Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO Settembre 2013 Anno XIII - n° 136 L’Editoriale di Enrico Dello Sbarba Non si risolve la crisi piangendoci continuamente addosso Certo se gli imprenditori del triveneto pensano di risolvere i loro problemi economici, legati anche ad un ritardato processo tecnologico, ricorrendo alle terapie rivoluzionarie e anarchiche di Giamberto Casalegno - il guru del Movimento 5 stelle - le possibilità di una ripresa del nostro paese si ridurranno sempre di più e non è certamente questo il modo migliore per rispondere al messaggio che altri imprenditori e lo stesso Presidente della Republica, unitamente al Presidente del Consiglio, hanno lanciato in questi giorni perchè questo nostro paese torni a sperare. Se, en passant, ricordiamo che quegli stessi imprenditori si erano letteralmente “legati” alla Lega di segue a pag. 2 Un articolo dell’On. Ivo Butini Divagazioni agostane Mi chiedo chi e quanto potrebbe essere interessato a una lettura della storia della Repubblica attraverso le personali vicende di un Presidente del Consiglio. Ci sono nomi fortemente evocativi quali Andreotti, Craxi, Forlani, Berlusconi. Storie diverse quando si pensi al tragico destino di Moro che la Repubblica non riuscì a salvare. Tutti legati a vicende non banali della storia nazionale. Si potrebbe dire che sono termini di paragone. Di che cosa? “Di un Paese incerto sulla propria identità nazionale e sulla propria unità interna” per citare un giudizio dello storico cattolico Agostino Giovagnoli. Andreotti ha attraversato tutta la storia della Repubblica. Moro tentò di dare una prospettiva nuova alla fine del centrismo degasperiano attraverso collaborazioni discusse e forse anche ambigue. Craxi tentò di porre su basi moderne e, diciamo, europee la funzione di una sinistra socialista, aprendo proprio a sinistra un conflitto che Forlani e la DC non furono in grado di dominare e assorbire. Berlusconi raccolse i cocci della prima repubblica creando una permanente situazione sismica, esito peraltro coerente del modo come la prima repubblica finì o fu lasciata finire. Sono passati vent’anni. E, come osserva un commentatore autorevole quale Angelo Panebianco, “Berlusconi continua ad essere il protagonista prin- cipale di questa stagione”. Il PD è la formazione politica che nella seconda repubblica sembrava conservare qualche aspetto di un partito vero, ma il PD (è ancora Panebianco) “non riesce ad avere idee-forza sulla crescita, da comunicare al Paese”. Perché, penso io, è un equivoco politico, una sorta di mutuo soccorso tra sconfitti storici. Sono tra quelli che pensano che, in Italia, è ancora decisiva la funzione dei moderati. Ernesto Galli della Loggia (Corriere della Sera) ha individuato gli strati culturali, magari nascosti, dell’Italia moderata: “un certo senso dello Stato e dell’interesse pubblico, l’idea della nazione come vincolo di solidarietà e scudo necessario nell’area internazionale, la compostezza, il saper leggere e scrivere, giocare in modo pulito, la necessità di essere liberi in modo non distruttivo”. Quest’area, secondo Galli della Loggia, è sempre stata in crisi di rappresentanza politica. Per mezzo secolo questa crisi è stata nascosta dalla presenza surrogatoria della Democrazia Cristiana, sostiene il politologo. Io penso che la Democrazia Cristiana sia stata, abbia tentato di essere, qualcosa di più, sebbene avesse, come dice sempre Galli della Loggia, “natura e origini diverse”. Penso anche che la DC sia comunque meritevole di avere svolto quella funzione se è vero il giudizio di Galli della segue a pag. 2 2 Politica dalla prima pagina Non si risolve la crisi piangendoci continuamente addosso Bossi, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti, c’è molto poco da essere ottimisti. In effetti che il paese stia attraversando una crisi gravissima è indubitabile ma anche proseguire nella logica distruttiva che la grande maggioranza degli organi di informazione e praticamente tutti i cosiddetti “talk-show” perseguono, ci sembra fare un autentico “karakiri” e sicuramente non il bene del paese. Non si risolve, insomma, la crisi piangendoci continuamente addosso o trasferire tutte le responsabilità sui governi nazionali o sulla politica in generale. Periodico mensile del Circolo Culturale Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 2/3/2005 Redazione ed Amministrazione: Via Trieste 7, tel. 0586/427137 - Livorno e.mail: [email protected] www.circoloilcentro-livorno.it DIRETTORE RESPONSABILE: Enrico Dello Sbarba COMITATO DI REDAZIONE: Massimo Cappelli, Laura Conforti Benvenuti Alberto Conti, Salvatore D’Angelo, Francescalberto De Bari, Davide Livocci, Mauro Paoletti, Marisa Speranza, Franco Spugnesi. Hanno collaborato a questo numero: Marcello Battini, Jacopo Bertocchi, Ivo Butini, Massimo Cappelli, Monica Cuzzocrea, Luca Lischi, Mario Lorenzini, Silvia Menicagli, Andr ea Sar Andrea Sar-genti, Marisa Speranza, Franco Spuoncelli. gnesi, Cristiano T Toncelli. STAMPA: Editrice «Il Quadrifoglio», Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno Giornale chiuso in tipografia il 3/9/2013 e-mail: [email protected] Ci sembra giunto il momento di scrollarci di dosso questa imperante apatia, questo “pessimismo” di maniera, questa perniciosa rassegnazione dell’ineluttabile: comportamenti che, se perpetuati, rischiano veramente di impedire o ritardare quella ripresa tanto attesa. In proposito un giovane imprenditore, operante nel settore dei trasporti marittimi, ha recentemente dichiarato: “mi fa più paura la sfiducia generale che la crisi vera e propria.C’è troppo pessimismo nell’aria, una situazione che va avanti da troppo tempo”. Ed è proprio ciò che sta accadendo, perchè basta accendere la TV o leggere un qualunque giornale o settimanale per avere la sensazione e la dimensione di un paese in caduta libera, ormai destinato al fallimento. La psicosi per cui tutto è sbagliato ed inutile sta pericolosamente inserendosi nella mentalità della gente comune e questa “suggestione” del malessere sta ormai allargandosi a macchia d’olio. Se è vero, come il nostro “immarcescibile leader” ebbe a prounciare qualche tempo fa e cioè di non avere la sensazione di un paese in crisi perchè ristoranti ed aerei erano sempre pieni di gente, è anche vero che immergere sempre di più la lama nelle carni della crisi non contribuisce certamente a ridare agl italiani un po’ di quella speranza e fiducia nel futuro del loro paese. Il messaggio del giovane imprenditore sembra essere stato ascoltato dal Presidente della Repubblica e da quello del Consiglio. Entrambi hanno lanciato messaggi di speranza e di fiducia per il futuro del nostro paese. Sia in occasione della cerimonia di presentazione dell’EXPO2015 sia con i provvedimenti che il Governo Letta, pur in mezzo a crescenti difficoltà, data la natura particolare dell’esecutivo da lui presieduto vanno sicuramente nella direzione della ripresa che molti indicatori pre- vedono nei prossimi mesi. L’ultimo gesto forte del Presidente Napolitano e cioè la nomina a senatore a vita di quattro personalità che tutto il mondo apprezza ed ammira, rappresenta un segnale che suscita entusiasmo nella parte migliore dell’Italia. Ebbene sarebbe un autentico “delitto” ed arrecherebbe al paese un danno irreparabile se, per un’assurda impuntatura ed un indegno e volgare ricatto, ne fosse compromessa la sopravvivenza. Divagazione agostane Loggia che, in settant’anni, i moderati hanno espresso solo due formazioni politiche, l’Uomo Qualunque e Forza Italia. Opinione che dovrebbe impegnare oggi una riflessione matura, storicamente idonea, dei cattolici italiani. I quali hanno certo il compito di seminare la speranza, facendo però attenzione a non esaurirla negli auspici, negli ammonimenti e nelle illusioni. Errori a parte. Il Centro è in distribuizione anche presso le seguenti punti: a LIVORNO LIVORNO:: Libreria Nino Belforte, Via della Madonna; Libreria Edizioni Paoline, Via Indipendenza; Libreria Erasmo, Viale Avvalorati; Edicola Nelli, piazza Cavour 39; Edicola P .zza Grande , lato Farmacia P.zza Ospedale, Edicola Bianchi, via del Porticciolo, di fronte Camera Commercio; Edicola Attias, corso Amedeo; Edicola piazza Matteotti; Edicola Paolini (Baracchina Bianca, piazza S. Jacopo; Ed. Lo Strillone, viale Italia 113; Edicola c/o Bar Oasi, Ardenza Mare; Edicola Bar Bar-cellona, via Goito; Edicola Borghi, Corso Amedeo, angolo via dell’Origine; Tintoria Rossi, corso Mazzini; Chico Sas , via C. Puini 9; Ed. Martelli Anna Lisa, via Meucci 5 (Coteto). a CASTIGLIONCELLO CASTIGLIONCELLO:: Ed icola Rossi Edicola Rossi,, Piazza della Vittoria; Edicola T ognotti, Stazione Ferroviaria. Tognotti, a ROSIGNANO SOL VAY: SOLV Edicola Giovannoni, via Allende; Edicola V Vallini allini, via O. Chiesa. a ROSIGNANO MARITTIMO MARITTIMO:: Edicola “Il Punto”, via A. Gramsci. periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Politica 3 La legge dei generali di Nicola Graziani - giornalista quirinalista Difficile immaginare che il ritorno dei generali sul proscenio della politica egiziana possa essere lo sviluppo che tutti si auspicavano all’inizio delle cosiddette primavere arabe. Per loro stessa natura, i militari usano il bastone dove ci sarebbe bisogno di ben altri strumenti di persuasione. L’ingresso del presidente ormai deposto Morsi nello stesso carcere da cui usciva, contemporaneamente, il suo predecessore Mubarak, libero di fatto da ogni accusa, è la miglior rappresentazione del finale gattopardesco di una stagione di attese deluse. Tutto è cambiato, per un anno, affinché nulla cambiasse. Ora resta solo da sperare (che l’Egitto non segua il terribile destino dell’Algeria di vent’anni fa) e riflettere. Riflettere su cosa non è andato come si immaginava sarebbe andato. L’Egitto, infatti, rappresentava la culla di quel movimento che ci ha fatto intravedere la possibilità che anche i paesi arabi potessero prendere un corso democratico. Più della stessa Tunisia, dove pure quel movimento si era manifestato per primo. L’Egitto è il paese con la maggiore identità storica e politica della regione. È anche il più avanzato dal punto di vista culturale, con la sola eccezione del Libano. È il paese dal quale il presidente americano Obama lanciò, in un discorso tenuto al Cairo, la sua famosa apertura all’Islam moderato che aveva anticipato fin dall’inaugurazione del suo primo mandato. Infine, l’Egitto è un paese particolarmen- Un corteo dei rappresentanti della Fratellanza Musulmana. te esposto alle correnti della cultura occidentale. Tutti motivi per cui era lecito immaginare che uno sviluppo autenticamente democratico delle rivolte contro i raiss potesse avere luogo. Allora, cosa è andato storto? Troppo facile liquidare tutto con una battuta degna di Daniela Santanchè, vale a dire che quella è gente incapace di vivere secondo i nostri schemi mentali e politici. Il fatto è che le folle egiziane hanno prima dato un forte sostegno alla Fratellanza Musulmana (come ai salafiti) per poi toglierglielo nel giro di 12 mesi. La cosa lascia pensare che l’appoggio all’Islam non moderato non sia stato dato, sulle prime, sulla base di un convincimento culturale o religioso, ma per il semplice fatto che la Fratellanza, opponendosi per decenni a Mubarak, aveva finito per essere identificata non solo come un partito di lotta, ma come la vera anima della nazione egiziana, Chi ha votato per gli integralisti non lo ha fatto perché integralista egli stesso, ma perché il suo era un consenso dato a chi impersonificava l’anima dell’Egitto che voleva essere indipendente. Poi c’è stata la manifestazione dei 30 milioni, e Morsi con i suoi hanno dimostrato tutti i loro limiti. Invece di aprire ad un governo di coalizione nazionale (aiutati a sbagliare dal fatto che, tranne poche eccezioni, niente era stato fatto per la creazione di un partito che potesse rassicurare laici ed islamici), si sono irrigiditi in un atteggiamento di chiusura che ha esasperato la situazione, creando così la situazione più propizia per quell’intervento che i militari – chiaramente – pianificavano fin dall’inizio. Compiuto il quale, il paese è tornato non ai tempi di Nasser, ma a quelli di Mehemet Alì. Un militare, anche quello. E noi occidentali siamo tornati ad arrovellarci sui nostri fallimenti (a cominciare da un Obama che appare molto appannato rispetto a quale anno fa) e sui nostri errori di analisi. A proposito suggeriremmo al ministro Emma Bonino di rileggere i suoi interventi di quando era anche lei al Cairo, una decina di anni fa. Andiamo a memoria, ma non ci sembra di ricordare che i suoi fossero interventi a favore del dialogo interculturale, nemmeno con l’Islam moderato. Di certo non li avrebbe sottoscritti Giorgio La Pira. Ma nemmeno, se la memoria non ci inganna, Giulio Andreotti. 4 Politica e-mail: [email protected] QUEST’ANNO RICORRE IL 70° ANNIVERSARIO DELLO STORICO CONVEGNO Dal Codice di Camaldoli alla grigia realtà odierna 20 di Enrico Dello Sbarba Mercoledì 24 luglio in una delle sale conferenze della Camera dei Deputati si è ricordato il 70° anniversario dello storico convegno di Camaldoli allorchè un gruppo di intellettuali cattolici si riunì in quel famoso convento, collocato sui monti aretini, per redigere, dopo un lungo ed appassionato dibattito, un documento che sarà chiamato Codice di Camaldoli nel quale furono riunite le idee principali che sarebbero state poi alla base della Costituzione e del “miracolo italiano”. Si ritrovarono l’elite della cultura cattolica: i giovani della FUCI,gli adulti del Movimento Laureati di Azione Carttolica, insomma i futuri leader politici della D.C, in quelle drammatiche circostanze (eravamo nel luglio del 1943) inconsapevoli di divenire classe dirigente del paese. Abbiamo voluto fare questo “breve cappello” su un avvenimento storico di grande rilevanza per riportarci alla grigia realtà della pratica sparizione dei cattolici organizzati nella vita politica del paese preannunciata dall’intervista che Pierferdinando Casini ha rilasciato lunedì 12 agosto al Corriere della Sera in risposta ad una provocazione lanciata, il giorno prima, dal politologo bipolarista Ernesto Galli Della Loggia che chiedeva “ai moderati non di sinistra”di avere il coraggio di “unirsi al PdL e di rappresentare così “il centro destra” per il dopo Berlusconi. Pierferdinando, deluso e scottato dal rovinoso risultato elettorale del febbraio scorso, non smentisce l’ipotesi di un possibile coinvolgimento delle sue “residue truppe” all’interno del corpaccione del PdL o di quello che sarà la nuova destra italiana presumibilmente orfana del Cavaliere, sempre ammesso che questo evento, tanto atteso, si verifichi. Ebbene questo ultimo “frammento” della rappresentanza dei cattolici in politica, nata a Camaldoli, cresciuta nella Resistenza, protagonista nell’Assemblea Costituente e resa operativa con il grande successo della D.C il 18 aprile 1948 che intende concludere la sua vicenda nelle accoglienti braccia della destra berlusconiana, ci ha lasciato sorpresi ed amareggiati. Dopo avere, inutilmente, sprecato l’occasione maturata con i due convegni di Todi (2009-10) e cioè il progetto di costituire un nuovo movimento “il fanto- matico Partito della Nazione” che avrebbe dovuto coinvolgere, secondo le intenzioni di Casini, componenti importanti e significative dell’associazionismo cattolico, del mondo delle imprese, del sindacato di riferimento ed altre espressioni della società, le incertezze, i continui rinvii, registrati in questi ultimi due anni. Infine, l’affrettata alleanza elettorale con Scelta Civica ha concorso a vanificare tali attese che rischiano di spegnere quella flebile fiammella: insomma una proposta, quella del Partito della Nazione, mai realizzata. Le notizie apparse sulla stampa in questi ultimi giorni sembrano prevedere “un ravvedimento”. Nel corso di un incontro ad Avellino con l’ex presidente del consiglio Mario Monti sono emersi elementi nuovi per una riflessione e la ripresa di un proficuo dialogo tra Scelta Civiva e l’UDC intenzionate, entrambe a riaffermare l’identità del popolarismo. E’ necesssario, scrive Casini, andare oltre le lacerazioni e le appartenenze. Vogliamo proprio augurarci che, dopo la sbandata ferroagostiana, si ritorni alla razionalità ed alla concretezza della politica: il paese, lo ripetiamo fino alla nausea, ha ancora e sempre più bisogno di un centro che sia propulsore e propositore di un progetto serio e moralmente elevato. periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Politica 5 FESTIVAL ECONOMIA DI TRENTO 2013 SOVRANITÀ IN CONFLITTO del Prof. Marcello Battini Dal 30 maggio, al 2 giugno 2013, si è svolta a Trento l’ottava edizione del festival dell’economia alla quale, sotto la guida del responsabile scientifico della kermesse, il Prof. Tito Boeri, sono intervenuti due premi Nobel (Michael Spence e James A. Mirrlees), uomini politici di grande livello, prestigiosi giornalisti e scrittori, ma soprattutto economisti e professori universitari di tutto il mondo, per una quattro giorni fittissima d’appuntamenti, dedicata alla “Sovranità in conflitto” ed anch’io, nella mia modestia, ho fatto parte del popolo degli scoiattoli (così sono chiamati i partecipanti a questa manifestazione). Nel tema di quest’anno, come d’abitudine, sono prevalsi i contenuti economici, ma i risvolti sociali, politici e storici non sono stati di contorno, anzi, proprio affrontando ogni questione in tutte le molteplici sfaccettature è stato possibile delineare un quadro completo della complessità della situazione. Questo tipo di manifestazione offre l’occasione di uscire dai nostri confini mentali e dai nostri limiti culturali, per poterci interrogare a proposito di dinamiche di portata planetaria, che spesso ci appaiono distanti e quasi incomprensibili, ma che, di fatto, esercitano una profonda influenza sul nostro vivere quotidiano. Ci avvicina a problemi di cruciale importanza e ci aiuta a meglio comprendere argomenti di cui tanti discutono ma che pochi conoscono davvero. Il concetto tradizionale di sovranità intesa come potere esercitato da uno stato sul popolo di un territorio si è trasformato nell’arco di pochi decenni in un’idea più complessa. E la sua stessa unitarietà si è frantumata in una pluralità di livelli diversi che pone, fra gli altri, inediti problemi di legittimazione dell’autorità che la esercita e rende necessaria la ricerca di nuovi equilibri. Si tocca uno dei nervi scoperti della democrazia, ci si interroga sul nostro essere cittadini a pieno titolo e a tutti gli effetti, ci si chiede se e quanto, come cittadini, abbiamo ancora voce in capitolo nelle decisioni prese fuori dal nostro paese, ma che riguardano la nostra vita di tutti i giorni, significa interrogarsi sul valore della rappresen- tanza e della partecipazione e su come venga percepito oggi l’esercizio del diritto/dovere di voto. La perdita di sovranità, a livello statale, ma anche a livello personale, caratterizzerà il futuro dell’umanità, ma se guarderemo ad essa, non con il metro di valutazione della politica, ma con il metro del valore morale personale, probabilmente, riusciremo a vederne i vantaggi, purché la perdita di sovranità sia spostata a favore di chi la merita, per i vantaggi della collettività nel suo complesso. Il tema di quest’anno ha fatto riferimento al complesso mondo delle politiche internazionali, alla governance dei processi globali, che è strettamente correlato alla crescente complessità degli strumenti e delle procedure con le quali le amministrazioni pubbliche affrontano il governo del territorio. Il punto di partenza è stato quello di descrivere i nuovi rapporti di forza che si sono venuti a creare, in Europa e nel mondo, tra gli stati, le autorità sopra- nazionali come la BCE, il WTO ed i grandi gruppi finanziari e bancari. Si è tentato di dare una risposta alla domanda se le nazioni europee (l’Italia in particolare) sono ancora stati sovrani in grado di decidere autonomamente le loro politiche interne, o se la crisi ha accentuato in maniera inesorabile le ingerenze provenienti dall’esterno. Sono state avanzate delle ipotesi sul destino dell’Euro e dell’Europa e delineate le politiche che è auspicabile siano adottate per far ripartire la crescita e lo sviluppo. La manifestazione, pur nella sua complessità organizzativa, si è svolta in modo ordinato ed efficiente, anche per merito di tutti quei giovani volontari che hanno deciso di vivere questa esperienza, dimostrando con i fatti che, in un tempo difficile come quello che stiamo vivendo, è fondamentale ripartire proprio dal riconoscimento pieno del valore della persona e della relazione, per avviarsi lungo un percorso virtuoso che conduca ad un mondo più equilibrato, per essere sostenibile da ogni punto di vista. Questa esperienza personale suscita in me un solo rammarico: il fatto che la città di Livorno, malgrado la sua lunga tradizione di rapporti internazionali, che adesso potrebbe essere supportata da stabili strutture universitarie, che si sono aggiunte alla preesistente Accademia Navale, non sia stata, finora, capace di creare un’analoga manifestazione riguardante l’economia marittima, i commerci internazionali, la sicurezza in mare, gli ecosistemi marini e via dicendo. 6 Attualità Politica e-mail: [email protected] STORIE DRAMMATICHE E PANORAMA DESOLANTE Le difficoltà della vita e l’arroganza del potere di Massimo Cappelli Passeggio per via Marradi, mi ferma un amico: come stai? Tutto bene ? No, dopo alcuni convenevoli, mi dice che il figlio, ultraquarantenne, dopo la chiusura del negozio di Livorno, dove lavorava da anni, e lo spostamento a Firenze in altro della stessa catena, è stato licenziato per la chiusura anche di quest’ultimo. Vado a trovare un amico pittore al Premio Rotonda, parliamo, lo vedo serio, mi dice che la concessionaria di auto dove lavora il figlio, a Pisa, chiuderà a settembre e verrà licenziato, il figlio ha due bambini e la cosa lo preoccupa molto. Incontriamo per strada dei parenti, i figli venticinquenni, diplomati da anni, non riescono a trovare lavoro, si stanno impegnando, anche con tentativi all’estero, senza concreti risultati. Le storie drammatiche potrebbero continuare, è indubbio che siamo nella fase più acuta della crisi, ormai si è toccato il fondo dal quale dobbiamo risalire. Basta fare una camminata nelle strade del centro città per vedere dovunque negozi con cartelli con scritte “affittasi”, “vendesi”, con le saracinesche abbassate o negozi con liquidazioni totali per prossima fine attività. E’ un panorama desolante, eppure segnali macroeconomici lasciano intendere che le possibilità di ripresa stanno affacciandosi. Alcuni paesi europei stanno innalzando le previsioni del loro PIL per il 2014. L’Italia è il fanalino di coda ma è indubbio che alcuni indicatori positivi ci sono. Il Governo attuale, di “emergenza”, di “necessità”,certamente anomalo e non gradito alle basi dei due principali schieramenti, sta lavorando. Tra i suoi maggiori successi l’aver sbloccato trentasei miliardi di pagamen- ti pubblici per le imprese, dando alle stesse una boccata di ossigeno non trascurabile , aver evitato ,per il momento, ulteriori incrementi di costi per la collettività come quello dell’IVA e aver sospeso la rata di pagamento dell’IMU sulla prima casa. Il Governo sta inoltre preparando, tramite la revisione costituzionale prevista, la riforma del Senato in senso federale, il taglio del numero dei parlamentari e l’abolizione delle province. Non trascurabile, anzi determinante, l’influenza esercitata a Bruxelles affinchè i vincoli europei siano meno rigidi, consentano maggiore flessibilità operativa ai paesi membri, lezione che anche la Germania sembra stia imparando. E’ quindi necessario un contesto politico che consenta di lavorare in pace per migliorare una situazione economica drammatica che sta colpendo le famiglie, che è entrata dentro le famiglie. Purtroppo lo scenario politico rimane deludente. A fronte della responsabilità espressa dal Partito Democratico, perno della precaria stabilità del Paese, di Scelta Civica o comunque delle residue forze del Centro ed anche di alcuni esponenti del PdL impegnati nel Governo, continua l’arrogante irresponsabilità dell’uomo che per venti anni ha condizionato e distrutto il nostro Paese. Il “condannato” sta ricattando il Paese anteponendo nuovamente i suoi interessi personali a quelli della collettività, sostenuto da vassalli, valvassori e valvassini legati alle sue sorti da stretti interessi. Sostenuto, purtroppo, anche da un significativo numero di ita- liani per i quali, evidentemente, il messaggio di poter fare sempre e comunque ciò che si crede è più forte di ogni altra cosa. A ciò si aggiunga la sconsideratezza delle truppe “grilline”, giunte in Parlamento sull’onda di una protesta popolare masochista, dimostratesi incapaci di assumersi responsabilità, ma non di essere meno arroganti e supponenti di una certa destra protagonista. Questo è lo scenario: continuiamo a confidare nel buon senso della gran parte degli italiani anche se il pessimismo è crescente. Di Gabbia A. & Figlio SRL COSTRUZIONI - stradali - fognature - acquedotti PRODUZIONE - emulsioni bituminose conglomerati bituminosi MEZZI PROPRI Sede Legale Uffici, Impianto: Via dello Struggino 24 - Livorno (loc. Picchianti) Tel. 0586/428121 e-mail: [email protected] periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Attualità 77 Una “querelle” mai sopita Tratto Malandrone-Cecina Nord tra inique gabelle e continue proteste di Enrico Dello Sbarba E’ tornata di viva attualità “la querelle” mai sopita riguardante la, per ora inutile, realizzazione del tratto di autostrada MALANDRONE - CECINA NORD ed in particolare salgono le proteste per l’iniqua gabella che gli automobilisti,non residenti, sono costretti a pagare per quei quattro inutili chilometri di autostrada beffa. Sono infatti trascorsi due anni dall’entrata in funzione ma la polemica non si attenua anzi, tende ad aumentare, di fronte alla presa d’atto che, fino ad oggi, quello è l’unico tratto trasformato in autostrada: gli altri da Cecina a Civitavecchia sono “in mente dei”. Recentemente, l’ing. Giuseppe Mele già agente AGIP Petroli e poi ENI per le province di Livorno e Pisa, ha interessato con una lettera il senatore del PD Marco Filippi che, nei mesi scorsi, aveva inviato un articolo sul tema alla stampa intitolato “TROPPI DUBBI SULL’AUTOSTRADA: E SE CAMBIASSIMO TUTTO’? Nella lettera l’ing. Mele esprime viva preoccupazione per il progetto del Corridoio Autostradale Tirrenico per l’annuncio della SAT di chiudere tutti e 36 gli Impianti Stradali di ogni marchio che insistono lungo la variante Aurelia da Rosignano a Civitavecchia: già è stato chiuso, con un colpo di teatro, quello ENI di Malandrone venendo meno all’impegno di sopravvivenza assunto nella prima conferenza dei servizi: sarebbe stato sufficiente spostare il casello autostradale di un centinaio di metri per salvare una struttura modernissma che dava occupazione a dodici persone. Tali chiusure, denuncia, l’ing.Mele, creeranno ulteriori disapporti economici ai territori, perdita di centinaia di posti di lavoro, mancate entrate erariali locali, etc. Negli incontri con SAT, veniva sempre invocata la disposizione normativa del Codice della Strada e dell’U.E. che vieta gli accessi privati dagli assi autostrada- li. Alcuni Sindaci, vedi quello di Campiglia, hanno tentato di difendere gli esercizi di distribuzione e di ristorazione esistenti sul loro territorio, ma l’esito è stato negativo. I danni, scrive ancora l’ing. Mele, sono enormi e vanno a sommarsi a quelli che il sen. Filippi evidenzia nel suo articolo. In conclusione si chiede se esistono veramente i requisiti della pubblica utilità per tali opere e se il CIPE può avallare ciò che danneggia così tanto il territorio? La proposta è quella che si dovrebbe derogare dal principio che le stazioni di servizio siano considerate accessi privati, in quanto svolgono funzioni di interesse e utilità pubblica. Non è tollerabile l’approccio di SAT a questi problemi quando l’asse della nuova autostrada occupa il sedime di una preesistente Stada di Grande Comunicazione. A questo proposito ci risulta che il sen.Filippi abbia in programma la presentazione di una interrogazione al ministro competente. RISULTATI DI TRAFFICO E REDDITUALI IN DECISO RECUPERO RISPETTO AL PRIMO TRIMESTRE DELL’ANNO Aeroporto di Pisa: buone notizie L’aeroporto di Pisa tra i primi dieci scali italiani per numero passeggeri. - Traffico passeggeri: l’aeroporto Galileo Galilei di Pisa ha chiuso il primo semestre 2013 con 1.991.942 passeggeri (-3,7%), posizionandosi al decimo posto nella classifica degli scali italiani. Nel corso del semestre in oggetto si è registrato un graduale recupero del dato progressivo, culminato nel +1,3% (476.469 passeggeri) del mese di giugno. - Nel primo semestre 2013 il difficile contesto macroeconomico e quello problematico del settore aeroportuale hanno condizionato l’andamento dei principali risultati economici di SAT, risultati che si vanno a confrontare con quelli record conseguiti nel primo semestre 2012. Andamento della gestione In un contesto generale condizionato da una difficile situazione economica, l’aeroporto Galilei di Pisa ha registrato nei primi sei mesi del 2013 un traffico pari a 1.991.942 passeggeri, con un 2 andamento sostanzialmente in linea (-3,7%) con il settore aeroportuale italiano (-3,4%)1 e chiudendo al decimo posto nella classifica degli scali italiani. Il confronto tra il dato progressivo del traffico passeggeri al 31 gennaio (-11,1%) e quello al 30 giugno 2013 (-3,7%) mostra comunque un’incoraggiante tendenza al miglioramento confermata anche dal risultato raggiunto nel mese di giugno, in cui si registra un aumento dei passeggeri dell’1,3% (476.469) rispetto allo stesso mese del 2012. L’andamento del traffico passeggeri del primo semestre dell’anno dell’aeroporto di Pisa assume maggiore rilevanza se si considera che è stato ottenuto senza l’operatività del vettore Wind Jet, che nel primo semestre del 2012 aveva assicurato un traffico pari a 83.000 passeggeri da/per l’aeroporto Galilei. In assenza della “discontinuità Wind Jet”, il traffico passeggeri dell’aeroporto Galilei del primo semestre del 2013 avrebbe registrato una crescita dello 0,4%. ora anche on line www.circoloilcentro-livorno.it 8 Politica Attualità e-mail: [email protected] Il Centro Italiano Femminile si è costituito con l’intento di valorizzare il territorio mediante la promozione di attività sociali A Luciana nuovo gruppo del Cif di Monica Leonetti Cuzzocrea Nel giugno 2013 si è costituita a Luciana, frazione del Comune di Fauglia, un nuovo gruppo del Centro Italiano Femminile, associazione di volontariato a carattere nazionale, con sedi in novanta Province e cinquecento comuni di tutta Italia. Questa associazione, attraverso una “missione” comune, persegue finalità di formazione ed aggiornamento professionale, ricerca e sperimentazione, impegnandosi nella promozione dell’apporto femminile in ambito socio-culturale ed economico. L’impegno delle aderenti spazia da attività educative post-scolastiche ad attività formative per adulti, stranieri e volontari, da attività culturali ad attività ricreative per adulti e ragazzi ed ad altri simili interventi. A Luciana il Centro Italiano Femminile si è costituito con l’intento di valorizzare il territorio mediante la promozione di attività sociali, mettendo in atto iniziative per il bene comune. L’ Associazione ha sede presso la Parrocchia di Santa Lucia in Luciana dove il Parroco Don Edward Domagala ne ha incoraggiato la nascita e ha creato le condizioni affinché essa si potesse costituire. Il CIF di Luciana nasce dall’esigenza di riportare quell’ entusiasmo e quello spirito partecipativo, di cui ormai si sente sempre più la necessità, mediante la realizzazione di attività a sostegno del territorio e per realizzare questo scopo collaborerà in stretto rapporto con la con la Parrocchia di Luciana. Il gruppo, di recente costituzione, sta lavorando su alcune proposte operative con lo scopo di movimentare il territorio e con l’idea di valorizzare l’ unione e la cooperazione, per una sempre maggiore collaborazione e comunanza di intenti, anche coinvolgendo altri movimenti associativi. Tra gli scopi dell’associazione non ci sarà unicamente la realizzazione di eventi, ma saranno portate avanti anche tutta una serie di attività collaterali di utilità sociale ed educativa che sono in fase di progettazione. Attualmente sono in programmazione al- Il gruppo che ha costituito il CIF a Luciana cune iniziative in collaborazione con il CIF di Livorno, con i Cooperatori Paolini e con strutture pubbliche e private. Nel mese di luglio si è tenuta la prima esperienza di “Laboratorio Estivo” con i bambini delle elementari coordinati da Giulia Biagioni, volontaria aderente all’associazione. Nel corso della riunione fondativa, è stata eletta Presidente Comunale del CIF di Luciana la Sig.ra Valeria Scutti, Vicepresidente la Sig.ra Lucia Galeassi e Segretaria la Sig.ra Antonella Granchi. Vieni alla CISL troverai Cortesia, Competenza, Convenienza I nostri servizi: Fiscali, RED, ISEE, Successioni, Vertenze e cause di lavoro, Colf e Badanti, Permessi di soggiorno, Pensioni, Infortuni, Affitti, Tutela Consumatori. Per ogni esigenza rivolgiti con fiducia alle sedi della CISL Per informazioni degli orari telefona alla UST-CISL Livorno n° 0586-899732 periodico online www.circoloilcentro-livorno.it “C’è chi ha bisogno di pane” ha sottolineato il Cardinal Bagnasco e il paese adesso non ha certo motivo di mandare in frantumi i tanti sacrifici che i cittadini hanno fatto e continuano quotidianamente a fare. Per questo occorre alto senso di responsabilità da parte di tutti, in primis da parte del Governo Letta che si sta impegnando in modo sobrio e credibile anche per fare in modo che almeno un po’ di pane ci sia per tutti. Possiamo continuare a permetterci di dare sussidi di disoccupazione (che aumentano in maniere esponenziale) senza niente ricevere in cambio? Possibile non innescare forme di solidarietà per chi riceve sussidi che facciano del dono del proprio tempo un volano, ad esempio, per il volontariato? Esistono davvero più Italie. Basta scendere al sud e percorrendo le strade ci si rende conto che le “regole” cambiano. A Napoli, in pieno centro, andare senza casco in motorino, anche in tre o addirittura in quattro, o con bambini neonati al seguito è normale! 9 A Livorno la manifestazione dal titolo “Il tesoro della memoria nelle relazioni italo-elleniche” Cinguettare Pane e lavoro, il lavoro per dare dignità ad ogni persona e metterla al centro della vita. Guadagnarsi il pane con il lavoro. Per questo occorrono azioni concrete che favoriscano occasioni di lavoro, con meno burocrazia che non freni l’operosità di chi desidera offrire le proprie competenze e capacità. Possibile che con tutto il nostro patrimonio di bellezze non sappiamo fare ad esempio del turismo il vero motore di rilancio per il nostro paese? Cinguettare di Luca Lischi Caschi slacciati e padellini sono frequentissimi. E l’uso delle cinture in auto? Un optional. Proprio un’altra Italia: “così è, se vi pare!” Trecentomila euro, proprio 300.000 euro la somma per avere una star del cinema al Festival di Venezia. Certo la presenza di una star può far muovere tanto denaro (si pensi solamente alla pubblicità), ma in un periodo di grande difficoltà, dove alle persone manca anche il pane, non è possibile cominciare a cambiare certe regole di ingaggio…? Agosto è identificato con il mese delle ferie ma è il periodo in cui si ricorda il cardinal Martini un vero maestro di spiritualità, ed è anche il mese di Alberto Ablondi, il vescovo del dialogo. Ecco due uomini di Chiesa animati da carismi diversi, capaci di seminare la loro feconda fede tra la gente e infondere speranza. A noi far fruttificare i semi e raccogliere almeno un po’ della loro saggezza. Giornate europee del patrimonio (Giangiacomo Panessa) - Oggi nella capitale dell’Armenia, Erevan, si dà il via alle giornate europee del patrimonio che si celebrano qui a fine mese di settembre. A Livorno la manifestazione dal titolo “Il tesoro della memoria nelle relazioni italo-elleniche” vedrà impegnato il Ministero beni culturali che ha nell’archivio di stato la sua struttura locale e il consolato di Grecia, col patrocinio dell’Ambasciata a Roma, nella presentazione di due opere storiche importanti: in anteprima, presente l’autore il prof. Clementi dell’Università della Calabria, del lavoro scientifico sull’occupazione italiana della Grecia dal titolo: “Camicie nere sull’acropoli”. L’appuntamento è per sabato 28 settembre alle 10 presso l’Archivio di Stato. La seconda il 2 ottobre alle 17 presso la chiesa armena di via della Madonna sarà presentato il libro “La Grecia plurale del risorgimento” di Franca Bellucci. Livorno com’è noto, conserva nell’archivio di stato la memoria della comunità ellenica che ha dato il massimo contributo al suo risorgimento molto vicino a quello della nazione italiana ; di qui ci è parso opportuno ricollegare questi lavori al tesoro di ricordi qui presente nel più vasto contesto della Livorno storica delle nazioni, un progetto per dare alla città un più ampio respiro non solo culturale. Politica 10 Spigolature La pitonessa: l’alfiere del Cavaliere E’ ormai la “portavoce” più ascoltata del Cavaliere. Ci riferiamo alla Daniela Santachè - candidata alla vicepresidenza della Camera ma rimandata ad ottobre. E’ passata alle cronache come “la pitonessa”: è lei che, da tempo, detta la linea nel PdL. Vuole la crisi di governo, le elezioni anticipate e sta facendo terra bruciata intorno a lei. Ha dato, praticamente del “citrullo” a Cicchittto ed a Gasparri, già presidenti dei gruppi parlamentari del PdL nella trascorsa legislatura. Sta facendo una rapida carriera alla corte del cavaliere, “lei” già fondatrice della “destra” con Storace. e-mail: [email protected] e r u t lo a g i Sp Il caos nel PD Ed intanto nel PD continua la lotta senza quartiere per la futura gestione di un partito che sta letteralmente perdendo “il buon senso delle responsabilità”. Ormai nessuno riesce più a capire che cosa questo partito voglia fare da grande, ammesso e concesso che riesca veramente a diventarlo. FOTO ONORATI avere come paravenNon è sufficiente to, il solo antiberlusconismo esasperato. In questi ultimi giorni stiamo assistendo ad un movimento tellurico: all’italiana c’è uno spostamento verso il previsto vincente, alias Matteo Renzi.... Ma Grillo ora sostiene la legge Porcellum FRATELLI NERI S.P.A. LIVORNO - ITALY Grillo continua ad imperversare ed a sorprendere giocando con il buon senso degli italiani. Dal suo “buon retiro” nella lussuosa villa di Bibbona (chi vuole prenderla in affitto deve cacciare euro 14.000 a settimana), il comico genovese, divenuto uno dei politici più preparati in Europa, si è dichiarato favorevole alla legge elet- torale in essere, l’esecrabile porcellum”. Non conta se, fino a qualche giorno fa, la definiva “una vergogna italiana”. Ha detto che con quella legge può vincere le elezioni e governare così il paese, ed allora “contrordine compagni”. Era un vecchio slogan di Candido, un settimanale reazionario di destra a cui il “grande comico” sembra volersi uniformare. A proposito del consigliere comunale PdL Ciacchini. Ma Massimo Ciacchini, già vivacissimo dirigente della sinistra democristiana ed ora esponente di grido del PdL livornese, è falco o colomba? Mah, a noi sembra falco!!! Mimmo D’Alessandro e Mario Tredici Il primo è il grande promoter del “Summer Festival lucchese” verso cui le associazioni comunali inviano continue lodi per l’intelligenza e la professionalità con cui sta organizzando l’importante evento che ha raggiunto, ormai, una notorietà internazionale. Suggeriscono agli enti lucchesi che operano nel turismo a prendere il “Festival” come esempio per una promozione programmata, anticipata ed efficace. Esattamente quanto sta accadendo a Livorno all’assessore alle culture (noi livornesi “pensiamo sempre in grande....”), l’amico Mario Tredici che ha promesso di cominciare a pensare, fin da settembre, all’edizione 2014 di Effetto Venezia, ignorato da Marina di Pisa a nord e da Quercianella a sud. Ognuno fa quello che può. SCOPRI LE NOVITÀ E LE OFFERTE SUL SITO OUTLETDELLARISTORAZIONE.IT Via dell’Industria 8 - S. Pietro in Palazzi (Cecina) - Tel/Fax 0586/669029 - Cell. 39.335.7777099 - [email protected] ORARI: Lunedì-Venerdi: 9-12.30/14.30-19 Sabato: 9-12.30 Livorno periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 11 Una proposta in attesa del prossimo trentennale della “burla” che fece il giro del mondo “Teste” di Modigliani: ma perché abbiamo paura di esporle? Marco Gasperetti sul Corriere della Sera -Edizione fiorentina - di giovedì 22 agosto, in occasione del prossimo trentennale del recupero delle false teste di Modigliani, avvenuta esattamente il 24 luglio 1984, si chiede “perchè” continuino a marcire negli umidi magazzini comunali, “nascosti - aggiunge - come semi della vergogna”. Ha avvicinato, nel suo interessante servizio, uno dei tre protagonisti di quella che ormai è passata alla storia come “la beffa del secolo” rivolta alla casta dei critici d’arte. Quelle teste - scrive ancora Gasperetti - meritano una degna collocazione perchè costituiscono una autentica risorsa per Livorno. Concordano completamente con la proposta, tutti e tre i protagonisti di quella clamorosa vicenda: “ non si comprende”, aggiungono,” perchè continuino ad essere tenute nascoste quasi fossero “un corpo di reato” non presentabile in pubblico. Nell’avvicinarsi del “trentennale” i più importanti media mondiali stanno producendo documentari, servizi, si stanno scrivendo saggi oltre ad effettuare nuove inchieste. A Livorno, invece, le teste continuano ad essere nascoste, a conferma dell’immobilismo di una città che non riesce a rompere alcuni luoghi comuni che, di fatto,ne hanno impedito lo sviluppo specialmente nel settore della cultura e del turismo. Pietro Luridiana, Michele Ghelarducci e Pierfrancesco Ferrucci mentre colpiscono una “testa”. Vi sono stati, in passato, tentativi rivolti agli ultimi due assessori alle culture (noi, livornesi, siamo plurali in tutto). Quello, attualmente in carica, Mario Tredici, non ha dato, ad oggi, nessuna risposta. Evidentemente continua a prevalere, ancora, quel senso di colpa che esplose trent’anni fa: non si riesce a cancellarlo. Venti anni dopo l’accadimento, sempre dal servizio di Gasperetti, furono “prestate” ad un museo di Lugano :fu un autentico successo di pubblico e di incassi. Non si riesce a capire perchè non si voglia organizzare quello che sarebbe “un grande evento”per Livorno: potrebbero venire coinvolti i “ricordi livornesi del grande artista insieme all’ esposizione dei “falsi:” sarebbe un’occasione importante ed originale per portare a Livorno migliaia e migliaia di visitatori e far conoscere, finalmente, la nostra città a tanta gente. A proposito un suggerimento all’assessore “alle culture” l’amico Mario Tredici che a, partire dal mese di settembre, comincerà a costruire - Effetto Venezia - Edizione 2014: organizzare l’evento delle “teste” potrebbe rappresentare un incentivo per convincere, anche quelli di foravia a venire a Livorno proprio in quell’occasione. Lo invitiamo ad una seria riflessione. CHORUS S.r.l. Ingegneria Impiantistica Via Guido Rossa, 27 57016 Rosignano M.mo (LI) Italy Telefono: 0586 764794 Centralino 0586 768783 mail: www.chorusimpianti.com Sito Internet: www.chorusimpianti.com Enrico Dello Sbarba Livorno 12 Politica e-mail: [email protected] DOPO QUATTRO LUNGHI ANNI DI DISCUSSIONI Piazza Grande, finalmente al via la ristrutturazione di Franco Spugnesi Ci sono voluti quasi quattro lunghi anni perché la montagna (l’Amministrazione Comunale), sul tema della ristrutturazione del centro storico, partorisse il classico “topolino” in versione risistemazione della Piazza Grande. Intendiamoci, meglio così del nulla al quale ormai eravamo quasi rassegnati. Siamo stati facili profeti quando, su queste colonne, scrivevamo che l’amministrazione comunale su questo tema procedesse un po’ a caso, affidandosi alle interviste ai passanti e cose del genere. Dicemmo allora e siamo della stessa opinione adesso, che i quattrini (speriamo pochi) per quelle iniziative estemporanee erano buttati al vento e che semmai l’Amministrazione dovesse interrogare i cittadini su una propria idea del centro e del traffico in questa zona nevralgica ma che, probabilmente, questa idea non l’aveva. Ci sembra che manchi, non da oggi, un progetto complessivo della città. Un pensiero che analizzi i cambiamenti sociali, economici, demografici della città negli ultimi 30 anni e lo traduca in opere pubbliche, poche ma significative, e ancor più in provvedimenti che stimolino l’iniziativa dei nostri imprenditori che, com’è noto, non brillano certo per lo spirito di avventura ma che, d’altra parte, sono stati educati da generazioni a far dipendere il fare e non fare dall’opinione del “partitone.” Probabilmente se forestiero leggesse i nostri giornali, potrebbe essere addirittura edificato che si ridisegni un angolo cosi importante della città di nuovo. Ma per i livornesi che conoscono, sulla loro pelle, tutte le opere iniziate e mai finite (o finite a babbo morto), le speranze di vedere risollevato dal degrado e dalla banalità questo pezzo importante della città, sono veramente minime. Altre preoccupazioni derivano dalla difficoltà a conservare tante cose così faticosamente costruite o risi- La Piazza Grande come si presenta oggi in una veduta aerea. (foto R. Onorati) stemate. Non sarebbe giusto naturalmente fare carico all’Amministrazione dell’incuria e del cattivo uso che i cittadini fanno di tante cose, anche belle che la città offre, ma non è possibile ignorare che la trascuratezza nella manutenzione, le erbacce nei parchi, le strade sporche etc. costituiscono alibi e incoraggiamento alla cattiva educazione di molti nostri concittadini. Le elezioni non sono lontane, anche se mancano tanti riferimenti a livello nazionale che inevitabilmente peseranno anche sulle scelte amministrative, ma gli elettori livornesi sarebbe bene che modificassero criterio con cui fanno le loro scelte. L’elettorato labronico, tradizionalmente conservativo, si manifesta addirittura più prudente dei moderati. Vota quello che ha sempre votato perché il nuovo è un rischio insopportabile, il sovvertimento delle convinzioni politiche di famiglia è foriero di incomprensioni dolorose. L’effetto è evidente nel declino della città’, nella scarsa trasparenza delle decisioni, nella difficoltà a pensare il nuovo. Forse più cambiare i giardinetti prospicienti il palazzo comunale bisognerebbe cambiare coloro che vi operano.. Livorno periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 13 Alcuni punti che dovranno rilanciare e far crescere la nostra citta ‘Progetto per Livorno’: ecco le priorità di Cristiano Toncelli Come possiamo invertire il declino di Livorno? Come possiamo creare nuovo sviluppo e ridare speranze ai giovani, in una città che ha il più alto indice di disoccupazione giovanile del Centro-Nord? Come possiamo dare alla nostra città una visione di se stessa che la proietti nel futuro, invece di continuare ad essere prigioniera del suo passato? Come possiamo venire incontro alle difficoltà economiche che purtroppo colpiscono tanti cittadini? Progetto per Livorno (www.progettoperlivorno.org) sta costruendo da tempo le risposte da dare a queste domande, perché il 2014 sarà l’anno in cui i livornesi dovranno avere la possibilità di scegliere una città che cresce. Ecco allora alcune delle cose che abbiamo individuato come prioritarie. Prima di tutto, Livorno non può continuare a credersi un universo a parte. La pianificazione urbanistica va fatta con il territorio, a partire da Collesalvetti, perché questo è il modo per sfruttare le nostre potenzialità e creare nuovo sviluppo e lavoro. Anzi, con la sostituzione delle Province con le Unioni di Comuni si colga l’occasione e si lavori insieme con Pisa, trasformando l’Area Vasta, che oggi è solo l’unione di due parole (insieme a un mare di chiacchiere), nella vera aggregazione di due territori che insieme possono diventare il nuovo motore economico della Toscana. Prima ancora, però, le istituzioni livornesi facciano finalmente squadra, invece di operare ognuna per se. Si crei una cabina di regia, a costo zero, per coordinare visioni e progetti. Dal lato dell’urbanistica, registriamo che sono state costruite o pianificate già troppe case che nessuno abiterà mai. L’elenco è impressionante: Nuovo Centro, Borgo di Magrignano, Terme della Salute, Mercato Ortofrutticolo, Porta a Mare, Abitare Sociale di Fiorentina, Abitare Sociale di Coteto, Piazza del Luogo Pio (il terribile progetto...)... Basta con il consumo di suolo. Attuiamo invece dei veri piani di recupero, unendo risorse pubbliche e private, perché tante zone della nostra città ne hanno davvero bisogno. Diamo spazio all’iniziativa privata, perché oggi a Livorno chi ha idee e volontà viene scoraggiato. Si verifichino capillarmente le occupazioni e gli impieghi delle case popolari e si ripensi interamente l’allocazione dei fondi per il sociale, perché le risorse devono andare interamente a chi ne ha più bisogno. Puntiamo davvero al turismo, crocieristico e non solo, riqualificando il nostro patrimonio storico ed artistico e valorizzandolo, con particolare riferimento all’area della Venezia (Fortezze, Ex-Macelli, Forte San Pietro). Realizziamo l’approdo della Bellana, da troppi anni atteso, in modo da liberare i fossi dalle barche e poterli valorizzare a fini turistici. Si cambi drasticamente il ruolo della Porto2000, che con la sua scelta di fare con- correnza agli stessi operatori suoi clienti, ha contribuito a far scappare le crociere. Si persegua l’interesse generale, non i troppi interessi particolari che ingessano la città. Sviluppiamo il porto, smettendo di difendere gli orticelli in cui è diviso. Iniziamo a lavorare (anche se ci vorranno tante risorse e molti anni) per realizzare la Darsena Europa, perché se il porto non si espande andrà incontro ad un inevitabile e profondo declino. Ma tutto questo ancora non basta, perché anche la politica deve rinnovarsi. Tutti gli atti dell’amministrazione (a partire da quelli di spesa) siano pubblicati online, secondo il principio della “full disclosure”. Si adotti un Codice Etico per gli eletti e si fissi un limite di 8 assessori per la Giunta. Se questi, che sono solo alcuni dei punti che Progetto per Livorno ha individuato, venissero realizzati, avremmo una Livorno nuova e pulsante di attività. E’ attorno a questa visione che sarà costruita la proposta politica di Progetto per Livorno per il 2014. Poi, la scelta spetterà ai livornesi. Fortezza Vecchia: una delle priorità di ‘Progetto per Livorno’. (foto Onorati) Politica 14 Livorno e-mail: [email protected] Alla scuola Albertelli, Sezione A, di Livorno Roby: un piccolo (grande) esempio di integrazione di Mario Lorenzini “Il cammino verso quella che era chiamata società multietnica e multiculturale ovvero una società capace di far convivere e di integrare persone di diverse origini e culture si presenta oggi a noi come un cammino non facile ma pieno di contraddizioni. E’ certo comunque che i Paesi cosidetti ricchi non potranno arrestare in nessun modo la spinta di milioni di persone che dal Terzo Mondo emigrano per sopravvivere per aver diritto al lavoro, non potranno moltiplicare gli spazi per migliorare le condizioni di vita nei Paesi del Sud del mondo per riequilibrare gli equilibri esistenti. E’ questa la scommessa che il mondo ha di fronte per i prossimi decenni. Solo in questo modo oltre che da un’opera di educazione e di cultura si potranno evitare i drammi dell’intolleranza e del razzismo” (da LA CIVILTA’ E LA STORIA -3° VOLUME EDIZIONE 1991- EDIZIONI SCOLAASTICHE BRUNO MONDADORI) Cinque anni fa un bambino filippino di sei anni di nome Roby entrò, insieme ad altri venti bambini, in prima elementare, pardon, primaria, in una scuola di Livorno. I suoi genitori l’accompagnarono cosi come tutti gli altri genitori. Era il primo giorno di scuola e c’erano, come è consuetudine, una grande attesa e curiosità. C’era in tutti l’attesa di incontrare per la prima volta le insegnanti e c’era da conoscersi fra bambini e fra genitori. I genitori di Roby erano un po’ spaesati come si suol dire e erano di disparte. Roby li lasciò subito dopo aver sentito pronunciare,sia pure storpiato.il suo cognome e sia aggregò al gruppo dei futuri compagni e compagne. Roby non parlava italiano.Era arrivato dalla lontana terra natia appena da sei mesi e parlava solo francese. Entrò in classe, vide che l’unico posto libero in fondo alla classe era quello accanto ad una bambina bionda e sorridente sistemò il quaderno sul banco a rispettosa distanza dalla compagna. La maestra fece l’appello e quando arrivò al cognome di Roby questi a mala pena lo comprese, comunque alzò la mano come per dire presente. “Parli italiano?” gli chiese la maestra. Roby la guardò e disse “francois”. “Bien,vedrai che alla fine parlerai italiano come tutti i tuoi compagni, non sei il primo, in tanti anni che insegno ho avuto alunni che non parlavano, come te, l’italiano e alla fine hanno scritto e parlato come scrivo e parlo io e tutti i tuoi compagni”. I venti compagni tornarono a casa dopo il primo giorno e raccontarono ai loro genitori l’impatto con la maestra e con Roby e il giorno dopo tutti dissero “aiuteremo Roby”. E Roby da quel giorno fu al centro della vita di quella classe partecipando alla feste di compleanno dei compagni, alla gare sportive e alle recite di fine d’anno. E piano piano anche la lingua italiana scritta e parlata è stata appresa in modo sempre più corretto. Dopo cinque anni Roby, insieme ai venti compagni. a giugno ha lasciato la scuola primaria con una bella pagella e si è iscritto alla scuola media nella sezione dove si insegna oltre all’inglese anche il francese e troverà parecchi compagni con i quali ha vissuti gli anni passati. Un piccolo ma importante esempio di integrazione che merita di essere segnalato. La scuola è l’Albertelli, Sezione A di Livorno. Le scomparse di Lucarelli e Murace Addio a Vasco e Salvatore Nel rapido volgere di un mese sono scomparsi due cari amici: Vasco Lucarelli e Salvatore Murace. Vasco Lucarelli, già direttore responsabile della Mutua Artigiani a Livorno, fu dirigente SPES della Democrazia Cristiana negli sessanta. Poi si dedicò a quella che era la Sua grande passione, quello dello scrittore e nel corso degli ultimi decenni ha dato alle stampe e presentato con successo vari libri, di indirizzo religioso e sulla storia di Montenero, ove abitò fin da piccolo. Salvatore Murace, anch’esso dirigente della DC livornese, era stato un apprezzato dipendente dell’Istituto Autonomo Case Popolari. Andato in pensione si è dedicato con grande passione e competenza alla ANIA (Associazione Nazionale Inquilini e Assegnatari, con sede in Via Puccini). Una Sua creatura, da lui fortemente voluta che ha gestito, in tutti questi anni, con grande passione. impegno e competenza. Salvatore Murace era anche un vecchio socio del Circolo Culturale IL CENTRO. periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Rosignano 15 Interessante dibattito al Caffè Ginori di Castiglioncello sul libro di Francesco Butini Il senatore operaio (E.D.S) - Assente, per la imprevista concomitanza della riunione della direzione centrale del PD, il sen.Vannino Chiti che ha inviato un caloroso messaggio di saluto, il dibattito ha avuto come relatori, Ettore Bettinetti, già segretario generale della CISL livornese negli anni settanta, Giuseppe Danesin -già sindaco del Comune di Rosignano ed il grossetano on. Hubert Corsi, già deputato della D.C. Il dibattito, a cui hanno partecipato il consigliere comunale de Il Cambio - De Bari ed il consigliere provinciale del PD - Stabile, ha avuto come punto di riferimento la storia politica e sindacale di Maurizio Vigiani - senatore della D.C nel collegio del Mugello - durante la prima legislatura repubblicana dal 1948 al 1953. Il Vigiani, tornato tranquillamente alle officine Galilei di Firenze, all’indomani della mancata rielezione nella tornata elettorale del 1953, ha svolto, nel corso del suo mandato, un ruolo di grande rilievo, specialmente in campo sociale, contribuendo, in maniera incidente, alla risoluzione delle tante problematiche che il parlamento doveva affrontate in un paese disastrato dalla guerra e con un’economia distrutta. I relatori hanno messo in rilievo, attraverso naturalmente visioni anche diversificate ma tutte tendenti a creare le condizioni per la rinascita del paese, il ruolo e le funzioni che le Istituzioni - parlamento e governo svolsero in quella epica stagione. L’autore ha opportunamente esaltato il ruolo svolto dalla Istituzioni in quell’epoca storica allorchè furono proposti ed approvati leggi e provvedimenti che consentirono di inserire, in pochi anni, l’Italia tra le sei potenze economiche più importanti nel mondo. Vi fu, pur nella rigida contrapposizione politica, provocata dallo scontro ideologico tra l’occidente democratico e l ‘oriente oppresso dal comunismo sovietico, uno spirito ed una volontà feroci che permisero quel miracolo: la differenza, ha concluso l’autore, con l’attualità drammatica che il mondo politico attuale, nella sua mediocrità,offre quotidianamente, agli oc- chi di tutti noi: è venuto a mancare, purtroppo, quello spirito ricostruttivo che vide, nell’operaio senatore Vigiani, un autentico protagonista, di quella grande stagione politica. Al teatro Castello Pasquini a Castiglioncello E’ don Federico il nuovo parroco di Rosignano E’ Don Federico Locatelli il nuovo parroco di Rosignano M.mo. Dal 1° agosto ha sostituito don Fabio Pancaccini destinato ad altro importante incarico. Ha svolto lodevolmente l’incarico di viceparroco nella parrocchia di S. Jacopo in Acquaviva a Livorno, sicuramente una delle più importanti della città. A don Federico, accolto con grande simpatia ed entusiasmo dalla comunutà rosignanese, gli auguri più affettuosi di buon lavoro da parte della redazione de IL CENTRO. Grande successo del concerto verdiano Ha avuto un grande successo la “performance” della Schola Cantorum di Rosignano che, integrata dai cori collaboratori CORALE CASTELLINESE e CORALE POLIFONICA di Santa Luce, ha mietuto appluasi a scena aperta con “Ricordando Verdi” 200 anni di un genio italianio: un intenso ed applauditissimo programma di musiche verdiane. Oltre ai cori, hanno partecipato l’orchestra d’archi Schola Cantorum, con Anna Cagnetta al pianoforte, il soprano Susie Helena Georgiadis - brasiliana di Porto Alegre ed il baritono Mauro Pagano. Tutti bravi ed un elogio meritato al management della Schola Cantorum per la riuscitissima ed applaudita esibizione. Rosignano 16 Politica e-mail: [email protected] I pomeriggi culturali al Caffè Ginori di Castiglioncello Una iniziativa “coraggiosa” che ha riscosso successo Mercoledì 6 agosto si è concluso il programma dei pomeriggi culturali al Caffè Ginori di Castiglioncello. Si è trattato di una iniziativa “coraggiosa” che il Circolo IL CENTRO ha organizzato con il solo scopo di contribuire a ravvivare qualche pomeriggio, meno spento, di quanto purtroppo si verifica a Castiglioncello anche in piena estate. Si è voluto anche tentare di creare un’alternativa alla dirimpettaia La Limonaia, dove da tanti anni, si svolgono apprezzate iniziative culturali, organizzate dall’Ufficio Cultura del comune di Rosignano. Le opere presentate hanno visto la partecipazione di un buon pubblico, proveniente anche da Livorno (e questo rappresenta un autentico scoop) che ha dimostrato di saper apprezzare l’iniziativa del nostro circolo culturale e che hanno consentito a molti di apprezzare le bellezze paesaggistiche di Castiglioncello, una volta ricordata come “la Perla del Tirreno”e l’ospitalità di un locale di classe quale sicuramente è il Caffè Ginori. Abbiamo dovuto registrare, ma questo ormai non fa più notizia, la completa assenza di qualche rappresentante della giunta comunale di Rosignano (magari toh, l’assessore al turismo per non dire del Sindaco che ha la delega anche “alla cultura”o magari al sociale Da sin.: Enrico Salvadori, capocronista a La Nazione in Versilia, l’autore Marco Bernardini, Enrico Dello Sbarba, direttore de Il Centro, e Mauro Donati, ex gestore del Ciucheba. specialmente in occasione dell’esordio allorchè venne presentato - Abbecedario del lavoro femminile -Dalla sicurezza all’accuratezza - oppure venerdì 26 luglio allorchè fu presentato “Il Senatore operaio” di Francesco Butini. Le opere presentate mercoledì 31 luglio “Il giorno rubato” di Marco De Franchi e Li abbiamo fatti cantare di Marco Bernadini” sono state egualmente seguite con vivo interesse. A proposito del libro di Marco Bernadini, nipote del grande Sergio della Bussola di Focette a cui ha parteci- pato anche Mauro Donati, indimenticabile titolare del Ciucheba, abbiamo appreso un’autentica novità da sempre ignorata. Sergio Bernardini, ospite a Castiglioncello di Mauro Donati, dopo la chiusura di Bussola domani a Lido di Camaiore,manifestò l’intenzione di utilizzare il tendone, collocato all’interno del Castello Pasquini, per trasferirvi le attività di Bussola domani: un fatto che avrebbe cambiato la storia di Castiglioncello. Naturalmente (sic!) ricevette un freddo diniego da parte dell’Amministrazione comunale.... periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Provincia 17 COMMISSIONE PARI OPPORTUNITA’ DEL COMUNE DI COLLESALVETTI Il Passato: la forza del futuro di Laura Conforti Benvenuti “Una vita al Femminile – Il passato: la forza del futuro” a cura di Anna Ornella Berretta e Valentina Olivola, è il risultato della ricerca sulla positività della donna della Commissione Pari Opportunità di Collesalvetti. Il libro, edito dal Consiglio Regionale della Toscana, presentato da Daniela Lastri, Ufficio Presidenza della Toscana, introdotto da Nicla Spinella Capua, prefazione Dontella Fantozzi e del Sindaco Lorenzo Bacci, ha il merito di raccontare la vita di donne anziane che hanno sopportato la guerra in mezzo a provocazioni di ogni genere, bombardamenti, fame,stenti e altruismo, e che adesso sono serene perché hanno fatto il possibile per la famiglia e la società. L’idea vincente della presidente Anna Ornella Berreta che si è avvalsa della collaborazione di Valentina Olivola è stata quella di andare ad intervistare queste donne, una per ogni frazione del Comune, e così è nato un libro di particolare interesse, perché dedicato alle donne, dove si parla di persone semplici e “comuni” le cui vicende nessuno avrebbe mai conosciuto, ed è nato invece uno spaccato di storia molto coinvolgente per chi legge e per il Comune che ha creduto in questa proposta. Sono delle microstorie che non apparirebbero sui libri di storia, che non avremmo potuto conoscere se non attraverso queste interviste, ma sono indispensabili come le piccole tessere di un mosaico. Ognuna di loro, parla delle privazioni, della povertà, di come vivevano i contadini, ma soprattutto della guerra e, delle tristi esperienze che questa ha provocato in ognuna di loro Biancamaria, provata da mille vicissitudini, a sette anni pensa ai lavori di casa, al nonno disabile, ad aiutare il pastore a fare il formaggio in cambio di una ricotta e, nonostante tutto va a scuola e frequenta anche la scuota di taglio e cucito. Finita la guerra si sposa, ma nonostante l’amore, la vita matrimoniale non sarà facile, la convivenza in casa con suoceri, cognati, nipoti. Non poteva avere una vita privata e ciò creava dolore alla protagonista. I guadagni del marito venivano consegnati alla madre di lui… però Biancamaria fa la sarta e i frutti del suo lavoro restano a lei. Ginetta, racconta che gli uomini per paura della deportazione vivevano nei buchi dei pagliaio. Poi, cosa tremenda, i tedeschi trovarono in un a casa pezzi di un aereo americano. Le conseguenze comportarono il rastrellamento di giovani di Stagno e Guasticce che furono impiccati a Nugola, dove ancor oggi si trova il monumento e la stele costruita a perenne ricordo del loro triste destino. Umberta Maria, molto brava nel cucito e nel taglio: viene premiata a Firenze e poi a Roma al Ministero dell’Agricoltura con un diploma. Gina ed Erica sono cognate, sono vedove di due fratelli. Gina racconta di grandi lavori e privazioni: a lei era concesso di mangiare solo l’uovo di gallina mugginese perché le altre uova servivano per barattare generi di prima necessità. Comunque in quel periodo ci furono le prime riunioni sindacali per abbassare gli “obblighi” del raccolto e degli allevamenti al fattore. Un gruppo ha fermato la trebbiatura… sono stati chiamati anche i Carabinieri… ma la percentuale fortunatamente è scesa al 58%. E’ l’inizio di un bel traguardo! Greca, in compagnia del marito, ricorda in particolare episodi della guerra dove sono morti i vicini di casa e nei rifugi di Pandoiano. La guerra finalmente finisce e la vita piano piano riprende, si sposa, ha tre figli e riesce anche a costruirsi una casa. Marisa,una vita avventurosa con stenti e poco mangiare, ma soprattutto la guerra. Finita la guerra, si sposa e va ad abitare a Pisa, dove il marito lavora. Purtroppo non avrà figli, perde anche il marito e perciò torna a casa al Mortaiolo vicino a suo fratello. La vita l’ha piegata ma il coraggio non le manca. Oggi fa parte del folkloristico gruppo a Vicarello “il Barroccio fiorito” dove fa rivivere attraverso i ricordi, la realtà della sua infanzia. Angiola, adesso vive in una bella casa, parla anche lei delle sofferenze di quel periodo dove non c’era quasi nulla. Per la prima comunione indossava un abito prestato. Ricorda la morte di sei amichetti che stavano giocando con una bombarda trovata per caso che scoppiò. A sedici anni incontra il futuro marito, a diciannove si sposa, nascerà una figlia e la vita scorrerà in pace. Ora le sembra impossibile che fino a pochi anni fa la luce, l’acqua, una casa dignitosa, il caldo e tutti gli agi non potessero far parte della sua vita quotidiana. Questi racconti sembrano ora favole inventate, ma lei li ha vissuti, come mille altre donne della loro età che hanno avuto il coraggio di tirare aventi come meglio hanno potuto per tutta la famiglia. Alfreda, adesso seduta su una seggiola guarda fuori al di là di quel vetro. Quando parla alla nostra intervistatrice, ripercorre tutta la sua vita, parla di tutta la famiglia molto numerosa. I genitori erano contadini a mezzadria e nonostante il lavoro massacrante di uomini e donne il guadagno era irrisorio. Il padrone delle terre mandava il fattore, che arrivava in calesse, col libro dove c’era segnato il dare e l’avere: il dare erano le spese d’affitto della casa dei terreni e l’avere, il ricavato del lavoro della famiglia contadina. Nonostante il tempo passato nei campi alla fine non rimaneva quasi niente e il fattore portava via persino polli, capponi, uova, prosciutti e salsicce. Durante la guerra ricorda i bombardamenti allo Stanic, l’allarme della fabbrica a Stagno. Finisce la guerra e cambia la vita: nasce il sindacato CGL, si fanno le prime riunioni, le prime lotte contadine si riesce ad ottenere la spartizione del lavoro, questa volta, al 50%. Arrivano le prime manganellate dalla “celere”. I proprietari terrieri, scontenti, cominciarono a vendere senza dare diritto di prelazione agli affittuari. Ciò provocò una catastrofe per molte famiglie compresa quella di Alfreda che dall’oggi al domani restarono senza terra e in mezzo alla strada, andando a finire nelle baracche. Finalmente viene assunta come bidella nella scuola. Non si è sposata. Adesso dedica la sua vita ai nipoti, figli di suo fratello ed ora anche ai pronipoti. Marisa, ricorda che il padre possedeva un apparecchio radiofonico per sentire “Radio Londra”, lo nascondevano in un armadio sotto la biancheria perché se i tedeschi l’avessero scoperto il capo famiglia sarebbe stato fucilato. Rammenta con tristezza, quando dalla Statale Aurelia, vide una fila interminabile di uomini italiani che venivano deportati in Germania. Finita la guerra, si riaccende la speranza: si iscrive all’associazione “Noi Donne” e si abbona al giornale. Era interessante andare alle riunioni e avere finalmente la libertà di esprimere il proprio pensiero. Il marito lavora all’Enel e gode di un certo benessere economico. Però la sua salute le dà dei problemi e a 42 anni lascia il lavoro. Tuttavia, ha una forza di volontà che nonostante tutto alberga sempre in lei. Ognuna di loro a fine intervista ha voluto dare una ricetta di un piatto della loro tradizione familiare, anche questo ci aiuta a capire la vita di quel periodo. Politica 18 Provincia e-mail: [email protected] TITOLARE DELL’AZIENDA FLORA DI LAURA-LORENZANA In conversazione con Mario Rosario Rizzi, imprenditore, filantropo e cultore della natura di Silvia Menicagli Entrando nella sede di Laura-Lorenzana dell’azienda Flora si percepisce un’altra dimensione, una sorta di microcosmo indipendente da ciò che accade all’esterno, una realtà avulsa dai ritmi frenetici e stressanti del quotidiano. Più che un luogo di lavoro sembra di essere in un oasi di benessere e tranquillità. Profumi, silenzi, sorrisi, una comunità lavorativa che ha scelto di vivere seguendo i suggerimenti della natura, che estrae e converte in prodotti di utilizzo domestico e personale. La figura di riferimento è il suo ideatore, Rosario Rizzi, un guru del rapporto uomo/natura/rispetto. Una filosofia di vita che scozza con il suo ruolo di manager d’impresa ed una passione per gli equilibri che consentono la sopravvivenza su questa terra che ha trasformato in Associazione “STUPA ONLUS” Sostegno Totale Umanitario Popolazioni Asia, Africa, America latina. Appassionato giardiniere, ha trasformato la sua esperienza in cultore di essenze botaniche e attraverso Flora produce nei suoi laboratori una serie di prodotti a base di oli essenziali estratti a freddo o tramite vapore utili per la casa e per il benessere personale. Le parti vegetali utilizzate per l’estrazione provengono da colture biologiche e biodinamiche su terreni e luoghi più consoni alla coltivazione delle varie specie. Nessuno stress chimico e nessuno stress ambientale per arrivare ad un prodotto completamente bio, e solamente curativo e benefico. L’azienda è attiva dal 1989 ed oltre alla produzione si cura di organizzare lezioni e corsi che vanno dall’aromaterapia alle tec- Mario Rosario Rizzi niche di massaggio, cucina aromatica, cura dell’orto, agricoltura biodinamica e molto altro. Pubblica inoltre una rivista, “l’Aromatario” con l’intento di sviluppare con consigli e soluzioni pratiche, la cultura e la conoscenza del vasto campo della medicina naturale. Rosario, mi consenta la confidenza, mi accoglie nel suo ufficio con un sorriso ed una tranquillità rara. Da tempo avevamo concordato l’intervista ma non avevo voglia di sparare una serie di domande tecniche e banali le cui risposte si trovano da se negli opuscoli di Flora. Volevo conoscere l’aspetto più profondo, caratteriale di questa scelta di vita, di questa dedizione al naturale così fortemente sentita. Cosa lo aveva spinto, al di la degli interessi commerciali ad intraprendere quella che in realtà è la parte più impegnativa nella sua vita dell’azienda stessa, la fondazione dello Stupa Restoration Project. Progetto nato nel 2007 attraverso la decisione comune di 43 membri provenienti da 12 paesi stranieri di intraprendere una colossale impresa di restauro degli Stupa e in rovina pre- senti in Asia e che sono stimati essere circa 24.000. Cosa è uno Stupa? Chiedo nella mia più totale ignoranza in materia. Mi spiega Rosario, sono spazi sacri, consacrati, monumenti per la pace nel mondo, sono strutture spirituali e funzionano da antenne cosmiche. Costruiti con blocchi di forme geometriche rigorosamente presenti in ogni realizzazione, ciascuna rappresenta uno dei quattro elementi: terra, acqua, fuoco, aria, e in alto terminano con un quinto elemento, lo spazio, Oriente il significato cosmologico della cupola è inteso come rappresentazione dell’universo. I 24.000 Stupa presenti in Asia rappresenterebbero una cintura ad alta energia cosmica che trasmette benessere alla popolazione mondiale ed è quindi compito dell’umanità mantenerne la sua integrità. Ascolto incredula a questa nuova conoscenza e mai a poi mai mi sarei aspettata di incontrare un personaggio di tale spessore alla guida di una azienda dove di solito rigore e razionalità la fanno da padrona. Chi l’avrebbe mai detto che entrando da “Flora” a Laura, piccola frazione del comune di Lorenzana, si entrasse in una dimensione così intima con la natura e gli equilibri della terra. Ogni volta è una scoperta! Via Aurelia 7 - Tel. 0586/940134 Stagno - Livorno periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Provincia 19 7 Al Festival Bolgheri Melody L’incontro con Franco Mosca “Da Carlo” presidente della fondazione Arpa è diventato A MARINA DI BIBBONA di Silvia Menicagli Purtroppo capita nella vita di molte persone di avere dei bruschi stop. Situazioni che non vorresti affrontare, che pensi possano accadere ad altri ma che invece si presentano a causa dei nostri fragili equilibri biochimici e ti fanno vivere situazioni aliene a quella che è stata la normalità fino a quel momento. Incontri persone, frequenti luoghi, ascolti voci, devi prendere delle decisioni ed alla fine scegli e ti affidi. In questo iter, se sei fortunato, incontri persone splendide come è il caso del professor Franco Mosca, uomo di grandi capacità umane, professionali e filantropiche. La sua continua attività scientifica, tesa allo sviluppo della cultura medica, alla formazione dei giovani, all’esportazione delle conoscenze acquisite in territori dove manca ancora molto e l’importazione di competenze nuove tramite aggiornamenti all’estero, in questa Italia dove alla ricerca scientifica è dato molto poco, lo ha spinto a creare un progetto di consapevolezza della condivisione e dell’aiuto. E’ così che è nata Arpa, la Fondazione O.N.L.U.S. per promuovere la ricerca e la formazione nei vari campi della Sanità di cui il Prof. Mosca ne è il Presidente. Insieme a lui un grande comitato tecnico scientifico e tantissimi testimonial artistici e sportivi promuovono la cultura della partecipazione, difatti “per l’Arpa, informare sui progressi della medicina e sensibilizzare il pubblico sul tema e sull’importanza della solidarietà, non solo riveste un ruolo importante che accompagna la sua attività, ma rappresenta anche un dovere nei confronti di tutti. Per questo motivo, Arpa appoggia e promuove periodicamente una serie di eventi culturali di risonanza internazionale al fine di creare una cultura della donazione e della partecipazione” si legge nella finalità della Fondazione sul suo sito www.fondazionearpa.it. e presidente onorario di Arpa è il maestro Andrea Bocelli, ambasciatore della Fondazione e dell’Italia in tutto il mondo. Sabato 24 agosto, ospite di Mario Incisa della Rocchetta, nella scenografia carducciana di San Guido e del maestoso filare di cipressi, la Fondazione Arpa ha organizzato una serata di grande musica nell’ambito della manifestazione culturale Bolgheri melody, che grazie ai nobili fini della O.N.L.U.S. ed alla forza comunicativa di Andrea Bocelli ha permesso di assistere ad un Gran Galà di artisti tra i quali, Noemi, Enrico Ruggeri, Stefano di Battista con Niki Nicolai, Paolo Ruffini, Karima, le Divas e molti altri. Denso di significato per il Prof. Mosca il momento della consegna solenne, con due membri dell’Arma dei Carabinieri in divisa ufficiale, della Medagliadel Quirinale che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha assegnato alla Fondazione Arpa, ritirata da Bocelli per il prezioso lavoro che svolge il suo Presidente insieme ai suoi ricercatori. Una grande soddisfazione per la Fondazione, una serata piena di “stelle” nonostante un cielo coperto di nubi e illuminato di lampi, un teatro pieno di ospiti che hanno sostenuto con la loro presenza un grande progetto, un progetto trasversale così come lo era la presenza in platea e tribuna di personaggi dello spettacolo, imprenditori, professionisti, colleghi del professore e persone comuni, tutti presenti e tutti a condividere per sostenere il bene più prezioso di ogni uomo, la tutela della salute, che non può non passare per la porta della ricerca. scrisse il Prof. Colonnetti1, Presidente del Consiglio nazionale delle Ricerche nel 1951 a sei anni dalla fine della Seconda Guerra mondiale, nel momento più difficile dell’Italia atterrata dalle ferite inferte ed impegnata nella ricostruzione economica: -”Oggi come non mai potenza e grandezza di un popolo, in pace come in guerra, sono indissolubilmente legate alla sua partecipazione attiva ai progressi della scienza ed agli sviluppi delle sue applicazioni. Ogni popolo ha dunque bisogno di tutti quelli tra i suoi figli che si dedicano alla scienza ed alla tecnica”. E ugualmente oggi in questa fase buia della economia del nostro paese, dei tagli alla cultura ed alla ricerca scientifica, dove si investe in ricerca solo l’1,1 per cento del pil, rispetto al 2 per cento della media europea, e non si riesce neanche a investire tutti i fondi assegnati dal programma quadro dell’Unione europea, in questo momento più che mai il sostegno colletivo che la Fondazione Arpa riesce a convogliare verso la ricerca e lo studio è da premiare. 1 Durante i lavori dell’assemblea costituente, Colonnetti fu autore, assieme a Umberto Nobile e a Giuseppe Firrao, dell’emendamento che porterà all’affermazione, nell’articolo 9 della Costituzione, che la Repubblica promuove la ricerca scientifica e tecnica. un’istituzione culinaria di Andrea Sargenti Storie d’estate, storie di chi ha idee e passione e la spalma in concretezze. E’ quello che ha realizzato Carlo Chiavistelli detto “il postino” e che per oltre trent’anni ha prestato servizio come portalettere dell’Ufficio Postale di Cecina, ma con la nutrita passione per la pesca e la buona cucina. Si narra che Carlo “il postino” non mancasse mai al suo appuntamento: in mezzo al mare a salpare i palamiti calati la sera precedente. A confermarlo è il Chiavistelli in persona che con perfetta cadenza cecinese ribadisce “amo il mare, e mi piace avere le mani intrise dalle lenze salate del palangaro”. E così “il postino”, non ci ha pensato due volte a suonare il campanello della passione per la pesca riprendendo il celebre titolo di una pellicola degli anni ’80. “Nel 2006 – racconta – è stato per me l’anno del cambiamento: stufo di raccomandate, telegrammi, posta pubblicitaria e avvisi vari ho deciso di dedicarmi alla passione culinaria e ho aperto il ristorante con il mio nome”. E così “da Carlo” è diventato un’istituzione culinaria di Marina di Bibbona e del camping dove opera Rosa dei venti e il Postino è diventato un Gourmet della ristorazione della costa. Pesce fresco in ogni piatto per clienti anche esigenti con polpo e seppie e bottarga grattugiata sulle vongole e tutto questo sotto la supervisione di Annina, la mamma di Carlo ultraottantenne, che aggiunge alla semplicità dei piatti i segreti ottenuti con l’esperienza e alla quale spetta sempre l’ultima parola prima che la portata esca dalla cucina. Il resto sta al vostro palato…. Politica 20 sponsor e-mail: [email protected] SEDE e OFFICINA: Rosignano Solvay Via dell’Industria - Tel. 05867675500 - Fax 0586792299 ALMA PACE SOC. COOP. SOC. ONLUS Viale A. Vespucci, 50 - L I V O R N O Loc. Cotone, 75 - Rosignano Solvay Tel/Fax 0586.792464 dei F.lli Costantini s.n.c. Recupero e vendita materiali derivanti da demolizioni costruzioni in generale Via Mare Adriatico 33 - tel. 0586759025, fax 0586019051 - Castiglioncello www.panicucci.it [email protected] dal 1952 Impresa Generale di Costruzioni Manutenzione impianti industriali Via della Villana 160 - Tel. 0586/793768 - Fax 0586/792998 R O S I G NAN O S O L VAY GUIDI Soc. SECOS srl Costruzioni Edili e Industriali Via Modigliani, 21 - Rosignano Solvay Tel. 0586.760153 - Fax 0586.760414 COSTRUZIONI EDILI GEOM. LUONGO ANTONIO Via Risiera San Saba 19 - Castiglioncello (LI) Tel. 0586.764080 - Cell. 347.7683628 ETRURIA NORD Soc. Coop a rr.l. .l. Imballaggio industriale - Trasporti - Facchinaggio - Servizi Piazza Monte alla Rena, 5 - Rosignano Solvay Tel. 0586.793288 - Fax 0586.793304 Erogazione del servizio di manutenzione di aree verdi S.C.R.L. Via della Repubblica 118 ROSIGNANO SOLVAY Tel. 0586/794962 - Fax 0586/764026 e-mail: [email protected] B-PIZZI di Pizzi Ing. Andrea e C. s.a.s. 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Rossa 24 Tel. 0586.791174 Fax. 0586.791173 E.mail: [email protected] L’ISONZO Società Cooperativa Manutenzione di opere verde - Taglio erbe - Giardinaggio Movimenti terra - Trasporto c/ terzi - Opere di bonifica Fognature - Manovalenza in genere - Lavori edili e stradali Via Sturzo 172 - Guasticce (LI) Tel. 0586/984479 - Fax 0586/983970 - E-mail: [email protected] Cultura periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 21 IN MARGINE ALLA SCOMPARSA DI PADRE PAOLO DALL’OGLIO Il difficile futuro dei cristiani d’Oriente di Marisa Speranza Le inquietanti notizie sulla scomparsa di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita espulso nel 2012 dalla Siria dove risiedeva da trent’anni e qui rientrato clandestinamente dalla Turchia a fine luglio, ci pongono interrogativi e riflessioni. Nel 1982 Dall’Oglio aveva scoperto fuori Damasco i ruderi dell’antico monastero cattolico di Mar Musa. Ricostruito l’edificio, vi aveva fondato (1992) una Comunità (al Khalil) con lo scopo di favorire il dialogo tra cristiani e islamici. Trent’anni di proficuo lavoro. Poi, la sua opposizione al governo di Damasco, l’espulsione e il rientro per compiere “una missione”. Gli attivisti ribelli di Raqqa si dicono certi che avesse un appuntamento importante con Baghdadi, il capo dello “Stato islamico dell’Iraq e del Levante” per discutere della liberazione di ostaggi e della sempre più difficile convivenza tra gruppi e confes- Padre Paolo Dall’Oglio sioni della zona. Un problema, questo, che sta diventando ogni giorno più assillante. In tre grandi Paesi arabi ( Egitto, Siria, Iraq) è in gioco la democrazia che non sembrerebbe in grado di gestire il pluralismo stratificato delle società arabe dove ci sono diversi modi di essere musulmani (sciiti e sunniti, laici, spirituali e fondamentalisti), ed esistono diversità etniche, come i curdi, e minoranze cristiane. Aggiunge Andrea Riccardi (Corriere della Sera del 18 agosto) che “la vita dei cristiani è una vera cartina di tornasole delle turbinose società musulmane”. A partire dalla prima grande strage del Novecento: quella degli Armeni, uccisi con tanti altri cristiani dell’impero ottomano. Dopo la Prima guerra mondiale, i maroniti (cattolici) diedero vita alla “fragile” democrazia libanese, un microcosmo cristiano tra gli arabi, mentre a molti altri cristiani (vedi gli ortodossi in Siria) parve una garanzia di sicurezza il nazionalismo arabo. Dal cui grembo sono usciti tanti dittatori, alcuni dei quali (Saddam Hussein) considerati dai cristiani una protezione contro la maggioranza islamica. Si sperava in una laicizzazione dell’Islam e si è invece sviluppato il fondamentalismo. E tanta paura. Nell’inferno siriano c’è chi, tra i cristiani, vede la fine di Assad come un salto nel buio e chi, come Dall’Oglio, è schierato con l’opposizione. E in Egitto? Le élites intellettuali scelgono i generali contro i Fratelli musulmani definiti dal prof. Youssef Ziedan (insegnante di Studi islamici e scrittore rinomato) come “un gruppo assetato di potere che usa la religione per realizzare i propri scopi”. Nel frattempo sono state devastate ben 49 chiese cristiane. Eppure, durante la “primavera” egiziana, musulmani e cristiani chiedevano insieme la libertà, tra la perplessità (e, talora, l’ostilità) dei vescovi timorosi per l’incerto futuro. Anche in Iraq si susseguono gli attentati ai cristiani, ridotti, dal 25% (primo Novecento) al 1% attuale. L’emigrazione o la ricerca di dittatori protettori sembrano le sole alternative possibili. Ma, spiega Riccardi, “sono scelte che non hanno futuro”. L’orizzonte è buio, visto che anche i Paesi occidentali possono poco (indecisionismo o nuova impotenza?). “Forse i cristiani del mondo possono di più dei governi: non solo dare solidarietà ma elaborare una visione” (non lo fu, durante la guerra fredda, l’Ostpolitik praticata dalla Santa Sede?). “Forse bisogna riunire i grandi leader delle Chiese cristiane” e mirare ad una “concentrazione di idee e relazioni” . La posta in gioco è altissima. La fine dei cristiani d’Oriente porrebbe infatti fine a una storia bi millenaria. “Sarebbe una grande perdita per il mondo arabo-musulmano, perché i cristiani sono un pilastro di pluralismo in quelle società e una garanzia contro il totalitarismo”. Politica 22 Cultura e-mail: [email protected] Cinema: altri remember di Enrico Dello Sbarba Visto che quel che può passare il convento è molto poco data l’assoluta scarsità di finanziamenti pubblici e l’assenza assoluta di quelli privati e preso atto che è “il cinema o i suoi interpreti” che monopolizzano le opache estati castiglioncellesi, vediamo se è possibile darle una programmazione decente ed accettabile. In effetti dai giudizi che abbiamo raccolto nel corso di questa estate, ormai nella sua fase terminale, il suggerimento è stato quello di una riflessione. Dopo la settimana “Parliamo di cinema a Castiglioncello”, un evento ormai consolidato anche se riservato, dopo il pomeriggio inaugurale, ad una “ristretta élite”, da un paio d’anni e nel pieno della stagione, il triumivirato composto dall’assessorato alla cultura del Comune di Rosignano, dal Centro Studi Commedia all’Italiana e dal Cinema Castiglioncello, ha cominciato ad organizzare un’altra settimana” dedicata alla storia del cinema italiano o, ad alcuni, dei suoi interpreti principali. Lo scorso anno è stata la volta del “Sorpasso”di Dino Risi: a proposito, molti dei villeggianti interpellati in questa nostra “mini inchiesta” ci hanno confessato di vivere nell’angoscia di vedersi ripro- Alberto Sordi Bice Valori e Paolo Panelli porre, ancora una volta, quella pellicola che ormai dovrebbe aver concluso la sua nobile storia almeno a Castiglioncello! Nel mese scorso è stata la volta di Alberto Sordi nel decennale della Sua scomparsa ed anche per ricordare i suoi trascorsi castiglioncellesi. A proposito dell’Albertone, i vecchi paesani rammentano come le presenze estive di Sordi a Castiglioncello fossero piuttosto “riservate e discrete”: stava praticamente “confinato” nella sua splendida villa collocata all’altezza di Punta Righini. Ha sempre voluto salvaguadare la sua “privacy”. Una delle poche volte che è apparso in pubblico, avvenne in piazza della Vittoria, negli anni ’80, in occasione del Premio Ginori, poi scomparso per vetustà. Alberto Sordi era nell’elenco dei premiati ed al momento di ricevere il premio, non perse l’occasione, al microfono, per esternare la sua vivacissima protesta contro “quel mare di “m”!”che imperava trionfante all’altezza di Punta Righini a causa della mancanza di fognature a mare poi successivamente realizzate. Poi Alberto Sordi, negli anni a seguire, alla morte del fratello, avvenuta proprio nella villa a Castiglioncello, la mise in vendita e sparì. Dunque per riprendere e concludere queste nostre considerazioni, ci viene di suggerire un progetto di “remember” per altri prestigiosi antichi ospiti della Perla del Tirreno, sempre appartenenti al mondo del cinema. Vogliamo citarne alcuni: Paolo Panelli e Bice Valori tra i più assidui e fedeli frequentatori, Marcello Mastroianni e maga- Marcello Mastroianni ri anche Vittorio Gassman, ospite estivo alla Pensione Fiorentini, senza dimenticare il famoso regista televisino Enzo Trapani, per arrivare, infine, a Renzo Montagnani. Ecco, pur di presevarci dal visionare ancora “Il Sorpasso” il triumvirato potrebbe prendere spunto da questi nomi per le prossime stagioni estive. D’altro canto, ci sorbiamo in luglio “Inequilibrio” ed a fine agosto, quel Premio Letterario Castiglioncello, ormai da mettere in soffitta come è accaduto per tanti secondari premi del genere: dopo che avevamo già “digerito” il Premio Spadolini, quello sulle comunicazioni ed in primavere quello sulla “filosofiia”. Sindaco ed Assessore alla Cultura, rischiamo veramente “un overdose” che alla fine può anche fare male alla salute!! Acli Labor SOCIETÀ COOPERATIVA Edilizia Pulizie civili e industriali Giardinaggio Via del Mondiglio 18, loc. Le Morelline Tel. 0586.790.751 - Fax 0586.790.604 www.aclilabor.it ROSIGNANO SOLVAY periodico online www.circoloilcentro-livorno.it Cultura 23 19 Nacque a Montopoli nel 1838 ISIDORO FALCHI, l’eroe eclettico e romantico della cultura campigliese di Jacopo Bertocchi Isidoro Falchi è “uomo del suo tempo”. Nasce a Montopoli nel 1838 e dopo la laurea diventa, per diversi anni, il medico condotto di Campiglia Marittima, dove ricoprirà anche le cariche di consigliere comunale e segretario della Cassa di risparmio. L’Ottocento è il secolo delle trasformazioni sociali e politiche: tradizione e cultura diventano strumenti fondamentali per la creazione di una nuova coscienza storica collettiva, il romanticismo si afferma con l’ideale di una radicale libertà degli individui e dei popoli, lo storicismo diviene forse uno degli aspetti più importanti del movimento. In questo quadro emerge con forza la figura eclettica del Falchi: medico, archeologo, storico e scrittore. “Mi ero addentrato nel movimento rivoluzionario nel 1857… anelavo il momento di prendere l’agone e andare io pure alla guerra contro l’austriaco, partii con Francesco (il fratello) subito dopo l’esame, cioè l’11 giugno 1859: ci arruolammo in artiglieria”. In queste parole emerge lo spirito patriottico del medico, negli stessi appunti, scritti pochi anni prima della sua venuta a Campiglia, si ritrova la testimonianza di un avvenimento che scuoterà le coscienze dell’umanità, “Non ci trovammo nella battaglia di Solferi- no, ma traversatala dopo due giorni, conservo alcune lettere, e un fischietto di legno raccolto da me in quel suolo macello”. Attraverso il Falchi si riesce a ritrovare il legame tra la grande storia e la storia minore. Egli è un fortunato innovatore, s’imbatte nella ricerca rovistando, da buon consigliere comunale, nell’archivio storico di Campiglia e grazie al suo temperamento appassionato, arriva alla scoperta di Vetulonia (il primo scavo finanziato dallo stato italiano) così commentata da Luigi Pernier: “La scoperta di Vetulonia fu opera di fede e di quell’entusiasmo che spesso ha fruttato all’indagine archeologica rivelazioni più mirabili che non lo stesso metodo scientifico”. L’amore per questa terra e la passione per la storia lo guidano verso una ricerca sulla Maremma, pubblicazione che vedrà la luce nel 1880 con il titolo “Trattenimenti popolari della maremma e specialmente di Campiglia Marittima” una Bibbia per gli appassionati e gli esperti di storia locale, una grande summa del nostro territorio. Come dice il Benedettini “non scordiamoci che il Falchi è stato il primo a scrivere seriamente di Campiglia. Chi ci ha provato ha scopiazzato, più o meno bene, dalle sue pagine”.