Novembre 2007 COMUNE DI NOVARA Servizio di assistenza tecnica alla definizione del Piano Strategico di area vasta e redazione del Piano della Mobilità (PUM) POLITECNICO DI MILANO Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell’Ambiente Costruito Building Environment Science and Technology BEST Politecnico di Milano Dipartimento BEST - SCS Azioninnova S.p.A. DOCUMENTO STRATEGICO PIANO STRATEGICO ALLEGATI 1 NOVARA. PIANO STRATEGICO 2 ALLEGATI INDICE 1 2 3 4 5 ANALISI DEL CONTESTO 7 1.1 Contesto socio-economico 1.1.1 Struttura economico-produttiva 1.1.2 Dinamiche demografiche e mercato del lavoro 1.1.3 Capitale umano, ricerca e innovazione 1.1.4 Ulteriori elementi di competitività del territorio 8 8 22 28 31 1.2 Contesto insediativo: residenza, servizi, attività produttive e sistema infrastrutturale 1.2.1 Evoluzione urbana 1.2.2 Dinamiche edilizie 1.2.3 Strutturazione delle aree per le destinazioni produttive 1.2.4 Assetto infrastrutturale 33 33 36 39 41 SWOT ANALYSIS/PUNTI DI FORZA, DEBOLEZZE, OPPORTUNITÀ E MINACCE 44 2.1 La metodologia 44 2.2 Industria, PMI, distretti e internazionalizzazione 45 2.3 Costruzioni, terziario, agricoltura e turismo 45 2.4 Infrastrutture, mobilità e logistica 46 2.5 Capitale umano, innovazione e ricerca 47 LOGISTICA SOSTENIBILE E RUOLO DELL’INTERPORTO DI NOVARA 51 3.1 Inquadramento del tema 51 3.2 Evoluzione dello scenario competitivo globale 55 3.3 Scenario competitivo locale 59 3.4 Impatti specifici sul posizionamento competitivo del cim 62 3.5 Possibili opzioni di sviluppo 65 3.6 Considerazioni strategiche 69 3.7 Novara nel sistema di piattaforme logistiche di milano 72 AGENZIE DI SVILUPPO TERRITORIALE 79 4.1 Premesse 79 4.2 Agenzia per la promozione e lo sviluppo sostenibile dell’area metropolitana di milano 80 SCHEDE DI SINTESI 85 5.1 Quadro strategico nazionale. Per la politica regionale di sviluppo 2007-2013. Bozza tecnico amministrativa 85 5.2 Patto per lo sviluppo 87 5.3 Verso un piano strategico: obiettivi, metodo e programma di lavoro 88 3 NOVARA. PIANO STRATEGICO 6 4 5.4 Il nodo di Novara – Workshop 91 5.5 Accordo di programma – Protocollo di intesa quadro sull’assetto ferroviario del nodo di Novara 93 5.6 Patto per la logistica – Un accordo di settore per la competitività del sistema Paese 94 5.7 Workshop su logistica e territorio – Scenari di sviluppo della Provincia 95 5.8 La porta logistica del sud Europa – Proposta SLALA 96 5.9 Piano della logistica 97 5.10 Consorzio ZAI 100 5.11 Linee progettuali AIN per una politica territoriale: infrastrutture e servizi per l’insediamento produttivo in Provincia di Novara 103 5.12 Valutazione degli effetti economici del nuovo polo fieristico di Rho-Pero sulla Provincia di Novara 104 5.13 Piano strategico per lo sviluppo turistico-culturale della città di Novara - Assistenza tecnica all’attuazione 106 5.14 Verso un club di prodotto “Terres D’eau” – Indirizzi di marketing turistico per le terre di risaia del Piemonte 108 5.15 Rapporto sullo stato dell’ambiente della provincia di Novara – Relazione di sintesi 110 5.16 Per un nuovo piano territoriale regionale – Documento programmatico 111 5.17 Piano territoriale provinciale – Relazione illustrativa 113 5.18 Studio preliminare di inquadramento tecnico-urbanistico dell’intervento di riassetto complessivo del nodo ferroviario e del polo tecnologico – Ambito dello studio di fattibilità S.T.U. 116 5.19 Studio di fattibilità finalizzato alla costituzione di una S.T.U. per la riqualificazione delle aree del nodo ferroviario e del polo tecnologico – Fattibilità tecnico urbanistica 118 5.20 Piano regolatore generale di Novara 122 5.21 Prove di sostenibilità – Progetti, piani e valutazioni per un processo di sviluppo urbano sostenibile a Novara – Programma Life-Ambiente III – Ra-Ve Il Raggio Verde di Novara 123 5.22 Quadro programmatico conoscitivo 124 5.23 Piano particolareggiato del traffico urbano nell’area centrale – Aggiornamento del Piano urbano del traffico – Sintesi delle prime linee guida ed indirizzi strategici 127 5.24 Piano della sicurezza stradale 129 VERBALI D’INCONTRO 133 ALLEGATI 5 NOVARA. PIANO STRATEGICO 6 ALLEGATI 1 ANALISI DEL CONTESTO L’analisi del contesto è stata condotta a partire dagli studi a corredo degli strumenti di pianificazione dell’Amministrazione comunale, integrata con interviste a soggetti privilegiati indicati dall’Amministrazione stessa. Gli aspetti indagati nel corso di questa fase preliminare di studio possono essere riassunti in 3 filoni tematici, di seguito individuati: ▪ le trasformazioni del tessuto economico e produttivo latu sensu; ▪ le dinamiche demografiche, con particolare enfasi sul tema del mercato del lavoro; ▪ il contesto insediativo, sia sotto il profilo della disciplina normativa sia sotto quello dei principali trend del mercato. In merito alla questione del tessuto economico e produttivo, l’analisi effettuata ha consentito di evidenziare come Novara rappresenti uno dei sistemi territoriali e produttivi più ricchi e avanzati del paese, in cui hanno convissuto diversi modelli di sviluppo locale. Elemento caratterizzante è la forte vocazione industriale, nata e cresciuta intorno a imprese manifatturiere leader nel panorama nazionale e internazionale (si pensi, ad esempio, al comparto chimico) e a sistemi distrettuali eccellenti (il distretto della rubinetteria e quello del tessile e abbigliamento, ad esempio). Negli ultimi anni si sta assistendo ad una profonda trasformazione del tessuto produttivo, trainata dal fenomeno della terziarizzazione del tessuto economico, in analogia a ciò che avviene sul resto della penisola, e dallo sviluppo di altri comparti come quello delle costruzioni, in particolare dell’edilizia. Tali trasformazioni però sono accompagnate da luci e ombre: le difficoltà di alcuni comparti, (il tessile abbigliamento, ad esempio), il processo di terziarizzazione che stenta a decollare non trovando ancora una sua reale vocazione, il settore primario in forte difficoltà (si pensi ad esempio al comparto risicolo) sono solo alcuni esempi di aspetti critici da indagare per sviluppare adeguate politiche correttive e/o di sostegno. Per quanto attiene alle dinamiche demografiche e del mercato del lavoro, si registrano alcuni fenomeni rilevanti di seguito brevemente riassunti: ▪ crescita della popolazione residente, dovuto anche al consistente flusso di immigrati provenienti dai paesi extra UE che compensa il saldo naturale negativo; ▪ popolazione con un’anzianità media più elevata rispetto alla media nazionale; ▪ mercato del lavoro con una situazione occupazionale migliore rispetto a quella rilevata per il Paese nel complesso, mostrando un tasso di disoccupazione inferiore alla media nazionale ed europea e in costante diminuzione. I fenomeni appena descritti costituiscono una prima breve sintesi delle evidenze emerse nel corso dell’analisi, il cui quadro di dettaglio viene presentato nei paragrafi che seguono. Nel prosieguo della trattazione, quindi, sono analizzate: ▪ le principali caratteristiche del tessuto produttivo novarese, in termini di dimensioni, trasformazioni in atto e relazioni con l’ambiente esterno; ▪ le principali dinamiche demografiche e del mercato del lavoro; 7 NOVARA. PIANO STRATEGICO ▪ la “tensione” verso l’innovazione che il territorio esprime; ▪ le principali caratteristiche del sistema insediativi e delle infrastrutture. 1.1 CONTESTO SOCIO-ECONOMICO 1.1.1 Struttura economico-produttiva 1.1.1.a Analisi della struttura produttiva Il tessuto economico-produttivo di Novara risulta essere estremamente variegato frutto di diversi modelli di sviluppo che nel tempo si sono stratificati: ▪ modelli centrati sul ruolo del settore primario (soprattutto nella pianura irrigua localizzata a sud della provincia) ▪ modelli definiti intorno a imprese manifatturiere leader di grandi dimensioni (soprattutto nella città di Novara e nei settori chimico con il polo della ex Montedison, editoriale intorno alla De Agostini e alimentare per la presenza della Pavesi) ▪ modelli guidati dallo sviluppo di sistemi distrettuali di piccole e medie imprese industriali (soprattutto nella zona settentrionale, con il distretto della rubinetteria, e nella zona occidentale, con il distretto del tessile e abbigliamento, e in particolare dei costumi da bagno). Oggi il tessuto imprenditoriale novarese è costituito prevalentemente da PMI1 con una forte incidenza delle micro-imprese (imprese con meno di 10 addetti); nel comparto manifatturiero le PMI contribuiscono al valore aggiunto per il 72,4%2. Le imprese artigiane registrate sono il 33,8% del totale3, valore superiore sia alla media regionale che nazionale; la forma giuridica prevalente è la ditta individuale con il 57,1%4. 1 PMI = Piccola Media Impresa 2 Fonte: Istituto Tagliacarne (2003) 3 Numero di imprese registrate, fonte InfoCamere-Movimprese (2005) 4 Fonte: InfoCamere-UnionCamere-Movimprese (2005) 8 ALLEGATI Distribuzione imprese per dimensione d’impresa. Contributo delle imprese artigiane Fonti: elaborazione su dati Istat e Mediacamere 2001 e 2005 PMI 99,9% Artigianato 100 33,8% 80 60 40 20 ie M ed ol e Pi cc M ic r o 0 Delle 32.077 imprese novaresi5, 7.069 sono imprese femminili e sono 2.004 gli imprenditori di nazionalità extra-UE (in forte crescita, +102% rispetto al 2000)6. Novara conserva quindi la sua marcata connotazione industriale sia in termini di valore aggiunto, sia dal punto di vista del numero di imprese e di occupati nel settore: a) l’industria contribuisce al 39,64% del valore aggiunto complessivo, valore molto maggiore di quello del Piemonte, del Nord-Ovest e dell’Italia nel suo complesso; b) l’agricoltura, non considerando l’importante indotto del settore, contribuisce per l’1,84%, in linea con il Piemonte ma sotto alla media nazionale; c) i Servizi, nonostante l’importante crescita avvenuta negli ultimi anni, contribuiscono solamente per il 58,52%, valore molto inferiore al Piemonte (66,92%) e alla media nazionale (70,90%)7. Peso % del valore aggiunto per settore di attività Contributo dell’industria al valore aggiunto totale Fonte: elaborazione su dati Istituto G. Tagliacarne (2004) Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne (2004) Agricoltura (1,84) Servizi (58,52) Italia Industria (39,64) 26,6% Nord-Ovest 31,4% Piemonte 31,3% Novara 39,6% 0 5 Fonte: InfoCamere-Movimprese (2005) 6 CCIAA Novara (2006) 7 Fonte: Istituto G. Tagliacarne (2004) 10 20 30 40 50 9 NOVARA. PIANO STRATEGICO Gli occupati nell’industria sono il 38,8% del totale, 8 punti percentuali sopra alla media nazionale e le imprese del settore sono ben 10.787, il 33,6% del totale, anche in questo caso sopra alla media nazionale8. Il “fiore all’occhiello” novarese è rappresentato dal metalmeccanico, comparto in cui è fiorente il distretto della rubinetteria con aziende dislocate in prevalenza nelle aree del borgomanerese e del Cusio. A Novara esiste anche una forte tradizione nel comparto moda, con specializzazione nell’abbigliamento sportivo e nei costumi da bagno nella zona dell’Ovest Ticino e nel chimico, con produzioni che spaziano dalla chimica di base alle pitture e solventi, dai cosmetici ai prodotti farmaceutici con una spiccata attenzione alla ricerca di nuovi materiali. Anche il reparto della logistica e dei trasporti si presenta oggi dinamico9 e trainante. Dall’analisi della struttura della manifattura novarese emerge che gran parte delle aziende lavorano su metalli e prodotti in metallo (1.462 unità locali), seguite dal Tessile, dall’abbigliamento e cuoio (844 unità locali) e dall’alimentare (597 unità locali). Grafico tratto da: Opuscolo CCIAA Novara (2006) Per quanto riguarda il settore primario, sebbene il peso del valore aggiunto dell’agricoltura si attesti all’ 1,84% del totale nel 2004 non si deve sottovalutare il ruolo centrale che la produzione agricola in generale e quella risicola in particolare rivestono nell’economia novarese. Secondo stime di fonti diverse, il contributo complessivo della filiera agricola al valore aggiunto complessivo della provincia di Novara si avvicina al 20%, interessando i settori del chimico, dell’alimentare, dei trasporti e del credito. L’agricoltura novarese è fortemente caratterizzata dalla produzione risicola che copre quasi interamente la zona meridionale del territorio provinciale e circa la metà del suolo dedicato 8 Fonte: InfoCamere-Movimprese (2005) 9 Fonte: Opuscolo 2006 della Camera di Commercio di Novara 10 ALLEGATI all’agricoltura. La superficie risicola novarese contribuisce per circa il 30% alla quota regionale e per circa il 14,5% a quella nazionale. La rimanente superficie è coltivata principalmente con altri cereali (mais), foraggiere e coltivazioni industriali. Coltivazioni Sup. (ha) % Riso 32.691 49,66 Altri cereali 19.350 29,40 Foraggere 10.905 16,57 Coltivazioni industriali 1.750 2,66 Uva da vino 775 1,18 Fruttiferi 237 0,36 Leguminose 100 0,15 Orticole 18 0,03 65.826 100,00 Totale sup. coltivata Fonte: Regione Piemonte Assessorato Ambiente, Agricoltura e Qualità, Province Piemontesi e ISTAT (2006) Degne di nota sono la produzione vinicola dell’area collinare della Val Sesia, la floricoltura sul Lago Maggiore e diverse aree di allevamento e di produzione del latte. Le attività agricole influenzano fortemente il territorio novarese, basti pensare che la superficie coltivata rappresenta circa il 50% della superficie totale della provincia. La spinta industrializzazione del settore e la monocoltura risicola della pianura hanno avuto come effetto la modifica del paesaggio e un peggioramento della qualità ambientale delle aree urbane limitrofe. Il settore risicolo novarese, e italiano in generale, sta affrontando una fase di crisi strutturale. Si è infatti assistito ad una marcata riduzione della domanda che, unita ad una produzione sostanzialmente stabile, ha causato un forte calo delle quotazioni del prodotto. Anche le regole del mercato hanno influito negativamente: i recenti interventi dell’UE hanno permesso un aumento delle importazioni di notevoli quantitativi di prodotto di provenienza extra-comunitario. E lo scenario che si verrà a determinare con la prevista eliminazione dei dazi per i prodotti agricoli ed i prodotti agricoli trasformati in ingresso nella Comunità Europea non farà altro che accentuare le tendenze in atto. Negli anni più recenti il settore risicolo è stato interessato da un fenomeno di concentrazione e di industrializzazione che ha portato, dal 2000 al 2005, ad una importante diminuzione della consistenza delle imprese agricole registrate che sono passate da 1.057.817 a 962.840. 11 NOVARA. PIANO STRATEGICO I processi di ristrutturazione aziendale che ne sono conseguiti hanno portato ad una sostanziale diminuzione del numero degli addetti, diminuzione che si è principalmente realizzata con la mancata sostituzione degli addetti ritiratisi per anzianità. In riferimento al terziario, Novara è oramai un polo di livello regionale nel sistema dei servizi. E’ forte e qualificata l’offerta nel settore della distribuzione grande e piccola. Cresce la capacità del piccolo commercio di posizionarsi in segmenti di qualità. Secondo i dati elaborati da InfoCamere-Movimprese, al 31/12/2005 il 42,8% delle imprese registrate erano nel Commercio e il 21,2% nei Servizi alle imprese. Numero di imprese per settore di attività Settori di attività Commercio Servizi alle imprese Alberghi e ristoranti Trasporti Altri servizi Totale 2005 % 7.984 3.960 1.690 1.043 3.980 18.657 42,8 21,2 9,1 5,6 21,3 78,7 Fonte: Elaborazione su dati InfoCamere-Movimprese Analizzando il Commercio10 a Novara emerge che la rete distributiva è quella con il maggior grado di modernizzazione: il commercio tradizionale è il meno polverizzato e il dettaglio moderno registra la maggiore densità di superficie di vendita (100,21 mq. x 100 abitanti) e un’ottima capillarità (l’89% dei comuni sono serviti da strutture di distribuzione moderna, solo Torino fa meglio con il 95% dei comuni serviti). 10 12 Fonte: Il Commercio in Piemonte 2005, Osservatorio Regionale del Commercio ALLEGATI La rete distributiva in Piemonte (2005) La rete distributiva regionale può contare su una superficie complessiva di 6.777.187 mq11. 11 Calcolata per gli esercizi di vicinato a localizzazione singola sulla base di una stima uguale a 30 mq. per gli esercizi misti e alimentari e 50 mq. per quelli non alimentari nei comuni con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti e 40 mq. per i misti e alimentari e 70 mq. per i non alimentari nei comuni con popolazione superiore ai 10.000 abitanti. 13 NOVARA. PIANO STRATEGICO Il dettaglio tradizionale, che in regione controlla ancora oltre la metà della superficie di vendita (52,5%) è suddiviso nel modo seguente: Il dettaglio moderno, che controlla il 67% del mercato regionale alimentare e misto, è caratterizzato soprattutto da medie strutture di vendita (media regionale 75%) con esercizi soprattutto a localizzazione singola. 14 ALLEGATI Densità degli esercizi commerciali Novara, con 110 mq x 100 abitanti di dettaglio moderno si posiziona nettamente al primo posto in regione. Peso delle tipologie distributive per superficie di vendita A Novara si ha la maggior percentuale di strutture di medie dimensioni e la minore, in termini di superficie, di esercizi di vicinato. I centri commerciali in provincia di Novara sono 28, nel 2005 erano 26 e la provincia in regione era seconda solo a Torino con 59 centri12. I centri commerciali sono in maggioranza di medie dimensioni, per oltre 68.700 mq. (11%) e sono distribuiti come riportato nella pagina seguente. 12 Per Torino il dato è aggiornato al 2005, per Novara il dato è aggiornato a dicembre 2006 15 NOVARA. PIANO STRATEGICO Centri commerciali in Piemonte Centri commerciali a Novara Fonte: Provincia di Novara 16 ALLEGATI Novara presenta anche un patrimonio turistico attraente e differenziato: il Lago Maggiore e il Lago d’Orta (turismo lacuale), l’Alto Vergante (turismo naturalistico e “verde”), le zone vinicole, la pianura risicola, le aree collinari e montuose (agriturismo), il Ticino e il Sesia (turismo fluviale) e la città di Novara (turismo d’affari, socio-culturale e religioso). Nonostante i brevi periodi di soggiorno (circa 2,5 notti per persona), la provincia di Novara, con un trend in crescita di circa 10 punti percentuali nell’ultimo quinquennio, assorbe circa l’8,5% del mercato turistico piemontese. Le presenze straniere sono in netto aumento e costituiscono circa il 38% del totale con origine in prevalenza da Germania, Paesi Bassi, Francia, Regno Unito, Svizzera e un contributo di appena il 6,3% per i paesi extra-UE. Escludendo il turismo d’affari, la natura dei flussi turistici presenta caratteri prevalentemente stagionali nel periodo da maggio a settembre con picchi nei mesi di luglio e agosto. L’offerta ricettiva, sebbene presenti tassi di utilizzo prossimi al 33%, evidenzia situazioni di saturazione, probabilmente dovuti alla connotazione stagionale dei flussi turistici. Condizione che potrebbe essere parzialmente risolta con la realizzazione delle nuove strutture alberghiere in progetto (che si concentrano prevalentemente sul segmento medio-alto del mercato). L’offerta agrituristica, infine, appare contenuta e denota la natura non matura del segmento. Il turismo lacuale sul Lago Maggiore e sul Lago d’Orta, il turismo naturalistico sull’Alto Vergante e quello del capoluogo concentrano circa l’85% degli arrivi e delle presenze complessive della provincia. Appaiono perciò evidenti le prospettive di sviluppo per i nuovi segmenti turistici che passano per strategie di valorizzazione delle risorse culturali e ambientali (es. Progetto Terre d’Acqua per la valorizzazione del patrimonio storico e culturale della pianura risicola) e per la promozione del settore agro-alimentare (distretti rurali, agriturismo). 1.1.1.b Trasformazioni dell’assetto produttivo Il tessuto imprenditoriale novarese dal 1998 al 2005 è cresciuto notevolmente in termini di numero di imprese, con un incremento del 12,6%, ed è cambiato in modo considerevole: ▪ alcuni comparti si sono sviluppati notevolmente, ad esempio i servizi alle imprese e le costruzioni hanno mostrato incrementi del 37,9% e del 36,7% rispettivamente; ▪ altri, invece, hanno vissuto fenomeni di contrazione in termini di numero di imprese, come ad esempio agricoltura e industria in senso stretto che hanno presentato riduzioni del 8,4% e del 3,5%. 17 NOVARA. PIANO STRATEGICO Imprese: sedi registrate per settore di attività (anni 1998 e 2005) Settori di attività 1998 2005 Var. % Servizi alle imprese 2.871 3.960 37,9 Costruzioni 4.109 5.619 36,7 788 1.043 32,4 Altri servizi 3.046 3.980 30,7 Alberghi e ristoranti 1.479 1.690 14,3 Commercio 7.972 7.984 0,2 Industria in senso stretto 5.357 5.168 -3,5 Agricoltura 2.876 2.633 -8,4 Totale 28.498 32.077 12,6 Trasporti Fonte: InfoCamere, Movimprese In particolare i comparti che hanno presentato la contrazione più consistente sono il tessileabbigliamento con il sistema moda, in profonda crisi, che negli ultimi 5 anni ha perso 137 unità e il comparto manifatturiero, che ha perso 131 unità produttive nello stesso periodo13. I comparti più vivaci sono invece stati l’edile e impiantistico che hanno sorpassato l’industria in senso stretto, in termini di numero di imprese, grazie anche al buon andamento del mercato immobiliare e alla presenza dei cantieri delle grandi opere infrastrutturali. Imprese: sedi registrate per settore di attività Confronto tra 1998 e 2005 (dati al 31/12) 9.000 0,2% 1998 8.000 2005 7.000 36,7% 6.000 5.000 -3,5% +37,9% 30,7% 4.000 -8,4% 3.000 2.000 14,3% 32,4% 1.000 0 Servizi alle imprese Costruzioni Trasporti Altri servizi Alberghi e ristoranti Commercio Industria in senso stretto Fonte: InfoCamere-Movimprese 13 18 CCIAA Novara (2006) Agricoltura ALLEGATI 1.1.1.c Propensione internazionale A Novara la propensione all’esportazione è elevata, di molto superiore al Piemonte e alla media nazionale, anche grazie alla consistente crescita delle esportazioni negli ultimi 5 anni (crescita più veloce della media regionale e nazionale). Propensione all’esportazione Fonte: Istituto G. Tagliacarne (2004) Italia 22,2 27,9 Nord-Ovest 29,3 Piemonte 37,4 Novara 0 10 20 30 40 50 L’economia novarese è caratterizzata da un elevato scambio di merci: il suo tasso di apertura14 di 63,49 è di poco superiore a quello del Nord-Ovest (61,18), sensibilmente superiore a quello del Piemonte (50,71) ma soprattutto della media nazionale (44,61)15. I gruppi di prodotti che in valore realizzano i flussi di esportazioni più importanti sono le macchine e gli apparecchi meccanici, seguiti dai prodotti chimici e dai prodotti delle industrie tessili e dell’abbigliamento. Per quanto attiene alle importazioni, invece, l’estrazione dei minerali e i prodotti chimici sono quelli che in valore fanno registrare i flussi più consistenti. EXP + IMP PIL 14 Tasso di apertura = 15 Fonte: Elaborazioni Istituto G. Tagliacarne 19 NOVARA. PIANO STRATEGICO Import-export di merci per gruppi di prodotto. Anno 2005 Settori di attività Import Export Macchine ed app.meccanici 251,9 1.227,5 Prodotti chimici 442,7 507,6 Industrie tessili e dell'abbigliamento 149,3 429,5 Coke, raffinerie petrolio 7,0 323,4 Metalli, prodotti in metallo 124,9 227,9 Gomma e materie plastiche 287,9 227,6 Alimentari, bevande e tabacco 131,8 130,2 Mezzi trasporto 67,6 126,3 Fabbricazione di cuoio, pelli 81,8 101,2 Macchine elettriche 85,3 96,7 Pasta da carta, carta, editoria 116,1 89,6 Altre ind. manifatturiere 95,7 71,4 Minerali non metalliferi 16,7 11,3 Legno e prodotti in legno 33,6 6,0 Estrazione di minerali 491,7 4,6 Agricoltura, caccia e pesca 43,6 4,0 Altre esportazioni 1,3 0,6 2.428,8 3.585,4 Totale Valori in milioni di euro Fonte: Elaborazioni Unioncamere Piemonte su dati ISTAT Grafico tratto da: Opuscolo CCIAA Novara (2006) 20 ALLEGATI Il 60% delle esportazioni sono dirette verso paesi dell’UE-25 ed in particolare verso Francia, Germania e Regno Unito. Francia e Germania si delineano come partner principali anche sul versante delle importazioni, fornendo circa il 41% del valore totale delle merci e dei servizi in ingresso. Import-export per paesi di origine / destinazione Paesi Import Export Francia 262,0 537,8 Germania 866,1 524,9 Regno Unito 98,9 247,3 Spagna 88,8 252,1 Polonia 20,2 54,2 Repubblica Ceca 18,4 47,3 Altri Paesi UE25 407,8 509,0 Romania 27,0 36,8 Russia 3,5 37,4 Turchia 69,9 60,9 Cina 162,6 49,4 Giappone 48,5 70,2 India 10,8 11,8 Stati Uniti 45,8 181,0 Brasile 27,8 12,9 Argentina 0,1 3,6 NIEs (c) 18,0 77,6 Altri Paesi Extra-UE25 252,5 871,0 2.428,8 3.585,4 Totale Dati in milioni di euro. UE25: Per gli anni antecedenti il 2004 questo valore è stato ottenuto sommando al valore dell’ Europa dei 15 i valori dei 10 Paesi che, a partire da maggio 2004, sono entrati nell’Europa unita Nies: Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Hong Kong Fonte: Elaborazioni Unioncamere Piemonte su dati ISTAT (2005) La quota di prodotti specializzati e high-tech importati è molto inferiore alla media nazionale mentre la quota di quelli esportati è di poco superiore alla media nazionale ma inferiore alla quota del Nord Ovest. I prodotti di qualità, soprattutto se ad alto contenuto tecnologico (es: rubinetteria e valvolame di qualità) costituiscono un fattore che ancora oggi garantisce un vantaggio competitivo nel mercato internazionale. Import-export per contenuto tecnologico dei beni commercializzati (2005) Import Area Agricoltura materie prime Export Prodotti tradizionali e Prodotti specializzati e standard high tech Agricoltura materie prime Prodotti tradizionali e Prodotti specializzati e high tech standard Novara 535,3 22,0% 1.198,4 49,3% 695,1 28,6% 8,6 0,2% 2.005,8 55,9% 1.571,0 43,8% Piemonte 535,3 22,0% 1.198,4 49,3% 695,1 28,6% 8,6 0,2% 2.005,8 55,9% 1.571,0 43,8% Nord-Ovest 19.925,6 14,0% 61.475,5 43,3% 60.719 42,7% 1.094,0 0,9% 63.527,0 52,5% 56.274,4 46,5% Italia 54.917,9 18,0% 140.471,8 46,0% 110.295,9 36,1% 5.114,4 1,7% 166.776,9 56,4% 123.847,7 41,9% Dati in milioni di euro Fonte: Unioncamere (Aggiornamento maggio 2006) 21 NOVARA. PIANO STRATEGICO Gli investimenti diretti in uscita sono elevati mentre è limitata l’attrazione di capitali dall’estero. Flussi di investimenti verso l’Italia e dall’Italia verso l’estero. Anni 2000-2004 (valori in migliaia di euro) Fonte: Elaborazione su dati Ufficio Italiano Cambi Considerando il periodo 1998-2002 il valore medio dei flussi di IDE in % del PIL è 0,43% posizionando Novara nel modo seguente: Valori medi degli Investimenti Diretti Esteri in % sul PIL: 1998-2002 (primi dieci mesi) Fonte: Ambrosetti in Osservatorio Siemens Per migliorare l’attrattività positiva del sistema Italia (2006). La barra in nero indica il risultato medio delle Province Italiane Grazie all’incremento degli IDE negli anni 2003 e 2004 la percentuale sale a 0,45% piazzando Novara al 23° posto nella classifica delle province italiane.16. 1.1.2 Dinamiche demografiche e mercato del lavoro 1.1.2.a Dinamiche demografiche Al 31/12/2005 i residenti della provincia di Novara sono 355.354, disposti su un territorio di 1.339 kmq. La densità demografica risulta quindi di 265,43 abitanti per kmq, collocando la provincia al terzo posto in ambito regionale ed al 27-esimo in quello nazionale. 16 22 Fonte: Elaborazioni Ambrosetti da dati Ufficio Italiano Cambi ALLEGATI Popolazione residente al 31/12. Anni 1999-2005 400.000 350.000 300.000 250.000 Comune di Novara Provincia di Novara 200.000 150.000 100.000 50.000 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Fonte: Regione Piemonte Il livello di urbanizzazione, determinato dalla quota di popolazione residente in comuni con più di 20.000 abitanti, è pari al 34,7%, più basso sia della media nazionale (52,7%), sia del NordOvest Italiano (46,1%). Percentuale di Popolazione concentrata in comuni > 20.000 abitanti. Gennaio 2005 60,0% 50,0% 40,0% 48,7% 46,1% Piemonte Nord-Ovest 52,7% 34,7% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% Novara Italia Fonte: Atlante di competitività delle province – Unioncamere La distribuzione per classi di età della popolazione residente non si discosta da quella regionale né da quella dell’intero Nord-Ovest Italia. Rispetto alla situazione nazionale, invece, presenta una popolazione mediamente più anziana. La fascia di età dai 0 ai 14 anni rappresenta il 12,75% del totale (media italiana: 14,15%), mentre la popolazione con età maggiore di 64 anni rappresenta il 20,94% del totale (media italiana: 19,49%). 23 NOVARA. PIANO STRATEGICO Secondo un’elaborazione di Unioncamere, a Gennaio 2005, il 5,0% della popolazione residente nella provincia di Novara è costituita da stranieri, dato in linea con la media piemontese e del Nord-Ovest Italia e superiore al dato medio nazionale (4,1%). Novara si colloca al 43° posto tra le province italiane per la maggior presenza di stranieri in valore assoluto; di questi ultimi poco più del 94% sono extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, percentuale superiore al dato nazionale che vede l’incidenza degli extracomunitari fermarsi al 91,4%. Percentuale degli stranieri rispetto alla Popolazione Totale. Gennaio 2005. 7,0% 5,7% 6,0% 5,0% 5,0% 4,8% 4,1% 4,0% 3,0% 2,0% 1,0% 0,0% Novara Piemonte Nord-Ovest Italia Fonte: Atlante di competitività delle province – Unioncamere Nella provincia di Novara il tasso di natalità, seppur maggiore della media regionale, si attesta su valori inferiori rispetto alla media nazionale. Opposta è la situazione del tasso di mortalità, che vede il dato della provincia di Novara superiore al dato medio nazionale, ma inferiore al valore medio regionale. Ne risulta un valore negativo della crescita naturale che però, grazie al contributo dei flussi migratori, ha permesso alla provincia di Novara di realizzare negli ultimi anni un costante, seppur contenuto, aumento della popolazione residente. Nel 2004 e nel 2005 si è assistito ad un rallentamento dei flussi migratori, riduzione riscontrata comunque anche a livello nazionale. 24 ALLEGATI Tasso di natalità, tasso di mortalità, tasso di migratorietà (per 1.000 abitanti) Tasso di Natalità 2002 2003 2004 2005 8,9 8,5 9,0 9,4 8,8 8,6 9,0 9,4 8,9 8,7 9,4 9,7 8,9 8,6 9,2 9,5 Tasso di Mortalità 2002 2003 2004 2005 NOVARA Piemonte Nord-ovest Italia 11,4 11,4 10,5 9,8 11,3 11,9 10,9 10,2 10,3 10,8 9,8 9,4 10,7 11,1 10,1 9,7 Tasso di Migratorietà 2002 2003 2004 2005 NOVARA Piemonte Nord-ovest Italia 10,7 7,25 7,9 6,1 16,2 12,5 14,0 10,6 10,1 16,0 14,9 9,6 6,4 5,2 8,1 5,2 NOVARA Piemonte Nord-ovest Italia Fonte: ISTAT Bilanci demografici (per 1.000 abitanti) Crescita Naturale NOVARA Piemonte Nord-ovest Italia 2002 -2,5 -2,9 -1,5 -0,4 2003 -2,5 -3,3 -1,9 -0,8 2004 -1,4 -2,1 -0,4 0,3 2005 -1,8 -2,5 -0,9 -0,2 Saldo Migratorio Totale NOVARA Piemonte Nord-ovest Italia 2002 10,7 7,3 7,9 6,1 2003 16,2 12,5 14,0 10,6 2004 10,1 16,0 14,9 9,6 2005 6,4 5,2 8,1 5,2 Crescita Totale NOVARA Piemonte Nord-ovest Italia 2002 8,2 4,4 6,4 5,7 2003 13,7 9,2 12,1 9,8 2004 8,7 13,9 14,5 9,9 2005 4,6 2,7 7,2 5,0 Fonte: Istat 1.1.2.b Mercato del lavoro Il mercato del lavoro della provincia di Novara mostra una situazione occupazionale migliore rispetto a quella rilevata per il Paese nel complesso, mostrando un tasso di disoccupazione in buona diminuzione dal 6,1% del 2004 al 4,6% del 2005, che è poco più della metà del medesimo dato riscontrato su scala nazionale (7,7%) e in linea con l’indicatore rilevato nel territorio piemontese (4,7%). 25 NOVARA. PIANO STRATEGICO Tasso di disoccupazione (Anni: 15 - max, Elaborazione su dati EUROSTAT e Atlante di competitività delle province) 12,00% 11,00% 10,00% 9,00% 8,00% 7,00% 6,00% 5,00% 4,00% 3,00% EU15 Italia Piemonte Novara 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Nel periodo 1999-2003 si evidenzia un miglioramento del livello di disoccupazione, sia a livello complessivo, che per le singole classi di età, mentre nel 2004 si nota come il trend cambi ed il tasso di disoccupazione riprenda a crescere per poi reinvertire la tendenza diminuendo nel 2005. Anche il tasso di occupazione ha una buona ripresa crescendo dal 64,5% al 65,60 e pone la provincia in un buon piazzamento al 20-esimo posto nazionale. Quota % di occupati in agricoltura a confronto 5,4% 4,9% 4,4% Italia 3,9% Piemonte 3,4% Novara 2,9% 2,4% 1,9% 1999 2000 2001 Fonte: Istat, rilevazione forze di lavoro 26 2002 2003 2004 2005 ALLEGATI Quota % di occupati nell'industria a confronto 44,0% 42,0% 40,0% Italia 38,0% Piemonte 36,0% Novara 34,0% 32,0% 30,0% 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Fonte: Istat, rilevazione forze di lavoro Quota % di occupati nei servizi a confronto 65,0% 63,0% Italia 61,0% Piemonte Novara 59,0% 57,0% 55,0% 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Fonte: Istat, rilevazione forze di lavoro Le micro e le piccole imprese, che rappresentando circa il 99% del totale, occupano circa il 66,1% degli addetti. Nelle medie imprese sono invece impiegati il 14,5% degli addetti. Nelle grandi imprese, che rappresentano lo 0,1% del totale, trovano impiego il 19,5% degli addetti. 27 NOVARA. PIANO STRATEGICO Distribuzione im prese e addetti per dim ensioni d'im presa (Fonte: dati ISTAT 2001) 93,1% 100,0% 80,0% 60,0% % addetti occupati 41,8% 40,0% % sul totale imprese 24,3% 19,5% 14,5% 20,0% 6,1% 0,7% 0,1% 0,0% m icro piccola m edia grande La distribuzione degli occupati per settore evidenzia l’importanza che la attività industriali continuano rivestire a Novara: il secondario impiega, infatti, il 38,8% degli occupati, a fronte del 36,1% del Piemonte e del 30,8% nazionale. In crescita rispetto al 2004 sono gli addetti nei Servizi che raggiungono nel 2005 il 58,5% del totale, rimanendo comunque distanti dal dato piemontese (60,0%) e da quello nazionale (65,0%). Nel 2005 gli addetti nel settore sono il 2,7% del totale, meno del 3,9% del Piemonte e del valore medio nazionale (4,2%). Peso % degli occupati per settore di attività Fonte: elaborazione su dati Istat (2005) Agricoltura (2,7) Industria Servizi (38,8) (58,5) 1.1.3 Capitale umano, ricerca e innovazione Novara è storicamente un importante polo della ricerca, dotato di centri di eccellenza di grande tradizione. Tali istituti hanno però subito un ridimensionamento, accentuato anche dalla “fuga di cervelli” che negli ultimi anni ha caratterizzato lo scenario della ricerca nazionale. 28 ALLEGATI Il Polo Scientifico e Tecnologico è un centro di eccellenza nel quale cooperano imprese, università e centri di ricerca che svolgono attività di R&S con particolare riferimento alla chimica fine e farmaceutica, alle green technologies e ai nuovi materiali: ▪ l’Istituto Guido Donegani ha dato un importante contributo innovatore allo sviluppo dei prodotti chimici più sofisticati del gruppo Montedison nei campi più diversi: dai farmaci antitumorali e antiipertensivi ai feromoni, dai fluidi fluorurati ai polimeri a cristalli liquidi. L’istituto conta circa 250 ricercatori e, dal 1991, è uno dei centri di ricerca del gruppo Enichem. ▪ l’ITIS Fauser è un centro di ricerca, sviluppo e sperimentazione di tecnologie avanzate con specializzazioni nell’informatica industriale, nelle costruzioni aeronautiche e nel tessile Tra i principali centri di ricerca privati troviamo: Novamont, leader internazionale nel settore dei materiali plastici biodegradabili; Isagro Ricerca, specializzata in fitofarmaci; Sud Chemie Mt, attiva nel comparto dei catalizzatori; Promau Engineering; Novara Technology; PRC Ticinum Lab; MBT; Consorzio Trecate Battelle. Per quanto riguarda i brevetti pubblicati dall’EPO il Piemonte e la provincia di Novara figurano discretamente: con più di 89 brevetti per milione di abitante pubblicati nel 2004 il Piemonte si colloca nettamente al di sopra della media italiana, ferma a 64,5, e così pure Novara che , però, con un valore di 73,2 in significativa flessione rispetto al 2003, anno in cui il numero di depositi era pari a circa 97 per milione di abitanti, interrompe la continua crescita del numero delle pubblicazioni cominciata nel 2001. Numero di brevetti europei pubblicati dall'EPO Valori pro-capite (per milione di abitanti), 2004 Fonte: Osservatorio Brevetti Unioncamere su dati EPO 140 122,7 120 100 80 89,4 73,2 64,7 60 40 20 0 Novara Piemonte Nord-Ovest Italia Numero di brevetti europei pubblicati dall’EPO (European Patent Office). Valori pro capite (per milione di abitanti). 29 NOVARA. PIANO STRATEGICO Province e Regione 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Piemonte Novara Nord-Ovest ITALIA 77,7 63,9 94,4 47,9 93,0 66,3 99,3 52,4 84,1 86,6 102,6 53,5 82,4 87,4 105,9 56,5 88,2 96,8 104,7 57,6 89,4 73,2 122,7 64,5 Fonte: Elaborazione su dati EPO Numero di brevetti europei pubblicati dall’EPO (European Patent Office) (valori assoluti). Province e Regione Piemonte Novara Nord-Ovest Totale province italiane Stranieri che hanno brevettato in partnership con italiani Totale Brevetti Italia 1999 2000 2001 2002 2003 2004 TOT 341 23 1.459 2.772 407 23 1.536 3.032 367 31 1.587 3.086 361 31 1.649 3.269 387 35 1.640 3.350 393 26 1.934 3.844 2.256 169 9.805 19.353 37 47 37 44 46 67 278 2.809 3.079 3.123 3.313 3.396 3.911 19.631 Fonte: Elaborazione su dati EPO Un contributo importante ai brevetti proviene dal settore chimico che, con l’istituto Guido Donegani, ha conseguito 1.200 brevetti in Italia e circa 6.000 a livello mondiale. A Novara l’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” con tre facoltà: Economia e Commercio, Farmacia e Medicina, quest’ultima con dieci corsi di laurea, diverse scuole di specializzazione, master e corsi specialistici. Gli iscritti all’Ateneo sono complessivamente 9.743 (comprese le sedi di Vercelli ed Alessandria) e sono cresciuti notevolmente negli ultimi anni. L’analisi effettuata evidenzia come il territorio sia nelle migliori condizioni per valorizzare e dare una spinta propulsiva all’innovazione e alla ricerca, a patto che: ▪ continui a sviluppare il polo universitario integrandolo con il sistema della ricerca e dell’innovazione; ▪ qualifichi Novara come polo tecnologico a supporto del sistema produttivo; ▪ cerchi di posizionarsi rispetto al polo di Milano in termini sinergici e complementari. L’offerta formativa complessiva risulta non adeguatamente diversificata, soprattutto nei rami maggiormente legati alla struttura produttiva novarese. Il mancato allineamento dell’offerta formativa alla domanda di nuovi assunti evidenzia una situazione lievemente peggiore a Novara rispetto alla media italiana. Infatti nella provincia di Novara il valore dell’indice di criticità del lavoro17 per il 2006 è pari a 7,4 in leggera crescita rispetto al 7,3 del 2005, mentre in Piemonte si è confermato al 7,2 e a livello nazionale è sceso da 7,1 a 6,9. 17 30 Tale indice può assumere valori tra 0 e 10 ed è dato da: (% personale di difficile reperimento ½ + % personale con necessità di formazione ½) / 2 ALLEGATI La domanda di posizioni che non richiedono alcun tipo di qualificazione continua ad essere alta nel 2006 (il 42,6% delle assunzioni previste riguarderà persone senza uno specifico titolo scolastico). Tale percentuale tocca punte del 63% nel settore delle costruzioni, mentre si assesta sul 41,5% nell’industria in senso stretto e scende al 38% nei servizi. 1.1.4 Ulteriori elementi di competitività del territorio Il valore assunto dall’indice di dotazione delle infrastrutture economiche nel 2004 pari a 135 (130,8 nel 1999 rispetto a 142,3 del 1991) pone la provincia al 22-esimo posto della relativa graduatoria. L’analisi delle singole categorie mostra come praticamente tutte le categorie presentino un valore dell’indicatore superiore a 100. Costituisce un’eccezione a questo trend l’indice di dotazione delle strutture e reti per la telefonia e la telematica, il cui valore 88,2 nel 2004 (97,3 nel 1999 mentre nel 1991 era pari a 120,2) è inferiore anche alla media della macroarea di riferimento18. Dotazione di infrastrutture economiche Fonte: Istituto G. Tagliacarne (2004) Rete stradale 250 Italia (=100) Nord-Ovest Novara 250 Reti bancarie e servizi vari 200 150 Rete ferroviaria 100 100 50 0 Strutture e reti per la telefonia e la telematica Impianti e reti energetico-ambientali Porti (e bacini di utenza) Aeroporti (e bacini di utenza) L’analisi delle infrastrutture sociali mostra un netto miglioramento della dotazione dal 1991 al 2004 portando il valore dell’indice sintetico di infrastrutture sociali dell’Istituto G. Tagliacarne a 85,49, valore in linea con il Piemonte, ma inferiore a quello del Nord-Ovest (109,37) e alla media nazionale che assume il valore di riferimento 100,00. Analizzando i singoli elementi della dotazione emerge una buona dotazione di infrastrutture per l’istruzione e una non eccellente dotazione di infrastrutture sanitarie, culturali e ricreative. 18 Fonte: Istituto G. Tagliacarne (2004) 31 NOVARA. PIANO STRATEGICO Grafico tratto da: Opuscolo CCIAA Novara (2006) Il tenore di vita novarese (in termini di diffusione della ricchezza) è nettamente più alto della media nazionale e in linea con quello regionale: il valore aggiunto pro-capite è 24.638 euro, in linea con il Piemonte, poco inferiore al Nord-Ovest e superiore alla media nazionale. Valore aggiunto pro-capite Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Euro (2004) 30.000 25.000 24.638 24.429 26.324 21.583 20.000 15.000 10.000 5.000 0 Novara Piemonte Nord-Ovest Italia La qualità della vita, sebbene in calo, si mantiene ad un buon livello: Novara, secondo la classifica stilata da Il Sole 24 Ore per il 2005 si posiziona al 53° posto rispetto alle 103 province italiane. 32 ALLEGATI Indice Indicedi diqualità qualitàdella dellavita vita piazzamento piazzamentonella nellagraduatoria graduatoriadelle delleprovince provinceitaliane italiane Fonte: Fonte:IlIlSole Sole24 24Ore Ore(2005) (2005) 53° 1° 103° 1.2 CONTESTO INSEDIATIVO: RESIDENZA, SERVIZI, ATTIVITÀ PRODUTTIVE E SISTEMA INFRASTRUTTURALE 1.2.1 Evoluzione urbana La città di Novara ha una storia urbana fortemente intrecciata con gli aspetti infrastrutturali; la città associa una biografia territoriale tipica di una realtà urbana delle medesime dimensioni, con diversi problemi strutturali legati alla repentina espansione dell’edificato dal dopoguerra in poi, ad alcune specificità date da un mutevole contesto infrastrutturale sovralocale. In risposta a questo scenario negli ultimi vent’anni si è sviluppata una forte attività urbanistica; si sono progressivamente affrontate alcune delle emergenze più urgenti. Il settore piemontese ad est del polo metropolitano di Torino è un’area dalle dimensioni demografiche ed economiche rilevanti ed è caratterizzata da una fitta trama di relazioni funzionali e logistiche con i sistemi metropolitani delle regioni confinanti. I due sistemi urbani principali di Alessandria e Novara presentano rapporti di integrazione storica con i sistemi metropolitani rispettivamente di Genova e di Milano, caratterizzando quindi l’area come cerniera transregionale. L’attuale impianto urbano è caratterizzato da distretti residenziali periferici lungo gli assi viari che legavano il centro storico al territorio agricolo, saldandosi con realtà rurali a ridosso della città. La crescita dei comuni limitrofi ha moltiplicato la tendenza espansiva saldandosi in un continuum urbano dell’impianto radiale. Verso gli ultimi decenni del secolo scorso, l’interruzione del trend positivo della crescita industriale e la ridefinizione del sistema produttivo nel mercato globale ha in parte modificato le dinamiche insediative che fino ad allora avevano mantenuto una struttura territoriale sostanzialmente monocentrica sulla città di Novara. Se da un lato le trasformazioni degli scenari globali hanno messo in crisi alcuni dei settori economici tradizionali che qui 33 NOVARA. PIANO STRATEGICO rappresentavano le eccellenze, dall’altro lato le nuove dinamiche economiche hanno modificato le logiche organizzative dei sistemi manifatturieri. Nel suo complesso la città si presenta densamente costruita, con quasi 13.300 mc e 68 abitanti per ciascuno dei circa 1500 ettari di area urbanizzata (escluse aree ed edifici produttivi): una densità quasi doppia rispetto a quella di buona parte dei comuni vicini, ben superiore a quella di altri capoluoghi padani (ad es. Parma, Como, Padova) e dell’ordine di quella di città molto più grandi. Se si tiene conto delle quote significative di aree destinate alla mobilità, alla sosta, al verde, e ad altri usi diversi, è evidente che l’indice fondiario medio dell’edificazione novarese si avvicina ai 3 mc/mq: un dato sommario che tuttavia ben presenta la tipologia dominante della città: condomini da tre a sei piani, con ridottissima presenza di edilizia a bassa densità. Se si confronta questo primo dato con quello riferito alle aree industriali, emerge che la città è occupata per oltre il 21% da impianti produttivi, su un totale complessivo di circa 1.950 ha di territorio urbanizzato. L’alta densità della parte residenziale e terziaria comporta una ridotta disponibilità di aree ‘molli’, per le quali siano prevedibili operazioni sostanziose di ristrutturazione urbanistica; viceversa la distribuzione a macchia di leopardo delle aree industriali anche nel tessuto urbano consolidato, in alcuni casi dismesse o in via di dismissione, comporta una presenza diffusa di occasioni di riqualificazione urbana. Analizzando la dinamica delle costruzioni si evidenzia una sproporzionata crescita del patrimonio residenziale rispetto alla domanda teorica espressa nel PRG ‘80: sono stati costruiti quasi 4,7 milioni di mc residenziali dall’80, quasi senza incremento di popolazione, portando la dimensione della città a quasi 20 milioni di mc per residenza e attività urbane (pari ad oltre 195 mc per persona: 55 mq di superficie utile a testa, più del doppio di quanto previsto di standard dalla Legge regionale all’art. 20). Di tali nuove costruzioni circa un quarto (1 milione di mc) è stato realizzato nell’ambito delle aree per l’edilizia economica e popolare, ad oggi praticamente esaurite. Una tale situazione sembra indicare una progressiva saturazione della domanda in generale, in cui rimarranno comunque attive specifiche sacche di domanda particolare, riferite per lo più alle dinamiche delle famiglie, alla qualità degli alloggi e alla localizzazione in specifiche zone della città. Un’altra tendenza che sta condizionando il settore è quella dell’aumento costante nella dimensione media degli alloggi, che tendono ormai a 500 mc, aumentando la divaricazione rispetto alla dimensione media delle famiglie, che al contrario tende ancora a diminuire. 34 ALLEGATI PRODUZIONE EDILIZIA A NOVARA Fabbricati residenziali Anno Numero Volume Fabbricati non residenziali Numero Volume 1980 26 134.090 4 12.097 1981 17 140.092 16 108.668 1982 76 209.449 39 121.702 1983 50 209.463 53 121.749 1984 26 82.929 44 29.173 1985 43 166.871 43 66.735 1986 27 139.863 25 59.476 1987 42 177.047 44 101.102 1988 43 138.483 32 61.616 1989 65 316.438 22 47.262 1990 47 196.977 30 45.337 1991 78 259.119 26 53.944 1992 59 283.047 17 46.476 1993 36 226.785 30 62.958 1994 45 202.270 10 42.330 1995 32 166.070 35 122.934 1996 31 183.803 18 64.840 1997 39 227.742 6 16.151 1998 38 130.986 11 151.503 1999 36 180.475 8 34.177 2000 34 104.899 5 147.070 2001 91 285.018 9 136.993 Fonte: ISTAT Dai dati disponibili non emerge una significativa dinamica ‘erosiva’ degli utilizzi terziari oltre a quelli attesi: in città la quota di superficie per uffici è circa il 10% e quella per il commercio non supera il 18% di quella per residenza: dati molto vicini al fisiologico utilizzo dei piani terra per il commercio e di alcuni edifici nelle aree centrali per uffici. D’altra parte anche in senso temporale il settore terziario ha visto costruire le proprie sedi principali negli anni ‘60 e ‘70, e negli anni più recenti si è visto prevalentemente un moderato diffondersi del terziario nel tessuto residenziale preesistente. La specializzazione delle aree commerciali, sempre più marcata negli ultimi anni, comporta certamente una innovazione profonda nella distribuzione dei servizi commerciali, esplorata nell’allegato Piano della distribuzione commerciale, ma non incide significativamente sulle dimensioni complessive dell’edificato destinato alle funzioni commerciali. 35 NOVARA. PIANO STRATEGICO 1.2.2 Dinamiche edilizie All’interno della città non si riscontrano significative differenze tra i quartieri nella dinamica demografica, che non siano quelle attese dal naturale processo di invecchiamento delle aree centrali e dalla crescita dimensionale dei quartieri che hanno visto una maggiore attività edilizia: nuove case, nuovi abitanti. Tuttavia si possono mettere in evidenza alcuni elementi puntuali: ▪ nelle aree maggiormente consolidate e storicizzate (dei quartieri S. Andrea, Sacro Cuore e S. Martino, oltre al Centro) la fragilità della situazione è sottolineata, oltre che dall’indice di vecchiaia, dalla ridotta dimensione media delle famiglie, vicina a 2,10 persone; ▪ nei quartieri esterni, gli unici che si mantengono con una dimensione media del nucleo superiore a 2,5 (soglia che significa comunque un solo figlio in casa ogni due coppie) sono Cittadella e S. Antonio, mentre S. Agabio è sul limite e gli altri quartieri hanno famiglie più ridotte; ▪ le dimensioni medie famigliari sono normalmente minori in corrispondenza del più elevato indice di vecchiaia, come si verifica a S. Andrea, S. Cuore, S. Martino e al Villaggio Dalmazia. Ugualmente, ma al contrario, a Veveri e S. Agabio maggiori famiglie e minore indice di vecchiaia. Significativa eccezione all’andamento accoppiato dei due indici è il Centro, che presenta una bassissima dimensione famigliare (inferiore a 2,2 pers./fam.) ma un indice di anzianità non dei peggiori (1,73), a significare la scelta di molti single o coppie nucleari di ogni età di vivere nel centro. Ad un primo sguardo la città sembra normalmente differenziata al proprio interno, senza situazioni critiche gravi (salvo casi puntuali di borgate isolate comunque di ridotte dimensioni), il che permette di assecondare la tendenza alla mobilità e alla fruizione reticolare dei servizi più specializzati distribuiti in zone diverse della città, mentre si ripropone il tema, ormai al centro dell’attenzione a livello europeo, delle attrezzature per la terza età nei quartieri più consolidati, ferma restando la validità delle attrezzature di standard per i quartieri ‘normali’ di recente ampliamento, già oggi dotati di servizi di nuova costruzione. 36 ALLEGATI ANDAMENTI DEMOGRAFICI PER QUARTIERI ZONA QUARTIERE 1981 1991 2001 ∆ ‘81-’01 Centro 8.160 7.230 6.556 -1.604 S. Andrea 5.493 4.684 4.467 -1.026 S. Rocco 4.145 3.958 3.894 -251 S. Antonio 6.572 7.443 7.493 921 Veveri 1.748 2.002 2.229 481 Vignale 2.395 2.250 1.980 -415 4 S. Agabio 8.894 10.691 11.952 3.058 5 P. Mortara 9.306 8.888 8.141 -1.165 6 S. Cuore 9.260 8.890 8.071 -1.189 7 S. Martino 10.948 9.797 9.357 -1.591 8 S. Rita 4.065 4.507 4.805 740 S. Paolo 3.080 3.959 3.998 918 Z. Agogna 6.367 6.298 5.716 -651 Cittadella 6.681 7.871 7.856 1.175 V. Dalmazia 1.153 979 781 -372 T. Quartara 1.490 1.475 1.870 380 11 Sud Est 5.965 6.845 7.713 1.748 12 Lumellogno 1.715 1.611 1.679 -36 13 Pernate 3.538 3.490 3.649 111 Novara 101.425 102.863 102.232 1 2 3 9 10 807 Fonte: ISTAT 37 NOVARA. PIANO STRATEGICO Viceversa pare che la città possa migliorare ancora nel settore dei servizi qualificati, passando da posizioni di rincalzo, sempre del segmento alto, a posizioni di maggiore evidenza, soprattutto nei settori della sanità, della cultura, del tempo libero e dei servizi per la produzione. La distribuzione per quartieri delle nuove costruzioni mostra una città molto differenziata per attività trasformativa: in una città che nell’ultimo ventennio si è ampliata del 25% si passa da quartieri che incrementano del 50% (come S. Agabio) ad altri come la Zona Agogna, S. Rocco, Sacro Cuore, che non superano il 15%. In generale comunque si evidenzia il ruolo significativo svolto dai Peep anche oltre la propria dimensione, innescando dinamiche urbanizzative in zone di estrema periferia. Dai dati emerge anche la ridotta attività di rinnovo urbano, ad esclusione del centro, che vede nuove costruzioni per il 22% del patrimonio precedente al 1980: l’ondata di progetti di trasformazione interni alla città deve ancora mostrare i suoi frutti, mentre le parti esterne della città risultano quasi sempre completate con nuovi quartieri ormai definiti da progetti urbanizzativi assestati. La città si è sviluppata nel ‘900 a sud e a ovest del centro in modo estremamente denso e compatto, completando di fatto la capacità edificatoria dei suoli con la densità tipica della città otto-novecentesca già negli anni ‘70, e implementandola con numerosi interventi isolati ad alta densità (superiori a 5 mc/mq) negli anni successivi. La ormai storica carenza di servizi elementari (parcheggi, verde), che è l’ovvia conseguenza di questo modello insediativo, è evidente ancor oggi e irrimediabile nell’ambito dei quartieri più centrali, trovandosi ancora alcuni spazi disponibili solo nei limitrofi quartieri più esterni. Più modesta della dinamica residenziale ma pur sempre significativa la quota di nuova costruzione nel comparto produttivo (circa 2,5 milioni di mc dal 1980 al 2001, secondo i dati delle concessioni) e in quello commerciale ‘puro’ (circa 600 mila mc), che comunque costituisce solo una parte minoritaria dell’espansione di aree produttive nell’hinterland. Il trend di crescita degli insediamenti produttivi si è accelerato negli ultimi anni: per le aree industriali si registra nel periodo 1980/1996 la realizzazione di 1.168.399 mc, per oltre la metà destinati ad insediamenti produttivi, che hanno interessato circa 15 ha di nuove aree industriali (circa il 90% di quelle nuove predisposte dal Piano), mentre il CIM nello stesso periodo ha occupato solo 1/10 dello spazio ad esso destinato. Negli ultimi anni la gran parte dei pur consistenti interventi è riferita a completamenti e ingrandimenti degli insediamenti esistenti, mentre si è avviata in modo più consistente la realizzazione del CIM (che comunque a tutt’oggi occupa circa la metà di quanto assegnatogli dal PRG ’80. L’indagine sull’assetto produttivo condotta nel 2000 (Centro studi Novara 2000) sui comuni della cintura (Caltignaga, Cameri, Galliate, Garbagna, Romentino, S. Pietro M., Trecate) mostra la distribuzione degli insediamenti industriali, ormai per lo più localizzato fuori dal capoluogo e anche nei comuni minori fuori dai contesti urbani, segno della saturazione urbana e del processo di rilocalizzazione in corso, con la supremazia definitiva delle zone industriali a se stanti in area extraurbana. Va notato comunque che negli ultimi 5 anni la dinamica delle costruzioni è attiva nei settori produttivi in misura simile a quelli “urbani”, con un andamento simile nel Comune capoluogo, nell’hinterland e in tutta la provincia, segno forse più di una frenata nella crescita del settore residenziale che di un’effettiva domanda trainante di nuovi interventi nel settore terziario e in quello produttivo. 38 ALLEGATI 1.2.3 Strutturazione delle aree per le destinazioni produttive Novara è dotata di un discreto comparto industriale (in particolare chimico ed alimentare) che a partire dal dopoguerra ha fortemente trainato l’economia urbana, insieme al settore dell’agricoltura risicola. Verso gli ultimi decenni del secolo scorso le strutture e le filiere produttive che avevano fatto della città un polo industriale gerarchico rispetto al proprio hinterland subiscono fenomeni di “disintegrazione” dando il via libera alla creazione di distretti autonomi dei territori periferici un tempo subordinati al polo novarese. Si assiste ad una crescente periurbanizzazione insediativa e un conseguente consumo di suolo, allargando i confini della città a macchia d’olio saldandosi con le realtà urbane minori; allo stesso tempo vengono dismesse molte delle storiche strutture produttive interne alla città, lasciando ampie aree in disuso o sottoutilizzate. I dati delle dinamiche degli addetti nei settori industriali e terziario privato fanno emergere nell’ultimo decennio un incontrovertibile indebolimento del ruolo produttivo di Novara (almeno relativamente alla provincia), indicatore di una fase socioeconomica fragile e di un cambiamento strutturale in corso rispetto a ciò che si è consolidato negli ultimi cinquant’anni. UNITA’ LOCALI E ADDETTI PER SETTORE DI ATTIVITÀ 1991 SETTORE Un. Loc. 1996 Addetti Un. Loc. 2001 Addetti Un. Loc. Addetti 1 4 2 4 5 17 677 9.907 695 96.128 940 8.157 18 664 9 540 15 529 Costruzioni 442 2.107 776 2.425 1.085 1.989 Commercio 2.205 6.623 2.271 6.168 2.691 5.488 Alberghi/Ristoranti 361 1.335 340 1.194 446 987 Trasporti 201 3.552 296 3.378 404 1.024 Int. monetaria 216 2.627 265 2.742 445 2.902 Att. imm/inf/rice 1.054 3.492 2.009 4.831 1.635 3.343 Tot attività industriali e terziarie private 5.195 30.311 6.633 30.900 7.666 24.436 Estrazione Manifattura Elettricità/Gas/Acqua Fonte: ISTAT La dinamica negativa degli addetti probabilmente somma gli effetti di una ristrutturazione complessiva del settore secondario, determinante in tutta l’Italia settentrionale, ad una significativa rilocalizzazione degli stabilimenti industriali nell’hinterland della città. Questa ipotesi verrebbe confortata da un adeguato confronto tra addetti e attivi (cioè tra la forza lavoro rilevato sul luogo di lavoro e nella propria residenza), che metterebbe in evidenza la stabilità residenziale degli attivi del capoluogo, a fronte di una mobilità indotta dalla localizzazione esterna al comune del luogo di lavoro. Infatti il trend della popolazione attiva complessiva non pare alterato nel decennio ‘81/’91 (l’unico di cui disponiamo di dati confrontabili), né è pensabile che nell’ultimo decennio si sia 39 NOVARA. PIANO STRATEGICO assistito ad un crollo della popolazione attiva in città a fronte di una leggera crescita della popolazione complessiva: l’unica spiegazione plausibile pare essere quella del processo di rilocalizzazione industriale a fronte di un mantenimento della residenza nel comune capoluogo da parte della forza lavoro. A fronte di una popolazione stabile i dati illustrano una diminuzione significativa degli addetti nei settori non agricoli e non pubblici nel Comune (quasi un quarto nell’ultimo decennio), si registra una crescita forte delle unità locali (quasi un terzo nel decennio): quindi una dimensione media delle Unità Locali che si è fortemente indebolita (arrivando da quasi 6 a poco più di 3 addetti per UL). Se si analizzano i settori di attività in maggiore evoluzione, emerge una diffusa crisi del settore industriale, dei trasporti e del commercio, mentre la crisi sembra presente ma in misura minore nel settore delle costruzioni e del terziario non commerciale (a Novara l’intermediazione monetaria – cioè le banche- costituisce l’unico settore in crescita di addetti nel decennio, peraltro molto modesta). D’altra parte la riduzione del numero di addetti per unità locale e la frammentazione delle aziende coinvolge tutti i settori (escluso quello della distribuzione di energia acqua e gas, l’unico in via di concentrazione). Comunque la storia dell’assetto produttivo della città è solidamente connesso alle attività industriali: Novara è uno dei tre capoluoghi del Piemonte e della Lombardia (con Torino e Biella) ad avere ancora circa il 30% di addetti nel settore industriale. Per altro la città è tra i capoluoghi con minore sviluppo del terziario (non arriva al 70% degli addetti), ma nel terziario emerge la buona dotazione di servizi per le imprese (23% degli addetti, inferiore solo a Torino, Milano e Como). L’indicatore, pur sommario, conferma l’impressione generale, di un assetto produttivo che evolve solidamente verso l’epoca postindustriale, dotandosi via via dei servizi necessari e senza derive troppo accentuate nei settori di terziario per il consumo. Infatti da una parte in altre zone della Provincia crescono economie di distretto con tessuti di piccole e medie imprese specializzate (nell’area di Borgomanero nei settori del valvolame, rubinetteria e del tessile diffuso anche nella parte settentrionale del Ticino - Oleggio, Varallo Pombia). D’altra parte a Novara il PTCP 2002 legge una situazione di “crisi della grande impresa sia pubblica che privata che dà luogo a fenomeni di dismissione/riuso di aree industriali; crisi di alcuni settori di specializzazione tradizionale (chimica, alimentare, tessileabbigliamento, meccanica) non sufficientemente compensata dalla crescita occupazionale di altri comparti; riconversione in senso terziario della base economica urbana che genera tensioni sia sul versante occupazionale che territoriale (es. crisi del commercio al dettaglio e affermazione della grande distribuzione, con effetti noti sul numero degli addetti impiegati, sulla domanda di spazi, sul traffico indotto, ecc.), azioni di riconversione/rafforzamento di strutture qualificate di ricerca e formazione (università e centri di ricerca); riaggiustamento strutturale nel settore creditizio: si presentano come fattori che caratterizzano in modo peculiare il capoluogo rispetto al resto del territorio provinciale e regionale.” D’altra parte, fuor di statistica, sono numerose le manifestazioni di interesse e di capacità imprenditoriale collettiva che si stanno addensando negli ultimi anni, con riferimento ad alcuni settori innovativi e di specifica caratterizzazione novarese, per storia industriale e per posizione. La localizzazione nell’area risulterebbe appetibile per i settori che si giovano della ricerca applicata per i materiali, i metalli, la chimica, la farmaceutica e soprattutto per quelli della logistica e dei trasporti, che utilizzano le potenzialità del nodo infrastrutturale. Per il tema dell’uso del suolo per insediamenti produttivi la relazione del PRG ’80 riporta una situazione al 1981 di oltre 433 ettari di aree industriali con una forza lavoro di 15.542 addetti: quasi 279 mq per addetto. 40 ALLEGATI L’evoluzione delle imprese attive e la loro rilocalizzazione porta al 2000 ad una disponibilità di aree industriali attive di circa 297 ha. Il rapporto area addetto diverrebbe nel 2000 di circa 297 ha per 11.165 addetti: 306 mq per addetto. Pesa certamente su questa valutazione l’incidenza dell’area CIM attivata (485.000 mq), che aumenta l’incidenza per addetto, ma in ogni caso, anche con le approssimazioni dovute, si verifica certamente un processo di forte investimento immobiliare rispetto alla concentrazione di addetti .Probabilmente si sta sviluppando la forbice, tipica degli ultimi 10 anni nell’Italia settentrionale, che rende differente la dinamica del settore immobiliare del comparto produttivo, attiva soprattutto nel rinnovo, rispetto a quella che investe l’occupazione, che è in flessione nel settore secondario. In parole povere nuovi capannoni non significano proporzionatamente nuovi posti di lavoro. Infine un cenno sul trend dell’agricoltura che ha visto nell’ultimo ventennio verificarsi una dinamica molto veloce di concentrazione di aziende, con un aumento (pur contenuto) di superficie coltivata a fronte di un crollo degli allevamenti bovini (ridotti ad un quarto in venti anni) e ad un parallelo incremento di quelli di suini (più che raddoppiati nello stesso periodo). Dal confronto con i dati provinciali emerge che l’aumento della superficie coltivata è anomalo in un panorama generale di diminuzione, e si può assegnare alla redditività della coltivazione risicola, anche se nell’intorno di Novara tale intensità è in parte contraddetta dalle ultime foto aeree, che mostrano una propensione molto recente alle colture asciutte, forse transitoria. In ogni caso la costanza del dato sulla superficie aziendale mostra che l’agricoltura dell’area non risente troppo della vicinanza della città, che non ha eroso terreni alle coltivazioni, anche in virtù di un disegno di piano che ormai da vent’anni sta attuando un buon contenimento dell’espansione urbana. Al contrario degli spazi coltivati, l’abbandono delle cascine, riscontrato analiticamente nelle indagini del piano, corrisponde alla crisi dell’allevamento bovino, ormai irreversibile. 1.2.4 Assetto infrastrutturale Il settore piemontese ad est del polo metropolitano di Torino è un’area dalle dimensioni demografiche ed economiche rilevanti ed è caratterizzata da una fitta trama di relazioni funzionali e logistiche con i sistemi metropolitani delle regioni confinanti. La forte crescita della città si è cristallizzata nell’attuale impianto urbano, caratterizzato da distretti residenziali periferici lungo gli assi viari che legavano il centro storico al territorio agricolo. A questo impianto ha fortemente contribuito il sistema di trasporto su ferro che con le sue linee ha profondamente segnato il territorio e orientato lo sviluppo della città verso gli ultimi decenni del secolo appena concluso, l’interruzione del trend positivo della crescita industriale e la ridefinizione del sistema produttivo nel mercato globale ha in parte modificato le dinamiche insediative che fino ad allora avevano mantenuto una struttura territoriale monocentrica incentrata sulla città di Novara. A rendere dinamico e strutturalmente instabile questo contesto negli ultimi anni hanno contribuito tra le altre: ▪ la rilocalizzazione delle attività produttive; ▪ la realizzazione della rete AC Torino-Milano; 41 NOVARA. PIANO STRATEGICO ▪ il potenziamento del CIM; ▪ la realizzazione della bretella di collegamento dell’autostrada Torino-Milano con l’aeroporto di Malpensa. Questo insieme di interventi configurano l’affermazione di una potente infrastruttura al servizio dell’intermodalità e del Corridoio europeo 5: un insieme di nodi logistici generatori di un sistema di smistamento plurimodale capace di assicurare quelle condizioni che producono l’interscambio gomma/treno/aereo a persone, merci e mezzi. Novara occupa una particolare posizione geografica, baricentrica rispetto agli assi di comunicazione N-S Genova-Sempione-Nord Europa e O-E Portogallo-Spagna-Francia-Pianura Padana-Trieste-Est Europa, che la pone in una condizione di assoluta centralità rispetto alle dinamiche in atto di potenziamento dei sistemi di trasporto ferroviario di interesse sovranazionale. La linea ferroviaria ad Alta Capacità Torino-Milano, di cui la tratta Torino-Novara consente di collegare l’Aeroporto Internazionale di Malpensa con la capitale piemontese, costituendosi quale tratto di un progetto più generale di collegamento veloce ferroviario trans-europeo: il cosiddetto Corridoio 5 ovvero il collegamento ferroviario Lisbona-Lione-Torino-TriesteLubiana-Budapest-Kiev. Un’altra opera ferroviaria interessante il territorio novarese è il collegamento Genova-NovaraSempione che proseguendo fino a Rotterdam, Corridoio 24, dovrebbe rafforzare i traffico merci del Mediterraneo verso il centro ed il nord Europa. Novara non è in diretto collegamento con i porti liguri ma è ben collegata con Alessandria e la sua provincia; Novara può diventare naturale sbocco delle grandi correnti di traffico che dalla Liguria attraverso Alessandria superano l’arco alpino centro-occidentale e raggiungono il nord Europa. La provincia di Novara ha firmato nel luglio 2004 un Protocollo d’Intesa Quadro sull’assetto ferroviario del nodo di Novara che prevede in particolare: ▪ il raccordo diretto tra l’asse AV/AC Torino-Milano; ▪ una nuova stazione in area prospiciente il casello autostradale di Novara est; ▪ un nuovo terminal Huckepack in sostituzione di quello esistente a Novara Boschetto; ▪ il completamento della tangenziale di Novara. Novara si trova all’incrocio di importanti e decisive direttrici di traffico; le questioni che producono una pressione straordinaria sul territorio e lo chiamano a scelte decisive per la qualità della vita sono: ▪ l’aumento esponenziale del traffico delle merci prodotto dalle dinamiche dell’economia globalizzata; ▪ l’intasamento ormai totale che l’area metropolitana milanese ha prodotto nel territorio ad est del Ticino; ▪ la mobilità delle persone; ▪ le questioni ambientali. 42 ALLEGATI Da un alto si assume come obiettivo importante il cambio di modalità, da gomma a ferro, nel trasporto merci e nella mobilità delle persone; dall’altro si chiedono le risorse necessarie per produrre scelte intelligenti che guardino al futuro di lungo periodo e producano il minor impatto possibile. La posizione baricentrica rispetto ai grandi assi di comunicazione viaria nord-ovest del paese ha fatto sì che Novara sviluppasse una forte vocazione economico-produttivo sul fronte della logistica e della gestione delle merci in transito. Tale attività ha fortemente impattato sul modo in cui il territorio si è sviluppato da un punto di vista urbanistico e non sempre ha risposto in maniera adeguata alle esigenze dell’imprenditoria locale. Le grandi opere in corso di realizzazione sul territorio cittadino hanno scosso gli equilibri sociali ed urbanistici, impattando fortemente sulla qualità di vita dei cittadini. Si prevede pertanto lo studio di soluzioni per la realizzazione di piastre di trasferimento per il sistema del trasporto merci urbano, ma con soluzioni del tutto integrate con il sistema delle aree verdi ed ambientali; sarà necessario quindi dotare il sistema locale di servizi moderni ed adeguati alle esigenze che avanzano. Bisogna orientarsi ad una rivalutazione complessiva del tessuto cittadino in primo luogo a partire dagli aspetti legati alla mobilità, alla qualificazione urbana ed al rilancio imprenditoriale, tramite un percorso di sviluppo integrato che sappia valorizzare i punti di forza di cui il territorio dispone, quali certamente la localizzazione geografica, ma anche la cultura, l’università e l’ambiente con l’obiettivo di distinguersi ed essere complementare ai vicini punti di attrazione a valenza europea, tramite la valorizzazione delle attività commerciali, del terziario, turistiche, e dell’economia della conoscenza. Le strategie di sviluppo dell’Unione Europea, identificano nello sviluppo dei sistemi policentrici il futuro della crescita economica, ed in particolare nel Pentagono Europeo dello Sviluppo il motore dell’intero sistema continentale. Bisogna capovolgere l’impatto delle grandi opere facendole diventare opportunità di sviluppo e di caratterizzazione dell’area, in modo tale che la facile accessibilità e la contiguità con le aree europee di maggior attrazione diventino fonte di nuovi equilibri urbani e di vivibilità per i cittadini e per il sistema esterno. Al riguardo può essere utile sottolineare la lettura della città come un sistema radiale all’interno del quale è possibile identificare una serie di anelli fisici ed immateriali, ognuno dei quali rappresenta un livello di interazione, dalla mobilità al sistema delle imprese, alle reti di conoscenza, alle infrastrutture di telecomunicazione. Il Comune di Novara ha recentemente adottato, dicembre 2004, il nuovo Piano Regolatore Generale Comunale; lo strumento urbanistico sottolinea i punti di forza e le debolezze del territorio al fine di orientarne lo sviluppo futuro. Il carattere ambientale che si sta consolidando nel sistema urbano di Novara presenta una significativa differenze tra la fascia sud-ovest in cui resiste un’agricoltura della piana irrigua, con aree di qualche interesse ambientale suscettibili di valorizzazione e la fascia nord-est che raccorda, con una serie di centri ravvicinati e in crescita, l’urbanizzazione novarese con quella lombarda secondo un modello di morfologia insediativa puntuale e discreta. La solidità dello sviluppo novarese è confermata, dalla stabilità demografica e del sistema delle imprese ma soprattutto dalla distribuzione dei servizi a livello urbano che sembra oggi consolidare un corretto sistema di polarizzazioni del capoluogo, equilibrato da una buona dotazione di servizi distribuiti anche nei centri maggiori dell’hinterland. 43 NOVARA. PIANO STRATEGICO Diversamente dal quadro dei servizi sembra molto più complessa la dinamica di riorganizzazione del settore industriale e artigianale, per il quale non si può constatare altro che un consolidamento del polo produttivo. Manca in oltre un quadro di riferimento organico dei progetti strategici, che permetta di valutare le efficacie, gli sprechi, le potenziali contraddizioni di compatibilità e di sinergia. 2 2.1 SWOT ANALYSIS/PUNTI DI FORZA, DEBOLEZZE, OPPORTUNITÀ E MINACCE LA METODOLOGIA L’analisi SWOT è un potente strumento di analisi strategica che è stato qui impiegato per analizzare in modo preliminare come si posiziona Novara oggi da un punto di vista competitivo. Nel corso della fase di analisi del Piano Strategico sono state raccolte numerose evidenze dai numerosi documenti analizzati, dai tavoli di ascolto e dall’analisi statistica del contesto. Queste evidenze sono state suddivise in quattro raggruppamenti: ▪ forze ▪ debolezze ▪ opportunità ▪ minacce 1.Industria, PMI, distretti e internazionalizzazione 2.Costruzioni, terziario, agricoltura e turismo 3. Infrastrutture, mobilità e logistica 4.Capitale umano, innovazione e ricerca Di seguito si riportano le principali evidenze emerse nel corso dell’analisi. 44 ALLEGATI 2.2 INDUSTRIA, PMI, DISTRETTI E INTERNAZIONALIZZAZIONE Come detto in precedenza, il territorio novarese mantiene una spiccata vocazione industriale, parzialmente in controtendenza rispetto a quanto succede su gran parte del territorio nazionale. Il settore manifatturiero tradizionale si caratterizza per: ▪ la presenza di un tessuto industriale estremamente variegato, costituito da alcune grandi imprese leader nel panorama nazionale e internazionale, da distretti industriali eccellenti e una moltitudine di PMI e microimprese che operano sul mercato talvolta in condizioni di estrema difficoltà; ▪ una elevata propensione all’esportazione frutto del dinamismo del sistema imprenditoriale e della buona competitività che esso esprime. L’apertura verso l’estero, però, da un lato, trascura quei territori che attualmente stanno facendo registrare i tassi di crescita più elevati, come l’India e la Cina, dall’altro, sembra essere a senso unico, stante la difficoltà ad attirare capitali dall’estero; ▪ un fenomeno di indebolimento di alcune specializzazioni tradizionalmente radicate sul territorio, come ad esempio il comparto del tessile e abbigliamento, anche a causa della difficoltà di riconvertire le attività produttive verso settori più competitivi. FORZE • Grado di industrializzazione superiore alla media nazionale • Presenza di distretti industriali (Distretto della rubinetteria-valvolame di eccellenza) • 1 Presenza di produzioni di elevata qualità • Elevata propensione all’esportazione • Elevati investimenti diretti all’estero DEBOLEZZE • • • • • Perdita di competitività dell’industria Elevato tasso di mortalità delle PMI primi anni di vita Limitata attrazione di capitali dall’estero Ridotto export verso paesi extra-UE Crisi del settore moda OPPORTUNITÀ • • • 1 2 Valorizzazione delle produzioni di qualità (Produzioni al elevato tasso di tecnologia, Made in Italy) Realizzazione infrastrutture Rivitalizzazione attività di ricerca (chimica, polo tecnologico, …) MINACCE • • • Indebolimento delle specializzazioni radicate sul territorio (tessile-abbigliamento) Difficoltà di riconversione verso settori più competitivi (es: da tessile a meccanica tessile) Elevata concorrenza dei paese emergenti sulle produzioni industriali e conseguente difficoltà delle 2 imprese di restare sul mercato Macchine e apparecchi meccanici, fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, settore chimico Le imprese industriali sono export-oriented 2.3 COSTRUZIONI, TERZIARIO, AGRICOLTURA E TURISMO Per ciò che attiene il tessuto economico diverso dall’industria pura, si osserva che: ▪ è in atto un processo di trasformazione del sistema trainato dallo sviluppo di alcuni comparti, come ad esempio quello delle costruzioni, grazie al buon andamento del mercato immobiliare e ai numerosi investimenti in infrastrutture, e dal processo di terziarizzazione 45 NOVARA. PIANO STRATEGICO dell’economia. Tale processo di terziarizzazione, però, sembra si orienti verso i comparti a basso contenuto di innovazione; ▪ l’agricoltura, tradizionalmente legata al settore risicolo, è attraversata da una fase di profonda crisi, che pone oggi e in misura maggiore nel futuro, con l’apertura dei mercati internazionali, un problema di riconversione della forza lavoro occupata e di riqualificazione delle aree utilizzate; ▪ il turismo, tranne alcuni casi di eccellenza, assume nel territorio un peso marginale, anche sono presenti alcuni timidi segnali verso una inversione di tendenza - come ad esempio i trend positivi legati alla presenza dei turisti. FORZE • • DEBOLEZZE Attrattività del patrimonio storico, culturale, enogastronomico e naturalistico Consistenza del settore delle costruzioni 1 (impiantistica, edilizia) • • Il terziario non ha ancora trovato la sua vocazione Inadeguatezza dimensionale delle infrastrutture ricettive (turismo) OPPORTUNITÀ • Supporto al processo di terziarizzazione • • 1 MINACCE 2 Valorizzazione del settore agro-alimentare (distretti rurali, agriturismi) Valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico del territorio • Prospettive di grande concorrenza nel settore risicolo (apertura mercati internazionali nel 2013) • Rischio di eccesso di offerta nel settore delle costruzioni al termine delle grandi opere infrastrutturali Trainato dal mercato immobiliare e dalle opere infrastrutturali 2 Il grado di terziarizzazione è cresciuto anche grazie alla notevole crescita della GDO. Deve trovare una sua vocazione (es: terziario avanzato) 2.4 INFRASTRUTTURE, MOBILITÀ E LOGISTICA Novara ha una posizione particolarmente favorevole per cogliere le opportunità offerte dai flussi logistici. la sua dotazione di infrastrutture economiche è eccellente, tra le migliori in ambito nazionale, ad eccezione di quelle per telefonia e telematica. La logistica, grazie alla disponibilità di aree, alla buona dotazione infrastrutturale e ai numerosi soggetti pubblici e privati interessati ad investire sul territorio, potrà diventare sempre più leva strategica per la competitività e la crescita del territorio novarese se si riuscirà a costruire una visione unitaria del sistema logistico e infrastrutturale. I progetti di ridisegno della mobilità e di riconfigurazione degli insediamenti potranno inoltre diventare strumenti di miglioramento della qualità della vita del territorio. 46 ALLEGATI FORZE • • • • • • DEBOLEZZE Posizione privilegiata rispetto alle infrastrutture presenti e rispetto alla creazioni di nuove direttrici (es: corridoi europei) • • Mancanza di una visione strategica unitaria Eccellente dotazione di infrastrutture economiche • Numerosi soggetti interessati al rafforzamento della centralità di Novara (elevato numero di progetti proposti e in corso) Frammentazione dei territori e bassa densità abitativa • Dispersione insediativa e conseguente difficoltà dei servizi pubblici di essere concorrenziali rispetto al trasporto privato • Arretratezza delle linee su ferro per passeggeri e per merci in termine di materiale fisso (stazioni da riqualificare, apparati di controllo) e di livello di servizio (materiale rotabile con scarsa riserva di capacità e disomogeneità delle prestazioni) Disponibilità di aree Disponibilità di linee su ferro con stazioni Concomitanza e coordinamento di investimenti territoriali Criticità nelle strutture e reti per la telefonia e la telematica OPPORTUNITÀ MINACCE • Protezione ambientale e miglioramento della qualità della vita sul territorio • Crescente concorrenzialità di altre aree che aspirano a diventare poli logistici • Messa a sistema dei diversi progetti insediativi e di trasformazione a livello intercomunale / comuni della conurbazione • Concorrenze tra i poteri pubblici interne all’area provinciale • Sviluppo delle potenzialità del trasporto pubblico tramite centri (polarità) di interscambio • Tempi delle decisioni private più rapidi di quelli pubblici • Frammentazione delle scelte pubbliche e dispersione delle risorse 2.5 CAPITALE UMANO, INNOVAZIONE E RICERCA Il territorio novarese si caratterizza per una buona spinta all’innovazione, grazie alla presenza di numerosi enti di ricerca pubblici e privati - tra cui menzione particolare merita l’Istituto Donegani, in passato uno dei principali centri di ricerca nel settore della chimica - e dell’Università del Piemonte Orientale, che operano in stretto collegamento con il sistema socio-economico di Novara. L’Istituto Donegani oggi sembra attraversare una fase di crisi, dovuta a molteplici fattori. Si pone quindi il problema di porre in essere delle politiche adeguate per rivitalizzarne l’attività. Altro elemento importante da tenere in considerazione e la difficoltà che si riscontra nel rendere coerente l’offerta e la domanda di qualificazione professionale, soprattutto verso le tipologie di lavoro ad alto tasso di specializzazione 47 NOVARA. PIANO STRATEGICO FORZE • • • Stretta collaborazione tra Università, ricerca e sistema produttivo Polo scientifico e tecnologico di eccellenza Buona capacità di produrre innovazione DEBOLEZZE • • • Strutture formative non sempre in grado di fornire la necessaria qualificazione richiesta dalle imprese Elevata domanda di forza lavoro poco qualificata 3 Ridotta innovazione nei reparti a forte tasso 1 tecnologico OPPORTUNITÀ MINACCE • Promozione e sostegno della ricerca e dell’innovazione su temi di futura rilevanza strategica • Difficoltà nella riconversione della forza lavoro in esubero nei settori in crisi (es: settore manifatturiero) • Recupero della storica vocazione nella ricerca nel chimico • Sensibile riduzione degli output di innovazione prodotti (nr. brevetti) • Graduale perdita del patrimonio chimico (sopr. ricerca) 2 Numerose iniziative di collaborazione in progetti di diversa natura Non si investe adeguatamente su qualificazione delle imprese, innovazione e ricerca? 4 Numero di brevetti dimezzato 3 48 ALLEGATI 49 NOVARA. PIANO STRATEGICO 50 ALLEGATI 3 3.1 LOGISTICA SOSTENIBILE E RUOLO DELL’INTERPORTO DI NOVARA INQUADRAMENTO DEL TEMA Il CIM (Centro Interportuale Merci) di Novara è caratterizzato senz’altro da una localizzazione geografica particolarmente interessante e qualificata. Esso infatti si colloca in prossimità del nodo di intersezione fra due importanti corridoi europei della rete TEN: l’asse ferroviario 24 (corridoio dei due mari), Rotterdam-Genova-Palermo, che presenta una doppia via: l’asse Berna-Sempione, dal quale giungono le merci per l’area nord-ovest, e l’asse Zurigo-Gottardo, che serve l’area est della Lombardia fino a Verona; il corridoio 5, Lisbona-Kiev. In particolare, il CIM è posto alla confluenza delle linee di traffico est-ovest (Frejus-Trieste) e nord-sud (Sempione e Gottardo-porti liguri) ed è raccordato sia alla ferrovia19, che alla grande viabilità20. Posizione di Novara nell’ambito della rete TEN 19 Grazie al diretto collegamento con lo scalo ferroviario di Novara Boschetto è allacciato con le linee Torino-Venezia, Sempione-Genova, con previsione di allacciamento alla linea di alta velocità. 20 Attraverso il sistema tangenziale di Novara e il collegamento diretto con l’autostrada A4 TorinoTrieste. 51 NOVARA. PIANO STRATEGICO Il territorio di Novara è caratterizzato dalla presenza di importanti distretti produttivi e da un eccellente grado di dotazione infrastrutturale. Infatti il “nodo ferroviario di Novara”, nel cui ambito è inserito il CIM, rappresenta un sistema ferroviario territoriale che è oggi in fase di profonda evoluzione in relazione allo sviluppo dei grandi progetti di potenziamento delle linee ferroviarie AV/AC. Tale nodo integra una serie di assi: la nuova linea ad alta capacità Torino-Milano-Trieste; la linea FNM ristrutturata in funzione del collegamento con Malpensa; la linea potenziata del corridoio Huckepack proveniente dal Sempione (via DomodossolaBorgomanero e via Domodossola-Arona) e da Genova; la linea potenziata del progetto Alp Transit sulle direttrici del Gottardo e del LötschbergSempione, via Luino, che rappresenta un elemento fondamentale del collegamento Rotterdam-Genova. Inoltre, nel territorio di riferimento del CIM sono attive altre infrastrutture logistiche: lo scalo merci Trenitalia/RFI di Novara Boschetto, gestito da Eurogateway21, che è interconnesso al CIM e che, con la realizzazione della linea Novara ovest, sarà interconnesso anche all’asse merci AV/AC Vignale-Novara e, nella direttrice nord-sud, all’asse NovaraGenova e alla linea del Sempione via Domodossola; il terminal Huckepack delle “autostrade viaggianti” (trasporto combinato) oggi collocato presso lo scalo merci di Novara Boschetto ma in via di ricollocazione per dar spazio alla realizzazione delle nuove interconnessioni AV/AC. La gestione di tale terminale è stata recentemente affidata da Trenitalia a SBB Cargo, filiale italiana della divisione merci delle ferrovie federali elvetiche, fortemente interessata allo sviluppo dei collegamenti con i porti liguri (La Spezia in primo luogo); il centro distribuzione Prologis sito a Romentino: il centro non è una infrastruttura intermodale ma una piattaforma distributiva per il “tutto gomma” ed è situato lungo l’asse autostradale ad una distanza di circa 6 km dal CIM22; il Logistics Park di Vicolungo-Biandrate, insediamento logistico posto all’intersezione tra la A4 (Torino-Venezia) e la A26 (Genova-Alessandria-Gravennona Toce), a circa 15 km dal CIM. Il centro, nasce come investimento immobiliare multiclient, finalizzato all’insediamento di centri distributivi di carattere regionale per flussi “tutto gomma”. Il territorio di Novara è inoltre in posizione centrale rispetto ad una delle regioni più ricche d’Europa, rappresentata dall’area nord-ovest della Pianura Padana, costituendo il baricentro geografico rispetto ai tre principali poli di tale area: Milano, Torino e Genova. La sua collocazione geografica pone inoltre il CIM in possibile relazione diretta con altri due importanti snodi dell’area: il porto di Genova, secondo porto italiano per merci movimentate, dal quale dista circa 150 km; l’hub aeroportuale di Malpensa, rispetto al quale si colloca nelle immediate vicinanze (circa 50 km). 21 Stesso operatore che gestisce il terminal intermodale del CIM. 22 Tale quindi da non consentire collegamenti operativi diretti senza rottura di carico. 52 ALLEGATI Questi elementi, da un punto di vista strettamente territoriale e infrastrutturale, sembrerebbero fare dell’interporto di Novara un nodo logistico in condizioni particolarmente vantaggiose (quantomeno nell’ambito della Pianura Padana), paragonabili in Italia solo a quelle dell’Interporto Quadrante Europa di Verona23 (che è posizionato all’incrocio tra corridoio 1 e corridoio 5 ed è baricentrico rispetto all’area del nord-est), e quindi con interessanti potenzialità di sviluppo. In funzione di ciò, nel corso del 2005, è stato elaborato il Piano industriale 2005-2015 del CIM che delinea un significativo piano di investimenti, finalizzato allo sviluppo delle attività di terminal intermodale e al lancio di nuove attività nel campo dei servizi logistici e delle iniziative immobiliari: ultimazione del terminal intermodale, rafforzamento del suo snodo ferroviario e realizzazione del nuovo ponte sul torrente Terdoppio, al fine di velocizzare le operazioni intermodali, migliorare gli accessi stradali e sviluppare l’offerta di servizi logistici del centro intermodale; in previsione di una futura crescita dell’attività, si sta ipotizzando un ampliamento ad est della tangenziale (anno 2015) e si prevede l’allacciamento alla linea di alta velocità in costruzione; costruzione di magazzini e immobili per la logistica all’interno dell’impianto intermodale per accrescere il valore e l’appetibilità del CIM sul mercato immobiliare logistico: in particolare si sta già realizzando un business center e due nuovi magazzini per 80.000 mq, che verranno affidati in gestione, attraverso gare di evidenza pubblica, a operatori che già utilizzano il CIM; sviluppo di servizi accessori di manutenzione, sistemazione e rigenerazione dei mezzi intermodali e dei magazzini (es: bonifica container, riparazione treni e automezzi); partecipazione, sostegno e incentivazione di nuovi investimenti e iniziative imprenditoriali nel settore intermodale e logistico, sia nel territorio di riferimento che non (es: Sud Italia). Tale Piano parte chiaramente dalla corretta considerazione del fatto che lo sviluppo di una piattaforma logistica costituisce un potente volano di sviluppo per tutta l’area geografica ad essa riferibile24. Ma data proprio la rilevanza per il territorio dell’impatto economico e sociale legato al successo di tale progetto, occorrerebbe affrontare il tema delle prospettive di sviluppo del CIM in un’ottica fortemente strategica piuttosto che di solo posizionamento geografico statico, soprattutto in considerazione del fatto che l’evoluzione dello scenario logistico generale appare oggi tutt’altro che lineare e che quindi il posizionamento geografico del CIM va inquadrato in un contesto non ancora stabilizzato. Per valutare la concretezza di tali potenzialità, riteniamo perciò di dover far riferimento soprattutto a considerazioni di strategia competitiva, che valutino: l’evoluzione dello scenario competitivo globale e locale relativo ai grandi flussi di merci che interessano i corridoi intermodali paneuropei; 23 Novara e Verona si trovano alla base dei corridoi verticali del Sempione e del Brennero: si tratta di assi alpini corrispondenti ma indipendenti, con bacini d’influenza distinti e separati. 24 Oltre ai posti di lavoro diretti, che nei poli maggiori possono essere di alcune centinaia di addetti, va calcolato l’indotto esterno, che generalmente è di 2-3 volte il numero di addetti diretti. I risultati dell’esercizio 2006 evidenziano già un significativo incremento dei ricavi (+20% sul 2005) e dell’efficienza (-4% i costi). 53 NOVARA. PIANO STRATEGICO le esigenze della domanda ipotetica di riferimento del CIM, riferibili principalmente alle “funzioni d’uso” di uno snodo logistico e al “valore/utilità” che esso può offrire alle diverse tipologie di operatori per attrarli ad operare presso di sé. Tali valutazioni sono delineate sinteticamente nei paragrafi che seguono. Biandrate Logistics Park CIM CeDi Prologis Scalo Ferroviario Boschetto 2 km Posizione del CIM rispetto alle altre infrastrutture logistiche del territorio di Novara Attuale lay-out del CIM 54 ALLEGATI Scheda tecnica sintetica Posizione Il CIM di Novara si colloca lungo l’autostrada A4 Torino-Milano e in prossimità della A26 GenovaGravellona Toce. È interconnesso con l’intera rete ferroviaria nazionale e con le linee internazionali servite dai trafori del Frejus, del Sempione e del San Gottardo. Gestione dell’Interporto La gestione del terminal intermodale è affidata alla società Eurogateway S.r.l, costituita nel 1995 e partecipata al 40% dalla CIM S.p.A. (società concessionaria costituita dal Comune di Novara e da Finpiemonte) e da alcuni dei maggiori operatori ferroviari europei quali: Cemat, Trenitalia, Hupac, Hupac Intermodal, Novatrans, TRW. CIM S.p.A. attualmente occupa circa 10 addetti, che salgono a circa 60 includendo anche i dipendenti di Eurogateway. Impianto Attualmente occupa una superficie totale di circa 650.00 mq, di cui: - terminal intermodale = 160.000 mq - uffici = 3.000 mq coperti - magazzino raccordato = 4.000 mq coperti - magazzini raccordabili: 24.500 mq coperti + 44.000 mq coperti in fase di realizzazione Servizi offerti I servizi concessi a CIM e/o a società controllate/collegate sono: - movimentazione delle merci e di unità di carico diverse tramite otto reach steaker (carico e scarico, stoccaggio all’aperto, controllo, temporanea custodia, ausilio ai servizi doganali) - servizi terminali e di supporto (trazioni ferroviarie, alimentazione elettrica delle unità di carico...) - servizi di parcheggio veicoli e di stoccaggio e custodia di casse mobili, semirimorchi e merci varie - servizi di manutenzione e riparazione unità di carico - servizi generali afferenti alle attività di interesse pubblico Traffici Nel CIM si movimentano attualmente circa 129.000 UTI all’anno (che salgono a 169.000 UTI considerando anche il terminal collegato di Novara Boschetto, gestito dalla stessa Eurogateway) 3.2 EVOLUZIONE DELLO SCENARIO COMPETITIVO GLOBALE I grandi corridoi intermodali della rete paneuropea TEN25, hanno la funzione fondamentale di connettere le grandi aree continentali di produzione e consumo con i mercati primari americani e asiatici. L’andamento dei traffici marittimi globali ha chiaramente un impatto primario sull’equilibrio dei flussi lungo tali corridoi, anche perché oggi si assiste ad un declino della 25 Si tratta di una rete ferroviaria “omogenea”, nel senso che non vi sono cambi di scartamento e di tensione elettrica. 55 NOVARA. PIANO STRATEGICO quota del trasporto ferroviario convenzionale ed ad una crescita del trasporto combinato che prosegue con regolarità tutto sommato deludente26. Attualmente il comparto della logistica portuale sta attraversando una fase di netta trasformazione, conseguente alla forte crescita dei traffici marittimi, soprattutto container27, che deriva prioritariamente dal grande sviluppo dei mercati asiatici. Il flusso internazionale dei container è oggi basato su un sistema detto “hub and spoke”: vi è un trasporto primario, su grandi navi oceaniche, che connette, attraverso il Canale di Suez, i porti asiatici con i porti nordeuropei e nordamericani; strutturalmente le navi oceaniche (navi madri) possono sostare solo in particolari porti (detti hub), dove scambiano con navi più piccole (i feeder), destinate ad alimentare con alta frequenza i porti continentali (detti spoke). In questo scenario, per i prossimi anni, con il raddoppio di Suez e l’entrata a pieno regime dei nuovi hub container di Damietta e Port Said, il Mediterraneo sarà al centro dello sviluppo dei traffici mondiali lungo la direttrice est-ovest: è infatti previsto un tasso di sviluppo medio dei traffici del 10% annuo per il Mediterraneo, contro un 5% annuo medio mondiale. Sul piano competitivo, tale evoluzione è caratterizzata da un’accelerazione dei processi di concentrazione nel mercato mondiale della logistica, con la nascita e sviluppo di grandi player logistici globali, in grado di spostare in maniera radicale le direttrici e i punti di passaggio dei flussi logistici mondiali, sulla base di singole scelte di convenienza “aziendale”, e dalla contestuale diffusione del gigantismo navale28. Ciò potrà alterare anche rapidamente l’offerta di servizi di trasporto interconnessa alle grandi rotte mondiali nei singoli porti terminali di partenza-destinazione, in termini di disponibilità di linee, infatti: ▪ anche le navi feeder tendono a divenire sempre più grandi (3-5.000 teu29), ▪ se i porti non si attrezzeranno in maniera coerente alla crescita delle dimensioni navali (fondali, banchine, collegamenti a terra, ecc.), rischieranno di essere marginalizzati verso i soli flussi feeder di seconda o terza classe e quindi su quote irrisorie dei traffici mondiali. Lo scacchiere mediterraneo evidenzia già gli impatti di tale evoluzione: l’entrata in funzione del nuovo hub di Port Said, gestito da una consociata di un grande player globale ha fatto sì che questo player abbia spostato i propri flussi da Gioia Tauro a Port Said, col risultato che Gioia Tauro non è più il principale hub del Mediterraneo, in quanto superata dall’hub spagnolo di Algeçiras; è evidente che ciò avrà impatto su tutti i porti italiani alimentati dai flussi di feederaggio di Gioia Tauro e che quindi sarà tutto il Sistema portuale italiano a perdere ulteriori posizioni, a meno che le strategie di sviluppo dei nostri porti non si svincolino dallo sviluppo dei nostri hub; Port Said e Damietta prevedono di intercettare entro il 2008 circa 8 milioni di teu che è poco meno di quanto fa oggi tutta la portualità italiana. 26 Ad esempio: Hupac segnala che solo in Nord Europa, sul corridoio nord-est, si registrano aumenti del traffico combinato superiori al 30%, mentre dei container in arrivo via mare con destinazione Europa, troppi preferiscono ancora usare la modalità stradale. 27 Mediamente +10% all’anno negli ultimi 10 anni. 28 La ricerca dell’efficienza del trasporto primario, porta allo sviluppo di navi oceaniche sempre più grandi: oggi vi è una classe di navi, dette “postpanamax” (cioè che non possono passare da Panama) con portata da 8.000 a 12.000 teu. 29 Il teu è un’unità standard di misura dei flussi di container (teu = Twenty feet Equivalent Unit), corrispondente ad un container standard da 20 piedi di lunghezza. 56 ALLEGATI Cresce quindi anche la competizione tra i porti (sia tra i porti hub e oceanici, sia tra i porti feeder interni), anche perché, contemporaneamente, lo sviluppo delle reti infrastrutturali terrestri, legate alla realizzazione della rete di corridoi paneuropei TEN, agevola la mobilità delle merci, permettendo una più agevole connessione dei vari territori comunitari con porti anche distanti. Si indeboliscono così i legami di fidelizzazione territoriale in funzione della ricerca di un’offerta logistica più competitiva ma, soprattutto, cresce il rischio che interi territori possano in futuro essere “saltati” o emarginati dai grandi flussi commerciali ed economici, se non adeguatamente interconnessi con tali reti. Il fattore costo diventa sempre più l’elemento fondamentale della competizione globale, sia in termini di costo unitario di trasporto, sia in termini di tempo (lead time), cioè di “valore sottratto” alle merci: ▪ in Europa il costo medio di trasporto sta aumentando dal 12% al 13% sul valore della merce; negli USA i costi logistici sono oggi inferiori al 9%30; in Cina si attestano al 5%; ▪ il vantaggio, solo teorico, di 5-7 giorni di navigazione dei porti italiani rispetto ai porti del Nord Europa per le merci provenienti da Suez non si traduce ancora in un vantaggio competitivo31: di fatto il retroterra dei porti del Nord Europa arriva oggi quantomeno alle Alpi. Rispetto a queste modificazioni la stessa UE fatica a definire una politica quadro comunitaria, ne deriva che spesso ogni Nazione fa gara a sé, moltiplicando gli investimenti. Ad esempio Spagna e Francia, in alternativa al corridoio 5 Lisbona-Kiev e all’asse dei due mari, hanno già di fatto realizzato un asse verticale Madrid-Parigi, che, attraversando i Pirenei, collegherà con una linea AV/AC i porti francesi e spagnoli del mediterraneo e l’hub di Algeçiras dal quale poi i flussi andranno direttamente a Rotterdam via Atlantico: in questo modo la Spagna si ripromette di attirare ancora di più i traffici che, attraverso il Canale di Suez, arrivano dall’Oriente al Mediterraneo. Contestualmente, sempre in Francia, nel giro di un solo anno è stato realizzata un’“autostrada viaggiante”, su linea tradizionale, che collega il porto di Perpignan32 con Lussemburgo e quindi con i porti nordeuropei. Ciò avviene in un quadro generale in cui l’Italia non rappresenta già più il “porto naturale dell’Europa”, in quanto il Sistema portuale italiano oggi ha perso e sta perdendo quote rispetto ai competitori, soprattutto spagnoli, e rischia di essere sempre più “bypassato” dai flussi da e verso i grandi porti del Nord Europa. Infatti, le previsioni per il triennio 2006/08 mostrano che, a fronte di tassi di sviluppo a due cifre dei porti del Nord Europa (Rotterdam, Amburgo, ecc.) e a tassi comunque superiori al 3-5% annuo dei porti spagnoli, per i porti italiani si prevedono solo tassi prossimi all’1%, con una forbice destinata ad allargarsi nel tempo33. 30 Anche grazie al maggior utilizzo della modalità ferroviaria (oggi in USA il 50% del trasporto è su ferro). 31 Di tale vantaggio spesso se ne perde: almeno 2-3 gg in esigenze di transhipment; 1gg nelle operazioni di sbarco; 2gg nell’uscita dal porto alle reti intermodali terrestri. 32 Porto di riferimento di un distretto agroalimentare, sito ai confini con la Spagna. 33 I dati relativi ai traffici container dei primi 2 mesi del 2007, pur evidenziando un recupero dei porti italiani, mettono in chiara evidenza il sorpasso ormai avvenuto da parte dei porti spagnoli (circa 2 milioni di teu contro 1,7 milioni dei porti italiani, con Genova superata sia da Barcellona, sia da Valencia). 57 NOVARA. PIANO STRATEGICO Corridoio Madrid-Parigi La ragione di ciò va ricercata, in primo luogo, nella difficile situazione attraversata dai conti pubblici, che ha rallentato gli investimenti in rinnovo, adeguamento e potenziamento della rete infrastrutturale nazionale. I principali limiti dei porti italiani nella competizione continentale sono infatti: ▪ fondali non sempre adeguati al pescaggio delle grandi navi, in quanto il gigantismo navale si sta estendendo anche ai feeder di prima classe34; ▪ aree retroportuali limitate e quindi scarsi spazi per sviluppare efficientemente attività logistiche e di cambio modale (intermodalità ferroviaria): questo è un limite strutturale soprattutto per i porti tirrenici che hanno la città a ridosso delle aree portuali35 e non possono quindi espandersi nel retroterra; ▪ insufficienti (sia dal punto di vista quantitativo, che qualitativo) collegamenti ferroviari: la merce fatica ad uscire dai porti, se non via camion, su una rete autostradale sempre più intasata; ▪ assenza di spazi per l’insediamento e sviluppo di attività industriali36: per lo stesso motivo di prima, solo alcuni porti adriatici (Ravenna, Venezia e, in parte Trieste) hanno potenzialità di sviluppo in relazione a tale utilizzo ma, in questo caso possono insorgere vincoli legati al pregio turistico e paesaggistico del territorio e al costo delle aree; 34 I feeder di oggi sono le navi oceaniche di ieri (3.500-5.000 teu) e per esse servono fondali >12 m. 35 Il porto di Genova ha solo 1.840.000 mq destinati alla logistica dei container. Nel 2005 Hupac ha gestito 158.000 spedizioni da/per Rotterdam, 98.000 da/per Amburgo, ma solo 1.000 da/per Genova. 36 Rotterdam ha un ampliamento in corso per il 50% della sua capacità: stanno rubando al mare nuove aree da destinare ad attività portuali industriali per passare da 8 milioni di teu trattati all’anno a 20 milioni. 58 ALLEGATI ▪ la moltiplicazione dei punti istituzionali di presidio37 che crea spesso i presupposti per una competizione diretta tra i porti italiani, soprattutto in riferimento alla finalizzazione e alla ripartizione delle risorse per gli investimenti38. Infine, in Italia vi sono ancora forti squilibri tra i diversi nodi e le diverse aree: sul fronte degli scambi continentali, la situazione attuale vede crescere i traffici sul Brennero, stabilità per il Frejus e calo per il Sempione. Ciò deriva, sia da linee generali di tendenza sui flussi, che da limiti nell’offerta infrastrutturale. Per quanto detto all’inizio del paragrafo, tutto ciò porta, in sostanza, ad un tendenziale indebolimento dell’intero sistema logistico nazionale. Come se tutto ciò non bastasse, allargando ancora di più lo scenario temporale, il quadro competitivo globale rischia di diventare ancora più instabile: infatti i gradi player cinesi hanno acquistato la Compagnia del Canale di Panama e quindi progettano investimenti per raddoppiarlo e riaprirlo alle grandi navi transoceaniche, questo, entro massimo 15 anni, potrebbe far perdere al Mediterraneo la centralità appena conquistata, a vantaggio dei soli porti del Nord Europa39. Verrebbe a questo punto da dire: cosa c’entra tutto questo con Novara? Ma, se si parla di posizionamento strategico lungo i grandi assi europei, è a questo contesto che bisogna guardare, per individuare ambiti e direttrici di sbocco e di collegamento e, soprattutto, partner e finalizzazioni strategiche delle proprie funzioni logistiche e intermodali. Tutto ciò inoltre ripropone la riflessione posta nel paragrafo precedente: “a fronte di uno scenario evolutivo tutt’altro che lineare, anche il posizionamento geografico del CIM va inquadrato in un contesto non stabile: occorre perciò affrontare l’evoluzione del CIM in un’ottica di strategia competitiva piuttosto che di solo posizionamento geografico statico”. 3.3 SCENARIO COMPETITIVO LOCALE Per quanto riguarda il tema della relazione competitiva con gli altri snodi logistici del bacino di riferimento, va osservato che il CIM di Novara si inserisce in una “rete territoriale regionale” di snodi logistici intermodali particolarmente “affollata”. Sono infatti tre gli interporti localizzati in Piemonte: ▪ il CIM di Novara; ▪ l’interporto SITO S.p.A. di Torino-Orbassano; ▪ l’interporto di Rivalta Scrivia (AL). 37 Oggi in Italia vi sono ben 25 Autorità portuali. 38 Sul tema della relazione tra poli logistici regionali e sviluppo industriale nazionale, la Spagna rappresenta l’esempio di un sistema a rete con flussi di interscambio equilibrati tra i nodi. 39 Raggiunti, in tali condizioni, direttamente da ovest, attraverso Panama. 59 NOVARA. PIANO STRATEGICO Questi snodi intermodali sono fra loro relativamente vicini, in quanto la distanza di ciascuno dagli altri è minore di 150 km su strada. Va ribadito inoltre che, nell’ambito della stessa Novara esiste lo scalo di Novara Boschetto, dove è attivo anche lo scalo Huckepack per il carico di camion sull’“autostrada viaggiante” che attraversa la Svizzera, e che nella Provincia di Alessandria vi è anche la presenza dello scalo ferroviario di Novi Ligure e del futuro megascalo ferroviario che sarà situato nello stesso capoluogo alessandrino. Snodi logistici attivi nell’area di riferimento del CIM Contestualmente a tale rete regionale, va poi considerato che, subito al di fuori della Regione, esistono a distanza ravvicinata ulteriori nodi che insistono sull’area del nord-ovest della Pianura Padana, quali soprattutto Piacenza ma anche Brescia e Parma40 e lo stesso porto di Genova. In relazione a tale “rete territoriale” di infrastrutture, gli indirizzi politici delle Regioni Piemonte e Liguria tenderebbero a prefigurare la creazione di un unico “sistema integrato” di poli logistici intermodali, che dovrebbe far capo alla Società Logistica dell’Arco Ligure e Alessandrino (SLALA), alla quale dovrebbero a breve aderire anche CIM S.p.A. e SITO S.p.A. Però, come spesso accade, tale integrazione fatica a realizzarsi in pratica, e ciò dipende da fattori strutturalmente e imprescindibilmente legati a regole base dei processi logistici. Infatti: affinché due interporti possano agire in maniera fra loro integrata, nell’ambito delle loro funzioni primarie di scambio e consolidamento modale41, occorre che siano distanti almeno 250 km, per compensare economicamente il costo della rottura di carico, rispetto all’eventuale valore aggiunto logistico realizzato42. Al di sotto di tale distanza ogni nodo 40 Nodo su cui Trenitalia/RFI ha in programma importanti investimenti. 41 Cioè le funzioni di trasferimento di merce dal trasporto su gomma a quello ferroviario e viceversa e quelle di consolidamento/distribuzione capillare di flussi di merce sui territori di riferimento. Al di sotto di tale raggio d’azione risulta inoltre più vantaggioso il trasporto su gomma. 42 Corrispondente in generale al risparmio ottenuto sul costo del trasporto. 60 ALLEGATI tende naturalmente ad assolvere integralmente in proprio tutte le funzioni logistiche, mettendosi in relazione diretta con i mercati di riferimento; in tali condizioni essi sono quindi portati ad una tendenziale concorrenza diretta, sia in relazione al mercato, che in relazione alle risorse per lo sviluppo; ▪ in tale situazione, per far coesistere e cooperare fra loro questi interporti all’interno di un sistema integrato, più che a mutui scambi diretti di flussi di merce, sarebbe opportuno pensare a come: - specializzare e focalizzare in maniera peculiare l’attività di ciascuno (ad es.: rispetto alle funzioni di servizio e/o rispetto ai bacini industriali, ecc.), - oppure sviluppare una capacità sincrona di organizzazione dei flussi, per non usare tutti le stesse infrastrutture nello stesso momento. È questa, ad esempio, la strada che in Veneto ha consentito la coesistenza e lo sviluppo di due grandi poli intermodali: l’Interporto di Verona è focalizzato principalmente sul combinato terrestre e costituisce la porta di accesso in Italia di beni provenienti dal Centro-Nord Europa (Germania e Austria); ▪ quello di Padova è invece il punto di consolidamento di merci destinate/provenienti principalmente dai porti dell’Alto/Medio Tirreno (Genova, La Spezia, Livorno, ecc.); ▪ i loro terminal intermodali fanno parte della rete dello stesso operatore43; ▪ i due poli fanno poi riferimento a distretti produttivi territoriali ben distinti. Al momento però, rispetto alla “rete territoriale” piemontese, non sembrerebbe ancora emergere un chiaro orientamento in tal senso. Anzi si ha la sensazione che, a livello programmatico, si dia priorità agli aspetti infrastrutturali, confidando che siano poi i gestori operativi delle strutture realizzate a definire ambiti e modalità per “fare sistema”. In realtà parlando di sistema o di rete non si deve puntare tanto alla difficile integrazione ex post dei flussi (o spartizione per aree di influenza) tra i vari poli, bensì alla ricerca di complementarietà delle funzioni logistiche dei singoli poli all’interno del sistema: questo significa partire non dall’offerta di infrastrutture logistiche ma dalla domanda, per arrivare poi alla segmentazione dei bisogni e alla specializzazione dell’offerta, in termini di funzioni d’uso delle infrastrutture. In assenza di tali condizioni, il termine rete può solo definire la collocazione geografica di un certo numero di infrastrutture in un unico ambito territoriale. Nello scenario europeo sono sempre più evidenti i segnali di processi di concentrazione delle reti logistiche e distributive, alla ricerca di efficienza e massa critica: non esistono più barriere nazionali/regionali ma si opera in un’ottica di mercato continentale. Per recuperare il gap del sistema logistico nazionale (gli altri concorrenti europei vanno ancora avanti) bisognerebbe perciò concentrare gli investimenti superando le attuali politiche di espansione locale scoordinata. 43 Nord Est Terminal S.p.A. (controllata da RFI), che gestisce, tra l’altro anche i terminal degli interporti di Bologna e di Brescia e, da gennaio 2007, quelli di Parma e di Livorno-Guasticce. 61 NOVARA. PIANO STRATEGICO A fronte di ciò, risalta evidente il tema della compatibilità/incompatibilità delle politiche delle varie amministrazioni coinvolte. L’autonomia delle singole istituzioni infatti limita spesso ulteriormente la cooperazione e fa sì che esse non si confrontino efficacemente sui temi della pianificazione territoriale: ne consegue un forte attivismo che però non tiene conto delle poche risorse a disposizione per la realizzazione di tutte le iniziative di investimento. Ad esempio, secondo uno studio dello stesso SLALA, sul territorio piemontese risulterebbero programmati a vario livello (sia pubblico che privato) progetti per investimenti infrastrutturali in logistica per circa 10 miliardi di euro che potenzialmente porterebbero l’offerta da 4,4 a 17 milioni di mq44: esistono flussi di merce sufficienti ad alimentare questo incremento di offerta? Inoltre tali incrementi saranno frammentati su diversi interventi che singolarmente non saranno mai superiori a 1.000.000 di mq, rischiando perciò di risultare inadeguati rispetto alle esigenze del mercato continentale. 3.4 IMPATTI SPECIFICI SUL POSIZIONAMENTO COMPETITIVO DEL CIM Partendo dagli scenari appena delineati, occorre fare una prima riflessione tecnica di livello generale, così articolata: la funzione primaria dei grandi corridoi intermodali della rete TEN è certamente quella di facilitare il passaggio delle merci nell’ambito dei territori della Comunità Europea; ▪ il fatto che le merci transitino agevolmente e velocemente da un punto di passaggio è condizione solo necessaria, ma non sufficiente, affinché tali merci si fermino “automaticamente” in corrispondenza di esso. Infatti generalmente, secondo i principi base della logistica, la sosta delle merci avviene: ▪ certamente nei terminali estremi di un asse, dove avviene un primo fondamentale cambio di modalità45; ▪ oppure in corrispondenza dei principali punti di produzione/consumo delle merci situati lungo l’asse stesso, dove si realizza il consolidamento/deconsolidamento dei carichi, per favorire poi successive azioni di rimbalzo dei flussi su altri nodi/terminali e/o per distribuire le merci stesse sul bacino di riferimento. È chiaro che, relativamente al CIM di Novara, un simile ragionamento porta a valutare con attenzione i seguenti fattori: ▪ il suo posizionamento sui corridoi 5 e 24; ▪ il rapporto con i bacini produttivi/di consumo nell’area territoriale di riferimento; ▪ la relazione con gli altri snodi logistici dell’area territoriale di riferimento. 44 Fonte: convegno internazionale AILOG, Le infrastrutture europee per la logistica - Torino, 16 novembre 2006. 45 Ad esempio: dalla modalità marittima a quella terrestre su ferrovia e/o su gomma o viceversa. 62 ALLEGATI Per quanto riguarda il primo fattore, occorre fare innanzitutto una riflessione specifica relativamente al corridoio dei due mari. Rispetto ad esso il CIM di Novara, per la sua collocazione geografica, non può rappresentare un terminale estremo ma chiaramente uno snodo intermedio. La sua collocazione è però molto vicina ad una delle estremità dell’asse, dove insistono altri terminali, rappresentati dai porti liguri46 e dall’hub aeroportuale di Malpensa: la possibilità di rappresentare un funzionale punto di snodo su tale asse è quindi fondamentalmente legata alla effettiva possibilità di realizzare un’integrazione funzionale con tali terminali. Come visto precedentemente, i porti liguri e, in particolare, il porto di Genova, soffrono di una strutturale carenza di spazi da destinare alle attività logistiche e al trasferimento modale. Difficilmente però il CIM di Novara, data la sua distanza da Genova potrebbe candidarsi a esserne il retroporto47: ▪ sulla modalità stradale, la tratta Genova-Novara consente al più un viaggio al giorno per mezzo, anziché i 2-3, che garantirebbero un adeguato equilibrio economico del trasporto; ▪ d’altra parte, il porto di Genova è troppo vicino a Novara per sostenere economicamente la rottura di carico connessa ad una riorganizzazione dei flussi sulla modalità ferroviaria48. Quindi, in questo caso, se si carica un treno blocco a Genova, è conveniente inoltrarlo direttamente a destinazione altrimenti, si può prevedere, al massimo, di usare i terminali ferroviari vicini solo per lo smistamento dei carri (funzione di movimentazione ferroviaria senza ulteriori operazioni logistiche sulle merci). Date queste valutazioni, la relazione con il porto di Genova andrebbe giocata non in antitesi con i progetti che puntano a realizzare sul porto stesso attività logistiche e intermodali. Infatti, il CIM di Novara potrebbe trarre vantaggio, proprio per la sua distanza da Genova, dall’evoluzione dei distripark del porto di Genova (distripark di Genova Voltri, ecc.), con una funzione di integrazione e rimbalzo verso il nord e l’asse est-ovest: già oggi il nodo ferroviario di Novara opera con due funzioni, una di transito per i trasporti Genova-Germania e una di gate intermodale dei trasporti combinati ferro/gomma, legata al consolidamento all’origine e/o distribuzione a destinazione delle merci/trailer (Huckepack). La condizione è però quella di avere da RFI la necessaria disponibilità di tracce ferroviarie (in termini di frequenza e tempi di resa) e di riuscire ad organizzare con gli operatori una trazione efficiente ed economicamente sostenibile. Altro aspetto da tenere in conto è proprio la possibile integrazione con lo Huckepack: oggi pur considerando spesso nelle valutazioni tali terminal come inseriti in un unico polo, il CIM e lo Huckepak hanno collocazioni fisiche non coincidenti, pur se raccordate. Ciò non permette di sviluppare effettive sinergie di servizio e relazione tra i rispettivi mercati e operatori e pone sempre il rischio di una possibile conflittualità in relazione allo sviluppo di eventuali servizi logistici accessori ai loro mercati di riferimento. Occorre tenere conto che, nel quadro dell’attuale ristrutturazione del nodo ferroviario di Novara, con l’esigenza di ricollocare tale terminal (legata al progetto AV/AC) si ha un’occasione irripetibile per puntare ad una loro effettiva integrazione fisica in un unico polo logistico. 46 E, in primo luogo, Genova. 47 I più recenti orientamenti definiti nell’ambito dello SLALA, e avvallati anche dalle Istituzioni portuali di Genova, individuano ormai univocamente in Rivalta Scrivia il futuro dry port di Genova. 48 Come detto prima, la soglia minima di convenienza sarebbe di 200-250 km. 63 NOVARA. PIANO STRATEGICO Invece, data la grande distanza del CIM dal terminale nord del corridoio 24 (es.: Rotterdam, Anversa, Amburgo) e il suo posizionamento all’incrocio con il corridoio 5 e in prossimità di importanti territori di sbocco, molto interessanti appaiono le opportunità per il CIM di rappresentare un punto di snodo per la distribuzione di flussi di merce provenienti da nord. Già oggi, sul nodo ferroviario di Novara convergono infatti traffici provenienti dalla Germania attraverso il Sempione e, in parte, attraverso il Gottardo. Mentre, rispetto al porto di Genova, i traffici su ferro verso la Pianura Padana sono limitati al 3,5% del totale delle merci movimentate, e la direttrice per Novara occupa solo il 6% del traffico ferroviario di Genova, quota quasi irrilevante. Riguardo alla contiguità territoriale fra il CIM di Novara e l’hub aeroportuale di Malpensa, lo stesso Piano industriale dell’interporto evidenzia con chiarezza che le tipologie di merci, le quantità movimentate e le modalità distributive sono profondamente diverse fra trasporto aereo e trasporto ferroviario e difficilmente si potrebbero individuare significative sinergie e integrazioni operative. Resta però il fatto che alcuni operatori potrebbero essere attratti dal CIM, trovando in un unico snodo logistico, la porta di accesso a più modalità di trasporto: direttamente a quelle terrestri (ferro e gomma) e, indirettamente a quella marittima e aerea (rimbalzo vs. Genova e Malpensa). Si tratterebbe comunque di una funzione accessoria e non primaria. Relativamente al tema della relazione con i bacini di riferimento, i “case studies” di interporti italiani sono costituiti da strutture49 situate in un territorio economicamente molto sviluppato ma caratterizzato da un tessuto economico-industriale distribuito in maniera diffusa: proprio questa distribuzione esalta la vocazione degli interporti ad essere punti di consolidamento di merci destinate a mercati “lontani” o di rimbalzo nel proprio territorio di merci provenienti da mercati “lontani”50: ▪ Verona ha rappresentato inizialmente la “porta” dei prodotti industriali tedeschi verso il Sud Europa (soprattutto auto) e il polo di servizio per lo sviluppo economico del territorio (funzione principale del Consorzio ZAI); ▪ Padova rappresenta il punto di rimbalzo delle merci del territorio verso i porti del Tirreno e verso il Nord-Ovest dell’Europa. Viceversa, i tre poli (Milano-Torino-Genova) dell’area territoriale in cui si posiziona baricentricamente il CIM di Novara, si caratterizzano per una forte concentrazione di attività economiche (industriali, distributive e logistiche) che può quindi far tendere tali territori a concentrare in sé stessi, in qualità di terminali, anche le opportunità di consolidamento delle merci prodotte/attratte. Rispetto al tema della relazione con gli altri snodi logistici dell’area territoriale di riferimento, va considerata, in primo luogo, la presenza dell’interporto di Rivalta Scrivia, che appare situato 49 Gli interporti di Padova, Verona, Bologna, ecc. 50 Piccole quantità unitarie da integrare per ottenere massa critica logistica, oppure grandi carichi da distribuire su più unità di consumo. 64 ALLEGATI in una posizione decisamente più favorevole a svolgere la funzione di retroporto di Genova (distanza dimezzata)51. L’area alessandrina, e in particolare tale infrastruttura, è candidata dalla stessa Amministrazione regionale piemontese a diventare il retroporto di Genova, seguendo il modello dei dry port (o “porti secchi”, oggi in voga in Spagna), che prevedono di costruire piattaforme a monte dei porti marittimi, strettamente integrate ad essi attraverso linee di collegamento ferroviario ad alta frequenza. Ciò presuppone però la realizzazione52 da parte di RFI di un terzo valico tra Piemonte e Liguria e il potenziamento della linea ferroviaria: a parere di RFI, tale investimento si giustifica solo in una logica economica, legata ad una forte strutturazione e regolarità del servizio (volumi e orari) e ad adeguati noli per remunerare il gestore ferroviario. In realtà, il ruolo che potrà assumere tale interporto è legato ad intese dirette col porto di Genova piuttosto che ad un piano generale di potenziamento infrastrutturale: infatti come dry port esso assolverebbe ad una “funzione/bisogno” a livello ferroviario53, più che ad una funzione di nodo logistico riferito al mercato aperto. Tali intese sono però complicate dal fatto che, generalmente, ogni snodo intermodale punta ad accrescere la copertura della sua funzione logistica nell’ambito dei flussi gestiti, evitando, quanto più è possibile, di delegare in maniera vincolante e regolare ad altri snodi funzioni intermodali: sono quindi difficili intese strutturali e questo va contro alle logiche richieste da RFI per sviluppare gli investimenti. 3.5 POSSIBILI OPZIONI DI SVILUPPO Sulla base delle considerazioni sviluppate nei punti precedenti, per individuare le effettive condizioni di sviluppo competitivo del CIM di Novara e valutare il contributo che esso può generare per supportare lo sviluppo economico del territorio, ci sembra opportuno suggerire alcune possibili opzioni strategiche, fra loro non necessariamente alternative, che potrebbero offrire significative garanzie di successo. Si tratta di opzioni strutturate, al momento, solo come idea progettuale, delle quali sarà quindi necessario eventualmente approfondire la fattibilità in fasi successive del processo di pianificazione strategica. Tali opzioni possono essere sinteticamente descritte come segue, secondo un ordine che a noi appare di fattibilità decrescente; per ogni opzione sono evidenziati alcuni rilevanti elementi di contesto da presidiare e sono segnalati i principali temi da approfondire: 51 Tra l’altro la società di gestione di tale interporto è controllata da Alessandro Fagioli e partecipata dal Gruppo Gavio, che sono operatori logistici che hanno forti interrelazioni con i traffici marittimi. 52 Molto discussa dalla stessa RFI che invece dà centralità nella sua rete allo snodo di Novara. 53 Finalizzata al riordino/movimentazione dei carri ferroviari e non alla gestione logistica delle merci. 65 NOVARA. PIANO STRATEGICO OPZIONE “IMMOBILIARE” OPZIONE “Centro Distribuzione x IMPORT” OPZIONE “Centro Consolidamento x EXPORT” Opzione “Immobiliare” Essa punta a finalizzare il CIM di Novara come sede operativa di operatori privati del trasporto e della logistica, interessati a farne l’hub della propria rete, rispetto ad uno specifico territorio da servire, che chiaramente deve essere riferito proprio all’area del nord-ovest italiano e del Sud Europa. Vi è infatti oggi un forte sviluppo degli investimenti immobiliari logistici in Italia54: il 20% del real estate europeo di settore è concentrato in Italia55. La resa attesa dell’investimento, pagati anche i servizi in outsourcing è mediamente del 7-9% sul valore dell’investimento56. Tale opzione fa perciò principalmente riferimento linee di strategia territoriale finalizzate alla valorizzazione della leva competitiva legata all’offerta immobiliare del CIM; l’insediamento di tali operatori porterà successivamente a finalizzare specifiche strategie di servizio logistico e intermodale rivolte principalmente ad essi. L’opzione porta quindi alla necessità di approfondire i seguenti temi: ▪ quali sono i costi immobiliari e di locazione delle aree del CIM e quali i costi di aree analoghe situate nel Piemonte orientale e, soprattutto, in Lombardia? ▪ qual è la densità di operatori logistici nelle Province del Piemonte orientale e della Lombardia occidentale? ▪ quali sono le esigenze dei grandi operatori logistici internazionali relativamente allo sviluppo delle proprie reti? ▪ quale strategia di investimento attuare: pre-let (coinvolgimento dei conduttori prima della costruzione) o locazione classica? 54 Nel 2006 gli investimenti immobiliari in logistica hanno segnato un incremento del 3,9% sull’anno precedente e le previsioni per il 2007 sono ancora di crescita, anche se su tassi inferiori. 55 Il 44% circa degli investitori sul mercato italiano sono esteri. Il Piemonte è la seconda Regione per investimenti immobiliari ma, con una quota del 17%, ben lontana dal circa 31% della Lombardia. 56 I rendimenti mostrano segni di stabilizzazione/contenimento: comunque nel 2007 il numero indice dei canoni (con base 100 al 2000) è arrivato a 131. 66 ALLEGATI Rispetto a quest’opzione vanno evidenziati i seguenti ulteriori elementi di riflessione: ▪ gli investimenti in piattaforme logistiche e interporti comportano per gli operatori insediati affitti o prezzi d’acquisto mediamente superiori del 10-15% rispetto a infrastrutture equivalenti isolate; la migliore accessibilità, l’offerta di servizi e le altre sinergie consentono tuttavia risparmi nei costi totali di esercizio che variano tra il 5 e l’11%; ▪ fra i “puri immobiliaristi” italiani manca cultura logistica: vi è una grande offerta di magazzini con un “taglio” medio di 3.000 mq; si tratta di strutture ormai fuori dagli “standard” richiesti dai grandi operatori europei, che chiedono superfici di almeno 25.000 mq. Il taglio degli investimenti da realizzare deve essere correlato al target di operatori a cui si vuole mirare; ▪ occorre definire politiche pianificazione territoriale che limitino la di proliferazione di nuove aree di insediamento logistico posizionate lungo le arterie stradali e non adeguatamente integrate con il CIM: l’intervento di Prologis a Romentino57 e quello del polo logistico di Vicolungo-Biandrate58 rappresentano oggi un’opportunità non colta dal punto di vista delle possibili sinergie logistiche e potenziali poli alternativi di attrazione per altri operatori della filiera. Opzione “Centro distribuzione per l’import” Essa punta a finalizzare il CIM di Novara come punto di smistamento di beni e merci in ingresso, provenienti dal Nord Europa e destinate ai mercati delle Province del Piemonte orientale e della Lombardia occidentale. Tale opzione, ricalca quella che ha permesso inizialmente l’affermazione dell’Interporto di Verona e fa riferimento principalmente alla valorizzazione della “capacità relazionale istituzionale”, finalizzata ad attivare e strutturare una relazione funzionale diretta con altri hub del Nord Europa e con gli operatori logistici globali che li governano, allo scopo di promuovere il CIM come partner e referente diretto delle loro reti logistiche per la distribuzione in Sud Europa59. Tale opzione porta quindi alla necessità di approfondire i seguenti temi: quali sono, in termini di quantità e di tipologie, i flussi di merci che hanno destinazione in tali Province? quali sono i principali hub di provenienza? quali sono le loro principali direttrici di destinazione? 57 Il nuovo Prologis park di Romentino prevede una superficie di circa 108.000 mq coperti (compresi gli spazi per uffici) su quattro maxi capannoni di 20/30.000 mq ciascuno. Attualmente nel Prologis park sono già affittati 20.550 mq a Ubaldini Stampa Autotrasporti, 33.000 mq circa alla Nyk Logistics, 16.500 alla Y2K Logistica Europa. 58 Il Biandrate Logistics Park, occupa un’area di circa 130.000 mq con circa 66.000 mq di magazzini coperti, articolati in due capannoni paralleli e suddivisibili in lotti minimi da 5.000 mq; vi si sono già insediati i CeDi regionali di alcune catene della GDO come Esselunga e Lidl. 59 Sempre in riferimento al “case study” dell’Interporto Quadrante Europa di Verona, va segnalato che la sua istituzione di riferimento è il Consorzio ZAI, nato come consorzio per la promozione e valorizzazione del territorio veronese. 67 NOVARA. PIANO STRATEGICO quali sono le esigenze di servizio logistico correlate a tali flussi? qual è la struttura di costo di tali flussi logistici (correlata al valore delle merci)? vi sono esigenze di distribuzione territoriale oggi non colte dall’offerta attuale? quali sono le forme di promozione territoriale più efficaci? quali sono i partner ideali con cui fare alleanze? Rispetto a quest’opzione vanno evidenziati i seguenti ulteriori elementi di riflessione: le multinazionali che oggi si insediano in Italia, lo fanno principalmente solo in Lombardia o a Roma perché è lì che ci sono i mercati di destinazione e le più agevoli interconnessioni con le reti logistiche; le loro reti logistiche continentali sono sempre più basate su un numero limitato (max 3-4) di sedi macroregionali60, che impone la necessità di individuare anche operatori di grande massa critica in grado di gestire la complessità; contestualmente la delocalizzazione di importanti settori industriali (fashion, mobile, calzaturiero) farà crescere le importazioni extraeuropee. Opzione “Centro consolidamento per l’export” Essa punta a finalizzare il CIM di Novara come punto di consolidamento di beni e merci prodotte nelle Province del Piemonte orientale e della Lombardia occidentale e destinate ai mercati del Nord Europa, dell’Est Europa61 e di Francia e Spagna. Essa prefigura cioè il CIM come punto di rimbalzo verso i grandi terminali/hub del nord e/o dell’est/ovest. Tale opzione, data la collocazione geografica del CIM, ci sembra più facilmente percorribile rispetto al bacino milanese, che a quello torinese. L’opzione fa perciò principalmente riferimento alla capacità di valorizzare la leva della relazione istituzionale e per la promozione di bacino e porta quindi alla necessità di approfondire i seguenti temi: quali sono, in termini di quantità e di tipologie, i flussi di merci che hanno origine da tali Province? esistono già in Lombardia altri punti di consolidamento per tali merci? quali sono le loro principali direttrici di destinazione? quali sono le esigenze di servizio logistico correlate a tali flussi? vi sono esigenze di servizio oggi non colte dall’offerta attuale? qual è la struttura di costo di tali flussi logistici? 60 61 Ad esempio: Epson ha un magazzino di 40.000 mq a Rotterdam per servire l’intera Europa; Ikea ha in Italia 2 sedi in Italia: uno a Piacenza per l’Europa meridionale (Italia/Grecia) e uno a Padova per l’Est Europa. Dopo l’allargamento dell’Europa a est, l’attenzione dell’UE si sta concentrando anche su: corridoio del Mar Nero, corridoio baltico, autostrade del mare verso la Georgia, l’Ucraina e la Russia. 68 ALLEGATI quali sono le forme di promozione territoriale più efficaci? Come prima anticipato, tale opzione potrebbe avere un ulteriore sviluppo nel senso di operare anche come centro di consolidamento anche per merci provenienti da direttrici poste lungo l’asse est-ovest costituito dal corridoio 5, valorizzando la posizione di intersezione con l’asse nord-sud. Tale funzione andrebbe però vista come logicamente successiva rispetto alla precedente, data la maggiore difficoltà di realizzare un’efficace promozione territoriale, rispetto ad interlocutori disposti su un bacino così vasto. 3.6 CONSIDERAZIONI STRATEGICHE Il polo logistico integrato di Novara: impatti sul territorio Relativamente agli impatti delle diverse opzioni illustrate, il primo fondamentale elemento da considerare è che la specializzazione delle singole strutture faciliterà lo sviluppo di sinergie tra le differenti infrastrutture intermodali del sistema economico allargato rappresentato dalla “Piattaforma logistica piemontese”, in particolare nei confronti degli altri sistemi regionali (Lombardia e Liguria), e ridurrà i rischi di dispersione di risorse, frammentazione degli impatti e conflittualità/concorrenza. In particolare, ad esempio: il CIM, sviluppando la sua posizione nell’ambito dei collegamenti nord-sud con i porti nordeuropei e delle relazioni di servizio con la Lombardia; il SITO di Orbassano, sviluppando la sua posizione nell’ambito dei collegamenti est-ovest (asse Perpignano-Marsiglia-Orbassano-Trieste); l’interporto di Rivalta Scrivia come dry port di Genova (nell’ambito dello SLALA). Gli impatti delle diverse opzioni saranno poi in generale diffusi su più tipologie di soggetti (operatori logistici, sub-fornitori e indotto, settori economici serviti) ma avranno tutte in comune lo sviluppo di una mobilità delle merci più sostenibile (intermodalità ferroviaria): l’opzione “Immobiliare” dovrebbe facilitare lo sviluppo insediativo sul territorio (quindi anche l’occupazione), la valorizzazione delle rendite immobiliari, sia a livello pubblico, che privato, lo sviluppo delle attività di edilizia infrastrutturale ed un uso più razionale del territorio (minore dispersione di insediamenti); l’opzione “Centro distribuzione per l’import” e quella “Centro consolidamento per l’export” dovrebbero, secondo strategie diverse, favorire entrambe lo sviluppo di flussi di merci e quindi, oltre allo sviluppo del comparto logistico, anche quello industriale e commerciale di tutto il territorio. Va ribadito infine che elemento fondamentale di tutte le opzioni strategiche di sviluppo è quello di favorire l’integrazione strategica e la massima interconnessione: di tutti gli snodi (CIM, Boschetto, Huckepack), dei sistemi intermodali del territorio, in particolare: i collegamenti diretti con la linea ferroviaria ad alta capacità, con il corridoio Huckepack del Sempione e la bretella ferroviaria verso il Gottardo via Luino, con la rete autostradale e con Malpensa. La definizione di un unico “polo logistico” realmente interconnesso e integrato avrebbe due impatti fondamentali: 69 NOVARA. PIANO STRATEGICO la maggiore competitività del sistema territoriale, con tutto quello che ne consegue in termini di sviluppo economico62; la maggiore sostenibilità ambientale del sistema logistico, a cui vanno correlati effetti di salvaguardia ambientale e benefici sociali (minore congestione, maggiore vivibilità). INTEGRAZIONE= > MASSA CRITICA + EFFICIENZA (- COSTI) + SINERGIE DI OFFERTA + COMPETITIVITA’ > SVILUPPO Su questo fronte è evidente che occorre impostare un’unica politica di sviluppo territoriale delle infrastrutture logistiche: l’occasione costituita dall’attuale fase di intervento sulle infrastrutture del nodo di Novara è, come già detto, irripetibile per realizzare una reale integrazione tra CIM, Huckepack e scalo merci Boschetto di Trenitalia-Cargo. Perdere questa occasione significherebbe: compromettere in maniera netta le effettive possibilità di sviluppare un forte sistema intermodale sul territorio, con conseguente perdita di caratterizzazione rispetto ai concorrenti regionali, nazionali e internazionali; non poter presidiare efficacemente l’eventuale proliferazione di investimenti in piattaforme monomodali non interconnesse/integrate, che porterebbe alla perdita di opportunità complessive di sviluppo socio-economico e di valorizzazione del territorio63. Rispetto a queste finalità, strumenti e policy quali, ad esempio, accordi di pianificazione64, protocolli di intesa, ecc., appaiono utili soprattutto per rendere coerenti i processi di pianificazione territoriale di diverse amministrazioni locali all’interno di un unico ambito territoriale (es.: i Comuni di una stessa Provincia). Ciò consentirebbe di evitare dispersione di risorse, frammentazione degli impatti e conflittualità/concorrenza tra progetti/strutture. Nel nostro caso però, va rimarcato che si tratta soprattutto di ricercare integrazione anche con soggetti spesso esterni all’ambito territoriale di riferimento: operatori nazionali/amministrazioni centrali (es.: Trenitalia/RFI); 62 Si ribadisce che, oltre all’incremento dei posti di lavoro diretti, va calcolato l’indotto esterno, che generalmente è di 2-3 volte il numero di addetti diretti. 63 Si moltiplicherebbero i soggetti e gli interessi in gioco ma si perderebbero sinergie e massa critica. 64 In relazione a quanto esaminato circa il caso dello sviluppo delle aree del Basso Cusio e di Borgomanero. 70 ALLEGATI operatori di altre Regioni (es.: operatori della domanda posti in Lombardia/istituzioni logistiche in Liguria); operatori di altre Nazioni (es.: operatori logistici del Centro-Nord Europa; porti del Nord Europa). Occorrerebbe quindi integrare tali policy con processi più complessi e allargati di stakeholder engagement e di pianificazione partecipata. Nell’ambito di tali processi, un valido ruolo potrebbe essere giocato dal costituendo “Osservatorio sulla Logistica”. Infatti, accanto alle basilari funzioni di monitoraggio dello sviluppo/evoluzione dello scenario logistico generale, tale struttura potrebbe assolvere anche a compiti di: supporto tecnico all’eventuale “cabina di regia” degli accordi tra le amministrazioni, soprattutto con funzione di punto di elaborazione/valutazione delle modalità ottimali di accordo con i soggetti socio-economici privati (coordinamento dello sviluppo dei business plan integrati); supporto documentativo ad eventuali processi di scouting della domanda/offerta per la ricerca dei partner per l’attuazione delle diverse opzioni strategiche; presidio del sistema di monitoraggio degli impatti sul territorio delle diverse opzioni strategiche (analisi dell’evoluzione dello scenario socio-economico territoriale). Integrazione del CIM nei processi di city logistics Nel quadro delle nuove politiche della mobilità delineate dal PUM, sussistono opportunità di utilizzo del CIM anche come supporto alle politiche di city logistics. Infatti in generale, si possono individuare tre tipologie di operatori che distribuiscono merci (consegnano o prelevano) all’interno di un ambito urbano: gli operatori del contro proprio, cioè negozi e attività economiche che effettuano in proprio (con propri mezzi e/o proprie risorse umane) le attività di consegna o prelievo delle merci connesse allo svolgimento della propria attività economica principale; gli operatori del conto terzi stabile, cioè gli operatori logistici e del trasporto con sede a Novara o limitrofa a Novara e che servono “in maniera continuativa” negozi e attività economiche di Novara65; gli operatori del conto terzi minore, cioè operatori in conto terzi che servono negozi e attività economiche di Novara in maniera saltuaria e/o con volumi di attività molto limitata (scarsa/marginale specializzazione nella distribuzione). Mentre gli operatori del conto terzi stabile svolgono la propria attività con buoni livelli di efficienza, altrettanto non vale per le altre due categorie. Al riguardo il CIM può svolgere un ruolo molto importante: sulla base dell’esperienza maturata in contesti urbani simili a Novara (posizionata sull’asse Torino-Milano, sedi di numerose imprese di logistica e trasporto), è plausibile ipotizzare che una quota significativa della distribuzione urbana delle merci vi sia svolta da soggetti “di passaggio”, che entrano nella città per consegne/prelievi marginali e poi proseguono per altre destinazioni. Il CIM, nel quadro di uno specifico sistema normativo (regolamentazione dell’accesso, della sosta, ecc., nell’area urbana) potrebbe costituire una sorta di filtro nei 65 In generale i grandi corrieri espressi nazionali e internazionali e i principali operatori locali. 71 NOVARA. PIANO STRATEGICO confronti di questi operatori minori/non stabili, consolidando e gestendo con maggiore efficienza una parte delle loro operazioni66 e, fra l’altro, consentendo loro di limitare l’attraversamento urbano con buoni risparmi in termini di tempo impiegato. In tal senso, la presenza all’interno del CIM di più operatori del conto terzi stabile potrebbe rappresentare una buona semplificazione nell’incontro fra domanda e offerta delle attività di consolidamento dei carichi; ragionamenti analoghi possono valere per il conto proprio, che in alcuni casi porta con sé notevoli tassi di inefficienza. Per questi casi, il CIM potrebbe costituire un’occasione per individuare opportunità di consolidamento dei carichi, offrire spazi logistici (un “retromagazzino”) e alternative di trasporto (van sharing, ecc.), ecc. Si tratta chiaramente di funzioni di corredo alla “mission” fondamentale di CIM, che andrebbero opportunamente dimensionate ed inquadrate nel contesto della strategia generale prescelta. 3.7 NOVARA NEL SISTEMA DI PIATTAFORME LOGISTICHE DI MILANO Piattaforme logistiche urbane Il Comune di Milano, nell’ambito del Patto Volontario sulla razionalizzazione del trasporto merci e nell’ambito del Patto Nazionale della Logistica sta studiando diverse modalità innovative finalizzate ad affrontare la problematica della distribuzione urbana delle merci. La soluzione individuata per la revisione dei processi logistici urbani riguarda la predisposizione di un piano logistico finalizzato alla realizzazione di un sistema di Piattaforme Logistiche per la città di Milano, nella sua accezione di territorio allargato. Il Progetto del Comune di Milano, si propone di mettere in relazione, tramite la rete ferroviaria, alcune Piattaforme Logistiche Urbane le quali, per interconnessioni e per localizzazione risultano essere strategiche sia per l’approvvigionamento, sia per la partenza delle merci. All’interno di tale piano generale si prevede una rete logistica a doppio livello composta da: Poli Logistici Esterni, ovvero centri merci di medie/grandi dimensioni capaci di offrire strutture e servizi integrati finalizzati allo scambio di merci tra le diverse modalità di trasporto, al servizio delle piattaforme Logistiche Urbane; Piattaforme Logistiche Urbane, localizzate in ambito urbano lungo la cintura ferroviaria e destinate a servire una porzione di città. Le merci in arrivo verso il territorio milanese saranno intercettate dai poli logistici opportunamente posizionati all’esterno dell’area milanese lungo le principali direttici di penetrazione all’area urbana. 66 72 Maggiore efficienza logistica e maggiore efficienza ambientale in quanto potrebbe realizzare un cambio modale per l’utilizzo, sull’ultimo miglio, di mezzi a ridotto impatto ambientale ALLEGATI Evoluzione del traffico merci ferroviario Le merci con destinazione Milano, trasportate sia su gomma sia su ferro, saranno recapitate ai Poli Logistici Esterni (PLE) localizzati anche a 100 Km da Milano. All’interno dei Poli Logistici Esterni le merci saranno spacchettate, aggregate per le singole Piattaforme Logistiche Urbane di competenza e ad esse inviate utilizzando treni navette. In particolare le merci potrebbero essere trasportate alla piattaforma urbana durante l’orario notturno in modo da ridurre l’impatto sia sulla rete ferroviaria sia sul territorio. Una volta arrivate alle piattaforma logistica urbana le merci saranno organizzate per filiera e depositate in magazzini che fungeranno da Transit Point, una sorta di magazzino virtuale degli esercizi commerciali del bacino di utenza della piattaforma logistica. La consegna nell’ultimo miglio delle merci ai punti commerciali avverrà tramite veicoli a basso o nullo impatto ambientale, utilizzando sistemi di distribuzione con rotte pianificate con flotte dedicate, ricorrendo anche sistemi di car-sharing (van-sharing), in funzione delle necessità del commerciante, che effettuerà una prenotazione on-line della merce necessaria. Il costo generato dalla rottura di carico verrebbe compensato dalla razionalizzazione e dall’ottimizzazione della distribuzione delle merci: si avrebbe infatti una diminuzione dei tempi di percorrenza, una maggiore puntualità delle consegne e un aumento della percentuale di carico dei veicoli. Inoltre, poiché grazie a questo sistema, gli spazi dei negozi adibiti a magazzino verrebbero ridotti, essi potrebbero essere utilizzati a fini commerciali. Infine il Comune di Milano ha previsto come misura complementare al progetto, una regolamentazione relativa alla distribuzione urbana delle merci, volta a incentivare l’utilizzo delle Piattaforme Urbane di Vicinato. In particolare si potrebbero definire severe regole per la consegna ai punti commerciali, limitando l’utilizzo dei veicoli che non aderiscono al sistema innovativo di distribuzione delle merci del Comune di Milano, ad esempio, permettendone l’uso durante le sole ore notturne, incentivando al contempo l’uso delle piattaforme logistiche urbane che al contrario beneficeranno di maggiori slot durante l’arco della giornata utilizzando flotte a basso impatto ambientale, senza per questo introdurre modelli gestionali monopolistici. 73 NOVARA. PIANO STRATEGICO In questo caso i commercianti verrebbero economicamente incentivati all’uso di questo sistema; in caso contrario, infatti, dovrebbero sostenere il costo aggiuntivo dovuto alle consegne notturne. Il Centro Interportuale Merci di Novara nell’ambito di questo programma strategico rappresenta il Primo Polo Logistico Esterno in cui Milano, nella sua accezione di area metropolitana allargata, farebbe recapitare le merci provenienti dalle direttrici di Torino/Francia e Genova/Autostrade del Mare. Il Centro Interportuale Merci di Novara, in una successiva fase di sviluppo del processo logistico dell’area metropolitana milanese potrebbe svolgere anche la funzione di area volano per far sostare i camion che devono conferire gli allestimenti al nuovo Polo Fieristico Rho-Pero, chiamando i camion solo nel momento in cui la Fiera è pronta allo scarico. Milano e Novara saranno così unite per la ottimizzazione dei flussi di traffico e per la gestione della logistica delle merci destinate all’area metropolitana. L’obiettivo di gestire ed ottimizzare i flussi è insito nel mandato istitutivo degli Interporti, ovunque si trovino, al servizio delle aree urbane più prossime. CIM Novara assieme al Quadrante Europa di Verona sono gli unici due veri interporti italiani, centri che in questi anni hanno saputo sviluppare traffici internazionali perseguendo la vera vocazione degli interporti ovvero incentivare l’intermodalità. Ora è opportuno che queste eccellenze possano essere impiegate per affrontare un problema ormai drammatico per le grandi aree metropolitane del nostro Paese ovvero decongestionare il traffico, in particolare delle merci, in partenza/arrivo dalle città. Ecco quindi che CIM Novara, per la sua collocazione geografica trova una evidente evoluzione nel ruolo di polo logistico esterno di Milano presso il quale le merci provenienti dalle grandi direttrici (Spagna e Francia, porto di Genova e porti del Nord Europa) possono essere gestite, eventualmente trattate, e inviate via treno ai cosiddetti centri di distribuzione urbana. Finalmente al CIM viene riconosciuto quel ruolo di protagonista che negli anni si è guadagnato operando a livello nazionale e internazionale. I passi compiuti negli ultimi anni da questa Società, nella quale il nostro Comune crede fortemente, sono la migliore dimostrazione della bontà delle scelte compiute. Gestione operativa delle piattaforme e localizzazione dei poli esterni Indicativamente la piattaforma logistica prescelta dovrà essere costituita da una serie di magazzini raccordati ad una coppia di binari e verrà organizzata per agevolare il carico/scarico delle merci. L’obiettivo è facilitare il flusso dei treni merci riducendo notevolmente il tempo di sosta di ognuno di essi. Quindi ogni magazzino potrà essere usato a rotazione indipendentemente dalla merce che arriva. 74 ALLEGATI Le direttrici ferroviarie L’organizzazione della distribuzione della merce nei magazzini verrà gestita e programmata tramite un sistema informatico computerizzato, esso potrà essere utilizzato sia dai gestori della piattaforma, sia dal privato per conoscere la localizzazione della merce. All’arrivo dei carri il gestore della piattaforma avrà il compito di: pianificare i movimenti dei mezzi in modo da assicurare un flusso regolare, ordinato e ottimizzato prevedendo la massima produttività della struttura; controllare il foglio di corsa: dove vengono identificati i documenti del carico, il numero di piombo, i quintali e i colli; verificare i sigilli, per avere la sicurezza che la merce non sia stata manomessa; aprire il carro, quindi scaricare la merce; riordinare la merce all'interno dei magazzini, ogni collo è numerato e nominato; organizzare il sistema informativo relativo al ritiro della merce; gestire l’uscita della merce (border raus), ogni partita ha una sua distinta o bolla d’uscita. I poli logistici andranno situati all’esterno dell’area urbana, possibilmente in prossimità di importanti nodi viabilistici. In particolare il Comune di Milano in stretta collaborazione con RFI ha individuato alcune possibili localizzazioni che saranno oggetto di una verifica di fattibilità: 75 NOVARA. PIANO STRATEGICO Area di Domodossola destinata a decongestionare l’Asse del Sempione: S.S. 33, lungo il quale fluiscono le merci provenienti dal Nord Europa; Area di Novara - Mortara che intercetterebbe sia il traffico merci generato dal porto di Genova che quello lungo il Corridoio 5; Area di Piacenza sull’Asse Milano-Bologna, lungo il quale si intercetterebbero i flussi merci provenienti dal Sud; Area di Treviglio lungo l’Asse Milano-Venezia, direzione di arrivo delle merci provenienti dall’Est Europeo. Lungo la direttrice Nord-Ovest si prevede l’utilizzo di Malpensa e in particolare degli spazi Cargo City, una vera e propria città delle merci. 76 ALLEGATI 77 NOVARA. PIANO STRATEGICO 78 ALLEGATI 4 4.1 AGENZIE DI SVILUPPO TERRITORIALE PREMESSE A livello locale il processo di definizione del Piano Strategico, delle relative progettualità e del continuo aggiornamento e monitoraggio dello stato di attuazione, ovvero di governance del Piano può svilupparsi con modelli e strumenti diversi. Uno di questi è rappresentato dall’Agenzia di sviluppo territoriale, che può avere come ambito geografico di riferimento anche un territorio circoscritto a più Comuni, a un Comune, o a una semplice porzione di esso. Ciò che contraddistingue le diverse tipologie d’Agenzia è il grado di autonomia decisionale e operativa che si vuole attribuire. In particolare un’Agenzia con forte autonomia gestisce, ad esempio, direttamente tutte le attività connesse alla ricerca e attrazione di risorse e investimenti senza coinvolgere e/o collaborare con altri soggetti. Nel caso in cui vi sia collaborazione e sinergia con altri attori territoriali che svolgono anch’essi le stesse attività, vincolando il rapporto con accordi di collaborazione, l’attività dell’Agenzia è caratterizzata da una minore autonomia. La letteratura in materia definisce quattro modelli principali: l’Agenzia integrata, l’Agenzia ombrello, l’Agenzia in rete e l’Agenzia autonoma. Tralasciando la descrizione dei diversi modelli, in prima istanza si assume come più proponibile quello dell’Agenzia autonoma,in quanto soggetto forte, dotato di una propria indipendenza e autosufficienza con strumenti, nonché di quel peso politico e economico, necessario per attuare le strategie di sviluppo. I profili delle Agenzie di sviluppo, infatti, sono molto diversificati: alcune hanno carattere “generalista” e si occupano stabilmente di promuovere e affiancare processi di sviluppo e azioni di marketing territoriale; altre sono state costituite con compiti più circostanziati, spesso in ragione di occasioni contingenti, quali il finanziamento di Patti territoriali, Contratti d’area, Contratti di quartiere, e stanno ora affrontando il problema di una trasformazione in Agenzie locali che seguano con continuità i processi avviati. In particolare, nel caso di Agenzie generaliste si dovrà spingere ad assumere profili di maggior specializzazione competitiva e ad ampliare il raggio d’azione alla ricerca di “mercati” più estesi dell’ambito locale. Le strutture sorte con missioni specifiche, per contro, dovranno conquistarsi spazi di operatività e legittimazione anche in assenza di finanziamenti e quadri normativi ad hoc. L’integrazione settoriale e il radicamento nei contesti locali restano infatti ingredienti fondamentali e imprescindibili nelle esperienze di sviluppo locale e marketing territoriale di maggior successo. Promuovere e accompagnare lo sviluppo locale significa creare sinergie su diversi fronti: dalla dotazione infrastrutturale alla pianificazione urbanistica, dagli aiuti alle piccole e medie imprese alla creazione di aree di insediamento industriale, dalla finanza agevolata al sostegno dell’innovazione, della società dell’informazione locale al terzo settore, 79 NOVARA. PIANO STRATEGICO dalla promozione internazionale all’attrazione di investimenti esteri, dalla formazione alle politiche attive del lavoro. Tuttavia, sarebbe diseconomico e irrazionale ipotizzare che un’agenzia locale possa, qualificarsi come specialista in tutte queste attività. Occorre piuttosto pensarla come un agente di connessione e integrazione tra saperi, pratiche e servizi che verosimilmente non potrà produrre in proprio ma che, almeno in parte, dovrà intercettare all’interno del mercato locale o globale, reti di cooperazione e partenariato. Esempi già avviati e significativi di agenzie sia a livello intercomunale, sia comunale, per la pianificazione strategica riguardano Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, prima Agenzia Sviluppo Nord Milano (società per azioni mista); l’Associazione Torino Internazionale; l’Urban Center di Pesaro (fondazione a scala comunale), l’Agenda Regionale Strategica per lo Sviluppo Territoriale Locale (ARSTEL) di Pesaro. All’estero Barcellona (a scala comunale), Bilbao, Lione, Saragozza, Lille. 4.2 AGENZIA PER LA PROMOZIONE METROPOLITANA DI MILANO E LO SVILUPPO SOSTENIBILE DELL’AREA Nel febbraio 2005 l’Agenzia per lo Sviluppo del Nord Milano (ASNM) è diventata la nuova Agenzia per la promozione economica dell’intera area metropolitana modificando nome, area territoriale di riferimento, missione e aumento del capitale sociale. Nella nuova società per azioni denominata Agenzia per la promozione e lo sviluppo sostenibile dell’area metropolitana di Milano potranno partecipare anche altri Comuni dell’hinterland ed altri Enti interessati a promuovere lo sviluppo economico e sociale del territorio. Tra gli attuali soci, avranno un peso maggiore la Provincia di Milano e la Camera di Commercio di Milano, mentre rimarrà invariata la partecipazione degli altri azionisti (Comuni di Cinisello Balsamo, Cologno Monzese e Bresso, Finlombarda, BCC di Sesto San Giovanni, Falck, ABB, Marcegaglia e Centro Edilmarelli). La nuova missione di Milano Metropoli Agenzia Sviluppo si concentrerà su cinque aree strategiche: marketing territoriale: promozione del territorio a livello nazionale e internazionale, con particolare riferimento all’attrazione di investimenti esteri e di risorse qualificate, alla creazione di un’offerta turistica integrata, alla progettazione e realizzazione di strumenti e iniziative; ▪ promozione di settori economici strategici: supporto e rilancio delle imprese milanesi di settori particolarmente rilevanti e strategici per l’area milanese, dalla net-economy, informatica e telecomunicazioni, alle industrie creative; ▪ realizzazione di progetti speciali: tra i primi progetti speciali che potrebbe avviare la nuova Agenzia ci sono la realizzazione di un Parco Audiovisivo Multimediale nel Nord Milano e la costituzione di un Polo Metropolitano dell’Innovazione, della Formazione e del Lavoro a Milano; ▪ realizzazione di insediamenti produttivi: creazione di strutture destinate all’insediamento di artigiani e piccole imprese, sul modello dei distretti produttivi già costruiti da ASNM a Sesto san Giovanni, Cologno Monzese e Bresso; ▪ collaborazione alla definizione e alla gestione di strategie di governance e sviluppo dell’area metropolitana milanese. 80 ALLEGATI Tra i servizi promossi e offerti dall’Agenzia di sviluppo i più importanti sono: BIC La Fucina: business innovation center creato da ASNM nel 1996 con il supporto dell’Unione Europea per promuovere la crescita economica e l’occupazione, attraverso la creazione di servizi e opportunità concrete per le aziende e gli aspiranti imprenditori; ▪ Officina Multimediale Concordia: primo incubatore di imprese innovative creato da ASNM a Sesto San Giovanni, in seguito alla ristrutturazione della ex-mensa del Gruppo Falck, grazie ai contributi di Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Sesto San Giovanni e Ministero del Lavoro. Inaugurato all’inizio del 2000, accoglie 23 giovani imprese del settore multimediale; ▪ Proxima: è stato il primo Centro pilota di telelavoro, teleservizi e teleformazione avviato in Lombardia. Creato dall’ASNM - con il sostegno della Provincia di Milano e del Comune di Sesto San Giovanni - a partire dalla ristrutturazione di una palazzina ex industriale, è diventato operativo nel 1998. Il Centro eroga servizi di formazione alle nuove tecnologie alle aziende, alle amministrazioni pubbliche e ai cittadini; ▪ CRIS: Centro Risorse per l’Impresa Sociale creato nel 1998 da ASNM, CdIE e Lavorint grazie al contributo dalla Provincia di Milano e del Comune di Cinisello Balsamo - per promuovere e sostenere la nascita e lo sviluppo nel Nord Milano di imprese sociali; ▪ insediamenti produttivi: ASNM ha promosso la creazione di quattro insediamenti produttivi per artigiani e PMI a partire dalla riconversione produttiva di aree ex industriali: due sono stati realizzati a Sesto San Giovanni, nelle aree ex Breda-Cimimontubi ed ex Falck Concordia. L’insediamento di Bresso è stato creato nell’area ex Vianni, mentre quello di Cologno è situato nell’area denominata PA - CIS 1. Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo è stata pioniere in Italia nella realizzazione di un Piano Strategico a livello sovracomunale. Ha promosso e coordinato infatti il processo di partecipazione e cooperazione tra quattro dei Comuni più importanti della regione urbana milanese (Sesto San Giovanni, Cologno Monzese, Cinisello Balsamo e Bresso), per costruire una visione condivisa e un quadro di riferimento per le politiche sovracomunali dei prossimi anni in settori strategici quali lavoro e formazione, infrastrutture e mobilità, ambiente e paesaggio urbano, innovazione. Sono nati così il Piano Strategico per lo Sviluppo del Nord Milano e l’Agenda 21 per affrontare i temi economici, sociali e ambientali del territorio. Le competenze e la credibilità acquisita nell’ambito di questi due processi di pianificazione hanno fatto diventare Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo un punto di riferimento per tante amministrazioni comunali e sovracomunali che intendono avviare un Piano Strategico. Dopo il Piano Strategico per lo Sviluppo del Nord Milano, avviato nel 2001, l’adesione di nuovi Comuni (Cormano, Cusano Milanino e Paderno Dugnano) ha dato vita al Patto del Nord Milano e ha determinato la nascita di una nuova figura territoriale, un’area di 58 kmq con oltre 310.000 abitanti. Coordinati da Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo e dalla Provincia di Milano, i sette Comuni lavoreranno insieme, in un processo partecipato sulla via di un nuovo sviluppo locale, al fine di costruire un quadro di riferimento comune all’insegna della riprogrammazione dei grandi servizi pubblici, coerente con gli assetti insediativi e infrastrutturali del territorio. I Comuni si sono impegnati a: elaborare un Quadro Strategico sul ruolo dei grandi servizi e delle grandi funzioni pubbliche come assi portanti del modello di sviluppo e dell’identità territoriale del Nord Milano; ▪ dedicare un’attenzione prioritaria ai servizi socio-sanitari: in vista della nascita della Provincia di Monza e Brianza, i sette Comuni intendono sottoporre alla Regione Lombardia 81 NOVARA. PIANO STRATEGICO una proposta di riassetto territoriale e di ridefinizione dell’attuale sistema gestionale, soprattutto per quanto riguarda l’ASL 3 e alcuni presidi ospedalieri locali, attualmente dipendenti dalle aziende ospedaliere monzesi; ▪ elaborare un Documento Strategico per il Piano d’Area del Nord Milano che contribuisca a definire gli orientamenti del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, con particolare riferimento al sistema della mobilità e dei trasporti, all’assetto territoriale dei servizi pubblici di rilevanza sovracomunale e alla gestione degli spazi aperti non urbanizzati (aree agricole e aree protette). L’Agenzia è anche uno dei promotori dell’Agenda Strategica del Rhodense, un percorso di collaborazione e di confronto che coinvolge undici Comuni del Nord Ovest Milano e diversi Enti e attori locali per promuovere lo sviluppo imprenditoriale e territoriale dell’area dove sono in atto importanti interventi e trasformazioni, come l’insediamento del nuovo polo fieristico milanese. Milano Metropoli partecipa inoltre al Progetto Strategico per la Regione Urbana Milanese, “La Città di Città”, promosso dalla Provincia di Milano per migliorare l’abitabilità, la competitività e la governance dell’area metropolitana milanese. 82 ALLEGATI 83 NOVARA. PIANO STRATEGICO 84 ALLEGATI 5 5.1 SCHEDE DI SINTESI QUADRO STRATEGICO NAZIONALE. PER LA POLITICA REGIONALE DI SVILUPPO 2007-2013. BOZZA TECNICO AMMINISTRATIVA Ministero dello Sviluppo Economico. Dipartimento per le politiche di sviluppo. Aprile 2006 Abstract Il documento parte dalla convinzione che la politica regionale di sviluppo deve contribuire alla ripresa della competitività del nostro paese che negli ultimi anni ha avuto diverse difficoltà; le valutazioni dello scenario futuro vedono un buon potenziale produttivo da sfruttare mediante un deciso processo innovativo. Il documento individua dieci priorità tematiche tra le quali spiccano i temi legati alle risorse umane e alla mobilità. Per ogni priorità vengono indicati obiettivi generali e obiettivi specifici. Contenuti La politica regionale di sviluppo può dare un forte contributo alla ripresa della competitività e della produttività dell’intero Paese e a ridurre la persistente sottoutilizzazione di risorse del Mezzogiorno attraverso il miglioramento dei servizi collettivi e delle competenze. Caratteri distintivi della politica regionale e precondizioni per la sua stessa efficacia sono l’intenzionalità dell’obiettivo territoriale e l’aggiuntività; questi sono i tratti che differenziano la politica regionale dalla politica ordinaria. Il contesto italiano vede: un ritardo di competitività e opportunità di sviluppo riconducibili ad una permanente difficoltà dello stato nell’offrire e promuovere servizi collettivi ▪ un livello mediamente inadeguato di competenze sia della popolazione adulta sia dei giovani ▪ una scarsa innovazione imprenditoriale nei processi, nell’organizzazione, nei prodotti ▪ un mercato di capitali inefficiente Le valutazioni di scenario a medio-lungo termine confermano che l’Italia ha e continuerà ad avere un forte potenziale produttivo ma solo riavviando un deciso processo innovativo potrà utilizzare questo potenziale. Le priorità tematiche che costituiscono il panorama esaustivo delle finalità perseguite con la programmazione 2007-1013 vengono individuate nel numero di dieci: ▪ Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane ▪ Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività ▪ Uso sostenibile e efficiente delle risorse ambientali per lo sviluppo Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività per lo sviluppo 85 NOVARA. PIANO STRATEGICO ▪ Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale ▪ Reti e collegamenti per la mobilità ▪ Competitività dei sistemi produttivi e occupazione ▪ Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani ▪ Apertura internazionale e attrazione di investimenti consumi e risorse Il capitale umano è al centro della Priorità “Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane”, finalizzata a promuovere la diffusione di elevati livelli di competenze, equità di accesso e capacità di apprendimento continuo nella popolazione. Al recupero di produttività e al miglioramento della qualità della vita come condizione di benessere e attrattività sono finalizzate anche le politiche espressamente volte ad aggredire le carenze e innalzare la qualità dell’offerta dei servizi pubblici. In linea con queste indicazioni e in coerenza con la scelta condivisa con l’intesa sulle linee guida un ruolo di rilievo potrà essere svolto dalla Cooperazione territoriale che si attiverà su singole priorità tematiche secondo un’ impostazione volta a promuovere quelle competenze, conoscenze e quelle modalità di valorizzazione e gestione congiunta a livello frontaliero e transnazionale in grado di rafforzare il ranking competitivo complessivo. Il miglioramento e valorizzazione delle risorse umane si articola in quattro obiettivi generali: 1) rafforzare, integrare e migliorare la qualità dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro e il loro collegamento con il territorio 2) innalzare i livelli di apprendimento e di competenze chiave, l’effettiva equità di accesso ai percorsi migliori e aumentare la copertura dei percorsi di istruzione e formazione iniziale 3) aumentare la partecipazione a opportunità formative lungo tutto l’arco della vita 4) migliorare la capacità di adattamento, innovazione e competitività dei lavoratori e degli attori economici del sistema La priorità legata alle reti e collegamenti per la mobilità si articola in un obiettivo generale e tre obiettivi specifici; accelerare la realizzazione di un sistema di trasporto efficiente, integrato, flessibile, sicuro e sostenibile per assicurare servizi logistici e di trasporto funzionali allo sviluppo rappresenta l’obiettivo generale da attuare mediante: ▪ la redazione di un sistema logistico nazionale ▪ la promozione della mobilità urbana sostenibile ▪ il miglioramento dei servizi di trasporto a livello regionale favorendo l’accessibilità delle aree periferiche Bisogna quindi mirare ad una maggiore sicurezza, ad una riduzione dei tempi e della congestione dei collegamenti fra sistemi metropolitani. La strategia del Fondo Sociale Europeo (FSE) mira a rafforzare lo sviluppo e la coesione economica e sociale delle Regioni e dei paesi dell’Unione Europea sostenendo finanziariamente le priorità e gli obiettivi specifici volti a migliorare la dimensione e la qualità delle competenze delle persone, la partecipazione al mercato de lavoro e l’occupazione. 86 ALLEGATI 5.2 PATTO PER LO SVILUPPO Provincia di Novara. Luglio 2005 Abstract Il patto per lo sviluppo parte da un’analisi del sistema Novara in tutti i suoi aspetti e indica degli obiettivi fornendo le impostazioni e le modalità di attuazione. Il comune di Novara ritiene opportuno accompagnare la trasformazione del sistema economico con una serie di iniziative volte all’accrescimento dell’attrattività del territorio. Tutte le parti individuano una iniziativa da intraprendere in tempi brevi relativa alla gestione del mercato del lavoro e propongono all’attenzione dei diversi soggetti i seguenti temi: politiche attive del lavoro, sviluppo ed evoluzione delle attività produttive, promozione delle risorse umane e formazione, ricerca e trasferimento tecnologico. Contenuti Il territorio della provincia di Novara si confronta in campo socio economico con opportunità e stimoli che trovano origine nell’influenza sempre maggiore offerte dai mercati internazionali; questo confronto sollecita a dare luogo ad una strategia a rete, che nasca e si sviluppi in un nodo, anche complesso, di relazioni. Il sistema imprenditoriale sta vivendo una fase di transizione; l’industria perde competitività nell’arena internazionale proprio nei suoi tradizionali mercati di sbocco; il terziario avanza ma non pare ancora aver trovato una propria vocazione e difficilmente potrà compensare la perdita delle manifatture. L’intenzione è: superare le difficoltà nell’attrazione di capitali dall’estero ▪ attuare un incremento degli interventi formativi per una riqualificazione delle risorse umane ▪ rafforzare anche il settore agricolo che negli ultimi anni ha subito radicali mutamenti e ha dimezzato il numero delle aziende agricole rispetto agli anni ’90 e ha visto un forte aumento delle dimensioni medie aziendali, sviluppando aziende più organizzate, più produttive Nell’impostazione e nell’attivazione di strumenti per la politica di sviluppo, si individuano gli obiettivi fondamentali quali: ▪ promuovere l’evoluzione del sistema produttivo verso un’organizzazione territoriale ed economica fondata sull’eticità delle produzioni ▪ implementare politiche del lavoro finalizzate ad offrire sicurezza e sostegno alle fasce più deboli del mercato ▪ realizzare una rete territoriale tra i soggetti pubblici e privati al fine di porre in essere servizi in grado di implementare l’utilizzo delle risorse per le attività di ricerca ▪ puntare sulla crescita delle imprese nell’ambito di organizzazioni produttive distrettuali ▪ sostenere la crescita della capacità di investimenti in innovazione e internazionalizzazione ▪ sostenere lo sviluppo delle infrastrutture, modernizzando e qualificando il sistema dei servizi a rete nel suo complesso ▪ governare lo sviluppo della rete di mobilità e logistica sostenibile ▪ promuovere la salvaguardia dello sviluppo del settore agricolo quale fattore principale di integrazione de territorio 87 NOVARA. PIANO STRATEGICO ▪ sviluppare azioni di marketing territoriale attraverso la creazione di reti e la realizzazione di strumenti manageriali Il patto lavora attraverso un Tavolo di concertazione e Tavoli tecnici che avranno il compito di progettare e sviluppare uno o più documenti attuativi; alla provincia di Novara è affidato il coordinamento del processo di concertazione. Il comune di Novara ritiene opportuno accompagnare la trasformazione del sistema economico con una serie di iniziative mediante il consolidamento di programmi e attivazione di procedimenti finalizzati al conseguimento di obiettivi quali: la stimolazione delle attività di servizio ▪ l’accrescimento dell’attrattività del territorio attraverso la dotazione di avanzate strutture telematiche ▪ il riordino dei Servizi Pubblici Locali ▪ l’aumento delle iniziative culturali Tutte le parti individuano una iniziativa da intraprendere in tempi brevi relativa alla gestione del mercato del lavoro e propongono all’attenzione dei diversi soggetti i seguenti temi: ▪ politiche attive del lavoro ▪ sviluppo ed evoluzione delle attività produttive ▪ promozione delle risorse umane ▪ formazione, ricerca e trasferimento tecnologico In riferimento alla promozione delle risorse umane si individuano alcune aree prioritarie di intervento quali: ▪ la valorizzazione dei percorsi di aggiornamento, ▪ il raccordo con i livelli istituzionali ▪ la valorizzazione dei tirocini formativi 5.3 VERSO UN PIANO STRATEGICO: OBIETTIVI, METODO E PROGRAMMA DI LAVORO Comune di Novara. Marzo 2006 Abstract Partendo dal presupposto che città come Novara avranno nei prossimi anni un ruolo trainante nella costruzione della competitività e nella coesione dell’Unione Europea si vuole dotare il Comune di un Piano Strategico. Vengono analizzate le criticità territoriali e le potenzialità con maggior riferimento alla posizione baricentrica di Novara e al suo ruolo all’interno dei nuovi progetti infrastrutturali. Si analizza poi il recente Piano Regolatore Generale Comunale mettendo in risalto la stabilità demografica e del sistema delle imprese ma soprattutto la buona distribuzione dei servizi a livello urbano. Di contro si mette in luce la mancanza di un quadro di riferimento organico dei progetti strategici. Vengono poi elencati gli obiettivi e gli ambiti del Piano Strategico e vengono indicati i temi rilevanti di indagine e di approfondimento tra i quali spiccano le risorse umane e lo sviluppo del sistema della mobilità e della logistica con particolare riferimento al Piano Urbano della Mobilità. 88 ALLEGATI Contenuti Lo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo (SSSE) e il Regolamento per la programmazione comunitaria 2007-2013 attribuiscono alle città, in particolare a quelle di media dimensione, un ruolo trainante nella costruzione della competitività e nella coesione dell’Unione. Il presente piano strategico non ha natura ordinativa, non regola cioè le destinazioni d’uso dei suoli; non ha funzione prescrittiva, ovvero non contiene prescrizioni e non pone vincoli; non ha “forza di legge” ha solo carattere programmatico. Il piano strategico dovrà contribuire ad individuare l’ambito territoriale, le politiche, le alleanze, i progetti, gli attori, le modalità di condivisione e di governance, in grado di accrescere il livello di competitività del territorio novarese nel contesto europeo. Le potenzialità territoriali maggiori sono: la possibilità di consolidare la “transizione industriale positiva” tramite l’accentuazione dei processi sostitutivi delle imprese che ne avevano fatto in passato un polo industriale fordista la possibilità di realizzare nuove sinergie tra l’Università e gli apparati di ricerca Inoltre: la costruzione del polo fieristico di Rho la costruzione delle nuove stazioni ferroviarie e degli insediamenti industriali, terziari e universitari fanno prospettare il centro storico della città e le zone collinari di pregio come mete o riferimenti alternativi alla più costose e congestionate aree centrali della metropoli milanese. Le criticità territoriali sono invece individuate: nell’incapacità di sostenere gli aumenti del traffico locale nella mancanza di una rete connettiva tra i parchi e i poli scientifici e tecnologici presenti nell’area e verso i quali sono stati dirottati, nel recente passato, ingenti investimenti pubblici nella debolezza organizzativa degli sportelli unici per le attività produttive Novara occupa una particolare posizione geografica, baricentrica rispetto agli assi di comunicazione N-S Genova-Sempione-Nord Europa e O-E Portogallo-Spagna-Francia-Pianura Padana-Trieste-Est Europa, che la pone in una condizione di assoluta centralità rispetto alle dinamiche in atto di potenziamento dei sistemi di trasporto ferroviario di interesse sovranazionale. La linea ferroviaria ad Alta Capacità Torino-Milano, di cui la tratta Torino-Novara, recentemente inaugurata, consente di collegare l’Aeroporto Internazionale di Malpensa con la capitale piemontese, costituendosi quale tratto di un progetto più generale di collegamento veloce ferroviario trans-europeo: il cosiddetto Corridoio 5 ovvero il collegamento ferroviario Lisbona-Lione-Torino-Trieste-Lubiana-Budapest-Kiev. Un’altra opera ferroviaria interessante il territorio novarese è il collegamento Genova-NovaraSmpione che proseguendo fino a Rotterdam, Corridoio 24, dovrebbe rafforzare i traffico merci del Mediterraneo verso il centro ed il nord Europa. Il Comune di Novara ha recentemente adottato, Dicembre 2004, il nuovo Piano Regolatore Generale Comunale; lo strumento urbanistico sottolinea i punti di forza e le debolezze del territorio al fine di orientarne lo sviluppo futuro. 89 NOVARA. PIANO STRATEGICO Il carattere ambientale che si sta consolidando nel sistema urbano di Novara presenta una significativa differenze tra la fascia sud-ovest in cui resiste un’agricoltura della piana irrigua, con aree di qualche interesse ambientale suscettibili di valorizzazione e la fascia nord-est che raccorda, con una serie di centri ravvicinati e in crescita, l’urbanizzazione novarese con quella lombarda secondo un modello di morfologia insediativa puntuale e discreta. La solidità dello sviluppo novarese è confermata, dalla stabilità demografica e del sistema delle imprese ma soprattutto dalla distribuzione dei servizi a livello urbano che sembra oggi consolidare un corretto sistema di polarizzazioni del capoluogo, equilibrato da una buona dotazione di servizi distribuiti anche nei centri maggiori dell’hinterland. Diversamente dal quadro dei servizi sembra molto più complessa la dinamica di riorganizzazione del settore industriale e artigianale, per il quale non si può constatare altro che un consolidamento del polo produttivo. Manca in oltre un quadro di riferimento organico dei progetti strategici, che permetta di valutare le efficacie, gli sprechi, le potenziali contraddizioni di compatibilità e di sinergia. Gli obiettivi generali del Piano Strategico riguardano: questioni di governance interistituzionale questioni di governo territoriale la valorizzazione e messa in rete di progetti in atto o attivabili il consolidamento, messa in rete e rafforzamento del capitale conoscitivo disponibile per tutti gli attori. Gli ambiti di lavoro del Piano Strategico riguardano invece: le visioni e gli scenari la governance del Piano i progetti pilota Il Piano Strategico assume quali temi rilevanti di indagine e di approfondimento: formazione e valorizzazione delle risorse umane qualificazione e innovazione del sistema delle imprese attrarre nuovi investimenti sul territorio migliorare l’architettura di governo territoriale governare lo sviluppo del sistema della mobilità e della logistica governare lo sviluppo territoriale all’insegna della sostenibilità ambientale In riferimento alle risorse umane si propone l’evoluzione del sistema produttivo verso un organizzazione territoriale ed economica fondata sull’eticità delle produzioni, sulla conoscenza e sullo sviluppo qualitativo delle risorse umane, nell’ambito della quale la formazione, l’istruzione tecnica e l’istruzione universitaria abbiano una funzione di volano dello sviluppo. In riferimento al governo dello sviluppo del sistema della mobilità e della logistica si auspica un governo funzionale alle priorità di sviluppo condivise dal sistema degli attori locali ed integrata con gli assi di comunicazione europea e con le infrastrutture del territorio provinciale, ponendo una particolare attenzione allo sviluppo di attività imprenditoriali aventi per scopo la gestione integrata delle modalità di trasporto di merci e di passeggeri. 90 ALLEGATI In particolare il Piano della Mobilità costituirà lo strumento che definirà i progetti materiali e immateriali per individuare e valutare modalità, economicità e sostenibilità del sistema dell’accessibilità al territorio novarese, concorrerà in maniera significativa a costruire le condizioni di attrattività e superamento dei fattori critici, finalizzandosi alla valorizzazione della massima qualità fruitiva della città e del territorio. Il suddetto piano della mobilità: si svilupperà in un orizzonte temporale di medio/lungo termine comprenderà un insieme organico di interventi diretti al raggiungimento di specifici obiettivi si caratterizzerà quale strumento finalizzato a ricercare soluzioni volte a fluidificare e facilitare l’accessibilità in maniera differenziata, selettiva e sostenibile agirà in sinergia e complementarietà con il Piano Strategico ricercherà la massima attrattività della città e del territorio attraverso il miglioramento e potenziamento delle condizioni di accessibilità e fruizione della stessa Il processo di pianificazione strategica richiede una regia complessa. Nella prima fase di studio dovranno essere definite le modalità di controllo dell’operazione, prevedendo la costituzione del Comitato di Coordinamento tecnico-istituzionale del piano strategico che si raccorderà con i Tavoli tecnici costituiti: Capitale umano Attrattività e Marketing Semplificazione amministrativa Ricerca e innovazione Ai quali si affiancheranno: Infrastrutture, mobilità e logistica Ambiente e sviluppo sostenibile 5.4 IL NODO DI NOVARA – WORKSHOP Alta Scuola Politecnica. Settembre 2006 Abstract Il documento parte da un’attenta analisi dello scenario territoriale dal quale emerge che Novara è dotata di un discreto comparto industriale che ha portato ad una forte crescita della città che ha portato, a sua volta, all’attuale impianto urbano. Il settore infrastrutturale è l’ambito dove è richiesta in modo urgente l’elaborazione di una risposta sistemica. Si analizzano poi le evoluzioni delle politiche territoriali, nello specifico si mette in luce come durante l’ultimo quindicennio la città si è trasformata in una sorta di “laboratorio” urbanistico; questo percorso si è articolato in tre fasi: la sperimentazione di nuovi programmi complessi (PRiU, PRUSST); la redazione di un nuovo PRG e l’adozione di un quadro strategico organico; il perseguimento degli indirizzi strategici con nuovi programmi e la diversificazione degli assi di intervento. 91 NOVARA. PIANO STRATEGICO Contenuti Il settore piemontese ad est del polo metropolitano di Torino è un’area dalle dimensioni demografiche ed economiche rilevanti ed è caratterizzata da una fitta trama di relazioni funzionali e logistiche con i sistemi metropolitani delle regioni confinanti. Novara è dotata di un discreto comparto industriale (in particolare chimico e alimentare) che a partire dal dopoguerra ha fortemente trainato l’economia urbana, insieme al settore dell’agricoltura risicola. La forte crescita della città si è cristallizzata nell’attuale impianto urbano, caratterizzato da distretti residenziali periferici lungo gli assi viari che legavano il centro storico al territorio agricolo. A questo impianto ha fortemente contribuito il sistema di trasporto su ferro che con le sue linee ha profondamente segnato il territorio e orientato lo sviluppo della città verso gli ultimi decenni del secolo appena concluso, l’interruzione del trend positivo della crescita industriale e la ridefinizione del sistema produttivo nel mercato globale ha in parte modificato le dinamiche insediative che fino ad allora avevano mantenuto una struttura territoriale monocentrica incentrata sulla città di Novara. Il settore infrastrutturale è l’ambito dove è richiesta in modo urgente l’elaborazione di una risposta sistemica in quanto si corre il rischio di una evoluzione delle dotazioni in modo disordinato senza un quadro territoriale coerente. Durante l’ultimo quindicennio la città si è trasformata in una sorta di “laboratorio” urbanistico permettendo un lento ma effettivo ammodernamento della struttura amministrativa e il miglioramento del governo del territorio. Questo percorso si è articolato in tre fasi: la sperimentazione di nuovi programmi complessi (PRiU, PRUSST) ▪ la redazione di un nuovo PRG e l’adozione di un quadro strategico organico ▪ il perseguimento degli indirizzi strategici con nuovi programmi e la diversificazione degli assi di intervento La prima fase collocabile a ridosso degli anni novanta vede la redazione di due programmi elaborati: ▪ il Programma di Riqualificazione Urbana (PRiU) mediante il quale sono state concertate alcune azioni di riqualificazione di aree industriali dimesse, interventi infrastrutturali e riqualificazione degli spazi pubblici ▪ il PRUSST che mutua le modalità di azione del precedente programma tentando per la prima volta di delineare una strategia organica di riorganizzazione della città La seconda fase ha la chiave di volta nell’elaborazione del nuovo PRG che fissa le linee di azione in un quadro di scenario coerente e riformato. Le scelte di gestione dell’ultima fase mettono a frutto il percorso fin qui seguito e sembrano simulare in modo empirico un modello impostato sul rapporto tra quadro strategico e strumenti attuativi in corso di sperimentazione in altre realtà regionali. 92 ALLEGATI 5.5 ACCORDO DI PROGRAMMA – PROTOCOLLO DI INTESA QUADRO SULL’ASSETTO FERROVIARIO DEL NODO DI NOVARA Regione Piemonte, Comune di Novara, Rete Ferroviaria Italiana Spa, Ferrovie Nord Milano Esercizio Spa. Luglio 2005 Abstract Premesso il ruolo importante ricoperto da Novara nel sistema infrastrutturale internazionale vengono elencati gli interventi previsti dalla soluzione progettuale approvata con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa e si individuano tutti gli organi coinvolti e le modalità di intervento. Vengono poi fatte delle precisazioni sulla localizzazione del nuovo terminal Huckepack e sull’attraversamento delle merci nel nodo di Novara. Contenuti Nell’ambito della programmazione internazionale, il Piemonte è una regione coinvolta dal sistema plurimodale dell’asse di collegamento infrastrutturale est-ovest; con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa viene approvata una soluzione progettuale che prevede diversi interventi: raccordo diretto tra l’asse AV/AC Torino-Milano nuova interconnessione di Novara est alla linea AV/AC variante della linea FNM dall’attuale sottopasso dell’autostrada nuova stazione in area prospiciente il casello autostradale di Novara est nuovo asse merci Vignale-Novara nuovo terminal Huckepack in sostituzione di quello esistente a Novara Boschetto opere per eliminare le interferenze a raso tra la linea Novara-Milano e quella NovaraMortara completamento della tangenziale di Novara soppressione dei passaggi a livello sulla linea ferroviaria Novara-Domodossola sistemazione della stazione di Novara centrale e nuova stazione FNM deviazione della linea Novara-Biella tangenziale ovest di Galliate collegamento pedonale tra la stazione autostradale Novara est e le stazioni AC/AV e FNM Vengono individuati tutti gli organi responsabili e le strutture amministrative coinvolte, si stabilisce la programmazione per la realizzazione delle opere comprese quelle di mitigazione, si analizza il piano finanziario, si stabiliscono i tempi di attuazione. Successivamente vengono fatte delle precisazioni sui i punti che riguardano la localizzazione del nuovo terminal Huckepack e sulla soppressione di alcuni passaggi a livello sulla linea Novara-Domodossola. Gli obiettivi che risultano di maggior importanza sono: valorizzare il territorio dare soluzione alle difficoltà e disagi ricorrenti dei pendolari 93 NOVARA. PIANO STRATEGICO 5.6 PATTO PER LA LOGISTICA – UN ACCORDO DI SETTORE PER LA COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PAESE Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Maggio 2005 Abstract La politica dei trasporti si basa su quattro punti fondamentali e mette in risalto la saturazione degli attuali porti strategici italiani; il patto per la logistica parte da alcune premesse di carattere generale per arrivare a definire e concordare obiettivi e strategie mediante l’impegno di tutte le parti. Vengono infine individuate le criticità dello scenario logistico italiano. Contenuti La politica dei trasporti, in particolare dell’autotrasporto e della logistica, annunciata dal governo è una sfida incentrata su quattro punti fondamentali: infrastrutture ▪ sicurezza ▪ intermodalità ▪ regole e mercato Un problema di breve scadenza è la saturazione anche per i porti strategici italiani, ormai utilizzati al 90% delle loro capacità per effetto di un forte incremento dei traffici, soprattutto container. L’obiettivo è quello di lavorare per consegnare al Paese un sistema dei trasporti competitivo, efficiente e sicuro; passaggio chiave finalizzato ad allungare la catena del valore dei trasporti è la valorizzazione delle attività logistiche collegate. La programmazione del settore deve conciliare l’offerta di reti materiali ed immateriali al fine di permettere al Paese di partecipare ai benefici derivanti dall’implemento di progetti di respiro comunitario; deve in oltre razionalizzare la pianificazione territoriale delle infrastrutture e suggerire strumenti innovativi di integrazione tra pianificazione del territorio, dello sviluppo economico e delle infrastrutture. Appare ovvio che una corretta politica dei trasporti e della logistica deve partire dalla lettura dell’attuale assetto economico-territoriale del Paese per superare i confini nazionali; bisogna anche tener conto che la crescita del traffico merci, aumentando ad un ritmo superiore al PIL non potrà essere seguita da un parallelo e contestuale incremento delle grandi infrastrutture e che il divario tra domanda ed offerta può essere contenuto razionalizzano la gestione, implementando studi di supporto alle decisioni e attivando nuove regole da sperimentare in progetti pilota. Bisogna quindi: ▪ Definire scelte infrastrutturali di sistema e di politiche di gestione ▪ Assicurare la coerenza degli interventi ▪ Aggiungere valore alle scelte di logistica pubblica individuando le priorità ▪ Valorizzare il sistema attraverso l’integrazione dei servizi di trasporto e logistica ▪ Attivare progetti specifici di grande efficacia ▪ Migliorare le capacità di governo del sistema 94 ALLEGATI Per quanto concerne il sistema ferroviario lo sviluppo della logistica italiana deve far leva su un nuovo ruolo portante di questo sistema; è necessario garantire coerenza tra le grandi infrastrutture e le piccole. Lo scenario italiano della logistica urbana rimane caratterizzato fondamentalmente dalla presenza di tre criticità: ▪ l’elevata presenza degli esercizi commerciali di vicinato ▪ l’elevata presenza del conto proprio ▪ l’elevata frammentazione dell’autotrasporto 5.7 WORKSHOP SU LOGISTICA E TERRITORIO – SCENARI DI SVILUPPO DELLA PROVINCIA Provincia di Novara Settore Urbanistica e trasporti. Luglio 2005 Abstract A Novara si susseguono con sempre maggiore frequenza convegni attorno alla centralità della Provincia rispetto ai nuovi assi di sviluppo e alle dinamiche di rilancio economico; il presente documento mira a chiarire alcune tematiche gerarchizzando gli obiettivi. Contenuti Novara si trova all’incrocio di importanti e decisive direttrici di traffico; le questioni che producono una pressione straordinaria sul territorio e lo chiamano a scelte decisive per la qualità della vita sono: l’aumento esponenziale del traffico delle merci prodotto dalle dinamiche dell’economia globalizzata l’intasamento ormai totale che l’area metropolitana milanese ha prodotto nel territorio ad est del Ticino la mobilità delle persone le questioni ambientali Risultano quindi decisive le scelte di infrastrutturazione che si compieranno e in particolare: la definizione del nodo ferroviario il posizionamento del nuovo terminale Huckepack la definizione del raddoppio della Novara-Arona Da un alto si assume come obiettivo importante il cambio di modalità, da gomma a ferro, nel trasporto merci e nella mobilità delle persone; dall’altro si chiedono le risorse necessarie per produrre scelte intelligenti che guardino al futuro di lungo periodo e producano il minor impatto possibile. Bisogna in oltre assumere che la difesa, i consolidamento ed i rilancio del settore industriale sono questione decisiva per il territorio intero nelle sue ricche articolazioni; si deve avere la capacità di vedere la realtà del tessuto industriale novarese fatto di punti di eccellenza e di molti altri a rischio sui diversi terreni e con diversi strumenti. 95 NOVARA. PIANO STRATEGICO Si tratta di determinare le condizioni, anche tramite trasformazioni eventualmente necessarie per un iniziativa in tre direzioni: un marketing territoriale efficace un marketing della ricerca attraverso cui promuovere una domanda di ricerca ne territorio un marketing della formazione, in stretto rapporto con l’università del Piemonte Orientale che ne sostenga un suo progressivo e qualificato sviluppo e ce consolidi il suo radicamento nel territorio 5.8 LA PORTA LOGISTICA DEL SUD EUROPA – PROPOSTA SLALA Società logistica dell’arco ligure e alessandrino. Febbraio 2006 Abstract Recenti studi hanno dimostrato che i nostri porti non sono pronti a rispondere alla “sfida della Cina” ovvero non sono in grado si sopportare l’aumento di volume dei traffici previsto. Bisogna quindi agire su tre fronti realizzando un sistema portuale esteso, intervenendo su alcune infrastrutture ferroviarie minori completando contemporaneamente il terzo valico. Diversi fattori poi contribuiscono a dipingere un quadro di sensibile sviluppo del trasporto via mare all’interno del Mediterraneo con un ruolo importante per i porti Liguri che però non dispongono di aree sufficienti per accogliere l’aumento del traffico previsto. Novara può diventare naturale sbocco delle grandi correnti di traffico che dalla Liguria attraverso Alessandria superano l’arco alpino centro-occidentale e raggiungono il nord Europa. Contenuti E’ stato recentemente rilevato come, da indicatori di tendenza univoci, anche solo un impatto del 10% dei traffici prospettici cinesi sui porti del sud dell’Europa significherà quantomeno 10 milioni di contenitori che il sistema italiano dovrà essere nelle condizioni di gestire e che oggi i nostri porti non sono attrezzati a ricevere. Occorre quindi agire congiuntamente su tre fronti: quello dei sistemi portuali quello delle infrastrutture di connessione quello della promozione di servizi ferroviari internazionali affidabili Bisogna innanzitutto realizzare un sistema portuale esteso in grado di accogliere quantità massive di traffico stoccandole nei terminali “inland”; in sostanza il porto di Genova con i porti di Savona e La Spezia va unito ai retroporti per individuare ambiti portuali di stoccaggio molto più ampi, con forti contenuti ferroviari, e servizi di navetta interni dedicati. In secondo luogo è urgente intervenire su alcune minori infrastrutture ferroviarie ma specialmente occorre attivare il Corridoio 24 a sud prima che esso sia operativo a nord; il terzo valico rappresenta l’infrastruttura di rilevanza nazionale da realizzare senza il quale il sistema Genova non riesce ad essere competitivo. In fine sarà indispensabile garantire l’assoluta efficienza dei collegamenti ferroviari di alimentazione del sistema genovese con il mercato svizzero, bavarese e del centro Europa. Il trasporto marittimo rappresenta il principale vettore di scambi commerciali internazionali, con un predominio assoluto rispetto alle altre modalità di trasporto nel caso dei traffici sulle grandi 96 ALLEGATI distanze intercontinentali; diversi fattori contribuiscono a dipingere un quadro di sensibile sviluppo del trasporto via mare all’interno del Mediterraneo. La posizione geografica al centro dell’area meridionale europea attribuisce all’Italia un ruolo determinante; i tre porti liguri rappresentano le entità destinate ad alimentare come porte di ingresso questo sistema logistico. In ogni caso le Regioni Piemonte e Liguria dovranno previamente concordare una comune azione di politica dei trasporti esprimendo una direttiva comune che fissi le caratteristiche dell’ambito portuale e le sue funzioni. Approvato nel Giugno 2005 il Corridoio 24 rappresenta il vero elemento portante dello sviluppo dell’economia del nord-ovest; il primo investimento è rappresentato dal terzo valico il quale dovrà garantire prima di tutto che il sistema venga messo in connessione con il mondo svizzero più presto possibile. Novara non è in diretto collegamento con i porti liguri ma è ben collegata con Alessandria e la sua provincia; Novara può diventare naturale sbocco delle grandi correnti di traffico che dalla Liguria attraverso Alessandria superano l’arco alpino centro-occidentale e raggiungono il nord Europa. La provincia di Novara ha firmato nel Luglio 2004 un Protocollo d’Intesa Quadro sull’assetto ferroviario del nodo di Novara che prevede in particolare: il raccordo diretto tra l’asse AV/AC Torino-Milano una nuova stazione in area prospiciente il casello autostradale di Novara est un nuovo terminal Huckepack in sostituzione di quello esistente a Novara Boschetto il completamento della tangenziale di Novara 5.9 PIANO DELLA LOGISTICA Maggio 2005 Abstract Il documento analizza la storia dei corridoi paneuropei multimodali di trasporto dal 1990, quando la Commissione europea ha istituito un’Unità di Coordinamento del Gruppo G24 al fine di estendere verso est le reti di trasporto dell’unione europea, fino ad oggi; vengono elencando i 10 corridoi individuati a seguito delle conferenze paneuropee del 1991, 1994 e 1997. Contenuti I corridoi paneuropei multimodali di trasporto La Commissione europea nel 1990 ha istituito un’Unità di Coordinamento del Gruppo G24 formato dai rappresentanti dei paesi comunitari e da quelli dell’est europeo al fine di estendere verso est le reti di trasporto dell’unione europea. L’obiettivo della Commissione europea era quello di estendere verso i Paesi centro-orientali dell’Europa la rete di trasporto di interesse comunitario, dando priorità alla componente ferroviaria opportunamente potenziata fino a raggiungere velocità commerciali di 120/160 km/h, prevedendo l’elettrificazione delle linee e l’aumento del carico assiale consentito fino a 22,5 tonnellate. Tutto ciò con un investimento quantizzato, sui tredici corridoi, di circa 30-40 miliardi di dollari e nella prospettiva di estendere l’alta velocità sui principali collegamenti della rete. 97 NOVARA. PIANO STRATEGICO Per coordinare i lavori relativi a tali progetti e per facilitare l’accesso ai finanziamenti comunitari dei Programmi PHARE, TACIS e dei fondi di coesione ISPA e del Patto di Stabilità - fondo CARDS -, la Commissione Europea, ha previsto che per ciascuno Corridoio venisse sottoscritto un protocolli d’intesa da parte dei Paesi interessati (Memorandum of Understanding). Il Gruppo G 24 ha presentato, nell’agosto del 1991, un rapporto di pianificazione per la valutazione dei fabbisogni di trasporto alla luce dello sviluppo dell’Europa centro-orientale. Tale rapporto, elaborato con il contributo delle Nazioni Unite e della Commissione Economica per l’Europa, ha consentito di identificare i maggiori corridoi di trasporto verso l’Europa dell’Est, di importanza strategica per lo sviluppo del traffico internazionale tra i Paesi della Comunità europea e quelli dell’Europa orientale fino alla ex Unione Sovietica. A seguito delle Conferenze Paneuropee di Praga (1991), Creta (1994) ed Helsinki (1997), sono stati identificati i seguenti dieci corridoi multimodali paneuropei: I - Helsinki-Tallinn-Riga-Kaunas-Warsaw & Riga-Kaliningrad-Gdansk * Helsinki-Tallinn-Riga-Kaunas-Warsaw; * Road component: Via Baltica; * Rail component: Rail Baltica; II - Berlin-Warsaw-Minsk-Moscow-Nizhnij Novgorod III - Berlin/Dresden-Wroclaw-Lviv-Kiev IV - Berlin/Nurnberg-Prague-Budapest-Constantia/Thessaloniki/Istanbul V - Venice-Trieste/Koper-Ljubljana-Budapest-Uzgorod-Lviv * Branch A: Bratislava-Zilina-Kosice-Uzgorod; * Branch B: Rijeka-Zagreb-Budapest; * Branch C: Ploce-Sarajevo-Osijek-Budapest; VI - Gdansk-Grudziadz/Warsaw-Katowice-Zilina;Branch A: Katowice-Ostrava-Corridor IV VII - Danube VIII - Durres-Tirana-Skopje-Sofia-Varna/Burgas IX - Helsinki-St.Petersburg-Moscow/Pskov-Kiev-Ljubasevka-Chisinau-Bucharest Dimitrovgrad-Alexandroupoli * Branch A: Ljubasevka-Odessa * Branch B: Kiev-Minsk-Vilnius-Kaunas-Klaipeda/Kaliningrad; X - Salzburg-Ljubljana-Zagreb-Beograd-Nis-Skopjes-Veles-Thessaloniki * Branch A: Graz-Maribor-Zagreb * Branch B: Budapest-Novi Sad-Beograd * Branch C: Nis-Sofia-on corridor IV to Istanbul * Branch D: Veles-Bitola-Florina-Via Egnatia Inoltre la Commissione europea, per dare maggiore impulso all’attuazione dei corridoi, ha definito gli interventi prioritari nell’ambito dello studio TINA (Transport Infrastructure Needs 98 ALLEGATI Assessment) al fine di individuare i fabbisogni finanziari nella prospettiva di allargamento dell’Unione europea verso i Paesi dell’Est. Di questi Corridoi, il numero V ed il numero VIII interessano direttamente l’Italia. lI corridoio paneuropeo multimodale di trasportoV Il Corridoio V è l’asse che collega Venezia-Trieste/Koper-Ljubljana-Maribor-BudapestUzgorod-Lvov(Kiev) con una lunghezza di circa 1500 km, con le seguenti diramazioni: Branch A: Rijeka-Zagreb-Budapest-Uzgorod-Lvov-Kijev; lunghezza circa 500 km; Branch B: Bratislava-Zilina-Kosice-Uzgorod; lunghezza circa 400 km; Branch C: Ploce-Sarajevo-Budapest; lunghezza circa 600 km; (quest’ultima diramazione è stata approvata nella Conferenza Paneuropea dei trasporti di Helsinki del 1997) Nel suo complesso sviluppa pertanto una lunghezza di circa 3000 km, e costituisce l’estensione verso est della direttrice di interesse comunitario Lione-Torino-Milano-Venezia-Mestre, che a sua volta fa parte dei 14 progetti prioritari definiti nell’ambito del Consiglio Europeo di Essen (1994). Il memorandum of Understanding del Corridoio V è stato sottoscritto a Trieste il 16 dicembre 1996, da parte dei Ministri dei trasporti di Ungheria, Italia, Slovacchia, Slovenia e l’Ucraina. In tale occasione la Croazia manifestò la propria intenzione di sottoscrivere il Memorandum, previa inserimento del tratto Trieste-Koper- Rijeka all’interno dell’articolo 2 del Memorandum stesso, ove è individuato il tracciato del Corridoio V. L’adesione della Croazia al Memorandum of Understanding è intervenuta successivamente, in data 27 novembre 2001, a margine della Conferenza quadrangolare di Trieste dei Capi di Stato di Ungheria, Slovenia, Italia e Croazia. Cronologia Si riepilogano di seguito gli eventi principali nell’anno in corso che hanno riguardato il Corridoio V: 27 gennaio 2004: firma della Convenzione per l'istituzione a Trieste del Segretariato permanente del Corridoio 5, che avrà il compito di fornire assistenza agli stati coinvolti nell'identificazione e nello sviluppo di progetti di infrastrutture lungo il Corridoio e nella definizione della relativa copertura finanziaria. 30 gennaio 2004: Vertice regionale della Quadrilaterale, nel corso del quale i premier di Italia, Slovenia, Ungheria e Croazia, hanno convenuto sull'importanza di far approvare urgentemente dalla Commissione Europea gli stanziamenti per le reti infrastrutturali chiamate tecnicamente Corridoio 5 e Corridoio 8. 18 febbraio 2004: il Parlamento Europeo ha aggiunto al Corridoio 5 (Lione-Torino-VeneziaTrieste-Budapest), sul versante occidentale la variante Marsiglia-Torino, mentre sul versante orientale è stato introdotto un raccordo mancante, il Ronchi Sud-Trieste-Divaca, importantissimo per sciogliere i nodi sulla tratta transfrontaliera tra Italia e Slovenia. 21 aprile 2004: il Parlamento Europeo ha approvato, in via definitiva i 30 progetti di interesse prioritario che ridefiniscono le reti di trasporto transeuropeo. Stato di attuazione Il Corridoio V è costituito da un infrastrutture di diversa modalità, la cui realizzazione è affidata ad una pluralità di soggetti. 99 NOVARA. PIANO STRATEGICO I tratti transfrontalieri sono oggetto di accordi bilaterali tra i paesi interessati, per quanto attiene alla definizione dei tracciati, dei tempi di esecuzione e dei criteri di ripartizione dei costi. CIPE “Piano per la logistica” 2006 E' stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 140 del 19/6/2006 la Deliberazione n. 44/06 del CIPE di approvazione del "Piano per la Logistica", che in tal modo diventa un documento ufficiale. La Deliberazione del CIPE, rende esplicito, infatti, il prodotto di un’intensa collaborazione che ha visto, le rappresentanze degli interessi economici coinvolti - fra cui ConfcooperativeFederlavoro e Servizi -, elaborare, in attuazione del "Patto per la logistica" sottoscritto nel luglio 2005 a Palazzo Chigi, il nuovo "Piano" che risulta essere: "la continuità programmatica del Piano generale dei trasporti e della logistica deliberato il 1° febbraio 2001". La deliberazione approvata definisce: "Il Piano si pone quale riferimento chiave per ogni azione strategica nel comparto delle infrastrutture e del territorio e costituirà altresì il riferimento portante per l’utilizzo delle risorse relative al fondo di cui all’art. 1, comma 108, della legge n. 266/2005." Con siffatta dichiarazione e riconoscimento assume un peso significativo non solo la Consulta dell’autotrasporto e della logistica, ma viene evidenziata il frutto della politica concordata, che ha consentito l’attuazione di un’ampia riforma del settore e la stipula di intese favorevoli ad una evoluzione europea delle imprese di autotrasporto. 5.10 CONSORZIO ZAI Abstract Il presente documento intende analizzare la costituzione, la storia, e lo sviluppo del Consorzio ZAI inquadrandolo nel contesto europeo e individuando i patti e le intese anche con altre realtà. Partendo dalla descrizione della situazione veronese del dopoguerra di individuano le motivazioni che hanno portato nel 1948 all’istituzione della prima zona agricola industriale d’Italia e quindi alla costituzione del Consorzio. Contenuti 50 anni fa Verona usciva provata dalla guerra; era tempo di preoccuparsi della ricostruzione di una città che sul piano artistico e culturale era già conosciuta in tutto il mondo. Il motore economico della città con le sue industrie, il commercio, l'agricoltura, l'artigianato doveva prendere l'avvio. Occorreva strutturare la città dell'economia, una nuova città non estranea alla precedente, ma integrata ad essa nel rispetto delle specifiche funzioni. La nascita del Consorzio ZAI parte proprio da queste premesse: un pool di uomini della Camera di Commercio, del Comune e della Provincia ha l'intuizione nel 1948 di istituire quella che sarà la prima Zona Agricola Industriale d'Italia. L'attività inizia con l'esproprio dei terreni agli agricoltori della zona per l'assegnazione a titolari di imprese di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. L'ente consortile procede poi all’urbanizzazione, alla costruzione di raccordi stradali e ferroviari e all'infrastrutturazione delle aree. Sin dalla sua costituzione nel 1948 il Consorzio ZAI si preoccupa di favorire lo sviluppo dell'economia veronese: come ente istituzionale a base territoriale ha compiti di pianificazione urbanistica e di propulsione allo sviluppo globale del territorio e dell'economia. Un attento studio della logistica è alla base dei progetti realizzati dal Consorzio a favore delle industrie 100 ALLEGATI scaligere che hanno potuto cosi sfruttare al meglio le vie ferroviarie, stradali, aeree e fluviali. Alla giurisdizione del Consorzio sono state riservate quattro aree del comprensorio veronese: 1. la zona industriale denominata Zai Storica, 2. l'altra zona industriale Zai Due - Bassona, 3. l'area del Quadrante Europa, 4. l'area dell'Innovazione - Marangona. Storia Nel 1948 la cultura legata alla vita dei campi e la vocazione mercantile del Nord Est trovano la loro sintesi nel Decreto legislativo che istituisce il Consorzio Zai. La prima Zona agricola industriale d'Italia sarebbe nata nell'area immediatamente a Sud del centro storico, dove dal 1926 funzionano i Magazzini Generali. è nello stesso anno che la Fiera dell'Agricoltura si trasferisce in quella che prenderà il nome di Zai Storica, diventando una delle più importanti rassegne mondiali del settore e dando alla zona un respiro internazionale. A metà degli anni '50 si considera l'opportunità di inserire in quest'area anche attività non legate alla produzione agricola, come complementari a un'economia in costante evoluzione. Una scelta felice, accompagnata da politiche di agevolazione e di credito nei confronti di commercianti e artigiani per incentivare i trasferimenti. Nel 1980 le aziende operanti alla Bassona sono 13, attualmente sono oltre un centinaio. Anche la realtà della Bassona, la Zai Due, è profondamente mutata nel tempo. Oggi occupa 1 milione di metri quadrati; grazie alla Tangenziale Ovest è raccordata con le autostrade A4 e A22 con l'Aeroporto e il Quadrante Europa; sulla sua superficie ci sono 120 aziende che occupano 4 mila addetti. Interporto quadrante Europa Nella seconda metà degli anni '60 viene individuata una superficie di 400 ettari a cui viene dato il nome di Quadrante, per la particolare forma geometrica. L'idea nella sua semplicità è disarmante: creare nelle aree a ridosso delle direttrici Nord- Sud, Est- Ovest quelle attività e quei servizi idonei allo sviluppo degli scambi internazionali. Per migliorare i servizi alla produzione e distribuzione dei prodotti, nel '77 il Consorzio progetta il Centro Intermodale, grazie al quale oggi è possibile cambiare il vettore delle merci: da rotaia a gomma e viceversa. La zona ferroviaria dell'Interporto si estende su una superficie di 800 mila metri quadrati, di cui 310 mila attualmente occupati. Il terminal trasporti combinati, gestito dalla Cemat spa, si sviluppa su una superficie di 160 mila metri quadrati, è composto da 12 binari, da dodici gru e da due palazzine servizi. è in funzione un raccordo ferroviario costituito da 12 chilometri di binari che ora movimenta 50 mila carri ferroviari l'anno ed è già attivo presso il Quadrante Europa il sistema dell'Autostrada viaggiante sulla direttrice Verona-Woergl e viceversa, gestito e realizzato da Cemat SpA in sinergia tra ferrovie italiane ed austriache. Verona è posta all'incrocio ferroviario e autostradale che rappresenta in Italia il più efficiente collegamento internazionale tra Nord e Sud e tra Est e Ovest. Qui si in intersecano le A22 e la A4 Serenissima, si dipartono le direttrici che collegano il valico di frontiera del Brennero ai porti di Ravenna, Bari, Brindisi, Venezia, Trieste, Livorno, La Spezia. Verona è anche la prima città con aeroporto che le flotte aeree provenienti dal Nord trovano subito dopo le Alpi. Degli anni '80 è anche la costruzione della tangenziale Ovest che collega l'Interporto Quadrante Europa alle autostrade e all'Aeroporto. L'Interporto è il punto di incontro ideale per il trasporto merci stradale, ferroviario ed aereo, nazionale ed internazionale: in esso viene realizzato circa il 30% di tutto il traffico combinato italiano e oltre il 50% del traffico internazionale con un servizio incentrato sul treno completo. 101 NOVARA. PIANO STRATEGICO Infatti l'Interporto deve intendersi come un'unica infrastruttura logistica, una ''città delle merci'' altamente specializzata e regolata da sistemi logistici integrati di altissimo livello, in cui sono insediate oltre 105 aziende con oltre 4.000 operatori. Si è pure ritenuto necessario prevedere il potenziamento dell'offerta al servizio logistico con la costruzione di piattaforme logistiche, nel breve e nel medio termine, per complessivi 80.000 metri quadrati coperti. Oggi il traffico ferroviario dell'Interporto Quadrante Europa movimenta più di 6 milioni di tonnellate di merci, suddivise tra container, semirimorchi, casse mobili e vagoni tradizionali e circa 14 milioni di tonnellate di merce su strada. Consapevoli delle profonde mutazioni del panorama europeo che ci coinvolgeranno pesantemente, sono state avviate nuove iniziative e predisposte progettualità per il potenziamento della funzione ferroviaria, tra cui, oltre all'immissione diretta nell'Interporto della linea ferroviaria del Brennero ormai in fase operativa ed all'incremento del fascio di binari di presa e consegna dell'impianto ferroviario intermodale, anche la costruzione di un nuovo terminale a fronte del continuo sviluppo del traffico combinato ed intermodale. Oltre alla Dogana, che oggi occupa un'area di 65 mila metri quadrati, e alla Zona ferroviaria, nel Quadrante sono operativi altri servizi fondamentali: il Centro spedizionieri, Il Centro autotrasportatori, i Centri logistici, i Servizi ai mezzi, il Parco urbano, il Centro direzionale e i Magazzini Generali. Inoltre nell'area di completamento del Quadrante Europa , di circa 1.500.000 mq, è stato realizzato il Centro Agro-Alimentare, destinato a diventare il più importante centro logistico di rilevanza sovranazionale per la distribuzione dei prodotti agroalimentari. Tutta l'infrastruttura dell'Interporto Quadrante Europa è stata recentemente cablata, con una rete telematica, in grado di fornire agli operatori interportuali servizi di trasmissione dati, fonia, immagini, nonche' l'accesso a banche dati internazionali. L'interporto opera in rete, attraverso Unioninterporti, con gli interporti italiani di rilevanza nazionale e attraverso Europlatforms con quelli di rilevanza europea. Protocollo d’intesa tra il Consorzio ZAI e la società del porto di Norimberga-Roth Il 24 febbraio 2006 si è proceduto alla sottoscrizione ufficiale del Protocollo d’Intesa tra il Presidente del Consorzio ZAI, Michela Sironi e il Presidente della società del Porto di Norimberga-Roth, Harald Leupold presso la sede del Comune di Norimberga e alla presenza dell’Assessore alle politiche degli enti e società partecipate del Comune di Verona, Giancarlo Montagnoli e dell’Assessore all’Economia, Roland Fleck. A questo accordo si è giunti in considerazione del fatto che la logistica e gli scambi economici sono fondamentali per la cooperazione economica delle regioni europee ed in considerazione dei rapporti esistenti tra la città di Norimberga e la città di Verona, dovuti alla posizione geografica ed all’attività di cooperazione economica. “Abbiamo voluto stabilire rapporti formali di collaborazione– sottolinea la Presidente Sironi- per creare una stretta collaborazione tra gli operatori economici delle rispettive realtà, in vista dell’espansione dell’Interporto di Verona e del Porto fluviale di Norimberga, ed in particolare tra operatori della logistica già presenti negli stessi “Interporti”. In tal modo, possiamo favorire le relazioni economiche tra le due città, entrambe attraversate dal Corridoio 1 “Asse ferroviario Berlino-Palermo” e quindi interessate all’implementazione delle reti intermodali ed all’aumento del traffico merci previsto su tale direttrice.” Con questo accordo tra i due Interporti si è avviata un’attività di collaborazione tesa a tutelare, a livello europeo, gli interessi delle città di Norimberga e di Verona e delle rispettive regioni di appartenenza. “Si tratta di un accordo importante- interviene l’Assessore Montagnoli- diretto ad incentivare non solo gli scambi culturali, ma anche e soprattutto i rapporti e gli scambi economici tra queste due realtà territoriali, per favorire lo sviluppo del settore produttivo ed imprenditoriale. Ed è proprio in quest’ottica che è stato organizzato per fine marzo un incontro a Norimberga tra aziende veronesi ed aziende tedesche, con l’obiettivo di consentire una valutazione delle opportunità e modalità operative, base per una concreta ed efficiente attività comune”. 102 ALLEGATI Per il futuro si prevede il coinvolgimento delle rispettive istituzioni (Regione Baviera e Regione Veneto) per organizzare a Verona un evento sullo sviluppo del traffico merci e sulle potenzialità dei territori interessati, nell’identificare e favorire nuovi corridoi, con particolare riferimento all’utilizzo della via ferroviaria e della via fluviale. 5.11 LINEE PROGETTUALI AIN PER UNA POLITICA TERRITORIALE: INFRASTRUTTURE E SERVIZI PER L’INSEDIAMENTO PRODUTTIVO IN PROVINCIA DI NOVARA AIN Associazione Industriali Novara. Giugno 2005 Abstract Il documento analizza il sistema territoriale novarese mostrandone la non sistematicità che si trasforma in un modello di pianificazione detto a “campanile” in cui si ha un’estrema frammentazione delle aree. Vengono quindi proposti una serie di interventi finalizzati al recupero di un’identità concreta mediante la costruzione di un Sistema Informativo e la creazione di un’apposita Società di intervento che svolga la funzione di coordinamento. Contenuti La finalità del documento è una rinnovata volontà di affermazione del ruolo di “stimolo” da assumere nei confronti degli Enti Pubblici competenti in materia di sviluppo e programmazione del territorio. Il territorio novarese deve essere in grado di esprimere una forte progettualità condivisa per un percorso di sviluppo che consenta la crescita del tessuto imprenditoriale locale. I temi e i progetti di sviluppo infrastrutturale che l’AIN ritiene strategici e prioritari e che possono configurarsi quali condizioni per portare a sistema il territorio della provincia sono: Potenziamento dei corridoi ferroviari/Nodo ferroviario di Novara C.I.M. e sviluppo della logistica Completamento della rete stradale di riferimento Tali temi analizzati evidenziano quanto i sistema territoriale novarese non sia ancora in grado di proporsi all’esterno quale sistema integrato capace di attrarre investimenti; in particolare sotto i profilo della dotazione di aree attrezzate per l’industria, con relativi servizi qualificati per l’impresa. I risultati delle ricerche condotte dalla stessa AIN hanno mostrato i limiti di un modello di pianificazione ancora oggi praticato che si può definire del “campanile”: in carenza di un disegno territoriale programmato, si è infatti prodotta una estrema frammentazione delle aree a destinazione industriale previste dai singoli piani regolatori comunali. Di conseguenza tali aree in molti casi non sono adeguatamente correlate alla rete infrastrutturale, e il più delle volte presentano tagli dimensionali assolutamente inadeguati a consentire il decollo delle opere di urbanizzazione e di quei servizi qualificati sempre più necessari ad una realtà produttiva in constante evoluzione. Pertanto l’ipotesi di intervento mira a recuperare concretezza intervenendo in termini propositivi su di un fattore endogeno delle politiche di sviluppo e quindi governabile a scala locale; in tale direzione si ritiene strategico e prioritario, da parte degli Enti competenti: 103 NOVARA. PIANO STRATEGICO Attivare una specifica iniziativa di programmazione e localizzazione intercomunale volta a dotare il territorio di idonee aree attrezzate per l’insediamento di attività produttive e di tutte quelle attività di servizio, di ricerca e sviluppo, di innovazione tecnologica oggigiorno sempre più indispensabili per qualificare le opportunità localizzative Concentrare l’attenzione progettuale ed attuativa su poche e qualificate nuove localizzazioni opportunamente strutturate, che allo stato attuale possono essere individuate nel comprensorio Pogno – Beatrice al servizio dei nuovi insediamenti dei distretti industriali del nord della provincia e nel comprensorio Novara/Galliate/Cameri al servizio di attività ad alto contenuto di innovazione tecnologica e di logistica integrata Praticare rigorosamente una politica di contrasto alla proliferazione di nuove aree produttive il più delle volte collocate a nastro lungo le arterie stradali e non adeguatamente strutturabili sotto i profilo dei servizi dedicati Attivare idonee modalità di monitoraggio delle opportunità di localizzazione produttiva e delle relative fattibilità Proprio in riferimento a questo ultimo punto si propone di costruire un Sistema Informativo (S.I.T.) costantemente aggiornato circa i lotti e le aree industriali disponibili e che si configuri quale specifico: Osservatorio territoriale per la gestione e programmazione delle destinazioni urbanistiche dedicate al nuovo impianto produttivo Catalogo delle opportunità localizzative quale veicolo di ricognizione della qualità dell’offerta localizzativa Efficace veicolo di comunicazione da pubblicare in forma strutturata sul Web per una consultazione pubblica da parte di tecnici, amministratori, operatori, etc. Tale nuova impostazione concettuale ed attuativa consentirebbe alle nuove localizzazioni produttive oltre a dotazioni infrastrutturali adeguate, tempi di insediamento assai celeri. Il ruolo di coordinamento e di supporto tecnico-gestionale deve essere assegnato alla presenza operativa di un’apposita Società di intervento per le aree industriali del novarese: la società di intervento deve caratterizzarsi quale società ad economia mista per recuperare le possibilità di coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali responsabili nelle politiche di localizzazione nonché per poter affrontare le necessarie garanzie giuridiche. Si ritiene infatti che solo nel momento di sintesi e coordinamento propri dell’ipotizzata società, l’area industriale può acquisire una valenza sovracomunale e quindi può essere progettata e successivamente gestita inserendola nel contesto economico-territoriale, ambientale ed infrastrutturale superando la logica del così detto “campanile”. 5.12 VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI ECONOMICI DEL NUOVO POLO FIERISTICO DI RHOPERO SULLA PROVINCIA DI NOVARA Università del Piemonte Orientale, Dipartimento di Scienze Economiche e Metodi Quantitativi. Giugno 2005 Abstract Nella provincia di Novara si registra la presenza di circa 900.000 turisti all’anno in calo; non c’è bisogno di nuovi esercizi ma di una riqualificazione di quelli esistenti. Diversi sono gli aspetti 104 ALLEGATI negativi del sistema turistico del novarese. Nel settore turistico Novara ha alcuni potenziali vantaggi competitivi che vanno però venduti. Sono necessari quindi alcuni interventi che devono naturalmente essere accompagnati da adeguati investimenti privati nel settore per rafforzare qualitativamente e quantitativamente le infrastrutture turistiche esistenti. Contenuti Nella provincia di Novara si registra la presenza di circa 900.000 turisti all’anno in calo; in tutto il Sistema Italia il turismo è in crisi. Piemonte e Basilicata utilizzano poco più del 20% dei posti letto; non c’è quindi bisogno di nuovi esercizi ma di una riqualificazione di quelli esistenti e di un rilancio delle presenze. Nella città di Novara e nelle aree confinanti con la nuova fiera l’offerta alberghiera è limitata e di bassa qualità; c’è scarsa offerta di attività ricreative, ristorazione e di entertainment. Gli aspetti negativi sono quindi: scarso coordinamento tra le istituzioni e gli operatori alberghieri mancanza di un sistema prenotazioni alberghiero centralizzato e coordinato scarsa attenzione ai mutamenti della domanda di turismo troppi progetti per centri congressi senza valutazione costi-benefici. In riferimento al polo fieristico di Rho-Pero non ci sono nella provincia di Novara specializzazioni legate alla fiera, la presenza di imprenditori novarese in fiera è limitata e la presenza turistica è casuale e marginale; non ci sono stati progetti stimolati dalla rilocalizzazione della fiera. La fiera oggi contribuisce a circa il 42% della domanda turistica di Milano ( 2 milioni di presenze l’anno); se una parte anche piccola di questa domanda fosse trasferita su territorio novarese rappresenterebbe l’opportunità di sviluppare un nuovo settore economico e di stimolare alcuni servizi del terziario avanzato. Nel settore turistico Novara ha alcuni potenziali vantaggi competitivi quali: laghi Parco del Ticino cultura eno-gastronomica Tutti questi aspetti vanno però venduti. Sono necessari però alcuni interventi quali: il miglioramento dell’immagine del territorio il coordinamento tra i vari attori coinvolti lo sviluppo di un sistema prenotazioni centralizzato e on line il dialogo istituzionale con la fiera lo sviluppo dei pacchetti turistici integrati Tali politiche devono naturalmente essere accompagnate da adeguati investimenti privati nel settore per rafforzare qualitativamente e quantitativamente le infrastrutture turistiche esistenti. 105 NOVARA. PIANO STRATEGICO 5.13 PIANO STRATEGICO PER LO SVILUPPO TURISTICO-CULTURALE DELLA CITTÀ DI NOVARA - ASSISTENZA TECNICA ALL’ATTUAZIONE Comune di Novara. Febbraio 2006 Abstract Il documento analizza il sistema turistico novarese per elaborare un Piano Strategico volto alla valorizzazione e allo sviluppo di tale settore. Dalla fase di analisi si passa a quella di diagnosi e infine a quella di consultazione. L’attenzione viene posta sulla caratterizzazione di Novara come città dell’Ottocento. Il Piano Strategico si articola in otto macroaree di intervento o assi ognuno dei quali prevede diverse strategie, che si traducono a loro volta in specifiche azioni materiali e immateriali. L’ultima parte è dedicata all’analisi economico-finanziaria dei vari interventi. Contenuti Il comune di Novara già a partire dal 2003 ha inteso avviare un processo di pianificazione strategica, centrato sul turismo in quanto settore economico valutato come in grado di sfruttare vantaggi competitivi antichi e nuovi posseduti dalla città e, quindi, di favorirne uno sviluppo sostenibile, finalizzato alla valorizzazione delle vocazioni e risorse locali. Il Piano Strategico vuole essere un documento di orientamento e di pianificazione dello sviluppo turistico-culturale della città di Novara ed è il frutto di un percorso articolato che procede per step. La prima fase è stata quella della diagnosi; la fase successiva è stata quella della individuazione degli obiettivi di posizionamento sul mercato turistico. L’ulteriore fase di consultazione è finalizzata a creare condizioni per garantire al Piano il più alto sostegno necessario per: responsabilizzare tutte le istituzioni e le componenti sociali peri propri ambiti di competenza acquisire l’adesione da parte degli stockholders, detentori e responsabili di nodi del sistema culturale e mussale cittadino aumentare la sostenibilità sociale del Piano favorire forme di partenariato e di concorso finanziario, anche pubblico privato Novara presenta: A) una vocazione annunciata: la realtà oggettiva di contesto caratterizzato dalla cultura d’impresa e dalla tradizione radicata del produrre e del fare dal ruolo di città legata all’accoglienza di domanda Business e di transito B) una vocazione da maturare: l’estraneità ad una tradizione dell’accoglienza e della fruizione della città da parte di una domanda diversa dai cittadini la realtà di un contesto estraneo all’immaginario delle destinazioni di turismo Leisure, anche in una dimensione rapportata all’ambito regionale la realtà di un contesto poco accogliente e invitante per chi si trovi nelle condizioni di consumare una permanenza in città l’obiettivo del soggetto pubblico di conquistare alla città un ruolo in ambito turistico, legato agli argomenti Enogastronomici e Beni Culturali 106 ALLEGATI Tra i diversi temi legati all’identità cittadina quello della civiltà dell’Ottocento ha un rilievo particolarmente importante; è indubbio che molti aspetti contribuiscono a caratterizzare Novara come città dell’Ottocento: il tessuto urbano e architettonico, dove l’ottocento ha lasciato una forte impronta le opere architettoniche di Antonelli la collezione Giannoni, caratterizzata dalla presenza dominante di pittura dell’Ottocento una memoria risorgimentale particolarmente sentita una tradizione teatrale e musicale risalente all’Ottocento la cultura scientifica ottocentesca, legata al collezionismo, a viaggio, all’esplorazione geografica il paesaggio agricolo industriale, la tradizione manifatturiera produttiva Novara potrebbe quindi ambire a caratterizzarsi come città dell’ottocento, una città che conserva, espone e rappresenta diversi aspetti e temi della civiltà ottocentesca, sviluppando così una vocazione già presente nell’attuale offerta cittadina. Il Piano Strategico consiste in un sistema di azioni, strettamente interdipendenti e riconducibili a differenti settori, dai beni culturali all’urbanistica, dalla ricettività all’arredo urbano; la struttura del Piano si articola in otto macroaree di intervento: realizzazione del Parco urbano dei Bastioni valorizzazione del multifunzionale Castello Visconteo-Sforzesco come nuovo polo culturale potenziamento dell’offerta culturale e museale valorizzazione delle “eccellenze” novaresi riqualificazione del centro storico rafforzamento del sistema di prima informazione e accoglienza turistica qualificazione dell’offerta ricettiva e commerciale di qualità consolidamento dell’identità di marca attraverso la comunicazione e la promozione Ogni asse prevede diverse strategie, che si traducono a loro volta in specifiche azioni materiali e immateriali. La realizzazione del Parco urbano dei Bastioni, ad esempio, partendo dall’esigenza di valorizzare la forma storica della città, profondamente mutata dopo l’abbattimento delle mura, e di dotare Novara di un’area di verde pubblico in prossimità del centro storico, prevede la riqualificazione di alcune strade, la realizzazione di un vero e proprio Piano del Verde oltre alla realizzazione e all’insediamento di servizi per i visitatori. La valorizzazione del castello ha come obiettivo principale quello di renderlo una nuova centralità culturale a forte contenuto identitario ma nel suo complesso prevede anche la realizzazione di apposite strutture e di un parcheggio interrato. La valorizzazione delle “eccellenze” novaresi invece, si pone come obiettivi: costruire un contesto cittadino animato e vitale caratterizzare la programmazione culturale, centrandola su temi e autori legati al territorio novarese 107 NOVARA. PIANO STRATEGICO Tutte le macroaree di intervento sottintendono un unico obiettivo individuabile nella creazione di un’identità di marca. 5.14 VERSO UN CLUB DI PRODOTTO “TERRES D’EAU” TURISTICO PER LE TERRE DI RISAIA DEL PIEMONTE – INDIRIZZI DI MARKETING CCIAA Novara. Marzo 2007 Abstract Il documento si pone come obiettivo quello di fornire indirizzi di marketing turistico per le terre di risaia del Piemonte, prendendo in considerazione il territorio di Novara e di Vercelli che non vengono percepire dal mercato turistico nazionale ed internazionale e non trovano un proprio spazio. Lo sviluppo possibile è rappresentato dalla specializzazione, ovvero scegliere segmenti di mercato su cui concentrare le proprie risorse e farsi riconoscere dai potenziali turisti. L’iniziativa transnazionale “Terres d’eau” può felicemente costituire il motivo per innovare l’approccio agli strumenti di promozione turistica del territorio. Il lavoro svolto si articola in due fasi; la prima è quella dell’analisi mentre la seconda individua una serie di contesti entro i quali portare e far crescere idee e progetti. La chiave di lettura, sta nella costituzione di un Club di prodotto, formula organizzativa tra le più efficaci per ottenere visibilità e per effettuare azioni promo-commerciali. Contenuti Il territorio delle province di Novara e Vercelli rappresenta attualmente un’area turisticamente al di sotto delle proprie potenzialità, un’area che non ha saputo finora sfruttare e valorizzare al meglio le opportunità e attrattive turistiche disponibili. A differenza di altre province italiane, simili a queste per caratteristiche, che sono riuscite ad emergere turisticamente in un mercato estremamente competitivo, le province di Novara e Vercelli non sono riuscite a farsi percepire dal mercato turistico nazionale ed internazionale, a trovare un proprio spazio ritagliandosi una nicchia di mercato e, quindi, a creare le condizioni per un possibile sviluppo del turismo nel proprio territorio. Per queste ragioni, un possibile sviluppo futuro è da ricercare nella specializzazione, ovvero scegliere segmenti di mercato su cui concentrare le proprie risorse e farsi riconoscere dai potenziali turisti. L’iniziativa transnazionale “Terres d’eau” può felicemente costituire il motivo per innovare l’approccio agli strumenti di promozione turistica del territorio. In uno scenario turistico che cambia continuamente, è necessario che ogni destinazione turistica si doti di un Piano di Marketing operativo in grado di cogliere questi cambiamenti, capire i bisogni dei clienti e adeguare di conseguenza il prodotto e la comunicazione alle loro esigenze. Le province di Novara e Vercelli, agendo su alcune importanti leve di marketing, possono creare attrattive per il mercato e qualificarsi in tempi rapidi come destinazione turistica integrata. E’ molto alta l’attenzione che va riservata a valorizzare le specificità del territorio in esame, rappresentato in questo caso da una peculiare presenza di territori legati alla “civiltà del riso”, con tutte le conseguenze che questo comporta per gli aspetti economici, ambientali, paesaggistici, artistici, culturali ed enogastronomici. 108 ALLEGATI Il riso coltivato nelle “Terres d’eau” italiane, specificamente in Piemonte nelle province di Novara e Vercelli, oltre che in altre ben definite località europee, costituisce un prodotto di assoluta eccellenza a livello mondiale di tipicità esclusiva. Il progetto quindi da assumere è quello di una riscoperta o, meglio, valorizzazione di una “civiltà delle terre di risaia” attraverso un approccio di turismo sostenibile di tipo ambientale, rurale, enogastronomico, finalizzato allo sviluppo turistico integrato del territorio. L’area su cui si innesta il Progetto “Terre d’eau” è quella delle due province di Novara e Vercelli, in particolare nella fascia di territorio meridionale di queste. I caratteri di offerta turistica di questa zona sono molto originali e attendono di essere valorizzati in un disegno organico di sviluppo. In un contesto altamente competitivo la presenza di un soggetto commerciale che riunisca gli operatori turistici dell’area è la condizione di base per tendere a uno sviluppo turistico del territorio. Per diventare prodotto turistico c’è però bisogno che questa risorsa entri in un sistema più ampio di risorse che possano essere modellate in chiave produttiva e commerciale. Per dare consistenza commerciale al prodotto deve nascere un Club di operatori turistici, un circuito composto da imprese del settore ricettivo ed extra-ricettivo, volto a fornire servizi di ospitalità attraverso un brand di qualità che garantisca più alti standard di prodotto e generi migliore visibilità nel momento della promozione. Il lavoro svolto si articola in due fasi; la prima è quella dell’analisi mentre la seconda individua una serie di contesti entro i quali portare e far crescere idee e progetti. Il lavoro di analisi ha condotto alla formulazione di una precisa ipotesi di investimento promocommerciale: piuttosto che un posizionamento delle “Terres d’eau” sul mercato della vacanzavilleggiatura emerge la necessità di qualificarsi su un segmento di clientela escursionista, di utenza che cerca proposte culturali capaci di valorizzare tutta la rete del patrimonio storicoartistico-monumentale dell’area del Progetto “Terres d’eau”. Nel complesso, dal punto di vista del marketing turistico si debbono fare i conti con alcune carenze e criticità: carenze e criticità sul versante dell’organizzazione turistica assenza sul territorio di un’authority in grado di concertare le linee di promozione delle Terres d’eau. mancanza di sinergia tra strutture ricettive e servizi complementari assenza di un punto di eccellenza che costituisca superiore motivo di attrazione turistica carenze e criticità sul versante dell’offerta mancanza di percezione da parte dell’opinione pubblica del territorio come destinazione turistica Traendo le conclusioni dell’analisi di mercato precedentemente svolta si tratta di valutare una strategia di lavoro e una serie di azioni da mettere in atto con gli opportuni strumenti per valorizzare le risorse esistenti e avvicinare/conquistare quei mercati della domanda che potrebbero portare ricchezza al territorio e alle imprese. Le strategie sono: fare comunicazione, non pubblicità agganciarsi alla locomotiva Piemonte per non operare in modo troppo isolato L’approccio di marketing conduce a suggerire: 109 NOVARA. PIANO STRATEGICO 9 progetti di lavoro 4 progetti di sistema che riguardano l’offerta e la sua qualificazione 5 progetti di mercato che riguardano la domanda e i prodotti turistici da promuovere 5 progetti di promozione per un turismo diffuso sul territorio 3 progetti di comunicazione Le “Terres d’eau” sono un prodotto turistico di nicchia e si collocano nell’alveo di un turismo di grande tradizione come quello ambientale e naturalistico, che ha la sua forma più visibile nel turismo dei parchi naturali. Però il prodotto locale, le terre di risaia, è molto più sui generis in quanto è oggettivamente disperso sul territorio rispetto a un parco naturale e non è materialmente identificabile come destinazione. Questo comporta la necessità di selezionare un paniere di elementi capaci di dare visibilità al sistema turistico, altrimenti rimarrebbe indefinito e impossibile da commercializzare. La strategia, la chiave di lettura, stanno nella costituzione di un Club di prodotto, formula organizzativa tra le più efficaci per ottenere visibilità e per effettuare azioni promo-commerciali che richiedono significativi volumi di risorse economiche. 5.15 RAPPORTO SULLO STATO DELL’AMBIENTE DELLA PROVINCIA DI NOVARA – RELAZIONE DI SINTESI Provincia di Novara. Dicembre 2004 Abstract Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente (RSA) è uno strumento di informazione sulla qualità dell’ambiente e del territorio. Esso analizza lo scenario provinciale dividendolo in 13 tematiche suddivise in due gruppi omogenei. Contenuti Il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente (RSA) è uno strumento di informazione rivolto ai cittadini, alle istituzioni locali, alle forme organizzate della società sulle qualità dell’ambiente e del territorio in cui i soggetti vivono e operano; esso costituisce la base di riferimento per l’avvio di azioni orientate alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica del territorio novarese e per la successiva verifica nel tempo delle azioni delle imprese. L’RSA consente quindi di interpretare i cambiamenti in corso nel territorio, individuando le criticità ambientali e territoriali per poi analizzare le cause e consentire di porre in atto i rimedi necessari. L’RSA analizza lo scenario provinciale dividendolo in 13 tematiche suddivise in due gruppi omogenei: il primo, le “Componenti ambientali” che è composto da quattro tematiche (Aria, Acqua, Suolo non urbanizzato, Natura) il secondo, le “Componenti antropiche”, di nove (Suolo urbanizzato, Economia e società, Agricoltura, Rifiuti, Mobilità, Turismo, Energia, Radiazioni, Rumore) 110 ALLEGATI Per quanto concerne la mobilità, la provincia di Novara si avvale di sistemi di trasporto su gomma, ferro, acqua e, per la mobilità interna ai comuni, anche su bicicletta o a piedi. Dalle analisi condotte nel 2000 si rileva che nella rete stradale esistente non si riscontrano situazioni di patologia consistente e diffusa, salvo limitate situazioni di flussi condizionati su alcune tratte stradali nelle ore di punta. Per quanto concerne il sistema collettivo la copertura spaziale del servizio è sufficientemente estesa, tuttavia si riscontrano delle criticità su alcune zone scoperte, in particolare ai confini provinciali Borgo Lavezzano, San Nazzaro, Sesia, Recetto, Pogno; si segnala in oltre l’eccessiva sovrapposizione di linee nella stessa area, con conseguente esubero di offerta, aggravio di congestionamento stradale, diseconomia complessiva del servizio. 5.16 PER UN NUOVO PROGRAMMATICO PIANO TERRITORIALE REGIONALE – DOCUMENTO Regione Piemonte – Assessorato Politiche Territoriali. Dicembre 2005 Abstract Il documento programmatico offre una prima ricognizione dei problemi e delle dinamiche che interessano il territorio regionale nelle sue diverse componenti; esso costituisce quindi un tentativo di costruire un’agenda e un metodo di lavoro che ispiri le politiche territoriali della Regione per i prossimi anni. Contenuti La costituzione del nuovo Piano territoriale regionale si inscrive dentro un quadro di rilevanti cambiamenti nell’assetto istituzionale ed amministrativo; punto d’avvio è la presa in carico delle fondamentali dinamiche e delle criticità del sistema regionale, allo scopo di individuare possibili obiettivo strategici che il piano dovrà tradurre in termini territoriali. Esso dovrà prevedere: Significative coerenze con lo Schema di sviluppo dello spazio europeo e gli altri documenti comunitari Percorsi strategici definiti per ambiti geografici, seguendo una logica multipolare Azioni volte al miglioramento del sistema istituzionale da perseguirsi tramite il coordinamento delle politiche attive L’integrazione delle politiche settoriali A livello strategico il piano si articolerà in quattro componenti: Sistemi territoriali di creazione del valore Area strategica delle reti Area strategica della tutela Ambiti progettuali complessi Una visione strategica unitaria de territorio piemontese non può originarsi spontaneamente dai processi in atto, i quali attivano, al contrario, crescenti varietà e differenze. Nondimeno, questa visione può essere concepita nella forma di un governo della varietà teso alla valorizzazione dei suoi effetti positivi e al contenimento delle possibili spinte alla disgregazione. 111 NOVARA. PIANO STRATEGICO Il Piemonte presenta oggi un’elevata dotazione infrastrutturale ma nonostante questo si possono individuare due ordini di carenze che limitano i sistema e fanno da freno ad un assetto compiuto: Per quanto riguarda le relazioni con l’esterno, lo scarso grado di connessione con le reti continentali di terra, di acqua, di aria Per quanto riguarda l’ambito regionale, alcune difficoltà di interconnessione fra le diverse reti modali, che si riflette a sua volta in una scarsa efficienza di molti segmenti della rete e, più in generali, in una loro insufficiente integrazione territoriale Da ciò si delineano gli indirizzi generali che dovranno ispirare l’azione territoriale della Regione Piemonte: Guidare il cambiamento territoriale Incrementare il valore aggiunto territoriale Raccogliere le sfide istituzionali Il piano deve confrontarsi con iniziative di trasformazione che si originano non soltanto nei contesti locali, ma anche con quelle che maturano in ambito sovralocale e nelle reti che agiscono a scala superiore. La prospettiva di cambiamenti capaci di destabilizzare questi assetti non risulta tuttavia un aspetto negativo allorché si accompagna a processi reattivi destinati a far emergere nuove possibilità di sviluppo; questo è quello che si prospetta nell’ambito delle province del Piemonte nord-orientale e di quelle lombarde poste in prossimità del confine. A rendere dinamico e strutturalmente instabile questo contesto negli ultimi anni hanno contribuito tra le altre: La rilocalizzazione delle attività produttive La realizzazione della rete AC Torino-Milano Il potenziamento del CIM La realizzazione della bretella di collegamento dell’autostrada Torino-Milano con l’aeroporto di Malpensa Questo insieme di interventi configurano l’affermazione di una potente infrastruttura al servizio dell’intermodalità e del corridoio europeo V: un insieme di nodi logistici generatori di un sistema di smistamento plurimodale capace di assicurare quelle condizioni che producono l’interscambio gomma/treno/aereo a persone, merci e mezzi. Nell’area urbana novarese si prefigura, in particolare, la possibilità di consolidare la transizione industriale passiva tramite l’accentuazione dei processi sostitutivi delle imprese che ne avevano fatto un polo industriale fordista. Per configurarsi come reale occasione di sviluppo territoriale i complesso infrastrutturale sinora realizzato deve trovare adeguato sostegno nelle strategie della programmazione e della pianificazione locale e regionale. Andando ad analizzare nello specifico le piattaforme logistiche piemontesi occorre notare che la rete degli interporti si sta sviluppando e rafforzando ma è lungi dal formare quella rete competitiva che definisce la logistica territoriale integrata; tra questi spunta il CIM con i suoi 839.000 mq di superficie. Le sfide che la Regione Piemonte è chiamata a fronteggiare sono molteplici ma possono essere ricondotte ad alcuni nodi di seguito richiamati: Creare valore aggiunto territoriale 112 ALLEGATI Guardare insieme all’Europa e ai sistemi locali Costruire gli attori territoriali dello sviluppo Integrare politiche e progetti nel territorio Promuovere una progettazione collettiva 5.17 PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE – RELAZIONE ILLUSTRATIVA Provincia di Novara. Ottobre 2004 Abstract Il documento parte indicando i caratteri distintivi della Provincia di Novara emersi dalle analisi, continua esprimendo gli obiettivi generali del piano tra i quali spicca l’innovazione del sistema produttivo, e si conclude con l’individuazione di alcune aree da tutelare e caratterizzare. Si analizza nello specifico il sistema della mobilità con la classificazione delle strade e la valutazione dell’incremento del traffico ferroviario che conduce ad un aumento dell’inquinamento. Infine si individua l’area di localizzazione del CIM e del territorio circostante dove potenziare le funzioni di trasportistica e logistica. Contenuti I caratteri distintivi della Provincia di Novara emersi dalle analisi sono: una regione di cerniera, adiacente e in parte interna all’area metropolitana milanese, della quale condivide alcuni tratti tipici, ma anche territorio dalle maglie ancora larghe, non ancora afflitto da gravi fenomeni di congestione un crocevia infrastrutturale, dei sistemi autostradali, ferroviari e aeroportuali un’area dall’antica tradizione industriale, dai distretti industriali, dall’agricoltura industrializzata, forte anche nelle colture specializzate, dall’economia turistica una struttura demografica "sana", meno pesantemente toccata dai processi di invecchiamento e di decremento un territorio dalla risorse ambientali straordinarie Gli obiettivi generali possono essere così espressi: rafforzare la vocazione industriale della provincia, favorendo anche la creazione e la localizzazione di nuove imprese puntare sulla qualità e sull'innovazione del sistema produttivo In questo scenario il sistema industriale locale deve puntare su modelli di produzione che facciano leva sul sapere, sulla qualità e sulla continua innovazione. Occorre quindi: rafforzare la capacità competitiva del sistema delle imprese locali nei segmenti alti del mercato, accentuando l'offerta di beni di elevata qualità, fortemente differenziati, innovativi, capaci di incorporare servizi e conoscenze a elevato valore aggiunto rafforzare le interdipendenze tra le imprese e tra queste e il sistema dei servizi estendere e infittire il reticolo di interdipendenze infrasettoriali e intersettoriali tra le imprese locali 113 NOVARA. PIANO STRATEGICO promuovere una decisa crescita del sistema dei servizi, soprattutto nel segmento a supporto delle PMI locali, e nel contempo promuovere un'efficiente integrazione tra questi ultimi e il settore industriale migliorare la competitività del sistema territoriale Per perseguire questa strategia occorre inoltre: intervenire per rendere più efficienti le condizioni ambientali di contesto (infrastrutture, servizi generali, qualità dell'ambiente costruito e non costruito, ecc.) e agire per rafforzare il reticolo di relazioni tra economia, società, istituzioni e territorio. conquistare un ruolo importante nel settore della logistica delle merci tutelare e valorizzare le risorse ambientali, paesistiche e storico culturali; ridurre e moderare gli impatti ambientali sviluppare un turismo ambientalmente sostenibile adottare metodi di produzione agricola di minore impatto, compatibili con le esigenze di protezione dell’ambiente; favorire la diversificazione colturale. Il PTP si è strutturato al fine di fornire strumenti conoscitivi, obiettivi e criteri alla pianificazione di settore e locale perché il paesaggio provinciale possa essere tutelato, conservato e valorizzato, indicare gli ambiti e le modalità con cui la Provincia dovrà svolgere un ruolo di guida e coordinamento nei confronti dei piani comunali ove caratteri unitari dell’area o specifiche azioni di tutela coinvolgono territori di più comuni e, infine, individuare le aree e i tematismi per i quali la Provincia intende assumere direttamente il compito di promuovere successivi livelli di pianificazione paesistica. Il PTP definisce un primo livello esteso a tutto il territorio provinciale, che consiste nella tutela dei diversi elementi, fisici e storici, considerati "fattori di caratterizzazione" presenti in modo più o meno rilevante sul territorio e da considerare come invarianti nella definizione dei differenti ambiti di paesaggio presenti, dalla montagna ai laghi, dalle colline moreniche alla pianura irrigua. Sono stati quindi individuati gli "ambiti di paesaggio" da tutelare nelle loro caratteristiche peculiari, garantendone al contempo la fruizione collettiva. Essi sono definiti attraverso l’analisi delle diverse combinazioni dei "fattori di caratterizzazione", capaci di articolare il passaggio in ambiti unitari riconoscibili. Vengono riconosciute dal Piano stesso alcune aree di particolare rilevanza paesistica, legata a specifiche posizioni o ad elementi del patrimonio storico. Lo sforzo sostenuto nella completezza nella analisi e nella individuazione dei beni e dei sistemi conduce di conseguenza ai principali risvolti normativi: l’affidamento ai Comuni, attraverso indirizzi specifici, del controllo, completamento ed eventuale implementazione della documentazione nel repertorio comunale dei beni individuati l’individuazione dei centri storici di rilevanza sub-regionale, la predisposizione di normative omogenee di valorizzazione e tutela, la valorizzazione dei percorsi e degli itinerari di fruizione del patrimonio storico il coordinamento delle normative di tutela per i beni storico culturali isolati, all’interno di subaree storico-culturali omogenee l’individuazione dei beni o dei sistemi di interesse provinciale. Conseguentemente il PTP definisce: 114 ALLEGATI i criteri localizzativi per le reti infrastrutturali, i servizi, le attrezzature e gli impianti produttivi i criteri, gli indirizzi e le principali prescrizioni che devono essere osservati nella formazione dei piani a livello comunale o di settore, precisando le eventuali prescrizioni immediatamente prevalenti i casi in cui la specificazione o l’attuazione del PTP sono subordinate alla formazione di Progetto Territoriale Operativo In riferimento al sistema della mobilità si constata come lo schema sia rappresentato da: il sistema "trasversale" est - ovest composto dall’autostrada Torino - Milano, dalla SS 11, dalla linea ferroviaria Torino - Milano - Venezia la direttrice in direzione nord-est Novara - Galliate - Busto Arsizio costituita dalla SS 341 e dalla linea ferroviaria delle FNM il sistema radiale dei collegamenti dal capoluogo verso nord nelle tre direzioni fondamentali il sistema radiale dei collegamenti dal capoluogo verso sud (SS 211, autostrada A 26, linea ferroviaria Novara - Mortara - Alessandria) Per quanto riguarda il trasporto delle merci il ruolo di Novara e del CIM risulta evidentemente esaltato dalle previsioni di sviluppo dei collegamenti ferroviari, non solo per quanto riguarda l’alta capacità, ma anche per il potenziamento delle trasversali alpine del Sempione-Lotschberg e del S. Gottardo (progetto Alptransit) che porteranno a convergere direttamente su Novara un rilevante traffico merci continentale. Ciò comporta anche una valutazione degli effetti locali dell’incremento del traffico ferroviario, sia per gli effetti di inquinamento fonico, sia per l’esistenza di un numero altissimo di attraversamenti con passaggio a livello, la cui chiusura frequente e per tempi lunghi potrà produrre effetti molto negativi nelle condizioni dei collegamenti interni sulla rete stradale interessata. Il PTP individua la classificazione fondamentale della rete, sia per i tracciati esistenti, sia per quelli di nuova previsione; in generale l’indirizzo del piano è volto alla necessità di eliminare gli attraversamenti urbani in condizioni di incompatibilità del traffico con la qualità urbana, alla razionalizzazione funzionale e alla realizzazione di misure per la sicurezza e la moderazione del traffico. L’individuazione delle aree da salvaguardare, mediante apposito vincolo, per la futura realizzazione di nuove infrastrutture è attribuita alla pianificazione locale, mentre la possibilità di introdurre modificazioni a quanto contenuto nel PTP è imitata a piani di settore o a progetti specifici predisposti da enti competenti. Ulteriori disposizioni riguardano l’inserimento ambientale e l’analisi di influenza sull’assetto territoriale delle previsioni di intervento sulla rete stradale. Per quanto concerne la fascia di territorio interessata dal percorso della linea ad alta capacità, il PTP conferma il vincolo di salvaguardia del tracciato della linea ad alta capacità sul lato sud dell’autostrada Torino-Milano per una profondità di 60 m. Analogamente il PTP indica le fasce corrispondenti al tracciato di interconnessione con la stazione di Novara oggi noto. Sulle fasce grava un vincolo esclusivo per la destinazione ad infrastrutture ferroviarie. In riferimento all’area riservata al CIM e al polo logistico novarese, il PTP individua l’area di localizzazione del CIM e del territorio circostante dove potenziare le funzioni di trasportistica e logistica, utilizzando le potenzialità presenti nella collocazione territoriale. 115 NOVARA. PIANO STRATEGICO 5.18 STUDIO PRELIMINARE DI INQUADRAMENTO TECNICO-URBANISTICO DELL’INTERVENTO DI RIASSETTO COMPLESSIVO DEL NODO FERROVIARIO E DEL POLO TECNOLOGICO – AMBITO DELLO STUDIO DI FATTIBILITÀ S.T.U. Comune di Novara – Servizio Pianificazione Urbanistica. Agosto 2004 Abstract Il presente studio parte dall’assunzione da parte del PRG come obbiettivo primario della riorganizzazione delle attività fondamentali per il ruolo di capoluogo di Novara; vengono indicati i temi strategici da affrontare. Si indicano gli obbiettivi assegnati dal PRG e agli ambiti tematici del Nodo infrastrutturale. La ricomposizione del tessuto può diventare il criterio di fondo del rinnovo di tutte le parti; il ridisegno dell'impianto urbano non deve comunque tradire i caratteri fondamentali della zona, e deve in larga parte mantenere anche l’impianto infrastrutturale. L’analisi del nodo stazione ha prospettato un riordino complessivo del sistema ferroviario gravante sulla città. Contenuti Il Piano regolatore assume come obbiettivo primario la riorganizzazione delle attività fondamentali per il ruolo di capoluogo di Novara. Indica i temi strategici da affrontare: la ristrutturazione urbanistica del "Nodo Stazione" a nord del campo binari, con formazione di un nuovo centro di interscambio modale per bus e auto, e interconnessione passeggeri FS e FNM una nuova accessibilità dalla Stazione storica e da via Leonardo da Vinci, complementarità con interventi per attrezzature ricettive private la ristrutturazione urbanistica del comparto industriale di antico impianto nel quartiere S.Agabio, da convertire in "Polo tecnologico scientifico", da svolgere contestualmente ai programma economici e aziendali per favorire l'insediamento di attività di ricerca, di sperimentazione e produzione innovativa e al completamento delle attività universitarie già in parte insediate nell’area ex Wild. Le STU dovranno assistere gli operatori privati per ottenere la mobilitazione delle risorse immobiliari esistenti e degli investimenti necessari a trasformare i tre ambiti di intervento nei nuovi centri di innovazione produttiva e della mobilità interurbana a Novara, in un orizzonte temporale di medio-lungo periodo. Un discorso a parte va fatto per quanto riguarda il tema del Nodo infrastrutturale; si è individuato il triangolo disegnato dai raccordi ferroviari tra area della Stazione e area del Boschetto come sito del futuro Movicentro. Con il presente Master Plan lo studio sul Movicentro confluisce, con gli opportuni aggiornamenti, nel quadro più complessivo di riferimento per l’azione della STU, mantenendo comunque un valore autonomo. Gli obbiettivi assegnati dal PRG agli ambiti tematici del Nodo infrastrutturale comprendono: ù dotazione di un efficiente sistema di interscambio passeggeri accessibilità all'area Boschetto e potenziamento della connessione con l'area stazione connessione e integrazione del sistema-stazione con il polo tecnologico minimizzazione delle interferenze tra area ferroviaria e zona urbanizzata 116 ALLEGATI La zona di interesse della STU, seppur frastagliata e sovrapposta ad altre con diverse strategie, è unificata da una omogenea condizione di sottoutilizzo o di utilizzo incongruo con l’intorno; ma è unita anche da una comune situazione di preziosa centralità rispetto alle funzioni urbane strategiche. La ricomposizione del tessuto può diventare il criterio di fondo del rinnovo di tutte le parti "esterne" del comparto; il ridisegno dell'impianto urbano non deve comunque tradire i caratteri fondamentali della zona, ma deve essere conservata la traccia delle componenti ambientali e di impianto che ne hanno definito l'assetto storico. Anche l'impianto infrastrutturale deve essere in larga parte conservato; alcuni comparti meritano una notazione apposita: il comparto FNM, parallelo a C.della Vittoria non presenta alcuna vocazione funzionale ambientale o paesistica ad ospitare consistenti edificati residenziali mentre si offre come prezioso "intervallo" non costruito in un contesto assai denso, e come tale dovrebbe essere valorizzato nel progetto di qualificazione urbana l'intorno del sito in cui verrà realizzato il Movicentro è caratterizzato da un paesaggio anomalo e poco significativo, costituito in parte da un complesso residenziale aziendale delle Ferrovie. Il Piano di fattibilità distingue le aree in cui continuare gli utilizzi esistenti, da quelle di trasformazione, individuate in quanto zone in cui è opportuno, secondo gli obbiettivi delineati, incentivare la modificazione degli utilizzi con interventi di ristrutturazione urbanistica. L’analisi del nodo stazione ha prospettato un riordino complessivo del sistema ferroviario gravante sulla città, oggi composto dall’arrivo di ben 7 aste, che si concentrano sull’area della Stazione e del contiguo scalo merci di Boschetto; sempre nell’area del Boschetto viene ricavata la nuova linea delle FNM per Malpensa. Il ruolo strategico dell'intermodalità ferro-gomma costituisce comunque il motore di una nuova centralità urbana, e il Piano ipotizza di concentrare "sotto un unico tetto" sia i flussi di viaggiatori ferroviari, sia quelli dei viaggiatori sugli autoservizi, sia un importante parcheggio. Le opzioni di miglioramento delle prestazioni territoriali dei nuovi interventi si prospettano quindi su diversi scenari: per migliorare il ruolo di connettività di Novara per Malpensa e con la linea AC si sono elaborate diverse alternative, rispondenti al requisito di assegnare a Novara la possibilità di utilizzo della linea AV per passeggeri e contemporaneamente costituire una stazione di interscambio il più diretta possibile tra FNM e AC per la riduzione delle barriere ferroviarie della città l’Amministrazione ha definito una proposta di riassetto "compensativo" delle linee ferroviarie impattanti su Novara. In tale proposta, fermo restando il ruolo della ferrovia storica di "ospite" dello sbocco della AC per il nodo di Novara, si propone la messa a punto di un progetto di mitigazione di impatto delle linee storiche e di nuova realizzazione, ma soprattutto si propone la riorganizzazione delle linee che convergono sulla città. Lo schema del progetto per la stazione vuole tenere conto del complesso delle opzioni in gioco, ivi compresa quella del potenziamento dell’asse ferroviario che potrebbe comportare un riassetto dell’attuale stazionamento dei treni e la necessità di una fermata orientata nord/sud. La organizzazione “a tre facce” della stazione consente, appunto, di attivare un terzo affaccio nel momento in cui la funzionalità del servizio lo renda necessario. 117 NOVARA. PIANO STRATEGICO Il Master Plan fonda la prospettiva operativa su interventi che rispettano nel loro complesso i criteri di perequazione e di partecipazione alla parte di interesse comune e di servizio pubblico; le indicazioni maturate tra le diverse opzioni presentate vengono assunte nel Piano particolareggiato e le diverse aree vengono normate come comparti attuativi ordinari, salvo il vincolo di partecipazione al Programma di riqualificazione gestito dalla STU, rivolta all'applicazione di criteri perequativi ed al reinvestimento di parte degli utili, derivanti dal riuso degli immobili obsoleti, nelle opere pubbliche previste dal Piano. 5.19 STUDIO DI FATTIBILITÀ FINALIZZATO ALLA COSTITUZIONE DI UNA S.T.U. PER LA RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE DEL NODO FERROVIARIO E DEL POLO TECNOLOGICO – FATTIBILITÀ TECNICO URBANISTICA Comune di Novara – Servizio Pianificazione Urbanistica. Maggio 2005 Abstract Il presente studio parte da un inquadramento urbanistico dato dalla pianificazione comunale, dai progetti rilevanti e dagli ambiti di riqualificazione per analizzare nello specifico il Masterplan proposto dallo studio preliminare. L’ipotesi trasformativa analizzata prospetta, in sintonia con l’impostazione del nuovo PRG di Novara la riqualificazione complessiva di una vasta area della città: l’ambito della Stazione ferroviaria ed il cosiddetto Polo tecnologico. Vengono poi elencati i criteri da seguire e analizzate le indicazioni fornite sul sistema del costruito, del verde e della mobilità; si passa poi alla formulazione del cronoprogramma e all’elenco delle criticità. Contenuti Il lavoro è stato articolato in tre fasi redazionali distinte: Fase 1: analisi e valutazione della realizzabilità tecnica degli interventi previsti dal masterplan e dei risultati cui sarà pervenuto il gruppo di lavoro interno Fase 2: analisi della realizzabilità e sostenibilità economica degli interventi inseriti nei masterplan, con valutazione tecnica ed economica delle relative destinazioni d’uso indagini di mercato specifiche e correlate alle scelte urbanistiche concorrenti definizione del cronoprogramma per l’esecuzione degli interventi di riqualificazione dell’area oggetto di intervento definizione di un piano economico-finanziario di riferimento per la costituzione della società Fase 3: definizione di ipotesi di struttura organizzativa della società ed individuazione delle caratteristiche dei partners pubblici e privati individuazione del programma da realizzarsi da parte della società (mission) e delle quote di capitale da attribuire ai vari soci individuazione delle caratteristiche e conseguente stesura di bozza dello Statuto societario e della convenzione che regolerà i rapporti tra il Comune e la società 118 ALLEGATI La fattibilità tecnico-urbanistica dell’intervento di riqualificazione urbana prospettato dal Masterplan, è stata indagata verificando e indagando gli aspetti maggiormente sensibili a presentarsi quali possibili criticità rispetto ad una ipotesi di attuazione della trasformazione urbana attraverso S.T.U. Nel particolare si è proceduto verificando: parametri dimensionali delle aree coinvolte dall’ipotesi trasformativi aggiornamento parametri urbanistici rispetto all’adozione definitiva del PRG avvenuta nel mese di dicembre 2004;ipotesi di ridefinizione della possibile perimetrazione dell’ambito da sottoporre a STU individuazione di sub-ambiti di intervento;definizione delle funzioni ammissibili dalla trasformazione e ricerca del più opportuno mix funzionale insediabile definizione delle modalità urbanistiche attuative più appropriate definizione delle possibili fasi di realizzazione dell’intero processo trasformativi cronoprogramma tecnico-realizzativo e urbanistico-autorizzativo Il programma di riqualificazione in sintesi intende perseguire: la riorganizzazione complessiva del nodo ferroviario novarese approfittando della necessità di connettere la nuova linea AV con la stazione cittadina e con la linea per l’Aeroporto Internazionale di Malpensa e, per quanto riguarda il traffico delle merci, lo scalo locale del Boschetto la realizzazione di un efficiente polo intermodale passeggeri in prossimità dell’attuale stazione ferroviaria che, da una parte, riorganizzi gli interscambi treno-bus-auto e, dall’altra, attraverso il Movicentro, risolva le connessioni pedonali tra centro urbano ed aree poste a nord del fascio binari la revisione della viabilità dell’intera area posta ai margini dello scalo ferroviario del Boschetto nell’ottica di migliorarne le condizioni di accessibilità e di relazione con le altre parti della città stimolare il recupero di vaste aree dismesse o sottoutilizzate dagli originari usi produttiviindustriali, al fine di favorire la crescita di un ambito urbano specialistico in grado di divenire centro di insediamenti per l’alta tecnologia, la formazione, la ricerca, la sperimentazione e la produzione con tecnologie avanzate Per quanto concerne gli orientamenti generali e i contenuti specifici del nodo infrastrutturale possiamo dire che l’ambito di previsione del nodo infrastrutturale investe temi già da parecchio tempo dibattuti all’interno del tavolo di concertazione tra la città, TAV, Ferrovie S.p.A. e Ferrovie Nord Milano, quale tema connesso all’assetto generale derivante dall’attraversamento della città da parte della linea AV. La previsione di realizzazione del Movicentro, quale elemento in grado di riorganizzare l’accesso da/verso la città delle diverse modalità di trasporto e la previsione di dismissione di parte del regime ferroviario delle FNM, rende necessario il ripensamento dell’assetto complessivo dell’ambito urbano. Il Movicentro viene previsto quale struttura articolata su differenti livelli, in grado di connettere attraverso collegamenti pedonali, in quota e/o sotterranei, la stazione esistente FS, la nuova, adiacente, stazione FN e il terminal 2 del Movicentro stesso. Nel Movicentro sono previste funzioni di servizio tecnico e ai viaggiatori, spazi per attività commerciali al dettaglio e pubblici esercizi. 119 NOVARA. PIANO STRATEGICO Nuove volumetrie a destinazione prevalentemente residenziale sono previste quale completamento del tessuto edificato lungo corso della Vittoria, nell’area FNM in via di dismissione, nelle aree liberate dallo spostamento del by-pass ferroviario di corso Trieste e nell’area attualmente occupata dalla stazione delle autolinee. Per quanto concerne gli orientamenti generali e i contenuti specifici del polo tecnologico possiamo dire che l’’assetto di masterplan prefigura un intervento di riqualificazione urbana del comparto urbano attraverso la previsione di localizzazione di attività terziarie e di ricerca, produttive ad alto contenuto tecnologico, in sinergia con il recente insediamento universitario nell’ex area Wild e con le attività di ricerca già presenti nel comparto . Ad integrazione delle funzioni portanti suddette, vengono previste nuove volumetrie residenziali, terziarie e direzionali a supporto della riqualificazione urbana. L’assetto urbano proposto si innerva sull’asse centrale alberato rappresentato da via Martino della Torre, lungo il quale si prevede la realizzazione di una sorta di parco lineare sul quale si affacciano gli edifici con funzioni di rappresentanza, di ricerca e residenziali. Il completamento della rete viaria secondaria permette di disimpegnare le aree in cui localizzare le attrezzature produttive poste lungo lo scalo ferroviario a nord e via Pigafetta a sud. I criteri da seguire sono: collegare/connettere identificando le geometrie, le direttrici, gli elementi e porzioni urbane verso cui agiscono i principali sistemi di connessione identificare/rappresentare individuando i nodi specifici e gli elementi puntuali a cui è affidato un ruolo di riferimento nell’ambito urbano specifico delimitare/circoscrivere delineando i “confini” esterni e interni attraverso cui si riconoscono o istituiscono situazioni urbane distinte con autonomo statuto spaziale demarcare/attraversare riconoscendo la formazione di soglie interne all’abitato e favorendo la conservazione di intervalli aperti tra i tessuti edilizi attuali o di nuova formazione Per quanto riguarda il sistema del costruito il Masterplan introduce un articolato sistema di spazi edificati che lega la disposizione dei corpi di fabbrica a riconoscibili strategie di intervento. Per il sistema del verde il Masterplan fonda il proprio assetto complessivo su un esteso sistema di spazi aperti pubblici utilizzati come connettivo urbano tra i diversi ambiti di intervento e come risposta significativa alle problematiche qualitative generali, in merito alla compatibilità ambientale della trasformazione. Per il sistema della mobilità il Masterplan individua strategie di riassetto del sistema della mobilità diversificate in relazione al ruolo che i singoli sistemi di connessione intrattengono con le aree specifiche di attraversamento. I diversi obiettivi a cui corrispondono le differenti ipotesi di riqualificazione urbana e la loro chiara interdipendenza in termini temporali, consigliano di suddividere la trasformazione dell’ambito di intervento in due principali fasi di realizzazione, ognuna delle quali, si articolerà a sua volta in ulteriori due fasi. A conclusione delle analisi effettuate relativamente all’ipotesi trasformativa presentata nel Masterplan redatto dall’Amministrazione comunale e a seguito delle verifiche di fattibilità su di esso effettuate, i principali elementi di criticità emergenti rispetto ad una ipotesi di attuazione della trasformazione urbana attraverso S.T.U. possono essere suddivisi, relativamente alle considerazioni tecnico-urbanistiche, in tre gruppi: 120 ALLEGATI A) Conformità urbanistica dell’ipotesi trasformativa relativamente a: non compatibilità con il PRG ’80 attuale regime di salvaguardia urbanistica incertezza nella tempistica di approvazione PRG 2004 B) Opere speciali relativamente a: mancanza di definizione progettuale incertezza nella quantificazione dei costi di realizzo incertezza nella tempistica di realizzazione particolare complessità tecnico-realizzativa necessità di un alto livello qualitativo sia progettuale che realizzativi C) Valorizzazione immobiliare delle aree: difficoltà di acquisizione aree a causa dell’estrema parcellizzazione proprietaria attività economico-produttive in corso presenza di immobili ad uso residenziale In conclusione si elencano gli aspetti che maggiormente andranno a influire sul buon esito dell’operazione di trasformazione urbana; governare tali aspetti potrà risultare determinante a garantire l’intero processo di riqualificazione urbana. Ruolo degli enti ferroviari: Assicurare l’impegno di RFI nella valorizzazione infrastrutturale della funzione intermodale rappresentata dalla realizzazione del Movicentro. Condivisione, da parte di RFI e FNM, degli assunti economici alla base delle ipotesi di trasformazione (valore attuale aree e reinvestimento del 50% degli utili prodotti dalla trasformazione). Acquisizione delle aree di privati: Fondamentale per l’effettivo successo dell’operazione di riqualificazione urbana risulterà essere la possibilità di acquisire le aree strategiche dei privati al fine di assicurare l’unitarietà del progetto di trasformazione e la realizzazione integrale delle opere di urbanizzazione e infrastrutturazione previste. Realizzazione delle opere speciali di infrastrutturazione: Occorre che il sistema delle opere speciali e di infrastrutturazione sia portato a termine nei tempi previsti dal cronoprogramma al fine di ottemperare i presupposti alla base della valorizzazione delle aree, ovvero di completare l’intero processo di riqualificazione urbana. Qualità urbana: Necessità di procedere alla trasformazione urbana con la consapevolezza che il successo del processo di riqualificazione non può prescindere dal conseguimento di un elevato livello qualitativo degli interventi trasformativi e degli spazi urbani da questo generati. Nuova centralità: Necessità di attribuire alle aree una combinazione di destinazioni funzionali, tale da assicurare una “reale centralità” delle aree oggetto di trasformazione che sia complementare ai luoghi del tessuto urbano consolidato. L’inserimento di funzioni d’eccellenza, quali intermodalità, ricettivo, produttivo avanzato, ricerca e università, dovrà risultare sinergico e propedeutico allo sviluppo del sistema urbano nel suo complesso. 121 NOVARA. PIANO STRATEGICO 5.20 PIANO REGOLATORE GENERALE DI NOVARA Comune di Novara. Novembre 2004 Abstract Partendo dall’analisi del PRG ’80 mettendolo in relazione con la situazione lasciata dal precedente PRG del 1963 si assume che il nuovo Piano deve assumere nelle scelte un orizzonte ampio e relazionarsi in un sistema con i programmi precedenti. Vengono elencati gli obiettivi di piano per i temi territoriali e per la qualità urbana tra i quali spicca la razionalizzazione del sistema infrastrutturale della mobilità. Gli obiettivi posti sono l’ottimizzazione del sistema viario; la riorganizzazione delle funzioni centrali per qualificare il ruolo di capoluogo polarizzante; la valorizzazione del sistema ambientale e il paesaggio periurbano. Contenuti Il PRG ’80 interviene in una situazione complessa, in cui si presumeva una indefinita capacità espansiva della città; il Piano precedente, quello del 1963, rendeva disponibili aree edificabili concentrate in 23 Kmq producendo la città densa e priva di adeguati spazi aperti e sevizi che circondano il Centro storico. A fronte di tale situazione l’impianto del PRG ’80 si fonda sul contenimento dello spazio urbanizzato, sulla razionalizzazione della distribuzione dei servizi, sulla salvaguardia di alcune potenzialità ambientali e storiche e sull’adeguamento dell’armatura viaria superiore. Il piano stesso deve promuovere le condizioni per la propria efficacia mediante un rapporto pubblico-privato capace di superare la tradizionale diffidenza; Novara deve costituirsi come laboratorio sperimentale per l’innovazione dei nodi e degli strumenti per il governo del territorio. Il piano deve in oltre assumere nelle scelte un orizzonte ampio e costruirsi attraverso il confronto e il coordinamento con l’hinterland e con gli enti sovraordinati e portare a sistema le modalità e il tipo di azioni che i programmi (PRU e PRUSST) hanno promosso. Gli obiettivi per i temi territoriali sono: gestire un Piano per una città capoluogo, nodo del sistema padano organizzare le relazioni con l’hinterland consolidare il ruolo di centro di servizi riorganizzare il sistema produttivo in una corona di aree attrezzate migliorare la qualità ambientale attivare le potenzialità di attrazione Gli obiettivi per la qualità urbana sono: razionalizzare il sistema infrastrutturale della mobilità assegnare spazio alle funzioni sovralocali valorizzare le risorse del territorio rurale la qualificazione diffusa dello spazio pubblico Più nello specifico per quanto riguarda la mobilità la città risente ancora pesantemente dello schema radiocentrico originario; si impongono quindi importanti interventi di completamento 122 ALLEGATI e sistemazione dei nodi locali con lo scopo di evitare che il traffico di attraversamento debba interessare il cerchio dei Baluardi e i sovrappassi ferroviari, di ridurre l’interferenza dei tracciati ferroviari e garantire un sistema di gronda urbana il più possibile continuo. Un contributo non marginale all’organizzazione della mobilità deve venire dalla realizzazione di una rete territoriale della viabilità ciclabile. L’ipotesi sostenuta per il Piano è di articolarlo per parti di città proponendo una composizione a mosaico che deve essere sostenuta dalla garanzia che ogni parte di città abbia un buon raccordo con le altre, che ogni “insula” abbia una propria identità e che ci sia una maggiore connettività con il centro. Il sistema viario va ottimizzato mediante il completamento dell’armatura principale che prevede il completamento dell’anello della tangenziale e il prolungamento dell’asse est-ovest iniziato con Via delle Americhe identificato come asse urbano primario con funzioni di gronda nord. Altri aspetti che contibuiscono all’ottimizzazione del sistema viario sono: la riduzione dell’interfaccia dei tracciati ferroviari il miglioramento del sistema degli ingressi la riqualificazione del sistema viario principale interno l’accessibilità ciclopedonale al centro e al territorio Per la razionalizzazione della mobilità e del traffico il Piano incentiva un processo di rilocalizzazione, in aree esterne al centro, delle attività industriali portatrici di traffico ma soprattutto introduce norme inderogabili per recuperare il fabbisogno pregresso di parcheggi. La riorganizzazione delle funzioni centrali per qualificare il ruolo di capoluogo polarizzante passa attraverso: la riorganizzazione del polo urbano centrale la ristrutturazione del nodo stazione il completamento del sistema di sedi universitarie il potenziamento del centro di interscambio CIM un’area attrezzata per le attività ricettive ed espositive La valorizzazione del sistema ambientale e il paesaggio periurbano si attua mediante una green belt come sistema articolato di paesaggi fruibili e la valorizzazione delle tracce del paesaggio agrario storico. 5.21 PROVE DI SOSTENIBILITÀ – PROGETTI, PIANI E VALUTAZIONI PER UN PROCESSO DI SVILUPPO URBANO SOSTENIBILE A NOVARA – PROGRAMMA LIFE-AMBIENTE III – RA-VE IL RAGGIO VERDE DI NOVARA Comune di Novara, Università del Piemonte Orientale. Dicembre 2005 Abstract Il Raggio Verde di Novara è un progetto destinato a definire, progettare e gestire l’attuazione ed il monitoraggio degli interventi di riqualificazione di una parte della periferia residenziale della città. Gli elementi costitutivi il progetto sono di varia natura; vengono individuati le aree di sperimentazione e proposti una serie di interventi. 123 NOVARA. PIANO STRATEGICO Contenuti Nell’anno 2001 il Comune di Novara in collaborazione con diversi organi e associazioni ha presentato nell’ambito del bando europeo associato al programma Life-Ambiente III un progetto titolato “RaVe – Il raggio Verde di Novara” destinato a definire, a progettare, a gestire l’attuazione ed il monitoraggio degli interventi di riqualificazione di una parte della periferia residenziale della città cresciuta, nel passato, per semplici addizioni. Negli assetti contemporanei il territorio novarese non può più essere pensabile come il semplice supporto per la localizzazione delle attività economiche, ma deve essere considerato come uno dei fattori chiave della competitività nel mercato globale. Per arrivare a ciò il percorso si articola in tre fasi: la sperimentazione di nuovi programmi complessi (PRiU e PRUSST) la redazione di un nuovo PRG il perseguimento degli indirizzi strategici con i programmi di seconda generazione. Gli elementi costitutivi il progetto Raggio Verde di Novara sono: gli ambiti tematici di intervento l’area urbana di sperimentazione gli interventi proposti i soggetti attuatori le iniziative programmate le iniziative per il coinvolgimento della popolazione residente Il termine Raggio Verde identifica l’area urbana posta nel quadrante meridionale della città; si tratta di una zona semi-periferica caratterizzati da insediamenti di edilizia residenziale pubblica sorti con l’obiettivo di rispondere alla pressione abitativa che caratterizzava il particolare periodo storico (1960-1970). Dal punto di vista operativo gli interventi previsti prevedono: la ridefinizione del sistema del traffico con separazione di quello sovralocale da quello locale la realizzazione di un sistema integrato di mobilità lenta destinato a migliorare la qualità dell’aria la realizzazione di percorsi ciclabili e pedonali l’adozione di un programma coordinato di riduzione dell’utilizzo dei mezzi privati a motore. 5.22 QUADRO PROGRAMMATICO CONOSCITIVO Abstract Il presente documento vuole analizzare diversi strumenti quali il Piano urbano del traffico, il Piano triennale dei servizi di trasporto pubblico locale della conurbazione di Novara e il piano strategico di intervento ponendo l’accento sulle interrelazioni e su eventuali contraddizioni. Contenuti 124 ALLEGATI Piano Urbano del Traffico Il Piano Urbano del Traffico del Comune d Novara è stato aggiornato nel 2005 con la redazione di un “Piano Particolareggiato del Traffico nell’area centrale” sviluppato in tre fasi di cui le prima e parte della seconda oggetto del piano stesso. La fase 1 , Interventi Preventivi, ha riguardato la questione dell’ottimizzazione del Trasporto Pubblico, e una prima analisi e valutazione del vigente schema di circolazione. La Fase 2, Interventi di Programmazione, riguarda la proposta di una nuova regolamentazione della sosta e il Piano della Sicurezza Stradale (di cui si tratta a parte). La programmazione di nuovi rilievi è demandata a una attività successiva così come la Fase 3 che concerne il nuovo assetto della viabilità, del Trasporto Pubblico e della Logistica. IL PUT propone la tariffazione dei parcheggi regolamentata attraverso una organizzazione unica delle aree di sosta oraria a pagamento (zone blu), a costo orario fisso anche eventualmente differenziato per settore, per tutto il periodo diurno compreso tra le 8 e le 19, dal lunedì al sabato. Nelle ore notturne e la domenica il parcheggio è gratuito. I residenti nella ZTL ambientale (e isolati limitrofi) possono acquistare un permesso di sosta annuale che consente il parcheggio nella zona blu, limitatamente al settore in cui risiedono. Su tali aree di sosta è previsto il rilascio di abbonamenti alla zona blu esclusivamente per i possessori di abbonamento ferroviario e di pari durata, che autorizza il parcheggio nella sola zona della stazione (settore I), nei parcheggi a tariffazione A3. Nelle aree esterne alla ZTL ambientale, la sosta viene regolamentata adottando diverse tipologie: aree di attestamento: sono aree a pagamento regolamentate, a ridosso della ZTL ambientale o servite dai bus navetta o dalle linee ordinarie con percorsi brevi, il cui accesso avviene attraverso una barriera, previo ritiro di un ticket che consente di circolare liberamente su tutte le linee ordinarie di autobus e sulle navette. Il pagamento del parcheggio avviene all’uscita. aree di interscambio: sono grandi aree a parcheggio libero, attrezzate con fermate bus dedicate ed emettitori automatici di biglietti per le linee urbane. aree a zona disco aree a sosta libera Sono previste tre tipologie di pagamento: parcometro: con pagamento in moneta, tessera prepagata scalare o bancomat; gratta e sosta; dispositivo elettronico a tempo prepagato singolo o a scalare. con una politica tariffaria dettagliata in funzione anche del possesso di abbonamento ferroviario Al fine di poter attuare la regolamentazione della sosta il PUT indica come assolutamente indispensabile aver ottemperato preventivamente ad una serie di attività propedeutiche tra cui in mod prioritario: l’attivazione dei parcheggi di attestamento e di interscambio, l’istituzione di un Ufficio Parcheggi e la realizzazione di una campagna informativa per gli utenti. Un altro requisito previsto per al realizzazione del piano consiste nella disponibilità di un parcheggio di interscambio per ciascuna delle direttrici di accesso all’area centrale di Novara, ovvero di aree di sosta servite dal trasporto pubblico ed attrezzate possibilmente con l’introduzione di servizi quali chioschi (bar ed edicole), pensiline e panchine che possano aumentare il comfort del viaggio. Allo stato attuale dispongono di parcheggi di interscambio solo alcune direttrici (Corso Vercelli e Via XXIII Marzo) mentre ne sono sprovviste altre (Via Biandrate, Corso Risorgimento, Corso Trieste e Corso Milano). 125 NOVARA. PIANO STRATEGICO La riorganizzazione della mobilità nell’area centrale prevede l’adozione di uno schema di circolazione destrorsa con dominanza di sensi unici a ripresa di percorso almeno ad ogni quarto di città. Esso è caratterizzato dalla presenza di un percorso circolare interno, a senso unico antiorario praticamente sulla linea dei Baluardi. Accanto a quest’anello più interno è previsto un percorso circolare esterno a senso unico (parziale) orario individuato da Viale Dante Alighieri (che è a doppio senso di marcia nella tratta più a Nord), Viale Manzoni, Viale Ferrucci, Viale Roma e Via Buonarroti. Il collegamento tra i due percorsi è garantito da strade a doppio senso di percorrenza poste in diversi punti dell’area di studio. In esecuzione della fase 2 dell’aggiornamento al Piano Urbano del Traffico è stata redatta un’indagine sulla mobilità nel mese di luglio 2006 a base del piano particolareggiato del traffico urbano nell’area centrale. Nel documento si premette che i dati saranno utilizzati per implementare un modello di microsimulazione dinamica del traffico; inoltre, si descrivono sinteticamente i risultati di una campagna di rilievo del traffico con l’obiettivo di valutare gli effetti degli interventi sulla mobilità e di mettere in luce i principali problemi della mobilità. Il confronto è effettuato con i dati rilevati in modo analogo nel 1994 e nel 1999. Le postazioni sono localizzate esternamente al centro abitato sulle principali arterie radiali (cordone esterno), sulle principali radiali interne a ridosso dei baluardi (cordone interno) e in 29 intersezioni. Le fasce orarie di rilievo sono (7:30-9:30) per il mattino e (17:00-19:00) per il pomeriggio. A supporto dell’indagine quantitativa al mattino è stata effettuata anche una campagna di interviste nelle stesse sezioni di rilevazione. Le interviste hanno indagato una serie di parametri, quali origine e destinazione dei viaggi, motivazioni, frequenza dei movimenti, tipologia, durata, accessibilità alle aree di sosta (libere e a pagamento). Dalla campagna di rilevazione sono state evidenziate le seguenti condizioni: i flussi rilevati al mattino sono leggermente maggiori sulle radiali esterni e prevalenti in ingresso alla città; il 76.9% dei movimenti è sistematico; il 34.8% ha difficoltà a trovare parcheggio; il 68.9% trova parcheggio in aree libere e il 17.7% in aree a pagamento; la durata media della sosta è di circa 4 ore; il 59.4% dei movimenti proviene dal territorio del comune di Novara esterno alla Zona Ambientale, il 25.1 % dalla corona fino a 20km e il 13.7 da oltre 20km; il 30.9% ha per destinazione la ZTL del centro storico, il 18.4% l’area compresa tra la ZTL del centro storico e la Zona Ambientale, il 42.1% l’area esterna alla Zona Ambientale. dal confronto con i dati rilevati nel 1999 si evince: - in primo luogo una diminuzione generale del traffico intorno al centro di Novara che a secondo delle direttrici varia tra 10% e 20%. Questa riduzione può essere ragionevolmente attribuita agli effetti di protezione del centro indotti dalla tangenziale; - in secondo luogo un incremento della mobilità esterna al centro storico. Piano triennale dei servizi di trasporto pubblico locale della conurbazione di Novara 20072009 126 ALLEGATI La pianificazione pluriennale dei servizi di trasporto pubblico locale è stata introdotta e disciplinata con le leggi regionali 1/2000 e 17/2004 della Regione Piemonte. Evoluzione del servizio offerto nel periodo 2000-2002 Nelle previsioni del PBS (Piano biennale servizi) 2001-2002 è stata definita la nuova conurbazione di Novara, estendendo il servizio all’ambito suburbano; sono stati individuati gli interventi immediati sulle linee; è stato formulato il piano di un nuovo a servizio a chiamata. Risultati del monitoraggio sulla domanda (inverno 2003-2003) La campagna di indagine è articolata e comprende il conteggio del saliscendi su tutte le corse del mattino (7:00-14:00) di un giorno feriale infrasettimanale e un campione del 50% di quelle del pomeriggio (14:00-20:00); un conteggio dei presenti a bordo nelle due sezioni di accesso all’area centrale per un sabato e un giorno festivo; una indagine O/D tramite intervista diretta agli utenti del TPL e tramite questionario agli studenti delle scuole medie superiori di Novara. Rispetto ai dati del 1991 i passeggeri di un giorno feriale invernale scolastico, pari a 27.000, rispetto al 1991 in calo del 9%; considerando la sola ora di punta del mattino il calo è del’13%. La riduzione al sabato e alla domenica è rispettivamente del 50% e dell’83%. Il carico medio mensile invernale è di 650.000 passeggeri. IL 67% dei movimenti ha destinazione l’area centrale di Novara (ferrovia-viali). La lunghezza media del viaggio è di 8km per gli utenti dei comuni conturbati, 3km per gli urbani e 1.2km per gli utenti delle navette (area centrale). I giudizi sul servizio sono particolarmente negativi per la frequenza, gli orari, la pulizia dei mezzi, l’affollamento. Piano strategico di intervento (interventi da valutare per il 2005-2006; Obiettivi di qualità, efficacia ed efficienza del servizio) Gli obiettivi del piano riguardano l’acquisizione di utenza dal mezzo privato con interventi strutturali e gestionali, miglioramento dell’intermodalità con la ferrovia attraverso l’introduzione del sistema tariffario integrato, inserimento di servizi a chiamata e utilizzo di minibus per il servizio festivo. Vengono individuati gli indicatori per monitorare il raggiungimento degli obiettivi del Piano (correlati con quelli del PGTU), efficienza, efficacia, integrazione, qualità del servizio e sostenibilità ambientale. 5.23 PIANO PARTICOLAREGGIATO DEL TRAFFICO URBANO NELL’AREA CENTRALE – AGGIORNAMENTO DEL PIANO URBANO DEL TRAFFICO – SINTESI DELLE PRIME LINEE GUIDA ED INDIRIZZI STRATEGICI Comune di Novara. Dicembre 2005 Abstract L’obiettivo del PUT è colmare il divario tra domanda ed offerta di mobilità nelle aree urbane. L’aggiornamento del PUT mira ad attivare un processo continuo ed iterativo di analisi, valutazione, proposta, attuazione, verifica e monitoraggio mediante alcuni strumenti fondamentali quali il Piano di regolamentazione della sosta nell’area centrale e il Piano di mobilità nell’area centrale. Nell’ultimo decennio la motorizzazione nelle aree urbane ha subito 127 NOVARA. PIANO STRATEGICO un notevole incremento, per contro la dotazione infrastrutturale delle città è rimasta pressoché immutata; si propone quindi di disincentivare l’utilizzo dell’auto privata mediante la promozione di forme mobilità alternative, tra cui la mobilità ciclopedonale. E’ necessario focalizzare l’attenzione sui seguenti obiettivi operativi: Regolamentazione della sosta; Ottimizzazione del Trasporto Pubblico; Riorganizzazione della viabilità. Contenuti L’obiettivo del PUT, come di qualsiasi altra attività di pianificazione, è quello di colmare, nel miglior modo possibile, il divario tra domanda ed offerta di mobilità nelle aree urbane. In una situazione di forte squilibrio occorre delineare delle strategie che tendano a colmare il divario mediante: l’individuazione di interventi atti a garantire la massima mobilità delle persone e delle merci con una gestione ottimale delle risorse infrastrutturali esistenti il miglioramento del trasporto pubblico, per consentire all’utenza di avere un’effettiva alternativa all’auto privata l’ottimizzazione della gestione della sosta introducendo equilibri simili a quelli che regolano le leggi della finanza ove, all’aumentare della richiesta di un bene di cui si ha una disponibilità limitata, ne aumenta il costo Per l’aggiornamento del PUT si mira ad attivare, in forte sinergia con le amministrazioni competenti, un processo continuo ed iterativo di analisi, valutazione, proposta, attuazione, verifica e monitoraggio; gli strumenti fondamentali individuati per la riorganizzazione della mobilità nell’area centrale sono: Piano di regolamentazione della sosta nell’area centrale Piano di mobilità nell’area centrale Per il potenziamento dell'armatura primaria della viabilità il PRGC della città, in sintonia con le indicazioni del PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), prevede alcuni interventi indirizzati ad ottenere un notevole incremento dell'efficienza della rete viabile complessiva: il completamento dell'anello della tangenziale l'asse di scorrimento lungo il canale Q.Sella che, unitamente alla 'gronda nord', connette a sud-est l'asse di corso Milano (e la tangenziale) e a nord-ovest la tangenziale e l'autostrada, costituendo un vero e proprio sistema di drenaggio del traffico pesante che consente lo smaltimento dei flussi di tutti gli insediamenti industriali della città senza interessare le parti residenziali e centrali Nell’ultimo decennio la motorizzazione nelle aree urbane ha subito un notevole incremento, per contro la dotazione infrastrutturale delle città è rimasta pressoché immutata, salvo limitati interventi di grande viabilità all'esterno dell'ambito urbano. Tra le proposte per riequilibrare il forte squilibrio tra domanda ed offerta di mobilità c’è quella di disincentivare l’utilizzo dell’auto privata mediante la promozione di forme mobilità alternative, tra cui la mobilità ciclopedonale. La realizzazione di una rete di percorsi ciclabili (o mista ciclo-pedonale) risponde essenzialmente all'obbiettivo di incremento dell'accessibilità urbana in condizioni diffuse e lo raggiunge efficacemente solo se ben integrata con le politiche della mobilità e se non è limitata solo alle aree periferiche, ma allargata a tutta l'area di interesse e spostamento della popolazione mobile. 128 ALLEGATI Recenti studi hanno chiaramente dimostrato che, se si tiene conto del tempo necessario per raggiungere l’automobile e per parcheggiare a destinazione, la bicicletta risulta più veloce dell’automobile per i percorsi urbani fino a 5 chilometri di distanza. I rilievi effettuati in occasione del precedente PUT hanno evidenziato una prevalenza della domanda di sosta pendolare rispetto a quella a rotazione. La domanda di sosta di tipo pendolare è fortemente localizzata nel Centro Storico di Novara, in cui le destinazioni assumono un peso rilevante. Nelle zone del centro più esterne, escludendo quelle della Stazione e dell’Ospedale, offerta e domanda risultavano più bilanciate. L’aggiornamento del PUT si propone di definire una serie di interventi di modifica della viabilità, dell’assetto della circolazione, della trasformazione della geometria delle intersezioni, della modifica delle abitudini, della riorganizzazione del Trasporto Pubblico, della regolamentazione della sosta, ecc., volti a migliorare la mobilità nell’area del centro storico di Novara e sulle principali arterie di contorno (Baluardi), al fine di raggiungere i seguenti obiettivi: garantire la massima mobilità delle persone e delle merci agevolare e fluidificare il traffico privato migliorare la gestione della sosta migliorare il trasporto pubblico attenuare le problematiche ambientali E’ necessario focalizzare l’attenzione sui seguenti obiettivi operativi: Regolamentazione della sosta Ottimizzazione del Trasporto Pubblico Riorganizzazione della viabilità Per la riorganizzazione della mobilità nell’area centrale, l’Amministrazione comunale intende valutare l’opportunità di modificare radicalmente l’assetto della viabilità principale dell’area centrale, attraverso l’adozione di uno schema di circolazione destrorsa con dominanza di sensi unici a ripresa di percorso almeno ad ogni quarto di città. Tale schema è caratterizzato dalla presenza di un percorso circolare interno, a senso unico antiorario, che partendo da Largo Cavour prosegue lungo il Baluardo Quintino Sella, attraversando Piazza Martiri e Largo Bellini per poi proseguire sul Baluardo Massimo d’Azeglio, immettersi sul Baluardo La Marmora, continuare sul Baluardo Partigiani e chiudersi nuovamente su Largo Cavour. Accanto a quest’anello più interno è invece previsto un percorso circolare esterno a senso unico (parziale) orario individuato da Viale Dante Alighieri (che è a doppio senso di marcia nella tratta più a Nord), Viale Manzoni, Viale Ferrucci, Viale Roma e Via Buonarroti. Il collegamento tra i due percorsi è garantito da strade a doppio senso di percorrenza poste in diversi punti dell’area di studio. 5.24 PIANO DELLA SICUREZZA STRADALE Comune di Novara. Marzo 2006 Abstract 129 NOVARA. PIANO STRATEGICO L’analisi dei dati sugli incidenti stradali riferiti all’anno 2000 evidenzia un elevatissimo tasso di incidentalità urbana; sulla base di alcune analisi condotte sul quinquennio ultimo nel territorio novarese si è potuto configurare e delimitare una serie di ambiti urbani che possono assumere valenza progettuale per una prima ipotesi di intervento. Gli interventi di primaria importanza sono quelli volti ad ottenere una maggior sicurezza per gli utenti deboli. Gli obiettivi quantitativi del piano sono di ridurre entro il 2010 il numero dei morti e feriti a causa dell’incidentalità stradale. Contenuti L’analisi dei dati sugli incidenti stradali riferiti all’anno 2000 evidenzia un elevatissimo tasso di incidentalità urbana; tali valori collocano il nostro paese in una situazione anomala rispetto al panorama dell’UE. L’Italia che negli anni ’70 era uno dei 4 paesi europei con i più elevati indici di sicurezza stradale è diventata un paese con livelli medio-bassi e la tendenza è al peggioramento. Sulla base delle diverse delimitare una serie di caratteristiche omogenee ambientali e di mobilità, intervento. analisi condotte sul quinquennio ultimo si è potuto configurare e ambiti urbani, intesi come sistemi di assi di intersezione con per eventi di incidentalità ripetuta e per condizioni urbanistiche, che possono assumere valenza progettuale per una prima ipotesi di Gli interventi di primaria importanza sono quelli volti ad ottenere una maggior sicurezza per gli utenti deboli in particolare per contrastare il fenomeno relativo agli investimenti del pedone; è quindi possibile individuare i punti maggiormente critici per proporre e realizzare secondo un ordine prestabilito di priorità interventi che abbiano anche carattere sperimentale. Gli obiettivi quantitativi del piano sono determinati sulla base del Primo Programma Annuale il quale stabilisce che entro il 2010 il numero dei morti e feriti a causa dell’incidentalità stradale sia ridotto rispettivamente del 40% e de 20% rispetto alla media del triennio 1999-2001. Al raggiungimento di tale obiettivo concorrono: le misure messe in atto a livello nazionale le misure messe in atto da altri enti proprietari di strade le misure previste nel presente piano Tra gli obiettivi del Piano va posta in rilievo la costituzione di una struttura di progettazione e monitoraggio del paino stesso per poterne garantire l’attuazione. Importanti diventano le attività di controllo quali: i piani di vigilanza i rilevamenti telematici la gestione degli impianti semaforici con la gestione dell’accensione notturna l’implemento degli avvisatori acustici per non vedenti. Per le utenze deboli bisogna realizzare: passaggi pedonali anche rialzati dissuasori di velocità semafori a chiamata per pedoni protezioni dei percorsi pedonali 130 ALLEGATI Il monitoraggio del piano deve essere attuato su due livelli: monitoraggio dei dati di incidentalità riferiti alla localizzazione oggetto di interveto infrastrutturale o di gestione/controllo del traffico monitoraggio dei parametri globali di incidentalità estesi al complesso della viabilità comunale. 131 NOVARA. PIANO STRATEGICO 132 ALLEGATI 6 VERBALI D’INCONTRO 01 Comune di Novara - Via Ferrari 13, Novara - 20 settembre 2006, ore 16,00-18,00 Comune di Novara, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 02 Comune di Novara - Via Ferrari 13, Novara - 27 settembre 2006, ore 10,00-12,30 Comune di Novara, Provincia di Novara, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 03 Comune di Novara - Corso della Vittoria 60, Novara - 3 ottobre 2006, ore 14,30-17,00 Comune di Novara, Politecnico di Milano 04 Comune di Novara - Via Rosselli 1, Novara - 6 ottobre 2006, ore 15,30-18,15 Comune di Novara, Provincia di Novara, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Regione Piemonte, Politecnico di Milano 05 Comune di Novara - Via Rosselli 1, Novara - 19 ottobre 2006, ore 15,30-18,00 Comune di Novara, Provincia di Novara, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Politecnico di Milano 06 Provincia di Novara - Via Greppi 7, Novara - 23 ottobre 2006, ore 9,30-11,30 Comune di Novara, Provincia di Novara, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Politecnico di Milano 07 Comune di Novara - Via Rosselli 1, Novara - 25 ottobre 2006, ore 15,30-18,00 Comune di Novara, Provincia di Novara, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 08 Provincia di Novara - Via Greppi 7, Novara - 7 novembre 2006, ore 10,00-13,00 Comune di Novara, Provincia di Novara, CIM S.p.A.,Politecnico di Milano 09 Comune di Novara - Via Rosselli 1, Novara - 7 novembre 2006, ore 15,00-17,30 Comune di Novara, Provincia di Novara, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 10 Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. - Piazza Duca d’Aosta 1, Milano - 9 novembre 2006, ore 10,0011,30 RFI S.p.a., Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 11 Politecnico di Milano Dipartimento B.E.S.T. - Via Bonardi 3, Milano - 9 novembre 2006, ore 16,00-18,00 Dott. Mauro Bozzola, Politecnico di Milano 12 Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” - Via Duomo 6, Vercelli - 13 novembre 2006, ore 16,30-17,30 Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Politecnico di Milano 13 Provincia di Novara - Via Greppi 7, Novara - 14 novembre 2006, ore 10,00-13,30 Comune di Novara, Provincia di Novara, CCIAA, Associazione Industriali di Novara, Associazione per le Piccole e medie Imprese, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 14 Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” - 14 novembre 2006, ore 14.30-16.30 Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, SCS Azioninnova 15 Provincia di Novara - Via Greppi 7, Novara - 21 novembre 2006, ore 10,00-12,30 Comune di Novara, Provincia di Novara, Fondazione Novara Sviluppo, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 133 NOVARA. PIANO STRATEGICO 16 Provincia di Novara - Via Greppi 7, Novara - 21 novembre 2006, ore 14,30-18,00 Comune di Novara, Provincia di Novara, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 17 Provincia di Novara - Via Greppi 7, Novara - 28 novembre 2006, ore 10,30-13,30 Comune di Novara, Provincia di Novara, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 18 Comune di Novara - Via Rosselli 1, Novara - 20 dicembre 2006, ore 14,30-18,30 Comune di Novara, Provincia di Novara, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 19 Comune di Novara - Via Rosselli 1, Novara - 9 gennaio 2007, ore 14,30-18,30 Comune di Novara, Provincia di Novara, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 20 Comune di Novara - Via Rosselli 1, Novara - 16 gennaio 2007, ore 10,30-13,30 Comune di Novara, Provincia di Novara, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 21 Comune di Novara - Via Rosselli 1, Novara - 24 gennaio 2007, ore 16,30-18,30 Comune di Novara, Provincia di Novara, Comune di Caltignaga, Comune di Cameri, Comune di Casalino, Comune di Galliate, Comune di Garbagna Novarese, Comune di Romentino, Comune di Sozzago, Comune di S. Pietro Mosezzo, Comune di Trecate, Politecnico di Milano, SCS Azioninnova 134 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 1 Comune di Novara - Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica Palazzo Faraggiana - Via Ferrari, 13, Novara 20 settembre 2006, ore 16,00-18,00 Per il Comune di Novara: arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e Sviluppo della Città), dott. Mario Moschetta (Segretario generale), arch. Paola Vallaro (Dirigente Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), arch. Roberto Guasco (Dirigente del Servizio Mobilità Urbana e Tutela Ambientale), Per il Politecnico di Milano: prof. Fabrizio Schiaffonati, arch. Arturo Majocchi, prof.ssa Elena Mussinelli, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro Per SCS Azioninnova: dott. Carmelo Bonaccorso, dott. Enrico Piacentini L’incontro rappresenta la prima fase interlocutoria tra il Comitato di coordinamento del Piano Strategico e l’RTI (Politecnico di Milano, Dipartimento Best e SCS Azioninnova di Bologna) aggiudicatrice dell’incarico di Servizio di assistenza tecnica alla definizione del Piano strategico di area vasta e redazione del Piano della mobilità (PUM). Il dott. Moschetta, Segretario Generale del Comune di Novara, ha ripercorso le tappe del processo di pianificazione strategica che ha avuto come esito il documento Verso un piano strategico: obiettivi, metodo e programma di lavoro. Ha quindi posto l’attenzione sui contenuti del bando di concorso, sugli aspetti procedurali del servizio e sulle scadenze temporali da ottemperare. Ha sottolineato l’esigenza di predisporre un documento/programma che potesse essere successivamente implementato e corretto: questo sopratutto a causa dei tempi ridotti a disposizione (l’impegno con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prevede la conclusione del servizio entro il 31 dicembre 2006) . Ha inoltre evidenziato la necessità di attivare una articolata fase di ascolto degli enti e dei soggetti che operano, a vario titolo, sul territorio novarese. Il piano/programma deve quindi essere un processo di coinvolgimento e concertazione e deve avere come obiettivo la condivisione degli obiettivi strategici di medio/lungo periodo. L’arch. Debiaggi, Assessore alla Promozione e Sviluppo della Città, ricorda che “la redazione del Piano Strategico da parte di Novara, individuata dal Ministero quale città leader di un sistema territoriale particolarmente interferito dai tracciati infrastrutturali transeuropei (Corridoio 5 e Corridoio 24), rappresenta l’occasione per procedere alla costruzione di un modello di sviluppo, vision, condiviso tra i diversi attori (istituzionali, sociali e economici) le cui scelte e capacità di innovazione condizioneranno lo sviluppo futuro del territorio novarese”. Ha evidenziato che “il Piano strategico dovrà contribuire ad individuare l’ambito territoriale, le politiche, le alleanze, i progetti, gli attori, le modalità di condivisione e di governance, in grado di accrescere il livello di competitività del territorio novarese nel contesto europeo, verso cui, le condizioni di accessibilità e prossimità saranno, nell’immediato futuro, rese particolarmente favorevoli dallo sviluppo delle reti infrastrutturali transeuropee. L’obiettivo dovrà essere quello di rendere Novara e il suo territorio riconoscibile a livello internazionale come ambito territoriale in grado di affrontare competitivamente, facendo sistema, e all’insegna dello sviluppo sostenibile, governando i processi trasformativi, le sfide poste dai mercati globali”. 135 NOVARA. PIANO STRATEGICO Ha quindi posto alcune importanti riflessioni sui temi “cardine” del Piano strategico, in particolare si interroga sul concetto e significato di Area vasta che probabilmente dovrà essere definita da una geometria variabile; e sull’importanza della governance con attenzione da una parte all’iniziativa promossa dalla Provincia di Novara (Agenzia di sviluppo territoriale) e dall’altra ad esempi virtuosi mutuabili da altri contesti territoriali, anche internazionali, e adattabili alle peculiarità dell’area novarese. Il prof. Schiaffonati, Direttore del Dipartimento Best del Politecnico di Milano, ha illustrato al Comitato di coordinamento del Piano Strategico le attività svolte dall’RTI e in particolare dal Dipartimento Best. Il Dipartimento B.E.S.T. Building Environment Science and Technology del Politecnico di Milano sviluppa la propria attività nel campo della ricerca scientifica e tecnologica, nonché della formazione ai diversi livelli (Lauree e Lauree Specialistiche in Architettura e Ingegneria, Dottorato di Ricerca, Master), con particolare riferimento alla progettazione tecnologica e ambientale dei sistemi edilizi e territoriali, e alle tematiche economiche e organizzative del settore delle costruzioni. Dal 2000 il Politecnico di Milano è certificato UNI EN ISO 9001-2000 per “Attività multidisciplinare di ricerca, prova e consulenza. Attività di formazione e progetti speciali per la didattica universitaria per Architettura e Ingegneria”. Al Dipartimento B.E.S.T. afferiscono 67 docenti di ruolo, 146 professori a contratto, 23 unità di personale tecnico e amministrativo, 17 assegnisti di ricerca e 60 dottorandi di ricerca, articolati in unità interdisciplinari che svolgono attività di ricerca teorica, applicata e sperimentale per conto di Istituzioni ed Enti pubblici e privati, con particolare riferimento a: studi di fattibilità, documenti preliminari alla progettazione e metaprogettazioni per Pubbliche Amministrazioni; studi per la promozione e lo sviluppo territoriale e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali; pianificazione e progettazione ambientale; management e certificazione della qualità ambientale; metaprogettazione e management di interventi di recupero edilizio e processi di riqualificazione e reinfrastrutturazione urbana; progettazione di sistemi e componenti per il risparmio energetico; progettazione e sperimentazione tecnologica di prodotto per il settore delle costruzioni; progetti e linee guida per il facility e l’asset management; valutazione economica dei beni immobiliari; analisi di rischio e piani della sicurezza; consulenze per l’aggiornamento delle normative tecniche ed edilizie; piani e progetti per la manutenzione edilizia; restauro e rilievo dei beni architettonici e monumentali. SCS Azioninnova è una delle principali realtà nazionali nella consulenza di direzione e nella formazione. SCS Azioninnova è nata nel 2001 a Bologna dalla fusione di tre società attive da oltre 20 anni nel campo dei servizi professionali di consulenza e opera su tutto il territorio nazionale. Per affrontare in modo efficace i problemi dei propri clienti, SCS Azioninnova ha creato un modello di business composto da quattro aree di competenza: Strategie, Processi, Tecnologie e Persone. Ciascuna di esse rappresenta un distinto ambito d’intervento gestito da un gruppo di professionisti con esperienza specifica maturata sul campo. Un sistema efficiente che valorizza al massimo le conoscenze, applicandole in diversi settori di mercato (es.: Distribuzione, Utilities, Banche, Pubblica Amministrazione) e diverse aree funzionali (es.: Pianificazione strategica, Marketing, Logistica, Operation, Accountability). Accanto alle tradizionali competenze di management, SCS mette in campo ulteriori competenze che l’hanno accreditata presso amministrazioni pubbliche a livello nazionale e locale finalizzate alla riformulazione delle strategie di posizionamento in ambito di Servizi pubblici conseguenti all’introduzione di rilevanti cambiamenti sotto il profilo normativo (cfr. a titolo esemplificativo processo di riforma del collocamento e politiche del lavoro introdotte dal D.Lgs. 469/97). SCS ha analizzato i fenomeni derivanti da queste trasformazioni legislative, cercando di interpretarne gli impatti sulle strategie di offerta e le trasformazioni rispetto ai processi organizzativi dell’Ente, al fine di migliorarne il posizionamento in relazione ai propri target di riferimento, in funzione dell’evoluzione del quadro normativo, delle caratteristiche della domanda e del 136 ALLEGATI mercato, attraverso la ridefinizione quali/quantitativa della gamma dei servizi. SCS ha collaborato su questo fronte con gli enti locali prestando assistenza all’introduzione di strumenti di accountability e di sviluppo sostenibile, privilegiando l’approccio del coinvolgimento degli stakeholder promosso e diffuso dall’ISEA (Institute for Social and Ethical Accountability). Ha partecipato alla redazione del Piano Strategico dei Comuni Copparesi e attualmente è incaricata della redazione del Piano Strategico del Comune di Comiso. L’arch. Guasco, Dirigente del Servizio Mobilità Urbana e Tutela Ambientale, interviene relazionando sui principali piani/progetti in atto all’interno del Comune, con particolare attenzione al suo servizio e con l’obiettivo di integrarli con le nuove progettualità che possono emergere dal Piano strategico. Piano urbano del traffico, 2000 (aggiornamento 2006) Piano della sicurezza stradale Progetto Life Piano strategico del trasporto pubblico per l’area urbana (Novara è capofila di una conurbazione di sette Comuni per un totale di 160.000 abitanti) Piano di segnalamento Nuovo PRG (in fase di controdeduzioni) Progetti in corso per la riqualificazione di strade Piano integrato di sviluppo locale Contratto di quartiere L’arch. Vallaro, Dirigente Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica, in conclusione ha ricordato gli obiettivi generali del Piano Strategico: Questioni di governance interistituzionale. “L'attività di pianificazione strategica può consolidare, intensificare ed irrobustire i dispositivi di sussidiarietà verticale tra i diversi livelli di governo - europeo, nazionale, regionale, provinciale e comunale - le relazioni tra la Provincia, il Comune capoluogo e gli altri Comuni, ma anche contribuire alle relazioni della regione urbana con altri contesti territoriali a scala nazionale e internazionale”. Questioni di governo territoriale. “La costruzione di un processo di pianificazione strategica può contribuire a delineare una ipotesi di governo coerente con le caratteristiche e le risorse specifiche della regione urbana novarese (a partire dalla definizione condivisa dei nuovi tracciati infrastrutturali, di una politica di sviluppo economico produttivo, dal rapporto tra Novara e il territorio). Questa ipotesi di governo non può essere dedotta da decisioni legislative né calata dall’alto, ma deve essere concretamente sperimentata mettendo in gioco attori e risorse specifiche del contesto territoriale”. Valorizzazione e messa in rete di progetti in atto o attivabili. “L’Amministrazione comunale di Novara può, attraverso il PS, farsi promotrice e coordinatrice di progettualità, proprie e di altri attori rilevanti, in grado di orientare e governare i processi di sviluppo territoriale di area vasta. L’attività di pianificazione strategica dovrebbe essere pensata come un cantiere che permette innanzitutto di ripensare in chiave strategica progetti già attivati o in via di attivazione, ma anche di produrre nuovi progetti significativi su questioni centrali per lo sviluppo e l’abitabilità della regione urbana”. Consolidamento, messa in rete e rafforzamento del capitale conoscitivo disponibile per tutti gli attori. “L’attività di pianificazione strategica può essere un dispositivo che 137 NOVARA. PIANO STRATEGICO contribuisce a mettere in rete e a stimolare risorse progettuali provenienti da una molteplicità di luoghi e contesti”. L’incontro si è concluso con l’impegno, da parte del Comune, di verificare la possibilità, presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, di posticipare la scadenza di consegna garantendo comunque l’erogazione del finanziamento concordato. 138 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 2 Comune di Novara - Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica Palazzo Faraggiana - Via Ferrari 13, Novara 27 settembre 2006, ore 10,00-12,30 Per il Comune di Novara: arch. Paola Vallaro (Direttore Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”) Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e Trasporti) Per il Politecnico di Milano: arch. Arturo Majocchi, prof.ssa Elena Mussinelli, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva Per SCS Azioninnova: dott. Luca Franci, dott. Carmelo Bonaccorso L’incontro è stato promosso per verificare con il Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica del Comune e con il Settore Urbanistica e Trasporti della Provincia, gli interventi realizzati e in programma per lo sviluppo socio-economico e territoriale di Novara e del suo sistema di infrastrutture per la mobilità e la logistica. L’arch. Vallaro ha ripercorso le tappe del processo di pianificazione strategica che negli ultimi anni ha interessato l’area metropolitana della città di Novara, e in particolare ha illustrato l’origine e le iniziative avviate nell’ambito del Progetto strategico di area vasta e del Patto per lo sviluppo. Il Piano strategico di area vasta è nato da una selezione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha ritenuto Novara una delle città in grado di svolgere quel ruolo di coordinamento richiesto per lo sviluppo del Piano stesso. A seguito della selezione, alla Regione Piemonte è stato affidato un incarico per l’analisi dei possibili influssi delle strategie di sviluppo infrastrutturale alla macro-scala dei corridoi europei. La Regione ha successivamente coinvolto la Provincia nel lavoro di analisi. Le ricadute locali di tali strategie di scala europea sono quindi state indagate dal Comune e dalla Provincia di Novara con il coinvolgimento della dott.ssa Baici della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. In questo modo la Provincia è venuta ad assumere un ruolo chiave di collegamento e di messa in sinergia dei due studi. Nell’ambito del processo di pianificazione strategica, nel luglio 2005, il Comune, la Provincia, l’Università e le parti sociali coinvolte (Camera di Commercio di Novara, AIN, API, Cia, Coldiretti, Confartigianato, CNA, Confcommercio, Confagricoltura, Confesercenti, Unicom, Legacoop, Confcooperative, CGIL, CISL, UIL) hanno sottoscritto un Patto per lo sviluppo con l’individuazione di tavoli di lavoro e concertazione. In linea con questi tavoli sono state delineate le tematiche di approfondimento del Piano strategico di area vasta, ossia: 1. governo e sviluppo del sistema della mobilità e della logistica; 2. formazione e valorizzazione delle risorse umane; 3. qualificazione e innovazione del sistema delle imprese; 4. semplificazione amministrativa e miglioramento dell’architettura di governo territoriale. Trasversale a queste la tematica della sostenibilità ambientale considerata condizione irrinunciabile alla base di ogni futura azione di sviluppo della città. 139 NOVARA. PIANO STRATEGICO Per quanto concerne l’asse di sviluppo su infrastrutture e sistema della mobilità e della logistica, si è ribadita la complessità dello sviluppo del nodo ferroviario di Novara, con la realizzazione della nuova linea dell’alta velocità, con conseguenti impatti e ricadute a livello di trasporto merci, realizzazione di poli per la logistica e per l’intermodalità, indotti economici, interventi al servizio e per l’accessibilità della rete. Nella realtà è stato osservato che lo scenario di riferimento per lo sviluppo del Piano strategico e del Piano urbano della mobilità deve necessariamente confrontarsi con la tempistica della realizzazione del corridoio 5 Lisbona-Kiev e quindi operare delle simulazioni ridimensionate sul breve-medio periodo. Ad oggi lo stato di realizzazione della linea, per la parte di competenza italiana, vede infatti una prima tratta realizzata e operativa Torino-Novara; una seconda tratta Novara-Milano che si prevede di completare entro il 2009-2010; una terza tratta oltre Milano verso Kiev ancora in una fase di studio preliminare senza ipotesi di realizzazione dei lavori nel medio periodo. Analoghe considerazioni possono essere fatte per l’altro corridoio europeo che attraversa l’area di Novara, il corridoio 24 dei due mari Genova-Rotterdam. Lo stato dei fatti vede infatti la mancanza di fondi per il potenziamento del porto commerciale di Genova e per la realizzazione del necessario terzo valico di collegamento con Alessandria che dovrebbe assumere la funzione di retroporto. Proprio per questo livello di indeterminatezza lasciano ancora aperti ampi margini nella fondamentale che Novara si dimostri capace di 2013, per garantirsi le risorse necessarie ad un territoriale. di alcune scelte politiche e strategiche che localizzazione delle infrastrutture, diventa allocare sul suo territorio i fondi FSE 2007adeguato controllo e governo dello sviluppo Sulla questione ancora aperta del disegno del nodo di Novara esiste un Protocollo di intesa di modifica della prima soluzione proposta nel 2004. Restano le problematiche relative alla mancanza di finanziamenti per la realizzazione della nuova stazione lungo la linea dell’alta velocità, a fianco dell’autostrada. Incertezze ci sono anche sul nuovo ruolo che sarà chiamato ad assumere il Centro Interportuale Merci, oggi impiegato esclusivamente con funzioni distributive, legato alle scelte politiche della Regione. Si registra inoltre che attualmente il sistema Malpensa ha una ricaduta minima in ambito locale, essendo oggi solo un attrattore passeggeri. Non vanno però sottovalutati il ruolo e le carte che Novara può giocare in merito al potenziamento dal punto di vista di un terminal cargo, trovandosi all’incrocio di importanti vie di comunicazione su ferro e gomma. In questo contesto generale il Piano urbano della mobilità deve necessariamente collocarsi in uno scenario che presenterà dei capisaldi fissi attorno a cui si muovono una serie di varianti legate a strategie e decisioni di carattere politico. La stessa area vasta di riferimento per la redazione del Piano presenta elementi di labilità, rappresentando un ambito territoriale omogeneo a geografia variabile a seconda delle diverse relazioni che di volta in volta sono indagate legati. Questi elementi di labilità rendono complesso il processo di governo e di governance. Occorrerà quindi operare delle scelte per individuare uno scenario ottimale di sviluppo e definire gli adeguati strumenti di governo del territorio per la gestione di tale sviluppo (in termini di semplificazioni amministrative e tavoli di concertazione). L’arch. Iorio ha quindi approfondito le tematiche esposte dall’arch. Vallaro con alcune considerazioni sui processi attivati alla scala provinciale. 140 ALLEGATI In particolare ha fatto notare come Novara ad oggi sia l’unica Provincia del Piemonte a non ha beneficiato dei fondi FSE per lo sviluppo infrastrutturale, ribadendo l’importanza di riuscire ad avere accesso a quelli del prossimo Programma quadro 2007-2013. È stato inoltre sottolineato come il ruolo centrale di Novara emerga chiaramente anche dal Piano d’area Malpensa dove sono individuati i tre poli di interesse dell’area: Malpensa, Rho, Novara. Si segnala inoltre che c’è stato il lancio dell’Osservatorio provinciale della logistica e che lo stesso Piano territoriale di coordinamento provinciale ha operato una razionalizzazione dei servizi produttivi, con la localizzazione delle aree ecologicamente attrezzate. A conclusione la dott.ssa Baici ha messo l’accento sull’importanza di elaborare strategie di sviluppo che siano coerenti con la mission che si è dato il nuovo PRG e sugli accordi esistenti tra Piemonte e Lombardia. Un ingrediente forte per il Piano strategico di area vasta e per il Piano urbano della mobilità è la dimensione socio-economica del novarese. Il sistema economico locale ha un elemento di eccellenza nell’industria che produce rubinetteria e valvolame, concentrate nell’area di Borgomanero. Si riscontra invece una sostanziale debolezza dell’Ovest Ticino. Una considerazione è stata poi fatta sull’impatto del CIM che ad oggi occupa 25-30 persone. A fronte quindi di un elevato consumo di suolo si riscontra un impatto irrilevante sull’economia locale. Mancano inoltre servizi al contorno e si riscontrano carenze infrastrutturali. Il CIM continua comunque a rappresentare una grossa potenzialità per la città, ma il futuro dovrebbe evolversi verso uno sviluppo della logistica integrata. 141 NOVARA. PIANO STRATEGICO VERBALE DI INCONTRO N. 3 Comune di Novara - Servizio Mobilità Urbana Tutela Ambientale Corso della Vittoria 60, Novara 3 ottobre 2006, ore 14,30-17,00 Per il Comune di Novara: geom. Daniele Ambientale) Finazzi (Servizio Mobilità Urbana Tutela Per il Politecnico di Milano: arch. Arturo Majocchi, prof. Luca Marescotti, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva L’incontro è stato promosso per verificare con il Servizio Mobilità Urbana Tutela Ambientale, nella persona del geom. Finazzi, le linee guida definite dall’Amministrazione comunale per lo sviluppo logistico di Novara. Il geom. Finazzi ha presentato al gruppo di lavoro del Politecnico di Milano gli strumenti di pianificazione vigenti o in fase di approvazione nel Comune di Novara, e in particolare: Piano urbano del traffico, 2000 - Il Piano definisce gli obiettivi e le strategie generali, illustra le diverse categorie di strade e presenta il rilievo dei flussi di traffico (1999) con origini e destinazioni principali. È stato redatto un aggiornamento del Piano urbano del traffico, condiviso con le associazioni di categoria, del quale però non risulta ad oggi ancora avviato l’iter di approvazione. L’aggiornamento pone come nodo fondamentale quello del trasporto pubblico e propone un intervento sul centro storico allargato, con un attento studio della sosta a breve, medio e lungo termine. In particolare sono individuati i parcheggi strategici in strutture, nuove o esistenti, e un sistema per la sosta lungo il secondo cerchio dei baluardi. Viene auspicata a breve una sostanziale modifica della viabilità all’interno della città, che ha avuto come prima attuazione la disciplina di senso unico sui baluardi. In particolare il primo anello ha la circolazione in senso orario, il secondo anello in senso antiorario. A corredo dell’aggiornamento del Piano c’è un rilievo del traffico del 2006 con nuove origini e destinazioni dei flussi per verificare gli effetti degli interventi sulla viabilità. Si riscontra che la realizzazione della nuova tangenziale a est ha diminuito i flussi di attraversamento, ma non ha risolto i problemi del traffico urbano; Piano della sicurezza stradale - Obiettivo del Piano è la riduzione della percorrenza veicolare, recuperando le sedi stradali per la realizzazione di “cortili urbani” e spazi di vicinato. È un vero e proprio piano di riqualificazione alla scala del quartiere e dell’isolato. Parte degli interventi realizzati sono inseriti all’interno del più generale Progetto Life, oggi concluso; Rilievo degli incidenti annuali - a partire dal 1999; Piano strategico del trasporto pubblico per l’area urbana - Novara è capofila di una conurbazione di sette Comuni per un totale di 160.000 abitanti, e rappresenta il bacino più grande del Piemonte. Piano di segnalamento - in corso; Nuovo PRG - in fase di controdeduzioni. Si osserva che il nuovo PRG non opera scelte definitive nel merito della localizzazione del nuovo ospedale e del tracciato di completamento della tangenziale che sono rimandati ad altri strumenti di pianificazione. 142 ALLEGATI Nell’ottica di fornire delle linee guida per lo sviluppo logistico della città di Novara è emersa la necessità di dare indicazioni chiare nell’ottica della mobilità sostenibile. Novara è città-pilota del Ministero in materia di sicurezza, e a breve lo sarà anche per progetti legati all’ambiente. Si è ribadito che ogni intervento sulla sicurezza agisce alla scala dell’isola ambientale. In realtà, seguendo le logiche dell’aggiornamento del Piano urbano del traffico, l’intera Novara (intesa come centro storico allargato alla seconda cerchia dei baluardi) può essere considerata un’isola ambientale, ovvero area 30. Questo consentirebbe di intervenire in modo efficace aumentando la vivibilità della città, la sicurezza dei cittadini, ma anche l’attrattività turistica rispetto al mercato internazionale. E’ auspicato un ridisegno omogeneo del territorio all’esterno dei baluardi, che possa ad esempio avere come filo conduttore la realizzazione di un terzo anello di circonvallazione, strutturato come greenway. In linea con la realizzazione della greenway anche i collegamenti a raggiera con l’esterno dovrebbero essere pensati con un’ampia sezione a quattro corsie, in modo che almeno due possano essere dedicate alle piste ciclo-pedonali e al traffico dei mezzi pubblici su corsia preferenziale. Un tema importante sarà quello di creare dei portali di ingresso alla città e ai quartieri dell’hinterland (Pernate, Vevere, Biandrate). I collegamenti con l’esterno non sono ad oggi ancora stati determinati, ma dovranno garantire un rilevante volume di traffico e una quota parte dovrà essere dedicata alla viabilità ciclo-pedonale. Rispetto all’area nord-est, già densamente urbanizzata e occupata in parte dal Centro interportuale merci, per la quale si auspicano interventi di armonizzazione dell’esistente (con l’attivazione di investimenti da parte di Regione, Comune e Provincia), si è evidenziata l’opportunità di favorire uno sviluppo della città verso nord-ovest. Tale sviluppo, che implica collegamenti con San Pietro Mosezzo, Biandrate, Vercelli e Borgomanero, è fortemente condizionato dai lavori di completamento della tangenziale. In particolare si segnala che il lotto 0 è già finanziato e progettato, mentre il lotto 5 a ovest non trova riscontri nel nuovo PRG. Si dovrebbe comunque trattare di nuovi insediamenti misti, perché la popolazione non accetterebbe probabilmente nuove grandi aree produttive. Sono quindi stati illustrati alcuni progetti in corso di realizzazione o in programma per la città di Novara: progetti in corso per la riqualificazione di strade - tra cui interventi in Canale Sella e Corso della Vittoria, due nuove rotatorie in Corso Trieste, e il Progetto Life nel quartiere Torre Quartana, con la realizzazione del Giardino del Mondo in Via Monte S. Gabriele. Quest’ultimo progetto prevedeva anche interventi sulle strade parallele, non realizzati per mancanza di risorse; nuovo ospedale cittadino - a sud di Novara, del quale sono stati condotti i primi studi di fattibilità ad opera dello studio Gregotti; Piano integrato di sviluppo locale - in corso; Contratto di quartiere - in corso; studio di fattibilità per la costituzione di una Società di trasformazione urbana. Si è quindi sottolineato come il Piano urbano della mobilità dovrebbe fornire caratteristiche e requisiti delle infrastrutture da realizzare secondo principi di progettazione integrata. Dovrebbe inoltre essere uno strumento nelle mani dell’Amministrazione per attingere ai finanziamenti europei. Nel Piano si dovrebbero inoltre esplicitare delle chiare indicazioni sul trasporto pubblico, quali l’impiego di energie alternative o la realizzazione di linee di metropolitana leggera. Si dovranno 143 NOVARA. PIANO STRATEGICO fare scelte nel merito del taglio modale del trasporto pubblico, con precise indicazioni sulle opportunità di investire nel potenziamento del trasporto su gomma o su ferro. Novara è una città complessivamente ricca, ma anche poco propensa alla trasformazione. Il Piano urbano della mobilità dovrà quindi anche agire per orientare le opinioni, ad esempio per far accettare lo sviluppo della città con la nuova stazione per l’alta velocità e lo scambio intermodale a est, e lo sviluppo terziario e produttivo a ovest. Si tratta comunque al momento di ipotesi che devono ancora essere chiarite e condivise. È infine emerso che un punto fondamentale per la realizzazione dei progetti è la creare condizioni di continuità di collaborazione e di struttura dedicata all’interno del Comune. 144 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 4 Comune di Novara Palazzo Cabrino - Via Rosselli 1, Novara 6 ottobre 2006, ore 15,30-18,15 Per il Comune di Novara: arch. Paola Vallaro (Direttore Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), arch. Roberto Guasco (Dirigente del Servizio Mobilità Urbana e Tutela Ambientale), arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e sviluppo della città), ing. Paolo Pepe (Assessore all’Urbanistica), prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”) Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e Trasporti) Per la Regione Piemonte: ing. Gianni Cesare Rosa (Direttore Trasporti Settore Trasporti e Pianificazione), arch. Mauro Chiotasso (Dirigente Settore Territorio Finpiemonte S.p.A.) Per il Politecnico di Milano: arch. Arturo Majocchi, prof. Luca Marescotti, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro L’incontro è stato promosso per verificare con la Regione Piemonte il ruolo dei due poli di Novara e Alessandria. L’assessore Debiaggi ha cominciato la riunione facendo un quadro generale del documento strategico redatto dalla regione sottolineando come la regione finanzi in parte i vari progetti che hanno anche il supporto di Finpiemonte. Lo sforzo maggiore deve essere quello di evitare il più possibile sovrapposizioni nello sviluppo dei lavori definendo una base comune di partenza che porti però a due sviluppi diversi nella sostanza equamente sostenuti dalla regione. L’attenzione viene focalizzata soprattutto sul Corridoio 24, quello cioè che al momento necessita maggiormente di definizione e che in prospettiva offre le maggiori potenzialità. L’arch. Vallaro sottolinea come si debba mirare ad una specifica lettura territoriale che tenga conto dei fattori derivanti dalle realtà di Genova e Malpensa; l’approfondimento deve seguire tre livelli: territoriale, trasportistico e logistico. L’arch. Majocchi espone l’idea del gruppo di lavoro sul concetto di Area vasta indicando che si tratta di spazi a geometrie variabili; dato il tempo ristretto c’è necessità di concentrarsi maggiormente sul territorio novarese e di mettere a sistema le molte iniziative che si propongono a livelli diversi con tempistiche che spesso non si conoscono. Le invarianti da cui partire non sono ancora chiare. L’ing. Rosa si domanda se ci sarà realmente un progetto di Area vasta oppure semplicemente un Piano strategico di Novara. Non si può arrivare alla fine con due documenti diversi completamente nelle basi e nella sostanza. Si deve partire da alcune precondizioni generali con le quali tutti concordano; bisogna analizzare il nodo interconnettivo nella sua totalità e domandarsi quali effetti diretti e indiretti vengono messi in campo. Occorre studiare la convergenza dei due corridoi che potrebbero incontrarsi senza mai dialogare; viene sottolineata ancora una volta la necessità di presupposti comuni. L’arch. Vallaro auspica quanto meno che ci sia un unificazione tra le tempistiche di consegna dei due lavori. L’assessore Debiaggi sottolinea come il comune si attivi come capofila di vari progetti ai quali occorre dare confini corretti e appropriati. 145 NOVARA. PIANO STRATEGICO L’ing. Rosa fa notare come le invarianti e gli scenari sono da immaginare in un arco temporale di 12-15 anni. L’assessore Pepe pone la questione della gerarchia degli interventi; bisogna definire la cornice e i poteri dei vari gruppi di studio. Alessandria si dovrebbe rivolgere a Genova e Novara a Malpensa. L’arch. Chiotasso puntualizza che il Piano regionale della logistica è ancora in fieri e dovrebbe essere posto in relazione con quello lombardo. Gli elementi di confronto ci sono bisogna solo lavorare sinergicamente cominciando con uno scambio di documenti. La riunione si conclude con l’assessore Debiaggi che si auspica che a breve ci siano altri incontri finalizzati alla creazione di una sinergia tra i due lavori. 146 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 5 Comune di Novara Palazzo Cabrino - Via Rosselli 1, Novara 19 ottobre 2006, ore 15,30-18,00 Per il Comune di Novara: arch. Paola Vallaro (Direttore Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), arch. Roberto Guasco (Dirigente del Servizio Mobilità Urbana e Tutela Ambientale), arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e sviluppo della città), prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”) Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e Trasporti) Per il Politecnico di Milano: prof. Fabrizio Schiaffonati, arch. Arturo Majocchi, prof. Luca Marescotti, prof. Lorenzo Mussone, prof.ssa Elena Mussinelli, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro L’incontro è stato promosso per presentare al comitato di coordinamento del Piano strategico la bozza del Piano operativo riferito al “Servizio di assistenza tecnica alla definizione del Piano strategico di area vasta e redazione del Piano della mobilità (PUM)”. L’assessore Debiaggi ha introdotto l’incontro presentando la pubblicazione fatta dal Comune di Firenze con lo scopo di illustrare le attività e il processo di formazione del Piano strategico. Ha inoltre espresso l’intenzione di avviare le procedure per l’inserimento di Novara nella rete delle città strategiche italiane (l’incontro con il sindaco della città di Firenze, e presidenze della rete delle città strategiche, Leonardo Dominici è previsto nei giorni successivi). Il comitato di coordinamento del Piano strategico individua nella persona del dott. Fabrizio Gambaro il referente principale per poter interloquire e confrontarsi con i quattro tavoli del Patto. L’assenza del dott. Gambaro rimanda qualunque domanda specifica sui tavoli ad una data da concordare. Il prof. Schiaffonati presenta il documento ponendo l’accento sull’aspetto cognitivo del lavoro e su due rilevanti questioni quali l’individuazione delle priorità e la governance. Sottolinea inoltre l’esigenza di operare partendo dai tavoli del Patto per lo sviluppo, senza introdurre ulteriori organi di ascolto e concertazione. L’arch. Majocchi indica la necessità che sia il comitato di coordinamento ad indicare i soggetti privilegiati con cui interloquire e invita a riflettere sul concetto di area vasta che potrebbe descrivere geometrie variabili. L’obiettivo primo è definire la mappa strategica del territorio. L’assessore Debiaggi sottolinea la criticità dovuta ai tempi molto ridotti (riconducibile alle scadenze ministeriali) e si interroga su come si possa impostare il programma di lavoro, con l’obiettivo di produrre uno strumento efficace e “aperto”, implementabile nel tempo e non deterministico. Per quanto concerne l’individuazione degli attori l’assessore propone di cominciare dai tavoli tematici. Bisogna creare uno strumento di governo che possa essere gestito dagli attori. L’arch. Vallaro afferma che bisogna fare un progetto con una impostazione che permetta una continue implementazioni e adeguamenti, con l’auspicio di riuscire a coinvolgere anche altri soggetti presenti sul territorio. 147 NOVARA. PIANO STRATEGICO La dott.ssa Baici, che siede a due dei quattro tavoli tematici, sottolinea come a suo parere le attività dei tavoli siano fortemente eterogenee ed abbiano sino ad ora prodotto solo due progetti: Osservatorio della logistica; Sportello unico delle attività produttive. L’arch. Guasco afferma la volontà di non contare su eventuali proroghe ma lavorare con le scadenze già fissate. L’arch. Iorio afferma che due dei tavoli tematici sono produttivi e che quindi è importante andare ad ascoltarli. Resoconda quindi alcune delle attività e dei progetti promossi dalla Provincia: accordi di pianificazione con 10 Comuni; ciclo delle acque; banda larga; 56 km piste ciclabili. In conclusione l’arch. Vallaro ci illustra i contenuti della riunione avuta con i dirigenti di RFI, durante la quale è emersa la proposta che intendono portare avanti. Argomentata da considerazioni e studi sia di carattere economico che legati alle tempistiche di realizzazione delle opere, la proposta prevede la realizzazione di un percorso sotterraneo (due gallerie) per le merci provenienti da sud. Il documento presentato, alla presenza del Presidente della Provincia e del Sindaco di Novara, prevede anche l’ipotesi di delocalizzazione della stazione Huckepack all’interno del complesso attuale di Boschetto (la prima proposta prevedeva il posizionamento a nord della città in località Vignale. RFI ritiene che la tecnologia Huckepack, abbia un ciclo di vita utile non superiore ai 10 anni. 148 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 6 Provincia di Novara – Servizi Tecnici Palazzo Tornielli - Via Greppi 7, Novara 23 ottobre 2006, ore 9,30-11,30 Per il Comune di Novara: prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”), dott. Fabrizio Gambaro Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e Trasporti); assessore Bruno Lattanzi (Assessore alla Programmazione Territoriale e Urbanistica) Per il Politecnico di Milano: arch. Arturo Majocchi, prof. Luca Marescotti, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro L’incontro è stato promosso per parlare con il coordinatore dei tavoli tematici al fine di avere un quadro d’insieme dello stato di avanzamento. Il dott. Gambaro introduce l’incontro sottolineando che il Patto per lo sviluppo fotografa una situazione. La Provincia si pone come garante amministrativo dei tavoli mentre la paternità delle proposte e dei contenuti è da attribuire ai tavoli stessi. I tavoli si sono posti i seguenti obiettivi: Attrattività e marketing --- Polo attività sostenibile Semplificazione amministrativa - Semplificazione delle norme degli insediamenti produttivi Capitale umano - Polo formativo gestione logistica Attrattività e marketing - Agenzia per lo sviluppo territoriale L’obiettivo trasversale è quello di creare un Osservatorio del mercato del lavoro. Le criticità individuate sono di due nature: deleghe non adeguate, che non sono in grado di rappresentare correttamente l’ente di appartenenza, partecipazione solo come uditori e non come interlocutori attivi; difficoltà a condividere strategie a lungo termine. I partecipanti al tavolo, come già osservato, non possono prendere decisioni ma devono riferire, riducendo di fatto l’efficacia dell’azione di concertazione. La partecipazione non è quindi assunta coma strategica rispetto agli obiettivi degli enti stessi. L’assessore Lattanzi affronta il tema della chimica sostenibile con riferimento al centro di ricerca Donegani. Sottolinea che sarebbe opportuno indirizzare gli sforzi verso temi come l’agricoltura, il rapporto con l’università e sopratutto la logistica, ragionando sulla necessità di associare alle attività di intermodalità, tipiche della “logistica classica”, l’integrazione con la produzione. Bisogna spostare l’attenzione degli ingegneri esperti in strade e ferrovie verso una visione integrata dei trasporti sul territorio. Oltre a ciò andrebbero poi integrate le politiche della Regione Piemonte con quelle della Regione Lombardia. Sottolinea inoltre la storica impostazione torinocentrica della Regione Piemonte, evidenziando la necessità di un cambiamento delle politiche strategiche regionali. Il dott. Gambaro si auspica che i tavoli possano diventare veri momenti operativi, sistemi di governance pubblici e privati; ne auspica pertanto un rilancio. 149 NOVARA. PIANO STRATEGICO La dott.ssa Baici mette l’accento sulla crisi del settore manifatturiero e sulla potenzialità dei diversi settori che però nessun sembra cogliere a pieno. Il dott. Gambaro afferma che quello che manca è la capacità di porre i problemi (problem setting), si è ancora lontani dal trovare una loro soluzione (problem solving). Non si determinano azioni di cambiamento. Manca una struttura pubblica che elabori le strategie, bisogna trovare un interfaccia tra tutti gli attori. Anche nel 1997 ci fu un Patto che è stato solo un atto politico tutt’altro che concreto. 150 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 7 Comune di Novara Palazzo Cabrino - Via Rosselli 1, Novara 25 ottobre 2006, ore 15,30-18,00 Per il Comune di Novara: arch. Roberto Guasco (Dirigente del Servizio Mobilità Urbana e Tutela Ambientale), arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e sviluppo della città), prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”), dott. Fabrizio Gambaro Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e Trasporti) Per il Politecnico di Milano: arch. Arturo Majocchi, prof. Luca Marescotti, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, dott. Andrea Poltronieri, arch. Raffaella Riva Per SCS Azionninova: dott. Luca Franci, dott. Carmelo Bonaccorso, dott. Alessandro Tabarroni L’incontro è stato promosso per fare il punto sull’evoluzione della fase di analisi del Piano strategico e per chiarire alcuni aspetti relativi al ruolo del CIM e della rete logistica. Il prof. Marescotti ha iniziato la riunione facendo un primo punto sulla situazione logistica sottolineando come la posizione di Novara sia considerata troppo distante da Genova per diventarne il retroporto e come Malpensa al momento abbia un movimento di merci non rilevante. Le criticità individuate sono di due nature; innanzitutto molto spesso gli attori delegano a persone che trovano difficoltà ad intervenire risultando quindi più auditori che attori e poi si denota una mancanza di strategia a lungo termine. L’arch. Vallaro afferma che il CIM rappresenta dal punto di vista logistico un punto nodale del territorio e allo stesso tempo un nodo da sfruttare. L’arch. Guasco afferma che per assurdo si potrebbe anche pensare ad un CIM 2 sottolineando come non si debba obbligatoriamente restare legati al territorio novarese; bisogna creare nuove opportunità anche diverse da quelle già presenti. Il dott. Gambaro riferisce dell’incontro avuto con il gruppo di lavoro nel quale ha espresso perplessità sui risultati dei tavoli tematici innanzitutto perché molto spesso gli attori delegano a persone che trovano difficoltà ad intervenire risultando quindi più auditori che attori e poi si denota una mancanza di strategia a lungo termine. L’assessore Debiaggi sottolinea come il ruolo dei tavoli non debba essere per forza propositivo. Il dott. Gambaro aggiunge che il superamento dell’empasse si ha solo con il coinvolgimento strategico di tutte le autorità che hanno sottoscritto il patto. L’arch. Vallaro sottolinea come i punti nodali su cui il gruppo di lavoro deve concentrarsi maggiormente sono: Nodo infrastrutturale; CIM; Polo tecnologico; 151 NOVARA. PIANO STRATEGICO Sostenibilità ambientale. Si aggiunge inoltre come la valorizzazione del Piano deve avvenire non per vincoli ma per progetti. Si affronta poi il tema della governance: l’arch. Guasco propone di orientarsi su un sistema di tipo imprenditoriale mentre la prof.ssa Baici pensa più ad un modo di gestire e fare ordine mediante un quadro all’interno del quale si vedano i micro-obiettivi dei diversi soggetti. 152 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 8 Provincia di Novara – Servizi Tecnici Palazzo Tornelli - Via Greppi 7, Novara 7 novembre 2006, ore 10,00-13,00 Per il Comune di Novara: arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e sviluppo della città) Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e Trasporti) Per CIM S.p.A.: ing. Stefano Bonino (Amministratore delegato), dott.ssa Borrini Per il Politecnico di Milano: arch. Arturo Majocchi, prof. Luca Marescotti, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva L’ing. Bonino ha presentato la realtà del Centro interportuale merci di Novara, attività, gestione e prospettive di sviluppo al 2015, in particolare è emerso: CIM S.p.A., società di cui l’ing Bonino è Amministratore delegato, è proprietaria delle aree del Centro interportuale ma non svolge attività dirette nello scalo, se non nella gestione dello sviluppo omogeneo dell’area. CIM S.p.A. ha una partecipazione al 40 % nella società Eurogateway che gestisce l’intermodalità. Nel Centro intermodale svolgono inoltre attività di logistica (principalmente stoccaggio merci e manutenzione mezzi) diversi operatori privati. L’attività intermodale è iniziata nel 1995, ma solo nel 2004 si sono in parte risolti i problemi legati alla fornitura di servizi accessori, in particolare si è avviata la realizzazione di 2 magazzini per 80.000 mq che verranno affittati attraverso gare di evidenza pubblica a operatori che già utilizzano il Centro intermodale. Per lo sviluppo futuro del CIM si punta molto sull’implementazione di servizi di supporto quali la bonifica container e la riparazione treni e automezzi, che offrono le maggiori possibilità di impiego e ricadute sulla popolazione locale. Si candida quindi a diventare centro intermodale leader che offre servizi di assistenza vettori (riparazioni e altro). Ad oggi l’area CIM ovest ha ottenuto la compatibilità ambientale dal Ministero e i finanziamenti per l’avvio dei lavori di sistemazione interna e razionalizzazione di aree e attività. Entro breve dovrebbe inoltre arrivare il nulla osta di RFI per la costruzione di un secondo ponte sul Terdoppio per l’accesso all’area intermodale. Per l’implementazione dei servizi accessori, Eurogateway ha avviato trattative con RFI per l’affidamento della manutenzione dei carri ferroviari. Il CIM si candida quindi a diventare punto di riferimento e centro specializzato nella manutenzione, consentendo di ridurre notevolmente i tempi di “fermo” per i carri in riparazione e quindi i costi di investimento degli operatori che utilizzano il servizio. Una criticità, insita nel sistema della logistica che lavora con tempi estremamente ristretti, è stato lo scollamento che si è avuto tra investimento intermodale e investimenti sulle aree, che ha rappresentato un freno allo sviluppo del Centro interportuale, solo in parte risolto oggi con l’avvio della realizzazione dei nuovi magazzini, la razionalizzazione delle aree, l’espansione e la realizzazione di nuovi binari dedicati. Attualmente nel CIM ovest (l’area a ovest della tangenziale di Novara operante dal 1995) sono movimentate 200.000 UTI all’anno. È stimato che la capacità massima del sistema è di circa 250.000 UTI, si tratta quindi di una struttura che sta rapidamente raggiungendo la saturazione (2008-09), anche in considerazione del trend di crescita della domanda attuale (nel 2005 la crescita è stata del 12% contro una media nazionale attesta al 9%) e presumibile 153 NOVARA. PIANO STRATEGICO ulteriore incremento dovuto al potenziamento della rete ferroviaria. Da qui la necessità di un ampliamento ad est della tangenziale servito da almeno 5 nuovi binari in regione dell’apertura dei trafori svizzeri. Il nuovo PRG di Novara destina a tale scopo 1.200.000 mq vincolate come “aree serbatoio” dell’interporto. Emerge la necessità di avviare da subito l’iter per ottenere la compatibilità ambientale e i finanziamenti per la realizzazione di CIM est (prefattibilità ambientale, avvio del dialogo con le parti sociali, avvio di un piano di comunicazione) con una tempistica ragionevolmente contenuta (si stima l’operatività completa del sistema entro 15-20 anni). La realizzazione di CIM est aumenterà la capacità del sistema di circa 4 volte rispetto all’attuale. Oggi esiste un progetto di massima che ruota attorno alle esigenze dell’area intermodale. Con l’operatività di CIM est si potrebbe prendere in considerazione l’abbandono dell’area Boschetto oggi in piccola parte gestita da Eurogateway. L’esigenza espressa da CIM S.p.A. è quella di sviluppo della struttura per lotti progressivi, nell’ottica di mantenere la destinazione di una componente rilevante del comparto per l’intermodalità, a scapito dell’insediamento di servizi più redditizi (magazzini). La scelta è principalmente dettata dalla mission della società a partecipazione a maggioranza pubblica che opera in una logica di implementazione del traffico merci su ferro. Si esclude la possibilità di apertura al sistema produttivo che esula dalle logiche dei centri intermodali votati alla logistica. Non si esclude lo sviluppo di eventuali attività produttive strettamente legate a sistemi di import-export nell’intorno del CIM, ma esclusivamente come indotto dato dalla presenza dell’interporto, anche sull’esempio di quanto è avvenuto nell’area di Verona. Rispetto all’insediamento dello Huckepack, la cosiddetta “autostrada viaggiante” gestita del Gruppo Ferrovie dello Stato con Hupac e CEMAT, sempre in Novara nell’area di Boschetto, si sottolinea come questo sia principalmente dovuto ai recenti provvedimenti della Svizzera che hanno posto forti limitazioni al transito di mezzi pesanti. Si ritiene che l’intermodalità rappresenti una soluzione migliore al problema dell’attraversamento del territorio elvetico, in quanto lascia maggiori gradi di libertà e riduce i costi di trasporto limitato alle sole merci e non anche a automezzi e persone. La soluzione Huckepack resta valida per le piccole imprese che non hanno volumi d’affari tali da giustificare il trasporto intermodale delle merci. Resta la criticità di attraversamento dei fasci binari e la difficoltosa accessibilità dell’area Huckepack. Attualmente il CIM lavora principalmente con traffici merci con il Nord Europa, il 90% dei movimenti merci, circa 400 camion al giorno, sono con Olanda e Belgio. Il 10% del traffico è di tipo gateway ferro-ferro, dal nord Europa per il Sud Italia (in particolare Pomezia). Molto scarso è lo scambio con il porto di Genova anche in considerazione del fatto che i container marittimi hanno esigenze diverse. In riferimento a Slala, società partecipata così come CIM S.p.A. da Finpiemonte, si sottolinea che CIM S.p.A. rappresenta l’attività su cui la stessa Finpiemonte investe principalmente. Non esistono nella realtà quelle criticità legate alla competitività tra le due strutture. In particolare si è osservato che Novara e Alessandria hanno due diverse vocazioni: Alessandria si configura come possibile retroporto di Genova, Novara è invece un’area strategica consolidata per la logistica e il trasporto trovandosi al crocevia dei due corridoi nord-sud e est-ovest che già di fatto esistono, e che le politiche comunitarie puntano ad implementare. Novara in questo senso rappresenta il bilanciamento di Verona. Il Nord Italia ha la necessità di realizzare nuovi poli per la logistica, evitando di incorrere negli errori di sviluppo indiscriminato a “macchia di leopardo”, ma al tempo stesso l’eccessiva concentrazione contraria alla logica stessa di sistema intermodale. Occorre infatti considerare che un efficace ed efficiente sistema intermodale lavora con raggi d’azione del trasporto su 154 ALLEGATI gomma dell’ordine massimo di 200-250 km. Novara è un polo di sviluppo riconosciuto e consolidato su cui i diversi Governi hanno dimostrato l’interesse ad investire. Alessandria in questo senso non potrà andare ad intaccare il mercato novarese, potrà invece andare a creare una nuova fetta di mercato indipendente. La polemica con Slala è quindi nella realtà inesistente, quello che però realmente occorre è una cabina di regia per l’area logistica piemontese-ligure-lombarda, che non può essere svolto da uno dei poli interessati, ma deve essere affidata a un organo tecnico-politico costruito ad hoc dalle tre Regioni. È questo il modello di governance auspicato per la gestione dell’intermodalità e della logistica nel comparto italiano del Nord-Ovest. CIM S.p.A. ritiene interessante potenziare i rapporti con Malpensa, oggi molto limitati a causa degli scarsi volumi di traffico cargo e alla difficoltà di collegamenti. Rispetto al primo punto si fa osservare come oggi il trasporto su ferro sia destinato a merci che non necessitano di puntualità di consegna, che ad oggi non può essere garantita. Per contro il trasporto aereo non ha l’economicità del ferro. Emergono le esigenze per CIM S.p.A. di: - disponibilità delle aree; - accelerazione dei processi decisionali; - potenziamento della rete ferroviaria. Su sollecitazione dell’assessore Debiaggi si ritiene molto utile attivare un proficuo confronto con la realtà di Chiasso. Riferimento: dott. Umberto Ruggerone – responsabile della comunicazione CIM S.p.A. CIM S.p.A. L’Interporto di Novara è realizzato e gestito da CIM S.p.A. Nata nel 1987, annovera tra i suoi Soci importanti aziende e istituzioni pubbliche e private: Finpiemonte S.p.A., S.A.T.A.P. S.p.A., Comune di Novara, S.I..To. S.p.A., B.P.N. S.p.A., Hupac S.A., Provincia di Novara, Banca Intesa S.p.A., FS Cargo S.p.A., Roffi S.r.l. e A.I.N. Il capitale sociale ammonta a 21.200.000 euro. Nel 1995 è stata costituita Eurogateway, società alla quale è affidata la gestione operativa dell’Interporto. Hupac - http://www.hupac.ch/ Espansione dell’offerta di traffico combinato tra il Mar Baltico e l’Italia. Nuovo collegamento shuttle Lübeck-Novara. All’inizio di settembre Hupac ha attivato un nuovo treno diretto tra Novara e Lubecca in collaborazione con i partner Kombiverkehr e Cemat. “Al traffico scandinavo offriamo un nuovo collegamento molto competitivo per l’Italia nordovest”, spiega Giordano Caverzasio, Area Manager Germania nord-sud dell’operatore svizzero. “Il treno circola sull’asse del Lötschberg/Sempione e consente perciò il trasporto di semirimorchi con un’altezza laterale fino a quattro metri”. Il nuovo collegamento è rivolto soprattutto ai traffici con la Svezia, la Finlandia e i Paesi Baltici. “Con tempi di percorrenza di 30 ore in media, questo nuovo treno diretto è assolutamente concorrenziale rispetto al trasporto stradale”, prosegue Caverzasio “Anche ai semirimorchi di 4 metri provenienti dall’area di Lubecca si aprono nuove opportunità”. 155 NOVARA. PIANO STRATEGICO In una prima fase il treno shuttle circola una volta alla settimana, con partenze il venerdì a Novara e la domenica a Lubecca. “All’inizio di ottobre potenzieremo l’offerta introducendo nuovo partenze”, promette Caverzasio. Collegamenti Hupac Baltic Rail Gate Hupac CEMAT - Combined European Management and Transportation - http://www.cemat.it Strada-rotaia, semestre positivo per CEMAT. Introdotto un terzo treno sulla linea VeronaColonia. TRASPORTI E LOGISTICA Genova. Nel primo semestre la CEMAT, società che di trasporto combinato strada-rotaia, ha eseguito 81.567 trasporti in traffico nazionale (+7,5%). Particolare incremento hanno avuto i traffici da e per la Puglia (+26%). I trasporti eseguiti in traffico internazionale sono stati 230.115 (+17,1%). Il risultato, secondo l’azienda, è dovuto al buon andamento dei traffici su tutte le direttrici. In particolare, quello da e per la Germania è cresciuto del 15,3%, quello da e per il Belgio del 15,9% e quello da e per la Francia del 27,4%. Nel corso del semestre è stata ampliata l’offerta sulla relazione fra Verona e Colonia con un terzo treno giornaliero. A fine maggio è poi stato inaugurato un nuovo servizio fra Verona e Lubiana, gestito con la consorella slovena Adriakombi. Dal 10 settembre è stato attivato un nuovo treno sulla relazione fra Novara e Lubecca, offerta in joint con Hupac e Kombiverkehr. Nel corso del semestre la CEMAT ha ampliato il proprio parco carri ferroviario, portandolo a 3.872 (moduli) piattaforme di carico. Per rispondere alle crescenti richieste di trasporto di casse mobili di altezza di metri 2,90 su tutto il territorio italiano, sono stati acquistati 200 carri ferroviari ribassati e due piattaforme di carico idonee. Anno di costituzione: 1953. Oggetto sociale: "La società ha per oggetto: 1 156 La promozione, l’organizzazione e la vendita in traffico interno e internazionale, in ambito terrestre e marittimo di trasporti combinati di container, semirimorchi, casse mobili e autoveicoli per il trasporto merci, anche mediante l’esercizio diretto di impresa di trasporto ferroviario e/o stradale, nonché l’attività di spedizioniere e autotrasporto merci per conto terzi. ALLEGATI 2. La realizzazione, la gestione e l’esercizio dei terminali e dei centri attrezzati per i trasporti intermodali. 3. La costruzione, l’acquisto, il noleggio, l’impiego, la riparazione e la manutenzione dei mezzi e delle attrezzature di ogni tipo e tecnica funzionali ai trasporti intermodali, anche per conto terzi”. CEMAT è una società che gestisce, organizza e commercializza in Italia il Trasporto Combinato Strada - Rotaia, sia in traffico nazionale che internazionale. Capitale sociale: 7 milioni di Euro Principali azionisti: FS Cargo S.p.A. (53,28%) - HUPAC (34,47%) - Operatori privati del trasporto (12,25%). Fatturato 2005: 217,65 milioni di euro. Organico 2005: 264 addetti. Rete intermodale: CEMAT si avvale di una rete di circa 150 terminal posizionati nei principali bacini di traffico europeo, 39 terminal sono collocati sul territorio nazionale. Di questi 20 sono gestiti direttamente da CEMAT. In questi ultimi CEMAT movimenta sia il traffico intermodale di sua competenza, sia altri traffici intermodali gestiti da terzi. Tutti i terminal sono collegati con la centrale operativa di Milano con il sistema EDP on line denominato “Goal”. Inoltre, con le consorelle Hupac, Kombiverkehr, Novatrans e UIRR è stato realizzato il sistema Cesar di controllo del traffico on line che permette a tutta la clientela di monitorare le proprie unità di carico e ricevere per via informatica tutte le informazioni necessarie. Mezzi di sollevamento: 66 gru gommate, e 5 gru a portale su rotaia. Materiale rotabile: Il parco carri a disposizione della società è di 3424 moduli, di cui 1137 di proprietà, utilizzati sia nel traffico nazionale che internazionale. CEMAT ha progettato e creato - ottenendo un successo di livello europeo - Frigosat: un innovativo sistema di trasporto a temperatura controllata monitorato attraverso un collegamento satellitare sulla rete Eutelsat, che fornisce l’esatta locazione geografica, le temperature interne di attività e lo stato operativo del gruppo frigorifero. CEMAT possiede una flotta di casse mobili frigorifere, dotate dell’innovativo sistema, che possono essere messe a disposizione degli operatori, al puro costo, per attività sperimentali onde consentire una più consapevole decisione sugli eventuali investimenti. La Produzione di CEMAT nel 2004 è stata di: trasporti in traffico nazionale, internazionale non accompagnato: 580.482 (+8% rispetto al 2004); spedizioni moduli ferroviari: 554.302 (+6,2% rispetto al 2004); unità di carico trasportate: 811.566 (+7% rispetto al 2004); treni nazionali e internazionali effettuati: 29.913 (11.885+18.028); 718.140 unità di carico movimentate nei terminal a gestione diretta. 157 NOVARA. PIANO STRATEGICO Collegamenti nazionali CEMAT CEMAT è membro dell’ U.I.R.R. (Union International des Sociétés du Transport Combiné Rail - Route) e, per il traffico internazionale, opera per l’organizzazione e la gestione dei trasporti. In partenariato con gli altri membri ubicati nei vari Paesi europei. Codifica e collaudo unità di trasporto intermodali. CEMAT, oltre ad occuparsi delle incombenze caratteristiche e tipiche della gestione del trasporto combinato strada - rotaia, è anche delegata a ricoprire ruoli istituzionali. Essa é, tra l’altro incaricata del collaudo e della codifica delle unità di carico intermodali costruite in Italia. Nel 1998 CEMAT ha ottenuto la Certificazione di Qualità ISO 9002 e nel 2003 ha deciso di implementare il proprio sistema documentato di gestione della qualità in base alla norma internazionale ISO 9001:9002 (Vision 2000 ) per garantire ulteriormente prestazioni di comprovata affidabilità e per consolidare il processo aziendale di miglioramento continuo. Inoltre CEMAT, partecipa frequentemente ai progetti di ricerca nazionali ed europei finanziati sia dalla Commissine Europea che da altri Enti statali. Attualmente è partner di: BRAVO (6°Programma Quadro) FOODNETXCHANGE ( Progetto Autonomo FAR 297 ) NEW OPERA (6° Programma Quadro ) SINGER ( Marco Polo ) INSECTT ( Marco Polo ) HAPPY METAL ( Marco Polo ) SLMU ( Progetto Autonomo FAR 297 ) 158 ALLEGATI RE.MO.MED ( III B MEDOCC ) FAST-LINK ( Marco Polo ) Presidente: Giuliano Lamoni; Vice Presidenti: Theodor Allemann (Hupac), Giuseppe Smeriglio (Trenitalia); Consigliere Delegato: Eugenio Muzio; Direttore Generale: Marco Gosso. Collegamenti internazionali CEMAT Eurogateway Eurogateway, la società fondata nel 1995 per iniziativa del Centro Intermodale Merci (CIM) e della Combined European Management And Transportation (CEMAT) ha chiuso il 1999 con una movimentazione di 71.484 unità di carico (+16% sul 1998). La crescita è da ascriversi soprattutto al traffico internazionale che ha realizzato la movimentazione di 66.667 unità di carico (+21,3%), mentre il traffico nazionale è stato di 4.817 udc (-27%). Forte crescita della componente internazionale nel traffico di Eurogateway (CIM e CEMAT). Movimentate 66.667 unità di carico su un totale di 71.484. Il 70% del traffico globale riguarda l’Olanda, il 30% il Belgio. Il terminal è gestito con la tecnica Gateway e rappresenta per l’asse Italia-Belgio/Olanda quello che Verona è per la relazione Italia-Germania via Brennero. Il traffico con l’Olanda genera circa il 70% della movimentazione globale, facendo presumere un intenso traffico di carico in container dirottato dai porti tirrenici verso Rotterdam, mentre il restante 30% riguarda la relazione Italia-Belgio (porto di Anversa). Questo traffico è in costante crescita e oggi produce 13 coppie di treni la settimana rispetto alle 5 del 1998. Si è inoltre 159 NOVARA. PIANO STRATEGICO concretizzata l’iniziativa sperimentale ART-PACT promossa dall’Unione Europea grazie alla quale viene attestato al terminal un ulteriore treno settimanale sulla relazione Novara-BasileaZeebrugge. Questa tratta attualmente viene percorsa da tre treni il giorno dal Belgio per Novara (2 da Ghent e 1 da Anversa), oltre alla corsa settimanale appena istituita. Le unità di carico trasportate da Eurogateway nel 1999 - come detto - sono state 71.484, e negli anni precedenti 61.605 (1998) e 31.734 (1997). 160 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 9 Comune di Novara Palazzo Cabrino - Via Rosselli 1, Novara 7 novembre 2006, ore 15,00-17,30 Per il Comune di Novara: arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e sviluppo della città), arch. Roberto Guasco (Dirigente del Servizio Mobilità Urbana e Tutela Ambientale), geom. Daniele Finazzi (Servizio Mobilità Urbana Tutela Ambientale), prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”) Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e Trasporti) Per il Politecnico di Milano: arch. Arturo Majocchi, prof. Luca Marescotti, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva Per SCS Azionninova: dott. Luca Franci, ing. Enrico Merendi L’incontro è stato promosso per affrontare temi strettamente legati alla mobilità e per analizzare nello specifico il progetto S.T.U. L’assessore Debiaggi mostra la presentazione del progetto S.T.U. che si sviluppa nell’area adiacente la stazione e che comprende la sistemazione del nodo ferroviario e la creazione di un polo tecnologico scientifico. A tale fine è stata costituita una società , la Novara Futura S.r.l.; gli obiettivi principali sono quelli di riorganizzazione del nodo ferroviario con particolare riferimento alla movimentazione di persone e alla valorizzazione di aree dimesse. Il progetto prevede, oltre a 1,6 milioni di metri cubi di trasformazione, anche la realizzazione di un collegamento tra le due stazioni, quella delle Ferrovie dello Stato e quella delle Ferrovie Nord, denominato Movicentro per il quale più del 50% dei fondi dovrebbero arrivare dalla regione. L’arch. Majocchi pone il problema del così detto Novaring ovvero la proposta di una piastra sopraelevata sulla linea ferroviaria e sull’autostrada Torino-Milano di circa 51.000 metri quadri che dovrebbe accogliere e mettere in collegamento diretto le due nuove stazioni, quella delle Ferrovie Nord Milano e quella in linea dell’alta velocità; nell’avveniristica piazza sospesa dovrebbero trovare posto il check in di Malpensa, un enorme parcheggio, attività commerciali, l’autogrill oltre ad aree verdi. L’arch. Guasco riferisce delle numerose perplessità che ci sono attorno al progetto soprattutto in merito alla volontà della società RFI di non fare una stazione per l’alta velocità a Novara; si sottolinea comunque l’impegno predo dalla stessa società di mettere in collegamento la suddetta linea con la stazione di Novara città. Il prof. Marescotti pone alcune domande riguardo la redazione del Piano Urbano della Mobilità in particolare sulle previste modifiche alla viabilità con riferimento anche alla mobilità pubblica. L’arch. Guasco sottolinea come una parte della viabilità vada ovviamente modificata soprattutto qualora venissero confermati i suddetti progetti ma ritiene comunque che negli ultimi piani del traffico si siano poste le basi utili per gli sviluppi futuri. 161 NOVARA. PIANO STRATEGICO VERBALE DI INCONTRO N. 10 Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. Stazione Centrale – Piazza Duca d’Aosta 1, Milano 9 novembre 2006, ore 10,00-11,30 Per RFI S.p.a. ing. Ezio Facchin (Direttore Investimenti RFI Area Nord Ovest), ing. Marco Presta Per il Politecnico di Milano: prof. Luca Marescotti, prof. Lorenzo Mussone, arch. Raffaella Riva Per SCS Azioninnova S.p.A. dott. Luca Franci L’ing. Facchin ha presentato la situazione e la complessità del nodo di Novara inquadrandola all’interno delle più ampie strategie di potenziamento dei corridoi a livello europeo, che nascono nella logica di dare omogeneità infrastrutturale a segmenti ferroviari sovrapposti, per creare aree equipotenziali che si strutturano lungo direttrici principali. Novara e Verona si trovano alla base dei corridoi verticali del Sempione e del Brennero. Si tratta di assi alpini corrispondenti ma indipendenti, con bacini d’influenza distinti e separati. L’asse Sempione, lungo il corridoio 24 nord-sud, Rotterdam-Duisburg-BasileaLötschberg/Sempione-Genova, presenta una doppia via: l’asse Berna-Sempione e l’asse ZurigoGottardo. Quest’ultimo, collegato con il nodo di Treviglio, serve l’area est della Lombardia fino a Verona e le direttrici sud, incidendo sui traffici del Brennero, mentre dal Sempione giungono le merci per l’area nord ovest, compreso il porto di Genova. E’ in fase di studio il potenziamento della linea da Sesto Calende con la realizzazione della gronda ovest per la derivazione di una quota parte dei traffici che provengono dal Gottardo verso Novara. Su Novara convergono quindi i traffici dal Sempione e di quota parte di quelli dal Gottardo. Novara rappresenta in questo il bacino naturale dei traffici provenienti dalla Germania a cui si sovrappone il porto di Genova. Rispetto al porto i traffici su ferro verso la Pianura Padana sono limitati al 3,5% del totale delle merci movimentate, e la direttrice per Novara occupa solo il 6% del ferroviario di Genova, quota quasi irrilevante. In questo panorama Alessandria si candida a diventare il retroporto di Genova seguendo il modello dei “porti secchi” della Spagna. Viene però fatto notare che la tanto discussa realizzazione del terzo valico con il potenziamento della linea su ferro ha ragione di essere solo in una logica di costo e di movimenti interni di una catena di produzione, con Alessandria parte integrante del porto, con invii orari, pagando il costo al gestore ferroviario, oppure l’operazione diventa un investimento sul mercato non conveniente per RFI. In questo, il ruolo che potrà assumere Alessandria è legato ad intese dirette con Genova e alla sua “necessità”, a livello ferroviario, per il riordino dei carri, piuttosto che “nodo” del mercato aperto. Novara al contrario è punto di origine e destinazione delle merci, necessita quindi di impianti per l’intermodalità. Novara opera con due funzioni: una di transito per i trasporti GenovaGermania e una intermodale legata all’origine e destinazione delle merci. Entrambe le funzioni devono necessariamente coesistere in un piano di sviluppo futuro della città. Nel 2004 è stato siglato un accordo tra Comune e RFI per la realizzazione della linea AC/AV e il Movicentro. Nei progetti di RFI si riteneva opportuno mantenere il sistema Huckepack, oggi interno allo scalo del Boschetto, al di sopra del nodo ferroviario di Novara per liberare l’area dalla circolazione di circa 30 treni l giorno. Questa soluzione ha trovato però l’opposizione di Comune e Provincia. In particolare la Provincia ha avanzato proposte futuribili che hanno messo in discussione decenni di scelte, con il risultato di congelare decisioni e attività. Solo recentemente è stato ripreso il dibattito sul nodo di Novara con il CIM che resta O/D delle 162 ALLEGATI merci, Huckepack inglobato nel nodo e la realizzazione del passante interrato per dare continuità all’asse Sempione-Genova in sostituzione dell’invasivo “salto di montone”. L’asse Sempione sarà inoltre potenziato con l’uso unidirezionale delle linee per Oleggio e Borgomanero. Questo esprime le linea di tendenza di RFI, che si basa su una progettazione economica e tecnica in funzione di una visione di sistema: questo significa che nuovi veti o varianti dell’impianto possono essere introdotte dai soggetti al tavolo, con criticità legate a eventuali problemi finanziari o tecnici. Varianti che mettono in discussione l’intero sistema non vengono considerate. Risulta indispensabile costruire una visione complessiva dello sviluppo del trasporto per poter comprendere le singole “sezioni progettuali”. È infatti più corretto riferirsi al sistema piuttosto che a singoli progetti. Problema e limite è che attualmente il confronto tra RFI e gli Enti territoriali si fonda sul concetto di prescrizioni e non sul valore aggiunto, introdotto dalle nuove infrastrutture e quindi dalla ricchezza indotta e dalle maggiori opportunità. Si dovrebbero introdurre regole che premiano la condivisione. Manca la cultura di un approccio alla valorizzazione delle opportunità. Rispetto al tema dei valichi alpini, la questione non va circoscritta ai soli trafori, ma anche all’infrastrutturazione del bacino di drenaggio e distribuzione delle merci. Occorre intervenire sul miglioramento della qualità del servizio rispetto al trasporto su gomma, in termini di puntualità, regolarità, sicurezza dei tracciati. I piani e le linee di tendenza per il trasporto delle merci necessitano di scenari a 4-5 anni su cui si concreta l’offerta ai trasportatori, da inserire in piani di maggior respiro. Nel riassetto del nodo ferroviario di Novara viene confermata la funzionalità dello scalo del Boschetto, con aree residuali di scarsa rilevanza. In riferimento al progetto per la realizzazione del Movicentro, si sottolinea come oggi siano già presenti tre livelli di binari, per cui l’opzione di un quarto livello sarà difficilmente praticabile. Si tratta comunque di un progetto che necessita solo di intese minime per proseguire l’iter realizzativo. Diversa la situazione per Novaring, per cui RFI ha predisposto gli opportuni approntamenti progettuali per accogliere la stazione in linea della linea AC/AV, ma resta in attesa di risposte e scelte da parte degli altri soggetti coinvolti. Si rileva la criticità dell’opportunità di avere una stazione integrata per l’alta velocità a Novara. Si ritiene infatti poco utile un interscambio su gomma con treni AV, mentre il servizio sarebbe più opportuno con treni ad alta frequenza. La stazione offrirebbe opportunità interessanti verso Torino in termine di risparmio di tempo, diversamente dalla linea verso Milano, troppo breve per riscontrare benefici apprezzabili rispetto al servizio ferroviario esistente. Si tratta quindi di un modello interessante di stazione intermodale, collocato però in una ristrettezza di spazi e di tempi di percorrenza limitati. Sarebbe probabilmente più conveniente un servizio di navetta da Novara centro per Torino inserita sulla linea veloce e gestita direttamente dal servizio regionale. Infine si fa notare come oggi la cosiddetta “opzione zero” sempre più perseguita è quella di intervenire attraverso adeguamenti tecnologici sulle linee esistenti per rispondere alla domanda crescente di qualità del trasporto. Tali adeguamenti tecnologici sono però già stati spinti al limite. La strategia da perseguire oggi è quindi quella di creare linee specializzate. Con questa logica è nata la linea AC/AV dedicata all’alta velocità e al traffico merci. 163 NOVARA. PIANO STRATEGICO Corridoi transeuropei programmati di interesse italiano Corridoio 5 164 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 11 Politecnico di Milano – Dipartimento B.E.S.T. Via Bonardi 3, Milano 9 novembre 2006, ore 16,00-18,00 Dott. Mauro Bozzola Per il Politecnico di Milano: prof. Fabrizio Schiaffonati, arch. Arturo Majocchi, prof.ssa Elena Mussinelli, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva Il dott. Bozzola ha illustrato al Gruppo di lavoro del Politecnico le potenzialità e l’iter formativo per la creazione dell’identità organizzativa dell’area vasta di Novara. Il concetto di identità organizzativa ha subito un processo evolutivo che lo ha visto così declinato: anni ’60 – branding design; anni ’80 – corporate identity (concetto elaborato da Wolff Olins); anni ’90 – organizational identity – concetto sviluppato in Germania come trasposizione della corporate identity agli Enti locali e agli Enti no-profit. L’identità organizzativa, così come oggi è interpretata: è uno strumento di gestione; favorisce la governance pur non rappresentandone l’elemento principale o una soluzione; favorisce lo sviluppo dell’area marketing; è uno strumento per gestire competitività, concorrenza e alleanze (individuazione corretta di partner e competitor). Per la costruzione dell’identità organizzativa deve quindi necessariamente essere strutturato un gruppo di lavoro che al suo interno deve trovare esperti in branding design, gestione del personale e funzionamento di Enti locali. Il progetto di identità vede l’intervento del gruppo di lavoro, così composto, con una prima fase di raccolta dei vissuti e delle identità preesistenti, la raccolta dati ad opera di un’agenzia esterna, la costruzione di una vision (la leitbild tedesca), la costruzione dell’identità e infine l’introduzione dell’identità come strumento di gestione dell’Ente locale. Per la costruzione dell’identità organizzativa è indispensabile l’espressione di una chiara intenzionalità politica che deve orientare verso un intervento profondo sulla struttura. Dare un nome e un’identità a un’area vasta non è solo un’operazione di marketing e di creazione di un brand, è invece un’azione rivolta direttamente ai cittadini e alla gestione dell’area stessa. L’area vasta non ha un’identità inconscia preesistente propria, ma dispone invece dell’esperienza degli Enti che ne entreranno a far parte. Su questa complessità va costruita l’identità organizzativa. In riferimento alla realtà di Novara, la costruzione dell’area vasta deve confrontarsi con la criticità derivata della disomogeneità delle strutture degli Enti locali, la città di Novara e i piccoli Comuni limitrofi. Novara presenta inoltre l’ambiguità di non appartenenza a una realtà regionale. 165 NOVARA. PIANO STRATEGICO L’esperienza dell’identità organizzativa è diffusa in Germania, dove è utilizzata da molti Comuni o anche gruppi di Comuni (ed esempio le aree metropolitane di Stoccarda e di Berlino, quest’ultima comprende anche la città di Potsdam, appartenente ad un altro Land rispetto a Berlino). Costruire l’identità organizzativa di un’area vasta rappresenta un grande vantaggio perché la dota di un valido strumento di gestione e per questo è opportuno inserirla da subito nel processo di definizione dell’area vasta stessa. 166 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 12 Università degli studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”– Rettorato Via Duomo, 6. Vercelli 13 novembre 2006, ore 16,30-17,30 Per il Comune di Novara: prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”) Università degli Studi P. O. prof. Paolo Luciano Garbarino (rettore dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”) Per il Politecnico di Milano: prof. Fabrizio Schiaffonati, arch. Arturo Majocchi, prof. Elena Mussinelli, arch. Matteo Gambaro L’incontro è stato promosso dalla prof. Baici con l’obiettivo di parlare con il rettore dell’Università del Piemonte Orientalete delle possibilità di integrazione delle politiche di Ateneo con il Piano Strategico di area vasta di Novara. Il prof. Garbarino ha illustrato l’organizzazione dell’Ateneo e delle Facoltà, ponendo l’attenzione sulle iniziative e sui programmi in partenariato con altri enti operanti sul territorio del Piemonte orientale (Novara, Vercelli, Alessandria). Ha evidenziato che l’Università può e deve svolgere un ruolo importante all’interno delle politiche strategiche della Provincia di Novara, sottolineando i lusinghieri risultati avuti con la Facoltà di Medicina a Novara (Ospedale Maggiore della Carità, secondo polo in Piemonte dopo le Molinette di Torino) e con la Facoltà di Economia (Novara e recentemente con la sede di Casale Monferrato). Ha inoltre illustrato dei rapporti tra la Facoltà di Farmacia e Novamont, che ha portato all’organizzazione di un Master di secondo livello. É stata poi posta l’attenzione sulla proposta di ampliamento dei confini universitari dell’Ateneo coinvolgendo anche la città di Biella (quarto polo del Piemonte Orientale), che ha però declinato la proposta. Ulteriore tema di grande interesse trattato durante l’incontro è stato quello del nuovo Ospedale di Novara e relativa proposta di riuso dell’attuale sede. La prof.ssa Baici ha posto l’accento sulla formazione del capitale umano e sui buoni risultati nel settore del turismo, citando l’esempio del Corso di laurea di Novara e della Scuola di italiano per studenti stranieri, iscritti al Politecnico di Torino, tenuta a Stresa. In conclusione il prof. Garbarino ha espresso il desiderio di rilanciare la sede di Vercelli, anche pensando ad una Alta Scuola di Governo e al recupero della struttura dell’ex ospedale. L'Università nella sua Storia La storia dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro" inizia ufficialmente nel 1998, ma, sfruttando i sottopassaggi dei secoli, riesce a risalire al Medioevo. Jacques Verger, nella History of the University in Europe (1992), fissa la lista cronologica delle università europee, ponendo al primo posto, molto discusso, Salerno, poi Bologna, cui molti altri studiosi riconoscono il primato (fine sec. XII), quindi Reggio Emilia, anche questo molto contrastato, Vicenza (1204), Palencia (1208), Parigi, Oxford e Montpellier (secondo decennio del sec. XIII), Cambridge (1218-19), Padova (1222), Napoli (1224) e Vercelli (1228). Naturalmente l'Università medioevale di Vercelli non è assimilabile con l'attuale Università del Piemonte Orientale, per giunta tripolare, tra le più recenti in Italia per istituzione, ma l'inizio 167 NOVARA. PIANO STRATEGICO della storia non può non partire proprio da martedì 4 aprile 1228, quando venne formalmente istituito lo Studium vercellese. In quel periodo Vercelli era un comune assai fiorente ed in continuo sviluppo, faceva pagare tasse e dazi, finanziava la fondazione di borghi franchi, ingrandiva il proprio territorio urbano e, grazie alle intuizioni del cardinale Guala Bicchieri, si dotava della grandiosa abbazia di Sant'Andrea, ancora oggi simbolo della città nel mondo. Si preparava pertanto un terreno adatto per attirare in città una comunità internazionale di scolari, secondo quel modello di migrazioni endemiche che sembrano connotare la storia delle primissime università europee. È ormai assodato che il percorso istitutivo dello Studium vercellese partì da Bologna passando per Padova e fu proprio in una casa della città veneta che due delegati del Comune di Vercelli, Alberto Bondono e Guglielmo Ferrario e i rappresentanti degli studenti patavini sottoscrissero la Charta Studii, da cui nacque l'Università di Vercelli. Il Comune di Vercelli metteva a disposizione degli scolari cinquecento alloggi, concedeva prestiti agli studenti e pagava lo stipendio a quattordici maestri, due bidelli e due exemplatores. Quanto durò l'originaria esperienza universitaria vercellese? È una domanda difficile, vista la carenza delle fonti documentarie. Certamente non pochissimo, visto che gli studiosi sono orientati a fissare il terminus post quem al 1341; fu però un'esperienza molto complessa, con alti e bassi, interruzioni e riprese, tanto da ipotizzare uno svolgimento in tre cicli, effimeri e separati gli uni dagli altri. Il primo, quello delle origini, andrebbe dal 1228 e i primi anni Quaranta del sec. XIII; il secondo si collocherebbe negli anni Sessanta dello stesso secolo; l'ultimo, nel triennio 1338-41. Recenti studi tendono a precisare che non si trattò di un funzionamento "intermittente", ma che le singole fasi rappresentassero l'attività di un istituto nuovo e diverso, come se l'Università sparisse e venisse ogni volta rifondata. Dobbiamo giungere alla fine degli anni Sessanta del sec. XX per ritrovare la presenza universitaria a Vercelli, quando un'iniziativa congiunta partita dall'Ospedale Maggiore di Vercelli e dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università degli Studi di Torino consentì l'attivazione di corsi universitari paralleli in un primo tempo a Vercelli e, qualche anno dopo, anche a Novara. Artefici furono il professor Luigi Corradino, presidente dell'Ospedale, il Rettore dell'Università di Torino, professor Mario Allara e il Preside di Medicina professor Renzo Gilli, che lasciò poi il testimone al professor Mario Umberto Dianzani, futuro Rettore. Il Senato Accademico deliberò la materia il 19 dicembre 1969 e i corsi partirono il 30 novembre dell'anno accademico successivo (1970-71). Anche in questo caso l'esperienza vercellese non durò molto, ma fu determinante per nuove riflessioni sorte negli anni Ottanta in seno all'Università di Torino, dove pian piano iniziò a formarsi l'ipotesi di costituire un nuovo Ateneo. Alla metà del decennio furono attivati i corsi della Facoltà torinese di Economia e Commercio a Novara; nel 1987-88 ebbero inizio ad Alessandria i corsi di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, di Giurisprudenza e di Scienze Politiche. Dal 1989-90 diventarono operativi a Vercelli i corsi della Facoltà di Lettere e Filosofia. Soprattutto, nel piano quadriennale 198690 dell'Università di Torino venne presentato, sotto la dicitura di "Piemonte Orientale", il progetto di sviluppo delle facoltà di Alessandria, Novara e Vercelli; da quel momento può dirsi pienamente avviata la fase che avrebbe condotto alla costituzione dell'Ateneo autonomo, con tappe piuttosto rapide. Nel 1992 furono create le "Seconde Facoltà" di Lettere e Filosofia (Vercelli), Medicina e Chirurgia (Novara), Scienze M.F.N. e Scienze Politiche (Alessandria), che dalle matrici torinesi mutuarono struttura e denominazione. Nel successivo anno accademico fu gemmata Giurisprudenza (Alessandria) e, nel 1993-94, Economia (Novara). Contestualmente nel territorio locale nascevano consorzi e comitati per lo sviluppo del sistema universitario nelle tre città. Organi di governo Rettore - Prof. Paolo Garbarono 168 ALLEGATI Pro-Rettore - Prof. Cesare Emanuel Facoltà Economia Farmacia Giurisprudenza Lettere e Filosofia Medicina e Chirurgia Scienze M.F.N. Scienze Politiche Dipartimenti Informatica Medicina clinica e sperimentale Politiche Pubbliche e Scelte Collettive Ricerca Sociale Scienze Chimiche Alimentari Farmaceutiche e Farmacologiche Scienze dell’ambiente e della vita Scienze e Tecnologie Avanzate Scienze Economiche e Metodi Quantitativi Scienze Giuridiche ed Economiche Scienze Mediche Studi per l'Impresa e il Territorio Studi Umanistici 169 NOVARA. PIANO STRATEGICO VERBALE DI INCONTRO N. 13 Provincia di Novara – Servizi Tecnici Palazzo Tornielli - Via Greppi 7, Novara 14 novembre 2006, ore 10,00-13,30 Per il Comune di Novara: arch. Paola Vallaro (Direttore Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e sviluppo della città) Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e Trasporti); assessore Bruno Lattanzi (Assessore alla Programmazione Territoriale e Urbanistica), dott.ssa Valeria Galli (Assessore alle Attività Produttive) Per la CCIAA di Novara dott.ssa Margherita Baldelli (Segretario generale CCIAA Novara) Per AIN dott. Guido Vallino (consulente tecnico) Per API Gianmario Mandrini (consulente tecnico) (Vicepresidente), arch. Paolo Perego Per il Politecnico di Milano: arch. Arturo Majocchi, prof. Luca Marescotti, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva Per SCS Azioninnova: dott. Luca Franci, ing. Enrico Merendi L’incontro è stato promosso per approfondire le tematiche e le esigenze del mondo produttivo di Novara. L’arch. Vallaro sottolinea come tra le finalità del Piano strategico dell’area vasta di Novara ci sia l’obiettivo di trovare adesioni su progetti condivisi. A tale scopo sono stati promossi incontri con i principali stakeholder del territorio. La dott.ssa Baldelli illustra la realtà della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura della Provincia di Novara, e in particolare pone l’accento sulle coerenze che emergono dal confronto tra gli obiettivi del documento strategico del Comune di Novara, la missione della CCIAA e la filosofia stessa del sistema produttivo, in particolare: promozione di azioni di marketing per migliorare l’attrattività del territorio; sviluppo dell’internazionalizzazione; azioni di formazione per l’internazionalizzazione; progetto Medocc “Terre d’acqua” - progetto Interreg III in collaborazione con Grecia, Francia (Camargue) e Spagna, con il duplice obiettivo di valorizzazione delle aree risicole e promozione di un turismo enogastronomico di nicchia, realizzato in collaborazione con la Provincia di Novara. E’ attualmente in fase di elaborazione il progetto di comunicazione. Si avanza l’ipotesi che tale progetto possa essere messo in sinergia con il Piano strategico stesso; innovazione tecnologica nel breve periodo, con fondi per il rinnovo del parco tecnologico delle imprese; sportello turistico all’aeroporto di Malpensa, per dare visibilità al territorio; marchio ISNART per la certificazione della qualità nell’ambito del turismo e la professionalizzazione della struttura turistica. 170 ALLEGATI Il turismo rappresenta un’iniziativa di sistema che ha respiro nazionale. Nell’ambito del turismo enogastronomico occorre però considerare che il sistema alimentare implica un coinvolgimento a tutto campo: agricoltura, formazione alberghiera, paesaggio. Viene posto l’accento su come i temi strategici siano generalmente di lungo periodo e richiedano grossi investimenti con lunghi tempi di ritorno, occorre quindi che siano inquadrati entro un sistema di azione condiviso. L’arch. Vallaro ribadisce come la risicoltura abbia pesantemente modificato il paesaggio novarese, con livellamenti del terreno, impianto di filari di gelsi, ma anche inaridimento del suolo. In questo senso il marketing dovrebbe agire anche sul controllo della “resa” del territorio, perché il rischio di un aumento indiscriminato della produttività può dimostrarsi un’arma a doppio taglio. La stessa Unione Europea con il programma Setaside ha erogato finanziamenti per promuovere il riposo a rotazione dei terreni coltivati, per una sostenibilità ambientale in chiave di riduzione dell'impoverimento ambientale. Questo auspicio si pone in linea con le direttive della Regione Piemonte che ha introdotto recentemente nei Piani per il paesaggio sistemi di controllo sul territorio agricolo per evitare l’inselvatichimento e l’inaridimento del suolo. È quindi interessante verificare e sviluppare il progetto Medocc in questa logica di controllo del territorio. La risorsa rurale va perciò letta in chiave di produttività, ma anche delle tutele correlate (paesaggio, sistema delle acque, struttura organolettica del suolo). In questo diventano particolarmente interessanti le collaborazioni e i legami che si possono avviare con l’Università e il settore della chimica sostenibile. L’arch. Debiaggi sottolinea come il progetto Medocc “Terre d’acqua” possa rappresentare una significativa base di partenza per interessanti sviluppi futuri. Ad esso fanno riferimento anche iniziative a Castelbeltrame (inaugurazione del museo sulla cultura risicola progettato) e Vespolate, ed anche l’attività di promozione del sistema dei canali ad opera del Consorzio Est Sesia, o la valorizzazione della Via Francigena. È necessario mettere a sistema le diverse iniziative già avviate. L’Agenzia di sviluppo locale e marketing potrebbe diventare lo strumento di governance del Piano strategico. A questo punto la dott.ssa Galli, Assessore alle Attività Produttive della Provincia di Novara, illustra il progetto per il Distretto della chimica sostenibile. Il progetto nasce come risposta della città alla crisi che ha investito nel 2004 l’Istituto Donegani - istituto novarese storico per la chimica italiana, centro di ricerca certificato dal Ministero della Sanità - quando la Società Polimeri che lo aveva rilevato lo aveva successivamente escluso dai suoi piani di sviluppo industriale. Oggi ENI ha ripreso il controllo di Donegani e lo ha incluso nel progetto ENI Power. Nella Rete europea delle regioni chimiche il Piemonte è rappresentato dalla Provincia di Novara, per la sua vocazione nel settore della chimica. La Provincia, partendo da un’analisi SWOT commissionata dalla Regione, ha posto l’attenzione su altre eccellenze del territorio nel settore chimico, rilevando la mancanza di una politica generale. Da qui l’esigenza di investire nel settore con un programma di sviluppo della chimica piemontese. Novara si propone come coordinatore del programma, creando sinergie con il territorio piemontese, con le realtà della Lombardia e del Veneto, così come auspicato delle piattaforme europee. L’iter da seguire è quello già sperimentato per la creazione del distretto aerospaziale. Il primo passo è stato la costituzione di un comitato tra Regione e Enti locali, con l’appoggio dell’Università, per la costruzione della fattibilità del distretto piemontese della chimica sostenibile. Nel comitato siede anche Finpiemonte (che sarà presto ridefinita a livello regionale), 171 NOVARA. PIANO STRATEGICO “portafoglio” della Regione per l’attuazione dei progetti. Esistono quindi tutti i presupposti affinché il progetto possa avere buone possibilità di successo. La ricerca chimica sul territorio è oggi al servizio dell’ambito agricolo, delle energetiche alternative, dello sviluppo di nuovi materiali (distretto del valvolame e della rubinetteria – progetto della tracciabilità dei prodotti). Il quartiere che ha storicamente ospitato l’Istituto Donegani e la ricerca chimica è parte del comparto individuato per la costituzione di una Società di trasformazione urbana, che qui propone la localizzazione di un polo tecnologico. L’assessore Lattanzi, sempre in materia di chimica sostenibile, ha evidenziato il ruolo, che si sta definendo, di Novamont come bioraffineria. Tale proposta consente di assommare in uno stesso progetto l’agricoltura (anche con funzioni di presidio del territorio), il Dipartimento di Biotecnologie dell’Università e il Distretto della chimica sostenibile. Appare quindi particolarmente strategico il recupero e la territorializzazione dei saperi e dei know how interni all’istituto. Per questo nell’Agenzia di sviluppo si dovrebbe attivare una sezione di marketing della ricerca, per creare sinergie con il tessuto industriale. Le industrie tendono ad immaginare l’innovazione applicata solo ai prodotti, ma esiste innovazione anche nei rapporti con il territorio. Sono esemplari i casi di Pogno e Borgomanero con lo sviluppo di aree industriali ecologicamente attrezzate, che ad esempio escludono l’impiego delle acque di falda. Viene inoltre riferito sulla prossima pubblicazione di un documento per la definizione e le modalità di partecipazione ai bandi per i Fondi Strutturali Europei da parte della Regione. Si tratta di bandi per Progetti territoriali integrati, ai quali potrebbe partecipare anche il progetto per lo sviluppo di Novara anche con riferimento al Distretto della chimica sostenibile. L’Associazione per le Piccole e medie Imprese nella persona del Vicepresidente, sig. Mandrini ha illustrato la situazione delle piccole e medie imprese nel novarese. In particolare esistono poli produttivi a circa 40 km a nord di Novara (gronda nord), ma il traffico delle merci è ostacolato dall’occlusione in cui versano le principali strade sul territorio (statali n. 32 e n. 424). Questo rappresenta una grossa criticità per il mondo produttivo. Esistono poi criticità legate allo squilibrio normativo tra regioni confinanti in merito alle emissioni in atmosfera. Le imprese novaresi risultano penalizzate da una normativa piemontese più restrittiva di quella lombarda. Il futuro delle PMI è oggi l’investimento in nuovi prodotti. Occorre però che l’intero sistema sia adeguatamente strutturato (ad esempio la fitodepurazioneo, l’utilizzo di acque di riciclo nei processi produttivi). Si riscontra una mancanza di investimenti e facilitazioni in materia di certificazioni. Sono quindi necessari interventi per la semplificazione amministrativa e la messa in coerenza delle normative di territori contigui. Il Piano strategico per l’area vasta di Novara è quindi di grande interesse per le PMI, per comprendere se si vuole intervenire per comparti o per blocchi unitari, ricordando che le imprese necessitano di tempi rapidi di risposta e certezze operative. Serve perciò accelerare i processi di attuazione dei programmi di sviluppo per evitare di perdere competitività. Per l’Associazione Industriali di Novara il vero problema è la definizione dell’area vasta, per comprendere la vera dimensione territoriale del Piano strategico. Il Piano strategico della logistica regionale, l’Osservatorio provinciale della logistica, il corridoio 24 sono tutte iniziative che si stanno sviluppando e necessitano di essere messe a 172 ALLEGATI sistema. Esiste un documento a disposizione della Provincia che sottolinea la necessità di adeguamento del territorio. Da tempo si parla di Novara come “cerniera”. L’Associazione auspica lo sviluppo di orizzontalità dell’intervento sul territorio, a patto che questa sia operativa. Esiste una domanda di localizzazione di attività manifatturiere che giunge dal milanese, ma non esistono ad oggi possibilità localizzative attrezzate. L’assessore Debiaggi, dando risposta alle perplessità palesate dall’AIN in merito alla formazione del Piano strategico, ha ripercorso le tappe che hanno portato alla definizione del Piano stesso, strumento istituito affinché le città medie possano diventare i centri propulsori dello sviluppo. Novara è stata scelta perché nodo della rete europea dei trasporti, trovandosi all’incrocio di due assi. Il Piano strategico si configura come strumento di sintesi per l’individuazione dei progetti condivisi da sviluppare nel medio periodo e per i quali reperire finanziamenti ai diversi livelli istituzionali. Il Piano strategico deve mettere a sistema le strategie di sviluppo che emergono dagli strumenti di pianificazione ed eventualmente orientare dei correttivi. In questo processo sono fondamentali la definizione dell’“area vasta” e del “modello di governance”. Si è arrivati in prima battuta a definire un’“area vasta” di riferimento a geometria variabile, su cui si sta verificando il modello di Agenzia di sviluppo sostenuto dalla Provincia. Infine l’assessore Lattanzi riferisce che è in elaborazione un Piano regionale strategico della logistica. Oggi l’infrastrutturazione ferroviaria presenta incoerenze con il territorio, ed occorre sviluppare un confronto costruttivo in questa direzione. L’Osservatorio sulla logistica sta facendo riflettere sul significato di “logistica” per Novara. 173 NOVARA. PIANO STRATEGICO VERBALE DI INCONTRO N. 14 Facoltà di Economia 14 novembre 2006, ore 14.30-16.30 Per il Comune di Novara: prof.ssa Eliana Baici (professore ordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”) e dott.ssa Cinzia Mainini Per SCS Azioninnova: dott. Luca Franci, ing. Enrico Merendi L’incontro ha avuto come oggetto la condivisione dell’impostazione metodologica dell’analisi del contesto socio-economico e delle prime evidenze emerse dall’analisi desk in relazione ai punti di forza e di debolezza del territorio novarese. Inoltre è iniziato un confronto sulla scelta degli indicatori (e delle fonti) per supportare le principali evidenze emerse. In allegato al verbale si riporta l’indice del documento di analisi. Analisi SWOT utilizzata come base per la discussione: Punti di forza 1. Elevato grado di industrializzazione 2. Presenza di distretti industriali 3. Produzioni di elevata qualità (macchine e apparecchi meccanici, fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, settore chimico) 4. Elevata propensione all’esportazione 5. Elevati investimenti diretti all’estero 6. Basso tasso di disoccupazione 7. Buona capacità di innovazione 8. Forte vocazione nella ricerca nel chimico 9. Eccellente dotazione di infrastrutture economiche 10. Polo scientifico e tecnologico di eccellenza 11. Forte vocazione alla ricerca 12. Stretta collaborazione tra università, ricerca e sistema produttivo 13. Attrattività del patrimonio storico, culturale, eno-gastronomico ed ambientale 14. Tenore di vita eccellente (Italia Oggi: 1°) Punti di debolezza 15. 16. 17. 18. 19. Limitata attrazione di capitali dall’estero Ridotto export verso paesi extra-UE Inadeguatezza dimensionale delle infrastrutture ricettive (turismo) Elevato tasso di mortalità per le PMI nei primi anni di attività Contrazione occupazionale nel settore Industriale Opportunità 20. Valorizzazione del settore agro-alimentare (distretti rurali, agriturismo) 21. Servizi alle imprese. Minacce 22. Elevata concorrenza dei paesi emergenti sulle produzioni industriali 23. Rallentamento della domanda interna 24. Elevata domanda di lavoro scarsamente qualificato 174 ALLEGATI 25. Invecchiamento popolazione 26. La contrazione dell’industria può minacciare la competitività complessiva 27. Peggioramento della Qualità della vita (Italia Oggi: 1 – 29 – 48) Considerazioni emerse dalla discussione I numeri riportati di seguito fanno riferimento all’elenco numerato delle evidenze riportate sopra nell’analisi SWOT. Oggi l’industrializzazione si può considerare un limite perché costituisce un ostacolo a raggiungere un elevato grado di terziarizzazione. In passato ha fatto la ricchezza di Novara, ma oggi subisce grande competizione (soprattutto nel tessile-abbigliamento perde molta occupazione), non riesce a trovare strade nuove. Solo la rubinetteria-valvolame di qualità più alta non subisce ancora la grande competizione. Osservazione: la terziarizzazione ha recuperato molto negli ultimi anni. Considerazione: occorre andare a vedere la tipologia di servizi, la composizione dei servizi e la qualità, perché una porzione consistente della terziarizzazione è legata alla notevole crescita della GDO. Distretti: sono un punto di forza in quanto sistema/rete di aziende. I distretti si stanno trasformando verso settori meno vulnerabili (es: dal tessile verso la meccanica). Come si può indagare la qualità dei prodotti? Si potrebbe analizzare il loro prezzo rispetto alla media del mercato, oppure, visto che le industrie sono export-oriented, si potrebbe fare il rapporto tra esportazioni (in valore) e quantità esportate. Il numero di brevetti è un indicatore (Novara infatti si attesta su valori maggiori della media nazionale) ma può essere fuorviante visto che sono le grandi aziende a depositare brevetti, le PMI seguono generalmente processi di innovazione incrementale. Si può guardare il dato dei marchi, brevetti e licenze (presso Camere di Commercio). Per l’innovazione si può analizzare la spesa in ricerca e sviluppo (e il numero degli addetti), oltre ad analizzare la tipologia di esportazioni (diverse classificazioni per Pavitt e OCSE). I settori hanno diversa attitudine all’innovazione (es: meccanica media e chimico buono). Il chimico (Donegani) aveva una forte vocazione alla ricerca che in parte si è persa. Ma c’è l’intenzione di riportare la ricerca del chimico a livelli di eccellenza. La vocazione c’è, oggi non la si può probabilmente considerare forte (ma ci si vuole investire). Il polo scientifico e tecnologico ha momenti di eccellenza: ad esempio la Facoltà di Medicina di Novara (vedi dati del Rettore e rapporto CIVR), il numero di brevetti dei dipartimenti del polo scientifico e tecnologico è buono., Farmacia eccelle per l’analisi di qualità degli alimenti. L’Ateneo cresce numericamente. Come indicatore si potrebbe guardare anche il numero delle pubblicazioni. Novamont ha brevettato molto (chimica sostenibile). Si possono valutare gli incubatori. Indicatore: investimenti in settori science based (Pavitt). Ci sono numerose collaborazioni tra università/ricerca e sistema produttivo (è un obiettivo dell’università). Vedi Farmacia, Economia (dentro molte iniziative, un possibile indicatore è il numero di iniziative in cui partecipa anche l’Università e il tipo di iniziative). Non è comunque facile quantificare. E’ appena uscita un’indagine Istat su Università e lavoro (per fare un benchmark). Per l’attrattività del patrimonio esiste un documento sul turismo provinciale del Prof. Emmauel. Sono seguite alcune considerazioni sull’attrattività della fiera, dell’aeroporto. La redditività per abitante è in calo (approfondire). Cala la produttività. 175 NOVARA. PIANO STRATEGICO Opportunità La Prof.ssa Baici ha espresso alcune considerazioni riguardo alle opportunità per l’area novarese. Occorre passare ad un sistema di logistica integrata (ruolo Malpensa?). Nuovo ospedale per attrarre (opportunità logistica). L’Università è un’opportunità perché aumenta il capitale umano presente sul territorio (Say diceva che l’offerta crea la domanda … vedi il numero crescente di immatricolazioni sul territorio). Ne segue l’offerta di figure a professionalità elevata. Non vede nella vicinanza alla fiera una grande opportunità: mancano le infrastrutture e in ogni caso ha un impatto limitato, crea un piccolo indotto di addetti ai lavori (standisti, espositori, allestimenti, volantinaggio …). L’arrivo di stranieri è un’opportunità perché crea anche impresa e genera valore aggiunto (elevato grado di apertura). Minacce Riduzione del reddito pro-capite Rallentamento (nel breve) della domanda interna … (approfondire legame con propensione all’export e agli investimenti all’estero) Le aggregazioni (concentrazioni societarie) sono dispersive, “si perde un po’ la testa”. Verificare il numero dei gruppi societari sul territorio e il numero di leader (capogruppo) presenti (vedi dati Camera di Commercio). Si capisce un po’ il fenomeno della localizzazione/delocalizzazione dei gruppi. Lenta affermazione del terziario avanzato Difficoltà a trasformare la produzione industriale e a convergere verso i settori trainanti (es: dal tessile alla meccanica tessile). 176 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 15 Provincia di Novara – Servizi Tecnici Palazzo Tornielli - Via Greppi 7, Novara 21 novembre 2006, ore 10,00-12,30 Per il Comune di Novara: arch. Paola Vallaro (Direttore Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), dott. Fabrizio Gambaro Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e Trasporti), dott. Rigamonti (Dirigente Settore Agricoltura), dott. Silvano Brusti (Settore Agricoltura) Per la Fondazione Novara Sviluppo prof. Giuseppe Sironi (Vice Presidente) Per il Politecnico di Milano: arch. Arturo Majocchi, prof. Luca Marescotti, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva Per SCS Azioninnova: dott. Alessandro Tabarroni Il prof. Sironi ha illustrato al gruppo di lavoro il progetto per la costituzione del Distretto tecnologico per la chimica sostenibile. La chimica italiana nasce a Novara nel 1910 con la fondazione della Montecatini ad opera di Guido Donegani. Sempre a Novara nel 1921 Giacomo Fauser inventa il processo di sintesi dell’ammoniaca e avvia il primo impianto sperimentale e laboratorio di ricerca. Nel 1941 nasce il Centro di ricerche “Istituto Guido Donegani”. Ad oggi sono oltre 200 le aziende nel settore chimico che hanno beneficiato di trasferimenti tecnologici e personale del Centro di ricerca Donegani. L’Istituto Donegani ha gestito e avviato numerosi spin-off: Novara Technology, Isagro, Novamont, Donegani Anti-Corrosione, Siremont (oggi non più attiva, si occupava di beni culturali), Procos, MEMC, Süd Chemie. Il progetto di Distretto tecnologico per la chimica sostenibile a Novara si propone quindi come hub di una rete internazionale (la European Chemical Regions Network - ECRN - a cui il Piemonte ha aderito) e una rete locale (sistema universitario, industrie collegate alla chimica). Il 30 novembre è prevista l’approvazione in Regione dello statuto redatto dal Comitato promotore del Distretto. Il Distretto tecnologico per la chimica sostenibile avrà sede a Novara, ma la ricerca si localizzerà su tutto il territorio piemontese dove ne sussistono le condizioni. Il Distretto si propone quindi come una struttura di management per la ricerca e lo sviluppo di progetti strategici, sarà quindi principalmente costituita da manager. L’avvio del Distretto presuppone infatti una prima fase in cui sarà costruita la struttura manageriale e la ricerca sarà prevalentemente esternalizzata. Il Distretto in questa fase iniziale si configura quindi come la struttura che individua i progetti da sviluppare e seleziona i gruppi a cui affidarli. Oggi il Donegani copre solo alcuni settori di ricerca, ma potrebbe essere notevolmente potenziato. I principali settori di interesse sono quelli farmaceutico e biochimico, mentre possibili nuovi settori sono rivolti al distretto delle rubinetterie e allo sviluppo di nuove fibre. 177 NOVARA. PIANO STRATEGICO Per il comparto agricolo la ricerca chimica si sta oggi occupando di enzimi per la produzione di bioetanolo dagli scarti cellulosici a prezzi di mercato competitivi. Per la produzione di bioetanolo potrebbero ad esempio essere utilizzati gli scarti agricoli, ma occorre particolare accortezza nel selezionare il prodotto utilizzabile (non prodotti alimentari) e nel valutare l’effettiva resa dell’impiego. Altro settore di ricerca è quello della bioarchitettura che si rivolge alle energie rinnovabili (in particolare al fotovoltaico). Attualmente sono avviate ricerche per aumentare il rendimento del silicio delle celle fotovoltaiche, passando dal 15% al 50% di spettro solare utilizzabile per la produzione di energia. Il Distretto dovrà essere approvato dal MIUR e dovrà formare competenze per la partecipazione ai bandi di finanziamento dell’Unione Europea per il VII PQ. Certo è indispensabile che nel breve-medio periodo emergano interessi industriali. Si ribadisce infatti che se alla proposta del Distretto non aderiranno società e imprese di un certo peso (anche non esclusivamente chimiche), difficilmente il progetto potrà decollare. Gli interessi societari sono indispensabili per la buona riuscita dell’iniziativa e questo è il principale motivo per cui si è scelto di realizzare un distretto a scala regionale e non provinciale. È indispensabile un accordo con ENI, proprietaria dell’Istituto Donegani, ma per ottenerlo serve una proposta ben strutturata e appoggiata da un gruppo di lavoro solido. Attualmente esistono circa 180 ricercatori all’interno del Centro di ricerche Donegani e le società nate come spin-off investono il 10-15% degli utili in ricerca e sviluppo. Ci sono grosse possibilità di collaborazione con le realtà universitarie. Non esistono preclusioni ad una collaborazione con le realtà di Lombardia e Veneto. Si sottolinea infine come oggi nel novarese manchino servizi di supporto per lo sviluppo di centri di ricerca di rilievo su cui occorre investire, in particolare si rilevano: strade di comunicazione di sezione troppo ridotta per assorbire i volumi di traffico; Centro interportuale merci (CIM) sottodimensionato; lentezza burocratica; mancanza dell’infrastruttura a banda larga; necessità di completamento e messa in funzione a pieno regime della nuova linea AV/AC; necessità di un aeroporto efficiente; mancata realizzazione del porto fluviale a Casale Monferrato. In Europa si distingue l’esperienza del distretto chimico della Rhône Alpes, che conta oltre 4.000 ricercatori, pur non aderisce alla ECRN. Il dott. Rigamonti ha invece illustrato la realtà del comparto agricolo novarese. Il comparto negli ultimi anni presenta uno scenario che può considerarsi stabile, con il riso che occupa circa 33.000 ettari dei 64.000 complessivamente coltivati. Nel 2006 1 ettaro di risaia ha prodotto in media 60 quintali di riso. È questa una delle colture che garantiscono una maggiore resa tra investimento e produzione. Nel sistema risicolo si rileva la difficoltà di inserimento di nuove imprese, per la mancanza di terreni liberi e la presenza radicata di imprese storiche fortemente consolidate nel territorio. Le aziende risicole novaresi sono medio-piccole, per cui sarebbe particolarmente interessante lo sviluppo di un efficiente sistema di conto terzi per la gestione dei servizi stagionali, limitando i costi di ammortamento delle macchine specializzate (ad esempio mietitrebbia, essiccatoi) che oggi incidono fortemente sui bilanci aziendali, impedendo l’investimento in altri settori. Ad 178 ALLEGATI oggi la terziarizzazione si sta lentamente sviluppando con operatori prevalentemente di area lombarda. Ulteriore elemento di criticità per il comparto è il costo elevato dell’acqua per l’irrigazione, gestita dal Consorzio Est Sesia. La zootecnia risulta confinata nelle aree collinari e prevalentemente finalizzata alla produzione di latte, per la quale si pone comunque il problema della difficoltà dell’acquisto delle quote-latte indispensabili per la produzione nell’Unione Europea, e che probabilmente saranno confermate fino al 2015. Oggi il settore sta promuovendo lo sviluppo di caseifici in loco, per implementare gli utili delle aziende. Viene ribadito che nel settore della maiscoltura si sono avviati contatti con la Novamont per la produzione di bioetanolo. Per quanto concerne la floricoltura invece c’è una produzione ben consolidata per l’esportazione verso il Nord Europa ed è in fase di realizzazione il Distretto del Lago Maggiore. Sebbene la tendenza oggi sia quella di sviluppare filiere di produzione, il distretto floricolo si trova già in fase avanzata e sarà portato a compimento. Nella gestione dell’area vasta del novarese si rileva l’importanza di un coinvolgimento di Coldiretti, Confagricoltura e Confagricoltori, nell’elaborazione delle linee strategiche di sviluppo. La Coldiretti ad esempio sta già operando per promuovere la produzione di biocarburanti, seguendo indirizzi elaborati a livello nazionale. Si fa inoltre osservare che la produzione risicola novarese viene principalmente trasportata alle risiere lombarde e da qui successivamente esportata. Non necessita quindi di usufruire dei servizi logistici offerti dal CIM. L’Unione Europea dà grandissima importanza ambientale alla risicoltura concentrata a Novara, Vercelli e Pavia, nonostante questo è opportuno prendere in considerazione la riconversione da irrigazione per irrigazione a irrigazione a tornata, anche se potrebbe portare alla rottura di equilibri ambientali (ad esempio legati alla regolamentazione del livello della falda). Il dott. Brusti sottolinea che dal 2013, con la caduta dei contributi agricoli dell’Unione Europea, si renderà necessario riconvertire parte della produzione risicola. Il prof. Sironi ha infine sottolineato che la risicoltura pone problemi di produzioni anaerobiche al momento della semina, e suggerito che sarebbe opportuno riconvertire parte della risicoltura per la produzione di cellulosa per la carta. 179 NOVARA. PIANO STRATEGICO VERBALE DI INCONTRO N. 16 Provincia di Novara – Servizi Tecnici Palazzo Tornielli - Via Greppi 7, Novara 21 novembre 2006, ore 14,30-18,00 Per il Comune di Novara: arch. Paola Vallaro (Direttore Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), arch. Roberto Guasco (Dirigente del Servizio Mobilità Urbana e Tutela Ambientale), dott. Mario Moschetta (Segretario generale), prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”) Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e Trasporti) Per il Politecnico di Milano: arch. Arturo Majocchi, prof. Luca Marescotti, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva Per SCS Azioninnova: dott. Luca Franci, ing. Salvatore Melluso L’incontro è l’occasione per porre e discutere con la committenza attorno alle questioni ancora aperte per lo sviluppo strategico di Novara, e in particolare: 1. questione CIM - Eurogateway nel confronto con lo sviluppo logistico di Verona con il Consorzio ZAI; 2. Alta Velocità - Novaring - Movicetro: funzionalità e domande di esercizio dei diversi gestori ferroviari; 3. progetto STU: contenuti, funzioni e effetti sul contesto 4. chiarimenti in merito al TPL, al sistema dei parcheggi e degli assi di penetrazione, alle potenzialità di una riconversione della rete ferroviaria urbana 5. poli generatori di traffico; 6. progetto del nuovo Ospedale di Novara; 7. geografia e governance dell’area metropolitana. L’arch. Vallaro sottolinea come oggi a Novara esista già una forte connotazione di sviluppo lungo l’asse est-ovest, principalmente per la giacitura dell’autostrada Torino-Milano, mentre non sono rilevabili collegamenti di rilievo in direzione nord-sud, in particolare verso Genova. Questa situazione preesistente trova conferme nelle politiche di infrastrutturazione e potenziamento dei corridoi europei: in fase più avanzata il corridoio 5, ancora in fase decisionale la realizzazione del terzo valico e quindi il collegamento tra Genova e Alessandria, primo tratto del corridoio 24. Viene inoltre sottolineato che Novara non ha la dimensione urbana per potersi permettere di procedere operando scelte di sviluppo per piccoli passi, occorre invece che siano prese decisioni strategiche chiare e condivise da subito. L’arch. Guasco ha resocontato in merito alle politiche regionali e comunali sul trasporto pubblico locale. In particolare il 15 dicembre è prevista la firma in Regione del Programma triennale del trasporto pubblico locale, per il quale verrà aperto un bando entro il 31 dicembre. Al bando, secondo le intenzioni dell’Amministrazione comunale, parteciperà il Piano del trasporto pubblico locale della conurbazione di Novara. Entro giugno 2007 è anche previsto l’avvio della bigliettazione integrata a livello regionale. 180 ALLEGATI Viene ribadito che Novara ha un nuovo Piano urbano del traffico non ancora approvato, in fase di stand-by. Nel nuovo PUT sono considerati generatori di traffico non tanto centri commerciali, uffici pubblici o scuole, quanto piuttosto le zone di intercettazione del trasporto privato per convogliarlo sul trasporto pubblico. La generazione di traffico viene intesa come interruzione dei canali preferenziali di penetrazione a Novara. La strategia perseguita è quella di individuare un doppio livello di intercettazione dei flussi di traffico: ai limiti dell’area ZTL, lungo i baluardi, e ai confini comunali, lungo i principali assi di penetrazione. Intendendo invece in modo classico il termine di “generatori di traffico”, si rileva che mentre l’Università porta limitati problemi, perché il traffico risultante è diluito lungo l’intero arco della giornata, maggiormente critica è la situazione del polo scolastico di Vignale, anche a causa di una mancanza di coordinamento negli orari di ingresso e di uscita dei diversi istituti. Si rileva inoltre che il polo petrolchimico di S. Martino di Trecate mobilita circa 1.000 addetti, l’ospedale 1.100, gli uffici comunali 500 e gli uffici provinciali 300. Si tratta quindi di una domanda di traffico considerevole sulla base della quale sarebbe opportuno strutturare servizi dedicati di trasporto pubblico (utilizzando il servizio di Mobility management già presente). Per perseguire l’obiettivo del centro urbano come isola ambientale, il PUT evita innanzitutto l’eccessivo frazionamento delle aree ZTL e promuove il progetto di greenway con piste ciclabili urbane e assi esterni lungo le alzaie dei canali di irrigazione. Accanto ai 28 km di piste ciclabili esistenti e di 35 km di nuove piste come obiettivo di progetti diversi, tra cui il Progetto Life Ambiente, la Provincia ha in programma la realizzazione di 56 km di nuove piste ciclabili, per le quali esistono già dei primi finanziamenti, ad esempio per il tratto lungo l’alzaia della Roggia Mora. Si rileva la criticità della fornitura commerciale del centro storico, per la quale la soluzione potrebbe trovarsi semplicemente a livello di regolamentazione d’uso. Il nuovo PUT è strutturato in modo da avanzare la previsione di un aumento della velocità commerciale del trasporto pubblico locale dagli attuali 14-15 km/h a 22 km/h. Infine il nuovo Piano dei parcheggi porterà un incremento da 2.000 a 4.000 posti auto nell’area urbana. Rispetto alla questione dell’Alta velocità/Alta capacità vengono riportato le ultime informazioni avute da RFI, che avanza come problema quello dell’interferenza dell’Autogrill esistente con la nuova linea ferroviaria veloce, non facendo cenno alla realizzazione della stazione integrata del Novaring. Nelle intenzioni di RFI c’è la realizzazione di una banchina per la fermata in linea, mentre esula dalle loro competenze e dai loro interessi lo sviluppo del progetto Novaring. Il dott. Moschetta in merito alla questione dell’area vasta ha sottolineato che la struttura di gestione della pianificazione strategica dovrebbe essere molto leggera, costituita da un Comitato di vigilanza. Occorre quindi procedere per accordi politici e pre-pianificatori da adeguare attraverso il ricorso allo strumento di vigilanza. La struttura dovrebbe essere quella dell’Accordo di programma, stipulato tra i diversi soggetti, con come oggetto la condivisione della procedura per la stesura di linee guida strategiche condivise e per il loro aggiornamento periodico. Si tratta di un Accordo di programma di tipo “innovativo”, che scavalca i confini amministrativi per elaborare strategie condivise di sviluppo. L’arch. Vallaro ha quindi illustrato il progetto del nuovo polo ospedaliero di Novara e la modalità operative ipotizzate per la sua realizzazione che dovrebbe passare dalla sottoscrizione di un Accordo di programma, con la relativa variante al PRG e Piano particolareggiato, con ad oggetto il nuovo ospedale, ma anche i servizi e le strutture socio-sanitarie al contorno, l’implementazione del polo universitario e del sistema della ricerca, con strutture ricettive a 181 NOVARA. PIANO STRATEGICO supporto (coinvolgimento dell’area e degli immobili delle ex Caserme, dell’ex Macello, della vecchia sede dell’Ospedale, aree universitarie, nuovo Ospedale, nuova RSA). Elementi propedeutici alla sottoscrizione dell’Accordo di programma sono: sottoscrizione di un Protocollo di intesa tra i soggetti pubblici coinvolti (Regione, Provincia, Comune, Università del Piemonte Orientale, Demanio Militare); definizione della tipologia ospedaliera; verifica dello scenario esigenziale delle strutture socio-sanitarie; quadro finanziario; quadro economico; quantificazione dei tempi; individuazione degli immobili; studio di pre-fattibilità; definizione della procedura per la realizzazione e la gestione della struttura (project financing, o altre maggiormente efficaci); presentazione al Consiglio comunale, visto che si renderà comunque necessario il ricorso a una variante urbanistica. Sul tema della logistica a Novara, l’ing. Melluso evidenzia come sussistano incoerenze tra i Piani alle diverse scale e come la presenza di un corridoio europeo, seppure considerato funzionante a pieno regime, non implica da sola che le merci in transito si fermino a Novara, in quanto non esistono a priori localizzazioni migliori di altre. L’approccio condiviso è oggi principalmente rivolto all’infrastruttura, mentre sarebbe più opportuno rivolgerlo alla domanda e all’offerta di trasporto intermodale delle merci. Si tratta innanzitutto di avere una visione non statica ma dinamica dei corridoi, come assi “in divenire”, e dimostrare una grossa capacità della struttura programmatoria di stringere alleanze a livello internazionale. Occorre considerare ad esempio anche le influenze che sul trasporto marittimo nel Mediterraneo avrà l’apertura del canale di Suez, con probabili influenze anche sul traffico merci del porto di Genova. Una considerazione a parte è poi quella a scala regionale di piattaforma logistica che non giustifica rotture di carico al di sotto di 200 km, senza che i centri logistici intermodali non entrino tra loro in competizione, con una conseguente forte perdita di appetibilità per entrambi. Per la realtà di Novara sarebbe inoltre opportuno introdurre il concetto di City logistic con una corretta integrazione dei sistemi di controllo della mobilità, dei piani degli orari e della logistica delle merci. L’arch. Vallaro ribadisce come a fronte di un politica del Piemonte incapace di costruire logiche e strategie alla scala macro in materia di logistica, sia molto utile portare queste considerazioni al tavolo di discussione in Regione per arrivare a condividere uno scenario di sviluppo. Viene ricordato che è di ieri l’annuncio del Ministro Di Pietro sulle opere pubbliche in Lombardia che ripropongono il progetto di Malpensa Hub. La dott.ssa Baici riprende infine la questione del retroporto di Genova ad Alessandria e di come tra le diverse voci ed opinioni degli attori coinvolti, la posizione al momento più autorevole sia quella di RFI che lo esclude, mentre conferma il ruolo di poli intermodali di Rivalta Scrivia e Novara. 182 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 17 Provincia di Novara – Servizi Tecnici Palazzo Tornielli - Via Greppi 7, Novara 28 novembre 2006, ore 10,30-13,30 Per il Comune di Novara: arch. Paola Vallaro (Direttore Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e Sviluppo della Città), ing. Paolo Pepe (Assessore all’Urbanistica) Per la Provincia di Novara dott. Bruno Lattanzi (Assessore alla Programmazione Territoriale e Urbanistica) Per il Politecnico di Milano: prof. Fabrizio Schiaffonati, prof. Luca Marescotti, prof.ssa Elena Mussinelli, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva Per SCS Azioninnova: dott. Luca Franci L’incontro è stato promosso per presentare e discutere con la committenza lo stato d’avanzamento del lavoro, condividerne gli aspetti metodologici e i primi risultati. Il dott. Franci presenta sinteticamente gli esiti del lavoro di analisi sul contesto novarese. Ne deriva che Novara sta attraversando un periodo di transizione, conferma la vocazione industriale e mostra una forte propensione verso l’estero. Si rileva in particolare che il tessuto imprenditoriale è costituito da PMI, con propensione alle esportazioni verso Paesi dell’Unione Europea, mentre non vi sono esportazioni di rilievo verso Paesi in via di sviluppo extra UE. Particolarmente presente è anche il settore terziario, guidato dalla grande distribuzione. Le infrastrutture economiche sono a livelli di eccellenza, al di sopra della media nazionale, mentre le infrastrutture per la mobilità e logistica esprimono l’esigenza di un progetto unitario di coordinamento. Si rileva che agricoltura e turismo non rivestono un ruolo trainante nel novarese: il settore agricolo è stabile e interessa il 2% dell’economia di Novara, mentre il turismo è in lieve crescita. Dati questi assunti è indispensabile interrogarsi su quale possa essere la vocazione per il futuro di Novara. In quest’ottica si pone il Piano strategico che ha la funzione di delineare ”l’immagine” di Novara su un orizzonte temporale di circa 10 anni. Rispetto alla struttura e articolazione dei Piani strategici, con una vision quale espressione della sfera politica, traducibile con uno slogan (si veda l’esempio di Venezia), assi e obiettivi che declinano la vision, azioni e progetti per l’attuazione degli assi, dal Piano strategico di Novara emergono carenze a livello di definizione della vision e di individuazione di ulteriori azioni e progetti (ad esempio per quanto concerne il sostegno alle PMI in fase di start-up), mentre appaiono delineati e condivisi assi e obiettivi. Viene quindi presentata una matrice progetti/obiettivi che cerca di mettere a sistema e inquadrare i grandi progetti, avviati o proposti, per lo sviluppo di Novara, all’interno degli assi e degli obiettivi posti dall’Amministrazione comunale per l’attuazione della vision. L’arch. Vallaro intervenendo in merito alla matrice progetti/obiettivi sottolinea come il progetto STU sia da intendere non come operazione meramente immobiliare, ma come espressione della volontà dell’Amministrazione di realizzare un parco tecnologico per la promozione di nuove imprese e l’attrazione di investimenti sul territorio. Il polo tecnologico assume quindi una forte connotazione culturale. Rispetto alla matrice, presentata come un mezzo per esplicitare da parte dei diversi decisori un possibile livello di accordo (contenuti, requisiti progettuali e priorità), si evidenzia la necessità 183 NOVARA. PIANO STRATEGICO di operare accorpamenti tra i progetti evidenziandone i diversi pesi rispetto agli assi di sviluppo (a titolo esemplificativo si fa riferimento al progetto per il nuovo ospedale che si qualifica come centro di eccellenza per la salute, la ricerca e la formazione). In particolare si fa osservare che i progetti mostrano gradi diversi di maturazione, bisognerebbe quindi essere in grado di indicare i tempi di maturazione di un progetto e le fasi per la sua implementazione. Sempre in merito alla matrice l’assessore Lattanzi precisa che l’Osservatorio della logistica promosso dalla Provincia nasce con lo scopo di censire le presenze sul territorio, individuare e promuovere lo sviluppo di nuove funzioni, costruire una comunità virtuale di operatori finalizzata allo scambio di conoscenze e know how, fare formazione, ma anche e soprattutto per definire cosa si intenda oggi per logistica a Novara. Si sottolinea inoltre come tra i nodi strategici per Novara non possa essere dimenticata la valorizzazione di oltre 50 anni di conoscenza e ricerca scientifica radicati sul territorio. Quello che occorre è uno sforzo nella direzione della territorializzazione patrimonio della ricerca. Si rileva ad esempio la criticità delle politiche e delle logiche di mercato dell’ENI che hanno favorito l’a-territorialità della ricerca dell’Istituto Donegani, mentre Novamont, società nata come spin off dell’Istituto stesso, esprime un forte radicamento con il mondo agricolo e più in generale con la realtà novarese. Analoghi discorsi possono essere fatti per l’Università che mostra ad oggi un problema di radicamento sul territorio che occorre qualificare con forza, anche in rapporto alla ricerca industriale. Novara manterrà forte la sua industriale con elementi di eccellenza e di qualificazione nel campo dell’innovazione tecnologica e nel rapporto con l’agricoltura e la sostenibilità ambientale. In questo quadro generale può rientrare anche il rilancio del settore turistico. Rispetto ai progetti di sviluppo del CIM, della stazione in linea dell’Alta Velocità e della soluzione per il nodo ferroviario, si precisa che sono tutte soluzioni dell’unico problema di infrastrutturazione della città. In questo senso la proposta avanzata da RFI per la realizzazione del tunnel per le merci rappresenta una soluzione esclusivamente ferroviaria del problema. Pur rappresentando certamente un avanzamento rispetto alla situazione attuale, paradossalmente non considera le implicazioni territoriali delle ricadute che esse comporta a livello dell’aumento stesso del traffico delle merci e quindi anche delle merci che utilizzeranno il CIM che, nella sua attuale posizione, non ha gli spazi per offrire un servizio qualificato. D’altra parte mantenendo il CIM in questa posizione, anche il progetto Novaring, o comunque della stazione integrata in linea, perde parte del suo significato. La proposta promossa dalla Provincia è invece quella di realizzare una nuova linea dedicata alle merci, collocata all’esterno dell’abitato di Novara, attorno alla quale si andranno a collocare i servizi oggi gestiti all’interno del CIM e del Boschetto. Questa soluzione rende possibile un intervento efficace di riqualificazione complessiva delle aree centrali, andando a rafforzare il ruolo della stazione per il trasporto passeggeri di “Novara e il suo territorio” e del Novaring per i collegamenti tra “Novara e il mondo”. Rispetto alla definizione della visione territoriale la politica mostra oggi lati e aspetti di debolezza. Si rileva inoltre la necessità di indagare la coerenza tra i Piani: tra il Piano della logistica e il Piano strategico della Regione, e all’interno di uno stesso Ente (per esempio tra i diversi livelli di Piani provinciali). 184 ALLEGATI L’assessore Debiaggi sottolinea come la matrice progetti/obiettivi non esaurisce i nodi strategici e i grandi progetti avviati sul territorio e a tal proposito introduce tra questi lo sviluppo di Novara come città universitaria e la localizzazione della nuova area produttiva. Il prof. Schiaffonati riprende l’articolazione del Piano strategico in vision, obiettivi e progetti e ribadisce come gli obiettivi appartengano alla vision e siano per loro stessa natura a-spaziali e organizzati per macro-categorie. Diversamente i progetti sono puntuali, sviluppati a scalarità diverse e si calano con valenze multicriteriali negli assi. Illustra quindi una ipotesi di assi di sviluppo che è emersa dalla prima fase di analisi del contesto e del quadro programmatorio e progettuale della città di Novara: 1. logistica come fattore di sviluppo; 2. mobilità a scala urbana e metropolitana – Novara si candida a diventare un polo metropolitano, cerniera del sistema MiTo; 3. sostenibilità ambientale e tutela attiva – il Parco fluviale del Ticino piemontese ha fortissime valenze ambientali e rappresenta un unicum nel panorama italiano per quanto concerne la tutela attiva del territorio, grazie al sistema dell’area pre-parco e il presidio territoriale e culturale delle aree agricole; 4. innovazione tecnologica e sviluppo produttivo – innovazione e sviluppo consentono ad esempio di connettere lo sviluppo del settore chimico con le peculiarità dell’industria estrattiva presente nel novarese con i pozzi petroliferi gestiti dall’ENI. L’assessore Lattanzi pone l’accento su alcuni elementi di strategicità del Piano per lo sviluppo di Novara, tra questi: la realtà di Novamont che può rappresentare un riferimento per l’agricoltura, intesa come forma di presidio territoriale, e la necessità di riconversione di una parte delle colture oggi presenti, l’Università, le biotecnologie, lo sviluppo industriale (in particolare in riferimento alla sperimentazione della bioraffineria realizzata in Umbria, è vista come un’opportunità la sua replica anche sul territorio novarese). Si ritiene peraltro che questo possa dare significato anche al Distretto tecnologico per la chimica sostenibile; la mobilità a scala metropolitana che implica entrare in una logica di città non solo all’incrocio di merci, ma anche di persone e culture; le forme di tutela del territorio economicamente sostenibili, quali la valorizzazione del sistema agrituristico, dei percorsi ciclo-pedonali e degli itinerari culturali; la necessità di sciogliere i rapporti storici tra associazioni di categoria, per intervenire in modo dinamico per la valorizzazione delle eccellenze. Novara ha oggi le condizioni e deve gettare le basi per lo sviluppo di nuove realtà produttive. In merito all’internazionalizzazione delle imprese si evidenzia la necessità di interventi alla scala sovralocale, almeno regionale, e l’utilità di inserirsi in network internazionali già operativi. Si ritiene che a questo punto si necessario avviare un serio dibattito sulla vision. La situazione consente ancora oggi di operare scelte autonome. Si tratta però di una condizione che si colloca in una finestra temporale limitata, che impone la necessità di prendere posizione in modo fermo e condiviso, perché “operare delle scelte” è da ritenersi una condizione senz’altro migliore rispetto al doversi “adattare alla realtà”. L’assessore Debiaggi specifica come non sia necessario partire da una vision per sviluppare a cascata il Piano, ma come il primo passaggio sia la registrazione delle tendenze in atto per giungere successivamente alla definizione della vision condivisa. Si ribadisce che oggi sussistono a Novara le condizioni e le potenzialità di sviluppo. Novara ha la condizione 185 NOVARA. PIANO STRATEGICO straordinaria per diventare un laboratorio. Deve configurarsi come città di servizi alle persone (in questo senso va considerato il progetto del nuovo ospedale) e alle imprese (quali i servizi di internazionalizzazione alle PMI). Il Piano strategico deve quindi essere un piano aperto e flessibile e individuare 3 o 4 temi condivisi che devono diventare l’agenda di governo dello sviluppo. L’arch. Vallaro ritiene che sia necessario dare nuovi slogan agli obiettivi strategici per renderli più efficaci a livello di comunicazione interna e esterna. Si propone quindi a titolo esemplificativo l’articolazione mutuata da precedenti esperienze in capo all’Amministrazione comunale: 1. l’“approdo” (mobilità, logistica, nodo infrastrutturale); 2. la cultura; 3. la sostenibilità e l’ambiente; 4. i servizi alle imprese e alle persone; 5. l’innovazione, l’Università e la ricerca. La prof.ssa Mussinelli sottolinea e specifica come lo slogan contribuisca a dare il valore aggiunto di un obiettivo sufficientemente macro, ma declinato e contestualizzato sulla realtà di Novara. Solo in questo modo l’obiettivo strategico può comunicare con efficacia. Il dott. Franci sottolinea l’importanza di ragionare e proporre nuovi progetti sulla base delle evidenze che emergono dall’analisi del contesto e a tal proposito introduce i primi risultati delle analisi dei punti di forza e debolezza, delle opportunità e delle minacce del sistema novarese, per discuterle e condividerle con la committenza. Si ribadisce infine la necessità di organizzare ulteriori incontri con interlocutori privilegiati, in particolare con i referenti di Eurogateway, società che cura le politiche della logistica del Centro interportuale Merci di Novara. 186 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 18 Comune di Novara Palazzo Cabrino - Via Rosselli 1, Novara 20 dicembre 2006, ore 14,30-18,30 Per il Comune di Novara: arch. Paola Vallaro (Direttore Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e Sviluppo della Città), dott. Mario Moschetta (Segretario generale), prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”) Per il Politecnico di Milano: prof. Fabrizio Schiaffonati, prof. Luca Marescotti, arch. Arturo Majocchi, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva Per SCS Azioninnova: ing. Salvatore Melluso, dott. Alessandro Tabarroni L’incontro è stato promosso per discutere con la committenza del Documento preliminare consegnato in bozza il 6 dicembre analizzando eventuali mancanze o integrazioni in vista della consegna al Ministero. L’assessore Debiaggi afferma che il Documento è molto ben fatto, con una coerenza metodologica utile anche e soprattutto come proiezione verso il lavoro futuro. Si sottolinea come il documento rimanga comunque preliminare e quindi vada integrato in alcuni aspetti. Viene messa in luce la precisione con la quale viene contestualizzata la città di Novara criticando però l’individuazione del tema strategico legato all’Area vasta con riferimento alla proposta avanzata dal Politecnico di Milano. L’area individuata viene ritenuta troppo ristretta e legata al territorio locale; bisognerebbe fare uno sforzo per individuare possibili proiezioni verso territori anche non compresi nell’hinterland novarese quali ad esempio il territorio milanese, l’aeroporto di Malpensa e la regione Insubria. Per quanto concerne il modello di governance viene affermata l’esaustività del documento nel descriverne le forme che meglio si adattano al caso novarese. In riferimento al PUM si sottolinea l’adeguata messa a sistema di progetti che sono ancora ad una fase embrionale e la conseguente difficoltà di definire strategie univoche. L’arch. Vallaro intervenendo in merito alla completezza del documento individua alcuni temi che non ritiene siano stati sviluppati in maniera sufficiente. Manca un’adeguata analisi dei servizi, in particolare sociali e sanitari, e il ruolo leader della città di Novara su alcuni temi strategici quale il tema delle acque e dei rifiuti. Si sottolinea come questi sistemi di servizi creino l’eccellenza del territorio e vadano quindi maggiormente messi in risalto. In riferimento al tema della salute, si sottolinea come Novara abbia un ruolo importante all’interno della regione Piemonte che classifica la città stessa come secondo polo oltre a quello di Torino. Il sistema sanitario assistenziale è poi strettamente legato alla ricerca e all’università e rappresenta una realtà non confinabile nel solo territorio urbano. Si propone di mettere in luce queste realtà proponendo Novara come Città della Salute. L’assessore Debiaggi riferisce dell’impegno dell’AIN per creare una bozza per una società di gestione delle aree industriali che affronti i problema di come governare le nuove aree e i diversi attori. 187 NOVARA. PIANO STRATEGICO Ci si pone poi il problema di come procedere; l’assessore Debiaggi propone di pubblicare il documento all’interno del sito del Comune e l’arch. Vallaro aggiunge che va indicato con precisione ciò che in questo momento risulta ancora carente, da completare e aggiungere al più presto. L’arch. Vallaro sposta l’attenzione sui servizi commerciali affermando che i grandi centri condizionano il commercio al dettaglio. Il prof. Marescotti interviene sul tema affermando che ogni regione ha proprie leggi commerciali che però si riducono a pure norme formali. Sottolinea in oltre come il centro storico sia il naturale centro commerciale che va tutelato e supportato con scelte e decisioni precise dell’amministrazione pubblica. L’arch. Vallaro afferma che le strategie commerciali sono già in moto anche senza governo e sottolinea come ci voglia un controllo dei grandi centri con condizioni di autoregolazione da porre però a valle. Si sottolinea poi come il documento deve fornire anche un idea di fattibilità economica dei vari progetti al fine di non porsi obiettivi irraggiungibili. 188 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 19 Comune di Novara Palazzo Cabrino - Via Rosselli 1, Novara 9 gennaio 2007, ore 14,30-18,30 Per il Comune di Novara: arch. Paola Vallaro (Direttore Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e Sviluppo della Città), dott. Mario Moschetta (Segretario generale), prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”), arch. Roberto Guasco (Dirigente del Servizio Mobilità Urbana e Tutela Ambientale), dott. Fabrizio Gambaro Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e trasporti) Per il Politecnico di Milano: prof. Fabrizio Schiaffonati, prof.ssa Elena Mussinelli, prof. Luca Marescotti, arch. Arturo Majocchi, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva Per SCS Azioninnova: dott. Luca Franci, dott. Alessandro Tabarroni L’incontro è stato promosso per discutere con il tavolo di coordinamento del Documento preliminare consegnato il 6 dicembre 2006 in particolare del Piano Urbano della Mobilità. L’assessore Debiaggi ribadendo quanto affermato nella precedente riunione del 20 dicembre sottolinea la mancanza nel documento della parte relativa ai servizi sottolineando come sia necessario avere anche il punto di vista della Provincia, dell’Università e del dirigente della Mobilità. L’arch. Iorio sottolinea l’importanza dell’evoluzione dei PISL e degli ulteriori passi fatti in diversi settori quali quello della chimica verde; viene comunicato la sottoscrizione dello statuto del Distretto piemontese per la chimica sostenibile, tema che rimane sempre legato al Patto per lo Sviluppo, e la redazione di un documento con le indicazioni della Provincia in riferimento alla governance. L’assessore Debiaggi sottolinea la completezza del documento in merito al tema della logistica; viene lodata la precisa analisi e le diverse riflessioni su ipotetici sviluppi futuri. La prof.ssa Baici elenca sette punti nei quali il documento dovrebbe essere più preciso: Vision: non emerge una visione chiara Area vasta: è giusto definirla a geometria variabile ma va comunque individuata con una ampiezza maggiore di quella proposta Attori: non è chiaro chi siano gli attori che devono realizzare il Piano Strategico Progetti: l’elenco dei progetti risulta “comunecentrico” Governance: vengono fatte delle proposte ma senza esprimere un giudizio univoco su quella ritenuta migliore Obiettivi strategici: non è chiaro da dove derivino Infrastrutture sociali: tra gli obiettivi strategici manca l’accrescimento delle infrastrutture sociali che però viene comunque individuato nell’analisi del contesto 189 NOVARA. PIANO STRATEGICO Il dott. Gambaro sostiene che il documento rappresenta un’ottima fotografia ma deve diventare qualcosa di più di una raccolta di documenti, deve sistematizzarli e tirarne fuori alcuni concetti chiave che stiano alla base della visione. L’arch. Guasco in riferimento al documento propone che vengano aggiunte delle pagine su quale sviluppo del CIM sarebbe più appropriato. Sottolinea poi come l’Area vasta vada dimensionata in maniera precisa sottolineandone però la variabilità a seconda dei temi. Con particolare riferimento al Piano Urbano della Mobilità viene fatta una puntuale analisi dei vari capitoli L’arch. Majocchi afferma che quello dell’individuazione dell’Area vasta è ancora un problema aperto; la proposta avanzata tiene conto dell’intercomunalità e comprende 13 Comuni che devono innanzitutto condividere le strategie. Proprio per questo scopo è importante organizzare una riunione con i sindaci dei Comuni individuati per verificarne la disponibilità a prendere parte al processo di costruzione dell’Area vasta. L’arch. Vallaro sottolinea che il problema è rappresentato appunto dallo stare dentro o fuori dei Comuni; i 13 Comuni individuati sono omogenei ma la scelta fatta appare riduttiva. Quella individuata potrebbe rappresentare un’area omogenea di primo livello; l’assessore Debiaggi aggiunge che i comuni individuati possono rappresentare l’Area metropolitana ma non l’Area vasta, possono essere un primo step di un territorio di scala maggiore. L’arch. Guasco aggiunge che l’Area vasta potrebbe essere rappresentata anche da comuni non limitrofi andando a configurarsi come un territorio a macchia di leopardo; non è importante la vicinanza ma le relazioni. Il prof. Schiaffonati riporta l’attenzione sulla forma che dovrà assumere il documento finale sottolineando come la brevità dei tempi costringe ad un lavoro di adeguamento e aggiornamento. Il dott. Franci afferma che il documento è già stato aggiornato e completato con le parti riguardanti il commercio e che non appena si entrerà in possesso dei documenti riguardanti il tema della salute e dell’università si potrà procedere alla redazione definitiva. Per quanto concerne la riunione con i Comuni, si sottolinea come ad essi debba essere mostrata una semplificazione del lavoro; essi devono comprendere l’iter processuale e i concetti generali da condividere. 190 ALLEGATI VERBALE DI INCONTRO N. 20 Comune di Novara Palazzo Cabrino - Via Rosselli 1, Novara 16 gennaio 2007, ore 10,30-13,30 Per il Comune di Novara: arch. Paola Vallaro (Direttore Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e Sviluppo della Città), dott. Mario Moschetta (Segretario generale), prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”), dott. Fabrizio Gambaro Per il Politecnico di Milano: prof. Fabrizio Schiaffonati, prof.ssa Elena Mussinelli, prof. Luca Marescotti, arch. Arturo Majocchi, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro Per SCS Azioninnova: dott. Luca Franci, ing. Enrico Merendi L’incontro è stato promosso per discutere con il tavolo di coordinamento delle modalità di presentazione del lavoro svolto ai sindaci dei Comuni limitrofi. Il dott. Moschetta ritornando sull’analisi del documento presentato il 6 dicembre afferma la carenza nelle linee strategiche finali di una linea politica ben definita sulla quale confrontarsi con i sindaci. Ribadisce poi come per sviluppare la governance si deve sostanziare un accordo strategico nel modo più informale possibile; i sindaci devono semplicemente affermare di voler partecipare al processo, di avere la volontà di stare assieme. Lo sviluppo delle varie azioni sarà poi supportato da eventuali accordi di pianificazione; bisogna però prima ottenere una comunità di intenti “politica”. L’arch. Vallaro aggiunge che l’accordo primario potrà poi portare a diversi accordi su vari temi a seconda delle diverse coniugazioni che portano a diversi esiti. Si sottolinea come il documento da presentare ai sindaci debba lasciare spazio alle implementazioni di altri progetti di diversi comuni e enti. Il dott. Gambaro afferma che nell’agenzia devono essere compresi i Comuni e che un accordo politico informale difficilmente può stare in piedi. Viene affermato l’impegno della città di Novara nel portare avanti progetti di condivisione di banche dati e si sottolinea come i lavoro svolto andrebbe implementato ed esteso a tutta l’Area vasta. Il prof. Schiaffonati tornando alla presentazione da fare ai sindaci afferma che è già stato redatto un primo documento che ha valore puramente simbolico; il passaggio successivo è quello di semplificare la presentazione schematizzandone i contenuti e riducendo i concetti a poche frasi chiave. La prof.ssa Mussinelli espone la presentazione al tavolo di coordinamento ponendo l’accento sulla struttura che si è deciso di dare. Si concorda nel mettere maggiormente in risalto la necessità che i Comuni diano il loro apporto in particolare in termini di progetti e nel rendere la presentazione più snella e più comprensibile anche con l’aggiunta di qualche schematizzazione. L’assessore Debiaggi propone di mettere in risalto il rapporto tra il Patto per lo Sviluppo e il Piano Strategico mostrando uno schema nel quale il Patto per lo Sviluppo rappresenta il forum, il Piano Strategico il programma d’azione e l’Agenzia per lo sviluppo lo strumento. 191 NOVARA. PIANO STRATEGICO VERBALE DI INCONTRO N. 21 Comune di Novara Palazzo Cabrino - Via Rosselli 1, Novara 24 gennaio 2007, ore 16,30-18,30 Per il Comune di Novara: avv. Massimo Giordano (Sindaco), arch. Paola Vallaro (Direttore Servizio Pianificazione Progettazione Urbanistica), arch. Paolo Debiaggi (Assessore alla Promozione e Sviluppo della Città), dott. Mario Moschetta (Segretario generale), prof.ssa Eliana Baici (professore straordinario di Politica economica presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”), dott. Fabrizio Gambaro Per la Provincia di Novara arch. Luigi Iorio (Dirigente 10° Settore Urbanistica e trasporti) Per il Comune di Caltignaga: Per il Comune di Cameri: sig. A. Mercalli (Sindaco) sig.ra Crespi Maria Luisa (Sindaco) Per il Comune di Casalino: sig. Sergio Ferrari (Sindaco) Per il Comune di Galliate: sig. Ezio Gallina (Assessore Urbanistica), sig. Carlo Fonio (Responsabile Urbanistica) Per il Comune di Garbagna Novarese: sig. Davide Milanesi (Sindaco) Per il Comune di Romentino: sig. Cornelio Rosati (Sindaco), sig.ra Elsa Occhetta (Vice Sindaco) Per il Comune di Sozzago: sig. Franco Fossati (Sindaco) Per il Comune di S. Pietro Mosezzo: sig. Pierantonio Mercalli (Assessore), sig. Claudio Miglio (Responsabile tecnico) Per il Comune di Trecate: sig.ra Silvia Colla (Assessore) Per il Politecnico di Milano: prof. Fabrizio Schiaffonati, prof. Luca Marescotti, arch. Arturo Majocchi, prof. Lorenzo Mussone, arch. Giovanni Boncinelli, arch. Matteo Gambaro, arch. Raffaella Riva Per SCS Azioninnova: ing. Enrico Merendi L’incontro è stato promosso per presentare ai sindaci dei Comuni limitrofi lo stato di avanzamento del Piano Strategico e per promuovere una loro partecipazione e condivisione. Il sindaco Giordano ringrazia i sindaci che hanno accettato l’invito del Comune di Novara e presenta il gruppo di lavoro. L’attenzione viene posta sulle motivazioni che hanno portato alla redazione del piano e sulla necessità che ci sia uno cooperazione, una comunione di intenti perché l’Area vasta non sia solo i territorio comunale ma comprenda diverse realtà legate da una volontà comune. L’assessore Debiaggi aggiunge che tale incontro è stato promosso per informare i sindaci del lavoro fin qui svolto e per trovare una comunione di intenti sui temi principali, necessaria al proseguimento dei lavori. Si sottolinea come il documento sia aperto, da implementare nel corso del tempo e che la presentazione del lavoro è una bozza; è importante condividere scelte e strategie già in questa fase embrionale. 192 ALLEGATI Il prof. Schiaffonati parla dell’esperienza maturata nel corso degli anni dal gruppo di lavoro soprattutto in tema di pianificazione strategica. Il concetto di strategia presuppone una condivisione delle scelte e l’uso di uno strumento flessibile. L’arch. Majocchi espone con l’ausilio di una presentazione in Power Point la struttura del Documento strategico che rappresenta il termine della prima fase del Piano Strategico. Vengono elencate le caratteristiche principali di un Piano Strategico e le motivazioni specifiche che hanno portato alla definizione di tale Piano. Si individuano le tre fasi di cui si compone il Piano: L’esito della prima fase è un Documento strategico preliminare La seconda fase prevede l’individuazione di un Repertorio di azioni e progetti La terza fase sviluppa la fattibilità dei progetti pilota Si passa poi alla descrizione delle attività già avviate: Analisi del contesto socio economico ed insediativo Analisi e sistematizzazione de piani e programmi in atto Coinvolgimento dei referenti istituzionali e degli stakeholder Vision Assi Progetti In merito ai primi due punti vengono elencati i risultati delle analisi SWOT (Strenght, Weakness, Opportunities, Threats) che mettono in luce i punti di forza, di debolezza, le opportunità e le minacce dei diversi comparti territoriali. Per quanto concerne il coinvolgimento dei referenti vengono elencati gli incontri che il gruppo di lavoro ha avuto negli ultimi mesi con 17 soggetti diversi. Gli ultimi tre punti fanno riferimento alle strategie da condividere ed adottare; innanzi tutto una vision chiara frutto delle volontà comuni dei diversi attori. La visione rappresenta l’esito del processo e si costruisce mediante l’individuazione e la definizione dell’Area vasta, la definizione di un modello di governance e la costruzione dell’identità del territorio. Gli assi rappresentano gli obiettivi da perseguire; nel Patto per lo Sviluppo vengono individuati sei assi che rappresentano altrettanti obiettivi: Formazione e valorizzazione delle risorse umane Qualificazione e innovazione del sistema delle imprese Attrarre nuovi investimenti sul territorio Migliorare l’architettura di governo del territorio Governare lo sviluppo del sistema della mobilità e della logistica Governare lo sviluppo del territorio all’insegna della sostenibilità ambientale Vengono infine individuati una serie di progetti che rappresentano iniziative puntuali e concrete che fanno riferimento ai sei assi. L’assessore Debiaggi al termine della presentazione riporta l’attenzione sui sei assi invitando i presenti a riflettere se i temi principali sono condivisi. 193 NOVARA. PIANO STRATEGICO Si esprime la necessità di porre l’attenzione sui temi della logistica e degli insediamenti industriali portando come esempio negativo quello di Verona. Il prof. Marescotti espone alcuni concetti concernenti il Piano Urbano della Mobilità sottolineando come rispetto al Piano Strategico sia uno strumento più concreto e di immediata attuazione. 194