7-11-2005 16:12 Pagina 1 OTTAVOEURORAPPORTO 00-Copertina ottavoEURORAPPORTO ATTIVITA` DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA IN ATTUAZIONE DELLE POLITICHE COMUNITARIE 2004 DIREZIONE GENERALE PROGRAMMI, INTESE, RELAZIONI EUROPEE, COOPERAZIONE INTERNAZIONALE SERVIZIO POLITICHE EUROPEE E RELAZIONI INTERNAZIONALI ottavoEURORAPPORTO ATTIVITA` DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA IN ATTUAZIONE DELLE POLITICHE COMUNITARIE (2004) PRESENTATO NELLA SEDUTA DELLA GIUNTA REGIONALE DEL 10 OTTOBRE 2005 Il rapporto è stato realizzato con il coordinamento di Michele Migliori, Giuliana Venturi e la collaborazione del Servizio Stampa e Informazione della Giunta regionale, Piera Raimondi Cominesi. Hanno inoltre contribuito: cap. 1 cap. 2 cap. 3 cap. 4 cap. 5 cap. 6 cap. 7 cap. 8 cap. 9 grafici e tabelle Michele Migliori (1.1 - 1.3.1), Lucia Cannellini (1.2), Lorenza Badiello e Maria Cristina Cremaschi (1.3.2) Michele Migliori (2.1), Teresa Maria Schipani (2.2), Giulia La Torre, Annamaria Linsalata e Luisa Rossi (2.3), Gilda Berti, Carla Gregori, Enrica Morandi e Giuliana Ventura (2.4), Piergiorgio Vasi (2.5) Silvia Tolomelli (3.1), Teresa Schipani (3.3), Giuliana Ventura (3.2), Carla Rita Ferrari (3.2.1 - 3.2.2.b) Vanna Polacchini (3.2.1 - 3.2.2a e b), Margherita Spinazzola (3.2.1 - 3.2.2a e b), Silvano Bertini, Lucio Botarelli, Tiziana Paccagnella, Barbara Ramponi, (3.2.2.a), Pier Paolo Alberoni, Marco Deserti, (3.2.2.b) Federica Bocchini, Clarissa Dondi (3.2.2.b - 3.2.3), Delia Cunto, Adriana Dascultu, Silvia Grassi, Sandra Lotti, Franco Scarponi, Claudio Tolomelli (3.2.3), Claudia Ziosi (3.2.5), Silvano Bertini (3.4), Stefania Leoni (3.4.2) Elaborazione di Rita Tagliati su testi prodotti dai Servizi dell’Assessorato per il DPEF 2005 e dagli Autori del Rapporto 2004 sul sistema agroalimentare regionale (4.1), Francesco Besio, Lucia Contri, Tiziano Draghetti, Roberto Montanari, Ciro Pirone, Lucia Ramponi e Giuliana Ventura (4.2.1 - 4.2.2), M. Lucia Contri, Stefano Corazza, Carla Rita Ferrari, Federico L. Montanari, Irene Montanari, Vanna Polacchini, Patrizia Vitali (4.2.3.1), Pier Paolo Alberoni, Carlo Cacciamani, Marco Deserti, Federico L. Montanari, Sandro Nanni, Vanna Polacchini, Barbara Ramponi, Margherita Spinazzola, Franco Zinoni (4.3.2 ), Sandra Lotti (4.3.2 - 4.6.1), Massimo Bider (4.6.1), Silva Gurioli (4.7.3), Paolo Lauriola, Ilario Nascetti, (4.7.4), Michele Migliori (4.2.3 - 4.3.2 - 4.4.1 - 4.5.1 - 4.5.2 - 4.7.1 - 4.7.2) Sergio Andreis (5.1), Margherita Spinazzola (5.2), Loredana Fossati, Cinzia Ioppi (5.3), Gloria Baroncini (5.4), Franca Gasperoni (5.5), Federica Bocchini, Clarissa Dondi (5.7), Serenella Sandri (5.8) Stefania Fenati (6.1), Samanta Arsani, Delia Cunto, Silvia Grassi, Sandra Lotti e Claudio Tolomelli (6.2), Antonietta La Ruina e Rossana Preuss (6.3) Maurizio Ricciardelli (7.1), Carmen Iuvone (7.2), Michele Migliori (7.3), Giuliana Ventura (7.4 - 7.5) Stefania Fenati (8.1.1), Carla Cavallini e Monica Visentin (8.2.1), Giuliana Ventura (8.1 - 8.2.2 - 8.3) Anna Castellari e Milena Guizzardi Giuliana Ventura OTTAVOEURORAPPORTO Presentazione del Rapporto 1. Quadro generale 3 9 11 1.1 L’Unione Europea nel 2004 1.2 La Strategia di Lisbona 1.3 L’Amministrazione regionale nei rapporti con l’Unione Europea 1.3.1.Strutture operative 1.3.2 Servizio di collegamento presso l’Unione europea 13 15 18 18 19 2. 23 La politica comunitaria di coesione territoriale ed economica 2.1 Le politiche comuni strutturali 2.1.1 Il nuovo scenario 2007-2013 2.1.2 La nuova politica di coesione della UE 2.1.3 La nuova politica di sviluppo rurale 2.1.4 La nuova politica strutturale per la pesca 2.2 Lo Sviluppo Rurale 2.2.1 Il nuovo regolamento di sviluppo rurale 2.2.2 Il Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2000-2006 2.3 L’Obiettivo 2 2.3.1 Lo stato di attuazione del DOCUP obiettivo 2 Emilia-Romagna 2.4 L’ Obiettivo 3 2.4.1 Il Programma Operativo Emilia-Romagna 2000-2006 2.4.2 La programmazione 2004 2.4.3 Lo stato di attuazione del programma operativo 2.5 Il programma Pesca 2.5.1 L’attuazione in Emilia-Romagna 25 25 25 26 26 27 27 28 38 38 48 49 49 54 56 56 OTTAVOEURORAPPORTO 4 3. I Programmi di Iniziativa Comunitaria (PIC) e le azioni innovative 59 3.1 Iniziativa Comunitaria Equal 3.1.1. Attuazione di Equal in Emilia-Romagna 3.2 Iniziativa Comunitaria Interreg III 3.2.1. Sezione A: cooperazione transfrontaliera 3.2.2. Sezione B: cooperazione transnazionale 3.2.3. Sezione C: cooperazione interregionale 3.2.4. Il programma Interact 3.3 Iniziativa Comunitaria Leader Plus 3.3.1. Attuazione del POR Leader + 2000-2006 in Emilia-Romagna 3.3.2. Stato di attuazione finanziaria 3.3.3. Procedure di attuazione 3.4 Le Azioni Innovative FESR 3.4.1. Programma Regionale di Azioni Innovative Emilia-Romagna “Salute, scienze della vita ed innovazione tecnologica regionale” 3.4.2. I network 61 61 77 78 81 98 103 106 106 107 109 110 110 112 4. 117 Attuazione e partecipazione della Regione alle politiche comuni 4.1 Politica agricola 4.1.1. L’Europa agricola a 25: aumentano produzione, costi e redditi agricoli 4.1.2. Il 2004 prepara l’attuazione della nuova Pac 4.1.3. La Regione gioca la carta della competitività 4.1.4. Le Organizzazioni dei Produttori 4.1.5. Qualità e sicurezza alimentare 4.1.6. Le quote latte 4.2 Politica ambientale e di sviluppo sostenibile 4.2.1. Scenario comunitario 4.2.2. Azioni intraprese al livello regionale (Agenda 21 locale, INFEA, Rete Natura 2000, Protezione e risanamento delle Acque, Gestione e riduzione dei Rifiuti) 4.2.3. LIFE - strumento finanziario europeo per l’ambiente 4.2.3.1.Partecipazione della Regione a progetti LIFE 117 117 117 119 119 121 121 123 123 125 137 137 OTTAVOEURORAPPORTO 5 4.3 Politica di ricerca e sviluppo tecnologico 4.3.1. Scenario comunitario 4.3.2. Partecipazione della Regione a programmi di ricerca 4.4 Politica dei trasporti 4.4.1. Partecipazione della Regione ad azioni comunitarie 4.5 Politica energetica 4.5.1. Il Piano energetico regionale 4.6 Società dell’informazione 4.6.1. Partecipazione della Regione ad azioni comunitarie 4.7 Allargamento e relazioni con paesi terzi 4.7.1. I futuri allargamenti 4.7.2. La nuova politica europea di vicinato (PEV) 4.7.3. Azioni a sostegno dell’allargamento (twinning) 4.7.4. Partecipazione della Regione a programmi e azioni di sostegno all’ampliamento 141 141 141 148 148 149 149 150 150 151 151 151 152 153 5. 155 Partecipazione della Regione ad altri programmi comunitari 5.1 Programma Gioventù 5.1.1. La nuova generazione dei programmi giovanili dell’Unione Europea 5.1.2. Il Progetto Giovani della Regione Emilia-Romagna 5.2 Programma Socrate 5.3 Programma di lotta contro l’esclusione sociale 5.4 Programma Parità tra donne e uomini (V Programma Quadro) 5.5 Programma Asia-Urbs 5.6 5.6 Programma MERP Marmara Earthquake Rehabilitation Programme 5.7 Programma a favore della Protezione Civile 5.8 Progetti pilota e linee speciali di bilancio 157 157 158 159 161 163 164 166 166 167 6. 169 Altre attività della Regione 6.1 Iniziative dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna 6.1.1. Il Progetto “L’Europa da scuola a scuola” 6.1.2. Il progetto “Pace e diritti umani” 171 171 171 OTTAVOEURORAPPORTO 6 6.1.3. Il Servizio Legislativo e Qualità della Legislazione e l’Europa 6.2 Partecipazione della Regione ad associazioni ed organismi internazionali di carattere interregionale 6.3 Collaborazione istituzionale con altre Regioni 7. 172 172 175 Attuazione normativa comunitaria e disciplina comunitaria in materia di concorrenza (aiuti di Stato) 179 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 Il contesto di riferimento delle leggi regionali attuative della normativa comunitaria Breve quadro riepilogativo delle leggi regionali attuative della normativa comunitaria approvate nel 2004 Aiuti di Stato/Aiuti a finalità regionale Il nuovo regolamento di procedura sugli aiuti di stato Le notifiche effettuate dalla Regione Emilia-Romagna nel 2003 181 183 187 188 189 8. Servizi di informazione europea sul territorio regionale 191 8.1 L’informazione europea della Regione Emilia-Romagna 193 8.1.1. Il “Centro Documentazione Europa” della Biblioteca dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna 194 8.2 Servizi informativi dell’Unione Europea presenti in Emilia-Romagna 195 8.2.1. I Carrefours europei d’informazione e animazione rurale 195 8.2.2. Altri centri europei d’informazione 197 8.3 Servizi informativi dell’Unione Europea 201 9. La partecipazione degli Enti locali emiliano-romagnoli ai programmi comunitari 203 Grafici e tabelle 227 Agenda 2000 - Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali Quadro riassuntivo degli stanziamenti 2000-2006 229 230 OTTAVOEURORAPPORTO Cartine Regione Emilia-Romagna Aree Obiettivo 2 Aree a sostegno transitorio Aree 87.3.c Aree Gal Interreg III A aree transfrontaliere eleggibili Interreg III B aree CADSES Interreg III B aree MEDOCC Interreg III C 7 231 233 234 235 236 237 238 239 240 OTTAVOEURORAPPORTO 9 PRESENTAZIONE Con la pubblicazione di questo rapporto la Regione Emilia-Romagna vuole conoscere il proprio contributo alla realizzazione di politiche europee e alla partecipazione ai numerosi programmi che l’Unione europea mette a disposizione delle Regioni, delle Istituzioni locali e dei loro territori per accrescerne il livello di sviluppo ed ampliare la rete di relazioni con le altre realtà europee. L’ottava edizione dell’eurorapporto sta a dimostrare una continuità dell’impegno regionale per rendere sempre più esplicita l’azione amministrativa in questo contesto ed evidenzia il patrimonio di esperienze e lo sforzo realizzativo delle strutture ad esso dedicato. Il rapporto dà conto, in particolare, dell’attività svolta nel 2004, periodo centrale della programmazione 2000-2006 dei fondi europei a finalità strutturale che rappresentano, per le Regioni, gli strumenti principali di intervento europeo nei propri territori. Tali strumenti, in corso di revisione, sono attualmente oggetto di un intenso e difficoltoso negoziato fra Stati membri e con la Commissione europea. I risultati di tali negoziati delineeranno il quadro delle risorse finanziarie europee per il periodo 2007/2013 ed i nuovi programmi che le Regioni dovranno predisporre per poter assicurare una continuità di intervento. La complessa articolazione dei progetti descritti nel rapporto pone in luce anche la propensione della nostra regione, nelle sue varie articolazioni territoriali, a creare reti ed a stabilire contatti, non solo istituzionali, con gli altri paesi europei. È una caratteristica ed un modo di agire che intendiamo rafforzare anche nei confronti dei paesi di nuova adesione e di quelli cosiddetti di prossimità. Anche quest’anno il rapporto è arricchito da una indagine Anci-Upi sulla partecipazione a progetti a finanziamento europeo gestiti dagli Enti Locali della nostra regione. Il nostro auspicio è quello di mantenere il nostro sistema territoriale in grado di confrontarsi e scambiare il proprio patrimonio di conoscenze con le altre Regioni d’Europa. VASCO ERRANI Presidente Regione Emilia-Romagna Bologna, 10 ottobre 2005 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 Pagina 1 QUADRO GENERALE 1 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 Pagina 2 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 Pagina 13 SETTIMOEURORAPPORTO 1.1. L’UNIONE EUROPEA NEL 2004 Il 2004 può essere considerato un anno di svolta per l’Unione europea contrassegnato da quattro eventi di portata istituzionale: • l’ingresso effettivo di dieci nuovi Stati membri; • la firma del nuovo Trattato che istituisce la nuova Costituzione per l’Europa; • il rinnovo del Parlamento europeo; • l’insediamento della nuova Commissione europea. L’allargamento è entrato in vigore ufficialmente il 1° maggio 2004 a seguito della ratifica del Trattato di Atene del 2003 e grazie ad un’intensa opera di adeguamento delle legislazioni nazionali a quella comunitaria e di adeguamento delle strutture amministrative dei dieci nuovi paesi (Cipro, Estonia, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Slovenia, e Ungheria). Il processo di allargamento è ulteriormente evoluto grazie alla conclusione dei negoziati di adesione della Bulgaria e Romania (prevista per il 2007); è stato riconosciuto alla Croazia lo status di paese candidato, mentre l’ex repubblica iugoslava di Macedonia ha presentato domanda di adesione. Per quanto riguarda la Turchia, paese già candidato all’adesione, il Consiglio europeo di dicembre 2004 ha deciso di avviare ufficialmente i negoziati di adesione nell’ottobre 2005. Il trattato per l’istituzione della nuova Costituzione per l’Europa è stato firmato dai Capi di Stato e di Governo dei 25 paesi a Roma il 29 ottobre 2004, concludendo un cammino iniziato nel 2001 al Vertice europeo di Laeken, proseguito coi lavori della Convezione europea nel 2002 e 2003 e della Conferenza intergovernativa per la elaborazione del progetto di nuovo Trattato e modifica dei trattati vigenti ed, infine, l’evento conclusivo di Roma. L’entrata in vigore del nuovo Trattato costituzionale è vincolata alla ratifica da parte di ogni singolo Stato membro, processo non semplice e non privo di ostacoli come hanno dimostrato i referendum francese ed olandese del maggio/giugno 2005. Nel giugno 2004 si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo che forte dei nuovi 732 deputati ha iniziato nel luglio la sua sesta legislatura. La Commissione europea presieduta da Romano Prodi ha concluso i suoi lavori nel novembre 2004, a seguito dell’entrata in carica della nuova Commis- sione presieduta da Josè Manuel Barroso e composta da 24 membri (un rappresentante per Stato membro). I Vertici europei, organizzati nel primo semestre dalla presidenza greca e, successivamente, da quella Italiana, hanno affrontato e si sono pronunciati su specifici argomenti: I Vertici europei, organizzati nel primo semestre dalla presidenza belga e, successivamente, da quella olandese, si sono pronunciati su specifici argomenti: • il Consiglio europeo di Bruxelles (25 e 26 marzo) ha esaminato i progressi compiuti nell’attuazione della strategia di Lisbona ed ha incaricato la Commissione di istituire un gruppo ad alto livello presieduto da Wim Kok per procedere ad un esame intermedio del processo di Lisbona e fornire specifiche indicazioni per un suo miglioramento; • il Consiglio europeo di Bruxelles del 17 e 18 giugno è stato dedicato principalmente all’esame delle politiche dedicate alla costruzione di uno spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia in particolare alle misure comuni da adottare per la lotta al terrorismo. Il Consiglio ha approvato inoltre un “Agenda per i Balcani occidentali” che mira a rafforzare i rapporti con queste aree nella prospettiva di una loro futura integrazione alla UE. 13 • il Consiglio europeo di Bruxelles (4 e 5 novembre) ha ripreso ed approfondito le tematiche relative alla valutazione intermedia della Strategia di Lisbona ed il programma dell’Aia relativo al rafforzamento delle policies legate a libertà sicurezza e giustizia. Il Consiglio si è poi pronunciato sulla necessità di rafforzare le azioni di comunicazione presso i cittadini europei dell’operato dell’Unione Europea. • il Vertice di Bruxelles del 16 e 17 dicembre si è pronunciato sull’allargamento esprimendo la propria volontà a proseguire il processo per nuove adesioni; ha poi confermato la necessità di arrivare entro il giugno 2005 ad un accordo globale per il nuovo quadro finanziario 2007/2013; infine ha riaffermato l’impegno per l’attuazione dell’Agenda di Salonicco e del processo di Barcellona finalizzato ad una maggiore integrazione dei Paesi dell’Area Mediterranea. Per quanto riguarda i molteplici aspetti dell’integrazione comunitaria interna, nel 2004 alcune attività hanno assunto particolare rilievo: • la presentazione da parte della Commissione europea di specifiche proposte relative a: – prospettive finanziarie che regoleranno l’attività dell’Unione per il periodo 2007/2013; 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 Pagina 14 SETTIMOEURORAPPORTO 14 Pagamenti effettuati nel 2003, per rubrica delle prospettive finanziarie (Mio Euro e %) 2003 % 1. Politica agricola comune 2. Azioni strutturali 3. Politiche interne 4. Azioni esterne 5. Spese amministrative 6. Riserve 7. Aiuto di preadesione 44.379,2 28.527,6 5.671,8 4.285,8 5.305,2 147,9 2.239,8 49,01 31,50 6,26 4,73 5,86 0,16 2,47 Totale 90.557,3 100,00 Incidenza % dei pagamenti effettuati dalla Commissione europea nel 2003 4. Azioni esterne 5% 5. Spese 6. Riserve amministrative 0% 6% 7. Aiuto di preadesione 2% • avanzamento e rivitalizzazione della Strategia di Lisbona e Goteborg per promozione di un’economia fondata sulla conoscenza, la competitività e la crescita sostenibile; • adozione, nel mese di novembre, del cosiddetto programma dell’Aia per la realizzazione dello spazio di libertà sicurezza e giustizia nella UE. In termini finanziari, l’analisi dei pagamenti effettuati dal bilancio comunitario condotta dalla Corte dei Conti sull’e- Confronto pagamenti effettuati nel 2000, 2001, 2002 e 2003 2000 2001 2002 2003 1. Politica agricola comune 2. Azioni strutturali 3. Politiche interne 4. Azioni esterne 5. Spese amministrative 6. Riserve 7. Aiuto di preadesione 40.505,9 27.590,8 5.360,8 3.841,0 4.643,0 186,3 1.203,4 41.533,9 22.455,8 5.303,1 4.230,6 4.855,1 207,2 1.401,7 43.520,6 44.379,20 23.499,0 28.527,60 6.566,7 5.671,80 4.423,7 4.285,80 5.211,6 5.305,20 170,5 147,90 1.752,4 2.239,80 Totale 83.331,2 79.987,4 85.144,5 90.557,30 50.000 3. Politiche interne 6% 䡵 2000 䡵 2001 䡵 2002 䡵 2003 45.000 40.000 35.000 30.000 2. Azioni strutturali 32% 1. Politica agricola comune 49% 25.000 20.000 15.000 – attuazione della politica di coesione economica e sociale (riforma dei Fondi strutturali), politica agricola e di sviluppo rurale, pesca, trasporti, politica sociale e per l’occupazione, istruzione e cultura, ambiente; – attuazione della nuova politica europea di vicinato (programmi di preadesione e di prossimità) 10.000 5.000 0 1. 2. Politica agricola Azioni comune strutturali 3. Politiche interne 4. Azioni esterne 5. Spese amministrative 6. Riserve 7. Aiuto di preadesione 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 Pagina 15 SETTIMOEURORAPPORTO sercizio finanziario 2003 (GUCE C293 del 30 novembre 2004), comparata alla rilevazione degli esercizi precedenti, segnala un aumento generale dei pagamenti delle spese nelle varie rubriche del bilancio comunitario con un netto aumento dei pagamenti per gli aiuti di preadesione ed, in parte, delle azioni strutturali. 1.2. LA STRATEGIA DI LISBONA 1.2.1. Cos’è la Strategia di Lisbona Negli ultimi mesi si è molto parlato della Strategia di Lisbona. Si tratta di capire cos’è e perché è tanto importante. Due elementi di estrema rilevanza per la qualità della nostra vita sono all’origine di questa strategia comunitaria. Il primo è il dirompente inserimento sul mercato mondiale delle economie dei due giganti asiatici: Cina e India. Le dinamiche della crescita esponenziale delle loro economie sono infatti legate a fattori di produzione sulla base dei quali le economie mature non possono basare una reale competizione globale. Il secondo elemento è il crescente gap di crescita tra le economie di Europa e Stati Uniti. Sulla base di una attenta riflessione di tale situazione e, cosciente del fatto che oramai la capacità di competizione non è più sostenibile a livello nazionale ma occorre una più ampia azione di livello continentale, il Consiglio Europeo del marzo 2000, riunitosi a Lisbona al termine del semestre di presidenza portoghese dell’Unione europea, ha adottata una strategia che da quel momento è stata denominata strategia di Lisbona. Tale strategia, ha definito quello che allora era un “nuovo obiettivo strategico per l’Unione, allo scopo di rafforzare l’occupazione, la riforma economica e la coesione sociale nel quadro di un’economia fondata sulla conoscenza”. L’obiettivo è stato definito in: fare dell’Unione europea “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro ed una maggiore coesione sociale” ed è stato poi integrato l’anno successivo dal Consiglio europeo di Goeteborg che ha aggiunto la dimensione ambientale al processo di Lisbona. Tale dimensione è stata coniugata nella allocuzione di “sviluppo sostenibile” inteso come uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni attuali senza compromettere quelli delle generazioni future. Si è tratteggiata una strategia basata su tre pilastri: – economico – sociale – ambientale 15 L’orizzonte temporale della strategia è stato fissato in dieci anni, cioè si è identificata la data del 2010 come scadenza per realizzare l’obiettivo. Data la complessità dell’obiettivo, il Consiglio europeo ha contestualmente previsto che annualmente fosse elaborato un documento di analisi dello stato di attuazione e che tale documento, “le relazioni di primavera”, dovesse essere presentato dalla Commissione europea al Consiglio di Primavera di ogni anno. In considerazione però delle variabili in gioco, economiche e sociali in continuo mutamento, è stato fissato un ulteriore momento a metà del periodo, cioè nel 2005, per la revisione della strategia. Cosa che è puntualmente avvenuta. Vediamo come era impostata la strategia prima del 2005, poi vedremo cosa è cambiato. Fino al 2005, la strategia di Lisbona, non ha definito obiettivi specifici in materia di rendimento economico, ma ha invitato le istituzioni comunitarie e gli Stati membri a far riferimento ad una serie di misure nel campo delle riforme economiche e sociali mirate a raggiungere un tasso medio di crescita economica pari al 3%. Per quanto riguarda il secondo pilastro, l’occupazione, l’obiettivo fissato era quello di 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 16 accrescere il tasso di occupazione fino a raggiungere una percentuale più vicina possibile al 70% entro il 2010 e nell’aumentare il numero di donne occupate fino ad una media del 60%. Altre iniziative concordate nel Consiglio europeo di Lisbona e nei successivi hanno definito obiettivi e assi di intervento di un’ampia numero di settori, quali lo sviluppo della società dell’informazione, la costituzione di uno spazio europeo della ricerca, la creazione di un ambiente favorevole all’avvio e allo sviluppo di imprese innovative e l’ammodernamento dei sistemi di protezione sociale. L’attuazione è stata prevista attraverso la estensione del “metodo di coordinamento aperto”, utilizzato negli anni ’90 nell’ambito delle politiche economiche e occupazionali, ad altri settori quali la società dell’informazione, la politica per le imprese, la ricerca e sviluppo, l’istruzione e la formazione, la lotta contro l’esclusione sociale e l’ammodernamento dei regimi di protezione sociale. In questo modo le politiche nazionali sono state collocate nell’ottica comunitaria, consentendo poi la valutazione dei risultati conseguiti nei vari ambiti attraverso parametri e gruppi di indicatori di riferimento si è potuto aggiornare sia le strategie sia gli obiettivi di settore. Pagina 16 OTTAVOEURORAPPORTO Il follow-up, come abbiamo visto sopra, è stato elaborato dalla Commissione attraverso le “relazioni di primavera”. Queste relazioni hanno annualmente presentato un’analisi e una valutazione dei risultati ottenuti, utilizzato una serie di indicatori strutturali concordati di concerto con il Consiglio, per misurare lo stato di avanzamento rispetto agli obiettivi. Questi indicatori sono stati riferiti a sei specifici ambiti: contesto economico generale, occupazione, istruzione, ricerca e innovazione, riforma economica, coesione sociale, ambiente. Il terzo pilastro, quello ambientale, è stato aggiunto alla strategia di Lisbona nel 2001, come decisione del Consiglio europeo di Goeteborg, che ha così introdotto la decisione che tutte le principali politiche siano sottoposte ad una “valutazione di impatto sotto il profilo della sostenibilità”. Per esigenza di chiarezza occorre precisare che, seppure il contributo del Consiglio europeo di Goeteborg alla strategia di Lisbona sia stato significativo, in realtà con questo Consiglio si è dato avvio alla strategia di Goeteborg sull’ambiente, molto più ampia di tutela dell’ambiente. Uno dei punti salienti di questa strategia è rappresentato dall’obiettivo che l’Unione europea si è prefissata nell’ambito del protocollo di Kyoto, cioè ridurre, entro il 2012, le emissioni di gas ad effetto serra dell’8% rispetto ai livelli del 1990. Gli obiettivi fissati a Goeteborg fanno riferimento a quattro assi prioritari: cambiamenti climatici, sistemi di trasporto sostenibili, sanità pubblica e gestione delle risorse. Ma torniamo alla strategia di Lisbona. Nei primi cinque anni, dal Consiglio europeo di Lisbona alla revisione di medio periodo, le relazioni annuali della Commissione hanno evidenziato una difficoltà di crescita dello spazio europeo nell’ottica indicata. Pertanto, in vista della revisione prevista per la primavera del 2005, la Commissione ha affidata ad un “gruppo di alto livello”, cioè di esperti di molti paesi europei, il compito di redigere un documento che evidenziasse la situazione dell’economia europea, della sua crescita rispetto al contesto internazionale e lo stato di attuazione della strategia di Lisbona studiando i motivi di eventuali difficoltà. Tutto ciò è stato elaborato nel documento che poi ha preso il nome del coordinatore del gruppo di esperti: il “Rapporto Kok”. Questo rapporto ha presentato una analisi attenta e dettagliata. È emerso un aumento nello scostamento rispetto all’economia statunitense, e un investimento in ricerca sostenuto solo in mini- ma parte dalle imprese del settore privato che lasciano in larga parte l’onere della spesa per l’innovazione ai bilanci pubblici. Tra i molti aspetti di estremo interesse, per la prima volta è emerso inoltre che uno dei maggiori punti deboli della strategia è la mancanza di attuazione delle direttive a livello nazionale, il metodo di coordinamento non ha prodotto risultati positivi. Al contrario il divario tra Europa e Stati uniti è aumentato e la pressione competitiva sull’Europa è aumentata. Che fare in tale situazione? Il Consiglio europeo di primavera nel 2005 a Bruxelles, sulla proposta elaborata dalla Commissione, ha posto le basi per il rilancio della strategia. 1.2.2. Lo schema della Strategia di Lisbona rinnovata Le tre dimensioni della strategia rimangono le stesse, cioè: crescita e occupazione, coesione sociale e dimensione ambientale. In particolare, per i tre aspetti: 䡵 vengono riconfermati gli obiettivi economici della strategia. Rilanciare la crescita e l’occupazione: – dedicare alla ricerca e all’innovazione 3% del PIL europeo, 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 Pagina 17 OTTAVOEURORAPPORTO – creare un Consiglio europeo della ricerca, – migliorare i meccanismi di finanziamento a favore delle PMI – invitare la BEI a rialzare il livello degli stanziamenti a sostegno della strategia, – rendere l’Unione attrattiva per i lavoratori e per le imprese, – accelerare l’ultimazione del mercato unico. 䡵 l’obiettivo sociale prioritario viene definito nell’aumento del tasso di occupazione 䡵 l’aspetto ambientale resta importante e coniugato con quello dello sviluppo sostenibile. Gli assi essenziali del rilancio della strategia: 䡵 Crescita e innovazione – motori di una crescita sostenibile (R&S, Consiglio europeo della ricerca, sostegno alle PMI per investimenti in R&S, sviluppo di partenariati per l’innovazione a livello regionale e locale, Poli regionali e reti europee per l’innovazione, finanziamenti BEI, società dell’informazione con i2010, eco-innovazioni e eco-tecnologie) 䡵 Uno spazio attrattivo per investire e lavorare (completamento mercato unico, crescita e occupazione preservando il modello sociale EU, REACH che protegga l’ambiente e promuova l’industria EU, riduzione degli aiuti di stato, miglioramento del quadro regolamentare, accesso delle PMI ai programmi comunitari, realizzazione dei progetti prioritari delle reti di trasporto e dell’energia, accordi internazionali sul commercio – negoziati di Doha e accordi di libero scambio) 䡵 Crescita e occupazione al servizio della coesione sociale (comunicazione della Ce sull’Agenda sociale, innalzamento del livello di occupazione e allungamento della durata della vita attiva dei lavoratori – “gli obiettivi del pieno impiego, della qualità e produttività del lavoro così come la coesione sociale devono tradursi in priorità chiare e misurabili”) La nuova governance della strategia è basata su un ciclo di tre anni, il primo inizia nel 2005 e sarà rinnovato nel 2008. Il ciclo inizia con una relazione sugli obiettivi e l’applicazione della strategia: il “rapporto strategico”, redatto dalla Commissione europea, documento che contiene gli orientamenti politici e adotta l’insieme delle “linee direttrici integrate”. Le linee direttrici sono costituite da due elementi: i grandi orientamenti di politica economica (GOPE), che assicurano la coerenza economica generale delle tre dimensioni della strategia e le linee di indirizzo sull’impiego (LDE). Sulla base di tale documento: 䡵 ogni stato membro stabilisce un “programma nazionale di riforme”, redatto attraverso una consultazione di tutte le parti interessate a livello nazionale e regionale. gli stati membri inoltre rafforzeranno il loro coordinamento interno con la nomina di un “coordinatore nazionale di Lisbona” 䡵 la Commissione europea presenterà un “programma comunitario di Lisbona” comprendente tutte le azioni da intraprendere a livello comunitario per la crescita e l’occupazione, tenendo conto della necessità di convergenza delle politiche. Ogni anno, ogni stato membro è chiamato a presentare un unico rapporto, alla Commissione europea con i risultati dell’attuazione della strategia di Lisbona e la Commissione farà rapporto sullo stato di attuazione della strategia nelle sue tre dimensioni. Al termine del ciclo dei tre anni, le “linee direttrici integrate”, i “programmi nazionali di riforma”, il “programma comunitario di Lisbona”, saranno rinnovati (con la procedura descritta sopra) sulla base di una valutazione globale dei progressi realizzati nel corso dei tre anni precedenti. Gli stati membri sono invitati a stabilire 17 i loro programmi nazionali nell’autunno 2005, precisamente entro il 15 ottobre 2005. Nelle conclusioni del Vertice del 16 e 17 giugno 2005, il Consiglio europeo ha approvato gli orientamenti integrati per la crescita e l’occupazioni 20052008 che constano degli indirizzi di massima per le politiche economiche. Si tratta di 24 strategiche che racchiudono indirizzi in materia: macroeconomica, microeconomica e per l’occupazione. Tali orientamenti devono tradursi, come previsto, in programmi nazionali di riforma e gli Stati membri dovranno elaborarli sulla base del calendario proposto dalla Commissione europea (Road Map - SEC 622/2005). I governi nazionali, ognuno autonomamente e secondo le loro Costituzioni, fisseranno le metodologie di consultazione e coinvolgimento dei livelli di governo sub-nazionale e delle parti sociali interessate. 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 18 Pagina 18 OTTAVOEURORAPPORTO 1.3. L’AMMINISTRAZIONE REGIONALE NEI RAPPORTI CON L’UNIONE EUROPEA – il Servizio Politiche Europee e Relazioni internazionali che ha il compito, fra altri, di coordinare l’attuazione in regione dei programmi comunitari afferenti all’iniziativa Interreg III parti B e C, oltre agli atri strumenti europei di consolidamento istituzionale con i paesi di nuova adesione o candidati all’adesione. 1.3.1. Strutture operative – il Servizio Intese Istituzionali e Programmi speciali d’area che è competente per la attuazione e gestione del programma transfrontaliero adriatico, nell’ambito dell’iniziativa Interreg III parte A. Nell’ambito dell’Amministrazione regionale l’attività dedicata all’attuazione di programmi europei, in considerazione dell’articolazione e complessità degli interventi si innesta nell’attività delle Direzioni generali settoriali competenti. La Direzione Generale Programmi e Intese, Relazioni europee e Cooperazione internazionale, istituita nel luglio 2003, comprende funzioni collegate al coordinamento dell’attuazione di programmi europei, di collegamento e rappresentanza nei confronti delle istituzioni comunitarie oltre che funzioni di supporto nell’azione della Regione in materia di cooperazione con i paesi in via di sviluppo, di cooperazione internazionale in generale e di predisposizione e implementazione di Intese Istituzionali di programma sottoscritte con il Governo. Nell’ambito della Direzione e collegate ad attività europee operano: – il Servizio Collegamento con gli organi dell’Unione Europea a Bruxelles, punto di riferimento regionale per le attività di rappresentanza e collegamento con le Istituzioni europee. Le rappresentanze delle regioni europee e la Rappresentanza Permanente italiana. A livello regionale, gli interventi relativi ai Fondi strutturali per il periodo di programmazione 2000-2006 rappresentano la parte preponderante sia in termini finanziari che di impegno burocratico ed amministrativo. Tali programmi sono attivati tramite programmi territorializzati ed intersettoriali e singole Direzioni generali (DG) assicurano il coordinamento operativo fra i vari settori coinvolti: – la DG Agricoltura cura la gestione ed il coordinamento del programma per lo sviluppo rurale; – la DG Attività produttive, Commercio, Turismo è competente per la gestione ed il coordinamento del programma per l’obiettivo 2 e del programma per lo SFOP; – la DG Cultura, Formazione e Lavoro gestisce gli interventi previsti nell’ambito dell’obiettivo 3; – l’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura eroga gli aiuti, i contributi ed i premi dell’Unione Europea (FEOGA Garanzia), dello Stato e della Regione nell’ambito del piano di sviluppo rurale e delle altre misure previste dalla PAC; I Programmi di Iniziativa Comunitaria (Interreg III, Leader plus, Equal) sono seguiti, nel coordinamento della loro attuazione e gestione al livello regionale, da diverse Direzioni generali e vedono la partecipazione di vari settori dell’amministrazione regionale in diversi progetti, in particolare: – la Direzione generale Programmi e Intese, Relazioni europee e Cooperazione internazionale segue il coordinamento dell’attuazione dei programmi dell’iniziativa Interreg III ai quali la regione partecipa (Transfrontaliero Adriatico, Medocc, Cadses, Interreg III C); ha inoltre in gestione un progetto finanziato nell’ambito delle Azioni Innovative finanziate dal FESR e un progetto finanziato con Interact, programma di sostegno a Interreg III; – la DG Agricoltura cura la gestione ed il coordinamento del programma Leader plus; – la DG Cultura, Formazione e Lavoro gestisce gli interventi di competenza regionale del programma Equal; – la DG Attività produttive, Commercio, Turismo gestisce due progetti riferiti ad Azioni Innovative FESR. Altre Direzioni Generali operative sono coinvolte direttamente nella gestione ed attuazione di progetti non finanziati dai Fondi strutturali, ma da altre risorse del bilancio dell’Unione Europea. Questi ultimi fanno riferimento ad un insieme di programmi o azioni che l’Unione Europea attua e gestisce, per la maggior parte in maniera diretta, attraverso bandi ed inviti per la presentazione di progetti. Come si può evincere anche dal rapporto, queste “azioni dirette” si inseriscono nell’ambito di specifici programmi che hanno l’obiettivo di consolidare politiche comuni già avviate (agricoltura, ricerca, trasporti, tutela dell’ambiente), o di creare le basi per l’attivazione di nuove politiche comuni (sociale, cultura, reti transeuropee, turismo ecc.). Sul piano istituzionale, il Presidente 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 Pagina 19 OTTAVOEURORAPPORTO della Giunta regionale è membro del Comitato delle Regioni, organismo consultivo dell’Unione Europea istituito nel 1993 a seguito dell’entrata in vigore del Trattato di Maastricht. 1.3.2. Il Servizio regionale di collegamento presso l’Unione Europea I mutamenti intervenuti recentemente sia in ambito comunitario che nazionale hanno ridefinito il contesto nel quale le regioni europee si trovano ad operare nei rapporti con la Ue. Da un lato i recenti sviluppi comunitari in termini di policy, normativa e strumenti finanziari, dall’altro il progressivo processo di decentramento in atto in tutti gli Stati membri, hanno maggiormente responsabilizzato i governi regionali/locali nei loro rapporti con la Ue. La presenza delle regioni europee a Bruxelles è cresciuta in maniera esponenziale e vede oggi 273 uffici di collegamento con le Istituzioni della Ue appartenenti agli attuali 25 Stati Membri (ad esclusione di Portogallo, Lussemburgo, Slovacchia Slovenia, Malta e Cipro). Il forte aumento delle rappresentanze regionali dimostra, inoltre, la volontà e la necessità di migliorare i sistemi di governance in un ottica di collaborazione tra i diversi livelli di governo regionale e le Istituzioni europee. Negli ultimi anni, la Regione EmiliaRomagna e l’intero sistema territoriale si sono inseriti in tale contesto ed hanno dimostrato di saper valorizzare i propri rapporti con le Istituzioni comunitarie nell’applicazione del diritto comunitario e nell’implementazione di politiche e nell’utilizzo di programmi di cofinanziamento. In tale ambito, il Servizio regionale di collegamento con la Ue rappresenta un importante “fattore” di stimolo che concorre ad interpretare ed aggregare i diversi bisogni dell’Amministrazione regionale ed interessi territoriali. Inoltre, la Regione, al fine di rafforzare ed ottimizzare la propria strategia di carattere comunitario, si avvale delle due agenzie territoriali ERVET ed ASTER con le quali sono in essere specifiche convenzioni che prevedono il supporto ad attività in campo comunitario. La Regione Emilia-Romagna è presente a Bruxelles con un proprio ufficio dal 1997 e, dal 2003, opera come struttura operativa regionale “Servizio di collegamento”. La sede regionale è condivisa con altre tre regioni europee, Hessen-D, Aquitaine-F, Wielkopolska-PL. Il Servizio ha attivato rapporti regolari con una molteplicità di attori istituzionali e gruppi di interesse. I principali fanno riferimento a: Commissione europea La funzione di dialogo del Servizio con le Istituzioni comunitarie privilegia i rapporti con la Commissione che - tradizionalmente aperta al dialogo con i diversi gruppi di interesse – ha trovato nelle Regioni un interlocutore naturale. Il rapporto con le Direzioni Generali, i Servizi e i Gabinetti dei Commissari avviene tramite lo scambio di informazioni su politiche, programmi comunitari e attività di iniziativa legislativa relativamente alle aree di interesse dell’Amministrazione regionale. Parlamento europeo È crescente l’attenzione per lo sviluppo di relazioni con questa Istituzione che, congiuntamente al Consiglio, esercita il potere legislativo. Con le elezioni di Giugno 2004, il numero dei Parlamentari è di 732 membri di cui 72 italiani. Rappresentanza Permanente d’Italia presso la Ue I rapporti tra il Consiglio della UE e le Regioni sono tenuti tramite le Rappresentanze Permanenti dei rispettivi Stati membri presso la UE, composte da diplomatici, esperti ministeriali e, per alcuni paesi, esperti regionali. Il rapporto costante con la Rappresentanza Permanente d’Italia permette di seguire efficacemente i dossier relativi alle tematiche di interesse regionale ed 19 i lavori preparatori del Consiglio (gruppi di lavoro , comitati e COREPER). Il Comitato delle Regioni Organo rappresentativo delle regioni e degli enti locali in ambito comunitario svolge anche funzioni di catalizzatore di attività svolte presso le sedi comunitarie dalle Regioni in forma singola od aggregata. Regioni e Reti di regioni La collaborazione tra regioni europee è strategica per realizzare scambi di esperienze, benchmarking, accrescere la cultura europea ed il senso di appartenenza e di cittadinanza alla Ue. Il Servizio fornisce supporto per la partecipazione della Regione ad associazioni settoriali e gruppi di regioni europee (tra cui AREPO, ERIK, ERISA) ed ha contribuito al consolidamento di reti di regioni nei settori della ricerca, dell’immigrazione, della strategia di Lisbona e dell’ambiente (ERRIN, ERLAI, Lisbon Regions e Sustainable Regions). Attività del Servizio nel corso del 2004 L’attività si è concentrata nei seguenti ambiti: rappresentanza istituzionale, networking con le regioni d’Europa, informazione-formazione, assistenza tecnica e attività promozionale; è proseguita inoltre l’attività di monitoraggio 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 20 delle politiche comunitarie di interesse regionale. Rappresentanza istituzionale Tale attività, definita lobbying, permette di rappresentare gli interessi dell’Emilia-Romagna in ambito comunitario e nazionale, anche a seguito del progressivo decentramento in corso in tutti gli Stati membri, nella fattispecie la riforma del titolo V della Costituzione in Italia, che prevede un intervento più incisivo delle regioni nel processo di formazione di politiche e normativa comunitaria (cosiddetta fase ascendente). Tra le principali attività di carattere istituzionale seguite nel 2004: 1. Partecipazione a tavoli di lavoro, a Bruxelles, interregionali e comunitari sulla proposta della Commissione europea sul VII Programma Quadro di ricerca e sviluppo al fine di accrescere la dimensione regionale della ricerca europea. 2. Contributo all’inserimento della dimensione regionale nella strategia di Lisbona (nell’ambito della rete Lisbon Regions). 3. Elaborazione di position papers sulla partecipazione delle Regioni alla fase ascendente e partecipazione ai tavoli di lavoro a Bruxelles e Roma per i lavori preparatori delle leggi n.131 del 5 giugno 2003 e n. 11 del 4 feb- Pagina 20 OTTAVOEURORAPPORTO braio 2005 applicative della Riforma del Titolo V della Costituzione.. 4. Supporto all’insediamento dell’Agenzia Europea per Sicurezza Alimentare (EFSA) in Parma. 5. Contributo al rilancio del Collegio Europeo di Parma. ne di seminari e visite studio. Sono stati organizzati incontri formativi per ANCI-UPI, scuole secondarie e Università, mondo associativo, centri servizi e per rappresentanti di Amministrazioni locali e Camere di Commercio. Cooperazione interregionale La cooperazione interregionale europea, per lo scambio di esperienze e best practices e la reciproca conoscenza dei propri livelli di governo, ha prodotto risultati significativi in termini di consolidamento delle relazioni con le regioni con le quali la RER ha un’intensa collaborazione o partenariati ufficiali (Assia, Aquitania, Paesi della Loira, Wielkoposlka, Galles, Scozia, Comunità Valenciana, Stoccolma, Bratislava), creazione di nuove reti interregionali e rafforzamento di reti esistenti. L’attività di assistenza tecnica (sviluppo di idee progettuali, individuazione di partner per i progetti transnazionali, organizzazione di incontri a Bruxelles) ha consentito di accrescere la partecipazione della RER a programmi comunitari. Informazione-formazione- assistenza tecnica L’attività è stata finalizzata a rispondere a richieste provenienti dai diversi settori dell’Amministrazione e dal territorio su politiche, legislazione e programmi della Ue. Le richieste del 2004 sono state circa 2100 provenienti dall’amministrazione regionale, enti locali, mondo associativo, università, centri servizi e ONG. L’attività di formazione è consistita invece nell’ideazione ed organizzazio- Promozione della RER in ambito comunitario Si tratta delle attività che la RER svolge per accrescere l’immagine del proprio sistema territoriale in ambito comunitario. Il Servizio ha promosso incontri ed iniziative pubbliche in diversi ambiti con altre regioni europee e reti di regioni. Ha infine realizzato conferenze tematiche: – “Allargamento della Ue: in 25 a bordo”, con la presenza del Commissario europeo per l’allargamento; – “Politica comunitaria per l’immigrazione: un ponte verso l’integrazione”, con la partecipazione del Direttore della Direzione Generale “Libertà, Sicurezza e Giustizia” della Commissione europea. Politiche comunitarie di interesse regionale Il monitoraggio costante dell’evoluzione delle politiche comunitarie d’interesse per l’Emilia-Romagna, in particolare, Politica di Coesione, Ricerca e Sviluppo, Agricoltura e Sviluppo rurale, temi legati all’allargamento, Politica di Prossimità e Relazioni esterne, Immigrazione ed Asilo, Ambiente, Salute dei Consumatori, Trasporti, ed, infine, Cultura, è stato al centro delle attività nel corso del 2004. L’attenzione è stata inoltre finalizzata su alcuni settori ritenuti strategici a livello regionale: – Ricerca e Sviluppo tecnologico in particolare il VI Programma Quadro (PQ) che offre importanti opportunità di partecipazione alle Regioni per favorire la costituzione di reti per la cooperazione interregionale (ERRIN) e accrescere le conoscenze concernenti il potenziale delle regioni in materia di scienza, tecnologia e innovazione. La partecipazione ai tavoli di consultazione promossi dalla Commissione europea ha permesso l’approfondimento e l’individuazione di tali opportunità; – Strategia di Lisbona la revisione e il rilancio della Strategia di Lisbona vede un forte coinvolgimento dei livelli di governo nazionale, regionale e locale e della società civile. È stata assicurata la partecipazione attiva alla creazione di una nuova rete di regioni – Lisbon Regions – per promuovere la dimensio- 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 Pagina 21 OTTAVOEURORAPPORTO ne regionale della Strategia. Il Network ha presentato nel 2004 un position paper al Gruppo di Alto Livello insediato dalla Commissione e presieduto da Wim Kok, al fine di promuovere la voce delle regioni nel rapporto dedicato al rilancio della Strategia di Lisbona. – Politica Agricola/Salute dei consumatori l’attenzione si è focalizzata sugli aspetti di interesse per la RER della proposta del nuovo Regolamento sullo sviluppo rurale, emanata nel luglio 2004, in vista della definizione della politica regionale agricola per il periodo 2007 -2013. Inoltre, a seguito dell’insediamento sul territorio regionale dell’Agenzia sulla sicurezza Alimentare (EFSA) e l’obiettivo della RER di diventare polo comunitario sulla sicurezza alimentare, si sono monitorate direttive, regolamenti e attività volte a garantire un elevato ed effettivo livello comune di tutela dei consumatori e favorire l’adeguata partecipazione delle organizzazioni dei consumatori nello sviluppo delle politiche europee di loro interesse. In stretto raccordo con la Direzione regionale Agricoltura è stata assicurata la partecipazione ai lavori della reti europee AREPO e OGM free. – Immigrazione e Asilo, favorire l’integrazione degli immigrati in Europa è una priorità dell’agenda politica comunitaria, confermata dal Consiglio europeo dell’Aia del novembre 2004. Il Servizio, alla luce delle priorità regio- nali, ha contribuito al rafforzamento delle attività del primo network a livello europeo in tale ambito: ERLAI (European Regional and Local Authorities on Asylum and Immigration) ha promosso forme di cooperazione orizzontale sull’integrazione tra diverse regioni ed enti locali a livello europeo. In stretto raccordo con la Direzione regionale Politiche sociali e Sanità, il network è infatti occasione di scambio di esperienze e informazioni su politiche e finanziamenti, incontri e seminari. È stato attivato un sito web specifico http://www.emilia-romagnasociale.it /erlai.htm – Concorrenza/Aiuti di Stato La revisione degli orientamenti in materia di Aiuti di Stato che la Commissione europea sta effettuando per il periodo successivo al primo gennaio 2007, unitamente alle attività di notifiche di aiuti effettuate dalla Regione, richiede una costante attenzione nel reperimento delle informazioni e nei contatti con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso la Ue ed i Servizi competenti della Commissione europea. – Politica di Prossimità/Allargamento L’allargamento della UE ai dieci nuovi Stati Membri ha rappresentato l’inizio di una nuova fase per il rafforzamento della stabilità e dello sviluppo e l’avvio della politica di prossimità. In que- st’ambito è stato monitorato l’evoluzione di questa nuova politica e degli strumenti di implementazione per permettere alla RER di utilizzare le nuove modalità di cooperazione europea per la prossima programmazione e aumentare la sua attività nelle aree paese considerate strategiche, come Balcani e Mediterraneo. – Cooperazione allo sviluppo particolare attenzione è stata posta alla politica per lo sviluppo e gli strumenti di cofinanziamento comunitario per le aree geografiche di interesse regionale anche attraverso una sistematizzazione delle relazioni con i diversi Servizi competenti della Commissione europea. A tal fine sono state redatte SchedePaese costantemente aggiornate e disponibili. 21 01-Quadro generale 11-11-2005 10:41 Pagina 22 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 1 LA POLITICA COMUNITARIA DI COESIONE TERRITORIALE ED ECONOMICA 2 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 2 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 25 SETTIMOEURORAPPORTO 2.1. LE POLITICHE COMUNI STRUTTURALI 2.1.1. Il nuovo scenario 2007-2013 Accanto al consolidamento dell’attuazione dei programmi previsti per il periodo 2000-2006, nel febbraio del 2004 la Commissione europea ha definito e presentato il progetto politico e programmatico1 per rispondere alle sfide che l’Unione europea deve affrontare fino al 2013. Nel luglio 20042, la Commissione ha fatto conoscere la propria proposta relativa alle risorse finanziarie necessarie da mobilitare nel bilancio comunitario; la proposta non propone modifiche al massimale delle risorse da determinare a livello comunitario, che rimane l’1,24% del reddito nazionale lordo, ma solo un aumento delle risorse impiegate all’interno di tale massimale in ragione delle crescenti responsabilità dell’Unione (nuove politiche da attivare) e del costo di successivi allargamenti. Ai fini di una semplificazione e razionalizzazione è proposto inoltre una ridefinizione della struttura del bilancio in quattro rubriche che rappresentano i grandi obiettivi dell’Unione ed alle quali fanno riferimento le diverse politiche comuni: 1. Crescita sostenibile 1a Competitività per la crescita e l’occupazione 1b Coesione per l’occupazione 2. Preservazione e gestione delle risorse naturali 3. Cittadinanza 4. Europa come partner globale Le proposte prevedono un totale di risorse pari a 1.025 miliardi di euro (di cui circa 1/3 riservate alle politiche di coesione) ed hanno rappresentato il punto di partenza per le decisioni del Consiglio e del Parlamento europeo sulle prospettive finanziarie 20072013. Le proposte hanno dato avvio ad un ampio ed intenso negoziato fra Stati membri e con la Commissione per definire le proposte finali che il Consiglio europeo dovrà adottare. I negoziati avviati nel 2004 hanno messo in luce forti difficoltà nel raggiungere un accordo: un gruppo di paesi cosiddetti “rigoristi” si sono espressi per un deciso ridimensionamento del bilancio comunitario (1% del RNL) con un forte contenimento delle spese per le politiche di coesione; un altro gruppo di paesi (Italia compresa) si è espressa per il mantenimento di livelli adeguati di spese salvaguardando in particolare le politiche di coesione. Né il Vertice del dicembre 2004, né quello del giugno 2005, a conclusione della presidenza lussemburghese, hanno permesso di raggiungere un compromesso con la conseguente approvazione delle prospettive finanziarie 2007/2013. Unitamente alle proposte finanziarie la Commissione europea, nel corso del 2004, ha presentato proposte dettagliate che definiscono il futuro quadro giuridico di intervento delle diverse politiche settoriali dell’Unione; in particolare in relazione alla nuova politica di coesione, alla politica di sviluppo rurale, alla politica strutturale della pesca. Le proposte prevedono una ridefinizione degli obiettivi e degli strumenti finanziari di sostegno a tali politiche. 2.1.2. La nuova politica di coesione della UE Il processo di riforma della politica di coesione è stato avviato con la presentazione, nel febbraio 2004, della “Terza relazione sulla coesione economica e sociale” che riporta la nuova impostazione di tale politica proposta dalla Commissione europea a decorrere dal 2007. L’impostazione tiene conto dei grandi cambiamenti che influenza- 25 no l’assetto politico- economico dell’Unione europea che a seguito dell’allargamento vedrà, in particolare, localizzati nei nuovi paesi membri dell’est Europa il problema delle disparità strutturali. Nel rapporto emerge inoltre con chiarezza l’esigenza di integrare le politiche di coesione con le priorità definite dalla cosiddetta “strategia di Lisbona e Goteborg” che pongono l’attenzione sull’importanza, per l’intera economia europea, dell’innovazione e della crescita sostenibile. Nel corso del mese di luglio 2004, la Commissione europea ha approvato e presentato agli Stati membri le nuove proposte di regolamento3 che definiscono il quadro giuridico della nuova politica di coesione e che consistono in: • un regolamento generale che fissa i nuovi obiettivi, le norme di programmazione, eleggibilità e gestione degli interventi; • 3 regolamenti che stabiliscono disposizioni specifiche per ogni fondo struttu- 1 Doc.COM(2004) 101 “Costruire il nostro avvenire comune - Sfide e mezzi finanziari dell’Unione allargata”. 2 Doc.COM (2004) 487 “Prospettive finanziarie 2007-2013” 3 Docc.COM(2004) 492,493, 494, 495, 496 del 14.7.2004 02-Politica comunitaria 11-11-2005 26 rale, Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo sociale europeo (FSE), Fondo di coesione (FdC); • un regolamento per la creazione di un nuovo strumento di cooperazione denominato GECT (Gruppo europeo di cooperazione transfrontaliera) che avrebbe il compito di attuare programmi sulla base di una convenzione tra i diversi livelli di Amministrazioni (nazionali, regionali, locali) coinvolti nella gestione. La nuova politica ridefinisce quindi le priorità e gli obiettivi e riforma gli strumenti finanziari di supporto a tale politica. La Commissione propone un sistema di governance basato sull’adozione di “Orientamenti strategici globali” adottati dal Consiglio per guidare ed impostare la nuova programmazione, un “Quadro strategico nazionale” adottato da ciascun Stato membro per impostare la propria strategia e programmazione operativa, i “Programmi operativi nazionali e/o regionali” monofondo, finanziati cioè da un solo fondo strutturale. 10:41 Pagina 26 SETTIMOEURORAPPORTO riferimento la quasi totalità delle regioni dei nuovi stati membri e parte delle attuali regioni ob.1; è inoltre previsto un meccanismo di phasing in (mantenimento nell’obiettivo con un sostegno finanziario decrescente) per le regioni attualmente in ob.1 ma che per “effetto statistico” non rientrerebbero nel nuovo obiettivo. 2) Competitività come supporto alle regioni fuori dall’obiettivo convergenza che si trovano ad affrontare problemi di mantenimento e rafforzamento di competitività ed attrattività territoriale. 3) Cooperazione territoriale che rappresenta, nelle finalità e nella strategia, la continuazione ed il rafforzamento dell’attuale iniziativa Interreg III dedicata alla cooperazione transeuropea. In tale obiettivo verranno finanziati programmi di cooperazione “interna” ai confini dell’Unione europea. L’approccio rinnovato della Commissione ha condotto alla definizione di tre obiettivi: La proposta della Commissione europea assegna complessivamente alla politica di coesione risorse pari a circa 338 miliardi di euro delle quali il 78% all’obiettivo Convergenza, il 18% all’obiettivo Competitività ed il 4% alla Cooperazione. 1) Convergenza intesa come supporto alla crescita delle regioni della UE in ritardo di sviluppo con un PIL < 75% della media europea: ad esso faranno Al momento in cui si scrive, i negoziati in corso per la definizione delle prospettive finanziarie e dei regolamenti fanno supporre una revisione della quota globale delle risorse dedicate alla politica di coesione ed una modifica delle percentuali proposte dalla Commissione per i tre nuovi obiettivi. 2.1.3. La nuova politica di sviluppo rurale La svolta avviata nel 2003 con la radicale riforma della politica agricola comune (PAC) si è prolungata nel 2004 con l’adozione di vari regolamenti applicativi e con la proposta di istituzione di due nuovi fondi di finanziamento dei due pilastri della politica agricola, il Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e un Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). In particolare per il periodo 2007/2013, la Commissione ha adottato disposizioni4 per riformare la politica di sviluppo rurale che rappresenta il secondo pilastro della PAC ed è considerata a tutti gli effetti una politica a finalità strutturale. La riforma proposta è incentrata su tre obiettivi: grammatica della politica di coesione che la Commissione europea considera strettamente correlata nella sua attuazione. Anche per la politica di sviluppo rurale sono previsti “Orientamenti strategici comunitari”, “Piani strategici nazionali” e “Programmi regionali e/o nazionali di sviluppo rurale”. L’attuale iniziativa comunitaria Leader sarà inglobata nei piani regionali di sviluppo rurale che dovranno contenere un asse specifico dedicato allo sviluppo locale da attivarsi secondo l’approccio “bottom up” sperimentato con gli attuali programmi Leader. La proposta della Commissione europea assegna alla nuova politica di sviluppo rurale risorse pari a circa 88,7 miliardi di euro che, come per la politica di coesione, dovrebbero essere riviste nell’ambito del negoziato globale sulle prospettive finanziarie. 2.1.4. La nuova politica strutturale per la pesca • rafforzamento della competitività del settore agroforestale; • salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio rurale; • miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali. Nel perseguire gli obiettivi specifici della politica comune della pesca (PCP) la Comunità è impegnata a sostenere gli adeguamenti strutturali essenziali La riforma riprende l’impostazione pro- 4 Doc.COM(2004) 490 del 14.7.2004. 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 27 SETTIMOEURORAPPORTO per ottenere un equilibrio tra risorse e capacità di pesca prendendo in considerazione le caratteristiche particolari delle attività di pesca e acquacoltura, legate alla struttura sociale del settore e alle disparità naturali e strutturali tra le differenti aree in cui si praticano tali attività. Con la proposta di creazione di uno specifico strumento finanziario (Fondo europeo per la pesca – FEP)5 derivato dall’attuale Fondo SFOP, l’Unione europea attiverà interventi di assistenza per lo sviluppo ed il mantenimento del tessuto socio economico delle comunità attive nel settore. Pur trasformandosi in strumento specifico del settore, il Fondo manterrà i fondamenti e le caratteristiche dei Fondi strutturali: programmazione, partenariato, cofinanziamento sussidiarietà ed attenzione alle regioni meno favorite. Per il periodo 2007-2013 la proposta della Commissione prevede risorse pari a 4,9 miliardi di euro. 2.2. LO SVILUPPO RURALE 2.2.1. Il nuovo regolamento di sviluppo rurale A seguito della riforma del primo pilastro della PAC – che ha accentuato la complementarietà tra due pilasti introducendo il disaccoppiamento, la condizionalità e la modulazione – e dell’allargamento della UE, a livello comunitario, nel corso del 2004, si sono avviati i lavori per la definizione del nuovo Regolamento di base per il sostegno allo Sviluppo Rurale (SR) nel periodo di programmazione 2007-2013 e del relativo Regolamento finanziario. La nuova proposta di Regolamento (COM (2004) 490 del 14.07.2004), oltre agli obiettivi principali dei tre Assi tematici: accrescere la competitività attraverso il supporto alla ristrutturazione, valorizzare l’ambiente e lo spazio naturale attraverso la gestione del territorio e migliorare la qualità della vita nelle zone rurali e promuovere la diversificazione delle attività economiche, si propone di accompagnare e completare la riforma in corso della PAC assicurando la coerenza con gli strumenti e gli interventi del primo pilastro e contribuire alla realizzazione di altre priorità politiche della Ue quali la gestione sostenibile delle risorse naturali, l’innovazione e la competitività in ambito rurale la coesione economica e sociale. A questo proposito una novità fondamentale introdotta dalla riforma sullo SR riguarda la messa a punto da parte della Commissione di un documento di linee guida strategiche comunitarie per lo SR che, enunciando le priorità della Ue per i tre assi politici, servirà come riferimento per la predisposizione, a cura degli Stati Membri, di Piani strategici nazionali i quali a loro volta verranno attuati a livello locale dai programmi di SR. Altro importante obiettivo, che la Ue si prefigge di raggiungere con la nuova programmazione 2007-2013, consiste nel semplificare l’onere amministrativo che grava sugli Stati Membri e sulla Commissione riconducendo lo SR in un unico quadro finanziario e programmatico comprendente anche i programmi Leader che diventano un vero e proprio Asse nell’ambito dello SR . Vi saranno quindi due soli fondi finanziari uno per il primo pilastro denominato Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAG) e uno per il secondo chiamato Fondo europeo agricolo sullo sviluppo rurale (FEASR). 27 Tale impostazione se da un lato comporta una maggiore trasparenza e senso di responsabilità nell’uso dei fondi Ue dall’altro lascia un più ampio margine di libertà agli SM sulle modalità di attuazione dei programmi grazie ad un alleggerimento della legislazione applicativa e delle condizioni di ammissibilità e ad una semplificazione dei sistemi di gestione e di controllo finanziari. Particolare enfasi viene data al partenariato con una logica più stringente rispetto al passato definendo un insieme di attori che entrano nelle varie fasi di programmazione, attuazione e valutazione delle strategie e dei programmi nazionali. Questo, insieme all’adozione in forma diffusa dell’approccio dal basso già sperimentato con Leader, lo scambio di buone pratiche e la costituzione di reti, favorirà quel dialogo strutturato che è il presupposto per una buona amministrazione. Come accennato, il Regolamento si articola in quattro Assi: • Asse 1 - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale, • Asse 2 - Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale, 5 Doc.COM(2004) 497 del 14.7.2004. 02-Politica comunitaria 11-11-2005 28 • Asse 3 - Qualità di vita e diversificazione dell’economia rurale, • Asse 4 - Leader (che non era presente nel precedente Reg. CE 1257/99) ciascuno composto da una serie di misure Le modifiche più salienti della nuova proposta relativamente alle singole misure si possono così riassumere: • ricorso a servizi di consulenza e assistenza alla gestione da parte degli imprenditori agricoli e forestali per migliorare la gestione sostenibile delle aziende; • migliorare la qualità dei prodotti agricoli e dei metodi di produzione ed elevare i livelli di protezione ambientale, sicurezza sul lavoro igiene e benessere degli animali; • rispetto dei requisiti obbligatori pre- 10:41 Pagina 28 SETTIMOEURORAPPORTO scritti dalla normativa comunitaria in materia di ambiente, sanità pubblica, salute delle piante e degli animali, benessere degli animali e sicurezza sul lavoro; • metodi di produzione sostenibili con le esigenze di salvaguardia dell’ambiente e del territorio (gestione dei siti Natura 2000, conservazione della biodiversità, protezione dell’acqua e del suolo). In particolare deve essere assicurato un sostegno agli agricoltori e agli imprenditori forestali per i vincoli imposti dalle Direttive 79/409 /CEE, 92/43/CEE e 2000/60/CE; • gestione sostenibile delle foreste e promozione del loro ruolo multifunzionale (materie prime rinnovabili, equilibrio idrologico, protezione del suolo dall’erosione, riserva di carbonio, effetto sociale e ricreativo, ecc.) nonché compatibilità degli imboschimenti con le condizioni locali dell’ambiente e conservazione della biodiversità degli ecosistemi forestali; • diversificazione delle attività agricole verso quelle extra-agricole (in particolare le attività turistiche), miglioramento dei servizi essenziali nelle zone rurali, realizzazione di investimenti destinati a tutelare e riqualificare il patrimonio rurale. 2.2.2. Il Piano Regionale di Sviluppo Rurale 2000-2006 Il Piano regionale di sviluppo rurale6 (PRSR) della Regione Emilia-Romagna elenca gli interventi strutturali e di sviluppo rurale finanziati nel settore agri- Programma regionale di sviluppo rurale – piano finanziario 2000-2006 (in milioni di Euro) Asse 1 “Sostegno competitività imprese” Asse 2 “Ambiente” Asse 2 “Sviluppo locale integrato” Valutazione Totale Misure in corso Totale Contributo UE Cofinanziamento pubblico totale Quota privata Totale 130,52 217,23 36,02 1,92 385,69 1,01 386,70 308,81 434,66 85,52 3,85 832,84 3,85 836,69 358,72 5,63 66,38 0,00 430,72 0,00 430,73 667,53 440,29 151,9 3,85 1.263,57 3,85 1.267,42 colo dall’Unione europea, ha l’obiettivo globale di “accrescere la competitività delle imprese, mantenendo la coesione e l’integrazione dei sistemi socio-economici territoriali e favorendo la salvaguardia delle risorse ambientali”, accompagnando l’evoluzione differenziata delle diverse realtà agricole presenti in regione, grazie alla valorizzazione dei punti di forza specifici di ciascuna e ad un’integrazione virtuosa fra tutela dell’ambiente e sviluppo socioeconomico. Il Piano si articola in tre Assi principali, che rispondono alle seguenti priorità: • Asse 1 - sostegno all’ammodernamento e alla diversificazione della struttura produttiva, di rilevanza strategica per l’agricoltura intensiva; • Asse 2 - promozione di attività agricole eco-compatibili, rafforzando la valenza ambientale dell’agricoltura; • Asse 3 - supporto allo sviluppo locale tramite interventi integrati, finalizzato ad incentivare l’agricoltura tipica di pregio e lo sviluppo organico delle aree rurali. 6 Decisione della Commissione Europea del 20 luglio 2000 n. C(2000) 2153 modificata con decisioni C(2001) 2442 del 2.8.2001, C(2002) 3489 del 8.10.2002, C(2003) 2697 del 17.7.2003 e C(2004) 401 del 5.2.2004. 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 29 SETTIMOEURORAPPORTO Nel periodo di programmazione 20002006 la dotazione finanziaria complessiva del PRSR è di 836.688.076 euro in termini di spesa pubblica di cui 386.700.000 euro di fonte comunitaria. L’impegno finanziario previsto a carico dei soggetti privati è di 430.741.560 euro che porta ad una spesa complessiva prevista di euro 1.267.429.636. I pagamenti per l’anno 2004 Per l’esercizio finanziario 2004 la Regione ha erogato complessivamente 113,3 Meuro di spesa pubblica, di cui 50,5 Meuro di risorse comunitarie. Gli obiettivi di spesa (aggiornamento annuale) sono stati raggiunti nonostante la velocità di erogazione sia stata rallentata in seguito ad alcuni cambiamenti delle procedure gestionali per la Misura 2f “ Misure Agroambientali” e a ritardi nelle procedure di rendicontazione della misura 1.g “Miglioramento delle condizioni di commercializzazione e trasformazione”, legate al rilascio di autorizzazioni di conformità sulle opere realizzate. I pagamenti erogati dall’inizio della programmazione fino al 2004 sono stati 651,3 Meuro in termini di spesa pubblica e 288,8 di risorse comunitarie, rispettivamente il 73% e il 75% del totale disponibile. Rispetto alla disponibilità iniziale del periodo 2000-2004 la Regione, nonostante il rallentamento 29 Tabella 1 Pagamenti del Piano Regionale di Sviluppo Rurale per l’anno 2004 – Anno finanziario Descrizione misura Totale Spesa pubblica Partecipazione UE Quota nazionale Quota regionale Investimenti nelle aziende agricole Insediamento giovani Formazione Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione Zone svantaggiate li Misure agroambientali Imboschimento superfici agricole Altre misure forestali Tutela dell’ambiente in agricoltura, silvicoltura… Commercializzazione prodotti agricoli qualità Rinn. e svil. villaggi e prot. cons. del patr. rurale Diversif. delle attività agricole Gestione risorse idriche Svil. migl. infrastrutture rurali Valutazione Reg.(CEE) 2078/92 Reg.(CEE) 2079/92 Reg.(CEE) 2080/92 Misure transitorie Vecchio regime pre 1992 Importi pagati e recuperati Totale netto 29.520.985 13.577.568 574.147 11.234.250 6.788.784 287.074 12.800.659 4.752.149 200.952 5.486.075 2.036.635 86.122 12.429.134 3.276.318 26.989.021 1.374.862 3.641.854 456.232 3.200.185 3.753.964 1.757.912 5.300.475 — 493.318 4.129.588 56.512 2.678.078 — 53.295 –3.301 113.260.147 4.660.925 1.638.159 13.494.510 687.431 1.820.927 171.087 1.440.083 1.407.736 791.060 2.385.214 5.437.746 1.638.159 13.494.511 687.431 1.274.649 199.602 1.232.071 1.642.359 676.796 2.040.683 2.330.463 246.659 2.060.766 28.256 1.339.039 172.661 2.068.822 28.256 1.339.039 73.998 — 13.324 –1.519 50.493.766 39.971 –1.534 49.724.982 — 248 13.041.399 del 2004, ha utilizzato 18 Meuro di risorse comunitarie in più (+7%), attingendo dalle sottoutilizzazioni generate a livello nazionale e comunitario. 546.278 85.544 528.031 703.868 290.055 874.578 Stato di attuazione dal 2000 al 2004 (domande ammesse) oltre 19.500 domande, per una spesa Nel periodo 2000-2004, per le sole nuove misure, sono state approvate assunti coprono il 84% della disponibili- pubblica di 507,2 Meuro. Gli impegni tà finanziaria, al netto delle risorse 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 30 SETTIMOEURORAPPORTO 30 Tabella 2 PRSR: Numero di domande Disponibilità totale Quota nazionale 30% Quota privati 33% Quota regionale 6% Misure Quota UE 31% Risorse erogate Quota privati 32% Quota regionale 5% Quota nazionale 31% Quota UE 32% Fonte di finanziamento Disponibilità totale Risorse erogate % Quota nazionale Quota UE Quota regionale Quota privati Spesa pubblica Costo totale 1.377.500.001 1.386.700.000 1.073.684.860 1.422.437.305 1.837.884.861 1.260.322.166 277.394.865 288.818.234 49.050.288 284.452.611 615.263.386 899.715.997 73% 75% 67% 67% 73% 71% Figura 1 Distribuzione percentuale delle risorse per fonti di finanziamento destinate al pagamento di vecchi impegni, con punte del 90% e del 97% rispettivamente per gli assi 1 e 3, mentre l’asse 2 si trova al 70%. Considerando le caratteristiche dei beneficiari interessati da almeno un intervento del PRSR al 31-12-2004, il loro numero complessivo è stato di 13.500 (13% rispetto alle aziende agricole regionali), per un totale di oltre 400 mila ettari di SAU (circa il 36% della SAU totale regionale). La maggior parte delle aziende hanno beneficiato di una sola tipologia di Investimenti nelle aziende agricole Insediamento giovani Formazione* Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione Zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali Misure agroambientali Imboschimento superfici agricole Altre Misure forestali Tutela dell’ambiente in relazione all’agricoltura, alla silvicoltura… Commercializzazione prodotti agricoli qualità* Rinn. e svil. villaggi e prot. cons. del patrimonio rurale* Diversificazione delle attività agricole* Gestione risorse idriche* Sviluppo e miglioramento infrastrutture rurali* Valutazione Totale N. beneficiari Contributo impegnato fino al 2004 2.996 5.797 763 150.203.029 84.702.451 5.497.348 76 1.590 6.345 182 481 46.099.928 14.231.464 99.457.643 3.515.240 17.792.193 30 89 144 560 13 436 7 19.509 982.057 4.903.109 15.160.287 25.729.854 6.527.452 30.789.079 1.649.054 507.240.188 I dati non tengono conto delle eventuali rinunce e delle economie di gestione avvenute successivamente alla data di ammissione. Per tali Misure i dati non sono, al momento, disponibili. intervento fra quelle previste per il PRSR, ma il 17% ha comunque ricevuto contributi per più di una misura. Dal punto di vista delle caratteristiche fisiche, le aziende beneficiarie si concentrano nelle classi di SAU medio alte; infatti il 67% ha una SAU superiore a 10 ettari, mentre dai dati censuari del 2000 emerge che solo il 25% delle aziende totali regionali supera tale soglia. Inoltre la classe di SAU da 20 a 50 Ha pesa per il 28% fra i beneficiari del PRSR, mentre a livello regionale la stessa classe incide per il 9%. La concentrazione degli interventi sulle aziende più grandi si conferma ulteriormente analizzando la distribuzione dei beneficiari per classe di UDE, come si 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 31 SETTIMOEURORAPPORTO 100% 90% 4% 1% 9% 14% 80% 70% 28% 2% Stato di attuazione 2004 (domande ammesse) 26% 40% 75% 30% 20% 33% 10% 0% Aziende beneficiarie PRSR Regione (Censimento 2000) Meno di 10 ha Da 10 a 20 ha Da 20 a 50 ha Da 50 a 100 ha Oltre 100 ha Figura 2 Aziende beneficiarie per classe di SAU 100% 90% 16 4 9 15 80% 70% 24 14 60% 50% 26 15 40% 30% 20% 10% 0% può osservare dalla figura 3 9% 60% 50% 14 43 10 10 Aziende beneficiarie PRSR Regione (Censimento 2000) Inferiore a 4 Da 4 a 8 Da 8 a 16 Da 16 a 40 Da 40 a 100 Oltre 100 Figura 3 Aziende beneficiarie per classe di UDE 31 Le domande ammesse a finanziamento nel 2004 (tab. 7) sono state 6.767 per oltre 73,6 milioni di euro di contributi, con 28,4 milioni di quota FEOGA. Rispetto agli anni precedenti e all’andamento della programmazione del Piano, le novità più importanti riguardano: • la Misura 2.f (Agroambiente), in cui sono state ammesse le domande del secondo bando (presentazione nel 2003); • la misura 2.i (Altre misure forestali), in cui sono state impegnate la maggior parte delle risorse; • la misura 2.t (Tutela dell’ambiente), in cui sono state ammesse tutte le domande previste per la attuale programmazione. Per le altre Misure è continuata la gestione ordinaria senza importanti cambiamenti procedurali. Per la Misura 1.g sono state concluse le istruttorie delle domande presentate sul secondo bando. La maggiore quota di contributi è assorbita dalla Misura 1.a (Investimenti nelle aziende agricole) con 25,7 milioni di euro (35% sul totale delle ammesse 2004) e con 355 domande. La Misura 2.f ha assorbito una parte importante delle risorse raggiungendo 13,4 milioni di euro (18% su 3.600 domande), mentre la 1.b (Insediamento giovani agricoltori) ha richiesto, con 521 domande, un volume di contributi di 10 milioni di euro (14%). Infine un’altra parte importante è stata impegnata nella misura 2.i (Altre misure forestali) per quasi 10 milioni di euro (13%). Misura 1.a – Investimenti nelle aziende agricole La Misura 1.a ha raggiunto ormai la piena fase di attuazione, avendo terminato le presentazioni delle domande già nel corso dell’anno civile 2003. Nel 2004 si trova all’ultimo anno anche per ciò che riguarda le ammissioni a contributo: la disponibilità iniziale prevista dal PSR è stata utilizzata completamente (60,75 milioni di euro in quota FEOGA), salvo per 1 milione di euro. In seguito all’assegnazione alla Regione di ulteriori fondi comunitari a valere sulle risorse della modulazione (Reg. 1782/2003), alla misura sono stati assegnati ulteriori 2 milioni di euro che consentiranno di finanziare altre domande fra quelle già presentate e risultate ammissibili in seguito all’istruttoria. La situazione al 31-12-2004 si presen- 02-Politica comunitaria 11-11-2005 32 10:41 Pagina 32 SETTIMOEURORAPPORTO pari a euro 1.811.874 e hanno approvato progetti per 1.790.691 euro. Tabella 3 Attuazione 2004 – Numero di domande, ettari e importi ammessi nel 2004 Misure N. beneficiari Investimenti nelle aziende agricole Insediamento giovani Formazione Miglioramento trasformazione commercializzazione Zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali Misure agroambientali Imboschimento superfici agricole Altre Misure forestali Tutela dell’ambiente in relazione all’agricoltura, alla silvicoltura… Commercializzazione di prodotti agricoli di qualità Rinnovamento e miglioramento dei villaggi rurale Diversificazione delle attività del settore agricolo Gestione delle risorse idriche in agricoltura Sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali Valutazione TOTALE 355 521 74 0 1.687 3.617 19 342 30 1 9 86 0 25 1 6.767 Ettari o capi di bestame 39.000 48.210 98 87.308 ta come segue: le domande ammesse nel 2004 sono 355 per un investimento ammesso di 65 milioni di euro e un totale di 25,7 milioni di euro di contributi. Le domande ammesse totali della programmazione sono state 2.996 per 390 milioni di euro di investimenti ammessi e 150 milioni di contributi. ammesse 521 domande, i cui titolari si sono insediati in 477 aziende, per un premio totale di 10,4 milioni di euro. Rispetto al totale delle 3.464 domande ammesse per 59 milioni di euro si tratta del 15%, un risultato inferiore alla media annuale della misura, pari a 866 domande per 14,7 milioni di euro. Misura 1.b - Insediamento giovani agricoltori Se si considera l’intero insieme delle domande ammesse al 31-12-2004 comprendendo anche le domande pre- Nel corso dell’anno 2004 sono state Spesa pubblica Quota Feoga 25.757.250 10.421.989 1.790.691 0 3.202.536 13.382.396 364.293 9.856.162 982.057 180.843 724.484 4.833.447 0 2.067.274 75.000 73.638.422 9.737.452 5.210.994 895.346 0 1.601.268 6.691.198 182.147 491.028 81.379 326.018 2.175.051 0 930.273 37500 28.359.654 sentate nella vecchia programmazione e reistruite (Ex Reg. CE 950/97), il totale degli impegni sale a 84,7 milioni di euro con un totale di beneficiari pari a 5.800, insediatisi in oltre 5.200 aziende. Misura 1.c – Formazione I progetti formativi presentati sono risultati 80, di questi ne sono stati approvati 74 in prima priorità; le Province hanno avuto una assegnazione Per la formazione individuale sono state assegnate risorse finanziarie per 688.126 euro, le attività però si svolgeranno nel 2005. L’area tematica più richiesta dai partecipanti alla formazione tradizionale è stata quella riguardante le tecniche produttive, in particolare il settore biologico, la qualità, la valorizzazione del prodotto. Per questa area il numero di corsi, di ore e di partecipanti è risultato più elevato, con percentuali del 68%. Seguono la diversificazione e marketing (11%), tematiche gestionali (9%) e informatica e lingue (6%). Riguardo alla categoria di utenti quella dei “lavoratori autonomi” è la più rappresentata con il 75% dei partecipanti. L’età di coloro che partecipano ai corsi è a favore dei giovani: il 59% ha meno di 40 anni. La rappresentanza di genere si attesta con percentuali del 25% di partecipazione femminile sia per la formazione individuale sia per la tradizionale. 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 33 SETTIMOEURORAPPORTO Misura 1.g – Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli Nel corso dell’anno 2004 non sono state effettuate nuove ammissioni sul primo bando che comunque ha subito alcuni aggiustamenti rispetto alla situazione 2003, sia in termini di ricollocazione di risorse liberate per rinunce o revoche delle domande già ammesse che per variazioni nell’ammontare degli investimenti ammessi dovuti a varianti e collaudi. Lo stato di avanzamento del secondo bando segue i tempi previsti dal P.O.M., in cui nel 2004 era prevista la pubblicazione della graduatoria di ammissibilità. Delle 193 domande presentate, al completamento della fase istruttoria ne sono state rese ammissibili 151, con le maggiori percentuali nel settore carne (51, pari al 34%), lattiero caseario (38, pari al 25%), ortofrutticolo (27, pari al 18%) e numerosità più ridotte per i settori rimanenti. Altre 32 domande presentate sono state beneficiarie dei contributi sul credito d’imposta: queste domande sono state giudicate ammissibili a contributo ma non comprese nella graduatoria in quanto si tratta di un aiuto di stato non cumulabile con il PRSR. Misura 2.e - Indennità compensativa in zone sottoposte a svantaggi naturali Per il 2004 l’aiuto per ettaro di superficie foraggiera è stato elevato a 85 euro, dopo due annate a 60 euro. Le domande presentate sono state 1.687 di cui 1.550 liquidate nell’esercizio finanziario 2004 e la superficie ammessa a contributo ha raggiunto 39.000 ettari, leggermente superiore rispetto agli anni precedenti. L’applicazione della misura è rimasta invariata ed anche le aziende sono sostanzialmente le medesime che annualmente ripetono la domanda di contributo. Le zone montane di Reggio Emilia, di Forlì-Cesena e di Parma sono quelle da cui proviene la maggiore adesione, rappresentano infatti il 63% del totale regionale per superficie e per importo. Nei cinque anni di applicazione della misura sono stati erogati aiuti per 14,2 milioni di euro, pari al 72% della disponibilità nell’intero periodo di programmazione. Mediamente nel periodo sono state presentate 1.590 domande all’anno con un aiuto per domanda di 1.580 euro. Il 2003 è stato l’anno con il maggior numero di domande e con il più basso aiuto medio per azienda. Misura 2.f - Misure agroambientali Nel corso dell’anno, in risposta al bando emanato nel 2003, sono state presentate 3.700 domande per nuovi impegni. Le caratteristiche principali del secondo bando di questa programmazione hanno riguardato: • la priorità per le azioni a carattere ambientale-paesaggistico, • la scelta degli enti territoriali di quali azioni attivare per favorire la concentrazione degli impegni nelle aree territoriali ritenute più sensibili, come le aree vulnerabili (ai sensi della Direttiva “nitrati”), le ZPS, i SIC. In funzione di tale scelta le Provincie e Comunità Montane, oltre alle due azioni prioritarie 9 e 10, per le quali è stata garantita una riserva finanziaria, hanno attivato con maggiore frequenza la 2 (“produzione biologica” presente in tutti gli enti), l’azione 8 “Regime sodivo e praticoltura estensiva” e la 11 “Salvaguardia della diversità genetica”. Con il bando 2003 sono state ripartite fra gli enti territoriali risorse finanziarie per 13,5 milioni di euro e la percentuale di domande ammesse sulle presentate è vicina al 90 %. Le domande ammesse a finanziamento sono state 3.145 e ad oggi risultano 33 quasi tutte pagate, mentre il numero totale di impegni supera i 3.600; nella tabella seguente sono riportate le superfici e gli importi ammessi per azione. Le conferme degli impegni precedenti (bando 2001) hanno riguardato 3.042 domande cui corrispondono 4.000 impegni, 70.000 ettari di superficie e 20.578.000 euro di spesa. A questi vanno aggiunti altri 2.500.000 euro per 197 impegni ventennali derivanti dall’ex Reg (CEE) 2078/92. Da un confronto tra i due bandi risulta evidente la differenza dell’impegno “produzione integrata“ che passa dal 50% di superficie impegnata sulla complessiva del 2001, al 12% con il bando attuale; viceversa per la “produzione biologica” che sale al 71% dal 38% del 2001. Superiore al precedente bando anche i nuovi impegni per l’azione 8, la cui superficie oggetto d’impegno è al 13% sul totale, mentre era al 7%. Nel 2004 risultano complessivamente sotto impegno 40.500 ettari a produzione integrata, pari al 4% della SAU regionale, mentre nel 2001 la percentuale era del 14%. In quest’ultimo dato era compresa la superficie oggetto di impegno ai sensi del Reg (CEE) 2078/92. Analogamente la superficie complessiva 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 34 SETTIMOEURORAPPORTO 34 ra) occupino i 2/3 degli interventi ammessi. Tabella 4 Misura 2.f – Situazione delle domande ammesse nell’anno 2004 ripartite per nuovi impegni e conferme Nuovi impegni (domande 3.145) Azione n. impegni 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11* TOTALE Importo Sup. Impegno 242 1.661.176 1.518 7.659.557 4 6.901 9 18.344 40 10.720 3 16.458 1 5.030 884 1.445.046 710 2.188.365 40 190.023 166 180.776 3.617 13.382.396 5.908,92 34.142,50 40,97 108,35 95,36 82,30 6.150,69 1.585,98 334,29 4,87 48.209,55 Conferme (domande 3.042) Azione n. impegni 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11* TOTALE ex 2078 Importo Sup. Impegno 563 6.561.037 1.152 7.199.541 17 78.679 78 279.891 173 136.699 15 131.102 5 29.156 723 1.167.774 667 2.853.267 71 560.532 552 1.580.527 4.016 20.578.205 197 2.427.664 34.878,10 26.348,61 446,51 1.621,23 1.226,68 711,68 4.937,61 2.046,15 986,00 22,43 69.930,58 3.771,64 * La superficie oggetto di impegno riguarda il settore vegetale, manca il dato n. UBA per il settore zootecnico. Domande e importo sono complessivi a produzione biologica è di 60.500 ettari, pari al 5% della SAU. Nel 2001 la medesima azione contava 75.000 ettari, di cui 48.000 a carico del Reg (CEE) 2078/92, pari al 7% della SAU regionale. Misura 2.h – Forestazione agricola Per la Misura 2h “Imboschimenti dei terreni agricoli”, analogamente all’anno precedente, sono state utilizzate le graduatorie delle domande riconosciute ammissibili a seguito del primo bando emesso nel 2002, con una riallocazione delle risorse precedentemente assegnate. Al fine di evitare slittamenti nelle procedure di liquidazione, le ulteriori domande ammesse hanno comunque il vincolo di ultimare gli interventi entro la primavera del 2005. Gli Enti che hanno avuto la possibilità di ammettere nuove domande sono stati complessivamente otto, di cui sei Comunità montane, per un totale di 19 domande finanziate, una superficie di poco maggiore ad Ha 98 ed un conse- guente impegno di risorse pubbliche per l’anno di riferimento di 311.967 euro, a fronte di una disponibilità di 970.173 euro. Considerando le ammissioni complessive al 2004, l’attuazione della Misura si può considerare esaurita: in totale sono state ammesse 182 domande che hanno interessato 696 ettari, per un impegno finanziario di 3,5 Meuro. Gli interventi con i contenuti più esplicitamente rivolti a scopi produttivi e fini commerciali, rappresentati dall’azione 2 (arboricoltura da legno e pioppicoltu- Misura 2.i – Altre Misure forestali Nel corso del 2004 si è aperto l’ultimo bando di presentazione delle domande relative ad alcune Azioni pubbliche, specificamente la Azione 1 e 2. Per le azioni di Iniziativa Privata nel 2004 sono state accolte anche le domande presentate a partire dal dicembre 2003 sugli impegni dell’Azione 5 (Associazionismo forestale); oltre ad una proroga del termine di chiusura del bando, è stata effettuata una rimodulazione finanziaria e la disponibilità iniziale di 1.040.000 euro è stata ridotta a 584.607 euro a favore di altre Azioni della Misura 2i. La misura, come risulta dai dati della tabella, è entrata nel 2004 in una fase piuttosto intensa di attuazione. Le domande ammesse sono state 333, che rappresentano il 71% di quelle dell’intero periodo di programmazione (fino al 31/12/2004) al netto delle domande di conferma. Per la parte di iniziativa pubblica, come nuovi impegni, sono state ammesse 150 domande per 8 milioni di euro di contributi. Il contributo pubblico impegnato per la manutenzione delle conferme del 2004 ammonta a 276.802 euro che va incidere per meno del 2% sul totale 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 35 SETTIMOEURORAPPORTO 35 della spesa per le azioni di iniziativa pubblica e al netto dell’Azione 5. Per ciò che riguarda gli interventi di iniziativa privata, nel 2004 si è proceduto al completamento delle istruttorie, con l’ammissione complessivamente di 183 domande, delle quali 145 per l’Azione 3b e 38 per l’Azione 4, che hanno conseguentemente determinato un impegno di risorse pubbliche pari a 1.794.144 euro. In questo modo gli interventi di iniziativa privata nel 2004 hanno rappresentato il 18,28 % del totale della spesa pubblica sulla Misura 2I. Di questo valore, rapportato a cento, l’Azione 3b ne assorbe poco meno del 90%. L’Azione 5 (Associazionismo forestale) ha raccolto nel suo primo anno di Tabella 6 Misura 2.i – Riepilogo attuazione 2004 Azioni Domande Progetti Superficie Area di n. n. dell’intervento influenza degli (Ha) interventi (Ha) Azione 1 – Imboschimento dei terreni non agricoli Azione 2 – Interventi di miglioramento eco-morfologico del territorio Azione 3a – Interventi selvicolturali sostenibili (iniziativa pubblica) Azione 5 – Associazionismo forestale Totale parziale Azione 3b – Interventi selvicolturali sostenibili (iniziativa privata) Azione 4 – Meccanizzazione forestale Totale parziale TOTALE GENERALE 23 24 98 100 11 18 150 12 18 154 145 38 183 333 154 28,2 72,64 Spesa ammessa Contributo concedibile 909.624,58 727.699,66 931,63 7.630.240,33 6.104.192,26 155,86 805.067,56 644.054,05 678.419,46 542.735,57 10.023.351,96 8.018.681,54 244,85 2.000.575,10 1.600.460,15 645.614,65 193.684,41 2.646.189,75 1.794.144,56 1.004,27 12.669.541,68 9.812.826,10 428,91 Tabella 5 Misura 2.h – Domande ed interventi ammessi fino al 31.12.2004 Azione Domande Interventi n. Contributo ammesso per impianto Contributo per manutenzione/ anno Indennità perdita di reddito/anno Totale spesa pubblica Superficie ammessa Azione 1 – Boschi permanenti 51 Azione 2.1 – Arboricoltura specializzata da legno 97 Azione 2.2 – Pioppicoltura 20 Azione 3 – Protezione dal dissesto e dall’erosione 1 Azione 4 – Alberature, boschetti e fasce arborate di collegamento 13 TOTALE 182 Domande di conferma TOTALE 51 97 25 3 15 191 91 1.029.010,66 898.894,60 469.482,39 109.236,22 184.943,62 2.691.567,49 101.033,10 119.608,11 0,00 14.043,80 14.770,60 249.455,61 130.423,48 379.879,09 139.798,52 111.658,85 0 18.318,00 16.788,00 286.563,37 157.229,87 443.793,24 1.269.842,28 1.130.161,56 469.482,39 141.598,02 216.502,22 3.227.586,47 219,94 247,37 198,06 30,53 32,98 695,90 2.691.567,49 3.515.239,82 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 36 OTTAVOEURORAPPORTO 36 31/12/2005. Le domande pervenute sono state 41. attuazione 18 domande che hanno determinato un impegno della spesa pubblica di 542.735 euro, che corrisponde a poco più del 6,8% dell’intera somma impegnata per tutta la Misura 2i fino al 31/12/2004. La situazione complessiva al 31-122004 è riassunta dalla tabella seguente. La distribuzione percentuale dei progetti tra le diverse Azioni di Iniziativa Pubblica evidenzia la manifesta predominanza dell’Azione 2 con il 47% relativamente ai progetti e al 52% rispetto alla spesa pubblica. Conseguentemente l’Azione 1 e Azione 3a incidono rispettivamente per il 18% e il 29%. L’Azione 1 ha interessato quasi Ha 100 di superficie, mentre molto maggiore è l’entità della superficie impegnata dall’Azione 3a che raggiunge Ha 1.795, dei quali quasi Ha 500 riguardano interventi di Conversione ad alto fusto ed Ha 667 Diradamenti e Miglioramenti boschivi. L’Azione 2 comprende realizzazioni tipologicamente abbastanza diversificate, che vanno dagli interventi di ingegneria naturalistica, al recupero di aree danneggiate da eventi naturali, alla realizzazione di infrastrutture. Risulta interessante in tale contesto considerare l’area di influenza che tali interventi hanno indotto, che in questo caso raggiunge poco meno di Ha 1.400 Misura 2.t - Tutela dell’ambiente in relazione all’agricoltura, alla selvicoltura… La Misura si inquadra nelle iniziative di carattere pubblico ed ha per obbiettivo generale quello di migliorare il livello di conoscenza del sistema forestale per conseguire una gestione operativamente sostenibile delle foreste ed una maggiore razionalizzazione delle risorse. Nel corso dell’anno sono state ammesse 30 domande per un totale di n° 39 progetti, che hanno implicato un impegno finanziario di 1.235.795 euro e che ha esaurito le risorse iniziali disponibili. Le Misure dell’Asse 3 Le graduatorie in essere sono in esaurimento e nel corso del 2004 è proseguita la presentazione delle sole domande per la Misura 3 p, come previsto dalla delibera del 2° Bando di adesione, che stabilisce come termine ultimo per la presentazione la data del Le domande ammesse a finanziamento nel corso dell’anno sono state 121, per un impegno pubblico complessivo di 7.806.048 euro. Ciò si è reso possibile grazie alla rimodulazione delle risorse messe a disposizione tra le varie misure attuate nello stesso periodo, che ha permesso di compensare gli impegni per ulteriori domande precedentemente escluse. La disponibilità iniziale, prevista per il secondo bando, è stata impegnata per circa il 97%. Tabella 7 Misura 2.i – Riepilogo attuazione intero periodo fino al 31.12.2004 Azioni Azione 1 – Imboschimento dei terreni non agricoli Azione 2 – Interventi di miglioramento eco-morfologico del territorio Azione 3a – Interventi selvicolturali sostenibili (iniziativa pubblica) Azione 5 – Associazionismo forestale Totale parziale Azione 3b – Interventi selvicolturali sostenibili (iniziativa privata) Azione 4 – Meccanizzazione forestale Totale parziale TOTALE GENERALE Domande Progetti Superficie Area di n. n. dell’intervento influenza degli (Ha) interventi (Ha) 73 86 117 173 64 18 272 104 18 381 146 51 197 469 381 96,95 Spesa ammessa Contributo concedibile 213,12 3.547.933,07 2.838,346,46 1.389,04 9.928.000,22 7.942.400,18 1.795,46 5.529.906,83 4.423.925,46 678.419,46 542.735,57 19.684.259,58 15.747.407,67 245 2.039.485,10 1.631.588,15 1.117.392,39 335.217,75 3.156.877,49 1.966.805,90 1.602,16 22.841.137,07 17.714.213,57 2.137,41 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 37 OTTAVOEURORAPPORTO In sintesi la modulazione finanziaria dell’asse tra le sue misure, a partire dall’attivazione del PRSR 2000-2006 fino ad oggi, ha subito significativi aggiustamenti che hanno consentito il riequilibrio degli impegni finanziari promossi in rapporto ai fabbisogni espressi sulla base delle domande di adesione alle Misure stesse. Questa evoluzione si può evincere dai dati della tabella sottostante, dove appare che in particolare le Misure 3.p, 3.r e 3.o sono state avvantaggiate dal recupero di risorse provenienti dalle misure 3.m e 3.q, che evidentemente hanno riscosso minore interesse presso i potenziali beneficiari. Inoltre l’incremento della disponibilità sull’asse 3, dell’ordine di 6,58 Mero, è da collegare al trasferimento di ulteriori risorse provenienti dalla Misura 1.a, derivante dallo spostamento degli interventi per l’agriturismo (Azione 3 della Misura 3p) Nella tabella sottostante si riporta la dis- 37 Tabella 9 Asse 3 – Domande ed importi ammessi per Misura nell’anno 2004 Misura Domande ammesse nel 2004 Spese ammissibili Contributo pubblico FEOGA 1 9 86 0 25 121 455.835,00 1.720.289,00 14.830.871,00 0,00 3.265.752,00 20.272.747,00 180.843,00 724.484,00 4.833.447,00 0,00 2.067.274,00 7.806.048,00 81.379,35 326.017,80 2.175.051,15 0,00 930.273,30 3.512.721,60 Misura 3.m Misura 3.o Misura 3.p Misura 3.q Misura 3.r TOTALE tribuzione fra le diverse Misure delle domande annesse nel corso del 2004, con le Misure 3.p (71%) e 3.r (21%) che raccolgono sempre le maggiori preferenze nelle adesioni. La distribuzione delle risorse pubbliche tra le Misure dal 2000 al 2004 evidenzia come le Misure 3.r e 3.p, insieme, raccolgono sempre oltre il 68% del totale mentre la Misura 3.o e 3.q presentano un 9% e un 18%. Misura 3.q 8% 3.m – Commercializzazione prodotti agricoli di qualità 3.o – Rinnovamento, miglioramento villaggi, protezione a tutela patrimonio rurale 3.p – Diversificazione attività settore agricolo ed affini 3.q – Gestione risorse idriche 3.r – Sviluppo, miglioramento infrastrutture rurali connesse sviluppo agricoltura TOTALE Spesa pubblica (Milioni di euro) Dotazione iniziale Dotazione finale 15,8 12,66 13,62 11,91 24,94 78,93 4,82 14,87 27,95 6,63 31,24 85,51 Misura 3.m Misura 3.o 6% 18% Misura 3.p 31% Figura 4 Asse 3 – Ripartizione percentuale del contributo pubblico fra le Misure dell’Asse 3 periodo 2000-2004 Tabella 8 Asse 3 – Variazione della dotazione finanziaria tra le misure dell’Asse 3 nel periodo di attuazione 2000-2004 Misura Misura 3.r 37% Differenza –10,98 2,21 14,33 –5,28 6,3 6,58 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 OTTAVOEURORAPPORTO 38 2.3. L’OBIETTIVO 2 Il Documento Unico di Programmazione (DocUP) 2000-2006 relativo all’Obiettivo 2 della Regione EmiliaRomagna è stato approvato dalla Commissione Europea7 con un costo complessivo di 240 milioni di euro per l’intero periodo 2000-2006 e si articola in tre assi di intervento: sostegno alle imprese, programmazione negoziata per lo sviluppo locale, assistenza tecnica. A conferma del buon andamento generale del programma, nel 2003 si registra l’assegnazione alla Regione EmiliaRomagna della riserva di premialità, rappresentata dal 4% delle risorse comunitarie, riserva messa a disposizione dall’Unione Europea per premiare le realtà più efficaci ed efficienti sulla base del positivo raggiungimento dei sei criteri stabiliti dalla UE al fine di valutare la qualità della gestione dei programmi: • Criterio di efficacia: realizzazione fisica • Criterio di gestione: – qualità del sistema di sorveglianza 7 Decisione C (2001) 2797 del 14.11.2001. Pagina 38 – qualità del sistema di controllo – qualità dei criteri di selezione – qualità del sistema di valutazione • Criterio finanziario: assorbimento dei fondi. Si riporta di seguito il piano finanziario del DocUP della Regione EmiliaRomagna approvato dalla UE a conclusione del processo di riprogrammazione e che prevede, con l’assegnazione delle risorse di performance pari a 5.333.357 euro di quota comunitaria, un costo complessivo di oltre 263 milioni di euro. Le aree interessate L’area della regione Emilia-Romagna inclusa nella programmazione dell’Obiettivo 2 per il periodo 20002006 interessa 130 comuni, pari al 38% del totale dei comuni ed una popolazione di 387.651 persone (corrispondente al 9,8% della popolazione complessiva regionale), corrisponde alle zone più decentrate rispetto alla via Emilia, ovvero l’asse lungo il quale si è sviluppato il robusto sistema produttivo a cui viene generalmente associata l’immagine della regione. In sintesi le aree Obiettivo 2 ed a sostegno transitorio della regione EmiliaRomagna per il periodo di programmazione 2000-2006 si articolano in quattro sub-aree: 1. la sub area orientale 2. la sub area appenninica 3. l’area appenninica a sostegno transitorio 4. l’area della pianura centrale a sostegno transitorio. 2.3.1. Lo stato di attuazione del DocUP Emilia-Romagna Obiettivo 2 (2000-2006) Il 2003, a conferma del generale buon andamento del DocUP, aveva visto l’assegnazione alla Regione EmiliaRomagna della riserva di premialità, rappresentata dal 4% delle risorse comunitarie, messa a disposizione dall’Unione europea per premiare le realtà più efficienti ed efficaci sulla base del positivo raggiungimento dei criteri stabiliti dall’Unione Europea, al fine di valutare la qualità della gestione dei programmi. Il 2004 ha ulteriormente confermato il positivo andamento generale del programma, sia dal punto di vista dell’esecuzione finanziaria che di rispondenza ai risultati attesi. Non sono state effettuate modifiche alla strategia ma, nella revisione del DocUP Obiettivo 2 Regione Emilia-Romagna – periodo di programmazione 2000-2006 Piano finanziario indicativo Asse Contributo UE Cofinanziamento pubblico Risorse private Totale Asse 1 Asse 2 50.977.072 73.194.871 50.977.072 73.967.962 — 6.965.31 101.954.144 154.127.864 3.861.429 128.033.372 121.765.855 6.267.517 3.861.429 128.806.463 122.501.626 6.303.837 — 6.965.031 6.633.663 332.368 7.722.858 263.804.866 250.901.144 12.903.722 Sostegno competitività imprese Programmazione negoziata per lo sviluppo locale Assistenza tecnica: Totale generale obiettivo 2 sostegno transitorio 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 39 OTTAVOEURORAPPORTO Documento Unico di Programmazione, approvato con Decisione della Commissione n. 3962 dell’8 Ottobre 2004, si è provveduto a delle modifiche del Piano finanziario, che possono essere ricondotte essenzialmente ai seguenti punti: • Inserimento delle risorse derivanti dalla riserva di premialità e attribuite, per l’area Obiettivo 2, all’asse 1 e all’asse 2 in base all’esistente peso proporzionale tra i due assi; per quanto riguarda l’area a Sostegno Transitorio, in considerazione della loro esiguità, dette risorse sono state interamente assegnate all’asse 2, nello specifico alla misura 2.3 • In considerazione del positivo impatto sul territorio ad opera della programmazione negoziata, si è provveduto ad un trasferimento di risorse pari a 7.309.308,00 all’asse 2 dall’asse 1, nello specifico dalla misura 1.6, finalizzata al sostegno delle attività di ricerca e di innovazione. Le motivazioni di tale scelta sono da ricercarsi nella ridotta risposta da parte del territorio interessato alle azioni della misura, facendo di fatto emergere un surplus di risorse non assorbito. L’Autorità di Gestione ha pertanto ritenuto opportuno trasferire parte delle risorse inizialmente allocate sulla misura 1.6 all’asse 2, interamente all’area Obiettivo 2, prevedendo delle azioni tali da mantenere comunque la finalità specifica di ricerca e di innovazione, nell’ottica di finanziare progetti che favoriscano i processi di trasferimento tecnologico, in un più generale contesto di collaborazione tra Università e mondo delle imprese. Di seguito vengono sintetizzati i momenti più significativi nell’avanzamento delle singole misure. Asse 1 Misura 1.1 “Sviluppo delle attività produttive” sistema produttivo attraverso la concessione di incentivi agli investimenti delle imprese industriali e artigiane; la sua attuazione, attraverso l’utilizzo della Legge 488/92 (bandi 11°, 14°, 17°), è regolata dalla Convenzione tra la Regione Emilia-Romagna e MAPDGCII del 24/03/2003. La spesa sostenuta al 31 Dicembre 2004 è pari a complessivi 124.037.684,83 euro per un totale di contributi pari a 15.069.441,18 euro così distinti: La Misura è gestita dal Ministero delle Attività Produttive e mira al consolidamento, sviluppo e qualificazione del 39 Misura 1.2 “Innovazione e qualificazione imprenditoriale della piccola impresa” Il bando della misura 1.2 è un bando sempre aperto, con scadenza annuale prevista per la fine di febbraio di ogni anno. La sua gestione è delegata alle province che, come in tutte le misure delegate, si occupano dell’istruttoria, della compilazione e approvazione delle graduatorie, nonché della concessione e liquidazione dei contributi. Al 31.12.2004 risultavano finanziate 345 imprese cui sono stati concessi più di 14 milioni di euro di contributi a fronte di un totale di investimenti pari a circa 43 milioni di euro. Misura 1.1 (Bandi 11°-14°-17°) – Stato di avanzamento finanziario Bandi Area 11° 11° Obiettivo 2 Sostegno Transitorio Totale Obiettivo 2 Sostegno Transitorio Totale Obiettivo 2 Sostegno Transitorio Totale Obiettivo 2 Sostegno Transitorio Totale 14° 14° 17° 17° Totale N. progetti 18 6 24 34 2 36 8 4 12 60 12 72 Investimenti progetti finanziati Contributi 42.624.737,25 7.843.947,38 50.468.684,63 44.380.000,00 1.710.000,00 46.090.000,00 23.946.000,00 3.533.000,00 27.479.000,00 110.950.737,25 13.086.947,38 124.037.684,63 4.363.831,00 639.684,18 5.003.515,18 5.508.782,00 161.773,00 5.670.555,00 4.053.460,00 341.911,00 4.395.371,00 13.926.073,00 1.143.368,18 15.069.441,18 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 40 OTTAVOEURORAPPORTO 40 Azione B “Valorizzazione delle attività commerciali in zone sfavorite” Gli obiettivi specifici di riferimento sono: attrarre nuovi investimenti e consolidare il sistema produttivo locale; promuovere l’innovazione tecnologica; consolidare e riqualificare le attività esistenti in una più generale tipologia di intervento di aiuti alle piccole e medie imprese. Di seguito i dettagli dello stato di avanzamento della misura al 31 Dicembre 2004: tivamente alle tipologie di intervento afferenti il turismo e gli aiuti alle piccole e medie imprese; la sua attuazione è interamente delegata alle province che hanno così avuto la facoltà di definire l’ammontare di risorse tra le due azioni. contributi pari a circa 8 milioni di euro a fronte di un totale di investimenti pari a circa 27 milioni di euro. Azione A “Qualificazione e sostegno delle imprese del turismo” Misura 1.3 azione A - Stato di avanzamento finanziario L’azione A ha come obiettivo la qualificazione ed il sostegno alle piccole e Misura 1.2 – Stato di avanzamento finanziario Provincia Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale mis. 1.2 Domande finanziate 36 33 31 43 33 64 45 42 18 345 Investimenti domande finanziate Contributi concessi 2.490.444,69 4.647.516,75 6.984.859,77 5.207.100,42 3.965.966,02 9.954.760,01 4.032.739,42 4.506.183,52 1.604.520,67 43.394.091,27 990.577,66 1.657.399,47 1.668.439,48 1.792.203,00 1.255.853,01 3.709.256,56 1.433.137,98 1.454.642,41 633.512,55 14.595.022,12 Misura 1.3 “Riqualificazione e sviluppo delle imprese turistiche e commerciali” La misura è divisa in azione A e azione B, riconducibili a grandi linee rispet- medie imprese che realizzano investimenti nel settore del turismo. Nel corso del 2004 è stato emanato un secondo bando che ha permesso di finanziare 189 progetti, cui sono stati erogati L’azione B ha come obiettivo il sostegno delle piccole e medie imprese commerciali e dei pubblici esercizi. Anche in questo caso la gestione è delegata alle province. Il bando della misura 1.3B è un bando sempre aperto, con Al 31 Dicembre 2004 la situazione su questa azione è dunque la seguente: Provincia Domande finanziate Investimenti domande finanziate Contributi concessi 1.779.413,98 2.616.376,03 2.541.503,90 4.481.159,99 1.834.769,99 5.394.994,69 3.640.588,94 4.430.480,30 756.539,85 27.475.827,67 598.733,79 787.919,27 875.569,17 1.224.115,77 632.066,87 1.887.310,81 1.093.357,59 981.991,33 302.615,94 8.383.680,54 Piacenza 8 Parma 16 Reggio Emilia 19 Modena 16 Bologna 9 Ferrara 35 Ravenna 20 Forlì-Cesena 16 Rimini 50 Totale 1.3 azione A 189 100 % 50 % 0% PC Azione A 64% Azione B 36% PR RE MO BO FE RA FC RN TOTALE 62% 38% 80% 20% 76% 24% 47% 53% 60% 40% 75% 25% 61% 39% 50% 50% 65% 35% Mis. 1.3 – Ripartizione delle risorse tra azione A e azione B 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 41 OTTAVOEURORAPPORTO scadenza annuale prevista per la fine di febbraio per ciascun anno successivo al 2002 fino al 2006. Di seguito la situazione completa e dettagliata dell’azione al 31 Dicembre 2004: apparente sofferenza nella misura; a questa situazione concorrono i tempi di chiusura dei progetti, sicuramente più Domande finanziate Piacenza 33 Parma 58 Reggio Emilia 40 Modena 42 Bologna 31 Ferrara 120 Ravenna 13 Forlì-Cesena 22 Rimini 4 Totale 1.3 azione B 363 Investimenti domande finanziate 1.161.040,02 1.835.106,13 1.396.115,02 1.577.634,33 2.105.206,65 5.036.519,30 1.316.691,03 1.887.447,74 744.641,56 17.060.401,78 Nella ripartizione delle risorse per provincia si osserva che, in fase di programmazione, fatta eccezione per Bologna e Rimini che divise equamente le risorse disponibili sulla misura nelle due azioni, tutte le province mirarono ad incentivare maggiormente le imprese turistiche; tuttavia, considerando la percentuale di realizzazione delle due azioni rispetto alla totalità della misura emerge che, ad esclusione delle province di Rimini e Ravenna, ad una maggiore dotazione sull’azione A non corrisponde un pari o adeguato grado di realizzazione, denotando così una 100 % 50 % Misura 1.3 azione B - Stato di avanzamento finanziario Provincia 41 Contributi concessi 464.133,90 558.245,18 427.553,83 454.501,50 659.161,13 1.416.021,60 356.651,69 492.824,07 155.936,13 4.985.029,03 lunghi rispetto a quelli di altre misure: se si estende l’analisi dai progetti conclusi a quelli presentati sulla misura dunque, il livello di avanzamento può considerarsi buono. Misura 1.4 “Sviluppo dell’autoimprenditorialità e microimpresa” Obiettivo della misura è sostenere lo sviluppo di attività economiche che facilitino la creazione di opportunità di reddito e di occupazione; si articola in tre azioni: 0% PC Azione A 20% Azione B 80% PR RE MO BO FE RA FC RN TOTALE 22% 78% 32% 68% 28% 72% 22% 78% 23% 77% 61% 39% 42% 58% 93% 7% 34% 66% Mis. 1.3 – Percentuale di realizzazione azione A e azione B Azione A “Sostegno di progetti professionali” L’azione A ha come obiettivo il sostegno di progetti professionali di attività specialistiche legate all’economia della conoscenza, alla società dell’informazione e allo sviluppo sostenibile. È una misura non delegata: competono alla Regione Emilia-Romagna dunque l’istruttoria, la compilazione e l’approvazione delle graduatorie, la concessione e la liquidazione dei contributi. meno di 3 milioni e 500 mila euro. All’inizio della pagina seguente il dettaglio della misura per ogni provincia. Azione B “ Sostegno di nuove microimprese” Nel corso del 2004 non si sono avuti bandi su questa azione; si sono verificate delle rinunce che hanno portato ad una riduzione delle imprese finanziate e del relativo investimento attivato. L’azione B ha come obiettivo il sostegno all’avvio e al primo investimento di nuove microimprese operanti nel settore manifatturiero. Il bando della misura, delegata alle province, è sempre aperto, con scadenza annuale prevista per la fine di febbraio di ogni anno successivo al 2002 fino al 2005 per i destinatari le cui imprese si trovano in aree a Sostegno Transitorio, fino al 2006 per quelle situate in aree Obiettivo 2. Al 31 Dicembre 2004 il totale dei contributi concessi ammontava a circa 1 milione e 700 mila euro a sostegno di un volume di investimenti pari a poco Al 31 Dicembre 2004 risultavano finanziate complessivamente 174 domande per un totale di contributi pari a poco meno di 5 milioni e 500 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 42 OTTAVOEURORAPPORTO 42 Misura 1.4 azione A - Stato di avanzamento finanziario Provincia Domande finanziate Investimenti domande finanziate Contributi concessi 188.394,05 539.748,51 524.395,74 603.157,86 288.235,81 881.197,36 181.831,16 246.491,01 3.453.451,50 96.322,57 311.372,46 226.265,57 296.524,00 163.643,20 435.950,39 97.712,49 147.894,59 1.748.815,39 Piacenza 10 Parma 38 Reggio Emilia 38 Modena 45 Bologna 22 Ferrara 62 Ravenna 12 Forlì-Cesena 17 Totale 1.4 azione A 240 mila euro, a sostegno di un volume di investimenti pari a più di 12 milioni e 500 mila euro. Di seguito il dettaglio della misura per ogni provincia: Azione C “Sostegno alle imprese sociali” L’azione C ha come obiettivo la promo- Misura 1.4 azione B - Stato di avanzamento finanziario Provincia Domande finanziate Piacenza 21 Parma 19 Reggio Emilia 27 Modena 25 Bologna 16 Ferrara 33 Ravenna 13 Forlì-Cesena 14 Rimini 6 Totale 1.3 azione B 363 Investimenti domande finanziate Contributi concessi 1.286.729,21 1.177.678,82 1.447.489,46 1.401.838,38 1.029.471,50 3.352.639,97 1.289.908,66 1.172.358,63 412.212,86 17.060.401,78 555.272,37 541.897,00 559.471,12 668.635,50 481.585,00 1.393.024,00 542.960,00 542.500,50 203.890,98 4.985.029,03 zione e lo sviluppo di imprese sociali, sia produttive che di servizi; al pari dell’azione A è una misura a gestione Dall’analisi dettagliata per provincia al 31 Dicembre 2004 emerge quanto segue: Misura 1.4 azione C - Stato di avanzamento finanziario Provincia Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale Domande finanziate — 5 3 — 7 11 12 1 1 40 Investimenti domande finanziate Contributi concessi — 324.004,77 135.218,36 — 277.843,38 658.094,96 940.629,94 88.132,29 259.289,00 2.683.212,70 — 137.013,12 54.087,34 — 122.120,26 319.578,49 434.550,22 35.252,92 100.000,00 1.202.602,35 regionale. Anche in questo caso inoltre, nel corso del 2004 non ci sono stati bandi e sono proseguite le azioni di erogazione dei contributi e di controllo sui progetti conclusi. Le domande finanziate hanno subito una diminuzione a seguito di rinunce da parte dei beneficiari, con la conseguente riduzione degli investimenti attivati. Al 31 Dicembre 2004 risultavano finanziate 40 domande, per un totale di contributi pari a più di un milione di euro a fronte di un investimento pari a più di 2 milioni e 500 mila euro. Misura 1.5 “Sostegno allo start up di imprese innovative” La Misura ha l’obiettivo di favorire la capitalizzazione delle piccole e medie imprese, tramite la costituzione di un fondo di capitale di rischio a compartecipazione privata, finalizzato a sostenere l’avvio e lo sviluppo di progetti di imprese derivanti da spin off accademici e di ricerca o comunque riferibili ad attività di carattere innovativo o ad alta tecnologia, attraverso l’acquisizione di quote di capitale sociale di piccole e medie imprese. 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 43 OTTAVOEURORAPPORTO Tra i soggetti eleggibili figuravano: banche ed enti creditizi con sede legale in Italia o in uno degli Stati membri dell’UE; società finanziarie che svolgono attività di assunzione di partecipazioni o strutture equivalenti con sede legale in Italia o in uno degli Stati membri della UE; le società di gestione di fondi comuni di investimento mobiliari di tipo chiuso aventi sede legale in Italia o in uno degli stati membri della UE; ogni altra società di capitali di diritto italiano o di diritto di altri paesi UE avente quale oggetto sociale la gestione di fondi di Venture Capital o qualsiasi altro soggetto giuridico avente quale obiettivo l’acquisizione di partecipazione azionarie di società di piccole-medie dimensioni non quotate e costituente entità distinta sia dagli investitori che dalle imprese nelle quali siano effettuati gli investimenti. Il bando volto ad individuare il soggetto gestore è stato emanato nell’Agosto 2003 con data limite di presentazione delle domande fissata al 6 Ottobre dello stesso anno; l’aggiudicazione dell’appalto doveva avvenire in base al criterio dell’offerta economica più vantaggiosa; tra i sette progetti risultati ammissibili, è stata selezionata l’Associazione Temporanea d’Impresa Zernike Group Holding BV e Meta Group Srl come gestore del fondo di capitale di rischio a compartecipazione privata denominato “INGENIUM”. La dotazione iniziale del fondo è di 7.080.422,00 di risorse pubbliche e 1.700.000,00 di risorse private. Al 31 Dicembre 2004 non risulta effettuato alcun pagamento in quanto la misura ha subito ritardi e rallentamenti a causa della novità e complessità della materia. Si auspica che nel corso del 2005 si procederà al trasferimento di risorse finanziarie come previsto dal Complemento di programmazione. Misura 1.6 “Sviluppo di progetti di innovazione e ricerca” Al pari della misure 1.4a e 1.4c, la misura 1.6 è a gestione regionale; gli obiettivi di riferimento sono: rafforzare i rapporti tra la ricerca e le imprese; consolidare e riqualificare le attività esistenti; promuovere l’innovazione tecnologica; promuovere l’imprenditorialità nei nuovi servizi. Anche in questo caso, nel corso del 2004 non sono stati emanati altri bandi; inoltre, come è stato già messo in evidenza, la misura è stata oggetto della forte riprogrammazione finanziaria e può considerarsi di fatto chiusa. Essendosi verificata una revoca nel corso del 2004, al 31 Dicembre dello stesso anno i progetti finanziati risultavano essere cinque, con un ammontare di contributi concessi pari a 808.365,22 euro a sostegno di un volume di investimenti pari a 1.676.230,72 euro. Di seguito il dettaglio della misura per ogni provincia: 43 fronte di un volume di investimenti pari a più di 232 milioni di euro infat- Misura 1.6 - Stato di avanzamento finanziario Domande finanziate Piacenza Reggio Emilia Ferrara Ravenna Totale mis. 1.6 1 2 1 1 5 Investimenti domande finanziate Contributi concessi 156.000,00 769.309,27 502.451,02 248.470,43 1.676.230,72 78.000,00 354.905,00 251.225,00 124.235,22 808.365,22 1356 1400 1200 1000 800 600 400 200 326 109 169 156 171 118 116 112 79 RA FC RN 0 PC PR RE MO BO FE TOTALE Asse 1 – Numero di domande finanziate per provincia Considerato nella sua totalità, nell’Asse 1 sono state finanziate 1428 domande con una percentuale di contribuzione DocUp pari al 23%: a ti, sono stati concessi più di 52 milioni di euro contributi. 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 44 OTTAVOEURORAPPORTO 44 FC 11% RN 3% PC 7% basati su elementi territoriali e demografici, attraverso i quali sono stati definiti dei plafond teorici provinciali. PR 10% RE 13% RA 11% FE 24% BO 9% MO 12% Asse 1 – Percentuale spese sostenute per provincia Numero domande finanziate 1.428 Cofinanziamento DocUP 52.282.192,30 Spese effettivamente sostenute e certificate 232.351.227,76 Totale Asse 1 Asse 2 L’asse 2 “Programmazione negoziata per lo sviluppo locale” costituisce l’elemento di forte caratterizzazione del programma, sia come allocazione di risorse (oltre il 50%) che come modalità di attuazione: in un primo momento pari al 34%; a fronte di un totale di spesa pari a quasi 7 milioni di euro sono stati concessi circa 4,2 milioni di euro di contributi. le province hanno provveduto alla definizione dei Programmi di Sviluppo Locale (PSL) sulla cui base è stata avviata la fase di concertazione con gli attori locali finalizzata ad individuare le proposte progettuali da candidare nelle Conferenze di Programma provinciali; successivamente, si è proceduto alla valutazione dei progetti, redatti adottando un format predisposto dall’Autorità di gestione, sottoponendoli ad una verifica di ammissibilità, di fattibilità e di coerenza rispetto alle strategie del PSL. Allo stesso tempo, al fine di consentire alle province di avere una dimensione finanziaria delle risorse potenzialmente disponibili, sono stati definiti criteri di distribuzione preventiva delle risorse, Misura 2.2 “Valorizzazione della risorsa montagna” Per quanto riguarda il primo triennio di programmazione, 2001/2003, si ricorda che sono stati approvati 470 progetti prioritari, di cui 99 nell’area della pianura orientale, 343 nell’appennino e 28 nell’area a sostegno transitorio e che gli investimenti attivati ammontano ad oltre 111 milioni di euro, di cui quasi 100 nell’area Obiettivo 2. Dei 352 progetti approvati per detta misura nelle conferenze di programma, al 31 dicembre 2004 ne risultavano conclusi 171, con una percentuale di realizzazione pari al 49%, i contributi concessi ammontano a quasi 12 milioni di euro a fronte di un totale di spesa pari a più di 20 milioni di euro. Di seguito si vede per ciascuna misura lo stato di realizzazione e conclusione dei progetti nel corso del 2004: Misura 2.3 “Qualificazione avanzata del sistema produttivo dell’area a sostegno della pianura” Misura 2.1 “Rafforzamento competitivo dell’area orientale” Dei 19 progetti approvati nelle Conferenze di programma, al 31 dicembre 2004 ne risultavano conclusi 5, con un totale di contributi concessi pari a 640.969,68 euro a fronte di una spesa pari a 1.458.780,92 euro. Dei 99 progetti approvati in sede di conferenza di programma, al 31 dicembre 2004 ne risultavano conclusi 34, con una percentuale di realizzazione Misura 2.1 Provincia Numero progetti approvati dalla Conferenza Progetti saldati Ferrara Ravenna Totale 79 20 99 25 9 34 Spese sostenute Cofinanziamento DocUP 4.884.633,76 2.087.138,92 6.971.772,68 3.027.819,22 1.175.829,46 4.203.648,68 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 45 OTTAVOEURORAPPORTO Misura 2.2 Provincia Numero progetti approvati dalla Conferenza Progetti saldati 33 45 66 73 66 13 41 15 352 11 13 60 45 21 4 9 8 171 Numero progetti approvati dalla Conferenza Progetti saldati 9 10 19 1 4 5 Piacenza Parma Reggio-Emilia Modena Bologna Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale Spese sostenute Cofinanziamento DocUP 1.363.867,77 2.076.532,70 6.368.780,46 4.597.149,13 2.006.805,34 1.597.922,86 1.254.577,63 1.221.848,34 20.487.484,23 955.866,45 1.431.045,74 3.573.309,46 2.529.083,13 1.034.152,72 826.021,82 904.204,24 597.528,33 11.851.211,89 Spese sostenute Cofinanziamento DocUP 956.508,09 502.272,83 1.458.780,92 382.603,24 258.366,44 640.969,68 Misura 2.3 Provincia Reggio Emilia Modena Totale 300 200 100 0 PC PR RE MO BO FE RA N. prog. conclusi 11 13 61 49 21 25 13 9 8 N. prog. approvati dalle Conferenze 33 45 75 83 66 79 33 41 15 Asse 2 primo triennio – Progetti approvati e conclusi per provincia FC RN Cofinanziamento DocUP Numero progetti conclusi 210 16.695.830,25 Spese effettivamente sostenute e certificate 28.918.037,83 Asse 2 – primo triennio Considerando l’Asse 2 nella sua totalità, al 31 Dicembre 2004 si registra una percentuale di realizzazione pari al 45%; a fronte di una spesa totale pari a circa 29 milioni di euro sono stati concessi più di 16,5 milioni di euro di contributi. 45 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 46 OTTAVOEURORAPPORTO 46 Numero domande finanziate 236 30.000.000,00 25.000.000,00 Cofinanziamento DocUP 52.315.139,21 20.000.000,00 15.000.000,00 Investimento complessivo 93.185.738,30 10.000.000,00 Asse 2 – Secondo triennio 5.000.000,00 0 Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale PC PR RE MO BO FE RA FC RN Totale PC PR Spese effettivamente sostenute e certificate 01.363.867,77 02.076.532,70 07.325.288,55 05.099.421,96 02.006.805,34 04.884.633,76 03.685.061,78 01.254.577,63 01.221.848,34 28.918.037,83 RE MO BO FE RA FC Cofinanziamento DocUP .00955.866,45 01.431.045,74 03.955.912,70 02.787.449,57 01.034.152,72 03.072.819,22 02.001.851,28 .00904.204,24 .00597.528,33 16.695.830,25 RN Totale a sostegno di un volume di investimenti pari a 93.185.738,30 euro. Di seguito la sintesi per misura e provincia: Asse 2 primo triennio – Spese sostenute e cofinanziate DocUP per provincia Per quanto riguarda il secondo triennio di programmazione, 2004/2006, ad eccezione della provincia di Rimini sulla misura 2.2, al 31 Dicembre 2004 tutte le province avevano già provveduto a convocare la seconda Conferenza di Programma; si ricorda che la provincia di Reggio Emilia aveva già impegnato tutte le risorse assegnatele nell’ambito della prima Conferenza di programma. Considerato nel suo complesso, nel secondo triennio di programmazione sono stati finanziati 236 progetti, con un totale di cofinanziamento a valere sul DocUP pari a 52.315.139,21 euro Misura 2.1 Secondo triennio di programmazione 2004/2006: numero progetti approvati, investimento complessivo e contributo richiesto Numero progetti Ferrara Ravenna Totale 27 13 40 Investimento complessivo Cofinanziamento DocUP 26.883.726,07 9.802.500,00 36.686.226,07 15.744.514,22 4.549.809,25 20.294.323,47 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 47 OTTAVOEURORAPPORTO 47 Misura 2.2 Secondo triennio di programmazione 2004/2006: numero progetti approvati, investimento complessivo e contributo richiesto Asse 3 Numero progetti Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ravenna Forlì-Cesena Rimini Totale 13 30 32 50 27 7 33 0 192 Investimento complessivo Cofinanziamento DocUP 6.461.303,68 11.688.896,04 8.459.396,70 9.789.360,03 5.960.854,68 3.035.952,00 9.820.439,10 0 55.216.202,23 4.360.510,55 7.229.645,19 3.873.418,82 5.188.012,68 3.017.764,34 1.517.976,00 6.217.383,16 0 31.404.710,74 Misura 2.3 Secondo triennio di programmazione 2004/2006: numero progetti approvati, investimento complessivo e contributo richiesto Numero progetti Reggio Emilia Modena Totale 0 4 4 Investimento complessivo Cofinanziamento DocUP 0 1.283.310,00 1.283.310,00 0 616.105,00 616.105,00 L’Asse 3 si identifica con la misura 3.1 “Assistenza Tecnica” che ha una funzione trasversale a tutte le altre misure del DocUP: l’assistenza tecnica, infatti, ha come obiettivo quello di assicurare e facilitare la gestione e la realizzazione degli interventi: trattandosi di una misura “di assistenza”, essa tiene conto delle specificità territoriali e del coinvolgimento delle Province in qualità di soggetti attuatori. Si ricorda che il 50% della dotazione finanziaria della misura è riservato a spese della Regione Emilia-Romagna in quanto soggetto attuatore degli interventi che possono essere assimilati alle attività previste dalla misura, così come previsto dalla norma 11 del Regolamento CE n. 1685/2000 che stabilisce le spese ammissibili: ai sensi dell’articolo 2.1 della citata norma sono ammesse le spese riguardanti l’organizzazione dei comitati di sorveglianza, l’attività di selezione, valutazione e controllo dei progetti, l’organizzazione delle Conferenze di programma da parte delle province; ai sensi dell’articolo 3 sono ammesse le spese riguardanti le attività di informazione e pubblicità, monitoraggio, controlli e valutazione nonché l’acquisizione e l’installazione di sistemi informatizzati di gestione. L’attività di coordinamento e di supporto alle province in quanto soggetti attuatori si è concretizzata nella stipula di apposite convenzioni che, oltre a 80% 60% 40% Per quanto riguarda la misura 2.3 si osserva che la provincia di Reggio Emilia non ha candidato alcun progetto poiché aveva già impegnato tutte le risorse assegnatele nell’ambito della prima Conferenza di Programma. Rispetto al primo triennio, si rileva che nella seconda tornata il numero di pro- getti è diminuito a fronte di un incremento della dimensione: durante le Conferenze di Programma si è scelto dunque di dare la priorità a progetti la cui dimensione potesse assicurare un maggiore impatto sul territorio di riferimento. 20% 0% PC PR RE MO BO FE RA FC RN Articolo 2.1 54% 65% 40% 37% 76% 69% 53% 57% 44% Articolo 3 46% 35% 60% 63% 24% 31% 47% 43% 56% Asse 3 – Percentuale di realizzazione delle attività di cui agli articoli 2.1 e 3 della norma Reg. CE 1685/2000 02-Politica comunitaria 11-11-2005 48 regolare i rapporti tra le stesse e la Regione, specificano le attività da realizzarsi nonché la modalità di trasferimento delle risorse. Per il periodo di programmazione 20002006, la Regione Emilia-Romagna si è dotata di un sistema informatico denominato SIIC II, in grado di supportare e guidare le attività di tutti i soggetti che operano nell’ambito dell’Obiettivo 2. In particolare il sistema mira a coordinare le attività connesse alla gestione tecnica e finanziaria, a quelle relative al monitoraggio e al controllo. Il sistema rappresenta una base completa ed aggiornata sull’andamento del programma, a livello di operazione e di misura. Il sistema è stato concepito per assicurare la fruibilità costante di dati relativi all’attuazione ed al monitoraggio al fine di permettere un controllo costante delle attività di gestione sia da parte degli organi deputati alla gestione ed ai controlli, sia a livello di soggetto attuatore (in qualità di soggetto intermediario o beneficiario finale). Il coinvolgimento di tutti i soggetti unitamente alla rilevazione di dati per operazione garantisce un monitoraggio costante ed in tempo reale sull’attuazione dell’Obiettivo 2. A tal fine il sistema è stato predisposto per soddisfare le specifiche del sistema di monitoraggio Monitweb di cui utilizza 10:41 Pagina 48 OTTAVOEURORAPPORTO comunque i protocolli di raccordo per il trasferimento dei dati. Comunicare Obiettivo 2 Come indicato nel Piano delle azioni di comunicazione, il partenariato e la costante collaborazione con le Province sono da ritenersi un punto di forza imprescindibile per raggiungere tutte le categorie di interlocutori interessati direttamente da Obiettivo 2 e, più in generale, per informare e sensibilizzare il grande pubblico rispetto alle iniziative intraprese grazie ai finanziamenti europei. Pertanto, a livello regionale si è proseguito il raccordo con i referenti provinciali, che a loro volta garantiscono il dialogo e lo scambio di informazioni con i referenti dei Comuni interessati, con i partner economici e sociali, le associazioni, i potenziali beneficiari e le popolazioni delle aree Obiettivo 2. In questo modo si garantisce una diffusione capillare delle informazioni e soprattutto quel dialogo costante che è il presupposto per la condivisione delle politiche e della gestione delle azioni messe in campo. La strategia di comunicazione multimediale garantisce altresì il raggiungimento di target diversificati e anche l’integrazione tra i messaggi che vengono diffusi. Si è quindi intervenuti su più fronti, attraverso un costante raccordo con gli organi della stampa, la diffusione di informazioni e la fornitura di servizi dal sito regionale Obiettivo 2 www.ermesimprese.it/obiettivo2, l’assistenza ai potenziali beneficiari dei finanziamenti ottenuta presso punti informativi presenti su tutto il territorio, l’organizzazione di seminari, incontri ed eventi. Tra le varie iniziative, all’inizio del 2005, si è tenuto un convegno a Bologna per presentare i risultati ottenuti finora e, nell’occasione sono stati realizzati un volume e un video. le previsto era di 8.720 milioni di euro, di cui 3.887 a carico del Fondo sociale europeo. A seguito della riprogrammazione del 2003, nessuna modifica ha riguardato gli assi prioritari del QCS e quindi dei POR. Sei rimangono gli assi prioritari, quattordici i Programmi Operativi Regionali e un Programma Operativo Nazionale (PON) “Azioni di sistema”. Il cofinanziamento pubblico nazionale è pari all’80% per i POR e al 100% per il PON. I sei assi prioritari, al cui interno sono stati individuati uno o più obiettivi specifici, sono: Asse A - Sviluppo e promozione di politiche attive del mercato del lavoro; 2.4 L’OBIETTIVO 3 L’obiettivo 3 è volto a favorire l’adeguamento e l’ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione. Il cofinanziamento comunitario è assicurato dal Fondo Sociale Europeo. Per raggiungere queste finalità , la Commissione europea ha approvato7 il “Quadro Comunitario di Sostegno (QCS) per gli interventi strutturali comunitari previsti dall’obiettivo n. 3 in Italia” in cui sono definite strategie, priorità e relativi obiettivi specifici nonché la partecipazione dei fondi strutturali e delle altre risorse finanziarie. Per l’intero periodo il costo inizia- Asse B - Integrazione nel mercato del lavoro delle persone più esposte al rischio di esclusione sociale; Asse C - Promozione e miglioramento della formazione professionale, dell’istruzione e dell’orientamento, nell’ambito di una politica di apprendimento nell’intero arco della vita; Asse D - Promozione di una forza lavoro competente, qualificata ed adattabile, sostegno all’imprenditorialità, sviluppo del potenziale umano nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico; 7 decisione C1120 del 18 luglio 2000. 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 49 OTTAVOEURORAPPORTO 49 Asse E - Sostegno alle pari opportunità per le donne sul mercato del lavoro; Asse F - Accompagnamento del QCS e dei Programmi Operativi. a minimizzare il rischio di marginalità e precarizzazione sul mercato del lavoro. Nell’ambito dell’Obiettivo 3 sono state confermate anche le strategie specifiche definite nel POR a proposito dei campi trasversali di intervento del FSE (pari opportunità, società dell’informazione, sviluppo locale). 2.4.1. Il Programma Operativo EmiliaRomagna 2000-2006 Nel 2004 è stato portato a compimento il processo di riprogrammazione del POR Ob. 3 della Regione Emilia-Romagna avviato nel novembre 2003. La Regione Emilia-Romagna ha ritenuto – in coerenza con le scelte operate in sede di DPEF e con gli specifici orientamenti della SEO (Strategia Europea per l’Occupazione) – di dover esplicitare in misura maggiore la priorità della qualità e sicurezza del lavoro, e del sistema delle tutele e delle garanzie, finalizzata Con l’approvazione da parte della Giunta Regionale della deliberazione n. 177 del 10 febbraio 2003 sono stati ridefiniti i requisiti ai quali tutti gli organismi di formazione devono attenersi per ottenere l’accreditamento, con l’obiettivo di valorizzare e qualificare gli organismi di formazione professionale, per contribuire a dare maggiore identità e specificità al sistema. Il processo di accreditamento avviato nel corso del 2004 è un processo aperto e accompa- gnerà la formazione professionale verso la qualificazione e la specializzazione che la L.R. 12/2003 definisce, affinché il sistema abbia maggior identità e riconoscibilità. Saranno promosse azioni a sostegno di piani di sviluppo, riorganizzazione e ristrutturazione degli enti, per il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dell’offerta con riferimento agli specifici ambiti oggetto di accreditamento e per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi anche in vista del prossimo periodo di programmazione FSE 2007-2013. Alla luce di questi obiettivi qualitativi, gli organismi dovranno scegliere con maggior rigore su quali segmenti di offerta formativa – ambiti, tipologie d’utenza, settori – operare e conseguentemente specializzarsi. Obiettivo 3 – POR Emilia-Romagna – Piano finanziario 2000-2006 Asse A B C D E F Totale Costo totale Totale pubblico FSE 475.228.391 115.887.258 356.243.620 212.067.616 127.646.222 37.121.607 1.324.194.714 475.228.391 115.887.258 356.243.620 201.969.158 127.646.222 37.121.607 1.314.096.256 213.852.776 52.149.266 160.309.629 90.886.121 57.440.800 16.704.723 591.343.315 Totale 261.375.615 63.737.992 195.933.991 111.083.037 70.205.422 20.416.884 722.752.941 Cofinanziamento nazionale Stato Regione 209.100.492 50.990.396 156.747.193 88.866.430 56.164.337 16.333.507 578.202.352 Quote private 52.275.123 0 12.747.599 0 39.186.798 0 22.216.607 10.098.458 14.041.085 0 4.083.377 0 144.550.589 10.098.458 Con atti amministrativi distinti sono state nominate l’Autorità di Gestione e di Pagamento del POR in linea con quanto previsto dal regolamento 438/01. In particolare la separazione delle funzioni di gestione e controllo richiesta dall’art. 3 del Regolamento in parola è attuata mediante l’attribuzione di funzioni e responsabilità ad unità distinte. Tale attribuzione è stata operata con atti formali nell’ambito della riorganizzazione delle strutture organizzative dell’Ente e della razionalizzazione delle posizioni dirigenziali. Si riporta di seguito il piano finanziario del POR della Regione Emilia-Romagna approvato dalla UE a conclusione del processo di riprogrammazione che ha assegnato risorse comunitarie di performance pari a 34.706.428 euro e che portano complessivamente l’intervento del FSE a 591.343.315 euro per l’intero periodo di programmazione 20002006. 2.4.2 La programmazione 2004 Nel 2004 alle Amministrazioni provinciali sono stati assegnati 116.000.000 euro, mentre la Regione ha utilizzato complessivamente 60.300.000 euro, di cui 24.700.000 per il rinnovo delle sovvenzioni globali e 35.600.000 per 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 50 OTTAVOEURORAPPORTO 50 le attività del bando multimisura, finanziate nel febbraio 2005, e che non rientrano nei dati di monitoraggio al 31 dicembre 2004. Obiettivo 3 – POR Emilia-Romagna 2000-2006 – Attività approvate nel 2004 (in milioni di euro) Dati al 31.12.2004 To t a l e a t t i v i t à P r o v i n c e e R e g i o n e Asse Asse A Asse B Asse C Asse D Asse E Asse F Totale Numero attività approvate Costo totale Contributo pubblico 520 208 538 1.049 165 12 2.492 57,450 14,268 38,268 25,483 8,735 4,152 148,357 56,763 13,970 38,084 19,473 8,508 4,152 140,950 To t a l e a t t i v i t à R e g i o n e * di cui FSE Numero attività approvate Costo totale Contributo pubblico di cui FSE 25,543 6,286 17,138 8,763 3,829 1,869 63,428 24 3 26 103 3 12 171 6,003 3,974 9,598 0,995 0,540 4,152 25,262 6,003 3,927 9,598 0,632 0,540 4,152 24,853 2,702 1,767 4,319 0,284 0,243 1,869 11,184 * Si fa presente che le attività selezionate tramite il bando regionale sono state approvate nel febbraio 2005, per cui non sono rientrate nei dati comunicati col monitoraggio al 31 12 2004 Obiettivo 3 – POR Emilia-Romagna 2000-2006 – Programma 2004 – Attività approvate nel 2004 e finanziate nel 2004-2005 (in milioni di euro) – Dati al 28.02.2005 To t a l e a t t i v i t à P r o v i n c e e R e g i o n e Asse Asse A Asse B Asse C Asse D Asse E Asse F Totale To t a l e a t t i v i t à R e g i o n e Numero attività approvate Costo totale Contributo pubblico di cui FSE Numero attività approvate Costo totale Contributo pubblico di cui FSE 571 297 573 1.122 241 12 2.816 62,356 23,719 41,647 34,920 17,204 4,152 183,999 61,553 22,795 41,462 27,423 16,901 4,152 174,286 27,938 10,699 18,827 12,738 8,025 1,869 80,096 75 92 61 176 79 12 495 10,909 13,425 12,977 10,842 9,009 4,152 60,904 10,793 42,752 12,976 8,582 8,933 4,152 58,189 5,097 6,180 6,008 4,259 4,439 1,869 27,852 Di seguito si riporta la tabella con i dati della programmazione complessiva 2004 e una breve sintesi delle attività finanziate. Il nuovo piano ha confermato gli obiettivi e le priorità delle attività di formazione professionale, al fine di consolidare l’offerta formativa nella direzione dell’innovazione e dello sviluppo sociale ed economico, con particolare attenzione ai nuovi settori dell’imprenditoria e a nuove figure professionali legate alla persona e al turismo. Una parte rilevante di attività sia per impegno finanziario che per numero di progetti 90 progetti per un costo complessivo di oltre 9 milioni di euro) ha riguardato il tema della riorganizzazione e ristrutturazione degli enti accreditati, l’implementazione di modelli di diffusione della cultura tecnica del lavoro, delle nuove tecnologie, la progettazione modellizzazzione diffusione di buone prassi, compresi i percorsi formativi sperimentali in attuazione della L.R n. 12/03, la progettazione di un modello regionale di educazione degli adulti e il finanziamento dei servizi per le imprese emiliano-romagnole. Oltre 8 milioni Euro sono stati stanziati per la promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro. In par- 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 51 OTTAVOEURORAPPORTO ticolare sono stati approvati n. 76 progetti relativi ai temi legati alla conciliazione, percorsi integrati di inserimento lavorativo per donne adulte, inserite in percorsi di protezione sociale, e per le operatrici dei centri antiviolenza; sostegno all’inserimento lavorativo delle donne, comprese le lavoratrici atipiche, e ai percorsi di carriera. Per lo sviluppo della formazione continua, della flessibilità del mercato del lavoro e della competitività delle aziende, con priorità alle PMI e ai distretti industriali sono stati finanziati n. 73 attività, per un costo di circa 8 milioni di euro. In relazione alla formazione permanente sono stati approvati 35 progetti per un costo di oltre 3 milioni di euro. I temi trattati sono quelli del rafforzamento delle politiche di sicurezza (sicurezza del lavoro, alimentare e stradale). Inoltre sono stati finanziati progetti sperimentali di formazione permanente elaborati dai Centri Territoriali Permanenti (Organismi preposti all’educazione degli adulti). Nei confronti dei gruppi svantaggiati sono stati approvati 52 progetti per un costo di quasi 5 milioni di euro. Si è inteso consolidare e rafforzare le attività degli anni scorsi, in particolare quelle rivolte all’inserimento lavorativo degli immigrati, azioni a supporto dell’inserimento lavorativo di persone disabili, rafforzamento delle competenze degli operatori istituzionali all’interno delle carceri e azioni dirette a favorire l’inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di povertà estrema e a grave rischio di esclusione sociale. Nell’ambito della formazione superiore, in coerenza con gli obiettivi del P.O.R. di innalzare il livello di istruzione della popolazione giovane e adulta, è stata avviata la sperimentazione per l’erogazione di assegni formativi da utilizzare per la formazione nell’ambito dello spettacolo dal vivo di figure artistiche ad alta professionalità. Sono state approvate 18 attività formative, individuate in relazione alle priorità regionali e alle caratteristiche delle offerte stesse, per un finanziamento complessivo di oltre 3 milioni di euro. Nel corso del 2004 le Amministrazioni provinciali hanno erogato aiuti all’occupazione, previsti dagli articoli 8 e 9 della l.r. 25 novembre 1996, n. 45 “Misure di politica regionale del lavoro” a favore delle fasce deboli, dei disoccupati di lunga durata e dei lavoratori iscritti alle liste di mobilità, per complessivi 822.473,81 euro. Entrando più in dettaglio nei progetti approvati dalla Regione EmiliaRomagna, Misura A1 – Organizzazione dei nuovi servizi per l’impiego sono state finanziate azioni relative Manutenzione, aggiornamento e gestione del sito web www.atipici.net. Supporto e assistenza tecnica all’Amministrazione regionale per l’elaborazione del modello di accreditamento e di autorizzazione per i servizi per il lavoro. Sviluppo qualità dei servizi per l’impiego. Misura A2 – Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani e adulti nella logica dell’approccio preventivo – finanziamenti sono stati assegnati ad azioni finalizzate Mobilità transnazionale nei percorsi formativi dell’istruzione e della formazione professionale, anche integrati. Misura B1 – Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati – stanziamenti sono stati erogati a favore di Sostegno all’offerta che opera su bacini di utenza di livello nazionale, sovra-regionale o regionale, tramite il finanziamento di interventi integrati, di formazione, work experiences, tirocini, ecc. volti a particolari categorie svantaggiate (handicap fisici e mentali medio-gravi e gravi, tossicodipendenti in fase di recupero, ecc.). Azioni a sostegno dell’integrazione delle persone detenute attraverso la qualificazione degli interventi di istruzione e formazione all’interno degli istituti penitenziari. 51 In coerenza con il Protocollo d’intesa vigente tra Regione Emilia-Romagna e Ministero di Grazia e Giustizia Implementazione e consolidamento di un sistema integrato di servizi e di azioni a supporto dell’inserimento lavorativo di persone immigrate. Azioni a supporto dell’inserimento lavorativo di persone disabili. Interventi volti a favorire l’inclusione sociale e lavorativa di persone in situazione di povertà estrema e a grave rischio di esclusione sociale. Immigrazione stagionale Sperimentazione di servizi di facilitazione dell’incontro fra domanda e offerta nel lavoro stagionale agricolo e di contrasto al lavoro sommerso. Misura C1 – Adeguamento del sistema della Formazione professionale e del sistema dell’istruzione in questo asse di intervento sono state finanziate in particolare le seguenti attività: • Implementazione di modelli di diffusione della cultura tecnica, del lavoro, delle nuove tecnologie, dell’impresa, anche attraverso l’utilizzo di nuove strumentazioni comunicative, in un’ottica di genere. • Riorganizzazione e ristrutturazione degli Enti accreditati e per il tema sviluppo degli Enti accreditati in vista del nuovo periodo di programmazione F.S.E. 02-Politica comunitaria 11-11-2005 52 • Sostegno dei soggetti formativi (istituzioni scolastiche autonome ed organismi di formazione professionali accreditati per l’obbligo formativo), impegnati nella realizzazione dei percorsi integrati di istruzione e formazione, attraverso la realizzazione di un’azione di sistema, volta ad attuare attività e servizi nell’ambito della formazione congiunta dei formatori dei due sistemi a fronte dell’innovazione introdotta nel sistema formativo regionale dalla l.r. 12/2003. • Progettazione, modellizzazione, diffusione di buone prassi, compresi percorsi formativi sperimentali in attuazione della L.R. n. 12/2003, e consolidamento di iniziative a sostegno della qualificazione degli operatori nei settori interessati da interventi legislativi e da programmi finalizzati in particolare allo sviluppo di attività e produzioni ecocompatibili, eco-efficienti, orientati alla sostenibilità di territori, sviluppo sostenibile, imprese e di sistemi di qualità incentrati sul prodotto (politiche integrate di prodotto, compresi interventi di prevenzione ambientale-sanitaria e di aggiornamento per i tecnici del settore biologico). • Supporto all’Amministrazione regionale nella prima fase di negoziato e programmazione inerenti il FSE per il periodo 2007-2013, e per lo sviluppo di relazioni e scambi con i nuovi paesi 10:41 Pagina 52 OTTAVOEURORAPPORTO entranti nell’Unione Europea. • Progettazione di un modello regionale di educazione degli adulti. • Azioni finalizzate alla realizzazione di servizi di consulenza a favore delle imprese localizzate nel territorio regionale, tramite il finanziamento di progetti promossi dalle associazioni di categoria e realizzate da strutture accreditate o da loro società di servizio che possono prevedere anche la concessione di voucher per l’acquisizione di tali servizi da parte delle imprese o l’erogazione diretta del servizio. • Azione sperimentale tesa ad aumentare l’attrattività della scuola e la permanenza dei giovani nel percorso scolastico finalizzata alla lotta ed al contrasto del fenomeno della dispersione scolastica Misura C3 – Formazione superiore • Alimentazione ed ampliamento del catalogo dell’offerta formativa con relativi servizi di assistenza; • Aggiornamento del sito web in una logica di integrazione tra domanda ed offerta; • Attività di monitoraggio delle attività formative inserite a catalogo e fruite tramite assegni formativi; • Elaborazione di strumenti informativi e di comunicazione; • Azioni di assistenza; • Organizzazione di incontri e workshop; • Erogazione e gestione degli assegni. L’alta formazione nell’ambito dello spettacolo. A partire dal 2004 viene sperimentato l’assegno formativo nell’ambito dello spettacolo dal vivo di figure artistiche ad alta professionalità. L’assegno formativo consiste in un contributo finanziario del valore massimo di 12.000,00 Euro che potrà coprire l’80% del costo totale del corso prescelto qualora il beneficiario sia disoccupato, inoccupato o inattivo e il 70% qualora sia occupato da utilizzare per l’accesso ad uno dei corsi dell’“Elenco regionale dell’offerta formativa dello spettacolo dal vivo di figure artistiche ad alta professionalità”. Nel 2004 sono presenti nell’Elenco regionale n. 12 Organismi di formazione e n. 18 offerte formative. Sono stati approvati n. 340 assegni formativi per un importo complessivo di circa 3 milioni di Euro. Sono inoltre richieste azioni di assistenza tecnica per il monitoraggio ed il controllo delle iniziative e misure di accompagnamento, volte alla promozione, orientamento, tutoraggio ai destinatari, definizione di garanzie assicurative/fideiussorie finalizzate al successo formativo e azioni di diffusione dei risultati. Misura C4 – Formazione Permanente – di rilievo le attività dirette al raffor- zamento delle politiche di sicurezza del lavoro, alimentare, stradale. Inoltre sono stati finanziati progetti sperimentali e innovativi curati dai Centri territoriali permanenti. Misura D1 – Sviluppo della formazione continua, della flessibilità del mercato del lavoro e della competitività delle imprese, con priorità alla PMI Finanziate attività finalizzate a salvaguardare la posizione lavorativa e il tasso di attività dei lavoratori adulti all’interno dell’impresa, aggiornamento e manutenzione delle competenze dei lavoratori di età superiore a 45 anni, percorsi di affiancamento e di formazione volti al trasferimento delle competenze e del sapere dai lavoratori esperti ai neo-assunti, e sviluppo organizzativo e valorizzazione delle figure strategiche nelle PMI e attività di formazione mirata al sostegno dei lavoratori atipici attraverso anche l’erogazione di voucher formativi e di servizio. Misura E1 – promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro – Percorsi integrati di inserimento lavorativo per donne adulte, donne inserite in percorsi di protezione sociale e in accoglienza ai sensi dell’art. 18 ex D.lgs 286/98, donne che hanno subito violenza, fisica, sessuale, psicologica e/o di costrizione economica. Percorsi di formazione per le operatrici e volontarie dei centri antiviolenza. I progetti dovranno fare riferimento preciso ad uno dei target indicati. 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 53 OTTAVOEURORAPPORTO Orientamento di genere nell’età dell’obbligo formativo. L’obiettivo dell’azione è quello di realizzare modalità di orientamento e didattico/formative differenziate, Sostegno all’inserimento lavorativo delle donne, comprese le lavoratrici atipiche, e ai percorsi di carriera. Non sono ammesse attività di ricerca ma azioni, anche sperimentali, rivolte alle persone. Tali azioni potranno essere accompagnate dalla concessione di voucher per la conciliazione dei tempi di lavoro/formazione con gli impegni familiari e di cura. In questo ambito sono stati finanziati progetti relativi alla flessibilità positiva dei tempi di conciliazione che permettono – anche grazie alle nuove tecnologie – la conciliazione del doppio ruolo domestico e di lavoro professionale esercitato dalla donna. Troviamo pertanto corsi che riguardano il telelavoro, i sistemi organizzativi “women friendly” e l’erogazione di voucher individuali di servizio per favorire la partecipazione delle donne a corsi di formazione e per l’inserimento lavorativo. Presenti attività che puntano a stimolare l’imprenditorialità femminile e interventi formativi rivolti alle donne che operano nel settore della comunicazione e dell’informazione. Altre azioni rilevanti hanno riguardato percorsi integrati di inserimento lavorativo per donne adulte, donne inserite in percorsi di pro- tezione sociale e in comunità di accoglienza e donne che hanno subito violenza fisica sessuale psicologica ecc. Per l’attuazione di parte delle Misure B1 – Inserimento lavorativo e reinserimento di gruppi svantaggiati, Misura C3 – Formazione superiore, Misura D3 – Sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini di impiego e D4 – Miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e sviluppo tecnologico, la Regione Emilia-Romagna ha previsto il rinnovo delle Sovvenzioni globali: • Consorzio SPINNER (Servizi per la Promozione dell’INNovazione e della Ricerca)8 (circa 15.400.000,00 euro), che persegue obiettivi strategici di Sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini d’impiego e di miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e sviluppo tecnologico, attraverso: l’Azione 1 “Economia della conoscenza”, che rappresenta il “cuore” dell’intervento: con tale azione si intende “creare e sostenere un concreto collegamento tra mondo della conoscenza e sviluppo territoriale in modo da trasformare le competenze tecnico-scientifiche in elemento trainante di imprenditorialità”; l’Azione 2 “Ricambio generazionale”: con la quale si intende “avviare un’iniziativa pilota a supporto del ricambio generazionale per abbassare/eliminare i rischi della mortalità imprenditoriale derivante da un’errata gestione del passaggio generazionale nelle PMI”; l’Azione 3 “Emersione e regolarizzazione delle forze di lavoro”: mirante a “sperimentare un percorso di emersione dal lavoro nero individuando le possibili vie di istituzionalizzazione, regolamentazione e consolidamento di attività a forte caratterizzazione marginale. Il numero complessivo dei proponenti che hanno redatto una richiesta di accesso a Spinner al 31/12/04 è di 1.894, la maggioranza dei quali a valere sulla misura D.3; le domande di Idea d’Impresa (ID) e di aftercare (AC) sono infatti 1.120 e rappresentano il 59,1% del totale. Concretamente i 1.120 proponenti di creazione d’impresa sopra indicati hanno elaborato 282 progetti imprenditoriali (di cui 17 di AC). • Consorzio interuniversitario Symposium9 Organismo Intermediario per la gestione della Formazione Superiore - (la dotazione finanziaria complessiva per l’erogazione degli assegni formativi è pari a € 3.650.500,00) relativamente all’approvazione e al finanziamento di attività riferite all’anno accademico 2004/2005 quali moduli integrati all’interno dei percorsi Master e Master 53 universitari integrati di 1° e 2° livello, realizzati in convenzione tra Organismi di formazione e Strutture Universitarie e attività relative ai servizi collegati per la gestione, monitoraggio, valutazione e diffusione delle attività corsuali; • Consorzio NoiCon10 - Organismo Intermediario per la Gestione di parte della Misura B.1 – (circa 2.505.000,00 euro). Sulla base dei risultati conseguiti e in una logica di continuità e di ottimizzazione di quanto realizzato nell’ambito della precedente programmazione 2002/2003, finanzia progetti aventi l’obiettivo di 8 il consorzio SPINNER è costituito da Aster (Agenzia per lo Sviluppo Tecnologico dell’Emilia-Romagna), Fondazione Alma Mater (Fondazione dell’Università degli Studi di Bologna) e Sviluppo Italia (Agenzia governativa nazionale per lo sviluppo economico ed imprenditoriale) www.spinner.it 9 il consorzio Symposium è costituito dalle Università di Bologna, Ferrara, ModenaReggio Emilia, Parma e dalla Fondazione Alma Mater www.consorzio.symposium.it 10 il consorzio NoiCon è costituito dalla Fondazione Alma Mater dell’Università di Bologna, dalla Fondazione Carisbo di Bologna, dalla Fondazione Cesar e dalla Cooperativa Oltremare www.noicon.it 02-Politica comunitaria 11-11-2005 54 creare condizioni per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone svantaggiate e prevede tre possibili azioni: il miglioramento di servizi innovativi e integrati da parte di soggetti no-profit, la creazione d’impresa e l’autoimpiego, misure di accompagnamento che favoriscano l’utilizzo dei servizi da parte dei soggetti svantaggiati. • Ati SIN.FORM srl e SFERA Soc.Cons a rl. – Organismo Intermediario per la Gestione della Sovvenzione globale per l’implementazione dei cataloghi regionali della formazione ed erogazione degli assegni formativi delle Misure C1 e C3 – ( 2.250.000,00 Euro) – finalizzata alla messa in rete dei Cataloghi regionali ad oggi esistenti prevedendo sezioni relative alle diverse tipologie formative: formazione continua e permanente, alta formazione professionalizzante, alta formazione continua e permanente integrata con l’università; inoltre dovrà realizzate attività inerenti l’assegnazione, la gestione e l’erogazione degli assegni formativi per l’accesso individuale alla formazione, destinati prioritariamente ai residenti in Emilia-Romagna. Sono inoltre richieste azioni di assistenza tecnica per il monitoraggio ed il controllo delle iniziative e misure di accompagnamento, volte alla promozione, orientamento, tutoraggio ai destinatari, definizione di garanzie assicurative/fideiussorie finalizzate al 10:41 Pagina 54 OTTAVOEURORAPPORTO successo formativo e azioni di diffusione dei risultati. Per quanto riguarda i progetti di elevata valenza innovativa a carattere interregionale e orientati a sostenere e promuovere la sperimentazione e la diffusione di processi di razionalizzazione, riconversione e modernizzazione, a cui è riservato almeno il 3% dei fondi disponibili dei POR delle Regioni centro nord, i progetti a carattere interregionale formalizzati dalla Regione EmiliaRomagna nel 2004 sono: • “Sistema moda”con le Regioni Toscana, Piemonte, Marche, Liguria, Calabria e Lazio; • “Le figure professionali operanti nel percorso di conservazione programmata del patrimonio culturale” con la Provincia Autonoma di Bolzano e le Regioni Abruzzo, Calabria, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Valle d’Aosta; • “Nuovo modello dei servizi al lavoro” con le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sicilia e Toscana. La Regione ha inoltre formalizzato nei primi mesi del 2005 (DGR 263/2005) i seguenti protocolli d’intesa: • con le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e le Province Autonome di Bolzano e Trento, relativamente al progetto “Descrizione e certificazione per competenze e famiglie professionali – standard minimi in una prospettiva di integrazione tra istruzione, formazione professionale e lavoro”; • con le Regioni Toscana, Umbria e Veneto, nell’ambito del protocollo interregionale “Migliorare la qualità e l’efficacia del sistema dei Voucher formativi e di servizio” per l’avvio di una procedura di riconoscimento reciproco dei voucher per l’alta formazione. 2.4.3. Lo stato di attuazione del programma operativo regionale I principali dati fisici e finanziari di attuazione mostrano come al 31.12.2004 il numero di attività presentate, a valere sui bandi regionali e provinciali, e su quelli degli Organismi intermediari delle Sovvenzioni Globali, sia risultato pari a 32.052 (rispetto a 26.655 al 31.12.2003), per un costo totale che si è attestato ad oltre 2.134 milioni di euro (rispetto a 1.793 milioni di euro al 31.12.2003). A fronte di tali valori, la Regione, le Province e gli Organismi Intermediari hanno approvato attività per un numero complessivo pari a 17.517 (rispetto a 14.755 al 31.12.2003), a cui corrisponde un costo totale pari a oltre 1.044 milioni di euro (al 31.12.2003 il costo delle attività approvate corrispondeva a oltre 884 milioni di euro). L’analisi dello stato di avanzamento del POR della Regione Emilia-Romagna a fine 2004 mostra che tutte le misure hanno costituito oggetto (tenendo conto della ripartizione delle competenze e delle risorse finanziarie tra gli organismi attuatori) di una pluralità di avvisi pubblici, in parte a carattere multimisura. In particolare, sia la Regione che le Province hanno emesso bandi e avvisi pubblici su tutte le misure di propria competenza. Al 31 dicembre 2004 gli avvisi pubblici e i bandi di gara adottati ammontano a 820, di cui 142 emanati dalla Regione, 23 dagli Organismi Intermediari delle Sovvenzioni Globali e 655 dalle Province. Al 31 dicembre 2004 il POR EmiliaRomagna presenta un livello complessivo di impegni pari al 83,59 % delle risorse totali programmate nel periodo 2000-2006 e del 114,34 % rispetto al piano finanziario relativo al 20002004. Il rapporto del valutatore indipendente, contiene i risultati della valutazione 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 55 OTTAVOEURORAPPORTO 55 Obiettivo 3 - POR Emilia-Romagna 2000-2006 – Situazione al 31 dicembre 2004 (in milioni di euro) Asse Assegnazioni 2000-2006 A Asse A Asse B Asse C Asse D Asse E Asse F TOTALE 475,228 115,887 356,244 212,068 127,646 37,122 1324,195 Assegnazioni 2000-2004 B Approvato 2000-2004 330,549 78,666 245,091 138,809 91,420 26,587 911,122 359,846 85,968 257,999 206,853 98,456 35,342 1044,464 Impegnato 00-04 C Pagamenti effettuati D B/A C/A C/B D/C 360,784 85,687 256,526 205,351 98,041 35,375 1041,764 253,619 60,139 186,414 116,343 75,205 22,133 713,853 69,56 67,88 68,80 65,45 71,62 71,62 68,81 75,92 73,94 72,01 96,83 76,81 95,29 78,67 109,15 108,93 104,67 147,94 107,24 133,05 114,34 70,30 70,18 72,67 56,66 76,71 62,57 68,52 500 400 300 200 100 0 Asse A Asse B Asse C Asse D Asse E Asse F Assegnazioni 2000-2006 Assegnazioni 2000-2004 Approvato 2000-2004 Attuazione obiettivo 3 – Situazione al 31 dicembre 2004 finale dell’Obiettivo 3 FSE nella Regione Emilia-Romagna. Gli elementi costitutivi della valutazione finale vengono collocati su due livelli di approfondimento. Uno più generale volto ad evi- denziare i principali risultati complessivi del programma dove viene analizzata la situazione economica della RER ed i termini di attivazione del POR; il valutatore conclude sottolineando come l’attuazione del POR della RER sia stata caratterizzata da una elevata capacità di impegno e di spesa. Il secondo livello di approfondimento è più particolareggiato, ottenuto valutando un nume- ro limitato di temi prioritari quali l’immigrazione, l’invecchiamento attivo, l’innovazione e la coesione sociale, le pari opportunità e il mainstreaming di genere. Il valutatore ha analizzato i singoli temi ed ha sottolineato la capacità della RER di rispondere alle indicazioni dettate dalla UE. È necessario tuttavia, nel prossimo periodo di programmazione, costruire una rete di servizi mirati prioritariamente alla intercettazione, informazione ed orientamento dei potenziali beneficiari dei singoli interventi per aumentare le capacità occupazionali sul territorio. 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 56 OTTAVOEURORAPPORTO 56 2.5. IL PROGRAMMA PESCA Con il regolamento (CE) n. 2972/1999 sono state stabilite le modalità e le condizioni delle azioni strutturali relative al settore della pesca, e sulla base di tali riferimenti l’Italia ha redatto il proprio Documento Unico di Programmazione (DOCUP) dello Sfop (Strumento Finanziario di Orientamento alla Pesca) per le regioni fuori obiettivo 1. lo sviluppo delle zone costiere o interne che dipendono prevalentemente dalle risorse ittiche. Sono previsti cinque diversi assi suddivisi in misure per le quali sono stati definiti obiettivi e priorità. Con il Docup si è proceduto alla definizione del peso degli Assi e di ogni singola misura, nonché alla definizione delle competenze che sono rimaste in capo allo Stato e di quelle delegate alle amministrazioni Regionali. Il Docup Italia prevede, per il periodo 2000-2006, interventi per complessivi 221,6 milioni di euro di cui 104 milioni di euro di contributo comunitario, per ristrutturare e modernizzare il settore pesca e renderlo più competitivo sul mercato internazionale e promuovere Sulla base di tale programma sono state assegnate alla Regione EmiliaRomagna risorse comunitarie per Euro 5.150.735,38 corrispondenti a circa il 7% delle risorse a disposizione delle Regioni e che hanno generato risorse statali per 4.731.482,12 euro e risorse proprie regionali per 2.033.179,61 euro per un totale di risorse pubbliche distribuite nei 6 anni pari a 11.915.397,12 euro che porta il costo complessivo del programma a 21.598.955,21 euro. 2.5.1 L’attuazione in Emilia-Romagna Il Complemento di programmazione Emilia-Romagna relativo alle misure del Docup delegate alla competenza regionale è stato approvato nel luglio 200111 contestualmente al bando di gara relativo alle intere annualità 2000-200612. Il programma, predisposto dopo una fase di consultazione con le categorie professionali e con gli enti locali, prevede il sostegno a iniziative per la promozione della protezione delle risorse acquatiche e lo sviluppo dell’acquacoltura nelle acque interne, DocUP Pesca Regione Emilia-Romagna – Piano finanziario 2000-2006 Asse Asse 1 Asse 2 Asse 3 Asse 4 Asse 5 Totale Costo totale Totale pubblico SFOP Totale — — 18.937.730 2.424.053 236-273 21.598.955 — — 9.478.355 2.200.769 236-273 11.915.397 — — 9.950.896 1.081.703 118.136 5.150.735 — — 5.527.459 1.119.067 118.136 9.764.662 Cofinanziamento nazionale Stato Regione — — 3.869.221 783.347 78.914 4.731.482 — — 1.658.238 335.720 39.222 2.033.180 Quote private — — 9.459.375 224.183 9.683.558 costiere e marine, il miglioramento delle attrezzature dei porti di pesca, la qualificazione delle attività della piccola pesca costiera, la promozione, commercializzazione e trasformazione dei prodotti ittici, con particolare riguardo alla qualità del prodotto. Sono inoltre previste iniziative per aprire il settore ad ogni opportunità collegata allo sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche. Le Misure delegate alla competenza regionale sono: • asse n. 3 protezione e sviluppo delle risorse acquatiche, acquacoltura attrezzature dei porti di pesca, trasformazione e commercializzazione misura 3.1- Protezione e sviluppo delle risorse acquatiche misura 3.2 - Acquacoltura misura 3.3 - Attrezzatura dei porti di pesca misura 3.4 - Trasformazione e commercializzazione misura 3.5 - Pesca nelle acque interne • asse n. 4 altre misure misura 4.1 - Piccola pesca costiera misura 4.3 - Promozione misura 4.4 - Azioni realizzate dagli operatori del settore misura 4.6 - Misure innovanti 11 con delibera della Giunta Regionale del 31 luglio 2002 n. 1675. 12 bando pubblicato sil BURER n. 143 del 8 ottobre 2001 e scaduto il 16 gennaio 2002. 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 57 OTTAVOEURORAPPORTO 57 • asse n. 5 assistenza tecnica misura 5.1 - Assistenza tecnica Con l’’unico bando previsto dalla Regione Emilia-Romagna per l’attuazione dello Sfop sono stati ammessi al contributo comunitario 64 progetti. rio e pertanto per i pagamenti dei contributi concessi, si evidenzia una scarsa erogazione di saldi contro una consistente erogazione di acconti. Realizzazione fisica e finanziaria dei progetti Per tale misura, essendo enti pubblici il 50% dei beneficiari, i tempi di attuazioni sono risultati più lunghi del previsto. MISURA 3.2 “ACQUACOLTURA”, la maggior parte dei progetti finanziati sono ancora in fase di attuazione in quanto un numero consistente di beneficiari ha richiesto proroga per la realizzazione dei progetti che le è stata concessa così come prevista dal bando. Va evidenziato che per tale misura sono state impegnate tutte le risorse assegnate sull’annualità 2004 come da piano finanziario; conseguentemente per ciò che concerne i pagamenti dei contributi concessi, si evidenzia una scarsa erogazione di saldi contro una consistente erogazione di acconti. MISURA 3.3 “ATTREZZATURE DEI PORTI DI PESCA”, la maggior parte dei progetti finanziati sono ancora in fase di attuazione in quanto un numero consistente di beneficiari ha richiesto proroga per la realizzazione dei progetti che le è stata concessa così come prevista dal bando. Anche per tale misura sono state impegnate tutte le risorse assegnate sull’annualità 2004 come da piano finanzia- MISURA 3.4 “TRASFORMAZIONE E COMMERCIALIZZAZIONE”. Per tale misura le risorse sono state già tutte impegnate nell’annualità 2003 esaurendo così la graduatoria. Nel 2004 sono stati erogati sia saldi che acconti; MISURA 3.5 “PESCA NELLE ACQUE INTERNE”. Questa misura ha avuto minor consenso da parte degli operatori del settore, difatti è pervenuta una sola domanda , ammessa a finanziamento ma non ancora liquidata. MISURA 4.3 “PROMOZIONE E RICERCA DI NUOVI SBOCCHI”. In tale misura sono state impegnate tutte le risorse a disposizione esaurendo la graduatoria. Per quanto concerne i pagamenti, il 50% dei progetti finanziari sono stati realizzati e al restante 50% è stato erogato l’acconto. MISURA 4.4 “AZIONI REALIZZATE DAGLI OPERATORI DEL SETTORE”. Sono state impegnate tutte le risorse fino all’annualità 2002. La maggior parte delle domande ammesse a contri- buto, sono state revocate a seguito di rinunce e per altri due progetti è stato liquidato il 50%. La misura che ha riscontrato più successo nei confronti dei pescatori e degli addetti al settore, è stata senz’altro la misura 3.2, in quanto con tali stanziamenti si è avuta l’opportunità di realizzare interventi migliorativi delle strutture aziendali, con conseguente ottimizzazione del livello qualitativo della produzione. Altrettanto va detto per la misura 3.3 che ha evidenziato l’attenzione da parte delle Amministrazioni locali che delle Cooperative a realizzare interventi infrastutturali specificamente diretti alla soluzione di problemi legati alla portualità dedicata al settore della pesca. Per quanto concerne la misura 3.4 “Trasformazione e commercializzazione”, essa è stata accolta altrettanto con favore da parte dei beneficiari finali. Le altre misure sono state accolte abbastanza equamente. Il settore ha evidenziato notevoli difficoltà nella fase attuativa dovute soprattutto ad un eccesso di burocratizzazione per l’ottenimento delle necessarie concessione per gli interventi strutturali il che ha portato alla necessità di proroghe sia per l’inizio lavori che per la chiusura degli stessi. Inoltre per le difficoltà del settore dell’acquacoltura in particolare, si è generata una situazione di rinunce a catena da parte dei beneficiari alla realizzazione dell’intervento ammesso, tutto ciò dovuto alle difficoltà economiche incontrate dal settore. Nel corso del 2004 sono stati conclusi molti progetti ed è in corso di redazione un nuovo bando che troverà applicazione nel corso del 2005 e terminerà nel 2006 quando subentrerà il Fondo Europeo per la pesca (FEP). 02-Politica comunitaria 11-11-2005 10:41 Pagina 58 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 1 I PROGRAMMI DI INIZIATIVA COMUNITARIA (PIC) E LE AZIONI INNOVATIVE 3 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 2 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 61 OTTAVOEURORAPPORTO Gli orientamenti della Commissione europea per le Iniziative comunitarie (PIC) per il periodo di programmazione 2000-2006, attribuiscono un valore strategico ed innovativo ai nuovi programmi, esaltandone il valore aggiunto e la complementarietà con i programmi cofinanziati dai fondi strutturali a titolo dei diversi obiettivi. In particolare, tutti i programmi d’iniziativa comunitaria prevedono la diffusione del know-how, la costruzione di reti di cooperazione che consentano di favorire l’inserimento delle dinamiche del territorio nella competizione globale. Il rafforzamento del principio della programmazione “bottom-up” consente alle Regioni un pieno e completo ruolo di programmazione, di integrazione e coordinamento con tutti gli strumenti di programmazione regionale, al fine di garantire la massima efficacia all’azione dei PIC. 3.1. EQUAL Il Programma di Iniziativa Comunitaria EQUAL si inserisce nella strategia europea per l’Occupazione con l’obiettivo di innovare gli approcci e le politiche finalizzate a contrastare il fenomeno della discriminazione e della disuguaglianza nel mercato del lavoro, attraverso progetti sperimentali su base transnazionale. Gli Assi dell’Iniziativa coincidono con i cosiddetti “pilastri” attraverso i quali si articola la strategia europea per l’occupazione: • • • • • Occupabilità Imprenditorialità Adattabilità Pari Opportunità Azione destinate ai richiedenti asilo1 Nel quadro delle indicazioni fornite dalla Commissione, il Piano Nazionale Equal2 definisce la strategia italiana a partire dalla individuazione di tre direttrici generali di intervento: “Integrazione stabile tra politiche del lavoro e politiche sociali”; “Sviluppo di una società dell’informazione non discriminatoria”; “Sviluppo locale, sviluppo sociale e sviluppo occupazionale”. Esse forniscono il quadro di riferimento trasversale ai temi scelti su cui EQUAL dovrà dare un contributo innovativo in termini di strumenti, metodologie, dispositivi e prodotti in grado di incidere sulle politiche locali, nazionali ed europee.3 I soggetti attuatori di Equal sono partnership strategiche, definite “partnership di sviluppo” (PS), appositamente costituite da una pluralità di organismi, con competenze ed esperienze diversificate, per elaborare e realizzare azioni integrate nell’ambito degli Assi dell’iniziativa. Le PS sono strutturate formalmente ed i soggetti che le compongono (partnerariato locale) agiscono in un’ottica di cooperazione attiva sin dalle fasi iniziali della progettazione, prestando una particolare attenzione alla definizione congiunta di obiettivi comuni, ruoli e responsabilità. Le PS possono essere create su base settoriale a livello nazionale (Partnership di Sviluppo Settoriali), i cui progetti sono gestiti direttamente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e su base geografica, (Partnership di Sviluppo Geografiche) i cui progetti sono gestiti dalle Regioni poiché basati sulla collaborazione di soggetti interessati in un determinato territorio. Un elemento prioritario di Equal è dato dalla dimensione transnazionale che rappresenta un valore aggiunto in quanto contribuisce ad identificare le strategie più efficaci per la soluzione delle problematiche rilevate nei diversi contesti territoriali. Le partnership di sviluppo che attuano i progetti Equal, dopo aver sottoscritto gli accordi di cooperazione transnazionali con uno o più organismi interessati appartenenti ad altri Stati, si impegnano a collaborare per realizzare attività congiunte, scambio di know-how, perseguire obiettivi comuni e ottenere con la coopera- 61 zione un reale valore aggiunto. Nell’ambito del periodo di programmazione 2000/2006, Equal è attuato, in Italia, con due Avvisi di gara nazionali: il primo, uscito nel maggio 2001, prevedeva la presentazione della candidature entro agosto 2001; il secondo, è stato pubblicato nel mese di aprile 2004. 3.1.1. L’attuazione di Equal in Emilia-Romagna In ambito regionale il programma Equal viene attuato attraverso partnership territoriali di sviluppo che, oltre ad intervenire sui fattori di sviluppo locale e sugli ostacoli dell’integrazione nel mercato del lavoro dei soggetti più deboli 1 Per quanto riguarda l’Italia, tale asse è di esclusiva competenza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. 2 Documento unico di programmazione approvato dalla Commissione con decisione C(2001) 43 del 26 marzo 2001. 3 www.equalitalia.it in tale sito si trova tutta la documentazione relativa alla normativa europea ed ai documenti emanati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per l’attuazione del Programma Equal. 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 62 62 definendo strategie e mezzi necessari per attuarle, partecipano alla diffusione e generalizzazione delle buone prassi. L’obiettivo di Equal è di costituire un laboratorio innovativo incidendo su particolari aspetti della strategia nazionale per l’occupazione, ma anche sulla programmazione ordinaria del FSE. Debbono emergere esperienze innovative, progetti “pilota” che, in seguito alla sperimentazione attivata con Equal, possano garantire la continuità anche attraverso l’uso di altri canali finanziari sia in ambito comunitario, nazionale e regionale (per es. obiettivi 2 e 3 del FSE). I progetti sono strutturati in varie fasi comprendenti azioni formative, percorsi individuali, attività seminariali, ricerche/analisi, azioni transnazionali, ecc. I progetti approvati hanno una durata che oscilla dai 24 ai 36 mesi; la maggior parte si sono conclusi nel corso dell’anno 2004, solo alcuni di essi termineranno nel 2005. Parte dei progetti finanziati dalla nostra Regione nell’ambito dell’I.C. Equal (1a fase) è ancora – al 31 gennaio 2004 – in piena fase attuativa, ma parte degli stessi ha invece visto la conclusione delle attività proprio in quest’ultima parte dell’anno. È possibile, comunque, fare un primo OTTAVOEURORAPPORTO “bilancio” circa i risultati e gli obiettivi raggiunti. duta sui beneficiari finali con un impatto di maggior efficienza/efficacia. È emersa un’esperienza nuova che è in grado di fornire un valore aggiunto rispetto alle tante azioni innovative già realizzate e in corso di realizzazione con il FSE. Al 31/12/2004 lo stato di avanzamento della spesa era complessivamente pari a 19.967.576,57 euro corrispondente all’ 80.18% del finanziamento complessivo accordato. Equal, infatti, ha “ereditato” molti dei temi che erano stati affrontati nell’ambito del PIC Occupazione, ma ha in più la caratteristica di far partecipare tutti gli attori coinvolti all’intero processo di sviluppo del progetto e creazione delle modalità di integrazione. Già nel mese di giugno 2004 si sono conclusi i primi tre progetti rispettivamente a titolarità dei soggetti referenti: L’elemento innovativo è sicuramente dato dall’enfasi che Equal pone sul tema dello sviluppo locale e dell’importanza dell’intervento di rete nel sostegno di progetti di inclusione sociale. elementi essenziali del progetto: Promuovere una riflessione sulle strategie in grado di sostenere la crescita e la qualità dell’Economia sociale, in un contesto in cui si registra crescente attenzione nei confronti del Terzo Settore e sviluppo delle imprese sociali ha costituito la finalità principale del progetto. L’obiettivo principale ha coinciso con la creazione di una agenzia di negoziazione sociale da offrire come servizio alle reti locali e alle strutture pubbliche e private che si occupano di politiche sociali di inclusione socio-lavorativa (enti locali, Aziende USL, associazioni di promozione sociale) cercando di attivare strumenti per lo sviluppo e la permanenza dell’organizzazione all’interno dell’economia sociale. I progetti finanziati nell’ambito dell’I.C. Equal hanno dato origine a metodologie e strumenti nuovi; sono emerse, infatti, delle esperienze innovative fortemente significative in vari ambiti e sulle diverse aree territoriali. Nel rispetto del principio di sussidiarietà è stato estremamente forte il coinvolgimento delle singole realtà locali con conseguente risposta immediata ai bisogni dell’utenza nell’ambito della creazione di nuove politiche del lavoro e di nuove politiche sociali. Ciò ha garantito garantisce una maggiore rica- 1. Ageform Agenzia di negoziazione sociale Totale costo progetto 1.463.443,41 € L’ACS-Agenzia di Consulenza Sociale rappresenta una significativa sperimentazione del progetto, come soggetto terzo in grado di favorire la collaborazione e il lavoro comune tra i soggetti dell’economia sociale attraverso attività negoziali di consultazione, concertazione e coprogettazione. Il progetto ribadisce la rete come paradigma interpretativo vincente e il rafforzamento del terzo settore come componente strategica dei tavoli di concertazione, nel quadro del rafforzamento del dialogo tra pubblico e privato. 2. Fondazione Aldini Metrica Totale costo progetto 1.595.316,66 € elementi essenziali del progetto: Il progetto si è proposto come laboratorio per la sperimentazione di modalità e strumenti per la messa in trasparenza, riconoscimento e valorizzazione dei saperi formali, non formali e informali, delle persone a rischio di esclusione dal mercato del lavoro. A fronte di un problema strutturale di equità nella rappresentazione e nella messa in valore del sapere da essi posseduto, e del rischio che la certificazione delle competenze si traduca concretamente in un ulteriore fattore di discriminazione dei soggetti che provengono da percorsi formali non conclusi, non lineari, socialmente negativi o comunque difficilmente riconducibili ad uno standard definito, METRICA ha inteso 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 63 OTTAVOEURORAPPORTO sperimentare nuovi approcci e nuovi dispositivi in grado di consentire l’adeguata valorizzazione degli apprendimenti, e la messa in trasparenza validata. L’obiettivo stesso dell’attività che consisteva nella sperimentazione di modalità e strumenti per la messa in trasparenza, riconoscimento e valorizzazione dei saperi formali, non formali e informali, delle persone a rischio di esclusione dal mercato del lavoro conferiva al progetto stesso un forte carattere di innovatività, in quanto affrontava il problema strutturale di equità nella rappresentazione e nella messa in valore del sapere posseduto dalle fasce deboli, e del rischio che la certificazione delle competenze si traduca concretamente in un ulteriore fattore di discriminazione per i soggetti che provengono da percorsi formali non conclusi, non lineari, socialmente negativi o comunque difficilmente riconducibili ad uno standard definito. La valorizzazione dei saperi e degli schemi di apprendimento propri del non formal e informal learning ha conferito ulteriore valore aggiunto alla sperimentazione attuata, fornendo un contributo prezioso alla evoluzione di pensiero riflesso e proposte in tema di certificazione, e standard condivisi con aumento del grado di comunicabilità tra i diversi sistemi del lavoro, della formazione e della inclusione sociale. L’apporto è stato tanto più prezioso quanto più si consideri che non esiste a tutt’oggi un sistema di riconoscimento condiviso delle competenze acquisite al di fuori dei percorsi formali, né un sistema di riconoscimento delle competenze possedute da soggetti in grave stato di svantaggio. 3. Aeca. MicroCIP – Creazione, sviluppo e consolidamento dell’imprenditorialità sociale Totale costo progetto 2.430.641,33 € elementi essenziali del progetto: Il progetto ha inteso contrastare la discriminazione nell’accesso al mercato del lavoro rafforzando l’imprenditoria sociale nei territori di comuni e comunità montane inseriti in aree Obiettivo 2 di sette territori provinciali, con forte rischio di caduta verso forme di arretratezza, caratterizzati da problemi di spopolamento, mancanza di servizi e di strutture, difficoltà ad adeguare l’economia locale ai mutamenti produttivi. La rimozione dello svantaggio, che è insieme territoriale e sociale, si è avvalso di specifiche strategie di sviluppo per la valorizzazione dei territori, proponendo interventi integrati nell’ambito del sociale, della formazione, delle politiche del lavoro, in una declinazione diversificata a seconda delle problematiche territoriali e dei bisogni rilevati nel rispetto delle specificità territoriali. La linea comune di intervento per la promozione e lo sviluppo territoriale è stata individuata nella costituzione e/o rafforzamento delle realtà dell’economia sociale, in particolare riferite ai servizi di interesse pubblico, creando opportunità di occupazione attraverso la valorizzazione dei servizi esistenti e la creazione di nuovi servizi, in un quadro di promozione di azioni sinergiche tra pubblico e privato nella erogazione e gestione dei servizi. L’impatto sui territori svantaggiati attraverso attività di animazione sociale e di promozione della economia sociale, con il coinvolgimento nella rete allargata dei Comuni e delle Comunità Montane interessati ha rappresentato l’aspetto innovativo del progetto in riferimento alle esigenze di sviluppo dei territori coinvolti. In questo contesto, la sinergia tra pubblico e privato si è posto come fattore fondamentale di promozione del territorio, in grado di favorire lo sviluppo locale attraverso la costruzione di cooperative sociali, finalizzate a fornire servizi a seconda delle diverse esigenze, in particolare nel settore della cura, e della promozione turistica, cui ha corrisposto da parte degli amministratori locali un segnale di estrema collaborazione e fortissimo coinvolgimento. Il modello di realizzazione compartecipata e concertata delle risposte di wel- 63 fare si è confermato pertanto come foriero di risultati significativi, in grado di incidere sulle dinamiche di sviluppo locale. Nel novembre 2004 è terminato un progetto a titolarità del soggetto referente: 4. Associazione Orlando PORTICO Pari Opportunità-Tecnologie formazione/Comunicazione per Occupazione Totale costo progetto 1.521.188,87 € elementi essenziali del progetto: A partire dalla esigenza di contrastare la sottorappresentazione delle donne nel settore dell’ICT e i correlati fenomeni di digital divide, l’obiettivo del progetto è stato incidere sull’intreccio tra mondo del lavoro, nuove tecnologie e soggetti femminili, svelando forme di discriminazione e segregazione, ed insieme proponendo meccanismi di intervento in grado di dare voce a un nuovo protagonismo delle donne. Focus del progetto è stata la realizzazione di nuove rappresentazioni di genere in grado di valorizzare la presenza e la capacità femminile nel settore delle tecnologie informatiche e telematiche attraverso strumenti ad elevato impatto basati su un approccio combinato e multimediale di televisione, radio, e rete web. 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 64 64 Ha creato, inoltre, uno spazio fisico e virtuale volto a produrre informazione, formazione, ed orientamento nell’ottica di genere nel settore delle ICT, al fine di ridurre le disuguaglianze nell’accesso e nell’uso delle nuove tecnologie e garantire l’empowerment femminile. Significativo in termini di mainstreaming verticale lo stretto rapporto con le Istituzioni pubbliche. Si sono realizzati focus group con le Amministrazioni Provinciali di Rimini e di Ravenna, e con l’Amministrazione Comunale di Castiglione dei Pepoli, per meglio condividere gli obiettivi e le metodologie del progetto. In tal modo si è adottata una metodologia di co-progettazione degli interventi, e scambio di pratiche ed esperienze. Hanno supportato lo svolgimento del progetto altri soggetti, non rientranti nella PS, ma attivi nei confronti delle azioni previste in una logica di rete, attraverso collaborazione e diffusione: Province di Bologna, Rimini, ForlìCesena e Ravenna; Comune di Castiglione dei Pepoli; CNA di Bologna e Ravenna; CGIL, CISL, Coordinamento Donne UIL, NIDIL di Bologna; Ente dello spettacolo – Scuola di teoria e tecnica del giornalismo Dante Alimenti (con compiti di autoformazione e formazione); Cras-Centro Ricerche Affari Sociali, con compiti di bilancio delle OTTAVOEURORAPPORTO competenze nei percorsi formativi integrati; Associazione Progetto Donna. Alle reti territoriali si affiancano le reti virtuali. Il Magazine ha avviato una serie di scambi con altre redazioni di donne sul web. La partecipazione attiva è stata strategia fondante del progetto. Le donne non sono solo destinatarie dell’intervento, ma co-costruiscono l’azione stessa, a partire dalla partecipazione alle attività della redazione del Portale Portico e delle sub-redazioni del webmagazine e della web-radio. La lotta agli stereotipi di genere nel campo delle nuove tecnologie, a partire dalla realizzazione compartecipata del portale www.porticodonne.it, ha prodotto impatti di sicuro interesse in vista dell’obiettivo della riduzione del digital divide di genere. La strategia di valorizzazione del medium telematico, in particolare la produzione di prodotti ad elevato impatto culturale affidati alla diffusione on line (web radio, web magazine, web TV), supportati anche dalla realizzazione di servizi sul territorio, hanno teso a creare una sensibilità nuova, e una nuova consapevolezza, riguardo al binomio donne-nuove tecnologie, stimolando nel target femminile percorsi formativi e professionali anche in settori a tradizionale prevalenza maschile. Nel mese di dicembre si sono conclusi sei progetti rispettivamente a titolarità dei soggetti referenti: 5. CPF di Ravenna Berenice Totale costo progetto 774.685,35 € elementi essenziali del progetto: Rafforzare la presenza delle donne nella realtà imprenditoriale delle PMI attraverso azioni di empowerment che valorizzino la risorsa umana femminile è stata la finalità principale del progetto, volto a contrastare il rischio di disuguaglianza tra i sessi nel mercato del lavoro. Di qui, l’offerta articolata di servizi formativi e di supporto in grado di rimuoverne gli ostacoli alla fruizione da parte delle donne imprenditrici o che ricoprono ruoli decisionali e di responsabilità nelle PMI, attraverso azioni di supporto del lavoro femminile nel territorio provinciale, in vista di una migliore valorizzazione delle competenze professionali e personali, e un migliore posizionamento delle professionalità. L’azione progettuale si è caratterizzata per un lavoro di rete tra i servizi offerti dallo Sportello e quelli erogati dai partner del progetto a favore delle donne occupate e imprenditrici. Operando in sinergia è stato possibile individuare un panel di imprenditrici associate per ciascuno dei partner a cui segnalare i Servizi offerti dallo Sportello, in particolare sono state coinvolte donne imprenditrici che facevano riferimento alle associazioni: CNA, API, Confartigianato, CIA, Coldiretti, Legacoop, Unione delle Cooperative. L’azione di supporto alle donne imprenditrici attraverso il coinvolgimento di tutte le più significative associazioni datoriali del territorio, e con il presidio istituzionale di Provincia e Camera di Commercio, si è configurata come contributo significativo del progetto alla riduzione delle disuguaglianze di genere nel mercato del lavoro. Il focus dell’attenzione alle competenze imprenditoriali femminili e ai dispositivi che possono accrescerle, gli strumenti di autovalutazione delle competenze, i modelli di erogazione della formazione attenti a favorire condizioni di conciliazione tra vita e lavoro, concorrono a creare una massa critica di input e contributi significativi volti ad aumentare la qualità della formazione nell’ottica di genere. 6. Talete DONNE E LAVORO: percorsi di carriera e armonizzazione con la vita familiare Totale costo progetto 1.380.551,46 € elementi essenziali del progetto: Gli obiettivi generali del progetto sono stati volti a migliorare la condizione di lavoro delle donne favorendo la conciliabilità con la vita di non lavoro e valorizzando la risorsa femminile in conte- 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 65 OTTAVOEURORAPPORTO sti sia imprenditoriali sia organizzativi, in vista della riduzione della disuguaglianza tra i sessi. La valorizzazione del contributo decisivo portato dalle nuove tecnologie multimediali a distanza ha rappresentato l’obiettivo specifico perseguito dal progetto, il quale intende mettere in luce le potenzialità delle nuove tecnologie nel favorire una fattiva conciliazione tra tempi di lavoro, formazione, cura familiare, per far fronte agli ostacoli che le donne incontrano nell’ascesa professionale e/o nell’inserimento nel mercato del lavoro. Ha inteso procedere alla individuazione di buone prassi di flessibilità organizzativa rivolte alla conciliazione della vita familiare e professionale, in grado di incidere concretamente sulla cultura organizzativa del lavoro, in vista anche del miglioramento della qualità della vita per entrambi i generi. I soggetti appartenenti alla PS geografica del progetto “Donne e lavoro” hanno siglato il Patto di Coinvolgimento Interprovinciale “DI.DO. – Dinamica Donna”, nel dicembre 2003, con la finalità di consolidare ulteriormente la costituzione della rete interterritoriale già attivata dal progetto Equal. I soggetti firmatari hanno sostenuto l’opportunità e la convenienza di porsi in reciproca sinergia per quanto riguarda le problematiche lavorative del mondo femminile, in particolare la conciliazione del tempo lavorativo, familiare e delle città, il sostegno a compiere percorsi di carriera, lo sviluppo dell’imprenditorialità femminile, lo sviluppo di nuove dinamiche istituzionali orientate in un’ottica di genere, in modo da perseguire comuni obiettivi in termini di efficacia, efficienza e qualità. Significativo elemento di valore aggiunto del progetto è dato dalla valorizzazione delle nuove tecnologie all’interno di una strategia di intervento orientata alla affermazione della conciliazione dei tempi come fattore di lotta alla disuguaglianza tra i sessi. Conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro e Nuove Tecnologie rappresentano infatti il cuore degli apporti innovativi recati dal progetto alla costruzione delle politiche di genere, sia nell’ambito delle attività nazionali che in quelle legate alla cooperazione transnazionale. Le potenzialità della FAD, l’utilizzo delle risorse di contatto e consulenza a distanza, il rafforzamento della capacità di interfacciarsi e utilizzare gli strumenti della società dell’Informazione, concorrono nel potenziare la valorizzazione delle risorse femminili, in un quadro di sempre maggiore radicamento e condivisione delle istanze di pari opportunità da parte degli stakeholders e dei decisori pubblici. 7. Modena Formazione Equal ROC – Rete per lo sviluppo delle competenze individuali per un occupazione qualificata Totale costo progetto 1.837.130,68 € elementi essenziali del progetto: Il progetto ha inteso favorire l’adattabilità dei lavoratori che più hanno difficoltà nel restare stabilmente nel mercato del lavoro combattendo da una parte le discriminazioni, dall’altra aggiornando le competenze professionali al fine di evitare l’emarginazione e il rischio di espulsione. Sono quattro le fasce di lavoratori a maggiore rischio di emarginazione professionale ed espulsione individuati nel territorio modenese, con forme di discriminazione differenziate: – lavoratori non qualificati e con competenze a rischio di obsolescenza; – lavoratori immigrati dal sud dell’Italia e del mondo, a scarsa integrazione sociale; – lavoratori in condizione di disabilità o di svantaggio; – lavoratori atipici coinvolti in occupazioni precarie, poco garantite e tutelate. Rispetto a questi gruppi di lavoratori, Equal Roc ha proposto interventi di long life learning basati sulla sperimentazione di un modello innovativo di formazione mirata e individualizzata, declinato secondo percorsi flessibili, volto al potenziamento delle competenze possedute, o all’acquisizione di nuove competenze, in sintonia con le 65 vocazioni del mercato territoriale. L’attivazione degli interventi ha inteso calarsi all’interno della costruzione di una rete territoriale di servizi integrati che agiscano in vista della intercettazione e della soluzione complessiva delle forme di discriminazione, proponendo risposte integrate ai problemi di adattabilità e a quelli di inclusione sociale. Calato in un contesto territoriale ricco di iniziative e servizi in materia di lavoro, formazione e inclusione sociale, Equal Roc ha inteso evitare duplicazioni e sovrapposizioni sviluppando invece integrazione e sussidiarietà. Il raccordo della rete Roc con le risorse del territorio è incentrato sulle cosiddette “Antenne di Segnalazione” – sopra esplicitate – con le quali il progetto ha inteso contribuire alla costruzione di un sistema integrato di servizi di adattabilità e di inclusione sociale in grado di stabilire relazioni significative tra i diversi attori preposti all’offerta di servizi, già a partire dalla fase della intercettazione del bisogno. La Rete esterna alla PS è stata composta da circa 30 soggetti. Tra le tipologie di soggetti che hanno svolto il compito di Antenna di segnalazione vi sono moltissimi differenti tipi di istituzioni, pubbliche e private: enti di formazione, cooperative sociali, il Comune di Modena, sindacati, enti locali, centri 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 66 66 per l’impiego, cooperative sociali, associazioni di volontariato, associazioni culturali e onlus, reti informali. Anche la realtà aziendale ha partecipato alla rete. La proposta di una rete integrata in grado di interconnettere i servizi di adattabilità e i servizi di inclusione sociale ha rappresentato un decisivo valore aggiunto recato dal progetto in termini di innovazione delle politiche di contrasto alla emarginazione. L’integrazione sperimentata dal progetto procedeva nel senso della costruzione di patti formativi territoriali in grado di mettere a sistema una rete plurale e duratura di intervento sul tema dello sviluppo e della qualificazione delle competenze individuali in raccordo programmato con le risorse di inclusione sociale, in vista di una reale azione di inclusione sociale e lavorativa. Il significativo valore di buona prassi dell’azione ne richiama le potenzialità di trasferibilità verticale e orizzontale. Ulteriore elemento di valore aggiunto è legato alla sperimentazione dei percorsi mirati e flessibili, individualizzati/personalizzati, per favorire l’adattabilità dei lavoratori che hanno difficoltà a rimanere all’interno del mercato del lavoro o a detenere posizioni lavorative qualificate. Tale sperimentazione, procedente per fasi interrelate sul piano logico e OTTAVOEURORAPPORTO sequenziale, richiede modelli di progettazione formativa fortemente innovativi, che prescindono dalla definizione specifica nella fase ex ante delle caratteristiche dettagliate dell’intervento, in quanto definibili solo nel corso dell’attuazione progressiva dello stesso. 8. Forpin Advance: Imprese Lavoro e Società anticipare il futuro per pianificare lo sviluppo Totale costo progetto 1.226.910,77 € elementi essenziali del progetto: Il progetto ADVANCE è nato dalla constatazione della crescente necessità di adeguare le competenze della forza lavoro occupata nelle imprese a fronte delle continue e forti evoluzioni sia tecnologiche che organizzative imposte dalla globalizzazione, nonché dai rischi di obsolescenza legati ai fattori demografici di invecchiamento della popolazione attiva. Obiettivo del progetto è stato quello di intervenire all’interno del sistema delle piccole-medie imprese del territorio regionale adeguando i lavoratori all’evoluzione in corso attraverso interventi di consulenza e formazione innovativi che permettano la crescita delle risorse umane come capitale umano strategico per le imprese. ADVANCE si è proposto, una volta veri- ficata l’esistenza di obsolescenza di sistemi di imprese e di lavoratori, di annullare o limitare significativamente il problema agendo sulla adattabilità dell’organizzazione sociale e produttiva mettendo in campo strumenti proattivi/attivi permanenti (Advance on line) e definendo un piano strategico per la formazione rivolta all’intero aggregato di riferimento. Di solito la fornitura di servizi formativi alle aziende ed ai lavoratori avviene secondo il seguente schema: informazione sull’esistenza di possibilità di formazione finanziata alle imprese ed ai lavoratori; rilevazione dei fabbisogni formativi delle imprese/dei lavoratori (effettuata dall’ente di formazione); proposta e realizzazione del piano formativo aziendale. Questo schema ha come punto di debolezza il fatto che la rilevazione del fabbisogno viene effettuata da soggetti esterni all’organizzazione aziendale (consulente dell’ente di formazione) senza che da parte dell’azienda vi sia una piena consapevolezza e condivisione delle proprie carenze/esigenze. Il valore aggiunto del Progetto ADVANCE è stato quello di aver trasferito all’azienda una metodologia e uno strumento per operare dall’interno un’analisi del fabbisogno, come tale più aderente alle carenze riscontrate. Inoltre il progetto ha certamente indotto i bene- ficiari finali a riflettere sulla valorizzazione delle risorse umane (attraverso il bilancio di competenze) come la vera leva di uno sviluppo competitivo dell’azienda e a riflettere sulla necessità di un costante monitoraggio delle loro competenze ed eventuale adeguamento per evitare l’esclusione dal mercato del lavoro. 9. Galgano ISTANTE: Innovare il Sistema Turismo e adattare le Nuove Tecnologie Totale costo progetto 869.012,20 € elementi essenziali del progetto: Il progetto ISTANTE ha inteso promuovere e consolidare l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese del settore turistico, in particolar modo per coloro che sono maggiormente esposti a rischi di espulsione dal mercato del lavoro o che soffrono di condizioni di disuguaglianza in base alle proprie competenze professionali inadeguate. In particolare, il progetto si è proposto di favorire l’incontro domanda/offerta di lavoro innalzando le competenze dei lavoratori e favorendo anche l’emersione del sommerso molto diffuso nel settore turistico; l’obiettivo, quindi, è stato quello di dare nuovo slancio all’economia della provincia di Bologna facendo leva sul settore turistico, giudicato potenzialmente trainante per l’intero sistema, in particolare creando una rete tra più soggetti che consenta di innovare l’offerta di servizi turistici, qualitati- 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 67 OTTAVOEURORAPPORTO vamente buona e diffusa sul territorio di riferimento, ma con aree a rischio di dequalificazione e disuguglianza. Uno dei principali contributi in termini di valore aggiunto apportato dal progetto Istante è ravvisabile nell’ideazione e nella messa a punto del sistema di networking territoriale, “ScopriRete Bologna”, che ha previsto, su differenti livelli operativi, relazioni dinamiche, complementari ed interdipendenti delle molteplici unità operative appartenenti ai sistemi territoriali coinvolti nello sviluppo turistico. La rete amplifica infatti la promozione di interventi a sostegno di settori locali trainanti, nonché delle vocazioni territoriali in grado di attivare processi di contrasto all’emarginazione di lavoratori con competenze deboli a rischio di espulsione. 10. Centro di Solidarietà di RE A lungo. Strategia di territorio per l’accompagnamento al lavoro Totale costo progetto 1.229.271,55 € elementi essenziali del progetto: Obiettivo principale del progetto è stata la sperimentazione di una rete integrata in grado di connettere i sistemi locali delle politiche sociali e delle politiche del lavoro, con il fondamentale apporto delle risorse del privato-sociale, al fine di fornire risposte coordinate all’esigenza di intercettare, accogliere, accompagnare al lavoro i soggetti in condizione di svantaggio. Il modello sperimentale di sistema loca- le per l’inclusione socio-lavorativa dei soggetti svantaggiati che il progetto ha inteso implementare si ricollega, proponendone l’estensione, al Protocollo siglato tra Provincia, AUSL, Comune di Reggio Emilia e Cooperazione sociale, istitutivo dei cosiddetti “Nuclei Territoriali”, servizi interprofessionali e integrati per favorire percorsi mirati per l’inserimento lavorativo dei disabili, rivolti alle persone e alle imprese in attuazione della L.68/99. Il decisivo valore aggiunto all’innovazione delle politiche di cui il progetto è stato portatore sta nel modello sperimentale di rete territoriale tra politiche attive del lavoro e politiche sociali rivolto alla inclusione socio-lavorativa dei soggetti svantaggiati attraverso la valorizzazione e connessione di tutte le risorse/competenze pubbliche (Centri per l’Impiego, Servizi sociali di Comuni e Ausl) e del privato sociale (a partire dalla cooperazione sociale). Il progetto ha fornito un contributo sostanziale alla stabilizzazione della rete integrata espressa dai Nuclei Territoriali già attivata nel territorio reggiano apportando nuove lezioni di metodo, nuove strategie e strumenti. Contrastare l’esclusione sociale attraverso l’accompagnamento “a lungo” anche con azioni preparatorie, concomitanti e successive all’inserimento lavorativo vero e proprio è la nuova linea di servizio messa a fuoco dal progetto centrato su forme di tutoraggio globali ed innovative, nel quadro dell’accoglimento di target di svantaggio di più difficile intercettazione. Al termine dei progetti di cui sopra, ogni PS ha organizzato Seminari finali, con il coinvolgimento dei partners locali e transnazionali, in cui sono stati illustrati: • le metodologie adottate, • i risultati raggiunti, • i materiali prodotti. Nove i progetti che termineranno nel corso del 2005, di seguito sono indicati per titolarità e mese previsto per la conclusione: 1. Consorzio Ferrara Innovazione (gennaio 2005) 2. Seneca (marzo 2005) 3. Efeso (marzo 2005) 4. CPF di Ferrara (marzo 2005) 5. Provincia di Parma (marzo 2005) 67 soggetti che hanno partecipato alle diverse attività progettuali che prevedevano non solo percorsi formativi d’aula, ma anche percorsi individuali, percorsi seminariali gestiti anche similarmente a percorsi d’aula, seminari tradizionali, momenti consulenziali, ecc. Dal grafico A) alla pagina successiva si evince che il progetto a titolarità della Fondazione Aldini (progetto ora concluso) non ha coinvolto alcun partecipante in quanto non era stato previsto, negli obiettivi e nelle metodologie previste nel progetto stesso, la realizzazione di alcun percorso formativo. Molto numerosi risultano essere i partecipanti alle attività di aula, tutoring ed i seminari “formativi”: 2829. Notevole è anche il numero dei soggetti che ha partecipato ai laboratori di socializzazione ed ai seminari tradizionali: 1103. I diciannove progetti approvati dalla nostra Regione, hanno attivato partenariati con numerosi paesi europei (v. grafico alla pagina successiva). 9. Progress Company (luglio 2005) A tutt’oggi si sono verificati numerosi incontri in Italia presso le PS e, all’estero, presso i relativi partner europei. Stanno emergendo numerosi momenti di confronto che consentono scambi di esperienze nei più svariati ambiti. A dicembre 2004 sono stati 5.102 i La maggior parte delle PS ha impostato 6. Ial (giugno 2005) 7. Centuria (giugno 2005) 8. Provincia di Rimini (luglio 2005) 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 68 OTTAVOEURORAPPORTO 68 Centro Solid. RE 1.135 CPFP Ferrara 244 Efeso 206 IAL 116 Provincia Rimini 545 Provincia Parma 358 Centuria Rit 219 AECA 171 CPFP Ravenna 474 Progress Company 212 FORPIN 204 AGEFORM 77 Modena Formazione 210 Cons. FE Ass. Seneca Innovazione 360 339 Fond. Aldini Valeriani 0 Galgano 83 Soggetti referenti A – Partecipanti per soggetto referente 1.103 614 Belgio 1 Grecia 1 Paesi Bassi 1 Austria 2 Svezia 3 556 Italia 2 Germania 4 Spagna 1 2.829 Individuali Attività consulenziali Aula Tutoring Seminari formativi Laboratori di socializzazione e seminari non formativi Francia 10 Portogallo 4 B – Partecipanti per tipologia di sottoprogetti Transnazionalità Gran Bretagna 3 Talete 41 Ass. Orlando 108 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 69 OTTAVOEURORAPPORTO il lavoro transnazionale tenendo conto che per poter trarre il meglio da altre esperienze è necessario prima di tutto comprenderne i modelli ed essere consapevoli delle differenze culturali. In un contesto così variegato come quello delle regioni europee, il superamento di tali barriere/differenze riveste un ruolo importantissimo. Le differenze pongono delle sfide, ma al contempo offrono alle persone coinvolte un’occasione di apprendimento importante. La cooperazione costante avviata grazie ai progetti EQUAL tra le organizzazioni coinvolte nei diversi paesi ha portato, nella maggioranza dei casi, all’instaurarsi di canali di comunicazione diretti ed efficaci tra gli attori delle diverse PS. La stretta sinergia che si è creata ha posto le basi per future collaborazioni tra le organizzazioni coinvolte sulle tematiche di interesse comune. L’interazione di realtà diverse ma, spesso, complementari ha comportato numerose attività di confronto molto ampio e impegnativo ma, al contempo, ha assicurato l’ottenimento di una visione variegata dei problemi di un mercato del lavoro che aspira ad essere inclusivo, visione necessaria per arrivare ad un approccio integrato e globale ai problemi. Gli scambi intercorsi hanno permesso, nella maggioranza dei casi, di rafforzare le dimensione interculturale della collaborazione. I partecipanti hanno avuto la possibilità di conoscersi personalmente nei diversi paesi e quindi acquisire competenze diverse. Ciò ha anche favorito, in molte realtà, l’integrazione interpersonale degli staff operativo/gestionali dei vari progetti Equal, in occasione delle visite all’estero; sotto tale aspetto tali viaggi studio hanno costituito dei momenti importanti di team building per le PS nazionali stesse. Al fine di garantire una buona diffusione delle metodologie e dei risultati delle attività relative svolte a tutt’oggi nell’ambito dei progetti “Equal”, viene mantenuta con costanza l’implementazione delle newsletters prodotte dalle PS, nella parte del sito internet dell’Assessorato (www.form-azione.it) – spazio dedicato all’I.C. Equal. In tale area risultano inserite anche le schede riepilogative relative agli elementi essenziali di ogni progetto da cui si evince anche se l’ente ha previsto di realizzare un apposito sito dedicato al progetto Equal. In caso affermativo è attivo un “link” attraverso cui dal nostro sito RER è possibile accedere direttamente ai singoli siti delle PS (sia nazionali che transnazionali). Nel 2004, a seguito del secondo Avviso ministeriale, la Regione EmiliaRomagna, ha selezionato i progetti delle PS geografiche di propria competenza ed ha ammesso al finanziamento ventisei progetti aventi un costo complessivo pari a 27.824.924,97 euro così ripartiti: Asse 1 Asse 2 Asse 3 Asse 4 n. progetti 8 6 8 4 Costo totale 7.661.590,66 7.285.729,56 9.553.829,02 3.323.775,73 Alcuni dati sintetici relativi ai ventisei progetti approvati. Asse 1.1 occupabilità 69 perfezionare e radicare un sistema pubblico-privato sociale a rete che, a regime, intervenga su almeno 200 individui l’anno da avviare e stabilizzare nel lavoro e prevenendo i rischi di perdita del lavoro e che dimostri efficienza ed efficacia per consolidare il proprio impatto anche dopo il Progetto. Favorire la coesione sociale nello sviluppo territoriale e supportare le imprese soprattutto profit per nuove convenienze nell’assunzione di tali persone. Rafforzare la capacità della care territoriale di prevenire, accompagnare le crisi e i processi di marginalizzazione consolidando il sistema a rete già costruito in I Fase, valorizzando il Terzo Settore. MOBILI. Modelli di Orientamento di base per l’Inserimento Lavorativo dei giovani Immigrati ALLUNGO. Percorsi personalizzati di inserimento e stabilizzazione nel lavoro Costo complessivo 761.000 euro Costo complessivo 1.400.070 euro Soggetto referente Consorzio Formazione & Lavoro Soggetto referente Centro di Solidarietà di Reggio Emilia Beneficiari Giovani ed adolescenti immigrati stranieri con difficoltà nell’inserimento nel MdL, Giovani ed adolescenti occupati, ma con discriminazioni nei ruoli professionali, Giovani presenti nelle strutture di recupero, carceri, seguiti da Servizi Sociali Beneficiari Disagiati psichici-intellettivi, Disabili fisici psichici, Iscritti lex 68/99 Obiettivo Obiettivi generali del Progetto saranno 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 70 70 Obiettivo Lo scopo dell’intervento è quello di offrire un sistema di orientamento al lavoro e analisi delle competenze professionali e dei percorsi scolastici e formativi utili ad implementare lo sviluppo professionale di giovani immigrati, in età utile ad attivare contratti di apprendistato, utilizzando un approccio di genere. A tal scopo la PS intende progettare, realizzare e sperimentare un modello di attività sul tema dell’orientamento e dell’inserimento lavorativo rivolti a giovani stranieri, comunitari o extracomunitari, presenti sul territorio. Vuole in questo modo supportare i giovani nelle loro scelte lavorative, favorendone il corretto posizionamento professionale, e sviluppando percorsi di empowerment in quei soggetti che per condizione personale sono maggiormente a rischio di emarginazione, in particolare quando appartengono a fasce di popolazione già disagiata. Gli obiettivi del Progetto consistono nella progettazione e sperimentazione di nuovi servizi che consentano di accedere ed esercitare un vero e proprio diritto di cittadinanza, e nell’integrazione con nuovi servizi di valutazione delle competenze professionali, dei titoli di studio ed orientamento al lavoro, nella rete dei servizi territoriali OTTAVOEURORAPPORTO ET – ESPERIENZE DI TRANSIZIONE Costo complessivo 2.000.000 euro Soggetto referente Plan Soc. Coop. Beneficiari Giovani adolescenti in situazione di disagio e a rischio di esclusione sociale e lavorativa Obiettivo La finalità generale dell’intervento, tesa a qualificare e valorizzare l’offerta di servizi territoriali integrati che facilitino l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale dei giovani svantaggiati, in condizioni di disagio sociale e a rischio di emarginazione, rappresenta un valore strategico di grande rilievo per il sistema provinciale. Scopo dell’intervento è infatti quello di progettare ed impiantare forme ed esperienze di transizione rivolte alla fascia giovanile e adolescenziale in situazione di svantaggio, attraverso una vera e propria rete di servizi, al fine di svilupparne le prospettive di occupabilità. Le esperienze di transizione che si intendono realizzare nel Progetto a beneficio delle diverse fasce di utenza giovanile svantaggiata hanno quindi la finalità di potenziarne le competenze, i talenti, le risorse per una più stabile e duratura occupabilità e progettualità professionale. Sin.Te.Si – Sinergie Territoriali per l’Inclusione Sociale Costo Costo complessivo 700.000 euro Soggetto referente Tutor – Orientamento Formazione e Cultura Beneficiari Lavoratori impiegati nei servizi di l’assistenza + cura privata a domicilio (badanti), Soggetti a rischio di esclusione, Imprese per lo start up, Insegnanti (didattica x stranieri) Obiettivo Scopo dell’intervento sarà sperimentare pratiche innovative di emersione del lavoro nero e integrazione lavorativa attraverso: – promozione di accordi tra imprese e P.A., di sinergie tra sistemi del lavoro, del welfare e della formazione, di una rete integrata pubblico/privata per l’inclusione sociale e lavorativa dei soggetti svantaggiati; – percorsi integrati e personalizzati di occupabilità per le categorie maggiormente discriminate sul Mercato del Lavoro (immigrati, disabili, persone affette da dipendenza); – percorsi di innovazione e flessibilizzazione dell’offerta di orientamento e formazione alla luce delle discriminazioni di cui sono vittime i soggetti più difficilmente occupabili (immigrati, disabili, persone affette da dipendenza). Il lungo cammino dei Sinti e dei Rom: percorsi verso il lavoro Costo complessivo 700.520,66 euro Soggetto referente IAL Emilia-Romagna Beneficiari Persone appartenenti alle comunità Sinti e Rom Obiettivo Scopo dell’intervento è: – lavorare al superamento della condizione di esclusione e discriminazione in cui, sia dal punto di vista lavorativo che da quello sociale, si trovano gli appartenenti alle comunità Sinti e Rom dell’Emilia – Romagna; – migliorare ed ampliare l’accesso dei Sinti e dei Rom alla rete dei servizi offerti dal territorio e facilitare il loro accesso al Mercato del Lavoro. GOAL: Governo e messa in trasparenza degli Apprendimenti per favorire il Lavoro Costo Costo complessivo 700.000 euro Soggetto referente COFIMP Consorzio per la formazione e lo sviluppo delle PMI 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 71 OTTAVOEURORAPPORTO Beneficiari Persone con competenze deboli, Persone con anzianità professionale e scarse competenze, Donne che rientrano nel mondo del lavoro, Persone in uscita da dipendenze con necessità di reinserimento assistito, Giovani in ingresso nel MdL con lauree/diplomi deboli Obiettivo Scopo del Progetto è aiutare persone in situazione di disagio in ingresso o reingresso nel Mercato del Lavoro, ad esprimere apprendimenti conseguiti in ambiti formali, informali e non formali secondo codici che siano comprensibili nei possibili contesti lavorativi di destinazione delle persone, da Centri per l’Impiego ed imprese e collegati con altre forme di validazione – certificazione. Il Progetto è finalizzato a sviluppare metodologia e dispositivo per esprimere, accertare, testimoniare apprendimenti, secondo logiche già specificate, sperimentare una modalità di messa in trasparenza degli apprendimenti dell’individuo con particolare riferimento a percorsi non formali, informali e formali interrotti, strettamente collegati con l’impianto metodologico del sistema regionale delle qualifiche, fornire un supporto di metodo e contenuto a Centri per l’Impiego e altre strutture operanti nel settore inserimento e reinserimento lavorativo e attivare misure di accompagnamento e attività formative per favorire l’ingresso nel Mercato del Lavoro di figure deboli e persone in situazione di svantaggio. INSIEME – INserimento, Socialità e Integrazione per Evolvere, Migliorare, Emergere Costo Costo complessivo 700.000 euro Soggetto referente Provincia di Parma Beneficiari Immigrati Obiettivo Scopo dell’intervento è migliorare le opportunità degli immigrati presenti sul territorio provinciale in un’ottica di approccio globale a tutti i problemi che sono determinati dal vivere e lavorare in un contesto straniero. Il progetto tende ad offrire opportunità per una presenza regolare sul territorio e nel Mercato del Lavoro ed occasioni di inserimento lavorativo qualificato per quanti non lo hanno o lo hanno perso, facilitando i meccanismi di domanda e offerta. Offrire occasioni di sviluppo professionale attraverso una valutazione ed eventuale riconoscimento delle esperienze formative e professionali anche pregresse e l’integrazione formativa delle competenze mancanti. PEGASO: processi plurali di rete per l’inclusione dei detenuti Costo Costo complessivo 700.000 euro Soggetto referente TECHNE – Consorzio per la formazione professionale di Forlì Beneficiari Detenuti Obiettivo Il progetto è volto a creare: – Governance istituzionale e sociale delle reti dell’esecuzione penale, del Mondo del Lavoro, dei servizi sociali pubblici e privati. – Disponibilità all’accoglienza lavorativa e sociale delle comunità locali. Crescita della condizione di cittadinanza dei detenuti, delle opportunità di accesso ai servizi, della partecipazione al proprio del progetto di vita, dell’emancipazione dal contesto delinquenziale. – Mobilitazione responsabile e collaborazione attiva tra sistema penitenziario, sistema giustizia, sistema economico-produttivo. – Flessibilità di gestione degli inserimenti, di accesso alle misure alternative e al lavoro all’esterno, delle condizioni logistiche, dei tempi di disbrigo burocratico e amministrativo. – Crescita qualitativa e quantitativa 71 degli inserimenti lavorativi e sociali dei detenuti. – Sostenibilità di lungo periodo degli strumenti e degli interventi attivati tramite la promozione di accordi, patti, protocolli, ed ogni azione utile. Asse 2.2 Imprenditorialità Trailer: trame di sviluppo territoriale Costo Costo complessivo 2.660.000 euro Soggetto referente A.E.C.A. Beneficiari Persone residenti per azioni di sensibilizzazioni, Residenti , Disoccupati e imprese cooperative Obiettivo La PS intende adottare un approccio strategico multidimensionale che stimoli l’implementazione delle politiche di sviluppo del territorio, proprie delle amministrazioni locali, in convergenza con l’attuazione di azioni specifiche atte a superare gli ostacoli all’inclusione sociale e lavorativa dei residenti. Ai fini della messa a sistema dell’approccio multidimensionale, la strategia adottata dalla PS promuove un collegamento stabile tra organismi istituzionali e Terzo Settore, presupposto necessario per la realizzazione di un wellfare di 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 72 72 OTTAVOEURORAPPORTO Soggetto referente EFESO - Bologna responsabilità che comprenda il mondo della cooperazione sociale. La strategia consentirà di promuovere servizi alla collettività e alla persona e di dare così nuovo slancio alle risorse umane e materiali presenti contrastando i fenomeni di svantaggio descritti. SPRING OUT Costo complessivo 1.225.729,56 euro Soggetto referente Fondazione ENAIP S. Zavatta – Rimini Beneficiari Persone con disturbi psicologici Obiettivo Gli obiettivi che concorreranno al miglioramento della vita dei beneficiari, sono: – la semplificazione della relazione utente con disagio - servizi pubblici che poggia sulla creazione di un sistema integrato di servizi sociali e di inserimento lavorativo attraverso l’utilizzo di un unico e comune programma informatico. Questo sistema coinvolge i servizi di ASL, Comuni e Provincia ed implica l’attivazione di uno sportello sociale dedicato all’utenza con disagio in grado di svolgere attività di informazione ed accoglienza e di rimandare a servizi specialistici di II o III livello; la – realizzazione di migliori condizioni lavorative e di maggiori opportunità occupazionali attraverso la creazione di servizi dedicati alle cooperative sociali, l’informatizzazione dei registri delle cooperative sociali, la formazione professionale dell’utenza selezionata, la creazione diretta di posti di lavoro, la sensibilizzazione delle imprese profit, il coinvolgimento dell’utenza nell’intera strutturazione dei percorsi lavorativi e formativi; – la promozione della salute mentale in età evolutiva e adulta che si realizza attraverso la creazione di un Centro Studi e Ricerche, di un Centro di documentazione sulla malattia psichiatrica e psicologica ed infine sulla attuazione di percorsi di comunicazione e di eventi dedicati alla popolazione riminese. FUORI ORARIO – LA COOPERAZIONE SOCIALE PER IL LAVORO REGOLARE Costo complessivo 1.000.000 euro Soggetto referente IRECOOP E.R. - Bologna Beneficiari Lavoratrici di servizi di cura (badanti), Imprese della cooperazione sociale, Lavoratrici/ori del sommerso per assistenza privata Obiettivo – Riorganizzare e flessibilizzare l’atti- vità d’impresa sociale, diversificare e innovare le tipologie di servizi, sperimentando sul terreno dell’erogazione dei servizi domiciliari un modello cooperativistico multi-stakeholder quale punto di riferimento per una pluralità di attori e di processi sul territorio, ma anche per le lavoratrici dell’assistenza; – Relativamente ai sistemi di welfare locali, il partenariato si propone di individuare strategie territoriali per una reale ed efficace integrazione tra servizio pubblico e privato sociale, nell’erogazione di attività di cura domiciliare, attraverso la sperimentazione di differenti soluzioni e valutando forme di sostenibilità finanziaria dei servizi domiciliari stessi; – Sperimentare forme di incentivi utili al sostegno della domanda e offerta regolare di assistenza, azioni utili alla semplificazione burocratica ed organizzare il flusso delle informazioni; – Confrontare esperienze e politiche di welfare realizzate in altri stati a livello comunitario, relativamente al lavoro di cura e assistenza, per armonizzare i diversi sistemi territoriali di protezione sociale. Beneficiari Uomini e donne appartenenti fasce deboli Obiettivo Il Progetto si propone il rafforzamento delle Imprese Sociali e l’avvio di Partnership Territoriali di sviluppo socio economico (profit, non profit, amministrazioni locali) per l’aumento dell’inclusione sociale delle fasce deboli attraverso la piena e buona occupazione e per la diffusione di buone prassi finalizzate allo sviluppo dei “Territori Socialmente Responsabili”. In particolare si propone di: – Sviluppare la capacità imprenditoriale dell’impresa sociale in termini di organizzazione, specializzazione del management, percorsi di transizione, potenziamento degli strumenti e delle politiche per una partnership con le imprese profit; – Promuovere un’integrazione stabile tra i sistemi politici e amministrativi locali e i sistemi delle imprese profit e non profit del territorio in una logica di partnership territoriale di sviluppo. AGAPE – ACTION OF GOVERNANCE AND PEOPLE EMPLOYMENT F.O.R.R.E.S.T. – FORUM RETI RISORSE PER L’ECONOMIA SOCIALE E IL TERRITORIO Costo complessivo 1.000.000 euro Costo complessivo 700.000 euro 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 73 OTTAVOEURORAPPORTO Soggetto referente FUTURA – Società pubblica per la F.P. e sviluppo del territorio Beneficiari Soggetti del Terzo Settore (Associazionismo, Volontariato, Cooperazione Sociale) Obiettivo L’intervento progettuale intende ridurre lo scarto esistente tra il livello di concertazione che si esprime nei tavoli regionali, in materia di governance delle politiche sociali, tra Regione e il Forum del Terzo Settore, e quello che, sugli stessi temi, nell’ambito degli Accordi di Programma dei Piani di Zona, si riesce a realizzare nella concertazione a livello locale. Si intendono potenziare le capacità di rapporto e di interlocuzione dei Soggetti del Terzo Settore con gli enti locali, qualificando le loro competenze nell’esercizio del ruolo di rappresentanza dei cittadini, con particolare riferimento a quelli più deboli. S’intende inoltre potenziare le capacità di progettazione sociale, di gestione degli interventi, e di valutazione dei risultati, secondo la metodologia dell’integrazione e della partecipazione. INCLUDENDO Costo complessivo 700.000 euro Soggetto referente AGEFORM Scarl Beneficiari Terzo settore, Attori sociali Obiettivo Il Progetto vuole cercare di rafforzare le imprese sociali del Terzo Settore in una strategia delle connessioni ed in collegamento stabile con gli organismi istituzionali per una costruzione, la co-progettazione, la cogestione di politiche pubbliche all’interno di un welfare di responsabilità e di welfare mix. Nello specifico si evidenziano i seguenti scopi progettuali: – Individuare i processi ed i sistemi di penetrazione del Terzo Settore rispetto alle modificazioni strutturali del mercato del lavoro (riferito in particolare al comparto sociale e dei servizi alla persona); – Cogliere le “rappresentazioni sociali” vere o presunte, da parte degli organismi pubblici, nei confronti delle organizzazioni del Terzo Settore (rispetto in particolare alla progettazione, alla gestione, all’erogazione dei servizi); – Strutturare percorsi formativi per gli operatori della pianificazione sociale (i promotori sociali) e del management d’impresa sociale per costruire un welfare “mix” delle capacità e delle competenze; – Costruire misure di sostegno e di accompagnamento, progetti di promozione d’impresa e di modellistica sociale in grado di sviluppare nuovi giacimenti occupazionali, nuovi servizi integrati, metodologie e pratiche innovative. Asse 3.1 Adattabilità E.L.S.A. Politiche di Empowerment delle lavoratrici straniere addette alla cura Costo complessivo 1.468.000 euro Soggetto referente ARCO S.a.s. Beneficiari Lavoratrici addette ai servizi di cura (badanti) Obiettivo L’obiettivo principale del progetto consiste in: – trasformare l’incontro di due forti emergenze sociali come il bisogno di trovare una nuova sistemazione sociale, economica e di integrazione nel nostro paese e al ritorno nel proprio da parte delle lavoratrici straniere addette ai servizi di cura da un lato e le necessità di lavoro di cura per anziani e disabili a domicilio da parte delle famiglie italiane dall’altro, in un’opportunità di crescita e apprendimento e risposta 73 delle comunità locali, sul lavoro di cura e sull’integrazione multiculturale. – potenziare, sostenere e migliorare il lavoro di cura facendo leva sulle donne straniere, permettendo loro un’adeguata formazione, il sostegno e l’inserimento nella famiglia, l’accompagnamento al lavoro di cura nelle fasi difficili e di conflitto, attraverso benefit e incentivi sia alla famiglia sia alla donna per la regolarizzazione piena ed effettiva del lavoro. ADD+: Across the Digital Divide Costo complessivo 883.500 euro Soggetto referente ECIPAR – Bologna Beneficiari Sistemi locali, Figure professionali deboli sul MdL, Lavoratori disabili fisico/sensoriali, Lavoratori immigrati, Lavoratori a rischio di espulsione dal MdL, Lavoratori “over 45” Obiettivo Nei contesti presi in esame i lavoratori e le PMI, stanno perdendo terreno nel confronti della dinamiche competitive legate allo sviluppo dei sistemi locali. In questo quadro il deficit culturale e di competenze degli addetti è significante e richiede precisi interventi per la sua soluzione. 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 74 74 OTTAVOEURORAPPORTO Soggetto referente SENECA - Bologna Questo stato di cose è affrontato offrendo ai beneficiari alcune strategie finalizzate a: – accedere a servizi di orientamento intesi come spazi e luoghi di riflessione all’interno dei quali sviluppare le capacità di fronteggiare e di gestire le problematiche connesse a fenomeni di transizione o evoluzione lavorativa; – definire il proprio percorso di formazione, attraverso un piano che colleghi tra loro diverse opportunità formative, finalizzato a rafforzare la posizione professionale contingente o prospettica; – usufruire di strumenti e tecnologie finalizzate al superamento delle differenze linguistiche e di abilità; – valorizzare le proprie competenze formali, non formali e informali. SKY – Sviluppo delle competenze attraverso l’apprendimento innovativo Costo complessivo 2.150.600 euro Obiettivo Riguardo il tema della formazione si intende avvicinare imprese e lavoratori alla cultura della formazione, favorendo una fruizione flessibile e personalizzata tale anche da: – ridurre i fenomeni di isolamento economico e sociale, – aggiornare e specializzare le competenze dei lavoratori target, – riqualificare e riconvertire le professionalità dei lavoratori di aziende in crisi o prossimi alla mobilità, – combattere fenomeni di digital divide di lavoratori con svantaggio fisico, psichico, sociale, con bassa qualifica o over 45, – favorire la valorizzazione delle competenze possedute da lavoratori stranieri, l’approfondimento e il consolidamento dei saperi richiesti nei singoli settori produttivi e investire nelle nuove tecnologie informatiche e della comunicazione. Soggetto referente Modena Formazione VITA: Innalzamento delle skills nell’ottica di regional life long learning Beneficiari Beneficiari intermedi: programmatori e erogatori dei servizi di aiuto alle persone sul territorio Beneficiari finali: lavoratori con svantaggio e lavoratori a rischio di espulsione Costo complessivo 1.500.489,02 euro bassa scolarizzazione o scarsa professionalità, Occupati stagionali Obiettivo La PS intende contrastare i problemi di discriminazione attraverso l’apprendimento continuo. In accordo con le specificità regionali dell’Emilia-Romagna la PS intende attivare progetti individuali e personalizzati a favore dei lavoratori a rischio di espulsione per favorirne la riconversione professionale in sintonia con le vocazioni del Mercato del Lavoro locale e sviluppare una certificazione delle esperienze di lavoro per valorizzare il complesso dei saperi che ogni individuo ha maturato nello studio e nel lavoro. I beneficiari finali ed intermedi saranno coinvolti nelle varie macrofasi sia direttamente nelle attività progettuali che indirettamente attraverso un processo a cascata che li coinvolge come portatori di interessi specifici. Le metodologie utilizzate saranno molteplici: animazione, ascolto, metodi esperienziali, drenaggio di informazioni, consulenza, tecniche di gruppo e metodi di knowledge management Soggetto referente TALETE Scarl – Ferrara SCI – sostenere la competitività individuale Beneficiari Disoccupati over 45 o immigrati con Costo complessivo 969.840 euro Beneficiari Immigrati lavoratori a rischio di esclusione sociale e operatori del sociale Obiettivo La PS intende agire attraverso azioni integrate finalizzate alla rimozione dell’emarginazione e dell’esclusione sociale per i lavoratori immigrati. Le attività progettuali si propongono di intervenire sulle discriminazioni oggettive o di sistema e le discriminazioni soggettive, cioè collegate alla situazione reale del gruppo target ed alla situazione soggettiva dei singoli utenti. La finalità del Progetto prevede la creazione di una serie di servizi che coinvolgono tutti gli operatori del settore per implementare sinergie nella pianificazione e nell’accompagnamento all’inserimento individuale e la sperimentazione di approcci innovativi come possibile risposta alle problematiche di base, sia del sistema, sia individuali. Lo scopo dell’intervento è intervenire a diversi livelli sulla professionalità dei lavoratori immigrati comunitari ed extracomunitari in Emilia-Romagna per ottenere: – Un lavoro più adatto alle proprie aspettative e competenze; – Un incremento della propria cultura personale e professionale; – Un riconoscimento formalizzato dei saper fare e dei saper essere posseduti; – Un miglior riconoscimento economi- 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 75 OTTAVOEURORAPPORTO co delle proprie prestazioni professionali; – Un riconoscimento della cittadinanza attiva; – Un incremento del livello di autonomia ed autostima. C.R.E.S.C.E.R.E. Costo complessivo 1.000.250 euro Soggetto referente Consorzio FOR.P.IN Beneficiari Lavoratori a rischio di espulsione dal mondo del lavoro Obiettivo L’intervento proposto dalla PS mira ad affrontare in maniera innovativa il tema del cambiamento, puntando ad una strategia di prevenzione intervenendo sulla mentalità dei lavoratori, con ogni forma di incentivo, servizio, innovazione organizzativa e del processo lavorativo, e a migliorare il rapporto fra l’individuo e l’azienda, per poter operare in una migliore sinergia produttiva. Questo consente ai distretti produttivi locali di puntare sulla valorizzazione delle risorse umane e di scongiurare la perdita di capacità e competenze professionali, puntando sulla promozione all’apprendimento, e ai lavoratori di riqualificarsi e di valorizzare le proprie capacità, evitando l’esclusione dal Mondo del Lavoro. Space Economy: il Modello Emiliano, i Distretti e le sue competenze Costo complessivo 749.000 euro Soggetto referente CIS – Scuola aziende di formazione superiore – Reggio Emilia Beneficiari Lavoratori occupati in Emilia-Romagna (particolare attenzione agli OVER45) Imprese, centri di formazione Obiettivo Lo scopo ultimo dell’intervento è quello di intervenire sulle competenze professionali dei lavoratori a rischio di espulsione per il mutato contesto in cui si trovano ad operare. Per raggiunger tale obiettivo è stato programmato: – la costruzione di una rete di distretti rivolta in modo particolare al sistema della subfornitura attraverso la realizzazione di una piattaforma per la condivisione delle informazioni e la creazione di uno spazio virtuale accessibile via web in forma privata e pubblica. La rete di distretti sarà pertanto luogo fisico e virtuale nello stesso momento. La dimensione virtuale consentirà una immediata condivisione delle informazioni e delle esigenze formative individuate da ciascun soggetto ad esso appartenente e contemporaneamente darà immediata visibilità delle strutture fisiche nelle quali sarà possibile erogare i contenuti formativi. Non ultimo la piattaforma sarà lo strumento per la gestione delle attività relative al modello formativo opportunamente progettato per rispondere alle esigenze dei lavoratori occupati: – la progettazione e sperimentazione del modello formativo rispondente alle reali esigenze individuate nella fase di analisi. La costruzione del modello sarà, infatti, risultato di una indagine a campione sugli interventi formativi a disposizione sul territorio. LABORATORIOVALSAMOGGIA: una terra accogliente e socialmente responsabile Costo complessivo 832.150 euro Soggetto referente Comunità Montana Unione dei Comuni Valle del Samoggia Beneficiari Giovani, lavoratori o meno, nell’ambito del territorio di riferimento Obiettivo Lo scopo è favorire l’inclusione dei giovani, lavoratori o meno, creando sviluppo economico locale che concili competitività, inclusione e equità sociale, favorendo la lotta all’esclusione attraver- 75 so la creazione di un territorio socialmente responsabile e la diffusione di una società della conoscenza verso e tra i giovani, per favorire la loro occupazione e l’attrazione di nuovi residenti, nell’ambito di una mobilità dei lavoratori Sud - Nord e di una distribuzione sostenibile dei nuovi insediamenti sul territorio. L’obiettivo consiste pertanto nel: – cercare soluzioni di contesto per sensibilizzare gli enti locali sul disagio giovanile e lo sviluppo sostenibile attraverso strumenti di intercettazione delle esigenze del territorio come il Bilancio di Sostenibilità; – creare antenne sul territorio (consulte, laboratori e fiere) che recepiscano e comprendano le esigenze anche dei nuovi residenti; – diffondere l’adozione del Bilancio di Sostenibilità. Asse 4.2 Pari opportunità ALTEREGO: professione co-manager. Laboratorio per lo sviluppo di nuovi strumenti Costo complessivo 744.390 euro Soggetto referente Nuovo CESCOT Emilia-Romagna – Bologna 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 76 OTTAVOEURORAPPORTO 76 Beneficiari Donne imprenditrici, Donne non occupate, disposte a “sostituire” donne imprenditrici. Altro obiettivo della PS è quello di favorire condizioni favorevoli allo sviluppo delle piccole imprese guidate da donne. Obiettivo Scopo della PS è quello di migliorare la sostenibilità sociale del lavoro autonomo per quanto riguarda soprattutto chi, come le donne, subisce la discriminazione del doppio ruolo, nelle azioni professionali e in quelle sociali. Nell’ambito della messa a punto di misure di sostegno alla sostituzione delle imprenditrici, si intende valorizzare il ruolo della sostituta (“Comanager”) come possibile sbocco professionale per donne che intendono reinserirsi attivamente nell’ambito della popolazione attiva, con le necessarie garanzie per scongiurare il potenziale segregante di una proposta tipicamente flessibile. Si fa riferimento a donne disoccupate che vogliono rientrare nel mondo del lavoro dopo un precedente abbandono per motivi forzati: malattia, cura dei figli, cura degli anziani. Queste donne possono vedere nella particolare forma di lavoro autonomo, tipica dell’incaricata del servizio di sostituzione Comanager, una possibile soluzione per rientrare nel Mercato del Lavoro e per conciliare il rinnovato impegno professionale con le esigenze della famiglia e dei figli. TRANSITI Costo complessivo 700.000 euro Soggetto referente Movimenti Identità Transessuale – Bologna Beneficiari Persone transessuali Obiettivo L’idea progettuale è costruire (progettare, realizzare e validare) percorsi e modalità di inclusione nella vita sociale e lavorativa di persone transessuali oggetto di discriminazione e pregiudizio. Il perseguimento di tale scopo richiede la soddisfazione di obiettivi che divengono le condizioni essenziali per garantire il successo finale di un percorso che vorrebbe vedere le suddette persone fuori dal circuito dell’esclusione e pienamente libere e autonome. Gli obiettivi comuni del progetto sono rappresentati da un cambiamento e un’innovazione dei sistemi finalizzati alla formazione, all’inserimento lavorativo e all’occupazione nell’ottica di uno sviluppo locale sensibile all’integrazione, anche sociale, degli individui e dalla creazione di opportunità di inserimento stabile e regolare nel Mercato del Lavoro di fasce di popolazione emarginata, dove per stabile ci si riferisce, in particolare, ai problemi di tutela del lavoro e di visibilità sociale del lavoratore nell’ambito del Mercato del Lavoro attraverso la sperimentazione di metodologie, strumenti e organizzazioni innovative nell’approccio al problema del diritto al lavoro per i soggetti più deboli sul mercato. Inoltre si punta alla qualificazione professionale di queste fasce di popolazione, favorendo anche l’acquisizione degli strumenti basilari per la loro inclusione nella società. Technèdonne – donne nelle tecnologie e tecnologie nelle donne Costo complessivo 859.385,73 euro Soggetto referente Orlando Associazione Donne – Bologna Beneficiari Donne nella società della tecnologia Obiettivo Si abbina l’approccio delle risorse a quello delle capacità chiedendo che cosa le donne sappiano fare in campo tecnologico, quanto le loro competenze siano riconosciute e quanto siano libere di scegliere la vita lavorativa nelle con- crete condizioni particolari. In una società tecnocentrica, dove il digital divide si combatte con più computer ed accessi ad Internet più veloci, l’uguaglianza d’accesso alle tecnologie non implica uguaglianza d’opportunità. L’adozione di percorsi e linguaggi centrati sulle relazioni umane, la qualità di vita e la critica “all’innovazione a tutti i costi” può risvegliare la coscienza critica di uomini e donne. Dall’assunto che “la capacità è un concetto esigente”, necessitante condizioni particolari per svilupparsi, il progetto si occupa di risorse aggiuntive e ostacoli socialmente strutturati. Obiettivi sono: – donne e uomini che riconoscono competenze tecniche e personali femminili; – esperte partecipi della progettazione di software modellati su priorità e percezioni altre; – donne e uomini non vincolati da stereotipi di genere, riconoscendo le diverse identità; – donne facilitate nella formazione e carriera. Una questione privata (non tenere al proprio tempo è un problema di spazio) Costo complessivo 1.020.000 euro Soggetto referente CESVIP – Centro sviluppo piccola e media impresa 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 77 OTTAVOEURORAPPORTO Beneficiari Uomini e donne con problemi di conciliazione, Enti pubblici,imprese, lavoratori e lavoratrici, Imprese private e lavoratori coinvolti nella sperimentazione, Enti pubblici - uomini e donne con problemi di conciliazione, Donne, Operatori/trici consulenti Obiettivo – Definire e sperimentare un modello di piattaforma locale a supporto delle politiche e dei servizi di conciliazione; – Valutare l’impatto positivo e/o negativo dei servizi territoriali per la conciliazione ed individuarne le criticità; – Definire e sperimentare strategie per la promozione dei servizi esistenti sui diversi territori; – Elaborare linee guida di riferimento per sviluppare azioni di sostegno al sistema dei servizi offerti dal pubblico e dal privato all’interno di reti territoriali per la conciliazione; – Elaborare piani di fattibilità per l’introduzione di nuovi servizi e modelli per la conciliazione all’interno di sistemi imprenditoriali e territoriali; Sperimentare e attivare nuovi servizi e modelli per la conciliazione nei sistemi del pubblico e del privato; – Effettuare analisi sui fattori che hanno un impatto negativo sull’imprenditoria femminile; – Sperimentare percorsi di orientamento ai servizi per la conciliazione e formazione alla creazione di impresa per soggetti usciti dal mercato del lavo- ro per problemi legati al lavoro di cura; – Sperimentare percorsi di aggiornamento sulle tematiche della conciliazione per consulenti e operatrici della formazione; – Valutare la possibilità e la fattibilità dell’adozione di modelli di conciliazione utilizzati in altri paesi europei; – Coinvolgere, per implementare l’efficacia delle politiche di conciliazione, il sistema sociale nel suo complesso, tramite un approccio globale tra le politiche del lavoro e di conciliazione con la dimensione territoriale. 3.2 INTERREG III Interreg III4 ha come obiettivo il rafforzamento della coesione economica e sociale nell’Unione europea e lo sviluppo equilibrato del territorio comunitario attraverso la promozione di tre forme di cooperazione: 77 Per l’Italia il FESR finanzierà il 50% del costo totale degli interventi, la restante quota sarà coperta dal Fondo di Rotazione e, laddove previsto, finanziamenti aggiuntivi da parte delle regioni con modalità diverse nei tre volet. L’iniziativa è attuata attraverso specifici A. transfrontaliera5 per zone situate lungo i confini interni ed esterni della U.E. programmi approvati dalla B. transnazionale6 per raggruppamenti predefiniti di regioni e Stati membri membri attraverso strutture comuni di Commissione europea e proposti e realizzati congiuntamente dagli Stati cooperazione. 7 C. interregionale per collaborazioni fra regioni dell’intero territorio comunitario 4 Per il periodo 2000-2006, Interreg III dispone di una dotazione di 4.875 milioni di Euro (prezzi 1999), così ripartiti fra le tre sezioni: III A (transfrontaliero) III B (transnazionale) III C (interregionale) 67% 27% 6% La ripartizione indicativa per Stato Membro ha assegnato all’Italia per il periodo 2000-2006 una somma pari a 426 milioni di Euro, che con delibera CIPE è stata articolata come segue: Sezione A 255,6 Mio di euro (60%) Sezione B 144,9 Mio di euro (34%) Sezione C 25,5 Mio di euro0 (6%) Orientamenti della Commissione europea del 28 aprile 2000 (GUCE C 143 del 23.5. 2000). 5 La Comunicazione della Commissione europea 2001/C239/03 del 25/8/2001, recante la modifica agli orientamenti dell’iniziativa comunitaria prevede, per la prima volta, l’ammissibilità alla sezione A) Interreg III di zone NUTS III dell’Emilia-Romagna. Tali zone corrispondono alle Province Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. 6 Per la Regione le aree di cooperazione fanno riferimento ai raggruppamenti di aree ammissibili CADSES e MEDOCC. 7 La Comunicazione della Commissione europea C 141/2001 del 27 maggio 2001, reca le modalità di attuazione per la cooperazione interregionale e, tra l’altro, inserisce la Regione Emilia-Romagna nell’area Est. 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 78 78 OTTAVOEURORAPPORTO SUA 3.2.1. Sezione A: cooperazione transfrontaliera La Regione Emilia-Romagna è coinvolta nel Programma Transfrontaliero Adriatico che prevede la partecipazione delle provincie adriatiche emilianoromagnole di Ferrara, Ravenna, ForlìCesena e Rimini. Le altre aree coinvolte sono le Province di Trieste, Gorizia, Udine, Venezia, Bari, Brindisi, Lecce, Rovigo, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna, Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Teramo, Pescara, Chieti, Campobasso, Foggia; è inoltre utilizzata la deroga territoriale per le aree delle Province di Padova, L’Aquila, Isernia, mentre i Paesi Terzi interessati alla cooperazione transfrontaliera adriatica sono: Croazia, Bosnia-Erzegovina, Albania, SerbiaMontenegro. Il Programma Operativo INTERREG IIIA Italia-Paesi Adriatici Orientali (denominato Transfrontaliero Adriatico) approvato dalla Commissione europea8 è strutturato in quattro Assi d’intervento prioritari e undici misure di attuazione e il piano finanziario prevede per il periodo 2002-2006 un costo totale di 101.016.000 euro. Nel corso del 2004 il Comitato di pilotaggio ha approvato i tredici progetti proposti dalla Regione Emilia-Romagna (Adri.Blu, Adria-link, Adriamet, Adriasafe, Adria-tur, In.ro.se, Lode, Ma.h.l.de.net, Mem, New, Requisite, S.u.a. e Svilma) per un costo totale di oltre 14 milioni di euro. Sei di questi progetti prevedono la partecipazione diretta di strutture dell’Amministrazione regionale; i rimanenti hanno come riferimento enti del territorio regionale. L’Istituto dei Beni Artistici, Culturali e Naturali partecipa al progetto SUA SUA - Siti Unesco Adriatici sub- progetto CIDM –Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico Capofila Amministrazione Provinciale Ferrara, per il sub progetto CIDM Museo d’Arte della Città di Ravenna Partners Comune di Ferrara, Capitolo Cattedrale di Ferrara, Facoltà conservazione beni culturali e Facoltà Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, Istituto d’Arte Sarajevo e Università di Sarajevo (BIH), Città di Dubrovnik, Comune di Parenzo e Ministero Cultura/Dipartimento protezione patrimonio culturale di Parenzo (HR). Nel suo complesso, il progetto SUA intende mettere in rete i siti Unesco adriatici e porre in essere le linee guida per la loro gestione realizzando tre interventi pilota: CIDM e due laboratori di restauro. Il sub-progetto nel quale l’IBACN è coinvolto, intende creare il CIDM cioè un luogo fisico e virtuale per la valorizzazione del mosaico antico, moderno e contemporaneo a livello internazionale. Favorire la documentazione integrata delle risorse culturali, creando un data base multimediale, che utilizzi come modello prototipale le basiliche del periodo Giustinianeo di Ravenna in rapporto con la basilica Eufrasiana di Parenzo. Nel 2004 è stata elaborata la banca dati con la costruzione del data entry ed È stata aperta a prima sala del CIDM. L’Istituto Beni culturali ha svolto una ricerca sui mosaici, i mosaicisti, i restauratori di mosaico che ha dato come primo risultato il volume “l’Immagine e il frammento. Il mosaico in Emilia-Romagna”. I dati pubblicati insieme ad altri non ricompresi nel volume sono da considerare come contributo conoscitivo per l’attività del Centro internazionale di documentazione sul mosaico”. Arpa Emilia-Romagna è capofila del progetto Requisite e partecipa al progetto Adriamet: Durata del progetto 48 mesi gennaio 2003-dicembre 2006 Costo totale 1.730.000 euro Contributo CE 865.000 euro REQUISITE - Realizzazione di un sistema integrato di sorveglianza sulla qualità delle acque marine dell’Adriatico, in particolare sui fenomeni eutrofici e mucillaginosi Capofila Arpa Struttura Oceanografica Daphne Partners Regioni Marche e Abruzzo, Rudjer Boskovic Institute Center for Marine Research Rovinj (HR). Obiettivo del progetto complessivo è la realizzazione di una rete che raccolga ed integri le informazioni riguardanti i fenomeni di eutrofizzazione e delle mucillagini delle acque marine dell’Adriatico centro settentrionale rilevati dalle Agenzie Regionali per l’Ambiente e dagli istituti di ricerca croati e italiani. strategico per le 8 Decisione della Commissione del 24/12/2002 C(2002) 4627. 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 79 OTTAVOEURORAPPORTO Amministrazioni locali di rilevanza sia regionale, che provinciale e comunale al fine di disporre di informazioni e, se possibile, previsioni sull’andamento dei fenomeni monitorati. Integrazioni con modellistica e telerilevamento. Le attività svolte nel 2004 si sono maggiormente focalizzate nel miglioramento e messa a regime della raccolta dei dati in mare e della loro informatizzazione. Sono state integrate le informazioni relative anche alla parte più settentrionale del bacino (Adriatico settentrionale) con quelle prodotte dal progetto Interreg III/A Phare CBC facente capo all’Osservatorio dell’Alto Adriatico presso la Regione Veneto. Da parte di tutti i partners sono state effettuate le procedure di standardizzazione ed integrazione delle attività di monitoraggio e strutturazione foglio informatico per l’inserimento dei dati/informazioni prodotte che sia idoneo al sito internet di presentazione e diffusione dei dati. Si è operato per migliorare il sito web sia come immagine che come strutturazione delle informazioni. Tutti i Partner hanno svolto azioni divulgative del progetto nel proprio territorio regionale. REQUISITE Durata del progetto 36 mesi gennaio 2004dicembre 2006 Costo totale 1.400.000 euro Contributo CE 700.000 euro Progetto ARPA Costo totale 460.000 euro di cui Contributo CE 250.000 euro http://www.arpa.emr.it/ daphne/Requisite/requisite.htm ADRIAMET - Sistema integrato transfrontaliero di monitoraggio e previsione dei parametri meteorologici e di stato delle acque del mare Adriatico e marina che si avvalga delle singole competenze degli istituti coinvolti e del valore aggiunto dall’integrazione dei sistemi di monitoraggio. A tale scopo verrà creato un centro operativo del quale faranno parte operatori appartenenti alle strutture partner del progetto. Il progetto si prefigge inoltre di mettere a punto un modello di analisi e previsione dello stato fisico del mare Adriatico (onde e correnti) e dei relativi moduli applicativi per la gestione delle emergenze ambientali (rilascio di idrocarburi ed altri inquinanti). ADRIAMET Capofila Arpa Veneto Partners Regione Friuli Venezia Giulia Servizio di Protezione Civile e Regione Marche, Ruder Boskovic InstituRepublika Hrvatska, DR avni Hidrometeorolo?ki Zavod-Repubilka Hrvatska (HR). L’obiettivo del progetto è la creazione e gestione di un sistema integrato transfrontaliero per il monitoraggio e la previsione dei fattori meteorologici, marini e ambientali nell’Adriatico settentrionale, nonché la produzione un servizio regolare di informazione meteorologica Durata del progetto 36 mesi gennaio 2004 - dicembre 2006 Costo totale 1.202.000 euro Contributo CE 600.000 euro La Direzione Generale Attività produttive, commercio e turismo è capofila del progetto Adri.Blu e partecipa al progetto Ma.h.l.de.net: 79 ADRI.BLU Partners Regione Friuli Venezia Giulia e Veneto, Consorzio UNIPROM, Regione Istria, Contea Litoranea Montana (HR), Comune di Izola (SL), NORFISH, Camera di Commercio della Federazione di Bosnia-Erzegovina (BIH). Tavolo BLU ADRIatico per la gestione sostenibile delle attività di pesca e delle risorse alieutiche dell’Adriatico prevede la realizzazione di una serie di azioni volte a creare un contesto favorevole allo sviluppo delle PMI del settore ittico, mediante l’integrazione e l’armonizzazione transfrontaliera delle politiche della pesca, il coordinamento e la gestione responsabile del settore, l’incremento delle risorse alieutiche a disposizione delle PMI di pesca, la creazione di opportunità di innovazione e diversificazione delle attività tradizionali, la creazione di occasioni di incontro e scambio tra PMI, la qualificazione degli operatori del settore. 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 80 OTTAVOEURORAPPORTO 80 ADRI.BLU Durata del progetto 30 mesi Maggio 2004 - ottobre 2006 Costo totale 2.834.165 euro Contributo CE 1.327.339 euro Progetto RER Costo totale 1.050.000 euro di cui Contributo CE 525.000 euro MA.H.L.DE.NET – MAre Hadriaticum Reti transfrontaliere per la Democrazia locale (Serbia), Agenzia della Democrazia Locale del Montenegro. L’Agenzia Emilia-Romagna Lavoro partecipa al progetto Il progetto intende rafforzare la cooperazione istituzionale tra le Regioni Adriatiche Italiane (RAI) e i Paesi Adriatici Orientali (PAO), così da aumentare le occasioni di effettiva interazione tra attori politici, economici e sociali, impegnati in azioni di sviluppo della democrazia locale nell’area transfrontaliera adriatica. SVILMA – Sviluppo del Mercato del Lavoro Adriatico MA.H.L.DE.NET Capofila Regione Friuli Venezia Giulia Partners Regione Puglia, Università di Padova, Venezia e Trieste, Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, Comune di Mogliano Veneto, Associazione “Ambasciata della Democrazia Locale a Zavidovici” Onlus, IAL Friuli Venezia-Giulia, Associazione delle Agenzie della Democrazia Locale (F), Agenzia della democrazia Locale Sisak Agenzia della Democrazia Locale – Osijek; Agenzia della Democrazia Locale di Verteneglio – Istria (HR), Associazione Progetto Prjiedor -Agenzia della democrazia Locale (BIH), Agenzia della Democrazia Locale di Subotica Durata del progetto 30 mesi Aprile 2004 - ottobre 2006 Costo totale 1.250.000 euro Contributo CE 600.000 euro Progetto RER Costo totale 200.000 euro di cui Contributo CE 100.000 euro Capofila Veneto Lavoro Partners Regione Friuli Venezia Giulia, Agenzia regionale per il Lavoro della Regione Puglia, Agenzia regionale Marche Lavoro, Agenzia regionale Molise Lavoro, Abruzzo Lavoro, Servizio per l’Impiego Croato - Zagabria (HR), Agenzia per l’occupazione della Bosnia Erzegovina, Ministero del Lavoro e dell’Occupazione (Serbia), Ministero del Lavoro Albanese - Tirana (AL). Il progetto intende affrontare tematiche fondamentali per lo sviluppo, la cooperazione e l’integrazione della zona transfrontaliera adriatica legate all’ambito occupazionale, allo sviluppo di un mercato del lavoro integrato ed alla gestione di flussi migratori tra questi territori. Obiettivo del progetto è anche il controllo dei processi di emigrazione, favorendo lo sviluppo economico-sociale dei Paesi di provenienza mediante la collaborazione tra istituzioni ed enti privati impegnati sul territorio, che si attiveranno anche per la creazione di accordi e protocolli di intesa. Le azioni previste riguardano: lo sviluppo di un sistema di percorsi di formazione professionale e di mobilità a favore degli operatori dei servizi per l’occupazione, l’Osservatorio sul Mercato del Lavoro transfrontaliero, un Centro Risorse per il Partenariato integrato con lo sviluppo della rete istituzionale tra gli operatori, la costituzione della Borsa per il lavoro Adriatico contenente la banca dati regionale tra la domanda e l’offerta potenziale di lavoro, integrata con il sistema informativo del lavoro. Il progetto intende, inoltre, offrire varie opportunità di sviluppo anche per le PMI presenti sul territorio adriatico. Il rafforzamento delle competenze delle risorse umane impegnate nelle PMI è infatti fonte di qualificazione delle imprese locali, anche attraverso una coerente integrazione tra domanda ed offerta proveniente dai paesi terzi e le risorse umane disponibili sul territorio. SVILMA Durata del progetto 26 mesi Ottobre 2004 dicembre 2006 Costo totale 1.317.500 euro Contributo CE 658.750 euro Progetto RER Costo totale 127.500 euro di cui Contributo CE 63.750 euro http://www.svilma.net/ 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 81 OTTAVOEURORAPPORTO Ulteriori informazioni sui progetti sono disponibili sui siti http://www.regione.emilia-romagna.it /pda/iiia.htm e http://www.interregadriatico.it/ index1.html. 3.2.2. Sezione B cooperazione transnazionale La Regione Emilia-Romagna è inserita negli spazi di cooperazione relativi alle aree CADSES (Central Adriatic Danubian South-Eastern European Space) e MEDOCC (Mediterraneo Occidentale) e proprio per consentire la partecipazione ai settori regionali interessati ha provveduto ad adottare specifici orientamenti regionali operativi9 e previsto risorse regionali10 per sostenere, se necessario, la partecipazione a progetti selezionati ed approvati. 3.2.2.a Il programma MEDOCC Il Programma Operativo approvato dalla Commissione europea11 prevede la realizzazione di studi, ricerche e azioni pilota sulla situazione dell’area del Mediterraneo Occidentale in materia di sviluppo territoriale sostenibile, con l’obiettivo più generale di contribuire alla messa in opera dello Schema di sviluppo Spaziale Europeo. Gli Stati che prendono parte al programma sono cinque: Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Gibilterra. Il programma è articolato in cinque assi tematici con specifiche misure di attuazione e prevede un costo totale, per il periodo 2000-2006, di 194.340.135 euro. Nel 2004, la Regione Emilia-Romagna partecipava a quattordici progetti, uno come capofila (Marimed) e tredici in qualità di partner (Amphore, Castrum, Desertnet, Enplan, Euromedsys, Hydroptimet, La Tela di Aracne, MAEM, Merope, Revermed, Sedemed, Sedemed II, Sestante), altri enti territoriali emiliano-romagnoli partecipano ad altri quattro progetti (Aquanet, Cimpa, Gisad e Mediauvis). L’importo complessivo dei progetti regionali approvati è di 6 milioni di euro. Nei primi mesi del 2005 sono stati approvati altri otto progetti, uno come capofila (Mataari), sei come partner (Blue, BVM, Euromedsys II, Medisdec, Mipais e Pays.doc) ed uno vede la partecipazione di enti del territorio regionale (Mavitra). Di seguito una breve sintesi dei progetti in corso nel 2004 che vedono la partecipazione di strutture dell’Amministrazione regionale. 81 ze ed alla disseminazione delle informazioni agli utenti finali. ARPA-SIM partecipa a cinque progetti: DESERTNET – Monitoraggio ed azioni di lotta alla desertificazione nella regione mediterranea europea DESERTNET Durata del progetto 36 mesi Ottobre 2002 - settembre 2005 Costo totale 2.117.701 euro Contributo CE 1.049.995 euro Capofila Università di Sassari Partners Regione Liguria, Campania, Calabria, Toscana, Sicilia, Basilicata, Sardegna, Comunidad Autonoma de la Region de Murcia e Region de Andalucia (E), ENEA, APAT, Università di Cagliari. Progetto ARPA-SIM Costo totale 108.800 euro di cui Contributo CE 54.400 euro Associati Republique Tunisienne L’intervento, a cui partecipa ARPA SIM, è finalizzato alla progettazione e realizzazione di una piattaforma per un sistema comune di servizi, nel quadro dello sviluppo delle politiche nazionali e comunitarie di lotta alla desertificazione, come previsto dalla Convenzione UNCCD, e per la gestione durevole delle risorse territoriali, in particolare suolo ed acqua, attraverso: – la costituzione di una rete di aree/azioni pilota – la realizzazione di un sistema geografico informatizzato comune una rete di supporto tecnico-scientifico destinato allo scambio delle conoscen- 9 Delibera di Giunta regionale n. 708 del 6 maggio 2002. 10 Legge regionale n. 19 del 1 agosto 2002 di assestamento del bilancio di previsione. 11 Decisione CE C(2001) 4069 del 27/12/2001. 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 82 82 SEDEMED - Siccità e Desertificazione Capofila Servizio Tecnico IdrograficoRegione Sicilia Partners APAT, Regione Piemonte, Regione Calabria, Provincia di Potenza, Regione Sardegna, Universidade Técnica de Lisboa (P), Universidad Politécnica de Valencia (E). Obiettivi del progetto sono: – migliorare la conoscenza della siccità attraverso l’approfondimento delle procedure per l’analisi del ciclo idrologico; – sviluppare metodologie per il monitoraggio della siccità, attraverso la scelta di opportuni indicatori, il preannuncio di condizioni di crisi idrica e lo scambio di informazioni sugli effetti di siccità e desertificazione; – contribuire alla definizione di idonei interventi per la lotta alla siccità e desertificazione (misure di pianificazione e misure di emergenza) con particolare riferimento al ruolo di risorse non convenzionali (acque reflue e dissalate) e sperimentare tali interventi in aree campione; – mettere a punto metodi di scambio delle informazioni sulle caratteristiche delle siccità e sulle “best practices” di mitigazione formulando programmi di formazione mirati agli organismi responsabili di interventi nel campo della siccità e desertificazione. OTTAVOEURORAPPORTO Nel 2004 Arpa ha proceduto alla costruzione di un data-base di dati storici giornalieri ad elevata risoluzione, all’analisi delle serie di dati storici di precipitazione, temperatura e dei livelli fluviali disponibili in area Mediterranea. Sono state studiate le correlazioni e i legami statistici fra la variazione dei parametri idrometeorologici e la variabilità climatica a scala regionale e globale (correlazioni con indicatori globali). Sono stati sviluppati pacchetti software di metodologie statistiche di analisi dati climatici ed idrometeorologici. È stato sviluppato un nuovo indicatore della siccità agricola basato sul deficit di traspirazione, integrato nel modello di bilancio idrico Criteria. Creazione di un sito web dedicato allo studio della siccità e desertificazione, con un osservatorio della siccità in Emilia-Romagna e sezioni informative su temi correlati. SEDEMED SEDEMED II - Siccità e Desertificazione Capofila Servizio Tecnico IdrograficoRegione Sicilia Partners APAT, Regione Piemonte, Regione Calabria, Provincia di Potenza, Regione Sardegna, Università di Cagliari, Università di Roma “La Sapienza”, Universidade Técnica de Lisboa (P), Universidad Politécnica de Valencia (E), National Technical University of Athens (EL). È un proseguimento del precedente progetto SEDEMED e ne persegue gli stessi obiettivi. Nel 2004 è stato definito il criterio oggettivo per la selezione di stazioni meteorologiche rappresentative, è stato avviato lo studio della predicibilità della siccità anche ad elevata risoluzione spaziale. È stata effettuata una prima analisi della validità descrittiva della siccità agricola attraverso l’indicatore DTx in siti rappresentativi. SEDEMED II Durata del progetto 18 mesi gennaio 2003giugno 2004 Costo totale 2.972.500 euro Contributo CE 1.425.600 euro Progetto ARPA-SIM Costo totale 267.300 euro di cui Contributo CE 121.500 euro Durata del progetto 22 mesi settembre 2004giugno 2006 Costo totale 2.836.500 euro Contributo CE 1.449.750 euro Progetto ARPA-SIM Costo totale 194.500 euro di cui Contributo CE 86.500 euro HYDROPTIMET – Ottimizzazione degli strumenti di previsione idrometeorologica Capofila ARPA Piemonte Partners SAR Servizio Agrometeorologico Regionale Sardegna, CIMA Liguria, Regione Toscana, Regione Calabria, Regione Basilicata, ISAC-CNR, APAT, Università delle Baleari (ES), Agenzia Catalana Aigua (ES), Istituto Politecnico di Grenoble (FR), Università J. Fourier (FR), Etat du Valais (CH). Il progetto si situa nel contesto della previsione e prevenzione del rischio naturale, con particolare riferimento al rischio per fenomeni meteorologici ed idrologici intensi ed al loro impatto sul territorio, sfruttando differenti metodologie modellistiche alle diverse scale spaziali e temporali. L’approccio si basa sull’utilizzazione di modelli numerici e di tecniche statistiche. Nel 2004 sono state portate a compimento le attività previste dal progetto e precisamente: – Previsione meteorologica a breve e brevissimo termine: sono state completate ed analizzate le simulazioni numeriche ad altissima risoluzione (7 e 2.8 km) con il modello non idrostatico Lokal Modell relativamente ai 4 casi di precipitazione intensa selezionati nella prima fase del progetto. È stato inoltre testato il sistema previsionale a brevissimo termine (12-18 ore) basato sul- 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 83 OTTAVOEURORAPPORTO l’accoppiamento di Lokal Modell con il Lokal Analysis and Prediction System in uso presso ARPA-SIM su un caso MAP (Mesoscale Alpine Programme) selezionato per la grande disponibilità di dati che provenivano dalla campagna osservativa del programma MAP. – Applicazione di un sistema di analisi ad alta risoluzione per l’integrazione di dati convenzionali e non convenzionali. È stata completata la sperimentazione del sistema LAPS su tutto il territorio del Nord Italia per il periodo corrispondente alla campagna osservativa del programma MAP (autunno 1999). I sistema è stato adeguato all’assimilazione di tutti i dati supplementari disponibili per quel periodo, quali quelli provenienti dalle reti locali, da RASS, SODAR. – Stima della precipitazione a partire da dati non convenzionali. Sono stati testati gli algoritmi sviluppati per il miglioramento della stima di precipitazione attraverso la mitigazione degli effetti sul segnale radar dovuti a ground clutter e beam blocking. HYDROPTIMET Durata del progetto 21 mesi ottobre 2002giugno 2004 Costo totale 2.898.908 euro Contributo CE 1.174.454 euro Progetto ARPA-SIM Costo totale 227.500 euro di cui Contributo CE 101.250 euro AMPHORE - Applicazione di metodologie di previsione idrometerelogica orientate al rischio ambientale Capofila ARPA Piemonte Partners Université Joseph Fourier (FR), Meteo-France/CNRM (FR), Universitat de les Illes Balears (ES), Fundaciò Boschi Gimpera (ES), ARPAL Liguria, CIMA Centro Interuniversitario di Monitoraggio Ambientale, ARPACAL Calabria, DPC- Dipartimento della Protezione Civile. È la prosecuzione del progetto Hydroptimet. Nel 2004, ARPA-SIM ha partecipato alla selezione dei casi di studio del progetto. In particolare è stato selezionato un caso nel quale sperimentare la metodologia di accoppiamento della modellistica meteo ed idrologica sul bacino del Reno. Si stanno predisponendo le procedure per fornire tutti i prodotti modellistici di ARPA_SIM richiesti dal progetto ed, in particolare, i campi previsti dal modello LAMI (previsioni deterministiche) e dal sistema COSMO-LEPS (Previsioni di Ensemble). ARPA-SIM ha assunto l’impegno di coordinare l’attività inerente l’analisi a mesoscala del campo di precipitazione ed ha iniziato la valutazione delle possibili metodologie. AMPHORE Durata del progetto 27 mesi marzo 2004giugno 2006 Costo totale 2.375.320 euro Contributo CE 1.120.000 euro Progetto ARPA-SIM Costo totale 278.800 euro di cui Contributo CE 124.400 euro L’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali dell’Emilia-Romagna, partecipava ad un progetto: 83 CASTRUM - Torri, castelli e cinte murarie: un progetto di valorizzazione dei beni culturali e delle città minori del Mediterraneo Occidentale per la promozione di un turismo sostenibile Capofila Regione Piemonte Partners Regioni Umbria, Lazio, Valle d’Aosta, Liguria, Toscana, Calabria, Comunidad Autonoma de la Region de Murcia (ES), Camara Muncipal de Vila Real de Santo Antonio (ES), Association des Amis du Patromoine de Tetouan e Association de Sauvegarde de la Medina et des Monuments Historiques de Meknès (Marocco). Obiettivo del progetto è la valorizzazione dei territori e delle città minori dell’arco mediterraneo caratterizzate dalla presenza di castelli, torri, torri di avvistamento, cinte murarie, attraverso il recupero dell’area, la creazione di una rete di beni culturali come prodotto unico sul mercato del turismo culturale. Nel 2004 è stato creato il logo del progetto, si è svolto l’ itinerario regionale (per l’E-R: la terra dei Guidi e dei Malatesta) e sono stati predisposti: cartina, pieghevoli e pittogrammi, manuale d’uso. Si è tenuto il corso per formatori, è stato costruito il sito web e la mostra (presentata anche al Salone del Restauro di Ferrara). 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 84 OTTAVOEURORAPPORTO 84 CASTRUM Durata del progetto 22 mesi Dicembre 2002 ottobre 2004 Costo totale 2.153.250 euro Contributo CE 1.213.425 euro Progetto IBACN Costo totale 126.500 euro di cui Contributo CE 57.500 euro http://www.ibc.regione.emiliaromagna.it/castelli/castrum1.htm La Direzione Generale Ambiente e Difesa del suolo e della costa partecipa al progetto: ENPLAN - Valutazione ambientale dei piani e programmi Capofila Regione Lombardia Partners Regioni Liguria, Piemonte, Toscana e Valle d’Aosta, Regioni Andalusia, Catalogna, Murcia e Isole Baleari (ES). Enplan ha come obiettivo la cooperazione transnazionale tra regioni italiane e spagnole, volta a realizzare una metodologia comune e condivisa per l’introduzione della Valutazione Ambientale Strategica di piani e programmi a livello regionale. Il progetto prevede l’integrazione tra attività di studio e attività di sperimentazione, accompagnate da momenti di confronto, di informazione e formazione e da attività di messa in rete delle informazioni raccolte e condivise. Le attività di studio si concretizzano nella raccolta di materiale legislativo e tecnico attinente alla valutazione ambientale strategica nell’ambito delle regioni coinvolte. Tale attività, accompagnata dalla ricognizione del quadro normativo afferente il sistema di programmazione e di pianificazione in atto, è volta alla analisi di esperienze già maturate sull’argomento oggetto del progetto o ad esso attinenti, con lo scopo di definire le modalità di integrazione della dimensione ambientale all’interno dei piani e dei programmi. La successiva attività è costituita dal confronto e dalla discussione sui risultati dell’analisi delle esperienze già maturate da parte dei soggetti partecipanti, finalizzata alla definizione di una base di conoscenza comune e condivisa tra tutti i partners del progetto e mirata quindi ad affrontare la questione della valutazione ambientale degli strumenti di governo del territorio. Definito il modello unitario di orientamento, saranno avviati i progetti pilota e dal confronto dei risultati di queste sperimentazioni saranno predisposte linee guida operative per l’introduzione della Valutazione Ambientale Strategica, contestualizzate nelle varie realtà regionali. Successivamente saranno definiti gli orientamenti normativi per il recepimento della direttiva 2001/42/CE all’interno del quadro normativo delle diverse regioni partecipanti ed individuati gli elementi sostanziali per la definizione della norma di recepimento, nonché l’implementazione della norma stessa. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna la sperimentazione ha in esame i piani urbanistici comunali e, nello specifico, la formazionne di PSC - Piani Strutturali Comunali - redatti in forma associata dai dieci comuni aderenti alla Associazione Intercomunale Bassa Romagnola (prov. RA) ed in forma singola dal Comune di Bertinoro (prov. FC) ENPLAN Durata del progetto 24 mesi luglio 2002 - giugno 2004 Costo totale 2.239.826 euro Contributo CE 1.144.152 euro Progetto RER Costo totale 204.240 euro di cui Contributo CE 102.120 euro http://www.interregenplan.org/home.htm .La Direzione Generale Attività produttive, Commercio e Turismo è capofila del progetto Marimed e partecipa al progetto Euromedsys: MARIMED - La pesca come fattore di sviluppo del turismo sostenibile Partners Regione Sicilia, Comuni di Carloforte e di Porto Torres, Municipalità di Marsiglia e Comune di Port S.Louis du Rhone (FR), Junta de Andalucia, Regione de Murcia, Diputaciò de Girona, Ayuntamento de Torroelle de Montgrì, Associacion de Empresarios y Pesqueros (ES). Marimed intende sperimentare un modello innovativo di qualificazione 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 85 OTTAVOEURORAPPORTO dell’offerta turistica e di sviluppo del turismo sostenibile, in grado di promuovere e valorizzare il patrimonio naturale, culturale e sociale delle marinerie del mediterraneo. Attraverso la qualificazione, diversificazione e “destagionalizzazione” dell’offerta turistica; creazione di opportunità di sviluppo economico e professionale per gli operatori della pesca; promozione di territori a rischio di marginalizzazione in quanto poco conosciuti ma ricchi di risorse e cultura; creazione e sviluppo di validi prodotti turistici “integrati” nell’ambito della valorizzazione delle tradizioni della pesca; diffusione della conoscenza dei settori della pesca e della acquacoltura fra i turisti ma anche fra i residenti delle aree coinvolte; sensibilizzazione di tutta la popolazione a tutela e salvaguardia del patrimonio ambientale e naturale. MARIMED Durata del progetto 24 mesi maggio 2004maggio 2006 Costo totale 2.248.416 euro Contributo CE 1.150.000 euro Progetto RER Costo totale 669.780 euro di cui Contributo CE 284.890 euro EUROMEDSYS - Sistemi economici locali di cooperazione transnazionale Capofila Regione Toscana Partners Regioni Calabria, Campania, Sardegna, Sviluppo Italia, Regione Provence Alpes Cotes d’Azur (FR), Istituto de la Pequena y Mediana Industria Valenciana e Istituto de Fomento de Andalucia (ES), Gouvernorat de Sfax, Gouvernorat de Sousse (Tunisia), Regione TangerTetouan (Marocco), Ministere Algerien de l’Amenagement du territoire et de l’Environnement (Algeria). Euromedsys ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di Sistemi Economici Locali del Mediterraneo al fine di realizzare iniziative volte a favorire l’integrazione economica delle PMI sulle filiere dell’Habitat Mediterraneo, dell’agroindustria e dei Servizi Avanzati alle PMI, tramite la messa in atto di Progetti Pilota e la creazione di un Market Place Digitale sui tre settori di riferimento. Il progetto è stato gestito da diversi gruppi di lavoro, tra cui un Comitato Scientifico (composto da esperti in politica di sviluppo e cooperazione economica) con il compito di effettuare una prima fase di analisi e studio comparativo sui possibili modelli di cooperazione tra Sistemi Economici Locali relativa alle tre filiere. Dall’esame dello stato dell’arte delle tre filiere si è passati a realizzare un insieme di interventi mirati alla promozione e all’attivazione della cooperazione internazionale tra Sistemi Economici Locali, tramite la realizzazione di tre progetti pilota: – “Food Med”: finalizzato a favorire la promozione di un’identità comune mediterranea, attraverso la realizzazione di un “paniere di prodotti” rappresentativi dei valori e dei sapori mediterranei, valorizzando in questo modo non solo il singolo prodotto ma l’intera filiera di cui lo stesso fa parte; – “Habitat Med”: finalizzato a definire i principi alla base della identità dell’abitare mediterraneo, a verificare le potenzialità presenti e future a livello di mercato di prodotti appartenenti per caratteristiche a tale identità, ed infine ad individuare comuni strategie di intervento tra i partners mirate a rafforzare la peculiarità delle produzioni dei paesi MEDA e MEDOCC; “Parco Euro-mediterraneo dei Servizi Avanzati alle Piccole e Medie Imprese”: si tratta di una banca dati che riflette il panorama dell’offerta dei servizi avanzati nell’area geografica delle regioni che partecipano al progetto EUROMEDSYS, offrendo alle PMI di queste regioni l’accesso a tutte le informazioni sui servizi avanzati (informazione, formazione, cooperazione e infrastrutture). 85 I risultati dei progetti pilota, oltre che essere disponibili sul sito web, sono stati raccolti in diverse pubblicazioni: “Le Panier Foodmed”, “Modelli di cooperazione tra sistemi economici locali del mediterraneo”, “Lo sviluppo delle Relazioni Euro-Mediterranee: Programmi e Strumenti di Cooperazione”, “Abitare Mediterraneo Contributi per una definizione”. EUROMEDSYS Durata del progetto 24 mesi settembre 2002ottobre 2004 Costo totale 2.197.288 euro Contributo CE 1.200.000 euro Progetto RER Costo totale 177.270 euro di cui Contributo CE 84.135 euro www.euromedsys.com 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 86 86 OTTAVOEURORAPPORTO LA TELA DI ARACNE La Direzione Generale Cultura, formazione e lavoro, partecipa a due progetti: MAEM - Master in Affari Mediterranei Capofila Regione Toscana Partners Regioni Campania, Lazio, Sardegna e Umbria, The Johns Hopkins University, SAIS, Bologna Center, Fondazione ENI Enrico Mattei di Milano, Università degli Studi di Catania, Cagliari, Firenze, Pisa, Bologna, Perugia, Roma Tor Vergata, Siena e l’Istituto Universitario Orientale di Napoli, Region Provence-Alpes-Cote d’Azur, Università di Nizza, Grenoble e Lione 2 (FR), Generalitat de Catalunya, Junta de Andalucia, l’Istituto Europeo del Mediterraneo, l’Università di Granada, la scuola Euro-araba (ES), Governatorato della Sousse (Tunisia). Il progetto ha costituito un Consorzio di Università che hanno promosso e gestito un master in affari mediterranei, della durata di dodici mesi, concepito per studenti provenienti dall’Europa, dal Medio Oriente e dall’Africa del Nord. Il programma del master prevede insegnamento tradizionale e insegnamento a distanza, le lingue d’insegnamento sono il francese e l’inglese, ogni allievo studierà in tre o quattro città diverse e passerà da due a dodici mesi all’estero. Il progetto si è articolato in quattro fasi: la costituzione del consorzio, la progettazione del master, la formazione dei formatori e la realizzazione del master. MAEM Durata del progetto 24 mesi dicembre 2002ottobre 2004 Costo totale 1.070.100 euro Contributo CE 550.000 euro Progetto RER Costo totale 145.407 euro di cui Contributo CE 66.094 euro http://www.maem-mema.org LA TELA DI ARACNE - Rafforzare e accrescere il settore tessile femminile nel Mediterraneo Capofila Regione Toscana Partners Regioni Calabria, Umbria e Sicilia, Museo del Tessuto di Prato, Comune di Marsiglia (FR), Ajuntamento de Terrassa - Catalogna e Fundacion para el Desarrollo del Legado Andalusì (ES), Regione della Grecia Occidentale (GR), Office National de l’Artisanat Tunisien (Tunisia), Association marocaine pour la promotion de l’entreprise feminine e Association WIFAK (Marocco). Il Progetto ha l’intenzione di realizzare azioni positive per favorire e rafforzare l’integrazione tra le due sponde del bacino Mediterraneo, dal punto di vista economico, sociale, culturale ed istituzionale per uno sviluppo sostenibile dei territori che ne fanno parte. Il progetto vuole favorire l’occupazione, creando nuove opportunità di lavoro in particolare per le donne servendosi dell’utilizzazione delle Nuove Tecnologie d’Informazione e Comunicazione (NTIC). Il progetto prevede percorsi di formazione in gestione d’impresa, specializzazione di tecniche tradizionali tessili e/o innovative. Durata del progetto 24 mesi giugno 2004giugno 2006 Costo totale 1.969.300 euro Contributo CE 1.000.000 euro Progetto RER Costo totale 190.000 euro di cui Contributo CE 85.000 euro http://www.teladiaracne.net La Direzione Generale Programmazione territoriale e sistemi di mobilità partecipa a tre progetti: MEROPE - Strumenti telematici per servizi innovativi di mobilità e logistica per le aree urbane e metropolitane Capofila Regione Toscana Partners Regioni Calabria, Campania, Lazio, Liguria e Umbria, CTP SpA Compagnia di Trasporti Pubblici, Federtrasporto, Regioni LanguedocRoussillon e Provence-Alpes-Cote d’Azur (FR), Regioni Andalucia, Catalunya e Islas Baleari (ES), Communità de Marrakech (Marocco). MEROPE ha l’obiettivo generale di studiare e sviluppare modelli di valutazio- 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 87 OTTAVOEURORAPPORTO ne e strumenti telematici per la gestione e il controllo della mobilità e della logistica per le aree urbane e metropolitane al fine di consentire lo sviluppo e l’applicazione di ICT a supporto della costituzione di sistemi integrati di trasporto con conseguente maggiore competitività economica e miglioramento della mobilità e complessiva vivibilità urbana. Merope ha prodotto sette progetti pilota e nove studi di fattibilità. Ogni città ha sviluppato il proprio progetto integrato e coordinato nel progetto complessivo. Per l’Emilia-Romagna erano interessate le città di Modena e di Piacenza e gli obiettivi fissati erano: migliorare le condizioni generali della mobilità nelle aree urbane, ridurre l’inquinamento atmosferico ed acustico, migliorare il livello di efficienza logistica e ridurre il numero complessivo dei mezzi di trasporto utilizzati. MEROPE Durata del progetto 26 mesi agosto 2002 ottobre 2004 Costo totale 2.500.880 euro Contributo CE 1.282.810 euro Progetto RER Costo totale 403.854 euro di cui Contributo CE 183.570 euro http://www.merope.net SESTANTE - Strumenti telematici per la sicurezza e l’efficienza documentale della catena logistica di porti ed interporti Capofila Regione Toscana Partners Regioni Calabria, Campania e Liguria, Università Politecnica della Catalogna e Autorità Portuale di Valencia (ES). SESTANTE ha l’obiettivo generale di identificare ed analizzare i flussi informativi e documentali che rivestono una centrale criticità nella catena logistica intermodale al fine di consentire lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie interoperabili di comunicazione ed informazione (Information Communication Technologies ICT) a supporto della costituzione di sistemi integrati di trasporto. SESTANTE vuole quindi incrementare la competitività economica del sistema portuale, interportuale e aeroportuale dello spazio MEDOCC dove forti sono le pressioni per fornire una qualità migliore nel servizio clienti, ridurre i tempi e i costi della consegna delle merci e soprattutto riuscire ad instaurare una rete di comunicazione tra le singole componenti dell´utenza e i nodi principali della catena intermodale che semplifichi in particolare le interazioni operative e i processi di scambio documentale tra i soggetti istituzionali e gli attori operativi della complessiva catena logistica. SESTANTE Durata del progetto 22 mesi Gennaio 2003ottobre 2004 Costo totale 2.425.200 euro Contributo CE 1.287.675 euro Progetto RER Costo totale 401.940 euro di cui Contributo CE 182.700 euro 87 REVERMED - Rete Verde Europea per l’area Mediterranea Capofila Junta de Andalucia (ES) Partners Regioni Liguria, Lombardia e Sicilia, Provincie di Modena e Torino, Comuni di Milano e Roma, Parco Regionale Valle del Lambro, Università di Milano, Associazione Greenways, Dipartimento di Herault e Regione Rhone-Alpes (FR), Diputacion de Alicante, Cordoba, Girona, Sevilla, Aragon, Jaen, Regione Murcia, Generalitat Valenciana, Mancomunidad de Beturia, Consell Comarcal de la Terra Alta, Fundacion de los Ferrocarriles espanoles, Consejeria de Medio Ambiente Junta de Andalucia (ES), Comissao de coordenacao da Regiao Alentejio e do Algarve, Rede Ferroviaria Nacional EP-REFER (PT). Rever Med intende sviluppare una rete di vie di comunicazione dedicate alla circolazione non motorizzata su tutto l’arco del Mediterraneo Occidentale europeo. Le attività principali sono state: la realizzazione di uno “schema direttore” delle “vie verdi” che individuano i grandi itinerari interregionali che costituiscono l’insieme della rete; lo studio degli itinerari di lunga percorrenza che garantiscono la continuità della rete e l’interconnesione tra le regioni; la realizzazione di progetti o azioni di valorizzazione di tratti di rete 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 88 OTTAVOEURORAPPORTO 88 temporali di cinquanta e cinque anni). scelti per la loro rappresentatività e il loro contributo per la continuità della rete e che hanno previsto anche il recupero di edifici. REVERMED Durata del progetto 38 mesi Luglio 2001settembre 2004 Costo totale 2.021.346 euro Contributo CE 1.243.907 euro Progetto RER Costo totale 44.356 euro di cui Contributo CE 22.178 euro 3.2.2.b. ll programma CADSES Il Programma Operativo approvato dalla Commissione europea12 si propone di soddisfare le esigenze di superamento degli squilibri regionali e promuovere lo sviluppo socio-economico dei Paesi membri dell’U.E. e degli Stati membri dell’Europa centrale, adriatica, danubiana e sud-orientale in vista del- l’allargamento dell’Unione. Gli Stati membri che prendono parte al programma sono quattro: Germania, Austria, Grecia, Italia. Il programma è articolato in cinque assi tematici con specifiche misure di attuazione e prevede un costo totale, per il periodo 20002006, di 237.485.375 euro. Nel corso del 2004 la Regione EmiliaRomagna partecipava a diciannove progetti, sei in qualità di capofila (Care, Cityports, Gildanet, Iter, Risk Aware e West) e tredici come partner (Adrifish, Loto, I-Log, Imonode, Includ, RDA Net Ceda 2, Planet Cense, Estia spose, Sisma, Cadsesland, Romit, Twewference, Villas e), altri enti emiliano-romagnolo partecipano ad altri sei progetti (Wetlands II, Embrace, Sawwataca, TAQI, SMA Vosless e Transromanica). L’importo complessivo dei progetti regionali approvati è di oltre 12 milioni di euro. Nei primi mesi del 2005 sono stati approvati altri quattro progetti, due come capofila (Corelog e Repus), uno come partner (Redcode) e uno vede la partecipazione di enti del nostro territorio (Accret). Di seguito una breve sintesi dei progetti in corso nel 2004 che vedono la partecipazione di strutture dell’Amministrazione regionale. Il Servizio geologico, sismico e dei suoli della Direzione Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa, partecipa ai progetti Cadsealand e Risk Aware, unitamente ad ARPA-SIM. CADSEALAND Capofila CINFAI Nel 2004, per il sistema informativo integrato per supportare le strategie di protezione della costa, è stato progettata una base di dati e ne è stato avviato il popolamento. Sulla base dei primi dati raccolti sono stati studiati due intensi episodi di mareggiata che hanno causato una forte erosione costiera sul litorale dell’EmiliaRomagna. Partners APAT, Regione Marche, Technical University of Athens, Dept. Of Civil Engineering, Division of Water Resources, Hydraulic and Maritime Engineering (GR), Technical University of Athens, Lab. of Reclamation Works and Water Resources Management, School of Rural and Surveying Engineering (GR), National Institute of Hydrology and Water Management, National Administration “Apele Romane” (Romania), Management Authority of Lake Pamvotis (GR), Municipal Enterprise for Water Supply and Sewage of Ioannina (GR), Municipality if Evrostini (GR). ARPA-SIM dovrà contribuire allo sviluppo di un modello completo della zona costiera (geomorfologia, infrastrutture, batimetria, onde, correnti) e alla ricostruzione storica della morfologia costiera correlata al clima meteomarino (eventi meteorologici rilevanti su una scala temporale di 50 anni; intensità e frequenza delle mareggiate su scale CADSEALAND Durata del progetto 36 mesi Gennaio 2004dicembre 2006 Costo totale 2.529.996 euro Contributo CE 1.399.998 euro Progetto ARPA-SIM Costo totale 320.000 euro di cui Contributo CE 160.000 euro Progetto DG Ambiente Costo totale 310.000 euro di cui Contributo CE 155.000 euro 12 .Decisione CE C(2001) 4013 del 27/12/2001 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 89 OTTAVOEURORAPPORTO RISK AWARE - Advanced Weather forecast system to Advise on Risk Events and management Capofila ARPA-SIM Partners Università de L’Aquila, Regione Marche, ARPA Friuli Venezia Giulia, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima CNR, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica CNR, Ufficio Valutazione Pianificazione e Prevenzione Rischi Dipartimento Protezione Civile, Institut für Physik der Atmosphäre Deutsches Zentrum für Luft und Raumfahrt e.V. (DE), Institute of Applied Systems Technology Joanneum Research Forschungsgesellschft mbH (AT), Intitut für Meteorologie und Geophysik Universität Wien (AT), National Research and Development Unity Institute of Meteorology and Water Management (PL), Research and Development Department meteorological and Hydrological Service (HR). Scopo del progetto è allargare lo spettro e la qualità dell’informazione meteorologica alla scala temporale di 0-24 ore in modo da contribuire alla gestione delle attività di idrologia, geologia e di protezione civile. Il progetto ha lo scopo di sviluppare ed integrare sistemi che usano dati da diverse fonti in modo da monitorare e prevedere l’occorrenza di eventi meteorologici intensi che determinano il rischio idrogeologico. Nello specifico il progetto persegue i seguenti obiettivi: – Prevenzione dei disastri di natura geo-idrologica a scla regionale, nazionale e trans-nazionale causati da eventi meteorologici intensi; – Definizione ed implementazione di programmi regionali, nazionali e transnazionali per la gestione del rischio idro-geologico RISK AWARE Durata del progetto 36 mesi Gennaio 2004dicembre 2006 Costo totale 2.600.000 euro Contributo CE 1.300.000 euro Progetto ARPA-SIM Costo totale 632.000 euro di cui Contributo CE 316.000 euro Progetto DG Ambiente Costo totale 117.000 euro di cui Contributo CE 58.500 euro ARPA Struttura Oceanografica Daphne partecipa a TWReferenceNET: TWReferenceNET - Gestione e sviluppo sostenibile delle acque di transizione protette Capofila Università di Lecce Italia Partners Regione Puglia, Provincia Lecce, Consorzio di Gestione Torre Guaceto, Università di Bologna, Università di Trieste, MareAmico, NetProject s.r.l. (IT), NCMR Institute of Oceanography, University of Athens, University of Ioannina, University of Aegean Grecia, National Agricultural Research Foundation, Institute of Marine Biology of Crete, Development Agency for Amvrakikos Gulf S.A, Nomos & Physis (GR), Ministry of Environment of the Republic of Albania, Istitute of Oceanology of Varna Bulgarian Academy of Science Bulgaria, Association EKOFORUM, ONG Bulgaria e Galati University Romania. Obiettivo del progetto è il miglioramento e rafforzamento del patrimonio naturale degli ecosistemi acque di transizioni di maggior pregio a livello europeo (protetti dai protocolli Ramsar e Natura 2000). È sviluppato principalmente su 3 aree: ambientale, socio economico, networking-communication. Gli obiettivi strategici sono: 89 1. migliorare la conservazione della qualità ambientale delle acque di transizione protette presenti nell’area CADSES, attraverso l’approfondimento delle conoscenze, la produzione di innovazione tecnologica, il rafforzamento della regolazione ed il superamento della frammentazione do expertise e competenze; 2. rafforzare l’integrazione territoriale sulla politica ambientale nell’area CADESE; 3. tradurre gli sforzi fatti sulla conservazione in strategie di sviluppo sostenibile, nella creazione di nuove opportunità di lavoro e nel miglioramento della qualità della vita. Le attività svolte nel 2004 riguardano principalmente la messa a punto delle strategie di studi e azioni pilota su aree protette di acque di transizione. Per quanto riguarda l’area di competenza della Regione Emilia-Romagna l’attenzione è focalizzata alla Pialassa della Baiona. Sono iniziate le attività relative alla definizione delle pressioni antropiche, delle conoscenze delle variabili di stato e iniziata la sperimentazione di nuove metodologie di monitoraggio per verificare nel campo alcuni descrittori ecologici della qualità ambientale. Sono iniziati gli studi di fattibilità sullo sviluppo economico sostenibile. Si è costituito un networking funzionale tra i partner a cui fanno capo le zone di 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 90 OTTAVOEURORAPPORTO 90 transizione protette (Natura 2000, Ramsar) per la condivisione di conoscenze, expertise e competenze tra i partner del progetto, amministrazioni, ONG ed imprese. TWReferenceNET Durata del progetto 36 mesi Gennaio 200 dicembre 2006 Costo totale 2.336.500 euro Contributo CE 1.200.000 euro Progetto ARPA Costo totale 105.060 euro di cui Contributo CE 45.030 euro Il Servizio Protezione Civile della Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, partecipa al progetto: S.I.S.M.A. - Sistema Integrato per la prevenzione e la tutela del tessuto edilizio storico dai rischi Capofila Regione Umbria Partners Regioni Abruzzo e Marche, Dipartimento Protezione Civile, Prefecture of Athens, Region of Pelponnese e Municipality of Homeroupolis - Chios (GR), Geological Survey of Slovak Republic (Slovacchia), Environmental Agency of Slovene Republic (Slovenia). Il progetto ha la finalità di avviare un confronto scientifico sugli approcci e le metodologie, sviluppate ed in corso di applicazione, tese a contrastare e prevenire l’azione distruttiva degli eventi naturali nell’ottica della promozione e dello sviluppo di azioni preventive coordinate a livello transnazionale. All’obiettivo finale del progetto, proteggere e salvaguardare la vita umana ed i beni culturali, si intende pervenire attraverso lo sviluppo di metodologie finalizzate ad azioni integrate di prevenzione. Si approfondiranno gli aspetti legati alla pianificazione urbanistica, quale strumento di prevenzione, applicata sia a livello di norma generale, sia con la sua più diretta e incisiva proposta per interventi programmati sul tessuto edilizio. In relazione alla conservazione del bene “sistema centro storico” e delle sue componenti, saranno analizzati gli elementi per la riduzione della sua vulnerabilità. Nel 2004 è stata effettuata la raccolta e catalogazione in un database appositamente realizzato, del know - how disponibile presso la Regione EmiliaRomagna per le tematiche trattate dal progetto (Conoscenza del territorio di riferimento, dei centri storici, delle com- ponenti del tessuto urbano – beni culturali; studi sulla vulnerabilità; normative e regolamenti; strumenti di pianificazione urbanistica; geologia; sismologia; microzonazione sismica; procedure e modelli di organizzazione della protezione civile; formazione ed informazione). Per le attività previste dal Work Package 4 (Modelli di azione coordinata per l’emergenza sismica) di cui l’Emilia-Romagna è referente, sono state prodotte delle schede per la raccolta dati sulle procedure di intervento degli organismi di protezione civile, sull’informazione dei medesimi organismi e sulle attività di formazione predisposte dalla protezione civile. Le informazioni acquisite da ciascun partner saranno la base per la definizione di documenti inerenti strumenti e procedure per la redazione di piani di coordinamento dell’azione di protezione civile, documenti di formazione e strumenti di informazione relativi ai comportamenti del ‘cittadino primo soccorritore di se stesso. Il 3 - 4 Dicembre 2004 si è svolto a Bagno di Romagna, organizzato dall’Emilia-Romagna, il primo workshop del progetto. La sede è l’area campione che sarà oggetto di sperimentazione del progetto. Esperti, tecnici ed amministratori dei paesi partner si sono dati appuntamento per avviare un confronto diretto, presentare le tematiche del progetto, analizzare le fasi di avanzamento delle attività e mettere in campo nuove strategie. S.I.S.M.A. Durata del progetto 48 mesi Gennaio 2003dicembre 2006 Costo totale 1.939.650 euro Contributo CE 1.000.000 euro Progetto RER Costo totale 262.800 euro di cui Contributo CE 108.900 euro L’Istituto dei Beni Artistici, Culturali e Naturali è capofila del progetto ITER ITER - Itinerari TERmali Partners Amitié srl, Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, Bundesdenkmalamt (AT), Hungarian Science and Technology Foundation (HU), Region of Estern Macedonia and Thrace (GR), National Institute for Research and Development in Urban and Regional Planning (Romania) e Association of Rhodope Municipalities (Bulgaria). L’obiettivo del progetto ITER è quello di sviluppare mezzi innovativi metodologici e tecnici per identificare e proteggere 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 91 OTTAVOEURORAPPORTO il patrimonio culturale conosciuto e quello potenziale dei centri termali storici in un’area che va dal territorio della Regione Emilia-Romagna fino alla Grecia. L’obiettivo è quello di costruire un sistema culturale integrato attraverso l’attivazione di una ”strada culturale” dei centri termali storici. Diverse le attività svolte nel 2004: Censimento delle località termali in tutti i territori compresi dal progetto e bibliografia specifica (ad eccezione del partner Greco), Sviluppo del database per l’inserimento on-line della catalogazione dettagliata e del manuale bilingue d’uso, un seminario di formazione tenutosi in Italia, Campagna fotografica da parte di tutti i partner, Scelta di due stazioni termali per regione per la catalogazione approfondita, Data entry e realizzazione del catalogo on-line, Ricerca transnazionale relativa agli aspetti legali della gestione dei siti termali, Inizio dello sviluppo della mostra virtuale in DVD, Continuo aggiornamento del sito web, Azioni di promozione e diffusione e messa a punto di una immagine coordinata. ITER Durata del progetto 30 mesi Gennaio 2003giugno 2005 Costo totale 1.219.675 euro Contributo CE 600.000 euro Progetto IBACN Costo totale 525.760 euro di cui Contributo CE 262.880 euro IBACN partecipa, inoltre, ai progetti Romit e Villas ROMIT - Roman Itineararies Capofila Provincia di Rimini Partners Comune di Rimini, Europa Inform Consulting srl Rimini, ADEP Patras (GR), Universitat ErlangenNuernberg – FIM Neues Lernen, Erlangen (DE), Oesterreichische National bibliotthek, Vienna (AT) e Technical University of Sofia Dept. of Programming and Computer Technologies (Bulgaria). Il progetto si prefigge di valorizzare i siti romani su una base sostenibile e condivisa nelle regioni partner che hanno una medesima origine culturale e che, pur conservando centri archeolo- gici di una certa importanza, non hanno sinora assunto iniziative comuni di promozione e valorizzazione basate sullo scambio delle migliori strategie di marketing e di sviluppo dei siti, il miglioramento della pianificazione spaziale e urbana, le metodologie di conservazione, tutela e sfruttamento turistico. Nel dettaglio, gli obiettivi da perseguire sono: 1. Realizzazione di un modello per lo sviluppo integrato dei siti archeologici 2. Sviluppo di un catalogo europeo plurilingue basato sull’inventario, la selezione, l’aggregazione delle informazioni e della documentazione relative alle testimonianze archeologiche di origine romana, incluse quelle poco o per nulla conosciute. 3. Realizzazione di un itinerario culturale dei siti romani e costruzione di un website graficamente basato sulla Tabula Peutingeriana, copia medievale dell’unica mappa stradale romana pervenuta sino a noi - IV sec. d.C. (Codex Vindobonensis 324) 4. Sviluppo di un osservatorio europeo sugli aspetti concernenti la gestione e il marketing dei siti archeologici e il turismo “intelligente” orientato alla fruizione del patrimonio culturale 5. Promozione e diffusione dei risultati, anche nelle regioni non partecipanti al progetto. 91 ROMIT Durata del progetto 24 mesi Gennaio 2000dicembre 2005 Costo totale 905.000 euro Contributo CE 492.500 euro Progetto IBACN Costo totale 200.000 euro di cui Contributo CE 100.000 euro VILLAS - Stately Homes and Castles Capofila Regione Veneto Partners Regione Umbria, Istituto Regionale Ville Venete, Dipartimento Architettura Università di Ferrara, Dipartimento Ingegneria Civile Università di Trieste, Municipalità di Corfù (GR), Università di Zagabria, Distretto di Varasdin, , Distretto Korvinika-Krizevci, Distretto di PozegaSlavoni (Croazia). Obiettivo principale è la rivitalizzazione degli aspetti estetici ed economici del patrimonio architettonico con la messa a punto di un modello di valutazione e la definizione di strumenti strategici per un riuso compatibile, in accordo con i criteri di pianificazione e con le politiche territoriali dell’area CADSES, un’a- 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 92 92 OTTAVOEURORAPPORTO CARE rea che contiene una elevata e preziosa diversità di edifici e di regimi di tutela, sia a livello territoriale che di singoli complessi. Nel lungo termine, ci si aspetta che il progetto possa avere un effetto positivo sulle comunità e sulle economie regionali attraverso: l’aumento della conoscenza, il turismo culturale, le possibilità di investimento e il miglioramento degli strumenti giuridici a livello nazionale ed europeo. Nel 2004 sono stati messi a punto primi criteri per l’identificazione delle ville da rilevare. Sono stati prodotti materiali dimostrativi del patrimonio regionale e sulle attività previste nel futuro. Sono stati attivati rapporti con diverse strutture regionali per la reciproca informazione e per valutare le possibilità di collaborazione, in particolare coi servizi Programmazione e Sviluppo dell’attività edilizia e Sistemi informativi geografici. Sono stati avviati rapporti con alcune Amministrazioni provinciali e comunali e con Associazioni di proprietari di ville. È stato attivato un gruppo di orientamento, con personalità del mondo scientifico, amministratori e altri stakeholders. VILLAS Durata del progetto 36 mesi Gennaio 2004dicembre 2006 Costo totale 2.516.016 euro Contributo CE 1.270.893 euro Progetto IBACN Costo totale 177.500 euro di cui Contributo CE 88.750 euro La Direzione Generale Attività produttive, Commercio e Turismo, è capofila del progetto Care e partecipa ai progetti Adri.fish e Includ: CARE - Città Accessibili delle Regioni Europee Partners Regioni Lombardia e Umbria, Comuni di Bologna, Ferrara, Forlì, Provincie di Ancona, Pesaro-Urbino, AIAS Milano onlus, Associazione “Si Può”, Venice Card - Città di Venezia, Atempo Association (AT), Bildungsinstitut Pscherer e City of Gera (DE), Prefectural Authority of Thessaloniki (GR), North-East regional development agency (RO). Il progetto si basa sulla condivisione di strategie di sviluppo delle città, in cui l´accessibilità per tutti rappresenta una chiave della qualità, con l´obiettivo principale di rendere più adatte le risorse territoriali alle esigenze reali di tutti gli utenti con bisogni speciali. “Città che sapranno soddisfare le esigenze più difficili, saranno città più funzionali ed accoglienti per tutti”. Nel mese di maggio 2004 si è tenuta a Bologna la Conferenza di lancio del progetto. Sono stati attivati quattro azioni pilota: Sportello disabili della Regione Lombardia, Venice card, “Parma provincia per tutti” e “Vengoanch’io” del Comune di Rimini. Per quanto riguarda il progetto di Parma, è stato effettuato un censimento di oltre 400 strutture (prevalentemente ristoranti, pizzerie e alberghi) lungo i più noti itinerari turistici del Parmense per verificare l’accessibilità per utenti con particolari esigenze alimentari, allergiche, fisiche o legate all’età, da tale indagine sono nati tre volumi, scaricabili anche on-line, suddivisi in Appennino, Colli e Terme, Po e Bassa. Durata del progetto 24 mesi Gennaio 2004dicembre 2005 Costo totale 2.008.359 euro Contributo CE 1.061.232 euro Progetto RER Costo totale 496.332 euro di cui Contributo CE 248.166 euro http://www.interreg-care. org/site/ ADRI.FISH Capofila Regione Veneto Partners Regione Friuli Venezia-Giulia, Federcoopesca, Regione Istria (Croazia) e Comune di Izola (Slovenia). Il progetto Adri.fish rappresenta un’iniziativa unica di coordinamento e pianificazione transnazionale delle attività di pesca nell’Adriatico settentrionale. Il cuore del progetto prevede la realizzazione di un Osservatorio socio-economico della pesca che avrà funzione di coordinamento e di orientamento dei pescatori. L’Osservatorio porrà in essere una serie di iniziative per la qualificazione dei prodotti ittici dell’Alto Adriatico, mediante la certificazione di filiera e la messa in atto di iniziative 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 93 OTTAVOEURORAPPORTO comuni di marketing transnazionale. Il progetto Adri.fish intende colmare le carenze di conoscenze che ad oggi affliggono il settore della pesca in Adriatico, ed avviare un processo di qualificazione e di incremento del valore aggiunto dei prodotti ittici a livello transnazionale, fornendo in tal modo un forte impulso allo sviluppo dell’intero settore ittico dell’Alto Adriatico. Gli obiettivi specifici del progetto sono i seguenti: – Migliorare il livello di informazione e di preparazione professionale degli operatori della pesca a livello transnazionale, attraverso la realizzazione di un Osservatorio socio-economico dedito all’analisi ed allo studio degli aspetti socio-economici della pesca nell’Alto Adriatico. – Promuovere una coordinata pianificazione spaziale a livello transnazionale. – Realizzare specifiche infrastrutture per la pesca in particolari aree depresse. – Promuovere la qualificazione dei prodotti locali della pesca dell’Alto Adriatico. – Migliorare la gestione delle attività di pesca e lo scambio fra PMI a livello transnazionale. – Promuovere l’occupazione nell’area dell’Alto Adriatico e migliorare le condizioni di vita delle popolazioni dedite alla pesca. ADRI.FISH Durata del progetto 42 mesi Aprile 2002ottobre 2005 Costo totale 1.971.000 euro Contributo CE 8357.048 euro Progetto RER Costo totale 492.948 euro di cui Contributo CE 246.470 euro http://www.adrifish.org/ index.php?cPath=2 INCLUD - INdustrial CLUster Development Capofila Regione Lombardia Partners Regioni Abruzzo e Marche, Land NiederOsterreich, Eco Plus (AT), Foundation for Entrepreneurschip Development (Bulgaria), Association of Innovative Entrepreneurship (Repubblica Ceca), Central Hungary Regional Development Agency (HU), Marshal’s Office of the Podlaskie Voivodship (PL), Romanian Centre for Economic policies (Romania). Includ ha lo scopo di trasferire i modelli di cluster che rappresentano best practices in Italia ed Austria, nei Paesi dell’Est Europa che partecipano al progetto, identificando le aere territoriali dove, in base al potenziale industriale, socio-economico e alle caratteristiche organizzative e istituzionali, il modello poteva essere effettivamente testato. Il Progetto è partito da un’analisi del potenziale dei cluster esistenti nei Paesi dell’Est Europa selezionati ed è proseguito articolandosi nelle seguenti attività: – Valutazione della competitività del cluster locale e sostegno degli strumenti di identificazione – Networking a: cooperazione istituzionale attraverso il supporto delle imprese nel processo di sviluppo delle strategie – Networking B: cooperazione economica e tecnica per lo sviluppo della competitività delle imprese: Networking C: identificazione delle strutture di supporto – Fattibilità dei servizi di supporto per lo sviluppo delle imprese e per la cooperazione transnazionale – Formazione e diffusione dei risultati Le attività progettuali hanno portato a presentare 89 intese transnazionali, di cui 30 tra enti regionali e locali, e 59 tra istituti e organizzazioni che operano per le imprese, nello specifico la Regione Emilia-Romagna ha firmato 3 intese istituzionali e 19 tra enti regionali e locali. Le intese sono state realiz- 93 zate per perseguire le seguenti finalità: – sostenere i governi locali nel definire i programmi per stabilire un ambiente esterno positivo per lo sviluppo delle PMI – realizzare un network trasnazionale di cooperazione dei cluster industriali, creando relazioni stabili e scambio di informazioni e know-how tra le regioni target – sostenere il processo di internazionalizzazione e raggiungere un tipo di cooperazione a livello di istituzioni e di compagnie delle regioni coinvolte nel progetto. INCLUD Durata del progetto 18 mesi luglio 2003dicembre 2004 Costo totale 2.745.600 euro Contributo CE 1.372.800 euro Progetto RER Costo totale 481.918 euro di cui Contributo CE 240.959 euro http://www.includ.net/index.php 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 94 94 La Direzione Generale Programmazione territoriale e sistemi di mobilità, è capofila di due progetti City Ports e Gildanet e partecipa ad altri cinque progetti Estia-Spose, I-Log, Imonode, Loto e Planet Cense: CITY PORTS Partners Comuni di Ancona, Parma, Ravenna, Taranto, Udine, Vicenza, Infomobility S.P.A., It City S.P.A, Scs Azioninnova S.P.A, Brescia Mobilita’ Societa’ Metropolitana Di Mobilita’, City Courier Systems Spedition Gmbh, L.O.B. Logistik- Und Organisationsbesratung Gmbh, Forschungsgesellschaft Mobilitat Austrian Mobility Research Fgm-Amor, Ic Consulenten Ziviltechniker Gesmbh E State Government Of Vienna (At), Prefecture Of Kavala, Region Of Attika, Transeuropean Consulting Unit Of Thessaloniki S.A. E Centre For Research And Technology - Hellas/Hellenic Institute Of Transport - Thermi Thessaloniki (Gr), The Agency For Regional Development - Ljubljana Urban Region (Slovenija). Tra gli obiettivi del progetto: sviluppare, sperimentare e diffondere una metodologia comune per l’analisi, la selezione, la fattibilità e l’implementazione di “soluzioni di logistica urbana”, riducendo i tempi di implementazione e i rischi OTTAVOEURORAPPORTO di fallimento del progetto; il progetto è condiviso da un ampio network di città di dimensioni medio-piccole dell’area CADSES; invece di soluzioni tecniche singole (spesso già disponibili), i temi di interesse principale sono lo sviluppo di misure integrate e la definizione di una metodologia generale per la valutazione della loro fattibilità e sostenibilità. Il workshop di apertura si è tenuto a Bologna nel luglio 2004. CITY PORTS Durata del progetto 24 mesi luglio 2003giugno 2005 Costo totale 4.774.334 euro Contributo CE 2.387.000 euro Progetto RER Costo totale 481.918 euro di cui Contributo CE 240.959 euro http://www.cityports.net/ GILDANET Partners Teleporto Adriatico e Interporto di Bologna, Austriapro e Paradigma (AT), Porti di Thessaloniki, Hiraklion, Patras, Igoumenitsa e Alexandroupolis, Transport Research & Development International e Istituto ellenico dei Trasporti (GR), Porto di Koper (Slovenia). È un progetto di sviluppo e sperimentazione di sistemi informativi aperti ed interoperabili per la gestione di informazioni e documenti relativi al trasporto merci. Con Gildanet proseguire l´impegno della Regione Emilia-Romagna in materia di scambio di dati e documenti e di interoperabilità dei sistemi informativi nell´ambito del trasporto intermodale delle merci, sulla scorta dell´esperienza già condotta nell´ambito del precedente progetto GILDA (INTERREG II C CADSES), e di altri progetti ed esperienze estere. Operando alla luce di esperienze e soluzioni esistenti e in linea con raccomandazioni e direttive degli enti di standardizzazione internazionali (UN/CEFACT, OASIS e ebXML), il progetto mira a definire una specifica architettura informatica e un sistema transnazionale di integrazione di applicazioni e servizi informativi e documentali a supporto degli attori pubblici che intervengono lungo le catene del tra- sporto; specifiche azioni di sviluppo e sperimentazione saranno orientate ai tre casi pilota delle merci deperibili, delle forniture automobilistiche e della logistica dei container vuoti. GILDANET Durata del progetto 20 mesi Settembre 2003giugno 2005 Costo totale 4.363.150 euro Contributo CE 2.181.500 euro Progetto RER Costo totale 816.800 euro di cui Contributo CE 408.400 euro I-LOG - Industrial Logistics and intermodal transport for SMEs’ development Capofila Regione Marche Partners Regioni Abruzzo Veneto e Umbria, Satel Group S.R.L (IT), Istria Region, Ida Istrian Development Agency Ltd, Varazdin County (Croatia), Fraunhofer-Gesellschaft (DE), A DelAlfoldi Regioert Plc , Dutireg Plc, Central Transdanubian Regional Development Agency , Italian Chamber of Commerce For Hungary, Debreceni Universitas Plc, Mid-Pannon Regional Developing Plc (HU), Timis County Romania Adetim Economic Development Agency, 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 95 OTTAVOEURORAPPORTO Cdimm - Maramures Foundation, Incertrans (RO), Entwicklungsagentur Kärnten (AT), Infratec, Prefecture Of Thesprotia, Thesprotia Chamber Of Commerce (GR). I-Log promuove l’uso strategico della logistica e del trasporto intermodale e vuole rappresentare un punto di contatto tra i bisogni economici delle PMI (riduzione dei costi, promozione del servizio ai clienti, sviluppo di economie di scala) e i bisogni locali ambientali e sociali, quali la qualità della vita e la riduzione dell’inquinamento. I principali risultati/attività sono: – Valutazione dell’efficienza e dell’efficacia del trasporto e della logistica nei sistemi locali di PMI (19 regioni NUTS II e 21 sistemi locali di PMI – distretto meccanico per la Regione EmiliaRomagna); – Identificazione di un insieme di servizi logistici sulla base delle caratteristiche dei sistemi locali di PMI – Modello regionale di servizio Logistico – al fine di razionalizzare il sistema di trasporto e logistico regionale: – Sviluppo di soluzioni logistiche operative di trasporto, progetti pilota al fine di rendere le PMI più competitive; – Promozione e diffusione di una cultura logistica nei sistemi locali di PMI e creazione di reti di relazione e informazione. I-LOG Durata del progetto 27 mesi Settembre 2003dicembre 2005 Costo totale 4.300.386 euro Contributo CE 2.150.000 euro Progetto RER Costo totale 221.150 euro di cui Contributo CE 110.755 euro http://www.i-log.org/index.php IMONODE - Efficient Integration of Cargo Transport Modes & Nodes in CADSES area Capofila Hellenic Institute Of Transport (GR) Partners Regioni Veneto e Friuli Venezia-Giulia, CCIAA Di Forlì-Cesena, Ravenna e Taranto, Agroter s.a.s., IC Consultenten, Gouvernment of Carinthia, BMVIT/Ministry of Transport Innovation and Technology (AT), County of Primorje & Gorski Kotar Country Institute for Sustainable Development (Croazia), Hellenic Railways Organisation, Prodos S.A. (GR), Ministry of the Environment, Spatial Planning and energy - National Office for Spatial Planning, Ministry of Economy, Transport Logistic Cluster TLG, Municipality of Celje (Slovenia). Il progetto è finalizzato allo studio di soluzioni alternative e di concrete azioni che possano favorire un maggior utilizzo degli assi di trasporto TransEuropei n. X, n. V e del Corridoio Adriatico/Ionico per il trasporto delle merci, aumentandone l’accessibilità e dando priorità al trasporto su ferro. Gli obiettivi principali del progetto sono: – la valutazione della funzione/funzionalità e delle caratteristiche specifiche dei principali nodi logistici e terminal dell’area CADSES; – l’effettuazione di una serie di studi (basati su solide previsioni della domanda) per la riorganizzazione delle strutture logistiche e organizzative a disposizione delle principali categorie di merci con riferimento a: il sistema di distribuzione e di trasporto (strutture, infrastrutture e network logistici) lungo le rotte nei paesi dell’area CADSES, l’uso di differenti modalità di trasporto con particolare attenzione all’intermodalità, la formulazione di concrete proposte per lo sviluppo di nodi infrastrutturali, l’incremento della capacità del sistema di trasporto in proporzione all’aumento dei volumi di traffico legato allo sviluppo economico; 95 – l’avvio e lo sviluppo di quattro progetti pilota che prevedono al loro interno l’implementazione di alcuni “demonstrators”, coinvolgendo diversi corridoi/aree territoriali. IMONODE Durata del progetto 34 mesi Dicembre 2002ottobre 2005 Costo totale 4.891.500 euro Contributo CE 2.445.750 euro Progetto RER Costo totale 340.000 euro di cui Contributo CE 170.000 euro http://www.hit.certh.gr/ imonode/index.php ESTIA-SPOSE - European Space Territorial Indicators and Actions for a Spatial Planning Observatory in Southeast Europe Capofila University Research Inst. of Urban Environment and Human Resources, (Panteion University) (GR) Partners Regione Abruzzo, Urban & Spatial Planning Design Studio (Albania), Austrian Institute for Regional 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 96 96 Studies and Spatial Planning, Osterreichisches Institut fur Raumplanung (AT), Ministry of Physical Planning and Environment (Bosnia-Erzegovina), Institute of Geography under Bulgarian Academy of Sciences (BG), Ministry of Environmental Protection and Physical Planning (Croazia), Center for Regional Studies Hungarian Academy of Sciences (HU), Bundesamt fur Bauwesen und Raumordnung, Federal Office for Building and Regional Planning (DE), Lychnidos Center for Sustainable Values (Macedonia), National Institute for Research and development in Urban and Spatial Planning - URBANPROIECT (Romania), Institute of Architecture and Regional & Urban Planning of Serbia, University of Lubljana Faculty for Civil Engineering and Geodesy (Slovenia). Il progetto intende sviluppare azioni per un Osservatorio di Pianificazione territoriale nel Sud-Est Europa, basato su un sistema integrato di indicatori territoriali pienamente compatibili con l’approccio ESDP (Prospettiva per lo Sviluppo Territoriale Europeo) e ESPON. Questo sistema di indicatori verrà testato su una serie di applicazioni pilata in settori ed aree selezionati, con l’obiettivo di promuovere sia la comprensione concettuale sia la compatibilità operativa fra le esistenti tradizioni nazionali di programmazione dei territori. Questo OTTAVOEURORAPPORTO sosterrà efficacemente la cooperazione transnazionale ed incrementerà la sinergia fra gli sforzi di sviluppo e la pianificazione territoriale nel sud-est Europa. ESTIA-SPOSE Durata del progetto 32 mesi Ottobre 2003giugno 2006 Costo totale 1.000.000 euro Contributo CE 500.000 euro Progetto RER Costo totale 100.000 euro di cui Contributo CE 50.000 euro LOTO - Opportunità paesaggistiche per l’organizzazione territoriale Capofila Regione Lombardia che di trasformazione e l’identificazione di una metodologia d’analisi congiunta del paesaggio che possa guidare e verificare le scelte di trasformazione territoriale. Le diverse fasi del progetto prevedono lo studio del contesto territoriale che caratterizza l’identità locale, l’identificazione delle reti e dei rapporti ecologici, culturali e sociali, l’identificazione delle diverse situazioni e dei particolari sistemi di relazioni. LOTO Durata del progetto 36 mesi Maggio 2002maggio 2005 Costo totale 1.821.900 euro Contributo CE 915.850 euro Progetto RER Costo totale 223.000 euro di cui Contributo CE 111.500 euro Partners Regioni Marche, Umbria e Veneto, Ministero per i Beni e le attività culturali, Regione Istria (Croazia), Technical University of Munich (DE), Institute Urban Project (RO), Ministry for environmental and spatial planning (Slovenia). PLANET CENSE - PLAnners NETwork for CENtral and South East Europe Il progetto intende fornire i mezzi per gestire l’evoluzione del paesaggio attraverso la conoscenza delle dinami- Partners Regione Marche, Co-Plan Center for Habitat Development (Albania), City of Vienna, Government Capofila Austrian Institute for Regional Studies and Spatial Planning (AT) of Land Styria, Austrian Federal Railways, Ministry for Transport, Innovation and Technology, Austrian Institute for Regional Studies and Spatial Planning (AT), Federal Ministry of Spatial Planning and Environment (Bosnia-Erzegovina), National Centre for Regional Development (BG), Ministry of Environment and Spatial Planning (Croazia), German Association for Housing Urban and Spatial Development, Federal Office for Building and Regional Planning (DE), Panteion University Athens (GR), Government Centre for Strategic Studies (PL), Ministry of Regional Development (CZ), National Institute for Research and development in Urban and Spatial Planning - URBANPROIECT (Romania), Institute of Architecture and Regional & Urban Planning of Serbia, University of Belgrade, Institute of Spatial Planning (Serbia), Ministry of Build-up and Regional Development (SK), Ministry of the Environment, Spatial Planning Energy, National Office for Spatial Planning (Slovenia), Hungarian Public Nonprofit Company for Regional Development and Town Planning, Hungarian Academy of Sciences (HU). Planet Cense è una rete di istituzioni ed esperti di pianificazinoe territoriale nazionale, con lo scopo di continuare e sviluppare meglio il lavoro sulle scelte politiche stabilite nei documenti di Vision Planet. La rete si occuperà del- 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 97 OTTAVOEURORAPPORTO l’integrazione territoriale e del dialogo infra-settoriale attraverso il Portale Europeo di Pianificazione Territoriale (ESP Gateway), il Forum per l’Analisi sull’Impatto Territoriale (TIAn/AIT FORUM) che si occuperà in particolare di due progetti pilota (Reti Metropolitane in CENSE - Europa Centrale e Sud-Orientale - e Corridoi per il trasporto transnazionale Nord-Sud tra il Mar Baltico e il Mar Adriatico). Infine sarà istituita una struttura per la piattaforma di coordinamento per le iniziative concernenti i progetti pilota o per i progetti con obiettivi similari nelle stesse zone geografiche. PLANET CENSE Durata del progetto 36 mesi Novembre 2003ottobre 2006 Costo totale 1.210.000 euro Contributo CE 605.000 euro Progetto RER Costo totale 100.000 euro di cui Contributo CE 50.000 euro http://www.planet-cense.net/ La Direzione Generale Programmi e intese, relazioni europee e cooperazione internazionale partecipa al progetto: RDA-net CEDA II - Rete di agenzie di sviluppo regionale nelle aree dell’Adriatico, del Danubio e del centro Europa Capofila Regione Abruzzo Partners Regioni Lombardia, Molise e Umbria, Svim, SITECH, Cosecon S.p.A. e Strat IS (IT), Eco Plus - the Regional Development Agency of Lower Austria Ltd.; Wirtschaftsservice Burgenland AG; Amt der Tiroler Landesregierung (AT), Markland G.m.b.H. (DE), Bic of Attika (GR), The Marshal Office of Malopolskie Voivodship (PL), Regional Development Agency of North Moravia and Silesia (CZ), South-East Regional Development Agency (RO), Regional Development Agency in Kralovsky Chlmec; Agency for Regional Development Zilina; Trencin Self Governmental Region; Regional Advisory and Information Centre Trencin; SPIS Regional Development Agency; Regional Development Agency Ipel´ –Hron; Regional Development Agency Galanta; Regional Development Agency Komarno (SK), City Municipality of Kranj (Slovenia), Agency of Regional Development and Cross-Border Co-operation “Transcarpathia” (Ucraina), Central Hungary Regional Development Agency; Norda-Regional Development Agency of North Hungary; Central Transdanubian Regional Development Agency (HU). È una rete di Agenzie di Sviluppo Regionale nelle aree dell’Adriatico, del Danubio e del Centro Europa che offre servizi globali e mezzi per incoraggiare e migliorare le capacità dei partner nella cooperazione pratica. Gli obiettivi di CEDA II sono: – generare progetti innovativi per lo sviluppo regionale dell’area CADSES, utilizzando le sinergie degli esperti del network e loro know-how, esperienze ed informazioni; – incrementare le competenze e risorse umane per la gestione ed attivazione dei progetti di sviluppo regionali, specialmente nei contesti transnazionali ed oltre frontiera collegati alle Iniziative Comunitarie ed ai Fondi-Strutturali UE; – promuovere la condivisione e lo scambio delle informazioni utili riguardanti le tematiche sullo sviluppo regionale fra gli esperti, i politici e le autorità provenienti da vari luoghi d’origine; – estendere la rete degli esperti di sviluppo regionale e quindi moltiplicare la sinergia potenziale per l’area CADSES in termini di opportunità di cooperazione e un’ampia copertura territoriale; – diventare una “rete di competenze” che possa fornire ai governi nazionali e regionali raccomandazioni, consigli e sostegno sulle tematiche e politiche dello sviluppo territoriale. 97 RDA-net CEDA II Durata del progetto 26 mesi Luglio 2003settembre 2005 Costo totale 2.913.995 euro Contributo CE 1.456.900 euro Progetto RER Costo totale 212.606 euro di cui Contributo CE 106.303 euro http://www.rda-ceda.net La Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali è capofila del progetto WEST - Women East Smuggling Trafficking Partners Regioni Lombardia, Marche e Veneto, Provincia Autonoma di Trento, Comune di Perugia, Associazione “On the road”, Caritas Udine, Associazione “Mountain Unlimited” (AT), S.E.R. Ministero del Lavoro e degli Affari sociali (Albania). Obiettivo principale del progetto è quello di investigare ed approfondire le conoscenze sul fenomeno della tratta per lo sfruttamento sessuale, iniziando dai paesi d’origine e di partenza 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 98 OTTAVOEURORAPPORTO 98 nell’Est d’Europa, ricostruendo le rotte seguite ed analizzando l’impatto sui paesi europei coinvolti. Attraverso il progetto, i partners cercheranno di attivare azioni strategiche e trasversali volte a contribuire alla costruzione di politiche positive quali: programmi di protezione sociale, corsi per l’inclusione nelle sfere sociali e professionali, progetti europei per il rimpatrio delle vittime della tratta sessuale. Il progetto, inoltre, si pone l’obiettivo di creare e definire una serie di modelli ed esempi attraverso l’attivazione di azioni pilota per promuovere un positivo impatto spaziale fra le comunità locali dei paesi europei di destinazione, le donne e i minori vittime della tratta sessuale. WEST Durata del progetto 24 mesi Giugno 2003giugno 2005 Costo totale 2.870.794 euro Contributo CE 1.435.000 euro Progetto RER Costo totale 1.235.794 euro di cui Contributo CE 617.897 euro http://www.regione. emilia-romagna.it/west/ 3.2.3. Sezione C: cooperazione interregionale Interreg IIIC13 promuove la cooperazio- ne tra regioni non contigue attraverso scambi di esperienze, il trasferimento di best practices e la creazioni di reti. Per l’attuazione sono stati individuati quattro “Spazi di cooperazione” con relativi programmi e strutture comuni di attuazione e gestione. L’Italia è parte di due spazi di cooperazione: Europa meridionale ed Europa orientale, ai Interreg IIIC – Progetti Regione Emilia-Romagna suddivisi per aree Est Ovest Sud Nord Enercy’regio IUWMM Rescue S3 Understand Centurio Citair Enlocc Grow Beachmed Polimetrex plus Regiocom Intermetrex Port Net Interreg IIIC – Progetti enti territorio regionale suddivisi per aree Est Ovest Sud Nord Adriatic Action Plan City Parking Ecoland Enhance Health Innofire Light Okoprofit Suvot Tratoki Urbe viva Vinum est Well_Hoops Winplan Brise Capture INCW KN Knowledge Network NEAC Setric SRN Tele Medicine Urbest Ciberstrategy e-Prodat ERE Hydrosource Luci Modi Ruisnet Sport Urban U. TdR e-Citizen quali devono fare riferimento i capofila italiani anche se, in qualità di partner, è possibile partecipare a progetti ricadenti in qualsiasi spazio di cooperazione inclusi quindi anche Europa nordoccidentale ed Europa nord-orientale. L’Emilia-Romagna, unitamente alle regioni Trentino-Alto Adige, FriuliVenezia Giulia, Veneto, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia è ricompresa nello Spazio Interreg III C Est (Europa orientale) la cui Autorità di Gestione ha sede presso la municipalità di Vienna. Il Programma “Interreg III C –Zona est” in cui rientra la Regione EmiliaRomagna, è stato approvato dalla Commissione europea14 e prevede un costo complessivo per l’intero periodo 2000-2006 di 44.300.000 euro. Nel 2004 la Regione Emilia-Romagna partecipava a nove progetti, sei come capofila (Understand, Citair, Polimetrex plus, Regiocom, S3 Sharing Solutions on Structural funds e Centurio; quest’ultimo a titolarità dell’Assemblea legislativa regionale) e tre in qualità di partner (Intermetrex, Rescue ed Enlocc), altri enti territoriali emiliano-romagnoli partecipavano ad altri ventisei progetti. 13 Comunicazione della Commissione Europea agli Stati membri del 15 maggio. GUCE serie C n. 141. 14 Decisione del 24 luglio 2002. 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 99 OTTAVOEURORAPPORTO L’importo complessivo dei progetti regionali approvati è di oltre 9 milioni di euro. Nei primi mesi del 2005 sono stati approvati altri undici progetti, quattro come capofila (Enercy’regio, Grow, IUWMM Integrated Urban Waste Management Model e Port Net), uno come partner (Beachmed) e sei a cui partecipano enti del territorio regionale (e-Citizen, Wel_Hops, City Parking, TeleMedicine, KN Knowledge Network, NEAC Network of European Automotive Competence). Attualmente, quindi, sono 46 i progetti in cui sono coinvolti strutture ed enti della nostra regione. Il Servizio Protezione Civile della Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, partecipa al progetto: R.E.S.C.U.E. Capofila Region of Central Macedonia (GR) Partners Disaster Management Directorate of Tolna County e Budapest University of Technology and Economy (HU). L’obiettivo principale del progetto RESCUE è quello di sviluppare un Sistema di Supporto Decisionale integrato che combini conoscenze di esperti e soluzioni tecnologiche per aiutare le Regioni ad affrontare gli eventi cala- mitosi. Nel corso del 2004 sono state sviluppate le attività per la quale è referente la Regione Emilia-Romagna e che prevedono l’individuazione, approfondimento e analisi di eventi calamitosi del passato. In particolare: – Realizzazione di un sito ad uso interno per la condivisione di informazioni sul Progetto RESCUE da parte dei membri del gruppo di lavoro del Servizio Protezione Civile; – Creazione di uno schema da utilizzare per la stesura dei report d’evento, al fine di analizzare sinteticamente, ma in modo esaustivo, le esperienze di disastri passati; – Individuazione di undici eventi e compilazione dei report relativi, da sottoporre all’attenzione dei partner nel secondo meeting di lavoro. Tale meeting, organizzato dal Servizio Protezione Civile, si è svolto a Bologna e vi hanno preso parte sia i partner greci che quelli ungheresi; nel corso delle due giornate (19 e 20 ottobre) ciascun partner ha presentato i report d’evento prodotti nei mesi precedenti al fine di valutare quali eventi approfondire nella successiva fase di prosecuzione dei lavori. In particolare, per l’Italia, sono stati individuati i seguenti eventi: a. Umbria - Marche 1997 (evento sismico); b. Po 2000 (evento idrogeologico); a. Molise 2002 (evento sismico). L’approfondimento degli eventi viene sviluppato anche tramite interviste ad esperti che hanno preso parte alla gestione degli stessi, realizzate sulla base di un questionario predisposto dal Servizio Protezione Civile e condiviso con i partner: nelle giornate del terzo meeting (16 e 17 dicembre 2004 a Bologna) il questionario è stato illustrato ai partner presenti, discusso e approvato. A completamento delle attività della Componente 2 le informazioni raccolte con le interviste saranno elaborate e strutturate per essere utilizzate nelle successive Componenti del Progetto. Per lo sviluppo del Progetto il Servizio Protezione Civile si avvale del contributo delle Province e di Dipartimenti universitari. R.E.S.C.U.E. Durata del progetto 36 mesi Gennaio 2004dicembre 2006 Costo totale 1.172.000 euro Contributo CE 754.000 euro Progetto RER Costo totale 500.000 euro di cui Contributo CE 250.000 euro 99 La Direzione Generale Organizzazione, Sistemi informativi e Telematica, è capofila del progetto: UNDERSTAND Partners CSP s.c.a.r.l. (IT), Aquitanie Europe Communication (FR), Hessen Agentur (DE), IBIT Foundation e OVSI Foundation -Valencian Office for the Information Society - (ES), Association of local authorities in the country of Vasternorrland (SE), Yorkshire Forward e ISEU, European Business Management School, University of Wales, Swansea (UK), Marshal Office of the Wielkopolska Voivodship (PL). Gli investimenti regionali per lo sviluppo della società dell’informazione sono considerevolmente aumentati negli ultimi cinque anni. Un tale investimento richiede strumenti di valutazione e monitoraggio appropriati. Mentre a livello nazionale gli indicatori di benchmarking di eEurope forniscono un supporto significativo al processo politicodecisionale, a livello regionale i decision makers non possiedono i dati di base per comprendere la situazione della regione di pertinenza e valutare quindi gli effetti delle politiche di innovazione. Dieci Regioni EU con esperienza rilevante nel benchmarking della Società dell’Informazione si sono riunite con l’obiettivo di definire indicatori 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 100 OTTAVOEURORAPPORTO 100 Citeair regionali comuni per misurare la Società dell’Informazione e di coinvolgere il maggior numero di altre regioni. Le Regioni utilizzeranno gli indicatori e rileveranno i dati, confrontandoli attraverso un DB on-line per realizzare un’attività di benchmarking sui dati e comprendere COME e PERCHÈ alcune Regioni raggiungono risultati migliori di altre. Il progetto mette a disposizione un tool-kit di benchmarking per permettere alle Regioni interessate di raccogliere dati e confrontarli con quelli di altre regioni europee. I principali obiettivi di UNDERSTAND sono il confronto e la valutazione dello sviluppo regionale della Società dell’Informazione attraverso la definizione e l’applicazione di un set di indicatori regionali comuni sull’utilizzo di Internet da parte di cittadini e imprese e sulla diffusione dell’e-government e della larga banda. Nel 2004 è stata definita la metodologia comune, è stato realizzato il manuale per le indagini e svolte le indagini in tutte le regioni (21 indagini in tutto, sui 4 temi previsti: utilizzo di Internet da parte di cittadini, da parte delle imprese e sulla diffusione dell’egovernment e della larga banda. È stato predisposto il Piano di comunicazione e brochure multilingue. UNDERSTAND Durata del progetto 30 mesi febbraio 2004luglio 2006 Costo totale 1.370.000 euro Contributo CE 816.625 euro Progetto RER Costo totale 242.000 euro di cui Contributo CE 121.000 euro http://www.understand-eu.net La Direzione Generale Programmazione territoriale e sistemi di mobilità partecipa a quattro progetti: Citeair Capofila Leicester City Council (UK) Partners STA Servizio Trasporti per il Comune di Roma, Polis Istituto Gestione ambientale di Bruxelles (BE), Airparif (FR), Servizio Salute e Ambiente Città di Monaco (DE), Comune di Rotterdam, DCMR, Rjinmond, Città di Den Haag (NL), Comune di Coventry (UK), Autorità di Sviluppo della città di Praga (CZ), Bratistlava (SK). Obiettivo del progetto è stabilire una rete di scambio delle informazioni e delle esperienze tra i soggetti coinvolti nei provvedimenti riguardanti qualità dell´aria, rumore, salute, trasporti e sviluppo urbano. CITEAIR intende trovare soluzioni efficienti e integrate per gestire il traffico e l’impatto ambientale attraverso lo sviluppo di approcci comuni e soluzioni sostenibili che possono essere applicate in tutta l’Europa, dato che, generalmente, gli amministratori locali hanno autonomamente definito i loro obiettivi basandosi su i regolamenti e su discipline europee relative alla qualità dell’aria, portando ad una moltitudine di soluzioni per la gestione ed la redazione di rapporti sulla qualità dell’aria, in molti casi non facilmente comparabili tra loro. Le tematiche principali del progetto riguardano: – gli effetti dannosi sulla salute umana derivanti da una cattiva qualità dell’aria; – l’effetto del traffico come fonte principale degli impatti dannosi sull’ambiente in molte aree urbane; – il ruolo effettivo delle Autorità/Governi locali e regionali nel migliorare la qualità della vita per i propri cittadini; – i requisiti per ottenere soluzioni efficienti ed integrate per i problemi legati all’ambiente ed al traffico. Durata del progetto 36 mesi Marzo 2004febbraio 2007 Costo totale 1.988.000 euro Contributo CE 1.000.000 euro Progetto RER Costo totale 100.000 euro di cui Contributo CE 50.000 euro http://citeair.rec.org Enlocc - European Network of Logistics Competence Centers Capofila Wirtschaftsforderung Region Stuttgart GmbH (DE) Partners Carinthian Government, Department of Infrastructure Klagenfurt (AT), KLOK Kompetenzzentrum Logistik Kornwestheim GmbH - Kornwestheim (DE), Institut Logistyki i Magazynowania - Poznan (PL). Obiettivo del progetto è la creazione di un network di centri di competenza dedicati alla logistica regionale. ENLoCC si focalizza sulla necessità di una forte cooperazione a livello transnazionale sentita dalla logistica dei trasporti a livello europeo. Gli enti pubblici 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 101 OTTAVOEURORAPPORTO (o equivalenti) di una regione devono assumersi il compito di mettere assieme gli attori chiave della logistica sia a livello regionale sia transnazionale, per iniziare ed elaborare dei progetti volti a migliorare i servizi logistici e le infrastrutture. Tra le finalità del progetto, vi sono: – L’istituzione di centri di competenza logistica regionale (LoCCs - Istituto sui Trasporti e la Logistica) in grado di riunire i principali stakeholder ed attori logistici e trasportistici di ciascuna regione partecipante al fine di: coordinare gli attori locali per il trasferimento di conoscenza e lo sviluppo di progetti, creare interfacce tra attori pubblici e privati, cooperare a livello europeo per l’individuazione e sperimentazione di soluzioni logistiche innovative, diffondere le migliori pratiche logistiche e trasportistiche; – La creazione di un network aperto di centri di competenza logistica in Europa; – Lo sviluppo di progetti pilota innovativi: creazione di una piattaforma IT relativa alla logistica e al trasporto (LOGPLAT) e sviluppo di iniziative formative transnazionali (LOGTRAINING). Enlocc Durata del progetto 36 mesi Gennaio 2004dicembre 2006 Costo totale 1.423.000 euro Contributo CE 763.500 euro Progetto RER Costo totale 300.000 euro di cui Contributo CE 150.000 euro http://www.enlocc.net InterMetrex Capofila Glasgow and the Clyde Valley Structure Plan Joint Committee (UK) Partners Regioni Piemonte e Veneto, Provincia di Napoli, METREX, Ente per la Grande Londra, Consiglio comunale di Liverpool e Metropoli South Coast (UK), Verband Region Stuttgart (DE), Generalitat de Catalunya, Junta de Andalucía, Ayuntamiento de Sevilla , Ayuntamiento de Granada, Gobierno Vasco (ES), Eurocity Basque -St Sebastián-Bayonne - (ES/FR), Comitato Øresund (DK/SVEZIA), Città di Helsinki (FI), Consiglio comunale di Stoccolma (SV), Organizzazione di Atene e Organizzazione di Salonicco (GR), Área Metropolitana do Oporto (PT), Regionalplanung Zürich und Umgebung (CH), Central Hungarian Regional Council (HU), Consiglio comunale di Riga (LETTONIA), Vilniaus Planas (LITUANIA), Ente per la Programmazione di Malta (MALTA), Comune di Nicosia (CIPRO), Comune di Minsk (BIELORUSSIA), Istituto di Cracovia e Comune di Stettino (PL), Comune di Sofia (BG). L’obiettivo di InterMetrex è quello di contribuire a rendere più efficace la pianificazione territoriale delle regioni e delle aree metropolitane europee e di supportare la realizzazione degli obiettivi dell’ESDP di uno sviluppo sostenibile ed equilibrato del territorio europeo. Lo strumento per realizzare questo obiettivo è l’applicazione di una griglia di valutazione (Practice Benchmark) agli strumenti di pianificazione adottati dai vari partner che consenta di valutare il posizionamento qualitativo del piano in oggetto rispetto alle migliori esperienze presenti in Europa e di fornire indicazioni sulle possibilità di miglioramento. Nel corso del 2004 è stata svolta l’attività di valutazione del PTCP di Bologna sulla base del Practice Benchmark ed è stato organizzato un workshop di analisi in cui, unitamente ad altri partner, sono stati presentati e discussi i risulta- 101 ti di tale lavoro. Il workshop, tenutosi a Bologna dal 29 al 31 marzo 2004, è stato incentrato sull’analisi e sulla valutazione delle politiche volte al miglioramento della “governance metropolitana” e alla valutazione dell’efficacia delle azioni a ciò deputate; oltre al PTCP di Bologna il Practice Benchmark è stato applicato agli strumenti di pianificazione di Bayonne-San Sebastian (Area metropolitana transfrontaliera tra Francia e Spagna) e della South Coast Metropole (UK). Una prima sintesi dei risultati raggiunti dall’applicazione del Practice Benchmark a oltre 20 aree metropolitane è stata presentata e discussa nel corso del workshop di sintesi che si è tenuto a Barcellona nell’ottobre 2004. InterMetrex Durata del progetto 38 mesi aprile 2003giugno 2006 Costo totale 881.241 euro Contributo CE 499.957 euro Progetto RER Costo totale 34.124 euro di cui Contributo CE 17.062 euro 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 102 102 PolyMetrexPlus Capofila Generalitat de Catalunya (ES) Partners Regione Veneto, Diputaciòn Provincial de Zaragoza e Junta de Andalucia (ES), Gemeente Rotterdam (NL), Organisation of Athens e Organisation of Thessaloniki (GR), METREX, Greater London Authority e Glasgow and the Clyde Valley Structure Plan Joint Committee (UK), Verband Region Stuttgart e Landeshauptstadt Dresden (DE), Stockholm City Council (SVEZIA), City of Helsinki (FI), Malta Planning Authority (MALTA), Municipality of Szczecin e Krakow Institute (PL), Municipality of Sofia (BG). Il progetto ha come obiettivo quello di contribuire a realizzare un assetto territoriale europeo più equilibrato, coeso e policentrico con particolare riferimento al ruolo svolto dalle aree metropolitane e alle relazioni fra di esse, da sviluppare sempre più in futuro in un’ottica di complementarietà e cooperazione. Il progetto si sviluppa attraverso la ricognizione di buone prassi di relazioni fra le metropoli partecipanti, il confronto su di esse e l’elaborazione di un Piano d’Azione fondato su specifiche attività di cooperazione interregionale (RINA) che verranno sviluppate nel 2006/2007. Nel 2004 è stata avviata la prima fase OTTAVOEURORAPPORTO del progetto che ha richiesto un’approfondita ricognizione della collocazione e del ruolo di ciascun partner all’interno del quadro europeo; a questo fine, la Regione Emilia-Romagna ha elaborato, presentato e discusso in un apposito workshop di analisi un documento sul proprio posizionamento a livello europeo (position statement) riguardo alle relazioni intrattenute con altre aree metropolitane e che possono essere prese come riferimento per rafforzare uno sviluppo policentrico. Questo tipo di lavoro è stato svolto da tutti i 19 partner del progetto nel corso di altri tre seminari durante i quali si sono discusse le “best practices” di riequilibrio policentrico e sono state individuate basi comuni su cui cooperare. I temi più rilevanti sui quali ci si è soffermati per individuare le azioni su cui fondare un maggior equilibrio territoriale hanno riguardato i trasporti, le infrastrutture, l’economia, il turismo, la cultura, gli aspetti demografici, nonché le strategie di lungo periodo che ogni area metropolitana intende mettere in campo per svolgere un ruolo più rilevante ed integrato all’interno dell’Europa allargata. PolyMetrexPlus Durata del progetto 42 mesi aprile 2004ottobre 2007 Costo totale 1.826.744 euro Contributo CE 1.054.491 euro Progetto RER Costo totale 98.231 euro di cui Contributo CE 49.115 euro di produttori e la nascita di aggregazioni più ampie a livello transnazionale. Prevede la promozione di scambi di esperienze e iniziative comuni, la realizzazione di un sito web che costituirà uno strumento di dialogo fra i partners fornendo le informazioni utili alla conoscenza e all’aggiornamento della situazione del settore, per facilitare un’offerta aggregata, una lavorazione e una presentazione accurate, l’introduzione e lo sviluppo delle tecniche di avanguardia. REGIOCOM La Direzione Generale Ambiente partecipa al progetto: REGIOCOM Capofila Assemblée des Régions Européens Fruitières, Légumiers et Horticoles de Bordeaux (FR). Partners Regione Piemonte, Generalidad Catalana, Comunidad Valenciana, Regione Andalusia e Murcia (ES), Regioni Aquitaine, BasseNormandie, Languedoc-Roussillon, Limousin, Midi-Pyrénées, Pays de la Loire, Provence-Alpes-Cote d’Azur, Rhone-Alpes (FR). Regiocom è un progetto per la valorizzazione interregionale delle politiche di promozione della frutta e dei legumi dell’Europa meridionale ed è finalizzato al rafforzamento delle organizzazioni Durata del progetto 27 mesi ottobre 2004dicembre 2006 Costo totale 700.000.350 euro Contributo CE 41.430 euro Progetto RER Costo totale 36.000 euro di cui Contributo CE 18.000 euro La Direzione Generale Attività Produttive, Commercio e Turismo è capofila del progetto: S3 - Sharing Solutions on Structural Funds Partners Regioni Campania e Lazio, Finlombarda Ltd, Ostrava Regional 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 103 OTTAVOEURORAPPORTO Development Agency (CZ), Office of the Ko?ice Self-Governing Region (SK), Regional Development Agency of North Great Plain (HU), Directorate general of state cooperation & European affairs, Madrid e Centre for Innovation and Business Development - CIDEM, Barcelona (ES), Development Bank of Saxony - Anhalt (DE), Ignalina regional development agency (Lituania), Region of Western Greece e E.C. Business and Innovation Centre (BIC) of Western Greece (GR) - Objective 1 Programme Directorate South Yorkshire (UK). Obiettivo del progetto è aumentare e migliorare la cooperazione tra regioni europee nella programmazione e la gestione dei programmi di sviluppo locale finanziati dai Fondi strutturali condividendo strumenti innovativi tramite il coinvolgimento di un ampio partenariato rappresentativo. Le principali attività previste per raggiungere questi obiettivi consistono nel fornire contributi scritti, rapporti e raccomandazioni sulle esperienze analizzate (best practices) da mettere in comune, e nello scambio di personale per visite di studio, seminari, incontri per la disseminazione dei risultati ottenuti. S3 CENTURIO Durata del progetto 24 mesi settembre 2004settembre 2006 Costo totale 63.045 euro Contributo CE 41.430 euro Durata del progetto 27 mesi ottobre 2004dicembre 2006 Costo totale 63.045 euro Contributo CE 41.430 euro Progetto RER Costo totale 232.704 euro di cui Contributo CE 116.352 euro Progetto RER Costo totale 34.545 euro di cui Contributo CE 20.745 euro L’Assemblea legislativa regionale partecipa al progetto: 3.2.4. Il programma INTERACT CENTURIO Capofila AER Assemblea delle Regioni europee Partners Assemblea legislativa Regione Molise e delle contee di Prahova e Iasi (Romania) Centurio ha l’obiettivo di migliorare il dialogo sullo Sviluppo economico-sociale sostenibile e sull’integrazione interregionale attraverso lo scambio di vedute e di informazioni sulla legislazione, le procedure e le prassi. Nel corso del 2004 si è svolta la conferenza Centurio che ha visto la partecipazione di tutti i partners del progetto. Il programma INTERACT, approvato dalla Commissione Europea nel Dicembre 2002, è parte dell´Iniziativa Interreg III ed ha come obiettivo principale quello di aumentarne l´efficacia e l´efficienza. Oltre a mettere in collegamento le strutture di cooperazione comune delle diverse sezioni e dei vari programmi Interreg, INTERACT è finalizzato ad individuare i punti di forza e debolezza delle diverse iniziative attraverso lo scambio di informazione, la creazione di banche dati relative alle diverse esperienze in corso, a migliorare il collegamento fra i diversi strumen- 103 ti comunitari di cooperazione interna ed esterna all´Unione Europea, a fornire supporti a potenziali partners di progetti Interreg dei Paesi di nuova e futura adesione. Nel dicembre 2004 è stato approvato il progetto RE-ACT il cui capofila è la Direzione Generale Programmi e Intese, relazioni europee e cooperazione internazionale della Regione EmiliaRomagna. Il progetto che inizierà a gennaio 2005 e terminerà nel dicembre 2006, ha un contributo comunitario di 553.250 euro e vede la partecipazione della Regione Lombardia, e di regioni di Francia, Grecia, Irlanda, Slovenia, Spagna e BosniaHerzegovina. Il progetto si propone di approfondire il ruolo attuale delle amministrazioni di livello NUTS 2 nell’implementazione dei programmi INTERREG, mettere a confronto diverse situazioni in nazioni diverse, evidenziare alcuni attuali ostacoli ad una efficace cooperazione, valutare l’esistenza e la replicabilità di buone pratiche di organizzazione interna e di cooperazione, diffonderne la conoscenza, studiare e proporre soluzioni da mettere in pratica nella attuale e nella futura programmazione. 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 104 OTTAVOEURORAPPORTO 104 80 18 25 18 13 74 70 60 49 50 40 30 17 20 13 10 0 14 5 8 Medoc Cadses 25 5 8 4 III A III C Totale LP PP Totale progetti Interreg in Emilia-Romagna 30 28 25 20 15 10 9 8 8 5 5 3 0 Ambiente Mobilità e logistica Cultura Sviluppo Pianificazione locale territoriale Ripartizione dei progetti per settore di intervento 3 2 2 Società Cooperazione Politiche Pesca Informazione istitituzionale sociali 2 Turismo 1 1 Agricoltura Scuola 1 1 Mercato Sostenibilità del lavoro urbana 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 105 OTTAVOEURORAPPORTO 105 30 Totale Partners: 930 Paesi coinvolti: 44 27 Vecchi Paesi membri 73,9% 25 22 20 15 15 Paesi terzi 15,9% Nuovi Paesi membri 10,2% 15 10 7 Paesi coinvolti 5 3 0 Ungheria Slovenia Polonia Repubblica Repubblica Ceca Slovacca Malta 2 2 Latvia Lituania 1 1 Cipro Estonia Nuovi paesi membri 40 39 35 30 25 20 20 16 15 15 11 10 10 7 6 5 5 4 3 2 2 Palestina Svizzera 1 1 1 1 1 1 1 Algeria Armenia Benin Bielorussia Cina Norvegia Ucraina 0 BosniaCroazia Erzegovina Albania Paesi terzi Romania Serbia Bulgaria Croazia Tunisia Marocco Montenegro Serbia 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 106 OTTAVOEURORAPPORTO 106 i cosiddetti “Temi catalizzatori”: 400 364 – impiego delle tecnologie dell’informazione nelle zone rurali, – miglioramento della qualità di vita nelle zone rurali, – valorizzazione dei prodotti locali – valorizzazione del patrimonio naturale e culturale 350 300 250 200 LEADER+ incentiva anche la cooperazione tra territori, attraverso il cofinanziamento di progetti di sviluppo rurale elaborati congiuntamente tra gruppi LEADER appartenenti allo stesso Stato membro oppure a più Stati membri. 150 100 83 60 59 50 40 40 14 9 4 3 3 3 3 2 UK Portogallo Svezia Belgio Finlandia Irlanda Olanda Danimarca 0 Italia Spagna Grec ia Austria Francia Germania Vecchi paesi membri 3.6 LEADER + LEADER+ ha l’obiettivo generale di accompagnare lo sviluppo delle zone rurali d’Europa attraverso azioni volte a ridare vitalità a questi territori aggiungendosi agli altri interventi comunitari rivolti alle aree rurali. I principi di fondo su cui si basa l’Iniziativa sono quelli di un approccio dal basso dove la definizione delle esigenze di sviluppo proviene direttamente dagli operatori locali attraverso progetti ed iniziative di carattere innovativo e dimostrativo. I beneficiari di questi interventi sono i Gruppi di Azione Locale (GAL), un insieme di partner, per almeno il 50% di natura privata, rappresentativi del mondo imprenditoriale e creditizio, delle pubbliche amministrazioni (Comuni, Comunità Montane, ecc.), nonché del tessuto sociale e culturale locale. In questo modo ciascun GAL può rappresentare le esigenze del proprio territorio e, partendo da queste, costruire una strategia, da tradurre in un Piano d’azione locale (PAL), in grado di tenere vive le energie utili allo sviluppo. LEADER+ non ha limitazioni territoriali particolari se non quella di dover essere applicata ad aree rurali. Secondo la Commissione europea il criterio fondamentale di ruralità è individuato dalle caratteristiche insediative del territorio e, pertanto, ritiene ammissibili zone con una popolazione compresa tra 10.000 e 100.000 abitanti e con densità media non superiore ai 120 abitanti/km2. L’Unione europea per raggiungere una maggior concentrazione delle risorse finanziarie dando rilievo a strategie di sviluppo rurale a carattere innovativo ha individuato tematiche prioritarie su cui imperniare i Piani di sviluppo locale, 3.3.1. Attuazione del Programma Operativo Regionale Leader+ 2000-2006 in Emilia-Romagna In Emilia-Romagna sono stati selezionati cinque PAL: Appennino Bolognese, Antico Frignano e Appennino Reggiano, Appennino Parmense e Piacentino, Altra Romagna, Delta del PO - Pianura Orientale, che interessano 167 comuni ed una popolazione di circa 500.000 abitanti. Il Piano Operativo Regionale (POR) ed i PAL indicano e perseguono i diversi temi catalizzatori indicati dalle linee direttrici comunitarie per l’iniziativa, ma, in considerazione delle specificità di carattere socio economico presenti 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 107 OTTAVOEURORAPPORTO nei territori interessati, le diversità e le propensioni del partenariato locale emerse durante l’attivazione del Programma, i PAL selezionati sviluppano prioritariamente uno dei seguenti temi: – Valorizzazione dei prodotti locali, in particolare agevolando mediante un’azione collettiva l’accesso ai mercati per le piccole strutture produttive; – Valorizzazione delle risorse naturali e culturali, compresa la valorizzazione dei siti di interesse comunitario NATURA 2000. Il complemento di programmazione, oltre a stabilire le procedure attuative, riprende e sviluppa con maggiore dettaglio i contenuti del POR, in particolare indicando per ogni Sezione le Misure, le Azioni, le tipologie di intervento ammissibili, le procedure di selezione dei progetti, i beneficiati ammissibili, nonché gli indicatori necessari al sistema di monitoraggio e valutazione. La struttura organizzativa per la gestione del Programma è completata dal Comitato di sorveglianza e dal Comitato LEADER+. Di seguito si riporta il piano finanziario del POR della Regione Emilia-Romagna che, a seguito della conclusione della procedura di indicizzazione dei fondi destinati all’Iniziativa Leader, ha avuti assegnati ulteriori 529.493 euro di quota Feoga, per un totale di 1.149.184 euro in termini di costo 107 Leader + – P.O.R. Regione Emilia-Romagna – Piano finanziario 2000-2006 (in milioni di euro) Sezione Contributo Cofinanziamento UE pubblico 1 – Sostegno a strategie pilota di sviluppo rurale a carattere territoriale e integrato, fondate su un approccio ascentente e sul partenariato orizzontale 2 – Sostegno a forme di cooperazione interterritoriale e transnazionale Assistenza tecnica Totale pubblico, che porta la programmazione complessiva a 28,676 milioni di euro. 3.3.2. Stato di Attuazione Finanziaria Nel corso del 2004 l’operatività del programma Leader + è entrata pienamente a regime, sono state ultimate tutte le procedure gestionali ed i cinque Gruppi di azione locale hanno avviato in modo significativo tutte le misure previste dal POR. Dall’attivazione del programma al 31/12/2004, sono stati ammessi a finanziamento 454 progetti con un impegnato finanziario di 9,6 milioni di euro in termini di costo pubblico (45% della disponibilità iniziale), pari ad oltre 12,7 milioni di Euro di costo totale. Le iniziative hanno attivato una partecipazione finanziaria da parti dei privati 8,230 1,150 0,400 9,780 dell’ordine del 25% rispetto al totale delle risorse utilizzate. Se si considera tale rapporto nelle sole misure per le quali è previsto il cofinanziamento privato, il valore sale al 34%. Rilevante è stata anche la quota dei pagamenti effettuati nel periodo, con oltre 5,9 Meuro di costo pubblico (27% della disponibilità) e 7,2 Meuro 9,696 1,350 0,400 11,446 Quota privata Totale 6,600 0,850 0,000 7,450 24,526 3,350 0,800 28,676 di costo totale. Tali dati evidenziano il grado di accelerazione che ha avuto l’attività dei GAL in tutte le misure. In particolare nelle misure 1.2 “Valorizzazione del patrimonio culturale e naturale e della vitalità del territorio rurale” e 1.3 ”Innovazione e qualificazione del sistema produttivo locale”, che hanno raggiunto Quota privata 25% Quota nazionale (Stato + Regione) 40% Quota UE 36% Figura 3.3.1 – Distribuzione percentuale delle risorse impegnate per fonte di finanziamento 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 108 OTTAVOEURORAPPORTO 108 rispettivamente il 49% e il 32% delle impegnate. Si segnala inoltre la misura 2.1 “Cooperazione interterritoriale e transnazionale” con il 30% delle risorse totali impegnate, per la maggior parte nel corso dell’ultimo anno. In particolare in tale misura, sono stati avviati progetti che hanno distinto e qualificato l’iniziativa dei GAL emiliano-romagnoli a livello internazionale. Analizzando la situazione per singolo PAL si osserva che la percentuale delle risorse impegnate varia dal 43% al 48%, ad eccezione del PAL Delta Emiliano Romagnolo per il quale lo stato di utilizzo delle risorse è significativamente più elevato, con il 52% delle risorse assegnate (+7% rispetto alla Tabella 3.3.1 - Confronto fra risorse disponibili e risorse utilizzate nel periodo 2001-2004 Sezioni/misure Sezione 1 Totale Misura 1.1 Misura 1.2 Misura 1.3 Misura 1.4 Sezione 2 Totale Misura 2.1 Assistenza tecnica Totale P.O.R. Risorse disponibili Costo totale Costo pubblico Risorse impegnate Costo totale Costo pubblico 24.526.000 17.926.000 5.243.133 5.243.133 10.837.118 7.553.118 6.623.643 3.623.643 1.822.106 1.507.106 3.350.000 2.500.000 3.350.000 2.500.000 800.000 800.000 28.676.000 21.226.000 11.449.883 3.301.209 5.791.100 1.862.608 494.966 967.848 967.848 314.614 12.732.345 Risorse pagate Costo totale Costo pubblico 8.535.969 3.301.209 3.704.211 1.148.526 382.023 740.730 740.730 314.614 9.591.313 6.768.926 3.087.053 2.495.333 932.415 254.124 344.374 344.374 131.136 7.244.436 Tabella 3.3.2 - Confronto per GAL fra le risorse disponibili, impegnate e pagate nel periodo 2001-2004 (costo pubblico) 3.500.000 Piani di Azione Locale 2.000.000 Risorse Risorse impegnate % Risorse pagate % 5.448.114 3.087.053 1.546.739 650.717 203.605 298.658 298.658 131.136 5.917.908 media regionale). Considerando il livello dei pagamenti effettuati la situazione risulta più omogenea, i maggiori scostamenti, rispetto alla media regionale, si osservano per i PAL Appennino Bolognese (–6%) e Appennino Parmense e Piacentino (+5%). Nel corso dell’anno 2004, le risorse impegnate sono state 3,9 Meuro e quelle erogate ai destinatari finali 3,0 Meuro (rispettivamente il 43% degli impegni e il 52% dei pagamenti totali del periodo). Per quanto riguarda le risorse certificate dalla Regione Emilia-Romagna alla UE, anche per il 2004, è stata superata, con successo, la soglia di pagamenti certificati necessaria ad evitare il disimpegno automatico delle risorse. Nel 2004 sono stati certificati 3,3 Meuro di costo totale e 2,4 Meuro di costo pubblico, mentre complessivamente nel 3.000.000 2.500.000 1.500.000 1.000.000 Appennino Modenese e Reggiano Appennino Bolognese Delta Emiliano-Romagnolo Appennino Romagnolo Appennino Parmense e Piacentino Totale 3.900.000 3.826.000 4.500.000 4.200.000 4.000.000 1.692.523 43% 1.486.586 39% 2.362.005 52% 1.834.717 44% 1.900.868 48% 1.006.139 26% 859.878 22% 1.262.429 28% 1.325.833 32% 1.332.494 33% 20.426.000 9.276.699 45% 5.786.773 28% 500.000 0 Altra Romagna Bolognese Delta 2000 Frignano Misura 1.1 – Supp. al PAL Misura 1.2 – Valorizzazione patrim. Misura 1.3 – Innovazione sist. prod. Misura 1.4 – Miglioramento cap. org. Misura 2.1 – Cooperazione Soprip Figura 3.3.2 – Risorse totali del periodo 2001-2004 (costo pubblico) impegnate, per misura e per GAL 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 109 OTTAVOEURORAPPORTO 109 Tabella 3.3.3 – Risorse totali certificate nel periodo 2001-2004, per asse e per misura Asse prioritario per misura Costo totale Costo pubblico Quota UE Asse 1 Misura 1.1 – Supporto tecnico al PAL Misura 1.2 – Valorizzazione patrimonio Misura 1.3 – Inn. Qualif. sist. prod. locale Misura 1.4 – Az. miglior. cap. Asse 2 Misura 1 – Cooperazione Asse 4 Misura – Assistenza tecnica 6.339.663 2.405.020 2.832.558 940.256 161.826 41.363 41.363 114.376 114.376 5.034.065 2.405.020 1.843.559 646.466 139.023 40.838 40.838 114.376 114.376 2.311.190 1.104.170 846.395 296.799 63.827 18.786 18.786 57.188 57.188 Totale asi 6.495.402 5.189.282 2.387.164 che, si è avuta una accelerazione dell’attività dei GAL, infatti il 53% delle iniziative sono state avviate nel corso dell’ultimo anno. le e naturale e della vitalità del territorio rurale” e il 24% alla misura 1.3 “Innovazione e qualificazione del sistema produttivo locale”. Gli interventi realizzati nel periodo sono stati 565, mediamente 1,2 interventi per ogni progetto, di cui oltre il 47% fanno riferimento alla misura 1.2 “Valorizzazione del patrimonio cultura- Al fine di fornire un quadro di sintesi delle principali iniziative intraprese, le tipologie di intervento sono state aggregate in sette macro tipologie: 160 140 16 14 120 100 80 periodo 2001-2004 tali valori salgono a rispettivamente a 6,3 e 5, 2 Meuro (24% in termini di costo pubblico). 3.3.3. Procedure di attuazione Il complemento di programmazione del POR LEADER+ Emilia-Romagna prevede tre diverse modalità di attivazione delle iniziative (progetti a convenzione, progetti a regia diretta GAL e progetti a bando). Analizzando lo stato di attuazione nel totale del periodo emerge che l’86% delle iniziative viene realizzata senza il ricorso a procedure selettive di evidenza pubblica, di cui il 55% realizzati direttamente dai GAL. Le modalità di attivazione dei progetti risultano piuttosto diversificate fra i singoli GAL: le percentuali più elevate di realizzazioni a regia diretta si registrano nei GAL Altra Romagna e Soprip con oltre il 75%, mentre le attivazioni tramite bandi prevalgono nel GAL Appennino Bolognese e nel GAL Antico Frignano e Appennino Reggiano. Complessivamente il programma ha attivato 454 progetti, concentrati prevalentemente nella misura 1.2 “Valorizzazione del patrimonio culturale e naturale e della vitalità del territorio rurale” con 217 interventi (48% del totale). Nel corso del 2004, anche dal punti di vista delle realizzazioni fisi- 36 45 60 40 15 32 20 37 10 17 00 Altra Romagna Bolognese Progetti a regia diretta 19 11 4 47 44 Delta 2000 Frignano Progetti a convenzione 107 Soprip Progetti a bando Figura 3.3.3 - Modalità di attivazione dei progetti Tabella 3.3.4 – Numero di progetti per misura e anno Misura 2001 2002 2003 2004 Totale Misura 1.1 Misura 1.2 Misura 1.3 Misura 1.4 Misura 2.1 10 37 12 1 4 3 26 85 17 7 12 20 120 73 7 20 93 217 91 18 35 Totale 10 57 147 240 454 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 110 OTTAVOEURORAPPORTO 110 – Supporto al GAL; – Investimenti nelle aziende agricole e agroalimentari; – Diversificazione delle attività; – Servizi di consulenza alle imprese; – Servizi e investimenti nel settore turistico; – Interventi formativi; – Altri interventi. Da tale riclassificazione emerge che il 31% degli interventi hanno interessato servizi e investimenti nel settore turistico (con oltre 59% degli interventi destinati all’attivazione di servizi e il resto alla realizzazione di investimenti) e il 27% ad iniziative di diversificazione delle attività agricole (di cui il 58% dedicati alla tutela ambientale e con- servazione del territorio). Per quanto riguarda gli investimenti nelle aziende agricole e agroalimentari, che hanno riguardato il 12 % delle iniziative, gli interventi realizzati erano rivolti prevalentemente alle aziende agricole. Un‘analisi di maggiore dettaglio sarà fornita a livello di singola Misura. ne dei progetti fra i diversi soggetti destinatari, si osserva una netta prevalenza degli Enti a partecipazione privata (che per il 90% sono rappresentati dai GAL) che sono titolari del 46% dei progetti avviati. Tale dato conferma quanto già rilevato nell’analisi delle modalità di attivazione predominanza di iniziative condotte a regia diretta GAL. Tipologia destinatari in percentuale Per quanto riguarda le tipologie di destinatari, l’analisi per macro raggruppamenti evidenzia che dal punto di vista numerico i soggetti titolari di progetti nell’ambito dell’iniziativa LEADER + sono per il 39% imprese diverse da quelle agricole e per il 35% soggetti pubblici. Se consideriamo la distribuzio- 6% 20% 35% 39% Numero di progetti per destinatari Diversificazione delle attività 27% Servizi consulenza alle imprese 12% 46% 7% Servizi e investimenti nel settore turistico 31% 21% Investimenti nelle az. agricole e agroalimentari 8% Figura 3.3.4 – Macro-tipologie di intervento Supporto al GAL 18% Altri interventi 1% Interventi formativi 2% 26% Impresa agricola Altra impresa Ente pubblico Ente a partecipazione pubblica Figura 3.3.5 - Soggetti destinatari 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 111 OTTAVOEURORAPPORTO 111 3.4. AZIONI INNOVATIVE FESR Le Azioni Innovative sono strumenti finanziari previsti nel quadro dei Fondi Strutturali per il periodo 2000-2006. Si tratta di studi o progetti pilota o dimostrativi finanziati dal FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) intesi a sperimentare nuove vie o nuovi settori dell’intervento strutturale comunitario. Lo scopo è quello di definire e attuare pratiche innovative di sviluppo economico e sociale atte a migliorare la qualità dei programmi prioritari dei Fondi strutturali nelle regioni in ritardo di sviluppo (obiettivo 1) o in fase di riconversione (obiettivo 2). I programmi comprendono misure relative ad una o a più tematiche strategiche fra le tre seguenti: – Economia regionale fondata sulla conoscenza e l’innovazione tecnologica; – e-Europa: la società dell’informazione al servizio dello sviluppo regionale; – identità regionale e lo sviluppo sostenibile. 3.4.1. Programma Regionale di Azioni Innovative Emilia-Romagna “Salute, scienze della vita ed innovazione tecnologica regionale” La Regione Emilia-Romagna ha presentato il proprio Programma Regionale di Azioni Innovative (PRAI) nel 2001, con l’obiettivo di promuovere e incentivare dinamiche innovative nel sistema regionale focalizzandosi sul sistema della “Salute, scienze della vita ed innovazione tecnologica regionale”. La strategia punta a rafforzare i legami tra le imprese che realizzano prodotti, servizi e tecnologie per la salute, il sistema della Ricerca e dell’Innovazione, e il sistema sanitario regionale, nell’ambito della ricerca industriale e della Società dell’Informazione. Il Programma ha un costo totale di 10.974.709 euro, di cui 2.582.284 euro di contributo comunitario, 2.582.284 euro di contributo regionale e nazionale mentre il cofinanziamento privato ammonta a 5.810.141 euro. Nello specifico il PRAI mira a conseguire i seguenti obiettivi: – migliorare la conoscenza dell’intero sistema regionale che ruota intorno al tema salute, relativamente agli aspetti quantitativi, qualitativi e strutturali e puntando sullo studio delle relazioni tra i diversi attori presenti, – stimolare la creazione di imprese innovative e lo sviluppo di innovazioni tecnologiche valorizzando il parternariato regionale pubblico – privato – incidere sui flussi informativi tra i vari soggetti che operano all’interno del settore in modo da favorire il trasferimento e l’innovazione tecnologica, il miglioramento dei servizi agli utenti e l’efficienza complessiva del sistema, ed è articolato in cinque azioni principali: – “Mappatura del sistema regionale dell’innovazione nell’ambito della salute e scienze della vita”: studio e analisi del “sistema della salute” in Emilia-Romagna, con riferimento alle caratteristiche dei soggetti che lo compongono e le relazioni tra questi, considerando sia i sistemi produttivi consolidati sia i nuovi poli tecnologicamente innovativi, ed evidenziando le interazioni tra mondo della ricerca e mondo delle imprese, – “Sviluppo della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico nel settore della salute“ attraverso il supporto alla realizzazione progetti collaborativi tra enti di ricerca, strutture sanitarie e imprese, indirizzati ad accrescere la competitività o favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese della regione Emilia-Romagna che realizzano prodotti, servizi e tecnologie per il sistema sanitario, – “Progetti pilota per nuove forme di innovazione a livello regionale”: azioni integrate volte alla valorizzazione della ricerca scientifica svolta sul territorio regionale in ambiti legati alla salute e/o allo sviluppo sperimentale di metodologie basate sull’uso di tecnologie avanzate per migliorare le condizioni di efficacia ed equità dei servizi per la salute, – “Start up di un laboratorio di ricerca applicata nell’ambito delle scienze della vita”, – “Società dell’informazione e servizi sanitari innovativi”: supporto alla realizzazione di progetti pilota riguardanti lo sviluppo di servizi innovativi concernenti l’applicazione delle tecnologie dell’informazione in campo medico-sanitario e nuove applicazioni telematiche atte a migliorare la gamma dei servizi medico-sanitari espletabili a distanza, – “Interscambio con altre regioni europee”: finalizzati ad acquisire conoscenze maturate in altri contesti e favorire attività di disseminazione, scambio di buone pratiche e di networking a livello nazionale ed europeo. 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 112 112 OTTAVOEURORAPPORTO “Sviluppo della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico nel settore della salute“ Progetti Imprese coinvolte Numero di rapporti con strutture sanitarie Numero di rapporti con dipartimenti universitari o centri di ricerca Numero di rapporti con enti e amministrazioni locali “Sviluppo della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico nel settore della salute“ 12 27 12 18 2 Totale 19 49 20 11 3 31 76 32 29 5 Azioni innovative FESR – Regione Emilia-Romagna – Piano finanziario (in migliaia di euro) Titolo azione Contributo Cofinanziamento UE pubblico Mappatura del sistema regionale dell’industria della salute 77,47 Sviluppo della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico nel settore della salute 801,54 Progetti pilota peer nuove forme di promozione dell’innovazione 387,34 Società dell’informazione e servizi sanitari innovativi 1.135,17 Interscambio con altre Region 51,65 Totale 2.582,28 3.4.2 I network Nell’ambito delle azioni innovative sono state attivate tre reti: la Direzione Generale Attività Produttive, Commercio Turismo partecipa a Erik (European regional knowledge network) e CoorIInna (Coordination of Italian Innovative Actions), mentre la Direzione Generale Programmi Intese Relazioni europee Cooperazione inter- nazionale partecipa alla Rete Regioni europee per lo sviluppo sostenibile. Il network ERIK www.eriknetwork.org è stato creato con l’intento di sviluppare le relazioni inter-regionali e supportare le regioni che stanno implementando un Programma di Azioni Innovative, con particolare riferimento a quelle la cui attività è focalizzata sul tema ‘Economie regionali basate sulla Quota privata Totale 77,47 0 154,94 801,54 2.404,62 4.007,70 387,34 0 774,69 1.135,17 3.405,52 5.675,86 51,65 0 103,29 2.582,28 5.180,14 10.974,70 conoscenza e l’innovazione tecnologica’. Alla rete partecipano tredici regioni europee come Partners e altre ventiquattro come partners associati. Obiettivi specifici del network sono: – mettere a confronto good practices relative a politiche per l’innovazione e la condivisione della conoscenza; – selezionare specifici temi di interesse comune con lo scopo di organiz- zare gruppi di discussione e workshop; – scambiare esperienze maturate in differenti regioni e contesti, allo scopo di sviluppare nuove ed efficaci politiche regionali; – estendere a livello intrerregionale le collaborazioni tra i differenti attori coinvolti nei sistemi regionali della conoscenza; – aumentare il know-how dei principali attori per quanto concerne l’innovazione, il trasferimento tecnologico e la promozione di un’economia basata sulla conoscenza; – identificare e valorizzare differenti metodologie sviluppate nell’ambito di programmi europei ed altri schemi; – scambiare informazioni sui progressi dei progetti PRAI con lo scopo di migliorare gli strumenti di messa in atto delle politiche per l’innovazione nel futuro; – collaborare, evitando sovrapposizioni con le altre iniziative europee, quali la rete IRE. Il network ha portato alla realizzazione di diverse attività quali l’organizzazione di sei study visit: – Clusters and business networks (Bremen), – Services and support to start-up and spin-off (Wiener Neustadt), – Science and Industry relationship (Helsinki), – Services and support to start-up and spin-off and Clusters and business network (Birmingham), 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 113 OTTAVOEURORAPPORTO (Bologna), – “Regional Innovation benchmarking and foresight” (Larissa), – “Services and support to start-up and spin-off “( Birmingham), – “Industry - Science relationship” (Caen), – “Knowledge based regional Development and innovation” (Firenze, 25-26 Novembre 2004) in collaborazione con l’OECD, – “Technological innovation and regional cohesion in a wider Europe” (Krakow) in collaborazione con il Network IRE e la pubblicazione di 4 numeri della newsletter. – Science and industry relationship (Gothenburg), – Science and Industry relationship (Pisa); lo sviluppo di una metodologia per la analisi di good practices relative alle politiche per l’innovazione e la condivisione della conoscenza e creazione di un database di raccolta delle good practices, pubblicato sul sitoweb; la gestione di quattroThematic Working Group: – “Clusters and business networks” coordinato da West Midlands (UK), – “Regional innovation benchmarkind and foresight” coordinato dalla Tessalonia (GR), – “Services and support to start-up and spin-off” coordinato dal Niederosterreich (A), – “Science and Industry relationship” coordinato dalla Regione EmiliaRomagna, l’organizzazione di quattro worskhop e due conferenze: – “Clusters and business networks” CoorIInnA (Coordinamento delle Azioni Innovative in Italia) http://www.cooriinna.net/index.php è stato creato con il fine di incoraggiare una interazione più efficace ed effettiva tra le politiche nazionali e regionali sull’innovazione, e di favorire un approccio bottom-up nella formulazione delle politiche nazionali sull’innovazione e promuovere sinergie tra raggruppamenti regionali con background economici e culturali simili. Alla rete partecipano quindici regioni italiane. CoorIInnA, nell’ambito delle 3 tematiche strategiche proposte dalla Commissione per la programmazione 2000-2006 delle Azioni Innovative 113 FESR, si prefigge di: – Contribuire a definire una posizione comune delle Regioni italiane sullo strumento finanziario rappresentato dalle Azioni Innovative anche in vista della prossima fase di programmazione comunitaria. – Accrescere il coordinamento tra le politiche regionali e nazionali sull’innovazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico. – Identificare, valorizzare, stimolare, diffondere e scambiare differenti metodologie di promozione e di sviluppo dell’innovazione, oltre che buone pratiche ed esperienze relative alla politica dell’innovazione e del trasferimento, per sviluppare politiche regionali ed interregionali più efficaci. – Favorire soluzioni comuni anche in relazione alle problematiche gestionali e amministrative dei programmi regionali di Azioni Innovative. – Estendere ed implementare, a livello interregionale, la collaborazione fra i differenti attori che operano nel sistema dell’innovazione e della conoscenza. – Stimolare l’incontro tra domanda e offerta di innovazione al livello transregionale. – Stimolare e promuovere modalità di interazione con le reti esistenti a livello nazionale ed europeo. – Stimolare e promuovere progettuali- 03-PIC 11-11-2005 10:42 Pagina 114 114 tà comuni. L’attività progettuale è articolata in Azioni quali Conferenze, Thematic Working Groups e Workshops, Programma di scambi e visite di studio, Sviluppo di un sito web e di un database, Elaborazione e raccolta di Studi e Report, Newsletters e forum di discussione, che si inseriscono e si integrano con i singoli interventi previsti da ciascuna Regione valorizzandone il contenuto e l’impatto sul territorio di riferimento. La “Rete Regioni europee per lo sviluppo sostenibile” http://www. sustainable-euroregions.net/index.php è finalizzata alla formazione di un gruppo paneuropeo di amministrazioni regionali, organizzazioni ed esperti operanti in materia di sviluppo sostenibile e innovazione regionale. Alla rete partecipano dieci Regioni partner ed altre quattro come membri associati. L’obiettivo generale del progetto è identificare linee guida, delle “Best Practises”, che possano aiutare a comprendere la relazione che si può instaurare tra la classica programmazione territoriale e lo sviluppo regionale dei prossimi anni. Per questo motivo diverse Regioni europee, sensibili al tema, si sono “messe in rete” per condividere questo interesse e questo obiettivo, per scambiarsi esperienze e conoscenze sul tema e, più in generale, per ragionare anche sulla loro identità regionale inte- OTTAVOEURORAPPORTO sa come sedimento storico-economico nel quale si è definita nei secoli la specificità culturale. Nel 2004 è stato pubblicato il Rapporto sulle buone pratiche risultanti dalla cooperazione in materia di sviluppo sostenibile attuate nell’ambito della Rete, sui lavori degli esperti e sulle conclusioni raccolte nel corso di seminari e visite di scambio. Il rapporto è diviso in cinque sezioni: Sezione 1 – introduce la Rete delle regioni europee sostenibili Sezione 2 – presenta in dettaglio il piano di lavoro della Rete Sezione 3 – presenta i risultati sui temi chiave (governance, pianificazione territoriale regionale, strumenti e indicatori) Sezione 4 – presenta le tematiche specifiche di cui si occupa la Rete (riqualificazione post-industriale, spopolamento rurale/cambiamento demografico, economia a basso utilizzo di carbone, turismo sostenibile, produzione e consumo sostenibile) Sezione 5 – presenta le raccomandazioni generali elaborate dalla Rete e le trasferisce in specifiche misure o aree chiave. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 1 ATTUAZIONE E PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE ALLE POLITICHE COMUNI 4 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 2 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 117 OTTAVOEURORAPPORTO 4.1. LA POLITICA AGRICOLA 4.1.1. L’Europa agricola a 25: aumentano produzione, costi e redditi agricoli La corsa dei prezzi internazionali delle materie prime è continuata con forte vigore anche nel 2004. Fra i fattori che hanno concorso a determinare questi aumenti, il principale riguarda la progressiva svalutazione del dollaro. Ma la crescita dei prezzi è stata fortemente influenzata dalla domanda di materie prime della Cina e, anche se in misura nettamente inferiore, delle nuove economie industriali dell’Asia dell’Est e dell’India. Dal maggio 2004, l’Unione Europea si è arricchita dei nuovi dieci Paesi. Ora, la sua superficie agricola supera i 166 milioni di ettari (+28%), il numero di occupati in agricoltura supera i 10 milioni (+59%), mentre il PIL del settore agricolo mostra un incremento pari appena al 7%. Questi dati mettono in evidenza, da un lato il grande potenziale agricolo dei nuovi Paesi, ma dall’altro un settore agricolo poco sviluppato, che necessita di un ammodernamento e di una ristrutturazione. La UE-25 rappresenta certamente la più grande area commerciale mondiale, ma per rafforzare la propria posizione a livello internazionale, è necessario aumentarne la competitività. In particolare, nel settore agricolo sono necessari interventi che cerchino di ridurre le differenze sociali, strutturali ed economiche tra i due blocchi (vecchi e nuovi Paesi) ora uniti. L’aumento della produzione agricola nel 2004 nella UE-25 ha avuto l’effetto di far crescere i redditi agricoli mediamente del 3,3%, secondo le prime stime dell’Eurostat (Tab. 2), risultato raggiunto con un incremento dell’1,8% dei redditi reali e una riduzione dell’1,5% del costo del lavoro agricolo. I Paesi di nuovo ingresso contribuiscono sostanzialmente a tale incremento, e questo sta determinando il pericolo della delocalizzazione produttiva da parte anche delle grosse imprese italiane. 4.1.2. Il 2004 prepara l’attuazione della nuova Pac Per la politica agricola europea, il 2004 è stato un anno di radicale svolta. La revisione di medio termine della Pac –i cui primi regolamenti risalgono alla fine dell’anno precedente- ha sancito l’avvio di nuovi regimi nella maggior 117 Tabella 1 Quadro degli interventi dell’UE per l’agricoltura dell’Emilia-Romagna nel 2004 (migliaia di euro) Aiuto pubblico Regione, di cui Stato, UE quota UE PAC AGENDA 2000 Dispositivi di regolazione dei mercati Regime di sostegno ai seminativi (Reg. CE 1251/99) 149.687,0 Premi alla zootecnia (Regg. 1254/99 e 2529/01) * 27.000,0 Premi latte (Reg. 1255/99) 18.683,4 Associazioni produttori ortofrutticoli (Reg. CE 2200/96) 43.058,1 Ristrutturazione e riconversione vigneti (Reg. CE 1493/99) 7.836,1 Trasformazione industriale ortofrutticoli (Reg. CE 2201/96) 84.066,0 Altre erogazioni Agea ** 41.243,0 Totale dispositivi di regolazione dei mercati 371.573,6 Totale Piano regionale di sviluppo rurale (Reg. CE 1257/99) 107.581,7 Totale PAC Agenda 2000 479.155,3 149.687,0 27.000,0 18.683,4 43.058,1 7.836,1 84.066,0 41.243,0 371.573,6 47.671,8 419.245,4 PAC PRE-AGENDA 2000 Interventi ecocompatibili (Reg. CE 2078/92) Prepensionamento (Reg. CE 2079/92) Forestazione (Reg. CE 2080/92) Misure precedenti al 1992 Totale misure PAC pre-Agenda 2000 4.129,6 56,5 2.678,1 53,3 6.917,5 2.060,8 28,3 1.339,0 13,3 3.441,4 FONDI STRUTTURALI Leader Plus (impegni 2004) Sfop - Diverse misure per l’acquacoltura (Reg. CE 1263/99) Obiettivo 2 Fondi strutturali Obiettivo 3 Fondi strutturali Totale altre politiche comunitarie 3.368,2 p.m. p.m. p.m. 3.368,2 1.546,8 p.m. p.m. p.m. 1.546,8 489.441,0 424.233,6 TOTALE GENERALE * Dati stimati; ** Dato composto da erogazioni 2004 per gli aiuti a foraggi e stima degli aiuti all’ammasso formaggi; p.m.: per memoria. Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 118 Pagina 118 OTTAVOEURORAPPORTO Tabella 2 – Redditi agricoli nell’UE nel 2004 Paesi Belgio Danimarca Germania Grecia Spagna Francia Irlanda Italia Lussemburgo Olanda Austria Portogallo Finlandia Svezia Regno Unito UE 15 Repubblica Ceca Polonia Estonia Lituania Lettonia Slovacchia Ungheria Slovenia Malta Cipro Nuovi Stati membri UE-25 Fonte: Eurostat. Reddito pro capite (%) 2003 rispetto 2004 rispetto al 2002 al 2003 +8,6 –7,9 –14,2 n.d. +4,2 +0,6 –0,6 +0,1 –2,0 +0,7 –6,4 +3,3 –5,9 –2,9 +20,5 0,9 –8,6 +12,2 +16,6 +2,8 +1,7 –3,7 –1,3 +1,3 +7,8 –11,5 +0,6 +0,6 –3,9 +2,3 +0,6 +0,8 +107,8 +73,5 +55,9 +46,6 +41,8 +28,9 +28,3 +13,1 +3,1 –1,4 +53,8 +3,3 parte dei comparti produttivi, che sempre più rispondono alle logiche del mercato globale e agli accordi internazionali sottoscritti dal’Unione europea. I nuovi regolamenti cercano – nella strategia di Bruxelles – di riequilibrare il precedente rapporto fra sostegno dei mercati (cira 90% dei finanziamenti) rispetto a quella strutturale e di sviluppo rurale (meno del 10%). L’avvicendamento ai vertici della Commissione europea con l’insediamento della nuova commissaria per l’agricoltura, è coinciso con l’iter decisionale per l’applicazione, in ciascuno Stato membro, della revisione a medio termine della PAC, che rappresenta un cambiamento determinante per lo scenario agricolo europeo e non solo. Appena insediata, la commissaria danese Mariann Fischer Boel ha chiesto che “la strategia di Lisbona”, per rendere l’economia comunitaria più competitiva entro il 2010, tenga maggiormente conto del contributo dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. Infatti, rimanendo la PAC la principale politica dell’Unione europea occorre rendere più coerenti le politiche agricole da perseguire con gli obiettivi stessi di Lisbona, concentrandosi su alcune priorità quali la creazione di occupazione, lo sviluppo complessivo del settore agricolo e puntando sulle politiche di sviluppo rurale, affiancando tutto ciò con azioni in campo sociale e ambientale. Le misure innovative della revisione a medio termine sono sostanzialmente la modulazione, la disciplina finanziaria, il disaccoppiamento parziale o pagamento unico per azienda, la condizionalità ecologica (cross-compliance) e buone pratiche agricole, il sistema di consulenza aziendale (audit aziendale), il setaside, il premio alle coltivazioni energetiche, la destinazione di più risorse al secondo pilastro della PAC (lo sviluppo rurale) e la riforma di alcune OCM (Organizzazione dei mercati agricoli). Per il finanziamento della Pac riformata, sono previsti due fondi: FEAG (Fondo agricolo europeo di garanzia) e FEASR (Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale). Il consuntivo 2004, riguardo agli aiuti diretti erogati agli agricoltori, segnala un riequilibrio tra le tipologie di interventi della PAC e soprattutto una minore incidenza degli aiuti diretti agli agricoltori. La riduzione degli aiuti ai redditi si ricollega in modo specifico, alla riduzione delle superfici e dei beneficiari interessati. La riduzione degli interventi per gli aiuti al reddito (PAC seminativi) è stata la conseguenza del minor numero di domande presentate dai beneficiari che sono passate tra il 2000 e il 2003 da 50.449 a 42.596 con una 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 119 OTTAVOEURORAPPORTO riduzione di quasi 8.000 unità (–9%). Anche la superficie ammessa alle compensazioni si riduce passando da quasi 443 mila ettari nel 2000 ad un valore minimo nel 2002 di oltre 402 mila ettari, per risalire nel 2003 a oltre 415 mila ettari. 4.1.3. La Regione gioca la carta della competitività La riforma della Pac e le tendenze dell’economia globalizzata influenzano non poco la situazione agricola regionale, che già nei risultati dell’annata 2003/2004 legge pericolosi orizzonti. Gli sforzi per arginare l’impoverimento delle imprese trovano il naturale obiettivo nella difesa della competitività, facendo leva sulle peculiarità distintive del comparto agoalimentare. L’agricoltura dell’Emilia-Romagna è connotata da un’alta integrazione fra i diversi elementi di filiera, che non possono essere fra loro separati nel sempre più diffuso scenario di vero e proprio sistema. Prima regione in Italia per la presenza di un diffuso tessuto agroindustriale, in Emilia-Romagna spesso si avvia e si conclude il completo ciclo “dal produttore al consumatore”. La tendenza dell’ultimo periodo attesta che le tematiche-obiettivo corrette per lo sviluppo agroindustriale sono la ristrutturazione dei centri produttivi, gli investimenti in tecnologia innovativa, il miglioramento delle condizioni igieniche e ambientali, il miglioramento della qualità, la certificazione dei processi e dei prodotti commercializzati all’interno di una sempre maggiore esigenza di integrazione di filiera e di sviluppo di accordi interprofessionali , che si basino sull’organizzazione e sulla programmazione della produzione agroalimentare. . Tali finalità sono ormai diventate di interesse reale e di convergenza tra Istituzioni regionali e Organizzazioni professionali. La qualità sta dimostrando con i numeri che è l’unico futuro possibile anche per l’alimentare, a partire, come non sempre ovvio, dalla produzione agricola. Promuovere le produzioni tipiche territoriali, sostenere le medesime con credibili garanzie per il consumatore significa sfruttare correttamente lo strumento della rintracciabilità, principio che si sposa e sovrappone a quello dei marchi collettivi quali le dop e le igp, perché l’obiettivo dei produttori deve essere l’informazione del consumatore. Il controllo lungo la filiera, dalla produzione della materia prima di partenza fino all’ultima fase della commercializzazione, deve garantire il rispetto di tutti i requisiti necessari al perseguimento della qualità finale. Su questo versante, forte è stato l’impe- gno regionale verso la scelta non Ogm. Altro dato forte di connotazione regionale è l’aggregazione dell’offerta e la diffusa scelta cooperativistica. La cooperazione si è dimostrata il mezzo più rapido di concentrazione di offerte anche di nicchia, di produzioni che mantengono la loro personalità distintiva, se pure veicolate da una super struttura commerciale proiettata sui mercati esteri. Il futuro di queste tipologie di prodotti, ammesso di mantenerle ad alto livello, non è da cercare solo sul mercato entro i confini nazionali, ma certamente da perseguire attraverso l’esportazione sui mercati esteri, peraltro molto attenti e sensibili ai contenuti storico-culturali degli alimenti. Nel settore alimentare, si collocano il 13,3% delle imprese manifatturiere (7.412) e il 12,7% degli occupati (68.263), le prime in crescita complessiva, ma dal 1996 in forte calo, mentre i secondi in contrazione dal 1991, ma in netto sviluppo negli ultimi cinque anni. Il numero medio di occupati per azienda nel comparto alimentare (9,2) ha perso terreno rispetto a quello manifatturiero: il numero di imprese che occupano meno di nove addetti incide per l’85,4% nell’alimentare, mentre nel manifatturiero vale il 79,4%. Parma conferma la sua reputazione di 119 Food Valley, detenendo poco meno di un quinto delle imprese e il 22,7% degli occupati del settore a livello regionale. Elemento innovativo dell’opzione regionale è il riconoscimento di organizzazioni interprofessionali per filiera: tali organismi raggruppano rappresentanti delle attività economiche connesse con la produzione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agroalimentari ed hanno lo scopo fondamentale, attraverso un miglioramento delle relazioni interprofessionali, di favorire la trasparenza della produzione e del mercato, di contribuire ad un miglior coordinamento dell’immissione sul mercato dei prodotti, favorendo la valorizzazione dei prodotti agroalimentari e supportando interventi di filiera finalizzati a una maggior sicurezza alimentare. 4.1.4. Le Organizzazioni dei Produttori Il governo della concentrazione del prodotto dada immettere sul mercato e delil sostegno alle forme associative organizzate viene espresso con la gestione dei regolamenti comunitari relativi alle organizzazioni comuni di mercato (OCM), i più importanti dei quali riguardano l’ortofrutta, la carne 04-Politiche comuni 11-11-2005 120 bovina, il comparto lattiero-caseario, il vino. La Regione ha sviluppato anche nuove forme organizzate della produzione agricola con carattere prettamente economico attraverso un nuovo impianto normativo relativo alle Organizzazioni di Produttori (O.P.) e alle Organizzazioni Interprofessionali per i prodotti agroalimentari. Le OO.PP. iscritte –a fine 2004- all’elenco regionale sono diciassette. I settori interessati dai nuovi riconoscimenti sono il Parmigiano-Reggiano, il burro, il latte e i cereali. L’attività prevista dai programmi quadriennali è proseguita nel 2004: sono stati concessi contributi per un importo di quasi 1.400.000 euro, distribuiti a tredici Organizzazioni, di cui due al primo anno di attività. Sul versante dell’interprofessione, nel 2004 si è sviluppato il lavoro istruttorio sui contratti di filiera previsti dal D.M. 1 agosto 2003, a cui le Regioni sono chiamate a partecipare per i progetti che coinvolgono il loro territorio. I progetti devono riguardare almeno tre regioni, prevedere un investimento minimo di 7 milioni di euro, comprendere necessariamente la componente agricola insieme a quella industriale e commerciale, in modo da assumere carattere di filiera. L’Emilia-Romagna ha promosso sette 10:43 Pagina 120 OTTAVOEURORAPPORTO progetti, sulle seguenti filiere: ortofrutticola fresca, grano duro, avicola, formaggi DOP, carne bovina, vitivinicola ed il commercio elettronico. I progetti promossi alla seconda fase di valutazio- ne riguardano il settore vitivinicolo, del grano duro ed avicolo, mentre sono Nel settore ortofrutticolo, la situazione anno 2004 che dimostra il grado di aggregazione di prodotto, viene rappresentato dalla Tab. 3. ancora sotto esame carne bovina e ortofrutta. Tabella 3 – Valore produzione commercializzata dalle Organizzazioni dei Produttori (O.P.) e Associazioni di Organizzazioni di Produttori (A.O.P.) e aiuti richiesti all’Unione europea per attività svolte nel corso dell’anno 2004 Denominazione O.P. e A.O.P. COPADOR (*) ARP (*) APOCONERPO (***) APOFRUIT ITALIA (****) AFE OROGEL FRESCO (***) GRANFRUTTA ZANI ASIPO (****) AINPO (**) CICO OPOEUROPA EUROP FRUIT AGRIBOLOGNA O.P. FERRARA SOLEMILIA MODENA GRUPPO MEDITERRANEO FINAF CIO PEMPACORER (****) TOTALE Valore produzione commercializzata Importo preventivo del Fondo di Esercizio Importo consuntivo del Fondo di Esercizio Importo aiuto comunitario richiesto 0 0 0 0 33.296.002,39 0,00 37.487.838,96 0,00 15.989.925,44 24.924.903,90 12.881.198,23 28.237.369,36 23.913.931,12 16.305.039,53 20.496.017,57 232.741.796,88 517.148.372,87 87.226.267,85 0,00 1.050.648.664,10 0 0 0 0 2.730.000,00 0,00 3.074.002,79 0,00 1.269.812,89 2.043.842,12 1.056.000,00 2.315.464,29 1.960.942,35 1.337.013,23 1.680.600,00 19.084.827,34 42.406.166,58 7.193.700,00 0,00 86.152.371,59 0 0 0 0 2.703.739,94 0,00 3.074.002,79 0,00 1.308.412,45 2.043.842,12 1.056.000,00 2.315.464,29 1.960.942,35 1.337.013,23 1.680.600,00 19.084.827,34 42.406.166,58 7.145.130,90 0,00 86.116.141,99 0 0 0 0 1.351.869,97 0,00 1.537.001,40 0,00 654.206,23 1.021.921,06 528.000,00 1.157.732,15 980.471,18 668.506,62 840.300,00 9.542.413,67 21.203.083,29 3.572.565,45 0,00 43.058.071,00 (*) Ha presentato l’annualità 2004 la AOP CIO (**) Ha delegato parte dell’annualità alla AOP CIO (***) Ha presentato l’annualità 2004 la AOP FINAF (****) Ha presentato l’annualità 2004 la AOP GRUPPO MEDITERRANEO. Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 121 OTTAVOEURORAPPORTO 121 4.1.5. Qualità e sicurezza alimentare Sono state intraprese dalla Regione diverse iniziative rivolte al sostegno della valorizzazione commerciale delle produzioni ortofrutticole, nell’ottica della difesa dei mercati (Primo pilastro della Pac). Tra queste azioni, una particolare attenzione viene rivolta all’attività che fa riferimento al marchio collettivo regionale “Qualità Controllata” (Q.C.), il cui fine è quello di valorizzare le produzioni eco-compatibili agricole e alimentari, fresche e trasformate, ottenute da quanto definito negli specifici “Disciplinari di Produzione Integrata” (D.P.I.). I disciplinari, come noto, fissano i criteri e le norme dei processi produttivi necessari alla diminuzione dell’impatto ambientale ed alla tutela della salute dei consumatori e degli operatori agricoli. Le regole definiscono i principali aspetti del processo produttivo dalla scelta varietale alla concimazione, dall’irrigazione alla difesa fitosanitaria e il diserbo nonché la gestione dei prodotti al momento della raccolta e, successivamente, nel post-raccolta. Le certificazioni di queste produzioni sono affidati ad organismi terzi di certificazione, accreditati secondo le norme della serie EN 45000. Le modalità di svolgimento della vigilanza si attuano attraverso ispezioni nei siti di produzione, trasformazione, conservazione e commercializzazione nonché, nell’esecuzione di prelievi di campioni dei prodotti da avviare all’analisi, utili per la determinazione dei residui dei prodotti fitosanitari impiegati. Il marchio “Qualità Controllata” (Q.C.) è applicabile non solo alle produzioni della regione Emilia-Romagna, ma anche a quelle ottenute in altre regioni che rispettano, naturalmente, gli appositi disciplinari di produzione integrata regionali (Tab. 4). Per il settore ortofrutticolo la campagna di valorizzazione 2004/2005 ha visto la presenza, complessivamente, di 48 imprese concessionarie del marchio “Qualità Controllata” e in tale numero sono comprese le imprese commerciali, di trasformazione, le cooperative e le associazioni di produttori, che a loro volta, aggregano, nei programmi di valorizzazione, un numero rilevante di aziende agricole produttrici. La valenza comunitaria riconosciuta al marchio regionale “Qualità Controllata” ha portato diverse aziende singole e consorzi a richiederne la possibilità di adozione. Complessivamente nella campagna 2003/04, la valorizzazione a marchio ha interessato un volume totale di prodotti ortofrutticoli di oltre 3,5 milioni di quintali pari al 20,2% della produzione ottenuta e potenzialmente etichettabile come Q.C.. L’incidenza del prodotto etichettato rispetto a quanto commercializzato come “integrato” è stato pari al 26,8%. 4.1.6. Le quote latte Nel mese di marzo 2004 ha avuto termine la prima campagna di applicazione della legge 30 maggio 2003, n.119 (riforma del settore lattierocaseario), che si proponeva di risolvere alcuni tra i più gravi problemi del comparto: squilibrio tra produzioni di latte e quote assegnate, riduzione dell’enorme contenzioso con le Regioni e l’Organismo pagatore (Agea). La libera circolazione dei quantitativi di riferimento tra le diverse regioni, introdotta dalla normativa, ha originato una migrazione di quote dalle zone meno vocate verso le regioni a più elevata tradizione lattiera. Il confronto fra i movimenti in Emilia-Romagna ed il Tabella 4 – Marchio “Qualità controllata” Campagna di valorizzazione 2003/04 Applicazione in Emilia-Romagna Legge Regionale n. 28/99 Specie Produzione ottenuta secondo D.P.I. (q.li) (*) Produzione commercializzata secondo D.P.I. (q.li) (**) Produzione etichettata come Q.C. (q.li) Superficie totale su cui si applicano i D.P.I. (ha) Incidenza c/b (%) Var. 2002/2003 (%) Produzione etichettata Q.C. Var. 2002/2003 (%) Orticole Frutticole Funghi 13.168.503 10.081.365 2.061.335 25.810,73 20,4 -1,3 -13,7 4.241.783 3.049.790 1.457.901 22.611,77 47,8 5,3 -27,5 6.324 6.324 6.324 0,35 100 0 20,9 (*) Si intende la produzione integrata commercializzabile a marchio “Q.C.” (**) Si intende la produzione commercializzata come integrata. Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura, Ambiente e Sviluppo sostenibile. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 OTTAVOEURORAPPORTO 122 dato nazionale, è riepilogato nella Tabella 5. La produzione italiana nel 2003/04 è di circa 10,7 milioni di tonnellate (–1% rispetto alla campagna precedente). L’Emilia-Romagna non ha influito significativamente: ad un trascurabile aumento di quota disponibile si è contrapposta una produzione pressoché stazionaria, che ha originato un prelievo supplementare regionale pari a circa 7 milioni di euro (4% del totale nazionale). Nel periodo 1998/1999 tale dato ammontava a 40 milioni. Il prelievo supplementare nazionale, dopo il picco di 232 milioni di euro toccato nella campagna 2002/2003, si è assestato su circa 160 milioni. Complicati meccanismi di calcolo a carico degli acquirenti, non sono serviti a raggiungere tale cifra, raggiungendo solo 13,7 milioni di euro, pari all’8,7%. Il divario è attribuibile soprat- Pagina 122 tutto a Piemonte, Lombardia e Veneto. Questa situazione ha reso più complesso il meccanismo di restituzione previsto a fine campagna lattiera; infatti, per regolamentare tale procedura, è stato emanato un apposito decreto (n. 157/2004) al fine di non penalizzare i produttori in regola con i versamenti mensili. La chiusura della campagna lattiera 2003/2004 ha visto, a livello nazionale, la restituzione dell’intera cifra ai produttori che avevano versato e la compensazione delle aziende ubicate in zone di montagna (100%) e zone svantaggiate (72%). Un altro aspetto previsto dalla Legge n.119/2003 per facilitare il riequilibrio fra quote e produzioni consiste nella maggior rigidità nell’applicazione delle riduzioni di quota non prodotta. Per gli allevatori che non raggiungono il 70% del proprio quantitativo di riferimento individuale, è prevista la decadenza automatica dalla titolarità della quota non prodotta, ferma restando la salvaguardia dei casi riconducibili a cause di forza maggiore. La ridistribuzione dei quantitativi recuperati dall’Emilia-Romagna ha seguito criteri di priorità. Al primo posto, i produttori che hanno subìto la riduzione della quota B (nei limiti del taglio subito), al secondo i giovani agricoltori. Le graduatorie, valide fino ad esaurimento di tutti i nominativi, vedono coinvolti complessivamente oltre 2.300 produttori. Le prime assegnazioni effettuate, la cui validità decorrerà dalla campagna lattiera 2005/2006, hanno distribuito 2.910 tonnellate disponibili a 179 aziende (Tab. 6). Tabella 6 – Situazione delle graduatorie e delle assegnazioni in EmiliaRomagna Graduatorie Numero aziende presenti nelle graduatorie Quota consegne pianura Quota consegne svantaggiata Quota consegne montagna Quota vendite dirette pianura Quota vendite dirette svantagg. Quota vendite dirette montagna TOTALE 1.694 20 583 12 2 7 2.318 Quota Assegnazioni richiesta effettuate fino (tonn) all’azienda (n.) 31.929 586 15.216 671 50 155 48.607 Quota assegnata (tonn.) 119 — 59 1 — — 179 1.410 — 1.475 25 — — 2.910 Fonte: Elaborazioni Servizio Produzioni Animali su dati Agea. Dati aggiornati al 1/4/2005. Tabella 5 – Quote e produzioni di latte alimentare in Emilia-Romagna e in Italia Raffronto Regione/Italia Emilia-Romagna ITALIA Periodo 2002-2003 quota fine produzione periodo rettificata (t) (t) 1.662.613 10.266.115 Fonte: Elaborazioni Servizio Produzioni Animali su dati Agrea. 1.718.194 10.811.009 Periodo 2003-2004 quota fine produzione periodo rettificata (t) (t) 1.668.762 10.251.706 1.716.496 10.686.918 Scarti % quote 2003/2004 su 2002/2003 produzioni 2003/2004 su 2002/2003 0,4 -0,1 -0,1 -1,1 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 123 OTTAVOEURORAPPORTO 4.2. LA POLITICA AMBIENTALE E DI SVILUPPO SOSTENIBILE 4.2.1. Scenario comunitario Il concetto di sviluppo sostenibile si è proposto come “principio organizzativo per le società di ogni parte del mondo,”1 per orientare le politiche economiche, ambientali e sociali su scala globale, nazionale e regionale. Un principio che ha originato, oltre che impegni morali, una nuova stagione di politiche e di strumenti volontari e normativi. Nel 2002, già prima che il Vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg fissasse gli obiettivi ed impegni per il decennio, il Parlamento Europeo e il Consiglio avevano adottato il Sesto programma comunitario di azione in materia di ambiente2 (“Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta”) che rappresenta il riferimento principale dell’azione comunitaria in materia ambientale. Il Programma riprende e conferma i principi e gli obiettivi di sostenibilità del precedente V° programma quadro, affermando che occorre “rafforzare l’integrazione dei requisiti in materia di protezione ambientale con gli altri campi politici” spezzando in tal modo “il nesso esistente tra crescita economica e impatto negativo sull’ambiente”. Il programma fissa gli obiettivi della politica ambientale e le principali priorità ambientali che faranno parte integrante della strategia della Comunità europea per lo sviluppo sostenibile per i successivi 510 anni, illustra in dettaglio le azioni da intraprendere e identifica quattro aree di azioni prioritarie: “Cambiamento climatico”; “Natura e biodiversità: proteggere una risorsa unica”; “Ambiente e salute”; “Uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti”. I nuovi scenari internazionali, primo fra tutti, l’allargamento dell’Unione Europea, la crescente esigenza di sicurezza unitamente al dibattito sul futuro dell’Europa allargata, hanno posto le basi per avviare un processo di revisione dei contenuti e degli obiettivi del VI programma di azione ambientale.3 Tale revisione, imperniata sui concetti di integrazione, attuazione e informazione intende: – migliorare la definizione e la coerenza delle politiche ambientali (qualità dell’aria, protezione del suolo, uso sostenibile dei pesticidi, protezione conservazione dell’ambiente marino, prevenzione e riciclo di rifiuti, uso sosteni- bile delle risorse naturali, ambiente urbano) di e una strategia europea per l’ambiente e la salute già previste nel VI programma di azione, accrescendo l’integrazione settoriale e perseguendo con tenacia il “processo di Cardiff ”; – definire nuovi metodi di lavoro con gli Stati, affrontare l’onere finanziario dell’attuazione attraverso la politica di coesione, offrire alternative alle procedure di denuncia e di infrazione, sviluppare ulteriormente le sinergie tra l’ambiente ed il settore privato (soluzioni flessibili basate sul mercato, promuovere la Responsabilità sociale, l’EMAS, la responsabilità giuridica per il danno ambientale); – migliorare la conoscenza di base, gestire il rischio e facilitare un maggior accesso alle informazioni per migliorare la governance. Il quadro europeo della Governance dello sviluppo sostenibile, pur di fronte a difficoltà attuative, continua ad essere orientato verso nuovi traguardi. Si può sostenere, in tal senso, che lo sviluppo sostenibile sia oggi sempre più componente della identità europea, un modello di civiltà ecologica e solidale anche con le future generazioni. Nonostante le difficoltà e le contraddizioni, in tutti i paesi Europei c’è un significativo, anche se ancora minoritario, numero di città e regioni che si 123 sforzano di costruire un futuro sostenibile e lo fanno adottando strumenti di pianificazione integrati e intersettoriali, strumenti di gestione e di bilancio innovativi, lavorando in partnership con imprese e cittadini, spesso con esempi eccellenti di buone pratiche. La conferenza europea delle Agende 21 Locali intitolata Inspiring Futures Aalborg +10, tenutosi nel giugno 2004 in Danimarca, ha consentito un bilancio decennale di queste esperienze. Oltre mille delegati provenienti da 46 Paesi in prevalenza europei, hanno discusso su nuovi traguardi e assunto impegni più stringenti tesi a fissare target qualitativi e quantitativi per l’implementazione dei principi di sostenibilità a livello locale. I governi locali e regionali presenti – tra questi la Regione Emilia-Romagna hanno sottoscritto una nuova Carta - gli “Aalborg Commitments” - con la quale si impegnano a: 1 K. Annan, State of the World, 2002. Decisione 1600/2002/CE del 22 luglio 2002 – Gazzetta Ufficiale Comunità europee L 242 del 10/09/2002. 3 Comunicazione (2003)745 definitivo, “Riesame della politica ambientale, Consolidare il pilastro ambientale dello sviluppo sostenibile”. 2 04-Politiche comuni 11-11-2005 124 – produrre una analisi condivisa e integrata dei problemi e dei processi di sostenibilità e a definire specifici obiettivi di miglioramento sui temi dei Commitments; – integrare le Agende 21 Locali esistenti con gli altri strumenti di pianificazione; – dare priorità alle iniziative volte a promuovere i dieci Commitments sui temi della governance, gestione urbana per la sostenibilità, risorse naturali comuni, consumo responsabile e stili di vita, pianificazione e progettazione urbana, migliore mobilità, meno traffico, azione locale per la salute, economia locale sostenibile ,equità e giustizia sociale, da locale a globale; – effettuare verifiche periodiche dei risultati relativamente agli Aalborg commitments e renderle disponibili ai cittadini. Oggi si registra un deficit di coerenza e di integrazione, un gap tra buone azioni locali e possibilità di incidere effettivamente sui trend globali, che è necessario colmare. È dunque fondamentale che la volontà di cooperare tra reti di città e regioni, si consolidi e si traduca in un maggiore peso politico e culturale a livello Europeo. 10:43 Pagina 124 OTTAVOEURORAPPORTO La sfida e l’opportunità è che i processi che promuovono lo sviluppo sostenibile a livello locale possano mettere radici più solide, i metodi intersettoriali e partecipati affermarsi come standard di una nuova governance per lo sviluppo sostenibile. Il Protocollo di Kyoto, adottato nel dicembre 1997 dalla Terza Conferenza delle Parti aderenti alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, approvato e recepito dallo Stato italiano4, ha fissato dei limiti alle emissioni di gas ad effetto serra prodotte dai paesi industrializzati, stabilendo una serie di scadenze entro le quali gli interventi più urgenti nei settori dei trasporti, energia, agricoltura ed industria, debbono essere affrontati e conclusi. La Comunità europea si è fortemente impegnata su questo obiettivo. Un segnale di speranza per il futuro sostenibile viene dall’avvenuta ratifica del Protocollo da parte della Russia, nel novembre 2004: con questa adesione si raggiunge infatti la percentuale di adesioni prevista per l’entrata in vigore dell’accordo e quindi per l’avvio della operatività degli impegni assunti. Tutti sono chiamati ora a fare concretamente la loro parte, e tra questi l’Italia, che dovrà ridurre – e non più continuare ad aumentare – le proprie emissioni climalteranti. A livello nazionale, con la “Strategia d’Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia”5 si garantisce continuità con l’azione europea, in particolare con il Sesto Piano di Azione Ambientale e con gli obiettivi fissati a Lisbona e a Göteborg dal Consiglio Europeo in materia di piena occupazione, di coesione sociale e di tutela ambientale. In coerenza con le indicazioni del Consiglio Europeo di Barcellona (2002), si predispone inoltre la strumentazione necessaria per la concertazione, la partecipazione, la condivisione delle responsabilità a livello nazionale ed il reporting ambientale. Il documento chiarisce che gli obiettivi e le azioni definiti dalla Strategia d’Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia devono trovare continuità nel sistema delle Regioni, delle Province autonome e degli Enti locali, alla luce del principio di sussidiarietà, attraverso la predisposizione di strategie adeguate alle proprie specificità, adattando a queste ultime, contenuti e priorità in collaborazione e partnership tra gli Enti e tutti i soggetti potenzialmente coinvolti. Le azioni della Strategia d’azione nazionale si articolano secondo quattro grandi aree tematiche prioritarie, le medesime indicate dal Sesto Piano d’Azione ambientale dell’Unione Europea. Il conseguimento dell’obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni dell’8% entro il 2008-2012 ai sensi del protocollo di Kyoto costituisce l’asse portante del programma. Tuttavia la Commissione auspica abbattimenti più radicali delle emissioni mondiali, dell’ordine del 20-40% entro il 2020. Al proposito cita una stima scientifica secondo cui nel lungo periodo sarà necessario ottenere un calo del 70% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Dati più recenti, mostrano che nel 2001 la riduzione delle emissioni è stata inferiore al 4% con una parziale perdita dei guadagni ottenuti negli anni precedenti. Le priorità evidenziate per i prossimi anni affinché si possa conseguire l’obiettivo di Kyoto sono: – attuare le misure individuate la programma europeo per il cambiamento climatico (ECCP) ed in particolare l’attuazione della direttiva 2003/87/CE dell’ottobre 2003, concernente lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra; – integrare maggiormente il cambia- 4 Il Protocollo di Kyoto, in Italia, è stato ratificato con la legge 1° giugno 2002, n. 120. 5 Delibera CIPE n. 57 del 02/08/2002. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 125 OTTAVOEURORAPPORTO mento climatico nelle altre politiche, energetiche prima di tutto, ma anche nei trasporti e nell’agricoltura. 4.2.2. Azioni intraprese al livello regionale Da diversi anni, in armonia con Agenda 21 e coi programmi dell’Unione Europea, la Regione Emilia-Romagna ha cominciato a sperimentare nuove politiche ambientali di tipo preventivo: sistemi di incentivazione per la riduzione della produzione di rifiuti e la raccolta differenziata; protezione delle aree protette; promozione dell’EMAS in imprese pubbliche e private; promozione dell’educazione ambientale e alimentare, ecc. Inoltre si è dotata di nuovi strumenti di monitoraggio e di verifica delle azioni per migliorare la qualità ambientale quali la Relazione sullo stato dell’Ambiente. Il primo Piano regionale 2001-2003 di Azione ambientale per un futuro sostenibile6, nuovo strumento di programmazione integrata e intersettoriale costruito con il coordinamento della Direzione Generale Ambiente, ha individuato nell’obiettivo strategico dello sviluppo sostenibile uno degli assi portanti delle politiche regionali per il medio e lungo periodo e ha rappresentato il primo piano strategico volto ad orientare tutte le politiche dell’Emilia-Romagna ad una sostenibilità ambientale, economica, sociale e istituzionale. Lo ha fatto ai sensi del Dgls 112/98 e della LR 3/99 ed in sintonia con l’allora costituendo VI Programma quadro ambiente dell’UE. Oltre alle singole aree di intervento e ai relativi investimenti attivati nel triennio 2001/03, l’indirizzo strategico del primo Piano ha avuto un complessivo effetto di innovazione sull’intera politica regionale e degli Enti Locali: gli obiettivi e i metodi dello sviluppo sostenibile sono oggi maggiormente recepiti in quasi tutti i principali strumenti di programmazione generale e settoriale. Tra gli esempi più significativi la Gestione Integrata delle Zone Costiere (GIZC), che ha impegnato per due anni 150 dirigenti ed esperti interni ed esterni l’ente, provenienti da pressoché tutti i settori, progetto che ha prodotto le Linee guida della GIZC. Il Nuovo Piano di Azione ambientale 2004/20067, definito nel corso del 2004 dalle strutture regionali con il concorso di Province e portatori di interesse, mantiene e aggiorna gli obiettivi strategici e il quadro di insieme delle conseguenti azioni da realizzare, alla luce dei problemi ambientali persistenti ed emergenti rispetto al precedente Piano. Lo fa sulla base della verifica dell’evoluzione del quadro normativo, dei processi attivati e dei risultati ottenuti con il primo Piano. 125 La nuova fase di programmazione si trova peraltro a dover operare in un quadro di incertezza e precarietà relativamente alle risorse finanziarie. I trasferimenti statali certi, contrariamente al precedente triennio, sono al momento relativi al solo 2004 e ammontano a 20 milioni di Euro, un budget irrisorio rispetto alla mole dei problemi da affrontare e alla loro gravità, in un quadro di risorse regionali già insufficienti e ulteriormente in calo. – Sistema dei Parchi e delle Aree Protette Regionali. Al fine di sostenere una nuova fase della politica regionale per la salvaguardia e la protezione delle aree protette (nuovo PdL Giunta RER) e per contrastare gli effetti derivanti da recenti disposizioni legislative (cfr. co. 16-20, art. 3, legge 350/2003), che hanno introdotto criteri estremamente restrittivi per l’utilizzo dei fondi regionali per spese d’investimento, rendendo allo stato attuale problematica la continuità di intervento regionale per il sostegno delle attività svolte dagli Enti Parco. Circa le priorità e modalità di attuazione del Piano di azione ambientale 2004-2006 (in particolare dell’annualità 2004, la sola che attualmente dispone di risorse finanziarie), la Regione e le Province, in sede di Cabina di Regia del Piano e delle Politiche di sostenibilità, hanno convenuto di dedicare circa il 60% del budget disponibile a Progetti coordinati a livello provinciale e il 40% a progetti coordinati a livello regionale come di seguito indicato. – Bonifiche e ripristino ambientale dei siti inquinati. Con la L.R. n. 7/2004 “Disposizioni in materia ambientale”), sono stati attribuiti ulteriori compiti in materia alle amministrazioni provinciali, fra i quali quelli della gestione finanziaria degli interventi. Nella predisposizione da parte delle Province del Quadro Triennale degli interventi dovrà essere assegnata adeguata importanza e visibilità per l’ambito delle bonifiche dei siti, in rapporto Progetti coordinati a livello provinciale L’attenzione è posta su quei settori interessati ad innovazioni legislative, che necessitano di una fase di sostegno ed incentivo per la loro implementazione nelle politiche territoriali: 6 Delibera Consiglio Regionale n. 250 del 26 settembre 2001. 7 Delibera Consiglio Regionale n. 634 del 22 dicembre 2004 (scaricabile dal sito www.ermesambiente.it – cliccare icona Un futuro sostenibile). 04-Politiche comuni 11-11-2005 126 10:43 Pagina 126 OTTAVOEURORAPPORTO alle specifiche situazioni da individuarsi con il suddetto coordinamento regionale attraverso il coordinamento e la diffusione delle best practices sul territorio; – Sistemi di gestione integrata dei rifiuti. Interventi ed attività finalizzate a: 1) sviluppo della raccolta differenziata dei rifiuti e promozione di condizioni omogenee sul territorio sia nell’ambito di progetti di valorizzazione e recupero di energia e di materia, sia in relazione alla possibilità di promuovere la creazione di aree di insediamento produttivo ecologicamente attrezzate; 2) prevenzione nella produzione dei rifiuti, diminuzione della quantità prodotta e della pericolosità; 3) definizione di progetti di sistema per la qualificazione della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. – raccordare con maggiore efficacia i programmi nazionali e regionali in atto. Progetti coordinati a livello regionale Si è ritenuto necessario che la Regione debba coordinare direttamente specifici ambiti ed azioni di carattere innovativo e sperimentale al fine di: – ottimizzare l’uso delle risorse organizzative e finanziarie nel campo delle azioni integrate volte a promuovere lo sviluppo sostenibile e la sensibilizzazione, responsabilizzazione e partecipazione dei cittadini; – promuovere esperienze in rete e fortemente interconnesse tra di loro, al fine di garantirne una ricaduta omogenea In particolare gli ambiti di intervento diretto riguarderanno: 1. l’adeguamento tecnologico, il completamento e la manutenzione straordinaria delle reti di monitoraggio delle diverse matrici ambientali; 2. la promozione e sostegno alle gestioni improntate all’efficienza ambientale delle amministrazioni locali (Green Public Procurement; Contabilità Ambientale; sistemi di gestione ambientale negli enti locali - EMAS 2); 3. l’Informazione ed Educazione Ambientale (INFEA); 4. la partecipazione a progetti di cooperazione internazionale; 5. le ricerche e sperimentazioni in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile; 6. interventi sperimentali per la mobilità sostenibile e per il miglioramento della qualità dell’aria; 7. azioni sperimentali per l’attuazione delle linee guida del Progetto Gestione Integrata delle Zone Costiere anche con attenzione allo sviluppo delle energie alternative. Nel corso del 2004 la Regione ha promosso una campagna di informazione “Acqua risparmio vitale” con l’obiettivo di ridurre gli sprechi di acqua imparando a consumare solo quella necessaria al fine di preservare e tutelare una risorsa sempre più preziosa. È inoltre proseguito l’impegno della Regione e del sistema delle autonomie locali nel campo della qualità dell’aria e della mobilità sostenibile, attivato con la campagna “Liberiamo l’aria” per agire sul problema delle polveri sottili che continua a rappresentare un tema di assoluta rilevanza e priorità regionale. Agenda 21 locale Nel 2004 è proseguita l’azione di implementazione e sviluppo dei processi di Agenda 21 locale che sono progressivamente aumentati di numero: oggi sono 84 gli enti pubblici impegnati a promuovere e realizzare processi di A21L in Emilia-Romagna. Questo impegno si traduce in decine di forum civici e gruppi di lavoro tematici dedicati a specifici problemi ambientali, sociali ed economici, ai quali partecipano migliaia di persone rappresentative dei vari settori delle comunità locali. A documentazione dello stato di avanzamento quantitativo e qualitativo di tali processi si segnalano il Rapporto di monitoraggio 2004 delle Agende 21locali in Emilia-Romagna (Quaderno di Documentazione A21L n. 4) e il depliant A21L diffuso in oltre 40.000 copie (disponibile anche in lingua inglese), entrambi scaricabili anche dal sito www.regione.emilia-romagna.it/ agende21. Sono stati ultimati i 24 progetti finanziati con il Piano regionale di azione ambientale 2001-2003 ed è proseguita l’opera di coordinamento, networking e promozione sostenuta dal Servizio regionale Comunicazione, Educazione ambientale, Agenda 21 locale, attraverso attività seminariali, comunicative e divulgative delle migliori pratiche realizzate. Si è partecipato attivamente alla conferenza di Aalborg, dove sono stati sottoscritti gli “Aalborg Commitments”. INFEA Nell’ambito della programmazione nel campo dell’educazione ambientale prevista dalla Legge regionale n° 15/96, si sono andate concludendo nel 2004 le attività previste dal secondo Programma regionale INFEA 2002/2004 approvato dal Consiglio regionale il 9 luglio 20028, finalizzate 8 Delibera Giunta regionale n. 909 del 27 maggio 2002 ratificata dal Consiglio regionale con Delibera 381 del 9 luglio 2002. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 127 OTTAVOEURORAPPORTO a sviluppare, anche in attuazione delle “Linee di indirizzo per una nuova programmazione concertata tra lo Stato e le Regioni in materia di Informazione Formazione Educazione Ambientale” (novembre 2000), una politica di educazione ambientale sempre più integrata con le politiche e i programmi regionali per lo sviluppo sostenibile. Il consuntivo delle attività realizzate in attuazione del Programma può considerarsi pienamente soddisfacente, anche in riferimento alle risorse economiche resesi disponibili per la sua attuazione. Tra le azioni realizzate ricordiamo le più significative, relazionandole alle dieci “Aree di intervento” in cui lo stesso Programma era articolato: 1) Sviluppo, qualificazione e coordinamento del Sistema a Rete INFEA (Seminario sulle modalità organizzative della Rete Infea; Progetto “Scuole in rete per uno sviluppo sostenibile” – FSE che ha coinvolto 10 CEA e 98 scuole; aggiornamento del sistema informativo per il monitoraggio e la documentazione di strutture ed attività dei CEA regionali; 2) Percorso qualità (Seminario sui sistemi di monitoraggio, valutazione e documentazione di progetti e servizi; Ricerca CEA Quality sulle best practice di Educazione ambientale in Europa e sui sistemi di indicatori di qualità); 3) Formazione e ricerca (realizzata una nuova edizione 2003/04 del Master in “Esperto di Educazione ambientale” nel quadro di una collaborazione tra la Regione e il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Bologna, con il coinvolgimento sempre maggiore dei CEA e delle altre Università della Regione); 4) Potenziamento attività Centri Educazione Ambientale (promosso attraverso Bandi annuali finalizzati alla realizzazione di progetti e iniziative correlate ai tematismi e alle problematiche ambientali contenute nel “Piano regionale di azione ambientale 2001/2003” e quindi in collegamento con la promozione di Agenda 21 locale; Progetto “Un Po d’acque” di ricerca, formazione azione in educazione ambientale avente come riferimento il bacino del fiume Po; Progetto di educazione alla mobilità sostenibile realizzato con ARPA); 5) Promozione progetti e scuole laboratorio di Educazione Ambientale (alle scuole è stato chiesto di inserire in modo stabile i Laboratori di educazione ambientale nei rispettivi Piani dell’Offerta Formativi e di assumere una accezione di educazione ambientale che preveda lo sviluppo sia di conoscenze che di azioni concrete per l’ambiente. Appositi Bandi annuali rivolti alle scuole sono stati finalizzati a valorizzare e premiare la qualità dei progetti e delle metodologie utilizzate, nonché la capacità di creare sinergie e di lavorare in rete); 6) Documentazione, informazione e comunicazione (diffusione delle buone pratiche realizzate in Emilia-Romagna dentro e fuori la scuola con produzione e diffusione di numerosi materiali didattici di qualità; implementazione sito web regionale; pubblicazione di un sito dedicato alle tesi di laurea sull’ambiente; rivista Centocieli; avviata la collana dei Quaderni di documentazione INFEA; depliant divulgativi; realizzazione allestimento fieristico e mostra itinerante); 7) Laboratori per l’innovazione e la sperimentazione INFEA (sono stati stimolati, attraverso appositi Bandi annuali, la progettazione e realizzazione di progetti di contenuto particolarmente innovativo, che hanno consentito l’attivazione da parte di 25 Laboratori di innovazione condotti da CEA in collaborazione con le Agenzie scientifiche e formative che supportano la rete regionale); 8) Progetti INFEA interregionali (si è partecipato alla realizzazione di tre progetti INFEA interregionali “Management di rete e sviluppo sostenibile” (formazione per i coordinatori di rete), “Indicatori di qualità” (definizione di 127 un sistema di monitoraggio e valutazione), “Editoria” (divulgazione e approfondimento del lavoro dei sistemi regionali INFEA); 9) Progetti INFEA comunitari e internazionali (sono state avviate relazioni e studi per la promozione di partnership e collaborazioni con altri paesi e regioni europee); 10) Raccordo con altri strumenti di programmazione della Regione EmiliaRomagna (il proficuo raccordo con altri strumenti di programmazione regionale ha consentito la collaborazione di Scuole e CEA a campagne di comunicazione, al Master in EA e alla realizzazione di progetti coordinati da altre Direzioni). Nel corso del 2004, all’interno delle suddette aree programmatiche, si è data anche completa attuazione all’Accordo di Programma in materia di INFEA con il Ministero Ambiente che ha cofinanziato dieci progetti speciali. Rifiuti Pianificazione di settore Come è noto, con la L.R. n.20/2000 “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” la Regione Emilia Romagna ha introdotto il metodo della concertazione istituzionale nei procedimenti di elaborazione e approvazione 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 128 dei Piani per favorire la condivisione di informazioni fra le amministrazioni coinvolte e la massima partecipazione, nelle reciproche scelte, fra i vari livelli istituzionali coinvolti (Regione, Province, Comuni). Con tale normativa è stato, fra l’altro, regolamentato il procedimento di elaborazione ed approvazione dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP) e dei piani settoriali provinciali con valenza territoriale non specificamente disciplinati fra cui i Piani Provinciali per la Gestione dei Rifiuti (PPGR). La Provincia, quindi, avvia il procedimento con la prima fase concertativa, convocando una “Conferenza di Pianificazione”, nella quale sottopone la documentazione preliminare al piano a diversi soggetti istituzionali per acquisire i singoli contributi conoscitivi e valutativi che saranno coordinati nella elaborazione del piano, prima dell’adozione dello stesso. Successivamente l’amministrazione provinciale, dopo aver controdedotto alle riserve regionali ed alle osservazioni ed acquisito, se necessario, l’intesa dall’Amministrazione regionale, procede all’approvazione del piano stesso. Nel corso del 2004 la Regione EmiliaRomagna ha contribuito alla procedura di adeguamento della pianificazione provinciale in materia di rifiuti ai disposti del DLgs 5 febbraio 1997, n. 22 Pagina 128 OTTAVOEURORAPPORTO (“Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di imballaggio”). Variante PTCP. La Regione EmiliaRomagna ha espresso le proprie valutazioni al PPGR ed alla Variante PTCP con DGR n. 406 dell’8/mar/2004; Le Province hanno avviato l’elaborazione e approvazione dei PPGR e del PTCP relativo alla materia dei rifiuti (in attuazione parziale della Direttive 91/156/CEE e 91/689/CEE). Sono di seguito schematizzate le diverse fasi dei procedimenti di elaborazione/approvazione dei i piani: Reggio-Emilia Espressione delle controdeduzioni della Giunta provinciale con proprie deliberazioni nn. 95 e 102 del 6 aprile 2004, alle riserve regionali formulate al PPGR ed alla Variante PTCP. La Regione Emilia-Romagna ha espresso l’intesa al PPGR ed alla Variante PTCP con DGR n. 685 del 16/apr/2004; Modena Sottoscrizione, da parte del Presidente della Regione EmiliaRomagna e del Presidente della Provincia di Modena., in data 9 febbraio 2004, degli accordi di pianificazione per la elaborazione della Variante al PTCP in materia di rifiuti e per l’elaborazione del PPGR. Bologna Espressione delle controdeduzioni del Consiglio provinciale con propria deliberazione n. 123 dell’11/nov/2003, alle riserve regionali formulate al PTCP. La Regione Emilia-Romagna ha espresso l’intesa al PTCP con Deliberazione di Giunta Regionale (DGR) n. 405 dell’8/mar/2004. Ferrara Adozione del Consiglio provinciale con proprie deliberazioni nn. 74/57519 e 73/57517 del 24/giu/2003 del PPGR e della Piacenza Espressione delle controdeduzioni del Consiglio provinciale con propria deliberazione n. 182 del 10/dic/2003 alle riserve regionali formulate al PPGR ed alla Variante PTCP. La Regione Emilia-Romagna ha espresso l’intesa al PPGR ed alla Variante PTCP con DGR n. 1053 del 31/mag/2004 e n. 1010 del 24/mag/2004; Modena Adozione del Consiglio provinciale con proprie deliberazioni nn. 44 e 43 del 17 marzo 2004 del PPGR e della Variante PTCP. La Regione EmiliaRomagna ha espresso le proprie valutazioni al PPGR ed alla Variante PTCP con DGR n. 1340 del 5/lug/2004; Ferrara Espressione delle controdeduzioni del Consiglio provinciale con proprie deliberazioni nn. 59/35804 e 56/35797 del 22/04/2004, alle riserve regionali formulate al PPGR ed alla Variante PTCP. La Regione EmiliaRomagna ha espresso l’intesa al PPGR ed alla Variante PTCP con DGR n. 1666 del 30/lug/2004; Parma Adozione del Consiglio provinciale con propria deliberazione n. 28 del 24 marzo 2004 del PPGR. La Regione Emilia-Romagna ha espresso le proprie valutazioni al PPGR con DGR n. 1753 del 6/set/2004; Ravenna Convocazione della conferenza di pianificazione svoltasi nel periodo compreso dal 5/lug/2004 al 23/ nov/2004. La Regione EmiliaRomagna ha espresso le proprie valutazioni al PTCP con DGR 1904 del 30/set/2004 Attività legislativa finalizzata all’incentivazione della minore produzione dei rifiuti nonché alla diminuzione degli spostamenti degli stessi ed alla industrializzazione del servizio di gestione dei rifiuti urbani negli Ambiti territoriali ottimali (ATO) Con la L.R. 14 aprile 2004, n. 7 “Disposizioni in materia ambientale. Modifiche ed integrazioni a leggi regionali” sono state introdotte alcune modifiche riguardanti la L.R. 19 agosto 1996, n. 31 (Disciplina del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi) e la L.R. 6 settembre 1999, n. 25 del (Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali e disciplina 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 129 OTTAVOEURORAPPORTO delle forme di cooperazione tra gli enti locali per l’organizzazione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti urbani). Una delle modifiche introdotte nella disciplina del tributo speciale (L.R. n. 31/1996), ha equiparato l’ammontare dell’imposta di conferimento in discarica del tributo speciale di rifiuti urbani a quella massima prevista per il conferimento di diverse tipologie di rifiuti ed equivalente, a 25,82 euro. Tale importo corrisponde a più del doppio di quanto ordinariamente dovuto per rifiuti urbani provenienti da operazioni di separazione meccanica o da raccolta differenziata all’origine (10,33 euro ogni mille chilogrammi). Questa scelta è orientata a dare una ulteriore risposta al principio della prossimità dello smaltimento dei rifiuti presso il luogo di produzione (per limitare anche in termini economici la convenienza allo spostamento dei rifiuti urbani dall’ambito di produzione). La Regione EmiliaRomagna ha fatto comunque salva una certa flessibilità del sistema di smaltimento sovraprovinciale (ad esempio attraverso una caratterizzazione impiantistica sinergica fra due o più Province) prevedendo di non applicare tale ammontare di tributo nei casi in cui il conferimento dei rifiuti urbani avvenga sulla base di un accordo conseguente ad una specifica previsione negli strumenti di pianificazione di entrambe le Province. Le modifiche normative della LR n. 25/1999 sono finalizzate ad ottimizzare le modalità di transizione gestionale ed industriale del sistema di gestione dei rifiuti urbani (che comprende lo spazzamento, il lavaggio delle strade e delle piazze pubbliche, la raccolta ed il trasporto, l’avvio al recupero e allo smaltimento ed il trattamento preliminare). In particolare, in coerenza con questa modifica normativa, sono state avviate prime attività di studio per la redazione delle linee guida finalizzate all’elaborazione del piano d’ambito e la convenzione tipo tra Agenzia d’ambito e gestori del Servizio di gestione dei rifiuti urbani. Nella convenzione di affidamento è riportato il sistema degli obiettivi soggetti a penale: l’Agenzia d’ambito è garante del rispetto di questo sistema di obiettivi che il gestore del servizio è obbligato a raggiungere. Attività amministrativa regolamentativa Infine è stata svolta un’attività amministrativa regolamentativa che ha portato alle redazione dei seguenti atti riportati in ordine cronologico: – Deliberazione della Giunta Regionale 2 febbraio 2004, n. 159: “Primi indirizzi per l’applicazione del DLgs 24 giugno 2003 n. 209 in materia di veicoli fuori uso” (in attuazione della direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso); – Deliberazione della Giunta Regionale 8 marzo 2004 n. 407: “Sostituzione dell’allegato 4 “Modello di rendiconto annuale dei risultati conseguiti dai servizi di raccolte separate” di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 1620 del 31 luglio 2001”; – Deliberazione della Giunta Regionale 14 aprile 2004, n. 674: “Individuazione delle tariffe a copertura delle spese per lo svolgimento dei controlli in applicazione del DLgs n. 36/2003 e a copertura degli oneri per lo svolgimento dei controlli e delle ispezioni in applicazione del DLgs n. 209/2003”; – Deliberazione della Giunta Regionale 15 novembre 2004, n. 2281: “DLgs 36/2003 – articolo 14 – aggiornamento delle modalità di prestazione delle garanzie finanziarie per la gestione successiva alla chiusura delle discariche”. Rete Natura 2000 In merito all’applicazione delle Direttive comunitarie 79/409/CEE “Uccelli” relativa alla “Conservazione degli uccelli selvatici” e 92/43/CEE “Habitat” relativa alla “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora 129 e della fauna selvatiche”, che imponevano agli Stati membri di individuare aree di pregio ambientale ai fini della salvaguardia della biodiversità, lo Stato italiano le ha recepite emanando dapprima il DPR 357/97, successivamente modificato dal DPR 120/03. La Regione Emilia-Romagna, nel contempo, ha provveduto all’individuazione delle aree denominate SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone di Protezione Speciale) ricompresi nel proprio territorio attraverso appositi provvedimenti (DGR n. 1242/02, n. 1333/02, n. 1816/03 e n. 2776/03). È proprio attraverso l’ultimazione di questa fase di aggiornamento che la Regione Emilia-Romagna ha incrementato la superficie complessiva della Rete Natura 2000, che attualmente ammonta a oltre 236.000 Ha, pari a circa il 10% dell’intero territorio regionale, per un totale di 139 siti (SIC e ZPS). Circa la metà di tali siti ricade all’interno di aree protette quali parchi nazionali, regionali o riserve naturali. Il titolo stesso della Direttiva Habitat chiarisce che oggetto di tutela non sono solo gli spazi incontaminati, ormai molto ridotti in regione, ma anche i territori gestiti attraverso tradizionali pratiche colturali compatibili con la presenza di specie animali e vegetali 04-Politiche comuni 11-11-2005 130 selvatiche, in quanto, a volte, sono proprio i modi con cui l’uomo gestisce da decenni certe aree che determinano le condizioni di sopravvivenza ottimali per talune specie, per cui gli spazi seminaturali, soprattutto quelli soggetti ad attività di tipo agro-silvo-pastorale, sono anch’essi oggetto di interesse e di attenzione da parte di questi strumenti normativi in quanto, in definitiva, favoriscono l’aumento della biodiversità di un certo territorio. Ciò spiega il fatto per cui il 25% delle aree pSIC e ZPS regionali sia soggetto ad attività agricola, mentre il 50% sia costituito da boschi ed il restante 25% è da classificare come aree incolte, corsi d’acqua, zone umide, aree peri-urbane, ecc. Al fine di aggiornare ed approfondire l’attuale livello conoscitivo di tali aree sono stati avviati diversi studi ed indagini, in parte conclusisi proprio nel 2004, che porteranno ad una maggiore conoscenza della reale ubicazione degli habitat all’interno dei siti e delle più idonee forme di gestione dei siti stessi, al fine di cercare di coniugare le esigenze di sviluppo economico di tali aree con quelle di tutela dell’ambiente e di salvaguardia della biodiversità. Nel 2004 la Regione Emilia-Romagna ha approvato la L.R. 7 del 14.4.04 “Disposizioni in materia ambientale”, artt. 1-9, in base alla quale vengono 10:43 Pagina 130 OTTAVOEURORAPPORTO indicati i ruoli degli enti (Regione, Province, Comuni, Enti gestori delle aree protette, ecc.), sia a livello gestionale, sia a livello di valutazione di incidenza di piani e progetti e sia a livello di monitoraggio dei siti e delle dinamiche di habitat e specie animali e vegetali di interesse comunitario. Piano Regionale di Sviluppo Rurale Nel 2004 sono stati adottati diversi provvedimenti inerenti la Misura 2.i “Altre Misure Forestali” del PRSR relativamente alle 6 Azioni che trattano i seguenti temi: – selvicoltura (iniziativa pubblica e privata); – rimboschimenti in aree non agricole; – sistemazioni eco-morfologiche del territorio; – meccanizzazione forestale; – associazionismo forestale. Con queste iniziative di fatto si è conclusa la fase relativa ai bandi ed alle istruttorie per la selezione dei progetti: nel triennio 2002-2004, si sono così potuti finanziare 560 interventi, per oltre 23.500.000,00 euro di investimento (pubblico e privato); tali importanti risorse hanno costituito in questi anni l’asse portante della politica regionale nel settore forestale. Nel periodo 2005-06 si prevede di portare a termi- ne tutti i lavori iniziati in questi anni in modo da completare le opere nei tempi prefissati. Per quanto concerne la Misura 2.t “Tutela dell’ambiente in relazione alla selvicoltura” nel 2004 sono stati selezionati oltre 30 progetti, per una spesa complessiva di 1.236.000,00 euro; con tali fondi sono state realizzate soprattutto banche-dati relative al settore forestale (incendi boschivi, sistemazioni idraulico-forestali, interventi selvicolturali e di viabilità forestale, ecc.). Tutela della qualità dell’aria Il punto cardine del complesso quadro normativo in materia di qualità dell’aria è rappresentato dalla DIR 96/62/CE, con la quale l’Unione Europea ha espresso le politiche generali “in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria”, individuando le azioni fondamentali che gli Stati Membri debbono attuare per definire e stabilire obiettivi finalizzati a prevenire o ridurre effetti nocivi sulla salute e sull’ambiente nel suo complesso. La Direttiva quadro (recepita con il D.Lgs. 351/99) definisce i principi di base di una strategia incentrata sulla valutazione della qualità dell’aria, intesa come processo che, impiegando metodologie di misura, calcolo e stima, è in grado di prevedere e stimare il livello di un inquinante nell’aria ambiente e sulla gestione della qualità dell’aria, cioè l’insieme delle azioni, intraprese alle diverse scale istituzionali, finalizzate ad affrontare in modo sistematico e dinamico la programmazione e la pianificazione della tutela, del risanamento e del miglioramento della qualità dell’aria. La direttiva quadro definisce il contesto generale, rinviando a specifiche “direttive figlie” la disciplina degli aspetti tecnico-operativi relativi ai singoli inquinanti, individuando un elenco di inquinanti sui quali intervenire in via prioritaria: SO2, NO2, PM10, Pb, O3 CO, Benzene, IPA, Hg, Cd, As, Ni. Il complesso delle direttive figlie ed il relativo stato di attuazione è il seguente: – DIR 99/30/CE concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo (recepita dal D.M. 2/4/2002 n. 60). – DIR 2000/69/CE concernente i valori limite per il benzene ed il monossido di carbonio nell’aria ambiente (recepita dal D.M. 2/4/2002 n. 60). – DIR 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria (recepita dal D.LGS. 21/5/2004 n. 183) – DIR 2004/107/CE concernente 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 131 OTTAVOEURORAPPORTO l’arsenico, il cadmio, il mercurio, il nichel e gli idrocarburi policiclici aromatici nell’aria ambiente (in fase di recepimento). Le direttive figlie stabiliscono per ogni inquinante: – gli obiettivi di qualità dell’aria per la tutela della salute umana e della vegetazione (valori limite e relativi orizzonti temporali di raggiungimento, soglie d’allarme e di informazione); – i requisiti di monitoraggio (ubicazione dei punti di campionamento, numero minimo degli stessi, tecniche di misurazione e di campionamento); – i requisiti per le tecniche di valutazione (risoluzione spaziale e tecniche di riferimento per la modellizzazione); – i requisiti di informazione al pubblico. Il punto di partenza per la gestione della qualità dell’aria è la valutazione dei livelli di concentrazione degli inquinanti sul territorio, la suddivisione dello stesso in aree omogenee di qualità dell’aria (zone e agglomerati) e la predisposizione per queste aree di Piani e Programmi per il risanamento o mantenimento della qualità dell’aria. Nello specifico la normativa prevede la predisposizione da parte delle autorità competenti di: – piani d’azione a breve termine, nelle zone e agglomerati in cui sia elevato il rischio di superamento dei valori limite e/o delle soglie di allarme. Tali piani devono prevedere misure di controllo e, se necessario, la sospensione delle attività, ivi compreso il traffico veicolare, che contribuiscono al superamento dei valori limite e delle soglie di allarme; – piani o programmi con misure a medio-lungo termine, nelle zone e agglomerati nei quali i livelli di uno o più inquinanti eccedono il valore limite; – piani di mantenimento nelle zone in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite e tali da non comportare il rischio di superamento degli stessi. Il collegamento fra il nuovo quadro di riferimento europeo e nazionale e la normativa regionale in materia di inquinamento atmosferico, è stato realizzato dalla Regione Emilia-Romagna con l’approvazione della L.R. 3/99 “Riforma del sistema regionale e locale”, nell’ambito della quale la Regione si è riservata compiti di indirizzo e coordinamento, delegando alle Province i compiti amministrativi (autorizzazioni), di pianificazione e di controllo (artt. 121 e 122 L.R.3/99). Sulla base di questo nuovo quadro di competenze la Regione ha emanato con DGR 15 maggio 2001, n. 804 e successivo aggiornamento DGR 12 gen- naio 2004, n.43, le “Linee di Indirizzo per l’espletamento delle funzioni degli Enti Locali in materia di inquinamento atmosferico (artt. 121 e 122 L.R.3/99)”. Queste Linee di Indirizzo si prefiggono di fornire alle Province criteri condivisi ed omogenei per la valutazione della qualità dell’aria, la zonizzazione del territorio e la struttura della rete di monitoraggio. I criteri utilizzati per la suddivisione del territorio regionale in zone sono indicati nel DM 261/02 “Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità ambiente, i criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351” (allegato I punto 4). Come presupposto, il decreto specifica l’importanza che la delimitazione di una zona sia strettamente correlata alle azioni da intraprendervi. Dal bagaglio di conoscenze acquisite, quali i dati forniti dalla rete fissa di monitoraggio, le campagne di misure con mezzi mobili, gli inventari esistenti, l’orografia del territorio, le condizioni meteoclimatiche e dalle indicazioni della recente normativa, la Regione Emilia-Romagna ha assunto per le zone e gli agglomerati il seguente significato: 131 – zona – parte del territorio provinciale avente caratteristiche simili di qualità dell’aria in termini di superamenti dei valori limite, tipi di sorgenti emissive, caratteristiche climatologiche o topografiche; – agglomerato – porzione di zona dove È particolarmente elevato il rischio di superamento delle soglie di allarme e/o dei valori limite, con una popolazione superiore a 250.000 abitanti o, se la popolazione è pari o inferiore a 250.000 abitanti, con una densità di popolazione per Kmq tale da rendere necessaria la valutazione e la gestione della qualità dell’aria ambiente. L’assetto di zonizzazione, effettuata sulla base dei confini amministrativi, prevede la suddivisione del territorio regionale in due macrozone A e B, ed individua gli agglomerati come porzioni di zona A. Nello specifico le caratteristiche delle zone ed i relativi piani sono di seguito schematizzati: Zona A: comprende i territori dei comuni più densamente popolati e nei quali sono presenti stabilimenti industriali o di servizio che, per potenzialità produttiva o numero, possono provocare un elevato inquinamento atmosferico (Piani di risanamento); 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 132 Agglomerato: porzione di zona A dove è particolarmente elevato il rischio di superamento del valore limite e/o delle soglie di allarme (Piani d’azione); Zona B: comprende i territori dei comuni scarsamente popolati nei quali sono presenti stabilimenti industriali o di servizio che per potenzialità produttiva o numero, possono provocare un modesto inquinamento atmosferico ed i territori dei comuni nei quali sono presenti aree di particolare interesse ambientale, turistico, artistico archeologico o per le quali è previsto lo sviluppo di attività agricolo forestali (Piani di mantenimento). La L.R. 3/99, che ha delegato alle Province le funzioni regionali in merito alla pianificazione della qualità dell’aria, ha determinato un assetto di zonizzazione che prevede l’individuazione di 9 zone A, 9 zone B e 12 agglomerati. La zonizzazione potrà subire tuttavia successivi aggiustamenti a seguito sia delle valutazioni della qualità dell’aria che verranno effettuate dagli Enti a scala infraregionale e locale, sia di indicazioni operative a scala più ampia che potranno pervenire dallo Stato e/o dal rapporto con altre Regioni. Pagina 132 OTTAVOEURORAPPORTO Monitoraggio della qualità dell’aria ti con vasti comprensori industriali e aree urbane. La Regione Emilia-Romagna ha iniziato il rilevamento sistematico della qualità dell’aria nella prima metà degli anni ’70, con la costituzione della rete regionale di monitoraggio tramite iniziative sia degli Enti Locali e della Regione che delle principali industrie insediate nelle aree di Ravenna, Piacenza, Ferrara e nel comprensorio delle ceramiche. Tale sistema venne ampliato alla data di pubblicazione del D.P.C.M. 28/3/1983, introducendo standard di qualità per otto sostanze inquinanti, al fine della protezione igienico-sanitaria della popolazione. Nel 1988 i presupposti per la realizzazione delle reti di misura cambiarono all’atto della emanazione del DPR. 203/88 e, con l’emanazione del D.M. 20 maggio 1991, vennero quindi definiti i criteri base per la realizzazione di un nuovo sistema di rilevamento. La rete attualmente presente in Regione è quindi diretto sviluppo del progressivo percorso iniziato negli anni passati, con un evidente frazionamento delle competenze a livello provinciale e comprendente ad oggi 88 stazioni di rilevamento degli inquinanti, 9 laboratori mobili della Pubblica Amministrazione e 11 stazioni delle reti private. I principali parametri rilevati dalla attuale rete di monitoraggio sono quindi: biossido di zolfo (SO2), biossido di azoto (NO2), ossido di carbonio (CO), ozono (O3), particolato (PTS e PM10, PM2.5), benzene. La ristrutturazione, avviata nel 1996, ha consentito di cominciare ad estendere il monitoraggio a nuovi inquinanti, tra cui le prime misure della frazione inalabile delle polveri (PM10) e del benzene, nonché di estendere le misure anche ai centri urbani con 40.00050.000 abitanti e, in particolari casi, installando stazioni di rilevamento anche in centri abitati minori, confinan- Sulla base dei criteri di posizionamento delle stazioni introdotti dalla recente normativa, in seguito agli alti costi di gestione dovuti ai nuovi limiti introdotti per gli inquinanti ed alla qualità dei dati che è necessario raggiungere (maggiore del 90%), si rende necessaria una revisione della struttura della rete di monitoraggio esistente, oggi quasi totalmente concentrata nelle aree urbane. È necessario infatti disporre la rete in modo da ottenere una valutazione complessiva dello stato di qualità dell’aria nel territorio regionale, estendendo il monitoraggio non solo alle aree urbane-metropolitane (agglomerati) ma anche alle zone esterne ad esse (zone A e B). Contemporaneamente il numero ed l’ubicazione delle centraline deve essere riesaminato allo scopo di ottenere dati rappresentativi dell’area monitorata, non influenzati da sorgenti di tipo locale o da ostacoli nelle loro vicinanze. A tal fine la Regione indica come stazione tipo da utilizzare nella valutazione della qualità dell’aria, quella comunemente definita di fondo (urbano, suburbano, rurale), ovvero non soggetta a fenomeni di inquinamento diretto. L’esigenza di condivisione dei criteri di posizionamento delle stazioni di monitoraggio nasce dalla necessità di ottenere valutazioni dei livelli di qualità dell’aria omogenee e confrontabili su tutto il territorio regionale, tali da produrre dati significativi e rappresentativi dell’evoluzione dei livelli di inquinamento raggiunti in seguito alle misure ed agli interventi messi in atto con i Piani d’azione e di Risanamento. In Emilia-Romagna il rischio di superamento dei valori limite si verifica per gli inquinanti di tipo secondario, quali PM10, PM2.5, O3, della cui produzione i principali responsabili sono il traffico veicolare e la produzione di energia. Le Direttive comunitarie prevedono che annualmente gli Stati membri comunichino alla Commissione Europea i dati di monitoraggio delle zone in cui si siano verificati i superamenti dei valori 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 133 OTTAVOEURORAPPORTO limite e gli interventi attuati volti a far rientrare i livelli di inquinamento entro i limiti indicati. Per tali aree infatti è necessario che le autorità competenti predispongano Piani di risanamento e Piani di azione. Piani di risanamento della qualità dell’aria I contenuti dei piani e programmi sono indicati nel DM 261/02 e consistono sostanzialmente in un quadro conoscitivo sulle caratteristiche del territorio, sulle fonti emissive presenti, sullo stato attuale dei livelli di inquinamento; nella costruzione di scenari di riferimento e futuri della qualità dell’aria; nell’individuazione delle azioni di piano e delle conseguenti riduzioni previste delle concentrazioni degli inquinanti. Il piano deve essere sottoposto a monitoraggio e verifica ed è suscettibile di revisioni. Al momento attuale i Piani provinciali di risanamento della qualità dell’aria sono ancora in fase di elaborazione, ma si prevede che saranno adottati al massimo entro i primi mesi del 2006, seguendo le procedure di approvazione di piani a valenza territoriale, di cui alla L.R. 20/2000 e DGR 176/2005. Un Piano di risanamento della qualità dell’aria presuppone azioni ed interventi di natura interdisciplinare che dovranno necessariamente coordinarsi con gli altri piani di settore, quali i Piani regolatori, sanitari, energetici, il Piano Regionale Integrato Trasporti, i Piani Urbani del Traffico ed i Piani della Mobilità Extraurbana. Nell’attesa dell’adozione dei piani provinciali di risanamento della qualità dell’aria, la Regione, per venire incontro all’esigenza di adottare un comportamento coerente ed uniforme su tutto il territorio regionale, ha anche per la stagione critica 2004/2005, sottoscritto un Accordo di Programma con le Province e i Comuni con popolazione superiore a 50000 abitanti (DGR n. 263, 20/10/2004), in coerenza e continuità con quelli sottoscritti nei due anni precedenti. Tale accordo, assolutamente volontario, ha individuato un complesso di provvedimenti programmati e permanenti per la gestione delle emergenze da PM10 e per il progressivo allineamento ai valori fissati dalla Unione Europea. Gli interventi di tipo strutturale previsti sono incentrati principalmente in azioni preventive che possono consistere in: isole pedonali; – estensione nelle aree urbane di zone a traffico limitato; – creazione di piste ciclabili dedicate; – introduzione di criteri per aumentare la velocità di scorrimento dei flussi di traffico; – azioni di controllo riguardanti la manutenzione ed il corretto utilizzo dei mezzi di trasporto; – programmi per la verifica della corretta manutenzione degli impianti di riscaldamento per uso civile; – corretto funzionamento degli impianti produttivi inseriti nel contesto urbano. Nel caso di rischio di superamento dei valori limite e/o delle soglie di allarme, per limitare i danni alla popolazione e ricondurre la situazione generale entro livelli accettabili, si prevedono i seguenti interventi operativi: – limitazioni in merito all’utilizzo di particolari combustibili; – limitazioni d’impiego, ferma restando la disponibilità di combustibili meno inquinanti, di determinati combustibili; – limitazioni all’uso di particolari tipologie di veicoli; – limitazioni riguardanti la circolazione di mezzi di trasporto privato; – introduzione di tipologie o modalità di trasporto collettivo innovativi; – limitazioni riguardanti l’utilizzo di particolari mezzi di trasporto; – creazione ed ampliamento delle – limitazioni riguardanti la riduzione di 133 potenzialità di determinati impianti produttivi; – limitazione a particolari fasce orarie dello svolgimento di talune attività. L’accordo include l’impegno a continuare l’efficace campagna regionale di informazione “Liberiamo l’aria”, che prevede la massima divulgazione delle misure e degli interventi permanenti e temporanei adottati. La campagna consiste in informazione sulle testate regionali e sulle emittenti locali, in iniziative di comunicazione quali l’affissione di manifesti giganti, striscioni, cartelli informativi sugli autobus cittadini, istituzione di un numero verde e di un sito internet e l’invio di un milione e opuscoli alle famiglie dell’Emilia-Romagna. L’opuscolo illustra le nuove misure in vigore, i risultati ottenuti con la sperimentazione avviata negli anni precedenti e gli investimenti strutturali già programmati dalla Regione per migliorare la mobilità. I risultati ottenuti con le azioni attuate dagli Accordi di programma non hanno permesso ad oggi di ottenere una riduzione dei livelli di PM10 tale da rispettare i limiti imposti dalla Direttiva Europea. Le misure adottate hanno innescato un processo di modificazione dei modelli urbanistici e di mobilità, che richiede, 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 134 oltre ad investimenti molto consistenti non ipotizzabili in tempi brevi, anche tempi di realizzazione molto lunghi e dipendenti da una capillare opera di sensibilizzazione di tutte le componenti sociali coinvolte. È necessario evidenziare inoltre che la situazione meteorologica tipica dell’intero bacino padano porta a frequenti periodi di scarso rimescolamento atmosferico che favoriscono l’accumulo a bassa quota degli inquinanti con conseguente raggiungimento di valori di qualità dell’aria molto elevati. Gli interventi finalizzati al miglioramento della qualità dell’aria devono quindi tenere conto di considerazioni ed interventi che travalicano, nel caso del bacino padano, competenze di ambito limitato quali quelle regionali. Protezione e risanamento delle acque La Commissione Europea ha attivato alla fine del 2001 il processo d’implementazione della Direttiva 2000/60/EC (Common Implementation Strategy -– CIS) che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia d’acque. La direttiva, che combina l’utilizzo dei limiti alle emissioni con l’indicazione degli obiettivi di qualità generali per tutti i corpi Pagina 134 OTTAVOEURORAPPORTO idrici, superficiali e sotterranei, prevede la definizione di un Piano di gestione per bacino che garantisca il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale buona per i corpi idrici entro il 22 dicembre 2015. Il fine è di chiarire e sviluppare, ove necessario, informazioni tecniche e scientifiche di supporto, linee guida, consigli per metodi operativi e altri documenti di supporto che potranno essere sviluppati a tal fine. Le linee guida sono state testate su alcuni bacini sperimentali, in Italia il Tevere e il Cecina. Sono stati creati dieci gruppi di lavoro, diretti da un gruppo di coordinamento strategico, per le diverse attività e progetti. I gruppi di lavoro sono generalmente coordinati da uno Stato membro o dalla Commissione e i partecipanti provengono dagli stati membri interessati, dai paesi candidati all’accesso, da stakeholders e NGO. I gruppi di lavoro avevano il compito di sviluppare indirizzi per l’analisi delle pressioni e degli impatti, sviluppare indirizzi per la designazione dei corpi idrici fortemente modificati, sviluppare indirizzi sulla classificazione dello stato delle acque interne e l’identificazione delle condizioni di riferimento, sviluppare indirizzi sullo sviluppo di sistemi tipologici e di classificazione delle acque costiere e di transizione, sviluppare indirizzi per realizzare la rete d’intercalibrazione, svi- luppare indirizzi sull’analisi economica, sviluppare indirizzi sul monitoraggio, sviluppare indirizzi sugli strumenti per la valutazione e la classificazione delle acque sotterranee, sviluppare indirizzi sulle migliori pratiche sulla pianificazione di bacino, sviluppare un GIS condiviso. In una serie di incontri dei Water Directors degli Stati Membri sono state approvate le linee guida per l’analisi delle pressioni e degli impatti, per la designazione dei corpi idrici fortemente modificati, per classificazione dello stato delle acque interne e l’identificazione delle condizioni di riferimento, per lo sviluppo di sistemi tipologici e di classificazione delle acque costiere e di transizione, per la rete d’intercalibrazione, per l’analisi economica, per il monitoraggio, la valutazione e la classificazione delle acque sotterranee, per le migliori pratiche sulla pianificazione di bacino e per lo sviluppo di un GIS. Per quanto riguarda la situazione dei progressi della trasposizione legale della direttiva quadro negli stati membri e della designazione dei Distretti quasi tutti gli stati membri hanno comunicato la traspsizione della direttiva e designato i distretti idrografici. La Commissione europea ha inoltre presentato le proposte per la continuazione del lavoro della CIS e ha definito quattro temi cui corrispondono quattro gruppi di lavoro, approvati insieme al loro mandato per il 2005-2006 all’ultimo incontro dei Water Directors alla fine del 2004: – Stato Ecologico (che lavorerà anche alle linee guida sull’eutrofizzazione previste per la fine del 2005 – Gestione integrata di Bacino (Integrated River Basin Management, che lavorerà anche sul tema della scarsità e sulla siccità) – Acque sotterranee – Reporting Oltre a questi gruppi di lavoro le attività proseguiranno anche sul tema dell’integrazione della protezione dell’acqua nelle altre politiche europee con particolare priorità per il rapporto con l’agricoltura e la CAP ma anche con le politiche di coesione, dei trasporti e l’idroelettrico. Sulle politiche di coesione esiste già un gruppo di esperti sugli aspetti ambientali dei fondi strutturali. Si prevede inoltre un workshop sulle pressioni idromorfologiche e la designazione dei corpi idrici fortemente modificati nel 2005. In particolare la Regione Emilia-Romagna su invito del Ministero partecipa ai lavoro del gruppo informale sulla scarsità, coordinato dalla Francia e dall’Italia, in base alle risultanze del Piano regionale di tutela delle acque. Per quanto riguarda l’attuazione della direttiva Quadro in Regione EmiliaRomagna e le attività connesse che discendono dal decreto 152/99 (in particolare agli articoli Art. 42 e 43) la 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 135 OTTAVOEURORAPPORTO Regione ha approvato, sulla base della L.R. 3/99 e della L.R. 20/2000 con deliberazione della Giunta regionale n. 2239 del 10 novembre 2003, il Documento preliminare del Piano Regionale di Tutela delle Acque, costituito dalla relazione generale, dalle Norme e dalla VALSAT e dagli allegati tecnici e successivamente sulla base delle conferenze di pianificazione provinciali il Piano è stato adottato dal Consiglio con delibera 633 del 22 dicembre 2004, ed è recuperabile sul sito http://www.ermesambiente.it /PianoTutelaAcque/ Il Piano è uno strumento finalizzato a raggiungere, secondo gli indirizzi della Direttiva quadro europea e del Decreto 152/99, che in parte attua la Direttiva al livello nazionale, mediante un approccio integrato di tutela quali-quantitativa, entro il 2016, una buona qualità delle acque superficiali, sotterranee e marine con una verifica intermedia al 2008 ove si richiede di raggiungere uno stato sufficiente. La metodologia di lavoro del Piano di tutela ha utilizzato un’elaborazione secondo bacini idrografici e la collaborazione delle Province e delle Autorità di Bacino di riferimento, con il supporto dell’ARPA, secondo lo schema della programmazione partecipata già utilizzato in Agenda 21, con il Piano Triennale di Sviluppo Sostenibile della Regione Emilia-Romagna e, ai sensi della legge 3/99, le modalità di un processo d’in- formazione pubblica e di concertazione tramite le conferenze di Pianificazione Provinciali. Il Piano: – comprende sulla base di un’analisi di livello regionale svolta in accordo con le Province (nei gruppi di lavoro) l’analisi generale dei bacini idrografici, delle acque costiere e delle acque sotterranee e le pressioni esistenti, tra cui la disponibilità di risorse idriche per i vari usi in relazione alle loro caratteristiche qualitative e quantitative e gli impatti significativi in atto e previsti anche in base alle linee guida individuate dalla Commissione con la CIS – definisce sulla base dei dati del monitoraggio 2001 e 2002 la classificazione dei corpi idrici significativi – definisce gli obiettivi, sulla base della legge e degli obiettivi e priorità delle Autorità di bacino e degli obiettivi autonomamente posti dalla Regione con il concorso delle Province (legge regionale n.3/99), da raggiungere nei corpi idrici significativi, superficiali interni, costieri e sotterranei al 2008 e al 2016; – individua le misure d’intervento sia qualitative sia quantitative; – i tempi d’attuazione; – valuta, attraverso una simulazione modellistica dei bacini dei corpi idrici significativi, sia dello stato attuale sia degli stati futuri al 2008 e al 2016 in conformità a due scenari previsionali, se si raggiungono gli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici d’interesse (D.Lgs152 e art. 114 comma 1 L.R.3/99) e obiettivi di qualità funzionale in relazione agli usi programmati per i corpi idrici o tratti di essi, ancora di competenza regionale. – definisce il programma di verifica dei risultati, che prevede un processo di monitoraggio delle misure, del loro avanzamento e del graduale raggiungimento degli obiettivi e di valutazione dei risultati, chiudendo il ciclo della programmazione Il Piano di Tutela regionale (Art. 114 legge regionale 3/99), definisce infine obiettivi e livelli di prestazione richiesti alla pianificazione infraregionale delle Provincie, da attuarsi con il piano territoriale di coordinamento provinciale o con il Piano di Tutela delle acque Provinciale e le deroghe negli obiettivi e le eventuali misure supplementari la cui individuazione, anche tramite analisi costi/efficacia, è affidata alle Province. Una parte fondamentale delle misure è già compresa nel Programma stralcio, approvato dalla Regione con il concerto delle nove province, di cui all’art. 141 della Finanziaria 2000 che da una 135 parte rappresenta il passaggio fondamentale per l’attuazione della direttiva 271/91 sulle acque reflue urbane, e dall’altra rappresenta una misura rilevante ai fini del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale del Piano di Tutela. Il Programma stralcio è stato peraltro recepito, nel quadro dell’Intesa Istituzionale di Programma tra il Governo e la Giunta della Regione Emilia-Romagna, nell’Accordo di Programma quadro tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio, il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero delle politiche agricole e forestali e la Regione Emilia-Romagna siglato il 20 Dicembre 2002, con l’indicazione dei mezzi finanziari di copertura. Per quanto riguarda le acque a specifica destinazione, così come sono indicate al Capo 2 del D.L.gsl. 152/99, è continuato il monitoraggio nelle stazioni delle reti dedicate senza che si evidenziassero problematiche particolari. Per quanto riguarda la qualità delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, in applicazione alla Direttiva 75/440/CEE, e in ottemperanza al Decreto L.gs. 152/99, Allegato 2 “Acque a specifica destinazione”, questa funzione è l’unica rimasta in capo alla Regione dopo 04-Politiche comuni 11-11-2005 136 10:43 Pagina 136 OTTAVOEURORAPPORTO Coordinamento Provinciale (PTCP) sia per i Piani di settore. l’emanazione della L.R. 3/99. Allo stato attuale continuano ad essere monitorate tutte le prese acquedottistiche dirette già esistenti; in particolare, attraverso valutazioni congiunte tra l’Assessorato Sanità e Ambiente sono studiate misure di miglioramento per le acque che sono classificate nelle categorie A3 e sub A3. In generale il Documento preliminare del PTA prevede che vi sia un miglioramento complessivo nel tempo arrivando in tutte le stazioni ad A2. Gestione Integrata Zone Costiere Il processo finalizzato alla definizione delle politiche regionali in materia di Gestione Integrata delle Zone Costiere, ha visto il completamento della sua fase progettuale alla fine del 2003 (cfr. Settimo Eurorapporto) con la produzione di un rapporto finale (31/12/2003) presentato, in prima istanza, il 20 aprile 2004 con il format di Linee Guida per i nove tematismi di riferimento. La fase di consultazione, successivamente avviata, ha consentito una prima revisione e correzione, in termini di coerenza interna, degli indirizzi relativi ai nove tematismi di riferimento, attraverso i contributi apportati dai diversi soggetti del sistema (componen- ti i Comitati Istituzionale e Intersettoriale), nell’ambito di varie iniziative promosse dalla Regione Emilia-Romagna durante tutto il primo semestre del 2004. La fase di consultazione e partecipazione dei vari portatori d’interesse è proseguita, nel secondo semestre del 2004, con l’apertura di un Forum di discussione e con lo svolgimento di un convegno conclusivo, a Cervia l’8 e il 9 ottobre 2004, promosso dalla Regione e dalla Fondazione CerviaAmbiente, che hanno condotto ad ulteriori integrazioni e affinamenti degli indirizzi contenuti nel documento Linee Guida. Il documento così completato, è passato all’esame della Cabina di Regia del Piano Triennale Ambiente (approvazione della proposta di Linee Guida nella seduta dell’11 novembre 2004) e ha successivamente registrato il parere favorevole della Conferenza Regionale Autonomie Locali (seduta del 22 novembre 2004). Il Consiglio Regionale, su proposta della Giunta Regionale (delibera n. 2406 del 29/11/2004) e preso atto delle modificazioni apportate alla stessa proposta di Giunta da parte della Commissione Consiliare “Territorio Ambiente e Infrastrutture”, ha infine proceduto, con propria deliberazione n. 645 del 20 gennaio 2005, all’ap- provazione delle Linee Guida per la Gestione Integrata delle Zone Costiere. Completata anche la fase istituzionale, con l’approvazione da parte del Consiglio Regionale, si è avviata la fase più ambiziosa e delicata dell’intero processo, ovvero quella dell’attuazione delle Linee Guida, sia attraverso azioni dirette della Regione, sia attraverso gli strumenti di pianificazione di livello provinciale e comunale, processo quest’ultimo che necessita come conditio sine qua non l’assunzione da parte degli Enti Locali degli indirizzi scaturiti dal percorso progettuale, consultivo ed istituzionale sopra descritto. Nella propria delibera, il Consiglio Regionale (oggi Assemblea Legislativa) invita infatti “le Province ed i Comuni costieri, componenti il Comitato Istituzionale GIZC, a formalizzare la loro adesione alle Linee Guida GIZC mediante adozione e approvazione delle medesime con provvedimenti dei propri organi istituzionali”. Per quanto concerne l’attuazione attraverso la pianificazione territoriale, le Province si stanno impegnando a tenere conto delle Linee Guida quale riferimento per la definizione e la valutazione delle scelte di piano che coinvolgono i territori costieri. Ciò vale sia per i Piani Territoriali di Al momento il PTCP di Ravenna e quello di Forlì - Cesena, il primo recentemente adottato il secondo in fase d’adozione, contengono riferimenti ed applicazioni degli indirizzi delle Linee Guida, sia pure in forma ancora ulteriormente integrabile dato il breve tempo intercorso dalla loro approvazione. In particolare, finora, tale impegno è stato assunto formalmente dalla Provincia di Forlì - Cesena, nell’ambito dell’Accordo di pianificazione sottoscritto con la Regione per il proprio PTCP. In prospettiva, l’impegno verrà richiesto, dalla Regione, in sede di sottoscrizione di ogni Accordo, quale atto di indirizzo condiviso. Per quanto concerne l’attuazione attraverso azioni dirette della Regione, alcuni dei settori regionali coinvolti nel sistema GIZC hanno già attivato finanziamenti e avviato iniziative specifiche inerenti attività di studio, monitoraggio, progettazione e realizzazione di interventi, anche attraverso la partecipazione a progetti europei. Di queste attività si darà conto nel prossimo Eurorapporto. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 137 OTTAVOEURORAPPORTO 4.2.3. LIFE - strumento finanziario europeo per l’ambiente Creato a supporto dell’applicazione, aggiornamento e sviluppo della politica comunitaria nel settore dell’ambiente e della legislazione ambientale, LIFE sostiene progetti di interesse comunitario in vari settori, presentati da soggetti di varia natura pubblica e privata ed è suddiviso in tre settori tematici: Natura, il cui obiettivo specifico è di contribuire all’attuazione della direttiva comunitaria concernente la conservazione degli uccelli selvatici e di quella relativa alla conservazione degli habitat naturali e, in particolare, all’attuazione della rete “Natura 2000” rete ecologica europea istituita dalla direttiva “Habitat” della CE che comprende le aree SIC (Siti di Importanza Comunitaria), Ambiente, che ha l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di tecniche e metodi innovativi e allo sviluppo della politica comunitaria dell’ambiente, Paesi terzi che vuole contribuire alla creazione di capacità e strutture amministrative nonché allo sviluppo di politiche e programmi d’azione nel settore dell’ambiente nei paesi terzi rivieraschi del Mar Mediterraneo o dell’Europa centro-orientale. Attraverso bandi annuali attivati a livel- lo di Stati membri dalle Amministrazioni competenti (per l’Italia il Ministero all’Ambiente), i progetti devono essere inviati alle autorità nazionali di riferimento che provvedono poi al loro invio alla Commissione europea; in caso di progetti cui partecipano più Stati membri il progetto deve essere trasmesso da quello in cui ha sede l’organismo coordinatore del progetto stesso. Le risorse finanziarie attribuite al programma per l’intero territorio comunitario ammontano complessivamente a 640 milioni di euro di cui il 47% per Life-Natura, 47% per Life-Ambiente, 6% per Life-Paesi terzi. LIFE Ambiente prevede il sostegno finanziario a due tipologie di progetti: progetti di dimostrazione e progetti preparatori. Attraverso i progetti di dimostrazione, l’Unione europea intende stimolare e sperimentare soluzioni innovative di problemi ambientali, valutate anche in termini di fattibilità tecnico economica e di introduzione su larga scala. Nel corso del 2004, il regolamento LIFE è stato modificato dal Reg. 1682/2004. Le modifiche apportate non incidono sulla struttura di intervento ma si limitano ad apportare alcuni adattamenti giuridici tali da permettere il prolungamento dell’azione di LIFE al 2006. Viene inoltre fissato a 317,2 milioni di euro l’ammontare del bilancio a disposizione per il biennio 2005/2006 e viene maggiorata la quota di risorse destinate alle misure di accompagnamento finalizzate a migliorare le attività di divulgazione e di monitoraggio dei progetti in corso. Nell’ambito delle prospettive finanziarie 2007/2013, la Commissione ha presentato una nuova proposta per l’istituzione di un unico strumento per l’ambiente denominato Life+9. Il nuovo strumento fornirà supporto alla attuazione del Sesto Programma di Azione Ambientale e cofinanzierà attività con un valore aggiunto europeo, un carattere dimostrativo e una prospettiva di lungo termine. La proposta della Commissione prevede la suddivisione di Life+ in due parti: Life+ Attuazione e Governance, Life+ Informazione e Comunicazione. 4.2.3.1. Partecipazione della Regione a progetti LIFE Nel 2004 la Regione Emilia-Romagna ha partecipato, attraverso la Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, a quattro progetti LifeNatura approvati per la tutela di habitat naturali a rischio e precisamente: Azioni di conservazione del lupo in 10 137 siti SIC10 di tre Parchi della Regione Emilia-Romagna, Ripristino ecologico e conservazione degli habitat nella Salina del SIC Valli di Comacchio, Conservazione dei chirotteri e loro ambienti di foraggiamento nella RNO di Onferno nel sito SIC omonimo - gestiti unitamente all’Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali, Ripristino di equilibri ecologici per la conservazione di habitat e specie di interesse comunitario e, attraverso Arpa, al progetto Conservazione degli habitat del sito di importanza comunitaria Bosco della Mesola. Con il contributo finanziario di Life Natura 2000 è attivo il sito nel quale sono reperibili informazioni sui progetti Life Natura in corso in EmiliaRomagna. 墌 www.lifenatura.it/emilia-romagna/ 9 doc COM (2004) 621 del 29 settembre 2004. 10 per informazioni sui Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e sulle Zone di Protezione Speciale (ZPS) della Rete Natura 2000 in Emilia-Romagna per la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali vedi il sito www.regione. emilia-romagna.it/natura2000/ 04-Politiche comuni 11-11-2005 138 Azioni di conservazione del lupo (Canis lupus) in 10 siti SIC collocati in tre Parchi della Regione EmiliaRomagna è realizzato in collaborazione con i parchi regionali dell’Alto Appennino Reggiano, dell’Alto Appennino Modenese e dell’Alta Val Parma e Cedra. Il progetto prosegue ed estende a due parchi regionali confinanti un’esperienza già avviata nel solo Parco del Gigante con il precedente progetto Life/Natura 1996-1998. L’obiettivo principale è il mantenimento di una popolazione vitale di lupo appenninico nell’intera area di progetto per favorirne la dinamica e la dispersione verso altre zone idonee. Le azioni previste, oltre alla messa a punto di una strategia unitaria di gestione sui tre Parchi, sono: creare un sistema informativo territoriale (GIS), sviluppare ipotesi di gestione, verificare sperimentalmente l’efficacia di interventi gestionali, individuare strategie e modalità per una sensibilizzazione volta alla ricerca del consenso delle categorie sociali locali più interessate, coordinare il servizio di vigilanza antibracconaggio. Nel corso del 2004 si è provveduto all’effettuazione del monitoraggio specie e prede con diversi metodi di indagine, all’analisi genetiche dei reperti, all’organizzazione e all’archiviazione dei dati e all’elaborazione dei medesimi, al coordinamento delle attività di 10:43 Pagina 138 OTTAVOEURORAPPORTO rilevazione dei danni da predazione ed è stato realizzato il recinto di ricovero per il bestiame. Si sono tenuti incontri con le popolazioni locali, il coinvolgimento degli amministratori locale per “Manifesto per la conservazione del lupo”. È stato preparato ed adottato il Piano di gestione del lupo nei SIC interessati. Per quanto riguarda la diffusione dei risultati, oltre alla gestione del sito Web, si sono tenuti workshops finali ed è stato pubblicato un CD Rom con la descrizione delle attività e i risultati del progetto. Azioni di conservazione del lupo (Canis lupus) LIFE2000NAT/IT/7214 Durata: 39 mesi marzo 2001- giugno 2004 Costo totale: 933.321 euro Contributo comunitario: 419.994 euro 墌 http://www.lifenatura.it/emiliaromagna/LifeLUPO/life220frame.htm Ripristino ecologico e conservazione degli habitat nell’area della Salina compresa nel sito SIC Valli di Comacchio è realizzato in collaborazione con il Parco regionale del Delta del Po. Il progetto ha come obiettivo il ripristino della funzionalità idraulica, della produzione esemplificativa del sale, di alcuni dossi e del paesaggio. Rendere fruibile la Salina e realizzare un centro operativo per il monitoraggio e la gestione. Le azioni previste sono: ripristino manufatti di regolazione e circolazione dell’acqua, riattivazione piccola porzione Salina per produzione sale, eliminazione fonti di disturbo della fauna e di rischio, riqualificazione edilizia fabbricato centro aziendale e sua attrezzatura, attivazione forme di fruizione compatibile. Nel corso del 2004, oltre alla gestione del sito web e al monitoraggio sulle specie e caratteristiche delle acque, si è provveduto ad effettuare opere di ripristino di manufatti edilizi e la realizzazione del centro operativo, opere di ripristino della salina e di restauro ambientale e paesaggistico. Concluso il processo di concessione della salina da parte dell’Agenzia del Demanio, è stata affidata la gestione della stessa al Parco del Delta del Po ed è stato attivato il piano di fruizione sperimentale con l’apertura di visite guidate per le scuole. Inoltre sono stati avviati i lavori per la predisposizione del Piano di Gestione ed è stata richiesta la proroga del termine del progetto. Ripristino ecologico e conservazione degli habitat nell’area della salina compresa nel sito SIC Valli di Comacchio LIFE2000NAT/IT/7215 Durata: 66 mesi Aprile 2001 - ottobre 2007 Costo totale: 1.597.143 euro Contributo comunitario: 638.857 euro 墌 http://www.lifenatura.it/emiliaromagna/LifeSALINA/life230frame.htm Conservazione dei chirotteri e loro ambienti di foraggiamento nella Riserva Naturale Orientata di Onferno è realizzato in collaborazione con il Comune di Gemmano, Ente gestore della RNO. Il progetto ha l’obiettivo di allargare l’azione di tutela e salvaguardia dei chirotteri operata dalla Riserva, conservando e migliorando gli ambienti di foraggiamento. Le azioni previste sono: l’acquisizione di terreni, l’ampliamento della Riserva con il recupero di siepi e cotico erboso, il recupe- 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 139 OTTAVOEURORAPPORTO Conservazione dei chirotteri e loro ambienti di foraggiamento nella RNO di Onferno LIFE2000NAT/IT/7216 Durata: 36 mesi giugno 2001 - maggio 2004 Costo totale: 582.500 euro Contributo comunitario: 262.125 euro 墌 http://www.lifenatura.it/ emilia-romagna/LifeCHIROTTERI/ life210frame.htm ro e gestione dei pascoli, il miglioramento della composizione vegetazionale aree prative, il recupero della zona umida, la conservazione delle associazioni vegetazionali di bosco, campagna di divulgazione e sensibilizzazione. Nel corso del 2004 si è provveduto all’acquisto dei terreni e alla gestione dei pascoli con un’intensa attività di sperimentazione e riqualificazione vegetazionale dei prati, di recupero di pozze d’acqua semipermanenti e di produzione e impianto di materiali vegetali per il recupero delle biodiversità dei prati e del bosco. È stato realizzato un sistema informativo territoriale (GIS) e, oltre ad attività di educazione ambientale, seminari e convegni, è stato adottato il Piano di Gestione del SIC. Per quanto riguarda la diffusione dei risultati, oltre alla gestione del sito Web, sono stati pubblicati un video con la descrizione delle attività e i risultati del progetto, booklets e pieghevoli. Ripristino di equilibri ecologici per la conservazione di habitat e specie di interesse comunitario, è realizzato in collaborazione con ARPA EmiliaRomagna, il Consorzio Parco Regionale Delta del Po, il Comune di Argenta e il Consorzio della Bonifica Renana. Il progetto ha come obiettivo il ripristino, all’interno del Parco regionale del Delta del Po, nell’area denominata Valle Santa, Valle Campotto, di equilibri ecologici utili per la conservazione, il miglioramento e l’incremento di habitat di interesse comunitario. Sono previsti interventi di dragaggio, azioni di monitoraggio ed interventi di miglioramento ambientale e volti alla fruizione turistica sostenibile dell’area. Il progetto si prefigge di definire criteri certi di gestione delle attività antropiche al fine di garantire l’efficienza idraulica dei corsi d’acqua, delle casse di espansione e, nel contempo, conservare gli habitat legati a questi ambienti attraverso la formulazione di un Piano di gestione del p.SIC Valle Santa, Valle Campotto, da usare quale strumento per definire e coordinare le azioni e i mezzi necessari per la valorizzazione e la riqualificazione nel tempo che permetta l’aumento delle varietà di habitat e di biodiversità e la definizione di forme di gestione sostenibile. Nel corso del 2004 sono terminati gli interventi di dragaggio dei canali sublagunari e sono state portate avanti azioni di contenimento delle popolazioni di nutria e altre specie alloctone di pesci e invertebrati. È proseguita la raccolta di materiale di propagazione di specie arboree ed arbustive locali, finalizzata alla realizzazione del vivaio volante. È stato approvato il progetto esecutivo per la costruzione di una torretta-osservatorio e, oltre alla predisposizione di materiale informativo, sono state avviate visite guidate ed escursioni per divulgare le opere in essere di riqualificazione dell’oasi. Arpa ha svolto la campagna di monitoraggio su acque, sedimenti e macrovertebrati aquatici; per quanto riguarda le indagini sull’ avifauna e sull’ ittiofauna, esse sono state condotte da Arpa attraverso il supporto scientifico dell’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica e del “Centro di Ricerca Interdipartimentale sulle tecnologie e l’igiene degli allevamenti intensivi delle piccole specie” dell’Università di Bologna. 139 Ripristino di equilibri ecologici per la conservazione di habitat e specie d’interesse comunitario LIFE2002NAT/IT/8526 Durata: 42 mesi luglio 2002 - dicembre 2005 Costo totale: 1.434.821 euro Contributo comunitario: 573.928 euro Interventi di conservazione di habitat naturali nel SIC Bosco della Mesola vede come capofila il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali attraverso il Corpo Forestale dello Stato. Arpa partecipa in qualità di partner insieme al Parco regionale del Delta del Po. Il progetto ha lo scopo di contribuire al mantenimento di habitat e di specie di interesse comunitario presenti all’interno della Riserva naturale Bosco della Mesola, situato tra i bracci terminali del Po di Goro e del Po di Volano, tra questi: la foresta di Leccio, la Tartarugua di Hermann e la Testuggine palustre (Emys orbicularis), il Pelobate fosco. Il contributo di Arpa è relativo al ripristino della rete di monitoraggio della falda e della rete idraulica: è 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 140 stato attuato il monitoraggio della falda freatica attraverso il periodico rilevamento della profondità e della conducibilità con lo scopo di tenere sotto controllo il possibile aumento della salinità che potrebbe avere conseguenze negative sulla vegetazione del bosco e sulla distribuzione delle presenze degli Anfibi e della Testuggine palustre. Contemporaneamente sono stati rilevati i parametri idrometrici e di conducibilità nella rete idraulica del bosco che svolge un ruolo chiave nell’alimentazione della falda. Sono state effettuate prime elaborazioni dei dati raccolti che porteranno ad implementare un modello di simulazione del sistema falda-rete idraulica, quale supporto alle decisioni relative alla gestione complessiva del sito. È stato effettuato il monitoraggio della popolazione di Emys, in collaborazione con la facoltà Scienze Ambientali dell’Università di Bologna. Pagina 140 OTTAVOEURORAPPORTO Interventi di conservazione di habitat naturali nel SIC Bosco della Mesola LIFE2000NAT/IT/7174 Durata: 48 mesi settembre 2001- agosto 2005 Costo totale: 410.000 euro Contributo comunitario: 205.000 euro 墌 http://www.corpoforestale.it /wai/serviziattivita/Progetti_Ricerche /progetti/boscomesola/index.html Per quanto riguarda Life/Ambiente, la Regione Emilia-Romagna, nel corso del 2004 ha partecipato, attraverso ARPA Emilia-Romagna, al progetto VISIT e, unitamente al Servizio Economia Ittica, al progetto EMMA. Eco-labels for Sustainable Tourisme in Europe: demonstrating how Ecolabels can move the European tuorism market towards sustainability (VISIT) è un progetto a cui la Direzione Generale di ARPA, Sistemi di Gestione Integrati - Sicurezza - Qualità Ecomanagement, partecipa come partner. Capofila è il centro olandese ECET European Center for Eco-Agro Tourism, altri partners sono ECOTRANS European network for Sustainabler Tourism Development (DE), NFI Internazional Friends of Nature (AT), Strattreisen di Hannover (DE); partecipano inoltre, come associati, altri 37 partners di dodici Stati europei. Visit vuole dimostrare come gli Ecolabel – i marchi di qualità ambientale – possono muovere il mercato del turismo europeo verso la sostenibilità. Tra gli obiettivi la definizione di criteri uniformi per la validazione degli Ecolabel, la promozione e il coordinamento di iniziative che si muovono ancora in maniera spontanea nel settore del turismo ecosostenibile, implementando l’opera di promozione-convinzione dei Tour Operators e delle varie Associazioni. Nell’ambito delle attività del progetto, ARPA è stata coinvolta in particolare nel Working Group Indicators con l’obiettivo principale di individuare una griglia di indicatori in grado di misurare le performances del Turismo, in termini di sostenibilità, focalizzando l’attenzione non sui prodotti e/o servizi, ma sulla destinazione. Nel maggio 2004 è stato pubblicato il Manuale VISIT, in quattro lingue. ARPA, presente nel comitato di redazione, è stata impegnata nella elaborazione, traduzione e revisione della versione in lingua italiana, per la parte riferita alla sperimentazione degli indicatori VISIT nelle destinazioni. VISIT Voluntary Initiatives for Sustainability in Tourism LIFE 00ENV/NL/000810 Durata: 26 mesi gennaio 2001- dicembre 2003 Costo totale: 1.804.918 euro Contributo comunitario: 882.858 euro Attività ARPA Risorse proprie: 40.000 euro risorse comunitarie: 39.400 euro 墌 http://www.yourvisit.info/ index_it.html Environmental Management through Monitoring and Modelling of Anoxia (EMMA) è un progetto a cui ARPA Emilia-Romagna, Struttura Oceanografica Daphne, e il Servizio Economia Ittica della Direzione Generale Attività Produttive partecipano come partners. Capofila è il CNR Istituto Scienze Marine, Sezione di geologia marina, di Bologna; altri part- 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 141 OTTAVOEURORAPPORTO ners sono gli Istituti di Scienze Marine di Trieste e Ancona, il Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Bologna, Aster, il Comune di Rimini, il Mercato Ittico di Cesenatico, le Cooperative Casa del Pescatore e la Bussola, oltre al National Institute of Biology - Marine Biology Station della Slovenia. Obiettivo del progetto è la valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica relativa alla formazione di fenomeni anossici (carenza di ossigeno disciolto nelle acque di fondo) nell’alto Adriatico. I risultati emersi vengono utilizzati per sviluppare una strategia concertata a livello locale al fine di migliorare la qualità ambientale attraverso la riduzione dell’impatto (ambientale e socio economico) degli eventi ipossici ed anossici stagionali nelle acque costiere e marine dell’Adriatico settentrionale. In particolare il progetto si propone di trasferire le conoscenze scientifiche e tecnologiche alle pubbliche amministrazioni ed agli attori socio economici al fine di porre in essere una serie di misure ed interventi concertati in grado di contrastare le cause del degrado dell’ecosistema marino; far crescere la consapevolezza sulla necessità di utilizzo di sistemi integrati di gestione ambientale, comprese le pubbliche amministrazioni che non sono direttamente coinvolte nel progetto e, infine, scambiare esperienze ed incentivare la diffusione del modello in altre aree italiane ed europee. Nel corso del 2004 sono iniziate le attività di stesura del “Manual for Best Monitoring Practice” e, in particolare, sulla struttura del Manuale e i contenuti che in esso saranno sviluppati: identificazione dei parametri chiave, analisi delle necessità dei soggetti gestionali e degli operatori socio-economici locali, analisi delle strumentazioni e delle reti di monitoraggio esistenti. EMMA Environmental Management through Monitoring and Modelling of Anoxia LIFE 04ENV/IT/000479 Durata: 36 mesi ottobre 2004 - settembre 2007 Costo totale: 1.807.418 euro Contributo comunitario: 903.709 euro Progetto ARPA Contributo comunitario: 100.000 euro Attività ARPA Risorse proprie: 85.665.75 euro risorse comunitarie: 79.665.75 euro 4.3. LA POLITICA DI RICERCA E SVILUPPO TECNOLOGICO 4.3.1. Scenario comunitario L’azione comunitaria nel campo della ricerca è finalizzata a creare un vero e proprio spazio europeo della ricerca (SER) ed il nuovo Trattato costituzionale ne consacra l’esistenza e prevede competenze specifiche per l’Unione Europea, rafforzando quelle previste negli artt.163-173 del precedente Trattato UE. L’azione dell’Unione europea è anche finalizzata ad intensificare l’impegno finanziario a favore della ricerca per portare gli investimenti in tale settore al 3% del PIL entro il 2010 ed individuando nel potenziamento di questa politica uno degli elementi chiave della strategia di Lisbona. Accanto al consolidamento delle azioni previste dal VI Programma quadro (PQ) 2002-2006, la Commissione europea, nel 2004, ha avviato la preparazione del VII PQ (2006-2010) identificando, in una specifica comunicazione11 (La 141 scienza e la tecnologia, chiavi del futuro dell’Europa), sei obiettivi principali per rafforzare la ricerca e lo sviluppo tecnologico in Europa: la creazione di poli di eccellenza, rafforzare la ricerca di base, avviare importanti iniziative tecnologiche, rafforzare il potenziale di attrazione nei confronti dei ricercatori, sviluppare infrastrutture di ricerca di interesse europeo, potenziare i programmi nazionali di ricerca. Da segnalare anche l’adozione della Comunicazione “Verso una strategia europea a favore delle nanotecnologie”12 per l’importanza che hanno queste tecnologie nei confronti di vari settori quali la sanità, le tecnologie di informazione, l’industria, l’energia, la sicurezza. 4.3.2. Partecipazione della Regione a programmi di ricerca La Regione Emilia-Romagna ha in atto una convenzione con ASTER per “supportare e preparare l’ente regionale, il 11 Doc. COM (2004) 353 del 16.6.2004. 12 Doc. COM (2004) 338 del 12.5.2004. 04-Politiche comuni 11-11-2005 142 sistema delle Università e dei centri di ricerca ai bandi del sesto programma quadro”13, oltre sensibilizzare ed informare i settori della Regione interessati e quindi raccogliere le loro priorità nel campo della ricerca, favorire i collegamenti tra RER e le competenze disponibili nel territorio e favorire partnership europee. Nell’ambito delle diverse Azioni previste dal Quinto Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico dell’Unione Europea, la Regione Emilia-Romagna ha partecipato, nel 2004, a nove progetti: attraverso la Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa al progetto COASTVIEW e, attraverso Arpa Emilia-Romagna ai progetti ACTIF, CARPE DIEM, FRAP, FUMAPEX, MANTISSA, MFSTEP, MUSIC e STARDEX. Nell’ambito del Sesto Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico dell’Unione Europea, invece, ha partecipato, attraverso Arpa Emilia-Romagna al progetto ENSEMBLES e, attraverso Ibacn al progetto EPOCH; è stato inoltre approvato il progetto MERIPA a cui partecipano le Direzioni Generali Attività produttive, Commercio e Turismo e Organizzazione, Sistemi Informativi e Telematica: COASTVIEW è uno specifico progetto di ricerca all’interno dell’azione Ecosistemi marini sostenibili – monito- 10:43 Pagina 142 OTTAVOEURORAPPORTO raggio e gestione di fenomeni costieri, coordinato dall’Università di Plymouth (UK). La partecipazione della Regione Emilia-Romagna si svolge in stretta collaborazione con le Università di Bologna e Ferrara. Altri partners sono Environment agency of England and Wales (UK), Kobenhauns Universitet (DK, gli olandesi Stiching waterloopkunding laboratorium, Ministry of transport public works and water management, Università di Utrecht, gli spagnoli International centre for coastal resources research, Autoridad Portuaria di Santander, Universidad de Cantabria. Il progetto si prefigge di testare e mettere a punto una tecnica di videomonitoraggio della dinamica costiera mediante riprese di immagini video finalizzato alla gestione della zona costiera. In particolare 1) sviluppare Indicatori di Stato Costiero (CSI’s Coastal State Indicators) collegati alle risorse, per descrivere lo stato dinamico delle coste a supporto della Gestione della zona costiera; 2) sviluppare e verificare metodi di controllo basati su videoimmagini e tecniche di analisi associate, per stimare ed interpretare questi indicatori. La Regione EmiliaRomagna partecipa con la stazione di videorilevamento localizzata sul litorale di Lido di Dante (Ravenna) entrata in funzione nell’aprile 2003. COASTVIEW Durata: 36 mesi aprile 2002-marzo 2005 Costo totale: 2.670.279,00 euro Contributo comunitario: 2.017.150,00 euro Attività RER Risorse proprie: 36.983,00 euro risorse comunitarie: 18.017,00 euro 墌 http://141.163.79.209/ web/index.html ACTIF è una misura di accompagnamento, cioè un progetto che non sviluppa ricerca al suo interno, ma ha come obiettivo principale lo scambio e la divulgazione dei risultati ottenuti nei progetti di ricerca finanziati all’interno del Quarto e Quinto Programma Quadro di ricerca della UE. Il team di ACTIF è infatti costituito da coordinatori di altri progetti di ricerca. Capofila del progetto è HR Wallingford Ltd. (UK); Arpa-Sim partecipa come partner assieme al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR.ISAC), Università di Bologna, Norut Information Technology Ltd. (NW), University of Salford e The Environment Agency of England and Wales (UK), DHI - Institute of Water & Environment (DK) e Stichting Waterloopkunding Laboratorium (NL). Obiettivo di Actif è la realizzazione nel periodo 2003-2004 di una serie di seminari e di una conferenza internazionale sulle tematiche relative alla previsione delle alluvioni. Nel corso del 2004 ARPA-SIM ha partecipato all’organizzazione workshop annuale del progetto, tenutosi il 22 e 23 novembre in Olanda, su “Identicazione, quantificazione, divulgazione delle incertezze delle previsione delle alluvioni”. Nell’ambito della conferenza finale del progetto ha poi presentato una relazione sullo stato dell’arte, in EmiliaRomagna, delle tecniche previsionali finalizzate all’identificazione del rischio alluvioni. 13 Delibera di Giunta 28 dicembre 2001, n. 3025. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 143 OTTAVOEURORAPPORTO ACTIF Achieving Technological Innovation in Flood Forecasting Durata 36 mesi Marzo 2003 – gennaio 2006 Costo totale: 269.989 euro Contributo comunitario complessivo: 269.989 euro Attività ARPA contributo comunitarie: 21.710 euro CARPE DIEM ha come obiettivo il miglioramento delle previsioni idrologiche attraverso la valutazione critica delle attuali tecniche di stime delle precipitazioni, ricavate da osservazioni radar, e delle previsioni numeriche di precipitazioni. ARPA-SIM è capofila ed ha curato il coordinamento generale e scientifico del progetto e gestisce i rapporti con la Commissione europea. Partners del progetto sono: ProGeA S.r.l., Deutsches Zentrum fuer Luft und Raumfahrt e V. (DE), Swedish Meteorological and Hidrological Institute (SW), Finnish Meteorological Institute (FIN), il dipartimento di Astronomia e meteorologia dell’Università di Barcellona (ES), l’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del Clima del CNR e il Centro CWRR dell’università nazionale Irlandese (IR). L’attività di ARPA-SIM nell’ambito del progetto è focalizzata sull’utilizzo dei dati radar per la modellistica meteorologica numerica previsionale (miglioramento stime e previsione precipitazioni, assimilazione nel modello dei dati radar) e cura il coordinamento generale del progetto (coordinamento tecnicoscientifico, gestione di front-end verso la commissione europea, gestione del flusso finanziario). Nel 2004 con il contributo di ARPA-SIM sono state effettuate analisi meteorologiche di eventi caratterizzati da sistemi a forte precipitazione, analisi dei dati radar per la definizione di metodologia finalizzata alla identificazione di segnali significativi e alla classificazione delle idrometeore. È poi proseguito lo sviluppo di un sistema di previsioni a brevissimo termine basato sull’integrazione di dati radar abbinati a dati previsionali prodotti dal modello ad area limitata. ARPA-SIM ha curato infine l’organizzazione di un workshop internazionale e di una scuola sulle tematiche legate al rischio idrogeologico. In qualità di ente capofila, ARPA-SIM ha curato la gestione di tutte le procedure di accounting e stesura di report nei confronti della Commissione Europea. Il Workshop conclusivo congiunto con gli altri progetti europei MANTISSA e MUSIC si è svolto a Helsinki dal 21 al 25 giugno 2004. CARPE DIEM Critical Assessment of available Radar Precipitation Estimation techniques and Development of Innovative approaches for Innovative Environment Management Durata: 36 mesi gennaio 2002-dicembre 2004 Costo totale: 2.501.444euro Contributo comunitario complessivo: 1.659.000 euro Attività ARPA contributo comunitarie: 224.460 euro FRAP progetto per un quadro metodologico generico per la riconciliazione di conflitti tra protezione della biodiversità ed attività umane. Capofila del progetto è UFZ Umweltforschungzentrum (Centro per le ricerche nell’ambiente) di Leipzig 143 (DE); Arpa-Ingegneria Ambientale partecipa come partner assieme a ENEA e Delta 2000 scrl (IT), Natural Environment Research Council (UK); Fundacao da Faculdade de Ciencias e Tecnologie da Universiade Nova de Lisboa (PT); Finnish Environment Institute (FIN); Institute for Fisheries Management e Danish Institute for Fischeries Research (DK); Goeteborg University (SW); Institut fuer Wilbiologie und Jagdwirtschaft (AT). Obiettivo del progetto è, sulla base di casi studio relativi a tre specie di grandi vertebrati ittiofagi (Cormorano, Lontra, Foca) studiati in differenti stati europei, quello di definire un quadro metodologico per riconciliare i conflitti tra conservazione della biodiversità ed uso delle risorse ittiche. Il progetto è suddiviso in due fasi articolate su aspetti socioeconomici ed ecologici. La prima fase identifica e quantifica il problema (quadro legislativo ed istituzionale, aspetti economici e politiche, portatori di interessi e mitigazione, e fattori ambientali: dieta e consumo di pesce) e la seconda sviluppa possibili soluzioni (sviluppo di strumenti di politica, disegno di strategie di decisioni partecipate, e metodi di mitigazione ecologica e gestione delle specie studio). Il modulo finale è riservato alla disseminazione dei risultati. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 144 OTTAVOEURORAPPORTO 144 Nel corso del 2004, Arpa ha partecipato ai gruppi di lavoro interdisciplinari e ai monitoraggi sulle caratteristiche strutturali degli habitat nelle aree di foraggiamento del Cormorano, sull’efficacia dei metodi di dissuasione/allontanamento, e sulle presenze nell’area di studio. FRAP Framework for biodiversity Reconciliation Action Plans Durata 29 mesi Febbraio 2003 – giugno 2006 Costo totale: 3.730.000 euro Contributo comunitario complessivo: 2.490.000 euro Attività ARPA contributo comunitarie: 59.499 euro FUMAPEX ha come finalità di assicurare che i requisiti stabiliti dalle direttive comunitarie sulla qualità dell’aria vengano raggiunti nei tempi più brevi possibile, permettendo la previsione e la prevenzione dei peggiori casi di inquinamento atmosferico nelle aree urbane di maggiori dimensioni. Capofila del progetto è Danish Meteorological Institute (DK); ARPASIM partecipa in qualità di partner assieme a ARPA Piemonte e Arianet Consulting (IT), German Weather Service e Hamburg University (DE), Centro de Estudios Ambientales del Mediterrano (ES), Ecole Centrale de Nantes, INSA CNRS Universite – Insa de Rouen (FR), Finnish Meteorological Institute, Finnish National Public Health Institute KTL (FIN), The Norwegian Meteorological Institute e Norwegian Institute for Air Research (NW), University of Hertfordshire (UK), Environment Institute - Joint Research Center (EU) e Swiss Federal Institute of Technology (CH). Obiettivo principale di ARPA SIM è migliorare il proprio modello operativo per la previsione e la simulazione dell’inquinamento atmosferico a Bologna in cooperazione con altri enti locali (Province e Comuni) che saranno direttamente coinvolti nel sistema di valutazione e verifica del modello, tramite incontri pubblici e distribuzione della reportistica elaborata dai partecipanti al progetto. Nel corso del 2004, nell’ambito della verifica della qualità di diversi sistemi di previsione meteorologica operativa per la aree urbane, è stata verificata la qualità del modello previsionale ad area limitata (LAMI) su un periodo annuale in stazioni urbane e rurali del nord Italia, sono state eseguite e verificate simulazioni di episodi con modelli a tre differenti risoluzioni (7, 2.8, 1.1 km) sulle aree urbane di Bologna e Torino. Si è proceduto allo sviluppo ed alla predisposizione della dimostrazione di un nuovo sistema, denominato NINFA, per la diffusione delle informazioni previsionali della qualità dell’aria urbana, per l’Emilia-Romagna e l’area urbana di Bologna, i cui risultati sono stati comunicati in varie sedi europee, nazionali e regionali. FUMAPEX integrated system for Forecasting Urban Meteorology, Air Pollution and Population Exposure Durata: 36 mesi novembre 2002-ottobre 2005 Costo totale: 2.916.779euro Contributo comunitario complessivo: 1.867.393 euro Attività ARPA contributo comunitarie: 63.275 euro 墌 http://fumapex.dmi.dk/ MANTISSA, progetto per la valutazione della precipitazione con strumentazione Micro-Wave Link. Capofila del progetto è l’University of Salford (UK), Arpa-Sim partecipa al progetto come subcontractor del Politecnico di Milano. Altri partners, oltre al Politecnico, sono University of Essex e Rutherford Appleton Laboratories (UK), PH–Consult ( DK), University of Hanover e Emschergenossenschaft/Lippeverband (DE). Nel corso del 2004 sono stati installati due idrometri presso il rio Centonara e il Rio Ciagnano in località Settefonti di Ozzano dell’Emilia (BO); è stato effettuato lo scarico periodico dei dati dei micro-wave link e dei due idrometri e fornitura degli stessi al Politecnico di Milano, oltre alla fornitura di dati meteorologici della stazione di Settefonti. Arpa-Sim, inoltre, ha partecipato al Workshop conclusivo congiunto con gli altri progetti europei MUSIC e CARPE DIEM, svoltosi a Helsinki dal 21 al 25 giugno 2004. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 145 OTTAVOEURORAPPORTO MANTISSA Microwave Attenuation as a New Tool for Improving Storm-water Supervision Administration Durata: 36 mesi febbraio 2001-gennaio 2004 Costo totale: 678.482 euro Contributo comunitario complessivo: 339.241 euro Attività ARPA contributo comunitarie: 31.000 euro MFSTEP, sistema di previsione oceanografica per il mediterraneo. Capofila del progetto è l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; Arpa-Sim partecipa come partner assieme a Università di Bologna, Enea, National Centre for Marine Research (GR), Collecte Localisation Satellites SA (FR), Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, Institut fuer Meerskunde an der Universitaet Kiel (DE), Universitat Politecnica de Catalunya (ES), Centre National de la Recherche Scientifique (FR), National and Kapodistrian University of Athens (GR), Institute of Acceleratine Systems and Applications (GR), Institute of Marine Biology of Crete (GR), CNR.ISTT, Institut Français de Recherche pour l’Exploitation de la Mer (FR), Ministry of Agricultural and Natural Resources (Cyprus), Fondazione Eni – Enrico Mattei, Météo-France (FR), CNR.ISAC.RM, National Institute of Biology (SL), Cesky Hydrometeorologivky Ujtav Praha (CZ), CNR.IOF Deutschland GmbH (DE), Israel Oceanographic & Limnological Research Institute (Israel), University of Malta (Malta), Università de Liege (BE), Middle East Technical University (Turkey), Marine Hydrophisical Institute – Ukrainian National Academy of Science (Ukraine), Netherlands Institute for Sea Research (NL), , Consorzio Interuniversitario per la Gestione del Centro di Calcolo Elettronico dell’Italia Nord Orientale, International Marine Center (IT), Tecnomare SpA, CLU srl,Università degli Studi di Ancona, CNR.IRPM, CNR.IST, Université Pierre et Marie Curie (FR), Centre National de la Recherche Scientifique (FR), NOVELTIS (FR), Università Paul Sabatier de Tolouse III (FR), Consejo Superior de Investigaciones Cientificas (ES), NEC Foundation for International Studies – University of Malta (Malta), CNR.ISIA, Aristoteleio Panepistimio Thessalonikis (GR), Ambiente Qualità Sicurezza Mare, Università degli Studi della Tuscia, University of Cyprus (Cyprus), University of New South Wales (Australia). Nel 2004, nell’ambito dell’attività “Preparazione di modelli previsionali a scala regionale e della piattaforma costiera, impatto dei venti ad altissima risoluzione” sono stati eseguiti gli studi preparatori per permettere al modello oceanografico di operare utilizzando dati meteo ad altissima risoluzione. Con riferimento al mare Adriatico, nello svolgimento dell’attività che riguarda l’applicazione delle forzanti atmosferiche a studi sull’interazione aria-mare, sono stati utilizzati i campi meteorologici prodotti dal modello previsionale ad area limitata LAMI (Limited Atmosheric Model Italy) per calcolare i flussi superficiali all’interfaccia ariamare necessari a forzare il modello oceanografico del mare Adriatico. 145 MFSTEP Mediterranean Forecasting System: Toward Environmental Predictions Durata: 36 mesi Marzo 2003 - febbraio 2006 Costo totale: 11.971.124 euro Contributo comunitario complessivo: 7.203.005 euro Attività ARPA contributo comunitarie: 47.000euro 墌 http://www.bo.ingv.it/ mfstep/index.htm MUSIC ha come obiettivo la sperimentazione di un nuovo modello idrologico. Il progetto è incentrato sulla realizzazione di un sistema di supporto per la gestione e la prevenzione degli eventi alluvionali. Capofila del progetto è l’Università di Bologna, ARPA-SIM partecipa in qualità di partner assieme a University of Newcastle upon Tyne (UK), Gematronik GmbH elektronische Anlagen (DE), Institute of Meteorology and Water Management (PL), AVS/UNIRAS aps (DK), Fondazione per la Meteorologia Applicata, l’Istituto di Scienze 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 146 OTTAVOEURORAPPORTO 146 dell’Atmosfera e del Clima del CNR e ET&P Srl-Environmental Technologies and Products (IT). ARPA-SIM verifica la funzionalità degli strumenti sviluppati all’interno del progetto; nel corso del 2004 è stata quindi sviluppata la metodologia di verifica per le previsioni di natura idrologica e di utilità per il DSS sviluppato, che ha utilizzato dati di telepluviometri, di radar e satelliti meteorologici. Nel giugno 2004 si è svolto ad Helsinki il workshop finale. MUSIC Multi_Sensor precipitation measurements Integration, Calibration and flood forecasting Durata: 36 mesi febbraio 2001-gennaio 2004 Costo totale: 1.915.594 euro Contributo comunitario complessivo: 1.363.000 euro Attività ARPA contributo comunitario: 113.278 euro STARDEX ha l’obiettivo di delineare scenari di cambiamento climatico per quanto riguarda l’occorrenza di eventi meteorologici estremi che hanno un grande impatto sulla vita e sulle attività umane. Capofila del progetto è la University of East Anglia (UK); ARPA-SIM partecipa in qualità di partner assieme a King’s College London, Fundación para la Investigación del Clima (ES), University of Bern e Eidgenossische Technische Hochschule (CH), Centre National de la Recherche Scientifique e Université de Nice (FR), Atmospheric Dynamics Group della Facoltà di Fisica dell’ Università di Bologna, Danish Meteorological Institute (DK), Fachhochschule fur Tecnik Stuttgart e Universitaet Stuttgart (DE) Aristoteleio Panepistimio Thessalonikis (GR). L’attività di ARPA-SIM è accentrata sullo studio dei cambiamenti climatici degli estremi meteorologici a scala locale (Emilia-Romagna, Nord Italia) mediante uso dei prodotti dei Modelli di Circolazione Generale dell’Atmosfera e dei modelli regionali, opportunamente regionalizzati alla scala locale. Dopo l’analisi degli eventi estremi osservati in Emilia-Romagna negli ultimi 40/50 anni (incluse le cause scatenanti e le conseguenze da essi derivanti), l’identificazione delle variabili più attendibili predittrici di eventi estremi e la valutazione delle correlazioni esistenti tra esse, durante l’anno 2004 sono state applicate le procedure di regionalizzazione (downscaling statistico), definite negli anni precedenti, alle uscite dei modelli numerici di previsione climatica al fine di valutare scenari di cambiamento climatico futuri (periodo 20702100) nella regione Emilia-Romagna. STARDEX Statistical and Regional Dynamical downscaling of Extremes for European Regions Durata: 42 mesi gennaio 2002-giugno 2005 Costo totale: 2.315.617 Contributo comunitario complessivo: 1.716.624 euro Attività ARPA contributo comunitario: 163.200 euro ENSEMBLES è un progetto che intende sviluppare un sistema europeo per l’utilizzo della previsione probabilistica del clima. Capofila è U.K. Meteorological Office; Arpa-Sim partecipa assieme all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Fondazione Eni Enrico Mattei, Food and Agriculture Organization of the United Nations, Università degli studi di Firenze. Altri partners sono: International Institute for Applied Systems Analysis (A), Meteo France Centre National de Recherches Meteorologiques, Université Joseph Fourier Grenoble 1, Centre National de la Recherche Scientifique, Centre European pour le Recherche et la Formation Avancee en Calcul Scientifique, Climpact, Electricité de France, Ecole Normale Supérieure, Société de Mathématiques Appliquées et de Sciences Humaines (FR), Max Plance Gesellschaft zur Foerderung der Wissenschaften E.V., Universitat Hamburg, Deutscher Wetterdienst, Fachhochschule Fuer Technik Stuttgart, Freie Universitaet Berlin, GKSS Forschungszentrum Geesthacht GmbH, Institut Fuer Meereskunde an der Universitaet, Universitat Stuttgart, Potsdam-Institut fur Klimafolgenforschung e.V., Universitat Kassel, Universitat zu Koln (DE), European Centre for Medium-Range Weather Forecasts , University of 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 147 OTTAVOEURORAPPORTO Bristol, University of Reading, University of East Anglia, London School of Economics and Political Science, London School of Hygiene and Tropical Medicine, University of Liverpool, The Chancellor, Masters and Scholars of the University of Oxford, Weather Informatics Ltd (UK), Danmarks Meteorologiske Institut e Danmarks Jordbrugsforskning (DK), Koninklijk Nederlands Meteorologisch Instituut e Rijksinstituut Voor Volksgezondheid en Milieu (NL), National Observatory of Athens e Aristotle University of Thessaloniki (GR), Fundacion para la Investigacion del clima, Instituto Nacional de Meteorologia, Universidad de Cantabria , Universidad de Castilla La Mancha (ES), Suomen Ymparistokeskus (FIN), Cicero senter for klimaforskning, Meteorologisk Institutt, Nansen Environmental and Remote Sensing Center, Universitetet I Oslo (NW), Lunds Universitet e Sveriges Meteorologiska Och Hidrologiska Institut (SW), Commission of the European Communities – Directorate General Joint Research Centre e università Catholique de Louvain (B), Research Centre for Agricultural and Forest Environment, Polish Academy of Sciences (PL), Cesky Hydrometeorologicky Ustav, Univerzita Karlova V Praze, Ilmatieen Laitos (FLUstav fyziky atmosfery AV CR (CZ), Università de Fribourg, Eidgenoessische Technische Hochschule Zuerich, Institut Universitarie Kurt Boesch, Meteoschweiz , World Health Organization (CH), Institutul National de Hidrologie si Gospodarire a Apelor Bucuresti e Administratia Nationala de Meteorologie (RO), The Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (IS), Bureau of Meteorology Research Centre (Australia), The Trustees of Columbia University in the City of New York (USA). Obiettivi del progetto sono, quindi: Migliorare i modelli utilizzati per l’applicazione della previsione climatica, Sfruttare i risultati previsionali collegandoli alle applicazioni degli utilizzatori, Valutare l’efficacia delle previsioni all’interno dei sistemi di assistenza tecnica in agricoltura. Le attività del progetto si concretizzeranno nell’ Adattamento del SW CRITERIA per l’applicazione delle previsioni stagionali ai modelli agrometeorologici, nei Report di valutazione dei risultati relativi all’applicazione delle previsioni stagionali ed, infine, nella Divulgazione dei risultati mediante articoli scientifici e partecipazione a convegni. Nel corso del 2004 è iniziato l’adattamento del sistema CRITERIA per la simulazione territoriale di scenari utilizzando previsioni stagionali realizzate con la tecnica di ensemble ed è stato poi introdotto uno schema numerico per la previsione del bilancio idrico nel suolo. ENSEMBLES Ensemble based predictions of climate changes and their impacts Durata: 60 mesi Settembre 2004 - agosto 2010 Costo totale: 30.000.000 Contributo comunitario complessivo: 15.000.000 euro Attività ARPA contributo comunitario: 203.400 euro EPOCH è una rete di circa un centinaio di istituzioni culturali europee che mettono insieme i propri sforzi per migliorare la qualità e l’efficacia della tecnologia dell’informazione e della comunicazione per il patrimonio culturale. L’obiettivo complessivo della rete è quello di fornire una struttura organizzativa e disciplinare tale da accrescere l’efficacia del lavoro all’interfaccia tra la tecnologia e il patrimonio culturale dell’esperienza umana rappresentato 147 da monumenti, siti e musei. Questa struttura comprende tutti i vari processi di lavoro e i flussi di informazioni dalla scoperta archeologica fino all’educazione e alla divulgazione. Capofila del progetto è University of Brighton; IBACN partecipa come partner assieme a dipartimenti universitari, centri di ricerca, istituzioni culturali come musei o agenzie culturali nazionali e imprese commerciali di tredici diversi paesi; tra essi citiamo: Università di Firenze, Politecnico di Milano, ISME Centro Interuniversitario dei Sistemi Integrati per l’Ambiente Marino, University of Kent at Canterbury e The European Association of Historic Towns and Regions (UK), National Research Initiative in Digital Libraries (DE), Teknisk Museet Stockolm (SW), Center for Public Archaeology and Heritage Presentation (BE), Accademia Ungherese delle Scienze (HU). L’attività di IBACN si inserisce nell’area mirata alla di realizzazione dell’inventario delle tecnologie IT che già sono utilizzate nel patrimonio culturale o che si stanno sviluppando nell’ambito del patrimonio culturale. Attraverso la determinazione dei fattori che influenzano il successo o il fallimento di una tecnologia e delle sue applicazioni e attraverso la programmazione delle sovrapposizioni, delle sinergie e delle 04-Politiche comuni 11-11-2005 148 10:43 Pagina 148 OTTAVOEURORAPPORTO sul campo. opportunità. Nel 2004 è stata compiuta, in collaborazione con il Politecnico di Milano, un’attività di analisi sulle metodologie in uso per quanto riguarda la gestione e valutazione di accessibilità e usabilità nei siti web culturali. È stato inoltre definito un questionario che sarà sottoposto ad un ampio campione di istituzioni culturali europee per la miglior definizione degli standards di qualità dei siti web culturali. EPOCH European research network on Excellence in Processiong Open Cultural Heritage Durata: 48 mesi marzo 2004 - agosto 2008 Contributo comunitario complessivo: 7.880.000 euro Attività IBACN contributo comunitario: 12.000 euro 墌 http://.epoch-net.org MERIPA Methodology for European Regional Innovation Policy Assessment il progetto, approvato nel novembre 2004, inizierà nel giugno 2005 e prevede un costo complessivo di 1.980.700 euro, di cui 1.026.000 di contributo comunitario. La parte relativa alla Regione Emilia-Romagna prevede un costo di 207.808 euro, di cui 106.123 di contributo comunitario. Capofila è il Comune di Aalborg (DK). Le Direzioni Generali “Organizzazione, Sistemi Informativi e Telematica” e “Attività produttive, Commercio e Turismo” partecipano come partner assieme a Aster, Aalborg University e North Jutland County (DK), Region Blekinge e Blekinge Institute of Technology (SW), Lappeenranta University of Technology e Kouvola Region Federation of Municipalities FIN), Vilnius Municipality (LT) e Technology Center Kareltek, Region of South Karelia (RUS). Obiettivo del progetto è l’individuazione e sperimentazione di una Metodologia per la valutazione dell’impatto delle politiche di innovazione regionali e benchmarking con le altre regioni e altri modelli sviluppati con finanziamento comunitario. 4.4. LA POLITICA DEI TRASPORTI 4.4.1. Partecipazione della Regione ad azioni comunitarie L’azione regionale nel settore della mobilità urbana e del trasporto pubblico avviene in stretto contatto e confronto con le realtà europee. Attraverso un confronto internazionale sono state affrontate le principali tematiche di questo settore in merito a: Scenari: prassi organizzative del trasporto, modelli di business e sistemi logistici; Tecnologie: disponibilità di apparati e sistemi, maturità tecnologica, accessibilità di mercato, applicabilità, nuovi servizi e nuove architetture; Sicurezza: rischi, problemi, soluzioni prescritte e auspicate per la sicurezza di merci, operatori e strutture del trasporto e per la prevenzione ambientale; Progetti e Esperienze: cosa si sta già facendo per l’applicazione dell’ICT nel contesto della produzione, della logistica e del trasporto intermodale delle merci con specifiche sperimentazioni Grazie all’esperienza maturata anche nel corso dei progetti europei, è stata evidenziata la funzione dell’Information Technologies al fine di migliorare l’efficienza ed incrementare la sicurezza durante il trasporto delle merci e nell’intera catena logistica, con le conseguenti ricadute positive a livello economico complessivo. Nel corso del 2004, la Direzione Generale Programmazione territoriale e Sistemi di mobilità e l’Agenzia regionale Trasporti, ha partecipato a otto progetti approvati nell’ambito dei programmi di cooperazione transnazionale (Interreg III B)14 e interregionale (Interreg III C) che prevedono complessivamente quasi 5 milioni di euro di finanziamenti, per sviluppare sistemi di trasporto delle merci meno inquinanti, più efficienti e competitivi, ed anche per allargare la rete informatica che collega i porti e gli interporti del “corridoio Adriatico” all’Austria e alla Grecia e per incentivare il trasporto via mare e su ferrovia. La Regione Emilia-Romagna è capofila di due progetti - City Ports e Gildanet e partecipa come partner agli altri sei: Imonode, Merope, I-Log, Sestante, Citeair ed Enlocc. 14 Vedi in particolare la sezione dedicata al programma di iniziativa comunitaria Interreg III. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 149 OTTAVOEURORAPPORTO 4.5. LA POLITICA ENERGETICA Nel Trattato sull’Unione Europea non vi è un riferimento specifico alla Politica Energetica e le azioni comunitarie nel settore dell’energia sono sviluppate nell’ambito di diverse politiche. 4.5.1. Il Piano energetico regionale La riforma dell’articolo 117 della Costituzione riconosce “la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia” tra le materie di legislazione concorrente tra Stato e Regioni. Allo Stato tocca dunque dettare i principi generali, mentre spetta alle Regioni la programmazione sul territorio e la competenza sulle autorizzazioni per la realizzazione di nuovi impianti. La legge 55/2002 non ha fissato alcun principio nazionale di politica energetica ed ha mantenuto invece le competenze di autorizzazione in capo al Ministero, con procedure semplificate ma con il rischio di esautorare competenze di Regioni ed Enti locali in materia di programmazione territoriale e di controllo ambientale. Con l’accordo tra Governo, Regioni, Province, Comuni e Comunità montane per l’esercizio dei compiti e delle funzioni di rispettiva competenza in materia di produzione di energia elettrica, siglato in sede di Conferenza Unificata il 5 settembre 2002 e poi con un disegno di legge per l’energia15, il Governo ha riconosciuto le competenze delle Regioni anche in tema di nuove autorizzazioni. La legge n. 26 del 23 dicembre 2004 “Disciplina della programmazione energetica territoriale ed altre disposizioni in materia d’energia” dà piena attuazione alla riforma costituzionale. Per la prima volta in Italia, nel testo della legge regionale viene formalmente indicato come finalità il rispetto degli obiettivi indicati dal protocollo di Kyoto16. Obiettivo della Regione è armonizzare le esigenze di sviluppo con quelle generali di interesse pubblico, garantendo uno sviluppo sostenibile e responsabile delle compatibilità ambientali del “Sistema energetico regionale”, da ricercarsi attraverso il risparmio energetico, l’uso razionale dell’energia, la valorizzazione delle fonti rinnovabili. La legge regionale istituisce un “Piano energetico”, al quale viene collegato anche un apposito Fondo per finanziare veri e propri piani di risparmio energetico, di sviluppo di fonti rinnovabili e di ricerca per l’innovazione. La legge prevede anche che vi siano delle competenze e delle iniziative delle Province per la promozione del risparmio energetico e dell’uso raziona- le dell’energia nei processi produttivi, la valorizzazione delle fonti rinnovabili, l’ordinato sviluppo di impianti e reti provinciali. Ai Comuni, infine, viene attribuito l’impegno di attuare Piani e progetti per la riqualificazione energetica dei sistemi urbani negli insediamenti esistenti e soprattutto in quelli nuovi. 149 regolazione delle eventuali proposte di insediamento di nuove centrali con tre livelli d’accertamento della compatibilità ambientale. L’obiettivo principale del Piano è qualificare il sistema elettrico ed energetico regionale e raggiungere l’autosufficienza elettrica della regione entro il 2010 con una strategia “a misura d’ambiente” e, per attuare Kyoto, fissa l’obiettivo per far scendere del 6% le emissioni in Emilia-Romagna rispetto alla quota del 1990. Il Piano prevede azioni su tre livelli diversi: portare a conclusione il processo di conversione di tutte le vecchie centrali ad olio combustibile (altamente inquinanti e poco efficienti) in impianti a metano e a ciclo combinato da realizzare con le migliori tecnologie secondo quanto indicato dalle direttive europee per l’attuazione di Kyoto; aumento della produzione elettrica con fonti rinnovabili (idroelettrico, eolico, fotovoltaico, biomasse) e della cogenerazione. Si prevede così di moltiplicare per sette il totale della produzione realizzata con impianti eolici e fotovoltaici e di dieci volte al dotazione attuale di pannelli solari; 15 Disegno di legge “Riforma e riordino del settore energetico” approvato dal Consiglio dei Ministri il 14 settembre 2002. 16 Il Protocollo di Kyoto, in Italia, è stato ratificato con la legge 1° giugno 2002, n. 120. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 150 OTTAVOEURORAPPORTO 150 4.6. SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE L’attenzione dell’Unione Europea alla cosiddetta Società dell’informazione è crescente ed animata da un dibattito politico continuo finalizzato ad individuare, in sintonia con gli obiettivi fissati dalla strategia di Lisbona, le azioni al livello comunitario per una diffusione più capillare delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Nel 2004 è stata ufficialmente istituita l’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione. A seguito della revisione intermedia del piano d’azione eEurope 2005, la Commissione ha proposto e finalizzato una serie di quindici azioni intese ad accelerare la realizzazione del piano. Il programma eContent finalizzato a favorire l’accessibilità e l’utilizzabilità dei contenuti digitali europei e terminato nel 2004 è stato prolungato attraverso il nuovo programma eContentplus. La Commissione ha inoltre proposto un nuovo programma pluriennale Safer Internet plus per promuovere l’uso sicuro di Internet. A queste tematiche la Regione EmiliaRomagna pone grande attenzione: con la redazione del Piano Telematico Regionale17 si sono definite con gli enti locali le strategie regionali nei settori di e-government e società dell’informazione, rifacendosi alle linee guida di eEurope 2005. L’obiettivo del Piano è duplice: da una parte trasformare l’Emilia-Romagna in un territorio digitale, con un’infrastruttura telematica in grado di raggiungere ogni Comune e fornire servizi ai cittadini ed alle imprese. Il secondo obiettivo è favorire, grazie a questo volano pubblico, la crescita del mercato dei servizi telematici, aumentando così la competitività dei territori e del sistema delle PMI. Dotato complessivamente, per il quadriennio 2002-2005, di risorse per circa 120 milioni di euro, il piano è articolato in 30 progetti di durata almeno triennale e rappresenta uno degli interventi strategici del programma di legislatura della Regione. 4.6.1. Partecipazione della Regione ad azioni comunitarie La Regione Emilia-Romagna, attraverso ARPA-SIM e la Direzione generale Organizzazione, Sistemi informativi e Telematica, ha partecipato al programma Ten-Telecom18 e al successivo programma e-Ten19 con i progetti Mushroom e Eurovoxbox. Questi programmi sostengono le reti nel settore delle infrastrutture di telecomunicazione, la costituzione e lo sviluppo di servizi e applicazioni interoperabili e l’accesso alle stesse con l’ obiettivo di facilitare la transizione verso la società dell’informazione per tutti (tenendo conto delle esigenze di anziani e disabili e promuovendo l’inclusione sociale); rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale, tenendo conto dell’esigenza di collegare le regioni periferiche e insulari alle regioni centrali; migliorare la competitività delle imprese europee (in particolare le PMI) e rafforzare il mercato interno; stimolare lo sviluppo di nuove attività generatrici di occupazione. EUROVOXBOX - Services for Improving Citizens’ Participation in Democratic, sperimenta un sistema che può gestire ogni tipo di questionario, con nuove funzionalità multimediali che permettono la gestione di questionari con immagini, audio. I questionari saranno somministrati via internet ma il progetto studierà anche altri canali, quali l’UMTS e la TV digitale. Tramite eurovoxbox quindi la PA potrà fare indagini presso i propri cittadini in tempi rapidi e a costi bassi, tenendo monitorate opinioni e proposte. Capofila è Jack Blutharsky Group (IT), il Servizio Applicazioni telematiche 2 partecipa come partner unitamente a Janus srl (IT), QeD, Municipality of Nea Makri e Municipality of Piraeus (GR), EKG e Municipality of Kolding (DE), Indra sistemas e Autonomus community of Castilla y Leon (ES). Nel corso del 2004 il prodotto è stato testato sul sito web della Regione Emilia-Romagna, in particolare su Ermesimprese, è stata effettuata l’analisi per questionari adattabili a siti di altre direzioni regionali ed è stato prodotto materiale illustrativo. 17 il documento “Piano Telematico Regionale – Programma operativo 2002” è stato adottato dalla Giunta regionale nel giugno 2002; il Piano per lo sviluppo telematico dell’Emilia-Romagna è stato definito con delibera di Giunta n. 157 dell’8 febbraio 2000 mentre la delibera di Giunta n. 219 del 16 febbraio 2000 ha indicato i criteri e le procedure di concessione dei contributi per la promozione e il sostegno ai programmi di sviluppo telematico delle Amministrazioni locali. 18 Decisione n. 1336/97/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 giugno 1997 in merito a una serie di orientamenti sulle reti di telecomunicazione transeuropee (GUCE L 183/12 del 11/07/1997). 19 Decisione N. 1376/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 2002 che modifica la decisione n. 1336/97/CE (GUCE L 200/1 del 30/07/2002). 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 151 OTTAVOEURORAPPORTO 151 EUROVOXBOX Durata: 18 mesi maggio 2004- novembre 2005 Costo totale: 1.658.601 euro Contributo comunitario: 829.293 euro Attività RER contributo comunitarie: 71.800 euro risorse proprie: 143.600 euro MUSHROOM ha l’obiettivo di realizzare la valutazione di un sistema software/hardware integrato per la gestione operativa del rischio idrogeologico, con particolare riferimento alla gestione delle piene. Capofila è Datamat (IT); Arpa-Sim e il Servizio Tecnico Bacino del Reno parte- cipano come partners insieme a Geosys S.L di Madrid (ES), Telespazio, Servizio provinciale Difesa del Suolo di Modena e Nuwater (UK). 4.7. ALLARGAMENTO E RELAZIONI CON PAESI TERZI Nel 2004 si sono concluse tutte le attività del progetto, in particolare la fase sperimentale che prevedeva la messa a punto e la successiva applicazione del modello idrologico (TOPKAPI) per la previsione dei livelli e della portata dei fiumi in alcune sezioni. 4.7.1. I futuri allargamenti MUSHROOM Durata: 20 mesi marzo 2003- dicembre 2004 Costo totale: 2.496.053 euro Contributo comunitario: 1.248.024euro L’ingresso effettivo, a partire dal primo maggio 2004, dei dieci nuovi stati membri ha segnato una tappa importante del processo di allargamento dell’UE ed ha posto le basi concrete per i successivi allargamenti; si sono infatti conclusi i negoziati di adesione con Bulgaria e Romania. Sulla base di rapporti specifici della Commissione europea , i Consigli europeo di giugno e di dicembre hanno deciso l’avvio dei negoziati con la Turchia e con la Croazia; ciò dovrebbe consentire l’apertura dei negoziati entro il 2005. Inoltre nel corso dell’anno si è registrata la richiesta ufficiale di adesione dell’ex Repubblica iugoslava di Macedonia. Accanto a queste decisioni politiche, la Commissione europea ha affiancato proposte finanziarie per permettere il decollo effettivo di questa strategia di preadesione; in particolare: per Romania e Bulgaria ha proposto uno stanziamento di risorse per il trien- nio successivo al 1°gennaio 2007, data prevista per l’adesione effettiva; ha previsto la creazione di uno strumento di preadesione (IPA) che sostituisce lo strumento Phare, in aggiunta agli strumenti già attivi per i paesi candidati ISPA, Sapard e Cards. 4.7.2 La nuova politica europea di vicinato (PEV) Nell’ambito della politica di relazioni esterne la Commissione europea ha rafforzato il suo impegno verso i paesi confinanti con le nuove frontiere esterne, terrestri e marittime, dell’Unione europea quali la Russia, i nuovi Stati indipendenti occidentali (Ucraina, Moldova, Bielorussia), i paesi balcanici occidentali ed i paesi terzi dell’area meridionale del Mediterraneo. Nel corso del 2004 il Consiglio europeo ha stabilito un quadro generale ed una serie di decisioni relative ai principi alle priorità ed alle condizioni per avviare partenariati europei con i paesi dei Balcani occidentali (Albania, BosniaErzegovina, Serbia e Montenegro, ex Repubblica iugoslava di Macedonia). Un nuovo impulso al partenariato mediterraneo è stato dato sul versante delle relazioni bilaterali a seguito della conclusione di un accordo con l’Egitto. 04-Politiche comuni 11-11-2005 152 Sul piano legislativo, nel quadro delle proposte di prospettive finanziarie 2007/2013, la Commissione ha presentato nel settembre 2004, un pacchetto di proposte20 finalizzato a sostituire gli strumenti attualmente esistenti nell’ambito della politica di aiuto esterno a carattere geografico e tematico e che si sono sviluppati nel tempo e sulla base, di volta in volta, di esigenze puntuali. Il nuovo quadro prevede complessivamente sei strumenti, di cui quattro di nuova istituzione: – lo strumento di preadesione (nuovo) (IPA)riguarderà i paesi candidati (Turchia e Croazia) e candidati potenziali (paesi dei Balcani occidentali) e sostituirà gli attuali strumenti Phare, ISPA, Sapard, Cards; – lo strumento di prossimità (nuovo) (ENPI) riguarderà i paesi terzi che partecipano alla politica di vicinato (paesi del mediterraneo e dell’est europa) e sostituirà gli strumenti Meda e Tacis; – strumento per la cooperazione allo sviluppo e cooperazione economica (nuovo) per tutti gli altri paesi che non beneficeranno degli strumenti di preadesione e prossimità; – strumento di stabilità (nuovo) destinato a finanziare interventi della Comunità (in particolare sicurezza e 10:43 Pagina 152 OTTAVOEURORAPPORTO lotta alla criminalità) in paesi terzi con situazioni di crisi ed instabilità; – strumenti per l’aiuto umanitario e per l’assistenza macrofinanziaria, che non subiscono particolari modifiche. I nuovi strumenti finanziari, in particolare preadesione e prossimità, pongono le basi per il consolidamento delle relazioni fra l’Unione europea ed i paesi terzi interessati, assegnando alla politica europea di vicinato una dimensione locale e regionale nell’ambito della quale possono essere sviluppate forme di cooperazione e sostegno allo sviluppo economico, sociale, culturale. In particolare gli strumenti di preadesione e prossimità finanzieranno programmi specifici per paese stabiliti su base bilaterale Commissione/Paese terzo. In quest’ambito una componente specifica ed innovativa sarà costituita dalla cooperazione transfrontaliera che, con l’ampliamento delle frontiere esterne, dovrebbe contribuire in modo significativo allo sviluppo regionale integrato tra regioni confinanti. La componente di cooperazione transfrontaliera utilizzerà l’approccio adottato dai Fondi strutturali basato sui principi di programmazione, partenariato e cofinanziamento comunitario. 4.7.3. Azioni a sostegno dell’allargamento (twinning) L’allargamento dell’Unione Europea ha portato la Commissione europea ad elaborare una strategia di preadesione sulla base delle conclusioni del Consiglio europeo di Lussemburgo del dicembre 1997. Ciò ha comportato un sostegno al potenziamento della capacità istituzionale e amministrativa dei paesi candidati al fine di applicare l’acquis comunitario nonché il rispetto delle norme comunitarie da parte delle loro imprese. A supporto di tale strategia, la Commissione ha messo a punto specifici strumenti finanziari, rafforzato strumenti già esistenti, aperto programmi comunitari ai paesi candidati. Nell’ambito del programma PHARE, al fine di rafforzare le capacità istituzionali, è previsto come strumento principale il gemellaggio amministrativo “twinning” quale innovativo strumento di cooperazione e di accompagnamento all’adesione. Il twinning rappresenta il principale strumento di assistenza pre-adesione per i Paesi candidati, in particolar modo per quanto riguarda l’adeguamento normativo ed istituzionale (institution building) delle loro pubbliche ammini- strazioni agli standard europei (acquis comunitario). I gemellaggi amministrativi si articolano in progetti che prevedono il trasferimento e la missione per brevi periodi di pubblici funzionari ed esperti esterni alla Pubblica Amministrazione dei Paesi membri presso le pubbliche amministrazione dei Paesi Candidati per assisterli nel recepimento dell’acquis in specifici settori normativi, precedentemente individuati. A scadenze determinate i Paesi candidati in stretto contatto con la Commissione europea individuano e fanno conoscere attraverso specifiche comunicazioni ai Paesi Membri proposte per progetti di gemellaggio che prevedono gli obiettivi da raggiungere in un specifico settore, le risorse finanziarie a disposizione e le risorse umane necessarie per la realizzazione degli obiettivi prefissati. I Paesi Membri, verificato il proprio interesse, manifestano la loro disponibilità al Paese Candidato. La selezione delle offerte da parte dei Paesi Candidati viene fatta con la collaborazione della Commissione. Per l’esecuzione del progetto tra il Paese Membro e quello candidato viene sottoscritto un accordo (covenant) controllata nell’esecuzione dai competenti 20 Docc. COM (2004) 626, 627, 628, 629, 630 del 29.9.2004. 04-Politiche comuni 11-11-2005 10:43 Pagina 153 OTTAVOEURORAPPORTO servizi della Commissione europea. Oltre agli Enti pubblici i gemellaggi amministrativi possono coinvolgere anche altri Enti (mandated body) accreditati presso la Commissione europea. I gemellaggi amministrativi sono uno strumento utilizzato anche nell’ambito del Programma CARDS rivolto a Albania, Bosnia e Erzegovina, Croazia, Macedonia, Serbia e Montenegro. Le procedure e le modalità sono uguali a quelle dei gemellaggi PHARE. Nell’ambito del Programma TACIS sono previsti gemellaggi amministrativi rivolti ai Paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CIS) ed alla Mongolia il cui obiettivo è quello di incoraggiare il rafforzamento istituzionale, agevolare l’elaborazione e la messa a punto di politiche pubbliche tramite progetti di cooperazione tra Paesi membri e gli Stati sopra indicati. Il finanziamento minimo concesso è di 300.000 euro per i costi del progetto previo accordo tra la delegazione della Commissione europea e l’Istituzione pubblica del Paese Partner. I Paesi Membri, presentano le loro offerte che, se positivamente accolte, si concludono con la sottoscrizione di un accordo (convenant) da sottoporre al Comitato di Valutazione Progetti per l’approvazione definitiva. 4.7.4. Partecipazione della Regione a programmi e azioni di sostegno all’ampliamento La Regione Emilia-Romagna ha attivato azioni di informazione specifica sulle opportunità offerte dai twinning nei diversi programmi PHARE, CARDS, TACIS e MEDA attraverso una sezione specifica, www.europafacile.net/ twinning, attivata nell’ambito del sito web europafacile, dedicata ai bandi ed alla normativa twinning con i principali link di riferimento comunitari e nazionali. La Regione Emilia-Romagna si è posta fra i suoi obiettivi la partecipazione ad azioni di sostegno mettendo a disposizione il proprio know how maturato nella gestione di programmi comunitari; d’altra parte considera queste azioni un’opportunità per attivare forme di cooperazione non solo sul piano istituzionale ed amministrativo. La Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del programma PHARE, ha partecipato nel corso del 2004 a quattro progetti in Polonia, tre dei quali tramite Arpa e Agrea. Implementation of the Integrated Regional Operational Programme at the Central and Regional levels Avviato nel settembre 2004, il progetto vede come capofila il Dipartimento Politiche di Coesione del Ministero Economia e Finanze e, come partners, le Regioni Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia e Basilicata. Il progetto ha lo scopo di fornire assistenza e supporto alle Amministrazioni centrali e regionali polacche coinvolte nell’attuazione del Programma Operativo Regionale Integrato (IROP). Il twinning è suddiviso in quattro componenti operative: Supporto al programma di implementazione, Supporto al monitoraggio ed alla valutazione, Formazione e sistema informativo, Informazione e pubblicità. Monitoring of drinking water quality in Poland Iniziato nell’ottobre 2003 è terminato nel settembre 2004 ed ha avuto un contributo comunitario di 824.000 euro, di cui di 35.000 euro per Arpa. Il progetto, suddiviso in nove componenti, è coordinato da ARPA Veneto. Arpa Emilia-Romagna è responsabile della Componente 3 “Salute” (valutazione dei rischi sanitari, organizzazione di un sistema di informazione e comunicazione al pubblico dei rischi sanitari, ecc.) e partecipa alle attività della 153 Componente 4 “Monitoraggio” (ottimizzazione del sistema di monitoraggio delle acque destinate al consumo umano, formazione del personale tecnico polacco sulle attività di vigilanza e ispezione sugli impianti di trattamento e distribuzione dell’acqua potabile, ecc.). Gli altri partners del progetto sono il Ministero dell’Ambiente, l’APAT, l’Istituto Superiore Sanità, l’ARPA Piemonte e la Provincia di Potenza. Il progetto ha lo scopo di supportare il Ministero della Sanità della Polonia per creare le condizioni tecniche, organizzative ed amministrative necessarie all’implementazione della Direttiva Comunitaria 98/83/EC relativa ai requisiti di qualità delle acque destinate all’uso potabile. In particolare il progetto persegue i seguenti obiettivi: – adeguare l’attuale sistema di vigilanza e controllo ai requisiti standard previsti dalla UE per le acque potabili; – elaborare le procedure, i metodi di prova e le istruzioni operative di riferimento per il monitoraggio e controllo – sviluppare adeguati programmi di garanzia di qualità per il controllo – sviluppare iniziative di formazione/aggiornamento professionale in materia di vigilanza sanitaria, controllo e monitoraggio delle acque potabili. 04-Politiche comuni 11-11-2005 154 10:43 Pagina 154 OTTAVOEURORAPPORTO Preparation for selected Common Agricultural Policy instruments Iniziato nel novembre 2002, si è concluso nel luglio 2004. Partners del progetto sono per l’Italia, oltre ad AGREA, il Ministero dell’Agricoltura e Foreste e per la parte polacca il Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale (MARD) e l’ARMA (Agenzia per la Ristrutturazione e la Modernizzazione dell’Agricoltura). Mandated body del progetto è ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo e Alimentare). svolti anche presso i Dipartimenti di ARMA a livello regionale e provinciale e in alcune visite presso aziende agricole. I temi trattati hanno riguardato il raggiungimento dei requisiti per l’accreditamento dell’Agenzia di pagamento polacca in ottemperanza al Reg. 1663/95 della Commissione, l’informatizzazione del sistema di gestione delle domande di aiuto, il GIS (Sistema Informativo Geografico) e le medodologie operative adottate dal Dipartimento di Internal Audit. Il Twinning è suddiviso in sette componenti e ha come obiettivi: A conclusione del Twinning si è svolta una study visit di membri dell’internal audit polacco presso Agrea con focus sull’audit e sul sistema informatizzato di gestione domande (SOP). – supportare l’implementazione e lo sviluppo del Sistema Integrato di Gestione e Controllo delle particelle agricole; – assistere il Ministero e l’ARMA nell’adeguamento istituzionale e organizzativo e nella definizione di procedure concernenti i pagamenti diretti e le misure di accompagnamento in conformità alle disposizioni comunitarie del FEOGA Sezione Garanzia. – migliorare l’attività di informazione/formazione ai beneficiari dei progetti e alle istituzioni coinvolte relativamente alla corretta applicazione delle procedure. L’attività è consistita nella tenuta di seminari e incontri tecnici che si sono Preparation of institutional system for implementation of EAGGF structural funds for the development of agriculture and rural areas Iniziato nel novembre 2003, si è concluso nel novembre 2004. Anche questo twinning, a cui partecipa AGREA, vede coinvolti come partners il Ministero dell’Agricoltura italiano e il Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale polacco (MARD) e l’ARMA (Agenzia per la Ristrutturazione e la Modernizzazione dell’Agricoltura). Mandated body è Medit Silva (Centro Studi Appennino per la Foresta dell’Area Mediterranea). Il twinning vede coinvolti esperti di diverse amministrazioni pubbliche, in maggioranza italiani (MiPAF, INEA, AGREA-Emilia-Romagna, AVEPA-Veneto, ARUSIA-Umbria) ma anche inglesi e irlandesi. La finalità del gemellaggio è supportare il MARD e l’ARMA nell’adeguamento istituzionale e procedurale necessario al passaggio della gestione delle misure dello Sviluppo Rurale dal progetto SAPARD alla disciplina del FEOGA Sezione Orientamento (Reg. 1257/99; 1260/99; 438/01; 445/02) in particolare: – migliorando il sistema di gestione delle informazioni; – assistendo l’agenzia di pagamento nella predisposizione delle procedure e delle chek-lists relative alle misure strutturali; – collaborando alla predisposizione di procedure di pagamento, contabilizzazione, monitoraggio, controllo e rendicontazione. 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 10:44 Pagina 1 PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE AD ALTRI PROGRAMMI COMUNITARI 5 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 10:44 Pagina 2 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 10:44 Pagina 157 OTTAVOEURORAPPORTO La partecipazione ai programmi europei avviene generalmente con tre modalità e con responsabilità diverse secondo il tipo di impegno scelto: è prevista la figura del capofila, del partecipante o dell’associato. Il capofila presenta formalmente il progetto e, in caso di approvazione, stipula il contratto con la Commissione assumendo, quindi, anche la responsabilità finanziaria del progetto. Collabora, insieme ai partecipanti, alla ideazione e realizzazione del progetto, riceve i pagamenti e si occupa di distribuire le risorse ricevute agli altri partners. Il partecipante collabora sia nella fase di preparazione che di realizzazione del progetto complessivo mettendo a disposizione anche proprie risorse finanziarie. L’associato solitamente si occupa della realizzazione di una parte del progetto e non ha l’obbligo di impegnare proprie risorse finanziarie. Il programma Gioventù è uno specifico programma di cooperazione nel settore della politica della gioventù ed ha l’obiettivo di promuovere un contributo attivo dei giovani alla costruzione europea, sviluppare la comprensione interculturale, rafforzare i valori fondamentali come il rispetto dei diritti umani e la lotta contro il razzismo e la xenofobia, sviluppare il senso della solidarietà, incoraggiare l’imprenditorialità, lo spirito di iniziativa e la creatività, stimolare il riconoscimento dell’istruzione non formale, rafforzare la cooperazione di tutti coloro che sono attivi nel campo della gioventù. Per quanto riguarda la partecipazione, essa avviene, generalmente, attraverso la risposta a bandi e inviti periodici predisposti dalla Commissione europea e pubblicati sulla Gazzetta ufficiale delle Comunità europee, serie C. Questi bandi si riferiscono a uno specifico programma d’azione adottato con decisione del Consiglio e definiscono l’ambito di intervento, le azioni finanziabili, i beneficiari, l’entità del contributo, le modalità e le procedure di accesso, la scadenza ed il formulario per la presentazione dei progetti. Nel 2000 l’Unione Europea ha approvato Gioventù uno specifico programma per l’educazione informale dei giovani dell’Unione e di quelli dei paesi terzi con i quali esistono rapporti di cooperazione. Accanto a Leonardo-formazione professionale e a Socrate-educazione formale, Gioventù1 riunisce ed amplia i singoli programmi e linee di finanziamento destinate a progetti per l’educazione informale dei giovani dai 15 ai 25 anni di età. Approvato per il periodo gennaio 2000-dicembre 20062 ha una dotazione finanziaria complessi- 5.1 PROGRAMMA GIOVENTÙ va di 520 milioni di euro è attuato attraverso cinque distinte azioni: – Scambi Gioventù per l’Europa; – Servizio volontario europeo; – Iniziative per i giovani, di gruppo e capitale futuro; – Azioni congiunte con i programmi Socrate e Leonardo da Vinci; – Misure di accompagnamento che prevedono formazione e cooperazione degli attori della politica della gioventù, informazione per i giovani e studi sulla gioventù, informazione e visibilità delle azioni e misure di sostegno (in cui rientrano i contributi per le Agenzie nazionali e l’assistenza tecnica e supporto operativo). Il programma è aperto, oltre che ai 25 Stati membri, anche a Norvegia, Islanda e Liechtenstein3 e, a determinate condizioni, anche con paesi terzi dell’area mediterranea, dell’Europa sud-orientale, della Comunità degli Stati Indipendenti e dell’America Latina. 5.1.1 La nuova generazione dei programmi dedicati ai giovani dell’Unione Europea Nel marzo 2004 la Commissione europea ha adottato due Comunicazioni con 157 le quali delineava gli orientamenti generali dei futuri programmi comunitari a sostegno dei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù, della cultura e dell’audiovisivo, destinati a sostituire gli attuali programmi “Socrates”, “Leonardo da Vinci”, “Gioventù”, “Cultura 2000” e “Media Plus”, che rimangono operativi fino alla fine del 2006. Nel luglio 2004 la Commissione ha avviato la procedura legislativa che, dopo le discussioni al Parlamento e al Consiglio, condurrà all’adozione dei nuovi programmi. Di seguito i contenuti di maggior rilievo delle proposte legislative, come comunicati dalla Commissione. Per il periodo 2007-2013 verranno istituiti 4 nuovi programmi, dotati globalmente di circa 16 miliardi di euro, con un notevole incremento dello stanziamento attualmente a disposizione nell’insieme dei programmi attuali. I nuovi programmi avranno le seguenti caratteristiche: 1 www.gioventu.it 2 Istituito con decisione 1031/2000/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 13 aprile 2000. 14 Paesi AELS-SEE. 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 158 10:44 Pagina 158 OTTAVOEURORAPPORTO coordinamento delle politiche rivolte ai giovani. 1. Programma d’azione integrato relativo all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Viene istituito un nuovo programma di azione nel settore dell’istruzione e della formazione, che sarà composto dalle seguenti azioni/programmi settoriali: “Comenius” (insegnamento scolastico), “Erasmus” (insegnamento superiore), “Leonardo da Vinci” (formazione professionale), “Grundtvig” (insegnamento per gli adulti). Lo stanziamento previsto per il programma ammonta a 13,6 miliardi di euro e vengono fissati i seguenti obiettivi: – partecipazione a “Comenius” di almeno un alunno su 20 nell’Unione europea; – 3 milioni di studenti “Erasmus” dalla creazione del programma al 2011; – 150 000 tirocini presso aziende ogni anno nell’ambito di “Leonardo da Vinci” entro il 2013; – formazioni o mobilità per 25 000 adulti all’anno nel contesto di “Grundtvig” entro il 2013. 2. Gioventù in azione Il futuro programma a sostegno della gioventù risulta, rispetto all’attuale, semplificato nel funzionamento e notevolmente decentralizzato. Sarà dotato di uno stanziamento pari a 915 milioni di ? e raggrupperà azioni diverse, quali gli “Scambi di giovani” (obiettivo: 35 000 progetti entro il 2013), il “Servizio volontario europeo” (obiettivo: 10 000 volontari/volontarie) e “Gioventù nel mondo”, destinata all’elaborazione di progetti con i Paesi Terzi. 3. Media 2007 Con uno stanziamento proposto di oltre un miliardo di euro, MEDIA 2007 riunirà gli attuali programmi “Media Plus – Sviluppo, distribuzione e promozione” e “Media Plus -Formazione”. Il nuovo programma ribadisce il forte impegno dell’Unione nel settore audiovisivo e si propone di: – promuovere la diversità culturale e preservare il patrimonio cinematografico/audiovisivo europeo e favorirne l’accesso al pubblico; – accrescere la circolazione di film e produzioni audiovisive europee, sia all’interno che all’esterno dell’UE; – rafforzare la competitività del settore audiovisivo europeo. 4. Cultura 2007 Cultura 2007 verrà a sostituire l’attuale programma a sostegno della cooperazione nel settore culturale “Cultura 2000”. Con un budget proposto di poco superiore a 400 milioni di ?, il nuovo programma si concentrerà su tre priorità: promuovere la mobilità transnazionale degli artisti e dei professionisti del settore culturale, promuovere la circolazione transnazionale delle opere e dei prodotti artistici/culturali e promuovere il dialogo interculturale. 5.1.2. Il Progetto Giovani della Regione Emilia-Romagna La Giunta Regionale, attraverso il proprio Progetto Giovani, gestito dalla Direzione generale Sanità e Politiche sociali, ha proseguito il lavoro attivato alla fine del 2000 per aumentare la partecipazione degli enti locali e delle organizzazioni giovanili della regione ai microfinanziamenti disponibili attraverso Gioventù. È continuata l’attività di consulenza per enti locali ed organizzazioni di tutte le province per illustrare nei dettagli le progettualità finanziabili attraverso le cinque azioni del programma: Azione 1. Scambi internazionali; Azione 2. Servizio Volontario Europeo; Azione 3. Iniziative giovani/Progetti di gruppi giovanili spontanei; Azione 4. Progetti congiunti con Leonardo e Socrate; Azione 5. Formazione ed attività di sostegno agli scambi giovanili ed alle attività di volontariato internazionale. È stato anche avviato il monitoraggio sull’attuazione di tutti i progetti, sia in conto corrente che in conto capitale, sostenuti attraverso la legge regionale 21/1996 Promozione e Il Libro bianco sulle politiche giovanili, pubblicato dalla Commissione europea nel novembre 2001 con il titolo Un nuovo impulso per la gioventù europea4, ha rappresentato il principale filo conduttore per la dimensione internazionale delle politiche giovanili regionali anche nel 2004. Gioventù resta però la principale fonte di co-finanziamento per i programmi giovanili europei organizzati da enti dell’Emilia-Romagna. I dati riassuntivi disponibili dei finanziamenti attivati per l’Emilia-Romagna per il 2004 con Gioventù sono: Totale Azione 1 Scambi giovanili internazionali 810.763.04 171.47,00 Azione 2 Servizio volontario europeo 430.063,04 Azione 3 Iniziative giovani Azione 5 Formazione e sostegno alle Azioni 1 e 2 4 149.491,00 59.739,00 http://europa.eu.int/comm/education/ youth/whitepaper/download/ whitepaper_it.pdf 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 10:44 Pagina 159 OTTAVOEURORAPPORTO Il totale dei finanziamenti ottenuti per il 2004 in Emilia-Romagna è quindi di 810.763,04 euro, contro i 956.936,44 dell’anno precedente. Per completare il quadro delle risorse attivate sui programmi giovanili europei sono da menzionare quelle specificamente dedicate all’informazione, attraverso i 107 sportelli Informagiovani diffusi su tutto il territorio regionale e le sette strutture Eurodesk - a Pianoro (BO), Modigliana (FC), Ferrara, Parma, Ravenna, Reggio Emilia e Riccione (RN) - specializzate nel fornire informazioni sui programmi comunitari. Va, infine, segnalato il Protocollo d’intesa fra regioni europee per progetti sulle politiche rivolte ai giovani su tematiche di rilievo internazionale, concordato, su iniziativa dell’EmiliaRomagna con Assia, Aquitania, Paesi della Loira, Galles, Aragona, Generalitat Valenciana, Wielkopolska, Bassa Slesia, Västra Götaland. 5.2 PROGRAMMA SOCRATE Socrate5 è un programma di cooperazione nel campo dell’istruzione ed ha l’obiettivo di rafforzare la dimensione europea dell’istruzione di qualità a tutti i livelli promuovendo l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, basato sulla formazione e sull’istruzione sia formale che informale e lo sviluppo delle conoscenze, attitudini e competenze atte a favorire la cittadinanza attiva e l’ingresso nel mondo del lavoro, obiettivi realizzati tramite diverse azioni: Azione 1 insegnamento scolastico (Comenius), Azione 2 insegnamento superiore (Erasmus), Azione 3 educazione degli adulti e altri percorsi educativi (Grundtvig), Azione 4 insegnamento e apprendimento delle lingue (Lingua), Azione 5 insegnamento aperto e a distanza; tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel settore dell’istruzione (Minerva), Azione 6 osservazione e innovazione, Azione 7 azioni congiunte con altri programmi ed azioni comunitarie per la promozione di un’Europa della conoscenza, in particolare Leonardo e Gioventù, Azione 8 misure di accompagnamento. Il programma è aperto alla partecipazione dei paesi AELS-SEE6 nel contesto dell’accordo sullo Spazio economico europeo e della Turchia; con esso la Comunità interviene in tutti i livelli dell’insegnamento scolastico, comprese le scuole materne ed elementari, sviluppando lo scambio di informazioni, stimolando scambi tra istituti di istruzione e la mobilità di studenti ed insegnanti, incoraggiando l’insegnamento aperto e a distanza, promuovendo un migliore riconoscimento dei diplomi e dei periodi di studio. Ha una durata settennale (1° gennaio 2000-31 dicembre 2006) e una dotazione finanziaria complessiva di 1.850 milioni di euro di cui almeno il 27% è riservato a Comenius, il 51% a Erasmus e il 7% a Grundtvig. La partecipazione della Regione al programma Socrate Nell’ambito di Socrate, la Regione Emilia-Romagna partecipa ai progetti “IRENE”, “Lifelong Museum learning”, “Museums as places places for lifelong learning”, “Collect and Share” e “Pro Spectatore”. 159 IRENE è un progetto che coinvolge la Direzione Generale Cultura, Formazione e Lavoro e l’Istituto regionale di ricerca educativa (IRRE-ER) Approvato nella linea di finanziamento Comenius, si svolge in collaborazione con Hessiches Landesinstitut fur Padagogik di Francoforte nel Land Hessen (D) che è capofila. Gli altri partners sono: Osrodek Deskonalenia Nauczycieli Poznaniu - regione Wielkopolska (PL) e l’ Universitat Helsinki Suomi (FIN). Il progetto prevede la sottoscrizione di un impegno di cooperazione nel quadro dei rapporti di partenariato con l’intento di rafforzare un Europa delle Regioni più vicina ai cittadini con particolare riferimento all’allargamento dell’Unione Europea. Accrescere l’interesse dei giovani nei confronti dell’Europa, migliorare l’aggiornamento degli insegnanti e del personale della scuola sviluppando strategie per l’innalzamento della qualità professionale dell’insegnamento/apprendimento e favorire una formazione di identità europea sono i principali obiettivi del progetto. 5 istituito con decisione 95/819/CE e con decisione n. 253/2000/CE del 24 gennaio 2000 è stata attivata la seconda fase del programma per il periodo 2000-2006. 6 Islanda, Liechtenstein e Norvegia. 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 10:44 Pagina 160 OTTAVOEURORAPPORTO 160 IRENE Durata: 36 mesi ottobre 2002-settembre 2005 costo totale:757.500,50 euro contributo comunitario: 294.237,50 euro Museums as places for lifelong learning “Musei come luoghi di apprendimento continuo” ha come obiettivo la creazione di un gruppo di lavoro internazionale, della durata di due anni, composto da persone che si occupano di didattica e servizi educativi all’interno dei musei. Capofila del progetto è Kulturkuratorin (D); IBACN partecipa come partner assieme a Reinwardt Akademie (NL) e Università di Pécs (HU). I partecipanti sono professionisti provenienti dai quattro paesi coinvolti. Il progetto prevede lo svolgimento di un workshop, in ognuno dei paesi partecipanti, .dedicato al tema del museo come luogo di apprendimento, con particolare attenzione alle attività educative rivolte agli adulti o alle categorie di utenti svantaggiati. Nel corso del 2004 sono stati individuati i partecipanti, cinque o sei per paese, e i facilitatori/moderatori del gruppo. In collaborazione con i facilitatori locali, si sono tenuti incontri-seminari a Pécs, dal 30 marzo al 3 aprile, e a Benediktbeuern, dall’11 al 16 maggio; in questo secondo incontro, il 15 maggio si è svolto il Learning Festival durante il quale tutti i partecipanti hanno messo in scena alcune delle loro attività didattiche, rivolte ad utenti museali, adattate per il pubblico del Festival. Museums as places for lifelong learning Socrates Grundtvig tion (UK); IBACN partecipa come partner assieme a APOREM - Associazione dei Musei d’impresa (PT), European Museums Forum e NIACE – National Institute of Continuing Education Adults (UK), Swedish National Council for Cultural Affairs (SW),. Lousiana Museum of Art (DK), Musee du Louvre (FR), Museo d’Arte Moderna di Lubiana (SL). Partecipano, come associati, ECCOM - Centro europeo per l’organizzazione e la gestione culturale - e Servizi Musei Città di Torino (T), Netherlands Museums Association (NL) e Volkshochschule di Monaco di Baviera (DE). Collect & Share è finalizzato a raccogliere studi di caso e buone prassi riguardanti l’educazione e l’apprendimento permanente. Il progetto mira, da un lato, a raccogliere (Collect) esempi innovativi e buone pratiche nel campo della educazione permanente offerta dai musei, in particolare per quanto riguarda gli utenti svantaggiati per motivi sociali, economici, di discriminazione, disabilità, ecc., dall’altro ad evidenziare esigenze formative e modelli di sviluppo professionale per gli operatori impegnati in questo settore di attività. Quanto raccolto viene condiviso (Share) diffondendo le informazioni tramite una rete a livello europeo, un sito web in tre lingue, conferenze, seminari che si tengono nei paesi partner, rapporti scritti. Capofila del progetto è Engage National association for gallery educa- Nel corso dell’anno 2004 si sono tenuti quattro incontri: il primo, incontro dei Durata: 24 mesi agosto 2003-luglio 2005 Costo totale:10.784 euro Contributo comunitario:10.784 euro partners, a Lisbona nel mese di Febbraio; il secondo, colloquio internazionale, a Londra nel mese di Giugno; il terzo, seminari di studio e diffusione del progetto, in Finlandia e Svezia e il quarto, incontro dei partners, a Parigi nel mese di Settembre. È stato attivato il sito web ed effettuata la raccolta e inserimento in banca dati di progetti e studi di caso. Inoltre, è stato prodotto un rapporto scritto “Linee guida per la realizzazione di iniziative educative per gli adulti”. Collect & Share Socrates Grundtvig Durata: 36 mesi ottobre 2002-aprile 2005 Costo totale: 386.797 euro Contributo comunitario: 386.797 euro 墌 www.collectandshare.eu.com PRO SPECTATORE ha come obiettivo principale quello di creare un gruppo di lavoro internazionale, della durata di un anno, che coinvolgesse persone che si occupano di didattica, marketing, comunicazione e relazioni con il pubblico all’interno dei musei. 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 10:44 Pagina 161 OTTAVOEURORAPPORTO Capofila del progetto è Malopolska Institute of Culture di Cracovia (PL); IBACN partecipa al progetto come partner assieme a Intercuktural Programmes di Amsterdam(NL). I partecipanti sono professionisti provenienti da Polonia, Olanda e Italia. In ognuno dei paesi partecipanti si è tenuto un workshop dedicato alla relazione tra il museo e i suoi visitatori. Scopo del progetto è stato quello di sviluppare efficaci strumenti di analisi dei bisogni e delle aspettative dei visitatori dei musei, in particolare del pubblico adulto. Nel corso del 2004, si sono svolti due workshop, il primo a Bologna, dal 24 al 28 Marzo, dedicato ai programmi di fidelizzazione dei visitatori e il secondo ad Amsterdam, dal 27 al 31 Maggio, dedicato al marketing delle diversità. Durante il progetto è stato realizzato il sito web tenuto costantemente aggiornato con i materiali sviluppati nel corso dei singoli workshop; sono stati prodotti materiali a stampa tra cui un libretto che riassume i principali esiti del progetto, nonché i vari strumenti e le tecniche presentate nei diversi incontri e, inoltre, è stato pubblicato il volume “Il museo e la conoscenza del pubblico: gli studi sui visitatori”. PRO SPECTATORE Socrates Grundtvig Durata: 12 mesi agosto 2003-agosto 2004 Costo totale: 10.670 euro Contributo comunitario: 10.670 euro 墌 www.prospectatore.pl LIFELONG MUSEUM LEARNING ha lo scopo di progettare e fornire formazione e materiali didattici utili agli educatori. Capofila del progetto è IBACN; gli altri partners sono European Museums Forum, Engage - National association for gallery education e NIACE – National Institute of Continuing Education Adults (UK), Amitié e ECCOM - Centro europeo per l’organizzazione e la gestione culturale (IT), APOREM Associazione dei Musei d’impresa (PT) e Netherlands Museums Association (NL). Il progetto prevede l’analisi dei bisogni formativi del personale educativo che opera nei musei con riferimento alle attività didattiche rivolte agli adulti, l’a- nalisi dei curricula esistenti, l’identificazione di linee guida per sviluppare attività educative rivolte agli adulti al museo, la progettazione e realizzazione di corsi formativi su questi temi, la realizzazione di un Manuale per gli operatori museali ed altre azioni di diffusione e disseminazione di buone pratiche in ambito di didattica al museo. Nel corso del 2004 si è svolto l’incontro dei coordinatori a Bruxelles, il 4 e 5 Ottobre, e sono state programmate in dettaglio le diverse attività previste dal progetto. LIFELONG MUSEUM LEARNING Socrates Grundtvig Durata: 24 mesi ottobre 2004-settembre 2006 Costo totale: 285.785 euro Contributo comunitario: 199.335 euro 161 5.3 PROGRAMMA LOTTA CONTRO L’EMARGINAZIONE SOCIALE La decisione n. 50/2002/CE, del 7 dicembre 2001, ha istituito il programma d’azione comunitaria volto ad incoraggiare la cooperazione tra gli Stati membri al fine di combattere l’emarginazione sociale. L’obiettivo di rafforzare l’efficacia delle politiche nazionali e comunitarie, volte a combattere l’emarginazione sociale, viene perseguito favorendo: – una migliore comprensione dei fenomeni dell’emarginazione sociale; – lo scambio d’informazioni relative alle politiche seguite negli Stati membri, in attuazione dei piani d’azione nazionali in materia di emarginazione sociale; – il miglioramento delle capacità di soggetti chiave per affrontare i problemi dell’emarginazione sociale e della povertà, in particolare tramite l’istituzione di reti a livello comunitario e la promozione del dialogo tra i vari soggetti interessati. Sono previste le seguenti azioni: – analisi delle cause, delle caratteristi- 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 162 10:44 Pagina 162 OTTAVOEURORAPPORTO che e delle tendenze nel campo dell’emarginazione sociale: studi e incontri, raccolta di dati statistici, studi tematici; 2004, al progetto Citizenship and New Inclusion Fase II, L’In.Fa e Social Exclusion. – cooperazione e scambio d’informazioni e di buone prassi: scambi transnazionali, lavori e studi tecnici, relazione annuale sulle azioni condotte e risultati raggiunti; CITIZENSHIP AND NEW INCLUSION FASE II ha l’obiettivo di migliorare la comprensione del concetto di cittadinanza sociale a livello locale, nazionale ed europeo come effettivo strumento di prevenzione del pericolo e dell’esclusione sociale. – creazioni di reti a livello europeo e promozione del dialogo tra i vari attori: creazione di reti europee e conferenza annuale della UE sull’emarginazione sociale. Il programma è attivo per il periodo 2002-2006 ed è attuato attraverso il lancio di bandi che, a secondo della tipologia di azione, possono essere inviti a presentare proposte di progetto o gare d’appalto di servizi. La dotazione finanziaria è di 75.000.000 di euro e il contributo comunitario per le azioni da realizzare a seguito di inviti è pari all’80%, mentre per la costituzione di reti è previsto un sostegno pari al 90% delle spese ammissibili. La partecipazione della Regione al Programma “Lotta all’emarginazione sociale” Nell’ambito di Lotta all’emarginazione sociale, la Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali ha partecipato, nel Capofila è il Comune di Forlì, partners, oltre alla DG Sanità e Politiche sociali, sono il Consorzio Servizi Sociali di Imola, le Provincie di Forlì-Cesena e Ravenna – Assessorati Lavoro e Politiche Sociali, Associazione Trame di Terra (Imola), Almamater (Torino), Donne del Mondo (Forlì), ONG Terranova (Roma), DOPKI Organizzazione comunale per intervento sociale e salute (GR), SUSI - Centro per donne e famiglie immigrate sostenute dal Comune di Berlino - (DE), Coalition for gender equality in Lettonia - Coalizione di 75 soci sia persone fisiche che organizzazioni che operano in settori diversi- (LV), Southallblack Sisters - Organizzazione leader delle donne africane e asiatiche di Londra (UK). È il proseguimento di un progetto iniziato nel novembre 2002 e terminato nell’agosto 2003. Nel corso del 2004 sono state portate avanti una serie di attività preparatorie al fine di compiere una analisi approfondita delle esperienze esistenti, in parte rilevate nel corso della Fase 1, di pratiche di cittadinanza sviluppate da associazioni femminili in Europa e del loro impatto, allo scopo di formulare una prima ipotesi di indicatori di cittadinanza. L’analisi ha preso in esame gli effetti delle pratiche sulle politiche locali, in particolare l’accesso ai servizi socio-sanitari e l’accesso al mercato del lavoro e gli effetti sulla vita degli individui e i processi di empowerment. Punto focale delle attività 2004 è stata l’organizzazione del forum partecipativo come pratica di cittadinanza e come momento di democrazia partecipata che permette di rendere più attive, fornendo visibilità e parola, le donne immigrate del territorio, coinvolgendo animatori sociali e istituzioni. A gennaio 2004 vi è stato il primo incontro nazionale seguito, a febbraio, dal meeting transnazionale e, successivamente da quattro forum locali; la riunione conclusiva sui risultati del primo anno si è tenuta in Lettonia dal 6 al 9 novembre. CITIZENSHIP AND NEW INCLUSION FASE II Durata: 24 mesi dicembre 2003- dicembre 2005 Costo totale: 143.330,51 euro Contributo comunitario: 墌 www.comune.forli.fo.it/ contenuti/citizenship/ SOCIAL EXCLUSION ha l’obiettivo di promuovere la partecipazione alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. Capofila è il Comune di Bologna; la DG Sanità e Politiche sociali partecipa come partner assieme a Lega Coop, CGIL di Bologna, Consulta Cittadina contro l’esclusione sociale, Forum Metropolitano delle Associazioni dei cittadini non europei, Università di Bologna (DAMS), Provveditorato regionale Amministrazione penitenziaria, Centro di Servizio sociale adulti del Ministero di Grazia e Giustizia e l’A.USL di Bologna. Il progetto, iniziato nel dicembre 2004, vuole sensibilizzare sia il pubblico in generale sia gli attori privilegiati che svolgono informazione e attività nell’ambito dell’esclusione sociale; 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 10:44 Pagina 163 OTTAVOEURORAPPORTO dalle principali fasi che hanno portato alla definizione del processo di inclusione sociale e di lotta alla esclusione e alla povertà dell’Unione europea, attraverso gli obiettivi del programma europeo e gli strumenti identificati per combattere l’esclusione sociale, al coinvolgimento attivo aumentando la partecipazione ai piani di zona e ai piani nazionali di azione 2006-2008. SOCIAL EXCLUSION Durata: 12 mesi dicembre 2004- dicembre 2005 Costo totale: 98.460 euro Contributo comunitario: 78.461 euro L’IN.FA - L’INformazione del FAre vuol far conoscere la Strategia europea per l’Inclusione Sociale avviata a Lisbona nel 2000. Capofila è CILAP EAPN (Centro Italiano di Lotta Alla Povertà, sezione dell’European Act Poverty Network); la DG Sanità e Politiche sociali partecipa come partner assieme ad altri 18 enti pubblici e del privato sociale di nove regioni italiane. Il progetto, iniziato nel dicembre 2004, prevede la realizzazione di eventi pubblici, a carattere seminariale, per far conoscere la Strategia di Lisbona e i contenuti del processo per l’inclusione sociale: cosa sono i Piani nazionali per l’inclusione, cosa è il metodo Aperto di coordinamento, cosa significa Governance multilivello. Il progetto si sviluppa attraverso nove seminari tematici, preceduti dall’invio di una newsletters, che si terranno nelle nove regioni interessate: Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte, Puglia, Toscana Umbria e Veneto. Il progetto ha una doppia valenza territoriale, la prima regionale che sarà realizzata da ciascun partner e la seconda nazionale per il sostegno espresso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Le iniziative territoriali faranno riferimento a tre settori d’intervento: – promozione e sostegno per l’accesso ai servizi mirati all’inserimento lavorativo, all’orientamento e alla autoimprenditorialità; – prevenzione dai rischi di esclusione, attraverso la messa a punto di politiche locale pianificate e programmate con il contributo di tutti gli attori locali; – azioni rivolte alle persone e gruppi maggiormente vulnerabili, soprattutto nell’ambito dei servizi di “bassa soglia”: prima accoglienza, emergenza abitativa, sanitaria e sociale. L’IN.FA Durata: 18 mesi dicembre 2004- giugno 2006 Costo totale: 74.989 euro Contributo comunitario: 59.989 euro 163 5.4 PROGRAMMA PARITÀ TRA DONNE E UOMINI (V PROGRAMMA QUADRO) Con decisione del Consiglio del 20 dicembre 2000 è stato istituito il programma comunitario in materia di parità tra donne e uomini che ha come obiettivo quello di promuovere e diffondere i valori e le pratiche alla base della parità tra i sessi; migliorare la comprensione dei temi connessi alla discriminazione tra i sessi, compresa la discriminazione basata sul sesso e la discriminazione plurima nei confronti delle donne, e valutare l’efficacia delle politiche e delle pratiche adottate per combatterla; migliorare la capacità di soggetti chiave di promuovere efficacemente la parità tra i sessi, in particolare attraverso lo scambio di informazioni e buone prassi e l’istituzione di reti a livello comunitario. Il programma è attivo per il periodo 2001-2005. È stato proposto il prolungamento della durata del programma fino alla fine del 2006. Le risorse finanziarie disponibili sono pari a 50 milioni di euro, destinati a diventare 61,5 milioni con l’estensione della durata del programma. 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 164 La partecipazione della Regione al Programma Parità tra donne e uomini Nell’ambito del Programma Parità tra donne e uomini, la Direzione Generale Cultura, Formazione e Lavoro partecipa al progetto Gradus. Gradus – Gender and Decision Making, Steps and Stairs in Civic Society è finalizzato a valorizzare l’equilibrata partecipazione delle donne ai processi decisionali, alla rimozione delle discriminazioni nel sistema delle imprese, delle parti sociali e nel sistema dell’associazionismo, in particolare attraverso la produzione di linee guida di buone pratiche, una banca dati dei curricula femminili idonei ad essere promossi a livello istituzionale e non, campagne informative e promozionali. Capofila è l’Associazione Orlando, altri partners sono: One North East, Engender, Women into the network and Oxfam (UK); Centre regional de formation et de documentation des femmes de Bourgogne (F); Greek League of women’s rights (GR); Red Ciudadanas de Eueopa (E), Centro Documentazione Donna di Modena, Comitato Donna Impresa –EmiliaRomagna. Il progetto ha come fuoco specifico il superamento di quegli ostacoli oggettivi 10:44 Pagina 164 OTTAVOEURORAPPORTO e soggettivi che impediscono alle donne di raggiungere i livelli decisionali anche in quei settori e luoghi nei quali è forte la presenza femminile. Infatti, la difficoltà delle donne ad accedere ai livelli decisionali non è limitata alla sfera politica ma si riscontra in ogni segmento della vita sociale ed economica. Il focus del progetto ha riguardato le molte articolazioni della società civile e i loro legami con la sfera politica; è questo un terreno in cui le azioni delle donne sono state rare in tutta Europa. Sono stati individuati cinque snodi principali delle relazioni che collegano i processi decisionali della sfera politico-istituzionale, nella sfera economica e nella società civile: 1) le imprese; 2) le associazioni imprenditoriali, le associazioni professionali sia come rappresentanti che come decisori politici e organizzatori di consenso; 3) le ong come imprese sociali e le loro organizzazioni ombrello; 4) le istituzioni di secondo livello come corpi intermedi che interfacciano la società politica e la società civile; 5) le istituzioni amministrative e politiche. Le azioni previste hanno affrontato la questione del bilanciamento di genere in questi enti da due prospettive: rendendo da un lato visibili e disponibili le competenze femminili per gli attori e decisori istituzionali, dall’altro sono state azioni volte ad identificare e possibilmente rimuove- re specifici meccanismi di esclusione. Le azioni sono state indirizzate ad organizzazioni selezionate come campione; ne saranno destinatari uomini e donne e le relazioni di genere. A conclusione delle attività del progetto è stata organizzata una conferenza internazionale che si è svolta a Bologna il 25 e 26 febbraio 2005. Gradus Gender and Decision Making, Steps and Stairs in Civic Society Durata: 15 mesi dicembre 2003 - febbraio 2005 Costo totale: 351.897,90 euro Contributo comunitario: 275.897,90 euro 5.5 PROGRAMMA ASIA URBS Asia Urbs è uno dei programmi regionali attivo all’interno del Programma ALA7; è un programma di Cooperazione decentrata che promuove la costituzione di reti di cooperazione tra città finalizzate alla creazione ed al rafforzamento di legami tra comunità locali dell’UE e dell’Asia. L’obiettivo è di contribuire allo sviluppo socio-economico dei Paesi asiatici, migliorando le condizioni di vita nei centri urbani e sostenendo la lotta contro la povertà, attraverso iniziative di cooperazione tra le città, le regioni e le Amministrazioni locali e territoriali dell’UE e quelle del Sud-Est asiatico. I settori prioritari sono: gestione urbana, sviluppo socioeconomico urbano, ambiente urbano e infrastruttura sociale urbana. Le azioni previste sono: – Progetti di sviluppo che si prefiggono di migliorare le condizioni della vita e dell’ambiente per gli abitanti delle città; – Studi volti alla preparazione di proposte di progetti; 7 ALA Programma di aiuto finanziario e tecnico, nonché di cooperazione economica, per i paesi in via di sviluppo dell’America Latina e dell’Asia. 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 10:44 Pagina 165 OTTAVOEURORAPPORTO – Progetti di scambio di informazioni per consentire la diffusione di buone prassi e di informazioni tecniche in materia di sviluppo urbano. Dopo una prima fase, 1998-2003, e una seconda fase, 1° gennaio-31 dicembre 2004, nel 2005 Asia Urbs si è fuso con Asia Pro Eco8 dando vita a un nuovo Programma Asia Pro Eco II. La partecipazione della Regione Emilia-Romagna al Programma Asia Urbs Nell’ambito del programma Asia Urbs, la Regione Emilia-Romagna ha partecipato, nel 2004, al progetto “Riqualificazione urbana dell’area delle ex concessioni europee a Tianjin”. Riqualificazione urbana dell’area delle ex concessioni europee a Tianjin ha l’obiettivo di sviluppare un programma di riqualificazione urbana per un quartiere di Tanjin, all’interno dell’ex concessioni europee, confrontando le esperienze italiane e cinesi nel campo della programmazione urbanistica inclusi gli aspetti di sviluppo socioeconomico e di sostenibilità ambientale. Capofila del progetto è il Servizio Programmazione e Sviluppo dell’Attività Edilizia della Direzione Generale Programmazione Territoriale e Sistemi di Mobilità; oltre al Tianjin Bureau of Urban Planning and Land Resources partecipa, come partner, Institut Català de Energia - ICAEN di Barcellona (ES). bora al progetto, acquisire documentazione per l’individuazione dell’area da riqualificare. Il progetto si propone di predisporre un piano di riqualificazione urbana su un’area di circa 10 ettari, definendo gli edifici storici da tutelare, restaurare o rifunzionalizzare e fornire indicazioni di massima sulla futura evoluzione urbanistica. Alla fine del 2005 si prevede di bandire una gara internazionale per la ricerca di investitori che intendano presentare proposte per lo sviluppo urbanistico dell’area, basandosi sulle indicazioni di massima fornite dal programma predisposto dalla RER d’intesa con le autorità di Tianjin. Dallo sviluppo di questo programma si vuole poi giungere alla identificazione di una metodologia che sia replicabile in contesti analoghi presenti sul territorio cinese. A marzo, è stato realizzato il primo trainig module in Tianjin con la partecipazione di funzionari ed urbanisti della Regione Emilia-Romagna, del Tianjin Bureau of Urban Planning and Land Resources (partner cinese) e dell’Institut Català d’Energia (partner spagnolo) dedicato alla discussione di metodologie europee di riqualificazione urbana e sostenibilità ambientale ed alla formazione del personale cinese. È stato aperto, in Tianjin, l’ufficio dedicato al progetto con la costituzione di una unità tecnica di collegamento fra i Partners. Il primo anno del progetto è stato dedicato principalmente ad attività di formazione e pianificazione; infatti sono stati realizzati tre moduli formativi in Cina ed uno in Europa. Nel mese di febbraio 2004, ha avuto luogo una prima missione in Cina con lo scopo di perfezionare il partnership agreement, preparare il Kick-off meeting, discutere aspetti tecnici ed amministrativi, scegliere un ufficio da affittare per il personale locale che colla- 165 Nel mese di novembre si è realizzato il terzo modulo di training focalizzato sulla sostenibilità urbana organizzato sotto la responsabilità del partner spagnolo Institut Català d’Energia. Urban Revitalisation in the Former European Concessions Areas in Tianjin Durata: 24 mesi Gennaio 2004 - dicembre 2005 Costo totale: 751.034 euro Contributo comunitario: 486.6700 euro Il secondo training module, dedicato agli aspetti tecnici degli edifici storici, loro conservazione e recupero, si è tenuto a Luglio ed ha visto la partecipazione di relatori ed esperti europei e circa 70 funzionari cinesi. Durante i mesi di settembre-ottobre una delegazione di tecnici cinesi ha partecipato ad un tour di studio in Spagna ed Italia finalizzato alla formazione e scambio. Il tour di studio ha mostrato in concreto esempi di iniziative nell’ambito della riqualificazione urbana sia in Emilia-Romagna che in Catalonia. 8 Asia Pro Eco è uno dei programmi regionali attivi all’interno del Programma ALA, è una Iniziativa per la promozione delle prestazioni ambientali e del partenariato tecnologico in settori economici, per il rafforzamento del dialogo UE-Asia sulle tematiche ambientali. 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 166 5.6 PROGRAMMA MERP MARMARA EARTHQUAKE REHABILITATION PROGRAMME Il Programma di ricostruzione a seguito del terremoto nel Marmara nasce con lo scopo di creare le condizioni per permettere alla Provincia turca di Duzce di superare le situazioni critiche sorte in seguito ai terremoti del 17 agosto e 12 novembre 1999 che hanno causato forti danni alle infrastrutture in genere e a tutta la vita socio-economica della città. Il programma prevede assistenza alle autorità locali per l’adozione di un piano di ricostruzione e di protezione civile ed anche interventi formativi nei settori del turismo, agricoltura biologica rivolti in particolare ai giovani e alle donne. Partecipazione della Regione al Programma MERP MERP - Riabilitazione di Duzce promosso dalla Prefettura di Grevena (Salonicco-Gr), insieme all’Istituto greco Dialogos, l’Associazione Lunaria e Lega Ambiente, vede il coinvolgimento dell’Assessorato alle Politiche sociali e dell’Assessorato al Turismo. 10:44 Pagina 166 OTTAVOEURORAPPORTO Obiettivo del progetto è quello di fornire assistenza alle autorità locali allo scopo di ricostruire la loro capacità di agire in casi di emergenza attraverso l’adozione di piani di protezione civile e di tecniche costruttive antisismiche, contestualmente alla sensibilizzazione della popolazione nei confronti del rischio terremoti. Due le azioni previste dal progetto: la creazione di un sistema di prevenzione dei grandi rischi e protezione civile attraverso lo sviluppo del volontariato locale; la stesura di un piano di sviluppo turistico locale nonché l’avvio di alcune proposte concrete di turismo alternativo per avviare iniziative di turismo responsabile e sostenibile. MERP Riabilitazione di Duzce 5.7 PROGRAMMA A FAVORE DELLA PROTEZIONE CIVILE La decisione n. 847/1999/CE del 9 dicembre 1999 ha istituito il programma d’azione comunitario a favore della Protezione Civile che ha l’obiettivo di sostenere ed integrare le attività condotte dagli Stati membri a livello nazionale, regionale e locale ai fini della protezione delle persone, dei beni e dell’ambiente in caso di calamità naturale o catastrofe tecnologica. Sono finanziate le seguenti Azioni: – Progetti di ampio respiro e di interesse generale, relativi ai metodi per potenziare la capacità della protezione civile di far fronte alle catastrofi per quanto riguarda la prevenzione, il livello di preparazione, la reazione, l’immediata assistenza successiva, l’individuazione e lo studio delle cause di catastrofi; (analisi dei rischi e della vulnerabilità), l’analisi delle incidenze socioeconomiche delle catastrofi, il miglioramento degli strumenti e delle metodologie di previsione, – Formazione: Workshop e corsi, Scambio di esperti e tecnici, Esercitazioni, – Progetti pilota volti a potenziare la capacità e la rapidità di reazione immediata nelle diverse regioni degli Stati membri, Azioni di sostegno, Conferenze e manifestazioni, Informazione, Altre azioni quali Strumenti per una migliore analisi dei risultati delle attività di protezione civile (analisi statistiche e economiche) e Valutazione del programma, Diffusione delle informazioni sulle azioni decise, nella lingua degli Stati membri interessati, – Mobilitazione di esperti per intervenire in situazioni di emergenza a sostegno dei dispositivi instaurati dalle autorità di uno Stato membro o di paesi terzi in cui si sono verificate calamità naturali o catastrofi tecnologiche. Inizialmente il programma doveva terminare il 31 dicembre 2004, ma con la decisione 12/2005/CE del 20 dicembre 2004 è stato prorogato fino al 2006. Le risorse finanziarie previste per il periodo 2000-2004 sono di 7,5 milioni di euro e, per il periodo 20052006, di 4 milioni di euro. La partecipazione della Regione al Programma per la Protezione Civile Nell’ambito del programma a favore della Protezione Civile, la Direzione Generale Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, ha partecipato, nel 2004, al progetto Po 2005 Flood Emergency. 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 10:44 Pagina 167 OTTAVOEURORAPPORTO PO 2005 FLOOD EMERGENCY ha l’obiettivo di preparare una rete europea di volontari della Protezione Civile, coinvolgendoli in una esercitazione ad alto livello di rischio idrogeologico. Capofila del progetto è il Servizio Protezione Civile della Regione EmiliaRomagna, partner associati sono Comune di Ferrara, Provincia di Ferrara e l’Associazione di volontariato “Vigilanza Antincendi Boschivi” di Ferrara. Il progetto vuole assicurare una migliore protezione per la cittadinanza, per l’ambiente e per il territorio dai rischi e dai danni che possono derivare da calamità naturali; Verificare gli equipaggiamenti e i materiali disponibili, le risorse umane e la cooperazione internazionale durante gli interventi di assistenza. All’esercitazione è prevista la partecipazione di otto organizzazioni straniere di volontari di protezione civile e saranno coinvolti 18 volontari per paese. PO 2005 FLOOD EMERGENCY Durata: 18 mesi dicembre 2004- maggio 2006 Costo totale: 374.175 euro Contributo comunitario: 280.631 euro 墌 www.civilprotection.net 5.8 PROGETTI PILOTA E LINEE SPECIALI DI BILANCIO Oltre ai programmi comunitari, le diverse Direzioni Generali della Commissione europea utilizzano linee finanziarie specifiche del bilancio comunitario per sostenere attività pilota in settori considerati prioritari. Tra le linee di bilancio più significative si segnalano quelle gestite dalla DG “Occupazione e Affari Sociali” per il sostegno a progetti relativi all’assistenza agli anziani, alla promozione delle pari opportunità per i disabili, alla lotta contro il razzismo e la xenofobia, ad azioni a favore degli immigrati, della famiglia e dell’infanzia. The implemention of EES Guideline on Gender equality in EmiliaRomagna region è un progetto della DG Cultura, Formazione e Lavoro, finanziato sulla linea di bilancio 04.021500, finalizzato a descrivere le politiche comunitarie per le pari opportunità tra uomini e donne e il mainstreaming di genere, evidenziando obiettivi, linee d’azione, destinatari della SEO9. La valutazione di metà periodo, realizzata con i progetti finanziati, servirà all’Unione Europea quale 167 punto di partenza per la definizione delle linee direttrici a sostegno dell’occupazione per il periodo 2006 – 2010. The implemention of EES Guideline on Gender equality in Emilia-Romagna region Una particolare attenzione sarà rivolta ad approfondire come le indicazioni europee siano state tradotte in politiche nazionali attraverso il Piano Nazionale Per l’Occupazione (NAP) e in politiche regionali tramite il Programma Operativo Regionale (POR), focalizzando il contributo della politica regionale agli obiettivi sulla parità uomo-donna definiti nella nuova SEO e recepiti nel NAP 2003. Uno dei principali punti di forza del progetto consiste in un’analisi valutativa che punta in primo luogo a verificare l’impatto delle politiche relativamente agli obiettivi di parità uomodonna e di mainstreaming di genere e, in secondo luogo, a definire i il contributo che gli attori del territorio (decisori politici, soggetti attuatori di progetti, parti sociali, associazioni espressione del mondo femminile, Università, ecc) hanno dato per lo sviluppo delle stesse. bando n°. VP/2004/014 Durata: 12 mesi dicembre 2004- dicembre 2005 Costo totale: 85.500 euro Contributo comunitario: 63.750 euro Il progetto è attuato in partenariato con CRAS Onlus di Roma, società di consulenza specializzata nella gestione di progetti comunitari e attività di valutazione ed assistenza tecnica. 9 Strategia Europea per l’Occupazione. 05-Partecipazione_altri_progr 11-11-2005 10:44 Pagina 168 06-Altre attività 11-11-2005 10:44 Pagina 1 ALTRE ATTIVITÀ DELLA REGIONE 6 06-Altre attività 11-11-2005 10:44 Pagina 2 06-Altre attività 11-11-2005 10:44 Pagina 171 OTTAVOEURORAPPORTO 6.1 INIZIATIVE DELL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA 6.1.1. Il Progetto “L’Europa da scuola a scuola” Dal 2002 l’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con la Giunta regionale, l’Ufficio Scolastico regionale e l’Istituto regionale di ricerca educativa, ha sviluppato programmi di attività rivolte ai cittadini giovani della nostra regione per il consolidarsi di una cultura europeista e del sentimento di cittadinanza attiva. Il 2004 è stato il terzo anno di attività del progetto poliennale “L’Europa da scuola a scuola”. Il progetto è sostenuto dal sito web “Il futuro dell’Europa” http://consiglio.regione.emilia-romagna.it/futuroEuropa.htm Come è oramai consuetudine il progetto dell’anno precedente si collega a quello dell’anno successivo tramite un “ponte di collegamento” che per l’anno scolastico 2004/2005 è costituito dalla mostra itinerante p’Arte d’Europa. La mostra p’Arte d’Europa è stata inaugurata il 30 ottobre 2004 ed ha per- corso un itinerario che idealmente coincide con lo sviluppo della Via Emilia, con l’aggiunta di Ferrara e Ravenna. La mostra è stata ospitata in 11 scuole dove sono stati realizzati programmi di iniziative, incontri ed attività relative a tematiche europee. L’ultima tappa della mostra itinerante “p’Arte d’ Europa” ha coinciso con i festeggiamenti per la giornata dell’Europa 2005 che si è tenuta a Rimini. È stata bandita la terza edizione del concorso, per studenti delle scuole superiori, a cui è stato dato il nome di una raccolta di saggi di Altiero Spinelli “L’Europa non cade dal cielo”. Ai gruppi vincitori verrà data la possibilità di realizzare un viaggio-studio in un paese dell’allargamento o di partecipare ai seminari di formazione federalista a Cattolica e a Ventotene. La premiazione avverrà nella giornata conclusiva della Festa dell’Europa di Rimini. 6.1.2. Il progetto “Pace e diritti umani” Il Consiglio regionale dell’EmiliaRomagna ha avviato alla fine del 2003 - in collaborazione con l’Assessorato politiche sociali, immigrazione, progetto giovani, cooperazione internazionale ed il Servizio Controllo di Gestione e Sistemi Statistici della Giunta regionale - un progetto che ha lo scopo di offrire al mondo associativo ed istituzionale regionale nuove occasioni di conoscenza, confronto e informazione. Questo progetto si ispira alla Legge Regionale 24 giugno 2002 n.12 “Interventi Regionali per la Cooperazione con i Paesi in Via di Sviluppo e i Paesi in Via di Transizione, la Solidarietà Internazionale e la Promozione di una Cultura di Pace” e intende sostenere le attività in essa descritte, compreso l’istituendo Osservatorio regionale sulle politiche di cooperazione. La prima fase del progetto è stato realizzata secondo le seguenti tappe: – indagine conoscitiva: rilevazione delle realtà associative, formative ed istituzionali che lavorano sui temi dalla pace e diritti umani nella Regione Emilia-Romagna; raccolta ed elaborazione dei dati – implementazione di una “banca dati” nella quale raccogliere informazioni dettagliate di tipo anagrafico ma anche sulle attività di associazioni, gruppi, ONG, Università, Enti locali – costruzione di un sito internet che funga da “portale” per i cittadini che vogliono informarsi sulle tematiche relative alla pace e alla tutela dei diritti ma anche da sostegno ad una “rete” delle realtà associative, universitarie e 171 istituzionali che lavorano su queste tematiche La prima fase del progetto si è concluso con la realizzazione del portale Pace e diritti umani che è stato presentato il 14 marzo 2005. Con questo sito internet si vuole sviluppare un efficace servizio informativo per le Associazioni che lavorano quotidianamente su questi argomenti, per gli Enti locali emiliano romagnoli affinchè possano incentivare e sviluppare le loro attività in materia e per tutti i cittadini che vorranno collegarsi. Nel sito trova spazio anche una sezione dedicata alla segnalazione di Bandi, inviti a presentare proposte, concorsi dell’Unione europea, del Consiglio d´Europa, del Governo italiano e della Regione Emilia-Romagna nelle materie proprie di questo portale. Hanno collaborato alla realizzazione del progetto l´Associazione dei Comuni dell´Emilia-Romagna e l´Istituto Regionale di Ricerca Educativa dell´Emilia-Romagna. Nell’ambito del progetto è stato avviato un rapporto di collaborazione con il Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d´Europa che porterà alla realizzazione, nell’ autunno 2005, di un incontro internazionale nel quale affrontare i temi della tutela dei diritti umani a livello territoriale e le responsabilità degli amministratori 06-Altre attività 11-11-2005 10:44 172 locali e regionali nell’applicazione dei diritti fondamentali dei cittadini. Una delegazione emiliano romagnola è stata invitata Strasburgo presso l’Assemblea del Consiglio d’Europa, per illustrare il progetto ed il portale “Pace e diritti umani” e per allestire uno stand dove poter promuovere in maniera più efficace le attività svolte dalle istituzioni e dall’associazionismo emiliano romagnolo. 6.1.3. Il Servizio Legislativo e Qualità della Legislazione e l’Europa Il Servizio a partire dal 2002 e a seguito della riforma costituzionale del titolo V, ha rafforzato l’attività posta in essere nei confronti dei consiglieri, in ordine alla conoscenza della normativa comunitaria rispetto all’esercizio della funzione legislativa regionale. Le attività principali consistono nella redazione delle schede tecnico-normative allegate ai progetti di legge, in riferimento agli aspetti rilevanti di diritto comunitario, nella predisposizione di pareri giuridici di diritto comunitario, nell’attività di osservazione dell’incidenza del diritto comunitario sull’attività legislativa e amministrativa regionale, nella consulenza giuridica specialistica nell’ambito dei progetti Pagina 172 OTTAVOEURORAPPORTO specifici previsti annualmente dal Servizio. La collaborazione con l’Università di Bologna, inoltre, nel 2003 e 2004, ha consentito la pubblicazione di tre ricerche aventi ad oggetto aspetti giuridici specifici che interessano le regioni nel contesto delle riforme in atto a livello europeo, nazionale e regionale. Inoltre, sulla base di apposita convenzione con il Cirdce – Centro interdipartimentale di ricerche sul diritto delle Comunità Europee – è previsto, per il 2005, l’avvio di un dottorato di ricerca finanziato dal Consiglio regionale presso il Servizio legislativo, con l’obiettivo di approfondire scientificamente il ruolo del legislatore regionale nell’adempimento degli obblighi comunitari. All’interno del Rapporto annuale sulla legislazione, un’apposita sezione è dedicata all’illustrazione delle attività svolte dal Servizio, nell’ambito della materia del diritto comunitario. Negli ultimi due anni il Servizio ha realizzato le seguenti pubblicazioni: – Unione europea, stato, regioni: riforme costituzionali a confronto – Le Regioni europee nella giurisprudenza comunitaria; – Il titolo V e le più recenti sentenze della Corte costituzionale. 6.2 PARTECIPAZIONE AD ASSOCIAZIONI ED ORGANISMI DI CARATTERE INTERREGIONALE La Regione Emilia-Romagna aderisce formalmente a: 䡵 “Conferenza delle Regioni periferiche marittime d’Europa (CRPM)” che si pone come portavoce delle Regioni marittime nei confronti degli Stati e della Commissione europea nella definizione e gestione di politiche relative all’assetto del territorio, alla cooperazione interregionale, allo sviluppo sostenibile al fine di affermare e valorizzare la dimensione marittima dell’ Europa. Sono organi della CRPM l’Assemblea generale, l’Ufficio politico. L’Assemblea generale è composta dai Presidenti delle Regioni ed è convocata una volta all’anno. I lavori della Conferenza fanno riferimento a 5 Commissioni geografiche - Arco Atlantico, Mediterraneo, Mare del Nord, Baltico e Isole - ed ogni commissione geografica è dotata di un segretariato esecutivo. La Commissione Intermediterranea, alla quale aderisce la Regione Emilia-Romagna1, si pone come obiettivo politico di affermare l’importanza economica, sociale e strategica del Bacino del Mediterraneo, con particolare attenzione alle altre rive, valorizzando il ruolo che le Regioni possono svolgere per la sicurezza, la pace e lo sviluppo tramite l’istituzione di strumenti di cooperazione interregionale e attraverso una rete di scambi e progetti comuni. L’organigramma della Commissione Intermediterranea prevede 6 gruppi di lavoro: agricoltura e ambiente, sviluppo rurale, pesca; coesione e assetto del territorio; cooperazione esterna; acqua e lotta contro la desertificazione; politica sociale, turismo; società dell’ informazione, ricerca e sviluppo, cultura. Per ulteriori informazioni consultare il sito internet http://www.crpm.org 䡵 Forum Europeo Per La Sicurezza Urbana (FESU), al quale la Regione Emilia-Romagna aderisce dal 1996 e di cui è costituita una sezione italiana denominata Forum italiano per la sicurezza urbana (FISU). Si tratta di un ente non governativo che si propone come luogo di dialogo, di riflessione e di cooperazione sulle politiche e pratiche di sicurezza urbana e che, attraverso la messa in opera di programmi di collaborazione tra le città, ha contribuito a stimolare ed orientare le politiche locali nazionali e comunitarie in materia di sicurezza urbana. 1 L.R. 26 luglio 1997, n. 25. 06-Altre attività 11-11-2005 10:44 Pagina 173 OTTAVOEURORAPPORTO L’attività del Forum Italiano per la sicurezza urbana si è concentrata anche per il 2004 nel portare avanti il proprio ruolo di interlocutore nazionale sui temi della sicurezza urbana, attraverso il complesso della sua attività e attraverso alcune significative iniziative pubbliche. Come già da alcuni anni, nel 2004 si conferma la forte crescita dell’associazione, in particolare in termini numerici: nel corso dell’anno, infatti, il Forum italiano per la sicurezza urbana raggiunge il risultato di oltre ottanta amministrazioni iscritte, con una benaugurante nuova tendenza all’adesione anche da parte di regioni e province. Guidata dai principi di partecipazione democratica, ruolo centrale delle città e sviluppo delle politiche integrate di sicurezza, l’iniziativa del Forum Italiano per la sicurezza urbana ha portato nel 2004 alla realizzazione di alcune iniziative pubbliche di particolare rilievo, contenutistico e politico: – nel mese di marzo a Napoli l’assemblea generale dell’associazione è stata accompagnata da un convegno internazionale di presentazione della principale attività su cui si è concentrata l’associazione nel 2004, la realizzazione cioè di una pubblicazione sui temi della sicurezza urbana. Il volume “La sicurezza urbana”, curato da Rossella Selmini, è stato pubblicato dall’editore Il Mulino nella collana scientifica diretta da Marzio Barbagli ed ha visto la collaborazione di alcuni tra i maggiori esperti italiani ed europei in materia; – nel mese di settembre a Genova si è svolta contestualmente all’assemblea dell’associazione un’iniziativa pubblica sul tema dei rapporti tra ricerca scientifica, esperienza operativa e scelte politiche delle pubbliche amministrazioni, che ha visto la partecipazione di amministratori di enti aderenti e non aderenti e di esponenti del mondo della ricerca in tema di sicurezza urbana; – durante il corso di tutto il 2004 il Forum italiano per la sicurezza urbana ha poi portato a termine una nuova significativa esperienza, per la prima volta di carattere prettamente formativo: da gennaio e a dicembre si è tenuto il primo corso nazionale per responsabile tecnico di politiche per la sicurezza, che ha coinvolto 27 tecnici provenienti da amministrazioni aderenti all’associazione in un percorso di 240 ore che ha interessato i principali ambiti teorici e organizzativi che interessano quotidianamente l’attività dei settori sicurezza degli enti territoriali. La chiusura del corso, con la presentazione e la discussione di un elaborato finale, si è tenuta nei primi mesi del 2005 e sarà oggetto di presentazione tra gli associati nel corso della prima assemblea annuale del 2005. Attività collaterali che hanno trovato conferma nelle attività dell’associazione anche per il 2004 riguardano poi la prosecuzione di gruppi di approfondimento tematici che permettono alle amministrazioni aderenti di confrontare le proprie esperienze e di ampliare le proprie competenze, anche grazie alla partecipazione di esperti esterni, su alcuni temi di interesse specifico, tra cui la comunicazione in materia di sicurezza, le relazioni tra sicurezza ed urbanistica, la polizia locale e la polizia di prossimità, gli strumenti per le diagnosi locali della sicurezza, la mediazione sociale e comunitaria. 173 051/283087, e-mail: [email protected] 䡵 Metrex, Rete delle Regioni e Aree metropolitane europee, è stata costituita a Glasgow nel 1996 nel corso della Conferenza delle Regioni metropolitane e, allo stato attuale, associa 40 regioni e aree metropolitane. La Regione Emilia-Romagna vi ha aderito nel 1997 (L.R. 26 luglio 1997, n. 25) e partecipa attivamente alle attività e agli incontri periodici. A completare il quadro di riferimento del Forum italiano per la sicurezza urbana contribuisce infine in maniera sostanziale l’attività del Forum Europeo per la sicurezza urbana, di cui è sezione nazionale, che nel 2004 ha operato per il consolidamento, con incontri e manifestazioni, delle relazioni con le istituzioni dell’Unione Europea, anche attraverso la nuova sede politico – organizzativa di Bruxelles. Gli obiettivi principali della rete sono lo scambio di know-how sui temi della pianificazione territoriale a livello metropolitano e il contributo della dimensione metropolitana alla programmazione europea. Questi obiettivi vengono perseguiti agevolando lo scambio di informazioni scientifiche, di competenze e di esperienze nella pianificazione e nello sviluppo del territorio a livello metropolitano regionale in Europa, organizzando incontri periodici volti ad approfondire specifiche tematiche della pianificazione territoriale di interesse comune e partecipando con propri progetti a programmi europei. Per informazioni consultare il sito internet http:\\fisu.it oppure rivolgersi a: Servizio promozione e sviluppo delle politiche per la sicurezza e della Polizia locale, Regione Emilia-Romagna, tel. 051/283072 051/283067, fax. Il 2004 ha visto l’approvazione e l’avvio operativo del progetto PolyMetrexPlus, finanziato dal Programma Interreg IIIC. Ad esso partecipano come partner 19 regioni ed aree metropolitane europee, fra cui 06-Altre attività 11-11-2005 10:44 174 l’Emilia-Romagna, ed ha come tema centrale il perseguimento di un assetto territoriale più equilibrato e policentrico attraverso lo sviluppo di migliori relazioni tra le metropoli europee. Dal 5 all’8 maggio 2004 la Regione ha partecipato al XVII° Meeting di Metrex che si è tenuto a San Sebastian (Spagna). L’incontro è stato incentrato sull’approfondimento dei temi legati alle aree transfrontaliere e sui contenuti del “Terzo rapporto sulla coesione economica e sociale” e le sue implicazioni riguardo alle tematiche relative alle aree metropolitane. I lavori del Meeting hanno visto anche il rilevante contributo del Comitato economico e sociale europeo, del Comitato delle Regioni, della Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime (CRPM). Dal 26 al 29 ottobre 2004, la Regione ha partecipato alla IV Conferenza biennale di Metrex che si è tenuta a Barcellona sul tema “Andamenti futuri nella pianificazione territoriale e nello sviluppo di nuove metodologie e strumenti di pianificazione”. La Conferenza, anche sulla base dei risultati della prima fase del progetto InterMetrex, ha rappresentato un’importante occasione di riflessione sullo stato della pianificazione territoriale in ambito metropolitano a livello europeo con particolare riferimento ai diversi Pagina 174 OTTAVOEURORAPPORTO aspetti che concorrono al rafforzamento della governance metropolitana. A questo proposito nel corso della conferenza la Regione Emilia-Romagna ha presentato una relazione sulle esperienze di concertazione e sulla valutazione quali strumenti per migliorare l’efficacia della pianificazione territoriale a scala metropolitana. Nel 2004 Metrex ha ulteriormente arricchito la sua attività partecipando e apportando il proprio contributo alla Conferenza, promossa dalla presidenza di turno olandese dell’UE, tenutasi ad Amsterdam il 9 e 10 dicembre 2004, dal titolo “A european agenda for metropolitan areas”. La conferenza ha approfondito il tema delle aree metropolitane in stretto rapporto con le tematiche economiche e con la Strategia di Lisbona precisando il contributo che esse possono dare per migliorare la competitività e la coesione dell’Europa. 䡵 ERIS@ (European Regional Information Society Association) Associazione europea per la società dell’informazione regionale, con sede in Bruxelles, è nata per favorire lo scambio di esperienze, lo sviluppo e la condivisione di buone pratiche e la collaborazione nello sviluppo d’applicazioni e servizi telematici fra Regioni e nella divulgazione delle migliori pratiche nel campo dello sviluppo regionale della società dell’informazione. La RER è entrata a far parte di questa rete nel 2002. La rete ha una cinquantina di regioni partner ed opera nel settore della società dell’informazione da metà anni novanta, quando la Commissione europea iniziò a supportare tramite i RIS iniziative di questo tipo. La Regione Emilia-Romagna fa parte del comitato direttivo della rete, presieduta dall’Aquitania. La partecipazione alla rete ha permesso alla Regione di avere maggiore visibilità su quanto si sta muovendo in Europa sui temi di egovernment e ICT e di creare partnership che hanno portato all’attivazione di alcuni progetti, tra cui Understand. Nel 2004 la rete è stata impegnata, tra l’altro nel redigere una proposta di Azioni Innovative nel campo della Società dell’Informazione (IANIS +) a cui parteciperà anche la Regione EmiliaRomagna. 䡵 Euro*Idees (Iniziative locali di Sviluppo Economico, di Occupazione e di Solidarietà) costituitasi il 4 febbraio 1999 a Bruxelles, riunisce enti locali, cooperative, associazioni, appartenenti a otto Paesi dell’Unione Europea (Belgio, Francia, Regno Unito, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Svezia) è una rete che vuole far lavorare in sinergia questi soggetti sui principi e sulle misure favorevoli allo sviluppo territoriale e alla diffusione dei risultati presso le istituzioni nazionali e comunitarie, contribuendo ad indirizzare le scelte politiche della Commissione europea in senso regionalista. La Regione Emilia-Romagna vi aderisce fin dal 2002. 06-Altre attività 11-11-2005 10:44 Pagina 175 OTTAVOEURORAPPORTO 6.3 COLLABORAZIONE ISTITUZIONALE CON ALTRE REGIONI Nel corso di questi ultimi anni la Regione Emilia-Romagna ha consolidato, sul piano istituzionale, rapporti con Regioni europee. Questo tipo di collaborazione si inserisce in un quadro di impegno crescente delle Regioni per sostenere il processo di integrazione europea e le azioni avviate dall’Unione Europea, contribuendo ad avviare ed alimentare la rete di rapporti tra realtà analoghe, nonché potenziare le attività, gli scambi ed i partenariati interregionali. Con l’adozione della legge regionale 27 giugno 1997, n. 18 “Iniziative per la promozione dell’integrazione europea e la collaborazione tra i popoli di tutti i continenti” ed il successivo regolamento 4 dicembre 2001, n. 452 la Regione Emilia-Romagna ha inteso valorizzare le numerose attività svolte da enti locali dell’Emilia-Romagna in ambito europeo ed internazionale, promuovendo e sostenendo la realizzazione di nuovi gemellaggi e il consolidamento di rapporti di gemellaggio già esistenti. In ambito europeo, la Regione ha stipulato, da molti anni, protocolli di collaborazione con i Pays de la Loire (FR), il Land Hessen (DE), la Generalitat Valenciana (ES) e la Bassa Slesia (PL) per la realizzazione di iniziative congiunte. Con il Land dell’Assia si sono sviluppati progetti europei e progetti bilaterali in tutti i settori di competenza delle due Regioni; tra le tematiche di interesse comune si sottolineano quella della cultura, delle politiche sociali e giovanili, degli anziani, della ricerca e sviluppo, della tecnologia, dell’economia, del commercio, dell’industria, dell’ambiente, dell’educazione e dell’educazione alla pace. Le due Regioni si sono inoltre impegnate a favorire scambi e contatti diretti tra gli Enti Locali, le organizzazioni, le Istituzioni e le imprese. Con la Generalitat Valenciana si sono sviluppati progetti che hanno coinvolto e coinvolgono le due Regioni sulle tematiche della scuola, della formazione e dei servizi sociali. Con la Bassa Slesia si sono sviluppati scambi di informazioni e sono previste tra le varie tematiche la collaborazione istituzionale, il governo del territorio e valorizzazione beni ambientali, la prevenzione e cura della salute pubblica, la formazione professionale, scuola e cultura. La Regione ha anche avviato significative collaborazioni con altre regioni euro- pee quali l’Aragona (ES), il Galles (UK), la Wielkopolska (PL) e l’Aquitania (FR). Con Wielkopolska si sono sviluppati progetti sulle tematiche della Scuola, della Sanità, dell’Economia, della Ricerca e Sviluppo, dell’educazione alla Pace, dei giovani e delle politiche sociali, dello Sport. Con l’Aquitania si sono sviluppati progetti europei che hanno coinvolto più regioni e progetti bilaterali in alcuni settori di competenza delle due Regioni. In particolare sono state maggiormente interessate le tematiche della cultura, delle nuove tecnologie, dell’economia, dell’educazione e dei giovani, dell’agricoltura, dello sport. Con il Galles si sono sviluppati scambi bilaterali e istituzionali e si sono avviate proposte di collaborazione nell’ambito del settore giovanile, delle nuove tecnologie, dell’economia e dell’ambiente. Inoltre il Galles è stato coinvolto in progetti europei. Con l’Aragona si sono sviluppati progetti bilaterali, scambi di informazioni e istituzionali con particolare interesse nel settore ambiente e nuove tecnologie. La Regione, inoltre, pone particolare attenzione alla attivazione e partecipazione a reti di collaborazione interna- 175 zionale. In questo ambito, è in via di formalizzazione una rete di dieci regioni europee (Emilia-Romagna, Assia, Aquitania, Paesi della Loira, Galles, Aragona, Generalitat Valenciana, Wielkopolska, Bassa Slesia, Västra Götaland) e uno Stato (Cipro) che, sulla base di un protocollo d’intesa, avvierà tra le regioni europee la sperimentazione di concorsi e progetti che riguardano i giovani ed il mondo dell’associazionismo giovanile. Politiche di cooperazione, solidarietà internazionale e promozione di una cultura di pace L’anno 2004 ha consentito di entrare nel vivo dell’implementazione della nuova normativa in tema di cooperazione internazionale (Legge regionale n.12 del 24 giugno 2002 “Interventi per la cooperazione con i Paesi in via di Sviluppo e d i Paesi in via di transizione, la solidarietà internazionale e la promozione di una cultura di pace”) essendosi chiusa a dicembre 2003 la prima procedura per la creazione della lista ristretta e il primo bando a valere 2 Regolamento relativo all’attuazione dell’art. 6, comma 2, della legge regionale 18/97. 06-Altre attività 11-11-2005 10:44 Pagina 176 OTTAVOEURORAPPORTO 176 sul Documento di indirizzo programmatico triennale 2003-2005. Sono stati aperti ulteriori Tavoli di lavoro e specificatamente il Tavolo Marocco, il Tavolo Senegal, il Tavolo Aids, il Tavolo Romania, per i quali è stata aperta anche l’iscrizione alla relativa lista ristretta. Complessivamente risultano iscritti così a tale selezione 98 soggetti (enti locali e terzo settore) che sono coinvolti in circa 16 tavoli, tra Tavoli-Paese e Tavoli tematici. Sono stati approvati al cofinanziamento 100 progetti per un finanziamento regionale complessivo pari a 4.300.000,00 euro. Tavoli paese Albania Bosnia-Erzegovina Serbia Bielorussia-Ucraina Romania Brasile Eritrea Marocco Mozambico Saharawi Senegal Territori autonomi palestinesi Tavoli tematici Diritti umani Lotta Aids Mutilazioni genitali femminili Politiche di genere Sono, inoltre, stati aperti due nuovi uffici di collegamento della Regione Emilia-Romagna rispettivamente il Centro per la cooperazione decentrata a Gerusalemme, aperto presso il Consolato italiano unitamente alla Regione Umbria e l’ ufficio di collegamento a Belgrado. Salgado, di riforestazione della mata atlantica all’interno della riserva del fotografo Salgado nella VAlle do rio Doce (regione interna dello Stato del Minas Gerais). L’acqua e lo sviluppo agricolo sono inoltre oggetto di interventi nell’area dello Stato del Piauì in Brasile nell’ambito del Programma del governo brasiliano Fome Zero. Settori ed aree di intervento: Sempre l’agricoltura sostenibile e quindi anche l’importantissimo tema dell’accesso all’acqua è al centro degli interventi nella Regione del Gash Barka, una regione dell’Eritrea colpita da gravissimi problemi di siccità e di povertà. Ambiente La promozione di forme di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale e di sviluppo di opportunità occupazionali per la generazione di reddito per le fasce deboli è un’altra importante priorità dell’intervento regionale: nei Balcani si è particolarmente concretizzata in Bosnia-Erzegovina con progetti mirati allo sviluppo di tecniche produttive alternative a quelle tradizionali e dell’agricoltura biologica e del commercio dei prodotti attraverso i canali distributivi del Commercio equo e solidale. Un importante contributo, soprattutto da parte degli enti locali, sta venendo a favore di iniziative di studio e monitoraggio dei fenomeni di inquinamento ambientale nelle realtà di Pancevo (Serbia) e di Tuzla (Bosnia) in particolare. In Brasile un programma di tipo ambientale col fotografo Sebastai Nei Territori dell’Autonomia Palestinese sono in corso interventi a favore delle famiglie disagiate per la costruzione di pozzi e cisterne per la raccolta dell’acqua piovana e per la realizzazione di orti famigliari e di produzioni agricole tipiche che consentano l’autosufficienza alimentare e il sostentamento familiare. Politiche sociali e sanitarie Prevenzione e lotta all’Aids, ampio il programma degli interventi in corso in Mozambico. La presenza di Ong impegnate su questo tema, la collaborazione con istituzioni mozambicane di livello nazionale, quali il Consiglio Nazionale per la Lotta all’Aids e il mini- stero della Salute del Mozambico, l’attivazione di rapporti con le Asl regionali, hanno condotto alla programmazione e realizzazione di interventi comuni e complementari che spaziano dal coinvolgimento degli adoloscenti con iniziative di informazione e prevenzione fino alla creazione di laboratori diagnostici per il monitoraggio della carica virale. Dal 2005 gli interventi sull’aids sono stati allargati anche al Senegal e al Kenya dove sarà ristrutturata una struttura sanitaria specializzata. Negli ultimi tre anni gli sforzi della Regione in tutti i tre Paesi balcanici (Serbia, Albania e Bosnia) si sono concentrati su progetti per il passaggio dall’emergenza post-bellica alla cooperazione allo sviluppo, sostenendo il lavoro di Ong, associazioni, volontari ed Enti locali su interventi a sostegno delle fasce più deboli (minori, anziani), in una situazione caratterizzata da una forte domanda di servizi in un’area segnata da fragili economie, ritardi democratici di partecipazione e gravi disagi. È inoltre entrato in piena attuazione il Programma Operativo Integrato della Regione Emilia-Romagna finanziato in base all’Accordo di Programma con il Ministero Affari Esteri ai sensi dell’art. 7 della legge 84/2001. Il Piano operativo ha ottenuto un finanziamento ai sensi della citata legge di 900.000,00 euro per iniziative di cooperazione decentrata nei Balcani, che sono realiz- 06-Altre attività 11-11-2005 10:44 Pagina 177 OTTAVOEURORAPPORTO zate in collaborazione con enti locali e soggetti del terzo settore operanti in quelle realtà, in coordinamento con la programmazione regionale. È stata inoltre avviata la fase preliminare per l’avvio del Programma Tutela e reinserimento di minori con handicap psico-fisico e promozione di imprenditorialità sociale in Bosnia Erzegovina cofinanziato dal Ministero Affari Esteri italiano. In Serbia ed Albania la nostra Regione è attivamente impegnata a collaborare con i Ministeri centrali del welfare e alcuni governi locali per assistere e favorire il progressivo trasferimento delle competenze in tema di politiche sociale alle autonomie locale, in particolare sul tema dei minori. I minori a rischio di emarginazione sociale sono oggetto di un prevalente numero di progetti anche in Bielorussia, Romania e Bosnia dove è particolarmente intenso l’impegno a favore della deistituzionalizzazione dei bambini e degli adolescenti, favorendone l’integrazione sociale e lavorativa attraverso borse di studio. Nei Territori dell’Autonomia Palestinese i minori sono sostenuti attraverso iniziative mirate sia alla formazione degli insegnanti di supporto e degli operatori sociali che operano con bambini con difficoltà di apprendimento (Gaza) e con disabilità psichiche (Betlemme) sia con percorsi di formazione continua a favore degli insegnanti degli asili nido (Jenin) sia con attività ludico-ricreative e sportive post-scolastiche (Gaza, Hebron e Gerusalemme Est). Economia solidale La Regione Emilia-Romagna cofinanzia progetti a favore della crescita del movimento cooperativo in diverse aree del Brasile e su diversi settori produttivi (lattiero caseario nel sud del PAese, Stato del Rio Grande do Sul, e metallurgico nell’area della Grande San PAolo, ABC paulista). Unisol e Cocel, nostri partner locali, sono il frutto di iniziative delle organizzazioni sindacali e del movimento cooperativo italiane e brasiliane, che hanno scommesso, attraverso progetti specifici, sulla nascita e sulla crescita di un sistema cooperativo che superasse quello ereditato dal periodo della dittatura verso un modello partecipativo, solidale e sostenibile sia da un punto di vista economico che sociale, capace di stare sul mercato rispettando i diritti dei lavoratori, il loro ruolo di soggetti attivi nelle scelte strategiche e di prefigurare un modello di sviluppo alternativo. Con la sottoscrizione dell’accordo di collaborazione Regione EmiliaRomagna- Presidenza della Repubblica Federativa del Brasile dello scorso novembre 2004, è stato poi assunto anche a livello politico come prioritario un intervento integrato a favore del consolidamento di questo modello produttivo, attualmente protagonista anche di una delle più importanti riforme legislative del Governo Lula. 177 06-Altre attività 11-11-2005 10:44 Pagina 178 07-Aiuti di stato 11-11-2005 10:45 Pagina 1 ATTUAZIONE NORMATIVA COMUNITARIA E DISCIPLINA COMUNITARIA IN MATERIA DI CONCORRENZA (AIUTI DI STATO) 7 07-Aiuti di stato 11-11-2005 10:45 Pagina 2 07-Aiuti di stato 11-11-2005 10:45 Pagina 181 OTTAVOEURORAPPORTO 7.1. IL CONTESTO DI RIFERIMENTO DELLE LEGGI REGIONALI ATTUATIVE DELLA NORMATIVA COMUNITARIA Il 2005 è caratterizzato, per la Regione Emilia-Romagna, dall’entrata in vigore del nuovo Statuto, approvato con la legge regionale 31 marzo 2005, n. 13. Per la prima volta lo Statuto regionale dedica molte norme, di grande rilievo, al tema dei poteri regionali in materia di attività internazionale e diritto comunitario. Questo costituisce, a livello normativo, il definitivo recepimento nell’ordinamento regionale, delle grandi novità introdotte dalla riforma del titolo V della parte II^ della costituzione, attuata con la legge costituzionale n. 3 del 2001. La riforma costituzionale del 2001 ha infatti riconosciuto alle regioni un nuovo fondamentale ruolo in campo europeo ed anche in campo internazionale. In particolare, il nuovo art. 117, comma quinto, Cost., prevede – con una innovazione assoluta rispetto al testo del 1948 (anteriore alla nascita delle Comunità europee) – la partecipazione da parte delle regioni all’attività dell’Unione Europea, sia nella fase c.d. ascendente, sia nella fase c.d. discendente. La disposizione citata infatti stabilisce che, nelle materie di loro competenza, regioni e province autonome possono: partecipare alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari (ascendente), nonché attuare ed eseguire gli accordi internazionali e gli atti dell’Unione europea (discendente); tutto ciò, naturalmente, nel rispetto delle norme di procedura stabilite dalla legge statale (che peraltro disciplina anche le modalità di esercizio del potere sostitutivo in caso di inadempienza). L’ultimo comma dello stesso articolo 117 introduce un ampliamento delle potestà regionali che riguarda fondamentali strumenti pubblicistici di carattere pattizio (accordi e intese) che danno una notevole sostanza al nuovo “potere estero” delle regioni. Questa nuova norma costituzionale – il cui ambito di applicazione si estende anche al livello internazionale (oltre che a quello europeo) – aggiunge che, sempre nelle materie di propria competenza, le regioni possono “concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato, nei casi e con le forme disciplinati da leggi dello Stato”. Proprio la necessità di accompagnare con nuovi poteri “esteri” la maggiore potestà legislativa e regolamentare delle Regioni prevista dalla riforma del titolo V è, evidentemente, alla base di questo ampliamento di potestà: sarebbe inimmaginabile l’esercizio di nuove ampie funzioni in tante materie senza una forma regolamentata di rapporto con l’estero (dove operano altri soggetti che si occupano dei medesimi temi). Si tenga infatti presente che, in base al comma terzo dello stesso art. 117, le Regioni hanno una competenza legislativa concorrente nelle materie relative ai loro rapporti internazionali e con l’Unione europea (per non parlare di competenze specifiche, come quella nella materia del “commercio con l’estero”). Peraltro, questa riforma costituzionale sarebbe inattuabile se non corredata da chiari principi e precise norme procedurali, atte a coordinare l’attività propria delle regioni con quelle dello Stato. A questa esigenza ha provveduto – secondo quanto previsto dalla Costituzione – il legislatore statale con la legge n. 131 del 2003 (c.d. legge “La Loggia”) che ha indicato le nuove procedure per la partecipazione delle Regioni ai processi decisionali comunitari, nei quali comunque lo Stato mantiene la responsabilità circa l’adempimento degli obblighi. Nel 2005 è poi entrata in vigore la legge n. 11, sostitutiva della c.d. 181 “legge La Pergola”, che crea nuovi strumenti regionali di partecipazione e diretta attuazione in rapporto agli obblighi comunitari. In particolare, per quanto riguarda la c.d. fase discendente, la legge n. 11 stabilisce che Stato e regioni, nelle materie di propria competenza, sono tenuti a dare tempestiva attuazione alle direttive comunitarie, e delinea la procedura informativa per l’emanazione della legge comunitaria; va tenuto presente che nelle materie di competenza regionale è ammesso il ricorso a regolamenti statali di delegificazione in funzione sostitutiva per inadempienza regionale. La legge n. 11 del 2005 inoltre attribuisce al Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano il potere di partecipare al nuovo Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei, regola la sessione comunitaria della Conferenza Stato-Regioni, e istituisce una sessione comunitaria anche presso la Conferenza Stato-città e autonomie locali. Con ciò la cornice delle norme dello Stato finalizzate a consentire una efficace azione delle regioni a livello europeo appare completo. Peraltro, indispensabile era, nel nostro caso – come per tutte le Regioni –, l’entrata in vigore delle disposizioni regionali che chiarissero, nel nuovo quadro del assetto 07-Aiuti di stato 11-11-2005 10:45 182 istituzionale che la Regione EmiliaRomagna si dava con il nuovo Statuto, le competenze ed i principi dell’azione regionale. In verità, si può ben dire che la Regione Emilia-Romagna non ha mai trascurato l’importanza di avere una normativa chiara in questo settore, per mantenere l’elevato livello di operatività che caratterizza l’amministrazione. Tanto è vero che anche nella fase transitoria che accompagnato il lungo iter di elaborazione dello Statuto regionale sono state dettate – nell’ambito della legge generale “istituzionale” volta dare un coordinamento unitario ai vari interventi di riforma legislativa per l’attuazione del titolo V della Costituzione (la legge regionale n. 6 del 2004) – varie disposizioni di legge in materia comunitaria ed internazionale (articoli da 2 a 6 della LR n. 6). In particolare, l’art. 2 della l.r. 6 del 2004 disciplina la dimensione ascendente della partecipazione regionale al diritto comunitario, prevedendo un’apposita attività di indirizzo da parte del Consiglio regionale nei confronti del presidente della Giunta; con intesa tra Giunta e Conferenza RegioneAutonomie locali è poi regolata la partecipazione degli enti locali. La partecipazione discendente viene invece disciplinata dall’art. 3, che rapporta l’adeguamento dell’ordinamento regionale Pagina 182 OTTAVOEURORAPPORTO anche alle sentenze della Corte di giustizia e prevede l’emanazione annuale di una legge comunitaria regionale. L’art. 4 regola le attività regionali di rilievo internazionale, attribuendo alla Giunta vari poteri tra i quali: iniziative di cooperazione allo sviluppo, solidarietà internazionale e aiuto umanitario; attività promozionali dirette e indirette in vari settori; iniziative di scambio di esperienze e assistenza istituzionale con le amministrazioni di regioni ed altri enti esteri, nonché supporto ad analoghe iniziative tra Università e tra enti locali; supporto del reclutamento e della formazione di personale destinato ad immigrare per motivi di lavoro in Emilia-Romagna; politiche a favore dei concittadini emigrati all’estero; creazione di strutture all’estero di supporto alle attività internazionali della Regione). Da ultimo, l’art. 5 prevede che la Regione adotti un documento pluriennale di indirizzi in materia di cooperazione internazionale e attività internazionale. Ma la completezza del quadro poteva derivare solo dal nuovo Statuto regionale, che era chiamato ad introdurre principi di maggior rilievo e le norme che tenessero conto dei nuovi rapporti istituzionali interni, in particolare fra l’Assemblea legislativa, la Giunta regionale ed il suo Presidente. Il nuovo Statuto tratta di questi aspetti, principalmente negli articoli da 11 a 13, oltre che nelle norme che riguardano le specifiche competenze degli organi regionali. La normativa statuaria si apre con alcune disposizioni di principio (art. 11) che sanciscono innanzitutto l’obbligo della Regione di conformare la propria azione ai principi e agli obblighi derivanti dall’ordinamento internazionale e comunitario; la Regione inoltre partecipa al processo di costruzione ed integrazione europea e opera per estendere i rapporti di reciproca collaborazione con le altre regioni dell’UE. Con l’art. 12 vengono introdotte, a livello statutario, le norme fondamentali inerenti la partecipazione alla formazione e all’attuazione del diritto comunitario, nell’ambito e nelle materie di propria competenza, da parte della Regione Emilia-Romagna. In particolare alcune norme riguardano la c.d. “fase ascendente”: esse sanciscono che la Regione partecipa alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari (sempre nel rispetto dellle linee procedurali previste dalla legge statale) e determina con legge “le modalità di informazione, preventiva e successiva, e le forme di espressione di indirizzo dell’Assemblea legislativa” sulla fase ascendente. Riguardo alla fase “discendente” la Regione Emilia-Romagna provvede direttamente all’attuazione e all’esecuzione degli atti dell’Unione Europea (osservando le disposizioni procedurali dettate dalla legge dello Stato), per mezzo di norme legislative o con regolamento della Giunta, ma anche con fonti normative di rango secondario (dell’Assemblea o della Giunta) nei casi in cui non è richiesta una preventiva regolazione della materia. Questa disposizione è molto importante, perché consente l’uso di strumenti normativi ed attuativi agili e chiarisce ogni eventuale dubbio in materia. Questa norma si lega anche alla disposizione, di carattere generale, secondo cui la Regione partecipa a programmi e progetti dell’UE e – elemento di forte significato istituzionale per il “sistema” amministrativo del territorio emilianoromagnolo – promuove la partecipazione all’attività comunitaria degli enti locali e della società civile. Con significativa innovazione statutaria, viene inoltre prevista l’adozione di “leggi comunitarie regionali”: l’art. 12 dispone, infatti, (comma 1, lett. d) che la legge regionale attui il periodico recepimento delle direttive e degli altri atti normativi comunitari che richiedono un intervento legislativo. A livello semplicemente legislativo (non statutario) già la LR n. 6 del 2004 aveva previsto l’adozione di una legge regionale comunitaria (art. 3), stabilendo alcuni termini (ordinatori), anche se all’epoca 07-Aiuti di stato 11-11-2005 10:45 Pagina 183 OTTAVOEURORAPPORTO dell’emanazione di tale disposizione si scontava un quadro normativo non ancora completo. Lo Statuto si occupa poi, per la prima volta, degli aspetti contenziosi della partecipazione all’Unione europea, rinviando alla legge regionale la determinazione delle modalità del concorso dell’Assemblea legislativa per quanto riguarda le proposte d’impugnativa contro disposizioni comunitarie, rispettando in ogni caso il potere di rappresentanza del Presidente della Regione. Naturalmente il ruolo dell’Assemblea legislativa risulta, in generale, molto enfatizzato nel nuovo Statuto rispetto alle tematiche europee. La normativa fondamentale (oltre a quanto si appena detto riguardo al contenzioso) si rinviene nell’art. 28, relativo a “poteri e funzioni” dell’Assemblea: la lettera g) di questo articolo attribuisce a tale organo il potere di deliberare gli “atti generali attuativi delle norme dell’Unione europea, salvi i casi previsti dalla legge”. Questo assai rilevante potere dell’Assemblea legislativa è confermato, del resto, anche in materia internazionale: la lettera g) del citato art. 28 attribuisce all’organo assembleare l’”elaborazione” dei documenti di indirizzo di documenti di indirizzo in materia di rapporti internazionali e la ratifica degli accordi e intese. Questa disposizione si lega all’art. 13 dello Statuto che disciplina l’attività di rilievo internazionale dell’Emilia-Romagna nelle materie di sua competenza; in particolare esso dispone che la Regione attua direttamente gli accordi internazionali stipulati dallo Stato, che l’Assemblea legislativa su proposta della Giunta ratifica gli accordi con Stati esteri e le intese con Enti territoriali interni ad altro Stato, deliberati dalla Giunta e sottoscritti dal Presidente. Anche per gli accordi internazionali e per i rapporti interregionali internazionali, la legge regionale determina le modalità d’informazione preventiva e successiva e di partecipazione dell’Assemblea alla formazione delle intese. Con le nuove disposizioni dello Stato si apre, dunque, una fase nuova, caratterizzata da una maggiore chiarezza e stabilità istituzionale e si apre anche la possibilità di dare luogo ad una normazione innovativa e flessibile (importante è il rinvio ad atti non legislativi) per una sempre più efficace azione della Regione Emilia-Romagna rispetto alle tematiche europee. 7.2. BREVE QUADRO RIEPILOGATIVO DELLE LEGGI REGIONALI ATTUATIVE DELLA NORMATIVA COMUNITARIA APPROVATE NEL 2004 Legge regionale 20 gennaio 2004, n. 3 Norme in materia di tutela fitosanitaria – istituzione della tassa fitosanitaria regionale. Abrogazione delle leggi regionali 19 gennaio 1998, n. 3 e 21 agosto 2001, n. 31 La legge n. 3 del 2004 detta norme in materia di profilassi, produzione e commercializzazione dei vegetali e prodotti vegetali, ai fini della tutela fitosanitaria, nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti dalla normativa comunitaria e nazionale e comunque nel rispetto delle norme statali in materia di profilassi internazionale. Sono stati aggiornati tutti i riferimenti normativi alla direttiva 2000/29/CE che ha sostituito la precedente direttiva 77/93/CEE in materia fitosanitaria. Si è provveduto ad unificare in un solo testo le disposizioni prima contenute nelle LL.RR. n. 34 del 1982 e n. 31 183 del 2001, che sono state conseguentemente abrogate, e si sono introdotte alcune semplificazioni procedurali. In particolare si è concentrata l’attività autorizzativa alle fasi particolarmente critiche ( produzione e commercio all’ingrosso) riducendo, in armonia con le direttive comunitarie, il numero delle aziende che necessitano di autorizzazione regionale per l’esercizio della propria attività. Si è istituita la tassa fitosanitaria regionale in armonia con la normativa comunitaria. L’art. 13 dispone che “La tassa è dovuta dall’importatore e deve essere assolta mediante pagamento su conto corrente postale intestato alla Regione Emilia-Romagna, con obbligo di indicazione nella causale della dicitura “Tassa fitosanitaria”, prima dell’inizio delle attività di controllo all’importazione previste dall’articolo 13-quinquies della direttiva 2000/29/CE. La tassa è dovuta nella misura indicata nell’allegato VIII bis della direttiva 2000/29/CE , introdotto dalla direttiva 2002/89/CE del Consiglio, del 28 novembre 2002, relativa alla modifica della direttiva 2000/29/CE concernente le misure di protezione contro l’introduzione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali e contro la loro diffusione nella comunità. Non è autorizzato il rimborso diretto o indiretto della tassa”. 07-Aiuti di stato 11-11-2005 10:45 184 Legge regionale 9 febbraio 2004, n. 4 Disciplina della movimentazione di ovini e caprini a scopo di pascolo La legge in oggetto, nell’esercizio delle competenze costituzionalmente attribuite alla Regione in materia di tutela della salute ed alimentazione, disciplina la movimentazione di ovini e caprini nel territorio regionale al fine di prevenire il rischio di diffusione di malattie trasmissibili attraverso il pascolo. In particolare si attuano le disposizioni contenute nel Decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1996, n. 317 che ha attuato la direttiva 92/102/CEE relativa alla identificazione e alla registrazione degli animali. Legge regionale 24 marzo 2004, n. 5 “Norme per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati. Modifiche alle leggi regionali 21 febbraio 1990, n. 14 e 12 marzo 2003, n. 2” La Regione Emilia-Romagna, nell’esercizio delle proprie competenze ai sensi dell’art. 117 della Costituzione e del testo unico emanato con decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e delle sue successive modifiche (legge n. 189 del 2002, concernente la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), con la legge regionale in esame ha inteso concorrere alla Pagina 184 OTTAVOEURORAPPORTO tutela dei cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea e degli apolidi presenti nel proprio territorio, riconoscendo loro i diritti fondamentali della persona umana previsti dalle norme di diritto interno, dalle convenzioni internazionali in vigore e dai principi di diritto internazionale generalmente riconosciuti. È stata la prima Regione che ha legiferato in materia di politiche per l’integrazione dei cittadini stranieri immigrati dopo la riforma costituzionale e dopo la modifica della normativa nazionale richiamata. L’approvazione della nuova normativa regionale si è resa necessaria per numerose ragioni: l’evidente superamento della precedente legge regionale in vigore, l.r. n. 14 del 1990, che sostanzialmente nasceva nel solco della impostazione emergenziale causata dai primi consistenti flussi migratori nel nostro paese; il forte processo di cambiamenti quali-quantitativi nel corso degli anno ‘90 riferibili alla progressiva crescita numerica delle presenze di persone straniere; il forte processo di innovazione e modificazione legislativa avviato a livello nazionale a partire dalla emanazione del d.lgs. n. 286 del 1998. Le ragioni e gli obiettivi che la Regione si è data con l’approvazione di una nuova legge regionale per l’integrazio- ne sociale dei cittadini stranieri vanno ricondotti alla necessità di assicurare l’inserimento sociale, culturale e politico per i cittadini stranieri nel pieno rispetto delle regole. L’articolo 1 della legge regionale n. 5 del 2004 richiama tra i principi fondamentali quelli della “Dichiarazione fondamentale dei diritti dell’uomo” del 10 dicembre 1948, della “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”, proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000 nonchè gli impegni assunti con la Carta europea dei diritti dell’uomo nella città, sottoscritta a Saint-Denis il 18 maggio 2000 ed con la Convenzione di Strasburgo sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale adottata dal Consiglio d’Europa e ratificata con legge 8 marzo 1994 n. 203. Stante la complessità della materia per un puntuale commento agli aspetti maggiormente innovativi della legge regionale in commento si rinvia a Le istituzioni del federalismo n. 5 del 2004 “ Immigrazione e poteri locali: quale integrazione, quali competenze”. Legge regionale 24 marzo 2004. n. 6 Riforma del sistema amministrativo regionale e locale. Unione europea e relazioni internazionali. Innovazione e semplificazione. Rapporti con l’Università La L.R. n. 6 del 2004 ha delineato, in attuazione dei principi introdotti dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, le sedi, i modelli e le procedure da seguire al fine di garantire la partecipazione della Regione alla fase ascendente e discendente di formazione degli atti comunitari disciplinando, altresì, le modalità di esercizio dei rapporti internazionali della Regione e le attività di rilievo internazionale. Nel nuovo quadro costituzionale è apparso, infatti, di estrema urgenza un intervento in materia di rapporti internazionali e con l’Unione Europea, in attesa delle scelte che sono state formalizzate con il nuovo statuto regionale approvato con la legge regionale 31 marzo 2005, n. 13. In particolare, con riferimento alla fase ascendente delle norme europee si è attribuita la responsabilità istituzionale della partecipazione della Regione nelle sedi decisionali comunitarie al Presidente della Giunta, assicurando che tale ruolo venga svolto in collaborazione istituzionale con il Consiglio regionale e, per quanto di competenza, con la Conferenza Regione-Autonomie Locali. Per quanto attiene invece alla fase 07-Aiuti di stato 11-11-2005 10:45 Pagina 185 OTTAVOEURORAPPORTO discendente del diritto e dei programmi comunitari, attraverso la previsione della legge comunitaria regionale annuale, si è inteso garantire il periodico adeguamento dell’ordinamento regionale alle norme ed alle decisioni giurisdizionali dell’Unione Europea nei settori di competenza regionale disciplinandone termini, oggetto e procedure. La legge regionale n. 6 del 2004 detta, altresì, norme per l’esercizio delle attività di rilievo internazionale della Regione nel rispetto della competenza statale in materia di politica estera e dei principi fondamentali stabiliti con legge dello Stato. Una compiuta definizione delle competenze regionali in materia di attività internazionale e di diritto comunitario è contenuta nel nuovo Statuto regionale che è oggetto di uno specifico contributo. Legge regionale 14 aprile 2004, n. 7 Disposizioni in materia ambientale. Modifiche ed integrazioni a leggi regionali Con la legge n. 7 del 2004 la Regione Emilia-Romagna ha voluto disciplinare e organizzare le funzioni regionali derivanti dal nuovo quadro normativo in materia di tutela della biodiversità definito, in primis, dalle direttive comunitarie 79/409/CEE Uccelli e 92/43/CEE Habitat, nonché dal DPR 8 settembre 1997 n. 357 concernente Regolamento recante l’attuazione della Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali nonché della flora e fauna selvatiche recentemente modificato dal DPR n. 120 del 12 marzo 2003. In tale contesto la Regione ha inteso definire con maggiore precisione i diversi ruoli dei soggetti pubblici e privati coinvolti nella conservazione e nella gestione dei siti che costituiscono la rete natura 2000, denominati SIC (Siti di importanza comunitaria) e ZPS (Zone di protezione speciale, nonché le procedure amministrative connesse). Con la legge in esame vengono definite le finalità generali in base alle quali promuovere la conservazione e la gestione dei siti comunitari nel quadro delle politiche regionali di sostenibilità ambientale. In particolare nella legge sono indicate e disciplinate le competenze amministrative dei diversi enti che sono così ripartite: alla Regione competono le funzioni di indirizzo, di coordinamento, di revisione periodica dell’elenco dei siti, nonché l’eventuale surroga in caso di inadempienze da parte di Comuni e province nell’esercizio delle funzioni assegnate; alle Province ed agli altri Enti gestori di Aree protette competono l’adozione di misure di conservazione, la promozione dell’attività di monitoraggio nonché l’effettuazione della valutazione di incidenza di piani, programmi ed interventi connessi alle proprie funzioni; agli altri Enti pubblici ( Comunità montane e Comuni) compete l’effettuazione della valutazione di incidenza di piani, programmi e interventi connessi alle proprie funzioni. È necessaria, infatti, una attenta valutazione delle incidenze che piani o interventi ricadenti all’interno dei siti o nelle loro immediate vicinanze possono avere sugli equilibri ambientali presenti, in modo tale da selezionare le attività ammissibili in quelle precise aree. A tale proposito lo Stato Italiano è stato oggetto dell’apertura di procedure di infrazione comunitaria da parte della competente Commissione in quanto, relativamente al recepimento delle Direttive comunitarie sopracitate, la Commissione ha ritenuto non adeguate le azioni intraprese attraverso le normative nazionali di recepimento della Direttiva habitat per la corretta gestione della rete Natura 2000. Legge regionale 18 giugno 2004, n. 13 Adesione della Regione EmiliaRomagna alla fondazione Italia-Cina Negli ultimi anni, con sempre maggiore frequenza, l’Amministrazione regionale è coinvolta in tutti i suoi settori, in attività internazionali. La program- 185 mazione regionale di attività all’estero è sempre più ricca di iniziative nell’ottica dell’incremento delle relazioni internazionali, della promozione culturale, del settore turistico, delle attività di formazione e di quelle promozionali del sistema imprenditoriale regionale nel mondo. Già da qualche anno la Regione Emilia-Romagna si è dotata di una programmazione di attività all’estero per la promozione del sistema economico e per l’incentivazione degli investimenti in campo internazionale. In concerto con il Ministero delle Attività Produttive, la Regione EmiliaRomagna ha siglato l’Accordo di programma per le attività di promozione sui mercati esteri; fra le aree prioritarie di azione negli ultimi anni vi è la Cina, mercato prioritario di intervento non solo per la nostra Regione ma per tutto il sistema economico italiano. Da tutto ciò è nata l’esigenza di aderire come Regione alla Fondazione ItaliaCina. La fondazione per statuto è apolitica, non ha fini di lucro e non può distribuire utili e si pone come scopo statutario la promozione di rapporti economici e il perseguimento di finalità culturali, formative, sanitarie, scientifiche, artistiche, realizza studi e ricerche come pure elabora e attua programmi di particolare rilevanza, organizza eventi utili a sviluppare i rapporti tra Italia e Cina nel 07-Aiuti di stato 11-11-2005 10:45 186 quadro dei rapporti esistenti anche a livello governativo. Legge regionale 11 ottobre 2004, n. 21 Disciplina della prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento La Direttiva 96/61/CE ha stabilito un quadro generale per la prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento. Essa prevede le misure necessarie per assicurare l’attuazione della prevenzione e della riduzione integrate dell’inquinamento al fine di raggiungere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso. L’applicazione del principio dello sviluppo sostenibile è rafforzato da un approccio integrato della riduzione dell’inquinamento. Ai sensi della direttiva 96/61/CE, gli Stati membri devono predisporre le misure necessarie per garantire che l’esercente di un impianto industriale appartenente alle categorie elencate nell’allegato 1, osservi alcuni obblighi fondamentali. In particolare le disposizioni adottate dai singoli Stati membri, a norma della Direttiva 96/61/CE, devono essere applicate agli impianti esistenti entro il 31 ottobre 2007 ovvero per gli impianti nuovi a decorrere dalla data di applicazione della Direttiva ( 10 ottobre 1999). L’aspetto più rilevante ed innovativo introdotto dalla Direttiva 96/61/CE è Pagina 186 OTTAVOEURORAPPORTO rappresentato dalla previsione che valori limite di emissione, parametri e misure tecniche equivalenti, definite dalle autorità competenti per le singole autorizzazioni devono basarsi sulle BAT (Best Available Techniques), cioè sulle migliori tecniche disponibili, senza imporre l’uso di una tecnica o di una tecnologia specifica, tenendo presente le caratteristiche tecniche dell’impianto, la sua posizione geografica e le condizioni ambientali locali. La stessa Direttiva 96/61/CE prevede comunque che le condizioni di autorizzazione contengono disposizioni volte a ridurre al minimo l’inquinamento ad ampio raggio o transfrontaliero e garantiscono un elevato livello di tutela dell’ambiente nel suo complesso. Inoltre, in considerazione del fatto che le migliori tecniche disponibili evolvono col tempo, soprattutto in funzione del progresso tecnico, si sancisce la necessità che le autorità competenti devono seguire ed essere aggiornate su tali progressi ed individua strumenti per favorire lo scambio di esperienze tra gli Stati membri. La Direttiva in esame prevede la formazione su base europea di un inventario delle principali emissioni e delle relative fonti per un raffronto delle attività inquinanti nella Comunità. Si introduce l’innovativo concetto dell’autorizzazione ambientale integrata (IPPC) che si caratterizza per i seguenti principali profili: a) un approccio integrato degli effetti dell’inquinamento nei diversi aspetti ambientali, finora considerati separatamente, al fine di conseguire un elevato livello di protezione dell’ambiente; b) valutazione comparata e ponderata dei diversi fattori ambientali e dei diversi interessi pubblici coinvolti, attraverso il coordinamento e l’integrazione delle procedure di autorizzazione; c) l’obbligo di adottare tutte le misure preventive per assicurare un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso ( ivi incluse le misure di trattamento dei rifiuti, l’uso efficiente dell’energia, la prevenzione degli incidenti rilevanti, le misure per evitare rischi di inquinamento alla cessazione delle attività e per il ripristino del sito); d) l’obbligo di adottare tali misure preventive implica l’uso delle BBAT (Best Available Techniques) cioè delle migliori tecniche disponibili (non solo tecnologie); dovrà decidere in modo integrato e ponderato come garantire la protezione ambientale, caso per caso, individuando in un rapporto collaborativo con il gestore dell’impianto le migliori tecniche disponibili da utilizzare. La valutazione è dunque sul singolo impianto e può differire nell’ambito della stessa tipologia di impianto. Il recepimento della direttiva IPPC coinvolge necessariamente le responsabilità e le competenze regionali come precisato dal DLgs n. 372 del 1999 che ha trasposto nel sistema giuridico italiano i principi e le scelte della Direttiva 96/61/CE con alcune specificazioni e peculiarità. La Regione Emilia-Romagna, con la l.r. n. 21 del 2004 ha dato attuazione alla direttiva 96761/CE del Consiglio del 24 settembre 1996 e ha stabilito le disposizioni necessarie in materia di prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento disciplinando il rilascio, il rinnovo ed il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale dei nuovi impianti e degli impianti esistenti nonché le modalità di esercizio degli impianti medesimi. e) l’accesso alle informazioni e la partecipazione dei cittadini e dei soggetti interessati alla procedura di autorizzazione. Legge regionale 22 novembre 2004, n. 25 Norme in materia di organismi geneticamente modificati La procedura di IPPC presenta, dunque, rilevanti novità. L’autorità competente Negli ultimi anni sono stati introdotti nel mercato nuovi organismi animali e 07-Aiuti di stato 11-11-2005 10:45 Pagina 187 OTTAVOEURORAPPORTO vegetali, non presenti in natura ma frutto di esperimenti, comunemente chiamati organismi geneticamente modificati (OGM). Con la legge in esame la Regione, sulla base del principio di precauzione contemplato nell’articolo 174 del Trattato della Comunità europea ed in osservanza dell’articolo 26 bis, comma 1, della direttiva 2001/18/CE sull’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati, ha disciplinato nell’ambito delle proprie competenze l’utilizzo di organismi geneticamente modificati avendo cura di preservare le risorse genetiche del territorio e di tutelare efficacemente le produzioni agricole ed alimentari. In particolare le legge in esame, avendo come finalità la tutela della salute umana e dell’ambiente, applica il principio di precauzione per ciò che riguarda l’uso, a qualunque fine degli OGM. In questo senso la legge prevede il divieto di coltivazione ed allevamento di OGM sul territorio regionale mentre vengono esclusi dai finanziamenti e marchi di qualità le aziende e le industrie che facciano uso di OGM. Legge regionale 23 dicembre 2004, n. 26 Disciplina della programmazione energetica territoriale ed altre disposizioni in materia di energia Con la legge n. 26 del 2005, la Regione, in armonia con gli indirizzi della politica energetica nazionale e dell’Unione europea, ha disciplinato gli interventi dell’ amministrazione regionale e locale in materia di energia, in conformità a quanto previsto dall’articolo 117, comma terzo della Costituzione, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale. Nel perseguire tali finalità la Regione e gli enti locali pongono a fondamento della programmazione degli interventi di rispettiva competenza anche l’obiettivo di limitare le emissioni secondo quanto stabilito dalle Direttive europee 1999/30/CE e 2000/69/CE recepite dallo Stato italiano nonché dal protocollo di Kyoto del 1998 sui cambiamenti climatici . Il settore registra il sempre più accentuato primato del diritto comunitario e si è avviato il processo di trasformazione del sistema interno in attuazione delle direttive comunitarie, recanti norme comuni per il mercato dell’energia elettrica e del gas, recepite nel nostro ordinamento con la legge n. 481 del 1995, il DLgs. n. 79 del 1999 e il DLgs. n. 164 del 2000. Il settore risulta, inoltre, fortemente caratterizzato dal nuovo riparto delle competenze tra Stato e Regioni definito dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante modifiche al Titolo 187 V, parte seconda della Costituzione. La riforma costituzionale ricomprende la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell’energia tra le materie di legislazione concorrente; al Parlamento compete la definizione dei principi fondamentali che regolano la materia. Al settore dell’energia attengono, peraltro, profili quali la tutela della concorrenza, la fissazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti sociali che debbono essere garantiti in tutto il territorio nazionale, la tutela dell’ambiente, la sicurezza, la politica estera e i rapporti internazionali che rientrano tra le materie a legislazione esclusiva dello Stato. Alla luce della nuova formulazione del Titolo V della Costituzione l’energia è una materia in ordine alla quale si manifestano competenze diverse e fortemente intrecciate che devono essere esercitate sulla base di un puntuale raccordo tra i diversi livelli istituzionali. La Regione Emilia-Romagna, con la legge n. 26 del 2004 ha esercitato la propria potestà legislativa e regolamentare in materia di energia, ai sensi dell’art.117, comma 3 della Costituzione, nel rispetto delle direttive dell’Unione Europea e dei principi fondamentali della legislazione statale desunti dalle disposizioni vigenti. 7.3 AIUTI DI STATO/AIUTI A FINALITÀ REGIONALE1 L’articolo 87, paragrafo 1, del Trattato dell’Unione Europea stabilisce che “salvo deroghe contemplate dal Trattato sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza”. Ogni aiuto di Stato, nazionale e/o regionale, che risponda ai criteri sopra indicati è, in linea di principio, incompatibile con il mercato comune. Tuttavia i paragrafi 2 e 3 dello stesso articolo 87 specificano le ipotesi in cui, in deroga al principio generale, gli aiuti di Stato possono essere considerati ammissibili. Al riguardo sono individuabili tre principali categorie di deroghe, per le quali occorre ottenere l’esito 1 Per approfondimenti si richiama il fascicolo allegato al Sesto Eurorapporto “La Regione e l’Unione europea: gli aiuti di Stato – Vademecum per gli operatori pubblici”. 07-Aiuti di stato 11-11-2005 10:45 188 positivo dell’esame di compatibilità: aiuti a finalità regionale, norme orizzontali, norme settoriali. Gli aiuti che rientrano in questa tipologia ed oggetto di deroga da parte della Commissione europea, hanno come obiettivo lo sviluppo di regioni sfavorite e si distinguono dalle altre categorie di aiuti pubblici perché: – destinati a favorire lo sviluppo di regioni ove il tenore di vita sia anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di sottoccupazione (art.87.3.a) o – destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse (art.87.3.c). Con lettera del 13 marzo 20002, la Commissione ha approvato la Carta degli aiuti a finalità regionale per il periodo 2000-2006 che prevede, per l’Italia, di attuare la deroga 87.3.a alle regioni meridionali italiane (Calabria, Puglia, Campania, Basilicata, Sardegna; Sicilia) e di attuare la deroga 87.3.c ad una parte di territori delle regioni del centro-nord. Per la regione Emilia-Romagna le aree oggetto di deroga ai sensi dell’art. Pagina 188 OTTAVOEURORAPPORTO 87.3.c fanno riferimento ai seguenti Comuni: tutto il territorio comunale di: Formignana (FE); Migliarino (FE), Migliaro (FE), Ostellato (FE), Tresigallo (FE); parte del territorio comunale di: Comacchio (FE), Copparo (FE), Ferrara, Ro (FE), Ravenna. Tutte le aree emiliano-romagnole individuate sono anche aree eligibili ai sensi dell’obiettivo 2 dei Fondi strutturali. Ai fini di migliorare la trasparenza sugli aiuti di stato la Commissione europea ha adottato inoltre due specifiche iniziative: – un registro degli aiuti di Stato accessibile su Internet http://europa.eu.int/comm/ competition/state_aid/register/ – la pubblicazione di un quadro di valutazione degli aiuti Stato3 anch’esso accessibile su internet http://europa.eu.int/comm/ competition/state_aid/scoreboard/ index_fr.html 7.4 IL NUOVO REGOLAMENTO DI PROCEDURA SUGLI AIUTI DI STATO Nel corso del 2004, la Commissione ha approvato un nuovo regolamento di procedura4 che introduce un modulo obbligatorio di notifica con l’obiettivo di semplificare i meccanismi di trasmissione della stessa notifica e chiarire le informazioni richieste dalla Commissione nelle relazioni annuali previste dall’art.21 del reg.659/99; inoltre introduce una modalità semplificata per la notifica delle modifiche di taluni aiuti esistenti e fissa, per ciascuno Stato membro, un tasso di interesse unico da applicare al recupero di aiuti di Stato concessi illegittimamente. Dal 1° Gennaio 2006 le notifiche e la corrispondenza successiva dovranno avvenire solo per via elettronica. L’invio delle schede di notifica è condizione essenziale perché la Commissione possa accettare la notifica: qualsiasi notifica priva di tali schede sarà infatti ritenuta non valida e respinta dalla Commissione. La notifica è sempre effettuata dal Rappresentante Permanente alla Commissione Europea (Segretariato Generale). Una copia della notifica sarà inviata anche al Direttore Generale della Direzione Generale della Commissione competente nel caso di notifiche per specifici settori. Tutte le comunicazioni successive dovranno essere fatte tra la Rappresentanza permanente e la direzione generale competente del dossier. Il modulo standard per la notifica degli aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 88, paragrafo 3 del trattato CE e per la trasmissione delle informazioni sugli aiuti illegali, comprende: – informazioni generali; – informazioni sintetiche da pubblicare nella Gazzetta Ufficiale dell’UE; – Scheda di informazioni complementari a seconda del tipo di aiuto. Per quanto riguarda il settore agricolo, occorre compilare una scheda di informazioni supplementari che ripercorre schematicamente gli Orientamenti sulla concessione degli aiuti di Stato in agricoltura, dettagliando nello specifico le caratteristiche dell’intervento, le condizioni di concessione e a secondo del tipo di intervento che si intende finanziare. 2 Pubblicata in GUCE C175 del 24.6.2000. COM(2001)412. 4 Regolamento (CE) n. 794/2004 del 21 Aprile 2004. 3 07-Aiuti di stato 11-11-2005 10:45 Pagina 189 OTTAVOEURORAPPORTO Generalmente anche le richieste di modifica di aiuti di Stato esistenti e previamente approvati dalla Commissione, devono essere notificate compilando il modulo utilizzato per tutte le notifiche specificando numero, data di autorizzazione e durata del regime che si intende modificare e indicando le condizioni che si vogliono cambiare rispetto al regime originale. Tuttavia la Commissione prevede altri due casi: uno in cui la notifica non è necessaria ed uno in cui si potrà utilizzare il modulo di notifica semplificato. La notifica non è necessaria quando le modifiche sono di carattere puramente formale ed amministrativo e, in quanto tali, non possono alterare la valutazione della compatibilità della misura di aiuto con il mercato comune. Anche l’aumento non superiore al 20% della dotazione originaria di un regime di aiuti non è considerata una modifica ad un aiuto esistente. La notifica deve essere fatta tramite l’utilizzo del modulo semplificato, invece, in tre specifici casi: quando le modifiche comportano un aumento della dotazione finanziaria superiore al 20%, oppure una proroga al massimo di sei anni di un regime di aiuto esistente autorizzato, con o senza aumento della dotazione, o un inasprimento delle condizioni per l’applicazione di un regime di aiuto autorizzato, riduzione dell’intensità dell’aiuto o riduzione delle spese ammissibili. Inoltre il nuovo regolamento di procedura contiene il modulo per la presentazione delle relazioni annuali che gli Stati membri sono tenuti a compilare sui regimi di aiuti esistenti relativi alla produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli di cui all’allegato I del trattato. Tali relazioni devono essere inviate alla Commissione, in formato elettronico, entro il 30 Giugno dell’anno successivo a quello cui si riferiscono. Infine, il tasso di interesse per il recupero degli aiuti di Stato concessi in violazione dell’art.88, paragrafo 3, del trattato, viene fissato dalla Commissione, per singolo Stato membro e per anno civile, e pubblicato sia sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea che su internet. 7.5. LE NOTIFICHE EFFETTUATE DALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA NEL 2004 La legge regionale 6 settembre 1993, n.32 “Norme per la disciplina del procedimento amministrativo e del diritto di accesso” disciplina in modo puntuale, all’articolo 28, la comunicazione all’autorità comunitaria ed utilizza la cosiddetta “clausola di sospensione dell’efficacia” prevedendo che l’efficacia delle misure di aiuto sia subordinata alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale della decisione favorevole della Commissione. Operativamente la notifica formale è effettuata a cura del Servizio Politiche Europee e Relazioni Internazionali della Direzione Generale Programmi e Intese, Relazioni europee e Cooperazione internazionale su segnalazione della Direzione Generale competente del provvedimento oggetto di notifica. Nel corso del 2004 sono stati inoltrati quattro provvedimenti, uno dei quali successivamente ritirato, elencati nella tabella unitamente alla data di notifica, il numero di codice comunitario e l’esito dell’esame di compatibilità. Sono state inoltre trasmesse, ai fini della 189 pubblicazione sulla GUCE, due informative relative agli aiuti a favore di piccole e medie imprese ai sensi dell’art. 9 del regolamento di esenzione CE n. 70/2001 e riferite alle delibere di Giunta regionale del 30 dicembre 2003 nn. 2823 “Progetti di ricerca industriale e sviluppo precompetititvo” e 2824 “Sviluppo di laboratori industriali”. 07-Aiuti di stato 11-11-2005 190 10:45 Pagina 190 OTTAVOEURORAPPORTO Titolo del provvedimento codice comun data di notifica esito Legge 405/99, art. 2 bis – criteri e modalità presentazione domanda ai commercianti di prodotti ittici freschi Adriatico, ai mercati ittici, attività manifatturiere e di servizio sett. Indennizzo parziale cop. Perdite causate Arresto temporaneo attività pesca (4/6-31/8/99) disposizioni straordinarie urgenti settore pesca (deliberazione 1248/2001) Programma regionale attuativo per la concessione dei contributi a favore dei Centri di Assistenza Tecnica – art. 16, comma 1, Legge 266/97 (deliberazione n. 1427/2001) modifica della l.r. 12 dicembre 1997 n. 43 sugli interventi a favore delle forme collettive di garanzia nel settore agricolo. Abrogazione della l.r. 37/95 (deliberazione 316/2003) Iniziativa 1.1 Piano Telematico regionale 2002-2005: proposta di direttiva regionale per la concessione di contributi alle attività di ricerca e sviluppo per la società dell’informazione (deliberazione n. 1538 del 28.07.2003) Bando per l’attuazione della misura 1, Azione A del Programma Regionale della ricerca industriale, l’Innovazione e il Trasferimento Tecnologico PRRIITT (deliberazione 2823 del 30.12.2003) N 678/1999* 13/02/2002** esame in corso N 140/2002 27/02/2002 esame in corso N 222/2003 22/05/2003 esame in corso N 124/2004 17/03/2004 N 271/2004 18/06/2004 N 273/2004 22/06/2004 esito positivo BURER n. 95 dell’11.10.2004 esito positivo BURER n. 95 del 1.07.2005 ritirata*** N 577/2004 07/12/2004 esame in corso Promozione del sistema regionale della Ricerca industriale, dell’innovazione e del trasferimento tecnologico (L.R. 14 maggio 2002, n. 7) Progetto di legge “Pubblicità e Promozione delle produzioni agroalimentari di qualità (BURER n. 315 del 01.10.2004) * Il codice comunitario indicato è quello di notifica della legge nazionale 678/99 ** la data indicata è quella della notifica della Regione Emilia-Romagna *** ritirata con lettera prot. 23085/04/PGR del 4.11.2004 in quanto presentata come integrativa alla notifica N 271/04 che ne rappresenta uno degli strumenti attuativi 08-Servizi informazione 11-11-2005 10:46 Pagina 1 SERVIZI DI INFORMAZIONE EUROPEA SUL TERRITORIO REGIONALE 8 08-Servizi informazione 11-11-2005 10:46 Pagina 2 08-Servizi informazione 11-11-2005 10:46 Pagina 193 OTTAVOEURORAPPORTO 8.1 L’INFORMAZIONE EUROPEA DELLA REGIONE EMILIAROMAGNA finalizzato a facilitare la lettura e la comprensione di tutte le altre sezioni. http://www.regione.emiliaromagna.it/infoagenda2000/ www.spazioeuropa.it Spazio Europa, è il portale della Regione Emilia-Romagna, che rende visibile tutto ciò che parla di Europa nella amministrazione regionale e cosa è l’Europa: non solo i finanziamenti comunitari, ma anche l’informazione sulla politica comunitaria in primo luogo, con news quotidiane a cura delle redazioni di Bologna, Bruxelles e Roma dell’agenzia giornalistica Ansa. L’agenda dà conto di tutti gli appuntamenti in Emilia-Romagna e in Europa, legati alle tematiche europee e di stretto interesse per il territorio regionale. 193 InfoAgenda2000 - Fondi strutturali UE in Emilia-Romagna, è la pagina predisposta dal Servizio Politiche europee e Relazioni internazionali per orientare le informazioni su come si stanno attuando i diversi programmi previsti da Agenda 2000 con i link ai siti creati dalle singole direzioni regionali competenti per la loro gestione ed attuazione. Nel corso del 2004 è stato completamente ristrutturato con l’ampliamento delle sezioni Iniziative Comunitarie e Aiuti di Stato e una nuova sezione dedicata alla revisione della politica di coesione 2007/2013. Per quanto riguarda le Iniziative Comunitarie, ampio spazio è dedicato alla Iniziativa Interreg III, suddiviso nei diversi programmi a cui partecipa la Regione Emilia-Romagna: III A Transfrontaliero-Adriatico, III B area Cadses, III B area Medocc, III C e Interact. Nella sezione Aiuti di Stato, oltre al vademecum regionale, si trova il nuovo regolamento comunitario per effettuare le notifiche, i moduli e le schede da utilizzare per i diversi settori e procedure. www.form-azione.it/form_azione.htm www.ermesimprese.it/finanziamenti /obiettivo2/index.htm Form-Azione e Obiettivo 2 sono i siti gestiti rispettivamente dalla Direzione Generale “Formazione, Cultura e Lavoro” e “Attività produttive, Commercio e Turismo” che forniscono le informazioni specifiche relative ai bandi e alla gestione del Programma Operativo Regionale obiettivo 3 e al Docup obiettivo 2. http://sitovecchio.europafacile.net/ Cooperazione/menu.asp 䡵 Cooperazione internazionale, costituisce una sezione di Europafacile, ma possiede sistemi di ricerca autonomi consentendo di recuperare informazioni sulle opportunità di finanziamento comunitarie relative all’internazionalizzazione. le opportunità di finanziamento con le principali modalità di accesso, oltre alle strutture comunitarie di riferimento. http://www.europafacile.net http://www.europafacile.net/ twinning/index-in.asp Europafacile – Sito Internet sulle politiche e sui finanziamenti dell’Unione Europea consente di ottenere informazioni sulle politiche e i programmi dell’Unione Europea attraverso sistemi di ricerca guidati o in base a parole chiave. Il Glossario, raccolta degli acronimi più utilizzati all’interno dei programmi e delle politiche comunitarie, è 䡵 Spazio twinning è una sezione specifica di europafacile sulle politiche ed i finanziamenti comunitari dedicata ai gemellaggi amministrativi, viene aggiornato quotidianamente a cura del Servizio Politiche Europee e Relazioni Internazionali. Oltre alla normativa twinning è possibile avere informazioni relative ai bandi e alle aree caratteristi- 08-Servizi informazione 11-11-2005 194 10:46 Pagina 194 OTTAVOEURORAPPORTO suo VIII° anno e dal 2002 è accessibile anche in rete in formato elettronico. che specifiche dei gemellaggi amministrativi di ciascuna area (PHARE, CARDS E TACIS). Infomail - Strumento informativo personalizzato per l’aggiornamento costante sullo stato di elaborazione e attuazione delle politiche dell’Unione europea. Il servizio viene erogato settimanalmente tramite posta elettronica ai vari settori dell’Amministrazione. Grazie ad un collegamento tra parolechiave consente di inviare informazioni mirate, relative a documenti ufficiali pubblicati sulla Gazzetta delle Comunità europee, documenti preparatori, calendari di eventi (convegni, seminari, incontri, fiere, etc.). e informazione sulle tematiche relative all’Unione europea dei Consiglieri regionali, e dei frequentatori della Biblioteca ma anche per offrire un punto di riferimento per i cittadini che sempre più spesso si rivolgono all’istituzione regionale per problematiche che richiedono una specifica professionalità nella ricerca di documentazione di fonte europea. L’intera struttura, comprendente la Biblioteca, Il Centro documentazione Europa e la Videoteca regionale, ha ottenuto nel luglio 2004 la certificazione del sistema di gestione per la qualità basato sulle norme UNI EN ISO 9001:2000. Il CDE, dispone di un catalogo multimediale, consultabile anche attraverso Internet. Il catalogo monografico è consultabile anche sull’indice SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale), mentre il catalogo periodici è consultabile anche su ACNP (Catalogo italiano dei periodici). 8.1.1 Il “Centro Documentazione Europa” della Biblioteca dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna Il CDE è aperto al pubblico dal lunedì al Il Centro Documentazione Europa (CDE) dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna è stato inaugurato nel gennaio del 1999 come sezione specializzata della Biblioteca del Consiglio. Questo Centro è nato per rispondere alle nuove esigenze di documentazione venerdì compreso ed offre i seguenti servizi di base: – Servizio di quick reference sull’informazione ufficiale dell’Unione europea; – Servizio di diffusione e conoscenza dell’attività e delle iniziative dell’Unione europea attraverso la consultazione delle Gazzette Ufficiali dell’UE serie L, C, CA e S; Documenti preparatori; Relazioni del Parlamento europeo; Statistiche dell’Eurostat; circa 200 monografie edite dall’Unione europea e su tematiche europee, Oltre 100 periodici editi dall’Unione europea e su tematiche europee – Messa a disposizione di tre postazioni internet a libero accesso di cui una con posta elettronica; – Servizio di ricerca su banche dati (Cd-rom, Banche dati on line e Internet) autonomamente o guidati dall’assistenza di personale qualificato; – Servizio di ricerca sulle banche dati su richiesta per ricerche di particolare complessità (anche a distanza); – Disponibilità di materiale divulgativo dell’Unione europea in distribuzione gratuita; – Attività di segnalazione di provvedimenti di particolare interesse presso un indirizzario mirato e realizzazione di Dossier di documentazione. Il CDE cura le seguenti pubblicazioni periodiche: 1. “I diari dell’Europa”, periodico sulle principali politiche dell’Unione europea, che raccoglie al suo interno una cospicua rassegna dei principali documenti prodotti dalle istituzioni dell’UE. Questa pubblicazione è giunta al 2. “Monitor Europa”, newsletter quindicinale on-line che offre un approfondito monitoraggio sulle principali attività delle istituzioni europee con particolare attenzione alle attività del Parlamento e della Commissione europea, del Comitato delle Regioni e ad argomenti di interesse locale e regionale. Monitor Europa è in linea dal giugno 2002. 3. “Europelex”, newsletter mensile on line sulla legislazione europea e sui bandi comunitari di interesse per gli Enti locali, rivolta principalmente agli enti locali emiliano romagnoli. Europelex è in linea dal 18 giugno 2004. Il sito web della biblioteca e del CDE sono stati completamente rinnovati nel corso del 2004; oltre alle informazioni sulla sede, i contatti e le collezioni disponibili, è possibile trovare collegamenti ai servizi offerti dal Centro e richiedere direttamente informazioni e ricerche specialistiche. Il Cde collabora al progetto poliennale di promozione della cultura europeista fra i giovani “L’Europa da scuola a scuola“ e svolge un ruolo di coordinamento nella realizzazione del progetto “Pace e diritti umani”, percorso interistituzionale di raccordo con le istituzioni locali e il mondo associativo per la costruzione di una rete in materia di cooperazione, cultura di pace, integra- 08-Servizi informazione 11-11-2005 10:46 Pagina 195 OTTAVOEURORAPPORTO zione multietnica, promozione dei diritti umani e della solidarietà fra i popoli. Entrambi i progetti, in cui l’Assemblea Legislativa della Regione EmiliaRomagna svolge funzioni di capofila, sono realizzati in partenariato con la Giunta regionale e altri soggetti istituzionali della regione. Ai servizi del Centro si può accedere: – Visitando il Centro Documentazione Europa dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna - Viale Aldo Moro, 36 - 40127 Bologna – Orari: lunedì dalle 14 alle 16 , e dal martedì al venerdì dalle ore 9,30 alle 13 e dalle 14 alle 16. – Telefonando al numero telefonico: 051. 6395122 - Fax 051. 6395123 – Tramite INTERNET: http://consiglio. regione.emilia-romagna.it/biblioteca/ cde.htm – Inviando un messaggio al seguente indirizzo E-mail: cdecons@regione. emilia-romagna.it 8.2 8.2.1 I Carrefours europei SERVIZI d’informazione INFORMATIVI e animazione rurale DELL’UNIONE Dal 1988 la Commissione europea ha EUROPEA istituito, su tutto il territorio PRESENTI IN dell’Unione, dei Centri di informazione EMILIA-ROMAGNA e animazione delle aree rurali chiamati Il 2004 costituisce un anno significativo per l’Unione Europea anche per ciò che concerne la strategia di comunicazione e la sua rete di centri di informazione per i cittadini, Carrefours Europei e Info Point Europa. La Comunicazione sulla implementazione della strategia di informazione e comunicazione1 dell’Unione europea ed altri documenti strategici presentati dalla Commissione Europea prefigurano la necessità di riorganizzare questi centri aprendo le porte ai nuovi Paesi membri e riunire sotto lo stesso tetto le due reti che da più di un decennio si occupano di informazione ai cittadini nei territori rurali (Carrefours Europei) e nelle aree urbane (Info Point Europa). La Comunicazione prevedeva per l’autunno 2004 la pubblicazione di un invito a presentare proposte in tutti i 25 paesi dell’Unione, mirante a individuare i nuovi Centri informativi, che saranno raggruppati sotto la denominazione “EUROPE DIRECT”. Carrefours europei. Questi uffici, distribuiti secondo una logica territoriale (almeno uno per Regione) formano una vera e propria Rete europea, supportata e coordinata dalla Commissione europea, Direzione Generale Stampa e Comunicazione. La Rete dei Carrefours europei nel 2004 contava centoventicinque uffici in tutta l’Unione europea, di cui diciannove in Italia. Nella Regione EmiliaRomagna operano il Carrefour europeo Emilia, con sede a Reggio Emilia, e il Carrefour europeo Romagna, con sede a Ravenna. La legge regionale 26 aprile 1993 n. 22, modificata dalla L.R. 12 novembre 1996 n. 41, riconosce un contributo annuale ai due sportelli sulla base di un programma di attività teso a definire i servizi di informazione e animazione legati alle esigenze del territorio. Attività principale del Carrefour europeo Emilia è lo sportello pubblico a disposizione di utenti, intesi come singoli cittadini, ma anche imprese, asso- 195 ciazioni, cooperative, enti pubblici, scuole, mondo del volontariato e della ricerca, professionisti, centri di formazione, associazioni di categoria, agricoltori, studenti e insegnanti, che possono accedere al centro per cercare informazioni sulle principali tematiche di pertinenza dell’Unione europea. A disposizione del pubblico è il centro di documentazione allestito presso la sede del Carrefour europeo Emilia, ove è possibile reperire tutta la normativa comunitaria dal 1957 in poi, nonché opuscoli informativi, riviste, periodici, monografie pubblicate dalle Istituzioni comunitarie. L’attività informativa è completata dalla pubblicazione e diffusione del quindicinale Carrefour europeo Emilia Notizie, dalla collaborazione con la rivista Agricoltura (rubrica “Qui Europa”) dell’Assessorato regionale Agricoltura, nonché dall’aggiornamento delle pagine del sito Internet del Carrefour europeo Emilia, il cui indirizzo è http://carrefouremilia.crpa.it. Oltre all’informazione sulle tematiche europee, il Carrefour europeo Emilia offre servizi di orientamento, consulenza e assistenza tecnica in risposta ai bisogni specifici del singolo utente e, in 1 COM (2004) 196 del 20 aprile 2004. 08-Servizi informazione 11-11-2005 196 alcuni casi, convenzioni mirate per la prestazione di servizi continuativi. Vengono abitualmente svolte attività di assistenza nell’individuazione di finanziamenti comunitari, consulenza nella presentazione di progetti europei, ricerca di partners per iniziative comuni, organizzazione e realizzazione di seminari, mostre, viaggi di studio e lavoro, nonché moduli formativi per varie tipologie d’utenti. Notevole importanza ha rivestito, anche per il 2004, l’attività del Laboratorio Europa®, attuato in collaborazione con Comune e Centro Servizi Amministrativi (ex-Provveditorato agli Studi) di Reggio Emilia, struttura unica in Europa dedicata al mondo della scuola, con la quale si cerca di diffondere quotidianamente fra alunni e studenti (2.827 nell’anno scolastico 2003/2004) lo spirito di comune appartenenza all’Unione europea. Confermata la partecipazione del Carrefour europeo Emilia alla Rete europea Eurodesk, network cofinanziato dalla Commissione europea, Direzione Generale Istruzione e cultura, specializzato nei programmi dell’Unione europea e del Consiglio d’Europa dedicati ai giovani e agli operatori del settore giovanile. Inoltre il Carrefour europeo Emilia è diventato membro di EPICOR, Rete di 10:46 Pagina 196 OTTAVOEURORAPPORTO corrispondenti d’informazione del Parlamento europeo nel corso del 2004. Sempre nel corso del 2004 il Carrefour europeo Emilia è entrato a fare parte della rete RE.E.Vol. - Reggio Europa Volontariato, costituita su iniziativa del Centro di Servizio per il Volontariato Dar Voce in collaborazione con altri enti no-profit, con l’obiettivo di promuovere la partecipazione di giovani e organizzazioni del territorio della provincia di Reggio Emilia, al Servizio Volontario Europeo (SVE). In particolare l’attività della rete RE.E.Vol. è centrata sull’invio di volontari presso enti di altri paesi. L’attività di informazione del Carrefour europeo Emilia nel corso del 2004 si è caratterizzata attraverso i seguenti dati, relativi al servizio di sportello pubblico: – oltre 3.300 visitatori al centro – oltre 8.200 richieste telefoniche – oltre 510 richieste scritte Il centro distribuisce quindicinalmente news a 4.000 utenti e una volta al mese a 90.000, oltre ai vari altri contributi alla stampa, specializzata e non, alla radio e alla TV non quantificabili in termini di pubblico raggiunto. Il sito internet del Carrefour europeo Emilia è stato visitato da 34.860 utenti nel corso del 2004. Si sono organizzati 24 eventi cui hanno partecipato circa 1.650 persone, si è collaborato all’organizzazione di altre 29 eventi cui hanno partecipato 2.120 persone, 170 giornate informative per un totale di oltre 3.600 partecipanti. Si è partecipato a 4 manifestazioni fieristiche, mentre un altro centinaio di utenti sono stati coinvolti in attività sempre a carattere informativo, in particolare attraverso l’organizzazione di viaggi di studio e di lavoro nell’UE e l’ospitalità di delegazioni da altri paesi UE e candidati. regionale a favore dei cittadini dei territori rurali siano essi privati o soggetti socio-economici: imprese, cooperative, associazioni, enti pubblici, scuole, centri di formazione, associazioni di categoria, agricoltori, studenti e insegnanti. Presso la sede è disponibile un centro di documentazione ove reperire normativa comunitaria e materiale documentario - opuscoli informativi, riviste, periodici, monografie pubblicate dalle Istituzioni comunitarie su formato cartaceo VHS, CD-Rom e DVD. L’allargamento ai 10 nuovi Paesi dell’Unione Europea ha indubbiamente rappresentato il tema catalizzatore dell’attività realizzata nel corso del 2004 dal Carrefour Europeo Romagna, centro di informazione sulle politiche comunitarie, riconosciuto dall’Unione Europea. L’azione del centro può essere distinta in due macro aree: una funzione di informazione in senso stretto e una funzione di “animazione”. La prima si concretizza nella produzione di informazioni su temi e argomenti comunitari che interessano il territorio e in risposta a quesiti diretti degli utenti. La divulgazione avviene principalmente attraverso pubblicazioni – la newsletter quindicinale dal titolo “Europa e Dintorni”, la rubrica “Politiche Comunitarie” all’interno della rivista Agricoltura dell’Assessorato regionale Agricoltura - e la gestione di un sito internet: www.carrefour-romagna.it, all’interno del quale è possibile reperire ed eventualmente scaricare, tutte le notizie e i documenti pubblicati su carta, ma anche tutto ciò che per questioni di tempo non riesce ad andare in stampa. Sorto nel 1989 a Villa San Martino di Lugo, da allora opera sul territorio La seconda è costituita dall’“animazione” ovvero dall’insieme dei servizi di Infine il lavoro di networking a livello locale, regionale, nazionale ed europeo, comprende anche l’attività, svolta dal Carrefour europeo Emilia in qualità di coordinatore nazionale per l’Italia e, dal luglio 2003, anche di coordinatore europeo della Rete dei Carrefours europei d’informazione e animazione rurale. 08-Servizi informazione 11-11-2005 10:46 Pagina 197 OTTAVOEURORAPPORTO consulenza e assistenza tecnica erogati agli utenti in risposta ad esigenze specifiche. Si tratta sostanzialmente di azioni di supporto che intendono favorire e facilitare la partecipazione a bandi di programmi comunitari (ricerca finanziamenti in relazione a progetti, assistenza tecnica sulle modalità di partecipazione e di progettazione delle proposte, ricerche partners in Italia e all’estero), la progettazione e la realizzazione di iniziative e l’organizzazione di giornate informative, seminari e convegni su temi comunitari; un cenno particolare all’organizzazione di visite di studio in collaborazione con le Istituzioni comunitarie e con la rete europea dei Carrefours. Infine il Carrefour Romagna collabora con la propria struttura ospite e i centri di formazione del territorio per la progettazione di attività formative nonché moduli formativi per varie tipologie d’utenti. Le attività di “animazione” si sviluppano sia in risposta a richieste “a spot” degli interlocutori in sia in risposta ad esigenze più articolate e generali anche attraverso la definizione di convenzioni con soggetti specifici. Un esempio rappresentativo è costituito dalla convenzione con la Comunità Montana dell’Appennino Forlivese per l’attivazione dell’Antenna Europa di Civitella di Romagna del Carrefour Romagna; istituita alla fine del 2001, inaugurata nel 2002 ha come obiettivo quello di rispondere con maggiore effi- cacia alle esigenze del zone rurali dell’Appennino; nel corso del 2002 sono state realizzate diverse attività seminariali su temi di interesse specifico per il territorio. Particolarmente efficace l’attività di rete del Centro ossia l’intensa attività di relazione e collaborazione con le Istituzioni europee di riferimento Commissione Europea, Parlamento Europeo, Comitato Economico e Sociale e relative Rappresentanze in Italia – e con le reti ufficiali dell’Unione Europea – la rete nazionali ed Europei Carrefours, con altre reti ufficiali dell’Unione Europea - Eurosportelli (EIC), Team Europe propria dei centri riconosciuti dalla Commissione Europea. Nel corso del 2004, particolarmente significative sono state le iniziative sul tema dell’allargamento realizzate sul territorio ed in collaborazione con l’assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna. Significativo in questo senso il supplemento per la rivista “Agricoltura” dal titolo “L’Unione Europea diventa più grande – L’agricoltura e l’agroalimentare dei dieci nuovi Paesi membri” e la partecipazione alla progettazione del portale sulla sicurezza alimentare promosso dalla Regione. Il Carrefour ha partecipato ad alcune manifestazioni fieristiche di rilevanza nazionale (fra cui la Fieragricola di Verona e il Compa di Bologna) e agli incontri di rete promossi dalla Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e dalla Commissione stessa a Bruxelles. I numeri dell’attività continuano ad essere positivi ed in crescita come testimoniano i rilevamenti delle richieste dirette e degli accessi al sito internet. La mailing list di “Europa e Dintorni” comprende più di 700 destinatari oltre ad essere scaricabile dal sito internet del Carrefour Romagna. La rivista Agricoltura ha una tiratura di oltre 70.000 copie ed è distribuita su tutto il territorio regionale. 8.2.2 Altri centri europei d’informazione Oltre ai Carrefour europei e agli Info Point Europa, sul territorio regionale sono numerosi i punti di informazione attivati nell’ambito di specifiche azioni e/o programmi europei o su iniziativa diretta di alcune Direzioni Generali della Commissione europea PROVINCIA DI BOLOGNA Obiettivo 2 – Referente provinciale Tel.051 65 89 22 Fax 051 65 98 432 197 e-mail: [email protected] EUROSPORTELLO Euro Info Centre IT 355 Associazione industriali Via San Domenico, 4 - 40124 Bologna Tel. 051 52 96 48 fax 051 29 13 448 e-mail: [email protected] http://www.assibo.it/assibo/ circolar nsf/siteweb/5.4 EUROSPORTELLO Euro Info Centre IT 369 Comitato Impresa Donna Viale Aldo Moro, 22 - 40127 Bologna Tel 051 609 94 73 fax 051 609 94 74 e-mail: [email protected] http://www.cid.er.cna.it Centro di documentazione europea Università di Bologna Dipartimento Scienze giuridiche “A. Cicu” Via Zamboni, 27-29 - 40126 Bologna Tel. 051 20 99 627 fax 051 20 99 624 e-mail: [email protected] http://www.jus.unibo.it/cde Eurodesk IT 011 Comune di Pianoro - Centro civico Via Andrea Costa, 66 - 40067 Rastignano Tel. 051 65 29 184 08-Servizi informazione 11-11-2005 198 10:46 Pagina 198 OTTAVOEURORAPPORTO e-mail: [email protected] Fax 051 65 29 156 e-mail: [email protected] EURES: EURopean Public Employment Services Provincia di Bologna – Servizio Lavoro Via del Borgo di S. Pietro, 90 G 40126 Bologna Tel. 051 65 98 976 Fax 051 65 98 593 e-mail: [email protected] Organizzazioni per la Promozione delle Tecnologie Energetiche OPET SEED c/o ASTER Via Gobetti, 101 - 40129 Bologna Tel 051 63 98 099 fax 051 63 98 131 e-mail: [email protected] http://www.aster.it/opet/ Innovation Relay Centre IRC IRENE c/o ENEA Via don Fiammelli, 2 - 40129 Bologna Tel 051 60 98 321 fax 051 60 98 084 e-mail: [email protected] http://www.irc-irene.org/ Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea Sportello APRE Emilia-Romagna c/o Aster - Via Gobetti, 101 - 40129 Bologna – Tel 051 63 98 099 e-mail: [email protected] http://first.aster.it/sportello.apre.htm Punto Europa Via Mazzini, 14 - 40026 Imola (BO) Tel. 0542 60 21 41 Fax 0542 60 23 10 e-mail: [email protected] http://www.comune.imola.bo.it/ vivere/puntoeuropa PROVINCIA DI FERRARA Obiettivo 2 – Referente provinciale Tel. 0532 29 92 37-74 Fax 0532 29 92 84 e-mial [email protected] e-mial [email protected] Punto Europa di Cento c/o URP Comune Corso Guercino, 41 – 44042 Cento (FE) tel. Numero verde 800375515 fax 051 68 43309 e-mail: [email protected] http://www.comune.cento.fe.it/ puntoeuropa/ Centro di documentazione europea Università di Ferrara Corso Ercole I d’Este, 44 - 44100 Ferrara Tel. 0532 29 19 60 fax 0532 20 21 02 e-mail: [email protected] http://cde.economia.unife.it EUROSPORTELLO Relay dell’EIC.IT 369 CCIAA Ufficio Estero Via Darsena, 79 – 44100 Ferrara Tel. 0532 78 38 06-12 fax 0532 78 38 14 e-mail: [email protected] http://www.fe.camcom.it EURES Centro per l’Impiego di Ferrara via Cairoli, 30 - 44100 Ferrara Tel 0532 29 98 17 - 31 Fax 0532 29 98 22 referenti [email protected] [email protected] EURODESK IT 028 Comune di Ferrara Informagiovani via Alberto Lollio, 15 – 44100 Ferrara Tel. 0532 21 04 08 fax. 0532 20 24 88 e-mail: [email protected] http://www.eurodesk.it/rete.htm www.comune.fe.it/giovani/index.htm PROVINCIA DI FORLì – CESENA Obiettivo 2 –Referente provinciale Tel. 0543 71 43 54 Fax 0543 21 465 e-mail [email protected] Antenna Europa Appennino Forlivese c/o Castello di Civitella di Romagna (FC) Tel. 0543 983168 fax 0543 984182 Bureau de Rapprochement des Entreprises Cise - Centro per l’innovazione e lo sviluppo economico - Azienda speciale CCIAA Corso della Repubblica, 5 – 47100 Forlì Tel. 0543 38 211 fax 0543 38 219 e-mail: [email protected] http://www.ciseonweb.it/index.jsp Punto Europa di Forli Palazzo Orsi Mangelli Corso A. Diaz, 45 – 47100 Forli Tel. 0543 37 48 07 Fax 0543 37 48 08 e-mail. [email protected] http:// www.puntoeuropa.it EURES Provincia di Forlì-Cesena servizio politiche del lavoro Piazza Morgagni, 9 - 47100 Forli tel . 0543 71 44 41 Fax 0543 21 969 Referente: [email protected] EURODESK IT 029 Coop. Kara Bobowski – Informagiovani comunale Via Fanelli, 2 - 47015 Modigliana Tel. 0546 94 02 59 Fax 0546 94 86 68 e-mail: [email protected] 08-Servizi informazione 11-11-2005 10:46 Pagina 199 OTTAVOEURORAPPORTO 199 PROVINCIA DI MODENA Obiettivo 2 – Referente provinciale Tel. 059 20 98 09 - 17 Fax 059 20 98 01 e-mail [email protected] [email protected] Europe Direct - Info Point Europa Piazza Grande, 17 - 41100 Modena Tel. 059 20 32 602 - fax 059 20 32 595 e-mail: [email protected] http://ipeuropa/comune.modena.it Punto Europa di Carpi Via Berengario, 2/4 – 41012 Carpi (MO) Tel. 059 64 92 57 fax 059 64 92 40 e-mail: [email protected] http://www.carpidiem.it/html/ default/Il_Comune/Carpi_in_Europa/ Punto_Europa/ Punto Europa di Finale Emilia c/o Informacittà Piazza Verdi, 1/c – 41043 Finale Emilia (MO) Tel. 0535 788333 fax 0535 788130 e-mail: [email protected] Punto Europa di Formigine c/o Villa Gandini Via S. Antonio, 4 – 41043 Formigine (MO) Tel. 059 41 63 55 e-mail: [email protected] Punto Europa di Maranello C/o Informagiovani Piazza Libertà, 33 – 41053 Maranello (MO) Tel. 0536 24 00 10 fax 0536 94 22 63 e-mail: informagiovani@comune. maranello.mo.it EURES Servizio Politiche del Lavoro Provincia di Modena Via delle Costellazioni, 180 - 41100 Modena tel. 059 20 90 65 fax 059 20 90 70 email: [email protected] Punto Europa di Vignola c/o Informagiovani Via Selmi 5 – 41058 Vignola (MO) Tel. 059 76 43 65 e-mail: [email protected] Centro di documentazione europea Università di Modena Centro documentazione e ricerche sulle CE Via Università, 4 - 41100 Modena Tel. 059 20 56 633 fax 059 230443 e-mail: [email protected] http://www.giurisprudenza.unimo.it/ biblioteca/europe.htm EUROSPORTELLO Relay dell’ EIC IT 369 Promec Promozione Modena economica Azienda speciale CCIAA Via Ganaceto, 113 – 41100 Modena Tel. 059 20 83 46 fax 059 20 85 20 e-mail: [email protected] http://www.mo.camcom.it/promec EURODESK IT 082 Comune di Concordia - Ass.to Cultura, P.I. Piazza della Repubblica 19 - 41033 Concordia Sulla Secchia Tel. 0535 41 29 34 Fax 0535 41 29 12 e-mail: [email protected] SAVE Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile Via Razzaboni, 80 - 41100 Modena Tel. 059 407115 fax 059 407118 e-mail: agenzia.energia@comune. modena.it http://www.aess-modena.it/ EURES Centro per l’impiego di Parma Via Galvani 4/A - 43100 Parma tel. 0521 95 17 16 fax 0521 95 17 16 referente: [email protected] EUROSPORTELLO Relay dell’EIC IT 369 CCIAA Via Verdi, 2/A – 43100 Parma Tel. 0521 210241 fax 0521 233507 e-mail: [email protected] EURODESK IT 022 Consorzio IN&CO - Informagiovani comunale Via Melloni 1/B - 43100 Parma Tel. 0521 21 87 49 Fax 0521 21 87 48 e-mail: [email protected] PROVINCIA DI PIACENZA PROVINCIA DI PARMA Obiettivo 2 –Referente provinciale Tel.0521 354117 [email protected] Obiettivo 2 –Referente provinciale Tel.0523 79 53 46 - 79 54 44 Fax 0523 79 54 03 e-mail [email protected] Centro di documentazione europea Collegio europeo di Parma Borgo Lalatta, 14 – 43100 Parma Tel. 0521 20 75 25 fax 0521 20 75 54 e-mail: [email protected] Bureau de Rapprochement des Entreprises Asip - Camera di Commercio di Piacenza Ufficio commercio estero Piazza Cavalli, 35 - 29100 Piacenza 08-Servizi informazione 11-11-2005 200 10:46 Pagina 200 OTTAVOEURORAPPORTO fax 0541 363747 e-mail: [email protected] Tel. 0523 386240 fax 0523 334367 e-mail: [email protected] PROVINCIA DI RAVENNA Obiettivo2 – Referente provinciale Tel. 0544 54 12 76 Fax 0544 54 14 54 e-mail [email protected] Europe Direct - Carrefour Europeo Romagna C/o C.P.F.P. Via M. Monti, 32 - 48100 Ravenna Tel. 0544 450388 fax 0544 451788 e-mail: [email protected] http://www.carrefour-romagna.it EURES Servizi per l’impiego provincia di Ravenna Via della Lirica 21 - 48100 Ravenna Tel. 0544 54 11 82 Fax 0544 54 11 27 referente: [email protected] Eurosportello EIC IT 369 Azienda speciale SIDI Camera di Commercio Viale L.C. Farini, 14 – 48100 Ravenna Tel. 0544 48 14 43 fax 0544 21 87 31 e-mail: [email protected] http://www.ra.camcom.it/index.php?N=9 PROVINCIA DI REGGIO EMILIA Obiettivo 2 – Referente provinciale Tel. 0522 44 47 22 Fax 0522 44 47 40 e-mail [email protected] Europe Direct - Carrefour Europeo Emilia Via Bolognesi, 2 - 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 278019 fax 0522 518956 e-mail: [email protected] http://carrefouremilia.crpa.it EURODESK IT 031 CRPA - Carrefour Emilia Via Bolognesi 2 - 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 278019 fax 0522 518956 e-mail: [email protected] EUROSPORTELLO CCIAA - IDD Piazza della Vittoria, 1 - 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 796244 fax 0522 796300 e-mail: [email protected] http://www.re.camcom.it/camcom/ camcom2.nsf PROVINCIA DI RIMINI Obiettivo 2 – Referente provinciale Tel.0541 71 62 75 - 71 63 24 Fax 0541 71 62 41 e-mail [email protected] Punto Europa di Rimini c/o Palazzo comunale P.zza Cavour, 27 - 47027 Rimini Tel. 0541 704156 fax 0541 704157 e-mail: [email protected] EURES Centro per l’Impiego di Bellaria Piazzale Gramsci 4 - Bellaria 47814 (RN) Fax 0541 34 01 44 referente: [email protected] EURODESK IT 030 Coop. Tana Libera Tutti - Informagiovani comunale Via Bergamo 2 - 47838 Riccione Tel. 0541 64 49 20 - 0541 64 52 62 e-mail: [email protected] EURES Centro per l’impiego prov. di Rimini Via Sacramora 196 - 47900 Rimini Tel. 0541 35 86 11/19 Fax 0541 35 86 34/49 referenti [email protected] [email protected] EUROSPORTELLO Relay dell’EIC IT 369 CCIAA Via Sigismondo, 28 – 47027 Rimini Tel. 0541 363733 EURES Centro per l’impiego di Riccione Viale Torino 19 - 47837 Riccione Tel 0541 47 31 35 referente [email protected] 08-Servizi informazione 11-11-2005 10:46 Pagina 201 OTTAVOEURORAPPORTO 8.3 SERVIZI INFORMATIVI DELL’UNIONE EUROPEA Diversi sono i servizi diretti dell’Unione Europea per informare e comunicare con i cittadini: europa.eu.int è il portale dell’Unione Europea, nato nel 1995 consente di seguire l’attualità dell’Unione europea e di ottenere informazioni di base sull’integrazione europea. L’utente può inoltre accedere all’insieme dei testi legislativi in vigore o in discussione, ai siti di ciascuna istituzione nonché all’insieme delle politiche realizzate dall’Unione europea in base alle competenze assegnatele dai trattati. Europe by Satellite (EBS) è lo strumento televisivo delle istituzioni dell’UE, diffonde nuovi notiziari quattro volte al giorno a orari fissi (20% delle trasmissioni) mentre il 40% di tutte le tramissioni è dedicata ad una informazione completa dal vivo delle attività delle istituzione, il resto del tempo è occupato da documentari concernenti questioni di attualità (15%) e da programmi preparati da canali partner. Eurobarometro (EB) fornisce regolari istantanee dell’opinione pubblica che vengono utilizzate per preparare e valutare le azioni di informazione necessarie per il pubblico. Rassegne stampa e Dispacci di agenzia. Esistono, inoltre, network e punti di informazioni coordinati direttamente dalla Commissione europea attraverso la Direzione Generale Stampa e Comunicazione: CDE Centri di documentazione europea Attivi dal 1963, sono stati creati con lo scopo di aiutare coloro che si interessano al processo di integrazione europea ad accedere alle pubblicazioni della Comunità. Sono biblioteche e centri di documentazione, solitamente insediati presso le Università, che raccolgono, catalogano e permettono la consultazione al pubblico delle pubblicazioni dell’Ufficio delle pubblicazioni ufficiali dell’Unione Europea. http://www.tecis.be/edc.asp http://europa.eu.int/comm/relays/ edc/index_en.htm Team Europe Creato nel 1989 é il gruppo di conferenzieri indipendenti della Commissione europea e consta di 630 membri nei 25 Stati dell’Unione; tale gruppo cui appartengono avvocati esperti professori universitari ecc. abbraccia tutti i settori di attività contemplati dalle politiche dell’Unione ed opera in tutte le lingue di lavoro. Sono incaricate dei contatti le Rappresentanze della Commissione negli Stati membri. È possibile ottenere gli elenchi dei conferenzieri per ogni paese presso il coordinatore nazionale della Rappresentanza della Commissione europea dei vari Stati membri. Pier Virgilio Dastoli - Rappresentanza di Roma - Via IV Novembre 149 Tel. 06 69 999 201 [email protected] Europe Direct Service (00 800 67 89 10 11) servizio telefonico gratuito, aiuta i cittadini a conoscere ed esercitare i propri diritti e individuare tutte le opportunità offerte dall’UE, ad esempio i vari programmi comunitari che possono contribuire alla realizzazione dei progetti. Il call centre Europe Direct è in grado di rispondere al telefono in 11 lingue ed è disponibile attraverso un numero gratuito, per posta elettronica, lettera o fax. http://europa.eu.int/europedirect/ index_it.htm Eurojus fornisce consulenza e assistenza gratuita in merito a problemi giuridici derivanti dall’interpretazione o dall’applicazione di diritto comunitario. I consulenti legali sono accessibili attraverso le Rappresentanze: in Italia il Consulente Euro-Jus è presente tutti i martedì dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18 presso gli uffici di Roma e le richieste possono essere fatte per telefono Tel. 06/699991 o per iscritto (posta o telefax) Via IV Novembre 149 201 - 00187 Roma.; fax 06/6791658, oppure tramite email: [email protected] http://europa.eu.int/italia Tra i servizi informativi coordinati da altre Direzioni generali della Commissione, ricordiamo: SOLVIT opera dal luglio 2002, è una rete per la risoluzione di problemi on line, in cui gli Stati membri collaborano per risolvere concretamente i problemi derivanti dall’applicazione scorretta delle norme sul mercato interno da parte delle amministrazioni pubbliche ed è coordinata dalla Direzione Generale Mercato interno. I centri SOLVIT, ne esiste uno in ogni Stato membro, fanno parte dell’amministrazione nazionale e s’impegnano a fornire soluzioni concrete a problemi concreti entro dieci settimane da quando viene presentato il caso. In Italia è presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Politiche comunitarie, Fax. 06 677 95 064, e-mail [email protected] http://europa.eu.int/solvit/site/ about/index_it.htm FIN-NET è un network per i reclami dei consumatori di Servizi Finanziari, nato nel 2001 con l’intento di agevolare l’accesso alle procedure extragiudiziali 08-Servizi informazione 11-11-2005 202 nei casi internazionali, è coordinata dalla Direzione Generale Mercato interno. http://finnet.jrc.it/it/page.gx?_app. page=home-top.html EURES (EURopean Employment Services) collega la Commissione europea e i servizi pubblici per l’impiego dei paesi appartenenti allo Spazio economico europeo e della Svizzera, operatori regionali e nazionali impegnati nelle problematiche dell’occupazione, i sindacati, le organizzazioni dei datori di lavoro e gli enti locali e regionali. I servizi prestati sono di tre tipi: informazione, consulenza e assunzione/collocamento (incontro domanda/offerta). EURES, coordinata dalla Direzione generale Occupazione e Affari sociali, è anche una rete costituita da oltre 500 consiglieri EURES con il compito di fornire, attraverso contatti personali, le informazioni richieste da chi cerca e offre lavoro. http://europa.eu.int/eures/index.jsp BICs Business and Innovation Centres forniscono assistenza alle PMI per stimolare lo sviluppo industriale a livello locale e regionale. I Centri europei di impresa e innovazione hanno lo scopo principale di creare nuove imprese o sviluppare imprese già esistenti che siano innovative nei diversi settori dell’industria e dei servizi connessi. I BICs, 10:46 Pagina 202 OTTAVOEURORAPPORTO coordinati dalla Direzione generale Ricerca, sono collegati tramite l’ European BIC Network (EBN). http://www.ebn.be IRCs Innovation Relay Centres, i Centri di collegamento per l’innovazione, coordinati dalla Direzione generale Ricerca, sono incaricati della diffusione di informazioni sui programmi di ricerca e dell’organizzazione di incontri e seminari mirati al trasferimento di tecnologie innovative. http://irc.cordis.lu/ EICs Euro Info Centres, o Eurosportelli, informano, assistono e consigliano le aziende su tutte le materie comunitarie e di interesse per le imprese. Gli EICs collaborano anche con la Commissione europea nella fase di consultazione del mondo economico e produttivo per la definizione delle linee guida delle politiche comunitaire. La rete comprende anche uffici di minori dimensioni (Relay) che dipendono da un EIC ufficiale. Gli EICs sono coordinati dalla Direzione generale Imprese. http://www.europa.eu.int/comm/ enterprise/networks/eic/eic.html http://www.euroinfocentre.it/ Antenna Culturale Europea è lo sportello informativo del programma Cultura, coordinato dalla Direzione generale Istruzione e Cultura. L’ obiettivo è quello di informare e promuovere a livello nazionale, presso gli enti e gli operatori del settore, le opportunità di cooperazione culturale presentate dal programma Cultura 2000. http://europa.eu.int/comm/culture/ eac/culture2000/contacts/national_ pts_en.html http://www.antennaculturale.it/ 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 1 LA PARTECIPAZIONE DEGLI ENTI LOCALI DELL’EMILIA-ROMAGNA AI PROGRAMMI DI FINANZIAMENTO COMUNITARI 9 Ricerca realizzata dalle Commissioni “Politiche Europee, Relazioni Internazionali e Cooperazione Decentrata” di ANCI e UPI Emilia-Romagna La ricerca è stata condotta da Anna Castellari e Milena Guizzardi di ANCI e UPI Emilia-Romagna. Un sentito ringraziamento per la collaborazione prestata nella raccolta dei dati va agli Uffici Europa e alla rete dei Ragionieri Capo degli Enti interpellati, nonché ai consulenti delle Commissioni “Politiche Europee, Relazioni Internazionali e Cooperazione Decentrata” di ANCI e UPI Emilia-Romagna. 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 2 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 205 OTTAVOEURORAPPORTO L’indagine sulla partecipazione degli Enti Locali dell’Emilia-Romagna avviata nel corso del 2003 ha ampliato in questa edizione il numero degli Enti interpellati includendo oltre alle Province e ai Comuni capoluogo, tutti i Comuni compresi tra i 15.000 e i 50.000 abitanti. Scopo dell’ampliamento dell’indagine è stato quello di verificare quindi la partecipazione dei Comuni di piccole dimensioni ai Programmi di finanziamento Comunitari. Come lo scorso anno i dati sono stati raccolti attraverso la collaborazione degli Uffici Europa e delle Ragionerie dei diversi Enti che hanno provveduto alla compilazione di apposite schede per la raccolta dati. Le schede complete dei progetti contenenti tutte le informazioni raccolte sono reperibili presso gli uffici di ANCI e UPI Emilia-Romagna. Le tabelle riepilogative riportate di seguito includono i dati salienti relativi ai diversi progetti comunitari avviati ed in gestione nel corso del 2004, suddivisi per Ente. In questa edizione abbiamo inoltre voluto aggiungere i dati relativi ai vari partner dei progetti recensiti al fine di offrire un ulteriore strumento informativo di sostegno alla partecipazione degli Enti Locali ai programmi comunitari. Volendo tentare un’analisi ragionata dei dati raccolti nell’indagine 2004 si possono delineare alcune linee di ten- denza che hanno caratterizzato le attività relative ai progetti comunitari degli Enti Locali emiliano-romagnoli: – La maggior parte delle Province e dei Comuni capoluogo è impegnata in progetti Interreg III (A, B o C) che sono presenti numerosi soprattutto nelle Amministrazioni della Costa Adriatica impegnate sia come leader che come partner (con punte di nove o dieci progetti per Ente). La gestione amministrativa e finanziaria dei progetti Interreg richiede un impegno costante del personale amministrativo a causa della sua ben nota complessità. Ciò ha avuto come conseguenza un aumento notevole del carico di lavoro degli Uffici Europa o addirittura ha richiesto l’insediamento di speciali Unità addette specificamente alla gestione e controllo di questi progetti, che spesso si avvalgano di competenze esterne all’Ente. – Anche l’Iniziativa Comunitaria EQUAL è citata dalla maggioranza degli Enti Locali interpellati e vede impegnati i settori formazione e politiche sociali delle Amministrazioni Locali a stretto contatto con gli attori locali del terzo settore. – Escludendo quindi la tipologia di finanziamento Interreg, rispetto ai dati dello scorso biennio si è notata una significativa flessione dei progetti in cui gli Enti Locali regionali si presentano come leader. Si può quindi ipotizzare che anche i Settori tecnici degli Enti abbiano risentito dell’aumentato impegno richiesto dai progetti Interreg e si siano ovviamente concentrati su questo tipo di opportunità finanziaria piuttosto che su altre. – Unica eccezione sembra essere il Programma Life (politiche ambientali), che resta di gran lunga il programma più utilizzato soprattutto dalle Province. – Vi è poi la tendenza da parte di alcuni Enti a “concentrarsi” su specifiche tipologie di finanziamento (ad es. Leonardo per i tirocini formativi o Gioventù per le politiche giovanili), ciò è sicuramente spiegabile con l’acquisita specializzazione dei funzionari degli Uffici Europa e con l’appartenenza a reti di partner o consulenti impegnati sulle predette issues. – Rispetto ai Comuni al di sotto dei 50.000 abitanti non sono state segnalate partecipazioni a programmi comunitari tranne pochissime eccezioni come il Comune di Bellaria-Igea Marina. Ciò è probabilmente imputabile al fatto che i Comuni di minore dimensione raramente hanno la possibilità di impegnare risorse umane dedicate ai temi e ai finanziamenti comunitari, che possano sostenere l’Ente nella ricerca e poi gestione dei fondi messi a disposizione dalla Commissione europea. Non a 205 caso gli unici Comuni che hanno segnalato la loro partecipazione si sono dotati di personale specifico addetto a questi temi. Rispetto alle linee di tendenza illustrate precedentemente, ci sembra opportuno che a conclusione della partecipazione ai programmi Interreg ed Equal si rifletta sulla validità dell’esperienza realizzata e si impostino i criteri di partecipazione alle prossime opportunità derivanti dalla nuova Programmazione dei Fondi Strutturali (in particolare rispetto al futuro Obiettivo 3). Se da un lato proprio grazie ad Interreg ed Equal ci si è rafforzati sulla progettazione comune tra Enti Locali e sulla gestione coordinata delle diverse attività che ci ha permesso di creare una solida rete a livello territoriale anche nei confronti della Regione Emilia-Romagna, resta aperta la riflessione se sia più opportuno cimentarsi su un numero considerevole di progetti abbracciando i più diversi campi di intervento o sia meglio concentrare le risorse su un numero minore di iniziative selezionate in base a specifiche strategie concordate a livello territoriale. Questa riflessione si imporrà anche nella nuova programmazione dei Fondi Strutturali che sicuramente vedrà una diminuzione dei fondi a disposizione per la nostra regione. Facendo quindi 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 206 OTTAVOEURORAPPORTO 206 tesoro delle esperienze realizzate fino ad oggi dagli Enti Locali, questo tema sarà all’ordine del giorno dei lavori delle Commissioni Politiche Europee, Relazioni Internazionali e Cooperazione Decentrata di ANCI e UPI Emilia-Romagna. Per quanto attiene invece alla partecipazione agli altri programmi di finanziamento gestiti direttamente dalla Commissione europea, per permettere agli Enti Locali di partecipare appieno a queste opportunità, occorre rafforzare le competenze progettuali e la capacità di fare rete tra le varie Amministrazioni. ANCI e UPI Emilia-Romagna ritengono che il futuro sia rappresentato da una Rete sulle tematiche comunitarie, che metta in relazione sinergica coloro che negli Enti Locali si occupano di politiche e finanziamenti comunitari, di relazioni internazionali e di cooperazione decentrata. Una Rete che metta in comune strumenti e conoscenza e che realizzi quella massa critica necessaria ad una partecipazione significativa del nostro territorio in Europa e che rappresenti adeguatamente la capacità innovativa che gli Enti Locali emiliano-romagnoli dimostrano su molteplici campi di intervento. Questa Rete è uno dei progetti strategici che le Commissioni ANCI e UPI Emilia-Romagna hanno inserito nel loro programma di attività. Partecipazione degli Enti Locali suddivisi per programmi comunitari Programma comunitario Ente Titolo progetto ASIA URBS Comune di Bologna Provincia di Reggio Emilia Ecobudget Asia Substainable Urban Organic Solid Waste Management and Disposal Comenius Comune di Modena Comune di Parma Comune di Ravenna Integrazione dei bambini disabili nel sistema scolastico Giunone Le jardin monument vivent Cultura 2000 Comune di Reggio Emilia Provincia di Forlì Cesena Provincia di Modena Didart II I giovani in una nuova Europa Industry of ideas Dafne Comune di Piacenza Comunicare per sconfiggere la violenza E-Content Comune di Bologna E-mem E-Learning Comune di Reggio Emilia Comune di Bellaria-Igea Marina E3 Log in the media Energia Intelligente per l’Europa Provincia di Bologna MISS Equal Comune di Bologna Comune di Modena Provincia di Bologna Provincia di Parma Provincia di Piacenza Provincia di Reggio Emilia Provincia di Rimini Palms FuoriOrario Portici Insereg Sintesi - Il lungo cammino dei sinti e dei rom A Lungo I e II Imprenditoria sociale I e II - Spring out E-Ten Comune di Bologna Provincia di Piacenza Star Star Gemellaggi Comune di Piacenza Conferenza Europea sulla Comunicazione interculturale Gioventù Comune di Parma Comune di Reggio Emilia Provincia di Ferrara Provincia di Rimini Action I colori dell’infanzia Informalmente Impatto Libro Bianco su Politiche giovanili - Centri giovanili locali Riciclo d’artista - Servizio Volontario Europeo - Layoutnet 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 207 OTTAVOEURORAPPORTO Programma comunitario Ente Titolo progetto Interreg IIIA Comune di Ferrara Comune di Forlì Comune di Ravenna Provincia di Forlì Cesena Provincia di Ferrara Provincia di Ravenna Provincia di Rimini Adria Safe - SUA NEW SUA - INROSE Adria Safe - NEW SUA - Adria Link - NEW - Adria Safe - Adriatur SUA - NEW - Adria Link - Adriatur - Adria Safe Adriatur - Adria Link - Adria Safe - INROSE - NEW Interreg IIIB Comune di Bologna Comune di Ferrara Comune di Forlì Comune di Ravenna Comune di Rimini Provincia di Parma Provincia di Rimini Care - Mediauvis Care Care - TAQI City Port Sawtaca - Romit Care Romit - Sawtaca Interreg IIIC Comune di Bologna Comune di Forlì Comune di Modena Comune di Ravenna Comune di Reggio Emilia Provincia di Forlì-Cesena Provincia di Ferrara Provincia di Modena Provincia di Parma Provincia di Piacenza Provincia di Ravenna Provincia di Reggio Emilia Provincia di Rimini Brise - Light - Setric - Sport Urban - Urbe Viva Enhance Health Urbe Viva Adriatic Action Plan 2020 Capture the knowledge network Rescue - Wine Plan Rescue Rescue - Okoprofit International - Subregional regeneration network Rescue Rescue - Hidrosource Rescue - Wine Plan Rescue - International Communal Network Rescue - SUVOT Leonardo Comune di Bologna Comune di Carpi Comune di Reggio Emilia Provincia di Parma Provincia di Reggio Emilia Webpol Giovani in Europa IV - Giovani studenti in Europa II Erasmus Sisifo Creative Learning Method Life Provincia di Ferrara Comune di Faenza Comune di Rimini Provincia di Bologna Provincia di Rimini Cobice T.O.R.R.E. EMMA Acqua Label Strategie e strumenti per un turismo sostenibile nelle aree costiere del mediterraneo 207 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 208 OTTAVOEURORAPPORTO 208 Programma comunitario Ente Titolo progetto Linea di Bilancio B3 4111 Comune di Bologna Sage Lotta all’esclusione sociale Comune di Bologna Comune di Forlì Toward inclusion through comunication - Teaming up! Citizenship and new inclusion project Prince Comune di Reggio Emilia EU Mayors R3L Comune di Reggio Emilia Provincia di Reggio Emilia Comune di Rimini Provincia di Bologna EDUCA Network EDUCA Network PRIME PICO ligh - PRIME Servizio Civile all’estero Comune di Reggio Emilia Volontari informa VI PQ – IST Comune di Bologna Provincia di Bologna Provincia di Ferrara Use me gov ISHTAR Cospa SAVE Partecipazione ai progrmmi comunitari suddivisi per Ente Comune di Bologna Programma Titolo progetto Tema trattato Asia Urbs Ecobudget Asia Interreg IIIC Costo totale Ruolo Altri Partner Trasferire ai partner asiatici le esperienze 983.510 acquisite dai partners europei nei sistemi di gestione ambientale denominata EcoBudget Leader Comune di Guntur (India), Provincia di Bohol (Filippine), Comune di Vaxjo (Se) Brise Scambi di esperienze sulle tecnologie 1.453.000 dell’informazione per favorire gli investimenti in tecnologie nonché la creazione di lavoro Partner Ernact Eeig Lifford Donegal (IE), Comune e Contea di Derry (IE), Metropolitan Borough of Wirral (UK), Fomento de San Sebastian (ES) Sodercan Sa (ES), Olomouc Regional Authority (CZ), Regional County of Kainuu (FI), Provincia di Treviso Interreg IIIB Care Interventi per rendere l’ambiente urbano più accessibile per turisti e residenti con bisogni speciali, incrementando la vivibilità e la promozione turistica dei luoghi cittadini Partner Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Comune di Forlì, Regione Lombardia, Regione Umbria, Comune di Venezia, Venice card, Provinca Pesaro Urbino, Provincia di Ancona, Regione Vogtlandkreis (DE), Comune di Gera (DE), Comune di Graz (AT), Prefettura di Thessaloniki (GR), Pentru Dezvoltare Regionale Nord Est – Piatra Neamt (RO), Aias (IT), Associazione si può (IT), Associazione Atempo (AT) e-Content E-mem Gestione informatica dei cimiteri e della 449.676 memoria attraverso parnership pubblico-private Partner Teikn a lofti (IS), FORTH (GR), Department of Cultural Heritage Protection of Vilnius (LT) 2.008.360 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 209 OTTAVOEURORAPPORTO Programma Titolo progetto Tema trattato Interreg IIIC Light Interreg IIIB Ruolo Altri Partner Portare alla luce e valorizzare il patrimonio 814.400 culturale e garantirne la sostenibilità nel tempo Partner Biblioteca Pubblica di Veira (GR), Biblioteca comunale di Lisbona (PT), Biblioteca Centrale di Roskilde (DK), Bekes County Library Békéscsaba (HU) Mediauvis Strategie regionali per lo sviluppo del settore audiovisivo nel settore del Mediterraneo 1.526.575 Partner BIC Lazio e Regione Lazio, Euroceei (ES), Regione Umbria, Cineca, Maltaenterprise San Gwann (MT) Equal II Palms Accompagnamento al lavoro per minori stranieri non accompagnati 2.500.000 Partner Comune di Roma, Comune di Ancona, Comune di Milano, Comune di Torino, Gruppo Abele – Torino, Legacoop Roma, Associazione Progetto Diritti – Roma, Save the Children Italia, Promideia Cosenza, Speha Fresia – Roma, Associazione Virus – Roma, Federazione SCS/Cnos – Roma, Caritas Linea di bilancio B3-4111 Sage Sensibilizzazione degli anziani sulle istituzioni 487.563 comunitarie e scambio di buone prassi Leader Comune di Islington (UK), Comune di Stravroupoli (GR), Comune di Dusseldorf (DE), Paritaet Associazione di Istituti di Beneficenza di Berlino (BE) Interreg IIIC Setric Interventi per migliorare la sicurezza dei cittadini dal punto di vista fisico, dei dati sensibili e nelle comunicazioni 744.000 Partner Comune di Colonia (DE), Comune di Praga (CZ), Comune di Naetsved (DK), Comune di Siena (IT), Comune di Marsiglia (FR), Certu (FR), Centro Nazionale per i servizi pubblici Territoriali Parigi (F), Comune di Parigi (F), Istituto Fraunhofer per l’informatica applicata Colonia (DE) Lotta all’esclusione Toward inclusion Sensibilizzazione cittadini e società civile through rispetto ai temi dell’inclusione sociale communication 98.461 Leader Regione Emilia-Romagna, LegaCoop, Dipartimento Arti Visive Unibo, Ausl Bologna, Forum metropolitano delle associazioni dei cittadini non comunitari di Bologna e Provincia, Consulta permamente per la lotta contro l’esclusione sociale Comune di Bologna, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria: Provveditorato Regionale, CGIL Interreg IIIC Sport Urban 1.520.000 Partner Associazione Sport Urban – Vaulx au Velin (FR), Comune di Charleroi (FR), Comune di Rostock (DE), South Est Regional Authority (IE), Comune di Vaulx en Velin (FR), Istituto Insular de Deportes del Cabildo de Gran Canaria (ES), Excmo Ayuntamiento de Marbella (ES), Regie autonome des transport parisiens (FR), Prefettura del Rhone (FR), Ecole nazionale des Travaux Public de l’Etat (FR), Conseil Generale de la Seine Saint Denis (FR), Sport dans la Ville Lyon (FR), F-Varos II KeruletiOnkormanyzat Budapest (HU), Szentendre Varos Onkormanyzata (HU), Comune de L’Aquila, Regione Autonoma Sardegna, Comune di Tetouan (Marocco), Comune di Heerlen (NL), Comune di Emmen (NL), Comune di Lisbona (PT), Comune di Belfast (UK), Prefettura di Dodecannesus (GR), Municipal Development Enterprise Patras (GR), Comune di Trento Sport e tempo libero come fattore di coesione sociale, sviluppo economico, e rigenerazione urbana Costo totale 209 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 210 OTTAVOEURORAPPORTO 210 Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Linea di Bilancio Regione B3 -4111 Teaming up! Volontariato internazionale per gli anziani 387.687 Partner Eurag (Federazione Europea persone anziane), Lunaria – Roma, Interreg IIIC Urbe Viva Nuovi modelli per la rigenerazione economica dei centri urbani 1.117.122 Partner Comune di Padova, Comune di Modena, Comune di Patrasso (GR), Agenzia per lo sviluppo di Santa Cruz di Tenerife (ES), Comune di Coimbra (PT), Associazione Italiana dei Comuni e delle Regioni Europee (IT) VI PQ – IST Use me gov Piattaforma ad alta usabilità di mobile government 2.306.000 Partner Società Portugal Space (PT), Retevision Movil sa (ES), Università di Minho (PT), Accademia Economica di Poznan (PL), Intuilab Sa (FR), Istituto Fraunhofer per l’Informatica Applicata Colonia (DE), Arakne Società per lo Sviluppo Tecnologico, Comune di Gdynia (PL), Estrema Associazione di Formazione Tecnologica (ES), Indra Società informatica (ES), Comune di Villa Nova de Cervera (PT) Leonardo da Vinci Webpol Apprendimento virtuale per le polizie locali europee / Partner Policia Municipale di Valencia (ES), Comune di Valencia (ES), Telefonica Investigacion y desarrollo Espana (ES), Tampere University of technology (FI), Fundacion Comunidad Valenciana (ES), The ellenic telecommunication (GR), Institut for Polizei und sicherheitforschung di Brema (DE), Voivdship police command in Gdansk (PL), IDEKE (GR), Bedfordshire Police (UK) ETen Star Realizzazione di un prototipo di agenzia di marketing virtuale 1.281.481 Partner Provincia Bologna, Provincia Piacenza, Norfolk County Council (UK), Sintra SpA, Lisy, Saar, Teletec (DE) Emilia-Romagna. Comune di Ferrara, Comune di Roma, Provincia di Como, Landes Ehrenamtsagentur, Landes Hessen, Comune di Speyer, Regione Reno-Palatinato (DE), Ministry of German Speaking Community (BE), Experience Corps (UK), European Centre for Social Welfare Policy and Research Vienna (AT), Osrodek Edukacji I Informaci Miedzy Kulturami, Poznan (PL), Zivot 90 Prague (CZ), Slovenia Federation of Pensioners (SI) 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 211 OTTAVOEURORAPPORTO 211 Comune di Bellaria Igea Marina Programma Titolo progetto Tema trattato E-Learning Log in the media Costo totale Ruolo Altri Partner Promozione del dialogo interculturale 212.380 attraverso attività di media education per ragazzi Partner Cospe Italia, Miramedia (NL), Dimitra (GR), OL/MCM (NL) Comune di Carpi Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Leonardo da Vinci Giovani in Europa IV Organizzazione di 20 tirocini professionali transnazionali 72.445 Leader Carpiformazione, IPSIA “G. Vallauri” di Carpi, ITC “A. Meucci – C. Cattaneo” di Carpi, ITI “L. Da Vinci” di Carpi, Liceo “M. Fanti” di Carpi, Chambre de Commerce Belgo-Italienne di Bruxelles (Belgio), Emerald Cultural Institute di Dublin (Irlanda), Tandem San Sebastian (Spagna) Leonardo da Vinci Giovani Studenti Organizzazione di 25 tirocini professionali in Europa II transnazionali 38.621 Leader Carpiformazione, IPSIA “G. Vallauri” di Carpi, ITC “A. Meucci – C. Cattaneo” di Carpi, ITI “L. Da Vinci” di Carpi, Liceo “M. Fanti” di Carpi, Emerald Cultural Institute di Dublin (ER), Tandem San Sebastian (S) Comune di Ferrara Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Interreg IIIB CARE Interventi per rendere l’ambiente urbano più accessibile per turisti e residenti con bisogni speciali, incrementando la vivibilità e la promozione turistica dei luoghi cittadini 2.008.360 Partner Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì, Regione Lombardia, Regione Umbria, Comune di Venezia, Venice card, Provinca Pesaro Urbino, Provincia di Ancona, Regione Vogtlandkreis (DE), Comune di Gera (DE), Comune di Graz (AT), Prefettura di Thessaloniki (GR), Pentru Dezvoltare Regionale Nord Est – Piatra Neamt (RO), Aias (IT), Associazione si può (IT), Associazione Atempo (AT), Comune di Bologna INTERREG IIIA Adria Safe Tutela e salvaguardia dell’ecosistema marino nell’Adriatico 894.080 Partner Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Provincia Ferrara, Comune Ferrara, Regione Marche, Regione Veneto, Fondazione Cetacea Onlus Riccione, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Abruzzo, Regione Puglia, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise, Comune Numana, Consorzio Parco del Conero, WWF Italia, Ministero Agricoltura Albania, , Ministero Agricoltura Croazia, Università Zagabria, Ministero Agricoltura Montenegro, Vivamar Slovenia 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 212 OTTAVOEURORAPPORTO 212 Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Interreg IIIA SUA Valorizzazione del patrimonio artistico culturale dei siti Unesco 1.730.000 Partner Provincia Ferrara, Provincia Ravenna, Museo dell’Arte Città di Ravenna, Università Bologna, Capitolo della Cattedrale di Ferrara, Ministero Cultura Albanese, Progetto Città di Berat (AL), Comune Sarajevo, Università Sarajevo, Accademia d’Arte Sarajevo (BH), Ufficio Monumenti Croazia, Comune di Porec, Città di Dubrovnik, Comune di Pola (HR), Regional Institute for the Protection of Cultural Heritage Kotor, Cultural Heritage Republican Sate Organisation of Montenegro (Montenegro), Serbian Unity Congress for Heritage Protection (Serbia) Costo totale Ruolo Altri Partner Comune di Faenza Programma Titolo progetto Tema trattato LIFE T.O.R.R.E. Turismo Organizzato Rinaturalizzazione di una cava esaurita di 582.752 materiali per l’edilizia attraverso la creazione di un’area verde destinata al turismo ecocompatibile. Recupero Rurale Ecologico Leader Agrisystem, Ascom Faenza, Arpa Ravenna, Caviro, Consorzio Trasporti Faenza, Cconfcooperative Ravenna, ENEA, Terre Naldi, Università di Bologna, Provincia di Ravenna Comune di Forlì Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Interreg IIIB CARE Interventi per rendere l’ambiente urbano più accessibile per turisti e residenti con bisogni speciali, incrementando la vivibilità e la promozione turistica dei luoghi cittadini 2.008.360 Partner Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Regione Lombardia, Regione Umbria, Comune di Venezia, Venice card, Provinca Pesaro Urbino, Provincia di Ancona, Regione Vogtlandkreis (DE), Comune di Gera (DE), Comune di Graz (AT), Prefettura di Thessaloniki (GR), Pentru Dezvoltare Regionale Nord Est – Piatra Neamt (RO), Aias (IT), Associazione si può (IT), Associazione Atempo (AT), Comune di Bologna Interreg IIIC Enhance Health Sistema di sorveglianza sulla salute ambientale 1.405.500 nelle aree urbane vicine agli inceneritori e agli insediamenti industriali Leader Asl Forlì, ARPA Emilia-Romagna, Computer Technology Institute Telematic Center Westgate (GR), Lower Austrian Government (AT), Advanced Production Technologies Institute University (ES), National Institute of Environmental Hhgiene (PL) 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 213 OTTAVOEURORAPPORTO Programma Titolo progetto Lotta all’esclusione sociale Tema trattato 213 Costo totale Ruolo Altri Partner Citizenship Sensibilizzazione sul concetto di and new cittadinanza sociale inclusion project. Phase two 199.535 Leader Regione Emilia-Romagna, Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, Consorzio Servizi Sociali di Imola, Comune di Imola, Associazione Almaterra (Torino), Terra Nuova Onlus (Roma), Cooperativa Sociale Sesamo Forlì, Associazione Donne nel Mondo Forlì, Associazione Trama di Terre (Forlì), Municipal Organisation for Social Intervention and Health (GR), Southall Black Sisters (UK), Interkulturelles Frauenzentrum (DE), Coalitionfor Gender Qualità in Latria (LT) Interreg IIIA NEW Network Europeo per il Welfare 908.000 Partner Provincia Forlì Cesena, Provincia di Ferrara, Provincia di Ravenna, Provincia di Rimini, Ministero Lavoro e Affari Sociali Albania, Ministero Lavoro e Politiche Sociali Serbia, Comune di Elbasan, Scutari (AL), Comune di Novi Sad, Kragujevac (Serbia), Comune di Tuzla (Bosnia), Centro Donna Scutari, Centro Donna Elabasan, Associazione Tuzlanska Amica, Tjeter Vision Tuzla, Centro Sociale Balashe Tuzla Interreg IIIB TAQI Strumenti per il rilevamento della qualità dell’aria 1.525.375 Partner Austrian Environmental Expert Group (AT), Czech Hydrometerological Institute (CZ), State Government of Lower Austria (AT), Institute of Environmental Management (HU), State Government of BurgerLand Comune di Modena Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Equal Fuori Orario Interventi di regolamentazione del lavoro domiciliare 1.500.000 Partner Irecoop Bologna, CESVIP Piacenza, Cooperativa Sociale Gulliver, Federazione diocesana servizi per gli anziani Reggio Emilia, Unione Provinciale delle Cooperative Reggio Emilia, Lega delle Cooperative Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Domus Assistenza, Confcooperative Modena, Centro Analisi delle Politiche Pubbliche Unimore, Followup Srl Modena, Lega coop Modena Comenius 1 Integrazione dei bambini disabili Analisi delle politiche di integrazione scolastica 32.770 di alunni disabili nel sistema scolastico Partner Nordgardsskolen (DK), Direzione Didattica 8° Circolo Modena, Skolen pa molen (DK), T4 skolan Hasselholm (SV) Interreg IIIC Urbe Viva Nuovi modelli per la rigenerazione economica dei centri urbani Partner Comune di Padova, Comune di Bologna, Comune di Patrasso (GR), Agenzia per lo sviluppo di Santa Cruz di Tenerife (ES), Comune di Coimbra (PT), Associazione Italiana dei Comuni e delle Regioni Europee (IT) 998.829 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 214 OTTAVOEURORAPPORTO 214 Comune di Parma Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Comenius 3 Giunone Scambio di informazioni e buone prassi sull’istruzione scolastica degli alunni disabili 585.600 Leader Centro Servizi Amministrativi di Parma, Ufficio Scolastico regionale per l’Emilia-Romagna, Ministero Istruzione, Provincia di Parma, Centro Provinciale di Parma documentazione per l’integrazione scolastica, lavorativa, sociale, Coordinadora infatil y juvenil de tempo libre de vallecas Madrid (ES), Centre for educational Programs and social initiatives (BU), NAIS (SV), Disability Now (GR), Shaw Trust (UK), Istituto Statale Istruzione Secondaria Superiore Parma, 6° Circolo Didattico di Parma, Istituto Comprensivo di Felino, Istituto Comprensivo Micheli Parma, Istituto Professionale Servizi Alberghieri e ristorazione Parma, Federazione Italiana Sport Disabili, Unione Italiana Ciechi Parma, Consorzio Solidarietà Sociale Parma, Associazione Bambini e Autismo Parma, School for Childern with Mental Disabilities (BU), Craigshead School (UK), Ridgepark School (UK), Firpark School (UK), Estonian Mentally Disabled People Support Organisation (Estonia) Gioventù – Azione 5 Action Sviluppo di metodi di educazione e formazione al volontariato giovanile per soggetti svantaggiati 171.589 Leader Center for Education Programs and social initiatives (BU), European youth co-operation center (PL), Youngster without borders (Romania), Pro Vobis national Volounteer center (Romania), Politecnico del mare Catania, Coordinadora Infantile y Juvenile de tempo libre de Vallecas Madrid (ES), Estonian mentally disabled people support organisation Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Comune di Piacenza Programma Titolo progetto DAFNE Comunicare per Strategie per combattere la violenza sconfiggere la alle donne e bambini; rete europea violenza 37.500 Leader La città delle donne Telefono Rosa Piacenza, Associazione Koinè, Centro Salute Donne ASL, Casa Rifugio Londra (UK), Enaip Piacenza, Enaip Ferrara Gemellaggi Conferenza Europea sulla Comunicazione interculturali 54.220 Leader Comune Reggio Emilia, Comune Forlì, Comune Modena, Comune Ravenna, Comune Ferrara Provincia Parma, Provincia Bologna,Provincia Trento Organizzaione conferenza 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 215 OTTAVOEURORAPPORTO 215 Comune di Ravenna Programma Titolo progetto Comenius Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Le Jardin Costruzione di una didattica multidisciplinare monument vivent sui parchi e giardini storici d’europa 187.508 Partner Academique del Yvelines (F) Interreg IIIC Adriatic Action Plan 2020 Buone prassi sul bilancio ambientale e preparazione di indici da rispettare per la tuteladel mare adriatico 817.836 Partner Comune di Ancona, Comune di Brindisi, Comune di Corfù (GR), Comune di Patrasso (GR), Comune di Venezia, Comune di San Benedetto, Comune di Molfetta, Comune di Pescara, Comune di Castrano Trifase, Comune di Alessano, Comune di Mogliano Veneto, Comune di Senigallia, Comune di Pesaro, Comune di Koper (Slovenia), Comune di Bari, Comune di Lloret (F), Comune di Bristol (UK), Provincia di Parma, Provincia di Ravenna, Regione Marche Interreg IIIB City Port Rete di città che seguono un approccio condiviso 4.774.334 e coordinato per sviluppare soluzioni di logistica urbana sostenibili Partner Regione Emilia-Romagna, SCS Azioninnova Spa, Comune di Udine, Comune di Ancona, Comune di Taranto, Comune di Parma, Comune di Vicenza, Brescia Mobilità, Infomobility, It City, State Government Vienna, IC Consulenten Ziviltechniker (AT), City Courier Spedition (AT), LOB (AT), Forschungsgesellschat Momilitat (AT), Transeuropean consultino Unit of Thessaloniki (GR), Hellenic Institute for Transport (GR), Prefecture of Kavala (GR), Region of Attika (GR), The Agency for Regional Development of Ljubjana Urban Region (Slovenia) Interreg IIIA SUA Centro Internazionale di documentazione sul mosaico Creazione di una nuova sezione del Museo d’Arte di Ravenna per la gestione del nuovo centro per il mosaico 1.730.000 Partner Provincia di Ferrara, Comune di Ferrara, Provincia di Ravenna, Museo dell’arte della città di Ravenna, Facoltà di Conservazione dei beni culturali Unibo, Facoltà di Lettere e Filosofia Unibo, Capitolo della Cattedrale di Ferrara, Ministero Cultura progetto città di Berat (Albania), Comune di Sarajevo, Accademia dell’Arte di Sarajevo, Ufficio Monumenti della Croazia, Comune di Porec, Città di Dubrovnik e Comune di Pola (Croazia), Regional Institute for the Protection of Cultural Organisation of Montenegro, Serbian Unity Congress for Heritage Protection Interreg IIIA INROSE Studio di fattibilità per i collegamenti marittimi 1.555.000 tra porti dell’Emilia-Romagna e Croazia Partner Provincia di Ravenna, Autorità Portuale di Ravenna, CCIAA di Ravenna, Provincia di Rimini, Comune di Cesenatico, Ministero del turismo e dei trasporti di Pola (Croazia) 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 216 OTTAVOEURORAPPORTO 216 Comune di Reggio Emilia Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Interreg IIIC Capture the knowledge network Scambio di esperienze sull’economia della conoscenza per lo sviluppo economico della città 647.800 Partner Brighton and Hove City Council (UK), Girona City Council (ES), City of Jyvaskyla, City of Sundswall, City of Eskilstuna, Municipalità of Leeuwarden, Town of Trinec, Association of Local Authorities of the Prefecture of Kavala, Klaipeda Regional Development Agency, West Lothian Economic Development Service, Jerez de la Frontiera, Vigo Town Council, Manresa Council, Telford and Wrekin Council, Mikkeli, Erd, Gyongyos, Hasselt, Heraklion, Western Achaia Cultura 2000 Didart II Giovani artisti costruiscono strumenti per la didattica dell’arte contemporanea 298.550 Partner ART’E’ Spa, Gam Bologna, Louisiana Musuem of Modern Art di Copenhagen (DK), Universitat de Barcelona (ES), Accademia di Belle Arti di Bologna, Cooperativa Culturale Giannino Stoppani, Museo di Helsinki (SV), Museo di Vilnius (LT), Museo di Colonia (DE), Museo MART di Trento, Museo Kundsthalle Vienna (AT), Museo delle Esposizioni di Roma Gioventù SVE I colori dell’infanzia Accoglimento di 1 giovane volontario europeo a sostegno dell’attività scolastica dei bambini nella fascia 0-6 6.470 Leader Cooperativa solidarietà 90 Reggio Emilia, Everything’s possibile (UK) R3L EDUCA Network Condivisione di esperienze nell’ambito dell’educazione permanente degli adulti 183.312 Partner Centro Servizi PMI Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Comuni di Scandiano e Correggio, Land Einzkreis (DE), Municipalità di Girona (ES), Municipalità di Digione (F), Comunità Gaeliche (ER), Regione di Olomouc (CZ) Prince EU Mayors Sensibilizzazione sul ruolo degli Enti Locali nei nuovi Stati Membri 379.312 Partner Associazione delle Agenzie per la democrazia locale Strasburgo (F), Anci Italia, Citès Unies Francia, Association of Directors of Communities and Enterprises Irlanda, Carlow County Irlanda, City of Suresnnes (F), East Staffordshire Borough Council (UK), Kent City Council (UK), Comune di Mogliano Veneto, Comune di Bydgoszcz (PL), Foundation in support of Local Democracy Training Center in Olsztyn (PL), Municipal Training Center (LT) Servizio Civile all’estero Volontari in-forma Formazione di giovani sulle competenze relative all’informazione comunitaria, animazione dei territori, progettazione di iniziative e gestione dei progetti comunitari 5.000 Leader CRPA , Carrefour Europeo Emilia, Pillerseetal Regional Development Agency Kitzbuhel (AT), Info Point Europa Tirol (AT) E-Learning E3 Indagare come si modifica l’apprendimento dei bambini e dei ragazzi in un ambiente biotecnologico 600.000 Leader Istituto Comprensivo Lepido, Computer Technology Institute, Hellenic Open University (GR), Lemshaga Akademi (SV) 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 217 OTTAVOEURORAPPORTO 217 Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Leonardo Erasmus Scambio di studenti 3.830 Leader Istituto Musicale pareggiato Achille Peri Reggio Emilia, Accademia Superiore di Musica di Bydgoszcz (PL) Rete Info Point Laboratorio Europa Informazione e sensibilizzazione per studenti sulle Istituzioni e sulle politiche comunitarie 53.000 Partner CRPA Carrefour Europeo Reggio Emilia Costo totale Ruolo Altri Partner Comune di Rimini Programma Titolo progetto Tema trattato Interreg IIIB SAWTACA Miglioramento e armonizzazione degli 908.850 interventi di aggiornamento della rete fognaria e del trattamento delle acque reflue Partner Comune Rimini, Joanneum Research (AT), Croatian Waters, Rijeka Municipalità (HR), Preveza Municipalità (GR), Ljubljana University (SL) Interreg IIIB ROMIT Costruzione di una cultural route che colleghi gli itinerari romani Partner Provincia di Rimini, Istituto Beni Artistici e Culturali Bologna, Europa Inform Consulting, Università Erlangen, Comune di Patrasso, Comune di Sofia LIFE EMMA Gestione ambientale attraverso il 1.807.418 monitoraggio delle diverse tipologie di ipossia ed anossia nell’Adriatico Settentrionale Partner CNR ISMAR di Bologna, di Trieste, di Ancona, Università Politecnica della Marche, ARPA Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna, ASTER, Gesturist Cesenatico, Cooperativa Casa del Pescatore, Cooperativa La Bussola, National Institute of Biology Slovenia SAVE PRIME Studio sulla possibilità di effettuare investimenti più vantaggiosi per il miglioramento dell’efficienza energetica su edifici pubblici mobilizzando anche capitali di cittadini privati 700.000 Leader Grecia, Irlanda, Austria, Slovenia, Belgio, Bulgaria 905.000 Provincia di Bologna Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner VI PQ ISHTAR Software integrato per la valutazione degli impatti delle politiche ed azioni in chiave ambientale nelle aree urbane 2.673.128 Partner ISIS e OMS – Roma; Inrets (F); Stratec (B); Ove Arup e UNL (UK) Università di Graz (A) SAVE PICO light: Public internal performance contracting Forma innovativa di finanziamento di interventi di efficienza negli edifici pubblici. Il concetto verrà applicato all’illuminazione. 658.257 Partner WUPPERTAL INSTITUT (DE) 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 218 OTTAVOEURORAPPORTO 218 Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner LIFE ACQUA LABEL Raggiungimento del Certificato di qualità 1.463.000 ambientale per le acque distribuite da una rete acquedottistica pubblica, nel caso specifico quella di Lizzano in Belvedere Leader Regione Emilia-Romagna, Comune di Lizzano in Belvedere, ATO 5, Federgasacqua, ENVIS S.r.l., Macroscopio S.p.A. EQUAL PORTICI Sistema di strutture integrate di servizi, articolato con punti di accoglienza e presa in carico dell’utente ed accompagnamento individuale verso l’inserimento lavorativo per gli iscritti alle liste della legge 68/99 e i soggetti deboli. Leader Comune di Bologna, Lega delle Cooperative di Bologna, ConfCooperative di Bologna ed Efeso, mandatario di un’ATI che comprende cooperative sociali del territorio provinciale (Consorzio SIC, Consorzio Insieme, Consorzio Sol.Co. Imola, Centro Servizi Aziendale, Anastasis e Cides) ed enti di formazione professionale (Cefal, Csapsa, Opimm). EIE MISS: Monitor Integrated System Piattaforma innovativa in senso dinamico e 2.989.046 prevedere condizioni naturali e infrastrutturali, così da migliorare sicurezza ed efficienza nei trasporti in uno scenario multiambientale Leader Sintra SpA, Regulus SpA, SRM Reti Mobili SpA, Centre for Research and Technology-Grecia, Aristotele University of Thessaloniky, BVG Berliner Verkehrsbetriebe, Stowarzyszenie Miasta W Internecie, Landeshauptstadt Saarbruecken IKS, Università di Udine, KM& AZ Cyprus Transport Logistics Ltd., CRF Società Consortile per Azioni, M-System Flash Disck Pioneers Ltd SAVE PRIME Private Miglioramento dell’efficienza energetica e Investment l’uso di fonti di energia rinnovabile su un Move Ecopowers edificio di proprietà pubblica, mobilitando i capitali dei cittadini privati 700.000 Leader Grecia, Irlanda, Austria, Slovenia, Belgio, Bulgaria Costo totale Ruolo Altri Partner Partner Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena, Provincia Parma, Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Budapest University (HU) Leader / 906.990 Provincia di Forlì Cesena Programma Titolo progetto Tema trattato Interreg IIIC Rescue Sistema di supporto decisionale per affrontare 1.172.000 i disastri naturali o causati dall’uomo Cultura 2000 I giovani in una Organizzazione di una conferenza nuova Europa: internazionale tra educazione ed occupazione 40.600 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 219 OTTAVOEURORAPPORTO 219 Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Interreg IIIA Adria Safe Tutela e salvaguardia dell’ecosistema marino nell’Adriatico 894.080 Leader Comune Ferrara, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Provincia Ferrara, Regione Marche, Regione Veneto, Fondazione Cetacea Onlus Riccione, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Abruzzo, Regione Puglia, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise, Comune Numana, Consorzio Parco del Conero, WWF Italia, Ministero Agricoltura Albania, , Ministero Agricoltura Croazia, Università Zagabria, Ministero Agricoltura Montenegro, Vivamar Slovenia Interreg IIIC Wine Plan Qualificazione e valorizzazione delle strade del vino in Europa 1.000.000 Leader Provincia Ravenna, Niederoaterreich Werbung (A), Landkreis Rheingau-Taunus (D), Local Enterprise Foundation of Tolna County (HU) Interreg IIIA NEW Network Europeo per il Welfare 908.000 Leader Comune Forlì, Provincia Ferrara, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Ministero Lavoro e Affari Sociali Albania, Comune Scutari, Centro Donna Scutari, Centro Donna Elbasan (AL), Comune Tuzla, Associazione Tuzlanska Amica, Tjeter Vision Tuzla, Centro Sociale Balashe Tuzla (Bosnia), Ministero Lavoro e Politiche Sociali Serbia, Comune Novi Sad, Comune Kragujevac, Comune Pascevo (Serbia) Provincia di Ferrara Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Interreg IIIA SUA Valorizzazione del patrimonio artistico culturale dei siti Unesco 1.730.000 Leader Comune di Ferrara, Provincia Ravenna, Museo dell’Arte Città di Ravenna, Università Bologna, Capitolo della Cattedrale di Ferrara, Ministero Cultura Albanese, Progetto Città di Berat (AL), Comune Sarajevo, Università Sarajevo, Accademia d’Arte Sarajevo (BH), Ufficio Monumenti Croazia, Comune di Porec, Città di Dubrovnik, Comune di Pola (HR), Regional Institute for the Protection of Cultural Heritage Kotor, Cultural Heritage Republican Sate Organisation of Montenegro (Montenegro), Serbian Unity Congress for Heritage Protection (Serbia) Life Cobice Conservazione e recupero dello storione comune nel bacino del Po 2.288.402 Partner Provincia Cremona, Provincia Padova, Provincia Piacenza, Provincia Rovigo, Provincia Treviso, Provincia Venezia, Provincia Verona, Ersaf Istituto Pallanzani Interreg IIIA Adria Link Collaborazione e scambio di buone prassi nel settore del turismo 600.000 Partner Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Comune Tuzla (BH), Comune Pola, Contea Zadar, Comune Pancev (HR), Comune Izola (SL) 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 220 OTTAVOEURORAPPORTO 220 Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Interreg IIIA NEW Network Europeo per il Welfare 908.000 Partner Provincia Forlì Cesena, Comune Forlì, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Ministero Lavoro e Affari Sociali Albania, Comune Scutari, Centro Donna Scutari, Centro Donna Elbasan (AL), Comune Tuzla, Associazione Tuzlanska Amica, Tjeter Vision Tuzla, Centro Sociale Balashe Tuzla (Bosnia), Ministero Lavoro e Politiche Sociali Serbia, Comune Novi Sad, Comune Kragujevac, Comune Pascevo (Serbia) VI PQ IST Cospa Promozione dell’utilizzo del software libero nella PA 4.000.000 Osservatore Free University of Bolzano, Aalborg University (S), MTA, University of Limerick (UK), University of Sheffield (UK), Beaumont Hospital (F), Consorzio Comuni dell’Alto Adige, Hanstholm Kommune, Provincia Genova, Provincia Pisa, SocITM, South West Regional Authority, Torokobalint City Council Gioventù Informalmente Punti di ascolto e informazione per i giovani sulle attività del territorio 99.921 Leader Istituto Professionale Servizi Sociali Commerciali e Turistici Ferrara, Liceo Classico Ariosto Ferrara, Ipsia Lido Estensi, Ipsia Cento, REI Telestense Ferrara Interreg IIIA Adria Safe Tutela e salvaguardia dell’ecosistema marino nell’Adriatico 894.080 Partner Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Comune Ferrara, Regione Marche, Regione Veneto, Fondazione Cetacea Onlus Riccione, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Abruzzo, Regione Puglia, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise, Comune Numana, Consorzio Parco del Conero, WWF Italia, Ministero Agricoltura Albania, , Ministero Agricoltura Croazia, Università Zagabria, Ministero Agricoltura Montenegro, Vivamar Slovenia Interreg IIIA Adriatur Attività a supporto del turismo per i Comuni adriatici 1.400.000 Partner Provincia Rimini, Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, G-Tour Medugorje, Ufficio Turismo Medugorje, PromoTuzla (BH), Comune Pula, Contea Zadar, Istituto Croato Turismo di Rijeka, Ufficio Turismo Dubrovnik (HR), Interreg IIIC Rescue Sistema di supporto decisionale per 1.172.000 affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo Partner Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia Piacenza, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena, Provincia Parma, Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Budapest University (HU) 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 221 OTTAVOEURORAPPORTO 221 Provincia di Modena Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Interreg IIIC Rescue Sistema di supporto decisionale per affrontare 1.172.000 i disastri naturali o causati dall’uomo Partner Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Parma, Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Budapest University (HU) Cultura 2000 Industry of ideas Collaborazione tra artisti e realtà produttive locali 240.000 Leader Kuratorium Schloss Ettersburg (DE), D*Fine Arts Atene (GR) Interreg IIIC Okoprofit International Diminuzione dell’impatto ambientale delle attività produttive e riduzione dei costi 1.411.340 Partner Università Modena e Reggio Emilia, Comune Graz e Università Graz (A), Comune di Maribor e Università di Maribor (SL), Università di Czestochowa (PL), Leibniz Institute Dresda (DE), Comune Pécs (HU) Interreg IIIC Subregional regeneration network Scambio di esperienze sulla gestione dei fondi strutturali e programmi comunitari 683.002 Partner Bristol City Council, Unione Enti Locali Provincia di Achaia (GR), Provincia Barcellona, Agenzia Sviluppo Santa Cruz di Tenerife (ES), Autorità di Dipartimento di Lille (F), Agenzia Sviluppo Regionale Klaipeda (LT), Comune Hranice (CZ), Agenzia Sviluppo Langhe e Monferrato, Agenzia Sviluppo Marche, Cumbia County (UK), Comune Tampere (FN), Comune Turku (FN) Costo totale Ruolo Altri Partner Provincia di Parma Programma Titolo progetto Tema trattato Interreg IIIC Rescue Sistema di supporto decisionale per 1.172.000 affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo Partner Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena, Provincia Parma, Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Budapest University (HU) Interreg IIIB Care Interventi per la promozione dell’ambiente urbano e della sua fruizione 2.008.360 Leader Regione Emilia-Romagna, Comune Rimini, Associazione Atempo Rhone (AT), Istituto Pscherer, Comune Gera (DE), Agenzia ADR Nord Est (R), Prefettura Salonicco (GR), Regione Lombardia, Regione Umbria, Provincia Ancona, Provincia Pesaro Urbino, Comune Bologna, Comune Ferrara, Comune Forlì Cesena, Comune Venezia, AIAS Milano Equal I Insereg Inserimento lavorativo di immigrati e persone in condizioni di disagio sociale 1.563.621 Leader Comune Parma, Comune Borgo Val di Taro, Comune Langhirano, Comune Fidenza, Ausl, Consorzio Solidarietà Sociale, Cassa Edile Provincia Parma, Ente Scuola Edile Parma, Consorzio Forma Futuro, Nuova Quasco, Forum Solidarietà 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 222 OTTAVOEURORAPPORTO 222 Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Leonardo Sisifo Strategie per lo sviluppo delle comunità rurali attraverso la formazione nell’ambito delle nuove tecnologie 465.600 Leader Fondation Europeenne Madariaga (BE), Università Eichstatt (DE), IMFE (ES), Fondazione Istituto per il Lavoro (IT), Istituto Istruzione Superiore Zappa Fermi, Eburt, Greenhat Interactive (UK) Costo totale Ruolo Altri Partner Provincia di Piacenza Programma Titolo progetto Tema trattato Interreg IIIC Rescue Sistema di supporto decisionale per 1.172.000 affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo Partner Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena, Provincia Parma, Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Budapest University (HU) Interreg IIIC Hidrosource Gestione delle risorse idriche pluviali nell’Europa meridionale 1.433.999 Partner Aimrd, Comune di Laguna de Duero (ES), Consorzio Municipal di Miranda do Douro (PT) ETen Star Realizzazione di un prototipo di agenzia di marketing virtuale 1.281.481 Partner Provincia Bologna, Comune Bologna, Norfolk County Council (UK), Sintra SpA, Lisy, Saar, Teletec (DE) Equal II Sintesi Accesso al mercato del lavoro di immigrati, disabili e svantaggiati 700.000 Partner Comune Piacenza, Tutor Spa, Consorzio Forpin, Ecipar Piacenza, Centro ITARD, Cesvi, Progress Company, Università Cattolica Sacro Cuore, AUSL Piacenza, Associazione di Solidarietà La Ricerca, Consorzio Sol.Co Equal II Il lungo cammino dei sinti e dei rom Accesso la mercato del lavoro delle popolazioni sinti e rom 700.521 Partner Ial ER, Comune Piacenza, Comune Bologna, Thèm Romanò, Comune Parma, Comune Reggio Emilia Costo totale Ruolo Altri Partner Provincia di Ravenna Programma Titolo progetto Tema trattato Interreg IIIC Rescue Sistema di supporto decisionale per 1.172.000 affrontare i disastri naturali o causati dall’uomo Partner Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena, Provincia Parma, Provincia Reggio Emilia, Provincia Rimini, Budapest University (HU) Interreg IIIC Wine Plan Qualificazione e valorizzazione delle strade del vino in Europa Partner Provincia Forlì Cesena, Niederoaterreich Werbung (A), Landkreis Rheingau-Taunus (D), Local Enterprise Foundation of Tolna County (HU) 1.000.000 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 223 OTTAVOEURORAPPORTO 223 Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Interreg IIIA SUA Creazione di una nuova sezione del Museo d’Arte di Ravenna per la gestione del nuovo centro per il mosaico 1.730.000 Leader Provincia Ferrara, Comune Ferrara, Museo dell’Arte Città di Ravenna, Università Bologna, Capitolo della Cattedrale di Ferrara, Ministero Cultura Albanese, Progetto Città di Berat (AL), Comune Sarajevo, Università Sarajevo, Accademia d’Arte Sarajevo (BH), Ufficio Monumenti Croazia, Comune di Porec, Città di Dubrovnik, Comune di Pola (HR), Regional Institute for the Protection of Cultural Heritage Kotor, Cultural Heritage Republican Sate Organisation of Montenegro (Montenegro), Serbian Unity Congress for Heritage Protection (Serbia) Interreg IIIA NEW Network Europeo per il Welfare 1.300.000 Partner Provincia Forlì Cesena, Comune Forlì, Provincia Ferrara, Provincia Rimini, Ministero Lavoro e Affari Sociali Albania, Comune Scutari, Centro Donna Scutari, Centro Donna Elbasan (AL), Comune Tuzla, Associazione Tuzlanska Amica, Tjeter Vision Tuzla, Centro Sociale Balashe Tuzla (Bosnia), Ministero Lavoro e Politiche Sociali Serbia, Comune Novi Sad, Comune Kragujevac, Comune Pascevo (Serbia) Interreg IIIA Adria Link Collaborazione e scambio di buone prassi nel settore del turismo 680.000 Partner Provincia Rimini, Provincia Ferrara, Comune Tuzla (BH), Comune Pola, Contea Zadar, Comune Pancev (HR), Comune Izola (SL) Interreg IIIA Adriatur Attività a supporto del turismo per i Comuni adriatici 1.600.000 Interreg IIIA Adria Safe Tutela e salvaguardia dell’ecosistema marino nell’Adriatico 1.000.000 Provincia Rimini, Provincia Forlì Cesena, Provincia Ferrara, G-Tour Medugorje, Ufficio Turismo Medugorje, PromoTuzla (BH), Comune Pula, Contea Zadar, Istituto Croato Turismo di Rijeka, Ufficio Turismo Dubrovnik (HR), Partner Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Provincia Ferrara, Comune Ferrara, Regione Marche, Regione Veneto, Fondazione Cetacea Onlus Riccione, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Abruzzo, Regione Puglia, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise, Comune Numana, Consorzio Parco del Conero, WWF Italia, Ministero Agricoltura Albania, , Ministero Agricoltura Croazia, Università Zagabria, Ministero Agricoltura Montenegro, Vivamar Slovenia 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 224 OTTAVOEURORAPPORTO 224 Provincia di Reggio Emilia Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Asia Urbs Sustainable Urban Organic Solid Waste Management and Disposal Gestione sostenibile dei rifiuti organici solidi in Thailandia 651.434 Leader Provincia Barcellona (ES), Comune Nonthaburi (Thailand) Leonardo Creative Learning Method Validazione di una nuova metodologia formativa rivolta agli insegnanti della scuola primaria 520.322 Partner Creativ Onlus, Provincia Enzkreis (DE), Agenzia Sviluppo Territoriale Udaras na Gaeltachta (ER), CIDI, AIMC, IRRE ER, Università Cattolica Sacro Cuore, Centro de Ensenanza Superior en humanidades y ciencias de la educacion Madrid (ES), Case Editrici Paoline, Books and Media (UK), Paulinas Editora (Pt) R3L EDUCA Network Condivisione di esperienze nell’ambito dell’educazione permanente degli adulti 183.312 Partner Centro Servizi PMI Provincia RE, Reggio nel Mondo, Comune Reggio Emilia, Comune Correggio, Comune Scandiano, Regione Olomouc, Provincia Enzkreis, Regioni Gaeliche (ER), Comune Dijon (F), Comune Girona (ES) Interreg IIIC International Communal Network Rafforzare le strutture comunali e industriali nelle aree rurali 2.198.675 Partner Comune Casola Valsenio, Consorzio Comuni Sud Tirolo, AICCRE, Austria, Germania, Italia, Spagna, Grecia, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Lettonia, Croazia, Romania, Bulgaria Equal I A Lungo Reinserimento di soggetti disabili nel mondo del lavoro 1.229.272 Partner CESRE, AUSL Re, Consorzio Servizi Sociali Correggio, Consorzio Solidarietà Sociale Oscar Romero, Consorzio Cooperative 45 Equal II A Lungo Percorsi personalizzati di inserimento e stabilizzazione di disabili nel lavoro 1.400.070 Partner CESRE, AUSL Re, Consorzio Servizi Sociali Correggio, Consorzio Solidarietà Sociale Oscar Romero, Consorzio Cooperative 45 Interreg IIIC Rescue Sistema di supporto decisionale per affrontare 1.172.000 i disastri naturali o causati dall’uomo Partner Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena, Provincia Parma, Provincia Rimini, Provincia Ravenna, Budapest University (HU) Ruolo Altri Partner Partner Region of Central Macedonia (GR), Regione Emilia-Romagna, Provincia Piacenza, Provincia Ferrara, Provincia Forlì Cesena, Provincia Modena, Provincia Parma, Provincia Reggio Emilia, Provincia Ravenna, Budapest University (HU) Provincia di Rimini Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Interreg IIIC Rescue Sistema di supporto decisionale per affrontare 1.172.000 i disastri naturali o causati dall’uomo 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 225 OTTAVOEURORAPPORTO Programma Titolo progetto Gioventù Tema trattato 225 Costo totale Ruolo Altri Partner Impatto del Organizzazione Seminario Libro Bianco sulle Politiche Giovanili a livello locale 17.374 Leader ADEP (GR), Comune di Gavà (ES), Galway City Council (IE), Comune di Goteborg (SE), Provincia di Odenwaldkreis (DE), Comune di Stuttgart (DE), Comune di Mjolby (SE), Comune di Den Helder (NL), Olomoucky kray (CZ), Provincia di Arezzo, Provincia di Mantova, Provincia di Perugina, Provincia di Pesaro Urbino, Provincia di Ravenna, Provincia Rieti, Southampton City Council, Stadtgemeinde Muerrzzuschlag (AT), Sotrstroms Amt (DK), Voru Linnavalitsus (EE), Zirc Varos Onkormanyzata (HU) Gioventù Centri giovanili locali Visita di studio 17.255 Leader Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Ungheria, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Regno Unito, Cipro Equal I Fase 1 Imprenditoria sociale Modello innovativo di imprenditoria sociale: diverse imprese per diverse abilità 25.823 Leader Fondazione ENAIP Zavatta Rimini Equal I Fase 2 Imprenditoria sociale Modello innovativo di imprenditoria sociale: diverse imprese per diverse abilità 1.680.227 Leader Comune Rimini, Comune Riccione, Comune Bellaria, Comune Cattolica, Comune Marciano Romagna, Comune Santarcangelo, AUSL Rimini, CCIAA Rimini, Fondazione ENAIP, Università Rimini, Università Bologna, Centro Educativo Italo Svizzero, Confcooperative Provincia Rimini, Legacoop Provincia Rimini Gioventù Riciclo d’artista Scambio multilaterale sul tema del riciclaggio 32.250 Leader Fondazione Triton (NL), Odenwaldkreis (DE), Comune Falkirk (UK) Gioventù SVE Servizio Accoglienza Volontari Volontario Europeo 83.125 Leader / Gioventù SVE Servizio Invio Volontari Volontario Europeo 4.570 Leader / Gioventù Layoutnet Creazione di una rete di soggetti attivi nell’ambito delle politiche giovanili 42.700 Leader ADEP (GR), Comune Gavà (ES), Galway City Council (UK), Goteborg Stad (SE), Odenwaldkreis (DE), Olomoucky kraj (CZ), Provincia Arezzo, Provincia Mantova, Provincia Perugia, Provincia Pesaro Urbino, Provincia Ravenna, Provincia Rieti, Southampton City Council (UK), Storstroms Amt (DK), Voru Linnavalitsus (EE), ZIrc Varos Onkormanyzata (HU) Equal Fase 2 Spring out Inserimento lavorativo di persone con disagi 1.184.717 Partner Comune Rimini, Comune Riccione, AUSL, CCIAA Rimini, Fondazione ENAIP, Polo Didattico Università Rimini, Università Bologna, Centro Educativo Italo Svizzero, Confcooperative Rimini, Legacoop Rimini, Volontarimini, Associazione Isola Ritrovata Interreg IIIA Adriatur Attività a supporto del turismo per i Comuni adriatici 1.600.000 Leader Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, Provincia Ferrara, G-Tour Medugorje, Ufficio Turismo Medugorje, PromoTuzla (BH), Comune Pula, Contea Zadar, Istituto Croato Turismo di Rijeka, Ufficio Turismo Dubrovnik (HR) Interreg IIIA Adria Link Collaborazione e scambio di buone prassi nel settore del turismo 680.000 Leader Provincia Ferrara, Provincia Ravenna, Comune Tuzla (BH), Comune Pola, Contea Zadar, Comune Pancev (HR), Comune Izola (SL) 09-Enti Locali 11-11-2005 10:47 Pagina 226 OTTAVOEURORAPPORTO 226 Programma Titolo progetto Tema trattato Costo totale Ruolo Altri Partner Interreg IIIA Adria Safe Tutela e salvaguardia dell’ecosistema marino nell’Adriatico 1.000.000 Partner Provincia Forlì Cesena, Provincia Ravenna, Provincia Rimini, Comune Ferrara, Regione Marche, Regione Veneto, Fondazione Cetacea Onlus Riccione, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Abruzzo, Regione Puglia, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Abruzzo e Molise, Comune Numana, Consorzio Parco del Conero, WWF Italia, Ministero Agricoltura Albania, , Ministero Agricoltura Croazia, Università Zagabria, Ministero Agricoltura Montenegro, Vivamar Slovenia Interreg IIIA INROSE Studio di fattibilità per i collegamenti 1.555.000 marittimi tra porti dell’Emilia-Romagna e Croazia Partner Provincia di Ravenna, Comune Ravenna, Autorità Portuale di Ravenna, CCIAA di Ravenna, Comune di Cesenatico, Ministero del turismo e dei trasporti di Pola (Croazia) Interreg IIIA NEW Network Europeo per il Welfare 908.000 Partner Provincia Forlì Cesena, Comune Forlì, Provincia Ferrara, Provincia Ravenna, Ministero Lavoro e Affari Sociali Albania, Comune Scutari, Centro Donna Scutari, Centro Donna Elbasan (AL), Comune Tuzla, Associazione Tuzlanska Amica, Tjeter Vision Tuzla, Centro Sociale Balashe Tuzla (Bosnia), Ministero Lavoro e Politiche Sociali Serbia, Comune Novi Sad, Comune Kragujevac, Comune Pascevo (Serbia) Interreg IIIB ROMIT Nuovi metodi di tutela e gestione dei siti archeologici romani 905.000 Leader Comune Rimini, Istituto Beni Artistici e Culturali Bologna, Europa Inform Consulting, Università Erlangen, Comune di Patrasso, Comune di Sofia Interreg IIIB SAWTACA Miglioramento e armonizzazione degli 908.850 interventi di aggiornamento della rete fognaria e del trattamento delle acque reflue Partner Comune Rimini, Joanneum Research (AT), Croatian Waters, Rijeka Municipalità (HR), Preveza Municipalità (GR), Ljubljana University (SL) Interreg IIIC SUVOT Turismo sostenibile e vocazionale Life Ambiente Strategie e Realizzazione di attività di disseminazione strumenti per un e sensibilizzazione turismo sostenibile nelle aree costiere del Mediterraneo N.B. Gli Enti evidenziati in grassetto sono i leader del progetto 998.716 Leader 1.118.400 Leader Comune Calvià Baleari (ES), Federalberghi Nazionale, Ambiente Italia 10-Grafici e tabelle 11-11-2005 10:47 Pagina 1 GRAFICI E TABELLE 10-Grafici e tabelle 11-11-2005 10:47 Pagina 2 10-Grafici e tabelle 11-11-2005 10:47 Pagina 229 OTTAVOEURORAPPORTO 229 Agenda 2000 - Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali 2000-2006 (in milioni di Euro) obiettivo 2 phasing-out ob. 2 obiettivo 3 sviluppo rurale docup pesca azioni innovative Totale Costo totale Totale pubblico U.E. totale Stato Regione quote privati 250,900 12,904 1.324,194 1.267,431 21,599 10,974 2.888,002 244,267 12,572 1.314,096 836,690 11,915 5,164 2.424,704 121,766 6,267 591,343 386,700 5,151 2,582 1.113,809 122,501 6,305 722,753 449,990 6,764 2,582 1.310,895 85,751 4,414 578,202 375,970 4,731 1,807 1.050,875 36,750 1,891 144,551 74,020 2,033 0,775 260,020 6,633 0,332 10,098 430,741 9,684 5,810 463,298 30,275 54,108 23,505 107,888 22,375 54,108 23,505 99,988 10,309 27,054 11,286 48,649 12,066 27,054 12,219 51,339 7,217 18,939 9,540 35,696 4,849 8,115 2,679 15,643 7,900 2.995,890 2.524,692 1.165,458 1.362,234 1.086,571 275,663 471,198 Leader plus Equal ** Interreg *** Totale Totale generale Finanziamento pubblico nazionale ** l'iniziativa è attuata tramite un programma nazionale, la cifra riportata è indicativa per la nostra Regione *** progetti approvati a giugno 2004, Interreg IIIA, IIIC, Cadses e Medoc privati 16% Stato 36% Altro 45% UE 39% Regione 9% 7900 10-Grafici e tabelle 230 11-11-2005 10:47 Pagina 230 OTTAVOEURORAPPORTO Agenda 2000 – Regione Emilia-Romagna Programmazione interventi strutturali 2000-2006 (in milioni di Euro) obiettivo 2 phasing-out ob. 2 obiettivo 3 sviluppo rurale docup pesca azioni innovative Totale Leader plus Equal ** Interreg *** Totale Totale generale Totale complessivo FESR 250,900 12,094 1.324,194 1.267,431 21,599 10,974 2.888,002 121,766 6,267 FSE FEOGA-or FEOGA-G SFOP cofinanziamento nazionale private 5,151 122,501 6,305 722,753 449,990 6,764 2,582 1.310,90 6,633 0,332 10,098 430,741 9,684 5,810 463,298 7,900 471,198 591,343 386,700 5,151 2,582 130,615 591,343 0,000 386,700 30,275 54,108 23,505 107,888 10,309 11,286 11,286 27,054 10,309 0,000 0,000 12,066 27,054 12,219 51,339 2.995,890 141,901 618,397 10,309 386,700 5,151 1.362,23 27,054 ** l'iniziativa è attuata tramite un programma nazionale, la cifra riportata è indicativa per la nostra Regione *** progetti approvati a giugno 2004, Interreg IIIA, IIIC, Cadses e MEDOCC SFOP 0,4% FESR 12,2% FEOGA-G 33,3% FSE 53,2% Incidenza singoli fondi sul totale generale FEOGA-or 0,8% 7,900 11-Cartine 11-11-2005 10:48 Pagina 1 CARTINE REGIONE EMILIA-ROMAGNA 11-Cartine 11-11-2005 10:48 Pagina 2 11-Cartine 11-11-2005 10:48 Pagina 233 OTTAVOEURORAPPORTO 233 Cartina n. 1 – Regione Emilia-Romagna aree Obiettivo 2 Aree non comprese in ob2 Aree ob2 zona appenninica Aree ob2 zona orientale Sub-area appenninica: Provincia di Piacenza: Bettola, Bobbio, Cerignale, Coli, Corte Brugantella, Farini, Ferriere, Morfasso, Ottone, Vernasca, Zerba, Caminata, Gropparello (parte), Pecorara, Piozzano, Travo (parte). Provincia di Parma: Albareto, Bardi, Bedonia, Berceto, Bore, Borgo Val di Taro, Calestano, Compiano, Corniglio, Monchio delle Corti, Neviano degli Arduini, Palanzano, Pellegrino Parmense, Terenzo, Tizzano Val Parma, Tornolo, Valmozzola, Varsi, Varano de’ Melegari (parte). Provincia di Reggio Emilia: Busana, Carpineti, Castlnovo ne’ Monti (parte), Collagna, Ligonchio, Ramiseto, Toano, Vetto, Villa Monozzo, Baiso (parte), Canossa (parte), Casina (parte), Viano (parte). Provincia di Modena: Fanano, Fiumalbo, Frassinoro, Lama Mocogno, Montecreto, Montefiorino, Montese, Palagano, Pavullo nel Frignano (parte), Pievepelago, Polinago, Riolunato, Zocca, Sestola. Provincia di Bologna: Borgo Tossignano, Camugnano, Castel d’Aiano, Castel del Rio, Castel di Casio, Castiglione dei Pepoli, Fontanelice, Granaglione, Lizzano in Belvedere, San Benedetto Val di Sambro, Porretta Terme (parte). Provincia di Ravenna: Casola Valsenio, Brisighella (parte), Castel Bolognese (parte), Faenza (parte), Riolo Terme (parte), Solarolo (parte). Provincia di Forlì/Cesena: Bagno di Romagna, Galeata, Mercato Saraceno, Portico e San Benedetto, Premilcuore, Rocca San Casciano, Roncofreddo, Sarsina, Sogliano al Rubicone, Tredozio, Verghereto, Civitella di Romagna, Dovadola, Meldola (parte), Modigliana, (parte), Predappio (parte). Provincia di Rimini: Torriana, Mondaino, Montegridolfo, Saludecio. Sub-area orientale Provincia di Ferrara: Berra, Codigoro, Comacchio (parte), Lagosanto, Mesola, Ostellato, Goro, Copparo (parte), Ferrara (parte), Ro, Argenta (parte), Bondeno (parte), Formignana, Jolanda di Savoia, Masi Torello (parte), Massa Fiscaglia, Migliarino, Migliaro, Portomaggiore (parte), Tresigallo, Voghiera (parte). Provincia di Ravenna: Alfonsine (parte), Bagnacavallo (parte), Cervia (parte), Conselice (parte), Cotignola (parte), Fusignano (parte), Lugo (parte), Massa Lombarda (parte), Ravenna (parte), Russi (parte). 11-Cartine 11-11-2005 10:48 Pagina 234 OTTAVOEURORAPPORTO 234 Cartina n. 2 – Regione Emilia-Romagna aree a sostegno transitorio: area appenninica e pianura centrale Aree a sostegno transitorio Aree non comprese nel sostegno transitorio Aree in phasing out - Pianura centrale Aree in phasing out - Appennino Provincia di Reggio Emilia: Campagnola Emilia, Correggio (parte), Fabbrico, Reggio nell’Emilia (parte), Rio Saliceto, Rolo, San Martino in Rio. Provincia di Modena: Carpi (parte), Cavezzo, Novi di Modena. Provincia di Parma. Solignano. Provincia di Reggio Emilia: Castelnuovo ne’ Monti (parte). Provincia di Modena: Pavullo nel Frignano (parte). Provincia di Bologna: Monghidoro. Provincia di Forlì/Cesena: Santa Sofia. 11-Cartine 11-11-2005 10:48 Pagina 235 OTTAVOEURORAPPORTO 235 Cartina n. 3 – Regione Emilia-Romagna aree 87.3.c Aree 87.3.c Altre aree Formignana (FE); Migliarino (FE), Migliaro (FE), Ostellato (FE), Tresigallo (FE); tutto il territorio comunale Comacchio (FE), Copparo (FE), Ferrara, Ro (FE), Ravenna. parte del territorio comunale 11-Cartine 11-11-2005 10:48 236 Pagina 236 OTTAVOEURORAPPORTO Cartina n. 4 – Regione Emilia-Romagna: Programma Leader+ aree GAL Confini GAL Province Comuni fuori GAL Comuni totalmente inclusi Appennino Parmense e Piacentino Antico Frignano e Appennino Reggiano Appennino Bolognese Altra Romagna Delta del Po - Pianura orientale Comuni parzialmente inclusi Appennino Parmense e Piacentino Antico Frignano e Appennino Reggiano Appennino Bolognese Altra Romagna Delta del Po - Pianura orientale 11-Cartine 11-11-2005 10:48 Pagina 237 OTTAVOEURORAPPORTO 237 Cartina n. 5 – Interreg III A: aree transfrontaliere elegibili Interreg 3A (2000-2006) 䡵䡵 Regioni eleggibili NUTS3 䡵䡵 Altre zone EU15 䡵䡵 Altri paesi 11-Cartine 11-11-2005 10:48 Pagina 238 238 OTTAVOEURORAPPORTO Cartina n. 6 – Interreg III B: aree CADSES 䡵䡵 Regioni Stati membri UE 䡵䡵 Stati non membri UE 11-Cartine 11-11-2005 10:48 Pagina 239 OTTAVOEURORAPPORTO 239 Cartina n. 7 – Interreg III B: aree MEDOCC 䡵 MEDOCC: zones éligibles 䡵 MEDOCC: pays associés 䡵 pays MEDA principalement concernés 䡵 autres pays MEDA pouvant participer 11-Cartine 11-11-2005 240 10:48 Pagina 240 OTTAVOEURORAPPORTO Cartina n. 8 – Interreg III C: aree zone Est, Nord, Ovest e Sud 䡵 III C Est 䡵 III C Nord 䡵 III C Ovest 䡵 III C Sud