IL CONTRIBUTO DELL’ASSISTENTE SOCIALE
PER L’INTEGRAZIONE
l’integrazione
elemento chiave per la continuità assistenziale
psicologico
sociale
legale
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La continuità
assistenzale


L’attuale assetto dell’organizzazione sociale e
sanitaria è, in molti casi, caratterizzato da
una discontinuità
tra le prestazioni erogate all’interno dei servizi
ospedalieri e gli interventi effettuati dai servizi
territoriali
una frammentazione
delle azioni dei diversi settori che intervengono
nei confronti del medesimo soggetto
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La continuità delle cure
tra ricovero e assistenza territoriale
Ciò comporta
 inutili sovrapposizioni,
 ingiustificati ritardi,
 incomprensibili rinvii
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La continuità assistenziale
Così come avviene per le articolazioni del nostro
corpo, è necessario avere cura ed attenzione per
tutti i collegamenti,se si ha interesse a mantenere
il benessere generale dell’organismo.
L’esercizio, il movimento, una sana alimentazione
concorrono ad evitare esiti disastrosi come
 la disarticolazione:
cioè la perdita di contatto tra le parti o come
 l’irrigidimento:
cioè il blocco che espone a fratture dolorose
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La continuità assistenziale


L’Assistente Sociale deve assumere con
decisione la cura di queste
Articolazioni: curare le connessioni,
significa favorire la realizzazione di un
percorso programmato orientato al
recupero di un ruolo attivo della persona,
obiettivo più facilmente raggiungibile se
si passa attraverso una comprensione
globale della situazione
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La continuità assistenziale
Un percezione diffusa consiste proprio
nell’attribuire all’intervento
dell’Assistente Sociale il carattere di emergenza
con una valenza di precarietà di negatività
che va superata e “dimenticata” … …
perché rappresenta fonte esclusivamente
di stress o di insoddisfazione.
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La continuità assistenziale
Individuare, selezionare, attribuire
significati alle componenti di criticità
equivale invece a organizzare un
assetto futuro maggiormente preparato
Durante il passaggio in ospedale, è
necessario affrontare non solo l’integrazione
delle diverse competenze sociali e sanitarie
che si intrecciano, ma soprattutto può rivelarsi
utile svolgere un’azione di recupero della
storia individuale e familiare della persona.


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le funzioni
del servizio sociale professionale





in riferimento dell’art.22 della L 328\2000
sono finalizzate:
alla lettura e decodificazione della
domanda
alla presa in carico della persona, della
famiglia e\o del gruppo sociale
all’attivazione ed integrazione dei servizi e
delle risorse in rete
all’accompagnamento e aiuto nel processo
di promozione ed emancipazione
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Una corretta lettura può arricchire di significati le
azioni che si realizzano e favorire
l’autodeterminazione e la consapevolezza
delle scelte che si definiscono.
Decodificare per un Assistente Sociale significa
offrire, all’individuo e alla sua famiglia, una
opportunità di interpretare le difficoltà passate e
presenti nell’assunzione del ruolo genitoriale.
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lettura e decodificazione
La situazione di disagio sociale
si manifesta quando è presente uno
scarso livello di informazione,
allorché la persona dimostra
difficoltà nella comunicazione,
ogni volta che si evidenzia un’incapacità ad
instaurare una relazione:
quando bisogna cioè fare i conti con
“la fatica di formulare una domanda”.
Le funzioni di lettura e decodificazione assumono
significati e contenuti particolari, quando la
domanda risulta inevitabilmente condizionata
da due variabili fondamentali:
il TEMPO e lo SPAZIO
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TEMPO
bisogna agire con rapidità e prontezza, ma
velocità non sempre è compagna della precisione,
pertanto l’esposizione all’errore è maggiore se
il TEMPO a disposizione,
per leggere ed interpretare, è scarso o mal utilizzato.

Quando poi nella lettura si incontra una
“scrittura incerta, scolorita, sgrammaticata”
il compito del lettore si complica.
 Se vogliamo farci accompagnare ancora dalla
suggestione della metafora possiamo poi considerare
che gli occhiali possono risultare di una gradazione
non adeguata, o che la luce a disposizione non
consente la visione corretta di tutta la situazione.
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Lo SPAZIO



Lo spazio che è necessario costruire
intorno al disagio sociale, deve pertanto
essere preparato ad accogliere le
diversità
organizzato per consentire alle
differenze di esprimersi,
uno spazio in grado di riconoscere la
necessità di attivare il sostanziale ed
adeguato trattamento del problema.
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con la SEGNALAZIONE PRECOCE
gli obiettivi di tutela della salute
le azioni strategiche sono orientate alla ricerca di


facilitazione di tutti i percorsi
assistenziali
umanizzazione e personalizzazione
degli interventi
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TEMPO

e
SPAZIO
Recuperare uno spazio e un tempo
di riflessione, consente di creare
una memoria storica, un archivio
delle procedure adottate, depositate
e rielaborate per consentire di
migliorare le azione future.
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INTEGRAZIONE TRA SOCIALE E SANITARIO
La situazione problematica molto spesso si presenta con
caratteristiche eclatanti che non sono di immediata
comprensione, ma altrettanto frequente è l’incontro con
situazioni apparentemente semplici che nascondono invece
livelli di complessità elevati.
E’ in simili circostanze che viene messa in risalto
la capacità di ascolto ed accoglienza del servizio.
La VALUTAZIONE SOCIALE assume rilevanza e
“…l’attivazione ed integrazione dei servizi e
delle risorse in rete…”
diventa così il volano dell’intervento e può consentire, nelle
situazioni complesse, di ridurre gli effetti negativi
del TEMPO e dello SPAZIO “ristretti”.
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la continuità dell’intervento

Tale funzione non può essere delegata
o rivestire un’esclusiva prerogativa di una sola
professionalità, i principi metodologici
dell’approccio globale alla persona devono essere
condivisi ed entrare in un processo di scambio che
garantisca
la continuità dell’intervento.
La raccolta dei dati e delle informazioni deve
essere svolta nel rispetto della riservatezza della
persona, ma al tempo stesso consentire
l’espressione responsabile del parere del singolo
professionista: VALUTAZIONE SOCIALE
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LA VALUTAZIONE
CONDIVISA E PARTECIPATA
Questo reciproco impegno definisce e chiarisce
la prestazione dell’Assistente Sociale a diversi livelli
con il cittadino-utente
all’interno del servizio socio-sanitario (tra prof.isti diversi)
all’esterno nella collaborazione tra servizi diversi
consentendo di realizzare
“ … l’accompagnamento e aiuto nel processo di
promozione ed emancipazione”
Favorendo la convergenza tra
MANDATO PROFESSIONALE
MANDATO ISTITUZIONALE
SOCIALE
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MANDATO
azioni strategiche
1
SEGNALAZIONE PRECOCE
2
DEFINIZIONE DELLE RESPONSABILITA’
3
PROGETTO PIANO DI INTERVENTO
4
ATTUAZIONE PROGRAMMA INTEGRATO
5
VERIFICA PERCORSO
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1
SEGNALAZIONE PRECOCE
ACCOGLIENZA, SOSTEGNO E ACCOMPAGNAMENTO
della donna nella decisione di proseguire la gravidanza
durante fase iniziale della gravidanza
CONSULENZA
individuazione del BISOGNO \ DOMANDA
INFORMAZIONE relativa al protocollo: articolazione del progetto
CONSENSO
condivisione adesione al percorso
Coinvolgimento segnalazione tra i servizi
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LA CONSULENZA
pratica professionale centrata sulla
prestazione
consulenziale
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con senso
disponibilità alla collaborazione
dalla“dipendenza” alla autodeterminazione
dalla ostilità alla fiducia nel cambiamento
dalla
dal CONSENSO
alla CONDIVISIONE
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2
DEFINIZIONE DELLE RESPONSABILITA’
attivazione gruppo operativo referente del caso
elaborazione progetto personalizzato interservizi
AZIONI INDIRETTE
AZIONI DIRETTE
Analisi risorse presenti
Interventi personalizzati:
Individuazione risorse future
Ostetrico-ginecologico
psicologico-sociale
tossicologico-legale-…….
Definizione piano di collaborazione con l’utente
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3
PROGETTO PIANO DI INTERVENTO
I fase
Tutela e protezione
GRAVIDANZA
II fase
Cura e assistenza
al PARTO
Protezione del
NEONATO
Dimissione protetta
III fase
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4 ATTUAZIONE PROGRAMMA INTEGRATO
PROTOCOLLO DI
COORDINAMENTO
INTERSERVIZI AUSL
SERT\CONSULTORIO
FAMILIARE\OSPEDALE
PROTOCOLLO DI INTESA
CON COMUNITA’
TERAPEUTICHE
PROTOCOLLO DI COLLABORAZIONE
CON SERVIZI SOCIALI AREA
GENITORIALITA’ E INFANZIA DELLA
PROVINCIA
PROTOCOLLO“coccole”
PROTOCOLLO DI INTESA
CON TRIBUNALE PER I
MINORENNI
gruppo di volontari nella Maternità dell’Ospedale Maggiore di Bologna
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5
VERIFICA PERCORSO
Adesione al progetto
Dimissione protette
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Trattamento assistenziale
valutazione sociale
della
quotidianità
la valutazione partecipata e responsabilizzante
studio dell’ambiente di vita della persona
condizioni sociali (economica , abitativa, lavorativa, giudiziaria)
analisi livello inserimento\integrazione
nel contesto sociale di appartenenza
studio ricerca delle risorse
ricognizione forme di sostegno e supporto risorse esterne alla famiglia
(es. associazioni, strutture di solidarietà sociale, servizi educativi integrativi)
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Descrivo un caso
per cercare di fare comprendere meglio il concetto
che potremmo soprannominare “dell’effetto sorpresa” :
ci troviamo alle 3 di notte al pronto soccorso ostetrico,
una giovane donna si presenta lamentando forti dolori,
è accompagnata dal figlio di 6 anni (che, semiaddormentato
si sdraia nella panchina della sala di aspetto)
la donna partorisce nel breve giro di 35 minuti…
dichiara che non intende riconoscere il neonato e firma per
uscire senza attendere il tempo necessario per recuperare le
energie o per completare l’intervento (secondo una specifica
del protocollo medico indicato per evitare
rischi\complicazioni sanitarie successive).
La velocissima sequenza degli eventi produce un adattamento
simultaneo del contesto sanitario ai tempi imposti dalla
situazione rinforzati anche dalla esigenza della donna di
concludere senza lasciare spazio ad altri.
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


In seguito, il tentativo di decodificazione della vicenda è
risultato utile per attribuire alcuni significati alle azioni e
alle risposte offerte, oltre che per tracciare indicazioni
adeguate per una futura possibile organizzazione
dell’accoglienza del parto d’emergenza.
Non è questa la sede per riflessioni in merito alla libera
scelta della donna, o per esprimere valutazioni
sull’intervento (il comportamento del personale sanitario
nello specifico professionale è stato ineccepibile) la
riflessione e la rilettura dei fatti e delle azioni è un obbligo
professionale finalizzato alla comprensione e non al
giudizio.
Nella ricostruzione dell’evento la lettura è indispensabile
per riflettere proprio su quelle altre componenti che non
sono potute entrare in gioco.
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gravidanza nascosta
Dai dati ed informazioni raccolti (in seguito) risulta una
gravidanza tenuta nascosta,
Dopo un lungo periodo di sofferenze e violenze subite, raggiunta
la separazione,
la madre era riuscita ad ottenere l’affido del primo figlio;
la gravidanza (extraconiugale), successiva alla separazione,
era stata tenuta nascosta
per la paura di essere giudicata indegna e quindi inaffidabile per
il primo figlio (da Assistenti Sociali e Psicologi).
Gli avvocati avrebbero convinto il Tribunale ad allontanare i figli.
L’epilogo negativo è il risultato di una mancanza di informazione
chiara sul versante della tutela legislativa: che come effetto
negativo porta la giovane donna, per la paura di perdere il primo
figlio, a rinunciare al secondo.
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il rammarico è profondo per non essere
riusciti ad offrire TEMPO E SPAZIO e la
protezione necessaria per consentire alla
giovane donna per maturare una scelta
libera da condizionamenti esterni.
Molti altri quesiti che ancora oggi si possono
intrecciare su questa dolorosa e complessa vicenda.
Durante la gravidanza chi ha incontrato la ragazza
ha avuto la possibilità di raccogliere segnali o
informazioni che potevano attivare una relazione di
aiuto?
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



Chi riceve un segnale di sofferenza, di difficoltà
ha le conoscenze e gli strumenti necessari
per riconoscerne la gravità?
Esiste un riferimento preciso per chi è in difficoltà sul versante
psico-sociale in grado di offrire una consulenza qualificata ed
esperta, capace di costruire una relazione esclusiva di aiuto (e
non di controllo)?
Questa storia sembra dimostrare il contrario per esempio la
settimana precedente i dubbi che assalivano la donna sono
scivolate sull’agenda dell’operatore, e probabilmente la delusione
per l’impossibilità di sentirsi ascoltata ed accolta ha contribuito ad
accelerare i tempi “dell’espulsione”. Riuscire ad ascoltare ed
interpretare il grido (sommesso.. sommerso… soffocato…….) di
aiuto è un compito difficile e complesso.
I carichi di lavoro esasperati possono essere, per esempio, un
ostacolo ma non costituire una giustificazione completa, è il
margine di autonomia professionale del singolo professionista che
deve prevalere quando si tratta di assumere una decisione in
merito alla priorità degli interventi e quindi rispetto ai margini di
ascolto.
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

Stabilita la corsia preferenziale di accesso
limitato, è indispensabile costruire strade con
più corsie prevedendo un futuro sviluppo
programmato del traffico; sviluppando così una
gestione della viabilità a più corsie, la corsia di
emergenza è contrassegnata da un uso ordinato
ed esclusivo, regolato da precise indicazioni.
Su come sviluppare questa competenza è
necessario aprire un confronto: ……………
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

L’azione nella situazione di emergenza deve
partire da lontano, dalla predisposizione di
piani di intervento e risorse predefinite pronte
ad interagire nel momento del bisogno
PROGRAMMI INTEGRATI
PROTOCOLLI DI COLLABORAZIONE
Accanto alla costruzione dell’assetto
organizzativo deve realizzarsi un livello di
intese che consenta di ridurre al minimo
l’effetto sorpresa, la situazione critica deve
essere individuata, osservata e affrontata
tempestivamente quando i segnali e gli
indicatori di rischio segnalano la possibile
involuzione del problema.
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Progetti






accesso integrato ai servizi sociali e sanitari
Sussidiarietà socio-sanitaria: sviluppo di processi di
integrazione del terzo settore nell’area socio-sanitaria
La continuità assistenziale nel settore anziani: funzioni
e ruoli dei servizi socio sanitari nella rete dell’offerta di
servizi per l’anziano non autosufficiente
L’accompagnamento dei soggetti fragili nei servizi
sanitari dalla presa in carico alla continuità assistenziale
tra ospedale e territorio
Protocolli per l’inclusione sociale: coordinamento
degli interventi dei servizi sociali e sanitari per
l'integrazione nella società delle persone con handicap
Percorsi di salute mentale: integrazione tra servizi
sanitari, sociali ed educativi per la prevenzione e la
diagnosi precoce del disagio psichico
Una tazza di tè
Nan-in, un maestro giapponese dell’era Meiji (1868-1912),
ricevette la visita di un professore universitario
che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.
Nan-in servì il tè.
Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare.
Il professore guardò traboccare il tè, poi non riuscì più a
contenersi:
“…è ricolma! Non c’entra più!”
“Come questa tazza – disse Nan-in –
tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture.
Come posso spiegarti lo Zen, se prima non vuoti la
tua tazza?”.
(* 101 STORIE ZEN * a cura diNyogen Senzki – Paul Reps - Adelphi 1995)
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