DECRETO DIREZIONE GENERALE SANITA’ N. 15132 DEL 14.9.2004
Oggetto:
Linee guida per la promozione e tutela dell'allattamento al seno in
Regione Lombardia
Il Direttore Generale
VISTO il “Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei succedanei del latte
materno” (OMS Ginevra maggio 1981), che promuove e protegge l’allattamento materno,
assicurando nel contempo l’uso appropriato dei succedanei del latte materno, qualora
siano necessari e le successive risoluzioni emanate;
VISTE le Direttive Comunitarie in materia di alimenti per l’infanzia tra le quali
89/398/CEE, 91/321/CEE, 96/4/CEE, 99/50/CEE, che regolamentando i criteri di
composizione ed etichettatura dei sostituti del latte materno, sostengono la necessità di
tutelare l’allattamento al seno assicurando l’uso corretto dei sostituti solo in caso di
effettiva necessità;
VISTI:
• il D.Lgs. del 27/01/1992, n° 111 “ Attuazione della Direttiva 89/398/CEE
concernente i prodotti alimentai destinati ad una alimentazione particolare”;
• il D.M. Sanità del 6/04/1994, n° 500 “Regolamento concernente la attuazione delle
Direttive 91/321 CEE della Commissione e 92/52/CEE del Consiglio sugli alimenti
per lattanti e alimenti di proseguimento, destinati all’ esportazione verso Paesi
terzi” ,
• il D.M. Sanità del 1/06/1998, n°518 “Regolamento recante norme di attuazione
della Direttiva 96/4/CEE che modifica la direttiva 91/321/CEE sugli alimenti per
lattanti e alimenti di proseguimento”;
RICHIAMATA la Circolare Ministero Sanità n° 16 del 24/10/2000 “ Promozione dell’
Allattamento al seno” che invita le Regioni a vigilare affinché i reparti di maternità
favoriscano l’adozione e la prosecuzione dell’allattamento al seno, acquisiscano la
quantità di sostituti del latte materno strettamente necessarie da commisurare sulla media
dei neonati che non possono essere allattati al seno, assicurando così l’uso dei sostituti
solo in caso di effettiva necessità nel rispetto di quanto previsto dal citato DM n.
500/1994;
VISTO il Piano Socio Sanitario Regionale 2002 – 2004, di cui alla D.C.R. 13/03/2002, n°
VII/ 462, che definisce la tutela della salute materno infantile ed i relativi interventi di
promozione come uno degli obiettivi prioritari, in particolare l’ obiettivo specifico 64.AC2
che prevede l’attivazione di procedure idonee a favorire l’allattamento al seno ed il relativo
monitoraggio;
VISTA la Risoluzione OMS 55.25 del18 maggio2002 “Strategia globale per la Nutrizione
Infantile” che sollecita l’ adozione di strategie idonee a garantire a tutte le madri un
sostegno qualificato per iniziare e mantenere l’allattamento al seno in maniera esclusiva
per sei mesi;
VISTO D.P.R. 23.05.2003 “Approvazione del Piano Sanitario Nazionale 2003-2005” che
individua tra gli obiettivi strategici per la salute del neonato la promozione di campagne
informative rivolte alle gestanti e alle puerpere sulle norme comportamentali di
prevenzione quali, in particolare, la promozione dell'allattamento al seno;
RICHIAMATA altresì la nota DG. Sanità del 7 aprile 2004 n. H1.2004.0022621 avente per
oggetto “Allattamento al seno e latte artificiale”;
RICHIAMATO il
Decreto del Direttore Generale Sanità n° 7635 del 10/5/2004
“Costituzione del Gruppo di lavoro per lo studio delle problematiche correlate
all’allattamento al seno materno ed ai sostituti artificiali del latte materno”
ATTESO che il suddetto Gruppo di Lavoro ha il compito di elaborare Linee guida e
protocolli operativi, al fine di fornire indicazioni univoche relativamente all’ allattamento al
seno ed all’ utilizzo dei sostituti artificiali del latte materno alle strutture del Servizio
Sanitario Regionale, coerenti con quanto definito a livello internazionale (OMS) e
nazionale (Ministero della Salute);
ATTESO, ancora, che il suddetto Gruppo di Lavoro ha predisposto le “Linee guida per la
promozione e tutela dell’ allattamento al seno in Regione Lombardia”, contenenti
indicazioni tecnico scientifiche e di comportamento uniformi per le strutture del Servizio
Sanitario Regionale;
RITENUTO di approvare le citate Linee guida, di cui all’allegato 1 (Allegato 1), parte
integrante e sostanziale del presente provvedimento;
RITENUTO, altresì di attuare le azioni informative e formative e l’implementazione di un
sistema di monitoraggio dei tassi di allattamento al seno alla dimissione e nei mesi
successivi, così come previsto dalla citate Linee guida di cui all’ Allegato 1;
CONSIDERATO necessario procedere a periodici aggiornamenti delle citate Linee guida,
di cui all’ Allegato 1;
RITENUTO di procedere alla pubblicazione del presente atto sul Bollettino Ufficiale della
Regione Lombardia, di renderlo disponibile sul sito web della Direzione Generale Sanità;
VISTO l’art. 17 della L.R. 23 luglio 1996 n. 16 e successive modificazioni ed integrazioni
che individua le competenze e i poteri dei Direttori Generali;
VISTA la D.G.R. n. VII/4 del 24 maggio 2000 “Avvio della VII Legislatura. Costituzione
delle Direzioni Generali e nomina dei Direttori Generali” e successive modificazioni ed
integrazioni;
VISTA la D.G.R. n° VII/11699 del 23/12/2002 “ Disposizione a carattere organizzativo (IV
provvedimento 2002) e successive modificazioni, con la quale è stato conferito l’incarico
di Direttore Generale della D.G. Sanità al dr. Carlo Lucchina;
Decreta
1. di approvare le “Linee Guida per la Promozione e tutela dell’ Allattamento al seno
in Regione Lombardia”, di cui all’ allegato 1(Allegato 1), parte integrante e
sostanziale del presente atto;
2. di attuare le azioni informative e formative e l’implementazione di un sistema di
monitoraggio dei tassi di allattamento al seno alla dimissione e nei mesi successivi,
così come previsto dalla citate Linee guida di cui all’ Allegato 1;
3. di procedere a periodici aggiornamenti delle citate Linee guida, di cui all’ Allegato
1;
4. di disporre la pubblicazione del presente atto sul Bollettino Ufficiale della Regione
Lombardia, e renderlo disponibile sul sito web della Direzione Generale Sanità.
Dr. Carlo Lucchina
Linee Guida per la Promozione e Tutela dell’Allattamento al Seno
in Regione Lombardia
1.Quadro normativo di riferimento
L’Organizzazione Mondiale della Sanità fin dal 1981 riconosce l’ importanza dell’ allattamento
materno quale determinante di salute e di benessere e la necessità di promuovere azioni normative
omogenee nei diversi Paesi , finalizzate a sostenerlo.
1.1 Codice Internazionale sulla Commercializzazione dei succedanei del latte materno (OMS
Ginevra maggio 1981) , articolato in 11 punti, si propone lo scopo di promuovere e proteggere
l’allattamento materno, assicurando nel contempo l’uso appropriato dei succedanei del latte materno,
qualora siano necessari.
Gli art. 1 e 2 definiscono lo scopo ed il campo di applicazione del Codice stesso, con particolare
riferimento alla compravendita dei succedanei del latte materno;
L’art. 4 impegna i Governi a far si che venga fornita una informazione coerente sull’ alimentazione del
neonato e del lattante alle famiglie e a quanti sono impegnati nel campo della nutrizione della prima
infanzia, entrando nel merito dei contenuti del materiale informativo e didattico destinato alle gestanti
ed alle madri dei neonati, raccomandando un esplicito riferimento ai vantaggi dell’allattamento materno
alla sua promozione ed al suo sostegno e nel contempo introduce il principio della regolamentazione
delle donazioni di attrezzature e materiale informativo da parte di produttori e distributori.
L’art.5 vieta la pubblicità o qualsiasi forma di promozione al pubblico dei prodotti che rientrano nel
campo di applicazione del Codice stesso, con particolare riferimento alla fornitura a gestanti, madri o
familiari di campioni omaggio , né di articoli atti a promuoverne l’utilizzo ( biberon, tettarelle…)
L’art. 6 regolamenta donazioni e vendite a basso prezzo di preparazioni per lattanti o altri prodotti alle
istituzioni ed alle organizzazioni, specificandone la destinazione esclusiva ai neonati che devono essere
alimentati con sostituti del latte materno. Inoltre vieta l’utilizzo,da parte delle istituzioni sanitarie, di
“risorse umane” stipendiate da industrie o distributori.
L’art. 7 vieta la distribuzione agli operatori sanitari di incentivi economici da parte dei produttori e dei
fornitori , finalizzati a promuovere i prodotti inclusi nel Codice ; vieta altresì la fornitura gratuita di
campioni agli operatori sanitari, se non nell’ ambito di una “valutazione professionale o ricerca
istituzionale”.
L’art. 8 vieta l’utilizzo del personale di vendita dei prodotti inclusi nel Codice, per attività di
formazione/informazione delle gestanti.
Gli art. 9 e 10 dettano norme sulle etichettature e sulla qualità dei prodotti alimentari contenuti nel
Codice
L’art. 11 infine stabilisce adempimenti e controlli.
Il Codice promuove una serie di azioni che sostengono i vantaggi e la superiorità dell’allattamento al
seno rispetto a quello artificiale; detta norme su donazioni di materiali didattici ed attrezzature da parte
di distributori e produttori; vieta forme dirette ed indirette di pubblicità , con particolare attenzione alla
fornitura di campioni, vendite promozionali, offerte speciali per i succedanei del latte materno o
attrezzature omaggio che possano promuoverne l’uso. Vieta alle istituzioni sanitarie l’utilizzo di
personale stipendiato da industrie o produttori, o qualsiasi incentivo economico per la promozione dei
succedanei del latte materno. Detta norme sulle etichettature degli stessi, vietando termini o immagini
che possano indurre in una concorrenza sleale nei confronti dell’allattamento naturale, e sugli standard
qualitativi dei prodotti (Codex Alimentarius FAO/WHO).
1
L’attualità del Codice Internazionale, a vent’anni dalla sua emanazione, anche per Paesi ad alto
tenore socio-economico come l’Italia e la Regione Lombardia in particolare e le difficoltà nella sua
piena applicazione sono testimoniate dal fatto che tra il 1981 ed il 2002 l’OMS ha emanato, con
cadenza biennale diverse risoluzioni finalizzate a richiamare l’attenzione degli stati membri sui punti
maggiormente disattesi. Per tutte si cita l’ultima emanata in ordine temporale:
•
Risoluzione 55.25 (2002): sottoscrive la Strategia globale per la Nutrizione Infantile e
sollecita gli Stati Membri come questione urgente, ad adottare ed attuare una politica comprensiva
per l’alimentazione dei neonati e dei bambini nel contesto di politiche nazionali per la nutrizione
garantendo a tutte le madri un sostegno qualificato per iniziare e mantenere l’allattamento al seno
in maniera esclusiva per sei mesi conformemente alle raccomandazioni dell’OMS e dell’UNICEF;
1.2 Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia (1989;Legge 176/91),art. 24: riconosce ai
bambini il diritto al cibo ed all’ assistenza sanitaria estesa alle madri nell’ambito del percorso nascita
anche attraverso informazione sui vantaggi dell’ allattamento materno.
1.3 Dichiarazione congiunta OMS/UNICEF “L’allattamento al seno: protezione, incoraggiamento e
sostegno. L’importanza del ruolo dei servizi per la maternità” - Ginevra 1989
1.4 Dichiarazione degli Innocenti (agosto 1990) ", indica una serie di azioni volte a promuovere e
sostenere l’allattamento al seno tra il sostegno del diritto all'allattamento al seno delle donne lavoratrici.
1.5 La legislazione comunitaria in materia di alimenti per l’infanzia vede la emanazione di numerose
direttive, tra le quali:
• Direttiva 89/398/CEE: concernente i prodotti alimentari destinati ad una alimentazione
particolare
• Direttiva 91/321/CEE: concernente gli alimenti per lattanti e latti di proseguimento stabilisce e
per la prima volta fissa i criteri di composizione e di etichettature dei sostituti del materno e
successive modifiche ed integrazioni ( 1996/4/CEE; 1999/50/CEE rispettivamente riguardo alle
formule relative alle allergie alle proteine del latte, la introduzione di acidi grassi polinsaturi a
catena lunga ed i limiti fissati per gli antiparassitari)
Vi è un sostanziale accordo della normativa comunitaria con i principi sanciti dal Codice
Internazionale: le direttive citate pongono in risalto la volontà del Legislatore di tutelare l’allattamento
al seno ed assicurare l’uso corretto dei sostituti del latte materno, solo in caso di effettiva necessità.
1.6 L’ ordinamento italiano recepisce con alcuni atti i principi del Codice Oms e le successive
raccomandazione, nonché le direttive comunitarie citate, inoltre esplicita con provvedimenti specifici
l’impegno alla promozione ed al sostegno dell’allattamento materno, anche tramite provvedimenti
integrati :
• Decreto Legislativo n.111del 27.1.1992 - Attuazione della direttiva 89/398/CEE
concernente i prodotti alimentari destinati a un’alimentazione particolare
•
Decreto Ministeriale n. 500 del 6.4.1994 - Regolamento concernente l’attuazione delle
direttive 91/321 CEE della Commissione e 92/52 CEE del Consiglio sugli alimenti per
lattanti e alimenti di proseguimento: regolamenta la produzione, la etichettatura, la
commercializzazione e la pubblicizzazione degli alimenti per lattanti, recependo molti dei
principi contenuti nel codice OMS del 1981. L’art. 4 e i relativi allegati al decreto definiscono
la composizione e le quantità di riferimento per ciascun componente ammesso; l’art.6
regolamenta l’etichettatura, prescrivendo diciture relative alla superiorità dell’ allattamento al
seno; l’art. 7 vieta la distribuzione di campioni omaggio, le promozioni e qualsiasi forma di
pubblicità indiretta rivolta alle madri o alle famiglie; l’art. 8 dettaglia i contenuti di eventuale
2
materiale informativo abbinato ai prodotti destinato alle madri, inoltre prescrive che le forniture
di alimenti per lattanti, gratuite o a basso prezzo ad i punti nascita avvenga solo su richiesta
scritta del responsabile sanitario in quantitativi limitati alla effettiva necessità ed in confezioni
apposite, infine disciplina la fornitura di materiale didattico formativo ai reparti di maternità.
•
DL 19/3/96 n. 241 - Disciplina sanzionatoria in materia di alimenti per lattanti e di
proseguimento: stabilisce le sanzioni previste in contravvenzione del precedente decreto.
•
DPR n. 131 del 19/1/98: regolamento attuativo del DL111/92
•
D.M. 1.06.1998 n. 518 . Attuazione della direttiva 96/4/CE di modifica della direttiva
91/321/CEE sugli alimenti per lattanti e sugli alimenti di proseguimento;
•
D.M. 24.04.2000 di adozione del Progetto Obiettivo Materno-Infantile. Attuazione di quanto
disposto nel "Piano Sanitario Nazionale per il triennio 1998-2000" sviluppa un Piano di azioni
dirette alla tutela dei diritti del bambino; in particolare, tra gli obiettivi del percorso nascita
definisce la promozione dell’ allattamento al seno, ed individua come indicatori la percentuale
di allattati al seno sul totale dei nati, alla dimissione e la percentuale delle donne che allattano
dopo il terzo mese
• Decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 151 - Testo unico delle disposizioni legislative in
materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità. Attuazione delle disposizioni
della convenzione ILO c 183 sulla tutela delle lavoratrici madri, prevede agevolazioni di orario
fino al compimento del primo atto di vita del bambino.
•
Decreto Ministero Sanità n° 371 31/5/2001 - Regolamento per la attuazione della direttiva
CEE 99/50 sugli alimenti per lattanti.Introduce alcune modifiche al DM 500/94 relativamente
alla composizione degli alimenti per lattanti e dei latti di proseguimento
A seguito del Provvedimento della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato“Latte artificiale
per neonati” n. 8087 del 2.3.2000 (pubblicato nel Bollettino – N. 9 - Anno X del 20.3.2000) che
evidenzia dei meccanismi realizzati da alcune aziende produttrici di latti artificiali in occasione delle
forniture ai reparti di ospedali e cliniche, ed a conferma dell’ attualità del dettato del Codice OMS e
successive risoluzioni è stata emanata la
• Circolare Ministero della Sanità n.16 del 24 Ottobre 2000, – Promozione e tutela
dell’allattamento al seno che invita gli Assessorati a vigilare affinché
‰ I reparti di maternità favoriscano l’adozione e la prosecuzione dell’allattamento al seno;
‰ Vengano acquisite la quantità di sostituti del latte materno strettamente necessarie da
commisurare sulla media dei neonati che non possono essere allattati al seno;
‰ Al momento della dimissione non vengano forniti in omaggio prodotti o materiale in grado di
interferire in qualunque modo con l’allattamento al seno;
‰ Le lettere di dimissioni per i neonati non devono prevedere uno spazio predefinito per la
prescrizione del sostituto del latte materno (equiparandolo ad una prescrizione obbligatoria);
‰ Eventuali donazioni di materiale e attrezzature, da parte di aziende produttrici a strutture
sanitarie avvengano nel rispetto dell’art.8 del DM n.500/1994 e non siano in alcun modo legate
alle prescrizioni di sostituti.
•
Decreto Ministero della Sanità 8/6/2001 Assistenza sanitaria integrativa relativa ai prodotti
destinati ad una alimentazione particolare: inserisce l’erogazione dei sostituti del latte
materno unicamente ai nati da madri HIV positive e fino al sesto mese di vita, nei livelli
3
essenziali di assistenza sanitaria ( in Regione Lombardia a carico delle ASL e quindi gratuita
sino al 6° mese, secondo quanto previsto dalla nota H.2003.0001827 del 16.1.2003).
•
Decreto Ministero della Salute 16/01/2002: Modalità della diffusione di materiale
informativo e didattico e del controllo delle informazioni corrette sulla alimentazione dei
lattanti. Definisce i requisiti generali del materiale informativo e didattico destinato alle
famiglie ed agli operatori di settore, le modalità di diffusione e controllo dello stesso ed, all’art.
4 prende in considerazione i congressi e le manifestazioni, prevedendone la segnalazione
preventiva al Ministero
•
D.P.R. 23.05.2003: Approvazione del Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 individua tra gli
obiettivi strategici per la salute del neonato l'ottimizzazione del numero dei punti nascita, la
promozione di campagne informative rivolte alle gestanti e alle puerpere sulle norme
comportamentali di prevenzione quali, in particolare, la promozione dell'allattamento al seno;
1.7 La Regione Lombardia affronta le tematiche della promozione dell’allattamento al seno con i
seguenti atti:
• Legge Regionale 16/1987: La tutela della partoriente e la tutela del bambino in ospedale:
definisce all’art. 6 comma 2 e succ. il diritto di scelta della donna del tipo di allattamento ed
impegna le istituzioni ad adottare soluzioni organizzative ed interventi del personale tesi a
favorire la promozione dell’ allattamento precoce al seno anche mediante opportuni momenti
informativi
• Piano Socio Sanitario Regionale 2002-2004 definisce la tutela della salute materno infantile ed
i relativi interventi di promozione come uno degli obiettivi prioritari.Valorizza la necessità di
un intervento integrato tra le diverse figure professionali e strutture ospedaliere e territoriali
coinvolte nel cosiddetto “percorso nascita”; considera gravidanza ed il parto come “eventi
fisiologici”. L’equipe ostetriche, i punti nascita, i consultori familiari ed i Pediatri di Libera
Scelta vengono identificati come punti della rete da attivare a sostegno di madre e bambino.
Una delle azioni chiave per assicurare un adeguato livello di assistenza al binomio madre–
bambino prevede l’attivazione di idonee procedure che favoriscano il precoce inserimento
nell’ambito familiare e l’allattamento al seno (punto 64.AC2), con monitoraggio dell’
indicatore previsto (% allattati al seno alla dimissione). Non solo, l’obiettivo 66: migliorare le
abitudini alimentari nell’ambito della salute in età evolutiva definisce tra le azioni chiave (punto
66.P1) la verifica degli interventi di educazione individuando, tra gli indicatori a medio termine
l’aumento dei tassi di allattamento al seno (inizio/prosecuzione)
Recentemente inoltre la Direzione Generale Sanità ha messo in atto alcune azioni volte a fornire linee
di indirizzo comuni agli attori coinvolti.
Con nota DG.Sanità del 7 aprile 2004 n. H1.2004 in particolare ha richiamato i Direttori generali
delle AO e delle ASL, sull’importanza e sul ruolo strategico dell’ allattamento al seno, rammentando
altresì quanto già previsto e normato in tema di sostituti del latte materno, con particolare riferimento
all’ art. 8 del D.M. 500/94 relativamente all’ utilizzo del latte artificiale durante i giorni di degenza, ed
alla Circolare n° 16 del 24/10/2000 Ministero della Sanità relativamente alla fornitura gratuita di
campioni di latti artificiali da parte delle ditte produttrici alle strutture di degenza, prevedendo altresì il
criterio della rotazione di tutte le ditte produttrici.
Infine l’emanazione del presente documento testimonia la volontà regionale di affrontare la questione
dell’ allattamento al seno e dei latti artificiali in maniera complessiva e tenendo conto di ciascuna
componente in gioco.
4
2. Epidemiologia
2.1 La realtà italiana
I dati esposti sono tratti dal progetto PUER (1,2) che rappresenta la prima indagine sull’allattamento al
seno globalmente rappresentativa della realtà italiana e del suo cambiamento nel corso degli ultimi anni
.
Sono state confrontate due coorti (rispettivamente 2191 nel 1996 e 3249 nel 2000) di coppie madribambino, randomizzate tra i nati sani in Italia e sottoposte ad intervista telefonica a 1, 3, 6, 9 e 12 mesi
dalla nascita.
Nelle tabelle sono esposti i tassi di inizio allattamento al seno (qualsiasi tipo ed esclusivo) rilevati
dall’indagine rispettivamente nel 1996 e nel 2000.
Esclusivo
Qualsiasi tipo
1996
2000
∆
P
1996
2000
∆
P
Nascita
85.3% 91.1% +5.8
<0.0001
Nascita
70%
76.8% +8.9
<0.0001
1 mese
66.5% 81.1% +14.6 <0.0001
1 mese
54.4% 56.6% +2.2
<0.0001
3 mesi
41.8% 65.7% +23.9 <0.0001
3 mesi
36.2% 47.0% +10.8 <0.0001
6 mesi
19.4% 46.8% +27.4 <0.0001
6 mesi
7.6%
12 mesi
4%
11.8% +6.8
4.7%
- 2.9
<0.0001
<0.0001
La prevalenza e della durata dell’ allattamento al seno (qualsiasi tipo) su tutto il territorio nazionale
vanno gradualmente aumentando: nel 2000 il 91% delle mamme allatta al seno alla nascita il suo
bambino ed il 46% circa delle madri prosegue nell’ allattamento al sesto mese di vita . Analoghe
considerazioni valgono per il tasso di allattamento esclusivo , tranne che per il dato raccolto al sesto
mese che appare in deflessione.
Le tabelle successive mostrano la progressiva diminuzione, nel quinquennio considerato, delle
differenze geografiche: la situazione delle regioni del nord ovest che avevano dati di prevalenza e di
durata media relativamente bassi appare in significativo miglioramento per i parametri considerati.
Tassi di inizio
Nord Ovest
Nord est
Centro
Sud
Italia
1995
82.6
90.8
83.5
84.9
85.3
2000
89.0
93.4
92.2
91
91.1
∆
+6.4
+2.6
+8.7
+6.1
+5.8
P
<0.005
n.s
<0.0001
<0.0001
<0.0001
Durata media
Nord Ovest
Nord est
Centro
Sud
Italia
1995
3.7
3.9
3.7
3.2
3.5
2000
5.4
5.4
5.0
4.6
5.2
∆
+1.7
+1.5
+1.3
+1.4
+1.7
P
<0.0001
<0.0001
<0.0001
<0.0001
<0.0001
Il confronto con gli altri Paesi Europei (Euro-Growth Study 2000) colloca l’Italia in buona posizione se
si considera la prevalenza dell’ allattamento al seno ad 1 mese di vita del bambino; (81% vs.74% media
europea).
Inoltre è stata monitorata, nel medesimo quinquennio, la adesione a ciascuno dei 10 punti OMS per la
promozione dell’allattamento al seno: mentre per alcuni punti le percentuali di adesione appaiono
soddisfacenti (>60 % per il punto 3 ”informare le donne sui vantaggi dell’allattamento al seno “ e per il
punto 9 “non dare tettarelle artificiali”), al contrario la compliance ad altri punti resta molto bassa, in
5
particolare per quanto riguarda la redazione di protocolli rivolti al personale dei punti nascita e la
creazione di punti di sostegno all’allattamento al seno dopo la dimissione.
2.2 La realtà lombarda
I dati esposti sono tratti da una indagine conoscitiva sui diversi aspetti che caratterizzano il percorso
nascita effettuata nel 2002 dal Centro Nazionale di Epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità (3).
La popolazione in studio è costituita da campioni rappresentativi di donne che hanno partorito nell’
anno precedente, intervistate mediante questionario suddiviso in aree tematiche relative a gravidanza,
parto, puerperio e primo anno di vita del bambino, da personale formato.
Hanno complessivamente aderito all’ indagine 60 ASL delle diverse regioni, per un totale di 7640
questionari somministrati.
Per la Regione Lombardia hanno aderito 3 ASL per un totale di 481 interviste.
La tabella mostra i tassi di allattamento al seno, esclusivo, predominante e misto e di allattamento
artificiale alla nascita ed al rientro a casa
Al seno Esclusivo Predominante Misto Artificiale
Alla nascita
74.8
66.7
8.1
15.6 9.1
Rientro a casa 71.5
65.5
6.0
15.6 12.9
Sono stati poi calcolati i tassi di allattamento a tre, sei, nove e dodici mesi, con i seguenti risultati:
Comunque al seno 3°mese 6°mese 9°mese 12°mese
n°481
72.6% 52.0% 28.1% 15.6%
Nell’ambito della stessa indagine sono state inoltre raccolte informazioni riguardo la partecipazione ai
corsi di preparazione al parto: nelle ASL lombarde indagate risulta che il 55% delle intervistate ha
partecipato a corsi preparatori e, nell’84,2% ha ricevuto informazioni adeguate sull’ allattamento
materno. Il 71,3% ha ricevuto informazioni adeguate sull’ allattamento materno durante la degenza,
tuttavia il 28,1% dichiara di aver avuto problemi con il proseguimento dell’ allattamento, al rientro al
domicilio nella fase di puerperio.
Pur non essendo i risultati dei lavori citati confrontabili in quanto impostati e condotti secondo diverse
specifiche, appare opportuno evidenziare come i tassi di allattamento al seno al 3°, 6°, e 12° mese per
quanto indagato dall’ISS nella realtà lombarda, risultino più favorevoli rispetto al dato medio nazionale.
Si segnala da ultimo che il 13% circa delle madri lombarde, rientra a casa dopo il parto allattando
artificialmente.
6
3. Le prove di efficacia
3.1 Premessa
L’allattamento al seno rappresenta la scelta alimentare di elezione per i primi mesi di vita, sia per il
legame psico - affettivo che si rinforza tra madre e bambino, che per i migliori outcome biologici
dell’allattato al seno.
Durante gli ultimi anni il concetto di nutrienti per l’età pediatrica si è evoluto da semplice fabbisogno
per la crescita a fabbisogno per un migliore sviluppo di funzioni specifiche (immunitaria,
neurocomportamentale) e per la prevenzione di condizioni predisponenti a patologia (in primo luogo
l’obesità).
Gli alimenti e nutrienti associati positivamente a tali funzioni si definiscono “funzionali”.
Il primo alimento funzionale è il latte materno.
Numerose segnalazioni hanno infatti sottolineato il migliore “outcome” dei soggetti allattati al seno
rispetto a quello degli allattati artificialmente: minore predisposizione a infezioni e allergie, migliore
sviluppo neurocomportamentale, minore predisposizione a sviluppare soprappeso e obesità. Anche se è
difficile separare l’effetto del latte materno come alimento e insieme di nutrienti da quello
dell’allattamento al seno come relazione psicoaffettiva con la madre ed il relativo ambiente e stile di
vita, sono stati identificati alcuni componenti del latte materno che potrebbero avere valenza funzionale
nel creare il modello di riferimento dell’allattato al seno.
3.2 Difese Immunitarie
L’allattamento al seno protegge dalle infezioni: ciò si verifica nell’esperienza di tutti i giorni, in
particolare nei Paesi in via di sviluppo, sia per patologie di carattere gastroenterico che di tipo
respiratorio (4). In queste popolazioni la protezione si estende al secondo anno di vita. La difesa
prosegue con successo quanto più a lungo perdura l’allattamento al seno; nei pazienti affetti da fibrosi
cistica predisposti dalla malattia ad infezioni gravi e complicate, alla durata di allattamento al seno si
associa minore durata dei cicli di antibiotico, innalzamento dell’età della prima infezione da
Pseudomonas Aeruginosa e migliore funzionalità respiratoria.
I fattori di difesa si concentrano nel colostro, ma, pur diminuendo, hanno quote fisse nel latte ai vari
stadi di allattamento. Le molecole quantitativamente più rilevanti dal punto di vista anti-infettivo si
ritrovano tra i macronutrienti (molecole glucidiche, azotate e lipidiche) che non vengono utilizzate a
scopo nutrizionale ma solo funzionale.
Molecole glucidiche Æ oligosaccaridi. Tra queste la lattoaderina (glicoproteina) si riscontra in
concentrazioni più basse nel latte di donne i cui bambini allattati al seno sviluppavano infezione
enterica da rotavirus vs. coetanei allattati al seno e non infettati (5)
Molecole Azotate: identificate e ben caratterizzate, in particolare lattoferrina, lisozima,
immunoglobuline di classe A, con valori elevatissimi al colostro, ma poi comunque presenti. La
GLUTAMINA, che aumenta nel corso dell’allattamento (6), potrebbe costituire un elemento di difesa
selezionato nella fase pre-introduzione di alimenti solidi per aumentare le difese locali. La glutamina si
è dimostrata efficace in nutrizione entrale nella riduzione del rischio di sepsi nei pazienti critici (7).
Molecole Lipidiche: il latte materno fornisce acido arachidonico e docosaesaenoico, che si presume
possano avere una azione preventiva della NEC.
Accanto a questi fattori, utilizzati dal punto di vista FUNZIONALE e non NUTRIZIONALE, vanno
ricordati numerosi altri componenti, tra cui il cosiddetto “fattore bifidogeno”, che comprende gli
oligosaccaridi non digeribili, cellule, molecole ad azione anti-infiammatoria ed immunomodulatori (tra
cui i nucleotidi).
7
3.3 Sviluppo Neurocomportamentale
Sono a disposizione studi retrospettivi, a partire dagli anni trenta, che depongono per un migliore
quoziente intellettivo degli allattati al seno.
Una recente analisi sistematica (8) ha dimostrato che il vantaggio “grezzo”,a controlli in età pediatriche
successive, per gli allattati al seno è pari a 5 punti. Correggendo per i principali confondenti (classe
sociale, grado di istruzione dei genitori, ecc.) il vantaggio scende a 3 punti. I nati di basso peso sono
quelli che sembrano trarre il vantaggio maggiore anche dopo “aggiustamento”: 5 punti. Relativamente
alle malattie metaboliche, soggetti affetti da fenilchetonuria ed allattati al seno fino al momento della
diagnosi (20-25 giorni) mostrano a 9 anni di età un vantaggio di circa 10 punti rispetto agli allattati
artificialmente (9)
Una recente revisione (10) ha messo in dubbio la reale assenza di “bias” negli studi di confronto tra
allattamento al seno ed artificiale, concludendo che solo due studi tra quelli revisionati erano
scientificamente “corretti”, ma che non permettevano di trarre conclusioni consistenti, in quanto uno
studio identificava un vantaggio per l’allattamento al seno, mentre il secondo non identificava alcuna
tendenza.
Tuttavia lo stesso anno è stato pubblicato (11) lo studio più ampio ed a più lungo termine disponibile
sulla questione. Due coorti di soggetti danesi, indagati nell’ambito di un più ampio studio di
popolazione seguita fin dalla nascita, sono stati esaminati a 18 anni (2280 maschi, al momento della
visita di leva) e a 27 anni (973 soggetti, maschi e femmine). Dopo aggiustamento per 12 fattori
confondenti, è stato dimostrato un chiaro effetto protettivo durata-dipendente dell’allattamento al seno:
maggiore la durata dell’allattamento al seno, migliore il quoziente intellettivo. In particolare, la
percentuale di soggetti con quoziente intellettivo subottimale (< 90) scende dal 30% per gli allattati
meno di un mese, a meno del 5% per gli allattati al seno per più di 9 mesi.
3.4Sviluppo staturo-ponderale e prevenzione dell’obesita’
I pattern precoci di crescita degli allattati al seno si discostano da quelli degli allattati artificialmente.
Dopo i primi 2 mesi di vita, in cui il tasso di incremento ponderale può essere addirittura maggiore negli
allattati al seno, la velocità di crescita diminuisce progressivamente. Ciò è stato verificato anche nella
popolazione italiana (12) Nel secondo anno di vita le due curve tendono a riavvicinarsi.
Quindi interventi di complementazione (o addirittura sostituzione) nel corso dell’allattamento al seno
possono risultare impropri, in considerazione dei numerosi “outcome” favorevoli riconosciuti agli
allattati al seno. Inoltre, questo pattern di crescita potrebbe essere all’origine di una associazione
negativa con lo sviluppo di obesità negli anni successivi. Gli studi a disposizione mostrano un rischio di
soprappeso tra il 21% ed il 34% inferiore nei i bambini allatti al seno da piccoli; tuttavia non tutte le
osservazioni riconoscono questa associazione negativa. In ogni caso, chi è stato allattato al seno avrebbe
un minore rischio rispetto al “mai” allattato al seno. Depongono a favore di questo effetto protettivo
durata-dipendente, le tre indagini più ampie relativamente a numerosità del campione pubblicate negli
ultimi anni (13,14,15) .Tra le possibili cause si identificano i fattori metabolici (in particolare minore
apporto proteico con minore increzione insulinica) e la migliore capacità di autoregolazione
dell’allattato al seno vs. l’allattato artificialmente.
Si sottolinea infine che secondo alcuni gruppi di epidemiologi l’effetto protettivo si perde con gli anni,
e, in particolare, non sarebbe più verificabile dopo i 30-40 anni e dopo correzione per i maggiori fattori
“confondenti”, quali classe sociale, indice di massa corporea materno e fumo materno in gravidanza (16)
8
3.5 Flora Intestinale
Negli ultimi anni numerosi studi hanno indagato le interazioni tra il tipo di alimentazione precoce e lo
viluppo della flora intestinale. In particolare, oltre alle funzioni di difesa diretta come nel caso della
lattoaderina (precedentemente citata), gli oligosaccaridi non digeribili contenuti nel latte materno, pare
abbiano una funzione “prebiotica”: cioè stimolerebbero nel colon la crescita e l’attività di specie
batteriche ad effetto positivo sull’ospite. Grazie a ciò nella flora dell’allattato al seno prevarrebbero
specie quali Lattobacilli e Bifidobatteri, mentre i Clostridi prevarrebbero nella flora dell’allatto
artificiale, predisponendolo ad infezioni batteriche (Salmonella) e virali (Rotavirus). Sulla base di
questa diversa costituzione della flora intestinale è stata anche ipotizzata una maggiore predisposizione
alle allergie dell’allattato artificialmente, anche se ciò non è stato rilevato in tutti gli studi. Una
possibile spiegazione starebbe nel fatto che, aumentando il numero di madri allergiche che allattano, vi
sarebbe un bias di selezione di allergici “geneticamente determinati” tra gli allattati al seno.
9
4. Raccomandazioni relative all’allattamento al seno
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•
•
•
•
•
L’allattamento al seno rappresenta, nei primi sei mesi di vita, il metodo di alimentazione più
indicato e di prima scelta. In seguito, nel corso del divezzamento, fino a tutto il secondo
semestre di vita, rappresenta il complemento ideale degli alimenti solidi.
Il colostro ha un particolare valore nutritivo e funzionale per il neonato grazie al suo alto
contenuto di fattori antiinfettivi.
Il neonato in circostanze normali non ha bisogno di acqua o altri alimenti durante l’inizio della
lattazione.
Deve essere scoraggiato l’utilizzo di tettarelle, ciucci, e paracapezzoli durante l’allattamento al
seno per evitare interferenze con i tentativi di coordinazione della suzione da parte del neonato.
La somministrazione di altri alimenti o liquidi al neonato allattato al seno prima dei sei mesi di
età in genere non è necessaria.
Tutti gli ospedali sono invitati ad applicare nei punti nascita i 10 punti dell’OMS per il sostegno
dell’allattamento al seno che di seguito vengono elencati:
1. Definire una linea di condotta scritta per l’allattamento al seno e farla conoscere a tutto il
personale sanitario
2. Fornire a tutto il personale sanitario le competenze necessarie per l’attuazione completa
di questa linea di condotta
3. Informare tutte le donne in gravidanza sui vantaggi e le tecniche dell’allattamento al
seno
4. Aiutare le madri ad iniziare l’allattamento al seno entro mezz’ora dal parto
5. Mostrare alle madri come allattare e mantenere la produzione di latte anche in caso di
separazione dal neonato
6. Non somministrare alimenti o liquidi diversi dal latte materno, salvo su precisa
prescrizione medica
7. Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre in modo che stiano insieme 24 ore su
24 durante la permanenza in ospedale
8. Incoraggiare l’allattamento tutte le volte che il neonato sollecita di essere nutrito
9. Non usare tettarelle artificiali o succhiotti durante il periodo dell’allattamento
10. Favorire la creazione di gruppi di sostegno all’allattamento al seno in m odo che le madri
vi si possano rivolgere dopo la dimissione dall’ospedale
Unitamente alla promozione dell’allattamento al seno occorre assicurare in ogni caso, ad ogni
bambino, il tipo di alimentazione più adeguata. L’indicazione a passare dall’allattamento al seno
ad aggiunta di latte formulato è un atto che va attentamente valutato, basato sulle conoscenze
relative ai tassi fisiologici di incremento ponderale del bambino allattato al seno nei primi mesi
di vita. Il medico può indicare, sulla base delle conoscenze in materia di nutrizione, il tipo di
formula più indicato per ciascun bambino. La madre deve essere informata su tutto ciò che
comporta il cambiamento di alimentazione (passando dal latte materno al latte formulato) .
L’alimento più indicato nel corso del primo anno di vita per ciascun bambino è il latte materno
oppure, solo in caso di sua accertata insufficienza o in presenza di controindicazioni
all’allattamento materno come specificate al punto 7, ed una volta che siano state messe in atto
tutte le azioni atte a sostenere l’allattamento materno, una formula adattata nei primi 4-6 mesi,
e, successivamente, una formula di proseguimento.
10
5. Informazione
La promozione dell’ allattamento al seno, come ogni intervento finalizzato ad indurre comportamenti o
stili di vita sani, necessita di una adeguata informazione e sensibilizzazione della popolazione,
attraverso la diffusione di messaggi univoci e non contraddittori a tutti i livelli ed in tempi diversi
poiché è dimostrato che quanto più un intervento di promozione dell’allattamento al seno è precoce,
tanto più risulta efficace.
5.1 Obiettivi
o Promuovere un atteggiamento culturale favorevole all’allattamento al seno nella popolazione
o Promuovere una scelta consapevole ed attiva nelle gestanti/madri/puerpere nei confronti dell’
allattamento al seno
o Favorire il proseguimento dell’allattamento al seno anche dopo la dimissione ed il rientro a casa
5.2 Target
o Gestanti, puerpere, madri
o Popolazione generale di riferimento
Le donne, dall’inizio della gravidanza al compimento del primo anno di vita del bambino, sono il target
principale delle comunicazioni finalizzate alla promozione dell’allattamento al seno. Tra queste vanno
considerate le donne impossibilitate all’allattamento: parte dei messaggi deve essere finalizzata a
sostenerle e motivarle. Ciò premesso è necessario tener conto delle caratteristiche socio culturali della
popolazione cui ci si rivolge, adattando messaggi e canali.
Inoltre il target principale è strettamente coeso alla popolazione di appartenenza (primo fra tutti
l’ambito famigliare) il cui atteggiamento culturale influenza le scelte della donna nei confronti
dell’allattamento. Per questo è necessario sensibilizzare anche, soprattutto in fase iniziale, la
popolazione generale e di riferimento.
5.3 Contesto comunicativo
Il contesto comunicativo è ampio ed articolato: a partire dal target principale, si estende alla famiglia,
all’ambito lavorativo, al personale sanitario ospedaliero e territoriale (ostetriche, ginecologi, pediatri,
infermiere, puericultrici, pediatri di libera scelta, personale dei servizi territoriali), alle farmacie, alle
associazioni.
Per questo la comunicazione deve essere ad ampio raggio, tenendo conto che le donne comunicano tra
loro: il modo più efficace per avvantaggiarsi di questo importante canale di comunicazione (passa
parola) è sfruttare i luoghi di maggior frequentazione: consultori, ambulatori ostetrici, ambulatori
vaccinali, ambulatori pediatrici, nidi, spazi famiglia etc. Ciò favorisce una modalità di comunicazione
informale che può essere determinante, parallelamente alla comunicazione istituzionale, ai fini della
diffusione di una vera cultura dell’ allattamento.
5.4 Messaggi
Lo scopo è quello di favorire una scelta consapevole nei confronti dell’ allattamento al seno.
Ciò si ottiene anche valorizzando l’importanza di una corretta educazione alimentare come strumento di
prevenzione e promozione della salute, a partire dall’allattamento al seno, che, soprattutto se protratto,
rappresenta la prima efficace azione utile ad assicurare un armonioso sviluppo del bambino.
Il contenuto dei messaggi varia anche in funzione del target .
11
Per la popolazione generale vanno evidenziati i vantaggi in termini di nutrizione, di salute per il
bambino e la madre, di legame madre-bambino, di risparmio per le famiglie e per la società.
Per il target specifico oltre tutti gli aspetti precedenti vanno fornite indicazioni anche sulle modalità
pratiche di conduzione dell’allattamento al seno e sui punti certi in sede locale per dubbi o chiarimenti e
per il sostegno dopo il parto cui le madri possono rivolgersi in caso di problemi urgenti
Vanno evidenziati i vantaggi dell’allattamento al seno ed i rischi connessi all’allattamento artificiale,
ribadendo che l’indicazione delle alternative all’allattamento al seno è un atto medico personalizzato
sulla base delle peculiarità di ciascuna coppia madre bambino
5.5 Strumenti ed ambiti di intervento
•
Sensibilizzazione della popolazione generale: a livello regionale realizzazione di poster e
locandine da affiggere ed un opuscolo da distribuire nei luoghi di maggior accesso a valenza
socio sanitaria (ospedali, sevizi territoriali, ambulatori pediatrici, studi ginecologici,
farmacie…). Realizzazione sul portale regionale di uno spazio dedicato all’ argomento.
A livello territoriale ciascuna Asl / AO, tenuto conto delle proprie peculiarità provvederà a
veicolare gli strumenti informativi suddetti o eventualmente di propri già realizzati o da
realizzare nello spirito descritto. Nell’ambito degli interventi di educazione alla salute per la
promozione di stili di vita sani azione informativa alla popolazione scolastica.
•
Sensibilizzazione del target specifico
1. donne durante la gravidanza:attività informativa condotta prevalentemente nell’ ambito
dei corsi di accompagnamento alla nascita. Detti corsi, realizzati a livello locale devono
rispondere alle caratteristiche di cui all’ allegato 1. Poichè non tutte le gravide vi
accedono è necessario promuoverne attivamente la partecipazione.
2. madri durante la degenza post partum: attività informativa condotta secondo quanto
previsto dai 10 punti OMS di cui al paragrafo 4.
3. madri durante il primo mese di vita del bambino che rappresenta il momento più critico
per il proseguimento allattamento al seno: attività informativa condotta nell’ambito della
prima visita di controllo (di norma a 15 gg.) presso il punto nascita o presso i pediatri di
libera scelta che deve comprendere obbligatoriamente una corretta promozione e
sostegno pratico dell’allattamento ed una esaustiva informazione sui punti certi
contattabili in sede locale per dubbi o chiarimenti e per il sostegno dopo il parto cui le
madri possono rivolgersi in caso di problemi urgenti
4. madri dopo il primo mese di vita del bambino: nell’ambito della rete territoriale dei
servizi che comprende: i pediatri di libera scelta, gli operatori degli ambulatori vaccinali
e dei consultori pediatrici . Tali operatori, svolgendo, soprattutto i pediatri di libera
scelta, un ruolo privilegiato , dovranno assicurare alle madri una costante e continua
opera di informazione e sostegno al fine di assicurare la continuità dell’ allattamento al
seno.
12
6. Formazione
Nell’ambito del progetto di promozione dell’allattamento al seno la formazione ha l’obiettivo di fornire
di tutti gli operatori sanitari, che vengono a contatto, o presso le strutture ospedaliere o nell’ambito delle
attività ambulatoriali del territorio, con la donna, il bambino e la coppia, strumenti per il sostegno della
pratica dell’allattamento al seno.
6.1 Obiettivo
• Fornire basi comuni di conoscenza e competenze pratiche e relazionali agli operatori sanitari che
hanno contatto con e potenziale influenza su donne interessate nel momento o in futuro
all’allattamento al seno (pediatri, ginecologi, ostetriche, infermiere professionali, infermiere
pediatriche, puericultrici, assistenti sanitarie”).
• Fare in modo che anche il personale sanitario non direttamente coinvolto conosca le
informazioni di base, le linee di tendenza e di comportamento sull’ argomento.
6.2 Programma:
Il programma di formazione prevede:
o un livello Regionale per la formazione di formatori individuati e provenienti dalle singole realtà
locali
o un livello locale per la formazione degli operatori finali, condotta dai formatori che hanno avuto
accesso al livello regionale, attraverso la realizzazione, in collaborazione con le Aziende
Sanitarie ed Ospedaliere, di corsi di formazione locali accreditati per tutti gli operatori sanitari
individuati
o l’utilizzo di percorsi formativi sperimentati e validati
Il percorso formativo regionale consentirà ai futuri formatori di
o acquisire le competenze metodologiche atte a programmare e gestire le attività di
formazione degli operatori sanitari nelle singole realtà
o acquisire competenze base per la gestione dei progetti di cambiamento e dei processi
o consolidare le conoscenze specifiche sull’allattamento al seno
Inoltre verrà predisposto un “ pacchetto formativo” da utilizzare poi localmente da ASL ed AO
ovviamente con le dovute integrazioni in relazione alle esigenze presenti in ciascun ambito di attività,
ma con l’intento di fornire materiale che permetta di avere una formazione omogenea su tutto il
territorio.
In prospettiva potrà essere valutata la opportunità di ricorrere alla “formazione a distanza”.
13
7. Allattamento artificiale: consigli operativi
Innanzitutto sono da considerarsi controindicazioni assolute all’allattamento al seno le seguenti
situazioni:
Cause Materne
• Infezione da HIV
• Infezione da HTLV
• HSV bilaterale del capezzolo
• Cancro mammario
• Assunzione di farmaci controindicati
Malattie del bambino
• Galattosemia
Ciò premesso, le indicazioni pratiche relativamente all’allattamento artificiale sono le seguenti :
1) Non vi è alcun razionale per offrire a tutti i neonati la cosiddette “aggiunte” di latte artificiale
nei primi giorni di vita.
2) Il passaggio a complementazione, sostituzione, o la controindicazione nei confronti dell’
allattamento al seno è un atto medico pediatrico che deve tener conto sia delle condizioni
cliniche materne che delle esigenze nutrizionali del lattante.
3) In assenza parziale o totale di latte materno, o in presenza di controindicazioni all’ allattamento
al seno, le formule adattate costituiscono l’alimento alternativo più idoneo per tutto il primo
anno di vita.
4) Il rischio di infezioni da Enterobacteriacee conseguente a scorretta ricostituzione dei latti è
massimo nei primi due mesi di vita. Le raccomandazioni per prevenire questo raro, ma accertato
rischio di infezione vanno rivolte ai produttori di formule, a li vello punti nascita, e a livello
domestico e territoriale.
Va ricordato infine che organismi scientifici internazionali hanno fornito indicazioni precise sui criteri
generali a cui devono corrispondere i sostituti del latte materno in termini di composizione e sicurezza
(ESPGHAN 2001, SCF 2003, ESPGHAN 2004). Tali indicazioni sono state recepite dalla
Commissione Europea che ha recentemente aggiornato le direttive per la composizione dei sostituti del
latte materno.
14
8. Indicazioni operative relative ai latti di partenza.
Ai fine della tutela e promozione dell’allattamento al seno si forniscono le seguenti indicazioni
operative relativamente ai latti di partenza:
1. In ciascun punto nascita devono essere acquisite le quantità di sostituti del latte materno
strettamente necessarie, da commisurare sulla media dei neonati che non possono essere
allattati al seno.
2. Al momento della dimissione non devono essere forniti in omaggio prodotti o materiali in
grado di interferire in qualunque modo con l’allattamento al seno.
3. Nelle lettere di dimissioni per i neonati non devono essere previsti spazi predefiniti per la
prescrizione di particolari latti sostitutivi , fatte salve le esigenze del bimbo che lo
impongano
4. Eventuali donazioni di materiale e attrezzature, da parte di aziende produttrici a strutture
sanitarie devono avvenire nel rispetto dell’art.8 del DM n.500/1994 e non devono essere in
alcun modo legate alle prescrizioni di sostituti.
5. L’indicazione all’allattamento artificiale e la relativa scelta del latte alla nascita, deve essere
effettuata da parte del neonatologo o pediatra sulla base di criteri clinici dettati delle linee
guida di cui al punto 7. Considerazioni analoghe valgono per quanto attiene l’introduzione di
latti artificiali nei mesi successivi: essa deve scaturire da una indicazione pediatrica.
6. Le forniture gratuite a favore di reparti di maternità sono ammesse solo su richiesta del
responsabile sanitario dell’istituzione e a condizione che siano destinate ad uso
esclusivamente interno e soltanto per il periodo di degenza; è opportuno per le forniture
osservare il criterio della rotazione di tutti i prodotti, con cadenza massima trimestrale.
9. Monitoraggio
Si prevede un sistema di monitoraggio dei tassi di allattamento al seno, alla nascita, al terzo ed al sesto
mese, attraverso la elaborazione di sintetici questionari.
Indicazioni dettagliate sulle modalità di rilevazione e sul flusso informativo verranno successivamente
fornite.
Verranno altresì predisposti sistemi di rilevazione al fine di conoscere presso tutte le AO le modalità di
acquisizione, in condizioni di correttezza e trasparenza, al pari delle altre forniture di beni necessari , di
alimenti per lattanti.
10. Conclusioni
Il presente documento costituisce un atto preliminare. Il Gruppo di Lavoro provvederà a suoi periodici
aggiornamenti , anche al fine di rendere attuative le azioni di informazione, formazione e monitoraggio
descritte.
15
Bibliografia
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p793-4
16
Allegato 1: Caratteristiche dei corsi di accompagnamento alla nascita
Detti corsi, relativamente alla promozione dell’ allattamento al seno devono prevedere:
1. Approccio multidisciplinare in fase di organizzazione e realizzazione che preveda il
contributo delle diverse professionalità coinvolte (ginecologi, pediatri, ostetriche e
puericultrici);
2. Formazione specifica del personale coinvolto;
3. Motivazione, capacità relazionali e comunicative del personale coinvolto;
4. Integrazione nella rete di figure professionali specifiche (mediatrici culturali) per
raggiungere donne di lingua ed etnia differente ;
5. Adeguata promozione dei corsi di preparazione alla nascita alla popolazione di donne
gravide di competenza della struttura ;
6. Facilitazione alla partecipazione , in modo da renderla concretamente possibile (frequenza
edizioni, orari, numero partecipanti…), privilegiando modalità didattiche interattive, rivolte a
piccoli gruppi, agevolando la presenza di una persona dell’ambito familiare che può
influenzare la decisione materna sull’allattamento (padre del bambino, nonna, amica).
7. Omogeneità dei contenuti che devono comprendere di massima:cenni di anatomia e
fisiologia della lattazione; modalità e tecniche di allattamento (come allattare); vantaggi dell’
allattamento al seno esclusivo e prolungato (perché allattare);possibili difficoltà e soluzioni;
valide alternative in caso di impossibilità all’allattamento al seno ;punti rete contattabili in
sede locale per dubbi o chiarimenti e per il sostegno dopo il parto.
Il presente documento è stato elaborato dai componenti del Gruppo di Lavoro Regionale:
AGOSTI Massimo, AGOSTONI Carlo, BANDERALI Giuseppe, BETTINELLI M.Enrica, BORDONI Savina, COLOMBO Angelo,
CONTEGNI Silvana, GIOVANNINI Marcello, GIULIANI Paola, MACCHI Luigi, MOSCA Fabio, NINO M. Luisa, PAVAN Anna,
PIROLA M. Elena, RIVA Enrica, RONDINI Giorgio, SPERI Leonardo, TUVERI L. Eugenio, VALSECCHI Walter, ZAPPAROLI
Barbara.
17
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2004 RL DDG 15132 2004 LG Allattamento