Domenica d’agosto La seconda domenica di agosto Gavorrano sembrerà tornare indietro nel tempo, fino al Medioevo: le sue vie e le sue piazze saranno colorate dei vessilli, dei costumi medievali, delle musiche e dei rituali che caratterizzano la manifestazione denominata "Salto della Contessa". Per le vie del paese più nascoste al pubblico, attori dilettanti ripassano i ruoli della rievocazione; i giovani ragazzi che per la prima volta entrano tra i "tamburini" si preparano e allenano assiduamente ed è possibile udire le prove del tipico rullo di tamburi che il giorno dei festeggiamenti farà da sottofondo al corte storico. Tante persone si accordano per la scelta degli abiti a disposizione nei magazzini della Pro Loco per la "sfilata" tanto attesa: vestiti dai colori bellissimi per dame, cavalieri, piccole damigelle, paggetti, soldati, capitano del popolo e araldo. Non fa paura nemmeno il caldo che inevitabilmente i figuranti del corteo storico dovranno patire sotto la pesantezza delle vesti e anche gli amici di Gavorrano provenienti dalla Germania e dalla Svezia, come ormai consuetudine si prenotano per sfilare. Questa rievocazione storica, giunta alla quindicesima edizione, è organizzata dalla Nuova Associazione Pro Loco Gavorranese, con il Patrocinio del Comune di Gavorrano e rievoca un evento tra storia e tradizione, legato appunto alle vicende di Pia de' Tolomei, nobildonna senese, rinchiusa nel Castello di Pietra e uccisa o fatta uccidere dal marito Nello Pannocchieschi. Come tutti sappiamo, la vicenda è racchiusa in pochi celeberrimi versi che Dante Alighieri nel V canto del Purgatorio le dedicò. poesia di S. Guastaldi DIRETTORE Pier Nello Cicaloni REDAZIONE Corrado Barontini Pier Nello Cicaloni Gigliola Monaci TESTI Comune di Gavorrano Nuova Associazione Pro Loco Gavorrano PUBBLICITÀ GNG GROUP Via Papa Giovanni XXIII, 52 - GR destinazione posta: via Montecorno, 2 - Grosseto [email protected] - www.lameria.com tel 3493009721 - fax 0564455586 FOTO Comune di Gavorrano Nuova Associazione Pro Loco Gavorrano GRAFICA E IMPAGINAZIONE GNG GROUP STAMPA Graffietti Stampati Montefiascone - Viterbo IN COPERTINA Castello di Pietra INDICE pag. 3 Domenica d’agosto pag. 4 Gavorrano: Borgo Medievale pag. 8 Rievocazione pag. 9 La leggenda di Pia de’Tolomei pag. 11 Programma pag. 12 Poster pag. 15 Pia: Leggenda o Mito? pag. 16 Gianna Nannini pag. 17 Castello di pietra pag. 18 Salto della Contessa pag. 19 Il Palio dello Zendado pag. 20 Ass. Pro Loco Gavorranese pag. 21 Hanno partecipato pag. 22 Poesia di Guastaldi 3 Gavorrano: Borgo Medievale Gavorrano deriva dal latino Caput Boreanum, nome che indicava la punta delle colline dove nacque il borgo, trasformatosi poi in Capo Borano, Cavorano e infine nel nome attuale. Le prime testimonianze sull'abitato risalgono all'epoca di Carlo Magno (IX Sec. d.c.), che sconfitti i Longobardi donò il Castello di Gavorrano alla famiglia Alberti di Mangona. Alla fine del XII secolo, Gavorrano apparteneva a Gualfredo, vescovo di Grosseto, a cui succedettero nel 4 secolo seguente i conti Pannocchiechi, la famiglia che forse ha maggiormente segnato la storia del borgo e l'immaginario collettivo dei suoi abitanti, infatti si narra che qui il Conte Nello uccise la senese Pia Dè Tolomei, la cui sorte viene descritta da Dante Alighieri nel "Canto V" della Divina Commedia del Purgatorio. I primi dinasti di Gavorrano furono i Conti Alberti di Mangona, almeno finchè non si scoprirono documenti più importanti a Pavia, datati il 14 agosto 1164, con il quale Federigo I restituì al giovane Conte Alberto in feudo le terre e le giurisdizioni appartenute al Conte Alberto, suo avo, annoverando come luoghi feudali, i Castelli di Cornia, di Scarlino e di Gavorrano, che il 5 Conte Alberto possedeva nella Maremma di Massa e Populonia. Il Conte Rainaldo, uno dei figli del Conte Alberti di Mangona, il quale era stato privilegiato da Federigo I mediante la divisione dei beni paterni, il 16 febbraio 1208 ebbe di parte i feudi della Maremma e conseguentemente i Castelli di Elci, di Gavorrano, di Scarlino e di Monte Rotondo, l'ultimo di questi castelli era la residenza del Conte Rainaldo. Alla morte del Conte Rainaldo subentrarono nei suoi diritti feudali i Conti Pannocchieschi di Elci, di Travale e del Castel di Pietra, anche sé gli abitanti di Gavorrano si reggessero allora a comune. Questo stà a provare l'indipendenza degli uomini di Gavorrano, ottenuta con la delibera presa nel 1278 dal Comune di Volterra, quando rimise al libero arbitrio dell'università di Gavorrano l'elezione del potestà che doveva nell'anno successivo entrare in uffizio in quella città. Infatti, con partito comunitativo del 26 ottobre 1278 i Gavorranesi, adempiendo all'onorevoloe incarico, nominarono potestà di Volterra il nobil uomo Nello, ossia Paganello dell'Inghiramo de' Pannocchieschi, signore del Castel di Pietra. Il 27 settembre del 1320 venne scritta una lettera al capitano e priori della città di Massa, Gavorrano: Borgo Medievale Ai giorni nostri Gavorrano, è stato Carlo duca di Calabria, e vicario in Toscana; la lettera faceva intendere che con la morte di Manovello e dei suoi fratelli Conti d'Elci, il castello di Gavorrano toccava ad altri Pannocchieschi, a tale scopo tendevano le convenzioni stabilite il 30 settembre del 1327 tra il Comune di Massa e quello di Gavorrano con i seguenti capitoli: - il potestà di Gavorrano doveva essere nominato dai governatori di Massa con obbligo di giudicare secondo gli statuti del luogo, ad eccezione di alcuni delitti, per i quali si ricorreva al foro di Massa; - i prodotti del luogo non dovevano pagare dazio per entrare nel territorio di Massa; - volendo i Massetani far acquistare dai Pannocchiesci della rocca, case, terreni e fitti, che i Conti possedevano in Gavorrano, non fossero aumentati i canoni e le pensioni ai Gavorranesi; - quest'ultimi dovevano consegnare alle milizie Massetane il loro castello; - infine, sarebbero stati considerati come cittadini di Massa. I governatori della città di Massa mediante un loro sindaco, per contratto del 2 novembre del 1328, acquistarono la metà del castello e giurisdizione della Pietra con la porzione dei castelli e territori di Gavorrano. Nello stesso anno si verificarono vari scontri tra Siena e Massa e dopo tali battaglie Siena s'impadronì di alcuni territori, tra cui Gavorrano. Abbiamo nuovamente notizie di Gavorrano verso l'anno 1450, quando l'esercito napoletano, condotto dal re Alfonso d'Aragona invase militarmente il castello di Gavorrano. Dieci anni dopo i Malavolti, famiglia senese, riottennero dal re di Napoli il castello e la giurisdizione di Gavorrano; ma nell'anno successivo la famiglia rinunciò al possesso di Gavorrano in favore della Repubblica. Dal 1465 in poi i Gavorranesi seguirono la sorte del governo di Siena, che negli anni successivi fu incorporato dal dominio fiorentino. un'importante centro minerario fino agli anni '80 è immerso nel cuore dell' Alta Maremma grossetana. Posto in posizione dominante (273 m s.l.m),offre al visitatore uno splendido panorama di verdi colline avvolte verso la Piana del fiume Pecora, fino al secolo scorso occupata da paludi e acquitrini, ma trasformata nel tempo in una gradevole campagna coltivata.Pure così vicino al litorale tirrenico raggiungibile in auto in pochi minuti, Gavorrano é lontano dai ritmi frenetici del turismo balneare e può offrire, in alternativa, un'"immersione" in un territorio dove uomo e ambiente si sono evoluti con rara armonia. Qui convivono suggestivi borghi e migliaia di ettari di macchia mediterranea, querceti e castagneti, tombe etrusche e vecchie miniere. Il paese come già detto in precedenza è stato un importante centro minerario e sul suo territorio sono ancora visibili le notevoli cave di pietra e le infrastrutture per l'escavazione e la lavorazione del materiale, tanto che nel 2003 è stato inaugurato un grande Parco Minerario situato all'ingresso del paese, da qui partono gli itinerari per il Teatro delle Rocce e la Miniera Ravi - Marchi. Altra scultura importante è la statua di Santa Barbara posta sul colle della Finoria., Santa Barbara, protettrice dei minatori, viene festeggiata ogni anno il 4 Dicembre con grande partecipazione dei paesani. Vi sono inoltre importanti musei tra cui nei pressi del Palazzo comunale il Centro di Documentazione dove sono conservati interessanti reperti degli scavi archeologici realizzati a Castel di Pietra e un Laboratorio di Educazione Ambientale situato alla Finoria, struttura che si pone all'avanguardia nel settore ambientale sia in Italia che all' estero. 6 Rievocare... Nei primi anni del 1990 è stata ricostituita a Gavorrano la Nuova Associazione Pro Loco Gavorranese e tra gli obiettivi che si era preposta era la rivalutazione storica delle nostre tradizioni. Nel 1993, in comune accordo con l'Amministrazione Comunale, fu deciso di strutturare la rievocazione storica della morte della Pia de' Tolomei con la manifestazione denominata "Salto della Contessa". Il paese fu diviso in due contrade: la parte del centro storico, denominata Contrada dei Pannocchieschi (in onore a Nello Pannocchieschi, padrone di Gavorrano) e la parte nuova del paese, denominata Contrada dei Tolomei. Dopo una ricerca storica sulle dinastie delle famiglie Tolomei e Pannocchieschi, furono identificati gli stemmi delle contrade e da qui sono nati i relativi cortei storici. Inoltre, è stato realizzato il corteo comunale, con i colori del Comune, dotato di tamburini e sbandieratori. Questa rievocazione storica si svolge ogni anno a Gavorrano la seconda domenica di agosto ed è una manifestazione che ha avuto risonanza anche a livello nazionale, con riprese televisive anche di Rai uno. Loc. Canonica - Roselle (GR) - Italy Tel. +39 0564 402364 Fax +39 0564 402372 [email protected] 8 La leggenda di Pia de’Tolomei Poesia di Elio Veccia In quel di Gavorrano, tra l'ampiezza della valle del Bruna, un'alluvione dicon poi distrutta). sopra un nero colle roccioso, come una fortezza, nella terra di Pietra, ermo severo, s'erge massiccio, da più lati E' posto Gavorrano soprastante a un elevato colle, a mano a mano giù verso il mare aperto degradante, da un masorlato di torrioni merlati, alto un maniero. siccio protetto, ai piè, montano ricoperto di selve, dalle Da numerose sale esso formato, abbellito da quadri, araz- alture dominante un paesaggio maremmano: l'accavallar zi, affreschi, statue eburnee di ninfe, era abitato dalla nota dei monti, le radure, il riquadro dei campi pien di messi, di famiglia Pannocchieschi, d'antico aristocratico lignaggio, Follonica lidi e insenature e, losguardo spaziando oltre i che l'ebbe avuto dagli Aldobrandeschi, signori del senese, riflessi verdazzurri del mar, l'isola appare in cui del in vassallaggio, dominando ciò stante gli ubertosi terreni Condottier tenuti oppressi furono gli spirti, stretto in cinte circostanti, in lungo raggio, da Gavorrano agli altri popo- amare. losi borghi salendo su sino a Volterra che monumenti Anche nel borgo antico v'è sembianza dei serba assai preziosi. Pannocchieschi, dove puoi notare le vie intensate a loro Si abbraccia dal Castel tutta la terra fluviale che, tra la fitta ricordanza, eleganti strutture ad arco e a volta, ricchi boscaglia di giunchi e di canneti, un lago serra formato ad palazzi a lor testimonianza. arte da un'alta muraglia che dai servi e vassalli fu costrutta chiudendo il corso a guisa di tenaglia, al fine di irrigar la Ma seguiamo la via, perché distolta più di tanto non sia la terra asciutta e rendere il raccolto più abbondante (da narrazione delle vicende della Pia. 9 Tra folta grigia schiera di mura, da padrone e Signore di Così vagando in Gavorrano e fuori, altra donna conobbe, Pietra, nel Castello, protetto da nutrita guarnigione, vivea altolocata, possidente di terre e di tesori, Aldobrandeschi Margherita; e spinto per folle amore e più per i suoi ori, dei Pannocchieschi il conte Nello. bramava addurla al talamo, convinto, ma alla proposta Alto, forte, prestante, ma superbo, pronta alla lotta e faci- ostava la contessa il cui legame ancora non era estinto. le al duello, per picciol cosa alzava molto il verbo. Contro la servitù, contro i vassalli spietatamente adopera- Per cui nella di lui mente depressa un abbietto statanico disegno mulinando veloce fece ressa, che molto non va il nerbo, ei sentendosi integro e senza falli. Frequentando il senese pertinente alle ricche famiglie tra tardò portare a segno: sparse in prima la falsa diceria per le valli più signorili, fu che tra la gente di gentil sesso fece i vari contadi del suo regno che la consorte sua, la dolce conoscenza con una nobildonna, appartenente a Tolomei, Pia, già così saggia e già così zelante, avea dato segnali di pazzia, squilibrata nei modi, delirante, tanto da ritenersi casato di semenza antica e aristocratica, la Pia. perniciosa sia per se stessa, sia per tutte quante le persoGiovane, dolce, di grande avvenenza, mai potè immagina- ne che ogni ora senza posa con amor l'accudivano e re che in balia d'un cavalier crudele e prepotente sarebbe pazienza. Era una notte nera e tempestosa, le selve eran squarciate andata incontro a sorte ria. con violenza da lampi, tuoni e raffiche di vento, mentre, Alla di lui richiesta, consenziente fu la Contessa, spinta ed riscossi dalla sonnolenza, con un continuo e lacerante esaltata dalla propria famiglia, che a un valente e ricco accento, asserragliati negli alti dirupi, un triste presagendo avvenimento, ferocemente ululavano i lupi. nobiluomo imparentata di buon grado vedea. Fur celebrate con gran lusso le nozze, cui invitata fu tanta gente scelta tra le agiate famiglie aristocratiche di fama Sta di fatto che il Conte, perseguendo i suoi disegni tenebrosi e cupi,un sicario assoldò che,sospingendo la Pia con nei territori vivini insediate. forza da un punto elevato di una torre muraria, con treLa sposa sull'altare, da gran dama e nobile qual era, col mendo schianto cader la fece sul selciato aspro e roccioso, vestito che pareva ondeggiar, di bianca trama, e di rose ai piedi delle mura. (Disse poi Nello che pel ventilato squitrapuntato e abbellito, sembrava una Madonna, l'aureo librio della Pia, disavventura volle che suicidata ella si crine da un diadema racchiuso, che nel tiro fluiva accarez- fosse). zando il viso fine sull'avorio del collo in cui luceva un filo Inerme giacque, la capigliatura intorno al volto cosparsa di diamanti e di perline. di rosse macchie di sangue. La sua dipartita tutta la gente Un'aura celestial le sorrideva alitandole intorno quando toscana commosse, commiserando la sua triste vita. E mosse le sue vesti nuzial mentre incedeva sui pregiati anche in te, sommo Dante, sommo vate, nell'anima tappeti, sì che scosse fur l'alme della folla delirante come d'amore ingentilita, della Pia le vicende insanguinate han destato pietà e un velato pianto che dalle rime ad essa se una Regina o Dea ella fosse. dedicate traspaiono nel tuo divino Canto. Il conte fu nei primi tempi amante premuroso e gentil, " Lo Corpo mio gelato in su la foce sposo fedele. L'indole sua però fredda e incostante si rivetrovò l'Archian rubesto; e quel sospinse lò qual'era, onde dal fiele d'una morbosa gelosia corroso nell'Arno, e sciolse al mio petto la croce, nella sua insana mente ria e crudele, la Contessa rinchiuse ch'i' fè di me quando 'l dolor mi vinse: nel sassoso Castello della Pietra, vigilata da turpi servi in voltommi per le ripe e per lo fondo, modo rigoroso. poi di sua preda mi coperse e cinse. Deh quando tu sarai tornato al mondo, Qualsiasi libertà le fu negata. Tenuta come schiava entro e riposato della lunga via, le mura, dai suoi cari e popolo isolata, senza un sostegno, seguitò 'l terzo spirito al secondo, sola, senza cura, deperiva la Pia rapidamente, trepidante ricordati di me, che son la Pia: di pianto e di paura. Ma il conte Nello, che nel cuor latenSiena mi fè: disfecemi Maremma: te per la contessa Pia l'odio covava, tenuta nel Castel così salsi colui, che 'nnanellata pria, dolente, più nessuna pietà per lei provava. disposando, m'avea con la sua gemma". Ritornò a far la vita depravata in tutti i luoghi dove lo portava la sua concupiscenza mai appagata. (Dante: dal canto V del Purgatorio) 10 Rievocazione storica in costume medievale del "SALTO DELLA CONTESSA" 15° edizione - (ingresso libero) Programma Gavorrano 12 Agosto 2007 Ore 19.30 Apertura Ristorante della Contessa nel "Giardino dei Tigli" con specialità gastronomiche locali Ore 16.30 Ore 21.00 Apertura del Mercatino dell'artigianato e della creati- Corteo storico medievale vità Ore 21.30 Ore 17.00 Esibizione del Gruppo storico Sbandieratori città di Corteo storico medievale con la partecipazione del L'Aquila Gruppo Sbandieratori Città di L'Aquila Ore 22.30 Ore 18.00 Rappresentazione teatrale della storia di Pia dè Lettura del Bando e presentazione del drappo del Tolomei Palio dello Zendado dipinto da Meri Cursi Ore 23.00 Salto della Contessa, Ore18.15 Nel momento culminante e più suggestivo della Spettacolo Medievale di danze e giochi di fuoco a Rievocazione,la sfortunata Pia viene trascinata da due guarcura del gruppo Danza Medioevale di Assisi die verso la torre più alta di Gavorrano e da lì gettata nel vuoto. 11 14 Pia: leggenda o mito? La leggenda narra la storia della nobile Pia de' Tolomei,sposa del Conte Nello Pannocchieschi,signore del Castello di Pietra in Maremma: Ghino, amico di Nello, respinto dalla sposa fedele, fa credere a Nello, con l'inganno, il tradimento della moglie. Nello e Pia partono a cavallo per la Maremma e Nello lascia la moglie nel Castello di Pietra.Ghino,dopo un certo periodo, pentito del male fatto, confessa tutto a Nello che corre al Castello, ma trova Pia già morta. Secondo la più attendibile delle ipotesi, che per altro viene adottata dalla tradizione gavorranese, la donna si butta o viene buttata dalla finestra da un servitore di Nello. La Pia dal nome dolce come un soffio continua ad emozionare il mondo intero, emblematica espressione di un personaggio amato, sofferto e misterioso. La Pia è leggenda o mito? La leggenda serve a spiegare un evento storico o un fatto privo di fondamento arricchito dalla fantasia popolare che lo rende più umano destando, così, interesse. Il mito, concepito come ai vecchi tempi, è una narrazione ricca di simboli che acquista grandezza e creazione poetica molto più forte della leggenda e diventa spesso d'importanza universale; inoltre il mito è stato diffuso quasi sempre oralmente e perpetuato nei secoli dalla tradizione del popolo. Ognuno di noi ritrova nella Pia una simbologia ricca di sensazioni; il popolo ha percepito le sensazioni e si è abbandonato al fascino delle impressioni immediate preso dalla potenza della drammaticità, trascurando ceti, classi, esperienza. Vi è nella leggenda una grandissima creazione poetica che acquista emotività con un significato d'importanza universale. Hanno scritto di Pia... "Matteo Bandello Novelle, I, 12, prima del 1524 "Bartolomeo Sestini La Pia. Leggenda romantica, Roma, 1822 "Giacinto Bianco Pia de' Tolomei. Dramma storico, Napoli, 1836 "Salvatore Cammarano Pia de' Tolomei.Tragedia lirica, Venezia, 1837 "Carlo Marengo La Pia.Tragedia, Torino, 1837 "Lionardo Morrione Pia dei Tolomei, Palermo, 1858 "Pietro Frediani Maggio della Pia de' Tolomei, Volterra, 1867 "Giuseppe Moroni detto il Niccheri Pia de' Tolomei, Firenze, 1874 "Giuseppe Baldi Pia de' Tolomei, Firenze, 1874 "Carolina Invernizio Pia de' Tolomei. Romanzo storico, Milano, 1879 "Padre Pio da Palestrina Pia de' Tolomei, Foligno. 15 L'opera pop di Gianna Nannini sulla figura di Pia de' Tolomei. Un affascinante fil rouge unisce Castel di Pietra e la "moderna opera lirica" cui sta lavorando da dieci anni Gianna Nannini. Questa moderna "Pia de' Tolomei" della rockstar senese uscirà in Italia a dicembre o nei primi mesi del 2008 e farà , si dice, un tour dei maggiori teatri d'Europa. Ed a Gavorrano non può che aver fatto piacere l'esibizione della Nannini sul palco dell'Ariston, all'ultimo festival di Sanremo, dove ha presentato in anteprima due brani bellissimi e suggestivi "Dolente Pia" e "Mura Mura" accompagnata da undici breakdancer francesi, e da David Zard , produttore del celeberrimo musical "Notre Dame de Paris". Dice la rockstar senese di averla sempre appassionata la figura di questa donna fatta uccidere per gelosia dal marito Nello Pannocchieschi nel Castello di Pietra. E così su di lei, che le entrata nel cuore, per liberare la sua voce prigioniera, la Nannini ha composto questa opera, utilizzando l'ottava rima attinta dal libretto di Pia Pera. Un lavoro che affonda nella tradizione del bruscello, ma che contemporaneamente si tinge di un linguaggio moderno, con varie contaminazioni, per parlare di libertà e di femminismo a partire proprio dall'esperienza di Pia, prigioniera tra le mura di quel maniero maremmano, nella campagna circostante Gavorrano (che la cantante racconta di aver visitato dieci anni fa). La Nannini ha "sposato", pur rivendendola in una chiave moderna, proprio la versione che a Gavorrano di generazione in generazione si tramanda: non fu la malaria a segnare la fine della sventurata Pia, ma il marito Nello, signore medievale del castello,che la fece uccidere perché accecato dalla gelosia. A Gavorrano, e dintorni …,siamo dunque tutti in attesa di questo "fotoromanzo medievale tra ottava rima e rock". Gemma Lonzi - Ufficio Stampa del Comune di Gavorrano 16 Il Castello di Pietra Il Castello di Pietra, in Maremma, deve la sua notorietà ai sette endecasillabi con i quali Dante nel V canto del Purgatorio, accenna alla vicenda della sfortunata Pia. La prima notizia certa sull'esistenza del Castello si rileva da una concessione livellaria stipulata nell'anno 1067 (o forse nel nell'anno 1068) dall'Abate di Sestinga ad un certo "Conte Ildebrando, quasi certamente degli Aldobrandeschi". Sempre nei documenti dell'Abbazia di Sestinga, il Castello di Pietra viene ricordato all'inizi del 1100. E nel 1203 gli abitanti di Pietra "appaiono coinvolti nel patto stipulato fra Ildebrando VIII Aldobrandeschi e i senesi per il commercio del sale di Grosseto". E' evidente che il Castello di Pietra, come la maggior parte dei castelli della Maremma, era sotto il dominio Aldobrandesco, ma anche in Pietra si era "affermata una famiglia signorile locale", infeudata dagli Aldobrandeschi di Sovana. Già dalla fine dell'anno 1000 si fa risalire la famiglia Pannocchieschi e sembra che il nome abbia origine da un certo Ranuccio detto Pannocchia, feudatario maremmano, facente parte della nobiltà "salvatica", di quella, cioè, che risiedeva in campagna. Questo genere di signori, proprio per la loro posizione e residenza, si sottraeva facilmente al controllo delle leggi dei Comuni che in quel periodo stavano nascendo. La prima notizia che si riferisce all'esistenza dei Pannocchieschi risale al 1137 in un documento con il quale il Vescovo di Volterra cede "a Comite Ranuccio Pannocchia" il diritto di scavo di una miniera, forse di argento. Nel 1263 abbiamo notizia che Paganello, più comunemente noto come Nello, ed Inghiramo figli di Mangiante, signori del Castello di Pietra, della grande Consorteria dei Conti Pannocchieschi, insieme ai loro castellani di Perolla, "strinsero un patto di alleanza con il Popolo Senese contro i fuoriusciti Guelfi di Siena e contro i Guelfi di Firenze, Pistoia, Lucca e Massa". Ma nonostante questo ed altri atti di sottomissione a Siena, i Pannocchieschi di Pietra mantennero sempre autonomia ed indipendenza sino ai primi anni del 1300. Questa libertà nei confronti dell'autorità senese, ha origine oltre che dalla particolare ubicazione del castello anche dalla capacità di autodeterminazione, di potere decisionale e, perché no, da un carattere prepotente, molto comune fra i "signorotti di campagna" di quel periodo. Ed è in questo contesto di autorità personale, di potere, di tirannia che nasce la vicenda della Pia. La "donna oggetto" che viene sottratta a qualunque controllo della famiglia di origine, per essere rinchiusa in un Castello circondato dalla palude dove viene uccisa o lasciata morire di inedia o malaria. Nel 1328, poi, il Castello di Pietra viene venduto per una metà ai Malavolti di Siena che a loro volta, il 2 novembre dello stesso anno, lo cedono al Comune di Massa Marittima; la rimanente metà della proprietà i Pannocchieschi la vendevano, solo dopo pochi giorni dalla cessione Malavolti, sempre al Comune di Massa Marittima. Con il passaggio di Massa Marittima sotto la giurisdizione di Siena anche il Castello di Pietra segue la stessa sorte. Nel 1834 il Castello, con il suo territorio, viene ceduto dal Comune di Massa Marittima al Comune di Gavorrano in cambio di Follonica e delle terre limitrofe. Gli scavi archeologici in Castel di Pietra Il Castello è oggetto di scavi condotti,da quasi un decennio, dal dipartimento di Archeologia medievale dell'Università di Siena in collaborazione con il Comune di Gavorrano.Il Castello svela grazie alle spiegazioni di guide esperte i segreti di un sito frequentato dal periodo preistorico (ne è testimonianza il Riparo Capanna) passando successivamente attraverso il periodo etrusco, classico e medievale per essere poi abbandonato nel XIV sec. E' possibile effettuare visite guidate al Castel di Pietra, tramite un trekking della durata di due ore, contattando il telefonando ai numeri 0566/846248 800 915777 9. Il Trekking presenta difficoltà medio-alta (solo 2 km, ma il primo tratto è in forte salita), al termine della visita, quindi si svolge solitamente nelle prime ore del mattino per evitare l'eccessiva calura estiva. L'escursione prende avvio dal "Centro Documentazione Davide Manni" (struttura museale ubicata in Gavorrano, realizzata dall'Amministrazione Comunale e gestita in sinergia con il Laboratorio di Educazione Ambientale La Finoria ) per poi spostarsi, con trasferimento con auto dei visitatori, a Castel di Pietra , distante circa 8 km dal paese di Gavorrano. 17 Il salto della Contessa Tra le storie e le leggende che abitano la nostra Maremma, quella di Pia De' Tolomei è senz'altro la più suggestiva e triste. La storia della nobildonna senese, esiliata in questa terra aspra e qui destinata a morire, ha da sempre animato le fantasie di scrittori, poeti e cantastorie, a partire da Dante Alighieri. Chi era Pia? Quale fu il suo destino? Perché fu condotta a terminare i suoi giorni nel Castello di Pietra? La sua storia è tutta racchiusa in quei pochi celeberrimi versi di Dante nel V Canto del Purgatorio della Divina Commedia: nelle suggestive campagne gavorranesi. La Pia venne uccisa dal marito facendola cadere dalla finestra del maniero. La tradizione conferma l'episodio indicando come "Salto della Contessa" il dirupo sottostante al Castello, ancora oggi visibile ed oggetto di scavi archeologici. Per rievocare questa vicenda Gavorrano, la seconda domenica di agosto, si divide in due contrade, il centro storico è la contrada dei Pannocchieschi contraddistinta dai colori oro e rosso, mentre la parte nuova del paese appartiene alla contrada dei Tolomei dai colori azzurro e argento. Tutti gli anni, durante la manifestazione, sfilano circa un centinaio di figuranti del corteo storico vestiti con costumi realizzati sulla base di modelli Medievali. La rievocazione, il cui ingresso è gratuito, ogni anno fa giungere numerosi turisti e, nel recente passato, ha incuriosito addirittura le telecamere di emittenti televisive a livello nazionale come Rai Uno e Tele Monte Carlo. La rappresentazione teatrale della storia di Pia De' Tolomei avviene durante la sera e rappresenta il momento culminante e più suggestivo della rievocazione. Al termine la sfortunata Pia viene trascinata da due guardie verso la torre più alta di Gavorrano e dal lì gettata nel vuoto. "Deh, quando tu sarai tornato al mondo, e riposato della lunga via', seguitò il terzo spirito al secondo, 'Ricorditi di me che sono la Pia: Siena mi fè; disfecemi Maremma: salsi colui che 'nannellata pria risposando m'avea con la sua gemma" Questa figura di donna corrisponde, secondo la tradizione, a Pia De' Tolomei, moglie di Nello Pannocchieschi, Signore del Castello di Pietra e del Castello di Gavorrano, colui che la stessa Pia, nei versi danteschi, accusa come responsabile della sua morte. Secondo alcuni, Nello l'avrebbe fatta uccidere per potersi sposare con Margherita Aldobrandeschi, secondo altri, invece, Nello fece uccidere la moglie perché accecato di gelosia nei confronti dell'infido amico Ghino che la corteggiava. La tragica vicenda si compie nel Castello di Pietra, 18 Il Palio dello Zendado Il Palio dello Zendado è la disfida tra le contrade di Gavorrano: Tolomei e Pannocchieschi. La disfida si svolge attraverso una corsa a staffetta per le vie del Centro storico la sera del 15 agosto. Zendado è la parola trecentesca che ha il significato di fazzoletto; nella manifestazione lo zendado è idealmente il fazzoletto di Pia de' Tolomei che viene fatto cadere per dare inizio alla tenzone. La contrada vincente si aggiudica il Palio che consiste in un drappo dipinto a titolo gratuito da pittori del luogo. I drappi esposti sono stati dipinti dal 1993 ad oggi da: Paolo Cimoni Moreno Baldinacci Cinzia Vanni Jean Santucci Emanuela Malossi Andrea De Sensi Gianni Arbrile Alain Cancilleri Jutta Kurwinkel …E le più volte sparti li tenea sopra 'l divelto collo, e 'l suo vestire a guisa d'una cioppa il taglio avea; d'un zendado era ch'a pena coprire, sì sottil era, le carni potea: tutta di bianco, sanz'altro partire cinta nel mezzo, e talor un mantello di porpora portava molto bello… Ninfale Fiesolano, strofa 12 di Giovanni Boccaccio Oggi la sede della Pro Loco è adibita a ufficio di informazioni turistiche dove svolgono servizio i volontari del servizio civile nazionale.Per contatti e informazioni chiamare il numero 0566-845368 o scrivere all'indirizzo e-mail [email protected]. Per maggiori informazioni visitare il sito: www.prolocogavorrano.it. 19 Nuova Ass. Pro Loco Gavorranese La Nuova Associazione Pro Loco Gavorranese opera a Gavorrano dal 1993 anno della sua costituzione, in questo periodo sono state molteplici le iniziative promosse a carattere culturale e ricreativo. Tra queste il recupero e la salvaguardia di documenti e attrezzature appartenenti alla storia e alla cultura mineraria del territorio, la pubblicazione di opuscoli e testi a carattere storico culturale e tradizionale, la realizzazione del Monumento al Minatore e dell'ex museo "Ricordo della Miniera", il recupero ed il restauro di beni architettonici, e non per ultima l'ideazione e la realizzazione del Salto della Contessa, la Rievocazione storica in costume medievale che si svolge a Gavorrano nel mese di Agosto. La manifestazione celebra la tragica storia di Pia de' Tolomei, la nobildonna senese sposa di Nello Pannocchieschi signore di Gavorrano e del vicino Castel di Pietra, citata da Dante nella Divina Commedia (canto V del Purgatorio) con la celeberrima frase: "Deh!, quando tu sarai tornato al mondo e riposato della lunga via… Ricorditi di me che son la Pia, Siena mi fe' disfecemi Maremma,. Salsi colui che n'anellata pria disposando m'avea con la sua gemma!" La manifestazione che si avvale di un Corteo storico formato da un cospicuo numero di figuranti e che si avvale inoltre di una rappresentativa comunale accompagnata da un gruppo di valenti musici, prevede nell'arco della giornata giochi equestri, danze medievali e nella sera la suggestiva rappresentazione teatrale nel centro storico che culmina con il salto della Contessa dalla torre più alta del borgo medievale. Questa Rievocazione che ogni anno attira numerosi spettatori e turisti è ormai entrata a far parte delle manifestazioni in costume più note ed apprezzate della Toscana. Il Corteo storico di Gavorrano già da alcuni anni rappresenta il nostro Comune alla Grande Parata dei Cortei storici che si svolge ogni anno in occasione della Festa della Toscana nelle città capoluogo di provincia. 20 Hanno partecipato al Salto della Contessa... Nel corso dei quindici anni della rappresentazione del "Salto della Contessa", sono stati ospiti numerose compagnie medievali, che hanno contribuito alla manifestazione rendendola ogni anno sempre più affascinante ed emozionante, sia dal punto di vista storico che di intrattenimento. La Nuova Associazione Pro Loco Gavorranese coglie l'occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato citando i nomi delle compagnie: La compagnia delle danze medioevali di Assisi; hanno collaborato facendo dimostrazioni di balletti medievali. La Rossignol di Cremona; hanno collaborato facendo dimostrazione di balletti medievali, coinvolgendo il pubblico nella loro esibizione. Gli Sbandieratori di Massa Marittima, Suvereto e Volterra. I Cavalieri di Ranaan; hanno collaborato facendo dimostrazioni di combattimenti medievali. 21 Gavorrano Sulla collina appollaiato Gavorrano antico, dolce paese, l'ubertosa pianura vai guardando e le colline che le fanno corona. Più lontano l'ampio Golfo, dalla montuosa Elba in parte chiuso e dal promontorio di Piombino, pare un grande, azzurro catino, sotto il sole che alto risplende: a Follonica, la bella, si distende sulla riva mollemente adagiata, sonnacchiosa pare addormentata. Lontano nelle giornate chiare, la Corsica con i suoi monti appare! Lembo d'antica terra di Maremma, per così tanta bellezza dal cielo baciata, ormai sfatata è la sentenza de "L'uccello che ci va perde la penna". Pel tuo centro storico le case, l'una sull'altra ammucchiate, paiono uno stanco gregge all'ovile e tutte le sovrastano il campanile e la rocca di Pannocchieschi memoria, che tra leggenda e vera storia, si narra delle triste, infelice Pia e del conte Nello, tuo e di lei signore, uomo iniquo, dell'empio core, che gittar la fece nell'orrido dirupo, del lugubre castello di Pietra. Passarono i secoli, i giorni, gli anni Da quel luttuoso, tragico evento e i paesani della terra traevano sostentamento, con fatiche, sudore e tanti affanni; nessuno immaginava nè sapeva, del tesoro che sotto di te giaceva. Solo alla fine dell'ottocento, un gavorranese, che pieno era Poesia di Guastalli Stefano - Gavorrano 22/01/2003 di iniziativa e di talento, Francesco Alberti si nomava, in quel di fante vecchia scavava ed ebbe inizio la grande miniera: e con la miniera nacque il minatore, intelligente, rude, grande lavoratore; tutto dedito al lavoro e alla famiglia. Ei, nel caldo ventre della terra, conduceva la quotidiana guerra, fra sudore, caldo e fatiche infinite, dall'avanzamento strappava la pirite, poiché importante e vitale era, il rendimento della grande miniera. Poi dopo tante ore, di fatiche e di sudore, finalmente la risalita, un breve stanco saluto, ai compagni della "controgita" e poi via verso la luce, il sole e la vera vita! Per tanti dì, dalla valle, un rumore saliva E dalle case prospicienti s'udiva: a quel, continuo, incessante, rumore, alle genti s'allietava il cuore; così per tanti anni, fra rumori, spari e schianti, il lavoro procedeva e s'andava avanti. E la "corna" suonava, alle ore stabilite e il suono dettava, la ripresa e il cambio della "gita". E quando si faceva sera e s'acquetava un poco il rumore della miniera si levava in ogni cuore una preghiera: fa, che dopo tanto lavoro e tanta 22 fatica, ritorni sana e salva tutta la "gita". Come per le vicende umane finisce un'era, finì e chiuse la grande miniera; ora laggiù non più lavoro, tutto tace e la valle ha riconquistato la sua pace, ma non è tornata come era, perché tanti sono i segni della miniera. E nacque la nuova Pro Loco, che, tra i suoi primi intenti, pose la salvaguardia dei documenti, inerenti la vita della miniera, perché molto importante era, che rimanesse, a futura memoria, la documentazione della sua storia. È va a suo vanto e onore, d'aver, con fatica e con sudore, realizzato la piazza del minatore. E s'adopra a fatica e nei limiti, non bada a spese, per dare lustro e vita a questo moribondo paese. DOVE MANGIARE PANE FRESCO E DELIZIE DOVE BERE OSTERIA "IL FANTA” FORNO CAMBRI E BONDANI CAFFÈ DEL TEATRO Via Terranova,4 - Gavorrano - Tel. 0566.844995 Via Marconi,185 Bagno di Gavorrano Via Goldoni 12 - Grosseto - Tel. 05641835333 L'ACQUA E IL FUOCO loc. 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