INTRODUZIONE IL DONO DEL CANONICO CHELLI (1859-1865) DOPO DUE ALLUVIONI E UN BOMBARDAMENTO § 1. Descrizione del problema La notizia più antica sui cataloghi della Chelliana è del 1910, e si riferisce, in modo vago, alla catalogazione in atto in quel momento in Biblioteca, senza alludere ad alcuna forma precedente di catalogazione: «I volumi di cui ora s'attende al catalogo per ischede sistema Staderini, saranno circa 25.000. Possiede pochissime edizioni del secolo XV. Numerosi i libri del cinquecento, tra i quali Canzonieri petrarcheschi illustrati e un Dante col commento del Landino appartenuto al poeta Bartolomeo Bertini. Alla Biblioteca è annesso il Museo contenente vasi etruschi, un ricco medagliere etrusco, romano, medievale e moderno, urne cinerarie ecc. ecc.»1. Nel 1932 il quadro dei cataloghi in uso viene presentato così da una indagine della Direzione generale accademie e biblioteche (governativa)2: «I. Catalogo generale alfabetico. a. Catalogo antico, in venti fascicoli per materia. b.Catalogo moderno a schede (sistema Staderini). e. Catalogo delle miscellanee (a schede). Detti cataloghi sono tutti mss; il catalogo antico è continuato fino ad oggi con gli stessi criteri. È in via di formazione il catalogo per soggetti. II. Catalogo dei mss con brevi illustrazioni. III. Catalogo dei codici, con brevi illustrazioni. a. Pergamenacei. 1 ALFREDO SEGRÉ, Grosseto. Biblioteca Chelliana, in Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, Forlì, Bordandini, 1910, p. 39-48, in part. p. 39. L'A. si fece illustratore della donazione Chelliana anche in Bricciche, «II Fanfulla della domenica» 25 novembre 1909 e in Statuti maremmani del Quattrocento, in «L'Ombrone» 10 aprile 1910. 2 Fonte: / cataloghi delle biblioteche italiane, n. 21, p. 2-3 (estr. da «Accademie e biblioteche d'Italia» 5, n. 3-4, febbraio 19327. Cristina Cavallaro b. Cartacei. IV. Catalogo degli incunabuli. Dei pochi incunabuli, un mezzo centinaio, si è redatto un catalogo illustrativo ms. V. Catalogo delle riviste, periodici, giornali e fogli in inserti. VI.Catalogo delle raccolte speciali (estratto dal generale). a. Fondo della Maremma, in fascicoli per ogni paese. b. Fondo di Alessandro Manetti. e. Fondo di Giuseppe Botto. d. Fondo di Iacopo Gelli. VII. Catalogo del Risorgimento italiano. Comprende opere, opuscoli, mss e fogli volanti che riguardano le guerre dell'indipendenza, compresa l'ultima guerra (1915-1918)». L'anno dopo, 1933, questo è il quadro, genericissimo, riferito da un'altra fonte statistica3: «Ha 7 cataloghi di cui il generale alfabetico, gli altri particolari». Nel 1971 l'Annuario delle biblioteche italiane sembra già sul punto di dimenticare la vecchia catalogazione, definita «inutilizzabile»4: «Oltre ai vecchi cataloghi per materia, ormai inutilizzabili, esistono i seguenti cataloghi, a schede, di recente formazione: 1.catalogo generale per autore; 2.catalogo per soggetto; 3.catalogo speciale della Maremma, per autore; 4.catalogo speciale della Maremma, per soggetto; 5.catalogo di spoglio per i periodici; 6.indice dei periodici; 7.catalogo degli incunaboli, a stampa. Oltre i menzionati vi è un catalogo dizionario con schede di formato internazionale per il materiale a stampa entrato in Biblioteca dal 1958». La notizia più recente, e la più articolata, che si riferisca ai volumi oggetto di questo lavoro è contenuta nella prefazione di Le edizioni del XVI secolo nella Biblioteca Chelliana di Grosseto, e in quel momento, il 1995, molto di ciò di cui disponiamo oggi doveva essere 3 Fonte: PARTITO NAZIONALE FASCISTA, ASSOCIAZIONE FASCISTA DELLA SCUOIA SEZIONE BIBLIOTECARI, Annuario delle biblioteche italiane. 1933-34, Firenze, Bemporad, 1933, p. 115. 4 Fonte: Annuario delle biblioteche italiane cit., vol. 2,1971, p.84-85. La voce ripercorre nella sostanza la struttura di quella comparsa nella 2a ed., vol. 1: A-M, 1956, p. 314-315. X Introduzione ancora ritrovato; in quella sede si menzionano dieci cataloghi, che sono quelli qui registrati coi nn. 1,11,16,17,19,24,23,13,65,665. Il graduale riemergere di questo materiale rispecchia il lavoro di ricostruzione delle raccolte promosso dalla Direzione della Biblioteca Chelliana dopo il 1992, successivamente alle numerose traversie che il patrimonio librario aveva subito nei decenni precedenti. È all'interno di quell'idea di ricostruzione che si colloca l'affidamento provvisorio del materiale a Piero Innocenti, per organizzarne lo studio, l'edizione e, se possibile, il restauro, presso il Dipartimento di storia e culture del testo e del documento dell'Università degli studi della Tuscia; da lì prende le mosse questa tesi. La biblioteca voluta dal canonico Chelli viene inaugurata, come si sa, nel 1860; lo stesso fondatore, nel 1864, la dona con un atto inter vivos, al Municipio di Grosseto. Il 30 marzo 1865 si ha la solenne cerimonia dell'atto di donazione e da quel momento la biblioteca si chiamerà Chelliana. La sede originaria della biblioteca è il Palazzo Vescovile; da qui, dopo la morte del Chelli nel 1869, il patrimonio subirà vari spostamenti. Prima, negli anni successivi il 1870, viene trasferita in alcuni locali del Palazzo del Tribunale, allora in Piazza Baccarini, dove sembra che fosse dislocata al primo e secondo piano, su ciascuno dei quali disponeva di quattro stanze. Poi nel palazzo Municipale dove, nel 1910, secondo la notizia di Segre riportata all'inizio di questa Introduzione, si trovava al secondo piano del palazzo del Comune, e disponeva «Oltre la sala di studio [...] di quattro ampie stanze con vetrine contenenti edizioni di lusso, manoscritti ecc. ecc. Fu visitata dal principe Amedeo di Savoia e da S. M. Vittorio Emanuele III»6. La Biblioteca approderà infine al piano terra dell'edifìcio del Ginnasio e Liceo Carducci- Ricasoli, in via Mazzini. Attualmente essa si trova in una sede provvisoria in via Bulgaria. All'inizio della seconda Guerra mondiale la Chelliana contava, si dice, 70.000 volumi; ma il 29 novembre 1943 l'edifìcio che ospitava la biblioteca fu colpito da una bomba e in parte distrutto; una parte dei volumi superstiti fu poi travolta dalla piena dell'Ombrane nel 1944 e una vera opera di riorganizzazione si dovette, solo dopo qualche anno, al nuovo direttore, Luciano Bianciardi. Dopo la breve parentesi Bianciardi subentrava alla direzione Aladino Vitali al quale a sua volta nel 1992 succedeva Valerio Fusi. Nel 1966, in seguito a una nuova piena dell'Ombrane, la biblioteca era stata chiusa nuovamente a lungo7. Ed ecco a questo punto emergere l'importanza dei vecchi cataloghi, unici custodi di notizie su libri forse in gran parte 5 PIERO INNOCENTI, Prefazione di Le edizioni del XVI secolo nella Biblioteca Chelliana di Grosseto. Catalogo, a e. di Anna Bosco e Luca Seravalle, Grosseto, Chelliana, 1995, p. 9-17, in part. p. 16. 6 SEGRÉ, Grosseto. Biblioteca Chelliana cit. 7 ANNA BOSCO-LETIZIA CORSO, La biblioteca comunale Chelliana: note per una descrizione storica, «Culture del testo», 1, gennaio-aprile 1994, pp. 127-137. Xi Cristina Cavallaro ormai non più esistenti8 e, allo stesso tempo, mezzi fondamentali per percorrere a ritroso il cammino di un'istituzione solo apparentemente marginale. § 2. Stratificazione dei fondi, stratificazione dei cataloghi. Modulo descrittivo II fondo librario originario della Chelliana ammontava a circa 5.000 volumi ed era suddiviso in tre nuclei principali: 1) libreria del vescovo Domenico Mensini; 2) lascito di Domenico Pizzetti, vicario capitolare della diocesi di Grosseto; 3) donazione dello stesso canonico Giovanni Chelli. Più tardi, cospicue donazioni di privati cittadini mostrano come la biblioteca fosse percepita da studiosi e professionisti dell'epoca (ma anche da cittadini di ceti umili) come sede naturale per la conservazione dei propri - miseri o ricchi che fossero - patrimoni librari e riferimento culturale per la comunità. Il catalogo n. 25, che si riferisce al contenuto della stanza Fabbrini è ad esempio testimonianza di una delle più importanti di queste donazioni: già nel 1861, infatti, il dottor Angelo Fabbrini dona la sua libreria legale, più di 1.600 volumi; alla stessa donazione fa riferimento anche il catalogo n. 42, ricco di opere giuridiche, fra cui numerose cinquecentine. In capo ai novanta cataloghi, sono stati contati complessivamente non meno di 363 donatori, da chi ha donato il singolo volume a chi ha donato quantità più significative o vere e proprie raccolte. Alla biblioteca erano annessi un Museo e una Pinacoteca (che poi, con l'andar degli anni, hanno assunto fisionomie autonome): puntualmente nei nostri cataloghi antichi si ha notizia degli oggetti acquisiti e conservati in quella sede; si tratta in gran parte di reperti archeologici, provenienti dagli importanti scavi di Roselle, Vetulonia, Tarquinia, Volterra, che poi sono andati a confluire nel patrimonio separato con cui è stato costituito il Museo archeologico di Grosseto. Ma si tratta anche di curiosità più occasionali: la sedia di Napoleone all'Elba, una poltrona del Granduca a teatro, parasole giapponesi, scrivanie, mobili di casa, ricordi di guerra, cartamoneta, etc. Tali oggetti venivano catalogati insieme ai libri e, come mostra il catalogo n. 1, non si usava distinguerli da quelli all'interno della sequenza progressiva con l'eccezione di un unico segno di spunta (a penna o a matita) che 8 Su parte di quel patrimonio hanno lavorato alcuni anni or sono altre due laureate del Dipartimento, Maria Adelaide Ranchino e Anastasia Riscaldati, che hanno sommariamente inventariato in Isis materiale antico compromesso in quelle circostanze. I risultati si trovano, rispettivamente, in L'inventariazione del Fondo antico della Biblioteca comunale Chelliana e Il "vecchio" fondo della Biblioteca comunale Chelliana, in «Culture del testo» II, n. 6, settembredicembre, 1996, pp. 101-110, 111-119. Xii Introduzione probabilmente è traccia del controllo patrimoniale proprio al momento dello scorporo del museo dalla biblioteca (cfr. il catalogo n. 11, del 1877). Comunque, segni simili si ritrovano anche in molti cataloghi di soli libri: probabilmente si tratta delle tracce di revisioni periodiche. Come si vede, le notizie che racchiude il nostro fondo sono eterogenee; la loro descrizione e analisi è stata effettuata seguendo uno schema articolato che però lascia un certo margine di discrezionalità nella descrizione discorsiva del contenuto e, al contempo, da una breve informazione sullo stato di conservazione: è, per i primi sette campi, il canone, ormai classico per queste ricerche, suggerito da Innocenti nel 1994 e da lui stesso riproposto al Congresso Abei di Trento del giugno 2000, integrato da un ottavo campo relativo alle condizioni di conservazione fìsica9. Tralasciare quest'ultimo aspetto avrebbe infatti significato non solo ignorare la fisicità del materiale, ma soprattutto non riconoscere l'importanza che esso ha per la storia della Chelliana. Si consideri inoltre che, nella letteratura italiana di restauro librario10, materiale di questo genere è stato ben scarsamente considerato negli ultimi anni, non ostante che, sotto il profilo dello studio del genere, l'approccio al concetto di "catalogo antico/fuori di uso" si sia invece venuto approfondendo, almeno a partire dal 1980, in una serie di studi ormai abbastanza lunga11. I campi utilizzati sono pertanto: 01. Data del ms. Il campo è riservato alla data del ms che può essere: a) espressa; b) attribuita (in questo caso si parlerà più propriamente di datazione). Per attribuire la datazione potrà essere necessario (nel nostro caso lo è stato) rilevare le date dei libri registrati nel catalogo; si indicheranno la più alta e la più bassa, anche se naturalmente è più probante quest'ultima. 02. Intestazione. Si fornisce un'intestazione normalizzata, che fungerà da titolo uniforme, desumendo gli elementi necessari dal quarto campo. Se creata induttivamente, è data fra parentesi quadre: [ ]. 03. Luogo di conservazione, collocazione, descrizione fisica. Si indicano nell'ordine: la città, il contenitore (biblioteca, archivio, collezione, pubblici o privati) che conserva il catalogo, la sua collocazione, la sua descrizione fìsica, ispirandosi metodologicamente alle regole dettate da EMANUELE CASAMASSIMA, Note sul metodo della descrizione dei codici, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, [1963], p. [24] (estr. da: «Rassegna degli Archivi di Stato», XXIII, 1963, n. 2, p. 181-205). Nella loro descrizione si è fatto uso della seguente terminologia cromatica: 9 P. INNOCENTI, Metodi e criteri di stratigrafia bibliotecaria. L'inventario e il catalogo come strumenti di costruzione della copertura informativa, in UNIVERSITÀ DI NAPOLI FEDERICO II. DIPARTIMENTO DI DISCIPLINE STORICHE, Beni culturali Ricerca. Didattica. Profili professionali, Napoli, Dipartimento di discipline storiche, 1994, pp. 93-134. 10 Sulla quale si vedrà la parte di chi scrive in: CHIARA CARLUCCI - C. CAVALLARO - P. INNOCENTI, La conservazione in biblioteca. Come informarsi, in «Biblioteche oggi» XVIII, 2000, n. 3, aprile, pp.46-55. 11 Ne traccia il bilancio lo stesso INNOCENTI, Metodi e tecniche nella ricerca bibliografica (trilogia di Mary Poppins), Manziana, Vecchiarelli, 1999, pp. 52-54, dove è annunciato anche il presente lavoro. Xiii Cristina Cavallaro Arancione: 46 Avana: 2 Avorio: 87 Azzurro: 2,6,7,14,25,28,29,30,32,33,34,35,36,37,38,39,42,45,57,61,62,63,64,65,67,68,80 Bianco: 14 Blu: 4,23,34,42,46, 53,63,69,71,73,75,77,78,79,80,81,83-89 Ciclamino: 12,76,81 Ghiaccio: 16, 24 Grigio: 4,31,67,68 Indaco: 17,20,41,47, 52, 56,60,70,74,84 Marrone: 5,35,36 Nero: 40,49,50,51,54,55,59,65 Ocra: 21,49,50, 51,54,55 Prugna: 67,68,85 Rosa: 53 Rosso: 4,15,16,17, 44, 46,49,57,69,79,81,86,89 Senape: 19 Verde: 3,19,25,77,83,84,86,88,89 Verdino: 18,43,44, 58 Viola: 42,44,45,46,47, 50, 51, 54, 56-59,61,62,85,86 Violetto: 29,32,34,41,43,44,47,52,56, 59,60,70,72,74,75,82,90 04. Fonte dell'intestazione. Si indicano in questo campo gli elementi del ms (dorso, rilegatura, carte preliminari o altro) che fanno da fonte per l'intestazione scelta la quale, normalizzata, andrà nel secondo campo. 05. Contenuto: descrizione e analisi. Il campo serve a dare la descrizione analitica del contenuto concettuale del documento; si presterà particolare attenzione alla consistenza patrimoniale, alla tecnica di catalogazione, all'organizzazione di classificazione, all'eventuale presenza di note attinenti la veste fìsica e lo stato di conservazione. 06. Bibliografìa del ms. Si registra l'eventuale bibliografìa del ms, secondo le regole dettate dalle istruzioni di Casamassima ricordate sopra. 07. Data dei rilevamenti (eventualmente con annotazioni delle porzioni di lavoro effettuate mediante rilevamenti cronologicamente lontani). Nel campo si registrano le date in cui sono stati fatti i successivi rilevamenti e controlli. 08. Analisi sommaria delle condizioni di conservazione e semplici indicazioni di restauro. Registra osservazioni riferite nell'ordine a: Coperta. Cucitura. Carte. Acidità. § 3.Caratteristiche e suddivisione dei cataloghi Questo è l'elenco dei cataloghi qui descritti: 1. GIOVANNI CHELLI et alii, Biblioteca Chelliana. Museo e Pinacoteca. Registro degli acquisti 1860-1875. 2. Registro dei lettori. 1° Marzo 1860-1876. 3. Copia lettere (Gennaio 1860-Agosto 1866). 4. Copia lettere (Agosto 1866-Febbraio 1902). 5. Albo dei donatori (1860-1903). 6. Romanzi (post 1869). XiV Introduzione 7. Catalogo. Matematiche. Strategia. Idraulica. Geografia. Agronomia. Belle arti (post 1869). 8. Biblioteca circolante. Catalogo alfabetico delle circolari spedite Anno 1873. 9. Registro degli oggetti depositati nell'istituto... con riserva di proprietà (13 giugno 1874). 10. Indice [di soci?] (post 1875). 11. Verbale di remozione di sigilli e Inventario della biblioteca-pinacoteca e museo (1873, 23 marzo; 1877, 8 novembre). 12. Biblioteca Chelliana e museo, Resoconto - Anno 1887-89 (1877-1889,1890). 13. Elenco dei rari della biblioteca comunale Chelliana di Grosseto (1940-1944). 14. Rubrica (post 1900). 15. Minute di lettere (gennaio 1902-ottobre 1911). 16. Doni pervenuti alla biblioteca museo. Anno 1904-1905 (1904-1905,1906). 17. Acquisti fatti per la biblioteca e museo. Anno 1904-1905-1906. Per autore (1904-1906). 18. Archeologia e numismatica (post 1906). 19. Elenco dei libri e degli oggetti acquistati (1907). 20. Nota dei doppioni accertati della biblioteca comunale Chelliana (post 1916). 21. Doni (post 1918). 22. Biblioteca. Elenchi-Doni (post 1924). 23. Libri Pizzetti (post 1932). 24. Acquisto Pizzetti (1 agosto 1937). 25. Stanza Fabbrini Giurisprudenza. Comizio agrario ed altri (post 1867). 26. Scienze sacre-Storia ecclesiastica-Teologi-Apologetici-Canonisti-Santi Padri (post 1867-1878?). 27. Inventario dei libri di 1a stanza (sec. XIX). 28. 1a Stanza. Manetti. Materie diverse. Idraulica e architettura. Maremma (sec. XIX). 29. 1a Stanza - Poeti e teatro (sec. XIX). 30. 1a Stanza - Economisti, Letteratura, Scolastici. Grammat[ich]e in lingua straniera (sec. XIX). 31. 1a Stanza. Santi padri e opere spirituali (sec. XIX). 32. 1a Stanza. Numismatica. Storia naturale. Giornalismo. Letture di famiglia (sec. XIX).. 33. Giurisprudenza. Stanza 2a (1861,1867,1869). 34. Seconda stanza. Letteratura e filosofi (sec. XIX) 35. 2a Stanza St[«orici»] Dizion[«arii»] Geogr[«afia»] (sec. XIX). 36. Stanza 3a. Economisti (post 1867). 37. Numismatica e sfragistica. Sala 23 (post 1908). 38. Sala n. 23. Bronzi ed armi (1893-1906). 39. Sala n. 24. Oggetti diversi (post 1908). 40. Numismatici (post 1865). 41. Economia rurale. Sala n. 25 (post 1908). 42. Giurisprudenza. Sala n. 25 (post 1908). 43. Letture istruttive popolari. Sala n. 29 (post 1895). 44. Storia della letteratura. Mitologia. Sala n. 29 (post 1906). 45. Dizionarii. Sala n. 29 e 31 (post 1904). 46. Dizionarii. Sala n. 29 e 31 (post 1904). 47. Storia universale. Sala n. 29 (post 1908). 48. Storia d'Inghilterra. Spagna. Portogallo. China. Paesi Bassi. Grecia. Svezia. Scozia. Arabia. America. Baviera. Turchia. Germania. Svizzera ecc. Sala n. 29 (post 1899). 49. Grammatiche di lingue diverse. Sala n. 29 (post 1899). 50. Vite di uomini celebri. Sala n. 29 (post 1908). 51. Geografia. Viaggi e costumi di popoli. Sala n. 29 (post 1909). 52. Storia di Francia. Sala 29 (post 1886). 53. Miscellanea. Stanza n. 29, scaffale M, palchetto n. 1-2-3 (post 1900). 08. XV Cristina Cavallaro 54. Belle lettere e scritti poligrafi. Sala n. 30 (post 1908). 55. Scolastici (introduzione allo studio delle belle lettere, arti e scienze diverse). Sala n. 30 (post 1901). 56. Teatro. Sala n. 30 (post 1906). 57. Teatro. Sala n. 30 (post 1906). 558. Epigrafi. Sala n. 30 (post 1873). 59. Epigrafi. Sala n. 30 (post 1873). 60. Economia. Politica. Commerci. Statistica. Sala n. 30 (post 1918). 61. Romanzi. Sala n. 30 (post 1909). 62. Belle arti. Architettura. Idraulica. Matematiche e Scienze affini. Sala n. 30 (post 1909). 63. [Belle le]ttere [e scritti pol]igrafi. [Stanza] n. 30 (circa 1909). 64. Manoscritti. Sala n. 31 (post 1895). 65. Incunaboli. Stanza n. 31 (sec. XIX). 66. Edizioni del Cinquecento. Sala n. 31 (sec. XIX). 67. 1.Biblioteca speciale grossetana. Sala n. 31 (sec. XK-XX). 68. 2. Biblioteca speciale grossetana. Sala n. 31 (sec. XIX-XX). 69. Miscellanea, sala n. 29. Manoscritti, Sala n. 31. Incunaboli, Sala n. 31 (post 1909). 70. [Bibliografia di] Magliano (post 1889). 71. [Bibliografia di] Monte Argentario (post 1891). 72. [Bibliografia di] Cinigiano (post 1893). 73. [Bibliografia di] Isola di Giglio (post 1897). 74. [Bibliografia di) Sorano (post 1890). 75. [Bibliografia di] Campagnatico (post 1899). 76. [Bibliografia di] Castiglione della Pescaia (post 1899). 77. [Bibliografia di] Arcidosso (post 1899). 78. [Bibliografia di] Montieri (post 1900). 79. [Bibliografia di] Castel del Piano (post 1901). 80. [Bibliografia di] Roccastrada (post 1902). 81. [Bibliografia della] Provincia di Grosseto (post 1904, o 1908?). 82. [Bibliografia di] Santa Fiora (post 1906). 83. [Bibliografia del] Comune di Pitigliano (post 1906). 84. [Bibliografia di] Piombino-Suvereto-Campiglia Marittima-Sassetta-Monte Verdi (post 1907). 85. [Bibliografia di] Gavorrano (post 1908). 86. [Bibliografia di] Scansano (post 1908). 87. [Bibliografia di] Grosseto (post 1909). 88. [Bibliografia di] Orbetello (post 1909). 89. [Bibliografia di] Massa Marittima (post 1909). 90. [Bibliografia di] Manciano (post 1909). L'insieme dei registri è compreso in un arco cronologico tra il 1860 e il 1944, secondo questa distribuzione: -1 Data 1860-1866 1860-1875 1860-1876 1860-1903 1861,1867,1869 post 1865 1866-1902 N. del catalogo 3 1 2 5 33 40 4 XVi Totale 1 1 1 1 1 1 1 Introduzione post 1867 post 1867-1878? post 1869 1873 post 1873 1874 post 1875 1873-1877 post 1886 1887-1890 post 1889 post 1890 post 1891 1893-1906 post 1893 post 1895 post 1897 post 1899 post 1900 post 1901 sec. XIX sec. XIX-XX post 1901 post 1902 1902-1911 post 1904 post 1904, o 1908? 1904-1906 post 1906 1907 post 1907 post 1908 circa 1909 post 1909 post 1916 post 1918 post 1924 post 1932 1937 1940-1944 25,36 26 6,7 8 58,59 9 10 11 52 12 70 74 71 38 72 43,64 73 48,49,75,76,77 14,53,78 55 27,28,29,30,31,32,34,35,65, 66 67-68 79 80 15 45, 46 81 16,17 18,44,56,57,82,83 19 84 37,39,41,42,47,50,54,85,86 63 51,61,62,69,87,88,89,90 20 21,60 22 23 24 13 Totale 2 1 2 1 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 2 1 5 3 1 10 2 1 1 1 2 1 2 6 1 1 9 1 8 1 2 1 1 1 1 90 I registri si possono suddividere in tre gruppi; all'interno di ogni gruppo si possono riscontrare analogie riguardo sia la partizione interna, sia la veste esterna. Muovendo dall'inventario (qui sopra) notiamo che la prima parte, fino al catalogo n. 24, comprende materiale eterogeneo; in questo gruppo prevalgono strumenti riferibili alla gestione e amministrazione della biblioteca rispetto a cataloghi di libri veri e propri; così troviamo ad XVii Cristina Cavallaro esempio il registro dei lettori (n. 2), i vari volumi di copie della corrispondenza (nn. 3, 4, 15), gli elenchi di doni (nn. 16, 21), etc. Questo gruppo documenta in maniera sistematica e apparentemente abbastanza completa il primo quindicennio di vita della Chelliana e la peculiarità di alcuni di questi strumenti risiede nel fatto che sono di mano dello stesso Chelli. Considerando che dal 1870 in poi le notizie riguardanti gli spostamenti e l'organizzazione del materiale e del servizio diventano sempre più scarse e frammentarie, lo studio approfondito di strumenti quali i cataloghi nn. 1, 3, 4, 11 potrebbe far luce su alcuni lati della storia dell'istituzione voluta da Chelli, rimasti ancora oscuri. Un esempio per tutti: una breve nota a matita all'interno del catalogo n. 4 riporta che dopo la morte del Chelli (8 dicembre 1869) ebbe inizio l'amministrazione Fanna, della quale non sembra rimanere, nelle parole dell'estensore del registro, «ricordo di sorta». In effetti, nelle notizie che riguardano la storia della biblioteca questo nome non compare e anche nella serie dei cataloghi restano alcuni anni scoperti tra il 1869 e il 1873, quando diventa Vice bibliotecario Luigi Fantozzi. Il secondo gruppo, dal catalogo n. 25 al 69, comprende una serie di cataloghi topografici a sua volta suddivisibile in due ulteriori parti: fino al n. 36 abbiamo cataloghi che recano l'indicazione «Stanza», accompagnata dal nome cui è intitolata e/o dalla numerazione la, 2a, 3a; fino al n. 69, invece, i cataloghi sono contrassegnati dalla dicitura «Sala» accompagnata dal numero relativo: in questo caso la numerazione delle sale è compresa tra 23 e 31. La numerazione che contraddistingue la seconda parte di questo secondo gruppo è probabilmente riferibile al periodo in cui la biblioteca era ospitata in alcuni locali del Palazzo Vescovile. Sappiamo che qui i libri erano suddivisi in sezioni, secondo il sistema di classificazione allora in uso: Belle lettere, Scienze, Arti e mestieri, Storia, Giurisprudenza, Teologia12 e il materiale trovava posto nelle sale n. 25 (cui si riferiscono le schede 41 e 42), n. 29 (schede 43-53, 69), n. 30 (schede 54-63). I mss, gli incunaboli e le cinquecentine erano custoditi a parte nella sala n. 26, alla quale però nessun catalogo fa riferimento; piuttosto figurano altri numeri rispetto a quelli noti: n. 23 (schede 37 e 38), n. 24 (scheda 39) e n. 31 (schede 45, 46, 64-69). Alcuni dei cataloghi che recano la dicitura «Sala n. 31» sono relativi a mss, incunaboli, edizioni del Cinquecento. Con la morte del Chelli, come si è detto, la biblioteca subisce vari spostamenti, e la suddivisione in stanze della prima parte di questo secondo gruppo potrebbe forse riferirsi 12 Ma l'edizione dei singoli cataloghi porterà ad individuare la compresenza anche di schemi di classificazione diversi da questo. XViii Introduzione alla fase in cui, anni successivi al 1870, venne trasferita in alcuni locali del Tribunale. L'ultimo gruppo, il terzo, raccoglie cataloghi di e su comuni della Maremma. Esso è rappresentato dalle schede dal n. 70 al n. 90 ed è il residuo del cosiddetto Fondo della Maremma, in fascicoli per ogni paese, menzionato nel 1932 - come si è detto - da I cataloghi delle biblioteche italiane. Da questi cataloghi maremmani, compresi fra il 1889 e il 1909, si ricavano notizie su autori nativi di questa zona ed eventualmente su tipografie operanti nel territorio. L'analisi più approfondita di questi strumenti potrebbe aggiungere una tessera al mosaico della storia locale, fondata su un dato quantitativamente molto significativo: nel complesso, infatti, la consistenza analizzata dai cataloghi risulta essere di non meno di 58.378 volumi e non meno di 8.323 "oggetti", per un totale di 66.701 unità esaminate e movimentate; 363 sono i donatori documentati, per non meno di altrettanti doni (unitari o in gruppo); 417 il numero degli associati alla lettura fuori sede, registrati in apposito documento societario: e, dato sbalorditivo per la Grosseto dell'epoca (considerando la scarsa intensità demografica, lo stato primitivo dei trasporti nella disagevole Maremma di allora, il livello qualitativo delle abitazioni), 142 di questi lettori sono donne. Riassumendo, notiamo che per circa due terzi dell'insieme si può parlare di cataloghi di biblioteca in senso stretto; analizzando anche le diciassette tipologie di suddivisione imposte dei registri (v. p. 245), le più ricorrenti sono infatti la n. 6 e la n. 7, quelle cioè che riportano le notizie peculiari caratterizzanti un catalogo di biblioteca: dati bibliografici essenziali e collocazione fisica. Quanto alla veste esterna, anche qui possiamo ritrovare delle analogie. Un'assoluta omogeneità di materiali si può notare nel gruppo che costituisce il residuo del Fondo della Maremma: si tratta infatti di sottili volumi, spesso formati da un solo fascicolo, rilegati in carta marmorizzata rinforzata sul dorso da una striscia di stoffa. Questa legatura è piuttosto semplice, ma ha prodotto danni durevoli, venuti soprattutto dal tipo di cucitura, visto che i fogli sono spesso tenuti insieme da due punti metallici che arrugginendosi hanno macchiato le carte in corrispondenza della piegatura. Un'altra tipologia di legatura è caratterizzata da una coperta di cartoncino azzurro, o verdino, rinforzata anch'essa sul dorso da una striscia di tela o carta marmorizzata. Probabilmente la fattura di questi volumi che è riferibile all'opera del cartolaio-legatore Cesare Bossi di Grosseto, il cui cartellino si trova incollato all'interno di dodici di queste legature: si vedano i nn. 18, 37-39, 43, 44, 58, 61, 63, 65, 67, 68. Una piccola variante di questa tipologia la si ritrova ai nn. 6, 7, 33 che sono rinforzati al dorso con dei tasselli in pergamena. Per i volumi più consistenti, i copialettere ad esempio, la struttura è quella del quarto di pergamena e carta marmorizzata con piatti in cartone: su questi ci sono danni maggiori per quanto riguarda la legatura. Comunque, considerando le vicende che hanno subito, si può dire che i volumi si sono conservati in discreto stato (tranne quelli che hanno avuto danni specifici per eventi specifici), e la nostra attenzione ha cercato di puntare piuttosto sulle notizie che essi racchiudono. Muovendo dalla descrizione di ogni singolo pezzo e procedendo – attraverso una vera e propria edizione dei singoli cataloghi - alla costruzione di una visione d'insieme, si XiX Cristina Cavallaro potrà arrivare a comprendere un po' meglio la vita intellettuale rispecchiata da una biblioteca di provincia negli anni in cui l'unità d'Italia si era appena compiuta. § 4. Guida alla consultazione delle schede Tenendo presente la suddivisione tipologica dei cataloghi esposta al § 3, è necessario qui un piccolo approfondimento: sono essenzialmente otto, le n. 1, 4, 5, 9, 15, 16, 21 e 27, le schede che contengono riferimenti a nomi propri, enti o persone fisiche, che in qualche modo hanno avuto rapporti con la Biblioteca Chelliana. Generalmente i nomi si riferiscono a donatori che hanno contribuito, lasciando alla biblioteca libri ovvero oggetti, allo sviluppo delle varie raccolte. Più rari i casi di sottoscrizioni all'interno dei registri, in genere eseguite dallo stesso fondatore o dai vice-bibliotecari che nel corso degli anni ressero la guida della biblioteca, e la menzione di nomi di luogo, riducibili essenzialmente alle intestazioni delle schede dalla n. 70 alla n. 90 (che si limitano a registrare i toponimi di numerosi comuni della provincia di Grosseto) e a poche altre località, per lo più importanti siti di scavi archeologici da cui provenivano oggetti andati a confluire nel patrimonio del museo: Roselle, la piana di Castiglione della Pescaia, Vetulonia, etc. Un caso a parte rappresenta il catalogo n. 10, che lega 345 nomi di persona ad altrettanti numeri apposti con numeratore meccanico. Comunque in questi casi si tratta di nomi ascrivibili all'area grossetana, frammischiati con enti di livello statale (es.: i vari Ministeri) e raramente con personalità eminenti di ambito nazionale o internazionale (es.: Napoleone, Vittorio Emanuele II, ecc.). Non è sembrato utile all'interno di questo lavoro stilare un elenco ordinato dei nomi di autori di pubblicazioni, contenuti all'interno di registri la cui analisi si è spinta a un maggiore approfondimento, fino al raggiungimento di una citazione bibliografica completa per ogni lemma. XX