Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo
di Ascoli Piceno
Piano di emergenza esterna (PEE) per lo stabilimento
industriale a rischio di incidente rilevante della
Bonfigli S.r.l. sita nel Comune di Offida (AP)
Versione
attuale
Numero
1.0.1
Data
Marzo 2013
Versione
precedente
Numero
1.0.0
Data
Giugno 2008
PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
1 PARTE GENERALE
1.1 Approvazione
Versione attuale presente nel documento 1.0.1
2
PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
1.2
N.
Ord.
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
REGISTRAZIONI DELLE AGGIUNTE E DELLE VARIANTI
Numero protocollo e
data della lettera
trasmissione
Riferimento
pagine
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Note
Data della
modifica
Firma di chi
apporta la
modifica
3
PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
1.3
N. Ord.
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Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
ELENCO DI DISTRIBUZIONE
ENTE
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Dipartimento per il Coordinamento della Protezione Civile
MINISTERO DELL’INTERNO
Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa
Civile
MINISTERO DELL’INTERNO
Gabinetto
MINISTERO DELL’INTERNO
Dipartimento della Pubblica Sicurezza
MINISTERO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E
DEL MARE - Gabinetto
MINISTERO DELLA SALUTE
Gabinetto
REGIONE MARCHE – ANCONA
REGIONE MARCHE – Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e
per la protezione civile
PROVINCIA DI ASCOLI PICENO
QUESTURA
COMANDO PROVINCIALE DEI VIGILI DEL FUOCO
COMANDO PROVINCIALE CARABINIERI
COMANDO PROVINCIALE GUARDIA DI FINANZA
COMANDO PROVINCIALE CORPO FORESTALE DELLO STATO
SEZIONE POLIZIA STRADALE ASCOLI PICENO
DIREZIONE STABILIMENTO BONFIGLI S.r.l. - (OFFIDA)
SINDACO DEL COMUNE DI ASCOLI PICENO
SERVIZIO 118
AREA VASTA N. 5 DI ASCOLI PICENO E S.BENEDETTO TR.
ARPAM – ANCONA
ARPAM – DIPARTIMENTO PROVINCIALE DI ASCOLI PICENO
INAIL
ANAS
RFI - RETE FERROVIARIA ITALIANA
N. COPIE
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
1
DIRAMAZIONE INTERNA
VICEPREFETTO VICARIO
1
CAPO DI GABINETTO
1
AREA V – PROTEZIONE CIVILE, DIFESA CIVILE E COORDINAMENTO
1
DEL SOCCORSO PUBBLICO
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PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
1.4 INDICE DEL DOCUMENTO
1
PARTE GENERALE………………………………………………………………….………..……..2
1.1 APPROVAZIONE……………………………………………………………………………………..………. 2
1.2
REGISTRAZIONI DELLE AGGIUNTE E DELLE VARIANTI…………………………………..….….. 3
1.3
ELENCO DI DISTRIBUZIONE……………………………………………………………………..……. 4
1.4
INDICE DEL DOCUMENTO……………………………………………..………………………………. 5
1.5
TERMINI E DEFINIZIONI…………………………………………..…………………….………………. 8
1.6
NORMATIVA E PRESUPPOSTI………………………………..……………………………………….. 11
1.7
SCOPO DEL PEE…………………………………………….…………………………………….…….. 12
1.8
AGGIORNAMENTO, ESERCITAZIONI E FORMAZIONE …………..………………………………. 13
1.9
DESCRIZIONE DEL SITO…………………………………………………………..…………………… 14
1.9.1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE………………………………….……………………….. 14
1.9.1.a CONTENUTI DELLA PARTE DESCRITTIVA ……………..………..……………… 15
LOCALIZZAZIONE ED IDENTIFICAZIONE DELL'IMPIANTO… ………………… 15
Coordinate geografiche - Indirizzo.…………………………..…………..……………15
Posizione dell'impianto………..……………………………………….……………. 15
DATI AMBIENTALI ED ITERAZIONI CON ALTRI IMPIANTI……………...………. 16
1.9.1. b CONTENUTI DELLA PARTE GRAFICA…...………………………….……………. 18
1.10
INFORMAZIONI SULLO STABILIMENTO……………………………………………..………………. 18
1.10.1 DATI SULL'AZIENDA……………………………………………………….……………………. 18
Ragione sociale dello stabilimento……………………........................................................ 18
Recapiti del Gestore dell'impianto e del Responsabile della Sicurezza………………….. 18
Tipologia dell'azienda……………………………………………………………………..…..… 18
1.10.2 DATI SUGLI IMPIANTI E/O DEPOSITI E DEL PROCESSO PRODUTTIVO…...............… 18
1.10.3 INFORMAZIONI SULLE SOSTANZE PERICOLOSE UTILIZZATE E STOCCATE……….. 20
Sistemi di detenzione e/o utilizzo……………………………………………………………... 20
I mezzi estinguenti……………………………………………………………………………… 21
1.11 ELEMENTI TERRITORIALI ED AMBIENTALI VULNERABILI……………………………………….
22
1.11.1 Distribuzione qualitativa e quantitativa del dato demografico………………………………… 22
1.11.2 Censimento dei centri sensibili e infrastrutture critiche……………………………………….. 22
1.11.3 Censimento zone agricole, allevamenti, aree e colture protette……………………………... 24
1.11.4 Censimento delle risorse idriche superficiali e profonde……………………………………… 24
2 SCENARI INCIDENTALI…………………………………………………………………………..… 25
2.1
2.2
2.3
TIPOLOGIA DEGLI EVENTI INCIDENTALI……………………………………………………………. 25
DELIMITAZIONE DELLE ZONE D I DANNO ED INDIVIDUAZIONE DEGLI ELEMENTI SENSIBILI
ALL'INTERNO DI CIASCUNA ZONA…………………………………………………………………… 28
EFETTI MASSIMI ATTESI ……………………………………………………………………………...29
3 MODELLO ORGANIZZATIVO D'INTERVENTO…………………………………………………. 30
3.1
3.2
GENERALITÀ…………………………………………………………………………………………….. 30
LE FUNZIONI DI SUPPORTO…………………………………………………………………………. 30
3.2.1 Gestore…………………………………………………………………………………………... 30
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Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
3.2.2 Prefetto di Ascoli Piceno (AP)………………………………….…………………..……………….... 31
3.2.3 Dirigente dell’Area V – protezione civile della Prefettura………………..……….…………..…….31
3.2.4 Sala operativa per la gestione dell'emergenza (SOE) ..………….…………….…..………….. …31
3.2.5 Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno (Vigili del Fuoco)……….……….…..32
3.2.6 Sindaco………………………………………………………………………………….…………….....32
3.2.7 Polizia Municipale………………………………..……………………………………….....................32
3.2.8 Questura di Ascoli Piceno………………………………………………..………………………….....33
3.2.9 Area Vasta n.5 di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto……………………………………...33
3.2.10 Sistema territoriale di emergenza sanitaria 118….……………………………………………….…33
3.2.11 Croce Rossa Italiana di Ascoli Piceno (CRI)…………………………………………………………34
3.2.12 Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (ARPAM)………………………………………34
3.2.13 Regione Marche – Dip. Protezione Civile…………………………………………………………….34
3.2.14 Provincia di Ascoli Piceno……….……………………………………………………………………..35
3.2.15 Organizzazioni del volontariato di Protezione civile…………………………………………………35
3.2.16 Unità di Crisi Locale (UCL)…………………………………………………………………………..…35
3.2.17 Organigramma del modello organizzativo d'intervento……………………………………………..37
3.3 MODALITÀ OPERATIVE IN CASO DI INCIDENTE…………………………………………………….…..…….38
3.3.1 Generalità ………………….……………………………………………………………….………..….38
3.3.2 Segnalazione di incidente, attivazione dei livelli di allerta, del PEE e degli assetti operativi
d'intervento…………………………………………………………………………………………….…39
3.4 PIANO OPERATIVO PER IL SOCCORSO TECNICO………………………………………………………...….41
3.5 PIANO OPERATIVO PER IL SOCCORSO SANITARIO………………………………………………..………..41
3.6 PIANO OPERATIVO PER LA COMUNICAZIONE IN EMERGENZA……………………………..…………….42
3.7 PIANO OPERATIVO PER LA VIABILITÀ…………………………………………………………………….…….42
3.8 PIANO OPERATIVO PER L'EVACUAZIONE ASSISTITA……………………………………………………..…42
3.9 PIANO OPERATIVO PER LA SICUREZZA AMBIENTALE…………………………………………………..…..42
3.10 MATRICE DELLE AZIONI IN CASO DI INCIDENTE RILEVANTE…………………………………………….42
4 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE………………………………………………...………44
4.1 INFORMAZIONE PREVENTIVA…………………………………………………………………………44
4.2 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE NELL’EMERGENZA………………………………………44
5 RUBRICA…………………………………………………………………………………………..……..….46
INDICE DELLE TABELLE
Tabella 1.1 - Termini, definizioni ed acronimi …………………………………………………………………….…….8
Tabella 1.2 - Programma corsi e conferenza …………………………………………………………………………..14
Tabella 2.1 - Riepilogo scenari incidentali, frequenze di accadimento, distanze di danno ed elementi
sensibili………………………………………………………………………………………....…………...28
Tabella 3.1 - Matrice delle azioni in caso di incidente rilevante………………………………………………………42
INDICE DEGLI ALLEGATI
Allegato A - Documentazione cartografica riportante le zone di danno e gli elementi sensibili eventualmente
presenti al loro interno
Allegato B - Modello PEE-1 per livello di allerta 1 (livello di attenzione)
Allegato C - Modello PEE-2 per livello di allerta 2 (livello di preallarme)
Allegato D - Modello PEE-3 per livello di allerta 3 (livello di allarme - emergenza esterna allo stabilimento)
Allegato E - Piano operativo per il soccorso tecnico
Allegato F - Piano operativo per il soccorso sanitario
Allegato G - Piano operativo per la comunicazione in emergenza
Allegato H - Piano operativo per la viabilità
Allegato I - Piano operativo per l'evacuazione assistita
Allegato J - Piano operativo per la sicurezza ambientale
Allegato K - Rubrica telefonica
Allegato L - Scheda informativa
Allegato M - Opuscolo del Comune per l'informazione della popolazione
Allegato N - Modulistica comunicazioni di emergenza
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a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
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INDICE DELLE APPENDICI
Appendice 1
- Documentazione cartografica (cartografia georeferenziata dell'area in scala 1:10.000;
stralcio del piano urbanistico comunale e provinciale)
Appendice 2
- Planimetrie dello stabilimento con l'indicazione dei singoli impianti e/o depositi
Appendice 3
- Schede di sicurezza delle sostanze e/o preparati pericolosi presenti nello stabilimento
Appendice 4
- Elementi territoriali ed ambientali vulnerabili
Appendice 5
- Documento cartografico riportante il dato demografico della popolazione esposta
Appendice 6
- Documento cartografico riguardante il censimento dei centri sensibili ed infrastrutture
critiche
Appendice 7
- Documento cartografico riguardante il censimento delle zone agricole, allevamenti,
aree e colture protette
Appendice 8
- Documento cartografico riguardante il censimento delle risorse idriche superficiali e
profonde
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Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
1.5 TERMINI E DEFINIZIONI
Nella seguente Tabella 1-1 sono riportati, in ordine alfabetico, i termini e le relative definizioni ed
acronimi, che sono utilizzati nel presente documento, facendo altresì presente che alcuni di essi sono
tratti dalle definizioni date all’articolo 3 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, dalla Norma
UNI 10616 del maggio 1997 e dalle linee guida al decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
25 febbraio 2005.
Termine
Allarme
Attenzione
Autorità
preposta
Centro
Coordinamento
dei Soccorsi
(SOI)
Centro
Operativo
Comunale Centro
Operativo
Intercomunale
Cessato
allarme
Comitato
Tecnico
Regionale
Deposito
Dispositivi di
Protezione
Individuale
Gestore
Incidente
Incidente
rilevante
Definizione
Acronimo
Stato che s’instaura quando l’evento incidentale richiede, per il suo
controllo nel tempo, l’ausilio dei Vigili del Fuoco e che fin dal suo
insorgere, o a seguito del suo sviluppo incontrollato, può coinvolgere n.p
con i suoi effetti infortunistici, sanitari ed inquinanti - le aree esterne allo
stabilimento
Stato conseguente ad un evento che, seppur privo di qualsiasi
ripercussione all’esterno dell’attività produttiva per il suo livello di gravità,
può o potrebbe essere avvertito dalla popolazione creando, così, in essa
n.p.
una forma incipiente di allarmismo e preoccupazione per cui si renda
necessario
attivare
una
procedura
informativa
da
parte
dell’Amministrazione comunale
Prefetto, salve eventuali diverse attribuzioni derivanti dall’attuazione
dell’articolo 72 del D. Lgs. 112/98, e dalle normative per le province
(AP)
autonome di Trento e Bolzano e regioni a statuto speciale
Organo di coordinamento che entra in funzione all’emergenza nella Sala
Operativa della Prefettura, provvede all’attuazione dei servizi di
CCS
assistenza e soccorso alla popolazione colpita da incidenti rilevanti
(SOI)
nell’ambito della provincia e coordina tutti gli interventi prestati da
Amministrazioni pubbliche nonché da Enti ed organismi privati
Strumenti di coordinamento a livello comunale ed intercomunale,
formato da rappresentanti dell’Amministrazione e degli Enti pubblici del
quale si avvale il Prefetto per coordinare i servizi di soccorso e di
assistenza alle popolazioni colpite e comunque le attività svolte da tutte
le Amministrazioni pubbliche, dagli Enti e dai privati
COC COI
Comando subordinato all’accertamento della messa in sicurezza della
popolazione, dell’ambiente e de i beni, al fine di consentire le azioni
successive di rientro alla normalità
Organismo deputato allo svolgimento delle istruttorie per gli stabilimenti
soggetti alla presentazione del rapporto di sicurezza ed a formulare le
relative conclusioni
Presenza di una certa quantità di sostanze pericolose a scopo di
immagazzinamento, deposito per custodia in condizioni di sicurezza o
stoccaggio
(CTR)
Apprestamenti individuali per la protezione della salute delle persone dai
rischi residui
(DPI)
n.p.
n.p.
Persona fisica o giuridica che gestisce o detiene lo stabilimento o
l’impianto
Evento non previsto che, nel contesto delle attività di processo, porta a
conseguenze indesiderate
Evento quale un’emissione, un incendio o un esplosione di grande
entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l’attività di
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n.p.
n.p.
n.p.
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Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
uno stabilimento di cui all’art. 2, comma 1 del D. Lgs. n. 334/99, e che
dia luogo a un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana
o per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento, e in cui
intervengano una o più sostanze pericolose
Un'unità tecnica all'interno di uno stabilimento, in cui sono prodotte,
utilizzate, manipolate o depositate sostanze pericolose. Comprende tutte
le apparecchiatura, le strutture, le condotte, i macchinari, gli utensili, le
Impianto
diramazioni ferroviarie particolari, le banchine, i pontili che servono
l'impianto, i moli, i magazzini e l e strutture analoghe, galleggianti o
meno, necessari per il funzionamento dell'impianto
Evento straordinario che avrebbe potuto trasformarsi in incidente o
Quasi incidente
infortunio
La proprietà intrinseca di una sostanza pericolosa o della situazione
Pericolo
fisica esistente in uno stabilimento di provocare danni per la salute
umana o per l'ambiente
Documento di cui all’articolo 20 del D. Lgs. n. 334/99 contenente le
Piano di
misure atte a mitigare gli effetti dannosi derivanti dall’incidente rilevante.
Emergenza
Il PEE deve essere predisposto dal Prefetto della provincia in cui è
Esterno
presente lo stabilimento industriale a rischio di incidente rilevante,
rientrante negli obblighi di cui all’articolo 8 del D.Lgs. n. 334/99
Documento di cui all’articolo 11 del D. Lgs. n. 334/99 contenente le
Piano di
misure atte a garantire i disposti di cui all’art. 11, comma 2, lettere a), b),
Emergenza
c) e d). Il PEI deve essere predisposto dal Gestore cui competono
Interno
obblighi di cui all’art. 8 del D. Lgs. n. 334/99
Stato conseguente ad un evento che, pur sotto controllo, per la sua
natura o per particolari condizioni ambientali, spaziali, temporali e
Preallarme
meteorologiche, possa far temere un aggravamento o possa esser
avvertito dalla maggior parte della popolazione esposta, comportando la
necessità di attivazione delle procedure di sicurezza e di informazione
Rischio di
Probabilità che si verifichi un incidente rilevante in un dato periodo o in
Incidente
circostanze specifiche
Rilevante
Struttura permanente, in funzione h24 e individuata tra quelle già
Sala Operativa operanti sul territorio,
opportunamente attrezzata,
deputata
per la gestione all’attivazione, in caso di incidente, dell’Autorità preposta e delle altre
dell’Emergenza funzioni di supporto individuate nel PEE per la gestione dell’emergenza
stessa
Stabilimento
industriale a
Stabilimento in cui so no presenti sostanze pericolose in quantità uguali
rischio di
o superiori a quelle indicate nell’Allegato I
incidente
rilevante
Scheda di
informazione
Informazioni predisposte dal Gestore per comunicare alla popolazione
dei rischi per la dei rischi connessi alle sostanze pericolose utilizzate negli impianti e
popolazione e depositi dello stabilimento a rischio di incidente rilevante
per i lavoratori
Sostanze, miscele o preparati elencati nell’Allegato I del D.Lgs. 334/99,
parte 1, o rispondenti ai criteri fissati nell’Allegato I, parte 2, del D.Lgs.
Sostanze
334/99, che sono presenti come materie prime, prodotti, sottoprodotti,
pericolose
residui o prodotti intermedi, ivi compresi quelli che possono
ragionevolmente ritenersi generati in caso di incidente
Versione attuale presente nel documento 1.0.1
n.p.
n.p.
n.p.
(PEE)
(PEI)
n.p.
(RIR)
(SOE)
n.p.
n.p.
n.p.
9
PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
Unità operativa avente il compito di gestire in campo, sin dalle prime fasi
di attivazione dei livelli di allarme, le operazioni di soccorso tecnico in
caso di quasi incidente o d’incidente rilevante originatisi all’interno degli
stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante. Essa è composta
dagli operatori in campo dei Vigili del fuoco (che ne assume il
coordinamento), delle Forze dell’Ordine, del Comune, del Servizio 118,
dell’ARPA e dello stabilimento
(UCL)
Zona immediatamente adiacente allo stabilimento, caratterizzata da
effetti comportanti un’elevata letalità per le persone
n.p.
Zona esterna a quella di sicuro impatto, caratterizzata da possibili danni,
anche gravi ed irreversibili, per le persone che non assumono le corrette
misure di autoprotezione e da possibili danni anche letali per persone
più vulnerabili come i minori e gli anziani
n.p.
Zona di
attenzione –
Lesioni
reversibili
(Zona gialla)
Zona esterna a quella di danno, caratterizzata dal possibile verificarsi di
danni, generalmente non gravi anche per i soggetti particolarmente
vulnerabili oppure da reazioni fisiologiche che possono determinare
situazioni di turbamento tali da richiedere provvedimenti anche di ordine
pubblico. La sua estensione deve essere individuata sulla base delle
valutazioni delle autorità locali
n.p.
Zona di
sicurezza
(Zona bianca)
Zona al di fuori delle aree di danno destinata alla dislocazione delle
risorse umane e strumentali dei soccorritori
n.p.
Unità di Crisi
Locale
Zona di sicuro
impatto Elevata letalità
(Zona rossa)
Zona di danno
– Lesioni
irreversibili
(Zona
arancione)
Tabella 1.1
Versione attuale presente nel documento 1.0.1
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PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
1.6 NORMATIVA E PRESUPPOSTI
II presente Piano di Emergenza Esterna (PEE) è stato redatto ai sensi dell'art.20 del D.Lgs. 17 agosto
1999, n. 334 e s.m.i. per il deposito Bonfigli S.r.l. sito in Offida, rientrante nell'art. 8 del predetto
decreto legislativo.
Il PEE è stato redatto secondo le indicazioni riportate nelle Linee Guida della Presidenza del
Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del
16/03/2005.
I dati riportati sono stati desunti dalle informazioni fornite dal Gestore dello stabilimento.
Per la redazione del presente PEE si è fatto riferimento alle seguenti principali fonti normative in tema
di pianificazione dell’emergenza esterna per gli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante:
 Legge 27 dicembre 1941, n. 1570 concernente “Nuove norme per l’organizzazione dei servizi
antincendi”;
 Legge 13 maggio 1961, n. 469 concernente “Ordinamento dei servizi antincendi e del Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco…..(omissis)…..”;
 Legge 8 dicembre 1970, n. 996 concernente “Norme sul soccorso e assistenza alle
popolazioni colpite da calamità. Protezione civile”;
 Decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 1981, n. 66 concernente “Regolamento di
esecuzione della legge 8 dicembre 1970, n. 996, recante norme sul soccorso e l’assistenza
alla popolazione colpite da calamità. Protezione civile”;
 Legge 24 febbraio 1992, n. 225 concernente “Istituzione del Servizio nazionale della
protezione civile”;
 Linea guida per l’informazione alla popolazione, pubblicate nel 1995 dal Dipartimento della
Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
 Decreto 15 maggio 1996 del Ministero dell’Ambiente concernente Criteri di analisi e
valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di gas e petrolio liquefatto;
 Il Metodo Augustus, pubblicato nel 1997 dal Dipartimento della Protezione Civile della
Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Direzione Generale della Protezione Civile e dei
Servizi Antincendi del Ministero dell’Interno;
 Decreto 20 ottobre 1998 del Ministero dell’Ambiente concernente Criteri di analisi e valutazioni
dei rapporti di sicurezza relativi a depositi di liquidi facilmente infiammabili e/o tossici;
 Comunicare in tempo di crisi, pubblicato nel periodico informativo del Dipartimento della
Protezione Civile DPC informa, n. 9 di marzo-aprile 1998;
 Decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 concernente Attuazione della direttiva 96/82/CE
relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze
pericolose;
 Nota prot. n. 994/028/S/22 del 27 giugno 2000 della Direzione Generale della Protezione
Civile e dei Servizi Antincendi del Ministero dell’Interno concernente Piani di emergenza
esterna per le attività industriali a rischio di incidente rilevante;
 Decreto 9 agosto 2000 del Ministero dell’Ambiente concernente Linee guida per l’attuazione
del sistema di gestione della sicurezza;
 Decreto 9 agosto 2000 del Ministero dell’Ambiente concernente Individuazione delle
modificazione di impianti e di depositi, di processi industriali, della natura o dei quantitativi di
sostanze pericolose che potrebbero costituire aggravio del preesistente livello di rischio;
 Decreto 19 marzo 2001 del Ministero dell’Interno concernente Procedure di prevenzione
incendi relative ad attività a rischio di incidente rilevante;
 Decreto 9 maggio 2001 del Ministero dei Lavori Pubblici concernente Requisiti minimi per la
sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da
stabilimenti a rischio di incidente rilevante;
Versione attuale presente nel documento 1.0.1
11
PREFETTURA DI ASCOLI PICENO








Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
Nota prot. n. 7577/4192/sott. 1 del 15 novembre 2001 della Direzione Generale della
Protezione Civile e dei Servizi Antincendi del Ministero dell’Interno concernente Piani
d’emergenza esterna per le attività industriali a rischio di incidente rilevante;
la Legge Regionale n. 32 del 20 dicembre del 2001, che istituisce il Sistema Regionale di
Protezione Civile
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 febbraio 2005 (G.U. del 16/03/2005)
concernente Linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna di cui
all’articolo 20, comma 4, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334;
Lettera circolare prot. n. DCPST/A4/RS/1600 del 1° luglio 2005 del Dipartimento dei Vigili del
Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile del Ministero dell’Interno concernente
Pianificazione dell’emergenza eterna per gli stabilimenti industriali a rischio di incidente
rilevante;
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 16 febbraio 2007 concernente Le linee guida
per l’informazione alla popolazione sul rischio industriale.
Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3.12.2008;
D.G.R. n. 1388 del 24/10/2011 “Sistema regionale di protezione civile. Approvazione degli
indirizzi operativi per la gestione delle emergenze nella Regione Marche”, in attuazione della
Direttiva del presidente del Consiglio dei Ministri del 3 dicembre 2008 concernente “Indirizzi
operativi per la gestione delle emergenze”;
Legge n.100/2012.
1.7 SCOPO DEL PEE
L’esigenza di predisporre un PEE deriva dalla necessità di prevenire e fronteggiare i rischi connessi a
possibili eventi incidentali che - originandosi all’interno degli stabilimenti industriali a rischio
d’incidente rilevante - possono dare luogo ad un pericolo grave, immediato o differito per gli elementi
vulnerabili presenti all’esterno dello stabilimento considerato (persone, ambiente e beni), in
conseguenza degli effetti dovuti a rilasci di energia (incendi e/o esplosioni) e di sostanze pericolose
(nube e/o rilascio tossico).
Il PEE deve integrarsi nel modo più completo possibile con il PEI al fine di trovare le soluzioni più
adeguate al conseguimento degli obiettivi della pianificazione dell’emergenza esterna.
Il presente documento contiene le disposizioni dirette ad attivare e gestire l’intervento dei soccorritori
in caso d’accadimento di un incidente rilevante, interessante l’area esterna allo stabilimento in
questione.
Esso rappresenta, quindi, lo strumento che consente di pianificare l’organizzazione del soccorso per
un’emergenza causata da un incidente rilevante che dovesse verificarsi all’interno dello stabilimento
in questione, per poi svilupparsi al suo esterno.
A tal fine, sarà necessario acquisire la conoscenza dei rischi connessi alle sostanze pericolose
presenti, degli scenari incidentali di riferimento validati dal CTR, della vulnerabilità del territorio,
nonché delle risorse umane e strumentali disponibili per la gestione dell’emergenza stessa.
Il presente PEE è stato elaborato, tenuto conto delle indicazioni riportate nell’allegato IV, punto 2, del
decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, con lo scopo di:
 controllare e circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzarne gli effetti e limitarne i danni per
l'uomo, per l'ambiente e per i beni;
 mettere in atto le misure necessarie per proteggere l'uomo e l'ambiente dalle conseguenze di
incidenti rilevanti;
 informare adeguatamente la popolazione e le autorità locali competenti;
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12
PREFETTURA DI ASCOLI PICENO

Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
provvedere sulla base delle disposizioni vigenti al ripristino e al disinquinamento dell'ambiente
dopo un incidente rilevante.
1.8 AGGIORNAMENTO, ESERCITAZIONI E FORMAZIONE
Il PEE sarà riesaminato, sperimentato e, se necessario, riveduto e aggiornato ad intervalli comunque
non superiori a tre anni (art. 20 comma 3 del D.Lgs. 334/99 e s.m.i.).
Il presente PEE deve essere riesaminato ogni 3 (tre) anni, e riveduto ed aggiornato a seguito di:
 modifiche impiantistiche e/o gestionali interessanti lo stabilimento;
 accadimento di quasi incidenti ed incidenti rilevanti verificatisi nello stabilimento;
 esercitazioni periodiche effettuate qualora abbiano evidenziato la necessità di migliorare le azioni
previsti dal PEE stesso.
La stesura e il successivo aggiornamento del PEE è curato dalla Prefettura di Ascoli Piceno, in
collaborazione con gli Enti e le Istituzioni che hanno partecipato alla stesura dello stesso:
Regione Marche – Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la protezione civile
Comune di Offida
Provincia di Ascoli Piceno
Direzione regionale dei Vigili del Fuoco
Comando Provinciale Vigili del Fuoco
Questura
Comando Sezione Polizia Stradale
Comando Provinciale Carabinieri
Comando Provinciale Guardia dì Finanza
Coordinamento Provinciale Corpo Forestale dello Stato
Polizia Municipale
Sistema territoriale di emergenza sanitaria 118
Area Vasta n.5 di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto
C.R.I. – Comitato Provinciale
ARPAM
Esso deve essere inoltre sperimentato entro 3 (tre) anni dall’emanazione, per testare sia il livello di
efficacia di quanto in esso previsto, che il livello di efficienza dei vari soggetti chiamati alla sua
attuazione.
Al fine quindi di garantire uno standard addestrativo soddisfacente, saranno previste esercitazioni di
complessità differenziata, in altre parole strutturate su livelli diversi d’attivazione delle risorse e di
coinvolgimento delle strutture operative, e della popolazione interessata.
In quest’ottica saranno organizzate le seguenti esercitazioni in ordine di complessità crescente:
 Esercitazioni per posti di comando – (Livello A), esercitazione che prevede il solo coinvolgimento
della Sala operativa della Prefettura di Ascoli Piceno e degli altri enti ed istituzioni previste dal
PEE, senza il coinvolgimento in campo delle risorse umane e strumentali dei soccorritori e della
popolazione;
 Esercitazioni per i soccorritori – (Livello B), esercitazione che prevede, oltre alle attività previste
nella precedente esercitazione, il coinvolgimento in campo delle risorse umane e strumentali dei
soccorritori e delle relative sale operative, senza il coinvolgimento della popolazione;
 Esercitazioni su scala reale - (Livello C), esercitazione che prevede, oltre alle attività previste nella
precedente esercitazione, il coinvolgimento della popolazione.
Poiché la riuscita di un’esercitazione dipende dal livello d’informazione e di addestramento dei
soccorritori, nonché dall’efficacia dell’informazione effettuata su questa tematica nei riguardi della
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PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
popolazione interessata all’emergenza, dovranno essere organizzati - preliminarmente - specifici
seminari e corsi di formazione, cui parteciperanno, in qualità di docenti, i soggetti che a vario titolo
partecipano all’attivazione ed alla gestione del PEE. In particolare, dovrà essere prevista la
formazione e l'addestramento periodico dei volontari da parte delle Autorità competenti in materia di
rischio d’incidente rilevante e di protezione civile.
Nella seguente tabella è riportato un programma di massima dei corsi e conferenze da svolgere con
specificazione dei destinatari e dei docenti a partire da settembre e da concludersi entro l’anno in
corso.
Tabella 1.2 – Programma corsi e conferenza
CORSO/CONFERENZE
(Durata in giorni/ore)
Rischi di incidente rilevante e
protezione civile (cenni) e
conoscenza del PEE
(Corso – 2 gg.)
Sostanze pericolose e
dispositivi di protezione
individuale
(Corso – 1 gg.)
Procedure di sala operativa
(Corso – 2 gg.)
Piani operativi di viabilità e
evacuazione assistita
(Ciclo di conferenze di almeno
2 ore ciascuna)
Informazione alla popolazione
(Ciclo di conferenze di almeno
2 ore ciascuna)
DOCENTI
(Enti ed istituzioni di
appartenenza)
Prefettura, Questura, Vigili del
Funzionari
degli
enti
ed
Fuoco, Servizio 118, ARPAM,
istituzioni delle funzioni previste
Area Vasta n.5 di Ascoli Piceno
dal PEE
e San Benedetto del Tronto
DESTINATARI
Funzionari
degli
enti
ed
istituzioni
dei
soccorritori Vigili del Fuoco e Servizio 118
previsti dal PEE
Operatori delle sale operative
degli enti ed istituzioni delle Prefettura e Vigili del Fuoco
funzioni previste dal PEE
Comune, che potrà avvalersi
della
collaborazione
della
Prefettura, Questura, Vigili del
Volontari di Protezione Civile
Fuoco, Servizio 118, Protezione
civile Regione Marche, ARPAM,
Area Vasta n.5 di Ascoli Piceno
e San Benedetto del Tronto
Comune, che potrà avvalersi
della
collaborazione
della
Popolazione interessata dal Prefettura, Questura, Vigili del
PEE e Volontari di Protezione Fuoco, Servizio 118, Protezione
Civile locale
civile Regione Marche, ARPAM,
Area Vasta n.5 di Ascoli Piceno
e San Benedetto del Tronto
1.9 DESCRIZIONE DEL SITO
Ai paragrafi successivi sono riportate le informazioni riguardanti:
- l’inquadramento territoriale, ovvero il contesto territoriale in cui lo stabilimento è situato;
- le informazioni sullo stabilimento;
- le informazioni sulle sostanze pericolose utilizzate e stoccate;
- gli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili.
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PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
1.9.1 Inquadramento territoriale
Il contesto territoriale in cui lo stabilimento è situato, si evince dai seguenti contenuti
descrittivi e cartografici.
1.9.1.a Contenuti della parte descrittiva
Coordinate Geografiche dell’area dello stabilimento:
Latitudine N 42° 58.008' - Longitudine E 013° 42.827'
L’indirizzo dello stabilimento è il seguente:
BONFIGLI srl zona Industriale Tesino – Frazione Santa Maria Goretti
63035 Offida (AP)
Nelle immediate vicinanze del deposito non sono presenti altri stabilimenti industriali a rischio di
incidente rilevante.
Nelle immediate vicinanze dello stabilimento non sono presenti insediamenti industriali di alcun tipo. I
centri produttivi sono censiti nell’apposita sezione
Non si riscontra nell’immediate vicinanze la presenza di strutture pubbliche quali scuole, uffici, negozi,
ecc.
Nelle vicinanze del deposito sono presenti abitazioni civili come censite nel apposita sezione.
Caratteristiche geomorfologiche dell’area interessata.
Altezza sul livello del mare: 130 m s.l.m. Area collinare della zona costiera corrispondente al Piano
Tesino (Collina litoranea). Le aree interessate dal PPE si sviluppano a cavallo del Torrente Tesino,
sia sulla destra e sia sulla sinistra orografica, nella parte settentrionale del territorio comunale di
Offida. Sulla destra orografica si estendono lungo la fascia alluvionale e in parte, lungo i pendii
limosoargillosi, circostanti la stessa zona alluvionale e presentano una morfologia regolare e nel
complesso pianeggiante, con terreni sabbioso ghiaiosi. I pendii esposti a nord che delimitano l'area
alluvionale del Tesino sono costituiti da coperture limo argillose in discreto equilibrio, con spessori
compresi tra i 5 e 10 m. Nella sinistra orografica del torrente Tesino le aree in esame si sviluppano in
corrispondenza della estrema parte nord-orientale del territorio comunale di Offida. Qui l’abitato di S.
Maria Goretti si sviluppa in corrispondenza delle alluvioni recenti costituite da limi sabbiosi e ghiaie
ciottolose.
Censimento dei corsi d’acqua.
Il Torrente Tesino scorre a circa 200 m di distanza a Nord. La portata media del Torrente Tesino è di
1,3 mc/sec ( piovosità = 800 mm/annui; coeff, di deflusso = 0,7; Superficie del bacino di alimentazione
S = 80 Kmq circa ).
In caso di piena può raggiungere i 50 mc/sec circa., ma l’orografia del terreno, la natura dell’alveo e
l’argine di interposizione salvaguardano dal rischio di allagamento Come da P.A.I. Regione Marche
Tavola RI 74d. Affluenti del torrente Tesino sono il Fosso Sant Ignazio ed il Fosso Piccolo.
Infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali, portuali.
L’area è percorsa dalla S.P. n. 92 “Val Tesino”, dalla S.P. n. 232 “Delle Grazie” e dalla S.P. n. 118
“Molini”. Inoltre abbiamo la strada consortile del Nucleo Industriale Piceno CONSID. La stazione
ferroviaria più vicina è quella di Grottammare, lungo la linea ferroviaria Bologna – Bari, anch’essa a
15 Km di distanza L'aeroporto più vicino è quello di Pescara che si trova a circa 90 Km di distanza.
Reti tecnologiche di servizi.
La rete elettrica di distribuzione ha come gestore la società Energie Offida S.r.l. (tel.0736 886074 –
0736 880167). Attraversano l’area delle linee MT (10.000 V – cavo aereo nudo e brevi tratti interrati)
denominate “Tesino – S. Maria Goretti” - e la linea di distribuzione 220 V sia in cavo aereo che in
cavo interrato. E’ presente inoltre un elettrodotto di transito di proprietà Enel (linee MT 10.000 V cavo aereo nudo).
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15
PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
Sono presenti n. 7 cabine di distribuzione.
Lungo la SP Molini e la strada consortile del Nucleo Industriale Piceno CONSIND corre il metanodotto
della società Energie Offida srl (tel. 0736 886074 – 0736 880167) con una linea a media pressione
(3,9 bar), proveniente dalla cabina di trasformazione di Borgo Miriam. Nell’abitato di S. Maria Goretti il
metano e distribuito a partire dalla cabina di trasformazione ubicata a confine con il Comune di
Ripatransone, nel quale giunge con conduttura a media pressione (1,7 bar) e successivamente
distribuito a bassa pressione (220 mbar).
La rete fognaria serve la zona industriale con un collettore posto sull’asse viario del Nucleo Industriale
strada Molini, con pendenza verso Est, e recapita le acque presso il depuratore ubicato ad Est, a
circa 1300 m dallo Stabilimento Bonfigli.
Nell’abitato di Santa Maria Goretti il collettore fognario è posto sulla SP n. 92, con attraversamento
del torrente Tesino, recapita le acque presso il medesimo depuratore.
Condizioni meteorologiche prevalenti nella zona
Le condizioni meteorologiche dominanti la zona si basano sulle osservazioni nel periodo 1967÷1977
effettuate presso la stazione meteorologica n° 225 di Grottammare dell'Aeronautica Militare come da
allegato 5) del R.d.S. 2006 Bonfigli S.r.l..
Vengono riportati in sintesi i dati più significativi.
Condizioni di stabilità atmosferica.
Le classi di stabilità a maggior frequenza sono la classe “D” con un totale annuo pari al 41,4 % e la
classe “F+G” con un totale annuo del 24,4 %. In tabella le frequenze annuali e stagionali per le
singole classi di stabilità.
Stagioni
dic-gen-feb
mar-apr-mag
giu-lug-ago
set-ott-nov
totale
A
0,38
21,69
31,16
5,87
59,1
Classi di stabilità – frequenze annuali e stagionali
B
C
D
E
F+G
Nebbie
13,54
13,26
133,14
13,07
69,70
7,58
34,47
16,29
118,09
13,16
45,55
1,89
65,53
27,65
66,95
15,53
43,37
0,0
25,47
19,79
96,78
13,92
85,70
0,47
414,96
244,32
139,01
76,99
55,68
9,94
totale
250,67
251,14
250,19
248
1000
Temperatura ed umidità relativa
La variazione di temperatura è da 5.1°C a 25.0°C con umidità relativa che varia prevalentemente dal
61% al 90 %. In tabella le frequenze annuali.
Temperatura
(°C)
-4.9-0.0
0.01-5.0
5.1-10.0
10.1-15.0
15.1-20.0
20,1-25.0
25.1-30.0
30.1-35.0
35.1-40.0
totale
00-40
0,09
1,23
4,45
4,07
3,60
1,61
0,95
0,38
0,09
16,47
41-50
0,0
2,74
7,48
6,72
7,10
4,45
1,70
0,0
0,0
30,19
Umidità relativa (%) - frequenze annuali
51-60
61-70
71-80
81-90
91-100
0,09
0,19
0,09
0,19
0,28
4,74
10,13
10,88
10,03
4,26
19,97
41,65
65,03
85,57
21,01
15,62
37,96
67,49
66,73
19,31
15,33
42,31
74,40
60,29
17,04
18,93
43,63
84,05
47,89
9,09
6,06
12,78
22,91
15,05
2,27
0,09
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
0,0
188,65 324,85
285,75
80,83
73,26
Versione attuale presente nel documento 1.0.1
totale
0,93
44,01
245,16
217,9
220,07
209,65
61,72
0,47
0,09
1000
16
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
Direzione e velocità dei venti
I venti predominanti sono in direzione nord, Tramontana, con quasi il 20% del totale anno ad una
velocità prevalente tra i 2 e 12 nodi. In tabella le frequenze annuali con la direzione e velocità del
vento.
N.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
Settori
gradi
0.0-22.5
22.5-45.0
45.0-67.5
67.5-90.0
90.0-122.5
112.5-135.0
135.0-157.5
157.5-180.0
180.0-202.5
202.5-225.0
225.0-247.5
247.5-270.0
270.0-292.5
292.5-315.0
315.0-337.5
337.5-360.0
Variabili
0-1 nodo
totale
0-1
469,56
469,56
Classi di velocità (nodi) – frequenze annuali
2-4
4-7
8-12
13-23
24-99
14,78
34,40
35,00
13,94
1,83
8,02
11,89
7,60
4,85
1,27
5,32
4,75
2,48
1,78
0,26
3,95
3,12
1,68
0,67
0,08
5,60
5,51
1,90
0,62
0,12
9,86
11,45
3,19
0,75
0,37
11,48
21,07
8,53
0,72
0,10
5,93
7,87
4,09
0,70
0,0
1,46
2,00
0,88
0,37
0,0
1,85
2,00
0,59
0,43
0,0
4,51
2,67
1,64
0,34
0,0
5,72
7,22
6,05
2,40
0,0
6,88
20,21
24,97
8,47
0,14
7,04
17,25
16,23
6,82
0,12
7,41
14,69
15,07
5,83
0,15
12,03
26,39
28,00
13,94
1,08
0,0
0,05
0,0
0,0
0,0
totale
99,95
33,63
14,59
9,5
13,75
25,62
41,9
18,59
4,71
4,87
9,16
21,39
60,67
47,46
43,15
81,44
0,05
111,84
1000
192,54
157,9
62,63
5,52
RISCHI NATURALI DEL TERRITORIO
Classificazione sismica
Dalla Carta della Regione Marche con evidenza delle aree classificate sismiche ai sensi
dell’ordinanza n°3316 del Presidente del Consiglio dei Ministri (ad integrazione dell’ordinanza PCdM
n°3274 del 20.03.2003) di riclassificazione dei comuni sismici, risulta che il Comune di Offida (AP)
(Codice Istat 11044054) è situato in 2° zona classificata. Livello di pericolosità Medio.
Inondazioni
L’area dell’insediamento è ubicata in una zona non classificata a rischio di esondazione come da
P.A.I. Regione Marche Tav. RI 74.
Trombe d'aria
Non si ha memoria di trombe d'aria abbattutesi sulla zona.
Fulminazioni a terra
La zona in cui si trova il Deposito Bonfigli S.r.l. è classificata con una frequenza pari a 1.5
fulminazioni/anno al km2 dalla carta delle perturbazioni cerauniche per tutto il territorio nazionale
tratta dal fascicolo 687 delle norme CEI 81.1
Versione attuale presente nel documento 1.0.1
17
PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
1.9.1.b Contenuti della parte grafica
Si riportano in Appendice 1 la seguente documentazione cartografica:
 cartografia georeferenziata dell’area in scala appropriata (1:10.000);
 stralcio dello strumento urbanistico sovracomunale vigente ”Zonizzazione agglomerato S.
Maria Goretti” (1:2000).
1.10 INFORMAZIONI SULLO STABILIMENTO
Ai paragrafi successivi sono riportate le informazioni riguardanti:
 dati sull’azienda;
 dati sugli impianti e/o depositi e del processo produttivo;
 informazioni sulle sostanze pericolose utilizzate e stoccate.
1.10.1 DATI SULL’AZIENDA
Ragione sociale dello stabilimento:
Bonfigli Srl
Sede Legale
Via Tesino, 141 – 63035 Offida (AP)
Gestore ai sensi dell’Art. 3 del DLgs 334/99
Sig. Bonfigli Stefano – recapito telefonico: 3351359858 - Abitazione 0736/880612
Tipologia dell’azienda:
Deposito e movimentazione di prodotti fitofarmaci, fertilizzanti e prodotti in genere per l’agricoltura.
La viabilità interna è limitata al solo lato dei capannoni accessibile dall’unico punto di ingresso, il
punto di raccolta è unico. I pavimenti delle varie aree di deposito hanno pendenza sufficiente per
avviare rapidamente i liquidi versati e le acque di lavaggio in un apposito punto di raccolta interno
(pozzetto grigliato) collegato con una tubazione in materiale plastico ad una cisterna esterna da 1 m3
che ha funzione anche di punto di raccolta per le acque da avviare allo smaltimento.
Tutta la rete fognaria interna non ha collegamento con la rete fognaria esterna e la rete di
smaltimento delle acque meteoriche.
Lo spazio di manovra per il personale dei VVF è limitato a quello di viabilità interna.
1.10.2 DATI SUGLI IMPIANTI E/O DEPOSITI E DEL PROCESSO PRODUTTIVO
L’attività del Deposito di prodotti pericolosi è costituita da:
I. Ricezione tramite autocarri dei prodotti e scarico con carrello elevatore.
II. Collocazione dei prodotti (a terra o su scaffali metallici) nelle aree di magazzino ad essi destinati,
in funzione delle caratteristiche di pericolosità.
III. Prelievo del prodotto dal magazzino dei prodotti ed esecuzione di eventuali attività di picking per
la preparazione dei vari lotti di prodotto in spedizione, senza comunque procedere all’apertura
della confezione sigillate e loro invio al carico.
IV. Spedizione dei prodotti ai clienti mediante autocarri.
Dal confronto fra i quantitativi massimi detenuti ed i corrispondenti limiti di soglia per le categorie di
appartenenza, consegue che:
Versione attuale presente nel documento 1.0.1
18
PREFETTURA DI ASCOLI PICENO
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
A) Lo Stabilimento è ora soggetto a NOTIFICA di cui all’Art. 6 con gli ulteriori obblighi di cui all’Art. 8
(RAPPORTO DI SICUREZZA) per effetto del superamento del limite di soglia di colonna 3^, per
quanto attiene le seguenti categorie di preparati pericolosi (Allegato I, Parte 2^):
MOLTO TOSSICI per l’uomo (T+) = 100 t > 20 t
MOLTO TOSSICI per l’ambiente acquatico (N, R50) = 400 t > 200 t
B) Lo Stabilimento è altresì soggetto all’Art. 8 per le categorie di sostanze Molto Tossiche (T+),
Tossiche (T) e Tossiche per l’Ambiente acquatico (N, R51&53), in quanto, ai sensi della Nota 4
dell’Allegato I, così come modificato dal DLgs. 238/2005, risulta verificato che:
Somma pesata per Molto Tossici e Tossici per l’uomo (T+, T)
Ʃ ( [T+]/20 + [T]/200 ) = 5,25> 1
Somma pesata per Molto Tossici e Tossici per l’ambiente acquatico (N)
Ʃ ( [N, R50]/200 + [N, R51/53]/500 ) = 2,4 > 1
C) Lo Stabilimento NON è soggetto all’Art. 6 del DLgs 334/99 per le altre categorie di pericolosità:
Esplosivi (E), Comburenti (O) e Liquidi Estremamente Infiammabili (R12) ed Infiammabili (R10), in
quanto, ai sensi della Nota 4 dell’Allegato I, risulta verificato che:
Ʃ( [E3]/10 + [E4]/10 + [O]/50 + [R10]/5.000 + [R11]/5.000 + [R12]/10) = 0,03 < 1
In definitiva il Deposito Prodotti Fitofarmaci BONFIGLI S.r.l. di Offida (AP) è nel complesso
soggetto a NOTIFICA di cui all’Art. 6, con gli obblighi di cui all’Art. 8: RAPPORTO DI
SICUREZZA.
Nella tabella A sono specificati i quantitativi delle sostanze e(o preparati pericolosi per cui il Gestore è
tenuto all’obbligo di presentazione del RdS.
Tab.A SOSTANZE PERICOLOSE DETENUTE E QUANTITATIVI MASSIMI TOTALI PER
CATEGORIA DI PERICOLO E PER LE PRINCIPALI SOSTANZE
ETICHET.
FRASE
RISCHIO
T+ R26/27/28
T R23/24/25
R10
N
R50
N
R51/53
LIMITI DI SOGLIA DI
ASSOGGETTABILITA’ [t]
QUANTITÀ
Art. 8
SOSTANZE O PREPARATI PERICOLOSI
MASSIMA
Art. 6
RAPPORTO
[t]
NOTIFICA
DI
SICUREZZA
Non sono detenute sostanze pericolose di cui all’Allegato I, Parte 1^
Categorie di sostanze pericolose di cui all’Allegato I, Parte 2^
Molto Tossici
100
20
5
Fitosanitari Molto Tossici Solidi e liquidi
Tossici
50
200
50
Liquidi infiammabili (p.i.<55°C–Cat. B)
150
50.000
5.000
Molto tossici per ambienti acquatici
400
200
100
Prodotti Fitosanitari Solidi e liquidi
Tossici per ambienti acquatici
200
500
200
Categorie di sostanze pericolose oggetto della modifica per effetto della Nuova classificazione
attribuita ad alcuni prodotti fitofarmaci
Categorie di sostanze pericolose soggette a Notifica (Art. 6)
Categorie di sostanze pericolose soggette a Notifica (Art. 6) con obbligo del Rapporto di Sicurezza
(Art. 8)
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Il deposito della società BONFIGLI S.r.l. è stato realizzato su un appezzamento di terreno
interamente recintato, avente superficie pari a mq 6.300 di cui mq 2.460 coperti così ripartiti:
• Area A di c.a. 240 mq destinati a deposito fitofarmaci anche infiammabili
• Area B di c.a. 280 mq adibita a deposito fitofarmaci anche molto tossici, e tossici
• Area C di c.a. 560 mq adibita a deposito fitofarmaci non infiammabili
• Area D1 di c.a 640 mq adibita a deposito fitofarmaci non infiammabili, ne tossici
• Area D2 di c.a 640 mq adibita a deposito fitofarmaci non infiammabili, ne tossici
In Appendice 2 sono le planimetrie dello stabilimento con l’indicazione dei singoli depositi.
1.10.3 INFORMAZIONI SULLE SOSTANZE PERICOLOSE UTILIZZATE E STOCCATE
In base alle aree disponibili per i pallet sul pavimento ed al limite di impilaggio (pari a 3 pallet
sovrapposti per le aree A,B,C e a 4 e 5 livelli su scaffale per le aree D1, D2 e parte del C), si può
stimare uno stoccaggio massimo di prodotti pari a quello riportato nella tabella successiva. Poiché
l'utilizzo di questi prodotti dipende fortemente dal periodo stagionale, il riempimento quasi completo
del deposito potrà avvenire solo nel periodo di massima richiesta (picco annuale nel mese di
Febbraio/Maggio).
Aree
A
B
C
D1
D2
Totale
Posti
Pellets
230
230
300
700
700
2.160
T+
40
30
30
100
Quantitativi sostanze
pericolose
[t]
T
R10
O
5
40
31
70
14
40
50
150
-
N
300
300
600
Quantitativi
sostanze NON
pericolose
[t]
100
70
143
350
350
1.013
Totale
185
201
227
650
650
1.913
Le proprietà tossicologiche e chimico–fisiche delle principali Sostanze Pericolose sono riportate nella
tabella che segue.
Sistemi di detenzione e/o utilizzo
Per la tipologia dell’attività svolta all’interno del Deposito i prodotti sopra indicati sono presenti in tutte
le fasi dell’attività del Deposito e quindi:
1. ricezione: scarico automezzi di trasporto;
2. stoccaggio: movimentazione interna con carrello elevatore a trazione elettrica (esiste un muletto
diesel di scorta per movimentazione della merce su aree esterne), consistente nel trasporto dei
pallet delle sostanze nelle aree segnate sulla pavimentazione adibite all’immagazzinamento;
3. picking: composizione di pallet di prodotti di varia natura e tipologia in funzione dell’ordine del
cliente destinatario; in ogni caso le confezioni dei prodotti non vengono mai aperte;
4. deposito dei bancali a terra o sulle apposite scaffalature;
5. carico su automezzi per l’invio al cliente.
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I mezzi estinguenti.
Impianto fisso antincendio.
E’ costituito da una rete idrica antincendio interrata chiusa da un anello, in acciaio UNI Serie media
DN 50 e in polietilene PN 16 DN 63 attorno al capannone esistente, che è stato integrato con un
secondo anello in polietilene PN 16 DN 63, a cui sono connessi N°4idranti pre-esistenti UNI 45 ed
altri 4 idranti UNI 45 di più recente realizzazione, posti all’esterno dei capannoni, con relative
manichette e lance a getto frazionato con valvola a saracinesca, alloggiate in cassette a muro esterne
al magazzino collocate in prossimità delle uscite di emergenza sul retro del deposito (una per ogni
area di magazzino), oltre ad un idrante UNI 70 ubicato all'ingresso del deposito di fronte agli uffici.
Altri due idranti UNI 70, di più recente realizzazione, sono collegati alla medesima rete antincendio e
posti ai due vertici contrapposti del nuovo capannone con stacco DN 63, collocati ad almeno 6 m di
distanza dalle pareti degli edifici.
In prossimità dell'accesso al deposito, esiste un attacco UNI 70 per i Vigili del Fuoco, connesso alla
rete antincendio.
Impianto a schiuma ad alta espansione.
Tutto il Deposito è protetto con un impianto a schiuma ad alta espansione (dimensionato per la
protezione delle aree D1 e D2 di maggiori dimensioni), verificato e dimensionato anche rispetto alle
aree compartimentate A, B e C del magazzino esistente, di minori dimensioni.
L’impianto a schiuma è dimensionato a norme NFPA 11° per 25 minuti totali di funzionamento
continuo, che prevede il totale riempimento in 5 minuti delle nuove aree di stoccaggio D1 e D2
(TOTAL FLOODING) fino a 8 m di altezza e dell’area C ed in soli 3 minuti per le altre aree A e B di
magazzino di minori dimensioni.
Nelle aree di magazzino sono installati dei generatori di schiuma tipo GAE 400 da 400 l/min con
rapporto di espansione 1:700 nel numero necessario in rapporto al quanto previsto dalle norme NFPA
11°:
 nelle aree A e B vi sono 2 generatori di schiuma;
 nell’area C vi sono 3 generatori di schiuma;
 per ciascuna delle aree D1 e D2 sono stati installati 5 generatori.
L’erogazione della schiuma, avviene mediante un premescolatore a spostamento di liquido da 2.500
lt, installato nel locale pompe antincendio, attraverso l’apertura della elettrovalvola master a monte da
5” e della elettrovalvola corrispondente all’area di magazzino da cui proviene il segnale confermato di
incendio da almeno 2 rilevatori di fumo di due diverse zone nell’area stessa.
La rete di distribuzione dell’acqua dell’impianto antincendio è dimensionata, conformemente alle
norme UNI 10779 per classe di incendio elevato con impianto fisso di spegnimento.
In deposito sono presenti n° 30 estintori portatili a polvere da 6 Kg e di n° 5 estintori carrellati a
polvere da 50 Kg.
Stazione di pompaggio ed alimentazione idrica antincendio.
L’impianto a schiuma ad alta espansione è servito da un nuovo gruppo di pompaggio antincendio in
grado di alimentare sia l’impianto di spegnimento, che la rete di idranti esterni. La rete idranti è
mantenuta in pressione dall’acquedotto.
Sono quindi installate due motopompe da 180 m³/h ciascuna con prevalenza di 7 bar, una di riserva
all'altra al 100%, mantenendo in esercizio la pompa antincendio esistente per la rete idranti. Il locale
pompe è in un nuovo edificio tecnico ad un piano che comprende anche il locale ricarica carrelli,
soprastante la vasca di accumulo dell’acqua antincendio interrata. E’ protetto con ugelli sprinkler a
soffitto alimentati da acquedotto ed è illuminato in emergenza con lampada autoalimentata.
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Per garantire il funzionamento nel periodo invernale, lo stesso è riscaldato con scaldiglia elettrica ad
almeno 10°C.
La alimentazione idrica alle pompe antincendio è fornita da una vasca interrata sotto il locale pompe
antincendio dimensionata per 114 m³ utili con autonomia minima pari a 25 minuti per l’impianto
schiuma e 1.5 ore per la rete idranti.
Tenendo conto dell’altezza di pescaggio delle pompe, il volume utile è stato aumentato del 20% per
cui il volume effettivo della vasca / serbatoio di accumulo è pari a 140 m³ lordi.
Il reintegro della vasca / serbatoio di accumulo avviene con doppio galleggiante da acquedotto
mediante linea da 2” con portata di 250 lt/min.
La riserva di schiuma nel premescolatore è di 2.000 lt.
I DPI idonei all’avvicinamento in sicurezza:
Sono disponibili in azienda n° 2 attrezzature complete composte da elmetto, maschera a filtro,
autoprotettore, tuta, stivali e guanti.
In Appendice 3 è riportato l’elenco delle sostanze pericolose di cui sono state fornite le schede di
sicurezza, così come definite all’articolo 3 del d.lgs. n. 334/1999.
1.11 ELEMENTI TERRITORIALI ED AMBIENTALI VULNERABILI
Centri abitati
• a 500 m di distanza dal centro abitato della Frazione di S. Maria Goretti;
• a 5 Km dal centro abitato di Offida (AP);
• a 4 Km dal centro abitato di Cossignano (AP),
entrambi collocati sulle colline adiacenti.
La popolazione residente varia da 300 a 500 abitanti a S. Maria Goretti, da 3.500 a 5000
ad Offida, da 600 a 800 a Cossignano.
Elementi vulnerabili
Nel raggio di 1 Km rispetto alla localizzazione del Deposito non sono presenti edifici scolastici.
I luoghi di culto coincidono con la chiesa parrocchiale del centro abitato di S. Maria Goretti censita tra
i centri sensibili.
Nell’area in esame non si trovano Case di cura, Centri di riposo per anziani ed accoglienza. I dati
raccolti o censiti sono rappresentati su una carta di dettaglio in scala 1:10.000 nonché riportati in
Appendice 4.
I dati e le informazioni da individuare sono quelli relativi agli insediamenti e alle infrastrutture presenti
all’interno delle aree potenzialmente interessate dagli incidenti rilevanti e comunque con
un’estensione non inferiore al raggio di 1 km dallo stabilimento.
1.11.1 DISTRIBUZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA DEL DATO DEMOGRAFICO
Il dato demografico della popolazione comunale con la distribuzione di dettaglio nelle zone a rischio è
il seguente:
 Popolazione residente in Via Togliatti: n. 289 persone di cui 148 maschi e 141 femmine;
 Popolazione residente in contrada Tesino: n. 625 persone di cui 300 maschi e 325 femmine.
In Appendice 5 è riportato il documento cartografico da cui si evince il dato demografico in questione.
1.11.2 CENSIMENTO DEI CENTRI SENSIBILI E INFRASTRUTTURE CRITICHE
Le scuole: materna, elementari e medie, sono localizzate ad oltre 5 km di distanza, in corrispondenza
dei centri abitati di Offida, con una presenza massima di 300 alunni.
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A circa 600 m vi è la Chiesa di S. Maria Goretti con una presenza stimata di circa 100 persone in
occasione delle festività ed eventi religiosi. Di fronte alla chiesa c’è un circolo ricreativo per anziani
denominato “Elio Fabrizi” con n. 100 soci. In contrada Tesino insiste l’azienda-agriturismo “Nonno
Pio” con n. 2 addetti e n. 18 posti letto.
Sono anche presenti alberghi o punti di attrazione turistica, il maggior numero dei quali ad oltre 14 Km
ad Est, ma sulla costa adriatica, nell’abitato di Grottammare.
A circa 400 m è ubicato il campo sportivo “Elio Fabrizi” utilizzato per partite di calcio amatoriale, con
una presenza massima di 30 persone.
Insediamenti produttivi
Nell’area di interesse circostante i deposito sono censiti i seguenti insediamenti con il numero di
addetti.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
Conserviera Adriatica - Via Togliatti, 50
Tomaificio Mary srl- Via Togliatti, 44
Easy Plast srl - Via Togliatti, 38
Tomaificio Borsettificio Giada -Via Togliatti, 36/A
Leon Jeans -Via Togliatti, 36
S.I.A. srl - Via Togliatti,20
Capriotti Rimorchi srl - C.da Tesino, 165/B
Miriam Tranceria snc - C.da Tesino snc
Meccanica San Giorgio srl - C.da Tesino, 140
Officina F.lli Maroni Paolo e Angelo snc - C.da Tesino, 142
Stireria Piergallini - C.da Tesino snc
Ediltesino srl - C.da Tesino, 141/A
Capricci di Donna - Via Togliatti, 51
Officina Meccanica GSG di Virgili Giovanni & C. snc - C.da Tesino, 145
Deposito Senesi Giovanni - Via Togliatti, 148
Officine Grafiche srl - C.da Tesino, 56
Agriturismo "Nonno Pio" - C.da Tesino, 58
La Valtesino F.lli Ciotti Graziano e Roberto snc - Via Togliatti, 32
Ophy Gas snc (Deposito) _ C.da Tesino snc
Circolo Ricreativo " Elio Fabrizi"
Parrucchieria Ionni Venusia - C.da Tesino, 165/E
Falegnameria Ionni Lino - C.da Tesino, 165/E
Offidana Arredamenti - C.da Tesino, 165/E
Officine Bruni - C.da Tesino, 165/F
Tomaificio Nuova Devis di Alesi Emidio & C. snc - C.da Tesino, 165/G
Deposito Savini Nazzareno - C.da Tesino, 165/H
Confezioni Piergallini - C.da Tesino, 165/I
Stireria Piergallini Giovanni - C.da Tesino, 165/I
Savini Nazzareno - C.da Tesino, 165/M
Officina Meccanica Croci - C.da Tesino, 165/N
Chiesa S. Maria Goretti
Campo di calcio “Elio Fabrizi”
40 addetti
18 addetti
19 addetti
8 addetti
18 addetti
48 addetti
15 addetti
6 addetti
10 addetti
3 addetti
20 addetti
12 addetti
2 addetti
5 addetti
2 addetti
5 addetti
2 addetti
4 addetti
5 addetti
100 soci
1 addetto
1 addetto
4 addetti
5 addetti
49 addetti
0
15 addetti
15 addetti
4 addetti
1 addetto
100 persone
30 persone
In Appendice 6 è riportato il documento cartografico da cui si evincono i suddetti centri sensibili ed
infrastrutture critiche, completo per ciascuno di indirizzo, recapiti telefonici e telefax e recapito
telefonico di un responsabile della sicurezza o di un referente.
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1.11.3 CENSIMENTO ZONE AGRICOLE, ALLEVAMENTI, AREE E COLTURE PROTETTE
Nell’area circostante sono presenti zone agricole coltivate a vigneto, seminativo e florovivaismo, Non
sono presenti allevamenti e colture protette. A circa 1200 m insiste l’azienda avicola di TOSI
Giuseppe con n° 90.000 capi di pollame.
In Appendice 8 è riportato il documento cartografico da cui si evince il censimento in questione.
1.11.4 CENSIMENTO DELLE RISORSE IDRICHE SUPERFICIALI E PROFONDE
Le risorse idriche superficiali e profonde presenti nell’area di interesse sono:
 l’acquedotto dei Sibillini, interrato lungo il lato Nord dalla S.P. Val Tesino con una tubazione da
800 mm alla quale è allacciata la rete di distribuzione;
 alcuni pozzi privati a servizio di aziende alimentari;
 il torrente Tesino ed i suoi affluenti, il Fosso Sant’Ignazio ed il Fosso Piccolo.
In Appendice 7 è riportato il documento cartografico da cui si evince il censimento in questione.
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2 SCENARI INCIDENTALI
I dati per indicare gli eventi incidentali sono desumibili dal Rapporto di Sicurezza validato dal CTR. Gli
scenari ipotizzabili sono:
1. Scenario A : Rilascio di prodotto.
2. Scenario B : Incendio incontrollato nel Magazzino.
2.1 TIPOLOGIA DEGLI EVENTI INCIDENTALI
In caso di incidente possono essere rilasciati in ambiente:
 i prodotti finiti fitofarmaci in forma liquida, polvere o granulare, i quali possono essere infiammabili
e/o tossici, oppure inerti e/o semplicemente nocivi o irritanti (scenario A);
 in caso di incendio, sono emessi i prodotti di combustione, nel caso di coinvolgimento diretto delle
sostanze nell'incendio, oppure i prodotti di decomposizione termica, nel caso di forte
riscaldamento dei prodotti fitofarmaci e cattiva combustione (scenario B).
Nel caso dei prodotti fitofarmaci immagazzinati nel deposito essi possono dar luogo, qualora
venissero coinvolti direttamente in un incendio oppure fortemente irraggiati, ai seguenti prodotti di
combustione o decomposizione:
ORGANOFOSFORATI
Anidride solforosa
Anidride fosforica
Ossidi di azoto
Acido cianidrico
CARBAMMATI
Ossidi di azoto
Ossido di carbonio
Metilisocianato
AZOTO-ORGANICI
Ossidi di azoto
Ossidi di carbonio
ALOGENATI
Acido cloridrico
Acido fluoridrico
Ossidi di azoto
Più in dettaglio, per i prodotti etichettati Molto Tossici, Tossici e Comburenti detenuti nel magazzino, i
principali prodotti di combustione e decomposizione liberati in caso di incendio sono riportati nella
tabella seguente.
Tasso di formazione di composti tossici di combustione
per prodotti fitofarmaci in funzione della loro composizione molecolare
INQUINANTE EMESSO
CO
NOx
HCN
HCl
SO2
P2O5
HBr
TASSO DI CONVERSIONE
14 % del Carbonio presente
25 % dell’Azoto presente
3.8 % dell’Azoto presente
100 % del Cloro presente
100 % dello Zolfo presente
100 % del Fosforo presente
100% del Fosforo presente
Gli effetti dei prodotti della combustione, oltre a vapore d'acqua ed anidride carbonica, sono i
seguenti:
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







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Il biossido di carbonio (CO2) è un asfissiante e in caso di incendio di grandi proporzioni
potrebbe generare effetti di asfissia a quelle persone che possono trovarsi sotto vento o che non
possono portarsi in posizione di sicurezza.
L'acido cloridrico (HCl) gassoso è caratterizzato da un valore TLV-Ceiling pari a 2 ppm.
Concentrazioni più elevate possono causare edema polmonare e spasmo laringeo.
L'acido fluoridrico (HF) gassoso è caratterizzato da un valore TLV-TWA pari a 2 ppm ed ha
effetti irritanti e corrosivi per una concentrazione pari a 110 ppm se inalata per circa 1 minuto.
Concentrazioni più elevate oppure tempi superiori di esposizioni possono causare il decesso delle
persone colpite.
L'acido cianidrico (HCN) è caratterizzato da un valore TLV-Ceiling pari a 4,7 ppm.
Concentrazioni più elevate possono causare asfissia, cianosi, coma e morte.
L'anidride solforosa (SO2) è caratterizzata da un valore TLV-TWA pari a 2 ppm. Concentrazioni
più elevate possono causare irritazione, spasmo laringeo e asfissia.
L'anidride fosforica (P2O5) è un gas tossico ed ha effetti irritanti sulla cute, gli occhi, le prime vie
aeree, i polmoni e l'apparato digerente. Alte esposizioni possono causare vomito, coliche
addominali, diarrea.
L'ossido di azoto (NOx) è caratterizzato da un valore TLV-STEL pari a 45 ppm. Concentrazioni
più elevate possono causare irritazione, incoscienza, cianosi.
Il metilisocianato (MIC) è caratterizzato da un valore TLV-TWA pari a 0.02 ppm. È assorbito
tramite la cute. È fortemente irritante per occhi e mucose e può causare edema polmonare.
Si riportano le ipotisi e le stime sugli scenari incidentali predetti.
Scenario A : Rilascio di prodotto
Rottura contenitori per cause accidentali con conseguente rilascio di un prodotto anche Tossico o
Molto Tossico e/o Infiammabile liquido o solido, con conseguenze limitate all’area interna del
Deposito.
Per questo evento nel Rapporto di Sicurezza (Allegato 9) si stima una probabilità pari a 2
eventi anno.
Non sono quindi assolutamente possibili effetti sulla popolazione in quanto l'eventuale sversamento di
sostanze sarebbe limitato all'interno del capannone.
L’evento richiede solamente un intervento di raccolta mediante materiale assorbente e di pulizia della
pavimentazione da parte del personale che dispone di mezzi idonei e di adeguati dispositivi di
protezione (guanti, stivali e mascherina antipolvere con filtro).
Per alcuni prodotti, qualora l’incidente si verificasse all’aperto, si potrebbe avere il rilascio di odori
all’esterno, che non costituiscono comunque alcun problema per la salute.
Scenario B : Incendio incontrollato nel Magazzino
(Massimo Incidente Credibile)
Incendio incontrollato nell’area A (destinata ad infiammabili) compartimentata del Deposito,
con emissione dalle finestre laterali di fumi, contenenti prodotti di combustione e decomposizione
delle sostanze stoccate, che possono avere effetti tossici per inalazione.
Questa eventualità è dovuta alla possibilità, molto improbabile, di non funzionamento dell’impianto
automatico di rilevazione e spegnimento incendio a schiuma ad alta espansione di cui il Deposito è
dotato.
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Per questo evento nel Rapporto di Sicurezza (Allegato 9) si stima una probabilità pari a 7.77 x
10-4, corrispondente ad 1 evento ogni 1.300 anni
Qualora l'incendio non potesse essere combattuto ed estinto in breve tempo coi sistemi automatici
antincendio di cui il deposito ora è dotato, si avrebbe quindi un rilascio di un pennacchio di fumi
contenenti gas tossici, la cui forma e grandezza dipende dalle condizioni meteorologiche al momento
dell'evento (calma o turbolenza in atmosfera, velocità e direzione del vento, temperatura dell'aria) che
si innalza fino a circa 30 m di altezza dall’area del Deposito in fiamme.
Gli unici possibili danni a cui potrebbero essere esposti i soggetti presenti nelle aree circostanti il
Deposito sono conseguenti all'inalazione per una esposizione all’aperto e sotto vento, prolungata
oltre 30 minuti, di sostanze tossiche a causa dell'incendio incontrollato.
Lo scenario incidentale identificato come significativo per la possibilità di effetti rilevanti è l’Incendio
incontrollato di prodotti fitofarmaci infiammabili in un’area compartimentata di magazzino (Area A).
Lo scenario incidentale ipotizzato comporta la dispersione di fumi tossici in atmosfera. Gli effetti della
dispersione in atmosfera, facendo riferimento ad un composto tossico di riferimento (Ossido di Azoto
– NOx) che presenta le maggiori caratteristiche di pericolosità, in termini di portata ed in rapporto alla
sua tossicità, tenuto conto anche del cumulo delle portate dei principali altri prodotti tossici emessi
con la combustione dei prodotti fitofarmaci presenti in Area A sono stati analizzati con opportuni
modelli matematici per diverse condizioni meteo, al fine di determinare la massima estensione delle
aree di impatto rispetto alle soglie convenzionali di danno a cui vanno riferiti i criteri di pianificazione
delle emergenze esterne (DPCM 25/2/2005) e di verifica di compatibilità territoriale (DM 9 maggio
2001).
Si riporta nella tabella di seguito la distanza massima raggiunta da concentrazioni pericolose per lo
scenario ipotizzato di incendio incontrollato nell’area A ad altezza d’uomo (1,7 m) ed in quota.
DISTANZA MASSIMA RAGGIUNTA (m)
Condizioni
meteo
A-3
D-2
D-5
D-10
F-2
Quota di riferimento
altezza d’uomo: 1,7m
in quota
altezza d’uomo: 1,7m
in quota
altezza d’uomo: 1,7m
in quota
altezza d’uomo: 1,7m
in quota
altezza d’uomo: 1,7m
in quota
LC50
2^ Zona
[500 mg/mc]
IDLH
2^Zona
[38mg/mc]
LoC
3^ Zona
[9,5 mg/mc]
TVL-TWA
[5,6mg/mc]
non raggiunto
non raggiunto
non raggiunto
non raggiunto
non raggiunto
non raggiunto
non raggiunto
non raggiunto
non raggiunto
non raggiunto
120 m
< 100m (a+20m)
non raggiunto
< 250m (a+30m)
non raggiunto
< 150m (a+15m)
non raggiunto
< 150m (a+15m)
non raggiunto
< 600m (a+20m)
150 m
< 150m (a+20m)
non raggiunto
< 300m (a+30m)
non raggiunto
< 250m (a+15m)
non raggiunto
< 250m (a+15m)
non raggiunto
< 1000m (a+20m)
Legenda:
LC50 Limite di concentrazione per effetti letali per un'esposizione di 30 minuti.
Corrisponde alla 1^ Zona di danno per la pianificazione delle emergenze.
IDLH Limite di concentrazione immediatamente pericolosa per la salute per un'esposizione di 30
minuti.
Corrisponde alla 2^ Zona di danno per la pianificazione delle emergenze.
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LoC
Limite di attenzione per la popolazione per un’esposizione di 30’, pari al 10% del valore IDLH
come suggerito da EPA.
Corrisponde alla 3^ Zona di danno per la pianificazione delle emergenze: non è di interesse
per la verifica di compatibilità territoriale
TLV-TWA
2.2
Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
Limite per esposizioni professionali continue di 8 h al giorno per 5 giorni alla settimana
senza effetti rilevabili.
Non è di interesse per la pianificazione delle emergenze e per la verifica di
compatibilità territoriale.
DELIMITAZIONE DELLE ZONE DI DANNO ED INDIVIDUAZIONE DEGLI ELEMENTI
SENSIBILI ALL’INTERNO DI CIASCUNA ZONA
I dati sono desumibili dal R.d.S. o dalla Sezione 9 della Scheda. Gli eventi incidentali credibili hanno
effetti che possono estendersi al di fuori dei confini dello stabilimento impattando sul territorio
urbanizzato. Le zone a rischio sono:
 Prima Zona di sicuro impatto avente l'estensione di raggio 120 m con il coinvolgimento del solo
stabilimento.

Seconda Zona di danno avente l'estensione di raggio di 260 m ad un’altezza di 22 m con il
coinvolgimento di alcune case sparse sulle colline adiacenti (n. 10 abitanti).

Zona di attenzione avente l'estensione di raggio 560 m ad un’altezza di 22 m.
Valgono le stesse considerazioni del punto precedente. Per una valutazione conservativa si
considera il coinvolgimento di tutti i n. 180 abitanti che sono ubicati ad altezze inferiore.
Per ciascuno scenario incidentale individuato sono descritte in tabella seguente le frequenze di
accadimento e le distanze di danno attese, individuando gli elementi sensibili presenti all’interno
di ciascuna zona di danno.
Aree di danno
Scenario
incidentale
Frequenza di
accadimento
(occasioni/anno)
1^ Zona di sicuro
impatto – Elevata
letalità
(Zona rossa)
Elementi
(m)
sensibili
2^ Zona di danno
– Lesioni
irreversibili
(Zona arancione)
Elementi
(m)
sensibili
Nessuno
Nessuno
Scenario A :
Rilascio
accidentale di
prodotto
2 eventi/anno
Scenario B :
7.77 x 10
1 evento ogni
1.300 anni
Incendio
incontrollato nel
Magazzino
-4
Non
raggiunta
Nessuno
260 m
a quota
+16,+32
m
Nessuno
3^ Zona di
attenzione –
Lesioni reversibili
(Zona gialla)
Elementi
(m)
sensibili
Non
raggiun
-ta
560 m
a quota
+16,+32
m
abitazioni
circostanti
Tabella 2.1 - Riepilogo scenari incidentali, frequenze di accadimento, distanze di danno ed elementi sensibili
Al di fuori delle suddette aree di danno è individuata una Zona di sicurezza (Zona bianca),per la
dislocazione delle risorse umane e strumentali dei soccorritori.
In allegato A si riporta l’elaborato cartografico con le zone di danno.
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a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
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2.3 EFFETTI MASSIMI ATTESI.
Dai risultati dell’analisi delle conseguenze della dispersione dei prodotti tossici di combustione, in
caso di “Incendio incontrollato di prodotti fitofarmaci infiammabili in Area A”, assumendo come
composto tossico di riferimento l’NOx e tenendo conto del cumulo della portata degli altri composti
tossici di combustione, si desume, molto sinteticamente, che:
Ad altezza d’uomo (1,7 m):



In ogni condizione di vento non sussiste alcun rischio per la salute per le persone presenti.
Il valore di LC50 (1^ zona di danno) così come il valore IDLH (2^ zona di danno) NON sono mai
superati.
Il valore LoC (3^ zona di danno) è superato solo in condizioni meteo instabili con vento moderato
(A3), ma fino alla distanza massima di 120 m.
In quota, sui rilievi collinari vicini a Sud e Nord del Deposito:

A quote comprese fra +16 e +32 m rispetto alla quota del deposito (dove si stabilizza il baricentro
della nube), si raggiungono concentrazioni superiori all’LoC, fino a circa 560 m di distanza nella
direzione sottovento, mentre concentrazioni superiori (anche se di poco) all’IDLH arrivano fino a
circa 260 m (nelle condizionai meteo più sfavorevoli: F2).La situazione è però di interesse solo nel
caso in cui il vento soffi in direzione Sud-SudEst, perché in queste condizioni la nube può
investire le colline circostanti dove sono presenti alcune case sparse.

Si rende pertanto necessario avvisare i residenti del pericolo, raccomandando di rimanere
nelle proprie abitazioni ed avendo cura di chiudere porte e finestre, ma non sussistono
condizioni di pericolo immediato per la salute.
L’abitato di Cossignano invece non è minimamente interessato dalla diffusione dei fumi tossici in
quanto si trova su una collinetta a 200 m di altezza, ben al di sopra della quota raggiungibile dal
pennacchio della nube con concentrazioni critiche.

Danno ambientale.
Con riferimento agli scenari incidentali ipotizzati ed alle misure di prevenzione dei danni di
inquinamento ambientale adottati, anche in caso di accadimento del massimo incidente credibile, alla
luce dei criteri di cui all’Allegato I, punto 6.3.3 del DM 9 maggio 2001, si stima un Danno ambientale
LIEVE, in quanto il rilascio di prodotti tossici o di acque inquinate è contenuto all’interno del deposito
e la ricaduta di prodotti di combustione in caso di incendio non è tale di richiedere interventi di
bonifica.
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Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
3 MODELLO ORGANIZZATIVO D’INTERVENTO
3.1 GENERALITÀ
Il modello organizzativo previsto nel presente PEE è basato sulla centralità dell’azione di
coordinamento del Prefetto di Ascoli Piceno quale Autorità preposta all’attivazione ed alla gestione
dei soccorsi, e sul ruolo svolto dalle funzioni di supporto, ed, in particolare, quella del Comando
provinciale dei vigili del fuoco e del Sistema territoriale di emergenza sanitaria 118. Il Prefetto di
Ascoli Piceno attribuisce al Comandante provinciale dei Vigili del fuoco la Direzione tecnica dei
soccorsi. Il Direttore dei soccorsi sanitari viene designato dal Sistema territoriale di emergenza
sanitario 118 del Servizio Sanitario Regionale.
Tuttavia, dall’esperienza maturata a seguito degli incidenti gravi verificatisi negli stabilimenti industriali
a rischio di incidenti rilevanti, è emersa la necessità, rispetto agli schemi di organizzazione e gestione
dell’emergenza di tipo tradizionale, di addivenire ad un rapido coordinamento in campo fra gli enti e le
istituzioni preposte alla gestione dell’emergenza stessa, individuando a tal fine una nuova funzione denominata Unità di crisi locale – che avrà il compito di gestire, sin dalle prime fasi di attivazione dei
livelli di allerta 2 e 3, le operazioni di soccorso tecnico in caso di quasi incidente o d’incidente
rilevante, originatisi all’interno degli stabilimenti industriali in questione e con effetti all’esterno degli
stessi.
L’UCL è composta dai responsabili - presenti sullo scenario incidentale - dei Vigili del fuoco (che ne
assume il coordinamento), delle Forze dell’Ordine (coordinate dalla Polizia di Stato), del Comune, del
Servizio 118, dell’ ARPA Marche e del Gestore dello stabilimento Bonfigli s.r.l.
Tale necessità trova fondamento sia perché i rilasci di energia (incendi e/o esplosioni) e di sostanze
pericolose (nube e/o sostanze tossiche), a seguito degli incidenti, si manifestano rapidamente, sia
perché il Sindaco, quale autorità amministrativa oltre che di protezione civile, pur potendo assumere
la direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione e provvedere
agli interventi necessari, non ha – di fatto – a disposizione per gli eventi naturali o connessi con
l’attività dell’uomo le specifiche risorse strumentali e le qualificate risorse umane per poter gestire
tecnicamente gli scenari incidentali oggetto dei PEE [Vedasi articolo 2, lettere b) e c) ed articolo 15
della legge n. 225/1992].
Per le stesse ragioni, inoltre, la direzione tecnica dell’intervento deve essere, necessariamente,
assunta dal Comandante provinciale dei vigili del fuoco, ai sensi dell’articolo 24 della legge n.
1570/1941 e dell’articolo 12 della legge n. 469/1961.
3.2 LE FUNZIONI DI SUPPORTO
Di seguito sono riportate le funzioni minime di supporto all’AP ed i relativi compiti previsti per la
gestione delle emergenze connesse allo stabilimento in questione, fermo restando che ciò non
esclude la possibilità da parte dell'AP di individuare altri soggetti che possano essere coinvolti nelle
operazioni di soccorso. Per alcune funzioni di supporto è previsto altresì il compito di gestire
l’attuazione di specifici Piani operativi, come riportato ai punti successivi.
3.2.1 GESTORE
In caso di quasi incidente o evento incidentale, il Gestore:
 attiva il PEI;
 allerta tempestivamente il Comando provinciale dei vigili del fuoco di Ascoli Piceno, attivando i
vari livelli di allerta in funzione della gravità dell’evento, ivi compreso il segnale acustico d’allarme;
 informa il Prefetto di Ascoli Piceno, il Sindaco di Offida, il Presidente della Giunta Regionale e il
Presidente dell’Amministrazione Provinciale del verificarsi dell’incidente rilevante, ai sensi dell’art.
24, comma 1 del D. Lgs. 334/1999;
 segue costantemente l'evoluzione dell'evento incidentale, aggiorna le informazioni comunicando
direttamente con il Prefetto di Ascoli Piceno e resta a disposizione del responsabile del Comando
provinciale dei vigili del fuoco di Ascoli Piceno intervenuto sul posto;
 Attiva, al termine dell’emergenza, il segnale acustico di cessato allarme.
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3.2.2 PREFETTO DI ASCOLI PICENO (AP)
In caso di evento incidentale, il Prefetto di Ascoli Piceno, in qualità di Autorità Preposta (AP):
 attiva il PEE e ne coordina l’attuazione in relazione ai diversi livelli di allerta;
 ai sensi dell’art. 24, comma 2 del d.lgs. n. 334/1999 dà comunicazione all’esterno per il tramite del
Dirigente dell’Area V della Prefettura;
 da disposizione di attivare la propria Sala Operativa o chiede l’attivazione della Sala Operativa
Integrata (SOI) e presiede il Centro di coordinamento dei soccorsi (CCS) ed istituisce in loco,
qualora ritenuto opportuno, il Centro operativo Intercomunale (COI), secondo il d.P.C.M. del
3.12.2008;
 valuta e decide con il Sindaco, sentito il Direttore tecnico dei soccorsi ed il Direttore dei soccorsi
sanitari, le misure di protezione da far adottare alla popolazione in base ai dati tecnico-scientifici
forniti dagli organi competenti o dalle funzioni di supporto;
 dispone che gli organi preposti effettuino la perimetrazione delle aree che hanno subito l'impatto
dell'evento incidentale;
 valuta la necessità di adottare provvedimenti straordinari in materia di viabilità e trasporti;
 sentiti il Sindaco interessato e gli organi competenti, fa diramare i comunicati stampa/radio,
gestendo la comunicazione con i mass media in emergenza con il proprio Addetto stampa;
 valuta costantemente con il Sindaco, sentiti gli organi competenti, l'opportunità di revocare lo stato
di emergenza esterna e dichiara il cessato allarme;
 richiede che siano avviati i provvedimenti di ripristino e disinquinamento dell'ambiente.
3.2.3 DIRIGENTE DELLA AREA V – PROTEZIONE CIVILE DELLA PREFETTURA UTG
In caso di evento incidentale, dopo aver ricevuto la segnalazione:
 Informa immediatamente il Prefetto;
 ai sensi dell’art. 24, comma 2 del d.lgs. n. 334/1999 dà comunicazione all’esterno al Ministero
Interno, al Ministero dell’Ambiente, ai Prefetti delle Province limitrofe, al Dipartimento della
Protezione Civile, alla Regione Marche-Dipartimento Politiche Integrate di Sicurezza e per la
Protezione Civile (SOUP), al Sindaco o delegato di Offida nonché i Sindaci dei Comuni
limitrofi, al Presidente Provincia o suo delegato, al Questore, al Comandante Provinciale Vigili
del Fuoco, al Direttore Generale ASL o delegato, al Responsabile ARPAM o delegato, al
Comandante Provinciale Carabinieri, al Comandante Provinciale Guardia di Finanza, al
Comandante Provinciale Corpo Forestale dello Stato, al Comandante Polizia Stradale, al
Funzionario A.N.A.S. spa, al Responsabile dello stabilimento;
 coordina le attività nella Sala Operativa;
 acquisisce dal Gestore e da altri soggetti ogni utile informazione in merito all'evento in corso;
 acquisisce i dati concernenti le condizioni meteo locali avvalendosi delle stazioni meteo
presenti sul territorio, dei centri regionali funzionali, laddove operativi, e del Dipartimento della
Protezione Civile;
 assicura l'attivazione dei sistemi di allarme per le comunicazioni alla popolazione e ai
soccorritori;
 accerta che gli organi preposti effettuino la perimetrazione delle aree che hanno subito
l'impatto dell'evento incidentale;
 predispone i provvedimenti straordinari in materia di viabilità e trasporti decisi dal Prefetto;
 accerta che siano state realizzate le misure di protezione collettiva decise dal Prefetto;
 fornisce le notizie all’Addetto stampa della Prefettura per le informazioni di competenza di
quest’ultimo
3.2.4 SALA OPERATIVA PER LA GESTIONE DELL’EMERGENZA (SOE)
Svolge la funzione di Sala operativa per la gestione dell’emergenza, ovvero funzionante in modo
permanente, la Sala operativa della sede Centrale del Comando provinciale dei vigili del fuoco di
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Ascoli Piceno, fino a quando l’emergenza non comporterà, come precedentemente detto, l’attivazione
da parte dell’AP del PEE e, quindi, il conseguente trasferimento della funzione in questione presso la
Sala operativa della Prefettura di Ascoli Piceno o presso la Sala Operativa Integrata (SOI).
3.2.5 COMANDO PROVINCIALE DEI VIGILI DEL FUOCO DI ASCOLI PICENO
In caso di evento incidentale, i Vigili del Fuoco:
 ricevono dal Gestore l'informazione sul preallertamento e la richiesta di allertamento, secondo
quanto previsto nel PEI;
 qualora l'incidente abbia rilevanza esterna, avvisano l’AP per l'attivazione del PEE;
 informano la SOUP;
 assumono, su attribuzione dell’AP, la funzione di Direttore tecnico dei soccorsi, cui dovranno
rapportarsi tutte le altre successive funzioni;
 svolgono le operazioni di soccorso tecnico, finalizzate al salvataggio delle persone ed alla
risoluzione tecnica dell’emergenza avvalendosi del supporto del Gestore e delle altre funzioni,
mettendo in atto il Piano operativo per il soccorso tecnico e raccordandosi con l'AP secondo
quanto previsto dal presente PEE;
 tengono costantemente informato l’AP sull’azione di soccorso in atto e sulle misure necessarie
per tutelare la salute pubblica, valutando l’opportunità di una tempestiva evacuazione della
popolazione eventualmente minacciata oppure la possibilità di adottare altre misure suggerite
dalle circostanze da prevedere nelle Pianificazioni operative di settore;
 individuano le Zone di danno e la Zona di sicurezza per consentire la relativa perimetrazione, al
fine di far impedire l’accesso al personale non autorizzato e/o non adeguatamente protetto da
parte delle Forze di polizia.
3.2.6 SINDACO DI OFFIDA
In caso di evento incidentale, il Sindaco di Offida:
 attiva le strutture comunali operative di protezione civile (Polizia Municipale, Ufficio Tecnico,
Volontariato, ecc.) secondo quanto previsto dal presente PEE;
 informa la popolazione sull'evento incidentale e comunica le misure di protezione da far adottare
per ridurre le conseguenze;
 attua le azioni, per quanto di competenza, previste dal Piano operativo per la viabilità e dal Piano
operativo per l’evacuazione assistita;
 dispone l'utilizzo delle aree di ricovero per la popolazione eventualmente evacuata,
preventivamente individuate;
 adotta ordinanze contingibili ed urgenti per la tutela dell’incolumità pubblica;
 segue l'evoluzione della situazione e informa la popolazione della revoca dello stato di emergenza
esterna e del cessato allarme disposto dal Prefetto;
 in caso di cessata emergenza esterna, si adopera per il ripristino delle condizioni di normalità e in
particolare per l'ordinato rientro della popolazione presso le abitazioni.
3.2.7 POLIZIA MUNICIPALE DI OFFIDA
In caso di evento incidentale, la Polizia Municipale di Offida:
predispone e presidia i cancelli di ingresso nel proprio territorio di competenza alla Zona gialla;
 coadiuva la Polizia stradale nel controllo dei blocchi stradali;
 presidia i percorsi alternativi individuati nello specifico Piano operativo per la viabilità, garantendo
un regolare flusso dei mezzi di soccorso.
Il personale della Polizia Municipale può operare, su specifica disposizione dei Vigili del Fuoco in
funzioni delle condizioni di sicurezza accertate, solo nella III Zona di danno (Zona gialla) e qualora
adeguatamente formato e dotato di DPI; in caso contrario opererà solo nella Zona sicurezza (Zona
bianca).
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3.2.8 QUESTURA DI ASCOLI PICENO
La Questura di Ascoli Piceno coordina gli interventi di tutte le altre Forze dell’Ordine (Carabinieri,
Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato), della Polizia Municipale e, qualora previste dal PEE
ed attivate dall’AP, delle Forze Armate.
In caso di evento incidentale, la Questura:
 svolge compiti operativi connessi alla gestione e controllo dei flussi nelle aree interessate
dall'emergenza, anche ai fini del mantenimento dell'ordine e della sicurezza pubblica;
 predispone e presidia i cancelli, gli sbarramenti e le eventuali perimetrazioni alla Zona gialla,
avvalendosi a tal fine delle altre Forze dell’Ordine, della Polizia Municipale e, qualora previste dal
PEE ed attivate dall’AP, delle Forze Armate;
 fa predisporre e presidiare, avvalendosi della Polizia Stradale, i percorsi stradali alternativi previsti
nello specifico Piano operativo di viabilità, per garantire il flusso dei mezzi di soccorso e
l’eventuale evacuazione;
 coordina e vigila sulle eventuali operazioni di evacuazione affinché le stesse avvengano in modo
corretto ed ordinato, secondo quanto previsto nello specifico Piano operativo di evacuazione
assistita.
Il personale delle FF.OO. può operare, su specifica disposizione dei Vigili del Fuoco in funzioni delle
condizioni di sicurezza accertate, solo nella III Zona di danno (Zona gialla) e qualora adeguatamente
formato e dotato di DPI; in caso contrario opererà solo nella Zona sicurezza (Zona bianca).
3.2.9 AREA VASTA N.5 DI ASCOLI PICENO E SAN BENEDETTO DEL TRONTO
In caso di evento incidentale, l’Area Vasta n. 5:
 invia il personale tecnico che si raccorda con l'AP, secondo quanto previsto dal PEE per una
valutazione della situazione;
 informa, sentito il Direttore dei soccorsi sanitari, le unità ospedaliere locali e quelle delle zone
limitrofe sugli aspetti sanitari connessi all'evento incidentale in atto, secondo quanto previsto nel
Piano operativo dei soccorsi sanitari per la parte di propria competenza;
 provvede, di concerto con l'ARPA Marche, ad effettuare analisi, rilievi e misurazioni finalizzate
all'identificazione delle sostanze coinvolte ed alla quantificazione del rischio sulle matrici
ambientali (aria, acqua, suolo), secondo quanto previsto nel Piano operativo di sicurezza
ambientale per la parte di propria competenza;
 fornisce all’AP, sentite le altre autorità sanitarie, i dati relativi all'entità e l'estensione del rischio per
la salute pubblica e l’ambiente.
Il personale dell’Area Vasta n.5 può operare, su specifica disposizione dei Vigili del Fuoco in funzioni
delle condizioni di sicurezza accertate, solo nella III Zona di danno (Zona gialla) e qualora
adeguatamente formato e dotato di DPI; in caso contrario opererà solo nella Zona sicurezza (Zona
bianca).
3.2.10 SISTEMA TERRITORIALE DI EMERGENZA SANITARIA 118
Preliminarmente, il 118 acquisisce le informazioni necessarie per individuare farmaci, antidoti e
attrezzature per contrastare gli effetti sanitari degli eventi incidentali individuati nel presente PEE.
In caso di evento incidentale, il Servizio 118:
- informa la SOUP;
 invia il personale sanitario che si raccorda con l'AP secondo quanto previsto dal PEE per
effettuare il soccorso sanitario urgente;
 assume la direzione dei soccorsi sanitari, cui dovranno rapportarsi l’Area Vasta n. 5 e la CRI;
 gestisce l’attuazione dello specifico Piano operativo per il soccorso sanitario per la parte di propria
competenza;
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
interviene nelle Zone di danno per soccorrere le vittime, previa specifica autorizzazione dei Vigili
del Fuoco e qualora dotati di adeguati DPI;
 assicura in caso di evacuazione il trasporto dei disabili, nonché il ricovero di eventuali feriti.
Il personale del Servizio 118 può operare, su specifica disposizione dei Vigili del Fuoco in funzioni
delle condizioni di sicurezza accertate, solo nella III Zona di danno (Zona gialla) e qualora
adeguatamente formato e dotato di DPI; in caso contrario opererà solo nella Zona sicurezza (Zona
bianca).
3.2.11 CROCE ROSSA ITALIANA DI ASCOLI PICENO (CRI)
In caso di evento incidentale, la CRI:
 invia il proprio personale volontario che dipenderà funzionalmente dal responsabile del Servizio
118, secondo quanto previsto dal Piano operativo per il soccorso sanitario;
 assicura in caso di evacuazione il trasporto dei disabili, nonché il ricovero di eventuali feriti.
Il personale della CRI può operare solo nella Zona di sicurezza (Zona bianca).
3.2.12 AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE (ARPA MARCHE)
In caso di evento incidentale, l’ARPA Marche anche con i propri Dipartimenti provinciali:
 fornisce supporto tecnico, nella fase di emergenza, sulla base della conoscenza dei rischi
associati agli stabilimenti, derivante dalle attività di analisi dei rapporti di sicurezza e
dall'effettuazione dei controlli;
 effettua, di concerto con l’ASUR Z.T. N. 13, ogni accertamento ritenuto necessario sullo stato
dell'ambiente nella zona interessata dall'evento, nonché analisi chimiche e/o fisiche per valutare
l'evoluzione della situazione di emergenza nelle zone più critiche, per la parte di propria
competenza;
 fornisce e acquisisce tutte le informazioni sulle sostanze coinvolte;
 trasmette direttamente all'AP le risultanze delle analisi e delle rilevazioni richieste;
 fornisce supporto circa le azioni da intraprendere a tutela della popolazione e dei luoghi dove si è
verificato l'evento;
 coordina, con il supporto dell’ASUR Z.T. N. 13, le attività di bonifica del territorio al cessato
allarme, secondo quanto previsto dal Piano operativo di sicurezza ambientale per la parte di
propria competenza.
Il personale dell’ARPA Marche può operare, su specifica disposizione dei Vigili del Fuoco in funzioni
delle condizioni di sicurezza accertate, solo nella III Zona di danno (Zona gialla) e qualora
adeguatamente formato e dotato di DPI; in caso contrario opererà solo nella Zona sicurezza (Zona
bianca).
3.2.13 REGIONE MARCHE - DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE INTEGRATE DI SICUREZZA E
PER LA PROTEZIONE CIVILE.
Ricevuta la segnalazione, la SOUP attua la propria procedura interna, informa il Presidente della
Giunta Regionale, gli assessori alla protezione civile, alla sanità e all'ambiente ed i competenti
dirigenti.
Invia sul luogo il proprio personale, che si pone funzionalmente a disposizione del Prefetto, per la
valutazione e l'attuazione delle eventuali misure a tutela della popolazione interessata, per la
prosecuzione della erogazione dei servizi pubblici essenziali e per la salvaguardia dei beni e delle
infrastrutture.
Convoca il GORES o alcuni dei componenti direttamente interessati dalla tipologia di ’evento, per le
necessarie valutazioni in campo tossicologico e/o di ricaduta in termini di sanità pubblica e per
l’eventuale attivazione dei PEIMAF e/o delle farmacie che hanno in dotazione la scorta regionale di
antidoti.
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Comune di Offida.
Mantiene attivo ed operativo il centro funzionale per la meteorologia per assicurare la disponibilità di
tutte le informazioni di carattere meteoclimatico utili per la gestione dell'emergenza.
Assicura la messa a disposizione di materiali assistenziali e di pronto intervento eventualmente
necessari.
Pone a disposizione il volontariato di protezione civile secondo le unità e le specializzazioni richieste
dal responsabile delle operazioni di soccorso, dal sindaco o dal prefetto.
Mantiene contatti con la Sala Operativa del Dipartimento della Protezione Civile.
Invia un proprio rappresentante al CCS o al COI o al COC, se esplicitamente convocati.
3.2.14 PROVINCIA DI ASCOLI PICENO
La Provincia di Ascoli Piceno assicura il supporto tecnico-scientifico alla stesura, revisione ed
aggiornamento del presente PEE, mentre in caso di emergenza assicura la pronta disponibilità della
Sala Operativa Integrata (S.O.I.) nonché il supporto tecnico per le operazioni di messa in sicurezza
dell’area interessata dall’emergenza stessa per il rischio ambientale.
3.2.15 ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE
Le Organizzazioni di volontariato di Protezione civile, qualora necessario, possono essere attivate,
per il tramite della SOUP, che richiederà le unità e le specializzazioni necessarie e richieste
dall’evento in corso.
Questo permetterà di garantire eventuale benefici di legge previsti ai sensi del D.P.R. 194/01,
nonché la necessaria copertura assicurativa a carico della Regione Marche.
Sarà cura della S.O.UP. individuare, allertare e attivare le organizzazioni di volontariato per
l’intervento richiesto, avendo cura di comunicarlo alla Prefettura o al funzionario dei VVF (DTS) che
coordina l’intervento.
Relativamente all’impiego dei volontari si ravvisa la necessità che venga attestata la presenza dei
volontari intervenuti da parte del funzionario dei VVF che coordina le operazioni o di rappresentanti
di altri enti istituzionali presenti sul posto, anche su modulo presentato dai volontari stessi, al fine di
ottimizzare l’impiego del volontariato in emergenza.
A tal proposito il funzionario reperibile del Dipartimento per le politiche integrate di sicurezza e per la
protezione civile, allertato dalla S.O.U.P. valuterà, in funzione dello scenario, se inviare o meno un
proprio rappresentante presso il luogo di intervento, per garantire il coordinamento del volontariato.
Ciò premesso, le organizzazioni di volontariato possono essere utilizzate, per quanto previsto dal
presente PEE, solo nella Zona sicurezza (Zona bianca), fermo restando che il relativo personale
dovrà essere adeguatamente formato e dotato di DPI.
Pertanto, in caso di evento incidentale, le Organizzazioni di volontariato possono:
 supportare le FF.OO. per il controllo del traffico all’esterno delle Zone di danno, secondo quanto
previsto dal Piano operativo per la viabilità;
 assistere la popolazione in caso di evacuazione o di momentaneo allontanamento dalle proprie
abitazioni verso i centri di raccolta, secondo quanto previsto dal Piano operativo per l’evacuazione
assistita.
3.2.16 UNITÀ DI CRISI LOCALE (UCL)
UCL ha il compito di gestire in campo le operazioni di soccorso tecnico in caso quasi incidente o di
incidenti verificatisi all’interno degli stabilimenti industriali a rischio di incidente rilevante, ovvero al
verificarsi dei livelli di allerta 2 e 3.
Nella seguente figura è riportato l’organigramma funzionale dell’UCL.
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Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
UNITÀ DI CRISI LOCALE
ASSETTO OPERATIVO DI INTERVENTO PER IL LIVELLO DI ALLERTA 2 ED IL
LIVELLO DI ALLERTA 3 (FASE INIZIALE)
FUNZIONARIO TECNICO VVF
DI GUARDIA O REPERIBILE
(COORDINATORE)
PORTAVOCE
VIGILI DEL FUOCO
VIGILI DEL FUOCO
POLIZIA DI STATO
(COORD. FF.OO.)
118
COMUNE
GESTORE
ARPAM
POLIZIA
CARABINIERI
GUARDIA DI FINANZA
POLIZIA MUNICIPALE
ALTRE FF.OO.
Figura III-1 – Organigramma UCL
L’UCL sarà integrato con un funzionario della Protezione Civile della Regione Marche se dovesse
risultare necessario l’impiego di volontari nonché di mezzi e materiali forniti dalla Regione Marche.
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Comune di Offida.
3.2.17 ORGANIGRAMMA DEL MODELLO ORGANIZZATIVO D’INTERVENTO
Nella seguente figura è riportato l’organigramma funzionale del modello organizzativo d’intervento.
MODELLO ORGANIZZATIVO DI INTERVENTO
(ASSETTO OPERATIVO DI INTERVENTO PER IL LIVELLO DI ALLERTA 3)
PREFETTO DI ASCOLI PICENO
(AUTORITÀ PREPOSTA)
DIRIGENTE AREA V
FUNZIONARIO PREFETTURA
DELLA PROTEZIONE CIVILE
ADDETTO STAMPA
FUNZIONARIO PREFETTURA
CENTRO COORDINAMENTO SOCCORSI
(CCS)
DIRETTORE TECNICO DEI SOCCORSI
DIRETTORE DEI SOCCORSI SANITARI
(COMANDANTE PROV.LE VVF - ASCOLI PICENO)
(RESPONSABILE 118)
UCL
CENTRO OPERATIVO
(COC e/o COI)
RISORSE IN CAMPO (UMANE E STRUMENTALI)
DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO
VVF-118-FORZE DELL’ORDINE-COMUNE- ARPAM-AREA VASTA,
PROTEZIONE CIVILE DELLA REGIONE MARCHE
Figura III-2 – Organigramma modello organizzativo d’intervento
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Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
3.3 MODALITÀ OPERATIVE IN CASO DI INCIDENTE
3.3.1 GENERALITÀ
E’ fondamentale che, in caso di situazione di pericolo o di incidente, il Gestore (o chiunque ne venga
a conoscenza) comunichi la notizia con urgenza e direttamente ai Vigili del Fuoco, i quali
provvederanno ad informare tempestivamente, nell’ordine, il Prefetto, il Sindaco di Offida, il Sistema
territoriale di emergenza sanitaria 118, la Questura di Ascoli Piceno, l’Area Vasta n.5 e l’ARPA
Marche nonché la S.O.U.P. della Regione Marche.
In relazione alla gravità dell’incidente, il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno
(o chi ne fa le veci) deciderà se attivare o meno l’UCL.
A tal fine è importante che siano comunicate ai Vigili del Fuoco tutte le informazioni possibili,
necessarie a stabilire la gravità dell’evento.
Nel caso in cui l’incidente sia classificato rilevante, il Prefetto l’AP dichiara lo stato di allarme ed attiva
il PEE e, da subito, il Piano operativo per la viabilità con il conseguente insediamento del CCS nella
Sala Operativa della Prefettura o nella Sala Operativa Integrata (S.O.I.) nonché del COC o COI a
livello locale.
L’allertamento della popolazione deve avvenire in modo tempestivo ed efficace, mediante l’attuazione
del relativo Piano operativo per la comunicazione in emergenza.
Nel contempo i Vigili del Fuoco gestiranno i soccorsi, secondo quanto previsto nel Piano operativo
per il soccorso tecnico, mentre il Sistema territoriale di emergenza sanitaria 118 gestirà, di concerto
con l’Area Vasta n.5, i soccorsi sanitari secondo quanto previsto nel Piano operativo per il soccorso
sanitario per trasportare le vittime nei Centri medici avanzati e/o negli ospedali. Il Prefetto valuta e
decide con il Sindaco le misure di protezione da far adottare alla popolazione in base ai dati tecnicoscientifici forniti dagli organi competenti o dalle funzioni di supporto.
Nel caso di rilascio di sostanze tossiche, il Prefetto valuterà di concerto con il Sindaco - sentito il
Direttore tecnico dei soccorsi, il Direttore dei soccorsi sanitari, l’Area Vasta n. 5 e l’ARPA Marche l’opportunità di diramare l’ordine di rifugio al chiuso in locali poco elevati alla popolazione, che
provvederà a sigillare le finestre con nastro adesivo e a spegnere gli impianti di climatizzazione.
Le disposizioni di carattere generale da attuarsi in questo caso sono:
 blocco del traffico stradale;
 dispiego di posti di blocco per garantire l’accesso ai soli mezzi di soccorso;
 eventuale blocco dell’erogazione dell’energia elettrica;
 evacuazione dell’area a rischio.
La Questura e la Polizia Municipale avranno il compito di diramare l’ordine di evacuazione, secondo
quanto previsto nel Piano operativo per la comunicazione in emergenza.
Inoltre, la Questura gestirà l’attuazione dei Piani operativi per la viabilità e per l’evacuazione assistita,
con gli altri enti ed istituzione previste in base al piano allegato ed all’evento atteso. Vengono attivati i
cancelli nelle seguenti zone e segnalati percorsi alternativi per il transito dei soccorsi e/o per
l'evacuazione.
CANCELLI:
1. nel Comune di Offida, la Provinciale 118 dei Molini, all’altezza dell’intersezione stradale con la
S.P.1-del Rosso Piceno Superiore;
2. nel Comune di Offida, la Strada dei Molini, che serve la Zona Industriale Tesino (stabilimenti
Polpuva/Melania), all’altezza dell’intersezione con la S.P.43, sarà interdetta al traffico dei veicoli
diretti verso est (direzione stabilimento Bonfigli);
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Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
3. nel Comune di Offida, la S.P. 92 Valtesino, all’altezza dell’intersezione con la S.P.43, in località
Ponte Tesino – nei pressi del distributore carburanti IP, sarà interdetta al transito dei veicoli diretti
verso est (direzione mare);
4. nel Comune di Cossignano, la S.P.232, all’altezza dell’intersezione con la S.P.23, sarà interdetta
al traffico diretto verso sud (direzione S.Maria Goretti);
5. nel Comune di Offida, la S.P.92 Valtesino, all’altezza dell’intersezione con la Strada per Trivio di
Ripatransone/Contrada Montebove ovest, sarà interdetta al traffico veicolare diretto verso ovest
(direzione monti);
6. nel Comune di Ripatransone, la S.P.92 Valtesino, all’altezza dell’intersezione stradale con la
S.P.32, sarà interdetta al transito dei veicoli commerciali con peso complessivo superiore a 3,5 t;
7. nel Comune di Ripatransone, località San Savino, la Strada dei Molini, all’altezza dell’intersezione
che la stessa costituisce con la S.P.32, sarà interdetta al transito dei veicoli diretti verso lo
stabilimento della ditta Bonfigli S.r.l.
VIABILITÀ alternativa per il deflusso e l'accesso dei soccorsi:
nel Comune di Offida, le due rotatorie che “delimitano” il ponte sul Fiume Tesino, poste alle
intersezioni costituite dalla S.P.118 con la Strada dei Molini e la S.P.118 con la S.P.92, saranno
presidiate dal personale della Polizia Stradale di Ascoli Piceno (già munita di equipaggiamento idoneo
di protezione) che provvederà all’informazione della cittadinanza ed a regolamentare il traffico
veicolare in uscita dallo stabilimento ed in entrata allo stesso.
Durante l’emergenza e fino al cessato allarme, la Questura garantirà, inoltre, con le FF.OO. disponibili
l’ordine e la sicurezza pubblica. Durante l’emergenza e nella fase post-emergenza, l’Area Vasta n. 5 e
l’ARPA Marche gestiranno l’attuazione del Piano operativo per la sicurezza ambientale.
Non appena la situazione viene posta sotto controllo, il Prefetto -sentito il Direttore tecnico dei
soccorsi, il Direttore dei soccorsi sanitari, il Questore, il Sindaco, i responsabili dell’Area Vasta n.5 e
dell’ARPA Marche- dichiara lo stato di cessato allarme. Il cessato allarme non significa il totale ritorno
alla normalità, ma solo la fine del rischio specifico connesso all’incidente rilevante accaduto.
A partire da questo momento iniziano le azioni finalizzate al ritorno alla normalità (ovvero la situazione
antecedente all’incidente), ripristinando, gradualmente ed in funzione dei danni accertati, l’energia
elettrica, la distribuzione di gas, l’acqua potabile, la viabilità principale e secondaria e consentendo
alla popolazione, qualora evacuata, di fare rientro alle proprie abitazioni.
3.3.2 SEGNALAZIONE DI INCIDENTE, ATTIVAZIONE DEI LIVELLI DI ALLERTA, DEL PEE E
DEGLI ASSETTI OPERATIVI D’INTERVENTO
Al verificarsi di un evento incidentale all’interno dello stabilimento in questione, il Gestore attiva il
proprio PEI e, contestualmente, effettua le comunicazioni previste e coerenti con la gravità
dell’evento, secondo quanto riportato nello schema logico della seguente figura.
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Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
Evento
incidentale
Incidente
rilevante?
NO
O
Potenzialmente
avvertibile dalla
popolazione
Gestione ordinaria
dell’incidente da parte
del gestore e con
l’eventuale intervento
dei Vigili del Fuoco
NO
SI
(LIVELLO DI ALLERTA 0)
SENZA EVOLUZIONE
CON EVOLUZIONE
SI
LIVELLO ALLERTA 1
LIVELLO ALLERTA 2
Comunicazione Mod. LIV-1
Comunicazione Mod. LIV-2
NO
LIVELLO ALLERTA 3
Comunicazione Mod. LIV-3
(Comunicazione ridondante)
Conferma
Rilevante?
VIGILI DEL FUOCO
SI
-PREFETTO
-Dirigente area V
Prefettura
ATTIVAZIONE PEE
Figura III-3 – Schema logico segnalazione di incidente da parte del gestore
Nel suddetto schema logico sono previsti 4 (quattro) livelli di allerta, che di seguito si definiscono in
ordine crescente di gravità, specificando per ognuno le relative modalità di comunicazione da parte
del Gestore ed i corrispondenti assetti operativi d’intervento dei soccorritori:

Livello di allerta 0, rappresenta il livello di allerta corrispondente ad un incidentale che non è
classificato dal Gestore, per il suo livello di gravità, come incidente rilevante e senza prevedibili
evoluzioni peggiorative all’interno e/o all’esterno dello stabilimento, ivi compreso l’impatto visivo
e/o di rumore avvertibile dalla popolazione.
L’assetto operativo d’intervento per questo livello di allerta è quello ordinario di stabilimento con
l’eventuale intervento dei Vigili del Fuoco;
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


Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
Livello di allerta 1 (Livello di attenzione), rappresenta il livello di allerta che si raggiunge
quando l'evento incidentale - pur non essendo classificabile dal Gestore, per il suo livello di
gravità, come incidente rilevante e senza prevedibili evoluzioni peggiorative all’interno e/o
all’esterno dello stabilimento – può o potrebbe comportare un impatto visivo e/o di rumore
avvertibile dalla popolazione.
In tal caso il Gestore invierà agli organi competenti la comunicazione di cui al Modello PEE-1
(Allegato B), mentre l’assetto operativo d’intervento per questo livello di allerta è quello ordinario
di stabilimento con l’eventuale intervento dei Vigili del Fuoco;
Livello di allerta 2 (livello di preallarme), rappresenta il livello di allerta che si raggiunge quando
l'evento incidentale, in prima analisi, non viene classificato dal Gestore come incidente rilevante,
fermo restando il fatto che comunque la sua evoluzione potrebbe potenzialmente aggravarsi con
effetti verso l'ambiente esterno allo stabilimento.
In tal caso il Gestore invierà agli organi competenti la comunicazione di cui al Modello PEE-2
(Allegato C), mentre l’assetto operativo d’intervento per questo livello di allerta, oltre a prevedere
l’attivazione del PEI, prevedrà l’attivazione dei Vigili del Fuoco ovvero dell’UCL.
Livello di allerta 3 (livello allarme – emergenza esterna allo stabilimento), rappresenta il più
alto livello di allerta raggiunto quando l'evento incidentale, già dalle sue prime fasi evolutive, è
classificato dal Gestore come incidente rilevante.
In tal caso il Gestore invierà agli organi competenti la comunicazione di cui al Modello PEE-3
(Allegato D), mentre l’AP attiverà il presente PEE.
L’assetto operativo d’intervento per questo livello di allerta è quello che prevede nella prima fase
dell’emergenza l’attivazione dell’UCL, per poi passare all’attivazione della Sala operativa presso
la Prefettura di Ascoli Piceno o presso la Sala Operativa Integrata, alla costituzione del CCS e
del (COC o COI) ovvero alla piena attuazione del presente PEE.
3.4 PIANO OPERATIVO PER IL SOCCORSO TECNICO
E’ elaborato dai Vigili del Fuoco, sentiti il Gestore e le altre funzioni tecniche di supporto previste dal
presente PEE .
Prevede l’individuazione delle Zone di danno e della Zona di sicurezza (Zona bianca), le modalità
operative per il salvataggio delle persone colpite dall’evento incidentale e la messa in sicurezza degli
impianti.
Il Piano in questione è riportato nell’Allegato E, unitamente alla relativa documentazione tecnica e
cartografica.
3.5 PIANO OPERATIVO PER IL SOCCORSO SANITARIO
Un incidente all’interno della BONFIGLI srl di Offida (AP) potrebbe costituire un’emergenza di
rilevante impatto per le strutture sanitarie dell’Area Vasta n.5.
Il presente protocollo, stante la sproporzione tra risorse immediatamente disponibili ed esigenze
assistenziali in un tale evento, costituisce un modello di intervento che ha l’obiettivo di sfruttare al
massimo le risorse esistenti.
Questo modello deve essere costantemente efficace per tutte le ore ed i giorni dell’anno per ottenere
un trattamento iniziale adeguato ed una cura qualificata di un elevato numero di feriti.
I parametri di base considerati, in accordo con le linee guida emanate dal Dipartimento della
Protezione Civile in caso di catastrofi sociali (giugno 1997), sono costituiti da:
1. Numero delle persone coinvolte: il numero massimo di presenze nell’impianto considerato,
secondo quanto dichiarato dall’ente, è di massimo n.5 unità operative su (13 totali).
2. Gli spazi su cui si sviluppa l’impianto sono pari a circa mq. 6.300 (2.460 coperti).
3. L’attività nell’impianto: dalle h 08.30 del lunedì alle h 18.30 del sabato.
4. Raggio di danno: m 560
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Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
Nello scenario in oggetto l’analisi dei fattori di rischio evidenzia come patologie predominanti:
 il politrauma
 l’ustione
 il rilascio sostanze tossiche
 stress psicologico
La letteratura specifica, in relazione al numero di pazienti coinvolti in caso di emergenza sanitaria,
prevede le seguenti categorie di eventi:
< 25
persone coinvolte
(Maxiemergenza)
25 - 99
persone coinvolte
(Disastro di lieve entità)
100 - 999
persone coinvolte
(Disastro di media entità)
> 999
persone coinvolte
(Disastro di grave entità).
Un incidente alla BONFIGLI srl., sulla base degli scenari proposti, prevede la predisposizione di piani
per le prime tre evenienze (Maxiemergenza, Disastro di lieve entità, Disastro di media entità).
La catena del soccorso presuppone la attivazione di procedure specifiche:








La ricezione della chiamata
La attivazione dei soccorsi
La ricognizione circostanziata e valutazione dell’entità
L’individuazione, il recupero e la evacuazione delle vittime al posto di Triage
Il Triage primario
Trattamenti sanitari avanzati
Gestione delle vittime al PMA/ n. vittime
Evacuazione verso gli ospedali di riferimento
Sulla base di quanto sovraesposto si riporta il Piano in questione nell’Allegato F.
3.6 PIANO OPERATIVO PER LA COMUNICAZIONE IN EMERGENZA
Prevede:
 l’individuazione delle reti televisive e radiofoniche locali per la diramazione, dopo aver sentito il
Sindaco e gli organi competenti, dei messaggi per l’attuazione delle misure preventive e di
protezione da parte della popolazione durante e dopo l’emergenza (diramazione a cura
dell’Addetto stampa della Prefettura);
 sentiti il Sindaco interessato e gli organi competenti l’informazione alla popolazione durante
l’emergenza delle norme di comportamento da seguire, mediante i messaggi diramati da parte
dell’Addetto stampa della Prefettura tramite i mass media e/o con i sistemi di allarme acustico e di
comunicazione presenti nelle Zone di danno;
 la pianificazione degli interventi per la realizzazione di sistemi fissi di allarme acustico e di
comunicazione di messaggi alla popolazione.
Il Piano in questione è riportato nell’ Allegato G.
3.7 PIANO OPERATIVO PER LA VIABILITÀ
Il piano, elaborato di concerto con i rappresentanti degli enti preposti (Questura, Polizia Stradale e
Polizia Municipale Locale), consente l’isolamento delle zone a rischio o già interessate dagli effetti
dell’evento incidentale. A tal fine sono stati individuati:
 i punti nodali in cui deviare o impedire il traffico, attraverso l’utilizzo di posti di blocco o cancelli, al
fine di interdire l’afflusso di traffico nelle zone a rischio e agevolare la tempestività degli interventi,
anche in relazione all’evoluzione dell’evento;
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Piano di emergenza esterna (P.E.E.) per lo stabilimento industriale
a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.


i percorsi alternativi per la confluenza sul posto dei mezzi di soccorso;
i percorsi preferenziali attraverso i quali far defluire la popolazione eventualmente evacuata (vie di
fuga).
Il Piano è riportato nell’Allegato H, unitamente alla relativa documentazione cartografica.
3.8 PIANO OPERATIVO PER L’EVACUAZIONE ASSISTITA
Sebbene gli scenari incidentali validati dal CTR non comportino la necessità di attuare detto piano, lo
stesso è elaborato di concerto con i rappresentanti degli enti preposti (Sindaco, Polizia di Stato,
Polizia Stradale e Polizia Municipale Locale) per consentire l’evacuazione assistita della popolazione
in situazioni di emergenza, nonché l’individuazione e l’allestimento di strutture di ricovero ove far
confluire la popolazione evacuata.
Il Piano è riportato nell’Allegato I.
3.9 PIANO OPERATIVO PER LA SICUREZZA AMBIENTALE
Elaborato di concerto tra i rappresentanti di ARPA Marche, Area Vasta n.5, Provincia di Ascoli Piceno
e Comune prevede:
 le modalità per il controllo della qualità ambientale durante l’emergenza;
 gli eventuali interventi di bonifica post-emergenza dell’area interessata dell’incidente rilevante;
 individuazione di ditte specializzate per lo smaltimento dei rifiuti e per la bonifica della suddetta
area.
Il Piano è riportato nell’Allegato J.
3.10 MATRICE DELLE AZIONI IN CASO DI INCIDENTE RILEVANTE
Nella seguente tabella è riportata la matrice delle azioni in caso di incidente rilevante svolte dalle
funzioni di supporto, in funzione delle Zone di danno e specificando il tipo di DPI che i relativi
soccorritori devono essere dotati.
ZONE DI DANNO E
DI SICUREZZA
1^ Zona di sicuro
impatto – Elevata
letalità
(Zona rossa)
2^ Zona di danno –
Lesioni irreversibili
(Zona arancione)
3^ Zona di attenzione
– Lesioni reversibili
(Zona gialla)
Zona di sicurezza
(Zona bianca)
ORGANI DI
SUPPORTO
Vigili del Fuoco
Vigili del Fuoco
Vigili del Fuoco
Operatori del 118 purché
dotati di equipaggiamento
adeguato
Libera da vincoli di
accesso
SINTESI AZIONI
DA SVOLGERE
Tempestivo salvataggio
di eventuali persone
colpite e loro trasporto
in zona di sicurezza
Salvataggio di eventuali
persone colpite e loro
trasporto in zona sicura
DPI
DA INDOSSARE
Adeguata in relazione al
grado di pericolo (vedi
Allegato 9)
Adeguata in relazione al
grado di pericolo (vedi
Allegato 9)
Trasporto in zona di
sicurezza di persone
colpite
Adeguata in relazione al
grado di pericolo (vedi
Allegato 9)
Area di raccolta deceduti,
feriti (Area di triage)
Non richiesti indumenti
protettivi
Tabella 3.1 – Matrice delle azioni in caso di incidente rilevante
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a rischio di incidente rilevante della Società Bonfigli S.r.l. sita nel
Comune di Offida.
4 INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
4.1 INFORMZIONE PREVENTIVA
LA DIFFUSIONE DELL’INFORMAZIONE
Ai fini della promozione sul territorio di iniziative dirette ad informare e far conoscere al pubblico le
caratteristiche dei rischi e i comportamenti da adottare, il Comune di Offida ha predisposto una
campagna informativa preventiva per la popolazione e presso le attività commerciali e produttive
presenti nelle aree a rischio, divulgando le informazioni riportate nella Scheda informativa di cui
all’Allegato V del D. Lgs. n. 334/1999.
L’azienda Bonfigli ha fornito le informazioni con spirito di collaborazione supportando adeguatamente
il Comune di Offida in questa specifica attività.
Le modalità di diffusione dell’informazione, scelte sulla base di opportune valutazioni da parte del
Sindaco, in relazione alle caratteristiche demografiche e socio-culturali della popolazione e alle
tipologie comunicative già sperimentate localmente, tenendo in debito conto le peculiarità del rischio
di incidente rilevante, è attuata nel modo seguente:
 creazione di una pagina web all’interno del sito del Comune di Offida per informare la popolazione
sul rischio di incidente rilevante predisposta per la consultazione online da parte dei cittadini.
Al fine di raggiungere i destinatari dell’informazione in modo ancora più ampio e maggiormente
efficace si prevede di integrare l’informazione fornita nel modo seguente:
 distribuzione di opuscoli e materiale informativo inviati a mezzo posta o recapitati da personale
incaricato mediante consegna porta a porta;
 affissione di manifesti nelle strutture maggiormente frequentate, negli spazi pubblici autorizzati al
fine di promuovere iniziative informative mediante incontri pubblici dando maggior pubblicità
mediante invio di lettere da parte del Sindaco al fine di effettuare verifiche sul livello di
conoscenza dei pericoli e delle misure da adottare per consentire di avere in tempi rapidi una
visione dell’efficacia degli interventi;
L’informazione rivolta alla popolazione sarà aggiornata periodicamente a cadenze regolari,
relativamente all’attività dello stabilimento e sui comportamenti da assumere in caso di incidente
rilevante e per tener viva l’attenzione della popolazione, ricordando le principali norme di
comportamento in caso di incidente.
4.2 L’INFORMAZIONE NELLA FASE DELL’EMERGENZA
Il Sindaco cura la diffusione delle seguenti comunicazioni alla cittadinanza:
 segnalazione d’allarme dell’accadimento incidentale;
 messaggi vocali per ricordare informazioni utili, in modo sintetico ed immediato, sui
comportamenti di autoprotezione da adottare in relazione alla tipologia dell’evento incidentale (ad
esempio: in caso di nube tossica la popolazione sarà invitata al rifugio al chiuso, mentre in caso di
incendio le Autorità competenti potranno decidere per l’evacuazione spontanea o assistita);
 segnalazione di cessato allarme.
La popolazione è stata messa preventivamente a conoscenza delle modalità con cui viene segnalato
l’insorgere di una situazione di pericolo.
Con la segnalazione di cessato allarme, diffusa a cura del Sindaco dopo la dichiarazione di cessato
allarme da parte del Prefetto, si comunicherà alla popolazione la fine dell’emergenza. La conclusione
dell’emergenza indicherà la fine del rischio specifico direttamente connesso allo scenario incidentale
che si è verificato (irraggiamento termico, sovrappressione, rilascio di sostanze tossiche), non
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escludendo eventuali pericoli residui che richiedono comunque l’adozione di precauzioni da parte
della popolazione, che saranno comunicate qualora se ne verifichi la necessità.
I sistemi di allarme sono costituiti dalle sirene dello stabilimento e da altoparlanti collocati a bordo dei
veicoli della polizia municipale, dislocati presso il Comando della Polizia Municipale.
ALLARME E MESSAGGIO ALLA POPOLAZIONE
II PEE è attivato a seguito di segnalazione con allarme proveniente dallo Stabilimento, tramite il
suono di sirena, che indica contemporaneamente ai soccorritori e alla popolazione il verificarsi di un
incidente. Il Sindaco, contestualmente, curerà la tempestiva informazione dell’allarme alla
popolazione.
Il sistema di allarme costituito dalle sirene dello stabilimento e il sistema di diffusione dei messaggi
mediante altoparlante a bordo dei veicoli della polizia municipale, sono in grado di allertare, in caso di
incidente, la popolazione residente nell’area di attenzione precedentemente definita.
Il segnale di allarme in emergenza è diramato dal gestore dello stabilimento con la seguente
modalità:
>> ALLARME:
verrà diffuso con 1 SEGNALE CONTINUO MODULATO DI SIRENA dello
Stabilimento della durata di 2 minuti
Tale suono informa la popolazione che l’incidente verificatosi all’interno dello stabilimento sta
coinvolgendo i centri abitati e che tutti i cittadini residenti dovranno adottare comportamenti e
precauzioni per proteggersi e per prevenire e limitare soprattutto i danni alle vie respiratorie e agli
occhi.
>> CESSATO ALLARME: verrà diffuso con 1 SEGNALE DI SIRENA CONTINUO dello
Stabilimento della durata di 1minuto. In caso di malfunzionamento dell’impianto il Sindaco informa la
popolazione della cessazione dell’allarme.
Il messaggio informativo in emergenza è:
IN CASO DI RIFUGIO AL CHIUSO:
“È in atto un’emergenza per incidente industriale.
Si invita a restare all’interno degli edifici e ad attivare tutti i
comportamenti di auto-protezione previsti.
IN CASO DI EVACUAZIONE:
“È in atto un’emergenza per incidente industriale.
Si invita ad evacuare immediatamente tutti gli edifici e a
raggiungere i centri di raccolta prestabiliti, utilizzando le
vie di fuga indicate dagli addetti all’emergenza.”
II messaggio di cessato allarme è:
“L’emergenza per incidente industriale è cessata. È possibile riprendere le normali attività.”
Periodicamente vengono eseguite prove di funzionalità del sistema attraverso specifiche
esercitazioni, simulando situazioni di allarme e successivo cessato allarme.
In allegato L si riproduce la Scheda Informativa di cui all’allegato V del D. Lgs. 334/1999 e s.m.i.
In allegato M si riproduce l’Opuscolo del Comune di Offida per l’Informazione della popolazione.
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Comune di Offida.
5. RUBRICA
Nell’Allegato K è riportata la rubrica dei recapiti telefonici, fax ed e-mail degli enti, istituzioni, reti
televisive e radiofoniche e delle ditte specializzate per le operazioni di smaltimento dei rifiuti e di
bonifica.
Si riportano di seguito i riferimenti locali di Offida.
COMUNE DI OFFIDA
SINDACO di OFFIDA
RESPONSABILE FUNZIONE STRUTTURE
OPERATIVE LOCALI E VIABILITÀ: Comandante
Polizia Municipale RESPONSABILE FUNZIONE MATERIALI E MEZZI
UFF. TECNICO C.LE RESPONSABILE FUNZIONE ASSISTENZA
POPOLAZIONE - UFFICIO SERVIZI SOCIALI
COMANDANTE STAZIONE CARABINIERI
CROCE VERDE
Presidente Fenu Servilio
CORRISPONDENTI STAMPA
“Messaggero” – Sergio BIAGINI
“Corriere Adriatico” - Nino ORREA
“Il Resto del Carlino” – Eleonora GROSSI
ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO
“G.Ciabattoni” FUNZIONE TELECOMUNICAZIONI
Tassotti Luigi
Versione attuale presente nel documento 1.0.1
0736-888701 - FAX 0736-889648
[email protected]
CELL. 334/6639330
UFFICIO 0736-888722
[email protected]
CELL. 337/575656
UFFICIO 0736-888760 – FAX 0736-888679
[email protected]
CELL 336-322127
UFFICIO 0736-888753
[email protected]
UFFICIO 0736-888708
[email protected]
UFFICIO 0736-880804 - FAX 0736-880698
[email protected]
CEL. REP. 335-7669940
CELL. 335-5912524
UFFICIO 0736-880890
[email protected]
340/8653516
349/5243964
340/6931511
0736-889373
[email protected]
CELL. 3333271486
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