Rassegna Stampa Domenica 21 febbraio Lunedì 22 febbraio 2010 TREVISO Domenica 21 febbraio, pag.1 2 edizione di VENEZIA Consorzio di bonifica a rischio commissario L'ultima chiamata è fissata per il primo marzo, data entro la quale dovrà arrivare la «fumata bianca». In caso contrario, il Consorzio di bonifica Dese Sile (oggi Acque Risorgive per la fusione con Sinistra Medio Brenta) potrebbe rischiare il commissariamento. Saltata infatti la seduta del 30 gennaio, alla quale non si sono presentati i membri eletti di Coldiretti (a cui le elezioni dello scorso dicembre hanno assegnato la maggioranza), nei giorni scorsi la Regione ha inviato una lettera di sollecito per chiedere di chiudere al più presto la partita delle nomine. Da eleggere ci sono il presidente, il suo vice e il consiglio di amministrazione composto da cinque membri. L'impasse venutasi a creare in seno ad uno dei consorzi più importanti del territorio (59 comuni, compreso Venezia, estesi fa le province di Venezia, Treviso e Padova) sta suscitando fra gli amministratori e la stessa assemblea parecchi malumori; la palla sembrerebbe in mano a Coldiretti che con 12 consiglieri eletti (7 veneziani e 5 padovani) ha la netta maggioranza, ma si trova schiacciata fra le spinte delle due province. D'altro canto anche Cia, la seconda categoria eletta con sei consiglieri, non intende stare a guardare; in gioco, infatti, c'è una sottile partita di equilibri (e poltrone) che al momento appare ancora intricata, nonostante entrambe le categorie usino il più cauto fair play: «Noi eravamo presenti il 30 e ci presenteremo anche l'1 marzo - esordisce Mario Quaresimin, responsabile provinciale Cia - Auspico che riusciremo a venire a capo di questa situazione, fondamentale per dare risposte al personale e ai cittadini. Ci auguriamo che vi sia una collegialità e una convergenza per il governo di questa struttura. Noi siamo pronti ma la cosa dipende da altri». Ovvero Coldiretti. Il suo segretario provinciale, Luca Saba, smentisce voci di guerre intestine sui nominativi che si contendono la presidenza e afferma la volontà di comporre una squadra condivisa: «Sono in corso dialoghi interni per definire gli equilibri, sui nomi stiamo ragionando a 360 gradi, e non chiudiamo le porte a nessuno ma tutti devono essere collaborativi, il farsi avanti deve essere reciproco. Nessuna divisione interna, quel che ci preme è la governabilità del territorio». Domenica 21 febbraio, pag. 25 FARMER’S MARKET Allargato il raggio chilometrico delle aziende che possono partecipare Il mercato agricolo apre a nuove imprese ODERZO - (an.fr.) Si amplia il numero delle aziende agricole che possono partecipare con i loro prodotti al «Farmer's market», che si svolge al sabato in piazzale Europa. Se fino alle scorse settimane vi potevano prendere parte aziende agricole con sede in un raggio di 30 km da Oderzo, ora questo limite è stato portato fino a 50 km. Vale a dire che si raggiunge così la costa adriatica e dunque possono essere presenti aziende ittiche con i loro prodotti e dall'altra si arriva fino alla pedemontana e dunque possono esserci i prodotti delle malghe. Rigorosamente deve sempre trattarsi di produttori e non di commercianti. «In questo periodo - ha detto il sindaco Pietro Dalla Libera durante il consiglio comunale - c'è stato un buon riscontro in questo mercato, sia per l'affluenza di persone sia anche per la presenza di venditori. Gli obiettivi del Comune sono quelli di ridurre i costi dei beni passando dal produttore al consumatore attraverso la cosiddetta filiera corta, garantendo la genuinità perchè sappiamo che sono prodotti delle aziende del posto». L'esigenza di ampliare il raggio di provenienza delle aziende era stata manifestata sia dai cittadini che dalle associazioni di categoria. Sono sempre numerosi gli opitergini che scelgono il Farmer's Market, alla ricerca di prodotti locali. Domenica 21 febbraio, pag. 8 Domenica 21 febbraio, pag. 8 Niente sciopero per gli immigrati Mattia Zanardo Alla “fiammata”, preferiscono il fuoco lento ma costante. Così, a Treviso, invece dello sciopero dei lavoratori immigrati, autoconvocato via web in tutta Europa per il prossimo primo marzo, si terrà una vertice in Prefettura. Ed allo slogan “una giornata senza di noi” si contrappone in duplice motto “tutti insieme, tutti i giorni”. A decidere per questa strategia sono state le stesse associazioni degli stranieri, insieme a Cgil, Cisl e Uil. «Perché – spiega Franco Lorenzon, segretario provinciale della Cisl -, l’integrazione non si risolve, appunto, con una fiammata fine a se stessa, ma con un percorso portato avanti nel tempo coinvolgendo tutti». I sindacati non ignorano il contributo dei quasi centomila cittadini di origine non italiana all’economia della Marca: quasi quattro miliardi all’anno di Pil provinciale, oltre trecento milioni di tasse. Neppure sfugge che gli immigrati paghino di più, in proporzione, gli effetti della crisi: 15mila tra cassintegrati e licenziati. Gli italiani nelle medesime condizioni sono più o meno gli stessi, ma su un totale molto più ampio. Però lo sciopero non convince. Soprattutto perché minaccia di dividere anziché unire: «Se una fabbrica ha solo lavoratori immigrati, va bene – nota il numero uno della Cgil, Paolino Barbiero Ma in quelle dove rappresentano solo una parte, cioè nella maggioranza delle aziende, o non se ne accorge nessuno oppure il titolare lascia a casa per un giorno anche gli altri dipendenti e il giorno dopo scattano le contrapposizioni. Il contrario della solidarietà a cui puntiamo». Per dare comunque rilevanza alla giornata i confederali e le organizzazioni dei migranti hanno invitato il Prefetto a convocare, proprio il primo marzo, il Consiglio territoriale sull’immigrazione, Una riunione ristretta alle istituzioni in grado di intervenire in concreto sulla materia: Questura, Provincia, Conferenze dei sindaci, Usl, Camera di commercio. Sul tavolo, alcuni punti precisi: ridurre i tempi per i permessi di soggiorno, delegando maggiori competenze ai Comuni; assicurare le risorse necessarie per le varie pratiche; concedere permessi per ricerca lavoro; programmare corsi di riqualificazione; garantire istruzione, diritto all’abitazione e alla salute. «Chiederemo poi alla Camera di commercio di destinare fondi specifici anche a sostegno degli stranieri anche sul fronte del lavoro - puntualizza Antonio Confortin, leader della Uil - la ripresa non si vede, anzi i mesi di maggio e giugno rischiano di essere i più duri». LIONS CLUB Extracomunitari a scuola di cittadinanza (La.Si.) Immigrati a scuola di cittadinanza. Sono iniziate ieri mattina nei locali della cooperativa Quadrifoglio di Treviso, le lezioni ideate dal Lions club per aiutare i lavoratori stranieri a districarsi tra leggi, burocrazie, sanità, sicurezza. Si tratta di un progetto avviato a Treviso e a Padova con la collaborazione di molti professionisti esperti del settore, come l'ex preside trevigiano Alfio Groppo. “Il nostro obiettivo è di aiutare gli immigrati a integrarsi nel miglior modo possibile” spiega Francesco Sartoretto, governatore del distretto Ta3. Sono 40 gli immigrati selezionati per questa iniziativa e si tratta perlopiù di mediatori culturali provenienti da Senegal, Marocco, Ghana, Mali e Burkina Faso. Ieri la lezione ha coinvolto l'area sanitaria, ma si parlerà anche di scuola, questura (con i problema legati al permesso di soggiorno), sicurezza stradale e sul lavoro. Una lezione viene riservata alla conoscenza della Costituzione italiana, su cui si fonda la nostra nazione e particolare attenzione poi sarà riservata alla “storia ed emancipazione della donna”. Al termine del progetto, che durerà cinque mesi, è prevista la pubblicazione di un utile opuscolo informativo. “Siamo felici di partecipare a questa iniziativa che fornirà a tutti noi un importante bagaglio culturale” commenta Modou Diop, presidente dell'Associazione culturale senegalesi d'Italia, convinto che in questo modo si pongano le basi per un reale protagonismo dei “nuovi cittadini italiani”. Lunedì 22 febbraio, pag. 11 Domenica 21 febbraio, pag. 17 VOLPAGO Il caso di via Schiavonesca vecchia e via Martignago mercoledì in consiglio comunale Tracciato in trincea per la Pedemontana Laura Bon Pedemontana, "spunta" il caso di via Schiavonesca vecchia e via Martignago. Il primo cittadino Roberto Toffoletto e la sua squadra hanno predisposto la delibera di consiglio comunale che mercoledì 24, in auditorium a Volpago (ore 19,30), sarà sottoposta all'approvazione del consiglio, prima di essere inviata a Venezia. La delibera chiede, innanzi tutto, anche sulla scorta delle 2000 firme raccolte dai Comitati, l'allungamento del tratto in trincea non senza evidenziare parecchie incongruenze nel tracciato. In particolare, "mentre la parte che interessa il territorio comunale è stata progettata "in rilevato", le tratte che precedono o seguono corrono "in trincea" o in galleria artificiale, senza che si comprenda il motivo per cui queste ultime soluzioni non siano state adottate nel territorio volpaghese, dove avrebbero dovuto trovare collocazione a maggior ragione, data la presenza della collina". Si ribadisce poi il fatto che l'area del Montello è un "bene naturalistico" con "rilevanza ultraterritoriale" e teatro di "manifestazioni sportive internazionali". Si avanza, però, anche un'altra questione, non meno importante e indubbiamente più "nuova": la necessità di potenziare la viabilità di adduzione. In particolare, vengono citate via Schiavonesca vecchia e via Martignago, che finiranno per essere i principali sbocchi all'uscita dalla circonvallazione di Signoressa e rischiano quindi di "soffocare". E, al riguardo, Toffoletto chiede un lavoro congiunto fra Commissario e ufficio tecnico del Comune. Lunedì 22 febbraio, pag. 5 LORIA Le osservazioni al tracciato della Pedemontana danno vita ad un’infuocata assemblea a Ramon Cittadini zittiti: scaduti i termini per protestare LORIA - Superstrada Pedemontana Veneta: mancano gli incartamenti per le osservazioni dei cittadini e si chiede la riapertura dei termini per presentarle. Bretella di Loria: perché uscire dal sedime del tracciato della Trento-Venezia? Il casello: perchè è finito a San Zenone? Polemiche e richieste sono emerse l’altra sera nel corso di un affollato incontro con la popolazione svoltosi a Ramon di Loria ed organizzato dal gruppo consiliare della Lega Nord del Comune sul delicato problema della Superstrada Pedemontana Veneta. E che fosse un problema sentito e delicato se ne sono accorti anche gli organizzatori: nel corso della serata sono stati molti i momenti di animato dibattito non solo con la popolazione ma anche tra l’attuale sindaco di Loria, Roberto Vendrasco, ed il consigliere regionale, Luca Baggio, (ex sindaco di Riese) soprattutto sul posizionamento del casello autostradale prima ad Altivole e poi a San Zenone. Uno spostamento, secondo Roberto Vendrasco, avvenuto su pressione di Riese e di Baggio in particolare. Dal canto suo Luca Baggio ha ribadito che: «Né il Comune di Riese né il sottoscritto hanno chiesto lo spostamento, semmai la soppressione». La gente ha puntato l’indice contro la mancanza di documenti in Regione per presentare le osservazioni. «Mancano le altimetrie e tanti altri documenti necessari per stilare le osservazioni. Chiediamo così, una riapertura dei termini». Ha preso precisi impegni in merito il consigliere regionale Luca Baggio. Altro punto particolarmente dibattuto è stata la proposta avanzata dalla Lega Nord di Loria circa la realizzazione della bretella di collegamento (10,50 mt di larghezza) tra il casello e Godego tagliando proprio il comune di Loria. La Lega ha proposto il ritorno al vecchio sedime della strada Trento-Venezia i cui vincoli però ad un certo punto sono stati tolti intorno al 2000. Perché sono stati tolti quei vincoli? In parte ha risposto il sindaco di Loria, Roberto Vendrasco parte in causa: «Quella deviazione serve a limitare l’impatto viario sul territorio di Loria perché ci sono due caselli proprio ai limiti del comune». G.Z. Domenica 21 febbraio, pag. 23 Lunedì 22 febbraio, pag. 20 Lunedì 22 febbraio, pag. 6 edizione di BELLUNO A Malga Merin di San Nicolò il premio slow food Tambre, conclusa la 9^ edizione del concorso dei formaggi delle Dolomiti. Malga Celado e Malga Grava a seguire Il primo premio è andato a Malga Merin (S. Nicolò in Comelico), il secondo a Malga Celado (Arsiè) e il terzo a Malga Grava (Zoldo Alto). Con questo esito si è conclusa ieri la 9. edizione del concorso dei formaggi di malga delle Dolomiti bellunesi di Slow food. A consegnare la targa di riconoscimento il presidente della Provincia di Belluno, Gianpaolo Bottacin e l’assessore all’agricoltura del Comune di Tambre, Orbedan Bona, oltre al fiduciario della condotta bellunese, Fabio Pogacini. Nella latteria di Tambre d’Alpago ieri la mattinata è iniziata con una degustazione di prodotti caseari condotta da Piero Sardo, presidente della Fondazione Slow food per la biodiversità, che ha spronato i malgari presenti a non omologarsi agli enzimi delle case farmaceutiche ma a cercare di produrre il proprio caglio e il proprio formaggio, cercando di valorizzare le tipicità delle diverse zone di montagna. «Nel complesso - sostiene Antonio Carpenedo, professione affinatore e uno dei giudici della gara - rispetto agli scorsi anni si è avuta una qualità diffusa, ma nessuno è spiccato in modo evidente». La prossima edizione del concorso si terrà a fine novembre e si proverà ad affinare i formaggi per 3 mesi, anziché 6, in modo da lasciare i prodotti più morbidi. Lunedì 22 febbraio, pag. 6 edizione di VICENZA MERCATO / BORSINO DEI PREZZI Freddo e maltempo gli ortaggi vanno alle stelle BASSANO - (g.f.b.) Al mercato ortofrutticolo chiusura settimanale con il borsino dei prezzi nettamente al rialzo. Il freddo, la pioggia e la neve di queste ultime settimane si sono fatte sentire e la raccolta non riesce a soddisfare tutte le richieste. In questo contesto impennata anche per ortaggi che, generalmente, non hanno mai subito grosse oscillazioni. Parliamo dei finocchi, delle varie insalate verdi ma anche di prodotti poveri come le coste e le catalogne. E non sfugge alle avverse condizioni metereologiche il raccolto dei cavoli broccoli bassanesi il cui prezzo è salito ulteriormente, una anomalia per questa stagionalità. Ma la settimana si chiude anche all’insegna del radicchio bianco di Bassano che raggiunge una quotazione pari ad 4,50. E così l’unica nota positiva settimanale arriva dall’impennata, verso il basso, del radicchio rosso tardivo di Treviso. Ma, in questo caso, il motivo è da ricercarsi in una minore richiesta del prodotto. Questi i prezzi alla chiusura settimanale del mercato. Tra parentesi i minimi ed i massimi. I prodotti si intendono all’ingrosso ed al chilogrammo, esclusa Iva, e di categoria 1° ed Ex. Carote ((0,48-0,65), sedano (0,60-0,80), finocchi (1,30-1,70), insalate varie (1,80-2,40), coste (0,65-0,78), catalogna (0,55-0,70), cipolle tonde bianche (0,60-0,80), cipolle tonde dorate (0,50-0,70), patate tonde (0,38-0,50), cavoli broccoli bassanesi (2,00-2,70), pomodori ramati tondi lisci (1,50-1,80), radicchio bianco di Bassano ( 4,00-4,50), radicchio rosso di Chioggia (0,80-1,20), radicchio rosso di Treviso precoce (1,20-1,70), radicchio rosso di treviso tardivo (3,00-3,60), radicchio rosso di Verona (1,50-1,90), radicchio variegato di Castelfranco (1,30-2,00), zucchine (1,50-2,00), pere abate "fetel" (1,20-1,80), mele "Fuji" (1,00-1,45), mele " Golden Delicious" (0,80-1,20). Consumi al ribasso, si va alla ricerca del prodotto stagionale: bene il cavolo broccolo bassanese BASSANO - (g.f.b.) Consumi al ribasso al mercato dell’ortofrutta. Succede da sempre nei primi mesi dell’anno. Con il consumatore bassanese sempre più alla ricerca dei prodotti stagionali, più economici. Non mancano i prodotti di importazione come confermano le statistiche elaborate dalla Fepex e che vedono i paesi del Mediterraneo come l’Algeria, l’Egitto, la Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia e Turchia incrementare la loro presenza sui nostri mercati di un tre per cento in più sul 2008. Ma cosa ricerca la massaia bassanese e quali sono le prelibatezza locali di questa stagione? In questo periodo a tener banco è il cavolo broccolo bassanese ma la quantità prodotta e poca cosa e il suo consumo, di conseguenza, risulta molto limitato. Una maggiore produzione si registra invece per quanto concerne il radicchio bianco. Ma anche qui siamo in presenza di una nicchia di mercato ben delimitata. Difficile trovarlo fuori dall’area bassanese. Lunedì 22 febbraio, pag. 8 edizione di VICENZA SANTA MARGHERITA D’ADIGE «Pronto? Sono sull’albero» Agricoltore salvato dai pompieri (F.G.) Si rompe la scala ed il coltivatore resta bloccato sull’albero, a diversi metri d’altezza. Ha avuto un lieto fine la disavventura capitata ieri mattina ad un agricoltore di Santa Margherita d’Adige, tradito dalla propria scala mentre potava i rami di un albero. È avvenuto poco dopo le 10.30 nelle campagne di Vighizzolo, dove l’anziano si era recato da solo per alcuni lavori di manutenzione al verde. Il malcapitato ha cercato in ogni modo di scendere dalla pianta, ma tutti gli sforzi sono risultati vani. Per fortuna aveva con sé un cellulare ed ha potuto chiamare i vigili del fuoco. I pompieri del distaccamento di Este lo hanno riportato a terra incolume nel giro di pochi minuti. Lunedì 22 febbraio, pag. 2 edizione di ROVIGO L’Europa modifica la caccia, l’Italia si adegua La direttiva sugli uccelli impone di fissare le date rispettando il documento che fissa i periodi protetti (f.p.) L'articolo 38 della legge Comunitaria, che adegua la legislazione italiana alle normative Ue in materia di caccia alla selvaggina migratoria, tuttora nell'iter di approvazione nei due rami del parlamento, è in armonia con gli indirizzi del legislatore europeo. A dirlo è la Federcaccia che con il vicepresidente nazionale, il polesano Lorenzo Carnacina, ha partecipato alla stesura del testo di legge. Nella norma si sottolinea come debbano essere lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano ad adoperarsi, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, nel mantenere o adeguare le popolazioni delle specie di uccelli a un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative secondo quanto contempla la guida connessa alla direttiva europea. Si parla, in particolare, di un orientamento verso un prelievo venatorio sostenibile. «La modifica dell'articolo 38 è un provvedimento che porta in Europa la caccia italiana ed è in piena sintonia con la direttiva "Uccelli" - sostiene Federcaccia - può consentire la caccia per specie e per decadi, come negli altri Paesi». La direttiva fissa i princìpi per una caccia praticata fuori dei periodi di riproduzione e di migrazione pre accoppiamento. Non fissa date di apertura o chiusura della caccia. Il documento tecnico redatto da un comitato di esperti ornitologi fissa per specie e per Stato le date, differenti fra Paese e Paese. Solo se gli atti di legge italiani violassero tale documento si rischierebbe la condanna della Corte di giustizia Europea. Ora sarà necessaria più attenzione nel fissare le stagioni di caccia perché dovranno rispettare un documento tecnico e non solo le date stabilite nel testo di legge.