CAPITAN
SPAVENTO
SENIGAGLIA
DoTT. GKAZIANO
CAPITAN SPAVENTO
t
H-
n-
7-
FIRENZE
»
BERNARDO
SEEBER
LIBRAIO
Via.
-
EDITORE
Torna.J:"uoni,
20
^
189».
Firenze,
G.
Stab.
Givelli.
ALLA
MEMORIA
SANTA
MAMMA
DELLA
MIA
POVERA
QUESTO
LAVORO
PRIMO
CONCEPITO
MEDITATO
E
GIORNI
NEI
DOLORE
DEL
SPIRITO
SUO
GENTILE
IL
MI
SIA
GUIDA
E
CONFORTO
NELL'
ARDUO
CAMMINO.
I.
Cause
elementi
ed
che
nella
Spagnuolo
boni
commedia
del
satira
La
di
Una
della
sembrava
alla
prepararle
a
che
castigo
dello
satira
Ricco-
del
l' Italia
per
nostra
tramontato,
piena
sua
quei lunghi
terribile,
sì
—
Capitano.
ormai
era
la
e
e
tristi
cooperare
concorreva
furono
ben
XVI
sec.
inesatta
bravo
fra
fortuna
sua
ventura,
pitano
Ca-
del
sorgere
del
distinzione
tempi
Volgevano
ormai
soldato
—
il
italiana
Differenza
—
r astro
favorirono
e
tutto
rovina,
tutto
secoli
servitù
di
meritato
cosi
ma
:
alle
colpe degl' Italiani.
Gli
ad
r
stranieri
eserciti
Francesi
occuparla;
adèsso
calavano
Spagnuoli
e
acquisto, empiendola
agognato
se
a
da
ne
di
gara
ogni
parte
disputavano
sangue
e
di
desolazione.
Allora
sarebbe
appunto
de' cittadini
allora,
degl'
movesse
Italiani
che
necessario
rintuzzare
a
contro,
per
stato
si
vide
lo
lore
va-
la baldanza
niera:
stra-
spettacolo
stoso
disgu-
indifferenti
quasi
il
che
spettatori
,
assistevano
allo
si
che
la
libertà
doveva
svolgersi
agitavano,
nostra.
,
Ma
considerare
1'
di
quelle lotte,come
non
fossero
uomo
del
vane
questioni
'500,
utopie
trasti
con-
vitali
scettico
i santi
i
se
e
ideali
per
rotto,
cor-
di
8
di
patriae
e
libertà,
gì'Italiani
di
vergogna
Vili
Carlo
"
gesso
li
segnar
per
Fu
travaglio»,
detto
che
lerabile
patirel'intol-
a
milizie
le
la loro terra
correre
senz'altro
vedere
ebbero
da
siccom' è
un
trionfanti
di
all'altro,
capo
noto, « che
po'di
un
alberghi ».
scoperta della polvere segnò
la
il
principiodella decadenza nella milizia,giacché con essa
veniva gradatamente a scemar
l'importanzadel valor
era
personale.Ma non
questo, pur troppo, il guaio :
lo sa
il male
nell' egoismo profondo dei
era
ognuno
,
cittadini degeneri.Mancava
la scintilla dell'amor
patrio,
loro i nobili entusiasmi
mancavan
vittoria:
i
in sé
e
il
coraggiodi
malaugurata
infatti
non
resistenza,ma
a
difendere
servitù
cittadini
a
scherno, si ridusse
se
scopo,
la
non
uno
sentivano
pendenza.
propria indi-
doveva
fatalmente
penisola.
affidata la pur
era
La
mercenari.
solo
alla
nieri,
agli stra-
non
gl'Italiani
infelice
solo
conducono
rimanesse
uno
laddove
sulla bella ed
piombare
Che
la
questa
avevano
generoso,
neppure
E
fu
che
quali almeno
alto
scopo
naturale
era
che
bole
de-
milizia allora
faccenda
di
denaro,
ed orde di venturieri piovvero d'ogni parte, pronti a
l'alma a prezzo ». In quel tempo appunto il
«
versar
solo retaggio di
nobile mestier delle armi
parve esser
uno
condottieri
:
fiorivan sì le
specialmenteper
e
i
la
di ventura, risorte
dalle Bande
ma
servivano,
a
impugnar
dei loro diritti.Non
non
Nere,
vano
appreiì de-
essi stessi il ferro,
ci furono
che
tini,
i Fioren-
troppo tardi,si ridussero ad ascoltare
del Machiavelli e istituirono le Ordinanze, nobile
quali,pur
voce
per
quanto
giornidella
caso
compagnie
di Giovanni
opera
popoli e principise ne
da questo esempio
difensore
a
sfortunato
che
onora
timi
gli ul-
Repubblica.Ma questo é un
eran
gl'Italiani
troppo fiacchi
moribonda
isolato: in genere
tentativo
mercanti
che
patria,non
il
denaro,
naturale
che
cosi lontana
dal
; ond' è
vano
paladini dove-
i loro
genuino
quanto l'oro
valore
Se
la verità dalla menzogna.
dall'orpello,
il Segretario Fiorentino, nel Proemio
Guerra:
della
Si vede
«
soldato
che
prevalersi,
l'esercizio del
"i
lamente
«
l'usanza, nella
«
uso
«
abito
«
ad
a:
avere
«
effeminati,e quelle usanze
«
operazioni;
«
senza
«
e
cangia abito,
civile colui
ogni
violenza
disegna
non
e
le
pare
ed
parole
le bestemmie
ordinarie
il tono
le tendenze
del
a
tutto
con
e
tempo. Ma
alle
deplorava
sue
la prela barba
il mondo
Niccolò, che
messer
essere
mantenere
quello che
vuol far paura
di scherzare
suo
a
un
puote
usanze
favorevoli
conveniente
civile
d'ogni
quello,il quale giudica e quellicostumi
né
nel-
espedito e pronto
essere
non
nel
so-
poter vestire
i civili costumi
; né
déìV Arte
costumi,
presenza
crede
non
vuole
che
Queste le parole di
davvero
nella
e
tava
lamen-
ne
subito
nei
ancora
ma
disforma, perchè
si
con
voce
alcuno
se
spesso
«
gere
sor-
più cruento, più era
giato
prein loro quellaspavalderìa,
sorgesse
fra' quali chi
e
potevan
non
que'venturieri,a cui non
stimolo
al combattere, ma
essere
gloria era
la
loro
e
letterati,
o
necessariamente
la
da
della guerra;
il mestiere
per
non
».
avea
sinceramente
all'indifferentismo
dei
offrir maanche
teria
Cinquecentisti
queste miserie dovean
del braccio
di riso; e coloro stessi che si servivano
richiedevano
di que'venturieri,
mentre
e ne
ne
gavano
pal'aiuto,riserbavansi poi il diritto di chiamarli
vigliacchie di deriderli,
giungendo perfino a negare
si ebbe neppur
guardo
rila vera
virtus antica,cosicché
non
di cui il popolosi
ai passatifamosi condottieri,
divertì talora a oltraggiare
gì'illustri nomi, storpiandoli
sguaiatamente e adoperandoliin significatopiù basso,
Di tal guisa potè nel sec. xvi
osceno.
quando pur non
10
gamo
acquistarforza di proverbioil dettato Esser da Ber(1),con palese ed ingiustaallusione al celebre
Colleoni,il cui nome
capitano Bartolommeo
dosi
prestanfacilmente
addirittura
a
in
.
.
sconcio
uno
si trasformò
senso,
(2). Analogamente, nel
Minchioni
.
del Gecchi
Martello
doppio
il bravo
Lanfranco
Cacciadiavoli
,
da
Mantova
ricopreindegnamente
un
valoroso
sebben
che
diavoli,
corsaro,
gesta. E
onest'
poco
un
uomo
:
parlare assai
fece
storico,di
nome
un
di sé
tal Cacciadelle
e
sue
r
appellativoFerramosca, applicatoal soldato
Philenia
del Mariconda, non
par quasi irridere
della
alla
cara
Ciò
che dà prova
memoria
di
del
?
prode di Barletta
e mancanza
petulantespensieratezza
consacrata
e
una
di
sicché vien fatto di
rispetto,
come
quando si dipingon gl'Italiani
che
pensare
povere
forse,
vittime che
gio
disperatelevano il riso dell'impotenza,ultimo oltragde' deboli,sul viso dell'oppressore,
si cade nell'esagerazione
in un falso sentimentalismo
e
; perchè coloro
che, costretti a fidarsi nelle mani di mercenari, poi si
divertivano
dirne male, non
meritano
invero
tutto
a
quel benigno compatimento che si suol loro concedere.
D'altra parte però lungi da noi il propositodi far qui
un' apologia de' soldati del Rinascimento, che sarebbe
questo
andar
un
infatti i documenti
Modi
(1) Gfr.
e
commentati
tip. Tiberina,
prof. A.
TEMPO
Pesenti:
DI
(2)
Furioso,
80
patrò
CHION.
da
Pico
Luri
una
da
(n. 191)
al
due
dedicata
Gfr. Passarini, op.
«
al sagnor
n.
Gaffuri
dialetto
traduzioni
cit.
proverbiale
motto
sul
esisteva
italiani
gati
spie-
(Ludovico Passarini).Roma,
(Bergamo,
(^Note storiche
popolari
più diffusamante,
e,
intorno
motti
e
Vassano
—
BERGAMO
p. 38) ricorda
di cui
».
proverbiali
DA
Zerbini
Gaffuri, 1886,
dire
mancano
che veramente
attestare
di
Ricerche
BARTOL.
Lo
ad
p. 92
1875
alla verità storica. Né
contro
in
192,
infin
:
non
è più
il
Gatti, 1879).
bergamasco.
quel
Bartolamè
e
1' opuscolo del
dialetto
Minchia
bartol.
Bergamo,
dell' Orlando
da
dà
Bergem
nel
MIN-
11
allora nell' ambiente
di
militare
spirito
di millanteria,
prepotenza, di ampollosità,
lissimo,
concepibidel resto, in coloro
di altri
sol per
e
andar
che, combattendo
denaro, per
bravi
eran
spesso
lingua che la spada
meglio all'osterìa che
forza
si davan
Eppure
e
non
Ma
vere.
credenza, più valenti
a
la
menar
per conto
vano
doveriputazione
ottener
spacciando prodezze vere
troppo
pur
a
straordinario
uno
la propria
mostravan
e
,
su'
di
campi
battaglia.
le
festate
più grandi arie e le città eran indi cosiffattifiguriche passeggiavanle strade con
atteggiamento da spavaldi,molestando magari i pacifici
cittadini e vivendo
di soperchierìee di violenze;prepotenti
co' deboli,vili ed inetti dinanzi a un
pericolo.
Di questa bella razza
di farabutti è rimasta tipicapersonificazi
quel Cuio, la cui improvvida baldanza fu
rintuzzata dal valoroso Ferrucci, e il nome
cosi bene
del quale passò posciain proverbio,onde fare il cuius
vale lo stesso che fare il gradasso, il tagliacantdni,
r ammazzasette
(1),
Ora, la prima impressione che destavano cotesti
che di schifo
parabolani e ciurmatori non
poteva esser
di sdegno ; ma
e
poi,a pensarcimeglio,conveniva non
prenderla
sul
serio
i belli
nel teatro
la
commedia
in
una
è
suo
salace
profondamente
da
L'aneddoto
il
», lo
Nerucci, in
riportato dal
(Bibl. Rara,
n.
Giorn.
mente
facil-
accorsero
ne
la
figura del soldato
ingresso poco trionfale
e
così
stabile
dice,a
e
di
9) p. 9 cfr. ibid. p. 69.
«
teria
ma-
Annibal
d'altri,
tacer
d'erudizione,
E
gio
personag-
gustata come
famosa,
Sassetti, Vita
dimora.
del
vis comica
sentita
lettera rimasta
G.
Se
prender
grossolanama
(1) Cfr.
Daelli
dovea
ove
fosse
Caro
del '500,
spiriti
fece bentosto
vantatore
che
riderne.
e
a
VII
Frane.
onore
e
gloria
(1898) n. 3-4,
Ferrucci.
p. 53.
Milano,
12
di
quel
indimenticabile
suo
la cui unica
disperatoscroccone,
desinari
da
eroe
nel
ed
.
.
.
spalle;ma
dinanzi
adesso
suoi
verandogliuna
che lo
un
gli scherni onde
cena, finché,mercè
la pace
di
naturalmente
farsa,che
a
1' arguto
Silvestro
messer
ottimo
Coluzzo
l'intervento
da
materia
di
soggetto per
mini,
gentiluola
ciò è in effetto cosi
piuttostoda
o
Y avventura
un
Prato, glielapresenta come
gue
scherzo comico, di cui distin-
uno
atti.
vari
questa del
,
trattament
; i mal-
bersagliato
de'
uno
commedia,
burlescamente,sottolineandone
vicende, i
»
alla Niccolosa
tutto
—
è
narratore, descrivendo
da
rimpro-
«
lie
amante, le contume-
nuovo
carlino
un
la
con
somministrategli
è ristabilita col pagare
mercede
mantenere
l'avea truffata
il povero
e
sue
disgraziato
assalito
le percosse
ingiuriee
del
dibattito
suo
aveva
di che
paga
aizzata da
dalla donna
sua
il
precedentipromesse,
alle
guastarla,l'amena
gentiluominidi
de'
baldracca
ridere
lo sgomento
e
alle intimazioni
le
a
dicar
men-
che pur la facea
e
di ben
modo
ebber
confusione
Niccolosa,una
«
di chiacchiere
riassumere, senza
come
La
le
di
impresa era
gran
altri amici
scenetta?
(1), un
Goluzzo
signore, offrendo a tutti ospitalità
palazzo di Velletri. Quivi giunti,il Caro
da
e
suo
forza
a
Capitan
Caro
volta
È dunque
ad
attestare
,
una
volta le
curiosa
come
prova
ri-
sorgesse
mente
adattamento
trapasso del ridicolo personaggio dalla
vita reale
Goluzzo
Anche
fanfarone
natura
quella fittiziadel
a
e
meno
(1) A. Caro.
è,
come
vigliacco
;
bellicosa:
Delle
lettere
p. 86 agg. (Lett.XXIII). A
ma
esso
l'idea di
cessive
suc-
spontanea alla
e
degli scrittori
a
facile
un
teatro.
Guio, un
le
grandezzate
sue
vorrebbe
familiari
soldataccio
anzitutto
ed. Cornino, Padova,
Silvestro da Prato.
—
Da
son
1742
fandi
farsi
Voi. I,
Velletri,30 aprile1538.
13
credere
riccone,mentre
un
pieno di
fumo
le
esclude
se
che
all'atto
femmina
una
delle
imprese
amorose
de' tratti caratteristici alla natura
uno
spiantato
uno
pretensionierotiche
sue
smania
La
e,
da
anche
malmenare
non
di fame;
e
è
non
scia
praticosi lada
ciò
trivio,
e
nesche.
dongiovan-
è stato
sempre
del soldato
che
più ardore
che nelle gesta guerresche, forse perchè glisembrano
guaci
Questi poco degni sepericolose.
più attraenti e meno
in
suol mettere
esse
altrettanto
e, spesso,
la
a imitarne
tengono specialmente
dietro
leggendariapredilezione
per la dea Venere, corron
di Marte
le
tutte
a
che
donne,
i
fanno
galantie gli spasimanti,
irresistibili
atteggianoa vaghegginie conquistatori
Ma
è superfluala rievocazione di una
immagine, a tutti,
familiare. Valga piuttosto
esperienza,
magari per quotidiana
di un noto scrittore del '500 che,
la testimonianza
tirata contro la degenere milizia dell'epoca,
in un'acerba
si
....
divenuta
«
feccia di
una
un
glia,
lezzo di
eccessiva
vivacità
«
una
bricconi,
di
schiuma
cana-
molta,forse
poltroneria
», descrive con
di que'ganimedi da strapazzo
l'aspetto
« I
qualisembra vi fosse allora insolita abbondanza.
effeminati e molli,
«
dice il Garzoni
sono
corpi»
le braccia tenere, la dispositione
mu« le mani
lascive,
i capelli
«
venereo,
liebre,la faccia sensuale,l'aspetto
racconciati con
«
e
glianimi son cupidineiafartifizio,
Ammettiamo
fatto affatto » (1).
«
pure un po'd'iperbole
il
ritratto ; ma
in questo enfatico e si poco lusinghiero
de'
—
—
marcio
esisteva
(1) Garzoni
del
in
Tommaso.
mondo.
universale
davvero,
et
(jpagg.632-642).
Venezia.
de
La
e
piazza
Somasco,
capitani
accanto
e
universale
1569, Disc.
soldati
in
alla mastodontica
di
tutte
Della
LXXXII.
particolare,
le
et
de
sioni
profesmilitia
Minatori
14
figuradello spadaccinodallo sguardo feroce,che non
in bocca altre parole che di sfida e di minaccia
e,
bestemmiando
Iddio e i Santi, vuole
e
tutti
che
castelli in aria
fantastiche
sue
che
lo consuma;
di codardia
di aff'ettazione
altrettanto
e
di
mazzar
am-
coniglio
;
un
accanto
per
a
merare
enu-
ingannare
l'appetito
questi due campioni
a
terzo
sorge^un
vanità,non
si diletta
e
ricchezze
di menzogna
e
come
precando
im-
profilodel pezzente vanaglorioso
fa eternamente
le
ed
si lascia infilzare
macabro
al
accanto
eppoi
ha
monumento
ridicolo
meno
presuntuoso, che i comici
deglialtri
designano col-
(1),tutto voce
e
penne, tutto complimenti e cerimonie,che può esser
militare o borghese, e sul teatro s'incarna tipicamente
nel napoletano o nello spagnuolo.
La creazione del napoletanoin commedia
riassume
in sé il lato più grottesco di quella focosa e sovrabbondante
natura
meridionale, dal gesto largo e dalla
lizioso
parola immaginosa, e corrispondea un sorriso più mache malevolo; né esprime un forte risentimento
di assassinato
sonoro
l'epiteto
odio
od
di razza, tant' è
é
il
la maschera
diverso
che
vero
e
la
(1) Si ricordi
aealco
di
Pietro
(2) Cfr. Ben.
commedia.
Napoli,
Roma,
XXII
non
di anime
poletano
na-
(2).Ma
acquistare un
addirittura
nale
nazio-
avendo
non
all'invadente
altro
avevano
caricatura; magro
ingenerosa vendetta
ad
argine
un
opporre
teatro
diffonderla
che,
xvi
sec.
ormai
deglistranieri,
di farne
lo stesso
d'interesse
e
del
gl'italiani
in tempo
che
amore
primo ad accettarla e
dello spagnuolo veniva
ben
significato
presso
d'
potenza
pre-
sfogo
meschina
compenso,
deboli
puto
sa-
che
non
tro-
,
la conosciutissima
descrizione
prologo
nel
del
Mare-
Aretino.
Croce.
Pulcinella
Loescher, 1899.
(1893),nn.
245
e
e
—
247.
il
V.
personaggio
anche
del
lo stesso
napoletano
nel
Corriere
in
di
15
lione,
coraggiodi un'apertaribeldell'ironia.
si limitano al serpentinomorso
In uno
scritto recente
mai
(1) il Croce, divenuto orcosi benemerito
degli studi di storia del nostro
non
esser
ragione osservare
teatro,fa con
vero, come
generalmente si crede e si afferma,che ilsoldato della
il
in sé la forza né
vando
commedia
soldato
senz' altro ridursi
possa
alla
caricatura
del
spagnuolo è in origine un
ben distinto dal capitano, e non
è già concarattere
cepito
come
uomo
un
d'armi,ma semplicemente come
un
bellimbusto,sedicente gentiluomo,che sta molto in
sussiego ed offre a tutti la sua protezionecon spiccata
spagnuolo; anzi
il
preferenzaper
nobiltà,le sue
amorose;
debole;
sesso
ricchezze
tutto
e
lo
ciò
e,
più
vanta
di
la
sempre
tutto,le sue
sua
fortune
quella contegnosa gravità e
con
(2).
Un
buon
fondo di verità era
dunque il punto di
il rancore
partenza della satirica rappresentazione
; ma
insaziato de' vinti che mal tolleravano la signorìastraniera
ed erano
esacerbati da' ricordi ancor
prossimidelle
vasori,
violenze,delle rapine,de' saccheggicommessi
dagl'ind' ingrossarle tinte,adotnon
tando
poteva a meno
entusiasmo
con
quell'unico mezzo
possibiledi
protesta.Sicché,quando un secolo più tardi le Filippiche
del Tassoni levarono
alto il grido di dolore e di
rivolta contro
l'aborrita dominazione
spagnuola, non
fecer che ripetercol tono
virulento
tiva
dell'invetacre
e
ciò che già da molto tempo andava ripetendo,
nella
forma
audace del sarcastico sogghipiù blanda e meno
gno,
propria della
prosopopea
la commedia
(1) Ricerche
estr.
dagli Atti
(2) Il § 3
sugli Spagnuoli
—
nazione
sua
fida
in questo
interprete,
ispano-italiane. Noterelle
dell' Accad.
delle
citate
descritti
Pontan.
Ricerche
XXIX
lette all'Accad.
(1898),serie
isp. it. del
dagl' italiani.
Croce
caso,
Pontaniana
II, p. 19.
dà
ampi
ragguagli
16
del sentimento
contumelia
niun oltraggio,
ove
popolare
nessuna
stata risparmiataai nemici
d'Italia.
—
era
Innumerevoli
le
sono
accuse
loro di prepotenza,
mosse
di
e
rapacia,di piraterìa,
perfino di miscredenza
eresia. Fatto curioso quest'ultimoe degno di esser
di
notato, dacché
conosce
ognuno
a
lo
prova
cismo
scetti-
in materia
che predominava negl'Italiani
religiosa,
del '500,il popolo dell'Umanismo
e, in conseguenza,
mento
Paganesimo rinnovellato (1).Uno specialeaccani-
del
di essi trovasi
contro
de' Rozzi
da
fra
Siena,la qual
di
questa
il
tutte
al
città
invasione
nuova
del
Travaglio
straordinaria
spiegatonelle
rimasta
di barbari.
cia
si malconBasti
(2), che
Fumoso
di tali
veemenza
era
commedie
per
molti
costò
accuse
citare
la
guai
autore.
suo
Ma
spiritopungente ed arguto de' Cinquecentisti
il sopravvento, e insisteva più
ripigliava
sempre
lo
volentieri
sul
si è
come
messo,
tanto
lato umoristico
delle
detto, la caricatura
dello
foggiando,
Spagnuolo, che è
cose,
ciano
più atroce,alla berlina. Gli si rinfacla pretesa nobiltà,i casati altisonanti,
la prosapia
maginarie
ricchezze imgonfiata
; sono
prese in beffa le sue
nel modo
di fronte
alla
reale miseria
sua
e
rìa
taccagne-
di pabindolo,scroccone, mancator
rola
mani
deridono
le cerimonie, gì'inchini,i baciaindizi di animo
ipocritaed interessato;e
; lo si chiama
;
se
ne
come
velleità erotiche sono
le sue
galanterìalibertina,
Di più lo
e dalle cortigiane.
respinteanche dalle serve
s'introduce spesso a parlare nel nativo idioma, perchè
la
non
sua
trova
(1)
Sul
Peccadillo
(2) Salvestro
La
Congrega
nier, 1882,
Voi.
di
Spagna,
di
Siena
I, p. 246 sgg.;
e
Croce
nella
cartaio, ammesso
de' Rozzi
v.
nel
per
sec.
notizie
Rie.
Congrega
XVI.
isp. ita. §
nel 1544.
Firenze,
2.
Cfr.
Succ.
C. Mazzi
Le
bibliograflche,II. p. 131
Monsgg.
18
alla trovata
cuore
fiachiavan
e
misericordia
senza
fame
l'in-
simbolo.
Ma,
considerando
il tono
apertissimodi
glia
rappresa-
dello Spapoliticanella paradossaleconcezione
domanda
: Perchè, volendosi
gnuolo, sorge
spontanea una
lo straniero
tutto
il
satireggiare
oppressore
si riversò sugli Spagnuoli, e
sarcasmo
degl'Italiani
di essi avevano
risparmiò i Francesi che prima ancora
infestato la penisola? La
materia
alla satira non
rebbe
sacerto
mancata:
giacché è proveriwalein questo
popolo quella smania della hlague, della fanfaronata
che rende gli uomini
tanto ridicoli,
che è comune
in
e
ne' popolidel mezzogiorno,ma
qualitàpeculiare
genere
de' Francesi,figuriamoci
cano
poi de' soldati francesi. Né man,
infatti testimonianze
burbanzoso
a
che
mostrare
il
contegno
di
quegli stranieri alla calata di Carlo Vili
Francesco
era
non
sfuggito a' motteggi degl'Italiani.
recensione
al libro dello Scherillo,
di
Nevati, in una
fra breve
cui dovremo
eh' è proparlare (1),osserva
babile
Y italicum
acetum
si fosse rivolto prima che
aglispagnuoli contr'a quei francesi arroganti « pieni
di miseria e di fumo, che disprezzavano,
«
per secolar
discorsi della
«
consuetudine,gli Italiani e facevano
medesima
La
delle gemme
natura
quale espressioneeglitrae
ov'è fatta
descrizione
una
da
una
portavan addosso ».
lettera del Boiardo,
Giuliano,capitanodei
passò da Reggio con un
di Don
balestrieri di Carlo
Vili,che
mantellone
di
adorno
che
tutte
grossissimegemme
ragionamenti poi
aggiunge il Boiardo
«
Li
«
consimili
a
questo suo
GiorgioAliene
blamente
—
—
amico
(1) Giorn.
S(or.
aparato
che
d'Asti,
ed
della
pur
ammiratore
Leu.
Italiana
».
E nelle
si mostra
de'
V
sono
farse di Gian
altrove
Francesi,non
(1885)p.
false.
276-283.
indub
man-
-
19
satirici alla loro boria
certi accenni
cano
si sarebbero
che
bene
molto
e
vanità
prestate ad
stosa,
fa-
più
uq
(1).
Tuttavia ben presto dispariràdal cuore
e
dagli
scritti degl'Italiani
ogni traccia di ricordo della burbanza francese
per cedere il luogo al solo risentimento
contr'agliSpagnuolì.La ragione di ciò sta anzitutto
nel fatto che gli Spagnuoli son
venuti
dopo, sicché,
come
per lo più avviene, si obliarono le ingiuriepassate
ilmomento
; ed allora appunto era
per le presenti
del massimo
sviluppo della commedia
cinquecentistica
italiana. Ma
poi gli Spagnuoliriuscirono in effetto più
ampio svolgimento sul
invisi alle lor vittime
e
per il loro stesso
taccagno, giacché,dice concisamente
(2):
«
rubava
«
dito
«
lo
onde
spendeva ;
e
rubava
Spagnuolo
carattere
bene
e
serbava,il
e
questici
rapace
riuscì
sti
l'AgreFrancese
meno
sgra-
».
Risulta
in
ogni
del millantatore
i loro
nella formazione
italiani
strali contr' al soldato
in massima
Capitano
da
che
caso
gli scrittori
contr' alla straniera
il
teatro
oppressione;onde
la distinzione
Italiano
che
ventura,
si
tipo
prima
avevan
di
del
volto
ri-
poi
e
può comprendere
il Riccoboni
fa tra
lo
zione,
Spagnuolo (3).Ma tale distinaggiunge il Riccoboni
stesso, riesce
ciò che
e
assai
addirittura falsa. Infatti il celebre
ambigua se non
Lelio,riproducendonei due differenti costumi,dice
che il Capitano Spagnuolo succedette
fu introdotto
al
passaggiodi
al Riccoboni
(1) Cfr. Cotronèi
1889, p.
(2) Loc.
(3) Louis
Cailleau,1731.
114
Le
Carlo V in Italia.Non
la verità
farse
di
G.
e che
all'Italiano,
testo
con-
approssimativa di questa
G. Aliane.
Reggio Calabria, P.
cari,
Si-
sgg.
cìt.
Riccoboni
Voi.
dit Lelio.
II, flg.9
e
10
Hiatoire
e
per
du
théàtre
italien.
l'illustrazione,
p. 314
sgg.
Paris,
20
data,in quanto che realmente sembra che
volta comparisca lo Spagnuolo (non però
per la
il
GV Ingannati o II
Spagnuolo) nella commedia
degVIntronati,rappresentataa Siena nell'anno
Ma
il vecchio
dice
quando
«
Ha
«
nostra
«
«
storico del teatro
La
«
:
attirò alcuni
dominazione
commedianti
comiche
solo in
quellanazione;
come
Infatti,
vero.
de'
tempo
tipo; tant'è
del nostro
il D'Ancona
stato
importato
qui
Parrebbe
avesse
precedente maschera
preso
risolutamente
del Riccoboni
volesse
Riccoboni
(1) L'
è
non
trattarsi di
stesso
incoronazione
1530, e
(2) Op.
si allude
non
attore che
frase
a
un
sentava
rappre-
succedette
«
quasi, restando
del
alla
Capitano Italiano
il posto.Perciò
cit. Voi.
ciò, ossia che
di Carlo
Siena
V
a
mazione
l'affer-
esatta,salvo eh' eglinon
vi fosse in confuso
l'occupazione di
(3) Origini del
8gg.
mento
docu-
un
Spagnuolo »,
parlare della question d' origine.Io
possa
p. 443
in
testo,che l'invenzione dello Spagnuolo avesse
soffocata la
ne
fatto
af-
è
non
(3),compagnie
in Italia,
ma
ce
uno
quellanazione,bensì a un
quella parte.
Inoltre,può ritenersi giusta la
lettera del
e
che
»?
ciò
che, essendo
nominato
osservare
CapitanoItaliano
mescolanza
il nostro
ma
di
uomo
al
fa
nella
posteriore all'introduzione
vero
che risale al 1566
Ita-
secondo
bensì
vennero
abbastanza
errore
Capitaniche
una
il D'Ancona
nota
spagnuole
(1).
della loro nazione
autore, il Capitano Spagnuolo sarebbe
attori di
1531
degliSpagnuoliin
lingue » (2).Cosi dunque,
fra noi da
Capitano
sacrificio
italiano cade in
ciò dette al Teatro
e
penisola,
parlavanola lingua spagnuola pura o
delle due
prima
Bologna
avvenne
credo
punto
apdel
nella mente
l'idea di un' ante-
era
appunto
accaduta
in
braio
feb-
il 24
quell'anno
1531.
I, p. 56.
teatro
italiano.
Torino, Loescher,
1891.
Voi.
II,
21
cedenza
storica del
gnuolo, e
male.
eh'
CapitanoItaliano rispettoallo Spa-
egli in
Perchè
fin de* conti si sia solo espresso
certamente
si deve
non
millantatore nella commedia
anche
che
pensare
tarda
il
fosse soltanto
Spagnuolo; anzi si hanno accanto ad esso molti esempì
di capitaniItaliani,
sia
non
quantunque il carattere
si concepisce di leggiericome
e
nei
punto differente,
vestiari delle
capitano
onde
comiche
compagnie
Italiano
accanto
a
là distinzione del nostro
si
avesse
abito di
un
quello dello Spagnuolo ;
Riccoboni, comico
egli
stesso.
Il
tipo del
che
senza
soldato
millantatore
la distinzione
dunque
è
del Riccoboni
abbia
tutt'uno
un
valore
sostanziale,
perchè, se
è duplice,se il nome,
l'origine
l'abito e spesso la lingua son
diversi,lo svolgimento
del carattere
è poi affatto uguale. Un' altra distinzione
mi sembra
tra il capitano e il bravo.
piuttostoda farsi,
del Gecchi (Scena IV, atto V) :
Leggesi nella Maiana
Spaona.
Mosca.
Capitan magnifico.
Digli,capitan bravo.
Sp.
Vedi
Dicendo
Mosca.
In
su,
0
di
Ti
Sp.
capitan, non
eh'
No,
che
Che
Lo
non
come
per
poltron più
vanno
de' 5raw
attorno
dialogomi
nella
dirgnene?
dodici
d'argentibus
che
adoprano sempre
spadone a dna pie?
anche
da
favor
le cimici.
anche
e
il medesimo?
papparuggine
sbravazzandola
vagliono poi due
di
a
poi cimentandoli
che
Questo brano
provare
o
spassapennacehi
ferro
Di
fatti
avvien
non
vengo
de' capitan
son
parenti, che
Quanti
E
ci
e
riescon
0
pecora:
di noccioli?
man
nel
combattere
sembra
commedia
sufficiente
si sentisse
e
a
si
22
facesse
qualche
una
quantunque
ambito
anche
distinzione fra i
questi ultimi
come
titolo,
fa
invece
mentre
Ed
non
com'io
1' altro
chiamami
sono...
che
era
differenza
una
si arrogasser
bravi,
qui Sganghera:
Insomma,
Capitan,
i
capitanie
bravo.
un
esisteva
realmente,differenza
di
di
professione.Giacché all'infuori del valore
generico,peggiorativoed ironico,per spavaldo,smargiasso,
stato
e
la
un
senso
parola bravo
che
specifico,
Garzoni
novelle
«
sempre
«
secretamente
"r
lationi che
«
gannar
«
«
con
il dizionario
spiega:
quegli che
«
altrui per cagnotto ». Cosi li descrive
Il proprio di cotesti è di portar
: «
serve
prezzolato
il buon
acqpristandoanche
venuta
era
in
i lor
volta,star
padroni
piaccionloro:
le
le
pratichedi avisar
signori,dar quelle re-
su
e
adular
trovate,seminar
le
parole, inse
diszizzania,
generar
con
sensione,partorirmalevolenza, farsi amici que' che
del lor pane senza
gli mantengono, e prevalersi
punto
meritarselo
che
aveva
ricevendo
mestieri
»
(1).Il
l'ufficio di
bravo
dunque
le mani
menar
stipendio,quando
non
più ignobili,
era
pur
escluso
p. es., nella
per
sicario
un
d'altri,
conto
esercitava
non
quello di
Calmo, ove
anco
mezzano,
il bravo
Spagnolas del
veneziano
rose
Spezzaferrosi offre a rimediar le pene amocavaliere bergamasco, già stato
di messer
Scarpella,
condottiero
in Ispagna,e che vuol farla da spagnuolo.
Perciò il bravo era
qualchecosa di più vile,di più
plebeo che il capitano o soldato che dir si voglia,il
né si
buon
quale anzi era per lo più un
diavolaccio,
abbassava
fino a compiere si bassi mandati, limitancome
(1) Op.
di piazza.
cit. Disc.
CXI, De'
bulli
o
bravazzi
o
spadaccini
o
agìierri
23
più specialmente a dire d'aver
Vero
combattuto
su' campi di battaglia.
è che bravi e
nella qualità della più goffa
capitanisi accomunavano
farone
spiritofancongiunta a uno
poltronerìae vigliaccheria
dosi
combattere,
a
che
lo
ciò ha
lo
ragione
avvertito
aveva
Spagna, quando
burlescamente
aggiunger l'epitetodi bravo
parlaredi Sganghera, risponde colla
Dicendo
Ma
le
son
in
conservando
di
unico
discorrere
delle
opportuna a
anzi prima
era
compare
e
loro
distinzione del Riccoboni,
è
spagnuolo.La
non
occasione
tirannide.
E,
se
di
sì infimo
stesso
non
una
certa
millantatore
sua
nel
nostro
veneziano
forse
Marco
lo
quello
cui
che
il bravo
non
fiorire
zione
separa-
seguito.
spiegare la
nazionalità
San
poteva
in
modo
certo
leremo
par-
in
italiane,
scene
perchè appunto
talora anche
sonaggi
per-
diversi,ne
vedremo
come
quantunque soventi volte sia
nella oligarchicarepubblica di
aveva
nomi
due
tipo, lo
ove
origini,
il bravo,
primitiva di
dirgnene?
a
stabilire sulle
la forma
pecora:
tar
a tratquando verremo
media,
svolgimento nella Com-
Questo fatto potrebbe in
fu
:
se,
loro
un
come
farsi nel
medesime,
del
particolare
pur
vengo
ironìa
stessa
le caratteristiche de' due
conclusione,se
in
più
capitan, non
doppio
capitano nel
a
Vedi
al Mosca
con
e
,
d'
senso,
In
oggetto del ridicolo universale.
li rende
riguardoa
che
e
tro,
tea-
è
fissa,
perchè
più
che
trove
aldi
strumento
Spagnuolo
è
scendere
fatto di-
non
livello,
può dirsi davvero che
la satira del bravo
si rivolga contr' agli stranieri
ma
piuttostocontr' a quella piaga sociale,e tutta italiana,
a
,
che, introdottasi
dell'età
tempi
moderna,
molto
in
mezzo
alla corruzione
si conservò
poi,
pur
recenti: la storia informi.
de'
principii
troppo, fino
a
24
II.
È il Capitano
miles
classico
miles
latino
La
—
Le
—
farse
antiche
del millantatore
è frutto de'
xvi
del
—
comparsa
del secolo
legittimodiscendente
e
U aXai^wv
il
e
gloriOSUS?
greco
/ romanzi
Reliquie medievali
—
i fa,bliaux
e
diretto
un
francesi.
sulle
ed
tempi ;
è
forse
più rispondente all'indole
personaggio comico
italiane
scene
questo il
di
quelogni
il
più rispondente al fine che
buona
commedia
dee proporsi,
cioè,la descrizione dei
nella vita,con
intendi-:
costumi,tali quali essi sono
menti
conosce
più o meno
morali,giacchéognuno
in generale è
a
prova che la moralità delle commedie
r
quindi
età, e
....
assai discutibile.
Certo
quasi
o
sempre,
vita
è tuttavia che
dei
strombazzata
tanto
forse,in
sta
fin
de'
può sfuggiredel
sec.
legami
XVI
metodo
spesso
son
al vecchio
analogo,se
affatto
identici
mutati
e
d'altra
—
in veste
se
la forma
é
latina del
a
di
un
cento
Cinqueche
lettore superficiale
i
pensare
caratteri,per
contemporanea. Che
uguale,o
la famosa,
ed
intimità
produzione comica del
latino,se si riscontra un
persino gli accidenti sono
classica,
rimangono
riflesso della vita
anche
parte,è manifesto
ed
stesso; anzi gl'intrecci
dalla
la
il modo
che
cosicché
la continuità
tutto
teatro
materia
sua
ha
conti, più nella forma
neppure
riannodano
che
tempi;
la
imitazione
se
Infatti,
nella sostanza.
di
tratto
sempre,
seconda
reale,a
drammatico
questo genere
almeno
molto
non
che
non
i
è
tempi
più
quanto
pertanto
lo
muffati
caun
importa dunque
simile? Da quegli
26
effettisimili », constatando
producono
primo. È
s'inducono
potè
che
accennare
naturale,
è
direttamente
è
derivato
dei
fatti,
riproduzione
tale
una
pitano
il Ca-
e
la quale metteva
circostanza,
lantatori
que' commediografi certi tipidi mil-
favorita dalla
di
gli occhi
non
—
—
,
del soldato
Ecco
minavano
gli spagnuoli che allora li domolto dappresso l'immagine
richiamanti
ultimi
plautino.
dunque
gente, che
uomini
Latini
assai se, costretti dalla evidenza
ad
esser
sotto
il secondo
che
concludere
dal
dei
si affrettano,
com'
Cinquecentisti,
dei
a
Gloriosus
il Miles
fra
somiglianza
perfettaras-
una
come
starebbero
le
i classici
più
studiavano
presenti,a
forza
Quella brava
cose.
i fatti
che
di legger Plauto
e
gli
Terenzio
e
vere
prenderela penna in mano
per scrianch' essi qualche cosa, sotto la dettatura de'maestri : solo che si prendevano certe piccole libertà,
per
non
passare addirittura da volgariamanuensi,, e sosti"
italiani o spagnuoli,
tanto
latini nomi
tuivano a' nomi
qualche odore di novità e
perchè i loro parti avessero
sentissero troppo il rancido. Una
non
specie del padre
s' invogliavanodi
Cesari
Ora,
tende
Terenzio
traduceva
che
a
co* riboboli
fiorentini !
di
parte lo scherzo, siffatto metodo
a
rovesciare
delle
l'aspetto vero
nare
ragiocose
e,
collo
1'origine
specialedel Capitano,a confonderne
che dovea quasi fatalmente,
svolgimento posteriore,
date
le tendenze
nel
caso
del teatro
«
d'imitazione
«
—
si
risentire l'influenza
d' allora,
latino. Ma
2"
—
«...
argomenta
può affermare
.
non
per
bile
inevita-
codest'odore
giustamente lo
che in Italia vi siano
Scherillo
state
due
«
quel tipo: 1' una
prove1'altra spontanea e
niente dalla tradizione letteraria,
popolare.Invece par certo che, quando la commedia
«.
sostenuta
«
«
manifestazioni
differenti di
pigliòdalla piazzale
maschere
ed i
tipigià
27
«
Capitano,accorgendosi della
somiglianzadi lui con l'antico personaggioplautino,
le tinte viricolorò lo smargiasso cinquecentista
con
«
vaci
«
ricoloritura ha
«
critici
formati,e
«
«
essi il
con
del
caratteristiche
e
dato
così
appoggia la sua
positivie precisi;onde una
tuttavia
del
rimane
asserto
che
facendo
questa
succose
ma
role
pa-
che
Pulcinella,
opinione su
dati di fatto
dimostrazione
sistematica
non
suo
brevi
con
dal valente illustratore di
enunciata
E
romano.
all'illusione ottica dei
occasione
»
posteriori.
questioneviene
La
soldato
farsi. Ma
da
ancora
noi, piuttosto
ceremo,
pigliard'assalto il nostro problema, comincosi è lecito esprimerci,
dal girargliattorno,
se
tatore
un
po'di storia retrospettivadel soldato vanil '500
avanti
prammatica, da'
suoi
le
traendo
e
mosse,
com'
primi rappresentantinel
di
è
teatro
classico.
Un
beck, in
una
una
a
8US
di
tedesco,Otto
genialefilologo
da
monografia specialeche fa come
dottissimo
e
versione
sua
Plauto, ha
metrica
studiato
l'antico
del Miles
Ribfazione
pre-
Glorio-
àXai^wvnelle
sue
(1).Demagoghi, diplomatici,
retori,sofisti e filosofi,
poeti,indovini,medici
i cuochi (2)si mostrano
intinti di questo
e perfino
ridicolo difetto derivante
malinteso
da un
orgoglioe
riti,
vanagloria,che tende a fare ostentazione de' proprimeanche
a
scapito della genuina verità. Di questa
deplorevoledebolezza,pur troppo si universalmente
svariate
forme
.
.
.
e
.
(1) Alazon.
der
Miles
Gloriosus, von
lessicografoFeste
aut
Ein
Beitrag
zur
griechisch-romischen Komodie,
(2) Questo
«
manifestazioni
eius
Otto
carattere
:
generis.
t
Maeson
)j
Ribbeck
dette
antiken
nebst
Ethologie und
Ueberselzung
(Leipzig, Teubner,
luogo
persona
alla
comica
maschera
des
zur
Kenntniss
plautinischen
1882).
Maeson,
appellatur aut
di
cui
coci aut nautae
il
28
dell' uomo,
stessa
si
alla natura
perchè quasi congenita
diffusa,appunto
immodesta
di
potrebber dunque
e
vanitosa
eccellenza,
per
leggierienumerare
una
tità
quan-
noi conviene
a
ragguardevoledi variazioni ; ma
fermarci
subito alla
saltare a pie pari tutte le altre,
e
forma
più tipicae più importante nella storia del teatro,
la cui tradizionale e sciocca
eh' è precisamenteil soldato,
burbanza
è apparsa
comicità
in tutti i
Nel
teatro
tempi
quando, cioè, alla
satira
politicache
Antica;
più individui
non
della
società,ma
e
della
più
misurato
e
riso
zialmente
essen-
dia
Comme-
meno
che
vocante
pro-
assaliva
facendosi
individui,
contemporanei
far nomi
senza
tardi,
d' indole
Nuova,
classi d'
di
le letterature.
predominatonella
il riso
ma
de' costumi
in tutte
personale e
avea
sottentrò
della Media
e
si stabilisce abbastanza
esso
greco
sorgente inesauribile
una
come
chio
spec-
flagellandoi
e
allusioni
o
ad
vizi
per-
sonam.
È
nèa
les.
che
vero
di
al
apparteneva
risparmiava i suoi avversari
sovente
ridicolo,atteggiandoli
spacconi,che
e
alla commedia
mancano
figure molto simili a ciò che diverrà
Fiorito ne' tempi diffìcilidella guerra
Aristofane
non
non
una
stolta
sicurezza
bramosia
per
una
Aristofa-
il futuro
siaca,
Peloponne-
partitodella
eh'
esso
suol
in sembianze
temerità
mal
mi'
pace
e
coprire
di grotteschi
consigliata
di
gloria,compromettevano la
alla rovina,indella patriae la conducevano
volgendo
in pazze intraprese.Cosi Lamaco, un
dei
capi dell'infelicissima spedizionedi
Nicla ed Alcibiade,è per la sua
Sicilia insieme
pomposa
con
armatura
nella Pace. Gli
e
negli Acamesi
ricle
: lo stesso Peesempì potrebber facilmente moltiplicarsi
gamente,
non
isfuggia' sarcasmi del terribile poeta.Analoil dio Dioniso
nelle Rane, parodistica
anche
mordacemente
deriso
29
partitofavorevole ad Euripide(1),è
cole,
irreverente umorismo
un
con
falsoErconcepitocome
la pelleleonina sulle spallee la poderosaclava in
Ma
né questa né le altre caricature
mano.
suggeritead
Aristofane da passionepolitica
o da rancori individuali,
incarnazione
del
danno
indizio di
ancora
propositodeterminato
un
il
in
del millantatore
tipo umano
seguito,come
di condizioni
gerà
si svol-
che
portato di avvenimenti
naturai
richiamano
sociali che
presentare
rap-
a
in certo
e
il
senso
a
pensiero all'ambiente Italiano del sec. XVI in mezzo
rivivere il nostro
cui,a tanti secoli di distanza,
Capitano.
Anche
nella Grecia
introdotto,
pare,
dedite
a' traffici ed
invalso
era
dalle colonie ioniche
a' commerci
delle
venale
di
armi, avevan
stranieri (2).Si
di rimaner
decaduto
il valor
i
e
tradizioni,
ebber
non
da
che
infame
mestier
poi
dopo
Rane,
all'Inferno
fra Eschilo
comprende
il
(2) Sulle
suo
errore
di
per
invece
et
ideali,
senza
rendevan
così
il corruttore
di
ammiratore
a' vivi; ma,
il
come
udita
la
che
carmina
l'
del-
quel poeta,
disputa che
primato lassù nel regno
delle
Euripide riporta fra' vivi
cfr.
o ^ivorpo^t'a
jxcrfloifopi'X
origini della
Boettiger. Oputcula
Euripide
Dioniso, fervente
ed
golare
re-
volgimen
que'grandi riAlessandro di Macedonia,
il poeta
Euripide
e
a
avvennero
ricondurnelo
per
ed
faccende
delle armi.
la morte
tragica.Nelle
le antiche
di Temistocle
e
patriae
pagava
nell' Eliade
considerava
agitava
A.
meglio
(1) Aristofane
discende
C.
chi
a
1' onorato
Quando
arte
di Milziade
lonie
co-
cia,
Gre-
patria.La
nazionale,dimenticò
senza
gente prezzolata,
si davano
trovar
dalle
e
casa,
di lasciar le loro
vergogna
a
tadini
permetteva agli imbelli cit-
nella madre
discendenti
neggio
ma-
all'opera
purtroppo
tranquillamente a
diffondendosi
venne
al
atte
ricorrere
cominciò
nari,
merce-
che, troppo
essere
per
dovuto
un' istituzione che
comoda
dei
l'uso
si
ombre,
Eschilo.
specialmente
latina, Dresda, 1837,
p. 266.
so
per
della vita
scena
gesta
leggenda, di
della
Alessandro
di Giove
un
il
fu
e
Noi
la malattìa
dobbiamo
questi parvenus
facili
le mal
e
per
la corte
empivano
a
di
stosa
fa-
Infine,
glorie.
le
gara
glio
fi-
da' sacerdoti
salutato
generale.
immaginarci,
(2),
il Guizot
scrive
torie
vitcon
che, arricchiti all'improvviso
lo più incruente,andavano
a .godersi
fra' conviti
insiem
la loro boria
le
e
co' denari
e
le loro
spacciando le più goffe e
a' loro benevoli
glianti
sma-
e
stravaganze (1).Si propagò
conquistatericchezze
portavan pure
meravigliose
all'infinitogregge
divenne
delle molli città greche, e
vi
comparso
venerato
parossismo di
alle più inverosimili
contagio,e
delle
la
teatro
rono
qual dio,cominciageneralia credersi figlidi dei, e in
rono
morbosa
megalomanìa si abbandona-
Ammone
i suoi
anche
quella del
Magno era
mezzo
che
adulatori,sofisti e parassiti
del gran Re, sublimandone
dopoché
ad elevarsi
veramente
fama
la
disputavan
ne
volentieri le tinte calde
assunto
aveva
in
e
Alessandro
figura dell' àXai^cóv.
come
fulgida meteora, e la
sue
se
incominciò
si che
successione,allora
nella
che
de' Diadochi
le contese
cortigiane
e
col lusso
maginarie
prodezze im-
madornali
uditori,i quali erano
per
bugie
la massima
renza
parte que' servi o parassititanto compiacentiin appai respettivi
tavano
verso
padroni e mecenati,di cui sfruttutto lor vantaggio la insensata
a
strando
vanità,modi crederne
e
di secondarne
cerie,pronti poi a riderne
giuocar loro,con
vile
Di siffatte macchiette
op.
(2) Guill. Guizot.
Comédie
et la Société
cjt
primi e magari a
i tiri più birboni.
ingratitudine,
esilaranti
p. 31
Ménandre.
grecques.
sman-^
essi per
l'argutospiritodella
(1) Ribbeck,
le ridicole
era
Nuova
naturale
s'
Commedia
dronisse
impa-
Attica ;
sgg.
Étude
historique
Paris, Didier, 1866,
p.
et litteralre sur
259
sgg.
la
31
»
e
«
«
condizioni
^c
lo
«
Antifane
come,
aveva
inferisce il Ribbeck
—
«
—
conforme
alle
dell'età sua, Aristofane
politichee speciali
ritratto ne' demagoghi e ne' sofisti,
e come
Alessi
ed
nel cuoco,
cosi la commedia
di
raffiguròil tipopiù completo e drammanel soldato j". Il suo
« tico dell'àxa"?w7
incesso,il suo
il nome
stesso ne denotan
la natura; e, quanto
vestito,
le
e
egli è valoroso,altrettanto è bello e irresistibile,
innumerevoli
vittorie della sua
sono
spada non
gliate
egua«
Menandro
da' suoi infiniti trionfi in Amore.
che
Menandro,
il
maggiore de' vewrepo/, lo trattò con
somma
compiacenza ; e il capolavorodi questo genere
sembra
che fosse il ©pawXecov
di cui rimangono
(Trasileone)
sci pochi versi. La figuradello "^svSripxKXrii;
(Falso
Ercole)potè esserglisuggerita da un tal Nicostrato,
duce degli Argivi,uomo
ridicolo per la sua
vanità e
si presentava in
spregevole per i costumi, che non
pubblico se non vestito della pelle di leone e colla
clava sulle spalle,precisamente come
il Dioniso delle
(l).II 2"xdwv/o?(Sicionio)
e lo SevoXoyói;
(Reclutatore
Rane
di
mercenari) hanno certamente
due
per protagonisti
di que' reclutatori che passeggiavanola Grecia in cerca
di soldati da arruolare,
Sidone
allora essendo una
delle
città dove più fioriva questo nuovo
cio
genere di commer;
ha
ma
anche
in
queste,gliscarsi frammenti
parte, naturalmente,il falso bravo. Anzi
tofane
del S/kdwv/o^deve
caratteristico nella
la
vera
natura
dello
brevità
Fiero
aspetto,vii
(1) Diod.
Sic. XVI
(2) Questo
ma
in Stobeo
cfr. Meineke.
vereo
Fiorii.
tanto
suggellare
smargiasso:
Kazv)' fiiyò'-^tcìy §.- Ssi^atat
«
a
dicono,
allo Stra-
forse riferirsi quel verso
concettosa
sua
lo
core
»
(2).
44. Plutarch.
è citato
da
"ppéysi;
De
Fozio
8, 10 è riportatocome
Graecorum
Fragra. Comic.
adulat.
e
da
dall'
lY
et amie,
Suida
come
184.
di
Menandro,
di Filemone:
Ey/stpt'Stov
p. 8
e
201.
32
Forse
de' suoi
anche
altre
produzioni dello stesso autore
seguaci potrebbero offrire nuovi esempì
tipo;ma
nostro
è inutile trattenerci
alle manifestazioni
di
ricordare
anche
variazione
una
è veramente
tipo
d'intenerir
fantastiche
assai
interessante.
; ma,
millantatore
la bella crudele
bravure,che
al contrario
ispirano un'avversione
E
il
schiava
una
nemico
mi
preme
che
faceva
le
offre
Trasonide
bile,
incorreggi-
col
di
racconto
la
muovon
sea
nau-
invincibile per lo spaccone.
riesce in
poveretto non
donna,
Soltanto
esso.
le
la
che
del
di
del
oltre intorno
(l'Odiato)che
Mi(jovjj.eyo;
il
innamorato
spera
e
greche
più
e
lo
nessun
aveva
modo
piegar
soggiogato,lui
a
(1).Neppure la
di astenersi ormai
dalle vanterie
impietosisce
promessa
che gli risponde esser
ciò impossibile
quella spietata,
data la sua
natura
che
il sopravripiglierà
sempre
vento
i frammenti
(2).Insomma, è facile capire, sebbene
noi dicano,che il povero
riuscirà
non
"I'!7oujx£voi;
nessun
tremare
?
a
conciliarsi il
La
dell'amata.
cuore
situazione,imitata verosimilmente
stessa
da Me-
nandro, ripresealquanto più tardi Luciano in uno dei
suoi dialoghi di cortigiane(3), ove
Leontico,avendo
fatto fuggir via la bella Innide,spaventata da' suoi terribili
racconti
ch'egli credeva
invece
dovessergliacquistar
fama
s'induce finalmente,
dopo molte
presso di lei,
mandare
il parassitoGhenida
acciò rassicuri
a
esitazioni,
Innide : « Va' dunque, o Ghenida, e dille che son
non
bugie; ma
assai comico,
tutte
fr. V
MttyovfJL
(2)
fr. IX
Miaovjx
(3) Dial. Meretr.
è data
da
».
Le
che
mostrano
(1)
aXa?wV
ve'
(Meineke
parole,di effetto
fanfarone
riapparisce
ultime
il
fr. Cam.
Gr.
IV, 170.
(ibid. p. 171).
13.
Una
Teofrasto
descrizione
ne' Caratteri
sistematica
e
completa
(Carati,xxiii).
l'
del-
34
«
personaggiopiù estraneo, più sconosciuto,meno
dove il coraggio era
naturale a Roma
troppo generale per non
esser
modesto, e dove un falso bravo
avrebbe
non
potuto arrischiare il racconto delle sue
vittorie dei
che le vere
vittorie immaginarie senza
«
soldati Romani
«
rame
a
Roma,
«
ff
«
«
il
venissero
non
le menzogne
e
superarne
insieme
le finzioni
mancava
dappertutto,non
falsi bravi,e Plauto stesso
come
contingentede'
in quel noto
passo
smasche-
a
del Curculio
ove
Anche
».
davvero
ce
il
cura,
lo assi-
l'attrezzista
tro
speciedi « carta di Roma
», additando^ fra l'alil luogo ove
anche
più facilmente potrebbetrovarsi
nere
cioè presso al tempio di Veuno
{gloriosus),
spaccone
bili
nazionale de' suscettiCloacina (1).Ma l'orgoglio
avrebbe tollerata la parodìa di quella
cittadini non
militare che, unita all'accortezza e al senno
professione
costituiva la loro forza e la causa
prima della
politico,
loro grandezza; ond'è che presso di loro il miles gloriosus
che un
scenica non
maschera
come
potè essere
prodotto esotico,un frutto d'importazioneforestiera di
dramma
cui la fàbula togata, ch'era il vero
nazionale,
rosa
soggetto a rigoromano,
d'argomento esclusivamente
non
dovè, secondo ogni ragionevole
presunzione,
censura,
fa
una
conoscere
neppur
Tuttavia
qualche
cosa
l'esistenza.
del genere
si dovette
avere
popolariche rappresentano la parte più viva,
latina. La satira
spontanea e personaledella drammatica
che non
poteva toccare il senatus
popolusque romanus,
alle altre popolazioni
non
era
ugualmente inapplicabile
i Mimi
si divertirono spesso
le Atellane
e
e
Italiche,
alle spalle dell' una
cui talora si
dell' altra città,
a
o
certi costumi
come
o difetti.Di milpeculiari
assegnano
nelle farse
(1) Curculio
IV
2.
35
lanteria
almeno
restano
ne
dovesse
ne
Maccus
Ma
due
miles
(3).
tutto
ciò e' interessa
Atellane
lascian
che
il contenuto
essere
Milites
:
vati
conser-
capire qual
Pometinenses,
mediocremente, sia perchè
sia perperduta ogni ulteriore notizia,
chè
che acquistasseun' importanza speciale
abbiam
ne
non
fra i titoli di
Campani (2),e
viltt^i
(1),di
Prenestini
tacciati,
per esempio,i
eran
anche
appare
nelle Atellane
sicché
vien
tipo del soldato,che per il
ai
teatro
latino si restringedunque, in ultima analisi,
greci rimaneggiamenti di Plauto e di Terenzio.
famosi
son
Questi due nomi
congiunti,
sempre
risulta
cui
Plauto,sebbene
ragone
pa-
della
che
fabula palliata,
poeta del popolo, Terenzio per
il poeta aristocratico,
il poeta dell'eleganza
e
contro
il
raffinatezza,
grecizzantedi
di
come
forma, laddove
s'induceva
talora
e
un'
del Klein
che
opposizione fra
ma
Ellenici,
necessità
il suo
siero
pen-
rude
romano,
perciòappunto più efficace
anche se inelegante,
espressiva,
spontaneo. Mi sembra
la frase
di sentimenti
e
intieramente
quasi sempre
ma
castigato,
poco
anima
il Sarsinate solo per
ricalcare i modelli
a
riman
e
un
tutti sanno,
chiaro, come
cultore anch'esso
essenzialmente
della
d'istituire fra loro
fatto volentieri
da
era
il
Plauto
fra
la
Terenzio
e
rileva
questo contrapposto, aggiunge l'erudito
(4).E
tedesco,riesce
manifesto
ritratti da' due
«
ne* due
(1)
Plaut.
(2)
Cfr.
(3) Maccus
un
quid
(4)
«
Schanke
521). La
simile
Livio
....
gegen
frase
24
del
nostro
Plautus,
das Haus
46
e
la
e
millantatore
Praenestinum
delle
una
è molto
:
XXIII,
era
bei
«
tipidi
Bacchici.
Tito
taverna
opino
47. XXV,
esse
casa
:
»
ita erat
gloriosus.
13.
quattro maschere
principalidelle Atellane,
Pulcinella.
in gegensatz
herrscht
tedesca,
se
»
si
zu
Terentius,
vuole,
ma
Oppositionder
cine
(Klein, Geschichte
pazienza
des
!
Dramas
II,
poeti,alludendo, cioè,al Pirgopolinicedell' uno
col Trasone
Infatti,se
Gloriosus
terenziano.
chi
differenza
si riconosce
deriva
solo
il mite
viene
Terenzio, che
introdurre
ad
fra' due
che
diversa
inosservata
passare
la diversità
dalla natura
il Miles
commedie,
può
non
facilmente
che
delicato
e
le due
d' intonazione
tuttavia
lo stesso, e
fondo
legge
1' Eunuchus,
e
notevole
una
a
gonato
para-
spacconi,
il carattere
di
in
rappresentazione
degli autori.
in
è
una
E invero
sola commedia
spavaldo,ce ne dà un'immagine
assai attenuata
Trasone
ami
e incompleta ; che, sebbene
dugia
s'ingloriarsidelle sue perfezionifisiche e morali, non
nel racconto
di fantastiche
somma
imprese, rimane inmolto
addietro alle colossali strampalerie che
avevano
in bocca
messo
L' indole
di Terenzio
molto
è
esso
dolci
fredda
e
dov'
che
esso
serve
di
solo
della
così
per
una
come
sicché
ogni brutalità,co-
tratteggiarcaratteri
a
alla
non
rappresentazione del
è
una
figura insipida
dire, personalitàpropria
parte essenziale
necessario
cortigianae
greci.
del
zimbello
nell'
azione,
alle
che
parassita
mene
lo met-
mezzo.
Al
contrario,la
Plauto, quella vis
a
abile
da
Trasone
suo
ha,
non
esercita
non
fraudolente
ton
ripugnava
più
il
ì comici
aka^óysc,
a' loro
appassionatiche
e
grottesco. Perciò
e
lo
piene mani,
fantasìa
comica
anche
a
umoristica
ch'egliamava
scapito qualche
e
di
di
sbrigliata
profondere
volta del
buon
trovalo
gno
avevan
un
dell'eleganza,
soggetto denella riproduzione dell'antico aXai^wv
lo
; e, sebben
imitasse dal greco, si ha luogo di credere che egliimitando
che il suo
tanto
Pirgopoliniceriesce
esagerasse,
l'uomo
più vile e più abbietto,e nello stesso
tempo
il più stomachevole
del mondo, salvo poi
millantatore
lasciarsi gabbare e schernire
nel modo
a
più atroce dal
gusto
e
37
inseparabilee
suo
gì'Italiani
che
ne' classici
mento
svolgi-
davvicino
più
»
e
Thrasoneria
«
si facesse
la creazione
lo attesta
ce
Thrasonismo
parole «
allo
l'influenza terenziana
sentire;e
fortemente
ricercare
a
aiuto
attenessero
anche
turale
perciòna-
andando
XVI,
sec.
Capitano,si
Plauto, per quanto
delle
del
ed
esemplari ispirazione
del loro
a
fedel servitore. Era
poco
venute
di-
d
,
d'uso
comune
a
designare i
bravi
e
le loro
bravate.
il più celebre
de' soldati
è rimasto
Pirgopolinice
fra le venti commedie
ben altre cinque,
ma
plautini;
cioè il Curculio,VEpidicus, le Bacchides
il Trucue
lentus (1),contengono il nostro
tipo,che rimane per
lo più uguale nella sostanza
subisce parziali
modificazioni.
ma
Contentiamoci
Poenulus
che
cosa
—
benuomo
si
(2)
ascolto !
del
un
specialmentecome
tone
ghiotil dabpiù comunemente
strana, mentre
diletta a sfamare
i parassiti
che glidanno
,
di
il Cleomaco
e
matricolato
Il miles
l'Antemonide
si fa notare
—
l'amore
di ricordare
che
una
non
Bacchides,un
peritadi cedere per
si
delle due
gloriosus non
nella Roma
delle
fante
furnaro
de-
cortigiane.
aveva
né
poteva
schietta
duto
go-
profonda
come
già innanzi nella Grecia moribonda;
popolarità,
ond'è ovvio ammettere
che si dovesse di leggieri
smarrirne
la tradizione
di personaggio da commedia.
Né
giova
che
(1) Anche
la fama
il
quando
vivos
rapere
repubblicanauna
aver
parassita Arpace
etimologizza
nello
il suo
Plauto
Pseudolus
nome
dal
e
assume
gr.
di Terenzio
l'aria di millantatore,
«p;ra?ctv
=
hoates
(II 2).
basti
la
formidabile
vedere
egli è pure un
spaccone:
dell'atto II ov'egliracconta
a
Lupo la sua gloriosa spedizione
(2) Ma
scena
imperitura di
e
gli homines
volatici.
nota
tro
con-
38
delle
trionfasse
mio
seno
adoratori
classica latinità
della
dilettantismo,si ostinavano
Hroswitha
monaca
limitarono
per lo
stile
di
e
a' danni
più
due
Baucis
dì
Trasone
versi
del
e
del
terenziani,
solo
riman
una
nel
servo
tere
carat-
:
del breve
corso
,
traccia ben
Obvius
exit ei Thraso, sui gloria potus.
deus est, cui Venus
Cui ventar
apta comes
Ma
stante.
disgu-
cortigiana.Quivi,
una
evidentemente
del terenziano
fugace ne'
e
innamorato, per farglipagare
1' amore
i nomi
malgrado
cinica
l'oscenità,
mezzana
del milite
prezzo
caro
la
scolastiche,
Thraso
poemetto dialogatoin distici,
un
raggiridella
i
descrive
esercitazioni
vacue
a
formale,
sciocca imitazione
una
caratteristica è
nota
Così
Davo
più ad
occasione
dava
cui unica
a
di
sceneggiavaepisodidelle vite de' Santi
intento spirituale
e
cristiano;gli altri si
alto
un
che
chi
vec-
eccezione
fa onorevole
in sei drammi
che
de'
orme
terenziani
metro
con
che, per puro
le
ricalcare
a
questi tentativi
Fra
comici.
la
tanto
sol-
non
Ma che la coscienza
agli eruditi di professione.
l'antica
deled umano
dell'intimo significato
psicologico
si fosse ormai
maschera
dileguata,son
prova,
nitenti
credere,certi tentativi isolati e solitari d'impe-
in
a
medievali,e
fitte tenebre
più
il soldato
dramma
millantatore
si
non
la Co-
! E
mostra
mai
moedia
de
glorioso del francese Matthieu
da
trae in sostanza
(Matthaeus Vindocinensis)
sformato
è aff'attotrasoltanto il titolo;
ma
Pirgopolinice
Vendóme
Plauto
(1) Cfr.
in
Jahrbb.
tale né
(1).
come
de
milite
si vede
:
«
H.
Hagen.
f
non
Class.
pubblicata
moderne.
dal
Du
più
scrive il Le Clero
—
Eìne
antike
Komódle
Philol.
XCII
(1868),p.
(2) Hiat. littéraire
fa
come
de
Méril
la
in
France.
in diatichischer
—
Nachbildung
7H-729.
Tom.
appendice
(2)
XXII,
alle
sue
p. 58-62.
Origines
La
Comoedia
du
théàtre
39
cavaliere che
corteggiale donne, e
«
se
«
accolgono con una
premura
al disprezzoche loro suppone
«
non
un
alla virtù
né
caratteri,
«
leresca
stramba
che
y".
Ciò
che,
che
da
se
un
esse
rassomigliané
non
il teatro antico per tali
dell' età cavalle
vantata
tanto
eh'
lato dimostra
che
la
plautina non
rito
parlava piìiallo spidi que'tempi, suggerisce d'altra parte il pensiero
fosse nato
di nuovo
di diverso che
e
qualche cosa
caricatura
si prestasse
Forse
a
tal genere
Matthieu
de
di satira.
Vendòme
é
troppo
ancora
moto
re-
del
(lo si crede vissuto nel sec. XII o a' principii
nella sua
Coseguente)perché si possa creder possibile
moedia
intenzione
una
satirica cosciente
e
diretta
con-
tr'ai costumi
Ma questo indirizzo si svolse più
dell'epoca.
tardi e si svolse a vituperiodi una
grande istituzione
ch'era germogliata in mezzo
al mistico ascetismo della
Chiesa cattolica ed alle ferree ritorte del feudalesimo,
ed
illuminato l'ottenebrata società dell'Europa meaveva
dievale
di una
luce vivida e feconda,convergendone gli
il lontano Oriente. La Cavallerìa
sguardi ansiosi verso
era
sorta,madre di magnanime imprese e di eroismi sovrumani:
nobili cavalieri di molteplici
Ordini avean
corso
il mondo
colla fama delle loro gesta,compiute nel nome
di Dio, dell'onore e degliocchi della loro dama. A
poco
a
l'ideale cavalleresco
poco
stabile
propria,e
e
si fissarono
Magno
dar
e
i Cavalieri
soggetto
conservò
insieme
nella
a
tutta
l'elemento
meraviglioso,doveva
favole.
Giacché
assunto
tevoli
personificazioni
più noleggenda. I Paladini di Carlo
Rotonda
quella letteratura
reale
popolaritàe
e
la fervida
le
vennero
a
che
romanzesca
che, mescolando
storico col fantastico
alla fine divenire
ingrandi smisuratamente
mia
fisiono-
una
sue
della Tavola
tanta
sempre
le
aveva
un
e
col
intessuto di
immaginazione de' cantori
note
figurefino ad attri-
40
buir loro portamento
da
prepotentio
contegno, più che da eroi,da
e
bravacci.
A
noi
spunta
sorriso fra il
un
compassionevole e lo sprezzante nel leggere i famosi
accettati con
gabs dei Paladini (1) che pur forse erano
la miglior serietà del mondo
dalle masse
ingenuamente
credule
ed
acciecate
nella
venerazione
inoffuscabile dei
loro eroi
Ma
prediletti.
già per tempo, verso i principii
dell'età moderna, si era cominciato
diminuire la fede
a
a
a
que' racconti straordinarii,
quelleprove miracolose,
a
quelle tempre sovrannaturali
e
quasi divine;e la
sottilee appena
punta dell'ironia s'insinuò,
dapprincipio,
per
i romanzi
percettibile
i
fabliaux,fino ad
invettiva.
assumere
più tardi le proporzionidell'aperta
Per rimanere
ne' poemi del Boiardo
agli esempi tipici,
e
dell'Ariosto
Rodomonte
e
nélV Orlandino
è la
mensa
mangia o beve.
Cervantes,Don
e
Che
sinonimo
Pietro Aretino
sciocchi
e
codardi
che
più?
Chisciotte
caduco
spavaldo e
è divenuto
poi di
come
onore
il più
è
e
risolino beffardo traluce
certo
un
Astolfo
-^
d'
entro
di spaccone
i Paladini
Nell'immortale
uno
brutta
Ma
una
creazione
à
il
sconvolto
che
finisce
sua
nea,
Dulci-
parodistica
era, per così dire,
allorquando lo spirito
puramente letteraria,
era
(1) Vedasi
da
del
siffatta tendenza
reazione
ed
più
contadina.
cavalleresco nella società
lem
campo
sciaguratomonomane
cui la
una
presentati
rap-
chi
a
:
—
son
ghiottoniilcui
ha
perniciosalettura de' romanzi
cervello,che si batte co' mulini a vento e
della
col farsi bastonare,in nome
sempre
a
fra' cavalieri,
si sfidan solo....
è
dente
giàevi-
da
specialmente il Pelérinage de
Conetantinople, ove i gabs diventano
suscitare
non
il dubbio
di
vi esiste. Cfr. per
del Novati
p. 280
n.
2.
una
la
intenzione
un
Charle
pezzo
Magne
cosi madornali
parodistica che
bibliografiadella questione
tramon-
Jerusa-
à
e
sitati
spropo-
bilmente
più probail citato
ticolo
ar-
42
nel bosco
andava
poi vantavasi
ad
di
contro
armeggiare....
e
glialberi,
de' nemici, è smascherato
abbattuto
aver
vilipesodalla sua
Bérengier au Ione cui. (1).
In questo notissimo
fabliau la
atrocemente
e
moglie nel
stessa
posta in
è
scena
Lombardia
la gens
Ou
che
è
questa
Francesi
vecchia
una
poemetto la
abbastanza
De
lombardo
duello
che
osa
non
scongiuratodalla
latina ha
infine
XIII
sec.
da
desolata
e
:
e
—
rappresenta
tanto
non
est
La
res
un
lano
del vilè l'incertezza
fera. Grande
accingersiall'ardua impresa, ed è
si gran rischio:
correr
moglie a non
dato
aver
si
un
e,
AchiUes;
decide
solenne
in campo
corre
dar
a
addio
dopo
aver
alla
taglia,
batsorte
con-
provocato
avversaria,la uccide.
sfidato la temuta
Quo
blicata
ripub-
quell'animosoguerriero
quel magnanimo
senz'
non
un
il Novati
Non
audax
haec
auderet
Hector, non
hic virtus
ardua
Herculis
deflceret.
Ma
ad
luogo
dai
(2).S' intitola
probabilmenteda assegnarsi
sostenuto
la terribil
contro
dette
versione
cui
—
del
metà
che
e
recente
et lumaca
alla seconda
burlesco
di
ripetutavolentieri
accusa
Lombardi,
i
contro
curiosissimo
n'est gaire hardie
premia digna dabuntur?
facto quae
parva,
causidici
veniant.
satira
ma
qui dunque ha carattere politico;
divien paesana
e
sociale,quando nella Francia stessa
zione
si trasporta contro
gli stessi francesi la ridicola invendes
d' armes
et d'une
nel Dèbat
femme
gens
contro
un
lymasson (3).Più tardi poi la satira contr'il
(1)
et
XIV
A. De
Montaiglon
tiécle.
(2) Giorn.
(3) Cfr.
G.Reynaud.
et
Paris, 1880, IV
Stor.
Novati
XXII
p.
/Jécwii
57.
(1893) p. 340-S42.
art. cit.
p.349.
des
Fabliaux
des
XIII
43
soldato
si
troviamo
al mistero
mezzo
in
Vie
La
:
ossia il venturiero
gand,
nel teatro
allargae penetra
per la prima volta
popolare,ove
Farsa
una
(1). Il britra
predone, incon-
prepotente e
qual'è
villano,e gli domanda
Saint-Ouen, per poter raggiungere la
scherni
la strada
insulti. Allora
il villano scappa,
ma
;
bile che
«
mico
«
far vantare
«
raggio,e
«
loro
»
Celebre
J.
(3).Mentre
il
è
padre
ha tutto
perduto
in compenso
per
un
e
ha
fìlsde
(1) E.
un
Ì450-Ì550.
(2) L.
moyen'àge.
Paris
Petit
sgg.
Le
s.a.p.28
le Due.
in
théàtre
sgg.
il
prode
1886
p.258
Ancien
quel
franqate
dr. la. Notice
—
de Julleville. La
Paris, Cerf
(3) Viollet
388
capolinoanche
Fournier.
del
le
figlio
contr' il reame
della perdita
Colin.
1'unica
1
fatta dal nostro
eroe
guerra
Data la popolarità
del personaggio,
era
far
Thévot
il quale
giovanotto,
un
pellegrinotedesco. È questa
dovesse
co-
appieno la
che si lamenta
da
nel
Esso
fuga, anche la giacca; ma
prigionieroche poi si scopre
sua
fatto
le
combattere
è altro che
nella
il loro
esalta le bravure
partitoper
non
consiste
«
mostrino
Colin
è
donna
una
Napoli,compare
di un
pollastrorubatole
arriva
(2)
da' fanfaroni
de' fatti che
raccontar
viltà
intanto
può sfogarla
il collo.
Julleville
incessantemente
che da sei mesi
di
egli non
cui torce
cappone
dice il Petit de
«
maire
ed
sua
teristica
predilezionepe'pollie per i pollaiè caratdegli spacconi nella primitiva farsa francese,
il procedimento molto ingenuo ma
assai co-
Tale
in cui
un
su
verso
compagnia.
il sordo,poi gli rispondecon
il hrigand vorrebbe
carsi
vendi-
dapprincipiofa
ed
inserita in
S. Fiacre
de
un
Il villano
la
Comédie
et
logicoch'esso
di compo-
genere
avant
a
les
di
preda
la
Renaissance
p.l8.
moeurs
en
France
au
sgg,
théatre
francais (Collect,
Jannet) tom.II,
44
nimento
francese,la Sottie,che deriva,siccom'è
che tutti gliuomini
abbiano
lato di
un
tutto
noto, dall'idea
follia.E
il
è forse
non
in
millantatore,
pazzo ? Infatti nella Sottie à
fra' sots
fatti uscire
Sot dissolu
Abus, dopo
in abito
A
l'assault
A
che vai!
quel che
piliersecondo
«:
un
Ma
per
opera
fuori Sot
di
glorieux
l'assault,
a
pointe!
en
Tutti i sots
fantasìa
làcheté
della satira fu
mal
una
Archier
Sot
glorieux
Più
».
Bomhance
un
oltre
gli
Pillerie.
e
riuscita istituzione ch'ebbe
lasciò di sé la
vita,ma
corta
innalzare
raggiunto quand' essa
Si tratta del celebre
memoria.
debbono
compagni Làcheté,
direttamente
armes!
aux
di ciascuno:
de
tronfon
gros
fortunatamente
e
!
sus
la
il clou
attaccò
subito
l'assault
a
segue.
dati per
son
vien
d' albero
guerriero ch'entra gridando:
con
porta
un
de'conti,
etc. (1)
personnages
huit
da' tronchi
fin
Monologue
più trista
du
Franc-
Baignollet(2),attribuito a Francesco Villon
data si pone verso
il 1468,certo prima del 1480,
de
la cui
della
soppressionedi questo disgraziato
corpo di
Franchi Arcieri. Quando poi nel 1521 Francesco
I tentò
di risuscitare questa milizia rurale,gli stessi eccessi,
tosto
menti,
gli stessi abusi detter luogo ben
agli stessi laanno
che
alla lor volta
vennero
col FranC'Archier
Il
de
dana
fanfarons)
—
Nouveau
p.
XXII).
Cfr.
e
sgg.
ridicolo
de
La
Cfr. E.Picot,
Bai-
sottie
en
p. 270.
Th.
Il, 326
segg.
frang. (Ronmnia
Th.
notizie
per
Franc-Archier
op.cif.p.208
Anc.
le Due.
l'Ano.
op. cit.,p. 260
(3)
VII
Cherré
Fernet, le
Julleville
Romania
in
(2) Viollet
dram,
di
monologo
(1) Petit
Franca,
de
nel
suggellati
(3).
storiche
XVI
Lenient
Le
Cfr. Picot
p. 518
:
Monologue
Monol.
op.cit.p.357
sgg.;
des
soldats
Julleville,
sgg.
Lenient
Recueil
de
e
Julleville
ibidem
farces frangaises
des
(pubbl.
XV
et
in
XVI
Picot
et
Nyrop.,
siécl. Paris, 1880
45
delle più felici
gnollet,è una
repertorio.
Fernet, ch'è l'eterno
abilissimo
invenzioni
dell' antico
millantatore
poltrone,
sopacificicittadini o, more
lito, ad assaltare i pollai,e soprattutto a raccontar
alla vista di un
plice
sembravate,muore
quasi di paura
dato
spauracchio da uccelli eh' ei scambia per un solBretone. La sua
ridicola natura
è dipintacon
una
a
provocare
i
indiavolata:
verve
Je
ne
moi
E
qui
:
craignoys que les dangiers,
je n'avays peur d'aultre chose.
nella sommaria
ci arrestiamo
che
ci ha
per
più complete
enumerazione
portato fino alle porte del '500,rimandando
notizie
a
lavoro
un
sul
speciale
miles
del Dr. Fest.
vocare
(1)Questi non sa esimersi dal rieil confronto con
Plauto e Terenzio,specialmente
per la farcejoyeuse, trés bonne, à deux personnageSy
du Gaudisseur
(2); ma infine riconosce che il carattere
del fanfarone era
teatrale
già penetrato nell' ambiente
francese prima che
si possa
sospettare un' influenza
francese
diretta esercitata dalla tradizione
e
classica. Il che è
naturale,aggiungiamo noi, perchè
del millantatore
si
è vecchia
secolare
la persona
quanto il mondo
riproduce nella
vita
e
sul
plice
sem-
nuamente
conti-
e
gine
teatro,imma-
della
magniloquente vanagloria umana
che tenta
mascherare
la propria meschinità
il
sotto
manto
artificioso di vuote
parole (3).
Ma
è tempo
ormai
di venire
al Capitano della
commedia
(1) Der
gen
"
italiana.
Miles
Gloriosus
Leipzig 1897, p.
(2) VioUet
letterature
Ano.
delle
moderne,
Spàtere Bearbeitungen
in
der
franzoaischen
Komódie
Erlan-
18-29.
le Due.
(3) Gli esempi
x
Th. II, 292
diverse
trovansi
sgg.
manifestazioni
raccolti
in
del
tipo
nelle
Reinhardstoettner
plautinischer Lustspiele Leipzig,1886
pali
princi-
Plautus.
p. 595-680.
46
III.
Il bravo
Il soldato
—
Un
della seconda
metà
di
ziosissima
classica.
del
bravaccio
un
—
smargiasso
villano
Il
—
popolare
teatro
Gaspare Visconti, poeta lombardo
del sec. XV, ha una
pitturagra-
di
sonetto
nel
e
imitazione
della
Distintivo
—
poesia
nella
Il millantatore
tempo
nato
parago-
suo,
a
quel Guiotto, di cui
Tififetto l'alta poesìa (1)
del buon
chiude
quale si
la
—
ha
non
ma
Ciò
(1)
poeta
di
che
già
fosse
alla
e
terribile
suo
Macaronee
anco
il
di
un
Fracassus
p.
816.
nel
ha
niente
del
e
—
v.
veri
Rossi, Di
dello
della
Zannoni
tipi
di
1883
—
raffiguratocolle
Ma
la
gloriosus,
miles
Macar.
stesso
spada di
p. 121.
folenghiano (A.
Baldus
un
precursori
/
Zannoni,
descrizione
ediz. dello
Mantova,
cui
recensione
con
ridicola
nelV
gigante mostruoso
esagerazioni,
(2) Cfr.Rónier, Gaspare
non
XI, 1
conservato
Teofilo Folengo.
soltanto
la
incesso
ha
non
gigante
Cfr.
di
Odasi,
Castello, 1888,
St. XII, 448.
maccheronica
mentre
sgg.) è
del
di
Tifi
Giorn.St.
etc, in
Cocai,
Rossi, in Giorn.
di
vigliacco
poeticadel '400;
tipo del bravo
nella letteratura
Macaronea
Città
il
come
consacrato
maccheronico
Guiotto
cor
dimostra
Allude
Merlin
poesia
più
ha
ria
tanto
voglia
bizzarra.
l'aria sua
l'arra
ben darti
turbo
stimar
suo
ciglio,
in corpo d'un coniglio (2).
E per
si dee
Qaanto
Non
la
:
scimitarra,
la
con
poi
dimostra
come
questi termini
in
fa il tenribil
El
narra
Portioli. Le
II, voi. I p, 85
solite
parodistiche
millantatore.
Visconti
in
Arch.
Stor.Lomb
XIII
(1886)
47
perchè verosimilmente
esempio caratteristico,
allusivo a un
già
personaggio determinato, ma
non
n'è dato in una
vizio sociale dell'epoca,
un
satireggiante
anzi
un
di
Canzona
del
primi
bravo
un
trovandosi
XVI,
sec.
intitolato
miscellaneo
risale di certo
che
Egloga
oltre ai
non
inserita in
un
pastorale
de
opuscolo
lustitia,
importante
(1).È un documento
relativa antichità,che vai la pena, come
per la sua
integralmente:
rarissimo,di ripubblicare
1513.
ristampato nel
Teste
braze
e
getto
mio
con
questo
che
alle volte
mille
in
Teste
Quando
questa
nel
forte
mio
polpe
colpe
squarza
sol
un
uccideria
e braze
huomini
^
via
getto
via.
spada
crudel
iace
pugno
coltellate
sì
grande
più che tre fornace
(2)
e a
quegli che questo spiace
via.
dico : fuggi, scampa
Teste e braze
getto via.
do
summan
^'^
Se
e
^^
ben vo
che voi
trarre
me
(1) Egl. post,
de
e
giorno
mi
le teste
stampala
etc.
alla
II
p. 101
braze
getto via.
trovato
son
tanto
terra
a
lustitia
son
n.
Comunale
che
di
etc.etc—
luogo
senza
ne
salto.
exalto
in
né
segnala
Siena,
alto
in
caschate
maggior
stesso poi mi
1513,
anno
forza
facto
Da
nell'
carte,
è questa mia!
Teste
quando
hanno
passi
parte.
ogni
per
delle
Puttanaza
che gran
un
extimate,
sessanta
el terreno
'n
mi
non
fo tremare
^^
gli occhi bassi
con
l'altro
8,
carte
autore.
due
soli
presso
12
Cfr.
—
nuovamente
Mazzi.
esemplari:
La
grega
Con-
uno
servato
con-
il March.
Cavriani
infornate,
cioè
di
Mantova.
(2) Parola
tale quanti
oscura;
sono
forse
i pani
sta
di
per
tre
fornate
infornate
?
o
in
mero
nu-
48
^
più
el
bravo
Teste
Sempre
né
potta!
pena
di
dritto
a
e
la
voglia
Teste
Per
la vecchia
non
mi
se
e
si
potrà
mantenuto
getto
vante
gran
via.
getto via.
braze
e
sufficiente
con
scorrettissimo
la lezione
fedeltà
testo, permettendomi sol poche
necessarie
ripetono nella
f
via.
tante
porta
Teste
alla
quello
è
mia.
puttanaza,
dar
ben
la vita
*'
metro, eh'
/
ninno
avante,
venga
l'
voi eh' io
amaza
non
se
(1)
faschino
el traverso
braze
gli dia ferite
0
•*^
:
el mio
ognun
per
e arriverso
satiare
vo
^^
Il
l'universo
io branche
smembro
getto via.
paladino,
un
tema
me
quando
correzioni
amara
braze
e
chiamato
Son
^
dello
via.
certo giistare
chi vorrà
poi contrastare
farollo presto in gelatìa.
Teste
Ho
getto
sia.
gara
di bravare
cesso
la
per
ti farò
^^
braze
e
mondo
cercando
ve
mai
cb'al
buona
volta
di
pronta intelligenza
esso.
frottola(in ottonari che
piìirime della ripresa,con
della
o
una
del compoattesta l'indole popolareggiante
ritornello)
nimento;
la lingua apparisced'originesettentrionale,
in un
e
fan per
seguente sonecto del bravo {Leze non
n' accorzo)si rivela schiettamente
mi
me
me
veneta,
mentre
potrebbe rimaner dubbio,perchè
per la canzone
(1)
gr.
Voce
ignota
?) Nel
"p-xTya'jo-)i
sp.
azcona
giavellotto, o
o
escluso
che
si
Diez
Ma
non
tratti di
deve
designare
(Etimol.
fazcona,
simili.
leggi fonetiche; onde
che
,
che
una
può
Wórterb.
derivazione
stabilirsi
vocabolo
pag.
significherebbe:
simile
veneto
niente
o
specie d'
una
è
di
toscano.
429)
arma
trovasi
da
(cfr.
arma
una
rola
pa-
getto, asta,
impossibile
secondo
positivo. Sembra
le
però
50
doppierebbe,se si potesse dimostrarla,l'importanza),
trattarsi qui di una
Rappresentazionené di un
non
Contrasto, ma piuttostodi un esempio isolato di quelle
furono
Moralità, che
un
de la Bazoche
dai Clercs
in Francia
drammatico
genere
e
Ma,
la
comunque
all'Italia.
((
gelare questa
«
la distacca
«
troduzione
«
rante
«
mento
«
profano. »
farsa
anch'
al fine
esso
di
E
sana
è
questo
di
cerca
comico
elemento
un
cavato
che
aggiunge quindi l'autore
da' prodotti francesi,è
»
nettamente
di
sin-
stia,« ciò che rende
cosa
il
che, secondo
fortunatament";, mancherebbe
D' Ancona
coltivato
«
e
l'in-
ridicolo,ope-
e
ele-^
generale dell' azione, ma
pianta dal teatro popolare
vaccio
appunto lo Spampana, il bra-
giovane
il
corrompere
Assuero
«
stesso (Spampana)
parole. « Già il nome
bravando
dimostratie
rivelazione. Egli esce
è una
scalata
bravo. La
dosi in parole e gestibravissimo
originedalle vanal cielo,che deve ripeterela sua
ai giganti,la diterìe mitologiche poste in bocca
or
struzione
vc
sfida
«
media
colle
«
«
«
vane
sue
Marte
a
ecc.,
del
cielo,la
poi nella
sono
com-
di
ciò
diverrà
che
si deve
dello
le bravate
comune.
esempio rimasto,
che, sebbene
ammettere
Spampana appaiano
pomposamente
mi
Spampana
Che
Ma
più
ancora
molto
mitive,
pri-
troduzio
precisamente questa la primissima insembra
italiano. Me
del tipo sulle scene
ne
quel luogo della parlata,ove lo Spampana
prova
El
tanto
sia
non
dichiara
dubbio
senza
poi
antico
il
rimane
del Venturini
dico, naturalmente, il più
perchè
una
Giove
farsa
la
esempio
antico
a
e
all'improvviso. »
Insomma,
E
e
della terra
ordine
ogni
di
faccio
a
chi
altrui
ben
1' esser
suo
chiamo;
paura
voglio
non
e
:
un
uomo
sono
sol col sguardo;
mal
l'abbandono.
51
al mondo
più bravo, e più gagliardo
si ritrova ; e te vo' dire
non
mie
le pruove
senza
riguardo.
ho
facto
morire.
in un
ne
giorno
Uomo
Di
me
Tutte
Mille
Assuero si, delie mosche.
Spainp.
Assuero
del
intonazione
medesima
La
va' pur seguendo
mi
fai stupire ecc.
tu
inflno adesso
Che
?
Che
ecc.
cune
dialogo,perfino al-
il far paura collo
come
espressionicaratteristiche;
sguardo, la risposta sardonica dell'interlocutore ecc.,
si ritroveranno
più tardi in moltissime commedie
; ciò
nonostante
che prova
l'arguta congettura del
come,
sia ragionevole attribuire al Gavalier
Quadrio, non
la creazione
Pesarese
tipiche si
frasi
del secolo
comico
innegabile una
Fu
xvi.
Alessandro
noto
anzi
la
di
che
300
preponderante? È
chiara prova, fra
dà
caratteri di
personaggi
Piccolomini, l'Accademico
commediografo, dice
intenzione
sua
necessaria
una
così per questo
spiccatissima,
ratteri
personaggi comici,a renderli ca-
l'altro,quella raccolta
ben
questa
latina
stabili,
stereotipati
; del
che
pali
princi-
tendenza
molti altri
per
cui
formule,
fissate,come
coscienza
popolare,nel repertorio
della imitazione
conseguenza
come
personaggio le
un
ritrovano
della
emanazione
quasi
di
era
di
aver
composta,
tracciarne
di
Intronato
ben
mentre
seicento;
quel punto, gli fu trafugata la
che li conteneva
cassa
tutti,sicché egli sconfortato di
il
ebbe il coraggio di ricominciare
questa perditanon
ma
che
lavoro
di
poi,giunto
(i).Ed è
perchè
un
poi
(1) Gfr.
1579.
render
la Dedica
peccato
si avrebbe
questa tendenza
doveva
a
degli
che
qui
Sfera
un
scrittori
la
possibile
della
tutto
del
ciò
si
servasse,
con-
esempio notevole
che
cinquecentisti,
Commedia
mondo
non
di
dell'arte.
A.
Piccolomini,
nezia,
Ve-
52
Ma
corriamo
non
nostri bravi
o
prima
drammatica
forma
troppo innanzi,e
restiamo
ai
buli,che, come
italiano. Anche
si accennava,
furono la
che abbia rivestito lo spaccone
regolare li accolse,e perfino
il teatro
la commedia
bosco
erudita,per opera specialmente del Paracui produzioni,
che rivedremo
stano
più tardi,atteparticolar
predilezioneper questo tipo,quasi
le
una
incarnato
sempre
in
Veneto.
un
Tuttavia
il bravo
mase
ri-
più che altro nelle farse ed in altri componimenti
popolareggianti(1); anzi quivi esso, che per lo
vien
talora introdotto a sua
più è un vigliacco,
voltg.
come
spauracchiodi qualche altro pecorone. Così nella
Comedia
Marcopiacevole di Saltafosso(2),Madonna
lina non
vuol più aprirela sua
porta a quello sciocco
mangiapane che, giù dalla strada,brava, ed è beffato
dalla donna
di
;
finché,sopraggiunto Geola
lei,Saltafosso
ginocchio ad
Circa
del
spesso
lo
profani
Stoppato (pag. 64-65)
Agar
(D' Ancona,
Mounier,
non
arroganza,
ove
gobbo
ed
come
nella
infermicela
proposito un
il Palermo
(/
mss.
II). eh' è
(2) 11
ad
un
Mazzi
Sindoni, 1549
—
ogni vizio,
codardi.
della
prodotto
(op. cit.
2) Siena,
Non
Scozia
magari
ha
abbastanza
II 35
1581
n.
ed
Firenze,
Le
ridicola
una
del
gobbo
; ed
Firenze
ladri
come
importanza
Cecchi
tardo
6)
di
Àbramo
del
e
la
anche
ordinati
Teatro,
ecc.,
prepotenti, attaccabrighe,dediti
come
del
XVI,
creare
(Origini
il D' Ancona,
e
di
millantatore
Palatini
cosi
mescono
complessione
già riprodurre
smargiassi
Conversione
soltanto
si vuol
quivi
e
anche
verità, ricorda
Rappr.
XV
di
parla
e
XIV,
121-124,
pag,
tracce
si
questi, in
nella
spaccone
a
trovar
sacro
Fra
de' seco.
sgg.),si designan piuttosto
al vino, al giuoco
dovesser
ne
se
esempi
all' elemento
esposti, Firenze, 1860, II,423) e
I, 590
Voi.
che
Rappr.
fra la deforme
i soldati, di cui
ed
un
I, p. 1). Ma
Voi.
1872,
opposizione
sua
Sacre
riporta alcuni
contemporanei.
e
pale
tipo princivero
e proprio
sviluppandosiil
naturale
Rappresentazione,
al
accanto
tempo,
Stoppato (op. cit.)ne
elementi
eroicamente
poco
bravo, andava
124-127, 183. Parrebbe
nella
buio,marito
perdono in
ambedue.
nello stesso
(1) Lo
Sacra
chiede
il
ne
(entrambe
Francalancia
il bravo
ed.
(Commedie,
della
cita
ziché
assassini, an-
e
due
nella
edizioni
Palatina
Milanesi,
erudita.
corrente
di
:
1) Venezia,
Firenze):
53
ch'io mi sappia,per
che compare,
millantatore,
di
di Antonio
la prima volta in un'Egloga Rusticale
tolata:
(1),intiPietro di Mico, detto il Correggiuolo,senese
soldato
soldato.
d'un
Vanto
Questa operetta fu stampata solo nel 1546
(2);ma
parole della Prefazione che va innanzi al
che la data della composizione
Vanto, credo poter concludere
risalgaalquanto più addietro. Nella Prefa'
lazzevole
il Correggiuolo che «: questa solzione infatti avverte
nuta
operetta » fu da lui scritta prima della vedegli Spagnuoli in Siena (3),per ordine del suo
signore « el magnifico et nobilissimo Marsilio Marsili
del Gollecchio », il quale voleva di questo comico
«
scherzo
onorare
l'ospite
suo, il sig.CapitanoGuglielmo
divenuto
ancora
Capitano della Guardia di
Corso, non
sieme
Antonio
serbò copia del Vanto inSiena (4).11 nostro
alcune
da
altre
con
(1) È
hanno
di
altro
un
egloghe
di varie
basta
soprannome
farse
poesia, IH, p.2", pag. 69)
altri,fa
(2)
dilectevole,
Opera
Mico, detto
XVIII
E
del
Orbetello
Siena
con
Collegio di
del
sono
della
state
Comunale
—
l'unica
con
125
fanti
fanti
il 30
di Siena.
per
—
Sericea,
Ragione
d'ogni
gere
correg-
el
Chasella.
Corso
fu
in
di
Siena
condotto
il 4 dicembre
favorite
dal
e. 136.
e
di
a
libraio ».
di
loc.cit.),
cui
Siena.
verso
fu mandato
risulta dalle
—
Viglio
San
aglistipendi
1526,
a
a
di
Pietro
di Alisandro
avvenne
gennaio 1827, come
predetto
di
Antonio
(cfr.Mazzi
alla Comunale
spagnuola
detto
presso
di Giovanni
conosciuta
edizione
Bal'ia dell'anno
cortesemente
cit.II,
la diflferenza
Ma
e
op.
lo
anzi, volendo
Villano
un
in Siena
ad instantia
esemplare
Guglielmo
100
errore:
Composta
Stampata
—
invasione
prima
Anastasio
di
è
unico
un
(3) La
(4)
1546
da
interrotto
recitare.
MDXLVI
novembre
questa
da
et
che
indicibile.
soldato
Correggiuolo
—
si conserva
mi
d'un
Vanto
«
in
detto
rima.
(Storia
Il Quadrio
egli pure
cade
confusione
una
(cfr.Mazzi,
Legacci,
terza
molti
a
l'autore
confusione, cioè, del-
; la
nulla
sa
in
comune
errore
Antonio
rusticali
riconoscerli!
a
si
non
Pier
senese,
e
un
soleva
gliSpagnuoli,
venuti
Ma,
dove
cassa
quest' operetta
citare
quest'Egloga, del quale
134-136),con
autore
di
una
contro
guardia
in
occasione
avuto
di
p.
mettersi
bene
in
»
vestiti di attore.
i suoi
tenere
facetie
"r
sue
il 1530.
della
blica
Repub-
capitano in
Deliberazioni
Queste ed altre notizie
sig.dott. Fr. Donati,
bibliotecario
54
questi «:
discreti
come
ciò che
tutto
"t
del Pater
«
de'
«
cosa
v'era
volendo
«t
affermare
noster, quale fu
Lombardi,
che
Spagnuolo
fa lo
dice
con
quella parola
in
nome
scritto. La
prima
prima gionta che
che gli agrada: Da
a
v'è
se
cassa
già composto
di sotto
qui
è
come
isquadra,e
«e casa
gli portaron via la
»
è in
nos
trovò
(1)». Tuttavia dopo la loro partenza egliriuna
parte dell'opera, lascio immaginar dove !
porre
e
quest'aiuto,
parte con
parte a mente, riusci a ricomil Vanto
che dette poi alla stampa nel 1546. Ma
che la data della composizione sia di parecchianni più^
antica e precisamente anteriore al 1525, è facile dedurre
«
bis hodie
—
—
dalla notizia che
Collecchio
trovavasi
di Marsilio
la morte
Marsili del
al cui servitio
(2),il nobile signore senese
il Correggiuolo,avvenne
bascerìa
poco dopo un' amnell' aprile del '25 (3)
da esso
sostenuta
—
notizia conservata
libri della Biccherna
«
1. 204
pagano
(1) Intorno
di
(2) Per
le
Historie
di
persone
del
stofano
nost-^r
questo
XVI,
1493. Si capisce che
nei
si
maggio
altre
spese
in Giorh.
il Novali
scrisse
nobile
la fine
tra
di Nanni
in
e,
Mazzi
del
comunicate
buona
I, 28
XV
sec.
di Marsilio; Marsilio
(o Leonardo)
Nardo
(v.
inedite
furon
mi
senese
d' archivio
documenti
s'incontrano
è
di
dipinturae
e
Tommasi,
Marsilio
di
; Marsilio
da
del
nome
ossia:
Il di 18
Lombardi
dei
di questo
estratte
Siena
di
1525.
che trovasi
121-152.
II, p
notizie
«
taffettà
l'identificazione
seguenti
dalle
:
per
al Pater
fllol.romanza,
seguente ricordo
dal
di Nanni
quest'ultimo, che
fu
il
parte,
2). Tre
n.
il cominciare
e
di Giov.
CoUecchio,
del
più noto, quello di
Gri-
nato
nel
parla
cui
il Vanto.
(3)
uno
«
dei
cittadino
Fu
capi
della
della
Giovanni
fu
mandato
e
per
dalla
Repubblica
Francesco
storico
;
il Terzo
che
gli portò
oratore
a
papa
e
di
Scipione Sozzini,
forse in seguito di quell'ambascerìa.
volte
dote
3500
Clemente
nuovo
oratore
nel
1516
Nel
in
di gran
«
Città, cioè
di
1522.
Aringhieri Azzoni,
di
Tommasi
risiedè due
novembre-dicembre
Malavolti
ed
lo
Novesca
d'Agnolo
Iacopo Ugolini
con
fazione
Repubblica
1515
dice
i"
a
al
seguito
sposò
VII
bre-ottobre
settem-
Camilla
fiorini.
Nel
insieme
il 13
aprile 1525
Carlo
V.
Mori
e
strato
Magi-
Supremo
bimestre
»
fu
poco
di
1524
con
dito,
spe-
dopo,
55
«
le bandiere
per
del GoUecchio
silio di Lionardo
La
data
e, siccome
Pietro
di
dimostrato
che
una
farsa
un
bravo,
già
sott'occhio
(2),
DINI
I TO
DET
esemplare
| el
soldato
d'
vanto
DIVTATO
come
anche
trovavasi
NEL
I ChaSELLA
in
di
pure
(non ancora
largo sunto
soldato
un
un
potuto
averne
rimasto.
soldato
un
| VARO SI
| PARLARE
PO
INTERROTTO
EL
ammettere
tipo del millantatore,non
di
di
del
l'origine
al lettore
al 1525
bio;
dub-
Antonio
che
dunque inutile
operetta, giacché ho
l'unico
Incomincia
un
credere
sarà
questa curiosa
alcun
lasciare
possiamo
così
addirittura
ma
a
narrava
innanzi
il
toscana
Capitano !).Non
ME
luogo
Mico, quando
Vanto, mentisse,
suo
di
e* è
non
(1).
»
troppo sicura per
è
ce
li funerali di Mar-
fatte per honorare
j composto
,
DA
per
FA
ET
VANTA,
UN
VI
Antonio
co
|
GIAR
|
e
ciò
| LLANO
Mico
di
da
Siena,
Un
((
soldato
dice
mal
tuna,
della For-
lamentandosi
vestito,
:
Ahi
Fortuna
et cruda
dispietata,
mai
se
a
giugner ti potessi con mano
dal capo
a
piedi ti vo lassar inuda.
Miser
a
che
me
se
Spada
questa mìa
fusse, et io fusse un Hettorre
da strada.
con
questi panni paio un huom
vitìo mi par l'altrui torre
Troppo
gran
fatata
assai
qui
mi
par l'achattare
'1 peggio, io non
so
vergogna
'1 mal
(1) Spoglio
(2) Far
qua
della
Giardini
Biccherna.
Cod,
Giardino,
in
voce
«
Sciocchezze
«
è infrequente nelle
e
Vili, 17,
a
millantarsi, far grandezzate,
=
fiorettare,far fiorettature.
«
A.
qual mi
senso
simili,
e
di
nell'altro
Commedie
Cfr. Mazzi,
Giudizio
di
vano,
e.
1451.
fors'anco
op.cit. 1,245, n. 1
Castello
torre.
in
aria,
mente
semplice: «
e
Questa
quindi
Laberintoi Impaccio, Imbroglio,
de' Rozzi
».
non
56
Questo
è
al soldato 1 Si
onore
che
il
villano
lo
soldato,così
Oh
di
per
Soldato,
tu par
o
vuoi
non
non
se
esser
il villano
hai
E
a
cui
soldo?
un
ti trarrò
Dio
per
il
sonno.
signor Iroldo
mese
un
diventato.
ma
Veste,
t'han
questo fumo,
manigoldo
sempre.
Sold.
Chas.
conforto.
:
Un
di
Dio
per tutto
Cfias.
se' stato
verso
la moria.
col
in campo
ero
Quando
giurato harei che solo in
riccho
voltandosi
e
»,
vatti con
può donar
mi
non
gli domanda
tace,
renza
diffe-
lamentarsi,sopraggiunge
a
Non
Sold.
la
superbamente risponde :
s'intimidisce
beffa
subito
tamente
cer-
sentit'hoggiborbottare
S'altro da me
ch'un tuo par
e
fa
apostrofa:
il soldato
Non
delinea
el Casella
quanto ho
buon
Ma
cosi
chiamato
«
che
e
moralmente, il Capitano dal bravo.
separa,
Mentr'eglicontinua
un
assai onesto
concetto
un
'1 far
larghe
le spese
di Cavalli, et di buon
fatto
castron
diventar
l'astuto villano deride
senza
pasti.
pugliese.
pietà quell'altiero
:
consiglia
va' fatti Pachino.
Sold.
Almanco
da
né
che
Intanto
qualche
guerra.
Mare, et per Terra
d'
da bene
ogn' huom
ogni Capitan,
mi
in battaglia mai
sferra.
l'animo
conosciuto
So
Ecco
si facesse
adesso
egli vede
per
veramente
«
un
gran
le
incominciano
Signore
—
e
in
terìe!
van-
com-
58
efficacia satìrica
che l'Aretino
se
storica
non
in bocca al
pone
quella
esattezza
millantatore,il
stesso
suo
frase
comincia
Capitan Tinca, il quale, narrando
una
sua
bravata,in«:
la giornata de la Geri:
Sappi che ne
«
gnola (1) che durò fino ad un' bora di notte, onde
«
ci morì
buomo
un
d'arme, et due ce ne restar fé«
riti,etc.
Ma
etc.
le vanterie
dell'amore:
che
Io
egli
gentil
Fiammetta, per
l'amor
De
delle
già
mio
tutto
era
salvo
v'era
una
lei mi
segreto
che
quel
espressa
voce
assai
amava
Costui,vedendo
strada
della
morte
se
(1) Il
di
della prov.
notevole
di
è male
fatto che
applicato
restò
vi
di Nemours.
storiche
devoli
Del
tanto
di
sono
dalla
a
battaglia la
una
osservo
frequenti
nelle
del
la verità
e
di
qui
tutto
fantasia
In
feconda
o
:
la
cui
Perciò
per
minacciò
volta
poi
sono
ciò che
per
'500
il 28
dico,
basti
il
sono
i nomi
Capitano.
villaggio
una
duca
giovane
le
mai
citazioni
commen-
al nostro
ancor
il
mostrare
se
son
di
tino
dell'Area
tutte,
non
irriconoscibilmente
del
un
aprile 1503
poste in bocca
soltanto
è
il sarcasmo
gravità
la
"r
Cerignola
patirono
del
generale
inventati
sempre
una
Commedie
di tutto
fede.
andarsene
generale de'Frances',
lo stesso
morto
falsa
storico
i Francesi
troppa precisione, quando
che
o
cui
resto,
di considerazione
fatti
da
parte degli Spagnuoli.
da
spera.
ingelositolo
quell'amore.
battaglia è
questa
Foggia, press' a
disfatta
soldato
»,
desistesse
nome
mai
villa
da
il nostro
Fiammetta
non
essa
rivale,il quale
suo
si domandava
Dragon
:
nominato.
volte
et spesse
mi trovai con
n' avvedesse
che alcun
senza
se
—
gesta
sue
accennata
sopra
del
Roma
d'una
et in
tipo classico
il
racconta
della lotta
nel campo
anco
forte innamorato
d'essa
Donna, el nome
in
ero
sostanzialmente
cosa
cagione
amorose,
del soldato entrano
ritorna
Ecco
miles.
{Talanta III,12).
»
meno
sono
trasformati
sonaggio
per-
degne
storici:
e
ì
sati
svi-
59
al
Elegge
Le
Campo
0
tu
0
noi
la
di
questa pugna
sorti
mi
lassa
Fiammetta
r
raccontare
più
fu
come
e
spavaldo che
esclamando:
ritirarsi,
villan
El
venni
m'
ha
mi
meni
che
sia
un
qua
il terribile
s'
hora.
ralmente,
impaurisce, natu-
più prudente partito
trova
horsu
non
mentre
il Ghasella
mo
risoluto
e
lui
faora
vanne
innanzi
linguaggioaspro
Signor
da
scherni, sicché
gli grida :
lo
di
già
Ma,
co' suoi
t'ammazzare
tal
furon
insistervi.
traditore,a chesto
a
la spesa.
definita la cosa,
do
A
vai
feroce
vuol
interrompe di nuovo
guerriero s'adira
Chas,
che
combattlam,
esposte, ond'eglinon
vuol
difesa
d'accordo
la tua
per
tu
dici il vero
per far questione.
travagliato il pensiero
vi lassare
in pace
adesso
il vero.
volendo
dire
non
posso
ho dato fastidio mi dispiace.
se
perhò
che
Et
Queste
quale
il Ghasella
lima
Hi
r
parole
gli grida
lima,
dietro
che
ve
del
soldato, partito
te n'andasti
vedi
hor
te
termina
con
ne
che
vai
pari
Strambotto
uno
il
:
è vero
la paura,
bravachione?
che Pippion grossi non
trovasti
Per
E
le ultime
sono
un
babbione
di due
-
etc. etc.
ottave,secondo
uso.
Così
al 1525
più
dunque
oscuro
Senese
autore
ritraeva il tipo completo del
verosimile
questa
un
esser
quanto
la
meno
già innanzi
tanto
millantatore,
caricato.
parabola che segnò
E
nelle
infatti dovè
sue
modificazioni
il carattere
la commedia
Sul
cinquecentistica.
dello
poco
stanziali
so-
traverso
smargiasso at-
principio,
60
lo si prese a trapiantare
quando, dalla vita comune
nella letteratura,
specialmente nella drammatica, esso
doveva
appariva quel che
cio di ventura
prepotente e
potevan poi facilmente
ma
già
traccia
trovar
alla fantasìa
degli scrittori,e
imitare
anche
qui gli
alla fine ben
che
tanto
plautino
si
antichi
poco
si riaffacciò
trovò
modelli
dovette
più
:
lora
al-
biamo
dob-
ne
—
farsa del Venturini
nella
del soldato
;
solo
non
presto però
la memoria
cui ciance
alla prova
e
ridicole,
esistito. Ben
sempre
soldatac-
un
tipo
bastanza
quelle proporzioni ab-
di soverchio
non
ma
smentite
esser
:
le
parolaio,
gran
in
esistente,
veramente
questo
in realtà
essere
?
—
potente
comodo
di
s' imitò
anzi
rimanere
del
tipo
del
l'esagerazione
reale,e si foggiò un Capitano che fu
L' effetto non
miles già esagerato di Plauto.
poteva
nella Commedia
che uno
esser
; e il Capitano divenne
dell'Arte
Pulcinella
l'imitazione latina non
principio
che accidentale ; e di ciò è riprovail genere
cui appartengono le due più antiche composizioni
esser
drammatico
che
Vanto
d'un
Che
Farsa
chino,
Arlec-
erano
simili.
e
Ma, ripeto,in
potè
maschere
fìssa,come
maschera
sul
abbiamo
veduto, massime
la
seconda, il
soldato.
infatti la Farsa
Contrasto
o
Satyra
Moralità
che
Morale
del
sia, è bensì
Venturini,
un
ponimento
com-
d' indole
cavalier
colta ed
allusioni
per
lo stesso
Spampana potrebbe
ricondotto al miles plautino,
gran difficoltà esser
la forma, s'intende,che la figura del bravo
dolo
subche qui assume
le parti di seduttore,
anche
e
tristo,
e
senza
il suo
popolare, ma
autore, un
Pesarese, apparisce come
piuttosto
persona
le
arieggiante al classicismo. Frequenti sono
scenze,
mitologiche, frequenti le classiche remini-
non
è
che
carattere
dello
troppo moderna.
61
Al
commedia
voglia fare
che perciò se ne
simili,senza
disonesto; che anzi il
malvagio o un
un
alla
coscienza
sua
e
1' elemosinare
come
orgoglio.Ma il fatto
in grazia de' suoi
povero
al
le
tutte
con
de' suoi
repugna
cuoce
della
superbo
e
povero
venturiero,ritratto
è il
senese
caratteristiche
furto
soldato
contrario,il
suo
stesso
ch'egliè
stessi
vizi, di
vero,
pouna
sente lo studio del reale,
tutta militare,
non
dissipatezza
la riproduzione di una
figura in quel tempo ben
?
nota
Ciò
risulta
commedia
e
di Pietro
un
cui
ci fa sapere
come
era,
nobile
senese
della
essa
egli stesso,
quantunque
; e,
di notizie
1' autore
nio
può ricondursi. AntoMico, soprannominato il Correggiuolo,
il genere
di
considerar
dal
ancora
sul
conto
suo
al
«
servitio
Y assoluta
per
di
»
canza
man-
ignoriamo qual
fosse
si può per altro presumere
precisamente il suo ufficio,
del Signor
ch'ei fosse una
speciedi buffone-attore-poeta
del Collecchio,il quale, come
giovine,si sarà dilettato
piuttostodi
un
una
d'altronde
dotto. Nulla
Antonio
a
fosse
come
serve
a
arguta che
il contrario.
nota
Il
di
che il nostro
mostrare
di lettere: lutto
uomo
far credere
è,
piacevoleed
persona
anzi
buisce
contri-
nomignolo
reggiuolo
Cor-
il Mazzi
un
{loc.cit.),
nome
sopranStrascino,al Mescolino etc,
mettevansi
nella Congrega
popolare,simile allo
non
e
già di quelli che
de' Rozzi i quali eran
formati
altrimenti.
Se
Niccolò
di Ser
Ambrogio
Campani (loStrascino)e Lionardo
Maestrelli (Mescolino),
quantunque divenuti Accademici
Rozzi, conservarono
que' soprannomi, ciò fu
sempre
probabilmenteperchè tali soprannomi furono anteriori
del Vanto
della Congrega. L'autore
alla fondazione
—
seguo
sempre
il Mazzi
dell'Accademia,anzi
non
—
non
dovè
fu
uno
de' fondatori
presumibilmentepren-
62
dervi neppur
(antichistorici de'Rozzi)ve
si
Atti della Congrega non
contare
forte
altro
un
lo
il Ricci
e
ascrivano,perchè negli
allusione
trova
argomento
lui ;
a
silentio
ex
senza
il
:
non
Del
cioè,dichiarato egli stesso, nel titolo o nella prefazione
de' Rozzi, conforme
all' uso.
al Vanto, d' esser
resto, ammesso
appartenuto
pure ch'egli avesse
alla
Congrega, questo
aver,
Accademia
celebre
società
vorrebbe
Senese
di dotti ; anzi
ascritto chi
è
questa
narra,
et
recitossi
«
in
A
».
Troiano
affatto
che
erudizione.
di Mico
In
fu
la frase
sa
che
del
del
com'
si
suo
egli
imparò
ritener
come
:
questa spada
io fusse
fusse, et
una
sione
conclu-
uomo
ordine
per
si volesse
non
la
poteva esservi
non
d'occasione
meno
ognun
di
di Pietro
se
mentre
che
noto
niente
era
perchè
poco,
poi sudar troppo, se,
giorni otto.... si compose,
indizio di classicismo
fatata
dir
non
troppo puzzasse
dunque Antonio
popolo, che fece opera
Signore, né vi dovette
—
il Fabiani
parte, quantunque
Hettorre
un
la memoria
del famoso
eroe
proverbialeanche nel popolo !
Il Vanto
poi non
appartiene forse a un genere
è
facile assegnargli con
sicurezza il
popolare? Non
ponimenti
speciedi composto che gli è dovuto fra le numerose
è
così
drammatici
allora.
Ma,
per
che
si scrivevano
o
si recitavano
quanto apprendo dal Mazzi (1),le opere
narsi,
ravvicicertamente
presente deve
i titolidi Commedia
portavano più comunemente
che l'azione
o
a seconda
Egloga {pastoraleo rusticale,
si svolgeva fra pastorio fra villani);
biani
infatti il Fae
de' Rozzi
e
a
cui la
il Ricci chiamano
(1) Op.
cit.
I, 208.
il Vanto
Commedia,
altrove,
63
p.
dal
es.
vi ha
non
parte
Questi nomi
villano,il Ghasella).
un
nell'edizione
si vedono
più
esempì
d'uno
Ma
popolare.Né
d' indole
perchè
ciò è
tutto
si tratta
sta il fatto che
1546,
apparisce
ove
—
—
due.
0
del
però
il Mazzi ne
e
Opera, il quale
davasi quando gì'interlocutori eran
di
piuttostoquello
cita vari
perchè
Egloga {rusticale,
detto
Quadrio,
quistionesecondaria:
di
qui
anco
il metro, la
nelle
comune
opere
componimento
ficoltà
terzina,può far difde'Rozzi,e, in genere,
un
nella drammatica
Strambotto
finale
Riconosciuto
dell' autore
per
la natura
cui
appartiene,non
un
parto
vi è
di
del
può in
tutto
nessun
una
estranea.
sua
forma
drammatica
modo
ritenersi
che
l'imitazione
Infatti il Vanto
tenzone
della miseria
della
della
e
erudizione, s' intende
di
nel racconto
popolare profana. Del resto lo
può scioglierda ogni dubbio!
dunque che il Vanto dC un soldato,
contro
sostenuta
un
da
rivale
come
tina
la-
consiste
questo
per
la
valiere....
caquista
con-
Fiammetta, conquista già fatta,si
dove
(altrimenti,
sarebbe
pisce
ca-
la
ma
millanterìa?),
Il concetto
invidiata e contrastata.
è affatto medievale,
anzi donchisciotteschi;né
vedo come
gli effetti sono
si possa risalire all'antico o a qualsiasi altra forma
erudita o classicheggiante.
L'assoluta popolaritàe modernità
del Vanto, infine,
risulta anche
dal presentarsi esso
in relazione
colla satira del villano^che fu anch'esso
elemento
un
di ridicolo tanto frequente nella nostra
letteratura e
da ogni sospetto di classiche infiltrazioni (1).
immune
Il contrasto
fra il Soldato e il Villano,quasi in
sizione
oppofra la quiete serena
de' campi e il torbido in-
(1) Cfr.
il Villano
dr. Dom.
Merlin!.
Saggio
(Torino, Loescher, 1894).
di
ricerche
sulla
satira
contro
64
furiar
si
dovè
delle guerre,
giudica da
interessante
un
di
goder
certa
una
riscontro
fortuna, se
di cui
riporta
di questo vorremmo
(4).Ma non
adesso parlare: bensì
piuttostodell' atteggiamento di
bravaccione
il villano stesso vien
e di spaccamonti che
il Merli ni
brano
un
così
ad
spesso
Nella
Beco
assumere.
del
Catrina
Mecherino
(2) disputano
Berni
della Catrina
fra
loro
che
iniSne,
interrogatadal Potestà,dà la preferenzaa Beco. Il quale,
neir impeto della sua
querela contro il rivale,si lascia
lazzo da millantatore,
sfuggirepiù d' un
quando, per
esempio, dice:
e
Io ho
E
di loro
loro
cavar
fussin
Se
a
amor
sgherrettare un
il ventre
bene
oh' io
Vedi
un
porto
e
A
più
oltre
la
sempre
'1
paio,
le budella
centinaio
mezzo
petto, le rene
che
que'
voglion meco
ho
Ed
E
per
e
un
:
coltella,
lancione,
far
questione.
:
guagnel, ch'io frò qualche pazzia;
me
se
prima costoro,
gli ammazzon
ammazzerò
dodeci
de loro.
poi
Alle
E
Io
Cosa
meravigliosa!
invero
nelle Commedie
ripetesiil fenomeno
de' Rozzi, fra cui mi
piace ricordare il Calzagallina
i villani Bravalocchi, Mezdello Strafalcione (3),ove
Più
spesso
rivelano solo col nome
Settegambe,Calzagallina
dato,
E nel Travaglio del Fumoso
lor qualità.
già ricordicendo
Favilla e SoUieva,si armano
due villani.
zuomo,
la
(1) Op.oit.p. 28.
Liede
(2)
la
Catrina.
nuovamente
N.
e
44
da
Atto
rivedute
scenico
e
op.
Bolle
cit. II, 119.
Der
Bauer
deutachen
im
p.41.
rusticale
illustrate.
45.
(3) Cfr. Mazzi,
Joh.
Miiller, 1893
und
Berlin, Mayer
F. B.
Il M.cita
di
Milano,
Fr.
Berni,
Daelli, 1864.
in
Opere
Bibl.
di
Bar..
66
«
m'
que
cantando
entra
dichiara
e
del
moglie Bettia,ma
dalla
donna
ingenuo,
per
il mondo
di ciò
sempre
e
»,
eppoi
la
aggiungersi anche
et
la satira
hanno
tutta
osservazione
che
dalle
risolveva
molti
una
caccia
Fu
divien
della
originalità.
va
gonfio
tutto
serva
con-
1528, data
insieme
abbastanza
un
ad
supporre
assoldarsi,
tieri.
lusinghe de' condotlogica; che anche quando
dalle
casa,
vita
militare
doveva
per
di
daìle
si
l'influenza
quella
l' impronta di
conservar
rilevasi
senza
per
é assurdo
non
via di
oscena
anzi
Ruzzante, a cui può
Dialogo facetissimo
precarietàdella
riprender la
recitato, come
del
che
«
fatto,ma
scendessero
magari
e
degli esempi
scuola ripugnante ed
di pallonisgonfiati.
(1)
l'
del-
quella del soldato,ed
partirsida una
graziosa
realistica. Giacché
campagne
a
con
»
portamento che
fonde
si
di
l'apparenza
stanco
ha
nuovo
del
Menego
del villano
conseguenza
il villano
cento.
potrebbero lasciar
si
(1). Vi
allettati dalla fama
La
pi de
«
casa
a
di ciò che
offertici dal
il
ridiculosissimo
istante
e
non
1 documenti
cenno
scagliavane
il villano
torna
ridicola dal
egli affetta. Tuttavia
un
e
primitiva semplicità,accresciuta
più goffa e
resa
de Rolando
naturalmente
hanno
ne
se
veduto
ha
che
assalito da
è stato
campagnuolo. È
del
Ruzzante
paura
(I,5),
»
di Ruzzante
vanterìe
Moschetta
n' harae
: «
cancaro
eh'
qui,il vigliaccone,
Le
cento
di sua
bergamasco Tonin, 1'amante
rire
poi si lascia imbrogliare e impausenza
(III,1), non
protestare anco
contr' al
minacce
La
commedia
al sangue
mi,
gierapi de
»
nella
Anche
«
dà.
ha
i
assalitori,
giacché «
de' suoi
nes.suno
impenitentie
utopisti
antiche
remota
che
stampe,
ne
attesta
a
Fosson
la
in
perfetta
67
costruzi
pericolosodelle riuna
ci basti di affermare
anco
volta,
e
delle prove
dietro la scorta
addotte, che il tipo del
del secolo xvi
gere
nella commedia
millantatore
potè sorindipendentementedalle reminiscenze
e svilupparsi
nero
venclassiche. Quando poi tali classiche reminiscenze
nella commedia
fissandosi
ed acquistando coscienza
erudita, l'indizio caratteristico dell'imitazione
stante
si determinò
facilmente,a parer mio, nel quasi coo parassita,compagno
accoppiamento del servo
Ma
inevitabile
testimonio
e
sta in
di ventura
soldato
in condizione
colla
che
servi
di mantener
egli stesso, per
è
dell'eroe. Ciò
de' millanti
aperta contraddizione
così
del
sul terreno
insistiamo
non
natura
e
seria
proverbiaimitrovasi davvero
non
altri mangiapani,ma
o
necessità,
per
—
prototipo
più ingordo
il
CapitanGoluzzo di buona memoria
ci
il più affamato de' parassiti.
Perciò non
e
trascinare
da
preconcetti d' indole formale
pronti a riconoscere la derivazione più o )neno
fra Arimario
plautina nel contrasto
il
—
Burlino
suo
commedia
servitore,eh'
intitolata
di
ascolta
fronte
{fine)io
Patr
(2) Palermo,
Palatina
l'altro:
le
el
e
«
: uno
per
ibid.
colla
Giov.
e
Palatini
Mazzi
scritta
Andrea
«
in
II, 176
siamo
tamente
diret-
bravo
di
Cruscha
servitore
e
una
(1).
(2)
che
ne
zonandolo
can-
del mondo
ecc.,
n.
Venetia,
Valvassore
e
stupidespampanate,
primo
/ mss.
del
un
hom
emetterei
al fondo
spagnuoli e italiani
anchor
tramontani
e
e
ogni altra natione.
son
(1) Cfr. Palermo,
in
padrone
fingeapprovarne
poi sotto sotto.
e
Comedia
lasciamo
1574
recitata 1'anno
Secónda,
un
Intermedio
il terzo
la Piacevole
Analogamente,
mette
è
che
Firenze, 1860, Voi, II, p.
Se
per
detto
hanno
due
587
esemplari
Sindoni, i549 »
Guadagnino
»
s.
a.
ne
Agustino
68
{iglió)
Sì, si,a
Fam
un
faresti
a
popone
tuo
modo,
di
brodo
piatto
saresti caporale
un
a
Sì signor tu
Pa^.
vale.
Cruscha
io
son
bello
pur
Fam.
Come
un
Patr.
A
moto,
un
destro
e
agnello.
a
un
cenno
farei el mondo
tremare,
l'ho robba, e ho danari
l'ho bellezza,
r ho
fortezza
l'ho
gratia
F sarei
e
il
virtù
e
de
degno
imperio.
Incoraggiatodalle ambigue approvazioni del perfido
famiglio,il padrone gli confida eh' è innamorato,
Crusca
gli consigliadi propiziarsila bella con
doni
si offre di
e
crede, ed
esso
recarglieli
esclamando
Qui
i denari
affatto?
riconoscere
argomento
cui
sufficiente
appunto
la
e
accoppiamento senza
fin de' conti,anche
del
si
classica
capisce.
si
ci
non
Vanto
drammatica
fenomeno
la
nel
da
I
sempre
noi
trae
uno
di
negarla
acconciamo
del
avida
assai
mostra
coraggio
ineccepibile;che
umana
coefficienti di successo,
stesso
il resto
signor.
questo della introduzione
la mente
da
...
chi avrebbe
il
eppure
Ma
nello
stesso tempo
remota;
a
:
l'influenza
dunque
gli
gonzo
:
Cruscha
mio imparo
Di fare all'amore;
Ma
di mille son
stato
gli consegna
Il
stesso.
servo
come
troppo
turalmente
na-
de' contrasti
de'
più
vitali
poteva giungere al tradizionale
trafila delle reminiscenze.
diverbio
fra il soldato
e
In
il villano
esaminato, si rispecchiavalo
Comunque
sia,la
tesi
proposta dallo
69
della
Scherillo,
poi
fosser
uniscono
si
rimane
in
precisamente
i
erudita,
quella
le
due
prendesse
a
dove
tutto
e
vi
utilizzare
si
sottili
ciò
rinunciamo
è
anelli
della
per
materiale
la
la
commedie,
visione
realistica
buona
a
delinearsi
grazia.
e
Quali
catena
che
prima
volta
classico,
singole
impossibile
di
dimostrata.
quando
nelle
popolare
corrente
massima
il
arresti
la
fra
correnti,
cominci,
dove
e
cioè
fusione
e,
in
nerale,
ge-
l' imitazione
del
con
sonaggio,
pertezza,
esat-
70
IV.
Il
nella
Capitano
maschera
—
Calmo
V
e
Il teatro
primo Spaglinolo
imitazione
classica
Rifacimenti
Il
—
adesso
dunque
del
di
tendenza
avrà
poi
nel
della
maremagno
rattere
già notammo, ciascun catica
sistemaprendere quella forma
erudita,ove,
che
della
latine.
Entriamo
ha
Fissità
—
—
commedie
commedia
erudita
commedia
a
come
ultimo
per
resultato
Commedia
la
dell'Arte ; il nostro
di
comprende
che
stessa
la ragione se
e
poi più di tutti,
leggieri,
quando si consideri la natura
può
non
modificata
essere
ne
sua
sostanzialmente
;
si ritroveranno
bite
pressoché uguali,salvo le demutazioni
di tempo e di luogo, i millantatori più
antichi e quellipiù moderni, non
esclusi quelli che in
cosicché
forma
un
po' diversa
dovranno
E
pullulano anche
oggi e
che
pre
sem-
esistere.
questa tendenza
a
fissare
come
qualche
stabile il
dimostrato
da
Commedia
un
erudita
tipo dello smargiasso mi sembra
fatto abbastanza
singolare:che nella
di
cosa
non
si
era
ancor
mai
portato sulla
personaggio,quando già due
del sec. XVI insegnavano
La
domanda
scena
il nostro
fra i più noti autori
«
é rivolta da Pacifico
come
a
fassi il bravo
Gorbolo
mici
co-
i".
nella Lena
71
il
(1). Gorbolo,vedendo
titubante,
gli domanda:
dell'Ariosto
interlocutore
suo
dubiti?
di che
Capitan de la piazza, che cogliei^e
potrìa qui con
questo spiedo e mettermi
In prigion.
Non, ch'io gli darla ad intendere
Che fossi un
sbirro, o un boia, e crederebbelo,
Pacif. Del
Mi
Cori).
Che
dell'uno
Rizza
il bravo.
fassi il bravo?
Come
Corb.
Attaccala
Spesso
In
a
qua,
Messer
e
Dio
fa
e
Santi, tienlo così, e volgeti
viso
un
Ludovico
scuro
e
minacievole
ha
non
cinque Commedie
caso
rappresentato il millantatore,
strano, sia detto
mai
tra
l'aria.
certo
la testa, par
che vogli piangere,
ritto,fa il gagliardo, fa il terribile,
Sta
Fa
Pacif.
dell'altro hai
e
nelle
parentesi,perchè
si vantano
come
di
in
viva
una
le
essere
pitturadi costumi,
commedie
sue
la
senza
pre-
,
di
tipo
un
nella Lena
molto
è
ripeto
—
prima
ancora
il vedere
della
reale ;
miles
ben
così
come
un
a
il
della
è
cosa
curiosa
quel
—
carattere
portatosulla
stato
argomento
nuovo
Capitano
è
direttamente
V,
(2)
che
scena
a
mostrare
derivata
poteva pensar
non
latino,di cui egli avrà
(1) Atto
(2), certo
Lena
qualunque altra commedia
tipo del millantatore. Ciò
imperocché l'Ariosto
Par
che trovasi
accenno
delineato
fosse mai
composizione
ov' è introdotto
del
questo
sarebbe
non
ed
significativo,
ch'esso
è anteriore
servire
Ma
comune
scena
regolare; giacché,qualunque sia la data precisa
teatro
essa
tanto
affatto disdicevole.
stata
nel
ormai
avuto
certamente
I.
fosse recitata
per
la prima
volta
nel
1528.
è
che
erudita,
anzi
può
che l'origine
dalla vita
certo
cono-
al
72
al
ma
scenza,
attenzione; e la
innanzi
non
frase
sua
che
dagli esempì
avere
sembra
quale
troppo numerosi
—
all'animo
del
di
da
è
a
si
se
ancora,
la fissità del
mostrare
di Pietro
Aretino,che anche
composta nelle identiche condizioni
ritenersi
riguardo del nostro personaggio;
giacché, quantunque la prima edizione non risalga
dovette esser
al 1533, pur essa
composta qualche
che
tempo
oltre
la Lena
a
sembra
innanzi,come
tempo
dell' Aretino
della
stesso
la commedia
che
crede
da
in
la
e
il Marescalco
a
alla introduzione
erudita.
Marescalco
noi
troviamo
delineato
più
colomini
averlo
quella sua
personaggi» che, come
perduta.
avrebbe
ma
che,
che
scher,
1888.
Docum.
una
Pietro
XXVI
nota
300
«
addietro
profonda
stesso
fu
Pic-
caratteri
detto
di
andò
,
analisi di
colla vivacità
Aretino
e
di
modo
non
superficiale
all'eccesso,
al contrario
(1) Aless. Luzio
mente
anterior-
Alessandro
tracciato
più
mente
potuto fare
tipo,a quel
raccolta
in
L'Aretino
scritto
dia
smargiasso nella commeprologo che va innanzi al
schizzo rapido,ma
uno
tamente
perfet-
del nostro
tardi doveva
tra
dello
nel
Eppure
in Mantova
del
considerarsi
deve
lettera
una
^27, e quindi che
que,
quel tempo (1).Dato ciò dun-
primavera
risalgapressoché
da
realmente
fatto avvenuto
un
la fine del '26
essa
risultare
il Luzio
quale valendosi
l'autore
questione fosse ispirataal-
,
che
hanno
non
ciò
Cinquecentisti
; solo che
modo
nel prologo
indiscutibile,
Marescalco^ commedia
essa
e' doveva
—
de'
in
confermato, e
si trova
inspirata
agli occhi.
le
tipo qual'era
affatto
apparisce
parole di Gorbolo
vuole, un'importanza estrema
Ma
posto troppa
avesse
in
ne' primi
proposito.
suoi
del
anni.
un
suo
tere,
carat-
inge-
Torino,
Loe-
74
Capitan
della
Tinca
nelle
Talanta,
dalla classica imitazione.
di aborrire
il
mostrare
a
rimane
cinquecentisticafino
Capitano
da' suoi
forse
media
Com-
della
principii
—
d' indole
finora
popolare
essersi
il carattere
erudita
nella commedia
subito
ed il
di
cosa
menti
ne' docu-
che
considerati
nazionalità,vien
determinata
una
il millantatore
tempo
non
—
prima di nascere, ma, almeno, prima di
ben sviluppato
qualche
appariva già come
un
tipo costante ed immutabile.
fisso,come
stesso
rescalco,
Ma-
prologodel
dirò
Nello
sti
ba-
il documento
il
come
per adesso
:
nel
detto
è
quale adunque
notevole
più
ciò che
osservato
avere
fra breve
ciò ritorneremo
su
di millantatore
perfettamentesullo
effigiò
tava
Terenziano, egli che tanto osten-
stampo del Trasone
Ma
esempio
lo
commedie,
sue
unico
non
aveva
acquistando
titolo di Spa-
contra
primo smargiasso che s'innel teatro
classicheggiante,è anche il primo
Spagnuolo, e comparisce precisamente in un' anonima
commedia, recitata a Siena ne' giuochi del Carnevale
del 1531, dal titolo : Gì' Ingannati o il Sagrificiodetant'è
gnuolo;
il
che
vero
gVIntronaii (1).
Quivi lo spagnuolo Giglioè
millantatore
'
osa
1538). L'autore
scritta:
cit.
col.
«
I, p.
448),
ne
ha
:
57-50).
i
conosce,
Intronati
L'Allacci
celebrata
.
Piccolomini)
la
Calmo,
se
D.Ma
composizione,
etc. p.
LIV).
.
•
non
come
ediz.
Venezia,
giacché
essa
di Siena
»
sotto
vedo
fa
Curzio
Navò
(cfr.la
ed.
dignissimo
nota
del
Mazzi
Venezia,
la
perciò ragione
Rossi
(Introd.
alle
op.
1775
Lettere
—
(M.
Archintronato
di attribuirne
il
frat.
e
porta semplicemente
(Drammaturgia,
il sodo
lui
impacciarsidi
vuole
(1*
Fiorini, 1611
Degli Accademici
Voi.
Antonio
non
rie
vante-
sue
qualche timido accenno
Pasquella che, sebben vecchia,
petulante fantesca
né
respinge le sue profferte,
Matteo
molto
borbottar
appena
alla
(1) Siena,
nelle
assai moderato
primitivoed ingenuo,
di cui
un
a
st'ultimo
quedel
75
appunto perchè spagnuolo. E, vedendo
fumo
tutto
di
8i contenta
carpirgliuna
suol
non
tralasciare.
Giglio;
Se
coda
a
in
Tristi
con
coglier ti credesti
me
E
il cui
notte
»
recitarla
che
manda
do-
:
vai
te n'andrai ;
la ritta
ci rimanesti
chiude
è abbastanza
senso
està?
es
a
ingannato
e
schernitore
Amen
un
con
licenzia col
ci venisti
ora
—
e
co
a
—
mal'
E
—
dì
che
—
serabile
quel midi buono,
un' orazione
e
incomincia
ci venisti
ritta
tristi
eppoi lo
Que oration
«
la furba
e
fantasima
Fantasima
corona,
da
nulla
cavar
dire il rosario
pretesto eh' ella deve
mai
c'era da
non
che
la
(1).
pseudoorazione,
(IV, 6).
sua
chiaro
satira
certo
politica
può presentare un
la figura di Giglio è
drammaticamente
interesse,
nulla
e
Tuttavia,se
rimane
del resto
che
come
all'azione della
estranea
accade
molto
spesso,
commedia, ciò
perchè
il millantatore
elemento
un
più introdotto solo come
desto il buon
tanto
adornativo
e
pleonastico,
per tener
si
umore
questo intento,
deglispettatori
; poi, ottenuto
è
per
lo
in ciò alla natura
anche
conforme
ritira,
di
sua
schera.
ma-
traccia d'imitazione
spagnuolo Giglionon reca ancora
il noto segno caratteristico
latina,della quale gli manca
del parasla fida compagnia del servo
o
sita.
Con
questo criterio possiam dunque considerare
che il Rossi si
i bravi del Calmo
anche
come
originali
di provenienza erudita (2).È
ostina troppo a chiamare
Lo
che
vero
in
e
il teatro
del Calmo
subisce
ma
parte, l'influenza classica,
la
sua
(4)
Sulla
arte
si
frequente
popolari V. Stoppato op. cit.
cit. p. LXXIV
(2) Introd.
p.
fino
a
un
dalle vecchie
solleva
nelle
presenza
anch'esso,almeno
79
sgg.
sgg.
commedie
certo
formule
di
siffatte
punto,
abba-
canzonette
76
da
stanza
poterlo riavvicinare
al genere
popolare: anzi
si volle da alcuni esagerarne
l' importanza e perfino
chiamarlo, non si sa ben perchè,insieme col Ruzzante,
de' padri della Commedia
dell'Arte. Ma, in ogni caso,
un
,
le reminiscenze
erudite
valgono a soffocare la spontaneità
personaggi,e i suoi milite^,in particolare,
de' suoi
si mostran
che
non
indipendentidal tipo
così
vederci
davvero
sapremmo
miles
non
classico
filiazione dell'antico
una
gloriosus.
Lasciamo
stare,
pur
come
dato
importante,il sol-
poco
(i),e consideriamo piuttosto
del Travaglia (2),ch'è una
delle creail Rabioso
zioni
neziano.
più ragguardevoli del faceto commediografo vedella Rhodiana
Diomede
Rabioso
Il soldato
ed
mestiere
la
moglie
di Cortese
fra lui che
il cui
greca
grandi relazioni
avere
e
di
dal
carattere, anco
assai
è dimostrato
esercita,
consorte.
Questi, quantunque
soldato,dice di
fiana,
ruf-
si pasce
ch'essa
quello del
da
il contrasto
è curioso
parole,e
ventose
marito
è
dissimile
parlacon
semplice
grande
mandategli dal Soffi e delle
Né giova che la modella sua
corona.
offerte fattegli
glie,
donna
positiva,
glirinfacci che dopo tante strenue
di lettere familiari
sicumera
più
azioni è sempre
«
de' buoni
«
non
«
di
«
desiderano
valorosi soldati
e
per altro
non
se
giacché:
lo
....
perchè non
La
venez.
il Rossi
al 1545.
Rhodiana,
del
Il
rappr.
nel
Introd.
Travaglia
(Introd.
p.
di
M.
XLIV
e
ma
può
Andrea
sgg).
essere
è il fine
povero,
dico,
alcuno
conto
sprezzandola,ma
le corone,
1540, fu erroneamente
p. XXXVII
Questo
tengono
solamente
1553, al Ruzzante,
(cfr. Rossi
al Calmo
(2)
di hereditare
«
essere
robba, quasi sdegnandosene
(1)
ediz.
povero ;
i tro-
attribuita, nella
facilmente
rivendicata
sgg.).
Calmo.
dimostra
Venezia,
che
la
Stef. Alessi, 1556.
composizione
Ma
risale
77
«
fei,i
«
sono
«
mercè
che
spoglie, con li altri trionfi che
dati dagl'Imperatori,per benemeriti
carri et le
insieme
delle armi
il carattere
del Rabioso
realismo
parole di lui,e
eh* è
poggiare
nella
nella dura
solo,ma
più ancora
stringe.Giacché quel poveretto che
non
vissuto
essere
a' tempi del Boiardo
questi poeti avrebbero
il
sopra
delle
Cortese
moglie
necessità
che
si lamenta
di
lo
non
dell'Ariosto,
chè
per-
e
in versi le
messo
scusa
alla vanità
contrappone
incarnato
la
o
classica ; anzi tutto
sembra
mi
si
che
brutta
è
risente affatto d'imitazione
non
freddo
(I,3). Non
»
vi
rie
glo-
sue
(II,6), di li a poco sente i morsi della fame ch'è
che
de' più meschini
mortali,tant'è vero
propriaanco
il sopravgì'imperiosibisogni del corpo han sempre
vento,
sia pur negli eroi. E la fame
lo spinge a cercare
di « quella sgratiata" di sua
moglie per vedere
s'ella « ha fatto provvisionedi vittuaria ».
Ma
della famiglia sono
pur troppo le condizioni
di Cammillo, incontrando
servo
poco floride. Il Travaglia,
questo spauracchio da uccelli,a cui domanda
scherzevole
con
?
del
gli dà
»
allusione
al
suo
incarico di bastonare
padrone (II,14). E
suo
la sfrontatezza
nome
di
nel
comune
grado
poco
sa
sec.
Policreto
Rabioso
XVI
che
e
voi
dunque
di bravo
che
rappresentava
bioso
ra-
per conto
naturalmente
accettare,adattandosi
mestiere
quell'ignominioso
Sete
«
:
ha
a
citare
eser-
fu tanto
alto
un
di
demoralizzazione,reale purtroppo e non
dato
anrintracciare fra le pagine de'classici.
a
i fatti corrispondano assai
Ognuno capisce come
alle parole;giacché il valoroso campione, appena
che
la
sua
a
indicibile
«
cede
«
guisa
futura
vittima
è
spavento. Badiamo
dal sangue
di febbre
che
mi
armata,
bene
bolle
quartana, che
cade
che
nelle
«
preda
questo pro-
vene,
giunto
in
il
quasi
sangue
a
a
78
«
questi meati, et porosità,trovando
«
questo
(II,19)
Ma
lor
fredde,causa
al
sopraggiungere del
in
suo
Gianda, che Policreto manda
luogo, il
cede la spada alle prime intimazioni,né si difende
servo
bravo
tremore
dalle bastonate
".
che
gli
tsomministrate.
Tuttavia,appena
cotelo
prima
di
quel
ed
:
ecpassato il pericolo,
bellissima
è
copiosamente
vengono
la
VI
scena
l'Atto
del-
III
bravata
ancora
una
sua
a
ov'egliracconta
Cammillo
ed al Travaglia,quantunque questinon
creda
affatto alle sue
frase assai notevole
parole,e pronunci una
:
Volete
e
«
bravate
«
struzzi,che
€
poi
:
quanti
o
v' ha
un
ve
vivono
Non
y".
pallone? conoscetelo alle
di questi tali proprio
sono
conoscere
ne
di
ferro
bisogno di
polenta
la frase è di
commento:
sé
troppo evidente !
Un'altra
figura di vantatore
ritorna nella Spagnola» (1), ove
Spezzaferro si presenta
per
un
smaltiscono
e
fanfarone
greco
lingua
difficile a
tutta
in
moderna,
lo
come
Eppure
anche
stesso
qui egli non
classica
mascherata
Rossi
misto
di
bergamasco, assai
per
ha
affatto
resto
a
il
suo
un'aria
reggiante,
popola-
riconosciuto.
aveva
rinunzia
neziano
ve-
Floricchi,
gergo
drammatico
ipièce del
una
un
Calmo
bravo
che, oltre che
carattere
come
del
stradioto
dialetto
con
comprendersi,ma
anche
dialetto,
lo
del
teatro
allato
discorre
schiavona
e
greca
che
nel
vederci
mediante
la tradizione
elementi
temporanei
con-
I
Ma,
nostro
Andrea
(1)
se
originalitàdi
certa
una
personaggio può ancora
Calmo, in generale il
La
Spagnolaa,
Venezia,
Stef. Alessi
p. LXIII
e, per
1551
Comro..
:
l'invenzione
di
la 1*
dello
rivendicarsi
classicismo
è
del
1549.
Stratioto,p.LXXVII.
a
veniva
Scarpella Bergamasco
edizione
del
concezione
messer
impo-
(cioè,A. Calmo)
Cfr.
Rossi
Introd.
79
nendosi
con
crescendo
un
discretamente, ma
0
entusiasmo
si
de'
la moda
aperto
divisione
e
così
dappresso
dissimulato
non
alla lontana
non
e
e
che
da
colloca
nella
lui adottata ;
ne' nomi
con
un
potè venir
di quelle aberrazioni
rifacimenti,
il De-Amicis
che
spaventoso,
artistiche
categorìa della
prima
cioè,traduzioni
fedeli
e
solo
ne'
talora leggero
dettagli,
mente
rebbe
modificate,degli originalilatini (1). Non vardi volgervilo sguardo, se non
la pena
dessero
occasione a mostrare
quali erano
gli elementi
pali
princi-
ammodernate
dell' imitazione
altre commedie
pur
classica
che, sebben
al teatro
sempre
Il
e
più
di
noto
di
che
VAmphitruo
quali tolse
questirifacimenti
Ma
distacca
è
serba
due
suo,
dal
parafrasare,senza
commedie
Plauto
di
:
il Miles
Gloriosus, dalla prima delle
Marito, dall'altra il suddetto tana.
Capi-
suo
Marito
nel
è il
Capitano del
abbastanza
pregiateed
che
Ruffiano etc, ma
del
e
il
le
per
stampo erudito.
(2),autore di commedie
il Ragazzo, il
come
originali,
nello stesso
rifuggì
tempo non
nulla
anche
più originali,
appartengono
Dolce
metterci
valgono
e* è
una
caratteristica che lo
nota
dall'esemplare;perchè veìVAmphitruo
perpetrato da Giove
in sembianze
terio
l'adulonde
umane,
di
fatale,di misterioso,di soprannaturale,
che ne
maschera
la turpitudine,e quindi
disfrena il riso sulle piccolemiserie
non
della famiglia
Romana
da Plauto ; mentre
il corispettata
mico
sempre
qualche
cosa
cinquecentistarappresenta una
i suoi
realistica,
personaggi vivono
nel
certa
XVI
sec.
; sicché
molto
scena
o
possono
nell'imitazione si trova
originalità.
(1) V.
(2)
Il
De-Amicis.
Capitano
L'imitazione
di
M.Ludovico
etc.p.l40 sgg.
Dolce.
Venezia,
1545.
più
vivere
pure
una
80
Al
contrario,nulla
che
ha
non
come
alcuna
dal
Dolce, che
nel
Prologo:
il
tano,
Capi-
e deve
qualitàoriginale,
non
siderarsi
con-
parafrasi del
o
il Sarsinate
del resto
dirsi per
può
traduzione
una
(1),tanto
Plautino
di ciò
è
seguito fedelmente
fa
ne
Miles
mistero,anzi
dice
dir eh' io v'appresento Plauto,
la man,
Non
eh' lo vel rechi con
ma
pòrtolo
Con
la lingua, e se a voi piace d'attenderci (2)
il Milite,
Vedrete
comparire innanzi
Ma
altra divisa e fatto giovane.
con
Mi
volgo
a
si può dare
Ma, spassionatamente giudicando,non
all'autore neppure
tribuirsi
atquesto merito eh' egli vorrebbe
Pyrgopolinices non appa; giacché il vecchio
risce
resta
Torquato, ma
già detto che
è
nella
rappresentato
del
vesti
del
Capitan
tai'e quale.E, siccome
sempre
biamo
ab-
lantatore
riproduzioneplautinail milcome
tipo ideale,niente
foggiatosolo dalla
un
affatto tolto dalla vita comune,
fantasia
le
ringiovanitosotto
neppure
ma
allo stesso
poeta umbro,
modo
sarebbe
impossibilericercare un ritratto realistico nella
italiana,
copia della latina.
Bastino
le prime parole a
dare
esempio
media
com-
ciente
suffi-
:
(1)
menzionata
Fra
di Celio
quella
signorìa d'Alfonso
It. VII, 858). Del
resto
Diari,
si
figliod'Ercole
questa
fecero
dal
I
commedia
credere
si deve
raccolte
allora
del
D'Ancona,
in
Ferrara
Plauto
fu
di
testimonianze
cit. II
op.
assai
la
Lett.
ai colti
cara
Sanudo
Marin
117, 118
va
sotto
St, della
(cfr.Tiraboschi
di
alle
Glorioaua,
Miles
Calcagnini, rappresentata
I d'Este,
pubblici d'allora,se
ne' suoi
che
le traduzioni
n.,
119, 135,
374, 384.
(2) Noto
bensì
dal
che
prologo
questo
dei
Menechmi
Adporto vobis
Quaeso
ut
è
concetto
preso
da
Plauto, ma
v.3:
Plautum
lingua
nonmanu;
benignis accipiatisauribus.
non
dal
Miles,
82
tima;
(Stalagmus) gli narra
l'inganno di cui è stato vitsicché egli non
rivolgersi
può far meglio che
esortandoli ad astenersi, ammoniti
dal
aglispettatori,
dietro alle donne
altrui.
suo
esempio, dal voler correr
la minima
Insomma, sarebbe inutile il cercare
punta
in
di novità
questa commedia
che
merita
solo il nome
di traduzione.
Della
si
Talanta
può dire
sia in
la
della
come
tutto
Terenziano
e
È
Thraso.
di
presenza
Pietro
Aretino
commedia
(1)
del
non
Dolce, eh'
traduzione
una
invece
essa
deWEunuchus
quello eh' è certo, il Capitan Tinca è
dir servile,
delle riproduzionidel
non
ma
;
tutto
per
più fida, per
celebre
di
un' anomalia
personaggio
un
la
strana
veramente
terenziano
trapiantatoin
un'opera del divino Pietro. Non già che questi non
fosse al grado di comprendere le bellezze de'classici
farsele sue;
in
generale
pensiero,e
ostenta
tutt'altro che
tono
ma
infine
come
merita
una
opere
classico,anzi molto
di
considerazione,
certa
dà
comiche
un'originalevivacità
Pietro Aretino, il fatto è
privo
non
sue
dell'attrazione
singolareche
che
qual'egliera,
indipendenza di
tanta
alle
che
ribelle
un'anima
in
ma
vita
di
e
un
sempre
triviale,
spesso
in
—
e
un
uomo
straordinario
dente
evi-
sintomo
come
l'imitazione
e
latina
più ribelli. Se si ricorda poi quello
nel
autore
schizzo che già vedemmo, dato dal nostro
del « Milite glorioso» com'egli
prologo al Marescalco
rimanere
lo concepiva,si deve
anco
più meravigliati,
esercitava
e
dobbiamo
abbia
poi
(1)
La
anco
su'
deplorare che
voluto
Talanta,
mirabil
recitata
e
—
scena
(in prosa) composta
commedia
superbia d'Apparato
1553.
sulla
affrontare
gniflciSignori Sempiterni,
bizzarro
quel
in
dalle
Venezia
lor
per
ingegno
non
la rappresen-
a
petizione de'Ma-
proprie Magniflcientie con
Gabriel
Giolito
de' Ferrari,
83
desumendolo
magistrali,
tocchi
si bene
adattarsi alla
doveva
dal millantatore
il carattere
anzi
l'Aretino
che
comica
troppo, nelle cinque
della
il Tinca
a
freddo
gloria
vana-
mal
che
vero
larga
si
la
anco
mano,
qui
avuto
contrario,
al
troppo del
modello
suo
ressante.
inte-
mediocremente
solo
e
fìcie,
super-
della
manto
pienezza; ma,
sua
risente
nondimeno
alla
commedie, avrebbe
Talanta
riuscire
non
per
versa
sue
svolgersinella
di
agio
nica,
iro-
e
psicologico.Così
studio
profondo
un
faceta
appunto
dell' interno, tant' è
la vacuità
presterebbea
sta
ricoprirecol
nel
consiste
indole
sua
E
riproduzionedel superficiale.
alla
adattatissima
vis
già divinato in pochi
dalla vita reale,e che
quel tipo ch'egliaveva
di
tazione
pregio quelloche nessuno
trebbe
povivacità di dialogo notevolissima,
una
togliereall'Aretino,
in bocca allo spaccone
una
loquacitàmessa
cade in quelleslavate
veramente
non
ammirabile, mentre
odiose
tanto
che son
prolissità
per esempio
Così
è grazionelle commedie
di Sforza degli Oddi.
Resta
di
—
—
sissima
la
(IV, 19)
la sfuriata
Tinca
del povero
all'udire
della commedia
figliaStellina (la Pamphila
latina)e i suoi terribili propositidi vendetta
della
fuga
(V, 2) :
«
addosso
«
a
di chi mi
le armi
in la campagna
«e
il paese
«
ranno
«
ze
.
io
che
«
pugna
son
«
da
I
Le
.
gli
la
Le
io
sputo
Gli
alfieri
de
che
bavere
sdegni
ne
che
io
lo
mi
Gli huomini
...
gravità delle
la
le
mie
de
fanterìe le forze
bandiere
pretendo
...
disonorato
ribollimenti
i tamburi.
«
«
...
ha
che
figlia,daranno
I ghiribizzide' miei
sparsi
griccioli
cavai leggieri,
riconosceranno
come
...
«
.
le maledizioni
Imprimamente
«
cose
che
spiego
colere
sa-
le mie
for-
le
son
essere
incitato
sconquassano
d'arme
scappano
ragioni
la
il petto
verran
da
a
via
questo
84
«
«
capo
Le
...
fulmine
de
esclama
che
le
Branca.
ci
lar che
In
faccio?
tal modo
e
solo due
la
il
il Tinca
tamburi.
nel
«
può
lo
par-
pur
cattivarsi
sempre
simpatia de' lettori.
attribuita al
nella Nin-
abbastanza
e
nel
v'è neppure
ancora
del Dolce
hanno
Caporali(1) e
(2).Quivi non
rendeva
Capitano
Non
«
»
beffa
garbuglio del
plagi spudorati si
Lanci
letterario che
uccelli !
quest'ultimo per
dei
nel
»
netta, falsamente
di Cornelio
eccotele
Poveri
«
avvertendo
l'Aretino
la benevolenza
Ma
...»
il taratantara
risponde
»
le batterie
per
voci
mie
E,
manca
senti tu
«
bombarde
Vespa
il merito
voli
ragguarde-
la Talanta
dell'Aretino ;
della
Talanta
copie fedelissime
stessa,di cui è riprodottoper filo e per segno
non
solo l'intreccio,
il dialogo,cambiati
i nomi,
ma
pure
perchè
esse
il Tinca
sono
chiamandosi
nella
nuchus)
la lettura
di
Ninnetta^
queste due
di destare
meno
la
plagi più impudenti
per
l'andazzo
loro
esempì
che
Un
in
da
(1) La
questi.Unica scusa
può essere
de' tempi : sembra
dai numerosi
di moda
Ninnetta
di Cesare
Ma
che
fu
sembra
una
(3)
Le
per
due
i
Bacchides
Domenichi
di Plauto
che
accertato
confuso
Lanci
il
d'
un
coll'autore
d'Urbino,
in
nelle
quivi
sono
tuito
sosti-
essendo
Martin
Alonso
Caporali, perugino. Venezia,
mistificazione
va
quale peraltro non
(2) Il Vespa di Cornelio
Sermartelli,
xvi.
sec.
spagnuolo, il Capitano
il
del
nel
italiano,il soldato Cleomaco
uno
questa
può fare a
potendosi concepire
non
plagiario è Ludovico
Collesini,1604.
colpa in
commedie
di
ciò fosse
altro
tradotte
e
collera,non
Cortigiane (3).Le
Due
dell' Eu(Cfr.il Trasone
nel Vespa Oronte. .Perciò
Triso
Caporali
padre
del
Bue
Firenze
de
Giov.
ci
non
sta
Battiavesse
fede,
Buona-
Appiano
pedagogo.
nella
stamperia
1586.
Cortigiane
figliuolidi
di Lodovico
Lorenzo
Domenichi
Torrentino,
1563.
di Piacenza
—
in
renze,
Fi-
85
parla nel
che
Florestan
resto, così nella commedia
ci
apparisce se
Gleomaco
arbitratur
me
me
militem,
No
set
non
meosque
creo
stumbrado
ni
Duellona
neque
[neque
Ni
illum
faxo, si
exanimalem
più
E
fecero
sotto
que
fuerzo
para
con-
Bellona
vitae
suae.
dioses
de
la
primera
....
Nihil
lucri
est
quod
me
hodie
facere
ganancioso
[mavelim
fuesse
corno
illum
Quam
cubantem
[primere, ambo
Ma,
un
pugno
illa op-
cum
ut
bor
simili bellicosi
nonostante
basta
di monete
querria oy
diez
cierto
à mi
y
Marte
si
y
no
ynfìernos
lo toppe.
que
de
ef-
de
mil
que
dar
ducados
cogierlosam-
iuntos.
di vendetta,
propositi
farlo
a
los
a
matarlos
por
necem.
vez
No
mi
crean
por
y
la guerra,
el alma
embio
sgg.):
(v. 855
no
me
le
à
defender
gente. Pero
[venero
exhaeredem
Nive
muger,
animo
mi
unquam,
Mars
creduat
accomas
guerras,
falte
me
tener
hombre
por
las
en
deve
me
que
Capitan,
por
de-
queam
una
Cortigiane (IV, 8):
due
[fendere
Nam
interessato.
e
:
Le
[mulierem
Qui
glorio-
spacconate,
sue
vile
suo
rivale
suo
sgg.):
(v. 845
Bacchidea
Non
rivolto al
dice
e
soldato
può trattenersi dal millantare,almeno
egli non
volta,
le
preferenza che
a
che
il solito miles
di far risaltare l'animo
si cerchi
Ma
di
nell'italiana non
come
volgare scroccone
Il
una
cortigiana.
però in fondo
rimane
quantunque,
sus,
un
l'amore
di sfruttare
cerca
latina
come
non
nativo. Questi,del
idioma
suo
turpemente
ciare
rinun-
diritto sulla sua
amante.
qualsiasi
GÌ' Inganni del Secchi (1) ci porgono
un
esempio
assai curioso della cosiddetta
contaminatio, la quale,
perata
fu con
tanta frequenzaadousata già nel teatro latino,
nel Cinquecento. Questa commedia, abbastanza
notevole invero,fonde dunque in sé il Truculentus
e la
deriva il Capitano
lo
Asinaria ; dalla prima di esse
a
—
(1) Gl'Inganni
1547
Ma
v'
dinanzi
la data
essere
di
Niccolò
la maestà
della
falsa, non
recita,
del
nota
trovandosi
Re
Secchi.
Gomm.
recitata
in
Milano
nell'
anno
in Firenze, per i Giunti, 1562.
Filippo,
(Append. a Gaspary, IV, 304), de—
il Rossi
Re
Filippo
a
Milano
nel
1547.
86
Stratofane
glio
che, per virtù di questo miscuplautino
delle due commedie, riesce un
personaggio assai
onde merita un
piacevoleed originale,
po' d' attenzione.
La comicità della situazione trovata già da Plauto
risulta dall'
e
ripresadal commediografo cinquecentista,
Dorotea
(la Frenesia del
cortigiana,
inganno di una
tenuta,
Truculentus),che fa credere al Capitano da cui è mandurante
esser
suo
un
figho ch'ella avrebbe partorito
un
suo
viaggio che lo ha tenuto lontano ben dieci
mesi e da cui ora
carico di glorieimmaginarie
torna
Giacché il
sonante.
e, quel che più importa, di denaro
glianza,
Capitano in questione è ricco; e qui sta l'inverosimida sola a farci comprendere la
che basterebbe
di originalità
di questo personaggio,mentre
mancanza
la caricatura di un
Capitano del sec. XV f, per essere
naturale, deve rappresentarcelopieno di ciance, ma
—
le tasche.
vuote
Nella
commedia
plautinaperò
—
volevo
dire
in
la ricchezza era
necessaria
come
quella del Secchi
dei tanti di questa piach'è uno
movente
dell'inganno,
cevole
—
del suo
produzione, degna veramente
cortigianadunque, istigatadalla ruffiana,cerca
il povero
sciocco
che
ha
la
sventura
La
nome.
di
di pelare
esserne
liatico
innamorato, col pretesto delle spese incontrate pel bail mantenimento
del supposto figlio.
e
al solito,
(li,9) è, come
un
di strampalerìeche tutti que' buoni commeammasso
diografi
mai di darci come
si dimenticano
non
gradito
antipastoper predisporrealle risate. Credo che valga
la pena stare a sentire alcune delle sue
prodezze.
Il nostro
campione è invero meravigliosoper la
forza de' suoi poderosi pugni. Figuratevi eh' egli una
al suo
avversario
dette
all'osteria,
volta,altercando
d'un pugno
in una
«
tempia si penetrante che i circoLa
scena
d' entrata
87
«
stanti videro
«
chia !
intero
di
contro
sorse
stuolo
uno
gottì.
si sbiquel prode non
gesta compiute allora,
lui; ma
delle
tacendo
Pur
il compagno,
vendicare
Allora,per
»
per l'altra orec-
delle dita uscir
i nodi
altre
cere
il ta«
e
gli piacque sempre
perocché egli è modesto
ì", si compiace tuttavia di ricordare fra' mille colpi
sovrammodo:
che aveva
piaciuti
dato, due soltanto che gli eran
c(
«
male
«
visibilmente
«
un
"(
furioso
«
che
mandritto
dice il
hosterie
e
soliti
che
«
è
dice
di
si accorge
non
egli è
Ecco
già
si vende
l'historia
Colui
la vende
bisogna
stato
che
dalla balia che
«
modo
(T
mano
«r
fin le
bel
reca
di altre
come
quando
ella
la
stampata
è
delle
»
in
cerretano
un
lo Straccia.
il mondo
del
trema
attrattive s'innamorano
vedere
assente
infatti che
la
come
suo
tutte
cortigianaDorotea
già partorito?Si certo, perchè
per
dieci mesi.
lui
poverina si presenta a
(II,
41)
puerperio, accompagnata
in braccio
il preteso frutto
puttinoche « non
le mani
legate,e vuole
: egli ha
già un animo
un
strano,
sicché gli crede
servitore,
suo
soflFerente del recente
amori,
ironìa,se
questa
del
di lui. Avrà
pazza
ancor
e
è
non
sparlano » di lui. Nota che il
di quei
uno
«
sparlano » con
dell'Arte ;
cari poi alla Commedia
valore,delle graziosesue
;
».
valore
fina
toccò
barba
nella
il fuoco
abbruciò
con
poi
il vento
fallato,
avendolo
piazza » aggiunge mentalmente
Ma, nello stesso tempo che
le donne
altro
un
i chiassi
prodezze. «
sue
gli si
Straccia
servo
Capitano
canzonature
che
formidabile
cosi
scherzi,tanto
il
dice
lato
un
Straccia
furbo
ed
...
gli attaccò
mano
da
a
;
un
gli occhi
tutti due
gli caddero
sì furioso
della
tutta
come
ma
in terra
botta nella ciottola di
gran
che
avventurato
Davanti
«
tanta
una
de' loro
vuol
tenere
in alcun
sempre
un
coltello in
da
leone
»
—
degno
88
figliodi
ma
padre ! Questi si compiace della
tanto
le donne
prega
perchè
«
(II,12)
non
dice
»
posso
torglidi
a
«
gì'infranga 1'ossa, tant' ho la presa
alle ciancio,
Dorotea
Frattanto,in mezzo
dir
più possibilequel
si mostra
vero
abbastanza
di
cerca
ridicolo
suo
il bambino
mano
stringere che
gagliarda» (1).
poco
«
il
prole,
sua
pare
spol-
amante, che
lasciandosi
generoso,
a
chiare
suc-
parecchi scudi.
Ma
da
dopo (IV, 1) la cortigiana,avendo
altro
quel momento, lascia il povero Capitanopicchiare
poco
fare in
a
voglial'uscio della
sua
Comparisce
il bravo
si rista dal
che
ruffiano
un
casa
(IV, 2)
fargliaprire.
ciose
grida minac-
senza
alle cui
capitanofugge ; ma non per questo (IV,3)
chiamare
e coniglioe
cia
poltrone » lo Strac-
gli è
fido compagno
stato
nella
sua
tanto
non
generosa
quanto rapida ritirata. Del resto, si capisce,
egli non
è
solenne,
vuol
paura,
lo Straccia
come
«
fuggito per
non
v'
era
e
va
vendicarsi
Ed
ma
disdegno; giacché,
per
dice, « questo
robba
in
(IV, 10)
j"
convito
era
lui. Per
altro
compagni
(2).
per
di
cerca
non
egli
il
Capitano co' suoi compagni
prepararsialla magnanima
impresa di assaltare la casa
di Dorotea.
Questa si presenta e, deposta la maschera
d'amore
che aveva
portata per qualche tempo, ingiuria
il Capitano, il quale tuttavia non
atrocemente
reagisce,
perchè lo Straccia il persuade che, s'egli
la cura.
non
ecco
(1) È
nella
un
Cintia.
concetto
di
assai
G.B.
Della
all'innamorato
maschio
un
«
facesse
ne
in
abiti
(2) Imitazione
che
Il
Capitano
e
della
nessuno
chiama
comparisse,
una
dicendo
notissima
scena
in
molte
quantità
perchè
essi
solo
«
non
di
delle
di servi
Commedie.
trae
figliaAmasio,
temere
baciare
delle
Pedofllo
la presunta
volendola
si ripete continuamente
Capitano
Porta, il vecchio
muliebri,
polvere,
Capitani
ai
comune
che
ne
Terenzio
opere
cui
soltanto
dà
che
in realtà
toccare
»
cenere
(Eunuchua
comiche
dei nomi
parto della
ciò
fiutare
pretesto per ri-
volendola
facesse
Da
qui
non
(II,3).
IV, 7)
studiate.
altisonanti, ma
sua
è
fantasia.
90
Biografia del Capitano
Deficienze artistiche
Il bravo
—
peripezìe del
col
contrasto
nella
del
tipo
nella
secolo
XVI, vediamo
uniforme
cosi
Infatti
nel
fra'loro
una
che
Sue
del
del
vicende
delinearne
la
così
—
tazioni
Lamen-
—
Capitano nel
riesce
ne
forse
alcuna
in modo
spiccata e
figura,come
—
diffìcile.
commedie
che
il
anche
ov'
del
teatro
assai
di
personaggi comprendevano
forma
il
e
erotiche
Capitano
strabocchevole
esiste
Comico
—
presentasisempre
esso
la sintesi
nucleo
non
in
che
Le
—
Cecchini.
lo studio
Proseguendo
zione
presenta-
erudita
viltà
—
Il Capitano seduttore
—
—
M.
Sua
—
-Sua
—
Capitano innamorsito
Principalicommediografi
di P.
erudita
commedia
Capitano
servo
commedia
esso
si
che
così
bene
per
esempio
tatore,
millan-
presenti
serva
a
fa del
—
tristo ecclesiastico
Mandragola.
della
cinquecentistail Fra Timoteo
che
Egli è vero
purtroppo i migliori
quel tempo o ebbero a sdegno
l'opportunità d' inserire nelle opere
commediografi
trovaron
di
tipo del Capitano.D'
del
esse
genio, potè
in
siano,
poche
non
manca
scene
cui
mai
non
loro il
la mente
parte poi, se
SegretarioFiorentino,nelle
qualsiasinatura
del
altra
o
fonda
pro-
opere,
di
1* impronta
suggellare con
un
91
indelebile un'intiera
marchio
lucida
mediocre
nella
metèora
rimanenti
italiano,e nelle
più di muovere
la vivacità
caratteri.
E
penombra
commedie
anziché
il riso
curandosi
si
difetto
questo
che
più
il nostro, sia
di
del
teatro
cercò
di fare opera
dell'intreccio,
non
forse
rilevasi,
per
dragola
uomini, la Manlasciar traccia,come
passò,senza
e
apparve
classe di
lo
per
d'
arte,
lo studio
dei
di naturalezza
e
plasticità
mico,
per ogni altro tipo co-
perchè
esso,
quentissi
fre-
quantunque
adottato,è chiamato
a
quasi sempre
sostenere
una
parte abbastanza secondaria,è piuttosto
macchietta
necessario
che un vero
e proprio attore
una
sia pure perchè, come
allo svolgimento della favola,
—
innanzi
poco
assai poco
è
notato, esso
la
il
corrispondentealla gonflezzadelle
e quindi
luogo ad acute osservazioni,
dà
veramente
rappresentazione
una
che
carattere
un
suo,
parole,non
sue
fu
mentre
presta all'analisi psicologica,
si
dell'animo
vuoto
ad
già
conoscenza
studio
lo
e
che
artistica,
stri
mo-
dell'anima
profondo
umana.
In
in
che
un
questa guisa il millantatore
tutti i
tempi
esistito
è
aspetto assai monotono,
nulla
stucchi così
che
copia sovrabbondante
presto
ci si
—
più
tanto
a
preso
gli
giacché
anche
Talanta,
si
non
degl'imitatori
e
fredda
dato
che
han
non
r interesse
che
vezzo
natura
stessa
abbiam
reso
in
un
eroe.
del
averlo,cioè,
non
più pregiatie più
l'Aretino, col Trasone
staccò,come
—
vi ha
non
autori
trattare
—
che
—
sotto
al ridicolo
estrinseco,il
uno
presenta
po' per
un
in bocca
po'per necessità,mettono
difetto intrinseco
alla
Dunque un
personaggio,ed
tempi
le buffonate
come
comici,
i
di tutti i
voli,
pregedella
visto,dal gregge
dita
questa figura assai più sbia-
avrebbe
dovuto
d'
proprio che
amor
essere,
mente
special-
doveva
in-
spirare agi'Italiani
motteggiatrice de'
Luogo
di
del miles
della
farci
a
È
di
specie
una
abbiamo
come
maschera,
le
armi
si è detto
più assurdo,
del
è
all'umana
satira
non
lunghi
si
in
de' romanzi
i miti
continuamente
dell' azione
giacché
cui
più
che
come
una
mato
richia-
una
anco
spaccone.
ingegno
umano
sfruttato
quando
;
si è
in
a' nomi
si è detto
il
innanzi
de' Paladini
uniti in
sono
allusioni
e
più
o
meno
bisogno
degli altri
bizzarro
il favoloso
bellerìe,
cor-
immane
un
un
la
coIo£h
di
fan
a
che
più
immenso
esagerazione,né
troviamo
mediografi
com-
fantasticherie
innalzato
quest'edificio
con
da'
meravigliosoche
straordinarie
ove
dell'antichità,
con
esso,
rassegna
il nostro
crescendo
un
alle
cavallereschi
in
ampiamente
con
cade
vente
so-
più strano, di più inverosimile,
stato
Ci
commenti.
garbuglio
quello
stoltezza
sale de' monumenti
»
gesta meravigliose di cui
tutto
dell' Arte
Commedia
bestia.
d'altronde
il passare
amore,
di
'5()0
sarebbe
e
sia in
che
da^V Ingannati
della
della
umor
degli spettatori,
sparisce.
fra le
poteva immaginare
va
«
di presentazion
come
Commedia,
nella
bocche
principalisoltanto
Quando
locutore,
predilettointer-
suo
più importante
parte
troppo lungo,
si vanta, sia in
di
l'
perfettamente inutile
fatica
dal
e
conoscere
la
sulle
Sarebbe
ove
—
gliuni più strampalatidegli
detto,vi apparisce per lo più
una
macchietta, e dopo aver
come
il riso
Plauto
parassito,servono
personaggio
nostro
di
a
—
captatio benevolentiae, la quale
costituisce
del
il
0
centistich
cinque-
iniziale
scena
commedia
famosa
servo
la
gloriosus è
altri,pronunciati dall' eroe
il
le rielaborazioni
tutte
di discorsi
filastrocca
una
rappresentazione,aperta
oppressori.
loro
comune
imitazione
tale
una
eroi
cozzo
ac-
si mescola
esatte
a
fatti
93
storici. Dalle
Geloso
del
soldato
Brandonio, che nel
Bentivoglio(1),afferma,giungendo a Roma
del
vanterìe
(II,5), ch'ei
favorito del
vi è
Borbone,
il
....
fino alle Bravure
tempo del
che
e
fu
essendo
sacco
il
egli
saltare infra le mura
entrarvi dentro
(2)
primo
il primo
E
al
stato
a
a
del
Capitano Spavento da Valle
ghissima
Inferno, di cui ci occuperemo
più tardi,e' è una lunsi va
al più
gradazione, per cui dal meno
si vede quasi una
ma
inverosimile,
gara a chi le dice
più grosse, quasichénegli scrittori del secolo XVI fosse
addosso
che rodeva
entrata
smania
i
quella medesima
serie infinita di gambe spezzate,
loro millantatori. Una
di braccia infrante,di teste rotolanti,
di grida di terrore
dall' altra,e
da una
parte, di urla minaccevoli
sangue ; tal'è il quadro che
sangue,
sempre
sangue,
ci presentano ne' loro racconti que' tremendi
Capitani
chiamare
che si possono
tenti
conpoi a fin di commedia
le loro membra
tutte
se
specificodella fuga
solenni
bastonature
delle loro
Commedia
è uno
Brandonio
erudito.
esagerato nel
(2) È
E
neW
travisati
Impresa
primi
di
del
passato
in
che
alla parte del
di Trasone
nella
proposito.
la fine
ebbe
paura
Talanta,
e
già
apprenderci
che
il
(I,17)
della
rendesse
per
di
non
abbiamo
Cosi
del
fame,
che
milizie
bensì
credeva
sina,
(Mes-
che
la fortezza
della
codardia
per
che
egli fosse
l'allusione
cosa
o
chiave
vero
e
più
esempio
per
Amoroso
esser
ricordato
detto
delle
altri fatti storici
favole.
lui, perchè
già
scene
ridicolmente
opera
Transilvania
per
le
tanto
Gloritio, Accademico
Abbiamo
Turco.
il
tanti altri posteriori.
come
molti
alle
mezzo
dichiara
si
E
per
calcassero
apparisce
di Roma
in Venezia,
—
ad
che
prodezze
1527.
Ottavio
ei la chiama)
Governatore
in
basta
non
(Presidio fortissimo
di Chiavarino
come
nel
accennati
sono
d'Amore
esso
la presa
Borbone,
Brea, 1605) il Cap. Marte
Boemia,
dalle
coronano
Bentivoglio
millantatori
false
sue
storia
nella
dal
ciò
per
delle
racconto
imperiali condotte
meno
dei
appunto
celebre
di Ercole
dell' ed. veneziana
data
Giolito,1544. Questa
teatro
incolumi
generalmente
che
il salutare
smargiassate.
(1) Il Geloso,
soldato
rimaste
sono
—
mediante
—
bisogna
ironica
pensare
94
stragrandedi meravigliosegesta
il nostro
di cui si dichiara eroe
personaggio, rai piace
di ricordare,a titolo di esempio, alcune che, almeno
nella commedia
mi sembrano
erudita,
riportarela palma
Ma
del
fra il
lidicolo
numero
del
e
grottesco,anco
fiume
un
d' errori
di
d'
per
parole senza
ogni
il modo
senso
di
genere,
di
boccante
tra-
comune,
assurdità
contarle,
rac-
d' ogni
maniera.
Un
che
modello
il
narra
nella
del
Capitano
Prigione
è
genere
Bellerofonte
bravata
Scaricabombardon,
degli Oddi (1).Con
di Sforza
d'Amore
la
certamente
(IV, 1) : « Correva.
il punto quinto dell' bora quinta del giorno quinto
del mese
quinto dell' anno
quinto di Carlo quinto,
i Battri,gì'Indi,
dopoché il Magno Alessandro scorse
i Prenestini;quando, ardendo
io di ree
fi:
gli Umbri
della regina di Scozia,figlia
del Soffi,
ciproco amore
sorella del Prete
Janni
e
nipote del principe di
grande sussiegoegli incomincia
«
«
«
«
«
«
Condè
«
Trebbia
bella che
Antonello.
Chi
Una
Gap.
fur
dama
e
la rotta
pareva
Costoro
un
.
di Trasimeno
.
.
a
?
cavaliere
del
tempo de'Romani.
»
Non
seguitiamo più oltre quest'infelice nel suo
di riassumere
strampalatissimoesordio ; contentiamoci
il fatto. Egli,avendo
alla sua
bella di stare
promesso
per
certo
un
fu
tempo
trattare
senza
armi
in
modo
cuno,
al-
fatto
prigione da un Bascià della Garamania,
il quale volle portarlo come
trofeo
al Turco.
Ma
il
nostro
prode, giunto dinanzi a costui (ora lo chiama
ricordandosi
de' nomi
Selim, ora Ruscialì,non
neppur
che va inventando),dopo aver
dato mille prove d' in(1) La
Insensati
prigione d'Amore,
il Forsennato
di
Sforza
degli Oddi, Perugino, fra gM
(Venezia, Polo, 1591).
95
domabile
il
nonostante
alterigia,
bella,s' induce
alla
Selim
riscossa,e:
giuramento
«
prima ti
per la
....
sopraccigliata,
«
dò
«
minacciosa, traditora,atra, fosca, bieca, torla
«
menda,
«
faccio chrr... chrr... Ti
a
guatatura porcina
una
e
arrabbiato
come
vedute
«
di
«
fendi,fora,tronca,
((
sminuzza, spolvera,spolvera.
queste zinne,
che
gridavano
Selim
mi
nel
.
ammazza,
innanzi
fo
disossa,trita,
Spaventatocon
.
fu-
bastione
ammazza,
spolpa,scava,
svena,
.
sguardo
che
e
.
.
.
apparire
rono
tre-
e
gli ringhio
giuro Antonello.
di fuoco
lingue
e
cerbero
«
alla
fatto
que-
«
sto
«
nello
sdegno
«
sima,
e
«
quarto, fingo, giro,snodo, schivo, entro, colpeggio,
«
ferisco,
empio
tronco, affetto,
«
ecc.
In
se
dalle
in
torna
ne
«
scellar dalle risa
«
di Carlo
Quinto.
E
»
Ecco
come
Lombardi
armeggiare:
«
tere,
«
scander
«
di
«
hor
«
hor
€
quando
con
le
«
quando
con
riso
tal'
e
un
netto,
botta,hor
pie
di
in
risposta,con
ritto in seconda,
porta di ferro, bora
quale
e
ciera
entrambi
tempo.
basso
di
gioviale
d'Amore
descrive
di
un
sicché
è
contra
hor
tempo,
fermo
quando
probabile
determinato
di
forte
un
di pie manco
curvo,
Due
modo
suo
agli occhi, e rabbia
(I, 5). Questa descrizione
a
torta
colpeggiare,
scarso
hor
stupendo,
quando
il
schivare,
uno
tempo,
(II.8);
si riferiscano
sma-
a
capitano
fuoco
»
un
Alchimista
neW
Zigantes
in terza, hor
in falcone:
gonfie, con
Prigion
nella
copiasse, o che
del
narici
parare,
hor
passeggio
un
hor
sur
Bellona, nei
giudizioso
sicuro
breve,
entrar
un
di
soldato
ferire, un
ghiotto fìngere, un
«
e
hebbe
«
di
e
(Ferrara, Baldini, 1583)
animoso
un
Turco,
di
grido
l'impresa del
Marte
il
col
di chel
era
è
ancora
bravo,
un
morti, ecc.,
riseppequella bocca
n'
ce
figliodi
Martebellonio,
(1)
lo
di
libera
del
in-
provoco,
il salone
Ispagna, ove
quando
formidabile
Bernardino
alla durindanis-
chiamo,
mani
tutto
e
passo,
mano
parola,egli si
una
labbra
vittoria sulle
Più
metto
quindi batto, paro,
(1).»
galeone
infocato
un
in
di
batuno
hor
prima,
in quarta;
granchiato,
ai denti
;
e
si ritrova
che
formulario
o
l'Oddi
mistico
scher-
96
G.
(1), ossia la sua
Morte
(I,4).Questa maltrattava Atlante,
ch'esso,gravato dal peso del mondo
approfittandosi
sulle spalle,
non
poteva reagire; ond' egliMartebellonio
di
fratellirivali
battagliacolla
il mondo
prese
dita
tre
con
Mona
melone.
B. Della
Porta
lo
e
(laMorte, che
Viva
sostenne
allora
come
morta,
era
non
un
minciò
viva) offesa dell* aiuto prestato al suo nemico, coa
motteggiare Martebellonio
che, punto dagli
ma
scherni, la sfidò
uccidersi
a
1'elezion de le
havea
perchè
«
e,
«
la vita al ballonetto.
mondo
:
in
A
il
lui toccò
«
era
«
di
allora dichiarò
la
la
presi per
quaglia.»
una
Martebellonio
E
straordinarie
che
con
perchè
«
il vittorioso
e
così
sono
un
(2).
numerose
e
volume
grosso
a
(3).
fratelli rivali, di G. Batta
/ due
morì
posto npl mondo
suo
più
allora,conclude
due
dita,e l'uccisi
ma
basterebbe
non
tutte
raccoglierle
(1)
gola
»
Capitano
gesta del
le
il
cidente.
in Oc-
tornò
non
vinto lei
aver
Così la Morte
il
prese
Marte, e
di
il ballonetto ;
come
si costituì tutto
Oriente,Martebellonio
imboccato
l'eroe,«
armi, si volse giocar
steccato
giunse al ciel
Morte
Y invito ;
primo colpo,e lanciò il ballomontagna di Mauretania),che andò
la
tant' alto che
giù. La
Per
»
ella n' andò
(che era
netto
Ella accettò
seco.
della
nezia,
Porta, Napolitano, Ve-
Ciotti, 1601.
colla
(2) Questi combattimenti
Bravure
molto
Della
dell' Andreini
diviene
spesso
Porta
che
sai
«
ha
«
accompagnata
più
perciò
vado
ovunque
faccende
venendo
»
vien
che
meco
Angelica,
Parigi, Abel
dabil
De
in
dice
andasse
lo
con
egli
nell' Olimpia
Cosi
al servo
e
Inoltre
Squadra
Spavento
la peste
e
?.
.
;
«
del
Non
Perchè
,
colla guerra
(I, 4).
Fabritio
de
l'Angelier,1585)
battaglia
del
di
se
dell'Arte.
stessa.
la morte
meco
(3) Tralascio, perchè troppo
deW
Commedia
nella
della Morte
compagno
soprattutto luogo nelle
avran
(Napoli,Salviati, 1589) Trasilogo
«
tu
e
Morte
cui
Fornaris
Fornaris
ove
egli finisce
servisse
nota, di riferire
di
il
Cap.
famosissima
(detto il Cap.
racconta
coli' uccider
modello
la
all'
Coccodrillo
(I, 4)
Marte
Olimpia
scena
una
stesso.
del
sua
Che
Della
etc,
formi-
lica
l'AngePorta, è
98
Solo a trar fuor questa
sente
vede
In chi mi
o
Che resta poi per sempre
Infatti
le
minacce
sue
spada
un
fo
tanto
nascere
tremito,
paralitico(V, 4).
veramente
sono
tevoli
spaven-
:
Guai
e' havesse
colui
a
D' attraversarmi
Con
0
1
un
con
capegli
Il mando
staffetta
a
a
pugno
un
a
dovuto
erudita, noi
commedia
Regni Stigli
metter
paura,
Senza
infiniti nomi.
i suoi
udire
i
subito
calcio il getto a volo ad ardersi
la sfera del sol (III,
a
6).
Certo, egli avrebbe
s' altro
audatia
il passo-
uscire dalla
Rahioso
troviamo
vi
fos-
non
zarro
Biz,
(4),
(1), Cerbero (2), Spavento (3), Fracassa
maco
Brandimarte
(5), Martehellonio, Trasilogo, Trasi(7),Bellerofonte,Gorgoleone (8),
(6),Rinoceronte
in
(2) La
Berenice
(3) È
assai
nome
un
Pellegrino
di
Decio
(4)
Anche
Grisignano
questo
della
per
le famose
lo troviamop.es.
Grifflo, 1552),nel
Gio.
(Venezia, Vincenzi, 1585).
specialmente
è celebre
seguito
in
al noto
tare
(Parigi,Charpentier, 1864). Noi possiamo ciNiccolò
del
di
ricordato
Beffa
e
quello
sopra
Gautier
déWEmilia
il Fracassa
commedie
(Venezia.
Salernitano
nome
specialmente
celebre
e
Parabosco
Girolamo
di
Teofilo
di
romanzo
comune
(v. il cap.VI). Nelle
dell'Andreini
Bravure
Vafro
1551.
Venezia, alla Libreria
Loredano.
di Francesco
ranto
Ta-
in
1601.
Speranza,
nel
(recitato
Tarentino
Secondo
sig.Teolio Suffiano) Venezia, Dindoni,
del
casa
del
Bizzarro
(1) Il Capitan
di Seth
Viotto, 1584).
(Parma,
(5) Li Stroppiati del Dr. Virgilio Verucci
Eredi
Secchi
Accad.
Intrigatodi
Roma
(Venezia. Aless. de'Vecchi, 1610).
(6) La
L'
(1)
Sorella
Erofllomachìa,
degli Oddi
Sforza
(8)
Quivi
il
La
Capitano
Anteo,
«
bomba
nella
«
gorga,
e
d'amore
di
cosi
magnifica
certi
il
nomi
petto
»
Della
(Roma,
Porta
suo
nome
secchi
e
:
«
d'amicizia,
di
B.Zanetti, 1609).
Achille, Ulisse, Hercole,
digiuni;
palato, s' ingorga
(I, 1).
nel
bocca, rintrona
nel
G.B.
e
Sasso, 1597).
(Venezia, G.B.Bernardo
son
fa echo
duello
ovvero
Chiappinaria
Ferrali
«
Porta, Napoli, Nucci, 1704.
di G. B. Della
ma
nel
Gorgoleone
gran
gorgo
rimdella
99
Dragoleone (1),Coccodrillo,
Matamoros,
Bucefalo (3) etc. etc. Tutti i quali nomi
indicare
ad
Capitale si attribuisce,
oppure,
vera
ma
caratteristica
e
Sganghera
di cui
qualità di
Maiana, Parabola
della
di
il
sua
lo
(4) e
serie,che
del Moro
continuar
importa
non
che
rado, la
come
millantatore,
più
(2),
mologicam
eti-
stanno
indomito
il valore
o
Basilisco
la
lunghissima,specialmenteconsiderandosi
posterioreal secolo XVI e la Commedia
mili,
sirebbe
sa-
la produzione
l'Arte
del-
(5).
A questi nomi
rimbombanti
toli
rispondono poi i tisi dà o si lascia dare
stesso
più sonori che esso
dagl'interlocutori che lo burlano. Un
personaggio di
si alto
merito
molto
deve
necessariamente
avere
relazioni
elevate,cosicché egli si trova continuamente
a
principie sovrani. « È gran cosa J" dice
mezzo
Cap. Malagigideir^/essandro
«
cipisi godono
«
fa
di
(1,5)
parlar con
il
questiprin-
«come
esso
in
Il medesimo
me.
del Vasto, il duca
di Castro,il
(6) il Marchese
principe D'Oria,il Duca di Ferrara e chiunque mi
«
puote
«
Della
Porta
(1) La
Cosi pure
».
avere
Trasimaco
al vecchio
mostra
Trappolala
G.B.
di
nella Sorella
Pardo
Della
Porta
le
tutte
lettere
Comin
Bergamo,
—
del
tura,
Ven-
1596.
(2)
Furiosa
La
Costantino
di G.
B.
Della
Porta, per
Gio.
Giacomo
Carlino
e
Vitale, 1609.
(3) La
Fanciulla
di
Gio.
Batta
Marzi
si
Bologna, Gio. de' Ros-
—
1621.
,
(4)
Il
Moro
di
GB.
Della
Porta
—
Viterbo, Girolamo
polo,
Disce-
1607.
(5) Un
sua
Introd.
Sansoni,
lungo elenco
agli Scenari
(pag.LV).
(6) Cioè, di mandarlo
resto
di questi nomi
inediti
alla
è
riportatoda
Commedia
Ad.
Bartoli
dell'Arte
—
nella
Firenze,
1880
la persona
che
com'egli dice, bensì
a
chiamare,
lo domandava
«
il canavaio
in
j
come
come
quel
aveva
momento
racconta
fatto
non
il
era
Duca.
Del
il f duca
poi Fagiuolo (II,2).
»,
100
giuntea
lui da'
Gran
Turco
del
Gap.
maggiori sovrani
:
Trasimaco
a:
della terra. Ecco
AH' illustrissimo
e
quella
strenuissimo,il
de'
Sconquassi,mio carissimo amico
«
e
generalissimodelle mie genti ». Ecco quelladel re
Filippo: « Al venerabilissimo e stupendissimoCapitan
«
Sconquasso de' Sconquassi de' Squassamenti,mio Lu«
gartiniente(?) e general de' miei Esserciti ». Ecco
colonquella del re di Francia : « Al mio amatissimo
nello e maestro, sotto '1 quale ho imparato la mili«
«
zia,etc. etc. » (III,6). E, siccome il vecchio, ch'è
padre della sua amata, glivolge le spallesenza
degnarlo
di risposta,
incollerito egli dice: ce Assai
mi
neppur
I Ho le regine che mi pregano.
di tua figlia
Mi
«
curo
dava una
il Beller«
sua
figliail Turco se accettava
sorella il re
« baiato
di Trance
(?) della Grecia, una
silvania se voleva esser
suo
Vaivoda, la regina Isacc betta
d' Inghilterrami
volea
per marito, se volea
la sua
ce pigliar
»
protettionecontro Filippo Secundo
{ibidem).
È dunque naturale eh' egli sia preso a compagno
delle imprese più arrischiate,
fra
quindi egli è sempre
si atteggiaa difensore della vedova
le armi. Ma
non
a
e
dell'orfanello,
protettorede' deboli e deglioppressi,
bravo.
bensì molto più facilmente ei si trasforma in
«
.
Ecco
ad
appunto che noi ci troviamo
alcuno
di cosifatti
.
spesso
figuriche esercitano,o
.
dinanzi
almeno
ché
queirignominioso mestiere ; giaci bravi delle commedie, che già abbiamo
segnalati
nelle farse popolari,
sono
generalmente deglispacconi
nota
disgustosaal
aggiungendosi solo una
vigliacchi,
tegralme
incarattere
del Capitano che del resto è conservato
dicono
di esercitare
Girolamo
per
codesto
ebbe
Parabosco
tipo nelle
sue
una
predilezione
speciale
commedie,
ov'
esso
compa-
101
volte;ne' Contenti (1),nel Marinaio (2)
nel Pellegrino (3)
e
Quivi dunque è in azione non già il vero e proprio
mercenario
scherano, un
Capitano,ma piuttostouno
i suoi servigia' signoriche si valgono del
che vende
risce ben
suo
tre
valore. Ma
ne' fatti si
Marinaio
predice le
dice
È
Eugenio,
tutti
che
vero
Furba
a
gli
che
rispondeche
nel
gli
eh' ei
omicidi
non
servigida Finocchio,servo
vi
di
:
i'non
mill'anni
È
chiacchiere,
più posto,tante sono le sue
sarà stanco
di traghettartante
che nel Pellegrino (II,2).Spavento
così vantarsi
osa
tre
la
altre cose,
a
sarà
de' suoi
richiesto
è solo
al sole.
coscienza,Melaza
ancora
vero
le
infernali per
pene
ci
andrà, perchè non
vìttime;eppoi Caronte
anime.
questo
nebbia
perde come
(III,2), fra
sulla
aver
! che
ahimè
potrei narrarti
ho mandato
mie, quanti huomini
giorni a l'inferno? quanti visi,
Quanti nasi ho schiacciati,e occhi chiusi ?
Quante barbe
pelate? 0 io ti giuro
Le
prove
A' miei
Che
il letto
io dormo
dove
è fatto tutto
De' peli de la barba
di coloro
C hanno
avuto
tal'hor la mia
disgraiia,
Ma,
mostra
(IV, 4)
la
nonostante
sua
Melaza
tutta
viltà
e
fa la
la
questa boria
alla prova si
inettitudine. Nel Marinaio
sua
brava
,
Lisetta,quando
sopraggiunge Furba e lo picchiadi santa ragione,senza
abbia animo
che il codardo
di guardare in
neppure
faccia l'avversario. Ne' Contenti
poi (III,2) Stramazza,
dovendo, d'incarico del cortigianoPeriandro, assalire
una
casa
per
sua
portarne via
(1) / Contenti,
di Girolamo
corte
a
si
fanciulla,
una
Parabosco
bolognese (?)
—
vanta
Venezia
Giolito de' Ferrari, 1549.
(2)
Il
Marinaio,
del
(3) Il Pellegrino,
del
medesimo
medesimo
Venezia, Gio. Griffio,1550.
—
—
Venezia, Gio.Griffio,1552.
di
G,
102
volerne
si
sfondare
protestare che
senza
detto il
aver
a' suoi
pater
quella
Giuliano
di San
noster
doveva
casa
»
ad
di
Caratteristica però
del
bravo
di
è
delle
come
vigliaccoqualunque
all'occorrenza
che
avevan
credere,
non
già il miles gloriosus (1),alla verità
fanfaronate;anzi egli stesso riconosce di
sistere
re-
per
piede, due dei quali
bastione.
atterrare qualsiasi
colpi
bastato
sempre
porta a calci;ma, per quanto egli
a
smuoverla,cosicché deve partirsene,
riesce
non
sforzi,
non
«
la
sue
essere
un
minar
do-
sa
non
(2).Perciò appunto il bravo riesce forse
è anche
pitano
ma
meno
ridicolo,
più ripugnante che il Caultimo ci desta in certo modo
; perocché quest'
considerato come
tima
vituna
compassione, dovendo essere
della sua
dere
mania, giacché egli è il primo a creil bravo
Ciò rialle sue
sulta
no.
smargiassate; ma
chiaro da quel monologo di Spavento che, nel
fissato con
lir
Eugenio di assaPellegrino, dopo aver
mari
Caverna ed aver
e
monti, da solo
promesso
poi dice:
la paura
Questa
Per
0
farò
sera
qualch'uao
correr
quinci oltre, e dirò d'haver ferito
huomo
morto
un
per rispetto suo:
farò
Così
il vecchio
sonare
pazzo
Con dire ogn'hor, s'ei non
rifonde, ch'io
Dirò al ferito chi l'ha fatto fare.
Ecco
pellein
certe
buona
stesso
(1) Degno
buona
figura
di
nota
fede, quando
monologhi
sé
arrischiare la
prudente per non
commissioni,facendo al tempo
pericolose
modo
un
stesso
che
quelle
valoroso
(2) Marinaio
stesse
e
che
è infatti
le
racconta
ricorrono
commettendo
e
nelle
cose
il millantatore
va
è, per
ove
narrando,
di cui
quel povero
le
frequenti
insensato
immedesimandosi
egli inventa
i
gesta.
Qui
dire, in
cosi
spacconate. Lo dimostrano
commedie,
ch'ei
quasi divino
(III,1),
sue
ricatto 1
un
dice
a
in quell'essere
103
abbiamo
dunque
che
a
fare
tutt' altro che
ma
Eugenio,
fidandosi
non
mascherato, egli lo
ispiarlo
lo bastona
e
tant' è
stupido;
ben
delle
la
sotto
mostrando
catura,
truc-
sua
qual
,
coraggioeglisappia adoperar verso
e
come
che, sic-
vero
vanterìe,va per
sue
riconosce
bene
lato,
matrico-
furfante
un
con
vecchio
un
.
.
mai
bole
de-
.
pauroso.
Un
analogo al
carattere
suddetto
è il bravo
Galde-
vale
(1).Egli è ridell' avaro
in amore
Spinellone,il quale, udendo
che Galdelone si prepara
a
conquistar la cortigiana
Doralice di cui egli è amante, cerca
di distogliernelo,
invano
ma
(II,2). Al contrario il millantatore vuole
feso
intraprendernela conquista,castigandochi lo ha ofle sue
(II,12). Intanto egli ha dato al maestro
armi per racconciarle e farle lucide (2).Oh!
son
pur
belle le armi sue ! ve ne
sono
perfinoalcune ritrovate
Roncisvalle!
E con
a
egli ha compiute
queste armi
tante imprese che, se in un
solo sguardo si potessero
veder tutte,sarebbe
un
egli si
gran fatto d'arme. Ma
sare
indospersuade per adesso a mostrarsi
calmo, senza
il suo
completo assetto di guerra, per non
ispalone
Doralice.
ventare
Va
per
il
sé
con
battere
gente; ed
sente
ha
all'uscio di
cercando
stesso, perchè vorrebbe
di farsi animo.
così
e, dichiarandosi
Cfr.
Leonida
Plaut.
offesa dal
di Bonetto
Mil.
Glor.
osa
il contrasto
battere
e
Finalmente
non
chè
per-
ch'egli
ne
ha
spacconate,
si
risolve
e
Ruspina, e, spaventatada
la padrona. Doralice viene,
procedere dello smargiasso,
Ghirardi.
v.
non
si resti di dir
non
picchia.Si presenta la serva
chiama
que'modi arroganti,
(1) La
ma
costei,
curiosissimo
è
coraggio,quantunque
(2)
Ghirardi
di Bonetto
nella Leonida
I sgg.
Venezia, Paolo
Majetti, 1585.
104
rifiuta di
tanto
riceverìo,
chiude
la
ed
porta sul
alle
sue
vane
il carattere
un
basso
suo
(II,13)
Entra
minacce
di
il
vuol
derubarlo
Più
tardi
vuol
perchè Gorgia
si
vestiti
non
come
Gorgia
riesce
a
gliacco.
vi-
un
di lui
su
arie di
sue
mentato,
addordelle
una
fare il
colpo,
svegliaed egli scappa.
si arrestano
le furfanterìe
colla solita cautela
entra
ribaldo
ritrovando
le
legno. Gal-
un
fa bastonare
compire
ruberie,ma
qui
d'
spaventarlo colle
e
solite generose
Né
munito
poi si
(II,48),
ma
Galdelone
Martano
vuol rifarsi con
e
rapace,
parassitaGorgia che, temendo
erasi
Spinellone,
spaccamontagne,
che
e
venuto.
nuovo
delone
il nostro
Capitano
amore
quanto danaro. Infine gli
lera
naso, lasciandolo in preda alla colbestemmie.
Cosi eglidà a conoscere
vorrebbe
tanto
non
che
più
che
legate»,
lo prega
del bravo. A lui
si rivolge
circospezione
di liberarlo (III,
9) ; ed il
e
glirende questo servizio si,ma lo spogliade' suoi
non
potendo cavargli denari. Intanto sopraggiunge
il povero
(III,
10) Gorgia,a cui si raccomanda
Martano, eh' è rimasto spogliatofin della camicia,per
riavere i suoi vestiti,
vedendo
il parassitoarmato
e
d'un
nervo,
Galdelone
bravamente
si ritira davanti
al
pericolo.
Ma
il
primo
ond'
egli torna
con
una
sicché
rimane
egliirato
compagni,
casa
cara.
per
mentre
di
annaffiata
vorrebbe
vendicarsi
di Doralice
subito colla
alla carica
buona
per
scacco
cortigiana
glicuoce,
Doralice che
lo accoglie
d' acqua
.
,
.
partir subito
della
donna,
Spinellone e
e
Martano
odorosa
non
.
da
va
;
Pisa, poi
in
cerca
entrano
di
nella
(IV,14).
Pertanto
un' ultima
soperchierìagli costa molto
tornato
la casa
di Doralice
Infatti,
(IV, 23) verso
trarne vendetta,vede uscirne l'avaro Spinellone,
che
106
e
finisce col
s'è cavato
picchiarlocon
di sotto
«
conosciuto
«
spezzato le
«
dato
«
grande.
il
del
alla tonaca,
(III,6)
ironicamente
libro di Cicerone
un
il
Tracanna
servo
la fortezza vostra, che
tavole
core
a
di
di
me
libro
quel
fare
si
che
io ho
la testa havete
con
che
con
congratula
Hora
«
:
ch'ei
havrebbe
non
ben
scure
una
»
Capitano Parabola ode dal
Cricca (il,10) l'arrivo di un
servo
gentiluomo della
Morea, grande attaccabrighe,e che « ad ogni botta
Similmente
«
distende
nel Moro
huomo
un
il
per
terra
per
terribil che
sia
»
;
traccio,
(li,11) Ventravestito da gentiluomo della Morea,
parassito,
il terribile Capitano
il quale spaventa colle minacce
che chiede umilmente
grazia; lo bastona ben bene e
Inoltre Parabola,
poi lo beffa,scoprendo l'esser suo.
d' Oriana
che deve
innamorato
Pirro,
sposarsi con
macchinato
a
uno
aveva
strattagemma (eh'ei racconta
nel 1, 2) per impedire questo matrimonio
Ventraccio
accusando, cioè,Pirro di volere uccidere Oriana. Ma,
ond' ei dichiara
volerlo
Ed
vedere.
ecco
,
,
vedendo
scoperta la frode
Pirro
a
costretto
a
(V, 5),chiede perdono
salvarsi solo per
a
rimanere
intercessione
la
senza
la
minacciata
e
sua
vita dall'offeso
sua
sce
de' suoi fallie riedi
Oriana, ma
bella che
va
è
moglie
Pirro,
Nella
si ritorna
Chiappinaria (1) del
direttamente
a
Della Porta finalmente
Plauto, giacché il Capitano
di
discendente
si chiami
che
Gorgoleone,nonostante
bellezza esser
Marte
della Gorgone, e che dica la sua
e
sol capelloper testa di tutte
tale che, raccogliendoun
che soci)
sue
innamorate, se ne torcerebbe una
gomena
Cosi
detta
dell'Orso
Chiappino
la cui
pelle serve
a
diversi
stimenti.
trave-
107
sterrebbe
(I,2),è terribilmente raggirato
dal servo
Rompiguerra e dal parassito
Gogliandro
che r inducono
vestir la pelle d' orso
a
per ottenere
r amata
Drusilla,e poi, traendolo di sotto alla pelle,
gli dan quel castigo che Pirgopoliniceha nel Miles
plautino.
il mondo
appeso
le bastonate
E
fioccano
spalle;sicché,come,
salmi
finiscono
in
punita con
spada parla sovente
è
credono
neppur
un'arma
Del
pericoliche
è
sue
popolare,tutti i
gloria,così ogni bravata del Capitano
buona
dose di busse. Di colpidi
una
secondo
lui;
il nostro
il detto
i
ma
suoi
avversari
lo
non
bravaccio
si merita
le disgrazie
tutte
gì'incolgono,perchè egli è troppo vergognosamente
tremando
di
anco
vigliacco,sta sempre
alla più piccolaminaccia
non
e davanti
esistono,
pronto
della
prove
sulle
degno di tanto, e preferisconoadoperare
micidiale : il bastone.
più ignobilee meno
resto
che
continuamente
a
chieder
estrema
sua
delle commedie
misericordia
o
a
fuggire.Le
abbondano
vigliaccheria
in ciascuna
ov'esso
che
comparisce.
Ne' Diversi linguaggi del Verucci
(1) il Capitano,
parla in dialetto napoletano,incomincia il prologo;
ma,
intanto
e
«r
che
che
sta
dice di
haggio piU
a
sta
raccontando
uccisi
avere
varva
»,
le
le
solite spacconate
sue
più uomini
grida di un
ad
«
che
non
stano
ragazzo ba!
: « Ohimè
ed ei comincia a tremare
impaurirlo,
dove posso fuggire? ohimè!
«
come
faraggio?uh! po«
le gamme
de la paura ».
vero
tremano
Capitanio,me
E fugge via, mentre
il ragazzo,
deridendolo, fa lui il
prologo.
(1) Li
legge,
per
A.
tra
diversi
linguaggi
gli Accademici
Vecchi, 1609.
di
Virgilio Verucci,
Intrigatidi
Roma
detto
romano,
1' Universale.
dottore
d
Venezia,
108
Curiosissima
il
del Moro
quella scena
(III,3) ove
gliacco
Capitano si trova a fronte con un avversario più vidi lui. Parabola
giuriano
s'ine il napoletano Panduorfo
si minacciano, finché,tremando
tutti e due,
e
è
alle mani.
vengono
Panduorfo
domanda
risponde «
Pand.
fare
non
Ma, al momento
che
giorno
domenica
Frate
custione.
io
Ed
d'incrociare i ferri,
tano
Capi-
».
mio, aggio fatto vuto
—
il
quello e
era
la
mi sono
ricordato
ancora
Cap.
d'importanza.
Pand.
tricare (1).
Olà, torna, non
E tu, quando tornerai?
Cap
domenica
d'una
—
cenda
fac-
—
—
Pand.
.
Né
..
tuttavia
propria viltà
il manto
chiove
quanno
—
egli
il
ha
pudore
poltronerìa,anzi
e
passe
e
fico secche
di
cerca
(2).
riconoscere
la
di mascherarla
disprezzo,o magari della prudenza.
Cosi Capitan Fracassa
nel Beffa del Secchi,pregato
sotto
del
Federico
da
di voler
di
dargliaiuto,dice in
alla sua
difesa,ma
poi
correre
dalle buone
esorta
bellissima
:
che
sentenza
Uomo
«
principio
si lascia persuadere
ragionidel servo
Tempesta
se
ne
con
va, giustificandosi
fuggire,e
a
sul
che
merita
fugge può di
proprio di
nuovo
che lo
sta
queferita
ri-
esser
combattere
».
(Ili,11).
E
nella
Trappolarla il Capitano Dragoleone
dubita rispondere con
Arsenio, non
gran
da
:
«
Il
tempo
è
padre, e
«
vendette,m'informerò
«
sponderò, che
si schermisce.
(1) Tricare
(2) Quando
=
la
la tardanza
è
madre
dato
sfi,
siego
sus-
delle
del
negozio meglio, poi ti rispada vuol ragione » ; e in tal modo
(IV, 11).
tardare.
piove
popolare.
uva
passa
e
fichi secchi, cioè mai.
Espressione
ratteristica
ca-
109
Di
prendono continuamente
o
perfidicompagni, il servo
simile vigliaccosi
un
classici
beffe i suoi
e
il
sola persona, non
riuniti in una
meno
parassito,
spesso
dei
cui si divertono a bersagliare
vili della loro vittima,
loro scherni,appunto perchè ne conoscono
l'impotenza
cotali personaggi servono
vendicarsi. Ad
a
ogni modo
ad
assai bene
sia che
essi
la comicità
accrescere
finganodi
della
situazione,
il millantatore
assecondare
nelle
lo deridano,
parole a doppio senso
sia pure che apertamente lo motteggino ponendo
lità
in contrasto
la propria voracità e la propriaabi-
bravate, sia che
sue
con
,
nel lavorar
di mascella
colla
pretesa eccellenza del
le mani.
Capitano nel menar
Senza
dilungarmi in numerosi
esempì del genere,
basti soltanto un
saggio di tali bizzarri contrasti nella
Furiosa
(II,1) :
Che
Basilisco.
Lupo.
Capitan
—
Basii.
Anzi
—
alla
insino
Basii.
sedere
da
di centomila
e
ad
tavola
una
polli,e mangiar
sempre
carica
di vivande
dalla mattina
sera.
E
—
abbattimento,
e
persone
giornata fra due
dal spuntare lino al calar
di far
sole.
Lupo.
un
giornata è questa d'oggi,signor
veramente
Degna
~
di centomila
essercitì
del
bella
poi quando
hor
saltar
in
si viene
a
quel sanguinoso
squadrone,
questo, pigliaquello,rompi, spezza,
altro,lascia
mezzo
un
hor
in
scanna
ammazza.
alle
strette,hor dar di
ad un
mano
pastone, hor ad un cappello di pasticcio,hor
dia,
sbodellar
un
un
gallo d'inpiatto di lasagni,hor brancar
spolpa, taglia, squarta, rodi, ingoia,tranguggia pezzoni di vitella,intieri,
intieri.
Lupo.
E
—
E
nella Fanciulla
lista di nomi
il
lunga
quando
suo
che
dice
del Marzi
Bucefalo
valore
enumerazione
Tracanna
si viene
dati
(II,6), a
si attribuisce
una
lunga
rispecchianti
le sue
e
imprese, segue una
più
di quelli che
il servo
parassita
Del
lui per la sua
a
ghiottonerìa.
come
no
resto
nomi
quesl'ultimo
personaggio riceve quasi sempre
adatti alla sua
vato
osserqualità,come
già abbiamo
questii giuochettidi paper il Capitano.Ed eran
role
che
piacevanoagli uomini
tanto
che
sono
che
doveva
sintomo
un
prender
quel tempo,
dell'andazzo
evidente
dal
nome
dì
e
letterario
allora nascente,
secolo
il seicento!
che Y interesse o la fame
per lo più avviene
lazioni,
spingano cotali satelliti alle più turpi e sfacciate adu-
Ma,
se
altre volte
questo
di
bugìe e
mercadante
«e
che
di
spaccia le
Gogliandro
parole,» come
appellaGorgoleone {Chiappinaria I,2), è apertamente
fin dal principio,
tanti complimenti.
senza
svillaneggiato
«
sue
mercantìe
Perciò
Trasimaco
al
nella
Sorella
Trinca
servo
del
il
se
Della
mandando
Porta, doAttilio
padrone
suo
certo
Capitano,detto il
parla mai delle gesta di un
Fracassa, celebre pel suo valore e per sue virtù illustri,
ha la sgradevole sorpresa di sentirsi risponderech'egli
ha
«
Fracasso
«
questi
«
mustacchi
«
una
il suo
«
«
udito
realmente
nomi
per
e
inguffati
ciera torta
padrone
venerabil
Di
«
asino
in corpo
crete
«
soffiò mai
vento
1' honora
e
tanto
che
di molti
grande
che
ci han
illustri
di ambitione
«
neria
«
E che combatte
che
che
nel tribunal
dubbio
lingua che
con
della
chi fusse
harebbe
perchè basterebbe la
impoltroniretutti i poltronidel
la
non
soffiasse in
non
determinare
senza
se-
ruggine, che
favore
più con
d' un
titoli,
che basta per sei asini
fatto la
sententia
in
Capitan
le verità le tiene tanto
«
ad
certo
peli della barba rabuflfati con
parla con certi paroloni." E
«
«
un
o
quel ballon del suo capo. E
poltronerìase si havesse a
maggior poltronedel mondo,
«
«
i
che
e
buggiardo, e
«
di
Babuasso, che s'havea posto
spaventar le genti,che porta certi
Sconquasso
o
....
discorrere
sua
la
poltro-
mondo
la
il
spada
.
.
.
.
.
.
HI
sopravveste della
«
E
la
«
zame
«
seco,
«
che
«
parte morto
di fame.
«
cicalone
udir
«
spasso
che
la
tanta
per
sua
Che
Finocchio.
Che
del bravo
Finocchio.
Si, ma
il
stoltezza
del
all'infelice
attorno
sono
ogni
(1) Cfr. Marinaio, IV, 4,
Frac.
...
Ho
Vespa.
E
fatto
Si,
il Cecchi
spesse
vi si bee
«
e
dire
Lo
Rivali
poi (HI, 4)
Can
E
volte
da
fugge
cui
e
correre
i dodici
(Cfr. Maiana,
pie.
chi
con
innanzi.
due
IV, 5) ch'essi
combattere
Ignico è detto:
pagliaio che
a
moglie
III. 6:
i dieci
nel
di
sua
a
te, io
»;
la
fascio,approfittandosi
un
Emilia,
sempre
a
la
vero
fedele
L'in-
Capitano Malagigi.Così tutti
spalle
per mangiare alle sue
de' bravi
spadone
meglio,i»
dir il
a
con
erba
egli correva
ma
ama
adopran
Ne'
e
questa spada,
con
...
ed
nell'Alessandro
Ruzza
a
voltarella
qualche
in effetto fa d'
della
correre
gli professano,
ché,
giacspaccone,
allo
attorno
sempre
mangia bene
aggiunge anzi:
coleo
quale
fatto
disprezzo che
vi si
servo
riguardo
comune:
Fagiuolo confessa
come
a
fuggendo. (1).
Ma, nonostante
questifurfanti sono
«
adopera
sotto
quante volte io solo ho
Quattro compagni o sei?
E
(II,
2):
Parabosco
spada parlando?
fuor della guina.
più
frase molto
Spavento.
mi
(II,6).
Pellegrino del
Finocchio
una
mangiar
gonfiate; e
a
»
diresti di me
uscì mai
non
stesso
ragaz-
e si prende
millanterie,
quelle sue
citato
già
vesciche
un
spilorceriae spedaleria che si
Pure
«
»
questo
pratticacon
dei fatti suoi.
Spavento.
(II,2) :
l'invita
che
altro che
mangia
non
nel
Lo
è
,
e
è
E
«
dice
Finalmente
.
.
nobiltà
sua
seguita
gli mostra
chi
il viso.
fuggec
112
e
burlarsi di
deluso
lui,quantunque
nelle
sue
Martebellonio
talora il parassito
rimanga
e
speranze,
nei
se
lamenti.
ne
Infatti
Due
fratellirivali del Della Porta
rifiuta a Leccardo
lo sperato desinare, perchè quel
giorno essendo martedì, «e in honor del dio Marte non
«
mangio altro che un'insalata di punte di pugnali,
«
quattro ballotte d'archibuggioin cambio
«
balle
A
«
«
d' ulive,due
in pezzi con
la salsa,un
d'artiglierìa
piatto di
gelatinadi orecchie,nasi e labra di Capitani e Godi ferro come
lonnelli,
spolverizzati
sopra limatura
caso
nare
grattuggiato» (I,4). E, se questo è un desianche le scorpacciateche il parassito
fantastico,
riesce effettivamente
a
fare
molto
sono
stravaganti,
« mangia la carne
cruda
mezza
perchè Martebellonio
«
e
sanguigna, e dice che così mangian i Giganti,
«
che
vuol assuefarsi a mangiar carne
e
humana, e
«
bersi il sangue
de' suoi nemici.
»
Infine,il nostro povero millantatore è una -vittima
della malignitàumana,
sicché è quasi un
sentimento
di collera che ispiranocoloro che lo metton
di mezzo.
Ed è un
scorso
vero
e
propriosospiro di rimpiantoquel dinaccio
«
«:
«:
«
«
«
«
Gornelio
Lanci
deW
Olivetta
(1),che
in bocca
pone
del
resto
al
suo
inganna,
Brucome
pari,il Capitano Oronte (IV, 6):
Questo mio padrone è la bontà del mondo, e se non
sarebbe
havesse
questo difetto di così millantarsi,
tutti
«
che
gli altri
eerto
huomo
suoi
molto
amato
ma
;
in
fatto
questo tanto
ma
vantarsi,ingegnandosi(come fanno alcuni altri,
di annichipiù malignamente e impertinentemente)
lire le altrui opere e gli altrui fatti ancorché
degni
molti
di tutte le lodi non
piace a persona, benché
in tresche,fingano il contrario. i"
entrar
per non
(1) U
Olivetta
Sermartelli, 1587.
di Cornelio
Lanci.
—
Firenze, nella
Stamperia
del
114
«
pure
ce
mani.
il malvenuto
Ma
»
il soldato
incoraggiante come
«:
ella
affretta
«
dice
—
«
donne
effetto della
occhi feroci
e
conosciuto
per
la
donna:
le mie
il cuor
nella
giacché
:
bravo
poco
»
;
e
mani
si
colle
compagno,
anzi
tutte
le bellezze
del mondo
del
quelle
sul viso !
valore
suo
delle
loro
Le
così
regine lo
le
gli promettono
re
chia-
de' suoi vezzi
dell' amore.
gaudi
lo
e
imprese,
schiave
sono
consorte, i
per
Inutile dire che
».
guida
a' dolci
lo invitano
sanguigne, gli
immaginazionetutti i grandi
sua
ammiratori
sono
le mani
un' usciata
man
desiderano
«
son
crudele
parole gli valgono
Inoltre,come
e
paura
ha
gli huomini
con
della terra
saluto
questo
delicate,il girar degli occhi piacevole»,
son
«
belle
mi
—
il cielo dalle vostre
guardi
considera
un
rassicurare
a
mentre
mi
e
loro
Al contrario,le donne
di lui anco
sono
verso
figlie.
più crudeli degli uomini; se è ammogliato, la moglie
lo tradisce,
se
celibe,le amanti lo pelano, e poi gli
quantità di tiri birboni. Già accennammo
giocano una
al capitan Malagigi dell'Alessandro,la cui moglie è
goduta perfiinodal servo
Fagiuolo. Questa trista donna
ciò che
lo raggira maledettamente, dandogli a bere
il ridicolo del
vuole, e
(IV,6)
incontra
la
capitanogiunge
moglie vestita da
bone,
ma
al
colmo, quando
uomo,
comprendendo
pur
quelle mentite spogliesi cela
cortigianae propone
per una
donna,
una
al
servo
e
che
la
conoscen
ri-
non
sotto
prende
di tèrsela per
amante.
Figuriamoci poi
le belle
locomasia
le
burle
ch'eglipretende
di Plauto
Commedia
tutte
di
che
gli fan sopportare
sedurre,dalla Fi-
alle innumerevole
della
servette
dell'Arte !
Peggio
è
vezzosa
figliad'
ancora
quando gli occhietti
Eva
lo
hanno
furbi di
veramente
che
qual-
amma-
115
liato,cosicché
ci
dinanzi
troviamo
Questa variazione
perchè gli esempì
stantechè
col
drèo
e
morato.
inna-
esempio
si posson
non
dell' imitazione
un
già ne avesse
è anco
Miaoùfisyoq^
Capitano
tipo, la più moderna,
assai tardi
sono
il tramite
passatiper
del
al
dir
classica,nonoil teatro
Menan-
la
gendo
più graziosa,aggiunvisi un
lato patetico che, se
forse il
accresce
ridicolo,può d' altra parte ispirareun certo grado di
compassione.
Ben
lo
per
più
lomachìa
le
d'essersi
più
esclama
—
innamorato,
smancerìe
sue
debolezza
sua
coli' esempio de'
»
anche
famosi
e
cerca
invaghito
della
eroi
Rinoceronte
di Sforza
néìVErofi-
«
degli Oddi (III,6)
soggiogò
Bellerofonte,
Fetonte, Demofonte, Thermodonte, Lao—
finalmente
«
coonte
«
le femminucce
«
pazzìe, come
e
lo
spietatissimo
Rodomonte, e per
i Capitanifamosissimi
han fatto delle
E cotali
»
Achille,Aiace,Annibale
...
filastrocche di nomi
0
Capitano,
smettere
la
Amore
«
il
vuol
non
donna
una
antichità.
«
che
vero
di coonestare
anzi
di
è
più
affatto fantastici
o
o
storici,
leggendari
meno
affluiscono
di
continuo
sulla
sua
bocca.
«
Tuttavia
talora avviene
che
osi
buono
del
Non
non
da dir
Loredano
neppur
bugie
(1)
il
eh'
citare vari
(1) La
della
eglisia
esempì
Madrigna,
Speranza,
più
egli sia
millantarsi.
2601.
«
rato
innamoNon
son
protesta(IV,8) nella Madrigna
di
ed
è
vero.
tatore
millanCapitano non
lutamente
cinquecentisticaimporti assoinnamorato, che anzi si possono
un
del contrario.
di
tanto
Capitano Agolante,
la presenza
nella Commedia
già
che
»
eh'
Gio. Francesco
Così
Loredano,
nell'amor
in
Venezia,
Co-
alla
breria
li-
116
(1) un capitanospagnuolo,e un
(2),sono, per
tedesco, il Capitan Tiberio degli Scambi
di giudizio,
dire di altri,
non
e
persone molto dabbene
e
oggi si direbbe, affatto
rappresentano parti,come
serie. Ma resta il fatto che, quando si ha sulla scena
mente
un
millantatore,esso è per lo più forteCapitano non
del Piccolomini
stante
innamorato.
Come
è ciò?
rappresentare
lo si rivestì
Forse
si volle
innamorato,
un
degli abiti
del
e
e
tura
avven-
per
di
nome
plicemente
sem-
Capitano,
facendone
voluto
però un personaggio distinto? Oppure, si
rendere quasi un
omaggio alla potenza di amore,
che
capace
è
di trasformare
perfino
correggere
le bastonate
valgono
sembrare
può
di
osservare
Considerando
die,vediamo
burla
nessuna
per
Commedia
è recitato
lo
di mezzi
sorta
Questo
d' imitazione
dell'
da
che
1540.
Notevole
è
vi ha
che
è che
si
parte
diente,
espe-
il
(A.
come
un
carattere
Piccolo-
1536
prologo
nell' interno
che
frau-
e
1' anno
dimostra,
offre
todo
me-
ma
classica,
Siena
a
i
per
un
comico
Intronato
mentre
conoscono,
spagnuolo che
Acc.
Imperadore
spagnuolo
uno
tutti
Stordito
giro,
attorniano
Il travestimento
usato.
dello
la venuta
Arrivabene,
r arrogante
stessa
ogni
amata.
costante,
per
A.
in
piacere aglispiritiavventurosi
(1) L'amor
Venezia,
Gomme-
nelle
atrocemente
preso
glipropongono
certamente
doveva
mini) composta
innamorato
vien
frequente
frutto
tesi
ipo-
fatto,e basta.
un
esso
alla donna
assai di
molto
difetto ? L'
suo
essendoglirisparmiata.Lo
soliti furbi che
giungere
togliereil
il nostro
che
guisa da
cui di solito neppur
spaccone
a
in
è difficile supporre
graziosa, ma
ne' commediografi del tempo : contentiamoci
sentimentalità
certe
uno
uomini
gli
è
di
in
—
questa
di
della
sueto,
conmedia
com-
mente
assoluta-
diverso.
(2)
Gli
rappr.
Siena,
Matteo
Scambi,
in
Siena
di Belisario
Bulgarini, Sanese,
dall'Università
Fiorini,1611.
degli
Scolari
l'Aperto Accad.
l'anno
1574
tronato,
In—
in
117
dolenti del
sec.
XVI,
il
disillusioni per
Nel
Servo
è in
«
cedon,
e
migo
huze,
queirabito (IV,7),colle
si
dell'orso
de
Amor
»
in
nella Berenice
compiacere alla sua bella
ride.
perciò la fortuna gli sor-
per
non
più
ancor
a
si fa scacciare.
di Fossombruno
miserando
di
il travestimento
accennò,
hozar
bastardello
solite bravate
dubita
livrea,ma
esito
Ed
Cerbero
non
la
quiere
a Isabella
Ma, presentatosi
travestirsi da caldarostaro.
di vestir
mi
di Jacovella
infatti dietro il consiglio
(IV,5), s'induce
del Loredano
Todos
«
:
ninguno
y
aquelloscelerado
Cosf pure
dice
che
altezzoso
me
(1),il capitano,
VirgilioVerucci
di
Astuto
cadauno
sino
più amare
poveretto.
spagnolo
uno
delle
generalefonte
ottiene,come
già
Gorgoleone nella pelle
Chiappino.
Talora
disastroso
però
per
il travestimento
sorte
effetto
un
personaggio. Nella già
il nostro
men
citata
Erofilomachìa, il capitano è avvertito dalla ruffiana
Giubilea (III,7) che la cortigianaArdelia è pronta a
riceverlo purché si metta
negli abiti del medico HipÈ questo
pocrasso.
al povero
care
ottenere
che
tiro birbone
Rinoceronte
l'intento desiderato
anche
Viene
un
Achille
ed
che
egli vi
; pur
ricordando,a
Ercole
si
si vuol
giuo-
si acconcia
per
titolo di
vestirono
da
scusa
donna.
(IV,8) e
Ardelia lo maltratta credendolo
Hippocrasso,sicché egli
s' impaurisce e non
si dà a conoscere.
tra
Ma, quando enil dottore sotto le spogliedi Rinoceronte,la cortigiana
credendoli
il capitano
bastona lui e il suo
servo
e
Diluvio,i quali profittanodel loro travestimento per
sfuggirealla collera della donna.
dunque
(1) Il
Servo
il
Capitano vestito
Astuto,
de' Vecchi, 1616.
di
Virgilio Verucci
da
—
dottore
in
Venezia,
per
sandro
Ales-
118
i casi occorsi a Basilisco nella
Degni di nota sono
indica il nome
Furiosa,donna, come
suo
(Foiana)molto
sensuale che, malcontenta
del marito,acconsente
nire
a divel'amante del Capitano.Introdotto dalla serva
Nespila,Basilisco s' incontra colla donna (II,7) e già
stanno
per
conchiudere
....
Ardelio,pazzo
la
era
innamorata
sua
egli fosse annegato.
lo
getta
vuol
lo
terra
vendicare,
consigliadi
lei
dar
senza
e
alienista,
dal
con
un
pazzo
d'aver
capitanodunque
i
nascono
dal
picchiaben
del
cui
scoperto
bene
con
lo
in
poter venire da
medico
è
segreto per
un
questa
sua
da
veste
pazzo,
e
incidenti. Primieramente
in
cerca
alle
cure
colui che
portan dal
che
cura
bastone.
(III,5). Più
medico, che vanno
padre l'ha affidato
legano
però
del
si
per
Foiana
il marito
parassitoLupo, che,
lo scambiano
lo
comici
più
la falsa notizia
placatoda
sospetto. Giacché
persuasivo argomento
Il
impazzita
ingiuria il Capitano e
calcio (li,8). Basilisco si
travestirsi da
si vanta
praggiunge
so-
Ardelio
guarire i dementi, valendosi
del
dietro
è facilmente
ma
trattato,quando
dolore, che
Vittoria
eh'
a
il
è
conoscendolo
non
tardi
da
(IV, 3)
del pazzo
del marito
cercavano,
lo
ciò
contrato
inlo
i facchini
Ardelio
il
di
Foiana,
bastonano,
medico
il
che, credendolo
bono
pazzo, gli vuol fare inghiottirecerte pilloleche debrisanarlo (IV,4). Ma
i
e
egli dice eh' è morto
morti non
mangiano. Per persuaderlodel contrario il
medico
gli fa comparire alcuni che si fìngono morti
discorrono
che pur
e
e
mangiano (IV, 5). Tuttavia
vuol mangiare, sicché gliviene aperta a forza
egli non
la bocca, e poi a suon
di pugni, legato come
un
lame,
sae
è chiuso
invoca
l'aiuto
lo libera
e
lo
in cantina
(IV,6). Dalla sua prigione
di Nespila che, prima riluttante,
infine
colto ne' suoi
é
riportaa Foiana, ma
119
in cerca
va
colloquidal medico che, infuriato,
blica
menar
de' fratelli della moglie per
esemplare e pubabile
vendetta (V, 2). Nel frattempo Nespila con
di paura,
trovata fa fuggire Basilisco,tutto tremante
cessi le solite bravate,e lo sostituisce
quantunque non
amorosi
tradito
Vittoria;sicché al suo ritorno il vecchio
rimane
deluso e rimproverato da Foiana, che probabilmente
con
la
continuerà
Così
i casi
terminano
incominciata.
tresca
sua
che,
capitano Basilisco,
del
le buone
esempio nel suo genere, ha ottenuto
donna. Ma, se qui è fortunato in amore,
graziedi una
nuiscono
le frequentilegnateche gli piovono sulle spalledimiin tal guisa
assai la gioia del successo;
e
unico
—
è
ilbravo
(1) a questo proposito
il Camerini
conclude
—
pesto.
sempre
Che
se
infatti,
egli trova
la lussuria
favore
spinge nelle
fanciulla dabbene
moglie
una
presso
Della
del
Commedia
nella
Porta
cui solo
infedele
braccia,al contrario
accoglie sul serio le suo
sue
suna
nes-
mande,
do-
di questo studio abbiamo
duto
vegià nel corso
com' egli sia continuamente
e
vergognosamente
dinari
da' genitori,
nonostante
ch'eglivanti glistraorrigettato
e
Per
partitioffertigli.
dirsi,il male,
il malanno
e
lo
più egli ha,
l'uscio addosso
;
come
suol
non
riesce
contrario,nella Prigion
d'Amore
di Sforza degli Oddi le cose
volgono per lui
di Erminia, che gli viene
meno
peggio. Innamorato
rifiutata dal fratello Lelio (IV, 6), è bensì soppiantato
ad
ottenere
dal rivale
che
Flamminio,
parte del Duca
fagnana con
bastonate.
400
si levi di torno
(1) E. Camerini.
d'accomodamento, da
in via
ma,
gli viene
scudi
Al
offerto
annui
(V, 9). Ed
Op. cit.Studio
il governo
di
egli
su
G.B.
della Gar-
purché egli
stipendio,
fra
Porta
«
il dovere
a
pag. 81.
e
la
120
«:
paura
»,
di
voler
non
gli mancherebbe
non
raccontar
a
per
rando
accetta,dichiamoglie, quantunque, se volesse,
dice
come
un'
delle
una
l'occasione
Spazza suo
delle
chi ha la ventura
imperatrice.E qui
di udire
il nostro
ricevendo
un
anche
millantatore
ritrovato
di
cuore
volta le bombe
una
Scaricabombardon.
la finisce
non
Qui
troppo male,
qualsiasial rifiuto patito.
/
lo scioglimento del Martello
compenso
È quasi più triste
del Gecchi
fa ridere
perchè
nozze
cia
ricomin-
solite storie... adattata
sue
Bellerofonte
dell'incorreggibile
almeno
servo,
(1),scioglimentodi cui del resto abbiamo
dia,
già un esempio analogo in un'altra commedel Secchi.
gì'Inganni
ciadiavoli ha
Il bravo
creduto, com'eglistesso
Cac-
Lanfranco
al
racconta
suo
Sparecchia(I,2), d'aver fatto la conquistadella
cortigianaAngelica che per lui avrebbe dato l'erba al
creato
suo
amante
Fabio.
sfrutta abilmente
del
suo
ex-
Ma
la
l'amore
amante,
e
donna
del
al tempo
bravo,
la tresca,
stesso
riceve
scoperta da
che
le. visite
chia
Sparec-
abbia il coche il vile Lanfranco
raggio
(II,9) senza
di vendicarsi,
finisce solo colla fuga di Fabio,
il quale,essendosi introdotto in casa
di Angelica di cui
l'amore di
solo per conquistarsi
fìngevasiinnamorato
una
giovine creduta di lei nipote e che poi si scopre
di buona
essere
famiglia,rapiscecostei,lasciando così
libero al bravo (V, 3). E allora la cortigiana
campo
fame,
abbandonata, dichiarandosi pentitadel suo passato incoli' onestà e
e
protestandoche vuol redimersi
accetta
rifiutare per l'avvenire ogni amore
illegittimo,
la mano
che le offre il povero
bravo, il quale è proprio
ce
guasto fradicio
Sparecchiadice
(1) Commedie,
»
di lei.
al Nebbia:
ed.
Milanesi
voi.
II.
—
Del
resto,
come
lo
122
terlocutori ; lo
discorsi
Sganghera
del ridicolo amante
testé
S.
Mona
illudono
non
Ma
ofifrono
uno
purtroppo
studio
vi è solo
che
«
pittore,ha
«
che di Plauto
ha
Di
Girolamo
la metà
del
con
vile del
quali
il carattere
modo
affatto
di trovare
fra
del Cecchi
«
di Teofrasto
che
in
Il Cecchi
di
e
»
un
autore
il carattere
esso
—
Labruyère
il medesimo
E
».
personaggio,
non
ritrattista,
un
ci
non
del
acquistando.
Parabosco, da Piacenza,fiorito verso
(2), già
certa
pari che
della
anziché
secolo
una
conversione
descritto.
è
Lanfranco
della
del
di Molière
e
sostanza
Francalancia
completo
«
—
talora
scadendo
va
(1)
più
di concludere
ragione
bravo
e
non
schizzato,
il Camerini
osserva
le commedie
sonanti
vera
finalmente
e
intitolata : La
vivace
i cui
sulla
il bravo
contare
Rappresentazione
Maiana,
Rosa
di Fulvia ;
senza
ricordato,
Scozia.
della
in ben
spaccone,
nessuno
minima
Melaza, Stramazza
che
subdolo
tre
delineato
uguale, sicché
la beachè
veduto
il bravo
cura
viene
abbiamo
scrisse
de-
tristo,
commedie, nelle
e
assai
in
bene^ ma
potrebbe avvisarsi
differenza
di
personalità
Spavento.Tolto questo difetto
di monotonìa, possiamo esser
riconoscenti al Parabosco,
dal momento
che gii esempi più notevoli del vero
e
proprio"r bravo » si ritrovano in lui, e gli altri che
il Ghirardi nella Leonida, lo riprodusse
dopo di esso, come
furono
non
Una
é il
che
suoi
imitatori.
delle
più genialiriproduzionidel Capitano
MalagigideW Alessandro, la notissima commedia
dello Stordito
mini
e
Intronato.
Mons.
(1508-1578),arcivescovo
(1)
E.
Camerini.
Op.
cit. Studio
(2) Cfr. Poggiali. Memorie
(Piacenza, 1789), II, 74-90.
per
su
la
Alessandro
di
G.
M.
Storia
Piccolo-
Patrasso
Cecchi
a
letteraria
ed
pag.
di
eletto
32.
Piacenza
123
Siena, fu giudicato il Principe de' Comici
di questa
dopo le successive rappresentazioni
di
che
merita
veramente
Italiani
dia,
comme-
posto notevole
un
nel
stro
no-
(1).Alla nostra mente soddisfatta torna caro
il ricordo del Gap. Malagigi,il ridicolo eroe
che quel
così bene
faceto commediografo seppe
rappresentare,
in poche, ma
dandoci
una
graziosissimescene
figura
teatro
che
rimane
caratteristica fra le tante
assai
può dirsi
mentre
fra'
ancora
che
stati dati nel
(2).I fuggevoliaccenni che
di questo studio,basteranno
corso
comprendere
la
Ci troviamo
comicità.
de' soliti vantatori,anime
uno
una
e
di millantarsi
di
e
delli
mo-
ne
sono
farci
a
dinanzi
ad
la cui viltà li
quantitàdi accidenti più
resta
secondo
a
Malagigi non
a
espone
sciocche
guirono,
se-
vecchi
più
del genere
sua
la
o
teschi,
grot-
meno
l'arte
nel-
nessuno
fuggire.Ma
la
nonostante
ridicolezza
sua
riesce affatto antipatico,
eglinon
perchè
la nausea,
grossolanefantasticherie che muovon
molto attenuate,e il
qui o almeno sono
certe
mancano
riso
spunta di leggierisulle labbra più che per la
delle
nezza
stra-
in grazia delle situazioni
iperboli,
ove
umoristiche,come
quella già ricordata,
sue
Capitanoincontra
(1) V.
prefaz. di
N." 28), 18"4. Lo
Rara.
cit.
la
«
Appunti
(2)
per
La
alla
uomo
riportò questo
di
vita
A.
scam-
e,
(E. Camerini) all'Ediz.
Teoli
Camerini
stesso
(I,1)
anni,
e
al
che
che
prima
troppo
bene
tempo
'33 andò
nel
questa
:
rappresentazione
è
del
1544, qualche
nel
poi (II,1)
7 anni
ediz.
prima
risalire
il
Carlo
servire
vestita da
moglie
(Bibl.
Daelli
studio
suo
Stordito
Piccolomini
il
in
op.
nato
Intro-
(pag. 146).
»
4
la
ramente
ve-
accenna
quindi
della
combinano
dell'azione
in
a
esilio
nel
questa
1544
quello
quando
ch'ei
la
senza
sparizione
sua
perchè
per
della
l'azione
son
poter
supporre
M.
recita
siamo
pos-
Fabrizio
figlia Lucrezia
conta
racaveva
potesse ritrovare.
come
e
troppi
composizione.
la
per
Infatti
la
cadrebbe
commedia,
forse
ma
innanzi.
anno
'37 spari
insieme
e
1550;
a
cosa
crezia
Lu-
avvenuta
giova, supporlo,
i dati
una
la
cronologici
diflferenza
e
fra
124
biandola
cortigiana,la
una
per
Diamo
(IV, 6)
amante
a
fondo
sono
l'arte
sua,
lode
volentieri
Piccolomini,perchè egliappunto
le
mentre
al
propone
servo
arguzia al
di
dimostra
per
di
conoscere
esagerazioniposteriori
talora affatto stomachevoli.
perciòaccordare col Piccolomini stesso,
s' è vero, secondo
raffiguraTraiano Boccalini ne'suoi
famosi
(1),eh' egli,chiamato da
Ragguagli di Parnaso
Né
mi posso
Apollo a dare il suo
Sforza degli Oddi, ne
che
valse al
plauso e
facesse
unanime
(1540-1611),dottor
fama
certa
per
machìa, i Morti
si distaccano
le
di
sperticata,
grandissimo
che
bene
questa
! Sforza
trattati legali
degli
cademici
legge perugino,fra gliAcForsennato, ottenne
dunque
di
tre
sue
commedie
:
1'Erofilo-
vivi, e la Prigion d'Amore, le quali
invero
dal modo
imitazione
della commedia
già, come
borghese
dice il
usato, giacché,forse per
spagnuola, esse
manifestano
Gaspary (2),i principi del
lagrimosa. Anzi
della commedia
e
con
E badiamo
consenso.
Insensati detto il
una
lode tanto
protettoV immortalità
suo
eraglistata negata pe'suoi
Oddi
una
commedie
le
giudizio sopra
dramma
il
è noto
che, udita 1' Erofìlomachìa
nel 1574, ebbe
discuterne
Pesaro
assai
a
a
rappr.
con
egli che 1' azione di
Jacopo Mazzoni, avvisandosi
fosse adatta piuttostoa tragico,o meglio, epico,
essa
che a comico
(3).Ma, all'infuori di questo che
poema
parere
noi
di
Torquato
moderni
Boccalini
nella
Venezia,
Romano,
cit.
(3)
la lettera
cfr. ibid.
Guerigli
di
Parnaso,
del
signor Traiano
1680.
II',263.
(2) Op.
Virginio, pubblicata
Sforza
il vizio dee
difetto,
rappresentazionedei personaggi,
II, Ragg. 14,° Ragguagli
Cent.
Cfr.
ritener
possiamo
non
trovarsi
piuttosto
(1)
Tasso
dal
p. 411
dal
contemporaneo
Saviotti
n.
in
Giorn,
Tiberio
Stor.
XII
Almerici
(1888)
al
pag.
cugino
414.
Su
125
almeno
di
quello che qui interessa. Senza dilungarmi
troppo, i due esempì che Sforza ci dà di millantatori,
Bellerofonte
e
Rinoceronte,ci danno una
pessima idea
del buon gusto di quel!'autore.
Abbiamo
riportatouna
formidabile
del capitano Bellerofonte
vanteria
nella
Prigion d* Amore, il cui verboso
linguaggio,irto di
retoriche
non
prolissità,
potrebbe dar miglior prova
del supremo
grado di sguaiata esagerazionea cui si
nel grottesco il comico
può giungere cercando
e, in
nabile
generale,l'interessante nell' artificioso. Queir intermisequela di racconti favolosi,mescolati di errori
storici e geografici
assolutamente
cronologici,
pazzeschi,
stona
tanto
si studiosamente
il
più là dove si cercava
patetico da dare occasione al giudiziodel Tasso. In
conclusione,i Capitanidel dottor Perugino rimangono
forse i monumenti
più goffamente caricati del nostro
di rivaleggiare
tipo nella commedia
erudita,degni veramente
colle celebri Bravure
Ma
chi sopra
fu
Porta
dell'Andreini.
ogni altro predilesseil
Giov.
certamente
Batta
nostro
Porta
Della
o
(circa1545-4615), napoletano, valente
sonaggio,
per-
diografo
comme-
che
il quale
pregevole scienziato,
ben
dieci
copiosa produzione drammatica
non
meno
nella
sua
volte
portò sulla
il Capitano(1).Non
scena
vorremmo
dire eh'
in questa
egli mostrasse
poi molta originalità
gliano
rappresentazione,giacché i suoi millantatori somimolto
a
tutti
fra loro. Ma
come
e
Furiosa,
la
e
l'umorismo
quello dell'Oddi,che
moltissimo
schietto
scaturisce
e
si somigliano
non
dalla
sforzato
vena
sauribile
ine-
del dotto
e
olimpia,
i Due
la
Tabernarla,
la
la
Trappolaria
(1) Neir
la
gli altri
la
Sorella,
Cintia, Sul
Porta
ho
faceto
napoletano,ce
fratelli rivali, il Moro,
Chiappinaria, la Fantesca,
già
nominato
uno
studio
del
lo rendono
Camerini,
op. cit.
126
assai caro;
quanto le ridicole
vanterie
trattò così
che
spesso
il
millantatore,
tipo ben
luce
in
di
nessun
lo Scherillo
i
scenari
quali
primitivadelle
E
in
solo
verità
si
di
che
e
(1),uno
anzi
può
ciò
fu
consentaneo
graditoalla
tanto
il Porta
dei
stesso
fu,
più
antichi
come
tori
au-
in
furono
generale la
scritte ch'egliha lasciate.
che
basterebbe
gere
leg-
commedie
quest'autore
larga ed esatta
del '500; sicché
ci slam
de' suoi montagne.
spaccaaltro quanto il Porla
avventure
dell'arte;mentre
commedia
media
com-
le sciocche
tanto
è
dei meridionali
nella
già
Certo
alla natura
forma
ci
come
dilettiamo,
Piccolomini,all'udire non
del
mise
noi
e
dire
per
farci
un' idea
che
fu
Capitanonel
il
abbastanza
teatro
nel
presente studio di queste commedie
serviti assai,pensando che meglio valeva dar
la
preferenzaa chi si grande amore
per questo tipo cosi comunemente
per lo più, strapazzato.
Tanto
strapazzatoche ben
sembrò
professare
trattato,ma
tanto,
tava
ragione se ne lamenscrittore de' primi anni
del '600,Pier Maria
uno
Cecchini,nella sua nota operetta (2):
«
così eglisi esprime
Questa iperbolica
parte »
a
—
«
—
che
par
suoni
meglio
nella
spagnuola, che
r italiana
lingua
«
esercitato
con
«
purgarlo dai superfluisarebbe al
che senza
lingua
poco meno
E, dopo aver osservato eh' è bella
«
«
«
«
nel-
esser
quella a cui vediamo
Hora vien
più propri e più domestici gì'impossibili.
nell'altro idioma
come
questo personaggiosì nell'uno,
come
tante
le
....
parte
«
quando
(1) Op.
cit. GH
(2) Frutti
Maria
Cecchini,
delle
etc.
maniere,
sconcertate
certo
un
che
il
ridurlo
»
viene
piacevolequesta
però leggiadramente trattata da
scenaH
di
moderne
G. B.
Comedie
della
et
e
Porta
avisi
(Gap.
a
VI
p. 118
sgg.).
chi le recita, di Pier
Padova, Guareschi, 1628, p. 26-29.
127
«
«
habile
persona
di
vestito
voce,
c(
ganze,
«
lor
«
dona
di
il
vita,
bizzarro,
poi
quale
si
la
nel
mente
tutto
e
eserciti
impossibili,
natura
di
grazioso
strava-
benché
parole,
credibili
delle
vasto
di
composto
in
tuttavia
intonante
gesto,
da
abban-
chi
glorie
di
»
clude
con-
—
....
malinconicamente
poi
Sarebbe
«
«
nignità
«
la
«
sentata
«
il
«
modo,
«
che
de'
facil'
miei
lontana
dal
jiarebbe
costume
e
fuori
calcassero,
ridur
avisi,
dell'
frequenza
il
del
e
di
uso
mio
loro
buon
tenessero.
questa
mi
ma
parole:
queste
con
parte
rende
tanti,
parere,
fuori
1' hanno
onde
ridotto
del
camino
»
di
alquanto
che
naturale
ogn',
altro
be-
la
sotto
dubio
rapprein
natura
ogn'
altro
sentiero,
128
VI.
Il
Capitano nella
e i generici
Commedia
Le
—
vento
Il
—
Il Cecchini
forma
alla
Del
Rasi
pur
(1) ne
sarebbe
Gli SGenarì
—
Capitano ISpa-
il secentismo.
e
l'indirizzo
ormai
ma
forse stato
biar
impossibilecam-
rappresentazionetradizionale
resto, questi che
dubita
biasimando
del
ragione;
aveva
proprio
era
Bravare
Capitano
tale che
era
preso
dell'Arte
sicuro
dal
—
l'uso
di
matore,
atteggiavaa riforquello che voleva? Il
si
che
momento
de'
comune
del personaggio.
Cecchini,
il
Capitani,loda
mente
alta-
il
dei
uno
Capitano Matamoros
(Silvio
Fiorillo),
più stravagantimillantatori che calcasser le scene
;
e
piuttostoche questa tirata fosse lanciata
suppone
1'autore
delle Bravure, morto
«
per isfogare contro
«
quattr'anniinnanzi,padre e suocero
innocente,1'odio
«
Lelio e Florinda
ce
contro
(Giov. Batta e VirginiaAn—
i quali furono
dreini),
€
Orsola
E
il vero,
riferite
dirette
sono
(1) Luigi
stampa).
per
Art.
la storia
continuato
Rasi.
Andreini
contro
/ comici
Frane.
della 'maschera.
Cecchini
Voi.
ove
della
Francesco
sono
Fr.
riassunti
I, p. 53-87.
moglie
».
probabile,le
Italiani, Firenze,
—
e
tormento
è
realmente
come
se,
del
critiche
Andreini,
Bocca
ampi
(in
e
corso
su
esse
di
precisi dati
130
bandonava
i
dettaglidel dialogoalla
de' comici.
Dagli
varie raccolte
facendo
tanti studi
quali si
diffusione
pitano
acquistatadal nostro Carettamen
dell'Arte,
dov'egligiungeva di-
nella Commedia
trapiantatodal teatro erudito. E
ch'è il Teatro dello
queste raccolte,
antica di
oggi
vanno
nianza
ricerche,ricavasi ampia testimo-
e
dell'enorme
stono
appunto, di cui esi-
scenari
in traccia de'
e
razione
ispi-
momentanea
nella
Scala
più
(1),
del
Capitano comparisce m quasi tutte le
50 Giornate, fuorché
ne' numeri
8, 21, 26, 27, 34, 36.
Il Teatro
delle favolerappresentativedi Flaminio
losi
Scala,detto Flavio,capocomicodella compagnia de' Getorno
in(2),non potrebbe apprenderci nulla di nuovo
al personaggio nostro, che ivi si presenta colle
la maschera
solite
è
caratteristiche,
schernito
e
commedia
senz' altro
ad
la
e
corte
di
Nuovi
(2)
Il
G.
B.
1880)
cour
Teatro
Comico
1568,
in
letter.
delle
e
del
de
agli Scenari
p.
sous
di
di Lasso,
Tragica,
divisa
Sereniss.
inediti
Charle
in
Arm.
dei
etc.
Lea
merini
(cfr.Ca-
la Ricreatione
ovvero
minio
Fla-
cfr. Ad.
Bar-
(Firenze,
soni,
San-
Gelosi,
comediens
IV
da
(in Venezia,
Mantova
III,Henry
alla
cazione
pubbli-
la cui
131).
dell'Arte
Comm.
Baschet:
per
recitata
giornate, composta
Compagnia
IX, Henry
(Paris,Plon, 1882) Gap. II, p. 58-93;
L
di
della
che
Troiano
cit. p.
Duca
Sign.
alla
servo,
e
V,
Massimo
op.
nelle
notizia,è quello
Guglielmo
duca
Stoppato
e
come
di cui rimane
favole rappresentative,
CXXX-CXXXIV;
France
del
nendo
rima-
pur
sovente
ora
Orlando
un' operetta
p. 220
Pulciani, 1611). Intorno
toli. Introd.
la
prof,
Boscareccia
Scala
al
famoso
gli auspici
sotto
fino
ancora
capiscedunque
antico
più
dal
composta
Baviera,
risale
Comica
lo scenario
commedia
una
maschere,
Arlecchino
così via. Si
oste, e
(1) Veramente
di
sempre
variava
sua
le stesse,mutavano
mostrandosi
accidentalità,
come
parte
le altre
altre,mentre
sostanzialmente
ora
e
i suoi antecessori
della
bastonato,come
Oramai
classicheggiante.
egli era divenuto
al Dottore,a Pantalone,
accanto
maschera
una
Arlecchino;
delle
meno
innamorato
sempre
et
italiens
Louis
XIII
à
131
lo studio
noi
(1): maggiore
ch'è
lembo
un
interesse può invece
di
Con
questo
comparisce
nome
quale,datosi
Innamorato,
sonando
Corinto
«
«
«
«
«
«
«
«
«
«
uno
si dedicò
»
schera
ma-
(2).
Compagnia
nella Prefazione
egli dice
—
alla
specialeamore
eh' io vissi nella famosa
Gelosi
Comici
; finalmente
vi pose
Capitano,e
Mentre
«
tava
reci-
e
pastore, parlando diverse lingue
vari strumenti
del
Teatro
giovane al teatro,vi recitò dapprima
da Dottor
da Falsirone negromante,
siciliano,
ancor
da
nel
compagnia condotta dallo Scala
Andreini,Pistoiese (1548-1624)il
il celebre Francesco
«
stesso,come
nella
effettivamente
e
l'opera
quel-
riveste lo scheletro della Commedia.
che
carne
tile
inu-
destarci
il corollario del Teatro
come
ed
arido
Parlo, naturalmente,delle tanto citate Bravure
Capitano Spavento della Valle Inferna,
del
da
riuscirebbe
degli scenari
dei
mi
«
—
la parte del
compiacqui rappresentare nelle Comedie
Milite superbo,ambizioso e vantatore,facendomi
chiail CapitanSpavento da Vali' Inferna. E talmente
mare
mi compiacqui in essa, eh' io tralasciai di recitare la
la qualeera quelladell'innamoparte mia principale,
di preservarmi,e di non
rato. E perch'io bramava
cadere da quel grido che acquistato
m'havea
in quei
tempi famosi, mi diedi con molto studio allo studio
del soprannominatoCapitano solo per renderla,più
che
(1) V.
Ad.
sono
»,
0
si
me
per
Bartoli.
lo
per
Italiani
1781)
I, 8-13 ; A.
nella
Gazzetta
che
e
Introd.
letteraria
colle
indicazioni
fiorirono
D'Ancona.
cit. p. XVIII-XX.
accennate
all'Andreini
mtci
sgg. ;
più
laconiche
simili
(2) Intorno
p. 126
poteva, ricca ed adorna
cfr. Bartoli
Frane.
intorno
al
Orig. II,
482
del 6
e
MDL
13 Ottobre
finalmente, più completo
Negli
parole :
maggiori
:
scenari
Capitano
«
schiarimenti
Notizie
(Padova,
sgg. ; due
1885
»,
di tutti, il
fa
rari.
sono
i
articoli
di
Rasi,
de'Co-
Conzatti,
A.
op. cit.
art.
vure
bra-
sua
istoriche
per
; Baschet
le millanterie
cit.
Neri
Gap.
IV
132
Ma
grande sciaguradomestica
una
tratto Ja carriera
dell'Andreini.
artistica
d'
troncava
Mentre
tutta la
Italia nel
a
sua
compagnia tornava di Francia in
Lione morì quasi improvvisamentela
r illustre
regina dell'arte
Gelosa
comica
«
del
tempo
che
»,
1604,
diletta Isabella,
nel massimo
de' lutti,Francesco
più giustificato
e
con
fu in effetto la
Immerso
suo.
un
abbandonò
le
alla pubblicazionedegli scritti
(1),applicandosi
della sua
morta, e a scrivere eglistesso. Infatti fu egli
allora da molti amici suoi e consigliato
scrivere ala
alla stampa per lasciare qualche
«
cuna
cosa
e donarla
di sé « e per seguitarel'honorato
« memoria
»
grado
della moglie » sua, « la quale aveva
lasciato al mondo
»
alcune opere « con
tanta
gloria».
Gli piacque il consiglio,ma
incerto di
stavasene
mandarlo
ad effetto,
spaventato dalla « difficoltàgrande
dello scrivere cosi nel verso
«
nella prosa » ; onde,
come
sciando
lapostosia considerare tutte le ragioni della pratica,
da parte il verso
che è « di pochi,e que' pochi sono
i poetieccellenti », deliberò di scrivere in
«
eh' ei e so»
prosa la « raccolta di tutte le hiperboli
« leva dire nella parte del CapitanoSpavento,
recitando
nelle pubblichee nelle privateComedie
€
», esponendole
in forma
di dialogo fra il Capitano stesso e Trappola
scene
suo
«
servitore accorto
«
sta
«
poetici»,
da
«
fatica
nuova
composta di
atta soltanto
lui dettata
che
»
a
«
meglio
come
osservazione
astuto
e
sagace
morali
cose
e
e
morte
un
errore
compagni,
d' Isabella
il
comune
con
di
la
agli antichi
storici
ci porge
que-
capricci
venne
miglior
la maschera
di
intorno
della letteratura, Quadrio
credere, al contrario,che l'Andreini
assumesse
«
e
gli fu possibile.
Queste le notizie che l'Andreini
(1) È
"
e
;
l'otio »,
far passare
seppe
»
Spavento.
appunto dopo
la
133
alla
Le
composizione dell'operasua.
luce
delle
il
dopo
ritiro dal
suo
Né
enorme.
si stenta
perchè, dato
dente
in Venezia
stampe
il
nel
teatro, e
invero
a
vider la
Bravure
(1),tre
1607
il loro
anni
fu
successo
rendercene
ragione;
gusto del tempo, allorquando coU'inva-
secentismo
la moda
delle
parolegonfie
delle frasi altrettanto vuote
e
una
quanto altisonanti,
simile raccolta doveva
solo piacereimmensamente
non
venuta
era
al
di una
pubblico,ma anche essere
grande utilità pratica
agli attori.
L' improvvisazioneinfatti della Commedia
deva
richiein questi un'abilità singolare
e
una
prontezza di
spiritomeravigliosa,dono di pochi eletti. Perciò era
naturale,che non
potendo essi fidarsi assolutamente
dell' impromptu, cercassero
di empirsi la mente
del
di tirate
maggior numero
possibiledi tratti caratteristici,
à sensation, dei pistolotti
più in uso,
per usare
—
un
termine
secondo
del
comico
gergo
la parte che
fisse dovette
ciascuno
—
rappresentava. Che
delle maschere
questo sistema
moderno
infatti l'istituzione
render
più
facile
di recitare
ciò che, seall'improvviso;
condo
sarebbe stato quasi impossibile,
ogni probabilità,
dovuto
ove
volta per volta
ogni attore avesse
creare
ficoltà
personaggidiversi e diverse passioni.Tuttavia la difera
in
grande; sicché l'improvvisazione
sempre
fondo
un
non
studio.
lungo
nella
(1)
in
varie
per
Le
che
era
di
del
(2) La
Niccolò
e
celava
studiano
Capitano
de
nel
1615
etc.
e
Barbieri
detto
Beltrame.
Niccolò
:
ed
ebbero
1607.
David
una
in
molti
Furon
di
bieri
Bar-
si muniscono
Spavento, divise
Fonteny
Ledere,
Supplica, discorsi famigliari intorno
(Paris,chez
il resultato
ì", racconta
dialogo.Venezia, Somasco,
volte, nel 1609,
Jacques
I comici
Supplica (2),"r
Bravure
forma
«
apparente
la
menti
ragiona-
ripubblicate
traduzione
francese
1618).
alle
Bologna, 1636, cap. Vili.
Commedie,
di
134
memoria
«:
«
«
farragginedi
di gran
discorsi d' amore, rimproveri,disperazioni
e
concetti,
delirii,
per haverli pronti all'occasione ; e i loro studi
conformi
«
sono
«
rappresentano
In tal
r
uso
de
al costume
squarci,i più caratteristici del
zibaldone
adattarsi
di
simo
potevano beniscircostanza,e che forma-
van
che
la commedia
a
dell'arte
cosa
di
rara
valentia,perchè
e
mirabile,
mente, sostituendo
la scienza
solo il merito
recitare
opportunitàper
dovesse
non
è
non
(1) Nella
altro che
sono
e
sua
Arte
bravura.
il
e
premeditata
riporta
Saluto
«
e
all'
Capitano
del
Calabrese
improvviso
due
alla
favo-
generici
donna
:
con
»
(2) Anche
altre
hiperboli
restringendoci
raccolte
del
gran
simili
Franciosini
ed
a
invincibili
(Milano, G.
p. 161-168) riporta come
al solo
quella
Capitan
le Rodomontodas
»
»
(2),le quali
eloquentementela
rappresentativa
spagnuola
Bravura
al '600.
luoghi imparati
generico con tendenze
pretensione di forma
un
con
(parte 2*. Napoli, 1699) il Ferrucci
brocchieri
cogliere
saper
dell'Andreini
alle Bravure
i fatti dimostrarono
artistica,
di Lorenzo
una
là dove
improvvisazione
veramente
cosa
degnissima di
spiccatamente letterarie
citare
attori di
di ammirazione.
e
appunto
«
i
tempo
a
qualche-
essere
di
toglie
non
la reale
mancava,
Tornando
la
che
quindi richiedesse
che
torio,
reper-
concetti,che
qualunque
parte integrantedel dialogo(1).Il
lode
loro
nari
guisa si accompagnò all'istituzione degli scede' così detti generici,che erano
appunto
uno
a
che
personaggi
».
raccolte di simili
r
sentenze,
come
cose,
Coviello
Espanolas,
«
cavate
tipo
del
millantatore, si possono
dell' Andreini
come
:
da Commentari
in
de
francese
capitani Ammazzamori,
Cordi, 1643). Inoltre
prezioso ciò ch'egli chiama
il
del Capitano, tratto dal
Codice
Marciano
e, più
in
e
tiche,
an-
italiano
ribilissimi
spaventevolissimi,ter-
Coccodrillo
Pietro
apaventose
1725)
(Venezia, Loviso,
traduzione
Le
lo
e
Scheggia
Stoppato (op. cit.,
«
generico
de' generici
309. CI. IX, appartenente
135
mento
prodotto,dal moimpressione eh' esse avevano
ne
che nel 1618, lo stesso autore
pubblicava
revole
«
sono
messo
«
vure
del
nella Prefazione
parte(4),scrivendo
seconda
una
Capitano Spavento la quale in
Mi
delle bra-
Parte
la seconda
scrivere
a
: «
contiene
sé
«
cavati da belUssime favole di poeti
pensieri,
delle
Greci e Latini,tirati tutti a piacevol senso
nella
del detto Capitano Spavento, come
bravure
Parte si può vedere, stampata e ristampata
Prima
«
molte
«
«
«r
favolosi
La
volte in Venetia.
suo
nelle
Notevole
la
è
la
Parte, un
della Seconda
quattro pagine
1'Andreini
volesse
proporzionesimmetrica
Vediamo
di sé
occasione
cosi
lo
più
4°
per
—
brevi
—
lunghezza di
salvo gli ultimi
comprendono
ciascuno, mostrando
almeno
conservare
del
disposizione
sommi
capi che cosa
po'per
l'impareggiabile
Capitano.
Anzitutto,
se
il
vero
nome
riman
suo
certa
una
nella
un
disfare
di soddi millantarsi.
smania
costante
po'più
in
gionamenti
Ra-
qualiil Capitanoconversa
quasi
per
30
la seconda
insaziabile
sua
questiRagionamenti,che
come
e
Trappola,trovando
servo
ampiamente
circa
65
contiene
prima parte
ossia scene,
col
»
voro.
la-
suo
ci
conta
rac-
sempre
CapitanoSpavento da Vali' inforna », alla sua persona,
quasi altrettanti titoli nobiliari,spettano molti
il cap. Ariararche,il cap. Diaaltri appellativi,
«
come
«
catolicon,il cap. Leucopigo, il cap. Melampigo e via
da lui spiegati
discorrendo ; » che sono
«
mente
etimologica«
cosi
:
Diacatolicon
«
«
cap. Ariararche
«
Melampigo
(1) La
Nel
colla
1624
esse
erano
parte prima.
vuol dire
vuol
Seconda
vuol
dir cap.
Parte
delle
dire
cap. Universale
;
Prencipe della Militia;cap.
Culnegro, e cap. Leucopigo
bravure
ripubblicate dallo
stesso
etc, Venezia,
editore
in
Somasco,
un
volume
4618.
solo
136
vuol
dire cap. Cui bianco
(1,17) (1).A questi nomi
sonori e magniloquenti
corrispondonopoi i non
meno
epitetiond' eglidesigna sé stesso : « Io sono il capitano
«
Spavento da Vali' Inferna,Prencipe degl'Insos«
siegadi,Re de' Superbi, Imperator de gli Ambitiosi,
Monarca deglihuomini
«
e
Iracondi
Io sono
quello
che col capo minaccia
l'Orto,col piede preme l'Ocla sinistra mano
caso, con
lega 1'Austro, e con la
destra doma
«
il freddo e agghiacciatoSettentrione »
(1,6).Del resto egli è modesto, e gli basta « d' haver
«
titolo di Bravo, d'Invitto,d'Insuperabile,
e
nome,
«f
di Folgore, d'Aquila, e di Flagello
d'Invincibile,
nelle cose
«
della Guerra
»
(I,23).
«e
»
«
'"
Quando
«
l'Industre
dedala
e
Natura
«
il
«
r
«e
della
((
de'
«
testa, dell' argento il corpo, del
«
«
Capitano Spavento, prese 1'Oro della prima Età,
Argento della seconda,il Rame della terza,e il ferro
quarta ed ultima
;
fatto,eh' ella hebbe
dell' oro
quattro nobilissimi Metalli,
li fabbricò
le
rame
la scelta
gambe,
che queste
braccia;e quindi nasce
trattare altro,
che
poderose braccia non sanno
ferro
le
f(
durissimo
«
la
Caos
acciaro.
del
statua
(1,33).E
(II,27).
Si
«
fulmine
"(
tridente mi
Al
cui
difficile il
cavò
numero
la citazione
«
—
le
egliè
come
nascimento
aperse
(1) Il primo
Bravure
dunque
un
a
ferro
e
tutta
pola
Trap-
dall'antico
nato
siffatto mostro
corsero
mia
del
e
osserva
»
Deitadi
tre
la
forti
parto alla donna
mio
il ventre
»,
e
sembra
mi
Nabucodonosore
molto
levatrici !
«
Questa
«
—
altrove è detto eh'
render
generò.
»
re
comprende
dovesse
lo
volle formare
madre,
dinarie
straor-
—
:
che
Giove
Nettuno
col
col
fuora, e Plutone col bidente m'aperse
—
cifre
appartiene;
romane
—
il secondo
significa la Parte
—
cifre
arabe
—
delle
gionamento.
il Ra-
138
debellatore
prese,
dei
di
delle forze
e
Sicuro
della natura.
salvato il mondo
ha
mostri, di popoli,e perfinodegli
da
i
venti,tutte le piogge,tutti
grossissima nuvola (I,12) ? In
«
il liberatore
chi
se
lui
non
rinchiudendo
diluvio,
nuovo
un
:
i fiumi
tal
dentro
»
una
nuto
guisa egli è divesol
dell' umanità, opera
degna di
un
(1).
è un
Dio, ha cogliDei
E, se pur egli stesso non
continui rapporti,e Marte stesso è il suo
luogotenente
(I,4, 27, 43, 44 etc),magari il suo staffiere o mozzo
offeso
di stalla (I,57), della quale umiliazione il Nume
si lamenta
ottien ragione (II,4),
ma
non
per lettera,
Il Capitano dunque, che in Plauto era soltanto l'alunno
che già nell'Angree
predilettodel dio delle battaglie,
Dio
lica
di Fabrizio
(2),ora
a
sé
de
fa di
crescendo
alla
sintetizza
che
servitù.
sua
l'uccisore
divenuto
era
lo sottomette
Mirabile
sione,
progres-
graduale, ormai
precipitoso
millanterìe del Capitano,il cui svolgimento
delle
abbiam
n'
più,perchè addirittura
lo adibisce
e
Fornaris
cercato
il
fin
qui
di
seguire,e
adesso
che
ha
raggiunto il colmo !
La mitologìaha una
parte stragrandenel libro
l'Andreini,sicché tutti o quasi gli dei d' Olimpo
altre creazioni
del mondo
e
le
quivipassate in
Spavento ha talvolta con
gli dei relazioni
rassegna.
di Saturno (1,
50),
amichevoli,come
quando è compare
cui poi va a visitare nel suo
Cielo (II,24),e quando
ne' Campi Elisi (II,
libera Amore
5),quando libera un
Dio Marino
(II,13), quando banchetta a casa del Sole
Nettuno
(I, 14), con
(I,18) e con Marte (I,27), e
(1) Di
" chiamavasi
più egli ha
il gran
i diversi
(2) Atto
I,
Mare
mari,
scena
diviso
classico
del-
il mare
Oceano,
«
che
il quale
son
dapprincipio
mare
era
cogli stretti,i capi etc, etc,
IV.
era
un
solo,e
mando
innavigabile », for16).
(I,
139
finalmente
quando
salva tutti
prepotenza di Tifone
Ma
guai
d' incorrere
le
Mercurio
gli Dei
per
sua
vento
8i dette
a
Giove
contrasto
la Morte
sua
casa
dalla
la sventura
stessi s' essi hanno
inimicizia ! Una
volta,udendo
da
gloriedell'invitto Capitano,Giove radunò
pido
congiurar contro la persona di lui, e Cu-
si offerse di liberare
«
in
(1,43).
ai Numi
nella
gli dei
il mondo
da
«
SpaCapitano,
tanto
dio,inseguitodal tremendo
alla fuga (I,28).Altra volta eglimuove
guerra
lo fa suo
e
prigione (I,2), ha un vittorioso
Giano
Amore,
con
(I,5), fa suoi prigionieri
»
;
ma
il
'1 Diavolo
e
(1,13), va
rapire
(I,41), inganna
all'Inferno per
Proserpina(I,39), spaventa il Sole
Diana
dea delle selve (II,
26), riduce in niente la ninfa
Echo
(II,28), etc. etc.
Di più egli si fa contro
ogni sorta di mostri e
d'incantesimi
tant'è
vero
che
oltre
abbattere
le fiere
(1,15), combatte colla
Chimera
(I,48), abbatte un mostruoso
gigante (I,61),
canto
fantasima
con
una
(II,17),disfà ano strano inpugna
(lì,18), e va discorrendo. I semplici mortali,
avversari
sono
degni di lui, ond' è
naturalmente,non
ch'egliabbia voluto abbassarsi a far questione
gran mercè
alcuni fra' principali
eroi antichi,
con
p. es.: con
luce
Ulisse e Aiace sotto Troia (I,33), con
Castore e PolDel rimanente
(I, 51) e pochi altri privilegiati.
teri,
ei non
fra gli uomini
affronta individui,
ma
popoliinorribili le stragida lui perpetrate.Basti
e
sono
la sua
rammentare
contr'agli
Arimaspi (I,35),
guerra
cui si por incendio
dell'Arsenale di Venezia
(ibidem),
trebbero
aggiungere mille altre memorande
prove.
Né la sua
bravura
si limita al maneggio delle
armi, che inoltre egli è abilissimo in ogni sorta di
giuochi; al pallone (ov'egli ha sfidato e vinto varie
(I, 4, 47)
e
gli uccelli
terrestri
140
Deità
all'anello (I,3),
(I,9),nel giostraree nel correre
al giuoco dei Caroselli (I,9), del pallamaglio (I,12),
del Calcio (I,25), della Pelotta (I,65) e ancora
nella
Giostra (II,14),senza
di abilità,
contare i giijochi
delle
dadi (I,25), degli sbrigli(I,34), e cosi via.
carte
e
Infine non
si creda ch'egli
sia un
ignorante,tutt'altro;
anzi insegna come
si possa diventar milite e letterato
in uno
istesso tempo (I,54).
È naturale che tutti gli abitanti del mondo, dal
massimo
degliDei all'infimo de' mortali,debbano avere
di lui terrore
gloria,e
ed ammirazione.
che
trova
«:
sulla bilancia è
«
tro
«
e
Alessandro
«:
ropa,
«
di
qual
più?
La
del
Morte
desinare.... mi
(I,11). E
»
volta
una
i confini dell'Asia
sopra
fosse la bravura
del
stanca
poco
«: se
ne
pregò
citar l'ufficio suo
sua
mondo, Xerse, Ciro,Dario
parlamentare insieme,e
genere
un
«
«
solo per
la
pesa
gloriadi Spavento « paragonata
superiorealle glorieriunite dei quat-
Magno
sapientiandarono
stesso
la
monarchi
maggiori
Giove
per
e
quattro
dell'Eu-
conoscere
(I,43). Che
posarsi
ingrato ufficio,
per ri-
suo
venne
mia
mattina
una
che per
un
2"
meco
io volessi
mese
a
eser-
(I,22) (1).
Ma la sua
sarebbe
perfezionenon
completa se a
tutte le altre qualitànon
fosse aggiunta in lui anco
bellezza di forme cosi straordinaria,
che un celebre
una
tratto,
pittore,innamoratosene
gli avrebbe voluto fare il rima
poi vi rinunciò,« perchè il mio ritratto
«
(1) Ma
tant' è
non
seropre
»
si mantiene
eh' ei combatte
vero
la vita
per
€
drone, s'ella
«
l'intendi
:
"
era
Morte,
E
gli
replica il Capitano
la vita:
buon'armonia
sua
steccato, la vince
Trappola:
come
possiede
ma
quando
(1,36). Che scioccherìe!
t
lei in
con
misericordia.
la
la
«
donaste
la Morte
alcuno
«
muore
Ditemi
voi
allhora
la
colla
eppoi
un
è Morte
allhora
caro
poco,
vita?
»
Morte;
le condona
«
Tu
quand'
la Morte
panon
altrui
è viva
»
141
«
havrebbe
havitto
dusa,che
la
virtù,che
in
haveva
il volto di Me-
28).
(II,
Conseguenza di cotesta sua incomparabilevenustà
di necessario,una
è, come
ture
quantitàfavolosa di avvengalantieh' egli si attribuisce. Egli infatti è stato
da un
amato
infinito di donne, perchè chi
«
numero
mira la mia bellezza,
«
l'ama
l'ammira, 0
e non
e non
«
è donna, 0 di giuditio
non
priva » (II,9). Per altro
la donna
de' suoi pensieriè la signoraIsabella,
l'amore
per la quale trasparisce
qua e là in tutta l'opera, e
che è pure Yamorosa
degli Scenari dello Scala,ossia
là dilettissima moglie dell'Andreini
stesso,la celeìjre
artista cantata
da' maggiori poetidel tempo (1).Cotesta
ammaliatrice
la quale con
la sua
«
col suo
e
bellezza,
«
gli Sciti in fuoco,e gliEtiopiin
sapere, può metter
«
ghiaccio» (II,16), ha soggiogatol'eroe, che le professa
l'amore più rispettoso
e
più platonicodel mondo.
Non
altrettanto casto è però Spavento negli altri
amori
che allietano il suo
Fra
molteplici
gran cuore.
le sue
imprese galantiva segnalatal'aver egli posseduta
la Morte, che rimase
gravida di lui (I,7).Inoltre
notte ingravidòdugento fanciulle,
vincendo
egli in una
alla prova Ercole che ne
ingravidò solo cinquanta; e
sedusse fra le altre la e moglie di Deucalione
nomiPirra » (I,5), ricevendo
nata
«
le carezze
perfino di
Venere
(I,2).
«
(1)
il
suo
A
trasformava
lei scrive
lettere
acciò la saluti
servo,
«
Spavento, Secretarlo
«
Morte
«
gnoria
«
mia,
«
Sfere, quello eh' indora
«
alle
Tesoriere
e
il
»
;
e
della
del
s' ella
(Cfr. anche
I, 42
devotissimo
etc.
queste
con
etc).
parole:
lei manda
«
Signora mia,
gentilissima mano
Vall'Inferna,
Sole, eh' inargenta
servo
di Vostra
quello che
la
Luna,
di Vostra
Signoria
dà
e
»
il
Giudice
conoscerlo, aggiunga subito
non
da
la
2»
ambasciatore
natura, Consigliere del tempo,
fingesse di
il
chi la mirava
stravaganti (I,8), a
Diavolo, bacia
Sig. Gap. Spavento
vive
stelle,
sasso
che
: «
(1,21),e
della
Si-
Padrona
il moto
dà
Gap.
alle
il lustro
così via.
142
Ma
com'è
che
moglie? Non
! Figurateviche
partiti
grand'uomo
sì
ha
non
i
già che gli mancherebbero
«
grandissima discordia, estremo
c(
Città,ove
«
lissimo
«
darmi
E
al
nella
è nato
litigio
presente siamo, solo perchè ogni nobi-
Cavalliero
vorrebbe
apparentarsi,e
meco
moglie » (I,5).
in Atene
di
innamorò
sé
tutte
«
quellepul-
tone
(II,30).Perfino Giove,Nettuno e Pluvoluto
avrebbero
imparentarsicon lui ! (F,17).
ha moglie (1),e la ragione è perchè
Pure
eglinon
nessun
potrebbecontinuar degnamente il nome
figliuolo
infatti
« potrebbegia»
di lui. « Qual figliuolo
ce
al Capitano Spavento suo
mai uguagliarsi
padre? »
«
zelle Ateniesi
»
—
—
(I,62).
Del
egli è
Non
sommario
ha
resto, non
nato
«
bisogno
immortale
»
di lasciar
ché
prole,giac-
(I,9).
dilunghiamoci più oltre in questo cenno, ben
comecché
ampio,
possa apparire abbastanza
dritto definirsi come
un
quello che può a buon
largo compendio della vita del Capitano al principio
del '600. Ma, in fin de' conti,qual'è il valore artisticosu
letterario di
quest'opera
?
Bartoli,che
Francesco
fu
il
primo biografodel-
l'Andreini,dette il seguente giudiziosull'operache lo
del
segnala all'attenzione degh studiosi : « Le Bravure
c( Capitano Spavento sono
ripiene d'iperboli,perchè
il carattere di quel personaggio dal
cosi richiedeva
«
«
«
«
nostro
Francesco
;
rappresentato
ma
spoglienon
peraltrodi buoni sentimenti filosofici e
tenzioso morigerato e instruttivo ».
(1) È
tal matrimonio
zeppo
delle
vero
che
non
al I, 20
è valido.
più impudenti
ha
detto
di aver
sposato Megera;
D' altronde, il libro
contraddizioni!
di
dell' Andreini
sono
un
sen-
ma....
è
un
pi^no
143
adunque abbastanza,
ed
verso
l'Andreini,
non
se
esageratamente benevolo
bisogna giudicare
ha, secondo me, ragione,perchè non
da un
ma
di quest'opera
bensì,
punto di vista assoluto,
Bartoli
Il buon
del
come
generale per qualunque
giudizio a' tempi e agli
il nostro
dell'autore.
intendimenti
in
farsi in
dee
resto
lavoro,subordinare
E
si mostrava
d'allora
verità,data la moda
e
lo scopo
che
proporsi,eglifaceva opera eccellente.
de' racconti,1'assurdità
de' suoi
La inverosimiglianza
concetti e la baroccaggine de' suoi ragionamenti non
l'Andreini doveva
agliocchi de' contemporanei che
; ed è probabileche 1'ex-comico
doveva
merito
in scritto
il
accrescerne
Geloso
riproducesse
leggiera
qualche più- o meno
modificazione
declamato
quello che già in teatro aveva
viva voce, che facesse dunque in certo modo
la sua
a
autobiografìadi CapitanoSpavento, o, per essere
più
il suo
testamento
giacché eglilegava
esatti,
artistico,
così
a' suoi
con
successori
grossolane frottole
che
o
I
hiperboli»
«
potenza di far
avean
tanto
gusti cambiano, e
Ma, se alla lunga le
non
è
ne
ch'esse
dimostrano
e
ricchissima
una
di
messe
che
dir si
quelle
voglia,
ridere il pubblicod'allora.
adesso
ciò desta la
tutto
Bravure
sea.
nau-
tura
stancano,pur la let-
mostra
spiacevolea primo aspetto,ciò che didi un
relativo pregio,e
non
mancano
in chi le scrisse
una
dose
buona
d'ingegno
di fantasìa.
Qualità sprecate,per altro,in omaggio
a
una
fonda
pro-
degenerazione del buonsenso, a un inverecondo
di
disprezzodella logica,e ad una
completa assenza
tatto e di misura, che
rientrano
in
quel fenomeno
complesso e doloroso della nostra letteratura,
mente
volgarchiamato
chiamarsi,come
secentismo.
alcuni
Ora,
se
vogliono,puro
il secentismo
e
dee
semplicespa-
144
gnolismo,
attitudine
r
nel
di
l'ipotesi
mirabilmente
Che
lettere.
nostre
del
d'Italia
colla
in
Le
si
hiperboli
«
debbon
creder
la
da
senza
sembrar
le
graziose
che
satira,
nella
mentre
colpevole
era
missione
ingloriosa
nella
mostruosità
del
sua
Bravure
della
grottesco
pratica
dello
diretta,
dapprima
Le
Capitano
del
maschera
cosi
Vall'Inferna
diventando
sare
pen-
alla
pravato
de-
e
quelle
ganze
strava-
dell'Andreini?
;
onde
si
vede
inconscia
rendevasi,
vizio
leggiare
di-
meglio
soltanto
restò
essa
stesso
gersene,
senz'accor-
riprensione
cui
quindi
l'alta
del-
indegna
correttrice.
appunto
segnano
parabola
dell'
e
il libro
proprio
n
denza
ten-
corrotto
piacevoli
e
namente
stra-
convien
oppure
infiorano
andava
cose
per
talmente
fosse
gusto
numero
Purtroppo
la
il
posta
;
minatori
do-
insorgere.
ad
da
gonfiezza
spagnuola
che
medesima
Spavento
bella
a
comico
veniva
modo,
certo
Capitan
del
quella
sulle
altezzosi
gli
ridicolo,
di
in
volute
ormai
che
che
»
tipo
stesso
del
forza
mirava,
cui
contro
influsso
satireggiare
sferza
contraffatto
malefico
quello
doveva
conferma
spaccone
questo
infatti
italiano
teatro
nostro
:
non
si
inverosimile,
dell'assurdo.
il
culmine
poteva
nella
andar
estremo
più
sublimazione
oltre
146
turai filiazione del
Capitano francese da' suoi predecessori
d' oltr'Alpe (1). Ma, sul punto di tratteggiare
in brevi linee la storia esterna
del Capitano,
passando
in rassegna
i principali
costumi
ond'esso
fu insignito
i nomi
e
più famosi degli attori che lo incarnarono,
dobbiamo
dall'operageniale e vigoprender le mosse
rosa,
storicamente
se
non
fedele,di un celebre artista
francese,fiorito nella prima metà del sec. XVII.
polo
Jacopo Callot (1592-1635),nobile lorenese, discedel fiorentino Giulio Parigi,intagliatore
in rame,
ebbe la felice idea di riunire insieme i più ragguardevoli
scrive il
tipicomici del tempo suo, componendo
Baldinucci (2)
« ventiquattro
pezzi intitolati Balli di
€
Sfessania(o Petits Danseurs)in ciascheduno de' quali
«
in atti,
moti e gestìridicolosi rapsono
figurepiccole,
«
presentantitutti gli Istrioni che in que' suoi tempi
camminavano
«
per l'Europa, esercitando
per lo più
«
arte buffonesca. i" Si aggiungano poi « altri 24 pezzi,
«
rappresentantidiversi baroni o cialtroni flesGueuxJ,
il primo dei quali sostiene una
sdrucita insegna,in
«
cui è scritto Capitano de* Baroni. » Sono dunque set«
tanta
in tutto i ritratti datici dal Callot;mqi non
farà bisogno
di notare
che il bulino dell'artista francese riproduceva,
secondo
dalla sua
ogni probabilità,
tipifoggiati
tanto
dì questitipinon
era
fantasìa,
più che il numero
essi cambiavano
talento de' singoli
a
determinato,ma
attori. In ogni caso
il Callot dette prova di una
golare
sindi uno
vivacissimo nell'imitare
« spirito
abilità,
—
—
(1) Non
solo
ma
inoltre
buona
ove
il
ha
p. 58
Gap.
qua
parte
parte,
sono
delle
generali
commedio
ricalcate
su
concordano
francesi
del
perfettamente,
sec.
originaliitaliani; cfr.
XVII
XVI
e
Fest
op. cit,
sgg.
^•?15(2) Fil.
in
le caratteristiche
—
Baldinucci
Notizie
Firenze, Stecchi, 1767
de' professori
Tom.
XIV
del
p. 141
disegno da Cimabue
sgg.
147
il vero
€
diffonde
di
Nancy
offre la storia
è
delle
una
dell'arte,e
Sono
«
«r
«
«
«
«
torto
a
non
nei Petits Danseurs.
la
invero
cisore
l'in-
cui opera
anche
di studio
(1).
ci sfilan dinanzi
si presenta di solito
Come
—
ci
considerato
è
e
giorni è oggetto di ammirazione
parecchi i tipidi Capitanoche
a' nostri
quale si
che
figurepiù originali
gloriadell' arte francese,la
una
come
le artistiche virtù. E
rilevarne
a
il Baldinucci,
il
gliriconosce
come
»,
Un
stentato e alcoso
figura dello spaccone? «
e
lampanaio (2): è avvolto in un mantelletto spelato,
tien legato al fianco uno
spadone, intorno alla cui
guaina un ragno ha ricamato la tela (3).Porta fissa al
colle dita
cappellouna
lunga e dritta piuma tarlata,
della mano
sinistra attorciglia
un
par di baffi lunghi e
la
e
setolosi,
posa
destra solennemente
mano
sull*elsa
la cui sobria ma
(4).Così lo Scherillo,
i tratti fondaefficace descrizione disegna assai bene
mentali
che
tanto
e
tipicidella maschera
pur
spesso
variò ne' nomi, negli atteggiamenti e negli abiti,dai
«
della
spada
(1)
Jacques Callot
Su
di Marius
Lib.
Hachette
«
Le
«
d'été.
«
courbè
«
élevait
«
et
La
bec
en
Ciò
che
catement
«
preuve
«
rible
«
Au
en
bout
de
de
guerre.
(4) Scherillo
op.
di
muoia
lavori
cesi
fran-
Bouchot
ris,
(Pa-
long
ce
du
»
de
sa
pag.
a
sec
des
45
comme
os, un
Sembra
immaginare
1°:
penda
grand
nez
re-
de la come,
navette,
il ritratto di Don
che
romanzescamente
freddo, vittima
valiere
Ca-
Voi.
un
figure aiguisée en
».
molto
all' ischeletrito
luisait comme
pointue
a
et
insiste
appunto
della
sua
cezionale
ec-
sgg.).
221
fils d' archal
convaingante
engin
l'autore
indurrà
(pag.
magrezza
(3)
par
cótés
barbico
une
colle sur
l'arète mince
dont
les deux
entro
Matamoros
povero
Henry
descrive
hàve, noir
parchemin
un
proie,et
allongée
encore
il suo
de
cloison
sa
di
simile
lo
com'egli
était maigre,
semblait
peau
e
moderni
il Gautier
Matamoros
suo
figura.Ecco
Tranche-montagne
Chisciotte!
«
del
magrezza
dalla Trista
4887)
Roman,
Cap. Fracassa
Le
romanzo
eccezionale
cfr. i due
opere
C, 1889).
et
noto
le sue
e
(Paris, S.
Vachon
(2) Nel
sulla
»
estoc
fort tenus,
peu
d' usage
(Gautier, op.
cit. p. 96.
pendait
une
représentant
que
rosace
une
toile
faisait Matamoros
cit. Voi.
I p.
ouvrée
173).
deli-
d'araignée,
de
ce
ter-
148
figurinidel
classico
teatro
quelli più variopinti
e
a
dell'Arte (1).
smagliantidella Commedia
Quivi, stando al Riccoboni,parrebbe che
farsi
dovesse
separazionenetta fra il Capitano Italiano e
Spagnuolo. Ma, allo stesso modo
che abbiamo
servato
os-
lo
una
esservi letterariamente
non
differenza,così
anche
ne' due
sostanziale
nessuna
diversi costumi
che
il
Riccoboni
stesso
medesimo
portamento altiero,sprezzante,il capo eretto,
(2),è facil riconoscere una
sebbene
i dettaglidell'abito non
grande analogia,
binino,
comla posa sia alquanto diversa. In entrambi
il
e
ce
dà
ne
folta chioma
ondeggiantee spioventesulle spalle,
lo Spagnuolo,colla
un
par di baffi insolenti. Senonchè
sua
spada sguainata in una
schermistica,offre
posa
di spavalderiapiù feroce del suo
una
nuance
pagno,
comil quale sta colle mani
in
puntate su' fianchi,
atto di pavoneggiarsinella immensa
vanità. Il lunghissimo
sua
colletto inamidato
le esagerate manopole
e
rivelan la sua
nazione,il mantello svolazzante poi gli
dà un'aria di maggior sveltezza che manca
all'Italiano.
Del resto, ripetiamo,la loro parentela rivelasi cosi
una
stretta
doppia corrente,
si è venuta
esistita,
dirsi veramente
i.
(7ìt5tv
di
tiger op.
mai,
(Le
De
dati
un
Maschere
Quanto
precisi :
poi
le
;
ma
riporta,non
all' infuori
(2) Op.
cit. Voi.
del titolo
II, flg.9
latine
donde,
so
non
10.
di
segno
IV
fierezza
e
147; cfr. Boet-
del miles
traccia
gloriostis
rimarrebbe,
Kircheriano, riprodotto dal Ficoroni
una
presenta
Romani.
d'antichi
Pougin, Dictionn.
Il
e
come
a
(da. sni-
siriaiKTroc
congetturale
figure comiche
Rossi, 1735) tav. Ili, p. 29.
p. 137
affatto
Museo
può
essa
naturalmente
di Polluce
alle maschere
e
del
e
la chioma,
sottilizzar
a
seppur
aT/JaTtwT»;
Lessico
nel
unica
bassorilievo
sceniche
Dìdot, 1885,
MiLES
la descrizione
cit. p. 273.
in
greche dello
x(»'^/;v,
squassar
T")V
e.
s'ignoran
se
maschere
v.
terribilità)
rinunciare
la
troppo, mentre
(,1)Delle
dobbiam
che
marcata
e
du
Théàtre,
Roma,
Paris,
figura colla scritta thraso
specialicaratteristiche.
149
insieme
fondere
per
volta
a
in
seconda
unico
un
tipo,modificantesi
delle circostanze
e
volta
talento de' singoli
a
attori.
de' capitani
spagnuoliva segnalato il
capolista
Gap. Carbone, epitetoconsacrato e quasi antonomastico
della maschera, come
foss'altro,
mostra, non
quel luogo
già citato de* Ragguagli di Parnaso (Cent.I Ragg. 78),
il Boccalini disapprova l'introduzione
nelle comove
medie
del personaggio del « capitanoCardone », volendosi
cosi
designare lo Spagnuolo in genere (1).
In
Anche
descrizione
la celebre
datane
dal
Buonarroti
(Giorn.II,Att. Ili,se. 2') ha lo stesso
carattere
puramente generico.Sul teatro, reca questo
il capitano neW Anfipamaso
di Orazio
nome
Vecchi,
la « comedia
harmonica
ben nota agli eruditi,
»
come
Y opera
primordialetentativo di ciò che poi divenne
buffa (2).Ed anche un attore se ne insignì:Giovanni
Pelesino, della comica compagnia degli Uniti,di cui
tuttavia non
sappiamo quasi niente (3).
Ne' Balli di Sfessania ove, come
si sa, ciascun
quadretto consta d' un gruppo di due, Cardone è unito
Maramao
con
(4),eh' è in atto di puntargliaddosso la
d'un.... gran lavativo. Appunto perciò Cardone
canna
è quasi ignudo, e la sua
nita
smilza,ossuta, mupersona
di un
par di gambe lunghe e storte, e terminata
da un
viso deforme
ad uncino, cui sovrastano
con
naso
Fiera
nella
(1)
Che
città della
Cardona
(2)
p. 42
sgg.
significaGap. Cardone?
Spagna
nella
Fu
—
in
Tabemaria
ristampata
per
di
provincia
di
dal
G.
B.
può
Forse
Lerida:
della
riawicinarsi
cfr. don
del
Rénier
Cardon
de
Porta.
in Gazz.
Paglicci-Brozzi,
la recensione
Cardona,
a
Juan
cfr.
Music.
Gior.
XLVIII
(1893)
Stor. XXII
(1893)
p. 379.
(3) Cfr. D'Ancona
(4)
Su
Maramao
Origini
ha
una
etc. II 511
lunga
nota
n.
2,
e
Baschet
lo Scherillo
(p. 97
op. cit. p. 91.
n.
2).
150
le caratteristiche
piume (1),è
di
effetto assai
un
mico
co-
(2).
Un
del Callot è formato
altro gruppo
BARDON
Gap.
e
«
il berretto
«
e
calzato di stivali
quasi minacciare
il
Gap.
Bom-
Il
Grillo.
primo « dagli abiti attillati,
la spada al fianco
frastagliate,
le brache
e
da
(3) » sembra
che gli
Gap. Grillo,
rivolte smerlate
a
suo
compagno.
volta le
nica
guarda dietro a sé con aria sardospalle,ma
con
quel suo naso
adunco, lunghissimo.
e
Malagamba
Sand
«
:
.
.
.
cauzione
1
«
Bellavita
e
così
sono
descritti dal
sbilenchi tutt' e due, salutandosi
con
prece
insalgoletti
.
diffidenza,
portano immensi
dati,giarrettiere
esagerate sopra gli stivali; le loro
alla
frastagliate
maniche, le brache, le calze sono
e
tempo di Francesco I » (4).
è notevole per
Il Gapitano Babèo
una
grande
bottoniera che gli attraversa
e
l'abito,
porta la spada
aria d'imcacciata infra le gambe. La sua
becille
sconciamente
lui si accompagna
Gon
il nome.
ne
giustifica
e
moda
del
GùcuBA,
le braccia alzate
in atto
come
di ballar la tarantella
(5).
Notiamo
colla grossa
corta
e
spadino lungo e sottile,
di legno di Fracasso
(6).Tagliacantoniè, se-
uno
sciabola
(1)
Le
piume, lo spennacchio
di' spavalderia,
quindi
nella
ad
«
Bizzarrìa
stecco
di
d'argento
Pantalone
altri emblemi
e
del
cresta
p. 58) si domanda,
del
gallo. Un
»
che
il
consimili
significatoanalogo deve
e
po' ingenuamente,
un
al
Capitano porta
(II, 3),
Gatticci
indici
sono
di
che
cui
lo
cosa
cappello
Stappato
mai
stesse
indicare.
(2) Per
(3)
M.
la
come
lo
avere
(op. cit,
che incrocia la spada,
Tagliacantoni
ancora
le
Maur.
a' Comici
figure rimandiamo
Sand.
Levy fr.,1860)
qui citate.
(4) Id. I,
67.
(5) Id. I,
71.
(6) Id. I, 75.
—
Masques
voi. I, p. 193
Per
la
et
bouffons
sg. dove
figura v.
Rasi
del
de
son
Rasi.
cfr. voi. I, p. 01.
la comédie
raggruppate
I, 64.
italienne
tutte
(Paris,
le descrizioni
151
coparoledel Sand, « vestito d'abiti stretti,
berretto piumato, i garetticinti di pezzi
fi: perto d' un
«e di stoffa legaticon
pretensione». Il suo avversario
rivestito
stranezza
Fracasso
inesplicabile,
è, per una
mente
di Pulcinella;e, con
del camice
quel suo abito ridicolberrettone e colla sua
largo, col monumentale
barbetta a punta, fa un
singolarecontrasto coglialtri
del Callot
suoi compagni della collezione. Il Fracasso
Fricasso
non
va
ne' Balli trovasi anche
(1)
quale
proverbiale,
dunque confuso col Gap. Fracassa
il Gautier (2).
romanzo
lo ritrae nel suo
Del Capitano Spezzamonti
(in francese TrancheMontagne) è detto dal Sand eh' ei e chiudeva gli occontr' i suoi nemici per non
chi quando combatteva
«
i pezzi eh' ei stava per tagliaree squarciace veder
de' soliti; ma
è un
costume
egli
« re
(3) D. Il suo
le
condo
—
—
è
furibondo
dalla
spada arrugginita,
getto di saliva
B
contro
sembra
bocca
dal
estrar
un
scagliare
(4),che
Agatino
la
fodero
lungo
l'evita voltandosi
tutta la persona,
non
piegandosi con
nemico.
ridicola del resto di quella del suo
GallotQuesti i tipipiù salienti del caleidoscopio
indietro
meno
(1) Rasi
e
id. I, 890.
(2) Questo
forse
nome,
p. 46
(v. più addietro,
sus
della
p. 98
n.
n.
1), passò
abbiamo
esso
et
da
a
diceva, che
p. 33
la
quando
Viadana
et
per
pezzi degli huomini
(Vocab. Napol. II, 130) ricorda
vedere
Mattamoros
(4) Rasi
che
si rese
celebre
alle
che
i
saltimbanco
moso
in
un
n.
pitano
ca-
2)
Giorn.
Bandelle
e
I,
erudita
della commedia
«
un
nel
I,
77. Su
Bagatino
v.
Sand
:
Bellegambe,
«
coltellate,serrava
volavano
Pascariello
per
II, 290.
aria
gli occhi
».
Il Ga-
Spaccamonte,
finger la parte
».
id.
(Venezia, Fr.
Domenichi
thrasonerìa
seguente
faceva
da
«
di
isp. it. II, p. 18
Bergamo,
etc. di Lud.
«
«
Rie.
gigante Fracaa-
suo
soprannome
come
gli esempì
citato
fatti de diversi
Lorenzini, 1562) leggo
liani
anche
col
4.
(3) Ne' Betti
non
Folengo
(cfr.Croce
di Fracasso
persona
Di
XXXIV.
Nov.
dal
inventato
Sanseverino
casa
ritrovasi, nella
a
di
tenta
e, mentre
del
fa-
Capitano
152
altri
tiano; ma
il
di volo
Sand,
«
nacchio
«
chiali
«
la
«
sollevando
mano
ve
sarebbero,acuì
ne
il
come
trionfante
Capitan Zerbino,
dalla
e
maschera
"r
accenna
dal pendi
ornata
oc-
(1) ì", il Capitano Cerimonia, « i garettitesi,
sulla spada la cui punta minaccia
il cielo
nondimeno
sembra
ancora
il mantello
il
suo
lanciare
intiero »,
tutto
nome
il dolce
per
attraverso
alla maschera
che merita
ma
eh' ei
sguardo
alla
vinia,
Sig. La-
drillo
(2).Inflne il Gap. Coccocon
Cap. Esgangherato; e nella collezione dei
Gueux
de' Baroni
singolareil Capitano
spiccain modo
(3).
Ma
tutte
giustamente
queste figure sono, come
il Rasi, « di un'esattezza storica assai probleosserva
matica
altrimenti concepireche come
si debbon
i",e non
variazioni fantastiche di un
nella realtà,
tipo comune
che
e
realmente
soggetto a svariati travestimenti.
Gli studiosi
0
pertanto hanno
facilmente
meno
diversi
sotto
di contro
gli sta
dovea
nomi
i costumi
ne
portare spesso
alcune
risulta da
delle
quell'informeabbozzo
de'
vestiron
principaliattori
la divisa. Il
la maschera
Capitano
al
figurinedel
del
che
volto,a quanto
ed anche da
Callot,
Capitanio
che
il Rasi
duce
ripro-
via
(4).Tutta(Scen.Locatelli)
schera,
maper lo più i ritratti conservati appaiono senza
e
riguardo all'abito non vi si riscontra nessuna
specialeche ne fìssio ne regolile modalità,come
dal Cod.
norma
potuto ritrovare più
avviene
p.
onde
es.
Corsiniano
del costume
non
(1) Rasi
id. I, 961.
id. I, 172.
(2)
Rasi
(3)
Per
(4)
Rasi
la descrizione
id. I, 742.
sarà
del
di Arlecchino
tutto
cfr. Scherillo
o
di Pulcinella;
inutile rifarne la
p. 98.
non
154
piuttostobrache
fino alla coscia,
giungono appena
mentre
tutte
le gambe
rimangono scoperte e strette
da lunghe calze,tenute
ferme dalle giarrettiere
presso
il ginocchio.
o
Un
molto
al
Capitanofu quello di Mauccisore di Mori, con
TAMOROS
sione
etimologìa ed alluevidente agliSpagnuoli
specialmentein Francia
ov'è questo il suo
appellativo
più comune, cominciando
dal protagonista
dell'Illusion Comique di Gorneille (1).
nome
caro
—
—
Fra' comici
il
militò ed
fama
ottenne
questo titolo
sotto
sarsi
fisnapoletano Silvio Fiorillo, di cui non
possono
con
precisionei limiti d'età (2),segnalatoagli
storici
l'inventore,almeno
degli
iniziatori della maschera
di Pulcinella. Ma eglidovè
recitare come
Matamoros
(3) e quiviacquistarsi
sempre
la sua
massima
siastica
gloria,se si dee giudicaredall' entulode fattane da Pier Maria Cecchini,che « per
fare il Capitano spagnuolo non
ha avuto chi lo avanzi
«
«
et forse pochi che lo agguaglino (4) ». Fu
attore in
varie
se
non
come
di lui
commedia:
dice il
Prologo
«
gonfiarsie
((
notte
«
per
nominare
mai
altro
non
1584
opera
che
Rasi,
voi. I, p.
op.
si cita di lui
di Tristano
921
cit. p. 95
sgg-
Non
Martinelli
p. 291).
(3) Croce, Pulcinella
(4) Frutti
delle
mod.
di
che
la
si rappresenta
strava-
sgg.
compagnia a Napoli,
Costante
etc.) usci nel
di
Lucilla
(La
—
che
e
fra* conduttori
era
la
fanno
di quello
vanagloriarsi
e il giorno s' immaginano
». Vi
sognano
un' azione
molto
intricata,piena di
Nel
soluti),
i Ri-
specchio ed esempio
vero
credenza,che
lodarsi
(1) Cfr. Fest.
(2)
qui
e
Capitani vanagloriosi,composta
—
bravi in
alcuni
scrittore basti
come
/ tre
«
(cfr.a
un
compagnie (fragli Accesi,gliAffezionati
e
lettera
come
può
esser
che
lui
(1612), riportata in
etc. p. 45.
comm.
etc. p. 35.
il Matamoros
Baschet
op.
e
l'ultima
1632
:
cfr.
della
cit. p. 225
155
i
continuamente
in scena
stanno
ove
ganti accidenti,
pesta,
Temtre Capitani,
e
Matamoros, Don Corta Rincones
de' qualii primidue parlanospagnuolo, 1'ultimo
in italiano.
di questa commedia
Sul frontispizio
Maccarano, 1621)
vedesi il ritratto del
(ediz.Napoli,
Fiorillo che può
perchè è, a distanza di tempo e in
del ritratto
differente edizione,la riproduzioneesatta
datone
(1).Vi si presenta
nell'eglogala Ghirlanda
al tipo di spagnuolo descritto dal Riccoboni :
conforme
zoni
cappellopiumato, veste larga e colletto insaldato,calcorti,la spada al fianco,e un
par d' occhi e di
baffi che fan paura
a
guardarli.
credersi
autentico
Accanto
a
Matamoros
il
nominato
va
emulo
suo
(15601637) (2).Il De Fornaris,comico Confidente,pubblicò
scritto desumendola
1' Angelica eh' egliavea
a Parigi nel 1585
scenario
da uno
regalatoglia Venezia da
comico i" come
un
gentiluomo napoletano (3).« Fu
il Bartoli,« di mirabile
attesta
ingegno e praticodi
recitare in ispagnuoloj. Il suo
« varie lingue:ei soleva
derare
si conosce,
costume
non
non
potendosial certo consiritratto del Cap. Coccodrillo Y omonima
come
caricatura Callottiana unita con
Cap. Esgangherato.
della piazza
nel baraccone
Sempre a Parigi,mentre
il 1522, col classico pseuverso
Dauphine s' illustrava,
di Rodomonte, il ciarlatano Mondor
domino
anch' egli,
Fabrizio
De
(1) Napoli, Longo,
in
detto
Fornaris
ottave
1608.
È accompagnato
alternate
spagnuole
Napoli (Napoli, Pierro, 1891), p. 66
quadro
de'
Buffoni francesi
(2) Date
anche
dal
Rasi
(3) Fr.
e
Bartoli, op.
e
italiani
da
e
sgg.
Retrato
un
:
accettate
del
cfr. Croce
Matamoros
cfr. Rasi
sgg.
cit. I, 230
Coccodrillo
italiane
Sul
sgg.
offerte dal Sand(l, 195)
voi. I. p. 742
Cap.
che
Cap.
/ teatri
vedesi
tamoros,
Madi
nel
loc. cit.
fino
a
prova
contraria
156
dicono, italiano d' origine,
compagno
(4)
Tabarin
recitava
la
dell'Hotel
al teatro
—
de'
compagnia
Frane.
vini, di cui
Bartoli
teatro
«
primendo timore,e
«
credere
Che
«
:
questo personaggio con
«
e
addietro
Bourgogne
G. Batta.
da
ceronte
partidel Gap.Rino-
Girolamo
bravure
Gara-
piene
di
oltre l'umano
iperboli3" (2).
lui si riferissero le critiche
a
lustre
dell'il-
Rappresentava egli in
armigero impeto, im-
inventando
troppo fantastiche
anche
le
dal ferrarese
sostenute
de
Fedeli,condotta
di Francesco,ove
Andreini,figlio
eran
ed associato
ricordate?
Morì
ritratto di
autenticità
del
Cecchini
moso
4624, e rimase famorte
e devozione
sua
(alla
religiosità
per la sua
che porgli fu trovato indosso un asprissimo cilicio),
geva
G. Batta Andreini
de' più validi argomenti
a
un
tesi del Teatro
celeste (3).Il Rasi ne ha
per la sua
più
ritrovato
un
Composizioni
di
La
è
maschera
nella
cosi
dettaglidel
Non
dubbia
non
dell'Arlecchino
nelle
Martinelli.
a quelladi Silvio
somigliantissima
terribilitàdell' atteggiamento come
rillo,
Fionei
costume.
molti anni
giungeva
Bianchi
rettorica
nel
Parigi
a
col
noto
dopo, nel
la
4639
compagnia
di
nome
il Sand
secondo
diretta da
(4),
Giuseppe
Gap. Spezzaferro, eh'
era
(5). Fra' diversi aneddoti che si
di lui,mi piaceripetere
il seguente, postumo,
narrano
della sua
morte
assai grazioso.Parlandosi
a Versailles,
M*** medico
il principe
ma
pretendeva di somigliargli,
di*** r assicurò del contrario « perchè »
argomenvivo
ancora
nel 4682
—
(1)
da
Cfr.
Sand
G. D' HarmonviUe
(2) Op.
l, 196
e
prefazione agli Oeuvres
(Paris, A. Delahays, 1858)
cit. I, 252.
(3) Rasi, voi. I, p. 984
(4) l, 197-200.
(5) Rasi
la
I, 415
sgg.
sgg.
p. VI.
de
Tabarin
pubbl.
157
j (1).
Capitanonon ha mai ucciso nessuno
È il caso
è vera, è ben trovata.
di ripetereche se non
costumi
di Spezzaferrorimangono in anDue
tiche
di Parigi,riprodottedal
incisioni della Nazionale
Rasi (2).La prima che reca
il motto:
tava
Il
«
—
Ce
Capitan
Et
sa
fait
valeur
esclat
grand
parfaite
si
est
combat
au
à la retraite
Q'il est des derniers
de
Et
lo ritrae in
fiorami
e
premiers
ricche
bottoniere
giacca guarnita con
co' guantoni da
1' altra con
scherma:
a
la
scritta :
Spezzaferro est rude à l'espade
Mais
n'est qu'en rodomontade
ce
ha
il mantello
il colletto insaldato
e
Nella compagnia
condotta
Scaramuccia,
nel 1608
napoletano n.
a
Parigi (3).Lo
nella
sembra
un
in Italia
ben
eh'
ma,
distinto da
egli trovavasi
il
«
il famosissim
era
Fiorilli,
recitava
ancora
posto d'onore
nonostantechè
di Scaramuccia
il Riccosicuri
(4),as-
ad identificarsi col Capitano
venne
(mentre in Francia
più probabile che
ruolo
nel 1692
maschera
essa
Tiberio
gli assegna
Capitani:
boni, parlando della
che
che
e
spagnuola.
Bianchi
al secolo
Scherillo
lista di
sua
dal
alla
on
le mit à tonte
il Fiorilli dovesse
sauce
»),
mantenere
mento
quello del Capitano,dal monella compagnia del Bianchi,
Il suo
n' è testimonio:
costume
stesso
Cap. Spezzaferro.
semplice assai e tutto in nero, collo spadino al
rifianco,ma
anche, a tracolla,la chitarra che ne
(1)
Lo
il Sand
citano
È
del tutto
(2) Loc.
cit.
(3) Rasi
I, 888-912.
(4) Op.
cit.
II, p.
315.
e
il Rasi, dal
Livre
sana
fantastico il ritratto del
nom
Sand
p. 272.
voi. I, tav. 13.
158
vela senz' altro la
canti
patria,Napoli,la
musica
(1).
della
e
Del
terra
altre maschere
resto, anche
dei
prediletta
di
provenienza
si posesser
meridionale,senza
precisamente Capitani,
sono
facilmente ricondurre al nostro tipo.
più 0 meno
Ciò dicasi,
mo' d'esempio, del Coviello
a
(2),primo
Zanni
che
popolare:
È
e
carattere
suo
al
ancora
diverso
per
fu mai
non
teatro
di
quella dell'antico
a
»
principiodel
talvolta nel
simile
Coviello
un
onde
spaccone;
,
Il
ma
la fa da
sovente
secolo
vaccio.
bra-
designare un
ben
determinato;
presente esso
marionette,con
milea. Il
il detto
suo
riva
appa-
parte
una
allora,
costume
dal
primitivo,divenne adattato al suo nuo\o
descrive il Sand
(3).
atteggiamento,come
Ma, tornando a' veri e propriCapitani,delle compagnie
che non
in Francia, mancando
le
passarono
preziosefonti francesi,poco o niente si ricava sparsi può far solo
e
pagliatamente
negli archivi italiani,
Il Rasi ne
ha tirato fuori qualcuno di
qualche nome.
Angatoni
nuovo
: Diego
(Sangre y Fuego),spagnuolo,
il 1658 (4); Franc.
verso
Antonazzoni, che fece sol
da vecchio
le parti di Capitano, prima era
secondo
di Ortensio,fra' Gelosi eppoi
innamorato, col nome
fra' Confidenti (5);Federico
Beretta, verso il 1675(6);
Gius. Ant. Fiala, napoletano,comico di S. A. il Duca
di Modena, fiorito nella seconda
metà
del sec.
XVIP,
col titolo di Cap. Sbranaleoni
(7);etc. E il vecchio
(1) Cfr. Riccoboni
illustrazione
(2")Sand
(3)
Di
come
op.
p. 371, Rasi
II, 287-290.
altre
maschere
appendice,
(4" Rasi
I, 39.
(5) Rasi
I. 169.
(6) Rasi
I, 354.
(7) Rasi
I, 876.
cit. Il
flg.11.
voi. I, p. 889
nel
Ferrucci
e
Arte
Sand
voi.
rappr.
cap.
e
per
la
p. 283.
regionali della famiglia
VIII.
II,tav. 43,
901.
del
Capitano,
è
scorso,
di-
159
Bartoli
già segnalatialtri due : Frang. Manossia Gap. Terremoto
eh' egli pone
intorno
al
(1),e il Gap. Spacca, Nicola Boniti, napoletano,
zANi,
1655
aveva
ne
che
sarebbe
cui
rimanga
Serie
nel 1750
morto
tanto
ricorrono
assai svariata
nelle
ricca di
e
de' Capitani
quanto gliepiteti
numerosa
commedie, ma
pur sempre
che dofigure caratteristiche,
servire di modello
vevan
celebre
nella serie di
memoria.
non
che
(2),ultimo
Teofilo
a
Gautier
il
per
suo
Capitarne Fracassa.
Quivi la vita de' comici
divien
(3),ove
romanzo
il
l'ufficio di
Capitano,in sostituzione del morto
Matamoros
della compagnia, viene assunto
dal giovane
barone di Sigognac,un
nobile Guascone
rovinato,cui
i begli occhi dell' ingenua Isabella avevano
persuaso
ad abbandonar
la quiete miserabile del suo
diroccato
castello per seguirel'avventuroso pellegrinaggio
di quegli
zingaridell'Arte.
So bene che qui siamo in pieno romanzo
; pure gli
nome
e
avvertimenti
lambre
che
dare
quasi una
l'autore fa per
al....troppo focoso
del
voce
alla mano,
teatro
ciò che
r infelice vittima
e
courage,
((
méme
«
«
d'étre si
o
del vecchio Bel-
Capitano,mi
insegna,la
che
dovè
sembran
storia del
bien étre brave
et
plaisent,
poltron.Loin
; il aime
du
trop vive lui représentela douleur
(1) Bartoli
op.
cit. II, 19.
(2) Bartoli
op.
cit.
Paolo
Scarron.
eh'
le
il s'indigne
lui-
danger il
qu'exploits
heroìques,
entreprisessurhumaines
gantesques; mais, quand vient le péri!,son
nation
quel-
essere
proprie illusioni.
les vaillants lui
(3) Ricordiamo
di
delle
fu
Fracasso.... voudrait
«
c(
passato che
bocca
ne
rève
giimagiet
des
bles-
I, 128.
essa
aveva
già dato luogo
al
Rorn
in
comique
160
TÌsage camard
«:
sures, le
«
manque
«
battre,et
«
mier
il
:
de
la rage
lui enfielle
abat
résolution
coup
raort,et le
rebiffe d'abord
se
sa
Il CapitanoSpacca era
e
la
l'idée de
à
laisser
se
l'estomac,mais
le pre-
(1).
»
alla metà
morto
lui
coeur
del
XVIII
sec.
che scriveva intorno
tempo dopo Francesco Bartoli,
al 1780, parlava del nostro
di
personaggiocome
suso
tipo ormai decrepitoe « andato fra' comici in diI tempi infatti erano
ormai cambiati,
» (2).
la Commedia
dell'Arte esalava allora gli ultimi aneliti,
e
con
veniva naturalmente
ad estinguersi,
insieme colle
poco
un
essa
altre
maschere, anche
massima
sua
questa che
11 Goldoni
stesso, che
nella
dell'Arte,
mai
il
espansione e
trovato
avea
maggior
suo
lustro
la
(3).
media
alla Com-
doveva
tanto
pur
immensa
sua
il carattere
tentato
ivi
del
produzione non ha
Capitano con intendimenti
Militare (4) un
Troviamo, è vero, nell'amante
Don
tenente
Garzia, soldataccio pieno di fumo e dì
chiacchierone,
chiodi,gran giuocatore,burbanzoso
nimede
ga-
seri.
rifiuta i vezzi della
sprezzante che
Beatrice, cui egli avea
innamorata
Qui
(1) Gautier
(2) Op.
«
biamo
«
al
op.
al Quadrio
ascoltato
danno
di sposare.
promesso
le
ridicola
dal
parti:
sospi-
I, p. 269.
il
principio
che,
nelle
volerlo
popolo perchè
cit. IH
cit. Voi.
cit. I, 213. Ma
addietro, stando
rovesciate
dunque
sono
sua
verso
odierne
realmente
della
il 1740,
sua
protestava:
commedie
in
risale
decadenza
rifare.... non
scioccherìe
e
in
«
Quanti
più
ab-
gradiscono
freddure
».
Op.
part. II, p. 219).
(3) Ma
nella
dal
primo
del
Vecchi.
nel
Opera
inizio
Il
buffa
di questa
cui
Ster.
Napoli, Tip. e
(4) Gollez.
cfr. M.
R.
il millantatore
trova
napoletana, figlia della
Cap. Cardane
discendenti, per
Veneziano
XVIII
sec.
forma
ebbe
ancora
Commedia
dell'Arte,
tuna
forfin
quantità ragguardevole di
St. letter. dell'Opera buffa napol.
quivi
Scherillo
delle
certa
teatrale, quale può dirsi VAnflparnaso
una
Univ., 1883, p. 47-48, 55, 62
Completa
una
Commedie
(Piacenza, Majno, 1830)
del
Tom.
etc.
Sign.
XXVI.
Carlo
vocato
Goldoni, Av-
162
nelle
pochades,
le
cialetto frivolo
dell'uffi-
spoglieammodernate
basti ricordare
galante
sotto
e
il tenen-
—
tino della Guerra
in
di pace
tempo
Moser
del
e, fra
YrriSpagouolo, il t,'^enerale
più recenti,anche uno
stro
legata {FU à la patte)! Ma il nogua, nella Zampa
le
gusto artistico
troppo fine ed educato
è
tarsi
per dilet-
di siffatte
di critica che
scimunitaggini; lo spiritodi analisi e
informa
ogni manifestazione intellettuale
odierna,tutte
insomma
le
esigenzedel teatro
qualchecosa di più
richiedono
lo
che
ed
spettacolovuoto
ciator di frottole che
pensa
gabbato, che si crede
ed
è
un
abituati
farsi credere
D'altronde,noi
nano.
ci siamo
riguardar la classe
più benigno
Giacché, è superfluo ormai
quasi
sempre
contro
certe
data
una
assunto
di
r Italia del '500
gigante,
un
occhio
con
la
ricordarlo,
letteratura
ha
aperto carattere
un
quanto
al-
presenza
o
sempre
di
reazione
specialidi un'epoca
L'antica Grecia
rappresagliapolitica.
condizioni
determinata,o
e
in
di
e
fortunatamente
militare
a
del millantatore
temporaneo
con-
meglio
ingenuo di un insipidospacdi gabbare gli altri ed è
vuol
e
colto
costumi
o
drizzavano
il pungolo contro
il mercenario,
il soldato
poi
vi si
di ventura
e
: fra noi
raccogliticcio
aggiunto un nuovo
elemento,la satira dello
era
invasore.
straniero
Anche
di simile. In
Trent'Anni, in
lenstein
il
e
cui
altrove
Germania,
campeggiò
profiloeroico
simbolo
sarcastico
la
di
tragicafiguradel
Gustavo
dettato
Dr. Aly, Der
LXXTX
Soldat
(1895)
im
p. 478.
Spiegel
op.
der
accaduto
cit. p.
checosa
qual-
la terribile guerra
e
643,
Komódie,
dei
Wal-
Adolfo, produceva,
odi di
da
del Griphius (1);
ribilicribrifax
(1) Cfr. Reinhardstoettner
era
parte,VHor-
Shakespeare nella
e
in
il
lungo
Preussich.
articolo
del
Jahrbb.
163
immortai
creazione
con
rona
Falstaff,
quella degna codi satelliti,
tendeva
Pistol,Poins, Bardolph e Nyms, inritrarre in forma drammatica
la profonda corruzione
ond'era stato circondato,
in seno
alla Corte inglese,
il giovane Enrico
V (1).Non
ci fu altro che la Francia
la ricomparsa del soldato fanfarone nel teatro del
ove
XVI
sec.
e
XVII, indipendente dalle farse medioevali,
ebbe diretta corrispondenza nelle ragioni storiche
non
fu un
vuto
e
sociali,e dove il Gap. Matamoros
plagio do-
air influenza
marcio
e
più
di
classico-italiana. Tuttavia anche
esisteva,non
elevata
nella milizia
tanto
classe sociale ; sicché
di Corneille
nell'autentico
ebbe
non
là il
quanto in altra
tamoros
l'immaginarioMa-
gran
marsi
trasfor-
a
pena
di Molière
(2).
Indice infausto d'immoralità
talora
e di corruzione,
di servitù,testimonio
inevitabile di abbassamento, di
decadenza
della dignitàpersonale e delle virtù civilidi
è dunque gran
fatto da rimpiangere
un
popolo, non
il Capitano ormai
del passato.La moè un'ombra
se
derna
Marquis
civiltà considera
ignobilestrumento
bensì
della
infatti il soldato
di tirannide
come
un
grandezza
e
e
di
non
come
un
viduali,
prepotenze indi-
coefficiente necessario
e
tato
rispet-
della
prosperitàdi un paese. La
milizia,divenuta stabile e nazionale,non è più che una
grande ed unica corporazione,non
già a' servigida
libero e fido sostegno alla
questo 0 quel Signore, ma
sicurezza e agl'interessi
dello Stato,nella quale tutti i
membri
si senton
fratelli innanzi alla ferrea regola di
una
comune
e in cui i cittadini di uno
stesso
disciplina,
V.
terra
(1) Cfr. Reinhardstoettner
op.
Herm.
stock.
della
stessa
e
sangue
s.
Graf.
a.
Der
miles
si uniscono
cit. p. 671.
gloriosua
im
Sul
englischen
(1891).
(2) Cfr.
Fest.
op.
cit. p.
72, 102
sgg., 116
sgg.
a
milea
Brama.
combattere
in
Inghilterra,
Dissert.
Ro-
164
in
dovere
del
nome
ignoti
concetti
La
poteva
nonché
lo
generarono
il
loro
(1).
riempiva
il mondo
de'
fasti,
suoi
nepoti
egli
di
mendicar
soldato
perchè
storia
n'
di
del
alla
meglio
a' meschini
che
l'idea
sta
essa
è
cara
e
venerata,
col
la
turgido
Cfr.
Aly
art.
cit.
p.
480
sgg.
il
!
bisogno
Che
?
dire
Il
teatro
figura,
;
e
quasi
di
innata
un
forse
della
la
ma
verrebbe
nessuno
Ed
giganti.
la
scena
ai
ed
figli
grandiosità
a
vaniloquio
n08M8.
(1)
della
giusta
da
italiano
semplice
e
a'
millanti
proposito
artifici
confonder
valoroso
di
tipo
imperiale,
sentiva
Risorgimento
raccolto
il
creava
lotte
non
Grande
leggenda
esercito
sfoderar
o
del
mai
ha
ne
non
verità,
menzogne
del
infine
la
von
il
intesse
quelle
di
racconto
soltanto
narrava
romantica
affievolita
e
fanno
Minna
colla
dell'
non
ne
meravigliosa
reliquia
stanca
epico
colla
letteratura
gloriosa
voce
r
la
rigenerato
Napoleone
appresso
che
!
i Tedeschi
e
e
tempi
Capitano
Lessing
attonito
ne'
militare
teatro,
illustre
Poco
e
veterano,
con
sul
derisi
e
del
dell'onor
anche
mancare
Barnhelm
che
sinistro
spettro
Parole
patriottico.
calpestati
rivendicazione
iniziatore
del
dell'ideale
e
moria
me-
mai
baldanza
miles
glo-
165
Vili.
Giangurgolo
Guappo
il
—
Rogantino.
—
meridionali per la
popolazioni
e
proclive all'esagerazioneed
Le
focosa
han
del
dato
sempre
millantatore
nostro
altrove
che
ottimo
un
;
questo
assunsero
a' voli della fantasia,
contingente alla
fra
e
loro stessa
natura
ria
sto-
mente
più spiccata-
esse
maschere
carattere
di cui maggiore importanza hanno
regionali,
Giangurgolo calabrese,il Guappo napoletano,e il
puramente
il
Rogantino.
romano
Badiamo
bene
loro intima
questi sono
ripiglianola natura
che,
essenza
riosus, noi potremmo
cogliere un
via
vanteria, eh*
sciocchi.
nel
di
ciascuna
il
muovere
tipiche
caratteristico
è naturale
solo
che noi
perchè
riso, mostrandosi
in
esse
non
n' è
degli
e
dobbiamo
certo
un
alla
già
parte abbia
a
sentano
pre-
tendenza
se
fino
glo'
tutte le maschere
certa
una
nella
del miles
la risorsa dei deboli
sempre
esempio
Ma
quasi in
i
della loro vita in cui
accidentale
è pur
Un
Coviello.
su
bensì
momento
in
se
visto
marci
fer-
cercato
punto
intinta di
tre
incarnato.
quel vizio che il Capitano aveva
Sia dunque sufficiente un
finale su queste
cenno
intese respettivamentea rappresenpersonificazioni,
tare
in forma
di
caratteristica i tratti più salienti della fisionomìa
un
di
moltiplicità
esclamare
popolo. È
maschere
al francese
un
fenomeno
locali in
Federico
strano
ciò
Italia,
Mercey :
che
questa
faceva
166
Cosa
«
di nota
singolaree degna
dell' Europa
dove
! l' Italia è forse
«r
il solo paese
«
il
«
di
«
sto
«
questi tipi non
«
mostra
((
della
aspettiimpreveduti,aiuta la conoscenza
in
lingua e delle abitudini nazionali e, mettendoci
i costumi
d' ieri con
grado di paragonarne
quelli
d' oggi,completa la storia del popolo » (1).
ciascuna
provinciaha
tipo comico, personificazionede' lati ridicoli
un
popolo e di certe abitudini morali,e dove queconservato.
Lo studio di
tipo si è religiosamente
suo
dunque
è
il carattere
interesse ;
senza
di ciascuna
ci
esso
popolazione italiana
sotto
«
«.
«
Cominciamo
un'
sofisticare
Giangurgolo, senza
altra volta sulla etimologìadi questo nom
sulta
e, che richiara da Giovan-Gurgolo, cioè Giovanni
il Goloso,
da
il ricordo
mentre
gola (2) mi
sembra
che
il Rasi
fa di
Gur-
Zan
un
alle medesime
portare press'a poco
conclusioni.
Narra
tradizione che
una
questa maschera
avrebbe
deo
un'origine storica. Occupata la Sicilia da Vittorio Amedi Savoia in seguito alle convenzioni
del trattato
di Utrecht,alcuni gentiluomini siciliani che preferivan
l'esilio al nuovo
cando
dominatore,passarono lo Stretto,sbar-
Reggio (3).Ma
a
(1) Gfr. gli studi
Deux
et
Mondea,
1840
Cassandrino
IV
Lea
pag.
34-36.
quatre
Gfr.
il
di
Reggio,
Calabria, Napoli, Stamp. e
dell'occupazione della Sicilia per
fa cenno
di
e
burattini
dea
Patacca
1"
bre,
settem-
II, p. 196 sg,
per
Domenico
parte
questo
Ferino, 1885),
assolutamente
dubbio, dal momento
gio
Spanò-Bolani (Storia di Reg-
lo meno
Cartiera
(Roma,
respingere
vorremmo
non
messa
di
Gap. II,§ 3), non
in Revue
aprile, II Meo
italienne)
questi
I 79-81.
notizia, di cui
diligente storico
Italie
cui
Pulcinella;
et
la Comédie
de
en
; 15
III Scaramouche
Petrai, Maschere
tuttavia
Théàtre
sul
I Stenterello
marzo,
cit. Voi.
op.
Tale
Mercey
maaquea
Gius.
l'attendibilità,
va
che
(15
; 1 giugno,
(2) Rasi,
(3)
di F.
Spagnolismo,di
lo
in
del Fibreno,
del
sbarco.
1857), discorrendo
principe Sabaudo
(Voi. II,
167
in
fuorusciti,
della secolare
virtù
Calabresi,che li avrebber
col Giangurgolo.
comecché
Ma,
dato
imbevuti, avrebbe
erano
assai
soggezioneal
messi
in
nel
sembra
probabile,non
a'buoni
naso
caricatura,
appunto
prim' aspetto la
a
tolico,
Cat-
re
cosa
carsi
giudi-
possa
di fede
degna
una
tale derivazione.
Anche
tener
senza
fa dire allo Scherillo
presenta, che
piuttostoun
mafiuso
spagnoli » (1),è
«
che
lanciar
ond*
Giangurgolo
esser
monti
de' rodo-
probabile che
da' Calabresi
concittadino
un
la satira che
siciliani
agli stranieri,
contro
si
esso
caricatura
una
poco
s' impersonasse in
si voleva
del modo
conto
o
spa-
eh' essi fossero
(2),
A questa ragione, diciamo
così, di sentimento,si
aggiungono anche ragionicronologiche.Il personaggio
del Calabrese compare
infatti già nel secolo XVII, mentre
il trattato
di Utrecht
fu stipulatonel 1713; e a
la citazione del Rasi stesso. La
provarlo basterebbe
commedia
del dott. Pietro Piperno: Disperarsi per la
la perfida Fida, in cui ha parte un
ovvero
speranza,
Morello Calabrese, eh' è evidentemente
la stessa cosa
del Giangurgolo, porta la data : Napoli,Mollo, 1G88.
Calabrese
in una
commedia
Inoltre,trovasi un
presentata
rapnel 1655, e in un' altra che il Croce crede
gnuoli
(1) Op.
(2)
che
da
dirsi
me
fosse
2.
lecito supporre,
la caricatura
ridicoli
cavalieri
interpellatimi
esiste
che
nei
han
adesso
loro
provenienza sicula,
con
teatri
dichiarato
di
tendenze
Calabresi,divenuti
Calabresi
non
spiccate
ridicoli
ma
un
gherebbe,
spie-
perchè Giangurgolo
—
serbarsi
scomparso;
marionette
forse
della
spagnoleggianti. Questo
tradizione,il
Alcuni
è affatto
di
un'origine calabrese
data
siciliani
la
accettare
senza
Principe Siciliano.
Giangurgolo,
oggidì
n.
sarebbe
essa
de' già
pur
tanto
p. 108
Piuttosto
maschera,
imitatori
cit
lo noto
notizia
che
per
in
incidenza
Calabria
al contrario
Peppininu
alla guapperia.
ami
—
di
anche
Tataranciu,
di
168
del
(1).Voglio credere che
il nome
Giangurgolo sia apparso più tardi ; ma il nome
solo non
gine
può esser
guida sicura per rintracciare V oridi una
tutto induce a credere,
maschera, mentre
il Rasi (2) e conferma
il Croce (3),che
come
accenna
delle forme
che assunse
Giangurgolo sia soltanto una
la maschera
del Calabrese,di cui sono
abbastanza noti
lo Studente
Y Abate
e
(4).
che mancano
fatto
afOra, da una
parte noi vediamo
al nostro
studio dati genuini Calabresi,perchè il
in quella regione non
teatro
ha avuto
maturo
gimento;
svolun
ha potuto pubblicare
il Lumini
e, seppure
raccolta di farse Calabre (5),non
una
potremmo dicerto
principiodel
in
questa raccolta
(1) Cfr.
Non
stiamo
B.
a
la data
(2)
un
Iato
1625
Loc.
S. Di
alcune
o
Croce
(5)
pure
Pulcinella
Le
farse
di
come
fu
1895.
ecc.
ecc.
consueto,
pone
ap-
I, tav. 14").
cit. Voi.
non
che
era
secche,
Teatri
p. 103
Carnevale
(Nicastro, Nicotera,
che
dell'Abate
L'Abate
è ricordato
suo
Vocabolario
p. 775.
uno
poi pseudonimo
Sullo
per
Studente
tare
dino-
a
s' intende.
in
cui
un
cfr. op. cit.
stesso
si confondevano
divenne
di
nanzi
in-
poco
titolo:
vestito, calabrese
(1720-1809)
ecc.,
nel
un
al teatrino
parola d'ingiuria
mal
sione
recen-
:
del
cfr. op.
ti pò
moso
fa-
cit.,
calabrese
sg.
in
1888). Vedi
(Cosenza, Aprea, 1890).
Pasquale
Galiani
la
(p. 87),:
dal
Studente
dello
Per
'700 è ricordato
Starace
dal
e
povero
del
bitontese
divenuta
Maccarano
Croce,
etc,
e
ed., 1891.
commedia
una
data
ediz., splendidamente
soggetto recitate
a
un
1*
La
S. Carlino
di
teatro
la metà
al personaggio
Giancola,
Vincenzo
del
Giacomo,
di
spiegazione
dell'Abate
di
Di
opere
Studente,
calabrese
Pulcinella.
Vedi
Cronaca
composta
le
Pacche
uno
tipidunque
dell'Abate
stesso
151,
n., p.
ecc., p. 102.
parti di Abate
le
la
cita
dialettale
Abate
Napol.
commedie
(p.208).Intorno
si
voce
nelle
fra
pure
p. 46-53, ove
V.
conoscenza
Giangurgolo
cui
(1892),111). Verso
stata
era
S.
Napoli,
faceva
Liveri
burlato
un
di
che
Bauci,
(p. 84), come
del
dalla
notizie
St. XIX
napoletano
passim.
di
Calabrese,
(2* ediz., Tronci-Vecchi,
Giorn.
dal
I due
ecc., p. 32
Giangurgolo (op.
di
il persoti,
e
Giacomo
Francesco
della
figura
il
Pulcinella
è
illustrata,
V.
Abate
Napoli
di
utili alla
che, arbitrariamente
sua
cit.,«
(4) Tolgo
Corte
elementi
Teatri
il Sand
alla
ecc.
cercare
Croce,
citare
ecc.
».
(3)
di
'600
Calabria
pure
e
in
gli
mini
Sicilia di Apollo Lu-
Studi
Calabresi
dello
170
vanti
a
Sand
(1),«
un
che
ragazzo
di Pierrot
misto
un
è il
di documenti
numero
Giangurgolo,di cui
apparizionee che non
di
Ma
il
in due
e
dev'
suo
stato
e
la
resta il nome
possibilefissare la prima
durato a lungo sulle
essere
rimasti
di
ove
è
non
ne' documenti
continuamente
muta
il
ì".
Scarso
scene.
grida: insomma, conclude
di Gargantua, di Matamoros
è
notevole
fisionomìa,variandosi
sua
professione.Lo
eh'
egli
ad
bitrio
ar-
ritroviamo
degli Scenari
pubblicatidal Bartoli.
Ne' Quattro Pazzi
«
golo
opera tragica» (2),Giangurè uomo
di Corte
a' servigidel Principedi Nettuno.
Innamorato
di Lucinda
pitano
e
perciò rivale del Cadi Corte
è però un
miles glonosus)^
(che non
insieme
concerta
il
suo
con
avversario
Cola
vinare
strattagemma per ronella grazia del Principe,
e
a
uno
quest'uopo si travestono. Ma il loro trucco è scoperto
smascherati
per opera di Scappino; sicché i due sono
e
acchiappatidagli sbirri (Atto I).Il Principegliperdona,
che lo ha
protestando Giangurgolo eh' è l'amore
acciecato (Atto II); e il nostro
dabben
finisce
uomo
col cedere
ogni pretensione su Lucinda al Capitano
(Atto III).
Al contrario,ne' Tappeti ovvero
loso
Colafronio Ge(3),Giangurgoloha una parte assai importante,ma
nuto
egli si trasforma alquantodal tipoprecedente: è diveoste furbo
un
e
compiacente,che si presta a secondare
gliamori un po'per timore,mollo per astuzia.
Abilissimo
ne' ripieghi,
trova
varie « invenzioni
» : dei
tappeti(L 4), della notte (II.6), degli spiriti
(IL 9) e
(1) Op. cit. I, 201 sg.
(2) Ad. Bartoli,op. cit. p. 203.
(3) Op. cit. p. 277.
171
4), ossia ingegnosi espedientiper
Negromante (III.
trar d' impaccio nelle varie contingenze gì'innamorati
che egliapparisce il so
che in lui si affidano. È vero
di tutto e di
che paventa continuamente
lito coniglio,
colla sagacitàdelle sue
riesce pien di brio
tutti,ma
invenzioni
ì" (1).
«
sembra
Un
molto poco esplorato,ove
che
campo
labrese,
Casi svolgesserodi sovente
le avventure
del nostro
le Farse Gavaiuole,intorno a cui fin adesso
son
abbastanza
è quello del Torl'unico studio
notevole
raca
(2).Questi cita fra le altre la Scola Cavaiuola di
d'Antonio
detto il Partenopeo (3),della quale
Giovanni
il Palermo
fatto cenno
là dov'egli,discorrendo
già aveva
di un
codice di componimenti in dialetto napoletano
di Pietro
Antonio
Caracciolo detto Epicuro, si
del
dimostrare
a
prova
la
stesse
colle Atellane
latino
(4).
Si tratta di
Asen!
Come
si
(1)
Scenari
(Pulcin.
Il Croce
del
Fra
essi
il Calabrese
anche
è
(notiamo la stroppiaturadel nome)
Giancurzolo
Conte
di
la
disperatoper
stro
puniti,regalano al ghiotto mae-
esser
merenda.
la loro
popolare
teatro
specie della Class di
la lezione,e i colpevoli,
sa
una
:
capisce,nessuno
non
per
scolari
delle Cavaiuole
del
maestro
povero
de' suoi
furfanteria
gli Exodia
e
un
attinenza
nessuna
etc. p.
103)
segnala
ne
; cfr. Giorn.
Casamarciano
1' esistenza
Stor.
che
anche
gli
negli
(1897) pagg.
XXIX
211-214.
(2) Frane.
Vigo, 1884)
(3) Di
Notizie
Torraca.
Studi
di storia
lui
delle
e
razzi, 1874) p. 13-15
r Ediz.
(4) Pr.
Palermo.
dà
che
delle
completa
Porcellis, 1788).
ne
Napoletana.
(Livorno,
p. 1(32.
sue
un
del
lo dice
Opere
/ tnss.
dà
opere
biografiche degli scrittori
Scherillo
letteraria
dialetto
op.
il 1720.
d' Antonio.
etc. Voi.
cit. p.
23.
Martorana
nelle
Napoletano. (Napoli, Chiù-
verso
Giovanni
Palatini
Pietro
cenno
vissuto
di
largo sunto,
un
II, p. 590
Il
Torraca
(Napoli,G.
sgg.
Anche
cita
M.
lo
172
dà
cepudda
sta
«
stu
con
mancandomi
(1) ».
completo
Non
trunzu
il testo
della
svolgimento di questa sequela di corbellerie
è facile immaginarci come
vi
ridicole;ma
la
figura del
di
(2).
È deplorevole che
vieti di
nel
a
e' informa
scene
si delinea
che
metamorfosi
ciò darebbe
interessante.
forse
luogo
possiamo
Non
testimonianza
una
ci
del Ferrucci
talvolta
Giangurgolo passasse
alla parte del padre (3).
del Calabrese,non
abbiamo
Quanto al costume
come
il Riccoboni.
che
fonte
(4), da
della
r odor
cui
un
È riconoscibile
che
naso
sembra
delle vivande
simile
quel
a
Questi
lui
a
di
di
solito,
(1) Questa
(2) Ma
Studente
spada
cipolla con
alto
la
lone
cappelquello
a
caricatura,munita,
se
non
a.
pacciargl
im.
.
lo scolaretto
torso.
questo
della
Farsa
Gavaiuola
è differente
dal
tipo
dello
calabrese.
rappr.
(4) Op.
cit. voi.
(5) Questa
infirmare
la
conta
parte I, p. 278.
II, fig.XII
e,
per
foggia spagnoleggiante
origine
sua
poco,
si ritornasse
ed
è
scimmiottanti
affatto
anzi
col
sempre
plausibile l' ipotesi
Calabresi
di
naso
apposta per fiutar
serve
non
gura
fi-
fuga, qualche volta (5).
(3) Arte
vestito
che
tra
al-
una
abito analogo
Pulcinella,
al
che
an-
1' ispirazione
predilette.Un
Capitani spagnuoli,compiono
la
dà
ne
all'enorme
fatto
de'
una
ce
probabilmente trasse
il Sand.
sua
cartone,
del
di
e
di documenti
successive
sue
ed
curioso
altro
aggiungere
che
le
deficienza
Napoletano,perchè
studio
uno
la
tutte
conoscere
teatro
farsa, lo
personaggio, che qui dunque ha
in studente
condizione, trasformandosi
nostro
mutato
nuovo
guire,
se-
posso
costume
suo
napoletana, perchè
naturale
che
Siciliani
che
la satira
che
,
gli Spagnuoli.
del
illustrazione,
nell'
non
alla
si
lor
p. 315.
può
per
effigiareun
tatore
millan-
resta
rivolgesse veramente
volta
tro
al-
la testimonianza
pensiero agli Spagnuoli. Eppoi
ammessa
i
la breve
avevano
per
pre
sema
rini
figu-
173
Molti si affrettano
ripeterela grande
a
notizia che
antico inciso
riproduzioneficoroniana di un mimo
su
onice,ricorda molto da vicino la figura del moderno
bata
la faccia sbarGiangurgolo, col suo naso
spropositato,
tinta di cinabro,e l'andatura
bellicosa (1).Lascio
considerare
l'importanza di questa scoperta! Speriamo
ci sia più alcuno che voglia giovarsene per rivendicare
non
la nascita del Calabrese
mose
a
quelle Atellane fache s' invocano sempre
si sa piìi
che
quando non
la
cosa
inventare.
La
del Calabrese
maschera
ferente
qualchecosadi difdal tipotradizionale del Capitano,ed è oggi del
tutto
invece
del vecchio mitutto l'aspetto
scomparsa;
il famigeratoguappo.
les conservò
conserva
ancora
e
Il Guappo
Vappo
o
(2),delle cui gesta teatro prediletto
il
San
Carlino
di
fu
Napoli testé demolito,e che
fa ridere
di so i frequentatori
di certi spetancora
tacoli
di marionette,è un
personaggio essenzialmente
e
paesano,
tale deve
come
fu
riconnettersi
non
allo
tanto
Spagnuolo quanto a queiraltra macchietta ben
alla letteratura partenopeacol nome
appunto di
La
storia del
Napoletano
esaurita dal competente studio
e
«
«
commedia
del
Croce, che
è
poletano.
Na-
ormai
nisce
lo defi-
«
un
generale come
personaggioche
parlava un grossolano dialetto e diceva goff'aggini
e
si presentava come
e
ora
un
insulsaggini,
gentiluomo
di seggio,più frequentemente si confondeva
col capitano vanaglorioso,talvolta appariva anche in altri
in
«
in
nota
linea
(4) Ficoroni,
(2) Dallo
simili.
op.
cit. tav.
spagnuolo
VII, fig.9
guapo
—
a
p. 46.
elegante, coraggioso, seducente
e
174
'K
mestieri,scrivano
e
ruffiano
Ma,
suo
Vicaria, servitore,perfino
(1).
il Napoletano
»
se
nella
gergo
della
introduceva
i suoi lazzi
erudita
'500, la
commedia
del
il
e
tura
lettera-
dialettale
propriamente detta gli pose accanto un
bastanza
gemello nel Guappo, anch'esso di origineab-
fratello
remota.
della canzoncina
Giacché, all'infuori
chiama
nei
tempo
per
Masaniello, questo
guappo
l'eroe
spunta già
nome
poemetti in vernacolo,su' primi del '600.
ricordare
Basti
popolare che
il celebre
della
eponimo
Micco
Passavo
innamorato,
Giulio
operetta di
nota
Cesare
(2),e alcune egloghe del Basile,di cui subito
li Smargiasse (3).
prima s'intitola Clio overo
il 1720, un
Più tardi,verso
nuovo
tava
racconpoema
Cortese
la
gesta di
le
di Micco
È di
Passaro.
della Farsa
dracchio
altro bravaccio
un
Cavaiuola
in
avventure
nella
Scola
Curialesca
capolino anche
sulla
(1)
Pule,
e
anche
(3)
un
Le
(4)
—
secolo
il peraon.
sonetto
alletterato.
(4).E
tonio
d'An-
del
dello
[è venuto
il guappo
presente,ov'esso
NapoUtane.
Napol.
-i è costituito
p. 94.
op. cit. p. 109, che
Cfr. Scherillo
Sgruttendio
Egloghe
in
alla
di
Gian
spada
di Scatozza
Alessio
altrove
(p.18).
Abbattutis
poli,
(Na-
1625).
I titoli dei
Mandracchio
stesso
di SpacTartagliafiglio
come
questifacesse già
«
veramente
scena
Mus-
Maccarano,
ha molte
del medesimo
mostra
(2) Napoli, Maccarano, 1624,
ricorda
ognuno:
sul teatro.
solo nel
onore
glialtri
fra
Passaro
'ncantata
», che
guappo
Ma
di Micco
compagnia
Man-
divise il suo
parte Mandracchio
terza
genere
d'Antonio, l'autore
già citata,che
e
comparisce
camonte
Giovanni
quattro poemetti di cinque canti
in
nella seconda
anzi
dello stesso
quattro
aailiato
Cfr. l'edizione
—
poemetti
sono:
Mandracchio
delle
Opere
Mandracchio
repatriato
di
G.d'Aiit.
già
innamorato
e
Mandracchio
citata.
175
prosecutoredella
Ed
scomparsa.
figura del Capitano ormai
de' poemetti
già il guappo
classica
come
esso,
vernacoli,fu trapiantatosul
alla
Intorno
sua
dalla
teatro
che
personalitàecco
vivace,il Del Balzo, moderno
prosa
vita
dice,nella
cosa
sua
comune.
illustratore di
Napoli:
Il guappo
«
coraggio,il protettore
di chi ricorre a lui,porta il cappelloa staio bianco,
la giacca di velluto nero, il panciotto a scacchi atlaccio d' oro massiccio,
traversato da un
che gliscende
due o tre giri dal collo,
le dita cariche di anelli,
i
a
calzoni a gambe, ma
larghi sulle scarpe, e la canna
che gira intorno con
i zucchero
la forza e 1'abilità
«
di
«
non
«.
si contenta
soltanto d' imporre la
egliparla
pirola, che
tutti debbono
«
«
«
«
«
«
«
f
un
l'uomo
è
tamburo.
capo
Il guappo
esigeil diritto di
dev'
di
camorra
sere
«
catura
«
San
«
la
del
sul diritto
altrui,egli
fra il
del
ascoltare
e
sua
«
Se
«
e
«
amici.
r avversario
dice che
Tale
ha scherzato
della caricatura.
Sitonno
Guappo
Piovana
; del
del
le braccia
V aceido.
coltello,
egli,allora,sorride
sono
il
costume, il portamento, la
natura
Del
Basso
e
che
Porto, del quale
Balzo, Napoli
tengo conto
importanza.
senza
slancia sul
tutti
(1).
»
(1) Carlo
Non
il
di
Quando
1'uommeni
smargiasso di
p. 114.
caccia
es-
la cari-
Il guappo
evo.
sua
«
sua
dev'
ronna
è rispettata,
pirula non
egli si
ribelle,
tenere, a tempo, per
e, facendosi
dai suoi amici,grida: teniteme
ca
se
no
«
la
popolino è
medio
è la caricatura
volontà,quando
sua
legge.La
esser
cavaliere
Carlino
camorrista,
tacere
inviolabile. Il guappo
«:
è il
non
11 S.
di ciò
stesso
(Zutunno),
qual
Ruzzante
nome
una
un
(1530).
che
e
i
del
ricorda
specie
primo
in
di
Vappo
altro
Milano, Treves,
il Sand
punto
birichino
accenno
che
ognuno
Napoletani
dice
dello
e
1885
(I,202),perchè
(I,198)
parente
pretende
ab-
il
tano
napole-
stretto
ritrovare
del
nella
176
visitato anche
bia
ha
del secolo
sentite
nulla
più
veduto
suoi
di
lazzi attraverso
abbastanza
bravate, ed
poli,
Nache
il teatro
abbiamo
ne
ormai
intorno
nuovo
quartieripopolaridi
qualche campione. A
comici
Già
nostro?
delle
i
poco
certamente
prò seguirlo ne'
e
un
vedute
e' insegnerebbe
non
al nostro
lo
spoglio
quali una
uomo
produzioni colle
quelleinnumerevoli
serie di belli e bizzarri ingegni,da Filippo Gammarano
Orazio
Schiano
ad Antonio
da
a
Pasquale Altavilla,
di tutte
Petito,impresari,attori
deliziato le miriadi
di
autori
e
al
tempo stesso, han
che
spettatori,
successivamente
gli scanni del San Carlino.
I più celebri guappi del popolarissimoteatro
Raffaele Santelìa e Raffaele di Napoli.
occuparono
II
primo (1787-1854),che fu
in dialetto,
commedie
era
della
compagnia
1835
era
Di
costituita in
San
assetto
un
autore
di
cevoli
pia-
attori
fra' principali
Carlino, che fin dal
molto completo (1).
Giacomo
Di
dal
apprendo
esso
di
comica
anche
rono
fu-
un
rioso.
cuparticolare
corti neri,giam-
Rugantino : calzoni
« berga rossa, spadino,cappelloimmenso,
a tricorno. »
in
E a lui,guappo
plebeo,contrapponevasi il guappo
guanti e soprabito,che parlavain lingua a spropositi,
ossia Giovanni
De Lillis,
morto
nel 1856 (2).
Vestiva
«
Ma
la
da
da
delle
palma
Raffaele
guita
glorieguappistichefu conseNapoli.Questi, lasciata la tiva
primi-
Di
professionedi sarto,cominciò
Sebeto
nel Teatro
nel
1853
fu chiamato
Compagnia
e
come
vi
(1) S.
del
raggiunse una
Di
Ibid
p. 486, 534
sostenere
e
cit. p. 440
passim.
poi
come
e
guappo
carattere
sostituzione
invidiabile
fama
scritturato
essere
questo
Carlino,in
Giacomo, op.
(2) Ibidem, p. 456.
(3)
comparsa,
a
San
ad
pa8$im.
del
:
nella
telìa,
San-
(3).Bisogna
178
Così
il
ben
gentile e
poeta Romanesco
noto
fa
Ed a me
sembra
che questo breve
parlareRogantino.
ritratto di Giggi Zanazzo serva
mirabilmente
a
giare
trattegla figura di quest'altro spaccamontagne, tardo e
della forte schiatta di Romolo, ma
scendente
didegenere figlio
non
indegno del soldato plautino.
A
Roma
il teatro
svolgimento,ma esso
0
quasi mai varcato
dialettale ha avuto
è assai
moderno,
il triviale
ne' rozzi baracconi
che
e
bensì
ha
non
repertoriodelle
suo
mai,
nette,
mario-
quasi due
secoli la gioia della plebe di Roma
papale,come
già
il popolo di Roma
erasi un
cesarea
giorno dilettato
de* ludi del Circo e de' grandiosispettacoli
scenici (1).
Ma quando i buoni e Romani
de Roma
», stipati
nel teatrucolo del burattinaio,
risate
facevano le matte
sulle grottesche smancerìe
sulle pietoseavventure
e
di Rogantino, non
forse che
questi a sua
sapevano
volta rideva di loro. E infatti si può dire che Rogantino,
nato proprio sotto la cupola di S. Pietro,rispecchiava
al vecchio teatro di Pallacorda (oggiMetastasio)
di que'soggettidella
la miserabile condizione di spirito
dominazione
infiacchì l'anima
Curia, la cui snervante
antica dì Roma, che, pur sempre
serbando
con
orgoglio
il nome
la memoria
gava
albere
non
degliaviti splendori,
fra cui ogni nobile
più che un popolo di pecorelle,
e
grande sentimento sarebbe stato un' irrisione.
I più bei giorni per Rogantino furono verso
la
del cemetà di questo secolo,al teatrino ambulante
lebre
Gaetanaccio,1'ardito impresarioche, nonostante
(1) Non
teatrali;ma
già
questi
(Cfr.il bel
Intorno
alle
che
a
erano
Roma
A.
esistessero
riserbati alla classe
libro dell' AdemoUo,
rappresentazioni
riassuntivo
non
formarono
il
dei
Bertolotti
nel
più grandiosi spettacoli
dirigentelaica
/ teatri di Roma
burattini
in
Fanfulla
per
Roma
(Anno
nel
scrisse
ed
stico
ecclesia-
secolo
un
XVJI).
buon
1882, N. 64).
ticolo
ar-
179
la severità della
dir ciò che
osava
pontificale,
gli altri tacevano, senza
riguardo a' ricchi e ai porporati,
facendosi banditore della pubblica opinione,sicché
sovente
il carcere
duro premio alla sua
era
imprudente
franchezza. Ma ciò non
faceva che accrescergli
sempre
più la stima e il favore popolare.
Lasciamo
mane,
parlareil genialericercatore di cose roCostantino Maes:
«
Rogantino è lo spadaccino
di ottant' anni fa ; grande accattabrighe,
«
smargiasso
millantatore
«
e
ma
all'eccesso,
soprattuttopoltrone:
è però brutale,ha un
«
accento
bizzarro,e fa sentire
assai la r romanesca.
«
Talvolta
fa il capo di sbirri,
«
e
quando viene ad arrestare qualcuno,se il colpevole gli sfugge, prende pel petto un
innocente ; e,
c
«
se
qualcuno si attenta ad impedirglielo,minaccia
allora di colpiree carcerare
alla rinfusa.
€
La scena
termina per il solito con
«
un
tafferuglio
in uno
«
generale da cui Rogantino scampa
sempre
Me ne hanno
date »
stato
e
«
compassionevole »
(eglidice) « ma glieneho dette!!!» (i).
si può dire
In complesso però non
è cattivo,e
eh' egli è una
dell'altra maschera
edizione
seconda
Romanesca
Marco
dello spaccone
Pepe, da
vigliacco.
cui eglidiversifica solo in quanto Rogantino sta solo (2),
vente
Marco
e
non
può separarsi da quellodi cui è il vicensura
^
insieme
contrasto
Patacca,
nazione
figura di gagliardospensierato,incarquellavalentìa fisica che ha dato all'agro
che
op.
cit. I, 203.
lo Zanazzo
umoristico, in
autentico
Curiosità
Maes.
sg. cfr. Sand.
(2)
indivisibile : Meo
il compagno
bella
di
(1) e.
e
Talora
dei
uno
anch' egli è
l'aneddoto
Non
scrisse
primi
(Roma, Ferino, 1885)
romane
ho
su
potuto
ripescare
Rogantino
la
Voi.
Ili, p. 12
pappolata
nell'omonimo
manesca
ro-
giornaletto
numeri,
messo
di
fronte
a
Meo
riferito dal Petrai, op. cit. p. 92
Patacca,
sg.
se
pure
è
]80
i più valorosi de' briganti
più temuti, ma
senza
peraltroeh' egliabbia le briganteschequalitàdi
questiultimi ; Meo Patacca,colui che insieme con Gassandrino
la maschera
è rimasto
più caratteristica del
che dette luogo a un
teatro romanesco,
e
lungo poema
Romano
i
di
stro
Giuseppe Berneri illustrato poi al principiodel nosecolo da quel bizzarro artista che fu Bartolommeo
Pinelli (1).
Marco
diffee
Pepe » dice il Mercey (2) e: non
«
risce dal
«;
che,cioè,Meo
«
paura
suo
le loro
e
Patacca
Meo
di
cui
si
Petrai
a
è certo
ma
della
noscere
«
altro ascendente
«
in commedia
presenza,
nobile
in
quanto si sappia,non
per
Meo
cit. II p. 180
(3) Op.
cit. p. 37-39.
parie di
Pippo
(4)
Jorick,
posto
atti di
risalgonooltre
la
quando già il classico Capitano
decadenza.
Loc.
nella
dice
come
co-
senza
Patacca,
Roma
ovvero
in
festa
ne'
illustrato con
giocoso nel linguaggio romanesco,
Ed.
(Roma, Tip.
Industr.,1884, voi. 3 in-32).
Poema
Pinelli
(2)
famiglia»,
«
quel lontanissimo antenato
Plauto » (4).E i primi suoi
da
piena
Vienna.
sponte,
sua
che
del secolo scorso,
del
di
che nacque
sua
(1) G. Berneri, Il
di
»,
libercolo del
nel
sunto
un
la crapetta
Rogantino, che cosa
possiamo dir di
lui ? Non
si sa precisamente quand'egli
«
era
Pepe
a
intorno
nacque,
metà
Marco
Galanti
maestro
(3).
Tornando
più
la
sono
e
leggere
può
nulla,e lui,Marco, ha
operetta del
greve
er
;
del
personificazione
opposte qualitàspiccano meglio
Entrambi
».
punto essenziale
un
teme
non
altrove nella vecchia
che
«
Patacca
di tutto
trasteverino ;
che in
compagno
Meo
; cfr. anche
Il Petrai
Patacca, e
Sand
cita
di
un
12
segni
di-
I, 152,
di
i nomi
buon
trionfi
Marco
Checco
Pepe
bre
Tacconi, celenella
persona
Tamburri.
Yorick
del
(aw.
P.
Fieramosca,
G.
Ferrigni)Storia
1894)
p
.
176-178.
dei
Burattini
pografia
(Firenze, Ti-
181
Ricordo
febbraio
1779
di
Roma
le
spoglie
nella
che
l'Abate
assai
di
tramontato,
il
dopo
intervenuto
essere
di
del
1884
maschere
Congresso.
di
romanesco
in
seguente
E
più importante
portò
amici
il
esso
confratelli
e
saluto
che
un'ultima
che
genìa
(1)
XVIII
Cfr.
ora
David
(Roma,
Forzan
Lo
Z. narrò
le sue
(Roma,
Ferino,
(3) Questo
Libro
del
C,
stesso
il
in
dialetto
forse
il
vita
sua
condo
se-
mento
mo-
stica,
arti-
Capitale agli
Campidoglio,
gaia
quella
di
recandovi
ar-
lieta
e
1883)
la
voi.
nell'
impressioni
Società
Romana
IT, cap.
II
opuscolo
:
p.
ne'
secoli
57-58.
Rugantino
a
lano.
Mi-
1884).
discorso
carnevale
e
carnevale
scomparendo.
Corte
La
in
gresso
Con-
al
nel
nuova
nota
Zanazzo,
costume
della
della
troppo
pur
Silvagni.
bello
la
Giggi
egli
è
occasioni
certe
costituisce
affluivano
volta
XIX
e
(2)
nel
va
più
e
fortuna
inaugurale
(3),che
Rogantino
della
in
aperse
il discorso
invalso
(1).
Milano
a
sotto
furore
e
questo
tenuto
(2), 1' anno
egli
Roma;
sua
diario
un
appunto
l' astro
6
del
certamente
dire,
rimane
oggi
della
rappresentante
già
Rogantino
pur
di
autore
presentò
si suol
come
per
ma
si
allora
Rogantino,
anche
carnevalesca
Benedetti,
interessante,
nell'uso, facendovi,
Oggi
mascherata
pronunciato
(Roma,
il 13
Ferino,
FINE
febbraio
1885,
p.
1885,
94-96).
può
vedersi
INDICE
ed
Cause
del
.
Capitano
XVI
sec.
il sorgere
italiana del
Commedia
satira
del soldato
di ventura
nella
La
—
la
e
favorirono
che
elementi
satira dello Spagnuolo
inesatta del Riccoboni
fra bravo
II.
il
E
e
Capitano
del
e
Differenza
diretto
un
fdbliaux
i
L'«Xa?w'v
Reliquie
—
medievali
antiche
Le
—
greco
—
farse
francesi
in.
Il millantatore
Il bravo
—
smargiasso
poesìa
nella
Distintivo
—
capitano
Il
della
della
maschera
teatro
del
11
—
Calmo
Rifacimenti
V.
commedia
nella
e
primo
Spagnuolo
l'imitazione
viltà
Le
—
peripezìe
Comico
nella
del
erudita
Sua
commedia
Capitano
contrasto
70
—
col
servo
—
—
sentazione
predita
eru-
Sua
Il Capitano
il
Capitano innamorato
erotiche
Sue vicende
Principali comLamentazioni
di
mediografl del Capitano
seduttore
e
—
1^
^
classica
—
—
»
Il
—
latine
—
Il bravo
45
Fissità
—
Biografìa del Capitano nella commedia
artistiche del tipo
Deficienze
—
»
imitazione
erudita
di commedie
24
lare
popoIl villano
—
classica
IV.
»
nel teatro
e
li soldato
—
7
dente
legittimo discen-
e
gloriosus?
miles
e
Pag.
capitano
il fìfiiles latino
I romanzi
stinzione
di-
Una
—
—
—
—
P. M.
Cecchini.
»
90
184
VI.
Il
Capitano
nella
Commedia
dell'Arte
Gli
—
ed
scenari
Capitano
i
generici
Spavento
Le
—
Il
—
Bravure
Capitano
e
del
il
tismo
secen-
128
Pag.
VII.
Storia
esterna
del
Costumi
sania
Capitano
ed
—
I
Balli
attori
—
—
di
Fine
Sfesdella
maschera
Vili.
Giangurgolo
il
—
Guappo
—
Rogantino
.
.
»
145
»
165
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Capitan Spavento - Forgotten Books