Anno 3 - Numero 1 - 2
GENNAIO-APRILE 2008
IN QUESTO
NUMERO:
LETTERA
CARLA ZUCCHI
pag. 2
CENTRO SOCIALE E
ASSOCIAZIONI ONLUS
pag. 4
CARLO JUSSI
pag. 6
SERATA COUNTRY
pag. 7
CONCERTO DI NATALE
pag. 8
SERATA DEL MARE
pag. 8
A ZONZO
PER BOLOGNA
pag. 9
AD ALTA VOCE
pag. 10
SABATO CON ELENA E
RAFFAELLA
pag. 11
TUTTI CUOCHI
AL TONELLI
pag. 12
NUOVO CIRCOLO
DEL BURRACO
“A. TONELLI”
pag. 14
LA PAGINA
DEL SINDACO
pag. 15 - 16
Pensieri in libertà
Sono oramai trascorsi più di sessant’anni da quel 25 aprile del ‘45 e la memoria col trascorrere del tempo tende a sbiadirsi, sia per un fatto naturale (il tempo lentamente appiattisce tutto) sia perché sono sempre meno coloro che hanno vissuto quel periodo da
dentro, da protagonisti diretti, da testimoni. Eppure dobbiamo provare a non dimenticare, a non appiattire, a combattere contro l’erosione dei ricordi e della storia: dobbiamo
assolutamente mantenere vivi i valori non solo del periodo della resistenza, ma anche e
specialmente quelli del periodo che seguì la fine della seconda guerra mondiale.
Non va nascosto che poco dopo la fine della guerra sono accaduti fatti incresciosi, talvolta efferati, dovuti spesso ai rancori che per decenni avevano macerato le viscere di
tanti, ma per la maggior parte attribuibili a gruppi di sbandati e delinquenti.
Di quel periodo ciò che invece deve essere messo con grande vigore in evidenza è l’impegno profuso da tutte le forze politiche, che pur mantenendo la propria specificità riuscirono ad andare oltre l’interesse di parte nell’ottica della ricostruzione nazionale e
della formalizzazione di una Costituzione ispirata a principi di vera libertà, uguaglianza
e democrazia.
Purtroppo i padri fondatori della Repubblica furono degli “ingenui”, non avevano tenuto conto (presi dallo slancio della
ricostruzione loro erano riusciti
ad andare oltre i personalismi e
gli egoismi nell’interesse comune) che l’uomo ha una natura tendenzialmente “egoistica”, un slancio innato a curare il proprio interesse, a guardare principalmente
al proprio tornaconto. Ed così che
lentamente molti dei fondamentali
principi costituzionali sono stati
completamente accantonati, e persino apertamente disillusi.
Corruzione, spreco di denaro pubblico, mala amministrazione, sanità spesso inefficiente, scuola
trasformata in parcheggio lunga
sosta per i nostri giovani, e mi
fermo qui per non rattristarci troppo, non sono certo situazioni che
stanno alla base di una nazione
che proclama di avere come principi fondanti la libertà e l’uguaglianza: viene da chiedersi di chi
e fra chi.
(Continua a pagina 2)
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Gennaio - Aprile 2008
Ma non basta: anche la democrazia è oramai violentata. I padri fondatori avevamo pensato ad una democrazia
popolare basata sul voto di donne e uomini che avrebbero potuto scegliere non solo il partito politico che più li
poteva rappresentare, ma anche e specialmente il candidato all’interno di una rosa di persone che si erano rese
disponibili. Oggi non esistono più partiti politici che si richiamano a veri ideali: oggi esistono delle aziende, anzi
dei gruppi di aziende, che si coalizzano non per quello in cui credono ma per quello che vogliono ottenere. Non
esiste più un credo politico, ma un interesse politico; non esiste più un pathos politico, ma un mercato della politica; non si cerca di convincere un cittadino a votare per, ma a votare contro. La politica del contro non è la politica
che mi piace, non è la politica del bene comune. Le holding politiche non faranno mai il bene comune, ma il bene
privato: di una singola persona o di un gruppo di potere economico su cui si appoggiano. Le holding della politica
hanno ucciso la politica, hanno ucciso la partecipazione, hanno trasformato i cittadini in “burattini”. Il 13 aprile si
vota, è un diritto, ma cosa voteremo: “poco o nulla”. E’ vero avremo la possibilità di scegliere fra alcuni raggruppamenti, chi spostato un po’ in qua chi dall’altra parte, ognuno con un interesse di parte dichiarato, qualcuno più
aggressivo di altri, qualcuno in uno stato di subordinazione rispetto ad altri, e poi…. poi null’altro. Chi ci rappresenterà, chi sarà il nostro “braccio” nel parlamento? Sarà il numero 1, poi il numero 2, poi il numero 3, e così via,
di una lista preparata a tavolino, fra mille compromessi e mille necessità ed interessi.
Allora come possiamo sperare che venga qualcosa di nuovo, che cambi lo stile, che cambi la vita politica e sociale?
Tutto cambia se si sradica il vecchio e si semina il nuovo. Il nuovo sono i nostri giovani, i nostri ragazzi, i nostri
bambini. Sono loro che avranno il futuro in mano. Io penso che la società civile, le associazioni di volontariato, i
liberi cittadini debbano assumere verso questo patrimonio della nazione un impegno profondo ed importante: è
necessario che le persone di buona volontà scendano in campo, con lo stesso spirito di sessant’anni fa, affiancando le stanche e corrotte istituzioni con iniziative che possano far risvegliare una reale coscienza civica e politica,
per far comprendere cosa significa vera libertà, vera uguaglianza e vera democrazia.
Mi auguro con tutto il cuore che nei prossimi mesi dal nostro centro sociale possano partire concrete proposte in
questa direzione. Questo è un invito ai tutti i soci che credono veramente in questi valori a farsi avanti: le porte
del Centro Sociale Annalena Tonelli sono spalancate.
Piero Scaramagli
PERCHE’ RIFLETTERE ... – LETTERA APERTA DI CARLA ZUCCHI
Ebbene in questo momento ho proprio voglia di fare alcune riflessioni a voce alta, chissà se trovo degli
interlocutori?
Scrivo queste righe dopo due anni di esperienze positive, faticose, ma, per me, molto importanti, vissute nella
consapevolezza di mettersi a disposizione, pur non con poche difficoltà, per contribuire a realizzare un obiettivo
politico, perseguito da tempo, che era quello di poter dare vita ad un Centro Sociale e Culturale in una zona un
po’particolare del nostro territorio comunale.
Questa mia esigenza è scaturita da quando abito a La Mura San Carlo, peraltro condivisa da tanti vicini di casa o
conoscenti della zona.
Finalmente il Centro ha preso vita e non con poche difficoltà. Io sono entrata a far parte della organizzazione di
questo Centro un po’ dalla porta di servizio e mai più pensavo di essere tra coloro che avrebbero dato il via a
questa struttura e alle sue attività, perché non avevo esperienza per intraprendere una strada così difficile.
Confrontandomi con chi aveva le idee più chiare delle mie, sfruttando anche le esperienze di chi aveva già
organizzato altri Centri Sociali e Culturali mi sono lasciata coinvolgere e, nonostante i sacrifici, oro ne sono
contenta.
Tutto ciò non è stato facile perché all’inizio sembrava una cosuccia ma alla fine si è rivelato molto impegnativo e
complicato: non è cosa da poco, vivere dal di dentro del Comitato di gestione l’impegno giornaliero del Centro
Tonelli.
Occorre tempo, voglia di fare, pensare, inventare, alle volte rinunciare, per fini comuni, ai propri piaceri, mettersi
a disposizione ed in discussione, tutto ciò per fare funzionare un “Ente Pubblico” a beneficio di tutti.
II Centro non poteva essere una scatola vuota o piena solo di idee, aveva bisogno anche di essere autonomo così
abbiamo iniziato a fare esperienze di ogni genere che non sono terminate, anzi, ogni giorno se ne fanno delle
nuove.
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Vorrei dire a beneficio di tutti ma non lo è o per lo meno non sembra sia percepito in modo tale, e mentre da un
lato mi farebbe piacere essere un interlocutore positivo per tutti o perlomeno per tanti dall’altro non riesco ad
avere delle risposte per cui non riesco ad interpretare se le mie proposte e il mio contributo sono graditi ed
accettati.
Vivere ed operare in democrazia vuol dire fare delle scelte, alle volte a favore dell’uno o dell’altro, altrimenti
dove sta la pluralità e la democrazia? Questo comporta l’impossibilità di accontentare tutti allo stesso tempo,
perchè le nostre differenze ci portano ad esigenze e aspettative diverse, ma sta proprio qui il bello, le nostre
diversità possono costruire cose splendide, se ognuno di noi impara a mettere da parte qualcosa per un fine ben
più grande.
L’auspicio sarebbe che più i soci e frequentatori partecipano alla vita attiva del Centro e ne diventino protagonisti.
Forse è una illusione ma, lasciatemelo dire, da parte mia è una speranza.
Dietro l’organizzazione, anche di una piccola cosa, vengono messe in moto tante persone e tanto, tanto, tanto
tempo.
La responsabilità di ognuno deve portare a far sì che ognuno si renda conto che anche un piccolo aiuto
occasionale è gradito ed apprezzato e sinceramente è un grande gesto di solidarietà.
Per realizzare tante belle iniziative o anche solo per tenere aperto il Centro, o il Bar, o la cucina, occorrono tante,
tante braccia e menti.
Credo inoltre e lo voglio sottolineare che i principi che ci accomunano per raggiungere determinati obiettivi,
qualsiasi sia il nostro ruolo o grado di responsabilità, siano gli stessi principi che ci hanno insegnato coloro che
hanno portato l’Italia ad essere una Repubblica Democratica.
Vorrei dare a questa mia riflessione ancora un senso positivo nel valutare che, quando siamo partiti per
organizzare il Centro eravamo in un modesto gruppetto, ora, se ci guardiamo attorno, siamo un bel po’ cresciuti.
Aggiungo al Centro ho conosciuto tanta “bella” gente che lavora tanto, a titolo gratuito, e non chiede nulla in
cambio.
Perché non sono mai contenta, qualcuno potrebbe pensare?
Noi del Centro Tonelli siamo abbastanza ambiziosi e riempiamo ogni anno i nostri opuscoli con progetti e
iniziative di ogni genere che non solo scriviamo ma che realizziamo, quasi sempre ci riusciamo al meglio ma,
siccome la mole di lavoro è molto grande e sono ancora troppo pochi coloro che si impegnano alle volte ce la
vediamo proprio brutta.
Quando i giochi sono cominciati bisogna portarli a termine ed è a questo punto che occorre preventivamente la
tassativa disponibilità di tanti, altrimenti può sorgere il problema che qualcuno deve forzatamente mettere a
disposizione il proprio tempo libero anche quando non potrebbe.
E’ altrettanto vero che, quando una persona ha scelto di dare volontariamente, anche un minuto del proprio tempo,
a titolo gratuito, è, di per sé, una ottima cosa, ma, è altrettanto vero che l’Ente Centro ha un bilancio da fare
quadrare, con programmi da rispettare, delle entrate e delle uscite e perciò tutto va pensato e gestito. Il Centro
Sociale Culturale Tonelli è una struttura pubblica.
Nel riflettere a voce alta debbo amaramente constatare che, noi cittadini, abbiamo spesso la parola facile per
criticare, è di moda, facciamo un po’ più fatica a metterci a disposizione per fare.
Io sostengo inoltre che il Centro è di tutti i soci ed ognuno dovrebbe preoccuparsi di mantenersi informato, farsi
carico delle esigenze, dove è possibile e se condivise propagandarle e fare in modo che il Centro abbia vita lunga.
E’ un bene di tutti e tutti possono contribuire al suo andamento.
Si possono organizzare più assemblee, si possono creare mille possibilità democratiche di confronto per fare in
modo che tutti possano dire le proprie opinioni.
Oggi giorno è consuetudine sparare a zero senza essere informati, senza interpellare gli interlocutori giusti, senza
dare l’opportunità di verifica, insomma l’informazione corretta è sempre produttiva e porta a crescere in
democrazia.
Vorrei aggiungere una ultima considerazione, siccome in questi giorni stiamo per programmare le iniziative per
l’estate, ed io, sono fermamente convinta che in questo periodo dell’anno il Centro deve e può offrire tante
opportunità, chi ha idee, voglia di fare, di dire, di proporre, si faccia avanti, assieme vedremo di mettere in
pentola qualcosa di buono.
Ora vorrei concludere dicendo che il Centro deve essere composto da una grande equipe democratica e solidale
che mette il suo tempo gratuitamente a disposizione di tutti e per tutti.
C arla Zucchi
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Gennaio - Aprile 2008
LO SPIRITO DEL CENTRO
In questo inizio di 2008 abbiamo portato avanti alcune iniziative in collaborazione con altre Associazioni di
volontariato che operano sia sul nostro territorio sia in Africa.
Ci piace ricordarle in queste pagine con alcune brevi note, invitando chi fosse interessato a visitare i relativi
siti Internet e/o a contattarle per ulteriori e più specifiche informazioni
ASSOCIAZIONE CE.N.TR.O. 21
via Speranza, 43 - 40068 - San Lazzaro di Savena
tel/fax : 051-6271606 - e-mail : [email protected] - sito : www.centro21.org
Le finalità dell'Associazione sono rivolte all'integrazione e allo sviluppo delle autonomie della persona
DOWN. Per questo vengono promosse iniziative per il tempo libero quali la Corale, il giornalino informativo "CE.N.TR.O. 21 NOTIZIE", gite, uscite settimanali, convegni scientifici sulle problematiche della sindrome di Down e dell'handicap in generale, corsi aperti a tutti gli associati.
Queste attività coinvolgono anche persone della Terza Età e giovani normodotati per promuovere un vero
inserimento nella società. L'Associazione si adopera anche a livello lavorativo, monitorando il territorio per
una ricerca di possibilità di impiego o di borse-lavoro (con finalità assuntive e/o di orientamento) collaborando con le A.U.S.L. competenti e dando la disponibilità di un affiancamento per i giovani borsisti.
L'obiettivo particolare dell'Associazione, come recita l'articolo 4 dello Statuto, è la realizzazione sul territorio nazionale di un centro (multifunzionale e aperto alla cittadinanza) dove, creando una serie di attività che
rendano possibile la realizzazione di un ponte (come rappresentato nel nostro simbolo) di fratellanza tra i
giovani, l'handicap e la Terza Età, si possa rispondere anche al tanto problematico "DOPO-GENITORI" della persona Down e all'isolamento della Terza Età, offrendo in caso di necessità un appoggio di tipo residenziale o semiresidenziale.
ASSOCIAZIONE KARIBUNI
via don Minzoni, 6 - 40068 - San Lazzaro di Savena
tel/fax : 051-6252141 - e-mail : [email protected] - sito : www.karibuni.bo.it
Karibuni è un’associazione no-profit che da diversi anni si occupa di alcuni orfanotrofi in Tanzania.
Nel 1989 un gruppo di persone si recò in visita in Tanzania e venne in contatto con la realtà dell’orfanotrofio
di Mgolole, retto da suore cattoliche e bisognoso di tutto. Nacque così l’idea di iniziare una forma di aiuto
che non si esaurisse in un gesto dettato dall’emotività di un momento, ma che perdurasse nel tempo. Iniziò
così, con un passaparola che dura tuttora, una catena di solidarietà e di amicizia. In seguito il numero degli
orfanotrofi seguiti è aumentato e adesso sono 5.
Successivamente questo gruppo di persone si costituì in associazione e nacque Karibuni.
“Karibuni” è una parola in lingua swahili che significa “Benvenuti” ed è la parola che più spesso si sentono
ripetere i visitatori negli orfanotrofi.
(Continua a pagina 5)
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LO SPIRITO DEL CENTRO
ASSOCIAZIONE PROGETTO JACARANDA
via del Borgo, 27 - 40126 - Bologna
tel : 340-0579525 - e-mail : [email protected]
Con l’Associazione Jacaranda avevamo già collaborato la scorsa estate 2007 con una serata di beneficenza
“TAM TAM de Moçambigue” per informare sull’attività che questa associazione svolge.
Con il nostro contributo, unito a quelli di altre Associazioni volontarie, hanno portato a compimento un progetto in Monzambico nel 2007. Qui di seguito riportiamo una breve loro relazione sull’operato.
Carissimi amici,
Grazie al vostro prezioso contributo abbiamo portato al termine il progetto del mulino a Namuno.
Abbiamo ristrutturato lo stabile che ci è stato concesso dalla Missione che necessitava di opere murarie importanti per la messa in posa del mulino. Abbiamo proceduto all’acquisto del gruppo motore alimentato a
gasolio e del gruppo per la macinazione che avevamo già contrattato l’anno precedente. Il trasporto delle
macchine non è stato semplice; da Pemba, dove abbiamo provveduto all’acquisto, a Namuno ci sono 220 km
di strada asfaltata e 70 km di pista che, a tratti, è veramente terribile. Il posizionamento e la messa in opera
ha richiesto una settimana abbondante di intenso lavoro. L’inaugurazione del mulino è avvenuta con una cerimonia ufficiale alla quale sono intervenuti il Capo Villaggio, che ha ringraziato l’Associazione per questa
importantissima opera sottolineando quanto aiuterà a migliorare la vita di tutti i villaggi vicini, e del Parroco
che ha benedetto l’opera. Erano presenti molti abitanti del villaggio ognuno con il suo sacchettino di miglio
perchè quel giorno avremmo macinato il miglio gratuitamente per tutti. Abbiamo pianificato tutte le questioni inerenti alla gestione. E’ stato fatto un contratto con due persone che lavoreranno al mulino e che saranno
regolarmente stipendiati. Abbiamo stabilito un costo che possiamo definire sociale per le famiglie clienti del
mulino che spenderanno 1 Meticais ( meno di 3 centesimi di Euro) per macinare un chilo di miglio. Accetteremo anche, per le famiglie che non hanno il Meticais, il pagamento con mezzo chilo di miglio per ogni chilo da macinare. Tutto il denaro incassato contribuirà alle spese di gestione ( come il gasolio e gli stipendi );
quando gli incassi non basteranno a coprire le spese interverremo con i fondi dell’Associazione.
Considerando poi che nei mesi che vanno da Dicembre a Febbraio non c’è miglio disponibile ( se non a
prezzi esorbitanti da chi lo ha stivato ) e conseguentemente il problema della fame raggiunge il suo apice,
abbiamo provveduto all’acquisto di 600 chili di miglio che verrà macinato in questo periodo per poter mettere a disposizione farina a prezzi sociali. Il controllo in loco viene effettuato dalle Missionarie che ci relazioneranno costantemente sul lavoro del mulino.
Dal punto di vista medico, abbiamo organizzato un ambulatorio dove Anna ha visitato decine di persone e
distribuito moltissime medicine che avevamo spedito dall’Italia in un pacco pieno anche dei vestiti che ci
avete donato e una ventina di palloni che serviranno per il centro sportivo che stiamo allestendo nel villaggio. ( Vi racconteremo poi dell’odissea che abbiamo vissuto nel transito in Tanzania per lo sdoganamento
del pacco che ha richiesto un giorno intero di pratiche e di processione in un dedalo infinito di uffici ). Per
poter essere visitate tante persone arrivavano anche da villaggi lontani dopo aver camminato tutta la notte.
La casistica medica è infinita! Dai gravi casi di malaria infantile alle tante infezioni cutanee prodotte dalla
polvere e dalle acque infette degli acquitrini. Herpes Zoster gravi trascurati da mesi, preludio o a volte già
manifestazione evidente dell’HIV, tubercolosi gravi, scabbie ribelli, diarree debilitanti, polmoniti, forme asmatiche gravi anche infantili, forme di malnutrizioni e patologie oculari ecc.ecc.. Per poter coprire la grande richiesta di medicinali, Jacaranda ha siglato un accordo con la Farmacia statale che si trova a sette chilometri dalla Missione. L’accordo prevede la copertura dei costi per la somministrazione dei medicinali che
sarà sostenuto dall’Associazione, per tutti quei pazienti visitati che non dispongono del denaro necessario.
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UNA PAGINA DI STORIA
CARLO JUSSI
MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE ALLA MEMORIA
La Brigata Garibaldi 7a GAP “Gianni” (GAP = Gruppi
d’Azione Patriottica) è la famosa brigata “gappista”
nata a Bologna (i primi gruppi cominciarono ad operare già nel novembre-dicembre 1943), poi estesasi nelle
zone limitrofe con la creazione di “distaccamenti”
territoriali (ma non a San Lazzaro) relativamente autonomi. Prende il nome dal gappista Massimo Meliconi
(“Gianni”), medaglia d’oro, caduto in combattimento
in via Oberdan a Bologna il 15 luglio 1944. Tre sono i
partigiani sanlazzaresi inquadrati nella 7a GAP, tutti e
tre caduti in combattimento o fucilati, fra cui Carlo
Jussi, medaglia d’oro. Attraverso quali contatti e in
quale momento Jussi, Galeotti e Zucchi siano diventati gappisti non lo sappiamo. Le regole severe della
clandestinità che caratterizzavano soprattutto questa
brigata, costituita da piccole cellule che non comunicavano fra loro, la mancanza di testimonianze dirette e
il troppo tempo trascorso, rendono assai difficile recuperare informazioni dettagliate al di là di quel poco
che ci è stato tramandato.
Carlo Jussi nacque da Francesco e da Giulia Parmeggiani il 5 settembre 1924 a Milano. Residente a San
Lazzaro di Savena, era iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Bologna; alla morte del
padre, pur senza abbandonare gli studi, si era dedicato
ad aiutare il fratello nella conduzione di un’importante
proprietà agricola della famiglia. Dopo l’8 settembre
1943 il giovane entrò subito nella Resistenza bolognese, militando nella 7a GAP. Catturato a seguito di un’azione partigiana compiuta a Bologna, nei pressi di
via Solferino, venne fucilato dai nazifascisti in piazza
Nettuno il 5 luglio 1944, dopo due settimane di interrogatori e torture. Con lui furono fucilati i bolognesi
Armando Ghedini, Giuseppe Stanzani, Azzo Tomasi e
Silvio Torri, i modenesi Pietro Maletti e Francesco
Giorgi, il reggiano Ivo Pruni e Svenko Versic, residente a Marrani (FI). Notizia della fucilazione venne
data da “Il Resto del Carlino” del 16 luglio 1944 in
una nota dal titolo “Energica azione contro i terroristi.
Altri nove fuorilegge fucilati per ordine del Comando
germanico”. Gli è stata conferita la medaglia d’oro al
valor militare con la seguente motivazione: “Studente
universitario abbandonava gli studi per arruolarsi volontario in una formazione partigiana e con essa partecipava ad imprese tanto audaci da sbigottire l’avversario. In compagnia di tre giovani Gappisti attaccava
audacemente un gruppo di
militari nazifascisti e dopo
un’impari lotta cadeva ferito. Incitati i compagni ad
allontanarsi li proteggeva
col fuoco del suo mitra
fino all’esaurimento delle
munizioni. Catturato dagli
avversari, dopo quindici
giorni di martirii e di strazi
che non valsero ad estorcergli alcuna rivelazione e fieramente resistendo alla
lusinga di aver salva la vita, veniva fucilato. Magnifico esempio di coraggio e di generosa abnegazione.
Bologna 5 luglio 1944.
L’episodio che causò la cattura e poi la morte di Carlo
Jussi è raccontato da Renato Romagnoli (“Italiano”)
nel suo libro autobiografico “Gappista”: “Dopo indagini e accertamenti, viene deciso di giustiziare una
pericolosa spia fascista. I gappisti, incaricati dell’esecuzione, giustiziarono la spia, ma per una di quelle
imponderabilità che fanno saltare ogni previsione furono quasi contemporaneamente attaccati da una pattuglia repubblichina dotata di armi automatiche; un
gappista rimase gravemente ferito, gli altri suoi compagni risposero al fuoco dei fascisti con le loro pistole
e tentarono di trascinare via il compagno colpito, ma il
gappista li incitò a sganciarsi, li avrebbe protetti lui
continuando a sparare, inutile rischiare altre perdite.
Con estrema riluttanza i gappisti lo lasciarono al riparo dietro una colonna e si eclissarono indenni grazie al
fuoco di interdizione, fino al limite delle forze e dei
proiettili, che il gappista moribondo scatenò sui briganti neri impedendogli l’inseguimento. Rientrati alla
base i superstiti diedero la grave notizia: la base venne
immediatamente sgomberata, uomini e cose.
Il gappista svenne e fu catturato; lo torturarono - era
regola nei confronti dei partigiani prigionieri - ma egli
non disse una parola. Pochi giorni dopo lo fucilarono.
La base non venne scoperta e rimase utilizzabile fino
alla Liberazione. Il valoroso caduto era uno studente
universitario che aveva abbracciato la causa della classe operaia, davanti al dolore e alla morte non tremò. Si
chiamava Carlo Jussi, medaglia d’oro alla memoria.”
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INIZIATIVE 2007 - 2008
SERATA COUNTRY
Un pezzo di Far West è stato rivisitato al nostro centro: sabato 20 ottobre 2007 nella sala polivalente abbiamo mangiato stufato e fagioli e ascoltato musiche caratteristiche popolari americane.
Il complesso country BONONIA GRASS è stato il protagonista strumentale che con brani del Bluegrass,
musica caratterizzata da assoli di mandolino e banjo, ha tenuto in allegria gli avventori, ricreando quella atmosfera gioiosa dei pionieri americani.
Complesso molto apprezzato ed applaudito per la loro bravura e lo spirito dei componenti.
La serata era cominciata con un pranzo a tema a base di minestra di fagioli, e stufato con fagioli e salsiccia
realizzato dai nostri bravi cuochi, accompagnato da un buon bicchiere di birra; il tutto in una atmosfera soft:
tavoli apparecchiati con tovaglie rustiche su cui spiccavano piccole candele che rendevano l’ambiente molto
accogliente.
Alle 23.30 la band gettava la spugna nonostante il pubblico fosse ancora attratto dal sound ma anche loro sono esseri umani e per quel genere musicale lo spreco di energie si fa sentire molto, quindi tutti a casa a sognare verdi praterie.
Bella serata divertente e allegra.
Enzo Biondi
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Gennaio - Aprile 2008
INIZIATIVE 2007 - 2008
UN FESTOSO CONCERTO NATALIZIO
Venerdì 21 dicembre il coro gospel “On the chariot” è venuto a portare i suoi auguri di Natale e ad allietarci
con la sua spiritualità gioiosa e vitale.
Pezzi meno noti, come “Good news” e brani famosi, quali “When the saints go matching in” si sono susseguiti in un crescendo sempre più vibrante, fino al momento in cui “Oh happy day” ci ha lasciati col fiato sospeso e la pelle d’oca. Veramente bravi.
Susanna Bottoni
SERATA DEL MARE
Nell’ambito dei venerdì culturali, si è svolta il 19 ottobre 2007 la serata dedicata al mare, argomento sviluppato da due esperti sub che ci hanno fatto conoscere e vedere ambienti marini.
Gli esperti erano il dott. Massimo Ponti, laureato in scienze ambientali che attualmente lavora come specialista presso il laboratorio di Ecologia Sperimentale del Polo Scientifico Didattico di Ravenna e il Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali dell’Università di Bologna, e Raffaele Andreotti, istruttore della FIAS (Federazione Italiana Attività Subaquee) e specialista di Fotosub, Biologia, Salvamento, ARO,Notturne, Relitti, Immersioni sotto i ghiacci.
L’interesse è stato notevole, Raffaele ha portato una mostra fotografica di vite sottomarine, 24 foto stupende
che hanno suscitato apprezzamenti sia per la qualità della fotografia sia per le creature colte dal suo obiettivo
a una profondità variabile dai 20 ai 40 metri, con colori e striature incredibilmente belli: le sue foto sono state più volte premiate in concorsi importanti. Inoltre ha spiegato la tecnica necessaria e le difficoltà che si incontrano per realizzarle.
Il dott. Massimo invece ci ha parlato del suo lavoro di ricercatore e delle problematiche relative all’ambiente
marino, ha illustrato con stupende proiezioni le vite sottomarine e i fondali di varie zone sia del Mediterraneo
che di altri mari.
La serata è volata in fretta e i partecipanti sono tornati a casa sognando immersioni nelle profondità marine.
Speriamo di poter ripetere un’incontro per ampliare queste conoscenze, per ora vogliamo ribadire un ringraziamento particolare al dott. Massimo Ponti e a Raffaele Andreotti per la loro gentile disponibilità e per averci regalato una bella serata di mare.
Enzo Biondi
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INIZIATIVE 2007 - 2008
A ZONZO PER BOLOGNA
Con la visita agli affreschi della cappella Bentivoglio, in San Giacomo Maggiore, e all’Oratorio di Santa Cecilia ( un gioiello non a tutti
noto del Quattrocento bolognese), si è concluso il 16 dicembre il ciclo dedicato alla storia.
Quest’anno, per la prima volta, le conferenze
del venerdì sera sono state completate da escursioni guidate in alcuni luoghi significativi
della città, e il risultato dell’esperimento è stato soddisfacente. Un pubblico curioso ed attento ha seguito Luisa Mazzeo alla ricerca
delle tracce della Bononia romana, “la città
che non si vede”, Paola Foschi alla riscoperta
delle torri medievali, e Carlo degli Esposti tra
le molte vicissitudini della Basilica di Santo
Stefano e della signoria bentivolesca.
I relatori hanno avuto la grande e per
niente scontata capacità di esporre
contenuti anche complessi in modo
rigoroso, ma comprensibile anche a
non addetti ai lavori, e in questo modo si è realizzato l’intento che ci si
era proposti: sollecitare l’interesse a
migliorare la conoscenza della città di
Bologna.
Forse ci siamo riusciti, quindi… continueremo il prossimo anno i nostri
fruttuosi vagabondaggi!
Susanna Bottoni
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Gennaio - Aprile 2008
INIZIATIVE 2007 - 2008
LETTURE “AD ALTA VOCE”
“Ad alta voce” è la maratona di lettura, giunta alla sua settima edizione, che ogni ottobre porta poeti, scrittori e attori a leggere in pubblico in luoghi insoliti di Bologna, Venezia e Cesena. In stazione e in cantiere,
nelle calli e in vaporetto, sotto i portici, in autostazione, nei musei e negli ospedali , nelle case di riposo e
nelle ex aree industriali, nelle scuole, nelle piazze, i libri vengono condivisi “Ad alta voce”, portando ovunque il piacere della lettura.
“Ad alta voce” è organizzata da Coop Adriatica per promuovere “Ausilio per la cultura”, l’attività di consegna gratuita a domicilio di libri e materiali multimediali per persone anziane e disabili. Grazie all’attività
di prestito effettuata da una cinquantina di volontari e soci Coop, in collaborazione con le biblioteche pubbliche e con i Centri del Libro Parlato, vengono distribuiti ogni anno migliaia di libri tra Venezia, Bologna e
Cesena a strutture di accoglienza, case di riposo, a centinaia di residenti anziani non autosufficienti, disabili, ipovedenti e non vedenti.
Persone che così possono coltivare il piacere della lettura insieme al contatto umano con i volontari che effettuano il servizio. Un gesto amico che spezza la solitudine.
Sabato 13 ottobre 2007 il Centro
“Annalena Tonelli” ha partecipato alla manifestazione ospitando gli scrittori Eros
Drusiani, Giampiero Rigosi, Valerio Varesi e Pierdamiano Ori.
La scelta della nostra realtà, probabilmente
perché decentrata e quindi in linea con la
filosofia di privilegiare luoghi inconsueti e
meno prevedibili dal punto di vista
“letterario” di quanto avrebbe potuto essere, ad esempio, la Mediateca, è stata per
noi motivo di orgoglio e di grande soddisfazione.
Questo ci ha permesso di essere partecipi
di un’iniziativa di alto valore sociale e culturale, che consente di mantenere il contatto con i libri a persone che non hanno la
possibilità di accedere alle biblioteche del territorio.
La lettura è sempre un’avventura nuova, che permette di sognare, di vivere altri mondi, altre vite, di crescere,
anche di evadere, a volte, da una realtà non sempre benigna, più spesso avara e faticosa.
Non è mai troppo tardi per imparare a gustare il piacere della lettura, ma una volta acquisito esso può diventare un modo per rendere migliore la propria vita.
Abbiamo vissuto questa giornata anche un po’ come premio per noi del Comitato di Gestione, per l’impegno
che abbiamo speso, fin dall’apertura del Centro, nelle attività culturali, credendoci seriamente e considerandolo un aspetto ineludibile delle nostre attività.
Infine, e soprattutto, è stato bellissimo ascoltare qualcuno che, con piacere, ha letto per noi: un momento di
ascolto “sociale”, da gustare in compagnia, che cerchiamo di ripetere nel “the letterario” del sabato pomeriggio. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno partecipato a questa iniziativa.
Susanna Bottoni
Gennaio - Aprile 2008
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INIZIATIVE 2007 - 2008
CON ELENA E RAFFAELLA ALLA SCOPERTA
DI ANTICHE FESTE E RITUALI
La vita dispone i suoi fili in modi e tempi che a volte sono una sorpresa, un Dono.
Raffaella ed io ci siamo conosciute lavorando insieme in quella fucina di idee di esperienze che era l’asilo
nido nei primi anni 70 e, mentre l’amicizia continuava, il lavoro ci ha portato su strade diverse: per lei in ufficio, per me dopo il nido la scuola dell’infanzia.
Ora…….eccoci qui di nuovo insieme a proporre in questo laboratorio le convinzioni, le scoperte le conoscenze che in questi anni abbiamo condiviso nel nostro tempo di crescita personale ed extralavoro. Una proposta rivolta a bambine e bambini dai 7 ai 10 anni perché loro sono i Germogli Verdi del nostro futuro, il domani di questo Pianeta e la nostra Fede nella Vita!
In un tempo in cui l’unico rito veramente condiviso è lo shopping, noi rispolveriamo Riti e Feste che hanno
radici in un tempo lontano, che odorano di Terra, di Piante e di Animali.
Feste che hanno il ritmo della Danza, i colori dell’Allegria e del Gioco, dove c’è un piccolo spazio, ma proprio piccolo, per la Storia e le Tradizioni e uno per il Ringraziamento e l’Amicizia.
La risposta dei bambini e dei loro genitori è stata piena di entusiasmo, un viatico che ci incoraggia a proseguire su questo sentiero.
Elena C. & Raffaella B.
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Gennaio - Aprile 2008
INIZIATIVE 2007 - 2008
AL CENTRO TONELLI
TUTTI CUOCHI GRANDI E PICCOLI
Il sabato mattina cucinano i
ragazzi del “Sabato da Leoni”
Il tema di quest’anno
“MANGIAMONDO” ha visto all’opera i ragazzi del
“sabato mattina” che hanno
scoperto come esplorare il
mondo attraverso il cibo e la
magia ad esso legata con fiabe, giochi e tanta cucina.
Eccoli qui in una foto pronti
per cucinare.
Dalla frutta al latte, dal riso al
grano e alle uovo tante ricette!!!!
E alla fine “NOI INGREDIENTI”: ogni bambino si è identificato
segretamente con un ingrediente e sta agli altri scoprire quale e
perché.
Raul - cioccolato: perché sono dolce; Giulia - latte: perché sono
dolce ed è buono con la nutella; Serion - farina: perché sono fragile e morbido; Sabit - zucchero: perché si può usare in quasi tutti i
cibi; Stela - limone: perché sono aspra come il limone; Matteo cavolo: perché sono intelligente; Anna - carciofo: il cuore è tollerante e morbido ma l’esterno è duro e spinoso; Malika - sale: perché mi piace; Ambra - farina: perché è soffice come i miei capelli;
Arianna - peperoncino: perché sono piccante; Nadia - zucchero:
perché sono molto dolce con tutti; Elena - caffè: per molti sarei
meglio un po’ più dolce……e se vuoi sapere come li vedono gli
altri viene a leggere il cartellone al Centro.
Sabato 19 Aprile 2008 piccolo rinfresco per i genitori e i volontari
del Centro che li hanno accompagnati in questo cammino da ottobre ad oggi, naturalmente rigorosamente preparato dai piccoli cuochi.
Gennaio - Aprile 2008
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INIZIATIVE 2007 - 2008
Sabato 17 novembre 2007 abbiamo colto i ragazzi a cucinare una deliziosa torta di mele, mentre i nostri cuochi preparavano una grande cena per la sera.
Beh! Dante l’abbiamo colto mentre intratteneva alcune sue brave aiutanti.
Elisa Nanni
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Gennaio - Aprile 2008
NOTIZIE DAL CENTRO
12 Marzo 2008
è nato il Circolo del BURRACO “ANNALENA TONELLI”
La serata di mercoledì 12 marzo è stata un’altra serata importante per il nostro Centro: infatti ha visto nascere il Circolo del Burraco (non affiliato alla Federazione) che vuole essere non solamente un luogo dove si
gioca a Burraco, ma anche e specialmente un punto di riferimento dove persone che hanno in comune la passione per questo gioco si incontrano una volta alla settimana, il Mercoledì, organizzando cose insieme, venendo informati delle novità del gioco, facendo chiacchiere e scambiandosi opinioni sulle tattiche del Burraco.
E’ prevista almeno una festa annuale dei soci e altre proposte che potranno nascere dalla fantasia dei partecipanti.
Nel locale dove è nato il Circolo, il Socio troverà i tavoli già allestiti; autonomamente potrà entrare e dopo
aver compilato il Registro delle Presenze giocare dalle 21 alle 24.
E’ un luogo per passare una piacevole serata, che diventerà sicuramente anche un punto d’incontro per nuove
conoscenze e nuove esperienze.
Inoltre il Circolo è nato allo scopo di poter far fare esperienza a chi ne ha bisogno giocando in tutta serenità e
non come in un torneo, sotto pressione, con la paura di sbagliare; comunque anche per i più esperti il Circolo
rappresenterà una sorta di palestra di allenamento facendo due chiacchiere fra amici.
Credo che sia una buona iniziativa e che potrà avere degli interessanti sbocchi; per ora faccio i migliori Auguri di un buon divertimento a tutti i Soci.
Enzo Biondi
Gennaio - Aprile 2008
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LA PAGINA DEL SINDACO
Approvato dal Consiglio l’ampliamento della parrocchia a Mura San Carlo
Diversi anni fa la Parrocchia di San Lorenzo a Mura San Carlo presentò al Comune di San Lazzaro un’istanza di
ampliamento, accolta, infine, a seguito di un’istruttoria che ha avuto le sue tappe conclusive all’inizio dello scorso
mese di ottobre, dapprima nella seduta congiunta delle Commissioni Prima e Terza il 1° ottobre, quindi in Consiglio il 9 ottobre.
Colgo l’occasione per illustrare ai lettori di “Casa Annalena” la posizione dell’Amministrazione comunale.
La nostra impostazione metodologica è imparziale e, proprio per questo, scevra da pregiudizi, cioè ben orientata
al riconoscimento di diritti contemplati dalla legge.
Nella circostanza è centrale l’articolo 7 della Costituzione: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”, come peraltro hanno evidenziato le risultanze del parere legale chiesto dal
Comune ad un esperto di diritto.
L’area in questione è “destinata ad attrezzature religiose dalla vigente normativa urbanistica” dalla metà degli anni Ottanta.
La norma, che puntualmente regola la questione, si riferisce alla legge nazionale 121 del 25 marzo 1985, il cui art.
5, comma 3, la quale prevede che l’autorità civile tenga conto delle esigenze religiose dei cittadini per quanto
concerne la costruzione di nuovi edifici di culto cattolico e delle relative opere parrocchiali.
Vi è poi la normativa urbanistica ed edilizia di riferimento, il decreto ministeriale del 2 aprile 1968, n. 1444, che
prescrive che l’Amministrazione comunale, in sede di pianificazione, procuri adeguate dotazioni di spazi da riservare alle attrezzature religiose.
Quindi l’articolo 9 della legge del 28 gennaio 1977, n. 10, confermata dall’art. 17 del D.p.r. del 6 giugno 2001 e
dall’art. 30 della legge regionale del 25 novembre 2002, n. 31, secondo cui le chiese e gli altri edifici per i servizi
religiosi, in quanto rientranti nella categoria di opere di urbanizzazione realizzate dagli enti istituzionalmente
competenti, sono esentati dal pagamento del contributo di costruzione, costituito dal costo di costruzione e dagli
oneri di urbanizzazione.
Ancora, la delibera regionale n. 849 del 1998, in cui la Regione ha espressamente compreso, fra le opere di urbanizzazione, le chiese e gli altri edifici per i servizi religiosi, stabilendo, tra l’altro, che “il Comune, d’intesa con
gli enti religiosi istituzionalmente competenti”, possa cedere aree pubbliche “gratuitamente in proprietà all’ente
religioso” … “per la costruzione” … “di attrezzature religiose”.
Queste norme, com’è comprensibile, fissano il senso di un diritto che un’Amministrazione pubblica – italiana ed
emiliano-romagnola - non può disattendere, ovvero deve correttamente salvaguardare.
In sostanza, ai sensi della normativa fissata dallo Stato laico, le aree religiose, al pari delle altre opere di urbanizzazione, costituiscono opere necessarie per l’urbanizzazione del territorio.
Di qui “ratio” della delibera di Giunta, assunta sulla base dei pareri tecnici espressi dagli Uffici comunali del patrimonio, dell’area tecnica, del bilancio.
Cosa dice la delibera? Evidenzia che il Comune è proprietario di un’area, in via del Seminario, destinata dal PRG
ad attività religiosa e che, infatti, su tale area, insiste già la Chiesa di San Lorenzo a Mura San Carlo e che da un
certo numero di anni è pervenuta al Comune, da parte della Parrocchia, una richiesta volta ad acquisire l’area di
3.710 metri quadri posta a fianco di quella su cui la Chiesa attualmente insiste.
Tale area fu acquistata dal Comune nel 1979 dall’IACP (oggi ACER), nell’ambito del progetto per le Case Andreatta.
Dai conti fatti risulta, pertanto, che il Comune debba avere Euro 14.135,10.
Non essendo ammissibile una stima dell’area in base al valore di mercato attuale, è stato ritenuto equo che il prezzo che, a suo tempo, fu pagato dal Comune, debba essere attualizzato sulla base degli indici ISTAT ed il relativo
importo scomputato dalla quota del 7% delle urbanizzazioni secondarie spettanti agli Enti religiosi ai sensi della
delibera regionale n. 849 del 4 marzo 1998.
Aggiungo che sia il parroco attuale, don Paolo Dall’Olio, sia quello precedente, don Marco Cristofori, si sono resi
disponibili a valutare l’opportunità di costruire nel futuro una collaborazione col Comune al fine di rendere quel
luogo d’ispirazione religiosa aperto a relazioni sociali e ricreative che possano convenientemente coinvolgere la
comunità di San Lazzaro di Savena.
Marco Macciantelli
Sindaco di San Lazzaro di Savena
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Gennaio - Aprile 2008
LA PAGINA DEL SINDACO
La sfida dell’integrazione non finisce mai
Che cosa sono i “nomadi”? Sono coloro che, per identità e tradizione, praticano un’esperienza di vita che
tende a rifiutare la stanzialità, escludendo la residenza in case in muratura. Le proporzioni delle persone nomadi nella comunità di San Lazzaro di Savena sono estremamente contenute e nulla hanno a che vedere col
fenomeno più complesso, per numeri e problematiche sociali, dell’immigrazione, anche perché non poche
persone nomadi sono di cittadinanza italiana. Peraltro lo stesso fenomeno-immigrazione è a San Lazzaro è
estremamente circoscritto: il 4% circa della popolazione, nettamente al di sotto della media provinciale.
Oggi, a livello nazionale, si parla, a seguito dell’accordo tra il Ministero dell’Interno e il Comune di Roma
dell’agosto scorso, di trasferire all’esterno delle aree urbane le esperienze dei campi sosta nomadi: il caso
sanlazzarese, per certi versi, ha anticipato questa tendenza. E’ giusto che possa esserci integrazione nel rispetto di abitudini culturali differenziate.
L’esperienza dell’area sosta nomadi di San Lazzaro di Savena, dal 2005, quando fu inaugurata, ad oggi, infatti, è da considerarsi positiva. 77 persone di etnia sinti e 25 persone di etnia rom convivono in un clima di
rispetto reciproco. 48 dei quali minori; non pochi in età scolare avviati verso un’esperienza formativa.
Il regolamento a suo tempo deliberato dal Consiglio comunale fissa inoltre regole che sono state sin qui rispettate in forme tali da rendere l’area sosta nomadi di San Lazzaro di Savena un caso interessante di equilibrio tra diritti e doveri nell’ambito di una comunità locale.
Durante questo mandato amministrativo è stata trovata una soluzione alla situazione del campo abusivo di
via Zucchi col pacifico trasferimento delle persone nomadi lì residenti all’interno della nuova area sosta nomadi e con una collaborazione importante tra il Comune di San Lazzaro di Savena, i suoi Servizi sociali, la
sua Polizia Municipale, l’Asl, le Forze dell’Ordine, specialmente l’Arma dei Carabinieri del Comando di San
Lazzaro di Savena.
Di recente il Comando dell’Arma dei Carabinieri di San Lazzaro di Savena ha portato a termine delle indagini su persone nomadi relativamente ad alcuni atti che si presume essi abbiamo commesso di profilo penale;
ma si tratta di persone che soggiornano in una proprietà privata organizzata secondo le abitudini di vita delle
persone nomadi. Ho personalmente espresso i complimenti alle Forze dell’Ordine e mi auguro che altre indagini possano portare ad ulteriori motivi di tranquillità sul piano della sicurezza per la comunità di San Lazzaro di Savena.
Colgo l’occasione per precisare che a San Lazzaro di Savena esistono alcune proprietà private di questo tipo,
ove, nel passato, sono state riscontrate situazioni di abusi edilizi sui quali il Comune di San Lazzaro di Savena intende fare piena luce perché vi sia il doveroso rispetto della legalità, com’è giusto che accada a proposito di qualunque abuso edilizio, indipendentemente da chi se ne rende responsabile.
A questo proposito ricordo che all’inizio di questo mandato si è costituito un nuovo presidio per il controlli
dei fenomeni abusivi all’interno dell’Area tecnica, per rispondere all’esigenza di un maggiore controllo del
territorio; su iniziativa della Giunta, sono state rafforzate le relazioni tra Polizia Municipale, Servizi sociali,
Edilizia privata e Urbanistica al fine di verificare alcune realtà al fine di procedere con determinazione secondo quanto prevede la norma.
Marco Macciantelli
Sindaco di San Lazzaro di Savena
Supplemento trimestrale al periodico del Comune di San Lazzaro di Savena “San Lazzaro Città”
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CASA ANNALENA - Centro Sociale Culturale Ricreativo Annalena