GIOVENTÙ
il programma Europeo
per l’educazione non formale
e la mobilità internazionale
Trento, 4 dicembre 2000
Dott. Giorgio Guazzugli Marini
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Dipartimento delle Politiche Sociali e Previdenziali
Dott. Fabrizio Todde
Eurodesk Italia
Sig.na Paola Sittoni
Ex volontaria europea
Prof.ssa Flavia Filippi
Presidente Associazione ISKRA - Trento
GIUNTA DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO - 2002
Copyright:
Giunta della Provincia Autonoma di Trento, 2002
Centro Documentazione Europea
Coordinamento redazionale: Dott. Marco Zenatti
Stampa: Centro duplicazioni P.A.T.
GIOVENTÙ
: il programma europeo per l’educazione non formale e la mobilità
internazionale : Trento, 4 dicembre 2000 / Giorgio Guazzugli Marini ... [et. al.]. [Trento] : Provincia autonoma di Trento. Giunta, 2002. - 30 p. : 21 cm. - (Quaderni del CDE ; 9)
Atti del Seminario tenuto a Trento nel 2000
1. Programma Gioventù - Paesi dell’Unione europea - Congressi - Trento 2000 2. Giovani - Formazione professionale - Paesi dell’Unione europea - Congressi - Trento - 2000 3. Giovani - Mobilità - Paesi dell’Unione europea - Congressi - Trento - 2000 I. Guazzugli Marini, Giorgio
352.740 8
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Introduzione
Desidero, innanzi tutto, porgere un saluto a tutti, ringraziando per la vostra
presenza. Vorrei presentare il dott. Guazzugli, della Presidenza del Consiglio
dei Ministri, Dipartimento Affari sociali - Agenzia nazionale italiana, che si
occupa dei problemi della Gioventù, il dott. Orsingher, il dott. Todde, dell’Ufficio di coordinamento nazionale dell’Eurodesk, la signora Sittoni che ci illustrerà un’esperienza relativa al Servizio volontario europeo. Sono presenti poi altri
due giovani in rappresentanza dell’Associazione trentina ISKRA che presenteranno alcune loro esperienze.
Desideravo quindi ringraziare il Sovrintendente Scolastico, dott. Marcantoni,
qui presente con il dirigente dott. Lorenzoni che ci onorano della loro presenza.
Purtroppo l’Assessore Molinari non ha potuto essere presente a quest’incontro
e mi ha pregato di portare a tutti i presenti il suo saluto. Noi ringraziamo l’Assessorato all’Istruzione ed alla Cultura per la collaborazione e la disponibilità
dimostrata in occasione di molte iniziative che congiuntamente abbiamo realizzato e speriamo di poter continuare a realizzare.
Questo seminario s’inserisce nel quadro delle attività promosse dall’Amministrazione provinciale - che ha mostrato una particolare attenzione verso le Istituzioni comunitarie - per far conoscere nel modo più ampio possibile tutte le
iniziative comunitarie e, soprattutto, le iniziative rivolte ai giovani, futuri cittadini dell’Europa.
Il 2000 è, per l’Europa, l’anno dei giovani e lo specifico programma loro dedicato prende proprio il nome di “Gioventù”, che, assieme ad altre iniziative, va
a sommarsi alle misure che sono già in vigore per favorire, innanzi tutto, la
mobilità degli studenti, degli insegnanti e, nello stesso tempo, dei giovani lavoratori.
La mobilità va oggi intesa in tutte le direzioni, ed in particolare verso i Paesi
dell’Unione: in questo senso i programmi SOCRATES e LEONARDO credo
possano offrire, ai giovani, concrete possibilità.
Il “Programma Gioventù” vuole favorire soprattutto gli scambi basati sul
volontariato, sia all’interno dei Paesi dell’Unione, sia verso i Paesi terzi e questa credo sia un’ottima occasione per i giovani per andare all’estero, per parla- 3 -
re altre lingue, fare esperienze di lavoro importantissime che, sicuramente, daranno loro la possibilità di una maggiore apertura.
Anche questo, secondo il mio punto di vista che credo sia condiviso da molti, è
un modo per raggiungere l’obiettivo di far crescere quest’Europa.
Si potrebbe forse dire che l’Europa è “quasi fatta”: forse è stata fatta più con
un occhio di riguardo verso i sistemi economici, verso l’Europa delle banche e
forse c’è la necessità di realizzare ulteriori iniziative per giungere ad un’Europa integrata, un’Europa dei giovani, un’Europa dei popoli e delle Regioni.
Le novità non finiscono qui. Anche i giovani che frequentano una scuola professionale, che stanno frequentando un periodo d’apprendistato possono anche
loro essere artefici di questo progetto ed accedere a percorsi europei di formazione che vengono, al termine dell’esperienza, debitamente certificati, e questo
aspetto, della certificazione, è molto importante. Qualcuno ha definito questo
passaporto comunitario della formazione professionale “Europass-formazione”, che per il giovane rappresenta una marcia in più verso la possibilità di
trovare una collocazione soddisfacente all’interno di un mondo del lavoro sempre più complicato e che sempre più richiede ulteriori conoscenze.
L’evoluzione dell’Unione Europea passa necessariamente anche attraverso la
crescita di una cultura, di una forma mentis europea e, a mio avviso, il migliore
interprete ed artefice di questo modo di pensare europeo possono essere sicuramente i giovani.
Per questo, come Dipartimento e come Amministrazione provinciale, stiamo
agendo in questa direzione, puntando in maniera particolare sui giovani. I giovani che viaggiano per motivi di studio ma anche per piacere e per partecipare
a programmi di solidarietà e di volontariato “senza frontiere”, sembrano, a
nostro avviso, i più capaci a percepire direttamente l’importanza della conoscenza delle lingue.
Quanto più ci addentriamo verso un’Europa che tutti noi vogliamo, tanto più ci
accorgiamo di quanto sia importante la conoscenza delle lingue che ci permette
di interloquire ed avere un filo diretto con gli altri cittadini europei.
L’Unione Europea mi pare stia moltiplicando i suoi sforzi nei confronti di tutta
la popolazione, sia di quella che già oggi appartiene all’Unione, sia di quella
che lo sarà nel prossimo futuro. Noi sappiamo, infatti, che nei prossimi tre anni
si prevede un allargamento dell’Unione con l’entrata di alcuni nuovi Paesi.
Recentemente ho avuto la possibilità di visitare la Polonia ed ho potuto verificare come, in maniera particolare alcune regioni del nord-est, stiano attenden- 4 -
do con impazienza la loro entrata nell’Unione Europea e si stiano preparando
a questo evento. Ho notato che sulle targhe delle loro automobili applicavano
già il contrassegno dell’Europa, ad ulteriore manifestazione del loro desiderio
di aderire alla Comunità tanto che già ora si sentono quasi cittadini europei.
Tutte le azioni che l’Europa sta portando avanti in questa direzione credo siano
degne di attenzione e da condividere pienamente.
I vantaggi che un giovane può ricavare dall’essere cittadino europeo, credo
siano molteplici: la libertà di viaggiare e soggiornare, senza alcun limite, in
tutti i Paesi dell’Unione, la libertà di studiare e di lavorare, la possibilità di
accedere alle tantissime misure di sostegno dell’occupazione o agli incentivi
per il miglioramento della propria formazione professionale.
Gli strumenti che la Comunità mette a disposizione dei giovani sono molteplici:
cito soltanto alcuni progetti significativi tra cui il progetto SOCRATES,
LEONARDO, il Programma GIOVENTÙ. Queste sigle rappresentano alcuni
programmi - per l’istruzione, la formazione e l’aggiornamento - a disposizione
dei giovani ed io credo che sapranno cogliere con intelligenza le opportunità
che sono loro offerte.
Questi programmi, oltre a consentire ai giovani di scoprire la realtà sociale,
culturale ed economica degli altri Paesi membri dell’Unione, sicuramente sollecitano l’adeguamento dei sistemi didattici e formativi di diversi Stati e favoriscono l’avvicinamento tra Università ed imprese.
Naturalmente il processo d’integrazione, come dicevamo prima, iniziato ormai
negli anni ’50 e che nel Trattato di Maastricht, entrato in vigore nel 1993, ha la
sua pietra miliare, sarà tanto più veloce quanto più i cittadini d’Europa sapranno riconoscersi in una cultura che sia comune. All’interno di questo processo
credo vadano valorizzate anche le specificità, le abitudini, i modelli di comportamento propri di ciascuna Regione, di ciascun territorio: personalmente sono
convinto che queste differenze facciano grande l’Unione Europea e possano
contribuire a renderla sempre più grande, non tanto sotto il profilo dell’estensione geografica, ma anche quale patrimonio comune. Noi abbiamo bisogno di
sentirci europei: l’Europa è quasi fatta, forse c’è ancora la necessità di fare i
cittadini europei.
Per raggiungere questo risultato uno dei passaggi, forse il più importante, è, a
mio avviso, quello della conoscenza delle lingue. Grazie alla conoscenza di più
lingue europee, tutti i cittadini dell’Unione, ovunque fissino la loro dimora,
potranno stabilire relazioni interpersonali soddisfacenti. Poter lavorare, senza
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alcun ostacolo, nemmeno linguistico, in qualsiasi Paese europeo, vuol dire potersi sentire a casa propria anche al di fuori dell’Italia o del singolo Paese al
quale noi apparteniamo, sentirci cioè, veramente, cittadini di quest’Europa.
Lavorare e studiare con maggiore facilità, accedere ai servizi offerti dagli sportelli europei ormai presenti in tutti i Paesi. Per questo l’Unione Europea ha
proclamato, a mio avviso in maniera intelligente, l’anno 2001 quale “Anno
europeo delle lingue”: si tratta di un’iniziativa che prevede una serie di azioni
e di informazioni, unitamente al finanziamento di progetti a livello locale, regionale, nazionale e transnazionale.
Occhi aperti dunque, al fine di cogliere tutte le opportunità già ora messe a
disposizione dalla Comunità e di quelle che arriveranno nell’immediato futuro.
Si tratta di opportunità che andranno ad integrarsi ad altre già previste nei
programmi per la mobilità degli studenti e dei lavoratori.
Da questo punto di vista torno a confermare la disponibilità assoluta del Dipartimento “Rapporti comunitari e relazioni esterne”. La dott.ssa Giovanna Fambri,
Dirigente del Servizio Rapporti Comunitari, e tutta la struttura, sono a disposizione dei giovani, delle associazioni e di tutti coloro che vogliono poter “usufruire” delle opportunità che sono offerte a livello europeo.
Noi siamo giunti all’undicesimo numero di “EuroP.A”, un opuscolo che stiamo
inviando a tutti coloro che ne fanno richiesta, al cui interno si possono trovare
tutte le informazioni di cui i giovani hanno bisogno.
Con questa pubblicazione ci rivolgiamo a tutti i cittadini e, con particolare
riguardo, agli studenti, agli studenti – lavoratori, agli enti locali, a tutti coloro
che possono essere artefici e “fruitori” delle diverse iniziative che sono messe a
disposizione dalla Comunità Europea.
Ringrazio quindi tutti coloro che hanno voluto partecipare a quest’incontro ed,
in particolare, ringrazio quanti daranno il loro contributo allo svolgimento del
seminario.
La presenza in sala di moltissimi giovani è un segnale positivo che fa capire
come i giovani siano sempre più interessati all’attività del nostro Dipartimento
e, più in generale, alle iniziative della Comunità.
Anche il crescente numero di contatti via internet è un’ulteriore dimostrazione
di quest’interesse. Noi crediamo che questo segnale debba essere colto con speranza e con ottimismo, nella convinzione che questo interesse potrà consentire
ai giovani di entrare in quell’Europa che noi tutti vogliamo.
Ringrazio il Sovrintendente dott. Marcantoni ed il dott. Lorenzoni ai quali devo
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confermare il nostro interesse per l’organizzazione congiunta di altre manifestazioni simili, finalizzate ad estendere, nella maniera più capillare possibile, le
informazioni sulle attività delle Istituzioni europee.
- Dott. Carlo Basani Dirigente generale del Dipartimento
rapporti comunitari e relazioni esterne
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Dott. Giorgio Guazzugli Marini
Io vorrei, innanzi tutto, presentare alcune diapositive relative al “Programma
Gioventù”. Il Programma è promosso dalla Commissione europea ed avrà la
durata di 6 anni dal 2000 al 2006. Tale programma nasce dall’esperienza di due
programmi per i giovani ideati dalla Commissione europea, che negli anni passati hanno avuto un ottimo risultato, ossia i “Programmi di servizio volontario
europeo” e “Gioventù per l’Europa”, e si spera che possa continuare anche oltre
il 2006. “Gioventù” si rivolge ai ragazzi tra i 15 ed i 25 anni, ed stato ideato per
dare loro la possibilità di fare delle esperienze interculturali negli altri Paesi
della Comunità europea, nei Paesi che presto ne entreranno a far parte, ed anche
in altri Paesi, detti Paesi Terzi. Questi ultimi sono Paesi individuati all’interno di
quattro macro-aree geografiche : l’area del Sud Est Europa, dell’America Latina, dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e della Comunità degli Stati
Indipendenti.
Oltre ai giovani, gli attori del programma sono organizzazioni giovanili, organizzazioni di volontariato non profit ed enti locali (Comuni, Province, Regioni).
I referenti del programma sono la Commissione europea DG Educazione e
Cultura, che svolge un ruolo di direzione impulso e coordinamento, e le Agenzie Nazionali, istituite presso ogni Paese del Programma, che gestiscono le attività svolte a livello nazionale. Tali Agenzie ricevono e valutano i progetti presentati delle organizzazioni che intendono realizzare attività nell’ambito del
Programma.
I giovani che vogliano partecipare dovranno rivolgersi alle associazioni, ai Comuni o alle organizzazioni locali che offrono la possibilità di partecipare a questo programma; saranno poi le stesse associazioni, organizzazioni, enti a contattare le Agenzie nazionali o la Commissione europea al fine di presentare i
progetti.
Obiettivi e finalità del programma. Il programma si è sviluppato sulla base di tre
idee fondamentali. Il primo obiettivo è quello di dare la possibilità ai giovani di
fare un’esperienza d’apprendimento interculturale per acquisire conoscenze, capacità e competenze e riconoscere il valore di queste esperienze.
Il secondo obiettivo è quello di permettere ai giovani di imparare altre lingue.
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Tutti noi ci rendiamo conto che in un mondo sempre più globale, il fatto di saper
parlare altre lingue risulta quasi fondamentale ai fini della comunicazione, dell’integrazione, delle prospettive di sviluppo personale. Nel progetto di “Servizio volontario europeo”, ad esempio, i giovani possono fare attività d’animazione in centri per bambini o occuparsi di altre cose, svolgere attività pratiche,
acquisendo delle professionalità che la scuola non è in grado di dare.
Il terzo scopo di queste attività e quello di introdurre una dimensione europea
nei progetti, con una ricaduta positiva sulle attività dei giovani a livello locale,
di modo che essi contribuiscano allo sviluppo delle comunità locali.
Il terzo scopo di queste attività è quello di introdurre una dimensione europea
nei progetti, con una ricaduta positiva sulle attività giovanili a livello locale; si
vuole cercare di costruire l’Europa su una base di scambi a livello locale che
siano positivi sia per i giovani, sia per le comunità che li ospitano.
Altri valori che il Programma mira a trasmettere sono lo spirito di solidarietà di
uguaglianza e l’abbattimento dei pregiudizi. Un soggiorno all’estero dà la possibilità ai giovani di scontrarsi con altre realtà e, quindi cambiare i le proprie
convinzioni fondate sullo stereotipo e sul pregiudizio. Tra gli obiettivi vi è quindi anche quello di comprendere la diversità, imparare un procedimento d’apprendimento culturale che poi si mantiene durante tutta la vita, capire come
apprendere e come migliorarsi stando a contatto con gli altri.
Il programma, come detto, è suddiviso in cinque azioni. L’Azione 1 è l’ideale
prosecuzione del Programma “Gioventù per l’Europa” e dà la possibilità ai
giovani tra i 15 ed i 25 anni di organizzare e partecipare a scambi giovanili. In
un’iniziativa di scambio, gruppi di giovani provenienti da contesti diversi e da
due o più paesi hanno l’opportunità di incontrarsi, discutere e confrontarsi su
diversi temi, nonché di acquisire conoscenze sui rispettivi paesi e contesti culturali.
In particolare, vengono incoraggiati i progetti che riuniscono giovani provenienti da più di due paesi (progetti multilaterali), poiché presentano un maggiore valore aggiunto europeo ed esperienze interculturali più ricche per i giovani
coinvolti negli scambi.
L’Azione 2, nasce dal Programma “Servizio volontario europeo”, è indirizzata
ai giovani tra i 18 ed i 25 anni, e consente di svolgere attività di volontariato
all’estero per un periodo che va che va da un minimo di sei mesi ad un massimo
di un anno. I campi d’intervento del Servizio volontario europeo sono tra i più
disparati ed interessano un po’ tutti i settori del volontariato, dall’assistenza al- 10 -
l’animazione, dai progetti di carattere ambientale a quelli che riguardano l’esclusione sociale.
L’Azione 3, è suddivisa in due tipologie di attività : le “Iniziative giovani” e il
“Capitale Futuro”. Attraverso le Iniziative giovani la Commissione Europea
sostiene l’iniziativa e la creatività dei giovani, offrendo loro la possibilità di
sperimentare le proprie idee nella comunità in cui vivono, coinvolgendoli attivamente nella pianificazione e realizzazione di tali iniziative. Le iniziative di
gruppo possono essere presentate da gruppi informali di ragazzi tra i 15 ed i 25
anni, che ricevono dei finanziamenti per mettere in atto un progetto semplice e
non particolarmente complesso, che abbia una dimensione locale ed europea.
Un esempio pratico, potrebbe essere quello di creare una pagina web, relativa,
ad esempio, ai sistemi educativi in Europa.
I progetti di “Capitale futuro” offrono la possibilità ai volontari di trasferire
nella loro comunità e ad altri giovani le esperienze e le abilità acquisite nel
corso del servizio svolto come volontari europei. L’azione prevede anche attività volte a sostenere lo sviluppo professionale e personale del volontario.
Si tratta quindi di un percorso che non termina nella semplice attività all’estero,
ma continua poi negli anni.
L’Azione 4, mira a creare delle sinergie tra i Programmi Socrates Leonardo e
Gioventù, ma non è ancora stata sviluppata dalla Commissione Europea.
L’Azione 5 è rivolta soprattutto alle Associazioni giovanili o ai Comuni e permette di ricevere finanziamenti per implementare le altre azioni del programma.
Di fatto, il programma è riservato sia ai giovani, ma anche alle associazioni
giovanili ed, in un certo senso, a tutte le organizzazioni che lavorano con i giovani e che si occupano di politiche giovanili.
Nel complesso, il Programma Gioventù offre ai giovani la possibilità di muoversi in Europa per conoscerla,arricchire il proprio bagaglio di esperienze e di
conoscenze, sviluppare e coltivare una dimensione ed una identità europea che
favorisca una coesione sociale fondata non solo su basi economiche o commerciali, ma anche e soprattutto su valori culturali e sociali.
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Dott. Fabrizio Todde
Vorrei, innanzi tutto, collegarmi al discorso che è stato fatto proprio ora ed approfondire l’aspetto relativo alle informazioni e parlare di chi dà le informazioni relativamente al Programma. Innanzi tutto il Dipartimento degli Affari sociali
ma, a supporto delle attività delle Agenzie nazionali, la Commissione europea
ha individuato una rete d’informazione, attiva in tutti i Paesi dell’Unione europea ed in alcuni del Mediteranno - anche se non entreranno a far parte dell’Unione europea - ed in alcuni Paesi dell’Est. Tale rete è stata integrata all’interno del Programma Gioventù per sostenere la possibilità di fare informazione
sul programma stesso, anche al di fuori dei tradizionali circuiti informativi, cercando di raggiungere il più possibile i giovani che, per motivi legati soprattutto
a condizioni di svantaggio, socioeconomico e geografico, avevano difficoltà ad
accedere all’informazione sul Programma stesso.
E’ nata quindi questa rete in Europa. Eurodesk nasce come una rete di diffusione dei Programmi promosse dall’Unione europea, dal Consiglio d’Europa nel
settore della gioventù. Nasce quindi come strumento d’informazione traversale
sulle opportunità che gli organismi europei promuovono nel settore della gioventù.
E’ quindi sostenuto dalla Commissione europea - Direzione generale istruzione
e cultura - ed in Italia opera con il supporto dell’Agenzia nazionale Gioventù.
L’attività prevalente è un servizio d’informazione che, da quando è nato il Programma gioventù, ossia dal gennaio 2000, sviluppa tramite i punti d’informazione decentrata su tutto il territorio nazionale, anche attività d’orientamento e
di supporto ai singoli giovani ed alle associazioni che desiderano inoltrare delle
candidature all’interno del Programma gioventù.
Le aree d’informazione sono tutte quelle d’interesse giovanile e qui sono state
citate le più importanti, ossia l’istruzione, la formazione, la gioventù; c’è però
anche l’area relativa alla mobilità giovanile, il volontariato ecc. Attualmente i
Programmi europei che possono avere un qualche interesse per i giovani, sono
circa 150.
Eurodesk si rivolge, in via prevalente, ai giovani ed a coloro che lavorano con i
giovani, ossia gli operatori professionisti che, a livello locale, attuano politiche
rivolte alla gioventù; si rivolge poi ai funzionari degli enti locali, al mondo della
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scuola. Parecchi programmi offrono, infatti, la possibilità d’accesso soprattutto
per quanto riguarda la mobilità studentesca e, quindi, Eurodesk opera anche con
gli enti di formazione professionale.
Nel realizzare la propria attività, il concetto di base che ha caratterizzato fin
dalla sua nascita la rete Eurodesk, è stato quello di passare da una condizione di
bisogno - per cui si attuavano interventi a sostegno dell’informazione dove era
manifestato un bisogno - ad una condizione di diritto, che consentiva di poter
garantire a tutti parità di accesso all’informazione a prescindere dal luogo in cui
il giovane si trovava.
La rete Eurodesk è nata nel 1990 come primo progetto sperimentale in Scozia. Il
problema che gli scozzesi avvertirono all’epoca era quello che tutto il flusso
informativo che proveniva da Bruxelles verso la Gran Bretagna si fermava a
Londra e non andava verso la periferia. Gli scozzesi quindi pensarono di superare questa strozzatura del flusso informativo, realizzando un progetto che consentisse la diffusione dal centro verso la periferia di tutte le informazioni promosse dall’Unione europea e che, in qualche modo, andavano poi codificate a
seconda del tipo di destinatario delle stesse.
Nel 1990 nacque quindi il progetto sperimentale in Scozia; nel 1995 il progetto
assunse una dimensione europea per cui fu costituito un partnerariato con altri
Paesi europei. Nel 1996 l’Italia presentò la propria candidatura per realizzare il
Progetto Eurodesk e, dal 1999, fu attivata anche la rete italiana, dando così la
possibilità di diffondere le informazioni non soltanto a livello nazionale, ma
anche verso la periferia, attivando dei punti di informazione decentrata presso
strutture che avevano nei giovani il loro target principale. Si tratta, soprattutto,
di servizi di orientamento, informa giovani, ecc., ossia altre strutture che,
istituzionalmente, erano preposti a fare un’attività d’informazione.
Va detto che in tutti i Paesi europei i progetti fanno riferimento ai cosiddetti
“Ministeri della Gioventù”. Il progetto in Italia, non essendoci un ministero che
si occupa delle politiche giovanili, è gestito, su contratto con la Commissione
europea, da un’organizzazione privata.
Nel 1997 abbiamo iniziato a testare il sistema d’utilizzo all’interno della rete
Eurodesk, che andava dal software ed altro materiale che consentiva di gestire
l’informazione ad altri strumenti per arrivare, nel 1999 all’apertura dei primi
venti punti d’informazione decentrata.
Nel corso del 2000 sono stati aggiunti altri 39 punti, per cui la rete è ora composta da 59 punti d’informazione dislocati in altrettante città italiane. La loro
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ubicazione è abbastanza omogenea, come si può vedere in questo schema. I
numeri che sono segnalati all’interno di ogni singola Regione indica quanti punti
d’informazione decentrata sono presenti nelle varie realtà regionali. Qui sono
indicati anche i punti d’informazione attivati in Trentino-Alto Adige.
Come vedete, la rete Eurodesk copre oggi circa il 90% delle Regioni, e le uniche
Regioni non ancora coperte sono la Valle d’Aosta ed il Molise e non è un caso
che queste Regioni siano assenti all’interno della rete Eurodesk: si tratta, infatti,
di Regioni che meno di tutte promuovono dei progetti all’interno del Programma Gioventù.
Nel caso specifico del Molise, faccio rilevare che, in dieci anni d’attività del
programma, non è mai stato avviato un Progetto Gioventù per l’Europa.
Alcuni dati sul tipo d’attività che è organizzata: per quanto ci riguarda va rilevato come ci sia stato un aumento esponenziale dell’attività informativa che,
dall’1998 al 1999 è aumentato del 39%; nel primo semestre del 2000 l’attività
informativa è aumentata, rispetto al 1998, di un ulteriore 27%.
Utenti della rete Eurodesk. Si tratta, essenzialmente, di giovani che qui sono raggruppati per categorie: gli studenti universitari sono la maggioranza (il 44%); seguono poi gli studenti delle scuole medie e, con percentuali inferiori, le organizzazioni giovanili, i centri informa-giovani, le organizzazioni del privato-sociale.
Vorrei far rilevare che la percentuale che riguarda gli enti pubblici è molto importante in quanto questi enti hanno la possibilità d’utilizzare alcuni programmi
europei per sviluppare ed implementare a livello locale le iniziative di politiche
giovanili rispetto alla programmazione che detti enti hanno in via ordinaria.
Anche in questo caso, il Programma Gioventù si presta molto a questo discorso.
Questi che vi sto mostrando sono dei dati che sono estrapolati dal punto nazionale e non dalla rete. Come vedete, noi siamo contattati prevalentemente con lo
strumento della posta elettronica (60% dei contatti), e tramite telefono (33%).
Le visite sono piuttosto basse in quanto noi, come punto nazionale, non svolgiamo attività diretta con il pubblico che, invece, è fatta direttamente dai punti
decentrati.
Questi dati sono relativi all’ultimo anno: nel 1998 - primo anno di attività - i dati
erano contrari, nel senso che il telefono era lo strumento più utilizzato in assoluto e la posta elettronica era uno degli strumenti meno usati. Il fatto che il 60%
dei contatti avvenga tramite posta elettronica, è dato anche dal numero di accessi che abbiamo sul nostro sito Internet, che in un anno ha raggiunto circa
1.300.000 accessi. E’ un dato questo, a nostro avviso, particolarmente elevato.
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Per entrare nel merito dei problemi che ci sono sottoposti e delle informazioni
richieste, posso dire che le aree d’informazione maggiormente richieste fanno
riferimento alla formazione, istruzione, scambi e mobilità giovanile, occupazione, ecc.
Per quanto riguarda il singoli programmi, abbiamo ricavato un indice di frequenza che mostra come il “Servizio europeo” abbia un indice 100; seguono
quindi “Gioventù per l’Europa” con l’88% ed i tirocini presso il Parlamento
europeo ed il programma Leonardo.
Eurodesk è nata soprattutto per raggiungere i giovani che vivono al di fuori dei
tradizionali circuiti informativi, soprattutto per coloro che vivono nelle aree
periferiche. Per questo motivo la rete Eurodesk tenta di diffondersi in aree che
sono, sotto questo profilo, svantaggiate. Per questo Eurodesk si propone di raggiungere non solo le grandi città ma anche le periferie, i centri periferici, ecc.
Eurodesk è facilmente contattabile in quanto ha un proprio sito internet, un
numero verde, sessanta punti d’informazione distribuiti su tutto il territorio nazionale e quindi è molto vicina ai luoghi dove i giovani vivono.Io credo di poter concludere il mio interveto con una raccomandazione: oggi le opportunità
offerte dalla Comunità europea sono molte e vanno sapute cogliere e la rete
Eurodesk è uno degli strumenti possibili. Quindi invito a non esitare a contattarci.
A me spetta il compito di illustrare, sia pur brevemente, quali sono i punti
Eurodesk in provincia di Trento.
Riferendomi a quanto aveva prima detto Giorgio Guazzugli, faccio rilevare che,
per motivi di tempo, ha dovuto riassumere molto la presentazione dei contenuti
del Programma Gioventù, che è un programma piuttosto articolato. Io mi auguro che, rispondendo alle vostre domande, sia possibile sviscerare alcuni aspetti
di vostro interesse. Ricordo comunque che informazioni più dettagliati sul Programma Gioventù come pure su altri aspetti delle iniziative europee, possono
essere trovare anche sul territorio provinciale.
In Provincia di Trento è quindi possibile avere informazioni su ogni aspetto
delle diverse iniziative europee attraverso il Centro di Documentazione Europea, che ha organizzato quest’incontro. Si possono avere inoltre informazioni
presso il Servizio Istruzione ed il referente a livello provinciale del Progetto
Gioventù.
Ci sono poi due punti Eurodesk operativi sul territorio provinciale; si tratta
dell’Informagiovani del Comune di Trento che ha come referente la signora
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Sandra Betta e del Carrefour delle Alpi - che io rappresento - e che è ospitato
presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige.
In sala è presente il referente del Friuli Venezia Giulia del Programma Gioventù, la referente per la Provincia di Bolzano ed il referente del punto Eurodesk di
Bolzano. L’incontro di oggi assume quindi un carattere interprovinciale e questo credo sia un aspetto alquanto positivo.
Volevo illustrare brevemente l’attività dei punti Eurodesk della Provincia di
Trento, chiarendo i loro compiti e obiettivi. Innanzi tutto, va detto che
l’Informagiovani è una struttura che opera all’interno del Comune di Trento ed
ha la sua sede in via Roma, 60; e, quindi, a differenza del Carrefour delle Alpi,
opera essenzialmente in ambito cittadino.
Nello specifico, si occupa oltre che del Programma Gioventù, di tutte le altre
iniziative a livello locale, nazionale ed europeo, che possono interessare i giovani; pertanto si passa dal mondo della scuola a quello del tempo libero, da
quello del lavoro allo sport, etc.
Per quanto riguarda l’aspetto legato a “Gioventù”, il punto Eurodesk
Informagiovani del Comune di Trento, si sta occupando in particolare dell’Azione
2, ossia del Servizio volontario europeo. Informagiovani è, infatti, un’organizzazione d’invio nell’ambito del servizio volontario europeo ed opera su questo
programma dall’inizio del 2000. Dopo aver organizzato nel mese di febbraio
una prima formazione rivolta ad un gruppo di ragazzi del Comune di Trento
interessati a prendere parte a quest’iniziativa, ha attivato cinque progetti d’invio
di ragazzi all’interno del servizio volontario europeo.
Per capire meglio quali possano essere le attività d’interesse all’interno dei progetti del servizio volontario europeo, posso ricordare che cosa stanno facendo i
ragazzi che hanno partecipato a tale iniziativa. Un giovane è attualmente in
Irlanda del Nord ed è impegnato in attività di recupero ambientale; una ragazza
ha svolto il servizio in Spagna insegnando il nuoto ai ragazzini ed altre attività
ludiche in piscina; un’altra ragazza attualmente in Germania, sta lavorando con
dei bambini, figli di rifugiati politici che vivono in quel Paese; il ragazzo che si
trova in Austria lavora in una biblioteca, mentre il volontario in Olanda, si occupa dell’inserimento di bambini autistici. Si tratta, quindi, di un ventaglio d’attività molto articolato.
Informagiovani Eurodesk, Comune di Trento, ha inoltre in programma per i
prossimi mesi l’invio d’altri quattro ragazzi che parteciperanno al programma
di Servizio volontariato europeo.
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Informagiovani, in collaborazione con l’Ufficio politiche giovanili del Comune
di Trento, sta portando avanti un’iniziativa che è la seconda edizione di un progetto chiamato “Spazio giovani”; trattasi di un concorso di idee, aperto a gruppi
organizzati e non organizzati, che prevede la presentazione di progetti di fattibilità
legati ad ambiti diversi, come l’arte, il teatro, ecc. Il premio di questo concorso
è il cofinanziamento, che consente la realizzazione concreto di quest’intervento
sul territorio. Per coloro che sono interessati, dirò che la scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione a questo concorso scade il 22 gennaio
2001.
Il secondo punto di Eurodesk presente sul territorio provinciale è il Carrefour
delle Alpi che è ospitato presso l’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Si
tratta di una struttura di tipo diverso, che fa parte della rete europea dei centri
d’informazione ed animazione rurale, che la Commissione europea ha attivato
su tutto il territorio comunitario, per informare le donne rurali sull’Unione europea, sulla funzionamento delle diverse istituzioni e sui programmi che possono
interessare le realtà che operano in questi territori.
L’attività del Carrefour delle Alpi, in particolare, si sta focalizzando su due settori di particolare interesse: uno è quello riguardante le politiche di sviluppo
della montagna europea e il secondo è quello delle politiche giovanili, ossia il
Programma giovani.
Nell’ambito di “Gioventù”; anche Carrefour come Informagiovani di Trento,
opera per il momento nell’ambito dell’Azione “ - ossia il Servizio volontario
europeo - ed ha funzioni di struttura d’invio ed a breve speriamo di diventare
struttura d’accoglienza. A tutt’oggi sono stati inviati 5 ragazzi all’estero e precisamente: in Irlanda del Nord, Austria, Belgio, Germania e Spagna. Una ragazza
partirà in questi giorni per una località dei Pirenei, dove lavorerà in un centro
aperto per i giovani.
Per concludere ricordo che Carrefour sta portando avanti anche altre iniziative
legate ai programmi europei per il mondo giovanile. Sono in fase di
completamento alcune pagine del sito Internet che riportano, oltre alla descrizione dei principali programmi comunitari rivolti ai giovani, un campionario
d’esperienze fatte da ragazzi trentini, scuole, associazioni o altri gruppi, proprio
nell’ambito di questi programmi. Una di queste esperienze sarà presentata dalla
Sig.na Paola Sittoni, com’è stato previsto dal programma.
Un altro progetto che si sta realizzando assieme ad alcuni istituti superiori è il
Progetto Euroscuola, che prevede un’informazione sulla moneta unica che tra
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poco entrerà in circolazione, che prevede anche l’utilizzo di un questionario
specifico.
Mi auguro che qualcuno dei presenti sia interessato ad attivare alcune iniziative
nell’ambito del Programma Gioventù o d’altri progetti legati al mondo giovanile e l’invito a fare riferimento al C.D.E. ed al Servizio istruzione della Provincia, oltre ai due punti Informagiovani Eurodesk. I riferimenti sono indicati nel
materiale informativo che è a vostra disposizione.
Per la provincia di Bolzano il riferimento è l’Università Popolare delle Alpi
dolomitiche di Bolzano, che funge da sportello Eurodesk, che sta portando avanti
iniziative informative rivolte al Programma giovani.
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Sig.na Paola Sittoni
Sono Paola Sittoni, ho 27 anni e sono un’ex volontaria europea e desidero presentare la mia esperienza- Tre anni fa, volendo imparare una lingua straniera
decisi che avrei dovuto trascorrere un periodo all’estero: un’esperienza “full
immersion” è il miglior modo per imparare realmente una lingua straniera e, nel
contempo, mi dava anche la possibilità di verificare se il mio interesse verso un
impegno lavorativo nel sociale era concreto o meno. Io sono ancora studentessa
di sociologia ed era mia intenzione fare l’assistente sociale.
Facendo quindi delle ricerche per verificare quali potevano essere le opportunità a mia disposizione per concretizzare questo mio desiderio, ho trovato questo
opuscolo “Zero sclero”; pubblicazione del liceo Da Vinci, nel quale si parlava
della possibilità di trascorrere un periodo variabile da sei a dodici mesi all’estero come volontario pagato.
Ho quindi contattato l’Agenzia nazionale Lunaria di Roma che mi ha spedito
dei nominativi d’Associazioni a carattere sociale italiane alle quali poter fare
riferimento, in quanto in provincia di Trento non era ancora operativo Eurodesk
Informagiovani. Ho quindi presento attraverso dei formulari il mio progetto,
che era piuttosto particolare: infatti, io avevo intenzione di andare in Irlanda e
lavorare con malati oncologici.
L’Arci di Roma si era interessata al mio progetto che era stato finanziato a Dublino, ma non sono potuta poi partire perché non erano state individuate strutture adatte ad accogliermi. Si trattava, all’epoca, dei primi contatti che quest’Associazione aveva con altre strutture dei Paesi membri e, quindi, mi è stata proposta un’altra alternativa, ossia di poter fare del volontariato con malati di mente in Germania. Ho quindi accettato tale proposta.
Prima di partire ho fatto un breve corso di tre giorni di “formazione informale”
assieme ad altri ragazzi italiani che dovevano fare la mia stessa esperienza. Io
quindi sono stata tra le prime dieci ragazze italiane a partecipare a queste esperienze di volontariato. Sono per la Germania dove devo dire d’aver trovato una
bellissima accoglienza da parte dell’Associazione italo-franco-tedesca, che doveva gestire trenta volontari. Si trattava di quindici ragazzi francesi che dovevano operare in Germania, quindici ragazzi tedeschi che avrebbero operato in Francia e due ragazze inglesi.
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Ho quindi potuto trascorrere quindici giorni molto intensi perché è stato veramente un forte “momento europeo”, dove ci siamo sentiti veramente “cittadini
europei”. I miei amici parlavano tre lingue mentre io non parlavo alcuna lingua
straniera, anche se tentavo di farlo. Sono quindi stata mandata presso una clinica di ragazzi e bambini che aveva subito degli incidenti molto gravi; erano praticamente dei “vegetali” che dovevano essere alimentati attraverso una sonda.
Si trattava di una clinica di recupero degli arti; i ragazzi erano sottoposti a diverse terapie, tra cui fisioterapia, ergoterapia, ecc. Durante la mia permanenza ho
avuto modo di conoscere moltissime medicine alternative ed altri sistemi naturali per la stimolazione dei centri nervosi.
Io ero ospitata in una stanza molto confortevole all’interno di una struttura che in
tedesco era chiamata “Tannenhof”, si trattava di piccoli alloggi dove con gli altri
operatori condividevo l’uso della cucina, della lavatrice, etc. Oltre a vitto ed alloggio, ricevevo un compenso di 400 marchi al mese per le mie necessità.
Sono rimasta presso questa clinica per sei mesi ed ogni mese avevo la possibilità
di frequentare dei seminari d’animazione che si svolgevano in diverse città della
Germania e, quindi, ho potuto visitare, Bonn, Strasburgo ecc. Questi seminari
“d’animazione” avevano, tra l’altro, lo scopo di consentirci uno scambio d’idee,
di verificare le nostre impressioni e l’andamento del nostro lavoro, il raggiungimento
degli scopi dell’iniziativa alla quale partecipavamo. Ci venivano dati poi consigli
ed altre informazioni su come dovevamo comportarci ed affrontare eventuali problemi comuni e individuali che noi ragazzi potevamo incontrare nei diversi ambienti dove eravamo impegnati. I ragazzi austriaci, ad esempio, lavoravano in una
casa di riposo, le ragazze inglesi, invece, prestavano la loro opera in una casa per
malati mentali e facevano lavori diversi. Ognuno di noi, quindi, viveva un’esperienza in realtà diverse e quindi l’incontro mensile era molto importante ed atteso
perché ci permetteva di condividere queste nostre esperienze.
Io ora mi sento di consigliare a tutti di fare un’esperienza di questo tipo perché
è molto importante per la nostra formazione, ci fa cambiare la nostra visione del
mondo; ci fa capire quanto sia limitata la nostra visione del mondo e quanto,
invece, sia grande la realtà esterna, quali gli orizzonti e le diversità.
Un’esperienza di questo genere incide profondamente nella nostra personalità
perché ci dà la possibilità di riflettere su molte cose delle quali, magari, non
c’eravamo mai accorti in passato o che avevano un significato diverso, consente
di verificare la profondità - o meno - delle nostre aspirazioni, dei nostri progetti
futuri.
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Rientrata in Italia ho quindi iniziato a lavorare e ho potuto partecipare a “Future
capital”: è questa una possibilità offerta dalla Comunità al volontario di fare un
progetto per un importo massimo di 5 mila ecu, ossia quasi dieci milioni. Con
questo finanziamento il giovane volontario può avviare delle attività, anche di
formazione personale.
Ho avuto modo di conoscere una ragazza volontaria che ha frequentato un corso
sull’alimentazione, perché desiderava lavorare con persone affette da problemi
di bulimia ed anoressia: anche questo tipo d’investimento rientra negli obiettivi
di Future capital. Io, invece, mi sono proposta ad altre Associazioni e con
Caleidoscopio, abbiamo progettato un progetto chiamato “Io ed il diverso”, iniziativa con la quale abbiamo dato la possibilità a ragazzi di età compresa tra i 18
ed i 21 anni, di fare un percorso formativo sulla diversità e sul significato della
diversità.
Abbiamo fatto degli incontri di vario tipo con ragazzi interessati, alcuni dei
quali sono poi venuti con me in Germania e sono rimasti per una settimana nella
clinica dove io avevo svolto il servizio di volontariato.Abbiamo quindi potuto
visitare alcune città della Germania e fare un’esperienza molto interessante sotto il profilo umano.
Nell’ambito del nostro progetto c’è stata data la possibilità di trascorrere una
settimana a Cecina Mare, al Meeting internazionale antirazzista. In tal modo i
ragazzi hanno potuto incontrare giovani di razze diverse e si sono così incontrati con vari tipi di diversità.
Avrei ancora molte cose da dire sull’esperienza da me fatta e, forse, non sono
proprio riuscita a rendere completamente l’idea dell’importanza e del significato che ha avuto per me quest’esperienza di volontariato.
Io mi auguro che, soprattutto i ragazzi trentini, spesso troppo ancorati alla nostra piccola realtà, possano fare quest’esperienza e possano cogliere le possibilità offerte dai programmi europei. Il servizio di volontariato all’estero può essere innanzi tutto un arricchimento personale e può costituire anche un’ulteriore
possibilità sotto il profilo professionale.
Io ora non ho alcun’intenzione di fare l’assistente sociale; ho cambiato idea e
sono riuscita a definire quello che voglio fare. Io utilizzo l’animazione che è
stata fatta su di me per fare della formazione nelle aziende, utilizzando i
finanziamenti del Fondo Sociale Europeo: lavoro in un’azienda che si occupa
di “formazione informale”.
Consiglio quindi a tutti di andare all’estero un’esperienza di questo tipo perché
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può vi consentire di fare chiarezza sui vostri obiettivi futuri, vi consente di capire meglio “che cosa volete fare da grandi” ed, in definitiva, vi fa crescere moltissimo.
Invito tutti i referenti dell’Associazione ISKRA che illustreranno un’esperienza
fatta da un gruppo di ragazzi nell’ambito dell’Azione 1 del Programma Gioventù - quello degli scambi giovanili - che, fino allo scorso anno con i vecchi programmi comunitari, faceva parte di un programma a sé, chiamato “Gioventù per
l’Europa”.
Vorrei per prima cosa presentare la nostra Associazione. Io Flavia Filippi e sono
la Presidente di quest’Associazione, mentre Francesco Toss è il rappresentante
del Gruppo giovani.
Devo subito dire che la nostra Associazione, che si occupa di rapporti culturali
con i popoli slavi e, più in generale, con i Paesi l’est Europa e non è propriamente un’Associazione giovanile. E’ nata nel 1992 ed, ancora prima della creazione
del Programma Gioventù per l’Europa, noi abbiamo lavorato in modo particolare in Russia, aiutati indirettamente dai Fondi europei, attraverso i fondi della
legge regionale sull’integrazione europea che ci sono stati concessi per poter
effettuare dei viaggi, soggiorni linguistici e scambi con la Russia.
Il nostro primo progetto di Gioventù per l’Europa è stato realizzato nel 1998:
noi non avevamo alcun’informazione sui programmi della Comunità europea,
anche se avevamo dei contatti diretti - a livello di amicizia - con un’Associazione tedesca di Berlino est, che rientrava nella nostra area di azione. Si tratta
dell’Associazione Pfefferwerk, che si occupa di problemi di disagio giovanile,
che ci propose uno scambio bilaterale, Italia-Germania, attività che rientrava in
quelle previste dall’Azione 1, ossia iniziative di scambio all’interno dei Paesi
europei.
I primi contatti furono presi ancora nell’ottobre del 1997 e lo scambio effettivo
è avvenuto nel mese di aprile del 1998. Un gruppo di dieci ragazzi trentini di
circa vent’anni ha potuto trascorrere dieci giorni a Berlino e i giovani tedeschi
hanno ricambiato la visita nel mese di settembre. Il progetto, chiamato “Octopus”
- “Piovra” - aveva come obiettivo di creare una rete di contatto tra le associazioni giovanili che si occupano di scambi ed altre iniziative con i Paesi Europa
orientale. Il progetto era soprattutto d’integrazione europea e, quindi, i ragazzi
dovevano conoscersi tra loro, lavorare tra loro per conoscersi meglio.
Noi abbiamo fatto quindi delle lezioni su Internet, su come gestire una rete di
informazioni in Internet. Abbiamo quindi potuto visitare un’associazione cultu- 22 -
rale polacca e, quindi, quando i ragazzi sono venuti da noi dieci ragazzi tedeschi
abbiamo potuto fare delle attività analoghe. Questi ragazzi erano accompagnati
da alcuni accompagnatori specializzati. A questo proposito devo dire che in
quasi tutta Europa esistono delle qualifiche abbastanza precise che definiscono
i profili degli accompagnatori e degli animatori di questi viaggi giovanili, mentre non esiste nulla di simile in Italia. Una delle prime difficoltà che abbiamo
trovato anche nella compilazione della scheda di richiesta d’attivazione di questo scambio, è stata proprio quella di definire la tipologia dei nostri animatori. A
differenza di quanto avviene in Inghilterra, Francia e Germania, dove esistono
delle qualifiche professionali ben precise per gli animatori giovanili, noi non
avevamo alcuna qualifica professionale di riferimento.
Noi abbiamo potuto fare questo scambio con l’aiuto - che è stato fondamentale
- dell’Associazione tedesca Pfefferwerk, senza il quale non avremo potuto realizzare nulla poiché noi non avevamo alcuna conoscenza dei programmi comunitari. Tale Associazione ci ha guidati in tutte le fasi dello scambio, soprattutto
nella compilazione della modulistica e nella predisposizione della documentazione richiesta.
I risultati positivi di questo scambio è stato soprattutto il consolidamento del
nostro gruppo giovanile che, già esisteva ma che, non avendo la possibilità di
fare delle azioni di un certo spessore, non riusciva a consolidarsi come, invece,
poi è avvenuto. Il gruppo - sempre con l’aiuto dell’Associazione tedesca - ha
potuto partecipare ad un altro scambio in Israele che è stato fatto nel corso del
1999. Si è trattato di uno scambio quadrilaterale e, quindi, molto più impegnativo e vedeva impegnati l’Italia, la Germania, l’Ucraina e Israele, ossia due Paesi
della Comunità europea e due Paesi ancora extra comunità europea.
Purtroppo il nostro ruolo è stato piuttosto passivo nel senso che, a causa delle
difficoltà che io v’illustrerò, la nostra partecipazione è stata completamente “sovvenzionata” dall’Associazione tedesca Pfefferwerk che ha avuto un ruolo guida
e che ha chiesto, e ottenuto dalla Comunità europea, attraverso la loro Agenzia
di Bonn, i fondi necessari per quest’iniziativa. Questo secondo scambio aveva
come tema “l’Olocausto e le nuove generazioni”; per questo motivo siamo andati in Israele. E’ stata un’esperienza molto interessante, sicuramente più viva e
formativa rispetto al primo scambio che avevamo fatto.
Vorrei, in conclusione, fare una breve carrellata sui problemi che noi abbiamo
incontrato in questo programma “Gioventù per l’Europa”, che ora si chiama
“Gioventù”.
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Il primo problema è stato questo: nel primo scambio noi siamo stati guidati
dall’Associazione Pfefferwerk di Berlino; abbiamo compilato la modulistica
prevista e, subito, abbiamo dovuto affrontare il problema relativo agli
accompagnatori che, tuttavia, è stato superato. Qualche mese dopo l’invio della
documentazione entro la data prevista, abbiamo saputo da Berlino che il progetto generale era stato approvato.
Ci siamo quindi rivolti a Roma per conoscere la situazione specifica del nostro
progetto ed abbiamo saputo che il progetto era stato classificato in modo sbagliato: in altre parole non rientrava nell’ Azione A1, ma nell’Azione B1 e quindi
non era stato approvato, mentre lo stesso progetto che prevedeva la nostra partecipazione con l’Associazione tedesca, a Bonn era stato approvato. Questo ha
causato un primo disorientamento iniziale, per altro superato.
Il secondo problema, sul quale vorremmo delle spiegazioni, è quello relativo al
finanziamento. Io non ho ancora avuto modo di prendere visione del programma “Gioventù”. ma “Gioventù per l’Europa” prevedeva un anticipo di una certa
percentuale del contributo concesso e, a scambio avvenuto, il relativo saldo,
dietro regolare presentazione delle spese sostenute. Il problema è che noi non
abbiamo mai ricevuto l’anticipo che è previsto dal progetto ed abbiamo ricevuto l’intera somma che era stata concessa - quindi anticipo e saldo insieme - dopo
un anno dalla conclusione delle scambio.
Per questo motivo l’Associazione ha dovuto chiudere e noi, fortunatamente,
avevamo un po’ di riserve che ci hanno permesso di sopravvivere, ma questo ha
comportato il blocco di tutte le attività dell’Associazione per un anno intero. A
questo proposito voglio ricordare che, invece, l’Associazione tedesca aveva ricevuto da Bonn sia l’anticipo sia il saldo regolarmente. Non voglio fare alcuna
polemica, perché si tratta di progetti molto importanti e significativi, ma bisogna anche dire che questi fatti inficiano molto la loro validità e scoraggiano
quanti vorrebbero avviare iniziative di questo tipo. La questione economica non
è affatto secondaria ed, anzi, è proprio per una questione economica che si avvia
tutta questa procedura di accesso ai benefici previsti dalla Comunità europea,
altrimenti, se non ci fossero vincoli di tipo economico, ognuno potrebbe organizzare in maniera autonoma le iniziative che ritiene più opportune, senza dover
chiedere alcun intervento esterno. Questo, tra l’altro, è quanto abbiamo fatto
anche noi in passato, nel senso che abbiamo attivato le nostre iniziative senza
chiedere alcun sostegno finanziario agli enti pubblici, finanziando cioè direttamente i progetti da noi realizzati.
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Per questi motivi, occasione del secondo scambio noi abbiamo svolto un ruolo
completamente passivo nel senso che abbiamo dato la nostra disponibilità alla
partecipazione all’incontro quadrilaterale del quale ho parlato in precedenza,
che però ha gravato dal punto di vista finanziario unicamente sulle spalle degli
amici tedeschi e israeliani, che potevano contare su contatti molto solidi con gli
enti referenti a livello europeo.
Purtroppo il problema italiano è stato questo e mi auguro che nella nuova azione
“Gioventù” prevista per gli anni 2000/2006, si possano superare ostacoli di questo tipo.
Volevo quindi chiedere delle precisazioni sulle modalità ed i tempi di erogazione
dei contributi.
Al responsabile del gruppo giovani potrete rivolgere le vostre domande relativamente a come i ragazzi hanno vissuto quest’esperienza, sugli obiettivi raggiunti, sulla validità o meno dell’iniziativa, etc.
Volevo rispondere ai problemi che ci sono stati in passato. Io mi occupo del
Servizio volontario europeo e devo dire che, anche per progetti di questo tipo,
inizialmente ci sono stati dei problemi perché le procedure erano molto lunghe
e minuziose. Ora anche per il programma “Gioventù” la parte burocratica è
molto più snella e le procedure nel loro complesso sono state ridotte. Almeno
per quanto riguarda il Servizio volontario europeo i finanziamenti sono stati
utilizzati sia per dare la possibilità alle Associazioni di compilare con facilità i
progetti, sia per evitare i problemi che ci sono stati poi in sede di rendicontazione
e finanziamento. Sulla base di queste esperienze, fatte proprio nel corso degli
ultimi tre anni, il programma è stato gradualmente perfezionato ed è notevolmente migliorato.
Non conosco bene le ragioni del ritardo che è stato segnalato dalla vostra Associazione - e mi dispiace molto per i gravi contrattempi che si sono verificati - ma
posso assicurare che ora il programma, rispetto a due anni fa, ha delle scadenze
annuali che sono fissate dalla normativa. In passato la situazione era molto più
confusa e le scadenze per la presentazione dei progetti, ad esempio, avvenivano
di norma ogni uno o due mesi ed erano diverse per ogni Paese, che poteva
stabilire scadenze diverse per la presentazione dei progetti.
Ora c’è un’uniformità e si sono così potute eliminare molte difficoltà che s’incontravano poi nel coordinamento delle varie iniziative. Infatti, ora i progetti,
sia quelli relativi al Servizio volontario europeo, sia quelli di “Gioventù”, per
essere approvati definitivamente devono essere preventivamente approvati da
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entrambe i Paesi. Quasi il 90% dei progetti del programma “Gioventù” sono dei
progetti bilaterali, trilaterali o multilaterali, ossia progetti che vedono impegnate due o più organizzazioni che presentano il progetto stesso in vari Paesi.
L’approvazione dei vari progetti deve essere quindi fatta da tutti i Paesi proponenti il progetto stesso ed ora, essendo state definite delle scadenze annuali
comuni, valide cioè per tutti i Paesi della Comunità. In questo modo i progetti
devono essere presentati alla stessa scadenza e devono quindi essere approvati
entro lo stesso termine; in tal modo si potranno ridurre notevolmente i problemi
burocratici legati ai diversi aspetti organizzativi di tali progetti. I progetti, infatti, possono iniziare entro duo o tre mesi dalla loro approvazione e, quindi, è
compito delle Agenzia nazionali concedere i finanziamenti proprio entro questo
limite di tempo ben preciso.
Va detto che in Italia c’è un problema particolare, dovuto al fatto che il Dipartimento per gli Affari sociali, struttura nazionale del programma, non ha un proprio portafoglio in quanto nel nostro Paese tutti i finanziamenti sono centralizzati al Ministero del Tesoro. Pertanto, ogni ministero, per poter erogare i
finanziamenti alle organizzazioni che chiedono tali finanziamenti per poter partecipare al programma, deve passare attraverso il Ministero del Tesoro che, come
sappiamo, ha delle procedure piuttosto lunghe. Di solito, dal momento in cui è
fatta da parte del Dipartimento la richiesta al Ministero, passa almeno un mese
prima di ottenere il finanziamento.
Sono questi aspetti che potremo discutere personalmente perché questa non credo sia la sede più adatta; riconosco tuttavia che è giusto che i problemi e le
difficoltà siano segnalati.
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Prof.ssa Flavia Filippi
Oltre alla sottoscritta, che rappresenta l’Associazione ISKRA, con me vi è Francesco Toss che rappresenta il gruppo giovani della stessa Associazione.
ISKRA è nata nel 1992 e si occupa di rapporti culturali con i popoli slavi
e, più in generale, con i Paesi l’est Europa. Non è quindi solo
un’Associazione giovanile. Ancora prima della creazione del Programma
Gioventù per l’Europa, noi abbiamo lavorato aiutati indirettamente dai
Fondi europei, attraverso la legge regionale sull’integrazione europea,
effettuando viaggi, soggiorni linguistici e scambi con la Russia.
Il nostro primo progetto di Gioventù per l’Europa è stato realizzato nel
1998. Allora noi non avevamo alcun’informazione sui programmi della
Comunità europea. Un’Associazione tedesca di Berlino Est, la Pfefferwerk,
che si occupa di problemi di disagio giovanile e con cui avevamo dei
contatti diretti a livello di amicizia, ci propose uno scambio bilaterale
Italia - Germania e ci spiegò che quest’attività poteva essere finanziata
dall’Unione Europea attraverso il programma Gioventù per l’Europa come
un’iniziativa di scambio all’interno dei Paesi europei.
I primi contatti furono presi ancora nell’ottobre del 1997 e lo scambio
effettivo è avvenuto nel mese di aprile del 1998. Un gruppo di dieci
ragazzi trentini di circa vent’anni ha potuto trascorrere dieci giorni a
Berlino e i giovani tedeschi hanno ricambiato la visita nel mese di
settembre. Il progetto, chiamato “Octopus” - “Piovra”, aveva come
obiettivo creare una rete di contatto tra le associazioni giovanili che si
occupano di scambi ed altre iniziative con i Paesi Europa Orientale. A
Berlino abbiamo svolto lezioni su internet, su come gestire una rete di
informazioni in Internet ed abbiamo visitato un’associazione culturale
polacca. Quando i ragazzi tedeschi sono venuti da noi a Trento abbiamo
svolto delle attività analoghe.
Interessante notare che i ragazzi tedeschi erano accompagnati da alcuni
accompagnatori specializzati. A questo proposito devo dire che in quasi
tutta Europa esistono delle qualifiche abbastanza precise che definiscono i
profili degli accompagnatori e degli animatori di questi viaggi giovanili,
mentre non esiste nulla di simile in Italia. Una delle prime difficoltà che
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abbiamo trovato anche nella compilazione della scheda di richiesta
d’attivazione di questo scambio, è stata proprio quella di definire la
tipologia dei nostri animatori. A differenza di quanto avviene in
Inghilterra, Francia e Germania, dove esistono delle qualifiche
professionali ben precise per gli animatori giovanili, noi non avevamo
alcuna qualifica professionale di riferimento.
Noi abbiamo potuto fare questo scambio solo grazie all’Associazione tedesca
Pfefferwerk, non essendo nemmeno a conoscenza dell’esistenza di simili
programmi comunitari. Tale Associazione ci ha guidati in tutte le fasi
dello scambio, soprattutto nella compilazione della modulistica e nella
predisposizione della documentazione richiesta.
I risultati positivi di questo scambio è stato soprattutto il
consolidamento del nostro gruppo giovanile che, già esisteva ma che, non
avendo la possibilità di fare delle azioni di un certo spessore, non
riusciva a consolidarsi. Il gruppo - sempre con l’aiuto dell’Associazione
tedesca - ha potuto partecipare ad un altro scambio in Israele che è stato
fatto nel corso del 1999. Si è trattato di uno scambio quadrilaterale e,
quindi, molto più impegnativo e vedeva impegnati l’Italia, la Germania,
l’Ucraina e Israele, ossia due Paesi della Comunità europea e due Paesi al
di fuori della Comunità europea. Questo secondo scambio aveva come tema
”l’Olocausto e le nuove generazioni”; per questo motivo siamo andati in
Israele. E’ stata un’esperienza molto interessante, viva e formativa per i
ragazzi.
In questo caso purtroppo il nostro ruolo è stato passivo nel senso che, a
causa delle difficoltà avute nel primo scambio e che ora v’illustrerò, la
nostra partecipazione è stata completamente “sovvenzionata”
dall’Associazione tedesca Pfefferwerk. L’Associazione tedesca ha avuto un
ruolo guida e ha chiesto e ottenuto dalla Comunità europea, attraverso
l’Agenzia tedesca di Bonn, i fondi necessari per quest’iniziativa.
Passiamo ora ai problemi che abbiamo incontrato.
Nel primo scambio guidati dall’Associazione Pfefferwerk di Berlino abbiamo
compilato la modulistica prevista in cui, come ho già detto, abbiamo dovuto
affrontare il primo problema, quello relativo alla ‘classificazione’
accompagnatori che, tuttavia, è stato superato.
Qualche mese dopo l’invio della documentazione, entro la data prevista,
abbiamo saputo da Berlino che il progetto generale era stato approvato. Ci
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siamo quindi rivolti a Roma per conoscere la situazione specifica del
nostro progetto ed abbiamo saputo che il progetto era stato classificato in
modo sbagliato e quindi non era stato approvato, mentre lo stesso progetto
a Bonn era stato approvato. Infatti al momento della consegna l’Agenzia di
Roma ci aveva riferito che il nostro progetto non rientrava nell’Azione
A1, ma nell’Azione B1, per cui subito correggemmo i moduli. La correzione
dell’agenzia italiana risultò però errata. Questo causò un primo
disorientamento, peraltro subito superato.
Il secondo problema, sul quale vorremmo delle spiegazioni, è quello
relativo al finanziamento. Io non ho ancora avuto modo di prendere visione
del programma “Gioventù”, ma “Gioventù per l’Europa” prevedeva un anticipo
di una certa percentuale del contributo concesso e, a scambio avvenuto, il
relativo saldo, dietro regolare presentazione delle spese sostenute. Il
problema è che noi non abbiamo mai ricevuto l’anticipo che era previsto ed
abbiamo ricevuto l’intera somma che era stata concessa - quindi anticipo e
saldo insieme - ad un anno dalla conclusione delle scambio.
So che per questo motivo molte associazioni hanno semplicemente dovuto
chiudere. Noi, fortunatamente, avevamo un po’ di riserve che ci hanno
permesso di sopravvivere, ma questo ha comportato il blocco di tutte le
attività dell’Associazione per un anno intero. A questo proposito voglio
ricordare che, al contrario, l’Associazione tedesca aveva ricevuto da Bonn
sia l’anticipo sia il saldo regolarmente. Non voglio fare alcuna polemica,
perché si tratta di progetti molto importanti e significativi, ma bisogna
anche dire che questi fatti inficiano la validità e l’efficacia dei
progetti stessi e scoraggiano quanti vorrebbero avviare iniziative di
questo tipo. La questione economica non è affatto secondaria ed, anzi, è
proprio per una questione economica che si avvia tutta questa procedura di
accesso ai benefici previsti dalla Comunità europea. Ovviamente se le
associazioni disponessero di notevoli fondi propri, potrebbero organizzare
le proprie iniziative senza alcun intervento o vincolo esterno. Questo, tra
l’altro, è quanto abbiamo fatto anche noi in passato, nel senso che abbiamo
attivato progetti senza chiedere alcun sostegno finanziario agli enti
pubblici, finanziando cioè direttamente i progetti da noi realizzati.
Per questi motivi, in occasione del secondo scambio noi abbiamo svolto un
ruolo completamente passivo, nel senso che abbiamo dato la nostra
disponibilità alla partecipazione all’incontro quadrilaterale del quale ho
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parlato in precedenza, gravando però unicamente sulle spalle degli amici
tedeschi e israeliani, che potevano contare su contatti molto solidi con
gli enti referenti a livello europeo e con Agenzie Nazionali più
efficienti.
Purtroppo il problema italiano è stato questo e mi auguro che nella nuova
azione “Gioventù” prevista per gli anni 2000/2006 si possano superare
ostacoli di questo tipo.
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COLLANA “QUADERNI DEL CDE”
1.
La tutela delle minoranze etnico-linguistiche in relazione alla rappresentanza politica: un’analisi comparata
2. Le professioni turistiche nell’ottica comunitaria
3. Euro: una sfida per la pubblica amministrazione
4. L’accesso ai documenti amministrativi nella prospettiva comunitaria
5. Cooperative, associazioni e mutue nelle normative e nelle politiche della
comunità europea
6. Accesso alle fonti informative comunitarie
7. Opportunità di cofinanziamento comunitario nel settore dell’ambiente
8. Documento elettronico e firma digitale
9. Gioventù – il programma Europeo per l’educazione non formale e la mobilità internazionale
10. La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea
11. Programma comunitario “Cultura 2000” (in corso di pubblicazione)
12. Disciplina comunitaria in materia di aiuti di Stato
Le pubblicazioni sono disponibili su Internet al seguente indirizzo:
http://www.provincia.tn.it/cde, oppure si possono richiedere a:
Provincia Autonoma di Trento,
Centro di Documentazione Europea, via Romagnosi, 9
38100 Trento, tel. 0461/495087-88, fax 0461/495095, e-mail: [email protected]
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GIOVENTÙ il programma Europeo per l`educazione non formale e la