ALBERTO MALATESTA
1.\1
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MILAN O
Società Editrice AVANTI!
1920
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I
libro di Cesare Colombo
I
ALBERTO MALATESTA
(Quadretti Sociali)
Quarta edizione
,
1.
2.
3.
4.
5.
G.
•
-
Il buon seme .
La coscienza del dolora.
Primavera d'anime.
Le can1pane del passato.
primi germogli.
Verso l'avvenire.
MIL1\N0
SOCIETÀ EDITRI CE AVANTI I
1
IL BUON SEME
Fersione dall'oriyinale del
DoTT.
A1nuno
L\BnIOL..\
RIPRODP7'IONE VIfill'ATA
A xonMA DELLE r..ECOl BUI.J,A l'l<Ol'l!H.".l'A' u:rr-rr;;nARIA.
l1llano - 'l'ip. Societì1 Erlitricc Avanti! - Via S. Damiano 16.
<]nella mattina d0n Lo1·cnzo si lc\·ù di malumon!. La ::;era precc<lcnlc, nel cnffì! principale \1;
(' aslelnuo\"o al Rubicone, dove facc\'a la consueta
partila a treselle col farmaci~la, col sindaco e col
s<'grelario comunale, gli avcvauo parlalo cli cena
µ;ente che andaYa preclicun<lo nei vicini paesi una
SJH'ClO. di nuovo Evangclo. 11 formacisln, nppassionuto c<l instancabile lettore di giornnli, diceva che
quegli illusi (a\'eva lr,ovalo qucslo appellativo in
11•1 c1uolidiano di Roma e lo ripeteva trionfalmenlc)
s~ chiamayano socialis(i. Ed ave\ a <lipinlo a O"-Curi
colori la situazione; aveva <lcllo che i socialisti \·olcwmo dividere fra gli uomini tulle le ricchezze della
.sociclà, e - sempre attingendo i suoi argomenti :11
giornale ben pensante della capilalc - ayeya facilmcnle cornbaltulo quella teoria, dimostrando come
111 bre\e ora le cose sarebbero ritornale allo stai.o
di r1·ima.
La parli La a lrescl le aveva proccdulo molto ir~
regolarmente, a sbalzi~ interrotta a>Cl) 10gni distrilrnzione di carte, e, gitm!a r·ome Dio \'olle al1a fine,
non ::;·era - ca:So stnmo - nemmeno parlalo della
l'iviucila . :::,emhra\ a che nclL1I"in fu~~c pa~~alo un
::-offio di minaccia oscul'a, lnnlanu ancora come q11l!Ì
temporali di cui halcna11u i lampi nell'orizzonte
fo;-;co, e che a poco a poco ::,i <n vici1wno. racchiudendo nel loro seno grnndinulc l1'r1·ihili clic t11slrngg11110 ogni cosa.
l i parroco dunque 11011 era lranquillo. lanlo pi11
rlic 51 \ ociferaya che i ~uciali~ti rl\Tcbbcru fallo un:i
.
.
appai 1z1-0ne m paese.
Peccalo~ Come era dolre. co111c crn licia la par<'
di cui fino allora avc\'a godul11 ! Le co~r procede\ a1w
--cnza urli e senza cunlrasli di sorta. nel migliore
dci mondi possibile: i co11laòini, risprllnsi di tutte
le anlorilà, quella dcl prct<'. quella lkl padrone.
quella dci rappresentanti drlla legge, non mancavan-0 mai ad una mes~a o aJ nllm funzioni rcligio<;r.
e s'acconlenlavano dcl loro «lato; il lamcnlo non
11sci \ a dalle loro labbra se non sollo la forma di ra::;~rguaz ionc .
- Che cosa \'Orranno <tlll!Sli D ·uaslamc<;ticri llel
dim·ol-0?
E un timore inr'iphcnhilc 1urhaYa al parroco la
st·renilà della sua beatissima r,;;islcnza. e un sordo
1·ancore gli germoglia\'a nel profondo dell'animo.
ronlro questa gente di cui inconscinmcnle prcYedcn1
l'azione sov,·er1itricc a danno clcllc r.osc e delle idcr
dominan l1. Questo si c-0mprrndcn1 ::inchc da certi
an 1si riccyuti dalla Cur ia vc.;.co\ ti r, av\isi che stahili\ ano doversi preparare un 'n7ionc concorde in Lnttc
le chiese e da parte ùi lulli i fc<kli con tro questo nemi co che si avanza vn, cc lnn lo più pericoloso» diceva
la ('uri a «in quant o che ~npcvn nmma nlarc::i di <lol0
---
... 7
cezzn e ùi bontà. richiarnnnùo tilla mcnlc deaJi
uoo
mini le auree massime dei Van~eli
»
.
....
Fino a quel giorno la lolla non era c:,i::,tila, o
quasi: l.wslaya ogni tanto - nelle prediche - coniLallerc la massoneria, e lullo era finilo: ora il1Yece
chi <::.a quale battaglia tremenda ::;i sarebbe do\ uto
imziarc, per difendere le comode posizioni <la tanti
secoli acquistate e godute, quelle posizioni che ormai
~cmbra\'ano inr.:rollabili !
Fu con questo -.talD d'animo, fr:i il tirnore e l'ira.
che il parroco disse la rncs::-a; quc::-la terminala. i
contadini uscirono :;ul piazzale <lclla chic:::a. inlratlcne111losi a gruppi, com 'era loro costume. a discorrere delle cose di campagna. ciPllr. loro fatiche, dct!e
loro miserie.
l\Ia dalle <::olilc conver~azioni furono dislralli
dall'arrivo di due 11omini, rnoclc~liimente vestili, uno
dci q1iali salì sopra il mnl'icciolo e incominciò a parlare.
1\ poco a poco i conlaùi11i. al!rnlti dalla noYilù
dl'llu rosa. si a\ ,·iciHarnnn ~Ol'ricl1'1Hlo, anuniccandn:-:i
1'1111 l'allro, qua--i che p<'n~a:-:..:cro lrnllar~i di qualche
n:nditore ambulante. il quale preparns:::c con un forhilo discor.so d'indole generale il tencno. per poi
c;pacciare un qualunque miracoloso specifico.
l\Ia il discorso prendeva 1111a piega dcl tutto cli\'<'r~a da quella che csc;i fl\'Cvano prcycduto, tanto
clic n:-;collavano con allcnzionc sempre crrscenle. Era
come ima specie di sLuporr quello che li invadeva;
c~si ~cnlirnno vibrare nel loro rcrvello le idee dcl-
l'uralurc. C)uantc \'olle a\·cvano provalo coniusamcnle
ciò che egli diceva con lanla sernplicilù, con tanta
i.:hiareaa ! Quelle che egli aveva chiamnlo classi sociali essi le conoscevano giù; conoscevano già che 1a
.::ociclù Ì' divisa in due cla--::-;i, una di lavoratori sfrullali e nullatenenti, e una di ozio::-i che tullo possie<lu110 e VI\ ano dcl lavoro ùci primi; sapevano già che
quell i che apparlcngono alln classe dci lavoratori
sono costretti a uno slulo di mi~erin, d'inferiorità J
di oppressione: senti' ano n1garnenlc di a\ cr <lirillo
alla loro parte di sole e di hencs:-:icre, alla loro parle
<li c1uei godimenli di cui arricchn ano la società col
loro la\'oro, e di cui appena appe11n rcsla,·ano Jorn
le briciole, quando que$lO accade\'a ! E $Cnti\·ano
gra\'arc sulle loro ~palle cun·ale ùnlla fatica secolare, il peso dell'enorn1e mostruosa e crudele macchina sociale ... ma come erano dirnoc;lrati limpidamente, da quell'ignoto oratore, lutti questi sentimenti
cllC si aggiravano vaghi c<l oscuri nel loro animo, e
che essi erano stali fino allora incapnci di esprimere !
Sollanto'. ... perchè mai venire a rammentare
quelle miserie e quei dolori che essi purtr,oppo conoscevano a fondo? Dal momento che non c'era rimedio ! ... Almeno coc:.ì diceva il parroco, il quale sostcne\'a che le cose sarcbbeN> sc111pre andate in tal
modo, e che l'unica difesa consisle\'a nell'essere umili
e sottomessi e rassegnali: per riuscire a conquistare
quel paradiso ... che inlanlo i signori e i preti si erano
fabbricalo per proprio conto in terra, alle loro spalle!
Ah, ecco finalmente nuove cose ! L'oratore aveva
lasrialo addietro la tri--Lc esposizione delle condizioni alluali de11a sociclù ccl era passat'° ai rimedi.
Duvanli agli occhi elci conLadit5.1 meravigliali e com-
8 ....
mo::;si ::;cintillaYa tullo un mondo di\'cr~o ùa quello
che conosceYano. Si, l'oratorn nYC\ u ragione; bisognm·a che la terra fosse di lutti. e che \Cl1Ì55 C isli,
tuila una più equa e umana ripa1·tiz.ionc dc' :::uoi prodotti; bisogrrnYa che i lavoratol'i si i1erstmdr:-;.::cro di
quc::;tu verità così semplice, ùcllu necc~c;itù tli stringersi in un pallo di fratellanza, forte ed rncrollabilc.
Che cosa diceva ora? Eleggere n consiglieri co~
munali e a deputali uomini scelti in mezzo a loro.
i quali sostenessero uci c-0mu111 e nel parlamento le
idee esposte? Ma se essi snpc\'uno leggere <Jnel tanto
nppena che basta\a per comprendere gli a\'\'Ìsi delle
ta~se da pagare, e far la loro fìrnui. e scriYcre il
nome dcl loro padrone sulla ::;chcda elr.t toralc ! Conll'
era dunque possibile che [o~scro capaci di entrare
nei comuni e nel parlamc11to per trallan•i quelle
ardue questioni di cui scnti\'ano parlare, e che appena comprendevano?
J\h, ceco ! bisognava islruir:si, e pc1· queslo aYerc
1111 lavoro meno opprimcnle e m~no fa.Li coso; sì.
qucslo era necessario; l'oratore dicc\·a assai beni! :
non appena si fosse stati <l'accorc1·o, si sarebbe polnln chiedere una riforma dcl patto colonico che 'if!C\'n in paese da tempo immemorabile. e modificare
gli articoli più grayo:::i e opprimcnli per il contadino.
~rutto ciò si sarebbe ~Yolto di pari passo colla lolla
già impegnala dagli operai delle città per migliorare
le loro condizioni cli salnrio e di orario.
Da queste conquiste. dir. sr.m hrayano coc:.ì lieYi.
quanti benefici effetti sarehbcro ~r.ntnrili ! ,\ncbbero
non c;olo migliorato le co11cli7io11i mnlrriali della loro
es1stenza, ma anch e quelle morali, perrh è avrebbero
avuto a lor-0 disposizione dcl Lcmpo per isLruirsi, e
#S' !)
['f'l' rd11ca1c cd i:--lruirc i loro bnmLini, cltc ora trasrut'i.l\ano cumpll.!lanwnte, <.<!:::=ol'biti t'<.rn1·crano <lai la\ '1.11·0 quotidiano che non la..;ciava loro uu 'ora di calma
e di riposo.
L'ora tore aYe\a lcr111i11a!o il discorso con una
i11vo1·n1.1onc a migliori <.:oll<lizioni di vi!a per co1111·0 che "Offrono., e U\ L'vn ùcllo C'he slava nella energia e lll'lla rolonlà dt;i lrn orn iori I'ollencrle.
li parroco. <lall'impo--la ~occhi11sn della canonica.
'.n C\' a udito tutto fremendo, P di111c11licnnclo persino
il pranzo: dentro di ~L' ru111i1lll\'a tulla una ~eric
di prO\'Ycdimcnti per infrangere a Lella prima questa
dottrina e gli uomini che lu prnfL•..;savano. L'inquisi11onc e i relativi roghi non csi . . tc\ ano più, ma la comp1accnlc borghesia aveva coc;lr111 lo carceri così provvic!cnzialmen le sicure! E \ eclc•vn r, ià coM'irnma 0o-inazion e il conferenziere lra le pnt('l'~C mani della giuc;l il'ia borghese, la quale <1\Tchbl' bt'n sa puto turargli
la uoccn ! E per coloro che Sl fos~cro la:::;cia ti trascinare da quelle pazze idee: c'erano tnnti fucili e tanti
rnnnoni!
Intanto i contadini si dispenlè\·nno a poco a poco
per ritornare alle loro Ca$r.. non più trislemenle ra::!'-r.gnnti come un tempo, ma con una Yisione di benes~<"'rc davanti a sè $les..;i; con una 11ctla percezione
delle loro miserie e dci loro mali, ma insieme con
la lieta ~pcranza di polrr~i rr<limcre dnl servaggio
con le proprie umili mani.
Ci sarebbe staLa una lnlln nrcnniln: essi lo prcveclPvano, ma tanto nou si ~o ffri\ n forse così? E non
lii ""
._arebbc ~tato ùa sciocchi se, a\CIH.lo una possibilità
sollevarsi, ra\CSSCl'O }asciata ::-fug~irc? ~hc CO:,l1
<lornvano temere <li pcrùcrc, i11 fin dei conl1, se non
la loro miseria ?
Ouesli erano i discorsi che lcnl'vano fra <li loro
i coi~Ladini : il buon seme era slato geli alo. E::.:-:.o
avrebbe fallo c-0 me il chi cc·o• d i gruno sem inato nel
campo, che a poco a poco di\ iene Lcncru. pianticella,
poi cresce sollo il bacio dcl sole, fìnchè, J~,· ~nuto m~­
turo, <larà la spiga carica 1.li frulli, da cm 1 uo~no r~­
caverà il pane. il buon pane per il bcncs~crc d1 lulf 1.
·,;i
LA COSCIENZA DEL DOLORE
Kella stalla di .\nto11io, il ronl;Hlino del podcrr
di Ca~lellazzo, appartenente al :-:i11duco cli 'aslelnllOYO
al Hubiconc, c'era yeglia. Un tramezzo di legno ml
ullczzn d'uomo separa\n il repar to destina lo alle bc~tic
una mezza dozzina di vacc he di cui si udiva negli
inlcrvalli della convcTsazi-0 ne il qni clo e lento rumim1re - da quello c.leslmalo u rnrcoglicrc gli abitanti
delle poche case col-0nichc vici ne, dmunlc le lunghe
serate imcrnali. Due lucerne a olio, Lra i yapori
dr.Ila stalla e if fumo del le pipe, gclla\'ano una c:.car=--a
luce per mezzo della quale si distingucYn un gruppo
di una quindicina di persone.
Gli uomini discorrevano fra cli loro: le donne fa<'C \1ano la calza o Lene\·ano fra le braccia i bimbi più
piccoli; quelli più grandi cc Il i ruzzavan-0 sopra un
mucchio di paglia in un angolo, e col loro allegro
·baccano avevano già fallo inquiclarr pi ù volte i loro
hnbbi e i fratelli più grandi, immersi da tempo in
un a discussione che acl un ossc1·vn lorc capiLato in
q11cl momen to sa rebbe nppa r.~n moll o f'r.ria, per b
lJl'll poeo delle
g1·n\ ilù e il raccogljmc11lu degli i11lc1forulori e dcgii
a::;collalori.
Era lrn::,cor~o un mese dalla co11fL l'e11za di quel! 1gnolo uralore che aveva acnrn11ulu a una nuo\'H
dollriua, il socialismo, e ui du\'cl'i di uniDne e tii
:-ulidanclà fra lui li quelli che la\ oruno e :-:;offrono
in silenzio e in rassegnazione. E <la cp1cl giorno erano
llttlc fra Ì conladmi di Ca~leltlllO\O i11lcn11i11t.:lJi]i disc1tssi-0m, che si svolge\'ano più \ i\'i.lVÌ ogni domenic:a, quando giunge\ ano alcu11c copie di tln gion1alcllo, inlilolalo La Giusli:ia, che si pubhJi("<l\·a a R<'ggio Einilia, e si dice\ a fosse -=cl'illo proprio da1I\10mo
che a\'ern parlalo tanto bene sul piazzale deliri cl1ie::a.
1
La cli.;cussionc ~i anda\•a . . mio-endo
intorno al
::i
palio colonico, cli cui i contadini scnl1\ano il pc::-o
rnormc, e desideravano di nnnovarc brr)i umiljauli
Pc! opprimenti articoli.
Antonio aveva lrallo fuori dal baule d-0vc lene\a
le rurlc più imporlanl1 il suo palio colonico. e gli
::irlico1i più graYo~i erano nggello cli critica e di proposte di riforme.
Le donne ascolta\ ano con un sc11so di sgnmenlo:
non ayernno il c-0raggio ora, i lorn nomini. <li cli::culcrc ciò che i padroni. nella loro infinita honlà. aYrvnno concesso? Così <licc\ a clou Lorenz.o·, che da
qun lche tempo anda\·a luonanrlo eia 1 pergamo conl1Xl
coloro che porgevano ascolto alle pcrnicio"ic dottrine
reca!P in paese, e volevano allcrarc ciò che Dio nella
sua imperscrutabile saggezza aveva slabilito.
Ma i llQro uomini pareva che ::,i preoccupassero
1
mi11accil~
dc·l p<1r1·ocn! . . ,iJ,·o J\11lonio il
qmtlc ::,UIJÌ\'a rinflucnza drlla moglie, e rispond~\'a
c·o11 _l~1:1i<li accenni dcl capo e con gc ... ti appena pcr-
cetl1b11I delle mani ullc cwchialc ~C\'crc che c--c:a gli
la11c.:ia\'a <li tanto in tanto.
1·n giovane contadino il\C\a letto nlcu11i arlif'rd1 Il pifimo cliccn1: (I)
Il ( ondur fnle (' uli rill1•i <li '\l/{l f11111iulia non aù/Jia/11) l'rll'clirc di /J eslfmmiw 1• il Sl111fissimo nome di Dio
dt .lilli ia sempre 1·err1iiu· e rlf'' Santi, nè tarnµoco lii
du,. l'<'rrtpilo a yiuowtori, ni' /or /Ji.o.;rw rir_ nè di gio;r"'' 112, rii no/le con pretesto rii 1.r.11dr_r 1 ino, rna debba
l'i1 cr·c da buon cristiano, snffo pr11a di essere discacriatn /unri di tempo dnlla /'o:-;scssione o [>o·dere ».
(I
Allri arl1coli sancivano una infinilù di obblighi,
l11lli :-;ollopo~li a pcnalilù J'llc\anli da pagar.:_i al padrone, m caso di ino:::::cn•n11/é1, in buoni ccudi solH111li. Fra essi l'articolo ~:1 diceva:
!lvulo rigrwrclo allo sbif(lrwio, ir;, r1ic· lrovansi
in u1:netctle lulle le /umiylie ('(1/oniche, chepico rilell<'l'SL causalo dal lu.s.so ( ! ! ), il [a1Jo rafore e sua /a111iylia'di or;ni sesso non potrà'. /rtr 11.c;o d'altri panni
1w1· 1;cslirsi se non di quelli rf<'lli casalingl1i, e volendo
1n-0Prcrlcr:si rii quelli di fJnlf <'[Jlt, non polrù farlo sen:a
r~/Jl'f'SSO pcrme::>so dcl Padron~. e ro11lran·encndv
~rll'li in facoltà o licen:a dd f>nrfrone di accomialm lo
<tndze fuori di tempo ».
li oomples::;o del pat!n clava agli a~collator-i la
i111prc:;~ionc cli mm lnrlurn rnaleri;de e morale a cui
<<
ll) <:Ii ~1rlicoli <-Hnl 1 ,qono l~-Ylti dal reni, d.a un vallo vi ·
t;l' n I Il nel l 'cscna Le frno .a •t1oco tcmr>o u tlù lctrn.
... 15
la borghc:::ia li aYc\·a sollu11osti iìno n epici giomo,
mantenendoli ancora nello stato di sen·i della gleba.
e in condizioni di immen.;;a infcriuritù di fronte ai li0n1
fratelli lavoratori delle inùu<-tric, delle miniere e <lei
lrn~porti, i quali almeno godevano <lei bene ùclla liberi il personale.
I~ questo sentimento cli dolore appal'ivn oggi a.;;~n1
più \ivo d'un tcmpD, oggi che una ~rc'l'n11za nuova
era sorta nel loro pensiero, oggi che mcdil::t\ nno prnfonrlamcntc su quegli articoli clC'l palio colonico che
U\C\ ano letto di rado. quanuQ nasce\' a qualche co11lr0Yer"ia. Ora che aprivano gli occhi nlln lncc, ora
::;ollanto scrulayano la profondi1:'1 dell':ibi$SO nel quale
erano stati gettali e mantenuti dai loro padroni pc!'
in11umereYoli anni.
ln quel momento ~i aperse la pO!'la della stullu,
e ~i ' iclc un lungo tonacone ncl'o rnlrare e avviarsi
verso il crocchio. Era <.!on J,.orcnzo, che amava pa5.:.-:arc qualche ora nelle 'cglic <le' suoi parrocchiani.
co\ln scopo di tenere meglio ~lrcllc all'-0\'ilc le ~uc
pecorelle. Tanto piu che cs::;e da rprnlchc tempo davnno certi strappi alla corrla ! ...
- Buona sera. ragazzi. Che sta le lcggcnclo?
11 gio\'ane lelt-0rc gli por.se il foglio che teneva
frn le mani.
- Ah, il patto colonico! Vrdclc chr bella cosa?
Qui -.j chmoslra \'cramcn tC' In onnipotenza di Dio, il
quale, a voi che non avete nulla, clù modo, per mezzo
de lla ùonlà dc i signori, cl i scnlil'vi in certa guisà, 111
cci la parie, pos::;e::3ol'i di rnclù dcl tcncno che lan>ralc. Così. ..
- ~la scusi - ~allò su il gim anc - nou poteva
1J10 fare a meno allora di accumulare la proprietà
nelle mani di pochi, rbparmiando la faJica di pensare
alla mezzadria e a questi palli colonici, che sono vere
infamie ?
- Ecco, ecco, tu Li 1~1-=ci monlnrc lu Lesta <la
q111'gl i eretici, da quei dannai 1 che r.;ono i socialisti:
di cui a\'e\·i già bcv ulo il veleno nella cillù dove hu1
lavorat-0 qualche mese.
I
~
-··,.
ft gioi;ane contacZino <fisse questo pal'ole con tanta ener-
uw, ohe doti L01·enzo rimase sC'Onccrtalo ...
1G~
- :\o, don Lorenzo, qui
leggc\'n il pallo insieme, e si pensm·a di cercare qualche mezzo per
migliorarlo in nostro fa\'urc.
Disgraziato [ ì\la le c.:u~c :-0110 sempre anelale
c<l-'ì, e bisogna lasciare che 1c cambino coloro che
hanno riceyulo da Dio il comn11do e il go\ ern o degli
uomim, non i contadini e gli operai, che rnno nati
per lavorare cd ubbi dire. E poi che cosa nvele guaùn'>"Jlnl-0 a d are ac:collo a quel sociali~la dcl demonio 't
1b \'Ostri padri, i YO"-lri nonni crnno lranqu1·11·1 e pens:i\'ano al loro la\ oro e alla sal\'CZza dell'anima loro.
11 · tal modo polcYano soppo1·!arc, <•oll"aiulo delle~ cri~ l iana ra::;segnazione, lulli i dolori e tulle le fatiche.
ì\ la \ "Oi ?
Ebbene. noi nccclliamo di strappare la benda
che ci è slala mes~a ~ ugli occhi, di aprirli, e <li guardare hcne in faccia le cose e gli 1wmi11~. i\'oi Yogliamo
appunto liberarci da quella ra~ segnazionc che ci ha
falli stare umili e so lt<nnc':ìsi pr,r tanti secoli come
bestie da soma . E se dov remo soffrire per ciò, sia brncdrll.o anche qucslo dolore clic ci a\Tà dalo la coscienza <lella noslrn. $1 l11 nzionc, e ci :n rà spin Li J
cerca re i mezzi per liberarcene.
Il ~'ioYane contadino c11s::c queste parole con tanta
P.ncrg-ia, che don LorcnZ-O rirnn:=e sconcertato e non
lrovÒ parole per rispondere. Annaspò \'agan:cnte colle
mani come per cercare un :-irgnmenlo che stc.::se sfu~­
grndogli. -rolse intorno lo sgunrdo e scorse come
un c:enso nuoYo di '°::lililà: fìnì per irritarc:i contro
!'C stesso e contro lutli, cd c~clamù:
!:-Ì
- Basta, basta, ne accorgerete !
E così dicendo co rse alla porla e s i dileguò nelle
l cnc bre.
I,a lJrusca spar1z1unc del pal'l'oro lasciò muli i
r1Htlacli11i .•\la la moglie di Antonio ~i lcrù in piedi.
e di"'~r.! ri\'ullù al gio\'a110 che are\ a parlai<>:
- o·ora in a\•anli 11011 \'oglio più che nella mia
slnlli1 ::Si facciano cel"li ùisrur-.i
JI giuvane '3 i le\'Ò a su 1 \ oltn, pallido e ri5olulo:
- - E io \"i dico che co11l111uc1·ò a farli oggi e
c;;c mp1•c>, do\'unque io mi !1·0,·i , e cl1r voglio combal~
ll'l'l', anche vostro malgrado, per il bene vostro e dei
\o~tri figliuoli.
. .
Ouindi si dire""'C vcr:5o la porla, e lul11 gh uornini -che U\ eyano a::-::isli!.o all<1 di~r11~.;;iunc lra lui e
il parroco. e all'ultimo di\'el'iiio, lo seguirono come
pf't' manife:::largli la loro .:,olida l'icltt.
.
Antonio sollanlo rimasi' cupo cù immobile al
~110 po::-l-0, dominalo 1lullo --g1wrdo <lt..:llu moglie.
1
• ••
Don Lorenzo correva per il srn licrn che condurrva al In canonica, fgome n lo <'d irrital o. Sen li\ a
!-il'u''",.iro-Ji quel pn'clominio "lit lnvornl·u ri, che rapb~ o
CI.
presentava la forza più .;;1c111 a della ucsa.
.
,\] n quel giornno l lo. come me\ n ~a palo c~prl~
111r1·c· le sue itlec con chiarr.zw ... e che idee ~ Guai se 1
cu11ladini. co~ì misoneisti per nnlura. incominciaYano
~ 1·ihcllarsi !
.ila non era po~s1uil e t=:uppor rc che no_n doyec:sc1:1
~cnlire la grande Yoce della c::oliclarictà dci laYorator1,
e presto ~ tardi sarchhr \ enuto il giorno in. cui le
falan~i degli umili e c!Pgli :-;chiavi ':ìarchbero msorle
polcn li e nsolulc con tro i d-ominalori.
E' vero, avrebbero 5o fferlo più che nel passalo,
13 iu,
quando erano ras~cgnali ... ma la co.:cicnza <lei loro
<lol-0ri avrebbe dalo a loro il <le~iderio di libcr;.ir~i
dalle cau::e che li pr-0<lucc\'uno, snrcLLc <;fata la lc\'U
polente di tulle le dvcnùieazioni.
E don Lorenzo \'cdcva balzare <laranli a sè a lettere di fuoco, nel 'iullolo chr prrcurrcva, il pensiero
supcrho di un granùc filosofo tedesco : « II dolore
sollanlo è la causa benefica di quauto l'umanità ha
pro<lott.o di grande e cli bello ».
Chi aveva insegnalo a leggere Federico :.\ iclzschc, al gio\'ane contadino?
PRIMAVERA D'ANIME
J
li Sindaco di Ca~lel11uo\o al HulJJronc a\rrn finito <li pranzare e faccnl la !-Olila ~ic~la dcl pomcl'iggi-0, lumaudo la \'er.cltia pipa di porcellana, pla<'idamenle sdraialo sul suo collloclo s1!ggi-0lone di 'immi. nella loggia della rasa che' m·e\'a ereditalo dai
suoi maggiori. Vicino a 1111, soprtt un Involino, erano
i c·onsttcli oggelLi: una l azza cli cal'f<\ 1rn bicchierino
di ((11iselle, la ho·rsa ricolmn di lahace-0.
li mese di maggio era al ~Ù10 lcrm111c. Di Jronlr
<1lln loggia si slcndeva un ampio panorama illuminalo
dal :'Ole e pieno di una pace inranl~volc e c::olennc.
Sollo alla loggia un lorrcnlcllo. frn due contraf(orti
d1c ~i slaccaYano dal pac:::e per digradare \ 'CrS-O il Ruhirnnc. ~ccndeya al fiume Ira r.arnpi 11hcrlosi: ne· quali
~piccavano le case dci coloni e qunlchG raro albero.
\I <li là dcl fiume c:.i cle\a\ano n c:.i11i.;;lra. limpide nrl
c·1plu luminoso, le lrc 8.ocr.hr. clt San l\ lanno, e subilo
-=olio, quasi a riparo di esse, il cnpoluogo della piccola simpalica repubblica . Più n {lc~lra ergeva la
~1 1 n ca 1·cllrristica fì gllra a dorso di mulo la massiccia
mole Jella Carr,egna. I' ll'.1 a dc-!rn ancora. :.::i w·clr\'ano i monti irast:.igli:lli e rocdosi cli Pcrlicura.
Com.era dolce ripO:-illl't' pl:1cidamcn lc cu::ii. a iaccia a quel quadro meru\"igliu::.o! l;ra11 poclu quel ~in­
daco ! Egli non <1\ rcbbc ctlmbialo la sua loggia co11
un \a:::.lo palazzo in rillù, o con una sonlu.osu \illa
nella marina più in \ oga. L'n \ C\ a anche canlulo il
suo bel panorama, e le quartine di endecasillabi clic
gli erano coslale una folicu di Irn mesi ùi rime e di
lima, avcyano, con qualche rilocoo, vc<lulo la lucr
sulla Farfalla recando in calce in carallcre maiuscolello il suo nome. Quale trionfo per il poeta, il giorno
clcll'arri\ o di cento copie <lei giornale. ampiamo11le
tli -tribmlc tra i conoS-ccnti ! E <'Ome srhiallarono <lalla
rabbia i suoi an·crsari! Era ~lalo proprio un bel colpo
alla Yigilia delle elezioni; la li-.la <ll'i nemici t1rlJ'alllministrazionc era rima<;;la ..;q>pcllila, schiacciala,
annientala da una maga1ora11zn s lrcpilosa. Diaminr,
lnnlo onore non era toccalo mu1 ad nlcuno dci pac:::i
vicini !
E il Sindaco, t·ievocando quegli nvvcnimenli, rirorda\ n il banchello offrrtoali
dault
ammiratori , chi11,
r"'
so da ]Jl·indisi innumrrcn1li e r.or.onalo alla une <lall;1
Jcll11ra clel $UO capolavoro: rirorcla\'a ... e a poco a
poco i suo·i occhi c::i chiuclcvano nelln pace del me-
- Che co:::a c'è di nu-u1\ u '! T't'~ acca<lulo qualche.
guaio?
- :\la ... niente ... souo \'cnulo per dirle ch c ... ' .~i
E qui una lunga pau-.a. ~i co111prt:nclcYa che i~
di--.corso era imbarazznnte. Antonio, di solito tanto
c1al'licro, non ric..,ci\ a a ~pircicur le sillaLc, e ciò fece
impazicnl1rc il sinda<'o, già ~cccti lo per essere slalo
inlerrnllo nella siesta.
1
·-----·-~
--
- -----~
I
.I •
ri 00
cr"'l.O .
Un rumore di passi lo <:cosse: la sua domeslicn
rrli annunciò che Antonio, il conlndino dcl podere di
Cac::lcllazzo, chiedcYa di parlargli. Si lcYò a sedere.
rrnlcllinò un sorso di liquore, riacr.csc la pipa che si
rra c;pcnla e si rassegnò a darr udienza.
Antonio enlrò con aria prc·O{·cupala, rigirando il
cnpprllo fra le clila, e inrhinarnlosi goffnmcnte:
... far•en<lo a1;11e/,lo r11/u rc/iyio11r ol1c insegna a ·rimanere
ubbidienti, .sottomessi o rassevnati ..•
ln:3omma. si può :3Upcre citi• r-O~<t n10i?
- Ecco ... dirò ... i ro11tacli11i ciel pm':3C hanno
ratio la Lega e ...
- IIanno falt·O· la Lega? E rhe ro:;a le ne i1llporla '! :\on ti tratto for;;:;c bene 10? Se ci sono Lici
111att1 che si riscaldano pPr il primo che pa%a ... sì, lo
sn, lo so, che dopo la venula in JHH'sc <l1 quell'oralore
sor ialisla, e più ancora dopo i discorsi di quell'a\\ ocalo cli Cesena, molti con tadini hanno perduto la
bu..:so1a. Che cosa c·enlra lm? \ acla a occupar;:;i delle
su~ cau.;c, se ne ha, e non ri 1ompa i corbelli. Xoi i
lW...,ln contadini li lralliamo bene e 11011 hanno di che
Jagnar;;;i. X-0n è forse vero?
- "-ì. ~arà \'ero, ma oramai sono tutti nella
Lega. e mi pare che anch'io ...
- BeJla ragionr ! Se gli allri irnpazz1scono. dcri
anr.he lu gcllartì negli imbrogli?
- l\Ia i miei compagni mi ·hanno pnr lato. e mi
rhiama110 crumiro perchè 11 011 ~ono ancora andal-0
CUll lor·O·.
-- E tu lasciali dire .. . oh, ca1·0 clon Lorenzo, pro_
prio lei ci voleva, propr10 lei !
Così Jicendo si rivolgeva al parroco che enlraYa
in quel rnomenlo .
- Venga qui. scnla. c'r• il mio buon Antonio che
~i è lascialo montar la lesta ua CfllC!!li sCa\'CZzacolJi
di socialisli, e parla nientemeno che di \'Oler entrare
nella Lega.
- Oh, questa poi 1\ grossa ! Con un pa<lronc
lnnlo buono, che \"i lralla bene, che r.o~a mai vi salta
in mcnLe 't Eh, il mondo vn ma le l
E con lin11ò su qucst.o Inno JH'l' 1111 przzo, dimoslra ndo che i contadini dovevano essere d' accordo coi
pudru11i ::e volevano ~lai' IJcuc: 1uce11do appello alla
l'clig10ne che insegna a rmrnnerc ubbi<licnli, sollo111c::i::ii e ras-;cgual1 : <liccn<lo che le co~e erano sLate
cosi :,labililc <la Dio e che volerle cambiare signifiC'H\'a un<lar contro ai \ oleri della di\'ina pro\\ idcnza;
chiu<ll'ndo infine col prospel lare 1u minaccia che i pac.lron i, i rri La li, <lessero lu disùcLlu dai f-01ndi ai 101 o
t:olon 1.
li 5intlaco appro\ a\ a con frc<1ucnl1 cenni <lrl
capo, e d1 solleccl11 guarùuva Antonio, 11 quale le11e\1a la le::ila bassa, imbarazzalo e confuso. Il poyero
cunlaùinu infine si arr1:::r.hiù a dire rhc era \ enulo per
ronsiglio della moglie e che accclta\·a quello che
gli era stato offerlo; <1uindi, falli i suoi com·cncYoli.
::,i congedò.
l>on LoPcnzo e il --induro rirna . . rro ancora Ìll-.1emc e confabula110110 1ungame11lc. Si sapeva che
lu J,cga nuebbe accesa un'agilnzionc dirella allo
:-;cupo di oltenere miglioramenti nel pullo di colonia,
e· i propnclari, allarmali per qne~ta levala di scudi
dc' loro conlaùini, avc\'nno co~lituila un'associazione
J>l'I difl ndcr~i.
\ci giorni seguenti i co11ladin1, assi::;lili dalla
Camera <lel laYoro e dall'avvncalo ~oc1ahsla cli Cc-..1•11a, iniziarono lrallalin~ per tlcfìnirc amiche,·ol111cnle la questione, ma i proprietari ~i rifiutarono
nel modo più assoluto di ritoccare quel patto colo~
nico che qualiucavano un rapo la\ oro di saggezza, d1
ho·nlù, di equi tà. I couladin i lcnlarono ogni mczz?
tmr1 fì r-01 per c·ostrin gc rc i pa·dl'O ni a venire a palli,
ma non \'Ì riuscirn110: coc;icc hè, in un a adunanza
calmissima e serena, proclamarono lo sciopero, decisi, poichè si era alla vigilia dr.Ila miclilura <kl
grano, a perdere la loro parte <li quel raccolto che
aYeHlUo amo:r-osamente \'Cduln rrcsccrc, e che rappresentava il pane delle loro famiglie per tullo l'anno.
Lo sgomento dci propriclari fu unmcnso: noll
v'era modo di chiamar gente dal cli fuori pcrcbè do' ungue era sentilo il bi.;ogllo di braccia, e il raccolto rischiava di andar perduto· nei solchi. Bisognò
cedere di fronte alla risolutezza <lcgli scioperanti. Le
due commissioni 1 dei propricl:ll'i e dci conladini,
unile, sancirono un nuoyo patio colonico. per mezzo
<lei quale i JaYoratori ottennero miglioramenti nolcYolis::.imi.
~fai mietitura, mai trcnhialurn furono rane con
Lanlo entusiasmo e con tnnla gioin. Le donne, ostili
sul principio, per timore che le cose volgessero a l
male, ora che tocca·rnno con mano i vantaggi della
unione e della solidarietà, rran-01 più lieLe e più accese degli uomini.
E i cani.i giocondi cli tutfa quella gente che avcvn
sofferto per tanlì annni rn silenzio, si spanclc\'ano per
i colli biondeggianti <li spiche e pare,,a che inneggmsscro non solo alla madre terra che ayeva manlcnula la promessa conlcnula nei semi gcllati nel suo
grembo. ma ad un U\'vcnirc non molto lontano, di cui '
si inlraYvedeva la luce \'Ìvi~.;ima 1c pura, sfolgorante come se racchiuùesse in sù tulti i desideri.
tutte le speranze, tulle le aspirazioni di coloro che
Iav-o·rano.
...
Antonio el'a 501-0 nell'ai;1; U\'€'\ n a\ ulo comunicazione dci palli sant.:ili e !'.ltudiavn i \'anlaggi che
f!"li \1'11ivano dalla llLW\'a condizicrnc di cose. Abolito
il g1ogaLico, questa lassa iniqua che gru\ ava co'-'t
doloro'::>amenle sul bilnndo dou1cslico: slabili li C{J.Jl1-
~
,-'
I
/'l!J/i corse a foro: li 1>resc 11clle /JraCCi{1 rot111ste_; co11f118e /a Sllct barùa i.'lpitla colfc /or() UllClllCic Vaffute ..
-
_,
-* n .-,-
per il lr<l:3portu tlclle uel'l'<tle alla cn~a ùel pa<lrouc: aurncnlafa la sua parte di utile :::iul bestiame
.::uino: pcrccnluali forti sul ltworo delle \'ili ... tull~
queste co~e ronza\ano nel pu\'ero cern~llo di pàr ia,
e un senlimcnto d1 Yergognn, e in::iieme di ::;peranza,
si foce\ a strada nel suo animo.
Chi dunq ue aveva o ltenu lo ciò, se non quella
Lega alla quale non a\'e\a \'oluto purleciparc? Ecco
pcrchè i proprietari l'a\e\ano con tanto accanimento
com ba li ula ! I c:;uoi compagni a\ ewrno 'igorosamentc
resistilo, e non si erano piegali nemmeno di f rontc
alle minacce della d1~<lella dci fondi da parte dci
proprietari: quando passanrno, a\•cvaoo ora :ml ' i::::o
romc una luce nuo\'a, cd egli. di fronte a loro: do' eva abbassare il capo; non lo si insulla\'a ormai
più, ma nessuno gli ri\'olgeva la parola.
Ed ora, senza aYere p::irlccipalo alla lolla, ne godeva il beneficio: egli c:frullava il sncrifìcio, il cor aggio, l'opera elci su oi compagn i di fo l1ca. Q uel foglio
:-;1 1 cu i era scritto il nuovo pa li.o co lonico (')'li bruciava le mani : era slalo 'ile, \rilc, 'dc ! Qu;sfa paroln cgh ripeleYa a c::.è slrsso r·on ira. Il suo ~anguc
romagnolo, ardenlc e gcncroc:o, gli pul;;.;a\ a con ~-io­
lcnza c:::uile tempie e gli da\ a le fiamme al yj-.o .
\h, <:e gli allri fos~cro ~tali poltroni paurosi e
ncgh1tlo-..i come lui, se aYc.s~ero ::ilupidamcnle beYulo
le prediche dcl prete e gli scherni dr.I padr·onc, quei
rniglioramenl1 egli non li anclibc avuli, per sè e per
i c:::uoi ]Jambini ... E due lar.ri111c gli corsero snJlc
g nanric e <li~sc forte, come parlando a ~(' slesso :
Per i miei bambi ni !
Dunque non aveva seni ilo e rm nprcso che il
prop 1·10 dovere e il propr io in lrrr.ssC' lo sp ingevano
!Jl'll:.-Ì
alla halluglia. i1er le11la11' di 111i!!lio1 are le t11c:::l1 con\lizioni di \'Ìla nelle quali ~i c'r~ :'1'lllJWr. cliLallulu ·7
lJunqnc era slaln lnirlilorl' dl'gli inlerc":-Si dc' -:;uoi
c:umpa.g11i, non solo, mn nnc:l1c di quelli della propria
la 1111 gli u'?
- Traùilore? Ali, uu !
l>issc queste parole ad nl!a \ OC'C'. bouanlò in oairo
' .
neIl aia; ùa un pezzo due -.,uoi figliuoli, 1 più piccoli,
~lavano oc;:::crnrndo, llll11noril1 clnl ,,..,o -.curo flel
liulJLo. il quale, :::cgucndo il ~wi pc11~1cro. gc~lico­
luYa :lranamcnle. Egli cor:::-c a loro: li prese nelle
braccia robuslc: confuse la ::ua L.wrlia ispi<la colle
Iuro guancie paffute hacia11duli con tra::-.porto: li clcpo::c a lena bruscamente e cor::e , ia.
Ln ~cdc della Lef!a crn affolla la quando c!.di
crtlrù: lo accolse un 111om1oriu ~ore.lo ctl o:::-lilc, co1~1e
di minaccia ..\llra,cr-.,u la :-ala a fronte alla, collu
:.-.q11urdo fisso davanti a ..:i·: gi1111lo nl [avolo liella
prcs1clenza, appoggiò ~O\ t'.C'!":--o lu lllano Iarg<.1, callosa, ad u~ la e si v.01bc :
- Fratelli, j.o. 'i llo alihu11clo11nli 11ella baltao·Jia ·
o
'
10 vi ho traditi: per qnelln clir. !io sofferto e soffro,
}ll'rdonalcmi. Srrno con nii, per sempre.
l·n fremilo percorse l\1..;::-1•111blca: un socio griùù:
" Bi li\ o ~ » e subilo ;::;c·oppiù un applauso caloroc:u cd
e11t u--iaslico.
Poco dopo la culouur. dci runladini l;Crcorrcya
lu -..!rade dcl paec:e, e Anioni.o nrnrciava all=: iesta,
lc11enc10 slrclle a e.e le ùrnccia dci vici:ìr. Giun::;ero
cosi sollo la J-O.gg1a, do\c' il sindaco cru affaccialo
insieme al parroco. \un :--i mli i11 1 g rido, non si vide
1111 ges to contro di loro: i ro11 lricli11i passa rono ordma li e compo•sli, cuu landu lìcrnmcnlc e serena-
rncnle l'Inno ùci lu.vo1 a turi, e le \'oci •i pcnlcYa110
a }•OCO a poco lagf,!'IÙ. \·cr:::o i carnpi \'Usli.
l l :::inclaco e il prete ~i gnarùarono un islanlc
Ed il primo <ljssc:
- E. fìnilo il nostro t•cg-110.
Uon Lorenzo si affacciò a1w JI'a alla log~ia, gunr_
dò lu C"olonna dci la\'oralori rlH' :;i dileguava in lontnnanza, riYolse lo sguardo in allo come per cercare
q11ald1c cosa di im i::;ìl>ile e di loutano. aperse c-0n
un largo ~ec:to le brarcrn. e<l esclamò:
- Fial volunlas luu.
~.
1
LE CAMPl.\NE DEL PASSATO
Ln rapida \'illoria dri l'o11lucli111 :t\c\·a ~ur­
prc~u il paese Ji Castelnuo\'O, e destalo ~enlimeati
t..: clcsitlcri e }Jisugui nuoYi, t ullo un fermento di vita
e di alll\ ilà scono~ciuto per I'<1Jdiclro1 e pr·omcUenlc nuo,·c cJ alle conq1Lislc iicr J'nV\'cnire. La loro Lega era divcnula CO"Ì solida e compalln, che nessuna
arte pa<lronale a\'C\ a pol ulo sc110Lcrnc 1n compagine.
Inoltre, e que::lo era i1 fenomeno più dol·oroc::-0 per
i ~o:,lenilori <lel passal(J, si ma11ifc!'tnva <la qualche
tempo un sentimento nuu·;o e profondo di a\·\er. . ionc
vcr::o le cose religiose: la der-01.ione al prete e alla
Chic.sa. già tanl-0 fol'lc negli animi <li quei contadini.
si affieYoli\ a ogni giorno più. Erano c~~i un icmpn
rnsscgnati alla foro sor'tc (non cerio però conle11ti di
quc:1la, come dicerano i buoni borghesi di Caslcl11uovo), cullali in una specie di falali.smo che 5j i·
ronvcnulo di chiamare m11 . . 11\nrnno, ma che è proprio così della religione di I\[aomcllo, come di quellu
cr·istiana, come cli q11clla l>rn111a11icL1, o di qnalsia~i
~:n
allrn .. \1 «sia falla la rolunUt di ,\llnh n. corrisponde
bc111:::suno. con gli ste:::::i risultali morali. il u ~ia falla
la \'Olonlà <li Dio ».
.. Dall'epoca della costituzione ùcllu Lega, la 1 elig1unc. era mollo in riLa::so. E don Lorenzo 1 il parroco di Castelnu-O\O. seduto al :;no t:n·olino, crrcn\ n
la spiegazione di tale <'nigma.
- Eh, doveva proprio a\ <.'re ragio11c qucll'a\·rnralo socialista di Cesena che hu parlalo durante
lo "CIO.pero~ La Lega ha da lo ai con ladini la , illoria
dello sciopc~o e un .nuo\'O palio c:olouico 1 e Jin qui
P~C:o i:rnlc: m fin <le1 conii si so110 migliorale le cond1z10111 di quelli che ~la\'ano JIC!{gio: ma ha anche
d~lo .un in.::;e3namenlo che i contadini 11on sapcYano
<11 scienza propria. e pro\'avano iuconsciamenle, in:::cgnamcnlo che Ì.' in ronlra~to rnn qucll-0 cri:3lian0
della rassegnazione, e cioè: (( non si dc\'e allendcrc
il benessere dal destino. o e.lai 111iracoln. o clalla vita
futura, ma si dc-re ;;.apersclo creare colla forza dri
p1•opr·ì nlll.::coli e coH'cncrgia dcl proprio cencll.o. n.
,\li, n:vocato·, a\.\OCalo, c:ornc mrl c colpilo giuc.ln
q11<'1 g1omo~
E don Lorenzo sfogliava 1nard1 innlmcnle le carte
rhe !')l l.ronnano sul tavolrno, pr.11sando con mc ... uziu eh.e la -=ua chiesa era og11i giorno più \'Uola e
. . q11all1da. 1idolla a<l m·crc un g1·11ppo <li fedeli as--<1i
f:C:ll'.50.
Per colmo di . . , cnlura. quei bambini che co~ti1uinrno la speranza più valida e .;;alda della chieca.
nei quali anzi cs~a raccoglic\<1 e prcpura\'a le sue 1111,
lizic fedeli, non si Yec1enrno prù alle sacre runzioni.
llla passm·ano a gruppi per il lHIPSl', c.:nntanclo lietanwnle l'Inno elci Lmora to1·1. ni l'iò aveva colpa an-
anlcnlc e alliYo ,
il quale m·eya incomi11cwlu a di-..trilrnil'e. lin Ja quando era gmnlu iu pae.::c, u11 11uO\'U giol'llnle. intitolai,,:
I crso Lu t Lia, che ::>i :,tamptwa a Ce:-;cna, scritto !n
lornw piana e focilt'. non volµ-armenlL' a11t1reli610~11,
11rn ... cmpliccmcnlc :ll'l~ligìu-:o. I lwndJini si erano
ormai affezionali a qtwl giur11uli110, il quale li nh1.Jcwrava alle [onli pure dt·lla Scienza e della Yiln,
r :,i ~lacca\ ano in l<il modo du1 vecchi insegnamc11t 1
callol1c1, ll'OH più co11~nn1 onnai :u tempi, eJ in as<;olulo contrasto col fcrv-O·rc della \'ila moderna. Ilcn
. . apc\'a la Chiesa quanto valore ave::isc la conquista
dt•ll 'animo ignaro e i11f!Cn110 dl'l bambino; ben lo ::apc\'a, cs::-a che vi dedicava co-..i gran parie dell'oper-1
"Ua 1 E don Lorenzo lwllC\':.i lu mano sopra il giomalino ::ipiegat-0. dinanzi n :-1\ <! gli scmbra \'a che fo:;:'e
racch1u~a in quelle rninu . . col0 pagine una fiamn1a che
divamperebbe un giorno, <lopo una sola gcnerazio11c.
in un 'onda irresistibile di propositi e di azi-0ni. Appassionato lettore di Vido·r Illlgo 1 malgrado la sun
veste e il contraslo delle idee col Grande fra11ce-..r 1
ric-ordarn le parole cli « \Mre Dame dc Paris »: teti
/itera celcì, quc~to urc1drrù <pwllo: il libro demolirù
il !empio.
..\cl suo animo di prclc di campagna, non privo
però di una certa cultura ..... i erano :'Ouapposle diverse succe5sive considernzioni. Egli a\·e\'a dapprima
odialo il moùmcnlo ~ocia li,lu come elemento pcrturhat.ore <lella quiete e dclln pace pubblica. e comr
dottrina in contrasto con ol'dinnmenti che gli ~rm­
brm ano incrollahili cd elern i, memore anche dcll'inSC'gnamcnto di cui è piena la sloria dell'umanità, che
ogni ra tto. l1ll0\'0, ognt luce cli pr.nsiero, ogni l'rrmit.u
1'11c: il nuO\o mae::lro. u11
:--oriali~la
di 'iln. ogni lampo cli hallr.glin. conlrilmi~c-01-io "
.:.ccnrnre la potenzu nrnlerialc e ad afficnilirc l'inrtur11zn ùdln Chic::a.
.
) .
I 01 era a questo scnl1rnc11!u ~1tlwnlrala la rassegi1;11.10ne all'ine\"itabile, dalai:;-li anrÌl<' dalla sua stessa
1·1:ligionc. Gli ~cmbrò, anzi, in que~lo periodo, clic
lllulle cose i1i_:;egnate dai socrnJi.,li fu~scro accellabiJi,
in1pr·O·ulalc conù•ranu ml alt i ~c11::;i di giuslìzia e cli
mornlilù. In fin dei co11l 1, ,il 11tigliorarnc11lo <lclle condh·.ioni cle1 1avornlori, che t::uppn1'1;,1ya110 !11llo il pr~o
c\pJla macchina ~ociale senza parlccipa1·c ni benefìzi.
do\'C\'a ~lare a cuore a lulli. Si sarchbr polulo <li~cu­
l1'rc ~11i mezzi per raggiungere lo sropn. ma dal mornc1llo che ne;;::uno aYC\ a mai fallo nulla! ...
E don Lorenzo pareva dbpo:::lu atl unirsi a coloro rhc proclamarnno la bnncarolla della caril~t,
t!rlla beneficenza: il: « quod s11pe1·csl date· pallperilms » non basta,,a più alle plebi nt::~etale di hcncs;c·rc, . <li , luce, . <li giusllzia. ~la n qur.,lo punto·l i suoi
c·o11\·111c1rne11l1 presero un allro indirizzo. Se si fosse
nccellala piena ed intera la lelll'Ìn della riYC·nclica71011c elci clirilli prolclar·ì. non J!C sarchbr dcriYntn
poi. per ferrea necr-;silà logica d('llc CG::"<\ la fine
della Chic:;a. di qnc:::to organi::-·•Ho cllC.' tr~>\'U\'U la
"·Ila rnaQ"giorc potenza nella immubilìlà delle Eue
formu 1c?
Di crue.sl·o pericolo era incli'l.io J"a1Jonlanamenlo
~!elle plebi dalle cose rcli~io::c, non appena si era
lilllo balenare ad e.s.::e un ideale 11ttO\'O che mealin
l'i.::ponclc.:-sc a1le esigenze <l1"i tempi.
:::Co'-i a poco a poco, rru rilomalo a odiare il mov.nwnlo socialisla, e dopo rc:;scrs i ;, vicina~O· ai dcmocrn lici cristinni, se nr c1·a ullonlannlo, come da co-
)11ro che ,·olenlno co11ctlii.'l'e l'-r1con~iliabilc e aggiungr,·ano im ccc c.;;ca al fuoco .
Purè, era co~lrel lo u ricnno.::ce1·e \'Cl'•> cd esalto
- suo ilrnlgrado - un ic11ome110 <'ltf• lo t11rba\ a un
poco. l suoi parrocchiani cli\'Clliv:1110 men-o religiu~i.
lllll 111igliori. na111n1c11ltl\ a :i <jll!''ll> prnpo~ilo <li <.l\' l'l'
lcllo il d1•,c-Jr~o di un Prucuralol'c dcl Hc di llIHl cilt<t
('011! J l 11~ Lata llai ~oc· J;l I I ~1 i, i1 q t111 lc n rrc l'lllèl\'U e; o I <t,'..;'g 1o:::amcn lc che, dopo il l1·iu11fo clnl sociali~mo 111
q11clla regione, cr11110 e 011~iderc•\ olrncnlc cl iminuii i
t11!ti i rcal1, spccialnwnll' q1tl'lli di sangue e quelli
rnnlru la pr p1 icl:l. E ciò coi1wiclc\'a colla cclebrn7.ionc dcl ::: Io malrirno11io ci\'ilc. colla diminuzioni~
dri hail<,::;1.111. col n.'nir 111c110. 11ell<1 popolazione. <.lei
~e11li111enli religiosi.
l I lonnenlo si crn fallo ac11ln nel ~uo ~pir;lo:
vcde,·a crollare lutto l'edificio morale che c1 a '1.,1 ulo
<·ùifìcandosi a p-0co a poro, fìn dnlJ'i11funzia, nel ::;uo
cc·r\'cllo. Egli senli'a ornrni l'impossibililà di oppor~i
nl mo,·irnento di redenzione drllc classi lavoralrici.
Ciò che accadeva a CasLclnuovo, non era allro che
l'eco rifle~sa degli ancnimrnli delle grandi cillà e
elci piccoli paesi d'ogni nazi.o ne: giorno per giorno
li.1 frase di Carlo 'Iarx: Lrnoratori di [lllfo il monl/v,
1111ilcui!, racchiudente nella ::;crnplicilù dl'll\·c:prcssionc
un grido più polente di q11cllo di Cristo. ~1 diffon<levn
do\'UTHJUC', e clonmque porlnva il ~11c. palpito <li rillcllione alla dominazione <lcl Capi!ali~rno, il suo fremilo cli riYendicazionc dci clirilli delle pichi alla loro
parte di bcne-::.sere e di l11r.r, il 5110 impelo di ronlrn-.10 \'illorioso con quella rrligionc <'l'islinnu, la qua!t\
<l·opo duemila anni cli c-;isl<'11z:1 e di dominio, si era
dimostrata .incapace di toglir rr ln s lriclcntr c-0esistc11za dcl ricco Epulone e dcl povero Lnzzaro.
ln quèl momrJJlo. le cnmpnnc dello C'hicsn ìn1·ominciarono a ... uonarc a clisles<1. Il giol'no dopo
ric111TC\'U la festa <lellu panorchia, mn nessun cenno
:-i era \'<'d11lo che annun<'in ... ::-<' la p:irl1'ci pazionc e
l'inlcrrsc;amcnlo degli nbilanli. Gli anni prccrclcnli ~i
:11111unz1:na con <lon i nlla C'l1icsa. con animnzioni, C(Jn
p1·cpnralt\Ì: quest'anno Lu i lo, inforno, d1•11oln\'a calma
1! indifl'c•rcTtza. Pare\'u clic gli uo111i111 avt·s~cro cornprc:-.o 1'1nutililù <lclla prcgliic'!'a C! d!'ll'o ~..:r q11i.0o \erso
1111 dio che li aveva $Cmpre abband-<.rnali, e pt·ric;asse.ro
l'he il riLurno alle cose di q1wslo mondo, il desiderio
di :nere qui la felici l ii. Ti nllnnlnnnsse dal mondo dcli' 11 nl di là ,, dal ~ogno fnntn lico e nllcllalorc dcl
regno dci cielj.
E gli par\'c. in quel momr.1110, clic il ~unno delle
1·n1npanc non si perdesse Jaggilt ne' r.amp i pieni di
:-:olc. tua ~i perdesse in\'ccc lor!lano Jonlnno, fra le
nchhic doloro.;;c e tristi di un p a~sa lo che trnmon1,n n per ::rmpl'c.
I PRIMI GERMOGLI
[ poclti up1•rai di ( ·a~tel tlll(l\(I ul n11liico11c, eh··
lnro1·uvano d1~pcrfi rwlle var'Ìf' oflir111c· ~enza c::scr ::-i
111ai af!ìalali fra di Jo1·n. ~r11w :nl'I' 1w.::to altcnziu111;
:il lllO\'imcnto dci la\·or·nt ori <frlk cillù vicine, a\'r.\ a110 as i::-tilo con mern\'iglia 11011 dbgi1111la da a11111iir:i11ionr llllu hallnglrn ~o~t1•1111til <lai cnnlaclini prr
rin11ovn111c11Lo dci palli c;olo11ic:i.
Co111c! q1wi villn11i <'lic· <'SSÌ dC'ridc•\·n110 qun11dn
l':ip1t:1\ n11o in p<.H~::r. e sc1 1d1rnva rl1c• ~i intcrcssas~er ·o
~ol ta 11 to di 11ws~1, di l'l'lltti <'cli ]l!',;l in mc'. q11ri Yillu11i
él\è\'a no rnp11lo cnmhntlr·r·c· 1· \'i11rrr1' con c11ln::-ias111n
di "inva11i e con fcrnH~Z'l.<t di adulti cl1'l 111ovimc11!1J
t?
o JH!1':1 io?
jl
------
l ~d :ill'::un1nirnzionc ~nbcllll'Ì> hcn pl'C!'lo la
v11-
lnnt:'1 di imitarli. tanto rhc in 111'<' \'C lrmpo \·cm1c1·0
1·oc:til11il<• quattro pi1'rol1· Leghi· - m11ra~o.ri, fubliri'.
l'al1•grwmi, rnlzolni - cl11· rnl'<"ol-=cro l~1l~1 r ltn..or:rnlt
di ('a.;lc:lnwl\ o. La J.c•g-a d1·i r,01ilad1111, fort1s:"n11a
i• 1 q 11 cl pursr e m rnr n t r· m r n Ie :ig1:i e.alo, ri '.m ~ in t Ol'll o
u tù le a l tre quatlro·, le ni1ll<'i 11c1 111c1110r1al1 prcsr11-
Iuli ai padroni. <.lCcolli q11a"i i11leµ-1·nlmrnlr. r co~ti­
luì nna Sezione della famcra drl LaYoro. di Ce$cm1,
nomiuando segretario il ronlndino Antnnio, dcl podere di Castelnuo\'o. Eg·li --i rra dato eia ll·mpo. co11
huona volontà e con enrrg-ia. a completare la ~ua
i~lrm.ione.
Quanta fatica. nelle lunghe noi li i1ncrnali, a mnnrgginre quella penna che p:1re\a pesasse come la
\n11ga ! Ma il rnaec:tro Do1nelli, 1111 marchigiano tli
11,1ia alli\•ilù meraYialioc:a e di unn fctlc immensa ncll'n\'YCnirc. l'aYeYa aiutato con fcr\'orc. c.:onscio della
neccssitù di i.:lruire i più volo11lerosi Ira gli operai.
affinrhè fos::ero poi di f!uirln ag-li allri.
Rt1ccolle dunque in un fn::rio l11llc le forze operaie. ~·incominciò a la\'orarc per· la fondazione cli
nna Coopcratiya e di una r·n~a <lei Popolo. Tutti
diedero con slancio l'opera f' il d1·nar<>· nf'cr~.::arii, e
in pochi me~i. proprio di fronlr alla rltiC'.:.a. come a
rapprcsrnlare 1'aYvenire di fronlr al passalo, sorgeva
un edificio a due piani, cl()Jlr lince semplici, con
q"l'nnd i fincc:tre che lasciavano <'ntrarc nmpiamentc
l'al'ia f' la luce. Il pinne len·r.no <'rn slnlo occupalo
claJl,o. ~paccio e dai magazzini della C'oopcraliva; nel
pillno superiore erano camr.rr. p<'r le Jecrhe. ner il
.
..,
.
·' cgrP. I ar1ato,
per il Circolo Socialista, e un
yaslo
saJonp per adunanze e conferenze.
L'inanQ"urazione avvenne col conN>rso numeros::i
d;.i_ ~irco]i politici e df'llc (lrgnnizzazioni dei paesi
vw1111, e con un magnifìro di-.:cor.so di un deputalo
soc:iali~la, di colui per l'nppunlo ciif' primo era Ye1111(0 n gettare il buon ::r m~. <· 11<' \Nlcn\ og-gi 1a
-.plcnclida fioritura.
'·
In srguilo, ::i:;.;sai rapi·dnmrnl<'. s11l solido lronc.u
d1'lla Cnopcrnliva di l'on-.11mo ~i innr.:-ln1·lrnn la Cooperali\·a ùi Ll\ oru dci rn11ralori. f' q1wlle di pro1luzio11e degli ullri mestieri. 111 lal lllodo il la\'lH'O vcnira sen1pre più uffrn11c1111do~i dal r.npit.ali:'mO. Iw1:gliesc. Jnlnnlo i contadini. 1111ili ni podJt brnrcwnt1.
t'n1no ~11lla \ ia cli ri..:oh'<'l'C 11n'alln1 q111""'lionc. l 11< >
rlci piÌI ricchi proprielari dcl htogo, il ronle ll11~011i,
1·,..~ide11le n :.\lilano, UH'\:l a Cnslc·lrmov.u un <1ITill11n1•io clic gli <la\a ?0000 lire' a1111ll1'. Ln .. ll'gn dei Cl1llla1lini, nlla scadenza dcl C'Olllralto, ollcr~c al conte
!!'."'>000 lire. e assunse il lm·oro dci fondi. :-:otto forrnn
cli .\fTillanza collcltiYa. upcrla anr.he ai Lt·accinnli.
,\ poco a poco inDllrc ancia\ a as~rbenrlo <ll.lrc 1m>priclù dcl luogo, e :::i pl'<'\'Cdevn non lontano il tC'mpo
in rui tulle le propriclìt dd JH1eS<' sarebbero c:.latc
11cllc mani dci contadini, rorric:.pundenclo cs-,i ai proprietari canoni annui, rhc r ei lclllpo anebhcro rrrlamc11lc subito ·riduzioni.
...
Era nel frattempo a\ \f'nnto un tentativo s!rano
di rni la baenesi era rima<;;la osr.urn. perchè nec:.c:.uno.
nw~va
mai potuto comprenda~ chr cosa fo-,sc cap1lalo a fnre un gi°' an<· mcrirliorwlc n r:a::-lelnuoY-0.
•riunto da Ilo}O<Y~1a
f ('J \('IH'l'e 1111a • ronfcrenza neila
n
b
sala cl<'lla Lega, affollntissi1nn. Eg:li so:--lenne la n"c0-.:sitù di azi~ni rnpidc e \'iolcnlc contro In sociclft
liurghrsc, e dileggiò l'opera troppo r.a!m~ dei l~Yo­
ralnri del paese. l\Ia Antonio ri:::po'l' <li pblo~oll1_ for-0si drl meridionale con molln fcrrnrZ?n. Egli ch1e5c
all'oraLorn pe·r chè mai, im crr tli rccar~i a ~~(st~l­
nt1ovo, dove i Ja,<ora lori crnno concordi e mirahil-
rnculr., organizzali, non era l'imasln a fare la propagantl.a ne' suoi paesi! du\'C era lunlo scnliLo il
bisogno di dissodare le co::;cicnzc. Poi, con una immagine felice che gli procurò u11 appluu..-o caloroso,
ricordò che la Casa dcl Popolo, cm forli--sima. aYe\ u
ri cli i c..., lo un la \·oro l ung-0· e tenace e pazien le, tlo\ endosi porre mallone su mullo11c, pietra ~u pielra.
'\dlu :-t~::;so modo, quuuù{) si pinnln l'albero, non ~i
p11ù pretendere che dia frulli il giorno ùopo, ma l1isogna cut·ad·(}1 ed a\·cre anche la pazienza che metta
prillla; le foglie e i fiori. E co11cluse d1cc.nùo che da
huon romagnolo non ave\'a pama <lcllc ri\•-0luzioni,
e anzi era pronto ad e.;;empio a fare la sua parte, ~e
la classe Lorghese a\ ec;.sc solo accennalo a voler far
re Irorc<lcre ancora la classe proletaria.
Dopo qualche replica, il bnllc11te meridionale era
ripartilo m carrozza, e non' s'era mai più rnùulo ~n
paese.
. Qualche gio\'ane, dal r.arallcl'c ardenle ed impal' 1cntc, a\eva conservalo il rirol'd·o, delle <lollrine f.ocosc lanciate per Ja prima volla a Castelnuovo. Ecl
c1·a110 e-Ome le Vestali, che, se non facevano altro.
lcncvano acceso il fuoco sacro ne' templi dei romani.
In fonde'. in fondo, era hcnc rhc qualcuno, Je\·ando
:illa la fiamma delrldcnle 1 impcffo:sc al IDO\ imenl-0
operai~ <li ricadere in quell'egoismo che lanf-0 era
..;fa!n r11nproveraio alla societù borghese .
.\la a tener Ù\ a questa fiàìnma contribuiva da
pari? sua 11 Circolo Sociali<-la. che <'rn come lo s,pr-011c, Il pungolo delle orgnnizzaziom, e si era dalo al
lavoro per integrare la lolla economica con quella
polilica.
Ln prima battaglia so~[cn1 1la per· le <'lezioni am-
mini::-lrnliYe. ~eg-uù una 1nc111ol'ahil<' sconfilla, do\ 11lu <llla ~carsilà àegli elcllori tra le file degli orga11izzali. La clas:se borghese all orn, cui mantcnimenlo
delle ::;ue po:::izioni in Comune, si illuse <li potere
~pczzare la compagine fc1Tca dcll 'organìzzazionc
prolclaria, e si adoperò ad ostacolare con ogni mezzo
lo sviluppo delle Go-0pcraL1\ e, quusi per vendicarsi
dP llc sconfìlle subìlc 11l'l rampo cro11ornico. Fu l'ultimo errore. Le clas:::i lavoratrici compresero più cla
questa ostilità, che dalle ù1111o:slrnioni positive loro
fatte per J"addiclr-0, l'irnportanza della cunquisla del
Comune, e la battaglia perduta, invece di an·ilirli.
diede loro maagior Iena per la preparazione a una
prossima ri,·in~1la. ll nrneslr-0 Oornelli, sempre infoticnhilc, prodigò l'opera sua nelle :::.aie dcl Circolo Se-
... i lavorator·i 'iln11<1ra1·ono fa/1c1os11111t>nle a, lr{lgere e a.
sori rere ...
_... ·il
f•ialt::la. e i imornlori 1mp:1i':ìJ'ono fatirJ(J::amenk a
leggere e a ::;cri\'ere, lanlo che i11 pochi a1111i le iscl'lzio11i di BuoYi elellori furono numcPo~i::,::irnc. Bi'::iognaya Ycderli, quegli uomini di lnlll' le clà cun i
::-upra un quaderno o sopra un libro, con quella volonla che trionfa in ogni o.;,lacolo, per lenlare <li
g iungere a que l tanlo· di ictruzionc almeno che fosse
suHìcicnlc per conseguire lo E-copo ! E quale lampo
t1\C\a110 negli occlll. qual
ori 1-.0 nrgulo sulle lablm.1, og11iqualvolla riuscivano a comprendere e rbol,·crc un problema, o a scrivere <liscrelamculc una
paginetta ~otto dellalura !
Compresa l'importanza della cosa. :::i erano anc.he. da li ~lla educazione e all'i~lru7.ic;nc dci proprì
figli. Scnl!rnno che la borghesia non era forte sola11.w1~lc p~rchè aveva il potere nelle mani da Iunghiss11111 ::mm, perchè aveva creaLo in sun difesa un organismo mostruoso, irlo di coclir1, d1 Lribunali, di
?·cncl~rmi, di baionette, ma era J.orlc anche perchè
rn telligcnle cd istruita. Quri lavorn lori che acquis l ~n ano il <lirillo di vo lo si accorgevano che non ser' n n i::ollunto per deporre la scheda nell'urna ma
<p1ella istruzione di cui a\C\ ano nutrilo il lord cer\ cllo scr\i\a per tutta la vita.
Cosi fu accolta con immenso fo\'ore la fondazione cli una biblioteca popolare: il maestro D.o11.1rll.i, hihli?le~ai·.io, .<lice\'a che se nr.i primi lcmpi la
nr.hir.~la d1 libri d1 letlura sovcrrhia\·a quella dci
lrallali popolari che di\ ulga\ ano nozioni c:cicnlific·~ic,. slorich~ e lellerarie, <lopo un certo tempo la
r1clt 1ec:ta .cle1. s~c>0ndi si av\icinò n poco a poco a
qnella elci pr1m1, la raggiunse, la soverchiò, ron un
molo rrgo lare e costante.
Quando giunEe l'epoca delle elezioni amma11i laYoralori l'accol:-:Pt'o con ltan<J11illa fiducia: riportarono una enorme maggioranza. e la
e< nq111.:;;I a del Comune ,·enne così a rendere solide e
finrc:nli le loro organizzazioni. q11Pllc che rappre<::enluvano ormai la forza 'I\ a e ~ :rna elci paese, di fronlr,
alla borghesia esaurila ccl i11f)'()llila <ln tanti anui cli
d-0minazionc.
Erano come quei prillli timidi grrmogli che sbocciano allo c,ci·o gliersi delle nrvi, e sembra provino il
timo!'c che un rilorno impro\'\'J<;o dcl frrddo li po:::c:n
ancora uccidere. ma a poco a poco si fanno c:ernpre
più forli. finchè erompono tri onfolmcnle nella eTandc. nella c:upcrba fi oritura della prima\'era.
v
~1ral1vc.
VERSO L'AVVENIRE
Don Lorenzo non ~i d<l\'n pace. Egli YC'le\'a crescere intorno a sè una fìorilura di speranze e di de:,idcrl, tanti che mai più imnrnginma potec:.sero essere
racchiusi nell'animo elci lnvDratori. X on era ancora
rn"-~-Odata una conqui~La, che giù si mctLeva mano
:1] hl\ oro per. una più grnndc, in un bisogno di aff,.c!larsi verso forme cli viLn più libere e gioconde,
Ìll 1111 bisogno di sbarazznrsi da 1 fardello dei dolori
e delle angoscie clel pnssato.
Egli non riusci\'a, a c11mJH'!'lldcrc rome mai cii.i
clic ;-;cmhrma tanto forll'. la fci'l't'a macchina Òr'lla 'llciclà borghese, polc."·~c Yr•ni1·c sralzata con successo
tanto pronto e tanto grande. E intorno a e:.~ non YCdt~\·n più ncc;suna ~alvczrn: non nella cla::;sc padronale. forte quando i lavornlori C'rano dic:.organizzati,
d1•lwle ctl impotente ora. <li fronte alla cosciente ,·11lnntà dei ~cn·i di ieri: non n<'llc n-1zioni \icine o lonlanc, mim:icciatc dagli s lessi osrnri minalori, che sca\a\ ano r·apidamenlc rei i11stu11 cabil111enlc l'abisso nel
•11 ""-
lplU lC
far piombare per sempre i lor-0 ùominalori:
non nella Chiesa ; questo organismo chiuso e conser-
' al ore. che ayeya inutilmente appoggialo la borgbe:ia nelle battaglie contro il proletaria lo; inutilmente.
perchi.: i laroratori abbanclona\'nno ormai quella rei i~ione che li ayeya illusi per l:rn ti srcoli, e ' eni\'a lra' olla essa pure nella ro\ ma, no n a rendo F-aputo sal' al'r sè '-' tC"sa mettendosi d all a parte dci futuri domi na lori, come aveva fa llo sempre allravrr:::.o i secoli .
Ro\'inc, rovine doYunque !
Quel poco di speranza che ancora ~n c,·a nell'animo, con"islenie nell'esistenza 111 pac~e di un asilo
per i bambini, retto dalle monache, sfumava ormai
nnch'es:3o. Il maestro Domclli infalli era riuscito.
dopo molli sforzi. a gettare le basi per la fondazi-onc
cli un a;:ilo laico, e. dopo la conquisto dcl comune
<la pt1rle dci socialisti, ne. a\•evt1 avuto i locali e un
5t1s..;idio. I padri incomincia\•ano ad occuparsi della
ed ucazione dei loro bambini, ai quali non \ oleYano
cl w si insegnassero le ,·ecchic $(orie dalle quali essi
rrnn o stati cullati nel1a illusionr, ncll 'aspr lla li va de1
miracolo; oggi, nel fervor e <lcll n vita moderna, seni i\'ano la necessità di educare i ...gÌO\ an i ron cri teri
rin novali. dfrersi da quelli dc1 passn to. i g i oyar,~ che
rappresen tano la speranza più bella, più forte del
pro lei aria lo.
Per colmo di s' cnlura le donne nvrn1110 abban<lounlo anch'esse la Chiesa. Tra la Coop"raliva. alla
quale si erano affezionate mollo più dc!!li uomini. e
1:i bihliolera. e la parlccipazi011c nlln Yila dri loro
nrnri!ì. df'i loro paùri . clei loro fl'n lr11i. non ~i rnrn\ ano pi lt cl l~1 1 c [unzioni r~ l igiosc.
Era In fìn e di unn co l os~nlr 1 ni~ 1in cnzione che
'1 111 // I i br1m binl e1·ano restit i « / 1is /u , 0011 colori 1·il:u ci,
e H Loro ohiasso ...
... 4i
<lura va da millenovecento nnni: \'uomo ritlollo ad cs::::cre abbicllo e rassegnalo prr u-odcrc il rl'gno dei
l'icli, lu proibizione delle gioie, In paura di un lerriIJilc cas tigo, uno sfrullamcnto dell'umana credulità
r.<l im becillità sapientemente organizzato ... lutto ciò
c·1·ollava finalmente e dcfinitirnmcntc.
L'inaugurazione dell'Asi lo nv\c11nc con g1·andr
~olcnni là, nello splendore di una c:;ercnn giornala cl i
,\foggio. Tu lii i bambini erano \ Csl ili a . festa con
' a 1J
coluri \ i \ aci, e il loro cl1ias-=o g1oconc.lo anima\
giardmo e le sàle dell'.\c:;1Jo. \ec:;suna paura dell"ignolo li lurbava più, ed e~si gude\•ano inlensamenle
la aioia più pura e più hella. quella di Yirere, sentendo:::i buoni e sentendosi liberi, quella di \'edere inlorno a sè l'aria e la luce a profusione. La gioia non
era dunque nelle cupe narnte delle chiese, la gioia
era <Jui, in faccia al sole, clo\'c i lor.o padri alla
obbedienza avevano soslit uilo la Lattaglia, all'umiltà
il dir•i llo. alla rassegna zi-0nc la sc tr cli giustizia.
L'asilo, coslruiLo in posizione incantevole da
cui ~i dominava tulla la \'allr ocl H11hirone, aveva
locali ampi ed aereat i; un'aula p<'r le lezioni, un ref~llor~o, un ufficio per la Direzione, una cucina, un
f!iardmo: un loggiato coperto. I bambini corre\'ano
)'~r ogni dove, come per prendere posse~so della
loro casa, e solo si quietarono CJllanclo il maestro
Oomelli, commosso e lieto nel tempo stcc;c:;o, si le\'ò
n parlare.
Le c:;ue parole furono un inno all'avvenire: egli
ll<'o;cr·bsc ciò che doveva essere In sc uola ncJla S-Or·ic lil futura, la. preparazion<' alla vita, e non un
affastellamento di cognizioni contra·dclitoric come
qnrllr chr fin qui dava la società horghese, la quale
da un lato prclcndcva di ~pczzarc ai giornni il pane
della ~cicnza, e <lall'alll'O pc1·mclle\'a che ai bambini
::-i irnparLisse rin<;cgnamcntu rclig1usu, e nei loro gio\'ani cervelli, asselu li cli henes::-crc e di contentezza,
:::i vcr::a.:::;c il Yeleno del lcrrnrc <lell'al <li là.
((Io saluto n disse u qul'l giorno augurale che
I ulli noi desideriamo e ::.pcriumo, quel giorno in cui
il :::olc non ri::.plcn<lcrà più su lle sciagure umane,
ma sorgerà ad illumiunrc una s<:>cictà nuo\'a, unu
11ma11ilà redenta da ogni giogo e ùa ogni servaggio,
una felicità perenne <lopo lant i secoli <li spasimi ç
di battaglie. E nel mio caldo saluto riunisco tulli ;
dc:;i<lcri, lulte le sperauzc e le aspirazioni dell'anima
pl'olelaria. Essa ùbra all'unisono nei noslri cuori, e
ci <larà la co~tanza e )"energia per combattere sempre, fino alla realizzazione dcl noslro ideale. E con~idcrando che innumerevoli bambini nvono ancorn
la ceri, mal nulrili, doloranti nella miseria che li
trava glia e li opprime, jo \Celo col mio pensiero la
gioia immensa che vibrerà su lulLi gl i e·sscri umani,
il gi·o•rno in cui quella mrrnvigliosa e dolce fiorilura
primaverile -che è l'infanzia, avrà la possibilità di seguire senza vincoli e senza ostacol i la propria \·ia,
e rivolgerà il pensiero riconoscente alla generazione
che la precedetle, e sèppc preparare la felicità delle
generazioni future n.
Così concJuse i l mar,...;;;tro, e gli lremarn la \ '-O:CC',
<' gli brillavano le lacrime negli o~chi 5offuc:i di bontà.
Mai tanta commozione aveva invaso gli animi
fino a quel giorno, mai si crnno sentili più vi' i e
più all'unisono la solidarietà e l'amore tra gli esseri
nmani, mai aveva vibrato con tanta. <lokezza e insicmr con tan1a forza la fed e in 11na società migliore.
E i la,·oralori cli Caslclnuu\'o, che liann-0 co~i
preparalo le Yic, e 'i sentono capad e degni di a~­
~umcre la gestione della proùuzionc e la riparli:1.ionc dci prodolli, e d1 guidare lulla la Yila socia1c
e morale dcl loro pac5C, attendono che i loro· fratelli degli allri paesi sappiano portarsi al pari di
quelli che, maggiormente animali ·da fede, <la tenacia, <la Yolontà, hanno rcc;c ormai aperte e sicure
le \ ' lC <lcll'avYenire. Qurl giorno, dagl'incerli albori
dl'l Socinli~mo. <:.] pa""Crà al meriggio oper-0so e
fec-0ndo.
'
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DOCUMENTI DELLA RIVOLUZIONE
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:\. J. Oostit11zione della Rc1;ublilica •'•JC. dei Sol"itt L. o.:-.o
., 2. J,. 'l'JtOTZKI. - Dalla T<iro111zione d"Otlobrn ai
'J'rattato di Pace di Brest-J,ilozrsk •
» 1.» 3. La terra alla Nazione per i contaclini .
» 0.60
» .i. N. LK"I"" - La lotta per il pane: J,. TnoTZK T :
!Javuro, disciplina e ordine salvrranno la Repu òbllca dei 8011-iet
1>
O.GO
» 5. SI'ART.\CUS. scopi, ob7Jfeftivi e vlce11de
» 0.50
>J ti. f,a Francia 100. contro l'mtcrvcnto in Rt1sEtia >>
1.,, 7. L'open! eco.iom:i<'Al, pnlitica e 80C1Ulc dei Soviet
<ti Russia (Leggi e DecreU) .
» 1., 8. N. LE...,TS. - L'opem di ricostntzio11c dei Soviet - La discip}ma del l<1voro - I Jln·• ed i
n•c:zi tiella Rwoluzfune. russa
» 0.90
» !) 'l'vsifmonianze sullo svil11p110 della Ri11ul11zione
f'"U88a
» 6.60
n 10. !>alla Seconda nlla Terza lnternn:lonafo
» 1.50
J) 11. TITJOAIUi'\. fJ1"0!Jf'flnlma dd comrllllsti
» 1.!!5
» J2. IlA~;;;o~E. - Sei settimane in Russia ritl 1919 1> 1.50
» 13. RADEK.
L'evoluziont! d!!l Soc.:<alismo clal{a
srienza all1 azi<l11e .
.
.
•
.
•
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. li
0.60
,. 11. K...nsKI J. - Ohe r,osa è it bolsceuismo e clt e
co~a han;io falt-0 i bOl8c<'1Jfcl; i in Rus.Ha .
. » 0.4-0
)l l:i. S1'U'TC$ ... La onstltuzione ife/la Jlppu'fJbLica
socialista Federale dei Soviet cll Hussfa (in
))
0.75
domnnde e ri@Ost-e) .
t 1(J JJ. '.J'ROTZ.IU.
Ji bOlBCCViSm() dinanzi alla
uuerra e ali.a pace del mondo •
.
» 1.50
. » 1.50
» li. W '1'. GoooE. - Il bolscevismo ati'opcra
» 18. G. H. - La Rti:ozuzi<>ne p1·oletar(a t. noli erese » 0.50
» 19. N. L~1:ç . - La grande ittfzfalf.va. - L'eroismo
dell'operaio russo nel fronte interno (I sa0.60
bati comuni.5tl)
» 20. HEr.A Ku:-i. - La classe operaia imgl1ere~e setto
il tcrrure òianoo . . . . • . . . • 11 0.40
11 21. A. 'l.'.rnsu:R. Il l11i:orn d'?i Oo11s!flli e le tra11edie d ell' Assemblea naziunal e nel1*3 1·fv<>luziot1t 11 0.60
n
Tutti questi opuscoli si Jnvlano, frnnco dl porto raccome.ndn ti, per L. 15.
Inviare ordinazioni alla Libreria Editrice. « A't·a;r;til »
Milan-'>, via S. Damiano 16. - Tutti quostl llbri si iiossono
anC'bC avere alla Libreria AV<lt11ti!, in vi.a Dogana 2.
Prezza del presente opuscolo Cent. so
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