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NOVA
OPERA
nella
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mi'iUi
si
Ijfl
Lontengono
tìisipvic CoiUisisu
e
/rottole,
tfinn^nùi
con
la
aktMu
ballo A^iriTiuboth
i'tUGt:
Cti^itolie
Oarn*ll*Jltcòt più cccclkiitiaulovi.'^ggiiinUiJi
asaaivìnimnUHiDìiitljl
Qfdoghc
iinuilcjlta
lioncUi
uapoliUiui)
alla
ci
masni
t^iciga-
iìlaria^ì
lilla |Jaiuina,Jn
ho ui udii
s
* .ns.i
tìtolin
nUobolt
pa^oiroUL
piiccvulf
n
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•
•
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•
•
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••
•
•
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EL
COSTUME
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DE
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UN
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XXXm
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CAPITOLO
BELLEZZE
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•
•
•
•
•
••
••
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"Sl costume
titia
bebbe
tenere
e
'1 grabo
rinlli. Qft è
uno
^aoerlo^et
maxime
toet
via
e
e'I mobo
amaietrarle
clje^se
Bctonòo
bei fan-
Qft similmente
suo*
6|iecl)io
cl)eogni iiersona
asfiettano bi
trentatre
€a
costumarle
a
òa la fuc-
incomtn^anòo
jitt fin al maritar.
la conbition
ovtv
bonne,
U
boterebbe
et figlioli,
quellicl)e^anno figlie
dLon un
be le
tjatierne.
tallitolo
c^e conoien
IN
ALLA
alla bonna
FIRENZE
LIBRERIA
DANTE
MDCCCLXXXIX
586843
a
tMtx
bella.
••••••••
•
•
•
•
•
••••••••
•
.
El
costume
pignori,
I
alla
nanci
con
qual
una
polzella
da
intendo
de
poi
maritata,
ma
prima
che
fa
di
li
voler
donne
cantare
reverentia
gentil
alevare
excellentia
grande
al
maritare;
continentia;
so
da
chiamo
adiuto
parlar
de
debba,
fine
infamia
sua
le
vostra
se
amor
de
e'
muti
quel
sordi
sire
udire.
1)
lo
Dio,
prego
èl
qual
eh*
io
quanta
gratia
a
volendo
ciò
in
ogni
che
la
sua
l'universo,
nùa
o
e
ch*à
donna
fama,
dura
mente
rima
sua
conservar
creatura,
aviso
occurrentia,
bisogna
a
alla
dire
possa
ogni
tutto
construsse
doni
che
d*
signor
in
ver
quanta
'l
vita
casta
non
sia
cor
verso,
cura
terso
guasta.
•:
•
•
•
:
•
•
•
•
•
.
*
••;•:'•.•••/?••
•• •'•
'•
'
•
•
•
£
voglio
comenciar
perché
da
piccolino,
ha
cognoscimento
dirò
anni,
sette
a
si
ho
poi,
:
fantino
come
com'
fanciulla,
essa
del
e
*1 maschio
lassando
d'
non
fanciulla
della
fin
sé
da
talento;
in
dirò
ve
die
a
stare
pino
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.
el
padre
perché
suo
la
^
sua
figlia in
sua
madre
saggia
caggia.
non
vergogna
iiij
In
prima
deve
al
santo
che
ciascuna
matrimonio
recomandarse
alla
e
poi
del
e
consentire
ad
el
mal
la
non
alla
di
Thonestà
carnai
in
loro
sua
possa
lor
voglia
de
generare,
mai
lor
mossa
possa
triumphare:
solo
diletto
non.
o
infonda
abonda.
sempre
lege observarc,
si, che
nemico
de
usar
e
iusta
intention
debitamente
qual
la
ciascun
deve
matrimonio
solo
ricomandata
sia, che
gratia,
sua
li dona
si
e
rega,
maschio
col
della
£
mente
corona,
beata,
figlia,che
figlioloo
insiem
surama
vergine
sua
subiugata,
è
Dio,
a
madre
la
che
persona
amicitia,
impudìcitia.
^)
Alli
costumi
debbe
altri
e
quando
che
in
falla,
tosto
santi
li
data
Dio
d'amar
timor
e
figlioli acquistati,
i
avezare
con
diligentia
gran
con
sia,
dice,
Salamon
ciel
sian
castigati:
chi
che
fìgliol
so
ama
Brama.
castigarlo
subitamente
nomati;
son
penitentia
che
si
reverentia
con
vij
El
paternostro
ogni
sopra
l'altri
•e
a
far
e
da
el
eh'
s'
dà
in
la
dà
asutiglia
el
pregato
scientia,
imparar
a
peccato;
sia
sia
e
richezza
honor,
via
mandato
su
scola,
la
a
insegnato,
sia
perdoni
ce
anni
fantino
maria
che
Dio
sette
che
li
cosa
orationi
che
el
l'ave
con
riverentia.
e
viij
£
la
fanciulla
a
far
a
ogni
cusina
el
sia
ad
honesto
nanzi
sia
servir
diletto
con
e
ffare
conversare,
fusse
quando
a
richiesta;
sia
lassarla
andar
presta,
è
casa
cosi
non
filare,
a
per
tempo
lasciva
atenda
a
che
maschi
con
né
e
cosa
secondo
attenda
si
a
festa:
discretione
oratione.
8
—
—
vinj
Quand'ella
ch'ella
da
sé
viso
in
nanti,
lavi
se
Poi,
ch'ella
ciò
a
tener
debbia
se
in
r
che
vicin'
de'
casa
honor
"
poi
"
se
da
che
£
in
mai
sua
bassi
o
tagliar panni
e
'1
che
mai
finestra
alla
ciascun
in
uscio
de
chi
de
o
la
voi
in
rege
testa.
accostumata
ociosa:
honesta
piaza
costei
mai
ciò
senza
mai
la
posa;
orechie
ha
cosa,
non
facia
non
che
attenda,
sempre
altra
in
nemico
honesta
persona
lei
o
biasmata;
contendendo,
sia
cusir
tessere
si
e
non
a
perdendo,
seria
va
se
porta
casa
insensata,
la
altre
coU'ochij
scorrendo
anderia
ognuno
bruta.
sfrenata,
vaga
come
suo
coir
dilli
non
soffrire:
sia
non
sia
non
bitita
condutta,
che
si
mondi,
e
fallire;
voi
se
Tha
natura
come
aduta
sia
"
non
ponga,
sentire,
mai
possa
stillate, bambacelli
d'acque
che
li
cura
e
venuta,
ad
modo
nissun
in
che
anni
dece
comenza
se
studio
grande
un
da
poi
è
intenda:
conpagnia
non
stia.
prenda;
9
—
—
XI)
ciance
dishoneste
Da
guardi
se
d'
ascoltar
le
far
ben
per
ancor
per
brutte
cose
che
veder
o
discretione;
con
sempre
nutrice
aviso
ve
stagione;
ogni
s*^ acquista
el
molte
ratione
la
sua
si
ramaistri,
e
la
vita
delle
con
santa
riso
simil
o
recette"
li
spesso
paradiso,
elette.
donne
xiij
Alli
e
per
se
e
che
belleza
la
e
cresce
parole
poche
con
fama
sia;
te
parente
honesta
stando
invitata,
sarà
domestighezza
reguardar
non
verria;
scorretta
e
sia,
non
vitiata
seria
ardita
troppo
mai
costei
immantinente
che
àdvezata
homint
modo
nullo
per
li
de
aspetti
tole.
non
xiiij
faciano
el
chi
e
che
lo
la
poi
Vedendo
qual
va
dio
a
con
chiedan
per
qual
allegro,
mercede
e
pura
gratia
li
sposo
fia
sano
oratione,
spesso
sua
per
fornita,
donzella
rico,
e
aita
bona^intentione;
con
dia
savio
bene
sempre
spedita
voce
bel
un
e
garzone,
costumato,
apparentato.
IO
—
Et
poi
el
secondo
e
grado
quando
dotta
la
debbi
al
tenore,
li dia
dire
sa
core:
chiarito
questo
reger
che
meglio
viso
con
saperse
convito
allegro
dal
madre
lo
e
con
figlia
migliore;
pò
nozze
intendi
la
chiami
marito
quanto
le
ven
fare,
vói
dargli
ingegneno
se
—
norma
in
forma.
questa
xvj
Dicendo:
deve
fé'
non
come
li
per
della
sona,
hebbe
segge,
creata
ebbe
gli
si
compagnia
sua
per
Eva
legge;
l'alte
ne
bona
non
se
bibia
Adam
legge,
se
santi
nella
costa
persona
santa
cosa
dottor
creò
sua
la
dio
mai
chiaro
come
quando
e
de
observar
perché
e
figlia, ogni
cara
—
data.
xvij
E
poi
gli
multiplicate
li
"
nel
crescete
puri
comandamenti
mei
obscrvarete
uceli
con
figli benedetti,
disse:
e
animai
perché
essi
e
noi
mangioron
cor
in
è
poi
e
dretti
iocondo:
subietti
fo
vi
pesci
quanti
onde
Io
con
mondo;
nel
furon
del
pomo
fin
mar
damnati
vetati.
al
fondo;
XVllj
£
fìol
el
suo
"
cosi
che
conviense
fallo
tal
per
mandasse
a
recomprarne;
humile
Christo
vene
Dio
pio
e
.
nella
da'
fu
de
Vergine
giudei
santa
e'
preso,
morto
Adam
trasse
ne
limbo
chi
e
patio
:
cavarne
per
al
scurità;
carne;
pena
gran
crucìfixo
e
tanta
prender
a
andone,
lui
con
trovone.
xvìiìj
del
la
'
qual
come
tu
E
sai,
che
io
recassi
a
mai
che
tu
né
ascolta
quel
a
di
ben
ciò
fossi
nutrita
fugire
per
dessi
ciò
che
che
te
di
e
te
vergogna
parentato,
a
nessun
questa
dico,
de'
e
grado;
rogna,
tienlo
a
parenti,
nostri
ciascun
rampogna
basso
in
intendi
che
marito
a
convito.
sia
tuo
a
tanta:
vadi
che
voria
te
tu
se
letitia
parente
non
di
sposare
*1 tempo
ciascun
canta;
aperto
con
e
santa,
honorare
facemo
te
è
perché
né
giesia
santa
hormai
che
legge
ciascun
da
allegrezza
con
e
de
se
la
la
Signore
nostro
come
observare
tenuti
siamo
noi
Però
si
contenti.
grado
12
—
—
xxj
In
fa'
prima
l'anima
tua
che
"
sij
che
però
tua
in
ogni
"
fìdelmente
morimo
lo
de
obediente
li
che
sia
amarai
honor
fiata;
una
sarai
Irrito
cosa
reverente,
sempre
tutti
al
se
dio
mente
tua
reconundata,
sia
te
a
la
tutta
con
più
sua
persona
la
vorai
tu
grata,
corona.
xxij
Amando
quello
con
de
li
sincero,
cor
tua
ogni
fòr
si
ch'egli
ia
errore
certanza
.vera
fervore:
con.summo
li mostra
dentro
e
viva
avanza
Thonore;
donna
epa
cura
di
alcuno
senza
cpsa
figli vostri
habbine
lianza,
.sarai,, perché
persola
sopra,
molta
con
alcun
senza
effetto
per
sospetto.
xxiij
A
che
quei parenti
più pòi
quanto
a
r altri
secoQdo
a
tu(ti
el
farai
te
come
li
allegramente
volere;
convene
sforza
te
che,
apertene
ben
se
grado
quelli, amici
ti
più
a
piacere;
te
casa,
vene
yogli vedere;
,
a
el
li
nemici
qual
farai
.quel
colore
più p^si.piacia
al
tuo
signore.
14
—
—
XXVlj
Al
quelle
quelle
al
tutto
che
stando
che
praticare
non
e
babbi
parlare
a
hai
se
casa
;
alcuno
con
sia;
de
ciascun
usanza,
domesticanza
ascosto,
lui
da
son
lor
condur
babbi
chi
non
fugi
te
non
insegnare
con
persone
"
de
faraite
marito
tuo
certanza
questo
sia
sempre
a
mente:
presente.
xxviij
foco
dal
Come
vin
dal
sia
solo
da
tutti
se
inganasse;
te
che
quel
te
dico,
riscaldasse;
ti
nemico
fosse
alcun
nemico,
non
non
te
guastasse,
ne
poi vituperata
saresti
nel
mai
e
ib
de
che
e
modo
fiata
una
fa'
et
alcun
in
che
guarda,
te
temperato;
che
mortai
dal
e
apreciata.
saresti
mondo
xxviiij
le
donne
virtù
sono
sol
per
fugir
dal
vino,
eran
"
ciò
si
come
le
romane,
de
"
anticamente,
dire
audito
ho
Io
d'esso
riche,
facevan
l'altre
beveva
non
"
magne
per
donne
niente,
adobate;
bavere
de
gente,
biasmate
esser
non
pregiate
altra
ogni
sopra
de
qual
honore
valore.
15
—
£
quando
mangiar
per
loco
ciascadun
in
che
circonstanti
de
el
innanti
de
cibo,
de
zò
s'
fusse
faria
pensa
carcata
vergogna:
gran
alle
aquista
dici,
troppo
non
e
te
invitata;
che
quel
e
dire;
che
mensa,
ofFensa
facci
non
ove
parla,
raro
ad
poni
te
acostumata,
gentil, honesta,
a*
—
volte
rampogna.
xxxj
E
de
curar
non
de
adornata
né
che
pensando
fa'
ma
la
di
che
qual
toì
in
vestimenti,
la
tutta
ogni
trapassa
come
Sempronia,
sopra
ogni
parichiata,
lucente;
cosa
la
donna
gente;
fia
virtù
te
amirata
fusse
zò
per
inaravla
con
sforzata
gir troppo
eletta
fu
qual
Roman*
da'
perfetta.
xxxij
La
qual
a
messa
della
solamente
fu
l'altre
maritate;
che
la
e
hor
piiù
virtù
per
vi
e
fatta
fu
più
che
jse
servitìo
in
quella
el
dato
fosse
casta
pensate
castitade;
de
donne
zoè
sacrifìcio
far
a
dea
quella
che
de
fu
lei
altre
fu
iudicio
boutade,
per
le
cittade,
pregiata:
admirata!
i6
—
—
XXXIlj
Se
mai
reprension
honesta
e
o
r
anzi
nulla
per
chi
ad
de
casa
cosa,
se
insir
che
vadi
matta,
una
reverente;
sie
non
e
ratta
inpatientc
è
non
apertiene;
prima
patiente,
pur
come
molto
ascolta
per
e
insuperbir
te
non
sia
tu
non,
fatta,
fosse
te
riverentia
con
licentia.
domanda
xxxiiij
In
fa' te
casa
novelle
molte
hof
questa
la
e
fano
guarda
Ailo
né
se
•
tuo
vai
che
come
cose
questo
a
dir
dreto,
far
luì
più
gran
lo
spesa,
fa
far
fare,
contesa;
domandare,
più
però
a
matta
denari
non
non
sparagno
eh'
intendo;
disfatta.
è
de
te
non
con
suspetto,
cosa
sia
che
quella
chieder
che
dispiacere,
quel
a
lei
per
non
bisogno
in
fa
casa
sposo
faraglì
non
far
reportendo:
va
e
non
gran
se
guerra
l'altre,
la
valere
si
che
altre
di
quella
men
tutta
né
or
;
dicendo,
farse
per
in
volere
andar
né
sone
tene
casa
che
dir
non
che
ben
sempre
lui
non
sera'cresa:
penserai
incressa
mai.
17
—
—
xxxvj
Guarda
responder
non
al
marito,
tuo
volte
molte
che
altre
•per
segui
se
s^rai
se
che
amata
in
fattibile
o
questo
verso,
ben
al
e
sole;
sole,
lui
casa
perverso
li
come
esso
con
vòle;
che
occorrer
effetto
con
viverai.
tu
bìzaro
è
cose
quel
dica
e
traverso
per
patiente,
obediente.
marito
xxxvij
Santo
al
girai
Quando
gli contrita,
va'
a
dio
devota,
li
toi
peccati;
rendite
che
per
pentita
perdoni
te
i
tutti
che
pregai
e
babbi
non
a
altra
pregare
cosa:
fìdele
ciascun
per
perdonar
a
T
ogni
sopra
toi
crociosa
e
poi
e
pomposa,
confessare
sappi
e
orare,
andar
non
e
colpa,
in
per
crudele.
sia
xxxviij
E
mentre
con
per
gli
che
stai
ochi
non
dar
non
sta
in
r
verso
col
gli
loco
cor
ochi
dritto,
in
lui
cagione
gire admirando;
non
e
oratione,
vaghizando,
altri
ad
honesto,
altare,
tue
andare
dir
visi
nell'altri
dir
a
non
orando
volti
intentione
ferma
con
gir più
al
ciascun
cercando;
crocefisso,
stia
fìsso.
i8
—
—
XXXVUlj
la
Quando
remanere
non
tornate
sei
tua
gionta,
a
ringr aliando
tu
poi
de
in
entra
quel
diceria:
tua
con
el'è
compagnia;
V
invita,
tutta
via;
servi
ai
e
s* apertene
che
expedita
disnar
Jcsu
casa,
fornita»
tutta
quando
casa
honestamente
quando
far
a
a
poi
è
messa
de
signore
tuo
bon
core.
xl
De'
religiosi
fuggi,
né
che
perché
son
guerra
se
de
tutto
fessi
pochi
trova
in
grama;
fed'è
voglio
damma;
pregare
vorrai
non
lianzar
e
bella
zò,
te
certanza,
per
cui
per
fama
tua
fama,
tua
remaresti
questo
alla
se
la
praticar
non
ciò
se
domesticanza
mancaria
lor
con
che
lor
mancare.
xlj
1
che
Quando
che
le
consiglio
d'un
par*
tue
prete
li
che
lui
girai
toi
tuo
bona
voler
per
e
signore
a
fìdeF
eh'
con
peccati;
'1
vano
antico
acompagnata
a
se
da
prendi
"
verrà
tempo
è
la
stagione
confessare,
persone
de
aliare;
bon
intentione
palesare
babbi
ben
questo
se
ne
a
menti:
contenti.
19
^
—
xlii
£t
cbe
guarda
né
troppo
ì
'
ogni
peccato
honestamente,
tuo
de
colpa
in
rendite
ogni
li
folia,
penitentta,
far
non
sia;
duro,
tua
e
havuta,
quale
puro
petto
domanda
perdonanza
la
nel
sia
seria;
non
nissun
che
oscuro
"
netto
conta
e
contritione
ben
che
appresso,
loco
in
stessi
non
resistentia.
xiiij
E
ritoma
poi
derita
viver
la
mai
e
penitentia
adempi,
proponimento
con
di
tua
poi
e
più
meienconia,
ogni
habbi
facendo
fare
ti
de
di
Scndoti
fagire
attento
core
e
dio
questo,
concederà
*1
e
ben
sotto
talento
bon
sforza
te
falire;
non
dire:
ben
de
gratia
so
satìa.
xliiij
?Quando
te
per
d'
concedesse
a
feste,
e
tu
a
scusa
subbito
col
molte
che
Thom
tuo
e
volte
ballare,
e
si
non
a
de
convito,
fare,
ardito
cor
sappi
marito
tuo
a
canto
a
"iie
prendi,
che
andar
noze,
conoschi
licita
el
hooore
suo
remediare;
advene,
figlia mia,
.
concede
quel
che
non
voria.
xlv
£c
il
se
in
tua
che
e
s'
accorgie
persona
crescierai
te
il
dea
talento
bon
asperta
onde
da
aperta:
e
un
1* altre,
una
certa
contento,
vedendo
e
come
fo
chiara
con
amor,
virtù
sentimento
fa'
fama
donna
e
portaran
serai
regna,
tua
ogn'homo
questa
tal
ciascuno
sopra
ti
che
honorata
tutti
amata.
xlvj
Possibel
in
tutte
se
per
da
ti
la
bene
cose
che
ogni
virtù
più
quanto
appellata:
sia
te
Thavesse,.
observare,
matre
da
pòi
se
vogli
è
fare;
sapesse
che,
la
cosa
d'ogni
che
'1
virtù,
una
potesse
procedesse
non
medesma
è
ti
admaestrare,
discretion
qual'
sopra
ch'io
seria
non
observata.
xlvìj
fa'
che
perché
se
tu
se
fai
la
da
fra
cui
per
essa
serai
Toservi
el
donne
procede
in
fatta
hagio
un
thesoro,
gran
honorata
lavoro;
summo.
con
contrario,
serai
le
t'
tenghi
per
sempre
in
che
monition
Questa
da
ogni
stolte
vergogne
adulata
ognuno
concistoro,
e
dishoneste,
e
tempeste.
Egloga
debhe
I
3er
dar
X
far
a
Ch'
la
che
la
perfetta
donne.
quistione,
tua
sol
una
si
insieme
fanno
cosa
compone.
donna
una
vói
li
le
molte
eh'
cose
bele:^:(eche
bella
di
ma
Di-
e
le
la
a
donna
voler
a
molte
haver
risposta
basta,
non
Philibbo
de
pastori,
narco
Phi.
de
pastorale
formosa,
sia
accolte,
gratiosa.
e
.
Di,
Se
ben,
dille,
ti
'che
poi
non
Ch'
le
che
a
el
cui
se
in
la
mità
pensar
di
ti
che
fìa
in
lei
o
:.e
*
tutte:
ingannata!
alegrare
ad
tutte
che
presto,
m'incomincia
amata,
fortunata
non
credenza
mia
niente.
"
felice
prego,
la
in
manca
non
ascolte.
ce
distintamente
veder
n'havesse,
tua
che
gente
insieme
tutte
troppo
questo
che
par
certo
son
Dille,
Di.
mi
sian
Seria
Phi.
qui
son
molte,
son
secretamente,
me
a
prego,
le
dici,
tu
come
fian
belle
il
o
core
ridutte.
brutte,
Phi.
Tu
ma
pur
tu
conta,
tien*
e
volte
ben
tien
detto
Queste
Di.
tu
dir
vói
dille
ma
Phi.
Undeci
in
in
seranno
Tre
tre
Tre
bianche
tre
negre
a
Di.
la
te
basti
non
un'altra
le
so
gratia,
dechiarami
Hor
qual'
da
su,
io
le
dirò;
"
io
respónderò
tu
eh'
eh*
ò
ti
ponge
gionge.
non
sia
quel
presa
39
concedi
mi
prego
e
sono
el
vedi
tu
che
3^
perfette.
vedo
ciò
poi
ma
fan
ma
a
mette,
ancor
ancor;
33
gli agiunge,
se
amata
strette,
stanno.
si
perché
tua
tre
e
3°
fanno
si
appresso
io
;
aprendo.
vengo
larghe
parti
fantasia,
extendo
curte
rosse
27
apponto
picole
tre
fin
la
tre
tre
e
le
le
suttile
tre
in
questo
Io
Phi.
tre
con
Questo
eh'
"
rotonde
tre
mo'
"
e
grosse
di
longh€
bella,
'scottare.
a
ma
hor
tremare!
comprendo;
trentatré
"
tutto;
cose
donna
parte,
24
.
starò
te
cosi
tre;
fai
me
ben
se
io
le
son
ciascuna
la
eh'
pur,
conterò:
replicarò.
tu
trentatré,
2»
tenore.
dimandare;
non
tropo:
son
errore;
mio
tre
de
tu
mente
ch'avrò
quel
el
ben
e
in
dirò:
mente
a
diece
a
sei
le
satisfarte
per
Tre
fin^che
nel
vederai
perfetta:
credi.
che
42
incetta,
questa
dimanderai,
si
quanto
expecta.
4S
•
.
QuaP
Di.
eh'
a
fn'
che
son
far
la
'1
quelle
lunghe
bella
donna
sappia
tre
ancor
è
io
che
necessario
come
tu
fai
tu
?
sai!"
48
24
—
Phi.
La
e
la
poi
la
Di.
a
Queste
mi
le
quar
la
sono,
per
che
V
la
sian
quar
ma
che
Phi.
in
egli
la
i
terza
Tu
Di.
ma
che
Phi.
tre
'n
le
ogni
Questa
ma
Phi.
da
tre
le
poi
sia
quelle
son
Le
sono
che
trezze,
le
cosse,
e
poi
morbide
66
la
cintura
;
quella
Ma
con
le
letto;
diletto.
^9
si
non
che
però
ben
natura.
rara....
grosse
grosse,
è
nome
per
^)
stenda.
hai
fia
la
pose
terza
credo
qual'
dolce
petto;
qualche
terza
^
!
conprenda,
il
dove
è
intenda,
figura?
se
stretta
belle;
pelle
si
"
fine,
;
S7
ch'io
traverso
harò
la
la
che
1
come
forsi
fa
denti
e
vere
seconda
in
cosse;
contenti.
ciò
la
vero
te
tutta
che
strette
prima
l'altra
Di,
il
questo
La
dove
fianchi
dici
le
"
i
mamelle
ben
a
54
sono
larghe
tre
fronte,
la
è
;
consone.
le
che
son
larga,
prima
le
"
;
grizzar
fai
s'
ragione
vera
sappi,
vo'
le
son
me
La
che
cose
contrario,
non
àn
se
orecchie
tre
pone
incontenenti
veder
terza
Queste
Di.
eh'
vario,
non
terza
che
so
segui
vo'
prima,
seconda
la
per
pìacen,
curti
s* io
capegli,
questo
tre
La
i
"
mano,
gamba:
ma
Phi.
fia
prima
—
di'
la
sue
brazze
e
non
appella,
pure,
fan
bella?
7»
misure,
appresso,
dure.
7S
25
—
^
^ctiì
^exi,
*•
Dio,
per
1
Osse
—
siati
grosse
questo
processo,
insieme
e
strette;
^^a.\
^v.^
^Q^
^^
^re
g^j^y^
Slittile,
^^y
oa
pigli
ben
in
^ò.t%%o\
^.y^
però
prima,
78
corrette.
le
poi
e
dita,
^\À
"^d^
^
^^^^
^X.^
labri,
oeti;
^^*
?qV.
"^^
che
tochi
tu
le
a
/-ivii.
tu'
-0.1
collo
son
hora
satisfatto
hai
in
dio
ben,
tonde
tre
elette.
cose
pulita.
le
e
vitah
procede:
alla
prima,
dia
te
«4
succede;
braze
*
poi
d^eto
Ae
due
QueVVc
grosse
piccole
Tre
il
vorria
saper
cosse
siede.
che
«7
hanno
non
pome
fanno
tonde
croppe
le
e
con
quelle
P^
le
schena
pome
intesò,
ho
T'
la
tra
bel
cavallo!
che
fosse.
osse
:
90
,
•
tei
Io
?hi.
bocca,
la
il
È
ver
dal
perché
il
mento,
vogliono
che
Di,
dirò,
pie
certo,
e
le
tre
s' io
cose
fallo.
non
ben
son
callo:
non
son
piccòl',
esser
per
ver
93
gratiose
,
queste
le
che
La
Fhi.
tre
parte
tre
bianche
hor
;
non
bianchezza
va'
su,
9^
nascose.
conviene:
si
parte
tre
a
sia
me
bene,
drieto
.
de
è
terza
Di.
agli
sopra
Per
gran
qual'
la
fé
gratia
i
tu
di'
il
hor
porge;
quelle
denti,
tre
e
la
bella
che
man
mia
son
altri
vero,
poi
questa
e
"
gola;
mantiene.
seguita,
rosse,
la
col
e
99
sola
dechiara
dir
vola.
"o»
26
-
Phi
Le
labre
le
che
e
de
tette
Di,
Queste
le
ma
dirlo
con
Ancora
Pìn.
i
cigli
la
prima,
terza
dovresti
tu
canal
Sai, quel
la
seconda;
intendere....
te
T.una
tra
^^^
distendere:
occhi
da
intese;
palese.
fai
voglio
gli
e
««s
comprendere
mei
ti
cerose
bene
posso
non
queste
in
molto
non
negre
due
ripara.
se
parte
soq
tre
tu
se
le
chiara;
cosa
le
poi
appresso,
ponta
fia
che
prima,
gotte
—
l'altra
e
"»
sponda
.
da
quando
quella
a
fonte
pi col
un
Quelle
come
vón
e
rare
e
il
rara
al
fu
se
tante
per
La
di
certo
Volio
Phi,
che
se
queste
im'
altra
Quella
eh'
"
a
cose
tutte
questa
cosa
è
però
resta
bellezza
si
tanta
dà
fin
altezza
questo
languide
li
»*5
"6
'
quest'altro
e
T
alla
e
il
dà
posente
sol
in
per
ancor
1' altre
asotilia,
gentilezza.
sua
tanto
s'
ben
che
già
non
»*»
maraviglia!
è
son
ciglia,
crespette.
la
ch'intenda
le
ancor
parlar
"7
dilette,
ciò
a
tuo
la
amare
offende.
alquanto
non
extende
herbette
negre
non
"4
riva,
non
credo
sia:
d'
starò
alcune
mondo
non
forma
la
su
"
cose,
mia
abonda:
gli ochi,
breve,
e
Per
Di.
in
esser
negri
son
latte
fonte
del
vista
discende
se
di
praticello
la
che
che
colle,
del
pie
a
oblico
monte
resto:
smorte
suo
tinto
sesto.
"9
forte,
ornamento,
morte.
M^
27
—
Questa
el
gesto
se
la
e
la
donde
se
non
e,
dal
bella
sa*
la
in
HS
dà,
compagnia:
quéste
e
portamento,
nascimento,
suo
Gratie
tre
è
questa
il
cielo» Venere
le
e
l' arte,
maniera;
dal
Venere
gratia,
venga,
non
hor
la
è
—
ha.
cose
»3*
^
Se
io
tale
obiecto
è
ad
amarla;
conforto
lÀio
per
O
X"i.
ci
non
queste
son
occulta,
stelle,
o
che
non
gli è,
non
se
andar
o
chi
cose,
ma
che
so
fantasia,
tua
e
lassela
ricordo
cielo,
la
in
via.
141
fé,
nostra
per
forza
una
egli è,
cosa
'44
.
tira,
me
induce,
mi
constringe
sforza
e
.
ad
questa;
amar
Horsù,
tu
sei
che
ragion
spacciato;
hai
tu
far
da
con
leger, malitioso,
vedrai
la
ch'ai
mio
£
Ma
drieto
tu
J^u
Vatene
Crede
Tasin
in
eh*
costui
Sforzar
vo'
non
io
da
fratelli
in
Vanno
Bressa
del
»53
lasso;
n*andarai!
qui
starò
me
Amor
a
duro
che
già
mai
is^
a
spasso.
—
resistere!
sasso;
"^
desistere.
Finis
per
.Af.
ti
dio
a
pur
quel
*
Stampata
sordo.
recorderai.
possa
più
è
natura
però
io
pace,
»so
serai,
piaza:
tuo
cale,
^
ingordo:
lo
in
ti
anim^e,
stran
stato
me
andar
a
ricordo
pentito
spero,
voglio
te
un
serrai
parlar
ancor,
niente
avaro,
e
prova,
H7
dir
ben
ma
male,
amorza.
'1 mio
che
poi
il mio
conosco
l'apetito c^ni
ma
Phi.
e
D.
Damiano
xxxvj
"
nel
.
Philippe
Jacomo
mese
di
Octob.
30
-
Morale
socce.
ottimo
specchio
«
della
educazione
fino
che
trattatelli
più
ch«
la
madre
all'altare.
Non
delle
35
per
alla
si
sposa,
quale,
con
migiella,
lorum!
Chi
le
libriccino
della
il
donne
(cfr.
romane
le
come
da
cortesie
in
(IV-V;
chiesa
(ott.
consigli più generici
dei
vecchi
galatei,
l'antica
citerò
soltanto
dal
foises
morale,
onde
(II, 18-24),
dove,
V
di
come
delle
tutti
questi,
le
o
nenze
conte-
comunissimi
dell'italiana
Francia.
Dei
filles
nel
à
de
nostro,
dire
non
per
Recueil
potrà
esempio
luoghi
dés
nel
vi
e
più
ancor
doctrinal
Montaiglon
accennata
nozze,
con
verà
tro-
concordia,
(ott. XXX)
letteratura
Le
della
t
XXXVII-IX),
di
vorno,
(Li-
Tozzetti
XXVIII-IX);
tavola
in
raccolte
XVI-IX);
vino
ott.
secu-
agli avvertimenti,
delle
del
divieto
da-
minutamente,
XlV,
moglie
ottave
secula
in
Targioni
castità
e
nostre
leggere
pur
dei
santità
nelle
anche
della
capitoletto
un
O.
Dio,
a
più
secolo
/ivi, oltre
1873):
Vigo,
del
da
trecentiste
t* accomando
guida
nizioni
ammo-
simigliante,
scritture
tua
durla
con-
commiato
assai
raffrontare
nu:(iali
dalle
T affettuoso
io
la
sia
volesse
Strenne
elegante
ossia
eh*
Vae,
«
Iddio
che
».
cerchi
un
:
di
poemetto,
occupato
delle
vertimenti
Av-
quattordici
o
nostro
sentimento
taluna
a
nel
suggella
in
di
figliola prima
è
per
zionale
tradi-
nome
dodici
alla
usuali
consacrata^
col
sono
stanze
le
accennate
ora
e
:
tori
geni-
forma
quella
altrimenti
e
fine
in
legge
in
donne,
buoni
più
vediamo
dà
50
materne;
ai
generalmente
maritaggio
che
regole
delle
norme
trecento
noti
di
le
fanciulla,
dal
Costume
indirizzandosi
che
»,
nel
è
versifìcace,
raccoglie,
la
seria
tutte
-
bonda
ab-
francesi
marier,
stampato
ri-
poésies franè
la
racco-
31
-
di
mandazione
cautela
pò*
cui
di
certo
i
pratica
in
la
fuggir
-
dei
dimestichezza
seullette
Mus
leur
en
prebstre
eglise
hantent
qu* iìx
ce
à
est
;
re
niaisons.
vos
(cfr.
probabilmente
auctori,
cose
in
dove
Pesaro,
che
altro
piedi. (0
Di
nella
citata
(Paris,
tengo
ragno
»,
edizioni
che
quella
dove
1*
errori
oerti
in
k
bresciana
stampa
60:
?.
U
Ai
«
Che
lezione
brutte
par
indarno
poi
3
:
che
ha
tu
del
131-32
vv.
ai
«
me
22,
83,
Compendio
il
94
grizar
1* altre
tutte
•,
[mio]
e
la
tutta
Ch*a
dona
parlar
non
147
ed
(cfr.
le
•
suto
due
ferenze
dif-
perfino
di
dove
anche
corretto
In
altri
ghi
luo-
dalla
nostra.
Anci
le
Vedrai
sordo
la
V
note
gratios*
più
•.
adi
lievi
quale
1* ornamento,
esser
V
ha
bene
è
pelle
i$2-$3:
w.
MDX
effettivamente
discosta
ai
col
in Ve-
•
è, salvo
testo
e
Compmdto,
del
sumpau
l«gge
grandt;
erroneamente
fiii
118
al
Venturini
Signore
Il
fu
mente,
cervellotica-
citano
al nostro,
66,
si
Al
a6*.
e.
Compendio
ammorte
vorrai
versi
v.
a
conforme
a' suoi
Nevizano
del
nostro
ai
capo
soltanto
all' Imbriani,
del
da
fece
affatto
bibliografi
anno
legge
a£Eatto
fine). Al
correzioni
si
i
dal
Giovanni
ternario
anche
1*
ne
Egloga
ortografiche,
comuni
che
servi
Sessa
Melchior
per
col
in
femminili,
non
attribuì,
insieme
varie
innanii
la
quecento,
cin-
Venturini
certo
Perché
altri
adespoto,
formula,
di
dal
del
bellezze
Egloga
Nuptialis
che
i$2i),
Delle
(i)
1*
sia,
fortuna.
Sylva
credo,
netia
eh* ella
chi
de'
le
assai
et
anni
legge
si
1* altra
con
Calmeia
primi
Venturino
discorre
esso
pur
abbastanza
tempi
«1
di
rassegnandole,
ma
capitolo
questo
un
nei
fu
opuscolo
nostro
Vincenzo
Venezia
XL-II)
ott.
Dinarco
e
nel
di
nave
stampato
a
Philibho
trapiantata
de
séguito
de
pastoral
Compendio
un
confession
parlez
ne
Uissez-les
Egloga
abbia
novellieri:
Fille, borsiDts
L'
chi
meraviglierà
non
rel'giosi»
parti
prova,
».
e
32
-
Caimeta,
da
corse
nel
1536
sola
pel
Venezia^
di
di
e
senz'
in
accresciuto
Taria
tutta
(i)
Egloga
helU:^ \ie
Agno
I
titolo
lo
il
che
sonetto
:
terzine
\
S.
in
Dtn.
la
che
1*
un
codesto
che
Egloga,
le
tocca
legge
sì
finis,
Ecco
•
SkCicki^l
prima
dopo
sapeti
come
di
della
U
dt
\ pastori:
instantia
dove,
hanno
ripresentò*
si
e
comincia
otuva,
pag.
Ad
recto
tergo
a
:
\\
recente
componimento
Dinarcho
«
; sul
ce.
pelegrin,
io
Per
—
^
dar
principio
tradur
per
molte
di
prime
nove
.
che
penso
quante
Questa
si
Idio
quela
ogi
femina:
Però
vorei
chi
Pbi.
—
chi
à'nera
t»
voglion
dar
fai;
ancho
94
È
esser
20
ver
sta
bruteza.
male:
pur
la
a
à
:
tropo
el
ehi
dole,
ragione;
le
nere
spalle.
risposta
•,
dal
diversità
formata;
à
mi
cor
equale,
trova
chi
e
el
fermeza
à
si
sole
beleza?
gran
tanto,
facia
luztro
penso,
conforme
è
no
prole
intiera.
e
non
bella,
svariar
cose
sinciera
tanta
io
non
molto
voler
pochissime
ben
donne
ste
Per
eh'
terra
chiamiamo.
beleza
beltà
che
è
di
amo,
in
la
tanta
a
posa
tant'
io
risplendente
le
tutte
Per
sua
poi, quando
pensando
figura;
mente,
dona
almo,
resister
Di
mia
beltà
Adamo
di
eh*
si
alta
ogni
Qual
noi
con
r
creatura
nominata
è
tutti
lodar
de
noi
natura
costa
fegura
fra
ponente
la
nobil
cosi
mente,
voi.
relucente.
più
propria
una
è
al
ffatto
sia
la
tutti
a
levante
à
effetto,
poi,
in
quella gentil
è
formò
quest'
eh'
dal
tutte
da
che
dir
so
cose
fra
una
vi
vien
intra
sugieto
noi,
meglior
mi
m'
bel
e
fra
qui
più
un
una
io
nuovo
un
imae^ination'
eh'
di
a
qual
comò
Ben
a
rime
mie
venir
per
fira le
60
4
;
più
terzine
nove
donne
le
uer
a.
versi
sol
e
il
porge
| Philibbo
fregio
un
Esend'
e
lice
direi
posticcie:
«
con
di
db
ha
sette
«r
ci
perché
| pastoral
Jebbe
ultimi
tuttavia
ma
popolare
stampa
una
giunta posticcia (0;
Genetta.
da
opuscolo,
nostro
in
che
anno,
una
inquadrato
conigli
mondo
princìpio
di
nel
inserita
bresciana,
questa
—
io
per
U
nostro
dirò;
dilette; 124
51
che
certo
non
Ecco
testo.
eht
le
credo
no
son
gid
i
le
contrario;
formose;
in
tanta;
seguitando
principali
che
57
E
ni
13^
:
e
non
1
3
fé-
sia
;
quelle
se
sa.
33
-
nel
1576,
più
in
d'un'
di
njolto
forma
Zan
NuUatenensis
Bravo
V
2,
e.
e
del
e
bnfina').
Or
do
le
solo
che
terzine
far
a
basta,
non
a
Tre
volte
che
3uel
elle
di
la
Corte,
La
è
la
poi
la
Di
è
prima
che
Stretta
esser
cintura
dove
Crjsse.
SoUili,
Tonde.
Le
tondi
a
i
come
e
pomi
bocca,
e
vago
a
dolce
le
il
bello
(cfr. Egl. 67-69)
schiette;
e
snella,
e
(cfr. Egl, 73-7$)
79-81)
e
cui
sempre
mento,
il
quella
buono,
braccia,
fresca
con
donan
dono
bella,
le
braccia,
ancor
(cfr. jEg/. éi-63)
belle,
iin
'1
e
esser
poi
{Egl.
stelle;
e
al
"
;
$$-$7)
sono,
proprio
per
per
e
due
fianchi
morbida,
riposarne
Picciola
"
sia,
ancor,
il collo
Tondo
il
prima,
sottili....
che
Pi,e0*r.
che
lice
tre
e
pria
coscia
(cfr. Egl.
rispetto,
leggiadre
la
Natura
treccia
la coscia
si
mamele:
le
i
(cfr. Egl. 49-51)
eletto;
le
sopra
21'2^
metto
bora.
ogni
per
terza
deve
e
pose
Grossa
la
il fronte
io
avorio
taccio
terza
(cfr. Egl,
honora;
testa
e
4-6)
28-36)
abella
de
1-3)
intendo
terza
per
vita
son
poi; la
te donne
fan
la
la
la
orechi
gli
sia
il petto
Strette,
denti
seconda
qual
la
che
i
prima
che
e
mano;
(cfr« Ef^l.
gradite,
e
(Egl.
parti....
chioma,
gamba,
la
Lmrgbe.
le
son
brevità
per
"
(Egl.
alme
eccelse,
ninina,
sentite
ciascheduno
a
:
fr«-
cosa
compone.
dunque
tre;
e
narrare
bellezze
Undeci
Prima
una
diece
ninaro,
:
sol
donna....
«Dialogo
un
:
Cortese
originale.
testo
una
si
caro
Egloga
ragione
molte
di
che
dal
Della,
fàccia
Francescbina,
dell'
questa
donna
ma
voler
Che
bella
discostano
vo'
la
mio
titolo:
del
vt'a),
ogni
rimise
prima
contrasto
mesir
o
(La
»
si
più
ih
ri"cimento
sostentar
che
voref,
ultimo
quest*
ecco
(Mi
»
nella
e
in
bravi
i
la
del
codesto
prima
Barzeleta
«
Franceschina
bella
Sempre
Longhe
una
(J^iva
Zanni
del
La
«
indi
;
casada
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tergo
a
;
manche
"
della
della
recto
»
Poltrona
Zani
e
sul
MPLXXVI
«
Alias
Nuova
suggetti,
testa
Recentemente
ce;
4
Egloga
Padrone
farù)
di
data
la
(0
».
nuòvi
in
poco
segni
«Opera
altri
"
borsa.
in
"c.
Opuscolo
dappiede
Bagottp,
niente
e
all'
capo
non
evidenti
troppo
in
correzione,
per
(i)
ton
e
ossia
tramutata,
e
capitoli, barzelette,
dosso,
del
dialogo
arti fiziosa
composta
della
abbreviata
di
sunze,
in
—
sesso
giuditio yniversal
e
vita
bella
si
aita.
picdol
;
siede,
(cfr. Egl.
8$-87)
piede
fìemminile
si
vede.
(cfr.
Efl,
92-93)
34
—
luce
in
Vittorio
di
Posilecheata
Vittorio
dott.
nella
Pompeo
SarnelH
i due
descrisse
alle
Quanto
nota
fa
e
de
passo
il
quale,
(a
i$55):
donna
famose
33
dcir
208
e.
delle
discorrendo
delle
anche
Ti
e
larghe^
tre
ormai
Kòhler
quindi
e
scrive
no,
Tri-
da
si
tre
se,
gros-
y
sottili,
tre
rosse
^t
Bianche.
tre
Le
nere.
ha
Sempre
di
Di
Negre.
e
il
color
rose
bocca
ancor
fia
negro
nulla
che
vai,
r
chedì
por
donne
seno
vo'
scoprir
puoi
{Egl,
dal
sol
cielo
fia
questa
con
ben
tal
virtù
silentio,
acciò
alcun
il
e
poi
suo
:
seconda
(allo.
;
(cfr. Egl.
109-
1 1
1)
parti
lice.
portamento
la
gratia
e
se
in
havrà
questo
compagnia,
Hor
lungo
il
parmi
io
non
gesto
(cfr.£ji«/.1
nascimento.
ver
bellii,
l'altre
la
103-10$)
iia-120)
l'arte
è il
{cUE^Ì.
intervallo
senza
senza
e
corallo
industri.
l* occhio
ciglio,
(cfr. E zi- 97-99)
gentile,
ligustri
i labbri
del
se
stile
di
e
gote;
particolarmente
e
di
e
tre
illustri
bianca
acompagn«,
Dunque
dono
sublime
le
canal....
quel
non
il
ogni
misto
intender
terza
Sai,
Ma
e
volendo
delle
inan
esser
Questo
la
la
gola
debbono
della
denti
bianche,
picciole, tre
tre
quali
lodato
i
perle
la
e
Rosse.
rotonde,
tre
la
fanno
31-2),
v.
verà
gioquesto
bella,
corte
tre
e
Alunno,
Comin
(cfr.
strette
tre
è
Tre
donna
e
sista
v'in-
io
Egloga
del
Venezia,
lunghe
cose
eh'
Francesco
di
delh
di
contengono.
dal
délV
proprietà
parti
edizione
«
bella
Mondo
del
fabbrica
La
indicò
Posilecheata;
versi
cordarla
ri-
Messer
popolare
della
ai
riaccostare
piuttosto
di
di
inutile
sufficenza
a
citato
luogo
la
il
e
292),
p.
che
affatto
illustrata
nd
dairimbriani
1888,
tradizione
codesta
pp.
lettere
Le
a
veneziani
è
1885,
occasione
Loescher,
bellezze,
33
qui, poiché
troppo
note
opuscoli
alla
delCalmeta;
avuto
sue
(Torino,
Calmo
Andrea
(Napoli,
avendo
delle
una
nona
Ilìustra^ione
Compendio
dal
Rossi,
in
e
Imbriani
togliendola
125-28)
—
honesto
sia.
33-1
3O
^^^^
/f^^'^ ^^
^^
^
^^\^^^^^Vixc«^
^«dK^A
^^
con
\"
(y^\C
^^^^*
ifSx*''*
\\
le
et
^^*
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corte
post
misura
però
le
il
rotonde,
sono
i
sono
i
fronte,
nelle
traverso,
cosce;
la
larghe,
natura
ovt
^'^^^^^"
tre
le
nel
lunghe
tre
le
^'trette,
1^
-"^
le
gamba;
^^^lla.
4,
^^^
che
«lammelle;
^
t^"i\*
^
tl^^^*
^*
y^^
Ó"
^cy
'P^^xìcxa,
ogni
cosce,
doJceTna
(v. 73),
sottili,
le
collo,
i
sono
capelli,
braccia
e
^^s
'^^^'^^.
^
/'-^*
\)\a.nclie,
^
^
"Ve
^xe,
.^^èit\
^
osiS^"»^^
\^vc"v^
-^èVcX^^
*^^^
à^'^^*
poi
che
tt
gola
le
il
bocca,
capitelli
delle
le
trentatré
accompagnate
occhi
ere-
sopra
grafia,
(cfr. w.
portamento
i
et
parti
la
le
mano;
alquanto
et
con
et
mammelle.
ciglia, gli
rari
mento
la
et
siano
oltra
se
leggiadro
^^^
«*
i
cioè
nere,
Et
i^oì)^
la
denti,
et
tiatura,
-^
5pet**
i
labbra
^^
^t^o
la
picciole,
"
^^"^o^^^
^
^^
^e
Sj
la
con
133-34),
a
^f*^
ti
verità
con
^ij-e
.
^
bbio,
emistichio:
sì
oon
la
quelle
in
poche
quell'unica
la
che
la
figura
boschetto
del
praticello
poesia
polizianesca:
Con
una
«
fonte
e
erotica
In
per
di
è
diletto.
molto
cinquecen-
esempio,
d'una
mezzo
piena
e
è
non
ricordare
fonte
quattro
come,
anche
parti,
appena
del
e
interrompe
che
bisogna
sull'equivoco;
fondau
ballata
studiosi
al
Posilecheata,
delle
agli
'nella
frequente
tisu
:
nuova
stampò
ri-
pur
Dove
imagine
o
relativa
nostra.
materialissima
enumerazione
affatto
libera
assai
e
alla
all'Egloga
innanzi
cane
quale
Teatro
illustrazioni
stesse
verso
coincidenza
il
del
rubrica
lunga
qualche
che
il
innanzi
della
Tlmbriani,
già
accorgesse
Nessun
».
avesse
dirittura
a
piuttosto
è
strano
tutta
Tre
riproduce
cui
bellissima
essere
l'Alunno
^^^
P^^^*
di
nitolo,
quella
valle
»
nella
è
un
j6
-
dappiede
Qui
mi
che
sono
non
molte,
altre,
dal
senso
il
che
II,
Costumi,
(i)
p.;
fessi
non
se
incerta
che
66
;
6
XLVI,
remaneresti;
forsi
questo
nharò
(0,
("),
metro
le
vocali
MORPURCO.
94
;
5
ben
7
eonlèssere;
quando.
8
XX,
inTitiatt»
5
XXXVII,
scoto;
a
chia
vec-
verso.
XIII,
adurrentia;
5
XXVII,
dal
espunto
S.
nostri
la
materiali
o
anche
guastavano
correzioni
riprodurre
tipografici
ho
quale
dove
là
atone
nel
errori
di
consigliate
del
rispetto
per
alcune
:
fare
di
delle
lista
la
porgo
permesso
stampa
-
Egloga,
•—
grande
4
v.
V
mo
147
;
ne
XL,
4^
ape-
tito.
Vili,
7
XVUI,
te
III,
Costume,
{2)
Y,
maschio;
col
andar
I
7
XIX,
conviene;
$
XLII,
corociosa;
Egloga,
?.
voglion
esser
22
vino
3
ti
li
i
e
E
XXXI,
XLV,
83
4
rotonde
si
2
i
7
sentimenti;
bora
li
amaistri
toi;
6
sia
castigarlo;
de
spesso;
XXVIU,
come;
de
insieme
7
8
debben;
2
rationi;
perhò;
d'esso;
conta;
conterò;
6
XII,
IV,
poi;
e
VI,
honest^;
del
atenda;
nana
XXIX.
fosse:
maschio
lassando
s
usa
$
XXX
che.
VU,
4
vedendole.
—
precede;
118
quelle
mentre.
i
fi»
IMPRESSO
re
E
ADEMOLI.Q
C.
TIPOGRAFIA
NELLA
FIREKZB
DB*
VIA
SERVI
NUM.
2
BIS
C.
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—
"
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