DECRETO DIREZIONE GENERALE SANITA’ N. 15132 DEL 14.9.2004 Oggetto: Linee guida per la promozione e tutela dell'allattamento al seno in Regione Lombardia Il Direttore Generale VISTO il “Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei succedanei del latte materno” (OMS Ginevra maggio 1981), che promuove e protegge l’allattamento materno, assicurando nel contempo l’uso appropriato dei succedanei del latte materno, qualora siano necessari e le successive risoluzioni emanate; VISTE le Direttive Comunitarie in materia di alimenti per l’infanzia tra le quali 89/398/CEE, 91/321/CEE, 96/4/CEE, 99/50/CEE, che regolamentando i criteri di composizione ed etichettatura dei sostituti del latte materno, sostengono la necessità di tutelare l’allattamento al seno assicurando l’uso corretto dei sostituti solo in caso di effettiva necessità; VISTI: • il D.Lgs. del 27/01/1992, n° 111 “ Attuazione della Direttiva 89/398/CEE concernente i prodotti alimentai destinati ad una alimentazione particolare”; • il D.M. Sanità del 6/04/1994, n° 500 “Regolamento concernente la attuazione delle Direttive 91/321 CEE della Commissione e 92/52/CEE del Consiglio sugli alimenti per lattanti e alimenti di proseguimento, destinati all’ esportazione verso Paesi terzi” , • il D.M. Sanità del 1/06/1998, n°518 “Regolamento recante norme di attuazione della Direttiva 96/4/CEE che modifica la direttiva 91/321/CEE sugli alimenti per lattanti e alimenti di proseguimento”; RICHIAMATA la Circolare Ministero Sanità n° 16 del 24/10/2000 “ Promozione dell’ Allattamento al seno” che invita le Regioni a vigilare affinché i reparti di maternità favoriscano l’adozione e la prosecuzione dell’allattamento al seno, acquisiscano la quantità di sostituti del latte materno strettamente necessarie da commisurare sulla media dei neonati che non possono essere allattati al seno, assicurando così l’uso dei sostituti solo in caso di effettiva necessità nel rispetto di quanto previsto dal citato DM n. 500/1994; VISTO il Piano Socio Sanitario Regionale 2002 – 2004, di cui alla D.C.R. 13/03/2002, n° VII/ 462, che definisce la tutela della salute materno infantile ed i relativi interventi di promozione come uno degli obiettivi prioritari, in particolare l’ obiettivo specifico 64.AC2 che prevede l’attivazione di procedure idonee a favorire l’allattamento al seno ed il relativo monitoraggio; VISTA la Risoluzione OMS 55.25 del18 maggio2002 “Strategia globale per la Nutrizione Infantile” che sollecita l’ adozione di strategie idonee a garantire a tutte le madri un sostegno qualificato per iniziare e mantenere l’allattamento al seno in maniera esclusiva per sei mesi; VISTO D.P.R. 23.05.2003 “Approvazione del Piano Sanitario Nazionale 2003-2005” che individua tra gli obiettivi strategici per la salute del neonato la promozione di campagne informative rivolte alle gestanti e alle puerpere sulle norme comportamentali di prevenzione quali, in particolare, la promozione dell'allattamento al seno; RICHIAMATA altresì la nota DG. Sanità del 7 aprile 2004 n. H1.2004.0022621 avente per oggetto “Allattamento al seno e latte artificiale”; RICHIAMATO il Decreto del Direttore Generale Sanità n° 7635 del 10/5/2004 “Costituzione del Gruppo di lavoro per lo studio delle problematiche correlate all’allattamento al seno materno ed ai sostituti artificiali del latte materno” ATTESO che il suddetto Gruppo di Lavoro ha il compito di elaborare Linee guida e protocolli operativi, al fine di fornire indicazioni univoche relativamente all’ allattamento al seno ed all’ utilizzo dei sostituti artificiali del latte materno alle strutture del Servizio Sanitario Regionale, coerenti con quanto definito a livello internazionale (OMS) e nazionale (Ministero della Salute); ATTESO, ancora, che il suddetto Gruppo di Lavoro ha predisposto le “Linee guida per la promozione e tutela dell’ allattamento al seno in Regione Lombardia”, contenenti indicazioni tecnico scientifiche e di comportamento uniformi per le strutture del Servizio Sanitario Regionale; RITENUTO di approvare le citate Linee guida, di cui all’allegato 1 (Allegato 1), parte integrante e sostanziale del presente provvedimento; RITENUTO, altresì di attuare le azioni informative e formative e l’implementazione di un sistema di monitoraggio dei tassi di allattamento al seno alla dimissione e nei mesi successivi, così come previsto dalla citate Linee guida di cui all’ Allegato 1; CONSIDERATO necessario procedere a periodici aggiornamenti delle citate Linee guida, di cui all’ Allegato 1; RITENUTO di procedere alla pubblicazione del presente atto sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, di renderlo disponibile sul sito web della Direzione Generale Sanità; VISTO l’art. 17 della L.R. 23 luglio 1996 n. 16 e successive modificazioni ed integrazioni che individua le competenze e i poteri dei Direttori Generali; VISTA la D.G.R. n. VII/4 del 24 maggio 2000 “Avvio della VII Legislatura. Costituzione delle Direzioni Generali e nomina dei Direttori Generali” e successive modificazioni ed integrazioni; VISTA la D.G.R. n° VII/11699 del 23/12/2002 “ Disposizione a carattere organizzativo (IV provvedimento 2002) e successive modificazioni, con la quale è stato conferito l’incarico di Direttore Generale della D.G. Sanità al dr. Carlo Lucchina; Decreta 1. di approvare le “Linee Guida per la Promozione e tutela dell’ Allattamento al seno in Regione Lombardia”, di cui all’ allegato 1(Allegato 1), parte integrante e sostanziale del presente atto; 2. di attuare le azioni informative e formative e l’implementazione di un sistema di monitoraggio dei tassi di allattamento al seno alla dimissione e nei mesi successivi, così come previsto dalla citate Linee guida di cui all’ Allegato 1; 3. di procedere a periodici aggiornamenti delle citate Linee guida, di cui all’ Allegato 1; 4. di disporre la pubblicazione del presente atto sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, e renderlo disponibile sul sito web della Direzione Generale Sanità. Dr. Carlo Lucchina Linee Guida per la Promozione e Tutela dell’Allattamento al Seno in Regione Lombardia 1.Quadro normativo di riferimento L’Organizzazione Mondiale della Sanità fin dal 1981 riconosce l’ importanza dell’ allattamento materno quale determinante di salute e di benessere e la necessità di promuovere azioni normative omogenee nei diversi Paesi , finalizzate a sostenerlo. 1.1 Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei succedanei del latte materno (OMS Ginevra maggio 1981) , articolato in 11 punti, si propone lo scopo di promuovere e proteggere l’allattamento materno, assicurando nel contempo l’uso appropriato dei succedanei del latte materno, qualora siano necessari. Gli art. 1 e 2 definiscono lo scopo ed il campo di applicazione del Codice stesso, con particolare riferimento alla compravendita dei succedanei del latte materno; L’art. 4 impegna i Governi a far si che venga fornita una informazione coerente sull’ alimentazione del neonato e del lattante alle famiglie e a quanti sono impegnati nel campo della nutrizione della prima infanzia, entrando nel merito dei contenuti del materiale informativo e didattico destinato alle gestanti ed alle madri dei neonati, raccomandando un esplicito riferimento ai vantaggi dell’allattamento materno alla sua promozione ed al suo sostegno e nel contempo introduce il principio della regolamentazione delle donazioni di attrezzature e materiale informativo da parte di produttori e distributori. L’art.5 vieta la pubblicità o qualsiasi forma di promozione al pubblico dei prodotti che rientrano nel campo di applicazione del Codice stesso, con particolare riferimento alla fornitura a gestanti, madri o familiari di campioni omaggio , né di articoli atti a promuoverne l’utilizzo ( biberon, tettarelle…) L’art. 6 regolamenta donazioni e vendite a basso prezzo di preparazioni per lattanti o altri prodotti alle istituzioni ed alle organizzazioni, specificandone la destinazione esclusiva ai neonati che devono essere alimentati con sostituti del latte materno. Inoltre vieta l’utilizzo,da parte delle istituzioni sanitarie, di “risorse umane” stipendiate da industrie o distributori. L’art. 7 vieta la distribuzione agli operatori sanitari di incentivi economici da parte dei produttori e dei fornitori , finalizzati a promuovere i prodotti inclusi nel Codice ; vieta altresì la fornitura gratuita di campioni agli operatori sanitari, se non nell’ ambito di una “valutazione professionale o ricerca istituzionale”. L’art. 8 vieta l’utilizzo del personale di vendita dei prodotti inclusi nel Codice, per attività di formazione/informazione delle gestanti. Gli art. 9 e 10 dettano norme sulle etichettature e sulla qualità dei prodotti alimentari contenuti nel Codice L’art. 11 infine stabilisce adempimenti e controlli. Il Codice promuove una serie di azioni che sostengono i vantaggi e la superiorità dell’allattamento al seno rispetto a quello artificiale; detta norme su donazioni di materiali didattici ed attrezzature da parte di distributori e produttori; vieta forme dirette ed indirette di pubblicità , con particolare attenzione alla fornitura di campioni, vendite promozionali, offerte speciali per i succedanei del latte materno o attrezzature omaggio che possano promuoverne l’uso. Vieta alle istituzioni sanitarie l’utilizzo di personale stipendiato da industrie o produttori, o qualsiasi incentivo economico per la promozione dei succedanei del latte materno. Detta norme sulle etichettature degli stessi, vietando termini o immagini che possano indurre in una concorrenza sleale nei confronti dell’allattamento naturale, e sugli standard qualitativi dei prodotti (Codex Alimentarius FAO/WHO). 1 L’attualità del Codice Internazionale, a vent’anni dalla sua emanazione, anche per Paesi ad alto tenore socio-economico come l’Italia e la Regione Lombardia in particolare e le difficoltà nella sua piena applicazione sono testimoniate dal fatto che tra il 1981 ed il 2002 l’OMS ha emanato, con cadenza biennale diverse risoluzioni finalizzate a richiamare l’attenzione degli stati membri sui punti maggiormente disattesi. Per tutte si cita l’ultima emanata in ordine temporale: • Risoluzione 55.25 (2002): sottoscrive la Strategia globale per la Nutrizione Infantile e sollecita gli Stati Membri come questione urgente, ad adottare ed attuare una politica comprensiva per l’alimentazione dei neonati e dei bambini nel contesto di politiche nazionali per la nutrizione garantendo a tutte le madri un sostegno qualificato per iniziare e mantenere l’allattamento al seno in maniera esclusiva per sei mesi conformemente alle raccomandazioni dell’OMS e dell’UNICEF; 1.2 Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia (1989;Legge 176/91),art. 24: riconosce ai bambini il diritto al cibo ed all’ assistenza sanitaria estesa alle madri nell’ambito del percorso nascita anche attraverso informazione sui vantaggi dell’ allattamento materno. 1.3 Dichiarazione congiunta OMS/UNICEF “L’allattamento al seno: protezione, incoraggiamento e sostegno. L’importanza del ruolo dei servizi per la maternità” - Ginevra 1989 1.4 Dichiarazione degli Innocenti (agosto 1990) ", indica una serie di azioni volte a promuovere e sostenere l’allattamento al seno tra il sostegno del diritto all'allattamento al seno delle donne lavoratrici. 1.5 La legislazione comunitaria in materia di alimenti per l’infanzia vede la emanazione di numerose direttive, tra le quali: • Direttiva 89/398/CEE: concernente i prodotti alimentari destinati ad una alimentazione particolare • Direttiva 91/321/CEE: concernente gli alimenti per lattanti e latti di proseguimento stabilisce e per la prima volta fissa i criteri di composizione e di etichettature dei sostituti del materno e successive modifiche ed integrazioni ( 1996/4/CEE; 1999/50/CEE rispettivamente riguardo alle formule relative alle allergie alle proteine del latte, la introduzione di acidi grassi polinsaturi a catena lunga ed i limiti fissati per gli antiparassitari) Vi è un sostanziale accordo della normativa comunitaria con i principi sanciti dal Codice Internazionale: le direttive citate pongono in risalto la volontà del Legislatore di tutelare l’allattamento al seno ed assicurare l’uso corretto dei sostituti del latte materno, solo in caso di effettiva necessità. 1.6 L’ ordinamento italiano recepisce con alcuni atti i principi del Codice Oms e le successive raccomandazione, nonché le direttive comunitarie citate, inoltre esplicita con provvedimenti specifici l’impegno alla promozione ed al sostegno dell’allattamento materno, anche tramite provvedimenti integrati : • Decreto Legislativo n.111del 27.1.1992 - Attuazione della direttiva 89/398/CEE concernente i prodotti alimentari destinati a un’alimentazione particolare • Decreto Ministeriale n. 500 del 6.4.1994 - Regolamento concernente l’attuazione delle direttive 91/321 CEE della Commissione e 92/52 CEE del Consiglio sugli alimenti per lattanti e alimenti di proseguimento: regolamenta la produzione, la etichettatura, la commercializzazione e la pubblicizzazione degli alimenti per lattanti, recependo molti dei principi contenuti nel codice OMS del 1981. L’art. 4 e i relativi allegati al decreto definiscono la composizione e le quantità di riferimento per ciascun componente ammesso; l’art.6 regolamenta l’etichettatura, prescrivendo diciture relative alla superiorità dell’ allattamento al seno; l’art. 7 vieta la distribuzione di campioni omaggio, le promozioni e qualsiasi forma di pubblicità indiretta rivolta alle madri o alle famiglie; l’art. 8 dettaglia i contenuti di eventuale 2 materiale informativo abbinato ai prodotti destinato alle madri, inoltre prescrive che le forniture di alimenti per lattanti, gratuite o a basso prezzo ad i punti nascita avvenga solo su richiesta scritta del responsabile sanitario in quantitativi limitati alla effettiva necessità ed in confezioni apposite, infine disciplina la fornitura di materiale didattico formativo ai reparti di maternità. • DL 19/3/96 n. 241 - Disciplina sanzionatoria in materia di alimenti per lattanti e di proseguimento: stabilisce le sanzioni previste in contravvenzione del precedente decreto. • DPR n. 131 del 19/1/98: regolamento attuativo del DL111/92 • D.M. 1.06.1998 n. 518 . Attuazione della direttiva 96/4/CE di modifica della direttiva 91/321/CEE sugli alimenti per lattanti e sugli alimenti di proseguimento; • D.M. 24.04.2000 di adozione del Progetto Obiettivo Materno-Infantile. Attuazione di quanto disposto nel "Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1998-2000" sviluppa un Piano di azioni dirette alla tutela dei diritti del bambino; in particolare, tra gli obiettivi del percorso nascita definisce la promozione dell’ allattamento al seno, ed individua come indicatori la percentuale di allattati al seno sul totale dei nati, alla dimissione e la percentuale delle donne che allattano dopo il terzo mese • Decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 151 - Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità. Attuazione delle disposizioni della convenzione ILO c 183 sulla tutela delle lavoratrici madri, prevede agevolazioni di orario fino al compimento del primo atto di vita del bambino. • Decreto Ministero Sanità n° 371 31/5/2001 - Regolamento per la attuazione della direttiva CEE 99/50 sugli alimenti per lattanti.Introduce alcune modifiche al DM 500/94 relativamente alla composizione degli alimenti per lattanti e dei latti di proseguimento A seguito del Provvedimento della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato“Latte artificiale per neonati” n. 8087 del 2.3.2000 (pubblicato nel Bollettino – N. 9 - Anno X del 20.3.2000) che evidenzia dei meccanismi realizzati da alcune aziende produttrici di latti artificiali in occasione delle forniture ai reparti di ospedali e cliniche, ed a conferma dell’ attualità del dettato del Codice OMS e successive risoluzioni è stata emanata la • Circolare Ministero della Sanità n.16 del 24 Ottobre 2000, – Promozione e tutela dell’allattamento al seno che invita gli Assessorati a vigilare affinché I reparti di maternità favoriscano l’adozione e la prosecuzione dell’allattamento al seno; Vengano acquisite la quantità di sostituti del latte materno strettamente necessarie da commisurare sulla media dei neonati che non possono essere allattati al seno; Al momento della dimissione non vengano forniti in omaggio prodotti o materiale in grado di interferire in qualunque modo con l’allattamento al seno; Le lettere di dimissioni per i neonati non devono prevedere uno spazio predefinito per la prescrizione del sostituto del latte materno (equiparandolo ad una prescrizione obbligatoria); Eventuali donazioni di materiale e attrezzature, da parte di aziende produttrici a strutture sanitarie avvengano nel rispetto dell’art.8 del DM n.500/1994 e non siano in alcun modo legate alle prescrizioni di sostituti. • Decreto Ministero della Sanità 8/6/2001 Assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti destinati ad una alimentazione particolare: inserisce l’erogazione dei sostituti del latte materno unicamente ai nati da madri HIV positive e fino al sesto mese di vita, nei livelli 3 essenziali di assistenza sanitaria ( in Regione Lombardia a carico delle ASL e quindi gratuita sino al 6° mese, secondo quanto previsto dalla nota H.2003.0001827 del 16.1.2003). • Decreto Ministero della Salute 16/01/2002: Modalità della diffusione di materiale informativo e didattico e del controllo delle informazioni corrette sulla alimentazione dei lattanti. Definisce i requisiti generali del materiale informativo e didattico destinato alle famiglie ed agli operatori di settore, le modalità di diffusione e controllo dello stesso ed, all’art. 4 prende in considerazione i congressi e le manifestazioni, prevedendone la segnalazione preventiva al Ministero • D.P.R. 23.05.2003: Approvazione del Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 individua tra gli obiettivi strategici per la salute del neonato l'ottimizzazione del numero dei punti nascita, la promozione di campagne informative rivolte alle gestanti e alle puerpere sulle norme comportamentali di prevenzione quali, in particolare, la promozione dell'allattamento al seno; 1.7 La Regione Lombardia affronta le tematiche della promozione dell’allattamento al seno con i seguenti atti: • Legge Regionale 16/1987: La tutela della partoriente e la tutela del bambino in ospedale: definisce all’art. 6 comma 2 e succ. il diritto di scelta della donna del tipo di allattamento ed impegna le istituzioni ad adottare soluzioni organizzative ed interventi del personale tesi a favorire la promozione dell’ allattamento precoce al seno anche mediante opportuni momenti informativi • Piano Socio Sanitario Regionale 2002-2004 definisce la tutela della salute materno infantile ed i relativi interventi di promozione come uno degli obiettivi prioritari.Valorizza la necessità di un intervento integrato tra le diverse figure professionali e strutture ospedaliere e territoriali coinvolte nel cosiddetto “percorso nascita”; considera gravidanza ed il parto come “eventi fisiologici”. L’equipe ostetriche, i punti nascita, i consultori familiari ed i Pediatri di Libera Scelta vengono identificati come punti della rete da attivare a sostegno di madre e bambino. Una delle azioni chiave per assicurare un adeguato livello di assistenza al binomio madre– bambino prevede l’attivazione di idonee procedure che favoriscano il precoce inserimento nell’ambito familiare e l’allattamento al seno (punto 64.AC2), con monitoraggio dell’ indicatore previsto (% allattati al seno alla dimissione). Non solo, l’obiettivo 66: migliorare le abitudini alimentari nell’ambito della salute in età evolutiva definisce tra le azioni chiave (punto 66.P1) la verifica degli interventi di educazione individuando, tra gli indicatori a medio termine l’aumento dei tassi di allattamento al seno (inizio/prosecuzione) Recentemente inoltre la Direzione Generale Sanità ha messo in atto alcune azioni volte a fornire linee di indirizzo comuni agli attori coinvolti. Con nota DG.Sanità del 7 aprile 2004 n. H1.2004 in particolare ha richiamato i Direttori generali delle AO e delle ASL, sull’importanza e sul ruolo strategico dell’ allattamento al seno, rammentando altresì quanto già previsto e normato in tema di sostituti del latte materno, con particolare riferimento all’ art. 8 del D.M. 500/94 relativamente all’ utilizzo del latte artificiale durante i giorni di degenza, ed alla Circolare n° 16 del 24/10/2000 Ministero della Sanità relativamente alla fornitura gratuita di campioni di latti artificiali da parte delle ditte produttrici alle strutture di degenza, prevedendo altresì il criterio della rotazione di tutte le ditte produttrici. Infine l’emanazione del presente documento testimonia la volontà regionale di affrontare la questione dell’ allattamento al seno e dei latti artificiali in maniera complessiva e tenendo conto di ciascuna componente in gioco. 4 2. Epidemiologia 2.1 La realtà italiana I dati esposti sono tratti dal progetto PUER (1,2) che rappresenta la prima indagine sull’allattamento al seno globalmente rappresentativa della realtà italiana e del suo cambiamento nel corso degli ultimi anni . Sono state confrontate due coorti (rispettivamente 2191 nel 1996 e 3249 nel 2000) di coppie madribambino, randomizzate tra i nati sani in Italia e sottoposte ad intervista telefonica a 1, 3, 6, 9 e 12 mesi dalla nascita. Nelle tabelle sono esposti i tassi di inizio allattamento al seno (qualsiasi tipo ed esclusivo) rilevati dall’indagine rispettivamente nel 1996 e nel 2000. Esclusivo Qualsiasi tipo 1996 2000 ∆ P 1996 2000 ∆ P Nascita 85.3% 91.1% +5.8 <0.0001 Nascita 70% 76.8% +8.9 <0.0001 1 mese 66.5% 81.1% +14.6 <0.0001 1 mese 54.4% 56.6% +2.2 <0.0001 3 mesi 41.8% 65.7% +23.9 <0.0001 3 mesi 36.2% 47.0% +10.8 <0.0001 6 mesi 19.4% 46.8% +27.4 <0.0001 6 mesi 7.6% 12 mesi 4% 11.8% +6.8 4.7% - 2.9 <0.0001 <0.0001 La prevalenza e della durata dell’ allattamento al seno (qualsiasi tipo) su tutto il territorio nazionale vanno gradualmente aumentando: nel 2000 il 91% delle mamme allatta al seno alla nascita il suo bambino ed il 46% circa delle madri prosegue nell’ allattamento al sesto mese di vita . Analoghe considerazioni valgono per il tasso di allattamento esclusivo , tranne che per il dato raccolto al sesto mese che appare in deflessione. Le tabelle successive mostrano la progressiva diminuzione, nel quinquennio considerato, delle differenze geografiche: la situazione delle regioni del nord ovest che avevano dati di prevalenza e di durata media relativamente bassi appare in significativo miglioramento per i parametri considerati. Tassi di inizio Nord Ovest Nord est Centro Sud Italia 1995 82.6 90.8 83.5 84.9 85.3 2000 89.0 93.4 92.2 91 91.1 ∆ +6.4 +2.6 +8.7 +6.1 +5.8 P <0.005 n.s <0.0001 <0.0001 <0.0001 Durata media Nord Ovest Nord est Centro Sud Italia 1995 3.7 3.9 3.7 3.2 3.5 2000 5.4 5.4 5.0 4.6 5.2 ∆ +1.7 +1.5 +1.3 +1.4 +1.7 P <0.0001 <0.0001 <0.0001 <0.0001 <0.0001 Il confronto con gli altri Paesi Europei (Euro-Growth Study 2000) colloca l’Italia in buona posizione se si considera la prevalenza dell’ allattamento al seno ad 1 mese di vita del bambino; (81% vs.74% media europea). Inoltre è stata monitorata, nel medesimo quinquennio, la adesione a ciascuno dei 10 punti OMS per la promozione dell’allattamento al seno: mentre per alcuni punti le percentuali di adesione appaiono soddisfacenti (>60 % per il punto 3 ”informare le donne sui vantaggi dell’allattamento al seno “ e per il punto 9 “non dare tettarelle artificiali”), al contrario la compliance ad altri punti resta molto bassa, in 5 particolare per quanto riguarda la redazione di protocolli rivolti al personale dei punti nascita e la creazione di punti di sostegno all’allattamento al seno dopo la dimissione. 2.2 La realtà lombarda I dati esposti sono tratti da una indagine conoscitiva sui diversi aspetti che caratterizzano il percorso nascita effettuata nel 2002 dal Centro Nazionale di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità (3). La popolazione in studio è costituita da campioni rappresentativi di donne che hanno partorito nell’ anno precedente, intervistate mediante questionario suddiviso in aree tematiche relative a gravidanza, parto, puerperio e primo anno di vita del bambino, da personale formato. Hanno complessivamente aderito all’ indagine 60 ASL delle diverse regioni, per un totale di 7640 questionari somministrati. Per la Regione Lombardia hanno aderito 3 ASL per un totale di 481 interviste. La tabella mostra i tassi di allattamento al seno, esclusivo, predominante e misto e di allattamento artificiale alla nascita ed al rientro a casa Al seno Esclusivo Predominante Misto Artificiale Alla nascita 74.8 66.7 8.1 15.6 9.1 Rientro a casa 71.5 65.5 6.0 15.6 12.9 Sono stati poi calcolati i tassi di allattamento a tre, sei, nove e dodici mesi, con i seguenti risultati: Comunque al seno 3°mese 6°mese 9°mese 12°mese n°481 72.6% 52.0% 28.1% 15.6% Nell’ambito della stessa indagine sono state inoltre raccolte informazioni riguardo la partecipazione ai corsi di preparazione al parto: nelle ASL lombarde indagate risulta che il 55% delle intervistate ha partecipato a corsi preparatori e, nell’84,2% ha ricevuto informazioni adeguate sull’ allattamento materno. Il 71,3% ha ricevuto informazioni adeguate sull’ allattamento materno durante la degenza, tuttavia il 28,1% dichiara di aver avuto problemi con il proseguimento dell’ allattamento, al rientro al domicilio nella fase di puerperio. Pur non essendo i risultati dei lavori citati confrontabili in quanto impostati e condotti secondo diverse specifiche, appare opportuno evidenziare come i tassi di allattamento al seno al 3°, 6°, e 12° mese per quanto indagato dall’ISS nella realtà lombarda, risultino più favorevoli rispetto al dato medio nazionale. Si segnala da ultimo che il 13% circa delle madri lombarde, rientra a casa dopo il parto allattando artificialmente. 6 3. Le prove di efficacia 3.1 Premessa L’allattamento al seno rappresenta la scelta alimentare di elezione per i primi mesi di vita, sia per il legame psico - affettivo che si rinforza tra madre e bambino, che per i migliori outcome biologici dell’allattato al seno. Durante gli ultimi anni il concetto di nutrienti per l’età pediatrica si è evoluto da semplice fabbisogno per la crescita a fabbisogno per un migliore sviluppo di funzioni specifiche (immunitaria, neurocomportamentale) e per la prevenzione di condizioni predisponenti a patologia (in primo luogo l’obesità). Gli alimenti e nutrienti associati positivamente a tali funzioni si definiscono “funzionali”. Il primo alimento funzionale è il latte materno. Numerose segnalazioni hanno infatti sottolineato il migliore “outcome” dei soggetti allattati al seno rispetto a quello degli allattati artificialmente: minore predisposizione a infezioni e allergie, migliore sviluppo neurocomportamentale, minore predisposizione a sviluppare soprappeso e obesità. Anche se è difficile separare l’effetto del latte materno come alimento e insieme di nutrienti da quello dell’allattamento al seno come relazione psicoaffettiva con la madre ed il relativo ambiente e stile di vita, sono stati identificati alcuni componenti del latte materno che potrebbero avere valenza funzionale nel creare il modello di riferimento dell’allattato al seno. 3.2 Difese Immunitarie L’allattamento al seno protegge dalle infezioni: ciò si verifica nell’esperienza di tutti i giorni, in particolare nei Paesi in via di sviluppo, sia per patologie di carattere gastroenterico che di tipo respiratorio (4). In queste popolazioni la protezione si estende al secondo anno di vita. La difesa prosegue con successo quanto più a lungo perdura l’allattamento al seno; nei pazienti affetti da fibrosi cistica predisposti dalla malattia ad infezioni gravi e complicate, alla durata di allattamento al seno si associa minore durata dei cicli di antibiotico, innalzamento dell’età della prima infezione da Pseudomonas Aeruginosa e migliore funzionalità respiratoria. I fattori di difesa si concentrano nel colostro, ma, pur diminuendo, hanno quote fisse nel latte ai vari stadi di allattamento. Le molecole quantitativamente più rilevanti dal punto di vista anti-infettivo si ritrovano tra i macronutrienti (molecole glucidiche, azotate e lipidiche) che non vengono utilizzate a scopo nutrizionale ma solo funzionale. Molecole glucidiche Æ oligosaccaridi. Tra queste la lattoaderina (glicoproteina) si riscontra in concentrazioni più basse nel latte di donne i cui bambini allattati al seno sviluppavano infezione enterica da rotavirus vs. coetanei allattati al seno e non infettati (5) Molecole Azotate: identificate e ben caratterizzate, in particolare lattoferrina, lisozima, immunoglobuline di classe A, con valori elevatissimi al colostro, ma poi comunque presenti. La GLUTAMINA, che aumenta nel corso dell’allattamento (6), potrebbe costituire un elemento di difesa selezionato nella fase pre-introduzione di alimenti solidi per aumentare le difese locali. La glutamina si è dimostrata efficace in nutrizione entrale nella riduzione del rischio di sepsi nei pazienti critici (7). Molecole Lipidiche: il latte materno fornisce acido arachidonico e docosaesaenoico, che si presume possano avere una azione preventiva della NEC. Accanto a questi fattori, utilizzati dal punto di vista FUNZIONALE e non NUTRIZIONALE, vanno ricordati numerosi altri componenti, tra cui il cosiddetto “fattore bifidogeno”, che comprende gli oligosaccaridi non digeribili, cellule, molecole ad azione anti-infiammatoria ed immunomodulatori (tra cui i nucleotidi). 7 3.3 Sviluppo Neurocomportamentale Sono a disposizione studi retrospettivi, a partire dagli anni trenta, che depongono per un migliore quoziente intellettivo degli allattati al seno. Una recente analisi sistematica (8) ha dimostrato che il vantaggio “grezzo”,a controlli in età pediatriche successive, per gli allattati al seno è pari a 5 punti. Correggendo per i principali confondenti (classe sociale, grado di istruzione dei genitori, ecc.) il vantaggio scende a 3 punti. I nati di basso peso sono quelli che sembrano trarre il vantaggio maggiore anche dopo “aggiustamento”: 5 punti. Relativamente alle malattie metaboliche, soggetti affetti da fenilchetonuria ed allattati al seno fino al momento della diagnosi (20-25 giorni) mostrano a 9 anni di età un vantaggio di circa 10 punti rispetto agli allattati artificialmente (9) Una recente revisione (10) ha messo in dubbio la reale assenza di “bias” negli studi di confronto tra allattamento al seno ed artificiale, concludendo che solo due studi tra quelli revisionati erano scientificamente “corretti”, ma che non permettevano di trarre conclusioni consistenti, in quanto uno studio identificava un vantaggio per l’allattamento al seno, mentre il secondo non identificava alcuna tendenza. Tuttavia lo stesso anno è stato pubblicato (11) lo studio più ampio ed a più lungo termine disponibile sulla questione. Due coorti di soggetti danesi, indagati nell’ambito di un più ampio studio di popolazione seguita fin dalla nascita, sono stati esaminati a 18 anni (2280 maschi, al momento della visita di leva) e a 27 anni (973 soggetti, maschi e femmine). Dopo aggiustamento per 12 fattori confondenti, è stato dimostrato un chiaro effetto protettivo durata-dipendente dell’allattamento al seno: maggiore la durata dell’allattamento al seno, migliore il quoziente intellettivo. In particolare, la percentuale di soggetti con quoziente intellettivo subottimale (< 90) scende dal 30% per gli allattati meno di un mese, a meno del 5% per gli allattati al seno per più di 9 mesi. 3.4Sviluppo staturo-ponderale e prevenzione dell’obesita’ I pattern precoci di crescita degli allattati al seno si discostano da quelli degli allattati artificialmente. Dopo i primi 2 mesi di vita, in cui il tasso di incremento ponderale può essere addirittura maggiore negli allattati al seno, la velocità di crescita diminuisce progressivamente. Ciò è stato verificato anche nella popolazione italiana (12) Nel secondo anno di vita le due curve tendono a riavvicinarsi. Quindi interventi di complementazione (o addirittura sostituzione) nel corso dell’allattamento al seno possono risultare impropri, in considerazione dei numerosi “outcome” favorevoli riconosciuti agli allattati al seno. Inoltre, questo pattern di crescita potrebbe essere all’origine di una associazione negativa con lo sviluppo di obesità negli anni successivi. Gli studi a disposizione mostrano un rischio di soprappeso tra il 21% ed il 34% inferiore nei i bambini allatti al seno da piccoli; tuttavia non tutte le osservazioni riconoscono questa associazione negativa. In ogni caso, chi è stato allattato al seno avrebbe un minore rischio rispetto al “mai” allattato al seno. Depongono a favore di questo effetto protettivo durata-dipendente, le tre indagini più ampie relativamente a numerosità del campione pubblicate negli ultimi anni (13,14,15) .Tra le possibili cause si identificano i fattori metabolici (in particolare minore apporto proteico con minore increzione insulinica) e la migliore capacità di autoregolazione dell’allattato al seno vs. l’allattato artificialmente. Si sottolinea infine che secondo alcuni gruppi di epidemiologi l’effetto protettivo si perde con gli anni, e, in particolare, non sarebbe più verificabile dopo i 30-40 anni e dopo correzione per i maggiori fattori “confondenti”, quali classe sociale, indice di massa corporea materno e fumo materno in gravidanza (16) 8 3.5 Flora Intestinale Negli ultimi anni numerosi studi hanno indagato le interazioni tra il tipo di alimentazione precoce e lo viluppo della flora intestinale. In particolare, oltre alle funzioni di difesa diretta come nel caso della lattoaderina (precedentemente citata), gli oligosaccaridi non digeribili contenuti nel latte materno, pare abbiano una funzione “prebiotica”: cioè stimolerebbero nel colon la crescita e l’attività di specie batteriche ad effetto positivo sull’ospite. Grazie a ciò nella flora dell’allattato al seno prevarrebbero specie quali Lattobacilli e Bifidobatteri, mentre i Clostridi prevarrebbero nella flora dell’allatto artificiale, predisponendolo ad infezioni batteriche (Salmonella) e virali (Rotavirus). Sulla base di questa diversa costituzione della flora intestinale è stata anche ipotizzata una maggiore predisposizione alle allergie dell’allattato artificialmente, anche se ciò non è stato rilevato in tutti gli studi. Una possibile spiegazione starebbe nel fatto che, aumentando il numero di madri allergiche che allattano, vi sarebbe un bias di selezione di allergici “geneticamente determinati” tra gli allattati al seno. 9 4. Raccomandazioni relative all’allattamento al seno • • • • • • • • L’allattamento al seno rappresenta, nei primi sei mesi di vita, il metodo di alimentazione più indicato e di prima scelta. In seguito, nel corso del divezzamento, fino a tutto il secondo semestre di vita, rappresenta il complemento ideale degli alimenti solidi. Il colostro ha un particolare valore nutritivo e funzionale per il neonato grazie al suo alto contenuto di fattori antiinfettivi. Il neonato in circostanze normali non ha bisogno di acqua o altri alimenti durante l’inizio della lattazione. Deve essere scoraggiato l’utilizzo di tettarelle, ciucci, e paracapezzoli durante l’allattamento al seno per evitare interferenze con i tentativi di coordinazione della suzione da parte del neonato. La somministrazione di altri alimenti o liquidi al neonato allattato al seno prima dei sei mesi di età in genere non è necessaria. Tutti gli ospedali sono invitati ad applicare nei punti nascita i 10 punti dell’OMS per il sostegno dell’allattamento al seno che di seguito vengono elencati: 1. Definire una linea di condotta scritta per l’allattamento al seno e farla conoscere a tutto il personale sanitario 2. Fornire a tutto il personale sanitario le competenze necessarie per l’attuazione completa di questa linea di condotta 3. Informare tutte le donne in gravidanza sui vantaggi e le tecniche dell’allattamento al seno 4. Aiutare le madri ad iniziare l’allattamento al seno entro mezz’ora dal parto 5. Mostrare alle madri come allattare e mantenere la produzione di latte anche in caso di separazione dal neonato 6. Non somministrare alimenti o liquidi diversi dal latte materno, salvo su precisa prescrizione medica 7. Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre in modo che stiano insieme 24 ore su 24 durante la permanenza in ospedale 8. Incoraggiare l’allattamento tutte le volte che il neonato sollecita di essere nutrito 9. Non usare tettarelle artificiali o succhiotti durante il periodo dell’allattamento 10. Favorire la creazione di gruppi di sostegno all’allattamento al seno in m odo che le madri vi si possano rivolgere dopo la dimissione dall’ospedale Unitamente alla promozione dell’allattamento al seno occorre assicurare in ogni caso, ad ogni bambino, il tipo di alimentazione più adeguata. L’indicazione a passare dall’allattamento al seno ad aggiunta di latte formulato è un atto che va attentamente valutato, basato sulle conoscenze relative ai tassi fisiologici di incremento ponderale del bambino allattato al seno nei primi mesi di vita. Il medico può indicare, sulla base delle conoscenze in materia di nutrizione, il tipo di formula più indicato per ciascun bambino. La madre deve essere informata su tutto ciò che comporta il cambiamento di alimentazione (passando dal latte materno al latte formulato) . L’alimento più indicato nel corso del primo anno di vita per ciascun bambino è il latte materno oppure, solo in caso di sua accertata insufficienza o in presenza di controindicazioni all’allattamento materno come specificate al punto 7, ed una volta che siano state messe in atto tutte le azioni atte a sostenere l’allattamento materno, una formula adattata nei primi 4-6 mesi, e, successivamente, una formula di proseguimento. 10 5. Informazione La promozione dell’ allattamento al seno, come ogni intervento finalizzato ad indurre comportamenti o stili di vita sani, necessita di una adeguata informazione e sensibilizzazione della popolazione, attraverso la diffusione di messaggi univoci e non contraddittori a tutti i livelli ed in tempi diversi poiché è dimostrato che quanto più un intervento di promozione dell’allattamento al seno è precoce, tanto più risulta efficace. 5.1 Obiettivi o Promuovere un atteggiamento culturale favorevole all’allattamento al seno nella popolazione o Promuovere una scelta consapevole ed attiva nelle gestanti/madri/puerpere nei confronti dell’ allattamento al seno o Favorire il proseguimento dell’allattamento al seno anche dopo la dimissione ed il rientro a casa 5.2 Target o Gestanti, puerpere, madri o Popolazione generale di riferimento Le donne, dall’inizio della gravidanza al compimento del primo anno di vita del bambino, sono il target principale delle comunicazioni finalizzate alla promozione dell’allattamento al seno. Tra queste vanno considerate le donne impossibilitate all’allattamento: parte dei messaggi deve essere finalizzata a sostenerle e motivarle. Ciò premesso è necessario tener conto delle caratteristiche socio culturali della popolazione cui ci si rivolge, adattando messaggi e canali. Inoltre il target principale è strettamente coeso alla popolazione di appartenenza (primo fra tutti l’ambito famigliare) il cui atteggiamento culturale influenza le scelte della donna nei confronti dell’allattamento. Per questo è necessario sensibilizzare anche, soprattutto in fase iniziale, la popolazione generale e di riferimento. 5.3 Contesto comunicativo Il contesto comunicativo è ampio ed articolato: a partire dal target principale, si estende alla famiglia, all’ambito lavorativo, al personale sanitario ospedaliero e territoriale (ostetriche, ginecologi, pediatri, infermiere, puericultrici, pediatri di libera scelta, personale dei servizi territoriali), alle farmacie, alle associazioni. Per questo la comunicazione deve essere ad ampio raggio, tenendo conto che le donne comunicano tra loro: il modo più efficace per avvantaggiarsi di questo importante canale di comunicazione (passa parola) è sfruttare i luoghi di maggior frequentazione: consultori, ambulatori ostetrici, ambulatori vaccinali, ambulatori pediatrici, nidi, spazi famiglia etc. Ciò favorisce una modalità di comunicazione informale che può essere determinante, parallelamente alla comunicazione istituzionale, ai fini della diffusione di una vera cultura dell’ allattamento. 5.4 Messaggi Lo scopo è quello di favorire una scelta consapevole nei confronti dell’ allattamento al seno. Ciò si ottiene anche valorizzando l’importanza di una corretta educazione alimentare come strumento di prevenzione e promozione della salute, a partire dall’allattamento al seno, che, soprattutto se protratto, rappresenta la prima efficace azione utile ad assicurare un armonioso sviluppo del bambino. Il contenuto dei messaggi varia anche in funzione del target . 11 Per la popolazione generale vanno evidenziati i vantaggi in termini di nutrizione, di salute per il bambino e la madre, di legame madre-bambino, di risparmio per le famiglie e per la società. Per il target specifico oltre tutti gli aspetti precedenti vanno fornite indicazioni anche sulle modalità pratiche di conduzione dell’allattamento al seno e sui punti certi in sede locale per dubbi o chiarimenti e per il sostegno dopo il parto cui le madri possono rivolgersi in caso di problemi urgenti Vanno evidenziati i vantaggi dell’allattamento al seno ed i rischi connessi all’allattamento artificiale, ribadendo che l’indicazione delle alternative all’allattamento al seno è un atto medico personalizzato sulla base delle peculiarità di ciascuna coppia madre bambino 5.5 Strumenti ed ambiti di intervento • Sensibilizzazione della popolazione generale: a livello regionale realizzazione di poster e locandine da affiggere ed un opuscolo da distribuire nei luoghi di maggior accesso a valenza socio sanitaria (ospedali, sevizi territoriali, ambulatori pediatrici, studi ginecologici, farmacie…). Realizzazione sul portale regionale di uno spazio dedicato all’ argomento. A livello territoriale ciascuna Asl / AO, tenuto conto delle proprie peculiarità provvederà a veicolare gli strumenti informativi suddetti o eventualmente di propri già realizzati o da realizzare nello spirito descritto. Nell’ambito degli interventi di educazione alla salute per la promozione di stili di vita sani azione informativa alla popolazione scolastica. • Sensibilizzazione del target specifico 1. donne durante la gravidanza:attività informativa condotta prevalentemente nell’ ambito dei corsi di accompagnamento alla nascita. Detti corsi, realizzati a livello locale devono rispondere alle caratteristiche di cui all’ allegato 1. Poichè non tutte le gravide vi accedono è necessario promuoverne attivamente la partecipazione. 2. madri durante la degenza post partum: attività informativa condotta secondo quanto previsto dai 10 punti OMS di cui al paragrafo 4. 3. madri durante il primo mese di vita del bambino che rappresenta il momento più critico per il proseguimento allattamento al seno: attività informativa condotta nell’ambito della prima visita di controllo (di norma a 15 gg.) presso il punto nascita o presso i pediatri di libera scelta che deve comprendere obbligatoriamente una corretta promozione e sostegno pratico dell’allattamento ed una esaustiva informazione sui punti certi contattabili in sede locale per dubbi o chiarimenti e per il sostegno dopo il parto cui le madri possono rivolgersi in caso di problemi urgenti 4. madri dopo il primo mese di vita del bambino: nell’ambito della rete territoriale dei servizi che comprende: i pediatri di libera scelta, gli operatori degli ambulatori vaccinali e dei consultori pediatrici . Tali operatori, svolgendo, soprattutto i pediatri di libera scelta, un ruolo privilegiato , dovranno assicurare alle madri una costante e continua opera di informazione e sostegno al fine di assicurare la continuità dell’ allattamento al seno. 12 6. Formazione Nell’ambito del progetto di promozione dell’allattamento al seno la formazione ha l’obiettivo di fornire di tutti gli operatori sanitari, che vengono a contatto, o presso le strutture ospedaliere o nell’ambito delle attività ambulatoriali del territorio, con la donna, il bambino e la coppia, strumenti per il sostegno della pratica dell’allattamento al seno. 6.1 Obiettivo • Fornire basi comuni di conoscenza e competenze pratiche e relazionali agli operatori sanitari che hanno contatto con e potenziale influenza su donne interessate nel momento o in futuro all’allattamento al seno (pediatri, ginecologi, ostetriche, infermiere professionali, infermiere pediatriche, puericultrici, assistenti sanitarie”). • Fare in modo che anche il personale sanitario non direttamente coinvolto conosca le informazioni di base, le linee di tendenza e di comportamento sull’ argomento. 6.2 Programma: Il programma di formazione prevede: o un livello Regionale per la formazione di formatori individuati e provenienti dalle singole realtà locali o un livello locale per la formazione degli operatori finali, condotta dai formatori che hanno avuto accesso al livello regionale, attraverso la realizzazione, in collaborazione con le Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, di corsi di formazione locali accreditati per tutti gli operatori sanitari individuati o l’utilizzo di percorsi formativi sperimentati e validati Il percorso formativo regionale consentirà ai futuri formatori di o acquisire le competenze metodologiche atte a programmare e gestire le attività di formazione degli operatori sanitari nelle singole realtà o acquisire competenze base per la gestione dei progetti di cambiamento e dei processi o consolidare le conoscenze specifiche sull’allattamento al seno Inoltre verrà predisposto un “ pacchetto formativo” da utilizzare poi localmente da ASL ed AO ovviamente con le dovute integrazioni in relazione alle esigenze presenti in ciascun ambito di attività, ma con l’intento di fornire materiale che permetta di avere una formazione omogenea su tutto il territorio. In prospettiva potrà essere valutata la opportunità di ricorrere alla “formazione a distanza”. 13 7. Allattamento artificiale: consigli operativi Innanzitutto sono da considerarsi controindicazioni assolute all’allattamento al seno le seguenti situazioni: Cause Materne • Infezione da HIV • Infezione da HTLV • HSV bilaterale del capezzolo • Cancro mammario • Assunzione di farmaci controindicati Malattie del bambino • Galattosemia Ciò premesso, le indicazioni pratiche relativamente all’allattamento artificiale sono le seguenti : 1) Non vi è alcun razionale per offrire a tutti i neonati la cosiddette “aggiunte” di latte artificiale nei primi giorni di vita. 2) Il passaggio a complementazione, sostituzione, o la controindicazione nei confronti dell’ allattamento al seno è un atto medico pediatrico che deve tener conto sia delle condizioni cliniche materne che delle esigenze nutrizionali del lattante. 3) In assenza parziale o totale di latte materno, o in presenza di controindicazioni all’ allattamento al seno, le formule adattate costituiscono l’alimento alternativo più idoneo per tutto il primo anno di vita. 4) Il rischio di infezioni da Enterobacteriacee conseguente a scorretta ricostituzione dei latti è massimo nei primi due mesi di vita. Le raccomandazioni per prevenire questo raro, ma accertato rischio di infezione vanno rivolte ai produttori di formule, a li vello punti nascita, e a livello domestico e territoriale. Va ricordato infine che organismi scientifici internazionali hanno fornito indicazioni precise sui criteri generali a cui devono corrispondere i sostituti del latte materno in termini di composizione e sicurezza (ESPGHAN 2001, SCF 2003, ESPGHAN 2004). Tali indicazioni sono state recepite dalla Commissione Europea che ha recentemente aggiornato le direttive per la composizione dei sostituti del latte materno. 14 8. Indicazioni operative relative ai latti di partenza. Ai fine della tutela e promozione dell’allattamento al seno si forniscono le seguenti indicazioni operative relativamente ai latti di partenza: 1. In ciascun punto nascita devono essere acquisite le quantità di sostituti del latte materno strettamente necessarie, da commisurare sulla media dei neonati che non possono essere allattati al seno. 2. Al momento della dimissione non devono essere forniti in omaggio prodotti o materiali in grado di interferire in qualunque modo con l’allattamento al seno. 3. Nelle lettere di dimissioni per i neonati non devono essere previsti spazi predefiniti per la prescrizione di particolari latti sostitutivi , fatte salve le esigenze del bimbo che lo impongano 4. Eventuali donazioni di materiale e attrezzature, da parte di aziende produttrici a strutture sanitarie devono avvenire nel rispetto dell’art.8 del DM n.500/1994 e non devono essere in alcun modo legate alle prescrizioni di sostituti. 5. L’indicazione all’allattamento artificiale e la relativa scelta del latte alla nascita, deve essere effettuata da parte del neonatologo o pediatra sulla base di criteri clinici dettati delle linee guida di cui al punto 7. Considerazioni analoghe valgono per quanto attiene l’introduzione di latti artificiali nei mesi successivi: essa deve scaturire da una indicazione pediatrica. 6. Le forniture gratuite a favore di reparti di maternità sono ammesse solo su richiesta del responsabile sanitario dell’istituzione e a condizione che siano destinate ad uso esclusivamente interno e soltanto per il periodo di degenza; è opportuno per le forniture osservare il criterio della rotazione di tutti i prodotti, con cadenza massima trimestrale. 9. Monitoraggio Si prevede un sistema di monitoraggio dei tassi di allattamento al seno, alla nascita, al terzo ed al sesto mese, attraverso la elaborazione di sintetici questionari. Indicazioni dettagliate sulle modalità di rilevazione e sul flusso informativo verranno successivamente fornite. Verranno altresì predisposti sistemi di rilevazione al fine di conoscere presso tutte le AO le modalità di acquisizione, in condizioni di correttezza e trasparenza, al pari delle altre forniture di beni necessari , di alimenti per lattanti. 10. Conclusioni Il presente documento costituisce un atto preliminare. Il Gruppo di Lavoro provvederà a suoi periodici aggiornamenti , anche al fine di rendere attuative le azioni di informazione, formazione e monitoraggio descritte. 15 Bibliografia 1. Giovannini M, Banderali G, Radaelli G, Carmine V, Riva E, Agostoni C. Monitoring breastfeeding rates in Italy: national surveys 1995 and 1999. Acta Paediatr 2003; 92:357-363 2. Giovannini M, Riva E, Banderali G, Scaglioni S, Veehof SE, Sala M, Radaelli G, Agostoni C. Feeding practices on infants through the first year of life in Italy. Acta Paediatr 2004; 93: 492-7. 3. Grandolfo M, Donati S, Giusti A. Indagine conoscitiva sul percorso nascita 2002. Aspetti metodologici e risultati. www.epicentro.isss.it/percorso_nascita 4. WHO Collaborative Study Team on the Role of Breastfeeding on the Prevention of Infant Mortality. Effect of breastfeeding on infant and child mortality due to infectious diseases in less developed countries: a pooled analysis. Lancet 2000, 355:451-5 5. Newburg DS, Peterson JA, Ruiz-Palacios GM, et al. Role of human-milk lactadherin in protection against symptomatic rotavirus infection. Lancet 1998, 351:1160-4 6. Agostoni C, Carratu B, Boniglia C, et al. Free glutamine and glutamic acid increase in human milk through a three-month lactation period. J Pediatr Gastroenterol Nutr 2000; 31:508-12 7. Houdijk AP, Rijnsburger ER, Jansen J, et al. Randomised trial of glutamine-enriched enteral nutrition on infectious morbidity in patients with multiple trauma. Lancet 1998 ; 352 :772-6 8. Anderson JW, Johnstone BM, Remley DT. Breast-feeding and cognitive development: a meta-analysis. Am J Clin Nutr 1999; 70:525-35 9. Riva E, Agostoni C, Biasucci G, et al. Early breastfeeding is linked to higher intelligence quotient scores in dietary treated phenylketonuric children. Acta Paediatr 1996; 85:56-8 10. Jain A, Concato J, Leventhal JM. How good is the evidence linking breastfeeding and intelligence? Pediatrics 2002; 109:104453 11. Mortensen EL, Michaelsen KF, Sanders SA, et al. The association between duration of breastfeeding and adult intelligence. JAMA 2002; 287:2365-71 12. Agostoni C, Grandi F, Gianni ML, et al. Growth patterns of breast fed and formula fed infants in the first 12 months of life: an Italian study.Arch Dis Child 1999, 81:395-9 13. von Kries R, Koletzko B, Sauerwald T, et al. Breast feeding and obesity: cross sectional study. BMJ 1999; 319:147-50 14. Hediger ML, Overpeck MD, Kuczmarski RJ, et al. Association between infant breastfeeding and overweight in young children. 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Integrazione nella rete di figure professionali specifiche (mediatrici culturali) per raggiungere donne di lingua ed etnia differente ; 5. Adeguata promozione dei corsi di preparazione alla nascita alla popolazione di donne gravide di competenza della struttura ; 6. Facilitazione alla partecipazione , in modo da renderla concretamente possibile (frequenza edizioni, orari, numero partecipanti…), privilegiando modalità didattiche interattive, rivolte a piccoli gruppi, agevolando la presenza di una persona dell’ambito familiare che può influenzare la decisione materna sull’allattamento (padre del bambino, nonna, amica). 7. Omogeneità dei contenuti che devono comprendere di massima:cenni di anatomia e fisiologia della lattazione; modalità e tecniche di allattamento (come allattare); vantaggi dell’ allattamento al seno esclusivo e prolungato (perché allattare);possibili difficoltà e soluzioni; valide alternative in caso di impossibilità all’allattamento al seno ;punti rete contattabili in sede locale per dubbi o chiarimenti e per il sostegno dopo il parto. Il presente documento è stato elaborato dai componenti del Gruppo di Lavoro Regionale: AGOSTI Massimo, AGOSTONI Carlo, BANDERALI Giuseppe, BETTINELLI M.Enrica, BORDONI Savina, COLOMBO Angelo, CONTEGNI Silvana, GIOVANNINI Marcello, GIULIANI Paola, MACCHI Luigi, MOSCA Fabio, NINO M. Luisa, PAVAN Anna, PIROLA M. Elena, RIVA Enrica, RONDINI Giorgio, SPERI Leonardo, TUVERI L. Eugenio, VALSECCHI Walter, ZAPPAROLI Barbara. 17