| Edizione n. 10 | Maggio 2013 | Pubblicato da PostFinance in collaborazione con KMU-HSG Gestione delle piccole imprese Cooperazioni Partenariati: insieme si è più forti sul mercato Creazione di valore: utilizzare i vantaggi economici Aspetti legali: che cosa bisogna disciplinare Cultura: creare fiducia e risolvere i conflitti Istituto svizzero per le piccole e medie imprese Università di San Gallo pi Cooperazioni | Maggio 2013 Autori / indice | 02 Hanno contribuito a questa edizione pi Cooperazioni | Maggio 2013 Editoriale/colophon | 03 pi – Cooperazioni Stimate lettrici, stimati lettori, Urs Frey (*1968) Daniela Willi-Piezzi (*1972) Stefan Kohler (*1967) Prof. Dr. Prof. Dr. Dr. Urs Frey, membro della direzione dell’Istituto svizzero per le piccole e medie imprese e della direzione del Center for Family Business HSG dell’Università di San Gallo (CFB-HSG), è anche docente e ricercatore nel settore della gestione strategica per le imprese familiari di media grandezza. Si occupa degli aspetti e delle peculiarità della gestione delle imprese familiari nell’ambito di progetti pratici e gruppi di lavoro. Daniela Willi-Piezzi è responsabile progetti e consulente presso la società di consulenza d’impresa e marketing Dr. Pius Küng & Partner di San Gallo. Assiste soprattutto le medie e grandi imprese del settore business to business in Svizzera e all’estero. È docente presso diverse scuole e istituti come ad es. la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana di Lugano e la Scuola universitaria professionale e l’Uni versità di San Gallo dove lei stessa ha studiato e conseguito il dottorato. Stefan Kohler ha studiato scienze naturali presso il Politecnico federale di Zurigo e giurisprudenza all’Università di San Gallo. Presso lo studio legale Vischer, assiste principalmente le imprese nel settore dello sviluppo e della commercializzazione di tecnologie innovative. Stefan Kohler è incaricato di corsi all’Università di San Gallo e insegna diritto contrattuale nell’ambito delle cooperazioni ai futuri consulenti in brevetti presso l’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale. È infine consulente nel processo legislativo del diritto svizzero in materia di agenti terapeutici e biotecnologie. Hartmut Schulze (*1960) Prof. Dr. Hartmut Schulze è responsabile dell’Istituto per la ricerca e lo sviluppo dei processi collaborativi della facoltà di psicologia applicata presso la Scuola universitaria professionale della Svizzera Nordoccidentale a Olten. Tiene dei corsi sul tema della collaborazione tra sedi, organizzazioni e culture, promuovendo e seguendo i relativi progetti di ricerca. In precedenza ha lavorato per sette anni presso la direzione di ricerca della DaimlerChrysler AG, società tedesca produttrice di automobili. Schulze ha studiato psicologia presso le Università di Marburgo e Amburgo. Hansruedi Köng responsabile PostFinance «Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme un progresso, proseguire insieme un successo!» Secondo Henry Ford i partenariati commerciali erano un fattore determinante per il successo. L’unione fa la forza,soprattutto se si è una piccola impresa. Insieme a un partner un’impresa può fornire i propri servizi più velocemente, meglio e in modo più efficiente, mostrandosi così più forte sul mercato. Grazie alle cooperazioni, un’impresa ha la possibilità di concentrarsi sul suo core business, restando comunque reattiva ai cambiamenti. Non vi è però alcuna garanzia sulla riuscita delle cooperazioni. Se i partner si fidano l’uno dell’altro e sono d’accordo sugli obiettivi comuni, entrambi possono trarre beneficio dalla cooperazione. La scelta scrupolosa del partner di cooperazione è dunque il primo passo nella giusta direzione. Il cammino è la meta. Nell’acquisto, nella produzione o nella distribuzione: se si ha un partner che condivide la stessa prospettiva di cooperazione, è indispensabile pianificare il cammino comune. Ad esempio sul piano giuridico. A volte è sufficiente una stretta di mano, altre volte è preferibile che i partner stipulino un accordo scritto. In ogni caso, affinché la cooperazione abbia successo, la partnership deve basarsi su una solida fiducia reciproca. Mi auguro che i nostri suggerimenti possano portare la vostra collaborazione al successo. Buona lettura! Hansruedi Köng | Edizione n. 10 | Maggio 2013 | Pubblicato da PostFinance in collaborazione con KMU-HSG Gestione delle piccole imprese Cooperazioni Partenariati: insieme si è più forti sul mercato Creazione di valore: utilizzare i vantaggi economici Aspetti legali: che cosa bisogna disciplinare nelle cooperazioni Cultura: creare fiducia e risolvere i conflitti Partenariati: insieme si è più forti sul mercato | Urs Frey Creazione di valore: dallo sviluppo alla distribuzione | Daniela Willi-Piezzi Aspetti legali: che cosa bisogna disciplinare nelle cooperazioni | Stefan Kohler Cultura: creare fiducia e risolvere i conflitti | Hartmut Schulze 04 13 20 26 Esempi pratici: Handwerk Plus GmbH Metallex AG e Fritz Hess AG Baby-Oase GmbH e la cooperativa Baby-Rose 11 18 24 Glossario: breve spiegazione dei termini tecnici 29 Anteprima30 Concorso 31 Istituto svizzero per le piccole e medie imprese Università di San Gallo IN COPERTINA L’architetto d’interni Denise Dallinger coordina gli incarichi della cooperazione Handwerk Plus GmbH, in cui collaborano otto imprese artigianali. Colophon: «pi – Gestione delle piccole imprese» è una pubblicazione semestrale in lingua tedesca, francese e italiana. Tiratura: 30’000. A cura di: PostFinance, Mingerstrasse 20, 3030 Berna, in collaborazione con KMU-HSG, Università di San Gallo, Dufourstrasse 40a, 9000 San Gallo. Redazione: Silvan Merki (direzione), Julia Dieziger, Pascal Frey, Prof. Dr. Urs Frey, Mikael Krogerus. Fotografia: Markus Bertschi, Zurigo. Layout: Fabrizio Milano, Denon. Correzione delle bozze: Anna Knecht. Stampa: Stämpfli AG, Berna. Abbonamenti: PostFinance, Comunicazione, Mingerstrasse 20, 3030 Berna o alla pagina www.postfinance.ch/pi. © 2013, PostFinance, Comunicazione, 3030 Berna. La pubblicazione, la ristampa e la duplicazione, anche parziali, di articoli o di estratti di «pi – Gestione delle piccole imprese» sono autorizzate solo con indicazione della fonte. ISSN 1664-9273 Avete domande o suggerimenti? Scrivete a PostFinance, Comunicazione, Mingerstrasse 20, 3030 Berna o a [email protected]. pi Cooperazioni | Maggio 2013 | 04 pi Cooperazioni | Maggio 2013 Partenariati: insieme si è più forti sul mercato | 05 Partenariati: insieme si è più forti sul mercato Urs Frey Se una piccola impresa desidera concordare condizioni d’acquisto più convenienti, lanciare un prodotto sul mercato più velocemente o aprire nuovi canali di distribuzione, può valere la pena collaborare con dei partner. Grazie alle cooperazioni e ai partenariati è infatti possibile unire le forze. Che si tratti di studi associati, cooperazioni di acquisto o partenariati di distribuzione, le cooperazioni rappresentano per le piccole imprese uno strumento ideale per imporsi sul mercato e sfruttare le opportunità. Una cooperazione è definita come la collaborazione tra imprese indipendenti con uno scopo specifico che va oltre un singolo compito. Il partenariato serve a realizzare progetti mediante un’azione comune e ad affermare interessi comuni nei confronti di terzi. Ha lo scopo di soddisfare le esigenze dei clienti meglio di come accade quando si opera da soli, come mostrano i seguenti esempi. Piccole imprese di parrucchieri collaborano in ambito formativo per sostenere la concorrenza delle grandi catene, in particolare per quanto riguarda le tendenze e le tecniche di taglio e colore. Per questo fanno seguire ai propri collaboratori dei corsi di formazione comuni tenuti da professionisti esterni. Diverse piccole imprese che sviluppano e producono macchinari presentano i loro prodotti e servizi su una piattaforma elettronica comune che hanno chiamato «Kompetenz im Maschinenbau» («Competenza nella costruzione di macchinari»). In questo modo la clientela può individuare con facilità l’operatore che fa al proprio caso. n team affiatato di artigiani che lavorano a liU vello regionale collaborano per poter offrire servizi a tutto tondo come lavori d’idraulica, tinteggiatura e falegnameria a chi deve costruire o restaurare una casa. L’acquisizione dei clienti, la consulenza e la direzione dei lavori sono gestite da un ufficio di amministrazione centrale. Perché le piccole imprese avviano una cooperazione? Per essere più forti di quanto si è singolarmente. Le imprese dovrebbero sempre riflettere su una cooperazione se vogliono migliorarsi rispetto al passato o superare i propri limiti. Anche se come dirigenti si è critici nei confronti del partenariato, è sempre consigliabile valutare l’idea. Spesso si crede che, in caso di cooperazione, la propria libertà imprenditoriale venga limitata, che si debbano redigere minuziosi contratti o che ne derivi una gran mole di lavoro aggiuntiva. Ma le cooperazioni non sono per forza complicate se vengono affrontate nel modo giusto. Propensione differente nei confronti delle cooperazioni. Uno studio ha rivelato che in Europa circa la metà delle piccole e medie imprese (PMI) inizia una cooperazione. Ai primi posti troviamo paesi come l’Italia, la Danimarca, la Norvegia, la Finlandia e l’Islanda, in cui più della metà delle imprese hanno optato per una cooperazione. Fanalino di coda è invece il Portogallo in cui coopera solo un sesto delle imprese. Anche in Svizzera la propensione a cooperare è inferiore alla media. Quale sia la forma di cooperazione scelta e quali obiettivi vengano stabiliti dipende molto dalle dimensioni delle imprese. Le piccole imprese ten- excursus Spontaneamente e autonomamente U Caratteristiche tipiche di una cooperazione: i partner partecipano spontane amente a una collaborazione perseguono un obiettivo comune possono rimanere giuridicamente ed economicamente autonomi nei settori d’attività non concernenti la collaborazione eseguono attività in comune (ad es. acquisto, pubblicità, distribuzione) traggono un profitto anche economico dalla collaborazione Motivi per la cooperazione Accesso a mercati nuovi e più estesi Maggiori possibilità di acquistare i prodotti Accesso a know how e tecnologie Capacità produttive aggiuntive Riduzione dei costi Accesso alla forza lavoro Accesso al capitale Varie Non so/nessuna risposta Ostacoli alla cooperazione Desiderio di conservare la propria indipendenza Non vi sono ostacoli Informazioni carenti sul partner appropriato Rivelazione di dati sensibili Limitazioni a livello giuridico o tecnico-fiscale Elevato rischio dovuto alla cooperazione Barriere linguistiche o culturali Non so / nessuna risposta 10 20 Maggiore competitività. Secondo uno studio, con le cooperazioni i piccoli imprenditori desiderano assicurarsi l’accesso a nuovi e più grandi mercati, mentre per quanto attiene alle medie imprese viene messa in primo piano la riduzione dei costi (cfr. figura 01). Relativamente alle prospettive di successo, la grande maggioranza delle piccole imprese che cooperano ritiene che la cooperazione rafforzi la loro competitività. La fiducia come presupposto indispensabile. Il partenariato presuppone che tutti i partecipanti siano disposti a contribuire con le proprie conoscenze, l’impegno personale e spesso anche il denaro. Non vi è però alcuna garanzia sulla riuscita di una cooperazione. Esistono tuttavia alcuni fattori che determinano in modo decisivo il successo di un partenariato professionale, fra cui la fiducia reciproca e la definizione chiara degli obiettivi comuni. Direzioni di cooperazione Per una breve spiegazione dei termini evidenziati si rimanda al glossario in fondo alla rivista. Figura 01 I motivi e gli ostacoli più importanti per le cooperazioni 0 dono per lo più alle tipologie non formali, vale a dire alle cooperazioni che presentano poche norme dal punto di vista contrattuale, come gli studi associati o i partenariati di acquisto. Se una piccola impresa inizia una cooperazione, si chiederà quale direzione di cooperazione scegliere. Vuole collaborare con altre imprese dello stesso settore o di settori differenti? La collaborazione deve avvenire sullo stesso livello o su livelli differenti della catena di creazione del valore (ad es. la ricerca e lo sviluppo, gli acquisti, la produzione o la vendita)? In linea di massima sono possibili tre direzioni di cooperazione. Cooperazione orizzontale: le imprese che cooperano possono lavorare nello stesso settore, ricoprendo però mansioni differenti. Esempio: alcuni artigiani di diverse categorie di lavoro (uno stuccatore, un elettricista, un imbianchino e un vetraio) si uniscono nella «Comunità d’interessi vecchi edifici»), una comunità di artigiani per la ristrutturazione dei vecchi edifici. In caso di cooperazione orizzontale le imprese possono tuttavia essere diretti concorrenti. Esempio: alcuni imbianchini costituiscono una comunità di lavoro, per portare a termine un importante incarico. Spesso gli obiettivi della cooperazione orizzontale sono il rafforzamento della posizione di mercato o l’accesso a nuovi mercati. Cooperazione verticale: una cooperazione viene definita verticale se le imprese provengono da livelli diversi o susseguenti di una catena di creazione del valore, come nel caso in cui un produttore coopera con un commerciante. Esempio: un produttore di «frittelle di mele» e altri prodotti fatti con mele biologiche coopera con un negozio biologico. Il produttore propone regolarmente all’interno del negozio delle degustazioni. Situazione win-win: il produttore attira l’attenzione sul suo assortimento, il negozio biologico promuove la vendita. Le cooperazioni verticali possono servire, oltre a incrementare il fatturato, anche a garantire l’acquisto di materie prime o singoli componenti. Cooperazione diagonale: una cooperazione diagonale è caratterizzata da un’associazione tra imprese che operano principalmente in diversi settori. Essi non sono né in diretta concorrenza tra loro né si trovano nella stessa catena di creazione del valore. Esempio: una guida in una regione turistica coopera con un costruttore di e- excursus Attività che non sono vere e proprie cooperazioni U Sia l’acquisto di singole prestazioni (subappalto) sia la trasmissione di incarichi dietro provvigione non rientrano nella definizione di cooperazioni. Essi sono piuttosto forme di collaborazione che di norma non perseguono alcun obiettivo strategico o comune. Anche i tradizionali rapporti cliente-fornitore non sono considerati per questo motivo vere e proprie cooperazioni, come nel caso in cui uno studio fiduciario ordina regolarmente il pranzo in una panetteria nei pressi dell’ufficio. Figura 02 Le tre direzioni di cooperazione 30 40% Secondo i sondaggi sulle piccole e medie imprese in Europa, le più importanti ragioni che spingono alle cooperazioni sono l’accesso a nuovi mercati, le più ampie possibilità di acquisto e l’accesso al know how. Gli ostacoli più importanti sono invece il desiderio di conservare la propria indipendenza, informazioni carenti riguardo ai partner di cooperazione e la paura di rivelare le proprie informazioni. Fonte: ENSR Enterprise Survey (2003): Co-operation among SMEs. European Communities, 2004. Direzioni di cooperazione Livelli di creazione del valore Distribuzione / vendita: commercio al dettaglio commercio all’ingrosso Tipo di prestazione: trasformazione produzione semilavorati e prodotti finiti Spunto principale: predisposizione delle risorse acquisizione materie prime Verticale Orizzontale Diagonale Settori: uno (esempio: vino) Settore: uno (esempio: ristrutturazione edifici) Livelli: tutti Livelli: solo un livello di produzione Settori: sempre più di uno (esempio: costruttore biciclette/turismo) Livelli: di norma più di uno Ristorante / enoteca Produttore di vino Viticoltore Guida turistica Stuccatore Imbianchino Elettricista Costruttore e-bike Nelle cooperazioni orizzontali (verde) collaborano imprese dello stesso settore. Nelle cooperazioni verticali (rosso) collaborano imprese che operano a livelli diversi o susseguenti del processo di creazione del valore. Nelle cooperazioni diagonali (arancione) la collaborazione si sviluppa in diversi settori e di norma su più livelli. pi Cooperazioni | Maggio 2013 Partenariati: insieme si è più forti sul mercato bike del luogo. Insieme offrono delle visite guidate nell’azienda di produzione e dei giri di prova grazie ai quali i turisti conoscono sia la regione turistica sia le e-bike. Gli obiettivi delle cooperazioni diagonali possono essere l’accesso a nuovi mercati/gruppi di clienti o lo scambio di esperienze. Tipologie di cooperazione Le cooperazioni si distinguono non solo per la direzione, bensì anche per la tipologia di collaborazione. Per quanto riguarda la tipologia, gioca un ruolo fondamentale il grado di interconnessione finanziaria e giuridica dei partner, in particolare si valuta quanto sia limitato il grado di libertà individuale dell’impresa. Scambio di esperienze: se i titolari delle piccole imprese discutono regolarmente sulle esperienze e le sfide aziendali, si parla di uno scambio di esperienze. I temi di norma riguardano la gestione operativa e vanno dalla presentazione della merce e dalla suddivisione dell’assortimento, all’analisi dei fornitori, allo sviluppo di un piano d’acquisto o di marketing fino a toccare temi quali le strategie aziendali future. Talvolta i partner decidono di rendere disponibili i loro dati economici per un confronto interno al gruppo. Grazie a ciò e all’osservazione, all’analisi e al confronto comune del contesto (il cosiddetto benchmarking) le piccole imprese ottengono importanti informazioni su come gestire l’attività in confronto ad altre imprese dello stesso settore. Soluzioni back-up: per soluzioni back-up s’intende l’aiuto reciproco in caso di difficoltà. Per esem- | 06 pio nel caso in cui un’agenzia di eventi riceva l’incarico di organizzare un evento per migliaia di persone, o un piccolo studio di architetti si aggiudica un grosso incarico o quando in azienda più collaboratori si ammalano contemporaneamente. Gruppo di acquisto: questo tipo di cooperazione è un’unione volontaria di imprese con lo scopo di aumentare l’economicità negli acquisti. I gruppi di acquisto sono diffusi specialmente nel commercio al dettaglio. Se per esempio diversi fabbri acquistano la loro energia dallo stesso fornitore, grazie al quantitativo più elevato otterranno condizioni d’acquisto migliori. Scambio di incarichi e di personale: se una piccola impresa non riesce a portare a termine un incarico con le proprie forze, lo concede del tutto o in parte ai partner di cooperazione. Le imprese che in quel momento possono accettare ne saranno grate. In caso di scambio del personale, i collaboratori, in particolare nelle reti più grosse, vengono impiegati presso i partner di cooperazione a seconda delle loro abilità. excursus Associazioni come piattaforme U Le associazioni rappresentano una buona piatta forma, attraverso la quale si possono sviluppare le cooperazioni. Quasi ogni professione possiede una propria associazione di categoria. Le associazioni professionali rappresentano da un lato gli interessi dei loro membri nei confronti dei partner contrattuali come datori di lavoro, committenti, enti pubblici e legislatori nonché nei confronti del pubblico. Dall’altro chiariscono le questioni interne specifiche del settore. Produzione concordata: l’esperienza insegna che quando in certi periodi le piccole imprese non vengono sfruttate appieno e dispongono di capacità produttiva inutilizzata, vale la pena concordare il processo di produzione con le altre imprese. In questo modo vi sarà lo stesso carico di lavoro in tutte le aziende partecipanti. Organizzazione di vendita comune: in caso di cooperazioni di vendita, una delle forme di cooperazione più diffuse, le piccole imprese collaborano nell’ambito della vendita. Le cooperazioni di ven- Partecipazione maggioritaria Partecipazione minoritaria peraz io ne Organizzazione di vendita comune Grad a coo Produzione concordata in base ai gruppi d’ordine o alle tecniche di produzione tensit o d’in Soluzioni back-up (in caso di necessità) Scambio di esperienze o d’in tensit Gruppo di acquisto Grad ione peraz a coo Scambio di incarichi à dell Scambio di personale à dell basso elevato Interconnessione finanziaria e giuridica dei partner elevato Dipendenza dei partner per obiettivi e strategie Figura 03 Tipologie di cooperazione: dallo scambio di esperienze alla partecipazione basso pi Cooperazioni | Maggio 2013 Partenariati: insieme si è più forti sul mercato | 07 dita possono essere costituite per il mercato locale, nel caso in cui ad esempio un’impresa della Romandia vende nella Svizzera occidentale i prodotti di un’impresa della Svizzera tedesca, o a livello internazionale, nel caso in cui per esempio un’azienda italiana vende in Italia i prodotti di un’azienda svizzera. Attenzione: In caso di organizzazioni di vendita comune vanno rispettate le disposizioni previste dalla Legge sui cartelli, che vieta e stabilisce delle sanzioni per certi tipi di accordo. di quantitativi più elevati possiedono una base migliore da cui partire durante le trattative sul prezzo con i fornitori. 2. Ottimizzazione del processo di creazione del valore. Le cooperazioni possono anche avere l’obiettivo di realizzare insieme un processo di creazione del valore migliore rispetto a quello creato singolarmente, come nel caso in cui le imprese in una cooperazione si concentrano sulle loro competenze di base, ma concedono e condividono le proprie conoscenze per creare valore aggiunto nell’ambito di un progetto comune. Esempio: il primo partner è specializzato nella lavorazione di un materiale, il secondo apporta le proprie conoscenze in materia di meccanica di controllo e il terzo mette a disposizione la propria rete di distribuzione per la commercializzazione del prodotto finito comune. Un altro obiettivo delle imprese che cooperano può essere quello di acquisire ulteriore capacità produttiva riuscendo così a eseguire incarichi più grossi. Partecipazioni: nelle partecipazioni il grado di interconnessione finanziaria e giuridica tra i partner di cooperazione è alto mentre il margine di libertà della singola impresa è più limitato rispetto alle altre forme di cooperazione summenzionate. A seconda della partecipazione finanziaria al capitale del partner di cooperazione, si parlerà di partecipazione minoritaria o maggioritaria. Obiettivi della collaborazione Le imprese avviano le cooperazioni per raggiungere insieme determinati obiettivi, che possono essere suddivisi in quattro gruppi. 3. Incremento delle vendite. Le cooperazioni consentono l’accesso a nuovi mercati, in quanto è possibile servire una clientela maggiore offrendo prodotti e servizi più completi. Inoltre i singoli partner possono così incrementare la notorietà oltre la propria rete. 1. Accesso alle risorse. Le imprese che cooperano mirano ad avere un più facile accesso alle risorse mancanti quali conoscenze, macchinari, tecnologie o materie prime come pure al personale. Nell’acquisto delle risorse le piccole imprese beneficiano reciprocamente delle esperienze e delle relazioni con i fornitori. Grazie agli acquisti già effettuati da tutti i partner coinvolti, esse dispongono di utili parametri di riferimento. In questo modo e in virtù dell’acquisto comune consiglio Criteri per la collaborazione U I seguenti criteri aiutano i partner nella realizzazione di una cooperazione: chiarezza riguardo agli obiettivi, ai risultati che ci si aspetta e ai contributi necessari da parte dei partner chiara distinzione tra le conoscenze condivisibili e quelle riservate e definizione dei meccanismi di protezione evitare gli squilibri legati alla dipendenza e alle informazioni ripartizione equa di profitti e perdite nonché dei diritti di proprietà in relazione ai risultati 4. Minimizzazione dei rischi. Un altro possibile obiettivo delle cooperazioni è quello di assumersi insieme i rischi, riducendo quindi i rischi per la singola impresa, nell’acquisto della merce o nella vendita dei prodotti. Per esempio cinque negozi di mobili acquistano insieme una Figura 04 Valutazione dei possibili partner di cooperazione Le diverse tipologie di cooperazione si differenziano l’una dall’altra in base al grado di interconnessione finanziaria e giuridica nonché in base alla dipendenza dei partner in relazione agli obiettivi e alle strategie. Conformemente a ciò il grado di intensità della cooperazione è più o meno elevato. Fonte: Küng, Pius, Schillig, Beat: Jungunternehmerleitfaden. Weka-Verlag, 2010. Valutazione dei partner Che cosa manca? (qualità desiderate) Competenze rilevanti Valutazione della propria azienda 1. Risorse Insuff. Medio Buono Insuff. Medio Buono Personale Massimo utilizzo della capacità produttiva X X Che cosa si deve fare? X Assicurare il trasferimento delle conoscenze X Acquisizione di nuovi incarichi 2. Competenze Tecnologia di produzione X Capacità innovativa Competenze linguistiche X X Conciliare la tecnologia di produzione e la capacità innovativa X X X Sfruttare le conoscenze d’inglese del Inglese disponibile, francese non disponibile partner, organizzare corsi di francese X Software compatibili 3. Equipaggiamento Macchinari Strumenti informatici X X X 4. Competenze sociali Disponibilità a cooperare X X Capacità di comunicazione X X Consultare un esperto La figura mostra come è possibile valutare i partner in caso di cooperazione nel settore della produzione. È necessario stabilire quali sono le compe tenze rilevanti ai fini del progetto, valutare la propria impresa e il potenziale partner sulla base di tali competenze, annotare le lacune e definire gli interventi necessari. pi Cooperazioni | Maggio 2013 Partenariati: insieme si è più forti sul mercato | 08 partita interessante e si spartiscono la merce. Il loro rischio di invenduto è minore in quanto non devono vendere l’intero quantitativo. Anche in caso di innovazioni è possibile ripartire il rischio tra i diversi partner. Superare le sfide con successo Una cooperazione funziona solo se ogni partner può trarre beneficio dalla cooperazione e il partenariato è caratterizzato una mentalità win-win. Per realizzare con successo un partenariato, è necessario superare diverse sfide. 1. Sfide emotive. Nei partenariati, a seconda del tipo di cooperazione, si sviluppano diversi gradi di interdipendenza. Questo si oppone spesso al desiderio della piccola impresa di conservare la propria indipendenza. I piccoli imprenditori devono capire in modo mirato a quanta indipendenza sono disposti a rinunciare. In questo possono essere d’aiuto le seguenti riflessioni: ho paura di perdere un possibile vantaggio competitivo in seguito alla rivelazione di informazioni? ho sufficiente fiducia nei miei partner di coo perazione? ho paura di condividere le mie conoscenze con gli altri? 2. Sfide organizzative, culturali e giuridiche. Le sfide organizzative iniziano già con la scelta del partner: spesso mancano importanti informazioni sui partner di cooperazione adatti, e queste è bene reperirle subito. In caso di cooperazioni interregionali e / o internazionali, devono essere superate anche le barriere culturali e linguistiche. Infine anche le disposizioni giuridiche rappresentano un’importante sfida. Per superare queste sfide è essenziale pianificare e strutturare accuratamente la cooperazione tenendo conto che la comunicazione tra partner gioca un ruolo fondamentale. Bisogna anche valutare che le aspettative e gli obiettivi di ogni partner di cooperazione siano chiari e coincidano. Inoltre si deve garantire che la ripartizione dei compiti venga disciplinata e comunicata in modo esplicito. Come si svolge una cooperazione Lo svolgimento di una cooperazione può essere suddiviso in cinque fasi (cfr. figura 05). Fase I Decisione iniziale: riconoscere le opportunità offerte da una cooperazione. Quando dei piccoli imprenditori prendono in considerazione una cooperazione, desiderano risolvere determinate problematiche. Nella prima fase è necessario capire se una cooperazione può rappresentare la giusta soluzione alla propria problematica. Bisogna quindi ponderare i vantaggi e gli svantaggi di una collaborazione. Prevalgono i vantaggi, ad es. l’impresa minimizza i costi, accede a nuovi mercati più facilmente o beneficia di risorse e competenze complementari? O assumono più importanza gli svantaggi, come ad es. aumentano l’interdipendenza o i costi legati alla coordinazione ed è più arduo prendere delle decisioni? Durante la valutazione si dovrebbe anche considerare che in una cooperazione vengono ridotti i rischi e i costi propri, ma deve essere poi condiviso anche il successo comune. consiglio Cooperazione: sì o no? U La mia impresa deve cooperare oppure no? Le seguenti domande vi aiuteranno a trovare una risposta. Quali vantaggi concreti mi aspetto dalla cooperazione? Per raggiungere il mio obiettivo è assolutamente necessaria una cooperazione o è possibile semplicemente acquistare i servizi necessari? Quante conoscenze posso apportare / possono apportare i partner effettivamente? Quale rischio corro se la cooperazione dovesse fallire? A quanto ammonta il costo in termini finanziari e di personale in relazione ai vantaggi? Sono pronto a rinunciare a una parte della mia autonomia? pi Cooperazioni | Maggio 2013 Partenariati: insieme si è più forti sul mercato | 09 Fase II Scelta e reclutamento del partner. Bisogna individuare le possibili imprese che si lasciano conquistare dagli obiettivi comuni. In linea di massima si può dire che due imprese con punti deboli simili non diventano più forti se collaborano. Se però i punti di forza e le debolezze si compensano o, ancora meglio, sono i punti di forza a integrarsi l’uno con l’altro, ci sono buone possibilità che nasca una collaborazione stabile e proficua. Inoltre danno buoni risultati le cooperazioni tra imprese che hanno dimensioni o culture aziendali simili. Nella scelta del partner di cooperazione è poi importante che le imprese partner siano disposte e capaci di collaborare. L’iter da seguire nella scelta e nel reclutamento del partner è il seguente. 1. Redigere un profilo del partner: l’impresa che cerca un partner di cooperazione redige un proprio profilo e un profilo del partner desiderato. Essi conterranno i punti di forza e le debolezze in relazione al progetto di cooperazione e alle competenze rilevanti per tale progetto. Inoltre vengono annotate le caratteristiche ricercate che possono compensare le debolezze della propria impresa e in particolare rafforzare i punti di forza (cfr. figura 04). In questo modo è possibile stabilire i requisiti che il partner deve possedere. 2. Individuare il partner: per individuare il partner di cooperazione idoneo, si dovrebbe innanzitutto analizzare e valutare le relazioni d’affari in essere. Nella ricerca del partner è consigliabile consultare le associazioni e le piattaforme di categoria. 3. Eseguire dei colloqui: dopo aver individuato i potenziali partner, vengono eseguiti i primi colloqui personali per la cooperazione. Fase III Configurazione: ideazione e pianificazione della cooperazione. Se si trova il partner di cooperazione, si può iniziare a pianificare. Per ogni piccola impresa si stabilisce un responsabile che si occuperà del progetto di cooperazione. Si definiscono poi gli obiettivi comuni da perseguire e la forma di collaborazione. In aggiunta i partner stabiliscono come si vogliono organizzare, come si svolge la collaborazione nell’attività standard e che cosa bisogna fare nei momenti di crisi. Fase IV Esecuzione. Per realizzare una cooperazione proficua, i partner concordano in anticipo, chi quando e che cosa viene concesso. Nell’attuazione ogni partner deve attenersi alle regole della cooperazione. Fondamentali sono la gestione rigorosa del progetto e la valutazione regolare della buona riuscita del progetto. Se i partner constatano che l’obiettivo non può essere raggiunto, verranno stabilite delle contromisure. Fase V Cessazione della cooperazione. Se si raggiunge l’obiettivo, il lavoro comune si conclude. Tuttavia la cooperazione può giungere al termine anche in seguito ad altri eventi. Ad esempio perché i conflitti tra i partner rendono impossibile il proseguimento della collaborazione o perché il mercato crolla quando ancora si sta sviluppando il prodotto. Per evitare questo tipo di cessazione è importante che la cooperazione venga pianificata completamente e accuratamente e che i partner affrontino i conflitti in modo costruttivo. Conclusioni In un contesto di mercato dinamico i partenariati rappresentano un’ottima opportunità per le picco- consiglio Aspetti concreti e astratti nella scelta dei partner U Se un’impresa cerca un partner di cooperazione, al momento della scelta dovrà valutare i fattori «hard» e quelli «soft». Fattori «hard» (quantitativi, oggettivi) come impresa: settore, attività, immagine, ubicazione, organizzazione, assetto giuridico mercati/contesto: clienti, fornitori finanze: liquidità, capitale, fatturato risorse e infrastruttura: personale, macchinari competenze: acquisti, marketing, ecc. Fattori «soft» (qualitativi, soggettivi) come cultura aziendale: valori, stile gestionale, orientamento alla clientela, creatività competenze sociali: propensione alla cooperazione e al rendimento, capacità di comunicazione, tratti caratteriali, carisma, ecc. Figura 05 Le cinque fasi di una cooperazione Fase I Decisione iniziale Fase II Scelta e reclutamento del partner Fase III Configurazione Fase IV Esecuzione Controllo/valutazione Fase V Cessazione Obiettivo raggiunto A. B. Chiarimenti sul contenuto Obiettivi che devono essere raggiunti con la cooperazione Difficoltà che possono emergere (es. fattibilità tecnica) Valutazione degli oneri e dei vantaggi della cooperazione Rischi e opportunità della cooperazione Chiarimenti sul contenuto Identificazione dei partner potenziali Scelta preliminare dei partner interessanti: punti di forza a livello economico, esperienza di cooperazione, know how Reclutamento del partner Confronto degli obiettivi e degli interessi Chiarimenti sul contenuto Tipologia e condizioni della cooperazione Contratto di cooperazione: contributo in termini di risorse, controlli, sanzioni in caso di violazione del contratto Tempo Fasi dell’esecuzione Organizzare la cooperazione: chi fornisce che cosa, quando e qual è la qualità? Garantire lo scambio di informazioni e la comunicazione Verificare regolarmente il raggiungimento degli obiettivi Controllo delle tappe (= ) Motivi per A. la cessazione: l’obiettivo della cooperazione è raggiunto. All’occorrenza viene avviato un nuovo progetto di cooperazione. B. l’interruzione: problemi tecnici, economici o legati alla cooperazione (ad es. lite) cooperazione non più necessaria Dalla decisione iniziale alla cessazione: di norma un processo di cooperazione è caratterizzato da cinque fasi. Fonte: Harland, Peter E.; Kooperations management: Der Aufbau von Kooperations kompetenz für das Innovationsmanagement. Harland media, 2002. pi Cooperazioni | Maggio 2013 Partenariati: insieme si è più forti sul mercato | 10 pi Cooperazioni | Maggio 2013 | 11 «La cosa più importante è trovare il partner appropriato.» Handwerk Plus GmbH le imprese, poiché grazie alle cooperazioni è possibile lanciare sul mercato i propri servizi in modo più rapido, migliore ed efficace. L’esperienza insegna che le cooperazioni sono proficue quando i partner hanno dei punti di forza dove la propria impresa presenta invece delle debolezze, o quando i punti di forza si completano a vicenda. I partenariati richiedono però maggiore trasparenza e scambio di informazioni rispetto al tradizionale rapporto cliente-fornitore. Se una piccola impresa programma di avviare una cooperazione, è utile valutare accuratamente gli oneri e i vantaggi derivanti dalla cooperazione. Lista di controllo: come far funzionare la collaborazione Le seguenti domande sono utili per valutare scrupolosamente e avviare il vostro progetto di cooperazione. Sì No Decisione iniziale prima della cooperazione Possiamo fornire il servizio necessario basandoci sulle nostre forze? Dal punto di vista tecnico possiamo portare a termine l’incarico da soli? Con la nostra impresa siamo presenti in tutte le località richieste? Da soli siamo efficienti dal punto di vista economico? Siamo in grado di assumerci da soli il rischio finanziario? Se avete risposto «no» a una o più domande, dovreste prendere in considerazione l’avvio di una cooperazione. Sì No Necessità di intervento Pianificazione della cooperazione Gli obiettivi della cooperazione sono stati chiariti? Sono state definite le competenze ricercate nel partner di cooperazione? Sono stati redatti i profili professionali richiesti nel partner? Sono stati considerati gli aspetti giuridici della tipologia di cooperazione? Sono stati esaminati i vantaggi auspicati e i possibili svantaggi derivanti dalla cooperazione? È stata definita la procedura per individuare e scegliere i partner di cooperazione? Selezione di un partner di cooperazione I partner di cooperazione hanno le stesse aspettative riguardo al successo della cooperazione? I partner di cooperazione possono avviare una collaborazione basata sulla fiducia? Il partner di cooperazione ha già esperienze in questo senso? Le culture aziendali sono conciliabili (ad es. stile gestionale)? Le competenze professionali dei partner di cooperazione si completano a vicenda (ad es. formazione e perfezionamento, conoscenze linguistiche)? Le competenze sociali dei partner (ad es. motivazione, capacità di comunicazione) favoriscono la cooperazione? Strutturazione dell’organizzazione di cooperazione Azienda Handwerk Plus GmbH, www.handwerkplus.ch Settore, attività Artigianato Costituzione dell’impresa 2010 Numero di partner di cooperazione 8 imprese artigianali Obiettivo della cooperazione Acquisire e portare a termine incarichi comuni Sono stati nominati i responsabili per l’organizzazione? Sono stati definiti con precisione i processi durante lo svolgimento della cooperazione? L’impiego (comune) delle risorse è stato disciplinato? Sono state annoverate le competenze, i compiti e le responsabilità? Sono state definite le procedure concrete per lo scambio di informazioni? Questa lista di controllo è disponibile su www.postfinance.ch/pi. Otto imprese artigianali della zona di Aarau si sono unite nella cooperazione «Handwerk Plus GmbH». Sono specializzati nel restauro e offrono alla clientela servizi a tutto tondo. Insieme per offrire di più. Da circa quattro anni alcune imprese artigianali di diverse categorie, provenienti da Aarau e dalla zona circostante, collaborano in una cooperazione. Dalla primavera del 2013 gestiranno anche uno spazio espositivo comune. «Se i clienti desiderano restaurare la loro casa, qui troveranno tutto ciò di cui hanno bisogno, dal forno al bagno. Tutti i partner presentano i propri prodotti e servizi sotto lo stesso tetto», dice Thomas Zulauf, titolare della società H & T Raumdesign AG e amministratore della cooperazione Handwerk Plus GmbH. Della cooperazione fanno parte un’impresa di tinteggiatura e falegnameria, un elettricista, un negozio di piastre e forni, un’impresa di ingegneria civile e proget- «Per richiamare l’attenzione sulla nostra cooperazione, tutti i partner hanno partecipato insieme a una fiera locale. Il nuovo spazio espositivo sarà la prossima mossa comune». Denise Dallinger, architetto d’interni e Thomas Zulauf, amministratore, Handwerk Plus GmbH. pi Cooperazioni | Maggio 2013 Esempio pratico Handwerk Plus GmbH | 12 pi Cooperazioni | Maggio 2013 | 13 Creazione di valore: dallo sviluppo alla distribuzione Daniela Willi-Piezzi Grazie alle cooperazioni le piccole imprese possono conseguire dei vantaggi economici. Per farlo occorre valutare in quali settori ha senso una collaborazione: nello sviluppo, negli acquisti, nella produzione o nella distribuzione? «Dal costruttore di forni a quello di cucine: nel nuovo spazio espositivo della Handwerk Plus GmbH sono rappresentati tutti i partner di cooperazione.» Denise Dallinger, architetto d’interni Handwerk Plus GmbH. tazione giardini, un metalcostruttore e un negozio di sanitari e impianti di riscaldamento. Un paio di mesi fa hanno deciso di assumere nella loro cooperazione l’architetto d’interni Denise Dallinger, che coordina gli incarichi comuni, rappresenta il punto di riferimento centrale per tutti i partner e assiste la clientela. «Un servizio complementare molto apprezzato che è per noi il nostro USP», sottolinea Zulauf. Abbiamo tratto vantaggio dal concessore della licenza. L’idea di fondare una cooperazione di artigiani è nata quattro anni fa ed è stata realizzata con l’aiuto di un concessore di licenza tedesco e denominata «Raumfaktum». «Già nella fase iniziale abbiamo potuto trarre molto vantaggio dal concessore di licenza e abbiamo imparato ad esempio come si disciplina la collaborazione. Talvolta, infatti, realizzare una cooperazione è molto più difficile di quanto si immagini». Con la nuova impresa collettiva Handwerk Plus GmbH, la cooperazione cammina finalmente con le proprie gambe. Si dividono le spese e si risparmia tempo. La collaborazione tra i partner è disciplinata chiaramente da un lato dal contratto societario e dall’altro da un accordo individuale. In questo modo occorre per esempio un’approvazione unanime nelle decisioni d’investimento. «In fin dei conti una cooperazione dipende dai partner. Se non c’è collaborazione e feeling, anche un regolamento dettagliato non serve a niente». I partner di cooperazione traggono profitto l’uno dall’altro in particolare nell’attività quotidiana. «Si risparmia tempo e denaro poiché i nostri progetti in cantiere procedono senza problemi e meglio rispetto a come accadrebbe con artigiani sconosciuti. Questo perché siamo un team affiatato. Ci conosciamo e sappiamo come far funzionare l’attività in cantiere», dice Zulauf. Inoltre ogni partner può trarre vantaggio dalle relazioni degli altri. Con pazienza si trova il partner adeguato. Che cosa occorre per creare una cooperazione di successo? «Tempo e molta pazienza finché non si trova il giusto partner». Fino a oggi non hanno ancora nessuno stuccatore nella loro rete. Se mancano il feeling e qualità come la puntualità o l’affidabilità, è meglio rinunciare. «Noi verifichiamo direttamente in cantiere come va la collaborazione». Se l’impressione è positiva occorre una decisione unanime dei soci. Zulauf considera estremamente vantaggiosa anche la forma societaria della Sagl. «Attraverso la nostra partecipazione al capitale siamo tutti comproprietari della Handwerk Plus. E questo motiva e vincola». partner e dei clienti comuni. In questo modo ad esempio un gastronomo può gestire un bar in una grande libreria o un avvocato, un amministratore fiduciario e un consulente aziendale possono lavorare insieme a un mandato di successione per un committente. La concorrenza si fa sempre più dura, per tutti i concorrenti di tutti i settori. È innegabile che ormai la clientela tenda a richiedere non solo singole prestazioni, bensì un pacchetto completo. Gli operatori quindi cercano di costituire delle imprese generali. Mentre però per le grandi aziende è semplice coprire l’intera catena di creazione del valore, dallo sviluppo alla distribuzione, e offrire soluzioni complete, per le piccole e medie imprese c’è bisogno di intervenire. Queste devono cercare di garantire dei servizi completi alla loro clientela, e in particolare ai clienti chiave, senza però effettuare investimenti insostenibili. Per raggiungere questo obiettivo possono essere d’aiuto le cooperazioni. Dallo sviluppo alla distribuzione. Le cooperazioni offrono alle piccole imprese molti vantaggi dal punto di vista economico. Dal punto di vista tecnologico, grazie all’acquisto e all’utilizzo comune di macchinari costosi hanno la possibilità di tenere il passo con le grandi imprese. Oppure grazie alle misure promozionali comuni raggiungono una notorietà maggiore rispetto a quella avuta singolarmente. Le cooperazioni sono concepibili lungo tutta la catena di creazione del valore. A ciò appartengono processi chiave come lo sviluppo, gli acquisti, la produzione e la distribuzione come pure tutti i processi di supporto. Allungare la catena del valore. In quasi tutti i settori va riconosciuto che o le grandi imprese o le piccole sono particolarmente proficue. I leader del settore e le piccole imprese hanno buone probabilità di sopravvivenza se mantengono la flessibilità. Per assicurarsi il successo le piccole imprese sono costrette da un lato a specializzarsi in singoli processi o servizi e dall’altro ad avviare delle cooperazioni per allungare la catena di creazione del valore. Questo doppio orientamento richiede molto impegno. Le cooperazioni possono anche essere utili per aumentare l’efficienza delle piccole imprese, purché assicurino una buona interconnessione tra le catene di creazione del valore dei Lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi è un importante fattore trainante per il successo di una piccola impresa. Tuttavia le innovazioni comportano di norma ingenti costi in termini finanziari e di personale. Le cooperazioni nello sviluppo danno la possibilità di ripartire tra i partner i rischi e i costi di un progetto. Inoltre, grazie alla collaborazione, le imprese possono sfruttare a vicenda il know how dei partner. In questo modo vengono generate e realizzate idee che altrimenti non sarebbero possibili. Nelle cooperazioni atte allo sviluppo e alla ricerca è opportuno chiarire in anticipo e definire contrattualmente tutte le questioni concernenti la Cooperazioni nello sviluppo consiglio Oneri per far funzionare una cooperazione U Accanto ai vantaggi auspicati dai partner, vanno considerati anche gli oneri che una cooperazione comporta. A questi appartengono ad esempio: scelta dei partner di cooperazione e conseguenti trattative coordinamento delle attività di cooperazione elaborazione dell’accordo di cooperazione organizzazione e partecipazione alle riunioni preparazione di un’infrastruttura informatica comune ecc. Per una breve spiegazione dei termini evidenziati si rimanda al glossario in fondo alla rivista. Figura 06 Motivi di cooperazione lungo la catena di creazione del valore Processi chiave Motivi tecnici per una cooperazione Motivi economici per una coopera zione Motivi organizzativi per una cooperazione Processi di supporto Sviluppo Acquisti Produzione Effetti sinergici (utilizzo di Utilizzo di una piattaforma conoscenze comuni) Trasferimento del know how di acquisto (online) comune Riduzione dei costi Risparmio di tempo Riduzione dei costi Accesso a nuovi mercati Riduzione dei costi Accesso a nuovi mercati Riduzione dei costi Accesso a nuovi mercati (ad es. d’acquisto internazionalizzazione) nell’acquisto (sviluppo della gamma di prodotti) Ripartizione dei rischi Ottimizzazione dei processi Professionalizzazione dei Ottimizzazione dei processi Ottimizzazione dei processi gra- di ricerca e sviluppo grazie agli effetti d’apprendimento comune Utilizzo dell’infrastruttura comune processi d’acquisto di produzione grazie agli effetti d’apprendimento comune Compensazione della capacità zie agli effetti d’apprendimento comune (time-to-market) Acquisizione di know-how Standardizzazione dei pro- Distribuzione Miglioramento della qualità delle misure promozionali e distributive cessi Miglioramento della qualità Risparmio di tempo Personale / Diritto / Informatica / Comunicazione Se un’impresa avvia una cooperazione, può avere diversi motivi a livello tecnico, economico o organizzativo che la spingono a collaborare lungo la catena di creazione del valore. pi Cooperazioni | Maggio 2013 Creazione di valore: dallo sviluppo alla distribuzione segretezza e la responsabilità nonché il diritto sui risultati. Dal punto di vista economico le cooperazioni nello sviluppo offrono le seguenti possibilità. Accesso alle risorse: i partner di cooperazione possono utilizzare reciprocamente il know how e l’infrastruttura. Costi: attraverso l’attività comune di sviluppo si riduce l’onere derivante dai costi fissi (ad es. per gli strumenti da laboratorio). Tempo: grazie alla collaborazione l’elaborazione dei processi è più rapida. I prodotti e i servizi vengono immessi sul mercato più velocemente (riduzione del time-to-market). Una testimonianza concreta: tre piccole imprese informatiche avviano una cooperazione per sviluppare insieme un software di contabilità per un elettricista. Sfruttano a vicenda le loro competenze e suddividono i costi e i rischi legati al nuovo prodotto. In questo modo la rete riesce a sviluppare un prodotto innovativo e ad acquisire clienti più grossi mediante un’azione comune. Grazie a ciò tutte le imprese coinvolte hanno aumentato i propri ricavi. Cooperazioni nell’acquisto Grazie all’acquisto comune i piccoli imprenditori possono rafforzare la loro posizione nei confronti dei fornitori, pattuire condizioni più convenienti e di conseguenza aumentare la loro competitività. Affinché una cooperazione di questo tipo valga la pena, le imprese coinvolte devono assicurare un grosso volume d’acquisto. Dal punto di vista economico le cooperazioni nell’acquisto presentano i seguenti vantaggi. | 14 osti: grazie al raggruppamento delle quantità C d’acquisto i partner di cooperazione ottengono prezzi d’acquisto più convenienti e grazie agli sconti sulla quantità ottenuti risparmiano sui costi. In virtù delle ingenti quantità i fornitori accordano inoltre sconti maggiori e termini di pagamento più lunghi. Processi: il processo d’acquisto viene professionalizzato e di conseguenza le spese per il singolo partner di cooperazione diminuiscono. Una testimonianza concreta: alcune imprese di metalcostruzioni acquistano insieme dei profilati standard (tubi per ringhiere). Grazie al volume d’acquisto maggiore pattuiscono dei prezzi migliori. Inoltre il fornitore offre loro delle condizioni di fornitura vantaggiose (cfr. esempio pratico a pagina 24). Cooperazioni nella produzione Nella realizzazione di prodotti o servizi le piccole imprese affrontano grandi sfide. I prezzi delle materie prime e salari in aumento, il desiderio di ridurre le giacenze o i tempi di produzione sono solo alcuni dei concetti chiave. Le cooperazioni nella produzione rappresentano una buona opportunità per risolvere queste problematiche: le risorse vengono messe insieme, gli investimenti in macchinari e infrastruttura vengono ripartiti e i processi di produzione in relazione alla quantità, alla qualità e al tempo vengono ottimizzati. Dal punto di vista economico le cooperazioni nella produzione presentano i seguenti vantaggi. Costi: i costi di produzione vengono ridotti. È possibile conseguire rendimenti di scala. Sfruttamento delle risorse: una pianificazione consiglio Dove trovare possibili partner di cooperazione U www.hkbb.ch: borsa di contatto della Camera di Commercio per le cooperazioni www.osec.ch: assistenza alle piccole e medie imprese nella costituzione di cooperazioni a livello internazionale www.ifj.ch: banca dati dell’Istituto per giovani imprenditori (IFJ) con profili aziendali www.swissparks.ch: nel club del parco tecnologico svizzero e dei centri d’assistenza ai fondatori di imprese è possibile trovare ditte con interessi complementari www.swissfirms.ch: piattaforma della Camera di Commercio Svizzera con circa 12’000 profili aziendali Figura 07 Possibile specializzazione nell’industria grafica lungo la catena di creazione del valore Consulenza e vendita I partner di cooperazione da 1 a 3 Tutti i partner si occupano della consulenza e della vendita. Progettazione Creazione/ strutturazione Gestione banca dati Elaborazione testi/grafica e/o nuovi media Stampa e finitura Imballaggio e stoccaggio Lettershop/ distribuzione Partner di cooperazione 1: «L’ideatore» Partner di cooperazione 2: «L’esperto della produzione» Partner di cooperazione 3: «Lo specialista in logistica» Specializzazione: dispone di specialisti qualificati per l’ideazione e il layout Specializzazione: dispone di una stampante per formati di grandi dimensioni e di una piegatrice. Specializzazione: dispone di una speciale imballatrice. Quando le piccole imprese da tipografie diventano imprese generali, riducono gli investimenti in macchinari e nello sviluppo di know how. Inoltre i partner possono concentrarsi sulle loro competenze di base all’interno della catena di creazione del valore, assicurando comunque alla clientela comune un’offerta da impresa generale. pi Cooperazioni | Maggio 2013 Creazione di valore: dallo sviluppo alla distribuzione comune consente un migliore sfruttamento delle capacità disponibili. Produttività: grazie all’acquisto e all’utilizzo comune di macchinari più grandi può aumentare la capacità produttiva. Tempo: i tempi di produzione e quindi di consegna vengono ridotti. Capacità innovativa: gli investimenti comuni in nuove tecnologie di produzione consentono di realizzare prodotti e servizi innovativi, facendo sì che si possa ampliare la propria offerta. Qualità: l’ottimizzazione dei processi di produzione serve anche a incrementare la qualità dei prodotti e dei servizi. Una testimonianza concreta: nel quadro di un modello di cooperazione quattro piccole tipografie hanno riunito diversi processi come la stampa offset o l’ulteriore lavorazione (taglio, piegatura, rilegatura) nonché la spedizione. Tuttavia le quattro imprese hanno mantenuto la loro indipendenza per quanto riguarda la vendita. Con questo tipo di cooperazione i partner coinvolti sono riusciti a prepararsi per il futuro, grazie anche agli interessanti tassi di spesa. Inoltre, l’impiego di impianti altamente moderni rappresenta un salto di qualità dal punto di vista tecnico. Cooperazioni nella distribuzione Le cooperazioni nella distribuzione sono una delle tipologie di cooperazione più diffuse. Insieme ai partner è possibile sfruttare nuovi canali di vendita e incrementare le proprie vendite. Inoltre le imprese possono collaborare nella vendita, nella pubblicità e nel servizio clienti. Nella vendita le piccole imprese traggono profitto dalle coopera- | 15 zioni ad es. utilizzando insieme un locale commerciale, seguendo dei corsi di formazione comuni tenuti da professionisti di vendita, offrendo i loro prodotti e servizi su una piattaforma internet comune o unendo le forze per acquisire un incarico più grosso. Anche nell’attuazione di misure promozionali, spesso troppo costose per le piccole imprese, nell’ambito di una cooperazione può essere utile promuovere attività di marketing comuni (ad es. invio di un mailing, produzione di un video pubblicitario) o presentarsi insieme a una fiera. Inoltre le reti possono cercare di aumentare la loro notorietà combinando la pubblicità della rete con la pubblicità per la propria impresa (ad es. logo comune su volantini o veicoli). Nell’assistenza alla clientela si può pensare di rappresentare anche i partner in determinate regioni per risolvere le problematiche più velocemente, aiutarsi nei periodi di forte lavoro o realizzare corsi di formazione comuni. Dal punto di vista economico le cooperazioni nella distribuzione presentano i seguenti vantaggi. Costi: grazie alla ripartizione delle spese, per ogni impresa si riducono i costi per le singole misure. Qualità: l’unione delle risorse permette di investire nella qualità delle misure. Acquisizione di nuovi clienti: grazie alla maggiore notorietà e all’accesso a nuovi mercati è possibile acquisire nuovi clienti. Incremento vendite: nuove possibilità di vendita portano a un incremento del fatturato. excursus Studiare prima di cooperare U Presso la Scuola universitaria professionale di San Gallo, le piccole e le medie imprese hanno la possibilità di far sviluppare a basso costo dei progetti dagli studenti (ad es. per ottimizzare la catena di creazione del valore nelle cooperazioni): www.fhsg.ch/fhs.nsf/ de/wtt-fhs-auf-einenblick (solo in tedesco) Studio sulle reti di imprese della Camera di Commercio e Industria di San Gallo-Appenzello contenente informazioni e consigli utili: www.forrer-lombriser.ch/ publikationen/IHK_Unternehmensnetzwerke. pdf (solo in tedesco) Modulo di lavoro sul test «Gli interessi a confronto nelle cooperazioni»: www.postfinance.ch/pi Una testimonianza concreta: una panetteria fornisce cestini business lunch a un parrucchiere, i cui clienti, durante la pausa pranzo, sono princi- Figura 08 Tipico svolgimento della cooperazione in assenza di esperienze e conoscenze a riguardo Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 Fase iniziale: confronto degli interessi Che cosa ci aspettiamo dal partner? Che cosa offriamo al partner? Che cosa è fuori discussione? Pianificazione e preparazione: definizione delle misure determinazione degli obiettivi comuni Attuazione: ragioni determinanti per uno svolgimento negativo Mancanza di tempo Mancanza di fiducia Limite di spesa non fissato Suddivisione dei compiti poco chiara Costi non controllati Mancanza di controlli regolari Prosecuzione: la cooperazione è condannata al fallimento: cessazione riconfigurazione cambio partner Spese e impegno necessario Le frecce rosse mostrano come può svolgersi una cooperazione se si hanno poche conoscenze ed esperienza a riguardo: le spese aumentano, l’euforia cala. Se invece i partner dispongono di più conoscenze ed esperienza, il rapporto tra spese e impegno e vantaggi ed euforia si sviluppa in modo positivo. Fonte: Harzer, Klaus: Wie Sie Gewinn bringend Kooperationen schmieden. Cornelsen Verlag, 2006. Esempio: il partner 1 progetta un opuscolo pubblicitario, poiché in merito possiede il know how più vasto all’interno del gruppo, lo fa però stampare e piegare dal partner 2 e imballare e distribuire dal partner 3. Euforia e vantaggi pi Cooperazioni | Maggio 2013 Creazione di valore: dallo sviluppo alla distribuzione palmente i dipendenti delle ditte vicine. In questo modo la panetteria incrementa le proprie vendite e il parrucchiere offre un servizio speciale, poiché non solo si occupa dei capelli, ma provvede anche al benessere fisico di quei clienti, che hanno sempre poco tempo. Un’agenzia di viaggio locale e un operatore vicino che si occupa di abbigliamento per il tempo libero pubblicizzano insieme viaggi nel nord. L’agenzia di viaggio si occupa dei tour e il commerciante dell’abbigliamento e dell’attrezzatura di cui la clientela ha bisogno per tale viaggio (cfr. figura 09). Di norma le cooperazioni nella distribuzione funzionano se esistono servizi complementari che danno la possibilità a entrambi i partner di garantire un’offerta più completa. Consigli pratici per cooperazioni di successo Non importa in quali ambiti le imprese collaborino: i colloqui con le piccole e medie imprese rivelano che spesso le loro esperienze nell’ottimizzazione comune dei processi commerciali sono poco incoraggianti e le cooperazioni molte volte falliscono. A un insuccesso contribuiscono diversi fattori come: diverse premesse dei partecipanti in relazione a valori, stile gestionale, strategia ecc. paura dei partecipanti di perdere il potere, l’autonomia ecc. informazioni reciproche insufficienti, errate procedure e scarsa fiducia; un campanello d’allarme può essere ad esempio quando i contratti sono più importanti della fiducia interessi non in sintonia, vale a dire non c’è una situazione win-win | 16 r iflessioni errate all’avvio delle cooperazioni; da due imprese in crisi non nasce un’impresa sana la «gelosia» dei partecipanti per paura che il partner se ne approfitti troppo. consiglio Difficoltà tipiche nelle cooperazioni U Tali errori possono essere evitati poiché il successo non dipende solo dalla «logica industriale», bensì dalla qualità della collaborazione dei partecipanti. Sul piano personale essi devono comprendersi e accordare i loro obiettivi nei punti più importanti. I seguenti suggerimenti pratici sono uno strumento utile nell’avvio e nell’attuazione delle cooperazioni. Suggerimento 1: rafforzare la catena di creazione del valore. Una cooperazione è sensata se le strategie e gli obiettivi dei partecipanti possono essere realizzati meglio insieme rispetto a come accadrebbe operando isolatamente. Grazie alla cooperazione la catena di creazione del valore dei partecipanti deve essere rafforzata e i vantaggi per il cliente devono essere migliorati (cfr. figura 05 dalla fase II alla fase IV). Suggerimento 2: chiarire le premesse. All’inizio delle trattative di cooperazione i partecipanti dovrebbero rispondere alle seguenti domande: che cosa ci aspettiamo? Che cosa offriamo? Che cosa è fuori discussione? Se possibile, testare la collaborazione prima di stipulare il contratto. Gli interessi dei partecipanti devono consentire delle relazioni win-win poiché una cooperazione comporta sempre un’interdipendenza più o meno elevata. Suggerimento 3: essere leali e aperti. I partner di cooperazione devono «avere feeling», vale a dire i responsabili delle decisioni devono trovarsi simpatici. Se si è avversari non si diventa ami- 1. Tra i partner non è possibile costruire alcun rapporto di fiducia 2. I rapporti sono diversi: ad es. in relazione alle dimensioni dell’impresa o alla mentalità 3. Il rapporto vantaggioneri è a sfavore di uno dei partner 4. Un partner sfrutta maggiormente il know how acquisito per scopi propri 5. I partner non hanno tempo per la cooperazione Titolo: «Promozione inverno» Partner: agenzia di viaggio e negozio di abbigliamento per attività all’aria aperta Persone di contatto: Hans Müller, agenzia di viaggi; Christa Meier, negozio di abbigliamento per attività all’aria aperta Obiettivo della cooperazione: che cosa dev’essere raggiunto? Incentivare le vacanze trekking in Scandinavia e offrire alla clientela l’abbigliamento e l’attrezzatura necessari. L’agenzia di viaggi e il negozio di abbigliamento per attività all’aria aperta vogliono proporsi come partner competitivi per i viaggi nel nord dell’Europa. Contenuti della cooperazione: quali misure e attività pianifichiamo? Pianifichiamo di inviare a settembre un volantino ai clienti potenziali e a quelli già acquisiti nel territorio urbano. L’iniziativa verrà integrata anche sui siti web. Team del progetto: chi parteciperà all’attuazione? Hans Müller, Christa Meier, agenzia esterna Con quali punti di forza contribuiamo? Agenzia di viaggi: informazioni sulle mete turistiche Negozio di abbigliamento per attività all’aria aperta: informazioni sull’abbigliamento e le attrezzature Che cosa manca ancora? Idee per il volantino; agenzia per la realizzazione del volantino e della veste grafica su Internet Di quali risorse abbiamo bisogno? (Risorse finanziarie, contatti, know how, ecc.) – Indirizzi di potenziali clienti – Know how di un’agenzia per la progettazione e realizzazione del volantino e la presenza sul web Osservazioni – I costi vengono suddivisi a metà tra l’agenzia di viaggi e il negozio di abbigliamento Procedura successiva Prossimo appuntamento 21 luglio. Ordine del giorno: pianificazione dettagliata del progetto, scelta dell’agenzia ci dal giorno alla notte. Le buone cooperazioni sono come le amicizie. Esse devono essere costruite, sviluppate e curate. Ciò presuppone colloqui regolari, ad es. ogni tre mesi in cui si fa un bilancio. La lealtà e la fiducia reciproca sono importanti fattori di successo nelle cooperazioni. I conflitti in una cooperazione sono inevitabili e devono essere risolti velocemente (cfr. articolo a pagina 26). Se non si delinea alcuna soluzione, deve essere possibile una leale separazione, a cui bisogna pensare già al momento della stipulazione del contratto. Conclusioni Vale la pena che le piccole imprese analizzino la propria catena di creazione del valore per individuare il potenziale per la cooperazione. Gli esempi pratici dimostrano che una collaborazione può essere proficua per tutti i partner a condizione che si evitino errori tipici quali la paura di perdere potere o una scarsa mentalità win-win. Fonte: Geisen, Bernd; Hebestreit, Regine: Gemeinsam stärker: Kooperationen planen und durchführen. Bundesministerium für Wirtschaft und Arbeit, 2003. | 17 Lista di controllo: come ottimizzare la catena di creazione del valore Avete intenzione di cooperare nello sviluppo, nell’acquisto, nella produzione o nella distribuzione? Pianificate le misure di cooperazione con l’aiuto della presente lista di controllo. Domanda Ricerca e sviluppo Di quali risorse abbiamo bisogno per sviluppare prodotti e servizi innovativi? – Know how – Consulenza, personale, infrastruttura – Strumenti finanziari Acquisti Come e quali acquisti possiamo fare congiuntamente per pattuire sconti sulla quantità e / o condizioni di pagamento favorevoli? Come possiamo provvedere alla riduzione dei tempi d’acquisto? Che cosa dobbiamo fare affinché i prodotti e i servizi acquistati siano della qualità desiderata? Come riusciamo a trovare i fornitori migliori? Produzione Come possiamo ridurre i costi di produzione? Come possiamo produrre quantità maggiori? Come possiamo incrementare la qualità della produzione? Come possiamo estendere le capacità produttive? Come possiamo ridurre i tempi di produzione? Come incrementiamo il nostro know how nella produzione? Come possiamo compensare le oscillazioni nella produzione? Distribuzione Figura 09 Redigere per iscritto i progetti di cooperazione Progetto di cooperazione pi Cooperazioni | Maggio 2013 Creazione di valore: dallo sviluppo alla distribuzione Vale la pena avviare una cooperazione con un progetto comprensibile. È importante definire e mettere per iscritto (su un foglio formato A4 al massimo) i dati di base del progetto di cooperazione quali le idee sul progetto, le misure e le risorse necessarie. Come possiamo ridurre i costi – di marketing? – di distribuzione? – di logistica? Come possiamo strutturare congiuntamente la nostra pubblicità per incrementare la notorietà? Come possiamo offrire congiuntamente alla clientela soluzioni più complete? Come possiamo acquisire insieme nuovi clienti? Come possiamo sfruttare i nuovi mercati di sbocco? Come possiamo migliorare la nostra qualità del servizio (ad es. nel servizio clienti)? Questa lista di controllo è disponibile su www.postfinance.ch/pi. Misure nella propria impresa Misure da attuare con l’impresa partner pi Cooperazioni | Maggio 2013 | 18 pi Cooperazioni | Maggio 2013 Esempio pratico Metallex AG e Fritz Hess AG | 19 «Dipendiamo in egual misura dal successo del nostro sviluppo comune.» Metallex AG e Fritz Hess AG Quali sono state le sfide più importanti nello sviluppo? • Peter Hunziker: il nostro caso, vale a dire quando uno specialista della distribuzione e un esperto di produzione collaborano, è davvero un mix esplosivo. L’uno vuole soddisfare il massimo numero di esigenze della sua clientela al prezzo più basso possibile, l’altro ha continuamente in mente la fattibilità. • Theo Aeschlimann: in altre parole, le richieste di Peter Hunziker riguardo al nuovo macchinario erano estremamente pretenziose. Grazie allo spirito di conciliazione da entrambi i lati siamo riusciti a realizzare gran parte di questi desideri, mantenendo comunque un prezzo concorrenziale. Le prestazioni complementari che non riuscivamo a coprire con il modello standard sono disponibili in un sistema modulare. Azienda Metallex AG (www.metallex.ch); Fritz Hess AG (www.hessag.ch) Settore, attività Metallex AG: commercio di metalli non ferrosi, distribuzione di saldatrici, gestione centro di competenza per la saldatura; Fritz Hess AG: lavorazione metallo e costruzione apparecchi Costituzione dell’impresa Metallex AG 2004; Fritz Hess AG 1968 Numero di collaboratori Metallex AG 5; Fritz Hess AG 22 Obiettivo della cooperazione: sviluppo, produzione e distribuzione di una saldatrice a onda da banco La Metallex AG disponeva di idee e di competenze nel settore della distribuzione, mentre la Fritz Hess AG di capacità nello sviluppo e nella produzione: insieme hanno lanciato sul mercato un’innovativa saldatrice a onda compatta. Peter Hunziker, amministratore della Metallex, e Theo Aeschlimann, responsabile produzione della Fritz Hess AG, ci raccontano in un’intervista come è strutturata la loro cooperazione. Come si è arrivati alla collaborazione delle vostre due imprese? • Peter Hunziker: la Metallex AG distribuisce saldatrici a onda con le quali è possibile saldare unità elettroniche e circuiti stampati, impiegati per esempio nei fon industriali o nei rilevatori di fumo. Sulla base delle osservazioni dei miei clienti ho capito che sul mercato mancava un macchinario compatto e pratico per la saldatura di piccole quantità. Per le Peter Hunziker, esperto della distribuzione, e Theo Aeschlimann, specialista della produzione, hanno sviluppato la saldatrice a onda da banco «iWaver» (foto in basso). «La nostra cooperazione ha funzionato così bene grazie a una chiara ripartizione dei compiti e alla comunicazione aperta. Per questo stiamo già lavorando allo sviluppo di un prossimo prototipo». Peter Hunziker, Metallex AG, e Theo Aeschlimann, Fritz Hess AG. quantità ridotte, infatti, i costi di manutenzione di un macchinario più grande quasi non valgono la pena. Con quest’idea in mente mi sono messo alla ricerca di un partner in grado di costruire questo apparecchio e l’ho trovato nella Fritz Hess AG. Che cosa ha considerato nella scelta del partner? • Peter Hunziker: da un lato cercavo un partner di cooperazione svizzero, poiché reputo importante la vicinanza geografica. Per il nostro progetto di sviluppo era essenziale incontrarsi regolarmente di persona per discutere le questioni in sospeso. E dall’altro doveva anche esserci feeling. Il fattore simpatia è estremamente importante. Solo se si va d’accordo dal punto di vista interpersonale si può costruire un rapporto di fiducia reciproca. Noi ci conoscevamo già, ma il nostro era solo il classico rapporto cliente-fornitore. Come avete disciplinato la vostra collaborazione? • Theo Aeschlimann: non abbiamo redatto un contratto scritto perché nel nostro settore vale la stretta di mano. La suddivisione dei compiti e dei costi era comunque chiara fin dall’inizio: la Fritz Hess AG sviluppa e produce il macchinario assumendosi i costi derivanti, la Metallex AG si occupa della distribuzione pagando le spese legate a quest’attività. Per far sì che gli investimenti non sfuggissero al controllo, abbiamo stabilito un limite di spesa. Nel nostro accordo c’è di buono che dipendiamo in egual misura dal successo del progetto. In che modo? • Theo Aeschlimann: per noi è importante che la Metallex AG riesca a vendere il maggior numero di apparecchi per poter coprire i costi di investimento. E la Metallex AG deve poter contare sul fatto che il macchinario costruito sia il massimo e sia venduto. Per quali altre ragioni la vostra cooperazione è una cooperazione di successo? • Theo Aeschlimann: una collaborazione così intensa richiede un’assoluta lealtà. Abbiamo sempre esaminato tutto a tavolino, anche le cose più spiacevoli. • Peter Hunziker: e c’è sempre stato rispetto reciproco in ogni situazione. pi Cooperazioni | Maggio 2013 | 20 pi Cooperazioni | Maggio 2013 Aspetti legali: che cosa bisogna disciplinare nelle cooperazioni | 21 Aspetti legali: che cosa bisogna disciplinare nelle cooperazioni Stefan Kohler Ogni cooperazione è unica. E altrettanto particolari sono gli accordi da cui i partner di cooperazione fanno dipendere la loro collaborazione. Alcuni optano per una concezione informale, altri fondano un’impresa comune. In ogni caso è opportuno definire le regole più importanti. All’inizio di una cooperazione, nei partner prevale l’ottimismo e l’entusiasmo di raggiungere uno scopo comune, unendo le proprie forze. Con grande impegno si confrontano e discutono dell’iter per raggiungere il successo auspicato. In questa fase spesso si tralasciano le riflessioni su cosa fare in caso di sviluppo negativo o fallimento della cooperazione. Per di più proprio le cooperazioni fanno parte delle relazioni d’affari soggette a squilibri, soprattutto per la loro durata spesso a lungo termine. L’atteggiamento positivo si può tramutare velocemente in negativo se non si verifica il tanto sperato successo. Per questo, fin dall’inizio, si dovrebbe riflettere su come procedere in caso di divergenze, avvenimenti non pianificati o insuccesso e stabilire i relativi meccanismi risolutivi e le linee guida. Una cooperazione propria come «società». Dal punto di vista giuridico una collaborazione è considerata una «cooperazione propria» se i partner mettono insieme determinati mezzi (ad es. denaro) e forze (ad es. forza lavoro), per raggiungere uno scopo comune (ad es. segreteria comune, sviluppo comune). Questa si contrappone alla «cooperazione impropria», in cui certamente entrambi i partner contribuiscono con mezzi e forze, tuttavia senza stipulare un accordo sullo scopo perseguito. Il diritto svizzero, in cui le cooperazioni proprie compaiono sempre in veste di una «società», tiene conto della particolare vicinanza dei partner nella cooperazione propria. Bisogna fare una distinzione tra società semplice e impresa collettiva. La società semplice nasce senza formalità. È sufficiente un accordo verbale o anche un semplice comportamento da cui si fa derivare la volontà concorde dei partner di impegnarsi per raggiungere uno scopo comune unendo le forze e i mezzi. In caso di impresa collettiva i partner integrano le attività di cooperazione in una società appositamente costituita con una propria personalità giuridica. Nella pratica si è affermata la forma della SA o della Sagl. Accordi di cooperazione su misura Ogni cooperazione è differente. I progetti di cooperazione hanno peculiarità totalmente diverse. Vanno dalla collaborazione puramente amministrativa allo sviluppo comune di prodotti estremamente complessi; dal semplice scambio di esperienze alla gestione di un’impresa collettiva integrata. Possono comprendere diverse catene di creazione del valore, diversi settori o paesi. Si consiglia un accordo. Dal punto di vista giuridico si consiglia di definire per iscritto degli accordi su misura, che tengano conto delle particolarità della collaborazione. Tali accordi di cooperazione inducono i partner a formulare con precisione le loro aspettative, i contributi, le responsabilità nonché i loro diritti e doveri, per evitare gli equivoci e prevenire le divergenze. Per farlo non occorre però un regolamento pretenzioso. Dal momento che il diritto svizzero colma le lacu- consiglio Disciplinare in anticipo invece che litigare in un secondo momento U Di solito nella cooperazione sono necessari due contratti: un accordo di segretezza, importante sin dalla ricerca del partner in caso di progetti più ampi e innovativi, e un contratto di cooperazione e/o un accordo di cooperazione, centrale per la pianificazione e la realizzazione del progetto di cooperazione. Se nell’ambito della cooperazione si costituisce un’impresa collettiva, a questi si aggiungono anche i documenti di costituzione, come gli atti costitutivi, gli statuti e il patto tra azionisti e/o soci. Per una breve spiegazione dei termini evidenziati si rimanda al glossario in fondo alla rivista. Figura 10 Cooperazioni proprie e improprie dal punto di vista giuridico Forze, mezzi comuni e obiettivo comune? SÌ NO Cooperazione propria Contratto di cooperazione (accordo) Società semplice ai sensi del CO 530 Costituzione di una società di cooperazione SA Sagl Cooperazione impropria Mandato d isciplinato dal punto di vista giuridico ai sensi del CO 394 ss. Contratto d’appalto disciplinato dal punto di vista giuridico ai sensi del CO 363 ss. ne contenute negli accordi tra le parti, in molti casi è sufficiente che i partner si concentrino sugli elementi e le particolarità più importanti della cooperazione inserendoli in un accordo (cfr. lista di controllo a pagina 23). Gli aspetti prioritari sono i seguenti. Una cooperazione propria è quella in cui i mezzi e le forze comuni vengono impiegati per uno scopo comune. Dal punto di vista giuridico una cooperazione propria è sempre una società semplice che disciplina legalmente certi aspetti. Per mezzo di un accordo le imprese possono disciplinare i punti più importanti della loro collaborazione (cfr. lista di controllo a pag. 23). biettivo della cooperazione: i partner di cooO perazione descrivono, in un modo comprensibile per terzi, quali sono gli obiettivi della cooperazione e quali risultati vogliono raggiungere. Entità delle prestazioni: i partner di cooperazione stabiliscono quali contributi ognuno di loro deve garantire alla cooperazione, sia sotto forma di denaro, lavoro o diritti della proprietà intellettuale. Per chiarezza può essere altrettanto utile indicare espressamente che cosa non deve essere garantito dai partner come contributo. estione / potere di rappresentanza: i partner G coinvolti stabiliscono chi è responsabile della gestione della cooperazione, chi e in che misura può disporre dei valori patrimoniali forniti e conseguiti in comune e chi e per quali azioni rappresenta la cooperazione verso l’esterno. Partecipazione agli utili e alle perdite: i partner definiscono un criterio per la ripartizione degli utili e/o delle perdite. Vale la pena trovare un accordo anche riguardo a eventuali obblighi di versamenti suppletivi per coprire possibili future esigenze finanziarie aggiuntive. so dei risultati della cooperazione: i partner U pattuiscono chi deve avere quali diritti rispetto all’utilizzo dei risultati (ad es. diritti della pro- prietà intellettuale) che risultano dalla cooperazione. In particolare va stabilito a quali condizioni tali risultati possono essere sfruttati e/o utilizzati dai partner anche al di fuori della cooperazione. consiglio Particolarità in caso di «cooperazioni innovative» U esponsabilità: bisogna concordare in che miR sura può essere attribuita la responsabilità ai partner di cooperazione per le azioni che vengono effettuate nell’ambito del progetto di cooperazione. Viene stabilito ad esempio se, nell’attuazione della cooperazione, entrambi i soggetti si accollano le spese per un danno causato a un terzo da un dipendente di uno dei partner. ivieto di concorrenza e obbligo di segretezza: D i partecipanti definiscono le regole che disciplinano la possibilità di entrare in concorrenza reciproca (e/o con le imprese a loro vicine). Si consiglia di stabilire dei limiti precisi includendo una clausola di non sollecitazione nei confronti di collaboratori e clienti. Inoltre i partner di cooperazione sono tenuti a rispettare l’obbligo di segretezza che disciplina ciò che deve essere trattato in modo confidenziale nell’ambito della cooperazione. Cessazione: vanno definiti le ragioni e i termini per i quali la cooperazione può essere disdetta e interrotta da uno o entrambi i partner. Va regolata la disdetta ordinaria, ad esempio: «ogni parte ha il diritto di disdire l’accordo entro il 31 dicembre di ogni anno con un preavviso di sei mesi senza l’obbligo di indicare le ragioni»; come pure la disdetta straordinaria, ad esempio: «l’accordo cessa di esistere automaticamente nel momento Se l’obiettivo della cooperazione è la creazione o la realizzazione di servizi e prodotti innovativi, è opportuno che i partner chiariscano anticipatamente con quali diritti esistenti della proprietà intellettuale (in particolare i brevetti) contribuiscono alla cooperazione e a quali condizioni. È necessaria una chiara distinzione tra: 1. la proprietà intellettuale che i partner di cooperazione sviluppano prima dell’inizio della cooperazione o durante la cooperazione, ma a prescindere da essa, e 2. la proprietà intellettuale che si sviluppa nell’ambito della cooperazione Figura 11 Regolamentazioni particolari e generali secondo i livelli di creazione del valore Processi chiave Sviluppo Aspetti generali da definire Suddivisione dei compiti Ripartizione dei costi Competenza decisionale/ Clausola di non sollecitazione Contributi dei partner Diritti e utilizzo dei gestione del progetto Divieto di concorrenza Segretezza Durata e risoluzione ecc. (strumenti finanziari ecc.) risultati Aspetti particolari da definire Processi di supporto P rotezione dei risultati della cooperazione (proprietà intellettuale, in particolare know how) Controllo e gestione del processo di sviluppo Regolamentazione in caso di rinuncia di un partner ecc. Acquisti Volume d’acquisto eventualmente con garanzie di presa in consegna Condizioni di acquisto Diritti di restituzione in caso di merce difettosa ecc. Personale / Diritto / Informatica / Comunicazione Produzione osti di produzione C Proprietà intellettuale processi di produzione Responsabilità per la produzione senza intoppi Termini e altre condizioni di consegna Diritti di godimento sulle macchine acquistate in comune ecc. Distribuzione S uddivisione delle spese di marketing tra i partner Proprietà intellettuale sulle misure promozionali Diritti di commercializza zione ecc. A seconda che si tratti di una cooperazione nello sviluppo, nell’acquisto, nella produzione o nella distribuzione, vanno disciplinati non solo i punti generali ma anche i punti particolari. Innanzitutto si sceglie la forma giuridica; si predispongono i mezzi in termini di personale, infrastrutture (ad es. locali, strumenti informatici) e i mezzi immateriali (ad es. brevetti). pi Cooperazioni | Maggio 2013 Aspetti legali: che cosa bisogna disciplinare nelle cooperazioni in cui viene dichiarato il fallimento nei confronti di una parte». È inoltre importante disciplinare le conseguenze della cessazione, in particolare per quanto concerne la ripartizione degli utili e delle perdite, i diritti di godimento, la gestione delle relazioni d’affari in corso o l’adempimento degli obblighi verso terzi. onflitti: in caso di conflitto viene definito il foC ro competente e il diritto applicabile in virtù delle prescrizioni in vigore per i processi civili, a meno che le parti non facciano una scelta a tale proposito. Si raccomanda di scegliere il foro competente e il diritto applicabile specie in caso di relazione internazionale (vale a dire con la partecipazione di un partner straniero). In alternativa ai tribunali statali i partner possono optare per un tribunale arbitrale o una procedura di mediazione. Accordo di segretezza. Sin dalla fase di valutazione del partner di cooperazione va evitato di scambiare in modo non protetto informazioni riservate. A questo scopo è utile stipulare un accordo di segretezza, con cui i partner si impegnano a non divulgare i segreti aziendali e d’affari rivelati dall’altra parte e a non utilizzarli per altri scopi fuorché per la valutazione di una cooperazione. Forme di cooperazione propria Se le piccole imprese avviano una cooperazione propria, costituiscono automaticamente una società semplice, a meno che non costituiscano formalmente un’impresa collettiva come la SA o la Sagl. | 22 Società semplice (art. 530 ss. CO). Per la società semplice non è richiesta alcuna forma specifica, vale a dire può essere costituita senza un contratto scritto. Per la costituzione di una società semplice non è altresì necessario che i partner di cooperazione concordino espressamente delle disposizioni di legge. È sufficiente che i partner di cooperazione perseguano uno scopo comune utilizzando i mezzi e le forze comuni. Lo scopo comune può essere ad esempio lo sviluppo di un prodotto o la realizzazione di singoli progetti ai fini di ridurre i costi. Ogni singolo partner può contribuire in termini di denaro o lavoro, ma anche apportando know how o diritti. Per le piccole imprese è particolarmente interessante il fatto che con la società semplice non è necessario alcun capitale di costituzione e gli aspetti più importanti sono già disciplinati dalla legge: stessa partecipazione dei partner di cooperazione agli utili e alle perdite gestione comune, decisioni comuni riguardo alla società divieto di concorrenza diritto comune sul patrimonio sociale, incluso sui risultati della cooperazione e sulla proprietà intellettuale ampio diritto di informazione e consultazione responsabilità personale illimitata e solidale diritto di rappresentanza della società semplice nel rapporto con i terzi precisi motivi di cessazione (termine di preavviso) e regole di risoluzione (liquidazione) La società semplice può essere una buona soluzione per molti progetti di cooperazione. Tuttavia bisogna tener presente che in casi particolari, ove possibile, non tutte le regolamentazioni previste excursus Attenzione: limiti delle norme sulla concorrenza Strumento Obblighi dei partner di cooperazione Esempi Le questioni non pubbliche a cui si ha accesso nell’ambito della cooperazione non devono essere rivelate all’esterno. Tre partner producono insieme un nuovo tipo di bicicletta. Stabiliscono che i dettagli tecnici e le cifre devono rimanere segreti. Proprietà intellettuale / restrizione del godimento I diritti della proprietà intellettuale (brevetti, design, marchi, diritti d’autore) realizzati nell’ambito della cooperazione vengono protetti e utilizzati esclusivamente per gli scopi della cooperazione e/o del relativo contratto di cooperazione. Due partner sviluppano un design per una nuova linea di cover per cellulari. Stabiliscono di depositare insieme il progetto presso l’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale e di utilizzarlo esclusivamente per gli scopi della cooperazione. Difesa/ applicazione I diritti della proprietà intellettuale realizzati nell’ambito della cooperazione vengono applicati e/o difesi contro terzi sul mercato mediante un’azione comune. Se un concorrente copia il software sviluppato insieme e protetto dal diritto d’autore, i partner di cooperazione procedono legalmente e insieme contro di lui. Divieto di concorrenza Non verrà esercitata alcuna attività propria che danneggi o limiti lo scopo della cooperazione. Quando due consulenti combinano insieme le loro prestazioni, dichiarano di rinunciare reciprocamente ad avviare partenariati concorrenziali con terzi. Clausola di non sollecitazione Non si deve presentare alcuna offerta ai collaboratori né del partner né della società di cooperazione. Due partner collaborano nella vendita. Il collaboratore di uno dei partner è particolarmente capace ai fini della cooperazione. Il partner 2 rinuncia a presentare un’offerta di assunzione a questo collaboratore. per legge sono desiderate. Questo deve essere verificato. Le regolamentazioni indesiderate possono, e dovrebbero, essere modificate contrattualmente dai partner di cooperazione (possibilmente per iscritto). Lista di controllo: quali punti rientrano in un accordo di cooperazione? Ogni accordo di cooperazione è unico. La lista di controllo vi aiuterà a pensare a tutti i punti importanti nella stesura di un accordo. U Le norme sulla concor renza (Legge sui cartelli) definiscono illeciti certi accordi, tipici delle cooperazioni. Le cooperazioni che possono comportare delle limitazioni della concorrenza, come ad esempio accordi sul prezzo, la ripartizione del mercato, limitazioni nell’utilizzo dei prodotti o servizi realizzati, sono considerate problematiche e necessitano di un esame preliminare ai sensi delle norme sulla concorrenza. Impresa collettiva. Per gli obiettivi della cooperazione i partner possono fondare un’impresa collettiva, denominata anche joint venture. Essa ha lo scopo di conseguire un carattere vincolante più forte e di incrementare la capacità di agire grazie alla gestione propria e a propri collaboratori. La forma giuridica può essere quella di tutte le società con personalità giuridica propria previste dal diritto svizzero. Nella pratica per le joint venture si sono affermate la società a garanzia limitata (Sagl, CO 772 ss.) e la società anonima (SA, CO 698 ss.). Va verificato quale sia la forma giuridica ideale. Un importante criterio di scelta, specie per le piccole imprese, è l’ammontare del capitale di costituzione necessario (Sagl: 20’000 franchi; SA: 100’000 franchi, di cui almeno 50’000 franchi devono essere versati). Si dovrebbero poi considerare altri importanti punti, peculiari delle forme societarie quali gli obblighi di pubblicità e gli obblighi di fedeltà previsti per legge, le questioni sulla responsabilità o l’influenza sulle questioni gestionali. Conclusioni Per i contratti di cooperazione non è richiesta di norma alcuna forma specifica. Considerata la lunga durata e la complessità dei progetti di cooperazione si consiglia tuttavia di definire, per iscritto in un accordo di cooperazione, i punti importanti della collaborazione. Aspetti generali Nome e sede della cooperazione Obiettivo della cooperazione Inizio, durata e disdetta Luogo, data, nome e firme dei partner di cooperazione Foro competente, diritto applicabile Diritti e conflitti Chi è responsabile e in quali casi? Che cosa si fa quando un partner di cooperazione viola le regole? Quali sanzioni sono previste? Che cosa accade in caso di conflitto? Viene coinvolto un legale? Finanze A quanto ammonta l’apporto di capitale? Sono richiesti dei contributi? Come vengono ripartiti i costi? Come vengono ripartiti gli utili e le perdite? Risorse e organizzazione Quali diritti e doveri hanno i partner di cooperazione? Quali contributi ci si aspetta e per quale controprestazione? Chi si occupa eventualmente della gestione? Chi apporta quali risorse e quale know how? Figura 12 Come proteggere le vostre prestazioni di cooperazione Obbligo di segretezza pi Cooperazioni | Maggio 2013 Aspetti legali: che cosa bisogna disciplinare nelle cooperazioni Bisogna proteggere le prestazioni fornite nell’ambito di una cooperazione. A questo scopo i partner di cooperazione devono accettare adeguati obblighi. Come meccanismi di protezione si hanno a dis posizione diversi strumenti, dall’obbligo di segretezza fino alla clausola di non sollecitazione, il cui conte nuto deve essere definito caso per caso nel contratto e/o nell’accordo di cooperazione. Come è disciplinato il trattamento dei segreti d’impresa e delle licenze? Deve essere firmata una dichiarazione di riservatezza? Com’è definita la ripartizione dei compiti tra i partner di cooperazione? Che cosa succede se un partner rinuncia alla cooperazione? Quali sono le condizioni per l’accettazione di un nuovo partner di cooperazione? Che cosa accade al momento della cessazione della cooperazione? Questa lista di controllo è disponibile su www.postfinance.ch/pi. | 23 pi Cooperazioni | Maggio 2013 | 24 pi Cooperazioni | Maggio 2013 Esempio pratico Baby-Oase e Baby-Rose | 25 «Da sola non mi sarei mai potuta permettere questa pubblicità.» Baby-Oase GmbH e la cooperativa Baby-Rose gozio gli articoli più richiesti del catalogo Baby-Rose, dato che il marchio è conosciuto dalla clientela ed è sinonimo di qualità. Il logo è stampato in grande anche sulla vetrina. Heidi Bättig sta attenta a offrire anche un ampio assortimento sotto il profilo del prezzo. «Per esempio abbiamo a disposizione due camerette per bambini: una esclusiva e una economica. È chiaro che sono entrambe prodotti di qualità». La cameretta economica è un’offerta di Baby-Rose. Tali promozioni tuttavia sono possibili solo se i soci della cooperativa ordinano determinate quantità e la cooperativa può pattuire quindi prezzi più bassi. «Grazie alla cooperativa d’acquisto è stato possibile offrire prodotti di qualità a un prezzo commerciabile, garantendo un buon servizio». Azienda Baby-Oase GmbH, Adliswil, www.babyoase.ch Settore, attività Negozio per bambini, consulenza e vendita di articoli per bambini Costituzione dell’impresa 2012 Numero di collaboratori 4 incluso 1 apprendista Obiettivi della cooperazione Trarre vantaggio dalla pubblicità e dagli acquisti comuni Nel negozio specializzato Baby-Oase di Adliswil tutto ruota intorno alle esigenze dei più piccoli. I concorrenti, con cui la proprietaria Heidi Bättig deve tenere il passo, sono però i colossi. Per rimanere competitivi effettua una parte degli acquisti e della pubblicità attraverso la cooperativa d’acquisto Baby-Rose. Adeguare l’offerta. Dai ciucci, alla vasca per il bagnetto fino al seggiolino per l’auto: al Baby-Oase i genitori trovano un ampio assortimento di articoli per bambini fino ai quattro anni e giocattoli e regali per i bambini un po’ più grandi. «In virtù della domanda abbiamo inserito nella nostra offerta prodotti adatti anche ai bambini più grandi. In questo modo non di rado «accompagniamo» i genitori e i bambini «Tutti i negozi specializzati, che come noi fanno parte della cooperativa d’acquisto BabyRose, gestiscono l’attività autonomamente. E dal momento che siamo ben distribuiti sul territorio, non esiste concorrenza tra i membri». Heidi Bättig, proprietaria e amministratrice. più a lungo, dalla gravidanza fino all’età scolare del piccolo», dice Heidi Bättig, proprietaria e amministratrice del BabyOase. Ad aprile 2012 ha ristrutturato e riaperto il negozio con un nuovo nome grazie all’aiuto di tutta la sua famiglia. Per conto proprio, ma mantenendo la collaborazione con la cooperativa d’acquisto Baby-Rose. Questa è stata fonda- ta negli anni Settanta. Oggi ne fanno parte ventisei negozi per bambini in tutta la Svizzera. Ognuno è gestito autonomamente, ma effettua una parte degli acquisti attraverso la cooperativa. Da parte propria ogni negozio versa una quota annuale per i servizi della cooperativa. «Inoltre siamo noi a stabilire quanto comprare attraverso Baby-Rose». Per Heidi Bättig è un vantaggio avere in ne- Ripartire le spese di pubblicità. In aggiunta i soci della cooperativa hanno il vantaggio di poter sfruttare misure promozionali comuni, come per esempio la rivista che Baby-Oase invia ai propri clienti. «Come proprietaria di un piccolo negozio non mi sarei mai potuta permettere uno strumento di questo tipo. La rivista è molto più che un catalogo. Con le sue storie e i suggerimenti è molto utile per le giovani famiglie». Inoltre tutte le «Baby-Roselline», come Bättig chiama i soci, sono elencate nella piattaforma online di Baby-Rose. Per il negozio di Adliswil questo rappresenta un ulteriore canale di vendita: «se un cliente fa un’ordinazione online, Baby-Rose cerca il negozio più vicino che può inviargli la merce». Una forte organizzazione. Della cooperativa d’acquisto Baby-Rose Heidi Bättig apprezza non solo la disponibilità reciproca tra i membri, ma anche l’intenso scambio che c’è tra essi. «Discutere per esempio delle strategie delle singole imprese è per me molto utile». La proprietaria ritiene che sia un grande vantaggio poter contare su una forte organizzazione sia nell’acquisto e sia nella distribuzione, rimanendo comunque indipendenti e autonomi. pi Cooperazioni | Maggio 2013 | 26 pi Cooperazioni | Maggio 2013 Cultura: creare fiducia e risolvere i conflitti | 27 Cultura: creare fiducia e risolvere i conflitti Intervista a Hartmut Schulze biettivo della cooperazione. La base per farlo sono le convenzioni comuni. Imparare dalla collaborazione: una cooperazione di successo è caratterizzata dall’intenzione dei partner di imparare l’uno dall’altro e dal progetto. A questo scopo la cooperazione deve essere esaminata regolarmente ed eventualmente modificata mediante il dialogo costruttivo. La fiducia è la base di ogni cooperazione di successo. Ma come fanno i partner a creare e ricevere fiducia reciproca, specie se sorgono dei conflitti durante la cooperazione? Intervista a Hartmut Schulze, professore della facoltà di Psicologia applicata della Scuola universitaria professionale della Svizzera Nordoccidentale. Già nell’età della pietra l’uomo aveva capito l’utilità di fare le cose insieme. Hartmut Schulze mostra l’immagine di una scena di caccia: «per i cacciatori era importante che il compagno facesse la cosa giusta al momento giusto. Questa è pura cooperazione e il risultato di un intenso allenamento». La capacità di organizzare la collaborazione ha garantito la sopravvivenza all’uomo e secondo Schulze, che per motivi di lavoro e in qualità di responsabile dell’Istituto per la ricerca e lo sviluppo dei processi collaborativi si è occupato a lungo del tema, è un principio centrale dell’evoluzione. Obiettivi condivisi, convenzioni comuni. Lo psicologo del lavoro e dell’organizzazione definisce la cooperazione nel mondo del lavoro un processo in cui almeno due partner o aziende collaborano per un risultato che solo insieme possono raggiungere. Le seguenti caratteristiche sono tipiche di una cooperazione. Obiettivi condivisi: gli obiettivi delle piccole imprese coinvolte coincidono almeno in parte e la collaborazione richiede l’utilizzo comune delle risorse. Per la buona riuscita è importante che i partner siano disposti ad accettare e a riconoscere di dipendere l’uno dall’altro. Azioni coordinate: i partner di cooperazione concordano le loro attività per raggiungere l’o- Superare le distanze Noi anziché io. Una cooperazione può riuscire oggi, come al tempo dei mammut, solo grazie a un’ottima preparazione. A differenza dell’età della pietra, in cui chi cooperava era strettamente legato agli altri dalla convivenza, nelle cooperazioni odierne è necessario superare le distanze geografiche, poiché nel mondo del lavoro condiviso possono insinuarsi velocemente malintesi. «Se le piccole imprese avviano una cooperazione, possono entrare in contatto con culture aziendali totalmente diverse», afferma Schulze. Una cooperazione ha successo solo se i partner di cooperazione riescono ad avvicinarsi gli uni agli altri e a sviluppare insieme una cultura di cooperazione terza e comune (cfr. figura 13). Dipendenza reciproca. Ciò che sembra facile richiede molto impegno nell’attuazione. Gli imprenditori che cooperano entrano in un meccanismo di dipendenza reciproca, senza poter sapere con certezza come l’altro si comporterà. Prima di avviare la collaborazione, ogni partner dovrebbe capire se è pronto per una cooperazione basata sulla fiducia (cfr. suggerimenti a pagina 27). consiglio Infondere fiducia Infondere fiducia Non deludere le aspettative. Il successo di una cooperazione dipende da come vengono soddisfatte le aspettative riposte nella cooperazione. È necessario confidare reciprocamente che l’altro non imbrogli e che agisca per il bene del partenariato. Questa fiducia reciproca deve essere sviluppata. «Noi funzioniamo molto secondo il principio io-do-qualcosa-a-te e tu-dai-qualcosa-a-me. Nella scienza questo viene anche chiamato principio tit for tat», prosegue Schulze. Questo è particolarmente spiccato nelle cooperazioni, in cui delle imprese concorrenti collaborano allo stesso livello della catena di creazione del valore. «Ho seguito un progetto in cui diverse imprese lavoravano allo sviluppo di una tecnica di propulsione. I partecipanti stavano attentissimi a chi e quante conoscenze apportava e a quale partner traeva più vantaggio di quanto invece concedeva». Per creare fiducia i partner dovrebbero innanzitutto prevedere abbastanza tempo per conoscersi e sviluppare il partenariato sulla base delle esperienze maturate insieme. E in secondo luogo è opportuno stabilire adeguate condizioni quadro (cfr. figura 14). A queste appartengono l’accordo riguardo ai processi e alle strutture comuni così come la creazione di possibilità di comunicazione. U Attraverso la comunicazione come: essere disponibili e ascoltare il partner essere discreti essere leali riconoscere gli errori comportarsi in modo equilibrato e prevedibile evitare le offese Attraverso l’osservanza delle regole comuni come: rispettare gli accordi e le promesse essere corretti e leali essere affidabili e puntuali rispettare la qualità richiesta riflettere per il partner correggendo degli errori prima che il cliente li noti Per una breve spiegazione dei termini evidenziati si rimanda al glossario in fondo alla rivista. Figura 13 Sviluppo di una cultura di cooperazione comune Se le imprese collaborano insieme, devono essere disposte a sviluppare una cultura cooperativa comune. Cultura propria Cultura di cooperazione comune Aspetti culturali coincidenti Cultura aziendale del partner di cooperazione L’impresa partner dispone in parte di diversi valori, norme visioni, messaggi chiave regole organizzative, stili gestionali obiettivi commerciali incarichi, ecc. Cultura estranea consiglio Presupposti personali per la cooperazione U Creare una cultura di comunicazione. I partner di cooperazione dovrebbero creare regolarmente l’occasione per una comunicazione aperta e uno scambio vivace di informazioni. «Create sufficienti possibilità affinché i partner possano comunicare e preoccupatevi che vi sia una cultura del dialogo costruttiva». Di questa fa parte ad esempio una gestione in cui tutti i partecipanti possano dire la propria. Schulze consiglia poi di visitare regolarmente i partner nelle loro aziende per conoscersi meglio o incontrarsi in luoghi neutrali e fonti di ispirazione. «Nei progetti di cooperazione si dovrebbero evitare lunghe pause comunicative, in quanto se lo scambio è limitato, sorgono malintesi più rapidamente e soprattutto inaspettatamente». Affrontare tempestivamente i conflitti Se la fiducia deve essere mantenuta e sviluppata, è molto importante la giusta gestione dei conflitti. I conflitti infatti appartengono alla quotidianità delle reti. Insieme al suo team e sulla base di ricerche proprie, Hartmut Schulze ha sviluppato la seguente tesi: i team interculturali falliscono più facilmente se già all’inizio affrontano conflitti intensi. Allo stesso modo è sconveniente quando tali team nascondono sotto il tappeto i propri conflitti per molto tempo. Essi sviluppano un’intesa «illusoria», che crolla al primo conflitto più duro. Sembra invece promettente la strategia che affronta i conflitti in modo misurato. Comunicazione: sono in grado di sviluppare obiettivi comuni e trovare degli accordi? Fiducia: sono pronto a delegare dei compiti ai miei partner di cooperazione? Conflitti: riesco a superare i conflitti senza mettere in pericolo il progetto o irritare persistentemente i partner? Compromessi: sono in grado di scendere a compromessi e sviluppare delle soluzioni? Affidabilità: rispetto con impegno gli appuntamenti e le promesse? Impegno: sono disposto a investire tempo e impegno in incontri regolari? Figura 14 Creare condizioni quadro ottimali per un processo di cooperazione proficuo Cultura aziendale propria La cultura è caratterizzata da: valori, norme visione, principi aziendali, messaggi chiave regole organizzative, stili gestionali obiettivi commerciali comunicazione incarichi, ecc. Iniziare con piccoli progetti. Affinché le cooperazioni possano svilupparsi sulla base delle esperienze comuni, Schulze raccomanda ai piccoli imprenditori di mettere alla prova i partenariati inizialmente con progetti piccoli e ben definiti. Questo perché, anche se all’inizio tutti i segnali sono positivi, nel corso della collabora- zione tutto può cambiare e rivelarsi una scelta sbagliata. Progetti iniziali più piccoli consentono ai partner di potersi separare senza problemi o danno alcuno. L’obiettivo è lo sviluppo e l’esistenza di una cultura di cooperazione comune: stile gestionale: con pari diritti, partecipativo visione per la cooperazione sviluppata in comune regole che tengono conto del modo di lavorare di entrambi i partner cultura win-win ecc. Fonte: secondo Thomas, Alexander: Handbuch Interkulturelle Kommunikation und Kooperation. Vandenhoeck & Ruprecht, 2003. Condizioni quadro Condizioni quadro sul piano individuale Sono convinto che la cooperazione porterà qualcosa a ogni partecipante Mi privo delle risorse necessarie per la cooperazione (tempo, energia) Altro Condizioni quadro per il team Sviluppiamo una cultura aziendale comune Creiamo delle regole e le rispettiamo Altro Condizioni quadro sul piano organizzativo Ripartiamo in modo chiaro e corretto gli incarichi, le spese e gli utili Creiamo le possibilità per uno scambio regolare Altro Processo di cooperazione Processo di coordinazione Come pianifichiamo e gestiamo la cooperazione? Processo degli incarichi In che modo portiamo a termine gli incarichi di cooperazione? Processi interpersonali Come collaboriamo? Risultato finale Risultati della cooperazione relativamente a Efficacia Produttività Capacità innovativa Efficienza Prosecuzione della cooperazione Se si vuol far funzionare una cooperazione, i partner di coope razione devono creare delle condizioni quadro ottimali sul piano individuale, organizzativo e del team, realizzando nel contempo un processo di cooperazione caratterizzato da attività collegate fra loro. Fonte: secondo Mathieu et al.: Team effectiveness 1997-2007: A review of recent advancements and a glimpse into the future, Journal of Management, 2008. pi Cooperazioni | Maggio 2013 Cultura: creare fiducia e risolvere i conflitti | 28 pi Cooperazioni | Maggio 2013 | 29 Glossario Regole per affrontare i conflitti. Schulze consiglia quindi di prestare sempre attenzione ai conflitti e considerarli opportunità di apprendimento. In questo modo le piccole imprese, se in un secondo momento devono affrontare un conflitto più duro, hanno la possibilità di risolverlo ricorrendo alle esperienze comuni. Spesso i conflitti nascono da malintesi e lacune informative e successivamente si estendono. È utile affrontare i conflitti tempestivamente e nelle giuste dosi. Le seguenti regole aiutano a sfruttare i conflitti per lo sviluppo di una cooperazione di successo. dottare un cambio di prospettiva. Ogni partA ner cerca di vedere il problema dal punto di vista dell’altro. Non dare la colpa a qualcuno. Nella risoluzione del conflitto la responsabilità è secondaria. Cercare la soluzione del problema invece che il colpevole. L’obiettivo della cooperazione resta sempre centrale. Evitare di estendere la discussione ad altro. Le discussioni riguardanti l’analisi di un conflitto dovrebbero riguardare solo il problema presente. Non c’è spazio per conflitti secondari. Conclusioni La fiducia è un presupposto fondamentale per le cooperazioni di successo. I partner di cooperazione devono sviluppare delle condizioni quadro per creare e conservare la fiducia soprattutto in caso di conflitto. Affinché i conflitti e le crisi nella cooperazione possano essere superati a vantaggio di tutti i partecipanti, fin dall’inizio si dovrebbero prevedere degli incontri e degli spazi in luoghi neutrali. Qui in caso di crisi, spesso inaspettate, ci si può incontrare per individuare in modo costruttivo un nuovo orientamento per la cooperazione. Lista di controllo: come riconoscere i segnali di rottura Quando le piccole imprese collaborano vale la pena verificare regolarmente che non vi siano segnali di rottura. Infatti, è più semplice risolvere i conflitti allo stadio iniziale. 1. Segnali di rottura sul piano interpersonale Il rapporto tra i partner è freddo (ad esempio: nessun saluto amichevole quando ci si incontra)? Si parla male di uno o più partner di cooperazione (ad esempio: «non è disposto a scendere a compromessi»)? Aumentano i reclami su uno o più partner? I reclami sono condivisibili? Vi sono partner che vengono esclusi dalle discussioni? I partner hanno l’impressione che altri traggano maggiore beneficio dalla cooperazione rispetto a loro stessi? i sono partner di cooperazione che violano regolarmente le leggi stabilite e non scritte della V cooperazione (ad esempio non si presentano puntualmente alle riunioni)? Si utilizzano espressioni negative che riguardano la cooperazione (ad esempio «non ha alcun senso» o «non ho assolutamente tempo per questo»)? 2. Segnali di rottura sul piano organizzativo i sono partner che non forniscono le proprie prestazioni nella quantità e nella qualità concordata V e/o nei tempi stabiliti? Vi sono partner che si impegnano sotto la media o a malapena per il progetto di cooperazione? La ripartizione dei compiti, delle spese o dei profitti non è più così chiara come all’inizio? i sono cambiamenti sul mercato che preoccupano i partner di cooperazione (ad es. crollo della V domanda, nuove tecnologie)? Vi sono partner che comunicano il proprio impegno nella rete verso l’esterno in modo insufficiente o solo in segreto? Vi sono partner non più convinti che l’obiettivo della cooperazione possa essere raggiunto entro il termine definito? La stima nei confronti della cooperazione risulta attenuata nei partner di cooperazione? Benchmarking / benchmark: il benchmarking è una metodologia in cui i prodotti, i servizi e i processi della propria azienda vengono confrontati con quelli di altre aziende sotto il profilo qualitativo e/o quantitativo. Il benchmark è dunque un valore di riferimento per la valutazione dei prodotti, servizi o processi della propria azienda. Catena di creazione del valore: la catena dei valori e/o catena di creazione del valore (value chain) è un concetto manageriale di Michael E. Porter che descrive l’impresa come un insieme di attività che servono direttamente (processi chiave quali la produzione o la distribuzione) o indirettamente (processi di supporto come infrastruttura o gestione del personale) alla creazione del valore. Comunità di lavoro: una comunità di lavoro è un’unione di più imprese che eccezionalmente o per un determinato periodo collaborano per gestire insieme progetti più estesi. Cultura aziendale: insieme dei valori, delle norme e delle idee comuni che caratterizzano le decisioni, le azioni e il comportamento dei membri dell’organizzazione. Direzione di cooperazione: la direzione di cooperazione indica su quali livelli della catena di creazione del valore sono collocate le imprese coinvolte nella cooperazione e in particolare se esse provengono dallo stesso settore o da settori differenti. Si distingue tra direzioni di cooperazione orizzontali, verticali e diagonali. Questa lista di controllo è disponibile su www.postfinance.ch/pi. Impresa collettiva: con il termine s’intende una società affiliata comune di almeno due imprese separate dal punto di vista giuridico ed economico. Accanto al capitale le società fondatrici contribuiscono di solito con una parte di risorse essenziali quali tecnologie, diritti di protezione, know how tecnico e di marketing o impianti. Le imprese collettive vengono anche denominate joint venture. Impresa generale: un’impresa che si serve di altre ditte (subappaltatori) per portare a termine un incarico. I rapporti giuridici esistono esclusivamente tra committente e impresa generale come pure tra impresa generale e subappaltatore. Joint venture: vedi impresa collettiva. Legge sui cartelli: lo scopo della legge è quello di impedire gli effetti dannosi dal punto di vista sociale e politico-economico dei cartelli e delle altre limitazioni della concorrenza e promuovere di conseguenza la concorrenza stessa. Obblighi di fedeltà: obbligo di un partner contrattuale di avere riguardo per gli altri e comportarsi lealmente per non compromettere gli obiettivi comuni. Obblighi di pubblicità: obbligo di rivelare determinate informazioni come ad esempio i bilanci annuali. Obbligo di versamenti suppletivi: nel diritto delle società con il termine si intende l’obbligo da parte di un socio della società o della cooperativa di aumentare il capitale societario proporzionalmente alla sua partecipazione e/o di rispondere delle perdite risultanti. Si distingue tra obbligo di versamenti suppletivi limitato (fino al limite di responsabilità) e illimitato. Principio tit for tat: nella teoria del gioco per tit for tat («come tu con me, io con te») si intende la strategia di un giocatore che, in un gioco a più mosse, in un primo momento coopera e poi agisce come ha fatto l’avversario nella mossa precedente. Procedura di mediazione: la mediazione è una procedura extragiudiziale per la ricomposizione dei conflitti, in cui il mediatore assume un ruolo neutrale da moderatore. La moderazione mira a trovare un accordo sostenibile per ogni parte senza dover ricorre ad altre vie (giudiziarie) per la risoluzione delle controversie. Alla fine della procedura di mediazione le parti trovano un accordo che definisce la condotta futura e gli ulteriori interventi. Processi chiave: processi di base per mezzo dei quali avviene la creazione di valore di un’impresa. Processi di supporto: con il termine processo di supporto vengono indicati i processi aziendali che nella creazione del valore di un’impresa supportano il processo chiave, ma che non producono alcun vantaggio diretto per il cliente. Tipici processi di supporto sono per esempio le risorse umane, la contabilità, l’elaborazione dei dati o la manutenzione. Proprietà intellettuale: la proprietà intellettuale fa riferimento alle creazioni dell’intelletto come invenzioni, simboli, nomi, immagini e design che vengono utilizzati nel commercio. La proprietà intellettuale viene anche denominata diritto della proprietà immateriale. Il termine funge da termine generico per il diritto dei brevetti, il diritto d’autore e il diritto dei marchi. Rendimento di scala: il rendimento di scala (anche detto economia di scala) è un termine della teoria della produzione, con cui si indica il rapporto tra volume di produzione e fattori produttivi impiegati. Si parla di rendimento di scala positivo se il volume di produzione aumenta maggior- mente rispetto all’aumento dei fattori utilizzati. Società semplice: è la forma più semplice di una società di persone. È un contratto col quale due o più persone si riuniscono per conseguire con forze o mezzi comuni uno scopo comune (CO artt. 530-551). Tasso di spesa: il tasso di spesa (anche tasso di calcolo) viene costituito nel calcolo dei costi economico-aziendali per valutare e addebitare le prestazioni in seno all’azienda. Termine di pagamento: indica un momento futuro entro il quale un debito in denaro deve essere pagato. La concessione di un termine di pagamento è la forma classica del credito al fornitore a breve termine. Time-to-market: comprende il lasso di tempo necessario che va dall’idea approssimativa sul prodotto, allo sviluppo dello stesso, fino al lancio di un prodotto innovativo sul mercato. Tribunale arbitrale: le parti possono rimettere la decisione relativa alla loro controversia, prima o dopo l’inizio della lite, a un arbitro privato o tribunale arbitrale; le parti possono stabilire il processo e l’arbitro completamente da sé. Le parti possono sottoporsi a un tribunale arbitrale istituzionale (organizzazione dei tribunali arbitrali; ad es. Swiss Rules, ICC) o a un tribunale arbitrale ad hoc (cioè le parti stesse definiscono l’arbitro e l’organizzazione). pi Cooperazioni | Maggio 2013 | 30 pi Cooperazioni | Maggio 2013 | 31 Anteprima Concorso: quale tematica vorreste che venisse trattata nel prossimo numero di «pi»? Nel prossimo numero. Il prossimo numero di «pi – Gestione delle piccole imprese» si occuperà del tema «operare a livello internazionale». Proponete alla redazione una tematica specifica del mondo delle piccole imprese che ritenete debba comparire in uno dei prossimi numeri di «pi – Gestione delle piccole imprese» e provate a vincere una gita di gruppo del valore di 2’000 franchi. L’attività internazionale offre innumerevoli opportunità alle piccole imprese, come l’accesso a nuove e vaste aree di mercato o l’utilizzo di conoscenze di individui di altri paesi o altre culture. In questo modo si allarga anche l’orizzonte della propria attività imprenditoriale. Muovere i primi passi verso o all’estero rappresenta spesso per le piccole imprese un significativo segno di crescita. Sorgono allora domande riguardo all’importazione ed esportazione delle merci o al commercio di beni e servizi. Il piccolo imprenditore deve anche scegliere accuratamente in quale paese o in quali paesi vuole acquistare, produrre o vendere e valutare se farlo restando in Svizzera, mediante un partenariato in loco o piuttosto con uno stabilimento all’estero. Dietro alle molte opportunità offerte dallo scenario internazionale si celano anche rischi, che bisogna valutare altrettanto scrupolosamente, come sempre nel proprio campo d’attività. Essi vanno poi limitati mediante una pianificazione accurata o particolari garanzie. Nel numero di novembre 2013 vi illustreremo le diverse motivazioni, le possibilità e le sfide legate all’attività oltre confine. Manca la cartolina per l’ordinazione? Potete ordinare «pi – Gestione delle piccole imprese» anche via internet alla pagina www.postfinance.ch/pi Partecipate Comunicateci le vostre proposte e i vostri dati inviando una mail a [email protected] Tutti quelli che proporranno un tema parteciperanno al sorteggio. Il vincitore riceverà un buono del valore di 2’000 franchi della Outdoor Dreams GmbH (www.team-events.ch). Lasciate che siano loro a organizzare la giusta iniziativa per la vostra piccola impresa, il vostro team o la vostra famiglia, proprio secondo i vostri desideri grazie all’ampia offerta di eventi a tema, attività di team building, avventure all’aria aperta e gite. Condizioni di partecipazione: il termine di partecipazione è il 14 agosto 2013. È escluso il ricorso alle vie legali. Non si tiene alcuna corrispondenza in merito al concorso. I vostri dati saranno trattati con riservatezza, non saranno né inoltrati né utilizzati per altri scopi pubblicitari. Numeri pubblicati finora: le edizioni di «pi – Gestione delle piccole imprese» N. 1 novembre 2008: Gestione del personale La gestione del personale è una funzione chiave di cruciale importanza per il successo dell’azienda. Nella rivista trovate articoli relativi alla ricerca, alla valutazione e allo sviluppo del personale. N. 2 maggio 2009: Definizione dei prezzi Alla luce della crescente pressione sui prezzi i piccoli imprenditori devono riflettere sul tipo di politica dei prezzi da adottare. Il sistema tariffario va di pari passo con il posizionamento della ditta e dei relativi prodotti e servizi. N. 3 novembre 2009: Le fasi dello sviluppo Fondare l’azienda non è che l’inizio! Le imprese attraversano diverse fasi di vita: dalla creazione e crescita fino alla cessione o vendita, passando per periodi di crisi e svolte. N. 4 maggio 2010: Gestione finanziaria Questo numero prende in esame la gestione più opportuna del settore delle finanze di una piccola impresa, le insidie presenti nelle entrate e uscite di denaro e le strategie per gestire al meglio queste ultime. N. 5 novembre 2010: Pubblicità Le piccole imprese devono comunicare per essere notate sul mercato. Una pubblicità mirata permette di posizionarsi presso i propri clienti target, di distinguersi dai concorrenti e di incrementare le vendite. N. 6 maggio 2011: Autogestirsi Gestire una piccola impresa è innanzitutto compito del rispettivo capo. Gestire in modo intelligente le risorse limitate di cui si dispone, delegare compiti e adottare tecniche di lavoro efficienti sono la chiave per un’autogestione efficace. N. 7 novembre 2011: Strategia La strategia dell’impresa è una cartina stradale che indica la strada per raggiungere gli obiettivi aziendali. Elaborare una strategia aiuta a concentrarsi sull’essenziale e a identificare rischi e opportunità. N. 8 maggio 2012: Costituzione di un’impresa La rivista fornisce consigli su tematiche relative alla costituzione di un’impresa come lo sviluppo di idee commerciali e diun business plan, la pianificazione finanziaria e le sfide sul piano legale. Aiuta inoltre a identificare le proprie competenze. | Edizione n. 09 | Novembre 2012 | Pubblicato da PostFinance in collaborazione con KMU-HSG Gestione delle piccole imprese Gestione della clientela Una clientela soddisfatta conviene Pianificazione e creatività nella gestione della clientela Consigli per gestire feedback e reclami Raccogliere e utilizzare i dati sulla clientela Istituto svizzero per le piccole e medie imprese Università di San Gallo N. 9, novembre 2012: Gestione della clientela La piccola impresa ha a disposizione numerosi strumenti per gestire la clientela. Il buon esito dipende da quali misure vengono scelte e da come vengono attuate. Ordinazione gratuita di singoli numeri o abbonamento gratuito sul sito: www.postfinance.ch/pi.