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TRASPARENZA
(parte seconda)
La legge è uguale per tutti, ma si sa che l’Italia è un paese
creativo e anticonformista. Fortuna vuole che Anzio
sia una cellula di questa nazione e che ben rappresenti
gli atteggiamenti indicativi del profilo morale di una
classe politica italiana tutta da riformare.
Per migliorare la trasparenza tra cittadini e
amministratori, una norma richiede a tutti i consiglieri dei comuni
superiori ai 50.000 abitanti di depositare ogni anno le proprie
dichiarazioni dei redditi e renderle visibili ai cittadini, favorendo, così,
un aumento di credibilità della classe dirigente . La “casta di Anzio” non
risponde all’unisono, sicura appunto della relatività della legge. Insomma
“c’è chi può!”.
Hanno depositato le proprie dichiarazioni dei redditi solamente i
consiglieri Aurelio Lo Fazio, Ivano Bernardone, Massimo Creo, Paride
Tulli, tutti di area PD. L’argomento sembra non interessare gli altri 35
membri della giunta e del consiglio comunale della nostra città.
Sbagliano i cittadini a questo punto a pensare male? Perché tutta questa
resistenza su una questione così importante?
Anzio-Space è andato a ricercare interessantissimi dati che furono
pubblicati nel 2005 nel sito dell’Agenzia delle Entrate e abbiamo trovato il
reddito imponibile di 27 degli attuali amministratori e consiglieri di centro
destra e di centro sinistra. Ci siamo fatti due conti. Abbiamo escluso i sei
che possedevano incarichi dirigenziali e quindi un reddito annuo superiore
ai 47.000 euro, e abbiamo fatto la media del reddito annuo dei restanti 21
politici. La media risultante è stata di 13.870 ciascuno. In sintesi, 21
dei nostri attuali amministratori, vivendo dello stretto necessario con
le proprie famiglie per tutto il 2005, avrebbero in quell’anno potuto
mettere da parte soldi per acquistare un “Ciaetto” usato. Ovviamente
la media risultante ha salvato coloro che, in quello stesso anno, avremmo
dovuto trovare in fila agli sportelli dei servizi sociali, e danneggiato chi
avrebbe potuto acquistare una Fiat Punto full optional invece che un Ciao.
Con l’augurio che le cose siano oggi migliorate un po’ per tutti i nostri
amministratori, contiamo di vedere presto le loro attuali dichiarazioni dei
redditi pubblicate. I cittadini hanno bisogno di vederci chiaro.
Andrea Mingiacchi
POLVERINI SENZA PIETÀ COLPISCE I
MALATI ONCOLOGICI
I tagli della regione negano ai malati di tumore la possibilità di
curarsi vicino casa
UN ORIZZONTE DI SASSI E SCHIUMA
L’”esperimento” delle barriere soffolte a largo di Anzio convince
sempre meno
PORTO, È L’ORA DELLA VERITÀ
Intervista al Senatore Candido De Angelis, tra gli artefici del
progetto della Capo d’Anzio
A LAVINIO SPIAGGE EROSE E MARE
SPORCO
Il lido ha perso la sfida sul turismo offrendo poche spiagge libere e
acque torbide
ALFIERO ALFIERI: “SOGNO UNA
SCUOLA DI TEATRO DIALETTALE”
Il grande maestro e comico romano racconta l’amore che lo lega alla
nostra cittadina
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POLVERINI SENZA PIETÀ COLPISCE
I MALATI ONCOLOGICI
I TAGLI DEL GOVERNATORE DEL LAZIO NEGANO AI MALATI DI TUMORE LA POSSIBILITÀ DI CURARSI
ED ESSERE ASSISTITI VICINO CASA
Non contenti di aver tagliato alle nostre
popolazioni la patologia neonatale, il livello
delle prestazioni di ostetricia, l’attività del
centro trasfusionale; non soddisfatti di
aver disposto il blocco delle assunzioni di
ogni figura di personale, sia medico che
infermieristico, tecnico e ausiliario, lasciando
comunque sostanzialmente invariati i
vantaggi per le strutture private, i tecnici e i
politici che affiancano la Presidente Polverini
nell’opera di spoliazione della sanità pubblica
provinciale, quella più vicina alla gente e più
lontana dai grandi centri di potere pubblici e
privati situati a Roma, sono arrivati a colpire
l’esigenza fondamentale per chi è malato di
tumore: quella di curarsi ed essere assistiti
vicino casa.
È così che il Piano Regionale della
riduzione dei posti letto nel Lazio - entrato
di recente in vigore con il Decreto n. 48/2010
della Presidente Polverini, nella sua qualità
di Commissario del Governo per la Sanità
del Lazio - ha disposto la totale eliminazione
dei sei posti letto di day hospital oncologico,
ospitati attualmente all’interno dell’ospedale
Villa Albani,e in procinto di essere trasferiti
in una sede più ampia e adeguata nel nuovo
Padiglione Faina dell’ospedale di Anzio. Tutti
propositi e programmi elaborati nel tempo
all’interno delle strutture locali e destinati a
essere ridimensionati a causa della decisione
presa dall’attuale Presidente. Infatti, la nuova
sede nel Faina consentirà al servizio di essere
vicino ed avere a portata di mano per i propri
utenti tutti i servizi diagnostici e terapeutici
necessari alla loro assistenza (radiologia,
ecografia, tac, analisi, chirurgia, anestesia e
terapia del dolore, ecc.).
Ma questo programma locale di
sistemazione e razionalizzazione del day
hospital oncologico viene oggi in buona
parte compromesso dall’assurda decisione
regionale. Perché il day hospital è una
forma di ricovero non a tempo pieno (solo
un giorno) che consente di trattare, per
ciascun posto letto, due pazienti al giorno,
trattenendo il paziente solo per una metà
giornata senza allontanarlo dalla famiglia,
e però praticando tutte le terapie di cui ha
bisogno e tutti gli accertamenti diagnostici
ritenuti necessari. E tutto questo senza
impegnativa, senza ticket, avendo peraltro
una regolare cartella clinica su cui i medici
riportano il diario di quanto viene prescritto
ed effettuato per ogni giornata di accesso.
Insomma una vera e propria “presa in carico”
della persona ammalata di una così grave
malattia cronica.
Il servizio di oncologia della ASL RMH
è cresciuto nel tempo, organizzato per le
diverse aree in piccoli reparti di day hospital
localizzati, fino a ieri, negli ospedali di Anzio,
Albano e Frascati, tutti affidati a singoli
medici responsabili di struttura,coordinati
da un’unica direzione, un unico Primario
che è il dott. Mario Barduagni,e rede di un
nome che è scritto nella storia dell’oncologia
italiana. A questa razionale organizzazione si
è arrivati nel tempo, assicurando ai pazienti
dei vari comprensori da cui è formata la
ASL RMH di avere le cure indispensabili al
trattamento della loro malattia vicino casa.
Nel tempo sono anche cresciuti servizi per
il trattamento e la prevenzione di alcuni
tumori, come quelli dedicati alla chirurgia
del cancro della mammella di Albano ed
Anzio e sono fiorite le attività di screening
per la prevenzione di tale diffusa e pericolosa
malattia oncologica della donna. Altri
programma di screening sono stati avviati
per la prevenzione del cancro dell’utero e
quello del colon. Ricordiamo per questi
programmi l’opera meritoria e pionieristica
del dott. Alessandro Vella, attuale Direttore
del Dipartimento Oncologico della RMH.
La decisione regionale ridimensiona
notevolmente l’organizzazione descritta,
perché elimina i posti letto di day hospital
di Anzio e Frascati, lasciando solo quelli di
Albano, con la conseguenza che i pazienti
di Anzio e Nettuno, per essere trattati in tale
regime di ricovero, dovrebbero recarsi ad
Albano o a Roma; con tutte le conseguenze
pratiche che lasciamo immaginare per
persone che sono comunque affette da una
malattia grave, invalidante e, nel 50 % dei
casi, mortale.
Al posto del day hospital è rimasto ad
Anzio l’ambulatorio oncologico, ma questo
non può fare tutte le attività del d.h.: intanto
per accedervi è necessaria l’impegnativa e poi
tutti gli accertamenti diagnostici dovrebbero
essere effettuati tramite impegnative e
passando sotto le forche caudine delle liste
d’attesa e anche dei ticket per quanti non
sono esenti per reddito o per invalidità o
sono in attesa dei necessari riconoscimenti. E
poi i trattamenti con farmaci pesanti e dagli
effetti spesso imprevedibili richiedono un
regime di ricovero ospedaliero, secondo tutte
le linee guida nazionali e internazionali, per
questo è prescritto il day hospital che assicura
il miglior tipo di assistenza.
È vero che la ASL RMH, e per essa la
direzione sanitaria, sia aziendale che
dell’ospedale di Anzio, hanno disposto
l’organizzazione di tale ambulatorio in modo
da assicurare ai pazienti oncologici una sorta
di “corsia preferenziale” per l’accesso a tutti i
servizi diagnostici, ma questo non esime dalle
responsabilità derivanti dalla natura giuridica
del regime di ambulatorio rispetto a quello di
più ampio raggio del day hospital: ciò vale
in particolare per gli operatori sanitari, per
i medici, che, dopo aver richiesto per anni
di essere più vicini ai servizi di emergenza
dell’ospedale per essere pronti ad ogni
evenienza derivante dall’effetto dei farmaci
pesanti utilizzati nelle terapie, al momento
di raggiungere tale risultato di sicurezza per
i pazienti, vedono ora ripiombarsi in una
situazione che rende pericolosa più di prima
la loro opera.
Tutto ciò peraltro non porterà ad alcun
risparmio, perché i locali rimarranno a
disposizione del servizio,il personale medico
e infermieristico ugualmente, i farmaci,
spesso costosissimi, continueranno ad essere
utilizzati. Insomma, a rimetterci sarà il più
debole: il malato, colui piuttosto dovrebbe
essere al centro del Servizio Sanitario. In
una zona, come Anzio e Nettuno che, come
ha ricordato anche il Sen. De Angelis, ha già
dato, provvedendo con le sue sole forze, a
suo tempo, e grazie all’intuizione del mondo
politico e professionale locale, a chiudere un
ospedale senza manifestazioni e barricate,
ottenendo da soli la razionalizzazione del
Servizio Sanitario, che oggi la Regione Lazio
sotto la guida della Polverini, con le sue
cervellotiche decisioni, sta rimettendo in
discussione.
Concludiamo dicendo che sottoscriviamo
e invitiamo tutti i cittadini a sottoscrivere
la petizione che l’ANDOS (Associazione
Donne Operate al Seno) di Anzio-Nettuno
ha lanciato in questi giorni,sotto la spinta
dell’instancabile Adriana Claroni, per
dire NO alla chiusura del Day Hospital
Oncologico. Sperando che la Polverini ascolti
i cittadini.
red
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Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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UN ORIZZONTE DI SASSI E SCHIUMA
L’ESPERIMENTO DELLE BARRIERE CONVINCE SEMPRE MENO
È stata un’estate strana: iniziata con un luglio
perturbato e fresco e finita con un agosto caldo
torrido e in tutto questo l’esperimento che la
Regione di concerto col nostro Comune ha
messo in atto sul litorale di Marechiaro – Lido
delle Sirene ha dato tutti i suoi frutti.
Abbiamo scoperto non poche cose in questi 2
mesi “turistici”.
Intanto quella che è sempre stata sabbia
è diventata terra, mista a sabbia e sassi di
diverse dimensioni, in alcuni punti specie in
prossimità della barriera di massi, è diventata
melma. E questo crea un incremento della
torbidità dell’acqua specialmente dopo piccole
mareggiate o anche giornate ventose. Se tutto è
immobile, l’acqua interna è splendida e sembra
una vera e propria vasca da bagno, ma appena
qualcosa inizia a muoversi le cose cambiano
e l’acqua si intorbidisce e forma soprattutto a
riva dei ristagni di acqua nerastra e schiuma
marrone.
Grazie a Dio, durante questi mesi non è
piovuto…. Grazie a Dio! Perché l’unica
volta che una perturbazione, a inizio luglio,
ha portato una mezza giornata di pioggia,
dal bocchettone presente sulla spiaggia in
prossimità dello “scoglio dell’Orso” è uscita
una quantità di acqua putrida che in poche
ora ha riempito l’intero “Laghetto delle Sirene”.
E quel nauseante liquame che in pochi giorni
è scomparso dove sarà finito? Non sarà forse
stato assorbito dalla sabbia e evaporato sulle
rocce? È salutare tutto questo?
Quello che prima il mare depurava e puliva
col suo naturale flusso è stato bloccato in
questo stagno, che a detta dei suoi sostenitori
(pochi ormai) sarà diverso, sarà migliore….
Vi invitiamo ad andare a leggere i numeri
precedenti di Anzio-Space (www.00042.it)
dove è spiegato su più articoli il progetto nella
sua interezza e farvi un’opinione a riguardo su
una base certa e non sulle varie dicerie che si
sentono tutti i giorni.
Sì i massi saranno per lo più a pelo d’acqua, ma
per un chilometro e mezzo fino a Tor Caldara
e poi ancora per quasi QUATTRO chilometri
e mezzo fino a Capo d’Anzio per creare quelle
che i progettisti chiamano “celle” di 100x200
metri.
Provate a passare dall’acqua interna dello
stagno al mare aperto attraverso l’unico canale
lasciato davanti allo stabilimento La Scialuppa:
troppo basso per nuotare agevolmente, troppo
scivoloso (rocce a pelo d’acqua ricoperte di
alghe) per camminare e questo per 10 metri….
E questo per tutta la nostra costa!!!!
Da tempo cittadini e associazioni
(Legambiente, Green Ocean Surfing….)
cercano di ottenere delle risposte e delle
modifiche. Una risposta è arrivata: il progetto
non ha la V.I.A. (Valutazione di Impatto
Ambientale) e la Procura della Repubblica
sta indagando. A ottobre i lavori dovrebbero
riprendere, cosa succederà? Salveranno la
nostra splendida costa?
Bruno Pepe
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PORTO, È L’ORA DELLA VERITÀ
INTERVISTA AL SENATORE CANDIDO DE ANGELIS, TRA GLI ARTEFICI DEL PROGETTO CAPO D’ANZIO
Da sindaco è stato in prima linea per il
progetto del porto, oggi il senatore Candido
De Angelis ci spiega quali sono i tempi e il
percorso che porteranno alla realizzazione
del nuovo approdo nella città di Anzio, la più
importante opera dal dopo guerra ad oggi.
Senatore, a fine settembre è prevista
la firma per la concessione demaniale,
ultima tappa dell’iter procedurale, quali
sono i tempi per l’apertura del primo
cantiere?
“Mi auguro che la regione acceleri i tempi per
la concessione, confermandoci che nel mese
di settembre venga firmata, poi partiranno le
procedure per le gare di appalto, prevedendo
l’inizio dei lavori per il 2012”.
Quali sono i tempi previsti per la
realizzazione dell’opera?
“Per la realizzazione completa del nuovo
porto ci vorranno almeno 4 anni, con
l’augurio che non vi siano imprevisti in corso
d’opera”
In questi 4 anni quali problematiche
dovranno affrontare gli operatori
portuali ed i commercianti della zona
adiacente al cantiere?
“Sappiamo dei disagi che gli verranno creati,
ma già nel 1999 quando ero sindaco e si
incominciò a parlare del progetto, trovammo
la disponibilità da parte loro ad affrontare,
nel corso d’opera, difficoltà sia logistiche che
economiche, consapevoli che tali sacrifici
saranno ampiamente ripagati a fine lavori.
A tale riguardo auspico che siano informati
con riunioni periodiche anche per conoscere
le loro esigenze. Mi sento di suggerire anche
assemblee e incontri pubblici in tutti i
quartieri perchè quest’opera avrà ricadute
positive su tutta la città che l’amministrazione
deve far conoscere”.
Il costo dell’opera impone una maggiore
attenzione per la vendita dei posti barca,
soprattutto quelli di lunghezza dai 10 mt
ai 25 mt. Non pensa che finora sia stata
fatta poca pubblicità al nuovo porto?
“Effettivamente la partenza, sotto questo
punto di vista, è stata riduttiva. Infatti in
Italia non tutti sanno che ad Anzio si stanno
vendendo i posti barca, non a caso so che si
provvederà ad una operazione di marketing
che dia visibilità a livello nazionale ed
internazionale. La Capo d’Anzio sarà
presente al 51° Salone Nautico di Genova, in
programma dall’1 al 9 ottobre 2011, vetrina
di tutto rispetto per il nuovo Porto”.
Cosa risponde a chi ritiene che tale
progetto sia al di sopra delle potenzialità
della città di Anzio?
“È un’operazione di tutto rispetto per la
storicità marinara che Anzio riveste, oltre
ad essere un’opera turistica e commerciale
che creerà - insieme a Nettuno - un polo di
attrazione con strutture di altissimo livello
nautico. Con una capacità di circa 2.000
posti barca sarà sicuro un volano economico
per tutta la cittadina, senza dimenticare che
verranno anche migliorate le strutture di
lavoro portuali, creando nuove occupazioni”.
Cosa risponde a coloro che temono per
la salvaguardia del sito archeologico
situato presso le grotte di Nerone, vista la
vicinanza del nuovo porto?
“La Soprintendenza ai beni culturali, dopo un
accurato studio effettuato prima del progetto,
ha espresso il parere favorevole rilasciando
l’autorizzazione all’esecuzione dell’opera,
ulteriore garanzia nella salvaguardia del sito
archeologico culla della storicità di Anzio”.
Cristiano Di Rosa
COME VA LA DIFFERENZIATA?
UN PRIMO BILANCIO A DUE MESI DALL’INIZIO DELLA RACCOLTA PORTA A PORTA
Ad Anzio il progetto di raccolta differenziata
dei rifiuti “porta a porta” è partito ufficialmente
il 20 giugno, con il coinvolgimento di 1700
utenze di Anzio Colonia e Quartiere Marconi.
È stato scelto tale territorio come campione
sperimentale proprio perché provvisto di un
buon numero di residenti, molte attività, nonché
la caserma militare e quella dei Carabinieri.
L’intera iniziativa è stata adeguatamente
illustrata tramite opuscoli e mediazioni di
esperti con i cittadini, e vi sono stati anche
incontri tra gli stessi con l’amministrazione.
Inoltre sono stati creati appositamente un sito e
un numero verde per le segnalazioni.
Per esaminare gli effetti e la giusta assimilazione
di questo netto cambiamento che incide sulla
vita quotidiana, due mesi sono pochi, ma
forse sufficienti a dare qualche spunto. Senza
ombra di dubbio la cittadinanza sta mettendo
il suo impegno nel mettere in discussione quei
meccanismi che, per anni, erano diventati
un’abitudine. Nel discernere i rifiuti uno dall’altro
sicuramente si sono riscontrate difficoltà da
parte delle persone più anziane. È vero che
sono state fornite delle linee guida, ma non
è così impossibile incappare in un errore di
valutazione. Per esempio c’è ancora incertezza
sulla classificazione di particolari materiali: il
pacco di caffè vuoto è plastica o carta?
Nei giorni previsti, il materiale viene ritirato
anche se non c’è sempre una puntualità sull’orario,
che è variabile. Curioso è stato sapere che anche
se lo spazio del contenitore (come scritto nelle
indicazioni) non risulta sufficiente per smaltire
un materiale e si appoggia del materiale sempre
della stessa tipologia sopra, tale rifiuto non viene
ritirato; probabilmente è un ulteriore segno
all’“educare” la cittadinanza per il rispetto delle
regole. È anche vero però che se capita spesso di
raccogliere molta più carta rispetto al contenitore,
si potrebbe pensare di farlo più capiente. Tanto più
che questa viene ritirata solo il sabato.
Altra piccola ombra è la modalità del sistema di
controllo apportato per il regolare smaltimento:
molti cittadini ancora non hanno capito in
che modo si attua l’ispezione dei rifiuti. Per
il resto si può solo sperare che tale lodevole e
ormai indispensabile iniziativa, proceda il più
velocemente possibile su tutto il comune di
Anzio, e magari si affinino le già buone forme
di orientamento del cittadino per un processo
di smaltimento di fluido e meno problematico.
Avanti così.
Stefano Chiappini
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Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
Anzio Space
DONNE IN POLITICA,
CENTRODESTRA: “NO GRAZIE”
LA PROPOSTA DEI CONSIGLIERI DEL PARTITO DEMOCRATICO CHE PREVEDEVA UNA MODIFICA DI STATUTO E
REGOLAMENTO COMUNALI PER FAVORIRE L’INGRESSO DELLE DONNE IN POLITICA NON PASSA IN CONSIGLIO
Si parla tanto dei costi della politica in questo periodo, della
trasparenza, della necessità di scoperchiare il sistema corporativo
delle classi dirigenti in Parlamento e in generale nel mondo delle
istituzioni. Ad Anzio il 4 agosto scorso abbiamo assistito ad una
dimostrazione che, dobbiamo dirlo, è riconducibile solo ad una
parte di quel mondo, quella del centrodestra anziate, dell’e sistenza
di questa corporazione. Era, infatti, in discussione e in votazione
la proposta di mozione PD che il circolo “Angelo Vassallo”
di Anzio centro aveva elaborato con un gruppo di lavoro tra
febbraio e marzo per l’istituzione di una commissione consiliare
per le pari opportunità di genere e per il vincolo di almeno un
30% di donne in Giunta a partire dalla prossima consiliatura.
Una proposta in linea con lo spirito della Carta Costituzionale
e con tutte le diverse leggi ordinarie che hanno riorganizzato e
provato ad attuare una effettiva partecipazione delle donne alla
vita sociale, economica e politica del nostro Paese. Anche il più
importante e grande comune d’Italia come Roma ha dovuto
adeguarsi tanto che il Sindaco Alemanno ha dovuto provvedere
a riformulare la composizione della sua giunta, dopo che una
sentenza del Tar aveva accolto il ricorso di alcuni consiglieri del
PD e “bocciato” la giunta capitolina, giudicata troppo “maschile”
per le norme in atto.
La nostra proposta in sostanza chiedeva una modifica dello
Statuto e del Regolamento Comunale - in linea anche con
quello espresso più volte dallo stesso Capo dello Stato,
Giorgio Napolitano sull’argomento in questi anni- che avrebbe
dovuto, speravamo, essere approvata in maniera unanime,
bipartisan. Ma così non è stato: la bocciatura è arrivata con 17
voti contrari - quelli di tutta la maggioranza di centrodestra contro i 7 del gruppo consiliare del PD. Dal sindaco Bruschini,
al capogruppo del PDL, Romeo De Angelis, per passare anche
nella voce dell’unica donna presente in Consiglio Comunale,
Roberta Cafà, tutti a dire “No, non va bene, è strumentale come
proposta e comunque ne parleremo a fine consiliatura”. È un
comportamento da “casta”, non solo politica, ma addirittura
sessista. Inutile aggiungere altro. O, forse, solo che a governare
Anzio c’è, purtroppo, una classe dirigente inadeguata. Come
si può considerare “strumentale” una proposta che invece è
“istituzionale” e che evidentemente non sa che le cosiddette
“quote” laddove sono state applicate - c come negli Stati Uniti
- non hanno sminuito ma aiutato a costruire e a valorizzare la
partecipazione delle cosiddette “minoranze” che poi minoranze
non sono. Crediamo, anche stavolta, che la nostra città e le
donne di questa città abbiano perso un’o ccasione. Tuttavia, è
una proposta nella quale crediamo e porteremo avanti la nostra
battaglia anche su Facebook dove abbiamo istituito il gruppo
“PARI OPPORTUNITÀ PER LE DONNE IN POLITICA AD
ANZIO” chiedendo a tutti di aderire, diffondere e pubblicizzare
per un paese più civile, moderno e all’avanguardia.
Angelo Pugliese
Segretario del Circolo PD di Anzio Centro
“ANGELO VASSALLO”
Anzio Space
Space - Città
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Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
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MARIO LEOCATA
SCRITTORE ECLETTICO MA SENZA “SEGRETI”
INTERVISTA ALL’AUTORE DI MOLTI ROMANZI TRA CUI “IL SEGRETO DEL SAHARA”
La sua carriera è vastissima: come presentarla?
“Diciamo che indubbiamente la vena originaria è quella del
romanziere e dello sceneggiatore. Inoltre mi sono sempre
piaciute le materie umanistiche e le ho studiate parallelamente
agli studi in legge. Quindi ho sempre studiato storia, filosofia,
storia dell’arte, archeologia... anche se in maniera non
accademica.
Dopo i primi romanzi, mi è venuta l’idea di rispondere alla
domanda “perché Gesù è nato quando è nato?” ed ho condotto
un’indagine storico- filosofica. Ho studiato il processo di
evoluzione del pensiero che ha permesso che il progetto di Dio
e la consapevolezza dell’uomo si incontrassero al momento
giusto: da qui Iesu Rebus, Alla Ricerca delle Arche, e in
conclusione Sulle Tracce del Messia, con cui s’è chiusa la
trilogia dei saggi.
Infine nel 2009 è uscito Canne Mozze, un romanzo che avevo già
scritto 15 anni prima. Il romanzo fu censurato drasticamente
da tutti gli editori che lo hanno letto. Canne Mozze prende
spunto dal racconto di un ragazzo che a 14 anni è fuggito
dalla Calabria della ‘ndrangheta. Mi è stata data l’occasione di
creare intorno a questo nocciolo tutta una “polpa” che riguarda
la società italiana. Anche quel momento del dopoguerra in cui
la ‘ndrangheta si alleò col partito comunista, fatto questo che
ha fatto sempre storcere il naso, perché all’epoca non si poteva
parlare male del comunismo fino a quando Pansa ha aperto la
breccia, parlandone male lui. Questo ha ritardato di 15 anni la
data di uscita del romanzo, quando l’ultimo editore al quale l’ho
proposto, Curcio, lo ha pubblicato. Volevo organizzare qui ad
Anzio una bella presentazione al liceo Chris Chappell, facendo
anche partecipare qualche personalità politica o culturale, ma
ci sono stati problemi con l’editore. Mi piacerebbe lo stesso fare
una cosa un po’ particolare, ossia sfidare i lettori del giornale
e i residenti di Anzio e Nettuno a dirmi come posizionerebbero
Canne Mozze nella graduatoria dei libri che hanno letto... una
sfida di carattere letterario”.
Cosa distingue Canne Mozze da testi come Gomorra e
Romanzo Criminale?
“Il mio è un romanzo decisamente di carattere narrativo,
tutto basato sulla creatività. Quello che in me è molto forte
è l’evocazione figurativa delle vicende dei personaggi e dei
caratteri, ossia Canne Mozze non è una fotografia, è piuttosto
uno sviluppo dell’anima, un romanzo globale. Senz’altro
è diverso da entrambi. È un romanzo che, con un preciso
interesse sui personaggi e sull’ambiente, vuole far comprendere
ai lettori ignari come sia possibile che un fenomeno sia così
radicato da diventare dominante sulle coscienze, sugli affari,
sulla giustizia. L’importante è questo: che si pensi, che si rifletta
su questo fenomeno riguardante la nazione intera, in quanto
mafia, camorra e ‘ndrangheta sono tre cancri dell’Italia. E
allora quando posso cerco sempre di motivare il tutto a questa
finalità, che il lettore pensi il più possibile”.
Lei scrive “il pregio aggiuntivo dei talenti culturalispirituali è che ti lasciano in penombra”, può darci un
commento, anche riguardo il clima culturale italiano?
“Il clima culturale italiano è malato di protagonismo, nel senso
che chi è iscritto come intellettuale a una determinata ideologia,
a certi partiti, viene giudicato in base a questi. Ecco perché
viene fuori questa confessione, una confessione autobiografica,
perché se uno vuole essere autonomo e indipendente rimane in
penombra, in seconda linea. Quello che però conta è che se uno
ha dei talenti, deve esprimerli al massimo, in modo che siano
di beneficio agli altri: se porta la propria personalità, il proprio
talento a beneficio degli altri allora lo scopo di qualsiasi vita di
artista è raggiunto. Solo questo è importante, e penso che tutti
gli artisti siano così, anche i più egocentrici”.
Gino Querini
DAL 1° SETTEMBRE
AL BANDO SCONTI SUI LIBRI
SUPERIORI AL 15%
Entrerà in vigore dal 1º settembre la legge Levi sulla disciplina
del prezzo dei libri che, nelle intenzioni del legislatore,
regolamenta il settore in modo da proteggere le piccole librerie
dalla grande distribuzione. La legge impone che sui libri i
venditori non possano fare sconti superiori al 15% salvo eventi
come fiere e promozioni nelle quali si può arrivare fino al 25%,
non più che per un mese l’anno. Tutto ciò non si applica al
mercato dell’usato e del raro e comunque decade per i libri usciti
da venti mesi. La legge, che ha ottenuto appoggio bipartisan e
il plauso dell’Associazione Italiana Editori, è stata comunque
seguita da polemiche. In particolare, gruppi di consumatori
la vedono come un tentativo di eliminare dal mercato i
venditori online come Amazon che potevano offrire sconti più
elevati rispetto alla distribuzione tradizionale, mentre alcuni
osservatori hanno anche sollevato dubbi sulla costituzionalità
della legge, in quanto violerebbe l’art. 41 sulla libera iniziativa
economica.
G.Q.
Space - Città
settembre 2011_n.32
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
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Anzio Space
COSA SCRIVONO SU ANZIO…
Rinasce la Piscina dei mondiali
Al terzo bando di gara la Provincia di
Roma è riuscita ad affidare la gestione
della piscina scoperta da venticinque
metri realizzata ad Anzio in occasione
dei mondiali di nuoto 2009 e da un anno
abbandonata al più completo degrado. Ad
aggiudicarsi il bando è stata l’associazione
sportiva di arti da combattimento
Eoica fight club di Anzio che, dunque,
gestirà l’impianto per i prossimi sei anni,
rinnovabili per altri sei. (…) Insomma
dopo due anni esatti Anzio recupera un
impianto che sembrava una di quelle
cattedrali nel deserto lasciate dal mondiale
di nuoto a Roma.
OSTIA - LITORALE
- 24 luglio 2011
Integrazione tra stranieri
progetto di Toselli
il
Presto Anzio sarà una vera e propria
città multietnica. Non si tratta di uno
slogan qualsiasi, ma dall’impegno preso
all’unanimità dal consiglio comunale
del centro neroniano, che ha approvato,
su proposta del consigliere Enzo Toselli
afferente all’associazione “Sinistra senza
aggettivi”, l’istituzione della figura del
consigliere comunale aggiunto e della
consulta per l’immigrazione. Il progetto di
Toselli prevede l’elezione diretta, da parte
dei cittadini extracomunitari residenti in
città, dei vari membri della consulta.
- 12 agosto 2011
Stabilimenti balneari evaso un
euro su 2
Gli effetti della manovra si sentono già: la
linea del rigore sferza il litorale. Ferragosto
amaro per gli stabilimenti, “sorvegliati
speciali” dell’agenzia delle Entrate. Al bliz
della II Direzione provinciale di Roma
emerge un tasso di evasione di quasi il
50%: “Maggiori ricavi per oltre 1 milione
di euro – precisano gli ispettori del Fisco
-, reddito medio rilevato pari a 86mila
euro fronte dei circa 18mila dichiarati”.
Secondo le prime verifiche - dieci tra Ostia,
Fiumicino, Anzio, Fregene e Nettuno – gli
utili dichiarati non coinciderebbero con il
volume di affari. Il numero di ombrelloni
e cabine o i proventi di bar e ristorazione
sarebbero sottostimati: ricavi troppo bassi
mentre ricettività e affluenza farebbero
supporre altri margini di guadagno. (…) Il
Sib, Sindacato Balneari di Anzio e Nettuno,
sottoporrà all’Agenzia delle Entrate un
documento con gli indicatori da prender
in esame per il nuovo studio di settore
(l’ultimo è del 2008 ndr). La sintesi delle
(auspicate) linee guida è che “il numero
degli ombrelloni montati in spiaggia non
sempre corrisponde a quelli affittati”..
-17 agosto 2011
Quanto costa la politica locale
Il loro stipendio non è assolutamente
paragonabile a quello di Ministri, Deputati
e Senatori, ma anche le classi politiche di
Anzio e Nettuno hanno un costo. Nella
cittadina tirrenica neroniana, poi, gli stessi
politici hanno anche deciso di aumentare
i loro rimborsi, certo di pochi spiccioli,
ma il segnale inviato ai residenti resta.
Forse, però, la decisione è stata presa
per allineare lo stipendio a quello dei
colleghi nettunesi che partono con una
busta paga di base più alte. Cominciando
a snocciolare cifre, comunque, ad Anzio
le indennità di Sindaco e Assessori sono
passate da 216mila euro a 217mila euro.
Quella del primo cittadino è aumentata di
4mila euro mentre quelle dei componenti
della Giunta sono salite di 2mila euro. (…)
Per quanto riguarda i consiglieri comunali
le indennità sono rimaste le stesse del
2010 e cioè di 34mila euro: 12mila per le
presenze ai consigli comunali e 22mila per
quelle relative alle commissioni. Salgono
di 3mila euro, passando da 6mila a 9mila,
sia gli oneri per permessi e aspettative di
sindaco e assessori, sia il rimborso di oneri
retributivi ai datori di lavoro.
- 20 agosto 2011
Qui Radio Nerone
Nerone!! Nerone!! Acclama la gente
quando il mio spirito passeggia per la
cittadina di Anzio, e siccome il popolo sa
che sono uno spirito buono, mi informa
su tante cose perché io possa intercedere
con i potenti della città. Negli ultimi tempi
una pletora di giovani patrizi si avvicinano
scontenti. Mi lamentano il fatto che in quel
di Villa Sarsina c’è poca considerazione
delle loro competenze. Questi giovani
patrizi, ingegneri, avvocati, architetti,
sono scontenti perché sembrerebbe che
il comune preferisca dare incarichi, per
i lavori di pubblica utilità, ai soliti noti,
ossia alle vecchie cariatidi. E solo in
minima parte si favorisce un lavoro verso
più giovani specialisti. Oh! Sindacus!
Tranquillo! Li ho zittiti tutti! Ho detto che
gli daremo un’importante funzione per la
ristrutturazione della mia villa imperiale!
Quando saranno spiriti!
Anzio Space
Space - Città
n.32_settembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
9
LA CURA…
ROTATORIA A LAVINIO
SALVATRAFFICO: VERDE E SIEPI
ALL’ENTRATA DELLA CITTÀ
L’INCURIA…
All’entrata di Anzio finalmente una rotatoria degna della
città. Si sa che ogni tanto l’abito fa il monaco, che la prima
impressione a volte può contare e che una bella confezione può
fare più di un regalo. Così, anche per la nostra città, la rotatoria
di Lavinio Stazione, finalmente terminata, oltre ad eliminare
notevoli problemi di traffico – c’è anche il passaggio a livello
sulla destra – può contribuire a dare una buona impressione
della città, almeno a chi sta per arrivare ma è ancora lontano
dal centro. Plauso indubbio all’opera ma si dovrebbe lavorare
ancora per abbellire e recuperare il quartiere di Lavinio, a
iniziare dalla zona della stazione, per andare poi a Lavinio mare,
alla passeggiata (inguardabile), a molte attività commerciali
chiuse e mai riaperte (frutto di crisi sì, ma anche di mancanza di
incentivi), alle case abbandonate, ai locali incendiati e rimasti
inagibili. Tutto questo non ci piace! Quindi bene la rotatoria
ma per Lavinio si può fare certamente di più.
IL PASSAGGIO DIMENTICATO:
SLALOM TRA RIFIUTI E SPORCIZIA SUL
PONTE PEDONALE DELLA STAZIONE
Agognato per anni, il sovrappasso pedonale sulla Nettunense alla stazione
di Lavinio oggi è ridotto a un immondezzaio. Storia ordinaria di ordinaria
sporcizia ad Anzio. Alla faccia della raccolta differenziata di cui è partita
la sperimentazione e che pare stia andando bene, molte parti della città
sono in preda all’incuria e ai rifiuti. Tra tante, questa è la storia del passaggio
pedonale costruito a Lavinio stazione: un’opera cruciale e importantissima
che collega Lavinio al quartiere dello Zodiaco e non solo. Ma, se per caso,
decidessimo di attraversare anche noi quel cavalcavia, capiremmo che per
le centinaia di persone che ogni giorno devono compiere questo tragitto,
si tratta di un percorso obbligato di terrore. Passino i muri sporcati dai
murales (omaggio all’arte di strada che si potrebbe anche incentivare) ma
il semaforo diventa rosso di fronte al totale stato di degrado e sporcizia
che è difficile descrivere. Amministratori venite a fare un giro con noi sul
cavalcavia di Lavinio. A fare si fa. Difficile è mantenere.
settembre 2011_n.32
10
Space - Città
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
Anzio Space
“ SCUSATE !!... E ... L’INDIGNATO ???
.... IN VACANZA SE NE É ANDATO
!!!
“
Anzio Space
Lavinio - Space
n.32_settembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
11
IL LIDO A RISCHIO DECADENZA:
SOGNO INFRANTO DI BENESSERE
DAL 1947 AD OGGI, STORIA DI UNA PARTE DI LITORALE CHE PROMETTEVA VACANZE DA SOGNO MA OGGI
È SPORCA E INGOLFATA DA ABITAZIONI FATISCENTI E CHIUSE PER LA MAGGIOR PARTE DELL’ANNO
Se si accede ad internet e si va su youtube è
possibile vedere un video dell’Istituto Luce del
1947, intitolato “Fondazione di Lavinio”. In
questo filmato, in pochissimi minuti si mostrano
i primi lavori di disboscamento e urbanizzazione
della futura località balneare. La voce narrante,
con la retorica che caratterizzava le settimane
Incom dell’epoca, propaganda le future vacanze
che si sarebbero trascorse sulle coste di Lavinio;
di alberghi e ville che avrebbero preso il posto
delle millenarie foreste sacre agli dei, dei vantaggi
che attendevano i bagnanti e i futuri titolari di
esercizi commerciali. Le immagini mostrano
i primi turisti avventurarsi sulle allora selvagge
scarpate che caratterizzano le coste di Lavinio,
i ristoranti in costruzione, i primi insediamenti
balneari. Si era nell’epoca della ricostruzione e
giustamente ogni attività economica aveva il
sapore della rinascita dopo l’orrore e la miseria
della guerra: poco importava se a farne le
spese fosse una natura incontaminata e unica
al mondo e se a pilotare questo processo fosse
un ceto politico e una classe imprenditoriale
che ha tratto i massimi vantaggi speculativi da
esso, sovente a danno della collettività. Lavinio
in questo modo è cresciuta e si è sviluppata
enormemente, facendo avverare le profezie
contenute nel filmato di sessanta’anni fa, ma lo
ha fatto in modo disordinato, senza un adeguato
piano regolatore, senza le necessarie opere
infrastrutturali e urbanistiche.
Così oggi ci troviamo in una località ingolfata
di abitazioni private, che a volte si trovano
fin sulla riva del mare, chiuse per quasi tutto
l’anno ad eccezione del periodo estivo. Una
superfetazione di cemento, superata solo
dalla squallida Tor Vaianica. Pochi e di piccole
dimensioni sono gli alberghi; quasi assenti i
luoghi di svago e socializzazione soprattutto per
i più giovani. Gli eventi organizzati in piazza
Lavinia, pur apprezzabili, rimangono episodi
estemporanei, che non modificano l’atmosfera
sociale in modo duraturo. Negli ultimi anni poi
è stato demolito il vecchio cinema all’aperto,
unico luogo di consumo culturale della località,
per essere sostituito con l’ennesima palazzina di
abitazioni private. Eppure molte case sono dotate
di giardino e non è assente il verde da Lavinio. Il
problema è che si tratta di verde privato: non ci
sono spazi pubblici adeguati, per il passeggio, il
moto, i giochi dei bambini.
La miopia con cui Lavino è stata costruita
la si può constatare anche dall’assenza di
marciapiedi per la gran parte delle sue strade
e la mancanza di una pista ciclabile. Tutto
questo si è addirittura aggravato con il nuovo
piano regolatore di Anzio, che ha permesso la
costruzione di ulteriori abitazioni, senza che
poi tutto ciò abbia contribuito all’aumento
della popolazione stanziale del quartiere né
ad un incremento dell’attività turistica. Si è
semplicemente consumato altro territorio per il
profitto di qualcuno.
I segni di decadenza sono ormai evidenti: dal
calo progressivo delle presenze estive, dallo
stato di semi abbandono e a volte di degrado di
molti edifici, dai locali commerciali incendiati
e mai restaurati. Per non parlare dello storico
eco-mostro in Passeggiata delle sirene che
continua sovrastare le abitazioni circostanti
da quarant’anni: inquietante monumento alla
devastazione del territorio, simbolo scalcinato
della logica dello sviluppo senza progresso che
ci è stata propinata per anni.
Umberto Spallotta
SHINGLE SBARCA A VARAPODIO
LA BAND LOCALE OSPITE IN CALABRIA PORTA IL SALUTO ISTITUZIONALE DEL COMUNE DI ANZIO
Il 20 agosto scorso il gruppo locale “Shingle”
si è esibito in Calabria nel Comune di
Varapodio. La band anziate ha voluto
scegliere questo nome sia per rappresentare
appieno la propria terra d’origine, sia per
il forte legame tra questo nome e il mondo
della musica. Difatti al nome di Anzio e dello
sbarco, durante il secondo conflitto mondiale,
è legato anche quello di Roger Waters,
famosissimo compositore e bassista dei Pink
Floyd. Waters nei suoi testi cita spesso Anzio
e lo sbarco; in “When The Tigers Broke Free”
viene cantato: And the Anzio bridgehead
Was held for the price Of a few hundred
ordinary lives” – “La testa del ponte di Anzio
fu mantenuta al prezzo di poche centinaia
di comuni vite”. Roger Waters, infatti, non
conobbe mai il padre, Eric Fletcher Waters,
che morì proprio durante lo sbarco alleato
inglese. La band “Shingle” composta da
Stefano Chiappini, Valerio Ceccarini, Andrea
Pintore, Fabio Aloisi e Francesco Ciocci,
patrocinata dal Comune di Anzio, oltre a
intrattenere e coinvolgere la numerosa piazza
comunale ha portato un saluto istituzionale
al comune calabrese di Varapodio, piccolo
paese vicino la Piana di Gioia Tauro a non
molti chilometri da Reggio Calabria, e dalle
incantevoli acque della costa Viola come
Palmi, Scilla e Tropea, e dall’Aspromonte.
L’attuale sindaco di Varapodio è Guglielmo
Rositani componente del Consiglio di
Amministrazione della RAI ed eletto
deputato per quattro legislature. Dopo aver
parlato in più battute durante il concerto della
grande storicità e delle attrazioni turistiche di
Anzio, la band ha omaggiato il Vice-Sindaco
e Sindaco dal 1996 di Varapodio, Orlando
Fazzolari, con una targa di Anzio e un libro
sulle Ville Cardinalizie in rappresentanza del
grande patrimonio storico, donati dal Sindaco
Luciano Bruschini. L’amministrazione locale
ha accolto con entusiasmo tale omaggio e
Orlando Fazzolari ha più volte ricordato come
sia nel Lazio (tra le regioni dove i calabresi
di origine sono immigrati maggiormente)
che ad Anzio stessa, la comunità calabrese
e quella di Parapodio in particolare, siano
numerosissime. L’omaggio è stato ricambiato
con un libro sulla storia dei duecento anni del
comune calabrese, e con dei gadget sempre
rappresentanti il bicentenario. Al termine del
concerto la compagine in rappresentanza di
Anzio si è incontrata con l’amministrazione
locale per scambiarsi ulteriori informazioni
sui due comuni amici.
settembre 2011_n.32
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Lavinio - Space
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Anzio Space
A LAVINIO SPIAGGE EROSE
E MARE SPORCO
IL LIDO HA PERSO LA SFIDA SUL TURISMO OFFRENDO POCHE SPIAGGE LIBERE E ACQUE TORBIDE
Passeggiare per la spiaggia di Lavinio ormai da
qualche anno non trasmette più quel piacere
e quelle emozioni che si provavano qualche
tempo fa. Apparentemente l’atmosfera è la
stessa di sempre, con tante persone che fanno
il bagno, tante altre a prendere il sole o a
riposare sotto coloratissimi ombrelloni. Ma
sotto questo apparente idillio, la realtà mostra
aspetti disturbanti e refrattari a ogni censura.
La crisi economica si fa sentire e, nonostante
la sostanziale stabilità dei prezzi per sdraio
e lettini, l’afflusso ai bagni risulta minore
rispetto agli altri anni. I gestori appaiono
preoccupati per il destino delle loro attività,
visto le norme comunitarie che al massimo
nel 2014 porranno le loro concessioni all’asta,
mettendone in discussione la titolarità e
aumentandone i costi. Sappiamo che molte
famiglie hanno costruito il loro benessere
sulla gestione di questi stabilimenti e capiamo
le loro preoccupazioni, ma c’è da dire che
spesso i gestori di stabilimenti non brillano
per rispetto delle regole fiscali e si comportano
come veri e propri padroni di beni che invece
essi dovrebbero custodire, traendone sì il
dovuto beneficio, ma mantenendoli fruibili a
tutti.
Il grado di arbitrio nella gestione di beni
demaniali è secondo noi insopportabile per un
paese civile. Moltissimi sono gli accessi a mare
che dovrebbero rimanere sgombri e che invece
sono addirittura chiusi da cancellate, messe
spesso senza che vi siano cartelli o indicazioni
di eventuali autorizzazioni pubbliche. La
situazione delle spiagge ormai contraddice la
natura di bene comune che esse dovrebbero
avere: l’intero litorale di Lavinio, tranne rare
e ristrette eccezioni, è dato in concessione;
sono quasi sparite quindi le spiagge libere che
consentono di fruire del mare anche a chi per
scelta o necessità non vuole o non può affittare
lettini o ombrelloni.
Se ci avviciniamo alla spiaggia prospiciente
la Riserva di Tor Caldara, la situazione
relativa all’utilizzo degli spazi pubblici riesce
addirittura a peggiorare. Infatti, quest’anno la
già piccola porzione di spiaggia libera gestita
dal Comune e controllata da un bagnino, si
è addirittura ristretta: i recenti crolli di parte
della falesia argillosa del promontorio di Tor
Caldara hanno infatti costretto il Comune, per
motivi di sicurezza, a recintarlo impedendo il
transito dei bagnanti. Naturalmente si è trattato
di una misura doverosa, ma ci domandiamo
se la nostra amministrazione sarà mai in grado
di attuare delle misure di tutela e salvaguardia
del litorale senza ricorrere ad atti emergenziali
e improvvisati. Resta poi inspiegabile il motivo
RIAPRE SALSA CREW ACADEMY!
Non vi siete stancati di stare a bordo
pista e vedere gli amici divertirsi
ballando la salsa? L’appuntamento per
provare gratuitamente una lezione è il 28
settembre presso la Salsa Crew Academy
che si trova in località Falasche. Per il
sesto anno consecutivo Armando Moras
e Luana della Millia aprono le porte
della loro scuola anche a tutti coloro che
non hanno mai provato l’emozione di
lasciarsi trasportare dai ritmi caraibici.
Ballerini con curricula di tutto rispetto,
basta collegarsi al sito www.salsacrew.it
per sapere i loro percorsi e le numerose
esperienze professionali. Quello che
li contraddistingue però è la sfrenata
passione per il ballo che ha permesso
loro di raggiungere traguardi notevoli.
La passione ce la mettono tutta anche
nell’insegnare e coinvolgere gli allievi,
con il risultato di lezioni divertenti che
vi faranno trascorrere ore lontano dallo
stress della giornata e conoscere persone
nuove. E sì perché il ballo è movimento,
divertimento ma anche socialità. Insomma,
un’o ccasione per stare in mezzo alla gente
lasciando a casa le preoccupazioni di tutti
i giorni.
Allora, pronti? Il 28 settembre non
prendete impegni e con qualche amico
venite a respirare l’atmosfera dei Caraibi.
Magari l’estate continuerà… Noi ci saremo!
per cui non si estende la riserva di Tor Caldara
anche alla porzione di mare di fronte ad essa.
La qualità del mare, purtroppo, risulta poi
inadeguata alle ambizioni turistiche di Lavinio.
Ci piacerebbe poterci tuffare in acque limpide
e pulite, ma spesso ci dobbiamo accontentare
di acque torbide, con non pochi rifiuti in
sospensione. Tutto ciò necessiterebbe di un
ulteriore potenziamento della depurazione
e una massiccia azione di sanzione e
bonifica degli scarichi fognari abusivi, ma
ci rendiamo conto di pretendere veramente
troppo da un’amministrazione interessata
esclusivamente allo sfruttamento edilizio del
territorio piuttosto che alla sua salvaguardia e
valorizzazione.
Inadeguato è al momento l’insieme delle
misure per contrastare l’erosione del litorale,
che ogni anno divora spazi e getta nubi
minacciose sulla stessa persistenza di una
costa accessibile.
Piuttosto che sventolare bandiere blu ottenute
con chissà quali parametri, il Comune
dovrebbe adoperarsi per migliorare la
qualità del mare potenziando gli impianti
di depurazione e controllando i numerosi
scarichi abusivi.
Si tratta di misure impegnative e costose
ma che possono dare frutti importanti e che
potrebbero fare di Lavinio un lido ambito dal
turismo con spiagge non erose e mare pulito.
Che bel sogno!
Umberto Spallotta
Anzio Space
Space - Cultura
n.32_settembre 2011
Mensile di Informazione di Anzio e Nettuno
13
PAGANINI SI RIPETE E COL
BOLERO INFIAMMA VILLA ADELE
CHIACCHIERATA COL PIÙ GRANDE BALLERINO ITALIANO CHE A CINQUANTATRE ANNI HA ANCORA LA
PASSIONE DEGLI ESORDI E AI GIOVANI BALLERINI CONSIGLIA “GIOCO SÌ MA LA DANZA È ANCHE DISCIPLINA”
Prima della sua applaudita performance
sul palco di Villa Adele, il 19 agosto con i
balletti ‘Un Americano a Parigi’ e ‘Bolero’,
Raffaele Paganini, sicuramente il più famoso
ballerino italiano, ha effettuato un piccolo
giro promozionale ad Anzio, partecipando a
una trasmissione radiofonica di Radio Enea e
visitando la scuola di danza di Lavinio ‘Crazy
School’.
Proprio al termine della visita alla
scuola, siamo riusciti ad avvicinare il
cinquantatreenne ballerino romano e a fargli
qualche domanda.
Raffaele, è vero, come ho letto nella sua
biografia, che si è affacciato al mondo della
danza tardi, a 14 anni, e proprio per questo
ha dovuto faticare molto più degli altri?
“Normalmente la danza si inizia a 8/9 anni.
All’età di 14 anni si vede già se l’allievo ha
la voglia di fare, ma è un’età particolare,
bisogna avere molta concentrazione; è l’età in
cui si ha voglia di uscire con la fidanzatina
o fidanzatino. Gli insegnanti devono stare
molto dietro agli allievi per non perderli
e non farli perdere. Poi il vero sviluppo
avviene intorno ai 18 anni, lì capisci se uno
ha il talento. È l’età in cui c’è il virtuosismo
della danza, dopo aver fatto la preparazione
propedeutica con la sbarra e gli esercizi, è il
momento di mettere in essere tutto quello
che hai imparato precedentemente. Lì è il
momento di essere pronto, anche con la
muscolatura giusta. La danza è un’attività
che ti comporta anni e anni di studio e di
fatica, se li affronti bene arrivi, ma devi avere
anche del talento”.
Cosa si ricorda e, soprattutto, cosa le è
rimasto dentro del suo primo giorno di
danza?
“Non amavo la danza, volevo fare tutt’altre
cose nella vita. Quell’anno c’era stato un
corso speciale solo per maschietti all’Opera
di Roma. Fu mio padre (anche lui ballerino),
a costringermi ad andarci. Quando mi
portarono la prima volta a vedere la scuola
di Via Ozieri ed entrai nella sala, mi trovai
davanti a circa 110 ragazzi della mia età che
stavano preparando il saggio di fine anno.
Quando vidi che tra quei 110, ben 95 erano
femminucce mi sono detto: ‘questo è una specie
di harem, io da qui non mi muovo’. A parte gli
scherzi, quello che mi è rimasto dentro fin da
subito, è stata la grande disciplina che c’era e
che, poi, è alla base della danza”.
Se oggi un bambino le chiedesse un
consiglio su come entrare in questo
mondo, cosa gli direbbe?
“Gli consiglierei di prendere la danza usando
una bella frase di Roland Laing: ‘Giocare a non
giocare un gioco’. A quell’età è bello divertirsi,
prendendo però la danza in modo serio,
sapendo che può trasformarsi, soprattutto
per i maschietti che sono decisamente pochi,
in una professione. La mia è una famiglia
numerosissima, sono l’ottavo di undici figli
e io e gli ultimi quattro fratelli siamo tutti
diventati ballerini professionisti. Non è un
mestiere, ma è un lavoro che ti può dare
sostentamento, pur rimanendo in qualcosa di
puro, etereo.”
Lei ha danzato con le più grandi etoile del
mondo. Senza far torto a nessuno, qual è
stata la migliore?
“Ho avuto una grande passione che mi è
rimasta dentro e l’ho sempre detto, un grande
feeling artistico, s’intende, con Alessandra
Ferri. Alessandra è stata prima una etoile
della Scala di Milano, poi è andata al Royal
Ballet e al Metropolitan. Anche se non ho
ballato tantissimo con lei, è stata quella con
cui mi sono trovato meglio: è una ragazza
simpatica, molto educata, carina, una
ragazza per bene! A quei livelli è difficile
non trovarsi bene con la tua partner, per
assurdo la cosa più condizionabile è proprio
il rapporto tra i due ballerini”.
È apparso molto spesso in televisione,
quanto pensa ciò possa aver contribuito al
suo successo?
“Sono stato uno dei primi ballerini di
estrazione classica ad andare in televisione.
Era il 1982 con ‘Fantastico 2’ (a cui sono seguiti
‘Il cappello sulle ventitrè’, ‘Al Paradise’, fino a
‘L’isola dei famosi’ di quest’anno). Questo ha
fatto sì che la gente si potesse ricordare non
solo della mia professione, ma anche di me.
Ancora adesso, quando giro, sono molti quelli
che mi fermano, mi stringono la mano, mi
chiedono autografi, questo perché il piccolo
schermo ti dà una notorietà diffusa. Però
la televisione deve essere fatta in dosi molto
equilibrate perché, fatta male, può anche
distruggerti. Comunque sia deve servire
solo per accrescere la tua popolarità, perché
la vera arte non è all’interno dell’ex tubo
catodico, ma sul palcoscenico e dal vivo”.
Maurizio D’Eramo
settembre 2011_n.32
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Space - Cultura
Mensile di Informazione
di Anzio e Nettuno
Lavinio-Space
Space-Politica
Anzio Space
ALFIERO ALFIERI: “SOGNO UNA
SCUOLA DI TEATRO DIALETTALE”
IL GRANDE MAESTRO E COMICO ROMANO SI CONFESSA AD ANZIOSPACE E RACCONTA GLI ESORDI, LA
GAVETTA E L’AMORE CHE LO LEGA ALLA NOSTRA CITTADINA
Pare che a teatro la comicità sia solo
napoletana. Oltre ai classici De Filippo
e a Scarpetta, sembra che il solo dialetto
proponibile sia quello partenopeo.
Eppure ci sono stati e ci sono comici
come Sordi, Fabrizi, Montesano,
Proietti e Brignano che sono romani.
Ma perché?
“Perché sono pochi quelli che hanno scritto
in romano. Negli anni in cui stavo con
lui, Checco Durante ha fatto moltissime
commedie di Govi, che lui traduceva in
romanesco. Ne ha fatte anche di sue, ma
le più belle erano quelle che traduceva.
Poi tra Roma e Napoli c’è un filo sottile,
la comicità e il dialetto si somigliano.
Purtroppo, ripeto, non ci sono mai stati dei
grandi scrittori romani”.
Anche quest’anno Alfiero Alfieri non ha
voluto mancare all’appuntamento estivo col
palcoscenico di Villa Adele, presentando
l’8 agosto ‘Roma caput munni’, tipico
prodotto di quella comicità che il comico sta
interpretando negli ultimi anni, imperniata
sulla figura di un padre-padrone e su una
serie di equivoci familiari.
Lo spettacolo è stato molto applaudito
dai soliti afecionados del comico, attenti
sia alle sue battute da copione che a quelle
‘fuori programma’ che lui, in genere, fa col
pubblico presente o commentando qualcosa
di irregolare che accade sul palco.
Questa volta in suo ‘aiuto’ sono arrivati
dapprima un microfono che non funzionava
e poi la presenza in prima fila di una bella
ragazza che lui, dopo averla più volte ‘beccata’,
è riuscito a convincere a salire sul palco.
Accanto ad Alfieri, Lina Greco (sua
compagna di vita e di scena) e un piccolo
manipolo di attori ‘giovani’: Matteo
Montalto, Eleonora Paliani e Egle Ricci.
Benché si sia lamentato, a fine spettacolo,
che di prosa in ‘romanesco’ se ne produce
sempre meno e che di giovani attori non se
ne trovino tanti, dobbiamo dire che Alfieri
riesce sempre a tirar fuori dal suo cappello a
cilindro, dei bravi talenti. A fine spettacolo,
siamo riusciti ad avvicinare il grande comico
e a fargli qualche domanda.
Maestro, anche quest’estate una sosta
ad Anzio. Ormai è un habitué del
nostro litorale, quelle tre o quattro
volte l’anno ci viene sempre. Come
mai? Attaccamento a queste spiagge o
cos’altro?
“Noi attori ci affezioniamo ad alcuni posti.
Io sono molti anni che vado ad Anzio e
Nettuno. Un paio d’anni li ho saltati e mi è
dispiaciuto, perché ripeto, ci vengo sempre
con molto piacere. Il pubblico mi segue e si
diverte sempre e questo è quello che conta”.
Lei nel 1970 è stato scritturato dal
grande Checco Durante dapprima come
suggeritore e, pur di far parte della
sua compagnia, ha accettato. Proprio
quello che si dice ‘partire dalla gavetta’.
“Avevo
fatto
già
qualcosa
nell’avanspettacolo, con Aldo Fabrizi, poi
Checco Durante che mi aveva visto mi
ha detto ‘Alfiero, ci tengo, vorrei averti
con me, magari inizi così… Io preso
dall’amore per il teatro dissi subito di sì.
E mi è servito tantissimo, perché stando
dentro la ‘buca’, riuscivi a rubare tutti i
trucchi del mestiere, specialmente quando
stai con dei grandi attori. Ho imparato
tante cose con Fabrizi e con Checco. In
questo senso, sono stato fortunatissimo”.
A fine spettacolo si è lamentato del fatto
che è da molto tempo che vorrebbe fare
una ‘scuola di teatro romano’, ma non
glielo permettono. La colpa di chi è?
“Devo dire che la colpa in questo senso
viene dall’alto. Per prima cosa dal Sindaco.
Da quando Alemanno è stato eletto,
non sono mai riuscito a parlarci dieci
minuti. Bravissima persona, ma non ha
mai dimostrato questo amore e questo
interessamento per il teatro romano.
E pensare che noi eravamo amici, ci
incontravamo spesso. Da quando l’hanno
fatto Sindaco è cambiato totalmente. Non
voglio dire che per il fatto di non essere
romano, non sente grande passione. Lui
si dedica a Roma e lo fa tantissimo, però
preferisce più uno spettacolo di stranieri
che uno romano. Quando ci incontriamo
in qualche occasione, come mi vede mi
dice: Alfiero, ci dobbiamo incontrare,
parlarci. Io gli ho detto una volta, ma
quando? Quando so’ morto…? Lui fa al
segretario: Prendi il numero di Alfiero che
domani lo chiamiamo. Lo senti tu? Così
lo sento io. Mi auguro di riuscire nel mio
intento di creare prima o poi una scuola
di teatro dialettale romano. Me lo auguro,
perché prima di morire vorrei veramente
che ci fossero dei giovani preparati per
portare avanti questo grande patrimonio
culturale. Sarebbe davvero bruto veder
finire tutto questo”.
Anche noi, Maestro.
Maurizio D’Eramo
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