.-/ ?" /,:. ì NOVA OPERA nella quulc lissimc mi'iUi si Ijfl Lontengono tìisipvic CoiUisisu e /rottole, tfinn^nùi con la aktMu ballo A^iriTiuboth i'tUGt: Cti^itolie Oarn*ll*Jltcòt più cccclkiitiaulovi.'^ggiiinUiJi asaaivìnimnUHiDìiitljl Qfdoghc iinuilcjlta lioncUi uapoliUiui) alla ci masni t^iciga- iìlaria^ì lilla |Jaiuina,Jn ho ui udii s * .ns.i tìtolin nUobolt pa^oiroUL piiccvulf n '-ri't • • • • • • #• •• • • • • • • : EL COSTUME CON DE DE UN LE XXXm LE CAPITOLO BELLEZZE DONNE : • : ••. • • • • • •• •• •*•* ••••• òt "Sl costume titia bebbe tenere e '1 grabo rinlli. Qft è uno ^aoerlo^et maxime toet via e e'I mobo amaietrarle clje^se Bctonòo bei fan- Qft similmente suo* 6|iecl)io cl)eogni iiersona asfiettano bi trentatre €a costumarle a òa la fuc- incomtn^anòo jitt fin al maritar. la conbition ovtv bonne, U boterebbe et figlioli, quellicl)e^anno figlie dLon un be le tjatierne. tallitolo c^e conoien IN ALLA alla bonna FIRENZE LIBRERIA DANTE MDCCCLXXXIX 586843 a tMtx bella. •••••••• • • • • • •••••••• • . El costume pignori, I alla nanci con qual una polzella da intendo de poi maritata, ma prima che fa di li voler donne cantare reverentia gentil alevare excellentia grande al maritare; continentia; so da chiamo adiuto parlar de debba, fine infamia sua le vostra se amor de e' muti quel sordi sire udire. 1) lo Dio, prego èl qual eh* io quanta gratia a volendo ciò in ogni che la sua l'universo, nùa o e ch*à donna fama, dura mente rima sua conservar creatura, aviso occurrentia, bisogna a alla dire possa ogni tutto construsse doni che d* signor in ver quanta 'l vita casta non sia cor verso, cura terso guasta. •: • • • : • • • • • . * ••;•:'•.•••/?•• •• •'• '• ' • • • £ voglio comenciar perché da piccolino, ha cognoscimento dirò anni, sette a si ho poi, : fantino come com' fanciulla, essa del e *1 maschio lassando d' non fanciulla della fin sé da talento; in dirò ve die a stare pino attento . el padre perché suo la ^ sua figlia in sua madre saggia caggia. non vergogna iiij In prima deve al santo che ciascuna matrimonio recomandarse alla e poi del e consentire ad el mal la non alla di Thonestà carnai in loro sua possa lor voglia de generare, mai lor mossa possa triumphare: solo diletto non. o infonda abonda. sempre lege observarc, si, che nemico de usar e iusta intention debitamente qual la ciascun deve matrimonio solo ricomandata sia, che gratia, sua li dona si e rega, maschio col della £ mente corona, beata, figlia,che figlioloo insiem surama vergine sua subiugata, è Dio, a madre la che persona amicitia, impudìcitia. ^) Alli costumi debbe altri e quando che in falla, tosto santi li data Dio d'amar timor e figlioli acquistati, i avezare con diligentia gran con sia, dice, Salamon ciel sian castigati: chi che fìgliol so ama Brama. castigarlo subitamente nomati; son penitentia che si reverentia con vij El paternostro ogni sopra l'altri •e a far e da el eh' s' dà in la dà asutiglia el pregato scientia, imparar a peccato; sia sia e richezza honor, via mandato su scola, la a insegnato, sia perdoni ce anni fantino maria che Dio sette che li cosa orationi che el l'ave con riverentia. e viij £ la fanciulla a far a ogni cusina el sia ad honesto nanzi sia servir diletto con e ffare conversare, fusse quando a richiesta; sia lassarla andar presta, è casa cosi non filare, a per tempo lasciva atenda a che maschi con né e cosa secondo attenda si a festa: discretione oratione. 8 — — vinj Quand'ella ch'ella da sé viso in nanti, lavi se Poi, ch'ella ciò a tener debbia se in r che vicin' de' casa honor " poi " se da che £ in mai sua bassi o tagliar panni e '1 che mai finestra alla ciascun in uscio de chi de o la voi in rege testa. accostumata ociosa: honesta piaza costei mai ciò senza mai la posa; orechie ha cosa, non facia non che attenda, sempre altra in nemico honesta persona lei o biasmata; contendendo, sia cusir tessere si e non a perdendo, seria va se porta casa insensata, la altre coU'ochij scorrendo anderia ognuno bruta. sfrenata, vaga come suo coir dilli non soffrire: sia non sia non bitita condutta, che si mondi, e fallire; voi se Tha natura come aduta sia " non ponga, sentire, mai possa stillate, bambacelli d'acque che li cura e venuta, ad modo nissun in che anni dece comenza se studio grande un da poi è intenda: conpagnia non stia. prenda; 9 — — XI) ciance dishoneste Da guardi se d' ascoltar le far ben per ancor per brutte cose che veder o discretione; con sempre nutrice aviso ve stagione; ogni s*^ acquista el molte ratione la sua si ramaistri, e la vita delle con santa riso simil o recette" li spesso paradiso, elette. donne xiij Alli e per se e che belleza la e cresce parole poche con fama sia; te parente honesta stando invitata, sarà domestighezza reguardar non verria; scorretta e sia, non vitiata seria ardita troppo mai costei immantinente che àdvezata homint modo nullo per li de aspetti tole. non xiiij faciano el chi e che lo la poi Vedendo qual va dio a con chiedan per qual allegro, mercede e pura gratia li sposo fia sano oratione, spesso sua per fornita, donzella rico, e aita bona^intentione; con dia savio bene sempre spedita voce bel un e garzone, costumato, apparentato. IO — Et poi el secondo e grado quando dotta la debbi al tenore, li dia dire sa core: chiarito questo reger che meglio viso con saperse convito allegro dal madre lo e con figlia migliore; pò nozze intendi la chiami marito quanto le ven fare, vói dargli ingegneno se — norma in forma. questa xvj Dicendo: deve fé' non come li per della sona, hebbe segge, creata ebbe gli si compagnia sua per Eva legge; l'alte ne bona non se bibia Adam legge, se santi nella costa persona santa cosa dottor creò sua la dio mai chiaro come quando e de observar perché e figlia, ogni cara — data. xvij E poi gli multiplicate li " nel crescete puri comandamenti mei obscrvarete uceli con figli benedetti, disse: e animai perché essi e noi mangioron cor in è poi e dretti iocondo: subietti fo vi pesci quanti onde Io con mondo; nel furon del pomo fin mar damnati vetati. al fondo; XVllj £ fìol el suo " cosi che conviense fallo tal per mandasse a recomprarne; humile Christo vene Dio pio e . nella da' fu de Vergine giudei santa e' preso, morto Adam trasse ne limbo chi e patio : cavarne per al scurità; carne; pena gran crucìfixo e tanta prender a andone, lui con trovone. xvìiìj del la ' qual come tu E sai, che io recassi a mai che tu né ascolta quel a di ben ciò fossi nutrita fugire per dessi ciò che che te di e te vergogna parentato, a nessun questa dico, de' e grado; rogna, tienlo a parenti, nostri ciascun rampogna basso in intendi che marito a convito. sia tuo a tanta: vadi che voria te tu se letitia parente non di sposare *1 tempo ciascun canta; aperto con e santa, honorare facemo te è perché né giesia santa hormai che legge ciascun da allegrezza con e de se la la Signore nostro come observare tenuti siamo noi Però si contenti. grado 12 — — xxj In fa' prima l'anima tua che " sij che però tua in ogni " fìdelmente morimo lo de obediente li che sia amarai honor fiata; una sarai Irrito cosa reverente, sempre tutti al se dio mente tua reconundata, sia te a la tutta con più sua persona la vorai tu grata, corona. xxij Amando quello con de li sincero, cor tua ogni fòr si ch'egli ia errore certanza .vera fervore: con.summo li mostra dentro e viva avanza Thonore; donna epa cura di alcuno senza cpsa figli vostri habbine lianza, .sarai,, perché persola sopra, molta con alcun senza effetto per sospetto. xxiij A che quei parenti più pòi quanto a r altri secoQdo a tu(ti el farai te come li allegramente volere; convene sforza te che, apertene ben se grado quelli, amici ti più a piacere; te casa, vene yogli vedere; , a el li nemici qual farai .quel colore più p^si.piacia al tuo signore. 14 — — XXVlj Al quelle quelle al tutto che stando che praticare non e babbi parlare a hai se casa ; alcuno con sia; de ciascun usanza, domesticanza ascosto, lui da son lor condur babbi chi non fugi te non insegnare con persone " de faraite marito tuo certanza questo sia sempre a mente: presente. xxviij foco dal Come vin dal sia solo da tutti se inganasse; te che quel te dico, riscaldasse; ti nemico fosse alcun nemico, non non te guastasse, ne poi vituperata saresti nel mai e ib de che e modo fiata una fa' et alcun in che guarda, te temperato; che mortai dal e apreciata. saresti mondo xxviiij le donne virtù sono sol per fugir dal vino, eran " ciò si come le romane, de " anticamente, dire audito ho Io d'esso riche, facevan l'altre beveva non " magne per donne niente, adobate; bavere de gente, biasmate esser non pregiate altra ogni sopra de qual honore valore. 15 — £ quando mangiar per loco ciascadun in che circonstanti de el innanti de cibo, de zò s' fusse faria pensa carcata vergogna: gran alle aquista dici, troppo non e te invitata; che quel e dire; che mensa, ofFensa facci non ove parla, raro ad poni te acostumata, gentil, honesta, a* — volte rampogna. xxxj E de curar non de adornata né che pensando fa' ma la di che qual toì in vestimenti, la tutta ogni trapassa come Sempronia, sopra ogni parichiata, lucente; cosa la donna gente; fia virtù te amirata fusse zò per inaravla con sforzata gir troppo eletta fu qual Roman* da' perfetta. xxxij La qual a messa della solamente fu l'altre maritate; che la e hor piiù virtù per vi e fatta fu più che jse servitìo in quella el dato fosse casta pensate castitade; de donne zoè sacrifìcio far a dea quella che de fu lei altre fu iudicio boutade, per le cittade, pregiata: admirata! i6 — — XXXIlj Se mai reprension honesta e o r anzi nulla per chi ad de casa cosa, se insir che vadi matta, una reverente; sie non e ratta inpatientc è non apertiene; prima patiente, pur come molto ascolta per e insuperbir te non sia tu non, fatta, fosse te riverentia con licentia. domanda xxxiiij In fa' te casa novelle molte hof questa la e fano guarda Ailo né se • tuo vai che come cose questo a dir dreto, far luì più gran lo spesa, fa far fare, contesa; domandare, più però a matta denari non non sparagno eh' intendo; disfatta. è de te non con suspetto, cosa sia che quella chieder che dispiacere, quel a lei per non bisogno in fa casa sposo faraglì non far reportendo: va e non gran se guerra l'altre, la valere si che altre di quella men tutta né or ; dicendo, farse per in volere andar né sone tene casa che dir non che ben sempre lui non sera'cresa: penserai incressa mai. 17 — — xxxvj Guarda responder non al marito, tuo volte molte che altre •per segui se s^rai se che amata in fattibile o questo verso, ben al e sole; sole, lui casa perverso li come esso con vòle; che occorrer effetto con viverai. tu bìzaro è cose quel dica e traverso per patiente, obediente. marito xxxvij Santo al girai Quando gli contrita, va' a dio devota, li toi peccati; rendite che per pentita perdoni te i tutti che pregai e babbi non a altra pregare cosa: fìdele ciascun per perdonar a T ogni sopra toi crociosa e poi e pomposa, confessare sappi e orare, andar non e colpa, in per crudele. sia xxxviij E mentre con per gli che stai ochi non dar non sta in r verso col gli loco cor ochi dritto, in lui cagione gire admirando; non e oratione, vaghizando, altri ad honesto, altare, tue andare dir visi nell'altri dir a non orando volti intentione ferma con gir più al ciascun cercando; crocefisso, stia fìsso. i8 — — XXXVUlj la Quando remanere non tornate sei tua gionta, a ringr aliando tu poi de in entra quel diceria: tua con el'è compagnia; V invita, tutta via; servi ai e s* apertene che expedita disnar Jcsu casa, fornita» tutta quando casa honestamente quando far a a poi è messa de signore tuo bon core. xl De' religiosi fuggi, né che perché son guerra se de tutto fessi pochi trova in grama; fed'è voglio damma; pregare vorrai non lianzar e bella zò, te certanza, per cui per fama tua fama, tua remaresti questo alla se la praticar non ciò se domesticanza mancaria lor con che lor mancare. xlj 1 che Quando che le consiglio d'un par* tue prete li che lui girai toi tuo bona voler per e signore a fìdeF eh' con peccati; '1 vano antico acompagnata a se da prendi " verrà tempo è la stagione confessare, persone de aliare; bon intentione palesare babbi ben questo se ne a menti: contenti. 19 ^ — xlii £t cbe guarda né troppo ì ' ogni peccato honestamente, tuo de colpa in rendite ogni li folia, penitentta, far non sia; duro, tua e havuta, quale puro petto domanda perdonanza la nel sia seria; non nissun che oscuro " netto conta e contritione ben che appresso, loco in stessi non resistentia. xiiij E ritoma poi derita viver la mai e penitentia adempi, proponimento con di tua poi e più meienconia, ogni habbi facendo fare ti de di Scndoti fagire attento core e dio questo, concederà *1 e ben sotto talento bon sforza te falire; non dire: ben de gratia so satìa. xliiij ?Quando te per d' concedesse a feste, e tu a scusa subbito col molte che Thom tuo e volte ballare, e si non a de convito, fare, ardito cor sappi marito tuo a canto a "iie prendi, che andar noze, conoschi licita el hooore suo remediare; advene, figlia mia, . concede quel che non voria. xlv £c il se in tua che e s' accorgie persona crescierai te il dea talento bon asperta onde da aperta: e un 1* altre, una certa contento, vedendo e come fo chiara con amor, virtù sentimento fa' fama donna e portaran serai regna, tua ogn'homo questa tal ciascuno sopra ti che honorata tutti amata. xlvj Possibel in tutte se per da ti la bene cose che ogni virtù più quanto appellata: sia te Thavesse,. observare, matre da pòi se vogli è fare; sapesse che, la cosa d'ogni che '1 virtù, una potesse procedesse non medesma è ti admaestrare, discretion qual' sopra ch'io seria non observata. xlvìj fa' che perché se tu se fai la da fra cui per essa serai Toservi el donne procede in fatta hagio un thesoro, gran honorata lavoro; summo. con contrario, serai le t' tenghi per sempre in che monition Questa da ogni stolte vergogne adulata ognuno concistoro, e dishoneste, e tempeste. Egloga debhe I 3er dar X far a Ch' la che la perfetta donne. quistione, tua sol una si insieme fanno cosa compone. donna una vói li le molte eh' cose bele:^:(eche bella di ma Di- e le la a donna voler a molte haver risposta basta, non Philibbo de pastori, narco Phi. de pastorale formosa, sia accolte, gratiosa. e . Di, Se ben, dille, ti 'che poi non Ch' le che a el cui se in la mità pensar di ti che fìa in lei o :.e * tutte: ingannata! alegrare ad tutte che presto, m'incomincia amata, fortunata non credenza mia niente. " felice prego, la in manca non ascolte. ce distintamente veder n'havesse, tua che gente insieme tutte troppo questo che par certo son Dille, Di. mi sian Seria Phi. qui son molte, son secretamente, me a prego, le dici, tu come fian belle il o core ridutte. brutte, Phi. Tu ma pur tu conta, tien* e volte ben tien detto Queste Di. tu dir vói dille ma Phi. Undeci in in seranno Tre tre Tre bianche tre negre a Di. la te basti non un'altra le so gratia, dechiarami Hor qual' da su, io le dirò; " io respónderò tu eh' eh* ò ti ponge gionge. non sia quel presa 39 concedi mi prego e sono el vedi tu che 3^ perfette. vedo ciò poi ma fan ma a mette, ancor ancor; 33 gli agiunge, se amata strette, stanno. si perché tua tre e 3° fanno si appresso io ; aprendo. vengo larghe parti fantasia, extendo curte rosse 27 apponto picole tre fin la tre tre e le le suttile tre in questo Io Phi. tre con Questo eh' " rotonde tre mo' " e grosse di longh€ bella, 'scottare. a ma hor tremare! comprendo; trentatré " tutto; cose donna parte, 24 . starò te cosi tre; fai me ben se io le son ciascuna la eh' pur, conterò: replicarò. tu trentatré, 2» tenore. dimandare; non tropo: son errore; mio tre de tu mente ch'avrò quel el ben e in dirò: mente a diece a sei le satisfarte per Tre fin^che nel vederai perfetta: credi. che 42 incetta, questa dimanderai, si quanto expecta. 4S • . QuaP Di. eh' a fn' che son far la '1 quelle lunghe bella donna sappia tre ancor è io che necessario come tu fai tu ? sai!" 48 24 — Phi. La e la poi la Di. a Queste mi le quar la sono, per che V la sian quar ma che Phi. in egli la i terza Tu Di. ma che Phi. tre 'n le ogni Questa ma Phi. da tre le poi sia quelle son Le sono che trezze, le cosse, e poi morbide 66 la cintura ; quella Ma con le letto; diletto. ^9 si non che però ben natura. rara.... grosse grosse, è nome per ^) stenda. hai fia la pose terza credo qual' dolce petto; qualche terza ^ ! conprenda, il dove è intenda, figura? se stretta belle; pelle si " fine, ; S7 ch'io traverso harò la la che 1 come forsi fa denti e vere seconda in cosse; contenti. ciò la vero te tutta che strette prima l'altra Di, il questo La dove fianchi dici le " i mamelle ben a 54 sono larghe tre fronte, la è ; consone. le che son larga, prima le " ; grizzar fai s' ragione vera sappi, vo' le son me La che cose contrario, non àn se orecchie tre pone incontenenti veder terza Queste Di. eh' vario, non terza che so segui vo' prima, seconda la per pìacen, curti s* io capegli, questo tre La i " mano, gamba: ma Phi. fia prima — di' la sue brazze e non appella, pure, fan bella? 7» misure, appresso, dure. 7S 25 — ^ ^ctiì ^exi, *• Dio, per 1 Osse — siati grosse questo processo, insieme e strette; ^^a.\ ^v.^ ^Q^ ^^ ^re g^j^y^ Slittile, ^^y oa pigli ben in ^ò.t%%o\ ^.y^ però prima, 78 corrette. le poi e dita, ^\À "^d^ ^ ^^^^ ^X.^ labri, oeti; ^^* ?qV. "^^ che tochi tu le a /-ivii. tu' -0.1 collo son hora satisfatto hai in dio ben, tonde tre elette. cose pulita. le e vitah procede: alla prima, dia te «4 succede; braze * poi d^eto Ae due QueVVc grosse piccole Tre il vorria saper cosse siede. che «7 hanno non pome fanno tonde croppe le e con quelle P^ le schena pome intesò, ho T' la tra bel cavallo! che fosse. osse : 90 , • tei Io ?hi. bocca, la il È ver dal perché il mento, vogliono che Di, dirò, pie certo, e le tre s' io cose fallo. non ben son callo: non son piccòl', esser per ver 93 gratiose , queste le che La Fhi. tre parte tre bianche hor ; non bianchezza va' su, 9^ nascose. conviene: si parte tre a sia me bene, drieto . de è terza Di. agli sopra Per gran qual' la fé gratia i tu di' il hor porge; quelle denti, tre e la bella che man mia son altri vero, poi questa e " gola; mantiene. seguita, rosse, la col e 99 sola dechiara dir vola. "o» 26 - Phi Le labre le che e de tette Di, Queste le ma dirlo con Ancora Pìn. i cigli la prima, terza dovresti tu canal Sai, quel la seconda; intendere.... te T.una tra ^^^ distendere: occhi da intese; palese. fai voglio gli e ««s comprendere mei ti cerose bene posso non queste in molto non negre due ripara. se parte soq tre tu se le chiara; cosa le poi appresso, ponta fia che prima, gotte — l'altra e "» sponda . da quando quella a fonte pi col un Quelle come vón e rare e il rara al fu se tante per La di certo Volio Phi, che se queste im' altra Quella eh' " a cose tutte questa cosa è però resta bellezza si tanta dà fin altezza questo languide li »*5 "6 ' quest'altro e T alla e il dà posente sol in per ancor 1' altre asotilia, gentilezza. sua tanto s' ben che già non »*» maraviglia! è son ciglia, crespette. la ch'intenda le ancor parlar "7 dilette, ciò a tuo la amare offende. alquanto non extende herbette negre non "4 riva, non credo sia: d' starò alcune mondo non forma la su " cose, mia abonda: gli ochi, breve, e Per Di. in esser negri son latte fonte del vista discende se di praticello la che che colle, del pie a oblico monte resto: smorte suo tinto sesto. "9 forte, ornamento, morte. M^ 27 — Questa el gesto se la e la donde se non e, dal bella sa* la in HS dà, compagnia: quéste e portamento, nascimento, suo Gratie tre è questa il cielo» Venere le e l' arte, maniera; dal Venere gratia, venga, non hor la è — ha. cose »3* ^ Se io tale obiecto è ad amarla; conforto lÀio per O X"i. ci non queste son occulta, stelle, o che non gli è, non se andar o chi cose, ma che so fantasia, tua e lassela ricordo cielo, la in via. 141 fé, nostra per forza una egli è, cosa '44 . tira, me induce, mi constringe sforza e . ad questa; amar Horsù, tu sei che ragion spacciato; hai tu far da con leger, malitioso, vedrai la ch'ai mio £ Ma drieto tu J^u Vatene Crede Tasin in eh* costui Sforzar vo' non io da fratelli in Vanno Bressa del »53 lasso; n*andarai! qui starò me Amor a duro che già mai is^ a spasso. — resistere! sasso; "^ desistere. Finis per .Af. ti dio a pur quel * Stampata sordo. recorderai. possa più è natura però io pace, »so serai, piaza: tuo cale, ^ ingordo: lo in ti anim^e, stran stato me andar a ricordo pentito spero, voglio te un serrai parlar ancor, niente avaro, e prova, H7 dir ben ma male, amorza. '1 mio che poi il mio conosco l'apetito c^ni ma Phi. e D. Damiano xxxvj " nel . Philippe Jacomo mese di Octob. 30 - Morale socce. ottimo specchio « della educazione fino che trattatelli più ch« la madre all'altare. Non delle 35 per alla si sposa, quale, con migiella, lorum! Chi le libriccino della il donne (cfr. romane le come da cortesie in (IV-V; chiesa (ott. consigli più generici dei vecchi galatei, l'antica citerò soltanto dal foises morale, onde (II, 18-24), dove, V di come delle tutti questi, le o nenze conte- comunissimi dell'italiana Francia. Dei filles nel à de nostro, dire non per Recueil potrà esempio luoghi dés nel vi e più ancor doctrinal Montaiglon accennata nozze, con verà tro- concordia, (ott. XXX) letteratura Le della t XXXVII-IX), di vorno, (Li- Tozzetti XXVIII-IX); tavola in raccolte XVI-IX); vino ott. secu- agli avvertimenti, delle del divieto da- minutamente, XlV, moglie ottave secula in Targioni castità e nostre leggere pur dei santità nelle anche della capitoletto un O. Dio, a più secolo /ivi, oltre 1873): Vigo, del da trecentiste t* accomando guida nizioni ammo- simigliante, scritture tua durla con- commiato assai raffrontare nu:(iali dalle T affettuoso io la sia volesse Strenne elegante ossia eh* Vae, « Iddio che ». cerchi un : di poemetto, occupato delle vertimenti Av- quattordici o nostro sentimento taluna a nel suggella in di figliola prima è per zionale tradi- nome dodici alla usuali consacrata^ col sono stanze le accennate ora e : tori geni- forma quella altrimenti e fine in legge in donne, buoni più vediamo dà 50 materne; ai generalmente maritaggio che regole delle norme trecento noti di le fanciulla, dal Costume indirizzandosi che », nel è versifìcace, raccoglie, la seria tutte - bonda ab- francesi marier, stampato ri- poésies franè la racco- 31 - di mandazione cautela pò* cui di certo i pratica in la fuggir - dei dimestichezza seullette Mus leur en prebstre eglise hantent qu* iìx ce à est ; re niaisons. vos (cfr. probabilmente auctori, cose in dove Pesaro, che altro piedi. (0 Di nella citata (Paris, tengo ragno », edizioni che quella dove 1* errori oerti in k bresciana stampa 60: ?. U Ai « Che lezione brutte par indarno poi 3 : che ha tu del 131-32 vv. ai « me 22, 83, Compendio il 94 grizar 1* altre tutte •, [mio] e la tutta Ch*a dona parlar non 147 ed (cfr. le • suto due ferenze dif- perfino di dove anche corretto In altri ghi luo- dalla nostra. Anci le Vedrai sordo la V note gratios* più •. adi lievi quale 1* ornamento, esser V ha bene è pelle i$2-$3: w. MDX effettivamente discosta ai col in Ve- • è, salvo testo e Compmdto, del sumpau l«gge grandt; erroneamente fiii 118 al Venturini Signore Il fu mente, cervellotica- citano al nostro, 66, si Al a6*. e. Compendio ammorte vorrai versi v. a conforme a' suoi Nevizano del nostro ai capo soltanto all' Imbriani, del da fece affatto bibliografi anno legge a£Eatto fine). Al correzioni si i dal Giovanni ternario anche 1* ne Egloga ortografiche, comuni che servi Sessa Melchior per col in femminili, non attribuì, insieme varie innanii la quecento, cin- Venturini certo Perché altri adespoto, formula, di dal del bellezze Egloga Nuptialis che i$2i), Delle (i) 1* sia, fortuna. Sylva credo, netia eh* ella chi de' le assai et anni legge si 1* altra con Calmeia primi Venturino discorre esso pur abbastanza tempi «1 di rassegnandole, ma capitolo questo un nei fu opuscolo nostro Vincenzo Venezia XL-II) ott. Dinarco e nel di nave stampato a Philibho trapiantata de séguito de pastoral Compendio un confession parlez ne Uissez-les Egloga abbia novellieri: Fille, borsiDts L' chi meraviglierà non rel'giosi» parti prova, ». e 32 - Caimeta, da corse nel 1536 sola pel Venezia^ di di e senz' in accresciuto Taria tutta (i) Egloga helU:^ \ie Agno I titolo lo il che sonetto : terzine \ S. in Dtn. la che 1* un codesto che Egloga, le tocca legge sì finis, Ecco • SkCicki^l prima dopo sapeti come di della U dt \ pastori: instantia dove, hanno ripresentò* si e comincia otuva, pag. Ad recto tergo a : \\ recente componimento Dinarcho « ; sul ce. pelegrin, io Per — ^ dar principio tradur per molte di prime nove . che penso quante Questa si Idio quela ogi femina: Però vorei chi Pbi. — chi à'nera t» voglion dar fai; ancho 94 È esser 20 ver sta bruteza. male: pur la a à : tropo el ehi dole, ragione; le nere spalle. risposta •, dal diversità formata; à mi cor equale, trova chi e el fermeza à si sole beleza? gran tanto, facia luztro penso, conforme è no prole intiera. e non bella, svariar cose sinciera tanta io non molto voler pochissime ben donne ste Per eh' terra chiamiamo. beleza beltà che è di amo, in la tanta a posa tant' io risplendente le tutte Per sua poi, quando pensando figura; mente, dona almo, resister Di mia beltà Adamo di eh* si alta ogni Qual noi con r creatura nominata è tutti lodar de noi natura costa fegura fra ponente la nobil cosi mente, voi. relucente. più propria una è al ffatto sia la tutti a levante à effetto, poi, in quella gentil è formò quest' eh' dal tutte da che dir so cose fra una vi vien intra sugieto noi, meglior mi m' bel e fra qui più un una io nuovo un imae^ination' eh' di a qual comò Ben a rime mie venir per fira le 60 4 ; più terzine nove donne le uer a. versi sol e il porge | Philibbo fregio un Esend' e lice direi posticcie: « con di db ha sette «r ci perché | pastoral Jebbe ultimi tuttavia ma popolare stampa una giunta posticcia (0; Genetta. da opuscolo, nostro in che anno, una inquadrato conigli mondo princìpio di nel inserita bresciana, questa — io per U nostro dirò; dilette; 124 51 che certo non Ecco testo. eht le credo no son gid i le contrario; formose; in tanta; seguitando principali che 57 E ni 13^ : e non 1 3 fé- sia ; quelle se sa. 33 - nel 1576, più in d'un' di njolto forma Zan NuUatenensis Bravo V 2, e. e del e bnfina'). Or do le solo che terzine far a basta, non a Tre volte che 3uel elle di la Corte, La è la poi la Di è prima che Stretta esser cintura dove Crjsse. SoUili, Tonde. Le tondi a i come e pomi bocca, e vago a dolce le il bello (cfr. Egl. 67-69) schiette; e snella, e (cfr. Egl, 73-7$) 79-81) e cui sempre mento, il quella buono, braccia, fresca con donan dono bella, le braccia, ancor (cfr. jEg/. éi-63) belle, iin '1 e esser poi {Egl. stelle; e al " ; $$-$7) sono, proprio per per e due fianchi morbida, riposarne Picciola " sia, ancor, il collo Tondo il prima, sottili.... che Pi,e0*r. che lice tre e pria coscia (cfr. Egl. rispetto, leggiadre la Natura treccia la coscia si mamele: le i (cfr. Egl. 49-51) eletto; le sopra 21'2^ metto bora. ogni per terza deve e pose Grossa la il fronte io avorio taccio terza (cfr. Egl, honora; testa e 4-6) 28-36) abella de 1-3) intendo terza per vita son poi; la te donne fan la la la orechi gli sia il petto Strette, denti seconda qual la che i prima che e mano; (cfr« Ef^l. gradite, e (Egl. parti.... chioma, gamba, la Lmrgbe. le son brevità per " (Egl. alme eccelse, ninina, sentite ciascheduno a : fr«- cosa compone. dunque tre; e narrare bellezze Undeci Prima una diece ninaro, : sol donna.... «Dialogo un : Cortese originale. testo una si caro Egloga ragione molte di che dal Della, fàccia Francescbina, dell' questa donna ma voler Che bella discostano vo' la mio titolo: del vt'a), ogni rimise prima contrasto mesir o (La » si più ih ri"cimento sostentar che voref, ultimo quest* ecco (Mi » nella e in bravi i la del codesto prima Barzeleta « Franceschina bella Sempre Longhe una (J^iva Zanni del La « indi ; casada poi tergo a ; manche " della della recto » Poltrona Zani e sul MPLXXVI « Alias Nuova suggetti, testa Recentemente ce; 4 Egloga Padrone farù) di data la (0 ». nuòvi in poco segni «Opera altri " borsa. in "c. Opuscolo dappiede Bagottp, niente e all' capo non evidenti troppo in correzione, per (i) ton e ossia tramutata, e capitoli, barzelette, dosso, del dialogo arti fiziosa composta della abbreviata di sunze, in — sesso giuditio yniversal e vita bella si aita. picdol ; siede, (cfr. Egl. 8$-87) piede fìemminile si vede. (cfr. Efl, 92-93) 34 — luce in Vittorio di Posilecheata Vittorio dott. nella Pompeo SarnelH i due descrisse alle Quanto nota fa e de passo il quale, (a i$55): donna famose 33 dcir 208 e. delle discorrendo delle anche Ti e larghe^ tre ormai Kòhler quindi e scrive no, Tri- da si tre se, gros- y sottili, tre rosse ^t Bianche. tre Le nere. ha Sempre di Di Negre. e il color rose bocca ancor fia negro nulla che vai, r chedì por donne seno vo' scoprir puoi {Egl, dal sol cielo fia questa con ben tal virtù silentio, acciò alcun il e poi suo : seconda (allo. ; (cfr. Egl. 109- 1 1 1) parti lice. portamento la gratia e se in havrà questo compagnia, Hor lungo il parmi io non gesto (cfr.£ji«/.1 nascimento. ver bellii, l'altre la 103-10$) iia-120) l'arte è il {cUE^Ì. intervallo senza senza e corallo industri. l* occhio ciglio, (cfr. E zi- 97-99) gentile, ligustri i labbri del se stile di e gote; particolarmente e di e tre illustri bianca acompagn«, Dunque dono sublime le canal.... quel non il ogni misto intender terza Sai, Ma e volendo delle inan esser Questo la la gola debbono della denti bianche, picciole, tre tre quali lodato i perle la e Rosse. rotonde, tre la fanno 31-2), v. verà gioquesto bella, corte tre e Alunno, Comin (cfr. strette tre è Tre donna e sista v'in- io Egloga del Venezia, lunghe cose eh' Francesco di delh di contengono. dal délV proprietà parti edizione « bella Mondo del fabbrica La indicò Posilecheata; versi cordarla ri- Messer popolare della ai riaccostare piuttosto di di inutile sufficenza a citato luogo la il e 292), p. che affatto illustrata nd dairimbriani 1888, tradizione codesta pp. lettere Le a veneziani è 1885, occasione Loescher, bellezze, 33 qui, poiché troppo note opuscoli alla delCalmeta; avuto sue (Torino, Calmo Andrea (Napoli, avendo delle una nona Ilìustra^ione Compendio dal Rossi, in e Imbriani togliendola 125-28) — honesto sia. 33-1 3O ^^^^ /f^^'^ ^^ ^^ ^ ^^\^^^^^Vixc«^ ^«dK^A ^^ con \" (y^\C ^^^^* ifSx*''* \\ le et ^^* ^^ corte post misura però le il rotonde, sono i sono i fronte, nelle traverso, cosce; la larghe, natura ovt ^'^^^^^" tre le nel lunghe tre le ^'trette, 1^ -"^ le gamba; ^^^lla. 4, ^^^ che «lammelle; ^ t^"i\* ^ tl^^^* ^* y^^ Ó" ^cy 'P^^xìcxa, ogni cosce, doJceTna (v. 73), sottili, le collo, i sono capelli, braccia e ^^s '^^^'^^. ^ /'-^* \)\a.nclie, ^ ^ "Ve ^xe, .^^èit\ ^ osiS^"»^^ \^vc"v^ -^èVcX^^ *^^^ à^'^^* poi che tt gola le il bocca, capitelli delle le trentatré accompagnate occhi ere- sopra grafia, (cfr. w. portamento i et parti la le mano; alquanto et con et mammelle. ciglia, gli rari mento la et siano oltra se leggiadro ^^^ «* i cioè nere, Et i^oì)^ la denti, et tiatura, -^ 5pet** i labbra ^^ ^t^o la picciole, " ^^"^o^^^ ^ ^^ ^e Sj la con 133-34), a ^f*^ ti verità con ^ij-e . ^ bbio, emistichio: sì oon la quelle in poche quell'unica la che la figura boschetto del praticello poesia polizianesca: Con una « fonte e erotica In per di è diletto. molto cinquecen- esempio, d'una mezzo piena e è non ricordare fonte quattro come, anche parti, appena del e interrompe che bisogna sull'equivoco; fondau ballata studiosi al Posilecheata, delle agli 'nella frequente tisu : nuova stampò ri- pur Dove imagine o relativa nostra. materialissima enumerazione affatto libera assai e alla all'Egloga innanzi cane quale Teatro illustrazioni stesse verso coincidenza il del rubrica lunga qualche che il innanzi della Tlmbriani, già accorgesse Nessun ». avesse dirittura a piuttosto è strano tutta Tre riproduce cui bellissima essere l'Alunno ^^^ P^^^* di nitolo, quella valle » nella è un j6 - dappiede Qui mi che sono non molte, altre, dal senso il che II, Costumi, (i) p.; fessi non se incerta che 66 ; 6 XLVI, remaneresti; forsi questo nharò (0, ("), metro le vocali MORPURCO. 94 ; 5 ben 7 eonlèssere; quando. 8 XX, inTitiatt» 5 XXXVII, scoto; a chia vec- verso. XIII, adurrentia; 5 XXVII, dal espunto S. nostri la materiali o anche guastavano correzioni riprodurre tipografici ho quale dove là atone nel errori di consigliate del rispetto per alcune : fare di delle lista la porgo permesso stampa - Egloga, •— grande 4 v. V mo 147 ; ne XL, 4^ ape- tito. Vili, 7 XVUI, te III, Costume, {2) Y, maschio; col andar I 7 XIX, conviene; $ XLII, corociosa; Egloga, ?. voglion esser 22 vino 3 ti li i e E XXXI, XLV, 83 4 rotonde si 2 i 7 sentimenti; bora li amaistri toi; 6 sia castigarlo; de spesso; XXVIU, come; de insieme 7 8 debben; 2 rationi; perhò; d'esso; conta; conterò; 6 XII, IV, poi; e VI, honest^; del atenda; nana XXIX. fosse: maschio lassando s usa $ XXX che. VU, 4 vedendole. — precede; 118 quelle mentre. i fi» IMPRESSO re E ADEMOLI.Q C. TIPOGRAFIA NELLA FIREKZB DB* VIA SERVI NUM. 2 BIS C. — — " — "iQ^e desk ot any «airculation o1Can.o.niaUb-.ry V-.»'»^'^ or to the ,Snsmaybe.cha,,ea.,. pXif an. .sca^es to prior ma, » made 4 aa,s due date DUE AS STAMPED BELOW IiDai-l00m'7.'3©(402