CAPITAN SPAVENTO SENIGAGLIA DoTT. GKAZIANO CAPITAN SPAVENTO t H- n- 7- FIRENZE » BERNARDO SEEBER LIBRAIO Via. - EDITORE Torna.J:"uoni, 20 ^ 189». Firenze, G. Stab. Givelli. ALLA MEMORIA SANTA MAMMA DELLA MIA POVERA QUESTO LAVORO PRIMO CONCEPITO MEDITATO E GIORNI NEI DOLORE DEL SPIRITO SUO GENTILE IL MI SIA GUIDA E CONFORTO NELL' ARDUO CAMMINO. I. Cause elementi ed che nella Spagnuolo boni commedia del satira La di Una della sembrava alla prepararle a che castigo dello satira Ricco- del l' Italia per nostra tramontato, piena sua quei lunghi terribile, sì — Capitano. ormai era la e e tristi cooperare concorreva furono ben XVI sec. inesatta bravo fra fortuna sua ventura, pitano Ca- del sorgere del distinzione tempi Volgevano ormai soldato — il italiana Differenza — r astro favorirono e tutto rovina, tutto secoli servitù di meritato cosi ma : alle colpe degl' Italiani. Gli ad r stranieri eserciti Francesi occuparla; adèsso calavano Spagnuoli e acquisto, empiendola agognato se a da ne di gara ogni parte disputavano sangue e di desolazione. Allora sarebbe appunto de' cittadini allora, degl' movesse Italiani che necessario rintuzzare a contro, per stato si vide lo lore va- la baldanza niera: stra- spettacolo stoso disgu- indifferenti quasi il che spettatori , assistevano allo si che la libertà doveva svolgersi agitavano, nostra. , Ma considerare 1' di quelle lotte,come non fossero uomo del vane questioni '500, utopie trasti con- vitali scettico i santi i se e ideali per rotto, cor- di 8 di patriae e libertà, gì'Italiani di vergogna Vili Carlo " gesso li segnar per Fu travaglio», detto che lerabile patirel'intol- a milizie le la loro terra correre senz'altro vedere ebbero da siccom' è un trionfanti di all'altro, capo noto, « che po'di un alberghi ». scoperta della polvere segnò la il principiodella decadenza nella milizia,giacché con essa veniva gradatamente a scemar l'importanzadel valor era personale.Ma non questo, pur troppo, il guaio : lo sa il male nell' egoismo profondo dei era ognuno , cittadini degeneri.Mancava la scintilla dell'amor patrio, loro i nobili entusiasmi mancavan vittoria: i in sé e il coraggiodi malaugurata infatti non resistenza,ma a difendere servitù cittadini a scherno, si ridusse se scopo, la non uno sentivano pendenza. propria indi- doveva fatalmente penisola. affidata la pur era La mercenari. solo alla nieri, agli stra- non gl'Italiani infelice solo conducono rimanesse uno laddove sulla bella ed piombare Che la questa avevano generoso, neppure E fu che quali almeno alto scopo naturale era che bole de- milizia allora faccenda di denaro, ed orde di venturieri piovvero d'ogni parte, pronti a l'alma a prezzo ». In quel tempo appunto il « versar solo retaggio di nobile mestier delle armi parve esser uno condottieri : fiorivan sì le specialmenteper e i la di ventura, risorte dalle Bande ma servivano, a impugnar dei loro diritti.Non non Nere, vano appreiì de- essi stessi il ferro, ci furono che tini, i Fioren- troppo tardi,si ridussero ad ascoltare del Machiavelli e istituirono le Ordinanze, nobile quali,pur voce per quanto giornidella caso compagnie di Giovanni opera popoli e principise ne da questo esempio difensore a sfortunato che onora timi gli ul- Repubblica.Ma questo é un eran gl'Italiani troppo fiacchi moribonda isolato: in genere tentativo mercanti che patria,non il denaro, naturale che cosi lontana dal ; ond' è vano paladini dove- i loro genuino quanto l'oro valore Se la verità dalla menzogna. dall'orpello, il Segretario Fiorentino, nel Proemio Guerra: della Si vede « soldato che prevalersi, l'esercizio del "i lamente « l'usanza, nella « uso « abito « ad a: avere « effeminati,e quelle usanze « operazioni; « senza « e cangia abito, civile colui ogni violenza disegna non e le pare ed parole le bestemmie ordinarie il tono le tendenze del a tutto con e tempo. Ma alle deplorava sue la prela barba il mondo Niccolò, che messer essere mantenere quello che vuol far paura di scherzare suo a un puote usanze favorevoli conveniente civile d'ogni quello,il quale giudica e quellicostumi né nel- espedito e pronto essere non nel so- poter vestire i civili costumi ; né déìV Arte costumi, presenza crede non vuole che Queste le parole di davvero nella e tava lamen- ne subito nei ancora ma disforma, perchè si con voce alcuno se spesso « gere sor- più cruento, più era giato prein loro quellaspavalderìa, sorgesse fra' quali chi e potevan non que'venturieri,a cui non stimolo al combattere, ma essere gloria era la loro e letterati, o necessariamente la da della guerra; il mestiere per non ». avea sinceramente all'indifferentismo dei offrir maanche teria Cinquecentisti queste miserie dovean del braccio di riso; e coloro stessi che si servivano richiedevano di que'venturieri, mentre e ne ne gavano pal'aiuto,riserbavansi poi il diritto di chiamarli vigliacchie di deriderli, giungendo perfino a negare si ebbe neppur guardo rila vera virtus antica,cosicché non di cui il popolosi ai passatifamosi condottieri, divertì talora a oltraggiare gì'illustri nomi, storpiandoli sguaiatamente e adoperandoliin significatopiù basso, Di tal guisa potè nel sec. xvi osceno. quando pur non 10 gamo acquistarforza di proverbioil dettato Esser da Ber(1),con palese ed ingiustaallusione al celebre Colleoni,il cui nome capitano Bartolommeo dosi prestanfacilmente addirittura a in . . sconcio uno si trasformò senso, (2). Analogamente, nel Minchioni . del Gecchi Martello doppio il bravo Lanfranco Cacciadiavoli , da Mantova ricopreindegnamente un valoroso sebben che diavoli, corsaro, gesta. E onest' poco un uomo : parlare assai fece storico,di nome un di sé tal Cacciadelle e sue r appellativoFerramosca, applicatoal soldato Philenia del Mariconda, non par quasi irridere della alla cara Ciò che dà prova memoria di del ? prode di Barletta e mancanza petulantespensieratezza consacrata e una di sicché vien fatto di rispetto, come quando si dipingon gl'Italiani che pensare povere forse, vittime che gio disperatelevano il riso dell'impotenza,ultimo oltragde' deboli,sul viso dell'oppressore, si cade nell'esagerazione in un falso sentimentalismo e ; perchè coloro che, costretti a fidarsi nelle mani di mercenari, poi si divertivano dirne male, non meritano invero tutto a quel benigno compatimento che si suol loro concedere. D'altra parte però lungi da noi il propositodi far qui un' apologia de' soldati del Rinascimento, che sarebbe questo andar un infatti i documenti Modi (1) Gfr. e commentati tip. Tiberina, prof. A. TEMPO Pesenti: DI (2) Furioso, 80 patrò CHION. da Pico Luri una da (n. 191) al due dedicata Gfr. Passarini, op. « al sagnor n. Gaffuri dialetto traduzioni cit. proverbiale motto sul esisteva italiani gati spie- (Ludovico Passarini).Roma, (Bergamo, (^Note storiche popolari più diffusamante, e, intorno motti e Vassano — BERGAMO p. 38) ricorda di cui ». proverbiali DA Zerbini Gaffuri, 1886, dire mancano che veramente attestare di Ricerche BARTOL. Lo ad p. 92 1875 alla verità storica. Né contro in 192, infin : non è più il Gatti, 1879). bergamasco. quel Bartolamè e 1' opuscolo del dialetto Minchia bartol. Bergamo, dell' Orlando da dà Bergem nel MIN- 11 allora nell' ambiente di militare spirito di millanteria, prepotenza, di ampollosità, lissimo, concepibidel resto, in coloro di altri sol per e andar che, combattendo denaro, per bravi eran spesso lingua che la spada meglio all'osterìa che forza si davan Eppure e non Ma vere. credenza, più valenti a la menar per conto vano doveriputazione ottener spacciando prodezze vere troppo pur a straordinario uno la propria mostravan e , su' di campi battaglia. le festate più grandi arie e le città eran indi cosiffattifiguriche passeggiavanle strade con atteggiamento da spavaldi,molestando magari i pacifici cittadini e vivendo di soperchierìee di violenze;prepotenti co' deboli,vili ed inetti dinanzi a un pericolo. Di questa bella razza di farabutti è rimasta tipicapersonificazi quel Cuio, la cui improvvida baldanza fu rintuzzata dal valoroso Ferrucci, e il nome cosi bene del quale passò posciain proverbio,onde fare il cuius vale lo stesso che fare il gradasso, il tagliacantdni, r ammazzasette (1), Ora, la prima impressione che destavano cotesti che di schifo parabolani e ciurmatori non poteva esser di sdegno ; ma e poi,a pensarcimeglio,conveniva non prenderla sul serio i belli nel teatro la commedia in una è suo salace profondamente da L'aneddoto il », lo Nerucci, in riportato dal (Bibl. Rara, n. Giorn. mente facil- accorsero ne la figura del soldato ingresso poco trionfale e così stabile dice,a e di 9) p. 9 cfr. ibid. p. 69. « teria ma- Annibal d'altri, tacer d'erudizione, E gio personag- gustata come famosa, Sassetti, Vita dimora. del vis comica sentita lettera rimasta G. Se prender grossolanama (1) Cfr. Daelli dovea ove fosse Caro del '500, spiriti fece bentosto vantatore che riderne. e a VII Frane. onore e gloria (1898) n. 3-4, Ferrucci. p. 53. Milano, 12 di quel indimenticabile suo la cui unica disperatoscroccone, desinari da eroe nel ed . . . spalle;ma dinanzi adesso suoi verandogliuna che lo un gli scherni onde cena, finché,mercè la pace di naturalmente farsa,che a 1' arguto Silvestro messer ottimo Coluzzo l'intervento da materia di soggetto per mini, gentiluola ciò è in effetto cosi piuttostoda o Y avventura un Prato, glielapresenta come gue scherzo comico, di cui distin- uno atti. vari questa del , trattament ; i mal- bersagliato de' uno commedia, burlescamente,sottolineandone vicende, i » alla Niccolosa tutto — è narratore, descrivendo da rimpro- « lie amante, le contume- nuovo carlino un la con somministrategli è ristabilita col pagare mercede mantenere l'avea truffata il povero e sue disgraziato assalito le percosse ingiuriee del dibattito suo aveva di che paga aizzata da dalla donna sua il precedentipromesse, alle guastarla,l'amena gentiluominidi de' baldracca ridere lo sgomento e alle intimazioni le a dicar men- che pur la facea e di ben modo ebber confusione Niccolosa,una « di chiacchiere riassumere, senza come La le di impresa era gran altri amici scenetta? (1), un Goluzzo signore, offrendo a tutti ospitalità palazzo di Velletri. Quivi giunti,il Caro da e suo forza a Capitan Caro volta È dunque ad attestare , una volta le curiosa come prova ri- sorgesse mente adattamento trapasso del ridicolo personaggio dalla vita reale Goluzzo Anche fanfarone natura quella fittiziadel a e meno (1) A. Caro. è, come vigliacco ; bellicosa: Delle lettere p. 86 agg. (Lett.XXIII). A ma esso l'idea di cessive suc- spontanea alla e degli scrittori a facile un teatro. Guio, un le grandezzate sue vorrebbe familiari soldataccio anzitutto ed. Cornino, Padova, Silvestro da Prato. — Da son 1742 fandi farsi Voi. I, Velletri,30 aprile1538. 13 credere riccone,mentre un pieno di fumo le esclude se che all'atto femmina una delle imprese amorose de' tratti caratteristici alla natura uno spiantato uno pretensionierotiche sue smania La e, da anche malmenare non di fame; e è non scia praticosi lada ciò trivio, e nesche. dongiovan- è stato sempre del soldato che più ardore che nelle gesta guerresche, forse perchè glisembrano guaci Questi poco degni sepericolose. più attraenti e meno in suol mettere esse altrettanto e, spesso, la a imitarne tengono specialmente dietro leggendariapredilezione per la dea Venere, corron di Marte le tutte a che donne, i fanno galantie gli spasimanti, irresistibili atteggianoa vaghegginie conquistatori Ma è superfluala rievocazione di una immagine, a tutti, familiare. Valga piuttosto esperienza, magari per quotidiana di un noto scrittore del '500 che, la testimonianza tirata contro la degenere milizia dell'epoca, in un'acerba si .... divenuta « feccia di una un glia, lezzo di eccessiva vivacità « una bricconi, di schiuma cana- molta,forse poltroneria », descrive con di que'ganimedi da strapazzo l'aspetto « I qualisembra vi fosse allora insolita abbondanza. effeminati e molli, « dice il Garzoni sono corpi» le braccia tenere, la dispositione mu« le mani lascive, i capelli « venereo, liebre,la faccia sensuale,l'aspetto racconciati con « e glianimi son cupidineiafartifizio, Ammettiamo fatto affatto » (1). « pure un po'd'iperbole il ritratto ; ma in questo enfatico e si poco lusinghiero de' — — marcio esisteva (1) Garzoni del in Tommaso. mondo. universale davvero, et (jpagg.632-642). Venezia. de La e piazza Somasco, capitani accanto e universale 1569, Disc. soldati in alla mastodontica di tutte Della LXXXII. particolare, le et de sioni profesmilitia Minatori 14 figuradello spadaccinodallo sguardo feroce,che non in bocca altre parole che di sfida e di minaccia e, bestemmiando Iddio e i Santi, vuole e tutti che castelli in aria fantastiche sue che lo consuma; di codardia di aff'ettazione altrettanto e di mazzar am- coniglio ; un accanto per a merare enu- ingannare l'appetito questi due campioni a terzo sorge^un vanità,non si diletta e ricchezze di menzogna e come precando im- profilodel pezzente vanaglorioso fa eternamente le ed si lascia infilzare macabro al accanto eppoi ha monumento ridicolo meno presuntuoso, che i comici deglialtri designano col- (1),tutto voce e penne, tutto complimenti e cerimonie,che può esser militare o borghese, e sul teatro s'incarna tipicamente nel napoletano o nello spagnuolo. La creazione del napoletanoin commedia riassume in sé il lato più grottesco di quella focosa e sovrabbondante natura meridionale, dal gesto largo e dalla lizioso parola immaginosa, e corrispondea un sorriso più mache malevolo; né esprime un forte risentimento di assassinato sonoro l'epiteto odio od di razza, tant' è é il la maschera diverso che vero e la (1) Si ricordi aealco di Pietro (2) Cfr. Ben. commedia. Napoli, Roma, XXII non di anime poletano na- (2).Ma acquistare un addirittura nale nazio- avendo non all'invadente altro avevano caricatura; magro ingenerosa vendetta ad argine un opporre teatro diffonderla che, xvi sec. ormai deglistranieri, di farne lo stesso d'interesse e del gl'italiani in tempo che amore primo ad accettarla e dello spagnuolo veniva ben significato presso d' potenza pre- sfogo meschina compenso, deboli puto sa- che non tro- , la conosciutissima descrizione prologo nel del Mare- Aretino. Croce. Pulcinella Loescher, 1899. (1893),nn. 245 e e — 247. il V. personaggio anche del lo stesso napoletano nel Corriere in di 15 lione, coraggiodi un'apertaribeldell'ironia. si limitano al serpentinomorso In uno scritto recente mai (1) il Croce, divenuto orcosi benemerito degli studi di storia del nostro non esser ragione osservare teatro,fa con vero, come generalmente si crede e si afferma,che ilsoldato della il in sé la forza né vando commedia soldato senz' altro ridursi possa alla caricatura del spagnuolo è in origine un ben distinto dal capitano, e non è già concarattere cepito come uomo un d'armi,ma semplicemente come un bellimbusto,sedicente gentiluomo,che sta molto in sussiego ed offre a tutti la sua protezionecon spiccata spagnuolo; anzi il preferenzaper nobiltà,le sue amorose; debole; sesso ricchezze tutto e lo ciò e, più vanta di la sempre tutto,le sue sua fortune quella contegnosa gravità e con (2). Un buon fondo di verità era dunque il punto di il rancore partenza della satirica rappresentazione ; ma insaziato de' vinti che mal tolleravano la signorìastraniera ed erano esacerbati da' ricordi ancor prossimidelle vasori, violenze,delle rapine,de' saccheggicommessi dagl'ind' ingrossarle tinte,adotnon tando poteva a meno entusiasmo con quell'unico mezzo possibiledi protesta.Sicché,quando un secolo più tardi le Filippiche del Tassoni levarono alto il grido di dolore e di rivolta contro l'aborrita dominazione spagnuola, non fecer che ripetercol tono virulento tiva dell'invetacre e ciò che già da molto tempo andava ripetendo, nella forma audace del sarcastico sogghipiù blanda e meno gno, propria della prosopopea la commedia (1) Ricerche estr. dagli Atti (2) Il § 3 sugli Spagnuoli — nazione sua fida in questo interprete, ispano-italiane. Noterelle dell' Accad. delle citate descritti Pontan. Ricerche XXIX lette all'Accad. (1898),serie isp. it. del dagl' italiani. Croce caso, Pontaniana II, p. 19. dà ampi ragguagli 16 del sentimento contumelia niun oltraggio, ove popolare nessuna stata risparmiataai nemici d'Italia. — era Innumerevoli le sono accuse loro di prepotenza, mosse di e rapacia,di piraterìa, perfino di miscredenza eresia. Fatto curioso quest'ultimoe degno di esser di notato, dacché conosce ognuno a lo prova cismo scetti- in materia che predominava negl'Italiani religiosa, del '500,il popolo dell'Umanismo e, in conseguenza, mento Paganesimo rinnovellato (1).Uno specialeaccani- del di essi trovasi contro de' Rozzi da fra Siena,la qual di questa il tutte al città invasione nuova del Travaglio straordinaria spiegatonelle rimasta di barbari. cia si malconBasti (2), che Fumoso di tali veemenza era commedie per molti costò accuse citare la guai autore. suo Ma spiritopungente ed arguto de' Cinquecentisti il sopravvento, e insisteva più ripigliava sempre lo volentieri sul si è come messo, tanto lato umoristico delle detto, la caricatura dello foggiando, Spagnuolo, che è cose, ciano più atroce,alla berlina. Gli si rinfacla pretesa nobiltà,i casati altisonanti, la prosapia maginarie ricchezze imgonfiata ; sono prese in beffa le sue nel modo di fronte alla reale miseria sua e rìa taccagne- di pabindolo,scroccone, mancator rola mani deridono le cerimonie, gì'inchini,i baciaindizi di animo ipocritaed interessato;e ; lo si chiama ; se ne come velleità erotiche sono le sue galanterìalibertina, Di più lo e dalle cortigiane. respinteanche dalle serve s'introduce spesso a parlare nel nativo idioma, perchè la non sua trova (1) Sul Peccadillo (2) Salvestro La Congrega nier, 1882, Voi. di Spagna, di Siena I, p. 246 sgg.; e Croce nella cartaio, ammesso de' Rozzi v. nel per sec. notizie Rie. Congrega XVI. isp. ita. § nel 1544. Firenze, 2. Cfr. Succ. C. Mazzi Le bibliograflche,II. p. 131 Monsgg. 18 alla trovata cuore fiachiavan e misericordia senza fame l'in- simbolo. Ma, considerando il tono apertissimodi glia rappresa- dello Spapoliticanella paradossaleconcezione domanda : Perchè, volendosi gnuolo, sorge spontanea una lo straniero tutto il satireggiare oppressore si riversò sugli Spagnuoli, e sarcasmo degl'Italiani di essi avevano risparmiò i Francesi che prima ancora infestato la penisola? La materia alla satira non rebbe sacerto mancata: giacché è proveriwalein questo popolo quella smania della hlague, della fanfaronata che rende gli uomini tanto ridicoli, che è comune in e ne' popolidel mezzogiorno,ma qualitàpeculiare genere de' Francesi,figuriamoci cano poi de' soldati francesi. Né man, infatti testimonianze burbanzoso a che mostrare il contegno di quegli stranieri alla calata di Carlo Vili Francesco era non sfuggito a' motteggi degl'Italiani. recensione al libro dello Scherillo, di Nevati, in una fra breve cui dovremo eh' è proparlare (1),osserva babile Y italicum acetum si fosse rivolto prima che aglispagnuoli contr'a quei francesi arroganti « pieni di miseria e di fumo, che disprezzavano, « per secolar discorsi della « consuetudine,gli Italiani e facevano medesima La delle gemme natura quale espressioneeglitrae ov'è fatta descrizione una da una portavan addosso ». lettera del Boiardo, Giuliano,capitanodei passò da Reggio con un di Don balestrieri di Carlo Vili,che mantellone di adorno che tutte grossissimegemme ragionamenti poi aggiunge il Boiardo « Li « consimili a questo suo GiorgioAliene blamente — — amico (1) Giorn. S(or. aparato che d'Asti, ed della pur ammiratore Leu. Italiana ». E nelle si mostra de' V sono farse di Gian altrove Francesi,non (1885)p. false. 276-283. indub man- - 19 satirici alla loro boria certi accenni cano si sarebbero che bene molto e vanità prestate ad stosa, fa- più uq (1). Tuttavia ben presto dispariràdal cuore e dagli scritti degl'Italiani ogni traccia di ricordo della burbanza francese per cedere il luogo al solo risentimento contr'agliSpagnuolì.La ragione di ciò sta anzitutto nel fatto che gli Spagnuoli son venuti dopo, sicché, come per lo più avviene, si obliarono le ingiuriepassate ilmomento ; ed allora appunto era per le presenti del massimo sviluppo della commedia cinquecentistica italiana. Ma poi gli Spagnuoliriuscirono in effetto più ampio svolgimento sul invisi alle lor vittime e per il loro stesso taccagno, giacché,dice concisamente (2): « rubava « dito « lo onde spendeva ; e rubava Spagnuolo carattere bene e serbava,il e questici rapace riuscì sti l'AgreFrancese meno sgra- ». Risulta in ogni del millantatore i loro nella formazione italiani strali contr' al soldato in massima Capitano da che caso gli scrittori contr' alla straniera il teatro oppressione;onde la distinzione Italiano che ventura, si tipo prima avevan di del volto ri- poi e può comprendere il Riccoboni fa tra lo zione, Spagnuolo (3).Ma tale distinaggiunge il Riccoboni stesso, riesce ciò che e assai addirittura falsa. Infatti il celebre ambigua se non Lelio,riproducendonei due differenti costumi,dice che il Capitano Spagnuolo succedette fu introdotto al passaggiodi al Riccoboni (1) Cfr. Cotronèi 1889, p. (2) Loc. (3) Louis Cailleau,1731. 114 Le Carlo V in Italia.Non la verità farse di G. e che all'Italiano, testo con- approssimativa di questa G. Aliane. Reggio Calabria, P. cari, Si- sgg. cìt. Riccoboni Voi. dit Lelio. II, flg.9 e 10 Hiatoire e per du théàtre italien. l'illustrazione, p. 314 sgg. Paris, 20 data,in quanto che realmente sembra che volta comparisca lo Spagnuolo (non però per la il GV Ingannati o II Spagnuolo) nella commedia degVIntronati,rappresentataa Siena nell'anno Ma il vecchio dice quando « Ha « nostra « « storico del teatro La « : attirò alcuni dominazione commedianti comiche solo in quellanazione; come Infatti, vero. de' tempo tipo; tant'è del nostro il D'Ancona stato importato qui Parrebbe avesse precedente maschera preso risolutamente del Riccoboni volesse Riccoboni (1) L' è non trattarsi di stesso incoronazione 1530, e (2) Op. si allude non attore che frase a un sentava rappre- succedette « quasi, restando del alla Capitano Italiano il posto.Perciò cit. Voi. ciò, ossia che di Carlo Siena V a mazione l'affer- esatta,salvo eh' eglinon vi fosse in confuso l'occupazione di (3) Origini del 8gg. mento docu- un Spagnuolo », parlare della question d' origine.Io possa p. 443 in testo,che l'invenzione dello Spagnuolo avesse soffocata la ne fatto af- è non (3),compagnie in Italia, ma ce uno quellanazione,bensì a un quella parte. Inoltre,può ritenersi giusta la lettera del e che »? ciò che, essendo nominato osservare CapitanoItaliano mescolanza il nostro ma di uomo al fa nella posteriore all'introduzione vero che risale al 1566 Ita- secondo bensì vennero abbastanza errore Capitaniche una il D'Ancona nota spagnuole (1). della loro nazione autore, il Capitano Spagnuolo sarebbe attori di 1531 degliSpagnuoliin lingue » (2).Cosi dunque, fra noi da Capitano sacrificio italiano cade in ciò dette al Teatro e penisola, parlavanola lingua spagnuola pura o delle due prima Bologna avvenne credo punto apdel nella mente l'idea di un' ante- era appunto accaduta in braio feb- il 24 quell'anno 1531. I, p. 56. teatro italiano. Torino, Loescher, 1891. Voi. II, 21 cedenza storica del gnuolo, e male. eh' CapitanoItaliano rispettoallo Spa- egli in Perchè fin de* conti si sia solo espresso certamente si deve non millantatore nella commedia anche che pensare tarda il fosse soltanto Spagnuolo; anzi si hanno accanto ad esso molti esempì di capitaniItaliani, sia non quantunque il carattere si concepisce di leggiericome e nei punto differente, vestiari delle capitano onde comiche compagnie Italiano accanto a là distinzione del nostro si avesse abito di un quello dello Spagnuolo ; Riccoboni, comico egli stesso. Il tipo del che senza soldato millantatore la distinzione dunque è del Riccoboni abbia tutt'uno un valore sostanziale, perchè, se è duplice,se il nome, l'origine l'abito e spesso la lingua son diversi,lo svolgimento del carattere è poi affatto uguale. Un' altra distinzione mi sembra tra il capitano e il bravo. piuttostoda farsi, del Gecchi (Scena IV, atto V) : Leggesi nella Maiana Spaona. Mosca. Capitan magnifico. Digli,capitan bravo. Sp. Vedi Dicendo Mosca. In su, 0 di Ti Sp. capitan, non eh' No, che Che Lo non come per poltron più vanno de' 5raw attorno dialogomi nella dirgnene? dodici d'argentibus che adoprano sempre spadone a dna pie? anche da favor le cimici. anche e il medesimo? papparuggine sbravazzandola vagliono poi due di a poi cimentandoli che Questo brano provare o spassapennacehi ferro Di fatti avvien non vengo de' capitan son parenti, che Quanti E ci e riescon 0 pecora: di noccioli? man nel combattere sembra commedia sufficiente si sentisse e a si 22 facesse qualche una quantunque ambito anche distinzione fra i questi ultimi come titolo, fa invece mentre Ed non com'io 1' altro chiamami sono... che era differenza una si arrogasser bravi, qui Sganghera: Insomma, Capitan, i capitanie bravo. un esisteva realmente,differenza di di professione.Giacché all'infuori del valore generico,peggiorativoed ironico,per spavaldo,smargiasso, stato e la un senso parola bravo che specifico, Garzoni novelle « sempre « secretamente "r lationi che « gannar « « con il dizionario spiega: quegli che « altrui per cagnotto ». Cosi li descrive Il proprio di cotesti è di portar : « serve prezzolato il buon acqpristandoanche venuta era in i lor volta,star padroni piaccionloro: le le pratichedi avisar signori,dar quelle re- su e adular trovate,seminar le parole, inse diszizzania, generar con sensione,partorirmalevolenza, farsi amici que' che del lor pane senza gli mantengono, e prevalersi punto meritarselo che aveva ricevendo mestieri » (1).Il l'ufficio di bravo dunque le mani menar stipendio,quando non più ignobili, era pur escluso p. es., nella per sicario un d'altri, conto esercitava non quello di Calmo, ove anco mezzano, il bravo Spagnolas del veneziano rose Spezzaferrosi offre a rimediar le pene amocavaliere bergamasco, già stato di messer Scarpella, condottiero in Ispagna,e che vuol farla da spagnuolo. Perciò il bravo era qualchecosa di più vile,di più plebeo che il capitano o soldato che dir si voglia,il né si buon quale anzi era per lo più un diavolaccio, abbassava fino a compiere si bassi mandati, limitancome (1) Op. di piazza. cit. Disc. CXI, De' bulli o bravazzi o spadaccini o agìierri 23 più specialmente a dire d'aver Vero combattuto su' campi di battaglia. è che bravi e nella qualità della più goffa capitanisi accomunavano farone spiritofancongiunta a uno poltronerìae vigliaccheria dosi combattere, a che lo ciò ha lo ragione avvertito aveva Spagna, quando burlescamente aggiunger l'epitetodi bravo parlaredi Sganghera, risponde colla Dicendo Ma le son in conservando di unico discorrere delle opportuna a anzi prima era compare e loro distinzione del Riccoboni, è spagnuolo.La non occasione tirannide. E, se di sì infimo stesso non una certa millantatore sua nel nostro veneziano forse Marco lo quello cui che il bravo non fiorire zione separa- seguito. spiegare la nazionalità San poteva in modo certo leremo par- in italiane, scene perchè appunto talora anche sonaggi per- diversi,ne vedremo come quantunque soventi volte sia nella oligarchicarepubblica di aveva nomi due tipo, lo ove origini, il bravo, primitiva di dirgnene? a stabilire sulle la forma pecora: tar a tratquando verremo media, svolgimento nella Com- Questo fatto potrebbe in fu : se, loro un come farsi nel medesime, del particolare pur vengo ironìa stessa le caratteristiche de' due conclusione,se in più capitan, non doppio capitano nel a Vedi al Mosca con e , d' senso, In oggetto del ridicolo universale. li rende riguardoa che e tro, tea- è fissa, perchè più che trove aldi strumento Spagnuolo è scendere fatto di- non livello, può dirsi davvero che la satira del bravo si rivolga contr' agli stranieri ma piuttostocontr' a quella piaga sociale,e tutta italiana, a , che, introdottasi dell'età tempi moderna, molto in mezzo alla corruzione si conservò poi, pur recenti: la storia informi. de' principii troppo, fino a 24 II. È il Capitano miles classico miles latino La — Le — farse antiche del millantatore è frutto de' xvi del — comparsa del secolo legittimodiscendente e U aXai^wv il e gloriOSUS? greco / romanzi Reliquie medievali — i fa,bliaux e diretto un francesi. sulle ed tempi ; è forse più rispondente all'indole personaggio comico italiane scene questo il di quelogni il più rispondente al fine che buona commedia dee proporsi, cioè,la descrizione dei nella vita,con intendi-: costumi,tali quali essi sono menti conosce più o meno morali,giacchéognuno in generale è a prova che la moralità delle commedie r quindi età, e .... assai discutibile. Certo quasi o sempre, vita è tuttavia che dei strombazzata tanto forse,in sta fin de' può sfuggiredel sec. legami XVI metodo spesso son al vecchio analogo,se affatto identici mutati e d'altra — in veste se la forma é latina del a di un cento Cinqueche lettore superficiale i pensare caratteri,per contemporanea. Che uguale,o la famosa, ed intimità produzione comica del latino,se si riscontra un persino gli accidenti sono classica, rimangono riflesso della vita anche parte,è manifesto ed stesso; anzi gl'intrecci dalla la il modo che cosicché la continuità tutto teatro materia sua ha conti, più nella forma neppure riannodano che tempi; la imitazione se Infatti, nella sostanza. di tratto sempre, seconda reale,a drammatico questo genere almeno molto non che non i è tempi più quanto pertanto lo muffati caun importa dunque simile? Da quegli 26 effettisimili », constatando producono primo. È s'inducono potè che accennare naturale, è direttamente è derivato dei fatti, riproduzione tale una pitano il Ca- e la quale metteva circostanza, lantatori que' commediografi certi tipidi mil- favorita dalla di gli occhi non — — , del soldato Ecco minavano gli spagnuoli che allora li domolto dappresso l'immagine richiamanti ultimi plautino. dunque gente, che uomini Latini assai se, costretti dalla evidenza ad esser sotto il secondo che concludere dal dei si affrettano, com' Cinquecentisti, dei a Gloriosus il Miles fra somiglianza perfettaras- una come starebbero le i classici più studiavano presenti,a forza Quella brava cose. i fatti che di legger Plauto e gli Terenzio e vere prenderela penna in mano per scrianch' essi qualche cosa, sotto la dettatura de'maestri : solo che si prendevano certe piccole libertà, per non passare addirittura da volgariamanuensi,, e sosti" italiani o spagnuoli, tanto latini nomi tuivano a' nomi qualche odore di novità e perchè i loro parti avessero sentissero troppo il rancido. Una non specie del padre s' invogliavanodi Cesari Ora, tende Terenzio traduceva che a co* riboboli fiorentini ! di parte lo scherzo, siffatto metodo a rovesciare delle l'aspetto vero nare ragiocose e, collo 1'origine specialedel Capitano,a confonderne che dovea quasi fatalmente, svolgimento posteriore, date le tendenze nel caso del teatro « d'imitazione « — si risentire l'influenza d' allora, latino. Ma 2" — «... argomenta può affermare . non per bile inevita- codest'odore giustamente lo che in Italia vi siano Scherillo state due « quel tipo: 1' una prove1'altra spontanea e niente dalla tradizione letteraria, popolare.Invece par certo che, quando la commedia «. sostenuta « « manifestazioni differenti di pigliòdalla piazzale maschere ed i tipigià 27 « Capitano,accorgendosi della somiglianzadi lui con l'antico personaggioplautino, le tinte viricolorò lo smargiasso cinquecentista con « vaci « ricoloritura ha « critici formati,e « « essi il con del caratteristiche e dato così appoggia la sua positivie precisi;onde una tuttavia del rimane asserto che facendo questa succose ma role pa- che Pulcinella, opinione su dati di fatto dimostrazione sistematica non suo brevi con dal valente illustratore di enunciata E romano. all'illusione ottica dei occasione » posteriori. questioneviene La soldato farsi. Ma da ancora noi, piuttosto ceremo, pigliard'assalto il nostro problema, comincosi è lecito esprimerci, dal girargliattorno, se tatore un po'di storia retrospettivadel soldato vanil '500 avanti prammatica, da' suoi le traendo e mosse, com' primi rappresentantinel di è teatro classico. Un beck, in una una a 8US di tedesco,Otto genialefilologo da monografia specialeche fa come dottissimo e versione sua Plauto, ha metrica studiato l'antico del Miles Ribfazione pre- Glorio- àXai^wvnelle sue (1).Demagoghi, diplomatici, retori,sofisti e filosofi, poeti,indovini,medici i cuochi (2)si mostrano intinti di questo e perfino ridicolo difetto derivante malinteso da un orgoglioe riti, vanagloria,che tende a fare ostentazione de' proprimeanche a scapito della genuina verità. Di questa deplorevoledebolezza,pur troppo si universalmente svariate forme . . . e . (1) Alazon. der Miles Gloriosus, von lessicografoFeste aut Ein Beitrag zur griechisch-romischen Komodie, (2) Questo « manifestazioni eius Otto carattere : generis. t Maeson )j Ribbeck dette antiken nebst Ethologie und Ueberselzung (Leipzig, Teubner, luogo persona alla comica maschera des zur Kenntniss plautinischen 1882). Maeson, appellatur aut di cui coci aut nautae il 28 dell' uomo, stessa si alla natura perchè quasi congenita diffusa,appunto immodesta di potrebber dunque e vanitosa eccellenza, per leggierienumerare una tità quan- noi conviene a ragguardevoledi variazioni ; ma fermarci subito alla saltare a pie pari tutte le altre, e forma più tipicae più importante nella storia del teatro, la cui tradizionale e sciocca eh' è precisamenteil soldato, burbanza è apparsa comicità in tutti i Nel teatro tempi quando, cioè, alla satira politicache Antica; più individui non della società,ma e della più misurato e riso zialmente essen- dia Comme- meno che vocante pro- assaliva facendosi individui, contemporanei far nomi senza tardi, d' indole Nuova, classi d' di le letterature. predominatonella il riso ma de' costumi in tutte personale e avea sottentrò della Media e si stabilisce abbastanza esso greco sorgente inesauribile una come chio spec- flagellandoi e allusioni o ad vizi per- sonam. È nèa les. che vero di al apparteneva risparmiava i suoi avversari sovente ridicolo,atteggiandoli spacconi,che e alla commedia mancano figure molto simili a ciò che diverrà Fiorito ne' tempi diffìcilidella guerra Aristofane non non una stolta sicurezza bramosia per una Aristofa- il futuro siaca, Peloponne- partitodella eh' esso suol in sembianze temerità mal mi' pace e coprire di grotteschi consigliata di gloria,compromettevano la alla rovina,indella patriae la conducevano volgendo in pazze intraprese.Cosi Lamaco, un dei capi dell'infelicissima spedizionedi Nicla ed Alcibiade,è per la sua Sicilia insieme pomposa con armatura nella Pace. Gli e negli Acamesi ricle : lo stesso Peesempì potrebber facilmente moltiplicarsi gamente, non isfuggia' sarcasmi del terribile poeta.Analoil dio Dioniso nelle Rane, parodistica anche mordacemente deriso 29 partitofavorevole ad Euripide(1),è cole, irreverente umorismo un con falsoErconcepitocome la pelleleonina sulle spallee la poderosaclava in Ma né questa né le altre caricature mano. suggeritead Aristofane da passionepolitica o da rancori individuali, incarnazione del danno indizio di ancora propositodeterminato un il in del millantatore tipo umano seguito,come di condizioni gerà si svol- che portato di avvenimenti naturai richiamano sociali che presentare rap- a in certo e il senso a pensiero all'ambiente Italiano del sec. XVI in mezzo rivivere il nostro cui,a tanti secoli di distanza, Capitano. Anche nella Grecia introdotto, pare, dedite a' traffici ed invalso era dalle colonie ioniche a' commerci delle venale di armi, avevan stranieri (2).Si di rimaner decaduto il valor i e tradizioni, ebber non da che infame mestier poi dopo Rane, all'Inferno fra Eschilo comprende il (2) Sulle suo errore di per invece et ideali, senza rendevan così il corruttore di ammiratore a' vivi; ma, il come udita la che carmina l' del- quel poeta, disputa che primato lassù nel regno delle Euripide riporta fra' vivi cfr. o ^ivorpo^t'a jxcrfloifopi'X origini della Boettiger. Oputcula Euripide Dioniso, fervente ed golare re- volgimen que'grandi riAlessandro di Macedonia, il poeta Euripide e a avvennero ricondurnelo per ed faccende delle armi. la morte tragica.Nelle le antiche di Temistocle e patriae pagava nell' Eliade considerava agitava A. meglio (1) Aristofane discende C. chi a 1' onorato Quando arte di Milziade lonie co- cia, Gre- patria.La nazionale,dimenticò senza gente prezzolata, si davano trovar dalle e casa, di lasciar le loro vergogna a tadini permetteva agli imbelli cit- nella madre discendenti neggio ma- all'opera purtroppo tranquillamente a diffondendosi venne al atte ricorrere cominciò nari, merce- che, troppo essere per dovuto un' istituzione che comoda dei l'uso si ombre, Eschilo. specialmente latina, Dresda, 1837, p. 266. so per della vita scena gesta leggenda, di della Alessandro di Giove un il fu e Noi la malattìa dobbiamo questi parvenus facili le mal e per la corte empivano a di stosa fa- Infine, glorie. le gara glio fi- da' sacerdoti salutato generale. immaginarci, (2), il Guizot scrive torie vitcon che, arricchiti all'improvviso lo più incruente,andavano a .godersi fra' conviti insiem la loro boria le e co' denari e le loro spacciando le più goffe e a' loro benevoli glianti sma- e stravaganze (1).Si propagò conquistatericchezze portavan pure meravigliose all'infinitogregge divenne delle molli città greche, e vi comparso venerato parossismo di alle più inverosimili contagio,e delle la teatro rono qual dio,cominciageneralia credersi figlidi dei, e in rono morbosa megalomanìa si abbandona- Ammone i suoi anche quella del Magno era mezzo che adulatori,sofisti e parassiti del gran Re, sublimandone dopoché ad elevarsi veramente fama la disputavan ne volentieri le tinte calde assunto aveva in e Alessandro figura dell' àXai^cóv. come fulgida meteora, e la sue se incominciò si che successione,allora nella che de' Diadochi le contese cortigiane e col lusso maginarie prodezze im- madornali uditori,i quali erano per bugie la massima renza parte que' servi o parassititanto compiacentiin appai respettivi tavano verso padroni e mecenati,di cui sfruttutto lor vantaggio la insensata a strando vanità,modi crederne e di secondarne cerie,pronti poi a riderne giuocar loro,con vile Di siffatte macchiette op. (2) Guill. Guizot. Comédie et la Société cjt primi e magari a i tiri più birboni. ingratitudine, esilaranti p. 31 Ménandre. grecques. sman-^ essi per l'argutospiritodella (1) Ribbeck, le ridicole era Nuova naturale s' Commedia dronisse impa- Attica ; sgg. Étude historique Paris, Didier, 1866, p. et litteralre sur 259 sgg. la 31 » e « « condizioni ^c lo « Antifane come, aveva inferisce il Ribbeck — « — conforme alle dell'età sua, Aristofane politichee speciali ritratto ne' demagoghi e ne' sofisti, e come Alessi ed nel cuoco, cosi la commedia di raffiguròil tipopiù completo e drammanel soldato j". Il suo « tico dell'àxa"?w7 incesso,il suo il nome stesso ne denotan la natura; e, quanto vestito, le e egli è valoroso,altrettanto è bello e irresistibile, innumerevoli vittorie della sua sono spada non gliate egua« Menandro da' suoi infiniti trionfi in Amore. che Menandro, il maggiore de' vewrepo/, lo trattò con somma compiacenza ; e il capolavorodi questo genere sembra che fosse il ©pawXecov di cui rimangono (Trasileone) sci pochi versi. La figuradello "^svSripxKXrii; (Falso Ercole)potè esserglisuggerita da un tal Nicostrato, duce degli Argivi,uomo ridicolo per la sua vanità e si presentava in spregevole per i costumi, che non pubblico se non vestito della pelle di leone e colla clava sulle spalle,precisamente come il Dioniso delle (l).II 2"xdwv/o?(Sicionio) e lo SevoXoyói; (Reclutatore Rane di mercenari) hanno certamente due per protagonisti di que' reclutatori che passeggiavanola Grecia in cerca di soldati da arruolare, Sidone allora essendo una delle città dove più fioriva questo nuovo cio genere di commer; ha ma anche in queste,gliscarsi frammenti parte, naturalmente,il falso bravo. Anzi tofane del S/kdwv/o^deve caratteristico nella la vera natura dello brevità Fiero aspetto,vii (1) Diod. Sic. XVI (2) Questo ma in Stobeo cfr. Meineke. vereo Fiorii. tanto suggellare smargiasso: Kazv)' fiiyò'-^tcìy §.- Ssi^atat « a dicono, allo Stra- forse riferirsi quel verso concettosa sua lo core » (2). 44. Plutarch. è citato da "ppéysi; De Fozio 8, 10 è riportatocome Graecorum Fragra. Comic. adulat. e da dall' lY et amie, Suida come 184. di Menandro, di Filemone: Ey/stpt'Stov p. 8 e 201. 32 Forse de' suoi anche altre produzioni dello stesso autore seguaci potrebbero offrire nuovi esempì tipo;ma nostro è inutile trattenerci alle manifestazioni di ricordare anche variazione una è veramente tipo d'intenerir fantastiche assai interessante. ; ma, millantatore la bella crudele bravure,che al contrario ispirano un'avversione E il schiava una nemico mi preme che faceva le offre Trasonide bile, incorreggi- col di racconto la muovon sea nau- invincibile per lo spaccone. riesce in poveretto non donna, Soltanto esso. le la che del di del oltre intorno (l'Odiato)che Mi(jovjj.eyo; il innamorato spera e greche più e lo nessun aveva modo piegar soggiogato,lui a (1).Neppure la di astenersi ormai dalle vanterie impietosisce promessa che gli risponde esser ciò impossibile quella spietata, data la sua natura che il sopravripiglierà sempre vento i frammenti (2).Insomma, è facile capire, sebbene noi dicano,che il povero riuscirà non "I'!7oujx£voi; nessun tremare ? a conciliarsi il La dell'amata. cuore situazione,imitata verosimilmente stessa da Me- nandro, ripresealquanto più tardi Luciano in uno dei suoi dialoghi di cortigiane(3), ove Leontico,avendo fatto fuggir via la bella Innide,spaventata da' suoi terribili racconti ch'egli credeva invece dovessergliacquistar fama s'induce finalmente, dopo molte presso di lei, mandare il parassitoGhenida acciò rassicuri a esitazioni, Innide : « Va' dunque, o Ghenida, e dille che son non bugie; ma assai comico, tutte fr. V MttyovfJL (2) fr. IX Miaovjx (3) Dial. Meretr. è data da ». Le che mostrano (1) aXa?wV ve' (Meineke parole,di effetto fanfarone riapparisce ultime il fr. Cam. Gr. IV, 170. (ibid. p. 171). 13. Una Teofrasto descrizione ne' Caratteri sistematica e completa (Carati,xxiii). l' del- 34 « personaggiopiù estraneo, più sconosciuto,meno dove il coraggio era naturale a Roma troppo generale per non esser modesto, e dove un falso bravo avrebbe non potuto arrischiare il racconto delle sue vittorie dei che le vere vittorie immaginarie senza « soldati Romani « rame a Roma, « ff « « il venissero non le menzogne e superarne insieme le finzioni mancava dappertutto,non falsi bravi,e Plauto stesso come contingentede' in quel noto passo smasche- a del Curculio ove Anche ». davvero ce il cura, lo assi- l'attrezzista tro speciedi « carta di Roma », additando^ fra l'alil luogo ove anche più facilmente potrebbetrovarsi nere cioè presso al tempio di Veuno {gloriosus), spaccone bili nazionale de' suscettiCloacina (1).Ma l'orgoglio avrebbe tollerata la parodìa di quella cittadini non militare che, unita all'accortezza e al senno professione costituiva la loro forza e la causa prima della politico, loro grandezza; ond'è che presso di loro il miles gloriosus che un scenica non maschera come potè essere prodotto esotico,un frutto d'importazioneforestiera di dramma cui la fàbula togata, ch'era il vero nazionale, rosa soggetto a rigoromano, d'argomento esclusivamente non dovè, secondo ogni ragionevole presunzione, censura, fa una conoscere neppur Tuttavia qualche cosa l'esistenza. del genere si dovette avere popolariche rappresentano la parte più viva, latina. La satira spontanea e personaledella drammatica che non poteva toccare il senatus popolusque romanus, alle altre popolazioni non era ugualmente inapplicabile i Mimi si divertirono spesso le Atellane e e Italiche, alle spalle dell' una cui talora si dell' altra città, a o certi costumi come o difetti.Di milpeculiari assegnano nelle farse (1) Curculio IV 2. 35 lanteria almeno restano ne dovesse ne Maccus Ma due miles (3). tutto ciò e' interessa Atellane lascian che il contenuto essere Milites : vati conser- capire qual Pometinenses, mediocremente, sia perchè sia perperduta ogni ulteriore notizia, chè che acquistasseun' importanza speciale abbiam ne non fra i titoli di Campani (2),e viltt^i (1),di Prenestini tacciati, per esempio,i eran anche appare nelle Atellane sicché vien tipo del soldato,che per il ai teatro latino si restringedunque, in ultima analisi, greci rimaneggiamenti di Plauto e di Terenzio. famosi son Questi due nomi congiunti, sempre risulta cui Plauto,sebbene ragone pa- della che fabula palliata, poeta del popolo, Terenzio per il poeta aristocratico, il poeta dell'eleganza e contro il raffinatezza, grecizzantedi di come forma, laddove s'induceva talora e un' del Klein che opposizione fra ma Ellenici, necessità il suo siero pen- rude romano, perciòappunto più efficace anche se inelegante, espressiva, spontaneo. Mi sembra la frase di sentimenti e intieramente quasi sempre ma castigato, poco anima il Sarsinate solo per ricalcare i modelli a riman e un tutti sanno, chiaro, come cultore anch'esso essenzialmente della d'istituire fra loro fatto volentieri da era il Plauto fra la Terenzio e rileva questo contrapposto, aggiunge l'erudito (4).E tedesco,riesce manifesto ritratti da' due « ne* due (1) Plaut. (2) Cfr. (3) Maccus un quid (4) « Schanke 521). La simile Livio .... gegen frase 24 del nostro Plautus, das Haus 46 e la e millantatore Praenestinum delle una è molto : XXIII, era bei « tipidi Bacchici. Tito taverna opino 47. XXV, esse casa : » ita erat gloriosus. 13. quattro maschere principalidelle Atellane, Pulcinella. in gegensatz herrscht tedesca, se » si zu Terentius, vuole, ma Oppositionder cine (Klein, Geschichte pazienza des ! Dramas II, poeti,alludendo, cioè,al Pirgopolinicedell' uno col Trasone Infatti,se Gloriosus terenziano. chi differenza si riconosce deriva solo il mite viene Terenzio, che introdurre ad fra' due che diversa inosservata passare la diversità dalla natura il Miles commedie, può non facilmente che delicato e le due d' intonazione tuttavia lo stesso, e fondo legge 1' Eunuchus, e notevole una a gonato para- spacconi, il carattere di in rappresentazione degli autori. in è una E invero sola commedia spavaldo,ce ne dà un'immagine assai attenuata Trasone ami e incompleta ; che, sebbene dugia s'ingloriarsidelle sue perfezionifisiche e morali, non nel racconto di fantastiche somma imprese, rimane inmolto addietro alle colossali strampalerie che avevano in bocca messo L' indole di Terenzio molto è esso dolci fredda e dov' che esso serve di solo della così per una come sicché ogni brutalità,co- tratteggiarcaratteri a alla non rappresentazione del è una figura insipida dire, personalitàpropria parte essenziale necessario cortigianae greci. del zimbello nell' azione, alle che parassita mene lo met- mezzo. Al contrario,la Plauto, quella vis a abile da Trasone suo ha, non esercita non fraudolente ton ripugnava più il ì comici aka^óysc, a' loro appassionatiche e grottesco. Perciò e lo piene mani, fantasìa comica anche a umoristica ch'egliamava scapito qualche e di di sbrigliata profondere volta del buon trovalo gno avevan un dell'eleganza, soggetto denella riproduzione dell'antico aXai^wv lo ; e, sebben imitasse dal greco, si ha luogo di credere che egliimitando che il suo tanto Pirgopoliniceriesce esagerasse, l'uomo più vile e più abbietto,e nello stesso tempo il più stomachevole del mondo, salvo poi millantatore lasciarsi gabbare e schernire nel modo a più atroce dal gusto e 37 inseparabilee suo gì'Italiani che ne' classici mento svolgi- davvicino più » e Thrasoneria « si facesse la creazione lo attesta ce Thrasonismo parole « allo l'influenza terenziana sentire;e fortemente ricercare a aiuto attenessero anche turale perciòna- andando XVI, sec. Capitano,si Plauto, per quanto delle del ed esemplari ispirazione del loro a fedel servitore. Era poco venute di- d , d'uso comune a designare i bravi e le loro bravate. il più celebre de' soldati è rimasto Pirgopolinice fra le venti commedie ben altre cinque, ma plautini; cioè il Curculio,VEpidicus, le Bacchides il Trucue lentus (1),contengono il nostro tipo,che rimane per lo più uguale nella sostanza subisce parziali modificazioni. ma Contentiamoci Poenulus che cosa — benuomo si (2) ascolto ! del un specialmentecome tone ghiotil dabpiù comunemente strana, mentre diletta a sfamare i parassiti che glidanno , di il Cleomaco e matricolato Il miles l'Antemonide si fa notare — l'amore di ricordare che una non Bacchides,un peritadi cedere per si delle due gloriosus non nella Roma delle fante furnaro de- cortigiane. aveva né poteva schietta duto go- profonda come già innanzi nella Grecia moribonda; popolarità, ond'è ovvio ammettere che si dovesse di leggieri smarrirne la tradizione di personaggio da commedia. Né giova che (1) Anche la fama il quando vivos rapere repubblicanauna aver parassita Arpace etimologizza nello il suo Plauto Pseudolus nome dal e assume gr. di Terenzio l'aria di millantatore, «p;ra?ctv = hoates (II 2). basti la formidabile vedere egli è pure un spaccone: dell'atto II ov'egliracconta a Lupo la sua gloriosa spedizione (2) Ma scena imperitura di e gli homines volatici. nota tro con- 38 delle trionfasse mio seno adoratori classica latinità della dilettantismo,si ostinavano Hroswitha monaca limitarono per lo stile di e a' danni più due Baucis dì Trasone versi del e del terenziani, solo riman una nel servo tere carat- : del breve corso , traccia ben Obvius exit ei Thraso, sui gloria potus. deus est, cui Venus Cui ventar apta comes Ma stante. disgu- cortigiana.Quivi, una evidentemente del terenziano fugace ne' e innamorato, per farglipagare 1' amore i nomi malgrado cinica l'oscenità, mezzana del milite prezzo caro la scolastiche, Thraso poemetto dialogatoin distici, un raggiridella i descrive esercitazioni vacue a formale, sciocca imitazione una caratteristica è nota Così Davo più ad occasione dava cui unica a di sceneggiavaepisodidelle vite de' Santi intento spirituale e cristiano;gli altri si alto un che chi vec- eccezione fa onorevole in sei drammi che de' orme terenziani metro con che, per puro le ricalcare a questi tentativi Fra comici. la tanto sol- non Ma che la coscienza agli eruditi di professione. l'antica deled umano dell'intimo significato psicologico si fosse ormai maschera dileguata,son prova, nitenti credere,certi tentativi isolati e solitari d'impe- in a medievali,e fitte tenebre più il soldato dramma millantatore si non la Co- ! E mostra mai moedia de glorioso del francese Matthieu da trae in sostanza (Matthaeus Vindocinensis) sformato è aff'attotrasoltanto il titolo; ma Pirgopolinice Vendóme Plauto (1) Cfr. in Jahrbb. tale né (1). come de milite si vede : « H. Hagen. f non Class. pubblicata moderne. dal Du più scrive il Le Clero — Eìne antike Komódle Philol. XCII (1868),p. (2) Hiat. littéraire fa come de Méril la in France. in diatichischer — Nachbildung 7H-729. Tom. appendice (2) XXII, alle sue p. 58-62. Origines La Comoedia du théàtre 39 cavaliere che corteggiale donne, e « se « accolgono con una premura al disprezzoche loro suppone « non un alla virtù né caratteri, « leresca stramba che y". Ciò che, che da se un esse rassomigliané non il teatro antico per tali dell' età cavalle vantata tanto eh' lato dimostra che la plautina non rito parlava piìiallo spidi que'tempi, suggerisce d'altra parte il pensiero fosse nato di nuovo di diverso che e qualche cosa caricatura si prestasse Forse a tal genere Matthieu de di satira. Vendòme é troppo ancora moto re- del (lo si crede vissuto nel sec. XII o a' principii nella sua Coseguente)perché si possa creder possibile moedia intenzione una satirica cosciente e diretta con- tr'ai costumi Ma questo indirizzo si svolse più dell'epoca. tardi e si svolse a vituperiodi una grande istituzione ch'era germogliata in mezzo al mistico ascetismo della Chiesa cattolica ed alle ferree ritorte del feudalesimo, ed illuminato l'ottenebrata società dell'Europa meaveva dievale di una luce vivida e feconda,convergendone gli il lontano Oriente. La Cavallerìa sguardi ansiosi verso era sorta,madre di magnanime imprese e di eroismi sovrumani: nobili cavalieri di molteplici Ordini avean corso il mondo colla fama delle loro gesta,compiute nel nome di Dio, dell'onore e degliocchi della loro dama. A poco a l'ideale cavalleresco poco stabile propria,e e si fissarono Magno dar e i Cavalieri soggetto conservò insieme nella a tutta l'elemento meraviglioso,doveva favole. Giacché assunto tevoli personificazioni più noleggenda. I Paladini di Carlo Rotonda quella letteratura reale popolaritàe e la fervida le vennero a che romanzesca che, mescolando storico col fantastico alla fine divenire ingrandi smisuratamente mia fisiono- una sue della Tavola tanta sempre le aveva un e col intessuto di immaginazione de' cantori note figurefino ad attri- 40 buir loro portamento da prepotentio contegno, più che da eroi,da e bravacci. A noi spunta sorriso fra il un compassionevole e lo sprezzante nel leggere i famosi accettati con gabs dei Paladini (1) che pur forse erano la miglior serietà del mondo dalle masse ingenuamente credule ed acciecate nella venerazione inoffuscabile dei loro eroi Ma prediletti. già per tempo, verso i principii dell'età moderna, si era cominciato diminuire la fede a a a que' racconti straordinarii, quelleprove miracolose, a quelle tempre sovrannaturali e quasi divine;e la sottilee appena punta dell'ironia s'insinuò, dapprincipio, per i romanzi percettibile i fabliaux,fino ad invettiva. assumere più tardi le proporzionidell'aperta Per rimanere ne' poemi del Boiardo agli esempi tipici, e dell'Ariosto Rodomonte e nélV Orlandino è la mensa mangia o beve. Cervantes,Don e Che sinonimo Pietro Aretino sciocchi e codardi che più? Chisciotte caduco spavaldo e è divenuto poi di come onore il più è e risolino beffardo traluce certo un Astolfo -^ d' entro di spaccone i Paladini Nell'immortale uno brutta Ma una creazione à il sconvolto che finisce sua nea, Dulci- parodistica era, per così dire, allorquando lo spirito puramente letteraria, era (1) Vedasi da del siffatta tendenza reazione ed più contadina. cavalleresco nella società lem campo sciaguratomonomane cui la una presentati rap- chi a : — son ghiottoniilcui ha perniciosalettura de' romanzi cervello,che si batte co' mulini a vento e della col farsi bastonare,in nome sempre a fra' cavalieri, si sfidan solo.... è dente giàevi- da specialmente il Pelérinage de Conetantinople, ove i gabs diventano suscitare non il dubbio di vi esiste. Cfr. per del Novati p. 280 n. 2. una la intenzione un Charle pezzo Magne cosi madornali parodistica che bibliografiadella questione tramon- Jerusa- à e sitati spropo- bilmente più probail citato ticolo ar- 42 nel bosco andava poi vantavasi ad di contro armeggiare.... e glialberi, de' nemici, è smascherato abbattuto aver vilipesodalla sua Bérengier au Ione cui. (1). In questo notissimo fabliau la atrocemente e moglie nel stessa posta in è scena Lombardia la gens Ou che è questa Francesi vecchia una poemetto la abbastanza De lombardo duello che osa non scongiuratodalla latina ha infine XIII sec. da desolata e : e — rappresenta tanto non est La res un lano del vilè l'incertezza fera. Grande accingersiall'ardua impresa, ed è si gran rischio: correr moglie a non dato aver si un e, AchiUes; decide solenne in campo corre dar a addio dopo aver alla taglia, batsorte con- provocato avversaria,la uccide. sfidato la temuta Quo blicata ripub- quell'animosoguerriero quel magnanimo senz' non un il Novati Non audax haec auderet Hector, non hic virtus ardua Herculis deflceret. Ma ad luogo dai (2).S' intitola probabilmenteda assegnarsi sostenuto la terribil contro dette versione cui — del metà che e recente et lumaca alla seconda burlesco di ripetutavolentieri accusa Lombardi, i contro curiosissimo n'est gaire hardie premia digna dabuntur? facto quae parva, causidici veniant. satira ma qui dunque ha carattere politico; divien paesana e sociale,quando nella Francia stessa zione si trasporta contro gli stessi francesi la ridicola invendes d' armes et d'une nel Dèbat femme gens contro un lymasson (3).Più tardi poi la satira contr'il (1) et XIV A. De Montaiglon tiécle. (2) Giorn. (3) Cfr. G.Reynaud. et Paris, 1880, IV Stor. Novati XXII p. /Jécwii 57. (1893) p. 340-S42. art. cit. p.349. des Fabliaux des XIII 43 soldato si troviamo al mistero mezzo in Vie La : ossia il venturiero gand, nel teatro allargae penetra per la prima volta popolare,ove Farsa una (1). Il britra predone, incon- prepotente e qual'è villano,e gli domanda Saint-Ouen, per poter raggiungere la scherni la strada insulti. Allora il villano scappa, ma ; bile che « mico « far vantare « raggio,e « loro » Celebre J. (3).Mentre il è padre ha tutto perduto in compenso per un e ha fìlsde (1) E. un Ì450-Ì550. (2) L. moyen'àge. Paris Petit sgg. Le s.a.p.28 le Due. in théàtre sgg. il prode 1886 p.258 Ancien quel franqate dr. la. Notice — de Julleville. La Paris, Cerf (3) Viollet 388 capolinoanche Fournier. del le figlio contr' il reame della perdita Colin. 1'unica 1 fatta dal nostro eroe guerra Data la popolarità del personaggio, era far Thévot il quale giovanotto, un pellegrinotedesco. È questa dovesse co- appieno la che si lamenta da nel Esso fuga, anche la giacca; ma prigionieroche poi si scopre sua fatto le combattere è altro che nella il loro esalta le bravure partitoper non consiste « mostrino Colin è donna una Napoli,compare di un pollastrorubatole arriva (2) da' fanfaroni de' fatti che raccontar viltà intanto può sfogarla il collo. Julleville incessantemente che da sei mesi di egli non cui torce cappone dice il Petit de « maire ed sua teristica predilezionepe'pollie per i pollaiè caratdegli spacconi nella primitiva farsa francese, il procedimento molto ingenuo ma assai co- Tale in cui un su verso compagnia. il sordo,poi gli rispondecon il hrigand vorrebbe carsi vendi- dapprincipiofa ed inserita in S. Fiacre de un Il villano la Comédie et logicoch'esso di compo- genere avant a les di preda la Renaissance p.l8. moeurs en France au sgg, théatre francais (Collect, Jannet) tom.II, 44 nimento francese,la Sottie,che deriva,siccom'è che tutti gliuomini abbiano lato di un tutto noto, dall'idea follia.E il è forse non in millantatore, pazzo ? Infatti nella Sottie à fra' sots fatti uscire Sot dissolu Abus, dopo in abito A l'assault A che vai! quel che piliersecondo «: un Ma per opera fuori Sot di glorieux l'assault, a pointe! en Tutti i sots fantasìa làcheté della satira fu mal una Archier Sot glorieux Più ». Bomhance un oltre gli Pillerie. e riuscita istituzione ch'ebbe lasciò di sé la vita,ma corta innalzare raggiunto quand' essa Si tratta del celebre memoria. debbono compagni Làcheté, direttamente armes! aux di ciascuno: de tronfon gros fortunatamente e ! sus la il clou attaccò subito l'assault a segue. dati per son vien d' albero guerriero ch'entra gridando: con porta un de'conti, etc. (1) personnages huit da' tronchi fin Monologue più trista du Franc- Baignollet(2),attribuito a Francesco Villon data si pone verso il 1468,certo prima del 1480, de la cui della soppressionedi questo disgraziato corpo di Franchi Arcieri. Quando poi nel 1521 Francesco I tentò di risuscitare questa milizia rurale,gli stessi eccessi, tosto menti, gli stessi abusi detter luogo ben agli stessi laanno che alla lor volta vennero col FranC'Archier Il de dana fanfarons) — Nouveau p. XXII). Cfr. e sgg. ridicolo de La Cfr. E.Picot, Bai- sottie en p. 270. Th. Il, 326 segg. frang. (Ronmnia Th. notizie per Franc-Archier op.cif.p.208 Anc. le Due. l'Ano. op. cit.,p. 260 (3) VII Cherré Fernet, le Julleville Romania in (2) Viollet dram, di monologo (1) Petit Franca, de nel suggellati (3). storiche XVI Lenient Le Cfr. Picot p. 518 : Monologue Monol. op.cit.p.357 sgg.; des soldats Julleville, sgg. Lenient Recueil de e Julleville ibidem farces frangaises des (pubbl. XV et in XVI Picot et Nyrop., siécl. Paris, 1880 45 delle più felici gnollet,è una repertorio. Fernet, ch'è l'eterno abilissimo invenzioni dell' antico millantatore poltrone, sopacificicittadini o, more lito, ad assaltare i pollai,e soprattutto a raccontar alla vista di un plice sembravate,muore quasi di paura dato spauracchio da uccelli eh' ei scambia per un solBretone. La sua ridicola natura è dipintacon una a provocare i indiavolata: verve Je ne moi E qui : craignoys que les dangiers, je n'avays peur d'aultre chose. nella sommaria ci arrestiamo che ci ha per più complete enumerazione portato fino alle porte del '500,rimandando notizie a lavoro un sul speciale miles del Dr. Fest. vocare (1)Questi non sa esimersi dal rieil confronto con Plauto e Terenzio,specialmente per la farcejoyeuse, trés bonne, à deux personnageSy du Gaudisseur (2); ma infine riconosce che il carattere del fanfarone era teatrale già penetrato nell' ambiente francese prima che si possa sospettare un' influenza francese diretta esercitata dalla tradizione e classica. Il che è naturale,aggiungiamo noi, perchè del millantatore si è vecchia secolare la persona quanto il mondo riproduce nella vita e sul plice sem- nuamente conti- e gine teatro,imma- della magniloquente vanagloria umana che tenta mascherare la propria meschinità il sotto manto artificioso di vuote parole (3). Ma è tempo ormai di venire al Capitano della commedia (1) Der gen " italiana. Miles Gloriosus Leipzig 1897, p. (2) VioUet letterature Ano. delle moderne, Spàtere Bearbeitungen in der franzoaischen Komódie Erlan- 18-29. le Due. (3) Gli esempi x Th. II, 292 diverse trovansi sgg. manifestazioni raccolti in del tipo nelle Reinhardstoettner plautinischer Lustspiele Leipzig,1886 pali princi- Plautus. p. 595-680. 46 III. Il bravo Il soldato — Un della seconda metà di ziosissima classica. del bravaccio un — smargiasso villano Il — popolare teatro Gaspare Visconti, poeta lombardo del sec. XV, ha una pitturagra- di sonetto nel e imitazione della Distintivo — poesia nella Il millantatore tempo nato parago- suo, a quel Guiotto, di cui Tififetto l'alta poesìa (1) del buon chiude quale si la — ha non ma Ciò (1) poeta di che già fosse alla e terribile suo Macaronee anco il di un Fracassus p. 816. nel ha niente del e — v. veri Rossi, Di dello della Zannoni tipi di 1883 — raffiguratocolle Ma la gloriosus, miles Macar. stesso spada di p. 121. folenghiano (A. Baldus un precursori / Zannoni, descrizione ediz. dello Mantova, cui recensione con ridicola nelV gigante mostruoso esagerazioni, (2) Cfr.Rónier, Gaspare non XI, 1 conservato Teofilo Folengo. soltanto la incesso ha non gigante Cfr. di Odasi, Castello, 1888, St. XII, 448. maccheronica mentre sgg.) è del di Tifi Giorn.St. etc, in Cocai, Rossi, in Giorn. di vigliacco poeticadel '400; tipo del bravo nella letteratura Macaronea Città il come consacrato maccheronico Guiotto cor dimostra Allude Merlin poesia più ha ria tanto voglia bizzarra. l'aria sua l'arra ben darti turbo stimar suo ciglio, in corpo d'un coniglio (2). E per si dee Qaanto Non la : scimitarra, la con poi dimostra come questi termini in fa il tenribil El narra Portioli. Le II, voi. I p, 85 solite parodistiche millantatore. Visconti in Arch. Stor.Lomb XIII (1886) 47 perchè verosimilmente esempio caratteristico, allusivo a un già personaggio determinato, ma non n'è dato in una vizio sociale dell'epoca, un satireggiante anzi un di Canzona del primi bravo un trovandosi XVI, sec. intitolato miscellaneo risale di certo che Egloga oltre ai non inserita in un pastorale de opuscolo lustitia, importante (1).È un documento relativa antichità,che vai la pena, come per la sua integralmente: rarissimo,di ripubblicare 1513. ristampato nel Teste braze e getto mio con questo che alle volte mille in Teste Quando questa nel forte mio polpe colpe squarza sol un uccideria e braze huomini ^ via getto via. spada crudel iace pugno coltellate sì grande più che tre fornace (2) e a quegli che questo spiace via. dico : fuggi, scampa Teste e braze getto via. do summan ^'^ Se e ^^ ben vo che voi trarre me (1) Egl. post, de e giorno mi le teste stampala etc. alla II p. 101 braze getto via. trovato son tanto terra a lustitia son n. Comunale che di etc.etc— luogo senza ne salto. exalto in né segnala Siena, alto in caschate maggior stesso poi mi 1513, anno forza facto Da nell' carte, è questa mia! Teste quando hanno passi parte. ogni per delle Puttanaza che gran un extimate, sessanta el terreno 'n mi non fo tremare ^^ gli occhi bassi con l'altro 8, carte autore. due soli presso 12 Cfr. — nuovamente Mazzi. esemplari: La grega Con- uno servato con- il March. Cavriani infornate, cioè di Mantova. (2) Parola tale quanti oscura; sono forse i pani sta di per tre fornate infornate ? o in mero nu- 48 ^ più el bravo Teste Sempre né potta! pena di dritto a e la voglia Teste Per la vecchia non mi se e si potrà mantenuto getto vante gran via. getto via. braze e sufficiente con scorrettissimo la lezione fedeltà testo, permettendomi sol poche necessarie ripetono nella f via. tante porta Teste alla quello è mia. puttanaza, dar ben la vita *' metro, eh' / ninno avante, venga l' voi eh' io amaza non se (1) faschino el traverso braze gli dia ferite 0 •*^ : el mio ognun per e arriverso satiare vo ^^ Il l'universo io branche smembro getto via. paladino, un tema me quando correzioni amara braze e chiamato Son ^ dello via. certo giistare chi vorrà poi contrastare farollo presto in gelatìa. Teste Ho getto sia. gara di bravare cesso la per ti farò ^^ braze e mondo cercando ve mai cb'al buona volta di pronta intelligenza esso. frottola(in ottonari che piìirime della ripresa,con della o una del compoattesta l'indole popolareggiante ritornello) nimento; la lingua apparisced'originesettentrionale, in un e fan per seguente sonecto del bravo {Leze non n' accorzo)si rivela schiettamente mi me me veneta, mentre potrebbe rimaner dubbio,perchè per la canzone (1) gr. Voce ignota ?) Nel "p-xTya'jo-)i sp. azcona giavellotto, o o escluso che si Diez Ma non tratti di deve designare (Etimol. fazcona, simili. leggi fonetiche; onde che , che una può Wórterb. derivazione stabilirsi vocabolo pag. significherebbe: simile veneto niente o specie d' una è di toscano. 429) arma trovasi da (cfr. arma una rola pa- getto, asta, impossibile secondo positivo. Sembra le però 50 doppierebbe,se si potesse dimostrarla,l'importanza), trattarsi qui di una Rappresentazionené di un non Contrasto, ma piuttostodi un esempio isolato di quelle furono Moralità, che un de la Bazoche dai Clercs in Francia drammatico genere e Ma, la comunque all'Italia. (( gelare questa « la distacca « troduzione « rante « mento « profano. » farsa anch' al fine esso di E sana è questo di cerca comico elemento un cavato che aggiunge quindi l'autore da' prodotti francesi,è » nettamente di sin- stia,« ciò che rende cosa il che, secondo fortunatament";, mancherebbe D' Ancona coltivato « e l'in- ridicolo,ope- e ele-^ generale dell' azione, ma pianta dal teatro popolare vaccio appunto lo Spampana, il bra- giovane il corrompere Assuero « stesso (Spampana) parole. « Già il nome bravando dimostratie rivelazione. Egli esce è una scalata bravo. La dosi in parole e gestibravissimo originedalle vanal cielo,che deve ripeterela sua ai giganti,la diterìe mitologiche poste in bocca or struzione vc sfida « media colle « « « vane sue Marte a ecc., del cielo,la poi nella sono com- di ciò diverrà che si deve dello le bravate comune. esempio rimasto, che, sebbene ammettere Spampana appaiano pomposamente mi Spampana Che Ma più ancora molto mitive, pri- troduzio precisamente questa la primissima insembra italiano. Me del tipo sulle scene ne quel luogo della parlata,ove lo Spampana prova El tanto sia non dichiara dubbio senza poi antico il rimane del Venturini dico, naturalmente, il più perchè una Giove farsa la esempio antico a e all'improvviso. » Insomma, E e della terra ordine ogni di faccio a chi altrui ben 1' esser suo chiamo; paura voglio non e : un uomo sono sol col sguardo; mal l'abbandono. 51 al mondo più bravo, e più gagliardo si ritrova ; e te vo' dire non mie le pruove senza riguardo. ho facto morire. in un ne giorno Uomo Di me Tutte Mille Assuero si, delie mosche. Spainp. Assuero del intonazione medesima La va' pur seguendo mi fai stupire ecc. tu inflno adesso Che ? Che ecc. cune dialogo,perfino al- il far paura collo come espressionicaratteristiche; sguardo, la risposta sardonica dell'interlocutore ecc., si ritroveranno più tardi in moltissime commedie ; ciò nonostante che prova l'arguta congettura del come, sia ragionevole attribuire al Gavalier Quadrio, non la creazione Pesarese tipiche si frasi del secolo comico innegabile una Fu xvi. Alessandro noto anzi la di che 300 preponderante? È chiara prova, fra dà caratteri di personaggi Piccolomini, l'Accademico commediografo, dice intenzione sua necessaria una così per questo spiccatissima, ratteri personaggi comici,a renderli ca- l'altro,quella raccolta ben questa latina stabili, stereotipati ; del che pali princi- tendenza molti altri per cui formule, fissate,come coscienza popolare,nel repertorio della imitazione conseguenza come personaggio le un ritrovano della emanazione quasi di era di aver composta, tracciarne di Intronato ben mentre seicento; quel punto, gli fu trafugata la che li conteneva cassa tutti,sicché egli sconfortato di il ebbe il coraggio di ricominciare questa perditanon ma che lavoro di poi,giunto (i).Ed è perchè un poi (1) Gfr. 1579. render la Dedica peccato si avrebbe questa tendenza doveva a degli che qui Sfera un scrittori la possibile della tutto del ciò si servasse, con- esempio notevole che cinquecentisti, Commedia mondo non di dell'arte. A. Piccolomini, nezia, Ve- 52 Ma corriamo non nostri bravi o prima drammatica forma troppo innanzi,e restiamo ai buli,che, come italiano. Anche si accennava, furono la che abbia rivestito lo spaccone regolare li accolse,e perfino il teatro la commedia bosco erudita,per opera specialmente del Paracui produzioni, che rivedremo stano più tardi,atteparticolar predilezioneper questo tipo,quasi le una incarnato sempre in Veneto. un Tuttavia il bravo mase ri- più che altro nelle farse ed in altri componimenti popolareggianti(1); anzi quivi esso, che per lo vien talora introdotto a sua più è un vigliacco, voltg. come spauracchiodi qualche altro pecorone. Così nella Comedia Marcopiacevole di Saltafosso(2),Madonna lina non vuol più aprirela sua porta a quello sciocco mangiapane che, giù dalla strada,brava, ed è beffato dalla donna di ; finché,sopraggiunto Geola lei,Saltafosso ginocchio ad Circa del spesso lo profani Stoppato (pag. 64-65) Agar (D' Ancona, Mounier, non arroganza, ove gobbo ed come nella infermicela proposito un il Palermo (/ mss. II). eh' è (2) 11 ad un Mazzi Sindoni, 1549 — ogni vizio, codardi. della prodotto (op. cit. 2) Siena, Non Scozia magari ha abbastanza II 35 1581 n. ed Firenze, Le ridicola una del gobbo ; ed Firenze ladri come importanza Cecchi tardo 6) di Àbramo del e la anche ordinati Teatro, ecc., prepotenti, attaccabrighe,dediti come del XVI, creare (Origini il D' Ancona, e di millantatore Palatini cosi mescono complessione già riprodurre smargiassi Conversione soltanto si vuol quivi e anche verità, ricorda Rappr. XV di parla e XIV, 121-124, pag, tracce si questi, in nella spaccone a trovar sacro Fra de' seco. sgg.),si designan piuttosto al vino, al giuoco dovesser ne se esempi all' elemento esposti, Firenze, 1860, II,423) e I, 590 Voi. che Rappr. fra la deforme i soldati, di cui ed un I, p. 1). Ma Voi. 1872, opposizione sua Sacre riporta alcuni contemporanei. e pale tipo princivero e proprio sviluppandosiil naturale Rappresentazione, al accanto tempo, Stoppato (op. cit.)ne elementi eroicamente poco bravo, andava 124-127, 183. Parrebbe nella buio,marito perdono in ambedue. nello stesso (1) Lo Sacra chiede il ne (entrambe Francalancia il bravo ed. (Commedie, della cita ziché assassini, an- e due nella edizioni Palatina Milanesi, erudita. corrente di : 1) Venezia, Firenze): 53 ch'io mi sappia,per che compare, millantatore, di di Antonio la prima volta in un'Egloga Rusticale tolata: (1),intiPietro di Mico, detto il Correggiuolo,senese soldato soldato. d'un Vanto Questa operetta fu stampata solo nel 1546 (2);ma parole della Prefazione che va innanzi al che la data della composizione Vanto, credo poter concludere risalgaalquanto più addietro. Nella Prefa' lazzevole il Correggiuolo che «: questa solzione infatti avverte nuta operetta » fu da lui scritta prima della vedegli Spagnuoli in Siena (3),per ordine del suo signore « el magnifico et nobilissimo Marsilio Marsili del Gollecchio », il quale voleva di questo comico « scherzo onorare l'ospite suo, il sig.CapitanoGuglielmo divenuto ancora Capitano della Guardia di Corso, non sieme Antonio serbò copia del Vanto inSiena (4).11 nostro alcune da altre con (1) È hanno di altro un egloghe di varie basta soprannome farse poesia, IH, p.2", pag. 69) altri,fa (2) dilectevole, Opera Mico, detto XVIII E del Orbetello Siena con Collegio di del sono della state Comunale — l'unica con 125 fanti fanti il 30 di Siena. per — Sericea, Ragione d'ogni gere correg- el Chasella. Corso fu in di Siena condotto il 4 dicembre favorite dal e. 136. e di a libraio ». di loc.cit.), cui Siena. verso fu mandato risulta dalle — Viglio San aglistipendi 1526, a a di Pietro di Alisandro avvenne gennaio 1827, come predetto di Antonio (cfr.Mazzi alla Comunale spagnuola detto presso di Giovanni conosciuta edizione Bal'ia dell'anno cortesemente cit.II, la diflferenza Ma e op. lo anzi, volendo Villano un in Siena ad instantia esemplare Guglielmo 100 errore: Composta Stampata — invasione prima Anastasio di è unico un (3) La (4) 1546 da interrotto recitare. MDXLVI novembre questa da et che indicibile. soldato Correggiuolo — si conserva mi d'un Vanto « in detto rima. (Storia Il Quadrio egli pure cade confusione una (cfr.Mazzi, Legacci, terza molti a l'autore confusione, cioè, del- ; la nulla sa in comune errore Antonio rusticali riconoscerli! a si non Pier senese, e un soleva gliSpagnuoli, venuti Ma, dove cassa quest' operetta citare quest'Egloga, del quale 134-136),con autore di una contro guardia in occasione avuto di p. mettersi bene in » vestiti di attore. i suoi tenere facetie "r sue il 1530. della blica Repub- capitano in Deliberazioni Queste ed altre notizie sig.dott. Fr. Donati, bibliotecario 54 questi «: discreti come ciò che tutto "t del Pater « de' « cosa v'era volendo «t affermare noster, quale fu Lombardi, che Spagnuolo fa lo dice con quella parola in nome scritto. La prima prima gionta che che gli agrada: Da a v'è se cassa già composto di sotto qui è come isquadra,e «e casa gli portaron via la » è in nos trovò (1)». Tuttavia dopo la loro partenza egliriuna parte dell'opera, lascio immaginar dove ! porre e quest'aiuto, parte con parte a mente, riusci a ricomil Vanto che dette poi alla stampa nel 1546. Ma che la data della composizione sia di parecchianni più^ antica e precisamente anteriore al 1525, è facile dedurre « bis hodie — — dalla notizia che Collecchio trovavasi di Marsilio la morte Marsili del al cui servitio (2),il nobile signore senese il Correggiuolo,avvenne bascerìa poco dopo un' amnell' aprile del '25 (3) da esso sostenuta — notizia conservata libri della Biccherna « 1. 204 pagano (1) Intorno di (2) Per le Historie di persone del stofano nost-^r questo XVI, 1493. Si capisce che nei si maggio altre spese in Giorh. il Novali scrisse nobile la fine tra di Nanni in e, Mazzi del comunicate buona I, 28 XV sec. di Marsilio; Marsilio (o Leonardo) Nardo (v. inedite furon mi senese d' archivio documenti s'incontrano è di dipinturae e Tommasi, Marsilio di ; Marsilio da del nome ossia: Il di 18 Lombardi dei di questo estratte Siena di 1525. che trovasi 121-152. II, p notizie « taffettà l'identificazione seguenti dalle : per al Pater fllol.romanza, seguente ricordo dal di Nanni quest'ultimo, che fu il parte, 2). Tre n. il cominciare e di Giov. CoUecchio, del più noto, quello di Gri- nato nel parla cui il Vanto. (3) uno « dei cittadino Fu capi della della Giovanni fu mandato e per dalla Repubblica Francesco storico ; il Terzo che gli portò oratore a papa e di Scipione Sozzini, forse in seguito di quell'ambascerìa. volte dote 3500 Clemente nuovo oratore nel 1516 Nel in di gran « Città, cioè di 1522. Aringhieri Azzoni, di Tommasi risiedè due novembre-dicembre Malavolti ed lo Novesca d'Agnolo Iacopo Ugolini con fazione Repubblica 1515 dice i" a al seguito sposò VII bre-ottobre settem- Camilla fiorini. Nel insieme il 13 aprile 1525 Carlo V. Mori e strato Magi- Supremo bimestre » fu poco di 1524 con dito, spe- dopo, 55 « le bandiere per del GoUecchio silio di Lionardo La data e, siccome Pietro di dimostrato che una farsa un bravo, già sott'occhio (2), DINI I TO DET esemplare | el soldato d' vanto DIVTATO come anche trovavasi NEL I ChaSELLA in di pure (non ancora largo sunto soldato un un potuto averne rimasto. soldato un | VARO SI | PARLARE PO INTERROTTO EL ammettere tipo del millantatore,non di di del l'origine al lettore al 1525 bio; dub- Antonio che dunque inutile operetta, giacché ho l'unico Incomincia un credere sarà questa curiosa alcun lasciare possiamo così addirittura ma a narrava innanzi il toscana Capitano !).Non ME luogo Mico, quando Vanto, mentisse, suo di e* è non (1). » troppo sicura per è ce li funerali di Mar- fatte per honorare j composto , DA per FA ET VANTA, UN VI Antonio co | GIAR | e ciò | LLANO Mico di da Siena, Un (( soldato dice mal tuna, della For- lamentandosi vestito, : Ahi Fortuna et cruda dispietata, mai se a giugner ti potessi con mano dal capo a piedi ti vo lassar inuda. Miser a che me se Spada questa mìa fusse, et io fusse un Hettorre da strada. con questi panni paio un huom vitìo mi par l'altrui torre Troppo gran fatata assai qui mi par l'achattare '1 peggio, io non so vergogna '1 mal (1) Spoglio (2) Far qua della Giardini Biccherna. Cod, Giardino, in voce « Sciocchezze « è infrequente nelle e Vili, 17, a millantarsi, far grandezzate, = fiorettare,far fiorettature. « A. qual mi senso simili, e di nell'altro Commedie Cfr. Mazzi, Giudizio di vano, e. 1451. fors'anco op.cit. 1,245, n. 1 Castello torre. in aria, mente semplice: « e Questa quindi Laberintoi Impaccio, Imbroglio, de' Rozzi ». non 56 Questo è al soldato 1 Si onore che il villano lo soldato,così Oh di per Soldato, tu par o vuoi non non se esser il villano hai E a cui soldo? un ti trarrò Dio per il sonno. signor Iroldo mese un diventato. ma Veste, t'han questo fumo, manigoldo sempre. Sold. Chas. conforto. : Un di Dio per tutto Cfias. se' stato verso la moria. col in campo ero Quando giurato harei che solo in riccho voltandosi e », vatti con può donar mi non gli domanda tace, renza diffe- lamentarsi,sopraggiunge a Non Sold. la superbamente risponde : s'intimidisce beffa subito tamente cer- sentit'hoggiborbottare S'altro da me ch'un tuo par e fa apostrofa: il soldato Non delinea el Casella quanto ho buon Ma cosi chiamato « che e moralmente, il Capitano dal bravo. separa, Mentr'eglicontinua un assai onesto concetto un '1 far larghe le spese di Cavalli, et di buon fatto castron diventar l'astuto villano deride senza pasti. pugliese. pietà quell'altiero : consiglia va' fatti Pachino. Sold. Almanco da né che Intanto qualche guerra. Mare, et per Terra d' da bene ogn' huom ogni Capitan, mi in battaglia mai sferra. l'animo conosciuto So Ecco si facesse adesso egli vede per veramente « un gran le incominciano Signore — e in terìe! van- com- 58 efficacia satìrica che l'Aretino se storica non in bocca al pone quella esattezza millantatore,il stesso suo frase comincia Capitan Tinca, il quale, narrando una sua bravata,in«: la giornata de la Geri: Sappi che ne « gnola (1) che durò fino ad un' bora di notte, onde « ci morì buomo un d'arme, et due ce ne restar fé« riti,etc. Ma etc. le vanterie dell'amore: che Io egli gentil Fiammetta, per l'amor De delle già mio tutto era salvo v'era una lei mi segreto che quel espressa voce assai amava Costui,vedendo strada della morte se (1) Il di della prov. notevole di è male fatto che applicato restò vi di Nemours. storiche devoli Del tanto di sono dalla a battaglia la una osservo frequenti nelle del la verità e di qui tutto fantasia In feconda o : la cui Perciò per minacciò volta poi sono ciò che per '500 il 28 dico, basti il sono i nomi Capitano. villaggio una duca giovane le mai citazioni commen- al nostro ancor il mostrare se son di tino dell'Area tutte, non irriconoscibilmente del un aprile 1503 poste in bocca soltanto è il sarcasmo gravità la "r Cerignola patirono del generale inventati sempre una Commedie di tutto fede. andarsene generale de'Frances', lo stesso morto falsa storico i Francesi troppa precisione, quando che o cui resto, di considerazione fatti da parte degli Spagnuoli. da spera. ingelositolo quell'amore. battaglia è questa Foggia, press' a disfatta soldato », desistesse nome mai villa da il nostro Fiammetta non essa rivale,il quale suo si domandava Dragon : nominato. volte et spesse mi trovai con n' avvedesse che alcun senza se — gesta sue accennata sopra del Roma d'una et in tipo classico il racconta della lotta nel campo anco forte innamorato d'essa Donna, el nome in ero sostanzialmente cosa cagione amorose, del soldato entrano ritorna Ecco miles. {Talanta III,12). » meno sono trasformati sonaggio per- degne storici: e ì sati svi- 59 al Elegge Le Campo 0 tu 0 noi la di questa pugna sorti mi lassa Fiammetta r raccontare più fu come e spavaldo che esclamando: ritirarsi, villan El venni m' ha mi meni che sia un qua il terribile s' hora. ralmente, impaurisce, natu- più prudente partito trova horsu non mentre il Ghasella mo risoluto e lui faora vanne innanzi linguaggioaspro Signor da scherni, sicché gli grida : lo di già Ma, co' suoi t'ammazzare tal furon insistervi. traditore,a chesto a la spesa. definita la cosa, do A vai feroce vuol interrompe di nuovo guerriero s'adira Chas, che combattlam, esposte, ond'eglinon vuol difesa d'accordo la tua per tu dici il vero per far questione. travagliato il pensiero vi lassare in pace adesso il vero. volendo dire non posso ho dato fastidio mi dispiace. se perhò che Et Queste quale il Ghasella lima Hi r parole gli grida lima, dietro che ve del soldato, partito te n'andasti vedi hor te termina con ne che vai pari Strambotto uno il : è vero la paura, bravachione? che Pippion grossi non trovasti Per E le ultime sono un babbione di due - etc. etc. ottave,secondo uso. Così al 1525 più dunque oscuro Senese autore ritraeva il tipo completo del verosimile questa un esser quanto la meno già innanzi tanto millantatore, caricato. parabola che segnò E nelle infatti dovè sue modificazioni il carattere la commedia Sul cinquecentistica. dello poco stanziali so- traverso smargiasso at- principio, 60 lo si prese a trapiantare quando, dalla vita comune nella letteratura, specialmente nella drammatica, esso doveva appariva quel che cio di ventura prepotente e potevan poi facilmente ma già traccia trovar alla fantasìa degli scrittori,e imitare anche qui gli alla fine ben che tanto plautino si antichi poco si riaffacciò trovò modelli dovette più : lora al- biamo dob- ne — farsa del Venturini nella del soldato ; solo non presto però la memoria cui ciance alla prova e ridicole, esistito. Ben sempre soldatac- un tipo bastanza quelle proporzioni ab- di soverchio non ma smentite esser : le parolaio, gran in esistente, veramente questo in realtà essere ? — potente comodo di s' imitò anzi rimanere del tipo del l'esagerazione reale,e si foggiò un Capitano che fu L' effetto non miles già esagerato di Plauto. poteva nella Commedia che uno esser ; e il Capitano divenne dell'Arte Pulcinella l'imitazione latina non principio che accidentale ; e di ciò è riprovail genere cui appartengono le due più antiche composizioni esser drammatico che Vanto d'un Che Farsa chino, Arlec- erano simili. e Ma, ripeto,in potè maschere fìssa,come maschera sul abbiamo veduto, massime la seconda, il soldato. infatti la Farsa Contrasto o Satyra Moralità che Morale del sia, è bensì Venturini, un ponimento com- d' indole cavalier colta ed allusioni per lo stesso Spampana potrebbe ricondotto al miles plautino, gran difficoltà esser la forma, s'intende,che la figura del bravo dolo subche qui assume le parti di seduttore, anche e tristo, e senza il suo popolare, ma autore, un Pesarese, apparisce come piuttosto persona le arieggiante al classicismo. Frequenti sono scenze, mitologiche, frequenti le classiche remini- non è che carattere dello troppo moderna. 61 Al commedia voglia fare che perciò se ne simili,senza disonesto; che anzi il malvagio o un un alla coscienza sua e 1' elemosinare come orgoglio.Ma il fatto in grazia de' suoi povero al le tutte con de' suoi repugna cuoce della superbo e povero venturiero,ritratto è il senese caratteristiche furto soldato contrario,il suo stesso ch'egliè stessi vizi, di vero, pouna sente lo studio del reale, tutta militare, non dissipatezza la riproduzione di una figura in quel tempo ben ? nota Ciò risulta commedia e di Pietro un cui ci fa sapere come era, nobile senese della essa egli stesso, quantunque ; e, di notizie 1' autore nio può ricondursi. AntoMico, soprannominato il Correggiuolo, il genere di considerar dal ancora sul conto suo al « servitio Y assoluta per di » canza man- ignoriamo qual fosse si può per altro presumere precisamente il suo ufficio, del Signor ch'ei fosse una speciedi buffone-attore-poeta del Collecchio,il quale, come giovine,si sarà dilettato piuttostodi un una d'altronde dotto. Nulla Antonio a fosse come serve a arguta che il contrario. nota Il di che il nostro mostrare di lettere: lutto uomo far credere è, piacevoleed persona anzi buisce contri- nomignolo reggiuolo Cor- il Mazzi un {loc.cit.), nome sopranStrascino,al Mescolino etc, mettevansi nella Congrega popolare,simile allo non e già di quelli che de' Rozzi i quali eran formati altrimenti. Se Niccolò di Ser Ambrogio Campani (loStrascino)e Lionardo Maestrelli (Mescolino), quantunque divenuti Accademici Rozzi, conservarono que' soprannomi, ciò fu sempre probabilmenteperchè tali soprannomi furono anteriori del Vanto della Congrega. L'autore alla fondazione — seguo sempre il Mazzi dell'Accademia,anzi non — non dovè fu uno de' fondatori presumibilmentepren- 62 dervi neppur (antichistorici de'Rozzi)ve si Atti della Congrega non contare forte altro un lo il Ricci e ascrivano,perchè negli allusione trova argomento lui ; a silentio ex senza il : non Del cioè,dichiarato egli stesso, nel titolo o nella prefazione de' Rozzi, conforme all' uso. al Vanto, d' esser resto, ammesso appartenuto pure ch'egli avesse alla Congrega, questo aver, Accademia celebre società vorrebbe Senese di dotti ; anzi ascritto chi è questa narra, et recitossi « in A ». Troiano affatto che erudizione. di Mico In fu la frase sa che del del com' si suo egli imparò ritener come : questa spada io fusse fusse, et una sione conclu- uomo ordine per si volesse non la poteva esservi non d'occasione meno ognun di di Pietro se mentre che noto niente era perchè poco, poi sudar troppo, se, giorni otto.... si compose, indizio di classicismo fatata dir non troppo puzzasse dunque Antonio popolo, che fece opera Signore, né vi dovette — il Fabiani parte, quantunque Hettorre un la memoria del famoso eroe proverbialeanche nel popolo ! Il Vanto poi non appartiene forse a un genere è facile assegnargli con sicurezza il popolare? Non ponimenti speciedi composto che gli è dovuto fra le numerose è così drammatici allora. Ma, per che si scrivevano o si recitavano quanto apprendo dal Mazzi (1),le opere narsi, ravvicicertamente presente deve i titolidi Commedia portavano più comunemente che l'azione o a seconda Egloga {pastoraleo rusticale, si svolgeva fra pastorio fra villani); biani infatti il Fae de' Rozzi e a cui la il Ricci chiamano (1) Op. cit. I, 208. il Vanto Commedia, altrove, 63 p. dal es. vi ha non parte Questi nomi villano,il Ghasella). un nell'edizione si vedono più esempì d'uno Ma popolare.Né d' indole perchè ciò è tutto si tratta sta il fatto che 1546, apparisce ove — — due. 0 del però il Mazzi ne e Opera, il quale davasi quando gì'interlocutori eran di piuttostoquello cita vari perchè Egloga {rusticale, detto Quadrio, quistionesecondaria: di qui anco il metro, la nelle comune opere componimento ficoltà terzina,può far difde'Rozzi,e, in genere, un nella drammatica Strambotto finale Riconosciuto dell' autore per la natura cui appartiene,non un parto vi è di del può in tutto nessun una estranea. sua forma drammatica modo ritenersi che l'imitazione Infatti il Vanto tenzone della miseria della della e erudizione, s' intende di nel racconto popolare profana. Del resto lo può scioglierda ogni dubbio! dunque che il Vanto dC un soldato, contro sostenuta un da rivale come tina la- consiste questo per la valiere.... caquista con- Fiammetta, conquista già fatta,si dove (altrimenti, sarebbe pisce ca- la ma millanterìa?), Il concetto invidiata e contrastata. è affatto medievale, anzi donchisciotteschi;né vedo come gli effetti sono si possa risalire all'antico o a qualsiasi altra forma erudita o classicheggiante. L'assoluta popolaritàe modernità del Vanto, infine, risulta anche dal presentarsi esso in relazione colla satira del villano^che fu anch'esso elemento un di ridicolo tanto frequente nella nostra letteratura e da ogni sospetto di classiche infiltrazioni (1). immune Il contrasto fra il Soldato e il Villano,quasi in sizione oppofra la quiete serena de' campi e il torbido in- (1) Cfr. il Villano dr. Dom. Merlin!. Saggio (Torino, Loescher, 1894). di ricerche sulla satira contro 64 furiar si dovè delle guerre, giudica da interessante un di goder certa una riscontro fortuna, se di cui riporta di questo vorremmo (4).Ma non adesso parlare: bensì piuttostodell' atteggiamento di bravaccione il villano stesso vien e di spaccamonti che il Merli ni brano un così ad spesso Nella Beco assumere. del Catrina Mecherino (2) disputano Berni della Catrina fra loro che iniSne, interrogatadal Potestà,dà la preferenzaa Beco. Il quale, neir impeto della sua querela contro il rivale,si lascia lazzo da millantatore, sfuggirepiù d' un quando, per esempio, dice: e Io ho E di loro loro cavar fussin Se a amor sgherrettare un il ventre bene oh' io Vedi un porto e A più oltre la sempre '1 paio, le budella centinaio mezzo petto, le rene che que' voglion meco ho Ed E per e un : coltella, lancione, far questione. : guagnel, ch'io frò qualche pazzia; me se prima costoro, gli ammazzon ammazzerò dodeci de loro. poi Alle E Io Cosa meravigliosa! invero nelle Commedie ripetesiil fenomeno de' Rozzi, fra cui mi piace ricordare il Calzagallina i villani Bravalocchi, Mezdello Strafalcione (3),ove Più spesso rivelano solo col nome Settegambe,Calzagallina dato, E nel Travaglio del Fumoso lor qualità. già ricordicendo Favilla e SoUieva,si armano due villani. zuomo, la (1) Op.oit.p. 28. Liede (2) la Catrina. nuovamente N. e 44 da Atto rivedute scenico e op. Bolle cit. II, 119. Der Bauer deutachen im p.41. rusticale illustrate. 45. (3) Cfr. Mazzi, Joh. Miiller, 1893 und Berlin, Mayer F. B. Il M.cita di Milano, Fr. Berni, Daelli, 1864. in Opere Bibl. di Bar.. 66 « m' que cantando entra dichiara e del moglie Bettia,ma dalla donna ingenuo, per il mondo di ciò sempre e », eppoi la aggiungersi anche et la satira hanno tutta osservazione che dalle risolveva molti una caccia Fu divien della originalità. va gonfio tutto serva con- 1528, data insieme abbastanza un ad supporre assoldarsi, tieri. lusinghe de' condotlogica; che anche quando dalle casa, vita militare doveva per di daìle si l'influenza quella l' impronta di conservar rilevasi senza per é assurdo non via di oscena anzi Ruzzante, a cui può Dialogo facetissimo precarietàdella riprender la recitato, come del che « fatto,ma scendessero magari e degli esempi scuola ripugnante ed di pallonisgonfiati. (1) l' del- quella del soldato,ed partirsida una graziosa realistica. Giacché campagne a con » portamento che fonde si di l'apparenza stanco ha nuovo del Menego del villano conseguenza il villano cento. potrebbero lasciar si (1). Vi allettati dalla fama La pi de « casa a di ciò che offertici dal il ridiculosissimo istante e non 1 documenti cenno scagliavane il villano torna ridicola dal egli affetta. Tuttavia un e primitiva semplicità,accresciuta più goffa e resa de Rolando naturalmente hanno ne se veduto ha che assalito da è stato campagnuolo. È del Ruzzante paura (I,5), » di Ruzzante vanterìe Moschetta n' harae : « cancaro eh' qui,il vigliaccone, Le cento di sua bergamasco Tonin, 1'amante rire poi si lascia imbrogliare e impausenza (III,1), non protestare anco contr' al minacce La commedia al sangue mi, gierapi de » nella Anche « dà. ha i assalitori, giacché « de' suoi nes.suno impenitentie utopisti antiche remota che stampe, ne attesta a Fosson la in perfetta 67 costruzi pericolosodelle riuna ci basti di affermare anco volta, e delle prove dietro la scorta addotte, che il tipo del del secolo xvi gere nella commedia millantatore potè sorindipendentementedalle reminiscenze e svilupparsi nero venclassiche. Quando poi tali classiche reminiscenze nella commedia fissandosi ed acquistando coscienza erudita, l'indizio caratteristico dell'imitazione stante si determinò facilmente,a parer mio, nel quasi coo parassita,compagno accoppiamento del servo Ma inevitabile testimonio e sta in di ventura soldato in condizione colla che servi di mantener egli stesso, per è dell'eroe. Ciò de' millanti aperta contraddizione così del sul terreno insistiamo non natura e seria proverbiaimitrovasi davvero non altri mangiapani,ma o necessità, per — prototipo più ingordo il CapitanGoluzzo di buona memoria ci il più affamato de' parassiti. Perciò non e trascinare da preconcetti d' indole formale pronti a riconoscere la derivazione più o )neno fra Arimario plautina nel contrasto il — Burlino suo commedia servitore,eh' intitolata di ascolta fronte {fine)io Patr (2) Palermo, Palatina l'altro: le el e « : uno per ibid. colla Giov. e Palatini Mazzi scritta Andrea « in II, 176 siamo tamente diret- bravo di Cruscha servitore e una (1). (2) che ne zonandolo can- del mondo ecc., n. Venetia, Valvassore e stupidespampanate, primo / mss. del un hom emetterei al fondo spagnuoli e italiani anchor tramontani e e ogni altra natione. son (1) Cfr. Palermo, in padrone fingeapprovarne poi sotto sotto. e Comedia lasciamo 1574 recitata 1'anno Secónda, un Intermedio il terzo la Piacevole Analogamente, mette è che Firenze, 1860, Voi, II, p. Se per detto hanno due 587 esemplari Sindoni, i549 » Guadagnino » s. a. ne Agustino 68 {iglió) Sì, si,a Fam un faresti a popone tuo modo, di brodo piatto saresti caporale un a Sì signor tu Pa^. vale. Cruscha io son bello pur Fam. Come un Patr. A moto, un destro e agnello. a un cenno farei el mondo tremare, l'ho robba, e ho danari l'ho bellezza, r ho fortezza l'ho gratia F sarei e il virtù e de degno imperio. Incoraggiatodalle ambigue approvazioni del perfido famiglio,il padrone gli confida eh' è innamorato, Crusca gli consigliadi propiziarsila bella con doni si offre di e crede, ed esso recarglieli esclamando Qui i denari affatto? riconoscere argomento cui sufficiente appunto la e accoppiamento senza fin de' conti,anche del si classica capisce. si ci non Vanto drammatica fenomeno la nel da I sempre noi trae uno di negarla acconciamo del avida assai mostra coraggio ineccepibile;che umana coefficienti di successo, stesso il resto signor. questo della introduzione la mente da ... chi avrebbe il eppure Ma nello stesso tempo remota; a : l'influenza dunque gli gonzo : Cruscha mio imparo Di fare all'amore; Ma di mille son stato gli consegna Il stesso. servo come troppo turalmente na- de' contrasti de' più vitali poteva giungere al tradizionale trafila delle reminiscenze. diverbio fra il soldato e In il villano esaminato, si rispecchiavalo Comunque sia,la tesi proposta dallo 69 della Scherillo, poi fosser uniscono si rimane in precisamente i erudita, quella le due prendesse a dove tutto e vi utilizzare si sottili ciò rinunciamo è anelli della per materiale la la commedie, visione realistica buona a delinearsi grazia. e Quali catena che prima volta classico, singole impossibile di dimostrata. quando nelle popolare corrente massima il arresti la fra correnti, cominci, dove e cioè fusione e, in nerale, ge- l' imitazione del con sonaggio, pertezza, esat- 70 IV. Il nella Capitano maschera — Calmo V e Il teatro primo Spaglinolo imitazione classica Rifacimenti Il — adesso dunque del di tendenza avrà poi nel della maremagno rattere già notammo, ciascun catica sistemaprendere quella forma erudita,ove, che della latine. Entriamo ha Fissità — — commedie commedia erudita commedia a come ultimo per resultato Commedia la dell'Arte ; il nostro di comprende che stessa la ragione se e poi più di tutti, leggieri, quando si consideri la natura può non modificata essere ne sua sostanzialmente ; si ritroveranno bite pressoché uguali,salvo le demutazioni di tempo e di luogo, i millantatori più antichi e quellipiù moderni, non esclusi quelli che in cosicché forma un po' diversa dovranno E pullulano anche oggi e che pre sem- esistere. questa tendenza a fissare come qualche stabile il dimostrato da Commedia un erudita tipo dello smargiasso mi sembra fatto abbastanza singolare:che nella di cosa non si era ancor mai portato sulla personaggio,quando già due del sec. XVI insegnavano La domanda scena il nostro fra i più noti autori « é rivolta da Pacifico come a fassi il bravo Gorbolo mici co- i". nella Lena 71 il (1). Gorbolo,vedendo titubante, gli domanda: dell'Ariosto interlocutore suo dubiti? di che Capitan de la piazza, che cogliei^e potrìa qui con questo spiedo e mettermi In prigion. Non, ch'io gli darla ad intendere Che fossi un sbirro, o un boia, e crederebbelo, Pacif. Del Mi Cori). Che dell'uno Rizza il bravo. fassi il bravo? Come Corb. Attaccala Spesso In a qua, Messer e Dio fa e Santi, tienlo così, e volgeti viso un Ludovico scuro e minacievole ha non cinque Commedie caso rappresentato il millantatore, strano, sia detto mai tra l'aria. certo la testa, par che vogli piangere, ritto,fa il gagliardo, fa il terribile, Sta Fa Pacif. dell'altro hai e nelle parentesi,perchè si vantano come di in viva una le essere pitturadi costumi, commedie sue la senza pre- , di tipo un nella Lena molto è ripeto — prima ancora il vedere della reale ; miles ben così come un a il della è cosa curiosa quel — carattere portatosulla stato argomento nuovo Capitano è direttamente V, (2) che scena a mostrare derivata poteva pensar non latino,di cui egli avrà (1) Atto (2), certo Lena qualunque altra commedia tipo del millantatore. Ciò imperocché l'Ariosto Par che trovasi accenno delineato fosse mai composizione ov' è introdotto del questo sarebbe non ed significativo, ch'esso è anteriore servire Ma comune scena regolare; giacché,qualunque sia la data precisa teatro essa tanto affatto disdicevole. stata nel ormai avuto certamente I. fosse recitata per la prima volta nel 1528. è che erudita, anzi può che l'origine dalla vita certo cono- al 72 al ma scenza, attenzione; e la innanzi non frase sua che dagli esempì avere sembra quale troppo numerosi — all'animo del di da è a si se ancora, la fissità del mostrare di Pietro Aretino,che anche composta nelle identiche condizioni ritenersi riguardo del nostro personaggio; giacché, quantunque la prima edizione non risalga dovette esser al 1533, pur essa composta qualche che tempo oltre la Lena a sembra innanzi,come tempo dell' Aretino della stesso la commedia che crede da in la e il Marescalco a alla introduzione erudita. Marescalco noi troviamo delineato più colomini averlo quella sua personaggi» che, come perduta. avrebbe ma che, che scher, 1888. Docum. una Pietro XXVI nota 300 « addietro profonda stesso fu Pic- caratteri detto di andò , analisi di colla vivacità Aretino e di modo non superficiale all'eccesso, al contrario (1) Aless. Luzio mente anterior- Alessandro tracciato più mente potuto fare tipo,a quel raccolta in L'Aretino scritto dia smargiasso nella commeprologo che va innanzi al schizzo rapido,ma uno tamente perfet- del nostro tardi doveva tra dello nel Eppure in Mantova del considerarsi deve lettera una ^27, e quindi che que, quel tempo (1).Dato ciò dun- primavera risalgapressoché da realmente fatto avvenuto un la fine del '26 essa risultare il Luzio quale valendosi l'autore questione fosse ispirataal- , che hanno non ciò Cinquecentisti ; solo che modo nel prologo indiscutibile, Marescalco^ commedia essa e' doveva — de' in confermato, e si trova inspirata agli occhi. le tipo qual'era affatto apparisce parole di Gorbolo vuole, un'importanza estrema Ma posto troppa avesse in ne' primi proposito. suoi del anni. un suo tere, carat- inge- Torino, Loe- 74 Capitan della Tinca nelle Talanta, dalla classica imitazione. di aborrire il mostrare a rimane cinquecentisticafino Capitano da' suoi forse media Com- della principii — d' indole finora popolare essersi il carattere erudita nella commedia subito ed il di cosa menti ne' docu- che considerati nazionalità,vien determinata una il millantatore tempo non — prima di nascere, ma, almeno, prima di ben sviluppato qualche appariva già come un tipo costante ed immutabile. fisso,come stesso rescalco, Ma- prologodel dirò Nello sti ba- il documento il come per adesso : nel detto è quale adunque notevole più ciò che osservato avere fra breve ciò ritorneremo su di millantatore perfettamentesullo effigiò tava Terenziano, egli che tanto osten- stampo del Trasone Ma esempio lo commedie, sue unico non aveva acquistando titolo di Spa- contra primo smargiasso che s'innel teatro classicheggiante,è anche il primo Spagnuolo, e comparisce precisamente in un' anonima commedia, recitata a Siena ne' giuochi del Carnevale del 1531, dal titolo : Gì' Ingannati o il Sagrificiodetant'è gnuolo; il che vero gVIntronaii (1). Quivi lo spagnuolo Giglioè millantatore ' osa 1538). L'autore scritta: cit. col. « I, p. 448), ne ha : 57-50). i conosce, Intronati L'Allacci celebrata . Piccolomini) la Calmo, se D.Ma composizione, etc. p. LIV). . • non come ediz. Venezia, giacché essa di Siena » sotto vedo fa Curzio Navò (cfr.la ed. dignissimo nota del Mazzi Venezia, la perciò ragione Rossi (Introd. alle op. 1775 Lettere — (M. Archintronato di attribuirne il frat. e porta semplicemente (Drammaturgia, il sodo lui impacciarsidi vuole (1* Fiorini, 1611 Degli Accademici Voi. Antonio non rie vante- sue qualche timido accenno Pasquella che, sebben vecchia, petulante fantesca né respinge le sue profferte, Matteo molto borbottar appena alla (1) Siena, nelle assai moderato primitivoed ingenuo, di cui un a st'ultimo quedel 75 appunto perchè spagnuolo. E, vedendo fumo tutto di 8i contenta carpirgliuna suol non tralasciare. Giglio; Se coda a in Tristi con coglier ti credesti me E il cui notte » recitarla che manda do- : vai te n'andrai ; la ritta ci rimanesti chiude è abbastanza senso està? es a ingannato e schernitore Amen un con licenzia col ci venisti ora — e co a — mal' E — dì che — serabile quel midi buono, un' orazione e incomincia ci venisti ritta tristi eppoi lo Que oration « la furba e fantasima Fantasima corona, da nulla cavar dire il rosario pretesto eh' ella deve mai c'era da non che la (1). pseudoorazione, (IV, 6). sua chiaro satira certo politica può presentare un la figura di Giglio è drammaticamente interesse, nulla e Tuttavia,se rimane del resto che come all'azione della estranea accade molto spesso, commedia, ciò perchè il millantatore elemento un più introdotto solo come desto il buon tanto adornativo e pleonastico, per tener si umore questo intento, deglispettatori ; poi, ottenuto è per lo in ciò alla natura anche conforme ritira, di sua schera. ma- traccia d'imitazione spagnuolo Giglionon reca ancora il noto segno caratteristico latina,della quale gli manca del parasla fida compagnia del servo o sita. Con questo criterio possiam dunque considerare che il Rossi si i bravi del Calmo anche come originali di provenienza erudita (2).È ostina troppo a chiamare Lo che vero in e il teatro del Calmo subisce ma parte, l'influenza classica, la sua (4) Sulla arte si frequente popolari V. Stoppato op. cit. cit. p. LXXIV (2) Introd. p. fino a un dalle vecchie solleva nelle presenza anch'esso,almeno 79 sgg. sgg. commedie certo formule di siffatte punto, abba- canzonette 76 da stanza poterlo riavvicinare al genere popolare: anzi si volle da alcuni esagerarne l' importanza e perfino chiamarlo, non si sa ben perchè,insieme col Ruzzante, de' padri della Commedia dell'Arte. Ma, in ogni caso, un , le reminiscenze erudite valgono a soffocare la spontaneità personaggi,e i suoi milite^,in particolare, de' suoi si mostran che non indipendentidal tipo così vederci davvero sapremmo miles non classico filiazione dell'antico una gloriosus. Lasciamo stare, pur come dato importante,il sol- poco (i),e consideriamo piuttosto del Travaglia (2),ch'è una delle creail Rabioso zioni neziano. più ragguardevoli del faceto commediografo vedella Rhodiana Diomede Rabioso Il soldato ed mestiere la moglie di Cortese fra lui che il cui greca grandi relazioni avere e di dal carattere, anco assai è dimostrato esercita, consorte. Questi, quantunque soldato,dice di fiana, ruf- si pasce ch'essa quello del da il contrasto è curioso parole,e ventose marito è dissimile parlacon semplice grande mandategli dal Soffi e delle Né giova che la modella sua corona. offerte fattegli glie, donna positiva, glirinfacci che dopo tante strenue di lettere familiari sicumera più azioni è sempre « de' buoni « non « di « desiderano valorosi soldati e per altro non se giacché: lo .... perchè non La venez. il Rossi al 1545. Rhodiana, del Il rappr. nel Introd. Travaglia (Introd. p. di M. XLIV e ma può Andrea sgg). essere è il fine povero, dico, alcuno conto sprezzandola,ma le corone, 1540, fu erroneamente p. XXXVII Questo tengono solamente 1553, al Ruzzante, (cfr. Rossi al Calmo (2) di hereditare « essere robba, quasi sdegnandosene (1) ediz. povero ; i tro- attribuita, nella facilmente rivendicata sgg.). Calmo. dimostra Venezia, che la Stef. Alessi, 1556. composizione Ma risale 77 « fei,i « sono « mercè che spoglie, con li altri trionfi che dati dagl'Imperatori,per benemeriti carri et le insieme delle armi il carattere del Rabioso realismo parole di lui,e eh* è poggiare nella nella dura solo,ma più ancora stringe.Giacché quel poveretto che non vissuto essere a' tempi del Boiardo questi poeti avrebbero il sopra delle Cortese moglie necessità che si lamenta di lo non dell'Ariosto, chè per- e in versi le messo scusa alla vanità contrappone incarnato la o classica ; anzi tutto sembra mi si che brutta è risente affatto d'imitazione non freddo (I,3). Non » vi rie glo- sue (II,6), di li a poco sente i morsi della fame ch'è che de' più meschini mortali,tant'è vero propriaanco il sopravgì'imperiosibisogni del corpo han sempre vento, sia pur negli eroi. E la fame lo spinge a cercare di « quella sgratiata" di sua moglie per vedere s'ella « ha fatto provvisionedi vittuaria ». Ma della famiglia sono pur troppo le condizioni di Cammillo, incontrando servo poco floride. Il Travaglia, questo spauracchio da uccelli,a cui domanda scherzevole con ? del gli dà » allusione al suo incarico di bastonare padrone (II,14). E suo la sfrontatezza nome di nel comune grado poco sa sec. Policreto Rabioso XVI che e voi dunque di bravo che rappresentava bioso ra- per conto naturalmente accettare,adattandosi mestiere quell'ignominioso Sete « : ha a citare eser- fu tanto alto un di demoralizzazione,reale purtroppo e non dato anrintracciare fra le pagine de'classici. a i fatti corrispondano assai Ognuno capisce come alle parole;giacché il valoroso campione, appena che la sua a indicibile « cede « guisa futura vittima è spavento. Badiamo dal sangue di febbre che mi armata, bene bolle quartana, che cade che nelle « preda questo pro- vene, giunto in il quasi sangue a a 78 « questi meati, et porosità,trovando « questo (II,19) Ma lor fredde,causa al sopraggiungere del in suo Gianda, che Policreto manda luogo, il cede la spada alle prime intimazioni,né si difende servo bravo tremore dalle bastonate ". che gli tsomministrate. Tuttavia,appena cotelo prima di quel ed : ecpassato il pericolo, bellissima è copiosamente vengono la VI scena l'Atto del- III bravata ancora una sua a ov'egliracconta Cammillo ed al Travaglia,quantunque questinon creda affatto alle sue frase assai notevole parole,e pronunci una : Volete e « bravate « struzzi,che € poi : quanti o v' ha un ve vivono Non y". pallone? conoscetelo alle di questi tali proprio sono conoscere ne di ferro bisogno di polenta la frase è di commento: sé troppo evidente ! Un'altra figura di vantatore ritorna nella Spagnola» (1), ove Spezzaferro si presenta per un smaltiscono e fanfarone greco lingua difficile a tutta in moderna, lo come Eppure anche stesso qui egli non classica mascherata Rossi misto di bergamasco, assai per ha affatto resto a il suo un'aria reggiante, popola- riconosciuto. aveva rinunzia neziano ve- Floricchi, gergo drammatico ipièce del una un Calmo bravo che, oltre che carattere come del stradioto dialetto con comprendersi,ma anche dialetto, lo del teatro allato discorre schiavona e greca che nel vederci mediante la tradizione elementi temporanei con- I Ma, nostro Andrea (1) se originalitàdi certa una personaggio può ancora Calmo, in generale il La Spagnolaa, Venezia, Stef. Alessi p. LXIII e, per 1551 Comro.. : l'invenzione di la 1* dello rivendicarsi classicismo è del 1549. Stratioto,p.LXXVII. a veniva Scarpella Bergamasco edizione del concezione messer impo- (cioè,A. Calmo) Cfr. Rossi Introd. 79 nendosi con crescendo un discretamente, ma 0 entusiasmo si de' la moda aperto divisione e così dappresso dissimulato non alla lontana non e e che da colloca nella lui adottata ; ne' nomi con un potè venir di quelle aberrazioni rifacimenti, il De-Amicis che spaventoso, artistiche categorìa della prima cioè,traduzioni fedeli e solo ne' talora leggero dettagli, mente rebbe modificate,degli originalilatini (1). Non vardi volgervilo sguardo, se non la pena dessero occasione a mostrare quali erano gli elementi pali princi- ammodernate dell' imitazione altre commedie pur classica che, sebben al teatro sempre Il e più di noto di che VAmphitruo quali tolse questirifacimenti Ma distacca è serba due suo, dal parafrasare,senza commedie Plauto di : il Miles Gloriosus, dalla prima delle Marito, dall'altra il suddetto tana. Capi- suo Marito nel è il Capitano del abbastanza pregiateed che Ruffiano etc, ma del e il le per stampo erudito. (2),autore di commedie il Ragazzo, il come originali, nello stesso rifuggì tempo non nulla anche più originali, appartengono Dolce metterci valgono e* è una caratteristica che lo nota dall'esemplare;perchè veìVAmphitruo perpetrato da Giove in sembianze terio l'adulonde umane, di fatale,di misterioso,di soprannaturale, che ne maschera la turpitudine,e quindi disfrena il riso sulle piccolemiserie non della famiglia Romana da Plauto ; mentre il corispettata mico sempre qualche cosa cinquecentistarappresenta una i suoi realistica, personaggi vivono nel certa XVI sec. ; sicché molto scena o possono nell'imitazione si trova originalità. (1) V. (2) Il De-Amicis. Capitano L'imitazione di M.Ludovico etc.p.l40 sgg. Dolce. Venezia, 1545. più vivere pure una 80 Al contrario,nulla che ha non come alcuna dal Dolce, che nel Prologo: il tano, Capi- e deve qualitàoriginale, non siderarsi con- parafrasi del o il Sarsinate del resto dirsi per può traduzione una (1),tanto Plautino di ciò è seguito fedelmente fa ne Miles mistero,anzi dice dir eh' io v'appresento Plauto, la man, Non eh' lo vel rechi con ma pòrtolo Con la lingua, e se a voi piace d'attenderci (2) il Milite, Vedrete comparire innanzi Ma altra divisa e fatto giovane. con Mi volgo a si può dare Ma, spassionatamente giudicando,non all'autore neppure tribuirsi atquesto merito eh' egli vorrebbe Pyrgopolinices non appa; giacché il vecchio risce resta Torquato, ma già detto che è nella rappresentato del vesti del Capitan tai'e quale.E, siccome sempre biamo ab- lantatore riproduzioneplautinail milcome tipo ideale,niente foggiatosolo dalla un affatto tolto dalla vita comune, fantasia le ringiovanitosotto neppure ma allo stesso poeta umbro, modo sarebbe impossibilericercare un ritratto realistico nella italiana, copia della latina. Bastino le prime parole a dare esempio media com- ciente suffi- : (1) menzionata Fra di Celio quella signorìa d'Alfonso It. VII, 858). Del resto Diari, si figliod'Ercole questa fecero dal I commedia credere si deve raccolte allora del D'Ancona, in Ferrara Plauto fu di testimonianze cit. II op. assai la Lett. ai colti cara Sanudo Marin 117, 118 va sotto St, della (cfr.Tiraboschi di alle Glorioaua, Miles Calcagnini, rappresentata I d'Este, pubblici d'allora,se ne' suoi che le traduzioni n., 119, 135, 374, 384. (2) Noto bensì dal che prologo questo dei Menechmi Adporto vobis Quaeso ut è concetto preso da Plauto, ma v.3: Plautum lingua nonmanu; benignis accipiatisauribus. non dal Miles, 82 tima; (Stalagmus) gli narra l'inganno di cui è stato vitsicché egli non rivolgersi può far meglio che esortandoli ad astenersi, ammoniti dal aglispettatori, dietro alle donne altrui. suo esempio, dal voler correr la minima Insomma, sarebbe inutile il cercare punta in di novità questa commedia che merita solo il nome di traduzione. Della si Talanta può dire sia in la della come tutto Terenziano e È Thraso. di presenza Pietro Aretino commedia (1) del non Dolce, eh' traduzione una invece essa deWEunuchus quello eh' è certo, il Capitan Tinca è dir servile, delle riproduzionidel non ma ; tutto per più fida, per celebre di un' anomalia personaggio un la strana veramente terenziano trapiantatoin un'opera del divino Pietro. Non già che questi non fosse al grado di comprendere le bellezze de'classici farsele sue; in generale pensiero,e ostenta tutt'altro che tono ma infine come merita una opere classico,anzi molto di considerazione, certa dà comiche un'originalevivacità Pietro Aretino, il fatto è privo non sue dell'attrazione singolareche che qual'egliera, indipendenza di tanta alle che ribelle un'anima in ma vita di e un sempre triviale, spesso in — e un uomo straordinario dente evi- sintomo come l'imitazione e latina più ribelli. Se si ricorda poi quello nel autore schizzo che già vedemmo, dato dal nostro del « Milite glorioso» com'egli prologo al Marescalco rimanere lo concepiva,si deve anco più meravigliati, esercitava e dobbiamo abbia poi (1) La anco su' deplorare che voluto Talanta, mirabil recitata e — scena (in prosa) composta commedia superbia d'Apparato 1553. sulla affrontare gniflciSignori Sempiterni, bizzarro quel in dalle Venezia lor per ingegno non la rappresen- a petizione de'Ma- proprie Magniflcientie con Gabriel Giolito de' Ferrari, 83 desumendolo magistrali, tocchi si bene adattarsi alla doveva dal millantatore il carattere anzi l'Aretino che comica troppo, nelle cinque della il Tinca a freddo gloria vana- mal che vero larga si la anco mano, qui avuto contrario, al troppo del modello suo ressante. inte- mediocremente solo e fìcie, super- della manto pienezza; ma, sua risente nondimeno alla commedie, avrebbe Talanta riuscire non per versa sue svolgersinella di agio nica, iro- e psicologico.Così studio profondo un faceta appunto dell' interno, tant' è la vacuità presterebbea sta ricoprirecol nel consiste indole sua E riproduzionedel superficiale. alla adattatissima vis già divinato in pochi dalla vita reale,e che quel tipo ch'egliaveva di tazione pregio quelloche nessuno trebbe povivacità di dialogo notevolissima, una togliereall'Aretino, in bocca allo spaccone una loquacitàmessa cade in quelleslavate veramente non ammirabile, mentre odiose tanto che son prolissità per esempio Così è grazionelle commedie di Sforza degli Oddi. Resta di — — sissima la (IV, 19) la sfuriata Tinca del povero all'udire della commedia figliaStellina (la Pamphila latina)e i suoi terribili propositidi vendetta della fuga (V, 2) : « addosso « a di chi mi le armi in la campagna «e il paese « ranno « ze . io che « pugna son « da I Le . gli la Le io sputo Gli alfieri de che bavere sdegni ne che io lo mi Gli huomini ... gravità delle la le mie de fanterìe le forze bandiere pretendo ... disonorato ribollimenti i tamburi. « « ... ha che figlia,daranno I ghiribizzide' miei sparsi griccioli cavai leggieri, riconosceranno come ... « . le maledizioni Imprimamente « cose che spiego colere sa- le mie for- le son essere incitato sconquassano d'arme scappano ragioni la il petto verran da a via questo 84 « « capo Le ... fulmine de esclama che le Branca. ci lar che In faccio? tal modo e solo due la il il Tinca tamburi. nel « può lo par- pur cattivarsi sempre simpatia de' lettori. attribuita al nella Nin- abbastanza e nel v'è neppure ancora del Dolce hanno Caporali(1) e (2).Quivi non rendeva Capitano Non « » beffa garbuglio del plagi spudorati si Lanci letterario che uccelli ! quest'ultimo per dei nel » netta, falsamente di Cornelio eccotele Poveri « avvertendo l'Aretino la benevolenza Ma ...» il taratantara risponde » le batterie per voci mie E, manca senti tu « bombarde Vespa il merito voli ragguarde- la Talanta dell'Aretino ; della Talanta copie fedelissime stessa,di cui è riprodottoper filo e per segno non solo l'intreccio, il dialogo,cambiati i nomi, ma pure perchè esse il Tinca sono chiamandosi nella nuchus) la lettura di Ninnetta^ queste due di destare meno la plagi più impudenti per l'andazzo loro esempì che Un in da (1) La questi.Unica scusa può essere de' tempi : sembra dai numerosi di moda Ninnetta di Cesare Ma che fu sembra una (3) Le per due i Bacchides Domenichi di Plauto che accertato confuso Lanci il d' un coll'autore d'Urbino, in nelle quivi sono tuito sosti- essendo Martin Alonso Caporali, perugino. Venezia, mistificazione va quale peraltro non (2) Il Vespa di Cornelio Sermartelli, xvi. sec. spagnuolo, il Capitano il del nel italiano,il soldato Cleomaco uno questa può fare a potendosi concepire non plagiario è Ludovico Collesini,1604. colpa in commedie di ciò fosse altro tradotte e collera,non Cortigiane (3).Le Due dell' Eu(Cfr.il Trasone nel Vespa Oronte. .Perciò Triso Caporali padre del Bue Firenze de Giov. ci non sta Battiavesse fede, Buona- Appiano pedagogo. nella stamperia 1586. Cortigiane figliuolidi di Lodovico Lorenzo Domenichi Torrentino, 1563. di Piacenza — in renze, Fi- 85 parla nel che Florestan resto, così nella commedia ci apparisce se Gleomaco arbitratur me me militem, No set non meosque creo stumbrado ni Duellona neque [neque Ni illum faxo, si exanimalem più E fecero sotto que fuerzo para con- Bellona vitae suae. dioses de la primera .... Nihil lucri est quod me hodie facere ganancioso [mavelim fuesse corno illum Quam cubantem [primere, ambo Ma, un pugno illa op- cum ut bor simili bellicosi nonostante basta di monete querria oy diez cierto à mi y Marte si y no ynfìernos lo toppe. que de ef- de mil que dar ducados cogierlosam- iuntos. di vendetta, propositi farlo a los a matarlos por necem. vez No mi crean por y la guerra, el alma embio sgg.): (v. 855 no me le à defender gente. Pero [venero exhaeredem Nive muger, animo mi unquam, Mars creduat accomas guerras, falte me tener hombre por las en deve me que Capitan, por de- queam una Cortigiane (IV, 8): due [fendere Nam interessato. e : Le [mulierem Qui glorio- spacconate, sue vile suo rivale suo sgg.): (v. 845 Bacchidea Non rivolto al dice e soldato può trattenersi dal millantare,almeno egli non volta, le preferenza che a che il solito miles di far risaltare l'animo si cerchi Ma di nell'italiana non come volgare scroccone Il una cortigiana. però in fondo rimane quantunque, sus, un l'amore di sfruttare cerca latina come non nativo. Questi,del idioma suo turpemente ciare rinun- diritto sulla sua amante. qualsiasi GÌ' Inganni del Secchi (1) ci porgono un esempio assai curioso della cosiddetta contaminatio, la quale, perata fu con tanta frequenzaadousata già nel teatro latino, nel Cinquecento. Questa commedia, abbastanza notevole invero,fonde dunque in sé il Truculentus e la deriva il Capitano lo Asinaria ; dalla prima di esse a — (1) Gl'Inganni 1547 Ma v' dinanzi la data essere di Niccolò la maestà della falsa, non recita, del nota trovandosi Re Secchi. Gomm. recitata in Milano nell' anno in Firenze, per i Giunti, 1562. Filippo, (Append. a Gaspary, IV, 304), de— il Rossi Re Filippo a Milano nel 1547. 86 Stratofane glio che, per virtù di questo miscuplautino delle due commedie, riesce un personaggio assai onde merita un piacevoleed originale, po' d' attenzione. La comicità della situazione trovata già da Plauto risulta dall' e ripresadal commediografo cinquecentista, Dorotea (la Frenesia del cortigiana, inganno di una tenuta, Truculentus),che fa credere al Capitano da cui è mandurante esser suo un figho ch'ella avrebbe partorito un suo viaggio che lo ha tenuto lontano ben dieci mesi e da cui ora carico di glorieimmaginarie torna Giacché il sonante. e, quel che più importa, di denaro glianza, Capitano in questione è ricco; e qui sta l'inverosimida sola a farci comprendere la che basterebbe di originalità di questo personaggio,mentre mancanza la caricatura di un Capitano del sec. XV f, per essere naturale, deve rappresentarcelopieno di ciance, ma — le tasche. vuote Nella commedia plautinaperò — volevo dire in la ricchezza era necessaria come quella del Secchi dei tanti di questa piach'è uno movente dell'inganno, cevole — del suo produzione, degna veramente cortigianadunque, istigatadalla ruffiana,cerca il povero sciocco che ha la sventura La nome. di di pelare esserne liatico innamorato, col pretesto delle spese incontrate pel bail mantenimento del supposto figlio. e al solito, (li,9) è, come un di strampalerìeche tutti que' buoni commeammasso diografi mai di darci come si dimenticano non gradito antipastoper predisporrealle risate. Credo che valga la pena stare a sentire alcune delle sue prodezze. Il nostro campione è invero meravigliosoper la forza de' suoi poderosi pugni. Figuratevi eh' egli una al suo avversario dette all'osteria, volta,altercando d'un pugno in una « tempia si penetrante che i circoLa scena d' entrata 87 « stanti videro « chia ! intero di contro sorse stuolo uno gottì. si sbiquel prode non gesta compiute allora, lui; ma delle tacendo Pur il compagno, vendicare Allora,per » per l'altra orec- delle dita uscir i nodi altre cere il ta« e gli piacque sempre perocché egli è modesto ì", si compiace tuttavia di ricordare fra' mille colpi sovrammodo: che aveva piaciuti dato, due soltanto che gli eran c( « male « visibilmente « un "( furioso « che mandritto dice il hosterie e soliti che « è dice di si accorge non egli è Ecco già si vende l'historia Colui la vende bisogna stato che dalla balia che « modo (T mano «r fin le bel reca di altre come quando ella la stampata è delle » in cerretano un lo Straccia. il mondo del trema attrattive s'innamorano vedere assente infatti che la come suo tutte cortigianaDorotea già partorito?Si certo, perchè per dieci mesi. lui poverina si presenta a (II, 41) puerperio, accompagnata in braccio il preteso frutto puttinoche « non le mani legate,e vuole : egli ha già un animo un strano, sicché gli crede servitore, suo soflFerente del recente amori, ironìa,se questa del di lui. Avrà pazza ancor e è non sparlano » di lui. Nota che il di quei uno « sparlano » con dell'Arte ; cari poi alla Commedia valore,delle graziosesue ; ». valore fina toccò barba nella il fuoco abbruciò con poi il vento fallato, avendolo piazza » aggiunge mentalmente Ma, nello stesso tempo che le donne altro un i chiassi prodezze. « sue gli si Straccia servo Capitano canzonature che formidabile cosi scherzi,tanto il dice lato un Straccia furbo ed ... gli attaccò mano da a ; un gli occhi tutti due gli caddero sì furioso della tutta come ma in terra botta nella ciottola di gran che avventurato Davanti « tanta una de' loro vuol tenere in alcun sempre un coltello in da leone » — degno 88 figliodi ma padre ! Questi si compiace della tanto le donne prega perchè « (II,12) non dice » posso torglidi a « gì'infranga 1'ossa, tant' ho la presa alle ciancio, Dorotea Frattanto,in mezzo dir più possibilequel si mostra vero abbastanza di cerca ridicolo suo il bambino mano stringere che gagliarda» (1). poco « il prole, sua pare spol- amante, che lasciandosi generoso, a chiare suc- parecchi scudi. Ma da dopo (IV, 1) la cortigiana,avendo altro quel momento, lascia il povero Capitanopicchiare poco fare in a voglial'uscio della sua Comparisce il bravo si rista dal che ruffiano un casa (IV, 2) fargliaprire. ciose grida minac- senza alle cui capitanofugge ; ma non per questo (IV,3) chiamare e coniglioe cia poltrone » lo Strac- gli è fido compagno stato nella sua tanto non generosa quanto rapida ritirata. Del resto, si capisce, egli non è solenne, vuol paura, lo Straccia come « fuggito per non v' era e va vendicarsi Ed ma disdegno; giacché, per dice, « questo robba in (IV, 10) j" convito era lui. Per altro compagni (2). per di cerca non egli il Capitano co' suoi compagni prepararsialla magnanima impresa di assaltare la casa di Dorotea. Questa si presenta e, deposta la maschera d'amore che aveva portata per qualche tempo, ingiuria il Capitano, il quale tuttavia non atrocemente reagisce, perchè lo Straccia il persuade che, s'egli la cura. non ecco (1) È nella un Cintia. concetto di assai G.B. Della all'innamorato maschio un « facesse ne in abiti (2) Imitazione che Il Capitano e della nessuno chiama comparisse, una dicendo notissima scena in molte quantità perchè essi solo « non di delle di servi Commedie. trae figliaAmasio, temere baciare delle Pedofllo la presunta volendola si ripete continuamente Capitano Porta, il vecchio muliebri, polvere, Capitani ai comune che ne Terenzio opere cui soltanto dà che in realtà toccare » cenere (Eunuchua comiche dei nomi parto della ciò fiutare pretesto per ri- volendola facesse Da qui non (II,3). IV, 7) studiate. altisonanti, ma sua è fantasia. 90 Biografia del Capitano Deficienze artistiche Il bravo — peripezìe del col contrasto nella del tipo nella secolo XVI, vediamo uniforme cosi Infatti nel fra'loro una che Sue del del vicende delinearne la così — tazioni Lamen- — Capitano nel riesce ne forse alcuna in modo spiccata e figura,come — diffìcile. commedie che il anche ov' del teatro assai di personaggi comprendevano forma il e erotiche Capitano strabocchevole esiste Comico — presentasisempre esso la sintesi nucleo non in che Le — Cecchini. lo studio Proseguendo zione presenta- erudita viltà — Il Capitano seduttore — — M. Sua — -Sua — Capitano innamorsito Principalicommediografi di P. erudita commedia Capitano servo commedia esso si che così bene per esempio tatore, millan- presenti serva a fa del — tristo ecclesiastico Mandragola. della cinquecentistail Fra Timoteo che Egli è vero purtroppo i migliori quel tempo o ebbero a sdegno l'opportunità d' inserire nelle opere commediografi trovaron di tipo del Capitano.D' del esse genio, potè in siano, poche non manca scene cui mai non loro il la mente parte poi, se SegretarioFiorentino,nelle qualsiasinatura del altra o fonda pro- opere, di 1* impronta suggellare con un 91 indelebile un'intiera marchio lucida mediocre nella metèora rimanenti italiano,e nelle più di muovere la vivacità caratteri. E penombra commedie anziché il riso curandosi si difetto questo che più il nostro, sia di del teatro cercò di fare opera dell'intreccio, non forse rilevasi, per dragola uomini, la Manlasciar traccia,come passò,senza e apparve classe di lo per d' arte, lo studio dei di naturalezza e plasticità mico, per ogni altro tipo co- perchè esso, quentissi fre- quantunque adottato,è chiamato a quasi sempre sostenere una parte abbastanza secondaria,è piuttosto macchietta necessario che un vero e proprio attore una sia pure perchè, come allo svolgimento della favola, — innanzi poco assai poco è notato, esso la il corrispondentealla gonflezzadelle e quindi luogo ad acute osservazioni, dà veramente rappresentazione una che carattere un suo, parole,non sue fu mentre presta all'analisi psicologica, si dell'animo vuoto ad già conoscenza studio lo e che artistica, stri mo- dell'anima profondo umana. In in che un questa guisa il millantatore tutti i tempi esistito è aspetto assai monotono, nulla stucchi così che copia sovrabbondante presto ci si — più tanto a preso gli giacché anche Talanta, si non degl'imitatori e fredda dato che han non r interesse che vezzo natura stessa abbiam reso in un eroe. del averlo,cioè, non più pregiatie più l'Aretino, col Trasone staccò,come — vi ha non autori trattare — che — sotto al ridicolo estrinseco,il uno presenta po' per un in bocca po'per necessità,mettono difetto intrinseco alla Dunque un personaggio,ed tempi le buffonate come comici, i di tutti i voli, pregedella visto,dal gregge dita questa figura assai più sbia- avrebbe dovuto d' proprio che amor essere, mente special- doveva in- spirare agi'Italiani motteggiatrice de' Luogo di del miles della farci a È di specie una abbiamo come maschera, le armi si è detto più assurdo, del è all'umana satira non lunghi si in de' romanzi i miti continuamente dell' azione giacché cui più che come una mato richia- una anco spaccone. ingegno umano sfruttato quando ; si è in a' nomi si è detto il innanzi de' Paladini uniti in sono allusioni e più o meno bisogno degli altri bizzarro il favoloso bellerìe, cor- immane un un la coIo£h di fan a che più immenso esagerazione,né troviamo mediografi com- fantasticherie innalzato quest'edificio con da' meravigliosoche straordinarie ove dell'antichità, con esso, rassegna il nostro crescendo un alle cavallereschi in ampiamente con cade vente so- più strano, di più inverosimile, stato Ci commenti. garbuglio quello stoltezza sale de' monumenti » gesta meravigliose di cui tutto dell' Arte Commedia bestia. d'altronde il passare amore, di '5()0 sarebbe e sia in che da^V Ingannati della della umor degli spettatori, sparisce. fra le poteva immaginare va « di presentazion come Commedia, nella bocche principalisoltanto Quando locutore, predilettointer- suo più importante parte troppo lungo, si vanta, sia in di l' perfettamente inutile fatica dal e conoscere la sulle Sarebbe ove — gliuni più strampalatidegli detto,vi apparisce per lo più una macchietta, e dopo aver come il riso Plauto parassito,servono personaggio nostro di a — captatio benevolentiae, la quale costituisce del il 0 centistich cinque- iniziale scena commedia famosa servo la gloriosus è altri,pronunciati dall' eroe il le rielaborazioni tutte di discorsi filastrocca una rappresentazione,aperta oppressori. loro comune imitazione tale una eroi cozzo ac- si mescola esatte a fatti 93 storici. Dalle Geloso del soldato Brandonio, che nel Bentivoglio(1),afferma,giungendo a Roma del vanterìe (II,5), ch'ei favorito del vi è Borbone, il .... fino alle Bravure tempo del che e fu essendo sacco il egli saltare infra le mura entrarvi dentro (2) primo il primo E al stato a a del Capitano Spavento da Valle ghissima Inferno, di cui ci occuperemo più tardi,e' è una lunsi va al più gradazione, per cui dal meno si vede quasi una ma inverosimile, gara a chi le dice più grosse, quasichénegli scrittori del secolo XVI fosse addosso che rodeva entrata smania i quella medesima serie infinita di gambe spezzate, loro millantatori. Una di braccia infrante,di teste rotolanti, di grida di terrore dall' altra,e da una parte, di urla minaccevoli sangue ; tal'è il quadro che sangue, sempre sangue, ci presentano ne' loro racconti que' tremendi Capitani chiamare che si possono tenti conpoi a fin di commedia le loro membra tutte se specificodella fuga solenni bastonature delle loro Commedia è uno Brandonio erudito. esagerato nel (2) È E neW travisati Impresa primi di del passato in che alla parte del di Trasone nella proposito. la fine ebbe paura Talanta, e già apprenderci che il (I,17) della rendesse per di non abbiamo Cosi del fame, che milizie bensì credeva sina, (Mes- che la fortezza della codardia per che egli fosse l'allusione cosa o chiave vero e più esempio per Amoroso esser ricordato detto delle altri fatti storici favole. lui, perchè già scene ridicolmente opera Transilvania per le tanto Gloritio, Accademico Abbiamo Turco. il tanti altri posteriori. come molti alle mezzo dichiara si E per calcassero apparisce di Roma in Venezia, — ad che prodezze 1527. Ottavio ei la chiama) Governatore in basta non (Presidio fortissimo di Chiavarino come nel accennati sono d'Amore esso la presa Borbone, Brea, 1605) il Cap. Marte Boemia, dalle coronano Bentivoglio millantatori false sue storia nella dal ciò per delle racconto imperiali condotte meno dei appunto celebre di Ercole dell' ed. veneziana data Giolito,1544. Questa teatro incolumi generalmente che il salutare smargiassate. (1) Il Geloso, soldato rimaste sono — mediante — bisogna ironica pensare 94 stragrandedi meravigliosegesta il nostro di cui si dichiara eroe personaggio, rai piace di ricordare,a titolo di esempio, alcune che, almeno nella commedia mi sembrano erudita, riportarela palma Ma del fra il lidicolo numero del e grottesco,anco fiume un d' errori di d' per parole senza ogni il modo senso di genere, di boccante tra- comune, assurdità contarle, rac- d' ogni maniera. Un che modello il narra nella del Capitano Prigione è genere Bellerofonte bravata Scaricabombardon, degli Oddi (1).Con di Sforza d'Amore la certamente (IV, 1) : « Correva. il punto quinto dell' bora quinta del giorno quinto del mese quinto dell' anno quinto di Carlo quinto, i Battri,gì'Indi, dopoché il Magno Alessandro scorse i Prenestini;quando, ardendo io di ree fi: gli Umbri della regina di Scozia,figlia del Soffi, ciproco amore sorella del Prete Janni e nipote del principe di grande sussiegoegli incomincia « « « « « « Condè « Trebbia bella che Antonello. Chi Una Gap. fur dama e la rotta pareva Costoro un . di Trasimeno . . a ? cavaliere del tempo de'Romani. » Non seguitiamo più oltre quest'infelice nel suo di riassumere strampalatissimoesordio ; contentiamoci il fatto. Egli,avendo alla sua bella di stare promesso per certo un fu tempo trattare senza armi in modo cuno, al- fatto prigione da un Bascià della Garamania, il quale volle portarlo come trofeo al Turco. Ma il nostro prode, giunto dinanzi a costui (ora lo chiama ricordandosi de' nomi Selim, ora Ruscialì,non neppur che va inventando),dopo aver dato mille prove d' in(1) La Insensati prigione d'Amore, il Forsennato di Sforza degli Oddi, Perugino, fra gM (Venezia, Polo, 1591). 95 domabile il nonostante alterigia, bella,s' induce alla Selim riscossa,e: giuramento « prima ti per la .... sopraccigliata, « dò « minacciosa, traditora,atra, fosca, bieca, torla « menda, « faccio chrr... chrr... Ti a guatatura porcina una e arrabbiato come vedute « di « fendi,fora,tronca, (( sminuzza, spolvera,spolvera. queste zinne, che gridavano Selim mi nel . ammazza, innanzi fo disossa,trita, Spaventatocon . fu- bastione ammazza, spolpa,scava, svena, . sguardo che e . . . apparire rono tre- e gli ringhio giuro Antonello. di fuoco lingue e cerbero « alla fatto que- « sto « nello sdegno « sima, e « quarto, fingo, giro,snodo, schivo, entro, colpeggio, « ferisco, empio tronco, affetto, « ecc. In se dalle in torna ne « scellar dalle risa « di Carlo Quinto. E » Ecco come Lombardi armeggiare: « tere, « scander « di « hor « hor € quando con le « quando con riso tal' e un netto, botta,hor pie di in risposta,con ritto in seconda, porta di ferro, bora quale e ciera entrambi tempo. basso di gioviale d'Amore descrive di un sicché è contra hor tempo, fermo quando probabile determinato di forte un di pie manco curvo, Due modo suo agli occhi, e rabbia (I, 5). Questa descrizione a torta colpeggiare, scarso hor stupendo, quando il schivare, uno tempo, (II.8); si riferiscano sma- a capitano fuoco » un Alchimista neW Zigantes in terza, hor in falcone: gonfie, con Prigion nella copiasse, o che del narici parare, hor passeggio un hor sur Bellona, nei giudizioso sicuro breve, entrar un di soldato ferire, un ghiotto fìngere, un « e hebbe « di e (Ferrara, Baldini, 1583) animoso un Turco, di grido l'impresa del Marte il col di chel era è ancora bravo, un morti, ecc., riseppequella bocca n' ce figliodi Martebellonio, (1) lo di libera del in- provoco, il salone Ispagna, ove quando formidabile Bernardino alla durindanis- chiamo, mani tutto e passo, mano parola,egli si una labbra vittoria sulle Più metto quindi batto, paro, (1).» galeone infocato un in di batuno hor prima, in quarta; granchiato, ai denti ; e si ritrova che formulario o l'Oddi mistico scher- 96 G. (1), ossia la sua Morte (I,4).Questa maltrattava Atlante, ch'esso,gravato dal peso del mondo approfittandosi sulle spalle, non poteva reagire; ond' egliMartebellonio di fratellirivali battagliacolla il mondo prese dita tre con Mona melone. B. Della Porta lo e (laMorte, che Viva sostenne allora come morta, era non un minciò viva) offesa dell* aiuto prestato al suo nemico, coa motteggiare Martebellonio che, punto dagli ma scherni, la sfidò uccidersi a 1'elezion de le havea perchè « e, « la vita al ballonetto. mondo : in A il lui toccò « era « di allora dichiarò la la presi per quaglia.» una Martebellonio E straordinarie che con perchè « il vittorioso e così sono un (2). numerose e volume grosso a (3). fratelli rivali, di G. Batta / due morì posto npl mondo suo più allora,conclude due dita,e l'uccisi ma basterebbe non tutte raccoglierle (1) gola » Capitano gesta del le il cidente. in Oc- tornò non vinto lei aver Così la Morte il prese Marte, e di il ballonetto ; come si costituì tutto Oriente,Martebellonio imboccato l'eroe,« armi, si volse giocar steccato giunse al ciel Morte Y invito ; primo colpo,e lanciò il ballomontagna di Mauretania),che andò la tant' alto che giù. La Per » ella n' andò (che era netto Ella accettò seco. della nezia, Porta, Napolitano, Ve- Ciotti, 1601. colla (2) Questi combattimenti Bravure molto Della dell' Andreini diviene spesso Porta che sai « ha « accompagnata più perciò vado ovunque faccende venendo » vien che meco Angelica, Parigi, Abel dabil De in dice andasse lo con egli nell' Olimpia Cosi al servo e Inoltre Squadra Spavento la peste e ?. . ; « del Non Perchè , colla guerra (I, 4). Fabritio de l'Angelier,1585) battaglia del di se dell'Arte. stessa. la morte meco (3) Tralascio, perchè troppo deW Commedia nella della Morte compagno soprattutto luogo nelle avran (Napoli,Salviati, 1589) Trasilogo « tu e Morte cui Fornaris Fornaris ove egli finisce servisse nota, di riferire di il Cap. famosissima (detto il Cap. racconta coli' uccider modello la all' Coccodrillo (I, 4) Marte Olimpia scena una stesso. del sua Che Della etc, formi- lica l'AngePorta, è 98 Solo a trar fuor questa sente vede In chi mi o Che resta poi per sempre Infatti le minacce sue spada un fo tanto nascere tremito, paralitico(V, 4). veramente sono tevoli spaven- : Guai e' havesse colui a D' attraversarmi Con 0 1 un con capegli Il mando staffetta a a pugno un a dovuto erudita, noi commedia Regni Stigli metter paura, Senza infiniti nomi. i suoi udire i subito calcio il getto a volo ad ardersi la sfera del sol (III, a 6). Certo, egli avrebbe s' altro audatia il passo- uscire dalla Rahioso troviamo vi fos- non zarro Biz, (4), (1), Cerbero (2), Spavento (3), Fracassa maco Brandimarte (5), Martehellonio, Trasilogo, Trasi(7),Bellerofonte,Gorgoleone (8), (6),Rinoceronte in (2) La Berenice (3) È assai nome un Pellegrino di Decio (4) Anche Grisignano questo della per le famose lo troviamop.es. Grifflo, 1552),nel Gio. (Venezia, Vincenzi, 1585). specialmente è celebre seguito in al noto tare (Parigi,Charpentier, 1864). Noi possiamo ciNiccolò del di ricordato Beffa e quello sopra Gautier déWEmilia il Fracassa commedie (Venezia. Salernitano nome specialmente celebre e Parabosco Girolamo di Teofilo di romanzo comune (v. il cap.VI). Nelle dell'Andreini Bravure Vafro 1551. Venezia, alla Libreria Loredano. di Francesco ranto Ta- in 1601. Speranza, nel (recitato Tarentino Secondo sig.Teolio Suffiano) Venezia, Dindoni, del casa del Bizzarro (1) Il Capitan di Seth Viotto, 1584). (Parma, (5) Li Stroppiati del Dr. Virgilio Verucci Eredi Secchi Accad. Intrigatodi Roma (Venezia. Aless. de'Vecchi, 1610). (6) La L' (1) Sorella Erofllomachìa, degli Oddi Sforza (8) Quivi il La Capitano Anteo, « bomba nella « gorga, e d'amore di cosi magnifica certi il nomi petto » Della (Roma, Porta suo nome secchi e : « d'amicizia, di B.Zanetti, 1609). Achille, Ulisse, Hercole, digiuni; palato, s' ingorga (I, 1). nel bocca, rintrona nel G.B. e Sasso, 1597). (Venezia, G.B.Bernardo son fa echo duello ovvero Chiappinaria Ferrali « Porta, Napoli, Nucci, 1704. di G. B. Della ma nel Gorgoleone gran gorgo rimdella 99 Dragoleone (1),Coccodrillo, Matamoros, Bucefalo (3) etc. etc. Tutti i quali nomi indicare ad Capitale si attribuisce, oppure, vera ma caratteristica e Sganghera di cui qualità di Maiana, Parabola della di il sua lo (4) e serie,che del Moro continuar importa non che rado, la come millantatore, più (2), mologicam eti- stanno indomito il valore o Basilisco la lunghissima,specialmenteconsiderandosi posterioreal secolo XVI e la Commedia mili, sirebbe sa- la produzione l'Arte del- (5). A questi nomi rimbombanti toli rispondono poi i tisi dà o si lascia dare stesso più sonori che esso dagl'interlocutori che lo burlano. Un personaggio di si alto merito molto deve necessariamente avere relazioni elevate,cosicché egli si trova continuamente a principie sovrani. « È gran cosa J" dice mezzo Cap. Malagigideir^/essandro « cipisi godono « fa di (1,5) parlar con il questiprin- «come esso in Il medesimo me. del Vasto, il duca di Castro,il (6) il Marchese principe D'Oria,il Duca di Ferrara e chiunque mi « puote « Della Porta (1) La Cosi pure ». avere Trasimaco al vecchio mostra Trappolala G.B. di nella Sorella Pardo Della Porta le tutte lettere Comin Bergamo, — del tura, Ven- 1596. (2) Furiosa La Costantino di G. B. Della Porta, per Gio. Giacomo Carlino e Vitale, 1609. (3) La Fanciulla di Gio. Batta Marzi si Bologna, Gio. de' Ros- — 1621. , (4) Il Moro di GB. Della Porta — Viterbo, Girolamo polo, Disce- 1607. (5) Un sua Introd. Sansoni, lungo elenco agli Scenari (pag.LV). (6) Cioè, di mandarlo resto di questi nomi inediti alla è riportatoda Commedia Ad. Bartoli dell'Arte — nella Firenze, 1880 la persona che com'egli dice, bensì a chiamare, lo domandava « il canavaio in j come come quel aveva momento racconta fatto non il era Duca. Del il f duca poi Fagiuolo (II,2). », 100 giuntea lui da' Gran Turco del Gap. maggiori sovrani : Trasimaco a: della terra. Ecco AH' illustrissimo e quella strenuissimo,il de' Sconquassi,mio carissimo amico « e generalissimodelle mie genti ». Ecco quelladel re Filippo: « Al venerabilissimo e stupendissimoCapitan « Sconquasso de' Sconquassi de' Squassamenti,mio Lu« gartiniente(?) e general de' miei Esserciti ». Ecco colonquella del re di Francia : « Al mio amatissimo nello e maestro, sotto '1 quale ho imparato la mili« « zia,etc. etc. » (III,6). E, siccome il vecchio, ch'è padre della sua amata, glivolge le spallesenza degnarlo di risposta, incollerito egli dice: ce Assai mi neppur I Ho le regine che mi pregano. di tua figlia Mi « curo dava una il Beller« sua figliail Turco se accettava sorella il re « baiato di Trance (?) della Grecia, una silvania se voleva esser suo Vaivoda, la regina Isacc betta d' Inghilterrami volea per marito, se volea la sua ce pigliar » protettionecontro Filippo Secundo {ibidem). È dunque naturale eh' egli sia preso a compagno delle imprese più arrischiate, fra quindi egli è sempre si atteggiaa difensore della vedova le armi. Ma non a e dell'orfanello, protettorede' deboli e deglioppressi, bravo. bensì molto più facilmente ei si trasforma in « . Ecco ad appunto che noi ci troviamo alcuno di cosifatti . spesso figuriche esercitano,o . dinanzi almeno ché queirignominioso mestiere ; giaci bravi delle commedie, che già abbiamo segnalati nelle farse popolari, sono generalmente deglispacconi nota disgustosaal aggiungendosi solo una vigliacchi, tegralme incarattere del Capitano che del resto è conservato dicono di esercitare Girolamo per codesto ebbe Parabosco tipo nelle sue una predilezione speciale commedie, ov' esso compa- 101 volte;ne' Contenti (1),nel Marinaio (2) nel Pellegrino (3) e Quivi dunque è in azione non già il vero e proprio mercenario scherano, un Capitano,ma piuttostouno i suoi servigia' signoriche si valgono del che vende risce ben suo tre valore. Ma ne' fatti si Marinaio predice le dice È Eugenio, tutti che vero Furba a gli che rispondeche nel gli eh' ei omicidi non servigida Finocchio,servo vi di : i'non mill'anni È chiacchiere, più posto,tante sono le sue sarà stanco di traghettartante che nel Pellegrino (II,2).Spavento così vantarsi osa tre la altre cose, a sarà de' suoi richiesto è solo al sole. coscienza,Melaza ancora vero le infernali per pene ci andrà, perchè non vìttime;eppoi Caronte anime. questo nebbia perde come (III,2), fra sulla aver ! che ahimè potrei narrarti ho mandato mie, quanti huomini giorni a l'inferno? quanti visi, Quanti nasi ho schiacciati,e occhi chiusi ? Quante barbe pelate? 0 io ti giuro Le prove A' miei Che il letto io dormo dove è fatto tutto De' peli de la barba di coloro C hanno avuto tal'hor la mia disgraiia, Ma, mostra (IV, 4) la nonostante sua Melaza tutta viltà e fa la la questa boria alla prova si inettitudine. Nel Marinaio sua brava , Lisetta,quando sopraggiunge Furba e lo picchiadi santa ragione,senza abbia animo che il codardo di guardare in neppure faccia l'avversario. Ne' Contenti poi (III,2) Stramazza, dovendo, d'incarico del cortigianoPeriandro, assalire una casa per sua portarne via (1) / Contenti, di Girolamo corte a si fanciulla, una Parabosco bolognese (?) — vanta Venezia Giolito de' Ferrari, 1549. (2) Il Marinaio, del (3) Il Pellegrino, del medesimo medesimo Venezia, Gio. Griffio,1550. — — Venezia, Gio.Griffio,1552. di G, 102 volerne si sfondare protestare che senza detto il aver a' suoi pater quella Giuliano di San noster doveva casa » ad di Caratteristica però del bravo di è delle come vigliaccoqualunque all'occorrenza che avevan credere, non già il miles gloriosus (1),alla verità fanfaronate;anzi egli stesso riconosce di sistere re- per piede, due dei quali bastione. atterrare qualsiasi colpi bastato sempre porta a calci;ma, per quanto egli a smuoverla,cosicché deve partirsene, riesce non sforzi, non « la sue essere un minar do- sa non (2).Perciò appunto il bravo riesce forse è anche pitano ma meno ridicolo, più ripugnante che il Caultimo ci desta in certo modo ; perocché quest' considerato come tima vituna compassione, dovendo essere della sua dere mania, giacché egli è il primo a creil bravo Ciò rialle sue sulta no. smargiassate; ma chiaro da quel monologo di Spavento che, nel fissato con lir Eugenio di assaPellegrino, dopo aver mari Caverna ed aver e monti, da solo promesso poi dice: la paura Questa Per 0 farò sera qualch'uao correr quinci oltre, e dirò d'haver ferito huomo morto un per rispetto suo: farò Così il vecchio sonare pazzo Con dire ogn'hor, s'ei non rifonde, ch'io Dirò al ferito chi l'ha fatto fare. Ecco pellein certe buona stesso (1) Degno buona figura di nota fede, quando monologhi sé arrischiare la prudente per non commissioni,facendo al tempo pericolose modo un stesso che quelle valoroso (2) Marinaio stesse e che è infatti le racconta ricorrono commettendo e nelle cose il millantatore va è, per ove narrando, di cui quel povero le frequenti insensato immedesimandosi egli inventa i gesta. Qui dire, in cosi spacconate. Lo dimostrano commedie, ch'ei quasi divino (III,1), sue ricatto 1 un dice a in quell'essere 103 abbiamo dunque che a fare tutt' altro che ma Eugenio, fidandosi non mascherato, egli lo ispiarlo lo bastona e tant' è stupido; ben delle la sotto mostrando catura, truc- sua qual , coraggioeglisappia adoperar verso e come che, sic- vero vanterìe,va per sue riconosce bene lato, matrico- furfante un con vecchio un . . mai bole de- . pauroso. Un analogo al carattere suddetto è il bravo Galde- vale (1).Egli è ridell' avaro in amore Spinellone,il quale, udendo che Galdelone si prepara a conquistar la cortigiana Doralice di cui egli è amante, cerca di distogliernelo, invano ma (II,2). Al contrario il millantatore vuole feso intraprendernela conquista,castigandochi lo ha ofle sue (II,12). Intanto egli ha dato al maestro armi per racconciarle e farle lucide (2).Oh! son pur belle le armi sue ! ve ne sono perfinoalcune ritrovate Roncisvalle! E con a egli ha compiute queste armi tante imprese che, se in un solo sguardo si potessero veder tutte,sarebbe un egli si gran fatto d'arme. Ma sare indospersuade per adesso a mostrarsi calmo, senza il suo completo assetto di guerra, per non ispalone Doralice. ventare Va per il sé con battere gente; ed sente ha all'uscio di cercando stesso, perchè vorrebbe di farsi animo. così e, dichiarandosi Cfr. Leonida Plaut. offesa dal di Bonetto Mil. Glor. osa il contrasto battere e Finalmente non chè per- ch'egli ne ha spacconate, si risolve e Ruspina, e, spaventatada la padrona. Doralice viene, procedere dello smargiasso, Ghirardi. v. non si resti di dir non picchia.Si presenta la serva chiama que'modi arroganti, (1) La ma costei, curiosissimo è coraggio,quantunque (2) Ghirardi di Bonetto nella Leonida I sgg. Venezia, Paolo Majetti, 1585. 104 rifiuta di tanto riceverìo, chiude la ed porta sul alle sue vane il carattere un basso suo (II,13) Entra minacce di il vuol derubarlo Più tardi vuol perchè Gorgia si vestiti non come Gorgia riesce a gliacco. vi- un di lui su arie di sue mentato, addordelle una fare il colpo, svegliaed egli scappa. si arrestano le furfanterìe colla solita cautela entra ribaldo ritrovando le legno. Gal- un fa bastonare compire ruberie,ma qui d' spaventarlo colle e solite generose Né munito poi si (II,48), ma Galdelone Martano vuol rifarsi con e rapace, parassitaGorgia che, temendo erasi Spinellone, spaccamontagne, che e venuto. nuovo delone il nostro Capitano amore quanto danaro. Infine gli lera naso, lasciandolo in preda alla colbestemmie. Cosi eglidà a conoscere vorrebbe tanto non che più che legate», lo prega del bravo. A lui si rivolge circospezione di liberarlo (III, 9) ; ed il e glirende questo servizio si,ma lo spogliade' suoi non potendo cavargli denari. Intanto sopraggiunge il povero (III, 10) Gorgia,a cui si raccomanda Martano, eh' è rimasto spogliatofin della camicia,per riavere i suoi vestiti, vedendo il parassitoarmato e d'un nervo, Galdelone bravamente si ritira davanti al pericolo. Ma il primo ond' egli torna con una sicché rimane egliirato compagni, casa cara. per mentre di annaffiata vorrebbe vendicarsi di Doralice subito colla alla carica buona per scacco cortigiana glicuoce, Doralice che lo accoglie d' acqua . , . partir subito della donna, Spinellone e e Martano odorosa non . da va ; Pisa, poi in cerca entrano di nella (IV,14). Pertanto un' ultima soperchierìagli costa molto tornato la casa di Doralice Infatti, (IV, 23) verso trarne vendetta,vede uscirne l'avaro Spinellone, che 106 e finisce col s'è cavato picchiarlocon di sotto « conosciuto « spezzato le « dato « grande. il del alla tonaca, (III,6) ironicamente libro di Cicerone un il Tracanna servo la fortezza vostra, che tavole core a di di me libro quel fare si che io ho la testa havete con che con congratula Hora « : ch'ei havrebbe non ben scure una » Capitano Parabola ode dal Cricca (il,10) l'arrivo di un servo gentiluomo della Morea, grande attaccabrighe,e che « ad ogni botta Similmente « distende nel Moro huomo un il per terra per terribil che sia » ; traccio, (li,11) Ventravestito da gentiluomo della Morea, parassito, il terribile Capitano il quale spaventa colle minacce che chiede umilmente grazia; lo bastona ben bene e Inoltre Parabola, poi lo beffa,scoprendo l'esser suo. d' Oriana che deve innamorato Pirro, sposarsi con macchinato a uno aveva strattagemma (eh'ei racconta nel 1, 2) per impedire questo matrimonio Ventraccio accusando, cioè,Pirro di volere uccidere Oriana. Ma, ond' ei dichiara volerlo Ed vedere. ecco , , vedendo scoperta la frode Pirro a costretto a (V, 5),chiede perdono salvarsi solo per a rimanere intercessione la senza la minacciata e sua vita dall'offeso sua sce de' suoi fallie riedi Oriana, ma bella che va è moglie Pirro, Nella si ritorna Chiappinaria (1) del direttamente a Della Porta finalmente Plauto, giacché il Capitano di discendente si chiami che Gorgoleone,nonostante bellezza esser Marte della Gorgone, e che dica la sua e sol capelloper testa di tutte tale che, raccogliendoun che soci) sue innamorate, se ne torcerebbe una gomena Cosi detta dell'Orso Chiappino la cui pelle serve a diversi stimenti. trave- 107 sterrebbe (I,2),è terribilmente raggirato dal servo Rompiguerra e dal parassito Gogliandro che r inducono vestir la pelle d' orso a per ottenere r amata Drusilla,e poi, traendolo di sotto alla pelle, gli dan quel castigo che Pirgopoliniceha nel Miles plautino. il mondo appeso le bastonate E fioccano spalle;sicché,come, salmi finiscono in punita con spada parla sovente è credono neppur un'arma Del pericoliche è sue popolare,tutti i gloria,così ogni bravata del Capitano buona dose di busse. Di colpidi una secondo lui; il nostro il detto i ma suoi avversari lo non bravaccio si merita le disgrazie tutte gì'incolgono,perchè egli è troppo vergognosamente tremando di anco vigliacco,sta sempre alla più piccolaminaccia non e davanti esistono, pronto della prove sulle degno di tanto, e preferisconoadoperare micidiale : il bastone. più ignobilee meno resto che continuamente a chieder estrema sua delle commedie misericordia o a fuggire.Le abbondano vigliaccheria in ciascuna ov'esso che comparisce. Ne' Diversi linguaggi del Verucci (1) il Capitano, parla in dialetto napoletano,incomincia il prologo; ma, intanto e «r che che sta dice di haggio piU a sta raccontando uccisi avere varva », le le solite spacconate sue più uomini grida di un ad « che non stano ragazzo ba! : « Ohimè ed ei comincia a tremare impaurirlo, dove posso fuggire? ohimè! « come faraggio?uh! po« le gamme de la paura ». vero tremano Capitanio,me E fugge via, mentre il ragazzo, deridendolo, fa lui il prologo. (1) Li legge, per A. tra diversi linguaggi gli Accademici Vecchi, 1609. di Virgilio Verucci, Intrigatidi Roma detto romano, 1' Universale. dottore d Venezia, 108 Curiosissima il del Moro quella scena (III,3) ove gliacco Capitano si trova a fronte con un avversario più vidi lui. Parabola giuriano s'ine il napoletano Panduorfo si minacciano, finché,tremando tutti e due, e è alle mani. vengono Panduorfo domanda risponde « Pand. fare non Ma, al momento che giorno domenica Frate custione. io Ed d'incrociare i ferri, tano Capi- ». mio, aggio fatto vuto — il quello e era la mi sono ricordato ancora Cap. d'importanza. Pand. tricare (1). Olà, torna, non E tu, quando tornerai? Cap domenica d'una — cenda fac- — — Pand. . Né .. tuttavia propria viltà il manto chiove quanno — egli il ha pudore poltronerìa,anzi e passe e fico secche di cerca (2). riconoscere la di mascherarla disprezzo,o magari della prudenza. Cosi Capitan Fracassa nel Beffa del Secchi,pregato sotto del Federico da di voler di dargliaiuto,dice in alla sua difesa,ma poi correre dalle buone esorta bellissima : che sentenza Uomo « principio si lascia persuadere ragionidel servo Tempesta se ne con va, giustificandosi fuggire,e a sul che merita fugge può di proprio di nuovo che lo sta queferita ri- esser combattere ». (Ili,11). E nella Trappolarla il Capitano Dragoleone dubita rispondere con Arsenio, non gran da : « Il tempo è padre, e « vendette,m'informerò « sponderò, che si schermisce. (1) Tricare (2) Quando = la la tardanza è madre dato sfi, siego sus- delle del negozio meglio, poi ti rispada vuol ragione » ; e in tal modo (IV, 11). tardare. piove popolare. uva passa e fichi secchi, cioè mai. Espressione ratteristica ca- 109 Di prendono continuamente o perfidicompagni, il servo simile vigliaccosi un classici beffe i suoi e il sola persona, non riuniti in una meno parassito, spesso dei cui si divertono a bersagliare vili della loro vittima, loro scherni,appunto perchè ne conoscono l'impotenza cotali personaggi servono vendicarsi. Ad a ogni modo ad assai bene sia che essi la comicità accrescere finganodi della situazione, il millantatore assecondare nelle lo deridano, parole a doppio senso sia pure che apertamente lo motteggino ponendo lità in contrasto la propria voracità e la propriaabi- bravate, sia che sue con , nel lavorar di mascella colla pretesa eccellenza del le mani. Capitano nel menar Senza dilungarmi in numerosi esempì del genere, basti soltanto un saggio di tali bizzarri contrasti nella Furiosa (II,1) : Che Basilisco. Lupo. Capitan — Basii. Anzi — alla insino Basii. sedere da di centomila e ad tavola una polli,e mangiar sempre carica di vivande dalla mattina sera. E — abbattimento, e persone giornata fra due dal spuntare lino al calar di far sole. Lupo. un giornata è questa d'oggi,signor veramente Degna ~ di centomila essercitì del bella poi quando hor saltar in si viene a quel sanguinoso squadrone, questo, pigliaquello,rompi, spezza, altro,lascia mezzo un hor in scanna ammazza. alle strette,hor dar di ad un mano pastone, hor ad un cappello di pasticcio,hor dia, sbodellar un un gallo d'inpiatto di lasagni,hor brancar spolpa, taglia, squarta, rodi, ingoia,tranguggia pezzoni di vitella,intieri, intieri. Lupo. E — E nella Fanciulla lista di nomi il lunga quando suo che dice del Marzi Bucefalo valore enumerazione Tracanna si viene dati (II,6), a si attribuisce una lunga rispecchianti le sue e imprese, segue una più di quelli che il servo parassita Del lui per la sua a ghiottonerìa. come no resto nomi quesl'ultimo personaggio riceve quasi sempre adatti alla sua vato osserqualità,come già abbiamo questii giuochettidi paper il Capitano.Ed eran role che piacevanoagli uomini tanto che sono che doveva sintomo un prender quel tempo, dell'andazzo evidente dal nome dì e letterario allora nascente, secolo il seicento! che Y interesse o la fame per lo più avviene lazioni, spingano cotali satelliti alle più turpi e sfacciate adu- Ma, se altre volte questo di bugìe e mercadante «e che di spaccia le Gogliandro parole,» come appellaGorgoleone {Chiappinaria I,2), è apertamente fin dal principio, tanti complimenti. senza svillaneggiato « sue mercantìe Perciò Trasimaco al nella Sorella Trinca servo del il se Della mandando Porta, doAttilio padrone suo certo Capitano,detto il parla mai delle gesta di un Fracassa, celebre pel suo valore e per sue virtù illustri, ha la sgradevole sorpresa di sentirsi risponderech'egli ha « Fracasso « questi « mustacchi « una il suo « « udito realmente nomi per e inguffati ciera torta padrone venerabil Di « asino in corpo crete « soffiò mai vento 1' honora e tanto che di molti grande che ci han illustri di ambitione « neria « E che combatte che che nel tribunal dubbio lingua che con della chi fusse harebbe perchè basterebbe la impoltroniretutti i poltronidel la non soffiasse in non determinare senza se- ruggine, che favore più con d' un titoli, che basta per sei asini fatto la sententia in Capitan le verità le tiene tanto « ad certo peli della barba rabuflfati con parla con certi paroloni." E « « un o quel ballon del suo capo. E poltronerìase si havesse a maggior poltronedel mondo, « « i che e buggiardo, e « di Babuasso, che s'havea posto spaventar le genti,che porta certi Sconquasso o .... discorrere sua la poltro- mondo la il spada . . . . . . HI sopravveste della « E la « zame « seco, « che « parte morto di fame. « cicalone udir « spasso che la tanta per sua Che Finocchio. Che del bravo Finocchio. Si, ma il stoltezza del all'infelice attorno sono ogni (1) Cfr. Marinaio, IV, 4, Frac. ... Ho Vespa. E fatto Si, il Cecchi spesse vi si bee « e dire Lo Rivali poi (HI, 4) Can E volte da fugge cui e correre i dodici (Cfr. Maiana, pie. chi con innanzi. due IV, 5) ch'essi combattere Ignico è detto: pagliaio che a moglie III. 6: i dieci nel di sua a te, io »; la fascio,approfittandosi un Emilia, sempre a la vero fedele L'in- Capitano Malagigi.Così tutti spalle per mangiare alle sue de' bravi spadone meglio,i» dir il a con erba egli correva ma ama adopran Ne' e questa spada, con ... ed nell'Alessandro Ruzza a voltarella qualche in effetto fa d' della correre gli professano, ché, giacspaccone, allo attorno sempre mangia bene aggiunge anzi: coleo quale fatto disprezzo che vi si servo riguardo comune: Fagiuolo confessa come a fuggendo. (1). Ma, nonostante questifurfanti sono « adopera sotto quante volte io solo ho Quattro compagni o sei? E (II, 2): Parabosco spada parlando? fuor della guina. più frase molto Spavento. mi (II,6). Pellegrino del Finocchio una mangiar gonfiate; e a » diresti di me uscì mai non stesso ragaz- e si prende millanterie, quelle sue citato già vesciche un spilorceriae spedaleria che si Pure « » questo pratticacon dei fatti suoi. Spavento. (II,2) : l'invita che altro che mangia non nel Lo è , e è E « dice Finalmente . . nobiltà sua seguita gli mostra chi il viso. fuggec 112 e burlarsi di deluso lui,quantunque nelle sue Martebellonio talora il parassito rimanga e speranze, nei se lamenti. ne Infatti Due fratellirivali del Della Porta rifiuta a Leccardo lo sperato desinare, perchè quel giorno essendo martedì, «e in honor del dio Marte non « mangio altro che un'insalata di punte di pugnali, « quattro ballotte d'archibuggioin cambio « balle A « « d' ulive,due in pezzi con la salsa,un d'artiglierìa piatto di gelatinadi orecchie,nasi e labra di Capitani e Godi ferro come lonnelli, spolverizzati sopra limatura caso nare grattuggiato» (I,4). E, se questo è un desianche le scorpacciateche il parassito fantastico, riesce effettivamente a fare molto sono stravaganti, « mangia la carne cruda mezza perchè Martebellonio « e sanguigna, e dice che così mangian i Giganti, « che vuol assuefarsi a mangiar carne e humana, e « bersi il sangue de' suoi nemici. » Infine,il nostro povero millantatore è una -vittima della malignitàumana, sicché è quasi un sentimento di collera che ispiranocoloro che lo metton di mezzo. Ed è un scorso vero e propriosospiro di rimpiantoquel dinaccio « «: «: « « « « Gornelio Lanci deW Olivetta (1),che in bocca pone del resto al suo inganna, Brucome pari,il Capitano Oronte (IV, 6): Questo mio padrone è la bontà del mondo, e se non sarebbe havesse questo difetto di così millantarsi, tutti « che gli altri eerto huomo suoi molto amato ma ; in fatto questo tanto ma vantarsi,ingegnandosi(come fanno alcuni altri, di annichipiù malignamente e impertinentemente) lire le altrui opere e gli altrui fatti ancorché degni molti di tutte le lodi non piace a persona, benché in tresche,fingano il contrario. i" entrar per non (1) U Olivetta Sermartelli, 1587. di Cornelio Lanci. — Firenze, nella Stamperia del 114 « pure ce mani. il malvenuto Ma » il soldato incoraggiante come «: ella affretta « dice — « donne effetto della occhi feroci e conosciuto per la donna: le mie il cuor nella giacché : bravo poco » ; e mani si colle compagno, anzi tutte le bellezze del mondo del quelle sul viso ! valore suo delle loro Le così regine lo le gli promettono re chia- de' suoi vezzi dell' amore. gaudi lo e imprese, schiave sono consorte, i per Inutile dire che ». guida a' dolci lo invitano sanguigne, gli immaginazionetutti i grandi sua ammiratori sono le mani un' usciata man desiderano « son crudele parole gli valgono Inoltre,come e paura ha gli huomini con della terra saluto questo delicate,il girar degli occhi piacevole», son « belle mi — il cielo dalle vostre guardi considera un rassicurare a mentre mi e loro Al contrario,le donne di lui anco sono verso figlie. più crudeli degli uomini; se è ammogliato, la moglie lo tradisce, se celibe,le amanti lo pelano, e poi gli quantità di tiri birboni. Già accennammo giocano una al capitan Malagigi dell'Alessandro,la cui moglie è goduta perfiinodal servo Fagiuolo. Questa trista donna ciò che lo raggira maledettamente, dandogli a bere il ridicolo del vuole, e (IV,6) incontra la capitanogiunge moglie vestita da bone, ma al colmo, quando uomo, comprendendo pur quelle mentite spogliesi cela cortigianae propone per una donna, una al servo e che la conoscen ri- non sotto prende di tèrsela per amante. Figuriamoci poi le belle locomasia le burle ch'eglipretende di Plauto Commedia tutte di che gli fan sopportare sedurre,dalla Fi- alle innumerevole della servette dell'Arte ! Peggio è vezzosa figliad' ancora quando gli occhietti Eva lo hanno furbi di veramente che qual- amma- 115 liato,cosicché ci dinanzi troviamo Questa variazione perchè gli esempì stantechè col drèo e morato. inna- esempio si posson non dell' imitazione un già ne avesse è anco Miaoùfisyoq^ Capitano tipo, la più moderna, assai tardi sono il tramite passatiper del al dir classica,nonoil teatro Menan- la gendo più graziosa,aggiunvisi un lato patetico che, se forse il accresce ridicolo,può d' altra parte ispirareun certo grado di compassione. Ben lo per più lomachìa le d'essersi più esclama — innamorato, smancerìe sue debolezza sua coli' esempio de' » anche famosi e cerca invaghito della eroi Rinoceronte di Sforza néìVErofi- « degli Oddi (III,6) soggiogò Bellerofonte, Fetonte, Demofonte, Thermodonte, Lao— finalmente « coonte « le femminucce « pazzìe, come e lo spietatissimo Rodomonte, e per i Capitanifamosissimi han fatto delle E cotali » Achille,Aiace,Annibale ... filastrocche di nomi 0 Capitano, smettere la Amore « il vuol non donna una antichità. « che vero di coonestare anzi di è più affatto fantastici o o storici, leggendari meno affluiscono di continuo sulla sua bocca. « Tuttavia talora avviene che osi buono del Non non da dir Loredano neppur bugie (1) il eh' citare vari (1) La della eglisia esempì Madrigna, Speranza, più egli sia millantarsi. 2601. « rato innamoNon son protesta(IV,8) nella Madrigna di ed è vero. tatore millanCapitano non lutamente cinquecentisticaimporti assoinnamorato, che anzi si possono un del contrario. di tanto Capitano Agolante, la presenza nella Commedia già che » eh' Gio. Francesco Così Loredano, nell'amor in Venezia, Co- alla breria li- 116 (1) un capitanospagnuolo,e un (2),sono, per tedesco, il Capitan Tiberio degli Scambi di giudizio, dire di altri, non e persone molto dabbene e oggi si direbbe, affatto rappresentano parti,come serie. Ma resta il fatto che, quando si ha sulla scena mente un millantatore,esso è per lo più forteCapitano non del Piccolomini stante innamorato. Come è ciò? rappresentare lo si rivestì Forse si volle innamorato, un degli abiti del e e tura avven- per di nome plicemente sem- Capitano, facendone voluto però un personaggio distinto? Oppure, si rendere quasi un omaggio alla potenza di amore, che capace è di trasformare perfino correggere le bastonate valgono sembrare può di osservare Considerando die,vediamo burla nessuna per Commedia è recitato lo di mezzi sorta Questo d' imitazione dell' da che 1540. Notevole è vi ha che è che si parte diente, espe- il (A. come un carattere Piccolo- 1536 prologo nell' interno che frau- e 1' anno dimostra, offre todo me- ma classica, Siena a i per un comico Intronato mentre conoscono, spagnuolo che Acc. Imperadore spagnuolo uno tutti Stordito giro, attorniano Il travestimento usato. dello la venuta Arrivabene, r arrogante stessa ogni amata. costante, per A. in piacere aglispiritiavventurosi (1) L'amor Venezia, Gomme- nelle atrocemente preso glipropongono certamente doveva mini) composta innamorato vien frequente frutto tesi ipo- fatto,e basta. un esso alla donna assai di molto difetto ? L' suo essendoglirisparmiata.Lo soliti furbi che giungere togliereil il nostro che guisa da cui di solito neppur spaccone a in è difficile supporre graziosa, ma ne' commediografi del tempo : contentiamoci sentimentalità certe uno uomini gli è di in — questa di della sueto, conmedia com- mente assoluta- diverso. (2) Gli rappr. Siena, Matteo Scambi, in Siena di Belisario Bulgarini, Sanese, dall'Università Fiorini,1611. degli Scolari l'Aperto Accad. l'anno 1574 tronato, In— in 117 dolenti del sec. XVI, il disillusioni per Nel Servo è in « cedon, e migo huze, queirabito (IV,7),colle si dell'orso de Amor » in nella Berenice compiacere alla sua bella ride. perciò la fortuna gli sor- per non più ancor a si fa scacciare. di Fossombruno miserando di il travestimento accennò, hozar bastardello solite bravate dubita livrea,ma esito Ed Cerbero non la quiere a Isabella Ma, presentatosi travestirsi da caldarostaro. di vestir mi di Jacovella infatti dietro il consiglio (IV,5), s'induce del Loredano Todos « : ninguno y aquelloscelerado Cosf pure dice che altezzoso me (1),il capitano, VirgilioVerucci di Astuto cadauno sino più amare poveretto. spagnolo uno delle generalefonte ottiene,come già Gorgoleone nella pelle Chiappino. Talora disastroso però per il travestimento sorte effetto un personaggio. Nella già il nostro men citata Erofilomachìa, il capitano è avvertito dalla ruffiana Giubilea (III,7) che la cortigianaArdelia è pronta a riceverlo purché si metta negli abiti del medico HipÈ questo pocrasso. al povero care ottenere che tiro birbone Rinoceronte l'intento desiderato anche Viene un Achille ed che egli vi ; pur ricordando,a Ercole si si vuol giuo- si acconcia per titolo di vestirono da scusa donna. (IV,8) e Ardelia lo maltratta credendolo Hippocrasso,sicché egli s' impaurisce e non si dà a conoscere. tra Ma, quando enil dottore sotto le spogliedi Rinoceronte,la cortigiana credendoli il capitano bastona lui e il suo servo e Diluvio,i quali profittanodel loro travestimento per sfuggirealla collera della donna. dunque (1) Il Servo il Capitano vestito Astuto, de' Vecchi, 1616. di Virgilio Verucci da — dottore in Venezia, per sandro Ales- 118 i casi occorsi a Basilisco nella Degni di nota sono indica il nome Furiosa,donna, come suo (Foiana)molto sensuale che, malcontenta del marito,acconsente nire a divel'amante del Capitano.Introdotto dalla serva Nespila,Basilisco s' incontra colla donna (II,7) e già stanno per conchiudere .... Ardelio,pazzo la era innamorata sua egli fosse annegato. lo getta vuol lo terra vendicare, consigliadi lei dar senza e alienista, dal con un pazzo d'aver capitanodunque i nascono dal picchiaben del cui scoperto bene con lo in poter venire da medico è segreto per un questa sua da veste pazzo, e incidenti. Primieramente in cerca alle cure colui che portan dal che cura bastone. (III,5). Più medico, che vanno padre l'ha affidato legano però del si per Foiana il marito parassitoLupo, che, lo scambiano lo comici più la falsa notizia placatoda sospetto. Giacché persuasivo argomento Il impazzita ingiuria il Capitano e calcio (li,8). Basilisco si travestirsi da si vanta praggiunge so- Ardelio guarire i dementi, valendosi del dietro è facilmente ma trattato,quando dolore, che Vittoria eh' a il è conoscendolo non tardi da (IV, 3) del pazzo del marito cercavano, lo ciò contrato inlo i facchini Ardelio il di Foiana, bastonano, medico il che, credendolo bono pazzo, gli vuol fare inghiottirecerte pilloleche debrisanarlo (IV,4). Ma i e egli dice eh' è morto morti non mangiano. Per persuaderlodel contrario il medico gli fa comparire alcuni che si fìngono morti discorrono che pur e e mangiano (IV, 5). Tuttavia vuol mangiare, sicché gliviene aperta a forza egli non la bocca, e poi a suon di pugni, legato come un lame, sae è chiuso invoca l'aiuto lo libera e lo in cantina (IV,6). Dalla sua prigione di Nespila che, prima riluttante, infine colto ne' suoi é riportaa Foiana, ma 119 in cerca va colloquidal medico che, infuriato, blica menar de' fratelli della moglie per esemplare e pubabile vendetta (V, 2). Nel frattempo Nespila con di paura, trovata fa fuggire Basilisco,tutto tremante cessi le solite bravate,e lo sostituisce quantunque non amorosi tradito Vittoria;sicché al suo ritorno il vecchio rimane deluso e rimproverato da Foiana, che probabilmente con la continuerà Così i casi terminano incominciata. tresca sua che, capitano Basilisco, del le buone esempio nel suo genere, ha ottenuto donna. Ma, se qui è fortunato in amore, graziedi una nuiscono le frequentilegnateche gli piovono sulle spalledimiin tal guisa assai la gioia del successo; e unico — è ilbravo (1) a questo proposito il Camerini conclude — pesto. sempre Che se infatti, egli trova la lussuria favore spinge nelle fanciulla dabbene moglie una presso Della del Commedia nella Porta cui solo infedele braccia,al contrario accoglie sul serio le suo sue suna nes- mande, do- di questo studio abbiamo duto vegià nel corso com' egli sia continuamente e vergognosamente dinari da' genitori, nonostante ch'eglivanti glistraorrigettato e Per partitioffertigli. dirsi,il male, il malanno e lo più egli ha, l'uscio addosso ; come suol non riesce contrario,nella Prigion d'Amore di Sforza degli Oddi le cose volgono per lui di Erminia, che gli viene meno peggio. Innamorato rifiutata dal fratello Lelio (IV, 6), è bensì soppiantato ad ottenere dal rivale che Flamminio, parte del Duca fagnana con bastonate. 400 si levi di torno (1) E. Camerini. d'accomodamento, da in via ma, gli viene scudi Al offerto annui (V, 9). Ed Op. cit.Studio il governo di egli su G.B. della Gar- purché egli stipendio, fra Porta « il dovere a pag. 81. e la 120 «: paura », di voler non gli mancherebbe non raccontar a per rando accetta,dichiamoglie, quantunque, se volesse, dice come un' delle una l'occasione Spazza suo delle chi ha la ventura imperatrice.E qui di udire il nostro ricevendo un anche millantatore ritrovato di cuore volta le bombe una Scaricabombardon. la finisce non Qui troppo male, qualsiasial rifiuto patito. / lo scioglimento del Martello compenso È quasi più triste del Gecchi fa ridere perchè nozze cia ricomin- solite storie... adattata sue Bellerofonte dell'incorreggibile almeno servo, (1),scioglimentodi cui del resto abbiamo dia, già un esempio analogo in un'altra commedel Secchi. gì'Inganni ciadiavoli ha Il bravo creduto, com'eglistesso Cac- Lanfranco al racconta suo Sparecchia(I,2), d'aver fatto la conquistadella cortigianaAngelica che per lui avrebbe dato l'erba al creato suo amante Fabio. sfrutta abilmente del suo ex- Ma la l'amore amante, e donna del al tempo bravo, la tresca, stesso riceve scoperta da che le. visite chia Sparec- abbia il coche il vile Lanfranco raggio (II,9) senza di vendicarsi, finisce solo colla fuga di Fabio, il quale,essendosi introdotto in casa di Angelica di cui l'amore di solo per conquistarsi fìngevasiinnamorato una giovine creduta di lei nipote e che poi si scopre di buona essere famiglia,rapiscecostei,lasciando così libero al bravo (V, 3). E allora la cortigiana campo fame, abbandonata, dichiarandosi pentitadel suo passato incoli' onestà e e protestandoche vuol redimersi accetta rifiutare per l'avvenire ogni amore illegittimo, la mano che le offre il povero bravo, il quale è proprio ce guasto fradicio Sparecchiadice (1) Commedie, » di lei. al Nebbia: ed. Milanesi voi. II. — Del resto, come lo 122 terlocutori ; lo discorsi Sganghera del ridicolo amante testé S. Mona illudono non Ma ofifrono uno purtroppo studio vi è solo che « pittore,ha « che di Plauto ha Di Girolamo la metà del con vile del quali il carattere modo affatto di trovare fra del Cecchi « di Teofrasto che in Il Cecchi di e » un autore il carattere esso — Labruyère il medesimo E ». personaggio, non ritrattista, un ci non del acquistando. Parabosco, da Piacenza,fiorito verso (2), già certa pari che della anziché secolo una conversione descritto. è Lanfranco della del di Molière e sostanza Francalancia completo « — talora scadendo va (1) più di concludere ragione bravo e non schizzato, il Camerini osserva le commedie sonanti vera finalmente e intitolata : La vivace i cui sulla il bravo contare Rappresentazione Maiana, Rosa di Fulvia ; senza ricordato, Scozia. della in ben spaccone, nessuno minima Melaza, Stramazza che subdolo tre delineato uguale, sicché la beachè veduto il bravo cura viene abbiamo scrisse de- tristo, commedie, nelle e assai in bene^ ma potrebbe avvisarsi differenza di personalità Spavento.Tolto questo difetto di monotonìa, possiamo esser riconoscenti al Parabosco, dal momento che gii esempi più notevoli del vero e proprio"r bravo » si ritrovano in lui, e gli altri che il Ghirardi nella Leonida, lo riprodusse dopo di esso, come furono non Una é il che suoi imitatori. delle più genialiriproduzionidel Capitano MalagigideW Alessandro, la notissima commedia dello Stordito mini e Intronato. Mons. (1508-1578),arcivescovo (1) E. Camerini. Op. cit. Studio (2) Cfr. Poggiali. Memorie (Piacenza, 1789), II, 74-90. per su la Alessandro di G. M. Storia Piccolo- Patrasso Cecchi a letteraria ed pag. di eletto 32. Piacenza 123 Siena, fu giudicato il Principe de' Comici di questa dopo le successive rappresentazioni di che merita veramente Italiani dia, comme- posto notevole un nel stro no- (1).Alla nostra mente soddisfatta torna caro il ricordo del Gap. Malagigi,il ridicolo eroe che quel così bene faceto commediografo seppe rappresentare, in poche, ma dandoci una graziosissimescene figura teatro che rimane caratteristica fra le tante assai può dirsi mentre fra' ancora che stati dati nel (2).I fuggevoliaccenni che di questo studio,basteranno corso comprendere la Ci troviamo comicità. de' soliti vantatori,anime uno una e di millantarsi di e delli mo- ne sono farci a dinanzi ad la cui viltà li quantitàdi accidenti più resta secondo a Malagigi non a espone sciocche guirono, se- vecchi più del genere sua la o teschi, grot- meno l'arte nel- nessuno fuggire.Ma la nonostante ridicolezza sua riesce affatto antipatico, eglinon perchè la nausea, grossolanefantasticherie che muovon molto attenuate,e il qui o almeno sono certe mancano riso spunta di leggierisulle labbra più che per la delle nezza stra- in grazia delle situazioni iperboli, ove umoristiche,come quella già ricordata, sue Capitanoincontra (1) V. prefaz. di N." 28), 18"4. Lo Rara. cit. la « Appunti (2) per La alla uomo riportò questo di vita A. scam- e, (E. Camerini) all'Ediz. Teoli Camerini stesso (I,1) anni, e al che che prima troppo bene tempo '33 andò nel questa : rappresentazione è del 1544, qualche nel poi (II,1) 7 anni ediz. prima risalire il Carlo servire vestita da moglie (Bibl. Daelli studio suo Stordito Piccolomini il in op. nato Intro- (pag. 146). » 4 la ramente ve- accenna quindi della combinano dell'azione in a esilio nel questa 1544 quello quando ch'ei la senza sparizione sua perchè per della l'azione son poter supporre M. recita siamo pos- Fabrizio figlia Lucrezia conta racaveva potesse ritrovare. come e troppi composizione. la per Infatti la cadrebbe commedia, forse ma innanzi. anno '37 spari insieme e 1550; a cosa crezia Lu- avvenuta giova, supporlo, i dati una la cronologici diflferenza e fra 124 biandola cortigiana,la una per Diamo (IV, 6) amante a fondo sono l'arte sua, lode volentieri Piccolomini,perchè egliappunto le mentre al propone servo arguzia al di dimostra per di conoscere esagerazioniposteriori talora affatto stomachevoli. perciòaccordare col Piccolomini stesso, s' è vero, secondo raffiguraTraiano Boccalini ne'suoi famosi (1),eh' egli,chiamato da Ragguagli di Parnaso Né mi posso Apollo a dare il suo Sforza degli Oddi, ne che valse al plauso e facesse unanime (1540-1611),dottor fama certa per machìa, i Morti si distaccano le di sperticata, grandissimo che bene questa ! Sforza trattati legali degli cademici legge perugino,fra gliAcForsennato, ottenne dunque di tre sue commedie : 1'Erofilo- vivi, e la Prigion d'Amore, le quali invero dal modo imitazione della commedia già, come borghese dice il usato, giacché,forse per spagnuola, esse manifestano Gaspary (2),i principi del lagrimosa. Anzi della commedia e con E badiamo consenso. Insensati detto il una lode tanto protettoV immortalità suo eraglistata negata pe'suoi Oddi una commedie le giudizio sopra dramma il è noto che, udita 1' Erofìlomachìa nel 1574, ebbe discuterne Pesaro assai a a rappr. con egli che 1' azione di Jacopo Mazzoni, avvisandosi fosse adatta piuttostoa tragico,o meglio, epico, essa che a comico (3).Ma, all'infuori di questo che poema parere noi di Torquato moderni Boccalini nella Venezia, Romano, cit. (3) la lettera cfr. ibid. Guerigli di Parnaso, del signor Traiano 1680. II',263. (2) Op. Virginio, pubblicata Sforza il vizio dee difetto, rappresentazionedei personaggi, II, Ragg. 14,° Ragguagli Cent. Cfr. ritener possiamo non trovarsi piuttosto (1) Tasso dal p. 411 dal contemporaneo Saviotti n. in Giorn, Tiberio Stor. XII Almerici (1888) al pag. cugino 414. Su 125 almeno di quello che qui interessa. Senza dilungarmi troppo, i due esempì che Sforza ci dà di millantatori, Bellerofonte e Rinoceronte,ci danno una pessima idea del buon gusto di quel!'autore. Abbiamo riportatouna formidabile del capitano Bellerofonte vanteria nella Prigion d* Amore, il cui verboso linguaggio,irto di retoriche non prolissità, potrebbe dar miglior prova del supremo grado di sguaiata esagerazionea cui si nel grottesco il comico può giungere cercando e, in nabile generale,l'interessante nell' artificioso. Queir intermisequela di racconti favolosi,mescolati di errori storici e geografici assolutamente cronologici, pazzeschi, stona tanto si studiosamente il più là dove si cercava patetico da dare occasione al giudiziodel Tasso. In conclusione,i Capitanidel dottor Perugino rimangono forse i monumenti più goffamente caricati del nostro di rivaleggiare tipo nella commedia erudita,degni veramente colle celebri Bravure Ma chi sopra fu Porta dell'Andreini. ogni altro predilesseil Giov. certamente Batta nostro Porta Della o (circa1545-4615), napoletano, valente sonaggio, per- diografo comme- che il quale pregevole scienziato, ben dieci copiosa produzione drammatica non meno nella sua volte portò sulla il Capitano(1).Non scena vorremmo dire eh' in questa egli mostrasse poi molta originalità gliano rappresentazione,giacché i suoi millantatori somimolto a tutti fra loro. Ma come e Furiosa, la e l'umorismo quello dell'Oddi,che moltissimo schietto scaturisce e si somigliano non dalla sforzato vena sauribile ine- del dotto e olimpia, i Due la Tabernarla, la la Trappolaria (1) Neir la gli altri la Sorella, Cintia, Sul Porta ho faceto napoletano,ce fratelli rivali, il Moro, Chiappinaria, la Fantesca, già nominato uno studio del lo rendono Camerini, op. cit. 126 assai caro; quanto le ridicole vanterie trattò così che spesso il millantatore, tipo ben luce in di nessun lo Scherillo i scenari quali primitivadelle E in solo verità si di che e (1),uno anzi può ciò fu consentaneo graditoalla tanto il Porta dei stesso fu, più antichi come tori au- in furono generale la scritte ch'egliha lasciate. che basterebbe gere leg- commedie quest'autore larga ed esatta del '500; sicché ci slam de' suoi montagne. spaccaaltro quanto il Porla avventure dell'arte;mentre commedia media com- le sciocche tanto è dei meridionali nella già Certo alla natura forma ci come dilettiamo, Piccolomini,all'udire non del mise noi e dire per farci un' idea che fu Capitanonel il abbastanza teatro nel presente studio di queste commedie serviti assai,pensando che meglio valeva dar la preferenzaa chi si grande amore per questo tipo cosi comunemente per lo più, strapazzato. Tanto strapazzatoche ben sembrò professare trattato,ma tanto, tava ragione se ne lamenscrittore de' primi anni del '600,Pier Maria uno Cecchini,nella sua nota operetta (2): « così eglisi esprime Questa iperbolica parte » a — « — che par suoni meglio nella spagnuola, che r italiana lingua « esercitato con « purgarlo dai superfluisarebbe al che senza lingua poco meno E, dopo aver osservato eh' è bella « « « « nel- esser quella a cui vediamo Hora vien più propri e più domestici gì'impossibili. nell'altro idioma come questo personaggiosì nell'uno, come tante le .... parte « quando (1) Op. cit. GH (2) Frutti Maria Cecchini, delle etc. maniere, sconcertate certo un che il ridurlo » viene piacevolequesta però leggiadramente trattata da scenaH di moderne G. B. Comedie della et e Porta avisi (Gap. a VI p. 118 sgg.). chi le recita, di Pier Padova, Guareschi, 1628, p. 26-29. 127 « « habile persona di vestito voce, c( ganze, « lor « dona di il vita, bizzarro, poi quale si la nel mente tutto e eserciti impossibili, natura di grazioso strava- benché parole, credibili delle vasto di composto in tuttavia intonante gesto, da abban- chi glorie di » clude con- — .... malinconicamente poi Sarebbe « « nignità « la « sentata « il « modo, « che de' facil' miei lontana dal jiarebbe costume e fuori calcassero, ridur avisi, dell' frequenza il del e di uso mio loro buon tenessero. questa mi ma parole: queste con parte rende tanti, parere, fuori 1' hanno onde ridotto del camino » di alquanto che naturale ogn', altro be- la sotto dubio rapprein natura ogn' altro sentiero, 128 VI. Il Capitano nella e i generici Commedia Le — vento Il — Il Cecchini forma alla Del Rasi pur (1) ne sarebbe Gli SGenarì — Capitano ISpa- il secentismo. e l'indirizzo ormai ma forse stato biar impossibilecam- rappresentazionetradizionale resto, questi che dubita biasimando del ragione; aveva proprio era Bravare Capitano tale che era preso dell'Arte sicuro dal — l'uso di matore, atteggiavaa riforquello che voleva? Il si che momento de' comune del personaggio. Cecchini, il Capitani,loda mente alta- il dei uno Capitano Matamoros (Silvio Fiorillo), più stravagantimillantatori che calcasser le scene ; e piuttostoche questa tirata fosse lanciata suppone 1'autore delle Bravure, morto « per isfogare contro « quattr'anniinnanzi,padre e suocero innocente,1'odio « Lelio e Florinda ce contro (Giov. Batta e VirginiaAn— i quali furono dreini), € Orsola E il vero, riferite dirette sono (1) Luigi stampa). per Art. la storia continuato Rasi. Andreini contro / comici Frane. della 'maschera. Cecchini Voi. ove della Francesco sono Fr. riassunti I, p. 53-87. moglie ». probabile,le Italiani, Firenze, — e tormento è realmente come se, del critiche Andreini, Bocca ampi (in e corso su esse di precisi dati 130 bandonava i dettaglidel dialogoalla de' comici. Dagli varie raccolte facendo tanti studi quali si diffusione pitano acquistatadal nostro Carettamen dell'Arte, dov'egligiungeva di- nella Commedia trapiantatodal teatro erudito. E ch'è il Teatro dello queste raccolte, antica di oggi vanno nianza ricerche,ricavasi ampia testimo- e dell'enorme stono appunto, di cui esi- scenari in traccia de' e razione ispi- momentanea nella Scala più (1), del Capitano comparisce m quasi tutte le 50 Giornate, fuorché ne' numeri 8, 21, 26, 27, 34, 36. Il Teatro delle favolerappresentativedi Flaminio losi Scala,detto Flavio,capocomicodella compagnia de' Getorno in(2),non potrebbe apprenderci nulla di nuovo al personaggio nostro, che ivi si presenta colle la maschera solite è caratteristiche, schernito e commedia senz' altro ad la e corte di Nuovi (2) Il G. B. 1880) cour Teatro Comico 1568, in letter. delle e del de agli Scenari p. sous di di Lasso, Tragica, divisa Sereniss. inediti Charle in Arm. dei etc. Lea merini (cfr.Ca- la Ricreatione ovvero minio Fla- cfr. Ad. Bar- (Firenze, soni, San- Gelosi, comediens IV da (in Venezia, Mantova III,Henry alla cazione pubbli- la cui 131). dell'Arte Comm. Baschet: per recitata giornate, composta Compagnia IX, Henry (Paris,Plon, 1882) Gap. II, p. 58-93; L di della che Troiano cit. p. Duca Sign. alla servo, e V, Massimo op. nelle notizia,è quello Guglielmo duca Stoppato e come di cui rimane favole rappresentative, CXXX-CXXXIV; France del nendo rima- pur sovente ora Orlando un' operetta p. 220 Pulciani, 1611). Intorno toli. Introd. la prof, Boscareccia Scala al famoso gli auspici sotto fino ancora capiscedunque antico più dal composta Baviera, risale Comica lo scenario commedia una maschere, Arlecchino così via. Si oste, e (1) Veramente di sempre variava sua le stesse,mutavano mostrandosi accidentalità, come parte le altre altre,mentre sostanzialmente ora e i suoi antecessori della bastonato,come Oramai classicheggiante. egli era divenuto al Dottore,a Pantalone, accanto maschera una Arlecchino; delle meno innamorato sempre et italiens Louis XIII à 131 lo studio noi (1): maggiore ch'è lembo un interesse può invece di Con questo comparisce nome quale,datosi Innamorato, sonando Corinto « « « « « « « « « « uno si dedicò » schera ma- (2). Compagnia nella Prefazione egli dice — alla specialeamore eh' io vissi nella famosa Gelosi Comici ; finalmente vi pose Capitano,e Mentre « tava reci- e pastore, parlando diverse lingue vari strumenti del Teatro giovane al teatro,vi recitò dapprima da Dottor da Falsirone negromante, siciliano, ancor da nel compagnia condotta dallo Scala Andreini,Pistoiese (1548-1624)il il celebre Francesco « stesso,come nella effettivamente e l'opera quel- riveste lo scheletro della Commedia. che carne tile inu- destarci il corollario del Teatro come ed arido Parlo, naturalmente,delle tanto citate Bravure Capitano Spavento della Valle Inferna, del da riuscirebbe degli scenari dei mi « — la parte del compiacqui rappresentare nelle Comedie Milite superbo,ambizioso e vantatore,facendomi chiail CapitanSpavento da Vali' Inferna. E talmente mare mi compiacqui in essa, eh' io tralasciai di recitare la la qualeera quelladell'innamoparte mia principale, di preservarmi,e di non rato. E perch'io bramava cadere da quel grido che acquistato m'havea in quei tempi famosi, mi diedi con molto studio allo studio del soprannominatoCapitano solo per renderla,più che (1) V. Ad. sono », 0 si me per Bartoli. lo per Italiani 1781) I, 8-13 ; A. nella Gazzetta che e Introd. letteraria colle indicazioni fiorirono D'Ancona. cit. p. XVIII-XX. accennate all'Andreini mtci sgg. ; più laconiche simili (2) Intorno p. 126 poteva, ricca ed adorna cfr. Bartoli Frane. intorno al Orig. II, 482 del 6 e MDL 13 Ottobre finalmente, più completo Negli parole : maggiori : scenari Capitano « schiarimenti Notizie (Padova, sgg. ; due 1885 », di tutti, il fa rari. sono i articoli di Rasi, de'Co- Conzatti, A. op. cit. art. vure bra- sua istoriche per ; Baschet le millanterie cit. Neri Gap. IV 132 Ma grande sciaguradomestica una tratto Ja carriera dell'Andreini. artistica d' troncava Mentre tutta la Italia nel a sua compagnia tornava di Francia in Lione morì quasi improvvisamentela r illustre regina dell'arte Gelosa comica « del tempo che », 1604, diletta Isabella, nel massimo de' lutti,Francesco più giustificato e con fu in effetto la Immerso suo. un abbandonò le alla pubblicazionedegli scritti (1),applicandosi della sua morta, e a scrivere eglistesso. Infatti fu egli allora da molti amici suoi e consigliato scrivere ala alla stampa per lasciare qualche « cuna cosa e donarla di sé « e per seguitarel'honorato « memoria » grado della moglie » sua, « la quale aveva lasciato al mondo » alcune opere « con tanta gloria». Gli piacque il consiglio,ma incerto di stavasene mandarlo ad effetto, spaventato dalla « difficoltàgrande dello scrivere cosi nel verso « nella prosa » ; onde, come sciando lapostosia considerare tutte le ragioni della pratica, da parte il verso che è « di pochi,e que' pochi sono i poetieccellenti », deliberò di scrivere in « eh' ei e so» prosa la « raccolta di tutte le hiperboli « leva dire nella parte del CapitanoSpavento, recitando nelle pubblichee nelle privateComedie € », esponendole in forma di dialogo fra il Capitano stesso e Trappola scene suo « servitore accorto « sta « poetici», da « fatica nuova composta di atta soltanto lui dettata che » a « meglio come osservazione astuto e sagace morali cose e e morte un errore compagni, d' Isabella il comune con di la agli antichi storici ci porge que- capricci venne miglior la maschera di intorno della letteratura, Quadrio credere, al contrario,che l'Andreini assumesse « e gli fu possibile. Queste le notizie che l'Andreini (1) È " e ; l'otio », far passare seppe » Spavento. appunto dopo la 133 alla Le composizione dell'operasua. luce delle il dopo ritiro dal suo Né enorme. si stenta perchè, dato dente in Venezia stampe il nel teatro, e invero a vider la Bravure (1),tre 1607 il loro anni fu successo rendercene ragione; gusto del tempo, allorquando coU'inva- secentismo la moda delle parolegonfie delle frasi altrettanto vuote e una quanto altisonanti, simile raccolta doveva solo piacereimmensamente non venuta era al di una pubblico,ma anche essere grande utilità pratica agli attori. L' improvvisazioneinfatti della Commedia deva richiein questi un'abilità singolare e una prontezza di spiritomeravigliosa,dono di pochi eletti. Perciò era naturale,che non potendo essi fidarsi assolutamente dell' impromptu, cercassero di empirsi la mente del di tirate maggior numero possibiledi tratti caratteristici, à sensation, dei pistolotti più in uso, per usare — un termine secondo del comico gergo la parte che fisse dovette ciascuno — rappresentava. Che delle maschere questo sistema moderno infatti l'istituzione render più facile di recitare ciò che, seall'improvviso; condo sarebbe stato quasi impossibile, ogni probabilità, dovuto ove volta per volta ogni attore avesse creare ficoltà personaggidiversi e diverse passioni.Tuttavia la difera in grande; sicché l'improvvisazione sempre fondo un non studio. lungo nella (1) in varie per Le che era di del (2) La Niccolò e celava studiano Capitano de nel 1615 etc. e Barbieri detto Beltrame. Niccolò : ed ebbero 1607. David una in molti Furon di bieri Bar- si muniscono Spavento, divise Fonteny Ledere, Supplica, discorsi famigliari intorno (Paris,chez il resultato ì", racconta dialogo.Venezia, Somasco, volte, nel 1609, Jacques I comici Supplica (2),"r Bravure forma « apparente la menti ragiona- ripubblicate traduzione francese 1618). alle Bologna, 1636, cap. Vili. Commedie, di 134 memoria «: « « farragginedi di gran discorsi d' amore, rimproveri,disperazioni e concetti, delirii, per haverli pronti all'occasione ; e i loro studi conformi « sono « rappresentano In tal r uso de al costume squarci,i più caratteristici del zibaldone adattarsi di simo potevano beniscircostanza,e che forma- van che la commedia a dell'arte cosa di rara valentia,perchè e mirabile, mente, sostituendo la scienza solo il merito recitare opportunitàper dovesse non è non (1) Nella altro che sono e sua Arte bravura. il e premeditata riporta Saluto « e all' Capitano del Calabrese improvviso due alla favo- generici donna : con » (2) Anche altre hiperboli restringendoci raccolte del gran simili Franciosini ed a invincibili (Milano, G. p. 161-168) riporta come al solo quella Capitan le Rodomontodas » » (2),le quali eloquentementela rappresentativa spagnuola Bravura al '600. luoghi imparati generico con tendenze pretensione di forma un con (parte 2*. Napoli, 1699) il Ferrucci brocchieri cogliere saper dell'Andreini alle Bravure i fatti dimostrarono artistica, di Lorenzo una là dove improvvisazione veramente cosa degnissima di spiccatamente letterarie citare attori di di ammirazione. e appunto « i tempo a qualche- essere di toglie non la reale mancava, Tornando la che quindi richiedesse che torio, reper- concetti,che qualunque parte integrantedel dialogo(1).Il lode loro nari guisa si accompagnò all'istituzione degli scede' così detti generici,che erano appunto uno a che personaggi ». raccolte di simili r sentenze, come cose, Coviello Espanolas, « cavate tipo del millantatore, si possono dell' Andreini come : da Commentari in de francese capitani Ammazzamori, Cordi, 1643). Inoltre prezioso ciò ch'egli chiama il del Capitano, tratto dal Codice Marciano e, più in e tiche, an- italiano ribilissimi spaventevolissimi,ter- Coccodrillo Pietro apaventose 1725) (Venezia, Loviso, traduzione Le lo e Scheggia Stoppato (op. cit., « generico de' generici 309. CI. IX, appartenente 135 mento prodotto,dal moimpressione eh' esse avevano ne che nel 1618, lo stesso autore pubblicava revole « sono messo « vure del nella Prefazione parte(4),scrivendo seconda una Capitano Spavento la quale in Mi delle bra- Parte la seconda scrivere a : « contiene sé « cavati da belUssime favole di poeti pensieri, delle Greci e Latini,tirati tutti a piacevol senso nella del detto Capitano Spavento, come bravure Parte si può vedere, stampata e ristampata Prima « molte « « «r favolosi La volte in Venetia. suo nelle Notevole la è la Parte, un della Seconda quattro pagine 1'Andreini volesse proporzionesimmetrica Vediamo di sé occasione cosi lo più 4° per — brevi — lunghezza di salvo gli ultimi comprendono ciascuno, mostrando almeno conservare del disposizione sommi capi che cosa po'per l'impareggiabile Capitano. Anzitutto, se il vero nome riman suo certa una nella un disfare di soddi millantarsi. smania costante po'più in gionamenti Ra- qualiil Capitanoconversa quasi per 30 la seconda insaziabile sua questiRagionamenti,che come e Trappola,trovando servo ampiamente circa 65 contiene prima parte ossia scene, col » voro. la- suo ci conta rac- sempre CapitanoSpavento da Vali' inforna », alla sua persona, quasi altrettanti titoli nobiliari,spettano molti il cap. Ariararche,il cap. Diaaltri appellativi, « come « catolicon,il cap. Leucopigo, il cap. Melampigo e via da lui spiegati discorrendo ; » che sono « mente etimologica« cosi : Diacatolicon « « cap. Ariararche « Melampigo (1) La Nel colla 1624 esse erano parte prima. vuol dire vuol Seconda vuol dir cap. Parte delle dire cap. Universale ; Prencipe della Militia;cap. Culnegro, e cap. Leucopigo bravure ripubblicate dallo stesso etc, Venezia, editore in Somasco, un volume 4618. solo 136 vuol dire cap. Cui bianco (1,17) (1).A questi nomi sonori e magniloquenti corrispondonopoi i non meno epitetiond' eglidesigna sé stesso : « Io sono il capitano « Spavento da Vali' Inferna,Prencipe degl'Insos« siegadi,Re de' Superbi, Imperator de gli Ambitiosi, Monarca deglihuomini « e Iracondi Io sono quello che col capo minaccia l'Orto,col piede preme l'Ocla sinistra mano caso, con lega 1'Austro, e con la destra doma « il freddo e agghiacciatoSettentrione » (1,6).Del resto egli è modesto, e gli basta « d' haver « titolo di Bravo, d'Invitto,d'Insuperabile, e nome, «f di Folgore, d'Aquila, e di Flagello d'Invincibile, nelle cose « della Guerra » (I,23). «e » « '" Quando « l'Industre dedala e Natura « il « r «e della (( de' « testa, dell' argento il corpo, del « « Capitano Spavento, prese 1'Oro della prima Età, Argento della seconda,il Rame della terza,e il ferro quarta ed ultima ; fatto,eh' ella hebbe dell' oro quattro nobilissimi Metalli, li fabbricò le rame la scelta gambe, che queste braccia;e quindi nasce trattare altro, che poderose braccia non sanno ferro le f( durissimo « la Caos acciaro. del statua (1,33).E (II,27). Si « fulmine "( tridente mi Al cui difficile il cavò numero la citazione « — le egliè come nascimento aperse (1) Il primo Bravure dunque un a ferro e tutta pola Trap- dall'antico nato siffatto mostro corsero mia del e osserva » Deitadi tre la forti parto alla donna mio il ventre », e sembra mi Nabucodonosore molto levatrici ! « Questa « — altrove è detto eh' render generò. » re comprende dovesse lo volle formare madre, dinarie straor- — : che Giove Nettuno col col fuora, e Plutone col bidente m'aperse — cifre appartiene; romane — il secondo significa la Parte — cifre arabe — delle gionamento. il Ra- 138 debellatore prese, dei di delle forze e Sicuro della natura. salvato il mondo ha mostri, di popoli,e perfinodegli da i venti,tutte le piogge,tutti grossissima nuvola (I,12) ? In « il liberatore chi se lui non rinchiudendo diluvio, nuovo un : i fiumi tal dentro » una nuto guisa egli è divesol dell' umanità, opera degna di un (1). è un Dio, ha cogliDei E, se pur egli stesso non continui rapporti,e Marte stesso è il suo luogotenente (I,4, 27, 43, 44 etc),magari il suo staffiere o mozzo offeso di stalla (I,57), della quale umiliazione il Nume si lamenta ottien ragione (II,4), ma non per lettera, Il Capitano dunque, che in Plauto era soltanto l'alunno che già nell'Angree predilettodel dio delle battaglie, Dio lica di Fabrizio (2),ora a sé de fa di crescendo alla sintetizza che servitù. sua l'uccisore divenuto era lo sottomette Mirabile sione, progres- graduale, ormai precipitoso millanterìe del Capitano,il cui svolgimento delle abbiam n' più,perchè addirittura lo adibisce e Fornaris cercato il fin qui di seguire,e adesso che ha raggiunto il colmo ! La mitologìaha una parte stragrandenel libro l'Andreini,sicché tutti o quasi gli dei d' Olimpo altre creazioni del mondo e le quivipassate in Spavento ha talvolta con gli dei relazioni rassegna. di Saturno (1, 50), amichevoli,come quando è compare cui poi va a visitare nel suo Cielo (II,24),e quando ne' Campi Elisi (II, libera Amore 5),quando libera un Dio Marino (II,13), quando banchetta a casa del Sole Nettuno (I, 14), con (I,18) e con Marte (I,27), e (1) Di " chiamavasi più egli ha il gran i diversi (2) Atto I, Mare mari, scena diviso classico del- il mare Oceano, « che il quale son dapprincipio mare era cogli stretti,i capi etc, etc, IV. era un solo,e mando innavigabile », for16). (I, 139 finalmente quando salva tutti prepotenza di Tifone Ma guai d' incorrere le Mercurio gli Dei per sua vento 8i dette a Giove contrasto la Morte sua casa dalla la sventura stessi s' essi hanno inimicizia ! Una volta,udendo da gloriedell'invitto Capitano,Giove radunò pido congiurar contro la persona di lui, e Cu- si offerse di liberare « in (1,43). ai Numi nella gli dei il mondo da « SpaCapitano, tanto dio,inseguitodal tremendo alla fuga (I,28).Altra volta eglimuove guerra lo fa suo e prigione (I,2), ha un vittorioso Giano Amore, con (I,5), fa suoi prigionieri » ; ma il '1 Diavolo e (1,13), va rapire (I,41), inganna all'Inferno per Proserpina(I,39), spaventa il Sole Diana dea delle selve (II, 26), riduce in niente la ninfa Echo (II,28), etc. etc. Di più egli si fa contro ogni sorta di mostri e d'incantesimi tant'è vero che oltre abbattere le fiere (1,15), combatte colla Chimera (I,48), abbatte un mostruoso gigante (I,61), canto fantasima con una (II,17),disfà ano strano inpugna (lì,18), e va discorrendo. I semplici mortali, avversari sono degni di lui, ond' è naturalmente,non ch'egliabbia voluto abbassarsi a far questione gran mercè alcuni fra' principali eroi antichi, con p. es.: con luce Ulisse e Aiace sotto Troia (I,33), con Castore e PolDel rimanente (I, 51) e pochi altri privilegiati. teri, ei non fra gli uomini affronta individui, ma popoliinorribili le stragida lui perpetrate.Basti e sono la sua rammentare contr'agli Arimaspi (I,35), guerra cui si por incendio dell'Arsenale di Venezia (ibidem), trebbero aggiungere mille altre memorande prove. Né la sua bravura si limita al maneggio delle armi, che inoltre egli è abilissimo in ogni sorta di giuochi; al pallone (ov'egli ha sfidato e vinto varie (I, 4, 47) e gli uccelli terrestri 140 Deità all'anello (I,3), (I,9),nel giostraree nel correre al giuoco dei Caroselli (I,9), del pallamaglio (I,12), del Calcio (I,25), della Pelotta (I,65) e ancora nella Giostra (II,14),senza di abilità, contare i giijochi delle dadi (I,25), degli sbrigli(I,34), e cosi via. carte e Infine non si creda ch'egli sia un ignorante,tutt'altro; anzi insegna come si possa diventar milite e letterato in uno istesso tempo (I,54). È naturale che tutti gli abitanti del mondo, dal massimo degliDei all'infimo de' mortali,debbano avere di lui terrore gloria,e ed ammirazione. che trova «: sulla bilancia è « tro « e Alessandro «: ropa, « di qual più? La del Morte desinare.... mi (I,11). E » volta una i confini dell'Asia sopra fosse la bravura del stanca poco «: se ne pregò citar l'ufficio suo sua mondo, Xerse, Ciro,Dario parlamentare insieme,e genere un « « solo per la pesa gloriadi Spavento « paragonata superiorealle glorieriunite dei quat- Magno sapientiandarono stesso la monarchi maggiori Giove per e quattro dell'Eu- conoscere (I,43). Che posarsi ingrato ufficio, per ri- suo venne mia mattina una che per un 2" meco io volessi mese a eser- (I,22) (1). Ma la sua sarebbe perfezionenon completa se a tutte le altre qualitànon fosse aggiunta in lui anco bellezza di forme cosi straordinaria, che un celebre una tratto, pittore,innamoratosene gli avrebbe voluto fare il rima poi vi rinunciò,« perchè il mio ritratto « (1) Ma tant' è non seropre » si mantiene eh' ei combatte vero la vita per € drone, s'ella « l'intendi : " era Morte, E gli replica il Capitano la vita: buon'armonia sua steccato, la vince Trappola: come possiede ma quando (1,36). Che scioccherìe! t lei in con misericordia. la la « donaste la Morte alcuno « muore Ditemi voi allhora la colla eppoi un è Morte allhora caro poco, vita? » Morte; le condona « Tu quand' la Morte panon altrui è viva » 141 « havrebbe havitto dusa,che la virtù,che in haveva il volto di Me- 28). (II, Conseguenza di cotesta sua incomparabilevenustà di necessario,una è, come ture quantitàfavolosa di avvengalantieh' egli si attribuisce. Egli infatti è stato da un amato infinito di donne, perchè chi « numero mira la mia bellezza, « l'ama l'ammira, 0 e non e non « è donna, 0 di giuditio non priva » (II,9). Per altro la donna de' suoi pensieriè la signoraIsabella, l'amore per la quale trasparisce qua e là in tutta l'opera, e che è pure Yamorosa degli Scenari dello Scala,ossia là dilettissima moglie dell'Andreini stesso,la celeìjre artista cantata da' maggiori poetidel tempo (1).Cotesta ammaliatrice la quale con la sua « col suo e bellezza, « gli Sciti in fuoco,e gliEtiopiin sapere, può metter « ghiaccio» (II,16), ha soggiogatol'eroe, che le professa l'amore più rispettoso e più platonicodel mondo. Non altrettanto casto è però Spavento negli altri amori che allietano il suo Fra molteplici gran cuore. le sue imprese galantiva segnalatal'aver egli posseduta la Morte, che rimase gravida di lui (I,7).Inoltre notte ingravidòdugento fanciulle, vincendo egli in una alla prova Ercole che ne ingravidò solo cinquanta; e sedusse fra le altre la e moglie di Deucalione nomiPirra » (I,5), ricevendo nata « le carezze perfino di Venere (I,2). « (1) il suo A trasformava lei scrive lettere acciò la saluti servo, « Spavento, Secretarlo « Morte « gnoria « mia, « Sfere, quello eh' indora « alle Tesoriere e il » ; e della del s' ella (Cfr. anche I, 42 devotissimo etc. queste con etc). parole: lei manda « Signora mia, gentilissima mano Vall'Inferna, Sole, eh' inargenta servo di Vostra quello che la Luna, di Vostra Signoria dà e » il Giudice conoscerlo, aggiunga subito non da la 2» ambasciatore natura, Consigliere del tempo, fingesse di il chi la mirava stravaganti (I,8), a Diavolo, bacia Sig. Gap. Spavento vive stelle, sasso che : « (1,21),e della Si- Padrona il moto dà Gap. alle il lustro così via. 142 Ma com'è che moglie? Non ! Figurateviche partiti grand'uomo sì ha non i già che gli mancherebbero « grandissima discordia, estremo c( Città,ove « lissimo « darmi E al nella è nato litigio presente siamo, solo perchè ogni nobi- Cavalliero vorrebbe apparentarsi,e meco moglie » (I,5). in Atene di innamorò sé tutte « quellepul- tone (II,30).Perfino Giove,Nettuno e Pluvoluto avrebbero imparentarsicon lui ! (F,17). ha moglie (1),e la ragione è perchè Pure eglinon nessun potrebbecontinuar degnamente il nome figliuolo infatti « potrebbegia» di lui. « Qual figliuolo ce al Capitano Spavento suo mai uguagliarsi padre? » « zelle Ateniesi » — — (I,62). Del egli è Non sommario ha resto, non nato « bisogno immortale » di lasciar ché prole,giac- (I,9). dilunghiamoci più oltre in questo cenno, ben comecché ampio, possa apparire abbastanza dritto definirsi come un quello che può a buon largo compendio della vita del Capitano al principio del '600. Ma, in fin de' conti,qual'è il valore artisticosu letterario di quest'opera ? Bartoli,che Francesco fu il primo biografodel- l'Andreini,dette il seguente giudiziosull'operache lo del segnala all'attenzione degh studiosi : « Le Bravure c( Capitano Spavento sono ripiene d'iperboli,perchè il carattere di quel personaggio dal cosi richiedeva « « « « nostro Francesco ; rappresentato ma spoglienon peraltrodi buoni sentimenti filosofici e tenzioso morigerato e instruttivo ». (1) È tal matrimonio zeppo delle vero che non al I, 20 è valido. più impudenti ha detto di aver sposato Megera; D' altronde, il libro contraddizioni! di dell' Andreini sono un sen- ma.... è un pi^no 143 adunque abbastanza, ed verso l'Andreini, non se esageratamente benevolo bisogna giudicare ha, secondo me, ragione,perchè non da un ma di quest'opera bensì, punto di vista assoluto, Bartoli Il buon del come generale per qualunque giudizio a' tempi e agli il nostro dell'autore. intendimenti in farsi in dee resto lavoro,subordinare E si mostrava d'allora verità,data la moda e lo scopo che proporsi,eglifaceva opera eccellente. de' racconti,1'assurdità de' suoi La inverosimiglianza concetti e la baroccaggine de' suoi ragionamenti non l'Andreini doveva agliocchi de' contemporanei che ; ed è probabileche 1'ex-comico doveva merito in scritto il accrescerne Geloso riproducesse leggiera qualche più- o meno modificazione declamato quello che già in teatro aveva viva voce, che facesse dunque in certo modo la sua a autobiografìadi CapitanoSpavento, o, per essere più il suo testamento giacché eglilegava esatti, artistico, così a' suoi con successori grossolane frottole che o I hiperboli» « potenza di far avean tanto gusti cambiano, e Ma, se alla lunga le non è ne ch'esse dimostrano e ricchissima una di messe che dir si quelle voglia, ridere il pubblicod'allora. adesso ciò desta la tutto Bravure sea. nau- tura stancano,pur la let- mostra spiacevolea primo aspetto,ciò che didi un relativo pregio,e non mancano in chi le scrisse una dose buona d'ingegno di fantasìa. Qualità sprecate,per altro,in omaggio a una fonda pro- degenerazione del buonsenso, a un inverecondo di disprezzodella logica,e ad una completa assenza tatto e di misura, che rientrano in quel fenomeno complesso e doloroso della nostra letteratura, mente volgarchiamato chiamarsi,come secentismo. alcuni Ora, se vogliono,puro il secentismo e dee semplicespa- 144 gnolismo, attitudine r nel di l'ipotesi mirabilmente Che lettere. nostre del d'Italia colla in Le si hiperboli « debbon creder la da senza sembrar le graziose che satira, nella mentre colpevole era missione ingloriosa nella mostruosità del sua Bravure della grottesco pratica dello diretta, dapprima Le Capitano del maschera cosi Vall'Inferna diventando sare pen- alla pravato de- e quelle ganze strava- dell'Andreini? ; onde si vede inconscia rendevasi, vizio leggiare di- meglio soltanto restò essa stesso gersene, senz'accor- riprensione cui quindi l'alta del- indegna correttrice. appunto segnano parabola dell' e il libro proprio n denza ten- corrotto piacevoli e namente stra- convien oppure infiorano andava cose per talmente fosse gusto numero Purtroppo la il posta ; minatori do- insorgere. ad da gonfiezza spagnuola che medesima Spavento bella a comico veniva modo, certo Capitan del quella sulle altezzosi gli ridicolo, di in volute ormai che che » tipo stesso del forza mirava, cui contro influsso satireggiare sferza contraffatto malefico quello doveva conferma spaccone questo infatti italiano teatro nostro : non si inverosimile, dell'assurdo. il culmine poteva nella andar estremo più sublimazione oltre 146 turai filiazione del Capitano francese da' suoi predecessori d' oltr'Alpe (1). Ma, sul punto di tratteggiare in brevi linee la storia esterna del Capitano, passando in rassegna i principali costumi ond'esso fu insignito i nomi e più famosi degli attori che lo incarnarono, dobbiamo dall'operageniale e vigoprender le mosse rosa, storicamente se non fedele,di un celebre artista francese,fiorito nella prima metà del sec. XVII. polo Jacopo Callot (1592-1635),nobile lorenese, discedel fiorentino Giulio Parigi,intagliatore in rame, ebbe la felice idea di riunire insieme i più ragguardevoli scrive il tipicomici del tempo suo, componendo Baldinucci (2) « ventiquattro pezzi intitolati Balli di € Sfessania(o Petits Danseurs)in ciascheduno de' quali « in atti, moti e gestìridicolosi rapsono figurepiccole, « presentantitutti gli Istrioni che in que' suoi tempi camminavano « per l'Europa, esercitando per lo più « arte buffonesca. i" Si aggiungano poi « altri 24 pezzi, « rappresentantidiversi baroni o cialtroni flesGueuxJ, il primo dei quali sostiene una sdrucita insegna,in « cui è scritto Capitano de* Baroni. » Sono dunque set« tanta in tutto i ritratti datici dal Callot;mqi non farà bisogno di notare che il bulino dell'artista francese riproduceva, secondo dalla sua ogni probabilità, tipifoggiati tanto dì questitipinon era fantasìa, più che il numero essi cambiavano talento de' singoli a determinato,ma attori. In ogni caso il Callot dette prova di una golare sindi uno vivacissimo nell'imitare « spirito abilità, — — (1) Non solo ma inoltre buona ove il ha p. 58 Gap. qua parte parte, sono delle generali commedio ricalcate su concordano francesi del perfettamente, sec. originaliitaliani; cfr. XVII XVI e Fest op. cit, sgg. ^•?15(2) Fil. in le caratteristiche — Baldinucci Notizie Firenze, Stecchi, 1767 de' professori Tom. XIV del p. 141 disegno da Cimabue sgg. 147 il vero € diffonde di Nancy offre la storia è delle una dell'arte,e Sono « «r « « « « torto a non nei Petits Danseurs. la invero cisore l'in- cui opera anche di studio (1). ci sfilan dinanzi si presenta di solito Come — ci considerato è e giorni è oggetto di ammirazione parecchi i tipidi Capitanoche a' nostri quale si che figurepiù originali gloriadell' arte francese,la una come le artistiche virtù. E rilevarne a il Baldinucci, il gliriconosce come », Un stentato e alcoso figura dello spaccone? « e lampanaio (2): è avvolto in un mantelletto spelato, tien legato al fianco uno spadone, intorno alla cui guaina un ragno ha ricamato la tela (3).Porta fissa al colle dita cappellouna lunga e dritta piuma tarlata, della mano sinistra attorciglia un par di baffi lunghi e la e setolosi, posa destra solennemente mano sull*elsa la cui sobria ma (4).Così lo Scherillo, i tratti fondaefficace descrizione disegna assai bene mentali che tanto e tipicidella maschera pur spesso variò ne' nomi, negli atteggiamenti e negli abiti,dai « della spada (1) Jacques Callot Su di Marius Lib. Hachette « Le « d'été. « courbè « élevait « et La bec en Ciò che catement « preuve « rible « Au en bout de de guerre. (4) Scherillo op. di muoia lavori cesi fran- Bouchot ris, (Pa- long ce du » de sa pag. a sec des 45 comme os, un Sembra immaginare 1°: penda grand nez re- de la come, navette, il ritratto di Don che romanzescamente freddo, vittima valiere Ca- Voi. un figure aiguisée en ». molto all' ischeletrito luisait comme pointue a et insiste appunto della sua cezionale ec- sgg.). 221 fils d' archal convaingante engin l'autore indurrà (pag. magrezza (3) par cótés barbico une colle sur l'arète mince dont les deux entro Matamoros povero Henry descrive hàve, noir parchemin un proie,et allongée encore il suo de cloison sa di simile lo com'egli était maigre, semblait peau e moderni il Gautier Matamoros suo figura.Ecco Tranche-montagne Chisciotte! « del magrezza dalla Trista 4887) Roman, Cap. Fracassa Le romanzo eccezionale cfr. i due opere C, 1889). et noto le sue e (Paris, S. Vachon (2) Nel sulla » estoc fort tenus, peu d' usage (Gautier, op. cit. p. 96. pendait une représentant que rosace une toile faisait Matamoros cit. Voi. I p. ouvrée 173). deli- d'araignée, de ce ter- 148 figurinidel classico teatro quelli più variopinti e a dell'Arte (1). smagliantidella Commedia Quivi, stando al Riccoboni,parrebbe che farsi dovesse separazionenetta fra il Capitano Italiano e Spagnuolo. Ma, allo stesso modo che abbiamo servato os- lo una esservi letterariamente non differenza,così anche ne' due sostanziale nessuna diversi costumi che il Riccoboni stesso medesimo portamento altiero,sprezzante,il capo eretto, (2),è facil riconoscere una sebbene i dettaglidell'abito non grande analogia, binino, comla posa sia alquanto diversa. In entrambi il e ce dà ne folta chioma ondeggiantee spioventesulle spalle, lo Spagnuolo,colla un par di baffi insolenti. Senonchè sua spada sguainata in una schermistica,offre posa di spavalderiapiù feroce del suo una nuance pagno, comil quale sta colle mani in puntate su' fianchi, atto di pavoneggiarsinella immensa vanità. Il lunghissimo sua colletto inamidato le esagerate manopole e rivelan la sua nazione,il mantello svolazzante poi gli dà un'aria di maggior sveltezza che manca all'Italiano. Del resto, ripetiamo,la loro parentela rivelasi cosi una stretta doppia corrente, si è venuta esistita, dirsi veramente i. (7ìt5tv di tiger op. mai, (Le De dati un Maschere Quanto precisi : poi le ; ma riporta,non all' infuori (2) Op. cit. Voi. del titolo II, flg.9 latine donde, so non 10. di segno IV fierezza e 147; cfr. Boet- del miles traccia gloriostis rimarrebbe, Kircheriano, riprodotto dal Ficoroni una presenta Romani. d'antichi Pougin, Dictionn. Il e come a (da. sni- siriaiKTroc congetturale figure comiche Rossi, 1735) tav. Ili, p. 29. p. 137 affatto Museo può essa naturalmente di Polluce alle maschere e del e la chioma, sottilizzar a seppur aT/JaTtwT»; Lessico nel unica bassorilievo sceniche Dìdot, 1885, MiLES la descrizione cit. p. 273. in greche dello x(»'^/;v, squassar T")V e. s'ignoran se maschere v. terribilità) rinunciare la troppo, mentre (,1)Delle dobbiam che marcata e du Théàtre, Roma, Paris, figura colla scritta thraso specialicaratteristiche. 149 insieme fondere per volta a in seconda unico un tipo,modificantesi delle circostanze e volta talento de' singoli a attori. de' capitani spagnuoliva segnalato il capolista Gap. Carbone, epitetoconsacrato e quasi antonomastico della maschera, come foss'altro, mostra, non quel luogo già citato de* Ragguagli di Parnaso (Cent.I Ragg. 78), il Boccalini disapprova l'introduzione nelle comove medie del personaggio del « capitanoCardone », volendosi cosi designare lo Spagnuolo in genere (1). In Anche descrizione la celebre datane dal Buonarroti (Giorn.II,Att. Ili,se. 2') ha lo stesso carattere puramente generico.Sul teatro, reca questo il capitano neW Anfipamaso di Orazio nome Vecchi, la « comedia harmonica ben nota agli eruditi, » come Y opera primordialetentativo di ciò che poi divenne buffa (2).Ed anche un attore se ne insignì:Giovanni Pelesino, della comica compagnia degli Uniti,di cui tuttavia non sappiamo quasi niente (3). Ne' Balli di Sfessania ove, come si sa, ciascun quadretto consta d' un gruppo di due, Cardone è unito Maramao con (4),eh' è in atto di puntargliaddosso la d'un.... gran lavativo. Appunto perciò Cardone canna è quasi ignudo, e la sua nita smilza,ossuta, mupersona di un par di gambe lunghe e storte, e terminata da un viso deforme ad uncino, cui sovrastano con naso Fiera nella (1) Che città della Cardona (2) p. 42 sgg. significaGap. Cardone? Spagna nella Fu — in Tabemaria ristampata per di provincia di dal G. B. può Forse Lerida: della riawicinarsi cfr. don del Rénier Cardon de Porta. in Gazz. Paglicci-Brozzi, la recensione Cardona, a Juan cfr. Music. Gior. XLVIII (1893) Stor. XXII (1893) p. 379. (3) Cfr. D'Ancona (4) Su Maramao Origini ha una etc. II 511 lunga nota n. 2, e Baschet lo Scherillo (p. 97 op. cit. p. 91. n. 2). 150 le caratteristiche piume (1),è di effetto assai un mico co- (2). Un del Callot è formato altro gruppo BARDON Gap. e « il berretto « e calzato di stivali quasi minacciare il Gap. Bom- Il Grillo. primo « dagli abiti attillati, la spada al fianco frastagliate, le brache e da (3) » sembra che gli Gap. Grillo, rivolte smerlate a suo compagno. volta le nica guarda dietro a sé con aria sardospalle,ma con quel suo naso adunco, lunghissimo. e Malagamba Sand « : . . . cauzione 1 « Bellavita e così sono descritti dal sbilenchi tutt' e due, salutandosi con prece insalgoletti . diffidenza, portano immensi dati,giarrettiere esagerate sopra gli stivali; le loro alla frastagliate maniche, le brache, le calze sono e tempo di Francesco I » (4). è notevole per Il Gapitano Babèo una grande bottoniera che gli attraversa e l'abito, porta la spada aria d'imcacciata infra le gambe. La sua becille sconciamente lui si accompagna Gon il nome. ne giustifica e moda del GùcuBA, le braccia alzate in atto come di ballar la tarantella (5). Notiamo colla grossa corta e spadino lungo e sottile, di legno di Fracasso (6).Tagliacantoniè, se- uno sciabola (1) Le piume, lo spennacchio di' spavalderia, quindi nella ad « Bizzarrìa stecco di d'argento Pantalone altri emblemi e del cresta p. 58) si domanda, del gallo. Un » che il consimili significatoanalogo deve e po' ingenuamente, un al Capitano porta (II, 3), Gatticci indici sono di che cui lo cosa cappello Stappato mai stesse indicare. (2) Per (3) M. la come lo avere (op. cit, che incrocia la spada, Tagliacantoni ancora le Maur. a' Comici figure rimandiamo Sand. Levy fr.,1860) qui citate. (4) Id. I, 67. (5) Id. I, 71. (6) Id. I, 75. — Masques voi. I, p. 193 Per la et bouffons sg. dove figura v. Rasi del de son Rasi. cfr. voi. I, p. 01. la comédie raggruppate I, 64. italienne tutte (Paris, le descrizioni 151 coparoledel Sand, « vestito d'abiti stretti, berretto piumato, i garetticinti di pezzi fi: perto d' un «e di stoffa legaticon pretensione». Il suo avversario rivestito stranezza Fracasso inesplicabile, è, per una mente di Pulcinella;e, con del camice quel suo abito ridicolberrettone e colla sua largo, col monumentale barbetta a punta, fa un singolarecontrasto coglialtri del Callot suoi compagni della collezione. Il Fracasso Fricasso non va ne' Balli trovasi anche (1) quale proverbiale, dunque confuso col Gap. Fracassa il Gautier (2). romanzo lo ritrae nel suo Del Capitano Spezzamonti (in francese TrancheMontagne) è detto dal Sand eh' ei e chiudeva gli occontr' i suoi nemici per non chi quando combatteva « i pezzi eh' ei stava per tagliaree squarciace veder de' soliti; ma è un costume egli « re (3) D. Il suo le condo — — è furibondo dalla spada arrugginita, getto di saliva B contro sembra bocca dal estrar un scagliare (4),che Agatino la fodero lungo l'evita voltandosi tutta la persona, non piegandosi con nemico. ridicola del resto di quella del suo GallotQuesti i tipipiù salienti del caleidoscopio indietro meno (1) Rasi e id. I, 890. (2) Questo forse nome, p. 46 (v. più addietro, sus della p. 98 n. n. 1), passò abbiamo esso et da a diceva, che p. 33 la quando Viadana et per pezzi degli huomini (Vocab. Napol. II, 130) ricorda vedere Mattamoros (4) Rasi che si rese celebre alle che i saltimbanco moso in un n. pitano ca- 2) Giorn. Bandelle e I, erudita della commedia « un nel I, 77. Su Bagatino v. Sand : Bellegambe, « coltellate,serrava volavano Pascariello per II, 290. aria gli occhi ». Il Ga- Spaccamonte, finger la parte ». id. (Venezia, Fr. Domenichi thrasonerìa seguente faceva da « di isp. it. II, p. 18 Bergamo, etc. di Lud. « « Rie. gigante Fracaa- suo soprannome come gli esempì citato fatti de diversi Lorenzini, 1562) leggo liani anche col 4. (3) Ne' Betti non Folengo (cfr.Croce di Fracasso persona Di XXXIV. Nov. dal inventato Sanseverino casa ritrovasi, nella a di tenta e, mentre del fa- Capitano 152 altri tiano; ma il di volo Sand, « nacchio « chiali « la « sollevando mano ve sarebbero,acuì ne il come trionfante Capitan Zerbino, dalla e maschera "r accenna dal pendi ornata oc- (1) ì", il Capitano Cerimonia, « i garettitesi, sulla spada la cui punta minaccia il cielo nondimeno sembra ancora il mantello il suo lanciare intiero », tutto nome il dolce per attraverso alla maschera che merita ma eh' ei sguardo alla vinia, Sig. La- drillo (2).Inflne il Gap. Coccocon Cap. Esgangherato; e nella collezione dei Gueux de' Baroni singolareil Capitano spiccain modo (3). Ma tutte giustamente queste figure sono, come il Rasi, « di un'esattezza storica assai probleosserva matica altrimenti concepireche come si debbon i",e non variazioni fantastiche di un nella realtà, tipo comune che e realmente soggetto a svariati travestimenti. Gli studiosi 0 pertanto hanno facilmente meno diversi sotto di contro gli sta dovea nomi i costumi ne portare spesso alcune risulta da delle quell'informeabbozzo de' vestiron principaliattori la divisa. Il la maschera Capitano al figurinedel del che volto,a quanto ed anche da Callot, Capitanio che il Rasi duce ripro- via (4).Tutta(Scen.Locatelli) schera, maper lo più i ritratti conservati appaiono senza e riguardo all'abito non vi si riscontra nessuna specialeche ne fìssio ne regolile modalità,come dal Cod. norma potuto ritrovare più avviene p. onde es. Corsiniano del costume non (1) Rasi id. I, 961. id. I, 172. (2) Rasi (3) Per (4) Rasi la descrizione id. I, 742. sarà del di Arlecchino tutto cfr. Scherillo o di Pulcinella; inutile rifarne la p. 98. non 154 piuttostobrache fino alla coscia, giungono appena mentre tutte le gambe rimangono scoperte e strette da lunghe calze,tenute ferme dalle giarrettiere presso il ginocchio. o Un molto al Capitanofu quello di Mauccisore di Mori, con TAMOROS sione etimologìa ed alluevidente agliSpagnuoli specialmentein Francia ov'è questo il suo appellativo più comune, cominciando dal protagonista dell'Illusion Comique di Gorneille (1). nome caro — — Fra' comici il militò ed fama ottenne questo titolo sotto sarsi fisnapoletano Silvio Fiorillo, di cui non possono con precisionei limiti d'età (2),segnalatoagli storici l'inventore,almeno degli iniziatori della maschera di Pulcinella. Ma eglidovè recitare come Matamoros (3) e quiviacquistarsi sempre la sua massima siastica gloria,se si dee giudicaredall' entulode fattane da Pier Maria Cecchini,che « per fare il Capitano spagnuolo non ha avuto chi lo avanzi « « et forse pochi che lo agguaglino (4) ». Fu attore in varie se non come di lui commedia: dice il Prologo « gonfiarsie (( notte « per nominare mai altro non 1584 opera che Rasi, voi. I, p. op. si cita di lui di Tristano 921 cit. p. 95 sgg- Non Martinelli p. 291). (3) Croce, Pulcinella (4) Frutti delle mod. di che la si rappresenta strava- sgg. compagnia a Napoli, Costante etc.) usci nel di Lucilla (La — che e fra* conduttori era la fanno di quello vanagloriarsi e il giorno s' immaginano ». Vi sognano un' azione molto intricata,piena di Nel soluti), i Ri- specchio ed esempio vero credenza,che lodarsi (1) Cfr. Fest. (2) qui e Capitani vanagloriosi,composta — bravi in alcuni scrittore basti come / tre « (cfr.a un compagnie (fragli Accesi,gliAffezionati e lettera come può esser che lui (1612), riportata in etc. p. 45. comm. etc. p. 35. il Matamoros Baschet op. e l'ultima 1632 : cfr. della cit. p. 225 155 i continuamente in scena stanno ove ganti accidenti, pesta, Temtre Capitani, e Matamoros, Don Corta Rincones de' qualii primidue parlanospagnuolo, 1'ultimo in italiano. di questa commedia Sul frontispizio Maccarano, 1621) vedesi il ritratto del (ediz.Napoli, Fiorillo che può perchè è, a distanza di tempo e in del ritratto differente edizione,la riproduzioneesatta datone (1).Vi si presenta nell'eglogala Ghirlanda al tipo di spagnuolo descritto dal Riccoboni : conforme zoni cappellopiumato, veste larga e colletto insaldato,calcorti,la spada al fianco,e un par d' occhi e di baffi che fan paura a guardarli. credersi autentico Accanto a Matamoros il nominato va emulo suo (15601637) (2).Il De Fornaris,comico Confidente,pubblicò scritto desumendola 1' Angelica eh' egliavea a Parigi nel 1585 scenario da uno regalatoglia Venezia da comico i" come un gentiluomo napoletano (3).« Fu il Bartoli,« di mirabile attesta ingegno e praticodi recitare in ispagnuoloj. Il suo « varie lingue:ei soleva derare si conosce, costume non non potendosial certo consiritratto del Cap. Coccodrillo Y omonima come caricatura Callottiana unita con Cap. Esgangherato. della piazza nel baraccone Sempre a Parigi,mentre il 1522, col classico pseuverso Dauphine s' illustrava, di Rodomonte, il ciarlatano Mondor domino anch' egli, Fabrizio De (1) Napoli, Longo, in detto Fornaris ottave 1608. È accompagnato alternate spagnuole Napoli (Napoli, Pierro, 1891), p. 66 quadro de' Buffoni francesi (2) Date anche dal Rasi (3) Fr. e Bartoli, op. e italiani da e sgg. Retrato un : accettate del cfr. Croce Matamoros cfr. Rasi sgg. cit. I, 230 Coccodrillo italiane Sul sgg. offerte dal Sand(l, 195) voi. I. p. 742 Cap. che Cap. / teatri vedesi tamoros, Madi nel loc. cit. fino a prova contraria 156 dicono, italiano d' origine, compagno (4) Tabarin recitava la dell'Hotel al teatro — de' compagnia Frane. vini, di cui Bartoli teatro « primendo timore,e « credere Che « : questo personaggio con « e addietro Bourgogne G. Batta. da ceronte partidel Gap.Rino- Girolamo bravure Gara- piene di oltre l'umano iperboli3" (2). lui si riferissero le critiche a lustre dell'il- Rappresentava egli in armigero impeto, im- inventando troppo fantastiche anche le dal ferrarese sostenute de Fedeli,condotta di Francesco,ove Andreini,figlio eran ed associato ricordate? Morì ritratto di autenticità del Cecchini moso 4624, e rimase famorte e devozione sua (alla religiosità per la sua che porgli fu trovato indosso un asprissimo cilicio), geva G. Batta Andreini de' più validi argomenti a un tesi del Teatro celeste (3).Il Rasi ne ha per la sua più ritrovato un Composizioni di La è maschera nella cosi dettaglidel Non dubbia non dell'Arlecchino nelle Martinelli. a quelladi Silvio somigliantissima terribilitàdell' atteggiamento come rillo, Fionei costume. molti anni giungeva Bianchi rettorica nel Parigi a col noto dopo, nel la 4639 compagnia di nome il Sand secondo diretta da (4), Giuseppe Gap. Spezzaferro, eh' era (5). Fra' diversi aneddoti che si di lui,mi piaceripetere il seguente, postumo, narrano della sua morte assai grazioso.Parlandosi a Versailles, M*** medico il principe ma pretendeva di somigliargli, di*** r assicurò del contrario « perchè » argomenvivo ancora nel 4682 — (1) da Cfr. Sand G. D' HarmonviUe (2) Op. l, 196 e prefazione agli Oeuvres (Paris, A. Delahays, 1858) cit. I, 252. (3) Rasi, voi. I, p. 984 (4) l, 197-200. (5) Rasi la I, 415 sgg. sgg. p. VI. de Tabarin pubbl. 157 j (1). Capitanonon ha mai ucciso nessuno È il caso è vera, è ben trovata. di ripetereche se non costumi di Spezzaferrorimangono in anDue tiche di Parigi,riprodottedal incisioni della Nazionale Rasi (2).La prima che reca il motto: tava Il « — Ce Capitan Et sa fait valeur esclat grand parfaite si est combat au à la retraite Q'il est des derniers de Et lo ritrae in fiorami e premiers ricche bottoniere giacca guarnita con co' guantoni da 1' altra con scherma: a la scritta : Spezzaferro est rude à l'espade Mais n'est qu'en rodomontade ce ha il mantello il colletto insaldato e Nella compagnia condotta Scaramuccia, nel 1608 napoletano n. a Parigi (3).Lo nella sembra un in Italia ben eh' ma, distinto da egli trovavasi il « il famosissim era Fiorilli, recitava ancora posto d'onore nonostantechè di Scaramuccia il Riccosicuri (4),as- ad identificarsi col Capitano venne (mentre in Francia più probabile che ruolo nel 1692 maschera essa Tiberio gli assegna Capitani: boni, parlando della che che e spagnuola. Bianchi al secolo Scherillo lista di sua dal alla on le mit à tonte il Fiorilli dovesse sauce »), mantenere mento quello del Capitano,dal monella compagnia del Bianchi, Il suo n' è testimonio: costume stesso Cap. Spezzaferro. semplice assai e tutto in nero, collo spadino al rifianco,ma anche, a tracolla,la chitarra che ne (1) Lo il Sand citano È del tutto (2) Loc. cit. (3) Rasi I, 888-912. (4) Op. cit. II, p. 315. e il Rasi, dal Livre sana fantastico il ritratto del nom Sand p. 272. voi. I, tav. 13. 158 vela senz' altro la canti patria,Napoli,la musica (1). della e Del terra altre maschere resto, anche dei prediletta di provenienza si posesser meridionale,senza precisamente Capitani, sono facilmente ricondurre al nostro tipo. più 0 meno Ciò dicasi, mo' d'esempio, del Coviello a (2),primo Zanni che popolare: È e carattere suo al ancora diverso per fu mai non teatro di quella dell'antico a » principiodel talvolta nel simile Coviello un onde spaccone; , Il ma la fa da sovente secolo vaccio. bra- designare un ben determinato; presente esso marionette,con milea. Il il detto suo riva appa- parte una allora, costume dal primitivo,divenne adattato al suo nuo\o descrive il Sand (3). atteggiamento,come Ma, tornando a' veri e propriCapitani,delle compagnie che non in Francia, mancando le passarono preziosefonti francesi,poco o niente si ricava sparsi può far solo e pagliatamente negli archivi italiani, Il Rasi ne ha tirato fuori qualcuno di qualche nome. Angatoni nuovo : Diego (Sangre y Fuego),spagnuolo, il 1658 (4); Franc. verso Antonazzoni, che fece sol da vecchio le parti di Capitano, prima era secondo di Ortensio,fra' Gelosi eppoi innamorato, col nome fra' Confidenti (5);Federico Beretta, verso il 1675(6); Gius. Ant. Fiala, napoletano,comico di S. A. il Duca di Modena, fiorito nella seconda metà del sec. XVIP, col titolo di Cap. Sbranaleoni (7);etc. E il vecchio (1) Cfr. Riccoboni illustrazione (2")Sand (3) Di come op. p. 371, Rasi II, 287-290. altre maschere appendice, (4" Rasi I, 39. (5) Rasi I. 169. (6) Rasi I, 354. (7) Rasi I, 876. cit. Il flg.11. voi. I, p. 889 nel Ferrucci e Arte Sand voi. rappr. cap. e per la p. 283. regionali della famiglia VIII. II,tav. 43, 901. del Capitano, è scorso, di- 159 Bartoli già segnalatialtri due : Frang. Manossia Gap. Terremoto eh' egli pone intorno al (1),e il Gap. Spacca, Nicola Boniti, napoletano, zANi, 1655 aveva ne che sarebbe cui rimanga Serie nel 1750 morto tanto ricorrono assai svariata nelle ricca di e de' Capitani quanto gliepiteti numerosa commedie, ma pur sempre che dofigure caratteristiche, servire di modello vevan celebre nella serie di memoria. non che (2),ultimo Teofilo a Gautier il per suo Capitarne Fracassa. Quivi la vita de' comici divien (3),ove romanzo il l'ufficio di Capitano,in sostituzione del morto Matamoros della compagnia, viene assunto dal giovane barone di Sigognac,un nobile Guascone rovinato,cui i begli occhi dell' ingenua Isabella avevano persuaso ad abbandonar la quiete miserabile del suo diroccato castello per seguirel'avventuroso pellegrinaggio di quegli zingaridell'Arte. So bene che qui siamo in pieno romanzo ; pure gli nome e avvertimenti lambre che dare quasi una l'autore fa per al....troppo focoso del voce alla mano, teatro ciò che r infelice vittima e courage, (( méme « « d'étre si o del vecchio Bel- Capitano,mi insegna,la che dovè sembran storia del bien étre brave et plaisent, poltron.Loin ; il aime du trop vive lui représentela douleur (1) Bartoli op. cit. II, 19. (2) Bartoli op. cit. Paolo Scarron. eh' le il s'indigne lui- danger il qu'exploits heroìques, entreprisessurhumaines gantesques; mais, quand vient le péri!,son nation quel- essere proprie illusioni. les vaillants lui (3) Ricordiamo di delle fu Fracasso.... voudrait « c( passato che bocca ne rève giimagiet des bles- I, 128. essa aveva già dato luogo al Rorn in comique 160 TÌsage camard «: sures, le « manque « battre,et « mier il : de la rage lui enfielle abat résolution coup raort,et le rebiffe d'abord se sa Il CapitanoSpacca era e la l'idée de à laisser se l'estomac,mais le pre- (1). » alla metà morto lui coeur del XVIII sec. che scriveva intorno tempo dopo Francesco Bartoli, al 1780, parlava del nostro di personaggiocome suso tipo ormai decrepitoe « andato fra' comici in diI tempi infatti erano ormai cambiati, » (2). la Commedia dell'Arte esalava allora gli ultimi aneliti, e con veniva naturalmente ad estinguersi, insieme colle poco un essa altre maschere, anche massima sua questa che 11 Goldoni stesso, che nella dell'Arte, mai il espansione e trovato avea maggior suo lustro la (3). media alla Com- doveva tanto pur immensa sua il carattere tentato ivi del produzione non ha Capitano con intendimenti Militare (4) un Troviamo, è vero, nell'amante Don tenente Garzia, soldataccio pieno di fumo e dì chiacchierone, chiodi,gran giuocatore,burbanzoso nimede ga- seri. rifiuta i vezzi della sprezzante che Beatrice, cui egli avea innamorata Qui (1) Gautier (2) Op. « biamo « al op. al Quadrio ascoltato danno di sposare. promesso le ridicola dal parti: sospi- I, p. 269. il principio che, nelle volerlo popolo perchè cit. IH cit. Voi. cit. I, 213. Ma addietro, stando rovesciate dunque sono sua verso odierne realmente della il 1740, sua protestava: commedie in risale decadenza rifare.... non scioccherìe e in « Quanti più ab- gradiscono freddure ». Op. part. II, p. 219). (3) Ma nella dal primo del Vecchi. nel Opera inizio Il buffa di questa cui Ster. Napoli, Tip. e (4) Gollez. cfr. M. R. il millantatore trova napoletana, figlia della Cap. Cardane discendenti, per Veneziano XVIII sec. forma ebbe ancora Commedia dell'Arte, tuna forfin quantità ragguardevole di St. letter. dell'Opera buffa napol. quivi Scherillo delle certa teatrale, quale può dirsi VAnflparnaso una Univ., 1883, p. 47-48, 55, 62 Completa una Commedie (Piacenza, Majno, 1830) del Tom. etc. Sign. XXVI. Carlo vocato Goldoni, Av- 162 nelle pochades, le cialetto frivolo dell'uffi- spoglieammodernate basti ricordare galante sotto e il tenen- — tino della Guerra in di pace tempo Moser del e, fra YrriSpagouolo, il t,'^enerale più recenti,anche uno stro legata {FU à la patte)! Ma il nogua, nella Zampa le gusto artistico troppo fine ed educato è tarsi per dilet- di siffatte di critica che scimunitaggini; lo spiritodi analisi e informa ogni manifestazione intellettuale odierna,tutte insomma le esigenzedel teatro qualchecosa di più richiedono lo che ed spettacolovuoto ciator di frottole che pensa gabbato, che si crede ed è un abituati farsi credere D'altronde,noi nano. ci siamo riguardar la classe più benigno Giacché, è superfluo ormai quasi sempre contro certe data una assunto di r Italia del '500 gigante, un occhio con la ricordarlo, letteratura ha aperto carattere un quanto al- presenza o sempre di reazione specialidi un'epoca L'antica Grecia rappresagliapolitica. condizioni determinata,o e in di e fortunatamente militare a del millantatore temporaneo con- meglio ingenuo di un insipidospacdi gabbare gli altri ed è vuol e colto costumi o drizzavano il pungolo contro il mercenario, il soldato poi vi si di ventura e : fra noi raccogliticcio aggiunto un nuovo elemento,la satira dello era invasore. straniero Anche di simile. In Trent'Anni, in lenstein il e cui altrove Germania, campeggiò profiloeroico simbolo sarcastico la di tragicafiguradel Gustavo dettato Dr. Aly, Der LXXTX Soldat (1895) im p. 478. Spiegel op. der accaduto cit. p. checosa qual- la terribile guerra e 643, Komódie, dei Wal- Adolfo, produceva, odi di da del Griphius (1); ribilicribrifax (1) Cfr. Reinhardstoettner era parte,VHor- Shakespeare nella e in il lungo Preussich. articolo del Jahrbb. 163 immortai creazione con rona Falstaff, quella degna codi satelliti, tendeva Pistol,Poins, Bardolph e Nyms, inritrarre in forma drammatica la profonda corruzione ond'era stato circondato, in seno alla Corte inglese, il giovane Enrico V (1).Non ci fu altro che la Francia la ricomparsa del soldato fanfarone nel teatro del ove XVI sec. e XVII, indipendente dalle farse medioevali, ebbe diretta corrispondenza nelle ragioni storiche non fu un vuto e sociali,e dove il Gap. Matamoros plagio do- air influenza marcio e più di classico-italiana. Tuttavia anche esisteva,non elevata nella milizia tanto classe sociale ; sicché di Corneille nell'autentico ebbe non là il quanto in altra tamoros l'immaginarioMa- gran marsi trasfor- a pena di Molière (2). Indice infausto d'immoralità talora e di corruzione, di servitù,testimonio inevitabile di abbassamento, di decadenza della dignitàpersonale e delle virtù civilidi è dunque gran fatto da rimpiangere un popolo, non il Capitano ormai del passato.La moè un'ombra se derna Marquis civiltà considera ignobilestrumento bensì della infatti il soldato di tirannide come un grandezza e e di non come un viduali, prepotenze indi- coefficiente necessario e tato rispet- della prosperitàdi un paese. La milizia,divenuta stabile e nazionale,non è più che una grande ed unica corporazione,non già a' servigida libero e fido sostegno alla questo 0 quel Signore, ma sicurezza e agl'interessi dello Stato,nella quale tutti i membri si senton fratelli innanzi alla ferrea regola di una comune e in cui i cittadini di uno stesso disciplina, V. terra (1) Cfr. Reinhardstoettner op. Herm. stock. della stessa e sangue s. Graf. a. Der miles si uniscono cit. p. 671. gloriosua im Sul englischen (1891). (2) Cfr. Fest. op. cit. p. 72, 102 sgg., 116 sgg. a milea Brama. combattere in Inghilterra, Dissert. Ro- 164 in dovere del nome ignoti concetti La poteva nonché lo generarono il loro (1). riempiva il mondo de' fasti, suoi nepoti egli di mendicar soldato perchè storia n' di del alla meglio a' meschini che l'idea sta essa è cara e venerata, col la turgido Cfr. Aly art. cit. p. 480 sgg. il ! bisogno Che ? dire Il teatro figura, ; e quasi di innata un forse della la ma verrebbe nessuno Ed giganti. la scena ai ed figli grandiosità a vaniloquio n08M8. (1) della giusta da italiano semplice e a' millanti proposito artifici confonder valoroso di tipo imperiale, sentiva Risorgimento raccolto il creava lotte non Grande leggenda esercito sfoderar o del mai ha ne non verità, menzogne del infine la von il intesse quelle di racconto soltanto narrava romantica affievolita e fanno Minna colla dell' non ne meravigliosa reliquia stanca epico colla letteratura gloriosa voce r la rigenerato Napoleone appresso che ! i Tedeschi e e tempi Capitano Lessing attonito ne' militare teatro, illustre Poco e veterano, con sul derisi e del dell'onor anche mancare Barnhelm che sinistro spettro Parole patriottico. calpestati rivendicazione iniziatore del dell'ideale e moria me- mai baldanza miles glo- 165 Vili. Giangurgolo Guappo il — Rogantino. — meridionali per la popolazioni e proclive all'esagerazioneed Le focosa han del dato sempre millantatore nostro altrove che ottimo un ; questo assunsero a' voli della fantasia, contingente alla fra e loro stessa natura ria sto- mente più spiccata- esse maschere carattere di cui maggiore importanza hanno regionali, Giangurgolo calabrese,il Guappo napoletano,e il puramente il Rogantino. romano Badiamo bene loro intima questi sono ripiglianola natura che, essenza riosus, noi potremmo cogliere un via vanteria, eh* sciocchi. nel di ciascuna il muovere tipiche caratteristico è naturale solo che noi perchè riso, mostrandosi in esse non n' è degli e dobbiamo certo un alla già parte abbia a sentano pre- tendenza se fino glo' tutte le maschere certa una nella del miles la risorsa dei deboli sempre esempio Ma quasi in i della loro vita in cui accidentale è pur Un Coviello. su bensì momento in se visto marci fer- cercato punto intinta di tre incarnato. quel vizio che il Capitano aveva Sia dunque sufficiente un finale su queste cenno intese respettivamentea rappresenpersonificazioni, tare in forma di caratteristica i tratti più salienti della fisionomìa un di moltiplicità esclamare popolo. È maschere al francese un fenomeno locali in Federico strano ciò Italia, Mercey : che questa faceva 166 Cosa « di nota singolaree degna dell' Europa dove ! l' Italia è forse «r il solo paese « il « di « sto « questi tipi non « mostra (( della aspettiimpreveduti,aiuta la conoscenza in lingua e delle abitudini nazionali e, mettendoci i costumi d' ieri con grado di paragonarne quelli d' oggi,completa la storia del popolo » (1). ciascuna provinciaha tipo comico, personificazionede' lati ridicoli un popolo e di certe abitudini morali,e dove queconservato. Lo studio di tipo si è religiosamente suo dunque è il carattere interesse ; senza di ciascuna ci esso popolazione italiana sotto « «. « Cominciamo un' sofisticare Giangurgolo, senza altra volta sulla etimologìadi questo nom sulta e, che richiara da Giovan-Gurgolo, cioè Giovanni il Goloso, da il ricordo mentre gola (2) mi sembra che il Rasi fa di Gur- Zan un alle medesime portare press'a poco conclusioni. Narra tradizione che una questa maschera avrebbe deo un'origine storica. Occupata la Sicilia da Vittorio Amedi Savoia in seguito alle convenzioni del trattato di Utrecht,alcuni gentiluomini siciliani che preferivan l'esilio al nuovo cando dominatore,passarono lo Stretto,sbar- Reggio (3).Ma a (1) Gfr. gli studi Deux et Mondea, 1840 Cassandrino IV Lea pag. 34-36. quatre Gfr. il di Reggio, Calabria, Napoli, Stamp. e dell'occupazione della Sicilia per fa cenno di e burattini dea Patacca 1" bre, settem- II, p. 196 sg, per Domenico parte questo Ferino, 1885), assolutamente dubbio, dal momento gio Spanò-Bolani (Storia di Reg- lo meno Cartiera (Roma, respingere vorremmo non messa di Gap. II,§ 3), non in Revue aprile, II Meo italienne) questi I 79-81. notizia, di cui diligente storico Italie cui Pulcinella; et la Comédie de en ; 15 III Scaramouche Petrai, Maschere tuttavia Théàtre sul I Stenterello marzo, cit. Voi. op. Tale Mercey maaquea Gius. l'attendibilità, va che (15 ; 1 giugno, (2) Rasi, (3) di F. Spagnolismo,di lo in del Fibreno, del sbarco. 1857), discorrendo principe Sabaudo (Voi. II, 167 in fuorusciti, della secolare virtù Calabresi,che li avrebber col Giangurgolo. comecché Ma, dato imbevuti, avrebbe erano assai soggezioneal messi in nel sembra probabile,non a'buoni naso caricatura, appunto prim' aspetto la a tolico, Cat- re cosa carsi giudi- possa di fede degna una tale derivazione. Anche tener senza fa dire allo Scherillo presenta, che piuttostoun mafiuso spagnoli » (1),è « che lanciar ond* Giangurgolo esser monti de' rodo- probabile che da' Calabresi concittadino un la satira che siciliani agli stranieri, contro si esso caricatura una poco s' impersonasse in si voleva del modo conto o spa- eh' essi fossero (2), A questa ragione, diciamo così, di sentimento,si aggiungono anche ragionicronologiche.Il personaggio del Calabrese compare infatti già nel secolo XVII, mentre il trattato di Utrecht fu stipulatonel 1713; e a la citazione del Rasi stesso. La provarlo basterebbe commedia del dott. Pietro Piperno: Disperarsi per la la perfida Fida, in cui ha parte un ovvero speranza, Morello Calabrese, eh' è evidentemente la stessa cosa del Giangurgolo, porta la data : Napoli,Mollo, 1G88. Calabrese in una commedia Inoltre,trovasi un presentata rapnel 1655, e in un' altra che il Croce crede gnuoli (1) Op. (2) che da dirsi me fosse 2. lecito supporre, la caricatura ridicoli cavalieri interpellatimi esiste che nei han adesso loro provenienza sicula, con teatri dichiarato di tendenze Calabresi,divenuti Calabresi non spiccate ridicoli ma un gherebbe, spie- perchè Giangurgolo — serbarsi scomparso; marionette forse della spagnoleggianti. Questo tradizione,il Alcuni è affatto di un'origine calabrese data siciliani la accettare senza Principe Siciliano. Giangurgolo, oggidì n. sarebbe essa de' già pur tanto p. 108 Piuttosto maschera, imitatori cit lo noto notizia che per in incidenza Calabria al contrario Peppininu alla guapperia. ami — di anche Tataranciu, di 168 del (1).Voglio credere che il nome Giangurgolo sia apparso più tardi ; ma il nome solo non gine può esser guida sicura per rintracciare V oridi una tutto induce a credere, maschera, mentre il Rasi (2) e conferma il Croce (3),che come accenna delle forme che assunse Giangurgolo sia soltanto una la maschera del Calabrese,di cui sono abbastanza noti lo Studente Y Abate e (4). che mancano fatto afOra, da una parte noi vediamo al nostro studio dati genuini Calabresi,perchè il in quella regione non teatro ha avuto maturo gimento; svolun ha potuto pubblicare il Lumini e, seppure raccolta di farse Calabre (5),non una potremmo dicerto principiodel in questa raccolta (1) Cfr. Non stiamo B. a la data (2) un Iato 1625 Loc. S. Di alcune o Croce (5) pure Pulcinella Le farse di come fu 1895. ecc. ecc. consueto, pone ap- I, tav. 14"). cit. Voi. non che era secche, Teatri p. 103 Carnevale (Nicastro, Nicotera, che dell'Abate L'Abate è ricordato suo Vocabolario p. 775. uno poi pseudonimo Sullo per Studente tare dino- a s' intende. in cui un cfr. op. cit. stesso si confondevano divenne di nanzi in- poco titolo: vestito, calabrese (1720-1809) ecc., nel un al teatrino parola d'ingiuria mal sione recen- : del cfr. op. ti pò moso fa- cit., calabrese sg. in 1888). Vedi (Cosenza, Aprea, 1890). Pasquale Galiani la (p. 87),: dal Studente dello Per '700 è ricordato Starace dal e povero del bitontese divenuta Maccarano Croce, etc, e ed., 1891. commedia una data ediz., splendidamente soggetto recitate a un 1* La S. Carlino di teatro la metà al personaggio Giancola, Vincenzo del Giacomo, di spiegazione dell'Abate di Di opere Studente, calabrese Pulcinella. Vedi Cronaca composta le Pacche uno tipidunque dell'Abate stesso 151, n., p. ecc., p. 102. parti di Abate le la cita dialettale Abate Napol. commedie (p.208).Intorno si voce nelle fra pure p. 46-53, ove V. conoscenza Giangurgolo cui (1892),111). Verso stata era S. Napoli, faceva Liveri burlato un di che Bauci, (p. 84), come del dalla notizie St. XIX napoletano passim. di Calabrese, (2* ediz., Tronci-Vecchi, Giorn. dal I due ecc., p. 32 Giangurgolo (op. di il persoti, e Giacomo Francesco della figura il Pulcinella è illustrata, V. Abate Napoli di utili alla che, arbitrariamente sua cit.,« (4) Tolgo Corte elementi Teatri il Sand alla ecc. cercare Croce, citare ecc. ». (3) di '600 Calabria pure e in gli mini Sicilia di Apollo Lu- Studi Calabresi dello 170 vanti a Sand (1),« un che ragazzo di Pierrot misto un è il di documenti numero Giangurgolo,di cui apparizionee che non di Ma il in due e dev' suo stato e la resta il nome possibilefissare la prima durato a lungo sulle essere rimasti di ove è non ne' documenti continuamente muta il ì". Scarso scene. grida: insomma, conclude di Gargantua, di Matamoros è notevole fisionomìa,variandosi sua professione.Lo eh' egli ad bitrio ar- ritroviamo degli Scenari pubblicatidal Bartoli. Ne' Quattro Pazzi « golo opera tragica» (2),Giangurè uomo di Corte a' servigidel Principedi Nettuno. Innamorato di Lucinda pitano e perciò rivale del Cadi Corte è però un miles glonosus)^ (che non insieme concerta il suo con avversario Cola vinare strattagemma per ronella grazia del Principe, e a uno quest'uopo si travestono. Ma il loro trucco è scoperto smascherati per opera di Scappino; sicché i due sono e acchiappatidagli sbirri (Atto I).Il Principegliperdona, che lo ha protestando Giangurgolo eh' è l'amore acciecato (Atto II); e il nostro dabben finisce uomo col cedere ogni pretensione su Lucinda al Capitano (Atto III). Al contrario,ne' Tappeti ovvero loso Colafronio Ge(3),Giangurgoloha una parte assai importante,ma nuto egli si trasforma alquantodal tipoprecedente: è diveoste furbo un e compiacente,che si presta a secondare gliamori un po'per timore,mollo per astuzia. Abilissimo ne' ripieghi, trova varie « invenzioni » : dei tappeti(L 4), della notte (II.6), degli spiriti (IL 9) e (1) Op. cit. I, 201 sg. (2) Ad. Bartoli,op. cit. p. 203. (3) Op. cit. p. 277. 171 4), ossia ingegnosi espedientiper Negromante (III. trar d' impaccio nelle varie contingenze gì'innamorati che egliapparisce il so che in lui si affidano. È vero di tutto e di che paventa continuamente lito coniglio, colla sagacitàdelle sue riesce pien di brio tutti,ma invenzioni ì" (1). « sembra Un molto poco esplorato,ove che campo labrese, Casi svolgesserodi sovente le avventure del nostro le Farse Gavaiuole,intorno a cui fin adesso son abbastanza è quello del Torl'unico studio notevole raca (2).Questi cita fra le altre la Scola Cavaiuola di d'Antonio detto il Partenopeo (3),della quale Giovanni il Palermo fatto cenno là dov'egli,discorrendo già aveva di un codice di componimenti in dialetto napoletano di Pietro Antonio Caracciolo detto Epicuro, si del dimostrare a prova la stesse colle Atellane latino (4). Si tratta di Asen! Come si (1) Scenari (Pulcin. Il Croce del Fra essi il Calabrese anche è (notiamo la stroppiaturadel nome) Giancurzolo Conte di la disperatoper stro puniti,regalano al ghiotto mae- esser merenda. la loro popolare teatro specie della Class di la lezione,e i colpevoli, sa una : capisce,nessuno non per scolari delle Cavaiuole del maestro povero de' suoi furfanteria gli Exodia e un attinenza nessuna etc. p. 103) segnala ne ; cfr. Giorn. Casamarciano 1' esistenza Stor. che anche gli negli (1897) pagg. XXIX 211-214. (2) Frane. Vigo, 1884) (3) Di Notizie Torraca. Studi di storia lui delle e razzi, 1874) p. 13-15 r Ediz. (4) Pr. Palermo. dà che delle completa Porcellis, 1788). ne Napoletana. (Livorno, p. 1(32. sue un del lo dice Opere / tnss. dà opere biografiche degli scrittori Scherillo letteraria dialetto op. il 1720. d' Antonio. etc. Voi. cit. p. 23. Martorana nelle Napoletano. (Napoli, Chiù- verso Giovanni Palatini Pietro cenno vissuto di largo sunto, un II, p. 590 Il Torraca (Napoli,G. sgg. Anche cita M. lo 172 dà cepudda sta « stu con mancandomi (1) ». completo Non trunzu il testo della svolgimento di questa sequela di corbellerie è facile immaginarci come vi ridicole;ma la figura del di (2). È deplorevole che vieti di nel a e' informa scene si delinea che metamorfosi ciò darebbe interessante. forse luogo possiamo Non testimonianza una ci del Ferrucci talvolta Giangurgolo passasse alla parte del padre (3). del Calabrese,non abbiamo Quanto al costume come il Riccoboni. che fonte (4), da della r odor cui un È riconoscibile che naso sembra delle vivande simile quel a Questi lui a di di solito, (1) Questa (2) Ma Studente spada cipolla con alto la lone cappelquello a caricatura,munita, se non a. pacciargl im. . lo scolaretto torso. questo della Farsa Gavaiuola è differente dal tipo dello calabrese. rappr. (4) Op. cit. voi. (5) Questa infirmare la conta parte I, p. 278. II, fig.XII e, per foggia spagnoleggiante origine sua poco, si ritornasse ed è scimmiottanti affatto anzi col sempre plausibile l' ipotesi Calabresi di naso apposta per fiutar serve non gura fi- fuga, qualche volta (5). (3) Arte vestito che tra al- una abito analogo Pulcinella, al che an- 1' ispirazione predilette.Un Capitani spagnuoli,compiono la dà ne all'enorme fatto de' una ce probabilmente trasse il Sand. sua cartone, del di e di documenti successive sue ed curioso altro aggiungere che le deficienza Napoletano,perchè studio uno la tutte conoscere teatro farsa, lo personaggio, che qui dunque ha in studente condizione, trasformandosi nostro mutato nuovo guire, se- posso costume suo napoletana, perchè naturale che Siciliani che la satira che , gli Spagnuoli. del illustrazione, nell' non alla si lor p. 315. può per effigiareun tatore millan- resta rivolgesse veramente volta tro al- la testimonianza pensiero agli Spagnuoli. Eppoi ammessa i la breve avevano per pre sema rini figu- 173 Molti si affrettano ripeterela grande a notizia che antico inciso riproduzioneficoroniana di un mimo su onice,ricorda molto da vicino la figura del moderno bata la faccia sbarGiangurgolo, col suo naso spropositato, tinta di cinabro,e l'andatura bellicosa (1).Lascio considerare l'importanza di questa scoperta! Speriamo ci sia più alcuno che voglia giovarsene per rivendicare non la nascita del Calabrese mose a quelle Atellane fache s' invocano sempre si sa piìi che quando non la cosa inventare. La del Calabrese maschera ferente qualchecosadi difdal tipotradizionale del Capitano,ed è oggi del tutto invece del vecchio mitutto l'aspetto scomparsa; il famigeratoguappo. les conservò conserva ancora e Il Guappo Vappo o (2),delle cui gesta teatro prediletto il San Carlino di fu Napoli testé demolito,e che fa ridere di so i frequentatori di certi spetancora tacoli di marionette,è un personaggio essenzialmente e paesano, tale deve come fu riconnettersi non allo tanto Spagnuolo quanto a queiraltra macchietta ben alla letteratura partenopeacol nome appunto di La storia del Napoletano esaurita dal competente studio e « « commedia del Croce, che è poletano. Na- ormai nisce lo defi- « un generale come personaggioche parlava un grossolano dialetto e diceva goff'aggini e si presentava come e ora un insulsaggini, gentiluomo di seggio,più frequentemente si confondeva col capitano vanaglorioso,talvolta appariva anche in altri in « in nota linea (4) Ficoroni, (2) Dallo simili. op. cit. tav. spagnuolo VII, fig.9 guapo — a p. 46. elegante, coraggioso, seducente e 174 'K mestieri,scrivano e ruffiano Ma, suo Vicaria, servitore,perfino (1). il Napoletano » se nella gergo della introduceva i suoi lazzi erudita '500, la commedia del il e tura lettera- dialettale propriamente detta gli pose accanto un bastanza gemello nel Guappo, anch'esso di origineab- fratello remota. della canzoncina Giacché, all'infuori chiama nei tempo per Masaniello, questo guappo l'eroe spunta già nome poemetti in vernacolo,su' primi del '600. ricordare Basti popolare che il celebre della eponimo Micco Passavo innamorato, Giulio operetta di nota Cesare (2),e alcune egloghe del Basile,di cui subito li Smargiasse (3). prima s'intitola Clio overo il 1720, un Più tardi,verso nuovo tava racconpoema Cortese la gesta di le di Micco È di Passaro. della Farsa dracchio altro bravaccio un Cavaiuola in avventure nella Scola Curialesca capolino anche sulla (1) Pule, e anche (3) un Le (4) — secolo il peraon. sonetto alletterato. (4).E tonio d'An- del dello [è venuto il guappo presente,ov'esso NapoUtane. Napol. -i è costituito p. 94. op. cit. p. 109, che Cfr. Scherillo Sgruttendio Egloghe in alla di Gian spada di Scatozza Alessio altrove (p.18). Abbattutis poli, (Na- 1625). I titoli dei Mandracchio stesso di SpacTartagliafiglio come questifacesse già « veramente scena Mus- Maccarano, ha molte del medesimo mostra (2) Napoli, Maccarano, 1624, ricorda ognuno: sul teatro. solo nel onore glialtri fra Passaro 'ncantata », che guappo Ma di Micco compagnia Man- divise il suo parte Mandracchio terza genere d'Antonio, l'autore già citata,che e comparisce camonte Giovanni quattro poemetti di cinque canti in nella seconda anzi dello stesso quattro aailiato Cfr. l'edizione — poemetti sono: Mandracchio delle Opere Mandracchio repatriato di G.d'Aiit. già innamorato e Mandracchio citata. 175 prosecutoredella Ed scomparsa. figura del Capitano ormai de' poemetti già il guappo classica come esso, vernacoli,fu trapiantatosul alla Intorno sua dalla teatro che personalitàecco vivace,il Del Balzo, moderno prosa vita dice,nella cosa sua comune. illustratore di Napoli: Il guappo « coraggio,il protettore di chi ricorre a lui,porta il cappelloa staio bianco, la giacca di velluto nero, il panciotto a scacchi atlaccio d' oro massiccio, traversato da un che gliscende due o tre giri dal collo, le dita cariche di anelli, i a calzoni a gambe, ma larghi sulle scarpe, e la canna che gira intorno con i zucchero la forza e 1'abilità « di « non «. si contenta soltanto d' imporre la egliparla pirola, che tutti debbono « « « « « « « f un l'uomo è tamburo. capo Il guappo esigeil diritto di dev' di camorra sere « catura « San « la del sul diritto altrui,egli fra il del ascoltare e sua « Se « e « amici. r avversario dice che Tale ha scherzato della caricatura. Sitonno Guappo Piovana ; del del le braccia V aceido. coltello, egli,allora,sorride sono il costume, il portamento, la natura Del Basso e che Porto, del quale Balzo, Napoli tengo conto importanza. senza slancia sul tutti (1). » (1) Carlo Non il di Quando 1'uommeni smargiasso di p. 114. caccia es- la cari- Il guappo evo. sua « sua dev' ronna è rispettata, pirula non egli si ribelle, tenere, a tempo, per e, facendosi dai suoi amici,grida: teniteme ca se no « la popolino è medio è la caricatura volontà,quando sua legge.La esser cavaliere Carlino camorrista, tacere inviolabile. Il guappo «: è il non 11 S. di ciò stesso (Zutunno), qual Ruzzante nome una un (1530). che e i del ricorda specie primo in di Vappo altro Milano, Treves, il Sand punto birichino accenno che ognuno Napoletani dice dello e 1885 (I,202),perchè (I,198) parente pretende ab- il tano napole- stretto ritrovare del nella 176 visitato anche bia ha del secolo sentite nulla più veduto suoi di lazzi attraverso abbastanza bravate, ed poli, Nache il teatro abbiamo ne ormai intorno nuovo quartieripopolaridi qualche campione. A comici Già nostro? delle i poco certamente prò seguirlo ne' e un vedute e' insegnerebbe non al nostro lo spoglio quali una uomo produzioni colle quelleinnumerevoli serie di belli e bizzarri ingegni,da Filippo Gammarano Orazio Schiano ad Antonio da a Pasquale Altavilla, di tutte Petito,impresari,attori deliziato le miriadi di autori e al tempo stesso, han che spettatori, successivamente gli scanni del San Carlino. I più celebri guappi del popolarissimoteatro Raffaele Santelìa e Raffaele di Napoli. occuparono II primo (1787-1854),che fu in dialetto, commedie era della compagnia 1835 era Di costituita in San assetto un autore di cevoli pia- attori fra' principali Carlino, che fin dal molto completo (1). Giacomo Di dal apprendo esso di comica anche rono fu- un rioso. cuparticolare corti neri,giam- Rugantino : calzoni « berga rossa, spadino,cappelloimmenso, a tricorno. » in E a lui,guappo plebeo,contrapponevasi il guappo guanti e soprabito,che parlavain lingua a spropositi, ossia Giovanni De Lillis, morto nel 1856 (2). Vestiva « Ma la da da delle palma Raffaele guita glorieguappistichefu conseNapoli.Questi, lasciata la tiva primi- Di professionedi sarto,cominciò Sebeto nel Teatro nel 1853 fu chiamato Compagnia e come vi (1) S. del raggiunse una Di Ibid p. 486, 534 sostenere e cit. p. 440 passim. poi come e guappo carattere sostituzione invidiabile fama scritturato essere questo Carlino,in Giacomo, op. (2) Ibidem, p. 456. (3) comparsa, a San ad pa8$im. del : nella telìa, San- (3).Bisogna 178 Così il ben gentile e poeta Romanesco noto fa Ed a me sembra che questo breve parlareRogantino. ritratto di Giggi Zanazzo serva mirabilmente a giare trattegla figura di quest'altro spaccamontagne, tardo e della forte schiatta di Romolo, ma scendente didegenere figlio non indegno del soldato plautino. A Roma il teatro svolgimento,ma esso 0 quasi mai varcato dialettale ha avuto è assai moderno, il triviale ne' rozzi baracconi che e bensì ha non repertoriodelle suo mai, nette, mario- quasi due secoli la gioia della plebe di Roma papale,come già il popolo di Roma erasi un cesarea giorno dilettato de* ludi del Circo e de' grandiosispettacoli scenici (1). Ma quando i buoni e Romani de Roma », stipati nel teatrucolo del burattinaio, risate facevano le matte sulle grottesche smancerìe sulle pietoseavventure e di Rogantino, non forse che questi a sua sapevano volta rideva di loro. E infatti si può dire che Rogantino, nato proprio sotto la cupola di S. Pietro,rispecchiava al vecchio teatro di Pallacorda (oggiMetastasio) di que'soggettidella la miserabile condizione di spirito dominazione infiacchì l'anima Curia, la cui snervante antica dì Roma, che, pur sempre serbando con orgoglio il nome la memoria gava albere non degliaviti splendori, fra cui ogni nobile più che un popolo di pecorelle, e grande sentimento sarebbe stato un' irrisione. I più bei giorni per Rogantino furono verso la del cemetà di questo secolo,al teatrino ambulante lebre Gaetanaccio,1'ardito impresarioche, nonostante (1) Non teatrali;ma già questi (Cfr.il bel Intorno alle che a erano Roma A. esistessero riserbati alla classe libro dell' AdemoUo, rappresentazioni riassuntivo non formarono il dei Bertolotti nel più grandiosi spettacoli dirigentelaica / teatri di Roma burattini in Fanfulla per Roma (Anno nel scrisse ed stico ecclesia- secolo un XVJI). buon 1882, N. 64). ticolo ar- 179 la severità della dir ciò che osava pontificale, gli altri tacevano, senza riguardo a' ricchi e ai porporati, facendosi banditore della pubblica opinione,sicché sovente il carcere duro premio alla sua era imprudente franchezza. Ma ciò non faceva che accrescergli sempre più la stima e il favore popolare. Lasciamo mane, parlareil genialericercatore di cose roCostantino Maes: « Rogantino è lo spadaccino di ottant' anni fa ; grande accattabrighe, « smargiasso millantatore « e ma all'eccesso, soprattuttopoltrone: è però brutale,ha un « accento bizzarro,e fa sentire assai la r romanesca. « Talvolta fa il capo di sbirri, « e quando viene ad arrestare qualcuno,se il colpevole gli sfugge, prende pel petto un innocente ; e, c « se qualcuno si attenta ad impedirglielo,minaccia allora di colpiree carcerare alla rinfusa. € La scena termina per il solito con « un tafferuglio in uno « generale da cui Rogantino scampa sempre Me ne hanno date » stato e « compassionevole » (eglidice) « ma glieneho dette!!!» (i). si può dire In complesso però non è cattivo,e eh' egli è una dell'altra maschera edizione seconda Romanesca Marco dello spaccone Pepe, da vigliacco. cui eglidiversifica solo in quanto Rogantino sta solo (2), vente Marco e non può separarsi da quellodi cui è il vicensura ^ insieme contrasto Patacca, nazione figura di gagliardospensierato,incarquellavalentìa fisica che ha dato all'agro che op. cit. I, 203. lo Zanazzo umoristico, in autentico Curiosità Maes. sg. cfr. Sand. (2) indivisibile : Meo il compagno bella di (1) e. e Talora dei uno anch' egli è l'aneddoto Non scrisse primi (Roma, Ferino, 1885) romane ho su potuto ripescare Rogantino la Voi. Ili, p. 12 pappolata nell'omonimo manesca ro- giornaletto numeri, messo di fronte a Meo riferito dal Petrai, op. cit. p. 92 Patacca, sg. se pure è ]80 i più valorosi de' briganti più temuti, ma senza peraltroeh' egliabbia le briganteschequalitàdi questiultimi ; Meo Patacca,colui che insieme con Gassandrino la maschera è rimasto più caratteristica del che dette luogo a un teatro romanesco, e lungo poema Romano i di stro Giuseppe Berneri illustrato poi al principiodel nosecolo da quel bizzarro artista che fu Bartolommeo Pinelli (1). Marco diffee Pepe » dice il Mercey (2) e: non « risce dal «; che,cioè,Meo « paura suo le loro e Patacca Meo di cui si Petrai a è certo ma della noscere « altro ascendente « in commedia presenza, nobile in quanto si sappia,non per Meo cit. II p. 180 (3) Op. cit. p. 37-39. parie di Pippo (4) Jorick, posto atti di risalgonooltre la quando già il classico Capitano decadenza. Loc. nella dice come co- senza Patacca, Roma ovvero in festa ne' illustrato con giocoso nel linguaggio romanesco, Ed. (Roma, Tip. Industr.,1884, voi. 3 in-32). Poema Pinelli (2) famiglia», « quel lontanissimo antenato Plauto » (4).E i primi suoi da piena Vienna. sponte, sua che del secolo scorso, del di che nacque sua (1) G. Berneri, Il di », libercolo del nel sunto un la crapetta Rogantino, che cosa possiamo dir di lui ? Non si sa precisamente quand'egli « era Pepe a intorno nacque, metà Marco Galanti maestro (3). Tornando più la sono e leggere può nulla,e lui,Marco, ha operetta del greve er ; del personificazione opposte qualitàspiccano meglio Entrambi ». punto essenziale un teme non altrove nella vecchia che « Patacca di tutto trasteverino ; che in compagno Meo ; cfr. anche Il Petrai Patacca, e Sand cita di un 12 segni di- I, 152, di i nomi buon trionfi Marco Checco Pepe bre Tacconi, celenella persona Tamburri. Yorick del (aw. P. Fieramosca, G. Ferrigni)Storia 1894) p . 176-178. dei Burattini pografia (Firenze, Ti- 181 Ricordo febbraio 1779 di Roma le spoglie nella che l'Abate assai di tramontato, il dopo intervenuto essere di del 1884 maschere Congresso. di romanesco in seguente E più importante portò amici il esso confratelli e saluto che un'ultima che genìa (1) XVIII Cfr. ora David (Roma, Forzan Lo Z. narrò le sue (Roma, Ferino, (3) Questo Libro del C, stesso il in dialetto forse il vita sua condo se- mento mo- stica, arti- Capitale agli Campidoglio, gaia quella di recandovi ar- lieta e 1883) la voi. nell' impressioni Società Romana IT, cap. II opuscolo : p. ne' secoli 57-58. Rugantino a lano. Mi- 1884). discorso carnevale e carnevale scomparendo. Corte La in gresso Con- al nel nuova nota Zanazzo, costume della della troppo pur Silvagni. bello la Giggi egli è occasioni certe costituisce affluivano volta XIX e (2) nel va più e fortuna inaugurale (3),che Rogantino della in aperse il discorso invalso (1). Milano a sotto furore e questo tenuto (2), 1' anno egli Roma; sua diario un appunto l' astro 6 del certamente dire, rimane oggi della rappresentante già Rogantino pur di autore presentò si suol come per ma si allora Rogantino, anche carnevalesca Benedetti, interessante, nell'uso, facendovi, Oggi mascherata pronunciato (Roma, il 13 Ferino, FINE febbraio 1885, p. 1885, 94-96). può vedersi INDICE ed Cause del . Capitano XVI sec. il sorgere italiana del Commedia satira del soldato di ventura nella La — la e favorirono che elementi satira dello Spagnuolo inesatta del Riccoboni fra bravo II. il E e Capitano del e Differenza diretto un fdbliaux i L'«Xa?w'v Reliquie — medievali antiche Le — greco — farse francesi in. Il millantatore Il bravo — smargiasso poesìa nella Distintivo — capitano Il della della maschera teatro del 11 — Calmo Rifacimenti V. commedia nella e primo Spagnuolo l'imitazione viltà Le — peripezìe Comico nella del erudita Sua commedia Capitano contrasto 70 — col servo — — sentazione predita eru- Sua Il Capitano il Capitano innamorato erotiche Sue vicende Principali comLamentazioni di mediografl del Capitano seduttore e — 1^ ^ classica — — » Il — latine — Il bravo 45 Fissità — Biografìa del Capitano nella commedia artistiche del tipo Deficienze — » imitazione erudita di commedie 24 lare popoIl villano — classica IV. » nel teatro e li soldato — 7 dente legittimo discen- e gloriosus? miles e Pag. capitano il fìfiiles latino I romanzi stinzione di- Una — — — — P. M. Cecchini. » 90 184 VI. Il Capitano nella Commedia dell'Arte Gli — ed scenari Capitano i generici Spavento Le — Il — Bravure Capitano e del il tismo secen- 128 Pag. VII. Storia esterna del Costumi sania Capitano ed — I Balli attori — — di Fine Sfesdella maschera Vili. Giangurgolo il — Guappo — Rogantino . . » 145 » 165