Allegato n. 1 “LA FONTE GROSSA” - LA FONTANA DELL’IMMACOLATA - UN MONUMENTO ARTISTICO - DECORATIVO DI FROSOLONE TRA STORIA E IMMAGINI a cura di Silvio Prezioso Supplemento allegato al n. 8 de “il muretto di Frosolone” LA FONTE GROSSA LA FONTE GROSSA Ancora oggi gli anziani di Frosolone chiamano l'attuale villa la "Selva". "Me vaglie a sta ne poche 'ncoppe a la Selva" si sentiva ripetere in verità fino a qualche decennio fa. Comprendeva tutta la zona al di fuori delle antiche mura medievali che una volta racchiudevano Frosolone dalla parte ovest, quindi l'attuale piazza Alessandro Volta e la villa stessa. Una volta edificata tale zona, venne denominato "Selva" tutto quel territorio che si trovava nella parte alta di Frosolone, intorno al Calvario. Verso la metà del 1800, proprio in un punto ben preciso dell'originaria "Selva", lì dove si veniva a creare uno snodo viario con la prosecuzione di corso Vittorio Emanuele verso Isernia, incrociandosi con la strada proveniente da Civitanova del Sannio e con quella per Sant'Egidio, nasceva la Fontana dell'Immacolata comunemente chiamata "Fonte Grossa". Il fatto che la fontana fosse ubicata proprio su una strada di comunicazione era cosa abbastanza usuale in zone come la nostra, dove la transumanza da secoli rivestiva l'attività preponderante. Inoltre si doveva cercare di rendere vivibile e utilizzabile quello spazio pianeggiante della "Selva" che, trovandosi al di fuori delle mura e quindi in una zona periferica rispetto al centro urbano, fino a quel momento non rivestiva un luogo di particolare interesse pubblico e ben si addiceva a solo luogo di sosta per le mandrie o comunque per fiere e mercati. La sua ubicazione allo stesso tempo doveva rispondere anche ad “LA FONTE GROSSA” a cura di Silvio Prezioso allegato a il muretto n. 8 3 LA FONTE GROSSA esigenze di tipo pratico per la cittadinanza: infatti la fontana doveva essere sì edificata fuori le mura, ma in una posizione quasi equidistante tra le due porte più ad ovest, in modo che il tragitto per andare a prendere l'acqua fosse simile e ridotto al minimo. In tal modo si veniva a costituire - forse involontariamente - il primo sviluppo verso via Garibaldi, di una zona che a quei tempi era costeggiata solamente da pochi edifici per lo più adatti a ricovero e scambio cavalli, le cosiddette "taverne". La fontana era stata costruita in modo da volgere le spalle all'attuale piazza proprio perché nasceva sulla direttrice verso S. Egidio, come se con tale monumento si volesse tagliare, o quasi nascondere, un luogo che probabilmente non era molto ospitale. Solamente nel 1881 (quindi 20 anni dopo l'inaugurazione della fontana), ragioni estetiche, più che igieniche, consigliarono la formazione di un pubblico giardino (l'attuale villa) ricco di piante giovinette - platani, eucalyptus, acacie - disposte con regolarità e simmetria e che dopo qualche anno diventò di comune delizia. Nei primi anni del 1900 avvenne l'urbanizzazione di questa zona con l'apertura di una nuova porta creando così via Cavallotti (attuale via G. Antonio Colozza), che proseguiva poi su via Garibaldi, in modo da collegare direttamente la zona della "Selva", ormai spazio urbano e sociale, con l'antico centro. In seguito, l'espansione urbanistica, composta prevalentemente da un'edilizia di tipo spontaneo e avente come cardine la nuova porta, trascurò la presenza della fontana nel nuovo tessuto urbano. A sua volta, la fontana, trovandosi in posizione sfavorevole rispetto alla stessa porta, resterà per sempre isolata, mostrando alla nuova piazza solo le spalle. Intorno vi si insenuove dieranno botteghe, tra cui il maestoso lanificio (demolito anni addietro). È solo nel dopoguerra che la Piazza Alessandro Volta acquista la fisionomia attuale per diventare il fulcro della vita sociale e relazionale di Frosolone. 4 allegato a il muretto n. 8 “LA FONTE GROSSA” a cura di Silvio Prezioso LA FONTE GROSSA FASI COSTRUTTIVE Come già detto, è consuetudine di tutti i frosolonesi indicare questa fontana come la "Fonte Grossa", anche se una denominazione più precisa la indica come "Fontana dell'Immacolata" per la presenza in sommità di una statua della Madonna. Non si sa di preciso da dove derivi il nome "Fonte Grossa"; forse in contrapposizione a fontane "minori" dislocate sia all'interno che all'esterno del paese. Adiacente la Chiesa di Sant'Angelo, per esempio, c'è una piccola e bella fontana a due getti risalente al 1890 e nel percorrere il paese si incontrano altri fontanini, sempre di piccole dimensioni, certamente non coevi con la stessa "Fonte Grossa". La prima notizia che si ha riguardante la fontana in oggetto risale al 1819 relativamente all'asta per la costruzione di una fontana pubblica. Il centro abitato di Frosolone a quei tempi era sprovvisto di acqua - la rete idrica fu costruita solo nei primi anni del 1900 - per cui si sentiva la necessità da parte dell'amministrazione e della popolazione di costruire una fontana che potesse costituire un luogo socialmente ben definito sia come punto di incontro che di servizio. L'idea era quella di costruire un manufatto edilizio che potesse asservire le tre principali funzioni di cui si sentiva maggiormente l'urgenza per la cittadinanza: una fontana quindi dove si potesse lavare, abbeverare gli animali e prelevare ovviamente l'acqua potabile per usi domestici. E queste consuetudini si sono così tanto radicate nel popolo frosolonese, che ancora oggi le sue funzioni di lavatoio sono utilizzate da alcune donne del paese. Si aggiudicò i lavori Beniamino De Francesco di Pescopennataro. Quest'ultimo, nello stesso periodo, stava effettuando anche i lavori di ricostruzione della chiesa parrocchiale di Castropignano distrutta dal terremoto del 1805 e nello stesso anno 1819, su richiesta del sindaco di Salcito, collaborò nella realizzazione del progetto della nuova chiesa parrocchiale. La nostra fontana quindi poteva attendere... Ci vorranno infatti diversi anni affinché l'opera venga portata a termine. Diverse sono le testimonianze presenti sulla fontana che lasciano intravedere le sue fasi costruttive, anche se la data di probabile ultimazione dovette essere certamente il 1862, data riportata in numero romano su una lapide situata al centro della fontana. Questa accelerazione nei lavori di un'opera che, ripetiamo, fu appaltata nel 1819, va ricercata nel fatto che solamente qualche anno prima, nel 1857, assai prima che la legge per le strade obbligatorie fosse promulgata, con una spesa di oltre “LA FONTE GROSSA” a cura di Silvio Prezioso allegato a il muretto n. 8 5 LA FONTE GROSSA 200.000 lire, fu costruita la rotabile - oggi strada provinciale - che metteva capo alla Nazionale dei Pentri (l'attuale vianova de coppe). Per l'occasione il canonico don Giuseppe Vago pronunziò un discorso nella sala del palazzo municipale di Frosolone il 12 gennaio 1858, che venne poi raccolto in un opuscolo dato alle stampe dal titolo: Per la solenne inaugurazione della traversa rotabile e del fonte col titolo SS.ma Immacolata in Frosolone provincia di Molise. Evidentemente ciò fa pensare che i lavori della fontana all'epoca erano a buon punto e già le era stato assegnato il nome di Fonte dell'Immacolata. Nel 1862 quindi veniva inaugurata la Fonte Grossa, opera solenne e artistica iniziata da uno scalpellino di Pescopennataro (paese, insieme a Civitacampomarano, rinomato proprio per essere la patria degli scalpellini molisani) e conclusa da un frosolonese: "mastro" Giacomo Scacciavillani. LA PIETRA BIANCA Che la fontana non sia stata opera di un solo scalpellino lo si può evincere da un attento esame visivo della stessa. Si possono presumere due fasi costruttive, che poi rispecchiano anche due stili di lavorazione della pietra molto diversi tra loro e un utilizzo diverso anche di materiale. La prima fase potrebbe riguardare verosimilmente la costruzione dei soli lavatoi e degli abbeveratoi. La seconda fase costruttiva invece riguardarebbe il corpo centrale più in alto dei due laterali, nel quale si può osservare una lavorazione diversa della pietra: essa presenta una scalpellatura tale da evidenziare i giunti squadrati a differenza degli altri. Inoltre la sporgenza in avanti di questo corpo sembra attaccato al muro in modo che i blocchi non si incatenino con la retrostante muratura. Anche il tipo di pietra, oltre alla lavorazione, sembra diverso. E i nostri scalpellini certamente non hanno avuto grosse difficoltà a reperire tale pietra essendone il territorio di Frosolone molto ricco: materiale lapideo da costruzione di uso molto antico e facilmente riconoscibile sia nelle cortine edilizie del tessuto urbanistico, sia nelle strutture portanti delle stesse costruzioni. La pietra di cui si sta parlando è la pietra bianca: una roccia sedimentaria molto compatta, senza stratificazioni, e appunto di colore bianco. La sua struttura interna la rende molto resistente al degrado atmosferico e le con- 6 allegato a il muretto n. 8 “LA FONTE GROSSA” a cura di Silvio Prezioso LA FONTE GROSSA ferisce una notevole resistenza meccanica a scapito della lavorabilità. Presumibilmente all'epoca della costruzione della fontana l'estrazione di questa pietra avveniva sulla montagna in uno di quei piccoli poderi rurali, dove affiorava un banco compatto e dove probabilmente tali pietre venivano anche lavorate. I pezzi che più si lavoravano a quei tempi erano costituiti dai portali delle case, dagli stipiti delle finestre, da colonnine e balconate. Quindi, mentre per il materiale da costruzione, cioè da usarsi nelle strutture portanti, non si aveva l'esigenza di una vera cava in quanto il materiale poteva essere raccolto un po' ovunque, nel nostro caso si aveva l'esigenza di ricercare il banco migliore per produrre elementi di decoro architettonico, come era nelle intenzioni dei progettisti della fontana. E se i tipi di pietra utilizzati nelle due fasi successive sono leggermente diversi, è dovuto al fatto che provengono da due luoghi differenti e quindi da due banchi compatti diversi. LA STATUA DELL’IMMACOLATA É in piena epoca fascista che la fontana acquista l'immagine attuale, quando nel 1936 venne eretta in sommità la statua della Vergine Immacolata. E la scelta dell'immagine dell'Immacolata, trova la sua giustificazione nella seguente notizia tratta da un bollettino parrocchiale risalente al 1930. Posuerunt me custodem (Mi hanno posta a guardiana di questa città) Così si leggeva in una lapide di marmo a piè della statua dell'Immacolata. E veramente la Vergine Immacolata è la vigile custode di Frosolone, avendola liberata tante volte dai divini flagelli!... Quante lacrime, quanti spasimi, quali orribili dolori non fanno sanguinare il cuore per il terremoto avvenuto ultimamente nel Mezzogiorno d'Italia!... Innanzi allo sguardo si presenta una scena sì profondamente dolorosa da far versare veramente lacrime... Quante vittime!... Quante macerie!... O devoti dell'Immacolata, prostriamoci innanzi alla nostra prodigiosa immagine e umilmente preghiamo e ringraziamo - Frosolone, ancora una volta, mercè la protezione della Vergine Santissima, è rimasta immune dal terribile castigo di Dio!... Sia sempre benedetta Maria Immacolata la vigile custode e la potente protettrice di Frosolone che in lei ripone ogni fiducia, ogni speranza. “LA FONTE GROSSA” a cura di Silvio Prezioso allegato a il muretto n. 8 7 LA FONTE GROSSA Sempre tratto da un altro bollettino parrocchiale, questa volta del settembre 1936, è la seguente testimonianza: Fu sempre nostro vivo desiderio vedere sulla maestosa torre della nostra monumentale fontana l'immagine bella della Vergine Immacolata. Il desiderio divenne un voto, il voto una realtà. Per il giorno 28 ottobre ci auguriamo di veder risplendere sulla fonte bella dei nostri cari monti la divina Immagine dell'Immacolata che, alla presenza di tutte le autorità civili, militari, religiose, sarà solennemente benedetta da Sua Eccellenza Monsignor Giovanni Giorgis, vescovo di Trivento. La dolce Castellana d'Italia, la Protettrice di Frosolone, la soave Vergine, dal candor del giglio, è opera del celebre Murillo, il grande artista alla cui festosa luminosità bisogna ricorrere per avere l'Immacolata. Nel marmo in cui è scolpita questa magnifica statua si ammira qualche cosa di divino che fa sentire e pensare al sovrannaturale! La base marmorea, su cui sarà situata l'artistica statua, avrà questa iscrizione: Sulle glorie dell'Impero Fascista - Veglia Maria Immacolata. La grande Regina delle Vittorie ricorderà, attraverso i secoli, l'eroica fondazione dell'Impero Fascista! Da questo momento la fontana acquista quindi il nome definitivo di "Fontana dell'Immacolata", l'opera dell'edilizia frosolonese forse più studiata e curata nei particolari dove la lavorazione della pietra esalta la bravura dei maestri scalpellini e allo stesso tempo valorizza il paese con un alto valore artistico. LA STRUTTURA "All'ingresso del paese fa bella mostra di sè la fontana, solenne e pomposa nella sua ampia e splendida struttura; il suo getto d'acqua irrompe tagliente e cristallino dalla bocca dei quattro mascheroni, come un torrente argentino di giovinezza impetuoso" Così definiva in uno scritto degli anni '40 la Fonte Grossa il parroco Giuseppe Maria Trillo. E in effetti è proprio da ricercare nella struttura la sua maestosa bellezza. Il corpo della fontana perfettamente simmetrico, presenta sul lato anteriore quattro vasche per abbeveratoi e quattro punti idrici con teste di leone dalla cui bocca sgorga l'acqua potabile. Le acque di sfioro degli abbeveratoi alimentano i lavatoi adiacenti ubicati sotto degli appositi porticati. 8 allegato a il muretto n. 8 “LA FONTE GROSSA” a cura di Silvio Prezioso LA FONTE GROSSA I lavatoi presentano una vasca perimetrale realizzata direttamente in enormi blocchi di pietra scalpellati e sono coperti da voltine a crociera. All'esterno, alcune canalette, di cui una centrale a pietra scalpellata e successivamente con griglie, raccolgono le acque di esubero convogliandole nella rete fognante. La bellezza di questa fontana è da ammirare - come detto - oltre che nella pietra da taglio utilizzata nelle sue murature, perfettamente lavorata e scalpellata, anche da alcuni elementi classicheggianti di decoro a foglie, i leoni e i cornicioni finemente scalpellati, che le conferiscono un carattere unico in tutto il paese. Sull'asse di simmetria si eleva un corpo più alto sormontato, come detto, dalla statua della Madonna. L'acqua che alimenta la fontana proviene dalla sorgente "Grotta". Anticamente, le acque di supero venivano incanalate lungo via Tevere, attraversavano tutto il paese e venivano in parte ad animare, a valle del lato est, i mulini e le "gualchiere" (macchine per la lavorazione dei tessuti, mosse da una corrente d'acqua a magli che battevano le stoffe per assodarle e purgarle) dove convenivano anche i comuni limitrofi e in parte ad irrigare gli orti, che rallegravano i dintorni del paese. Lo scorrere perenne di quest'acqua, portando rapidamente fuori dall'abitato ogni sostanza malefica, presumibilmente serviva anche ad assicurare le funzioni della rete generale delle fognature, di cui il nostro paese fu fornito nel 1880. E l'importanza dell'acqua "de la Font Grossa, che lassa Fruselone e ze ne va" è descritta in versi in lingua latina scolpiti sulla lapide sul fronte centrale: Fons hic aquas tu spargis opem: nil lenius illo, te nihil, alma parens, lenius orbis habet si quidaquae sumas; in imagine lumina fige. Haec valet in coeli vertere nectar aquas. A.R.S. MDCCCLXII In essa si esaltano le proprietà della fontana descritta come una "madre benefica" che sparge le acque più dolci e limpide del mondo e può addirittura mutare le acque in nettare del cielo. “LA FONTE GROSSA” a cura di Silvio Prezioso allegato a il muretto n. 8 9 LA FONTE GROSSA INNO ALL'IMMACOLATA Nelle luci delle aurore Tu sorridi, Immacolata Qua da Dio fosti irrad iata d'incantevole beltà. FONTANA rgento al sole Scintillìo, spruzzìo d'a le di notte: scorrer monotono, ugua i, incanto di sogni lontan te, lamento di cose perdu chiama... che ga, voce che piange, che pre a, acqua che cade nell'acqu ore nell'acqua acqua che cadendo mu ono alle ore come le ore che si succed del tempo. e muoiono nei gorghi Tu, la gloria delle genti sei d'Italia gioia e van to Tu nel gaudio, tu nel pia nto, sei la speme d'ogni età . Come i giorni più felici oggi, o Madre, i propri figli, Ché li salvi ne i perigli, Frosolon T'affida ancor . Deh proteggili pietosa, Dolce Madre, in ogni ter ra; di Tue grazie lor disser ra l'infinito e bel tesor! zè (1974) Caterina Ruberto Berid Oggi volgi dalla fonte, su la quale sei raggiante , il tuo sguardo sfolgoran te di dolcezza, di bontà1 Quello sguardo infonda al genio la potenza del prodigio; così sempre di fastigio nostra Patria splender à. Ogni core a Te ripeta: salve, salve, Immacolata salve Regina adorata, nostra speme, nostro amor! Rettore Giuseppe Maria 10 allegato a il muretto n. 8 : Trillo “LA FONTE GROSSA” a cura di Silvio Prezioso