ACCADEMIA NAZIONALE DEI LINCEI CONFERENZA LINCEA “RAJNA” 11 marzo 2010 CARLO CARENA Il vuoto e il barometro: Natura non abhorret a vacuo: Il padre Valeriano Magni, Torricelli e Pascal RIASSUNTO Il padre cappuccino Valeriano Magni (Milano 1586 – Salisburgo 1661) è singolare e insieme tipica figura di frate, filosofo, scienziato seicentesco; personaggio tumultuoso e controverso, che svolse difficili e avventurose missioni diplomatiche nel nord Europa (Germania, Boemia, Polonia), combatté i luterani, imbastì dispute filosofiche e teologiche, e s’impegnò in attività scientifiche. Le sue opere pubblicate e no – controversie, trattati, epistole, opuscoli… – sono oltre duecento. Accennando, incautamente, al tema del primato e dell’autorità pontificia, si attirò le censure e le reprimende dei Gesuiti, che ne ottennero la condanna e l’incarcerazione a Vienna; insofferente di ogni tirannia, bersagliò da ogni parte gli aristotelici, rei di seguire e imporre ciecamente la vecchia filosofia e l’autorità dello Stagirita. Ed è in quest’àmbito e in questa prospettiva che affrontò l’acuto problema dell’esistenza del vuoto in natura, negato, come si sa, dai peripatetici e riaffiorato prepotentemente con gli esprimenti e le scoperte di Torricelli e poi di Pascal. Il Magni proclamò di aver scoperto il barometro nel corso di sue ricerche in Polonia, alla corte di Varsavia, nell’estate del 1647; gli fu rinfacciato che in realtà egli era allora già a conoscenza della scoperta torricelliana (anteriore di tre anni, dicembre 1644), ed anche poi di quelle eseguite da Pascal a Rouen e in Arvernia. La sua difesa fu appassionata e forte, dapprima decisa, poi più smorzata. Ma non è nemmeno per tutto ciò che oggi è ricordato in particolare il nome del padre Valeriano, bensì per una menzione onorevole che il suo rivale Pascal fa di lui e di un suo motto (menti spudoratamente) citato e usato nella Quindicesima delle Lettere Provinciali. 
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Allegato - Accademia Nazionale dei Lincei