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OTTAVOEURORAPPORTO
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ottavoEURORAPPORTO
ATTIVITA` DELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
IN ATTUAZIONE
DELLE POLITICHE COMUNITARIE 2004
DIREZIONE GENERALE PROGRAMMI, INTESE, RELAZIONI EUROPEE,
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
SERVIZIO POLITICHE EUROPEE E RELAZIONI INTERNAZIONALI
ottavoEURORAPPORTO
ATTIVITA` DELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
IN ATTUAZIONE
DELLE POLITICHE COMUNITARIE (2004)
PRESENTATO NELLA SEDUTA DELLA GIUNTA REGIONALE
DEL 10 OTTOBRE 2005
Il rapporto è stato realizzato con il coordinamento di Michele Migliori, Giuliana Venturi e la collaborazione del Servizio Stampa e Informazione della Giunta regionale, Piera Raimondi Cominesi.
Hanno inoltre contribuito:
cap. 1
cap. 2
cap. 3
cap. 4
cap. 5
cap. 6
cap. 7
cap. 8
cap. 9
grafici e tabelle
Michele Migliori (1.1 - 1.3.1), Lucia Cannellini (1.2), Lorenza Badiello e Maria Cristina Cremaschi (1.3.2)
Michele Migliori (2.1), Teresa Maria Schipani (2.2), Giulia La Torre, Annamaria Linsalata e Luisa Rossi (2.3), Gilda Berti, Carla Gregori, Enrica Morandi e Giuliana Ventura
(2.4), Piergiorgio Vasi (2.5)
Silvia Tolomelli (3.1), Teresa Schipani (3.3), Giuliana Ventura (3.2), Carla Rita Ferrari (3.2.1 - 3.2.2.b) Vanna Polacchini (3.2.1 - 3.2.2a e b), Margherita Spinazzola (3.2.1
- 3.2.2a e b), Silvano Bertini, Lucio Botarelli, Tiziana Paccagnella, Barbara Ramponi, (3.2.2.a), Pier Paolo Alberoni, Marco Deserti, (3.2.2.b) Federica Bocchini, Clarissa Dondi
(3.2.2.b - 3.2.3), Delia Cunto, Adriana Dascultu, Silvia Grassi, Sandra Lotti, Franco Scarponi, Claudio Tolomelli (3.2.3), Claudia Ziosi (3.2.5), Silvano Bertini (3.4), Stefania
Leoni (3.4.2)
Elaborazione di Rita Tagliati su testi prodotti dai Servizi dell’Assessorato per il DPEF 2005 e dagli Autori del Rapporto 2004 sul sistema agroalimentare regionale (4.1), Francesco
Besio, Lucia Contri, Tiziano Draghetti, Roberto Montanari, Ciro Pirone, Lucia Ramponi e Giuliana Ventura (4.2.1 - 4.2.2), M. Lucia Contri, Stefano Corazza, Carla Rita Ferrari,
Federico L. Montanari, Irene Montanari, Vanna Polacchini, Patrizia Vitali (4.2.3.1), Pier Paolo Alberoni, Carlo Cacciamani, Marco Deserti, Federico L. Montanari, Sandro Nanni,
Vanna Polacchini, Barbara Ramponi, Margherita Spinazzola, Franco Zinoni (4.3.2 ), Sandra Lotti (4.3.2 - 4.6.1), Massimo Bider (4.6.1), Silva Gurioli (4.7.3), Paolo Lauriola,
Ilario Nascetti, (4.7.4), Michele Migliori (4.2.3 - 4.3.2 - 4.4.1 - 4.5.1 - 4.5.2 - 4.7.1 - 4.7.2)
Sergio Andreis (5.1), Margherita Spinazzola (5.2), Loredana Fossati, Cinzia Ioppi (5.3), Gloria Baroncini (5.4), Franca Gasperoni (5.5), Federica Bocchini, Clarissa Dondi
(5.7), Serenella Sandri (5.8)
Stefania Fenati (6.1), Samanta Arsani, Delia Cunto, Silvia Grassi, Sandra Lotti e Claudio Tolomelli (6.2), Antonietta La Ruina e Rossana Preuss (6.3)
Maurizio Ricciardelli (7.1), Carmen Iuvone (7.2), Michele Migliori (7.3), Giuliana Ventura (7.4 - 7.5)
Stefania Fenati (8.1.1), Carla Cavallini e Monica Visentin (8.2.1), Giuliana Ventura (8.1 - 8.2.2 - 8.3)
Anna Castellari e Milena Guizzardi
Giuliana Ventura
OTTAVOEURORAPPORTO
Presentazione del Rapporto
1.
Quadro generale
3
9
11
1.1 L’Unione Europea nel 2004
1.2 La Strategia di Lisbona
1.3 L’Amministrazione regionale nei rapporti con l’Unione Europea
1.3.1.Strutture operative
1.3.2 Servizio di collegamento presso l’Unione europea
13
15
18
18
19
2.
23
La politica comunitaria di coesione territoriale ed economica
2.1 Le politiche comuni strutturali
2.1.1 Il nuovo scenario 2007-2013
2.1.2 La nuova politica di coesione della UE
2.1.3 La nuova politica di sviluppo rurale
2.1.4 La nuova politica strutturale per la pesca
2.2 Lo Sviluppo Rurale
2.2.1 Il nuovo regolamento di sviluppo rurale
2.2.2 Il Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2000-2006
2.3 L’Obiettivo 2
2.3.1 Lo stato di attuazione del DOCUP obiettivo 2 Emilia-Romagna
2.4 L’ Obiettivo 3
2.4.1 Il Programma Operativo Emilia-Romagna 2000-2006
2.4.2 La programmazione 2004
2.4.3 Lo stato di attuazione del programma operativo
2.5 Il programma Pesca
2.5.1 L’attuazione in Emilia-Romagna
25
25
25
26
26
27
27
28
38
38
48
49
49
54
56
56
OTTAVOEURORAPPORTO
4
3.
I Programmi di Iniziativa Comunitaria (PIC) e le azioni innovative
59
3.1 Iniziativa Comunitaria Equal
3.1.1. Attuazione di Equal in Emilia-Romagna
3.2 Iniziativa Comunitaria Interreg III
3.2.1. Sezione A: cooperazione transfrontaliera
3.2.2. Sezione B: cooperazione transnazionale
3.2.3. Sezione C: cooperazione interregionale
3.2.4. Il programma Interact
3.3 Iniziativa Comunitaria Leader Plus
3.3.1. Attuazione del POR Leader + 2000-2006 in Emilia-Romagna
3.3.2. Stato di attuazione finanziaria
3.3.3. Procedure di attuazione
3.4 Le Azioni Innovative FESR
3.4.1. Programma Regionale di Azioni Innovative Emilia-Romagna “Salute, scienze della vita
ed innovazione tecnologica regionale”
3.4.2. I network
61
61
77
78
81
98
103
106
106
107
109
110
110
112
4.
117
Attuazione e partecipazione della Regione alle politiche comuni
4.1 Politica agricola
4.1.1. L’Europa agricola a 25: aumentano produzione, costi e redditi agricoli
4.1.2. Il 2004 prepara l’attuazione della nuova Pac
4.1.3. La Regione gioca la carta della competitività
4.1.4. Le Organizzazioni dei Produttori
4.1.5. Qualità e sicurezza alimentare
4.1.6. Le quote latte
4.2 Politica ambientale e di sviluppo sostenibile
4.2.1. Scenario comunitario
4.2.2. Azioni intraprese al livello regionale (Agenda 21 locale, INFEA, Rete Natura 2000,
Protezione e risanamento delle Acque, Gestione e riduzione dei Rifiuti)
4.2.3. LIFE - strumento finanziario europeo per l’ambiente
4.2.3.1.Partecipazione della Regione a progetti LIFE
117
117
117
119
119
121
121
123
123
125
137
137
OTTAVOEURORAPPORTO
5
4.3 Politica di ricerca e sviluppo tecnologico
4.3.1. Scenario comunitario
4.3.2. Partecipazione della Regione a programmi di ricerca
4.4 Politica dei trasporti
4.4.1. Partecipazione della Regione ad azioni comunitarie
4.5 Politica energetica
4.5.1. Il Piano energetico regionale
4.6 Società dell’informazione
4.6.1. Partecipazione della Regione ad azioni comunitarie
4.7 Allargamento e relazioni con paesi terzi
4.7.1. I futuri allargamenti
4.7.2. La nuova politica europea di vicinato (PEV)
4.7.3. Azioni a sostegno dell’allargamento (twinning)
4.7.4. Partecipazione della Regione a programmi e azioni di sostegno all’ampliamento
141
141
141
148
148
149
149
150
150
151
151
151
152
153
5.
155
Partecipazione della Regione ad altri programmi comunitari
5.1 Programma Gioventù
5.1.1. La nuova generazione dei programmi giovanili dell’Unione Europea
5.1.2. Il Progetto Giovani della Regione Emilia-Romagna
5.2 Programma Socrate
5.3 Programma di lotta contro l’esclusione sociale
5.4 Programma Parità tra donne e uomini (V Programma Quadro)
5.5 Programma Asia-Urbs
5.6 5.6 Programma MERP Marmara Earthquake Rehabilitation Programme
5.7 Programma a favore della Protezione Civile
5.8 Progetti pilota e linee speciali di bilancio
157
157
158
159
161
163
164
166
166
167
6.
169
Altre attività della Regione
6.1 Iniziative dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
6.1.1. Il Progetto “L’Europa da scuola a scuola”
6.1.2. Il progetto “Pace e diritti umani”
171
171
171
OTTAVOEURORAPPORTO
6
6.1.3. Il Servizio Legislativo e Qualità della Legislazione e l’Europa
6.2 Partecipazione della Regione ad associazioni ed organismi internazionali di carattere interregionale
6.3 Collaborazione istituzionale con altre Regioni
7.
172
172
175
Attuazione normativa comunitaria e disciplina comunitaria in materia di concorrenza
(aiuti di Stato)
179
7.1
7.2
7.3
7.4
7.5
Il contesto di riferimento delle leggi regionali attuative della normativa comunitaria
Breve quadro riepilogativo delle leggi regionali attuative della normativa comunitaria approvate nel 2004
Aiuti di Stato/Aiuti a finalità regionale
Il nuovo regolamento di procedura sugli aiuti di stato
Le notifiche effettuate dalla Regione Emilia-Romagna nel 2003
181
183
187
188
189
8.
Servizi di informazione europea sul territorio regionale
191
8.1 L’informazione europea della Regione Emilia-Romagna
193
8.1.1. Il “Centro Documentazione Europa” della Biblioteca dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna 194
8.2 Servizi informativi dell’Unione Europea presenti in Emilia-Romagna
195
8.2.1. I Carrefours europei d’informazione e animazione rurale
195
8.2.2. Altri centri europei d’informazione
197
8.3 Servizi informativi dell’Unione Europea
201
9.
La partecipazione degli Enti locali emiliano-romagnoli ai programmi comunitari
203
Grafici e tabelle
227
Agenda 2000 - Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali
Quadro riassuntivo degli stanziamenti 2000-2006
229
230
OTTAVOEURORAPPORTO
Cartine Regione Emilia-Romagna
Aree Obiettivo 2
Aree a sostegno transitorio
Aree 87.3.c
Aree Gal
Interreg III A aree transfrontaliere eleggibili
Interreg III B aree CADSES
Interreg III B aree MEDOCC
Interreg III C
7
231
233
234
235
236
237
238
239
240
OTTAVOEURORAPPORTO
9
PRESENTAZIONE
Con la pubblicazione di questo rapporto la Regione Emilia-Romagna vuole conoscere il proprio contributo alla realizzazione di politiche europee e alla partecipazione ai numerosi programmi che l’Unione europea mette a disposizione delle Regioni, delle Istituzioni
locali e dei loro territori per accrescerne il livello di sviluppo ed ampliare la rete di relazioni con le altre realtà europee.
L’ottava edizione dell’eurorapporto sta a dimostrare una continuità dell’impegno regionale per rendere sempre più esplicita l’azione
amministrativa in questo contesto ed evidenzia il patrimonio di esperienze e lo sforzo realizzativo delle strutture ad esso dedicato.
Il rapporto dà conto, in particolare, dell’attività svolta nel 2004, periodo centrale della programmazione 2000-2006 dei fondi europei a finalità strutturale che rappresentano, per le Regioni, gli strumenti principali di intervento europeo nei propri territori. Tali strumenti, in corso di revisione, sono attualmente oggetto di un intenso e difficoltoso negoziato fra Stati membri e con la Commissione
europea. I risultati di tali negoziati delineeranno il quadro delle risorse finanziarie europee per il periodo 2007/2013 ed i nuovi programmi che le Regioni dovranno predisporre per poter assicurare una continuità di intervento.
La complessa articolazione dei progetti descritti nel rapporto pone in luce anche la propensione della nostra regione, nelle sue varie
articolazioni territoriali, a creare reti ed a stabilire contatti, non solo istituzionali, con gli altri paesi europei. È una caratteristica ed un
modo di agire che intendiamo rafforzare anche nei confronti dei paesi di nuova adesione e di quelli cosiddetti di prossimità.
Anche quest’anno il rapporto è arricchito da una indagine Anci-Upi sulla partecipazione a progetti a finanziamento europeo gestiti dagli
Enti Locali della nostra regione.
Il nostro auspicio è quello di mantenere il nostro sistema territoriale in grado di confrontarsi e scambiare il proprio patrimonio di conoscenze con le altre Regioni d’Europa.
VASCO ERRANI
Presidente Regione Emilia-Romagna
Bologna, 10 ottobre 2005
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SETTIMOEURORAPPORTO
1.1.
L’UNIONE
EUROPEA
NEL 2004
Il 2004 può essere considerato un anno
di svolta per l’Unione europea contrassegnato da quattro eventi di portata istituzionale:
• l’ingresso effettivo di dieci nuovi
Stati membri;
• la firma del nuovo Trattato che istituisce la nuova Costituzione per
l’Europa;
• il rinnovo del Parlamento europeo;
• l’insediamento della nuova
Commissione europea.
L’allargamento è entrato in vigore ufficialmente il 1° maggio 2004 a seguito
della ratifica del Trattato di Atene del
2003 e grazie ad un’intensa opera di
adeguamento delle legislazioni nazionali a quella comunitaria e di adeguamento delle strutture amministrative
dei dieci nuovi paesi (Cipro, Estonia,
Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica
ceca, Slovacchia, Slovenia, e
Ungheria).
Il processo di allargamento è ulteriormente evoluto grazie alla conclusione
dei negoziati di adesione della Bulgaria
e Romania (prevista per il 2007); è
stato riconosciuto alla Croazia lo status
di paese candidato, mentre l’ex repubblica iugoslava di Macedonia ha presentato domanda di adesione. Per quanto
riguarda la Turchia, paese già candidato
all’adesione, il Consiglio europeo di
dicembre 2004 ha deciso di avviare
ufficialmente i negoziati di adesione
nell’ottobre 2005.
Il trattato per l’istituzione della nuova
Costituzione per l’Europa è stato firmato dai Capi di Stato e di Governo dei
25 paesi a Roma il 29 ottobre 2004,
concludendo un cammino iniziato nel
2001 al Vertice europeo di Laeken,
proseguito coi lavori della Convezione
europea nel 2002 e 2003 e della
Conferenza intergovernativa per la elaborazione del progetto di nuovo
Trattato e modifica dei trattati vigenti
ed, infine, l’evento conclusivo di Roma.
L’entrata in vigore del nuovo Trattato
costituzionale è vincolata alla ratifica
da parte di ogni singolo Stato membro,
processo non semplice e non privo di
ostacoli come hanno dimostrato i referendum francese ed olandese del maggio/giugno 2005.
Nel giugno 2004 si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Parlamento
europeo che forte dei nuovi 732 deputati ha iniziato nel luglio la sua sesta
legislatura.
La Commissione europea presieduta da
Romano Prodi ha concluso i suoi lavori
nel novembre 2004, a seguito dell’entrata in carica della nuova Commis-
sione presieduta da Josè Manuel
Barroso e composta da 24 membri (un
rappresentante per Stato membro).
I Vertici europei, organizzati nel
primo semestre dalla presidenza greca
e, successivamente, da quella Italiana,
hanno affrontato e si sono pronunciati
su specifici argomenti:
I Vertici europei, organizzati nel primo
semestre dalla presidenza belga e, successivamente, da quella olandese, si
sono pronunciati su specifici argomenti:
• il Consiglio europeo di Bruxelles (25
e 26 marzo) ha esaminato i progressi
compiuti nell’attuazione della strategia
di Lisbona ed ha incaricato la Commissione di istituire un gruppo ad alto livello presieduto da Wim Kok per procedere ad un esame intermedio del processo di Lisbona e fornire specifiche indicazioni per un suo miglioramento;
• il Consiglio europeo di Bruxelles del
17 e 18 giugno è stato dedicato principalmente all’esame delle politiche dedicate alla costruzione di uno spazio
comune di libertà, sicurezza e giustizia
in particolare alle misure comuni da
adottare per la lotta al terrorismo. Il
Consiglio ha approvato inoltre un
“Agenda per i Balcani occidentali” che
mira a rafforzare i rapporti con queste
aree nella prospettiva di una loro futura
integrazione alla UE.
13
• il Consiglio europeo di Bruxelles
(4 e 5 novembre) ha ripreso ed approfondito le tematiche relative alla valutazione intermedia della Strategia di
Lisbona ed il programma dell’Aia relativo al rafforzamento delle policies legate a libertà sicurezza e giustizia. Il
Consiglio si è poi pronunciato sulla
necessità di rafforzare le azioni di
comunicazione presso i cittadini europei
dell’operato dell’Unione Europea.
• il Vertice di Bruxelles del 16 e 17
dicembre si è pronunciato sull’allargamento esprimendo la propria volontà a
proseguire il processo per nuove adesioni; ha poi confermato la necessità di
arrivare entro il giugno 2005 ad un
accordo globale per il nuovo quadro
finanziario 2007/2013; infine ha riaffermato l’impegno per l’attuazione
dell’Agenda di Salonicco e del processo
di Barcellona finalizzato ad una maggiore integrazione dei Paesi dell’Area
Mediterranea.
Per quanto riguarda i molteplici aspetti
dell’integrazione comunitaria interna,
nel 2004 alcune attività hanno assunto
particolare rilievo:
• la presentazione da parte della
Commissione europea di specifiche proposte relative a:
– prospettive finanziarie che regoleranno l’attività dell’Unione per il periodo 2007/2013;
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SETTIMOEURORAPPORTO
14
Pagamenti effettuati nel 2003, per rubrica delle prospettive finanziarie
(Mio Euro e %)
2003
%
1. Politica agricola comune
2. Azioni strutturali
3. Politiche interne
4. Azioni esterne
5. Spese amministrative
6. Riserve
7. Aiuto di preadesione
44.379,2
28.527,6
5.671,8
4.285,8
5.305,2
147,9
2.239,8
49,01
31,50
6,26
4,73
5,86
0,16
2,47
Totale
90.557,3
100,00
Incidenza % dei pagamenti effettuati dalla Commissione europea nel 2003
4. Azioni esterne
5%
5. Spese
6. Riserve
amministrative
0%
6%
7. Aiuto di
preadesione
2%
• avanzamento e rivitalizzazione della
Strategia di Lisbona e Goteborg per
promozione di un’economia fondata
sulla conoscenza, la competitività e la
crescita sostenibile;
• adozione, nel mese di novembre,
del cosiddetto programma dell’Aia per
la realizzazione dello spazio di libertà
sicurezza e giustizia nella UE.
In termini finanziari, l’analisi dei pagamenti effettuati dal bilancio comunitario condotta dalla Corte dei Conti sull’e-
Confronto pagamenti effettuati nel 2000, 2001, 2002 e 2003
2000
2001
2002
2003
1. Politica agricola comune
2. Azioni strutturali
3. Politiche interne
4. Azioni esterne
5. Spese amministrative
6. Riserve
7. Aiuto di preadesione
40.505,9
27.590,8
5.360,8
3.841,0
4.643,0
186,3
1.203,4
41.533,9
22.455,8
5.303,1
4.230,6
4.855,1
207,2
1.401,7
43.520,6 44.379,20
23.499,0 28.527,60
6.566,7 5.671,80
4.423,7 4.285,80
5.211,6 5.305,20
170,5
147,90
1.752,4 2.239,80
Totale
83.331,2
79.987,4
85.144,5 90.557,30
50.000
3. Politiche interne
6%
䡵 2000
䡵 2001
䡵 2002
䡵 2003
45.000
40.000
35.000
30.000
2. Azioni strutturali
32%
1. Politica agricola comune
49%
25.000
20.000
15.000
– attuazione della politica di coesione economica e sociale (riforma dei
Fondi strutturali), politica agricola e di
sviluppo rurale, pesca, trasporti, politica
sociale e per l’occupazione, istruzione
e cultura, ambiente;
– attuazione della nuova politica
europea di vicinato (programmi di
preadesione e di prossimità)
10.000
5.000
0
1.
2.
Politica agricola Azioni
comune
strutturali
3.
Politiche
interne
4.
Azioni
esterne
5.
Spese
amministrative
6.
Riserve
7.
Aiuto di
preadesione
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sercizio finanziario 2003 (GUCE C293
del 30 novembre 2004), comparata
alla rilevazione degli esercizi precedenti, segnala un aumento generale dei
pagamenti delle spese nelle varie rubriche del bilancio comunitario con un
netto aumento dei pagamenti per gli
aiuti di preadesione ed, in parte, delle
azioni strutturali.
1.2.
LA STRATEGIA
DI LISBONA
1.2.1. Cos’è la Strategia
di Lisbona
Negli ultimi mesi si è molto parlato
della Strategia di Lisbona. Si tratta di
capire cos’è e perché è tanto importante.
Due elementi di estrema rilevanza per
la qualità della nostra vita sono all’origine di questa strategia comunitaria. Il
primo è il dirompente inserimento sul
mercato mondiale delle economie dei
due giganti asiatici: Cina e India. Le
dinamiche della crescita esponenziale
delle loro economie sono infatti legate
a fattori di produzione sulla base dei
quali le economie mature non possono
basare una reale competizione globale.
Il secondo elemento è il crescente gap
di crescita tra le economie di Europa e
Stati Uniti.
Sulla base di una attenta riflessione di
tale situazione e, cosciente del fatto
che oramai la capacità di competizione
non è più sostenibile a livello nazionale
ma occorre una più ampia azione di
livello continentale, il Consiglio
Europeo del marzo 2000, riunitosi a
Lisbona al termine del semestre di presidenza portoghese dell’Unione europea, ha adottata una strategia che da
quel momento è stata denominata strategia di Lisbona.
Tale strategia, ha definito quello che
allora era un “nuovo obiettivo strategico per l’Unione, allo scopo di rafforzare
l’occupazione, la riforma economica e
la coesione sociale nel quadro di un’economia fondata sulla conoscenza”.
L’obiettivo è stato definito in:
fare dell’Unione europea “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica
del mondo, in grado di realizzare una crescita economica
sostenibile con nuovi e migliori
posti di lavoro ed una maggiore coesione sociale”
ed è stato poi integrato l’anno successivo dal Consiglio europeo di Goeteborg
che ha aggiunto la dimensione ambientale al processo di Lisbona. Tale dimensione è stata coniugata nella allocuzione di “sviluppo sostenibile” inteso
come uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni attuali senza compromettere quelli delle generazioni future. Si è
tratteggiata una strategia basata su tre
pilastri:
– economico
– sociale
– ambientale
15
L’orizzonte temporale della strategia è
stato fissato in dieci anni, cioè si è
identificata la data del 2010 come scadenza per realizzare l’obiettivo.
Data la complessità dell’obiettivo, il
Consiglio europeo ha contestualmente
previsto che annualmente fosse elaborato un documento di analisi dello stato
di attuazione e che tale documento,
“le relazioni di primavera”, dovesse
essere presentato dalla Commissione
europea al Consiglio di Primavera di
ogni anno.
In considerazione però delle variabili in
gioco, economiche e sociali in continuo
mutamento, è stato fissato un ulteriore
momento a metà del periodo, cioè nel
2005, per la revisione della strategia.
Cosa che è puntualmente avvenuta.
Vediamo come era impostata la strategia prima del 2005, poi vedremo cosa
è cambiato.
Fino al 2005, la strategia di Lisbona,
non ha definito obiettivi specifici in
materia di rendimento economico, ma
ha invitato le istituzioni comunitarie e
gli Stati membri a far riferimento ad
una serie di misure nel campo delle
riforme economiche e sociali mirate a
raggiungere un tasso medio di crescita
economica pari al 3%. Per quanto
riguarda il secondo pilastro, l’occupazione, l’obiettivo fissato era quello di
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16
accrescere il tasso di occupazione fino
a raggiungere una percentuale più vicina possibile al 70% entro il 2010 e
nell’aumentare il numero di donne
occupate fino ad una media del 60%.
Altre iniziative concordate nel Consiglio
europeo di Lisbona e nei successivi
hanno definito obiettivi e assi di intervento di un’ampia numero di settori,
quali lo sviluppo della società dell’informazione, la costituzione di uno spazio
europeo della ricerca, la creazione di
un ambiente favorevole all’avvio e allo
sviluppo di imprese innovative e l’ammodernamento dei sistemi di protezione sociale.
L’attuazione è stata prevista attraverso
la estensione del “metodo di coordinamento aperto”, utilizzato negli anni
’90 nell’ambito delle politiche economiche e occupazionali, ad altri settori
quali la società dell’informazione, la
politica per le imprese, la ricerca e sviluppo, l’istruzione e la formazione, la
lotta contro l’esclusione sociale e l’ammodernamento dei regimi di protezione
sociale. In questo modo le politiche
nazionali sono state collocate nell’ottica comunitaria, consentendo poi la
valutazione dei risultati conseguiti nei
vari ambiti attraverso parametri e gruppi di indicatori di riferimento si è potuto
aggiornare sia le strategie sia gli obiettivi di settore.
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OTTAVOEURORAPPORTO
Il follow-up, come abbiamo visto sopra,
è stato elaborato dalla Commissione
attraverso le “relazioni di primavera”.
Queste relazioni hanno annualmente
presentato un’analisi e una valutazione
dei risultati ottenuti, utilizzato una
serie di indicatori strutturali concordati
di concerto con il Consiglio, per misurare lo stato di avanzamento rispetto agli
obiettivi. Questi indicatori sono stati
riferiti a sei specifici ambiti: contesto
economico generale, occupazione,
istruzione, ricerca e innovazione, riforma economica, coesione sociale,
ambiente.
Il terzo pilastro, quello ambientale, è
stato aggiunto alla strategia di Lisbona
nel 2001, come decisione del Consiglio
europeo di Goeteborg, che ha così
introdotto la decisione che tutte le principali politiche siano sottoposte ad una
“valutazione di impatto sotto il profilo
della sostenibilità”.
Per esigenza di chiarezza occorre precisare che, seppure il contributo del
Consiglio europeo di Goeteborg alla
strategia di Lisbona sia stato significativo, in realtà con questo Consiglio si è
dato avvio alla strategia di Goeteborg
sull’ambiente, molto più ampia di tutela dell’ambiente. Uno dei punti salienti
di questa strategia è rappresentato dall’obiettivo che l’Unione europea si è
prefissata nell’ambito del protocollo di
Kyoto, cioè ridurre, entro il 2012, le
emissioni di gas ad effetto serra
dell’8% rispetto ai livelli del 1990. Gli
obiettivi fissati a Goeteborg fanno riferimento a quattro assi prioritari: cambiamenti climatici, sistemi di trasporto
sostenibili, sanità pubblica e gestione
delle risorse.
Ma torniamo alla strategia di Lisbona.
Nei primi cinque anni, dal Consiglio
europeo di Lisbona alla revisione di
medio periodo, le relazioni annuali
della Commissione hanno evidenziato
una difficoltà di crescita dello spazio
europeo nell’ottica indicata. Pertanto,
in vista della revisione prevista per la
primavera del 2005, la Commissione
ha affidata ad un “gruppo di alto livello”, cioè di esperti di molti paesi europei, il compito di redigere un documento che evidenziasse la situazione dell’economia europea, della sua crescita
rispetto al contesto internazionale e lo
stato di attuazione della strategia di
Lisbona studiando i motivi di eventuali
difficoltà. Tutto ciò è stato elaborato
nel documento che poi ha preso il
nome del coordinatore del gruppo di
esperti: il “Rapporto Kok”.
Questo rapporto ha presentato una
analisi attenta e dettagliata. È emerso
un aumento nello scostamento rispetto
all’economia statunitense, e un investimento in ricerca sostenuto solo in mini-
ma parte dalle imprese del settore privato che lasciano in larga parte l’onere
della spesa per l’innovazione ai bilanci
pubblici.
Tra i molti aspetti di estremo interesse,
per la prima volta è emerso inoltre che
uno dei maggiori punti deboli della
strategia è la mancanza di attuazione
delle direttive a livello nazionale, il
metodo di coordinamento non ha prodotto risultati positivi. Al contrario il
divario tra Europa e Stati uniti è
aumentato e la pressione competitiva
sull’Europa è aumentata.
Che fare in tale situazione?
Il Consiglio europeo di primavera nel
2005 a Bruxelles, sulla proposta elaborata dalla Commissione, ha posto le
basi per il rilancio della strategia.
1.2.2. Lo schema
della Strategia di Lisbona
rinnovata
Le tre dimensioni della strategia rimangono le stesse, cioè: crescita e occupazione, coesione sociale e dimensione
ambientale.
In particolare, per i tre aspetti:
䡵 vengono riconfermati gli obiettivi
economici della strategia. Rilanciare la
crescita e l’occupazione:
– dedicare alla ricerca e all’innovazione 3% del PIL europeo,
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OTTAVOEURORAPPORTO
– creare un Consiglio europeo della
ricerca,
– migliorare i meccanismi di finanziamento a favore delle PMI
– invitare la BEI a rialzare il livello
degli stanziamenti a sostegno della
strategia,
– rendere l’Unione attrattiva per i lavoratori e per le imprese,
– accelerare l’ultimazione del mercato
unico.
䡵 l’obiettivo sociale prioritario viene
definito nell’aumento del tasso di occupazione
䡵 l’aspetto ambientale resta importante e coniugato con quello dello sviluppo sostenibile.
Gli assi essenziali del rilancio della strategia:
䡵 Crescita e innovazione – motori
di una crescita sostenibile (R&S,
Consiglio europeo della ricerca, sostegno alle PMI per investimenti in R&S,
sviluppo di partenariati per l’innovazione a livello regionale e locale, Poli
regionali e reti europee per l’innovazione, finanziamenti BEI, società dell’informazione con i2010, eco-innovazioni
e eco-tecnologie)
䡵 Uno spazio attrattivo per investire e lavorare (completamento mercato unico, crescita e occupazione preservando il modello sociale EU, REACH che
protegga l’ambiente e promuova l’industria EU, riduzione degli aiuti di stato,
miglioramento del quadro regolamentare, accesso delle PMI ai programmi
comunitari, realizzazione dei progetti
prioritari delle reti di trasporto e dell’energia, accordi internazionali sul commercio – negoziati di Doha e accordi di
libero scambio)
䡵 Crescita e occupazione al servizio della coesione sociale (comunicazione della Ce sull’Agenda sociale,
innalzamento del livello di occupazione
e allungamento della durata della vita
attiva dei lavoratori – “gli obiettivi del
pieno impiego, della qualità e produttività del lavoro così come la coesione
sociale devono tradursi in priorità chiare e misurabili”)
La nuova governance della strategia è
basata su un ciclo di tre anni, il primo
inizia nel 2005 e sarà rinnovato nel
2008.
Il ciclo inizia con una relazione sugli
obiettivi e l’applicazione della strategia: il “rapporto strategico”, redatto
dalla Commissione europea, documento che contiene gli orientamenti politici
e adotta l’insieme delle “linee direttrici integrate”.
Le linee direttrici sono costituite da due
elementi: i grandi orientamenti di politica economica (GOPE), che assicurano
la coerenza economica generale delle
tre dimensioni della strategia e le linee
di indirizzo sull’impiego (LDE). Sulla
base di tale documento:
䡵 ogni stato membro stabilisce un
“programma nazionale di riforme”,
redatto attraverso una consultazione di
tutte le parti interessate a livello nazionale e regionale. gli stati membri inoltre rafforzeranno il loro coordinamento
interno con la nomina di un “coordinatore nazionale di Lisbona”
䡵 la Commissione europea presenterà un “programma comunitario di
Lisbona” comprendente tutte le azioni
da intraprendere a livello comunitario
per la crescita e l’occupazione, tenendo
conto della necessità di convergenza
delle politiche.
Ogni anno, ogni stato membro è chiamato a presentare un unico rapporto,
alla Commissione europea con i risultati
dell’attuazione della strategia di
Lisbona e la Commissione farà rapporto
sullo stato di attuazione della strategia
nelle sue tre dimensioni.
Al termine del ciclo dei tre anni, le
“linee direttrici integrate”, i “programmi nazionali di riforma”, il “programma comunitario di Lisbona”, saranno
rinnovati (con la procedura descritta
sopra) sulla base di una valutazione
globale dei progressi realizzati nel
corso dei tre anni precedenti.
Gli stati membri sono invitati a stabilire
17
i loro programmi nazionali nell’autunno 2005, precisamente entro il 15
ottobre 2005.
Nelle conclusioni del Vertice del 16 e
17 giugno 2005, il Consiglio europeo
ha approvato gli orientamenti integrati
per la crescita e l’occupazioni 20052008 che constano degli indirizzi di
massima per le politiche economiche.
Si tratta di 24 strategiche che racchiudono indirizzi in materia: macroeconomica, microeconomica e per l’occupazione.
Tali orientamenti devono tradursi, come
previsto, in programmi nazionali di
riforma e gli Stati membri dovranno
elaborarli sulla base del calendario proposto dalla Commissione europea
(Road Map - SEC 622/2005).
I governi nazionali, ognuno autonomamente e secondo le loro Costituzioni,
fisseranno le metodologie di consultazione e coinvolgimento dei livelli di
governo sub-nazionale e delle parti
sociali interessate.
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1.3.
L’AMMINISTRAZIONE
REGIONALE
NEI RAPPORTI
CON L’UNIONE
EUROPEA
– il Servizio Politiche Europee e
Relazioni internazionali che ha il compito, fra altri, di coordinare l’attuazione
in regione dei programmi comunitari
afferenti all’iniziativa Interreg III parti
B e C, oltre agli atri strumenti europei
di consolidamento istituzionale con i
paesi di nuova adesione o candidati
all’adesione.
1.3.1. Strutture operative
– il Servizio Intese Istituzionali e
Programmi speciali d’area che è competente per la attuazione e gestione
del programma transfrontaliero adriatico, nell’ambito dell’iniziativa Interreg
III parte A.
Nell’ambito dell’Amministrazione regionale l’attività dedicata all’attuazione di
programmi europei, in considerazione
dell’articolazione e complessità degli
interventi si innesta nell’attività delle
Direzioni generali settoriali competenti.
La Direzione Generale Programmi e
Intese, Relazioni europee e
Cooperazione internazionale, istituita
nel luglio 2003, comprende funzioni
collegate al coordinamento dell’attuazione di programmi europei, di collegamento e rappresentanza nei confronti
delle istituzioni comunitarie oltre che
funzioni di supporto nell’azione della
Regione in materia di cooperazione con
i paesi in via di sviluppo, di cooperazione internazionale in generale e di predisposizione e implementazione di
Intese Istituzionali di programma sottoscritte con il Governo.
Nell’ambito della Direzione e collegate
ad attività europee operano:
– il Servizio Collegamento con gli
organi dell’Unione Europea a Bruxelles,
punto di riferimento regionale per le
attività di rappresentanza e collegamento con le Istituzioni europee. Le
rappresentanze delle regioni europee e
la Rappresentanza Permanente italiana.
A livello regionale, gli interventi relativi
ai Fondi strutturali per il periodo di programmazione 2000-2006 rappresentano la parte preponderante sia in termini finanziari che di impegno burocratico
ed amministrativo. Tali programmi sono
attivati tramite programmi territorializzati ed intersettoriali e singole Direzioni
generali (DG) assicurano il coordinamento operativo fra i vari settori coinvolti:
– la DG Agricoltura cura la gestione ed
il coordinamento del programma per lo
sviluppo rurale;
– la DG Attività produttive,
Commercio, Turismo è competente per
la gestione ed il coordinamento del programma per l’obiettivo 2 e del programma per lo SFOP;
– la DG Cultura, Formazione e Lavoro
gestisce gli interventi previsti nell’ambito dell’obiettivo 3;
– l’Agenzia regionale per le erogazioni
in agricoltura eroga gli aiuti, i contributi
ed i premi dell’Unione Europea (FEOGA
Garanzia), dello Stato e della Regione
nell’ambito del piano di sviluppo rurale
e delle altre misure previste dalla PAC;
I Programmi di Iniziativa Comunitaria
(Interreg III, Leader plus, Equal) sono
seguiti, nel coordinamento della loro
attuazione e gestione al livello regionale, da diverse Direzioni generali e vedono la partecipazione di vari settori dell’amministrazione regionale in diversi
progetti, in particolare:
– la Direzione generale Programmi e
Intese, Relazioni europee e
Cooperazione internazionale segue il
coordinamento dell’attuazione dei programmi dell’iniziativa Interreg III ai
quali la regione partecipa
(Transfrontaliero Adriatico, Medocc,
Cadses, Interreg III C); ha inoltre in
gestione un progetto finanziato nell’ambito delle Azioni Innovative finanziate dal FESR e un progetto finanziato
con Interact, programma di sostegno a
Interreg III;
– la DG Agricoltura cura la gestione ed
il coordinamento del programma
Leader plus;
– la DG Cultura, Formazione e Lavoro
gestisce gli interventi di competenza
regionale del programma Equal;
– la DG Attività produttive,
Commercio, Turismo gestisce due progetti riferiti ad Azioni Innovative FESR.
Altre Direzioni Generali operative sono
coinvolte direttamente nella gestione
ed attuazione di progetti non finanziati
dai Fondi strutturali, ma da altre risorse
del bilancio dell’Unione Europea. Questi
ultimi fanno riferimento ad un insieme
di programmi o azioni che l’Unione
Europea attua e gestisce, per la maggior parte in maniera diretta, attraverso
bandi ed inviti per la presentazione di
progetti. Come si può evincere anche
dal rapporto, queste “azioni dirette” si
inseriscono nell’ambito di specifici programmi che hanno l’obiettivo di consolidare politiche comuni già avviate
(agricoltura, ricerca, trasporti, tutela
dell’ambiente), o di creare le basi per
l’attivazione di nuove politiche comuni
(sociale, cultura, reti transeuropee, turismo ecc.).
Sul piano istituzionale, il Presidente
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della Giunta regionale è membro del
Comitato delle Regioni, organismo consultivo dell’Unione Europea istituito nel
1993 a seguito dell’entrata in vigore
del Trattato di Maastricht.
1.3.2. Il Servizio regionale
di collegamento presso
l’Unione Europea
I mutamenti intervenuti recentemente
sia in ambito comunitario che nazionale hanno ridefinito il contesto nel quale
le regioni europee si trovano ad operare nei rapporti con la Ue. Da un lato i
recenti sviluppi comunitari in termini di
policy, normativa e strumenti finanziari, dall’altro il progressivo processo di
decentramento in atto in tutti gli Stati
membri, hanno maggiormente responsabilizzato i governi regionali/locali nei
loro rapporti con la Ue. La presenza
delle regioni europee a Bruxelles è cresciuta in maniera esponenziale e vede
oggi 273 uffici di collegamento con le
Istituzioni della Ue appartenenti agli
attuali 25 Stati Membri (ad esclusione
di Portogallo, Lussemburgo, Slovacchia
Slovenia, Malta e Cipro).
Il forte aumento delle rappresentanze
regionali dimostra, inoltre, la volontà e
la necessità di migliorare i sistemi di
governance in un ottica di collaborazione tra i diversi livelli di governo regionale e le Istituzioni europee.
Negli ultimi anni, la Regione EmiliaRomagna e l’intero sistema territoriale
si sono inseriti in tale contesto ed
hanno dimostrato di saper valorizzare i
propri rapporti con le Istituzioni comunitarie nell’applicazione del diritto comunitario e nell’implementazione di politiche e nell’utilizzo di programmi di cofinanziamento. In tale ambito, il
Servizio regionale di collegamento con
la Ue rappresenta un importante “fattore” di stimolo che concorre ad interpretare ed aggregare i diversi bisogni
dell’Amministrazione regionale ed interessi territoriali.
Inoltre, la Regione, al fine di rafforzare
ed ottimizzare la propria strategia di
carattere comunitario, si avvale delle
due agenzie territoriali ERVET ed ASTER
con le quali sono in essere specifiche
convenzioni che prevedono il supporto
ad attività in campo comunitario.
La Regione Emilia-Romagna è presente
a Bruxelles con un proprio ufficio dal
1997 e, dal 2003, opera come struttura operativa regionale “Servizio di collegamento”. La sede regionale è condivisa con altre tre regioni europee,
Hessen-D, Aquitaine-F, Wielkopolska-PL.
Il Servizio ha attivato rapporti regolari
con una molteplicità di attori istituzionali e gruppi di interesse. I principali
fanno riferimento a:
Commissione europea
La funzione di dialogo del Servizio con
le Istituzioni comunitarie privilegia i
rapporti con la Commissione che - tradizionalmente aperta al dialogo con i
diversi gruppi di interesse – ha trovato
nelle Regioni un interlocutore naturale.
Il rapporto con le Direzioni Generali, i
Servizi e i Gabinetti dei Commissari
avviene tramite lo scambio di informazioni su politiche, programmi comunitari e attività di iniziativa legislativa relativamente alle aree di interesse
dell’Amministrazione regionale.
Parlamento europeo
È crescente l’attenzione per lo sviluppo
di relazioni con questa Istituzione che,
congiuntamente al Consiglio, esercita il
potere legislativo. Con le elezioni di
Giugno 2004, il numero dei
Parlamentari è di 732 membri di cui
72 italiani.
Rappresentanza Permanente d’Italia
presso la Ue
I rapporti tra il Consiglio della UE e le
Regioni sono tenuti tramite le
Rappresentanze Permanenti dei rispettivi Stati membri presso la UE, composte
da diplomatici, esperti ministeriali e,
per alcuni paesi, esperti regionali. Il
rapporto costante con la Rappresentanza Permanente d’Italia permette di
seguire efficacemente i dossier relativi
alle tematiche di interesse regionale ed
19
i lavori preparatori del Consiglio (gruppi
di lavoro , comitati e COREPER).
Il Comitato delle Regioni
Organo rappresentativo delle regioni e
degli enti locali in ambito comunitario
svolge anche funzioni di catalizzatore
di attività svolte presso le sedi comunitarie dalle Regioni in forma singola od
aggregata.
Regioni e Reti di regioni
La collaborazione tra regioni europee è
strategica per realizzare scambi di
esperienze, benchmarking, accrescere
la cultura europea ed il senso di appartenenza e di cittadinanza alla Ue. Il
Servizio fornisce supporto per la partecipazione della Regione ad associazioni
settoriali e gruppi di regioni europee
(tra cui AREPO, ERIK, ERISA) ed ha
contribuito al consolidamento di reti di
regioni nei settori della ricerca, dell’immigrazione, della strategia di Lisbona e
dell’ambiente (ERRIN, ERLAI, Lisbon
Regions e Sustainable Regions).
Attività del Servizio nel corso
del 2004
L’attività si è concentrata nei seguenti
ambiti: rappresentanza istituzionale,
networking con le regioni d’Europa,
informazione-formazione, assistenza
tecnica e attività promozionale; è proseguita inoltre l’attività di monitoraggio
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delle politiche comunitarie di interesse
regionale.
Rappresentanza istituzionale
Tale attività, definita lobbying, permette di rappresentare gli interessi
dell’Emilia-Romagna in ambito comunitario e nazionale, anche a seguito del
progressivo decentramento in corso in
tutti gli Stati membri, nella fattispecie
la riforma del titolo V della
Costituzione in Italia, che prevede un
intervento più incisivo delle regioni nel
processo di formazione di politiche e
normativa comunitaria (cosiddetta fase
ascendente).
Tra le principali attività di carattere istituzionale seguite nel 2004:
1. Partecipazione a tavoli di lavoro, a
Bruxelles, interregionali e comunitari
sulla proposta della Commissione europea sul VII Programma Quadro di ricerca e sviluppo al fine di accrescere la
dimensione regionale della ricerca europea.
2. Contributo all’inserimento della
dimensione regionale nella strategia di
Lisbona (nell’ambito della rete Lisbon
Regions).
3. Elaborazione di position papers
sulla partecipazione delle Regioni alla
fase ascendente e partecipazione ai
tavoli di lavoro a Bruxelles e Roma per
i lavori preparatori delle leggi n.131
del 5 giugno 2003 e n. 11 del 4 feb-
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braio 2005 applicative della Riforma
del Titolo V della Costituzione..
4. Supporto all’insediamento
dell’Agenzia Europea per Sicurezza
Alimentare (EFSA) in Parma.
5. Contributo al rilancio del Collegio
Europeo di Parma.
ne di seminari e visite studio. Sono
stati organizzati incontri formativi per
ANCI-UPI, scuole secondarie e
Università, mondo associativo, centri
servizi e per rappresentanti di
Amministrazioni locali e Camere di
Commercio.
Cooperazione interregionale
La cooperazione interregionale europea, per lo scambio di esperienze e
best practices e la reciproca conoscenza
dei propri livelli di governo, ha prodotto
risultati significativi in termini di consolidamento delle relazioni con le regioni
con le quali la RER ha un’intensa collaborazione o partenariati ufficiali (Assia,
Aquitania, Paesi della Loira,
Wielkoposlka, Galles, Scozia, Comunità
Valenciana, Stoccolma, Bratislava),
creazione di nuove reti interregionali e
rafforzamento di reti esistenti.
L’attività di assistenza tecnica (sviluppo
di idee progettuali, individuazione di
partner per i progetti transnazionali, organizzazione di incontri a Bruxelles) ha
consentito di accrescere la partecipazione della RER a programmi comunitari.
Informazione-formazione- assistenza
tecnica
L’attività è stata finalizzata a rispondere a richieste provenienti dai diversi settori dell’Amministrazione e dal territorio
su politiche, legislazione e programmi
della Ue.
Le richieste del 2004 sono state circa
2100 provenienti dall’amministrazione
regionale, enti locali, mondo associativo, università, centri servizi e ONG.
L’attività di formazione è consistita
invece nell’ideazione ed organizzazio-
Promozione della RER in ambito comunitario
Si tratta delle attività che la RER svolge
per accrescere l’immagine del proprio
sistema territoriale in ambito comunitario. Il Servizio ha promosso incontri ed
iniziative pubbliche in diversi ambiti
con altre regioni europee e reti di regioni. Ha infine realizzato conferenze
tematiche:
– “Allargamento della Ue: in 25 a
bordo”, con la presenza del Commissario europeo per l’allargamento;
– “Politica comunitaria per l’immigrazione: un ponte verso l’integrazione”,
con la partecipazione del Direttore
della Direzione Generale “Libertà,
Sicurezza e Giustizia” della Commissione europea.
Politiche comunitarie di interesse regionale
Il monitoraggio costante dell’evoluzione delle politiche comunitarie d’interesse per l’Emilia-Romagna, in particolare,
Politica di Coesione, Ricerca e Sviluppo,
Agricoltura e Sviluppo rurale, temi legati all’allargamento, Politica di
Prossimità e Relazioni esterne,
Immigrazione ed Asilo, Ambiente,
Salute dei Consumatori, Trasporti, ed,
infine, Cultura, è stato al centro delle
attività nel corso del 2004.
L’attenzione è stata inoltre finalizzata
su alcuni settori ritenuti strategici a
livello regionale:
– Ricerca e Sviluppo tecnologico in
particolare il VI Programma Quadro
(PQ) che offre importanti opportunità
di partecipazione alle Regioni per favorire la costituzione di reti per la cooperazione interregionale (ERRIN) e accrescere le conoscenze concernenti il
potenziale delle regioni in materia di
scienza, tecnologia e innovazione. La
partecipazione ai tavoli di consultazione promossi dalla Commissione europea ha permesso l’approfondimento e
l’individuazione di tali opportunità;
– Strategia di Lisbona la revisione e il
rilancio della Strategia di Lisbona vede
un forte coinvolgimento dei livelli di
governo nazionale, regionale e locale e
della società civile. È stata assicurata la
partecipazione attiva alla creazione di
una nuova rete di regioni – Lisbon
Regions – per promuovere la dimensio-
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ne regionale della Strategia. Il Network
ha presentato nel 2004 un position
paper al Gruppo di Alto Livello insediato
dalla Commissione e presieduto da
Wim Kok, al fine di promuovere la
voce delle regioni nel rapporto dedicato
al rilancio della Strategia di Lisbona.
– Politica Agricola/Salute dei consumatori l’attenzione si è focalizzata
sugli aspetti di interesse per la RER
della proposta del nuovo Regolamento
sullo sviluppo rurale, emanata nel
luglio 2004, in vista della definizione
della politica regionale agricola per il
periodo 2007 -2013. Inoltre, a seguito
dell’insediamento sul territorio regionale dell’Agenzia sulla sicurezza
Alimentare (EFSA) e l’obiettivo della
RER di diventare polo comunitario sulla
sicurezza alimentare, si sono monitorate direttive, regolamenti e attività volte
a garantire un elevato ed effettivo livello comune di tutela dei consumatori e
favorire l’adeguata partecipazione delle
organizzazioni dei consumatori nello
sviluppo delle politiche europee di loro
interesse. In stretto raccordo con la
Direzione regionale Agricoltura è stata
assicurata la partecipazione ai lavori
della reti europee AREPO e OGM free.
– Immigrazione e Asilo, favorire l’integrazione degli immigrati in Europa è
una priorità dell’agenda politica comunitaria, confermata dal Consiglio europeo dell’Aia del novembre 2004.
Il Servizio, alla luce delle priorità regio-
nali, ha contribuito al rafforzamento
delle attività del primo network a livello europeo in tale ambito: ERLAI
(European Regional and Local
Authorities on Asylum and Immigration)
ha promosso forme di cooperazione
orizzontale sull’integrazione tra diverse
regioni ed enti locali a livello europeo.
In stretto raccordo con la Direzione
regionale Politiche sociali e Sanità, il
network è infatti occasione di scambio
di esperienze e informazioni su politiche e finanziamenti, incontri e seminari. È stato attivato un sito web specifico
http://www.emilia-romagnasociale.it
/erlai.htm
– Concorrenza/Aiuti di Stato La revisione degli orientamenti in materia di
Aiuti di Stato che la Commissione europea sta effettuando per il periodo successivo al primo gennaio 2007, unitamente alle attività di notifiche di aiuti
effettuate dalla Regione, richiede una
costante attenzione nel reperimento
delle informazioni e nei contatti con la
Rappresentanza Permanente d’Italia
presso la Ue ed i Servizi competenti
della Commissione europea.
– Politica di Prossimità/Allargamento
L’allargamento della UE ai dieci nuovi
Stati Membri ha rappresentato l’inizio
di una nuova fase per il rafforzamento
della stabilità e dello sviluppo e l’avvio
della politica di prossimità. In que-
st’ambito è stato monitorato l’evoluzione di questa nuova politica e degli strumenti di implementazione per permettere alla RER di utilizzare le nuove
modalità di cooperazione europea per
la prossima programmazione e aumentare la sua attività nelle aree paese
considerate strategiche, come Balcani e
Mediterraneo.
– Cooperazione allo sviluppo particolare attenzione è stata posta alla politica
per lo sviluppo e gli strumenti di cofinanziamento comunitario per le aree
geografiche di interesse regionale
anche attraverso una sistematizzazione
delle relazioni con i diversi Servizi competenti della Commissione europea. A
tal fine sono state redatte SchedePaese costantemente aggiornate e disponibili.
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LA POLITICA COMUNITARIA
DI COESIONE TERRITORIALE
ED ECONOMICA
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SETTIMOEURORAPPORTO
2.1.
LE POLITICHE
COMUNI
STRUTTURALI
2.1.1. Il nuovo scenario
2007-2013
Accanto al consolidamento dell’attuazione dei programmi previsti per il periodo 2000-2006, nel febbraio del
2004 la Commissione europea ha definito e presentato il progetto politico e
programmatico1 per rispondere alle
sfide che l’Unione europea deve affrontare fino al 2013.
Nel luglio 20042, la Commissione ha
fatto conoscere la propria proposta relativa alle risorse finanziarie necessarie da
mobilitare nel bilancio comunitario; la
proposta non propone modifiche al massimale delle risorse da determinare a
livello comunitario, che rimane l’1,24%
del reddito nazionale lordo, ma solo un
aumento delle risorse impiegate all’interno di tale massimale in ragione delle
crescenti responsabilità dell’Unione
(nuove politiche da attivare) e del costo
di successivi allargamenti. Ai fini di una
semplificazione e razionalizzazione è
proposto inoltre una ridefinizione della
struttura del bilancio in quattro rubriche
che rappresentano i grandi obiettivi
dell’Unione ed alle quali fanno riferimento le diverse politiche comuni:
1. Crescita sostenibile
1a Competitività per la crescita e l’occupazione
1b Coesione per l’occupazione
2. Preservazione e gestione delle
risorse naturali
3. Cittadinanza
4. Europa come partner globale
Le proposte prevedono un totale di
risorse pari a 1.025 miliardi di euro (di
cui circa 1/3 riservate alle politiche di
coesione) ed hanno rappresentato il
punto di partenza per le decisioni del
Consiglio e del Parlamento europeo
sulle prospettive finanziarie 20072013.
Le proposte hanno dato avvio ad un
ampio ed intenso negoziato fra Stati
membri e con la Commissione per definire le proposte finali che il Consiglio
europeo dovrà adottare.
I negoziati avviati nel 2004 hanno
messo in luce forti difficoltà nel raggiungere un accordo: un gruppo di
paesi cosiddetti “rigoristi” si sono
espressi per un deciso ridimensionamento del bilancio comunitario (1% del
RNL) con un forte contenimento delle
spese per le politiche di coesione; un
altro gruppo di paesi (Italia compresa)
si è espressa per il mantenimento di
livelli adeguati di spese salvaguardando
in particolare le politiche di coesione.
Né il Vertice del dicembre 2004, né
quello del giugno 2005, a conclusione
della presidenza lussemburghese,
hanno permesso di raggiungere un
compromesso con la conseguente
approvazione delle prospettive finanziarie 2007/2013.
Unitamente alle proposte finanziarie la
Commissione europea, nel corso del
2004, ha presentato proposte dettagliate che definiscono il futuro quadro
giuridico di intervento delle diverse politiche settoriali dell’Unione; in particolare in relazione alla nuova politica di
coesione, alla politica di sviluppo rurale, alla politica strutturale della pesca.
Le proposte prevedono una ridefinizione degli obiettivi e degli strumenti
finanziari di sostegno a tali politiche.
2.1.2. La nuova politica
di coesione della UE
Il processo di riforma della politica di
coesione è stato avviato con la presentazione, nel febbraio 2004, della
“Terza relazione sulla coesione economica e sociale” che riporta la nuova
impostazione di tale politica proposta
dalla Commissione europea a decorrere
dal 2007. L’impostazione tiene conto
dei grandi cambiamenti che influenza-
25
no l’assetto politico- economico
dell’Unione europea che a seguito dell’allargamento vedrà, in particolare,
localizzati nei nuovi paesi membri dell’est Europa il problema delle disparità
strutturali. Nel rapporto emerge inoltre
con chiarezza l’esigenza di integrare le
politiche di coesione con le priorità definite dalla cosiddetta “strategia di
Lisbona e Goteborg” che pongono l’attenzione sull’importanza, per l’intera
economia europea, dell’innovazione e
della crescita sostenibile.
Nel corso del mese di luglio 2004, la
Commissione europea ha approvato e
presentato agli Stati membri le nuove
proposte di regolamento3 che definiscono il quadro giuridico della nuova politica di coesione e che consistono in:
• un regolamento generale che fissa i
nuovi obiettivi, le norme di programmazione, eleggibilità e gestione degli
interventi;
• 3 regolamenti che stabiliscono disposizioni specifiche per ogni fondo struttu-
1
Doc.COM(2004) 101 “Costruire il nostro
avvenire comune - Sfide e mezzi finanziari
dell’Unione allargata”.
2
Doc.COM (2004) 487 “Prospettive finanziarie 2007-2013”
3
Docc.COM(2004) 492,493, 494, 495,
496 del 14.7.2004
02-Politica comunitaria
11-11-2005
26
rale, Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo sociale europeo
(FSE), Fondo di coesione (FdC);
• un regolamento per la creazione di
un nuovo strumento di cooperazione
denominato GECT (Gruppo europeo di
cooperazione transfrontaliera) che
avrebbe il compito di attuare programmi sulla base di una convenzione tra i
diversi livelli di Amministrazioni (nazionali, regionali, locali) coinvolti nella
gestione.
La nuova politica ridefinisce quindi le
priorità e gli obiettivi e riforma gli strumenti finanziari di supporto a tale politica. La Commissione propone un sistema di governance basato sull’adozione
di “Orientamenti strategici globali”
adottati dal Consiglio per guidare ed
impostare la nuova programmazione,
un “Quadro strategico nazionale”
adottato da ciascun Stato membro per
impostare la propria strategia e programmazione operativa, i “Programmi
operativi nazionali e/o regionali”
monofondo, finanziati cioè da un solo
fondo strutturale.
10:41
Pagina 26
SETTIMOEURORAPPORTO
riferimento la quasi totalità delle regioni dei nuovi stati membri e parte delle
attuali regioni ob.1; è inoltre previsto
un meccanismo di phasing in (mantenimento nell’obiettivo con un sostegno
finanziario decrescente) per le regioni
attualmente in ob.1 ma che per “effetto statistico” non rientrerebbero nel
nuovo obiettivo.
2) Competitività come supporto alle
regioni fuori dall’obiettivo convergenza
che si trovano ad affrontare problemi di
mantenimento e rafforzamento di competitività ed attrattività territoriale.
3) Cooperazione territoriale che rappresenta, nelle finalità e nella strategia, la continuazione ed il rafforzamento dell’attuale iniziativa Interreg III
dedicata alla cooperazione transeuropea. In tale obiettivo verranno finanziati programmi di cooperazione “interna”
ai confini dell’Unione europea.
L’approccio rinnovato della
Commissione ha condotto alla definizione di tre obiettivi:
La proposta della Commissione europea
assegna complessivamente alla politica
di coesione risorse pari a circa 338
miliardi di euro delle quali il 78% all’obiettivo Convergenza, il 18% all’obiettivo Competitività ed il 4% alla
Cooperazione.
1) Convergenza intesa come supporto
alla crescita delle regioni della UE in
ritardo di sviluppo con un PIL < 75%
della media europea: ad esso faranno
Al momento in cui si scrive, i negoziati
in corso per la definizione delle prospettive finanziarie e dei regolamenti
fanno supporre una revisione della
quota globale delle risorse dedicate alla
politica di coesione ed una modifica
delle percentuali proposte dalla
Commissione per i tre nuovi obiettivi.
2.1.3. La nuova politica
di sviluppo rurale
La svolta avviata nel 2003 con la radicale riforma della politica agricola
comune (PAC) si è prolungata nel
2004 con l’adozione di vari regolamenti applicativi e con la proposta di
istituzione di due nuovi fondi di finanziamento dei due pilastri della politica
agricola, il Fondo europeo agricolo di
garanzia (FEAGA) e un Fondo europeo
agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).
In particolare per il periodo
2007/2013, la Commissione ha adottato disposizioni4 per riformare la politica di sviluppo rurale che rappresenta
il secondo pilastro della PAC ed è considerata a tutti gli effetti una politica a
finalità strutturale. La riforma proposta
è incentrata su tre obiettivi:
grammatica della politica di coesione
che la Commissione europea considera
strettamente correlata nella sua attuazione.
Anche per la politica di sviluppo rurale
sono previsti “Orientamenti strategici
comunitari”, “Piani strategici nazionali”
e “Programmi regionali e/o nazionali
di sviluppo rurale”.
L’attuale iniziativa comunitaria Leader
sarà inglobata nei piani regionali di sviluppo rurale che dovranno contenere un
asse specifico dedicato allo sviluppo
locale da attivarsi secondo l’approccio
“bottom up” sperimentato con gli
attuali programmi Leader.
La proposta della Commissione europea
assegna alla nuova politica di sviluppo
rurale risorse pari a circa 88,7 miliardi
di euro che, come per la politica di
coesione, dovrebbero essere riviste nell’ambito del negoziato globale sulle
prospettive finanziarie.
2.1.4. La nuova politica
strutturale per la pesca
• rafforzamento della competitività del
settore agroforestale;
• salvaguardia dell’ambiente e del
paesaggio rurale;
• miglioramento della qualità della
vita nelle zone rurali.
Nel perseguire gli obiettivi specifici
della politica comune della pesca (PCP)
la Comunità è impegnata a sostenere
gli adeguamenti strutturali essenziali
La riforma riprende l’impostazione pro-
4
Doc.COM(2004) 490 del 14.7.2004.
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11-11-2005
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SETTIMOEURORAPPORTO
per ottenere un equilibrio tra risorse e
capacità di pesca prendendo in considerazione le caratteristiche particolari
delle attività di pesca e acquacoltura,
legate alla struttura sociale del settore
e alle disparità naturali e strutturali tra
le differenti aree in cui si praticano tali
attività.
Con la proposta di creazione di uno
specifico strumento finanziario (Fondo
europeo per la pesca – FEP)5 derivato
dall’attuale Fondo SFOP, l’Unione europea attiverà interventi di assistenza per
lo sviluppo ed il mantenimento del tessuto socio economico delle comunità
attive nel settore.
Pur trasformandosi in strumento specifico del settore, il Fondo manterrà i fondamenti e le caratteristiche dei Fondi
strutturali: programmazione, partenariato, cofinanziamento sussidiarietà ed
attenzione alle regioni meno favorite.
Per il periodo 2007-2013 la proposta
della Commissione prevede risorse pari
a 4,9 miliardi di euro.
2.2.
LO SVILUPPO
RURALE
2.2.1. Il nuovo
regolamento
di sviluppo rurale
A seguito della riforma del primo pilastro della PAC – che ha accentuato la
complementarietà tra due pilasti introducendo il disaccoppiamento, la condizionalità e la modulazione – e dell’allargamento della UE, a livello comunitario, nel corso del 2004, si sono avviati i lavori per la definizione del nuovo Regolamento di base per il sostegno
allo Sviluppo Rurale (SR) nel periodo
di programmazione 2007-2013 e del
relativo Regolamento finanziario.
La nuova proposta di Regolamento
(COM (2004) 490 del 14.07.2004),
oltre agli obiettivi principali dei tre Assi
tematici: accrescere la competitività
attraverso il supporto alla ristrutturazione, valorizzare l’ambiente e lo spazio
naturale attraverso la gestione del territorio e migliorare la qualità della vita
nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche, si
propone di accompagnare e completare
la riforma in corso della PAC assicurando la coerenza con gli strumenti e gli
interventi del primo pilastro e contribuire alla realizzazione di altre priorità
politiche della Ue quali la gestione
sostenibile delle risorse naturali, l’innovazione e la competitività in ambito
rurale la coesione economica e sociale.
A questo proposito una novità fondamentale introdotta dalla riforma sullo
SR riguarda la messa a punto da parte
della Commissione di un documento di
linee guida strategiche comunitarie per
lo SR che, enunciando le priorità della
Ue per i tre assi politici, servirà come
riferimento per la predisposizione, a
cura degli Stati Membri, di Piani strategici nazionali i quali a loro volta verranno attuati a livello locale dai programmi di SR.
Altro importante obiettivo, che la Ue si
prefigge di raggiungere con la nuova
programmazione 2007-2013, consiste
nel semplificare l’onere amministrativo
che grava sugli Stati Membri e sulla
Commissione riconducendo lo SR in un
unico quadro finanziario e programmatico comprendente anche i programmi
Leader che diventano un vero e proprio
Asse nell’ambito dello SR . Vi saranno
quindi due soli fondi finanziari uno per
il primo pilastro denominato Fondo
europeo agricolo di garanzia (FEAG) e
uno per il secondo chiamato Fondo
europeo agricolo sullo sviluppo rurale
(FEASR).
27
Tale impostazione se da un lato comporta una maggiore trasparenza e
senso di responsabilità nell’uso dei
fondi Ue dall’altro lascia un più ampio
margine di libertà agli SM sulle modalità di attuazione dei programmi grazie
ad un alleggerimento della legislazione
applicativa e delle condizioni di ammissibilità e ad una semplificazione dei
sistemi di gestione e di controllo finanziari.
Particolare enfasi viene data al partenariato con una logica più stringente rispetto al passato definendo un insieme
di attori che entrano nelle varie fasi di
programmazione, attuazione e valutazione delle strategie e dei programmi
nazionali. Questo, insieme all’adozione
in forma diffusa dell’approccio dal
basso già sperimentato con Leader, lo
scambio di buone pratiche e la costituzione di reti, favorirà quel dialogo strutturato che è il presupposto per una
buona amministrazione.
Come accennato, il Regolamento si articola in quattro Assi:
• Asse 1 - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale,
• Asse 2 - Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale,
5
Doc.COM(2004) 497 del 14.7.2004.
02-Politica comunitaria
11-11-2005
28
• Asse 3 - Qualità di vita e diversificazione dell’economia rurale,
• Asse 4 - Leader (che non era presente nel precedente Reg. CE 1257/99)
ciascuno composto da una serie di
misure
Le modifiche più salienti della nuova
proposta relativamente alle singole
misure si possono così riassumere:
• ricorso a servizi di consulenza e assistenza alla gestione da parte degli
imprenditori agricoli e forestali per
migliorare la gestione sostenibile delle
aziende;
• migliorare la qualità dei prodotti
agricoli e dei metodi di produzione ed
elevare i livelli di protezione ambientale, sicurezza sul lavoro igiene e benessere degli animali;
• rispetto dei requisiti obbligatori pre-
10:41
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SETTIMOEURORAPPORTO
scritti dalla normativa comunitaria in
materia di ambiente, sanità pubblica,
salute delle piante e degli animali,
benessere degli animali e sicurezza sul
lavoro;
• metodi di produzione sostenibili con
le esigenze di salvaguardia dell’ambiente e del territorio (gestione dei siti
Natura 2000, conservazione della biodiversità, protezione dell’acqua e del
suolo). In particolare deve essere assicurato un sostegno agli agricoltori e
agli imprenditori forestali per i vincoli
imposti dalle Direttive 79/409 /CEE,
92/43/CEE e 2000/60/CE;
• gestione sostenibile delle foreste e
promozione del loro ruolo multifunzionale (materie prime rinnovabili, equilibrio idrologico, protezione del suolo
dall’erosione, riserva di carbonio, effetto sociale e ricreativo, ecc.) nonché
compatibilità degli imboschimenti con
le condizioni locali dell’ambiente e conservazione della biodiversità degli ecosistemi forestali;
• diversificazione delle attività agricole
verso quelle extra-agricole (in particolare le attività turistiche), miglioramento
dei servizi essenziali nelle zone rurali,
realizzazione di investimenti destinati a
tutelare e riqualificare il patrimonio
rurale.
2.2.2. Il Piano Regionale
di Sviluppo Rurale
2000-2006
Il Piano regionale di sviluppo rurale6
(PRSR) della Regione Emilia-Romagna
elenca gli interventi strutturali e di sviluppo rurale finanziati nel settore agri-
Programma regionale di sviluppo rurale – piano finanziario 2000-2006 (in milioni di Euro)
Asse 1 “Sostegno competitività imprese”
Asse 2 “Ambiente”
Asse 2 “Sviluppo locale integrato”
Valutazione
Totale
Misure in corso
Totale
Contributo UE
Cofinanziamento pubblico
totale
Quota privata
Totale
130,52
217,23
36,02
1,92
385,69
1,01
386,70
308,81
434,66
85,52
3,85
832,84
3,85
836,69
358,72
5,63
66,38
0,00
430,72
0,00
430,73
667,53
440,29
151,9
3,85
1.263,57
3,85
1.267,42
colo dall’Unione europea, ha l’obiettivo
globale di “accrescere la competitività
delle imprese, mantenendo la coesione
e l’integrazione dei sistemi socio-economici territoriali e favorendo la salvaguardia delle risorse ambientali”,
accompagnando l’evoluzione differenziata delle diverse realtà agricole presenti in regione, grazie alla valorizzazione dei punti di forza specifici di ciascuna e ad un’integrazione virtuosa fra
tutela dell’ambiente e sviluppo socioeconomico.
Il Piano si articola in tre Assi principali,
che rispondono alle seguenti priorità:
• Asse 1 - sostegno all’ammodernamento e alla diversificazione della
struttura produttiva, di rilevanza strategica per l’agricoltura intensiva;
• Asse 2 - promozione di attività agricole eco-compatibili, rafforzando la
valenza ambientale dell’agricoltura;
• Asse 3 - supporto allo sviluppo locale tramite interventi integrati, finalizzato ad incentivare l’agricoltura tipica di
pregio e lo sviluppo organico delle aree
rurali.
6
Decisione della Commissione Europea del
20 luglio 2000 n. C(2000) 2153 modificata con decisioni C(2001) 2442 del
2.8.2001, C(2002) 3489 del 8.10.2002,
C(2003) 2697 del 17.7.2003 e C(2004)
401 del 5.2.2004.
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SETTIMOEURORAPPORTO
Nel periodo di programmazione 20002006 la dotazione finanziaria complessiva del PRSR è di 836.688.076 euro
in termini di spesa pubblica di cui
386.700.000 euro di fonte comunitaria. L’impegno finanziario previsto a
carico dei soggetti privati è di
430.741.560 euro che porta ad una
spesa complessiva prevista di euro
1.267.429.636.
I pagamenti per l’anno 2004
Per l’esercizio finanziario 2004 la
Regione ha erogato complessivamente
113,3 Meuro di spesa pubblica, di cui
50,5 Meuro di risorse comunitarie. Gli
obiettivi di spesa (aggiornamento
annuale) sono stati raggiunti nonostante la velocità di erogazione sia stata
rallentata in seguito ad alcuni cambiamenti delle procedure gestionali per la
Misura 2f “ Misure Agroambientali” e
a ritardi nelle procedure di rendicontazione della misura 1.g “Miglioramento
delle condizioni di commercializzazione
e trasformazione”, legate al rilascio di
autorizzazioni di conformità sulle opere
realizzate.
I pagamenti erogati dall’inizio della
programmazione fino al 2004 sono
stati 651,3 Meuro in termini di spesa
pubblica e 288,8 di risorse comunitarie, rispettivamente il 73% e il 75% del
totale disponibile. Rispetto alla disponibilità iniziale del periodo 2000-2004
la Regione, nonostante il rallentamento
29
Tabella 1
Pagamenti del Piano Regionale di Sviluppo Rurale per l’anno 2004 – Anno finanziario
Descrizione misura
Totale Spesa
pubblica
Partecipazione
UE
Quota
nazionale
Quota
regionale
Investimenti nelle aziende agricole
Insediamento giovani
Formazione
Miglioramento delle condizioni di trasformazione
e commercializzazione
Zone svantaggiate li
Misure agroambientali
Imboschimento superfici agricole
Altre misure forestali
Tutela dell’ambiente in agricoltura, silvicoltura…
Commercializzazione prodotti agricoli qualità
Rinn. e svil. villaggi e prot. cons. del patr. rurale
Diversif. delle attività agricole
Gestione risorse idriche
Svil. migl. infrastrutture rurali
Valutazione
Reg.(CEE) 2078/92
Reg.(CEE) 2079/92
Reg.(CEE) 2080/92
Misure transitorie
Vecchio regime pre 1992
Importi pagati e recuperati
Totale netto
29.520.985
13.577.568
574.147
11.234.250
6.788.784
287.074
12.800.659
4.752.149
200.952
5.486.075
2.036.635
86.122
12.429.134
3.276.318
26.989.021
1.374.862
3.641.854
456.232
3.200.185
3.753.964
1.757.912
5.300.475
—
493.318
4.129.588
56.512
2.678.078
—
53.295
–3.301
113.260.147
4.660.925
1.638.159
13.494.510
687.431
1.820.927
171.087
1.440.083
1.407.736
791.060
2.385.214
5.437.746
1.638.159
13.494.511
687.431
1.274.649
199.602
1.232.071
1.642.359
676.796
2.040.683
2.330.463
246.659
2.060.766
28.256
1.339.039
172.661
2.068.822
28.256
1.339.039
73.998
—
13.324
–1.519
50.493.766
39.971
–1.534
49.724.982
—
248
13.041.399
del 2004, ha utilizzato 18 Meuro di
risorse comunitarie in più (+7%), attingendo dalle sottoutilizzazioni generate
a livello nazionale e comunitario.
546.278
85.544
528.031
703.868
290.055
874.578
Stato di attuazione dal 2000 al
2004 (domande ammesse)
oltre 19.500 domande, per una spesa
Nel periodo 2000-2004, per le sole
nuove misure, sono state approvate
assunti coprono il 84% della disponibili-
pubblica di 507,2 Meuro. Gli impegni
tà finanziaria, al netto delle risorse
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SETTIMOEURORAPPORTO
30
Tabella 2
PRSR: Numero di domande
Disponibilità totale
Quota nazionale
30%
Quota privati
33%
Quota regionale
6%
Misure
Quota UE
31%
Risorse erogate
Quota privati
32%
Quota regionale
5%
Quota nazionale
31%
Quota UE
32%
Fonte di finanziamento
Disponibilità totale
Risorse erogate
%
Quota nazionale
Quota UE
Quota regionale
Quota privati
Spesa pubblica
Costo totale
1.377.500.001
1.386.700.000
1.073.684.860
1.422.437.305
1.837.884.861
1.260.322.166
277.394.865
288.818.234
49.050.288
284.452.611
615.263.386
899.715.997
73%
75%
67%
67%
73%
71%
Figura 1
Distribuzione percentuale delle risorse per fonti di finanziamento
destinate al pagamento di vecchi impegni, con punte del 90% e del 97%
rispettivamente per gli assi 1 e 3, mentre l’asse 2 si trova al 70%.
Considerando le caratteristiche dei
beneficiari interessati da almeno un
intervento del PRSR al 31-12-2004, il
loro numero complessivo è stato di
13.500 (13% rispetto alle aziende
agricole regionali), per un totale di
oltre 400 mila ettari di SAU (circa il
36% della SAU totale regionale).
La maggior parte delle aziende hanno
beneficiato di una sola tipologia di
Investimenti nelle aziende agricole
Insediamento giovani
Formazione*
Miglioramento delle condizioni di trasformazione
e commercializzazione
Zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali
Misure agroambientali
Imboschimento superfici agricole
Altre Misure forestali
Tutela dell’ambiente in relazione all’agricoltura,
alla silvicoltura…
Commercializzazione prodotti agricoli qualità*
Rinn. e svil. villaggi e prot. cons. del patrimonio rurale*
Diversificazione delle attività agricole*
Gestione risorse idriche*
Sviluppo e miglioramento infrastrutture rurali*
Valutazione
Totale
N.
beneficiari
Contributo impegnato
fino al 2004
2.996
5.797
763
150.203.029
84.702.451
5.497.348
76
1.590
6.345
182
481
46.099.928
14.231.464
99.457.643
3.515.240
17.792.193
30
89
144
560
13
436
7
19.509
982.057
4.903.109
15.160.287
25.729.854
6.527.452
30.789.079
1.649.054
507.240.188
I dati non tengono conto delle eventuali rinunce e delle economie di gestione avvenute successivamente
alla data di ammissione. Per tali Misure i dati non sono, al momento, disponibili.
intervento fra quelle previste per il
PRSR, ma il 17% ha comunque ricevuto contributi per più di una misura.
Dal punto di vista delle caratteristiche
fisiche, le aziende beneficiarie si concentrano nelle classi di SAU medio alte;
infatti il 67% ha una SAU superiore a
10 ettari, mentre dai dati censuari del
2000 emerge che solo il 25% delle
aziende totali regionali supera tale
soglia. Inoltre la classe di SAU da 20 a
50 Ha pesa per il 28% fra i beneficiari
del PRSR, mentre a livello regionale la
stessa classe incide per il 9%.
La concentrazione degli interventi sulle
aziende più grandi si conferma ulteriormente analizzando la distribuzione dei
beneficiari per classe di UDE, come si
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SETTIMOEURORAPPORTO
100%
90%
4%
1%
9%
14%
80%
70%
28%
2%
Stato di attuazione 2004
(domande ammesse)
26%
40%
75%
30%
20%
33%
10%
0%
Aziende beneficiarie PRSR
Regione (Censimento 2000)
Meno di 10 ha Da 10 a 20 ha Da 20 a 50 ha Da 50 a 100 ha Oltre 100 ha
Figura 2
Aziende beneficiarie per classe di SAU
100%
90%
16
4
9
15
80%
70%
24
14
60%
50%
26
15
40%
30%
20%
10%
0%
può osservare dalla figura 3
9%
60%
50%
14
43
10
10
Aziende beneficiarie PRSR
Regione (Censimento 2000)
Inferiore a 4 Da 4 a 8 Da 8 a 16 Da 16 a 40 Da 40 a 100 Oltre 100
Figura 3
Aziende beneficiarie per classe di UDE
31
Le domande ammesse a finanziamento
nel 2004 (tab. 7) sono state 6.767
per oltre 73,6 milioni di euro di contributi, con 28,4 milioni di quota FEOGA.
Rispetto agli anni precedenti e all’andamento della programmazione del Piano, le novità più importanti riguardano:
• la Misura 2.f (Agroambiente), in cui
sono state ammesse le domande del
secondo bando (presentazione nel
2003);
• la misura 2.i (Altre misure forestali),
in cui sono state impegnate la maggior
parte delle risorse;
• la misura 2.t (Tutela dell’ambiente),
in cui sono state ammesse tutte le
domande previste per la attuale programmazione.
Per le altre Misure è continuata la
gestione ordinaria senza importanti
cambiamenti procedurali.
Per la Misura 1.g sono state concluse
le istruttorie delle domande presentate
sul secondo bando.
La maggiore quota di contributi è assorbita dalla Misura 1.a (Investimenti
nelle aziende agricole) con 25,7 milioni di euro (35% sul totale delle
ammesse 2004) e con 355 domande.
La Misura 2.f ha assorbito una parte
importante delle risorse raggiungendo
13,4 milioni di euro (18% su 3.600
domande), mentre la 1.b
(Insediamento giovani agricoltori) ha
richiesto, con 521 domande, un volume di contributi di 10 milioni di euro
(14%). Infine un’altra parte importante è stata impegnata nella misura 2.i
(Altre misure forestali) per quasi 10
milioni di euro (13%).
Misura 1.a – Investimenti nelle
aziende agricole
La Misura 1.a ha raggiunto ormai la
piena fase di attuazione, avendo terminato le presentazioni delle domande già
nel corso dell’anno civile 2003. Nel
2004 si trova all’ultimo anno anche per
ciò che riguarda le ammissioni a contributo: la disponibilità iniziale prevista dal
PSR è stata utilizzata completamente
(60,75 milioni di euro in quota
FEOGA), salvo per 1 milione di euro. In
seguito all’assegnazione alla Regione di
ulteriori fondi comunitari a valere sulle
risorse della modulazione (Reg.
1782/2003), alla misura sono stati
assegnati ulteriori 2 milioni di euro che
consentiranno di finanziare altre domande fra quelle già presentate e risultate
ammissibili in seguito all’istruttoria.
La situazione al 31-12-2004 si presen-
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SETTIMOEURORAPPORTO
pari a euro 1.811.874 e hanno approvato progetti per 1.790.691 euro.
Tabella 3
Attuazione 2004 – Numero di domande, ettari e importi ammessi nel 2004
Misure
N.
beneficiari
Investimenti nelle aziende agricole
Insediamento giovani
Formazione
Miglioramento trasformazione commercializzazione
Zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali
Misure agroambientali
Imboschimento superfici agricole
Altre Misure forestali
Tutela dell’ambiente in relazione all’agricoltura, alla silvicoltura…
Commercializzazione di prodotti agricoli di qualità
Rinnovamento e miglioramento dei villaggi rurale
Diversificazione delle attività del settore agricolo
Gestione delle risorse idriche in agricoltura
Sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali
Valutazione
TOTALE
355
521
74
0
1.687
3.617
19
342
30
1
9
86
0
25
1
6.767
Ettari o capi
di bestame
39.000
48.210
98
87.308
ta come segue: le domande ammesse
nel 2004 sono 355 per un investimento ammesso di 65 milioni di euro e un
totale di 25,7 milioni di euro di contributi. Le domande ammesse totali della
programmazione sono state 2.996 per
390 milioni di euro di investimenti
ammessi e 150 milioni di contributi.
ammesse 521 domande, i cui titolari si
sono insediati in 477 aziende, per un
premio totale di 10,4 milioni di euro.
Rispetto al totale delle 3.464 domande
ammesse per 59 milioni di euro si tratta del 15%, un risultato inferiore alla
media annuale della misura, pari a
866 domande per 14,7 milioni di
euro.
Misura 1.b - Insediamento
giovani agricoltori
Se si considera l’intero insieme delle
domande ammesse al 31-12-2004
comprendendo anche le domande pre-
Nel corso dell’anno 2004 sono state
Spesa
pubblica
Quota
Feoga
25.757.250
10.421.989
1.790.691
0
3.202.536
13.382.396
364.293
9.856.162
982.057
180.843
724.484
4.833.447
0
2.067.274
75.000
73.638.422
9.737.452
5.210.994
895.346
0
1.601.268
6.691.198
182.147
491.028
81.379
326.018
2.175.051
0
930.273
37500
28.359.654
sentate nella vecchia programmazione
e reistruite (Ex Reg. CE 950/97), il
totale degli impegni sale a 84,7 milioni di euro con un totale di beneficiari
pari a 5.800, insediatisi in oltre 5.200
aziende.
Misura 1.c – Formazione
I progetti formativi presentati sono
risultati 80, di questi ne sono stati
approvati 74 in prima priorità; le Province hanno avuto una assegnazione
Per la formazione individuale sono
state assegnate risorse finanziarie per
688.126 euro, le attività però si svolgeranno nel 2005.
L’area tematica più richiesta dai partecipanti alla formazione tradizionale è
stata quella riguardante le tecniche produttive, in particolare il settore biologico, la qualità, la valorizzazione del prodotto. Per questa area il numero di
corsi, di ore e di partecipanti è risultato
più elevato, con percentuali del 68%.
Seguono la diversificazione e marketing (11%), tematiche gestionali (9%)
e informatica e lingue (6%).
Riguardo alla categoria di utenti quella
dei “lavoratori autonomi” è la più rappresentata con il 75% dei partecipanti.
L’età di coloro che partecipano ai corsi
è a favore dei giovani: il 59% ha meno
di 40 anni.
La rappresentanza di genere si attesta
con percentuali del 25% di partecipazione femminile sia per la formazione
individuale sia per la tradizionale.
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Misura 1.g – Miglioramento
delle condizioni
di trasformazione
e commercializzazione
dei prodotti agricoli
Nel corso dell’anno 2004 non sono
state effettuate nuove ammissioni sul
primo bando che comunque ha subito
alcuni aggiustamenti rispetto alla situazione 2003, sia in termini di ricollocazione di risorse liberate per rinunce o
revoche delle domande già ammesse
che per variazioni nell’ammontare degli
investimenti ammessi dovuti a varianti
e collaudi.
Lo stato di avanzamento del secondo
bando segue i tempi previsti dal
P.O.M., in cui nel 2004 era prevista la
pubblicazione della graduatoria di
ammissibilità. Delle 193 domande presentate, al completamento della fase
istruttoria ne sono state rese ammissibili 151, con le maggiori percentuali
nel settore carne (51, pari al 34%),
lattiero caseario (38, pari al 25%),
ortofrutticolo (27, pari al 18%) e
numerosità più ridotte per i settori
rimanenti. Altre 32 domande presentate sono state beneficiarie dei contributi
sul credito d’imposta: queste domande
sono state giudicate ammissibili a contributo ma non comprese nella graduatoria in quanto si tratta di un aiuto di
stato non cumulabile con il PRSR.
Misura 2.e - Indennità
compensativa in zone
sottoposte a svantaggi naturali
Per il 2004 l’aiuto per ettaro di superficie foraggiera è stato elevato a 85
euro, dopo due annate a 60 euro. Le
domande presentate sono state 1.687
di cui 1.550 liquidate nell’esercizio
finanziario 2004 e la superficie
ammessa a contributo ha raggiunto
39.000 ettari, leggermente superiore
rispetto agli anni precedenti.
L’applicazione della misura è rimasta
invariata ed anche le aziende sono
sostanzialmente le medesime che
annualmente ripetono la domanda di
contributo.
Le zone montane di Reggio Emilia, di
Forlì-Cesena e di Parma sono quelle da
cui proviene la maggiore adesione, rappresentano infatti il 63% del totale
regionale per superficie e per importo.
Nei cinque anni di applicazione della
misura sono stati erogati aiuti per 14,2
milioni di euro, pari al 72% della disponibilità nell’intero periodo di programmazione. Mediamente nel periodo sono
state presentate 1.590 domande all’anno con un aiuto per domanda di
1.580 euro. Il 2003 è stato l’anno con
il maggior numero di domande e con il
più basso aiuto medio per azienda.
Misura 2.f - Misure
agroambientali
Nel corso dell’anno, in risposta al
bando emanato nel 2003, sono state
presentate 3.700 domande per nuovi
impegni.
Le caratteristiche principali del secondo
bando di questa programmazione
hanno riguardato:
• la priorità per le azioni a carattere
ambientale-paesaggistico,
• la scelta degli enti territoriali di quali
azioni attivare per favorire la concentrazione degli impegni nelle aree territoriali ritenute più sensibili, come le
aree vulnerabili (ai sensi della Direttiva
“nitrati”), le ZPS, i SIC.
In funzione di tale scelta le Provincie e
Comunità Montane, oltre alle due azioni prioritarie 9 e 10, per le quali è
stata garantita una riserva finanziaria,
hanno attivato con maggiore frequenza
la 2 (“produzione biologica” presente
in tutti gli enti), l’azione 8 “Regime
sodivo e praticoltura estensiva” e la 11
“Salvaguardia della diversità genetica”.
Con il bando 2003 sono state ripartite
fra gli enti territoriali risorse finanziarie
per 13,5 milioni di euro e la percentuale di domande ammesse sulle presentate è vicina al 90 %.
Le domande ammesse a finanziamento
sono state 3.145 e ad oggi risultano
33
quasi tutte pagate, mentre il numero
totale di impegni supera i 3.600; nella
tabella seguente sono riportate le
superfici e gli importi ammessi per
azione.
Le conferme degli impegni precedenti
(bando 2001) hanno riguardato 3.042
domande cui corrispondono 4.000
impegni, 70.000 ettari di superficie e
20.578.000 euro di spesa. A questi
vanno aggiunti altri 2.500.000 euro
per 197 impegni ventennali derivanti
dall’ex Reg (CEE) 2078/92.
Da un confronto tra i due bandi risulta
evidente la differenza dell’impegno
“produzione integrata“ che passa dal
50% di superficie impegnata sulla complessiva del 2001, al 12% con il bando attuale; viceversa per la “produzione biologica” che sale al 71% dal 38%
del 2001. Superiore al precedente bando anche i nuovi impegni per l’azione
8, la cui superficie oggetto d’impegno
è al 13% sul totale, mentre era al 7%.
Nel 2004 risultano complessivamente
sotto impegno 40.500 ettari a produzione integrata, pari al 4% della SAU
regionale, mentre nel 2001 la percentuale era del 14%. In quest’ultimo dato
era compresa la superficie oggetto di
impegno ai sensi del Reg (CEE)
2078/92.
Analogamente la superficie complessiva
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34
ra) occupino i 2/3 degli interventi
ammessi.
Tabella 4
Misura 2.f – Situazione delle domande ammesse nell’anno 2004 ripartite per nuovi impegni e conferme
Nuovi impegni (domande 3.145)
Azione
n. impegni
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11*
TOTALE
Importo Sup. Impegno
242 1.661.176
1.518 7.659.557
4
6.901
9
18.344
40
10.720
3
16.458
1
5.030
884 1.445.046
710 2.188.365
40
190.023
166
180.776
3.617 13.382.396
5.908,92
34.142,50
40,97
108,35
95,36
82,30
6.150,69
1.585,98
334,29
4,87
48.209,55
Conferme (domande 3.042)
Azione
n. impegni
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11*
TOTALE
ex 2078
Importo Sup. Impegno
563 6.561.037
1.152 7.199.541
17
78.679
78
279.891
173
136.699
15
131.102
5
29.156
723 1.167.774
667 2.853.267
71
560.532
552 1.580.527
4.016 20.578.205
197 2.427.664
34.878,10
26.348,61
446,51
1.621,23
1.226,68
711,68
4.937,61
2.046,15
986,00
22,43
69.930,58
3.771,64
* La superficie oggetto di impegno riguarda il settore vegetale, manca il dato n. UBA per il settore zootecnico. Domande e importo sono complessivi
a produzione biologica è di 60.500
ettari, pari al 5% della SAU. Nel 2001
la medesima azione contava 75.000
ettari, di cui 48.000 a carico del Reg
(CEE) 2078/92, pari al 7% della SAU
regionale.
Misura 2.h – Forestazione
agricola
Per la Misura 2h “Imboschimenti dei
terreni agricoli”, analogamente all’anno precedente, sono state utilizzate le
graduatorie delle domande riconosciute
ammissibili a seguito del primo bando
emesso nel 2002, con una riallocazione delle risorse precedentemente assegnate. Al fine di evitare slittamenti
nelle procedure di liquidazione, le ulteriori domande ammesse hanno comunque il vincolo di ultimare gli interventi
entro la primavera del 2005.
Gli Enti che hanno avuto la possibilità
di ammettere nuove domande sono
stati complessivamente otto, di cui sei
Comunità montane, per un totale di 19
domande finanziate, una superficie di
poco maggiore ad Ha 98 ed un conse-
guente impegno di risorse pubbliche
per l’anno di riferimento di 311.967
euro, a fronte di una disponibilità di
970.173 euro.
Considerando le ammissioni complessive al 2004, l’attuazione della Misura
si può considerare esaurita: in totale
sono state ammesse 182 domande che
hanno interessato 696 ettari, per un
impegno finanziario di 3,5 Meuro. Gli
interventi con i contenuti più esplicitamente rivolti a scopi produttivi e fini
commerciali, rappresentati dall’azione
2 (arboricoltura da legno e pioppicoltu-
Misura 2.i – Altre Misure
forestali
Nel corso del 2004 si è aperto l’ultimo
bando di presentazione delle domande
relative ad alcune Azioni pubbliche,
specificamente la Azione 1 e 2.
Per le azioni di Iniziativa Privata nel
2004 sono state accolte anche le
domande presentate a partire dal
dicembre 2003 sugli impegni
dell’Azione 5 (Associazionismo forestale); oltre ad una proroga del termine di chiusura del bando, è stata
effettuata una rimodulazione finanziaria e la disponibilità iniziale di
1.040.000 euro è stata ridotta a
584.607 euro a favore di altre Azioni
della Misura 2i. La misura, come risulta dai dati della tabella, è entrata nel
2004 in una fase piuttosto intensa di
attuazione. Le domande ammesse
sono state 333, che rappresentano il
71% di quelle dell’intero periodo di
programmazione (fino al
31/12/2004) al netto delle domande di conferma. Per la parte di iniziativa pubblica, come nuovi impegni,
sono state ammesse 150 domande
per 8 milioni di euro di contributi.
Il contributo pubblico impegnato per la
manutenzione delle conferme del
2004 ammonta a 276.802 euro che
va incidere per meno del 2% sul totale
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della spesa per le azioni di iniziativa
pubblica e al netto dell’Azione 5.
Per ciò che riguarda gli interventi di iniziativa privata, nel 2004 si è proceduto al completamento delle istruttorie,
con l’ammissione complessivamente di
183 domande, delle quali 145 per
l’Azione 3b e 38 per l’Azione 4, che
hanno conseguentemente determinato
un impegno di risorse pubbliche pari a
1.794.144 euro. In questo modo gli
interventi di iniziativa privata nel 2004
hanno rappresentato il 18,28 % del
totale della spesa pubblica sulla Misura
2I. Di questo valore, rapportato a
cento, l’Azione 3b ne assorbe poco
meno del 90%.
L’Azione 5 (Associazionismo forestale)
ha raccolto nel suo primo anno di
Tabella 6
Misura 2.i – Riepilogo attuazione 2004
Azioni
Domande Progetti
Superficie
Area di
n.
n. dell’intervento influenza degli
(Ha) interventi (Ha)
Azione 1 – Imboschimento dei terreni non agricoli
Azione 2 – Interventi di miglioramento
eco-morfologico del territorio
Azione 3a – Interventi selvicolturali sostenibili
(iniziativa pubblica)
Azione 5 – Associazionismo forestale
Totale parziale
Azione 3b – Interventi selvicolturali sostenibili
(iniziativa privata)
Azione 4 – Meccanizzazione forestale
Totale parziale
TOTALE GENERALE
23
24
98
100
11
18
150
12
18
154
145
38
183
333
154
28,2
72,64
Spesa
ammessa
Contributo
concedibile
909.624,58
727.699,66
931,63 7.630.240,33 6.104.192,26
155,86
805.067,56
644.054,05
678.419,46
542.735,57
10.023.351,96 8.018.681,54
244,85
2.000.575,10 1.600.460,15
645.614,65
193.684,41
2.646.189,75 1.794.144,56
1.004,27 12.669.541,68 9.812.826,10
428,91
Tabella 5
Misura 2.h – Domande ed interventi ammessi fino al 31.12.2004
Azione
Domande
Interventi
n.
Contributo
ammesso
per impianto
Contributo per
manutenzione/
anno
Indennità
perdita di
reddito/anno
Totale
spesa
pubblica
Superficie
ammessa
Azione 1 – Boschi permanenti
51
Azione 2.1 – Arboricoltura specializzata da legno
97
Azione 2.2 – Pioppicoltura
20
Azione 3 – Protezione dal dissesto e dall’erosione
1
Azione 4 – Alberature, boschetti e fasce arborate di collegamento 13
TOTALE
182
Domande di conferma
TOTALE
51
97
25
3
15
191
91
1.029.010,66
898.894,60
469.482,39
109.236,22
184.943,62
2.691.567,49
101.033,10
119.608,11
0,00
14.043,80
14.770,60
249.455,61
130.423,48
379.879,09
139.798,52
111.658,85
0
18.318,00
16.788,00
286.563,37
157.229,87
443.793,24
1.269.842,28
1.130.161,56
469.482,39
141.598,02
216.502,22
3.227.586,47
219,94
247,37
198,06
30,53
32,98
695,90
2.691.567,49
3.515.239,82
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31/12/2005. Le domande pervenute
sono state 41.
attuazione 18 domande che hanno
determinato un impegno della spesa
pubblica di 542.735 euro, che corrisponde a poco più del 6,8% dell’intera
somma impegnata per tutta la Misura
2i fino al 31/12/2004.
La situazione complessiva al 31-122004 è riassunta dalla tabella seguente. La distribuzione percentuale dei progetti tra le diverse Azioni di Iniziativa
Pubblica evidenzia la manifesta predominanza dell’Azione 2 con il 47% relativamente ai progetti e al 52% rispetto
alla spesa pubblica. Conseguentemente
l’Azione 1 e Azione 3a incidono rispettivamente per il 18% e il 29%.
L’Azione 1 ha interessato quasi Ha 100
di superficie, mentre molto maggiore è
l’entità della superficie impegnata
dall’Azione 3a che raggiunge Ha
1.795, dei quali quasi Ha 500 riguardano interventi di Conversione ad alto
fusto ed Ha 667 Diradamenti e
Miglioramenti boschivi.
L’Azione 2 comprende realizzazioni
tipologicamente abbastanza diversificate, che vanno dagli interventi di ingegneria naturalistica, al recupero di aree
danneggiate da eventi naturali, alla
realizzazione di infrastrutture. Risulta
interessante in tale contesto considerare l’area di influenza che tali interventi
hanno indotto, che in questo caso raggiunge poco meno di Ha 1.400
Misura 2.t - Tutela
dell’ambiente in relazione
all’agricoltura,
alla selvicoltura…
La Misura si inquadra nelle iniziative di
carattere pubblico ed ha per obbiettivo
generale quello di migliorare il livello di
conoscenza del sistema forestale per
conseguire una gestione operativamente sostenibile delle foreste ed una maggiore razionalizzazione delle risorse.
Nel corso dell’anno sono state ammesse 30 domande per un totale di n° 39
progetti, che hanno implicato un impegno finanziario di 1.235.795 euro e
che ha esaurito le risorse iniziali disponibili.
Le Misure dell’Asse 3
Le graduatorie in essere sono in esaurimento e nel corso del 2004 è proseguita la presentazione delle sole
domande per la Misura 3 p, come previsto dalla delibera del 2° Bando di
adesione, che stabilisce come termine
ultimo per la presentazione la data del
Le domande ammesse a finanziamento
nel corso dell’anno sono state 121, per
un impegno pubblico complessivo di
7.806.048 euro.
Ciò si è reso possibile grazie alla rimodulazione delle risorse messe a disposizione tra le varie misure attuate nello
stesso periodo, che ha permesso di
compensare gli impegni per ulteriori
domande precedentemente escluse. La
disponibilità iniziale, prevista per il
secondo bando, è stata impegnata per
circa il 97%.
Tabella 7
Misura 2.i – Riepilogo attuazione intero periodo fino al 31.12.2004
Azioni
Azione 1 – Imboschimento dei terreni non agricoli
Azione 2 – Interventi di miglioramento
eco-morfologico del territorio
Azione 3a – Interventi selvicolturali sostenibili
(iniziativa pubblica)
Azione 5 – Associazionismo forestale
Totale parziale
Azione 3b – Interventi selvicolturali sostenibili
(iniziativa privata)
Azione 4 – Meccanizzazione forestale
Totale parziale
TOTALE GENERALE
Domande Progetti
Superficie
Area di
n.
n. dell’intervento influenza degli
(Ha) interventi (Ha)
73
86
117
173
64
18
272
104
18
381
146
51
197
469
381
96,95
Spesa
ammessa
Contributo
concedibile
213,12 3.547.933,07 2.838,346,46
1.389,04 9.928.000,22 7.942.400,18
1.795,46
5.529.906,83 4.423.925,46
678.419,46
542.735,57
19.684.259,58 15.747.407,67
245
2.039.485,10 1.631.588,15
1.117.392,39
335.217,75
3.156.877,49 1.966.805,90
1.602,16 22.841.137,07 17.714.213,57
2.137,41
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In sintesi la modulazione finanziaria
dell’asse tra le sue misure, a partire
dall’attivazione del PRSR 2000-2006
fino ad oggi, ha subito significativi
aggiustamenti che hanno consentito il
riequilibrio degli impegni finanziari promossi in rapporto ai fabbisogni espressi
sulla base delle domande di adesione
alle Misure stesse. Questa evoluzione
si può evincere dai dati della tabella
sottostante, dove appare che in particolare le Misure 3.p, 3.r e 3.o sono state
avvantaggiate dal recupero di risorse
provenienti dalle misure 3.m e 3.q, che
evidentemente hanno riscosso minore
interesse presso i potenziali beneficiari.
Inoltre l’incremento della disponibilità
sull’asse 3, dell’ordine di 6,58 Mero, è
da collegare al trasferimento di ulteriori
risorse provenienti dalla Misura 1.a,
derivante dallo spostamento degli interventi per l’agriturismo (Azione 3 della
Misura 3p)
Nella tabella sottostante si riporta la dis-
37
Tabella 9
Asse 3 – Domande ed importi ammessi per Misura nell’anno 2004
Misura
Domande ammesse
nel 2004
Spese
ammissibili
Contributo
pubblico
FEOGA
1
9
86
0
25
121
455.835,00
1.720.289,00
14.830.871,00
0,00
3.265.752,00
20.272.747,00
180.843,00
724.484,00
4.833.447,00
0,00
2.067.274,00
7.806.048,00
81.379,35
326.017,80
2.175.051,15
0,00
930.273,30
3.512.721,60
Misura 3.m
Misura 3.o
Misura 3.p
Misura 3.q
Misura 3.r
TOTALE
tribuzione fra le diverse Misure delle
domande annesse nel corso del 2004,
con le Misure 3.p (71%) e 3.r (21%)
che raccolgono sempre le maggiori preferenze nelle adesioni. La distribuzione
delle risorse pubbliche tra le Misure dal
2000 al 2004 evidenzia come le Misure
3.r e 3.p, insieme, raccolgono sempre
oltre il 68% del totale mentre la Misura
3.o e 3.q presentano un 9% e un 18%.
Misura 3.q
8%
3.m – Commercializzazione prodotti agricoli di qualità
3.o – Rinnovamento, miglioramento villaggi, protezione a tutela patrimonio rurale
3.p – Diversificazione attività settore agricolo ed affini
3.q – Gestione risorse idriche
3.r – Sviluppo, miglioramento infrastrutture rurali connesse sviluppo agricoltura
TOTALE
Spesa pubblica (Milioni di euro)
Dotazione iniziale
Dotazione finale
15,8
12,66
13,62
11,91
24,94
78,93
4,82
14,87
27,95
6,63
31,24
85,51
Misura 3.m
Misura 3.o
6%
18%
Misura 3.p
31%
Figura 4
Asse 3 – Ripartizione percentuale del
contributo pubblico fra le Misure
dell’Asse 3 periodo 2000-2004
Tabella 8
Asse 3 – Variazione della dotazione finanziaria tra le misure dell’Asse 3 nel periodo di attuazione 2000-2004
Misura
Misura 3.r
37%
Differenza
–10,98
2,21
14,33
–5,28
6,3
6,58
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2.3.
L’OBIETTIVO 2
Il Documento Unico di Programmazione
(DocUP) 2000-2006 relativo
all’Obiettivo 2 della Regione EmiliaRomagna è stato approvato dalla
Commissione Europea7 con un costo
complessivo di 240 milioni di euro per
l’intero periodo 2000-2006 e si articola in tre assi di intervento: sostegno
alle imprese, programmazione negoziata per lo sviluppo locale, assistenza
tecnica.
A conferma del buon andamento generale del programma, nel 2003 si registra l’assegnazione alla Regione EmiliaRomagna della riserva di premialità,
rappresentata dal 4% delle risorse
comunitarie, riserva messa a disposizione dall’Unione Europea per premiare le
realtà più efficaci ed efficienti sulla
base del positivo raggiungimento dei
sei criteri stabiliti dalla UE al fine di
valutare la qualità della gestione dei
programmi:
• Criterio di efficacia: realizzazione
fisica
• Criterio di gestione:
– qualità del sistema di sorveglianza
7
Decisione C (2001) 2797 del 14.11.2001.
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– qualità del sistema di controllo
– qualità dei criteri di selezione
– qualità del sistema di valutazione
• Criterio finanziario: assorbimento
dei fondi.
Si riporta di seguito il piano finanziario
del DocUP della Regione EmiliaRomagna approvato dalla UE a conclusione del processo di riprogrammazione
e che prevede, con l’assegnazione
delle risorse di performance pari a
5.333.357 euro di quota comunitaria,
un costo complessivo di oltre 263
milioni di euro.
Le aree interessate
L’area della regione Emilia-Romagna
inclusa nella programmazione
dell’Obiettivo 2 per il periodo 20002006 interessa 130 comuni, pari al
38% del totale dei comuni ed una
popolazione di 387.651 persone (corrispondente al 9,8% della popolazione
complessiva regionale), corrisponde
alle zone più decentrate rispetto alla
via Emilia, ovvero l’asse lungo il quale
si è sviluppato il robusto sistema produttivo a cui viene generalmente associata l’immagine della regione. In sintesi le aree Obiettivo 2 ed a sostegno
transitorio della regione EmiliaRomagna per il periodo di programmazione 2000-2006 si articolano in quattro sub-aree:
1. la sub area orientale
2. la sub area appenninica
3. l’area appenninica a sostegno transitorio
4. l’area della pianura centrale a sostegno transitorio.
2.3.1. Lo stato
di attuazione del DocUP
Emilia-Romagna
Obiettivo 2 (2000-2006)
Il 2003, a conferma del generale buon
andamento del DocUP, aveva visto l’assegnazione alla Regione EmiliaRomagna della riserva di premialità,
rappresentata dal 4% delle risorse
comunitarie, messa a disposizione
dall’Unione europea per premiare le
realtà più efficienti ed efficaci sulla
base del positivo raggiungimento dei
criteri stabiliti dall’Unione Europea, al
fine di valutare la qualità della gestione
dei programmi. Il 2004 ha ulteriormente confermato il positivo andamento
generale del programma, sia dal punto
di vista dell’esecuzione finanziaria che
di rispondenza ai risultati attesi.
Non sono state effettuate modifiche
alla strategia ma, nella revisione del
DocUP Obiettivo 2 Regione Emilia-Romagna – periodo di programmazione 2000-2006
Piano finanziario indicativo
Asse
Contributo UE
Cofinanziamento pubblico
Risorse private
Totale
Asse 1
Asse 2
50.977.072
73.194.871
50.977.072
73.967.962
—
6.965.31
101.954.144
154.127.864
3.861.429
128.033.372
121.765.855
6.267.517
3.861.429
128.806.463
122.501.626
6.303.837
—
6.965.031
6.633.663
332.368
7.722.858
263.804.866
250.901.144
12.903.722
Sostegno competitività imprese
Programmazione negoziata per
lo sviluppo locale
Assistenza tecnica:
Totale generale
obiettivo 2
sostegno transitorio
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Documento Unico di Programmazione,
approvato con Decisione della
Commissione n. 3962 dell’8 Ottobre
2004, si è provveduto a delle modifiche del Piano finanziario, che possono
essere ricondotte essenzialmente ai
seguenti punti:
• Inserimento delle risorse derivanti
dalla riserva di premialità e attribuite,
per l’area Obiettivo 2, all’asse 1 e
all’asse 2 in base all’esistente peso
proporzionale tra i due assi; per quanto
riguarda l’area a Sostegno Transitorio,
in considerazione della loro esiguità,
dette risorse sono state interamente
assegnate all’asse 2, nello specifico
alla misura 2.3
• In considerazione del positivo impatto sul territorio ad opera della programmazione negoziata, si è provveduto ad
un trasferimento di risorse pari a
7.309.308,00 all’asse 2 dall’asse 1,
nello specifico dalla misura 1.6, finalizzata al sostegno delle attività di ricerca
e di innovazione. Le motivazioni di tale
scelta sono da ricercarsi nella ridotta
risposta da parte del territorio interessato alle azioni della misura, facendo
di fatto emergere un surplus di risorse
non assorbito. L’Autorità di Gestione ha
pertanto ritenuto opportuno trasferire
parte delle risorse inizialmente allocate
sulla misura 1.6 all’asse 2, interamente all’area Obiettivo 2, prevedendo
delle azioni tali da mantenere comunque la finalità specifica di ricerca e di
innovazione, nell’ottica di finanziare
progetti che favoriscano i processi di
trasferimento tecnologico, in un più
generale contesto di collaborazione tra
Università e mondo delle imprese.
Di seguito vengono sintetizzati i
momenti più significativi nell’avanzamento delle singole misure.
Asse 1
Misura 1.1 “Sviluppo delle attività
produttive”
sistema produttivo attraverso la concessione di incentivi agli investimenti delle
imprese industriali e artigiane; la sua
attuazione, attraverso l’utilizzo della
Legge 488/92 (bandi 11°, 14°,
17°), è regolata dalla Convenzione tra
la Regione Emilia-Romagna e MAPDGCII del 24/03/2003.
La spesa sostenuta al 31 Dicembre
2004 è pari a complessivi
124.037.684,83 euro per un totale di
contributi pari a 15.069.441,18 euro
così distinti:
La Misura è gestita dal Ministero delle
Attività Produttive e mira al consolidamento, sviluppo e qualificazione del
39
Misura 1.2 “Innovazione e
qualificazione imprenditoriale della
piccola impresa”
Il bando della misura 1.2 è un bando
sempre aperto, con scadenza annuale
prevista per la fine di febbraio di ogni
anno. La sua gestione è delegata alle
province che, come in tutte le misure
delegate, si occupano dell’istruttoria,
della compilazione e approvazione
delle graduatorie, nonché della concessione e liquidazione dei contributi. Al
31.12.2004 risultavano finanziate
345 imprese cui sono stati concessi più
di 14 milioni di euro di contributi a
fronte di un totale di investimenti pari
a circa 43 milioni di euro.
Misura 1.1 (Bandi 11°-14°-17°) – Stato di avanzamento finanziario
Bandi
Area
11°
11°
Obiettivo 2
Sostegno Transitorio
Totale
Obiettivo 2
Sostegno Transitorio
Totale
Obiettivo 2
Sostegno Transitorio
Totale
Obiettivo 2
Sostegno Transitorio
Totale
14°
14°
17°
17°
Totale
N. progetti
18
6
24
34
2
36
8
4
12
60
12
72
Investimenti progetti finanziati
Contributi
42.624.737,25
7.843.947,38
50.468.684,63
44.380.000,00
1.710.000,00
46.090.000,00
23.946.000,00
3.533.000,00
27.479.000,00
110.950.737,25
13.086.947,38
124.037.684,63
4.363.831,00
639.684,18
5.003.515,18
5.508.782,00
161.773,00
5.670.555,00
4.053.460,00
341.911,00
4.395.371,00
13.926.073,00
1.143.368,18
15.069.441,18
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Azione B “Valorizzazione delle attività
commerciali in zone sfavorite”
Gli obiettivi specifici di riferimento sono: attrarre nuovi investimenti e consolidare il sistema produttivo locale; promuovere l’innovazione tecnologica;
consolidare e riqualificare le attività esistenti in una più generale tipologia di
intervento di aiuti alle piccole e medie
imprese.
Di seguito i dettagli dello stato di avanzamento della misura al 31 Dicembre
2004:
tivamente alle tipologie di intervento
afferenti il turismo e gli aiuti alle piccole e medie imprese; la sua attuazione è interamente delegata alle province che hanno così avuto la facoltà di
definire l’ammontare di risorse tra le
due azioni.
contributi pari a circa 8 milioni di euro
a fronte di un totale di investimenti
pari a circa 27 milioni di euro.
Azione A “Qualificazione e sostegno
delle imprese del turismo”
Misura 1.3 azione A - Stato di avanzamento finanziario
L’azione A ha come obiettivo la qualificazione ed il sostegno alle piccole e
Misura 1.2 – Stato di avanzamento finanziario
Provincia
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale mis. 1.2
Domande
finanziate
36
33
31
43
33
64
45
42
18
345
Investimenti
domande finanziate
Contributi
concessi
2.490.444,69
4.647.516,75
6.984.859,77
5.207.100,42
3.965.966,02
9.954.760,01
4.032.739,42
4.506.183,52
1.604.520,67
43.394.091,27
990.577,66
1.657.399,47
1.668.439,48
1.792.203,00
1.255.853,01
3.709.256,56
1.433.137,98
1.454.642,41
633.512,55
14.595.022,12
Misura 1.3 “Riqualificazione e
sviluppo delle imprese turistiche
e commerciali”
La misura è divisa in azione A e azione B, riconducibili a grandi linee rispet-
medie imprese che realizzano investimenti nel settore del turismo. Nel corso
del 2004 è stato emanato un secondo
bando che ha permesso di finanziare
189 progetti, cui sono stati erogati
L’azione B ha come obiettivo il sostegno delle piccole e medie imprese commerciali e dei pubblici esercizi. Anche
in questo caso la gestione è delegata
alle province. Il bando della misura
1.3B è un bando sempre aperto, con
Al 31 Dicembre 2004 la situazione su
questa azione è dunque la seguente:
Provincia
Domande
finanziate
Investimenti
domande finanziate
Contributi
concessi
1.779.413,98
2.616.376,03
2.541.503,90
4.481.159,99
1.834.769,99
5.394.994,69
3.640.588,94
4.430.480,30
756.539,85
27.475.827,67
598.733,79
787.919,27
875.569,17
1.224.115,77
632.066,87
1.887.310,81
1.093.357,59
981.991,33
302.615,94
8.383.680,54
Piacenza
8
Parma
16
Reggio Emilia
19
Modena
16
Bologna
9
Ferrara
35
Ravenna
20
Forlì-Cesena
16
Rimini
50
Totale 1.3 azione A 189
100 %
50 %
0%
PC
Azione A 64%
Azione B 36%
PR
RE
MO
BO
FE
RA
FC
RN
TOTALE
62%
38%
80%
20%
76%
24%
47%
53%
60%
40%
75%
25%
61%
39%
50%
50%
65%
35%
Mis. 1.3 – Ripartizione delle risorse tra azione A e azione B
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scadenza annuale prevista per la fine
di febbraio per ciascun anno successivo
al 2002 fino al 2006. Di seguito la
situazione completa e dettagliata dell’azione al 31 Dicembre 2004:
apparente sofferenza nella misura; a
questa situazione concorrono i tempi di
chiusura dei progetti, sicuramente più
Domande
finanziate
Piacenza
33
Parma
58
Reggio Emilia
40
Modena
42
Bologna
31
Ferrara
120
Ravenna
13
Forlì-Cesena
22
Rimini
4
Totale 1.3 azione B 363
Investimenti
domande finanziate
1.161.040,02
1.835.106,13
1.396.115,02
1.577.634,33
2.105.206,65
5.036.519,30
1.316.691,03
1.887.447,74
744.641,56
17.060.401,78
Nella ripartizione delle risorse per provincia si osserva che, in fase di programmazione, fatta eccezione per
Bologna e Rimini che divise equamente
le risorse disponibili sulla misura nelle
due azioni, tutte le province mirarono
ad incentivare maggiormente le imprese turistiche; tuttavia, considerando la
percentuale di realizzazione delle due
azioni rispetto alla totalità della misura
emerge che, ad esclusione delle province di Rimini e Ravenna, ad una maggiore dotazione sull’azione A non corrisponde un pari o adeguato grado di
realizzazione, denotando così una
100 %
50 %
Misura 1.3 azione B - Stato di avanzamento finanziario
Provincia
41
Contributi
concessi
464.133,90
558.245,18
427.553,83
454.501,50
659.161,13
1.416.021,60
356.651,69
492.824,07
155.936,13
4.985.029,03
lunghi rispetto a quelli di altre misure:
se si estende l’analisi dai progetti conclusi a quelli presentati sulla misura
dunque, il livello di avanzamento può
considerarsi buono.
Misura 1.4 “Sviluppo
dell’autoimprenditorialità e
microimpresa”
Obiettivo della misura è sostenere lo
sviluppo di attività economiche che facilitino la creazione di opportunità di reddito e di occupazione; si articola in tre
azioni:
0%
PC
Azione A 20%
Azione B 80%
PR
RE
MO
BO
FE
RA
FC
RN
TOTALE
22%
78%
32%
68%
28%
72%
22%
78%
23%
77%
61%
39%
42%
58%
93%
7%
34%
66%
Mis. 1.3 – Percentuale di realizzazione azione A e azione B
Azione A “Sostegno di progetti
professionali”
L’azione A ha come obiettivo il sostegno di progetti professionali di attività
specialistiche legate all’economia della
conoscenza, alla società dell’informazione e allo sviluppo sostenibile. È una
misura non delegata: competono alla
Regione Emilia-Romagna dunque l’istruttoria, la compilazione e l’approvazione delle graduatorie, la concessione
e la liquidazione dei contributi.
meno di 3 milioni e 500 mila euro.
All’inizio della pagina seguente il dettaglio della misura per ogni provincia.
Azione B “ Sostegno di nuove
microimprese”
Nel corso del 2004 non si sono avuti
bandi su questa azione; si sono verificate delle rinunce che hanno portato ad
una riduzione delle imprese finanziate
e del relativo investimento attivato.
L’azione B ha come obiettivo il sostegno all’avvio e al primo investimento di
nuove microimprese operanti nel settore manifatturiero. Il bando della misura, delegata alle province, è sempre
aperto, con scadenza annuale prevista
per la fine di febbraio di ogni anno successivo al 2002 fino al 2005 per i
destinatari le cui imprese si trovano in
aree a Sostegno Transitorio, fino al
2006 per quelle situate in aree
Obiettivo 2.
Al 31 Dicembre 2004 il totale dei contributi concessi ammontava a circa 1
milione e 700 mila euro a sostegno di
un volume di investimenti pari a poco
Al 31 Dicembre 2004 risultavano
finanziate complessivamente 174
domande per un totale di contributi
pari a poco meno di 5 milioni e 500
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Misura 1.4 azione A - Stato di avanzamento finanziario
Provincia
Domande
finanziate
Investimenti
domande finanziate
Contributi
concessi
188.394,05
539.748,51
524.395,74
603.157,86
288.235,81
881.197,36
181.831,16
246.491,01
3.453.451,50
96.322,57
311.372,46
226.265,57
296.524,00
163.643,20
435.950,39
97.712,49
147.894,59
1.748.815,39
Piacenza
10
Parma
38
Reggio Emilia
38
Modena
45
Bologna
22
Ferrara
62
Ravenna
12
Forlì-Cesena
17
Totale 1.4 azione A 240
mila euro, a sostegno di un volume di
investimenti pari a più di 12 milioni e
500 mila euro. Di seguito il dettaglio
della misura per ogni provincia:
Azione C “Sostegno alle imprese
sociali”
L’azione C ha come obiettivo la promo-
Misura 1.4 azione B - Stato di avanzamento finanziario
Provincia
Domande
finanziate
Piacenza
21
Parma
19
Reggio Emilia
27
Modena
25
Bologna
16
Ferrara
33
Ravenna
13
Forlì-Cesena
14
Rimini
6
Totale 1.3 azione B 363
Investimenti
domande finanziate
Contributi
concessi
1.286.729,21
1.177.678,82
1.447.489,46
1.401.838,38
1.029.471,50
3.352.639,97
1.289.908,66
1.172.358,63
412.212,86
17.060.401,78
555.272,37
541.897,00
559.471,12
668.635,50
481.585,00
1.393.024,00
542.960,00
542.500,50
203.890,98
4.985.029,03
zione e lo sviluppo di imprese sociali,
sia produttive che di servizi; al pari dell’azione A è una misura a gestione
Dall’analisi dettagliata per provincia al
31 Dicembre 2004 emerge quanto
segue:
Misura 1.4 azione C - Stato di avanzamento finanziario
Provincia
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale
Domande
finanziate
—
5
3
—
7
11
12
1
1
40
Investimenti
domande finanziate
Contributi
concessi
—
324.004,77
135.218,36
—
277.843,38
658.094,96
940.629,94
88.132,29
259.289,00
2.683.212,70
—
137.013,12
54.087,34
—
122.120,26
319.578,49
434.550,22
35.252,92
100.000,00
1.202.602,35
regionale. Anche in questo caso inoltre,
nel corso del 2004 non ci sono stati
bandi e sono proseguite le azioni di
erogazione dei contributi e di controllo
sui progetti conclusi. Le domande
finanziate hanno subito una diminuzione a seguito di rinunce da parte dei
beneficiari, con la conseguente riduzione degli investimenti attivati. Al 31
Dicembre 2004 risultavano finanziate
40 domande, per un totale di contributi pari a più di un milione di euro a
fronte di un investimento pari a più di
2 milioni e 500 mila euro.
Misura 1.5 “Sostegno allo start up di
imprese innovative”
La Misura ha l’obiettivo di favorire la
capitalizzazione delle piccole e medie
imprese, tramite la costituzione di un
fondo di capitale di rischio a compartecipazione privata, finalizzato a sostenere
l’avvio e lo sviluppo di progetti di imprese derivanti da spin off accademici e di
ricerca o comunque riferibili ad attività di
carattere innovativo o ad alta tecnologia,
attraverso l’acquisizione di quote di capitale sociale di piccole e medie imprese.
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OTTAVOEURORAPPORTO
Tra i soggetti eleggibili figuravano: banche ed enti creditizi con sede legale in
Italia o in uno degli Stati membri
dell’UE; società finanziarie che svolgono attività di assunzione di partecipazioni o strutture equivalenti con sede
legale in Italia o in uno degli Stati
membri della UE; le società di gestione
di fondi comuni di investimento mobiliari di tipo chiuso aventi sede legale in
Italia o in uno degli stati membri della
UE; ogni altra società di capitali di diritto italiano o di diritto di altri paesi UE
avente quale oggetto sociale la gestione di fondi di Venture Capital o qualsiasi altro soggetto giuridico avente quale
obiettivo l’acquisizione di partecipazione azionarie di società di piccole-medie
dimensioni non quotate e costituente
entità distinta sia dagli investitori che
dalle imprese nelle quali siano effettuati gli investimenti.
Il bando volto ad individuare il soggetto gestore è stato emanato nell’Agosto
2003 con data limite di presentazione
delle domande fissata al 6 Ottobre
dello stesso anno; l’aggiudicazione dell’appalto doveva avvenire in base al criterio dell’offerta economica più vantaggiosa; tra i sette progetti risultati
ammissibili, è stata selezionata
l’Associazione Temporanea d’Impresa
Zernike Group Holding BV e Meta
Group Srl come gestore del fondo di
capitale di rischio a compartecipazione
privata denominato “INGENIUM”.
La dotazione iniziale del fondo è di
7.080.422,00 di risorse pubbliche e
1.700.000,00 di risorse private. Al 31
Dicembre 2004 non risulta effettuato
alcun pagamento in quanto la misura
ha subito ritardi e rallentamenti a
causa della novità e complessità della
materia. Si auspica che nel corso del
2005 si procederà al trasferimento di
risorse finanziarie come previsto dal
Complemento di programmazione.
Misura 1.6 “Sviluppo di progetti di
innovazione e ricerca”
Al pari della misure 1.4a e 1.4c, la
misura 1.6 è a gestione regionale; gli
obiettivi di riferimento sono: rafforzare
i rapporti tra la ricerca e le imprese;
consolidare e riqualificare le attività esistenti; promuovere l’innovazione tecnologica; promuovere l’imprenditorialità
nei nuovi servizi. Anche in questo caso,
nel corso del 2004 non sono stati
emanati altri bandi; inoltre, come è
stato già messo in evidenza, la misura
è stata oggetto della forte riprogrammazione finanziaria e può considerarsi
di fatto chiusa. Essendosi verificata una
revoca nel corso del 2004, al 31
Dicembre dello stesso anno i progetti
finanziati risultavano essere cinque,
con un ammontare di contributi concessi pari a 808.365,22 euro a sostegno
di un volume di investimenti pari a
1.676.230,72 euro.
Di seguito il dettaglio della misura per
ogni provincia:
43
fronte di un volume di investimenti
pari a più di 232 milioni di euro infat-
Misura 1.6 - Stato di avanzamento finanziario
Domande
finanziate
Piacenza
Reggio Emilia
Ferrara
Ravenna
Totale mis. 1.6
1
2
1
1
5
Investimenti
domande finanziate
Contributi
concessi
156.000,00
769.309,27
502.451,02
248.470,43
1.676.230,72
78.000,00
354.905,00
251.225,00
124.235,22
808.365,22
1356
1400
1200
1000
800
600
400
200
326
109
169
156
171
118
116
112
79
RA
FC
RN
0
PC
PR
RE
MO
BO
FE
TOTALE
Asse 1 – Numero di domande finanziate per provincia
Considerato nella sua totalità,
nell’Asse 1 sono state finanziate
1428 domande con una percentuale di
contribuzione DocUp pari al 23%: a
ti, sono stati concessi più di 52 milioni
di euro contributi.
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OTTAVOEURORAPPORTO
44
FC
11%
RN
3%
PC
7%
basati su elementi territoriali e demografici, attraverso i quali sono stati definiti dei plafond teorici provinciali.
PR
10%
RE
13%
RA
11%
FE
24%
BO
9%
MO
12%
Asse 1 – Percentuale spese sostenute per provincia
Numero domande finanziate
1.428
Cofinanziamento DocUP
52.282.192,30
Spese effettivamente sostenute e certificate
232.351.227,76
Totale Asse 1
Asse 2
L’asse 2 “Programmazione negoziata
per lo sviluppo locale” costituisce l’elemento di forte caratterizzazione del
programma, sia come allocazione di
risorse (oltre il 50%) che come modalità di attuazione: in un primo momento
pari al 34%; a fronte di un totale di
spesa pari a quasi 7 milioni di euro
sono stati concessi circa 4,2 milioni di
euro di contributi.
le province hanno provveduto alla definizione dei Programmi di Sviluppo
Locale (PSL) sulla cui base è stata
avviata la fase di concertazione con gli
attori locali finalizzata ad individuare le
proposte progettuali da candidare nelle
Conferenze di Programma provinciali;
successivamente, si è proceduto alla
valutazione dei progetti, redatti adottando un format predisposto
dall’Autorità di gestione, sottoponendoli
ad una verifica di ammissibilità, di fattibilità e di coerenza rispetto alle strategie del PSL.
Allo stesso tempo, al fine di consentire
alle province di avere una dimensione
finanziaria delle risorse potenzialmente
disponibili, sono stati definiti criteri di
distribuzione preventiva delle risorse,
Misura 2.2 “Valorizzazione della
risorsa montagna”
Per quanto riguarda il primo triennio di
programmazione, 2001/2003, si ricorda che sono stati approvati 470 progetti prioritari, di cui 99 nell’area della
pianura orientale, 343 nell’appennino
e 28 nell’area a sostegno transitorio e
che gli investimenti attivati ammontano
ad oltre 111 milioni di euro, di cui
quasi 100 nell’area Obiettivo 2.
Dei 352 progetti approvati per detta
misura nelle conferenze di programma,
al 31 dicembre 2004 ne risultavano
conclusi 171, con una percentuale di
realizzazione pari al 49%, i contributi
concessi ammontano a quasi 12 milioni
di euro a fronte di un totale di spesa
pari a più di 20 milioni di euro.
Di seguito si vede per ciascuna misura
lo stato di realizzazione e conclusione
dei progetti nel corso del 2004:
Misura 2.3 “Qualificazione avanzata
del sistema produttivo dell’area a
sostegno della pianura”
Misura 2.1 “Rafforzamento
competitivo dell’area orientale”
Dei 19 progetti approvati nelle
Conferenze di programma, al 31
dicembre 2004 ne risultavano conclusi
5, con un totale di contributi concessi
pari a 640.969,68 euro a fronte di
una spesa pari a 1.458.780,92 euro.
Dei 99 progetti approvati in sede di
conferenza di programma, al 31 dicembre 2004 ne risultavano conclusi 34,
con una percentuale di realizzazione
Misura 2.1
Provincia
Numero progetti
approvati
dalla Conferenza
Progetti
saldati
Ferrara
Ravenna
Totale
79
20
99
25
9
34
Spese
sostenute
Cofinanziamento
DocUP
4.884.633,76
2.087.138,92
6.971.772,68
3.027.819,22
1.175.829,46
4.203.648,68
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Misura 2.2
Provincia
Numero progetti
approvati
dalla Conferenza
Progetti
saldati
33
45
66
73
66
13
41
15
352
11
13
60
45
21
4
9
8
171
Numero progetti
approvati
dalla Conferenza
Progetti
saldati
9
10
19
1
4
5
Piacenza
Parma
Reggio-Emilia
Modena
Bologna
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale
Spese
sostenute
Cofinanziamento
DocUP
1.363.867,77
2.076.532,70
6.368.780,46
4.597.149,13
2.006.805,34
1.597.922,86
1.254.577,63
1.221.848,34
20.487.484,23
955.866,45
1.431.045,74
3.573.309,46
2.529.083,13
1.034.152,72
826.021,82
904.204,24
597.528,33
11.851.211,89
Spese
sostenute
Cofinanziamento
DocUP
956.508,09
502.272,83
1.458.780,92
382.603,24
258.366,44
640.969,68
Misura 2.3
Provincia
Reggio Emilia
Modena
Totale
300
200
100
0
PC
PR
RE
MO
BO
FE
RA
N. prog. conclusi
11
13
61
49
21
25
13
9
8
N. prog. approvati
dalle Conferenze
33
45
75
83
66
79
33
41
15
Asse 2 primo triennio – Progetti approvati e conclusi per provincia
FC
RN
Cofinanziamento DocUP Numero progetti conclusi
210
16.695.830,25
Spese effettivamente sostenute e certificate
28.918.037,83
Asse 2 – primo triennio
Considerando l’Asse 2 nella sua totalità, al 31 Dicembre 2004 si registra
una percentuale di realizzazione pari al
45%; a fronte di una spesa totale pari
a circa 29 milioni di euro sono stati
concessi più di 16,5 milioni di euro di
contributi.
45
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46
Numero domande finanziate
236
30.000.000,00
25.000.000,00
Cofinanziamento DocUP
52.315.139,21
20.000.000,00
15.000.000,00
Investimento complessivo
93.185.738,30
10.000.000,00
Asse 2 – Secondo triennio
5.000.000,00
0
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale
PC
PR
RE
MO
BO
FE
RA
FC
RN Totale
PC
PR
Spese effettivamente sostenute e certificate
01.363.867,77
02.076.532,70
07.325.288,55
05.099.421,96
02.006.805,34
04.884.633,76
03.685.061,78
01.254.577,63
01.221.848,34
28.918.037,83
RE
MO
BO
FE
RA
FC
Cofinanziamento DocUP
.00955.866,45
01.431.045,74
03.955.912,70
02.787.449,57
01.034.152,72
03.072.819,22
02.001.851,28
.00904.204,24
.00597.528,33
16.695.830,25
RN Totale
a sostegno di un volume di investimenti pari a 93.185.738,30 euro.
Di seguito la sintesi per misura e provincia:
Asse 2 primo triennio – Spese sostenute e cofinanziate DocUP per provincia
Per quanto riguarda il secondo triennio
di programmazione, 2004/2006, ad
eccezione della provincia di Rimini
sulla misura 2.2, al 31 Dicembre
2004 tutte le province avevano già
provveduto a convocare la seconda
Conferenza di Programma; si ricorda
che la provincia di Reggio Emilia aveva
già impegnato tutte le risorse assegnatele nell’ambito della prima
Conferenza di programma.
Considerato nel suo complesso, nel
secondo triennio di programmazione
sono stati finanziati 236 progetti, con
un totale di cofinanziamento a valere
sul DocUP pari a 52.315.139,21 euro
Misura 2.1 Secondo triennio di programmazione 2004/2006: numero progetti
approvati, investimento complessivo e contributo richiesto
Numero
progetti
Ferrara
Ravenna
Totale
27
13
40
Investimento
complessivo
Cofinanziamento
DocUP
26.883.726,07
9.802.500,00
36.686.226,07
15.744.514,22
4.549.809,25
20.294.323,47
02-Politica comunitaria
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OTTAVOEURORAPPORTO
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Misura 2.2 Secondo triennio di programmazione 2004/2006: numero progetti approvati, investimento complessivo e contributo richiesto
Asse 3
Numero
progetti
Piacenza
Parma
Reggio Emilia
Modena
Bologna
Ravenna
Forlì-Cesena
Rimini
Totale
13
30
32
50
27
7
33
0
192
Investimento
complessivo
Cofinanziamento
DocUP
6.461.303,68
11.688.896,04
8.459.396,70
9.789.360,03
5.960.854,68
3.035.952,00
9.820.439,10
0
55.216.202,23
4.360.510,55
7.229.645,19
3.873.418,82
5.188.012,68
3.017.764,34
1.517.976,00
6.217.383,16
0
31.404.710,74
Misura 2.3 Secondo triennio di programmazione 2004/2006: numero progetti
approvati, investimento complessivo e contributo richiesto
Numero
progetti
Reggio Emilia
Modena
Totale
0
4
4
Investimento
complessivo
Cofinanziamento
DocUP
0
1.283.310,00
1.283.310,00
0
616.105,00
616.105,00
L’Asse 3 si identifica con la misura 3.1
“Assistenza Tecnica” che ha una funzione trasversale a tutte le altre misure
del DocUP: l’assistenza tecnica, infatti,
ha come obiettivo quello di assicurare e
facilitare la gestione e la realizzazione
degli interventi: trattandosi di una misura “di assistenza”, essa tiene conto
delle specificità territoriali e del coinvolgimento delle Province in qualità di
soggetti attuatori.
Si ricorda che il 50% della dotazione
finanziaria della misura è riservato a
spese della Regione Emilia-Romagna in
quanto soggetto attuatore degli interventi che possono essere assimilati alle
attività previste dalla misura, così come
previsto dalla norma 11 del Regolamento CE n. 1685/2000 che stabilisce le spese ammissibili: ai sensi dell’articolo 2.1 della citata norma sono
ammesse le spese riguardanti l’organizzazione dei comitati di sorveglianza,
l’attività di selezione, valutazione e
controllo dei progetti, l’organizzazione
delle Conferenze di programma da
parte delle province; ai sensi dell’articolo 3 sono ammesse le spese riguardanti le attività di informazione e pubblicità, monitoraggio, controlli e valutazione nonché l’acquisizione e l’installazione di sistemi informatizzati di gestione.
L’attività di coordinamento e di supporto alle province in quanto soggetti
attuatori si è concretizzata nella stipula
di apposite convenzioni che, oltre a
80%
60%
40%
Per quanto riguarda la misura 2.3 si
osserva che la provincia di Reggio
Emilia non ha candidato alcun progetto
poiché aveva già impegnato tutte le
risorse assegnatele nell’ambito della
prima Conferenza di Programma.
Rispetto al primo triennio, si rileva che
nella seconda tornata il numero di pro-
getti è diminuito a fronte di un incremento della dimensione: durante le
Conferenze di Programma si è scelto
dunque di dare la priorità a progetti la
cui dimensione potesse assicurare un
maggiore impatto sul territorio di riferimento.
20%
0%
PC
PR
RE
MO
BO
FE
RA
FC
RN
Articolo 2.1
54%
65%
40%
37%
76%
69%
53%
57%
44%
Articolo 3
46%
35%
60%
63%
24%
31%
47%
43%
56%
Asse 3 – Percentuale di realizzazione delle attività di cui agli articoli 2.1 e 3
della norma Reg. CE 1685/2000
02-Politica comunitaria
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48
regolare i rapporti tra le stesse e la
Regione, specificano le attività da realizzarsi nonché la modalità di trasferimento delle risorse.
Per il periodo di programmazione 20002006, la Regione Emilia-Romagna si è
dotata di un sistema informatico denominato SIIC II, in grado di supportare e guidare le attività di tutti i soggetti che operano nell’ambito dell’Obiettivo 2. In particolare il sistema mira a coordinare le
attività connesse alla gestione tecnica e
finanziaria, a quelle relative al monitoraggio e al controllo. Il sistema rappresenta una base completa ed aggiornata
sull’andamento del programma, a livello
di operazione e di misura.
Il sistema è stato concepito per assicurare la fruibilità costante di dati relativi
all’attuazione ed al monitoraggio al
fine di permettere un controllo costante
delle attività di gestione sia da parte
degli organi deputati alla gestione ed
ai controlli, sia a livello di soggetto
attuatore (in qualità di soggetto intermediario o beneficiario finale).
Il coinvolgimento di tutti i soggetti unitamente alla rilevazione di dati per
operazione garantisce un monitoraggio
costante ed in tempo reale sull’attuazione dell’Obiettivo 2. A tal fine il
sistema è stato predisposto per soddisfare le specifiche del sistema di monitoraggio Monitweb di cui utilizza
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OTTAVOEURORAPPORTO
comunque i protocolli di raccordo per il
trasferimento dei dati.
Comunicare Obiettivo 2
Come indicato nel Piano delle azioni di
comunicazione, il partenariato e la costante collaborazione con le Province
sono da ritenersi un punto di forza imprescindibile per raggiungere tutte le categorie di interlocutori interessati direttamente da Obiettivo 2 e, più in generale,
per informare e sensibilizzare il grande
pubblico rispetto alle iniziative intraprese
grazie ai finanziamenti europei.
Pertanto, a livello regionale si è proseguito il raccordo con i referenti provinciali, che a loro volta garantiscono il
dialogo e lo scambio di informazioni
con i referenti dei Comuni interessati,
con i partner economici e sociali, le
associazioni, i potenziali beneficiari e
le popolazioni delle aree Obiettivo 2.
In questo modo si garantisce una diffusione capillare delle informazioni e
soprattutto quel dialogo costante che è
il presupposto per la condivisione delle
politiche e della gestione delle azioni
messe in campo. La strategia di comunicazione multimediale garantisce altresì il raggiungimento di target diversificati e anche l’integrazione tra i messaggi che vengono diffusi.
Si è quindi intervenuti su più fronti, attraverso un costante raccordo con gli organi
della stampa, la diffusione di informazioni e la fornitura di servizi dal sito regionale Obiettivo 2 www.ermesimprese.it/obiettivo2, l’assistenza ai potenziali beneficiari dei finanziamenti ottenuta presso punti
informativi presenti su tutto il territorio,
l’organizzazione di seminari, incontri ed
eventi.
Tra le varie iniziative, all’inizio del
2005, si è tenuto un convegno a Bologna per presentare i risultati ottenuti
finora e, nell’occasione sono stati realizzati un volume e un video.
le previsto era di 8.720 milioni di
euro, di cui 3.887 a carico del Fondo
sociale europeo.
A seguito della riprogrammazione del
2003, nessuna modifica ha riguardato
gli assi prioritari del QCS e quindi dei
POR. Sei rimangono gli assi prioritari,
quattordici i Programmi Operativi
Regionali e un Programma Operativo
Nazionale (PON) “Azioni di sistema”.
Il cofinanziamento pubblico nazionale è
pari all’80% per i POR e al 100% per il
PON. I sei assi prioritari, al cui interno
sono stati individuati uno o più obiettivi
specifici, sono:
Asse A - Sviluppo e promozione di politiche attive del mercato del lavoro;
2.4
L’OBIETTIVO 3
L’obiettivo 3 è volto a favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle
politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. Il cofinanziamento comunitario è assicurato dal
Fondo Sociale Europeo.
Per raggiungere queste finalità , la
Commissione europea ha approvato7 il
“Quadro Comunitario di Sostegno
(QCS) per gli interventi strutturali comunitari previsti dall’obiettivo n. 3 in
Italia” in cui sono definite strategie,
priorità e relativi obiettivi specifici
nonché la partecipazione dei fondi
strutturali e delle altre risorse finanziarie. Per l’intero periodo il costo inizia-
Asse B - Integrazione nel mercato del
lavoro delle persone più esposte al
rischio di esclusione sociale;
Asse C - Promozione e miglioramento
della formazione professionale, dell’istruzione e dell’orientamento, nell’ambito di una politica di apprendimento
nell’intero arco della vita;
Asse D - Promozione di una forza lavoro competente, qualificata ed adattabile, sostegno all’imprenditorialità, sviluppo del potenziale umano nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico;
7
decisione C1120 del 18 luglio 2000.
02-Politica comunitaria
11-11-2005
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OTTAVOEURORAPPORTO
49
Asse E - Sostegno alle pari opportunità
per le donne sul mercato del lavoro;
Asse F - Accompagnamento del QCS e
dei Programmi Operativi.
a minimizzare il rischio di marginalità e
precarizzazione sul mercato del lavoro.
Nell’ambito dell’Obiettivo 3 sono state
confermate anche le strategie specifiche definite nel POR a proposito dei
campi trasversali di intervento del FSE
(pari opportunità, società dell’informazione, sviluppo locale).
2.4.1. Il Programma
Operativo EmiliaRomagna 2000-2006
Nel 2004 è stato portato a compimento il processo di riprogrammazione del
POR Ob. 3 della Regione Emilia-Romagna avviato nel novembre 2003. La
Regione Emilia-Romagna ha ritenuto –
in coerenza con le scelte operate in
sede di DPEF e con gli specifici orientamenti della SEO (Strategia Europea per
l’Occupazione) – di dover esplicitare in
misura maggiore la priorità della qualità e sicurezza del lavoro, e del sistema
delle tutele e delle garanzie, finalizzata
Con l’approvazione da parte della
Giunta Regionale della deliberazione n.
177 del 10 febbraio 2003 sono stati
ridefiniti i requisiti ai quali tutti gli organismi di formazione devono attenersi
per ottenere l’accreditamento, con l’obiettivo di valorizzare e qualificare gli
organismi di formazione professionale,
per contribuire a dare maggiore identità
e specificità al sistema. Il processo di
accreditamento avviato nel corso del
2004 è un processo aperto e accompa-
gnerà la formazione professionale
verso la qualificazione e la specializzazione che la L.R. 12/2003 definisce,
affinché il sistema abbia maggior identità e riconoscibilità. Saranno promosse
azioni a sostegno di piani di sviluppo,
riorganizzazione e ristrutturazione degli
enti, per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dell’offerta con riferimento agli specifici ambiti oggetto di
accreditamento e per lo sviluppo di
nuovi prodotti e servizi anche in vista
del prossimo periodo di programmazione FSE 2007-2013. Alla luce di questi
obiettivi qualitativi, gli organismi
dovranno scegliere con maggior rigore
su quali segmenti di offerta formativa
– ambiti, tipologie d’utenza, settori –
operare e conseguentemente specializzarsi.
Obiettivo 3 – POR Emilia-Romagna – Piano finanziario 2000-2006
Asse
A
B
C
D
E
F
Totale
Costo
totale
Totale
pubblico
FSE
475.228.391
115.887.258
356.243.620
212.067.616
127.646.222
37.121.607
1.324.194.714
475.228.391
115.887.258
356.243.620
201.969.158
127.646.222
37.121.607
1.314.096.256
213.852.776
52.149.266
160.309.629
90.886.121
57.440.800
16.704.723
591.343.315
Totale
261.375.615
63.737.992
195.933.991
111.083.037
70.205.422
20.416.884
722.752.941
Cofinanziamento nazionale
Stato
Regione
209.100.492
50.990.396
156.747.193
88.866.430
56.164.337
16.333.507
578.202.352
Quote
private
52.275.123
0
12.747.599
0
39.186.798
0
22.216.607 10.098.458
14.041.085
0
4.083.377
0
144.550.589 10.098.458
Con atti amministrativi distinti sono
state nominate l’Autorità di Gestione e
di Pagamento del POR in linea con
quanto previsto dal regolamento
438/01. In particolare la separazione
delle funzioni di gestione e controllo
richiesta dall’art. 3 del Regolamento in
parola è attuata mediante l’attribuzione di funzioni e responsabilità ad unità
distinte. Tale attribuzione è stata operata con atti formali nell’ambito della
riorganizzazione delle strutture organizzative dell’Ente e della razionalizzazione delle posizioni dirigenziali.
Si riporta di seguito il piano finanziario
del POR della Regione Emilia-Romagna
approvato dalla UE a conclusione del
processo di riprogrammazione che ha
assegnato risorse comunitarie di performance pari a 34.706.428 euro e che
portano complessivamente l’intervento
del FSE a 591.343.315 euro per l’intero periodo di programmazione 20002006.
2.4.2 La programmazione
2004
Nel 2004 alle Amministrazioni provinciali sono stati assegnati 116.000.000
euro, mentre la Regione ha utilizzato
complessivamente 60.300.000 euro,
di cui 24.700.000 per il rinnovo delle
sovvenzioni globali e 35.600.000 per
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OTTAVOEURORAPPORTO
50
le attività del bando multimisura, finanziate nel febbraio 2005, e che non
rientrano nei dati di monitoraggio al 31
dicembre 2004.
Obiettivo 3 – POR Emilia-Romagna 2000-2006 – Attività approvate nel 2004 (in milioni di euro)
Dati al 31.12.2004
To t a l e a t t i v i t à P r o v i n c e e R e g i o n e
Asse
Asse A
Asse B
Asse C
Asse D
Asse E
Asse F
Totale
Numero
attività
approvate
Costo
totale
Contributo
pubblico
520
208
538
1.049
165
12
2.492
57,450
14,268
38,268
25,483
8,735
4,152
148,357
56,763
13,970
38,084
19,473
8,508
4,152
140,950
To t a l e a t t i v i t à R e g i o n e *
di cui
FSE
Numero
attività
approvate
Costo
totale
Contributo
pubblico
di cui
FSE
25,543
6,286
17,138
8,763
3,829
1,869
63,428
24
3
26
103
3
12
171
6,003
3,974
9,598
0,995
0,540
4,152
25,262
6,003
3,927
9,598
0,632
0,540
4,152
24,853
2,702
1,767
4,319
0,284
0,243
1,869
11,184
* Si fa presente che le attività selezionate tramite il bando regionale sono state approvate nel febbraio 2005, per cui non sono rientrate nei dati
comunicati col monitoraggio al 31 12 2004
Obiettivo 3 – POR Emilia-Romagna 2000-2006 – Programma 2004 – Attività approvate nel 2004 e finanziate nel
2004-2005 (in milioni di euro) – Dati al 28.02.2005
To t a l e a t t i v i t à P r o v i n c e e R e g i o n e
Asse
Asse A
Asse B
Asse C
Asse D
Asse E
Asse F
Totale
To t a l e a t t i v i t à R e g i o n e
Numero
attività
approvate
Costo
totale
Contributo
pubblico
di cui
FSE
Numero
attività
approvate
Costo
totale
Contributo
pubblico
di cui
FSE
571
297
573
1.122
241
12
2.816
62,356
23,719
41,647
34,920
17,204
4,152
183,999
61,553
22,795
41,462
27,423
16,901
4,152
174,286
27,938
10,699
18,827
12,738
8,025
1,869
80,096
75
92
61
176
79
12
495
10,909
13,425
12,977
10,842
9,009
4,152
60,904
10,793
42,752
12,976
8,582
8,933
4,152
58,189
5,097
6,180
6,008
4,259
4,439
1,869
27,852
Di seguito si riporta la tabella con i dati
della programmazione complessiva
2004 e una breve sintesi delle attività
finanziate.
Il nuovo piano ha confermato gli obiettivi e le priorità delle attività di formazione professionale, al fine di consolidare l’offerta formativa nella direzione
dell’innovazione e dello sviluppo sociale ed economico, con particolare attenzione ai nuovi settori dell’imprenditoria
e a nuove figure professionali legate
alla persona e al turismo.
Una parte rilevante di attività sia per
impegno finanziario che per numero di
progetti 90 progetti per un costo complessivo di oltre 9 milioni di euro) ha
riguardato il tema della riorganizzazione e ristrutturazione degli enti accreditati, l’implementazione di modelli di
diffusione della cultura tecnica del lavoro, delle nuove tecnologie, la progettazione modellizzazzione diffusione di
buone prassi, compresi i percorsi formativi sperimentali in attuazione della L.R
n. 12/03, la progettazione di un
modello regionale di educazione degli
adulti e il finanziamento dei servizi per
le imprese emiliano-romagnole.
Oltre 8 milioni Euro sono stati stanziati
per la promozione della partecipazione
femminile al mercato del lavoro. In par-
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OTTAVOEURORAPPORTO
ticolare sono stati approvati n. 76 progetti relativi ai temi legati alla conciliazione, percorsi integrati di inserimento
lavorativo per donne adulte, inserite in
percorsi di protezione sociale, e per le
operatrici dei centri antiviolenza; sostegno all’inserimento lavorativo delle
donne, comprese le lavoratrici atipiche,
e ai percorsi di carriera.
Per lo sviluppo della formazione continua, della flessibilità del mercato del lavoro e della competitività delle aziende,
con priorità alle PMI e ai distretti industriali sono stati finanziati n. 73 attività,
per un costo di circa 8 milioni di euro.
In relazione alla formazione permanente sono stati approvati 35 progetti per
un costo di oltre 3 milioni di euro. I
temi trattati sono quelli del rafforzamento delle politiche di sicurezza (sicurezza del lavoro, alimentare e stradale). Inoltre sono stati finanziati progetti
sperimentali di formazione permanente
elaborati dai Centri Territoriali
Permanenti (Organismi preposti all’educazione degli adulti).
Nei confronti dei gruppi svantaggiati
sono stati approvati 52 progetti per un
costo di quasi 5 milioni di euro. Si è
inteso consolidare e rafforzare le attività degli anni scorsi, in particolare quelle rivolte all’inserimento lavorativo
degli immigrati, azioni a supporto dell’inserimento lavorativo di persone disabili, rafforzamento delle competenze
degli operatori istituzionali all’interno
delle carceri e azioni dirette a favorire
l’inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di povertà estrema e
a grave rischio di esclusione sociale.
Nell’ambito della formazione superiore,
in coerenza con gli obiettivi del P.O.R.
di innalzare il livello di istruzione della
popolazione giovane e adulta, è stata
avviata la sperimentazione per l’erogazione di assegni formativi da utilizzare
per la formazione nell’ambito dello
spettacolo dal vivo di figure artistiche
ad alta professionalità.
Sono state approvate 18 attività formative, individuate in relazione alle priorità
regionali e alle caratteristiche delle offerte stesse, per un finanziamento complessivo di oltre 3 milioni di euro.
Nel corso del 2004 le Amministrazioni
provinciali hanno erogato aiuti all’occupazione, previsti dagli articoli 8 e 9
della l.r. 25 novembre 1996, n. 45
“Misure di politica regionale del lavoro” a favore delle fasce deboli, dei disoccupati di lunga durata e dei lavoratori iscritti alle liste di mobilità, per complessivi 822.473,81 euro.
Entrando più in dettaglio nei progetti
approvati dalla Regione EmiliaRomagna,
Misura A1 – Organizzazione dei nuovi
servizi per l’impiego sono state finanziate azioni relative Manutenzione,
aggiornamento e gestione del sito web
www.atipici.net.
Supporto e assistenza tecnica
all’Amministrazione regionale per l’elaborazione del modello di accreditamento e di autorizzazione per i servizi per
il lavoro.
Sviluppo qualità dei servizi per l’impiego.
Misura A2 – Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e adulti nella logica dell’approccio
preventivo – finanziamenti sono stati
assegnati ad azioni finalizzate Mobilità
transnazionale nei percorsi formativi
dell’istruzione e della formazione professionale, anche integrati.
Misura B1 – Inserimento lavorativo e
reinserimento di gruppi svantaggiati –
stanziamenti sono stati erogati a favore di Sostegno all’offerta che opera su
bacini di utenza di livello nazionale,
sovra-regionale o regionale, tramite il
finanziamento di interventi integrati, di
formazione, work experiences, tirocini,
ecc. volti a particolari categorie svantaggiate (handicap fisici e mentali
medio-gravi e gravi, tossicodipendenti
in fase di recupero, ecc.).
Azioni a sostegno dell’integrazione
delle persone detenute attraverso la
qualificazione degli interventi di istruzione e formazione all’interno degli
istituti penitenziari.
51
In coerenza con il Protocollo d’intesa
vigente tra Regione Emilia-Romagna e
Ministero di Grazia e Giustizia
Implementazione e consolidamento di
un sistema integrato di servizi e di
azioni a supporto dell’inserimento lavorativo di persone immigrate.
Azioni a supporto dell’inserimento lavorativo di persone disabili.
Interventi volti a favorire l’inclusione
sociale e lavorativa di persone in situazione di povertà estrema e a grave
rischio di esclusione sociale.
Immigrazione stagionale
Sperimentazione di servizi di facilitazione dell’incontro fra domanda e offerta
nel lavoro stagionale agricolo e di contrasto al lavoro sommerso.
Misura C1 – Adeguamento del sistema
della Formazione professionale e del
sistema dell’istruzione in questo asse
di intervento sono state finanziate in
particolare le seguenti attività:
• Implementazione di modelli di diffusione della cultura tecnica, del lavoro,
delle nuove tecnologie, dell’impresa,
anche attraverso l’utilizzo di nuove
strumentazioni comunicative, in un’ottica di genere.
• Riorganizzazione e ristrutturazione
degli Enti accreditati e per il tema sviluppo degli Enti accreditati in vista del
nuovo periodo di programmazione
F.S.E.
02-Politica comunitaria
11-11-2005
52
• Sostegno dei soggetti formativi (istituzioni scolastiche autonome ed organismi di formazione professionali accreditati per l’obbligo formativo), impegnati
nella realizzazione dei percorsi integrati
di istruzione e formazione, attraverso
la realizzazione di un’azione di sistema, volta ad attuare attività e servizi
nell’ambito della formazione congiunta
dei formatori dei due sistemi a fronte
dell’innovazione introdotta nel sistema
formativo regionale dalla l.r.
12/2003.
• Progettazione, modellizzazione, diffusione di buone prassi, compresi percorsi formativi sperimentali in attuazione della L.R. n. 12/2003, e consolidamento di iniziative a sostegno della
qualificazione degli operatori nei settori
interessati da interventi legislativi e da
programmi finalizzati in particolare allo
sviluppo di attività e produzioni ecocompatibili, eco-efficienti, orientati alla
sostenibilità di territori, sviluppo sostenibile, imprese e di sistemi di qualità
incentrati sul prodotto (politiche integrate di prodotto, compresi interventi di
prevenzione ambientale-sanitaria e di
aggiornamento per i tecnici del settore
biologico).
• Supporto all’Amministrazione regionale nella prima fase di negoziato e
programmazione inerenti il FSE per il
periodo 2007-2013, e per lo sviluppo
di relazioni e scambi con i nuovi paesi
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entranti nell’Unione Europea.
• Progettazione di un modello regionale di educazione degli adulti.
• Azioni finalizzate alla realizzazione
di servizi di consulenza a favore delle
imprese localizzate nel territorio regionale, tramite il finanziamento di progetti promossi dalle associazioni di
categoria e realizzate da strutture
accreditate o da loro società di servizio
che possono prevedere anche la concessione di voucher per l’acquisizione
di tali servizi da parte delle imprese o
l’erogazione diretta del servizio.
• Azione sperimentale tesa ad aumentare l’attrattività della scuola e la permanenza dei giovani nel percorso scolastico finalizzata alla lotta ed al contrasto del fenomeno della dispersione
scolastica
Misura C3 – Formazione superiore
• Alimentazione ed ampliamento del
catalogo dell’offerta formativa con relativi servizi di assistenza;
• Aggiornamento del sito web in una
logica di integrazione tra domanda ed
offerta;
• Attività di monitoraggio delle attività
formative inserite a catalogo e fruite
tramite assegni formativi;
• Elaborazione di strumenti informativi
e di comunicazione;
• Azioni di assistenza;
• Organizzazione di incontri e workshop;
• Erogazione e gestione degli assegni.
L’alta formazione nell’ambito dello
spettacolo. A partire dal 2004 viene
sperimentato l’assegno formativo nell’ambito dello spettacolo dal vivo di
figure artistiche ad alta professionalità.
L’assegno formativo consiste in un contributo finanziario del valore massimo
di 12.000,00 Euro che potrà coprire
l’80% del costo totale del corso prescelto qualora il beneficiario sia disoccupato, inoccupato o inattivo e il 70%
qualora sia occupato da utilizzare per
l’accesso ad uno dei corsi dell’“Elenco
regionale dell’offerta formativa dello
spettacolo dal vivo di figure artistiche
ad alta professionalità”.
Nel 2004 sono presenti nell’Elenco
regionale n. 12 Organismi di formazione e n. 18 offerte formative. Sono
stati approvati n. 340 assegni formativi per un importo complessivo di circa
3 milioni di Euro.
Sono inoltre richieste azioni di assistenza tecnica per il monitoraggio ed il controllo delle iniziative e misure di accompagnamento, volte alla promozione,
orientamento, tutoraggio ai destinatari,
definizione di garanzie
assicurative/fideiussorie finalizzate al
successo formativo e azioni di diffusione dei risultati.
Misura C4 – Formazione Permanente
– di rilievo le attività dirette al raffor-
zamento delle politiche di sicurezza del
lavoro, alimentare, stradale. Inoltre
sono stati finanziati progetti sperimentali e innovativi curati dai Centri territoriali permanenti.
Misura D1 – Sviluppo della formazione
continua, della flessibilità del mercato
del lavoro e della competitività delle
imprese, con priorità alla PMI
Finanziate attività finalizzate a salvaguardare la posizione lavorativa e il
tasso di attività dei lavoratori adulti
all’interno dell’impresa, aggiornamento
e manutenzione delle competenze dei
lavoratori di età superiore a 45 anni,
percorsi di affiancamento e di formazione volti al trasferimento delle competenze e del sapere dai lavoratori esperti
ai neo-assunti, e sviluppo organizzativo
e valorizzazione delle figure strategiche
nelle PMI e attività di formazione mirata al sostegno dei lavoratori atipici
attraverso anche l’erogazione di voucher formativi e di servizio.
Misura E1 – promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro – Percorsi integrati di inserimento
lavorativo per donne adulte, donne
inserite in percorsi di protezione sociale
e in accoglienza ai sensi dell’art. 18 ex
D.lgs 286/98, donne che hanno subito violenza, fisica, sessuale, psicologica
e/o di costrizione economica. Percorsi
di formazione per le operatrici e volontarie dei centri antiviolenza. I progetti
dovranno fare riferimento preciso ad
uno dei target indicati.
02-Politica comunitaria
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OTTAVOEURORAPPORTO
Orientamento di genere nell’età dell’obbligo formativo.
L’obiettivo dell’azione è quello di realizzare modalità di orientamento e
didattico/formative differenziate,
Sostegno all’inserimento lavorativo
delle donne, comprese le lavoratrici atipiche, e ai percorsi di carriera.
Non sono ammesse attività di ricerca
ma azioni, anche sperimentali, rivolte
alle persone.
Tali azioni potranno essere accompagnate dalla concessione di voucher per
la conciliazione dei tempi di lavoro/formazione con gli impegni familiari e di
cura.
In questo ambito sono stati finanziati
progetti relativi alla flessibilità positiva
dei tempi di conciliazione che permettono – anche grazie alle nuove tecnologie – la conciliazione del doppio
ruolo domestico e di lavoro professionale esercitato dalla donna. Troviamo pertanto corsi che riguardano il telelavoro,
i sistemi organizzativi “women
friendly” e l’erogazione di voucher individuali di servizio per favorire la partecipazione delle donne a corsi di formazione e per l’inserimento lavorativo.
Presenti attività che puntano a stimolare l’imprenditorialità femminile e interventi formativi rivolti alle donne che
operano nel settore della comunicazione e dell’informazione. Altre azioni rilevanti hanno riguardato percorsi integrati di inserimento lavorativo per donne
adulte, donne inserite in percorsi di pro-
tezione sociale e in comunità di accoglienza e donne che hanno subito violenza fisica sessuale psicologica ecc.
Per l’attuazione di parte delle Misure
B1 – Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati, Misura
C3 – Formazione superiore, Misura D3
– Sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini di impiego e D4 – Miglioramento
delle risorse umane nel settore della
ricerca e sviluppo tecnologico, la
Regione Emilia-Romagna ha previsto il
rinnovo delle Sovvenzioni globali:
• Consorzio SPINNER (Servizi per la
Promozione dell’INNovazione e della
Ricerca)8 (circa 15.400.000,00
euro), che persegue obiettivi strategici
di Sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini d’impiego e di miglioramento delle
risorse umane nel settore della ricerca
e sviluppo tecnologico, attraverso:
l’Azione 1 “Economia della conoscenza”, che rappresenta il “cuore” dell’intervento: con tale azione si intende
“creare e sostenere un concreto collegamento tra mondo della conoscenza e
sviluppo territoriale in modo da trasformare le competenze tecnico-scientifiche
in elemento trainante di imprenditorialità”; l’Azione 2 “Ricambio generazionale”: con la quale si intende “avviare
un’iniziativa pilota a supporto del
ricambio generazionale per abbassare/eliminare i rischi della mortalità
imprenditoriale derivante da un’errata
gestione del passaggio generazionale
nelle PMI”; l’Azione 3 “Emersione e
regolarizzazione delle forze di lavoro”:
mirante a “sperimentare un percorso di
emersione dal lavoro nero individuando
le possibili vie di istituzionalizzazione,
regolamentazione e consolidamento di
attività a forte caratterizzazione marginale.
Il numero complessivo dei proponenti
che hanno redatto una richiesta di
accesso a Spinner al 31/12/04 è di
1.894, la maggioranza dei quali a
valere sulla misura D.3; le domande di
Idea d’Impresa (ID) e di aftercare (AC)
sono infatti 1.120 e rappresentano il
59,1% del totale. Concretamente i
1.120 proponenti di creazione d’impresa sopra indicati hanno elaborato 282
progetti imprenditoriali (di cui 17 di
AC).
• Consorzio interuniversitario
Symposium9 Organismo Intermediario
per la gestione della Formazione
Superiore - (la dotazione finanziaria
complessiva per l’erogazione degli
assegni formativi è pari a €
3.650.500,00) relativamente all’approvazione e al finanziamento di attività riferite all’anno accademico
2004/2005 quali moduli integrati
all’interno dei percorsi Master e Master
53
universitari integrati di 1° e 2° livello,
realizzati in convenzione tra Organismi
di formazione e Strutture Universitarie
e attività relative ai servizi collegati per
la gestione, monitoraggio, valutazione
e diffusione delle attività corsuali;
• Consorzio NoiCon10 - Organismo
Intermediario per la Gestione di parte
della Misura B.1 – (circa
2.505.000,00 euro). Sulla base dei
risultati conseguiti e in una logica di
continuità e di ottimizzazione di quanto realizzato nell’ambito della precedente programmazione 2002/2003,
finanzia progetti aventi l’obiettivo di
8
il consorzio SPINNER è costituito da Aster
(Agenzia per lo Sviluppo Tecnologico
dell’Emilia-Romagna), Fondazione Alma
Mater (Fondazione dell’Università degli Studi
di Bologna) e Sviluppo Italia (Agenzia governativa nazionale per lo sviluppo economico
ed imprenditoriale)
www.spinner.it
9
il consorzio Symposium è costituito dalle
Università di Bologna, Ferrara, ModenaReggio Emilia, Parma e dalla Fondazione
Alma Mater
www.consorzio.symposium.it
10
il consorzio NoiCon è costituito dalla
Fondazione Alma Mater dell’Università di
Bologna, dalla Fondazione Carisbo di
Bologna, dalla Fondazione Cesar e dalla
Cooperativa Oltremare
www.noicon.it
02-Politica comunitaria
11-11-2005
54
creare condizioni per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone svantaggiate e prevede tre possibili azioni: il miglioramento di servizi
innovativi e integrati da parte di soggetti no-profit, la creazione d’impresa e
l’autoimpiego, misure di accompagnamento che favoriscano l’utilizzo dei servizi da parte dei soggetti svantaggiati.
• Ati SIN.FORM srl e SFERA Soc.Cons
a rl. – Organismo Intermediario per la
Gestione della Sovvenzione globale per
l’implementazione dei cataloghi regionali della formazione ed erogazione
degli assegni formativi delle Misure C1
e C3 – ( 2.250.000,00 Euro) – finalizzata alla messa in rete dei Cataloghi
regionali ad oggi esistenti prevedendo
sezioni relative alle diverse tipologie
formative: formazione continua e permanente, alta formazione professionalizzante, alta formazione continua e
permanente integrata con l’università;
inoltre dovrà realizzate attività inerenti
l’assegnazione, la gestione e l’erogazione degli assegni formativi per l’accesso individuale alla formazione, destinati prioritariamente ai residenti in
Emilia-Romagna. Sono inoltre richieste
azioni di assistenza tecnica per il monitoraggio ed il controllo delle iniziative e
misure di accompagnamento, volte alla
promozione, orientamento, tutoraggio
ai destinatari, definizione di garanzie
assicurative/fideiussorie finalizzate al
10:41
Pagina 54
OTTAVOEURORAPPORTO
successo formativo e azioni di diffusione dei risultati.
Per quanto riguarda i progetti di elevata valenza innovativa a carattere interregionale e orientati a sostenere e promuovere la sperimentazione e la diffusione di processi di razionalizzazione,
riconversione e modernizzazione, a cui
è riservato almeno il 3% dei fondi disponibili dei POR delle Regioni centro
nord, i progetti a carattere interregionale formalizzati dalla Regione EmiliaRomagna nel 2004 sono:
• “Sistema moda”con le Regioni
Toscana, Piemonte, Marche, Liguria,
Calabria e Lazio;
• “Le figure professionali operanti nel
percorso di conservazione programmata
del patrimonio culturale” con la
Provincia Autonoma di Bolzano e le
Regioni Abruzzo, Calabria, Lazio,
Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e
Valle d’Aosta;
• “Nuovo modello dei servizi al lavoro” con le Regioni Piemonte,
Lombardia, Veneto, Basilicata, Calabria,
Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio,
Liguria, Marche, Molise, Sicilia e
Toscana.
La Regione ha inoltre formalizzato nei
primi mesi del 2005 (DGR 263/2005)
i seguenti protocolli d’intesa:
• con le Regioni Abruzzo, Basilicata,
Calabria, Campania, Friuli Venezia
Giulia, Lazio, Lombardia, Molise,
Piemonte, Toscana, Umbria, Valle
d’Aosta e le Province Autonome di
Bolzano e Trento, relativamente al progetto “Descrizione e certificazione per
competenze e famiglie professionali –
standard minimi in una prospettiva di
integrazione tra istruzione, formazione
professionale e lavoro”;
• con le Regioni Toscana, Umbria e
Veneto, nell’ambito del protocollo interregionale “Migliorare la qualità e l’efficacia del sistema dei Voucher formativi
e di servizio” per l’avvio di una procedura di riconoscimento reciproco dei
voucher per l’alta formazione.
2.4.3. Lo stato
di attuazione
del programma operativo
regionale
I principali dati fisici e finanziari di
attuazione mostrano come al
31.12.2004 il numero di attività presentate, a valere sui bandi regionali e
provinciali, e su quelli degli Organismi
intermediari delle Sovvenzioni Globali,
sia risultato pari a 32.052 (rispetto a
26.655 al 31.12.2003), per un costo
totale che si è attestato ad oltre 2.134
milioni di euro (rispetto a 1.793 milioni di euro al 31.12.2003). A fronte di
tali valori, la Regione, le Province e gli
Organismi Intermediari hanno approvato attività per un numero complessivo
pari a 17.517 (rispetto a 14.755 al
31.12.2003), a cui corrisponde un
costo totale pari a oltre 1.044 milioni
di euro (al 31.12.2003 il costo delle
attività approvate corrispondeva a oltre
884 milioni di euro).
L’analisi dello stato di avanzamento del
POR della Regione Emilia-Romagna a
fine 2004 mostra che tutte le misure
hanno costituito oggetto (tenendo
conto della ripartizione delle competenze e delle risorse finanziarie tra gli
organismi attuatori) di una pluralità di
avvisi pubblici, in parte a carattere multimisura. In particolare, sia la Regione
che le Province hanno emesso bandi e
avvisi pubblici su tutte le misure di propria competenza.
Al 31 dicembre 2004 gli avvisi pubblici
e i bandi di gara adottati ammontano a
820, di cui 142 emanati dalla
Regione, 23 dagli Organismi
Intermediari delle Sovvenzioni Globali e
655 dalle Province.
Al 31 dicembre 2004 il POR EmiliaRomagna presenta un livello complessivo di impegni pari al 83,59 % delle
risorse totali programmate nel periodo
2000-2006 e del 114,34 % rispetto al
piano finanziario relativo al 20002004.
Il rapporto del valutatore indipendente,
contiene i risultati della valutazione
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Obiettivo 3 - POR Emilia-Romagna 2000-2006 – Situazione al 31 dicembre 2004 (in milioni di euro)
Asse
Assegnazioni
2000-2006
A
Asse A
Asse B
Asse C
Asse D
Asse E
Asse F
TOTALE
475,228
115,887
356,244
212,068
127,646
37,122
1324,195
Assegnazioni
2000-2004
B
Approvato
2000-2004
330,549
78,666
245,091
138,809
91,420
26,587
911,122
359,846
85,968
257,999
206,853
98,456
35,342
1044,464
Impegnato
00-04
C
Pagamenti
effettuati
D
B/A
C/A
C/B
D/C
360,784
85,687
256,526
205,351
98,041
35,375
1041,764
253,619
60,139
186,414
116,343
75,205
22,133
713,853
69,56
67,88
68,80
65,45
71,62
71,62
68,81
75,92
73,94
72,01
96,83
76,81
95,29
78,67
109,15
108,93
104,67
147,94
107,24
133,05
114,34
70,30
70,18
72,67
56,66
76,71
62,57
68,52
500
400
300
200
100
0
Asse A
Asse B
Asse C
Asse D
Asse E
Asse F
Assegnazioni 2000-2006 Assegnazioni 2000-2004 Approvato 2000-2004
Attuazione obiettivo 3 – Situazione al 31 dicembre 2004
finale dell’Obiettivo 3 FSE nella
Regione Emilia-Romagna. Gli elementi
costitutivi della valutazione finale vengono collocati su due livelli di approfondimento. Uno più generale volto ad evi-
denziare i principali risultati complessivi
del programma dove viene analizzata
la situazione economica della RER ed i
termini di attivazione del POR; il valutatore conclude sottolineando come
l’attuazione del POR della RER sia stata
caratterizzata da una elevata capacità
di impegno e di spesa. Il secondo livello di approfondimento è più particolareggiato, ottenuto valutando un nume-
ro limitato di temi prioritari quali l’immigrazione, l’invecchiamento attivo,
l’innovazione e la coesione sociale, le
pari opportunità e il mainstreaming di
genere. Il valutatore ha analizzato i
singoli temi ed ha sottolineato la capacità della RER di rispondere alle indicazioni dettate dalla UE. È necessario tuttavia, nel prossimo periodo di programmazione, costruire una rete di servizi
mirati prioritariamente alla intercettazione, informazione ed orientamento
dei potenziali beneficiari dei singoli
interventi per aumentare le capacità
occupazionali sul territorio.
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2.5.
IL PROGRAMMA
PESCA
Con il regolamento (CE) n.
2972/1999 sono state stabilite le
modalità e le condizioni delle azioni
strutturali relative al settore della
pesca, e sulla base di tali riferimenti
l’Italia ha redatto il proprio Documento
Unico di Programmazione (DOCUP)
dello Sfop (Strumento Finanziario di
Orientamento alla Pesca) per le regioni
fuori obiettivo 1.
lo sviluppo delle zone costiere o interne che dipendono prevalentemente
dalle risorse ittiche. Sono previsti cinque diversi assi suddivisi in misure per
le quali sono stati definiti obiettivi e
priorità.
Con il Docup si è proceduto alla definizione del peso degli Assi e di ogni singola misura, nonché alla definizione
delle competenze che sono rimaste in
capo allo Stato e di quelle delegate
alle amministrazioni Regionali.
Il Docup Italia prevede, per il periodo
2000-2006, interventi per complessivi
221,6 milioni di euro di cui 104 milioni di euro di contributo comunitario, per
ristrutturare e modernizzare il settore
pesca e renderlo più competitivo sul
mercato internazionale e promuovere
Sulla base di tale programma sono
state assegnate alla Regione EmiliaRomagna risorse comunitarie per Euro
5.150.735,38 corrispondenti a circa il
7% delle risorse a disposizione delle
Regioni e che hanno generato risorse
statali per 4.731.482,12 euro e risorse proprie regionali per 2.033.179,61
euro per un totale di risorse pubbliche
distribuite nei 6 anni pari a
11.915.397,12 euro che porta il costo
complessivo del programma a
21.598.955,21 euro.
2.5.1 L’attuazione
in Emilia-Romagna
Il Complemento di programmazione
Emilia-Romagna relativo alle misure del
Docup delegate alla competenza regionale è stato approvato nel luglio
200111 contestualmente al bando di
gara relativo alle intere annualità
2000-200612. Il programma, predisposto dopo una fase di consultazione
con le categorie professionali e con gli
enti locali, prevede il sostegno a iniziative per la promozione della protezione
delle risorse acquatiche e lo sviluppo
dell’acquacoltura nelle acque interne,
DocUP Pesca Regione Emilia-Romagna – Piano finanziario 2000-2006
Asse
Asse 1
Asse 2
Asse 3
Asse 4
Asse 5
Totale
Costo
totale
Totale
pubblico
SFOP
Totale
—
—
18.937.730
2.424.053
236-273
21.598.955
—
—
9.478.355
2.200.769
236-273
11.915.397
—
—
9.950.896
1.081.703
118.136
5.150.735
—
—
5.527.459
1.119.067
118.136
9.764.662
Cofinanziamento nazionale
Stato
Regione
—
—
3.869.221
783.347
78.914
4.731.482
—
—
1.658.238
335.720
39.222
2.033.180
Quote
private
—
—
9.459.375
224.183
9.683.558
costiere e marine, il miglioramento
delle attrezzature dei porti di pesca, la
qualificazione delle attività della piccola
pesca costiera, la promozione, commercializzazione e trasformazione dei prodotti ittici, con particolare riguardo alla
qualità del prodotto. Sono inoltre previste iniziative per aprire il settore ad
ogni opportunità collegata allo sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche.
Le Misure delegate alla competenza
regionale sono:
• asse n. 3 protezione e sviluppo
delle risorse acquatiche, acquacoltura
attrezzature dei porti di pesca, trasformazione e commercializzazione
misura 3.1- Protezione e sviluppo delle
risorse acquatiche
misura 3.2 - Acquacoltura
misura 3.3 - Attrezzatura dei porti di
pesca
misura 3.4 - Trasformazione e commercializzazione
misura 3.5 - Pesca nelle acque interne
• asse n. 4 altre misure
misura 4.1 - Piccola pesca costiera
misura 4.3 - Promozione
misura 4.4 - Azioni realizzate dagli
operatori del settore
misura 4.6 - Misure innovanti
11
con delibera della Giunta Regionale del
31 luglio 2002 n. 1675.
12
bando pubblicato sil BURER n. 143 del 8
ottobre 2001 e scaduto il 16 gennaio 2002.
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OTTAVOEURORAPPORTO
57
• asse n. 5 assistenza tecnica
misura 5.1 - Assistenza tecnica
Con l’’unico bando previsto dalla
Regione Emilia-Romagna per l’attuazione dello Sfop sono stati ammessi al
contributo comunitario 64 progetti.
rio e pertanto per i pagamenti dei contributi concessi, si evidenzia una scarsa
erogazione di saldi contro una consistente erogazione di acconti.
Realizzazione fisica e
finanziaria dei progetti
Per tale misura, essendo enti pubblici il
50% dei beneficiari, i tempi di attuazioni sono risultati più lunghi del previsto.
MISURA 3.2 “ACQUACOLTURA”, la
maggior parte dei progetti finanziati
sono ancora in fase di attuazione in
quanto un numero consistente di beneficiari ha richiesto proroga per la realizzazione dei progetti che le è stata concessa così come prevista dal bando.
Va evidenziato che per tale misura
sono state impegnate tutte le risorse
assegnate sull’annualità 2004 come da
piano finanziario; conseguentemente
per ciò che concerne i pagamenti dei
contributi concessi, si evidenzia una
scarsa erogazione di saldi contro una
consistente erogazione di acconti.
MISURA 3.3 “ATTREZZATURE DEI
PORTI DI PESCA”, la maggior parte dei
progetti finanziati sono ancora in fase
di attuazione in quanto un numero consistente di beneficiari ha richiesto proroga per la realizzazione dei progetti che
le è stata concessa così come prevista
dal bando.
Anche per tale misura sono state impegnate tutte le risorse assegnate sull’annualità 2004 come da piano finanzia-
MISURA 3.4 “TRASFORMAZIONE E
COMMERCIALIZZAZIONE”. Per tale
misura le risorse sono state già tutte
impegnate nell’annualità 2003 esaurendo così la graduatoria. Nel 2004
sono stati erogati sia saldi che acconti;
MISURA 3.5 “PESCA NELLE ACQUE
INTERNE”. Questa misura ha avuto
minor consenso da parte degli operatori
del settore, difatti è pervenuta una sola
domanda , ammessa a finanziamento
ma non ancora liquidata.
MISURA 4.3 “PROMOZIONE E RICERCA DI NUOVI SBOCCHI”. In tale misura sono state impegnate tutte le risorse
a disposizione esaurendo la graduatoria. Per quanto concerne i pagamenti, il
50% dei progetti finanziari sono stati
realizzati e al restante 50% è stato
erogato l’acconto.
MISURA 4.4 “AZIONI REALIZZATE
DAGLI OPERATORI DEL SETTORE”.
Sono state impegnate tutte le risorse
fino all’annualità 2002. La maggior
parte delle domande ammesse a contri-
buto, sono state revocate a seguito di
rinunce e per altri due progetti è stato
liquidato il 50%.
La misura che ha riscontrato più successo nei confronti dei pescatori e degli
addetti al settore, è stata senz’altro la
misura 3.2, in quanto con tali stanziamenti si è avuta l’opportunità di realizzare interventi migliorativi delle strutture aziendali, con conseguente ottimizzazione del livello qualitativo della produzione. Altrettanto va detto per la
misura 3.3 che ha evidenziato l’attenzione da parte delle Amministrazioni
locali che delle Cooperative a realizzare
interventi infrastutturali specificamente
diretti alla soluzione di problemi legati
alla portualità dedicata al settore della
pesca.
Per quanto concerne la misura 3.4
“Trasformazione e commercializzazione”, essa è stata accolta altrettanto
con favore da parte dei beneficiari
finali.
Le altre misure sono state accolte abbastanza equamente.
Il settore ha evidenziato notevoli difficoltà nella fase attuativa dovute soprattutto ad un eccesso di burocratizzazione per l’ottenimento delle necessarie
concessione per gli interventi strutturali
il che ha portato alla necessità di proroghe sia per l’inizio lavori che per la
chiusura degli stessi. Inoltre per le difficoltà del settore dell’acquacoltura in
particolare, si è generata una situazione di rinunce a catena da parte dei
beneficiari alla realizzazione dell’intervento ammesso, tutto ciò dovuto alle
difficoltà economiche incontrate dal settore.
Nel corso del 2004 sono stati conclusi
molti progetti ed è in corso di redazione un nuovo bando che troverà applicazione nel corso del 2005 e terminerà
nel 2006 quando subentrerà il Fondo
Europeo per la pesca (FEP).
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03-PIC
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I PROGRAMMI DI INIZIATIVA
COMUNITARIA (PIC)
E LE AZIONI INNOVATIVE
3
03-PIC
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Pagina 2
03-PIC
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OTTAVOEURORAPPORTO
Gli orientamenti della Commissione
europea per le Iniziative comunitarie
(PIC) per il periodo di programmazione
2000-2006, attribuiscono un valore
strategico ed innovativo ai nuovi programmi, esaltandone il valore aggiunto
e la complementarietà con i programmi
cofinanziati dai fondi strutturali a titolo
dei diversi obiettivi. In particolare, tutti
i programmi d’iniziativa comunitaria
prevedono la diffusione del know-how,
la costruzione di reti di cooperazione
che consentano di favorire l’inserimento delle dinamiche del territorio nella
competizione globale.
Il rafforzamento del principio della programmazione “bottom-up” consente
alle Regioni un pieno e completo ruolo
di programmazione, di integrazione e
coordinamento con tutti gli strumenti di
programmazione regionale, al fine di
garantire la massima efficacia all’azione dei PIC.
3.1. EQUAL
Il Programma di Iniziativa Comunitaria
EQUAL si inserisce nella strategia europea per l’Occupazione con l’obiettivo
di innovare gli approcci e le politiche
finalizzate a contrastare il fenomeno
della discriminazione e della disuguaglianza nel mercato del lavoro, attraverso progetti sperimentali su base
transnazionale.
Gli Assi dell’Iniziativa coincidono con i
cosiddetti “pilastri” attraverso i quali si
articola la strategia europea per l’occupazione:
•
•
•
•
•
Occupabilità
Imprenditorialità
Adattabilità
Pari Opportunità
Azione destinate ai richiedenti asilo1
Nel quadro delle indicazioni fornite
dalla Commissione, il Piano Nazionale
Equal2 definisce la strategia italiana a
partire dalla individuazione di tre direttrici generali di intervento:
“Integrazione stabile tra politiche del
lavoro e politiche sociali”; “Sviluppo di
una società dell’informazione non discriminatoria”; “Sviluppo locale, sviluppo sociale e sviluppo occupazionale”.
Esse forniscono il quadro di riferimento
trasversale ai temi scelti su cui EQUAL
dovrà dare un contributo innovativo in
termini di strumenti, metodologie, dispositivi e prodotti in grado di incidere
sulle politiche locali, nazionali ed europee.3
I soggetti attuatori di Equal sono partnership strategiche, definite “partnership di sviluppo” (PS), appositamente
costituite da una pluralità di organismi,
con competenze ed esperienze diversificate, per elaborare e realizzare azioni
integrate nell’ambito degli Assi dell’iniziativa.
Le PS sono strutturate formalmente ed
i soggetti che le compongono (partnerariato locale) agiscono in un’ottica di
cooperazione attiva sin dalle fasi iniziali della progettazione, prestando una
particolare attenzione alla definizione
congiunta di obiettivi comuni, ruoli e
responsabilità.
Le PS possono essere create su base
settoriale a livello nazionale
(Partnership di Sviluppo Settoriali), i
cui progetti sono gestiti direttamente
dal Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali,
e su base geografica, (Partnership di
Sviluppo Geografiche) i cui progetti
sono gestiti dalle Regioni poiché basati
sulla collaborazione di soggetti interessati in un determinato territorio.
Un elemento prioritario di Equal è dato
dalla dimensione transnazionale che
rappresenta un valore aggiunto in
quanto contribuisce ad identificare le
strategie più efficaci per la soluzione
delle problematiche rilevate nei diversi
contesti territoriali. Le partnership di
sviluppo che attuano i progetti Equal,
dopo aver sottoscritto gli accordi di
cooperazione transnazionali con uno o
più organismi interessati appartenenti
ad altri Stati, si impegnano a collaborare per realizzare attività congiunte,
scambio di know-how, perseguire obiettivi comuni e ottenere con la coopera-
61
zione un reale valore aggiunto.
Nell’ambito del periodo di programmazione 2000/2006, Equal è attuato, in
Italia, con due Avvisi di gara nazionali:
il primo, uscito nel maggio 2001, prevedeva la presentazione della candidature entro agosto 2001; il secondo, è
stato pubblicato nel mese di aprile
2004.
3.1.1. L’attuazione
di Equal
in Emilia-Romagna
In ambito regionale il programma Equal
viene attuato attraverso partnership territoriali di sviluppo che, oltre ad intervenire sui fattori di sviluppo locale e
sugli ostacoli dell’integrazione nel mercato del lavoro dei soggetti più deboli
1
Per quanto riguarda l’Italia, tale asse è di
esclusiva competenza del Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali.
2
Documento unico di programmazione
approvato dalla Commissione con decisione
C(2001) 43 del 26 marzo 2001.
3
www.equalitalia.it in tale sito si trova
tutta la documentazione relativa alla normativa europea ed ai documenti emanati dal
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
per l’attuazione del Programma Equal.
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definendo strategie e mezzi necessari
per attuarle, partecipano alla diffusione
e generalizzazione delle buone prassi.
L’obiettivo di Equal è di costituire un
laboratorio innovativo incidendo su particolari aspetti della strategia nazionale
per l’occupazione, ma anche sulla programmazione ordinaria del FSE.
Debbono emergere esperienze innovative, progetti “pilota” che, in seguito
alla sperimentazione attivata con
Equal, possano garantire la continuità
anche attraverso l’uso di altri canali
finanziari sia in ambito comunitario,
nazionale e regionale (per es. obiettivi
2 e 3 del FSE).
I progetti sono strutturati in varie fasi
comprendenti azioni formative, percorsi
individuali, attività seminariali, ricerche/analisi, azioni transnazionali, ecc.
I progetti approvati hanno una durata
che oscilla dai 24 ai 36 mesi; la maggior parte si sono conclusi nel corso
dell’anno 2004, solo alcuni di essi termineranno nel 2005.
Parte dei progetti finanziati dalla nostra
Regione nell’ambito dell’I.C. Equal (1a
fase) è ancora – al 31 gennaio 2004
– in piena fase attuativa, ma parte
degli stessi ha invece visto la conclusione delle attività proprio in quest’ultima
parte dell’anno.
È possibile, comunque, fare un primo
OTTAVOEURORAPPORTO
“bilancio” circa i risultati e gli obiettivi
raggiunti.
duta sui beneficiari finali con un impatto di maggior efficienza/efficacia.
È emersa un’esperienza nuova che è in
grado di fornire un valore aggiunto
rispetto alle tante azioni innovative già
realizzate e in corso di realizzazione
con il FSE.
Al 31/12/2004 lo stato di avanzamento della spesa era complessivamente pari a 19.967.576,57 euro corrispondente all’ 80.18% del finanziamento complessivo accordato.
Equal, infatti, ha “ereditato” molti dei
temi che erano stati affrontati nell’ambito del PIC Occupazione, ma ha in più
la caratteristica di far partecipare tutti
gli attori coinvolti all’intero processo di
sviluppo del progetto e creazione delle
modalità di integrazione.
Già nel mese di giugno 2004 si sono
conclusi i primi tre progetti rispettivamente a titolarità dei soggetti referenti:
L’elemento innovativo è sicuramente
dato dall’enfasi che Equal pone sul
tema dello sviluppo locale e dell’importanza dell’intervento di rete nel sostegno di progetti di inclusione sociale.
elementi essenziali del progetto:
Promuovere una riflessione sulle strategie in grado di sostenere la crescita e
la qualità dell’Economia sociale, in un
contesto in cui si registra crescente
attenzione nei confronti del Terzo
Settore e sviluppo delle imprese sociali
ha costituito la finalità principale del
progetto.
L’obiettivo principale ha coinciso con la
creazione di una agenzia di negoziazione sociale da offrire come servizio alle
reti locali e alle strutture pubbliche e
private che si occupano di politiche
sociali di inclusione socio-lavorativa
(enti locali, Aziende USL, associazioni
di promozione sociale) cercando di attivare strumenti per lo sviluppo e la permanenza dell’organizzazione all’interno dell’economia sociale.
I progetti finanziati nell’ambito dell’I.C.
Equal hanno dato origine a metodologie e strumenti nuovi; sono emerse,
infatti, delle esperienze innovative fortemente significative in vari ambiti e
sulle diverse aree territoriali.
Nel rispetto del principio di sussidiarietà
è stato estremamente forte il coinvolgimento delle singole realtà locali con
conseguente risposta immediata ai
bisogni dell’utenza nell’ambito della
creazione di nuove politiche del lavoro
e di nuove politiche sociali. Ciò ha
garantito garantisce una maggiore rica-
1. Ageform
Agenzia di negoziazione sociale
Totale costo progetto 1.463.443,41 €
L’ACS-Agenzia di Consulenza Sociale
rappresenta una significativa sperimentazione del progetto, come soggetto
terzo in grado di favorire la collaborazione e il lavoro comune tra i soggetti
dell’economia sociale attraverso attività
negoziali di consultazione, concertazione e coprogettazione. Il progetto ribadisce la rete come paradigma interpretativo vincente e il rafforzamento del
terzo settore come componente strategica dei tavoli di concertazione, nel
quadro del rafforzamento del dialogo
tra pubblico e privato.
2. Fondazione Aldini
Metrica
Totale costo progetto 1.595.316,66 €
elementi essenziali del progetto:
Il progetto si è proposto come laboratorio per la sperimentazione di modalità
e strumenti per la messa in trasparenza, riconoscimento e valorizzazione dei
saperi formali, non formali e informali,
delle persone a rischio di esclusione dal
mercato del lavoro.
A fronte di un problema strutturale di
equità nella rappresentazione e nella
messa in valore del sapere da essi posseduto, e del rischio che la certificazione delle competenze si traduca concretamente in un ulteriore fattore di discriminazione dei soggetti che provengono
da percorsi formali non conclusi, non
lineari, socialmente negativi o comunque difficilmente riconducibili ad uno
standard definito, METRICA ha inteso
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OTTAVOEURORAPPORTO
sperimentare nuovi approcci e nuovi
dispositivi in grado di consentire l’adeguata valorizzazione degli apprendimenti, e la messa in trasparenza validata.
L’obiettivo stesso dell’attività che consisteva nella sperimentazione di modalità e strumenti per la messa in trasparenza, riconoscimento e valorizzazione
dei saperi formali, non formali e informali, delle persone a rischio di esclusione dal mercato del lavoro conferiva al
progetto stesso un forte carattere di
innovatività, in quanto affrontava il problema strutturale di equità nella rappresentazione e nella messa in valore del
sapere posseduto dalle fasce deboli, e
del rischio che la certificazione delle
competenze si traduca concretamente
in un ulteriore fattore di discriminazione per i soggetti che provengono da
percorsi formali non conclusi, non lineari, socialmente negativi o comunque
difficilmente riconducibili ad uno standard definito.
La valorizzazione dei saperi e degli
schemi di apprendimento propri del non
formal e informal learning ha conferito
ulteriore valore aggiunto alla sperimentazione attuata, fornendo un contributo
prezioso alla evoluzione di pensiero
riflesso e proposte in tema di certificazione, e standard condivisi con aumento del grado di comunicabilità tra i
diversi sistemi del lavoro, della formazione e della inclusione sociale.
L’apporto è stato tanto più prezioso
quanto più si consideri che non esiste a
tutt’oggi un sistema di riconoscimento
condiviso delle competenze acquisite al
di fuori dei percorsi formali, né un
sistema di riconoscimento delle competenze possedute da soggetti in grave
stato di svantaggio.
3. Aeca.
MicroCIP – Creazione, sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità sociale
Totale costo progetto 2.430.641,33 €
elementi essenziali del progetto:
Il progetto ha inteso contrastare la discriminazione nell’accesso al mercato
del lavoro rafforzando l’imprenditoria
sociale nei territori di comuni e comunità montane inseriti in aree Obiettivo 2
di sette territori provinciali, con forte
rischio di caduta verso forme di arretratezza, caratterizzati da problemi di spopolamento, mancanza di servizi e di
strutture, difficoltà ad adeguare l’economia locale ai mutamenti produttivi.
La rimozione dello svantaggio, che è
insieme territoriale e sociale, si è avvalso di specifiche strategie di sviluppo
per la valorizzazione dei territori, proponendo interventi integrati nell’ambito
del sociale, della formazione, delle
politiche del lavoro, in una declinazione
diversificata a seconda delle problematiche territoriali e dei bisogni rilevati nel
rispetto delle specificità territoriali. La
linea comune di intervento per la promozione e lo sviluppo territoriale è
stata individuata nella costituzione e/o
rafforzamento delle realtà dell’economia sociale, in particolare riferite ai servizi di interesse pubblico, creando
opportunità di occupazione attraverso
la valorizzazione dei servizi esistenti e
la creazione di nuovi servizi, in un quadro di promozione di azioni sinergiche
tra pubblico e privato nella erogazione
e gestione dei servizi.
L’impatto sui territori svantaggiati attraverso attività di animazione sociale e di
promozione della economia sociale,
con il coinvolgimento nella rete allargata dei Comuni e delle Comunità
Montane interessati ha rappresentato
l’aspetto innovativo del progetto in riferimento alle esigenze di sviluppo dei
territori coinvolti. In questo contesto, la
sinergia tra pubblico e privato si è
posto come fattore fondamentale di
promozione del territorio, in grado di
favorire lo sviluppo locale attraverso la
costruzione di cooperative sociali, finalizzate a fornire servizi a seconda delle
diverse esigenze, in particolare nel settore della cura, e della promozione turistica, cui ha corrisposto da parte degli
amministratori locali un segnale di
estrema collaborazione e fortissimo
coinvolgimento.
Il modello di realizzazione compartecipata e concertata delle risposte di wel-
63
fare si è confermato pertanto come
foriero di risultati significativi, in grado
di incidere sulle dinamiche di sviluppo
locale.
Nel novembre 2004 è terminato un
progetto a titolarità del soggetto referente:
4. Associazione Orlando
PORTICO Pari Opportunità-Tecnologie
formazione/Comunicazione per
Occupazione
Totale costo progetto 1.521.188,87 €
elementi essenziali del progetto:
A partire dalla esigenza di contrastare
la sottorappresentazione delle donne
nel settore dell’ICT e i correlati fenomeni di digital divide, l’obiettivo del progetto è stato incidere sull’intreccio tra
mondo del lavoro, nuove tecnologie e
soggetti femminili, svelando forme di
discriminazione e segregazione, ed
insieme proponendo meccanismi di
intervento in grado di dare voce a un
nuovo protagonismo delle donne.
Focus del progetto è stata la realizzazione di nuove rappresentazioni di
genere in grado di valorizzare la presenza e la capacità femminile nel settore delle tecnologie informatiche e
telematiche attraverso strumenti ad elevato impatto basati su un approccio
combinato e multimediale di televisione, radio, e rete web.
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Ha creato, inoltre, uno spazio fisico e
virtuale volto a produrre informazione,
formazione, ed orientamento nell’ottica di genere nel settore delle ICT, al
fine di ridurre le disuguaglianze nell’accesso e nell’uso delle nuove tecnologie e garantire l’empowerment femminile.
Significativo in termini di mainstreaming verticale lo stretto rapporto con le
Istituzioni pubbliche. Si sono realizzati
focus group con le Amministrazioni
Provinciali di Rimini e di Ravenna, e
con l’Amministrazione Comunale di
Castiglione dei Pepoli, per meglio condividere gli obiettivi e le metodologie
del progetto. In tal modo si è adottata
una metodologia di co-progettazione
degli interventi, e scambio di pratiche
ed esperienze.
Hanno supportato lo svolgimento del
progetto altri soggetti, non rientranti
nella PS, ma attivi nei confronti delle
azioni previste in una logica di rete,
attraverso collaborazione e diffusione:
Province di Bologna, Rimini, ForlìCesena e Ravenna; Comune di
Castiglione dei Pepoli; CNA di Bologna
e Ravenna; CGIL, CISL, Coordinamento
Donne UIL, NIDIL di Bologna; Ente
dello spettacolo – Scuola di teoria e
tecnica del giornalismo Dante Alimenti
(con compiti di autoformazione e formazione); Cras-Centro Ricerche Affari
Sociali, con compiti di bilancio delle
OTTAVOEURORAPPORTO
competenze nei percorsi formativi integrati; Associazione Progetto Donna.
Alle reti territoriali si affiancano le reti
virtuali. Il Magazine ha avviato una
serie di scambi con altre redazioni di
donne sul web.
La partecipazione attiva è stata strategia fondante del progetto. Le donne
non sono solo destinatarie dell’intervento, ma co-costruiscono l’azione stessa, a partire dalla partecipazione alle
attività della redazione del Portale
Portico e delle sub-redazioni del webmagazine e della web-radio.
La lotta agli stereotipi di genere nel
campo delle nuove tecnologie, a partire
dalla realizzazione compartecipata del
portale www.porticodonne.it, ha prodotto impatti di sicuro interesse in vista
dell’obiettivo della riduzione del digital
divide di genere. La strategia di valorizzazione del medium telematico, in particolare la produzione di prodotti ad
elevato impatto culturale affidati alla
diffusione on line (web radio, web
magazine, web TV), supportati anche
dalla realizzazione di servizi sul territorio, hanno teso a creare una sensibilità
nuova, e una nuova consapevolezza,
riguardo al binomio donne-nuove tecnologie, stimolando nel target femminile
percorsi formativi e professionali anche
in settori a tradizionale prevalenza
maschile.
Nel mese di dicembre si sono conclusi
sei progetti rispettivamente a titolarità
dei soggetti referenti:
5. CPF di Ravenna
Berenice
Totale costo progetto 774.685,35 €
elementi essenziali del progetto:
Rafforzare la presenza delle donne
nella realtà imprenditoriale delle PMI
attraverso azioni di empowerment che
valorizzino la risorsa umana femminile
è stata la finalità principale del progetto, volto a contrastare il rischio di disuguaglianza tra i sessi nel mercato del
lavoro.
Di qui, l’offerta articolata di servizi formativi e di supporto in grado di rimuoverne gli ostacoli alla fruizione da parte
delle donne imprenditrici o che ricoprono ruoli decisionali e di responsabilità
nelle PMI, attraverso azioni di supporto
del lavoro femminile nel territorio provinciale, in vista di una migliore valorizzazione delle competenze professionali
e personali, e un migliore posizionamento delle professionalità.
L’azione progettuale si è caratterizzata
per un lavoro di rete tra i servizi offerti
dallo Sportello e quelli erogati dai partner del progetto a favore delle donne
occupate e imprenditrici.
Operando in sinergia è stato possibile
individuare un panel di imprenditrici
associate per ciascuno dei partner a cui
segnalare i Servizi offerti dallo
Sportello, in particolare sono state coinvolte donne imprenditrici che facevano
riferimento alle associazioni: CNA, API,
Confartigianato, CIA, Coldiretti,
Legacoop, Unione delle Cooperative.
L’azione di supporto alle donne imprenditrici attraverso il coinvolgimento di
tutte le più significative associazioni
datoriali del territorio, e con il presidio
istituzionale di Provincia e Camera di
Commercio, si è configurata come contributo significativo del progetto alla
riduzione delle disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro.
Il focus dell’attenzione alle competenze imprenditoriali femminili e ai dispositivi che possono accrescerle, gli strumenti di autovalutazione delle competenze, i modelli di erogazione della formazione attenti a favorire condizioni di
conciliazione tra vita e lavoro, concorrono a creare una massa critica di input e
contributi significativi volti ad aumentare la qualità della formazione nell’ottica di genere.
6. Talete
DONNE E LAVORO: percorsi di carriera e
armonizzazione con la vita familiare
Totale costo progetto 1.380.551,46 €
elementi essenziali del progetto:
Gli obiettivi generali del progetto sono
stati volti a migliorare la condizione di
lavoro delle donne favorendo la conciliabilità con la vita di non lavoro e valorizzando la risorsa femminile in conte-
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sti sia imprenditoriali sia organizzativi,
in vista della riduzione della disuguaglianza tra i sessi.
La valorizzazione del contributo decisivo portato dalle nuove tecnologie multimediali a distanza ha rappresentato
l’obiettivo specifico perseguito dal progetto, il quale intende mettere in luce
le potenzialità delle nuove tecnologie
nel favorire una fattiva conciliazione tra
tempi di lavoro, formazione, cura familiare, per far fronte agli ostacoli che le
donne incontrano nell’ascesa professionale e/o nell’inserimento nel mercato
del lavoro. Ha inteso procedere alla
individuazione di buone prassi di flessibilità organizzativa rivolte alla conciliazione della vita familiare e professionale, in grado di incidere concretamente
sulla cultura organizzativa del lavoro,
in vista anche del miglioramento della
qualità della vita per entrambi i generi.
I soggetti appartenenti alla PS geografica del progetto “Donne e lavoro”
hanno siglato il Patto di
Coinvolgimento Interprovinciale “DI.DO.
– Dinamica Donna”, nel dicembre
2003, con la finalità di consolidare
ulteriormente la costituzione della rete
interterritoriale già attivata dal progetto
Equal. I soggetti firmatari hanno sostenuto l’opportunità e la convenienza di
porsi in reciproca sinergia per quanto
riguarda le problematiche lavorative del
mondo femminile, in particolare la conciliazione del tempo lavorativo, familiare e delle città, il sostegno a compiere
percorsi di carriera, lo sviluppo dell’imprenditorialità femminile, lo sviluppo di
nuove dinamiche istituzionali orientate
in un’ottica di genere, in modo da perseguire comuni obiettivi in termini di
efficacia, efficienza e qualità.
Significativo elemento di valore aggiunto del progetto è dato dalla valorizzazione delle nuove tecnologie all’interno
di una strategia di intervento orientata
alla affermazione della conciliazione
dei tempi come fattore di lotta alla disuguaglianza tra i sessi.
Conciliazione tra tempi di vita e tempi
di lavoro e Nuove Tecnologie rappresentano infatti il cuore degli apporti innovativi recati dal progetto alla costruzione delle politiche di genere, sia nell’ambito delle attività nazionali che in
quelle legate alla cooperazione transnazionale. Le potenzialità della FAD, l’utilizzo delle risorse di contatto e consulenza a distanza, il rafforzamento della
capacità di interfacciarsi e utilizzare gli
strumenti della società
dell’Informazione, concorrono nel
potenziare la valorizzazione delle risorse femminili, in un quadro di sempre
maggiore radicamento e condivisione
delle istanze di pari opportunità da
parte degli stakeholders e dei decisori
pubblici.
7. Modena Formazione
Equal ROC – Rete per lo sviluppo delle
competenze individuali per un occupazione qualificata
Totale costo progetto 1.837.130,68 €
elementi essenziali del progetto:
Il progetto ha inteso favorire l’adattabilità dei lavoratori che più hanno difficoltà nel restare stabilmente nel mercato
del lavoro combattendo da una parte le
discriminazioni, dall’altra aggiornando
le competenze professionali al fine di
evitare l’emarginazione e il rischio di
espulsione.
Sono quattro le fasce di lavoratori a
maggiore rischio di emarginazione professionale ed espulsione individuati nel
territorio modenese, con forme di discriminazione differenziate:
– lavoratori non qualificati e con competenze a rischio di obsolescenza;
– lavoratori immigrati dal sud
dell’Italia e del mondo, a scarsa integrazione sociale;
– lavoratori in condizione di disabilità
o di svantaggio;
– lavoratori atipici coinvolti in occupazioni precarie, poco garantite e tutelate.
Rispetto a questi gruppi di lavoratori,
Equal Roc ha proposto interventi di
long life learning basati sulla sperimentazione di un modello innovativo di formazione mirata e individualizzata,
declinato secondo percorsi flessibili,
volto al potenziamento delle competenze possedute, o all’acquisizione di
nuove competenze, in sintonia con le
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vocazioni del mercato territoriale.
L’attivazione degli interventi ha inteso
calarsi all’interno della costruzione di
una rete territoriale di servizi integrati
che agiscano in vista della intercettazione e della soluzione complessiva
delle forme di discriminazione, proponendo risposte integrate ai problemi di
adattabilità e a quelli di inclusione
sociale.
Calato in un contesto territoriale ricco
di iniziative e servizi in materia di lavoro, formazione e inclusione sociale,
Equal Roc ha inteso evitare duplicazioni
e sovrapposizioni sviluppando invece
integrazione e sussidiarietà.
Il raccordo della rete Roc con le risorse
del territorio è incentrato sulle cosiddette “Antenne di Segnalazione” – sopra
esplicitate – con le quali il progetto ha
inteso contribuire alla costruzione di un
sistema integrato di servizi di adattabilità e di inclusione sociale in grado di
stabilire relazioni significative tra i
diversi attori preposti all’offerta di servizi, già a partire dalla fase della intercettazione del bisogno.
La Rete esterna alla PS è stata composta da circa 30 soggetti. Tra le tipologie di soggetti che hanno svolto il compito di Antenna di segnalazione vi sono
moltissimi differenti tipi di istituzioni,
pubbliche e private: enti di formazione,
cooperative sociali, il Comune di
Modena, sindacati, enti locali, centri
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per l’impiego, cooperative sociali, associazioni di volontariato, associazioni
culturali e onlus, reti informali. Anche
la realtà aziendale ha partecipato alla
rete.
La proposta di una rete integrata in
grado di interconnettere i servizi di
adattabilità e i servizi di inclusione
sociale ha rappresentato un decisivo
valore aggiunto recato dal progetto in
termini di innovazione delle politiche di
contrasto alla emarginazione.
L’integrazione sperimentata dal progetto procedeva nel senso della costruzione di patti formativi territoriali in grado
di mettere a sistema una rete plurale e
duratura di intervento sul tema dello
sviluppo e della qualificazione delle
competenze individuali in raccordo programmato con le risorse di inclusione
sociale, in vista di una reale azione di
inclusione sociale e lavorativa. Il significativo valore di buona prassi dell’azione ne richiama le potenzialità di trasferibilità verticale e orizzontale.
Ulteriore elemento di valore aggiunto è
legato alla sperimentazione dei percorsi
mirati e flessibili, individualizzati/personalizzati, per favorire l’adattabilità
dei lavoratori che hanno difficoltà a
rimanere all’interno del mercato del
lavoro o a detenere posizioni lavorative
qualificate.
Tale sperimentazione, procedente per
fasi interrelate sul piano logico e
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sequenziale, richiede modelli di progettazione formativa fortemente innovativi, che prescindono dalla definizione
specifica nella fase ex ante delle caratteristiche dettagliate dell’intervento, in
quanto definibili solo nel corso dell’attuazione progressiva dello stesso.
8. Forpin
Advance: Imprese Lavoro e Società
anticipare il futuro per pianificare lo sviluppo
Totale costo progetto 1.226.910,77 €
elementi essenziali del progetto:
Il progetto ADVANCE è nato dalla constatazione della crescente necessità di
adeguare le competenze della forza
lavoro occupata nelle imprese a fronte
delle continue e forti evoluzioni sia tecnologiche che organizzative imposte
dalla globalizzazione, nonché dai rischi
di obsolescenza legati ai fattori demografici di invecchiamento della popolazione attiva.
Obiettivo del progetto è stato quello di
intervenire all’interno del sistema delle
piccole-medie imprese del territorio
regionale adeguando i lavoratori all’evoluzione in corso attraverso interventi
di consulenza e formazione innovativi
che permettano la crescita delle risorse
umane come capitale umano strategico
per le imprese.
ADVANCE si è proposto, una volta veri-
ficata l’esistenza di obsolescenza di
sistemi di imprese e di lavoratori, di
annullare o limitare significativamente
il problema agendo sulla adattabilità
dell’organizzazione sociale e produttiva
mettendo in campo strumenti proattivi/attivi permanenti (Advance on line)
e definendo un piano strategico per la
formazione rivolta all’intero aggregato
di riferimento.
Di solito la fornitura di servizi formativi
alle aziende ed ai lavoratori avviene
secondo il seguente schema: informazione sull’esistenza di possibilità di formazione finanziata alle imprese ed ai
lavoratori; rilevazione dei fabbisogni
formativi delle imprese/dei lavoratori
(effettuata dall’ente di formazione);
proposta e realizzazione del piano formativo aziendale. Questo schema ha
come punto di debolezza il fatto che la
rilevazione del fabbisogno viene effettuata da soggetti esterni all’organizzazione aziendale (consulente dell’ente
di formazione) senza che da parte dell’azienda vi sia una piena consapevolezza e condivisione delle proprie
carenze/esigenze.
Il valore aggiunto del Progetto ADVANCE è stato quello di aver trasferito all’azienda una metodologia e uno strumento per operare dall’interno un’analisi del fabbisogno, come tale più aderente alle carenze riscontrate. Inoltre il
progetto ha certamente indotto i bene-
ficiari finali a riflettere sulla valorizzazione delle risorse umane (attraverso il
bilancio di competenze) come la vera
leva di uno sviluppo competitivo dell’azienda e a riflettere sulla necessità di
un costante monitoraggio delle loro
competenze ed eventuale adeguamento per evitare l’esclusione dal mercato
del lavoro.
9. Galgano
ISTANTE: Innovare il Sistema Turismo e
adattare le Nuove Tecnologie
Totale costo progetto 869.012,20 €
elementi essenziali del progetto:
Il progetto ISTANTE ha inteso promuovere e consolidare l’adattabilità dei
lavoratori e delle imprese del settore
turistico, in particolar modo per coloro
che sono maggiormente esposti a rischi
di espulsione dal mercato del lavoro o
che soffrono di condizioni di disuguaglianza in base alle proprie competenze professionali inadeguate.
In particolare, il progetto si è proposto
di favorire l’incontro domanda/offerta
di lavoro innalzando le competenze dei
lavoratori e favorendo anche l’emersione del sommerso molto diffuso nel settore turistico; l’obiettivo, quindi, è stato
quello di dare nuovo slancio all’economia della provincia di Bologna facendo
leva sul settore turistico, giudicato
potenzialmente trainante per l’intero
sistema, in particolare creando una rete
tra più soggetti che consenta di innovare l’offerta di servizi turistici, qualitati-
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vamente buona e diffusa sul territorio
di riferimento, ma con aree a rischio di
dequalificazione e disuguglianza.
Uno dei principali contributi in termini
di valore aggiunto apportato dal progetto Istante è ravvisabile nell’ideazione e
nella messa a punto del sistema di networking territoriale, “ScopriRete
Bologna”, che ha previsto, su differenti
livelli operativi, relazioni dinamiche,
complementari ed interdipendenti delle
molteplici unità operative appartenenti
ai sistemi territoriali coinvolti nello sviluppo turistico. La rete amplifica infatti
la promozione di interventi a sostegno
di settori locali trainanti, nonché delle
vocazioni territoriali in grado di attivare
processi di contrasto all’emarginazione
di lavoratori con competenze deboli a
rischio di espulsione.
10. Centro di Solidarietà di RE
A lungo. Strategia di territorio per l’accompagnamento al lavoro
Totale costo progetto 1.229.271,55 €
elementi essenziali del progetto:
Obiettivo principale del progetto è stata
la sperimentazione di una rete integrata in grado di connettere i sistemi locali
delle politiche sociali e delle politiche
del lavoro, con il fondamentale apporto
delle risorse del privato-sociale, al fine
di fornire risposte coordinate all’esigenza di intercettare, accogliere, accompagnare al lavoro i soggetti in condizione
di svantaggio.
Il modello sperimentale di sistema loca-
le per l’inclusione socio-lavorativa dei
soggetti svantaggiati che il progetto ha
inteso implementare si ricollega, proponendone l’estensione, al Protocollo
siglato tra Provincia, AUSL, Comune di
Reggio Emilia e Cooperazione sociale,
istitutivo dei cosiddetti “Nuclei
Territoriali”, servizi interprofessionali e
integrati per favorire percorsi mirati per
l’inserimento lavorativo dei disabili,
rivolti alle persone e alle imprese in
attuazione della L.68/99.
Il decisivo valore aggiunto all’innovazione delle politiche di cui il progetto è
stato portatore sta nel modello sperimentale di rete territoriale tra politiche
attive del lavoro e politiche sociali rivolto alla inclusione socio-lavorativa dei
soggetti svantaggiati attraverso la valorizzazione e connessione di tutte le
risorse/competenze pubbliche (Centri
per l’Impiego, Servizi sociali di Comuni
e Ausl) e del privato sociale (a partire
dalla cooperazione sociale).
Il progetto ha fornito un contributo
sostanziale alla stabilizzazione della
rete integrata espressa dai Nuclei
Territoriali già attivata nel territorio reggiano apportando nuove lezioni di
metodo, nuove strategie e strumenti.
Contrastare l’esclusione sociale attraverso l’accompagnamento “a lungo”
anche con azioni preparatorie, concomitanti e successive all’inserimento lavorativo vero e proprio è la nuova linea di
servizio messa a fuoco dal progetto
centrato su forme di tutoraggio globali
ed innovative, nel quadro dell’accoglimento di target di svantaggio di più difficile intercettazione.
Al termine dei progetti di cui sopra,
ogni PS ha organizzato Seminari finali,
con il coinvolgimento dei partners locali
e transnazionali, in cui sono stati illustrati:
• le metodologie adottate,
• i risultati raggiunti,
• i materiali prodotti.
Nove i progetti che termineranno nel
corso del 2005, di seguito sono indicati per titolarità e mese previsto per la
conclusione:
1. Consorzio Ferrara Innovazione (gennaio 2005)
2. Seneca (marzo 2005)
3. Efeso (marzo 2005)
4. CPF di Ferrara (marzo 2005)
5. Provincia di Parma (marzo 2005)
67
soggetti che hanno partecipato alle
diverse attività progettuali che prevedevano non solo percorsi formativi d’aula,
ma anche percorsi individuali, percorsi
seminariali gestiti anche similarmente a
percorsi d’aula, seminari tradizionali,
momenti consulenziali, ecc.
Dal grafico A) alla pagina successiva si
evince che il progetto a titolarità della
Fondazione Aldini (progetto ora concluso) non ha coinvolto alcun partecipante
in quanto non era stato previsto, negli
obiettivi e nelle metodologie previste
nel progetto stesso, la realizzazione di
alcun percorso formativo.
Molto numerosi risultano essere i partecipanti alle attività di aula, tutoring ed i
seminari “formativi”: 2829. Notevole
è anche il numero dei soggetti che ha
partecipato ai laboratori di socializzazione ed ai seminari tradizionali:
1103.
I diciannove progetti approvati dalla
nostra Regione, hanno attivato partenariati con numerosi paesi europei (v.
grafico alla pagina successiva).
9. Progress Company (luglio 2005)
A tutt’oggi si sono verificati numerosi
incontri in Italia presso le PS e, all’estero, presso i relativi partner europei.
Stanno emergendo numerosi momenti
di confronto che consentono scambi di
esperienze nei più svariati ambiti.
A dicembre 2004 sono stati 5.102 i
La maggior parte delle PS ha impostato
6. Ial (giugno 2005)
7. Centuria (giugno 2005)
8. Provincia di Rimini (luglio 2005)
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68
Centro Solid.
RE
1.135
CPFP
Ferrara
244
Efeso
206
IAL
116
Provincia
Rimini
545
Provincia
Parma
358
Centuria Rit
219
AECA
171
CPFP
Ravenna
474
Progress
Company
212
FORPIN
204
AGEFORM
77
Modena
Formazione
210
Cons. FE
Ass. Seneca Innovazione
360
339
Fond.
Aldini
Valeriani
0
Galgano
83
Soggetti referenti
A – Partecipanti per soggetto referente
1.103
614
Belgio 1
Grecia 1
Paesi Bassi 1
Austria 2
Svezia 3
556
Italia
2
Germania 4
Spagna
1
2.829
Individuali
Attività consulenziali
Aula Tutoring Seminari formativi
Laboratori di socializzazione e seminari non formativi
Francia 10
Portogallo
4
B – Partecipanti per tipologia di sottoprogetti
Transnazionalità
Gran
Bretagna
3
Talete
41
Ass.
Orlando
108
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il lavoro transnazionale tenendo conto
che per poter trarre il meglio da altre
esperienze è necessario prima di tutto
comprenderne i modelli ed essere consapevoli delle differenze culturali. In un
contesto così variegato come quello
delle regioni europee, il superamento di
tali barriere/differenze riveste un ruolo
importantissimo. Le differenze pongono
delle sfide, ma al contempo offrono
alle persone coinvolte un’occasione di
apprendimento importante.
La cooperazione costante avviata grazie ai progetti EQUAL tra le organizzazioni coinvolte nei diversi paesi ha portato, nella maggioranza dei casi, all’instaurarsi di canali di comunicazione
diretti ed efficaci tra gli attori delle
diverse PS. La stretta sinergia che si è
creata ha posto le basi per future collaborazioni tra le organizzazioni coinvolte sulle tematiche di interesse comune.
L’interazione di realtà diverse ma, spesso, complementari ha comportato
numerose attività di confronto molto
ampio e impegnativo ma, al contempo,
ha assicurato l’ottenimento di una
visione variegata dei problemi di un
mercato del lavoro che aspira ad essere
inclusivo, visione necessaria per arrivare ad un approccio integrato e globale
ai problemi.
Gli scambi intercorsi hanno permesso,
nella maggioranza dei casi, di rafforzare le dimensione interculturale della collaborazione. I partecipanti hanno avuto
la possibilità di conoscersi personalmente nei diversi paesi e quindi acquisire
competenze diverse. Ciò ha anche
favorito, in molte realtà, l’integrazione
interpersonale degli staff
operativo/gestionali dei vari progetti
Equal, in occasione delle visite all’estero; sotto tale aspetto tali viaggi studio
hanno costituito dei momenti importanti di team building per le PS nazionali
stesse.
Al fine di garantire una buona diffusione delle metodologie e dei risultati
delle attività relative svolte a tutt’oggi
nell’ambito dei progetti “Equal”, viene
mantenuta con costanza l’implementazione delle newsletters prodotte dalle
PS, nella parte del sito internet
dell’Assessorato (www.form-azione.it)
– spazio dedicato all’I.C. Equal. In tale
area risultano inserite anche le schede
riepilogative relative agli elementi
essenziali di ogni progetto da cui si
evince anche se l’ente ha previsto di
realizzare un apposito sito dedicato al
progetto Equal. In caso affermativo è
attivo un “link” attraverso cui dal
nostro sito RER è possibile accedere
direttamente ai singoli siti delle PS (sia
nazionali che transnazionali).
Nel 2004, a seguito del secondo
Avviso ministeriale, la Regione EmiliaRomagna, ha selezionato i progetti
delle PS geografiche di propria competenza ed ha ammesso al finanziamento
ventisei progetti aventi un costo complessivo pari a 27.824.924,97 euro
così ripartiti:
Asse 1
Asse 2
Asse 3
Asse 4
n. progetti
8
6
8
4
Costo totale
7.661.590,66
7.285.729,56
9.553.829,02
3.323.775,73
Alcuni dati sintetici relativi ai ventisei
progetti approvati.
Asse 1.1
occupabilità
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perfezionare e radicare un sistema pubblico-privato sociale a rete che, a regime, intervenga su almeno 200 individui l’anno da avviare e stabilizzare nel
lavoro e prevenendo i rischi di perdita
del lavoro e che dimostri efficienza ed
efficacia per consolidare il proprio
impatto anche dopo il Progetto.
Favorire la coesione sociale nello sviluppo territoriale e supportare le imprese soprattutto profit per nuove convenienze nell’assunzione di tali persone.
Rafforzare la capacità della care territoriale di prevenire, accompagnare le crisi
e i processi di marginalizzazione consolidando il sistema a rete già costruito in
I Fase, valorizzando il Terzo Settore.
MOBILI. Modelli di Orientamento di
base per l’Inserimento Lavorativo
dei giovani Immigrati
ALLUNGO. Percorsi personalizzati di
inserimento e stabilizzazione nel
lavoro
Costo complessivo
761.000 euro
Costo complessivo
1.400.070 euro
Soggetto referente
Consorzio Formazione & Lavoro
Soggetto referente
Centro di Solidarietà di Reggio Emilia
Beneficiari
Giovani ed adolescenti immigrati stranieri con difficoltà nell’inserimento nel
MdL, Giovani ed adolescenti occupati,
ma con discriminazioni nei ruoli professionali, Giovani presenti nelle strutture
di recupero, carceri, seguiti da Servizi
Sociali
Beneficiari
Disagiati psichici-intellettivi, Disabili fisici psichici, Iscritti lex 68/99
Obiettivo
Obiettivi generali del Progetto saranno
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Obiettivo
Lo scopo dell’intervento è quello di
offrire un sistema di orientamento al
lavoro e analisi delle competenze professionali e dei percorsi scolastici e formativi utili ad implementare lo sviluppo
professionale di giovani immigrati, in
età utile ad attivare contratti di apprendistato, utilizzando un approccio di
genere.
A tal scopo la PS intende progettare,
realizzare e sperimentare un modello di
attività sul tema dell’orientamento e
dell’inserimento lavorativo rivolti a giovani stranieri, comunitari o extracomunitari, presenti sul territorio. Vuole in
questo modo supportare i giovani nelle
loro scelte lavorative, favorendone il
corretto posizionamento professionale,
e sviluppando percorsi di empowerment
in quei soggetti che per condizione personale sono maggiormente a rischio di
emarginazione, in particolare quando
appartengono a fasce di popolazione
già disagiata.
Gli obiettivi del Progetto consistono
nella progettazione e sperimentazione
di nuovi servizi che consentano di accedere ed esercitare un vero e proprio
diritto di cittadinanza, e nell’integrazione con nuovi servizi di valutazione
delle competenze professionali, dei titoli di studio ed orientamento al lavoro,
nella rete dei servizi territoriali
OTTAVOEURORAPPORTO
ET – ESPERIENZE DI TRANSIZIONE
Costo complessivo
2.000.000 euro
Soggetto referente
Plan Soc. Coop.
Beneficiari
Giovani adolescenti in situazione di disagio e a rischio di esclusione sociale e
lavorativa
Obiettivo
La finalità generale dell’intervento,
tesa a qualificare e valorizzare l’offerta
di servizi territoriali integrati che facilitino l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale dei giovani svantaggiati, in
condizioni di disagio sociale e a rischio
di emarginazione, rappresenta un valore strategico di grande rilievo per il
sistema provinciale.
Scopo dell’intervento è infatti quello di
progettare ed impiantare forme ed
esperienze di transizione rivolte alla
fascia giovanile e adolescenziale in
situazione di svantaggio, attraverso
una vera e propria rete di servizi, al
fine di svilupparne le prospettive di
occupabilità.
Le esperienze di transizione che si
intendono realizzare nel Progetto a
beneficio delle diverse fasce di utenza
giovanile svantaggiata hanno quindi la
finalità di potenziarne le competenze, i
talenti, le risorse per una più stabile e
duratura occupabilità e progettualità
professionale.
Sin.Te.Si – Sinergie Territoriali per
l’Inclusione Sociale
Costo Costo complessivo
700.000 euro
Soggetto referente
Tutor – Orientamento Formazione e
Cultura
Beneficiari
Lavoratori impiegati nei servizi di l’assistenza + cura privata a domicilio
(badanti), Soggetti a rischio di esclusione, Imprese per lo start up,
Insegnanti (didattica x stranieri)
Obiettivo
Scopo dell’intervento sarà sperimentare
pratiche innovative di emersione del
lavoro nero e integrazione lavorativa
attraverso:
– promozione di accordi tra imprese e
P.A., di sinergie tra sistemi del lavoro,
del welfare e della formazione, di una
rete integrata pubblico/privata per l’inclusione sociale e lavorativa dei soggetti svantaggiati;
– percorsi integrati e personalizzati di
occupabilità per le categorie maggiormente discriminate sul Mercato del
Lavoro (immigrati, disabili, persone
affette da dipendenza);
– percorsi di innovazione e flessibilizzazione dell’offerta di orientamento e
formazione alla luce delle discriminazioni di cui sono vittime i soggetti più
difficilmente occupabili (immigrati, disabili, persone affette da dipendenza).
Il lungo cammino dei Sinti e dei
Rom: percorsi verso il lavoro
Costo complessivo
700.520,66 euro
Soggetto referente
IAL Emilia-Romagna
Beneficiari
Persone appartenenti alle comunità
Sinti e Rom
Obiettivo
Scopo dell’intervento è:
– lavorare al superamento della condizione di esclusione e discriminazione in
cui, sia dal punto di vista lavorativo che
da quello sociale, si trovano gli appartenenti alle comunità Sinti e Rom
dell’Emilia – Romagna;
– migliorare ed ampliare l’accesso dei
Sinti e dei Rom alla rete dei servizi
offerti dal territorio e facilitare il loro
accesso al Mercato del Lavoro.
GOAL: Governo e messa in trasparenza degli Apprendimenti per favorire il Lavoro
Costo Costo complessivo
700.000 euro
Soggetto referente
COFIMP Consorzio per la formazione
e lo sviluppo delle PMI
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Beneficiari
Persone con competenze deboli,
Persone con anzianità professionale e
scarse competenze, Donne che rientrano nel mondo del lavoro, Persone in
uscita da dipendenze con necessità di
reinserimento assistito, Giovani in
ingresso nel MdL con lauree/diplomi
deboli
Obiettivo
Scopo del Progetto è aiutare persone in
situazione di disagio in ingresso o reingresso nel Mercato del Lavoro, ad
esprimere apprendimenti conseguiti in
ambiti formali, informali e non formali
secondo codici che siano comprensibili
nei possibili contesti lavorativi di destinazione delle persone, da Centri per
l’Impiego ed imprese e collegati con
altre forme di validazione – certificazione. Il Progetto è finalizzato a sviluppare metodologia e dispositivo per
esprimere, accertare, testimoniare
apprendimenti, secondo logiche già
specificate, sperimentare una modalità
di messa in trasparenza degli apprendimenti dell’individuo con particolare riferimento a percorsi non formali, informali e formali interrotti, strettamente
collegati con l’impianto metodologico
del sistema regionale delle qualifiche,
fornire un supporto di metodo e contenuto a Centri per l’Impiego e altre
strutture operanti nel settore inserimento e reinserimento lavorativo e attivare
misure di accompagnamento e attività
formative per favorire l’ingresso nel
Mercato del Lavoro di figure deboli e
persone in situazione di svantaggio.
INSIEME – INserimento, Socialità e
Integrazione per Evolvere,
Migliorare, Emergere
Costo Costo complessivo
700.000 euro
Soggetto referente
Provincia di Parma
Beneficiari
Immigrati
Obiettivo
Scopo dell’intervento è migliorare le
opportunità degli immigrati presenti sul
territorio provinciale in un’ottica di
approccio globale a tutti i problemi che
sono determinati dal vivere e lavorare
in un contesto straniero.
Il progetto tende ad offrire opportunità
per una presenza regolare sul territorio
e nel Mercato del Lavoro ed occasioni
di inserimento lavorativo qualificato per
quanti non lo hanno o lo hanno perso,
facilitando i meccanismi di domanda e
offerta.
Offrire occasioni di sviluppo professionale attraverso una valutazione ed
eventuale riconoscimento delle esperienze formative e professionali anche
pregresse e l’integrazione formativa
delle competenze mancanti.
PEGASO: processi plurali di rete per
l’inclusione dei detenuti
Costo Costo complessivo
700.000 euro
Soggetto referente
TECHNE – Consorzio per la formazione professionale di Forlì
Beneficiari
Detenuti
Obiettivo
Il progetto è volto a creare:
– Governance istituzionale e sociale
delle reti dell’esecuzione penale, del
Mondo del Lavoro, dei servizi sociali
pubblici e privati.
– Disponibilità all’accoglienza lavorativa e sociale delle comunità locali.
Crescita della condizione di cittadinanza dei detenuti, delle opportunità di
accesso ai servizi, della partecipazione
al proprio del progetto di vita, dell’emancipazione dal contesto delinquenziale.
– Mobilitazione responsabile e collaborazione attiva tra sistema penitenziario, sistema giustizia, sistema economico-produttivo.
– Flessibilità di gestione degli inserimenti, di accesso alle misure alternative e al lavoro all’esterno, delle condizioni logistiche, dei tempi di disbrigo
burocratico e amministrativo.
– Crescita qualitativa e quantitativa
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degli inserimenti lavorativi e sociali dei
detenuti.
– Sostenibilità di lungo periodo degli
strumenti e degli interventi attivati tramite la promozione di accordi, patti,
protocolli, ed ogni azione utile.
Asse 2.2
Imprenditorialità
Trailer: trame di sviluppo territoriale
Costo Costo complessivo
2.660.000 euro
Soggetto referente
A.E.C.A.
Beneficiari
Persone residenti per azioni di sensibilizzazioni, Residenti , Disoccupati e
imprese cooperative
Obiettivo
La PS intende adottare un approccio
strategico multidimensionale che stimoli l’implementazione delle politiche di
sviluppo del territorio, proprie delle
amministrazioni locali, in convergenza
con l’attuazione di azioni specifiche
atte a superare gli ostacoli all’inclusione sociale e lavorativa dei residenti.
Ai fini della messa a sistema dell’approccio multidimensionale, la strategia
adottata dalla PS promuove un collegamento stabile tra organismi istituzionali
e Terzo Settore, presupposto necessario
per la realizzazione di un wellfare di
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Soggetto referente
EFESO - Bologna
responsabilità che comprenda il mondo
della cooperazione sociale.
La strategia consentirà di promuovere
servizi alla collettività e alla persona e
di dare così nuovo slancio alle risorse
umane e materiali presenti contrastando i fenomeni di svantaggio descritti.
SPRING OUT
Costo complessivo
1.225.729,56 euro
Soggetto referente
Fondazione ENAIP S. Zavatta – Rimini
Beneficiari
Persone con disturbi psicologici
Obiettivo
Gli obiettivi che concorreranno al
miglioramento della vita dei beneficiari,
sono:
– la semplificazione della relazione
utente con disagio - servizi pubblici che
poggia sulla creazione di un sistema
integrato di servizi sociali e di inserimento lavorativo attraverso l’utilizzo di
un unico e comune programma informatico. Questo sistema coinvolge i servizi di ASL, Comuni e Provincia ed
implica l’attivazione di uno sportello
sociale dedicato all’utenza con disagio
in grado di svolgere attività di informazione ed accoglienza e di rimandare a
servizi specialistici di II o III livello;
la – realizzazione di migliori condizioni
lavorative e di maggiori opportunità occupazionali attraverso la creazione di servizi dedicati alle cooperative sociali, l’informatizzazione dei registri delle cooperative sociali, la formazione professionale
dell’utenza selezionata, la creazione
diretta di posti di lavoro, la sensibilizzazione delle imprese profit, il coinvolgimento dell’utenza nell’intera strutturazione dei percorsi lavorativi e formativi;
– la promozione della salute mentale
in età evolutiva e adulta che si realizza
attraverso la creazione di un Centro
Studi e Ricerche, di un Centro di documentazione sulla malattia psichiatrica e
psicologica ed infine sulla attuazione di
percorsi di comunicazione e di eventi
dedicati alla popolazione riminese.
FUORI ORARIO – LA COOPERAZIONE
SOCIALE PER IL LAVORO REGOLARE
Costo complessivo
1.000.000 euro
Soggetto referente
IRECOOP E.R. - Bologna
Beneficiari
Lavoratrici di servizi di cura (badanti),
Imprese della cooperazione sociale,
Lavoratrici/ori del sommerso per assistenza privata
Obiettivo
– Riorganizzare e flessibilizzare l’atti-
vità d’impresa sociale, diversificare e
innovare le tipologie di servizi, sperimentando sul terreno dell’erogazione
dei servizi domiciliari un modello
cooperativistico multi-stakeholder quale
punto di riferimento per una pluralità di
attori e di processi sul territorio, ma
anche per le lavoratrici dell’assistenza;
– Relativamente ai sistemi di welfare
locali, il partenariato si propone di individuare strategie territoriali per una
reale ed efficace integrazione tra servizio pubblico e privato sociale, nell’erogazione di attività di cura domiciliare,
attraverso la sperimentazione di differenti soluzioni e valutando forme di
sostenibilità finanziaria dei servizi
domiciliari stessi;
– Sperimentare forme di incentivi utili
al sostegno della domanda e offerta
regolare di assistenza, azioni utili alla
semplificazione burocratica ed organizzare il flusso delle informazioni;
– Confrontare esperienze e politiche di
welfare realizzate in altri stati a livello
comunitario, relativamente al lavoro di
cura e assistenza, per armonizzare i
diversi sistemi territoriali di protezione
sociale.
Beneficiari
Uomini e donne appartenenti fasce
deboli
Obiettivo
Il Progetto si propone il rafforzamento
delle Imprese Sociali e l’avvio di
Partnership Territoriali di sviluppo socio
economico (profit, non profit, amministrazioni locali) per l’aumento dell’inclusione sociale delle fasce deboli attraverso la piena e buona occupazione e
per la diffusione di buone prassi finalizzate allo sviluppo dei “Territori
Socialmente Responsabili”.
In particolare si propone di:
– Sviluppare la capacità imprenditoriale dell’impresa sociale in termini di
organizzazione, specializzazione del
management, percorsi di transizione,
potenziamento degli strumenti e delle
politiche per una partnership con le
imprese profit;
– Promuovere un’integrazione stabile
tra i sistemi politici e amministrativi
locali e i sistemi delle imprese profit e
non profit del territorio in una logica di
partnership territoriale di sviluppo.
AGAPE – ACTION OF GOVERNANCE
AND PEOPLE EMPLOYMENT
F.O.R.R.E.S.T. – FORUM RETI RISORSE
PER L’ECONOMIA SOCIALE E IL TERRITORIO
Costo complessivo
1.000.000 euro
Costo complessivo
700.000 euro
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Soggetto referente
FUTURA – Società pubblica per la F.P.
e sviluppo del territorio
Beneficiari
Soggetti del Terzo Settore
(Associazionismo, Volontariato,
Cooperazione Sociale)
Obiettivo
L’intervento progettuale intende ridurre
lo scarto esistente tra il livello di concertazione che si esprime nei tavoli
regionali, in materia di governance
delle politiche sociali, tra Regione e il
Forum del Terzo Settore, e quello che,
sugli stessi temi, nell’ambito degli
Accordi di Programma dei Piani di
Zona, si riesce a realizzare nella concertazione a livello locale.
Si intendono potenziare le capacità di
rapporto e di interlocuzione dei
Soggetti del Terzo Settore con gli enti
locali, qualificando le loro competenze
nell’esercizio del ruolo di rappresentanza dei cittadini, con particolare riferimento a quelli più deboli.
S’intende inoltre potenziare le capacità di progettazione sociale, di
gestione degli interventi, e di valutazione dei risultati, secondo la metodologia dell’integrazione e della partecipazione.
INCLUDENDO
Costo complessivo
700.000 euro
Soggetto referente
AGEFORM Scarl
Beneficiari
Terzo settore, Attori sociali
Obiettivo
Il Progetto vuole cercare di rafforzare le
imprese sociali del Terzo Settore in una
strategia delle connessioni ed in collegamento stabile con gli organismi istituzionali per una costruzione, la co-progettazione, la cogestione di politiche
pubbliche all’interno di un welfare di
responsabilità e di welfare mix.
Nello specifico si evidenziano i seguenti
scopi progettuali:
– Individuare i processi ed i sistemi di
penetrazione del Terzo Settore rispetto
alle modificazioni strutturali del mercato del lavoro (riferito in particolare al
comparto sociale e dei servizi alla persona);
– Cogliere le “rappresentazioni sociali” vere o presunte, da parte degli organismi pubblici, nei confronti delle organizzazioni del Terzo Settore (rispetto in
particolare alla progettazione, alla
gestione, all’erogazione dei servizi);
– Strutturare percorsi formativi per gli
operatori della pianificazione sociale (i
promotori sociali) e del management
d’impresa sociale per costruire un welfare “mix” delle capacità e delle competenze;
– Costruire misure di sostegno e di
accompagnamento, progetti di promozione d’impresa e di modellistica
sociale in grado di sviluppare nuovi
giacimenti occupazionali, nuovi servizi
integrati, metodologie e pratiche innovative.
Asse 3.1
Adattabilità
E.L.S.A. Politiche di Empowerment
delle lavoratrici straniere addette
alla cura
Costo complessivo
1.468.000 euro
Soggetto referente
ARCO S.a.s.
Beneficiari
Lavoratrici addette ai servizi di cura
(badanti)
Obiettivo
L’obiettivo principale del progetto consiste in:
– trasformare l’incontro di due forti
emergenze sociali come il bisogno di
trovare una nuova sistemazione sociale, economica e di integrazione nel
nostro paese e al ritorno nel proprio da
parte delle lavoratrici straniere addette
ai servizi di cura da un lato e le necessità di lavoro di cura per anziani e disabili a domicilio da parte delle famiglie
italiane dall’altro, in un’opportunità di
crescita e apprendimento e risposta
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delle comunità locali, sul lavoro di cura
e sull’integrazione multiculturale.
– potenziare, sostenere e migliorare il
lavoro di cura facendo leva sulle donne
straniere, permettendo loro un’adeguata formazione, il sostegno e l’inserimento nella famiglia, l’accompagnamento al lavoro di cura nelle fasi difficili e di conflitto, attraverso benefit e
incentivi sia alla famiglia sia alla donna
per la regolarizzazione piena ed effettiva del lavoro.
ADD+: Across the Digital Divide
Costo complessivo
883.500 euro
Soggetto referente
ECIPAR – Bologna
Beneficiari
Sistemi locali, Figure professionali
deboli sul MdL, Lavoratori disabili fisico/sensoriali, Lavoratori immigrati,
Lavoratori a rischio di espulsione dal
MdL, Lavoratori “over 45”
Obiettivo
Nei contesti presi in esame i lavoratori
e le PMI, stanno perdendo terreno nel
confronti della dinamiche competitive
legate allo sviluppo dei sistemi locali.
In questo quadro il deficit culturale e di
competenze degli addetti è significante
e richiede precisi interventi per la sua
soluzione.
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Soggetto referente
SENECA - Bologna
Questo stato di cose è affrontato
offrendo ai beneficiari alcune strategie
finalizzate a:
– accedere a servizi di orientamento
intesi come spazi e luoghi di riflessione
all’interno dei quali sviluppare le capacità di fronteggiare e di gestire le problematiche connesse a fenomeni di
transizione o evoluzione lavorativa;
– definire il proprio percorso di formazione, attraverso un piano che colleghi
tra loro diverse opportunità formative,
finalizzato a rafforzare la posizione
professionale contingente o prospettica;
– usufruire di strumenti e tecnologie
finalizzate al superamento delle differenze linguistiche e di abilità;
– valorizzare le proprie competenze
formali, non formali e informali.
SKY – Sviluppo delle competenze attraverso l’apprendimento innovativo
Costo complessivo
2.150.600 euro
Obiettivo
Riguardo il tema della formazione si
intende avvicinare imprese e lavoratori
alla cultura della formazione, favorendo una fruizione flessibile e personalizzata tale anche da:
– ridurre i fenomeni di isolamento
economico e sociale,
– aggiornare e specializzare le competenze dei lavoratori target,
– riqualificare e riconvertire le professionalità dei lavoratori di aziende in
crisi o prossimi alla mobilità,
– combattere fenomeni di digital divide di lavoratori con svantaggio fisico,
psichico, sociale, con bassa qualifica o
over 45,
– favorire la valorizzazione delle competenze possedute da lavoratori stranieri, l’approfondimento e il consolidamento dei saperi richiesti nei singoli
settori produttivi e investire nelle nuove
tecnologie informatiche e della comunicazione.
Soggetto referente
Modena Formazione
VITA: Innalzamento delle skills nell’ottica di regional life long learning
Beneficiari
Beneficiari intermedi: programmatori e
erogatori dei servizi di aiuto alle persone sul territorio
Beneficiari finali: lavoratori con
svantaggio e lavoratori a rischio di
espulsione
Costo complessivo
1.500.489,02 euro
bassa scolarizzazione o scarsa professionalità, Occupati stagionali
Obiettivo
La PS intende contrastare i problemi di
discriminazione attraverso l’apprendimento continuo. In accordo con le specificità regionali dell’Emilia-Romagna la
PS intende attivare progetti individuali
e personalizzati a favore dei lavoratori
a rischio di espulsione per favorirne la
riconversione professionale in sintonia
con le vocazioni del Mercato del Lavoro
locale e sviluppare una certificazione
delle esperienze di lavoro per valorizzare il complesso dei saperi che ogni individuo ha maturato nello studio e nel
lavoro.
I beneficiari finali ed intermedi saranno
coinvolti nelle varie macrofasi sia direttamente nelle attività progettuali che
indirettamente attraverso un processo a
cascata che li coinvolge come portatori
di interessi specifici.
Le metodologie utilizzate saranno molteplici: animazione, ascolto, metodi
esperienziali, drenaggio di informazioni, consulenza, tecniche di gruppo e
metodi di knowledge management
Soggetto referente
TALETE Scarl – Ferrara
SCI – sostenere la competitività individuale
Beneficiari
Disoccupati over 45 o immigrati con
Costo complessivo
969.840 euro
Beneficiari
Immigrati lavoratori a rischio di esclusione sociale e operatori del sociale
Obiettivo
La PS intende agire attraverso azioni
integrate finalizzate alla rimozione dell’emarginazione e dell’esclusione sociale per i lavoratori immigrati.
Le attività progettuali si propongono di
intervenire sulle discriminazioni oggettive o di sistema e le discriminazioni
soggettive, cioè collegate alla situazione reale del gruppo target ed alla situazione soggettiva dei singoli utenti. La
finalità del Progetto prevede la creazione di una serie di servizi che coinvolgono tutti gli operatori del settore per
implementare sinergie nella pianificazione e nell’accompagnamento all’inserimento individuale e la sperimentazione di approcci innovativi come possibile
risposta alle problematiche di base, sia
del sistema, sia individuali.
Lo scopo dell’intervento è intervenire a
diversi livelli sulla professionalità dei
lavoratori immigrati comunitari ed
extracomunitari in Emilia-Romagna per
ottenere:
– Un lavoro più adatto alle proprie
aspettative e competenze;
– Un incremento della propria cultura
personale e professionale;
– Un riconoscimento formalizzato dei
saper fare e dei saper essere posseduti;
– Un miglior riconoscimento economi-
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co delle proprie prestazioni professionali;
– Un riconoscimento della cittadinanza
attiva;
– Un incremento del livello di autonomia ed autostima.
C.R.E.S.C.E.R.E.
Costo complessivo
1.000.250 euro
Soggetto referente
Consorzio FOR.P.IN
Beneficiari
Lavoratori a rischio di espulsione dal
mondo del lavoro
Obiettivo
L’intervento proposto dalla PS mira ad
affrontare in maniera innovativa il
tema del cambiamento, puntando ad
una strategia di prevenzione intervenendo sulla mentalità dei lavoratori,
con ogni forma di incentivo, servizio,
innovazione organizzativa e del processo lavorativo, e a migliorare il rapporto
fra l’individuo e l’azienda, per poter
operare in una migliore sinergia produttiva. Questo consente ai distretti produttivi locali di puntare sulla valorizzazione delle risorse umane e di scongiurare la perdita di capacità e competenze professionali, puntando sulla promozione all’apprendimento, e ai lavoratori
di riqualificarsi e di valorizzare le proprie capacità, evitando l’esclusione dal
Mondo del Lavoro.
Space Economy: il Modello Emiliano,
i Distretti e le sue competenze
Costo complessivo
749.000 euro
Soggetto referente
CIS – Scuola aziende di formazione
superiore – Reggio Emilia
Beneficiari
Lavoratori occupati in Emilia-Romagna
(particolare attenzione agli OVER45)
Imprese, centri di formazione
Obiettivo
Lo scopo ultimo dell’intervento è quello
di intervenire sulle competenze professionali dei lavoratori a rischio di espulsione per il mutato contesto in cui si
trovano ad operare.
Per raggiunger tale obiettivo è stato
programmato:
– la costruzione di una rete di distretti
rivolta in modo particolare al sistema
della subfornitura attraverso la realizzazione di una piattaforma per la condivisione delle informazioni e la creazione
di uno spazio virtuale accessibile via
web in forma privata e pubblica. La
rete di distretti sarà pertanto luogo fisico e virtuale nello stesso momento. La
dimensione virtuale consentirà una
immediata condivisione delle informazioni e delle esigenze formative individuate da ciascun soggetto ad esso
appartenente e contemporaneamente
darà immediata visibilità delle strutture
fisiche nelle quali sarà possibile erogare
i contenuti formativi. Non ultimo la
piattaforma sarà lo strumento per la
gestione delle attività relative al modello formativo opportunamente progettato per rispondere alle esigenze dei
lavoratori occupati:
– la progettazione e sperimentazione
del modello formativo rispondente alle
reali esigenze individuate nella fase di
analisi. La costruzione del modello
sarà, infatti, risultato di una indagine a
campione sugli interventi formativi a
disposizione sul territorio.
LABORATORIOVALSAMOGGIA: una
terra accogliente e socialmente
responsabile
Costo complessivo
832.150 euro
Soggetto referente
Comunità Montana Unione dei
Comuni Valle del Samoggia
Beneficiari
Giovani, lavoratori o meno, nell’ambito
del territorio di riferimento
Obiettivo
Lo scopo è favorire l’inclusione dei giovani, lavoratori o meno, creando sviluppo economico locale che concili competitività, inclusione e equità sociale, favorendo la lotta all’esclusione attraver-
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so la creazione di un territorio socialmente responsabile e la diffusione di
una società della conoscenza verso e
tra i giovani, per favorire la loro occupazione e l’attrazione di nuovi residenti, nell’ambito di una mobilità dei lavoratori Sud - Nord e di una distribuzione
sostenibile dei nuovi insediamenti sul
territorio.
L’obiettivo consiste pertanto nel:
– cercare soluzioni di contesto per
sensibilizzare gli enti locali sul disagio
giovanile e lo sviluppo sostenibile attraverso strumenti di intercettazione delle
esigenze del territorio come il Bilancio
di Sostenibilità;
– creare antenne sul territorio (consulte, laboratori e fiere) che recepiscano e
comprendano le esigenze anche dei
nuovi residenti;
– diffondere l’adozione del Bilancio di
Sostenibilità.
Asse 4.2
Pari opportunità
ALTEREGO: professione co-manager.
Laboratorio per lo sviluppo di nuovi
strumenti
Costo complessivo
744.390 euro
Soggetto referente
Nuovo CESCOT Emilia-Romagna –
Bologna
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Beneficiari
Donne imprenditrici, Donne non occupate, disposte a “sostituire” donne
imprenditrici.
Altro obiettivo della PS è quello di favorire condizioni favorevoli allo sviluppo
delle piccole imprese guidate da donne.
Obiettivo
Scopo della PS è quello di migliorare la
sostenibilità sociale del lavoro autonomo per quanto riguarda soprattutto chi,
come le donne, subisce la discriminazione del doppio ruolo, nelle azioni
professionali e in quelle sociali.
Nell’ambito della messa a punto di
misure di sostegno alla sostituzione
delle imprenditrici, si intende valorizzare il ruolo della sostituta
(“Comanager”) come possibile sbocco
professionale per donne che intendono
reinserirsi attivamente nell’ambito della
popolazione attiva, con le necessarie
garanzie per scongiurare il potenziale
segregante di una proposta tipicamente
flessibile.
Si fa riferimento a donne disoccupate
che vogliono rientrare nel mondo del
lavoro dopo un precedente abbandono
per motivi forzati: malattia, cura dei
figli, cura degli anziani.
Queste donne possono vedere nella
particolare forma di lavoro autonomo,
tipica dell’incaricata del servizio di
sostituzione Comanager, una possibile
soluzione per rientrare nel Mercato del
Lavoro e per conciliare il rinnovato
impegno professionale con le esigenze
della famiglia e dei figli.
TRANSITI
Costo complessivo
700.000 euro
Soggetto referente
Movimenti Identità Transessuale –
Bologna
Beneficiari
Persone transessuali
Obiettivo
L’idea progettuale è costruire (progettare, realizzare e validare) percorsi e
modalità di inclusione nella vita sociale
e lavorativa di persone transessuali
oggetto di discriminazione e pregiudizio.
Il perseguimento di tale scopo richiede
la soddisfazione di obiettivi che divengono le condizioni essenziali per garantire il successo finale di un percorso che
vorrebbe vedere le suddette persone
fuori dal circuito dell’esclusione e pienamente libere e autonome.
Gli obiettivi comuni del progetto sono
rappresentati da un cambiamento e
un’innovazione dei sistemi finalizzati
alla formazione, all’inserimento lavorativo e all’occupazione nell’ottica di uno
sviluppo locale sensibile all’integrazione, anche sociale, degli individui e
dalla creazione di opportunità di inserimento stabile e regolare nel Mercato
del Lavoro di fasce di popolazione
emarginata, dove per stabile ci si riferisce, in particolare, ai problemi di tutela
del lavoro e di visibilità sociale del
lavoratore nell’ambito del Mercato del
Lavoro attraverso la sperimentazione di
metodologie, strumenti e organizzazioni innovative nell’approccio al problema
del diritto al lavoro per i soggetti più
deboli sul mercato.
Inoltre si punta alla qualificazione professionale di queste fasce di popolazione, favorendo anche l’acquisizione
degli strumenti basilari per la loro inclusione nella società.
Technèdonne – donne nelle tecnologie e tecnologie nelle donne
Costo complessivo
859.385,73 euro
Soggetto referente
Orlando Associazione Donne – Bologna
Beneficiari
Donne nella società della tecnologia
Obiettivo
Si abbina l’approccio delle risorse a
quello delle capacità chiedendo che
cosa le donne sappiano fare in campo
tecnologico, quanto le loro competenze
siano riconosciute e quanto siano libere
di scegliere la vita lavorativa nelle con-
crete condizioni particolari. In una
società tecnocentrica, dove il digital
divide si combatte con più computer ed
accessi ad Internet più veloci, l’uguaglianza d’accesso alle tecnologie non
implica uguaglianza d’opportunità.
L’adozione di percorsi e linguaggi centrati sulle relazioni umane, la qualità di
vita e la critica “all’innovazione a tutti
i costi” può risvegliare la coscienza critica di uomini e donne.
Dall’assunto che “la capacità è un concetto esigente”, necessitante condizioni
particolari per svilupparsi, il progetto si
occupa di risorse aggiuntive e ostacoli
socialmente strutturati. Obiettivi sono:
– donne e uomini che riconoscono
competenze tecniche e personali femminili;
– esperte partecipi della progettazione
di software modellati su priorità e percezioni altre;
– donne e uomini non vincolati da stereotipi di genere, riconoscendo le diverse identità;
– donne facilitate nella formazione e
carriera.
Una questione privata (non tenere al
proprio tempo è un problema di spazio)
Costo complessivo
1.020.000 euro
Soggetto referente
CESVIP – Centro sviluppo piccola e
media impresa
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Beneficiari
Uomini e donne con problemi di conciliazione, Enti pubblici,imprese, lavoratori e lavoratrici, Imprese private e lavoratori coinvolti nella sperimentazione,
Enti pubblici - uomini e donne con problemi di conciliazione, Donne,
Operatori/trici consulenti
Obiettivo
– Definire e sperimentare un modello
di piattaforma locale a supporto delle
politiche e dei servizi di conciliazione;
– Valutare l’impatto positivo e/o
negativo dei servizi territoriali per la
conciliazione ed individuarne le criticità;
– Definire e sperimentare strategie per
la promozione dei servizi esistenti sui
diversi territori;
– Elaborare linee guida di riferimento
per sviluppare azioni di sostegno al
sistema dei servizi offerti dal pubblico
e dal privato all’interno di reti territoriali per la conciliazione;
– Elaborare piani di fattibilità per l’introduzione di nuovi servizi e modelli
per la conciliazione all’interno di sistemi imprenditoriali e territoriali;
Sperimentare e attivare nuovi servizi e
modelli per la conciliazione nei sistemi
del pubblico e del privato;
– Effettuare analisi sui fattori che
hanno un impatto negativo sull’imprenditoria femminile;
– Sperimentare percorsi di orientamento ai servizi per la conciliazione e
formazione alla creazione di impresa
per soggetti usciti dal mercato del lavo-
ro per problemi legati al lavoro di cura;
– Sperimentare percorsi di aggiornamento sulle tematiche della conciliazione per consulenti e operatrici della formazione;
– Valutare la possibilità e la fattibilità
dell’adozione di modelli di conciliazione utilizzati in altri paesi europei;
– Coinvolgere, per implementare l’efficacia delle politiche di conciliazione, il
sistema sociale nel suo complesso, tramite un approccio globale tra le politiche del lavoro e di conciliazione con la
dimensione territoriale.
3.2
INTERREG III
Interreg III4 ha come obiettivo il rafforzamento della coesione economica e
sociale nell’Unione europea e lo sviluppo equilibrato del territorio comunitario
attraverso la promozione di tre forme
di cooperazione:
77
Per l’Italia il FESR finanzierà il 50% del
costo totale degli interventi, la restante
quota sarà coperta dal Fondo di
Rotazione e, laddove previsto, finanziamenti aggiuntivi da parte delle regioni
con modalità diverse nei tre volet.
L’iniziativa è attuata attraverso specifici
A. transfrontaliera5 per zone situate
lungo i confini interni ed esterni della
U.E.
programmi approvati dalla
B. transnazionale6 per raggruppamenti
predefiniti di regioni e Stati membri
membri attraverso strutture comuni di
Commissione europea e proposti e realizzati congiuntamente dagli Stati
cooperazione.
7
C. interregionale per collaborazioni fra
regioni dell’intero territorio comunitario
4
Per il periodo 2000-2006, Interreg III
dispone di una dotazione di 4.875
milioni di Euro (prezzi 1999), così
ripartiti fra le tre sezioni:
III A (transfrontaliero)
III B (transnazionale)
III C (interregionale)
67%
27%
6%
La ripartizione indicativa per Stato
Membro ha assegnato all’Italia per il
periodo 2000-2006 una somma pari a
426 milioni di Euro, che con delibera
CIPE è stata articolata come segue:
Sezione A 255,6 Mio di euro (60%)
Sezione B 144,9 Mio di euro (34%)
Sezione C 25,5 Mio di euro0 (6%)
Orientamenti della Commissione europea
del 28 aprile 2000 (GUCE C 143 del 23.5.
2000).
5
La Comunicazione della Commissione europea 2001/C239/03 del 25/8/2001,
recante la modifica agli orientamenti dell’iniziativa comunitaria prevede, per la prima
volta, l’ammissibilità alla sezione A) Interreg
III di zone NUTS III dell’Emilia-Romagna. Tali
zone corrispondono alle Province Ferrara,
Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
6
Per la Regione le aree di cooperazione
fanno riferimento ai raggruppamenti di aree
ammissibili CADSES e MEDOCC.
7
La Comunicazione della Commissione europea C 141/2001 del 27 maggio 2001,
reca le modalità di attuazione per la cooperazione interregionale e, tra l’altro, inserisce la
Regione Emilia-Romagna nell’area Est.
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SUA
3.2.1. Sezione A:
cooperazione
transfrontaliera
La Regione Emilia-Romagna è coinvolta
nel Programma Transfrontaliero
Adriatico che prevede la partecipazione
delle provincie adriatiche emilianoromagnole di Ferrara, Ravenna, ForlìCesena e Rimini.
Le altre aree coinvolte sono le Province
di Trieste, Gorizia, Udine, Venezia,
Bari, Brindisi, Lecce, Rovigo, Ferrara,
Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro,
Ancona, Macerata, Ascoli Piceno,
Teramo, Pescara, Chieti, Campobasso,
Foggia; è inoltre utilizzata la deroga
territoriale per le aree delle Province di
Padova, L’Aquila, Isernia, mentre i
Paesi Terzi interessati alla cooperazione
transfrontaliera adriatica sono: Croazia,
Bosnia-Erzegovina, Albania, SerbiaMontenegro.
Il Programma Operativo INTERREG IIIA
Italia-Paesi Adriatici Orientali (denominato Transfrontaliero Adriatico) approvato dalla Commissione europea8 è
strutturato in quattro Assi d’intervento
prioritari e undici misure di attuazione
e il piano finanziario prevede per il
periodo 2002-2006 un costo totale di
101.016.000 euro.
Nel corso del 2004 il Comitato di pilotaggio ha approvato i tredici progetti
proposti dalla Regione Emilia-Romagna
(Adri.Blu, Adria-link, Adriamet, Adriasafe, Adria-tur, In.ro.se, Lode,
Ma.h.l.de.net, Mem, New, Requisite,
S.u.a. e Svilma) per un costo totale di
oltre 14 milioni di euro. Sei di questi
progetti prevedono la partecipazione
diretta di strutture dell’Amministrazione
regionale; i rimanenti hanno come riferimento enti del territorio regionale.
L’Istituto dei Beni Artistici, Culturali e
Naturali partecipa al progetto SUA
SUA - Siti Unesco Adriatici
sub- progetto CIDM –Centro
Internazionale di Documentazione sul
Mosaico
Capofila Amministrazione Provinciale
Ferrara, per il sub progetto CIDM
Museo d’Arte della Città di Ravenna
Partners Comune di Ferrara, Capitolo
Cattedrale di Ferrara, Facoltà conservazione beni culturali e Facoltà Lettere e
Filosofia dell’Università di Bologna,
Istituto d’Arte Sarajevo e Università di
Sarajevo (BIH), Città di Dubrovnik,
Comune di Parenzo e Ministero
Cultura/Dipartimento protezione patrimonio culturale di Parenzo (HR).
Nel suo complesso, il progetto SUA
intende mettere in rete i siti Unesco
adriatici e porre in essere le linee guida
per la loro gestione realizzando tre
interventi pilota: CIDM e due laboratori
di restauro. Il sub-progetto nel quale
l’IBACN è coinvolto, intende creare il
CIDM cioè un luogo fisico e virtuale per
la valorizzazione del mosaico antico,
moderno e contemporaneo a livello
internazionale. Favorire la documentazione integrata delle risorse culturali,
creando un data base multimediale,
che utilizzi come modello prototipale le
basiliche del periodo Giustinianeo di
Ravenna in rapporto con la basilica
Eufrasiana di Parenzo.
Nel 2004 è stata elaborata la banca
dati con la costruzione del data entry
ed È stata aperta a prima sala del
CIDM. L’Istituto Beni culturali ha svolto
una ricerca sui mosaici, i mosaicisti, i
restauratori di mosaico che ha dato
come primo risultato il volume
“l’Immagine e il frammento. Il mosaico
in Emilia-Romagna”. I dati pubblicati
insieme ad altri non ricompresi nel
volume sono da considerare come contributo conoscitivo per l’attività del
Centro internazionale di documentazione sul mosaico”.
Arpa Emilia-Romagna è capofila del progetto Requisite e partecipa al progetto
Adriamet:
Durata del progetto
48 mesi
gennaio 2003-dicembre 2006
Costo totale 1.730.000 euro
Contributo CE 865.000 euro
REQUISITE - Realizzazione di un sistema integrato di sorveglianza sulla qualità delle acque marine dell’Adriatico, in
particolare sui fenomeni eutrofici e
mucillaginosi
Capofila Arpa Struttura Oceanografica
Daphne
Partners Regioni Marche e Abruzzo,
Rudjer Boskovic Institute Center for
Marine Research Rovinj (HR).
Obiettivo del progetto complessivo è la
realizzazione di una rete che raccolga
ed integri le informazioni riguardanti i
fenomeni di eutrofizzazione e delle
mucillagini delle acque marine
dell’Adriatico centro settentrionale rilevati dalle Agenzie Regionali per
l’Ambiente e dagli istituti di ricerca
croati e italiani. strategico per le
8
Decisione della Commissione del
24/12/2002 C(2002) 4627.
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Amministrazioni locali di rilevanza sia
regionale, che provinciale e comunale
al fine di disporre di informazioni e, se
possibile, previsioni sull’andamento dei
fenomeni monitorati. Integrazioni con
modellistica e telerilevamento.
Le attività svolte nel 2004 si sono
maggiormente focalizzate nel miglioramento e messa a regime della raccolta
dei dati in mare e della loro informatizzazione. Sono state integrate le informazioni relative anche alla parte più
settentrionale del bacino (Adriatico settentrionale) con quelle prodotte dal
progetto Interreg III/A Phare CBC
facente capo all’Osservatorio dell’Alto
Adriatico presso la Regione Veneto.
Da parte di tutti i partners sono state
effettuate le procedure di standardizzazione ed integrazione delle attività di
monitoraggio e strutturazione foglio
informatico per l’inserimento dei
dati/informazioni prodotte che sia idoneo al sito internet di presentazione e
diffusione dei dati.
Si è operato per migliorare il sito web
sia come immagine che come strutturazione delle informazioni. Tutti i Partner
hanno svolto azioni divulgative del progetto nel proprio territorio regionale.
REQUISITE
Durata del progetto
36 mesi
gennaio 2004dicembre 2006
Costo totale 1.400.000 euro
Contributo CE 700.000 euro
Progetto ARPA
Costo totale 460.000 euro di cui
Contributo CE 250.000 euro
http://www.arpa.emr.it/
daphne/Requisite/requisite.htm
ADRIAMET - Sistema integrato transfrontaliero di monitoraggio e previsione
dei parametri meteorologici e di stato
delle acque del mare Adriatico
e marina che si avvalga delle singole
competenze degli istituti coinvolti e del
valore aggiunto dall’integrazione dei
sistemi di monitoraggio.
A tale scopo verrà creato un centro
operativo del quale faranno parte operatori appartenenti alle strutture partner
del progetto.
Il progetto si prefigge inoltre di mettere
a punto un modello di analisi e previsione dello stato fisico del mare
Adriatico (onde e correnti) e dei relativi
moduli applicativi per la gestione delle
emergenze ambientali (rilascio di idrocarburi ed altri inquinanti).
ADRIAMET
Capofila Arpa Veneto
Partners Regione Friuli Venezia Giulia
Servizio di Protezione Civile e Regione
Marche, Ruder Boskovic InstituRepublika Hrvatska, DR avni
Hidrometeorolo?ki Zavod-Repubilka
Hrvatska (HR).
L’obiettivo del progetto è la creazione e
gestione di un sistema integrato transfrontaliero per il monitoraggio e la previsione dei fattori meteorologici, marini
e ambientali nell’Adriatico settentrionale, nonché la produzione un servizio
regolare di informazione meteorologica
Durata del progetto
36 mesi
gennaio 2004 - dicembre 2006
Costo totale 1.202.000 euro
Contributo CE 600.000 euro
La Direzione Generale Attività produttive, commercio e turismo è capofila del
progetto Adri.Blu e partecipa al progetto Ma.h.l.de.net:
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ADRI.BLU
Partners Regione Friuli Venezia Giulia
e Veneto, Consorzio UNIPROM, Regione Istria, Contea Litoranea Montana
(HR), Comune di Izola (SL), NORFISH,
Camera di Commercio della Federazione di Bosnia-Erzegovina (BIH).
Tavolo BLU ADRIatico per la gestione
sostenibile delle attività di pesca e
delle risorse alieutiche dell’Adriatico
prevede la realizzazione di una serie di
azioni volte a creare un contesto favorevole allo sviluppo delle PMI del settore ittico, mediante l’integrazione e l’armonizzazione transfrontaliera delle
politiche della pesca, il coordinamento
e la gestione responsabile del settore,
l’incremento delle risorse alieutiche a
disposizione delle PMI di pesca, la
creazione di opportunità di innovazione
e diversificazione delle attività tradizionali, la creazione di occasioni di incontro e scambio tra PMI, la qualificazione
degli operatori del settore.
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ADRI.BLU
Durata del progetto
30 mesi
Maggio 2004 - ottobre 2006
Costo totale 2.834.165 euro
Contributo CE 1.327.339 euro
Progetto RER
Costo totale 1.050.000 euro di cui
Contributo CE 525.000 euro
MA.H.L.DE.NET – MAre Hadriaticum
Reti transfrontaliere per la Democrazia
locale
(Serbia), Agenzia della Democrazia
Locale del Montenegro.
L’Agenzia Emilia-Romagna Lavoro partecipa al progetto
Il progetto intende rafforzare la cooperazione istituzionale tra le Regioni
Adriatiche Italiane (RAI) e i Paesi
Adriatici Orientali (PAO), così da
aumentare le occasioni di effettiva interazione tra attori politici, economici e
sociali, impegnati in azioni di sviluppo
della democrazia locale nell’area transfrontaliera adriatica.
SVILMA – Sviluppo del Mercato del
Lavoro Adriatico
MA.H.L.DE.NET
Capofila Regione Friuli Venezia Giulia
Partners Regione Puglia, Università di
Padova, Venezia e Trieste, Istituto di
Sociologia Internazionale di Gorizia,
Comune di Mogliano Veneto,
Associazione “Ambasciata della
Democrazia Locale a Zavidovici” Onlus,
IAL Friuli Venezia-Giulia, Associazione
delle Agenzie della Democrazia Locale
(F), Agenzia della democrazia Locale Sisak Agenzia della Democrazia Locale
– Osijek; Agenzia della Democrazia
Locale di Verteneglio – Istria (HR),
Associazione Progetto Prjiedor -Agenzia
della democrazia Locale (BIH), Agenzia
della Democrazia Locale di Subotica
Durata del progetto
30 mesi
Aprile 2004 - ottobre 2006
Costo totale 1.250.000 euro
Contributo CE 600.000 euro
Progetto RER
Costo totale 200.000 euro di cui
Contributo CE 100.000 euro
Capofila Veneto Lavoro
Partners Regione Friuli Venezia Giulia,
Agenzia regionale per il Lavoro della
Regione Puglia, Agenzia regionale Marche Lavoro, Agenzia regionale Molise
Lavoro, Abruzzo Lavoro, Servizio per
l’Impiego Croato - Zagabria (HR),
Agenzia per l’occupazione della Bosnia
Erzegovina, Ministero del Lavoro e
dell’Occupazione (Serbia), Ministero
del Lavoro Albanese - Tirana (AL).
Il progetto intende affrontare tematiche
fondamentali per lo sviluppo, la cooperazione e l’integrazione della zona
transfrontaliera adriatica legate all’ambito occupazionale, allo sviluppo di un
mercato del lavoro integrato ed alla
gestione di flussi migratori tra questi
territori. Obiettivo del progetto è anche
il controllo dei processi di emigrazione,
favorendo lo sviluppo economico-sociale dei Paesi di provenienza mediante la
collaborazione tra istituzioni ed enti privati impegnati sul territorio, che si attiveranno anche per la creazione di
accordi e protocolli di intesa.
Le azioni previste riguardano: lo sviluppo di un sistema di percorsi di formazione professionale e di mobilità a
favore degli operatori dei servizi per
l’occupazione, l’Osservatorio sul
Mercato del Lavoro transfrontaliero, un
Centro Risorse per il Partenariato integrato con lo sviluppo della rete istituzionale tra gli operatori, la costituzione
della Borsa per il lavoro Adriatico contenente la banca dati regionale tra la
domanda e l’offerta potenziale di lavoro, integrata con il sistema informativo
del lavoro.
Il progetto intende, inoltre, offrire varie
opportunità di sviluppo anche per le
PMI presenti sul territorio adriatico. Il
rafforzamento delle competenze delle
risorse umane impegnate nelle PMI è
infatti fonte di qualificazione delle
imprese locali, anche attraverso una
coerente integrazione tra domanda ed
offerta proveniente dai paesi terzi e le
risorse umane disponibili sul territorio.
SVILMA
Durata del progetto
26 mesi
Ottobre 2004
dicembre 2006
Costo totale 1.317.500 euro
Contributo CE 658.750 euro
Progetto RER
Costo totale 127.500 euro di cui
Contributo CE 63.750 euro
http://www.svilma.net/
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Ulteriori informazioni sui progetti sono
disponibili sui siti
http://www.regione.emilia-romagna.it
/pda/iiia.htm
e http://www.interregadriatico.it/
index1.html.
3.2.2. Sezione B
cooperazione
transnazionale
La Regione Emilia-Romagna è inserita
negli spazi di cooperazione relativi alle
aree CADSES (Central Adriatic Danubian
South-Eastern European Space) e
MEDOCC (Mediterraneo Occidentale) e
proprio per consentire la partecipazione
ai settori regionali interessati ha provveduto ad adottare specifici orientamenti regionali operativi9 e previsto
risorse regionali10 per sostenere, se
necessario, la partecipazione a progetti
selezionati ed approvati.
3.2.2.a Il programma MEDOCC
Il Programma Operativo approvato
dalla Commissione europea11 prevede
la realizzazione di studi, ricerche e
azioni pilota sulla situazione dell’area
del Mediterraneo Occidentale in materia di sviluppo territoriale sostenibile,
con l’obiettivo più generale di contribuire alla messa in opera dello
Schema di sviluppo Spaziale Europeo.
Gli Stati che prendono parte al programma sono cinque: Francia, Italia,
Spagna, Portogallo e Gibilterra. Il programma è articolato in cinque assi
tematici con specifiche misure di attuazione e prevede un costo totale, per il
periodo 2000-2006, di 194.340.135
euro.
Nel 2004, la Regione Emilia-Romagna
partecipava a quattordici progetti, uno
come capofila (Marimed) e tredici in
qualità di partner (Amphore, Castrum,
Desertnet, Enplan, Euromedsys,
Hydroptimet, La Tela di Aracne, MAEM,
Merope, Revermed, Sedemed,
Sedemed II, Sestante), altri enti territoriali emiliano-romagnoli partecipano ad
altri quattro progetti (Aquanet, Cimpa,
Gisad e Mediauvis). L’importo complessivo dei progetti regionali approvati è
di 6 milioni di euro.
Nei primi mesi del 2005 sono stati
approvati altri otto progetti, uno come
capofila (Mataari), sei come partner
(Blue, BVM, Euromedsys II, Medisdec,
Mipais e Pays.doc) ed uno vede la partecipazione di enti del territorio regionale (Mavitra).
Di seguito una breve sintesi dei progetti
in corso nel 2004 che vedono la partecipazione di strutture
dell’Amministrazione regionale.
81
ze ed alla disseminazione delle informazioni agli utenti finali.
ARPA-SIM partecipa a cinque progetti:
DESERTNET – Monitoraggio ed azioni
di lotta alla desertificazione nella regione mediterranea europea
DESERTNET
Durata del progetto
36 mesi
Ottobre 2002 - settembre 2005
Costo totale 2.117.701 euro
Contributo CE 1.049.995 euro
Capofila Università di Sassari
Partners Regione Liguria, Campania,
Calabria, Toscana, Sicilia, Basilicata,
Sardegna, Comunidad Autonoma de la
Region de Murcia e Region de
Andalucia (E), ENEA, APAT, Università
di Cagliari.
Progetto ARPA-SIM
Costo totale 108.800 euro di cui
Contributo CE 54.400 euro
Associati Republique Tunisienne
L’intervento, a cui partecipa ARPA SIM,
è finalizzato alla progettazione e realizzazione di una piattaforma per un
sistema comune di servizi, nel quadro
dello sviluppo delle politiche nazionali
e comunitarie di lotta alla desertificazione, come previsto dalla Convenzione
UNCCD, e per la gestione durevole
delle risorse territoriali, in particolare
suolo ed acqua, attraverso:
– la costituzione di una rete di
aree/azioni pilota
– la realizzazione di un sistema geografico informatizzato comune
una rete di supporto tecnico-scientifico
destinato allo scambio delle conoscen-
9
Delibera di Giunta regionale n. 708 del 6
maggio 2002.
10
Legge regionale n. 19 del 1 agosto
2002 di assestamento del bilancio di previsione.
11
Decisione CE C(2001) 4069 del
27/12/2001.
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SEDEMED - Siccità e Desertificazione
Capofila Servizio Tecnico IdrograficoRegione Sicilia
Partners APAT, Regione Piemonte,
Regione Calabria, Provincia di Potenza,
Regione Sardegna, Universidade
Técnica de Lisboa (P), Universidad
Politécnica de Valencia (E).
Obiettivi del progetto sono:
– migliorare la conoscenza della siccità attraverso l’approfondimento delle
procedure per l’analisi del ciclo idrologico;
– sviluppare metodologie per il monitoraggio della siccità, attraverso la scelta di opportuni indicatori, il preannuncio di condizioni di crisi idrica e lo
scambio di informazioni sugli effetti di
siccità e desertificazione;
– contribuire alla definizione di idonei
interventi per la lotta alla siccità e
desertificazione (misure di pianificazione e misure di emergenza) con particolare riferimento al ruolo di risorse non
convenzionali (acque reflue e dissalate) e sperimentare tali interventi in
aree campione;
– mettere a punto metodi di scambio
delle informazioni sulle caratteristiche
delle siccità e sulle “best practices” di
mitigazione formulando programmi di
formazione mirati agli organismi
responsabili di interventi nel campo
della siccità e desertificazione.
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Nel 2004 Arpa ha proceduto alla
costruzione di un data-base di dati storici giornalieri ad elevata risoluzione,
all’analisi delle serie di dati storici di
precipitazione, temperatura e dei livelli
fluviali disponibili in area Mediterranea.
Sono state studiate le correlazioni e i
legami statistici fra la variazione dei
parametri idrometeorologici e la variabilità climatica a scala regionale e globale (correlazioni con indicatori globali).
Sono stati sviluppati pacchetti software
di metodologie statistiche di analisi dati
climatici ed idrometeorologici.
È stato sviluppato un nuovo indicatore
della siccità agricola basato sul deficit
di traspirazione, integrato nel modello
di bilancio idrico Criteria. Creazione di
un sito web dedicato allo studio della
siccità e desertificazione, con un osservatorio della siccità in Emilia-Romagna
e sezioni informative su temi correlati.
SEDEMED
SEDEMED II - Siccità e Desertificazione
Capofila Servizio Tecnico IdrograficoRegione Sicilia
Partners APAT, Regione Piemonte,
Regione Calabria, Provincia di Potenza,
Regione Sardegna, Università di
Cagliari, Università di Roma “La
Sapienza”, Universidade Técnica de
Lisboa (P), Universidad Politécnica de
Valencia (E), National Technical
University of Athens (EL).
È un proseguimento del precedente progetto SEDEMED e ne persegue gli stessi
obiettivi. Nel 2004 è stato definito il
criterio oggettivo per la selezione di
stazioni meteorologiche rappresentative, è stato avviato lo studio della predicibilità della siccità anche ad elevata
risoluzione spaziale. È stata effettuata
una prima analisi della validità descrittiva della siccità agricola attraverso l’indicatore DTx in siti rappresentativi.
SEDEMED II
Durata del progetto
18 mesi
gennaio 2003giugno 2004
Costo totale 2.972.500 euro
Contributo CE 1.425.600 euro
Progetto ARPA-SIM
Costo totale 267.300 euro di cui
Contributo CE 121.500 euro
Durata del progetto
22 mesi
settembre 2004giugno 2006
Costo totale 2.836.500 euro
Contributo CE 1.449.750 euro
Progetto ARPA-SIM
Costo totale 194.500 euro di cui
Contributo CE 86.500 euro
HYDROPTIMET – Ottimizzazione
degli strumenti di previsione idrometeorologica
Capofila ARPA Piemonte
Partners SAR Servizio
Agrometeorologico Regionale Sardegna,
CIMA Liguria, Regione Toscana,
Regione Calabria, Regione Basilicata,
ISAC-CNR, APAT, Università delle Baleari
(ES), Agenzia Catalana Aigua (ES),
Istituto Politecnico di Grenoble (FR),
Università J. Fourier (FR), Etat du
Valais (CH).
Il progetto si situa nel contesto della
previsione e prevenzione del rischio
naturale, con particolare riferimento al
rischio per fenomeni meteorologici ed
idrologici intensi ed al loro impatto sul
territorio, sfruttando differenti metodologie modellistiche alle diverse scale
spaziali e temporali. L’approccio si basa
sull’utilizzazione di modelli numerici e
di tecniche statistiche.
Nel 2004 sono state portate a compimento le attività previste dal progetto
e precisamente:
– Previsione meteorologica a breve e
brevissimo termine: sono state completate ed analizzate le simulazioni numeriche ad altissima risoluzione (7 e 2.8
km) con il modello non idrostatico
Lokal Modell relativamente ai 4 casi di
precipitazione intensa selezionati nella
prima fase del progetto. È stato inoltre
testato il sistema previsionale a brevissimo termine (12-18 ore) basato sul-
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l’accoppiamento di Lokal Modell con il
Lokal Analysis and Prediction System in
uso presso ARPA-SIM su un caso MAP
(Mesoscale Alpine Programme) selezionato per la grande disponibilità di dati
che provenivano dalla campagna osservativa del programma MAP.
– Applicazione di un sistema di analisi
ad alta risoluzione per l’integrazione di
dati convenzionali e non convenzionali.
È stata completata la sperimentazione
del sistema LAPS su tutto il territorio
del Nord Italia per il periodo corrispondente alla campagna osservativa del
programma MAP (autunno 1999). I
sistema è stato adeguato all’assimilazione di tutti i dati supplementari disponibili per quel periodo, quali quelli
provenienti dalle reti locali, da RASS,
SODAR.
– Stima della precipitazione a partire
da dati non convenzionali. Sono stati
testati gli algoritmi sviluppati per il
miglioramento della stima di precipitazione attraverso la mitigazione degli
effetti sul segnale radar dovuti a
ground clutter e beam blocking.
HYDROPTIMET
Durata del progetto
21 mesi
ottobre 2002giugno 2004
Costo totale 2.898.908 euro
Contributo CE 1.174.454 euro
Progetto ARPA-SIM
Costo totale 227.500 euro di cui
Contributo CE 101.250 euro
AMPHORE - Applicazione di metodologie di previsione idrometerelogica orientate al rischio ambientale
Capofila ARPA Piemonte
Partners Université Joseph Fourier
(FR), Meteo-France/CNRM (FR),
Universitat de les Illes Balears (ES),
Fundaciò Boschi Gimpera (ES), ARPAL
Liguria, CIMA Centro Interuniversitario
di Monitoraggio Ambientale, ARPACAL
Calabria, DPC- Dipartimento della
Protezione Civile.
È la prosecuzione del progetto
Hydroptimet.
Nel 2004, ARPA-SIM ha partecipato
alla selezione dei casi di studio del progetto. In particolare è stato selezionato
un caso nel quale sperimentare la
metodologia di accoppiamento della
modellistica meteo ed idrologica sul
bacino del Reno.
Si stanno predisponendo le procedure
per fornire tutti i prodotti modellistici di
ARPA_SIM richiesti dal progetto ed, in
particolare, i campi previsti dal modello
LAMI (previsioni deterministiche) e dal
sistema COSMO-LEPS (Previsioni di
Ensemble).
ARPA-SIM ha assunto l’impegno di
coordinare l’attività inerente l’analisi a
mesoscala del campo di precipitazione
ed ha iniziato la valutazione delle possibili metodologie.
AMPHORE
Durata del progetto
27 mesi
marzo 2004giugno 2006
Costo totale 2.375.320 euro
Contributo CE 1.120.000 euro
Progetto ARPA-SIM
Costo totale 278.800 euro di cui
Contributo CE 124.400 euro
L’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e
Naturali dell’Emilia-Romagna, partecipava ad un progetto:
83
CASTRUM - Torri, castelli e cinte murarie: un progetto di valorizzazione dei
beni culturali e delle città minori del
Mediterraneo Occidentale per la promozione di un turismo sostenibile
Capofila Regione Piemonte
Partners Regioni Umbria, Lazio, Valle
d’Aosta, Liguria, Toscana, Calabria,
Comunidad Autonoma de la Region de
Murcia (ES), Camara Muncipal de Vila
Real de Santo Antonio (ES),
Association des Amis du Patromoine de
Tetouan e Association de Sauvegarde
de la Medina et des Monuments
Historiques de Meknès (Marocco).
Obiettivo del progetto è la valorizzazione dei territori e delle città minori dell’arco mediterraneo caratterizzate dalla
presenza di castelli, torri, torri di avvistamento, cinte murarie, attraverso il
recupero dell’area, la creazione di una
rete di beni culturali come prodotto
unico sul mercato del turismo culturale.
Nel 2004 è stato creato il logo del progetto, si è svolto l’ itinerario regionale
(per l’E-R: la terra dei Guidi e dei
Malatesta) e sono stati predisposti: cartina, pieghevoli e pittogrammi, manuale d’uso. Si è tenuto il corso per formatori, è stato costruito il sito web e la
mostra (presentata anche al Salone del
Restauro di Ferrara).
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CASTRUM
Durata del progetto
22 mesi
Dicembre 2002
ottobre 2004
Costo totale 2.153.250 euro
Contributo CE 1.213.425 euro
Progetto IBACN
Costo totale 126.500 euro di cui
Contributo CE 57.500 euro
http://www.ibc.regione.emiliaromagna.it/castelli/castrum1.htm
La Direzione Generale Ambiente e
Difesa del suolo e della costa partecipa
al progetto:
ENPLAN - Valutazione ambientale dei
piani e programmi
Capofila Regione Lombardia
Partners Regioni Liguria, Piemonte,
Toscana e Valle d’Aosta, Regioni
Andalusia, Catalogna, Murcia e Isole
Baleari (ES).
Enplan ha come obiettivo la cooperazione transnazionale tra regioni italiane
e spagnole, volta a realizzare una
metodologia comune e condivisa per
l’introduzione della Valutazione
Ambientale Strategica di piani e programmi a livello regionale.
Il progetto prevede l’integrazione tra
attività di studio e attività di sperimentazione, accompagnate da momenti di
confronto, di informazione e formazione e da attività di messa in rete delle
informazioni raccolte e condivise.
Le attività di studio si concretizzano
nella raccolta di materiale legislativo e
tecnico attinente alla valutazione
ambientale strategica nell’ambito delle
regioni coinvolte. Tale attività, accompagnata dalla ricognizione del quadro
normativo afferente il sistema di programmazione e di pianificazione in
atto, è volta alla analisi di esperienze
già maturate sull’argomento oggetto
del progetto o ad esso attinenti, con lo
scopo di definire le modalità di integrazione della dimensione ambientale
all’interno dei piani e dei programmi.
La successiva attività è costituita dal
confronto e dalla discussione sui risultati dell’analisi delle esperienze già
maturate da parte dei soggetti partecipanti, finalizzata alla definizione di una
base di conoscenza comune e condivisa
tra tutti i partners del progetto e mirata
quindi ad affrontare la questione della
valutazione ambientale degli strumenti
di governo del territorio.
Definito il modello unitario di orientamento, saranno avviati i progetti pilota
e dal confronto dei risultati di queste
sperimentazioni saranno predisposte
linee guida operative per l’introduzione
della Valutazione Ambientale
Strategica, contestualizzate nelle varie
realtà regionali.
Successivamente saranno definiti gli
orientamenti normativi per il recepimento della direttiva 2001/42/CE
all’interno del quadro normativo delle
diverse regioni partecipanti ed individuati gli elementi sostanziali per la
definizione della norma di recepimento,
nonché l’implementazione della norma
stessa.
Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna
la sperimentazione ha in esame i piani
urbanistici comunali e, nello specifico,
la formazionne di PSC - Piani Strutturali
Comunali - redatti in forma associata
dai dieci comuni aderenti alla Associazione Intercomunale Bassa Romagnola (prov. RA) ed in forma singola
dal Comune di Bertinoro (prov. FC)
ENPLAN
Durata del progetto
24 mesi
luglio 2002 - giugno 2004
Costo totale 2.239.826 euro
Contributo CE 1.144.152 euro
Progetto RER
Costo totale 204.240 euro di cui
Contributo CE 102.120 euro
http://www.interregenplan.org/home.htm
.La Direzione Generale Attività produttive, Commercio e Turismo è capofila del
progetto Marimed e partecipa al progetto Euromedsys:
MARIMED - La pesca come fattore di
sviluppo del turismo sostenibile
Partners Regione Sicilia, Comuni di
Carloforte e di Porto Torres,
Municipalità di Marsiglia e Comune di
Port S.Louis du Rhone (FR), Junta de
Andalucia, Regione de Murcia,
Diputaciò de Girona, Ayuntamento de
Torroelle de Montgrì, Associacion de
Empresarios y Pesqueros (ES).
Marimed intende sperimentare un
modello innovativo di qualificazione
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dell’offerta turistica e di sviluppo del
turismo sostenibile, in grado di promuovere e valorizzare il patrimonio naturale, culturale e sociale delle marinerie
del mediterraneo. Attraverso la qualificazione, diversificazione e “destagionalizzazione” dell’offerta turistica; creazione di opportunità di sviluppo economico e professionale per gli operatori
della pesca; promozione di territori a
rischio di marginalizzazione in quanto
poco conosciuti ma ricchi di risorse e
cultura; creazione e sviluppo di validi
prodotti turistici “integrati” nell’ambito
della valorizzazione delle tradizioni
della pesca; diffusione della conoscenza dei settori della pesca e della acquacoltura fra i turisti ma anche fra i residenti delle aree coinvolte; sensibilizzazione di tutta la popolazione a tutela e
salvaguardia del patrimonio ambientale
e naturale.
MARIMED
Durata del progetto
24 mesi
maggio 2004maggio 2006
Costo totale 2.248.416 euro
Contributo CE 1.150.000 euro
Progetto RER
Costo totale 669.780 euro di cui
Contributo CE 284.890 euro
EUROMEDSYS - Sistemi economici locali di cooperazione transnazionale
Capofila Regione Toscana
Partners Regioni Calabria, Campania,
Sardegna, Sviluppo Italia, Regione
Provence Alpes Cotes d’Azur (FR),
Istituto de la Pequena y Mediana
Industria Valenciana e Istituto de
Fomento de Andalucia (ES),
Gouvernorat de Sfax, Gouvernorat de
Sousse (Tunisia), Regione TangerTetouan (Marocco), Ministere Algerien
de l’Amenagement du territoire et de
l’Environnement (Algeria).
Euromedsys ha l’obiettivo di contribuire
allo sviluppo di Sistemi Economici
Locali del Mediterraneo al fine di realizzare iniziative volte a favorire l’integrazione economica delle PMI sulle filiere
dell’Habitat Mediterraneo, dell’agroindustria e dei Servizi Avanzati alle PMI,
tramite la messa in atto di Progetti
Pilota e la creazione di un Market
Place Digitale sui tre settori di riferimento. Il progetto è stato gestito da
diversi gruppi di lavoro, tra cui un
Comitato Scientifico (composto da
esperti in politica di sviluppo e cooperazione economica) con il compito di
effettuare una prima fase di analisi e
studio comparativo sui possibili modelli
di cooperazione tra Sistemi Economici
Locali relativa alle tre filiere.
Dall’esame dello stato dell’arte delle
tre filiere si è passati a realizzare un
insieme di interventi mirati alla promozione e all’attivazione della cooperazione internazionale tra Sistemi Economici
Locali, tramite la realizzazione di tre
progetti pilota:
– “Food Med”: finalizzato a favorire
la promozione di un’identità comune
mediterranea, attraverso la realizzazione di un “paniere di prodotti” rappresentativi dei valori e dei sapori mediterranei, valorizzando in questo modo non
solo il singolo prodotto ma l’intera filiera di cui lo stesso fa parte;
– “Habitat Med”: finalizzato a definire i principi alla base della identità dell’abitare mediterraneo, a verificare le
potenzialità presenti e future a livello
di mercato di prodotti appartenenti per
caratteristiche a tale identità, ed infine
ad individuare comuni strategie di intervento tra i partners mirate a rafforzare
la peculiarità delle produzioni dei paesi
MEDA e MEDOCC;
“Parco Euro-mediterraneo dei Servizi
Avanzati alle Piccole e Medie Imprese”:
si tratta di una banca dati che riflette il
panorama dell’offerta dei servizi avanzati nell’area geografica delle regioni
che partecipano al progetto EUROMEDSYS, offrendo alle PMI di queste
regioni l’accesso a tutte le informazioni
sui servizi avanzati (informazione, formazione, cooperazione e infrastrutture).
85
I risultati dei progetti pilota, oltre che
essere disponibili sul sito web, sono
stati raccolti in diverse pubblicazioni:
“Le Panier Foodmed”, “Modelli di
cooperazione tra sistemi economici
locali del mediterraneo”, “Lo sviluppo
delle Relazioni Euro-Mediterranee:
Programmi e Strumenti di
Cooperazione”, “Abitare Mediterraneo Contributi per una definizione”.
EUROMEDSYS
Durata del progetto
24 mesi
settembre 2002ottobre 2004
Costo totale 2.197.288 euro
Contributo CE 1.200.000 euro
Progetto RER
Costo totale 177.270 euro di cui
Contributo CE 84.135 euro
www.euromedsys.com
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LA TELA
DI ARACNE
La Direzione Generale Cultura, formazione e lavoro, partecipa a due
progetti:
MAEM - Master in Affari Mediterranei
Capofila Regione Toscana
Partners Regioni Campania, Lazio,
Sardegna e Umbria, The Johns Hopkins
University, SAIS, Bologna Center,
Fondazione ENI Enrico Mattei di
Milano, Università degli Studi di
Catania, Cagliari, Firenze, Pisa,
Bologna, Perugia, Roma Tor Vergata,
Siena e l’Istituto Universitario Orientale
di Napoli, Region Provence-Alpes-Cote
d’Azur, Università di Nizza, Grenoble e
Lione 2 (FR), Generalitat de Catalunya,
Junta de Andalucia, l’Istituto Europeo
del Mediterraneo, l’Università di
Granada, la scuola Euro-araba (ES),
Governatorato della Sousse (Tunisia).
Il progetto ha costituito un Consorzio di
Università che hanno promosso e gestito un master in affari mediterranei,
della durata di dodici mesi, concepito
per studenti provenienti dall’Europa,
dal Medio Oriente e dall’Africa del
Nord. Il programma del master prevede
insegnamento tradizionale e insegnamento a distanza, le lingue d’insegnamento sono il francese e l’inglese, ogni
allievo studierà in tre o quattro città
diverse e passerà da due a dodici mesi
all’estero.
Il progetto si è articolato in quattro
fasi: la costituzione del consorzio, la
progettazione del master, la formazione dei formatori e la realizzazione del
master.
MAEM
Durata del progetto
24 mesi
dicembre 2002ottobre 2004
Costo totale 1.070.100 euro
Contributo CE 550.000 euro
Progetto RER
Costo totale 145.407 euro di cui
Contributo CE 66.094 euro
http://www.maem-mema.org
LA TELA DI ARACNE - Rafforzare e
accrescere il settore tessile femminile
nel Mediterraneo
Capofila Regione Toscana
Partners Regioni Calabria, Umbria e
Sicilia, Museo del Tessuto di Prato,
Comune di Marsiglia (FR), Ajuntamento
de Terrassa - Catalogna e Fundacion
para el Desarrollo del Legado Andalusì
(ES), Regione della Grecia Occidentale
(GR), Office National de l’Artisanat
Tunisien (Tunisia), Association marocaine pour la promotion de l’entreprise
feminine e Association WIFAK
(Marocco).
Il Progetto ha l’intenzione di realizzare
azioni positive per favorire e rafforzare
l’integrazione tra le due sponde del
bacino Mediterraneo, dal punto di vista
economico, sociale, culturale ed istituzionale per uno sviluppo sostenibile dei
territori che ne fanno parte. Il progetto
vuole favorire l’occupazione, creando
nuove opportunità di lavoro in particolare per le donne servendosi dell’utilizzazione delle Nuove Tecnologie
d’Informazione e Comunicazione
(NTIC).
Il progetto prevede percorsi di formazione in gestione d’impresa, specializzazione di tecniche tradizionali tessili
e/o innovative.
Durata del
progetto 24 mesi
giugno 2004giugno 2006
Costo totale 1.969.300 euro
Contributo CE 1.000.000 euro
Progetto RER
Costo totale 190.000 euro di cui
Contributo CE 85.000 euro
http://www.teladiaracne.net
La Direzione Generale Programmazione
territoriale e sistemi di mobilità partecipa a tre progetti:
MEROPE - Strumenti telematici per servizi innovativi di mobilità e logistica per
le aree urbane e metropolitane
Capofila Regione Toscana
Partners Regioni Calabria, Campania,
Lazio, Liguria e Umbria, CTP SpA
Compagnia di Trasporti Pubblici,
Federtrasporto, Regioni LanguedocRoussillon e Provence-Alpes-Cote d’Azur
(FR), Regioni Andalucia, Catalunya e
Islas Baleari (ES), Communità de
Marrakech (Marocco).
MEROPE ha l’obiettivo generale di studiare e sviluppare modelli di valutazio-
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ne e strumenti telematici per la gestione e il controllo della mobilità e della
logistica per le aree urbane e metropolitane al fine di consentire lo sviluppo e
l’applicazione di ICT a supporto della
costituzione di sistemi integrati di trasporto con conseguente maggiore competitività economica e miglioramento
della mobilità e complessiva vivibilità
urbana.
Merope ha prodotto sette progetti pilota e nove studi di fattibilità. Ogni città
ha sviluppato il proprio progetto integrato e coordinato nel progetto complessivo. Per l’Emilia-Romagna erano
interessate le città di Modena e di
Piacenza e gli obiettivi fissati erano:
migliorare le condizioni generali della
mobilità nelle aree urbane, ridurre l’inquinamento atmosferico ed acustico,
migliorare il livello di efficienza logistica e ridurre il numero complessivo dei
mezzi di trasporto utilizzati.
MEROPE
Durata del progetto
26 mesi
agosto 2002 ottobre 2004
Costo totale 2.500.880 euro
Contributo CE 1.282.810 euro
Progetto RER
Costo totale 403.854 euro di cui
Contributo CE 183.570 euro
http://www.merope.net
SESTANTE - Strumenti telematici per la
sicurezza e l’efficienza documentale
della catena logistica di porti ed interporti
Capofila Regione Toscana
Partners Regioni Calabria, Campania e
Liguria, Università Politecnica della
Catalogna e Autorità Portuale di
Valencia (ES).
SESTANTE ha l’obiettivo generale di
identificare ed analizzare i flussi informativi e documentali che rivestono una
centrale criticità nella catena logistica
intermodale al fine di consentire lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie
interoperabili di comunicazione ed
informazione (Information
Communication Technologies ICT) a
supporto della costituzione di sistemi
integrati di trasporto. SESTANTE vuole
quindi incrementare la competitività
economica del sistema portuale, interportuale e aeroportuale dello spazio
MEDOCC dove forti sono le pressioni
per fornire una qualità migliore nel servizio clienti, ridurre i tempi e i costi
della consegna delle merci e soprattutto riuscire ad instaurare una rete di
comunicazione tra le singole componenti dell´utenza e i nodi principali
della catena intermodale che semplifichi in particolare le interazioni operative e i processi di scambio documentale
tra i soggetti istituzionali e gli attori
operativi della complessiva catena logistica.
SESTANTE
Durata del progetto
22 mesi
Gennaio 2003ottobre 2004
Costo totale 2.425.200 euro
Contributo CE 1.287.675 euro
Progetto RER
Costo totale 401.940 euro di cui
Contributo CE 182.700 euro
87
REVERMED - Rete Verde Europea per
l’area Mediterranea
Capofila Junta de Andalucia (ES)
Partners Regioni Liguria, Lombardia e
Sicilia, Provincie di Modena e Torino,
Comuni di Milano e Roma, Parco
Regionale Valle del Lambro, Università
di Milano, Associazione Greenways,
Dipartimento di Herault e Regione
Rhone-Alpes (FR), Diputacion de
Alicante, Cordoba, Girona, Sevilla,
Aragon, Jaen, Regione Murcia,
Generalitat Valenciana, Mancomunidad
de Beturia, Consell Comarcal de la
Terra Alta, Fundacion de los
Ferrocarriles espanoles, Consejeria de
Medio Ambiente Junta de Andalucia
(ES), Comissao de coordenacao da
Regiao Alentejio e do Algarve, Rede
Ferroviaria Nacional EP-REFER (PT).
Rever Med intende sviluppare una rete
di vie di comunicazione dedicate alla
circolazione non motorizzata su tutto
l’arco del Mediterraneo Occidentale
europeo. Le attività principali sono
state: la realizzazione di uno “schema
direttore” delle “vie verdi” che individuano i grandi itinerari interregionali
che costituiscono l’insieme della rete;
lo studio degli itinerari di lunga percorrenza che garantiscono la continuità
della rete e l’interconnesione tra le
regioni; la realizzazione di progetti o
azioni di valorizzazione di tratti di rete
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temporali di cinquanta e cinque anni).
scelti per la loro rappresentatività e il
loro contributo per la continuità della
rete e che hanno previsto anche il recupero di edifici.
REVERMED
Durata del progetto
38 mesi
Luglio 2001settembre 2004
Costo totale 2.021.346 euro
Contributo CE 1.243.907 euro
Progetto RER
Costo totale 44.356 euro di cui
Contributo CE 22.178 euro
3.2.2.b. ll programma CADSES
Il Programma Operativo approvato
dalla Commissione europea12 si propone di soddisfare le esigenze di superamento degli squilibri regionali e promuovere lo sviluppo socio-economico
dei Paesi membri dell’U.E. e degli Stati
membri dell’Europa centrale, adriatica,
danubiana e sud-orientale in vista del-
l’allargamento dell’Unione. Gli Stati
membri che prendono parte al programma sono quattro: Germania, Austria,
Grecia, Italia. Il programma è articolato
in cinque assi tematici con specifiche
misure di attuazione e prevede un
costo totale, per il periodo 20002006, di 237.485.375 euro.
Nel corso del 2004 la Regione EmiliaRomagna partecipava a diciannove progetti, sei in qualità di capofila (Care,
Cityports, Gildanet, Iter, Risk Aware e
West) e tredici come partner (Adrifish,
Loto, I-Log, Imonode, Includ, RDA Net
Ceda 2, Planet Cense, Estia spose,
Sisma, Cadsesland, Romit,
Twewference, Villas e), altri enti emiliano-romagnolo partecipano ad altri sei
progetti (Wetlands II, Embrace,
Sawwataca, TAQI, SMA Vosless e
Transromanica). L’importo complessivo
dei progetti regionali approvati è di
oltre 12 milioni di euro.
Nei primi mesi del 2005 sono stati
approvati altri quattro progetti, due
come capofila (Corelog e Repus), uno
come partner (Redcode) e uno vede la
partecipazione di enti del nostro territorio (Accret).
Di seguito una breve sintesi dei progetti
in corso nel 2004 che vedono la partecipazione di strutture
dell’Amministrazione regionale.
Il Servizio geologico, sismico e dei
suoli della Direzione Generale Ambiente
e Difesa del Suolo e della Costa, partecipa ai progetti Cadsealand e Risk
Aware, unitamente ad ARPA-SIM.
CADSEALAND
Capofila CINFAI
Nel 2004, per il sistema informativo
integrato per supportare le strategie di
protezione della costa, è stato progettata una base di dati e ne è stato
avviato il popolamento. Sulla base dei
primi dati raccolti sono stati studiati
due intensi episodi di mareggiata che
hanno causato una forte erosione
costiera sul litorale dell’EmiliaRomagna.
Partners APAT, Regione Marche,
Technical University of Athens, Dept. Of
Civil Engineering, Division of Water
Resources, Hydraulic and Maritime
Engineering (GR), Technical University
of Athens, Lab. of Reclamation Works
and Water Resources Management,
School of Rural and Surveying
Engineering (GR), National Institute of
Hydrology and Water Management,
National Administration “Apele
Romane” (Romania), Management
Authority of Lake Pamvotis (GR),
Municipal Enterprise for Water Supply
and Sewage of Ioannina (GR),
Municipality if Evrostini (GR).
ARPA-SIM dovrà contribuire allo sviluppo di un modello completo della zona
costiera (geomorfologia, infrastrutture,
batimetria, onde, correnti) e alla ricostruzione storica della morfologia
costiera correlata al clima meteomarino
(eventi meteorologici rilevanti su una
scala temporale di 50 anni; intensità e
frequenza delle mareggiate su scale
CADSEALAND
Durata del progetto
36 mesi
Gennaio 2004dicembre 2006
Costo totale 2.529.996 euro
Contributo CE 1.399.998 euro
Progetto ARPA-SIM
Costo totale 320.000 euro di cui
Contributo CE 160.000 euro
Progetto DG Ambiente
Costo totale 310.000 euro di cui
Contributo CE 155.000 euro
12
.Decisione CE C(2001) 4013 del
27/12/2001
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RISK AWARE - Advanced Weather forecast system to Advise on Risk Events
and management
Capofila ARPA-SIM
Partners Università de L’Aquila,
Regione Marche, ARPA Friuli Venezia
Giulia, Istituto di Scienze
dell’Atmosfera e del Clima CNR, Istituto
di Ricerca per la Protezione
Idrogeologica CNR, Ufficio Valutazione
Pianificazione e Prevenzione Rischi
Dipartimento Protezione Civile, Institut
für Physik der Atmosphäre Deutsches
Zentrum für Luft und Raumfahrt e.V.
(DE), Institute of Applied Systems
Technology Joanneum Research
Forschungsgesellschft mbH (AT), Intitut
für Meteorologie und Geophysik
Universität Wien (AT), National
Research and Development Unity
Institute of Meteorology and Water
Management (PL), Research and
Development Department meteorological and Hydrological Service (HR).
Scopo del progetto è allargare lo spettro e la qualità dell’informazione
meteorologica alla scala temporale di
0-24 ore in modo da contribuire alla
gestione delle attività di idrologia, geologia e di protezione civile. Il progetto
ha lo scopo di sviluppare ed integrare
sistemi che usano dati da diverse fonti
in modo da monitorare e prevedere
l’occorrenza di eventi meteorologici
intensi che determinano il rischio idrogeologico. Nello specifico il progetto
persegue i seguenti obiettivi:
– Prevenzione dei disastri di natura
geo-idrologica a scla regionale, nazionale e trans-nazionale causati da eventi
meteorologici intensi;
– Definizione ed implementazione di
programmi regionali, nazionali e transnazionali per la gestione del rischio
idro-geologico
RISK AWARE
Durata del progetto
36 mesi
Gennaio 2004dicembre 2006
Costo totale 2.600.000 euro
Contributo CE 1.300.000 euro
Progetto ARPA-SIM
Costo totale 632.000 euro di cui
Contributo CE 316.000 euro
Progetto DG Ambiente
Costo totale 117.000 euro di cui
Contributo CE 58.500 euro
ARPA Struttura Oceanografica Daphne
partecipa a TWReferenceNET:
TWReferenceNET - Gestione e sviluppo
sostenibile delle acque di transizione
protette
Capofila Università di Lecce Italia
Partners Regione Puglia, Provincia
Lecce, Consorzio di Gestione Torre
Guaceto, Università di Bologna,
Università di Trieste, MareAmico,
NetProject s.r.l. (IT), NCMR Institute of
Oceanography, University of Athens,
University of Ioannina, University of
Aegean Grecia, National Agricultural
Research Foundation, Institute of
Marine Biology of Crete, Development
Agency for Amvrakikos Gulf S.A,
Nomos & Physis (GR), Ministry of
Environment of the Republic of Albania,
Istitute of Oceanology of Varna
Bulgarian Academy of Science Bulgaria,
Association EKOFORUM, ONG Bulgaria
e Galati University Romania.
Obiettivo del progetto è il miglioramento e rafforzamento del patrimonio naturale degli ecosistemi acque di transizioni di maggior pregio a livello europeo
(protetti dai protocolli Ramsar e Natura
2000). È sviluppato principalmente su
3 aree: ambientale, socio economico,
networking-communication. Gli obiettivi
strategici sono:
89
1. migliorare la conservazione della
qualità ambientale delle acque di transizione protette presenti nell’area CADSES, attraverso l’approfondimento delle
conoscenze, la produzione di innovazione tecnologica, il rafforzamento della
regolazione ed il superamento della
frammentazione do expertise e competenze;
2. rafforzare l’integrazione territoriale
sulla politica ambientale nell’area
CADESE;
3. tradurre gli sforzi fatti sulla conservazione in strategie di sviluppo sostenibile, nella creazione di nuove opportunità di lavoro e nel miglioramento della
qualità della vita.
Le attività svolte nel 2004 riguardano
principalmente la messa a punto delle
strategie di studi e azioni pilota su aree
protette di acque di transizione. Per
quanto riguarda l’area di competenza
della Regione Emilia-Romagna l’attenzione è focalizzata alla Pialassa della
Baiona. Sono iniziate le attività relative
alla definizione delle pressioni antropiche, delle conoscenze delle variabili di
stato e iniziata la sperimentazione di
nuove metodologie di monitoraggio per
verificare nel campo alcuni descrittori
ecologici della qualità ambientale.
Sono iniziati gli studi di fattibilità sullo
sviluppo economico sostenibile. Si è
costituito un networking funzionale tra
i partner a cui fanno capo le zone di
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transizione protette (Natura 2000,
Ramsar) per la condivisione di conoscenze, expertise e competenze tra i
partner del progetto, amministrazioni,
ONG ed imprese.
TWReferenceNET
Durata del progetto
36 mesi
Gennaio 200 dicembre 2006
Costo totale 2.336.500 euro
Contributo CE 1.200.000 euro
Progetto ARPA
Costo totale 105.060 euro di cui
Contributo CE 45.030 euro
Il Servizio Protezione Civile della
Direzione Generale Ambiente, Difesa
del Suolo e della Costa, partecipa al
progetto:
S.I.S.M.A. - Sistema Integrato per la
prevenzione e la tutela del tessuto edilizio storico dai rischi
Capofila Regione Umbria
Partners Regioni Abruzzo e Marche,
Dipartimento Protezione Civile,
Prefecture of Athens, Region of
Pelponnese e Municipality of
Homeroupolis - Chios (GR), Geological
Survey of Slovak Republic
(Slovacchia), Environmental Agency of
Slovene Republic (Slovenia).
Il progetto ha la finalità di avviare un
confronto scientifico sugli approcci e le
metodologie, sviluppate ed in corso di
applicazione, tese a contrastare e prevenire l’azione distruttiva degli eventi
naturali nell’ottica della promozione e
dello sviluppo di azioni preventive coordinate a livello transnazionale.
All’obiettivo finale del progetto, proteggere e salvaguardare la vita umana ed
i beni culturali, si intende pervenire
attraverso lo sviluppo di metodologie
finalizzate ad azioni integrate di prevenzione. Si approfondiranno gli aspetti legati alla pianificazione urbanistica,
quale strumento di prevenzione, applicata sia a livello di norma generale, sia
con la sua più diretta e incisiva proposta per interventi programmati sul tessuto edilizio. In relazione alla conservazione del bene “sistema centro storico”
e delle sue componenti, saranno analizzati gli elementi per la riduzione della
sua vulnerabilità.
Nel 2004 è stata effettuata la raccolta
e catalogazione in un database appositamente realizzato, del know - how
disponibile presso la Regione EmiliaRomagna per le tematiche trattate dal
progetto (Conoscenza del territorio di
riferimento, dei centri storici, delle com-
ponenti del tessuto urbano – beni culturali; studi sulla vulnerabilità; normative e regolamenti; strumenti di pianificazione urbanistica; geologia; sismologia; microzonazione sismica; procedure
e modelli di organizzazione della protezione civile; formazione ed informazione).
Per le attività previste dal Work
Package 4 (Modelli di azione coordinata per l’emergenza sismica) di cui
l’Emilia-Romagna è referente, sono
state prodotte delle schede per la raccolta dati sulle procedure di intervento
degli organismi di protezione civile, sull’informazione dei medesimi organismi
e sulle attività di formazione predisposte dalla protezione civile. Le informazioni acquisite da ciascun partner
saranno la base per la definizione di
documenti inerenti strumenti e procedure per la redazione di piani di coordinamento dell’azione di protezione civile,
documenti di formazione e strumenti di
informazione relativi ai comportamenti
del ‘cittadino primo soccorritore di se
stesso. Il 3 - 4 Dicembre 2004 si è
svolto a Bagno di Romagna, organizzato dall’Emilia-Romagna, il primo workshop del progetto. La sede è l’area campione che sarà oggetto di sperimentazione del progetto. Esperti, tecnici ed
amministratori dei paesi partner si sono
dati appuntamento per avviare un confronto diretto, presentare le tematiche
del progetto, analizzare le fasi di avanzamento delle attività e mettere in
campo nuove strategie.
S.I.S.M.A.
Durata del progetto
48 mesi
Gennaio 2003dicembre 2006
Costo totale 1.939.650 euro
Contributo CE 1.000.000 euro
Progetto RER
Costo totale 262.800 euro di cui
Contributo CE 108.900 euro
L’Istituto dei Beni Artistici, Culturali e
Naturali è capofila del progetto ITER
ITER - Itinerari TERmali
Partners Amitié srl, Regioni Veneto e
Friuli Venezia Giulia,
Bundesdenkmalamt (AT), Hungarian
Science and Technology Foundation
(HU), Region of Estern Macedonia and
Thrace (GR), National Institute for
Research and Development in Urban
and Regional Planning (Romania) e
Association of Rhodope Municipalities
(Bulgaria).
L’obiettivo del progetto ITER è quello di
sviluppare mezzi innovativi metodologici e tecnici per identificare e proteggere
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il patrimonio culturale conosciuto e
quello potenziale dei centri termali storici in un’area che va dal territorio della
Regione Emilia-Romagna fino alla
Grecia. L’obiettivo è quello di costruire
un sistema culturale integrato attraverso l’attivazione di una ”strada culturale” dei centri termali storici.
Diverse le attività svolte nel 2004:
Censimento delle località termali in
tutti i territori compresi dal progetto e
bibliografia specifica (ad eccezione del
partner Greco), Sviluppo del database
per l’inserimento on-line della catalogazione dettagliata e del manuale bilingue d’uso, un seminario di formazione
tenutosi in Italia, Campagna fotografica
da parte di tutti i partner, Scelta di due
stazioni termali per regione per la catalogazione approfondita, Data entry e
realizzazione del catalogo on-line,
Ricerca transnazionale relativa agli
aspetti legali della gestione dei siti termali, Inizio dello sviluppo della mostra
virtuale in DVD, Continuo aggiornamento del sito web, Azioni di promozione e
diffusione e messa a punto di una
immagine coordinata.
ITER
Durata del progetto
30 mesi
Gennaio 2003giugno 2005
Costo totale 1.219.675 euro
Contributo CE 600.000 euro
Progetto IBACN
Costo totale 525.760 euro di cui
Contributo CE 262.880 euro
IBACN partecipa, inoltre, ai progetti
Romit e Villas
ROMIT - Roman Itineararies
Capofila Provincia di Rimini
Partners Comune di Rimini, Europa
Inform Consulting srl Rimini, ADEP
Patras (GR), Universitat ErlangenNuernberg – FIM Neues Lernen,
Erlangen (DE), Oesterreichische
National bibliotthek, Vienna (AT) e
Technical University of Sofia Dept. of
Programming and Computer
Technologies (Bulgaria).
Il progetto si prefigge di valorizzare i
siti romani su una base sostenibile e
condivisa nelle regioni partner che
hanno una medesima origine culturale
e che, pur conservando centri archeolo-
gici di una certa importanza, non
hanno sinora assunto iniziative comuni
di promozione e valorizzazione basate
sullo scambio delle migliori strategie di
marketing e di sviluppo dei siti, il
miglioramento della pianificazione spaziale e urbana, le metodologie di conservazione, tutela e sfruttamento turistico.
Nel dettaglio, gli obiettivi da perseguire
sono:
1. Realizzazione di un modello per lo
sviluppo integrato dei siti archeologici
2. Sviluppo di un catalogo europeo
plurilingue basato sull’inventario, la
selezione, l’aggregazione delle informazioni e della documentazione relative alle testimonianze archeologiche di
origine romana, incluse quelle poco o
per nulla conosciute.
3. Realizzazione di un itinerario culturale dei siti romani e costruzione di un
website graficamente basato sulla
Tabula Peutingeriana, copia medievale
dell’unica mappa stradale romana pervenuta sino a noi - IV sec. d.C. (Codex
Vindobonensis 324)
4. Sviluppo di un osservatorio europeo
sugli aspetti concernenti la gestione e il
marketing dei siti archeologici e il turismo “intelligente” orientato alla fruizione del patrimonio culturale
5. Promozione e diffusione dei risultati, anche nelle regioni non partecipanti
al progetto.
91
ROMIT
Durata del progetto
24 mesi
Gennaio 2000dicembre 2005
Costo totale 905.000 euro
Contributo CE 492.500 euro
Progetto IBACN
Costo totale 200.000 euro di cui
Contributo CE 100.000 euro
VILLAS - Stately Homes and Castles
Capofila Regione Veneto
Partners Regione Umbria, Istituto
Regionale Ville Venete, Dipartimento
Architettura Università di Ferrara,
Dipartimento Ingegneria Civile
Università di Trieste, Municipalità di
Corfù (GR), Università di Zagabria,
Distretto di Varasdin, , Distretto
Korvinika-Krizevci, Distretto di PozegaSlavoni (Croazia).
Obiettivo principale è la rivitalizzazione
degli aspetti estetici ed economici del
patrimonio architettonico con la messa
a punto di un modello di valutazione e
la definizione di strumenti strategici per
un riuso compatibile, in accordo con i
criteri di pianificazione e con le politiche territoriali dell’area CADSES, un’a-
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CARE
rea che contiene una elevata e preziosa diversità di edifici e di regimi di tutela, sia a livello territoriale che di singoli
complessi. Nel lungo termine, ci si
aspetta che il progetto possa avere un
effetto positivo sulle comunità e sulle
economie regionali attraverso: l’aumento della conoscenza, il turismo culturale, le possibilità di investimento e il
miglioramento degli strumenti giuridici
a livello nazionale ed europeo.
Nel 2004 sono stati messi a punto
primi criteri per l’identificazione delle
ville da rilevare. Sono stati prodotti
materiali dimostrativi del patrimonio
regionale e sulle attività previste nel
futuro. Sono stati attivati rapporti con
diverse strutture regionali per la reciproca informazione e per valutare le possibilità di collaborazione, in particolare
coi servizi Programmazione e Sviluppo
dell’attività edilizia e Sistemi informativi geografici.
Sono stati avviati rapporti con alcune
Amministrazioni provinciali e comunali
e con Associazioni di proprietari di ville.
È stato attivato un gruppo di orientamento, con personalità del mondo
scientifico, amministratori e altri stakeholders.
VILLAS
Durata del progetto
36 mesi
Gennaio 2004dicembre 2006
Costo totale 2.516.016 euro
Contributo CE 1.270.893 euro
Progetto IBACN
Costo totale 177.500 euro di cui
Contributo CE 88.750 euro
La Direzione Generale Attività produttive, Commercio e Turismo, è capofila
del progetto Care e partecipa ai progetti Adri.fish e Includ:
CARE - Città Accessibili delle Regioni
Europee
Partners Regioni Lombardia e Umbria,
Comuni di Bologna, Ferrara, Forlì,
Provincie di Ancona, Pesaro-Urbino,
AIAS Milano onlus, Associazione “Si
Può”, Venice Card - Città di Venezia,
Atempo Association (AT), Bildungsinstitut Pscherer e City of Gera (DE),
Prefectural Authority of Thessaloniki
(GR), North-East regional development
agency (RO).
Il progetto si basa sulla condivisione di
strategie di sviluppo delle città, in cui
l´accessibilità per tutti rappresenta una
chiave della qualità, con l´obiettivo
principale di rendere più adatte le risorse territoriali alle esigenze reali di tutti
gli utenti con bisogni speciali. “Città
che sapranno soddisfare le esigenze più
difficili, saranno città più funzionali ed
accoglienti per tutti”.
Nel mese di maggio 2004 si è tenuta
a Bologna la Conferenza di lancio del
progetto. Sono stati attivati quattro
azioni pilota: Sportello disabili della
Regione Lombardia, Venice card,
“Parma provincia per tutti” e “Vengoanch’io” del Comune di Rimini. Per
quanto riguarda il progetto di Parma, è
stato effettuato un censimento di oltre
400 strutture (prevalentemente ristoranti, pizzerie e alberghi) lungo i più
noti itinerari turistici del Parmense per
verificare l’accessibilità per utenti con
particolari esigenze alimentari, allergiche, fisiche o legate all’età, da tale
indagine sono nati tre volumi, scaricabili anche on-line, suddivisi in Appennino,
Colli e Terme, Po e Bassa.
Durata del progetto
24 mesi
Gennaio 2004dicembre 2005
Costo totale 2.008.359 euro
Contributo CE 1.061.232 euro
Progetto RER
Costo totale 496.332 euro di cui
Contributo CE 248.166 euro
http://www.interreg-care.
org/site/
ADRI.FISH
Capofila Regione Veneto
Partners Regione Friuli Venezia-Giulia,
Federcoopesca, Regione Istria (Croazia) e Comune di Izola (Slovenia).
Il progetto Adri.fish rappresenta un’iniziativa unica di coordinamento e pianificazione transnazionale delle attività di
pesca nell’Adriatico settentrionale. Il
cuore del progetto prevede la realizzazione di un Osservatorio socio-economico della pesca che avrà funzione di
coordinamento e di orientamento dei
pescatori. L’Osservatorio porrà in essere
una serie di iniziative per la qualificazione dei prodotti ittici dell’Alto
Adriatico, mediante la certificazione di
filiera e la messa in atto di iniziative
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comuni di marketing transnazionale.
Il progetto Adri.fish intende colmare le
carenze di conoscenze che ad oggi
affliggono il settore della pesca in
Adriatico, ed avviare un processo di
qualificazione e di incremento del valore aggiunto dei prodotti ittici a livello
transnazionale, fornendo in tal modo
un forte impulso allo sviluppo dell’intero settore ittico dell’Alto Adriatico. Gli
obiettivi specifici del progetto sono i
seguenti:
– Migliorare il livello di informazione
e di preparazione professionale degli
operatori della pesca a livello transnazionale, attraverso la realizzazione di
un Osservatorio socio-economico dedito
all’analisi ed allo studio degli aspetti
socio-economici della pesca nell’Alto
Adriatico.
– Promuovere una coordinata pianificazione spaziale a livello transnazionale.
– Realizzare specifiche infrastrutture
per la pesca in particolari aree depresse.
– Promuovere la qualificazione dei
prodotti locali della pesca dell’Alto
Adriatico.
– Migliorare la gestione delle attività
di pesca e lo scambio fra PMI a livello
transnazionale.
– Promuovere l’occupazione nell’area
dell’Alto Adriatico e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni dedite
alla pesca.
ADRI.FISH
Durata del progetto
42 mesi
Aprile 2002ottobre 2005
Costo totale 1.971.000 euro
Contributo CE 8357.048 euro
Progetto RER
Costo totale 492.948 euro di cui
Contributo CE 246.470 euro
http://www.adrifish.org/
index.php?cPath=2
INCLUD - INdustrial CLUster
Development
Capofila Regione Lombardia
Partners Regioni Abruzzo e Marche,
Land NiederOsterreich, Eco Plus (AT),
Foundation for Entrepreneurschip
Development (Bulgaria), Association of
Innovative Entrepreneurship
(Repubblica Ceca), Central Hungary
Regional Development Agency (HU),
Marshal’s Office of the Podlaskie
Voivodship (PL), Romanian Centre for
Economic policies (Romania).
Includ ha lo scopo di trasferire i modelli
di cluster che rappresentano best practices in Italia ed Austria, nei Paesi
dell’Est Europa che partecipano al progetto, identificando le aere territoriali
dove, in base al potenziale industriale,
socio-economico e alle caratteristiche
organizzative e istituzionali, il modello
poteva essere effettivamente testato. Il
Progetto è partito da un’analisi del
potenziale dei cluster esistenti nei
Paesi dell’Est Europa selezionati ed è
proseguito articolandosi nelle seguenti
attività:
– Valutazione della competitività del
cluster locale e sostegno degli strumenti di identificazione
– Networking a: cooperazione istituzionale attraverso il supporto delle
imprese nel processo di sviluppo delle
strategie
– Networking B: cooperazione economica e tecnica per lo sviluppo della
competitività delle imprese: Networking
C: identificazione delle strutture di supporto
– Fattibilità dei servizi di supporto per
lo sviluppo delle imprese e per la
cooperazione transnazionale
– Formazione e diffusione dei risultati
Le attività progettuali hanno portato a
presentare 89 intese transnazionali, di
cui 30 tra enti regionali e locali, e 59
tra istituti e organizzazioni che operano
per le imprese, nello specifico la
Regione Emilia-Romagna ha firmato 3
intese istituzionali e 19 tra enti regionali e locali. Le intese sono state realiz-
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zate per perseguire le seguenti finalità:
– sostenere i governi locali nel definire i programmi per stabilire un ambiente esterno positivo per lo sviluppo delle
PMI
– realizzare un network trasnazionale
di cooperazione dei cluster industriali,
creando relazioni stabili e scambio di
informazioni e know-how tra le regioni
target
– sostenere il processo di internazionalizzazione e raggiungere un tipo di
cooperazione a livello di istituzioni e di
compagnie delle regioni coinvolte nel
progetto.
INCLUD
Durata del progetto
18 mesi
luglio 2003dicembre 2004
Costo totale 2.745.600 euro
Contributo CE 1.372.800 euro
Progetto RER
Costo totale 481.918 euro di cui
Contributo CE 240.959 euro
http://www.includ.net/index.php
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La Direzione Generale Programmazione
territoriale e sistemi di mobilità, è
capofila di due progetti City Ports e
Gildanet e partecipa ad altri cinque progetti Estia-Spose, I-Log, Imonode, Loto
e Planet Cense:
CITY PORTS
Partners Comuni di Ancona, Parma,
Ravenna, Taranto, Udine, Vicenza,
Infomobility S.P.A., It City S.P.A, Scs
Azioninnova S.P.A, Brescia Mobilita’ Societa’ Metropolitana Di Mobilita’,
City Courier Systems Spedition Gmbh,
L.O.B. Logistik- Und
Organisationsbesratung Gmbh,
Forschungsgesellschaft Mobilitat Austrian Mobility Research Fgm-Amor,
Ic Consulenten Ziviltechniker Gesmbh E
State Government Of Vienna (At),
Prefecture Of Kavala, Region Of Attika,
Transeuropean Consulting Unit Of
Thessaloniki S.A. E Centre For Research
And Technology - Hellas/Hellenic
Institute Of Transport - Thermi
Thessaloniki (Gr), The Agency For
Regional Development - Ljubljana
Urban Region (Slovenija).
Tra gli obiettivi del progetto: sviluppare,
sperimentare e diffondere una metodologia comune per l’analisi, la selezione,
la fattibilità e l’implementazione di
“soluzioni di logistica urbana”, riducendo i tempi di implementazione e i rischi
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di fallimento del progetto; il progetto è
condiviso da un ampio network di città
di dimensioni medio-piccole dell’area
CADSES; invece di soluzioni tecniche
singole (spesso già disponibili), i temi
di interesse principale sono lo sviluppo
di misure integrate e la definizione di
una metodologia generale per la valutazione della loro fattibilità e sostenibilità.
Il workshop di apertura si è tenuto a
Bologna nel luglio 2004.
CITY PORTS
Durata del progetto
24 mesi
luglio 2003giugno 2005
Costo totale 4.774.334 euro
Contributo CE 2.387.000 euro
Progetto RER
Costo totale 481.918 euro di cui
Contributo CE 240.959 euro
http://www.cityports.net/
GILDANET
Partners Teleporto Adriatico e
Interporto di Bologna, Austriapro e
Paradigma (AT), Porti di Thessaloniki,
Hiraklion, Patras, Igoumenitsa e
Alexandroupolis, Transport Research &
Development International e Istituto
ellenico dei Trasporti (GR), Porto di
Koper (Slovenia).
È un progetto di sviluppo e sperimentazione di sistemi informativi aperti ed
interoperabili per la gestione di informazioni e documenti relativi al trasporto merci.
Con Gildanet proseguire l´impegno
della Regione Emilia-Romagna in materia di scambio di dati e documenti e di
interoperabilità dei sistemi informativi
nell´ambito del trasporto intermodale
delle merci, sulla scorta dell´esperienza
già condotta nell´ambito del precedente progetto GILDA (INTERREG II C CADSES), e di altri progetti ed esperienze
estere. Operando alla luce di esperienze e soluzioni esistenti e in linea con
raccomandazioni e direttive degli enti
di standardizzazione internazionali
(UN/CEFACT, OASIS e ebXML), il progetto mira a definire una specifica
architettura informatica e un sistema
transnazionale di integrazione di applicazioni e servizi informativi e documentali a supporto degli attori pubblici che
intervengono lungo le catene del tra-
sporto; specifiche azioni di sviluppo e
sperimentazione saranno orientate ai
tre casi pilota delle merci deperibili,
delle forniture automobilistiche e della
logistica dei container vuoti.
GILDANET
Durata del progetto
20 mesi
Settembre 2003giugno 2005
Costo totale 4.363.150 euro
Contributo CE 2.181.500 euro
Progetto RER
Costo totale 816.800 euro di cui
Contributo CE 408.400 euro
I-LOG - Industrial Logistics and intermodal transport for SMEs’ development
Capofila Regione Marche
Partners Regioni Abruzzo Veneto e
Umbria, Satel Group S.R.L (IT), Istria
Region, Ida Istrian Development
Agency Ltd, Varazdin County (Croatia),
Fraunhofer-Gesellschaft (DE), A DelAlfoldi Regioert Plc , Dutireg Plc, Central Transdanubian Regional Development Agency , Italian Chamber of Commerce For Hungary, Debreceni Universitas Plc, Mid-Pannon Regional Developing Plc (HU), Timis County Romania
Adetim Economic Development Agency,
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Cdimm - Maramures Foundation,
Incertrans (RO), Entwicklungsagentur
Kärnten (AT), Infratec, Prefecture Of
Thesprotia, Thesprotia Chamber Of
Commerce (GR).
I-Log promuove l’uso strategico della
logistica e del trasporto intermodale e
vuole rappresentare un punto di contatto tra i bisogni economici delle PMI
(riduzione dei costi, promozione del
servizio ai clienti, sviluppo di economie
di scala) e i bisogni locali ambientali e
sociali, quali la qualità della vita e la
riduzione dell’inquinamento. I principali
risultati/attività sono:
– Valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del trasporto e della logistica nei
sistemi locali di PMI (19 regioni NUTS
II e 21 sistemi locali di PMI – distretto
meccanico per la Regione EmiliaRomagna);
– Identificazione di un insieme di servizi logistici sulla base delle caratteristiche dei sistemi locali di PMI – Modello
regionale di servizio Logistico – al fine
di razionalizzare il sistema di trasporto
e logistico regionale:
– Sviluppo di soluzioni logistiche operative di trasporto, progetti pilota al
fine di rendere le PMI più competitive;
– Promozione e diffusione di una cultura logistica nei sistemi locali di PMI e
creazione di reti di relazione e informazione.
I-LOG
Durata del progetto
27 mesi
Settembre 2003dicembre 2005
Costo totale 4.300.386 euro
Contributo CE 2.150.000 euro
Progetto RER
Costo totale 221.150 euro di cui
Contributo CE 110.755 euro
http://www.i-log.org/index.php
IMONODE - Efficient Integration of
Cargo Transport Modes & Nodes in
CADSES area
Capofila Hellenic Institute Of Transport
(GR)
Partners Regioni Veneto e Friuli
Venezia-Giulia, CCIAA Di Forlì-Cesena,
Ravenna e Taranto, Agroter s.a.s., IC
Consultenten, Gouvernment of
Carinthia, BMVIT/Ministry of Transport
Innovation and Technology (AT),
County of Primorje & Gorski Kotar Country Institute for Sustainable
Development (Croazia), Hellenic
Railways Organisation, Prodos S.A.
(GR), Ministry of the Environment,
Spatial Planning and energy - National
Office for Spatial Planning, Ministry of
Economy, Transport Logistic Cluster TLG, Municipality of Celje (Slovenia).
Il progetto è finalizzato allo studio di
soluzioni alternative e di concrete azioni che possano favorire un maggior utilizzo degli assi di trasporto TransEuropei n. X, n. V e del Corridoio
Adriatico/Ionico per il trasporto delle
merci, aumentandone l’accessibilità e
dando priorità al trasporto su ferro.
Gli obiettivi principali del progetto
sono:
– la valutazione della funzione/funzionalità e delle caratteristiche specifiche dei principali nodi logistici e terminal dell’area CADSES;
– l’effettuazione di una serie di studi
(basati su solide previsioni della
domanda) per la riorganizzazione delle
strutture logistiche e organizzative a
disposizione delle principali categorie di
merci con riferimento a: il sistema di
distribuzione e di trasporto (strutture,
infrastrutture e network logistici) lungo
le rotte nei paesi dell’area CADSES,
l’uso di differenti modalità di trasporto
con particolare attenzione all’intermodalità, la formulazione di concrete proposte per lo sviluppo di nodi infrastrutturali, l’incremento della capacità del
sistema di trasporto in proporzione
all’aumento dei volumi di traffico legato allo sviluppo economico;
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– l’avvio e lo sviluppo di quattro progetti pilota che prevedono al loro interno l’implementazione di alcuni
“demonstrators”, coinvolgendo diversi
corridoi/aree territoriali.
IMONODE
Durata del progetto
34 mesi
Dicembre 2002ottobre 2005
Costo totale 4.891.500 euro
Contributo CE 2.445.750 euro
Progetto RER
Costo totale 340.000 euro di cui
Contributo CE 170.000 euro
http://www.hit.certh.gr/
imonode/index.php
ESTIA-SPOSE - European Space
Territorial Indicators and Actions for a
Spatial Planning Observatory
in Southeast Europe
Capofila University Research Inst. of
Urban Environment and Human
Resources, (Panteion University) (GR)
Partners Regione Abruzzo, Urban &
Spatial Planning Design Studio (Albania), Austrian Institute for Regional
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Studies and Spatial Planning, Osterreichisches Institut fur Raumplanung
(AT), Ministry of Physical Planning and
Environment (Bosnia-Erzegovina),
Institute of Geography under Bulgarian
Academy of Sciences (BG), Ministry of
Environmental Protection and Physical
Planning (Croazia), Center for Regional
Studies Hungarian Academy of Sciences
(HU), Bundesamt fur Bauwesen und
Raumordnung, Federal Office for
Building and Regional Planning (DE),
Lychnidos Center for Sustainable Values
(Macedonia), National Institute for
Research and development in Urban
and Spatial Planning - URBANPROIECT
(Romania), Institute of Architecture
and Regional & Urban Planning of
Serbia, University of Lubljana Faculty
for Civil Engineering and Geodesy
(Slovenia).
Il progetto intende sviluppare azioni
per un Osservatorio di Pianificazione
territoriale nel Sud-Est Europa, basato
su un sistema integrato di indicatori territoriali pienamente compatibili con
l’approccio ESDP (Prospettiva per lo
Sviluppo Territoriale Europeo) e ESPON.
Questo sistema di indicatori verrà testato su una serie di applicazioni pilata in
settori ed aree selezionati, con l’obiettivo di promuovere sia la comprensione
concettuale sia la compatibilità operativa fra le esistenti tradizioni nazionali di
programmazione dei territori. Questo
OTTAVOEURORAPPORTO
sosterrà efficacemente la cooperazione
transnazionale ed incrementerà la
sinergia fra gli sforzi di sviluppo e la
pianificazione territoriale nel sud-est
Europa.
ESTIA-SPOSE
Durata del progetto
32 mesi
Ottobre 2003giugno 2006
Costo totale 1.000.000 euro
Contributo CE 500.000 euro
Progetto RER
Costo totale 100.000 euro di cui
Contributo CE 50.000 euro
LOTO - Opportunità paesaggistiche per
l’organizzazione territoriale
Capofila Regione Lombardia
che di trasformazione e l’identificazione di una metodologia d’analisi congiunta del paesaggio che possa guidare
e verificare le scelte di trasformazione
territoriale. Le diverse fasi del progetto
prevedono lo studio del contesto territoriale che caratterizza l’identità locale,
l’identificazione delle reti e dei rapporti
ecologici, culturali e sociali, l’identificazione delle diverse situazioni e dei particolari sistemi di relazioni.
LOTO
Durata del progetto
36 mesi
Maggio 2002maggio 2005
Costo totale 1.821.900 euro
Contributo CE 915.850 euro
Progetto RER
Costo totale 223.000 euro di cui
Contributo CE 111.500 euro
Partners Regioni Marche, Umbria e
Veneto, Ministero per i Beni e le attività culturali, Regione Istria (Croazia),
Technical University of Munich (DE),
Institute Urban Project (RO), Ministry
for environmental and spatial planning
(Slovenia).
PLANET CENSE - PLAnners NETwork for
CENtral and South East Europe
Il progetto intende fornire i mezzi per
gestire l’evoluzione del paesaggio
attraverso la conoscenza delle dinami-
Partners Regione Marche, Co-Plan
Center for Habitat Development
(Albania), City of Vienna, Government
Capofila Austrian Institute for Regional
Studies and Spatial Planning (AT)
of Land Styria, Austrian Federal
Railways, Ministry for Transport,
Innovation and Technology, Austrian
Institute for Regional Studies and
Spatial Planning (AT), Federal Ministry
of Spatial Planning and Environment
(Bosnia-Erzegovina), National Centre
for Regional Development (BG),
Ministry of Environment and Spatial
Planning (Croazia), German Association
for Housing Urban and Spatial
Development, Federal Office for
Building and Regional Planning (DE),
Panteion University Athens (GR),
Government Centre for Strategic
Studies (PL), Ministry of Regional
Development (CZ), National Institute
for Research and development in Urban
and Spatial Planning - URBANPROIECT
(Romania), Institute of Architecture
and Regional & Urban Planning of
Serbia, University of Belgrade, Institute
of Spatial Planning (Serbia), Ministry
of Build-up and Regional Development
(SK), Ministry of the Environment,
Spatial Planning Energy, National Office
for Spatial Planning (Slovenia),
Hungarian Public Nonprofit Company
for Regional Development and Town
Planning, Hungarian Academy of
Sciences (HU).
Planet Cense è una rete di istituzioni
ed esperti di pianificazinoe territoriale
nazionale, con lo scopo di continuare e
sviluppare meglio il lavoro sulle scelte
politiche stabilite nei documenti di
Vision Planet. La rete si occuperà del-
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l’integrazione territoriale e del dialogo
infra-settoriale attraverso il Portale
Europeo di Pianificazione Territoriale
(ESP Gateway), il Forum per l’Analisi
sull’Impatto Territoriale (TIAn/AIT
FORUM) che si occuperà in particolare
di due progetti pilota (Reti
Metropolitane in CENSE - Europa
Centrale e Sud-Orientale - e Corridoi per
il trasporto transnazionale Nord-Sud tra
il Mar Baltico e il Mar Adriatico). Infine
sarà istituita una struttura per la piattaforma di coordinamento per le iniziative concernenti i progetti pilota o per i
progetti con obiettivi similari nelle stesse zone geografiche.
PLANET CENSE
Durata del progetto
36 mesi
Novembre 2003ottobre 2006
Costo totale 1.210.000 euro
Contributo CE 605.000 euro
Progetto RER
Costo totale 100.000 euro di cui
Contributo CE 50.000 euro
http://www.planet-cense.net/
La Direzione Generale Programmi e
intese, relazioni europee e cooperazione internazionale partecipa al progetto:
RDA-net CEDA II - Rete di agenzie di
sviluppo regionale nelle aree dell’Adriatico, del Danubio e del centro
Europa
Capofila Regione Abruzzo
Partners Regioni Lombardia, Molise e
Umbria, Svim, SITECH, Cosecon S.p.A.
e Strat IS (IT), Eco Plus - the Regional
Development Agency of Lower Austria
Ltd.; Wirtschaftsservice Burgenland AG;
Amt der Tiroler Landesregierung (AT),
Markland G.m.b.H. (DE), Bic of Attika
(GR), The Marshal Office of Malopolskie Voivodship (PL), Regional
Development Agency of North Moravia
and Silesia (CZ), South-East Regional
Development Agency (RO), Regional
Development Agency in Kralovsky
Chlmec; Agency for Regional Development Zilina; Trencin Self Governmental Region; Regional Advisory and Information Centre Trencin; SPIS Regional
Development Agency; Regional Development Agency Ipel´ –Hron; Regional Development Agency Galanta; Regional Development Agency Komarno
(SK), City Municipality of Kranj (Slovenia), Agency of Regional Development and Cross-Border Co-operation
“Transcarpathia” (Ucraina), Central
Hungary Regional Development Agency; Norda-Regional Development Agency of North Hungary; Central Transdanubian Regional Development
Agency (HU).
È una rete di Agenzie di Sviluppo
Regionale nelle aree dell’Adriatico, del
Danubio e del Centro Europa che offre
servizi globali e mezzi per incoraggiare
e migliorare le capacità dei partner
nella cooperazione pratica. Gli obiettivi
di CEDA II sono:
– generare progetti innovativi per lo
sviluppo regionale dell’area CADSES,
utilizzando le sinergie degli esperti del
network e loro know-how, esperienze
ed informazioni;
– incrementare le competenze e risorse
umane per la gestione ed attivazione
dei progetti di sviluppo regionali, specialmente nei contesti transnazionali ed
oltre frontiera collegati alle Iniziative
Comunitarie ed ai Fondi-Strutturali UE;
– promuovere la condivisione e lo
scambio delle informazioni utili riguardanti le tematiche sullo sviluppo regionale fra gli esperti, i politici e le autorità provenienti da vari luoghi d’origine;
– estendere la rete degli esperti di sviluppo regionale e quindi moltiplicare la
sinergia potenziale per l’area CADSES
in termini di opportunità di cooperazione e un’ampia copertura territoriale;
– diventare una “rete di competenze”
che possa fornire ai governi nazionali e
regionali raccomandazioni, consigli e
sostegno sulle tematiche e politiche
dello sviluppo territoriale.
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RDA-net CEDA II
Durata del progetto
26 mesi
Luglio 2003settembre 2005
Costo totale 2.913.995 euro
Contributo CE 1.456.900 euro
Progetto RER
Costo totale 212.606 euro di cui
Contributo CE 106.303 euro
http://www.rda-ceda.net
La Direzione Generale Sanità e
Politiche Sociali è capofila del progetto
WEST - Women East Smuggling
Trafficking
Partners Regioni Lombardia, Marche e
Veneto, Provincia Autonoma di Trento,
Comune di Perugia, Associazione “On
the road”, Caritas Udine, Associazione
“Mountain Unlimited” (AT), S.E.R.
Ministero del Lavoro e degli Affari
sociali (Albania).
Obiettivo principale del progetto è quello di investigare ed approfondire le
conoscenze sul fenomeno della tratta
per lo sfruttamento sessuale, iniziando
dai paesi d’origine e di partenza
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nell’Est d’Europa, ricostruendo le rotte
seguite ed analizzando l’impatto sui
paesi europei coinvolti.
Attraverso il progetto, i partners cercheranno di attivare azioni strategiche e
trasversali volte a contribuire alla
costruzione di politiche positive quali:
programmi di protezione sociale, corsi
per l’inclusione nelle sfere sociali e professionali, progetti europei per il rimpatrio delle vittime della tratta sessuale.
Il progetto, inoltre, si pone l’obiettivo
di creare e definire una serie di modelli
ed esempi attraverso l’attivazione di
azioni pilota per promuovere un positivo impatto spaziale fra le comunità
locali dei paesi europei di destinazione,
le donne e i minori vittime della tratta
sessuale.
WEST
Durata del progetto
24 mesi
Giugno 2003giugno 2005
Costo totale 2.870.794 euro
Contributo CE 1.435.000 euro
Progetto RER
Costo totale 1.235.794 euro di cui
Contributo CE 617.897 euro
http://www.regione.
emilia-romagna.it/west/
3.2.3. Sezione C:
cooperazione
interregionale
Interreg IIIC13 promuove la cooperazio-
ne tra regioni non contigue attraverso
scambi di esperienze, il trasferimento
di best practices e la creazioni di reti.
Per l’attuazione sono stati individuati
quattro “Spazi di cooperazione” con
relativi programmi e strutture comuni di
attuazione e gestione. L’Italia è parte
di due spazi di cooperazione: Europa
meridionale ed Europa orientale, ai
Interreg IIIC – Progetti Regione Emilia-Romagna suddivisi per aree
Est
Ovest
Sud
Nord
Enercy’regio
IUWMM
Rescue
S3
Understand
Centurio
Citair
Enlocc
Grow
Beachmed
Polimetrex plus
Regiocom
Intermetrex
Port Net
Interreg IIIC – Progetti enti territorio regionale suddivisi per aree
Est
Ovest
Sud
Nord
Adriatic Action Plan
City Parking
Ecoland
Enhance Health
Innofire
Light
Okoprofit
Suvot
Tratoki
Urbe viva
Vinum est
Well_Hoops
Winplan
Brise
Capture
INCW
KN Knowledge Network
NEAC
Setric
SRN
Tele Medicine
Urbest
Ciberstrategy
e-Prodat
ERE
Hydrosource
Luci
Modi
Ruisnet
Sport Urban
U. TdR
e-Citizen
quali devono fare riferimento i capofila
italiani anche se, in qualità di partner,
è possibile partecipare a progetti ricadenti in qualsiasi spazio di cooperazione inclusi quindi anche Europa nordoccidentale ed Europa nord-orientale.
L’Emilia-Romagna, unitamente alle
regioni Trentino-Alto Adige, FriuliVenezia Giulia, Veneto, Marche,
Abruzzo, Molise e Puglia è ricompresa
nello Spazio Interreg III C Est (Europa
orientale) la cui Autorità di Gestione ha
sede presso la municipalità di Vienna.
Il Programma “Interreg III C –Zona
est” in cui rientra la Regione EmiliaRomagna, è stato approvato dalla
Commissione europea14 e prevede un
costo complessivo per l’intero periodo
2000-2006 di 44.300.000 euro.
Nel 2004 la Regione Emilia-Romagna
partecipava a nove progetti, sei come
capofila (Understand, Citair, Polimetrex
plus, Regiocom, S3 Sharing Solutions
on Structural funds e Centurio; quest’ultimo a titolarità dell’Assemblea legislativa regionale) e tre in qualità di partner (Intermetrex, Rescue ed Enlocc),
altri enti territoriali emiliano-romagnoli
partecipavano ad altri ventisei progetti.
13
Comunicazione della Commissione
Europea agli Stati membri del 15 maggio.
GUCE serie C n. 141.
14
Decisione del 24 luglio 2002.
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OTTAVOEURORAPPORTO
L’importo complessivo dei progetti
regionali approvati è di oltre 9 milioni
di euro.
Nei primi mesi del 2005 sono stati
approvati altri undici progetti, quattro
come capofila (Enercy’regio, Grow,
IUWMM Integrated Urban Waste Management Model e Port Net), uno come
partner (Beachmed) e sei a cui partecipano enti del territorio regionale (e-Citizen, Wel_Hops, City Parking, TeleMedicine, KN Knowledge Network, NEAC
Network of European Automotive Competence). Attualmente, quindi, sono
46 i progetti in cui sono coinvolti
strutture ed enti della nostra regione.
Il Servizio Protezione Civile della
Direzione Generale Ambiente, Difesa
del Suolo e della Costa, partecipa al
progetto:
R.E.S.C.U.E.
Capofila Region of Central Macedonia
(GR)
Partners Disaster Management
Directorate of Tolna County e Budapest
University of Technology and Economy
(HU).
L’obiettivo principale del progetto
RESCUE è quello di sviluppare un
Sistema di Supporto Decisionale integrato che combini conoscenze di esperti e soluzioni tecnologiche per aiutare
le Regioni ad affrontare gli eventi cala-
mitosi.
Nel corso del 2004 sono state sviluppate le attività per la quale è referente
la Regione Emilia-Romagna e che prevedono l’individuazione, approfondimento e analisi di eventi calamitosi del
passato. In particolare:
– Realizzazione di un sito ad uso
interno per la condivisione di informazioni sul Progetto RESCUE da parte dei
membri del gruppo di lavoro del
Servizio Protezione Civile;
– Creazione di uno schema da utilizzare per la stesura dei report d’evento,
al fine di analizzare sinteticamente, ma
in modo esaustivo, le esperienze di disastri passati;
– Individuazione di undici eventi e
compilazione dei report relativi, da sottoporre all’attenzione dei partner nel
secondo meeting di lavoro.
Tale meeting, organizzato dal Servizio
Protezione Civile, si è svolto a Bologna
e vi hanno preso parte sia i partner
greci che quelli ungheresi; nel corso
delle due giornate (19 e 20 ottobre)
ciascun partner ha presentato i report
d’evento prodotti nei mesi precedenti
al fine di valutare quali eventi approfondire nella successiva fase di prosecuzione dei lavori. In particolare, per
l’Italia, sono stati individuati i seguenti
eventi:
a. Umbria - Marche 1997 (evento
sismico);
b. Po 2000 (evento idrogeologico);
a. Molise 2002 (evento sismico).
L’approfondimento degli eventi viene
sviluppato anche tramite interviste ad
esperti che hanno preso parte alla
gestione degli stessi, realizzate sulla
base di un questionario predisposto dal
Servizio Protezione Civile e condiviso
con i partner: nelle giornate del terzo
meeting (16 e 17 dicembre 2004 a
Bologna) il questionario è stato illustrato ai partner presenti, discusso e approvato.
A completamento delle attività della
Componente 2 le informazioni raccolte
con le interviste saranno elaborate e
strutturate per essere utilizzate nelle
successive Componenti del Progetto.
Per lo sviluppo del Progetto il Servizio
Protezione Civile si avvale del contributo delle Province e di Dipartimenti universitari.
R.E.S.C.U.E.
Durata del progetto
36 mesi
Gennaio 2004dicembre 2006
Costo totale 1.172.000 euro
Contributo CE 754.000 euro
Progetto RER
Costo totale 500.000 euro di cui
Contributo CE 250.000 euro
99
La Direzione Generale Organizzazione,
Sistemi informativi e Telematica, è
capofila del progetto:
UNDERSTAND
Partners CSP s.c.a.r.l. (IT), Aquitanie
Europe Communication (FR), Hessen
Agentur (DE), IBIT Foundation e OVSI
Foundation -Valencian Office for the
Information Society - (ES), Association
of local authorities in the country of
Vasternorrland (SE), Yorkshire Forward
e ISEU, European Business
Management School, University of
Wales, Swansea (UK), Marshal Office
of the Wielkopolska Voivodship (PL).
Gli investimenti regionali per lo sviluppo della società dell’informazione sono
considerevolmente aumentati negli ultimi cinque anni. Un tale investimento
richiede strumenti di valutazione e
monitoraggio appropriati. Mentre a
livello nazionale gli indicatori di benchmarking di eEurope forniscono un supporto significativo al processo politicodecisionale, a livello regionale i decision makers non possiedono i dati di
base per comprendere la situazione
della regione di pertinenza e valutare
quindi gli effetti delle politiche di innovazione. Dieci Regioni EU con esperienza rilevante nel benchmarking della
Società dell’Informazione si sono riunite con l’obiettivo di definire indicatori
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OTTAVOEURORAPPORTO
100
Citeair
regionali comuni per misurare la
Società dell’Informazione e di coinvolgere il maggior numero di altre regioni.
Le Regioni utilizzeranno gli indicatori e
rileveranno i dati, confrontandoli attraverso un DB on-line per realizzare
un’attività di benchmarking sui dati e
comprendere COME e PERCHÈ alcune
Regioni raggiungono risultati migliori di
altre. Il progetto mette a disposizione
un tool-kit di benchmarking per permettere alle Regioni interessate di raccogliere dati e confrontarli con quelli di
altre regioni europee.
I principali obiettivi di UNDERSTAND
sono il confronto e la valutazione dello
sviluppo regionale della Società
dell’Informazione attraverso la definizione e l’applicazione di un set di indicatori regionali comuni sull’utilizzo di
Internet da parte di cittadini e imprese
e sulla diffusione dell’e-government e
della larga banda.
Nel 2004 è stata definita la metodologia comune, è stato realizzato il
manuale per le indagini e svolte le
indagini in tutte le regioni (21 indagini
in tutto, sui 4 temi previsti: utilizzo di
Internet da parte di cittadini, da parte
delle imprese e sulla diffusione dell’egovernment e della larga banda. È
stato predisposto il Piano di comunicazione e brochure multilingue.
UNDERSTAND
Durata del progetto
30 mesi
febbraio 2004luglio 2006
Costo totale 1.370.000 euro
Contributo CE 816.625 euro
Progetto RER
Costo totale 242.000 euro di cui
Contributo CE 121.000 euro
http://www.understand-eu.net
La Direzione Generale Programmazione
territoriale e sistemi di mobilità partecipa a quattro progetti:
Citeair
Capofila Leicester City Council (UK)
Partners STA Servizio Trasporti per il
Comune di Roma, Polis Istituto
Gestione ambientale di Bruxelles (BE),
Airparif (FR), Servizio Salute e
Ambiente Città di Monaco (DE),
Comune di Rotterdam, DCMR,
Rjinmond, Città di Den Haag (NL),
Comune di Coventry (UK), Autorità di
Sviluppo della città di Praga (CZ),
Bratistlava (SK).
Obiettivo del progetto è stabilire una
rete di scambio delle informazioni e
delle esperienze tra i soggetti coinvolti
nei provvedimenti riguardanti qualità
dell´aria, rumore, salute, trasporti e
sviluppo urbano. CITEAIR intende trovare soluzioni efficienti e integrate per
gestire il traffico e l’impatto ambientale
attraverso lo sviluppo di approcci comuni e soluzioni sostenibili che possono
essere applicate in tutta l’Europa, dato
che, generalmente, gli amministratori
locali hanno autonomamente definito i
loro obiettivi basandosi su i regolamenti e su discipline europee relative alla
qualità dell’aria, portando ad una moltitudine di soluzioni per la gestione ed
la redazione di rapporti sulla qualità
dell’aria, in molti casi non facilmente
comparabili tra loro. Le tematiche principali del progetto riguardano:
– gli effetti dannosi sulla salute
umana derivanti da una cattiva qualità
dell’aria;
– l’effetto del traffico come fonte principale degli impatti dannosi sull’ambiente in molte aree urbane;
– il ruolo effettivo delle
Autorità/Governi locali e regionali nel
migliorare la qualità della vita per i propri cittadini;
– i requisiti per ottenere soluzioni efficienti ed integrate per i problemi legati
all’ambiente ed al traffico.
Durata del progetto
36 mesi
Marzo 2004febbraio 2007
Costo totale 1.988.000 euro
Contributo CE 1.000.000 euro
Progetto RER
Costo totale 100.000 euro di cui
Contributo CE 50.000 euro
http://citeair.rec.org
Enlocc - European Network of Logistics
Competence Centers
Capofila Wirtschaftsforderung Region
Stuttgart GmbH (DE)
Partners Carinthian Government,
Department of Infrastructure Klagenfurt (AT), KLOK
Kompetenzzentrum Logistik
Kornwestheim GmbH - Kornwestheim
(DE), Institut Logistyki i
Magazynowania - Poznan (PL).
Obiettivo del progetto è la creazione di
un network di centri di competenza
dedicati alla logistica regionale.
ENLoCC si focalizza sulla necessità di
una forte cooperazione a livello transnazionale sentita dalla logistica dei trasporti a livello europeo. Gli enti pubblici
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(o equivalenti) di una regione devono
assumersi il compito di mettere assieme gli attori chiave della logistica sia a
livello regionale sia transnazionale, per
iniziare ed elaborare dei progetti volti a
migliorare i servizi logistici e le infrastrutture.
Tra le finalità del progetto, vi sono:
– L’istituzione di centri di competenza
logistica regionale (LoCCs - Istituto sui
Trasporti e la Logistica) in grado di
riunire i principali stakeholder ed attori
logistici e trasportistici di ciascuna
regione partecipante al fine di: coordinare gli attori locali per il trasferimento
di conoscenza e lo sviluppo di progetti,
creare interfacce tra attori pubblici e
privati, cooperare a livello europeo per
l’individuazione e sperimentazione di
soluzioni logistiche innovative, diffondere le migliori pratiche logistiche e trasportistiche;
– La creazione di un network aperto
di centri di competenza logistica in
Europa;
– Lo sviluppo di progetti pilota innovativi: creazione di una piattaforma IT
relativa alla logistica e al trasporto
(LOGPLAT) e sviluppo di iniziative formative transnazionali (LOGTRAINING).
Enlocc
Durata del progetto
36 mesi
Gennaio 2004dicembre 2006
Costo totale 1.423.000 euro
Contributo CE 763.500 euro
Progetto RER
Costo totale 300.000 euro di cui
Contributo CE 150.000 euro
http://www.enlocc.net
InterMetrex
Capofila Glasgow and the Clyde Valley
Structure Plan Joint Committee (UK)
Partners Regioni Piemonte e Veneto,
Provincia di Napoli, METREX, Ente per
la Grande Londra, Consiglio comunale
di Liverpool e Metropoli South Coast
(UK), Verband Region Stuttgart (DE),
Generalitat de Catalunya, Junta de
Andalucía, Ayuntamiento de Sevilla ,
Ayuntamiento de Granada, Gobierno
Vasco (ES), Eurocity Basque -St
Sebastián-Bayonne - (ES/FR),
Comitato Øresund (DK/SVEZIA), Città
di Helsinki (FI), Consiglio comunale di
Stoccolma (SV), Organizzazione di
Atene e Organizzazione di Salonicco
(GR), Área Metropolitana do Oporto
(PT), Regionalplanung Zürich und
Umgebung (CH), Central Hungarian
Regional Council (HU), Consiglio comunale di Riga (LETTONIA), Vilniaus
Planas (LITUANIA), Ente per la
Programmazione di Malta (MALTA),
Comune di Nicosia (CIPRO), Comune di
Minsk (BIELORUSSIA), Istituto di
Cracovia e Comune di Stettino (PL),
Comune di Sofia (BG).
L’obiettivo di InterMetrex è quello di
contribuire a rendere più efficace la pianificazione territoriale delle regioni e
delle aree metropolitane europee e di
supportare la realizzazione degli obiettivi dell’ESDP di uno sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio europeo.
Lo strumento per realizzare questo
obiettivo è l’applicazione di una griglia
di valutazione (Practice Benchmark)
agli strumenti di pianificazione adottati
dai vari partner che consenta di valutare il posizionamento qualitativo del
piano in oggetto rispetto alle migliori
esperienze presenti in Europa e di fornire indicazioni sulle possibilità di miglioramento.
Nel corso del 2004 è stata svolta l’attività di valutazione del PTCP di Bologna
sulla base del Practice Benchmark ed è
stato organizzato un workshop di analisi in cui, unitamente ad altri partner,
sono stati presentati e discussi i risulta-
101
ti di tale lavoro.
Il workshop, tenutosi a Bologna dal 29
al 31 marzo 2004, è stato incentrato
sull’analisi e sulla valutazione delle
politiche volte al miglioramento della
“governance metropolitana” e alla
valutazione dell’efficacia delle azioni a
ciò deputate; oltre al PTCP di Bologna il
Practice Benchmark è stato applicato
agli strumenti di pianificazione di
Bayonne-San Sebastian (Area metropolitana transfrontaliera tra Francia e
Spagna) e della South Coast Metropole
(UK).
Una prima sintesi dei risultati raggiunti
dall’applicazione del Practice
Benchmark a oltre 20 aree metropolitane è stata presentata e discussa nel
corso del workshop di sintesi che si è
tenuto a Barcellona nell’ottobre 2004.
InterMetrex
Durata del progetto
38 mesi
aprile 2003giugno 2006
Costo totale 881.241 euro
Contributo CE 499.957 euro
Progetto RER
Costo totale 34.124 euro di cui
Contributo CE 17.062 euro
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102
PolyMetrexPlus
Capofila Generalitat de Catalunya (ES)
Partners Regione Veneto, Diputaciòn
Provincial de Zaragoza e Junta de
Andalucia (ES), Gemeente Rotterdam
(NL), Organisation of Athens e
Organisation of Thessaloniki (GR),
METREX, Greater London Authority e
Glasgow and the Clyde Valley Structure
Plan Joint Committee (UK), Verband
Region Stuttgart e Landeshauptstadt
Dresden (DE), Stockholm City Council
(SVEZIA), City of Helsinki (FI), Malta
Planning Authority (MALTA),
Municipality of Szczecin e Krakow
Institute (PL), Municipality of Sofia
(BG).
Il progetto ha come obiettivo quello di
contribuire a realizzare un assetto territoriale europeo più equilibrato, coeso e
policentrico con particolare riferimento
al ruolo svolto dalle aree metropolitane
e alle relazioni fra di esse, da sviluppare sempre più in futuro in un’ottica di
complementarietà e cooperazione.
Il progetto si sviluppa attraverso la ricognizione di buone prassi di relazioni fra
le metropoli partecipanti, il confronto
su di esse e l’elaborazione di un Piano
d’Azione fondato su specifiche attività
di cooperazione interregionale (RINA)
che verranno sviluppate nel
2006/2007.
Nel 2004 è stata avviata la prima fase
OTTAVOEURORAPPORTO
del progetto che ha richiesto un’approfondita ricognizione della collocazione
e del ruolo di ciascun partner all’interno del quadro europeo; a questo fine,
la Regione Emilia-Romagna ha elaborato, presentato e discusso in un apposito
workshop di analisi un documento sul
proprio posizionamento a livello europeo (position statement) riguardo alle
relazioni intrattenute con altre aree
metropolitane e che possono essere
prese come riferimento per rafforzare
uno sviluppo policentrico. Questo tipo
di lavoro è stato svolto da tutti i 19
partner del progetto nel corso di altri
tre seminari durante i quali si sono discusse le “best practices” di riequilibrio
policentrico e sono state individuate
basi comuni su cui cooperare. I temi
più rilevanti sui quali ci si è soffermati
per individuare le azioni su cui fondare
un maggior equilibrio territoriale hanno
riguardato i trasporti, le infrastrutture,
l’economia, il turismo, la cultura, gli
aspetti demografici, nonché le strategie
di lungo periodo che ogni area metropolitana intende mettere in campo per
svolgere un ruolo più rilevante ed integrato all’interno dell’Europa allargata.
PolyMetrexPlus
Durata del progetto
42 mesi
aprile 2004ottobre 2007
Costo totale 1.826.744 euro
Contributo CE 1.054.491 euro
Progetto RER
Costo totale 98.231 euro di cui
Contributo CE 49.115 euro
di produttori e la nascita di aggregazioni più ampie a livello transnazionale.
Prevede la promozione di scambi di
esperienze e iniziative comuni, la realizzazione di un sito web che costituirà
uno strumento di dialogo fra i partners
fornendo le informazioni utili alla conoscenza e all’aggiornamento della situazione del settore, per facilitare un’offerta aggregata, una lavorazione e una
presentazione accurate, l’introduzione
e lo sviluppo delle tecniche di avanguardia.
REGIOCOM
La Direzione Generale Ambiente partecipa al progetto:
REGIOCOM
Capofila Assemblée des Régions
Européens Fruitières, Légumiers et
Horticoles de Bordeaux (FR).
Partners Regione Piemonte,
Generalidad Catalana, Comunidad
Valenciana, Regione Andalusia e Murcia
(ES), Regioni Aquitaine, BasseNormandie, Languedoc-Roussillon,
Limousin, Midi-Pyrénées, Pays de la
Loire, Provence-Alpes-Cote d’Azur,
Rhone-Alpes (FR).
Regiocom è un progetto per la valorizzazione interregionale delle politiche di
promozione della frutta e dei legumi
dell’Europa meridionale ed è finalizzato
al rafforzamento delle organizzazioni
Durata del progetto
27 mesi
ottobre 2004dicembre 2006
Costo totale 700.000.350 euro
Contributo CE 41.430 euro
Progetto RER
Costo totale 36.000 euro di cui
Contributo CE 18.000 euro
La Direzione Generale Attività
Produttive, Commercio e Turismo è
capofila del progetto:
S3 - Sharing Solutions on Structural
Funds
Partners Regioni Campania e Lazio,
Finlombarda Ltd, Ostrava Regional
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Development Agency (CZ), Office of
the Ko?ice Self-Governing Region (SK),
Regional Development Agency of North
Great Plain (HU), Directorate general
of state cooperation & European
affairs, Madrid e Centre for Innovation
and Business Development - CIDEM,
Barcelona (ES), Development Bank of
Saxony - Anhalt (DE), Ignalina regional
development agency (Lituania), Region
of Western Greece e E.C. Business and
Innovation Centre (BIC) of Western
Greece (GR) - Objective 1 Programme
Directorate South Yorkshire (UK).
Obiettivo del progetto è aumentare e
migliorare la cooperazione tra regioni
europee nella programmazione e la
gestione dei programmi di sviluppo
locale finanziati dai Fondi strutturali
condividendo strumenti innovativi tramite il coinvolgimento di un ampio partenariato rappresentativo.
Le principali attività previste per raggiungere questi obiettivi consistono nel
fornire contributi scritti, rapporti e raccomandazioni sulle esperienze analizzate (best practices) da mettere in
comune, e nello scambio di personale
per visite di studio, seminari, incontri
per la disseminazione dei risultati ottenuti.
S3
CENTURIO
Durata del progetto
24 mesi
settembre 2004settembre 2006
Costo totale 63.045 euro
Contributo CE 41.430 euro
Durata del progetto
27 mesi
ottobre 2004dicembre 2006
Costo totale 63.045 euro
Contributo CE 41.430 euro
Progetto RER
Costo totale 232.704 euro di cui
Contributo CE 116.352 euro
Progetto RER
Costo totale 34.545 euro di cui
Contributo CE 20.745 euro
L’Assemblea legislativa regionale partecipa al progetto:
3.2.4. Il programma
INTERACT
CENTURIO
Capofila AER Assemblea delle Regioni
europee
Partners Assemblea legislativa Regione
Molise e delle contee di Prahova e Iasi
(Romania)
Centurio ha l’obiettivo di migliorare il
dialogo sullo Sviluppo economico-sociale sostenibile e sull’integrazione interregionale attraverso lo scambio di vedute
e di informazioni sulla legislazione, le
procedure e le prassi.
Nel corso del 2004 si è svolta la conferenza Centurio che ha visto la partecipazione di tutti i partners del progetto.
Il programma INTERACT, approvato
dalla Commissione Europea nel
Dicembre 2002, è parte dell´Iniziativa
Interreg III ed ha come obiettivo principale quello di aumentarne l´efficacia e
l´efficienza. Oltre a mettere in collegamento le strutture di cooperazione
comune delle diverse sezioni e dei vari
programmi Interreg, INTERACT è finalizzato ad individuare i punti di forza e
debolezza delle diverse iniziative attraverso lo scambio di informazione, la
creazione di banche dati relative alle
diverse esperienze in corso, a migliorare il collegamento fra i diversi strumen-
103
ti comunitari di cooperazione interna
ed esterna all´Unione Europea, a fornire supporti a potenziali partners di progetti Interreg dei Paesi di nuova e futura adesione.
Nel dicembre 2004 è stato approvato il
progetto RE-ACT il cui capofila è la
Direzione Generale Programmi e Intese,
relazioni europee e cooperazione internazionale della Regione EmiliaRomagna. Il progetto che inizierà a
gennaio 2005 e terminerà nel dicembre 2006, ha un contributo comunitario di 553.250 euro e vede la partecipazione della Regione Lombardia, e di
regioni di Francia, Grecia, Irlanda,
Slovenia, Spagna e BosniaHerzegovina. Il progetto si propone di
approfondire il ruolo attuale delle
amministrazioni di livello NUTS 2 nell’implementazione dei programmi
INTERREG, mettere a confronto diverse
situazioni in nazioni diverse, evidenziare alcuni attuali ostacoli ad una efficace
cooperazione, valutare l’esistenza e la
replicabilità di buone pratiche di organizzazione interna e di cooperazione,
diffonderne la conoscenza, studiare e
proporre soluzioni da mettere in pratica
nella attuale e nella futura programmazione.
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104
80
18
25
18
13
74
70
60
49
50
40
30
17
20
13
10
0
14
5
8
Medoc
Cadses
25
5
8
4
III A
III C
Totale
LP PP
Totale progetti Interreg in Emilia-Romagna
30
28
25
20
15
10
9
8
8
5
5
3
0
Ambiente
Mobilità e
logistica
Cultura
Sviluppo Pianificazione
locale territoriale
Ripartizione dei progetti per settore di intervento
3
2
2
Società Cooperazione Politiche
Pesca Informazione
istitituzionale sociali
2
Turismo
1
1
Agricoltura
Scuola
1
1
Mercato Sostenibilità
del lavoro urbana
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30
Totale Partners: 930
Paesi coinvolti: 44
27
Vecchi Paesi membri
73,9%
25
22
20
15
15
Paesi terzi
15,9%
Nuovi Paesi membri
10,2%
15
10
7
Paesi coinvolti
5
3
0
Ungheria
Slovenia
Polonia
Repubblica Repubblica
Ceca
Slovacca
Malta
2
2
Latvia
Lituania
1
1
Cipro
Estonia
Nuovi paesi membri
40
39
35
30
25
20
20
16
15
15
11
10
10
7
6
5
5
4
3
2
2
Palestina
Svizzera
1
1
1
1
1
1
1
Algeria
Armenia
Benin
Bielorussia
Cina
Norvegia
Ucraina
0
BosniaCroazia Erzegovina Albania
Paesi terzi
Romania
Serbia
Bulgaria
Croazia
Tunisia
Marocco Montenegro Serbia
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106
i cosiddetti “Temi catalizzatori”:
400
364
– impiego delle tecnologie dell’informazione nelle zone rurali,
– miglioramento della qualità di vita
nelle zone rurali,
– valorizzazione dei prodotti locali
– valorizzazione del patrimonio naturale e culturale
350
300
250
200
LEADER+ incentiva anche la cooperazione tra territori, attraverso il cofinanziamento di progetti di sviluppo rurale elaborati congiuntamente tra gruppi LEADER appartenenti allo stesso Stato membro oppure a più Stati membri.
150
100
83
60
59
50
40
40
14
9
4
3
3
3
3
2
UK
Portogallo
Svezia
Belgio
Finlandia
Irlanda
Olanda
Danimarca
0
Italia
Spagna
Grec ia
Austria
Francia
Germania
Vecchi paesi membri
3.6 LEADER +
LEADER+ ha l’obiettivo generale di
accompagnare lo sviluppo delle zone
rurali d’Europa attraverso azioni volte a
ridare vitalità a questi territori aggiungendosi agli altri interventi comunitari
rivolti alle aree rurali. I principi di fondo
su cui si basa l’Iniziativa sono quelli di
un approccio dal basso dove la definizione delle esigenze di sviluppo proviene direttamente dagli operatori locali
attraverso progetti ed iniziative di
carattere innovativo e dimostrativo.
I beneficiari di questi interventi sono i
Gruppi di Azione Locale (GAL), un insieme di partner, per almeno il 50% di
natura privata, rappresentativi del mondo imprenditoriale e creditizio, delle
pubbliche amministrazioni (Comuni,
Comunità Montane, ecc.), nonché del
tessuto sociale e culturale locale. In
questo modo ciascun GAL può rappresentare le esigenze del proprio territorio e, partendo da queste, costruire una
strategia, da tradurre in un Piano d’azione locale (PAL), in grado di tenere
vive le energie utili allo sviluppo.
LEADER+ non ha limitazioni territoriali
particolari se non quella di dover essere
applicata ad aree rurali. Secondo la
Commissione europea il criterio fondamentale di ruralità è individuato dalle
caratteristiche insediative del territorio
e, pertanto, ritiene ammissibili zone
con una popolazione compresa tra
10.000 e 100.000 abitanti e con densità media non superiore ai 120 abitanti/km2.
L’Unione europea per raggiungere una
maggior concentrazione delle risorse
finanziarie dando rilievo a strategie di
sviluppo rurale a carattere innovativo
ha individuato tematiche prioritarie su
cui imperniare i Piani di sviluppo locale,
3.3.1. Attuazione
del Programma Operativo
Regionale Leader+
2000-2006
in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna sono stati selezionati cinque PAL: Appennino Bolognese,
Antico Frignano e Appennino Reggiano,
Appennino Parmense e Piacentino, Altra
Romagna, Delta del PO - Pianura
Orientale, che interessano 167 comuni
ed una popolazione di circa 500.000
abitanti.
Il Piano Operativo Regionale (POR) ed
i PAL indicano e perseguono i diversi
temi catalizzatori indicati dalle linee
direttrici comunitarie per l’iniziativa,
ma, in considerazione delle specificità
di carattere socio economico presenti
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nei territori interessati, le diversità e le
propensioni del partenariato locale
emerse durante l’attivazione del
Programma, i PAL selezionati sviluppano prioritariamente uno dei seguenti
temi:
– Valorizzazione dei prodotti locali, in
particolare agevolando mediante un’azione collettiva l’accesso ai mercati per
le piccole strutture produttive;
– Valorizzazione delle risorse naturali
e culturali, compresa la valorizzazione
dei siti di interesse comunitario NATURA
2000.
Il complemento di programmazione,
oltre a stabilire le procedure attuative,
riprende e sviluppa con maggiore dettaglio i contenuti del POR, in particolare
indicando per ogni Sezione le Misure,
le Azioni, le tipologie di intervento
ammissibili, le procedure di selezione
dei progetti, i beneficiati ammissibili,
nonché gli indicatori necessari al sistema di monitoraggio e valutazione.
La struttura organizzativa per la gestione del Programma è completata dal
Comitato di sorveglianza e dal
Comitato LEADER+.
Di seguito si riporta il piano finanziario
del POR della Regione Emilia-Romagna
che, a seguito della conclusione della
procedura di indicizzazione dei fondi
destinati all’Iniziativa Leader, ha avuti
assegnati ulteriori 529.493 euro di
quota Feoga, per un totale di
1.149.184 euro in termini di costo
107
Leader + – P.O.R. Regione Emilia-Romagna – Piano finanziario 2000-2006 (in milioni di euro)
Sezione
Contributo Cofinanziamento
UE
pubblico
1 – Sostegno a strategie pilota di sviluppo rurale a carattere territoriale
e integrato, fondate su un approccio ascentente e sul partenariato orizzontale
2 – Sostegno a forme di cooperazione interterritoriale e transnazionale
Assistenza tecnica
Totale
pubblico, che porta la programmazione
complessiva a 28,676 milioni di euro.
3.3.2. Stato di Attuazione
Finanziaria
Nel corso del 2004 l’operatività del
programma Leader + è entrata pienamente a regime, sono state ultimate
tutte le procedure gestionali ed i cinque
Gruppi di azione locale hanno avviato
in modo significativo tutte le misure
previste dal POR.
Dall’attivazione del programma al
31/12/2004, sono stati ammessi a
finanziamento 454 progetti con un impegnato finanziario di 9,6 milioni di
euro in termini di costo pubblico (45%
della disponibilità iniziale), pari ad oltre 12,7 milioni di Euro di costo totale.
Le iniziative hanno attivato una partecipazione finanziaria da parti dei privati
8,230
1,150
0,400
9,780
dell’ordine del 25% rispetto al totale
delle risorse utilizzate. Se si considera
tale rapporto nelle sole misure per le
quali è previsto il cofinanziamento privato, il valore sale al 34%.
Rilevante è stata anche la quota dei
pagamenti effettuati nel periodo, con
oltre 5,9 Meuro di costo pubblico
(27% della disponibilità) e 7,2 Meuro
9,696
1,350
0,400
11,446
Quota
privata
Totale
6,600
0,850
0,000
7,450
24,526
3,350
0,800
28,676
di costo totale.
Tali dati evidenziano il grado di accelerazione che ha avuto l’attività dei GAL
in tutte le misure. In particolare nelle
misure 1.2 “Valorizzazione del patrimonio culturale e naturale e della vitalità del territorio rurale” e 1.3 ”Innovazione e qualificazione del sistema
produttivo locale”, che hanno raggiunto
Quota privata
25%
Quota nazionale
(Stato + Regione)
40%
Quota UE
36%
Figura 3.3.1 – Distribuzione percentuale delle risorse impegnate per fonte di finanziamento
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rispettivamente il 49% e il 32% delle
impegnate.
Si segnala inoltre la misura 2.1 “Cooperazione interterritoriale e transnazionale” con il 30% delle risorse totali
impegnate, per la maggior parte nel
corso dell’ultimo anno. In particolare in
tale misura, sono stati avviati progetti
che hanno distinto e qualificato l’iniziativa dei GAL emiliano-romagnoli a livello internazionale.
Analizzando la situazione per singolo
PAL si osserva che la percentuale delle
risorse impegnate varia dal 43% al
48%, ad eccezione del PAL Delta
Emiliano Romagnolo per il quale lo
stato di utilizzo delle risorse è significativamente più elevato, con il 52% delle
risorse assegnate (+7% rispetto alla
Tabella 3.3.1 - Confronto fra risorse disponibili e risorse utilizzate nel periodo 2001-2004
Sezioni/misure
Sezione 1 Totale
Misura 1.1
Misura 1.2
Misura 1.3
Misura 1.4
Sezione 2 Totale
Misura 2.1
Assistenza tecnica
Totale P.O.R.
Risorse disponibili
Costo totale Costo pubblico
Risorse impegnate
Costo totale Costo pubblico
24.526.000 17.926.000
5.243.133 5.243.133
10.837.118 7.553.118
6.623.643 3.623.643
1.822.106 1.507.106
3.350.000 2.500.000
3.350.000 2.500.000
800.000
800.000
28.676.000 21.226.000
11.449.883
3.301.209
5.791.100
1.862.608
494.966
967.848
967.848
314.614
12.732.345
Risorse pagate
Costo totale Costo pubblico
8.535.969
3.301.209
3.704.211
1.148.526
382.023
740.730
740.730
314.614
9.591.313
6.768.926
3.087.053
2.495.333
932.415
254.124
344.374
344.374
131.136
7.244.436
Tabella 3.3.2 - Confronto per GAL fra le risorse disponibili, impegnate e pagate
nel periodo 2001-2004 (costo pubblico)
3.500.000
Piani di Azione Locale
2.000.000
Risorse
Risorse
impegnate
%
Risorse
pagate
%
5.448.114
3.087.053
1.546.739
650.717
203.605
298.658
298.658
131.136
5.917.908
media regionale). Considerando il livello dei pagamenti effettuati la situazione risulta più omogenea, i maggiori
scostamenti, rispetto alla media regionale, si osservano per i PAL Appennino
Bolognese (–6%) e Appennino
Parmense e Piacentino (+5%).
Nel corso dell’anno 2004, le risorse
impegnate sono state 3,9 Meuro e
quelle erogate ai destinatari finali 3,0
Meuro (rispettivamente il 43% degli
impegni e il 52% dei pagamenti totali
del periodo).
Per quanto riguarda le risorse certificate
dalla Regione Emilia-Romagna alla UE,
anche per il 2004, è stata superata,
con successo, la soglia di pagamenti
certificati necessaria ad evitare il disimpegno automatico delle risorse. Nel
2004 sono stati certificati 3,3 Meuro
di costo totale e 2,4 Meuro di costo
pubblico, mentre complessivamente nel
3.000.000
2.500.000
1.500.000
1.000.000
Appennino Modenese e Reggiano
Appennino Bolognese
Delta Emiliano-Romagnolo
Appennino Romagnolo
Appennino Parmense e Piacentino
Totale
3.900.000
3.826.000
4.500.000
4.200.000
4.000.000
1.692.523 43%
1.486.586 39%
2.362.005 52%
1.834.717 44%
1.900.868 48%
1.006.139 26%
859.878 22%
1.262.429 28%
1.325.833 32%
1.332.494 33%
20.426.000
9.276.699 45%
5.786.773 28%
500.000
0
Altra Romagna
Bolognese
Delta 2000
Frignano
Misura 1.1 – Supp. al PAL
Misura 1.2 – Valorizzazione patrim.
Misura 1.3 – Innovazione sist. prod. Misura 1.4 – Miglioramento cap. org.
Misura 2.1 – Cooperazione
Soprip
Figura 3.3.2 – Risorse totali del periodo 2001-2004 (costo pubblico) impegnate,
per misura e per GAL
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Tabella 3.3.3 – Risorse totali certificate nel periodo 2001-2004, per asse e per
misura
Asse prioritario per misura
Costo
totale
Costo
pubblico
Quota
UE
Asse 1
Misura 1.1 – Supporto tecnico al PAL
Misura 1.2 – Valorizzazione patrimonio
Misura 1.3 – Inn. Qualif. sist. prod. locale
Misura 1.4 – Az. miglior. cap.
Asse 2
Misura 1 – Cooperazione
Asse 4
Misura – Assistenza tecnica
6.339.663
2.405.020
2.832.558
940.256
161.826
41.363
41.363
114.376
114.376
5.034.065
2.405.020
1.843.559
646.466
139.023
40.838
40.838
114.376
114.376
2.311.190
1.104.170
846.395
296.799
63.827
18.786
18.786
57.188
57.188
Totale asi
6.495.402
5.189.282
2.387.164
che, si è avuta una accelerazione dell’attività dei GAL, infatti il 53% delle
iniziative sono state avviate nel corso
dell’ultimo anno.
le e naturale e della vitalità del territorio rurale” e il 24% alla misura 1.3
“Innovazione e qualificazione del sistema produttivo locale”.
Gli interventi realizzati nel periodo
sono stati 565, mediamente 1,2 interventi per ogni progetto, di cui oltre il
47% fanno riferimento alla misura 1.2
“Valorizzazione del patrimonio cultura-
Al fine di fornire un quadro di sintesi
delle principali iniziative intraprese, le
tipologie di intervento sono state
aggregate in sette macro tipologie:
160
140
16
14
120
100
80
periodo 2001-2004 tali valori salgono
a rispettivamente a 6,3 e 5, 2 Meuro
(24% in termini di costo pubblico).
3.3.3. Procedure
di attuazione
Il complemento di programmazione del
POR LEADER+ Emilia-Romagna prevede
tre diverse modalità di attivazione delle
iniziative (progetti a convenzione, progetti a regia diretta GAL e progetti a
bando). Analizzando lo stato di attuazione nel totale del periodo emerge
che l’86% delle iniziative viene realizzata senza il ricorso a procedure selettive di evidenza pubblica, di cui il 55%
realizzati direttamente dai GAL. Le
modalità di attivazione dei progetti
risultano piuttosto diversificate fra i singoli GAL: le percentuali più elevate di
realizzazioni a regia diretta si registrano nei GAL Altra Romagna e Soprip con
oltre il 75%, mentre le attivazioni tramite bandi prevalgono nel GAL
Appennino Bolognese e nel GAL Antico
Frignano e Appennino Reggiano.
Complessivamente il programma ha
attivato 454 progetti, concentrati prevalentemente nella misura 1.2
“Valorizzazione del patrimonio culturale e naturale e della vitalità del territorio rurale” con 217 interventi (48%
del totale). Nel corso del 2004, anche
dal punti di vista delle realizzazioni fisi-
36
45
60
40
15
32
20
37
10
17
00
Altra Romagna
Bolognese
Progetti a regia diretta
19
11
4
47
44
Delta 2000
Frignano
Progetti a convenzione
107
Soprip
Progetti a bando
Figura 3.3.3 - Modalità di attivazione dei progetti
Tabella 3.3.4 – Numero di progetti per misura e anno
Misura
2001
2002
2003
2004
Totale
Misura 1.1
Misura 1.2
Misura 1.3
Misura 1.4
Misura 2.1
10
37
12
1
4
3
26
85
17
7
12
20
120
73
7
20
93
217
91
18
35
Totale
10
57
147
240
454
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– Supporto al GAL;
– Investimenti nelle aziende agricole e
agroalimentari;
– Diversificazione delle attività;
– Servizi di consulenza alle imprese;
– Servizi e investimenti nel settore
turistico;
– Interventi formativi;
– Altri interventi.
Da tale riclassificazione emerge che il
31% degli interventi hanno interessato
servizi e investimenti nel settore turistico (con oltre 59% degli interventi
destinati all’attivazione di servizi e il
resto alla realizzazione di investimenti)
e il 27% ad iniziative di diversificazione delle attività agricole (di cui il 58%
dedicati alla tutela ambientale e con-
servazione del territorio).
Per quanto riguarda gli investimenti
nelle aziende agricole e agroalimentari,
che hanno riguardato il 12 % delle iniziative, gli interventi realizzati erano
rivolti prevalentemente alle aziende
agricole. Un‘analisi di maggiore dettaglio sarà fornita a livello di singola
Misura.
ne dei progetti fra i diversi soggetti
destinatari, si osserva una netta prevalenza degli Enti a partecipazione privata (che per il 90% sono rappresentati
dai GAL) che sono titolari del 46% dei
progetti avviati. Tale dato conferma
quanto già rilevato nell’analisi delle
modalità di attivazione predominanza
di iniziative condotte a regia diretta
GAL.
Tipologia destinatari in percentuale
Per quanto riguarda le tipologie di
destinatari, l’analisi per macro raggruppamenti evidenzia che dal punto di
vista numerico i soggetti titolari di progetti nell’ambito dell’iniziativa LEADER
+ sono per il 39% imprese diverse da
quelle agricole e per il 35% soggetti
pubblici. Se consideriamo la distribuzio-
6%
20%
35%
39%
Numero di progetti per destinatari
Diversificazione
delle attività
27%
Servizi consulenza
alle imprese
12%
46%
7%
Servizi e investimenti nel settore turistico
31%
21%
Investimenti nelle az. agricole
e agroalimentari
8%
Figura 3.3.4 – Macro-tipologie di intervento
Supporto al GAL
18%
Altri interventi
1%
Interventi formativi
2%
26%
Impresa agricola
Altra impresa
Ente pubblico
Ente a partecipazione pubblica
Figura 3.3.5 - Soggetti destinatari
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3.4. AZIONI
INNOVATIVE FESR
Le Azioni Innovative sono strumenti
finanziari previsti nel quadro dei Fondi
Strutturali per il periodo 2000-2006.
Si tratta di studi o progetti pilota o
dimostrativi finanziati dal FESR (Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale) intesi a
sperimentare nuove vie o nuovi settori
dell’intervento strutturale comunitario.
Lo scopo è quello di definire e attuare
pratiche innovative di sviluppo economico e sociale atte a migliorare la qualità dei programmi prioritari dei Fondi
strutturali nelle regioni in ritardo di sviluppo (obiettivo 1) o in fase di riconversione (obiettivo 2).
I programmi comprendono misure relative ad una o a più tematiche strategiche fra le tre seguenti:
– Economia regionale fondata sulla conoscenza e l’innovazione tecnologica;
– e-Europa: la società dell’informazione al servizio dello sviluppo regionale;
– identità regionale e lo sviluppo sostenibile.
3.4.1. Programma
Regionale di Azioni
Innovative
Emilia-Romagna
“Salute, scienze della vita
ed innovazione
tecnologica regionale”
La Regione Emilia-Romagna ha presentato il proprio Programma Regionale di
Azioni Innovative (PRAI) nel 2001, con
l’obiettivo di promuovere e incentivare
dinamiche innovative nel sistema regionale focalizzandosi sul sistema della
“Salute, scienze della vita ed innovazione tecnologica regionale”. La strategia punta a rafforzare i legami tra le
imprese che realizzano prodotti, servizi
e tecnologie per la salute, il sistema
della Ricerca e dell’Innovazione, e il
sistema sanitario regionale, nell’ambito
della ricerca industriale e della Società
dell’Informazione. Il Programma ha un
costo totale di 10.974.709 euro, di
cui 2.582.284 euro di contributo
comunitario, 2.582.284 euro di contributo regionale e nazionale mentre il
cofinanziamento privato ammonta a
5.810.141 euro.
Nello specifico il PRAI mira a conseguire i seguenti obiettivi:
– migliorare la conoscenza dell’intero
sistema regionale che ruota intorno al
tema salute, relativamente agli aspetti
quantitativi, qualitativi e strutturali e
puntando sullo studio delle relazioni tra
i diversi attori presenti,
– stimolare la creazione di imprese
innovative e lo sviluppo di innovazioni
tecnologiche valorizzando il parternariato regionale pubblico – privato
– incidere sui flussi informativi tra i
vari soggetti che operano all’interno
del settore in modo da favorire il trasferimento e l’innovazione tecnologica,
il miglioramento dei servizi agli utenti
e l’efficienza complessiva del sistema,
ed è articolato in cinque azioni principali:
– “Mappatura del sistema regionale
dell’innovazione nell’ambito della
salute e scienze della vita”: studio e
analisi del “sistema della salute” in
Emilia-Romagna, con riferimento alle
caratteristiche dei soggetti che lo compongono e le relazioni tra questi, considerando sia i sistemi produttivi consolidati sia i nuovi poli tecnologicamente
innovativi, ed evidenziando le interazioni tra mondo della ricerca e mondo
delle imprese,
– “Sviluppo della ricerca applicata e
del trasferimento tecnologico nel settore della salute“ attraverso il supporto alla realizzazione progetti collaborativi tra enti di ricerca, strutture sanitarie
e imprese, indirizzati ad accrescere la
competitività o favorire lo sviluppo
delle piccole e medie imprese della
regione Emilia-Romagna che realizzano
prodotti, servizi e tecnologie per il
sistema sanitario,
– “Progetti pilota per nuove forme
di innovazione a livello regionale”:
azioni integrate volte alla valorizzazione della ricerca scientifica svolta sul territorio regionale in ambiti legati alla
salute e/o allo sviluppo sperimentale
di metodologie basate sull’uso di tecnologie avanzate per migliorare le condizioni di efficacia ed equità dei servizi
per la salute,
– “Start up di un laboratorio di
ricerca applicata nell’ambito delle
scienze della vita”,
– “Società dell’informazione e servizi sanitari innovativi”: supporto alla
realizzazione di progetti pilota riguardanti lo sviluppo di servizi innovativi
concernenti l’applicazione delle tecnologie dell’informazione in campo medico-sanitario e nuove applicazioni telematiche atte a migliorare la gamma
dei servizi medico-sanitari espletabili a
distanza,
– “Interscambio con altre regioni
europee”: finalizzati ad acquisire conoscenze maturate in altri contesti e favorire attività di disseminazione, scambio
di buone pratiche e di networking a
livello nazionale ed europeo.
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“Sviluppo della ricerca
applicata e del
trasferimento tecnologico
nel settore della salute“
Progetti
Imprese coinvolte
Numero di rapporti con strutture sanitarie
Numero di rapporti con dipartimenti universitari o centri di ricerca
Numero di rapporti con enti e amministrazioni locali
“Sviluppo della ricerca
applicata e del
trasferimento tecnologico
nel settore della salute“
12
27
12
18
2
Totale
19
49
20
11
3
31
76
32
29
5
Azioni innovative FESR – Regione Emilia-Romagna – Piano finanziario (in migliaia di euro)
Titolo azione
Contributo Cofinanziamento
UE
pubblico
Mappatura del sistema regionale dell’industria della salute
77,47
Sviluppo della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico nel settore della salute 801,54
Progetti pilota peer nuove forme di promozione dell’innovazione
387,34
Società dell’informazione e servizi sanitari innovativi
1.135,17
Interscambio con altre Region
51,65
Totale
2.582,28
3.4.2 I network
Nell’ambito delle azioni innovative
sono state attivate tre reti: la Direzione
Generale Attività Produttive, Commercio
Turismo partecipa a Erik (European
regional knowledge network) e
CoorIInna (Coordination of Italian
Innovative Actions), mentre la
Direzione Generale Programmi Intese
Relazioni europee Cooperazione inter-
nazionale partecipa alla Rete Regioni
europee per lo sviluppo sostenibile.
Il network ERIK www.eriknetwork.org
è stato creato con l’intento di sviluppare le relazioni inter-regionali e supportare le regioni che stanno implementando un Programma di Azioni
Innovative, con particolare riferimento
a quelle la cui attività è focalizzata sul
tema ‘Economie regionali basate sulla
Quota
privata
Totale
77,47
0
154,94
801,54 2.404,62 4.007,70
387,34
0
774,69
1.135,17 3.405,52 5.675,86
51,65
0
103,29
2.582,28 5.180,14 10.974,70
conoscenza e l’innovazione tecnologica’. Alla rete partecipano tredici regioni
europee come Partners e altre ventiquattro come partners associati.
Obiettivi specifici del network sono:
– mettere a confronto good practices
relative a politiche per l’innovazione e
la condivisione della conoscenza;
– selezionare specifici temi di interesse comune con lo scopo di organiz-
zare gruppi di discussione e workshop;
– scambiare esperienze maturate in
differenti regioni e contesti, allo scopo
di sviluppare nuove ed efficaci politiche
regionali;
– estendere a livello intrerregionale le
collaborazioni tra i differenti attori coinvolti nei sistemi regionali della
conoscenza;
– aumentare il know-how dei principali attori per quanto concerne l’innovazione, il trasferimento tecnologico e
la promozione di un’economia basata
sulla conoscenza;
– identificare e valorizzare differenti
metodologie sviluppate nell’ambito di
programmi europei ed altri schemi;
– scambiare informazioni sui progressi
dei progetti PRAI con lo scopo di
migliorare gli strumenti di messa in
atto delle politiche per l’innovazione
nel futuro;
– collaborare, evitando sovrapposizioni con le altre iniziative europee,
quali la rete IRE.
Il network ha portato alla realizzazione
di diverse attività quali l’organizzazione di sei study visit:
– Clusters and business networks
(Bremen),
– Services and support to start-up and
spin-off (Wiener Neustadt),
– Science and Industry relationship
(Helsinki),
– Services and support to start-up and
spin-off and Clusters and business network (Birmingham),
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(Bologna),
– “Regional Innovation benchmarking
and foresight” (Larissa),
– “Services and support to start-up and
spin-off “( Birmingham),
– “Industry - Science relationship”
(Caen),
– “Knowledge based regional
Development and innovation” (Firenze,
25-26 Novembre 2004) in collaborazione con l’OECD,
– “Technological innovation and
regional cohesion in a wider Europe”
(Krakow) in collaborazione con il
Network IRE
e la pubblicazione di 4 numeri della
newsletter.
– Science and industry relationship
(Gothenburg),
– Science and Industry relationship
(Pisa);
lo sviluppo di una metodologia per la
analisi di good practices relative alle
politiche per l’innovazione e la condivisione della conoscenza e creazione di
un database di raccolta delle good
practices, pubblicato sul sitoweb; la
gestione di quattroThematic Working
Group:
– “Clusters and business networks”
coordinato da West Midlands (UK),
– “Regional innovation benchmarkind
and foresight” coordinato dalla
Tessalonia (GR),
– “Services and support to start-up and
spin-off” coordinato dal
Niederosterreich (A),
– “Science and Industry relationship”
coordinato dalla Regione EmiliaRomagna,
l’organizzazione di quattro worskhop e
due conferenze:
– “Clusters and business networks”
CoorIInnA (Coordinamento delle Azioni
Innovative in Italia)
http://www.cooriinna.net/index.php è
stato creato con il fine di incoraggiare
una interazione più efficace ed effettiva
tra le politiche nazionali e regionali sull’innovazione, e di favorire un approccio bottom-up nella formulazione delle
politiche nazionali sull’innovazione e
promuovere sinergie tra raggruppamenti regionali con background economici e
culturali simili. Alla rete partecipano
quindici regioni italiane.
CoorIInnA, nell’ambito delle 3 tematiche strategiche proposte dalla
Commissione per la programmazione
2000-2006 delle Azioni Innovative
113
FESR, si prefigge di:
– Contribuire a definire una posizione
comune delle Regioni italiane sullo strumento finanziario rappresentato dalle
Azioni Innovative anche in vista della
prossima fase di programmazione
comunitaria.
– Accrescere il coordinamento tra le
politiche regionali e nazionali sull’innovazione, la ricerca e il trasferimento
tecnologico.
– Identificare, valorizzare, stimolare,
diffondere e scambiare differenti metodologie di promozione e di sviluppo
dell’innovazione, oltre che buone pratiche ed esperienze relative alla politica
dell’innovazione e del trasferimento,
per sviluppare politiche regionali ed
interregionali più efficaci.
– Favorire soluzioni comuni anche in
relazione alle problematiche gestionali
e amministrative dei programmi regionali di Azioni Innovative.
– Estendere ed implementare, a livello
interregionale, la collaborazione fra i
differenti attori che operano nel sistema dell’innovazione e della conoscenza.
– Stimolare l’incontro tra domanda e
offerta di innovazione al livello transregionale.
– Stimolare e promuovere modalità di
interazione con le reti esistenti a livello
nazionale ed europeo.
– Stimolare e promuovere progettuali-
03-PIC
11-11-2005
10:42
Pagina 114
114
tà comuni.
L’attività progettuale è articolata in
Azioni quali Conferenze, Thematic
Working Groups e Workshops,
Programma di scambi e visite di studio,
Sviluppo di un sito web e di un database, Elaborazione e raccolta di Studi e
Report, Newsletters e forum di discussione, che si inseriscono e si integrano
con i singoli interventi previsti da ciascuna Regione valorizzandone il contenuto e l’impatto sul territorio di riferimento.
La “Rete Regioni europee per lo sviluppo sostenibile” http://www.
sustainable-euroregions.net/index.php
è finalizzata alla formazione di un
gruppo paneuropeo di amministrazioni
regionali, organizzazioni ed esperti
operanti in materia di sviluppo sostenibile e innovazione regionale. Alla rete
partecipano dieci Regioni partner ed
altre quattro come membri associati.
L’obiettivo generale del progetto è
identificare linee guida, delle “Best
Practises”, che possano aiutare a comprendere la relazione che si può instaurare tra la classica programmazione territoriale e lo sviluppo regionale dei
prossimi anni. Per questo motivo diverse Regioni europee, sensibili al tema,
si sono “messe in rete” per condividere
questo interesse e questo obiettivo, per
scambiarsi esperienze e conoscenze sul
tema e, più in generale, per ragionare
anche sulla loro identità regionale inte-
OTTAVOEURORAPPORTO
sa come sedimento storico-economico
nel quale si è definita nei secoli la specificità culturale.
Nel 2004 è stato pubblicato il
Rapporto sulle buone pratiche risultanti
dalla cooperazione in materia di sviluppo sostenibile attuate nell’ambito della
Rete, sui lavori degli esperti e sulle
conclusioni raccolte nel corso di seminari e visite di scambio. Il rapporto è diviso in cinque sezioni:
Sezione 1 – introduce la Rete delle
regioni europee sostenibili
Sezione 2 – presenta in dettaglio il
piano di lavoro della Rete
Sezione 3 – presenta i risultati sui
temi chiave (governance, pianificazione
territoriale regionale, strumenti e indicatori)
Sezione 4 – presenta le tematiche specifiche di cui si occupa la Rete (riqualificazione post-industriale, spopolamento
rurale/cambiamento demografico, economia a basso utilizzo di carbone, turismo sostenibile, produzione e consumo
sostenibile)
Sezione 5 – presenta le raccomandazioni generali elaborate dalla Rete e le
trasferisce in specifiche misure o aree
chiave.
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ATTUAZIONE E PARTECIPAZIONE
DELLA REGIONE ALLE
POLITICHE COMUNI
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OTTAVOEURORAPPORTO
4.1.
LA POLITICA
AGRICOLA
4.1.1. L’Europa agricola
a 25: aumentano
produzione, costi
e redditi agricoli
La corsa dei prezzi internazionali delle
materie prime è continuata con forte
vigore anche nel 2004. Fra i fattori
che hanno concorso a determinare questi aumenti, il principale riguarda la
progressiva svalutazione del dollaro.
Ma la crescita dei prezzi è stata fortemente influenzata dalla domanda di
materie prime della Cina e, anche se in
misura nettamente inferiore, delle
nuove economie industriali dell’Asia
dell’Est e dell’India.
Dal maggio 2004, l’Unione Europea si
è arricchita dei nuovi dieci Paesi. Ora,
la sua superficie agricola supera i 166
milioni di ettari (+28%), il numero di
occupati in agricoltura supera i 10
milioni (+59%), mentre il PIL del settore agricolo mostra un incremento pari
appena al 7%. Questi dati mettono in
evidenza, da un lato il grande potenziale agricolo dei nuovi Paesi, ma dall’altro un settore agricolo poco sviluppato, che necessita di un ammodernamento e di una ristrutturazione.
La UE-25 rappresenta certamente la più
grande area commerciale mondiale, ma
per rafforzare la propria posizione a
livello internazionale, è necessario
aumentarne la competitività. In particolare, nel settore agricolo sono necessari
interventi che cerchino di ridurre le differenze sociali, strutturali ed economiche tra i due blocchi (vecchi e nuovi
Paesi) ora uniti. L’aumento della produzione agricola nel 2004 nella UE-25 ha
avuto l’effetto di far crescere i redditi
agricoli mediamente del 3,3%, secondo
le prime stime dell’Eurostat (Tab. 2),
risultato raggiunto con un incremento
dell’1,8% dei redditi reali e una riduzione dell’1,5% del costo del lavoro
agricolo. I Paesi di nuovo ingresso contribuiscono sostanzialmente a tale
incremento, e questo sta determinando
il pericolo della delocalizzazione produttiva da parte anche delle grosse
imprese italiane.
4.1.2. Il 2004 prepara
l’attuazione
della nuova Pac
Per la politica agricola europea, il
2004 è stato un anno di radicale svolta. La revisione di medio termine della
Pac –i cui primi regolamenti risalgono
alla fine dell’anno precedente- ha sancito l’avvio di nuovi regimi nella maggior
117
Tabella 1
Quadro degli interventi dell’UE per l’agricoltura dell’Emilia-Romagna nel 2004
(migliaia di euro)
Aiuto pubblico
Regione,
di cui
Stato, UE
quota UE
PAC AGENDA 2000
Dispositivi di regolazione dei mercati
Regime di sostegno ai seminativi (Reg. CE 1251/99)
149.687,0
Premi alla zootecnia (Regg. 1254/99 e 2529/01) *
27.000,0
Premi latte (Reg. 1255/99)
18.683,4
Associazioni produttori ortofrutticoli (Reg. CE 2200/96)
43.058,1
Ristrutturazione e riconversione vigneti (Reg. CE 1493/99)
7.836,1
Trasformazione industriale ortofrutticoli (Reg. CE 2201/96)
84.066,0
Altre erogazioni Agea **
41.243,0
Totale dispositivi di regolazione dei mercati
371.573,6
Totale Piano regionale di sviluppo rurale (Reg. CE 1257/99) 107.581,7
Totale PAC Agenda 2000
479.155,3
149.687,0
27.000,0
18.683,4
43.058,1
7.836,1
84.066,0
41.243,0
371.573,6
47.671,8
419.245,4
PAC PRE-AGENDA 2000
Interventi ecocompatibili (Reg. CE 2078/92)
Prepensionamento (Reg. CE 2079/92)
Forestazione (Reg. CE 2080/92)
Misure precedenti al 1992
Totale misure PAC pre-Agenda 2000
4.129,6
56,5
2.678,1
53,3
6.917,5
2.060,8
28,3
1.339,0
13,3
3.441,4
FONDI STRUTTURALI
Leader Plus (impegni 2004)
Sfop - Diverse misure per l’acquacoltura (Reg. CE 1263/99)
Obiettivo 2 Fondi strutturali
Obiettivo 3 Fondi strutturali
Totale altre politiche comunitarie
3.368,2
p.m.
p.m.
p.m.
3.368,2
1.546,8
p.m.
p.m.
p.m.
1.546,8
489.441,0
424.233,6
TOTALE GENERALE
* Dati stimati; ** Dato composto da erogazioni 2004 per gli aiuti a foraggi e stima degli aiuti
all’ammasso formaggi; p.m.: per memoria.
Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile.
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OTTAVOEURORAPPORTO
Tabella 2 – Redditi agricoli nell’UE nel 2004
Paesi
Belgio
Danimarca
Germania
Grecia
Spagna
Francia
Irlanda
Italia
Lussemburgo
Olanda
Austria
Portogallo
Finlandia
Svezia
Regno Unito
UE 15
Repubblica Ceca
Polonia
Estonia
Lituania
Lettonia
Slovacchia
Ungheria
Slovenia
Malta
Cipro
Nuovi Stati membri
UE-25
Fonte: Eurostat.
Reddito pro capite (%)
2003 rispetto 2004 rispetto
al 2002
al 2003
+8,6
–7,9
–14,2
n.d.
+4,2
+0,6
–0,6
+0,1
–2,0
+0,7
–6,4
+3,3
–5,9
–2,9
+20,5
0,9
–8,6
+12,2
+16,6
+2,8
+1,7
–3,7
–1,3
+1,3
+7,8
–11,5
+0,6
+0,6
–3,9
+2,3
+0,6
+0,8
+107,8
+73,5
+55,9
+46,6
+41,8
+28,9
+28,3
+13,1
+3,1
–1,4
+53,8
+3,3
parte dei comparti produttivi, che sempre più rispondono alle logiche del mercato globale e agli accordi internazionali sottoscritti dal’Unione europea.
I nuovi regolamenti cercano – nella
strategia di Bruxelles – di riequilibrare
il precedente rapporto fra sostegno dei
mercati (cira 90% dei finanziamenti)
rispetto a quella strutturale e di sviluppo rurale (meno del 10%).
L’avvicendamento ai vertici della Commissione europea con l’insediamento
della nuova commissaria per l’agricoltura, è coinciso con l’iter decisionale
per l’applicazione, in ciascuno Stato
membro, della revisione a medio termine della PAC, che rappresenta un
cambiamento determinante per lo scenario agricolo europeo e non solo.
Appena insediata, la commissaria
danese Mariann Fischer Boel ha chiesto che “la strategia di Lisbona”, per
rendere l’economia comunitaria più
competitiva entro il 2010, tenga maggiormente conto del contributo dell’agricoltura e dello sviluppo rurale.
Infatti, rimanendo la PAC la principale
politica dell’Unione europea occorre
rendere più coerenti le politiche agricole da perseguire con gli obiettivi stessi
di Lisbona, concentrandosi su alcune
priorità quali la creazione di occupazione, lo sviluppo complessivo del settore
agricolo e puntando sulle politiche di
sviluppo rurale, affiancando tutto ciò
con azioni in campo sociale e ambientale.
Le misure innovative della revisione a
medio termine sono sostanzialmente la
modulazione, la disciplina finanziaria, il
disaccoppiamento parziale o pagamento unico per azienda, la condizionalità
ecologica (cross-compliance) e buone
pratiche agricole, il sistema di consulenza aziendale (audit aziendale), il setaside, il premio alle coltivazioni energetiche, la destinazione di più risorse al
secondo pilastro della PAC (lo sviluppo
rurale) e la riforma di alcune OCM
(Organizzazione dei mercati agricoli).
Per il finanziamento della Pac riformata, sono previsti due fondi: FEAG
(Fondo agricolo europeo di garanzia) e
FEASR (Fondo agricolo europeo per lo
sviluppo rurale).
Il consuntivo 2004, riguardo agli aiuti
diretti erogati agli agricoltori, segnala
un riequilibrio tra le tipologie di interventi della PAC e soprattutto una minore incidenza degli aiuti diretti agli agricoltori. La riduzione degli aiuti ai redditi si ricollega in modo specifico, alla
riduzione delle superfici e dei beneficiari interessati.
La riduzione degli interventi per gli
aiuti al reddito (PAC seminativi) è
stata la conseguenza del minor numero di domande presentate dai beneficiari che sono passate tra il 2000 e il
2003 da 50.449 a 42.596 con una
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riduzione di quasi 8.000 unità (–9%).
Anche la superficie ammessa alle compensazioni si riduce passando da quasi
443 mila ettari nel 2000 ad un valore
minimo nel 2002 di oltre 402 mila
ettari, per risalire nel 2003 a oltre
415 mila ettari.
4.1.3. La Regione gioca
la carta
della competitività
La riforma della Pac e le tendenze dell’economia globalizzata influenzano
non poco la situazione agricola regionale, che già nei risultati dell’annata
2003/2004 legge pericolosi orizzonti.
Gli sforzi per arginare l’impoverimento
delle imprese trovano il naturale obiettivo nella difesa della competitività,
facendo leva sulle peculiarità distintive
del comparto agoalimentare.
L’agricoltura dell’Emilia-Romagna è connotata da un’alta integrazione fra i
diversi elementi di filiera, che non possono essere fra loro separati nel sempre più diffuso scenario di vero e proprio sistema. Prima regione in Italia per
la presenza di un diffuso tessuto agroindustriale, in Emilia-Romagna spesso si
avvia e si conclude il completo ciclo
“dal produttore al consumatore”.
La tendenza dell’ultimo periodo attesta
che le tematiche-obiettivo corrette per
lo sviluppo agroindustriale sono la
ristrutturazione dei centri produttivi, gli
investimenti in tecnologia innovativa, il
miglioramento delle condizioni igieniche e ambientali, il miglioramento della
qualità, la certificazione dei processi e
dei prodotti commercializzati all’interno
di una sempre maggiore esigenza di
integrazione di filiera e di sviluppo di
accordi interprofessionali , che si basino
sull’organizzazione e sulla programmazione della produzione agroalimentare.
. Tali finalità sono ormai diventate di
interesse reale e di convergenza tra
Istituzioni regionali e Organizzazioni
professionali.
La qualità sta dimostrando con i numeri
che è l’unico futuro possibile anche per
l’alimentare, a partire, come non sempre ovvio, dalla produzione agricola.
Promuovere le produzioni tipiche territoriali, sostenere le medesime con credibili garanzie per il consumatore significa sfruttare correttamente lo strumento della rintracciabilità, principio che si
sposa e sovrappone a quello dei marchi
collettivi quali le dop e le igp, perché
l’obiettivo dei produttori deve essere
l’informazione del consumatore. Il controllo lungo la filiera, dalla produzione
della materia prima di partenza fino
all’ultima fase della commercializzazione, deve garantire il rispetto di tutti i
requisiti necessari al perseguimento
della qualità finale.
Su questo versante, forte è stato l’impe-
gno regionale verso la scelta non Ogm.
Altro dato forte di connotazione regionale è l’aggregazione dell’offerta e la
diffusa scelta cooperativistica. La
cooperazione si è dimostrata il mezzo
più rapido di concentrazione di offerte
anche di nicchia, di produzioni che
mantengono la loro personalità distintiva, se pure veicolate da una super
struttura commerciale proiettata sui
mercati esteri.
Il futuro di queste tipologie di prodotti,
ammesso di mantenerle ad alto livello,
non è da cercare solo sul mercato entro
i confini nazionali, ma certamente da
perseguire attraverso l’esportazione sui
mercati esteri, peraltro molto attenti e
sensibili ai contenuti storico-culturali
degli alimenti.
Nel settore alimentare, si collocano il
13,3% delle imprese manifatturiere
(7.412) e il 12,7% degli occupati
(68.263), le prime in crescita complessiva, ma dal 1996 in forte calo, mentre i secondi in contrazione dal 1991,
ma in netto sviluppo negli ultimi cinque
anni. Il numero medio di occupati per
azienda nel comparto alimentare (9,2)
ha perso terreno rispetto a quello manifatturiero: il numero di imprese che
occupano meno di nove addetti incide
per l’85,4% nell’alimentare, mentre
nel manifatturiero vale il 79,4%.
Parma conferma la sua reputazione di
119
Food Valley, detenendo poco meno di
un quinto delle imprese e il 22,7%
degli occupati del settore a livello
regionale.
Elemento innovativo dell’opzione
regionale è il riconoscimento di organizzazioni interprofessionali per filiera:
tali organismi raggruppano rappresentanti delle attività economiche connesse con la produzione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari ed hanno lo scopo
fondamentale, attraverso un miglioramento delle relazioni interprofessionali, di favorire la trasparenza della produzione e del mercato, di contribuire
ad un miglior coordinamento dell’immissione sul mercato dei prodotti,
favorendo la valorizzazione dei prodotti agroalimentari e supportando interventi di filiera finalizzati a una maggior sicurezza alimentare.
4.1.4. Le Organizzazioni
dei Produttori
Il governo della concentrazione del prodotto dada immettere sul mercato e
delil sostegno alle forme associative
organizzate viene espresso con la
gestione dei regolamenti comunitari
relativi alle organizzazioni comuni di
mercato (OCM), i più importanti dei
quali riguardano l’ortofrutta, la carne
04-Politiche comuni
11-11-2005
120
bovina, il comparto lattiero-caseario, il
vino. La Regione ha sviluppato anche
nuove forme organizzate della produzione agricola con carattere prettamente economico attraverso un nuovo
impianto normativo relativo alle
Organizzazioni di Produttori (O.P.) e
alle Organizzazioni Interprofessionali
per i prodotti agroalimentari.
Le OO.PP. iscritte –a fine 2004- all’elenco regionale sono diciassette. I settori interessati dai nuovi riconoscimenti
sono il Parmigiano-Reggiano, il burro, il
latte e i cereali. L’attività prevista dai
programmi quadriennali è proseguita
nel 2004: sono stati concessi contributi
per un importo di quasi 1.400.000
euro, distribuiti a tredici
Organizzazioni, di cui due al primo
anno di attività.
Sul versante dell’interprofessione, nel
2004 si è sviluppato il lavoro istruttorio sui contratti di filiera previsti dal
D.M. 1 agosto 2003, a cui le Regioni
sono chiamate a partecipare per i progetti che coinvolgono il loro territorio. I
progetti devono riguardare almeno tre
regioni, prevedere un investimento
minimo di 7 milioni di euro, comprendere necessariamente la componente
agricola insieme a quella industriale e
commerciale, in modo da assumere
carattere di filiera.
L’Emilia-Romagna ha promosso sette
10:43
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OTTAVOEURORAPPORTO
progetti, sulle seguenti filiere: ortofrutticola fresca, grano duro, avicola, formaggi DOP, carne bovina, vitivinicola
ed il commercio elettronico. I progetti
promossi alla seconda fase di valutazio-
ne riguardano il settore vitivinicolo, del
grano duro ed avicolo, mentre sono
Nel settore ortofrutticolo, la situazione
anno 2004 che dimostra il grado di
aggregazione di prodotto, viene rappresentato dalla Tab. 3.
ancora sotto esame carne bovina e
ortofrutta.
Tabella 3 – Valore produzione commercializzata dalle Organizzazioni dei Produttori (O.P.) e Associazioni di Organizzazioni
di Produttori (A.O.P.) e aiuti richiesti all’Unione europea per attività svolte nel corso dell’anno 2004
Denominazione O.P. e A.O.P.
COPADOR (*)
ARP (*)
APOCONERPO (***)
APOFRUIT ITALIA (****)
AFE
OROGEL FRESCO (***)
GRANFRUTTA ZANI
ASIPO (****)
AINPO (**)
CICO
OPOEUROPA
EUROP FRUIT
AGRIBOLOGNA
O.P. FERRARA
SOLEMILIA MODENA
GRUPPO MEDITERRANEO
FINAF
CIO
PEMPACORER (****)
TOTALE
Valore produzione
commercializzata
Importo preventivo
del Fondo di Esercizio
Importo consuntivo
del Fondo di Esercizio
Importo aiuto
comunitario richiesto
0
0
0
0
33.296.002,39
0,00
37.487.838,96
0,00
15.989.925,44
24.924.903,90
12.881.198,23
28.237.369,36
23.913.931,12
16.305.039,53
20.496.017,57
232.741.796,88
517.148.372,87
87.226.267,85
0,00
1.050.648.664,10
0
0
0
0
2.730.000,00
0,00
3.074.002,79
0,00
1.269.812,89
2.043.842,12
1.056.000,00
2.315.464,29
1.960.942,35
1.337.013,23
1.680.600,00
19.084.827,34
42.406.166,58
7.193.700,00
0,00
86.152.371,59
0
0
0
0
2.703.739,94
0,00
3.074.002,79
0,00
1.308.412,45
2.043.842,12
1.056.000,00
2.315.464,29
1.960.942,35
1.337.013,23
1.680.600,00
19.084.827,34
42.406.166,58
7.145.130,90
0,00
86.116.141,99
0
0
0
0
1.351.869,97
0,00
1.537.001,40
0,00
654.206,23
1.021.921,06
528.000,00
1.157.732,15
980.471,18
668.506,62
840.300,00
9.542.413,67
21.203.083,29
3.572.565,45
0,00
43.058.071,00
(*) Ha presentato l’annualità 2004 la AOP CIO (**) Ha delegato parte dell’annualità alla AOP CIO (***) Ha presentato l’annualità 2004 la AOP FINAF (****)
Ha presentato l’annualità 2004 la AOP GRUPPO MEDITERRANEO.
Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile.
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OTTAVOEURORAPPORTO
121
4.1.5. Qualità
e sicurezza alimentare
Sono state intraprese dalla Regione
diverse iniziative rivolte al sostegno
della valorizzazione commerciale delle
produzioni ortofrutticole, nell’ottica
della difesa dei mercati (Primo pilastro
della Pac). Tra queste azioni, una particolare attenzione viene rivolta all’attività che fa riferimento al marchio collettivo regionale “Qualità Controllata”
(Q.C.), il cui fine è quello di valorizzare le produzioni eco-compatibili agricole
e alimentari, fresche e trasformate,
ottenute da quanto definito negli specifici “Disciplinari di Produzione
Integrata” (D.P.I.). I disciplinari, come
noto, fissano i criteri e le norme dei
processi produttivi necessari alla diminuzione dell’impatto ambientale ed
alla tutela della salute dei consumatori
e degli operatori agricoli. Le regole
definiscono i principali aspetti del processo produttivo dalla scelta varietale
alla concimazione, dall’irrigazione alla
difesa fitosanitaria e il diserbo nonché
la gestione dei prodotti al momento
della raccolta e, successivamente, nel
post-raccolta.
Le certificazioni di queste produzioni
sono affidati ad organismi terzi di certificazione, accreditati secondo le norme
della serie EN 45000. Le modalità di
svolgimento della vigilanza si attuano
attraverso ispezioni nei siti di produzione, trasformazione, conservazione e
commercializzazione nonché, nell’esecuzione di prelievi di campioni dei prodotti da avviare all’analisi, utili per la
determinazione dei residui dei prodotti
fitosanitari impiegati.
Il marchio “Qualità Controllata” (Q.C.)
è applicabile non solo alle produzioni
della regione Emilia-Romagna, ma
anche a quelle ottenute in altre regioni
che rispettano, naturalmente, gli appositi disciplinari di produzione integrata
regionali (Tab. 4).
Per il settore ortofrutticolo la campagna
di valorizzazione 2004/2005 ha visto
la presenza, complessivamente, di 48
imprese concessionarie del marchio
“Qualità Controllata” e in tale numero
sono comprese le imprese commerciali,
di trasformazione, le cooperative e le
associazioni di produttori, che a loro
volta, aggregano, nei programmi di
valorizzazione, un numero rilevante di
aziende agricole produttrici. La valenza
comunitaria riconosciuta al marchio
regionale “Qualità Controllata” ha portato diverse aziende singole e consorzi
a richiederne la possibilità di adozione.
Complessivamente nella campagna
2003/04, la valorizzazione a marchio
ha interessato un volume totale di prodotti ortofrutticoli di oltre 3,5 milioni di
quintali pari al 20,2% della produzione
ottenuta e potenzialmente etichettabile
come Q.C.. L’incidenza del prodotto etichettato rispetto a quanto commercializzato come “integrato” è stato pari al
26,8%.
4.1.6. Le quote latte
Nel mese di marzo 2004 ha avuto termine la prima campagna di applicazione della legge 30 maggio 2003,
n.119 (riforma del settore lattierocaseario), che si proponeva di risolvere
alcuni tra i più gravi problemi del comparto: squilibrio tra produzioni di latte
e quote assegnate, riduzione dell’enorme contenzioso con le Regioni e
l’Organismo pagatore (Agea).
La libera circolazione dei quantitativi di
riferimento tra le diverse regioni, introdotta dalla normativa, ha originato una
migrazione di quote dalle zone meno
vocate verso le regioni a più elevata
tradizione lattiera. Il confronto fra i
movimenti in Emilia-Romagna ed il
Tabella 4 – Marchio “Qualità controllata” Campagna di valorizzazione 2003/04
Applicazione in Emilia-Romagna Legge Regionale n. 28/99
Specie
Produzione ottenuta secondo D.P.I. (q.li) (*)
Produzione commercializzata secondo D.P.I. (q.li) (**)
Produzione etichettata come Q.C. (q.li)
Superficie totale su cui si applicano i D.P.I. (ha)
Incidenza c/b (%)
Var. 2002/2003 (%)
Produzione etichettata Q.C. Var. 2002/2003 (%)
Orticole
Frutticole
Funghi
13.168.503
10.081.365
2.061.335
25.810,73
20,4
-1,3
-13,7
4.241.783
3.049.790
1.457.901
22.611,77
47,8
5,3
-27,5
6.324
6.324
6.324
0,35
100
0
20,9
(*) Si intende la produzione integrata commercializzabile a marchio “Q.C.” (**) Si intende la produzione commercializzata come integrata.
Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile.
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OTTAVOEURORAPPORTO
122
dato nazionale, è riepilogato nella
Tabella 5.
La produzione italiana nel 2003/04 è
di circa 10,7 milioni di tonnellate
(–1% rispetto alla campagna precedente). L’Emilia-Romagna non ha influito
significativamente: ad un trascurabile
aumento di quota disponibile si è contrapposta una produzione pressoché
stazionaria, che ha originato un prelievo supplementare regionale pari a circa
7 milioni di euro (4% del totale nazionale). Nel periodo 1998/1999 tale
dato ammontava a 40 milioni.
Il prelievo supplementare nazionale,
dopo il picco di 232 milioni di euro toccato nella campagna 2002/2003, si è
assestato su circa 160 milioni.
Complicati meccanismi di calcolo a carico degli acquirenti, non sono serviti a
raggiungere tale cifra, raggiungendo
solo 13,7 milioni di euro, pari
all’8,7%. Il divario è attribuibile soprat-
Pagina 122
tutto a Piemonte, Lombardia e Veneto.
Questa situazione ha reso più complesso il meccanismo di restituzione previsto a fine campagna lattiera; infatti,
per regolamentare tale procedura, è
stato emanato un apposito decreto (n.
157/2004) al fine di non penalizzare
i produttori in regola con i versamenti
mensili. La chiusura della campagna
lattiera 2003/2004 ha visto, a livello
nazionale, la restituzione dell’intera
cifra ai produttori che avevano versato
e la compensazione delle aziende ubicate in zone di montagna (100%) e
zone svantaggiate (72%).
Un altro aspetto previsto dalla Legge
n.119/2003 per facilitare il riequilibrio
fra quote e produzioni consiste nella
maggior rigidità nell’applicazione delle
riduzioni di quota non prodotta. Per gli
allevatori che non raggiungono il 70%
del proprio quantitativo di riferimento
individuale, è prevista la decadenza
automatica dalla titolarità della quota
non prodotta, ferma restando la salvaguardia dei casi riconducibili a cause di
forza maggiore.
La ridistribuzione dei quantitativi recuperati dall’Emilia-Romagna ha seguito
criteri di priorità. Al primo posto, i produttori che hanno subìto la riduzione
della quota B (nei limiti del taglio subito), al secondo i giovani agricoltori. Le
graduatorie, valide fino ad esaurimento
di tutti i nominativi, vedono coinvolti
complessivamente oltre 2.300 produttori. Le prime assegnazioni effettuate,
la cui validità decorrerà dalla campagna
lattiera 2005/2006, hanno distribuito
2.910 tonnellate disponibili a 179
aziende (Tab. 6).
Tabella 6 – Situazione delle graduatorie e delle assegnazioni in EmiliaRomagna
Graduatorie
Numero aziende
presenti nelle
graduatorie
Quota consegne pianura
Quota consegne svantaggiata
Quota consegne montagna
Quota vendite dirette pianura
Quota vendite dirette svantagg.
Quota vendite dirette montagna
TOTALE
1.694
20
583
12
2
7
2.318
Quota
Assegnazioni
richiesta effettuate fino
(tonn) all’azienda (n.)
31.929
586
15.216
671
50
155
48.607
Quota
assegnata
(tonn.)
119
—
59
1
—
—
179
1.410
—
1.475
25
—
—
2.910
Fonte: Elaborazioni Servizio Produzioni Animali su dati Agea. Dati aggiornati al 1/4/2005.
Tabella 5 – Quote e produzioni di latte alimentare in Emilia-Romagna e in Italia
Raffronto
Regione/Italia
Emilia-Romagna
ITALIA
Periodo 2002-2003
quota fine
produzione
periodo
rettificata
(t)
(t)
1.662.613
10.266.115
Fonte: Elaborazioni Servizio Produzioni Animali su dati Agrea.
1.718.194
10.811.009
Periodo 2003-2004
quota fine
produzione
periodo
rettificata
(t)
(t)
1.668.762
10.251.706
1.716.496
10.686.918
Scarti %
quote
2003/2004
su 2002/2003
produzioni
2003/2004
su 2002/2003
0,4
-0,1
-0,1
-1,1
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OTTAVOEURORAPPORTO
4.2.
LA POLITICA
AMBIENTALE
E DI SVILUPPO
SOSTENIBILE
4.2.1. Scenario
comunitario
Il concetto di sviluppo sostenibile si è
proposto come “principio organizzativo
per le società di ogni parte del
mondo,”1 per orientare le politiche
economiche, ambientali e sociali su
scala globale, nazionale e regionale.
Un principio che ha originato, oltre che
impegni morali, una nuova stagione di
politiche e di strumenti volontari e normativi.
Nel 2002, già prima che il Vertice
mondiale sullo sviluppo sostenibile di
Johannesburg fissasse gli obiettivi ed
impegni per il decennio, il Parlamento
Europeo e il Consiglio avevano adottato
il Sesto programma comunitario di
azione in materia di ambiente2 (“Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra
scelta”) che rappresenta il riferimento
principale dell’azione comunitaria in
materia ambientale. Il Programma
riprende e conferma i principi e gli
obiettivi di sostenibilità del precedente
V° programma quadro, affermando che
occorre “rafforzare l’integrazione dei
requisiti in materia di protezione
ambientale con gli altri campi politici”
spezzando in tal modo “il nesso esistente tra crescita economica e impatto
negativo sull’ambiente”. Il programma
fissa gli obiettivi della politica ambientale e le principali priorità ambientali
che faranno parte integrante della strategia della Comunità europea per lo
sviluppo sostenibile per i successivi 510 anni, illustra in dettaglio le azioni
da intraprendere e identifica quattro
aree di azioni prioritarie:
“Cambiamento climatico”; “Natura e
biodiversità: proteggere una risorsa
unica”; “Ambiente e salute”; “Uso
sostenibile delle risorse naturali e
gestione dei rifiuti”.
I nuovi scenari internazionali, primo fra
tutti, l’allargamento dell’Unione
Europea, la crescente esigenza di sicurezza unitamente al dibattito sul futuro
dell’Europa allargata, hanno posto le
basi per avviare un processo di revisione dei contenuti e degli obiettivi del VI
programma di azione ambientale.3
Tale revisione, imperniata sui concetti
di integrazione, attuazione e informazione intende:
– migliorare la definizione e la coerenza delle politiche ambientali (qualità
dell’aria, protezione del suolo, uso
sostenibile dei pesticidi, protezione conservazione dell’ambiente marino, prevenzione e riciclo di rifiuti, uso sosteni-
bile delle risorse naturali, ambiente
urbano) di e una strategia europea per
l’ambiente e la salute già previste nel
VI programma di azione, accrescendo
l’integrazione settoriale e perseguendo
con tenacia il “processo di Cardiff ”;
– definire nuovi metodi di lavoro con
gli Stati, affrontare l’onere finanziario
dell’attuazione attraverso la politica di
coesione, offrire alternative alle procedure di denuncia e di infrazione, sviluppare ulteriormente le sinergie tra l’ambiente ed il settore privato (soluzioni
flessibili basate sul mercato, promuovere la Responsabilità sociale, l’EMAS, la
responsabilità giuridica per il danno
ambientale);
– migliorare la conoscenza di base,
gestire il rischio e facilitare un maggior
accesso alle informazioni per migliorare
la governance.
Il quadro europeo della Governance
dello sviluppo sostenibile, pur di fronte
a difficoltà attuative, continua ad essere orientato verso nuovi traguardi. Si
può sostenere, in tal senso, che lo sviluppo sostenibile sia oggi sempre più
componente della identità europea, un
modello di civiltà ecologica e solidale
anche con le future generazioni.
Nonostante le difficoltà e le contraddizioni, in tutti i paesi Europei c’è un
significativo, anche se ancora minoritario, numero di città e regioni che si
123
sforzano di costruire un futuro sostenibile e lo fanno adottando strumenti di
pianificazione integrati e intersettoriali,
strumenti di gestione e di bilancio innovativi, lavorando in partnership con
imprese e cittadini, spesso con esempi
eccellenti di buone pratiche.
La conferenza europea delle Agende
21 Locali intitolata Inspiring Futures Aalborg +10, tenutosi nel giugno 2004
in Danimarca, ha consentito un bilancio
decennale di queste esperienze. Oltre
mille delegati provenienti da 46 Paesi
in prevalenza europei, hanno discusso
su nuovi traguardi e assunto impegni
più stringenti tesi a fissare target qualitativi e quantitativi per l’implementazione dei principi di sostenibilità a livello locale.
I governi locali e regionali presenti –
tra questi la Regione Emilia-Romagna hanno sottoscritto una nuova Carta - gli
“Aalborg Commitments” - con la quale
si impegnano a:
1
K. Annan, State of the World, 2002.
Decisione 1600/2002/CE del 22 luglio
2002 – Gazzetta Ufficiale Comunità europee L 242 del 10/09/2002.
3
Comunicazione (2003)745 definitivo,
“Riesame della politica ambientale,
Consolidare il pilastro ambientale dello sviluppo sostenibile”.
2
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124
– produrre una analisi condivisa e
integrata dei problemi e dei processi di
sostenibilità e a definire specifici obiettivi di miglioramento sui temi dei
Commitments;
– integrare le Agende 21 Locali esistenti con gli altri strumenti di pianificazione;
– dare priorità alle iniziative volte a
promuovere i dieci Commitments sui
temi della governance, gestione urbana
per la sostenibilità, risorse naturali
comuni, consumo responsabile e stili di
vita, pianificazione e progettazione
urbana, migliore mobilità, meno traffico, azione locale per la salute, economia locale sostenibile ,equità e giustizia sociale, da locale a globale;
– effettuare verifiche periodiche dei
risultati relativamente agli Aalborg
commitments e renderle disponibili ai
cittadini.
Oggi si registra un deficit di coerenza e
di integrazione, un gap tra buone azioni locali e possibilità di incidere effettivamente sui trend globali, che è necessario colmare.
È dunque fondamentale che la volontà
di cooperare tra reti di città e regioni,
si consolidi e si traduca in un maggiore
peso politico e culturale a livello
Europeo.
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OTTAVOEURORAPPORTO
La sfida e l’opportunità è che i processi
che promuovono lo sviluppo sostenibile
a livello locale possano mettere radici
più solide, i metodi intersettoriali e partecipati affermarsi come standard di
una nuova governance per lo sviluppo
sostenibile.
Il Protocollo di Kyoto, adottato nel dicembre 1997 dalla Terza Conferenza
delle Parti aderenti alla Convenzione
quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, approvato e recepito
dallo Stato italiano4, ha fissato dei limiti alle emissioni di gas ad effetto
serra prodotte dai paesi industrializzati, stabilendo una serie di scadenze
entro le quali gli interventi più urgenti
nei settori dei trasporti, energia, agricoltura ed industria, debbono essere
affrontati e conclusi. La Comunità europea si è fortemente impegnata su questo obiettivo. Un segnale di speranza
per il futuro sostenibile viene dall’avvenuta ratifica del Protocollo da parte
della Russia, nel novembre 2004: con
questa adesione si raggiunge infatti la
percentuale di adesioni prevista per
l’entrata in vigore dell’accordo e quindi
per l’avvio della operatività degli impegni assunti. Tutti sono chiamati ora a
fare concretamente la loro parte, e tra
questi l’Italia, che dovrà ridurre – e
non più continuare ad aumentare – le
proprie emissioni climalteranti.
A livello nazionale, con la “Strategia
d’Azione Ambientale per lo Sviluppo
Sostenibile in Italia”5 si garantisce continuità con l’azione europea, in particolare con il Sesto Piano di Azione
Ambientale e con gli obiettivi fissati a
Lisbona e a Göteborg dal Consiglio
Europeo in materia di piena occupazione, di coesione sociale e di tutela
ambientale. In coerenza con le indicazioni del Consiglio Europeo di
Barcellona (2002), si predispone inoltre la strumentazione necessaria per la
concertazione, la partecipazione, la
condivisione delle responsabilità a livello nazionale ed il reporting ambientale.
Il documento chiarisce che gli obiettivi
e le azioni definiti dalla Strategia
d’Azione Ambientale per lo Sviluppo
Sostenibile in Italia devono trovare continuità nel sistema delle Regioni, delle
Province autonome e degli Enti locali,
alla luce del principio di sussidiarietà,
attraverso la predisposizione di strategie adeguate alle proprie specificità,
adattando a queste ultime, contenuti e
priorità in collaborazione e partnership
tra gli Enti e tutti i soggetti potenzialmente coinvolti. Le azioni della
Strategia d’azione nazionale si articolano secondo quattro grandi aree tematiche prioritarie, le medesime indicate
dal Sesto Piano d’Azione ambientale
dell’Unione Europea.
Il conseguimento dell’obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni
dell’8% entro il 2008-2012 ai sensi
del protocollo di Kyoto costituisce l’asse portante del programma. Tuttavia la
Commissione auspica abbattimenti più
radicali delle emissioni mondiali, dell’ordine del 20-40% entro il 2020. Al
proposito cita una stima scientifica
secondo cui nel lungo periodo sarà
necessario ottenere un calo del 70%
delle emissioni di gas serra rispetto ai
livelli del 1990.
Dati più recenti, mostrano che nel
2001 la riduzione delle emissioni è
stata inferiore al 4% con una parziale
perdita dei guadagni ottenuti negli anni
precedenti.
Le priorità evidenziate per i prossimi
anni affinché si possa conseguire l’obiettivo di Kyoto sono:
– attuare le misure individuate la programma europeo per il cambiamento
climatico (ECCP) ed in particolare l’attuazione della direttiva 2003/87/CE
dell’ottobre 2003, concernente lo
scambio di quote di emissioni dei gas a
effetto serra;
– integrare maggiormente il cambia-
4
Il Protocollo di Kyoto, in Italia, è stato
ratificato con la legge 1° giugno 2002, n.
120.
5
Delibera CIPE n. 57 del 02/08/2002.
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mento climatico nelle altre politiche,
energetiche prima di tutto, ma anche
nei trasporti e nell’agricoltura.
4.2.2. Azioni intraprese
al livello regionale
Da diversi anni, in armonia con Agenda
21 e coi programmi dell’Unione
Europea, la Regione Emilia-Romagna
ha cominciato a sperimentare nuove
politiche ambientali di tipo preventivo:
sistemi di incentivazione per la riduzione della produzione di rifiuti e la raccolta differenziata; protezione delle aree
protette; promozione dell’EMAS in
imprese pubbliche e private; promozione dell’educazione ambientale e alimentare, ecc. Inoltre si è dotata di
nuovi strumenti di monitoraggio e di
verifica delle azioni per migliorare la
qualità ambientale quali la Relazione
sullo stato dell’Ambiente.
Il primo Piano regionale 2001-2003
di Azione ambientale per un futuro
sostenibile6, nuovo strumento di programmazione integrata e intersettoriale
costruito con il coordinamento della
Direzione Generale Ambiente, ha individuato nell’obiettivo strategico dello sviluppo sostenibile uno degli assi portanti
delle politiche regionali per il medio e
lungo periodo e ha rappresentato il
primo piano strategico volto ad orientare tutte le politiche dell’Emilia-Romagna ad una sostenibilità ambientale,
economica, sociale e istituzionale. Lo
ha fatto ai sensi del Dgls 112/98 e
della LR 3/99 ed in sintonia con l’allora costituendo VI Programma quadro
ambiente dell’UE.
Oltre alle singole aree di intervento e
ai relativi investimenti attivati nel triennio 2001/03, l’indirizzo strategico del
primo Piano ha avuto un complessivo
effetto di innovazione sull’intera politica regionale e degli Enti Locali: gli
obiettivi e i metodi dello sviluppo sostenibile sono oggi maggiormente recepiti
in quasi tutti i principali strumenti di
programmazione generale e settoriale.
Tra gli esempi più significativi la
Gestione Integrata delle Zone Costiere
(GIZC), che ha impegnato per due anni
150 dirigenti ed esperti interni ed
esterni l’ente, provenienti da pressoché
tutti i settori, progetto che ha prodotto
le Linee guida della GIZC.
Il Nuovo Piano di Azione ambientale
2004/20067, definito nel corso del
2004 dalle strutture regionali con il
concorso di Province e portatori di
interesse, mantiene e aggiorna gli
obiettivi strategici e il quadro di insieme delle conseguenti azioni da realizzare, alla luce dei problemi ambientali
persistenti ed emergenti rispetto al
precedente Piano. Lo fa sulla base
della verifica dell’evoluzione del quadro normativo, dei processi attivati e
dei risultati ottenuti con il primo
Piano.
125
La nuova fase di programmazione si
trova peraltro a dover operare in un
quadro di incertezza e precarietà relativamente alle risorse finanziarie. I trasferimenti statali certi, contrariamente
al precedente triennio, sono al momento relativi al solo 2004 e ammontano
a 20 milioni di Euro, un budget irrisorio
rispetto alla mole dei problemi da
affrontare e alla loro gravità, in un quadro di risorse regionali già insufficienti
e ulteriormente in calo.
– Sistema dei Parchi e delle Aree
Protette Regionali. Al fine di sostenere
una nuova fase della politica regionale
per la salvaguardia e la protezione
delle aree protette (nuovo PdL Giunta
RER) e per contrastare gli effetti derivanti da recenti disposizioni legislative
(cfr. co. 16-20, art. 3, legge
350/2003), che hanno introdotto criteri estremamente restrittivi per l’utilizzo dei fondi regionali per spese d’investimento, rendendo allo stato attuale
problematica la continuità di intervento
regionale per il sostegno delle attività
svolte dagli Enti Parco.
Circa le priorità e modalità di attuazione del Piano di azione ambientale
2004-2006 (in particolare dell’annualità 2004, la sola che attualmente dispone di risorse finanziarie), la Regione
e le Province, in sede di Cabina di
Regia del Piano e delle Politiche di
sostenibilità, hanno convenuto di dedicare circa il 60% del budget disponibile
a Progetti coordinati a livello provinciale e il 40% a progetti coordinati a livello regionale come di seguito indicato.
– Bonifiche e ripristino ambientale
dei siti inquinati. Con la L.R. n.
7/2004 “Disposizioni in materia
ambientale”), sono stati attribuiti ulteriori compiti in materia alle amministrazioni provinciali, fra i quali quelli della
gestione finanziaria degli interventi.
Nella predisposizione da parte delle
Province del Quadro Triennale degli
interventi dovrà essere assegnata adeguata importanza e visibilità per l’ambito delle bonifiche dei siti, in rapporto
Progetti coordinati a livello provinciale
L’attenzione è posta su quei settori
interessati ad innovazioni legislative,
che necessitano di una fase di sostegno
ed incentivo per la loro implementazione nelle politiche territoriali:
6
Delibera Consiglio Regionale n. 250 del
26 settembre 2001.
7
Delibera Consiglio Regionale n. 634 del
22 dicembre 2004 (scaricabile dal sito
www.ermesambiente.it – cliccare icona Un
futuro sostenibile).
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alle specifiche situazioni da individuarsi
con il suddetto coordinamento regionale
attraverso il coordinamento e la diffusione delle best practices sul territorio;
– Sistemi di gestione integrata dei
rifiuti. Interventi ed attività finalizzate
a: 1) sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti e promozione di condizioni omogenee sul territorio sia nell’ambito di progetti di valorizzazione e
recupero di energia e di materia, sia in
relazione alla possibilità di promuovere
la creazione di aree di insediamento
produttivo ecologicamente attrezzate;
2) prevenzione nella produzione dei
rifiuti, diminuzione della quantità prodotta e della pericolosità; 3) definizione di progetti di sistema per la qualificazione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.
– raccordare con maggiore efficacia i
programmi nazionali e regionali in atto.
Progetti coordinati a livello regionale
Si è ritenuto necessario che la Regione
debba coordinare direttamente specifici
ambiti ed azioni di carattere innovativo
e sperimentale al fine di:
– ottimizzare l’uso delle risorse organizzative e finanziarie nel campo delle
azioni integrate volte a promuovere lo
sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione, responsabilizzazione e partecipazione dei cittadini;
– promuovere esperienze in rete e fortemente interconnesse tra di loro, al fine di garantirne una ricaduta omogenea
In particolare gli ambiti di intervento
diretto riguarderanno:
1. l’adeguamento tecnologico, il completamento e la manutenzione straordinaria delle reti di monitoraggio delle
diverse matrici ambientali;
2. la promozione e sostegno alle
gestioni improntate all’efficienza
ambientale delle amministrazioni locali
(Green Public Procurement; Contabilità
Ambientale; sistemi di gestione
ambientale negli enti locali - EMAS 2);
3. l’Informazione ed Educazione
Ambientale (INFEA);
4. la partecipazione a progetti di
cooperazione internazionale;
5. le ricerche e sperimentazioni in
materia di ambiente e di sviluppo
sostenibile;
6. interventi sperimentali per la mobilità sostenibile e per il miglioramento
della qualità dell’aria;
7. azioni sperimentali per l’attuazione
delle linee guida del Progetto Gestione
Integrata delle Zone Costiere anche con
attenzione allo sviluppo delle energie
alternative.
Nel corso del 2004 la Regione ha promosso una campagna di informazione
“Acqua risparmio vitale” con l’obiettivo
di ridurre gli sprechi di acqua imparando a consumare solo quella necessaria
al fine di preservare e tutelare una
risorsa sempre più preziosa. È inoltre
proseguito l’impegno della Regione e
del sistema delle autonomie locali nel
campo della qualità dell’aria e della
mobilità sostenibile, attivato con la
campagna “Liberiamo l’aria” per agire
sul problema delle polveri sottili che
continua a rappresentare un tema di
assoluta rilevanza e priorità regionale.
Agenda 21 locale
Nel 2004 è proseguita l’azione di
implementazione e sviluppo dei processi di Agenda 21 locale che sono progressivamente aumentati di numero:
oggi sono 84 gli enti pubblici impegnati a promuovere e realizzare processi di
A21L in Emilia-Romagna. Questo impegno si traduce in decine di forum civici
e gruppi di lavoro tematici dedicati a
specifici problemi ambientali, sociali ed
economici, ai quali partecipano migliaia
di persone rappresentative dei vari settori delle comunità locali.
A documentazione dello stato di avanzamento quantitativo e qualitativo di
tali processi si segnalano il Rapporto di
monitoraggio 2004 delle Agende
21locali in Emilia-Romagna (Quaderno
di Documentazione A21L n. 4) e il
depliant A21L diffuso in oltre 40.000
copie (disponibile anche in lingua inglese), entrambi scaricabili anche dal sito
www.regione.emilia-romagna.it/
agende21.
Sono stati ultimati i 24 progetti finanziati con il Piano regionale di azione
ambientale 2001-2003 ed è proseguita l’opera di coordinamento, networking e promozione sostenuta dal
Servizio regionale Comunicazione,
Educazione ambientale, Agenda 21
locale, attraverso attività seminariali,
comunicative e divulgative delle migliori pratiche realizzate. Si è partecipato
attivamente alla conferenza di Aalborg,
dove sono stati sottoscritti gli “Aalborg
Commitments”.
INFEA
Nell’ambito della programmazione nel
campo dell’educazione ambientale prevista dalla Legge regionale n° 15/96,
si sono andate concludendo nel 2004
le attività previste dal secondo
Programma regionale INFEA
2002/2004 approvato dal Consiglio
regionale il 9 luglio 20028, finalizzate
8
Delibera Giunta regionale n. 909 del 27
maggio 2002 ratificata dal Consiglio regionale con Delibera 381 del 9 luglio 2002.
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a sviluppare, anche in attuazione delle
“Linee di indirizzo per una nuova programmazione concertata tra lo Stato e
le Regioni in materia di Informazione
Formazione Educazione Ambientale”
(novembre 2000), una politica di educazione ambientale sempre più integrata con le politiche e i programmi regionali per lo sviluppo sostenibile.
Il consuntivo delle attività realizzate in
attuazione del Programma può considerarsi pienamente soddisfacente, anche
in riferimento alle risorse economiche
resesi disponibili per la sua attuazione.
Tra le azioni realizzate ricordiamo le
più significative, relazionandole alle
dieci “Aree di intervento” in cui lo stesso Programma era articolato:
1) Sviluppo, qualificazione e coordinamento del Sistema a Rete INFEA (Seminario sulle modalità organizzative
della Rete Infea; Progetto “Scuole in
rete per uno sviluppo sostenibile” –
FSE che ha coinvolto 10 CEA e 98
scuole; aggiornamento del sistema
informativo per il monitoraggio e la
documentazione di strutture ed attività
dei CEA regionali;
2) Percorso qualità (Seminario sui
sistemi di monitoraggio, valutazione e
documentazione di progetti e servizi;
Ricerca CEA Quality sulle best practice
di Educazione ambientale in Europa e
sui sistemi di indicatori di qualità);
3) Formazione e ricerca (realizzata
una nuova edizione 2003/04 del
Master in “Esperto di Educazione
ambientale” nel quadro di una collaborazione tra la Regione e il Dipartimento
di Scienze dell’Educazione
dell’Università degli Studi di Bologna,
con il coinvolgimento sempre maggiore
dei CEA e delle altre Università della
Regione);
4) Potenziamento attività Centri
Educazione Ambientale (promosso
attraverso Bandi annuali finalizzati alla
realizzazione di progetti e iniziative
correlate ai tematismi e alle problematiche ambientali contenute nel “Piano
regionale di azione ambientale
2001/2003” e quindi in collegamento
con la promozione di Agenda 21 locale; Progetto “Un Po d’acque” di ricerca, formazione azione in educazione
ambientale avente come riferimento il
bacino del fiume Po; Progetto di educazione alla mobilità sostenibile realizzato con ARPA);
5) Promozione progetti e scuole laboratorio di Educazione Ambientale (alle
scuole è stato chiesto di inserire in
modo stabile i Laboratori di educazione
ambientale nei rispettivi Piani dell’Offerta Formativi e di assumere una
accezione di educazione ambientale
che preveda lo sviluppo sia di conoscenze che di azioni concrete per l’ambiente. Appositi Bandi annuali rivolti
alle scuole sono stati finalizzati a valorizzare e premiare la qualità dei progetti e delle metodologie utilizzate, nonché la capacità di creare sinergie e di
lavorare in rete);
6) Documentazione, informazione e
comunicazione (diffusione delle buone
pratiche realizzate in Emilia-Romagna
dentro e fuori la scuola con produzione
e diffusione di numerosi materiali didattici di qualità; implementazione sito
web regionale; pubblicazione di un sito
dedicato alle tesi di laurea sull’ambiente; rivista Centocieli; avviata la collana
dei Quaderni di documentazione INFEA;
depliant divulgativi; realizzazione allestimento fieristico e mostra itinerante);
7) Laboratori per l’innovazione e la
sperimentazione INFEA (sono stati stimolati, attraverso appositi Bandi
annuali, la progettazione e realizzazione di progetti di contenuto particolarmente innovativo, che hanno consentito l’attivazione da parte di 25
Laboratori di innovazione condotti da
CEA in collaborazione con le Agenzie
scientifiche e formative che supportano
la rete regionale);
8) Progetti INFEA interregionali (si è
partecipato alla realizzazione di tre progetti INFEA interregionali “Management di rete e sviluppo sostenibile”
(formazione per i coordinatori di rete),
“Indicatori di qualità” (definizione di
127
un sistema di monitoraggio e valutazione), “Editoria” (divulgazione e approfondimento del lavoro dei sistemi regionali INFEA);
9) Progetti INFEA comunitari e internazionali (sono state avviate relazioni e
studi per la promozione di partnership
e collaborazioni con altri paesi e regioni europee);
10) Raccordo con altri strumenti di
programmazione della Regione EmiliaRomagna (il proficuo raccordo con altri
strumenti di programmazione regionale
ha consentito la collaborazione di
Scuole e CEA a campagne di comunicazione, al Master in EA e alla realizzazione di progetti coordinati da altre
Direzioni).
Nel corso del 2004, all’interno delle
suddette aree programmatiche, si è
data anche completa attuazione
all’Accordo di Programma in materia di
INFEA con il Ministero Ambiente che ha
cofinanziato dieci progetti speciali.
Rifiuti
Pianificazione di settore
Come è noto, con la L.R. n.20/2000
“Disciplina generale sulla tutela e l’uso
del territorio” la Regione Emilia
Romagna ha introdotto il metodo della
concertazione istituzionale nei procedimenti di elaborazione e approvazione
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dei Piani per favorire la condivisione di
informazioni fra le amministrazioni
coinvolte e la massima partecipazione,
nelle reciproche scelte, fra i vari livelli
istituzionali coinvolti (Regione,
Province, Comuni). Con tale normativa
è stato, fra l’altro, regolamentato il
procedimento di elaborazione ed approvazione dei Piani Territoriali di
Coordinamento Provinciale (PTCP) e dei
piani settoriali provinciali con valenza
territoriale non specificamente disciplinati fra cui i Piani Provinciali per la
Gestione dei Rifiuti (PPGR). La
Provincia, quindi, avvia il procedimento
con la prima fase concertativa, convocando una “Conferenza di Pianificazione”, nella quale sottopone la documentazione preliminare al piano a
diversi soggetti istituzionali per acquisire i singoli contributi conoscitivi e valutativi che saranno coordinati nella elaborazione del piano, prima dell’adozione dello stesso. Successivamente l’amministrazione provinciale, dopo aver
controdedotto alle riserve regionali ed
alle osservazioni ed acquisito, se necessario, l’intesa dall’Amministrazione
regionale, procede all’approvazione del
piano stesso.
Nel corso del 2004 la Regione EmiliaRomagna ha contribuito alla procedura
di adeguamento della pianificazione
provinciale in materia di rifiuti ai disposti del DLgs 5 febbraio 1997, n. 22
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OTTAVOEURORAPPORTO
(“Attuazione delle direttive
91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE
sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli
imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”).
Variante PTCP. La Regione EmiliaRomagna ha espresso le proprie valutazioni al PPGR ed alla Variante PTCP con
DGR n. 406 dell’8/mar/2004;
Le Province hanno avviato l’elaborazione e approvazione dei PPGR e del PTCP
relativo alla materia dei rifiuti (in attuazione parziale della Direttive
91/156/CEE e 91/689/CEE). Sono
di seguito schematizzate le diverse fasi
dei procedimenti di
elaborazione/approvazione dei i piani:
Reggio-Emilia Espressione delle controdeduzioni della Giunta provinciale con
proprie deliberazioni nn. 95 e 102 del
6 aprile 2004, alle riserve regionali
formulate al PPGR ed alla Variante
PTCP. La Regione Emilia-Romagna ha
espresso l’intesa al PPGR ed alla
Variante PTCP con DGR n. 685 del
16/apr/2004;
Modena Sottoscrizione, da parte del
Presidente della Regione EmiliaRomagna e del Presidente della
Provincia di Modena., in data 9 febbraio 2004, degli accordi di pianificazione per la elaborazione della Variante
al PTCP in materia di rifiuti e per l’elaborazione del PPGR.
Bologna Espressione delle controdeduzioni del Consiglio provinciale con propria deliberazione n. 123
dell’11/nov/2003, alle riserve regionali formulate al PTCP. La Regione
Emilia-Romagna ha espresso l’intesa al
PTCP con Deliberazione di Giunta
Regionale (DGR) n. 405
dell’8/mar/2004.
Ferrara Adozione del Consiglio provinciale con proprie deliberazioni nn.
74/57519 e 73/57517 del
24/giu/2003 del PPGR e della
Piacenza Espressione delle controdeduzioni del Consiglio provinciale con propria deliberazione n. 182 del
10/dic/2003 alle riserve regionali formulate al PPGR ed alla Variante PTCP.
La Regione Emilia-Romagna ha espresso l’intesa al PPGR ed alla Variante
PTCP con DGR n. 1053 del
31/mag/2004 e n. 1010 del
24/mag/2004;
Modena Adozione del Consiglio provinciale con proprie deliberazioni nn. 44 e
43 del 17 marzo 2004 del PPGR e
della Variante PTCP. La Regione EmiliaRomagna ha espresso le proprie valutazioni al PPGR ed alla Variante PTCP con
DGR n. 1340 del 5/lug/2004;
Ferrara Espressione delle controdeduzioni del Consiglio provinciale con proprie deliberazioni nn. 59/35804 e
56/35797 del 22/04/2004, alle
riserve regionali formulate al PPGR ed
alla Variante PTCP. La Regione EmiliaRomagna ha espresso l’intesa al PPGR
ed alla Variante PTCP con DGR n. 1666
del 30/lug/2004;
Parma Adozione del Consiglio provinciale con propria deliberazione n. 28
del 24 marzo 2004 del PPGR. La
Regione Emilia-Romagna ha espresso le
proprie valutazioni al PPGR con DGR n.
1753 del 6/set/2004;
Ravenna Convocazione della conferenza di pianificazione svoltasi nel periodo
compreso dal 5/lug/2004 al 23/
nov/2004. La Regione EmiliaRomagna ha espresso le proprie valutazioni al PTCP con DGR 1904 del
30/set/2004
Attività legislativa finalizzata all’incentivazione della minore produzione dei
rifiuti nonché alla diminuzione degli
spostamenti degli stessi ed alla industrializzazione del servizio di gestione
dei rifiuti urbani negli Ambiti territoriali
ottimali (ATO)
Con la L.R. 14 aprile 2004, n. 7
“Disposizioni in materia ambientale.
Modifiche ed integrazioni a leggi regionali” sono state introdotte alcune modifiche riguardanti la L.R. 19 agosto
1996, n. 31 (Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei
rifiuti solidi) e la L.R. 6 settembre
1999, n. 25 del (Delimitazione degli
ambiti territoriali ottimali e disciplina
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delle forme di cooperazione tra gli enti
locali per l’organizzazione del servizio
idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti urbani).
Una delle modifiche introdotte nella
disciplina del tributo speciale (L.R. n.
31/1996), ha equiparato l’ammontare dell’imposta di conferimento in discarica del tributo speciale di rifiuti urbani a quella massima prevista per il conferimento di diverse tipologie di rifiuti
ed equivalente, a 25,82 euro. Tale
importo corrisponde a più del doppio di
quanto ordinariamente dovuto per rifiuti urbani provenienti da operazioni di
separazione meccanica o da raccolta
differenziata all’origine (10,33 euro
ogni mille chilogrammi). Questa scelta
è orientata a dare una ulteriore risposta
al principio della prossimità dello smaltimento dei rifiuti presso il luogo di produzione (per limitare anche in termini
economici la convenienza allo spostamento dei rifiuti urbani dall’ambito di
produzione). La Regione EmiliaRomagna ha fatto comunque salva una
certa flessibilità del sistema di smaltimento sovraprovinciale (ad esempio
attraverso una caratterizzazione
impiantistica sinergica fra due o più
Province) prevedendo di non applicare
tale ammontare di tributo nei casi in
cui il conferimento dei rifiuti urbani
avvenga sulla base di un accordo conseguente ad una specifica previsione
negli strumenti di pianificazione di
entrambe le Province.
Le modifiche normative della LR n.
25/1999 sono finalizzate ad ottimizzare le modalità di transizione gestionale ed industriale del sistema di
gestione dei rifiuti urbani (che comprende lo spazzamento, il lavaggio
delle strade e delle piazze pubbliche, la
raccolta ed il trasporto, l’avvio al recupero e allo smaltimento ed il trattamento preliminare). In particolare, in
coerenza con questa modifica normativa, sono state avviate prime attività di
studio per la redazione delle linee
guida finalizzate all’elaborazione del
piano d’ambito e la convenzione tipo
tra Agenzia d’ambito e gestori del
Servizio di gestione dei rifiuti urbani.
Nella convenzione di affidamento è
riportato il sistema degli obiettivi soggetti a penale: l’Agenzia d’ambito è
garante del rispetto di questo sistema
di obiettivi che il gestore del servizio è
obbligato a raggiungere.
Attività amministrativa
regolamentativa
Infine è stata svolta un’attività amministrativa regolamentativa che ha portato
alle redazione dei seguenti atti riportati
in ordine cronologico:
– Deliberazione della Giunta Regionale
2 febbraio 2004, n. 159: “Primi indirizzi per l’applicazione del DLgs 24 giugno 2003 n. 209 in materia di veicoli
fuori uso” (in attuazione della direttiva
2000/53/CE relativa ai veicoli fuori
uso);
– Deliberazione della Giunta Regionale
8 marzo 2004 n. 407: “Sostituzione
dell’allegato 4 “Modello di rendiconto
annuale dei risultati conseguiti dai servizi di raccolte separate” di cui alla
deliberazione della Giunta regionale n.
1620 del 31 luglio 2001”;
– Deliberazione della Giunta Regionale
14 aprile 2004, n. 674: “Individuazione delle tariffe a copertura delle
spese per lo svolgimento dei controlli in
applicazione del DLgs n. 36/2003 e a
copertura degli oneri per lo svolgimento
dei controlli e delle ispezioni in applicazione del DLgs n. 209/2003”;
– Deliberazione della Giunta Regionale
15 novembre 2004, n. 2281: “DLgs
36/2003 – articolo 14 – aggiornamento delle modalità di prestazione
delle garanzie finanziarie per la gestione successiva alla chiusura delle discariche”.
Rete Natura 2000
In merito all’applicazione delle Direttive
comunitarie 79/409/CEE “Uccelli”
relativa alla “Conservazione degli uccelli selvatici” e 92/43/CEE “Habitat”
relativa alla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora
129
e della fauna selvatiche”, che imponevano agli Stati membri di individuare
aree di pregio ambientale ai fini della
salvaguardia della biodiversità, lo Stato
italiano le ha recepite emanando dapprima il DPR 357/97, successivamente
modificato dal DPR 120/03.
La Regione Emilia-Romagna, nel contempo, ha provveduto all’individuazione delle aree denominate SIC (Siti di
Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone
di Protezione Speciale) ricompresi nel
proprio territorio attraverso appositi
provvedimenti (DGR n. 1242/02, n.
1333/02, n. 1816/03 e n.
2776/03). È proprio attraverso l’ultimazione di questa fase di aggiornamento che la Regione Emilia-Romagna
ha incrementato la superficie complessiva della Rete Natura 2000, che attualmente ammonta a oltre 236.000 Ha,
pari a circa il 10% dell’intero territorio
regionale, per un totale di 139 siti
(SIC e ZPS). Circa la metà di tali siti
ricade all’interno di aree protette quali
parchi nazionali, regionali o riserve
naturali.
Il titolo stesso della Direttiva Habitat
chiarisce che oggetto di tutela non
sono solo gli spazi incontaminati,
ormai molto ridotti in regione, ma
anche i territori gestiti attraverso tradizionali pratiche colturali compatibili con
la presenza di specie animali e vegetali
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selvatiche, in quanto, a volte, sono proprio i modi con cui l’uomo gestisce da
decenni certe aree che determinano le
condizioni di sopravvivenza ottimali per
talune specie, per cui gli spazi seminaturali, soprattutto quelli soggetti ad
attività di tipo agro-silvo-pastorale,
sono anch’essi oggetto di interesse e di
attenzione da parte di questi strumenti
normativi in quanto, in definitiva, favoriscono l’aumento della biodiversità di
un certo territorio. Ciò spiega il fatto
per cui il 25% delle aree pSIC e ZPS
regionali sia soggetto ad attività agricola, mentre il 50% sia costituito da
boschi ed il restante 25% è da classificare come aree incolte, corsi d’acqua,
zone umide, aree peri-urbane, ecc.
Al fine di aggiornare ed approfondire
l’attuale livello conoscitivo di tali aree
sono stati avviati diversi studi ed indagini, in parte conclusisi proprio nel
2004, che porteranno ad una maggiore conoscenza della reale ubicazione
degli habitat all’interno dei siti e delle
più idonee forme di gestione dei siti
stessi, al fine di cercare di coniugare le
esigenze di sviluppo economico di tali
aree con quelle di tutela dell’ambiente
e di salvaguardia della biodiversità.
Nel 2004 la Regione Emilia-Romagna
ha approvato la L.R. 7 del 14.4.04
“Disposizioni in materia ambientale”,
artt. 1-9, in base alla quale vengono
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indicati i ruoli degli enti (Regione,
Province, Comuni, Enti gestori delle
aree protette, ecc.), sia a livello gestionale, sia a livello di valutazione di incidenza di piani e progetti e sia a livello
di monitoraggio dei siti e delle dinamiche di habitat e specie animali e vegetali di interesse comunitario.
Piano Regionale
di Sviluppo Rurale
Nel 2004 sono stati adottati diversi
provvedimenti inerenti la Misura 2.i
“Altre Misure Forestali” del PRSR relativamente alle 6 Azioni che trattano i
seguenti temi:
– selvicoltura (iniziativa pubblica e privata);
– rimboschimenti in aree non agricole;
– sistemazioni eco-morfologiche del
territorio;
– meccanizzazione forestale;
– associazionismo forestale.
Con queste iniziative di fatto si è conclusa la fase relativa ai bandi ed alle
istruttorie per la selezione dei progetti:
nel triennio 2002-2004, si sono così
potuti finanziare 560 interventi, per
oltre 23.500.000,00 euro di investimento (pubblico e privato); tali importanti risorse hanno costituito in questi
anni l’asse portante della politica regionale nel settore forestale. Nel periodo
2005-06 si prevede di portare a termi-
ne tutti i lavori iniziati in questi anni in
modo da completare le opere nei tempi
prefissati.
Per quanto concerne la Misura 2.t
“Tutela dell’ambiente in relazione alla
selvicoltura” nel 2004 sono stati selezionati oltre 30 progetti, per una spesa
complessiva di 1.236.000,00 euro;
con tali fondi sono state realizzate
soprattutto banche-dati relative al settore forestale (incendi boschivi, sistemazioni idraulico-forestali, interventi selvicolturali e di viabilità forestale, ecc.).
Tutela della qualità dell’aria
Il punto cardine del complesso quadro
normativo in materia di qualità dell’aria
è rappresentato dalla DIR 96/62/CE,
con la quale l’Unione Europea ha
espresso le politiche generali “in materia di valutazione e di gestione della
qualità dell’aria”, individuando le azioni fondamentali che gli Stati Membri
debbono attuare per definire e stabilire
obiettivi finalizzati a prevenire o ridurre
effetti nocivi sulla salute e sull’ambiente nel suo complesso.
La Direttiva quadro (recepita con il
D.Lgs. 351/99) definisce i principi di
base di una strategia incentrata sulla
valutazione della qualità dell’aria,
intesa come processo che, impiegando
metodologie di misura, calcolo e stima,
è in grado di prevedere e stimare il
livello di un inquinante nell’aria
ambiente e sulla gestione della qualità dell’aria, cioè l’insieme delle azioni, intraprese alle diverse scale istituzionali, finalizzate ad affrontare in
modo sistematico e dinamico la programmazione e la pianificazione della
tutela, del risanamento e del miglioramento della qualità dell’aria.
La direttiva quadro definisce il contesto
generale, rinviando a specifiche “direttive figlie” la disciplina degli aspetti tecnico-operativi relativi ai singoli inquinanti, individuando un elenco di inquinanti sui quali intervenire in via prioritaria: SO2, NO2, PM10, Pb, O3 CO,
Benzene, IPA, Hg, Cd, As, Ni.
Il complesso delle direttive figlie ed il
relativo stato di attuazione è il
seguente:
– DIR 99/30/CE concernente i valori
limite di qualità dell’aria ambiente per
il biossido di zolfo, il biossido di azoto,
gli ossidi di azoto, le particelle e il
piombo (recepita dal D.M. 2/4/2002
n. 60).
– DIR 2000/69/CE concernente i
valori limite per il benzene ed il monossido di carbonio nell’aria ambiente
(recepita dal D.M. 2/4/2002 n. 60).
– DIR 2002/3/CE relativa all’ozono
nell’aria (recepita dal D.LGS.
21/5/2004 n. 183)
– DIR 2004/107/CE concernente
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l’arsenico, il cadmio, il mercurio, il
nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell’aria ambiente (in fase di recepimento).
Le direttive figlie stabiliscono per ogni
inquinante:
– gli obiettivi di qualità dell’aria per la
tutela della salute umana e della vegetazione (valori limite e relativi orizzonti
temporali di raggiungimento, soglie
d’allarme e di informazione);
– i requisiti di monitoraggio (ubicazione dei punti di campionamento, numero minimo degli stessi, tecniche di
misurazione e di campionamento);
– i requisiti per le tecniche di valutazione (risoluzione spaziale e tecniche
di riferimento per la modellizzazione);
– i requisiti di informazione al pubblico.
Il punto di partenza per la gestione
della qualità dell’aria è la valutazione
dei livelli di concentrazione degli inquinanti sul territorio, la suddivisione dello
stesso in aree omogenee di qualità dell’aria (zone e agglomerati) e la predisposizione per queste aree di Piani e
Programmi per il risanamento o mantenimento della qualità dell’aria.
Nello specifico la normativa prevede la
predisposizione da parte delle autorità
competenti di:
– piani d’azione a breve termine,
nelle zone e agglomerati in cui sia elevato il rischio di superamento dei valori
limite e/o delle soglie di allarme. Tali
piani devono prevedere misure di controllo e, se necessario, la sospensione
delle attività, ivi compreso il traffico
veicolare, che contribuiscono al superamento dei valori limite e delle soglie di
allarme;
– piani o programmi con misure a
medio-lungo termine, nelle zone e
agglomerati nei quali i livelli di uno o
più inquinanti eccedono il valore limite;
– piani di mantenimento nelle zone
in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite e tali da non comportare il rischio di superamento degli
stessi.
Il collegamento fra il nuovo quadro di
riferimento europeo e nazionale e la
normativa regionale in materia di inquinamento atmosferico, è stato realizzato dalla Regione Emilia-Romagna con
l’approvazione della L.R. 3/99
“Riforma del sistema regionale e locale”, nell’ambito della quale la Regione
si è riservata compiti di indirizzo e
coordinamento, delegando alle Province
i compiti amministrativi (autorizzazioni), di pianificazione e di controllo
(artt. 121 e 122 L.R.3/99).
Sulla base di questo nuovo quadro di
competenze la Regione ha emanato
con DGR 15 maggio 2001, n. 804 e
successivo aggiornamento DGR 12 gen-
naio 2004, n.43, le “Linee di Indirizzo
per l’espletamento delle funzioni degli
Enti Locali in materia di inquinamento
atmosferico (artt. 121 e 122
L.R.3/99)”.
Queste Linee di Indirizzo si prefiggono
di fornire alle Province criteri condivisi
ed omogenei per la valutazione della
qualità dell’aria, la zonizzazione del
territorio e la struttura della rete di
monitoraggio.
I criteri utilizzati per la suddivisione del
territorio regionale in zone sono indicati nel DM 261/02 “Regolamento
recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità
ambiente, i criteri per l’elaborazione
del piano e dei programmi di cui agli
articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4
agosto 1999, n. 351” (allegato I
punto 4). Come presupposto, il decreto
specifica l’importanza che la delimitazione di una zona sia strettamente correlata alle azioni da intraprendervi.
Dal bagaglio di conoscenze acquisite,
quali i dati forniti dalla rete fissa di
monitoraggio, le campagne di misure
con mezzi mobili, gli inventari esistenti, l’orografia del territorio, le condizioni meteoclimatiche e dalle indicazioni
della recente normativa, la Regione
Emilia-Romagna ha assunto per le
zone e gli agglomerati il seguente
significato:
131
– zona – parte del territorio provinciale avente caratteristiche simili di
qualità dell’aria in termini di superamenti dei valori limite, tipi di sorgenti
emissive, caratteristiche climatologiche
o topografiche;
– agglomerato – porzione di zona
dove È particolarmente elevato il
rischio di superamento delle soglie di
allarme e/o dei valori limite, con una
popolazione superiore a 250.000 abitanti o, se la popolazione è pari o
inferiore a 250.000 abitanti, con una
densità di popolazione per Kmq tale
da rendere necessaria la valutazione e
la gestione della qualità dell’aria
ambiente.
L’assetto di zonizzazione, effettuata
sulla base dei confini amministrativi,
prevede la suddivisione del territorio
regionale in due macrozone A e B, ed
individua gli agglomerati come porzioni
di zona A.
Nello specifico le caratteristiche delle
zone ed i relativi piani sono di seguito
schematizzati:
Zona A: comprende i territori dei comuni più densamente popolati e nei quali
sono presenti stabilimenti industriali o
di servizio che, per potenzialità produttiva o numero, possono provocare un
elevato inquinamento atmosferico
(Piani di risanamento);
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Agglomerato: porzione di zona A dove
è particolarmente elevato il rischio di
superamento del valore limite e/o
delle soglie di allarme (Piani d’azione);
Zona B: comprende i territori dei
comuni scarsamente popolati nei quali
sono presenti stabilimenti industriali o
di servizio che per potenzialità produttiva o numero, possono provocare un
modesto inquinamento atmosferico ed
i territori dei comuni nei quali sono
presenti aree di particolare interesse
ambientale, turistico, artistico archeologico o per le quali è previsto lo sviluppo di attività agricolo forestali (Piani di
mantenimento).
La L.R. 3/99, che ha delegato alle
Province le funzioni regionali in merito
alla pianificazione della qualità dell’aria, ha determinato un assetto di zonizzazione che prevede l’individuazione di
9 zone A, 9 zone B e 12 agglomerati.
La zonizzazione potrà subire tuttavia
successivi aggiustamenti a seguito sia
delle valutazioni della qualità dell’aria
che verranno effettuate dagli Enti a
scala infraregionale e locale, sia di indicazioni operative a scala più ampia che
potranno pervenire dallo Stato e/o dal
rapporto con altre Regioni.
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Monitoraggio
della qualità dell’aria
ti con vasti comprensori industriali e
aree urbane.
La Regione Emilia-Romagna ha iniziato
il rilevamento sistematico della qualità
dell’aria nella prima metà degli anni
’70, con la costituzione della rete
regionale di monitoraggio tramite iniziative sia degli Enti Locali e della
Regione che delle principali industrie
insediate nelle aree di Ravenna,
Piacenza, Ferrara e nel comprensorio
delle ceramiche. Tale sistema venne
ampliato alla data di pubblicazione del
D.P.C.M. 28/3/1983, introducendo
standard di qualità per otto sostanze
inquinanti, al fine della protezione igienico-sanitaria della popolazione. Nel
1988 i presupposti per la realizzazione
delle reti di misura cambiarono all’atto
della emanazione del DPR. 203/88 e,
con l’emanazione del D.M. 20 maggio
1991, vennero quindi definiti i criteri
base per la realizzazione di un nuovo
sistema di rilevamento.
La rete attualmente presente in
Regione è quindi diretto sviluppo del
progressivo percorso iniziato negli anni
passati, con un evidente frazionamento
delle competenze a livello provinciale e
comprendente ad oggi 88 stazioni di
rilevamento degli inquinanti, 9 laboratori mobili della Pubblica
Amministrazione e 11 stazioni delle
reti private. I principali parametri rilevati dalla attuale rete di monitoraggio
sono quindi: biossido di zolfo (SO2),
biossido di azoto (NO2), ossido di carbonio (CO), ozono (O3), particolato
(PTS e PM10, PM2.5), benzene.
La ristrutturazione, avviata nel 1996,
ha consentito di cominciare ad estendere il monitoraggio a nuovi inquinanti,
tra cui le prime misure della frazione
inalabile delle polveri (PM10) e del
benzene, nonché di estendere le misure anche ai centri urbani con 40.00050.000 abitanti e, in particolari casi,
installando stazioni di rilevamento
anche in centri abitati minori, confinan-
Sulla base dei criteri di posizionamento
delle stazioni introdotti dalla recente
normativa, in seguito agli alti costi di
gestione dovuti ai nuovi limiti introdotti
per gli inquinanti ed alla qualità dei
dati che è necessario raggiungere
(maggiore del 90%), si rende necessaria una revisione della struttura della
rete di monitoraggio esistente, oggi
quasi totalmente concentrata nelle aree
urbane.
È necessario infatti disporre la rete in
modo da ottenere una valutazione
complessiva dello stato di qualità dell’aria nel territorio regionale, estendendo il monitoraggio non solo alle aree
urbane-metropolitane (agglomerati) ma
anche alle zone esterne ad esse (zone
A e B). Contemporaneamente il numero ed l’ubicazione delle centraline deve
essere riesaminato allo scopo di ottenere dati rappresentativi dell’area monitorata, non influenzati da sorgenti di tipo
locale o da ostacoli nelle loro vicinanze.
A tal fine la Regione indica come stazione tipo da utilizzare nella valutazione della qualità dell’aria, quella comunemente definita di fondo (urbano,
suburbano, rurale), ovvero non soggetta a fenomeni di inquinamento diretto.
L’esigenza di condivisione dei criteri di
posizionamento delle stazioni di monitoraggio nasce dalla necessità di ottenere valutazioni dei livelli di qualità
dell’aria omogenee e confrontabili su
tutto il territorio regionale, tali da produrre dati significativi e rappresentativi
dell’evoluzione dei livelli di inquinamento raggiunti in seguito alle misure
ed agli interventi messi in atto con i
Piani d’azione e di Risanamento.
In Emilia-Romagna il rischio di superamento dei valori limite si verifica per gli
inquinanti di tipo secondario, quali
PM10, PM2.5, O3, della cui produzione i principali responsabili sono il traffico veicolare e la produzione di energia.
Le Direttive comunitarie prevedono che
annualmente gli Stati membri comunichino alla Commissione Europea i dati
di monitoraggio delle zone in cui si
siano verificati i superamenti dei valori
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limite e gli interventi attuati volti a far
rientrare i livelli di inquinamento entro i
limiti indicati. Per tali aree infatti è
necessario che le autorità competenti
predispongano Piani di risanamento e
Piani di azione.
Piani di risanamento
della qualità dell’aria
I contenuti dei piani e programmi sono
indicati nel DM 261/02 e consistono
sostanzialmente in un quadro conoscitivo sulle caratteristiche del territorio,
sulle fonti emissive presenti, sullo stato
attuale dei livelli di inquinamento; nella
costruzione di scenari di riferimento e
futuri della qualità dell’aria; nell’individuazione delle azioni di piano e delle
conseguenti riduzioni previste delle concentrazioni degli inquinanti. Il piano
deve essere sottoposto a monitoraggio
e verifica ed è suscettibile di revisioni.
Al momento attuale i Piani provinciali
di risanamento della qualità dell’aria
sono ancora in fase di elaborazione,
ma si prevede che saranno adottati al
massimo entro i primi mesi del 2006,
seguendo le procedure di approvazione
di piani a valenza territoriale, di cui
alla L.R. 20/2000 e DGR 176/2005.
Un Piano di risanamento della qualità
dell’aria presuppone azioni ed interventi di natura interdisciplinare che dovranno necessariamente coordinarsi con gli
altri piani di settore, quali i Piani regolatori, sanitari, energetici, il Piano
Regionale Integrato Trasporti, i Piani
Urbani del Traffico ed i Piani della
Mobilità Extraurbana.
Nell’attesa dell’adozione dei piani provinciali di risanamento della qualità dell’aria, la Regione, per venire incontro
all’esigenza di adottare un comportamento coerente ed uniforme su tutto il
territorio regionale, ha anche per la stagione critica 2004/2005, sottoscritto
un Accordo di Programma con le
Province e i Comuni con popolazione
superiore a 50000 abitanti (DGR n.
263, 20/10/2004), in coerenza e
continuità con quelli sottoscritti nei due
anni precedenti. Tale accordo, assolutamente volontario, ha individuato un
complesso di provvedimenti programmati e permanenti per la gestione delle
emergenze da PM10 e per il progressivo allineamento ai valori fissati dalla
Unione Europea.
Gli interventi di tipo strutturale previsti
sono incentrati principalmente in azioni
preventive che possono consistere in:
isole pedonali;
– estensione nelle aree urbane di
zone a traffico limitato;
– creazione di piste ciclabili dedicate;
– introduzione di criteri per aumentare
la velocità di scorrimento dei flussi di
traffico;
– azioni di controllo riguardanti la
manutenzione ed il corretto utilizzo dei
mezzi di trasporto;
– programmi per la verifica della corretta manutenzione degli impianti di
riscaldamento per uso civile;
– corretto funzionamento degli
impianti produttivi inseriti nel contesto
urbano.
Nel caso di rischio di superamento dei
valori limite e/o delle soglie di allarme, per limitare i danni alla popolazione e ricondurre la situazione generale
entro livelli accettabili, si prevedono i
seguenti interventi operativi:
– limitazioni in merito all’utilizzo di
particolari combustibili;
– limitazioni d’impiego, ferma restando la disponibilità di combustibili meno
inquinanti, di determinati combustibili;
– limitazioni all’uso di particolari tipologie di veicoli;
– limitazioni riguardanti la circolazione
di mezzi di trasporto privato;
– introduzione di tipologie o modalità
di trasporto collettivo innovativi;
– limitazioni riguardanti l’utilizzo di
particolari mezzi di trasporto;
– creazione ed ampliamento delle
– limitazioni riguardanti la riduzione di
133
potenzialità di determinati impianti produttivi;
– limitazione a particolari fasce orarie
dello svolgimento di talune attività.
L’accordo include l’impegno a continuare l’efficace campagna regionale di
informazione “Liberiamo l’aria”, che
prevede la massima divulgazione delle
misure e degli interventi permanenti e
temporanei adottati.
La campagna consiste in informazione
sulle testate regionali e sulle emittenti
locali, in iniziative di comunicazione
quali l’affissione di manifesti giganti,
striscioni, cartelli informativi sugli autobus cittadini, istituzione di un numero
verde e di un sito internet e l’invio di
un milione e opuscoli alle famiglie
dell’Emilia-Romagna. L’opuscolo illustra
le nuove misure in vigore, i risultati
ottenuti con la sperimentazione avviata
negli anni precedenti e gli investimenti
strutturali già programmati dalla
Regione per migliorare la mobilità.
I risultati ottenuti con le azioni attuate
dagli Accordi di programma non hanno
permesso ad oggi di ottenere una riduzione dei livelli di PM10 tale da rispettare i limiti imposti dalla Direttiva
Europea.
Le misure adottate hanno innescato un
processo di modificazione dei modelli
urbanistici e di mobilità, che richiede,
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oltre ad investimenti molto consistenti
non ipotizzabili in tempi brevi, anche
tempi di realizzazione molto lunghi e
dipendenti da una capillare opera di
sensibilizzazione di tutte le componenti
sociali coinvolte.
È necessario evidenziare inoltre che la
situazione meteorologica tipica dell’intero bacino padano porta a frequenti
periodi di scarso rimescolamento atmosferico che favoriscono l’accumulo a
bassa quota degli inquinanti con conseguente raggiungimento di valori di qualità dell’aria molto elevati.
Gli interventi finalizzati al miglioramento della qualità dell’aria devono quindi
tenere conto di considerazioni ed interventi che travalicano, nel caso del bacino padano, competenze di ambito limitato quali quelle regionali.
Protezione e risanamento
delle acque
La Commissione Europea ha attivato
alla fine del 2001 il processo d’implementazione della Direttiva
2000/60/EC (Common
Implementation Strategy -– CIS) che
istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia d’acque. La direttiva,
che combina l’utilizzo dei limiti alle
emissioni con l’indicazione degli obiettivi di qualità generali per tutti i corpi
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OTTAVOEURORAPPORTO
idrici, superficiali e sotterranei, prevede
la definizione di un Piano di gestione
per bacino che garantisca il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale buona per i corpi idrici entro il 22
dicembre 2015. Il fine è di chiarire e
sviluppare, ove necessario, informazioni tecniche e scientifiche di supporto,
linee guida, consigli per metodi operativi e altri documenti di supporto che
potranno essere sviluppati a tal fine. Le
linee guida sono state testate su alcuni
bacini sperimentali, in Italia il Tevere e
il Cecina.
Sono stati creati dieci gruppi di lavoro,
diretti da un gruppo di coordinamento
strategico, per le diverse attività e progetti. I gruppi di lavoro sono generalmente coordinati da uno Stato membro
o dalla Commissione e i partecipanti
provengono dagli stati membri interessati, dai paesi candidati all’accesso, da
stakeholders e NGO. I gruppi di lavoro
avevano il compito di sviluppare indirizzi per l’analisi delle pressioni e degli
impatti, sviluppare indirizzi per la designazione dei corpi idrici fortemente
modificati, sviluppare indirizzi sulla
classificazione dello stato delle acque
interne e l’identificazione delle condizioni di riferimento, sviluppare indirizzi
sullo sviluppo di sistemi tipologici e di
classificazione delle acque costiere e di
transizione, sviluppare indirizzi per realizzare la rete d’intercalibrazione, svi-
luppare indirizzi sull’analisi economica,
sviluppare indirizzi sul monitoraggio,
sviluppare indirizzi sugli strumenti per
la valutazione e la classificazione delle
acque sotterranee, sviluppare indirizzi
sulle migliori pratiche sulla pianificazione di bacino, sviluppare un GIS condiviso. In una serie di incontri dei Water
Directors degli Stati Membri sono state
approvate le linee guida per l’analisi
delle pressioni e degli impatti, per la
designazione dei corpi idrici fortemente
modificati, per classificazione dello
stato delle acque interne e l’identificazione delle condizioni di riferimento,
per lo sviluppo di sistemi tipologici e di
classificazione delle acque costiere e di
transizione, per la rete d’intercalibrazione, per l’analisi economica, per il
monitoraggio, la valutazione e la classificazione delle acque sotterranee, per
le migliori pratiche sulla pianificazione
di bacino e per lo sviluppo di un GIS.
Per quanto riguarda la situazione dei
progressi della trasposizione legale
della direttiva quadro negli stati membri e della designazione dei Distretti
quasi tutti gli stati membri hanno
comunicato la traspsizione della direttiva e designato i distretti idrografici.
La Commissione europea ha inoltre presentato le proposte per la continuazione del lavoro della CIS e ha definito
quattro temi cui corrispondono quattro
gruppi di lavoro, approvati insieme al
loro mandato per il 2005-2006 all’ultimo incontro dei Water Directors alla
fine del 2004:
– Stato Ecologico (che lavorerà anche
alle linee guida sull’eutrofizzazione
previste per la fine del 2005
– Gestione integrata di Bacino
(Integrated River Basin Management,
che lavorerà anche sul tema della scarsità e sulla siccità)
– Acque sotterranee
– Reporting
Oltre a questi gruppi di lavoro le attività proseguiranno anche sul tema dell’integrazione della protezione dell’acqua nelle altre politiche europee con
particolare priorità per il rapporto con
l’agricoltura e la CAP ma anche con le
politiche di coesione, dei trasporti e l’idroelettrico. Sulle politiche di coesione
esiste già un gruppo di esperti sugli
aspetti ambientali dei fondi strutturali.
Si prevede inoltre un workshop sulle
pressioni idromorfologiche e la designazione dei corpi idrici fortemente modificati nel 2005. In particolare la Regione
Emilia-Romagna su invito del Ministero
partecipa ai lavoro del gruppo informale sulla scarsità, coordinato dalla
Francia e dall’Italia, in base alle risultanze del Piano regionale di tutela
delle acque.
Per quanto riguarda l’attuazione della
direttiva Quadro in Regione EmiliaRomagna e le attività connesse che
discendono dal decreto 152/99 (in
particolare agli articoli Art. 42 e 43) la
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Regione ha approvato, sulla base della
L.R. 3/99 e della L.R. 20/2000 con
deliberazione della Giunta regionale n.
2239 del 10 novembre 2003, il
Documento preliminare del Piano
Regionale di Tutela delle Acque, costituito dalla relazione generale, dalle
Norme e dalla VALSAT e dagli allegati
tecnici e successivamente sulla base
delle conferenze di pianificazione provinciali il Piano è stato adottato dal
Consiglio con delibera 633 del 22
dicembre 2004, ed è recuperabile sul
sito http://www.ermesambiente.it
/PianoTutelaAcque/
Il Piano è uno strumento finalizzato a
raggiungere, secondo gli indirizzi della
Direttiva quadro europea e del Decreto
152/99, che in parte attua la Direttiva
al livello nazionale, mediante un
approccio integrato di tutela quali-quantitativa, entro il 2016, una buona qualità delle acque superficiali, sotterranee
e marine con una verifica intermedia al
2008 ove si richiede di raggiungere
uno stato sufficiente.
La metodologia di lavoro del Piano di
tutela ha utilizzato un’elaborazione
secondo bacini idrografici e la collaborazione delle Province e delle Autorità
di Bacino di riferimento, con il supporto
dell’ARPA, secondo lo schema della programmazione partecipata già utilizzato
in Agenda 21, con il Piano Triennale di
Sviluppo Sostenibile della Regione
Emilia-Romagna e, ai sensi della legge
3/99, le modalità di un processo d’in-
formazione pubblica e di concertazione
tramite le conferenze di Pianificazione
Provinciali. Il Piano:
– comprende sulla base di un’analisi
di livello regionale svolta in accordo
con le Province (nei gruppi di lavoro)
l’analisi generale dei bacini idrografici,
delle acque costiere e delle acque sotterranee e le pressioni esistenti, tra cui
la disponibilità di risorse idriche per i
vari usi in relazione alle loro caratteristiche qualitative e quantitative e gli
impatti significativi in atto e previsti
anche in base alle linee guida individuate dalla Commissione con la CIS
– definisce sulla base dei dati del
monitoraggio 2001 e 2002 la classificazione dei corpi idrici significativi
– definisce gli obiettivi, sulla base
della legge e degli obiettivi e priorità
delle Autorità di bacino e degli obiettivi
autonomamente posti dalla Regione
con il concorso delle Province (legge
regionale n.3/99), da raggiungere nei
corpi idrici significativi, superficiali interni, costieri e sotterranei al 2008 e al
2016;
– individua le misure d’intervento sia
qualitative sia quantitative;
– i tempi d’attuazione;
– valuta, attraverso una simulazione
modellistica dei bacini dei corpi idrici
significativi, sia dello stato attuale sia
degli stati futuri al 2008 e al 2016 in
conformità a due scenari previsionali,
se si raggiungono gli obiettivi di qualità
ambientale dei corpi idrici d’interesse
(D.Lgs152 e art. 114 comma 1
L.R.3/99) e obiettivi di qualità funzionale in relazione agli usi programmati
per i corpi idrici o tratti di essi, ancora
di competenza regionale.
– definisce il programma di verifica
dei risultati, che prevede un processo di
monitoraggio delle misure, del loro
avanzamento e del graduale raggiungimento degli obiettivi e di valutazione
dei risultati, chiudendo il ciclo della programmazione
Il Piano di Tutela regionale (Art. 114
legge regionale 3/99), definisce infine
obiettivi e livelli di prestazione richiesti
alla pianificazione infraregionale delle
Provincie, da attuarsi con il piano territoriale di coordinamento provinciale o
con il Piano di Tutela delle acque
Provinciale e le deroghe negli obiettivi
e le eventuali misure supplementari la
cui individuazione, anche tramite analisi costi/efficacia, è affidata alle
Province.
Una parte fondamentale delle misure è
già compresa nel Programma stralcio,
approvato dalla Regione con il concerto
delle nove province, di cui all’art. 141
della Finanziaria 2000 che da una
135
parte rappresenta il passaggio fondamentale per l’attuazione della direttiva
271/91 sulle acque reflue urbane, e
dall’altra rappresenta una misura rilevante ai fini del raggiungimento degli
obiettivi di qualità ambientale del Piano
di Tutela. Il Programma stralcio è stato
peraltro recepito, nel quadro dell’Intesa
Istituzionale di Programma tra il
Governo e la Giunta della Regione
Emilia-Romagna, nell’Accordo di
Programma quadro tra il Ministero
dell’Economia e delle Finanze, il
Ministero dell’Ambiente e della tutela
del Territorio, il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero
delle politiche agricole e forestali e la
Regione Emilia-Romagna siglato il 20
Dicembre 2002, con l’indicazione dei
mezzi finanziari di copertura.
Per quanto riguarda le acque a specifica destinazione, così come sono indicate al Capo 2 del D.L.gsl. 152/99, è
continuato il monitoraggio nelle stazioni delle reti dedicate senza che si evidenziassero problematiche particolari.
Per quanto riguarda la qualità delle
acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, in applicazione alla Direttiva 75/440/CEE, e in
ottemperanza al Decreto L.gs.
152/99, Allegato 2 “Acque a specifica
destinazione”, questa funzione è l’unica rimasta in capo alla Regione dopo
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Coordinamento Provinciale (PTCP) sia
per i Piani di settore.
l’emanazione della L.R. 3/99. Allo
stato attuale continuano ad essere
monitorate tutte le prese acquedottistiche dirette già esistenti; in particolare,
attraverso valutazioni congiunte tra
l’Assessorato Sanità e Ambiente sono
studiate misure di miglioramento per le
acque che sono classificate nelle categorie A3 e sub A3. In generale il
Documento preliminare del PTA prevede
che vi sia un miglioramento complessivo nel tempo arrivando in tutte le stazioni ad A2.
Gestione Integrata
Zone Costiere
Il processo finalizzato alla definizione
delle politiche regionali in materia di
Gestione Integrata delle Zone Costiere,
ha visto il completamento della sua
fase progettuale alla fine del 2003
(cfr. Settimo Eurorapporto) con la produzione di un rapporto finale
(31/12/2003) presentato, in prima
istanza, il 20 aprile 2004 con il format
di Linee Guida per i nove tematismi di
riferimento.
La fase di consultazione, successivamente avviata, ha consentito una
prima revisione e correzione, in termini
di coerenza interna, degli indirizzi relativi ai nove tematismi di riferimento,
attraverso i contributi apportati dai
diversi soggetti del sistema (componen-
ti i Comitati Istituzionale e Intersettoriale), nell’ambito di varie iniziative
promosse dalla Regione Emilia-Romagna durante tutto il primo semestre del
2004.
La fase di consultazione e partecipazione dei vari portatori d’interesse è proseguita, nel secondo semestre del
2004, con l’apertura di un Forum di
discussione e con lo svolgimento di un
convegno conclusivo, a Cervia l’8 e il 9
ottobre 2004, promosso dalla Regione
e dalla Fondazione CerviaAmbiente,
che hanno condotto ad ulteriori integrazioni e affinamenti degli indirizzi contenuti nel documento Linee Guida.
Il documento così completato, è passato all’esame della Cabina di Regia del
Piano Triennale Ambiente (approvazione della proposta di Linee Guida nella
seduta dell’11 novembre 2004) e ha
successivamente registrato il parere
favorevole della Conferenza Regionale
Autonomie Locali (seduta del 22
novembre 2004).
Il Consiglio Regionale, su proposta
della Giunta Regionale (delibera n.
2406 del 29/11/2004) e preso atto
delle modificazioni apportate alla stessa proposta di Giunta da parte della
Commissione Consiliare “Territorio
Ambiente e Infrastrutture”, ha infine
proceduto, con propria deliberazione
n. 645 del 20 gennaio 2005, all’ap-
provazione delle Linee Guida per la
Gestione Integrata delle Zone
Costiere.
Completata anche la fase istituzionale,
con l’approvazione da parte del
Consiglio Regionale, si è avviata la fase
più ambiziosa e delicata dell’intero processo, ovvero quella dell’attuazione
delle Linee Guida, sia attraverso azioni dirette della Regione, sia attraverso gli strumenti di pianificazione di
livello provinciale e comunale, processo quest’ultimo che necessita come
conditio sine qua non l’assunzione da
parte degli Enti Locali degli indirizzi
scaturiti dal percorso progettuale, consultivo ed istituzionale sopra descritto.
Nella propria delibera, il Consiglio
Regionale (oggi Assemblea Legislativa)
invita infatti “le Province ed i Comuni
costieri, componenti il Comitato
Istituzionale GIZC, a formalizzare la
loro adesione alle Linee Guida GIZC
mediante adozione e approvazione
delle medesime con provvedimenti dei
propri organi istituzionali”.
Per quanto concerne l’attuazione
attraverso la pianificazione territoriale, le Province si stanno impegnando a tenere conto delle Linee Guida
quale riferimento per la definizione e la
valutazione delle scelte di piano che
coinvolgono i territori costieri. Ciò vale
sia per i Piani Territoriali di
Al momento il PTCP di Ravenna e quello di Forlì - Cesena, il primo recentemente adottato il secondo in fase d’adozione, contengono riferimenti ed applicazioni degli indirizzi delle Linee Guida, sia pure in forma ancora ulteriormente integrabile dato il breve tempo
intercorso dalla loro approvazione.
In particolare, finora, tale impegno è
stato assunto formalmente dalla
Provincia di Forlì - Cesena, nell’ambito
dell’Accordo di pianificazione sottoscritto con la Regione per il proprio PTCP.
In prospettiva, l’impegno verrà richiesto, dalla Regione, in sede di sottoscrizione di ogni Accordo, quale atto di
indirizzo condiviso.
Per quanto concerne l’attuazione
attraverso azioni dirette della
Regione, alcuni dei settori regionali
coinvolti nel sistema GIZC hanno già
attivato finanziamenti e avviato iniziative specifiche inerenti attività di studio,
monitoraggio, progettazione e realizzazione di interventi, anche attraverso la
partecipazione a progetti europei. Di
queste attività si darà conto nel prossimo Eurorapporto.
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4.2.3. LIFE - strumento
finanziario europeo
per l’ambiente
Creato a supporto dell’applicazione,
aggiornamento e sviluppo della politica
comunitaria nel settore dell’ambiente e
della legislazione ambientale, LIFE
sostiene progetti di interesse comunitario in vari settori, presentati da soggetti
di varia natura pubblica e privata ed è
suddiviso in tre settori tematici:
Natura, il cui obiettivo specifico è di
contribuire all’attuazione della direttiva
comunitaria concernente la conservazione degli uccelli selvatici e di quella relativa alla conservazione degli habitat
naturali e, in particolare, all’attuazione
della rete “Natura 2000” rete ecologica europea istituita dalla direttiva
“Habitat” della CE che comprende le
aree SIC (Siti di Importanza
Comunitaria),
Ambiente, che ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di tecniche e metodi
innovativi e allo sviluppo della politica
comunitaria dell’ambiente,
Paesi terzi che vuole contribuire alla
creazione di capacità e strutture amministrative nonché allo sviluppo di politiche e programmi d’azione nel settore
dell’ambiente nei paesi terzi rivieraschi
del Mar Mediterraneo o dell’Europa
centro-orientale.
Attraverso bandi annuali attivati a livel-
lo di Stati membri dalle Amministrazioni competenti (per l’Italia il
Ministero all’Ambiente), i progetti
devono essere inviati alle autorità
nazionali di riferimento che provvedono
poi al loro invio alla Commissione europea; in caso di progetti cui partecipano
più Stati membri il progetto deve essere trasmesso da quello in cui ha sede
l’organismo coordinatore del progetto
stesso.
Le risorse finanziarie attribuite al programma per l’intero territorio comunitario ammontano complessivamente a
640 milioni di euro di cui il 47% per
Life-Natura, 47% per Life-Ambiente, 6%
per Life-Paesi terzi.
LIFE Ambiente prevede il sostegno
finanziario a due tipologie di progetti:
progetti di dimostrazione e progetti preparatori. Attraverso i progetti di dimostrazione, l’Unione europea intende stimolare e sperimentare soluzioni innovative di problemi ambientali, valutate
anche in termini di fattibilità tecnico
economica e di introduzione su larga
scala.
Nel corso del 2004, il regolamento
LIFE è stato modificato dal Reg.
1682/2004. Le modifiche apportate
non incidono sulla struttura di intervento ma si limitano ad apportare alcuni
adattamenti giuridici tali da permettere
il prolungamento dell’azione di LIFE al
2006. Viene inoltre fissato a 317,2
milioni di euro l’ammontare del bilancio a disposizione per il biennio
2005/2006 e viene maggiorata la
quota di risorse destinate alle misure di
accompagnamento finalizzate a migliorare le attività di divulgazione e di
monitoraggio dei progetti in corso.
Nell’ambito delle prospettive finanziarie
2007/2013, la Commissione ha presentato una nuova proposta per l’istituzione di un unico strumento per l’ambiente denominato Life+9.
Il nuovo strumento fornirà supporto alla
attuazione del Sesto Programma di
Azione Ambientale e cofinanzierà attività con un valore aggiunto europeo, un
carattere dimostrativo e una prospettiva
di lungo termine. La proposta della
Commissione prevede la suddivisione di
Life+ in due parti: Life+ Attuazione e
Governance, Life+ Informazione e
Comunicazione.
4.2.3.1. Partecipazione della
Regione a progetti LIFE
Nel 2004 la Regione Emilia-Romagna
ha partecipato, attraverso la Direzione
Generale Ambiente, Difesa del Suolo e
della Costa, a quattro progetti LifeNatura approvati per la tutela di habitat
naturali a rischio e precisamente:
Azioni di conservazione del lupo in 10
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siti SIC10 di tre Parchi della Regione
Emilia-Romagna, Ripristino ecologico e
conservazione degli habitat nella Salina
del SIC Valli di Comacchio,
Conservazione dei chirotteri e loro
ambienti di foraggiamento nella RNO di
Onferno nel sito SIC omonimo - gestiti
unitamente all’Istituto Beni Artistici
Culturali e Naturali, Ripristino di equilibri ecologici per la conservazione di
habitat e specie di interesse comunitario e, attraverso Arpa, al progetto
Conservazione degli habitat del sito di
importanza comunitaria Bosco della
Mesola. Con il contributo finanziario di
Life Natura 2000 è attivo il sito nel
quale sono reperibili informazioni sui
progetti Life Natura in corso in EmiliaRomagna.
墌 www.lifenatura.it/emilia-romagna/
9
doc COM (2004) 621 del 29 settembre
2004.
10
per informazioni sui Siti di Importanza
Comunitaria (SIC) e sulle Zone di Protezione Speciale (ZPS) della Rete Natura 2000
in Emilia-Romagna per la conservazione
degli habitat e delle specie animali e vegetali vedi il sito www.regione.
emilia-romagna.it/natura2000/
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Azioni di conservazione del lupo
(Canis lupus) in 10 siti SIC collocati
in tre Parchi della Regione EmiliaRomagna è realizzato in collaborazione con i parchi regionali dell’Alto Appennino Reggiano, dell’Alto Appennino
Modenese e dell’Alta Val Parma e
Cedra. Il progetto prosegue ed estende
a due parchi regionali confinanti un’esperienza già avviata nel solo Parco del
Gigante con il precedente progetto
Life/Natura 1996-1998. L’obiettivo
principale è il mantenimento di una
popolazione vitale di lupo appenninico
nell’intera area di progetto per favorirne la dinamica e la dispersione verso
altre zone idonee. Le azioni previste,
oltre alla messa a punto di una strategia unitaria di gestione sui tre Parchi,
sono: creare un sistema informativo
territoriale (GIS), sviluppare ipotesi di
gestione, verificare sperimentalmente
l’efficacia di interventi gestionali, individuare strategie e modalità per una sensibilizzazione volta alla ricerca del consenso delle categorie sociali locali più
interessate, coordinare il servizio di
vigilanza antibracconaggio.
Nel corso del 2004 si è provveduto
all’effettuazione del monitoraggio specie e prede con diversi metodi di indagine, all’analisi genetiche dei reperti,
all’organizzazione e all’archiviazione
dei dati e all’elaborazione dei medesimi, al coordinamento delle attività di
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rilevazione dei danni da predazione ed
è stato realizzato il recinto di ricovero
per il bestiame. Si sono tenuti incontri
con le popolazioni locali, il coinvolgimento degli amministratori locale per
“Manifesto per la conservazione del
lupo”. È stato preparato ed adottato il
Piano di gestione del lupo nei SIC interessati. Per quanto riguarda la diffusione dei risultati, oltre alla gestione del
sito Web, si sono tenuti workshops
finali ed è stato pubblicato un CD Rom
con la descrizione delle attività e i risultati del progetto.
Azioni di
conservazione
del lupo
(Canis lupus)
LIFE2000NAT/IT/7214
Durata: 39 mesi
marzo 2001- giugno 2004
Costo totale: 933.321 euro
Contributo comunitario: 419.994 euro
墌 http://www.lifenatura.it/emiliaromagna/LifeLUPO/life220frame.htm
Ripristino ecologico e conservazione
degli habitat nell’area della Salina
compresa nel sito SIC Valli di
Comacchio è realizzato in collaborazione con il Parco regionale del Delta
del Po. Il progetto ha come obiettivo il
ripristino della funzionalità idraulica,
della produzione esemplificativa del
sale, di alcuni dossi e del paesaggio.
Rendere fruibile la Salina e realizzare
un centro operativo per il monitoraggio
e la gestione. Le azioni previste sono:
ripristino manufatti di regolazione e
circolazione dell’acqua, riattivazione
piccola porzione Salina per produzione
sale, eliminazione fonti di disturbo
della fauna e di rischio, riqualificazione
edilizia fabbricato centro aziendale e
sua attrezzatura, attivazione forme di
fruizione compatibile.
Nel corso del 2004, oltre alla gestione
del sito web e al monitoraggio sulle
specie e caratteristiche delle acque, si è
provveduto ad effettuare opere di ripristino di manufatti edilizi e la realizzazione del centro operativo, opere di
ripristino della salina e di restauro
ambientale e paesaggistico. Concluso il
processo di concessione della salina da
parte dell’Agenzia del Demanio, è stata
affidata la gestione della stessa al
Parco del Delta del Po ed è stato attivato il piano di fruizione sperimentale
con l’apertura di visite guidate per le
scuole. Inoltre sono stati avviati i lavori
per la predisposizione del Piano di
Gestione ed è stata richiesta la proroga
del termine del progetto.
Ripristino
ecologico
e conservazione
degli habitat
nell’area della
salina compresa
nel sito SIC Valli di Comacchio
LIFE2000NAT/IT/7215
Durata: 66 mesi
Aprile 2001 - ottobre 2007
Costo totale: 1.597.143 euro
Contributo comunitario: 638.857 euro
墌 http://www.lifenatura.it/emiliaromagna/LifeSALINA/life230frame.htm
Conservazione dei chirotteri e loro
ambienti di foraggiamento nella
Riserva Naturale Orientata di
Onferno è realizzato in collaborazione
con il Comune di Gemmano, Ente
gestore della RNO. Il progetto ha l’obiettivo di allargare l’azione di tutela e
salvaguardia dei chirotteri operata dalla
Riserva, conservando e migliorando gli
ambienti di foraggiamento. Le azioni
previste sono: l’acquisizione di terreni,
l’ampliamento della Riserva con il recupero di siepi e cotico erboso, il recupe-
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Conservazione
dei chirotteri
e loro ambienti di
foraggiamento
nella RNO
di Onferno
LIFE2000NAT/IT/7216
Durata: 36 mesi
giugno 2001 - maggio 2004
Costo totale: 582.500 euro
Contributo comunitario: 262.125 euro
墌 http://www.lifenatura.it/
emilia-romagna/LifeCHIROTTERI/
life210frame.htm
ro e gestione dei pascoli, il miglioramento della composizione vegetazionale aree prative, il recupero della zona
umida, la conservazione delle associazioni vegetazionali di bosco, campagna
di divulgazione e sensibilizzazione.
Nel corso del 2004 si è provveduto
all’acquisto dei terreni e alla gestione
dei pascoli con un’intensa attività di
sperimentazione e riqualificazione
vegetazionale dei prati, di recupero di
pozze d’acqua semipermanenti e di
produzione e impianto di materiali
vegetali per il recupero delle biodiversità dei prati e del bosco. È stato realizzato un sistema informativo territoriale
(GIS) e, oltre ad attività di educazione
ambientale, seminari e convegni, è
stato adottato il Piano di Gestione del
SIC. Per quanto riguarda la diffusione
dei risultati, oltre alla gestione del sito
Web, sono stati pubblicati un video con
la descrizione delle attività e i risultati
del progetto, booklets e pieghevoli.
Ripristino di equilibri ecologici per la
conservazione di habitat e specie di
interesse comunitario, è realizzato in
collaborazione con ARPA EmiliaRomagna, il Consorzio Parco Regionale
Delta del Po, il Comune di Argenta e il
Consorzio della Bonifica Renana. Il progetto ha come obiettivo il ripristino,
all’interno del Parco regionale del Delta
del Po, nell’area denominata Valle
Santa, Valle Campotto, di equilibri ecologici utili per la conservazione, il
miglioramento e l’incremento di habitat
di interesse comunitario. Sono previsti
interventi di dragaggio, azioni di monitoraggio ed interventi di miglioramento
ambientale e volti alla fruizione turistica sostenibile dell’area. Il progetto si
prefigge di definire criteri certi di
gestione delle attività antropiche al fine
di garantire l’efficienza idraulica dei
corsi d’acqua, delle casse di espansione
e, nel contempo, conservare gli habitat
legati a questi ambienti attraverso la
formulazione di un Piano di gestione
del p.SIC Valle Santa, Valle Campotto,
da usare quale strumento per definire e
coordinare le azioni e i mezzi necessari
per la valorizzazione e la riqualificazione nel tempo che permetta l’aumento
delle varietà di habitat e di biodiversità
e la definizione di forme di gestione
sostenibile.
Nel corso del 2004 sono terminati gli
interventi di dragaggio dei canali sublagunari e sono state portate avanti azioni di contenimento delle popolazioni di
nutria e altre specie alloctone di pesci e
invertebrati. È proseguita la raccolta di
materiale di propagazione di specie
arboree ed arbustive locali, finalizzata
alla realizzazione del vivaio volante. È
stato approvato il progetto esecutivo
per la costruzione di una torretta-osservatorio e, oltre alla predisposizione di
materiale informativo, sono state avviate visite guidate ed escursioni per divulgare le opere in essere di riqualificazione dell’oasi. Arpa ha svolto la campagna di monitoraggio su acque, sedimenti e macrovertebrati aquatici; per
quanto riguarda le indagini sull’ avifauna e sull’ ittiofauna, esse sono state
condotte da Arpa attraverso il supporto
scientifico dell’Istituto Nazionale della
Fauna Selvatica e del “Centro di
Ricerca Interdipartimentale sulle tecnologie e l’igiene degli allevamenti intensivi delle piccole specie” dell’Università
di Bologna.
139
Ripristino di
equilibri ecologici
per la
conservazione di
habitat e specie
d’interesse
comunitario
LIFE2002NAT/IT/8526
Durata: 42 mesi
luglio 2002 - dicembre 2005
Costo totale: 1.434.821 euro
Contributo comunitario: 573.928 euro
Interventi di conservazione di habitat naturali nel SIC Bosco della
Mesola vede come capofila il Ministero
delle Politiche Agricole e Forestali attraverso il Corpo Forestale dello Stato.
Arpa partecipa in qualità di partner
insieme al Parco regionale del Delta del
Po. Il progetto ha lo scopo di contribuire al mantenimento di habitat e di specie di interesse comunitario presenti
all’interno della Riserva naturale Bosco
della Mesola, situato tra i bracci terminali del Po di Goro e del Po di Volano,
tra questi: la foresta di Leccio, la
Tartarugua di Hermann e la Testuggine
palustre (Emys orbicularis), il Pelobate
fosco. Il contributo di Arpa è relativo al
ripristino della rete di monitoraggio
della falda e della rete idraulica: è
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140
stato attuato il monitoraggio della falda
freatica attraverso il periodico rilevamento della profondità e della conducibilità con lo scopo di tenere sotto controllo il possibile aumento della salinità
che potrebbe avere conseguenze negative sulla vegetazione del bosco e sulla
distribuzione delle presenze degli Anfibi
e della Testuggine palustre.
Contemporaneamente sono stati rilevati
i parametri idrometrici e di conducibilità
nella rete idraulica del bosco che svolge un ruolo chiave nell’alimentazione
della falda. Sono state effettuate prime
elaborazioni dei dati raccolti che porteranno ad implementare un modello di
simulazione del sistema falda-rete
idraulica, quale supporto alle decisioni
relative alla gestione complessiva del
sito. È stato effettuato il monitoraggio
della popolazione di Emys, in collaborazione con la facoltà Scienze Ambientali
dell’Università di Bologna.
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OTTAVOEURORAPPORTO
Interventi di
conservazione di
habitat naturali
nel SIC Bosco
della Mesola
LIFE2000NAT/IT/7174
Durata: 48 mesi
settembre 2001- agosto 2005
Costo totale: 410.000 euro
Contributo comunitario: 205.000 euro
墌 http://www.corpoforestale.it
/wai/serviziattivita/Progetti_Ricerche
/progetti/boscomesola/index.html
Per quanto riguarda Life/Ambiente, la
Regione Emilia-Romagna, nel corso del
2004 ha partecipato, attraverso ARPA
Emilia-Romagna, al progetto VISIT e,
unitamente al Servizio Economia Ittica,
al progetto EMMA.
Eco-labels for Sustainable Tourisme
in Europe: demonstrating how Ecolabels can move the European tuorism market towards sustainability
(VISIT) è un progetto a cui la Direzione
Generale di ARPA, Sistemi di Gestione
Integrati - Sicurezza - Qualità Ecomanagement, partecipa come partner. Capofila è il centro olandese ECET
European Center for Eco-Agro Tourism,
altri partners sono ECOTRANS European
network for Sustainabler Tourism
Development (DE), NFI Internazional
Friends of Nature (AT), Strattreisen di
Hannover (DE); partecipano inoltre,
come associati, altri 37 partners di
dodici Stati europei.
Visit vuole dimostrare come gli Ecolabel
– i marchi di qualità ambientale – possono muovere il mercato del turismo
europeo verso la sostenibilità. Tra gli
obiettivi la definizione di criteri uniformi per la validazione degli Ecolabel, la
promozione e il coordinamento di iniziative che si muovono ancora in
maniera spontanea nel settore del turismo ecosostenibile, implementando l’opera di promozione-convinzione dei
Tour Operators e delle varie
Associazioni. Nell’ambito delle attività
del progetto, ARPA è stata coinvolta in
particolare nel Working Group
Indicators con l’obiettivo principale di
individuare una griglia di indicatori in
grado di misurare le performances del
Turismo, in termini di sostenibilità,
focalizzando l’attenzione non sui prodotti e/o servizi, ma sulla
destinazione.
Nel maggio 2004 è stato pubblicato il
Manuale VISIT, in quattro lingue. ARPA,
presente nel comitato di redazione, è
stata impegnata nella elaborazione,
traduzione e revisione della versione in
lingua italiana, per la parte riferita alla
sperimentazione degli indicatori VISIT
nelle destinazioni.
VISIT
Voluntary
Initiatives for
Sustainability
in Tourism
LIFE 00ENV/NL/000810
Durata: 26 mesi
gennaio 2001- dicembre 2003
Costo totale: 1.804.918 euro
Contributo comunitario: 882.858 euro
Attività ARPA
Risorse proprie: 40.000 euro
risorse comunitarie: 39.400 euro
墌 http://www.yourvisit.info/
index_it.html
Environmental Management through
Monitoring and Modelling of Anoxia
(EMMA) è un progetto a cui ARPA
Emilia-Romagna, Struttura
Oceanografica Daphne, e il Servizio
Economia Ittica della Direzione
Generale Attività Produttive partecipano
come partners. Capofila è il CNR Istituto Scienze Marine, Sezione di
geologia marina, di Bologna; altri part-
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OTTAVOEURORAPPORTO
ners sono gli Istituti di Scienze Marine
di Trieste e Ancona, il Dipartimento di
Veterinaria dell’Università di Bologna,
Aster, il Comune di Rimini, il Mercato
Ittico di Cesenatico, le Cooperative
Casa del Pescatore e la Bussola, oltre
al National Institute of Biology - Marine
Biology Station della Slovenia.
Obiettivo del progetto è la valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica
relativa alla formazione di fenomeni
anossici (carenza di ossigeno disciolto
nelle acque di fondo) nell’alto Adriatico. I risultati emersi vengono utilizzati
per sviluppare una strategia concertata
a livello locale al fine di migliorare la
qualità ambientale attraverso la riduzione dell’impatto (ambientale e socio
economico) degli eventi ipossici ed
anossici stagionali nelle acque costiere
e marine dell’Adriatico settentrionale.
In particolare il progetto si propone di
trasferire le conoscenze scientifiche e
tecnologiche alle pubbliche amministrazioni ed agli attori socio economici al
fine di porre in essere una serie di
misure ed interventi concertati in grado
di contrastare le cause del degrado dell’ecosistema marino; far crescere la
consapevolezza sulla necessità di utilizzo di sistemi integrati di gestione
ambientale, comprese le pubbliche
amministrazioni che non sono direttamente coinvolte nel progetto e, infine,
scambiare esperienze ed incentivare la
diffusione del modello in altre aree italiane ed europee.
Nel corso del 2004 sono iniziate le
attività di stesura del “Manual for Best
Monitoring Practice” e, in particolare,
sulla struttura del Manuale e i contenuti che in esso saranno sviluppati: identificazione dei parametri chiave, analisi
delle necessità dei soggetti gestionali e
degli operatori socio-economici locali,
analisi delle strumentazioni e delle reti
di monitoraggio esistenti.
EMMA
Environmental
Management
through
Monitoring
and Modelling
of Anoxia
LIFE 04ENV/IT/000479
Durata: 36 mesi
ottobre 2004 - settembre 2007
Costo totale: 1.807.418 euro
Contributo comunitario: 903.709 euro
Progetto ARPA
Contributo comunitario: 100.000 euro
Attività ARPA
Risorse proprie: 85.665.75 euro
risorse comunitarie: 79.665.75 euro
4.3.
LA POLITICA
DI RICERCA
E SVILUPPO
TECNOLOGICO
4.3.1. Scenario
comunitario
L’azione comunitaria nel campo della
ricerca è finalizzata a creare un vero e
proprio spazio europeo della ricerca
(SER) ed il nuovo Trattato costituzionale ne consacra l’esistenza e prevede
competenze specifiche per l’Unione
Europea, rafforzando quelle previste
negli artt.163-173 del precedente
Trattato UE.
L’azione dell’Unione europea è anche
finalizzata ad intensificare l’impegno
finanziario a favore della ricerca per
portare gli investimenti in tale settore
al 3% del PIL entro il 2010 ed individuando nel potenziamento di questa
politica uno degli elementi chiave della
strategia di Lisbona.
Accanto al consolidamento delle azioni
previste dal VI Programma quadro (PQ)
2002-2006, la Commissione europea,
nel 2004, ha avviato la preparazione
del VII PQ (2006-2010) identificando,
in una specifica comunicazione11 (La
141
scienza e la tecnologia, chiavi del futuro dell’Europa), sei obiettivi principali
per rafforzare la ricerca e lo sviluppo
tecnologico in Europa: la creazione di
poli di eccellenza, rafforzare la ricerca
di base, avviare importanti iniziative
tecnologiche, rafforzare il potenziale di
attrazione nei confronti dei ricercatori,
sviluppare infrastrutture di ricerca di
interesse europeo, potenziare i programmi nazionali di ricerca.
Da segnalare anche l’adozione della
Comunicazione “Verso una strategia
europea a favore delle nanotecnologie”12 per l’importanza che
hanno queste tecnologie nei confronti
di vari settori quali la sanità, le tecnologie di informazione, l’industria, l’energia, la sicurezza.
4.3.2. Partecipazione
della Regione
a programmi di ricerca
La Regione Emilia-Romagna ha in atto
una convenzione con ASTER per “supportare e preparare l’ente regionale, il
11
Doc. COM (2004) 353 del
16.6.2004.
12
Doc. COM (2004) 338 del
12.5.2004.
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142
sistema delle Università e dei centri di
ricerca ai bandi del sesto programma
quadro”13, oltre sensibilizzare ed informare i settori della Regione interessati
e quindi raccogliere le loro priorità nel
campo della ricerca, favorire i collegamenti tra RER e le competenze disponibili nel territorio e favorire partnership
europee.
Nell’ambito delle diverse Azioni previste dal Quinto Programma Quadro di
Ricerca e Sviluppo Tecnologico dell’Unione Europea, la Regione Emilia-Romagna ha partecipato, nel 2004, a
nove progetti: attraverso la Direzione
Generale Ambiente, Difesa del Suolo e
della Costa al progetto COASTVIEW e,
attraverso Arpa Emilia-Romagna ai progetti ACTIF, CARPE DIEM, FRAP, FUMAPEX, MANTISSA, MFSTEP, MUSIC e
STARDEX. Nell’ambito del Sesto Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo
Tecnologico dell’Unione Europea, invece, ha partecipato, attraverso Arpa
Emilia-Romagna al progetto ENSEMBLES e, attraverso Ibacn al progetto
EPOCH; è stato inoltre approvato il progetto MERIPA a cui partecipano le
Direzioni Generali Attività produttive,
Commercio e Turismo e Organizzazione, Sistemi Informativi e Telematica:
COASTVIEW è uno specifico progetto di
ricerca all’interno dell’azione
Ecosistemi marini sostenibili – monito-
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OTTAVOEURORAPPORTO
raggio e gestione di fenomeni costieri,
coordinato dall’Università di Plymouth
(UK). La partecipazione della Regione
Emilia-Romagna si svolge in stretta collaborazione con le Università di
Bologna e Ferrara. Altri partners sono
Environment agency of England and
Wales (UK), Kobenhauns Universitet
(DK, gli olandesi Stiching waterloopkunding laboratorium, Ministry of transport public works and water management, Università di Utrecht, gli spagnoli
International centre for coastal resources research, Autoridad Portuaria di
Santander, Universidad de Cantabria.
Il progetto si prefigge di testare e mettere a punto una tecnica di videomonitoraggio della dinamica costiera
mediante riprese di immagini video
finalizzato alla gestione della zona
costiera. In particolare 1) sviluppare
Indicatori di Stato Costiero (CSI’s Coastal State Indicators) collegati alle
risorse, per descrivere lo stato dinamico
delle coste a supporto della Gestione
della zona costiera; 2) sviluppare e
verificare metodi di controllo basati su
videoimmagini e tecniche di analisi
associate, per stimare ed interpretare
questi indicatori. La Regione EmiliaRomagna partecipa con la stazione di
videorilevamento localizzata sul litorale
di Lido di Dante (Ravenna) entrata in
funzione nell’aprile 2003.
COASTVIEW
Durata: 36 mesi
aprile 2002-marzo 2005
Costo totale: 2.670.279,00 euro
Contributo comunitario:
2.017.150,00 euro
Attività RER
Risorse proprie: 36.983,00 euro
risorse comunitarie: 18.017,00 euro
墌 http://141.163.79.209/
web/index.html
ACTIF è una misura di accompagnamento, cioè un progetto che non sviluppa ricerca al suo interno, ma ha come
obiettivo principale lo scambio e la
divulgazione dei risultati ottenuti nei
progetti di ricerca finanziati all’interno
del Quarto e Quinto Programma
Quadro di ricerca della UE. Il team di
ACTIF è infatti costituito da coordinatori
di altri progetti di ricerca.
Capofila del progetto è HR Wallingford
Ltd. (UK); Arpa-Sim partecipa come
partner assieme al Consiglio Nazionale
delle Ricerche (CNR.ISAC), Università di
Bologna, Norut Information Technology
Ltd. (NW), University of Salford e The
Environment Agency of England and
Wales (UK), DHI - Institute of Water &
Environment (DK) e Stichting
Waterloopkunding Laboratorium (NL).
Obiettivo di Actif è la realizzazione nel
periodo 2003-2004 di una serie di
seminari e di una conferenza internazionale sulle tematiche relative alla
previsione delle alluvioni. Nel corso del
2004 ARPA-SIM ha partecipato all’organizzazione workshop annuale del
progetto, tenutosi il 22 e 23 novembre
in Olanda, su “Identicazione, quantificazione, divulgazione delle incertezze
delle previsione delle alluvioni”.
Nell’ambito della conferenza finale del
progetto ha poi presentato una relazione sullo stato dell’arte, in EmiliaRomagna, delle tecniche previsionali
finalizzate all’identificazione del rischio
alluvioni.
13
Delibera di Giunta 28 dicembre 2001,
n. 3025.
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ACTIF
Achieving
Technological
Innovation in
Flood Forecasting
Durata 36 mesi
Marzo 2003 – gennaio 2006
Costo totale: 269.989 euro
Contributo comunitario complessivo:
269.989 euro
Attività ARPA
contributo comunitarie: 21.710 euro
CARPE DIEM ha come obiettivo il
miglioramento delle previsioni idrologiche attraverso la valutazione critica
delle attuali tecniche di stime delle precipitazioni, ricavate da osservazioni
radar, e delle previsioni numeriche di
precipitazioni.
ARPA-SIM è capofila ed ha curato il
coordinamento generale e scientifico
del progetto e gestisce i rapporti con la
Commissione europea. Partners del progetto sono: ProGeA S.r.l., Deutsches
Zentrum fuer Luft und Raumfahrt e V.
(DE), Swedish Meteorological and
Hidrological Institute (SW), Finnish
Meteorological Institute (FIN), il dipartimento di Astronomia e meteorologia
dell’Università di Barcellona (ES),
l’Istituto di Scienze dell’atmosfera e
del Clima del CNR e il Centro CWRR
dell’università nazionale Irlandese (IR).
L’attività di ARPA-SIM nell’ambito del
progetto è focalizzata sull’utilizzo dei
dati radar per la modellistica meteorologica numerica previsionale (miglioramento stime e previsione precipitazioni, assimilazione nel modello dei dati
radar) e cura il coordinamento generale
del progetto (coordinamento tecnicoscientifico, gestione di front-end verso
la commissione europea, gestione del
flusso finanziario).
Nel 2004 con il contributo di ARPA-SIM
sono state effettuate analisi meteorologiche di eventi caratterizzati da sistemi
a forte precipitazione, analisi dei dati
radar per la definizione di metodologia
finalizzata alla identificazione di segnali significativi e alla classificazione delle
idrometeore. È poi proseguito lo sviluppo di un sistema di previsioni a brevissimo termine basato sull’integrazione
di dati radar abbinati a dati previsionali
prodotti dal modello ad area limitata.
ARPA-SIM ha curato infine l’organizzazione di un workshop internazionale e
di una scuola sulle tematiche legate al
rischio idrogeologico. In qualità di ente
capofila, ARPA-SIM ha curato la gestione di tutte le procedure di accounting e
stesura di report nei confronti della
Commissione Europea.
Il Workshop conclusivo congiunto con
gli altri progetti europei MANTISSA e
MUSIC si è svolto a Helsinki dal 21 al
25 giugno 2004.
CARPE DIEM
Critical
Assessment of
available Radar
Precipitation
Estimation
techniques and
Development of Innovative approaches
for Innovative
Environment Management
Durata: 36 mesi
gennaio 2002-dicembre 2004
Costo totale: 2.501.444euro
Contributo comunitario complessivo:
1.659.000 euro
Attività ARPA
contributo comunitarie:
224.460 euro
FRAP progetto per un quadro metodologico generico per la riconciliazione di
conflitti tra protezione della biodiversità
ed attività umane.
Capofila del progetto è UFZ
Umweltforschungzentrum (Centro per
le ricerche nell’ambiente) di Leipzig
143
(DE); Arpa-Ingegneria Ambientale partecipa come partner assieme a ENEA e
Delta 2000 scrl (IT), Natural
Environment Research Council (UK);
Fundacao da Faculdade de Ciencias e
Tecnologie da Universiade Nova de
Lisboa (PT); Finnish Environment
Institute (FIN); Institute for Fisheries
Management e Danish Institute for
Fischeries Research (DK); Goeteborg
University (SW); Institut fuer
Wilbiologie und Jagdwirtschaft (AT).
Obiettivo del progetto è, sulla base di
casi studio relativi a tre specie di grandi
vertebrati ittiofagi (Cormorano, Lontra,
Foca) studiati in differenti stati europei,
quello di definire un quadro metodologico per riconciliare i conflitti tra conservazione della biodiversità ed uso
delle risorse ittiche. Il progetto è suddiviso in due fasi articolate su aspetti
socioeconomici ed ecologici. La prima
fase identifica e quantifica il problema
(quadro legislativo ed istituzionale,
aspetti economici e politiche, portatori
di interessi e mitigazione, e fattori
ambientali: dieta e consumo di pesce)
e la seconda sviluppa possibili soluzioni
(sviluppo di strumenti di politica, disegno di strategie di decisioni partecipate, e metodi di mitigazione ecologica e
gestione delle specie studio). Il modulo
finale è riservato alla disseminazione
dei risultati.
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Nel corso del 2004, Arpa ha partecipato ai gruppi di lavoro interdisciplinari e
ai monitoraggi sulle caratteristiche
strutturali degli habitat nelle aree di
foraggiamento del Cormorano, sull’efficacia dei metodi di dissuasione/allontanamento, e sulle presenze nell’area
di studio.
FRAP
Framework for
biodiversity
Reconciliation
Action Plans
Durata 29 mesi
Febbraio 2003 – giugno 2006
Costo totale: 3.730.000 euro
Contributo comunitario complessivo:
2.490.000 euro
Attività ARPA
contributo comunitarie: 59.499 euro
FUMAPEX ha come finalità di assicurare che i requisiti stabiliti dalle direttive
comunitarie sulla qualità dell’aria vengano raggiunti nei tempi più brevi possibile, permettendo la previsione e la
prevenzione dei peggiori casi di inquinamento atmosferico nelle aree urbane
di maggiori dimensioni.
Capofila del progetto è Danish
Meteorological Institute (DK); ARPASIM partecipa in qualità di partner
assieme a ARPA Piemonte e Arianet
Consulting (IT), German Weather
Service e Hamburg University (DE),
Centro de Estudios Ambientales del
Mediterrano (ES), Ecole Centrale de
Nantes, INSA CNRS Universite – Insa
de Rouen (FR), Finnish Meteorological
Institute, Finnish National Public Health
Institute KTL (FIN), The Norwegian
Meteorological Institute e Norwegian
Institute for Air Research (NW),
University of Hertfordshire (UK),
Environment Institute - Joint Research
Center (EU) e Swiss Federal Institute
of Technology (CH).
Obiettivo principale di ARPA SIM è
migliorare il proprio modello operativo
per la previsione e la simulazione dell’inquinamento atmosferico a Bologna
in cooperazione con altri enti locali
(Province e Comuni) che saranno direttamente coinvolti nel sistema di valutazione e verifica del modello, tramite
incontri pubblici e distribuzione della
reportistica elaborata dai partecipanti al
progetto.
Nel corso del 2004, nell’ambito della
verifica della qualità di diversi sistemi
di previsione meteorologica operativa
per la aree urbane, è stata verificata la
qualità del modello previsionale ad
area limitata (LAMI) su un periodo
annuale in stazioni urbane e rurali del
nord Italia, sono state eseguite e verificate simulazioni di episodi con modelli
a tre differenti risoluzioni (7, 2.8, 1.1
km) sulle aree urbane di Bologna e
Torino. Si è proceduto allo sviluppo ed
alla predisposizione della dimostrazione
di un nuovo sistema, denominato
NINFA, per la diffusione delle informazioni previsionali della qualità dell’aria
urbana, per l’Emilia-Romagna e l’area
urbana di Bologna, i cui risultati sono
stati comunicati in varie sedi europee,
nazionali e regionali.
FUMAPEX
integrated system
for Forecasting
Urban
Meteorology,
Air Pollution
and Population Exposure
Durata: 36 mesi
novembre 2002-ottobre 2005
Costo totale: 2.916.779euro
Contributo comunitario complessivo:
1.867.393 euro
Attività ARPA
contributo comunitarie: 63.275 euro
墌 http://fumapex.dmi.dk/
MANTISSA, progetto per la valutazione
della precipitazione con strumentazione
Micro-Wave Link.
Capofila del progetto è l’University of
Salford (UK), Arpa-Sim partecipa al
progetto come subcontractor del
Politecnico di Milano. Altri partners,
oltre al Politecnico, sono University of
Essex e Rutherford Appleton
Laboratories (UK), PH–Consult ( DK),
University of Hanover e
Emschergenossenschaft/Lippeverband
(DE).
Nel corso del 2004 sono stati installati
due idrometri presso il rio Centonara e
il Rio Ciagnano in località Settefonti di
Ozzano dell’Emilia (BO); è stato effettuato lo scarico periodico dei dati dei
micro-wave link e dei due idrometri e
fornitura degli stessi al Politecnico di
Milano, oltre alla fornitura di dati
meteorologici della stazione di
Settefonti. Arpa-Sim, inoltre, ha partecipato al Workshop conclusivo congiunto
con gli altri progetti europei MUSIC e
CARPE DIEM, svoltosi a Helsinki dal 21
al 25 giugno 2004.
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MANTISSA
Microwave
Attenuation
as a New Tool
for Improving
Storm-water
Supervision Administration
Durata: 36 mesi
febbraio 2001-gennaio 2004
Costo totale: 678.482 euro
Contributo comunitario complessivo:
339.241 euro
Attività ARPA
contributo comunitarie: 31.000 euro
MFSTEP, sistema di previsione oceanografica per il mediterraneo.
Capofila del progetto è l’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia;
Arpa-Sim partecipa come partner assieme a Università di Bologna, Enea,
National Centre for Marine Research
(GR), Collecte Localisation Satellites SA
(FR), Istituto Nazionale di
Oceanografia e di Geofisica
Sperimentale, Institut fuer Meerskunde
an der Universitaet Kiel (DE),
Universitat Politecnica de Catalunya
(ES), Centre National de la Recherche
Scientifique (FR), National and
Kapodistrian University of Athens (GR),
Institute of Acceleratine Systems and
Applications (GR), Institute of Marine
Biology of Crete (GR), CNR.ISTT,
Institut Français de Recherche pour
l’Exploitation de la Mer (FR), Ministry
of Agricultural and Natural Resources
(Cyprus), Fondazione Eni – Enrico
Mattei, Météo-France (FR),
CNR.ISAC.RM, National Institute of
Biology (SL), Cesky
Hydrometeorologivky Ujtav Praha (CZ),
CNR.IOF Deutschland GmbH (DE),
Israel Oceanographic & Limnological
Research Institute (Israel), University
of Malta (Malta), Università de Liege
(BE), Middle East Technical University
(Turkey), Marine Hydrophisical Institute
– Ukrainian National Academy of
Science (Ukraine), Netherlands
Institute for Sea Research (NL), ,
Consorzio Interuniversitario per la
Gestione del Centro di Calcolo
Elettronico dell’Italia Nord Orientale,
International Marine Center (IT),
Tecnomare SpA, CLU srl,Università degli
Studi di Ancona, CNR.IRPM, CNR.IST,
Université Pierre et Marie Curie (FR),
Centre National de la Recherche
Scientifique (FR), NOVELTIS (FR),
Università Paul Sabatier de Tolouse III
(FR), Consejo Superior de
Investigaciones Cientificas (ES), NEC
Foundation for International Studies –
University of Malta (Malta), CNR.ISIA,
Aristoteleio Panepistimio Thessalonikis
(GR), Ambiente Qualità Sicurezza
Mare, Università degli Studi della
Tuscia, University of Cyprus (Cyprus),
University of New South Wales
(Australia).
Nel 2004, nell’ambito dell’attività
“Preparazione di modelli previsionali a
scala regionale e della piattaforma
costiera, impatto dei venti ad altissima
risoluzione” sono stati eseguiti gli studi
preparatori per permettere al modello
oceanografico di operare utilizzando
dati meteo ad altissima risoluzione.
Con riferimento al mare Adriatico, nello
svolgimento dell’attività che riguarda
l’applicazione delle forzanti atmosferiche a studi sull’interazione aria-mare,
sono stati utilizzati i campi meteorologici prodotti dal modello previsionale
ad area limitata LAMI (Limited
Atmosheric Model Italy) per calcolare i
flussi superficiali all’interfaccia ariamare necessari a forzare il modello
oceanografico del mare Adriatico.
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MFSTEP
Mediterranean
Forecasting
System:
Toward
Environmental
Predictions
Durata: 36 mesi
Marzo 2003 - febbraio 2006
Costo totale: 11.971.124 euro
Contributo comunitario complessivo:
7.203.005 euro
Attività ARPA
contributo comunitarie: 47.000euro
墌 http://www.bo.ingv.it/
mfstep/index.htm
MUSIC ha come obiettivo la sperimentazione di un nuovo modello idrologico.
Il progetto è incentrato sulla realizzazione di un sistema di supporto per la
gestione e la prevenzione degli eventi
alluvionali.
Capofila del progetto è l’Università di
Bologna, ARPA-SIM partecipa in qualità
di partner assieme a University of
Newcastle upon Tyne (UK), Gematronik
GmbH elektronische Anlagen (DE),
Institute of Meteorology and Water
Management (PL), AVS/UNIRAS aps
(DK), Fondazione per la Meteorologia
Applicata, l’Istituto di Scienze
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146
dell’Atmosfera e del Clima del CNR e
ET&P Srl-Environmental Technologies
and Products (IT).
ARPA-SIM verifica la funzionalità degli
strumenti sviluppati all’interno del progetto; nel corso del 2004 è stata quindi sviluppata la metodologia di verifica
per le previsioni di natura idrologica e
di utilità per il DSS sviluppato, che ha
utilizzato dati di telepluviometri, di
radar e satelliti meteorologici. Nel giugno 2004 si è svolto ad Helsinki il
workshop finale.
MUSIC
Multi_Sensor
precipitation
measurements
Integration,
Calibration and
flood forecasting
Durata: 36 mesi
febbraio 2001-gennaio 2004
Costo totale: 1.915.594 euro
Contributo comunitario complessivo:
1.363.000 euro
Attività ARPA
contributo comunitario:
113.278 euro
STARDEX ha l’obiettivo di delineare
scenari di cambiamento climatico per
quanto riguarda l’occorrenza di eventi
meteorologici estremi che hanno un
grande impatto sulla vita e sulle attività umane.
Capofila del progetto è la University of
East Anglia (UK); ARPA-SIM partecipa
in qualità di partner assieme a King’s
College London, Fundación para la
Investigación del Clima (ES), University
of Bern e Eidgenossische Technische
Hochschule (CH), Centre National de la
Recherche Scientifique e Université de
Nice (FR), Atmospheric Dynamics
Group della Facoltà di Fisica dell’
Università di Bologna, Danish
Meteorological Institute (DK),
Fachhochschule fur Tecnik Stuttgart e
Universitaet Stuttgart (DE) Aristoteleio
Panepistimio Thessalonikis (GR).
L’attività di ARPA-SIM è accentrata sullo
studio dei cambiamenti climatici degli
estremi meteorologici a scala locale
(Emilia-Romagna, Nord Italia) mediante uso dei prodotti dei Modelli di
Circolazione Generale dell’Atmosfera e
dei modelli regionali, opportunamente
regionalizzati alla scala locale. Dopo
l’analisi degli eventi estremi osservati
in Emilia-Romagna negli ultimi 40/50
anni (incluse le cause scatenanti e le
conseguenze da essi derivanti), l’identificazione delle variabili più attendibili
predittrici di eventi estremi e la valutazione delle correlazioni esistenti tra
esse, durante l’anno 2004 sono state
applicate le procedure di regionalizzazione (downscaling statistico), definite
negli anni precedenti, alle uscite dei
modelli numerici di previsione climatica
al fine di valutare scenari di cambiamento climatico futuri (periodo 20702100) nella regione Emilia-Romagna.
STARDEX
Statistical
and Regional
Dynamical
downscaling of
Extremes for
European Regions
Durata: 42 mesi
gennaio 2002-giugno 2005
Costo totale: 2.315.617
Contributo comunitario complessivo:
1.716.624 euro
Attività ARPA
contributo comunitario:
163.200 euro
ENSEMBLES è un progetto che intende
sviluppare un sistema europeo per l’utilizzo della previsione probabilistica del
clima.
Capofila è U.K. Meteorological Office;
Arpa-Sim partecipa assieme all’Istituto
Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,
Consiglio Nazionale delle Ricerche,
Fondazione Eni Enrico Mattei, Food
and Agriculture Organization of the
United Nations, Università degli studi di
Firenze. Altri partners sono:
International Institute for Applied
Systems Analysis (A), Meteo France
Centre National de Recherches
Meteorologiques, Université Joseph
Fourier Grenoble 1, Centre National de
la Recherche Scientifique, Centre
European pour le Recherche et la
Formation Avancee en Calcul
Scientifique, Climpact, Electricité de
France, Ecole Normale Supérieure,
Société de Mathématiques Appliquées
et de Sciences Humaines (FR), Max
Plance Gesellschaft zur Foerderung der
Wissenschaften E.V., Universitat
Hamburg, Deutscher Wetterdienst,
Fachhochschule Fuer Technik Stuttgart,
Freie Universitaet Berlin, GKSS
Forschungszentrum Geesthacht GmbH,
Institut Fuer Meereskunde an der
Universitaet, Universitat Stuttgart,
Potsdam-Institut fur
Klimafolgenforschung e.V., Universitat
Kassel, Universitat zu Koln (DE),
European Centre for Medium-Range
Weather Forecasts , University of
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Bristol, University of Reading,
University of East Anglia, London
School of Economics and Political
Science, London School of Hygiene and
Tropical Medicine, University of
Liverpool, The Chancellor, Masters and
Scholars of the University of Oxford,
Weather Informatics Ltd (UK),
Danmarks Meteorologiske Institut e
Danmarks Jordbrugsforskning (DK),
Koninklijk Nederlands Meteorologisch
Instituut e Rijksinstituut Voor
Volksgezondheid en Milieu (NL),
National Observatory of Athens e
Aristotle University of Thessaloniki
(GR), Fundacion para la Investigacion
del clima, Instituto Nacional de
Meteorologia, Universidad de Cantabria
, Universidad de Castilla La Mancha
(ES), Suomen Ymparistokeskus (FIN),
Cicero senter for klimaforskning,
Meteorologisk Institutt, Nansen
Environmental and Remote Sensing
Center, Universitetet I Oslo (NW),
Lunds Universitet e Sveriges
Meteorologiska Och Hidrologiska
Institut (SW), Commission of the
European Communities – Directorate
General Joint Research Centre e università Catholique de Louvain (B),
Research Centre for Agricultural and
Forest Environment, Polish Academy of
Sciences (PL), Cesky
Hydrometeorologicky Ustav, Univerzita
Karlova V Praze, Ilmatieen Laitos
(FLUstav fyziky atmosfery AV CR (CZ),
Università de Fribourg, Eidgenoessische
Technische Hochschule Zuerich, Institut
Universitarie Kurt Boesch,
Meteoschweiz , World Health
Organization (CH), Institutul National
de Hidrologie si Gospodarire a Apelor
Bucuresti e Administratia Nationala de
Meteorologie (RO), The Abdus Salam
International Centre for Theoretical
Physics (IS), Bureau of Meteorology
Research Centre (Australia), The
Trustees of Columbia University in the
City of New York (USA).
Obiettivi del progetto sono, quindi:
Migliorare i modelli utilizzati per l’applicazione della previsione climatica,
Sfruttare i risultati previsionali collegandoli alle applicazioni degli utilizzatori,
Valutare l’efficacia delle previsioni
all’interno dei sistemi di assistenza tecnica in agricoltura.
Le attività del progetto si concretizzeranno nell’ Adattamento del SW CRITERIA per l’applicazione delle previsioni
stagionali ai modelli agrometeorologici,
nei Report di valutazione dei risultati
relativi all’applicazione delle previsioni
stagionali ed, infine, nella Divulgazione
dei risultati mediante articoli scientifici
e partecipazione a convegni.
Nel corso del 2004 è iniziato l’adattamento del sistema CRITERIA per la
simulazione territoriale di scenari utilizzando previsioni stagionali realizzate
con la tecnica di ensemble ed è stato
poi introdotto uno schema numerico
per la previsione del bilancio idrico nel
suolo.
ENSEMBLES
Ensemble based
predictions
of climate
changes and
their impacts
Durata: 60 mesi
Settembre 2004 - agosto 2010
Costo totale: 30.000.000
Contributo comunitario complessivo:
15.000.000 euro
Attività ARPA
contributo comunitario:
203.400 euro
EPOCH è una rete di circa un centinaio
di istituzioni culturali europee che mettono insieme i propri sforzi per migliorare la qualità e l’efficacia della tecnologia dell’informazione e della comunicazione per il patrimonio culturale.
L’obiettivo complessivo della rete è
quello di fornire una struttura organizzativa e disciplinare tale da accrescere
l’efficacia del lavoro all’interfaccia tra
la tecnologia e il patrimonio culturale
dell’esperienza umana rappresentato
147
da monumenti, siti e musei. Questa
struttura comprende tutti i vari processi
di lavoro e i flussi di informazioni dalla
scoperta archeologica fino all’educazione e alla divulgazione.
Capofila del progetto è University of
Brighton; IBACN partecipa come partner
assieme a dipartimenti universitari, centri di ricerca, istituzioni culturali come
musei o agenzie culturali nazionali e
imprese commerciali di tredici diversi
paesi; tra essi citiamo: Università di
Firenze, Politecnico di Milano, ISME
Centro Interuniversitario dei Sistemi
Integrati per l’Ambiente Marino,
University of Kent at Canterbury e The
European Association of Historic Towns
and Regions (UK), National Research
Initiative in Digital Libraries (DE),
Teknisk Museet Stockolm (SW), Center
for Public Archaeology and Heritage
Presentation (BE), Accademia
Ungherese delle Scienze (HU).
L’attività di IBACN si inserisce nell’area
mirata alla di realizzazione dell’inventario delle tecnologie IT che già sono
utilizzate nel patrimonio culturale o che
si stanno sviluppando nell’ambito del
patrimonio culturale. Attraverso la
determinazione dei fattori che influenzano il successo o il fallimento di una
tecnologia e delle sue applicazioni e
attraverso la programmazione delle
sovrapposizioni, delle sinergie e delle
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sul campo.
opportunità. Nel 2004 è stata compiuta, in collaborazione con il Politecnico
di Milano, un’attività di analisi sulle
metodologie in uso per quanto riguarda
la gestione e valutazione di accessibilità e usabilità nei siti web culturali. È
stato inoltre definito un questionario
che sarà sottoposto ad un ampio campione di istituzioni culturali europee per
la miglior definizione degli standards di
qualità dei siti web culturali.
EPOCH
European
research network
on Excellence
in Processiong
Open
Cultural Heritage
Durata: 48 mesi
marzo 2004 - agosto 2008
Contributo comunitario complessivo:
7.880.000 euro
Attività IBACN
contributo comunitario: 12.000 euro
墌 http://.epoch-net.org
MERIPA Methodology for European
Regional Innovation Policy
Assessment il progetto, approvato nel
novembre 2004, inizierà nel giugno
2005 e prevede un costo complessivo
di 1.980.700 euro, di cui 1.026.000
di contributo comunitario. La parte relativa alla Regione Emilia-Romagna prevede un costo di 207.808 euro, di cui
106.123 di contributo comunitario.
Capofila è il Comune di Aalborg (DK).
Le Direzioni Generali “Organizzazione,
Sistemi Informativi e Telematica” e
“Attività produttive, Commercio e
Turismo” partecipano come partner
assieme a Aster, Aalborg University e
North Jutland County (DK), Region
Blekinge e Blekinge Institute of
Technology (SW), Lappeenranta
University of Technology e Kouvola
Region Federation of Municipalities
FIN), Vilnius Municipality (LT) e
Technology Center Kareltek, Region of
South Karelia (RUS).
Obiettivo del progetto è l’individuazione e sperimentazione di una
Metodologia per la valutazione dell’impatto delle politiche di innovazione
regionali e benchmarking con le altre
regioni e altri modelli sviluppati con
finanziamento comunitario.
4.4.
LA POLITICA
DEI TRASPORTI
4.4.1. Partecipazione
della Regione ad azioni
comunitarie
L’azione regionale nel settore della
mobilità urbana e del trasporto pubblico avviene in stretto contatto e confronto con le realtà europee.
Attraverso un confronto internazionale
sono state affrontate le principali tematiche di questo settore in merito a:
Scenari: prassi organizzative del trasporto, modelli di business e sistemi
logistici;
Tecnologie: disponibilità di apparati e
sistemi, maturità tecnologica, accessibilità di mercato, applicabilità, nuovi servizi e nuove architetture;
Sicurezza: rischi, problemi, soluzioni
prescritte e auspicate per la sicurezza di
merci, operatori e strutture del trasporto
e per la prevenzione ambientale;
Progetti e Esperienze: cosa si sta già
facendo per l’applicazione dell’ICT nel
contesto della produzione, della logistica e del trasporto intermodale delle
merci con specifiche sperimentazioni
Grazie all’esperienza maturata anche
nel corso dei progetti europei, è stata
evidenziata la funzione
dell’Information Technologies al fine di
migliorare l’efficienza ed incrementare
la sicurezza durante il trasporto delle
merci e nell’intera catena logistica, con
le conseguenti ricadute positive a livello economico complessivo.
Nel corso del 2004, la Direzione
Generale Programmazione territoriale e
Sistemi di mobilità e l’Agenzia regionale Trasporti, ha partecipato a otto progetti approvati nell’ambito dei programmi di cooperazione transnazionale
(Interreg III B)14 e interregionale
(Interreg III C) che prevedono complessivamente quasi 5 milioni di euro di
finanziamenti, per sviluppare sistemi di
trasporto delle merci meno inquinanti,
più efficienti e competitivi, ed anche
per allargare la rete informatica che
collega i porti e gli interporti del “corridoio Adriatico” all’Austria e alla Grecia
e per incentivare il trasporto via mare e
su ferrovia.
La Regione Emilia-Romagna è capofila
di due progetti - City Ports e Gildanet e partecipa come partner agli altri sei:
Imonode, Merope, I-Log, Sestante,
Citeair ed Enlocc.
14
Vedi in particolare la sezione dedicata al
programma di iniziativa comunitaria Interreg
III.
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4.5.
LA POLITICA
ENERGETICA
Nel Trattato sull’Unione Europea non vi
è un riferimento specifico alla Politica
Energetica e le azioni comunitarie nel
settore dell’energia sono sviluppate nell’ambito di diverse politiche.
4.5.1. Il Piano energetico
regionale
La riforma dell’articolo 117 della
Costituzione riconosce “la produzione,
il trasporto e la distribuzione nazionale
dell’energia” tra le materie di legislazione concorrente tra Stato e Regioni.
Allo Stato tocca dunque dettare i principi generali, mentre spetta alle Regioni
la programmazione sul territorio e la
competenza sulle autorizzazioni per la
realizzazione di nuovi impianti.
La legge 55/2002 non ha fissato
alcun principio nazionale di politica
energetica ed ha mantenuto invece le
competenze di autorizzazione in capo
al Ministero, con procedure semplificate
ma con il rischio di esautorare competenze di Regioni ed Enti locali in materia di programmazione territoriale e di
controllo ambientale. Con l’accordo tra
Governo, Regioni, Province, Comuni e
Comunità montane per l’esercizio dei
compiti e delle funzioni di rispettiva
competenza in materia di produzione
di energia elettrica, siglato in sede di
Conferenza Unificata il 5 settembre
2002 e poi con un disegno di legge
per l’energia15, il Governo ha riconosciuto le competenze delle Regioni
anche in tema di nuove autorizzazioni.
La legge n. 26 del 23 dicembre 2004
“Disciplina della programmazione energetica territoriale ed altre disposizioni
in materia d’energia” dà piena attuazione alla riforma costituzionale. Per la
prima volta in Italia, nel testo della
legge regionale viene formalmente indicato come finalità il rispetto degli obiettivi indicati dal protocollo di Kyoto16.
Obiettivo della Regione è armonizzare
le esigenze di sviluppo con quelle generali di interesse pubblico, garantendo
uno sviluppo sostenibile e responsabile
delle compatibilità ambientali del
“Sistema energetico regionale”, da
ricercarsi attraverso il risparmio energetico, l’uso razionale dell’energia, la
valorizzazione delle fonti rinnovabili.
La legge regionale istituisce un “Piano
energetico”, al quale viene collegato
anche un apposito Fondo per finanziare
veri e propri piani di risparmio energetico, di sviluppo di fonti rinnovabili e di
ricerca per l’innovazione.
La legge prevede anche che vi siano
delle competenze e delle iniziative
delle Province per la promozione del
risparmio energetico e dell’uso raziona-
le dell’energia nei processi produttivi,
la valorizzazione delle fonti rinnovabili,
l’ordinato sviluppo di impianti e reti
provinciali. Ai Comuni, infine, viene
attribuito l’impegno di attuare Piani e
progetti per la riqualificazione energetica dei sistemi urbani negli insediamenti
esistenti e soprattutto in quelli nuovi.
149
regolazione delle eventuali proposte di
insediamento di nuove centrali con tre
livelli d’accertamento della compatibilità ambientale.
L’obiettivo principale del Piano è qualificare il sistema elettrico ed energetico
regionale e raggiungere l’autosufficienza elettrica della regione entro il 2010
con una strategia “a misura d’ambiente” e, per attuare Kyoto, fissa l’obiettivo per far scendere del 6% le emissioni
in Emilia-Romagna rispetto alla quota
del 1990. Il Piano prevede azioni su
tre livelli diversi:
portare a conclusione il processo di conversione di tutte le vecchie centrali ad
olio combustibile (altamente inquinanti
e poco efficienti) in impianti a metano
e a ciclo combinato da realizzare con
le migliori tecnologie secondo quanto
indicato dalle direttive europee per l’attuazione di Kyoto;
aumento della produzione elettrica con
fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico,
fotovoltaico, biomasse) e della cogenerazione. Si prevede così di moltiplicare
per sette il totale della produzione realizzata con impianti eolici e fotovoltaici
e di dieci volte al dotazione attuale di
pannelli solari;
15
Disegno di legge “Riforma e riordino del
settore energetico” approvato dal Consiglio
dei Ministri il 14 settembre 2002.
16
Il Protocollo di Kyoto, in Italia, è stato
ratificato con la legge 1° giugno 2002, n.
120.
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150
4.6.
SOCIETÀ
DELL’INFORMAZIONE
L’attenzione dell’Unione Europea alla
cosiddetta Società dell’informazione è
crescente ed animata da un dibattito
politico continuo finalizzato ad individuare, in sintonia con gli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona, le azioni al
livello comunitario per una diffusione
più capillare delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Nel 2004 è stata ufficialmente istituita
l’Agenzia europea per la sicurezza
delle reti e dell’informazione. A seguito
della revisione intermedia del piano
d’azione eEurope 2005, la
Commissione ha proposto e finalizzato
una serie di quindici azioni intese ad
accelerare la realizzazione del piano.
Il programma eContent finalizzato a
favorire l’accessibilità e l’utilizzabilità
dei contenuti digitali europei e terminato nel 2004 è stato prolungato attraverso il nuovo programma
eContentplus. La Commissione ha inoltre proposto un nuovo programma pluriennale Safer Internet plus per promuovere l’uso sicuro di Internet.
A queste tematiche la Regione EmiliaRomagna pone grande attenzione: con
la redazione del Piano Telematico
Regionale17 si sono definite con gli
enti locali le strategie regionali nei settori di e-government e società dell’informazione, rifacendosi alle linee guida
di eEurope 2005. L’obiettivo del Piano
è duplice: da una parte trasformare
l’Emilia-Romagna in un territorio digitale, con un’infrastruttura telematica in
grado di raggiungere ogni Comune e
fornire servizi ai cittadini ed alle imprese. Il secondo obiettivo è favorire, grazie a questo volano pubblico, la crescita del mercato dei servizi telematici,
aumentando così la competitività dei
territori e del sistema delle PMI.
Dotato complessivamente, per il quadriennio 2002-2005, di risorse per
circa 120 milioni di euro, il piano è
articolato in 30 progetti di durata almeno triennale e rappresenta uno degli
interventi strategici del programma di
legislatura della Regione.
4.6.1. Partecipazione
della Regione ad azioni
comunitarie
La Regione Emilia-Romagna, attraverso
ARPA-SIM e la Direzione generale
Organizzazione, Sistemi informativi e
Telematica, ha partecipato al programma Ten-Telecom18 e al successivo programma e-Ten19 con i progetti
Mushroom e Eurovoxbox. Questi programmi sostengono le reti nel settore
delle infrastrutture di telecomunicazione, la costituzione e lo sviluppo di servizi e applicazioni interoperabili e l’accesso alle stesse con l’ obiettivo di facilitare la transizione verso la società dell’informazione per tutti (tenendo conto
delle esigenze di anziani e disabili e
promuovendo l’inclusione sociale); rafforzare la coesione economica, sociale
e territoriale, tenendo conto dell’esigenza di collegare le regioni periferiche
e insulari alle regioni centrali; migliorare la competitività delle imprese europee (in particolare le PMI) e rafforzare
il mercato interno; stimolare lo sviluppo
di nuove attività generatrici di occupazione.
EUROVOXBOX - Services for Improving
Citizens’ Participation in Democratic,
sperimenta un sistema che può gestire
ogni tipo di questionario, con nuove
funzionalità multimediali che permettono la gestione di questionari con immagini, audio. I questionari saranno somministrati via internet ma il progetto
studierà anche altri canali, quali
l’UMTS e la TV digitale. Tramite eurovoxbox quindi la PA potrà fare indagini
presso i propri cittadini in tempi rapidi
e a costi bassi, tenendo monitorate opinioni e proposte.
Capofila è Jack Blutharsky Group (IT),
il Servizio Applicazioni telematiche 2
partecipa come partner unitamente a
Janus srl (IT), QeD, Municipality of Nea
Makri e Municipality of Piraeus (GR),
EKG e Municipality of Kolding (DE),
Indra sistemas e Autonomus community of Castilla y Leon (ES).
Nel corso del 2004 il prodotto è stato
testato sul sito web della Regione
Emilia-Romagna, in particolare su
Ermesimprese, è stata effettuata l’analisi per questionari adattabili a siti di
altre direzioni regionali ed è stato prodotto materiale illustrativo.
17
il documento “Piano Telematico
Regionale – Programma operativo 2002” è
stato adottato dalla Giunta regionale nel giugno 2002; il Piano per lo sviluppo telematico
dell’Emilia-Romagna è stato definito con delibera di Giunta n. 157 dell’8 febbraio 2000
mentre la delibera di Giunta n. 219 del 16
febbraio 2000 ha indicato i criteri e le procedure di concessione dei contributi per la promozione e il sostegno ai programmi di sviluppo telematico delle Amministrazioni locali.
18
Decisione n. 1336/97/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio del 17
giugno 1997 in merito a una serie di orientamenti sulle reti di telecomunicazione transeuropee (GUCE L 183/12 del 11/07/1997).
19
Decisione N. 1376/2002/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio del 12
luglio 2002 che modifica la decisione n.
1336/97/CE (GUCE L 200/1 del
30/07/2002).
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EUROVOXBOX
Durata: 18 mesi
maggio 2004- novembre 2005
Costo totale: 1.658.601 euro
Contributo comunitario: 829.293 euro
Attività RER
contributo comunitarie: 71.800 euro
risorse proprie: 143.600 euro
MUSHROOM ha l’obiettivo di realizzare la valutazione di un sistema software/hardware integrato per la gestione
operativa del rischio idrogeologico, con
particolare riferimento alla gestione
delle piene.
Capofila è Datamat (IT); Arpa-Sim e il
Servizio Tecnico Bacino del Reno parte-
cipano come partners insieme a Geosys
S.L di Madrid (ES), Telespazio,
Servizio provinciale Difesa del Suolo di
Modena e Nuwater (UK).
4.7.
ALLARGAMENTO
E RELAZIONI
CON PAESI TERZI
Nel 2004 si sono concluse tutte le attività del progetto, in particolare la fase
sperimentale che prevedeva la messa a
punto e la successiva applicazione del
modello idrologico (TOPKAPI) per la
previsione dei livelli e della portata dei
fiumi in alcune sezioni.
4.7.1. I futuri
allargamenti
MUSHROOM
Durata: 20 mesi
marzo 2003- dicembre 2004
Costo totale: 2.496.053 euro
Contributo comunitario: 1.248.024euro
L’ingresso effettivo, a partire dal primo
maggio 2004, dei dieci nuovi stati
membri ha segnato una tappa importante del processo di allargamento
dell’UE ed ha posto le basi concrete
per i successivi allargamenti; si sono
infatti conclusi i negoziati di adesione
con Bulgaria e Romania. Sulla base di
rapporti specifici della Commissione
europea , i Consigli europeo di giugno
e di dicembre hanno deciso l’avvio dei
negoziati con la Turchia e con la
Croazia; ciò dovrebbe consentire l’apertura dei negoziati entro il 2005. Inoltre
nel corso dell’anno si è registrata la
richiesta ufficiale di adesione dell’ex
Repubblica iugoslava di Macedonia.
Accanto a queste decisioni politiche, la
Commissione europea ha affiancato
proposte finanziarie per permettere il
decollo effettivo di questa strategia di
preadesione; in particolare:
per Romania e Bulgaria ha proposto
uno stanziamento di risorse per il trien-
nio successivo al 1°gennaio 2007,
data prevista per l’adesione effettiva;
ha previsto la creazione di uno strumento di preadesione (IPA) che sostituisce lo strumento Phare, in aggiunta
agli strumenti già attivi per i paesi candidati ISPA, Sapard e Cards.
4.7.2 La nuova politica
europea di vicinato (PEV)
Nell’ambito della politica di relazioni
esterne la Commissione europea ha rafforzato il suo impegno verso i paesi
confinanti con le nuove frontiere esterne, terrestri e marittime, dell’Unione
europea quali la Russia, i nuovi Stati
indipendenti occidentali (Ucraina,
Moldova, Bielorussia), i paesi balcanici
occidentali ed i paesi terzi dell’area
meridionale del Mediterraneo.
Nel corso del 2004 il Consiglio europeo
ha stabilito un quadro generale ed una
serie di decisioni relative ai principi alle
priorità ed alle condizioni per avviare
partenariati europei con i paesi dei
Balcani occidentali (Albania, BosniaErzegovina, Serbia e Montenegro, ex
Repubblica iugoslava di Macedonia).
Un nuovo impulso al partenariato mediterraneo è stato dato sul versante delle
relazioni bilaterali a seguito della conclusione di un accordo con l’Egitto.
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152
Sul piano legislativo, nel quadro delle
proposte di prospettive finanziarie
2007/2013, la Commissione ha presentato nel settembre 2004, un pacchetto di proposte20 finalizzato a
sostituire gli strumenti attualmente
esistenti nell’ambito della politica di
aiuto esterno a carattere geografico e
tematico e che si sono sviluppati nel
tempo e sulla base, di volta in volta,
di esigenze puntuali. Il nuovo quadro
prevede complessivamente sei strumenti, di cui quattro di nuova istituzione:
– lo strumento di preadesione
(nuovo) (IPA)riguarderà i paesi
candidati (Turchia e Croazia) e
candidati potenziali (paesi dei Balcani
occidentali) e sostituirà gli attuali
strumenti Phare, ISPA, Sapard, Cards;
– lo strumento di prossimità (nuovo)
(ENPI) riguarderà i paesi terzi che partecipano alla politica di vicinato (paesi
del mediterraneo e dell’est europa) e
sostituirà gli strumenti Meda e Tacis;
– strumento per la cooperazione allo
sviluppo e cooperazione economica
(nuovo) per tutti gli altri paesi che non
beneficeranno degli strumenti di preadesione e prossimità;
– strumento di stabilità (nuovo) destinato a finanziare interventi della
Comunità (in particolare sicurezza e
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lotta alla criminalità) in paesi terzi con
situazioni di crisi ed instabilità;
– strumenti per l’aiuto umanitario e
per l’assistenza macrofinanziaria, che
non subiscono particolari modifiche.
I nuovi strumenti finanziari, in particolare preadesione e prossimità, pongono
le basi per il consolidamento delle relazioni fra l’Unione europea ed i paesi
terzi interessati, assegnando alla politica europea di vicinato una dimensione
locale e regionale nell’ambito della
quale possono essere sviluppate forme
di cooperazione e sostegno allo sviluppo economico, sociale, culturale.
In particolare gli strumenti di preadesione e prossimità finanzieranno programmi specifici per paese stabiliti su base
bilaterale Commissione/Paese terzo. In
quest’ambito una componente specifica
ed innovativa sarà costituita dalla
cooperazione transfrontaliera che, con
l’ampliamento delle frontiere esterne,
dovrebbe contribuire in modo significativo allo sviluppo regionale integrato
tra regioni confinanti.
La componente di cooperazione transfrontaliera utilizzerà l’approccio adottato dai Fondi strutturali basato sui principi di programmazione, partenariato e
cofinanziamento comunitario.
4.7.3. Azioni a sostegno
dell’allargamento (twinning)
L’allargamento dell’Unione Europea ha
portato la Commissione europea ad elaborare una strategia di preadesione
sulla base delle conclusioni del
Consiglio europeo di Lussemburgo del
dicembre 1997. Ciò ha comportato un
sostegno al potenziamento della capacità istituzionale e amministrativa dei
paesi candidati al fine di applicare l’acquis comunitario nonché il rispetto delle
norme comunitarie da parte delle loro
imprese.
A supporto di tale strategia, la
Commissione ha messo a punto specifici strumenti finanziari, rafforzato strumenti già esistenti, aperto programmi
comunitari ai paesi candidati.
Nell’ambito del programma PHARE, al
fine di rafforzare le capacità istituzionali, è previsto come strumento principale
il gemellaggio amministrativo “twinning” quale innovativo strumento di
cooperazione e di accompagnamento
all’adesione.
Il twinning rappresenta il principale
strumento di assistenza pre-adesione
per i Paesi candidati, in particolar modo
per quanto riguarda l’adeguamento
normativo ed istituzionale (institution
building) delle loro pubbliche ammini-
strazioni agli standard europei (acquis
comunitario). I gemellaggi amministrativi si articolano in progetti che prevedono il trasferimento e la missione per
brevi periodi di pubblici funzionari ed
esperti esterni alla Pubblica Amministrazione dei Paesi membri presso le
pubbliche amministrazione dei Paesi
Candidati per assisterli nel recepimento
dell’acquis in specifici settori normativi,
precedentemente individuati.
A scadenze determinate i Paesi candidati in stretto contatto con la
Commissione europea individuano e
fanno conoscere attraverso specifiche
comunicazioni ai Paesi Membri proposte per progetti di gemellaggio che prevedono gli obiettivi da raggiungere in
un specifico settore, le risorse finanziarie a disposizione e le risorse umane
necessarie per la realizzazione degli
obiettivi prefissati.
I Paesi Membri, verificato il proprio
interesse, manifestano la loro disponibilità al Paese Candidato. La selezione
delle offerte da parte dei Paesi
Candidati viene fatta con la collaborazione della Commissione. Per l’esecuzione del progetto tra il Paese
Membro e quello candidato viene sottoscritto un accordo (covenant) controllata nell’esecuzione dai competenti
20
Docc. COM (2004) 626, 627, 628,
629, 630 del 29.9.2004.
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OTTAVOEURORAPPORTO
servizi della Commissione europea.
Oltre agli Enti pubblici i gemellaggi
amministrativi possono coinvolgere
anche altri Enti (mandated body)
accreditati presso la Commissione
europea.
I gemellaggi amministrativi sono uno
strumento utilizzato anche nell’ambito
del Programma CARDS rivolto a
Albania, Bosnia e Erzegovina, Croazia,
Macedonia, Serbia e Montenegro. Le
procedure e le modalità sono uguali a
quelle dei gemellaggi PHARE.
Nell’ambito del Programma TACIS sono
previsti gemellaggi amministrativi rivolti
ai Paesi della Comunità degli Stati
Indipendenti (CIS) ed alla Mongolia il
cui obiettivo è quello di incoraggiare il
rafforzamento istituzionale, agevolare
l’elaborazione e la messa a punto di
politiche pubbliche tramite progetti di
cooperazione tra Paesi membri e gli
Stati sopra indicati.
Il finanziamento minimo concesso è di
300.000 euro per i costi del progetto
previo accordo tra la delegazione della
Commissione europea e l’Istituzione
pubblica del Paese Partner. I Paesi
Membri, presentano le loro offerte che,
se positivamente accolte, si concludono
con la sottoscrizione di un accordo
(convenant) da sottoporre al Comitato
di Valutazione Progetti per l’approvazione definitiva.
4.7.4. Partecipazione
della Regione a programmi e azioni di sostegno
all’ampliamento
La Regione Emilia-Romagna ha attivato azioni di informazione specifica
sulle opportunità offerte dai twinning
nei diversi programmi PHARE, CARDS,
TACIS e MEDA attraverso una sezione
specifica, www.europafacile.net/
twinning, attivata nell’ambito del sito
web europafacile, dedicata ai bandi ed
alla normativa twinning con i principali link di riferimento comunitari e
nazionali.
La Regione Emilia-Romagna si è posta
fra i suoi obiettivi la partecipazione ad
azioni di sostegno mettendo a disposizione il proprio know how maturato
nella gestione di programmi comunitari; d’altra parte considera queste azioni
un’opportunità per attivare forme di
cooperazione non solo sul piano istituzionale ed amministrativo. La Regione
Emilia-Romagna, nell’ambito del programma PHARE, ha partecipato nel
corso del 2004 a quattro progetti in
Polonia, tre dei quali tramite Arpa e
Agrea.
Implementation of the Integrated
Regional Operational Programme at
the Central and Regional levels
Avviato nel settembre 2004, il progetto vede come capofila il Dipartimento
Politiche di Coesione del Ministero
Economia e Finanze e, come partners,
le Regioni Emilia-Romagna, Friuli
Venezia-Giulia e Basilicata.
Il progetto ha lo scopo di fornire assistenza e supporto alle Amministrazioni
centrali e regionali polacche coinvolte
nell’attuazione del Programma
Operativo Regionale Integrato (IROP).
Il twinning è suddiviso in quattro componenti operative: Supporto al programma di implementazione, Supporto
al monitoraggio ed alla valutazione,
Formazione e sistema informativo,
Informazione e pubblicità.
Monitoring of drinking water quality
in Poland
Iniziato nell’ottobre 2003 è terminato
nel settembre 2004 ed ha avuto un
contributo comunitario di 824.000
euro, di cui di 35.000 euro per Arpa. Il
progetto, suddiviso in nove componenti, è coordinato da ARPA Veneto. Arpa
Emilia-Romagna è responsabile della
Componente 3 “Salute” (valutazione
dei rischi sanitari, organizzazione di un
sistema di informazione e comunicazione al pubblico dei rischi sanitari, ecc.)
e partecipa alle attività della
153
Componente 4 “Monitoraggio” (ottimizzazione del sistema di monitoraggio delle acque destinate al consumo
umano, formazione del personale tecnico polacco sulle attività di vigilanza e
ispezione sugli impianti di trattamento
e distribuzione dell’acqua potabile,
ecc.). Gli altri partners del progetto
sono il Ministero dell’Ambiente, l’APAT,
l’Istituto Superiore Sanità, l’ARPA
Piemonte e la Provincia di Potenza.
Il progetto ha lo scopo di supportare il
Ministero della Sanità della Polonia per
creare le condizioni tecniche, organizzative ed amministrative necessarie
all’implementazione della Direttiva
Comunitaria 98/83/EC relativa ai
requisiti di qualità delle acque destinate
all’uso potabile. In particolare il progetto persegue i seguenti obiettivi:
– adeguare l’attuale sistema di vigilanza e controllo ai requisiti standard
previsti dalla UE per le acque potabili;
– elaborare le procedure, i metodi di
prova e le istruzioni operative di riferimento per il monitoraggio e controllo
– sviluppare adeguati programmi di
garanzia di qualità per il controllo
– sviluppare iniziative di formazione/aggiornamento professionale in
materia di vigilanza sanitaria, controllo
e monitoraggio delle acque potabili.
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OTTAVOEURORAPPORTO
Preparation for selected Common
Agricultural Policy instruments
Iniziato nel novembre 2002, si è concluso nel luglio 2004. Partners del progetto sono per l’Italia, oltre ad AGREA,
il Ministero dell’Agricoltura e Foreste e
per la parte polacca il Ministero
dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale
(MARD) e l’ARMA (Agenzia per la
Ristrutturazione e la Modernizzazione
dell’Agricoltura). Mandated body del
progetto è ISMEA (Istituto di Servizi
per il Mercato Agricolo e Alimentare).
svolti anche presso i Dipartimenti di
ARMA a livello regionale e provinciale e
in alcune visite presso aziende agricole.
I temi trattati hanno riguardato il raggiungimento dei requisiti per l’accreditamento dell’Agenzia di pagamento
polacca in ottemperanza al Reg.
1663/95 della Commissione, l’informatizzazione del sistema di gestione
delle domande di aiuto, il GIS (Sistema
Informativo Geografico) e le medodologie operative adottate dal Dipartimento
di Internal Audit.
Il Twinning è suddiviso in sette componenti e ha come obiettivi:
A conclusione del Twinning si è svolta
una study visit di membri dell’internal
audit polacco presso Agrea con focus
sull’audit e sul sistema informatizzato
di gestione domande (SOP).
– supportare l’implementazione e lo
sviluppo del Sistema Integrato di
Gestione e Controllo delle particelle
agricole;
– assistere il Ministero e l’ARMA nell’adeguamento istituzionale e organizzativo e nella definizione di procedure
concernenti i pagamenti diretti e le
misure di accompagnamento in conformità alle disposizioni comunitarie del
FEOGA Sezione Garanzia.
– migliorare l’attività di informazione/formazione ai beneficiari dei progetti e alle istituzioni coinvolte relativamente alla corretta applicazione delle
procedure.
L’attività è consistita nella tenuta di
seminari e incontri tecnici che si sono
Preparation of institutional system
for implementation of EAGGF
structural funds for the development
of agriculture and rural areas
Iniziato nel novembre 2003, si è concluso nel novembre 2004. Anche questo twinning, a cui partecipa AGREA,
vede coinvolti come partners il
Ministero dell’Agricoltura italiano e il
Ministero dell’Agricoltura e dello
Sviluppo Rurale polacco (MARD) e
l’ARMA (Agenzia per la Ristrutturazione
e la Modernizzazione dell’Agricoltura).
Mandated body è Medit Silva (Centro
Studi Appennino per la Foresta
dell’Area Mediterranea).
Il twinning vede coinvolti esperti di
diverse amministrazioni pubbliche, in
maggioranza italiani (MiPAF, INEA,
AGREA-Emilia-Romagna, AVEPA-Veneto,
ARUSIA-Umbria) ma anche inglesi e
irlandesi.
La finalità del gemellaggio è supportare
il MARD e l’ARMA nell’adeguamento
istituzionale e procedurale necessario al
passaggio della gestione delle misure
dello Sviluppo Rurale dal progetto
SAPARD alla disciplina del FEOGA
Sezione Orientamento (Reg.
1257/99; 1260/99; 438/01;
445/02) in particolare:
– migliorando il sistema di gestione
delle informazioni;
– assistendo l’agenzia di pagamento
nella predisposizione delle procedure e
delle chek-lists relative alle misure
strutturali;
– collaborando alla predisposizione di
procedure di pagamento, contabilizzazione, monitoraggio, controllo e rendicontazione.
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PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE
AD ALTRI PROGRAMMI COMUNITARI
5
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OTTAVOEURORAPPORTO
La partecipazione ai programmi europei
avviene generalmente con tre modalità
e con responsabilità diverse secondo il
tipo di impegno scelto: è prevista la
figura del capofila, del partecipante o
dell’associato. Il capofila presenta formalmente il progetto e, in caso di
approvazione, stipula il contratto con la
Commissione assumendo, quindi, anche
la responsabilità finanziaria del progetto. Collabora, insieme ai partecipanti,
alla ideazione e realizzazione del progetto, riceve i pagamenti e si occupa di
distribuire le risorse ricevute agli altri
partners. Il partecipante collabora sia
nella fase di preparazione che di realizzazione del progetto complessivo mettendo a disposizione anche proprie
risorse finanziarie. L’associato solitamente si occupa della realizzazione di
una parte del progetto e non ha l’obbligo di impegnare proprie risorse finanziarie.
Il programma Gioventù è uno specifico
programma di cooperazione nel settore
della politica della gioventù ed ha l’obiettivo di promuovere un contributo
attivo dei giovani alla costruzione europea, sviluppare la comprensione interculturale, rafforzare i valori fondamentali come il rispetto dei diritti umani e
la lotta contro il razzismo e la xenofobia, sviluppare il senso della solidarietà, incoraggiare l’imprenditorialità, lo
spirito di iniziativa e la creatività, stimolare il riconoscimento dell’istruzione
non formale, rafforzare la cooperazione
di tutti coloro che sono attivi nel campo
della gioventù.
Per quanto riguarda la partecipazione,
essa avviene, generalmente, attraverso
la risposta a bandi e inviti periodici predisposti dalla Commissione europea e
pubblicati sulla Gazzetta ufficiale delle
Comunità europee, serie C. Questi
bandi si riferiscono a uno specifico programma d’azione adottato con decisione del Consiglio e definiscono l’ambito
di intervento, le azioni finanziabili, i
beneficiari, l’entità del contributo, le
modalità e le procedure di accesso, la
scadenza ed il formulario per la presentazione dei progetti.
Nel 2000 l’Unione Europea ha approvato Gioventù uno specifico programma per l’educazione informale dei giovani dell’Unione e di quelli dei paesi
terzi con i quali esistono rapporti di
cooperazione. Accanto a Leonardo-formazione professionale e a Socrate-educazione formale, Gioventù1 riunisce ed
amplia i singoli programmi e linee di
finanziamento destinate a progetti per
l’educazione informale dei giovani dai
15 ai 25 anni di età. Approvato per il
periodo gennaio 2000-dicembre 20062
ha una dotazione finanziaria complessi-
5.1
PROGRAMMA
GIOVENTÙ
va di 520 milioni di euro è attuato
attraverso cinque distinte azioni:
– Scambi Gioventù per l’Europa;
– Servizio volontario europeo;
– Iniziative per i giovani, di gruppo e
capitale futuro;
– Azioni congiunte con i programmi
Socrate e Leonardo da Vinci;
– Misure di accompagnamento che
prevedono formazione e cooperazione
degli attori della politica della gioventù,
informazione per i giovani e studi sulla
gioventù, informazione e visibilità delle
azioni e misure di sostegno (in cui rientrano i contributi per le Agenzie nazionali e l’assistenza tecnica e supporto
operativo).
Il programma è aperto, oltre che ai 25
Stati membri, anche a Norvegia,
Islanda e Liechtenstein3 e, a determinate condizioni, anche con paesi terzi
dell’area mediterranea, dell’Europa
sud-orientale, della Comunità degli
Stati Indipendenti e dell’America
Latina.
5.1.1 La nuova generazione dei programmi dedicati ai giovani dell’Unione
Europea
Nel marzo 2004 la Commissione europea ha adottato due Comunicazioni con
157
le quali delineava gli orientamenti
generali dei futuri programmi comunitari a sostegno dei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù, della cultura e dell’audiovisivo, destinati a sostituire gli attuali programmi “Socrates”, “Leonardo da
Vinci”, “Gioventù”, “Cultura 2000” e
“Media Plus”, che rimangono operativi
fino alla fine del 2006.
Nel luglio 2004 la Commissione ha
avviato la procedura legislativa che,
dopo le discussioni al Parlamento e al
Consiglio, condurrà all’adozione dei
nuovi programmi. Di seguito i contenuti
di maggior rilievo delle proposte legislative, come comunicati dalla
Commissione.
Per il periodo 2007-2013 verranno
istituiti 4 nuovi programmi, dotati globalmente di circa 16 miliardi di euro,
con un notevole incremento dello
stanziamento attualmente a disposizione nell’insieme dei programmi attuali.
I nuovi programmi avranno le seguenti
caratteristiche:
1
www.gioventu.it
2
Istituito con decisione 1031/2000/CE del
Parlamento Europeo e del Consiglio del 13
aprile 2000.
14
Paesi AELS-SEE.
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coordinamento delle politiche rivolte ai
giovani.
1. Programma d’azione integrato
relativo all’apprendimento lungo
tutto l’arco della vita.
Viene istituito un nuovo programma di
azione nel settore dell’istruzione e
della formazione, che sarà composto
dalle seguenti azioni/programmi settoriali: “Comenius” (insegnamento scolastico), “Erasmus” (insegnamento superiore), “Leonardo da Vinci” (formazione professionale), “Grundtvig” (insegnamento per gli adulti). Lo stanziamento previsto per il programma
ammonta a 13,6 miliardi di euro e
vengono fissati i seguenti obiettivi:
– partecipazione a “Comenius” di
almeno un alunno su 20 nell’Unione
europea;
– 3 milioni di studenti “Erasmus”
dalla creazione del programma al
2011;
– 150 000 tirocini presso aziende
ogni anno nell’ambito di “Leonardo da
Vinci” entro il 2013;
– formazioni o mobilità per 25 000
adulti all’anno nel contesto di
“Grundtvig” entro il 2013.
2. Gioventù in azione
Il futuro programma a sostegno della
gioventù risulta, rispetto all’attuale,
semplificato nel funzionamento e notevolmente decentralizzato. Sarà dotato
di uno stanziamento pari a 915 milioni
di ? e raggrupperà azioni diverse, quali
gli “Scambi di giovani” (obiettivo: 35
000 progetti entro il 2013), il
“Servizio volontario europeo” (obiettivo: 10 000 volontari/volontarie) e
“Gioventù nel mondo”, destinata all’elaborazione di progetti con i Paesi
Terzi.
3. Media 2007
Con uno stanziamento proposto di oltre
un miliardo di euro, MEDIA 2007 riunirà gli attuali programmi “Media Plus –
Sviluppo, distribuzione e promozione”
e “Media Plus -Formazione”.
Il nuovo programma ribadisce il forte
impegno dell’Unione nel settore audiovisivo e si propone di:
– promuovere la diversità culturale e
preservare il patrimonio cinematografico/audiovisivo europeo e favorirne
l’accesso al pubblico;
– accrescere la circolazione di film e
produzioni audiovisive europee, sia
all’interno che all’esterno dell’UE;
– rafforzare la competitività del settore audiovisivo europeo.
4. Cultura 2007
Cultura 2007 verrà a sostituire l’attuale programma a sostegno della cooperazione nel settore culturale “Cultura
2000”. Con un budget proposto di
poco superiore a 400 milioni di ?, il
nuovo programma si concentrerà su tre
priorità: promuovere la mobilità transnazionale degli artisti e dei professionisti del settore culturale, promuovere la
circolazione transnazionale delle opere
e dei prodotti artistici/culturali e promuovere il dialogo interculturale.
5.1.2. Il Progetto Giovani
della Regione
Emilia-Romagna
La Giunta Regionale, attraverso il proprio Progetto Giovani, gestito dalla
Direzione generale Sanità e Politiche
sociali, ha proseguito il lavoro attivato
alla fine del 2000 per aumentare la
partecipazione degli enti locali e delle
organizzazioni giovanili della regione ai
microfinanziamenti disponibili attraverso Gioventù. È continuata l’attività di
consulenza per enti locali ed organizzazioni di tutte le province per illustrare
nei dettagli le progettualità finanziabili
attraverso le cinque azioni del programma: Azione 1. Scambi internazionali;
Azione 2. Servizio Volontario Europeo;
Azione 3. Iniziative giovani/Progetti di
gruppi giovanili spontanei; Azione 4.
Progetti congiunti con Leonardo e
Socrate; Azione 5. Formazione ed attività di sostegno agli scambi giovanili
ed alle attività di volontariato internazionale. È stato anche avviato il monitoraggio sull’attuazione di tutti i progetti, sia in conto corrente che in conto
capitale, sostenuti attraverso la legge
regionale 21/1996 Promozione e
Il Libro bianco sulle politiche giovanili,
pubblicato dalla Commissione europea
nel novembre 2001 con il titolo Un
nuovo impulso per la gioventù europea4, ha rappresentato il principale filo
conduttore per la dimensione internazionale delle politiche giovanili regionali anche nel 2004.
Gioventù resta però la principale fonte
di co-finanziamento per i programmi
giovanili europei organizzati da enti
dell’Emilia-Romagna. I dati riassuntivi
disponibili dei finanziamenti attivati per
l’Emilia-Romagna per il 2004 con
Gioventù sono:
Totale
Azione 1
Scambi giovanili
internazionali
810.763.04
171.47,00
Azione 2
Servizio volontario europeo 430.063,04
Azione 3
Iniziative giovani
Azione 5
Formazione e sostegno
alle Azioni 1 e 2
4
149.491,00
59.739,00
http://europa.eu.int/comm/education/
youth/whitepaper/download/
whitepaper_it.pdf
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Il totale dei finanziamenti ottenuti per
il 2004 in Emilia-Romagna è quindi di
810.763,04 euro, contro i
956.936,44 dell’anno precedente.
Per completare il quadro delle risorse
attivate sui programmi giovanili europei
sono da menzionare quelle specificamente dedicate all’informazione, attraverso i 107 sportelli Informagiovani diffusi su tutto il territorio regionale e le
sette strutture Eurodesk - a Pianoro
(BO), Modigliana (FC), Ferrara,
Parma, Ravenna, Reggio Emilia e
Riccione (RN) - specializzate nel fornire
informazioni sui programmi comunitari.
Va, infine, segnalato il Protocollo d’intesa fra regioni europee per progetti
sulle politiche rivolte ai giovani su
tematiche di rilievo internazionale, concordato, su iniziativa dell’EmiliaRomagna con
Assia, Aquitania, Paesi della Loira,
Galles, Aragona, Generalitat
Valenciana, Wielkopolska, Bassa
Slesia, Västra Götaland.
5.2
PROGRAMMA
SOCRATE
Socrate5 è un programma di cooperazione nel campo dell’istruzione ed ha
l’obiettivo di rafforzare la dimensione
europea dell’istruzione di qualità a tutti
i livelli promuovendo l’apprendimento
lungo tutto l’arco della vita, basato
sulla formazione e sull’istruzione sia
formale che informale e lo sviluppo
delle conoscenze, attitudini e competenze atte a favorire la cittadinanza
attiva e l’ingresso nel mondo del lavoro, obiettivi realizzati tramite diverse
azioni:
Azione 1 insegnamento scolastico
(Comenius),
Azione 2 insegnamento superiore
(Erasmus),
Azione 3 educazione degli adulti e altri
percorsi educativi (Grundtvig),
Azione 4 insegnamento e apprendimento delle lingue (Lingua),
Azione 5 insegnamento aperto e a
distanza; tecnologie dell’informazione
e della comunicazione nel settore dell’istruzione (Minerva),
Azione 6 osservazione e innovazione,
Azione 7 azioni congiunte con altri programmi ed azioni comunitarie per la
promozione di un’Europa della conoscenza, in particolare Leonardo e
Gioventù,
Azione 8 misure di accompagnamento.
Il programma è aperto alla partecipazione dei paesi AELS-SEE6 nel contesto
dell’accordo sullo Spazio economico
europeo e della Turchia; con esso la
Comunità interviene in tutti i livelli dell’insegnamento scolastico, comprese le
scuole materne ed elementari, sviluppando lo scambio di informazioni, stimolando scambi tra istituti di istruzione
e la mobilità di studenti ed insegnanti,
incoraggiando l’insegnamento aperto e
a distanza, promuovendo un migliore
riconoscimento dei diplomi e dei periodi
di studio.
Ha una durata settennale (1° gennaio
2000-31 dicembre 2006) e una dotazione finanziaria complessiva di 1.850
milioni di euro di cui almeno il 27% è
riservato a Comenius, il 51% a
Erasmus e il 7% a Grundtvig.
La partecipazione della
Regione al programma Socrate
Nell’ambito di Socrate, la Regione
Emilia-Romagna partecipa ai progetti
“IRENE”, “Lifelong Museum learning”,
“Museums as places places for lifelong
learning”, “Collect and Share” e “Pro
Spectatore”.
159
IRENE è un progetto che coinvolge la
Direzione Generale Cultura, Formazione
e Lavoro e l’Istituto regionale di ricerca
educativa (IRRE-ER) Approvato nella
linea di finanziamento Comenius, si
svolge in collaborazione con Hessiches
Landesinstitut fur Padagogik di
Francoforte nel Land Hessen (D) che è
capofila. Gli altri partners sono:
Osrodek Deskonalenia Nauczycieli
Poznaniu - regione Wielkopolska (PL) e
l’ Universitat Helsinki Suomi (FIN).
Il progetto prevede la sottoscrizione di
un impegno di cooperazione nel quadro
dei rapporti di partenariato con l’intento di rafforzare un Europa delle Regioni
più vicina ai cittadini con particolare
riferimento all’allargamento dell’Unione
Europea. Accrescere l’interesse dei giovani nei confronti dell’Europa, migliorare l’aggiornamento degli insegnanti e
del personale della scuola sviluppando
strategie per l’innalzamento della qualità professionale
dell’insegnamento/apprendimento e
favorire una formazione di identità
europea sono i principali obiettivi del
progetto.
5
istituito con decisione 95/819/CE e con
decisione n. 253/2000/CE del 24 gennaio
2000 è stata attivata la seconda fase del
programma per il periodo 2000-2006.
6
Islanda, Liechtenstein e Norvegia.
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160
IRENE
Durata: 36 mesi
ottobre 2002-settembre 2005
costo totale:757.500,50 euro
contributo comunitario:
294.237,50 euro
Museums as places for lifelong learning “Musei come luoghi di apprendimento continuo” ha come obiettivo la
creazione di un gruppo di lavoro internazionale, della durata di due anni,
composto da persone che si occupano
di didattica e servizi educativi all’interno dei musei.
Capofila del progetto è Kulturkuratorin
(D); IBACN partecipa come partner
assieme a Reinwardt Akademie (NL) e
Università di Pécs (HU). I partecipanti
sono professionisti provenienti dai quattro paesi coinvolti. Il progetto prevede
lo svolgimento di un workshop, in
ognuno dei paesi partecipanti, .dedicato al tema del museo come luogo di
apprendimento, con particolare attenzione alle attività educative rivolte agli
adulti o alle categorie di utenti svantaggiati.
Nel corso del 2004 sono stati individuati i partecipanti, cinque o sei per
paese, e i facilitatori/moderatori del
gruppo. In collaborazione con i facilitatori locali, si sono tenuti incontri-seminari a Pécs, dal 30 marzo al 3 aprile,
e a Benediktbeuern, dall’11 al 16
maggio; in questo secondo incontro, il
15 maggio si è svolto il Learning
Festival durante il quale tutti i partecipanti hanno messo in scena alcune
delle loro attività didattiche, rivolte ad
utenti museali, adattate per il pubblico
del Festival.
Museums
as places
for lifelong
learning
Socrates
Grundtvig
tion (UK); IBACN partecipa come partner assieme a APOREM - Associazione
dei Musei d’impresa (PT), European
Museums Forum e NIACE – National
Institute of Continuing Education Adults
(UK), Swedish National Council for
Cultural Affairs (SW),. Lousiana
Museum of Art (DK), Musee du Louvre
(FR), Museo d’Arte Moderna di
Lubiana (SL). Partecipano, come associati, ECCOM - Centro europeo per l’organizzazione e la gestione culturale - e
Servizi Musei Città di Torino (T),
Netherlands Museums Association (NL)
e Volkshochschule di Monaco di
Baviera (DE).
Collect & Share è finalizzato a raccogliere studi di caso e buone prassi
riguardanti l’educazione e l’apprendimento permanente.
Il progetto mira, da un lato, a raccogliere (Collect) esempi innovativi e
buone pratiche nel campo della educazione permanente offerta dai musei, in
particolare per quanto riguarda gli utenti svantaggiati per motivi sociali, economici, di discriminazione, disabilità, ecc.,
dall’altro ad evidenziare esigenze formative e modelli di sviluppo professionale per gli operatori impegnati in questo settore di attività. Quanto raccolto
viene condiviso (Share) diffondendo le
informazioni tramite una rete a livello
europeo, un sito web in tre lingue, conferenze, seminari che si tengono nei
paesi partner, rapporti scritti.
Capofila del progetto è Engage National association for gallery educa-
Nel corso dell’anno 2004 si sono tenuti quattro incontri: il primo, incontro dei
Durata: 24 mesi
agosto 2003-luglio 2005
Costo totale:10.784 euro
Contributo comunitario:10.784 euro
partners, a Lisbona nel mese di
Febbraio; il secondo, colloquio internazionale, a Londra nel mese di Giugno;
il terzo, seminari di studio e diffusione
del progetto, in Finlandia e Svezia e il
quarto, incontro dei partners, a Parigi
nel mese di Settembre. È stato attivato
il sito web ed effettuata la raccolta e
inserimento in banca dati di progetti e
studi di caso. Inoltre, è stato prodotto
un rapporto scritto “Linee guida per la
realizzazione di iniziative educative per
gli adulti”.
Collect & Share
Socrates
Grundtvig
Durata: 36 mesi
ottobre 2002-aprile 2005
Costo totale: 386.797 euro
Contributo comunitario: 386.797 euro
墌 www.collectandshare.eu.com
PRO SPECTATORE ha come obiettivo
principale quello di creare un gruppo di
lavoro internazionale, della durata di
un anno, che coinvolgesse persone che
si occupano di didattica, marketing,
comunicazione e relazioni con il pubblico all’interno dei musei.
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Capofila del progetto è Malopolska
Institute of Culture di Cracovia (PL);
IBACN partecipa al progetto come partner assieme a Intercuktural
Programmes di Amsterdam(NL). I partecipanti sono professionisti provenienti
da Polonia, Olanda e Italia. In ognuno
dei paesi partecipanti si è tenuto un
workshop dedicato alla relazione tra il
museo e i suoi visitatori. Scopo del progetto è stato quello di sviluppare efficaci strumenti di analisi dei bisogni e
delle aspettative dei visitatori dei musei, in particolare del pubblico adulto.
Nel corso del 2004, si sono svolti due
workshop, il primo a Bologna, dal 24
al 28 Marzo, dedicato ai programmi di
fidelizzazione dei visitatori e il secondo
ad Amsterdam, dal 27 al 31 Maggio,
dedicato al marketing delle diversità.
Durante il progetto è stato realizzato il
sito web tenuto costantemente aggiornato con i materiali sviluppati nel corso
dei singoli workshop; sono stati prodotti materiali a stampa tra cui un libretto
che riassume i principali esiti del progetto, nonché i vari strumenti e le tecniche presentate nei diversi incontri e,
inoltre, è stato pubblicato il volume “Il
museo e la conoscenza del pubblico:
gli studi sui visitatori”.
PRO SPECTATORE
Socrates
Grundtvig
Durata: 12 mesi
agosto 2003-agosto 2004
Costo totale: 10.670 euro
Contributo comunitario: 10.670 euro
墌 www.prospectatore.pl
LIFELONG MUSEUM LEARNING ha lo
scopo di progettare e fornire formazione e materiali didattici utili agli educatori.
Capofila del progetto è IBACN; gli altri
partners sono European Museums
Forum, Engage - National association
for gallery education e NIACE –
National Institute of Continuing
Education Adults (UK), Amitié e ECCOM
- Centro europeo per l’organizzazione e
la gestione culturale (IT), APOREM Associazione dei Musei d’impresa (PT)
e Netherlands Museums Association
(NL).
Il progetto prevede l’analisi dei bisogni
formativi del personale educativo che
opera nei musei con riferimento alle
attività didattiche rivolte agli adulti, l’a-
nalisi dei curricula esistenti, l’identificazione di linee guida per sviluppare attività educative rivolte agli adulti al
museo, la progettazione e realizzazione di corsi formativi su questi temi, la
realizzazione di un Manuale per gli
operatori museali ed altre azioni di diffusione e disseminazione di buone pratiche in ambito di didattica al museo.
Nel corso del 2004 si è svolto l’incontro dei coordinatori a Bruxelles, il 4 e 5
Ottobre, e sono state programmate in
dettaglio le diverse attività previste dal
progetto.
LIFELONG
MUSEUM
LEARNING
Socrates
Grundtvig
Durata: 24 mesi
ottobre 2004-settembre 2006
Costo totale: 285.785 euro
Contributo comunitario: 199.335 euro
161
5.3
PROGRAMMA LOTTA
CONTRO
L’EMARGINAZIONE
SOCIALE
La decisione n. 50/2002/CE, del 7
dicembre 2001, ha istituito il programma d’azione comunitaria volto ad incoraggiare la cooperazione tra gli Stati
membri al fine di combattere l’emarginazione sociale. L’obiettivo di rafforzare l’efficacia delle politiche nazionali e
comunitarie, volte a combattere l’emarginazione sociale, viene perseguito
favorendo:
– una migliore comprensione dei fenomeni dell’emarginazione sociale;
– lo scambio d’informazioni relative
alle politiche seguite negli Stati membri, in attuazione dei piani d’azione
nazionali in materia di emarginazione
sociale;
– il miglioramento delle capacità di
soggetti chiave per affrontare i problemi dell’emarginazione sociale e della
povertà, in particolare tramite l’istituzione di reti a livello comunitario e la
promozione del dialogo tra i vari soggetti interessati.
Sono previste le seguenti azioni:
– analisi delle cause, delle caratteristi-
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OTTAVOEURORAPPORTO
che e delle tendenze nel campo dell’emarginazione sociale: studi e incontri,
raccolta di dati statistici, studi tematici;
2004, al progetto Citizenship and New
Inclusion Fase II, L’In.Fa e Social
Exclusion.
– cooperazione e scambio d’informazioni e di buone prassi: scambi transnazionali, lavori e studi tecnici, relazione
annuale sulle azioni condotte e risultati
raggiunti;
CITIZENSHIP AND NEW INCLUSION
FASE II ha l’obiettivo di migliorare la
comprensione del concetto di cittadinanza sociale a livello locale, nazionale
ed europeo come effettivo strumento di
prevenzione del pericolo e dell’esclusione sociale.
– creazioni di reti a livello europeo e
promozione del dialogo tra i vari attori:
creazione di reti europee e conferenza
annuale della UE sull’emarginazione
sociale.
Il programma è attivo per il periodo
2002-2006 ed è attuato attraverso il
lancio di bandi che, a secondo della
tipologia di azione, possono essere
inviti a presentare proposte di progetto
o gare d’appalto di servizi. La dotazione finanziaria è di 75.000.000 di euro
e il contributo comunitario per le azioni
da realizzare a seguito di inviti è pari
all’80%, mentre per la costituzione di
reti è previsto un sostegno pari al 90%
delle spese ammissibili.
La partecipazione
della Regione al Programma
“Lotta all’emarginazione
sociale”
Nell’ambito di Lotta all’emarginazione
sociale, la Direzione Generale Sanità e
Politiche Sociali ha partecipato, nel
Capofila è il Comune di Forlì, partners,
oltre alla DG Sanità e Politiche sociali,
sono il Consorzio Servizi Sociali di
Imola, le Provincie di Forlì-Cesena e
Ravenna – Assessorati Lavoro e
Politiche Sociali, Associazione Trame di
Terra (Imola), Almamater (Torino),
Donne del Mondo (Forlì), ONG
Terranova (Roma), DOPKI Organizzazione comunale per intervento sociale e salute (GR), SUSI - Centro
per donne e famiglie immigrate sostenute dal Comune di Berlino - (DE),
Coalition for gender equality in Lettonia
- Coalizione di 75 soci sia persone fisiche che organizzazioni che operano in
settori diversi- (LV), Southallblack
Sisters - Organizzazione leader delle
donne africane e asiatiche di Londra (UK).
È il proseguimento di un progetto iniziato nel novembre 2002 e terminato
nell’agosto 2003. Nel corso del 2004
sono state portate avanti una serie di
attività preparatorie al fine di compiere
una analisi approfondita delle esperienze esistenti, in parte rilevate nel corso
della Fase 1, di pratiche di cittadinanza
sviluppate da associazioni femminili in
Europa e del loro impatto, allo scopo di
formulare una prima ipotesi di indicatori di cittadinanza. L’analisi ha preso in
esame gli effetti delle pratiche sulle
politiche locali, in particolare l’accesso
ai servizi socio-sanitari e l’accesso al
mercato del lavoro e gli effetti sulla
vita degli individui e i processi di empowerment.
Punto focale delle attività 2004 è stata
l’organizzazione del forum partecipativo come pratica di cittadinanza e come
momento di democrazia partecipata
che permette di rendere più attive, fornendo visibilità e parola, le donne
immigrate del territorio, coinvolgendo
animatori sociali e istituzioni. A gennaio 2004 vi è stato il primo incontro
nazionale seguito, a febbraio, dal meeting transnazionale e, successivamente
da quattro forum locali; la riunione conclusiva sui risultati del primo anno si è
tenuta in Lettonia dal 6 al 9 novembre.
CITIZENSHIP
AND NEW
INCLUSION
FASE II
Durata: 24 mesi
dicembre 2003- dicembre 2005
Costo totale: 143.330,51 euro
Contributo comunitario:
墌 www.comune.forli.fo.it/
contenuti/citizenship/
SOCIAL EXCLUSION ha l’obiettivo di
promuovere la partecipazione alla lotta
contro la povertà e l’esclusione sociale.
Capofila è il Comune di Bologna; la DG
Sanità e Politiche sociali partecipa
come partner assieme a Lega Coop,
CGIL di Bologna, Consulta Cittadina
contro l’esclusione sociale, Forum
Metropolitano delle Associazioni dei cittadini non europei, Università di
Bologna (DAMS), Provveditorato regionale Amministrazione penitenziaria,
Centro di Servizio sociale adulti del
Ministero di Grazia e Giustizia e
l’A.USL di Bologna.
Il progetto, iniziato nel dicembre
2004, vuole sensibilizzare sia il pubblico in generale sia gli attori privilegiati
che svolgono informazione e attività
nell’ambito dell’esclusione sociale;
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dalle principali fasi che hanno portato
alla definizione del processo di inclusione sociale e di lotta alla esclusione e
alla povertà dell’Unione europea, attraverso gli obiettivi del programma europeo e gli strumenti identificati per combattere l’esclusione sociale, al coinvolgimento attivo aumentando la partecipazione ai piani di zona e ai piani
nazionali di azione 2006-2008.
SOCIAL
EXCLUSION
Durata: 12 mesi
dicembre 2004- dicembre 2005
Costo totale: 98.460 euro
Contributo comunitario: 78.461 euro
L’IN.FA - L’INformazione del FAre
vuol far conoscere la Strategia europea
per l’Inclusione Sociale avviata a
Lisbona nel 2000.
Capofila è CILAP EAPN (Centro Italiano
di Lotta Alla Povertà, sezione
dell’European Act Poverty Network); la
DG Sanità e Politiche sociali partecipa
come partner assieme ad altri 18 enti
pubblici e del privato sociale di nove
regioni italiane.
Il progetto, iniziato nel dicembre
2004, prevede la realizzazione di
eventi pubblici, a carattere seminariale,
per far conoscere la Strategia di
Lisbona e i contenuti del processo per
l’inclusione sociale: cosa sono i Piani
nazionali per l’inclusione, cosa è il
metodo Aperto di coordinamento, cosa
significa Governance multilivello. Il progetto si sviluppa attraverso nove seminari tematici, preceduti dall’invio di una
newsletters, che si terranno nelle nove
regioni interessate: Basilicata, Calabria,
Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte,
Puglia, Toscana Umbria e Veneto. Il
progetto ha una doppia valenza territoriale, la prima regionale che sarà realizzata da ciascun partner e la seconda
nazionale per il sostegno espresso dal
Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali. Le iniziative territoriali faranno
riferimento a tre settori d’intervento:
– promozione e sostegno per l’accesso
ai servizi mirati all’inserimento lavorativo, all’orientamento e alla autoimprenditorialità;
– prevenzione dai rischi di esclusione,
attraverso la messa a punto di politiche
locale pianificate e programmate con il
contributo di tutti gli attori locali;
– azioni rivolte alle persone e gruppi
maggiormente vulnerabili, soprattutto
nell’ambito dei servizi di “bassa
soglia”: prima accoglienza, emergenza
abitativa, sanitaria e sociale.
L’IN.FA
Durata: 18 mesi
dicembre 2004- giugno 2006
Costo totale: 74.989 euro
Contributo comunitario: 59.989 euro
163
5.4
PROGRAMMA
PARITÀ TRA
DONNE E UOMINI
(V PROGRAMMA
QUADRO)
Con decisione del Consiglio del 20
dicembre 2000 è stato istituito il programma comunitario in materia di parità tra donne e uomini che ha come
obiettivo quello di promuovere e diffondere i valori e le pratiche alla base
della parità tra i sessi; migliorare la
comprensione dei temi connessi alla
discriminazione tra i sessi, compresa la
discriminazione basata sul sesso e la
discriminazione plurima nei confronti
delle donne, e valutare l’efficacia delle
politiche e delle pratiche adottate per
combatterla; migliorare la capacità di
soggetti chiave di promuovere efficacemente la parità tra i sessi, in particolare attraverso lo scambio di informazioni
e buone prassi e l’istituzione di reti a
livello comunitario.
Il programma è attivo per il periodo
2001-2005. È stato proposto il prolungamento della durata del programma
fino alla fine del 2006. Le risorse
finanziarie disponibili sono pari a 50
milioni di euro, destinati a diventare
61,5 milioni con l’estensione della
durata del programma.
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La partecipazione
della Regione al Programma
Parità tra donne e uomini
Nell’ambito del Programma Parità tra
donne e uomini, la Direzione Generale
Cultura, Formazione e Lavoro partecipa
al progetto Gradus.
Gradus – Gender and Decision
Making, Steps and Stairs in Civic
Society è finalizzato a valorizzare l’equilibrata partecipazione delle donne ai
processi decisionali, alla rimozione
delle discriminazioni nel sistema delle
imprese, delle parti sociali e nel sistema dell’associazionismo, in particolare
attraverso la produzione di linee guida
di buone pratiche, una banca dati dei
curricula femminili idonei ad essere promossi a livello istituzionale e non, campagne informative e promozionali.
Capofila è l’Associazione Orlando, altri
partners sono: One North East,
Engender, Women into the network
and Oxfam (UK); Centre regional de
formation et de documentation des
femmes de Bourgogne (F); Greek
League of women’s rights (GR); Red
Ciudadanas de Eueopa (E), Centro
Documentazione Donna di Modena,
Comitato Donna Impresa –EmiliaRomagna.
Il progetto ha come fuoco specifico il
superamento di quegli ostacoli oggettivi
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OTTAVOEURORAPPORTO
e soggettivi che impediscono alle
donne di raggiungere i livelli decisionali
anche in quei settori e luoghi nei quali
è forte la presenza femminile. Infatti,
la difficoltà delle donne ad accedere ai
livelli decisionali non è limitata alla
sfera politica ma si riscontra in ogni
segmento della vita sociale ed economica. Il focus del progetto ha riguardato le molte articolazioni della società
civile e i loro legami con la sfera politica; è questo un terreno in cui le azioni
delle donne sono state rare in tutta
Europa. Sono stati individuati cinque
snodi principali delle relazioni che collegano i processi decisionali della sfera
politico-istituzionale, nella sfera economica e nella società civile: 1) le imprese; 2) le associazioni imprenditoriali, le
associazioni professionali sia come rappresentanti che come decisori politici e
organizzatori di consenso; 3) le ong
come imprese sociali e le loro organizzazioni ombrello; 4) le istituzioni di
secondo livello come corpi intermedi
che interfacciano la società politica e la
società civile; 5) le istituzioni amministrative e politiche. Le azioni previste
hanno affrontato la questione del bilanciamento di genere in questi enti da
due prospettive: rendendo da un lato
visibili e disponibili le competenze femminili per gli attori e decisori istituzionali, dall’altro sono state azioni volte
ad identificare e possibilmente rimuove-
re specifici meccanismi di esclusione.
Le azioni sono state indirizzate ad
organizzazioni selezionate come campione; ne saranno destinatari uomini e
donne e le relazioni di genere. A conclusione delle attività del progetto è
stata organizzata una conferenza internazionale che si è svolta a Bologna il
25 e 26 febbraio 2005.
Gradus
Gender and
Decision Making,
Steps and
Stairs in
Civic Society
Durata: 15 mesi
dicembre 2003 - febbraio 2005
Costo totale: 351.897,90 euro
Contributo comunitario:
275.897,90 euro
5.5
PROGRAMMA
ASIA URBS
Asia Urbs è uno dei programmi regionali attivo all’interno del Programma
ALA7; è un programma di Cooperazione
decentrata che promuove la costituzione di reti di cooperazione tra città finalizzate alla creazione ed al rafforzamento di legami tra comunità locali
dell’UE e dell’Asia. L’obiettivo è di contribuire allo sviluppo socio-economico
dei Paesi asiatici, migliorando le condizioni di vita nei centri urbani e sostenendo la lotta contro la povertà, attraverso iniziative di cooperazione tra le
città, le regioni e le Amministrazioni
locali e territoriali dell’UE e quelle del
Sud-Est asiatico. I settori prioritari
sono: gestione urbana, sviluppo socioeconomico urbano, ambiente urbano e
infrastruttura sociale urbana. Le azioni
previste sono:
– Progetti di sviluppo che si prefiggono di migliorare le condizioni della vita
e dell’ambiente per gli abitanti delle
città;
– Studi volti alla preparazione di proposte di progetti;
7
ALA Programma di aiuto finanziario e tecnico, nonché di cooperazione economica, per i
paesi in via di sviluppo dell’America Latina e
dell’Asia.
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OTTAVOEURORAPPORTO
– Progetti di scambio di informazioni
per consentire la diffusione di buone
prassi e di informazioni tecniche in
materia di sviluppo urbano.
Dopo una prima fase, 1998-2003, e
una seconda fase, 1° gennaio-31
dicembre 2004, nel 2005 Asia Urbs si
è fuso con Asia Pro Eco8 dando vita a
un nuovo Programma Asia Pro Eco II.
La partecipazione
della Regione Emilia-Romagna
al Programma Asia Urbs
Nell’ambito del programma Asia Urbs,
la Regione Emilia-Romagna ha partecipato, nel 2004, al progetto
“Riqualificazione urbana dell’area delle
ex concessioni europee a Tianjin”.
Riqualificazione urbana dell’area
delle ex concessioni europee a
Tianjin ha l’obiettivo di sviluppare un
programma di riqualificazione urbana
per un quartiere di Tanjin, all’interno
dell’ex concessioni europee, confrontando le esperienze italiane e cinesi nel
campo della programmazione urbanistica inclusi gli aspetti di sviluppo socioeconomico e di sostenibilità ambientale.
Capofila del progetto è il Servizio
Programmazione e Sviluppo
dell’Attività Edilizia della Direzione
Generale Programmazione Territoriale e
Sistemi di Mobilità; oltre al Tianjin
Bureau of Urban Planning and Land
Resources partecipa, come partner,
Institut Català de Energia - ICAEN di
Barcellona (ES).
bora al progetto, acquisire documentazione per l’individuazione dell’area da
riqualificare.
Il progetto si propone di predisporre un
piano di riqualificazione urbana su
un’area di circa 10 ettari, definendo
gli edifici storici da tutelare, restaurare
o rifunzionalizzare e fornire indicazioni
di massima sulla futura evoluzione
urbanistica. Alla fine del 2005 si prevede di bandire una gara internazionale per la ricerca di investitori che intendano presentare proposte per lo sviluppo urbanistico dell’area, basandosi
sulle indicazioni di massima fornite dal
programma predisposto dalla RER d’intesa con le autorità di Tianjin. Dallo
sviluppo di questo programma si vuole
poi giungere alla identificazione di una
metodologia che sia replicabile in contesti analoghi presenti sul territorio
cinese.
A marzo, è stato realizzato il primo
trainig module in Tianjin con la partecipazione di funzionari ed urbanisti della
Regione Emilia-Romagna, del Tianjin
Bureau of Urban Planning and Land
Resources (partner cinese) e
dell’Institut Català d’Energia (partner
spagnolo) dedicato alla discussione di
metodologie europee di riqualificazione
urbana e sostenibilità ambientale ed
alla formazione del personale cinese. È
stato aperto, in Tianjin, l’ufficio dedicato al progetto con la costituzione di
una unità tecnica di collegamento fra i
Partners.
Il primo anno del progetto è stato
dedicato principalmente ad attività di
formazione e pianificazione; infatti
sono stati realizzati tre moduli formativi in Cina ed uno in Europa. Nel
mese di febbraio 2004, ha avuto
luogo una prima missione in Cina con
lo scopo di perfezionare il partnership
agreement, preparare il Kick-off meeting, discutere aspetti tecnici ed amministrativi, scegliere un ufficio da affittare per il personale locale che colla-
165
Nel mese di novembre si è realizzato il
terzo modulo di training focalizzato
sulla sostenibilità urbana organizzato
sotto la responsabilità del partner spagnolo Institut Català d’Energia.
Urban
Revitalisation
in the Former
European
Concessions
Areas in Tianjin
Durata: 24 mesi
Gennaio 2004 - dicembre 2005
Costo totale: 751.034 euro
Contributo comunitario: 486.6700 euro
Il secondo training module, dedicato
agli aspetti tecnici degli edifici storici,
loro conservazione e recupero, si è
tenuto a Luglio ed ha visto la partecipazione di relatori ed esperti europei e
circa 70 funzionari cinesi.
Durante i mesi di settembre-ottobre
una delegazione di tecnici cinesi ha
partecipato ad un tour di studio in
Spagna ed Italia finalizzato alla formazione e scambio. Il tour di studio ha
mostrato in concreto esempi di iniziative nell’ambito della riqualificazione
urbana sia in Emilia-Romagna che in
Catalonia.
8
Asia Pro Eco è uno dei programmi regionali
attivi all’interno del Programma ALA, è una
Iniziativa per la promozione delle prestazioni
ambientali e del partenariato tecnologico in
settori economici, per il rafforzamento del
dialogo UE-Asia sulle tematiche ambientali.
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5.6
PROGRAMMA MERP
MARMARA
EARTHQUAKE
REHABILITATION
PROGRAMME
Il Programma di ricostruzione a seguito
del terremoto nel Marmara nasce con
lo scopo di creare le condizioni per permettere alla Provincia turca di Duzce di
superare le situazioni critiche sorte in
seguito ai terremoti del 17 agosto e
12 novembre 1999 che hanno causato
forti danni alle infrastrutture in genere
e a tutta la vita socio-economica della
città. Il programma prevede assistenza
alle autorità locali per l’adozione di un
piano di ricostruzione e di protezione
civile ed anche interventi formativi nei
settori del turismo, agricoltura biologica
rivolti in particolare ai giovani e alle
donne.
Partecipazione della Regione
al Programma MERP
MERP - Riabilitazione di Duzce promosso dalla Prefettura di Grevena
(Salonicco-Gr), insieme all’Istituto
greco Dialogos, l’Associazione Lunaria
e Lega Ambiente, vede il coinvolgimento dell’Assessorato alle Politiche sociali
e dell’Assessorato al Turismo.
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Pagina 166
OTTAVOEURORAPPORTO
Obiettivo del progetto è quello di fornire assistenza alle autorità locali allo
scopo di ricostruire la loro capacità di
agire in casi di emergenza attraverso
l’adozione di piani di protezione civile
e di tecniche costruttive antisismiche,
contestualmente alla sensibilizzazione
della popolazione nei confronti del
rischio terremoti. Due le azioni previste
dal progetto: la creazione di un sistema di prevenzione dei grandi rischi e
protezione civile attraverso lo sviluppo
del volontariato locale; la stesura di un
piano di sviluppo turistico locale nonché l’avvio di alcune proposte concrete
di turismo alternativo per avviare iniziative di turismo responsabile e sostenibile.
MERP
Riabilitazione
di Duzce
5.7
PROGRAMMA
A FAVORE
DELLA
PROTEZIONE
CIVILE
La decisione n. 847/1999/CE del 9
dicembre 1999 ha istituito il programma d’azione comunitario a favore della
Protezione Civile che ha l’obiettivo di
sostenere ed integrare le attività condotte dagli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale ai fini della
protezione delle persone, dei beni e
dell’ambiente in caso di calamità naturale o catastrofe tecnologica. Sono
finanziate le seguenti Azioni:
– Progetti di ampio respiro e di interesse generale, relativi ai metodi per
potenziare la capacità della protezione
civile di far fronte alle catastrofi per
quanto riguarda la prevenzione, il livello di preparazione, la reazione, l’immediata assistenza successiva, l’individuazione e lo studio delle cause di catastrofi; (analisi dei rischi e della vulnerabilità), l’analisi delle incidenze socioeconomiche delle catastrofi, il miglioramento degli strumenti e delle metodologie di previsione,
– Formazione: Workshop e corsi, Scambio di esperti e tecnici, Esercitazioni,
– Progetti pilota volti a potenziare la
capacità e la rapidità di reazione immediata nelle diverse regioni degli Stati
membri, Azioni di sostegno, Conferenze e manifestazioni, Informazione,
Altre azioni quali Strumenti per una
migliore analisi dei risultati delle attività di protezione civile (analisi statistiche e economiche) e Valutazione del
programma, Diffusione delle informazioni sulle azioni decise, nella lingua
degli Stati membri interessati,
– Mobilitazione di esperti per intervenire in situazioni di emergenza a sostegno dei dispositivi instaurati dalle autorità di uno Stato membro o di paesi
terzi in cui si sono verificate calamità
naturali o catastrofi tecnologiche.
Inizialmente il programma doveva terminare il 31 dicembre 2004, ma con
la decisione 12/2005/CE del 20
dicembre 2004 è stato prorogato fino
al 2006. Le risorse finanziarie previste
per il periodo 2000-2004 sono di 7,5
milioni di euro e, per il periodo 20052006, di 4 milioni di euro.
La partecipazione
della Regione
al Programma
per la Protezione Civile
Nell’ambito del programma a favore
della Protezione Civile, la Direzione
Generale Ambiente, Difesa del Suolo e
della Costa, ha partecipato, nel 2004,
al progetto Po 2005 Flood Emergency.
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OTTAVOEURORAPPORTO
PO 2005 FLOOD EMERGENCY ha l’obiettivo di preparare una rete europea
di volontari della Protezione Civile,
coinvolgendoli in una esercitazione ad
alto livello di rischio idrogeologico.
Capofila del progetto è il Servizio
Protezione Civile della Regione EmiliaRomagna, partner associati sono
Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara
e l’Associazione di volontariato
“Vigilanza Antincendi Boschivi” di
Ferrara.
Il progetto vuole assicurare una migliore protezione per la cittadinanza, per
l’ambiente e per il territorio dai rischi e
dai danni che possono derivare da calamità naturali; Verificare gli equipaggiamenti e i materiali disponibili, le risorse
umane e la cooperazione internazionale durante gli interventi di assistenza.
All’esercitazione è prevista la partecipazione di otto organizzazioni straniere di
volontari di protezione civile e saranno
coinvolti 18 volontari per paese.
PO 2005
FLOOD
EMERGENCY
Durata: 18 mesi
dicembre 2004- maggio 2006
Costo totale: 374.175 euro
Contributo comunitario: 280.631 euro
墌 www.civilprotection.net
5.8
PROGETTI PILOTA
E LINEE
SPECIALI
DI BILANCIO
Oltre ai programmi comunitari, le diverse Direzioni Generali della Commissione
europea utilizzano linee finanziarie specifiche del bilancio comunitario per
sostenere attività pilota in settori considerati prioritari. Tra le linee di bilancio
più significative si segnalano quelle
gestite dalla DG “Occupazione e Affari
Sociali” per il sostegno a progetti relativi all’assistenza agli anziani, alla promozione delle pari opportunità per i
disabili, alla lotta contro il razzismo e
la xenofobia, ad azioni a favore degli
immigrati, della famiglia e dell’infanzia.
The implemention of EES Guideline
on Gender equality in EmiliaRomagna region è un progetto della
DG Cultura, Formazione e Lavoro,
finanziato sulla linea di bilancio
04.021500, finalizzato a descrivere le
politiche comunitarie per le pari opportunità tra uomini e donne e il mainstreaming di genere, evidenziando
obiettivi, linee d’azione, destinatari
della SEO9. La valutazione di metà
periodo, realizzata con i progetti finanziati, servirà all’Unione Europea quale
167
punto di partenza per la definizione
delle linee direttrici a sostegno dell’occupazione per il periodo 2006 –
2010.
The
implemention
of EES
Guideline
on Gender
equality in
Emilia-Romagna
region
Una particolare attenzione sarà rivolta
ad approfondire come le indicazioni
europee siano state tradotte in politiche
nazionali attraverso il Piano Nazionale
Per l’Occupazione (NAP) e in politiche
regionali tramite il Programma
Operativo Regionale (POR), focalizzando il contributo della politica regionale
agli obiettivi sulla parità uomo-donna
definiti nella nuova SEO e recepiti nel
NAP 2003. Uno dei principali punti di
forza del progetto consiste in un’analisi
valutativa che punta in primo luogo a
verificare l’impatto delle politiche relativamente agli obiettivi di parità uomodonna e di mainstreaming di genere e,
in secondo luogo, a definire i il contributo che gli attori del territorio (decisori politici, soggetti attuatori di progetti,
parti sociali, associazioni espressione
del mondo femminile, Università, ecc)
hanno dato per lo sviluppo delle stesse.
bando n°. VP/2004/014
Durata: 12 mesi
dicembre 2004- dicembre 2005
Costo totale: 85.500 euro
Contributo comunitario: 63.750 euro
Il progetto è attuato in partenariato
con CRAS Onlus di Roma, società di
consulenza specializzata nella gestione
di progetti comunitari e attività di valutazione ed assistenza tecnica.
9
Strategia Europea per l’Occupazione.
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06-Altre attività
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ALTRE ATTIVITÀ DELLA REGIONE
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06-Altre attività
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06-Altre attività
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OTTAVOEURORAPPORTO
6.1
INIZIATIVE
DELL’ASSEMBLEA
LEGISLATIVA
DELLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
6.1.1. Il Progetto
“L’Europa da scuola
a scuola”
Dal 2002 l’Assemblea legislativa della
Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la Giunta regionale, l’Ufficio
Scolastico regionale e l’Istituto regionale di ricerca educativa, ha sviluppato
programmi di attività rivolte ai cittadini
giovani della nostra regione per il consolidarsi di una cultura europeista e del
sentimento di cittadinanza attiva.
Il 2004 è stato il terzo anno di attività
del progetto poliennale “L’Europa da
scuola a scuola”. Il progetto è sostenuto dal sito web “Il futuro dell’Europa”
http://consiglio.regione.emilia-romagna.it/futuroEuropa.htm
Come è oramai consuetudine il progetto
dell’anno precedente si collega a quello
dell’anno successivo tramite un “ponte
di collegamento” che per l’anno scolastico 2004/2005 è costituito dalla
mostra itinerante p’Arte d’Europa.
La mostra p’Arte d’Europa è stata inaugurata il 30 ottobre 2004 ed ha per-
corso un itinerario che idealmente coincide con lo sviluppo della Via Emilia,
con l’aggiunta di Ferrara e Ravenna. La
mostra è stata ospitata in 11 scuole
dove sono stati realizzati programmi di
iniziative, incontri ed attività relative a
tematiche europee. L’ultima tappa della
mostra itinerante “p’Arte d’ Europa” ha
coinciso con i festeggiamenti per la
giornata dell’Europa 2005 che si è
tenuta a Rimini.
È stata bandita la terza edizione del
concorso, per studenti delle scuole
superiori, a cui è stato dato il nome di
una raccolta di saggi di Altiero Spinelli
“L’Europa non cade dal cielo”. Ai
gruppi vincitori verrà data la possibilità
di realizzare un viaggio-studio in un
paese dell’allargamento o di partecipare ai seminari di formazione federalista
a Cattolica e a Ventotene. La premiazione avverrà nella giornata conclusiva
della Festa dell’Europa di Rimini.
6.1.2. Il progetto
“Pace e diritti umani”
Il Consiglio regionale dell’EmiliaRomagna ha avviato alla fine del 2003
- in collaborazione con l’Assessorato
politiche sociali, immigrazione, progetto giovani, cooperazione internazionale
ed il Servizio Controllo di Gestione e
Sistemi Statistici della Giunta regionale
- un progetto che ha lo scopo di offrire
al mondo associativo ed istituzionale
regionale nuove occasioni di conoscenza, confronto e informazione. Questo
progetto si ispira alla Legge Regionale
24 giugno 2002 n.12 “Interventi
Regionali per la Cooperazione con i
Paesi in Via di Sviluppo e i Paesi in Via
di Transizione, la Solidarietà
Internazionale e la Promozione di una
Cultura di Pace” e intende sostenere le
attività in essa descritte, compreso l’istituendo Osservatorio regionale sulle
politiche di cooperazione.
La prima fase del progetto è stato realizzata secondo le seguenti tappe:
– indagine conoscitiva: rilevazione
delle realtà associative, formative ed
istituzionali che lavorano sui temi dalla
pace e diritti umani nella Regione
Emilia-Romagna; raccolta ed elaborazione dei dati
– implementazione di una “banca
dati” nella quale raccogliere informazioni dettagliate di tipo anagrafico ma
anche sulle attività di associazioni,
gruppi, ONG, Università, Enti locali
– costruzione di un sito internet che
funga da “portale” per i cittadini che
vogliono informarsi sulle tematiche
relative alla pace e alla tutela dei diritti
ma anche da sostegno ad una “rete”
delle realtà associative, universitarie e
171
istituzionali che lavorano su queste
tematiche
La prima fase del progetto si è concluso con la realizzazione del portale Pace
e diritti umani che è stato presentato il
14 marzo 2005. Con questo sito internet si vuole sviluppare un efficace servizio informativo per le Associazioni
che lavorano quotidianamente su questi
argomenti, per gli Enti locali emiliano
romagnoli affinchè possano incentivare
e sviluppare le loro attività in materia e
per tutti i cittadini che vorranno collegarsi. Nel sito trova spazio anche una
sezione dedicata alla segnalazione di
Bandi, inviti a presentare proposte,
concorsi dell’Unione europea, del
Consiglio d´Europa, del Governo italiano e della Regione Emilia-Romagna
nelle materie proprie di questo portale.
Hanno collaborato alla realizzazione
del progetto l´Associazione dei Comuni
dell´Emilia-Romagna e l´Istituto
Regionale di Ricerca Educativa
dell´Emilia-Romagna.
Nell’ambito del progetto è stato avviato un rapporto di collaborazione con il
Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d´Europa che porterà alla realizzazione, nell’ autunno
2005, di un incontro internazionale
nel quale affrontare i temi della tutela
dei diritti umani a livello territoriale e
le responsabilità degli amministratori
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172
locali e regionali nell’applicazione dei
diritti fondamentali dei cittadini. Una
delegazione emiliano romagnola è
stata invitata Strasburgo presso
l’Assemblea del Consiglio d’Europa,
per illustrare il progetto ed il portale
“Pace e diritti umani” e per allestire
uno stand dove poter promuovere in
maniera più efficace le attività svolte
dalle istituzioni e dall’associazionismo
emiliano romagnolo.
6.1.3. Il Servizio
Legislativo e Qualità della
Legislazione e l’Europa
Il Servizio a partire dal 2002 e a
seguito della riforma costituzionale del
titolo V, ha rafforzato l’attività posta in
essere nei confronti dei consiglieri, in
ordine alla conoscenza della normativa
comunitaria rispetto all’esercizio della
funzione legislativa regionale.
Le attività principali consistono nella
redazione delle schede tecnico-normative allegate ai progetti di legge, in riferimento agli aspetti rilevanti di diritto
comunitario, nella predisposizione di
pareri giuridici di diritto comunitario,
nell’attività di osservazione dell’incidenza del diritto comunitario
sull’attività legislativa e amministrativa
regionale, nella consulenza giuridica
specialistica nell’ambito dei progetti
Pagina 172
OTTAVOEURORAPPORTO
specifici previsti annualmente dal
Servizio.
La collaborazione con l’Università di
Bologna, inoltre, nel 2003 e 2004, ha
consentito la pubblicazione di tre ricerche aventi ad oggetto aspetti giuridici
specifici che interessano le regioni nel
contesto delle riforme in atto a livello
europeo, nazionale e regionale. Inoltre,
sulla base di apposita convenzione con
il Cirdce – Centro interdipartimentale di
ricerche sul diritto delle Comunità
Europee – è previsto, per il 2005, l’avvio di un dottorato di ricerca finanziato
dal Consiglio regionale presso il
Servizio legislativo, con l’obiettivo di
approfondire scientificamente il ruolo
del legislatore regionale nell’adempimento degli obblighi comunitari.
All’interno del Rapporto annuale sulla
legislazione, un’apposita sezione è
dedicata all’illustrazione delle attività
svolte dal Servizio, nell’ambito della
materia del diritto comunitario. Negli
ultimi due anni il Servizio ha realizzato
le seguenti pubblicazioni:
– Unione europea, stato, regioni: riforme costituzionali a confronto
– Le Regioni europee nella giurisprudenza comunitaria;
– Il titolo V e le più recenti sentenze
della Corte costituzionale.
6.2
PARTECIPAZIONE
AD ASSOCIAZIONI
ED ORGANISMI
DI CARATTERE
INTERREGIONALE
La Regione Emilia-Romagna aderisce
formalmente a:
䡵 “Conferenza delle Regioni periferiche marittime d’Europa (CRPM)”
che si pone come portavoce delle
Regioni marittime nei confronti degli
Stati e della Commissione europea
nella definizione e gestione di politiche
relative all’assetto del territorio, alla
cooperazione interregionale, allo sviluppo sostenibile al fine di affermare e
valorizzare la dimensione marittima
dell’ Europa. Sono organi della CRPM
l’Assemblea generale, l’Ufficio politico.
L’Assemblea generale è composta dai
Presidenti delle Regioni ed è convocata
una volta all’anno. I lavori della
Conferenza fanno riferimento a 5
Commissioni geografiche - Arco
Atlantico, Mediterraneo, Mare del Nord,
Baltico e Isole - ed ogni commissione
geografica è dotata di un segretariato
esecutivo.
La Commissione Intermediterranea, alla
quale aderisce la Regione Emilia-Romagna1, si pone come obiettivo politico di
affermare l’importanza economica,
sociale e strategica del Bacino del
Mediterraneo, con particolare attenzione alle altre rive, valorizzando il ruolo
che le Regioni possono svolgere per la
sicurezza, la pace e lo sviluppo tramite
l’istituzione di strumenti di cooperazione interregionale e attraverso una rete
di scambi e progetti comuni.
L’organigramma della Commissione
Intermediterranea prevede 6 gruppi di
lavoro: agricoltura e ambiente, sviluppo
rurale, pesca; coesione e assetto del
territorio; cooperazione esterna; acqua
e lotta contro la desertificazione; politica sociale, turismo; società dell’ informazione, ricerca e sviluppo, cultura.
Per ulteriori informazioni consultare il
sito internet http://www.crpm.org
䡵 Forum Europeo Per La Sicurezza
Urbana (FESU), al quale la Regione
Emilia-Romagna aderisce dal 1996 e di
cui è costituita una sezione italiana denominata Forum italiano per la sicurezza urbana (FISU). Si tratta di un
ente non governativo che si propone
come luogo di dialogo, di riflessione e
di cooperazione sulle politiche e pratiche di sicurezza urbana e che, attraverso la messa in opera di programmi di
collaborazione tra le città, ha contribuito a stimolare ed orientare le politiche
locali nazionali e comunitarie in materia di sicurezza urbana.
1
L.R. 26 luglio 1997, n. 25.
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OTTAVOEURORAPPORTO
L’attività del Forum Italiano per la sicurezza urbana si è concentrata anche
per il 2004 nel portare avanti il proprio
ruolo di interlocutore nazionale sui temi
della sicurezza urbana, attraverso il
complesso della sua attività e attraverso alcune significative iniziative pubbliche. Come già da alcuni anni, nel
2004 si conferma la forte crescita dell’associazione, in particolare in termini
numerici: nel corso dell’anno, infatti, il
Forum italiano per la sicurezza urbana
raggiunge il risultato di oltre ottanta
amministrazioni iscritte, con una
benaugurante nuova tendenza all’adesione anche da parte di regioni e province.
Guidata dai principi di partecipazione
democratica, ruolo centrale delle città e
sviluppo delle politiche integrate di
sicurezza, l’iniziativa del Forum
Italiano per la sicurezza urbana ha portato nel 2004 alla realizzazione di
alcune iniziative pubbliche di particolare rilievo, contenutistico e politico:
– nel mese di marzo a Napoli l’assemblea generale dell’associazione è
stata accompagnata da un convegno
internazionale di presentazione della
principale attività su cui si è concentrata l’associazione nel 2004, la realizzazione cioè di una pubblicazione sui
temi della sicurezza urbana. Il volume
“La sicurezza urbana”, curato da
Rossella Selmini, è stato pubblicato dall’editore Il Mulino nella collana scientifica diretta da Marzio Barbagli ed ha
visto la collaborazione di alcuni tra i
maggiori esperti italiani ed europei in
materia;
– nel mese di settembre a Genova si
è svolta contestualmente all’assemblea
dell’associazione un’iniziativa pubblica
sul tema dei rapporti tra ricerca scientifica, esperienza operativa e scelte politiche delle pubbliche amministrazioni,
che ha visto la partecipazione di amministratori di enti aderenti e non aderenti e di esponenti del mondo della ricerca in tema di sicurezza urbana;
– durante il corso di tutto il 2004 il
Forum italiano per la sicurezza urbana
ha poi portato a termine una nuova
significativa esperienza, per la prima
volta di carattere prettamente formativo: da gennaio e a dicembre si è tenuto il primo corso nazionale per responsabile tecnico di politiche per la sicurezza, che ha coinvolto 27 tecnici provenienti da amministrazioni aderenti
all’associazione in un percorso di 240
ore che ha interessato i principali ambiti teorici e organizzativi che interessano
quotidianamente l’attività dei settori
sicurezza degli enti territoriali. La chiusura del corso, con la presentazione e
la discussione di un elaborato finale, si
è tenuta nei primi mesi del 2005 e
sarà oggetto di presentazione tra gli
associati nel corso della prima assemblea annuale del 2005.
Attività collaterali che hanno trovato
conferma nelle attività dell’associazione anche per il 2004 riguardano poi la prosecuzione di gruppi di
approfondimento tematici che permettono alle amministrazioni aderenti di
confrontare le proprie esperienze e di
ampliare le proprie competenze,
anche grazie alla partecipazione di
esperti esterni, su alcuni temi di interesse specifico, tra cui la comunicazione in materia di sicurezza, le relazioni tra sicurezza ed urbanistica, la polizia locale e la polizia di prossimità,
gli strumenti per le diagnosi locali
della sicurezza, la mediazione sociale
e comunitaria.
173
051/283087, e-mail:
[email protected]
䡵 Metrex, Rete delle Regioni e
Aree metropolitane europee, è stata
costituita a Glasgow nel 1996 nel
corso della Conferenza delle Regioni
metropolitane e, allo stato attuale,
associa 40 regioni e aree metropolitane. La Regione Emilia-Romagna vi ha
aderito nel 1997 (L.R. 26 luglio
1997, n. 25) e partecipa attivamente
alle attività e agli incontri periodici.
A completare il quadro di riferimento
del Forum italiano per la sicurezza
urbana contribuisce infine in maniera
sostanziale l’attività del Forum Europeo
per la sicurezza urbana, di cui è sezione nazionale, che nel 2004 ha operato
per il consolidamento, con incontri e
manifestazioni, delle relazioni con le
istituzioni dell’Unione Europea, anche
attraverso la nuova sede politico –
organizzativa di Bruxelles.
Gli obiettivi principali della rete sono lo
scambio di know-how sui temi della
pianificazione territoriale a livello
metropolitano e il contributo della
dimensione metropolitana alla programmazione europea. Questi obiettivi vengono perseguiti agevolando lo scambio
di informazioni scientifiche, di competenze e di esperienze nella pianificazione e nello sviluppo del territorio a livello metropolitano regionale in Europa,
organizzando incontri periodici volti ad
approfondire specifiche tematiche della
pianificazione territoriale di interesse
comune e partecipando con propri progetti a programmi europei.
Per informazioni consultare il sito internet http:\\fisu.it oppure rivolgersi a:
Servizio promozione e sviluppo delle
politiche per la sicurezza e della Polizia
locale, Regione Emilia-Romagna, tel.
051/283072 051/283067, fax.
Il 2004 ha visto l’approvazione e l’avvio operativo del progetto
PolyMetrexPlus, finanziato dal
Programma Interreg IIIC. Ad esso partecipano come partner 19 regioni ed
aree metropolitane europee, fra cui
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l’Emilia-Romagna, ed ha come tema
centrale il perseguimento di un assetto
territoriale più equilibrato e policentrico
attraverso lo sviluppo di migliori relazioni tra le metropoli europee.
Dal 5 all’8 maggio 2004 la Regione
ha partecipato al XVII° Meeting di
Metrex che si è tenuto a San Sebastian
(Spagna). L’incontro è stato incentrato
sull’approfondimento dei temi legati
alle aree transfrontaliere e sui contenuti del “Terzo rapporto sulla coesione
economica e sociale” e le sue implicazioni riguardo alle tematiche relative
alle aree metropolitane. I lavori del
Meeting hanno visto anche il rilevante
contributo del Comitato economico e
sociale europeo, del Comitato delle
Regioni, della Conferenza delle Regioni
Periferiche Marittime (CRPM).
Dal 26 al 29 ottobre 2004, la Regione
ha partecipato alla IV Conferenza biennale di Metrex che si è tenuta a
Barcellona sul tema “Andamenti futuri
nella pianificazione territoriale e nello
sviluppo di nuove metodologie e strumenti di pianificazione”. La
Conferenza, anche sulla base dei risultati della prima fase del progetto
InterMetrex, ha rappresentato un’importante occasione di riflessione sullo
stato della pianificazione territoriale in
ambito metropolitano a livello europeo
con particolare riferimento ai diversi
Pagina 174
OTTAVOEURORAPPORTO
aspetti che concorrono al rafforzamento
della governance metropolitana.
A questo proposito nel corso della conferenza la Regione Emilia-Romagna ha
presentato una relazione sulle esperienze di concertazione e sulla valutazione
quali strumenti per migliorare l’efficacia
della pianificazione territoriale a scala
metropolitana.
Nel 2004 Metrex ha ulteriormente
arricchito la sua attività partecipando e
apportando il proprio contributo alla
Conferenza, promossa dalla presidenza
di turno olandese dell’UE, tenutasi ad
Amsterdam il 9 e 10 dicembre 2004,
dal titolo “A european agenda for
metropolitan areas”. La conferenza ha
approfondito il tema delle aree metropolitane in stretto rapporto con le
tematiche economiche e con la
Strategia di Lisbona precisando il contributo che esse possono dare per migliorare la competitività e la coesione
dell’Europa.
䡵 ERIS@ (European Regional
Information Society Association)
Associazione europea per la società dell’informazione regionale, con sede in
Bruxelles, è nata per favorire lo scambio di esperienze, lo sviluppo e la condivisione di buone pratiche e la collaborazione nello sviluppo d’applicazioni e
servizi telematici fra Regioni e nella
divulgazione delle migliori pratiche nel
campo dello sviluppo regionale della
società dell’informazione. La RER è
entrata a far parte di questa rete nel
2002. La rete ha una cinquantina di
regioni partner ed opera nel settore
della società dell’informazione da metà
anni novanta, quando la Commissione
europea iniziò a supportare tramite i
RIS iniziative di questo tipo.
La Regione Emilia-Romagna fa parte
del comitato direttivo della rete, presieduta dall’Aquitania. La partecipazione
alla rete ha permesso alla Regione di
avere maggiore visibilità su quanto si
sta muovendo in Europa sui temi di egovernment e ICT e di creare partnership che hanno portato all’attivazione di
alcuni progetti, tra cui Understand.
Nel 2004 la rete è stata impegnata,
tra l’altro nel redigere una proposta di
Azioni Innovative nel campo della
Società dell’Informazione (IANIS +) a
cui parteciperà anche la Regione EmiliaRomagna.
䡵 Euro*Idees (Iniziative locali di
Sviluppo Economico, di Occupazione e
di Solidarietà) costituitasi il 4 febbraio
1999 a Bruxelles, riunisce enti locali,
cooperative, associazioni, appartenenti
a otto Paesi dell’Unione Europea
(Belgio, Francia, Regno Unito, Grecia,
Italia, Portogallo, Spagna, Svezia) è
una rete che vuole far lavorare in sinergia questi soggetti sui principi e sulle
misure favorevoli allo sviluppo territoriale e alla diffusione dei risultati presso le istituzioni nazionali e comunitarie, contribuendo ad indirizzare le scelte politiche della Commissione europea
in senso regionalista. La Regione
Emilia-Romagna vi aderisce fin dal
2002.
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OTTAVOEURORAPPORTO
6.3
COLLABORAZIONE
ISTITUZIONALE
CON ALTRE
REGIONI
Nel corso di questi ultimi anni la
Regione Emilia-Romagna ha consolidato, sul piano istituzionale, rapporti con
Regioni europee. Questo tipo di collaborazione si inserisce in un quadro di
impegno crescente delle Regioni per
sostenere il processo di integrazione
europea e le azioni avviate dall’Unione
Europea, contribuendo ad avviare ed
alimentare la rete di rapporti tra realtà
analoghe, nonché potenziare le attività, gli scambi ed i partenariati interregionali.
Con l’adozione della legge regionale
27 giugno 1997, n. 18 “Iniziative per
la promozione dell’integrazione europea e la collaborazione tra i popoli di
tutti i continenti” ed il successivo regolamento 4 dicembre 2001, n. 452 la
Regione Emilia-Romagna ha inteso
valorizzare le numerose attività svolte
da enti locali dell’Emilia-Romagna in
ambito europeo ed internazionale, promuovendo e sostenendo la realizzazione di nuovi gemellaggi e il consolidamento di rapporti di gemellaggio già
esistenti.
In ambito europeo, la Regione ha stipulato, da molti anni, protocolli di collaborazione con i Pays de la Loire (FR),
il Land Hessen (DE), la Generalitat
Valenciana (ES) e la Bassa Slesia (PL)
per la realizzazione di iniziative congiunte.
Con il Land dell’Assia si sono sviluppati
progetti europei e progetti bilaterali in
tutti i settori di competenza delle due
Regioni; tra le tematiche di interesse
comune si sottolineano quella della cultura, delle politiche sociali e giovanili,
degli anziani, della ricerca e sviluppo,
della tecnologia, dell’economia, del
commercio, dell’industria, dell’ambiente, dell’educazione e dell’educazione
alla pace. Le due Regioni si sono inoltre impegnate a favorire scambi e contatti diretti tra gli Enti Locali, le organizzazioni, le Istituzioni e le imprese.
Con la Generalitat Valenciana si sono
sviluppati progetti che hanno coinvolto
e coinvolgono le due Regioni sulle
tematiche della scuola, della formazione e dei servizi sociali.
Con la Bassa Slesia si sono sviluppati
scambi di informazioni e sono previste
tra le varie tematiche la collaborazione
istituzionale, il governo del territorio e
valorizzazione beni ambientali, la prevenzione e cura della salute pubblica,
la formazione professionale, scuola e
cultura.
La Regione ha anche avviato significative collaborazioni con altre regioni euro-
pee quali l’Aragona (ES), il Galles
(UK), la Wielkopolska (PL) e
l’Aquitania (FR).
Con Wielkopolska si sono sviluppati
progetti sulle tematiche della Scuola,
della Sanità, dell’Economia, della
Ricerca e Sviluppo, dell’educazione alla
Pace, dei giovani e delle politiche
sociali, dello Sport.
Con l’Aquitania si sono sviluppati progetti europei che hanno coinvolto più
regioni e progetti bilaterali in alcuni
settori di competenza delle due
Regioni. In particolare sono state maggiormente interessate le tematiche
della cultura, delle nuove tecnologie,
dell’economia, dell’educazione e dei
giovani, dell’agricoltura, dello sport.
Con il Galles si sono sviluppati scambi
bilaterali e istituzionali e si sono avviate proposte di collaborazione nell’ambito del settore giovanile, delle nuove
tecnologie, dell’economia e dell’ambiente. Inoltre il Galles è stato coinvolto in progetti europei.
Con l’Aragona si sono sviluppati
progetti bilaterali, scambi di informazioni e istituzionali con particolare
interesse nel settore ambiente e
nuove tecnologie.
La Regione, inoltre, pone particolare
attenzione alla attivazione e partecipazione a reti di collaborazione interna-
175
zionale. In questo ambito, è in via di
formalizzazione una rete di dieci regioni europee (Emilia-Romagna, Assia,
Aquitania, Paesi della Loira, Galles,
Aragona, Generalitat Valenciana,
Wielkopolska, Bassa Slesia, Västra
Götaland) e uno Stato (Cipro) che,
sulla base di un protocollo d’intesa,
avvierà tra le regioni europee la sperimentazione di concorsi e progetti che
riguardano i giovani ed il mondo dell’associazionismo giovanile.
Politiche di cooperazione,
solidarietà internazionale
e promozione di una cultura
di pace
L’anno 2004 ha consentito di entrare
nel vivo dell’implementazione della
nuova normativa in tema di cooperazione internazionale (Legge regionale
n.12 del 24 giugno 2002 “Interventi
per la cooperazione con i Paesi in via
di Sviluppo e d i Paesi in via di transizione, la solidarietà internazionale e la
promozione di una cultura di pace”)
essendosi chiusa a dicembre 2003 la
prima procedura per la creazione della
lista ristretta e il primo bando a valere
2
Regolamento relativo all’attuazione dell’art. 6, comma 2, della legge regionale
18/97.
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176
sul Documento di indirizzo programmatico triennale 2003-2005.
Sono stati aperti ulteriori Tavoli di lavoro e specificatamente il Tavolo
Marocco, il Tavolo Senegal, il Tavolo
Aids, il Tavolo Romania, per i quali è
stata aperta anche l’iscrizione alla relativa lista ristretta. Complessivamente
risultano iscritti così a tale selezione
98 soggetti (enti locali e terzo settore)
che sono coinvolti in circa 16 tavoli, tra
Tavoli-Paese e Tavoli tematici.
Sono stati approvati al cofinanziamento
100 progetti per un finanziamento
regionale complessivo pari a
4.300.000,00 euro.
Tavoli paese
Albania
Bosnia-Erzegovina
Serbia
Bielorussia-Ucraina
Romania
Brasile
Eritrea
Marocco
Mozambico
Saharawi
Senegal
Territori autonomi
palestinesi
Tavoli tematici
Diritti umani
Lotta Aids
Mutilazioni genitali femminili
Politiche di genere
Sono, inoltre, stati aperti due nuovi
uffici di collegamento della Regione
Emilia-Romagna rispettivamente il
Centro per la cooperazione decentrata
a Gerusalemme, aperto presso il
Consolato italiano unitamente alla
Regione Umbria e l’ ufficio di collegamento a Belgrado.
Salgado, di riforestazione della mata
atlantica all’interno della riserva del
fotografo Salgado nella VAlle do rio
Doce (regione interna dello Stato del
Minas Gerais). L’acqua e lo sviluppo
agricolo sono inoltre oggetto di interventi nell’area dello Stato del Piauì in
Brasile nell’ambito del Programma del
governo brasiliano Fome Zero.
Settori ed aree di intervento:
Sempre l’agricoltura sostenibile e quindi anche l’importantissimo tema dell’accesso all’acqua è al centro degli
interventi nella Regione del Gash
Barka, una regione dell’Eritrea colpita
da gravissimi problemi di siccità e di
povertà.
Ambiente
La promozione di forme di sviluppo
sostenibile dal punto di vista ambientale e di sviluppo di opportunità occupazionali per la generazione di reddito
per le fasce deboli è un’altra importante priorità dell’intervento regionale: nei
Balcani si è particolarmente concretizzata in Bosnia-Erzegovina con progetti
mirati allo sviluppo di tecniche produttive alternative a quelle tradizionali e
dell’agricoltura biologica e del commercio dei prodotti attraverso i canali distributivi del Commercio equo e solidale. Un importante contributo, soprattutto da parte degli enti locali, sta venendo a favore di iniziative di studio e
monitoraggio dei fenomeni di inquinamento ambientale nelle realtà di
Pancevo (Serbia) e di Tuzla (Bosnia)
in particolare.
In Brasile un programma di tipo
ambientale col fotografo Sebastai
Nei Territori dell’Autonomia Palestinese
sono in corso interventi a favore delle
famiglie disagiate per la costruzione di
pozzi e cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e per la realizzazione di
orti famigliari e di produzioni agricole
tipiche che consentano l’autosufficienza alimentare e il sostentamento familiare.
Politiche sociali e sanitarie
Prevenzione e lotta all’Aids, ampio il
programma degli interventi in corso in
Mozambico. La presenza di Ong impegnate su questo tema, la collaborazione con istituzioni mozambicane di livello nazionale, quali il Consiglio
Nazionale per la Lotta all’Aids e il mini-
stero della Salute del Mozambico, l’attivazione di rapporti con le Asl regionali, hanno condotto alla programmazione e realizzazione di interventi comuni
e complementari che spaziano dal coinvolgimento degli adoloscenti con iniziative di informazione e prevenzione fino
alla creazione di laboratori diagnostici
per il monitoraggio della carica virale.
Dal 2005 gli interventi sull’aids sono
stati allargati anche al Senegal e al
Kenya dove sarà ristrutturata una struttura sanitaria specializzata.
Negli ultimi tre anni gli sforzi della
Regione in tutti i tre Paesi balcanici
(Serbia, Albania e Bosnia) si sono concentrati su progetti per il passaggio dall’emergenza post-bellica alla cooperazione allo sviluppo, sostenendo il lavoro di Ong, associazioni, volontari ed
Enti locali su interventi a sostegno delle
fasce più deboli (minori, anziani), in
una situazione caratterizzata da una
forte domanda di servizi in un’area
segnata da fragili economie, ritardi
democratici di partecipazione e gravi
disagi.
È inoltre entrato in piena attuazione il
Programma Operativo Integrato della
Regione Emilia-Romagna finanziato in
base all’Accordo di Programma con il
Ministero Affari Esteri ai sensi dell’art.
7 della legge 84/2001. Il Piano operativo ha ottenuto un finanziamento ai
sensi della citata legge di 900.000,00
euro per iniziative di cooperazione
decentrata nei Balcani, che sono realiz-
06-Altre attività
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OTTAVOEURORAPPORTO
zate in collaborazione con enti locali e
soggetti del terzo settore operanti in
quelle realtà, in coordinamento con la
programmazione regionale.
È stata inoltre avviata la fase preliminare per l’avvio del Programma Tutela e
reinserimento di minori con handicap
psico-fisico e promozione di imprenditorialità sociale in Bosnia Erzegovina cofinanziato dal Ministero Affari Esteri italiano.
In Serbia ed Albania la nostra Regione
è attivamente impegnata a collaborare
con i Ministeri centrali del welfare e
alcuni governi locali per assistere e
favorire il progressivo trasferimento
delle competenze in tema di politiche
sociale alle autonomie locale, in particolare sul tema dei minori.
I minori a rischio di emarginazione
sociale sono oggetto di un prevalente
numero di progetti anche in Bielorussia,
Romania e Bosnia dove è particolarmente intenso l’impegno a favore della
deistituzionalizzazione dei bambini e
degli adolescenti, favorendone l’integrazione sociale e lavorativa attraverso
borse di studio.
Nei Territori dell’Autonomia Palestinese
i minori sono sostenuti attraverso iniziative mirate sia alla formazione degli
insegnanti di supporto e degli operatori
sociali che operano con bambini con
difficoltà di apprendimento (Gaza) e
con disabilità psichiche (Betlemme) sia
con percorsi di formazione continua a
favore degli insegnanti degli asili nido
(Jenin) sia con attività ludico-ricreative
e sportive post-scolastiche (Gaza,
Hebron e Gerusalemme Est).
Economia solidale
La Regione Emilia-Romagna cofinanzia
progetti a favore della crescita del
movimento cooperativo in diverse aree
del Brasile e su diversi settori produttivi
(lattiero caseario nel sud del PAese,
Stato del Rio Grande do Sul, e metallurgico nell’area della Grande San
PAolo, ABC paulista).
Unisol e Cocel, nostri partner locali,
sono il frutto di iniziative delle organizzazioni sindacali e del movimento
cooperativo italiane e brasiliane, che
hanno scommesso, attraverso progetti
specifici, sulla nascita e sulla crescita
di un sistema cooperativo che superasse quello ereditato dal periodo della
dittatura verso un modello partecipativo, solidale e sostenibile sia da un
punto di vista economico che sociale,
capace di stare sul mercato rispettando
i diritti dei lavoratori, il loro ruolo di
soggetti attivi nelle scelte strategiche e
di prefigurare un modello di sviluppo
alternativo.
Con la sottoscrizione dell’accordo di
collaborazione Regione EmiliaRomagna- Presidenza della Repubblica
Federativa del Brasile dello scorso
novembre 2004, è stato poi assunto
anche a livello politico come prioritario
un intervento integrato a favore del
consolidamento di questo modello produttivo, attualmente protagonista
anche di una delle più importanti riforme legislative del Governo Lula.
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ATTUAZIONE NORMATIVA COMUNITARIA
E DISCIPLINA COMUNITARIA IN MATERIA
DI CONCORRENZA (AIUTI DI STATO)
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7.1.
IL CONTESTO
DI RIFERIMENTO
DELLE LEGGI
REGIONALI
ATTUATIVE DELLA
NORMATIVA
COMUNITARIA
Il 2005 è caratterizzato, per la
Regione Emilia-Romagna, dall’entrata
in vigore del nuovo Statuto, approvato
con la legge regionale 31 marzo
2005, n. 13. Per la prima volta lo
Statuto regionale dedica molte norme,
di grande rilievo, al tema dei poteri
regionali in materia di attività internazionale e diritto comunitario. Questo
costituisce, a livello normativo, il definitivo recepimento nell’ordinamento
regionale, delle grandi novità introdotte
dalla riforma del titolo V della parte II^
della costituzione, attuata con la legge
costituzionale n. 3 del 2001.
La riforma costituzionale del 2001 ha
infatti riconosciuto alle regioni un
nuovo fondamentale ruolo in campo
europeo ed anche in campo internazionale. In particolare, il nuovo art. 117,
comma quinto, Cost., prevede – con
una innovazione assoluta rispetto al
testo del 1948 (anteriore alla nascita
delle Comunità europee) – la partecipazione da parte delle regioni all’attività dell’Unione Europea, sia nella fase
c.d. ascendente, sia nella fase c.d.
discendente. La disposizione citata
infatti stabilisce che, nelle materie di
loro competenza, regioni e province
autonome possono: partecipare alle
decisioni dirette alla formazione degli
atti normativi comunitari (ascendente),
nonché attuare ed eseguire gli accordi
internazionali e gli atti dell’Unione
europea (discendente); tutto ciò, naturalmente, nel rispetto delle norme di
procedura stabilite dalla legge statale
(che peraltro disciplina anche le modalità di esercizio del potere sostitutivo in
caso di inadempienza).
L’ultimo comma dello stesso articolo
117 introduce un ampliamento delle
potestà regionali che riguarda fondamentali strumenti pubblicistici di carattere pattizio (accordi e intese) che
danno una notevole sostanza al nuovo
“potere estero” delle regioni. Questa
nuova norma costituzionale – il cui
ambito di applicazione si estende
anche al livello internazionale (oltre
che a quello europeo) – aggiunge che,
sempre nelle materie di propria competenza, le regioni possono “concludere
accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e
con le forme disciplinati da leggi dello
Stato”.
Proprio la necessità di accompagnare
con nuovi poteri “esteri” la maggiore
potestà legislativa e regolamentare
delle Regioni prevista dalla riforma del
titolo V è, evidentemente, alla base di
questo ampliamento di potestà: sarebbe inimmaginabile l’esercizio di nuove
ampie funzioni in tante materie senza
una forma regolamentata di rapporto
con l’estero (dove operano altri soggetti che si occupano dei medesimi temi).
Si tenga infatti presente che, in base al
comma terzo dello stesso art. 117, le
Regioni hanno una competenza legislativa concorrente nelle materie relative
ai loro rapporti internazionali e con
l’Unione europea (per non parlare di
competenze specifiche, come quella
nella materia del “commercio con l’estero”).
Peraltro, questa riforma costituzionale
sarebbe inattuabile se non corredata da
chiari principi e precise norme procedurali, atte a coordinare l’attività propria
delle regioni con quelle dello Stato. A
questa esigenza ha provveduto –
secondo quanto previsto dalla
Costituzione – il legislatore statale con
la legge n. 131 del 2003 (c.d. legge
“La Loggia”) che ha indicato le nuove
procedure per la partecipazione delle
Regioni ai processi decisionali comunitari, nei quali comunque lo Stato mantiene la responsabilità circa l’adempimento degli obblighi.
Nel 2005 è poi entrata in vigore la
legge n. 11, sostitutiva della c.d.
181
“legge La Pergola”, che crea nuovi
strumenti regionali di partecipazione e
diretta attuazione in rapporto agli obblighi comunitari. In particolare, per quanto riguarda la c.d. fase discendente, la
legge n. 11 stabilisce che Stato e
regioni, nelle materie di propria competenza, sono tenuti a dare tempestiva
attuazione alle direttive comunitarie, e
delinea la procedura informativa per
l’emanazione della legge comunitaria;
va tenuto presente che nelle materie di
competenza regionale è ammesso il
ricorso a regolamenti statali di delegificazione in funzione sostitutiva per inadempienza regionale. La legge n. 11
del 2005 inoltre attribuisce al
Presidente della Conferenza dei
Presidenti delle Regioni e delle Province
autonome di Trento e Bolzano il potere
di partecipare al nuovo Comitato interministeriale per gli affari comunitari
europei, regola la sessione comunitaria
della Conferenza Stato-Regioni, e istituisce una sessione comunitaria anche
presso la Conferenza Stato-città e autonomie locali.
Con ciò la cornice delle norme dello
Stato finalizzate a consentire una efficace azione delle regioni a livello europeo appare completo. Peraltro, indispensabile era, nel nostro caso – come
per tutte le Regioni –, l’entrata in vigore delle disposizioni regionali che chiarissero, nel nuovo quadro del assetto
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istituzionale che la Regione EmiliaRomagna si dava con il nuovo Statuto,
le competenze ed i principi dell’azione
regionale.
In verità, si può ben dire che la
Regione Emilia-Romagna non ha mai
trascurato l’importanza di avere una
normativa chiara in questo settore, per
mantenere l’elevato livello di operatività che caratterizza l’amministrazione.
Tanto è vero che anche nella fase
transitoria che accompagnato il lungo
iter di elaborazione dello Statuto regionale sono state dettate – nell’ambito
della legge generale “istituzionale”
volta dare un coordinamento unitario ai
vari interventi di riforma legislativa per
l’attuazione del titolo V della Costituzione (la legge regionale n. 6 del
2004) – varie disposizioni di legge in
materia comunitaria ed internazionale
(articoli da 2 a 6 della LR n. 6). In
particolare, l’art. 2 della l.r. 6 del
2004 disciplina la dimensione ascendente della partecipazione regionale al
diritto comunitario, prevedendo un’apposita attività di indirizzo da parte del
Consiglio regionale nei confronti del
presidente della Giunta; con intesa tra
Giunta e Conferenza RegioneAutonomie locali è poi regolata la partecipazione degli enti locali. La partecipazione discendente viene invece disciplinata dall’art. 3, che rapporta l’adeguamento dell’ordinamento regionale
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OTTAVOEURORAPPORTO
anche alle sentenze della Corte di giustizia e prevede l’emanazione annuale
di una legge comunitaria regionale.
L’art. 4 regola le attività regionali di
rilievo internazionale, attribuendo alla
Giunta vari poteri tra i quali: iniziative
di cooperazione allo sviluppo, solidarietà internazionale e aiuto umanitario;
attività promozionali dirette e indirette
in vari settori; iniziative di scambio di
esperienze e assistenza istituzionale
con le amministrazioni di regioni ed
altri enti esteri, nonché supporto ad
analoghe iniziative tra Università e tra
enti locali; supporto del reclutamento e
della formazione di personale destinato
ad immigrare per motivi di lavoro in
Emilia-Romagna; politiche a favore dei
concittadini emigrati all’estero; creazione di strutture all’estero di supporto
alle attività internazionali della
Regione). Da ultimo, l’art. 5 prevede
che la Regione adotti un documento
pluriennale di indirizzi in materia di
cooperazione internazionale e attività
internazionale.
Ma la completezza del quadro poteva
derivare solo dal nuovo Statuto regionale, che era chiamato ad introdurre
principi di maggior rilievo e le norme
che tenessero conto dei nuovi rapporti
istituzionali interni, in particolare fra
l’Assemblea legislativa, la Giunta regionale ed il suo Presidente.
Il nuovo Statuto tratta di questi aspetti,
principalmente negli articoli da 11 a
13, oltre che nelle norme che riguardano le specifiche competenze degli organi regionali. La normativa statuaria si
apre con alcune disposizioni di principio
(art. 11) che sanciscono innanzitutto
l’obbligo della Regione di conformare
la propria azione ai principi e agli obblighi derivanti dall’ordinamento internazionale e comunitario; la Regione inoltre partecipa al processo di costruzione
ed integrazione europea e opera per
estendere i rapporti di reciproca collaborazione con le altre regioni dell’UE.
Con l’art. 12 vengono introdotte, a
livello statutario, le norme fondamentali inerenti la partecipazione alla formazione e all’attuazione del diritto comunitario, nell’ambito e nelle materie di
propria competenza, da parte della
Regione Emilia-Romagna. In particolare
alcune norme riguardano la c.d. “fase
ascendente”: esse sanciscono che la
Regione partecipa alle decisioni dirette
alla formazione degli atti normativi
comunitari (sempre nel rispetto dellle
linee procedurali previste dalla legge
statale) e determina con legge “le
modalità di informazione, preventiva e
successiva, e le forme di espressione di
indirizzo dell’Assemblea legislativa”
sulla fase ascendente.
Riguardo alla fase “discendente” la
Regione Emilia-Romagna provvede
direttamente all’attuazione e all’esecuzione degli atti dell’Unione Europea
(osservando le disposizioni procedurali
dettate dalla legge dello Stato), per
mezzo di norme legislative o con regolamento della Giunta, ma anche con
fonti normative di rango secondario
(dell’Assemblea o della Giunta) nei
casi in cui non è richiesta una preventiva regolazione della materia. Questa
disposizione è molto importante, perché consente l’uso di strumenti normativi ed attuativi agili e chiarisce ogni
eventuale dubbio in materia.
Questa norma si lega anche alla disposizione, di carattere generale, secondo
cui la Regione partecipa a programmi e
progetti dell’UE e – elemento di forte
significato istituzionale per il “sistema”
amministrativo del territorio emilianoromagnolo – promuove la partecipazione all’attività comunitaria degli enti
locali e della società civile.
Con significativa innovazione statutaria,
viene inoltre prevista l’adozione di
“leggi comunitarie regionali”: l’art. 12
dispone, infatti, (comma 1, lett. d) che
la legge regionale attui il periodico
recepimento delle direttive e degli altri
atti normativi comunitari che richiedono
un intervento legislativo. A livello semplicemente legislativo (non statutario)
già la LR n. 6 del 2004 aveva previsto
l’adozione di una legge regionale
comunitaria (art. 3), stabilendo alcuni
termini (ordinatori), anche se all’epoca
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dell’emanazione di tale disposizione si
scontava un quadro normativo non
ancora completo.
Lo Statuto si occupa poi, per la prima
volta, degli aspetti contenziosi della
partecipazione all’Unione europea, rinviando alla legge regionale la determinazione delle modalità del concorso
dell’Assemblea legislativa per quanto
riguarda le proposte d’impugnativa contro disposizioni comunitarie, rispettando
in ogni caso il potere di rappresentanza
del Presidente della Regione.
Naturalmente il ruolo dell’Assemblea
legislativa risulta, in generale, molto
enfatizzato nel nuovo Statuto rispetto
alle tematiche europee. La normativa
fondamentale (oltre a quanto si appena detto riguardo al contenzioso) si rinviene nell’art. 28, relativo a “poteri e
funzioni” dell’Assemblea: la lettera g)
di questo articolo attribuisce a tale
organo il potere di deliberare gli “atti
generali attuativi delle norme
dell’Unione europea, salvi i casi previsti
dalla legge”.
Questo assai rilevante potere
dell’Assemblea legislativa è confermato, del resto, anche in materia internazionale: la lettera g) del citato art. 28
attribuisce all’organo assembleare
l’”elaborazione” dei documenti di indirizzo di documenti di indirizzo in materia di rapporti internazionali e la ratifica
degli accordi e intese. Questa disposizione si lega all’art. 13 dello Statuto
che disciplina l’attività di rilievo internazionale dell’Emilia-Romagna nelle
materie di sua competenza; in particolare esso dispone che la Regione attua
direttamente gli accordi internazionali
stipulati dallo Stato, che l’Assemblea
legislativa su proposta della Giunta ratifica gli accordi con Stati esteri e le intese con Enti territoriali interni ad altro
Stato, deliberati dalla Giunta e sottoscritti dal Presidente. Anche per gli
accordi internazionali e per i rapporti
interregionali internazionali, la legge
regionale determina le modalità d’informazione preventiva e successiva e di
partecipazione dell’Assemblea alla formazione delle intese.
Con le nuove disposizioni dello Stato si
apre, dunque, una fase nuova, caratterizzata da una maggiore chiarezza e
stabilità istituzionale e si apre anche la
possibilità di dare luogo ad una normazione innovativa e flessibile (importante è il rinvio ad atti non legislativi) per
una sempre più efficace azione della
Regione Emilia-Romagna rispetto alle
tematiche europee.
7.2.
BREVE QUADRO
RIEPILOGATIVO
DELLE LEGGI
REGIONALI
ATTUATIVE DELLA
NORMATIVA
COMUNITARIA
APPROVATE
NEL 2004
Legge regionale 20 gennaio 2004, n. 3
Norme in materia di tutela fitosanitaria – istituzione della tassa fitosanitaria regionale. Abrogazione delle
leggi regionali 19 gennaio 1998, n.
3 e 21 agosto 2001, n. 31
La legge n. 3 del 2004 detta norme in
materia di profilassi, produzione e commercializzazione dei vegetali e prodotti
vegetali, ai fini della tutela fitosanitaria, nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti dalla normativa comunitaria
e nazionale e comunque nel rispetto
delle norme statali in materia di profilassi internazionale. Sono stati aggiornati tutti i riferimenti normativi alla
direttiva 2000/29/CE che ha sostituito la precedente direttiva
77/93/CEE in materia fitosanitaria.
Si è provveduto ad unificare in un solo
testo le disposizioni prima contenute
nelle LL.RR. n. 34 del 1982 e n. 31
183
del 2001, che sono state conseguentemente abrogate, e si sono introdotte
alcune semplificazioni procedurali. In
particolare si è concentrata l’attività
autorizzativa alle fasi particolarmente
critiche ( produzione e commercio
all’ingrosso) riducendo, in armonia con
le direttive comunitarie, il numero delle
aziende che necessitano di autorizzazione regionale per l’esercizio della
propria attività.
Si è istituita la tassa fitosanitaria regionale in armonia con la normativa
comunitaria. L’art. 13 dispone che “La
tassa è dovuta dall’importatore e deve
essere assolta mediante pagamento su
conto corrente postale intestato alla
Regione Emilia-Romagna, con obbligo
di indicazione nella causale della dicitura “Tassa fitosanitaria”, prima dell’inizio delle attività di controllo all’importazione previste dall’articolo 13-quinquies della direttiva 2000/29/CE. La
tassa è dovuta nella misura indicata
nell’allegato VIII bis della direttiva
2000/29/CE , introdotto dalla direttiva 2002/89/CE del Consiglio, del 28
novembre 2002, relativa alla modifica
della direttiva 2000/29/CE concernente le misure di protezione contro
l’introduzione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti
vegetali e contro la loro diffusione nella
comunità. Non è autorizzato il rimborso
diretto o indiretto della tassa”.
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Legge regionale 9 febbraio 2004, n. 4
Disciplina della movimentazione di
ovini e caprini a scopo di pascolo
La legge in oggetto, nell’esercizio delle
competenze costituzionalmente attribuite alla Regione in materia di tutela
della salute ed alimentazione, disciplina la movimentazione di ovini e caprini
nel territorio regionale al fine di prevenire il rischio di diffusione di malattie
trasmissibili attraverso il pascolo. In
particolare si attuano le disposizioni
contenute nel Decreto del Presidente
della Repubblica 30 aprile 1996, n.
317 che ha attuato la direttiva
92/102/CEE relativa alla identificazione e alla registrazione degli animali.
Legge regionale 24 marzo 2004, n. 5
“Norme per l’integrazione sociale dei
cittadini stranieri immigrati. Modifiche alle leggi regionali 21 febbraio
1990, n. 14 e 12 marzo 2003, n. 2”
La Regione Emilia-Romagna, nell’esercizio delle proprie competenze ai sensi
dell’art. 117 della Costituzione e del
testo unico emanato con decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e delle
sue successive modifiche (legge n. 189
del 2002, concernente la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), con la legge regionale in esame ha inteso concorrere alla
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OTTAVOEURORAPPORTO
tutela dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea e degli apolidi
presenti nel proprio territorio, riconoscendo loro i diritti fondamentali della
persona umana previsti dalle norme di
diritto interno, dalle convenzioni internazionali in vigore e dai principi di diritto internazionale generalmente riconosciuti. È stata la prima Regione che ha
legiferato in materia di politiche per
l’integrazione dei cittadini stranieri
immigrati dopo la riforma costituzionale e dopo la modifica della normativa
nazionale richiamata.
L’approvazione della nuova normativa
regionale si è resa necessaria per
numerose ragioni: l’evidente superamento della precedente legge regionale
in vigore, l.r. n. 14 del 1990, che
sostanzialmente nasceva nel solco della
impostazione emergenziale causata dai
primi consistenti flussi migratori nel
nostro paese; il forte processo di cambiamenti quali-quantitativi nel corso
degli anno ‘90 riferibili alla progressiva
crescita numerica delle presenze di persone straniere; il forte processo di innovazione e modificazione legislativa
avviato a livello nazionale a partire
dalla emanazione del d.lgs. n. 286 del
1998.
Le ragioni e gli obiettivi che la Regione
si è data con l’approvazione di una
nuova legge regionale per l’integrazio-
ne sociale dei cittadini stranieri vanno
ricondotti alla necessità di assicurare
l’inserimento sociale, culturale e politico per i cittadini stranieri nel pieno
rispetto delle regole.
L’articolo 1 della legge regionale n. 5
del 2004 richiama tra i principi fondamentali quelli della “Dichiarazione
fondamentale dei diritti dell’uomo”
del 10 dicembre 1948, della “Carta
dei diritti fondamentali dell’Unione
Europea”, proclamata a Nizza il 7
dicembre 2000 nonchè gli impegni
assunti con la Carta europea dei diritti dell’uomo nella città, sottoscritta a
Saint-Denis il 18 maggio 2000 ed con
la Convenzione di Strasburgo sulla
partecipazione degli stranieri alla vita
pubblica a livello locale adottata dal
Consiglio d’Europa e ratificata con
legge 8 marzo 1994 n. 203.
Stante la complessità della materia per
un puntuale commento agli aspetti
maggiormente innovativi della legge
regionale in commento si rinvia a Le
istituzioni del federalismo n. 5 del
2004 “ Immigrazione e poteri locali:
quale integrazione, quali competenze”.
Legge regionale 24 marzo 2004. n. 6
Riforma del sistema amministrativo
regionale e locale. Unione europea e
relazioni internazionali. Innovazione
e semplificazione. Rapporti con
l’Università
La L.R. n. 6 del 2004 ha delineato, in
attuazione dei principi introdotti dalla
legge costituzionale n. 3 del 2001, le
sedi, i modelli e le procedure da seguire al fine di garantire la partecipazione
della Regione alla fase ascendente e
discendente di formazione degli atti comunitari disciplinando, altresì, le modalità di esercizio dei rapporti internazionali della Regione e le attività di rilievo
internazionale. Nel nuovo quadro costituzionale è apparso, infatti, di estrema
urgenza un intervento in materia di
rapporti internazionali e con l’Unione
Europea, in attesa delle scelte che sono
state formalizzate con il nuovo statuto
regionale approvato con la legge regionale 31 marzo 2005, n. 13.
In particolare, con riferimento alla fase
ascendente delle norme europee si è
attribuita la responsabilità istituzionale
della partecipazione della Regione nelle
sedi decisionali comunitarie al
Presidente della Giunta, assicurando
che tale ruolo venga svolto in collaborazione istituzionale con il Consiglio
regionale e, per quanto di competenza,
con la Conferenza Regione-Autonomie
Locali.
Per quanto attiene invece alla fase
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OTTAVOEURORAPPORTO
discendente del diritto e dei programmi
comunitari, attraverso la previsione
della legge comunitaria regionale
annuale, si è inteso garantire il periodico adeguamento dell’ordinamento
regionale alle norme ed alle decisioni
giurisdizionali dell’Unione Europea nei
settori di competenza regionale disciplinandone termini, oggetto e procedure.
La legge regionale n. 6 del 2004
detta, altresì, norme per l’esercizio
delle attività di rilievo internazionale
della Regione nel rispetto della competenza statale in materia di politica estera e dei principi fondamentali stabiliti
con legge dello Stato. Una compiuta
definizione delle competenze regionali
in materia di attività internazionale e di
diritto comunitario è contenuta nel
nuovo Statuto regionale che è oggetto
di uno specifico contributo.
Legge regionale 14 aprile 2004, n. 7
Disposizioni in materia ambientale.
Modifiche ed integrazioni a leggi
regionali
Con la legge n. 7 del 2004 la Regione
Emilia-Romagna ha voluto disciplinare e
organizzare le funzioni regionali derivanti dal nuovo quadro normativo in
materia di tutela della biodiversità definito, in primis, dalle direttive comunitarie 79/409/CEE Uccelli e 92/43/CEE
Habitat, nonché dal DPR 8 settembre
1997 n. 357 concernente
Regolamento recante l’attuazione della
Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali nonché della flora e fauna selvatiche recentemente modificato dal DPR n. 120 del
12 marzo 2003.
In tale contesto la Regione ha inteso
definire con maggiore precisione i
diversi ruoli dei soggetti pubblici e privati coinvolti nella conservazione e
nella gestione dei siti che costituiscono
la rete natura 2000, denominati SIC
(Siti di importanza comunitaria) e ZPS
(Zone di protezione speciale, nonché le
procedure amministrative connesse).
Con la legge in esame vengono definite
le finalità generali in base alle quali
promuovere la conservazione e la
gestione dei siti comunitari nel quadro
delle politiche regionali di sostenibilità
ambientale.
In particolare nella legge sono indicate
e disciplinate le competenze amministrative dei diversi enti che sono così
ripartite: alla Regione competono le
funzioni di indirizzo, di coordinamento,
di revisione periodica dell’elenco dei
siti, nonché l’eventuale surroga in caso
di inadempienze da parte di Comuni e
province nell’esercizio delle funzioni
assegnate; alle Province ed agli altri
Enti gestori di Aree protette competono
l’adozione di misure di conservazione,
la promozione dell’attività di monitoraggio nonché l’effettuazione della
valutazione di incidenza di piani, programmi ed interventi connessi alle proprie funzioni; agli altri Enti pubblici (
Comunità montane e Comuni) compete
l’effettuazione della valutazione di incidenza di piani, programmi e interventi
connessi alle proprie funzioni.
È necessaria, infatti, una attenta valutazione delle incidenze che piani o
interventi ricadenti all’interno dei siti o
nelle loro immediate vicinanze possono
avere sugli equilibri ambientali presenti, in modo tale da selezionare le attività ammissibili in quelle precise aree. A
tale proposito lo Stato Italiano è stato
oggetto dell’apertura di procedure di
infrazione comunitaria da parte della
competente Commissione in quanto,
relativamente al recepimento delle
Direttive comunitarie sopracitate, la
Commissione ha ritenuto non adeguate
le azioni intraprese attraverso le normative nazionali di recepimento della
Direttiva habitat per la corretta gestione della rete Natura 2000.
Legge regionale 18 giugno 2004, n. 13
Adesione della Regione EmiliaRomagna alla fondazione Italia-Cina
Negli ultimi anni, con sempre maggiore frequenza, l’Amministrazione regionale è coinvolta in tutti i suoi settori,
in attività internazionali. La program-
185
mazione regionale di attività all’estero
è sempre più ricca di iniziative nell’ottica dell’incremento delle relazioni
internazionali, della promozione culturale, del settore turistico, delle attività
di formazione e di quelle promozionali
del sistema imprenditoriale regionale
nel mondo. Già da qualche anno la
Regione Emilia-Romagna si è dotata di
una programmazione di attività all’estero per la promozione del sistema
economico e per l’incentivazione degli
investimenti in campo internazionale.
In concerto con il Ministero delle
Attività Produttive, la Regione EmiliaRomagna ha siglato l’Accordo di programma per le attività di promozione
sui mercati esteri; fra le aree prioritarie
di azione negli ultimi anni vi è la Cina,
mercato prioritario di intervento non
solo per la nostra Regione ma per
tutto il sistema economico italiano. Da
tutto ciò è nata l’esigenza di aderire
come Regione alla Fondazione ItaliaCina.
La fondazione per statuto è apolitica,
non ha fini di lucro e non può distribuire utili e si pone come scopo statutario
la promozione di rapporti economici e il
perseguimento di finalità culturali, formative, sanitarie, scientifiche, artistiche, realizza studi e ricerche come pure
elabora e attua programmi di particolare rilevanza, organizza eventi utili a
sviluppare i rapporti tra Italia e Cina nel
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quadro dei rapporti esistenti anche a
livello governativo.
Legge regionale 11 ottobre 2004, n. 21
Disciplina della prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento
La Direttiva 96/61/CE ha stabilito un
quadro generale per la prevenzione e
la riduzione integrate dell’inquinamento. Essa prevede le misure necessarie
per assicurare l’attuazione della prevenzione e della riduzione integrate dell’inquinamento al fine di raggiungere un
elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso.
L’applicazione del principio dello sviluppo sostenibile è rafforzato da un
approccio integrato della riduzione dell’inquinamento. Ai sensi della direttiva
96/61/CE, gli Stati membri devono
predisporre le misure necessarie per
garantire che l’esercente di un impianto
industriale appartenente alle categorie
elencate nell’allegato 1, osservi alcuni
obblighi fondamentali. In particolare le
disposizioni adottate dai singoli Stati
membri, a norma della Direttiva
96/61/CE, devono essere applicate
agli impianti esistenti entro il 31 ottobre 2007 ovvero per gli impianti nuovi
a decorrere dalla data di applicazione
della Direttiva ( 10 ottobre 1999).
L’aspetto più rilevante ed innovativo
introdotto dalla Direttiva 96/61/CE è
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OTTAVOEURORAPPORTO
rappresentato dalla previsione che valori limite di emissione, parametri e misure tecniche equivalenti, definite dalle
autorità competenti per le singole autorizzazioni devono basarsi sulle BAT
(Best Available Techniques), cioè sulle
migliori tecniche disponibili, senza
imporre l’uso di una tecnica o di una
tecnologia specifica, tenendo presente
le caratteristiche tecniche dell’impianto,
la sua posizione geografica e le condizioni ambientali locali.
La stessa Direttiva 96/61/CE prevede
comunque che le condizioni di autorizzazione contengono disposizioni volte
a ridurre al minimo l’inquinamento ad
ampio raggio o transfrontaliero e
garantiscono un elevato livello di tutela
dell’ambiente nel suo complesso.
Inoltre, in considerazione del fatto che
le migliori tecniche disponibili evolvono
col tempo, soprattutto in funzione del
progresso tecnico, si sancisce la necessità che le autorità competenti devono
seguire ed essere aggiornate su tali
progressi ed individua strumenti per
favorire lo scambio di esperienze tra gli
Stati membri. La Direttiva in esame
prevede la formazione su base europea
di un inventario delle principali emissioni e delle relative fonti per un raffronto
delle attività inquinanti nella Comunità.
Si introduce l’innovativo concetto dell’autorizzazione ambientale integrata
(IPPC) che si caratterizza per i seguenti
principali profili:
a) un approccio integrato degli effetti
dell’inquinamento nei diversi aspetti
ambientali, finora considerati separatamente, al fine di conseguire un elevato
livello di protezione dell’ambiente;
b) valutazione comparata e ponderata
dei diversi fattori ambientali e dei
diversi interessi pubblici coinvolti, attraverso il coordinamento e l’integrazione
delle procedure di autorizzazione;
c) l’obbligo di adottare tutte le misure
preventive per assicurare un elevato
livello di protezione dell’ambiente nel
suo complesso ( ivi incluse le misure di
trattamento dei rifiuti, l’uso efficiente
dell’energia, la prevenzione degli incidenti rilevanti, le misure per evitare
rischi di inquinamento alla cessazione
delle attività e per il ripristino del sito);
d) l’obbligo di adottare tali misure
preventive implica l’uso delle BBAT
(Best Available Techniques) cioè delle
migliori tecniche disponibili (non solo
tecnologie);
dovrà decidere in modo integrato e
ponderato come garantire la protezione
ambientale, caso per caso, individuando in un rapporto collaborativo con il
gestore dell’impianto le migliori tecniche disponibili da utilizzare. La valutazione è dunque sul singolo impianto e
può differire nell’ambito della stessa
tipologia di impianto.
Il recepimento della direttiva IPPC coinvolge necessariamente le responsabilità
e le competenze regionali come precisato dal DLgs n. 372 del 1999 che ha
trasposto nel sistema giuridico italiano i
principi e le scelte della Direttiva
96/61/CE con alcune specificazioni e
peculiarità.
La Regione Emilia-Romagna, con la l.r.
n. 21 del 2004 ha dato attuazione
alla direttiva 96761/CE del Consiglio
del 24 settembre 1996 e ha stabilito
le disposizioni necessarie in materia di
prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento disciplinando il rilascio,
il rinnovo ed il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale dei nuovi
impianti e degli impianti esistenti nonché le modalità di esercizio degli
impianti medesimi.
e) l’accesso alle informazioni e la partecipazione dei cittadini e dei soggetti
interessati alla procedura di autorizzazione.
Legge regionale 22 novembre 2004, n. 25
Norme in materia di organismi geneticamente modificati
La procedura di IPPC presenta, dunque,
rilevanti novità. L’autorità competente
Negli ultimi anni sono stati introdotti
nel mercato nuovi organismi animali e
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OTTAVOEURORAPPORTO
vegetali, non presenti in natura ma
frutto di esperimenti, comunemente
chiamati organismi geneticamente
modificati (OGM).
Con la legge in esame la Regione, sulla
base del principio di precauzione contemplato nell’articolo 174 del Trattato
della Comunità europea ed in osservanza dell’articolo 26 bis, comma 1,
della direttiva 2001/18/CE sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati, ha
disciplinato nell’ambito delle proprie
competenze l’utilizzo di organismi
geneticamente modificati avendo cura
di preservare le risorse genetiche del
territorio e di tutelare efficacemente le
produzioni agricole ed alimentari. In
particolare le legge in esame, avendo
come finalità la tutela della salute
umana e dell’ambiente, applica il principio di precauzione per ciò che riguarda l’uso, a qualunque fine degli OGM.
In questo senso la legge prevede il
divieto di coltivazione ed allevamento
di OGM sul territorio regionale mentre
vengono esclusi dai finanziamenti e
marchi di qualità le aziende e le industrie che facciano uso di OGM.
Legge regionale 23 dicembre 2004, n. 26
Disciplina della programmazione
energetica territoriale ed altre disposizioni in materia di energia
Con la legge n. 26 del 2005, la
Regione, in armonia con gli indirizzi
della politica energetica nazionale e
dell’Unione europea, ha disciplinato gli
interventi dell’ amministrazione regionale e locale in materia di energia, in
conformità a quanto previsto dall’articolo 117, comma terzo della
Costituzione, al fine di promuovere lo
sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale.
Nel perseguire tali finalità la Regione e
gli enti locali pongono a fondamento
della programmazione degli interventi
di rispettiva competenza anche l’obiettivo di limitare le emissioni secondo
quanto stabilito dalle Direttive europee 1999/30/CE e 2000/69/CE
recepite dallo Stato italiano nonché dal
protocollo di Kyoto del 1998 sui cambiamenti climatici .
Il settore registra il sempre più accentuato primato del diritto comunitario e
si è avviato il processo di trasformazione del sistema interno in attuazione
delle direttive comunitarie, recanti
norme comuni per il mercato dell’energia elettrica e del gas, recepite nel
nostro ordinamento con la legge n.
481 del 1995, il DLgs. n. 79 del
1999 e il DLgs. n. 164 del 2000. Il
settore risulta, inoltre, fortemente
caratterizzato dal nuovo riparto delle
competenze tra Stato e Regioni definito dalla legge costituzionale 18 ottobre
2001, n. 3, recante modifiche al Titolo
187
V, parte seconda della Costituzione.
La riforma costituzionale ricomprende
la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia tra le
materie di legislazione concorrente; al
Parlamento compete la definizione dei
principi fondamentali che regolano la
materia. Al settore dell’energia attengono, peraltro, profili quali la tutela
della concorrenza, la fissazione dei
livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali che debbono
essere garantiti in tutto il territorio
nazionale, la tutela dell’ambiente, la
sicurezza, la politica estera e i rapporti
internazionali che rientrano tra le materie a legislazione esclusiva dello Stato.
Alla luce della nuova formulazione del
Titolo V della Costituzione l’energia è
una materia in ordine alla quale si
manifestano competenze diverse e fortemente intrecciate che devono essere
esercitate sulla base di un puntuale raccordo tra i diversi livelli istituzionali.
La Regione Emilia-Romagna, con la
legge n. 26 del 2004 ha esercitato la
propria potestà legislativa e regolamentare in materia di energia, ai sensi dell’art.117, comma 3 della Costituzione,
nel rispetto delle direttive dell’Unione
Europea e dei principi fondamentali
della legislazione statale desunti dalle
disposizioni vigenti.
7.3
AIUTI DI
STATO/AIUTI
A FINALITÀ
REGIONALE1
L’articolo 87, paragrafo 1, del Trattato
dell’Unione Europea stabilisce che
“salvo deroghe contemplate dal
Trattato sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidano
sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti
concessi dagli Stati, ovvero mediante
risorse statali, sotto qualsiasi forma
che, favorendo talune imprese o talune
produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza”.
Ogni aiuto di Stato, nazionale e/o
regionale, che risponda ai criteri sopra
indicati è, in linea di principio, incompatibile con il mercato comune.
Tuttavia i paragrafi 2 e 3 dello stesso
articolo 87 specificano le ipotesi in cui,
in deroga al principio generale, gli aiuti
di Stato possono essere considerati
ammissibili. Al riguardo sono individuabili tre principali categorie di deroghe,
per le quali occorre ottenere l’esito
1
Per approfondimenti si richiama il fascicolo
allegato al Sesto Eurorapporto “La Regione e
l’Unione europea: gli aiuti di Stato –
Vademecum per gli operatori pubblici”.
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positivo dell’esame di compatibilità:
aiuti a finalità regionale, norme orizzontali, norme settoriali.
Gli aiuti che rientrano in questa tipologia ed oggetto di deroga da parte della
Commissione europea, hanno come
obiettivo lo sviluppo di regioni sfavorite
e si distinguono dalle altre categorie di
aiuti pubblici perché:
– destinati a favorire lo sviluppo di
regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una
grave forma di sottoccupazione
(art.87.3.a)
o
– destinati ad agevolare lo sviluppo di
talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non alterino le
condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse (art.87.3.c).
Con lettera del 13 marzo 20002, la
Commissione ha approvato la Carta
degli aiuti a finalità regionale per il
periodo 2000-2006 che prevede, per
l’Italia, di attuare la deroga 87.3.a alle
regioni meridionali italiane (Calabria,
Puglia, Campania, Basilicata, Sardegna; Sicilia) e di attuare la deroga
87.3.c ad una parte di territori delle
regioni del centro-nord.
Per la regione Emilia-Romagna le aree
oggetto di deroga ai sensi dell’art.
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OTTAVOEURORAPPORTO
87.3.c fanno riferimento ai seguenti
Comuni:
tutto il territorio comunale di:
Formignana (FE); Migliarino (FE),
Migliaro (FE), Ostellato (FE), Tresigallo
(FE);
parte del territorio comunale di:
Comacchio (FE), Copparo (FE),
Ferrara, Ro (FE), Ravenna.
Tutte le aree emiliano-romagnole individuate sono anche aree eligibili ai sensi
dell’obiettivo 2 dei Fondi strutturali.
Ai fini di migliorare la trasparenza sugli
aiuti di stato la Commissione europea
ha adottato inoltre due specifiche iniziative:
– un registro degli aiuti di Stato accessibile su Internet
http://europa.eu.int/comm/
competition/state_aid/register/
– la pubblicazione di un quadro di
valutazione degli aiuti Stato3 anch’esso accessibile su internet
http://europa.eu.int/comm/
competition/state_aid/scoreboard/
index_fr.html
7.4
IL NUOVO
REGOLAMENTO
DI PROCEDURA
SUGLI AIUTI
DI STATO
Nel corso del 2004, la Commissione ha
approvato un nuovo regolamento di
procedura4 che introduce un modulo
obbligatorio di notifica con l’obiettivo di
semplificare i meccanismi di trasmissione della stessa notifica e chiarire le
informazioni richieste dalla
Commissione nelle relazioni annuali
previste dall’art.21 del reg.659/99;
inoltre introduce una modalità semplificata per la notifica delle modifiche di
taluni aiuti esistenti e fissa, per ciascuno Stato membro, un tasso di interesse
unico da applicare al recupero di aiuti
di Stato concessi illegittimamente.
Dal 1° Gennaio 2006 le notifiche e la
corrispondenza successiva dovranno
avvenire solo per via elettronica.
L’invio delle schede di notifica è condizione essenziale perché la
Commissione possa accettare la notifica: qualsiasi notifica priva di tali schede
sarà infatti ritenuta non valida e respinta dalla Commissione.
La notifica è sempre effettuata dal
Rappresentante Permanente alla
Commissione Europea (Segretariato
Generale). Una copia della notifica sarà
inviata anche al Direttore Generale
della Direzione Generale della
Commissione competente nel caso di
notifiche per specifici settori. Tutte le
comunicazioni successive dovranno
essere fatte tra la Rappresentanza permanente e la direzione generale competente del dossier.
Il modulo standard per la notifica degli
aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 88,
paragrafo 3 del trattato CE e per la
trasmissione delle informazioni sugli
aiuti illegali, comprende:
– informazioni generali;
– informazioni sintetiche da pubblicare
nella Gazzetta Ufficiale dell’UE;
– Scheda di informazioni complementari a seconda del tipo di aiuto.
Per quanto riguarda il settore agricolo,
occorre compilare una scheda di informazioni supplementari che ripercorre
schematicamente gli Orientamenti sulla
concessione degli aiuti di Stato in agricoltura, dettagliando nello specifico le
caratteristiche dell’intervento, le condizioni di concessione e a secondo del
tipo di intervento che si intende finanziare.
2
Pubblicata in GUCE C175 del 24.6.2000.
COM(2001)412.
4
Regolamento (CE) n. 794/2004 del 21
Aprile 2004.
3
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OTTAVOEURORAPPORTO
Generalmente anche le richieste di
modifica di aiuti di Stato esistenti e
previamente approvati dalla
Commissione, devono essere notificate
compilando il modulo utilizzato per
tutte le notifiche specificando numero,
data di autorizzazione e durata del
regime che si intende modificare e indicando le condizioni che si vogliono
cambiare rispetto al regime originale.
Tuttavia la Commissione prevede altri
due casi: uno in cui la notifica non è
necessaria ed uno in cui si potrà utilizzare il modulo di notifica semplificato.
La notifica non è necessaria quando le
modifiche sono di carattere puramente
formale ed amministrativo e, in quanto
tali, non possono alterare la valutazione della compatibilità della misura di
aiuto con il mercato comune. Anche
l’aumento non superiore al 20% della
dotazione originaria di un regime di
aiuti non è considerata una modifica ad
un aiuto esistente.
La notifica deve essere fatta tramite
l’utilizzo del modulo semplificato, invece, in tre specifici casi: quando le modifiche comportano un aumento della
dotazione finanziaria superiore al 20%,
oppure una proroga al massimo di sei
anni di un regime di aiuto esistente
autorizzato, con o senza aumento della
dotazione, o un inasprimento delle condizioni per l’applicazione di un regime
di aiuto autorizzato, riduzione dell’intensità dell’aiuto o riduzione delle
spese ammissibili.
Inoltre il nuovo regolamento di procedura contiene il modulo per la presentazione delle relazioni annuali che gli
Stati membri sono tenuti a compilare
sui regimi di aiuti esistenti relativi alla
produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli di cui
all’allegato I del trattato. Tali relazioni
devono essere inviate alla
Commissione, in formato elettronico,
entro il 30 Giugno dell’anno successivo
a quello cui si riferiscono.
Infine, il tasso di interesse per il recupero degli aiuti di Stato concessi in violazione dell’art.88, paragrafo 3, del
trattato, viene fissato dalla
Commissione, per singolo Stato membro e per anno civile, e pubblicato sia
sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione
Europea che su internet.
7.5.
LE NOTIFICHE
EFFETTUATE
DALLA REGIONE
EMILIA-ROMAGNA
NEL 2004
La legge regionale 6 settembre 1993,
n.32 “Norme per la disciplina del procedimento amministrativo e del diritto
di accesso” disciplina in modo puntuale, all’articolo 28, la comunicazione
all’autorità comunitaria ed utilizza la
cosiddetta “clausola di sospensione dell’efficacia” prevedendo che l’efficacia
delle misure di aiuto sia subordinata
alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale della decisione favorevole
della Commissione.
Operativamente la notifica formale è
effettuata a cura del Servizio Politiche
Europee e Relazioni Internazionali della
Direzione Generale Programmi e Intese,
Relazioni europee e Cooperazione internazionale su segnalazione della
Direzione Generale competente del
provvedimento oggetto di notifica. Nel
corso del 2004 sono stati inoltrati
quattro provvedimenti, uno dei quali
successivamente ritirato, elencati nella
tabella unitamente alla data di notifica,
il numero di codice comunitario e l’esito dell’esame di compatibilità. Sono
state inoltre trasmesse, ai fini della
189
pubblicazione sulla GUCE, due informative relative agli aiuti a favore di piccole e medie imprese ai sensi dell’art. 9
del regolamento di esenzione CE n.
70/2001 e riferite alle delibere di
Giunta regionale del 30 dicembre
2003 nn. 2823 “Progetti di ricerca
industriale e sviluppo precompetititvo”
e 2824 “Sviluppo di laboratori industriali”.
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Titolo del provvedimento
codice comun
data di notifica
esito
Legge 405/99, art. 2 bis – criteri e modalità presentazione domanda ai commercianti di prodotti ittici
freschi Adriatico, ai mercati ittici, attività manifatturiere e di servizio sett. Indennizzo parziale cop.
Perdite causate Arresto temporaneo attività pesca (4/6-31/8/99) disposizioni straordinarie
urgenti settore pesca (deliberazione 1248/2001)
Programma regionale attuativo per la concessione dei contributi a favore dei Centri di Assistenza Tecnica
– art. 16, comma 1, Legge 266/97 (deliberazione n. 1427/2001)
modifica della l.r. 12 dicembre 1997 n. 43 sugli interventi a favore delle forme collettive di garanzia
nel settore agricolo. Abrogazione della l.r. 37/95 (deliberazione 316/2003)
Iniziativa 1.1 Piano Telematico regionale 2002-2005: proposta di direttiva regionale per la
concessione di contributi alle attività di ricerca e sviluppo per la società dell’informazione
(deliberazione n. 1538 del 28.07.2003)
Bando per l’attuazione della misura 1, Azione A del Programma Regionale della ricerca industriale,
l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico PRRIITT (deliberazione 2823 del 30.12.2003)
N 678/1999*
13/02/2002**
esame in corso
N 140/2002
27/02/2002
esame in corso
N 222/2003
22/05/2003
esame in corso
N 124/2004
17/03/2004
N 271/2004
18/06/2004
N 273/2004
22/06/2004
esito positivo
BURER n. 95
dell’11.10.2004
esito positivo
BURER n. 95
del 1.07.2005
ritirata***
N 577/2004
07/12/2004
esame in corso
Promozione del sistema regionale della Ricerca industriale, dell’innovazione e del trasferimento
tecnologico (L.R. 14 maggio 2002, n. 7)
Progetto di legge “Pubblicità e Promozione delle produzioni agroalimentari di
qualità (BURER n. 315 del 01.10.2004)
* Il codice comunitario indicato è quello di notifica della legge nazionale 678/99
** la data indicata è quella della notifica della Regione Emilia-Romagna
*** ritirata con lettera prot. 23085/04/PGR del 4.11.2004 in quanto presentata come integrativa alla notifica N 271/04 che ne rappresenta uno degli strumenti attuativi
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SERVIZI DI INFORMAZIONE EUROPEA
SUL TERRITORIO REGIONALE
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8.1
L’INFORMAZIONE
EUROPEA DELLA
REGIONE EMILIAROMAGNA
finalizzato a facilitare la lettura e la
comprensione di tutte le altre sezioni.
http://www.regione.emiliaromagna.it/infoagenda2000/
www.spazioeuropa.it
Spazio Europa, è il portale della
Regione Emilia-Romagna, che rende
visibile tutto ciò che parla di Europa
nella amministrazione regionale e cosa
è l’Europa: non solo i finanziamenti
comunitari, ma anche l’informazione
sulla politica comunitaria in primo
luogo, con news quotidiane a cura
delle redazioni di Bologna, Bruxelles e
Roma dell’agenzia giornalistica Ansa.
L’agenda dà conto di tutti gli appuntamenti in Emilia-Romagna e in Europa,
legati alle tematiche europee e di stretto interesse per il territorio regionale.
193
InfoAgenda2000 - Fondi strutturali
UE in Emilia-Romagna, è la pagina
predisposta dal Servizio Politiche europee e Relazioni internazionali per orientare le informazioni su come si stanno
attuando i diversi programmi previsti da
Agenda 2000 con i link ai siti creati
dalle singole direzioni regionali competenti per la loro gestione ed attuazione.
Nel corso del 2004 è stato completamente ristrutturato con l’ampliamento
delle sezioni Iniziative Comunitarie e
Aiuti di Stato e una nuova sezione
dedicata alla revisione della politica di
coesione 2007/2013.
Per quanto riguarda le Iniziative Comunitarie, ampio spazio è dedicato alla
Iniziativa Interreg III, suddiviso nei diversi programmi a cui partecipa la Regione Emilia-Romagna: III A Transfrontaliero-Adriatico, III B area Cadses, III B
area Medocc, III C e Interact.
Nella sezione Aiuti di Stato, oltre al
vademecum regionale, si trova il nuovo
regolamento comunitario per effettuare
le notifiche, i moduli e le schede da utilizzare per i diversi settori e procedure.
www.form-azione.it/form_azione.htm
www.ermesimprese.it/finanziamenti
/obiettivo2/index.htm
Form-Azione e Obiettivo 2 sono i siti
gestiti rispettivamente dalla Direzione
Generale “Formazione, Cultura e
Lavoro” e “Attività produttive,
Commercio e Turismo” che forniscono
le informazioni specifiche relative ai
bandi e alla gestione del Programma
Operativo Regionale obiettivo 3 e al
Docup obiettivo 2.
http://sitovecchio.europafacile.net/
Cooperazione/menu.asp
䡵 Cooperazione internazionale,
costituisce una sezione di Europafacile,
ma possiede sistemi di ricerca autonomi consentendo di recuperare informazioni sulle opportunità di finanziamento
comunitarie relative all’internazionalizzazione. le opportunità di finanziamento con le principali modalità di accesso,
oltre alle strutture comunitarie di riferimento.
http://www.europafacile.net
http://www.europafacile.net/
twinning/index-in.asp
Europafacile – Sito Internet sulle politiche e sui finanziamenti dell’Unione
Europea consente di ottenere informazioni sulle politiche e i programmi
dell’Unione Europea attraverso sistemi
di ricerca guidati o in base a parole
chiave. Il Glossario, raccolta degli acronimi più utilizzati all’interno dei programmi e delle politiche comunitarie, è
䡵 Spazio twinning è una sezione
specifica di europafacile sulle politiche
ed i finanziamenti comunitari dedicata
ai gemellaggi amministrativi, viene
aggiornato quotidianamente a cura del
Servizio Politiche Europee e Relazioni
Internazionali. Oltre alla normativa
twinning è possibile avere informazioni
relative ai bandi e alle aree caratteristi-
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suo VIII° anno e dal 2002 è accessibile anche in rete in formato elettronico.
che specifiche dei gemellaggi amministrativi di ciascuna area (PHARE,
CARDS E TACIS).
Infomail - Strumento informativo personalizzato per l’aggiornamento
costante sullo stato di elaborazione e
attuazione delle politiche dell’Unione
europea. Il servizio viene erogato settimanalmente tramite posta elettronica
ai vari settori dell’Amministrazione.
Grazie ad un collegamento tra parolechiave consente di inviare informazioni
mirate, relative a documenti ufficiali
pubblicati sulla Gazzetta delle
Comunità europee, documenti preparatori, calendari di eventi (convegni,
seminari, incontri, fiere, etc.).
e informazione sulle tematiche relative
all’Unione europea dei Consiglieri regionali, e dei frequentatori della Biblioteca
ma anche per offrire un punto di riferimento per i cittadini che sempre più
spesso si rivolgono all’istituzione regionale per problematiche che richiedono
una specifica professionalità nella ricerca di documentazione di fonte europea.
L’intera struttura, comprendente la
Biblioteca, Il Centro documentazione
Europa e la Videoteca regionale, ha
ottenuto nel luglio 2004 la certificazione del sistema di gestione per la qualità basato sulle norme UNI EN ISO
9001:2000.
Il CDE, dispone di un catalogo multimediale, consultabile anche attraverso
Internet. Il catalogo monografico è consultabile anche sull’indice SBN
(Servizio Bibliotecario Nazionale),
mentre il catalogo periodici è consultabile anche su ACNP (Catalogo italiano
dei periodici).
8.1.1 Il “Centro
Documentazione Europa”
della Biblioteca
dell’Assemblea Legislativa
della Regione
Emilia-Romagna
Il CDE è aperto al pubblico dal lunedì al
Il Centro Documentazione Europa
(CDE) dell’Assemblea Legislativa della
Regione Emilia-Romagna è stato inaugurato nel gennaio del 1999 come
sezione specializzata della Biblioteca
del Consiglio.
Questo Centro è nato per rispondere
alle nuove esigenze di documentazione
venerdì compreso ed offre i seguenti
servizi di base:
– Servizio di quick reference sull’informazione ufficiale dell’Unione europea;
– Servizio di diffusione e conoscenza
dell’attività e delle iniziative
dell’Unione europea attraverso la consultazione delle Gazzette Ufficiali
dell’UE serie L, C, CA e S; Documenti
preparatori; Relazioni del Parlamento
europeo; Statistiche dell’Eurostat; circa
200 monografie edite dall’Unione europea e su tematiche europee, Oltre 100
periodici editi dall’Unione europea e su
tematiche europee
– Messa a disposizione di tre postazioni internet a libero accesso di cui
una con posta elettronica;
– Servizio di ricerca su banche dati
(Cd-rom, Banche dati on line e
Internet) autonomamente o guidati dall’assistenza di personale qualificato;
– Servizio di ricerca sulle banche dati
su richiesta per ricerche di particolare
complessità (anche a distanza);
– Disponibilità di materiale divulgativo
dell’Unione europea in distribuzione
gratuita;
– Attività di segnalazione di provvedimenti di particolare interesse presso un
indirizzario mirato e realizzazione di
Dossier di documentazione.
Il CDE cura le seguenti pubblicazioni
periodiche:
1. “I diari dell’Europa”, periodico
sulle principali politiche dell’Unione
europea, che raccoglie al suo interno
una cospicua rassegna dei principali documenti prodotti dalle istituzioni dell’UE. Questa pubblicazione è giunta al
2. “Monitor Europa”, newsletter quindicinale on-line che offre un approfondito monitoraggio sulle principali attività
delle istituzioni europee con particolare
attenzione alle attività del Parlamento
e della Commissione europea, del
Comitato delle Regioni e ad argomenti
di interesse locale e regionale. Monitor
Europa è in linea dal giugno 2002.
3. “Europelex”, newsletter mensile on
line sulla legislazione europea e sui
bandi comunitari di interesse per gli
Enti locali, rivolta principalmente agli
enti locali emiliano romagnoli.
Europelex è in linea dal 18 giugno
2004.
Il sito web della biblioteca e del CDE
sono stati completamente rinnovati nel
corso del 2004; oltre alle informazioni
sulla sede, i contatti e le collezioni disponibili, è possibile trovare collegamenti ai servizi offerti dal Centro e richiedere direttamente informazioni e ricerche
specialistiche.
Il Cde collabora al progetto poliennale
di promozione della cultura europeista
fra i giovani “L’Europa da scuola a
scuola“ e svolge un ruolo di coordinamento nella realizzazione del progetto
“Pace e diritti umani”, percorso interistituzionale di raccordo con le istituzioni locali e il mondo associativo per la
costruzione di una rete in materia di
cooperazione, cultura di pace, integra-
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zione multietnica, promozione dei diritti umani e della solidarietà fra i popoli.
Entrambi i progetti, in cui l’Assemblea
Legislativa della Regione EmiliaRomagna svolge funzioni di capofila,
sono realizzati in partenariato con la
Giunta regionale e altri soggetti istituzionali della regione.
Ai servizi del Centro si può accedere:
– Visitando il Centro Documentazione
Europa dell’Assemblea Legislativa della
Regione Emilia-Romagna - Viale Aldo
Moro, 36 - 40127 Bologna – Orari:
lunedì dalle 14 alle 16 , e dal martedì
al venerdì dalle ore 9,30 alle 13 e
dalle 14 alle 16.
– Telefonando al numero telefonico:
051. 6395122 - Fax 051. 6395123
– Tramite INTERNET: http://consiglio.
regione.emilia-romagna.it/biblioteca/
cde.htm
– Inviando un messaggio al seguente
indirizzo E-mail: cdecons@regione.
emilia-romagna.it
8.2 8.2.1 I Carrefours europei
SERVIZI d’informazione
INFORMATIVI e animazione rurale
DELL’UNIONE Dal 1988 la Commissione europea ha
EUROPEA istituito, su tutto il territorio
PRESENTI IN dell’Unione, dei Centri di informazione
EMILIA-ROMAGNA e animazione delle aree rurali chiamati
Il 2004 costituisce un anno significativo per l’Unione Europea anche per ciò
che concerne la strategia di comunicazione e la sua rete di centri di informazione per i cittadini, Carrefours Europei
e Info Point Europa. La Comunicazione
sulla implementazione della strategia
di informazione e comunicazione1
dell’Unione europea ed altri documenti
strategici presentati dalla Commissione
Europea prefigurano la necessità di riorganizzare questi centri aprendo le porte
ai nuovi Paesi membri e riunire sotto lo
stesso tetto le due reti che da più di un
decennio si occupano di informazione
ai cittadini nei territori rurali
(Carrefours Europei) e nelle aree urbane (Info Point Europa).
La Comunicazione prevedeva per l’autunno 2004 la pubblicazione di un invito a presentare proposte in tutti i 25
paesi dell’Unione, mirante a individuare
i nuovi Centri informativi, che saranno
raggruppati sotto la denominazione
“EUROPE DIRECT”.
Carrefours europei. Questi uffici, distribuiti secondo una logica territoriale
(almeno uno per Regione) formano
una vera e propria Rete europea, supportata e coordinata dalla Commissione
europea, Direzione Generale Stampa e
Comunicazione.
La Rete dei Carrefours europei nel
2004 contava centoventicinque uffici in
tutta l’Unione europea, di cui diciannove in Italia. Nella Regione EmiliaRomagna operano il Carrefour europeo
Emilia, con sede a Reggio Emilia, e il
Carrefour europeo Romagna, con sede
a Ravenna. La legge regionale 26 aprile 1993 n. 22, modificata dalla L.R.
12 novembre 1996 n. 41, riconosce
un contributo annuale ai due sportelli
sulla base di un programma di attività
teso a definire i servizi di informazione
e animazione legati alle esigenze del
territorio.
Attività principale del Carrefour europeo Emilia è lo sportello pubblico a
disposizione di utenti, intesi come singoli cittadini, ma anche imprese, asso-
195
ciazioni, cooperative, enti pubblici,
scuole, mondo del volontariato e della
ricerca, professionisti, centri di formazione, associazioni di categoria, agricoltori, studenti e insegnanti, che possono
accedere al centro per cercare informazioni sulle principali tematiche di pertinenza dell’Unione europea. A disposizione del pubblico è il centro di documentazione allestito presso la sede del
Carrefour europeo Emilia, ove è possibile reperire tutta la normativa comunitaria dal 1957 in poi, nonché opuscoli
informativi, riviste, periodici, monografie pubblicate dalle Istituzioni comunitarie. L’attività informativa è completata
dalla pubblicazione e diffusione del
quindicinale Carrefour europeo Emilia Notizie, dalla collaborazione con la rivista Agricoltura (rubrica “Qui Europa”)
dell’Assessorato regionale Agricoltura,
nonché dall’aggiornamento delle pagine del sito Internet del Carrefour europeo Emilia, il cui indirizzo è
http://carrefouremilia.crpa.it.
Oltre all’informazione sulle tematiche
europee, il Carrefour europeo Emilia
offre servizi di orientamento, consulenza e assistenza tecnica in risposta ai
bisogni specifici del singolo utente e, in
1
COM (2004) 196 del 20 aprile 2004.
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11-11-2005
196
alcuni casi, convenzioni mirate per la
prestazione di servizi continuativi.
Vengono abitualmente svolte attività di
assistenza nell’individuazione di finanziamenti comunitari, consulenza nella
presentazione di progetti europei, ricerca di partners per iniziative comuni,
organizzazione e realizzazione di seminari, mostre, viaggi di studio e lavoro,
nonché moduli formativi per varie tipologie d’utenti.
Notevole importanza ha rivestito,
anche per il 2004, l’attività del
Laboratorio Europa®, attuato in collaborazione con Comune e Centro Servizi
Amministrativi (ex-Provveditorato agli
Studi) di Reggio Emilia, struttura unica
in Europa dedicata al mondo della
scuola, con la quale si cerca di diffondere quotidianamente fra alunni e studenti (2.827 nell’anno scolastico
2003/2004) lo spirito di comune
appartenenza all’Unione europea.
Confermata la partecipazione del
Carrefour europeo Emilia alla Rete
europea Eurodesk, network cofinanziato dalla Commissione europea,
Direzione Generale Istruzione e cultura,
specializzato nei programmi
dell’Unione europea e del Consiglio
d’Europa dedicati ai giovani e agli operatori del settore giovanile.
Inoltre il Carrefour europeo Emilia è
diventato membro di EPICOR, Rete di
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OTTAVOEURORAPPORTO
corrispondenti d’informazione del
Parlamento europeo nel corso del
2004.
Sempre nel corso del 2004 il Carrefour
europeo Emilia è entrato a fare parte
della rete RE.E.Vol. - Reggio Europa
Volontariato, costituita su iniziativa del
Centro di Servizio per il Volontariato
Dar Voce in collaborazione con altri enti
no-profit, con l’obiettivo di promuovere
la partecipazione di giovani e organizzazioni del territorio della provincia di
Reggio Emilia, al Servizio Volontario
Europeo (SVE). In particolare l’attività
della rete RE.E.Vol. è centrata sull’invio
di volontari presso enti di altri paesi.
L’attività di informazione del Carrefour
europeo Emilia nel corso del 2004 si è
caratterizzata attraverso i seguenti
dati, relativi al servizio di sportello pubblico:
– oltre 3.300 visitatori al centro
– oltre 8.200 richieste telefoniche
– oltre 510 richieste scritte
Il centro distribuisce quindicinalmente
news a 4.000 utenti e una volta al
mese a 90.000, oltre ai vari altri contributi alla stampa, specializzata e non,
alla radio e alla TV non quantificabili in
termini di pubblico raggiunto. Il sito
internet del Carrefour europeo Emilia è
stato visitato da 34.860 utenti nel
corso del 2004.
Si sono organizzati 24 eventi cui
hanno partecipato circa 1.650 persone,
si è collaborato all’organizzazione di
altre 29 eventi cui hanno partecipato
2.120 persone, 170 giornate informative per un totale di oltre 3.600 partecipanti.
Si è partecipato a 4 manifestazioni fieristiche, mentre un altro centinaio di
utenti sono stati coinvolti in attività
sempre a carattere informativo, in particolare attraverso l’organizzazione di
viaggi di studio e di lavoro nell’UE e
l’ospitalità di delegazioni da altri paesi
UE e candidati.
regionale a favore dei cittadini dei territori rurali siano essi privati o soggetti
socio-economici: imprese, cooperative,
associazioni, enti pubblici, scuole, centri di formazione, associazioni di categoria, agricoltori, studenti e insegnanti.
Presso la sede è disponibile un centro
di documentazione ove reperire normativa comunitaria e materiale documentario - opuscoli informativi, riviste,
periodici, monografie pubblicate dalle
Istituzioni comunitarie su formato cartaceo VHS, CD-Rom e DVD.
L’allargamento ai 10 nuovi Paesi dell’Unione Europea ha indubbiamente rappresentato il tema catalizzatore dell’attività
realizzata nel corso del 2004 dal
Carrefour Europeo Romagna, centro di
informazione sulle politiche comunitarie,
riconosciuto dall’Unione Europea.
L’azione del centro può essere distinta
in due macro aree: una funzione di
informazione in senso stretto e una
funzione di “animazione”. La prima si
concretizza nella produzione di informazioni su temi e argomenti comunitari che interessano il territorio e in risposta a quesiti diretti degli utenti. La
divulgazione avviene principalmente
attraverso pubblicazioni – la newsletter
quindicinale dal titolo “Europa e
Dintorni”, la rubrica “Politiche
Comunitarie” all’interno della rivista
Agricoltura dell’Assessorato regionale
Agricoltura - e la gestione di un sito
internet: www.carrefour-romagna.it,
all’interno del quale è possibile reperire
ed eventualmente scaricare, tutte le
notizie e i documenti pubblicati su
carta, ma anche tutto ciò che per questioni di tempo non riesce ad andare in
stampa.
Sorto nel 1989 a Villa San Martino di
Lugo, da allora opera sul territorio
La seconda è costituita dall’“animazione” ovvero dall’insieme dei servizi di
Infine il lavoro di networking a livello
locale, regionale, nazionale ed europeo, comprende anche l’attività, svolta dal Carrefour europeo Emilia in qualità di coordinatore nazionale per
l’Italia e, dal luglio 2003, anche di
coordinatore europeo della Rete dei
Carrefours europei d’informazione e
animazione rurale.
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consulenza e assistenza tecnica erogati
agli utenti in risposta ad esigenze specifiche. Si tratta sostanzialmente di
azioni di supporto che intendono favorire e facilitare la partecipazione a bandi
di programmi comunitari (ricerca finanziamenti in relazione a progetti, assistenza tecnica sulle modalità di partecipazione e di progettazione delle proposte, ricerche partners in Italia e all’estero), la progettazione e la realizzazione
di iniziative e l’organizzazione di giornate informative, seminari e convegni
su temi comunitari; un cenno particolare all’organizzazione di visite di studio
in collaborazione con le Istituzioni
comunitarie e con la rete europea dei
Carrefours.
Infine il Carrefour Romagna collabora
con la propria struttura ospite e i centri
di formazione del territorio per la progettazione di attività formative nonché
moduli formativi per varie tipologie d’utenti. Le attività di “animazione” si sviluppano sia in risposta a richieste “a
spot” degli interlocutori in sia in risposta ad esigenze più articolate e generali anche attraverso la definizione di
convenzioni con soggetti specifici. Un
esempio rappresentativo è costituito
dalla convenzione con la Comunità
Montana dell’Appennino Forlivese per
l’attivazione dell’Antenna Europa di
Civitella di Romagna del Carrefour
Romagna; istituita alla fine del 2001,
inaugurata nel 2002 ha come obiettivo
quello di rispondere con maggiore effi-
cacia alle esigenze del zone rurali
dell’Appennino; nel corso del 2002
sono state realizzate diverse attività
seminariali su temi di interesse specifico per il territorio.
Particolarmente efficace l’attività di
rete del Centro ossia l’intensa attività
di relazione e collaborazione con le
Istituzioni europee di riferimento Commissione Europea, Parlamento
Europeo, Comitato Economico e Sociale
e relative Rappresentanze in Italia – e
con le reti ufficiali dell’Unione Europea
– la rete nazionali ed Europei
Carrefours, con altre reti ufficiali
dell’Unione Europea - Eurosportelli
(EIC), Team Europe propria dei centri
riconosciuti dalla Commissione Europea.
Nel corso del 2004, particolarmente
significative sono state le iniziative sul
tema dell’allargamento realizzate sul
territorio ed in collaborazione con l’assessorato Agricoltura della Regione
Emilia-Romagna. Significativo in questo
senso il supplemento per la rivista
“Agricoltura” dal titolo “L’Unione
Europea diventa più grande –
L’agricoltura e l’agroalimentare dei
dieci nuovi Paesi membri” e la partecipazione alla progettazione del portale
sulla sicurezza alimentare promosso
dalla Regione.
Il Carrefour ha partecipato ad alcune
manifestazioni fieristiche di rilevanza
nazionale (fra cui la Fieragricola di
Verona e il Compa di Bologna) e agli
incontri di rete promossi dalla
Rappresentanza in Italia della
Commissione Europea e dalla
Commissione stessa a Bruxelles.
I numeri dell’attività continuano ad
essere positivi ed in crescita come testimoniano i rilevamenti delle richieste
dirette e degli accessi al sito internet.
La mailing list di “Europa e Dintorni”
comprende più di 700 destinatari oltre
ad essere scaricabile dal sito internet
del Carrefour Romagna.
La rivista Agricoltura ha una tiratura di
oltre 70.000 copie ed è distribuita su
tutto il territorio regionale.
8.2.2 Altri centri europei
d’informazione
Oltre ai Carrefour europei e agli Info
Point Europa, sul territorio regionale
sono numerosi i punti di informazione
attivati nell’ambito di specifiche azioni
e/o programmi europei o su iniziativa
diretta di alcune Direzioni Generali
della Commissione europea
PROVINCIA DI BOLOGNA
Obiettivo 2 – Referente provinciale
Tel.051 65 89 22
Fax 051 65 98 432
197
e-mail:
[email protected]
EUROSPORTELLO Euro Info Centre IT
355
Associazione industriali
Via San Domenico, 4 - 40124 Bologna
Tel. 051 52 96 48
fax 051 29 13 448
e-mail: [email protected]
http://www.assibo.it/assibo/
circolar nsf/siteweb/5.4
EUROSPORTELLO Euro Info Centre IT
369
Comitato Impresa Donna
Viale Aldo Moro, 22 - 40127 Bologna
Tel 051 609 94 73
fax 051 609 94 74
e-mail: [email protected]
http://www.cid.er.cna.it
Centro di documentazione europea
Università di Bologna
Dipartimento Scienze giuridiche
“A. Cicu”
Via Zamboni, 27-29 - 40126 Bologna
Tel. 051 20 99 627
fax 051 20 99 624
e-mail: [email protected]
http://www.jus.unibo.it/cde
Eurodesk IT 011
Comune di Pianoro - Centro civico
Via Andrea Costa, 66 - 40067
Rastignano
Tel. 051 65 29 184
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OTTAVOEURORAPPORTO
e-mail: [email protected]
Fax 051 65 29 156
e-mail: [email protected]
EURES: EURopean Public
Employment Services
Provincia di Bologna – Servizio Lavoro
Via del Borgo di S. Pietro, 90 G 40126 Bologna
Tel. 051 65 98 976
Fax 051 65 98 593
e-mail:
[email protected]
Organizzazioni per la Promozione delle Tecnologie Energetiche OPET SEED
c/o ASTER
Via Gobetti, 101 - 40129 Bologna
Tel 051 63 98 099
fax 051 63 98 131
e-mail: [email protected]
http://www.aster.it/opet/
Innovation Relay Centre IRC IRENE
c/o ENEA
Via don Fiammelli, 2 - 40129 Bologna
Tel 051 60 98 321
fax 051 60 98 084
e-mail: [email protected]
http://www.irc-irene.org/
Agenzia per la Promozione della
Ricerca Europea
Sportello APRE Emilia-Romagna
c/o Aster - Via Gobetti, 101 - 40129
Bologna – Tel 051 63 98 099
e-mail: [email protected]
http://first.aster.it/sportello.apre.htm
Punto Europa
Via Mazzini, 14 - 40026 Imola (BO)
Tel. 0542 60 21 41
Fax 0542 60 23 10
e-mail:
[email protected]
http://www.comune.imola.bo.it/
vivere/puntoeuropa
PROVINCIA DI FERRARA
Obiettivo 2 – Referente provinciale
Tel. 0532 29 92 37-74
Fax 0532 29 92 84
e-mial [email protected]
e-mial [email protected]
Punto Europa di Cento
c/o URP Comune
Corso Guercino, 41 – 44042 Cento
(FE)
tel. Numero verde 800375515
fax 051 68 43309
e-mail:
[email protected]
http://www.comune.cento.fe.it/
puntoeuropa/
Centro di documentazione europea
Università di Ferrara
Corso Ercole I d’Este, 44 - 44100
Ferrara
Tel. 0532 29 19 60
fax 0532 20 21 02
e-mail: [email protected]
http://cde.economia.unife.it
EUROSPORTELLO Relay dell’EIC.IT 369
CCIAA Ufficio Estero
Via Darsena, 79 – 44100 Ferrara
Tel. 0532 78 38 06-12
fax 0532 78 38 14
e-mail: [email protected]
http://www.fe.camcom.it
EURES
Centro per l’Impiego di Ferrara
via Cairoli, 30 - 44100 Ferrara
Tel 0532 29 98 17 - 31
Fax 0532 29 98 22
referenti [email protected]
[email protected]
EURODESK IT 028
Comune di Ferrara Informagiovani
via Alberto Lollio, 15 – 44100 Ferrara
Tel. 0532 21 04 08
fax. 0532 20 24 88
e-mail: [email protected]
http://www.eurodesk.it/rete.htm
www.comune.fe.it/giovani/index.htm
PROVINCIA DI FORLì – CESENA
Obiettivo 2 –Referente provinciale
Tel. 0543 71 43 54
Fax 0543 21 465
e-mail [email protected]
Antenna Europa Appennino Forlivese
c/o Castello di Civitella di Romagna (FC)
Tel. 0543 983168
fax 0543 984182
Bureau de Rapprochement des
Entreprises
Cise - Centro per l’innovazione e lo sviluppo economico - Azienda speciale
CCIAA
Corso della Repubblica, 5 – 47100
Forlì
Tel. 0543 38 211
fax 0543 38 219
e-mail: [email protected]
http://www.ciseonweb.it/index.jsp
Punto Europa di Forli
Palazzo Orsi Mangelli
Corso A. Diaz, 45 – 47100 Forli
Tel. 0543 37 48 07
Fax 0543 37 48 08
e-mail. [email protected]
http:// www.puntoeuropa.it
EURES
Provincia di Forlì-Cesena
servizio politiche del lavoro
Piazza Morgagni, 9 - 47100 Forli
tel . 0543 71 44 41
Fax 0543 21 969
Referente:
[email protected]
EURODESK IT 029
Coop. Kara Bobowski – Informagiovani
comunale
Via Fanelli, 2 - 47015 Modigliana
Tel. 0546 94 02 59
Fax 0546 94 86 68
e-mail: [email protected]
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199
PROVINCIA DI MODENA
Obiettivo 2 – Referente provinciale
Tel. 059 20 98 09 - 17
Fax 059 20 98 01
e-mail [email protected]
[email protected]
Europe Direct - Info Point Europa
Piazza Grande, 17 - 41100 Modena
Tel. 059 20 32 602
- fax 059 20 32 595
e-mail: [email protected]
http://ipeuropa/comune.modena.it
Punto Europa di Carpi
Via Berengario, 2/4 – 41012 Carpi
(MO)
Tel. 059 64 92 57
fax 059 64 92 40
e-mail: [email protected]
http://www.carpidiem.it/html/
default/Il_Comune/Carpi_in_Europa/
Punto_Europa/
Punto Europa di Finale Emilia
c/o Informacittà
Piazza Verdi, 1/c – 41043 Finale
Emilia (MO)
Tel. 0535 788333
fax 0535 788130
e-mail: [email protected]
Punto Europa di Formigine
c/o Villa Gandini
Via S. Antonio, 4 – 41043 Formigine
(MO)
Tel. 059 41 63 55
e-mail: [email protected]
Punto Europa di Maranello
C/o Informagiovani
Piazza Libertà, 33 – 41053 Maranello
(MO)
Tel. 0536 24 00 10
fax 0536 94 22 63
e-mail: informagiovani@comune.
maranello.mo.it
EURES
Servizio Politiche del Lavoro Provincia
di Modena
Via delle Costellazioni, 180 - 41100
Modena
tel. 059 20 90 65
fax 059 20 90 70
email: [email protected]
Punto Europa di Vignola
c/o Informagiovani
Via Selmi 5 – 41058 Vignola (MO)
Tel. 059 76 43 65
e-mail: [email protected]
Centro di documentazione europea
Università di Modena
Centro documentazione e ricerche sulle
CE
Via Università, 4 - 41100 Modena
Tel. 059 20 56 633
fax 059 230443
e-mail: [email protected]
http://www.giurisprudenza.unimo.it/
biblioteca/europe.htm
EUROSPORTELLO Relay dell’ EIC IT 369
Promec Promozione Modena economica
Azienda speciale CCIAA
Via Ganaceto, 113 – 41100 Modena
Tel. 059 20 83 46 fax 059 20 85 20
e-mail: [email protected]
http://www.mo.camcom.it/promec
EURODESK IT 082
Comune di Concordia - Ass.to Cultura,
P.I.
Piazza della Repubblica 19 - 41033
Concordia Sulla Secchia
Tel. 0535 41 29 34
Fax 0535 41 29 12
e-mail: [email protected]
SAVE Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile
Via Razzaboni, 80 - 41100 Modena
Tel. 059 407115
fax 059 407118
e-mail: agenzia.energia@comune.
modena.it
http://www.aess-modena.it/
EURES
Centro per l’impiego di Parma
Via Galvani 4/A - 43100 Parma
tel. 0521 95 17 16
fax 0521 95 17 16
referente:
[email protected]
EUROSPORTELLO Relay dell’EIC IT 369
CCIAA
Via Verdi, 2/A – 43100 Parma
Tel. 0521 210241
fax 0521 233507
e-mail: [email protected]
EURODESK IT 022
Consorzio IN&CO - Informagiovani
comunale
Via Melloni 1/B - 43100 Parma
Tel. 0521 21 87 49
Fax 0521 21 87 48
e-mail: [email protected]
PROVINCIA DI PIACENZA
PROVINCIA DI PARMA
Obiettivo 2 –Referente provinciale
Tel.0521 354117
[email protected]
Obiettivo 2 –Referente provinciale
Tel.0523 79 53 46 - 79 54 44
Fax 0523 79 54 03
e-mail [email protected]
Centro di documentazione europea
Collegio europeo di Parma
Borgo Lalatta, 14 – 43100 Parma
Tel. 0521 20 75 25
fax 0521 20 75 54
e-mail: [email protected]
Bureau de Rapprochement des
Entreprises
Asip - Camera di Commercio di
Piacenza
Ufficio commercio estero
Piazza Cavalli, 35 - 29100 Piacenza
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OTTAVOEURORAPPORTO
fax 0541 363747
e-mail: [email protected]
Tel. 0523 386240
fax 0523 334367
e-mail: [email protected]
PROVINCIA DI RAVENNA
Obiettivo2 – Referente provinciale
Tel. 0544 54 12 76
Fax 0544 54 14 54
e-mail [email protected]
Europe Direct - Carrefour Europeo
Romagna
C/o C.P.F.P.
Via M. Monti, 32 - 48100 Ravenna
Tel. 0544 450388
fax 0544 451788
e-mail: [email protected]
http://www.carrefour-romagna.it
EURES
Servizi per l’impiego provincia di Ravenna
Via della Lirica 21 - 48100 Ravenna
Tel. 0544 54 11 82
Fax 0544 54 11 27
referente: [email protected]
Eurosportello EIC IT 369
Azienda speciale SIDI Camera di
Commercio
Viale L.C. Farini, 14 – 48100
Ravenna
Tel. 0544 48 14 43
fax 0544 21 87 31
e-mail: [email protected]
http://www.ra.camcom.it/index.php?N=9
PROVINCIA DI REGGIO EMILIA
Obiettivo 2 – Referente provinciale
Tel. 0522 44 47 22
Fax 0522 44 47 40
e-mail [email protected]
Europe Direct - Carrefour Europeo
Emilia
Via Bolognesi, 2 - 42100 Reggio
Emilia
Tel. 0522 278019
fax 0522 518956
e-mail: [email protected]
http://carrefouremilia.crpa.it
EURODESK IT 031
CRPA - Carrefour Emilia
Via Bolognesi 2 - 42100 Reggio Emilia
Tel. 0522 278019
fax 0522 518956
e-mail: [email protected]
EUROSPORTELLO
CCIAA - IDD
Piazza della Vittoria, 1 - 42100 Reggio
Emilia
Tel. 0522 796244
fax 0522 796300
e-mail: [email protected]
http://www.re.camcom.it/camcom/
camcom2.nsf
PROVINCIA DI RIMINI
Obiettivo 2 – Referente provinciale
Tel.0541 71 62 75 - 71 63 24
Fax 0541 71 62 41
e-mail [email protected]
Punto Europa di Rimini
c/o Palazzo comunale
P.zza Cavour, 27 - 47027 Rimini
Tel. 0541 704156
fax 0541 704157
e-mail: [email protected]
EURES
Centro per l’Impiego di Bellaria
Piazzale Gramsci 4 - Bellaria 47814
(RN)
Fax 0541 34 01 44
referente: [email protected]
EURODESK IT 030
Coop. Tana Libera Tutti - Informagiovani
comunale
Via Bergamo 2 - 47838 Riccione
Tel. 0541 64 49 20 - 0541 64 52 62
e-mail: [email protected]
EURES
Centro per l’impiego prov. di Rimini
Via Sacramora 196 - 47900 Rimini
Tel. 0541 35 86 11/19
Fax 0541 35 86 34/49
referenti
[email protected]
[email protected]
EUROSPORTELLO Relay dell’EIC IT
369
CCIAA
Via Sigismondo, 28 – 47027 Rimini
Tel. 0541 363733
EURES
Centro per l’impiego di Riccione
Viale Torino 19 - 47837 Riccione
Tel 0541 47 31 35
referente [email protected]
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OTTAVOEURORAPPORTO
8.3
SERVIZI
INFORMATIVI
DELL’UNIONE
EUROPEA
Diversi sono i servizi diretti dell’Unione
Europea per informare e comunicare
con i cittadini:
europa.eu.int è il portale dell’Unione
Europea, nato nel 1995 consente di
seguire l’attualità dell’Unione europea
e di ottenere informazioni di base sull’integrazione europea. L’utente può
inoltre accedere all’insieme dei testi
legislativi in vigore o in discussione, ai
siti di ciascuna istituzione nonché all’insieme delle politiche realizzate
dall’Unione europea in base alle competenze assegnatele dai trattati.
Europe by Satellite (EBS) è lo strumento televisivo delle istituzioni
dell’UE, diffonde nuovi notiziari quattro
volte al giorno a orari fissi (20% delle
trasmissioni) mentre il 40% di tutte le
tramissioni è dedicata ad una informazione completa dal vivo delle attività
delle istituzione, il resto del tempo è
occupato da documentari concernenti
questioni di attualità (15%) e da programmi preparati da canali partner.
Eurobarometro (EB) fornisce regolari
istantanee dell’opinione pubblica che
vengono utilizzate per preparare e
valutare le azioni di informazione
necessarie per il pubblico. Rassegne
stampa e Dispacci di agenzia.
Esistono, inoltre, network e punti di
informazioni coordinati direttamente
dalla Commissione europea attraverso
la Direzione Generale Stampa e
Comunicazione:
CDE Centri di documentazione europea Attivi dal 1963, sono stati creati
con lo scopo di aiutare coloro che si
interessano al processo di integrazione
europea ad accedere alle pubblicazioni
della Comunità. Sono biblioteche e centri di documentazione, solitamente
insediati presso le Università, che raccolgono, catalogano e permettono la
consultazione al pubblico delle pubblicazioni dell’Ufficio delle pubblicazioni
ufficiali dell’Unione Europea.
http://www.tecis.be/edc.asp
http://europa.eu.int/comm/relays/
edc/index_en.htm
Team Europe Creato nel 1989 é il
gruppo di conferenzieri indipendenti
della Commissione europea e consta di
630 membri nei 25 Stati dell’Unione;
tale gruppo cui appartengono avvocati
esperti professori universitari ecc.
abbraccia tutti i settori di attività contemplati dalle politiche dell’Unione ed
opera in tutte le lingue di lavoro. Sono
incaricate dei contatti le Rappresentanze della Commissione negli Stati
membri. È possibile ottenere gli elenchi
dei conferenzieri per ogni paese presso
il coordinatore nazionale della
Rappresentanza della Commissione
europea dei vari Stati membri.
Pier Virgilio Dastoli - Rappresentanza di
Roma - Via IV Novembre 149
Tel. 06 69 999 201
[email protected]
Europe Direct Service
(00 800 67 89 10 11) servizio telefonico gratuito, aiuta i cittadini a conoscere ed esercitare i propri diritti e individuare tutte le opportunità offerte
dall’UE, ad esempio i vari programmi
comunitari che possono contribuire alla
realizzazione dei progetti. Il call centre
Europe Direct è in grado di rispondere
al telefono in 11 lingue ed è disponibile attraverso un numero gratuito, per
posta elettronica, lettera o fax.
http://europa.eu.int/europedirect/
index_it.htm
Eurojus fornisce consulenza e assistenza gratuita in merito a problemi giuridici derivanti dall’interpretazione o dall’applicazione di diritto comunitario. I
consulenti legali sono accessibili attraverso le Rappresentanze: in Italia il
Consulente Euro-Jus è presente tutti i
martedì dalle 9.30 alle 13.00 e dalle
14.30 alle 18 presso gli uffici di Roma
e le richieste possono essere fatte per
telefono Tel. 06/699991 o per iscritto
(posta o telefax) Via IV Novembre 149
201
- 00187 Roma.; fax 06/6791658,
oppure tramite email:
[email protected]
http://europa.eu.int/italia
Tra i servizi informativi coordinati da
altre Direzioni generali della
Commissione, ricordiamo:
SOLVIT opera dal luglio 2002, è una
rete per la risoluzione di problemi on
line, in cui gli Stati membri collaborano
per risolvere concretamente i problemi
derivanti dall’applicazione scorretta
delle norme sul mercato interno da
parte delle amministrazioni pubbliche
ed è coordinata dalla Direzione
Generale Mercato interno. I centri SOLVIT, ne esiste uno in ogni Stato membro, fanno parte dell’amministrazione
nazionale e s’impegnano a fornire soluzioni concrete a problemi concreti entro
dieci settimane da quando viene presentato il caso. In Italia è presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Dipartimento Politiche comunitarie,
Fax. 06 677 95 064, e-mail
[email protected]
http://europa.eu.int/solvit/site/
about/index_it.htm
FIN-NET è un network per i reclami dei
consumatori di Servizi Finanziari, nato
nel 2001 con l’intento di agevolare
l’accesso alle procedure extragiudiziali
08-Servizi informazione
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202
nei casi internazionali, è coordinata
dalla Direzione Generale Mercato interno.
http://finnet.jrc.it/it/page.gx?_app.
page=home-top.html
EURES (EURopean Employment
Services) collega la Commissione europea e i servizi pubblici per l’impiego
dei paesi appartenenti allo Spazio economico europeo e della Svizzera, operatori regionali e nazionali impegnati
nelle problematiche dell’occupazione, i
sindacati, le organizzazioni dei datori
di lavoro e gli enti locali e regionali. I
servizi prestati sono di tre tipi: informazione, consulenza e assunzione/collocamento (incontro domanda/offerta).
EURES, coordinata dalla Direzione
generale Occupazione e Affari sociali, è
anche una rete costituita da oltre 500
consiglieri EURES con il compito di fornire, attraverso contatti personali, le
informazioni richieste da chi cerca e
offre lavoro.
http://europa.eu.int/eures/index.jsp
BICs Business and Innovation Centres
forniscono assistenza alle PMI per stimolare lo sviluppo industriale a livello
locale e regionale. I Centri europei di
impresa e innovazione hanno lo scopo
principale di creare nuove imprese o
sviluppare imprese già esistenti che
siano innovative nei diversi settori dell’industria e dei servizi connessi. I BICs,
10:46
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OTTAVOEURORAPPORTO
coordinati dalla Direzione generale
Ricerca, sono collegati tramite l’
European BIC Network (EBN).
http://www.ebn.be
IRCs Innovation Relay Centres, i
Centri di collegamento per l’innovazione, coordinati dalla Direzione generale
Ricerca, sono incaricati della diffusione
di informazioni sui programmi di ricerca
e dell’organizzazione di incontri e
seminari mirati al trasferimento di tecnologie innovative.
http://irc.cordis.lu/
EICs Euro Info Centres, o
Eurosportelli, informano, assistono e
consigliano le aziende su tutte le materie comunitarie e di interesse per le
imprese. Gli EICs collaborano anche con
la Commissione europea nella fase di
consultazione del mondo economico e
produttivo per la definizione delle linee
guida delle politiche comunitaire. La
rete comprende anche uffici di minori
dimensioni (Relay) che dipendono da
un EIC ufficiale. Gli EICs sono coordinati
dalla Direzione generale Imprese.
http://www.europa.eu.int/comm/
enterprise/networks/eic/eic.html
http://www.euroinfocentre.it/
Antenna Culturale Europea è lo sportello informativo del programma
Cultura, coordinato dalla Direzione
generale Istruzione e Cultura. L’ obiettivo è quello di informare e promuovere
a livello nazionale, presso gli enti e gli
operatori del settore, le opportunità di
cooperazione culturale presentate dal
programma Cultura 2000.
http://europa.eu.int/comm/culture/
eac/culture2000/contacts/national_
pts_en.html
http://www.antennaculturale.it/
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Pagina 1
LA PARTECIPAZIONE DEGLI ENTI LOCALI
DELL’EMILIA-ROMAGNA AI PROGRAMMI
DI FINANZIAMENTO COMUNITARI
9
Ricerca realizzata dalle Commissioni “Politiche Europee, Relazioni Internazionali e Cooperazione Decentrata”
di ANCI e UPI Emilia-Romagna
La ricerca è stata condotta da Anna Castellari e Milena Guizzardi di ANCI e UPI Emilia-Romagna. Un sentito ringraziamento per la collaborazione
prestata nella raccolta dei dati va agli Uffici Europa e alla rete dei Ragionieri Capo degli Enti interpellati, nonché ai consulenti delle Commissioni
“Politiche Europee, Relazioni Internazionali e Cooperazione Decentrata” di ANCI e UPI Emilia-Romagna.
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L’indagine sulla partecipazione degli
Enti Locali dell’Emilia-Romagna avviata
nel corso del 2003 ha ampliato in questa edizione il numero degli Enti interpellati includendo oltre alle Province e
ai Comuni capoluogo, tutti i Comuni
compresi tra i 15.000 e i 50.000 abitanti.
Scopo dell’ampliamento dell’indagine è
stato quello di verificare quindi la partecipazione dei Comuni di piccole dimensioni ai Programmi di finanziamento
Comunitari. Come lo scorso anno i dati
sono stati raccolti attraverso la collaborazione degli Uffici Europa e delle
Ragionerie dei diversi Enti che hanno
provveduto alla compilazione di apposite schede per la raccolta dati.
Le schede complete dei progetti contenenti tutte le informazioni raccolte
sono reperibili presso gli uffici di ANCI e
UPI Emilia-Romagna.
Le tabelle riepilogative riportate di
seguito includono i dati salienti relativi
ai diversi progetti comunitari avviati ed
in gestione nel corso del 2004, suddivisi per Ente. In questa edizione abbiamo inoltre voluto aggiungere i dati relativi ai vari partner dei progetti recensiti
al fine di offrire un ulteriore strumento
informativo di sostegno alla partecipazione degli Enti Locali ai programmi
comunitari.
Volendo tentare un’analisi ragionata
dei dati raccolti nell’indagine 2004 si
possono delineare alcune linee di ten-
denza che hanno caratterizzato le attività relative ai progetti comunitari degli
Enti Locali emiliano-romagnoli:
– La maggior parte delle Province e
dei Comuni capoluogo è impegnata in
progetti Interreg III (A, B o C) che sono
presenti numerosi soprattutto nelle
Amministrazioni della Costa Adriatica
impegnate sia come leader che come
partner (con punte di nove o dieci progetti per Ente). La gestione amministrativa e finanziaria dei progetti
Interreg richiede un impegno costante
del personale amministrativo a causa
della sua ben nota complessità. Ciò ha
avuto come conseguenza un aumento
notevole del carico di lavoro degli Uffici
Europa o addirittura ha richiesto l’insediamento di speciali Unità addette specificamente alla gestione e controllo di
questi progetti, che spesso si avvalgano
di competenze esterne all’Ente.
– Anche l’Iniziativa Comunitaria
EQUAL è citata dalla maggioranza degli
Enti Locali interpellati e vede impegnati
i settori formazione e politiche sociali
delle Amministrazioni Locali a stretto
contatto con gli attori locali del terzo
settore.
– Escludendo quindi la tipologia di
finanziamento Interreg, rispetto ai dati
dello scorso biennio si è notata una
significativa flessione dei progetti in cui
gli Enti Locali regionali si presentano
come leader. Si può quindi ipotizzare
che anche i Settori tecnici degli Enti
abbiano risentito dell’aumentato impegno richiesto dai progetti Interreg e si
siano ovviamente concentrati su questo
tipo di opportunità finanziaria piuttosto
che su altre.
– Unica eccezione sembra essere il
Programma Life (politiche ambientali),
che resta di gran lunga il programma
più utilizzato soprattutto dalle Province.
– Vi è poi la tendenza da parte di
alcuni Enti a “concentrarsi” su specifiche tipologie di finanziamento (ad es.
Leonardo per i tirocini formativi o
Gioventù per le politiche giovanili), ciò
è sicuramente spiegabile con l’acquisita
specializzazione dei funzionari degli
Uffici Europa e con l’appartenenza a
reti di partner o consulenti impegnati
sulle predette issues.
– Rispetto ai Comuni al di sotto dei
50.000 abitanti non sono state segnalate partecipazioni a programmi comunitari tranne pochissime eccezioni come
il Comune di Bellaria-Igea Marina. Ciò è
probabilmente imputabile al fatto che i
Comuni di minore dimensione raramente hanno la possibilità di impegnare
risorse umane dedicate ai temi e ai
finanziamenti comunitari, che possano
sostenere l’Ente nella ricerca e poi
gestione dei fondi messi a disposizione
dalla Commissione europea. Non a
205
caso gli unici Comuni che hanno segnalato la loro partecipazione si sono dotati di personale specifico addetto a questi temi.
Rispetto alle linee di tendenza illustrate
precedentemente, ci sembra opportuno
che a conclusione della partecipazione
ai programmi Interreg ed Equal si rifletta sulla validità dell’esperienza realizzata e si impostino i criteri di partecipazione alle prossime opportunità derivanti dalla nuova Programmazione dei
Fondi Strutturali (in particolare rispetto
al futuro Obiettivo 3). Se da un lato
proprio grazie ad Interreg ed Equal ci si
è rafforzati sulla progettazione comune
tra Enti Locali e sulla gestione coordinata delle diverse attività che ci ha permesso di creare una solida rete a livello territoriale anche nei confronti della
Regione Emilia-Romagna, resta aperta
la riflessione se sia più opportuno
cimentarsi su un numero considerevole
di progetti abbracciando i più diversi
campi di intervento o sia meglio concentrare le risorse su un numero minore di iniziative selezionate in base a
specifiche strategie concordate a livello
territoriale.
Questa riflessione si imporrà anche
nella nuova programmazione dei Fondi
Strutturali che sicuramente vedrà una
diminuzione dei fondi a disposizione
per la nostra regione. Facendo quindi
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tesoro delle esperienze realizzate fino
ad oggi dagli Enti Locali, questo tema
sarà all’ordine del giorno dei lavori delle Commissioni Politiche Europee, Relazioni Internazionali e Cooperazione Decentrata di ANCI e UPI Emilia-Romagna.
Per quanto attiene invece alla partecipazione agli altri programmi di finanziamento gestiti direttamente dalla
Commissione europea, per permettere
agli Enti Locali di partecipare appieno a
queste opportunità, occorre rafforzare
le competenze progettuali e la capacità
di fare rete tra le varie Amministrazioni. ANCI e UPI Emilia-Romagna ritengono che il futuro sia rappresentato da
una Rete sulle tematiche comunitarie,
che metta in relazione sinergica coloro
che negli Enti Locali si occupano di politiche e finanziamenti comunitari, di
relazioni internazionali e di cooperazione decentrata. Una Rete che metta in
comune strumenti e conoscenza e che
realizzi quella massa critica necessaria
ad una partecipazione significativa del
nostro territorio in Europa e che rappresenti adeguatamente la capacità innovativa che gli Enti Locali emiliano-romagnoli dimostrano su molteplici campi di
intervento.
Questa Rete è uno dei progetti strategici che le Commissioni ANCI e UPI
Emilia-Romagna hanno inserito nel loro
programma di attività.
Partecipazione degli Enti Locali suddivisi per programmi comunitari
Programma comunitario
Ente
Titolo progetto
ASIA URBS
Comune di Bologna
Provincia di Reggio Emilia
Ecobudget Asia
Substainable Urban Organic Solid Waste Management and Disposal
Comenius
Comune di Modena
Comune di Parma
Comune di Ravenna
Integrazione dei bambini disabili nel sistema scolastico
Giunone
Le jardin monument vivent
Cultura 2000
Comune di Reggio Emilia
Provincia di Forlì Cesena
Provincia di Modena
Didart II
I giovani in una nuova Europa
Industry of ideas
Dafne
Comune di Piacenza
Comunicare per sconfiggere la violenza
E-Content
Comune di Bologna
E-mem
E-Learning
Comune di Reggio Emilia
Comune di Bellaria-Igea Marina
E3
Log in the media
Energia Intelligente per l’Europa Provincia di Bologna
MISS
Equal
Comune di Bologna
Comune di Modena
Provincia di Bologna
Provincia di Parma
Provincia di Piacenza
Provincia di Reggio Emilia
Provincia di Rimini
Palms
FuoriOrario
Portici
Insereg
Sintesi - Il lungo cammino dei sinti e dei rom
A Lungo I e II
Imprenditoria sociale I e II - Spring out
E-Ten
Comune di Bologna
Provincia di Piacenza
Star
Star
Gemellaggi
Comune di Piacenza
Conferenza Europea sulla Comunicazione interculturale
Gioventù
Comune di Parma
Comune di Reggio Emilia
Provincia di Ferrara
Provincia di Rimini
Action
I colori dell’infanzia
Informalmente
Impatto Libro Bianco su Politiche giovanili - Centri giovanili locali Riciclo d’artista - Servizio Volontario Europeo - Layoutnet
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Programma comunitario
Ente
Titolo progetto
Interreg IIIA
Comune di Ferrara
Comune di Forlì
Comune di Ravenna
Provincia di Forlì Cesena
Provincia di Ferrara
Provincia di Ravenna
Provincia di Rimini
Adria Safe - SUA
NEW
SUA - INROSE
Adria Safe - NEW
SUA - Adria Link - NEW - Adria Safe - Adriatur
SUA - NEW - Adria Link - Adriatur - Adria Safe
Adriatur - Adria Link - Adria Safe - INROSE - NEW
Interreg IIIB
Comune di Bologna
Comune di Ferrara
Comune di Forlì
Comune di Ravenna
Comune di Rimini
Provincia di Parma
Provincia di Rimini
Care - Mediauvis
Care
Care - TAQI
City Port
Sawtaca - Romit
Care
Romit - Sawtaca
Interreg IIIC
Comune di Bologna
Comune di Forlì
Comune di Modena
Comune di Ravenna
Comune di Reggio Emilia
Provincia di Forlì-Cesena
Provincia di Ferrara
Provincia di Modena
Provincia di Parma
Provincia di Piacenza
Provincia di Ravenna
Provincia di Reggio Emilia
Provincia di Rimini
Brise - Light - Setric - Sport Urban - Urbe Viva
Enhance Health
Urbe Viva
Adriatic Action Plan 2020
Capture the knowledge network
Rescue - Wine Plan
Rescue
Rescue - Okoprofit International - Subregional regeneration network
Rescue
Rescue - Hidrosource
Rescue - Wine Plan
Rescue - International Communal Network
Rescue - SUVOT
Leonardo
Comune di Bologna
Comune di Carpi
Comune di Reggio Emilia
Provincia di Parma
Provincia di Reggio Emilia
Webpol
Giovani in Europa IV - Giovani studenti in Europa II
Erasmus
Sisifo
Creative Learning Method
Life
Provincia di Ferrara
Comune di Faenza
Comune di Rimini
Provincia di Bologna
Provincia di Rimini
Cobice
T.O.R.R.E.
EMMA
Acqua Label
Strategie e strumenti per un turismo sostenibile nelle aree costiere del mediterraneo
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Programma comunitario
Ente
Titolo progetto
Linea di Bilancio B3 4111
Comune di Bologna
Sage
Lotta all’esclusione sociale
Comune di Bologna
Comune di Forlì
Toward inclusion through comunication - Teaming up!
Citizenship and new inclusion project
Prince
Comune di Reggio Emilia
EU Mayors
R3L
Comune di Reggio Emilia
Provincia di Reggio Emilia
Comune di Rimini
Provincia di Bologna
EDUCA Network
EDUCA Network
PRIME
PICO ligh - PRIME
Servizio Civile all’estero
Comune di Reggio Emilia
Volontari informa
VI PQ – IST
Comune di Bologna
Provincia di Bologna
Provincia di Ferrara
Use me gov
ISHTAR
Cospa
SAVE
Partecipazione ai progrmmi comunitari suddivisi per Ente
Comune di Bologna
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Asia Urbs
Ecobudget Asia
Interreg IIIC
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Trasferire ai partner asiatici le esperienze
983.510
acquisite dai partners europei nei sistemi
di gestione ambientale denominata EcoBudget
Leader
Comune di Guntur (India), Provincia di Bohol (Filippine),
Comune di Vaxjo (Se)
Brise
Scambi di esperienze sulle tecnologie
1.453.000
dell’informazione per favorire gli investimenti in
tecnologie nonché la creazione di lavoro
Partner
Ernact Eeig Lifford Donegal (IE), Comune e Contea di Derry (IE),
Metropolitan Borough of Wirral (UK), Fomento de San Sebastian (ES)
Sodercan Sa (ES), Olomouc Regional Authority (CZ), Regional County
of Kainuu (FI), Provincia di Treviso
Interreg IIIB
Care
Interventi per rendere l’ambiente urbano più
accessibile per turisti e residenti con bisogni
speciali, incrementando la vivibilità e la
promozione turistica dei luoghi cittadini
Partner
Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Comune di Forlì, Regione
Lombardia, Regione Umbria, Comune di Venezia, Venice card, Provinca
Pesaro Urbino, Provincia di Ancona, Regione Vogtlandkreis (DE),
Comune di Gera (DE), Comune di Graz (AT), Prefettura di Thessaloniki
(GR), Pentru Dezvoltare Regionale Nord Est – Piatra Neamt (RO), Aias (IT),
Associazione si può (IT), Associazione Atempo (AT)
e-Content
E-mem
Gestione informatica dei cimiteri e della
449.676
memoria attraverso parnership pubblico-private
Partner
Teikn a lofti (IS), FORTH (GR), Department of Cultural Heritage Protection
of Vilnius (LT)
2.008.360
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Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Interreg IIIC
Light
Interreg IIIB
Ruolo
Altri Partner
Portare alla luce e valorizzare il patrimonio
814.400
culturale e garantirne la sostenibilità nel tempo
Partner
Biblioteca Pubblica di Veira (GR), Biblioteca comunale di Lisbona (PT),
Biblioteca Centrale di Roskilde (DK), Bekes County Library Békéscsaba
(HU)
Mediauvis
Strategie regionali per lo sviluppo del settore
audiovisivo nel settore del Mediterraneo
1.526.575
Partner
BIC Lazio e Regione Lazio, Euroceei (ES), Regione Umbria, Cineca,
Maltaenterprise San Gwann (MT)
Equal II
Palms
Accompagnamento al lavoro per minori
stranieri non accompagnati
2.500.000
Partner
Comune di Roma, Comune di Ancona, Comune di Milano, Comune di Torino,
Gruppo Abele – Torino, Legacoop Roma, Associazione Progetto Diritti –
Roma, Save the Children Italia, Promideia Cosenza, Speha Fresia – Roma,
Associazione Virus – Roma, Federazione SCS/Cnos – Roma, Caritas
Linea di bilancio
B3-4111
Sage
Sensibilizzazione degli anziani sulle istituzioni 487.563
comunitarie e scambio di buone prassi
Leader
Comune di Islington (UK), Comune di Stravroupoli (GR), Comune di Dusseldorf (DE), Paritaet Associazione di Istituti di Beneficenza di Berlino (BE)
Interreg IIIC
Setric
Interventi per migliorare la sicurezza dei
cittadini dal punto di vista fisico, dei dati
sensibili e nelle comunicazioni
744.000
Partner
Comune di Colonia (DE), Comune di Praga (CZ), Comune di Naetsved (DK),
Comune di Siena (IT), Comune di Marsiglia (FR), Certu (FR), Centro
Nazionale per i servizi pubblici Territoriali Parigi (F), Comune di Parigi (F),
Istituto Fraunhofer per l’informatica applicata Colonia (DE)
Lotta
all’esclusione
Toward inclusion Sensibilizzazione cittadini e società civile
through
rispetto ai temi dell’inclusione sociale
communication
98.461
Leader
Regione Emilia-Romagna, LegaCoop, Dipartimento Arti Visive Unibo, Ausl
Bologna, Forum metropolitano delle associazioni dei cittadini non comunitari
di Bologna e Provincia, Consulta permamente per la lotta contro l’esclusione
sociale Comune di Bologna, Dipartimento dell’Amministrazione
Penitenziaria: Provveditorato Regionale, CGIL
Interreg IIIC
Sport Urban
1.520.000
Partner
Associazione Sport Urban – Vaulx au Velin (FR), Comune di Charleroi (FR),
Comune di Rostock (DE), South Est Regional Authority (IE), Comune di
Vaulx en Velin (FR), Istituto Insular de Deportes del Cabildo de Gran Canaria
(ES), Excmo Ayuntamiento de Marbella (ES), Regie autonome des transport
parisiens (FR), Prefettura del Rhone (FR), Ecole nazionale des Travaux
Public de l’Etat (FR), Conseil Generale de la Seine Saint Denis (FR), Sport
dans la Ville Lyon (FR), F-Varos II KeruletiOnkormanyzat Budapest (HU),
Szentendre Varos Onkormanyzata (HU), Comune de L’Aquila, Regione
Autonoma Sardegna, Comune di Tetouan (Marocco), Comune di Heerlen
(NL), Comune di Emmen (NL), Comune di Lisbona (PT), Comune di Belfast
(UK), Prefettura di Dodecannesus (GR), Municipal Development Enterprise
Patras (GR), Comune di Trento
Sport e tempo libero come fattore di
coesione sociale, sviluppo economico,
e rigenerazione urbana
Costo totale
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Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Linea di Bilancio
Regione
B3 -4111
Teaming up!
Volontariato internazionale per gli anziani
387.687
Partner
Eurag (Federazione Europea persone anziane), Lunaria – Roma,
Interreg IIIC
Urbe Viva
Nuovi modelli per la rigenerazione
economica dei centri urbani
1.117.122
Partner
Comune di Padova, Comune di Modena, Comune di Patrasso (GR), Agenzia
per lo sviluppo di Santa Cruz di Tenerife (ES), Comune di Coimbra (PT),
Associazione Italiana dei Comuni e delle Regioni Europee (IT)
VI PQ – IST
Use me gov
Piattaforma ad alta usabilità di
mobile government
2.306.000
Partner
Società Portugal Space (PT), Retevision Movil sa (ES), Università di Minho
(PT), Accademia Economica di Poznan (PL), Intuilab Sa (FR), Istituto
Fraunhofer per l’Informatica Applicata Colonia (DE), Arakne Società per lo
Sviluppo Tecnologico, Comune di Gdynia (PL), Estrema Associazione di
Formazione Tecnologica (ES), Indra Società informatica (ES), Comune di
Villa Nova de Cervera (PT)
Leonardo
da Vinci
Webpol
Apprendimento virtuale per le polizie
locali europee
/
Partner
Policia Municipale di Valencia (ES), Comune di Valencia (ES), Telefonica
Investigacion y desarrollo Espana (ES), Tampere University of technology
(FI), Fundacion Comunidad Valenciana (ES), The ellenic telecommunication
(GR), Institut for Polizei und sicherheitforschung di Brema (DE), Voivdship
police command in Gdansk (PL), IDEKE (GR), Bedfordshire Police (UK)
ETen
Star
Realizzazione di un prototipo di agenzia
di marketing virtuale
1.281.481
Partner
Provincia Bologna, Provincia Piacenza, Norfolk County Council (UK), Sintra
SpA, Lisy, Saar, Teletec (DE)
Emilia-Romagna. Comune di Ferrara, Comune di Roma, Provincia di Como,
Landes Ehrenamtsagentur, Landes Hessen, Comune di Speyer, Regione
Reno-Palatinato (DE), Ministry of German Speaking Community (BE),
Experience Corps (UK), European Centre for Social Welfare Policy and
Research Vienna (AT), Osrodek Edukacji I Informaci Miedzy Kulturami,
Poznan (PL), Zivot 90 Prague (CZ), Slovenia Federation of Pensioners (SI)
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Comune di Bellaria Igea Marina
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
E-Learning
Log in
the media
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Promozione del dialogo interculturale
212.380
attraverso attività di media education per ragazzi
Partner
Cospe Italia, Miramedia (NL), Dimitra (GR), OL/MCM (NL)
Comune di Carpi
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Leonardo
da Vinci
Giovani in
Europa IV
Organizzazione di 20 tirocini professionali
transnazionali
72.445
Leader
Carpiformazione, IPSIA “G. Vallauri” di Carpi, ITC “A. Meucci –
C. Cattaneo” di Carpi, ITI “L. Da Vinci” di Carpi, Liceo “M. Fanti” di Carpi,
Chambre de Commerce Belgo-Italienne di Bruxelles (Belgio), Emerald
Cultural Institute di Dublin (Irlanda), Tandem San Sebastian (Spagna)
Leonardo
da Vinci
Giovani Studenti Organizzazione di 25 tirocini professionali
in Europa II
transnazionali
38.621
Leader
Carpiformazione, IPSIA “G. Vallauri” di Carpi, ITC “A. Meucci – C.
Cattaneo” di Carpi, ITI “L. Da Vinci” di Carpi, Liceo “M. Fanti” di Carpi,
Emerald Cultural Institute di Dublin (ER), Tandem San Sebastian (S)
Comune di Ferrara
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIB
CARE
Interventi per rendere l’ambiente urbano più
accessibile per turisti e residenti con bisogni
speciali, incrementando la vivibilità e la
promozione turistica dei luoghi cittadini
2.008.360
Partner
Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì, Regione Lombardia, Regione
Umbria, Comune di Venezia, Venice card, Provinca Pesaro Urbino, Provincia
di Ancona, Regione Vogtlandkreis (DE), Comune di Gera (DE), Comune di
Graz (AT), Prefettura di Thessaloniki (GR), Pentru Dezvoltare Regionale
Nord Est – Piatra Neamt (RO), Aias (IT), Associazione si può (IT),
Associazione Atempo (AT), Comune di Bologna
INTERREG IIIA
Adria Safe
Tutela e salvaguardia dell’ecosistema marino
nell’Adriatico
894.080
Partner
Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Provincia
Ferrara, Comune Ferrara, Regione Marche, Regione Veneto, Fondazione
Cetacea Onlus Riccione, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Abruzzo,
Regione Puglia, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise,
Comune Numana, Consorzio Parco del Conero, WWF Italia, Ministero
Agricoltura Albania, , Ministero Agricoltura Croazia, Università Zagabria,
Ministero Agricoltura Montenegro, Vivamar Slovenia
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Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIA
SUA
Valorizzazione del patrimonio artistico
culturale dei siti Unesco
1.730.000
Partner
Provincia Ferrara, Provincia Ravenna, Museo dell’Arte Città di Ravenna,
Università Bologna, Capitolo della Cattedrale di Ferrara, Ministero Cultura
Albanese, Progetto Città di Berat (AL), Comune Sarajevo, Università
Sarajevo, Accademia d’Arte Sarajevo (BH), Ufficio Monumenti Croazia,
Comune di Porec, Città di Dubrovnik, Comune di Pola (HR), Regional
Institute for the Protection of Cultural Heritage Kotor, Cultural Heritage
Republican Sate Organisation of Montenegro (Montenegro), Serbian Unity
Congress for Heritage Protection (Serbia)
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Comune di Faenza
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
LIFE
T.O.R.R.E.
Turismo
Organizzato
Rinaturalizzazione di una cava esaurita di
582.752
materiali per l’edilizia attraverso la creazione
di un’area verde destinata al turismo ecocompatibile.
Recupero Rurale Ecologico
Leader
Agrisystem, Ascom Faenza, Arpa Ravenna, Caviro, Consorzio Trasporti
Faenza, Cconfcooperative Ravenna, ENEA, Terre Naldi, Università di
Bologna, Provincia di Ravenna
Comune di Forlì
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIB
CARE
Interventi per rendere l’ambiente urbano più
accessibile per turisti e residenti con bisogni
speciali, incrementando la vivibilità e la
promozione turistica dei luoghi cittadini
2.008.360
Partner
Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Regione Lombardia, Regione
Umbria, Comune di Venezia, Venice card, Provinca Pesaro Urbino, Provincia
di Ancona, Regione Vogtlandkreis (DE), Comune di Gera (DE), Comune di
Graz (AT), Prefettura di Thessaloniki (GR), Pentru Dezvoltare Regionale
Nord Est – Piatra Neamt (RO), Aias (IT), Associazione si può (IT),
Associazione Atempo (AT), Comune di Bologna
Interreg IIIC
Enhance Health Sistema di sorveglianza sulla salute ambientale 1.405.500
nelle aree urbane vicine agli inceneritori e
agli insediamenti industriali
Leader
Asl Forlì, ARPA Emilia-Romagna, Computer Technology Institute Telematic
Center Westgate (GR), Lower Austrian Government (AT), Advanced
Production Technologies Institute University (ES), National Institute of
Environmental Hhgiene (PL)
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10:47
Pagina 213
OTTAVOEURORAPPORTO
Programma
Titolo progetto
Lotta
all’esclusione
sociale
Tema trattato
213
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Citizenship
Sensibilizzazione sul concetto di
and new
cittadinanza sociale
inclusion project.
Phase two
199.535
Leader
Regione Emilia-Romagna, Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna,
Consorzio Servizi Sociali di Imola, Comune di Imola, Associazione Almaterra
(Torino), Terra Nuova Onlus (Roma), Cooperativa Sociale Sesamo Forlì,
Associazione Donne nel Mondo Forlì, Associazione Trama di Terre (Forlì),
Municipal Organisation for Social Intervention and Health (GR), Southall
Black Sisters (UK), Interkulturelles Frauenzentrum (DE), Coalitionfor Gender
Qualità in Latria (LT)
Interreg IIIA
NEW
Network Europeo per il Welfare
908.000
Partner
Provincia Forlì Cesena, Provincia di Ferrara, Provincia di Ravenna, Provincia
di Rimini, Ministero Lavoro e Affari Sociali Albania, Ministero Lavoro e
Politiche Sociali Serbia, Comune di Elbasan, Scutari (AL), Comune di Novi
Sad, Kragujevac (Serbia), Comune di Tuzla (Bosnia), Centro Donna Scutari,
Centro Donna Elabasan, Associazione Tuzlanska Amica, Tjeter Vision Tuzla,
Centro Sociale Balashe Tuzla
Interreg IIIB
TAQI
Strumenti per il rilevamento della
qualità dell’aria
1.525.375
Partner
Austrian Environmental Expert Group (AT), Czech Hydrometerological
Institute (CZ), State Government of Lower Austria (AT), Institute of
Environmental Management (HU), State Government of BurgerLand
Comune di Modena
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Equal
Fuori Orario
Interventi di regolamentazione del lavoro
domiciliare
1.500.000
Partner
Irecoop Bologna, CESVIP Piacenza, Cooperativa Sociale Gulliver,
Federazione diocesana servizi per gli anziani Reggio Emilia, Unione
Provinciale delle Cooperative Reggio Emilia, Lega delle Cooperative Reggio
Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Domus Assistenza, Confcooperative
Modena, Centro Analisi delle Politiche Pubbliche Unimore, Followup Srl
Modena, Lega coop Modena
Comenius 1
Integrazione
dei bambini
disabili
Analisi delle politiche di integrazione scolastica 32.770
di alunni disabili nel sistema scolastico
Partner
Nordgardsskolen (DK), Direzione Didattica 8° Circolo Modena, Skolen pa
molen (DK), T4 skolan Hasselholm (SV)
Interreg IIIC
Urbe Viva
Nuovi modelli per la rigenerazione economica
dei centri urbani
Partner
Comune di Padova, Comune di Bologna, Comune di Patrasso (GR), Agenzia
per lo sviluppo di Santa Cruz di Tenerife (ES), Comune di Coimbra (PT),
Associazione Italiana dei Comuni e delle Regioni Europee (IT)
998.829
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Comune di Parma
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Comenius 3
Giunone
Scambio di informazioni e buone prassi
sull’istruzione scolastica degli alunni disabili
585.600
Leader
Centro Servizi Amministrativi di Parma, Ufficio Scolastico regionale per
l’Emilia-Romagna, Ministero Istruzione, Provincia di Parma, Centro
Provinciale di Parma documentazione per l’integrazione scolastica, lavorativa, sociale, Coordinadora infatil y juvenil de tempo libre de vallecas Madrid
(ES), Centre for educational Programs and social initiatives (BU), NAIS
(SV), Disability Now (GR), Shaw Trust (UK), Istituto Statale Istruzione
Secondaria Superiore Parma, 6° Circolo Didattico di Parma, Istituto
Comprensivo di Felino, Istituto Comprensivo Micheli Parma, Istituto
Professionale Servizi Alberghieri e ristorazione Parma, Federazione Italiana
Sport Disabili, Unione Italiana Ciechi Parma, Consorzio Solidarietà Sociale
Parma, Associazione Bambini e Autismo Parma, School for Childern with
Mental Disabilities (BU), Craigshead School (UK), Ridgepark School (UK),
Firpark School (UK), Estonian Mentally Disabled People Support
Organisation (Estonia)
Gioventù –
Azione 5
Action
Sviluppo di metodi di educazione e
formazione al volontariato giovanile per
soggetti svantaggiati
171.589
Leader
Center for Education Programs and social initiatives (BU), European youth
co-operation center (PL), Youngster without borders (Romania), Pro Vobis
national Volounteer center (Romania), Politecnico del mare Catania,
Coordinadora Infantile y Juvenile de tempo libre de Vallecas Madrid (ES),
Estonian mentally disabled people support organisation
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Comune di Piacenza
Programma
Titolo progetto
DAFNE
Comunicare per Strategie per combattere la violenza
sconfiggere la alle donne e bambini; rete europea
violenza
37.500
Leader
La città delle donne Telefono Rosa Piacenza, Associazione Koinè, Centro
Salute Donne ASL, Casa Rifugio Londra (UK), Enaip Piacenza, Enaip Ferrara
Gemellaggi
Conferenza
Europea sulla
Comunicazione
interculturali
54.220
Leader
Comune Reggio Emilia, Comune Forlì, Comune Modena, Comune Ravenna,
Comune Ferrara Provincia Parma, Provincia Bologna,Provincia Trento
Organizzaione conferenza
09-Enti Locali
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OTTAVOEURORAPPORTO
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Comune di Ravenna
Programma
Titolo progetto
Comenius
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Le Jardin
Costruzione di una didattica multidisciplinare
monument vivent sui parchi e giardini storici d’europa
187.508
Partner
Academique del Yvelines (F)
Interreg IIIC
Adriatic Action
Plan 2020
Buone prassi sul bilancio ambientale e
preparazione di indici da rispettare
per la tuteladel mare adriatico
817.836
Partner
Comune di Ancona, Comune di Brindisi, Comune di Corfù (GR), Comune di
Patrasso (GR), Comune di Venezia, Comune di San Benedetto, Comune di
Molfetta, Comune di Pescara, Comune di Castrano Trifase, Comune di
Alessano, Comune di Mogliano Veneto, Comune di Senigallia, Comune di
Pesaro, Comune di Koper (Slovenia), Comune di Bari, Comune di Lloret (F),
Comune di Bristol (UK), Provincia di Parma, Provincia di Ravenna, Regione
Marche
Interreg IIIB
City Port
Rete di città che seguono un approccio condiviso 4.774.334
e coordinato per sviluppare soluzioni di logistica
urbana sostenibili
Partner
Regione Emilia-Romagna, SCS Azioninnova Spa, Comune di Udine, Comune
di Ancona, Comune di Taranto, Comune di Parma, Comune di Vicenza,
Brescia Mobilità, Infomobility, It City, State Government Vienna, IC
Consulenten Ziviltechniker (AT), City Courier Spedition (AT), LOB (AT),
Forschungsgesellschat Momilitat (AT), Transeuropean consultino Unit of
Thessaloniki (GR), Hellenic Institute for Transport (GR), Prefecture of Kavala
(GR), Region of Attika (GR), The Agency for Regional Development of
Ljubjana Urban Region (Slovenia)
Interreg IIIA
SUA Centro
Internazionale
di documentazione sul
mosaico
Creazione di una nuova sezione del Museo
d’Arte di Ravenna per la gestione del nuovo
centro per il mosaico
1.730.000
Partner
Provincia di Ferrara, Comune di Ferrara, Provincia di Ravenna, Museo
dell’arte della città di Ravenna, Facoltà di Conservazione dei beni culturali
Unibo, Facoltà di Lettere e Filosofia Unibo, Capitolo della Cattedrale di
Ferrara, Ministero Cultura progetto città di Berat (Albania), Comune di
Sarajevo, Accademia dell’Arte di Sarajevo, Ufficio Monumenti della Croazia,
Comune di Porec, Città di Dubrovnik e Comune di Pola (Croazia), Regional
Institute for the Protection of Cultural Organisation of Montenegro, Serbian
Unity Congress for Heritage Protection
Interreg IIIA
INROSE
Studio di fattibilità per i collegamenti marittimi 1.555.000
tra porti dell’Emilia-Romagna e Croazia
Partner
Provincia di Ravenna, Autorità Portuale di Ravenna, CCIAA di Ravenna,
Provincia di Rimini, Comune di Cesenatico, Ministero del turismo e dei trasporti di Pola (Croazia)
09-Enti Locali
11-11-2005
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Comune di Reggio Emilia
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIC
Capture the
knowledge
network
Scambio di esperienze sull’economia
della conoscenza per lo sviluppo economico
della città
647.800
Partner
Brighton and Hove City Council (UK), Girona City Council (ES), City of
Jyvaskyla, City of Sundswall, City of Eskilstuna, Municipalità of Leeuwarden,
Town of Trinec, Association of Local Authorities of the Prefecture of Kavala,
Klaipeda Regional Development Agency, West Lothian Economic
Development Service, Jerez de la Frontiera, Vigo Town Council, Manresa
Council, Telford and Wrekin Council, Mikkeli, Erd, Gyongyos, Hasselt,
Heraklion, Western Achaia
Cultura 2000
Didart II
Giovani artisti costruiscono strumenti
per la didattica dell’arte contemporanea
298.550
Partner
ART’E’ Spa, Gam Bologna, Louisiana Musuem of Modern Art di Copenhagen
(DK), Universitat de Barcelona (ES), Accademia di Belle Arti di Bologna,
Cooperativa Culturale Giannino Stoppani, Museo di Helsinki (SV), Museo di
Vilnius (LT), Museo di Colonia (DE), Museo MART di Trento, Museo
Kundsthalle Vienna (AT), Museo delle Esposizioni di Roma
Gioventù SVE
I colori
dell’infanzia
Accoglimento di 1 giovane volontario europeo
a sostegno dell’attività scolastica dei bambini
nella fascia 0-6
6.470
Leader
Cooperativa solidarietà 90 Reggio Emilia, Everything’s possibile (UK)
R3L
EDUCA Network Condivisione di esperienze nell’ambito
dell’educazione permanente degli adulti
183.312
Partner
Centro Servizi PMI Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Comuni di
Scandiano e Correggio, Land Einzkreis (DE), Municipalità di Girona (ES),
Municipalità di Digione (F), Comunità Gaeliche (ER), Regione di Olomouc
(CZ)
Prince
EU Mayors
Sensibilizzazione sul ruolo degli Enti Locali
nei nuovi Stati Membri
379.312
Partner
Associazione delle Agenzie per la democrazia locale Strasburgo (F), Anci
Italia, Citès Unies Francia, Association of Directors of Communities and
Enterprises Irlanda, Carlow County Irlanda, City of Suresnnes (F), East
Staffordshire Borough Council (UK), Kent City Council (UK), Comune di
Mogliano Veneto, Comune di Bydgoszcz (PL), Foundation in support of
Local Democracy Training Center in Olsztyn (PL), Municipal Training Center
(LT)
Servizio Civile
all’estero
Volontari
in-forma
Formazione di giovani sulle competenze
relative all’informazione comunitaria,
animazione dei territori, progettazione di
iniziative e gestione dei progetti comunitari
5.000
Leader
CRPA , Carrefour Europeo Emilia, Pillerseetal Regional Development Agency
Kitzbuhel (AT), Info Point Europa Tirol (AT)
E-Learning
E3
Indagare come si modifica l’apprendimento
dei bambini e dei ragazzi in un ambiente
biotecnologico
600.000
Leader
Istituto Comprensivo Lepido, Computer Technology Institute, Hellenic Open
University (GR), Lemshaga Akademi (SV)
09-Enti Locali
11-11-2005
10:47
Pagina 217
OTTAVOEURORAPPORTO
217
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Leonardo
Erasmus
Scambio di studenti
3.830
Leader
Istituto Musicale pareggiato Achille Peri Reggio Emilia, Accademia Superiore
di Musica di Bydgoszcz (PL)
Rete Info Point
Laboratorio
Europa
Informazione e sensibilizzazione per studenti
sulle Istituzioni e sulle politiche comunitarie
53.000
Partner
CRPA Carrefour Europeo Reggio Emilia
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Comune di Rimini
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Interreg IIIB
SAWTACA
Miglioramento e armonizzazione degli
908.850
interventi di aggiornamento della rete fognaria
e del trattamento delle acque reflue
Partner
Comune Rimini, Joanneum Research (AT), Croatian Waters, Rijeka
Municipalità (HR), Preveza Municipalità (GR), Ljubljana University (SL)
Interreg IIIB
ROMIT
Costruzione di una cultural route che
colleghi gli itinerari romani
Partner
Provincia di Rimini, Istituto Beni Artistici e Culturali Bologna, Europa Inform
Consulting, Università Erlangen, Comune di Patrasso, Comune di Sofia
LIFE
EMMA
Gestione ambientale attraverso il
1.807.418
monitoraggio delle diverse tipologie di
ipossia ed anossia nell’Adriatico Settentrionale
Partner
CNR ISMAR di Bologna, di Trieste, di Ancona, Università Politecnica della
Marche, ARPA Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, ASTER, Gesturist
Cesenatico, Cooperativa Casa del Pescatore, Cooperativa La Bussola,
National Institute of Biology Slovenia
SAVE
PRIME
Studio sulla possibilità di effettuare
investimenti più vantaggiosi per il
miglioramento dell’efficienza energetica
su edifici pubblici mobilizzando anche capitali
di cittadini privati
700.000
Leader
Grecia, Irlanda, Austria, Slovenia, Belgio, Bulgaria
905.000
Provincia di Bologna
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
VI PQ
ISHTAR
Software integrato per la valutazione degli
impatti delle politiche ed azioni in chiave
ambientale nelle aree urbane
2.673.128
Partner
ISIS e OMS – Roma; Inrets (F); Stratec (B); Ove Arup e UNL (UK)
Università di Graz (A)
SAVE
PICO light:
Public internal
performance
contracting
Forma innovativa di finanziamento di
interventi di efficienza negli edifici pubblici.
Il concetto verrà applicato all’illuminazione.
658.257
Partner
WUPPERTAL INSTITUT (DE)
09-Enti Locali
11-11-2005
10:47
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218
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
LIFE
ACQUA LABEL
Raggiungimento del Certificato di qualità
1.463.000
ambientale per le acque distribuite da una
rete acquedottistica pubblica, nel caso specifico
quella di Lizzano in Belvedere
Leader
Regione Emilia-Romagna, Comune di Lizzano in Belvedere, ATO 5,
Federgasacqua, ENVIS S.r.l., Macroscopio S.p.A.
EQUAL
PORTICI
Sistema di strutture integrate di servizi,
articolato con punti di accoglienza e presa in
carico dell’utente ed accompagnamento
individuale verso l’inserimento lavorativo per
gli iscritti alle liste della legge 68/99
e i soggetti deboli.
Leader
Comune di Bologna, Lega delle Cooperative di Bologna, ConfCooperative di
Bologna ed Efeso, mandatario di un’ATI che comprende cooperative sociali
del territorio provinciale (Consorzio SIC, Consorzio Insieme, Consorzio
Sol.Co. Imola, Centro Servizi Aziendale, Anastasis e Cides) ed enti di
formazione professionale (Cefal, Csapsa, Opimm).
EIE
MISS: Monitor
Integrated
System
Piattaforma innovativa in senso dinamico e
2.989.046
prevedere condizioni naturali e infrastrutturali,
così da migliorare sicurezza ed efficienza nei
trasporti in uno scenario multiambientale
Leader
Sintra SpA, Regulus SpA, SRM Reti Mobili SpA, Centre for Research and
Technology-Grecia, Aristotele University of Thessaloniky, BVG Berliner
Verkehrsbetriebe, Stowarzyszenie Miasta W Internecie, Landeshauptstadt
Saarbruecken IKS, Università di Udine, KM& AZ Cyprus Transport Logistics
Ltd., CRF Società Consortile per Azioni, M-System Flash Disck Pioneers Ltd
SAVE
PRIME Private Miglioramento dell’efficienza energetica e
Investment
l’uso di fonti di energia rinnovabile su un
Move Ecopowers edificio di proprietà pubblica, mobilitando i
capitali dei cittadini privati
700.000
Leader
Grecia, Irlanda, Austria, Slovenia, Belgio, Bulgaria
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Partner
Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia
Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena,
Provincia Parma, Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Provincia
Ravenna, Budapest University (HU)
Leader
/
906.990
Provincia di Forlì Cesena
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Interreg IIIC
Rescue
Sistema di supporto decisionale per affrontare 1.172.000
i disastri naturali o causati dall’uomo
Cultura 2000
I giovani in una Organizzazione di una conferenza
nuova Europa: internazionale
tra educazione
ed occupazione
40.600
09-Enti Locali
11-11-2005
10:47
Pagina 219
OTTAVOEURORAPPORTO
219
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIA
Adria Safe
Tutela e salvaguardia dell’ecosistema
marino nell’Adriatico
894.080
Leader
Comune Ferrara, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Provincia Ferrara,
Regione Marche, Regione Veneto, Fondazione Cetacea Onlus Riccione,
Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Abruzzo, Regione Puglia, Istituto
Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise, Comune Numana, Consorzio
Parco del Conero, WWF Italia, Ministero Agricoltura Albania, , Ministero
Agricoltura Croazia, Università Zagabria, Ministero Agricoltura Montenegro,
Vivamar Slovenia
Interreg IIIC
Wine Plan
Qualificazione e valorizzazione delle strade
del vino in Europa
1.000.000
Leader
Provincia Ravenna, Niederoaterreich Werbung (A), Landkreis
Rheingau-Taunus (D), Local Enterprise Foundation of Tolna County (HU)
Interreg IIIA
NEW
Network Europeo per il Welfare
908.000
Leader
Comune Forlì, Provincia Ferrara, Provincia Ravenna, Provincia Rimini,
Ministero Lavoro e Affari Sociali Albania, Comune Scutari, Centro Donna
Scutari, Centro Donna Elbasan (AL), Comune Tuzla, Associazione Tuzlanska
Amica, Tjeter Vision Tuzla, Centro Sociale Balashe Tuzla (Bosnia), Ministero
Lavoro e Politiche Sociali Serbia, Comune Novi Sad, Comune Kragujevac,
Comune Pascevo (Serbia)
Provincia di Ferrara
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIA
SUA
Valorizzazione del patrimonio artistico
culturale dei siti Unesco
1.730.000
Leader
Comune di Ferrara, Provincia Ravenna, Museo dell’Arte Città di Ravenna,
Università Bologna, Capitolo della Cattedrale di Ferrara, Ministero Cultura
Albanese, Progetto Città di Berat (AL), Comune Sarajevo, Università
Sarajevo, Accademia d’Arte Sarajevo (BH), Ufficio Monumenti Croazia,
Comune di Porec, Città di Dubrovnik, Comune di Pola (HR), Regional
Institute for the Protection of Cultural Heritage Kotor, Cultural Heritage
Republican Sate Organisation of Montenegro (Montenegro), Serbian Unity
Congress for Heritage Protection (Serbia)
Life
Cobice
Conservazione e recupero dello storione
comune nel bacino del Po
2.288.402
Partner
Provincia Cremona, Provincia Padova, Provincia Piacenza, Provincia Rovigo,
Provincia Treviso, Provincia Venezia, Provincia Verona, Ersaf Istituto
Pallanzani
Interreg IIIA
Adria Link
Collaborazione e scambio di buone prassi
nel settore del turismo
600.000
Partner
Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Comune Tuzla (BH), Comune Pola,
Contea Zadar, Comune Pancev (HR), Comune Izola (SL)
09-Enti Locali
11-11-2005
10:47
Pagina 220
OTTAVOEURORAPPORTO
220
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIA
NEW
Network Europeo per il Welfare
908.000
Partner
Provincia Forlì Cesena, Comune Forlì, Provincia Ravenna, Provincia Rimini,
Ministero Lavoro e Affari Sociali Albania, Comune Scutari, Centro Donna
Scutari, Centro Donna Elbasan (AL), Comune Tuzla, Associazione Tuzlanska
Amica, Tjeter Vision Tuzla, Centro Sociale Balashe Tuzla (Bosnia), Ministero
Lavoro e Politiche Sociali Serbia, Comune Novi Sad, Comune Kragujevac,
Comune Pascevo (Serbia)
VI PQ IST
Cospa
Promozione dell’utilizzo del software libero
nella PA
4.000.000
Osservatore
Free University of Bolzano, Aalborg University (S), MTA, University of
Limerick (UK), University of Sheffield (UK), Beaumont Hospital (F),
Consorzio Comuni dell’Alto Adige, Hanstholm Kommune, Provincia Genova,
Provincia Pisa, SocITM, South West Regional Authority, Torokobalint City
Council
Gioventù
Informalmente
Punti di ascolto e informazione per i giovani
sulle attività del territorio
99.921
Leader
Istituto Professionale Servizi Sociali Commerciali e Turistici Ferrara, Liceo
Classico Ariosto Ferrara, Ipsia Lido Estensi, Ipsia Cento, REI Telestense
Ferrara
Interreg IIIA
Adria Safe
Tutela e salvaguardia dell’ecosistema marino
nell’Adriatico
894.080
Partner
Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Comune
Ferrara, Regione Marche, Regione Veneto, Fondazione Cetacea Onlus
Riccione, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Abruzzo, Regione Puglia,
Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise, Comune Numana,
Consorzio Parco del Conero, WWF Italia, Ministero Agricoltura Albania, ,
Ministero Agricoltura Croazia, Università Zagabria, Ministero Agricoltura
Montenegro, Vivamar Slovenia
Interreg IIIA
Adriatur
Attività a supporto del turismo per
i Comuni adriatici
1.400.000
Partner
Provincia Rimini, Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, G-Tour
Medugorje, Ufficio Turismo Medugorje, PromoTuzla (BH), Comune Pula,
Contea Zadar, Istituto Croato Turismo di Rijeka, Ufficio Turismo Dubrovnik
(HR),
Interreg IIIC
Rescue
Sistema di supporto decisionale per
1.172.000
affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo
Partner
Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia
Piacenza, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena, Provincia Parma,
Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Budapest
University (HU)
09-Enti Locali
11-11-2005
10:47
Pagina 221
OTTAVOEURORAPPORTO
221
Provincia di Modena
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIC
Rescue
Sistema di supporto decisionale per affrontare 1.172.000
i disastri naturali o causati dall’uomo
Partner
Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia
Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Parma,
Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Budapest
University (HU)
Cultura 2000
Industry of ideas Collaborazione tra artisti e realtà
produttive locali
240.000
Leader
Kuratorium Schloss Ettersburg (DE), D*Fine Arts Atene (GR)
Interreg IIIC
Okoprofit
International
Diminuzione dell’impatto ambientale delle
attività produttive e riduzione dei costi
1.411.340
Partner
Università Modena e Reggio Emilia, Comune Graz e Università Graz (A),
Comune di Maribor e Università di Maribor (SL), Università di Czestochowa
(PL), Leibniz Institute Dresda (DE), Comune Pécs (HU)
Interreg IIIC
Subregional
regeneration
network
Scambio di esperienze sulla gestione dei
fondi strutturali e programmi comunitari
683.002
Partner
Bristol City Council, Unione Enti Locali Provincia di Achaia (GR), Provincia
Barcellona, Agenzia Sviluppo Santa Cruz di Tenerife (ES), Autorità di
Dipartimento di Lille (F), Agenzia Sviluppo Regionale Klaipeda (LT), Comune
Hranice (CZ), Agenzia Sviluppo Langhe e Monferrato, Agenzia Sviluppo
Marche, Cumbia County (UK), Comune Tampere (FN), Comune Turku (FN)
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Provincia di Parma
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Interreg IIIC
Rescue
Sistema di supporto decisionale per
1.172.000
affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo
Partner
Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia
Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena,
Provincia Parma, Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Provincia
Ravenna, Budapest University (HU)
Interreg IIIB
Care
Interventi per la promozione dell’ambiente
urbano e della sua fruizione
2.008.360
Leader
Regione Emilia-Romagna, Comune Rimini, Associazione Atempo Rhone (AT),
Istituto Pscherer, Comune Gera (DE), Agenzia ADR Nord Est (R), Prefettura
Salonicco (GR), Regione Lombardia, Regione Umbria, Provincia Ancona,
Provincia Pesaro Urbino, Comune Bologna, Comune Ferrara, Comune Forlì
Cesena, Comune Venezia, AIAS Milano
Equal I
Insereg
Inserimento lavorativo di immigrati e persone
in condizioni di disagio sociale
1.563.621
Leader
Comune Parma, Comune Borgo Val di Taro, Comune Langhirano, Comune
Fidenza, Ausl, Consorzio Solidarietà Sociale, Cassa Edile Provincia Parma,
Ente Scuola Edile Parma, Consorzio Forma Futuro, Nuova Quasco, Forum
Solidarietà
09-Enti Locali
11-11-2005
10:47
Pagina 222
OTTAVOEURORAPPORTO
222
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Leonardo
Sisifo
Strategie per lo sviluppo delle comunità rurali
attraverso la formazione nell’ambito
delle nuove tecnologie
465.600
Leader
Fondation Europeenne Madariaga (BE), Università Eichstatt (DE), IMFE
(ES), Fondazione Istituto per il Lavoro (IT), Istituto Istruzione Superiore
Zappa Fermi, Eburt, Greenhat Interactive (UK)
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Provincia di Piacenza
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Interreg IIIC
Rescue
Sistema di supporto decisionale per
1.172.000
affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo
Partner
Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia
Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena, Provincia Parma,
Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Budapest
University (HU)
Interreg IIIC
Hidrosource
Gestione delle risorse idriche pluviali
nell’Europa meridionale
1.433.999
Partner
Aimrd, Comune di Laguna de Duero (ES), Consorzio Municipal di Miranda
do Douro (PT)
ETen
Star
Realizzazione di un prototipo di agenzia
di marketing virtuale
1.281.481
Partner
Provincia Bologna, Comune Bologna, Norfolk County Council (UK), Sintra
SpA, Lisy, Saar, Teletec (DE)
Equal II
Sintesi
Accesso al mercato del lavoro di immigrati,
disabili e svantaggiati
700.000
Partner
Comune Piacenza, Tutor Spa, Consorzio Forpin, Ecipar Piacenza, Centro
ITARD, Cesvi, Progress Company, Università Cattolica Sacro Cuore, AUSL
Piacenza, Associazione di Solidarietà La Ricerca, Consorzio Sol.Co
Equal II
Il lungo
cammino dei
sinti e dei rom
Accesso la mercato del lavoro delle
popolazioni sinti e rom
700.521
Partner
Ial ER, Comune Piacenza, Comune Bologna, Thèm Romanò, Comune
Parma, Comune Reggio Emilia
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Provincia di Ravenna
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Interreg IIIC
Rescue
Sistema di supporto decisionale per
1.172.000
affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo
Partner
Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia
Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena,
Provincia Parma, Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Budapest
University (HU)
Interreg IIIC
Wine Plan
Qualificazione e valorizzazione delle strade
del vino in Europa
Partner
Provincia Forlì Cesena, Niederoaterreich Werbung (A), Landkreis
Rheingau-Taunus (D), Local Enterprise Foundation of Tolna County (HU)
1.000.000
09-Enti Locali
11-11-2005
10:47
Pagina 223
OTTAVOEURORAPPORTO
223
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIA
SUA
Creazione di una nuova sezione del Museo
d’Arte di Ravenna per la gestione del nuovo
centro per il mosaico
1.730.000
Leader
Provincia Ferrara, Comune Ferrara, Museo dell’Arte Città di Ravenna,
Università Bologna, Capitolo della Cattedrale di Ferrara, Ministero Cultura
Albanese, Progetto Città di Berat (AL), Comune Sarajevo, Università
Sarajevo, Accademia d’Arte Sarajevo (BH), Ufficio Monumenti Croazia,
Comune di Porec, Città di Dubrovnik, Comune di Pola (HR), Regional
Institute for the Protection of Cultural Heritage Kotor, Cultural Heritage
Republican Sate Organisation of Montenegro (Montenegro), Serbian Unity
Congress for Heritage Protection (Serbia)
Interreg IIIA
NEW
Network Europeo per il Welfare
1.300.000
Partner
Provincia Forlì Cesena, Comune Forlì, Provincia Ferrara, Provincia Rimini,
Ministero Lavoro e Affari Sociali Albania, Comune Scutari, Centro Donna
Scutari, Centro Donna Elbasan (AL), Comune Tuzla, Associazione Tuzlanska
Amica, Tjeter Vision Tuzla, Centro Sociale Balashe Tuzla (Bosnia), Ministero
Lavoro e Politiche Sociali Serbia, Comune Novi Sad, Comune Kragujevac,
Comune Pascevo (Serbia)
Interreg IIIA
Adria Link
Collaborazione e scambio di buone prassi
nel settore del turismo
680.000
Partner
Provincia Rimini, Provincia Ferrara, Comune Tuzla (BH), Comune Pola,
Contea Zadar, Comune Pancev (HR), Comune Izola (SL)
Interreg IIIA
Adriatur
Attività a supporto del turismo
per i Comuni adriatici
1.600.000
Interreg IIIA
Adria Safe
Tutela e salvaguardia dell’ecosistema
marino nell’Adriatico
1.000.000
Provincia Rimini, Provincia Forlì Cesena, Provincia Ferrara, G-Tour Medugorje,
Ufficio Turismo Medugorje, PromoTuzla (BH), Comune Pula, Contea Zadar,
Istituto Croato Turismo di Rijeka, Ufficio Turismo Dubrovnik (HR),
Partner
Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Provincia
Ferrara, Comune Ferrara, Regione Marche, Regione Veneto, Fondazione
Cetacea Onlus Riccione, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Abruzzo,
Regione Puglia, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise,
Comune Numana, Consorzio Parco del Conero, WWF Italia, Ministero
Agricoltura Albania, , Ministero Agricoltura Croazia, Università Zagabria,
Ministero Agricoltura Montenegro, Vivamar Slovenia
09-Enti Locali
11-11-2005
10:47
Pagina 224
OTTAVOEURORAPPORTO
224
Provincia di Reggio Emilia
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Asia Urbs
Sustainable
Urban Organic
Solid Waste
Management
and Disposal
Gestione sostenibile dei rifiuti organici solidi
in Thailandia
651.434
Leader
Provincia Barcellona (ES), Comune Nonthaburi (Thailand)
Leonardo
Creative
Learning
Method
Validazione di una nuova metodologia
formativa rivolta agli insegnanti
della scuola primaria
520.322
Partner
Creativ Onlus, Provincia Enzkreis (DE), Agenzia Sviluppo Territoriale Udaras
na Gaeltachta (ER), CIDI, AIMC, IRRE ER, Università Cattolica Sacro Cuore,
Centro de Ensenanza Superior en humanidades y ciencias de la educacion
Madrid (ES), Case Editrici Paoline, Books and Media (UK), Paulinas Editora
(Pt)
R3L
EDUCA Network Condivisione di esperienze nell’ambito
dell’educazione permanente degli adulti
183.312
Partner
Centro Servizi PMI Provincia RE, Reggio nel Mondo, Comune Reggio
Emilia, Comune Correggio, Comune Scandiano, Regione Olomouc, Provincia
Enzkreis, Regioni Gaeliche (ER), Comune Dijon (F), Comune Girona (ES)
Interreg IIIC
International
Communal
Network
Rafforzare le strutture comunali e industriali
nelle aree rurali
2.198.675
Partner
Comune Casola Valsenio, Consorzio Comuni Sud Tirolo, AICCRE, Austria,
Germania, Italia, Spagna, Grecia, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Polonia,
Lettonia, Croazia, Romania, Bulgaria
Equal I
A Lungo
Reinserimento di soggetti disabili
nel mondo del lavoro
1.229.272
Partner
CESRE, AUSL Re, Consorzio Servizi Sociali Correggio, Consorzio Solidarietà
Sociale Oscar Romero, Consorzio Cooperative 45
Equal II
A Lungo
Percorsi personalizzati di inserimento
e stabilizzazione di disabili nel lavoro
1.400.070
Partner
CESRE, AUSL Re, Consorzio Servizi Sociali Correggio, Consorzio Solidarietà
Sociale Oscar Romero, Consorzio Cooperative 45
Interreg IIIC
Rescue
Sistema di supporto decisionale per affrontare 1.172.000
i disastri naturali o causati dall’uomo
Partner
Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia
Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena,
Provincia Parma, Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Budapest University
(HU)
Ruolo
Altri Partner
Partner
Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia
Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena,
Provincia Parma, Provincia Reggio Emilia, Provincia Ravenna, Budapest
University (HU)
Provincia di Rimini
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Interreg IIIC
Rescue
Sistema di supporto decisionale per affrontare 1.172.000
i disastri naturali o causati dall’uomo
09-Enti Locali
11-11-2005
10:47
Pagina 225
OTTAVOEURORAPPORTO
Programma
Titolo progetto
Gioventù
Tema trattato
225
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Impatto del
Organizzazione Seminario
Libro Bianco
sulle Politiche
Giovanili a livello
locale
17.374
Leader
ADEP (GR), Comune di Gavà (ES), Galway City Council (IE), Comune di
Goteborg (SE), Provincia di Odenwaldkreis (DE), Comune di Stuttgart (DE),
Comune di Mjolby (SE), Comune di Den Helder (NL), Olomoucky kray (CZ),
Provincia di Arezzo, Provincia di Mantova, Provincia di Perugina, Provincia di
Pesaro Urbino, Provincia di Ravenna, Provincia Rieti, Southampton City
Council, Stadtgemeinde Muerrzzuschlag (AT), Sotrstroms Amt (DK), Voru
Linnavalitsus (EE), Zirc Varos Onkormanyzata (HU)
Gioventù
Centri giovanili
locali
Visita di studio
17.255
Leader
Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Lituania,
Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Regno Unito, Cipro
Equal I
Fase 1
Imprenditoria
sociale
Modello innovativo di imprenditoria sociale:
diverse imprese per diverse abilità
25.823
Leader
Fondazione ENAIP Zavatta Rimini
Equal I
Fase 2
Imprenditoria
sociale
Modello innovativo di imprenditoria sociale:
diverse imprese per diverse abilità
1.680.227
Leader
Comune Rimini, Comune Riccione, Comune Bellaria, Comune Cattolica,
Comune Marciano Romagna, Comune Santarcangelo, AUSL Rimini, CCIAA
Rimini, Fondazione ENAIP, Università Rimini, Università Bologna, Centro
Educativo Italo Svizzero, Confcooperative Provincia Rimini, Legacoop
Provincia Rimini
Gioventù
Riciclo d’artista
Scambio multilaterale sul tema del riciclaggio
32.250
Leader
Fondazione Triton (NL), Odenwaldkreis (DE), Comune Falkirk (UK)
Gioventù SVE
Servizio
Accoglienza Volontari
Volontario Europeo
83.125
Leader
/
Gioventù SVE
Servizio
Invio Volontari
Volontario Europeo
4.570
Leader
/
Gioventù
Layoutnet
Creazione di una rete di soggetti attivi
nell’ambito delle politiche giovanili
42.700
Leader
ADEP (GR), Comune Gavà (ES), Galway City Council (UK), Goteborg Stad
(SE), Odenwaldkreis (DE), Olomoucky kraj (CZ), Provincia Arezzo, Provincia
Mantova, Provincia Perugia, Provincia Pesaro Urbino, Provincia Ravenna,
Provincia Rieti, Southampton City Council (UK), Storstroms Amt (DK), Voru
Linnavalitsus (EE), ZIrc Varos Onkormanyzata (HU)
Equal
Fase 2
Spring out
Inserimento lavorativo di persone con disagi
1.184.717
Partner
Comune Rimini, Comune Riccione, AUSL, CCIAA Rimini, Fondazione ENAIP,
Polo Didattico Università Rimini, Università Bologna, Centro Educativo Italo
Svizzero, Confcooperative Rimini, Legacoop Rimini, Volontarimini,
Associazione Isola Ritrovata
Interreg IIIA
Adriatur
Attività a supporto del turismo
per i Comuni adriatici
1.600.000
Leader
Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, Provincia Ferrara, G-Tour
Medugorje, Ufficio Turismo Medugorje, PromoTuzla (BH), Comune Pula,
Contea Zadar, Istituto Croato Turismo di Rijeka, Ufficio Turismo Dubrovnik
(HR)
Interreg IIIA
Adria Link
Collaborazione e scambio di buone prassi
nel settore del turismo
680.000
Leader
Provincia Ferrara, Provincia Ravenna, Comune Tuzla (BH), Comune Pola,
Contea Zadar, Comune Pancev (HR), Comune Izola (SL)
09-Enti Locali
11-11-2005
10:47
Pagina 226
OTTAVOEURORAPPORTO
226
Programma
Titolo progetto
Tema trattato
Costo totale
Ruolo
Altri Partner
Interreg IIIA
Adria Safe
Tutela e salvaguardia dell’ecosistema
marino nell’Adriatico
1.000.000
Partner
Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Comune
Ferrara, Regione Marche, Regione Veneto, Fondazione Cetacea Onlus
Riccione, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Abruzzo, Regione Puglia,
Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise, Comune Numana,
Consorzio Parco del Conero, WWF Italia, Ministero Agricoltura Albania, ,
Ministero Agricoltura Croazia, Università Zagabria, Ministero Agricoltura
Montenegro, Vivamar Slovenia
Interreg IIIA
INROSE
Studio di fattibilità per i collegamenti
1.555.000
marittimi tra porti dell’Emilia-Romagna e Croazia
Partner
Provincia di Ravenna, Comune Ravenna, Autorità Portuale di Ravenna,
CCIAA di Ravenna, Comune di Cesenatico, Ministero del turismo e dei trasporti di Pola (Croazia)
Interreg IIIA
NEW
Network Europeo per il Welfare
908.000
Partner
Provincia Forlì Cesena, Comune Forlì, Provincia Ferrara, Provincia Ravenna,
Ministero Lavoro e Affari Sociali Albania, Comune Scutari, Centro Donna
Scutari, Centro Donna Elbasan (AL), Comune Tuzla, Associazione Tuzlanska
Amica, Tjeter Vision Tuzla, Centro Sociale Balashe Tuzla (Bosnia), Ministero
Lavoro e Politiche Sociali Serbia, Comune Novi Sad, Comune Kragujevac,
Comune Pascevo (Serbia)
Interreg IIIB
ROMIT
Nuovi metodi di tutela e gestione dei
siti archeologici romani
905.000
Leader
Comune Rimini, Istituto Beni Artistici e Culturali Bologna, Europa Inform
Consulting, Università Erlangen, Comune di Patrasso, Comune di Sofia
Interreg IIIB
SAWTACA
Miglioramento e armonizzazione degli
908.850
interventi di aggiornamento della rete fognaria
e del trattamento delle acque reflue
Partner
Comune Rimini, Joanneum Research (AT), Croatian Waters, Rijeka
Municipalità (HR), Preveza Municipalità (GR), Ljubljana University (SL)
Interreg IIIC
SUVOT
Turismo sostenibile e vocazionale
Life Ambiente
Strategie e
Realizzazione di attività di disseminazione
strumenti per un e sensibilizzazione
turismo sostenibile
nelle aree costiere
del Mediterraneo
N.B. Gli Enti evidenziati in grassetto sono i leader del progetto
998.716
Leader
1.118.400
Leader
Comune Calvià Baleari (ES), Federalberghi Nazionale, Ambiente Italia
10-Grafici e tabelle
11-11-2005
10:47
Pagina 1
GRAFICI E TABELLE
10-Grafici e tabelle
11-11-2005
10:47
Pagina 2
10-Grafici e tabelle
11-11-2005
10:47
Pagina 229
OTTAVOEURORAPPORTO
229
Agenda 2000 - Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali 2000-2006 (in milioni di Euro)
obiettivo 2
phasing-out ob. 2
obiettivo 3
sviluppo rurale
docup pesca
azioni innovative
Totale
Costo
totale
Totale
pubblico
U.E.
totale
Stato
Regione
quote
privati
250,900
12,904
1.324,194
1.267,431
21,599
10,974
2.888,002
244,267
12,572
1.314,096
836,690
11,915
5,164
2.424,704
121,766
6,267
591,343
386,700
5,151
2,582
1.113,809
122,501
6,305
722,753
449,990
6,764
2,582
1.310,895
85,751
4,414
578,202
375,970
4,731
1,807
1.050,875
36,750
1,891
144,551
74,020
2,033
0,775
260,020
6,633
0,332
10,098
430,741
9,684
5,810
463,298
30,275
54,108
23,505
107,888
22,375
54,108
23,505
99,988
10,309
27,054
11,286
48,649
12,066
27,054
12,219
51,339
7,217
18,939
9,540
35,696
4,849
8,115
2,679
15,643
7,900
2.995,890
2.524,692
1.165,458
1.362,234
1.086,571
275,663
471,198
Leader plus
Equal **
Interreg ***
Totale
Totale generale
Finanziamento pubblico
nazionale
** l'iniziativa è attuata tramite un programma nazionale, la cifra riportata è indicativa per la nostra Regione
*** progetti approvati a giugno 2004, Interreg IIIA, IIIC, Cadses e Medoc
privati
16%
Stato
36%
Altro
45%
UE
39%
Regione
9%
7900
10-Grafici e tabelle
230
11-11-2005
10:47
Pagina 230
OTTAVOEURORAPPORTO
Agenda 2000 – Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali 2000-2006
(in milioni di Euro)
obiettivo 2
phasing-out ob. 2
obiettivo 3
sviluppo rurale
docup pesca
azioni innovative
Totale
Leader plus
Equal **
Interreg ***
Totale
Totale generale
Totale
complessivo
FESR
250,900
12,094
1.324,194
1.267,431
21,599
10,974
2.888,002
121,766
6,267
FSE
FEOGA-or
FEOGA-G
SFOP cofinanziamento
nazionale
private
5,151
122,501
6,305
722,753
449,990
6,764
2,582
1.310,90
6,633
0,332
10,098
430,741
9,684
5,810
463,298
7,900
471,198
591,343
386,700
5,151
2,582
130,615
591,343
0,000
386,700
30,275
54,108
23,505
107,888
10,309
11,286
11,286
27,054
10,309
0,000
0,000
12,066
27,054
12,219
51,339
2.995,890
141,901
618,397
10,309
386,700
5,151
1.362,23
27,054
** l'iniziativa è attuata tramite un programma nazionale, la cifra riportata è indicativa per la nostra Regione
*** progetti approvati a giugno 2004, Interreg IIIA, IIIC, Cadses e MEDOCC
SFOP
0,4%
FESR
12,2%
FEOGA-G
33,3%
FSE
53,2%
Incidenza singoli fondi sul totale
generale
FEOGA-or
0,8%
7,900
11-Cartine
11-11-2005
10:48
Pagina 1
CARTINE
REGIONE EMILIA-ROMAGNA
11-Cartine
11-11-2005
10:48
Pagina 2
11-Cartine
11-11-2005
10:48
Pagina 233
OTTAVOEURORAPPORTO
233
Cartina n. 1 – Regione Emilia-Romagna aree Obiettivo 2
Aree non comprese in ob2
Aree ob2 zona appenninica
Aree ob2 zona orientale
Sub-area appenninica:
Provincia di Piacenza: Bettola, Bobbio,
Cerignale, Coli, Corte Brugantella, Farini,
Ferriere, Morfasso, Ottone, Vernasca, Zerba,
Caminata, Gropparello (parte), Pecorara,
Piozzano, Travo (parte).
Provincia di Parma: Albareto, Bardi, Bedonia,
Berceto, Bore, Borgo Val di Taro, Calestano,
Compiano, Corniglio, Monchio delle Corti,
Neviano degli Arduini, Palanzano, Pellegrino
Parmense, Terenzo, Tizzano Val Parma,
Tornolo, Valmozzola, Varsi, Varano de’
Melegari (parte).
Provincia di Reggio Emilia: Busana, Carpineti,
Castlnovo ne’ Monti (parte), Collagna,
Ligonchio, Ramiseto, Toano, Vetto, Villa
Monozzo, Baiso (parte), Canossa (parte),
Casina (parte), Viano (parte).
Provincia di Modena: Fanano, Fiumalbo,
Frassinoro, Lama Mocogno, Montecreto,
Montefiorino, Montese, Palagano, Pavullo nel
Frignano (parte), Pievepelago, Polinago,
Riolunato, Zocca, Sestola.
Provincia di Bologna: Borgo Tossignano,
Camugnano, Castel d’Aiano, Castel del Rio,
Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli,
Fontanelice, Granaglione, Lizzano in
Belvedere, San Benedetto Val di Sambro,
Porretta Terme (parte).
Provincia di Ravenna: Casola Valsenio,
Brisighella (parte), Castel Bolognese (parte),
Faenza (parte), Riolo Terme (parte), Solarolo
(parte).
Provincia di Forlì/Cesena: Bagno di
Romagna, Galeata, Mercato Saraceno,
Portico e San Benedetto, Premilcuore, Rocca
San Casciano, Roncofreddo, Sarsina, Sogliano
al Rubicone, Tredozio, Verghereto, Civitella di
Romagna, Dovadola, Meldola (parte),
Modigliana, (parte), Predappio (parte).
Provincia di Rimini: Torriana, Mondaino,
Montegridolfo, Saludecio.
Sub-area orientale
Provincia di Ferrara: Berra, Codigoro,
Comacchio (parte), Lagosanto, Mesola,
Ostellato, Goro, Copparo (parte), Ferrara
(parte), Ro, Argenta (parte), Bondeno
(parte), Formignana, Jolanda di Savoia, Masi
Torello (parte), Massa Fiscaglia, Migliarino,
Migliaro, Portomaggiore (parte), Tresigallo,
Voghiera (parte).
Provincia di Ravenna: Alfonsine (parte),
Bagnacavallo (parte), Cervia (parte),
Conselice (parte), Cotignola (parte),
Fusignano (parte), Lugo (parte), Massa
Lombarda (parte), Ravenna (parte), Russi
(parte).
11-Cartine
11-11-2005
10:48
Pagina 234
OTTAVOEURORAPPORTO
234
Cartina n. 2 – Regione Emilia-Romagna aree a sostegno transitorio: area
appenninica e pianura centrale
Aree a sostegno transitorio
Aree non comprese nel sostegno transitorio
Aree in phasing out - Pianura centrale
Aree in phasing out - Appennino
Provincia di Reggio Emilia: Campagnola
Emilia, Correggio (parte), Fabbrico,
Reggio nell’Emilia (parte), Rio Saliceto,
Rolo, San Martino in Rio.
Provincia di Modena: Carpi (parte),
Cavezzo, Novi di Modena.
Provincia di Parma. Solignano.
Provincia di Reggio Emilia: Castelnuovo
ne’ Monti (parte).
Provincia di Modena: Pavullo nel
Frignano (parte).
Provincia di Bologna: Monghidoro.
Provincia di Forlì/Cesena: Santa Sofia.
11-Cartine
11-11-2005
10:48
Pagina 235
OTTAVOEURORAPPORTO
235
Cartina n. 3 – Regione Emilia-Romagna aree 87.3.c
Aree 87.3.c
Altre aree
Formignana (FE); Migliarino (FE), Migliaro (FE),
Ostellato (FE), Tresigallo (FE);
tutto il territorio comunale
Comacchio (FE), Copparo (FE), Ferrara, Ro (FE),
Ravenna.
parte del territorio comunale
11-Cartine
11-11-2005
10:48
236
Pagina 236
OTTAVOEURORAPPORTO
Cartina n. 4 – Regione Emilia-Romagna: Programma Leader+ aree GAL
Confini GAL
Province
Comuni fuori GAL
Comuni totalmente inclusi
Appennino Parmense e Piacentino
Antico Frignano e Appennino Reggiano
Appennino Bolognese
Altra Romagna
Delta del Po - Pianura orientale
Comuni parzialmente inclusi
Appennino Parmense e Piacentino
Antico Frignano e Appennino Reggiano
Appennino Bolognese
Altra Romagna
Delta del Po - Pianura orientale
11-Cartine
11-11-2005
10:48
Pagina 237
OTTAVOEURORAPPORTO
237
Cartina n. 5 –
Interreg III A: aree transfrontaliere elegibili
Interreg 3A (2000-2006)
䡵䡵 Regioni eleggibili NUTS3
䡵䡵 Altre zone EU15
䡵䡵 Altri paesi
11-Cartine
11-11-2005
10:48
Pagina 238
238
OTTAVOEURORAPPORTO
Cartina n. 6 – Interreg III B: aree CADSES
䡵䡵 Regioni Stati membri UE
䡵䡵 Stati non membri UE
11-Cartine
11-11-2005
10:48
Pagina 239
OTTAVOEURORAPPORTO
239
Cartina n. 7 – Interreg III B: aree MEDOCC
䡵 MEDOCC: zones éligibles
䡵 MEDOCC: pays associés
䡵 pays MEDA principalement concernés
䡵 autres pays MEDA pouvant participer
11-Cartine
11-11-2005
240
10:48
Pagina 240
OTTAVOEURORAPPORTO
Cartina n. 8 – Interreg III C:
aree zone Est,
Nord, Ovest e Sud
䡵 III C Est
䡵 III C Nord
䡵 III C Ovest
䡵 III C Sud
Scarica

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