'Ascoli
È senza dubbio un ottimo campionato quello
disputato dall’U.S. Faiano. La squadra di patron
Pappalardo sin dalle prime battute del torneo in
corso, ha dimostrato le sue capacità tecnicotattiche facendosi valere gara dopo gara. Il
bilancio della compagine picentina può dirsi di
tutto rispetto. I punti messi già in cassaforte
fanno ben sperare per il proseguo. Il Faiano ha
raggiunto con merito una zona tranquilla di
classifica mettendo in mostra buone qualità ed
un gioco a tratti divertente.
Ora viene però il difficile perché i ragazzi allenati
da mister Trezza, dovranno confermare quanto
di buono fatto intravedere. Un calo di tensione
sarebbe fatale in un campionato così ostico ed
equilibrato. Compagini come Calpazio, Agropoli,
Città de la Cava, Montecorvino Rovella Cam­
pagna e Libertas Stabia, hanno caratteristiche e
qualità nelle rose per riuscire a mettere in
difficoltà il Faiano. Ciò che importa è che la
“zona rossa” è distante ed il primo obiettivo
stagionale resta quello di disputare un dignitoso
campionato, evitando così i playout pericolosi
finali. Anzi, i buoni risultati conseguiti, permet­
teranno alla squadra di poter giocare con più
serenità e senza quella pressione tipica del “den­
tro o fuori”. La società biancoverde, nel frat­
tempo, ha messo a segno un importante colpo
di mercato per la categoria. Grazie al lavoro del
direttore sportivo Bracco, il Faiano si è assicurato
le prestazioni del centrocampista Giuseppe Don­
narumma, classe 1981. Il giocatore vanta una
lunga esperienza tra i campi della Lega Pro e
della serie D, dove ha giocato con Vico Equense
ad Angri. Nella prima parte della stagione,
Donnarumma, ha indossato proprio la maglia
della formazione napoletana iscritta al campio­
nato di Promozione, girone B. L’ingaggio del
centrocampista servirà a far compiere un ulteriore
salto di qualità al parco giocatori già agli ordini
di mister Trezza. Le condizioni per fare bene ci
sono tutte. La rincorsa alla “salvezza” continua.
La Curva Sud semi-vuota
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Brevi
Questo il titolo della prima mostra fotografica
di Leonardo Viviani, organizzata in sinergia
con l’associazione “Il Ponte per il futuro” e
la Consulta delle Associazioni di Pontecagnano.
Si è svolta Domenica 8 gennaio presso la
Parrocchia SS. Corpo di Cristo in Piazza Ri­
sorgimento. Ad omaggiare il lavoro svolto
dall’artista anche il sindaco, Ernesto Sica. Tema
centrale della mostra sono stati i magnifici
scorci del nostro territorio, angoli come le gole
di Felitto: canyons millenari, foreste ed acque
cristalline o Ravello vista dalla terrazza del
“l’infinito” a villa Cimbrione. Ma Viviani ha
immortalato nei suoi scatti anche persone e
attraverso la sua macchina fotografica ne ha
colto sentimenti e stati d’animo, di delicata
bellezza la foto che ritrae l’ultimo abitante di “Roscigno Vecchia”, la Pompei del 900.
Ad accompagnare il visitatore anche tanta flora e fauna dai colori cangianti, la forza della
natura come le cascate delle Marmore a Terni. Visto il riscontro ottenuto invitiamo
Leonardo Viviani a riproporla perché… “il fotografo è una persona speciale, capace di
guardare in profondità, dove gli altri non vedono niente”.
AUGURI ESTER CITRO
Nel gennaio scorso, la nostra giovane concittadina, Ester Citro,
si è laureata in Matematica presso l’Università di Salerno, con
110 e lode. Infiniti Auguri dalla redazione de “Il Ponte Nuovo”
e de ilpontenuovo.it!
Anno 5
n° 1 - gennaio/febbraio 2012
edito dall'Associazione culturale
"Il Ponte nuovo"
Via Veneto 14,
Pontecagnano Faiano (SA)
E-mail: [email protected]
Sito web: www.ilpontenuovo.it
Anno 5 - Numero 1
gennaio/febbraio 2011
Registrazione presso
Tribunale di Salerno n. 25/2010
Fondatore: Francesco Longo
Vicario Generale: Mario Montefusco
Direttore responsabile: Pietro Giunti
In questo numero hanno collaborato:
Roberto Brusa, Edoardo Cioffi,
Carla Cotroneo, Ettore D'Ascoli,
Vito Faenza, Federico Marra,
Alessandro Mazzaro, Angelo Mulieri,
Giovanni Nicotera, Maurizio Pezzuco,
Matteo Sonatore, Giovanna Trezza.
Grafico e Impaginatore: Roberto Brusa
Contabile: Catello Beatrice
Punti di distribuzione
Risolto il problema parcheggi a Pontecagnano: si sosta sui marciapiedi!
Il Ponte Nuovo ringrazia per il loro generoso contributo:
Oreste Bisogno, Paolo Citro, Alessandra Civilli, Rita Giannotti e Vienna Palo.
A Faiano: Edicola Taiani, piazza Garibaldi;
Pasticceria Ornella, piazza Garibaldi; Studio
Casa, piazza Garibaldi; Hair Style by Tonino,
via Montegrappa; Tabacchino Ferrara, via
Montegrappa; Associazione Tyrrhenoi, via
Pisacane; Supermercati Conad; Tabacchino
loc.Acquara; Alimentari Nenna, Baroncino;
Panetteria-Pasticceria Apicella, Via Piave.
A Sant'Antonio: Edicola Landi.
A Magazzeno e Picciola: Edicola Tabacchi
di Magazzeno, via Mar Ionio; Bar-Ristorante
San Michele, via dei Navigatori; Salumeria
piazza Villaggio Picciola; Minimarket-Tabacchi,
via Marco Polo; Bar Elia, via Magellano.
A Pontecagnano: Edicola Tabacchi, via
Lamia; Edicola Spetteguless, Via Budetti 76;
Edicola Marino, corso Umberto 34; TabacchiEdicola di M. Faggiano, corso Umberto 93;
Edicola, corso Umberto 118; Elioteknica, via
Carducci 9; Edicola-Cartoleria-Merceria, via
Italia 183; Edicola, via Pertini; Supermercato
Conad, via Moro; Bar Europa, piazza Risor­
gimento; Salone Senatore, via Veneto 20;
Cinema "Nuovo" Angelo Vassallo.
TUTTI GLI SPONSOR.
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